Red Shame . ~

di BlackMelody_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Qualcosa di insolito. ***
Capitolo 2: *** Confessioni. ***



Capitolo 1
*** Qualcosa di insolito. ***


Solita serata : sfinito, con ancora tanto lavoro da ultimare. Si sedette su una panchina, sospirando. Poggiò la testa tra le mani, quando udì i passi di qualcuno.
< Hai già finito? > Era William, il suo datore di lavoro. < No.. sono solo un pò stanco.. > rispose con esitazione, abbassando lo sguardo. < In questo caso ti consiglio di ritornare al tuo dovere se non vuoi una riduzione dello stipendio. > < Sì.. certo. >

Quella sera Grell era stranamente tranquillo, assecondava il suo superiore senza replicare, cosa non certo frequente. Si alzò e iniziò a camminare con la sua Death Scythe in spalla < se finisco in fretta potrò riposarmi > si disse.  Ma il suo umore era spento, come era spento il suo abituale sorriso. Camminava sotto la luce della luna, in un viale circondato da alberi in fiore, in una calda notte di primavera. La luce arancione dei lampioni illuminava la via, e ogni tanto qua e là spuntavano gatti affamati, in cerca di cibo ed un posto per dormire. Lui neanche li notava, era completamente assorto nei suoi pensieri. Un micetto gli si avvicinò e si fermò ad osservarlo. < Anche tu ti senti solo come me? > Gli chiese lo shinigami. Sospirò e ricominciò a camminare, lasciandosi il gatto alle spalle. Quella fu una lunga serata, una lunga e triste serata.
Era già mattina quando aprì gli occhi, arrossati per la luce del sole. Si guardò intorno, era steso su una panchina. Si era addormentato lì, ma in fondo che importava? A nessuno sarebbe interessato.
< Hai dormito lì? > Il senpai passeggiava con fare discreto, come al solito. < Ehm, sì. Che ci fai qui? > < Il mio solito giro di perlustrazione. Tu, piuttosto? Cosa combini? Ti vedo particolarmente giù ultimamente, Grell Sutcliffe. > < In effetti.. > Si interruppe. < No.. niente. Non importa. > < Come vuoi. Basta che questo comportamento non influenzi il tuo lavoro. > < No, stà tranquillo. >
William era sempre stato freddo e distaccato con tutti. Fino a quel giorno, o meglio, a pochi giorni prima, Grell aveva sempre mostrato un certo interesse per lui, ma ovviamente non era ricambiato. Quella sera stessa però, qualcosa cambiò. Era seduto al solito tavolo a sorseggiare caffè, con Grell poco distante. Anche altri shinigami erano soliti sedersi lì, ma quella sera avevano tutti turni doppi, tranne Ronald Knox, che aveva già terminato il suo turno da ore ed era andato a divertirsi non si sa bene dove.

< Sei pensieroso anche stasera, Sutcliffe? > Grell alzò lo sguardo e lo osservò per qualche secondo. < Sì. > < Se hai qualche problema, puoi parlarne con me. > Questa era la prima volta in cui William mostrava "un lato altruista".
< No, non importa, grazie comunque. > Il senpai avvicinò la sedia a quella del rosso shinigami, iniziando ad osservarlo con insistenza. < C-cosa c'è? Che ho detto? > < Nulla. Pensavo.. Tutto questo tempo.. > < Ma di cosa parli? > < Per quanto possa essere strano dire una cosa così per uno come me, io.. nutro un qualche ancora non chiaro interesse verso di te, Sutcliffe. > < Cosa? Non credo di aver capito.. >
La mano di William si posò sul suo volto, accarezzandolo. Si sentì mozzare il fiato, il suo cuore iniziò a battere all'impazzata e la sua calda pelle d'un tratto si fece gelata. < M-m-ma cosa.. > Lentamente le dita scivolavano sul suo collo gelido, mentre William si avvicinava, e fece per baciarlo. Grell socchiuse gli occhi, facendo un profondo respiro. < No. Non posso. Io.. > Lo respinse col braccio e si alzò di scatto facendo cadere la sedia, il cui rumore echeggiò nel silenzio.
< Non è possibile.. Io.. No! > Corse via sconvolto, ma non più di quanto lo fosse il suo senpai in quel momento. Rimase impietrito dinanzi alla sua reazione, e incredulo osservava quell'ombra che si allontanava nella notte, accompagnata dal rumore di quei tacchi. Quei tacchi, che portavano con sè il dono della morte.



Salve, questa è la mia prima storia su EFP. Spero sia di vostro gradimento. Grazie del tempo che trascorrerete a leggerla.

- BlackMelody_

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Capitolo 2
*** Confessioni. ***


Una notte insonne, a riflettere guardando le stelle. La notte in cui dopo anni riaprì il suo diario, quello di quand'era bambino.
Così, dopo aver letto varie pagine, riaffiorarono i ricordi, e riprese a scrivere con mano tremolante su quelle pagine ingiallite dal tempo.


«Prima che mi fosse dato il dono che mi ha reso uno shinigami, vivevo in una famiglia modesta. I miei genitori morirono giovani, coinvolti in un conflitto. Ma non ne soffrii molto, poichè già allora avevo una qualche affinità con la morte.
Avevo solo 13 anni, ma di me si prese cura il mio gemello Victor,che divenne aiutante di un barbiere in cambio di piccole somme di denaro. Nonostante fossimo gemelli, non avevamo quasi niente in comune. Lui era l'opposto di me : serio, responsabile e con la testa sulle spalle. Anche d'aspetto non ci somigliavamo poi così tanto : avevamo lo stesso colore di capelli, anche se i suoi erano corti e un pò mossi, mentre il suo viso era molto più bello e delicato del mio, e al tempo stesso più mascolino. Lui era sempre stato il preferito della famiglia, e ho sempre ammesso di provare qualcosa nei suoi confronti. Eppure nè lui,nè i miei genitori, accettavano i miei modi di fare, il mio modo di vestire, il fatto che pensassi solo al divertimento e soprattutto
la mia omosessualità. Mi consideravano tutti uno scansafatiche e nessuno, a parte mio fratello, si interessava a me. Lui mi ha cresciuto, e nonostante tentasse in tutti i modi di indirizzarmi sulla retta via, mi voleva molto bene. Ora ha un lavoro stabile, lavora come giardiniere per una ricca famiglia, ma non è a conoscenza del mio impiego, nè tantomeno del fatto che non sono più "umano".
Pochi giorni fa, mi è arrivata una lettera da parte sua, nella mia casa di "copertura". è riuscito ad avere il mio indirizzo, e con grande sorpresa, ho scoperto che presto verrà a trovarmi.
Sono andato nel panico più totale. Non che non ne fossi felice, ma la mia reazione dopo aver letto quella lettera fu tutt'altro che positiva.

In questo breve periodo che mi resta prima del suo arrivo,vorrei cambiare per lui. Vorrei cercare di non deluderlo ancora, vorrei ringraziarlo per essere stato al mio fianco prima che io lasciassi il nido. E vorrei scusarmi, per non avergli fatto più avere mie notizie.
Mi assalgono tanti dubbi. Come reagirò quando lo vedrò?
sarà fidanzato? sposato? Avrà figli? Dovrei mentirgli? Dirgli che non sono più gay? Dirgli che ho una famiglia e un lavoro stabile come il suo? Oppure dovrei dirgli tutta la verità? Proprio ora che William mi ha rivelato i suoi sentimenti, qualcosa dentro di me sta cambiando, le mie paure stanno riemergendo, la voglia di vivere in modo spensierato e disinteressato sta sparendo. Cosa dovrei fare ora?
Per la prima volta sento sulle spalle tonnellate di responsabilità, come se tutte quelle che ho evitato in questi anni mi stessero sommergendo all'improvviso. Se solo non l'avessi uccisa.. se solo non avessi ucciso l'unica donna che ho realmente amato.. forse adesso mi sarebbe stata d'aiuto.
Mi manchi, Angelina.»

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