Every little step

di JoJo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** First sight ***
Capitolo 2: *** Phone talk ***
Capitolo 3: *** Time's a Wastin' ***
Capitolo 4: *** Dance the stress away ***



Capitolo 1
*** First sight ***


(Invisible women/ 3.Memories)


Alaska si rimise a sedere sul sedile, armeggiando poi con la manopola sulla portiera per tirare su il finestrino e fermare l'aria un po' fredda che stava facendo rabbrividire sia lei che il suo compagno di viaggio.
Tu credi nell'amore a prima vista?” domandò con tono allegro, puntando i propri occhi chiari sull'uomo alla guida.
Allacciati la cintura.- le ordinò con tono paterno l'agente Bringman- Credo che sia la malattia dell'occhio più comune e pericolosa, anche se non riconosciuta dalla comunità scientifica. Perchè, Ross, ti sei presa una cotta?”
La giovane antropologa gli rivolse un sorriso luminoso, annuendo “Credo di sì.”
Capisco.- sospirò il poliziotto, ripensando all'incontro che avevano appena avuto con i tre profiler FBI- Scommetto che quell'agente Morgan ne avrà parecchie che gli ronzano intorno, ma non gli permetterò assolutamente di aggiungerti alla sua collezione. Non sei quel tipo di ragazza!”
Che tipo di ragazza?” domandò innocentemente Alaska, aggrottando le sopracciglia.
Quella che...insomma quella che si fionda tra le braccia di uno come lui...- borbottò Alan imbarazzato, mentre sentiva un certo calore salirgli alle guance- Una ragazza che...Hai capito, no?”
La ragazza scosse la testa, facendo ondeggiare i propri capelli corvini “In realtà no, ma non stavo parlando dell'agente Morgan, prima.”
Ti prego dimmi che non è Rossi. Potrebbe essere tuo padre!” sbottò Bringman, togliendo gli occhi dalla strada per lanciarle un'occhiata ammonitrice.
Intendevo il dottor Reid.” rivelò quindi Alaska, mentre un sorriso dolce le si apriva sul volto al pronunciare quel nome.
“Il dottor Reid?- ripeté l'uomo estremamente stupito- Quel dottor Reid?Magro ai limiti della denutrizione, occhiaie profonde e sindrome del saputello? Quel dottor Reid?”

Proprio lui.” confermò l'antropologa allegra.
Bringman aggrottò le folte sopracciglia, cosa che gli fece comparire sulla fronte una ragnatela di rughe “Perchè?”
Non lo so, l'istinto è istinto.- rivelò la giovane stringendosi nelle spalle, prima di aggiungere- Ha gli occhi più espressivi che io abbia mai visto.”
Il poliziotto fece roteare gli occhi platealmente “Mi sembra di sentir parlare mia figlia.”
Alaska non sembrò turbata di essere stata paragonata a una ragazzina che ogni giorno sosteneva di aver trovato il ragazzo perfetto “Sai cos'è il bello dell'amore a prima vista?”
Scommetto che me lo stai per dire...”
Ross si voltò verso di lui, e sul suo viso era palese che fosse già estremamente coinvolta emotivamente da quel rapporto che non aveva fatto ancora in tempo a sbocciare “E' che ti godi già da subito tutte le fantastiche sensazioni dell'innamoramento ma hai ancora un'infinità di tempo per scoprire tutte le caratteristiche positive dell'altro.”

 

-

 

Io non zoppico.” mise subito in chiaro Spencer Reid, mentre la volante della polizia si allontanava a velocità crescente.
Morgan e Rossi sembrarono ignorarlo mentre si incamminavano verso il Suv nero che era stato dato loro in dotazione all'arrivo a Baltimora.
Come conosci la dottoressa Ross?” domandò Derek, incuriosito dal fatto che il collega più vecchio sembrava conoscere l'antropologa forense da molto tempo.
Io non zoppico.” dichiarò nuovamente Reid, affrettando il passo per non essere lasciato indietro.
David si strinse nelle spalle “Un caso, tanti anni fa.”
Non mi sembra di zoppicare, zoppico?” domandò di nuovo Spencer, abbassando lo sguardo per osservare la propria andatura.
Morgan rivolse al collega un mezzo sorriso “Non aggiungerai altro, vero?”
Mi state ascoltando?” chiese il giovane genio, leggermente spazientito dal fatto di essere stato ignorato per tutto quel tempo.
Preferirei di no.” confermò quindi Rossi, e il suo sguardo era talmente carico di emozioni che l'altro decise di lasciar correre, per quella volta.
Hey?- chiamò di nuovo Reid, cercando di attirare l'attenzione dei colleghi- Avete sentito quello che ho detto?”
Derek e David si voltarono verso di lui “No, non zoppichi Reid!” sbottarono all'unisono.
E allora perchè mi ha detto quella cosa?” chiese di nuovo il giovane profiler, mentre saliva in macchina.
E' specializzata in ossa umane, fa parte del suo lavoro vedere certe cose.” gli ricordò Dave, divertito dall'interesse inconsapevole che manifestava per Alaska Ross.
Ma io non zoppico.” puntualizzò di nuovo il ragazzo.
Morgan fece roteare gli occhi esasperato mentre avviava il motore “Senti, ragazzino, non trovi preoccupante il fatto che l'unica cosa che ti ha colpito di quella ragazza sia stata quello che ti ha detto sulla tua andatura?Insomma, quella tizia sembra venire da un altro pianeta...”
E' sempre stata così.” lo informò Rossi, puntando gli occhi scuri sulla strada.
Sì?- continuò Derek, alzando un sopracciglio- Testa fra le nuvole, incapace di gestire conversazioni coerenti, e con un teschio nella borsa?”
Sulle labbra di David comparve un sorriso dolce al ricordo che poco dopo, quando si voltò verso i due colleghi che lo guardavano incuriositi, si trasformò in un ghigno divertito “Il teschio non l'aveva.”

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Capitolo 2
*** Phone talk ***


[post Invisible Women]

Spencer amava il proprio lavoro. Davvero. Solo che, in momenti come quelli, quando il telefono iniziava a squillare alle due del mattino, non mancava dal chiedersi perché mai avesse deciso di diventare un profiler.
Pronto?” mugugnò, portandosi all'orecchio la cornetta.
Al contrario di ogni sua aspettativa, a salutarlo dall'altra parte del filo non c'era la voce vellutata di JJ che gli annunciava che sarebbero dovuti partire immediatamente per chissà quale Stato per lavorare a un caso che era stato portato all'attenzione dell'Unità di analisi comportamentale.

Qual è il tuo colore preferito?”
Reid allungò la mano verso il comodino e inforcò i propri occhiali, come se in questo modo potesse capire meglio quello che gli era appena stato detto “Come?”

Il tuo colore preferito.- ripeté quella voce cristallina e vivace che non riusciva ancora a riconoscere- Qual è?”
Ma chi parla?”
La voce ignorò la sua domanda, continuando a chiacchierare allegra “Personalmente lo cambio ogni mese ma oggi credo proprio che sia il viola. Pensaci bene: è un perfetto mix di colori caldi e freddi, il connubio di rosso e blu, che poi erano i miei colori preferiti il mese scorso. Direi che è il viola, quindi.”

Sei...Sei Alaska Ross?” chiese quindi Spencer, sbattendo le palpebre: aveva riconosciuto la strana pronuncia eccessivamente secca delle c e immediatamente l'aveva associata all'unica persona che conosceva che aveva sentito parlare in questo modo. La dottoressa Alaska Ross, antropologa forense, aveva mantenuto la sua promessa e l'aveva chiamato, neanche qualche giorno dopo dal loro ritorno da Baltimora.
Certo, non mi avevi riconosciuta?- ribatté la ragazza, mentre uno strano senso di realizzazione l'assaliva- Oddio, dimmi che non ho sbagliato numero. Non posso credere di averlo fatto, non di nuovo!E' che ci sono quei tre tre di fila e il dito mi va in tilt quando cerco di comporre il numero e ho già chiamato un ragazzo che studia a Georgetown e una vecchia signora di...”
No, non hai sbagliato il numero.- la interruppe il profiler, leggermente imbarazzato dall'attenzione che aveva nei suoi confronti Alaska- Sono io, Reid...uhm, Spencer.”
Meno male.- rise la giovane, per poi tornare all'argomento che l'aveva portata a telefonare- Allora, il tuo colore preferito?”
Reid aggrottò la fronte, stranito da quella domanda “Uhm...Non ne ho uno in particolare, non ci ho mai pensato prima, però...Sì, credo che il viola sia carino.”

Wow!Abbiamo lo stesso colore preferito!Non è fantastico?” trillò Ross con un entusiasmo che il ragazzo non riusciva per niente a condividere.
Sì...uhm...Sai che ore sono?”
Sì. Le due e venticinque.- rispose Alaska tempestivamente, con tono gioviale- Oh, adesso ventisei. Ti si sono rotti gli orologi in casa?”
No, è solo che...Non dormi?” domandò quindi Spencer, sempre più spiazzato dal comportamento dell'antropologa.
Dormire con un tutore al braccio è un inferno. Mi ero addormentata, ma al negozio qua sotto è scattato l'allarme e mi sono svegliata di nuovo e poi ho iniziato a pensare e mi è venuto in mente che non sapevo quale fosse il tuo colore preferito così ti ho chiamato.”
Ah.” fu tutto ciò che riuscì a ribattere, troppo assonnato per poter formulare un pensiero coerente.
E' stata una bella conversazione.- dichiarò quindi Alaska soddisfatta- Ti chiamerò ancora. Buonanotte!”
“Buonanotte...” salutò Reid, ma la parola risuonò solo all'interno della propria camera da letto.


...

Derek alzò un sopracciglio quando sentì trillare il cellulare di Reid. Il suo collega non riceveva mai telefonate. Non al lavoro, perlomeno.
Pronto?” rispose Spencer, altrettanto sorpreso da quella chiamata.
Io adoro il Natale.- proruppe una voce squillante- Non posso farci niente, so che può sembrare infantile, ma il Natale è la mia festa preferita.”
Reid fece ruotare la sedia, per nascondere la propria faccia da Morgan “Alaska?”

Non che io non ami le altre festività.- continuò a chiacchierare allegra l'antropologa- Adoro anche la Pasqua, ad esempio: la caccia alle uova in giardino è ancora una delle mie attività preferite. E anche il Ringraziamento è molto pittoresco...Ma non c'è assolutamente niente di meglio del Natale. Probabilmente è per via di Babbo Natale, della neve, gli elfi e i bastoncini di zucchero. Credo che questo amore incondizionato dipenda anche dal mio ceppo finlandese. Tu che dici?”
Il giovane genio sbatté le palpebre più volte, leggermente confuso da quella parlantina veloce e dall'argomento assurdo “Sei...sei finlandese?”

Per metà, mia mamma è nata a Lappeenranta e si è trasferita qui in America con i miei nonni quando aveva circa quindici anni.- spiegò Alaska, prima di tornare a porre la domanda iniziale- Allora, la tua festa preferita qual è?”
Direi Halloween.” convenne Spencer, dopo una breve riflessione.
Dall'altra parte del filo la ragazza proruppe in un gridolino estasiato “Oh, io adoro Halloween: la ricerca del travestimento perfetto, il trucco variopinto, il tradizionale dolcetto e scherzetto e tutti quei dolci...Sai una cosa?”

Cosa?”
Al prossimo Halloween dobbiamo assolutamente andare in giro per le strade a fare dolcetto e scherzetto insieme. Ci divertiremmo molto, che ne dici?”
Sarebbe fantastico.” mormorò Spencer con tono sognante, prima di accorgersi che la ragazza aveva già chiuso la comunicazione.

...

Reid sapeva cosa voleva dire essere un drogato.
Il modo in cui aspettava le telefonate di Alaska, il modo in cui gli sembrava che durassero sempre troppo poco e il modo in cui cercava sempre di trattenerla al telefono con qualsiasi tipo di argomento lo informavano che quelle chiamate inaspettate e folli erano la sua nuova droga.
Questa volta, però, Spencer sapeva che non sarebbe stato in grado di disintossicarsi.
Che non voleva disintossicarsi.

Pronto?” disse, rispondendo al telefono e cercando di sentire quanto gli veniva detto al di là del chiacchiericcio che rendeva rumoroso quel vagone della metropolitana.
Tu sei il primo Spencer che conosco.- lo informò Alaska con tono serio- Non è una cosa straordinaria?Voglio dire, di tutti gli Spencer del mondo io ho conosciuto te. Quindi, d'ora in poi, tu sarai una specie di metro di paragone verso tutti gli altri Spencer che incontrerò.”
Reid non poté impedire a un sorriso di allargarglisi sul volto al solo sentire quella voce “Anche tu sei la prima Alaska che conosco.”

Davvero?” domandò stupita la ragazza.
Già.- confermò Spencer, mentre si alzava per cedere il posto a sedere a una vecchietta dall'aria gentile- E considerando la scarsa diffusione di quel nome credo che sarai anche l'unica.”
Non si può mai dire nella vita.- ribatté invece l'antropologa, prima di riprendere le fila del discorso- Emily è stata la mia nona Emily, Aaron il quinto Aaron, Derek il settimo Derek e Penelope la mia seconda Penelope. David è stato il mio quarto David e ha rivalutato completamente la categoria perché a quei tempi c'era un mio compagno di scuola che si chiamava in quel modo ed era estremamente dispettoso...”
Tu ricordi i nomi di tutti quelli che incontri?” la interruppe quindi Reid, sinceramente stupito.
Certo, tu no?”
Non tutti.”
Non hai una memoria eidetica?” si informò quindi Alaska.
Reid scrollò le spalle, un po' imbarazzato per quella pecca “Sì, ma...a volte i nomi mi sfuggono.”

L'importante è che non ti sfuggano le persone.- lo rassicurò quindi Ross, e lui non poté impedirsi di immaginarla sorridente- E quelle a volte corrono davvero forte, sai?”

...

Spencer si appoggiò in vita il libro che stava leggendo e allungò la mano verso il tavolino da caffè davanti a lui per afferrare il cordless che squillava.
Pronto?”
Sono ventisette.” disse lapidaria la voce di Alaska, stranamente priva della solita vivacità.
Cosa?” domandò Reid, raddrizzandosi sulal poltrona e prestando la massima attenzione.
I cadaveri di cui ho ricostruito i tratti del volto.- continuò a spiegare l'antropologa con tono triste- Sono ventisette.”
Il profiler si morse il labbro inferiore, preoccupato per quanto l'umore della giovane influisse su di lui “Stai lavorando a un caso?”

No, sono vittime di un'epidemia di polio in un vecchio villaggio che è stato riportato alla luce da degli scavi per la costruzione di un centro commerciale fuori città.- spiegò Ross prima di affrontare l'argomento che l'aveva spinta a chiamarlo- Sono ventisette e sono state sepolte ammassate e senza nome e sono state dimenticate e non è giusto.”
Hai ragione.- concordò Reid con un sospiro- Non è giusto.”
La voce della ragazza diventò leggermente titubante “Ti va di...stare un po' al telefono con me?Potrei raccontarti la loro storia.”

Va bene, Alaska. Racconta.”

...

Rispondere al telefono era l'ultima cosa che Reid voleva fare in quel momento.
Tutto quello che voleva fare era dormire e dimenticare quella terribile giornata.
Eppure, con un sospiro stanco, si portò la cornetta all'orecchio “Pronto?”

Mi dispiace davvero tanto, Spencer.” la voce di Alaska era contrita, velata da vera tristezza.
Reid si passò stancamente una mano sugli occhi “Alaska...”

Bringman mi ha parlato del caso di Cincinnati.- spiegò quindi l'antropologa- Deve essere stata dura.”
Lo era stata. Un caso che coinvolgeva dei bambini e che si era concluso con la morte di un agente di polizia era duro. Troppo.

Sì...” esalò quindi Spencer con un filo di voce.
Siete già tornati a Washington?” si informò Ross, con tono premuroso.
Già.- borbottò, prima di scuotere la testa, sicuro di non essere in grado di tenere alcun tipo di conversazione in quel momento- Senti, mi dispiace Alaska, ma non sono dell'umore di parlare stasera...”
Se la immaginò annuire “Ti capisco.”

Ti richiamo domani, d'accordo?” propose quindi, sentendosi un po' in colpa per averla respinta così.
No, non riattaccare.” disse invece Alaska con determinazione.
Perché?”
Ti parlerò finché non ti addormenti.- gli spiegò quindi la ragazza- Non mi piace sapere che sei lì da solo dopo una giornata come questa.”
Mentre appoggiava la testa sul cuscino, senza mollare la cornetta del telefono, il primo e ultimo sorriso di quella giornata gli si allargò sul volto “Grazie, Alaska.”


Buongiorno, Spencer.” quella voce gentile nel suo orecchio era senza dubbio la migliore sveglia che potesse esistere.
Reid allungò il collo per sbirciare l'ora sull'orologio “Sei ancora al telefono?”

Volevo assicurarmi che non ti svegliassi.” spiegò semplicemente Alaska, come se stare al telefono per una notte intera con qualcuno per vegliare sul suo sonno fosse la cosa più normale del mondo.
Spencer spalancò la bocca, incerto su cosa dire. Tuttavia, non avrebbe avuto il tempo di ringraziarla per la sua premura nemmeno se avesse parlato immediatamente.

Senti, mi è venuta un'idea meravigliosa!” trillò infatti Ross.
Che cosa?”
Che ne dici di venire a trovarmi qui a Baltimora nel week-end?”
Sarebbe fantastico.” rispose sorridendo, felice come non mai per quella semplice proposta.

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Capitolo 3
*** Time's a Wastin' ***


[pre Deadly Wrath]

Quando uscirono dal cancello di quella villa diroccata Alaska aveva ancora gli occhi spalancati per lo stupore “L'hai sentita?” domandò, facendo qualche passo veloce in avanti per superare Reid.
Il profiler alzò un sopracciglio, mentre la osservava camminare all'indietro davanti a sé “Cosa?”

Quella sensazione.- specificò lei con un tono quasi cospiratore- Di non essere soli. Di essere in presenza di un'entità soprannaturale.”
No. Direi di no.” rispose Spencer scuotendo piano la testa.
La ragazza lo fissò incredula “Davvero?Strano.”

Tu sai che i fantasmi non esistono, vero?” le ricordò Reid, stupito da quell'entusiasmo e quell'ingenua fiducia verso ogni parola detta dall'anziana padrona di casa che sosteneva che quella casa fosse infestata da numerosi ectoplasmi.
Certo che esistono.- ribatté invece Ross con sicurezza- Un sacco di persone li hanno visti.”
Spencer alzò le mani, iniziando a gesticolare come suo solito mentre parlava “In realtà nessun fenomeno paranormale si è mai realizzato in un ambiente protetto e controllato, quindi, non esistendo alcuna prova per questi eventi, dubito seriamente siano qualcosa di più oltre al frutto dell'immaginazione di persone troppo suggestionabili.”

Solo perché una cosa non può essere provata non significa che non sia vera.” disse tranquillamente Alaska che, al contrario del nuovo amico, era da sempre convinta che ogni cosa fosse possibile.
Mi sembra strano sentire una frase del genere da una persona come te.” ribadì di nuovo il giovane profiler.
Ross aggrottò la fronte “Davvero?Perché?”

Perché sei una scienziata e in quanto tale dovresti credere ai fatti e a ciò che ha una spiegazione scientifica provata.” rispose Reid sicuro. Con le sue numerose lauree e l'approccio scientifico che aveva usato, sin dall'infanzia, per studiare ciò che lo circondava, era difficile per lui pensare altrimenti.
Le prove sono importanti, ma non sono tutto.- rise l'antropologa, che non sembrava intenzionata ad abbandonare la propria posizione- Perché non dovrei credere ai fantasmi?”
Spencer rimase leggermente spiazzato da quella domanda che, a suo parere andava oltre ogni logica “Perché non ne hai mai visto uno, ad esempio.”

Ma ci sono un mucchio di persone che dicono di sì.”
Ma non ci sono prove concrete.- corrugò di nuovo la fronte Spencer- Potrebbero essere allucinazioni, bugie inventate per attirare l'attenzione oppure il frutto della fantasia di una personalità suggestionabile. Il più delle volte sono frutto di una compensazione sensoriale quando ci si trova in un ambiente in cui non riusciamo a vedere bene a causa del buio.”
Oppure potrebbe essere la verità.- sorrise la ragazza- Mi piace credere che esistano i fantasmi, o le fate o il mostro di Lochness o un leprecauro che custodisce una pentola d'oro alla fine di un arcobaleno. Ti apre gli occhi su tutte le cose che possono ancora essere scoperte. È questo che facciamo noi scienziati, giusto?Scoprire cose nuove.”
Reid si ritrovò a sbattere le palpebre, riflettendo su quelle parole “Non l'avevo mai vista in questo modo.” commentò con un mormorio, ma Alaska sembrava stare già pensando ad altro mentre cercava con foga qualcosa prima nelle tasche del suo cappotto giallo con maniche a sbuffo e poi nella sua voluminosa borsa di feltro rosso.

Ah-ah!Trovata!- esclamò trionfante, sventolando fra le mani un foglio di quaderno stropicciato- Controlliamo la nostra lista.”
Spencer si ritrovò ad annuire immediatamente. Come aveva scoperto una volta sceso dall'aereo, Alaska aveva pensato molto al week-end che avrebbero passato insieme, tanto che, non appena il profiler gli aveva annunciato di aver prenotato un volo per Baltimora, aveva stilato una fitta lista di attività che gli sarebbe piaciuto svolgere con il suo nuovo amico.

Colazione con i muffin migliori della città?” domandò quindi l'antropologa con voce frizzante, mentre spulciava l'elenco.
Fatto.” confermò Reid, ancora appesantito da quella colazione dato che Alaska gli aveva detto che Mangiare solo un muffin quando erano così buoni era un crimine contro l'umanità.
Giro al mercato dei fiori?” chiese di nuovo la mora, rivolgendogli un sorriso radioso.
Fatto anche quello, così come la visita alla villa infestata dai fantasmi.” asserì di nuovo Spencer, indicando con un dito la margherita gialla che la ragazza aveva ancora fra i capelli.
Ross tornò a rivolgere lo sguardo cristallino alla propria lista “E' un vero peccato che tu non sappia andare in bici, altrimenti avremmo potuto fare un giro al parco. Ma, questo ci ha dato l'occasione di aggiungere insegnare a Spencer ad andare in bicicletta alla lista di domani.- disse soddisfatta prima di domandare- Farci fare caricature dagli artisti di strada?”

Fatto.- annuì Reid, scostandosi dal volto dei ciuffi ribelli- Qual è la prossima attività che avevi pensato?”
Alaska si fermò di botto, fece una piroetta su se stessa e allargò le braccia “Questa!”
Il giovane genio si ritrovò ad aggrottare la fronte, mentre fissava una grossa insegna colorata che recitava At Bob's Pet Place “Che cos'è questo posto?”

Un rifugio per cani.” annunciò con estrema euforia la ragazza.
Oh.- fu tutto quello che riuscì a dire Spencer, prima di aggrottare ulteriormente la fronte- E cosa dovremmo fare qui?”
Ross sorrise di nuovo “Facciamo un po' di coccole a quei cuccioli e ne portiamo qualcuno a fare un giro!”
Dall'interno dell'edificio Reid poteva sentire l'abbaiare sporadico di qualche cane “Non credo che sia una buona idea.”

Perché?”
Io non piaccio molto ai cani.” spiegò, memore di come gli animali sentissero sempre il suo disagio in loro presenza.
Mi risulta difficile credere che tu possa non piacere a qualcuno: sei adorabile.”
A quelle parole Spencer si sentì arrossire fino alla punta delle orecchie “Uh, beh...Ecco, io...”

Dai, entriamo!” esclamò, tirandolo con sé oltre il portone rosso rame.
Convincere Alaska della sua incapacità a trattare con animali di qualsiasi genere era stato impossibile: l'antropologa era schizzata da una gabbia all'altra, con la sicurezza di chi svolge quell'attività regolarmente e, dopo aver selezionato i cani che secondo lei avevano l'aria più triste e quindi il maggior bisogno di un giro all'aperto, gli aveva consegnato dei guinzagli fra le mani e lo aveva guidato al parco più vicino. E così, ora Spencer Reid stava passeggiando con un vecchio bulldog dall'andatura ciondolante a un lato, e un cocker spelacchiato e un cucciolo sovragitato di bastardino dall'altro.

Visto?- richiamò la sua attenzione l'antropologa- Questi tesorini sono degli angioletti.”
Reid abbozzò un sorriso tirato mentre osservava uno degli animali portati da Alaska strattonarla con forza.
“Sì, certo.- balbettò incerto- Tu...uhm, tu hai animali?”“Solo un pesce rosso brontolone.- sbuffò risentita la giovane- Il mio appartamento è troppo piccolo per un cane e io preferisco quelli di taglia grossa.”

L'avevo immaginato.” sorrise Spencer, indicando con un cenno del capo i tre grossi cani che la ragazza teneva al guinzaglio, tutti molto grandi, incroci fra terranova, cani lupi e mastini.
Quando raggiunsero l'area dedicata ai cani del parco e si sedettero una volta lasciati correre liberamente gli animali, il profiler si voltò verso Ross “Perché fai tutto questo?”

Cosa?” ribatté lei, mentre guardava ridendo i cani che si rincorrevano.
Tutte queste cose.- specificò quindi Reid- Da quando sei venuta a prendermi all'aeroporto siamo schizzati di qua e di là come delle trottole impazzite senza fermarci un attimo e da come ti comporti sembra che questa sia la tua routine quotidiana.”
Alaska si voltò verso di lui di scatto, una luce brillante negli occhi color cielo “Facciamo un gioco.”

Un gioco?” ripeté il giovane, spiazzato da quel repentino cambio di argomento.
Sì.- confermò Ross entusiasta- Inizi tu! Devi immaginare che la tua banca abbia deciso di premiarti ogni giorno con 86.400 dollari, però tu puoi usarli solo nel corso della giornata stessa altrimenti ti verranno portati via. Quindi, ogni giorno ti ritrovi questi soldi e devi spenderli immediatamente anche perché non sai quando la banca deciderà di smettere di farti questi versamenti. Che cosa faresti?”
Metterei i soldi su un altro conto?” tentò lui, dopo qualche attimo di riflessione.
L'antropologa scosse la testa “Non puoi, sarebbe contro le regole.”

Io...uhm...Non so, suppongo che comprerei cose che non potrei permettermi altrimenti.- decise quindi Reid, dopo averci pensato un po'- Sai, cose che facciano felice me e i miei amici o la mia famiglia...E poi aiuterei delle persone che ne hanno più bisogno, dato che è impensabile che io possa spendere tutto quel denaro in un solo giorno solo per dei capricci personali.”
Alaska gli rivolse un sorriso raggiante “Ma, Spencer, noi abbiamo già una banca che ci offre tutto quel credito.”

Sì?” Spencer aggrottò le sopracciglia, non capendo bene cosa intendesse.
Il tempo.- gli rivelò quindi la ragazza- Quelli sono i secondi che ci sono dati ogni giorno. E, così, mi ritrovo a pensare: che senso ha aspettare per fare qualcosa, oppure fare progetti e non realizzarli?Per ben due volte nella mia vita ho rischiato che questa banca mi togliesse questo regalo e quindi so come sia prezioso, capisci?Come posso non approfittarne ogni giorno facendo tutto quello che mi passa per la testa?”
Spencer aprì la bocca per cercare di balbettare una risposta, ma Alaska puntò gli occhi cerulei dietro di lui “Bravissimo, Billie!Hai trovato uno scoiattolo!”
Anche lui si voltò, ritrovandosi quindi a guardare il bulldog inseguire goffamente il roditore.
Rimasero in silenzio per un po' dopo quella conversazione, anche se non poteva dirsi un vero silenzio dato che Alaska continuava parlare con i cani, di tanto in tanto, incoraggiandoli e sussurrandogli parole dolci e senza senso. Per tutto il tempo Spencer non poté fare a meno di osservarla, incuriosito come quando cercava di comprendere una nuova equazione particolarmente difficile. Come poteva quella ragazza, la stessa che era stata rapita e torturata da bambina e che aveva rischiato di morire per mano di uno psicopatico solo poche settimane prima, vivere la propria vita con una leggerezza tanto disarmante?Era davvero possibile che lei, un'antropologa forense che come lui era sempre in contatto con ciò che di più terribile poteva offrire il genere umano, avesse ancora un incommensurabile desiderio di fiducia nei confronti dell'umanità?
Reid si morse il labbro inferiore, meditando su quegli argomenti, e a momenti nemmeno si avvide del telefono della ragazza che aveva iniziato a squillare e del fatto che lei aveva risposto con un gioviale “Ross.”
La osservò ascoltare chiunque l'avesse chiamata con attenzione e quando riattaccò non riuscì a frenare la propria curiosità e domando “Che c'è?”

Un corpo è stato portato a riva dal fiume.” spiegò quindi Alaska.
Spencer realizzò immediatamente cosa ciò volesse dire “Oh. Quindi devi andare?”

Già.- annuì rassegnata l'antropologa- È colpa della stagione, la neve e il ghiaccio si sciolgono e vengono a galla i resti che fino a questo momento sono rimasti sommersi e nascosti.”
Sembra che la primavera non sia una bella stagione per gli antropologi forensi.” commentò quindi il profiler, con un sorriso educato sulle labbra.
Alaska si strinse nelle spalle “Lo sarebbe se la gente smettesse di uccidere i propri simili.”

Non me ne parlare.- borbottò lui, facendo roteare i grandi occhi scuri- Allora, sarai impegnata per il resto del week-end?”
Dipende dalla gravità del caso, ma Davon ha una stretta politica del non rimandare a domani quello che puoi fare oggi.” lo informò quindi Ross, mentre si alzava e metteva via le proprie cose.
Capisco.” annuì piano Reid, alzandosi a sua volta.
La giovane sbuffò sonoramente “Uffa, non è giusto. Volevo portarti in un negozio che ho scoperto, uno che vende accessori per prestigiatori: ti sarebbe piaciuto un sacco.”

Tieni.- disse subito dopo, quando il ragazzo non aveva ancora ribattuto, posandogli in mano un enorme mazzo di chiavi e i collari dei cani- Sai dove abito, vero?”
Spencer aggrottò la fronte “Sì, ma...”

Dobbiamo fare il sopralluogo e l'analisi preliminare la inizieremo domani, non dovremmo metterci troppo.- spiegò quindi velocemente Alaska, interrompendolo- Mentre io sto con Davon tu puoi riportare i cuccioli al canile e poi andare alla biblioteca che ho scritto sulla nostra lista: l'adorerai, te lo assicuro, è la più grande e fornita dello Stato. E quando hai finito puoi tornare a casa mia ad aspettarmi.”
A casa tua?” ripeté stupito il profiler.
Ross gli sorrise “Certo. Tu credevi davvero che ti abbia invitato qui per farti andare a dormire in un'anonima camera d'albergo?Sarei una pessima persona, se permettessi una cosa del genere. Ho un divano letto a casa, un sacco di dvd e cibo spazzatura preso apposta per l'occasione. Ci aspettano dei pigiama party fantastici.”
Lo stupore sembrò essersi impossessato del giovane genio che riuscì solo a balbettare “M-ma io...Non pensavo...Insomma, noi ci conosciamo da poco e non sai nemmeno se puoi fidarti di me e...”

Sei così buffo, dottor Reid.” disse a mo' di saluto la ragazza, prima di avviarsi a passo leggero verso l'uscita del parco con un sorriso spensierato sul bel volto.

Tesoro!Sono a casa!” chiamò Alaska, richiudendosi la porta alle spalle mentre scimmiottava una delle tante battute zuccherose che aveva sentito dire in qualche vecchia sitcom sentimentale.
Dall'interno dell'appartamento non arrivò alcun suono in risposta al suo trillo gioviale così, mentre gettava con poca cura il proprio cappotto su una sedia dell'ingresso e le chiavi di casa nella vaga direzione del tavolino su cui si trovava lo svuota-tasche, l'antropologa decise di parlare di nuovo “Oh, Spenceeeeeeeer?Vuoi giocare a nascondino?”
Le parole le morirono in gola non appena mise piede nel proprio salotto, per trasformarsi poi sulle sue labbra in un sorriso dolce.
Spencer era semi-sdraiato sul divano, la testa appoggiata ad un bracciolo. Una gamba penzolava inesorabilmente, quasi rischiando di sbilanciarlo, come se si fosse addormentato mentre era ancora seduto e non avesse avuto nemmeno il tempo di sdraiarsi propriamente. Fra le mani stringeva ancora possessivamente il libro Elementi di antropologia forense che probabilmente aveva trovato in qualche scaffale e di cui aveva già letto più della metà.
Un sorriso le si allargò sul volto, mentre copriva con una coperta di pelo sintetico arancione fosforescente l'esile figura del giovane profiler. Gli passò una mano fra i capelli, troppo tentata per frenare quell'istinto, e sospirò rumorosamente.

Accidenti, dottor Reid. Ci metti davvero poco a far innamorare una ragazza di te.”


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Capitolo 4
*** Dance the stress away ***


[Deadly Wrath, 3. Bloody day, post]


Keep on jumpin' off the floor
Dancin' 'til your feet is sore

Party hard just like a smarty girl
'Cause that's what life is for


Yeah!!”


La voce di Alaska gli era arrivata forte e chiara alle orecchie, più forte del battito ritmato della canzone che rieccheggiava per tutto il laboratorio. Il dottor Davan Stein non poté frenarsi dal far roteare gli occhi in modo plateale, nonostante fosse più che abituato ormai alla singolare abitudine della giovane antropologa.


And we don't party hardly
“No!”
We just party hard
“Yeah!”
And not because we bored
“No!”
We party 'cause we born to party



Mentre avanzava lentamente, le stampelle a sostenere le sue gambe altrimenti troppo deboli per consentirgli di camminare, il dottor Stein si ritrovò tuttavia a pensare che era passato del tempo dall'ultima volta che la sua giovane assistente si era chiusa in laboratorio con la musica a palla. In effetti, da quando era stata sequestrata da quello psicopatico qualche mese prima, Alaska aveva smesso di utilizzare quello strano metodo di riduzione dello stress.


We gonna move our bodies
With our hands in the air
And wave 'em all around
Like we just don't care


Era sempre stato così, fin da quando lei era semplicemente una giovane studentessa smaniosa di imparare: ogniqualvolta si trovava di fronte a casi particolarmente cruenti, Ross non manifestava la propria inquietudine ed ansia come ogni altra persona attraverso dei cambiamenti nel comportamento od una palese variazione delle emozioni. Alaska, per affrontare lo stress di un lavoro evidentemente difficile, ballava. Quando il dottor Stein sentiva pompare fra i corridoi dei suoi laboratori a Baltimora delle musiche ritmate e coinvolgenti, sapeva per certo che fosse la giovane antropologa la causa di quel caos e che, con tutta probabilità, l'avrebbe trovata in una delle sale di analisi a ballare finché lo stress della giornata non fosse sparito.


“Yeah!”
Moto Moto in the house
“Yeah!”
I'm about to turn it out
“Yeah!”
And you know it's going down
I'm physically, physically, physically round


Mentre zoppicava verso la fonte di quel ritmo forsennato, Davon si ritrovò a sorridere. La musica era energica, il volume alto e le parole cantate velocemente: se l'umore di Alaska in seguito a quella seduta di liberazione emotiva sarebbe stato dettato dalla canzone che aveva scelto, il vecchio luminare forense non vedeva l'ora di fare una bella chiacchierata con la sua assistente.


Party ain't done, party ain't done
Party this belly got started, Act I
It just begun, big action
Pump up the volume, speaker blastin'


Dalla parete di vetro che dava sul corridoio dei laboratori forensi di Quantico, Stein poteva vedere coi propri occhi la nuova performance di Alaska.
La ragazza sventolava le braccia in modo sconclusionato, cercando di tenere il tempo forsennato della canzone che pompava dalle casse del computer portatile, e con i fianchi eseguiva movimenti secchi che sembravano quasi casuali. Non era mai stata una brava ballerina, anzi, non lo era per niente. Eppure, guardarla ballare era davvero un'esperienza interessante: l'antropologa metteva in quell'attività una passione tale da far dimenticare il fatto che ogni suo gesto fosse sempre troppo anticipato o troppo in ritardo rispetto alla musica che avrebbe dovuto seguire. Ma, dopotutto, Alaska sembrava talmente sicura di sé mentre si dimenava da far credere a chiunque che fosse la musica ad essere nel torto e non lei.


Shake up the ground, shake up the ground
Shake like a earthquake quake up the ground
Play to make a sound, play to make a sound
Play to make a, play to make a, play to make a sound


Non era il solo ad osservare la bizzarra esibizione di Ross. Dalla parte opposta della stanza, appena fuori dalla porta di cui stringeva ancora in una mano ossuta il pomello di metallo, il dottor Spencer Reid guardava lo spettacolo che gli si presentava davanti con occhi spalancati e uno strano sorriso indulgente sulle labbra.
Stain aggrottò la fronte mentre osservava l'espressione attonita che aveva dipinta sul volto il ragazzo. Non c'era dubbio, quel genietto rachitico si era preso una bella cotta per la sua adorata protetta. Il vecchio antropologo si spostò leggermente di lato, di modo che Reid, che si trovava proprio di fronte a lui, non potesse capire di essere osservato.


So I can do my little dance, do my little dance
Do my little, do my little, do my little dance
Ants in my pants, got ants in my pants
Ants in my, ants in my, ants in my pants


Anche Alaska si accorse della presenza di Spencer. Senza interrompere i propri movimenti mal sincronizzati con la musica si allungò verso il giovane profiler e con due movimenti decisi riuscì a trascinare il ragazzo nella stanza e al contempo chiudere la porta dietro di sé.
Stein si lasciò sfuggire un'esclamazione sorpresa, che mimò perfettamente quella di Reid.


That's why I keep on movin'
Yes, that's why I keep on groovin'
Yes, that's why I keep on doin'
Doin' what I'm doin', y'all


Reid scosse la testa e Davon capì immediatamente cosa Alaska avesse chiesto al dottorino: voleva che ballasse con lei. Il profiler, però, scosse la testa con più convinzione.
L'antropologo sorrise divertito. Come se quel ragazzo fosse davvero in grado di dire di no a Ross.


First name Moto, last name Moto
Here's how you spell it, M-O-T-O M-O-T-O
When I step in all the girls want a photo
Ya know, hey, yo


Alaska aveva afferrato le mani di Reid e continuava a muoverle a tempo con le proprie, su e poi giù, cercando di convincere il giovane a compiere quei movimenti da solo, ma l'unica reazione che riuscì ad ottenere fu quella di farlo arrossire vistosamente.


Moto Moto in the house
I'm about to turn it out
And you know it's goin' down
I'm physically, physically, physically round


Stava rispondendo.
Stein non avrebbe scommesso nemmeno un penny sul fatto che il ragazzo non sarebbe finito a ballare con Ross. Infatti, eccolo lì: Spencer Reid stava mimando, seppur con incredibile rigidità ed imbarazzo, i movimenti che Alaska compiva a tempo con la musica.


I like to party, party
He like to party, party
They like to party, party
We like to party!


Il dottor Stein era consapevole del fatto che ciò che stava facendo era spiare. Lo sapeva, e la sua morale non protestava affatto a quel comportamento ritenuto socialmente poco accettabile. Ma, anche se avesse avuto delle remore etiche a riguardo, le avrebbe accantonate con facilità. Dopotutto, Alaska era la sua protetta e lui doveva assolutamente capire che cosa stesse succedendo fra lei e il giovane genio. Non si era bevuto affatto la frottola dell'amicizia incondizionata.


She like to shake it, shake it
She like to shake it, shake it
He like to shake it? Yo!


I due ragazzi si stavano divertendo, questo era certo. Alaska rideva, lo capiva anche se era voltata e non poteva sentire il suono della sua risata dato che era coperto dalla musica tenuta eccessivamente alta. Ma Davon sapeva che quando Ross si piegava in avanti in quel modo, con la testa leggermente ciondolante sul petto, significava che l'antropologa si stava abbandonando ad una risata sonora e liberatoria. E poi, anche Spencer Reid stava ridendo. Certo, in modo più contenuto, ed era evidente che era ancora molto teso a causa del fatto di essersi ritrovato a ballare in un laboratorio forense durante l'orario di lavoro, ma stava pur sempre ridendo.


Somebody say ho!
“Ho!”
Say ho ho!
“Ho ho!”
Back it up, back it up
Back it up, back it up
Back it up


Al contrario di Alaska il giovane profiler non si cimentava nel rispondere alle parole cantate, ma era evidente che si divertisse ad osservare lei farlo. E mentre la guardava, continuava a muoversi impacciato a tempo di musica.


Yo! Somebody say yeah!
“Yeah!”
Say yeah yeah!
“Yeah yeah!”
Back it up, back it up
Back it up, back it up
Back it up, back it up


Alaska fece una piroetta, aggrappandosi alla mano di Reid per non perdere l'equilibrio, ma era evidente che il ragazzo non fosse per niente abituato al ballo, tanto meno ad una mossa del genere. Totalmente impreparato, la tirò verso di sé, convinto che stesse per cadere, e così Ross si trovò in un attimo contro il suo petto magro.
Stein trattenne il fiato.


Back it up, back it up
Back it up, back it up
Back it up, back it up
Back it up, back it up


Davon li osservò restare immobili per diversi secondi.
Alaska aveva alzato lo sguardo verso il volto di Reid, e lui sembrava allo stesso modo calamitato dai suoi occhi chiari.
La musica, ormai dimenticata, continuava a pompare il suo ritmo frenetico.


Keep on jumpin' off the floor
Dancin' 'til your feet is sore
Party hard just like a smarty girl
'Cause that's what life is for
(Yeah!)


Si sarebbero baciati.
Stein ne era certo.


And we don't party hardly
(No!)
We just party hard
(Yeah!)
And not because we bored
(No!)
We party 'cause we born to party


Alaska alzò una mano verso il volto sbarbato di Reid e lasciò scorrere una carezza leggera su quella pelle morbida e chiara.


We gonna move our bodies
With our hands in the air
And wave 'em all around
Like we just don't care


Come un gatto coccolato dal padrone, il profiler seguì il movimento di quelle dita affusolate, godendo di quel contatto.
Davon immaginò anche che stesse facendo le fusa.


(Yeah!)
Moto Moto in the house
(Yeah!)
I'm about to turn it out
(Yeah!)
And you know it's going down
I'm physically, physically, physically round


Forse era stata una reazione del tutto istintiva, ma anche Spencer Reid si mosse verso l'antropologa, allungando un braccio intorno ai suoi fianchi e facendola aderire ancora di più a sé.
Il movimento che portò all'avvicinarsi dei due visi sembrò arrivare automaticamente, a quel punto.


Party ain't done, party ain't done
Party this belly got started, Act I
It just begun, big action
Pump up the volume, speaker blastin'


Si sarebbero baciati, ovvio.
Era l'unica cosa logica che potesse accadere.


Shake up the ground, shake up the ground
Shake like a earthquake quake up the ground
Play to make a sound, play to make a sound
Play to make a, play to make a, play to make a sound


Invece, Stein vide la razionalità impossessarsi di nuovo di Spencer Reid.
I suoi occhi ritornarono di nuovo timorosi, quasi terrorizzati, mentre si rendeva conto di quanto stava per fare.
Lasciò andare ogni presa che aveva su Alaska e le sue labbra si mossero velocemente, probabilmente borbottando una scusa di qualche tipo.
In un attimo, fu fuori dal laboratorio, lasciando l'antropologa sola con la sua musica.


So I can do my little dance, do my little dance
Do my little, do my little, do my little dance
Ants in my pants, got ants in my pants
Ants in my, ants in my, ants in my pants


A momenti Davon rischiò di essere travolto dal ragazzo fuggitivo. Lo vide alzare lo sguardo verso di lui e mormorare una scusa inudibile, il volto paonazzo e gli occhi pieni di panico, prima di continuare a correre lungo il corridoio.


That's why I keep on movin'
Yes, that's why I keep on groovin'
Yes, that's why I keep on doin'
Doin' what I'm doin', y'all


Il profiler era già entrato in ascensore e stava schiacciando forsennatamente il pulsante del piano in cui voleva tornare, quando Stein si voltò a guardare la reazione di Alaska a quella fuga improvvisa.
Al contrario di ogni sua aspettativa, la giovane stava sorridendo con aria sognante.


First name Moto, last name Moto
Here's how you spell it, M-O-T-O M-O-T-O
When I step in all the girls want a photo
Ya know, hey, yo


Mentre puntava con forza le stampelle a terra per entrare finalmente anche lui in laboratorio, il dottor Davon Stein ricacciò indietro con facilità il sorriso che minacciava di sbocciargli sulle labbra.
In fondo, Spencer Reid sembrava un bravo ragazzo.
Poteva darsi che fosse addirittura degno della sua Alaska.

[La canzone è di Will.I.Am e fa parte della colonna sonora di Madagascar 2]

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