Completezza di Rimhia (/viewuser.php?uid=120850)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Cap. 1: Sogno ***
Capitolo 3: *** Cap. 2: Nuotata nel passato ***
Capitolo 4: *** Cap. 3: Incontri nelle Terre Ignote ***
Capitolo 5: *** Cap. 4: L'arrivo ***
Capitolo 6: *** Cap. 5: La festa ***
Capitolo 7: *** Cap. 6: Pranzo, partenza e... risate ***
Capitolo 8: *** Cap. 7: Catturata ***
Capitolo 9: *** Cap. 8: L'insegnante del principe ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Completezza prologo
Prologo
Dalla vita ho ricevuto molto e
ringrazio i miei genitori perché sono stati loro a donarmi la felicità che mi
accompagna dalla mia nascita, ma sento che mi manca ancora qualcosa. Mi sento
incompleta senza di essa, però non so di cosa si tratti.
E' per questo motivo
che mi incamminerò per scoprirlo e sentirmi finalmente
completa.
Angolo autrice:
Non ci credo!!! O.O L'ho pubblicato
davvero!
Allora, credo sia meglio che ritorni in me stessa...
Intanto vi
dico, come già anticipato, che questa è la mia prima ff e, sinceramente, non ero
tanto sicura di pubblicato, ma mi sono decisa, anche grazie a myra96 (Grazie
tesoro! >.<), a pubblicarlo.
Grazie per averlo letto e, se vi ho
incuriosito un po' (forse sono parecchio ripetitiva... =.=), ne sono molto
lieta.
Alla prossima! ^-^
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Cap. 1: Sogno ***
Completezza 01 Sogno
Sogno
-Sicura di quello che fai?- chiese preoccupata la donna appoggiata al muro di quella stanza.
-Sì, mamma.- rispose
decisa la giovane ragazza davanti alla madre mentre terminava di
sistemare ciò che le sarebbe servito.
-Inutile trattenerti qui, vero?- constatò la donna sospirando rassegnata e incrociando le braccia al petto.
-Già! Ormai ho deciso!- ripeté seria la giovane.
-E' ufficiale! Sei testarda
quanto tua madre, ragazza mia.- scherzò l'uomo al fianco della
donna che gli lanciò un'occhiata assassina, ma dopo pochi attimi
gli sorrise abbandonando quello sguardo invidiabile dai migliori assassini della
Gilda.
-Ecco fatto! - esclamò la ragazza soddisfatta del proprio lavoro prendendo così la borsa a tracolla.
-Questo lascialo a me.- disse l'uomo prendendo lo zaino per poi avviarsi verso l'uscita.
-Grazie, papà!- urlò la giovane e lo raggiunse assieme
alla madre nella radura che si estendeva a lato della loro casa dove li
aspettava Geuse.
-Mi raccomando, Simyf, fai attenzione e se avrai qualche problema, avvertici subito.- la raccomandò la madre.
-Sì, sì, mamma. So cavarmela benissimo da sola. Me lo hai
insegnato proprio tu molto meglio di papà e sta sicura che, se
avrò dei problemi, vi avviserò il prima possibile. E poi
ci sarà papà con me per un po'.- la rassicurò la
figlia sorridendole.
-Siamo pronti per partire, Simyf.- le informò il padre dopo aver sistemato la borsa e lo zaino sul suo destriero.
-Ho capito, papà!- gli rispose la ragazza per rivolgersi di nuovo alla madre.
-Devo andare, mamma. Mi mancherai moltissimo!- disse abbracciando la donna.
-Anche tu mi mancherai, tesoro.- affermò abbracciando a sua volta la figlia.
Dopo un po', sciolsero l'abbraccio e raggiunsero gli altri due.
-Mi raccomando, Rigel, prenditi cura di nostra figlia. Se le dovesse succedere qualcosa mentre è con te...-
-Sì, sì, lo so, Betel. Non c'è bisogno che me lo
ripeta ancora. Simyf ormai è grande, ma, se le accadesse
qualcosa, non me lo perdoneresti mai e, sinceramente, non mi fa molto
piacere vederti arrabbiata perché ti conosco e so che me la
faresti pagare cara nel peggiore dei modi che possa esistere.- la
anticipò il marito.
-Se lo sai, meglio per te.- disse la moglie mentre l'uomo le sorrise
rassicurante e aiutò la figlia a salire in groppa a Geuse per
poi salirci a sua volta.
-Buon viaggio!- augurò la madre alla figlia.
-Grazie, mamma!- rispose la ragazza mentre il padre guidò Geuse spiccare il volo verso il Saar.
Angolo autrice:
Ecco il primo capitolo! XD
Ho aggiornato abbastanza presto perchè l'ho finito appena
venerdì mattina, ma non posso dire lo stesso del secondo
perché l'ho iniziato sabato mattina e non so quando lo
finirò perché l'ispirazione va e viene! ç_ç
Questo, in realtà, non è propriamente un capitolo e
all'inizio avevo pensato di scriverlo con il prologo, ma ho
deciso che l'inizio avrebbe trattato solo i pensieri della protagonista
mentre questo capitolo... lo scoprirete solo nel prossimo capitolo. Vi stuzzico un po', ma dovrebbe essere intuibile.
Avete notato che nomi? Uno l'ho inventato e per gli altri ho usato il
metodo di Licia Troisi, anche se ho fatto qualche modifica. ^-^
Ringrazio ancora chi ha recensito e anche chi ha letto quelle
pochissimo righe che hanno incuriosito un po' di gente. Non
avrei mai creduto di riuscirci. O.O Spero che vi sia piaciuto
questo capitolo.
Alla prossima e bacioni! X^
Ciao! XD ^-^
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Cap. 2: Nuotata nel passato ***
Completezza 02
Tepore.
Un piacevole tepore e un leggero venticello fresco svegliarono una
ragazza dai capelli color castano chiaro ramato che, aprendo gli occhi,
svelò due profondi occhi blu mare.
La giovane si alzò in piedi e si dirise verso il ruscello vicino al suo giaciglio improvvisato che aveva creato usando "Kara"*, uno dei primi Lotis che aveva imparato qualche anno prima.
Guardò il proprio riflesso sull'acqua, si spogliò e vi si
immerse notando subito la limpidezza e la purezza di quelle magnifiche
acque sconosciute a quasi tutti gli abitanti del Mondo Emerso.
Questo pensiero risvegliò in lei i ricordi riguardanti la sue
origini, la sua terra e la sua famiglia. Un po' di nostalgia invase il
suo cuore e la sua anima ripensando al suo passato.
Già, la sua patria. Sorrise.
Mentre nuotava, ripensò alla Terra del Mare dove nacque 42 anni
dopo la Battaglia d'Inverno che pose fine alla tirannia di Aster per
merito di Nihal, primo Cavaliere di Drago donna e ultimo mezzelfo puro
del Mondo Emerso e nonna dell'odierno re della Terra del Fuoco San.
Sacondo le "Guerre del Mondo Emerso" e i racconti dei suoi genitori,
San, i sovrani della Terra del Sole Learco e Dubhe e i membri del
Consiglio delle Acque Lonerin e Theana erano coinvolti personalmente
nello scontro contro la Gilda degli Assassini 19 anni prima al fianco
di Ido e Sennar, personaggi molto importanti e famosi, dato che avevano
fronteggiato con Nihal le schiere del Tiranno.
Cambiò verso nuotando a dorso e rimuginò a proposito della sua infanzia.
Fino a sette anni visse in una
modesta casetta affacciata sul Golfo di Lamar. In realtà,
potevano permettersi di più: infatti suo padre, Rigel, era uno
dei più forti e rispettati Cavalieri di Drago che ci fossero
all'epoca ed era stato istruito all'Accademia della Terra del Mare.
Oltre al fatto che poteva prestare servizio all'Ordine molto presto,
vivevano in quella terra perché anche i due coniugi erano
nati lì, ma anche per divertirsi in spiaggia quando erano tutti
insieme.
Non a caso, a lei piaceva molto nuotare ed essere in contatto con l'acqua ed era pure un'ottima nuotatrice.
Tutti gli episodi di allora erano molto piacevoli e gioiosi. Poi, nella
sua mente riaffiorò il ricordo di quel giorno. Il giorno che
cambiò la sua vita.
La sua casa era poco lontano dal villaggio dove andava a giocare con gli amici.
Quella sembrava una giornata qualsiasi: infatti, un'ora prima del
tramonto, salutò i suoi compagni di giochi e si avviò
verso casa per mangiare.
Percorse lo stesso sentiero come ogni giorno spensierata e allegra canticchiando qualcosa.
Poi arrivarono.
Sbucarono fuori da alcuni cespugli e corsero velocemente per
catturarla. Erano cinque briganti e la piccola non ebbe neanche il
tempo per scappare che se li ritrovò a strattonarle le braccia.
Quindi urlò capendo ciò che le sarebbe successo, ma uno
di quegli uomini spregevoli le diede uno schiaffo facendole arrossire
intensamente la guancia sinistra causandole anche un piccolo taglio al
labbro da cui usciva lento il sangue.
Tutto fu molto veloce.
Non ebbe nemmeno il tempo per rendersi conto delle sue condizioni
fisiche che subito percepì la stretta della mano di uno di quei
briganti sul suo arto destro allentarsi e li vide tutti accasciarsi a
terra uno ad uno senza emettere suoni se non un lieve sussulto
rilasciato in aria poco prima di cadere.
Sentì due braccia calde e familiari avvolgerla da dietro e, voltandosi, notò che si trattava di sua madre, Betel.
-Simyf, stai bene?- chiese preoccupata la madre.
La figlia scoppiò a piangere sia per il dolore causato
dalle violenze subite che per lo spavento ci ò che le era
accaduto e la consapevolezza che tutto fosse finito la spinse ad
aggrapparsi a lei la quale la accolse cercando di tranquillizzarla e
confortarla. Dopo che si calmò, si dirisero verso casa, ma la
piccola si voltò vedendo che ogni brigante era morto con un
coltello da lancio conficcato al cuore.
La sera successiva, Rigel fece ritorno a casa in seguito al compimento
di una missione nella Marca dei Boschi e notò immediatamente la
ferita della figlia.
-Simyf, cosa ti è successo?- domandò allarmato.
-Cinque briganti l'hanno attaccata.- gli rispose la moglie.
-Cosa?!?- E che ne hai fatto di loro?- chiese l'uomo non credendo al fatto che abbiano fatto del male alla sua bambina.
-Li ho raggiunti non appena l'ho sentita urlare e li ho uccisi subito
sbarazzandomi dei corpi quando nostra figlia si addormentò
appena rientrati in casa. Nessuno si è accorto di niente e non
c'è più nessuna traccia di quel che è successo.-
spiegò la donna e aggiunse: -Ovviamente, l'ho curata prima che
la ferita si infettasse.-
-Sei proprio una professionista, eh? Ancora adesso mi chiedo se ho
fatto bene a sposarti...- disse il cavaliere sarcastico fingendosi
esasperato.
-Ah! Ah! Simpatico!- lo schernì. -Adesso non venire da me a
lamentarti della tua scelta. Sei stato tu di tua iniziativa a volermi
conquistare rimorchiandomi per mesi e nessuno lo pretendeva da parte
tua, tantomeno la sottoscritta.-
La piccola Simyf, che intanto se ne stava seduta in disparte senza
partecipare alla conversazione, guardò i suoi genitori.
Conosceva la loro storia. Gliela raccontavano quando dormivano tutti
insieme sul letto matrimoniale dove la piccola si rifugiava quando era
spaventata a causa di un incubo durante la notte.
Betel e Simyf erano amici d'infanzia e vivevano in un villaggio della Terra del Mare vicino al confine con la Marca dei Boschi.
Erano entrambi molto felici, spensierati e allegri fino a quando, all'età di sette anni, Betel non uccise un uomo.
Dopo quel crimine, la ragazza fuggì lasciando l'amico che
decise definitivamente di iscriversi all'Accademia della loro terra per
mantenere la sua promessa che strinse con la compagna di giochi.
La piccola sarebbe morta a breve se non fosse stata trovata da un
assassino della Gilda. Costui le parlò della sua natura di
Bambina della Morte e del culto oscuro di Thenaar, ma non la
portò nella Casa per trasformarla una Vittoriosa come lui
perché era ciò che lei desiderava. Però non voleva
ignorare il fatto che avesse tutte le carte in tavola per essere
un'ottima assassina, quindi le impose l'addestramento dei Vittoriosi
portandola con sé per tutto il Mondo Emerso.
Passarono sei anni e il suo maestro le ordinò di ucciderlo, dato
che la Gilda lo considerava troppo vecchio e debole per continuare a
servirlo, come il suo ultimo insegnamento. In seguito, Betel
continuò a praticare quel mestiere per altri sette anni essendo
diventata un abile sicario e visse in quel modo finché non la
conobbe.
Era una ragazza che si chiamava Meas e si incontrarono a Salazar dove l'assassina si era recata per lavoro.
In seguito a certi avvenimenti, Betel si rese conto che era in pericolo
perché è stata coinvolta in una questione personale della
sconosciuta e dovette affidarsi a lei per non rischiare la pelle.
Si avviarono insieme verso Laodamea nella quale le attendeva il
compagno di Meas, Alsho, assieme a Rigel, che, nel frattempo, si era
diplomato come Cavaliere di Drago.
Fu nel palazzo reale che i due si rincontrarono, ma la ragazza non
riusciva a parlargli come faceva un tempo dopo anni di solitudine,
tantomeno si mostrava allegra e sorridente.
In quel periodo, anche Dubhe era arrivata a Laodamea e le due poterono
parlare conoscendosi, anche se approssimativamente, diventando
poi buone amiche.
Passarono dei mesi prima che Meas e Alsho li informassero che non erano
più in pericolo e, successivamente alla distruzione della
Gilda, Rigel, resosi conto da anni dell'amore che nutriva nei
confronti dell'amica, cercò di avvicinarsi a lei rivelandole i
suoi sentimenti.
All'inizio l'assassina era fredda e distaccata, ma dopo sei mesi di
corteggiamenti da parte del Cavaliere, anche se era molto occupato per
colpa di varie rivolte un po' ovunque, e qualche momento molto intimo
accaduto per cause maggiori, anche Betel realizzò di essersi
innamorata e glielo dimostrò all'ennesima dichiarazione del suo
amato il cui volto si illuminò scoprendo che finalmente il suo
amore.
Trascorsero altri mesi di convivenza per recuperare gli anni passati separati amandosi e infine decisero di sposarsi.
La notizia rese molto felici Dubhe, divenuta regina da tre mesi, e
Oriun, il maestro di Rigel che conosceva tutta la storia e i sentimenti
dell'allievo dapprima che le strade dei due amanti si rintrecciassero,
e dopo un anno nacque Simyf.
Riflettendo sul passato dei suoi genitori, la piccola si rese conto
della forza loro d'animo e fisica e, per sua sfortuna, anche della sua
debolezza. Forti non si nasce, ma si diventa. Ci aveva pensato molto
dopo l'attacco del giorno precedente e aveva deciso che pure lei
sarebbe divenuta forte.
Ne parlò con i due coniugi che si opposero da subito a quella
richiesta, ma, vedendo l'insistenza e la testardaggine della figlia,
acconsentirono ad allenarla.
Ci pensò Betel sottoponendola all'addestramento dei Vittoriosi
poiché il marito doveva prestare servizio nelle Marca dei Boschi
e quella delle Paludi date le ostilità tra gli uomini e le
ninfe, quindi non poteva ritornare a casa molto spesso.
Ormai aveva smesso di nuotare ed era rimasta a galla su quelle acque limpide.
Aveva trascorso otto anni
addestrandosi in ogni terra del Mondo Emerso con la madre e qualche
volta incontravano il padre con cui si allenava un po' applicando
ciò che aveva imparato.
Era cresciuta e il suo corpo si era modellato con il tempo.
Aveva una leggera muscolatura difficile da intravedere, ma anche curve sinuose non eccessive.
Aveva viaggiato molto, senza
soffermarsi troppo in uno stesso posto, quindi non aveva molte amicizie
e mai avuto un ragazzo di cui si interessasse e viceversa, sebbene
fosse una adolescente molto carina.
Aveva terminato l'addestramento e passava molto tempo in famiglia come un tempo nella loro casetta in riva al Golfo di Lamar.
Un giorno si trovava nel bosco per una passeggiata e individuò
un uccellino ferito caduto dal suo nido. Lo raccolse immediatamente e
volle guarirlo, ma, non essendo pratica di magia, non potè
aiutarlo guarendolo.
Fu in quell'occasione che la incontrò. Era una ragazza sui 19
anni con i capelli color biondo chiaro dorato che da poco sotto le
spalle scendevano in soffici boccoli fino alle ginocchia e con due
gentili occhi dorati. La sconosciuta le consigliò che, se
desiderava davvero con tutto il cuore aiutare quel povero animaletto,
doveva esprimere il suo desiderio con le parole.
Simyf non se lo fece ripetere due volte, chiuse gli occhi e
concentrò tutti i sentimenti che nutriva nei confronti della
creatura che aveva tra le mani. Percepì una grande forza
benefica avvolgerla e aprì gli occhi.
Rimase incredula nel constatare che le ferite dell'uccellino erano
scomparse e, riportando sul suo nido, ringraziò la ragazza che
le disse che il merito era soprattutto suo e del suo cuore, dato che le
aveva soltanto indicato come fare, e la salutò dandole un
braccialetto con una pietra rossa incastrata.
Si avviò verso casa pensando di aver già visto
quell'oggetto senza, però, venirne a capo, ma quando raggiunse
la radura dove vi era la sua abitazione e da cui si intravedeva il mare, vide la stessa giovane di prima con un ragazzo che parlavano con i suoi genitori.
Rigel la vide e la chiamò presentandole ai due amici,
così scoprì che i due non erano altri che Meas e Alsho,
rivelazione che riempì la testa della ragazza di dubbi, dubbi
venuti all'istante chiariti quel giorno, l'unico giorno in cui si
incontrarono dal vivo.
Infatti i due ospiti le spiegarono dell'esistenza di altri mondi da cui
loro provenivano e capì perché erano così giovani
nonostante il loro incontro risalisse a prima della sua nascita.
Apprese anche di avere la capacità di attraversare i sogni
incontrando altri sognatori e di usare i 24 Lotis, le parole sacre
dettate dal cuore della gente, e le dissero che la pietra del suo
braccialetto era la prova che ha usato "Jiva",
il Lotis della guarigione. Non era l'unica ad esserne capace
perché anche i suoi genitori erano sognatori e i loro
braccialetti erano formati da 24 pietre rosse.
Dopo il suo diciottesimo compleanno, si rese conto della sua
incompletezza e si rivolse al mare per capire cosa le mancasse, ma
capì che quella massa d'acqua da lei tanto amato e conosciuto
non poteva aiutarla, quindi mise al corrente i genitori della sua
intenzione di recarsi nelle Terre Ignote per ammirare un mare diverso
da quello del Mondo Emerso.
Anche quella volta i due coniugi si opposero alla sua decisione, ma
l'insistenza e la testardaggine della ragazza vinsero ancora contro il
loro volere, anche se le ci volle molta volontà per convincerli,
dato che sarebbe stata sola a compiere quel viaggio.
Simyf era rimasta in piedi in mezzo al ruscello e si
piegò abbassandosi in modo tale che solo la testa rimanesse
fuori dall'acqua.
Ripercorrendo la sua vita, arrivò a pensare al sogno che fece la
notte precedente: aveva sognato il giorno della sua partenza.
Ricardava il volto della madre: era piena di preoccupazione e si era raccomandata fino all'ultimo della sua incolumità.
Sorrise.
Non sarebbe mai cambiata. Rimarrà sempre la donna premurosa di un tempo.
La giovane capì di essere rimasta troppo tempo in acqua, quindi
uscì, si asciugò e si vestì. Si dirise verso il
giaciglio improvvisato e prese la borsa lì accanto. Ci
aveva messo delle proviste e mangiò un po' di formaggio, del
pane e della carne secca. Dopodichè si preparò per
ripartire.
Desiderava ammirare al più presto l'oceano delle Terre Ignote.
*Kara: Lotis della protezione.
Angolo autrice:
Ecco qua il secondo capitolo! XD
Sinceramente credevo che ci avrei messo di più ad aggiornare, ma
ho realizzato che questa storia per me è diventata come una
droga! Non avrei mai creduto che mi sarebbe piaciuto così tanto
scrivere! XD Anche se qui ho raccontato quel po' che basta da sapere
sui personaggi e i vari avvenimenti che lo rendono diverso
dall'originale.
Ma credo che a questo punto mi riteniate pazza... Già il titolo basta per confermarlo.
Ho pensato fosse meglio
mettere tra gli avvertimanti che la mia ff è un crossover
perché i Lotis appartengono al manga di "Alice 19th" di Yuu
Watase e la questione dei mondi e dei sogni l'ho preso spunto da
"XxxHolic" e da "Tsubasa Recervoir Chronicle" entrambi delle Clamp. Non
so se li conoscete, ma vi chiarisco un po' le idee.
E poi credo che avrete capito che razza di viaggi mi faccio. Ho messo
addirittura un flashback nel flashback. o.O Però era necessario
altrimenti non capirete molto. >.< (forse non avrete capito il
cap per la gran confusione che ho creato -.-)
Meas e Alsho sono personaggi inventati da me prima di Simyf&co. e
avevo già pensato che le loro strade si incrociassero. In
realtà ho tolto il momento dell'omicidio di Betel, il suo
incontro con Meas, la dichiarazione di Betel e il legame che li lega
perché sarei andata fuori tema, ma ho pensato di scrivere
un'altra ff per questo. Non so quando, ma lo farò...
E avrete un po' un'idea di come sono fatti i membri della famiglia,
vero? La scorsa volta mi sono dimenticata di chiedervi la vostra
impressione a proposito di loro! ç_ç Qui vi ho svelato un po' di cose.
Questo capitolo è servito anche a spiegare il sogno.
Spero che vi sia piaciuto! Se notate qualcosa che non va, contattatemi subito che provvederò di rimediare.
Spero anche che riesca a concludere presto il prossimo, dato che ci sto
lavorando da ieri mattina, ovvero poco dopo la fine del 2° cap, ma
non posso assicurarvi niente. Vi anticipo che non riguarderà
sogni e ricordi (perché ne ho avute abbastanza!), ma del viaggio
di Simyf. ^^
Qui sotto c'è il link che mi ha mandato una mia amica e raffigura come mi immagino Simyf. Dateci un'occhiata.
Simyf
Purtroppo la mia amica non ha trovato gli occhi blu perché
è un sito cinese, ma immaginatelo. Vi dico che questa immagine
mi piace da impazzire!!! XD Se è troppo piccolo, cliccate
la lente vicino all'immagine al centro. Fatemi sapere che ne pensate.
Il mio angolo è molto lungo! O.O Mi spiace, ma ho molte cose da dirvi... spero che nel prossimo cap sia più breve. ^^"
Mi spiace anche di aver deluso le aspettative di qualcuno. Per ogni cosa arriverà il suo momento, cari. v.v
Ringrazio chi ha recensito e anche chi segue la mia ff e chi ha solo letto perché mi rendete felice e mi commovete!
Alla prossima e bacioni! X^
Ciao! XD ^-^
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Cap. 3: Incontri nelle Terre Ignote ***
Completezza
Incontri nelle Terre Ignote
Era arrivata da una settimana in quelle terre.
Rigel l'aveva aiutata ad attraversare il Saar e si erano congedati una volta raggiunta la sponda opposta.
Si era addentrata nella foresta superando la paura che l'aveva assalita
da subito: infatti si era accorta in fretta dell'assordante silenzio
che riempiva quel luogo e della scarsa luce che riusciva a infiltrarsi
tra le foglie e potè confermare le sue conoscenze in proposito
grazie a ciò che aveva letto e i racconti della madre, essendo
una cara amica della regina Dubhe. Inizialmente, ebbe timore di quel
posto, ma le paure andavano affrontate, quindi si fece coraggio e si mise
in marcia.
Ovunque posasse il suo sguardo, non poteva che essere estasiata
dall'ambiente circostante. Alberi dai tronchi imponenti e dai rami
intrecciati da foglie caratterizzati da marroni e verdi intensi
venivano contrastati dai colori vivaci di numerosi fiori sparsi un po'
dappertutto che "sbocciavano" di tanto in tanto.
Non aveva mai visto tanta vita vegetale, neanche nella Marca dei Boschi e, come previsto, non vi era traccia di nessun animale.
Sapeva di non essere molto gradita da quelle parti e potrebbe essere
attaccata in qualsiasi momento da una bestia o da uno spirito, ma era
preparata: si era creata attorno una barriera con Kara
, quindi era al sicuro. Però non poteva continuare così.
Doveva raggiungere al più presto il villaggio degli Huyé.
Il Makhtahar avrebbe potuto accettarla in quelle terre e sarebbe stata
libera di aggirarsi indisturbata in quel luogo e raggiungere la costa
occidentale.
Passò i giorni successivi dirigendosi verso ovest e potè
confrontarsi con i vari cambiamenti di paesaggio e clima.
Il suo viaggio non era di certo dei migliori. Dovette faticare molto in
quel periodo e la situazione era stancante, quasi spossante, ma in un
certo senso la incuriosiva. Era felice di avventurarsi in un mondo
diverso e le Terre Ignote facevano proprio a caso suo. Era entusiasta
di scoprirne il fascino e questo la incitava a non perdersi d'animo.
Ogni notte incontrava Meas in sogno che la aiutava indicandole il
percorso da seguire e i migliori frutti commestibili di cui cibarsi,
dato che le provviste portate non erano infinite. Aveva mangiato frutti
dalle forme e dai colori improponibili che a prima vista non avrebbero
tentato nessuno, quando, invece, erano squisiti, dissetanti, gustosi e
davano un'ulteriore carica di energia in più.
Dopo pochi giorni, raggiunse il Padre della Foresta dove sapeva che
Dubhe e Lonerin si erano fermati in seguito alla fuga dalla Gilda.
Simyf rimase esterefatta nell'ammirare quell'albero immenso e sacro.
Aveva la chioma argentea e il tronco chiaro contrastando con il
verde lussureggiante di quel posto.
Ci vollero altri giorni prima che arrivasse in prossimità dei
monti. Passò atraverso un vasto prato decorato da numerosi fiori
e seguì il corso di un fiume situato in fondo ad un precipizio
che delimitava la radura. Si addentrò di nuovo nel bosco
seguendo la catena di montagne.
Meas le aveva detto di seguirne le pareti rocciose cosicché potesse individuare dall'alto il villaggio degli Huyé.
Seguì il consiglio dell'amica, ma si sentiva un po' inquieta:
prima di addormentarsi, avendo i sensi molto sviluppati grazie
all'addestramento, sentiva sempre delle vibrazioni scuotere la terra
attorno a lei. All'inizio si allarmò non riuscendo a spiegarsi
quel fenomeno, ma presto capì che si trattava della conseguenza
del passaggio o, più banalmente, del movimento di un drago sulla
roccia.
Se ne percepiva le onde tramite la terra, significava che era vicina al
suo obiettivo, però non credeva che l'incontro accadesse
così presto!
Dopo cinque giorni di marcia, iniziò a notare delle strade
comparire e sparire nel folto della foresta, segno che da quelle parti
ci abitava qualcuno.
Poi avvertì delle scosse maggiori di quelle che sentiva durante la notte, come se
qualcosa si stesse avvicinando a lei. Controllò che davanti a
sé non ci fosse niente e si girò per fare lo stesso.
Assicurandosi che nessuno l'avesse seguita, si rigirò per
proseguire, ma si bloccò vedendo due brillanti occhi rossi che
la fissavano. Rimase immobile dov'era. Si rese conto che si trovava
dinanzi alla creatura più antica che ci fosse e il padrone delle
Terre Ignote: il Makhtahar.
Non si era accorta che le si era avvicinato. Sapeva cosa doveva fare,
però non riusciva a muovere un muscolo. Era incantata dagli
occhi del drago, aveva perso ogni contatto con la realtà ed era
immersa in quell'abisso millenario da cui non riemergeva.
Non si accorse di stare trattenendo il fiato da troppo tempo e la
mancanza di ossigeno la fece ritornare alla realtà.
Inspirò ed espirò profondamente e si mosse per
inginocchiarsi, ma il drago sbuffò. La giovane sentì il
suo respiro avvolgerla e si preoccupò per la sua vita.
Erano molto vicini e la creatura davanti a lei era più
grande e avrebbe potuto ucciderla in qualsiasi momento.
Tremò e abbassò il capo chiudendo gli occhi. Le sarebbe
dispiaciuto morire: non avrebbe più rivisto i suoi genitori e
non avrebbe mai ammirato l'oceano delle Terre Ignote.
Si sarebbe aspettata di tutto e si stupì di udire una specie di
risata da parte del drago. Scattò a guardarlo e vide in quegli
occhi divertimento e... curiosità, sì, curiosità
nei suoi confronti.
A quel punto pensò fosse arrivato il momento di inginocchiarsi.
Percepì il tocco leggero dell'animale sulla sua testa e questo
gesto la rese felice. Si rialzò sotto il suo sguardo che
ruggì facendola sussultare e che si allontanò lasciandola
sola.
Simyf continuò la sua strada e, dato che il Makhtahar l'aveva
accettata in quelle terre grazie a quell'incontro, potè
osservare con piacere lo scorrere della vita attorno a lei.
La vegetazione era incantevole e realizzò che anche gli animali
non erano da meno: infatti c'erano numerose creature molto particolari
e curiose e molti tipi di draghi di vari colori, imponenti e con
piccole ali sulle scapole.
Si guardò intorno con interesse e gioia. Le piaceva sempre di
più conoscere quel mondo immerso nella natura e pieno di vita.
Presa com'era, non si accorse che qualcuno si stava avvicinando.
Quando sentì dei fruscii provenire da alcuni cespugli, si
allarmò guardandosi attorno circospetta. Si maledì per
non aver portato con sé le sue armi, ma una voce calma e gentile
la tranquillizzò. Poi vide comparire tre gnomi con il corpo
snello, i capelli e la barba color blu scuro e le orecchie appuntite
che la fissavano con una lancia in mano. Rimase stupefatta: erano le
creature più bizzarre che avesse mai visto. Dovette ammettere
che la incuriosivano molto e capì che aveva davanti gli
Huyé, popolo ospitale ed allegro che aveva aiutato Nihal,
Sennar, Dubhe e Lonerin in passato.
Restarono fermi dov'erano per qualche altro attimo in cui si studiavano
a vicenda con i volti stupiti e curiosi. Poi uno dei tre avanzò
verso di lei che, invece, stava al suo posto.
-Erakhatar Yuro?- lo Huyé le rivolse la parola arrivato a pochi
passi di distanza fra i due indicando con la mano libera l'est.
Simyf guardò il direzione della sua mano e annuì con il
capo sapendo cosa significassero le due parole. A quel punto, gli
Huyé le sorrisero e anche lei sorrise.
-Venire...villaggio...noi...- le propose un altro Huyé.
-Va bene!- rispose raggiante l'umana capendo cosa volessero dire.
-Scusa, parlare poco barbaro...- si giustificò lo Huyé più vicino.
-Non c'è problema.- li rassicurò muovendo con noncuranza la mano.
-Andare?. chiese il terzo Huyé-
Simyf accettò e si incamminarono verso il loro villaggio.
Angolo autrice:
Ecco qua il terzo capitolo! XD
Finalmente succede qualcosa! Prima non facevo altro che scrivere
pensieri, sogni e ricordi, ma adesso ho smosso un po' le acque. Sto
già scrivendo il prossimo capitolo e vi anticipo che c'è
di mezzo un altro sogno con una sorpresa. Se non vi piacerà,
ditemelo, ma i sogni ci saranno per forza in altre occasioni, mi
spiace. u.u
Per
questo capitolo ho dovuto riportare delle descrizioni dalle Guerre e
per altro ho usato la logica e un po' di buon senso per rendere
credibile il viaggio. E poi qui ci sono gli Huyé e il loro Dio
Drago.
Pensavo che ne avrei scritto in un altro capitolo, ma questo sarebbe risultato troppo corto.
Il prossimo l'ho appena iniziato, ma credo che potrei pubblicarlo entro i primi di maggio, o almeno lo spero. o.o
Spero che vi sia piaciuto questo capitolo! ^^ Non penso che quello
precedente sia stato un granché dal risultato... ha inizio la
mia rovina?? ç.ç
Aster: Già! v.v
Io: E tu che ci fai qui?!? o.O
Aster: Ti ho confermato la tua rovina. u.u
Io: Sei crudele! ç_ç
Aster: Colpa tua che non appaio nella tua ff. u.u
Io: TU?? Nella mia ff?? Non farmi ridere! Non ci potresti mai essere perché sei già morto da 60 anni! v.v
Aster: Nuuuuu!!! ç.ç
Io: Accontentati che sei molto presente in "Festa in piscina"!
Aster: In effetti è vero! O.O Vado! *va alla villa*
Io: Ok... Ehi! Aspetta! La piscina è vuota! *Aster non si vede più* Parole all'aria... -.-"
Beh... Lo scoprirà da solo, poverino.
Ritornando a noi, ringrazio chi ha letto, chi segue la mia ff e chi ha recensito.
Mi spiace per qualcuno, ma per certi avvenimenti (come la comparsa di una certa persona) dovrà aspettare ancora un po'.
Mi sono detta di scrivere di meno nel mio angolo, ma lo sclero per colpa di Aster me lo ha prolungato.
Alla prossima e bacioni! X^
Ciao! XD ^-^
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Cap. 4: L'arrivo ***
Completezza 04
L'arrivo
Il tragitto che percorsero verso il villaggio fu pieno di chiacchiere.
Gli Huyé le chiedevano un po' impacciati le sue impressioni a
proposito delle Terre Ignote e Simyf rispondeva positivamente.
Arrivarono presto a destinazione e la ragazza rimase senza parole.
Circa una trentina di capanne collegati da ponti sospesi erano
accostati alla parete rocciosa dei monti suddivisi in più
livelli.
Si accorse poi che davanti a loro c'era un gruppo di persone capitanate
da un individuo un po' più anziano con i capelli blu
notte tendenti leggermente verso il grigio scuro e la barba dello
stesso colore
acconciata da treccine.
Gli Huyé che l'avevano accompagnata si fermarono e si
inginocchiarono. La giovane pensò di imitarli, ma lo gnomo
alzò la mano indicandole di non fare niente. Seguì il
consiglio mentre lo vedeva avvicinarsi dicendo ai tre inginocchiati di
alzarsi i quali obbedirono e si scansarono per lasciare libero il
passaggio.Tutti i presenti fissarono la nuova arrivata studiandola con
curiosità e una certa simpatia vedendo l'espressione assunta
dall'umana. Infatti Simyf si era come pietrificata ed era inbarazza e in
soggezione a causa degli sguardi intensi degli Huyé addosso. Non
sapeva cosa fare ed era bloccata dov'era. Ci pensò l'individuo
più anziano a spezzare il silenzio calatosi su di loro
rivolgendosi a lei.
-Vieni dal Mondo Emerso, vero?- le chiese sorridendole rassicurante. La
ragazza notò un accento particolare, ma capiva bene le sue
parole.
-Sì.- rispose più calma e sicura di prima.
-Il Dio Drago ci ha annunciato il tuo arrivo. Abbiamo preparato una
capanna per il tuo soggiorno mentre ho mandato loro tre a prenderti.
D'ora in poi un altro dei miei uomini ti guiderà verso il tuo
allloggio, si prenderà cura di te e stasera ti
accompagnerà alla festa che si terrà nella mia capanna
per la luna piena e tu sei l'ospite d'onore.- le disse lo Huyé.
-Ho capito... Emh... Scusatemi, ma voi sareste...?- chiese titubante la ragazza.
-Oh! Scusa! Non mi sono presentato. Io sono Ghuar, il capovillaggio.-
-Molto piacere! Io sono Simyf.- si presentò lei inclinando la testa in avanti.
Lo gnomo sorrise compiaciuto. -Bel nome!- si complimentò. -I
tuoi genitori hanno buon gusto in proposito. Lui è Yljo e ti
aiuterà fin quando ne avrai bisogno- sentenziò indicando
lo Huyé affianco a sé.
-Buona giornata!- le augurò congedandosi.
-Anche a voi e vi ringrazio!- ricambiò mentre tutti i presenti ritornarono alle loro faccende.
-Piacere!- la salutò Yljo.
-Il piacere è mio!- esclamò mentre si incamminarono.
Durante il tragitto chiacchierarono molto del più e del meno.
Lui le spiegò in sintesi quel che facevano quotidianamente, un
po' della loro storia e anche un po' di sé. Pure lei gli
raccontò qualcosa come le sue passioni e la sua vita.
In poco tempo si instaurò un buon rapporto, tanto che sembrerebbero amici di vecchia data.
Arrivarono presto alla capanna.
Era una semplice costruzione in legno con il tetto costituito da foglie
secche intrecciate e c'erano dei disegni incisi nel legno raffiguranti
un drago di terra e dei fiori.
Yljo aprì la porta ed entrarono.
La stanza era arredata in modo semplice. All'angolo destro c'erano un
tavolo e due sedie, a sinistra c'era un letto con una cassapanca ai
piedi di esso, una finestra di fronte alla porta e una piccola libreria
affianco ad essa.
-Riposati pure e fai come se fossi a casa tua. Sarai stanca per il
lungo viaggio che hai affrontato. Tra due ore ti porto qualcosa da
mangiare.- disse lo Huyé avviandosi verso l'uscio.
-Grazie.- lo rigraziò vedendolo sorriderle e uscire.
Dopodicché posò la borsa e lo zaino accanto alla
cassapanca e si buttò a peso morto sul letto. Era morbido e le
lenzuola erano fresche e pulite. Si beò all'istante e
pensò di farsi anche un bagno, ma non ce la faceva. Era
stremata. Si tolse gli stivali e i vestiti sporchi, frogò
nello zaino tirando fuori una vestaglia che indossò e si
tuffò nel letto addormentandosi.
-Buona sera, Simyf! Anzi, dovrei dirti "Buon giorno!"-
-Buon giorno, Meas! E' notte da te?- chiese la ragazza all'amica.
-Già! Di solito ci incontriamo di notte, ma, guardando la tua
faccia, credo che sei crollata il pieno giorno!- ironizzò la
maga.
-Ah! Ah! Simpatica!-
-Dai, scherzo!-
-Questo lo avevo capito.-
-Ma sei stanca-
-Puoi anche dire distrutta!-
-Beh, almeno adesso stai riposando, no?-
-Già, e stato un duro viaggio...-
Simyf si sedette sul pavimento in legno
Ogni incontro tra le due si svolgeva nel giardino di una casa giapponese dove c'era un grande ciliegio in fiore.
A Meas piaceva molto il Giappone e le raccontava spesso qualcosa come
la storia, la cultura e il folklore, dato che l'amica non ne sapeva
niente se non quel che apprendeva da lei. Essendo in un sogno, capitava
che la maga cambiasse il paesaggio mostrandole luoghi appartenenti al
pianeta Terra.
Come ogni volta che si incontravano, indossava un kimono raffigurante farfalle e fiori.
-Com'è andata?- chiese Meas sedendosi anche lei.
-Sinceramente non mi aspettavo di incontrare così presto il
Makhtahar. Mi ha colta alla sprovvista e i suoi occhi mi hanno fatto
perdere il contatto con tutto il resto. Erano magnetici, non so come spiegartelo, ma ero incantata dal drago.-
-Capisco, fa questo effetto, eh? In fondo è un essere millenario
e credo che provi una certa simpatia nei tuoi confronti.-
-Lo credi anche tu?-
-Sì, potresti averne conferma quando parlerai al capovillaggio
alla festa, sai? Piuttosto, che ne pensi degli Huyé?-
-Sono molto gentili, ospitali e socievoli. E anche bizzarri con il loro raspetto, ma non sono male come popolo. Mi piacciono.-
Sorrisero entrambe e continuarono a chiacchierare del più e del meno.
-Come stanno i miei?- domandò all'improvviso Simyf.
-Li ho incontrati ieri notte e tra un po' vado anche da loro. Erano
entrambi preoccupati per te, ma continuo a rassicurarli dicendo che
stai bene ed è la verità, no?- la informò Meas
tranquillizzando l'amica.
-Già...- confermò pensierosa con una nota di nostalgia.
-E ora potrò dire che te la stai spassando dai nanetti delle
Terre Ignote dormendo addirittura di giorno!- la schernì con
ironia.
-Ma che gentile che sei!- sentenziò sarcastica e fece un finto broncio.
-A quanto pare... Comunque stai tranquilla. Stanno bene e sono anche un
po' noiosi e ripetitivi, quindi prevedibili ultimamente. Mi chiedono
sempre le stesse cose e si raccomandano, soprattutto tua madre, che tu
stia bene e al sicuro e che ritorni presto. Tutto nella norma, no?-
-Hai ragione... Quanto vorrei riabbracciarli. Perché non posso incontrarli anche in sogno?
-Sia
te che i tuoi genitori non siete molto pratici ad attraversare i sogni.
E' rischioso rimanere troppo nei sogni perché si potrebbe non
ritornare più indietro. Più che altro, saremo soprattutto
io e Alsho ad indontrarvi. Poi... è molto meglio per te se non
vedi tua madre o non ti lascerebbe svegliare la mattina.- le
spiegò Meas per poi scoppiare a ridere insieme.
-E'
vero. Mi immagino che mi riempirebbe di raccomadazioni e altro come il
giorno della mia partenza.- disse incrinando la voce alla fine a causa
della nostalgia.
-Ti
mancano proprio, eh? Ti capisco...- le chiese comprensiva appoggiandole
una mano sulla spalla e ricevendo dall'amica un assenso.
-Stare lontani vi farà male così come vi farà bene. Pensa a quel che hanno passato loro.-
-Lo so-
-Buona
giornata, allora! O meglio buona serata! Ormai il nanetto arriverà a breve e sarebbe
meno imbarazzante se ti cambi questa vestaglia- la informò la
maga alzandosi.
-Di già? Uff... Forse hai ragione...- si alzò pure lei con disappunto.
-Non
mi piace quella faccia... Dov'è la Simyf che conoscevo? Simyf!
Dove sei? Dai, non giocare a nascondino come una bambina!-
scherzò aggirandosi nei dintorni come a cercare qualcuno
ignorando l'amica che stette al gioco sorridendo.
-Meas, sono qui!- la chiamò ringraziandola mentalmente per averle risollevato il morale.
-Ah! Ecco! E' quello il sorriso che volevo.- esclamò sorridendole a sua volta e si abbracciarono.
-Ci vediamo al prossimo sogno.- la salutò Meas dopo che si allontanarono.
-Sì, ciao!- la salutò la ragazza prima che il sogno terminasse.
Simyf si svegliò, si tirò su e si stiracchiò. Si
sentiva meglio. Non solo mentalmente grazie al sogno appena concluso,
ma anche fisicamente per merito del dovuto riposo.
A giudicare da quel che vide fuori dalla finestra, capì che dovevano essere passati quasi un paio d'ore.
Si alzò in piedi e prese lo zaino tirando fuori dei vestiti
puliti e cambiandosi. Pensò fosse il caso di farsi anche un
bagno, ma non aveva forze sufficienti per la mancanza di cibo.
Neanche se le avessero letto nel pensiero, qualcuno bussò alla
porta che aprì subito. Trovo Yljo con un vassoio contenente il
suo pranzo e lo fece entrare. Lo Huyé accolse l'invito e
poggiò il cibo sul tavolo e le presentò ciò che le
aveva preparato: zuppa di roditore, bistecca di capracorno, insalata di
torri e macedonia di alcuni frutti che aveva già mangiato
durante il viaggio e dell'acqua. Il giovane si congedò
riferendole che sarebbe tornato tra un'ora per accompagnarla al fiume
per un bagno, quindi aveva tutto il tempo per rifocillarsi e
prepararsi. L'umana lo ringraziò e mangiò. Rimase
stupefatta dalle capacità culinarie di quel popolo: la zuppa era
gustosa, la bistecca era cotta a puntino, l'insalata era rinfrescante e
la macedonia era succosa.
Finì di pranzare completamente sazia e si concesse un momento di
relax. Sentì di nuovo qualcuno bussare alla porta e lo
aprì trovando il sorridente gnomo visto un'ora prima.
Come d'accordo, Yljo, prendendo il vassoio del pranzo che
consegnò a qualcun'altro durante il tragitto, la guidò
verso un torrente lì vicino lasciandola perché facesse il
bagnò.
La ragazza si spogliò e si tuffò immergendosi
completamente nell'acqua. Dopo un po' di tempo passato a bearsi nel
ruscello, uscì e si vestì. Fece qualche passo verso la
direzione da cui proveniva e individuò la testa dello
Huyé tra i cespugli.
-Yljo!- lo chiamò.
-Già finito?- le chiese voltandosi mentre ella la stava raggiungendo.
-Sì. Che fai?- gli domandò curiosa.
-Raccolgo dei suri e delle more vivaci per questa sera. La festa della
Luna Piena di inizio Primavera è molto sacra e importante per noi. Diamo i nostri
omaggi ai nostri dei: il Padre e il Makhtahar.- le spiegò
alzandosi, dato che aveva raccolto frutti a sufficienza, e si
avviò verso il villaggio.
-Due piccioni con una fava.- disse Simyf seguendolo.
-Eh sì!- confermò lo gnomo.
-Parli bene la mia lingua.- constatò l'umana pensierosa.
-Vent'anni fa arrivarono due umani e io li accompagnai verso la casa
del mago che abitava da queste parti. Mentre viaggiavamo, parlavo molto
a causa della mia natura allegra e socievole e ho imparato da loro e
dal capovillaggio.-
Simyf annuì conoscendo la storia e pensò alla sua terra. Quanto le mancava...
Il filo dei suoi pensieri fu spezzato da Yljo.
-Di sicuro questa sera il capovillaggio ti chiederà qualcosa a
proposito di ciò che è avvenuto in questi anni.- la
avvisò per poi aggiungere: -Stasera ci saremo tutti e io non
voglio che mi anticipi niente. Quindi risparmiamelo.- la implorò.
-Va bene.- acconsentì sorridendo.
-Da qui in poi dovresti riconoscere la strada. Nella cassapanca ci sono
dei cambi d'abito. Ti pregherei di indossare quelli per il momento
mentre i tuoi li laveremo. Riposati pure che ti verrò a prendere
al tramonto.-
La ragazza acconsentì ringraziandolo e si salutarono.
Ritornata alla capanna, si sdraiò sul letto e sospirò
chiudendo gli occhi. Era felice di essere lì e si sentiva in
pace con il mondo.
Dopo un po', si accorse che il sole stava per tramontare, perciò
si alzò dirigendosi verso la cassapanca. Lo aprì e si
cambiò indossando i primi vestiti che le erano capitati e che le
risultarono molto comodi. Si pettinò i capelli e si
spalmò una crema datale da Meas.
Quando bussarono alla porta, andò verso l'uscita e trovò
come sempre Yljo tutto allegro e si avviarono insieme in direzione
della capanna del capovillaggio.
Angolo autrice:
Finalmente ho postato anche il quarto capitolo!!! XD
Scusate il ritardo! Lo avevo
finito da quasi due settimane, ma ho avuto vari imprevisti in questi
giorni che non mi hanno permesso di scrivere al computer un po' di
più al giorno. >.< Spero vi sia piaciuto. ^-^
Allora... Credo che a questo punto mi riteniate ancora più pazza di come mi ero dimostrata nei capitoli precedenti.
Soprattutto ora che ho fatto
comparire Ghuar e Yljo e aver accennato ai piatti degli Huyé. Ho
usato un po' di buon senso e logica per questo. u.u
Domanda: sapete perché ho citato proprio questi due Huyé?
Per chi si chiede cosa sono i "suri" sono un incrocio tra i lamponi e le fragole, ma sono arancioni.
Aster: Sei proprio pazza! ù.ù
Io: Non c'è bisogno che me lo ripeta, sai? Lo avevo già detto e ne sono consapevole! v.v Ma perché sei ancora qui a rompermi le scatole? O.o
Aster: Mi sembra ovvio! Pretendo la mia comparsa nella tua fic! è.é
Io: Lo sai che è impossibile, vero? =__=
Aster: Come mai?? ç.ç
Io: Perché qui sei già crepato da 60 ANNI! A meno che tu non voglia conparire come fantasma...
Aster: Nuuuuu! Fantasma no! ç______ç
Io: Allora accontentati dell'altra ff dove sei tra i principali personaggi. u.u
Aster: Ok, vado... :(
Io: E tieni questi dolcetti! ^^
Aster: °w° *va via tutto felice*
Finalmente l'ho convinto e adesso non mi disturberà più!!! XD Ed è anche facile risollevargli il morale, non credete? ^^
Non so quanto potrò postare il prossimo capitolo. Spero presto, ma non ne sono sicura.
Però ringrazio tutti coloro che leggono e seguono la mia storia. Grazie mille!!!
Lo so che non sta succedendo niente di emozionante o descrivo un po'
troppo, ma presto ci sarà qualcosa più movimentato.
Sinceramente, non so se sono abbastanza brava a scrivere
grammaticalmente corretto, quindi, se notate qualcosa che non va,
avvisatemi subito che vedrò di rimediare!
Accidenti! Anche questa volta ho prolungato troppo il mio angolo. Tutta colpa di Aster!
Alla prossima e bacioni! X^
Ciao! XD ^-^
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Cap. 5: La festa ***
Completezza 05
La festa
Simyf era agitata, ma anche molto emozionata.
Lei e Yljo si stavano
dirigendo verso la festa e durante il tragitto potè ammirare il
tramonto che creava varie sfumature tra il giallo e il fucsia sulla
parete rocciosa.
Per l’occasione indossava una veste azzurra dov’erano raffigurati un drago rosso e molti fiori multicolore.
Questa volta camminarono in silenzio.
La ragazza era rapita dallo
splendido paesaggio davanti ai suoi occhi ed era così immersa in
quel mondo che non riusciva a proferire parole.
Dal canto suo, lo Huyé
era felice della reazione dell’umana e stette zitto per non
imbarazzarla a causa della sua distrazione.
Arrivati a destinazione,
Simyf potè osservare la capanna del capovillaggio che era
più grande e dettagliata rispetto alle altre e completamente in
legno. L’edificio circondava un Padre della Foresta di dimensioni
ridotte in confronto a quello che aveva visto in precedenza.
Entrarono nell’abitazione e raggiunsero la sala dove si svolgeva il banchetto.
La ragazza vide
un’ampia tavolata inbanchettata attorno al tronco
dell’albero e tutti gli abitanti seduti a chiacchierare per poi
zittirsi non appena li videro.
Tutti erano vestiti
elegantemente e l’umana individuò il capovillaggio che li
chiamava notando due posti liberi vicino a lui.
-Benvenuta! Accomodati pure.- la invitò indicandole il posto accanto a sé.
Simyf annuì e si diresse al suo posto seguita a ruota da Yljo che si sedette affianco a lei.
Gli Huyé pregarono i
loro dei mentre l’umana li ascoltò attenta e poi
cominciare a mangiare conversando allegramente.
Ghuar le rivolse qualche
domanda sul suo viaggio e sulle sue impressioni. La ragazza rispondeva
con entusiasmo, così tanto che, quando si rendeva conto del
fatto che avesse esagerato, balbettava imbarazzata cercando di
giustificarsi e causando il divertimento dello Huyé.
-Sai che tempo fa c’era
una famiglia proveniente dalle tue terre nei paraggi?- le
domandò dopo l’ennesimo momento di imbarazzo
dell’umana.
-Sì, è stato
scritto tutto nei libri e so che altri umani si sono recati fin qui.-
rispose dopo essersi ricomposta.
-Sennar era un mio caro
amico, così come sua moglie e mi ero affezionato molto anche al
figlio. Mi è dispiaciuto per la morte di Nihal e per la partenza
di Tarik. Ha dovuto soffrire davvero tanto... Cos’è
successo in seguito?-
-Sennar è morto
salvando Dubhe, la ragazza maledetta venuta qui per farsi aiutare dal
mago, e una maga, ma si è ricongiunto con la sua amata e ora
riposa in pace. Dicono che quando hanno prelevato il suo corpo, sul suo
viso vi fosse impresso una grande beatitudine. Ora Dubhe è la
regina della Terra del Sole felicemente sposata, madre e senza sigillo
mentre Lonerin è uno dei più potenti maghi dei nostri
tempi. Stanno ricostruendo il nostro mondo dopo un lungo periodo
oscuro.- raccontò il minimo indispensabile.
-Capisco... Sono felice che
il mio amico sia morto sereno dopo tanto tempo, anche se mi dispiace
non incontrarlo più. Sono contento anche per il ragazzo che ha
esaudito il suo desiderio di diventare un grande mago e di aver
contribuito in tutta quella faccenda.-
Prese una breve pausa sospirando e continuò.
-Ho avuto
un’impressione diversa di quella ragazza. Cercava in modo per
liberarsi dal sigillo, ma sembrava una bambina che si era persa e che
non sapeva che fare quando sarebbe stata libera. Sapevo che il suo
compagno di viaggio non era in grado di aiutarla, dato che erano troppo
diversi. Com’è suo marito?- le chiese curioso dopo aver
esternato i suoi pensieri.
-E’ un grande uomo
onesto, premuroso e dal buon cuore. Ha avuto un passato difficile
simile a quello della moglie a causa del padre, re Dohor, colui che ha
cercato di conquistare tutto il Mondo Emerso.-
Lo Huyé la
guardò incredulo e allarmato dopo le sue parole, ma , prima di
poterle commentare, l’umana proseguì.
-Comprendo il fatto che
possiate giudicarlo per colpa della sua relazione con quell’uomo,
però vi assicuro che caratterialmente sono le due facce opposte
di una stessa moneta. E’ un re giusto e desidera il bene per
tutti, di qualunque razza si tratti.- lo rassicurò perché
non fraintendesse.
Ghuar si rilassò e sorrise tranquillo.
-Lo sai che mi hai fatto
prendere un colpo? Avevo il timore che costui seguisse il sogno del
padre e che presto sarebbe arrivato qualcuno a cercare chissà
quali aiuti. Magari quel qualcuno eri tu.- la informò provocando
il divertimento di entrambi.
-Vi avviso: non sono la persona ideale per questo genere di missione.- riferì ancora divertita.
Continuarono a chiacchierare
ancora per un po’ quando alcuni indigeni si alzarono raggiungendo
degli strumenti e iniziando a suonarli intonando una piacevole melodia
mentre altri si raggrupparono e ballarono seguendo la musica.
Simyf li osservò
muoversi incantata. Non aveva mai visto movimenti del genere e la
musica era capace di ispirare chiunque a scatenarsi.
La ragazza venne svegliata da
quella sorta di trance da un urlo possente, anzi, un ruggito per essere
più precisi, un ruggito che riconobbe.
Il capovillaggio sorrise e si alzò.
-Immagino che tu abbia capito di cosa si trattasse. Il Makhtahar è felice per questo evento e vi partecipa ruggendo.-
-Capisco. Vi unite anche voi alle danze?-
-No, ma vorrei chiederti di seguirmi, ti dispiace? Devo mostrarti una cosa.-
L’umana
acconsentì e si diressero nel giardino esterno
all’abitacolo dove lei si sorprese di trovare un drago, lo stesso
drago che l’aveva accolta in quelle terre.
Lo Huyé si
avvicinò all’animale e gli accarezzò il muso mentre
questo assecondò la carezza emettendo un suono lieve.
-E’ raro che sia così vicino a noi.- proferì l’anziano.
-Cosa intendete dire?- domandò lei non capendo.
-Saremmo potuti rimanere al
banchetto dopo aver sentito il suo ruggito in condizioni normali.-
iniziò riferendosi al drago e ricevette un assenso dalla giovane.
-Questa sera, però,
l’ho sentito più forte delle altre volte e ho dedotto che
fosse nei paraggi.- continuò.
Simyf annuì e
pensò che lo Huyé e il drago si conoscessero molto intimamente da
come si comportavano. Era questa la sua impressione osservandoli sotto
la luce lunare.
-E’ raro che venga qui.
Non si allontana mai troppo dal loro nido, ma credo ci sia un buon
motivo sul fatto che si trovi qui con noi.-
-Nulla avviene per caso. Ogni cosa è inevitabile.- intervenne la ragazza.
-Curioso... Tu ci credi?-
-Non ho avuto molte occasioni
per verificarlo, ma... Sì, ci credo. Ciò che è
successo ai miei genitori ne è la prova.-
-Capisco. Mi piacerebbe conoscere la tua storia. Che ne dici di pranzare con me domani?-
-Accetto con piacere.- gli rispose allegra.
Lo Huyé sorrise e dopo una breve pausa proseguì con il suo discorso.
-Questa mattina avevo
percepito qualcosa di diverso nel suo ruggito e immagino gli stia molto
simpatica. Deve aver notato qualcosa in te che gli è piaciuto e
credo di averlo capito.-
-E cosa sarebbe?- domandò curiosa sentendolo molto interessato.
-I tuoi occhi sono molto
intensi e profondi. Vedo una grande voglia di vivere, un’intensa
determinazione e un forte desiderio che ti ha spinto a recarti fin qui.- le
disse fissandola.
-Da come parlate, sembra che
io sia come un libro aperto per voi.- scherzò nervosa mentre lo
Huyé accennò un lieve sorriso.
-Se quel che ti ho detto è vero, quale sarebbe il tuo desiderio?- chiese ritornando serio.
La giovane sostenne il suo sguardo e prese un profondo respiro per rilassarsi.
-Io voglio vedere
l’oceano dalle Terre Ignote.- confessò e il volto dello
gnomo si deformò in un’espressione per niente
incoraggiante.
-Quindi... mi stai dicendo
che hai intenzione di addentrarti nel territorio degli elfi??-
domandò sgomento e ricevette una risposta affermativa.
-Ma è pericoloso e...-
-Lo so!- lo interruppe di nuovo.
-So che rischio di essere
catturata o addirittura uccisa da loro, ma so anche per certo che, se non ci
andassi, me ne pentirei per tutta la vita e sentirò per
sempre un vuoto incolmabile nel cuore e io non voglio!- affermò
decisa.
Si guardarono negli occhi per lunghi attimi senza muoversi o proferire parola.
-Sei molto cocciuta e
testarda, ma sei ben conscia di ciò che ti aspetta. E’
raro incontrare qualcuno del genere, soprattutto da queste parti.- rise
piano mentre la ragazza abbassò lo sguardo e si torturò
le mani un po’ imbarazzata, ma consapevole della
veridicità di quella constatazione.
-Se non fosse stato per la
mia testardaggine, non sarei nemmeno qui perché è molto
difficile convincere i miei genitori.- lo informò-
-Immagino che siano molto protettivi nei tuoi confronti. Come mai hai preso questa decisione?-
-Ho sempre amato il mare e mi
ha sempre aiutato quando avevo bisogno di qualche supporto o
consolazione.- confessò e, vedendo la faccia perplessa dello
Huyé, chiarì il significato della sua frase.
-Mi spiego meglio: se avevo
un problema, andavo alla spiaggia e guardavo il mare. I movimenti delle
onde mi calmavano e sembravano parlarmi mostrandomi come trovare la
soluzione.-
-Capisco, ma deduco che ultimamente non ti sia stato utile.-
-Infatti l’ultima volta
ho sentito solo un senso di abbandono e di solitudine e un vuoto
nell’anima. Per questo ho pensato di compiere questo viaggio.-
-Che succederà se questo “vuoto” verrà colmato?-
-Mi sentirò realizzata
e fiera di essere arrivata fin lì. Sarò felice di aver
vissuto quest’esperienza e di aver provato nuove sensazioni e
conoscenze, sia che si trattino di luoghi, sia che si trattino di
persone.-
-Spero che tu possa avverare il tuo desiderio.-
-Grazie!- gli sorrise grata e speranzosa, un sorriso che venne ricambiato.
-E’ piuttosto tardi e la festa sta per terminare. Sarà meglio rientrare.- propose il capovillaggio.
Simyf annuì e stava per camminare quando venne trattenuta dal drago rimasto lì fino a quel momento.
-Che succede?- chiese spaesata allo Huyé che riflette per qualche istante.
-Non so... Girati verso di
lui e rimani in quella posizione. Vediamo che fa...- Era dubbioso e
questo non la rilassava molto, ma fece come le aveva suggerito e il
drago si avvicinò a lei. Le sfiorò la fronte e il petto,
là dove batteva forte il suo cuore con la zampa destra e si
allontanò un po’ per poi ruggire.
L’umana non ci stava capendo niente e si chiedeva il motivo di quei gesti.
Dopo vari secondi passati a
fissarsi, l’animale ritornò verso il suo nido. La giovane
si girò verso lo gnomo trovandolo incredulo e perplesso.
Quest’ultimo, vedendo il volto interrogativo della sua
interlocutrice, fece cenno di rientrare mentre cercò di chiarire
le proprie idee e in seguito li esternò sebbene ancora un
po’ confuso.
-Immagino che ti stia
chiedendo perché il Makhtahar si sia comportato in quel modo...
Sarò sincero. Non l’ho mai visto compiere azioni simili e,
di conseguenza, non posso dirti cosa volesse fare. Però... A
qualcosa posso associarli, ma non sono sicuro che sia come penso.-
-Me le potete dire?-
-Può darsi che ti
stesse augurando buona fortuna per il tuo viaggio e che ti abbia
benedetta affinché tu possa esaudire il tuo desiderio e
ritornare a casa sana e salva.-
-E possibile?- biascicò Simyf titubante.
-Lo spero! Mi era sembrato di
capire questo dallo sguardo che ti ha rivolto, ma non ti garantisco
niente perché eventi del genere sono rari così come
è raro incontrare qualche umano come te.-
-Speriamo che abbiate capito bene...-
-Già, speriamo...- concordò quando erano ormai arrivati alla capanna.
Rientrarono nella sala
sedendosi ai loro posti assieme ai presenti e il capovillaggio
dichiarò la festa conclusa e congedò tutti ringraziandoli
per la loro presenza.
-Ricordi la strada di ritorno?- si rivolse verso Simyf che stava andando via come gli altri.
-Sì, ho un’ottima memoria, stiate tranquillo! Grazie per le premure.-
-Non c’è di che. Ti aspetto per mezzogiorno.-
-Va bene, buona notte!-
-Buona notte anche a te!-
Era appena tornata nella sua
stanza e si cambiò per poi cadere a peso morto sul letto. Era
molto stanca, ma riuscì comunque a riflettere un po’ a
proposito del dialogo avuto con Ghuar, cosa che non fece durante il
tragitto, dato che si stava godendo la brezza norrurna e il paesaggio
circostante creato dalla luce della luna piena, prima di addormentarsi
con un sorriso stampato sul viso.
Buio.
Era tutto scuro attorno a lui.
Ricordava perfettamente si
essersi addormentato, ma aveva gli occhi aperti, ne era certo. Poi la
sua attenzione venne catturata da una luce alle sue spalle. Si
girò e vide un imponente albero dalla chioma rosa e lì
affianco una strana costruzione in legno. Si avvicinò trovandosi
dinanzi una breve scala in pietra che gli avrebbe permesso di accedere
all’edificio. Pensò se fosse il caso di darci
un’occhiata, ma sobbalzò sentendo la parete di legno e
carta muoversi, preso dallo spavento. Rimase immobile e vide una
giovene ragazza sorridergli vestita in modo strano.
-Salve!- era gentile e cordiale e la sua calma lo tranquillizzò subito.
-Mi chiamo Meas e sono
un’amica di Simyf. Voi siete Ghuar, il capovillaggio degli
Huyé, se non sbaglio. Vi devo parlare.-
Angolo autrice:
Finalmente ho pubblicato anche questo capitolo!!! XD
Scusate immensamente l'enorme ritardo, ma avevo molto da fare in questi giorni. Però ora sono libera! O quasi...
Spero vi sia piaciuto il capitolo e di non avervi annoiati.
Aster: No, faceva schifo e mi sono annoiato a morte! ù.ù
Io: Ma che vuoi ancora?? ç.ç
Aster: Ovvio! Se non compaio nella ff, allora ti disturbo nell'angolo. ù.ù
Io: Sai che voglio pubblicare una ff su di te?
Aster: *si illumina d'immenso* Davvero????? *felice ai massimi livelli(?)*
Io: Si, solo se giuri sui tuoi riccioli di non rivoltarmi
contro in ogni angolo di questa ff, ok? O te ne faccio passare di ogni
colore! è___é
Aster: Farò il bravo!!!!! Giuro!!!!!!!!!! *la sua faccia è indescrivibile, ma nel senso buono! ;)*
Questa volta, vi assicuro che è così! Voglio pubblicare
una storia per Aster, per accontentare lui che interviene disturbandomi ogni volta e
me perché ho in mente questa idea da un po'. ^w^
E non vedo l'ora di movimentare un bel po' le acque.
Parlo a qualcuno in particolare: tranquilli che presto arriva.
L'unica cosa che posso dire è che presto apparirà, anche
perché anch'io lo voglio e sto cercando di accellerare i tempi!
Mi raccomando: se notate degli errori, avvertitemi SUBITO che correggo il prima possibile. >.<
Grazie per aver letto e alla prossima!
Bacioni! X^
Ciao! XD ^-^
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Cap. 6: Pranzo, partenza e... risate ***
Completezza 06
Pranzo, partenza e... risate
Si svegliò un po' stordita e confusa.
Quella notte, a differenza delle altre volte, aveva incontrato in
sogno Alsho, il fidanzato di Meas. Sapeva che i due erano maghi molto
potenti e che attraversavano i sogni
tranquillamente, ma non erano mai capitato che lo incontrasse.
Infatti, appena lo vide, si agitò e si innervosì, ma lui
riuscì a tranquillizzarla e conversarono amichevolmente.
All'inizio della loro loro conversazione, gli chiese di Meas e il
ragazzo le rispose che la sua fidanzata aveva altre faccende da
svolgere.
Ciò che la stupì di più, però, furono le
sue parole poco prima che il sogno terminasse: -Che anche questa volta
vada tutto bene e che un altro sogno diventi realtà cambiando questa
situazione.-
Cosa deve andare bene? A chi o a cosa si riferisce? Quale sogno? E di che situazione parla?
Rimuginò su queste e altre mille domande girandosi nel letto a intervalli irregolari, ma non ne venne a capo.
-Avanti.- disse con voce impastata dal sonno quando sentì
qualcuno bussare alla porta e vide la testa di Yljo sporgersi
sorridente poco dopo.
-Buongiorno! Ti ho svegliata?- la salutò entrando nella capanna.
-Buongiorno a te! Tranquillo, ero già sveglia.- lo rassicurò alzandosi.
-Ti ho portato la colazione.- la informò appoggiando il vassoio sul tavolo.
-Grazie.-
-Di niente. Mi hanno detto di ricordarti che devi recarti dal capovillaggio per pranzo.-
Oh, sì! Giusto! Grazie ancora per avermelo ricordato.-
-Non c'è di che. Ci vediamo.-
-Ciao.- lo salutò mentre lo Huyé varcò l'uscio.
Rimasta sola, sospirò e si cambiò. Da quando si era
svegliata, aveva pensato molto al suo incontro con Alsho, così
tanto che si era dimenticata completamente di ciò che era
accaduto la sera precedente.
Mangiò e dopo, non sapendo che fare, dette un'occhiata alla
libreria. Erano tutti scritti in elfico, lingua da lei non molto
conosciuta, ma notò che un tomo aveva delle lettere familiari.
Lo prese e lesse il titolo: era un dizionario. Decise di sfogliarlo un
po' per imparare l'elfico, dato che ne aveva l'occasione. Passarono dei
minuti in cui la ragazza si concentrò sulle parole stampate su
quelle pagine e provo a imprimerle nella sue memoria con qualche
piccola difficoltà.
Poi la sua attenzione venne attirata dalle parole "Flhia ny". Lesse la traduzione: "Ti amo".
Sorrise. Due semplici parole eppure così belle e profonde che racchiudono un sentimento stupendo.
Si ridestò dai suoi pensieri al bussare della porta. Posò
il libro sul letto rifatto e si alzò mentre Yljo entrò.
-Ciao, che fai?- chiese avviandosi verso il tavolo.
-Niente, solo provavo ad imparare l'elfico.- disse indicandogli il libro sulle lenzuola.
-Vorrei aiutarti, ma sono molto occupato e non avrò molto tempo libero...- riferì dispiaciuto.
-Non ti preoccupare. Quel dizionario è molto preciso e non è tanto difficile studiarlo.- lo tranquillizzò.
Lo Huyé sorrise sollevato e prese il vassoio.
-Allora vado. E ricordati il pranzo a mezz...- la avvisò, ma venne interrotto.
-Sì, lo so, a mezzogiorno alla capanna del capovillaggio, lo ricorco.-
-Bene, ciao!- si congedò andandosene.
-Ciao.- ricambiò il saluto chiudendo la porta.
Sospirò. Era la seconda volta che si dimenticava del pranzo e
pensò fosse il caso di prepararsi, dato che mancava poco tempo
contando anche il tempo che avrebbe impiegato per arrivarci.
Arrivò di qualche minuto in anticipo, ma , a detta di Ghuar, non
doveva farne un problema. Passarono una buon'ora tra il cibo e i vari
racconti della ragazza e altri commenti.
-Quindi hai intenzione di partire domani...- constatò lo Huyé.
-Sì, ho pensato fosse il caso di andarmene il prima possibile
per non disturbarvi ulteriormente.- si giustificò lei.
-Non ci dai alcun fastidio...- tentò di donvincerla a rimanere ancora per un po'.
-Può darsi, ma voglio rimettermi in viaggio.-
-Sarai stanca...- continuò lui.
-Ho riposato a sufficienza. Sono abituata alla fatica e non sono di certo malata o ferita.-
-E' proprio vero. Sei decisamente testarda e, se hai deciso qualcosa,
non cambieresti idea.- commentò mentre la ragazza sorrise.
-Sono fatta così. Non ci sarà niente che mi cambierà.- affermò convinta.
-Invece ti sbagli.- contestò provocandole un'espressione perplessa.
-C-come...? domandò piano la giovane.
-C'è sempre qualcosa che ci cambia. Una in particolare.- sentenziò misterioso.
-E quale sarebbe?- chiese curiosa.
-L'amore.- asserì.
-Ma non parlo dell'amore per il proprio popolo, per la propria terra o
per la propria famiglia. Sto parlando dell'amore che si nutre nei
confronti della propria anima gemella e quello cambia chiunque, anche
chi afferma che non si innamorerà mai o che l'amore è una
sciocchezza e una debolezza, i quali si sbagliano di grosso. Ricorda,
Simyf, non dovrai mai sottovalutare l'amore, quello vero e sincero,
perché l'amore è travolgente e potresti essere travolta
anche tu da tale uragano*.-
-Uragano?-
-Sì, a volte lo paragonano ad un uragano, tanto sono travolgenti.-
-Amore... Io non mi sono mai innamorata...- riflettè tra sé l'umana.
-lo immaginavo, ma arriverà anche il tuo momento, vedrai. Quando capirai di esserlo, ti sentirai realizzata.-
Simyf rimase in silenzio e pensò intensamente.
Possibile che l'amore fosse il tassello mancante al suo "puzzle"?
Però c'erano altre esperienze che non aveva mai svolto e altre
emozioni mai provate oltre all'amore, quindi non era certa che si
trattasse proprio di quel sentimento.
-Flhiare...- sussurrò quasi inconsapevolmente e attirò l'attenzione dell'anziano.
-Sì, "Flhiare", significa "Amore".- confermò e chiese:
-Come fai a saperlo? Avevi detto di non conoscere l'elfico...-
-Oggi ho dato un'occhiata alla libreria nella mia stanza e ho notato un
dizionario.- raccontò la ragazza dopo essersi distolta dai
pensieri con l'intervento di Ghuar.
-E ho letto qualcosa...- confessò arrossendo.
-Non devi vergognarti di aver soddisfatto le tue curiosità. E
poi puoi portarlo con te e studiarlo meglio. Se ti imbattessi negli
elfi, potresti comunicare con loro.-
-Ne siete sicuro? Non è certo che li incontri...- obbiettò dubbiosa.
-Probabilmente sì...- sussurrò flebilmente, parlò
così piano che non si fece sentire neanche dalla ragazza.
-In quel caso, allora, non penso che ti nuocerà imparare
un'altra lingua e un dizionario in meno non sarà una tragedia,
dato che ce n'è uno per capanna.- sdrammatizzò.
-Grazie.-
Si salutarono poco dopo e il resto della giornata passò tranquillamente.
Quel pomeriggio Simyf informò Yljo della sua partenza. In
seguito lo Huyé le riportò i suoi vestiti lavati e
asciutti e le augurò un buon riposo ricambiato dalla giovane.
Quella notte incontrò Meas un sogno e si tranquillizzò
costatando che non le fosse successo niente di grave. Parlarono a lungo
del più e del meno, come loro solito, ma si dimenticò di
chiederle il significato delle parole di alsho e dovrà aspettare
ancora molto prima di ricordarsene e capire, infine, di cosa di
trattasse.
La luce del sole le illuminò il volto svegliandola da quel dolce
tepore. Si mosse infastidita e si raggomitolò nelle coperte,
dato che stava troppo bene per alzarsi.
Purtroppo, le lenzuola erano sottili, così i raggi solari le
filtrarono disturbando la ragazza che si alzò sbuffando.
Uffa! Dormivo così bene...
Guardò fuori dalla finestra e capì che fosse il caso di
prepararsi invece di poltrire. Presto sarebbe partita e già
sentiva l'adrenalina scorrerle nelle vene. Sistemò le poche cose
che aveva usato nei suoi bagagli e per ultimo prese il dizionario
ponendolo nella borsa a tracolla quasi vuota, dato che aveva finito da
un po' di tempo le provviste di cibo.
Poco male. La foresta era un'abbondante fonte di nutrimento più
che sostanziosi e avrebbe potuto mangiarli senza problemi.
Quando finì, uscì e si dirise verso il torrente, luogo di
ritrovo con Ghuar e Yljo. Diede un'ultima occhiata al paesaggio
imprimendolo nella memoria avendo l'impressione che non sarebbe
ripassata da quelle parti tanto presto.
-Continua a seguire il corso del torrente che si collega con un'altro
fiume e arriverai alla foce di quest'ultimo che si trova piuttosto
distante dalle due città elfiche più vicine. Attenta,
però, che la foce è a delta ed è molto vasta,
quindi potresti avvicinarti troppo a loro.- le indicò la strada il capovillaggio.
-Terrò conto del vostro consiglio. Vi ringrazio molto per tutto.-
-Tranquilla. Ci voleva qualche novità. Però non posso
dirti altro. Sono le uniche informazioni in mio possesso e nessuno di noi si è
mai addentrato nel territorio degli elfi.-
-Non fa niente. Avete fatto già abbastanza per me e vi ringrazio
moltissimo. Per il resto, cercherò di cavarmela come posso.-
Detto ciò, Yljo si avvicinò per abbracciarla e augurarle
buon viaggio. La ragazza si allontanò salutando tutti con la
mano mentre piano piano li vide sempre più lontani finché
fu possibile per poi voltarsi e proseguire il suo viaggio.
L'umana era partita già da un po' di tempo e gli Huyé stavano svolgendo le loro faccende quotidiane.
Ghuar era dinanzi alla sua abitazione ed era intento ad osservare il
paesaggio circostante dalla rupe.Alzò lo sguardo verso il cielo
dove il sole brillava ancora alto. Era pensieroso. Poi sospirò e
proferì la seguente frase:
-Che possa davvero cambiare tutto.- e rientrò nella sua capanna.
Erano passati alcuni giorni dalla sua partenza dal villaggio degli
Huyé. Aveva ripreso il ritmo giusto ed era come durante l'inizio
del viaggio, con alcune differenze: il paesaggio e il clima non
cambiavano più, sapeva bene come procurarsi del cibo e come
proseguire indisturbata mentre prima era passata tra la foresta oscura
e il deserto torrido inalzando sempre una barriera con Kara e veniva aiutata da Meas per il resto.
Adesso seguiva il corso del fiume e si faceva un bagno, per la sua
felicità, ogni sera e durante le pause per mangiare studiava
l'elfico. In sogno incontrava costantemente l'amica e si svegliava
all'alba per poi partire a breve. Al tramonto si fermava accampandosi
subito.
Ogni giorno era sempre la stessa storia e, sinceramente, era un po'
stufa di quella monotonia. Aveva bisogno di qualche novità. Ora
capiva come potessero minimamente sentirsi gli Huyé nella loro
quotidianità.
Trascorsero poco più di tre settimane prima che raggiungesse la
prima ramificazione del fiume. Nel sogni Meas le aveva detto di seguire
sempre la riva a sinistra e così fece. Era felice di quel
piccolo cambiamento che le indicava che stava quasi per raggiungere
l'oceano. La sua amica le aveva detto che con quell'andamento avrebbe
impiegato dieci giorni per arrivare a destinazione.
Dopo otto giorni intravide dei massi sulla superficie dell'acqua. Si
avvicinò e constatò che, incredibilmente, quel tratto del
fiume non era molto profondi. Osservò meglio le rocce in
rilievo. Ci si poteva camminare tranquillamente senza il rischio di
posare il piede in acqua, dato che erano poco distanti tra loro. Erano
posizionati in modo tale da passare da una riva all'altra come una
strada o un ponte ed erano abbastanza per farci marciare tre persone
alla volta.
Simyf si avvicinò a dei cespugli e vi lasciò lì
vicino i suoi bagagli. Si dirise di nuovo verso il fiume e si tolse gli
stivali. La emozionava il fatto di essere in diretto contatto con la
terra e iniziò a saltellare sui massi come una bambina.
Notò che erano un po' bagnati e questo contatto le piaceva
ancora di più.
Continuò a saltare qua e là ridendo allegra come non
faceva da troppo tempo Poi, quando poggiò un piede su un masso
ai margini della "strada", scivolò, dato che era più
umido, e cadde in acqua lanciando un urlo. Però la ragazza non
sprofondò nel fiume perché quel tratto non era tanto
profondo, tanto che poteva sederci tranquillamente.
Dopo qualche attimo di smarrimento, cominciò a ridere senza un
vero motivo, forse divertita dalla propria sbadattagine. All'improvviso
le venne un'idea un po' malsana. Immerse le mani a coppa nell'acqua e
se ne spruzzò un po' in faccia. Lo ripetè varie volte e
quando si rese conto di aver agito stupidamente e anche che il suo
gesto fosse un tantino infantile, smise.
Era totalmente bagnata, quindi non poteva proseguire nel suo cammino,
perciò si tolse i vestiti mettendoli ad asciugare. Il sole era
andora alto, di conseguenza si sarebbero asciugati presto.
Intanto si immerse ancora nel fiume per un bagno anticipato e
pensò. In quei giorni aveva accumulato parecchio stress per
l'ansia di arrivare presto alla costa. Anche se stava perdendo tempo
rimanendo là, in fondo non era un fatto tanto negativo
perché aveva scaricato tutto quel peso sentendosi più
libera, leggera e soprattutto rilassata.
E questo pensiero non poteva far altro che renderla felice e sorridente.
Si era allontanatò dalla propria dimora per allenarsi e aveva
lasciato il proprio destriero per proseguire indisturbato nella
foresta. Intorno a lui era tutto silenzioso e cercò di non
muoversi troppo rumorosamente, esattamente come gli avevano insegnato.
Scattò sull'attenti quando sentì un insolito fruscio. Si
guardò attorno e non vide nulla di anomalo.Allora provò a
individuare la provenienza di quel suono, ma, essendo durato appena un
istante, non riuscì a localizzarlo.
Poi sentì altri rumori e li seguì vedendo che gli alberi
si stavano diradando. Più camminava e più si convinceva
che quei suoni fossero in realtà delle risate. Era una voce
femminile, però diversa da quelle che conosceva, mai sentita
prima.
Era piuttosto dubbioso.
In seguito scorse tra le piante un fiume, senz'altro si trattava di
Orvamat, uno dei quattro corsi d'acqua principali di quelle Terre, dato
che nei paraggi non c'era un fiume di tali dimensioni oltre a questi.
E la vide.
Era un'umana e stava saltellando sui massi come una bambina, con la
differenza che la ragazza, all'apparenza di 18 anni, si muoveva con
un'eleganza e con un'agilità particolari, che non si vedono
spesso e che non riuscì a riconoscere.
Continuò a guardarla con i suoi occhi viola senza spostarsi
dalla sua posizione anche mentre lei si cadde nel fiume, si spruzzava
l'acqua in faccia e usciva con una certa curiositò e un pizzico
di interesse. Quando stava per spogliarsi, si girò e si
allontanò silenziosamente.
Non era il caso di spiarla ancora. Doveva ammettere, però, che
lo incuriosiva e che lo attraeva in un modo strano che non comprendeva.
Raggiunse il suo destriero e a quel punto si chiese se mai potesse
rivederla e, chissà, forse anche conoscerla.
*cit. One Piece.
Angolo autrice:
Finalmente ho pubblicato questo strabenedettissimo capitolo!!! XDD
Scusate se ho ritardato, ma avevo da fare, come sempre XP, ma credo che ne è valsa la pena.
E perché? vi chiederete...
Ebbene, lo dico perché finalmente, dopo tanto tempo, è arrivato lui!!! XDD
Non vedevo l'ora di farlo entrare in scena e adesso sono realizzata! ^-^
Indovinello: sapete chi è questo lui ?? n.n E poi ci sono altri interrogativi sparsi per la storia. :)
Vediamo in quanti lo/li scopriranno/intuiranno/capiranno...
Aster: Mi sa che nessuno lo saprà mai. u.u
Io: Non mi rompere!!! è____é
Aster: E perché no? è_é
Io: Perché non centri un fico secco con la mia storia! è____________é
Aster: Io centro SEMPRE!!! ù_______ù
Io: Per colpa tua sono stata attaccata dall'asterite! è____é
Aster: Ma non sono una malattia!!! >_____<
Io: Colpa tua ! u___u
Aster: ç_____ç
Uffa! Aster rompe sempre e comunque! è__é
Ritornando alla storia, sono felicissima di aver smosso un po' le acque
e lo sono ancora di più nell'attesa di farvi leggere il prossimo
capitolo!!! ^____^
Un po' di azione mancava in questa storia che sembra un po' noiosa, ma
credetemi quando dico che l'attesa sarà ben premiata! ^____^
Ringrazio tutti coloro che hanno letto, soprattutto Eri Reila e Kaika
che hanno recensito lo scorso capitolo e spero che questo vi piaciuto.
:D
Alla prossima e bacioni! X^
Ciao! XD ^-^
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Cap. 7: Catturata ***
Completezza 07
Catturata
Quella mattina si svegliò prima del solito e con una certa emozione.
Stava per arrivare alla costa, mancavano poche ore e, data l'ansia del momento, aveva dormito poco a causa dell'agitazione.
Era abituata a dedicarsi al sonno per poche ore grazie
all'addestramento dei Vittoriosi sottopostole dalla madre, ma quella
volta non riuscì più a chiudere occhio. Si alzò
stressata dalla sua stessa agitazione e per rilassarsi iniziò a
svolgere degli esercizi che le imponeva Betel.
All'alba si fermò e, essendo completamente sudata, si fece un
bagno. Si beò di quelle indescrivibili sensazioni che provava
nuotando nell'acqua che aveva assunto una bella tonalità tra il
rosa e il rosso per poi sfumare verso l'arancio, mentre si sentì
sempre più leggera liberandosi dall'ansia.
Uscì dal fiume, si
vestì e si immerse nel folto della
foresta alla ricerca di cibo: la solita routine che forse non avrebbe
più eseguito. Ritornò a sedersi sul suo giaciglio
improvvisato con un frutto in mano. Notò uno strano luccichio
vicino a sé e si accorse che si trattava dell'oggetto datole da
Meas. Anche in quelle pochissime ore si erano incontrate.
Era un braccialetto e, stando alle parole dell'amica, avrebbe potuto
contenere di tutto all'interno della pietra incastonata nel metallo
grazie alla magia applicata dalla maga. Nessuno nel suo mondo se ne
sarebbe accorto, dato che era un incantesimo del mondo di Meas ed era
anche improbabile riuscire a scoprirlo perché non esisteva un
incantesimo simile nel Mondo Emerso. Le sarebbe servito nel caso in
cui a pochi metri di distanza dall'oceano avrebbe corso per
raggiungerlo, quindi per non avere ingombri a pochi passi dalla
realizzazione del suo sogno. Lo indossò, sistemò le proprie cose e, seguendo le
indicazioni dell'amica, depositò i suoi bagagli nel braccialetto
per poi ripartire. Si sentiva più libera, come se stesse passeggiando e non
viaggiando da poco più di due mesi, e il braccialetto non pesava
affatto. Passarono cinque ore prima che sentisse il frastuono delle onde contro
la terra. A quel punto il suo corpo venne invaso da emozioni
indescrivibili e corse il più velocemente possibile. Vedeva che
la strada curvava a sinistra come l'altra riva lasciando che l'acqua
occupasse la visuale mentre gli alberi pian piano scomparivano dalla
vista. Infine i suoi piedi si posarono sulla sabbia mentre si
fermò ad ammirare l'immensità dell'oceano. Il suo volto
si riempì di stupore, meraviglia e soprattutto di felicità.
Aveva finalmente raggiunto l'oceano.
Chiuse gli occhi inspirando la brezza marina e li riaprì sorridendo.
Rimase lì per vari minuti osservando l'infinita massa d'acqua
davanti a sé, era così rapita da quello splendido blu che
non si accorse che qualcuno si avvicinò a lei. All'improvviso
una mano le tappò la bocca mentre un'altra le strinse a gola. Si immobilizzò all'istante, non si era accorto che
qualcuno era in quel posto e constatò che era stata un po'
troppo sovrappensiero e che fosse parecchio fuori allenamento. Fece
attenzione a non muoversi bruscamente anche perché sarebbe successo di tutto
se si fosse comportata nel modo sbagliato.
-Zitta e fa come ti dico.- le impose l'aggressore e prese i suoi polsi portandoli dietro la sua schiena.
Simyf non si mosse e sentì che era arrivato un'altra persona.
Stavolta era attenta e aveva udito i suoi passi. Lì
ascoltò mentre parlavano in elfico. Non capiva completamente
quel che si dicevano, dopotutto non l'aveva imparato del tutto.
Intuì che erano elfi e stavano armeggiando con una corda legando
i polsi.
-E ora muoviti.- ordinò il primo elfo spintonandola lievemente verso dove erano venuti.
La ragazza li seguì
senza protestare e vide che c'erano dei carri trainati da strani
quadrupedi e altri elfi, molto probabilmente
mercanti. Lì accanto, sul fiume, era presente un passaggio
magico, senz'altro c'era un mago tra loro. Si maledì per non
essere stata sufficientemente cauta e per non aver controllato che ci
fosse qualcuno nei paraggi, dato che la postazione in cui si trovava
era ben visibile dal punto in cui erano. Il secondo elfo aveva
già raggiunto i suoi compagni e stava probabilmente riferendo
loro quel che era accaduto. Poi parlò di nuovo con l'elfo che le
stava alle calcagna che la portò vicino ad un carro.
-Sali e sta buona o sarà peggio per te.- la minacciò e
chiuse le ante del carro dopo che l'umana vi entrò.
Simyf
notò che si rivolgeva a lei con disprezzo, si capiva dalla
faccia infastidita e dalla voce seccata. Poi sentì che il carro
si mosse e comprese che si stavano muovendo verso chissà dove. Chiuse gli occhi cercando di rilassarsi sebbene la situazione non era
tanto piacevole.
Ormai la sua vita era appesa su un filo e saranno
proprio gli elfi a decidere se tagliarlo o meno segnando la sua sorte.
Palazzo reale del regno di Prignus
La principessa era seduta su una
panca nel vasto prato e vivo giardino che ricopriva la sua reggia.
Fissava il cielo come ad osservare una particolare stella anche se era
pieno giorno. Aveva lo sguardo perso nel vuoto ed era assorta nei suoi
pensieri. Sentì una presenza alla sua destra e una lieve
pressione sulla spalla. Si voltò e vide che il suo fidanzato
aveva posato una mano sulla sua clavicola.
-Ancora pensierosa?- domandò lui sedendosi accanto a lei.
-Lo sai bene... Presto si incontreranno ora che i mercanti di Merhat
l'hanno trovata...- gli riferì ciò che era successo e che
sapevano entrambi da tempo.
-Quanto manca?- chiese.
-Tre giorni e non si separeranno più.- predisse.
-E se qualcosa andasse storto?- era dubbioso e non era certo che tutto sarebbe filato liscio come l'olio.
D'altronde, anche una scelta, un gesto o un incontro sono in grado di modificare il futuro.
-Non ti fidi delle mie capacità da veggente?-
-No, non ho detto questo! E' solo che...- lei sospirò.
-Ti capisco...- disse stupendo il suo ragazzo.
-Anch'io ho paura che qualcosa vada storto, ma continuo a sperare nel
cambiamento di quel mondo.- gli confidò appoggiando la testa
sulla sua spalla mentre lui ponderava le sue parole.
-E comunque... Stai tranquillo!- continuò sorridendogli rassicurante.
-Lui l'ha già vista e quando la rivedrà, la vorrà
e non la lascerà più!- lo informò e il suo sorriso
si allargò vedendo la tensione sul viso di lui svanire.
-Allora non mi resta altro che affidarmi a te per loro.-
-Non te ne pentirai, fidati!-
-Ok, facciamo una passeggiata, Meas?- le propose alzandosi e porgendole una mano.
-Certo, Alsho.- acconsentì all'invito e intrecciò le sue dite a quelle del suo amato.
Punto indefinito lungo la costa delle Terre Ignote
Mai fidarsi dell'ovvio e mai abbassare la guardia, ma prima o poi commetterai anche tu una sciocchezza.
Simyf continuava a pensare le parole di sua madre senza sosta. Si
rendeva conto di quanto fosse stata stupida a non stare all'erta e di
non aver controllato se ci fosse qualcuno attorno a lei. Se solo fosse
stata attenta, ora sarebbe alla spiaggia o sulla strada del ritorno
anziché su quel carro pieno di cianfrusaglie verso chissà
dove. Non sapeva quanto tempo era passato da quando era stata
catturata, ma capì che si fermarono. Poi lo stesso elfo di
prima entrò nel carro e le diede un frutto dopo averla slegata.
-Mangia e non fare nulla di
insensato o te la faccio pagare cara.- l'avvisò tenendola
d'occhio mentre si mangiava della zuppa.
La ragazza mangiò in
fretta per non spazientire oltre il suo "carceriere" che la legò
subito dopo e uscì dal carro. Poco dopo ripartirono e Simyf si
chiese ancora se mai potrà tornare a casa sana e salva.
Erano passati tre giorni e
Simyf era molto irrequieta: non sapeva spiegarsi il fatto di non
incontrare più Meas in sogno quando, invece, i suoi erano
occupati da un essere bellissimo dagli occhi di un viola diverso da
quelli degli elfi. Però tutto era sfocato, tutto tranne quei due
pozzi color ametista.
Ma non era l'unico motivo della sua agitazione: quella mattina aveva
sentito dei strani discorsi. Gli elfi, ovviamente, non erano a
conoscenza delle sue capacità, tanto meno sapevano che stava
studiando l'elfico, sebbene il suo studio era momentaneamente sospeso.
Stava semplicemente facendo buon viso a cattivo gioco. In fondo, era
normale che fosse spaventata e diffidente, no? E per merito della sua
immagine di umana spaurita, anche se era davvero preoccupata per la sua
sorte, aveva saputo che stavano per arrivare ad una delle città
elfiche e lì sarebbe stata consegnata alle guardie per poi
essere giudicata dal re e la sua corte.
Cercò di rilassarsi, non ci riuscì: aveva paura, paura di
non rincontrare più le persone a lei più care. Chiuse gli
occhi mentre una lacrima solcò il suo viso. Si sentì
sola, terribilmente sola. Poi avvertì una presenza alle sue
spalle che l'abbracciava con le sue forti e calde braccia appoggiando
il petto contro la sua schiena e che le baciava i
capelli. Si abbandonò a
quell'abbraccio così rassicurante, ma presto spalancò gli
occhi rendendosi conto che ciò non era mai accaduto davvero.
Rifletté per un po' sull'accaduto e concluse che era stato tutto
un sogno, un piacevole sogno quasi reale constatò con un sorriso
amaro.
Sentì altri rumori e il carro fermarsi. Probabilmente erano
arrivati e il suo cuore batté forte nel suo petto per la paura.
Le ante del carro si aprirono e un elfo armato si sporse incitandola di
scendere. Obbedì sapendo bene cosa sarebbe successo se avesse
disobbedito. Rimasero vicino al carro fermo accanto all'ingresso delle
mura in legno della città per qualche minuto mentre le guardie
parlavano con i mercanti. Simyf cercò di individuare una via di
fuga senza successo anche a causa dell'insistente controllo degli elfi.
Poi due guardie le indicarono di seguirli dentro una porta affianco al
portone d'ingresso. Appena dentro, l'avvolsero in un mantello e
calarono il cappuccio. Percorsero un lungo corridoio, varie scale e
altri corridoi di cui le pareti si abbellivano sempre più di
decorazioni e arazzi mano a mano più definiti e ricercati.
Infine si fermarono dinanzi ad una porta immensa e lavorata
minuziosamente dove vi erano appostati altre due guardie con cui i due
che l'avevano portata fin lì stavano discutendo per farla
entrare. Dato l'accesso, aprirono il portone e Simyf
capì che quello si trattava della Sala del Trono e vide in fondo
alla navata l'elfo che doveva essere il re seduto composto che parlava
con un suo simile, a giudicare dall'abbigliamento un nobile, per poi tacere alla sua entrata. Attraversarono la
navata e a pochi metri di distanza dal trono, i tre si inchinarono. Poi
le guardie si alzarono dopo un cenno del re e iniziarono a discutere
sulla sorte dell'umana in elfico (ovviamente... -.- /ndA). Simyf si
sentì ancora più frustrata, soprattutto perché vedeva di sottecchi da sotto il mantello che il
re e in particolare l'altro elfo la fissavano con insistenza.
-Toglietele il mantello che voglio vedere che aspetto ha.- ordinò il re nella lingua dell'umana interrompendo il discorso con i soldati, i quali obbedirono.
Quando il suo volto fu esposto, la ragazza continuò a rimanere a
testa bassa mentre il re e l'aristocratico la studiarono più
attentamente.
-Qual'è il tuo nome?- domandò il sovrano dopo qualche secondo di silenzio.
-S-Simyf...- rispose un po' titubante e con la voce rauca resa così dai giorni di mutismo.
-Cosa volete fare, sire?- domandò uno degli elfi.
-Lasciateci soli.-
-Ma sire...- stava per obbiettare, ma l'occhiata che gli lanciò
il re gli fece capire che fosse il caso di non obbiettare.
-Andate, questa umana non ci arrecherà danno.- detto ciò,
continuò ad osservarla mentre i due si ritirarono.
-Quanti anni hai?- domandò dopo alcuni secondi.
Simyf lo guardò interrogativa: non si spiegava il motivo per cui le poneva domande simili. Alquanto strano.
-D-diciotto...- farfugliò nervosa.
-Da dove vieni di preciso?-
-Da Cania nella Terra del Mare.-
-Sei venuta qui da sola?-
-S-Sì...-
-E perché sei venuta qui?-
A quella domanda, la ragazza riflettè attentamente su cosa rispondere: verità o bugia?
-Volevo vedere l'oceano, tutto qui.- rivelò infine.
-L'oceano?- chiese il re interrogativo.
-Esatto.-
-E per quale motivo? Anche da voi c'è!- ribattè.
-E' vero... Ma a me piace molto il mare e volevo ammirare quello delle
Terre Ignote per questa mia passione...- tentò di giustificarsi.
-Mmh... Capisco, ma sai che hai rischiato molto? Potevi morire e potrei giustiziarti anche ora.- fece maligno.
-Sì, ne sono consapevole, però...-
-Però...?- la incitò a continuare.
-Però sono felice di averlo intravvisto anche se per poco tempo.- concluse stupendo i due elfi.
Calò il silenzio. Simyf aspettava il verdetto del re, molto
probabilmente l'avrebbero uccisa. Intanto l'elfo pensava alla sorte
dell'umana, ma non sapeva cosa farne di lei. Si voltò verso suo
figlio e vide nei suoi occhi una luce mai vista.
-Figliolo, tu cosa pensi di fare?- si rivolse a lui attirando la sua attenzione.
-Non saprei, padre. La decisione spetta a voi, siete il re.- affermò questi.
-In effetti è vero, hai ragione, ma ora come ora non so cosa
fare con lei. Nell'attesa della mia decisione, verrai rinchiusa in una
cella. Non ribellarti a noi e potresti sopravvivere.- annunciò
infine il re rivolto verso la ragazza che annuì.
-Bene. Guardie!- chiamò ed essi entrarono.
-Rinchiudetela in cella, ma non trattatela male, salvo sia lei stessa a
comportarsi in modo aggressivo.- ordinò e i soldati eseguirono
l'ordine.
Simyf seguì gli elfi senza fiatare ripetendosi in continuazione
di non compiere gesti avventati e quando fu dentro la cella, si chiese
se mai potresse uscirne viva.
Angolo autrice:
Lo so, lo so, sono in
ritardissimo!!! Vogliate perdonarmi, ma questo maledetto computer ha
dovuto ripristinarsi proprio quando stavo per finire il capitolo e l'ho
perso tutto! ç____ç
Mi è toccato riscrivere da capo!!! ç____________ç
Maledetto computer! >___________<
Almeno adesso funziona da bravo! ^_^
Comunque sono tornata e continuerò questa storia fino alla fine! ù.ù
Per chi mi ha seguito fino a questo punto, sappia che da ora inizia la
"vera" storia! Soprattutto ora che "lui" è ufficialmente
entrato in scena. XD
Piuttosto, sapete dirmi di chi si tratta? XD
E non preoccupatevi, a Simyf non succederà nulla di tremendo!
Aster: Infatti! La tortureranno e la faranno morire dopo atroci sofferenze e dissanguata! *faccia demoniaca*
Io: Non. Osare! Non ci pensare nemmeno o sarà questa la TUA di
fine!!! *espressione che supera di gran lunga quella di Aster per
quanto riguarda minacce intimidatorie*
Aster: Emh... ^^" Vado a fare una passeggiata! * se la svigna*
Bene, me lo sono tolto di torno! ù.ù
Ringrazio Kaika che come sempre recensisce e chi ha letto i capitoli
precedenti. Lo so che erano una noia totale, ma ora credo
che tutto si farà più interessante! :)
Alla prossima! :D
Bacioni! :^
Ciao! XD ^-^
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Cap. 8: L'insegnante del principe ***
Completezza 8
L'insegnante del principe
Scese le scale che
conducevano alle segrete e si fermò davanti alla porta dove l'umana era
stata rinchiusa. A quanto avevano riferito le guardie che l'avevano
scortata fin lì, la ragazza si era mostrata accondiscendente e non
agitata o violenta come avevano immaginato.
La osservò attraverso la fessura nel legno e ripensò alla sua voce.
Mentre scendeva lungo il corridoio stretto e isolato, aveva sentito che
stava cantando qualcosa in una lingua sconosciuta e strana. Si era
stupito di quanto quella voce fosse dolce e melodiosa, sebbene ancora
un po' rauca, quando qualche ora prima era spenta e flebile resa
così da giorni di mutismo.
La guardò distesa sul lettino dormiente, posò il suo
sguardo sul suo viso, il collo, le braccia, il seno, i fianchi,
il ventre e infine le gambe.
Desiderava toccarla. Non capiva il motivo di quel bisogno, non si era
mai sentito così, ma voleva averla vicina, insieme a lui.
Si avviò verso le sue stanze pensando a come fare per tenerla
con sé. Il re non aveva ancora preso la sua decisione,
però aveva chiesto il suo parere. Forse aveva la
possibilità che egli esaudisca il suo desiderio, ma con quale
scusa?
Rifletté a lungo, poi un'idea gli illuminò il
volto rendendolo euforico. Si diresse verso il giardino, sapeva che suo
padre restava lì ad osservare il cielo notturno.
Ormai ne era certo, nulla gli avrebbe impedito di al suo fianco.
Tutto era buio intorno a lei. Si guardò intorno senza trovare nulla su
cui potesse posare la sua attenzione. Poi vide una sagoma dove
brillavano due luci viola. Capì che si trattava di una persona,
però quegli occhi... Erano gli stessi che aveva visto nei sogni
durante il suo viaggio nel carro degli elfi. Ma notò
qualcosa di strano: li aveva già visti da qualche parte nella realtà, ne era
sicura.
All'improvviso quella figura svanì spaventandola. Si voltò cercandolo
attorno a sé. Sussultò quando qualcosa di caldo
l'avvolse, ma si tranquillizzò capendo che si trattava della
stessa persona di prima.
Rimasero così: lei immobile mentre lui l'abbracciava da dietro,
come a consolarla facendole capire che lui era con lei in quel momento
difficile. E fu con la consapevolezza che costui le sarebbe stata
vicina che si svegliò più rilassata all'alba.
Guardò l'ambiente circostante e constatò che non c'era
nessuno. Chiuse gli occhi concentrandosi e sentì dei passi nel
corridoio. Li aprì sedendosi sul lettino e qualche secondo dopo
la porta della cella si mosse.
-Il re e il principe vogliono parlarti.- annunciò la frase che aspettava da tempo.
Simyf si alzò e seguì la guardia fino alla Sala del
Trono, laddove sarebbe venuta a conoscenza della decisione del sovrano
degli elfi e pensò che fosse giunta la sua ora. Erano passati
due giorni da quando era arrivata e continuava a tormentarsi sul motivo
del ritardo del loro responso: non era per niente difficile decidere
di ucciderla, perché aspettare tanto? Ora il momento
da lei tanto atteso era finalmente giunto, avrebbe smesso di tormentarsi. Si
inginocchiò al cospetto del re e mantenne la testa china mentre
il soldato si congedò.
-Immagino che stia aspettando la mia decisione...- suppose giustamente
l'elfo ed ebbe la conferma che avesse ragione dal cenno di capo
dell'umana.
-Ti informo che ti lascerò vivere.- a quella frase, la ragazza alzò lo sguardo incredula.
Il re sorrise compiaciuto di poter vedere la sua confusione dipinta in faccia.
-Ma ad una condizione: dovrai "istruire" mio figlio. Se svolgerai bene
il tuo lavoro e lui sarà d'accordo e soddisfatto, ti lasceremo andare riportandoti da dove vieni.- disse e
Simyf si tese.
-Ma io non so cosa potergli insegnare, non sono così colta e intelligente.- replicò.
-Tu sei un'umana e come tale dovresti conoscere varie cose delle terre
da cui provieni come la storia e le tradizioni di cui noi non siamo a
conoscenza perché il nostro
sapere è limitato a testi scritti migliaia di anni fa.- fu il
principe a parlare attirando la sua attenzione.
I loro occhi si incrociarono e lei si stupì dell'intensità con cui la fissava.
-Potrete discutere sui dettagli in privato. Ora ho una riunione, quindi
potete andarvene.- si alzò dal trono, ma si bloccò come
ricordatosi di qualcosa.
-Un'ultima cosa...- li fermò prima che facessero un passo per andarsene.
-Alloggerai in una delle stanze dell'appartamento di mio figlio,
in giornata dovrebbe essere pronta, dato che avevo ordinato due giorni fa
di arredarla.- terminò.
Simyf annuì, ormai consapevole che non aveva via di scampo, e capì a cosa era dovuto quel ritardo.
Seguì il principe evitando lo sguardo degli elfi che
incrociavano sulla loro strada. Pensò insistentemente
alle sue parole: egli voleva conoscere ciò che era successo dopo
il loro esilio e la cultura degli abitanti del Mondo Emerso, ma
perché? A cosa gli serviva? Non riusciva a darsi delle risposte perché lo trovava alquanto strano.
Nel frattempo giunsero a destinazione ed entrarono in una sala ampia
illuminata dalla luce che filtrava da grandi finestre coperte da
candide tende bianche. Il
pavimento in parquet
era quasi interamente coperto da un tappeto antico che, però,
aveva
mantenuto la sua morbidezza e la trama di un bel verde ancora
molto
intenso. Al centro erano posizionati due divani e due poltrone in tessuto
color panna con morbidi cuscini dalle graziose decorazioni floreali e
in mezzo un tavolino in vetro ovale a due ripiani dove vi erano posate dei
fogli. Alla sua destra, all'angolo, c'era una porta e andando verso le finestre c'era una
libreria molto fornita in legno e più in là un camino in pietra che dava una tinta
rossa in quell'ambiente prevalentemente in marrone e colori tenui. Uno
scrittoio in legno scuro pieno di penne, inchiostri e
pergamene varie
era posizionato vicino alla finestra. Vicino alle tende c'erano un tavolo coperto da un telo bianco e due
sedie imbottite. A sinistra c'era una credenza anch'essa in vetro
contenente varie cose, tra cui bicchieri,
bottiglie con diversi alcolici, vini e liquori con accanto un mobiletto (bar, gli elfi si sono evoluti e vanno al bar! xD
/ndA). Affianco alla credenza c'era un cristalliere con al suo interno
vasi, porcellane e altri oggetti da collezione. C'era un'altra porta tra il cristalliere e il muro e in giro mobiletti e
comodini erano sparsi qua e là, alcuni serviti per tenere
candele e oggetti casalinghi. Le pareti erano ricoperti da carta da
parati azzurro tenue con delle decorazioni in verde e indaco e con qualche quadro raffigurante dei paesaggi mentre il
soffitto era alto e raffigurante il cielo sereno con al centro un lampadario in cristallo.
Ad essere sincera, si aspettava un arredamento molto diverso, era tutto
molto... Semplice, non troppo eccessivo e si sentiva a suo agio. Per
non parlare del fatto che le piaceva molto!
Il principe si
accomodò e le fece segno di imitarlo. Ubbidì e si sedette
rigida e nervosa, le sembrava una situazione... Stramba, irreale,
assurda! La sua agitazione venne calmata un poco dalla morbidezza del divano su
cui era seduta che in qualche modo la tranquillizzava.
-Allora... Simyf, giusto?- iniziò e l'umana annuì.
-Come ti abbiamo già anticipato io e mio padre, dovrai parlarmi di cultura
e di storia dei vari popoli del Mondo Emerso, ma non sempre. A volte mi
terrai compagnia chiacchierando di libri o altro, anche per conoscerci
meglio. Non ti limiterò nella tua stanza, spesso ti
porterò in biblioteca e se ti comporterai bene, potrei portarti
da qualche altra parte per qualche attività diversa...- spiegò
mentre pensava a cos'altro potessero fare insieme.
La ragazza lo guardò curiosa: voleva sapere cosa sarebbe successo nel caso in cui si fosse dimostrata accondiscendente.
-Forse potremmo pure andare in spiaggia una volta, ma non è il
periodo giusto: ora il mare è molto agitato ed è molto
pericoloso avvicinarsi.- si voltò a guardarla.
Notò i suoi occhi carichi di aspettativa e gioia sostituiti da
un velo di delusione. Lei abbassò lo sguardo per non fargli
vedere, inutilmente, il suo cambiamento d'umore. Voleva andarci subito,
ma si rese conto che doveva guadagnarsi la fiducia del principe per
avere quella possibilità e di impegnarsi, quindi doveva
assolutamente obbedire all'elfo, anche se controvoglia.
-Ora alzati.- ordinò.
Simyf lo fissò di scatto e dopo qualche secondo di
tentennamento, ubbidì incerta. Il ragazzo abbandonò il
divano e iniziò a studiarla camminando attorno a lei che si
stava torturando le dita.
-Cosa state facendo?- chiese a disagio.
-Le guardie che ti avevano portato da mio padre, ci hanno riferito che
non portavi nulla con te. Ti ordinerò dei vestiti perché
penso che rimarrai qui a lungo. Non puoi di certo vestirti con quelli.-
disse indicando i suoi abiti un po' mal ridotti.
-Stavo solo controllando grossomodo le tue misure.- rispose infine.
L'umana annuì più rilassata di prima, ma subito dopo si
irrigidì sentendo l'elfo imprecare. Si domandò cos'avesse
fatto di sbagliato da farlo reagire in quel modo.
-La pianti di annuire? La bocca per parlare ce l'hai, usala che la testa serve ad altro.- la riprese infastidito.
-V-va bene, principe...- acconsentì debolmente e l'elfo la guardò stupito.
-Mi hai chiamato principe?-
-Ho fatto male?- si allarmò all'istante temendo una punizione a causa di quella parola che le era sfuggito.
-No, no, va benissimo, ma se siamo soli puoi evitare di ripetere sempre
quella parola.- concesse tranquillamente e lei sorrise ormai calma e a
suo agio.
-Ora andiamo in biblioteca. Gli arredatori arriveranno fra un po' e
dopo chiamerò il sarto.- si alzò e si diresse verso la
porta, ma prima di abbassare la maniglia, Simyf lo fermò.
-Posso farvi un'ultima domanda?- chiese e l'elfo glielo permise.
-Perché devo alloggiare nelle vostre stanze? Non ci sono altre camere dove posso dormire?-
-Tu servirai solo me e, dato che sei un'umana, è meglio tenerti
sotto controllo non solo perché alcuni miei simili sospettano di
te, ma anche per evitare che tentino di ucciderti, fatto che non voglio
che accada perché ho bisogno di te per imparare molte cose.
Quando
parteciperò a delle riunioni o dovrò allontanarmi dal
castello, momenti in cui non è necessaria la tua presenza,
rimarrai qui dentro chiusa a chiave e potrò solo io aprire la
porta, così nessuno riuscirà ad entrare per tentare alla
tua vita e non potrai scappare. Non provare nemmeno a fuggire
dalle finestre perché è inutile, te lo dico per
esperienza personale. Il pasto ce lo serviranno insieme, ma solo per
questa
volta mangeremo assieme a mio padre tra un'ora per il fatto che il
mio appartamento non sarà disponibile per un po' e...- si
guardò intorno per controllare se si fosse dimenticato qualcosa.
-E quando sarai sola, potrai mangiare qualcosa che c'è nella
dispensa, ma non svuotarmelo!- l'avvisò con tono minaccioso.
-Ho capito.- affermò.
-E sta tranquilla, non ti avveleneranno, sei sotto la mia protezione e se
qualcuno ci provasse, sarà punito. Comunque tutti dovrebbero
saperlo, quindi non c'è problema.- le riferì e
aprì la porta.
La ragazza lo seguì evitando di nuovo gli sguardi degli elfi che
incontravano lungo i corridoi. Strada facendo, si fermarono quando un
elfo parlò con il principe per poi congedarsi. Simyf seppe poco
dopo che si trattava del sarto, dato che lui glielo aveva detto.
Arrivarono a destinazione ed entrarono. Gli elfi presenti, i quali
erano quasi tutti maghi considerando il loro vestiario, si voltarono
verso di loro. Si inchinarono in presenza del principe, ma a Simyf non
sfuggirono gli sguardi che le lanciarono. Mentre camminavano tra gli
scaffali, l'umana si stupì di quella grande quantità di
libri e pergamene antiche. Si fermarono ad un tavolo dove non c'era
nessun'altro nei dintorni e l'elfo le disse di sedersi mentre prese un paio di
pergamene per poi accomodarsi di fronte a lei.
-Allora.. Questa è una mappa dell'Erak Maar di come era quando
era abitata dagli elfi.- srotolò le pergamene e gliele
mostrò.
-Erak Maar?-
-E' così che chiamiamo il mondo da cui provieni.- le spiegò.
Lei le guardò e notò che sulla prima c'erano delle
annotazioni in elfico che non capiva molto un po' ovunque mentre sulla
seconda non era stato scritto nulla.
-Conosci l'elfico?- chiese e la ragazza negò.
-Nessuno lo parla più da voi?-
-Gli unici che lo studiano sono i maghi e forse anche i sacerdoti,
anche se è un elfico differente. Alcuni decenni fa c'erano i
mezzelfi che parlavano in modo ancora più diverso, solo che
ormai si sono estinti ed è scomparsa anche la loro lingua.-
rispose e l'elfo annuì pensieroso per poi sospirare.
-Quindi non sai nemmeno leggerlo...- constatò ignaro della verità.
-No.- confermò con un tono quasi dispiaciuto.
Meglio farsi passare per una ragazza sottoposta ad una scarsa
istruzione, altrimenti sarebbe stata scambiata per una spia e lei non
lo era assolutamente! Per non parlare del fatto che, se sospettassero
di lei e la sorvegliassero per poi trovare qualche indizio, potrebbero
interrogarla e torturarla e non ci teneva affatto a ciò. (Elfi,
ascoltatemi, è una spiaaa!!! Torturatelaaa!!! /ndAster)(Ma stai
zitto razza di impiccione e bugiardo!!! Tu non centri NIENTE QUI!!!
/ndA)(Io centro SEMPRE! ù.ù /ndAster)(Continua e cancello
questi commenti! *minacciosa(è pur sempre una scrittrice e
può fare tutto!)* /ndA)(Ok, smetto! O.O /ndAster)(Bravo! u.u
/ndA)
-Capisco... Allora te lo insegnerò, ti va?- le propose stupendola.
Simyf rimase a bocca aperta e sbatté più volte gli occhi
tanto era lo stupore: non avrebbe mai creduto che fosse così
bendisposto nei suoi confronti al punto di offrirsi personalmente a
istruirla.
-Ma non è giusto! Io dovrei parlarvi delle terre da cui provengo
mentre voi mi assicurate la mia sopravvivenza, un alloggio e la mia
incolumità. Fate già molto per me, ma se mi insegnate
l'elfico è troppo! Dopo... Dopo cosa dovrei fare per pareggiare
i conti? Non è equo...- sbottò per poi affievolire pian
piano la voce fino ad un sussurro.
Rimasero in silenzio. Simyf aveva abbassato la testa e aveva iniziato a
torturarsi le mani e il labbro inferiore dal nervoso e dalla
consapevolezza che aveva osato troppo e il fatto che il principe stesse
zitto non l'aiutava a darsi una calmata. Per niente!
Intanto lui la osservava e rifletteva alle sue parole: era vero che
stava facendo già abbastanza per lei e aveva intenzione di fare
altro, non gli dispiaceva affatto, ma a quanto pareva l'umana non era
d'accordo. Pensò infine che fosse il caso di rimediare in
qualche modo anche se non sapeva bene come.
-Va bene, mi farò venire in mente qualcosa...- l'accontentò e vide sul suo viso sorpresa e imbarazzo.
-V-vi ringrazio...- mormorò evitando di guardarlo e facendo inconsapevolmente divertire l'elfo.
-Bene, che ne diresti di iniziare con un po' di geografia?? Scrivi i
nomi dei vari luoghi che ricordi qui.- allungò la pergamena
senza scritte.
-Poi le confronteremo e saprò cosa è cambiato.-
La ragazza annuì e cominciò a scrivere tutto quello che
sapeva. Aveva un'ottima memoria, perciò non era difficile
appuntare tutto. Finì presto e glielo mostrò. Dialogarono
a lungo finché non giunse l'ora di pranzo e uscirono dalla
biblioteca.
-Principe...- lo chiamò dopo un po' di tempo nel corridoio.
-Dimmi.- concesse e si voltò a guardarla.
-Ecco... Io non sono solita a pranzare con persone di alto rango, non
so come comportarmi e credo che il cibo sia diverso...- si
confidò sinceramente preoccupata.
-Beh, immagino che non sia facile per te questo cambiamento, ma spero
che ti abituerai presto. Per ora stai zitta se non quando verrai
interpellata da mio padre e osserva come mi comporto. Capirai in fretta
e sta tranquilla.-
-Va bene, grazie.- gli sorrise grata di quel che stava facendo e venne ricambiata.
Sperò con tutto il cuore che l'elfo non avesse cattive
intenzioni con lei, si stava rivelando molto gentile e voleva andarci
d'accordo. Sperò che non stesse fingendo per poi voltarle le
spalle. Sperò che non la ingannasse, in quel momento era l'unico
di cui forse poteva fidarsi. L'unico che forse l'avrebbe ascoltata e aiutata tra tutti quegli
elfi che la disprezzavano. L'unico che forse le sarebbe stato vicino in quel
luogo estraneo a lei e in quel momento sola.
Angolo autrice(ritardataria):
Ciao!!! Come va?
Sì, sì, lo so benissimo che sono in ritardissimooooooo!!!!!!!! Chiedo umilmente perdono!!!!!!
Spero che questo capitolo sia
sufficiente, visto che c'è stata una svolta importante in
questa storia un po' a rilento.
Finalmente Simyf è arrivata alla città elfica e vi
rimarrà parecchio, ha conosciuto il principe e capiteranno
parecchie cose che non elencherò qui, ma che scoprirete in
seguito. ^_^
Vi dico solo che nel prossimo capitolo ci sarà un nuovo
personaggio che aiuterà molto la nostra protagonista. E basta!
Spero vi sia piaciuto il capitolo tra cui lo sclero con Aster! XD Quanto mi è mancato sclerare così!
Aster: Sì, sì, sclera, ma io voglio apparire di più!!! >.<
Io: *sta per cliccare il tasto per cancellare la frase di Aster*
Aster: NOOOO!!! Farò il bravo, giuro, ma non cancellare! ç.ç
Io: Ecco, bravo! Così mi piaci. ^^
Aster: O/////O
Io: ?
Aster: Emh... Niente, finisci di scrivere.
Io: Ok.
Se ho commesso qualche errore in giro, ditemelo che correggo! >.<
Per il resto ringrazio chi segue e legge questa storia, GRAZIE!!!
Spero che mi lasciate un commentino e di aggiornare presto la prossima volta! xD
Alla prossima! :)
Bacioni! X^
Ciao! ^-^
P.S. Spero di riuscire ad aggiornare in fretta anche le mie altre storie su cui sto lavorando!!! >.<
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=691619
|