Avere un posto nel cuore di qualcuno significa non essere mai soli

di Fra_Bored
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sola ***
Capitolo 2: *** Novità, sinonimo di disastro? ***
Capitolo 3: *** Nascondiglio Segreto ***
Capitolo 4: *** I Battiti del Cuore ***
Capitolo 5: *** Doccia Fredda ***
Capitolo 6: *** Guai ***
Capitolo 7: *** Sogni Strani ***
Capitolo 8: *** Non è sempre oro ciò che luccica ***
Capitolo 9: *** Proposte ed Emozioni ***
Capitolo 10: *** Un bacio ***
Capitolo 11: *** Strane intenzioni ***
Capitolo 12: *** Protetta, ma da chi? ***
Capitolo 13: *** Angelo Nero ***
Capitolo 14: *** Il Natale più Bello, prima parte ***
Capitolo 15: *** Il Natale più Bello, seconda parte ***



Capitolo 1
*** Sola ***



- Avere un posto nel cuore di qualcuno significa non essere mai soli -






Salve a tutti, c'è chi mi conosce già per l'altra Fanfiction, chi invece non ha mai visto il mio nome.
Per questo premetto subito che sono in quinta e tra pochi mesi ho la maturità. Mi scuso anticipatamente se non continuerò questa storia in modo regolare.
Non volevo cominciarla ma la voglia era troppa, penso di fare una Fanfiction non molto lunga in modo da non perderci troppo tempo.
La storia la ho già in testa, ditemi voi se continuare o lasciar perdere. Io mi adatterò.
Grazie per l'attenzione, spero vi piaccia.


Fra.




SOLA


Le amicizie non durano per sempre.
Si comincia a perdere i contatti pian piano fino ad arrivare ad un assurdo scambio di saluti ogni Natale e a lettere scritte svogliatamente ad ogni avvenimento considerato speciale.

Sì, chi pensa che tutto duri per sempre si sbaglia di grosso.
Hermione Granger era una di questi; convinta che il magico Trio non si sarebbe mai separato; bene, alla prima stupida occasione si era sfasciato senza lasciare nessuna traccia o ricordo.
Forse definire stupida occasione la sua brutale rottura con Ron non era proprio esatto.
Era stato se possibile una stupidissima e meritata occasione; baciare il proprio ragazzo con l’amaro pensiero di baciare il proprio fratello non è un fattore abbastanza importante per la separazione di una coppia?
Ron evidentemente non la pensava così dato il suo amore spropositato per quella che ormai definiva “una vecchia amica”.
Harry aveva avuto il buon gusto di tenersi fuori da queste faccende precisando che effettivamente erano tutti e tre troppo amici per avere legami amorosi così stretti ma quando Ginny l’aveva lasciato per lo stesso motivo, beh la si era dichiarato definitivamente antifemminista schierandosi perfino contro Hermione.

Inoltre il sogno di lavorare tutti e tre insieme per il resto della vita si era rivelato un fallimento su tutta la linea.
Erano stati (S)fortunatamente assunti tutti al Ministero della Magia, nel reparto Incantesimi: Difesa del Mondo Magico, dove si erano scoperti incapaci di lavorare assieme.
L’enorme tensione accumulata per i sentimenti, i lavori impossibili assegnati al trio e persino lo stupido carattere menefreghista dei ragazzi avevano fatto impazzire Hermione tanto da lasciare quello squallido lavoro.
Aveva cercato un altro impiego, poi rassegnata e sotto implorazione della sua unica amica Ginny, aveva accettato di tornare a frequentare Hogwars per poter avere finalmente il suo dannato M.A.G.O. che sognava da tutta la vita.
La preside aveva subito acconsentito a riammettere la studentessa più brillante della scuola, la guardava con le stelle negli occhi e un grande sorriso sul volto convinta delle sue strepitose capacità.
Hermione non era dello stesso avviso; in quel periodo aveva perso tutto, aveva perso persino la sua voglia di studiare ma chissà, forse ritornare in quel posto che una volta lei definiva “casa” l’avrebbe aiutata a superare tutte le sue preoccupazioni.

Ed ora era la, di nuovo davanti alle porte di Hogwarts che guardava tristemente i suoi compagni di casa, tutti più piccoli di lei; si sentiva una specie di ragazza ripetente oltre al fatto che tutti la squadravano commentando con “lei è Hermione Grenger, l’amica di Potter e Weasley”.

Sì, lei era SOLO l’amica di Potter e Weasley, lo era sempre stata.

Nonostante avesse partecipato a più battaglie da sola era sempre stata classificata come la più debole del gruppo, come la saccente secchiona, la donna della squadra.

Si portò la mano alla tempia per cancellare quegli stupidi pensieri che sembravano rimbalzassero da una parte all’altra nella sua testa.
Ginny, la sua ormai unica si avvicinò alla ragazza e le prese la mano.
“Forza Hermione, questo è il tuo anno” disse sorridendo.

Ginny, che si poteva dire di lei?
Era una di quelle amiche con cui non vorresti mai legarti definitivamente; pensava spesso solo se stessa, non si preoccupava di cose importanti se non dei suoi trucchi o dei vestiti nuovi.
Il suo Hobby preferito era cacciare ragazzi ma se lo poteva permettere benissimo dato il suo viso angelico.
Hermione si era sempre sentita abbastanza bruttina vicino a lei; espansiva e solare faceva risaltare il lato da bibliotecaria spenta che rappresentava l’immagine di Hermione.
Eppure ora non ne poteva fare a meno, era rimasta sola e sapere che Ginny c’era la faceva in qualche modo sentire meglio.
Forse perchè quando cominciava a parlare di moda con quella sua vocina leggermente fastidiosa le faceva dimenticare gran parte delle sue preoccupazioni.
Sì forse da questo lato sembrava avere qualche pregio.
Nonostante questo il motivo più importante Hermione lo sapeva bene: aveva paura, paura di stare sola.
Sì, quello sì e di sicuro avrebbe fatto di tutto per non perdere definitivamente i suoi amici, anche stare con la sorella del sue ex fidanzato.

Ginny le strinse la mano talmente forte da farle male.
“Hermione, guarda un po’ chi ha deciso di tornare a Hogwarts?!”
Lei si girò annoiata per capire chi era questa persona tanto importante da distrarla dai suoi pensieri e tra i vari studenti notò lui, un certo biondino, viziato e arrogante.
Non poteva essere, cosa ci faceva la? Perchè Draco Malfoy era tornato ad Hogwarts?
Hermione si portò le mani sugli occhi sussurrando imprecazioni ad ogni mago famoso

Quell’anno sarebbe stato sicuramente un disastro.


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Capitolo 2
*** Novità, sinonimo di disastro? ***



Novità, sinonimo di disastro?


Fortunatamente Hermione aveva scoperto che non era la sola ripetente quell’anno, oltre a Malfoy ovviamente; infatti durante i primi giorni si era imbattuta in molte persone già conosciute o viste durante le lezioni negli anni precedenti.
Questo le aveva portato un certo senso di serenità durato ben poco dato che il bel Furetto, notata la presenza della sua amata nemica, si era ripromesso di rovinargli definitivamente ogni momento di completo relax.
Precisamente Draco si era convinto di poterle rovinare la vita molto meglio ora che il Magico Trio si era sciolto e lei era un bersaglio ancor più facile.

La incontrava per i corridoi e la sfotteva ancor più pensantemente di come ci si poteva aspettare, la metteva in ridicolo davanti a quelli che sarebbero dovuti diventare i suoi nuovi amici, le faceva fare cose impensabili come rovesciarla letteralmente da capo a piedi lasciandola penzolante in aria, svuotarle la borsa prendendo tutto ciò che era imbarazzante per mostrarlo il giorno dopo in Sala Grande, si era persino permesso di rubarle alcuni libri che lui sosteneva di aver smarrito per sbaglio trovandoli il giorno dopo in qualche pozza di fango.

Lo odiava, lo odiava dal profondo del cuore.

Ovviamente Hermione non si lasciava maltrattare senza far niente.
L’ultima volta gli aveva completamente bruciato i capelli e tolto le sopracciglia nella maniera più dolorosa che c’era, la volta prima l’aveva persino scaraventato fuori da una finestra; peccato fossero al primo piano.

Ginny sosteneva che lei esagerasse.
Stranamente quell’anno sembrava trovare vagamente simpatico il biondino, infatti ogni volta che lui prendeva di mira Hemione lei se ne stava la a guardarlo come se fosse un dio; quando lui le rivolse un piccolo accenno di sorriso (ghigno) lei quasi morì.

Più o meno le cose si chiarirono quella sera: Hermione se ne stava comoda in biblioteca a studiare quando il suo incubo entrò nella stanza, inizialmente non l’aveva notata, poi con un grande ghigno s’era diretto verso di lei.
Si trovarono faccia a faccia, uno di fronte all’altro, entrambi con la bacchetta alzata.
Malfoy la guardava dall’alto al basso come a sottolineare la propria superiorità, negli occhi il disprezzo.
Hermione rideva silenziosamente, squadrandolo e cercando di mostrare una calma totale, perchè lui era solo una piccola scocciatura, come una stupida mosca che puoi schiacciare con un semplice libro.
Si guardarono negli occhi per secondi che parvero interminabili, poi quando stavano per cominciare la loro battaglia qualcuno li interruppe.

“Oh, ciao Malfoy”
Draco si girò verso la porta squadrando la piccola Weasley mentre Hermione spalancò leggermente la bocca.

Che diavolo le era successo?

Indossava una minigonna che di gonna non aveva proprio niente, sembrava più un fazzoletto allacciato attorno alla vita, indossava una canottiera leggera che le evidenziava i seni prosperosi scoprendole le spalle mentre il suo viso si tingeva di un rosso simile ai suoi capelli, leggermente spettinati.
Anche Malfoy sembrò accorgersi della sensualità della ragazza, infatti abbandonò la sua posizioni di attacco per girarsi completamente verso di lei, dando le spalle ad Hermione.
“Che vuoi, Weasley?”
Ginny si avvicinò sfiorandogli il braccio.
“Volevo chiederti se potevi aiutarmi con il tema sui Lupi Mannari” sussurrò la rossa facendogli un occhiolino provocante.
Ci fu un attimo di silenzio poi lui acconsentì.
Uscirono insieme dalla biblioteca, Ginny si girò verso Hermione e le sorrise rapida prima di sparire dietro la porta.

Hermione solo allora si riprese dalla sua posizione di attacco.
Sbalordita tornò a sedersi.

Era stata ignorata.

La rabbia cominciò ad impadronirsi di lei, era stata completamente ignorata.
Poi qualcosa la investì in pieno.

Ginny e Malfoy?
Quindi a Ginny piaceva Malfoy?
Ed evidentemente anche a lui lei faceva un certo effetto dato che aveva accettato la sua proposta.

Inspiegabilmente si sentì vuota.

Cosa sarebbe cambiato?

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Capitolo 3
*** Nascondiglio Segreto ***



NASCONDIGLIO SEGRETO


Quella sera Ginny non era tornata e non si era nemmeno fatta vedere per tutta la mattina successiva.
Hermione l’aveva cercata all’interno del dormitorio, in Sala Grande, nei giardini ma non c’era.

Si era ritrovata improvvisamente sola, nuovamente sola.

Considerare Ginny solo come un passatempo per evitare i suoi problemi era stata davvero una carognata da parte sua, lo sapeva bene e ora il destino la stava punendo.
L’angoscia si era impadronita di lei, voleva sapere che avevano fatto quei due, voleva una spiegazione dalla sua amica, voleva arrabbiarsi perchè l’aveva lasciata sola.
In fondo aveva solo paura di poter perdere anche lei.


Quel pomeriggio Hermione era davvero depressa, non riusciva nemmeno a stare attenta durante la lezione, i suoi pensieri vagavano per la sua testa chiedendosi cosa avesse di così sbagliato; perchè non aveva un amico? Un ragazzo? Perchè era sempre sola?
Non riusciva a trovare risposte, non riusciva a capire cosa era cambiato; gli anni precedenti era una ragazza solare e simpatica, ora era solo un’automa.

Uscì dall’aula di pozioni sovrappensiero andando ad urtare qualcuno, alzò la testa per scusarsi quando notò che la persona in questione era proprio Draco Malfoy.
Il suo cervello cominciò meccanicamente a ragionare.
Sicuramente si sarebbe messo ad insultarla, come al solito, finendo persino a lottare contro di lei, come al solito.

Un lampo le attraversò il cervello.

Era quello che voleva, stranamente si rese conto che non stava aspettando altro! Essere ignorata la faceva stare male, preferiva combattere, scambiarsi battutine odiose, avere a volte anche un contatto fisico con lui, un ragazzo. Anche se in questo caso si trattava più di sferrargli qualche pugno, ma era pur sempre qualcosa.
Così lanciò uno sguardo di sfida al biondino, pronta per lasciar volar via i suoi pensieri, pronta per una battaglia con lui. Avrebbe dato il meglio di se.

Niente.

Lui la sorpassò lasciandola in mezzo al corridoio spiazzata.
Non una frase, non un insulto, nulla. Semplicemente l’aveva evitata con gli occhi e aveva continuato la sua strada, come se lei fosse aria, anzi peggio dell’aria.
Come se non fosse nessuno.

Ora era definitivamente incazzata.
“Malfoy!”
Lui si girò a guardarla annoiato, sospirò.
“Non ho tempo da perdere con te, Mezzosangue”

Nient’altro.
Hermione Granger rimase la in mezzo al corridoio, il viso rosso dalla rabbia, gli occhi velati di lacrime, ansimava con la bacchetta stretta in mano.
Emanava odio, odio verso quel dannato biondino.
Si rese conto che non l’aveva mai odiato, MAI come in quel momento.

*

Il giorno seguente il mondo le crollò completamente addosso.
Vide Ginny e Malfoy vicino al Lago Nero, seduti a qualche passo dall’albero dove solitamente Hermione studiava e dove si stava recando in quel momento.
Lui con una dolcezza che la Grifona non aveva mai visto, le aveva sfiorato la guancia con un tenero bacio.
Ginny in risposta si era avvicinata a lui sorridendogli.
Non era possibile tutto questo, Hermione scappò via.

Ora che Malfoy era nella vita di Ginny lei non avrebbe più avuto bisogno di lei.
Ora che Ginny era nella vita di Malfoy lui non avrebbe più lottato con lei.
Ora che quei due si erano trovati, lei era completamente sola.


Arrivò fino alla Foresta Proibita e ancora scossa per quello che era successo si insinuò in essa.
Era pericoloso ma lei non aveva paura, troppo arrabbiata, troppo depressa, troppo stanca.
Se qualcuno l’avesse aggredita in quel posto lei ne sarebbe stata solo felice.
Vagò per qualche finchè, senza accorgersene si ritrovò vicino ad una grande quercia in una piccola radura, il sole risplendeva rendendo il prato di un verde meraviglioso, il vento muoveva le foglie producendo un dolce suono rilassante, sembrava un paradiso.
Hermione si avvicinò alla quercia posando una mano su un tronco.
Un enorme senso di leggerezza e tranquillità entrò in lei.
Si asciugò lenta le lacrime che erano scese durante la sua corsa e semplicemente sorrise.

Quello sarebbe stato il suo nascondiglio segreto.


Note D'Autore
: Se vi fa schifo questa storia potete anche dirmelo è xD Non mi arrabbio mica u.u
Volevo precisare che qui Hermione è abbastanza...pesante, dato che continua a deprimersi ma presto cambierà tranquilli :D

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Capitolo 4
*** I Battiti del Cuore ***



I BATTITI DEL CUORE


Quando Ginny, quel giorno, si avvicinò ad Hermione lei stava studiando nella sua solita biblioteca; notò la presenza della ragazza ma evitò di far notare il suo interesse.
La rossa tossì rumorosamente ed in questo modo Hermione si dovette girare verso di lei per sentire cosa voleva.
Quando spostò lo sguardo sulla ragazza, con suo profondo disgusto, notò che insieme a lei, mano nella mano, c’era anche Malfoy.
Lui la squadrava annoiato mentre cercava di togliere la mano da quella di Ginny, quasi se ne vergognasse.
Quando notò che Hermione fissava saccente quell’unione, fece finta di dover andare alla finestra per staccarsi definitivamente da lei.
Hermione guardò sarcastica la scena trattenendosi dal ridere.
 
“Hermione, io e Draco stiamo insieme”

Quella voce stridula ruppe il silenzio con forza, non era solo la voce in se che rendeva quella frase strana.

Draco.

Da quando in qua lo chiamava Draco?
“Mi fa piacere” rispose la Grifona scettica.
“Si io e il mio cucciolo staremo sempre insieme”

No quello era davvero troppo, Hermione scoppiò a ridere e quasi cadde dalla sedia.
“Scusa? Il tuo cosa?”
Non riusciva a respirare e dovette asciugarsi più volte le corpose lacrime che scendevano dagli occhi per le risate.
Hermione guardò la strana coppia ridendo, Draco la stava fulminando con gli occhi.
Finalmente la notava quindi decise di continuare il gioco.
“Chissà che bei figli avrete! CUCCIOLO, tuo padre è daccordo?” rise di nuovo rivolgendosi a Draco.
“Almeno lei non è una Mezzosangue”

Silenzio.


Hermione smise di ridere guardandolo negli occhi, l’aria si era fatta pesante, la tensione era alle stelle.
La Grifona si alzò trovandosi faccia a faccia con lui.
Tra i loro occhi si crearono delle scintille.
Era ora di divertirsi un po', era ora di una bella lotta.

Quanto tempo.

Strinse la bacchetta nella tasca della divisa e vide lui fare lo stesso.

Finalmente.

Insieme si lanciarono una fattura evitandola senza problemi, Ginny cercò di mettersi in mezzo per fermarli ma non ci riuscì, urlò un paio di volte per attirare l’attenzione senza risultati quindi optò per correre a chiamare un insegnante.

Erano rimasti soli.
Volavano incantesimi ovunque.
Erano rimasti soli.

Hermione cominciò a sentire nel petto una sensazione nuova, coraggio, rivincita, si sentiva completa e stranamente euforica.
Rise e notò che anche Malfoy stava ghignando.
“Ridi Mezzosangue? Nonostante la tua sconfitta sia alle porte? Complimenti” detto questo con un’abile mossa le tolse la bacchetta di mano.
Il sorriso di Hermione si spense.
“Così va meglio” ghignò lui avvicinandosi.
La prese per il collo e la sbatté contro il muro soffocandola.
Il biondino si strinse ancor più su di lei forzando la morsa attorno al suo collo.
Hermione cominciò a sentirsi senza fiato, le sue braccia caddero lungo il corpo inermi.
“Hai peso Mezzosangue!”

No, non era ancora finita.


In un secondo riusci ad alzare la gamba, dando una ginocchiata allo stomaco di Malfoy  che si accasciò a terra tirandosi Hermione addosso.
La ragazza cercò immediatamente di alzarsi con scarso risultato dato che le braccia del ragazzo la stringevano a se.
Cercò allora di riprendere fiato notando che, sotto di lei, lui stava facendo la stessa cosa.
I loro respiri si alternavano velocemente e Hermione cercò di capire se il suo nemico avesse preso i sensi dato che non si muoveva più.
Prese coraggio e alzò di poco la testa per trovarsi ad osservare due lastre di ghiaccio.

I suoi occhi.

Erano a pochi centimetri di distanza e nessuno dei due dava il minimo accenno a staccarsi.
Il cuore di Hermione perse un battito quando vide gli occhi del biondino soffermarsi sulle sue labbra, per poi tornare a fondersi con i suoi.

Che voleva fare?

Non c’era nessun ghigno sulle sue labbra, era estremamente e paurosamente serio.
Hermione era ancora sopra di lui quando Ginny, assieme alla Preside entrarono in biblioteca urlando, ma per fortuna con un veloce colpo di reni riuscì a spostarsi di lato.
Signor Malfoy, signorina Granger non tollero questo comportamento! 50 punti tolti ad entrambi e domani vi voglio nel mio ufficio, siamo tutti stanchi delle vostre piccole e insulse battaglia ed ora forza, tornate nella vostra Sala Comune.”
Draco si alzò rapido e senza dire niente abbandonò la stanza seguito dalla rossa preoccupata.
“Signorina Granger, mi aspettavo più maturità da parte sua” disse veloce la McGranit prima di lasciare la biblioteca.
Hermione rimase nuovamente sola nella stanza confusa per tutto quello che era successo.

Non aveva per niente sentito quello che la sua amata Preside le aveva detto, troppo persa nei propri pensieri.
Si portò una mano sul petto sentendo ancora i battiti forti ed accelerati del suo cuore contro il palmo.

Che diavolo era successo?!


Note D'Autore: Salve a tuttiii, allora che mi dite? Ho esagerato? Troppo cattiva? Buahahahahahahaha Che sarebbe successo se Ginny non fosse entrata? Ditemi voi :D
CIAOOO x3

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Capitolo 5
*** Doccia Fredda ***



DOCCIA FREDDA


Hermione non aveva dormito per tutto la notte, principalmente perchè il suo pensiero non si staccava dal ricordo di quel pomeriggio oltre al fatto che si sentiva parzialmente in colpa verso la sua amica.
Pensava li avesse visti abbracciati e aveva paura della sua reazione.
Ma quando Ginny, quella sera tornò nella Sala Comune aveva un gran sorriso sulle labbra, il reggiseno in mano e i capelli legati malamente in un'orrenda coda.
Quando le passò vicino riuscì solo a sussurrarle quanto fosse felice e quanto il suo Draco fosse dolce, prima di sparire nel suo dormitorio.
Hermione sbuffò pensando a tutto quello che poteva essere successo quella sera tra loro, pensò che si era preoccupata per niente poi chiuse di colpo il libro che stava leggendo come a spazzar via i suoi pensieri.

Il pomeriggio successivo si recò nell’ufficio della McGranitt leggermente emozionata, non perchè fosse la prima punizione della sua vita bensì perchè aveva una certa soggezzione ad incontrare il biondino che, evidentemente non sembrava avere lo stesso problema.
Quando si incontrarono fuori dalla porta lui le rivolse solamente un cenno di disprezzo poi, quasi fosse aria la sorpassò per entrare nell’ufficio.

La McGranitt non fu buona con loro, li costrinse ad una punizione esemplare, troppo severa secondo Hermione la quale riuscì perfino a dubitare (per un solo istante) che quella non fosse la sua amata Preside bensì Voldemort in carne e ossa.
Avrebbero dovuto pulire ogni singolo centimetro della biblioteca, ogni singolo libro curando i particolari di ogni pagina, ovviamente in orari diversi per non creare altri danni alla scuola per un loro eventuale scontro.
Hermione fu inoltre costretta ad un’ulteriore punizione: pulire gli spogliatoi del campo da Quiddich, cosa che lasciò parecchio sorpresa la ragazza.

“Ma perchè a me questo e a lui nulla?” protestò la Grifona con il broncio.
“Perchè da lei mi aspettavo una discreta maturità, signorina Granger” rispose serena la Preside.
“Non è giusto” sussurrò.
Quando vide Malfoy farle la linguaccia andò su tutte le furie.
“Le giuro che se questa sottospecie di uomo rimane in questa stanza un secondo di più lo schianto. Pulirò tutto il castello se necessario ma almeno mi toglierò un grande fastidio”.
Hermione fulminò con lo sguardo il ragazzo che si mise a ridere sguaiatamente.
“Bene, allora vi dividerete i compiti, Signor Malfoy lei pulirà la biblioteca, Signorina Granger gli spogliatoi. Nessun favoritismo; convengo che almeno su questo non avrà da ribattere. Verrò personalmente io a controllare e questa è la mia ultima parola, avete capito?”
“Perfettamente” sussurrò Hermione disperata massaggiandosi la tempia; peggio di così non sarebbe potuta andare. Almeno in biblioteca avrebbe potuto leggere i suoi amati libri.
Anche Draco sbuffò prima di alzarsi e andarsene dall’ufficio.
“Arrivederci” disse cortesemente la Grifona prima di seguire il suo nemico.

“Lagnosa”
“Stronzo”

Furono le uniche cose che dissero prima di voltarsi ed andarsene ognuno per la propria strada.

Hermione decise di dedicarsi alla sua punizione sabato pomeriggio, dopo aver ripassato per bene tutto il programma di Antiche Rune.
Non ne aveva per niente voglia ma, data la giornata uggiosa sperava che nessuno si sarebbe presentato nel campo da Quiddich quel pomeriggio e quindi lei avrebbe potuto lavorare in pace.

Iniziò a pulire con grande foga trovandosi presto nelle docce, la parte peggiore.
Gli uomini in fatto di pulizia erano davvero negati; Hermione trovò persino un paio di boxer per terra: ma come potevano le persone dimenticarsi di indossare le mutande?
Quel fatto la fece sorridere per alcuni istanti: sbadati, gli uomini erano incredibilmente sbadati.

Stava sistemando in qualche modo l’ultima doccia della fila la quale perdeva acqua di tanto in tanto, nascosta dietro un muro, quando uno sbatter di porte la fece spaventare.
Rimase immobile con il braccio alzato mentre ascoltava preoccupata.
Alcuni ragazzi erano entrati per sedersi pesantemente sulle panche posizionate nel mezzo dello spogliatoio. Ad Hermione si fermò il respiro.

Come sarebbe uscita ora?

Con suo grande rammarico vide che erano tutti Serpeverde e ridevano mentre parlavano del più e del meno.
Hermione decise di rimanere nascosta finchè quelli non se ne fossero andati, non aveva per niente voglia di litigare o di dover usare la magia per scappare; quando però vide che si stavano spogliando si coprì velocemente gli occhi andando ad urtare un pannello usato per dividere le varie docce.
Si strinse il braccio forte al petto trattenendo il respiro, il rumore sordo durò per qualche secondo finchè non regnò il silenzio.

Era stata scoperta.

I cinque Serpeverde si avvicinarono alla doccia curiosi e quando notarono che c’era lei rimasero spiazzati.
Un ragazzo dai capelli neri e gli occhi azzurri si avvicino squadrandola.
“Tu sei la Granger, che ci fai qui? Non sai che è lo spogliatoio maschile questo?”
Hermione era spaventata nonostante fossero tutti più piccoli di lei; cercò di calmarsi, infondo uno contro cinque era sleale persino per un serpeverde.

No?!

“S-si, dovevo pulire questo posto”
Lui inaspettatamente le fece un meraviglioso sorriso.
“Pensavo fossi una guardona”
Hermione abbassò lo sguardo imbarazzata.
Una sensazione di sollievo la investì improvvisamente e con la stessa velocità con cui era venuta se ne andò.
“Divertiamoci” urlò uno dei Serpeverde.

Era un armadio, con una faccia quadrata e gli occhi di un nero intenso. Il suo sorriso era particolarmente sadico e spaventò ulteriormente la ragazza.
Aprì di scatto l’acqua della doccia che la investì in pieno.
Tutti ridevano mentre lei urlava sotto il getto freddo, era completamente inzuppata. Il ragazzo dai capelli neri cercò di aiutarla urlando addosso ai propri compagni ma fu spinto via dal gruppo.

Hermione provò ad alzarsi ma era immobilizzata contro il muro.
Si cercava di coprire meglio che poteva mentre la camicia aderiva al suo corpo, le si doveva vedere il reggiseno dato che tra di loro cominciarono a volare frasi su cosa avrebbero fatto alla ragazza in quel momento.

C’era chi proponeva di denudarla, chi voleva legarla, chi voleva pesantemente molestarla.

Si facevano sempre più vicini stendendo le loro luride mani per toccarla.
Hermione piangeva ma le lacrime sul suo volto si confondevano con la gelida acqua che usciva dalla doccia.
Chiuse gli occhi sconfitta, singhiozzando.

“Che sta succedendo qua?!”

Una voce tuonò e interruppe l’avanzata dei Serpeverde.
Draco Malfoy era appena entrato nello spogliatoio, vicino a lui il ragazzo con i capelli neri.
Quando notò Hermione rimase scioccato, poi tornò a guardare i suoi compagni duramente.
“Vi avevo dato pochi minuti per cambiarvi e ora vi trovo qui a giocare con una Mezzosangue?!” ringhiò addosso ai componenti della squadra che si ammutolirono.
“Andate subito in campo o vi farò sputare sangue” aggiunse con un tono glaciale.
Tutti corsero fuori sotto gli ordini del loro capitano, anche il ragazzo dai capelli neri li seguì lanciando un’ultima occhiata preoccupata ad Hermione.
Sembrò passare un’eternità prima che Malfoy si girasse per guardare la ragazza.

Era raggomitolata in un angolo e si copriva il seno immobile, sembrava totalmente indifesa.

Malfoy si avvicinò e chiuse l’acqua che stava ancora scorrendo.
“Hai intenzione di stare la tutto il giorno?”
Hermione si riscosse e alzò lo sguardo.
Lui era la e le tendeva la mano per aiutarla ad alzarsi, accettò solo per il fatto che era troppo debole per rifiutare.
Continuando a coprirsi venne condotta fuori dalle docce; tremava per il freddo ma non voleva chiedere niente a Malfoy, aveva paura di irritarlo. Aveva già fatto abbastanza, poi, improvvisamente si ritrovò la divisa del biondino addosso.
“Torna nella tua sala comune” disse lui glaciale.
“Gra” cominciò la Grifona senza riuscire a finire la parola dato che lui se ne andò sbattendo la porta.
“Grazie” sussurrò stringendosi nella sua divisa.




Note D'Autore: Salve a tutti, finalmente ho fatto fatto la fatidica interrogazione per cui studiavo da giorni quindi ora sono tutta per voi :)
Vi è piaciuto questo capitolo? Ho esagerato? Ditemi voi perchè ho paura di aver sbagliato qualcosa.
Spero vi piaccia!!

Ho scritto velocemente e senza ricontrollare quindi se ci sono errori vi prego di comunicarmeli così correggerò. Graizie (:

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Capitolo 6
*** Guai ***


GUAI


Quando Hermione tornò nel suo dormitorio era sconvolta ed infreddolita; la Signora Grassa laveva squadrata da capo a piedi dopo aver visto le sue condizioni ma soprattutto dopo aver notato lo stemma verde e argento impresso sulla sua divisa.
Lei non le aveva dato nessuna spiegazione ma, urlando più volte la parola dordine senza badare alle critiche del quadro, era riuscita ad entrare e veloce era corsa nella sua camera.

Se Ginny lavesse vista probabilmente le avrebbe fatto delle domande, domande abbastanza ovvie a cui lei non voleva rispondere.

Si fece una doccia veloce, ancora spaventata dallimmagina di poche ore prima e si accasciò sul letto; solo allora la consapevolezza che, se in quel preciso istante non fosse arrivato Malfoy, le sarebbe toccata una sorte ben peggiore. Si strinse in quella dannata divisa piangendo e rendendosi conto che doveva tutto a quel ragazzo.

Fu interrotta da uno sbatter di porte.
Ginny si fiondò nella sua camera tra le lacrime chiedendo aiuto alla sua amica. Notando che anche Hermione stava piangendo si fermò confusa.
Tesoro, cos’hai?”
Ovviamente la Grifona odiava farsi chiamare in quel modo e sapeva che avrebbe odiato anche tutto il resto della conversazione basata su di lei, ma per mandare via la ragazza si sarebbe dovuta alzare dal letto mostrando la presenza della divisa del Serpeverde, ora seminascosta sotto le coperte.
"Niente Ginny, tranquilla sorrise di rimando la Grifona.
Non mi mentire, sono tua amica
Hermione sbuffò silenziosamente facendo lavorare il suo cervello, aveva bisogno di unidea improvvisa.
Ginny tu non mi vuoi più bene e io sono un potriste

Bugia!

Funzionò perfettamente dato che la rossa rimase a bocca a aperta, leggermente commossa dalle sue parole, poi ridestandosi labbracciò.
Tesoro Hermione chiuse gli occhi infastidita lo sai che noi due saremo amiche per sempre, solo che ora nel mio cuore cè anche Draco
Questa volta la ragazza dagli occhi dora rabbrividì.
Ginny abbassò lo sguardo ferita sedendosi accanto ad Hermione.
Oggi era irritato, intrattabile. Abbiamo litigato Herm, lui non ha voluto che io stessi la a dormire
Inizialmente Hermione provò una certa pena per la ragazza, poi uno strano senso di fastidio la prese da dietro.
Ho paura, lui mi piace così tanto. Sai, è cambiato tantissimo dagli altri anni
La rossa sorrise fiera del suo ragazzo.
Poi dovresti vedere che fisico sussurrò infine leggermente rossa in faccia.
A quelle parole anche Hermione arrossì trovandosi prima imbarazzate per aver pensato al fisico di Malfoy, poi delusa nel sapere che Ginny laveva già visto, molte volte.

Imbarazzo, fastidio, odio, pena, delusione, troppe emozioni tutte in una volta.

Herm, vorrei che voi due andaste daccordo. Così potremmo stare tutti e tre insiemedisse la rossa prendendole le mani.
Certosussurrò Hermione ormai completamente vuota di ogni sentimento.
Ginny labbracciò e corse via contenta, sussurrò qualcosa riguardante domani e se ne andò sbattendo la porta.
Il silenzio e il buio circondarono la ragazza seduta sul letto a baldacchino ancora immersa nei suoi pensieri. Quella conversazione, ma dopotutto, quellintero giorno le avevano completamente stravolto la vita.



Hermione si pentì amaramente di non aver ascoltato la sua amica mentre usciva, troppo presa dai suoi pensieri.
Quel domani appena impercettibile rappresentava la disfatta totale della Grifona. 
Inizialmente non aveva per niente afferrato il significato di ti aspetto al Lago Nero dopo colazione e quello strano occhiolino che la rossa le aveva fatto.
Si era recata, ignara del tutto, allappuntamento, non molto felicemente ma curiosa di sapere che voleva lamica.
Quando si era ritrovata un certo biondino davanti aveva lasciato trasparire la sua meraviglia senza preoccuparsi delle conseguenze.

Chiudi la bocca, Mezzosangue, non sai che potrebbero entrarci le mosche
Lei si era subito riscossa chiudendo la bocca e assumendo unaria annoiata mentre il cuore le batteva a mille.
Erano soli, probabilmente Ginny si era trattenuta a colazione (ogni Weasley era un buon amante del cibo).
Draco era sdraiato sullerba, le braccia sotto la testa e gli occhi chiusi; Hermione se ne stava vicino a lui, in piedi, mentre guardava dalla parte opposta in cerca di una testa rossa.
Mezzosangue, il gatto ti ha mangiato la lingua?” Hermione tornò a posare lo sguardo sul Serpeverde che ora la stava fissando.
Una strana sensazione al basso ventre e un amaro senso di leggera nausea la mandarono in confusione.
Mi sa di si rispose da solo il biondino alzando un sopracciglio.
Lei abbassò lo sguardo, non riusciva a pronunciare una parola, troppo tesa e troppo imbarazzata. Poi, osservando la camicia bianca di Malfoy e come se avesse riacquistato improvvisamente luso della parola gli disse: Ti devo restituire la tua divisa.

Era stata diplomatica, chiara e schietta, nessun balbettio, nessuna interruzione.

Si sentì un pomeglio.
Lui non rispose chiudendo di nuovo gli occhi, passarono altri minuti.
Malfoy, il gatto ti ha mangiato la lingua sussurrò lei divertita.
Il biondino si girò di scatto a guardarla.
Mi stai prendendo in giro, Mezzosangue?!” non laveva detto in tono minaccioso bensì Hermione aveva sentito una strana nota di dolcezza che le aveva sconvolto lo stomaco, prese coraggio e si sedette vicino a lui.
Non ti ho ringraziato
Non devi
rispose lui.
Invece si, se tu non fossi arrivato, probabilmente..” lasciò la frase in sospeso chiudendo gli occhi, un leggero tremito la scosse, quelle sensazioni erano ancora vive nella sua mente.
Sentì un movimento veloce vicino e si trovò il viso di Malfoy a pochi centimetri dal suo, sembrava alterato e nel suo sguardo cera molto odio.
Non lavrei permesso soffiò lui prima di tornare sdraiato.
Per fortuna in quel momento arrivò Ginny che, con la sua voce stridula riuscì a coprire i battiti accelerati e parecchio rumorosi, del cuori di Hermione.


Era stata una lunga e dolorosa agonia, vedere quei due abbracciati per ore intere ma per fortuna Hermione era riuscita a scappare verso la Foresta Proibita.
Solo quando vi fu vicino si ricordò del suo posto magico e decise di insinuarsi nuovamente in essa.
Pessima idea.
Dopo parecchi minuti di perlustrazione capì di essersi persa.

Nonostante poco prima ci fosse un sole molto intenso a farle compagnia, ora solo pochi raggi filtravano tra le foglie degli alberi creando uno scenario buio e inquieto.
Girovagò circospetta cercando qualche traccia delluscita trovandosi più volte a lottare contro piccoli insetti che le davano un certo ribrezzo.
Stava per perdere le speranze quando davanti a se vide una piccola radura illuminata dal sole e correndo la raggiunse.
Ma in quel posto non era sola.
Davanti a lei vi era un specie di ragno, a quattro zampe, con una testa sproporzionatamente grande rispetto al corpo, due enormi zanne uscivano dalla bocca e aveva gli occhi rossi tipici delle mosche. Hermione arretrò leggermente impaurita, era una bestia enorme di cui non sapeva nulla.
Il ragno si accorse della sua presenza e con un verso stridulo si lanciò allattacco, Hermione lo schiantò vedendo il suo incantesimo rimbalzare sul suo corpo come se fosse vento.
Tentò nuovamente lanciandogli una fattura infuocata che sembrò fargli leggermente più male, ma questa non fermò la corsa del ragno.
Hermione scappando provò a congelarlo, a immobilizzarlo, a schiacciarlo ma nulla, sembrava che gli incantesimi rimbalzassero sulla sua corazza provocandogli solo dolori pari a dei pizzicotti.
Il fuoco era l'unico elemento che lo spaventava ma non abbastanza per farlo fuggire.
Lo fece anche cadere alcune volte, congelando il terreno sotto quel mostro ma lui rapidamente si alzava e si lanciava nuovamente allattacco.

Hermione, durante un attacco, fu colpita duramente atterrando qualche metro più in la. Il dolore era forte ma non poteva permettere di arrendersi così quindi con una grande forza di volontà si rialzò. Cominciò a correre veloce nella foresta proibita utilizzando gli alberi come impedimento alla corsa del ragno, raggiunse finalmente i giardini di Hogwarts sollevata.
Purtroppo il ragno non si arrese e seguì la ragazza atterrandola a pochi passi dalla casa di Hagrid.
Lei urlò il nome del Guardiacaccia più volte senza risultato, probabilmente non era in casa.

Era spacciata.


Note D'Autore: Scusate, questo capitolo non mi piace per niente, l'ho scritto di fretta e non l'ho più controllato. Dato che non sto tanto bene pensavo di riuscire a scrivere qualcosa di emozionante ma purtroppo il mal di testa si è impossessato di me a metà storia ._.
Ditemi sinceramente cosa ne pensate, se non vi piace per niente lo riscriverò :)
Ciao a tuttiii

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Capitolo 7
*** Sogni Strani ***


SOGNI STRANI


“Expelliarmus”

Un grido forte, deciso, con una leggera nota di paura.

Il ragno indietreggiò un minimo permettendo alla figura di prendere la ragazza per un braccio e di spostarla dal mostro, evitando per poco le sue fauci.

“Granger, che cavolo stai combinando
Hermione, solo allora si decise ad aprire gli occhi spaventata, davanti a lui vi era il Principe delle Serpi, il ragazzo che ormai la salvava sempre da ogni strana situazione.
Draco Malfoy la guardava negli occhi cercando di leggervi una spiegazione ma inaspettatamente fu spazzato via dal ragno che, con una carica era riuscito a prenderlo di sorpresa.
Fu sbalzato poco lontano e urlando parole sconnesse si alzò.
“Maledetto”
Gli lanciò alcune fatture che sembrarono avere più risultato di quelle della Grifona.

Lei lo guardò combattere, era molto forte.
La stava proteggendo, di nuovo.


Strinse i pugni cercando di calmare le lacrime, era solo una buonannulla.

Poi notò che il Serpeverde era in difficoltà e si decise ad intervenire.
Il ragno lo aveva intrappolato in una fitta ragnatela dove lui cautamente si muoveva per non toccare i fili avvelenati, rischiando di essere colpito più volte.
Hermione si decise e coraggiosamente lanciò una fattura infuocata al mostro, per distrarlo, colpendogli una zampa.
Il ragno emise un lieve verso scocciato e si girò verso la ragazza infastidito.
Un leggero odore di bruciato si sparse per il campo di battaglia e Hermione notò che la sua zampa stava ancora prendendo fuoco.
Bingo.
Lanciò altri incantesimi sulle altre zampe e questa volta il grido del ragno fu molto più forte.
Esultò prima di spalancare gli occhi.
“Granger!” urlò Malfoy notando la carica del ragno che si lanciò contro Hermione facendogli perdere la bacchetta e schiantandola poco lontano.

Si sentiva una completa incompetente.

Per fortuna Malfoy aveva avuto abbastanza tempo per districarsi dalla tela e ora era di nuovo davanti alla ragazza, con la bacchetta alzata per difenderla.
Usò alcuni incantesimi non verbali; confuse il ragno e lo attaccò diverse volte, con una zampa però riuscì nuovamente a far perdere l’equilibrio al ragazzo che si trovò sotto di lui.
“Diamine” urlò.
Non riusciva a raggiungere la bacchetta che era volata poco lontana e il ragno cominciava a riprendere la lucidità necessaria per finire il suo nemico.
Il mostro capì presto la sua posizione di vantaggio, gridò e caricò contro Malfoy che strinse gli occhi pronto al colpo finale.
Colpo finale che non arrivò.
Sentì solamente un peso leggero e dolce sopra di lui, spalancò gli occhi trovandosi ad ammirare il volto della Grifona.

Lo stava proteggendo con il suo corpo.

Lei gli sorrise e cadde esausta mostrando alla Serpe il danno causato dall’attacco: il ragno le aveva completamente impiantato una delle sue zanne in un fianco.
“Granger!” urlò Malfoy prendendola in braccio e scuotendola.
Nulla.
Era svenuta, o peggio morta.

Quando Hermione riacquistò i sensi non si trovava, come al solito in infermeria, bensì tra le braccia di qualcuno.
Cercò di aprire più volte gli occhi notando che il suo corpo non reagiva; questa persona stava camminando trasportandola chissà dove, camminava lenta e tranquilla, Hermione si tranquillizzò. Probabilmente non stava morendo.
Un freddo pungente l’aveva travolta ed il ragazzo, come a sentire i suoi tremolii, l’aveva stretta più forte a se.

Hermione non riusciva a collegare i pensieri, era stata attaccata da un ragno, cosa ci faceva in braccio a quel ragazzo? dove la stava portando? perche?

Quando sentì sotto di se la seta candida e il calore del ragazzo sparire, capì che l’avevano adagiata su un letto.
Le coperte erano fredde, sconosciute; ben presto il ragazzo l’affiancò stringendola a se e finalmente tornò a sentire quel calore che l’aveva cullata fino a quel momento.

I pensieri diventavano nebbia, gli occhi pesanti, il corpo pesante.
Stava bene.

Senza rendersene conto riuscì ad aprire per un breve momento gli occhi.
Il buio regnava in quel posto; se non fosse stato per il piccolo lumino posto su un tavolo accanto al letto non avrebbe visto nulla.
La stanza era verde scura, le poltrone erano verdi, il baldacchino era verde, le coperte di seta erano verdi.
Il suo cuore perse un battito quando sentì un leggero peso sopra di lei, girò la testa lentamente spostando lo sguardo e si perse in due occhi di ghiaccio.
“Granger” sussurrò lui avvicinandosi.
Hermione aveva il cuore a mille e non capiva la situazione, cosa ci faceva la, nel letto di Malfoy, perchè quella doveva essere la Sala Comune deiSerpeverde, con lui sopra.

Lui sorrise vedendo quello smarrimento e la strinse a se.
“Era da tanto che aspettavo questo momento” sussurrò roco all’orecchio della ragazza prima di alzarsi di nuovo per guardarla in viso.
Quanto era bello, la luce della candela faceva risplendere la sua pelle, i riflessi sui suoi capelli danzavano lenti mentre i suoi occhi rimanevano di quell’azzurro intenso.
“Ma..Malfoy” sussurrò la ragazza.
Lui sorrise e lento si avvicinò alla sua bocca.
Pochi centimetri e le loro labbra si sarebbero toccate.
Hermione chiuse gli occhi cercando di calmare i battiti del suo cuore, tutto quello era dannatamente irreale.

Eppure...
Doveva fermarlo.
Eppure.
Avrebbe dovuto fermarlo ma non riusciva a impedirglielo, non voleva impedirglielo.

Poi, prima che le loro labbra si incontrassero, un solo nome si formò nella sua testa.

“Ginny!”


Lo urlò, senza rendersene conto, spalancando gli occhi.
Non era più in quella stanza, era in infermeria e ansimava faticosamente. La testa le girava e fu costretta a calmarsi, dato il martellante dolore sulle tempie.
Sospirò.

Quello era stato tutto un sogno?

L’amaro sentimento che si impadronì di lei fu la delusione.
Lei non voleva fermare quel sogno, non così.
Capì di avere la febbre, si sentiva debole e non riusciva a parlare, inoltre aveva tutta la parte destra completamente fasciata.

Un movimento vicino a lei la fece spaventare, si girò di scatto, trovandosi nuovamente il ragazzo del sogno davanti agli occhi.
Lui si avvicinò e la guardò insistentemente, poi un ghigno gli si dipinse sulla faccia.
Si avvicinò piano al suo orecchio provocandole un rossore esagerato in faccia.
“Granger, sono onorato che nei tuoi sogni più intimi, beh sì, ci sia io”

Non era possibile, non poteva aver parlato nel sogno, davanti a lui e di lui, probabilmente aveva sussurrato il suo nome o qualcosa di simile.
Cercò di coprirsi più che poteva con il lenzuolo imbarazzata mentre la risata di Draco si spargeva per la stanza.
Lui con un cenno la salutò lasciandola sola nella stanza.

Cosa avrebbe fatto ora?

Note D'Autore:
Salve a tutti, sono tornata.

*non leggete se siete di fretta, tanto sono cose stupide xD*
Come state? Tutto bene? Io personalmente sono un po' inacidita. Sono in vacanza da circa 3 giorni e in questi 3 giorni non ho sentito nessuno dei miei amici (indi per cui ho passato tre giorni da schifo a casa)...ma si possono chiamare amici persone che ti considerano solo quando gli servi? Tra di loro, pensate un po', c'è anche la mia migliore amica, quella che si arrabbia spesso e mi dice che la chiamo solo quando mi serve mentre io la considero più del mio ragazzo.
Ma lei non fa la stessa cosa?
Non sapete che rabbia e che delusione. Scusate per questo mio piccolo sfogo xD


Tornando alla storia. Vi è piaciuta? Spero di si perchè ho provato a trasmettergli quel poco di bontà che mi rimaneva :) pessima xD ciao fatemi sapere.

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Capitolo 8
*** Non è sempre oro ciò che luccica ***


NON è SEMPRE ORO CIò CHE LUCCICA


Il giorno dopo Ginny piombò nell’infermeria preoccupata, farneticando su Ragni Giganti assassini, sangue sparso ovunque e la certezza di varie amputazioni sul corpo della ragazza, ovviamente tutte chiacchiere da Sala Grande.

Hermione, leggermente irritata, mostrò alla sua amica i suoi arti osservando il repentino cambio d’umore della rossa, infatti la sua preoccupazione per il corpo menomato dell’amica si trasformò in ammirazione per il suo ragazzo che le aveva letteralmente salvato la vita.

Ginny, ovviamente senza nessuna richiesta, cominciò a raccontare di come alcune persone avessero visto il bel Malfoy portare in braccio la giovane Grifondoro insanguinata, verso l’infermeria, in un gesto assolutamente eroico.

Quando Ginny spiegò di quel preciso istante non si accorse dell’intenso colorito rossastro che si era impossessato del viso di Hermione, troppo intenta ad esaltare le gesta del SUO ragazzo.

 

Il pomeriggio stesso la Grifona venne dimessa dall’infermeria e si recò immediatamente da Hagrid per sapere come si erano svolti i fatti, dato che non aveva la minima intenzione di chiederlo a Malfoy, inoltre quello stesso pomeriggio doveva andare a lezione con i Serpeverde, un motivo in più per evitare il castello.

Quando raggiunse la capanna del Guardiacaccia un odore pungente di erbe medicinali la investì.

Hagrid, notata la presenza di Hermione, la salutò con grande enfasi cercando anch’esso menomazioni strane sul corpo della ragazza.

"Hermione, sono contenta di vederti già in piede" canticchiò lui contento.

"Certo ne tu ne Malfoy eravate messi bene, ma sapevo che una cosuccia del genere non avrebbe mai piegato la studentessa più brava di Hogwarts!" continuò mescolando una strana sostanza in un calderone.

"Ah si ecco, mi chiedevo, potresti dirmi cos’è successo? Devo aver perso conoscenza"

Hagrid rise.

"Certo che hai perso conoscenza e per molto tempo direi!"

Sorridendo raccontò di come il giovane Serpeverde l’avesse difesa fino al suo arrivo, con grande arroganza aggiunse poi.

 

"Come hai detto ciccione?"

Hagrid sbruffò notando un certo biondino appoggiato ad un albero qualche metro più in la.

"Senza di me la Mezzosangue ora sarebbe cibo per ragni e tu saresti davvero nei guai, bestione" continuò ghignando.

"Appunto, arrogante" sussurrò Hagrid ad Hermione che intanto era intenta ad osservare il biondino stupita.

"Che diavolo ci fai qui Malfoy?"

"La stessa cosa che fai tu Granger, salto Trasfigurazione, chi la sopporta più quella Megera"

Hermione fu travolta da un attacco di rabbia.

"Io non salterei mai una lezione, sono stata dimessa dall’infermeria poco fa e sono venuta per ringraziare Hagrid" sputò rapida.

Draco le si avvicinò.

"Non dovresti ringraziare anche me, Mezzosangue!"

"Non dire stupidate, furetto, me la sarei cavata benissimo anche senza il tuo aiuto!"

 

Solito orgoglio da Grifondoro, solita testardaggine da Serpeverde

 

Hagrid interruppe i due mettendosi in mezzo.

"Credo che invece dovreste delle scuse a Katia"

"Chi?" chiesero insieme i due.

"Katia, il Dalukas Latrodectus mactans" continuò lui tranquillo.

Quando notò le espressioni preoccupate dei due studenti trasse un profondo sospiro.

"Il ragno che vi ha attaccati, si tratta di un gran bel bestione, o forse dovrei dire una bella bestiona. Per niente aggressiva, decisamente attaccata alla propria casa però, le avete dato qualche fastidio di troppo.

Sto preparando questa pozione per andare a curarla; Hermione mi farebbe piacere se tu venissi con me"

Hermione era rimasta basita, quindi quella creatura non era un mostro come lei si aspettava, anzi, Hagrid sembrava avere una certa ammirazione per quella bestia.

"Ok" bisbigliò la ragazza sentendosi perfettamente a suo agio con il Guardiacaccia.

"Ei voi aspettatemi, vengo anche io" ringhiò Draco verso i due che si erano già incamminati verso la Foresta Proibita.

"Fai un po’ come vuoi" disse Hagrid senza capire i cenni di dissenso della ragazza alla sua destra che sospirò pesantemente per cercare di calmare i battiti frenetici del suo cuore.

Non parlarono per tutto il viaggio e in breve tempo si trovarono nella radura dove Hermione era stata attaccata.

Solito prato, solito albero, l’unica differenza, questa volta, erano le piccole e lucide macchie rosse che seguivano una linea precisa fino al tronco per poi sparire.

"L’avete ridotta male" sussurrò il Guardiacaccia posando il calderone a terra.

Lanciò un fischio basso e leggero, poi attese per qualche attimo.

 

Il Ragno che aveva fatto spaventare così tanto Hermione ora stava scendendo cauto dall’albero mentre Hagrid si allontanava lentamente da lui per lasciargli una discesa più calma.

Aveva un taglio più o meno in mezzo alla fronte e non utilizzava una zampa, probabilmente rotta.

Hermione, quando vide il Ragno si aggrappò letteralmente al braccio di Malfoy portandosi dietro di lui.

"Ei Granger, non sono il tuo scudo!"

 

Hagrid intanto si era avvicinato porgendo una mano all’animale che si era accucciato sotto il suo tocco, poi aveva cominciato a spalmare quel miscuglio di erbe curative su gran parte del corpo.

Non ci mise che pochi secondi e quando ebbe finito tutte le ferite erano completamente guarite.

Il Ragno emise un lieve sibilo prima di tornare sul suo albero.

"Hermione, guarda" sussurrò Hagrid entusiasta.

Lei uscì dal suo nascondiglio restando, nonostante tutto, ancorata al braccio del Serpeverde che si irrigidì leggermente.

Dall’albero era sceso nuovamente il ragno, seguito da tre ragni piccoli quando il pugno di un bambino e solo allora la ragazza capì.

Un’ondata di risentimento la travolse trovandosi quasi sul punto di piangere.

"Lei non voleva attaccarti, voleva solo difendere i suoi piccoli" continuò il Guardiacaccia.

"Io.." sussurrò Hermione incerta "mi dispiace"

Il Ragno si avvicinò lentamente alla ragazza facendola ammutolire; l’animale allungò una delle sue lunghe zampe toccando la Grifona, leggermente, quasi come a sfiorarla.

Lanciò un live stridulo e tornò indietro seguita dai figli.

Nonostante il profondo terrore per i ragni, Hermione sentì un affetto salirgli lungo il corpo, quella creatura le aveva dato una grande dimostrazione di amore, amore incontrastato.

 

"Ei voi due, non è che dovete dirmi qualcosa?" gridò Hagrid ai due studenti ridendo.

Solo allora si ricordarono di essere praticamente mano per mano e si divisero imbarazzati, dopo pochi secondi Hermione guardò Draco che stava calciando una pietra leggermente rosso in volto e con le mani in tasca.
 

Sorrise.
 

"Malfoy"

Lui si girò curioso ad osservarla.

"Grazie" sussurrò rivolgendogli un grande sorriso, uno di quei sorrisi che aveva dedicato solo ai suoi migliori amici.

Lui inizialmente rimase molto sorpreso poi ricambiò tornando a guardare quella scena quasi patetica; cominciando a pensare che forse, quel giorno, aveva fatto proprio bene a saltare Trasfigurazione.



Note D'Autore: Salve a tutti, come state? Era da un po' che non aggiornavo ma la scuola mi riempie davvero tutto il giorno.
Tra poco vado in gita, per una settimana quindi vediamo quando aggiornerò di nuovo.

Cavolo, questa storia sta risultando troppo lunga, vi devo chiedere una cosa, preferite che nel prossimo capitolo faccia una qualche conclusione o continuo?
Ditemi voi perchè forse avrei un finale in mente, ma se dovessi continuare a lungo con la storia, penso finirei per postare forse ogni mese.
Beh intanto vi saluto.
Mi farebbe piacere sapere il vostro parere, grazie a chi dedica un po' di tempo alla mai storia :)

 

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Capitolo 9
*** Proposte ed Emozioni ***



PROPOSTE ED EMOZIONI


Venerdì 12 Marzo.
Lo so, mi odieranno tutti, me ne rendo conto.
Harry, Ron, Ginny, soprattutto Ginny.


Qualche goccia di inchiostro andò a macchiare la pagina immacolata sulla quale, la bella Grifona, stava ormai piangendo da mezz’ora.
Posò la mano prima sul collo e successivamente sulle sue labbra sentendo il suo cuore accelerare il battito sempre di più; stava male. Era l’unica scusa possibile.
Perché quel pomeriggio aveva finalmente capito di essere completamente pazza!
                                                                   
**

La mattina si prospettava noiosa come al solito, colazione nella Sala Grande, Trasfigurazione, Pozione ed infine Antiche Rune.
Il tempo fuori esprimeva perfettamente lo stato d’animo della maggior parte degli studenti; pioggia e vento impedivano a chiunque di uscire dai grandi portoni del castello segregando tutti nelle proprie Sale Comuni.
Alle quattro del pomeriggio il teatro sembrava perfettamente quello delle nove di sera, le nuvole grigie nascondevano quel poco di luce che cercava di passare tra la nebbia, i lampi e i tuoni illuminavano di tanto in tanto il castello e i corridoi bui ed inospitali.

Hermione Granger aveva deciso di passare qualche ora in biblioteca beandosi di quel clima suggestivo e del profumo di pioggia che entrava dalla finestra posta qualche tavolo più in la.

A lei piaceva la pioggia!

Amava il fresco e il profumo, amava le gocce d’acqua che scivolavano lungo le finestre e le piccole pozze che si creavano dopo un diluvio.
Pensava, anzi sperava, che nessuno fosse uscito dalle loro rispettivi Sale Comuni, in questo modo lei aveva il completo controllo del castello e la faceva sentire rilassata e forte.

Sorrise mentre saltellava per i corridoi, era riuscita finalmente a fare della sua solitudine una forza, era riuscita a cambiare i fatti ed ora sola stava bene, sola con la sua pioggia!

Ma sembrava che qualcun altro quel giorno fosse interessato a sentile la brezza del vento sulla pelle e le gocce che s’infrangevano sulla sua faccia.
Draco Malfoy stava guardando lo scenario davanti a lui da una finestra aperta, vestito di tutto in punto per una partita di quiddich; probabilmente, pensò Hermione, era stato sotto la pioggia a fare gli allenamenti fino a quel momento dato che era completamente bagnato e teneva nella mano sinistra la sua amata scopa mentre nell’altra una bottiglia ormai quasi vuota di una qualsiasi sostanza alcolica.

Si fermò a qualche metro da lui per riflettere.
Tra di loro non vi era più stato nulla dal giorno dell’attacco del ragno, troppo presi ognuno con i rispettivi compiti per fermarsi un attimo a pensare su tutto quello che era successo. Ma soprattutto lei, non si era più permessa di ricordare le sensazioni provate nei mesi precedenti.

Lui la notò sorpreso, poi con un gran ghigno si avvicinò.
“Finiscila di guardarmi, Granger. Mi consumi”
Era decisamente strano il biondino in quel momento, gli occhi erano offuscati e li teneva socchiusi, gli zigomi leggermente arrossati e uno strano ghigno trasformato in un alquanto divertente sorriso sarcastico.

Era ubriaco, decisamente.

“Mezzosangue” continuò lui notando che la ragazza tardava a rispondere.
Hermione sentì una stratta alla stomaco e l’orgoglio montò in se.

“Figurati se mi fermo a guardare un ubriaco completamente fradicio, non ti vergogni a farti vedere in queste condizioni?” disse indicando la casacca completamente bagnata e la bottiglia.
“Dovrei?!” ghignò lui facendo un giro su se stesso.

No, si rispose Hermione mentalmente guardando la figura del biondo mentre si portava alle labbra quella dannata bottiglia; si ritrovò a pensare come la pioggia lo rendesse estremamente adorabile.

Sì adorabile.

I capelli erano leggermente spettinati e si attaccavano alla fronte bagnati dalla pioggia, alcune gocce scendevano dalla tempia percorrendo tutta la mascelle contatta  ora in un ghigno.
La tuta da quiddich non le era mai piaciuta ma addosso a lui faceva un bell’effetto, non si era mai soffermata realmente su quei vestiti, il verde del mantello fradicio sembrava nero e dava al principe delle serpi un’aria tenebrosa, poteva chiaramente vedere in lui il cattivo delle fiabe babbane che sua madra le raccontava quando era piccola; il cattivo bello e dannato.

Stupita da quei pensieri si girò di scatto facendo un cenno con la mano per salutare Malfoy intento a sorreggersi contro un muro.

“Non ho tempo da perdere con te furetto!”
“Ei”

Si sentì inspiegabilmente tirare per un braccio e venne spinta verso un muro.

“Tu” sibilò lui guardandola negli occhi.
“Non provare mai più ad ignorare una mia domanda, dovrei o no vergognarmi del mio stato?”
Hermione fu colta dal panico ma l’orgoglio di Grifondoro crebbe in lei.
Certo, fai pena Malfoy! Così conciato mi fai solo ridere, il re delle Serpi che si riduce in questa maniera, soprattutto che beve da solo come un alcolizzato depresso; che ti succede ti ha lasciato la ragazza?!”
Sputò parole dure senza guardarlo negli occhi provocando sul viso del biondino l’ennesimo ghigno.

“Quindi io ti faccio ribrezzo?”
“Sì” continuò lei guardandolo finalmente negli occhi.
“Capisco mocciosa” ringhiò lui “quindi se io, qui, in questo corridoi, ti baciassi, tu ovviamente ti opporresti a me”

Lui era calmo, sereno, strafottente.
Lei era stupita, completamente in panico, agitata.

“C-che hai detto” sussurrò lei avvampando.
Lui estese il suo ghigno e si avvicinò maggiormente al corpo della ragazza.
“Se io ti baciassi tu reagiresti?”
Lei chiuse gli occhi irritata, aveva perfettamente capito cosa lui le aveva detto ma semplicemente sperava che con le nuove parole sussurrate da lui quelle vecchie si sarebbero cancellate.
Invece no, lui rimarcò fiero quelle parole.

“Se io ti baciassi tu reagiresti?”

Semplice, diretto.

Non rispose presa dal panico più totale, si sentiva estremamente vulnerabile, in quella posizione lui poteva completamente controllare la situazione e questo non le piaceva.
Passarono secondi che a lei parvero minuti e poi lui, con la sua solita grazia le sussurrò una parola che ebbe il potere di fermare completamente il cuore alla ragazza.

“Baciami”

Note D'Autore:
Salve a tutti, scusatemi immensamente per il ritardo ma la maturità mi ha impegnata fino all'altro giorno ma ora sono "libera".....circa dato che risolto un problema se ne creano altri 20.
Comunque ho deciso di aggiornare durante questa mattina nel minor tempo possibile quindi se questo capitolo non vi piace o ci sono errori è perchè devo ancora controllarlo T_T scusate! Anche per il fatto che sia molto!
Ma mi farò presto risentire, ciao un bacio :)

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Capitolo 10
*** Un bacio ***



UN BACIO


“Baciami”

Facile, troppo facile per lui dire una cosa del genere, sul volto del giovane Malfoy ora non c’era nessun cenno di scherno, semplicemente la guardava come un uomo che aspetta una risposta superflua, non importante.
Hermione trattenne il fiato, avrebbe dovuto dire di no lo sapeva ma quelle due lettere tardarono ad uscire dalla bocca della ragazza, non riusciva a parlare e questo le stava provocando un’agitazione imbarazzante.
Malfoy sorrise.
“Se non mi baci tu ti dovrò baciare io”
Il suo alito caldo si scontrò con la pelle congelata del suo collo e per la Grifona furono brividi.
Capì che non avrebbe avuto la forza per respingerlo, capì che era segnata soprattutto quando il biondino la sovrastò maggiormente con tutto il corpo avvicinando il volto al suo.

Era la fine, ora.

Hermione inconsciamente chiuse gli occhi ed aspettò quell’agognato bacio, quel bacio che lui, Malfoy,  stava per dare a lei, Mezzosangue; ma soprattutto quel bacio che desiderava ardentemente.
Lo desiderava ma quel bacio non arrivò.
Sentì il Serpeverde ridere e sbarrò gli occhi velocemente sentendosi sprofondare nella delusione più nera: Draco Malfoy ora se ne stava appoggiato al muro stringendosi una mano contro il petto come per frenare la risata che a malapena lo faceva respirare.
Il corridoio si era riempito della sua voce che faceva eco nella testa di Hermione, ancora paralizzata contro il muro.

Era stata ingannata.

Sentì qualcosa dentro di se rompersi, una rabbia troppo forte da trattenere crebbe, il dolore pulsava sul suo cuore provocandole delle fitte molto forti sul petto.
Fece scivolare la mano nella tasca ed estrasse la bacchetta, la fece girare lentamente tra il pollice e l’indice cercando mentalmente di calmare quella voglia di ucciderlo.
“Mezzosangue, cos’è questa novità che mi vuoi baciare?! Non mi avvicinerei mai ad una Sanguesporco come te” sputò Draco prima di tornare a ridere.

Sbagliata, frase sbagliata nel momento sbagliato.

Hermione non ci vide più a lanciò una fattura sul Serpeverde; immobilizzò la sua faccia sorpresa in un lampo con grande soddisfazione.
Alzò il viso, che per tutto quel tempo era stato coperto dai capelli ricci, verso di lui. Nei suoi occhi c’era rabbia, odio, passione distrutta sul nascere.
Tremava e si sentì esattamente come all’inizio dell’anno dove voleva solo uccidere  quello stupido ragazzo che tanto si divertiva ad importunarla, sempre così; Malfoy era una Serpe dentro, qualche momento di debolezza poteva averlo anche lui ma di sicuro non sarebbe mai cambiato nulla fra loro.
Lui serpe, lei mezzosangue.
 
Era terribilmente arrabbiata, aveva voluto giocare con una persona sbagliata. Lui non doveva assolutamente permettersi di scherzare con lei, di lei e dei suoi sentimenti.
Decise di sciogliere l’incantesimo perché così non era divertente.
Il giovane Malfoy cadde a terra massaggiandosi una spalla; dopo essere stato paralizzato per una manciata di minuti camminare sembrava quasi impossibile.
“Sporca Mezzosangue” ringhiò ad Hermione che sorrise tristemente.
Veloce, come una serpe, il biondino scattò in piedi puntando la bacchetta contro la ragazza e scagliò un incantesimo che rimbalzò sullo scudo creato da lei per difendersi.
Hermione pacata rispose mandando uno degli incantesimi più potenti che conosceva.
Grosse liane si strinsero attorno al corpo del ragazzo stritolandogli la mano dove teneva la bacchetta, urlò leggermente lasciandosi sfuggire un gemito rauco quando la pianta andò a circondare il suo collo soffocandolo.
“M-mezzosangue” sussurrò guardandola.
Lei non accennava a spezzare l’incantesimo, lo guardava senza vederlo realmente, gli occhi spenti e lo sguardo duro.
Mai, mai giocare con un leone assopito, se questo si sveglia per la preda è finita.
Grosse spine cominciarono a spuntare dalle varie liane provocando una serie di tagli sul corpo del ragazzo che si raggomitolò per terra dal dolore.
Solo quando alcune gocce di sangue caddero a terra lei sembrò risvegliarsi da quell’incubo, interruppe l’incantesimo trattenendo il fiato nell’esatto istante in cui vide le ferite, con un colpo di bacchetta curò i tagli e si accerto che il biondino stesse bene.
Era svenuto.

Si permise qualche secondo per osservarlo, poi se ne andò lasciando la serpe accasciata sul pavimento.
Si sentiva confusa, stava per fargli davvero male seriamente, la vendetta aveva avuto la meglio sulla sua razionalità, mai le era successo in vita sua!
Si accasciò sulle scale scossa da tremiti.
Solo in quel momento sentì di non essere sola, si girò di scatto trovandosi ad osservare la figura di un Serpeverde, un ragazzo dai capelli neri e gli occhi azzurri.
Trattenne il fiato ricordando che faceva parte della squadra dei Serpeverde e era presente quel giorno, quando l’avevano rinchiusa nelle docce.
“Granger” sussurrò lui sorpreso.
“Tu sai il mio nome ma io non so il tuo” disse lei duramente.

Odiava tutto quello che aveva a che fare con Draco Malfoy, persino i suoi amati compagni di squadra.

“Piacere, Malcolm Baddock, sesto anno. Serpeverde” sottolineo mostrando il marchio sulla sua divisa “ma questo penso tu lo sappia, Grifondoro”
Non aveva un tono cattivo, anzi. Le rivolse un largo sorriso sedendosi vicino a lei.
“Allora, cosa porta una piccola leoncina in questo luogo?”
“Non prenderti gioco di me Baddock, questa leoncina morde”
ringhiò lei.
“Non volevo essere scortese, sono davvero intenzionato a conoscerti meglio. Penso che il cappello parlante abbia sbagliato con me, non ho affatto il carattere da Serpeverde” sorrise.

Hermione lo guardò duramente con una nota di curiosità, i suoi occhi erano di un blu molto intenso, il volto leggermente appuntito, le labbra carnose e il naso perfetto; i capelli ricadevano scomposti sulla fronte e sul collo.
Effettivamente era un bel ragazzo.

Lui si girò ad osservarla con un grande ghigno sulla faccia.
“Se tu vuoi conoscermi ti mostrerò il buono di un Serpeverde”
“Non mi interessa”
“Suvvia Grifondoro, so di non essere Draco Malfoy ma forse questo può essere un vantaggio, non trovi?”

Hermione sbarrò gli occhi per poi tornare nel suo stato di trans.

Malfoy.

“Dai Granger, fidati di me. Ti farò dimenticare quell’imbranato, poverino non sa che bella ragazza si è perso” continuò lui avvicinandosi.
Aveva una voce calda e sensuale, le sue lusinghe arrivarono dritte al cuore di Hermione che si sciolse leggermente, notando questo comportamento il ragazzo le mise una mano attorno alla spalla.
“Lasciati andare, Grifondoro” continuò accarezzandole una guancia e avvicinando le labbra alle sue.
“La mia piccola Mezzosangue” sospirò infine riducendo lo spazio tra le loro bocche.

Quell’ultima frase la lasciò completamente spiazzata, nessuno l’aveva chiamata così a parte il biondino che ora occupava un piccolo posto nei suoi pensieri; inizialmente non reagì al bacio quasi estranea alla scena che stava vivendo, poi si decise a dare una svolta alla sua vita ricambiando.

Non sapeva se sarebbe stato un inizio di una nuova vita ma sicuramente la cosa che non sapeva era che un certo biondino aveva osservato tutta la scena da dietro una colonna, sbalordito ma soprattutto contrariato per quello che la sua Mezzosangue stava facendo.

Note D'Autore: Premetto che Malcom è esistito realmente nei libri delle Rowling ma non ho la più pallida idea di chi sia, ho solo preso il nome da internet spulciando tra le pagine internet riguardanti i Serpeverde.
Ditemi cosa ne pensate di questo cambiamento improvviso e cosa succederà ora secondo voi :)
Ciao!

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Capitolo 11
*** Strane intenzioni ***



STRANE INTENZIONI

Malcom Baddock stava percorrendo placidamente i corridoi con un sorriso sornione in volto.
Era riuscito ad avvicinare la nata babbana con poco sforzo dato l’involontario aiuto del suo caro compagno di squadra Draco Malfoy.
Aveva notato quella scintilla d’interesse tra i due e con i suoi compagni di squadra aveva deciso di far pagare al biondo tutti i soprusi che aveva osato rivolgere contro di loro trasformandosi in una piccola scommessa, facile quanto bere un bicchiere d’acqua.

Baddock si portò le mani dietro la nuca e distese il sorriso.

Il bacio con la Mezzosangue, nonostante tutto, era stato davvero piacevole e questo l’aveva sorpreso non poco. Forse dare una lezione a Malfoy poteva portare grossi benefici sia ai suoi compagni che direttamente a lui.
La Mezzosangue era un bel bocconcino.

Poi rise di gusto.
Aveva sempre ammirato Draco Malfoy, era il capitano della squadra e un ragazzo molto conosciuto in tutto il castello; il principe delle serpi lo chiamavano e lui si sentiva una serpe sotto il suo controllo; averlo battuto gli risvegliava un sentimento di rivincita tale che la sua mente proiettava immagini di lui capitano della squadra e ragazzo più famoso del castello.
Sì, l’aveva definitivamente sconfitto.

“Siamo allegri, Baddock”

Il ragazzo si girò di scatto trovandosi a pochi metri dal biondino in questione.
“Ma-Malfoy, cosa ti porta da queste parti?
Sai com’è..” continuò il biondo staccandosi dalla parete sulla quale era appoggiato “..stavo facendo un giro, guardavo le stelle, ma poi una scena alquanto inusuale mi si è parata davanti agli occhi”
Il suo tono era calmo e quasi divertito.
Ti sei dato ai Mezzosangue, Baddock? Tuo padre potrebbe non approvare questa tua strana, mania”
Il sorriso di Baddock si spense in un istante e fu preso dal panico.
“Tu, non oserai”
“Non mi conosci bene allora” Malfoy ghignò passando accanto al Serpeverde che si stava irrigidendo sempre di più.
“Non ti conviene giocare con il fuoco, potresti scottarti.”
“Tu” sibilò di rimando Malcom “sei solo troppo codardo per capire che quello che hai visto ti ha scosso dentro”
Malfoy fermò la sua marcia e poi rise.
“Della Mezzosangue non mi importa niente, ma che tutta la mia squadra si ritorca contro di me con questi stupidi trucchetti, beh questo mi infastidisce non poco”

Malcom sorrise.

“Quindi, se io mi portassi a letto Hermione” sottolineò il suo nome con un ghigno “a te non darebbe nessun fastidio
Una leggera risata si sparse per il corridoio.
“Baddock, Baddock, Baddock, sottovaluti la ragazza in questione. Non è così ingenua da cadere nelle spire di una serpe.”
“C’è una nota di amarezza nella tua voce, Malfoy?”


Draco si voltò verso il ragazzo della sua squadra, duro in volto.
“Tu vuoi fare a finta di niente, puoi ignorarla, insultarla, ma quella ragazza ti è entrata dentro; in un modo o nell’altro.
Te la stai facendo scivolare via dalle mani lentamente ma non riuscirai a fermarla. L’hai ferita Malfoy e lei non tornerà da te, è inutile che continui a nascondere la verità. Se non ti fosse importato niente di lei l'avresti già presa come fai con tutte le altre e non ti saresti fatto dei problemi nemmeno a baciarla!
Ammettilo che per te sta diventando una cosa troppo importante per riuscire a controllarla; scendi da quel cavolo di piedistallo che ti sei costruito e guarda la vita come un normale adolescente non come il figlio di Lucius Malfoy.”


Il biondino rimase spiazzato ma continuò a mantenere un aspetto serio, non riusciva a trovare una sola scusa, una sola spiegazione, una sola parola per ribattere.

“Non toccarla più”

Beddock rise “Visto Malfoy, sei solamente un codardo. Ho sempre saputo di aver ragione, ora però tocca a me! Mi spiace ma hai perso la tua occasione, non te la lascierò e vedrai, non ci metterò molto ad “esplorarla” per bene”
Malfoy colse l'allusione nelle ultima parole e strinse forte la mano attorno alla bacchetta.
“Tu” sibilò pronto per scagliare una maledizione senza perdono allo stupido ragazzo che aveva di fronte ma una voce stridula lo fermò.

“Amore!”

Una chioma rossa si parò di fronte al biondino costringendolo ad abbassare la guardia infastidito, Baddock rise di nuovo e con un cenno di mano se ne andò.
“Riflettici Malfoy” sibilò prima di girare l’angolo.


 
Hermione si svegliò stranamente felice quella mattina, si stiracchiò portandosi le mani dietro alla testa e poi sorrise.
Il bacio con Malcom aleggiava ancora nella sua mente provocandole delle leggere morse allo stomaco molto piacevoli.
Ginny entrò in quel momento come una furia nella sua camera sedendosi sul letto e cominciò ad urlare svegliando anche le altre compagne di stanza.

Arrabbiato, è sempre arrabbiato” sospirò Ginny abbassando il tono di voce dopo qualche cuscinata.
“Chi?” chiese Hermione confusa.
Draco”
A quel nome lo stomaco della Grifona fece un balzo; si era completamente dimenticata della scena avvenuta la sera prima e arrossì lievemente ricordandosi la sua macabra figura con lui.

Non voleva più vederlo per il resto della sua vita.

“Ieri sera era arrabbiato, l’ho visto che parlava con un suo compagno di squadra, un tipo strano, affascinante però”
“Chi?”
“Non lo conosco, magro, capelli scuri, mi pare si chiami Malcom ma non ne sono sicura”


Baddock!

Ad Hermione si fermò il respiro.
Quei due avevano parlato? Di cosa? E perché Malfoy era arrabbiato?
E se lui avesse visto la scena del loro bacio.
Ma non era possibile, pensò. Probabilmente hanno litigato per il Quiddich come al solito, in fondo a Malfoy non importava niente di lei, giusto?

“…..quindi andrò nella sua sala comune che lui lo voglia o no” finì Ginny determinata.
“Scusa, ero distratta”
Ginny sbuffò.
“Ho detto che ieri mi ha trattata molto male, probabilmente è agitato per qualcosa ma non mi va che mi tratti così. Quindi ho deciso che andrò nella sua sala comune”
Hermione rise.
“Ma non gli puoi parlare a colazione?”
“Hermione, mica voglio parlarci”
concluse facendole l’occhiolino ed uscendo dalla camera.
 

Quando la Grifona entrò nella Sala Grande trovò la piccola Ginny sconsolata al solito posto mentre imburrava malamente una fetta biscottata.
“Come è andata?” chiese Hermione sedendosi e prendendo anche li un pezzo di pane.
“Mi ha cacciata, non so che gli prende. Però il ragazzo con cui parlava ieri Draco, mi ha chiesto di darti questo.” e le porse una busta sigillata.
Hermione, leggermente emozionata l’aprì.
 

Mia piccola Granger, penso che dovremmo vederci ancora.
Dopo quello che è successo ieri ho capito che tra di noi c’è una forte attrazione che non possiamo in alcun modo nascondere.
Spero di vederti dopo colazione nella torre di Astronomia per parlare e magari ripetere i fatti di ieri sera.
Sai, sei proprio bella.
Un bacio

Malcom
 

Hermione arrossì ed alzando lo sguardo incrociò quello del mittente.
Beddock le rivolse un sorriso molto dolce e lei fece un accenno di consenso per il loro incontro poi sorrise imbarazzata tornando alla sua fetta di pane senza accorgersi che due occhi di ghiaccio avevano osservato tutta la scena.

Draco Malfoy tirò un pugno al tavolo e si alzò diretto ai sotteranei ma, prima di scomparire dietro il grande portone della Sala Grande, prese un pezzo di pergamena e veloce scrisse poche parole, chiamò un gufo che portò rapido il biglietto alla Grifona.
Lei incuriosita aprì la lettera con fare guardingo, trovandosi confusa e sbalordita da quello che vi era riportato.


Note D'Autore: Buonsalve :) Mi scuso per il ritardo ma sono stata al mare e mi dispiace comunicarvi che ci tornerò presto xD La prossima settimana cercherò di dare la parola fine a questa storia ma devo vedere se riesco a farci stare tutto in un capitolo.
Mi stavo chiedendo se volete il solito lietofine o qualcosa di diverso. Se avete voglia di farmi sapere così ci penso e poi mi metto a lavorare.
C'è chi mi ha scritto che vuole un incontro di fuoco tra Malcom e Draco, chissà chissà magari potrebbe anche esserci :D
Vedremo, ora vi saluto che iniziano i Simpson :) Ciaooo
 
 
 
 

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Capitolo 12
*** Protetta, ma da chi? ***


PROTETTA, MA DA CHI?


ATTENZIONE:
Niente mi dispiace, per un brutto gioco del destino ho perso questo capitolo fortunatamente non molto importante. Non ho davvero la forza per riscriverlo quindi vi farò un breve riassunto:


"Non ti fidare di Baddock"
Hermione legge questo sul biglietto.

Dato che non c’è mittente le salgono i dubbi e cerca di frenare il rapporto con Malcom che riesce, nonostante tutto, ad ingannarla ulteriormente parlandole di Malfoy e ricordandole il suo odio verso i Mezzosangue.

Hermione fa ipotesi su chi potrebbe essere il mittente pensando ad un brutto scherzo da parte di qualcuno ma quando trova un altro biglietto dall’anonimo protettore decide di scoprire chi si cela dietro la figura quindi chiede spiegazioni  (per lettera)  ma ottiene una risposta vacua.
In fondo al biglietto una frase la colpisce.

“Ti proteggerò, Granger!”
 


Note D’Autore: Ripeto che fortunatamente era un capitolo con poca importanza dove si capisce:
1.       Quanto Malcom sia viscido.
2.       Che Hermione non sa assolutamente chi si celi dietro le lettere d’avvertimento.
3.       Che il misterioso mittente non ha intenzioni cattive ma vuole proteggerla.

Scusate ancora la mia stupidità ma quando mi sono resa conto di quello che avevo combinato mi sono letteralmente mangiata le mani :(

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Capitolo 13
*** Angelo Nero ***



ANGELO NERO

Il resto del mese era passato con una lentezza tale da portare la piccola Grifona in uno stato di stress e disperazione totale.
Le lettere “minatorie”, se così si potevano definire dato il loro contenuto sempre più brusco e ampiamente detestabile, erano addirittura raddoppiate e lei si sentiva sempre più confusa.

Anche gli incontri con Baddock si erano ulteriormente complicati per via delle continue domande mute che Hermione si poneva e l’atteggiamento menefreghista del moro; sembrava che a lui importasse solo delle sue labbra e, da poco tempo, anche dei suoi svariati e casti reggi seni.

Era arrivata alla conclusione che forse, il suo “angelo custode con poco tatto” aveva un fondo di verità.

Perché questo appellativo?

Semplice! Le sue lettere, inizialmente neutrali e con una nota di dolcezza si erano trasformate in vere lettere di protesta con sfuriate annesse da quando il giovane Baddock aveva baciato Hermione in Sala Grande, davanti a tutti, arpionandogli la coscia con una mano mentre con l’altra le premeva la testa contro la sua, davanti a tutti, mostrandola come un trofeo, davanti a tutti.

Hermione sbuffò cacciando quel pensiero dalla sua testa che le provocava solo un’immensa rabbia e si preparò a leggere l’ennesima lettera dell’Angelo Nero.
Non aveva avuto lei l’idea di affibbiargli questo soprannome, se l’era scelto lui tutto lusingato e con una gran faccia tosta.

Aprì la lettera e subito un sorriso apparve sulle sue labbra; questa volta si era superato.

Granger, Granger, Granger, stupida Granger!
Come diavolo fai a stare ancora con quel poco di buono di Baddock. Si può sapere che ti passa in quella stupida testolina?!
Vi ho visti passeggiare insieme per i corridoi e nuovamente mi è salito un senso di nausea. Diamine, sei abbastanza intelligente per capire che razza di uomo sia!


Cavolo, pensò Hermione. Era la prima volta che le faceva un complimento!

Prima di tutto la scena in Sala Grande è stata proprio un bel film a luci rosse ( te lo ripeterò fino all’infinito!), come fai a non capire che quel tipo vuole solo una cosa da te e non c’entrano niente le passeggiatine mano nella mano o i picnic lungo il lago, bensì riguarda le tue mutandine rosa ( come ricorderai, in Sala Grande tutti hanno potuto ammirare la tua vivace biancheria).

Hermione si portò una mano alla fronte; lo sapeva, era la terza volta che il suo Angelo glielo rinfacciava nelle lettere e lei non si era ancora ripresa dallo shock.

Seconda cosa, come mai tutto d’un tratto una Grifona come te si è innamorata di una Serpe come lui! Non sta ne in cielo ne in terra questa unione!
Terzo se vai avanti così mi porterai all’esasperazione e no, mia piccola Grifona, non rinuncerò mai a farti capire che sbaglio stai commettendo!
Ci si vede

A.N.


“Ci si vede”

Hermione passò le dita su quella frase e sospirò.
Magari avesse potuto vedere il suo Angelo Nero, almeno avrebbe avuto qualcuno con cui parlare con cui sfogarsi.
Faceva fatica ad ammettere che, nonostante tutto, il suo corrispondente era diventato un amico, forse il migliore; aveva rivelato a questo ragazzo dubbi ed insicurezze ma uscite prima dalla sua testa, dal suo cuore ed ora si sentiva legata a lui come con nessun altro.

Amava anche il suo comportamento, talmente sfacciato ed insolente ma con una punta di preoccupazione che, in qualche modo, le faceva pensare ad un interesse da parte sua; tale pensiero le scaldava il cuore.
Non lo odiava affatto! Già, nonostante le parole dure ed i rimproveri lei non lo odiava per niente.

Forse, da un lato le ricordava i suoi due migliori amici, forse si era costruita una fantasia tutta ovattata, castelli in aria li avrebbe chiamati Harry e sarebbe stata delusa presto ma, a lei non importava: era stufa di avere rimpianti.
Nonostante questo le divertiva rimproverarlo e continuare i soliti piccoli battibecchi per cui prese una pergamena, la sua adorata piuma e cominciò a scrivere.

Salve mio eroe,
può darsi che le tue lettere stiano diventando monotone e ripetitive, non trovi?
Il mio pensiero non cambia; Baddock almeno ha saputo comunicarmi i suoi sentimenti in prima persona non attraverso una pergamena e quattro frasi.
Lui mi ha dato il suo cuore; se è un inganno avrai l’onore di dirmi “te l’avevo detto” ma come sempre ti dico che non posso credere ad una lettera, alle tue parole scritte in tutta fretta.
Per quanto ne sappia potresti essere lo stesso Malcom che mi bacia tutti i giorni con una passione mai provata, oserei dire.

Scrisse questa frase con una punta di malizia. Le piaceva provocarlo, le piaceva vedere di tanto in tanto una punta di gelosia nel suo corrispondente.

Quindi non mi convincerai tanto facilmente, cari saluti!
Magari potessi vederti.

H.G

L’aveva scritto senza rifletterci molto, quasi persa nei suoi pensieri e fu per questo che la risposta dal ragazzo la turbò non poco facendola precipitare in un profondo stato di ansia.

Non farò attendere oltre il tuo volere, vediamoci nella Stanza delle Necessità alle 11


Hermione impallidì.
Non si aspettava per niente questa risposta e non si aspettava affatto un appuntamento con lui, quel giorno stesso.
Guardò l’orologio appeso al muro, segnava le nove.

Tardi, troppo tardi!

Non era affatto pronta ad incontrare il suo Angelo, non sapeva come comportarsi, se odiarlo o volergli in qualche modo bene.
Non sapevo come presentarsi, come vestirsi, di cosa parlare; si sentiva estremamente confusa e non sapeva cosa fare, il cuore le batteva ad una velocità inaudita e pensava di morire da un momento all’altro.
Cercava nella sua mente una scusa abbastanza buona per dar buca al ragazzo, varie opzione passarono davanti ai suoi occhi ma nessuna di queste sembrava abbastanza credibile!
Poi però il suo spirito orgoglioso prevalse.

No!

Aveva smesso di essere la triste e impaurita Grifondoro, avrebbe preso il toro per le corna!
In fondo quel proverbio babbano non era mica così errato, lei voleva davvero incontrarlo e questa era l’unica occasione per farlo.
Mandò la sua risposta affermativa poco più tardi tremando e con un nodo allo stomaco inestricabile; era fatta.
Si preparò meglio che poteva cercando di non essere troppo eccentrica; lei si truccava poco e vestiva sempre con gli stessi maglioni, non era il caso di presentarsi troppo diversa da quello che era. Il suo Angelo Nero sapeva com’era fatta quindi non c’era bisogno di mentire.
Prima di uscire cercò di guadagnare qualche secondo spruzzandosi un leggero profumo alla mora che a lei non piaceva nemmeno molto, poi con un profondo respiro si diresse alla Stanza delle Necessità.



Buoi, era tutto incredibilmente buio.
Non aveva fatto nessuna fatica ad evitare Gazza scortata dal suo “tenero” gatto e professori vari durante il tragitto ma dato la scarsa illuminazione della sala le balenò in testa l’idea che, magari, il ragazzo in questione, decisamente meno furbo di lei, si fosse fatto scovare dalle sentinelle nel castello.

Prese la bacchetta dalla tasca per creare una fonte di luce, doveva accertare i suo dubbi, quando una voce la bloccò.
“Ferma!”
Quindi qualcuno c’era e di sicuro non poteva essere altri che il suo corrispondente.
“Co..Cosa?”
“Non fare niente” sussurrò un’ombra.
“Sei…”
“Il tuo Angelo preoccupato per te mia dolce principessa, non ti sarai mica vestita troppo elegante Granger”

Lo sentì ridere ed imbarazzata andò a toccarsi il maglione forse troppo largo e alquanto ridicolo.
“Io non ti vedo” mugolò leggermente infastidita.
“Fidati, è meglio così”

Sentì una mano posarsi sulla sua e, impaurita arretrò.
“Oh oh Grifondoro, non avrai paura di me”
Quella voce, Hermione cercò con tutta la sua forza di ricordare a chi appartenesse quella voce ma era troppo agitata.
“Ovvio che no” sussurrò lei.

I suoi occhi si erano lentamente abituati a quell’oscurità e ora vedeva i contorni della sagoma davanti a lei.
Era un ragazzo alto, magro, ma niente di più; sentiva il suo profumo e il suo respiro ma non c’erano abbastanza elementi per ricostruire l’identità.
“Non sei felice? Finalmente ci incontriamo”
“Per niente, se non ti posso vedere che senso ha. Me ne sarei stata nella Sala Comune al caldo se l’avessi saputo.”
Lui rise.

Era agitata e non poter vedere il suo Angelo Nero le provocava una profonda ansia e rabbia; dopo parecchi minuti di silenzio lei si alterò.
“Posso vederti allora?!”
“No” rispose lui diverto.
“Perché no? Almeno mi dici chi sei?” continuò delusa.
“No”
“Quindi immagino che non saprò mai chi si cela dietro questa voce profonda”
“Esattamente”
“Posso almeno toccarti?”

Passò qualche secondo prima della risposta del ragazzo, quasi lei avesse osato troppo nel fargli quella domanda.
Si morse un labbro, preoccupata e si rilassò solo quando lui acconsentì.

Senza far passare troppo tempo le prese le mani e le mise sul suo petto; Hermione chiuse gli occhi per essere più concentrata ed iniziò ad esplorarlo.
Indossava una camicia leggermente larga ed una cravatta; spinse dolcemente le mani contro la stoffa per entrare più a contatto e sentire il petto del giovane che tese leggermente i muscoli, era magro e slanciato.
Hermione decise di proseguire più cauta pensando che quella reazione fosse data dal fastidio, forse si era spinta oltre.

Salì lungo le spalle fino ad arrivare al collo, si meravigliò molto quando sentì il suo cuore battere all’unisono con quello dell’Angelo, entrambi correvano veloci ma simultaneamente.
Sorrise e portò le mani sul mento, il suo viso aveva una forma allungata e c’era un accenno di barba ruvida, passo le dita cauta sulla bocca carnosa che si contrasse in un lieve sorriso, accarezzò leggera il naso e gli occhi chiusi fino ad arrivare ai capelli liscissimi che gli cadevano sulle palpebre.

Niente, non aveva la più pallida idea di chi si potesse celare dietro al ragazzo misterioso.

Leggermente delusa lasciò scivolare le sue mani nuovamente sul petto del giovane mentre nella sua testa si proiettavano i volti di tutti i ragazzi di Hogwarts; purtroppo quell’anno non conosceva quasi nessuno quindi per lei poteva essere chiunque.
Di sicuro non si trattava di Malcom, aveva imparato a conoscerlo e si era accorta subito che non era lui sia per la voce che per la corporatura del ragazzo.
Senza accorgersene aveva continuato la sua esplorazione passando alle braccia, ai polsi fino ad arrivare alle mani che si erano chiuse delicatamente sulle sue.
Improvvisamente sentì molto caldo e capì di essere arrossita.

“Tocca a me” sussurrò il ragazzo.
“Cosa? Ma tu sai chi sono!” disse lei stupita prima di sentire le mani del ragazzo sui suoi fianchi.
Sussultò agitata.
“Sssht, che importanza ha” chiese lui “non ti farei mai del male”
Staccò leggermente le mani e le portò sulle sue spalle per far rilassare la ragazza, poi salì lungo il collo e ripeté su di lei il percorso fatto dalla ragazza poco prima.

“Hai ragione, so chi sei” continuò scendendo nuovamente sugli zigomi “ma non ti ho mai potuta toccare in questa maniera e sarebbe un peccato rinunciare a tale privilegio”
Hermione si perse nelle carezza che le stava rivolgendo e quasi non si accorse che lui l’aveva abbracciata ed ora teneva la testa appoggiata sulla sua spalla.
La Grifona, automaticamente, passo il braccio dietro la sua schiena e l’altra mano l’appoggiò sulla sua testa accarezzandogli delicatamente quei capelli così lisci.

Si sentiva decisamente bene, il suo petto era caldo ed accogliente, le sue braccia le circondavano la vita perfettamente, il suo respiro sul collo, sulla guancia, sulle labbra, sempre più vicino.

Poi ci fu solo un bacio, labbra di lui contro labbra di lei; semplice, dolce, delicato.
Lui si stacco lento e la guardò negli occhi.
Alla ragazza si fermò letteralmente il cuore ed il respiro finchè non si rese conto dello sbaglio e si staccò dall’abbraccio.

“S..scusa ma non so chi sei, inoltre sono impegnata” sussurrò imbarazzata.
“Se sapessi chi sono, la verità ti ucciderebbe!”
“Mettimi alla prova!” urlò lei
“Mi spiace” e uscì dalla stanza veloce.

L’unica cosa che Hermione riuscì a vedere attraverso quella luce improvvisa, creata dall’apertura del portone, fu il semplice braccialetto di argento bianco sul polso destro del suo Angelo Nero.


Poi cadde nuovamente il buoi totale.

Note D'Autore: Vi prego di non tirarmi pomodori e/o uova addosso.
Caspita è davvero da molto che non aggiorno e non ho scusanti; non avevo voglia di continuare la storia, non cominciavo nemmeno a scrivere dato il mio blocco.
Mentirei se dicessi che non ho avuto tempo, anzi ero liberissima e forse questo miha complicato maggiormente le cose; rimandavo di minuti, ore, giorni senza accorgermi che passavano i mesi.

Ma non voglio giustificarmi, mi merito i vostri insulti.

Spero solo che in qualche modo vi abbia lo stesso fatte sorridere con questo capitolo: vi ho dedicato un piccolo bacio tra i due, ma il bello deve ancora arrivare!
Spero che vi possa sinceramente piacere, un gran bacio a tutte quelle che mi seguiranno nonostante i miei MOSTRUOSI ritardi ;)

Fra

Se volete leggere anche le mie altre Dramioni ne sarei molto contenta.
One-shot

Io non credo ci sia un Lieto Fine per ME
Life is no Nintendo Game
Pff Esami


Storie

Tutta colpa dell'alcool



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Capitolo 14
*** Il Natale più Bello, prima parte ***



IL NATALE più BELLO, prima parte.
 

“Natale, che cos’è il Natale?”

Un mormorio si sparse per la classe subito azzittito dalla Professoressa Charity Burbage, insegnante di babbanologia ormai da molti anni, che girava tra i banchi degli studenti del settimo anno.
“Per noi maghi il Natale non ha un vero e proprio significato ma questo è molto diverso tra i babbani! Per loro il Natale è la festività cristiana che celebra la nascita di Gesù e cade il 25 Dicembre
Il termine deriva dal latino natalis, che significa "relativo alla nascita” ed è una delle feste più popolarmente sentita tra di loro sia in termini spirituali che economici.”

Economici.

Hermione scrisse quest’ultima parola duramente sulla sua pergamena tanto da lasciare un leggero solco nella carta.

Certo, economici!
Era sempre stato così fin dai tempi dell’asilo. Non c’erano mai stati cenoni di Natale o feste in famiglia a casa sua e non vi era mai stato nemmeno un vero e proprio regalo per lei se non cure per i denti, apparecchi vari e  pulizie.

Basta.

Non che non fosse grata ai suoi genitori per questi innumerevoli doni ma mai aveva trovato nella sua immacolata calza quello che desiderava e badate che lei non era per niente una bambina viziata.

A nove anni aveva chiesto un quaderno delle famose Barbie che tanto le piacevano.
A dodici una pergamena nuova intravista in un negozio specializzato nel settore.
A quattordici una borsa di pelle per i suoi amati quaderni di scuola.
A sedici un libro forse effettivamente troppo costoso ma che lei amava talmente tanto da rimanere ore e ore ad osservarlo dall’altra parte della vetrina.

Nulla.

Non aveva mai ricevuto niente e si era trovata più volte a guardare delusa quei pezzi di carta con il logo dello Studio Dentistico Granger mentre i suoi genitori le sorridevano felici prima di sparire dietro ai loro lavori lasciandola sola nella sua stanza.
Hermione non si ricordava di aver mai passato un Natale ricco di spensieratezza e gioia nella sua vita.
Solo alla Tana, dalla famiglia Weasley era stata davvero felice ma non per i regali no, ma per i suoi amici.

“Anche fra i babbani, infatti è nata la tradizione del consueto scambio di doni; come ad Hogwarts essi vengono consegnati la mattina di Natale riposti in una calza ai piedi del letto. Tutto questo  ha assunto anche un significato laico, legato allo scambio di regali, alla famiglia e a figure del folcrore come Babbo Natale”

Lei odiava il Natale.

“Il Natale inoltre riporta le persone a legarsi

Sospirò.
Non era vero, amava il Natale.
Amava la neve, il freddo pungente fuori mentre eri sotto le coperte al caldo, amava il cielo, il profumo dei dolci la mattina, la cioccolata calda ed il camino con il fuoco, amava sperare e sperare di trovare finalmente il suo regalo perfetto e puntualmente rimaneva delusa.

Ma amava davvero quel periodo dell’anno nonostante non volesse ammetterlo nemmeno a se stessa.

“Bene, come compito dovrete scrivere un tema immaginando di essere in un consueto Natale babbano, esprimete tutti i vostri sentimenti, i regali e come si è svolta la festa. Voglio due pergamene quindi vedete di metterci impegno, buona giornata e buona vacanze cari!” concluse la professoressa Burbage.

Hermione si alzò lentamente dalla sedia e sistemò le sue cose, poi con calma si recò verso la Sala Grande pronta per lo spettacolo.

Un sorriso le increspò la bocca, era perfetta.
Sapeva quanto la professoressa McGranitt amasse quelle tradizioni che Silente le aveva tramandato con tanta cura e attenzione.
La Sala Grande era completamente addobbata a festa, grossi striscioni rossi e verdi pendevano dalle pareti, a terra vi era della neve finta mentre dai tavoli pendevano pezzi di ghiaccio magico; le candele risplendevano più che mai ed il cielo era bellissimo.
Sorrise radiosa mentre si sedeva al suo tavolo e cominciò a mangiare la zuppa calda presente davanti a lei.

Ben presto però la sua quiete si interruppe; una testa rossa le si era parata davanti rovinando per un secondo la magica atmosfera.
“Ciao Herm!”
“Ciao Ginny” sorrise di rimando.
“Senti Herm, sei proprio sicura che non vuoi venire da ma queste vacanze? Probabilmente starai qui da sola, ti prometto che Ron non ti romperà le scatole”
In quel momento ad Hermione si strinse il cuore, voleva a tutti i costi rivedere i suoi amici e passare un bel Natale con loro ma la sua testa le diceva altro.
Cominciava finalmente a stare bene, se ne era fatta una ragione e non voleva tornare indietro.

“No, grazie Ginny” e le sorrise, soprattutto perché sapeva che era preoccupata per lei e questo le faceva piacere.
“Va bene, se insisti. Anzi non è che approfitterai per scoprire chi è il tuo bello?!”
Hermione si strozzò con la zuppa che stava mangiando e fissò incredula Ginny;  lei non le aveva raccontato niente eppure aveva scoperto tutto.
“Eddai Herm, non mi guardare così. Era palese dato tutte le lettere che vi mandavate, l’avrebbe notato anche un cieco!”
“Già, peccato che sia sparito” sospirò.

Da quel giorno nella Stanza delle Necessità non si era più fatto sentire né le aveva più scritto e lei non sapeva dove cercarlo dato che era ignoto sia il nome che il volto di quel ragazzo.

Le cose con Baddock infine erano rimaste appese ad un filo, lei lo evitava con la scusa dello studio e lui la lasciava in pace; più ottimale di così!
I suoi dubbi infatti non erano ancora spariti e la situazione con il suo nuovo “amico” l’aveva portata alla confusione più totale, perché le era piaciuto il bacio con il ragazzo misterioso e se ne vergognava da morire.
Fortunatamente durante le vacanze di Natale Baddock sarebbe tornato dalla sua nobile famiglia e lei sarebbe (fortunatamente) rimasta sola.

“Vedrai che tornerà, sarà stato troppo impegnato con le lezioni anche lui!”
“Può darsi”

Illusa.

“Ok, io devo andare Hermione. Il treno parte tra poco!”
La rossa si alzò e andò a baciare la Grifona.
“Sicura che starai bene?”
“Sì non preoccuparti”
“Ok ciao tesoro” e scappò seguita dal resto della scuola, tutti studenti pronti per le vacanze natalizie.


 
Dopo pranzo, la piccola Grifona, rassegnata e annoiata, decise di passare un po’ di tempo in biblioteca per iniziare il suo compito di babbanologia ma ebbe parecchi problemi per via di due Corvonero che chiacchieravano rumorosamente accanto a lei.
Dopo l’ennesimo risata, Hermione lanciò loro uno sguardo omicida costringendoli a scappare dalla stanza; sospirando, si voltò verso la finestra per riprendere la sua amata concentrazione quando qualcosa la fece rimanere senza fiato.

Neve!
Stava nevicando.

Hermione prese in fretta la borsa posata sulla sedia e si precipitò in giardino dimenticandosi dell’esistenza dei gradini sulle scale; quando si trovò fuori dal portone il gelo la travolse.
Rabbrividì un attimo per poi lasciarsi incantare dallo spettacolo di fronte se.

La prima neve stava cadendo imperterrita ricoprendo velocemente i giardini del castello ormai tinti di un lucente bianco pallido.
La ragazza cominciò a correre ridendo sotto quei candidi fiocchi di neve, felice ed entusiasta, senza rendersi conto di dove stesse effettivamente andando; fu proprio per la sua sbadataggine infatti che, dopo qualche secondo, si trovò pericolosamente inclinata su un burrone creato dalla neve vicino al Lago Nero.

Spaventata e con una piccola imprecazione, cercò lentamente di tornare sui suoi passi ma il terreno cedette e lei serrò gli occhi pronta per un impatto che non avvenne.
“ Diamine Granger!”
Hermione si girò spaventata trovandosi a pochi centimetri dal volto di Draco che la stava tenendo saldamente per un braccio; purtroppo questo movimento li portò catastroficamente a perdere l’equilibrio tenuto poco prima, precipitando nel piccolo dirupo.
 

Hermione, poco dopo, aprì gli occhi di scatto trovandosi ad osservare il cielo, non sentiva nessun tipo di dolore se non un lieve rantolo sotto di lei.
Quando si rese conto di avere qualcuno sotto il sedere si spostò leggermente trovando Malfoy in una smorfia di dolore.
“Stupida Mezzosangue!” mugolò “Guarda che hai fatto”
“Non è colpa mia, sei tu che mi hai spaventata” replicò lei indispettita ed imbarazzata per la sua ingenuità.
“Come osi dirmi ch..auch”soffiò il biondino stringendosi il polso.

Hermione notò che lo stava stringendo troppo forte per essere una ferita superficiale quindi cercò di vedere cosa procurasse tutto quel dolore alla sua nemesi ma venne respinta bruscamente.
“Sta lontana da me hai capito?!”
Draco si alzò portandosi il polso destro al petto e cominciò a scalare quella montagna di neve senza successo.
“Cazzo”urlò voltandosi acido verso la Grifona che si stava stringendo nella sua leggera divisa.
“Perché diamine sei uscita così?”ghignò lui indicandola.
Ho visto che nevicava e sono corsa fuori, non pensavo di metterci tanto! Ho lasciato il giaccone in Sala Comune” si giustificò.
“Sciocca”puntualizzò lui “piuttosto che stare la ferma dammi una mano a risalire da questo buco, non voglio mica passare tutte le vacanze di Natale con te”

Hermione sbuffò  ma nonostante questo cominciò a cercare un passaggio per salire e tornare al castello.
Iniziava ad odiare la neve anche se quella situazione con Malfoy le aveva nuovamente mostrato quanto lui, in fondo, non fosse crudele!
Non l’aveva lasciata cadere ed era questo l’importante.

Lei era praticamente la ragazza di Malcom ma, in qualche modo sapeva di provare dei sentimenti sia per biondino in questione che per il suo Angelo Nero, anche se non sapeva chi era.
Si strinse le braccia attorno al petto sentendo un calore sulle guancie sintomo di imbarazzo; si trovava in un situazione davvero piuttosto strana.
Dopo qualche minuto di perlustrazione, notando che non c’era nessun passaggio, tornò indietro rassegnata e completamente congelata quando si accorse di essere sola.

Malfoy era sparito.

“Malfoy” lo chiamò leggermente preoccupata.
“Malfoy!”

Nessuna risposta.

“Stupido furetto!!”urlò infine con le lacrime agli occhi.

Ei Granger, parli da sola?”
Si girò di scatto trovandolo in cima ad un cumulo di neve più basso degli altri che portava direttamente sul precipizio da cui erano caduti.
“Su Cenerentola che non ho tempo da perdere io”e le porse la mano sinistra.

Un senso di sollievo si sparse nel cuore della ragazza che si perse ad osservare il biondino con la mano tesa verso di lei, i capelli bagnati, gli occhi dello stesso colore della neve che scendeva dietro di lui ed uno sguardo leggermente preoccupato.
Era davvero bello, doveva ammetterlo; Ginny aveva ragione.

“Granger, si può sapere che ti prende!”

La Grifona si riscosse dai suoi pensieri notando che il calore alle guancie si stava rapidamente diffondendo in tutto il suo corpo provocandole piccoli brividi e annebbiamento, quindi rapida si aggrappò alla Serpe cercando di salire dal precipizio ma scivolò su un pezzo di ghiaccio ed il ragazzo dovette prenderla con entrambe le mani per non farla cadere.
Quel gesto intensificò ancor di più il dolore al polso.

“Diamine Malfoy sono una brava studentessa posso rimettertelo a posto in un attimo!”ringhiò la grifona dopo aver ripreso fiato.
“Non mi toccare”sibilò lui di rimando ma il dolore raggiunse un livello troppo forte da sopportare che quasi svenne.
“Serpe testarda”disse lei prendendogli delicatamente il braccio destro e, cercando di non fargli male, alzò manica della divisa ed il maglione di lana lungo il braccio.

Il polso era molto gonfio e di un colore tendente al viola ma sembrava non essere rotto; Hermione prese la bacchetta e cercò di curare il più possibile la ferita.
Dopo parecchi minuti il polso era leggermente meno rosso ma il gonfiore era passato ed il ragazzo riusciva a muoverlo senza sprofondare negli insulti per il dolore.
“Fatto furetto!”e cercò di rimettergli a posto la manica quando le sue dita incontrarono qualcosa di freddo.
Alzò di poco la manica della maglia ed un bracciale d’argento scivolò lungo il polso.

Quel bracciale l’aveva già visto, ma dove?
Poi il respiro le si mozzò e la consapevolezza cominciò ad insediarsi nella sua mente.

Un flash:

 

“Sono il tuo Angelo preoccupato per te mia dolce principessa, non ti sarai mica vestita troppo elegante Granger”
 

“Hai ragione, so chi sei ma non ti ho mai potuta toccare in questa maniera e sarebbe un peccato rinunciare a tale privilegio”
 

“Se sapessi chi sono, la verità ti ucciderebbe!”


Il bacio e quel braccialetto d’argento bianco, l’unica cosa che aveva visto di lui.

 
Si spostò improvvisamente come scottata da quel braccio e si ritrovò a fissare un paio di occhi grigi spalancati e preoccupati.

Malfoy e il suo Angelo Nero erano la stessa persona?!



Nota D'Autore: Salve a tutti, come state?
Accidenti, mi rendo perfettamente conto che la prima parte è fatta un po' male ma come dire, non riuscivo ad elaborarla al meglio e quindi ho deciso di lasciarla così ._.

Allora questo è il mio primo regalo per voi, ce ne sarà un secondo (come potete immaginare questo capitolo è diviso in 2 quindi....) e spero di riuscire a finirlo entro Natale per rendervi felici :)

Precisazioni: Ho riletto più volte questo capitolo e mi sembra strano, ditemi voi cosa c'è che non va. Comunque voglio precisare che nella mia testa la storia si era svolta in modo diverso. Ad esempio il burrone.......... mi rendo perfettamente conto che non ci sono burroni ad Hogwarts (anche perchè sarebbe pericoloso) ma pensavo ad una specie di "buco" nel giardino che per via della neve si è trasformato in un buco un po' più alto xD Ad esempio il dislivello che si crea tra la fine del bosco e l'inizio della spiaggia per il lago Nero, a quello ho pensato io (Se avete capito senza leggere tutta questa cosa allora fate a finta di nulla che io mi sto ridicolizzando xDxDxD)

Concludendo, spero vi sia piaciuto il modo in cui Hermione ha scoperto l'identità del suo Angelo nero :)
Chissà cosa succederà ora.
Ciao Fra.

 

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Capitolo 15
*** Il Natale più Bello, seconda parte ***



IL NATALE più BELLO, seconda parte.


 
Hermione si portò una mano al petto cercando di stabilizzare sia il battito del cuore che il respiro.

Il suo sguardo non si era mai staccato da quello del biondino e viaggiava veloce da un occhio all’altro come impaurita di perdersi qualsiasi cenno o emozione in lui.
La fronte corrugata e le labbra dischiuse in un gesto sorpreso rendevano l’atmosfera pesante e la tensione palpabile fino a metri di distanza.

Hermione era oltre ogni dubbio confusa e si poteva notare anche dalla piccola ruga che le si era formata sulla tempia.
Il suo cervello lavorava ad una velocità spaventosa trovando mille scuse sul perché il biondino aveva lo stesso braccialetto del ragazzo tanto premuroso da tenerla d’occhio costantemente e di cui lei si era in altro modo invaghita.

Lui invece sembrava il ritratto della serenità, quasi a trasmettere la sicurezza che aveva imparato a plasmare a suo piacimento durante quei lunghi anni ad Hogwarts.
Aveva un sopracciglio alzato come ad indicare l’assurda situazione e la mascella serrata; sembrava realmente confuso.

Aspettavano entrambi che uno dei due facesse la prima mossa, aspettavano senza ricevere spiegazioni, senza capire che  sarebbero andati incontro ad un’attesa infinita.

Hermione sentì improvvisamente il suo cervello che si bloccava sull’unica spiegazione possibile: non era lo stesso braccialetto.
Semplice, chiaro; quante persone ad Hogwarts avevano quel bracciale, d’argento bianco con un piccolo serpente inciso su una placchetta?

Imprecò mentalmente, non aveva mai riflettuto sul fatto che quel serpente potesse significare Serpeverde, perché era stata così stupida.

Poi la seconda opzione apparve ai suoi occhi come uno schiaffo in pieno viso.

Un tranello, tanto astuto quanto spietato.

Draco Malfoy aveva ottenuto con facilità e maestria il suo amore, sia con un’identità finta che senza.
L’aveva spiazzata su tutta la linea mostrandole la sua superiorità sia come Serpeverde che come Angelo Nero.

Quella consapevolezza si sparse in tutto il corpo come lava calda arrivando agli occhi che si riempirono improvvisamente di lacrime.
Tutta una burla dettata dall’odio da parte sua verso i Mezzosangue, certo un piano così geniale e ben studiato.

Le lettere ogni volta si autodistruggevano da sole e non aveva nessuna traccia del bel principe, sicuramente se lei l’avesse raccontato in giro nessuno ci avrebbe creduto.
E così si accorse di essere sprofondata in quella che era una trappola a regola d’oro.

Fu questa consapevolezza che le fece abbassare gli occhi stanchi di fronte a Malfoy che sembrò sorpreso di tale gesto.
Lei era incredibilmente debole in quel momento, tanto da non poter sostenere una conversazione/lite con la serpe;  aveva freddo e non voleva essere derisa, non li, non in quel momento in cui il suo cuore era ridotto ad un organo senza vita, schiacciato dal pugno della vergogna.

Si alzò portandosi una mano alla fronte notando che scottava molto, certo la debolezza era sintomo di febbre; effettivamente aveva addosso solo pochi indumenti completamente fradici e tremava.
Si girò per andarsene quando una voce la fermò.

“Te ne vai così, Granger?!”

Hermione serrò gli occhi disgustata nel sentire chiaramente che la voce era la stessa, stessa intonazione, stesso cognome calcato, era ovvio che fosse lui eppure non ci aveva nemmeno pensato.

“Che vuoi, Malfoy”

Evidenziò anche lei in modo crudele il suo nome, voleva a tutti i costi scappare, andare via e lui la fermava?!

“Non ti reggi nemmeno in piedi dove pensi di andare?!”
“Sono fatti miei, non ti riguarda!” soffiò nella sua direzione notando che lui si stava avvicinando.
“Io” cominciò il biondo seccato ma fu interrotto.
Non serve, lascia stare. Ho capito tutto, quel bracciale è un cimelio di famiglia vero?” disse indicando l’oggetto.
“Come..”
“Immaginavo, sei stato bravo!”
“Stai vaneggiando Mezzosangue” disse lui infastidito portandosi davanti alla ragazza.

Quando posò lo sguardo su di lei notò che stava piangendo e si sorprese.

“Che diav…”
“Sono stata davvero una stupida, sperare che ci fosse qualcuno realmente preoccupato per me è stata una sciocchezza, sperare in quel ragazzo che a conti fatti sei tu” serrò gli occhi “Sei stato ingiusto, non ti bastava ferirmi da Draco Malfoy, dovevi inventarti un’altra identità per schiacciarmi definitivamente!”

Draco trattenne il fiato e riuscì finalmente a collegare tutti i pezzi, ecco da cosa era causato il repentino cambio d’umore della Grifona e lui che era seriamente preoccupato per la febbre della ragazza che aveva percepito da qualche minuto.

“Non so di cosa tu stia parlando” sibilò lui.
Lei spazientita lo prese per un polso e portò il bracciale all’altezza dei loro occhi.
“Parlo di questo, Malfoy. Parlo di questo braccialetto che ho visto quella notte nella Stanza delle Necessità, parlo di quel ragazzo che mi scriveva ripetute lettere e che si preoccupava per me, parlo del tuo piano diabolico per rendere la mia vita un inferno!”
“Ripeto, non so di cosa tu stia parlando” continuò il ragazzo con poca convinzione.

Glielo aveva ripetuto spesso suo padre, negare i fatti sempre e comunque e lui lo stava facendo.

Lei abbassò lo sguardo e andò a slacciargli il giaccone, sorprendendolo.

Si sentiva come in una bolla, la febbre si stava evidentemente alzando e i suoi movimenti erano automatici, era stufa di urlare, voleva passare ai fatti e se questo significava mettersi ulteriormente in ridicolo davanti alla Serpe così doveva essere.
Non aveva paura di un suo eventuale rifiuto, voleva solo che lui ammettesse tutto, quella piccola vittoria spettava a lei!

Si accorse di non capire più niente nel momento in cui slacciò anche la divisa per lasciare il ragazzo in camicia, sembrava in trance e non riusciva più a pensare.
Malfoy trattenne il fiato quando le mani della Grifona si posarono sul suo petto; forse era il loro primo vero contatto da anni.

Forse si o forse no.

“Ora ti viene in mente qualcosa?” sussurrò lei roca.

“Non capisco…” ma si bloccò quando sentì le sue mani salire lungo il petto fino ad arrivare alla mascella che si tese.

“Ora ti viene in mente qualcosa?” ripetè come un automa la ragazza.

“Io..”

Lei imbarazzata chiuse gli occhi e spostò le sue mani sugli zigomi accarezzando quel volto già esplorato poco tempo prima.
Rimase perplessa, lui non l’aveva scacciata ne si era scansato da quel tocco proibito dai due.
Si sentì improvvisamente debole quindi appoggiò la testa sul petto del ragazzo che si alzava ed abbassava ad un ritmo leggermente più veloce del normale.

“…ti ricordi, Malfoy?” e fece una cosa incredibile persino per lei.
Allacciò le sue braccia attorno al corpo del ragazzo restando a contatto con il suo petto; il cuore del ragazzo faceva da base musicale a quel momento magico ed intimo.
Lei si sentiva bene e questo pensiero la fece stringere di più a lui.

Ma Malfoy, di scatto, la prese per le spalle e per un momento Hermione pensò che anche lui la stesse abbracciando, invece venne saldamente staccata dal suo corpo.
Lei lo guardò confusa scontrandosi con un paio di occhi grigi infuriati.
“Smettila di comportarti da idiota, ti pare che io abbia il tempo materiale per escogitare simili idiozie solo per farti un torto Granger! Ti rendi conto che la tua stupidità ha raggiunto il limite?! Se avesse realmente voluto farti del male sarebbe bastato molto meno!”  urlò senza riprendere fiato.

Hermione stupita si bloccò, poi automaticamente un dolce sorrise le si dipinse sul volto.
“Non volevi farmi male?” si portò una mano alla testa “Malfoy, ti prego, non mi sento bene” e svenne.
 


Si risvegliò poco dopo in una stanza buio con la gola completamente in fiamme ed un senso di nausea alle spalle.
Si alzò cautamente a sedere mentre sentiva la febbre tornare prepotente su di lei.

“Non sforzarti troppo, Granger”

Draco Malfoy si avvicinò al letto lentamente con una boccetta di vetro tra le mani.
“Bevi questo ti farà stare meglio” disse porgendogliela.

Hermione era troppo debole per poter dubitare della buona fede del biondino quindi portò la boccetta alle labbra e la finì tutta d’un fiato.
Il retrogusto amaro del liquido la portò a tossire ma subito si sentì meglio, solo allora si accorse di non essere nel suo letto.
“Dove sono?”

Draco fece il giro del letto sistemandosi la camicia senza guardarla in faccia, poi come se fosse la cosa più naturale del mondo la informò di essere nel dormitorio dei Serpeverde.
Ad Hermione quasi venne un infarto poi osservò i movimenti del biondo che si era appoggiato allo stipite della porta e guardava fuori dalla finestra la neve che ancora scendeva imperterrita.
“Quindi, mi hai portata qui tu” chiese lei.
“Già” rispose lui.

La stanza si riempì di un imbarazzo improvviso.
Tutto quello che era successo poche ore prima piombò sul cuore delle ragazza che si rese improvvisamente conto di essersi cacciata in un grosso guaio.

Cercò di alzarsi dal letto ma troppo debole cadde; fortunatamente due braccia forti la tennero in piedi.
“G..grazie” sussurrò lei troppo imbarazzata per guardarlo negli occhi.
“Stupida ragazza, devi stare seduta!”

Lui tornò nuovamente verso la finestra come se non potesse stare troppo vicino alla ragazza e questo la turbò.
“Che ti prende? Hai paura che ti possa in qualche modo contagiare?”  disse acida lei.
No” e la guardò negli occhi “Non so se posso resistere con te in quelle condizioni, sei pur sempre una donna” continuò indicando il corpo della ragazza.

Lei si guardò allo specchio e notò di essere completamente svestita, l’unico indumento che la copriva era una camicia bianca, probabilmente del ragazzo, che le arrivava a metà coscia.
Hermione urlò e si nascose sotto le coperte imbarazzata.
“Ma che diavolo?!”
“Avevi i vestiti completamente bagnati, se non te li avessi tolti ti saresti presa qualcosa di più di una semplice febbre”

Lei annuì mentre si mordeva il labbro.
Quel ragazzo la trattava male era vero, ma la proteggeva spesso.

Sempre.

“Perché fai tutto questo per me?”
Lui non rispose.

Poi lei osò “Se non volevi farmi del male, che ti è saltato in mente?”

I loro occhi si scontrarono ed il biondino fece un profondo respiro prima di staccarsi dallo stipite della porta.
Si portò davanti alla ragazza che, seduta contro il cuscino si copriva con il lenzuolo scuro, scrutava le mosse del Serpeverde.
Lui si sedette sul letto e spense la sigaretta sul portacenere con molta lentezza, come volesse perdere tempo, come volesse prolungare quel momento. Poi la guardò negli occhi.
Ti avverto Granger, se provi ad interrompermi non te la farò passare liscia!”

Hermione non capiva, il ragazzo aveva uno sguardo duro e teneva la mascella serrata.
“Va..va bene”

Malfoy sospirò rilassandosi e si soffermò sul pezzo di spalla scoperto della Grifona lasciando passare ancora qualche secondo prima di prendere coraggio e parlare.


Quando ti piace una persona provi piacere a starle accanto pur non sapendo quello che sente per te

Alla ragazza si fermò il respiro.


“E faresti di tutto per poter passare anche solo un attimo in sua compagnia, ne converrai con me Granger”

I loro occhi s’incontrarono ed in quel momento qualcosa di magico scese su di loro mentre fuori ricominciava a nevicare.

“La…la prima volta che ti ho baciata tu non sapevi chi fossi e non ti ho dato il tempo di reagire, ora però ti bacerò di nuovo, tra meno di tre secondi e..

“Che..?” cercò di dire la ragazza sorpresa ma lui la zittì con uno sguardo.

“..e se tu non vuoi che ti baci…beh, se non vuoi fermami!”

Draco si avvicinò lentamente alla ragazza continuando a guardarla negli occhi.


“Ma spero che tu non lo faccia” sussurrò a pochi centimetri dalla sua bocca.

Uno

due

tre

Hermione rimase immobile finchè non sentì le sue calde labbra sulle proprie, un bacio talmente dolce da infrangere completamente tutte le difese che aveva macchinosamente ideato in quei pochi secondi.
Era simile se non uguale al bacio ricevuto nella Stanza delle Necessità  ma la consapevolezza di sapere chi era il ragazzo, la consapevolezza della sua identità rendeva tutto più magico.

La Grifona si lasciò sciogliere leggermente quando la mano del biondo andò a posarsi sulla sua schiena attirandola a se e chiuse gli occhi rapita dal momento e dalla passione che stava nascendo pian piano tra i due.

Prima di perdere completamente la lucidità, la Caposcuola della nobile casata dei Grifondoro Hermione Granger riuscì a pensare che effettivamente amava la neve e quello che portava con se.
 


Note D’Autore: Salve a tutti!
E con questo capitolo vi auguro un Buon Natale! Perché l’ho scritto pensando principalmente a voi che nonostante tutto mi state ancora seguendo!
La storia si sta evolvendo e pare che Draco si sia dichiarato! Wooow :D Ditemi se ho esagerato nel OOC o se vi è sembrato il tutto troppo smielato.

Ripeto di nuovo, Buon Natale a tutti e se ancora ne avete la possibilità, date un bacio ai vostri nonni e alle vostre nonne perché io se potessi lo farei subito.


Un bacione a tutti :)

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