Diario di un sogno impossibile

di 8Kanemi8
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** Capitolo V ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX ***
Capitolo 10: *** Capitolo X ***
Capitolo 11: *** Capitolo XI ***
Capitolo 12: *** Capitolo XII ***
Capitolo 13: *** Capitolo XIII ***
Capitolo 14: *** Capitolo XIV ***
Capitolo 15: *** Capitolo XV ***



Capitolo 1
*** capitolo I ***


kagome 1


Diario di un sogno impossibile

capitolo I

Come sempre stavo per prendere il treno per arrivare a scuola. “L’ultimo anno di liceo è il più bello!” dicevano… certo infatti io mi stavo divertendo molto a studiare dalla mattina alla sera per quello stupido esame, mi mancavano i bei vecchi tempi.

Nonostante fossi una ragazza economicamente ben messa e avevo un autista mi piaceva andare a scuola a piedi. I miei genitori erano entrambi avvocato, molto famosi, spesso erano costretti a viaggiare per i loro clienti, abbandonandomi a casa, da sola in compagnia di quello stupido gatto che mi stava tanto a cuore.

Quel giorno arrivai a scuola prima che i cancelli fossero aperti, ma essendo anche la nipote del preside potevo accedere tramite la porta posteriore. Non pensiate che, poiché fossi la nipote del preside, fossi già promossa la mia scuola era molto severa, tutti dovevano seguire le regole e l’unico strappo era proprio questo. Mi piaceva entrare in classe prima degli altri e mi piaceva illudermi che non sarebbe entrato nessuno, ma puntualmente le teste di quei squallidi secchioni apparivano non appena i cancelli fossero aperti.

All’epoca ero una ragazza popolare, bella e intelligente. Tutti nella scuola sbavavano dietro di me ma io non li sfioravo neanche con lo sguardo. Io avevo occhi solo per due persone, solo per i miei fratelli. Il secondo non viveva con noi in Giappone si era laureato ed era partito per l’ America dove lo attendeva il suo studio di indovinate un po’… di avvocato… l’altro il più grande dopo aver preso la nazionalità americana si arruolò in esercito ci disse che sarebbe partito per andare in guerra, lo amavo tantissimo. Cinque mesi dopo arrivò la notizia che era morto per salvare una famiglia da un attentato. La nostra famiglia ricevette la medaglia d’onore e divenne capitano. Era il mio eroe, si parlò molto di lui e io volevo seguire le sue orme.

Già, sembravamo tutti destinati ad essere avvocato, ma io sarei stata quella che avrebbe spezzato la catena, il mio sogno era quello di entrare nell’esercito… proprio così. Tutti scommettevano invece o che avrei seguito le orme della mia famiglia, che per me era una maledizione, o sarei diventata modella poiché avevo un bel fisico e amavo la moda.

No, non faceva per me la vita della star. Almeno così credevo.

Kagome Higurashi non sarebbe diventata famosa, no sarebbe diventata molto di più… un mito. Distrattamente notai che il cortile iniziava a riempirsi dei vari gruppetti. C’erano le popolari, le invidiose, le ambiziose, poi c’erano i pervertiti, gli sportivi, gli idioti e infine quel gruppo composto da due persone soltanto, i desiderati. Koga e Miroku. C’erto erano davvero belli e anche ricchi, ma io li preferivo come amici. La mia scuola era una scuola per ricchi e viziati compresa me, si mi definivo viziata perché ottenevo sempre quello che volevo con o senza capricci.

L’ultimo mio capriccio era una macchina sportiva, la ottenni e mi mancavano soltanto qualche mese al mio diciottesimo compleanno e una volta compiuti avrei  potuto guidarla.

La campanella suonò e tutti si accinsero ad entrare nelle loro classi seguiti dai professori. La giornata passò tra lezioni e interrogazioni, come al solito. La solita noia fino a quando il professore di Storia richiamò la nostra attenzione.

-Ragazzi per la gioia di alcuni di voi ho un’ottima notizia- tutti si scambiarono sguardi sorpresi e molti sorrisero impazienti. –Per la prima volta nella storia di questa scuola è stato deciso di creare uno stage di studio- ci guardò uno ad uno sorridendo –Chi parteciperà allo stage è stato scelto per la condotta di tutto l’anno scolastico  e solo cinque in tutta la scuola partiranno- fece ancora una pausa… sospance del cazzo –In questa classe però è stata scelta una sola persona e ne sono molto contento- mi ritrovai a sperare che fossi io – Signorina…- le sue labbra andavano a rallentatore e vidi tutte le mie compagne sporgersi dal banco con la speranza che dicesse il loro nome –Higurashi è la fortunata- sorrisi infondo sapevo di meritarmelo al primo quadrimestre la mia media era quella del nove ed ero una ragazza modello, mai un’assenza nonostante sperassi ogni giorno che la scuola fosse chiusa.

-Certo, poteva mai non essere lei- si lamentò una, invidiosa.

-A differenza di lei Signorina Hikura, la signorina Higurashi è una studentessa modello e non perché è la nipote del preside- grazie mille di averlo ricordato!

Ero abituata ad ascoltare le proteste dei miei compagni di classe ma non mi importava, non avevo legato con loro dal primo giorno di scuola e non l’avrei fatto mai. Camminavo tranquilla per andare verso la palestra dove ogni pomeriggio, da sola, mi piaceva allenarmi in ginnastica artistica, quando incontrai Miroku.

Ragazzo che, come ho già detto, era davvero bello. Alto, moro, occhi grandi e blu, fisico da nuotatore e il suo punto forte un sorriso ammaliante. Anche lui dell’ultimo anno, ricco e destinato alla carriera del padre. Lui e Koga erano gli unici a parlare con me senza fare riferimento alla posizione del mio caro nonnino nella scuola, erano sinceri con me.

-Ehi bellezza dove te ne vai?- mi chiese con il suo solito sorriso, come se non lo sapesse.

-Dove vado ogni giorno Miroku. Tento di allenarmi in ginnastica- risposi sorridendo.

-Allora  chi è il fortunato della tua classe ad esser stato scelto per lo stage?- mi chiese mentre si avviava con me in palestra, eravamo amici da una vita.

-Come se non lo sapessi- lui sorrise –Oltre a te chi è stato scelto?- chiesi io e lui non parve sorpreso che sapessi che anche lui era stato scelto, anche lui era bravo.

-Koga e Hojo. Gli altri due non so chi siano- annuii distrattamente mentre arrivata in palestra mi accingevo a entrare nello spogliatoio ma mi bloccai quando vidi che Miroku continuava a seguirmi.

-Miroku!- lui rise e si fermò sulla porta. –Non sei costretto a rimane, posso tornare a casa da sola- gli dissi dall’interno.

-Primo: tesoro io non mi annoio a guardarti e lo sai perfettamente, secondo: mi impegnai con tuo fratello e terzo: che razza di miglior amico sarei se ti lasciassi tornare a casa da sola- sorrisi alla parola migliore e uscì. Come sempre il suo sguardo si illuminò vedendomi vestita solo con il body bianco e blu, era un pervertito di prima categoria.

-Non mi scoccerò mai di ripeterti che il tuo bel fisico è sprecato per indossare quell’enorme divisa militare-

-Sì, certo, come no- senza dire altro iniziai a riscaldarmi e poi mi diressi al mio primo attrezzo preferito… la trave. Ero alta per fare uno sport così ma ero agile e brava.

Ci salii sopra e inizia con una semplice camminata, poi piroetta e infine iniziai con le acrobazie più difficili. Rovesciata,ruota senza mani,verticale, flik. Miroku mi guardava incantato, la grazia era il mio punto forte e ne andavo veramente fiera.

Quando ebbi finito mi andai a cambiare velocemente e con Miroku tornai a casa. Come sempre lo invitai ad entrare e a fare come se fosse a casa sua e lui, come sempre, si buttava con un salto sul divano e accendeva la televisione. Ero da sola a casa, i miei erano partiti e lui mi faceva compagnia.

-Non credi di dover studiare?- gli chiesi portandogli una bibita e sedendomi accanto a lui.

-No. Mancano due mesi alla fine della scuola e  indovina un po’?-

-Hai completato già tutte le interrogazioni ed essendo il migliore non ti interrogheranno più. Già che stupida a chiedertelo, ogni anno è così!- dissi scuotendo la testa – secchione- bofonchiai.

-Come come? Io secchione? E tu? Mai un assenza in tutto l’anno!- mi accusò.

-Ehi io non sono una secchiona!- non era colpa mia se mi bastava leggere soltanto una volta per imparare tutto, la mia era una mente sviluppata e fotografica per questo ringrazio i miei genitori.

-Si certo come no!-  prese a farmi il solletico e io non riuscivo a respirare dalle risate -Mi chiedo chi sarà il fortunato a baciarti- mi disse serio fermandosi e io arrossii. Avevamo provato a uscire insieme una volta ma io lo consideravo solo un amico e credevo che anche lui pensasse lo stesso di me, ma quella rivelazione…

-Mi dispiace Miroku io ho provato a innamorarmi di te, ma non ci sono riuscita- ammisi.

-Non te ne faccio una colpa- sorrise lui e io mi rilassai. –Sai sembri proprio un angioletto così-

-Cosa vorresti dire?- lo fulminai.

-Che sotto a questa faccia e questo corpo di angelo si nasconde un diavolo e lo sai- io risi ancora.

-Cosa te lo fa pensare?-

-Ma come ti sei dimenticata la festa che hai organizzato all’insaputa dei tuoi, oppure quando ti sei ubriacata al mio party estivo? O ancora quando sei andata a letto con il fratello di Len con cui eri stata qualche ora prima?- diciamo che non ero la tipica ragazza che si limita a studiare.

-Mi mancano i vecchi tempi- sospirai –a te no?-

-Sì- rise e mi abbracciò.

 

Il giorno seguente fui interrogata o meglio mi offrii volontaria in tutte le materie erano le ultime rimaste così avrei chiuso anche io le interrogazioni come Miroku. Avevo finito l’ultima interrogazione e mentre  stavo per sedermi mi chiamarono per andare in presidenza.

Non mi domandai il perché sapevo che era per discutere del viaggio. Infatti trovai gli altri quattro ragazzi, il preside e il mio professore di storia.

-Finite le interrogazioni?- mi chiese in un orecchio Miroku, gli sorrisi e lui capì che era tutto a posto.

-Eccovi qua Signori, come vi ho anticipato ieri oggi discuteremo del vostro viaggio- iniziò il prof. –Il viaggio durerà un mese, la vostra assenza a scuola sarà giustificata e dato le vostre medie scolastiche non avrete bisogno di fare altri compiti o interrogazioni in sintesi siete già ammessi all’esame.-

-Dove avverrà lo stage?- chiese l’unica ragazza oltre a me. Era alta, snella, capelli lunghi e lisci, occhi grandi e castani come i suoi capelli e davvero carina.

-In Italia signorina Kimiiwa- Che bello avrei visto l’Italia e un altro dei miei sogni si stava per realizzare, tutti esclamammo eccitati alla notizia.

-Partiremo tra una settimana ma devo avere il consenso scritto dei vostri genitori- eccolo il problema.

-Professore- lo chiamai attirando la sua attenzione –I miei genitori sono all’estero per lavoro- dissi.

-Higurashi per lei non ci sono problemi il preside ha già informato i suoi genitori e domani manderanno la risposta via fax- mio nonno era un grande, gli sorrisi e lui ricambiò. –Questi sono i fogli su cui c’è scritto cosa sarà essenziale per il viaggio. Comprate cose estive signori in Italia in aprile fa già molto caldo- scusa buona per fare shopping. -Un ultima cosa, in aereo incontrerete altri ragazzi che provengo da scuole Giapponesi come la nostra- ciò significava nuove amicizie.

 

L’autorizzazione dei miei genitori arrivò la sera stessa a mio nonno che mi venne a trovare a casa. La settimana passò velocemente tra shopping e la preparazione dei bagagli. Ero entusiasta di quel viaggio, anche se per studio, ma cavolo era l’Italia quando l’avrei rivista ancora?

Il giorno che partimmo erano le nove dell’ ultima settimana di marzo era sera ed era emozionata, ad accompagnarmi in aeroporto c’erano i miei genitori tornati dal loro viaggio per salutarmi. All’aeroporto eravamo tutti presenti e mentre i nostri genitori parlavano fra di loro noi facemmo amicizia.

-Ciao sono Sango Kimiiwa- mi girai a guardare la ragazza che mi tendeva la mano, sorrisi e la strinsi.

-Piacere sono Kagome Higurashi-

-Oh so chi sei, forse non lo sai ma sei molto popolare e tutti i miei compagni di classe sbavano dietro te- sospirai e lei rise divertita.

-Io non volevo essere popolare- confessai e lei mi guardò incredula, che bugia immensa io amavo stare al centro dell’attenzione.

-Come? Tu non immagini cosa darei per essere popolare!- io la guardai nello stesso modo in cui mi aveva guardato lei.

-Ma ti sei guardata allo specchio? Bella come sei non riesco a capire perché ti lamenti- rise.

-Si ma non come te!-

Essendo vanitosa lo ammetto ero davvero bella, la cosa che amavo di più era curare il mio aspetto fisico, nonostante il mio sogno era quello di entrare in esercito. Ero alta e magra, capelli corti dietro e più lunghi avanti a toccare quasi le spalle, erano neri come il carbone e lisci. I miei occhi erano grandi e come quelli di Miroku erano blu. Il mio viso era perfetto senza un imperfezione, labbra non troppo grandi, naso perfetto tanto che molti si chiedevano se mi fossi operata, e pelle candida. Avevo una fila di ragazzi dietro di me e non mi dispiaceva averli anche se spesso diventavano assillanti. Come diceva Miroku dietro questa faccia di angelo si nascondeva un diavolo. Mi piacevano le feste e soprattutto i ragazzi che partecipavano alle feste, ero tutto tranne che vergine, infatti mi piaceva soprattutto quello che accadeva con i ragazzi che partecipavano alla festa. Ero invidiata per la mia bellezza, per il mio carattere, ma ero anche disprezzata per la mia vanità.

-Scusate se mi intrometto ma vorrei presentarmi anche io- eccolo che arrivava, puntuale come sempre. Dove c’era una ragazza Miroku era sempre presente. –Ciao mi chiamo Miroku Hokerue- si presento sfoderando la sua carta vincente. Il sorriso ammaliatore.

-Piacere Sango Kimiiwa- disse arrossendo –Mi sembra strano parlare con due dei più famosi della scuola-

-Mi sembra strano di non aver mai notato una ragazza così bella nella nostra scuola- il sorriso si spense quando ricevette uno scappellotto da Koga.

-Ehi Miroku già a fare strage di cuori?- chiese sorridendo –Non farti ingannare da questo rubacuori signorina…-

-Sango Kimiiwa- disse stringendo emozionata anche la mano di Koga.

-Koga Haru- sorrise anche lui –Hei bellezza cosa fai non mi saluti?- chiese rivolgendosi a me, poiché non l’avevo salutato così sorrisi e gli baciai le labbra velocemente. –È sempre emozionante avere un bacio da te- sorrise dopo essersi leccato le labbra. Lo facevo sempre con entrambi.

-Miroku perché non ci presenti anche l’altro tuo compagno che non conosco?- mi riferivo a quell’Hojo che sinceramene avrei fatto a meno di conoscere, mi fissava già da troppo tempo.

-Certo lui è Hojo Kojire- disse tirando l’amico per il braccio e presentandolo.

-Invece lui è mio fratello gemello si chiama Koaku- non erano per nulla uguali ma alcuni tratti erano simili come il sorriso e gli occhi. Sorrisi nel vedere come il gemello guardasse di traverso Miroku, aveva capito anche lui tutto.

 -Bene ragazzi hanno chiamato il nostro volo. Salutate i vostri genitori e la nostra patria- il professore amava il Giappone più di un soldato, tanto che sarebbe stato pronto a morire per difenderla e adesso quasi piangeva nel lasciarla.

Salutammo i nostri genitori. I miei compagni ricevettero mille raccomandazione mentre mio padre si limitò a dirmi: - Non farti pescare ubriaca come l’ultima volta- e chi se la dimentica, quella sera quando mio padre mi pesco completamente ubriaca. Sotto certi aspetti era fiero di me come per quanto riguarda la scuola, ma da quando aveva scoperto del mio passatempo preferito non mi guardava più come una volta e non mi abbraccia più.

Quando entrammo nell’aereo mi sentii completamente libera, il divertimento stava per arrivare. Mentre aspettavamo che l’aereo si riempisse il professore ci chiamò e noi uno alla volta rispondemmo all’appello.

-Bene ragazzi alla vostra destra si siederanno gli altri ragazzi con cui studierete- spiegò. Io già mi immaginavo quali bei ragazzi arrivassero ma per lo più erano tutte ragazze tranne tre bei giovani. Li guardai sedersi nei sedili accanto ai nostri e Miroku ridere accanto a me.

-Inuyasha e io che credevo che ti scocciassi di rivedere l’Italia- sorrise sporgendosi per stringere la mano a quello che per me parve un dio.

-Ehi Miroku non è mai una scocciatura tornare nel luogo dove si è nati- sorrise il dio di nome Inuyasha ricambiando la stretta. –E da tanto che non ci si vede sono contento di poterti stringere la mano -

-Lo studio richiede più tempo del previsto. Ma dimmi la gara come è andata?-

-Come al solito Miroku, hai il re dell’asfalto di fronte- di cosa stessero parlando non lo sapevo ero troppo concentrata a capire quale parte del corpo di quel ragazzo fosse imperfetto. Era alto, capelli scuri come i miei e corti, occhi ambrati e dulci si fundo il sorriso era più bello di quello di Miroku.

-Ragazzi vi prego di accomodarmi l’aereo e pronto per decollare- così si sedettero entrambi. Nel sedersi però io incrociai lo sguardo con Inuyasha e mi parve di vedere un sorriso, ma distolsi lo sguardo velocemente.

-Chi è?- chiesi a Miroku.

-Un vecchio amico. Ti ricordi quando vedesti la mia moto e mi chiedesti che me ne facessi?- annuì ricordando vagamente l’episodio. –Beh le gare di qui stavamo parlando io e Inuyasha le facevamo con le moto- allora iniziai a capire.

-Ma certo lui era il tuo migliore amico alle medie- lui annuì.

-Lo è ancora ci sentiamo per telefono tutti i giorni solo che non ci vediamo come i vecchi tempi- annuì e guardai di sottecchi il dio. Perché i posti dovevano essere separati dal corridoio?

 

Quando si ebbe il permesso di slacciare le cinture ci fiondammo accanto ai nostri amici io ero in compagnia di Sango e Miroku di Inuyasha.

Sango era molto simpatica ed ero contenta di trovare una nuova amica o l’unica amica che avessi.

-Quando torniamo in Giappone ti va di andare a fare shopping?- mi chiese timidamente e capii che temeva una risposta negativa.

-Non sono la persona che credi che sia- le dissi, confondendola.

-Ma si certo tu non vorrai sapere più niente di me quando torneremo in fondo io non sono nessuno e tu sei popolare- guardai in cielo mi sembrava di stare in quei cartoni animati dove le meno conosciute facevano amicizia con le più popolari in un viaggio per poi dire quelle stupide cose.

-Ti conosco da poco ma già ti reputo una persona intelligente non uscire con delle stronzate come questa- la dovetti mettere veramente a disagio perché arrossì. –Volevo dirti che io sono una ragazza diversa da quello che vedi- mi guardo con un sopracciglio alzato. –Diciamo che i ragazzi che mi vengono dietro vengono solo per un motivo- il perché gli dicessi una cosa simile mi è ancora ignoto ma la sentivo mia amica. Lei parve capire subito e arrossì l’avevo capito che non era andata oltre un semplice bacio.

-Hei ragazze di cosa parlate?- chiese Koga sporgendosi dai sediolini posteriori.

-Parlavamo di me- mi sembra di avervelo detto con Koga e Miroku ero sincera erano miei grandi amici.

-Ah io non capisco perché non vuoi stare con me, io ti apprezzo anche per la tua intelligenza- gli sorrisi grata.

-Ehi Koga smetti di fare la femminuccia e vieni qui!- gli urlò Miroku facendogli segno di raggiungerlo.

-Scusate se parlavo con la mia donna!- urlò in ricambio –e chi hai chiamato femminuccia?- Miroku si ritrovò a dover schivare un pugno, sorrisi.

-Io credevo che stessi con Miroku!- Sango si riprese tutta la mia concentrazione.

-No. Lui e Koga sono i miei migliori amici- la vidi spalancare gli occhi.

-Eppure a scuola dicono che tu stai con lui e che lo tradisci con Koga-

-Si mi sono giunte queste voci- dissi stizzita. Continuammo a parlare per molto tempo poi anche a noi venne sonno e tornai a sedermi al mio posto accanto a Miroku che già dormiva. Mi sedetti e appoggiai la mia testa sulla sua spalla. Lui mi abbracciò facendomi mettere in una posizione più comoda.

-Credevo dormissi- gli dissi respirando il suo buon profumo.

-Aspettavo che tornassi- gli baciai il collo e mi sentii osservata, infatti Koga mi fulminava come il resto degli altri ragazzi, invidiosi.

-Non credi che dormirai meglio sdraiata?- mi chiese.

-No, voglio stare così- il mio scopo era uno solo far ingelosire il dio greco. Per due ore non avevo fatto altro che guardarlo e alcune volte lo beccavo che mi guardava, ma era ostinato e non abbassava lo sguardo costringendo a farlo abbassare a me. il viaggio durò molto e quando arrivammo sembrò un miracolo, un pulman ci aspettava all’esterno dell’aeroporto che ci portò fino a uno degli alberghi più importanti di Roma. Roma bella come sui libri, ricca di storia e meraviglie. Sango si sedette accanto a me mentre eccitate indicavamo i monumenti.

Il professore ci avverti della divisione delle camere io e Sango stavamo nella stessa mentre Miroku,Koga, Koaku e Inuyasha nella stessa. A quella notizia guardai Miroku era stata una sua idea di sicuro visto che le camere non potevano ospitare più di due persone. L’albergo era bellissimo a quattro stelle, la hall era grande e la mobilia era di legno di noce, venimmo accolti da un oste che ci diede le carte magnetiche per le nostre stanze. Io e Sango ci fiondammo nella nostra rimanendo a bocca aperta era grande e sulla parete sinistra c’erano delle grandi finestre da dove entrava la luce e il panorama era bellissimo di fronte avevamo il Colosseo! I letti erano due e separati e c’era un armadio a parete, poi c’era un’altra porta che era quella del bagno.

-Caspita è davvero bello qui!- esclamò Sango aprendo la finestra. Io annuii e sorrisi cosa volevo di più? Ero nella città più bella del mondo e nel mio stesso albergo c’era Inuyasha. Era la mia preda e prima che tornassimo in  Giappone sarebbe caduto ai miei piedi.

Il prof ci concesse una giornata di riposo. Disfammo le valigie e dopo esserci cambiate andammo alla ricerca dei nostri compagni.

-Kagome aspetta vuoi entrare nella loro camera?- mi chiese come se fosse una cosa sconvolgente.

-Sì, ti imbarazza?- le chiesi, era stupidamente arrossita ma io l’avrei trasformata, l’avrei trasformata in una ragazza più forte. La presi per mano e la trascinai alla ricerca della camera numero 384.

-Conosci anche il loro numero?- le mostrai il telefonino dove c’era un messaggio firmato da Koga e Miroku. Bussai mentre dall’interno si sentivano risate e qualcuno che litigava per prendere un letto. Mi aprì popodimenoché il dio greco che mi sorrise mentre io sprofondavo nelle sue iridi dorate, ma presi coraggio e sorrisi maliziosamente e con voce suadente e occhi da gatta gli chiesi di Miroku, lui sembrò tremare nell’udire la mia voce e mi indico il ragazzo che litigava con quello che intuii fosse Koga.

-Hei Miroku e Koga così accogliete due fanciulle?- chiesi e i due si fermarono a guardarmi dalla testa ai piedi. Indossavo dei jeans attillati a vita bassa sopra una magliettina bianca con due bretelline sottili l’unico colore era un nastrino azzurro sotto il seno messo in bella mostra con la scollatura che lasciava poco all’immaginazione e un gilè bianco a mezze maniche lasciato aperto. Il professore aveva ragione faceva più caldo rispetto al Giappone, ma non così tanto da stare a giro maniche . Ero truccata sugli occhi  con una matita azzurra, phard rosa che dava un po’ di colore alle mie guancie e labbra marcate da un rossetto rosso, essenziale per me.

Poi vidi che Miroku guardò la mia timida amica vestita anche lei di jeans a vita bassa e una canotta rosa capelli legati in uno chignon e leggermente truccata. Sorrisi, a Miroku interessava la piccolina e lei da come era arrossita non gli dispiaceva essere guardata da  lui. Ma mi accorsi anche dalle occhiate di fuoco che il gemello lanciava a Miroku.

-Wow- esclamò Koga rompendo il ghiaccio.

-E allora? Per cosa litigavate?- chiesi fulminandoli e sedendomi su uno dei due letti accanto alla finestra, non sapevo di chi era ma non me ne feci un problema.

-Per il secondo letto accanto alla finestra- fece Miroku piantando la testa di Koga nel materasso del letto su cui litigavano. Guardai la situazione e sorrisi divertita.

-Posso decidere io?- i loro occhi si illuminarono e annuirono, nel frattempo sentivo lo sguardo di fuoco di Inuyasha e solo allora notai la borsa di un portatile ai piedi del letto, era la stessa che aveva quando aveva salutato Miroku in aereo. Quello era il suo letto allora. –Koaku- dissi e il ragazzo sussultò.

-Come?- chiese e gli sorrisi.

-Il letto è tuo-

-Ma io già ho scelto il mio-

-C’è un cambio di programma il letto vicino la finestra sarà tuo- lui sorrise avevo capito che in realtà non aveva ancora scelto e la mia era la giusta decisione–E voi Signori quando  crescerete avrete ciò che meritate- senza aggiungere altro mi alzai e presi per mano Sango, uscendo urtai volontariamente Inuyasha.

-Scusa- dissi guardandolo negli occhi e lui mi sorrise maliziosamente. Mi complimentai con me stessa.

 

Eravamo stanchi per il viaggio ma l’emozione era più forte e scendemmo a cenare nella grande sala da pranzo in compagnia delle ragazze della scuola di Inuyasha, due pettegole con la puzza sotto il naso e ochette di prima categoria che già odiavo.

-Ebbene voi siete?- chiesi bevendo un sorso di acqua e guardando le due ragazze che si sorrisero complici.

-Quello che vorresti essere tu!- Sango le guardò sbalordite e io annuì distrattamente.

-Io sono Kagome e lei e Sango- feci finta di non aver sentito.

-Se non ti è chiaro noi non vogliamo avere niente a che fare con… voi- disse squadrandoci e io sorrisi maligna –Sentite ho visto che siete entrate nella stanza di Inuyasha e Miroku, vi avverto non fatelo mai più-

-Altrimenti?- mi sorpresi a sentire Sango rispondere all’ochetta innaturalmente bionda.

-Non risponderemo delle nostre azioni- io e Sango come se ci fossimo lette nel pensiero ci guardammo e scoppiammo a ridere. Con la piccola ero in sintonia. Così ci alzammo e ci dirigemmo verso il tavolo dei ragazzi e io baciai la guancia di Miroku osservando le due ochette mangiarsi le unghia.

 

-Servo solo per farle ingelosire- Ancora oggi mi chiedo come facesse Miroku a sapere quello che mi passava per la testa, così lo supplicai con lo sguardo –Vi prendo due sedie- si offrì sorridendomi sconsolato.

Mi fece sedere di fronte a Inuyasha che parlava con Koga, ma in quel momento a me interessavano le due ochette. Mai mettersi contro Kagome che otteneva sempre quello che voleva.

-Ehi Kagome io e Inuyasha pensavamo di convincere il professore a portarci domani sera in discoteca tu che ne dici?- mi chiese Koga, sapevo dove voleva arrivare. Così senza che aggiungesse altro mi alzai e andai verso il tavolo dei professori. Io ero la favorita del professore di Storia e come tutti anche lui cadeva ai miei piedi.

-Professore potrei chiederle un favore?- chiese con occhi da cerbiatta. Aveva ciquant’anni un bell’uomo, ma molto introverso e troppo innamorato dello studio per sposarsi.

-Ma certo Higurashi-

-Visto che ci piacerebbe vedere Roma anche di notte alcuni di noi avrebbero pensato di andare a fare un giretto anche in discoteca, premetto anche che l’orario di ritirata sarà verso le due non un minuto di più altrimenti come potremo imparare la storia di questa magnifica città- il prof mi guardò con aria di chi non sapeva cosa fare allora io insistetti con lo sguardo fino a che lui non cedette.

-Non vi sembra che sia presto per uscire infondo avete un intero mese… ma vedrò cosa posso fare Higurashi- sorrisi soddisfatta del risultato e ringraziando il prof tornai al tavolo con aria tranquilla. Mi sedetti come se non fosse accaduto niente e bevvi dal bicchiere di Miroku. Tutti mi guardavano aspettando il resoconto adoravo i loro sguardi, così li guardai tutti mentre bevevo.

-E allora?- chiese Koga impaziente.

-E allora cosa? Koga ho mai fallito?- sorrisi e lui mi mandò un bacio a volo.

Non avevo mai fallito in niente dopo tutto, come ho detto precedentemente, io ottenevo sempre quello che volevo. Iniziammo a parlare e presto finimmo di cenare poi ce ne andammo nella hall e ci sedemmo sui divani.

-Ragazzi io sono esausta e domani alle sette ci aspetta la colazione e il giro della città eterna e inoltre mi devo abituare al nuovo orario- mi stiracchiai –Sango vieni anche tu?- annuì aveva gli occhi lucidi dal sonno –Buona notte- dissi dando un bacio a Miroku e Koga.

-Sango un bacio non me lo dai? In fondo siamo amici no?- Miroku sfodero il suo sorriso mentre Sango faceva invidia a un pomodoro tanto che divenne rossa. Si avvicinò e gli baciò la guancia e fece lo stesso anche con Koga e Koaku.

-Oh! Prima che ce ne andiamo Miroku perché non ci presenti anche gli altri tuoi amici- solo allora mi ricordai che io Inuyasha non l’avevo conosciuto formalmente.

-Giusto. Anche se vi conoscete perché vi parlo sempre dell’uno all’altro lui è Inuyasha e lei e Kagome- sorrisi e strinsi la mano al mio dio. La sua stretta era cosi delicata ma al contempo forte che parve indugiare prima di lasciare la mia mano –Loro invece sono Ken e Horamu- salutai anche loro, poi ce ne andammo.

La sera però era più fresca tanto che dormimmo coperte. Ma nel momento in cui poggiai la testa sul cuscino vidi Inuyasha nei miei sogni.

 

La mattina ci svegliammo pimpanti e emozionate nel visitare la città eterna, la città degli innamorati. Quel giorno avremmo visitato San Pietro e le varie basiliche. Indossai un jeans firmato e una canottina bianca su cui era disegnata la scritta i love moda, misi due mollettine nei capelli in  modo che non mi dessero fastidio, anche se avere i capelli corti era un vantaggio da una parte erano anche tremendamente fastidiosi. Mi truccai leggermente e presi uno zainetto dove ci misi la macchinetta fotografica, il blocco per gli appunti, soldi che mio padre aveva già fatto cambiare in euro e il blocco dei disegni. Sango aveva legato i suoi lunghi capelli in una coda di cavallo alta e anche lei aveva uno zainetto dove mise un blocco per gli appunti e una macchina fotografica.

Scendemmo a fare colazione sedute insieme alle vipere che non ci degnarono ne di un saluto ne di uno sguardo. Finito prendemmo il pulman e andammo in giro per la città, fotografando ogni cosa. Mentre la guida parlava e spiegava io mi incantai a guardare l’esterno della Basilica di San Pietro immaginando la sua bellezza interna impossibile da capire nei libri. Quando entrammo rimasi a bocca aperta nel vedere la sua maestosità, i miei occhi si illuminarono nel vedere la Pietà di Michelangelo, mai vista una statua così precisa da sembrare reale, il velo della madonna che sembrava si muovesse oppure il viso di Cristo deformato dal dolore. Magnifico. Presi appunti che avrei potuto utilizzare all’esame e dopo aver fatto un giro il professore ci diede un ora per fare ciò che volevamo. Io mi sedetti in un angolino per fare un abbozzo della navata centrale, Sango invece chiacchierava con la guida prendendo altri appunti e Miroku si divertiva con i ragazzi a imitare il papa. Dopo la prima ora tornammo a fare il giro di altre  basiliche minori  e fermarci all’ora di pranzo. Io e Sango ci divertimmo soprattutto a prendere i regalini da portare ai nostri amici e parenti e a fare foto con i ragazzi. Feci abbozzi anche delle altre basiliche e presi appunti sulle cose più interessanti. Ci divertimmo un mondo quel giorno soprattutto nel cercare di parlare con altri studenti Italiani in visita anche loro a Roma. Riuscimmo solo a scambiarci qualche frase in inglese ma fu divertente.

-Sono esausto- esclamò Miroku prendendosi il mio posto accanto a Sango così io fui costretta a sedermi al suo posto accanto a Koaku che mi sorrise.

-Sì, come se avessi fatto molto- lo prese in giro Sango. Allora la piccola non aveva poi tanti problemi a flirtare.

-Ehi guarda che è faticoso trovare battute spiritose- fece lui cingendole le spalle con un braccio e gettando in dietro la testa.

-Miroku ma tu non hai bisogno di prendere appunti?- chiese ancora lei e lui le sorrise.

-Piccola guarda che io non ho bisogno di appunti perché ci pensa Kagome a darmeli- lo fulminai –scherzo bellezza. Io ricordo tutto- e senza che nessuno glie lo chiedesse iniziò a spiegare ciò che la guida aveva detto.

-Miroku non rompere!- esclamò Inuyasha dal sediolino dietro il mio lanciandogli una lattina vuota e tutti scoppiammo a ridere.

-Allora ragazzi state calmi ho una notizia per voi- disse la professoressa che accompagnava la scuola di Inuyasha –Una vostra compagna ieri ci ha chiesto se stasera era possibile portarvi in discoteca- un “huuu” generale partì dal fondo –ci sembrava una sciocchezza visto che abbiamo ancora un intero mese, ma abbiamo detto che non c’era nulla di male quindi per le dieci siate pronti che stasera si balla- urlammo eccitati e tutti si complimentarono con me per la mia capacità di persuadere.

Arrivammo all’albergo alle sette di sera e il cielo si era quasi scurito del tutto. Corsi in camera e fui la prima a farmi una doccia.

-Sango io sono stanca non scendo a mangiare rimango a riposare un po’, per le nove potresti venirmi a svegliare?- lei annuì sorridendo e scomparve in bagno. Non ci misi molto ad addormentarmi ne avevo bisogno.

-Kagome!- qualcuno mi chiamava ma non volevo aprire gli occhi –bellezza se non ti svegli adesso stasera con chi ballo?- conoscevo quella voce e seccata aprii gli occhi.

-Miroku?- lo chiamai.

-Ehi finalmente! Credevo che ti avrei dovuta svegliare con un bacio-

-Sango?- chiesi era lei che mi doveva svegliare.

-È in bagno a prepararsi- mi alzai e mi stiracchiai e guardai l’orario dal telefonino erano le nove e venti e ancora mi dovevo preparare. –Sono venti minuti che ti chiamo!- esclamò vedendo il mio sguardo accusatore. Fortunatamente già avevo deciso cosa mettere e la doccia già l’avevo fatta quindi non mi serviva molto per prepararmi.

-Se te ne vai può darsi che mi prepari e poi ti devi muovere anche tu- uscì senza dire niente e così mi iniziai a preparare. Sango uscì dal bagno già pronta indossava una minigonna a pieghe nera un top marrone con un copri spalle nero  e decolté neri.

-Ulala guarda chi ha messo in bella mostra il suo corpo- esclamai mentre si avvicinava –Farai strage di cuori- mi sorrise.

-Non sei ancora pronta tu?- ero ancora in mutande e avevo appena finto di truccarmi.

-Ho finito devo solo mettermi il vestito-mi pettinai lasciando i capelli sciolto. Il vestito era lungo fin sopra il ginocchio ed era nero, dietro c’era una vertiginosa scollatura che arrivava fino al fondoschiena mentre davanti ero coperta, al piede indossavo invece decolté con la punta rotonda. Indossai i cerchi argentati e presi il cappottino leggero per coprirmi. Quando arrivammo erano tutti pronti e chiacchieravano tra di loro, cercammo i ragazzi ma non li trovammo poi sentii due braccia che mi stringevano la vita e delle labbra baciarmi il collo. Mi girai spaventata e mi rilassai quando vidi che era Koga.

-Mi hai spaventato- dissi guardandolo e non ero l’unica anche le altre ragazze delle altre scuole lo guardarono. Indossava camicia nera e pantalone bianco i capelli lisciati con la gelatina gli davano l’aria di bravo ragazzo.

-Dove sono gli altri?- chiesi mentre lui salutava anche Sango.

-Stanno scendendo. Ragazze siete stupende- si complimentò fermandosi soprattutto su di me –Non credi di esagerare un po’?- mi chiese con un sopracciglio alzato cosi mi avvicinai e gli sussurrai all’orecchio che mi ero vestita così per lui. –Guarda che finisco per crederci-

-Signorina Higurashi e signorina Kimiiwa siete davvero belle, fate invidia alle altre ragazze- si complimentò il professore –Mi raccomando mi fido di voi signorine, non cacciatevi nei guai stasera e non fatevi pescare nei bagni per favore- ci pregò e noi sorridemmo imbarazzate.

-Non si preoccupi professore noi ragazzi già ci eravamo organizzati per tenere sotto controllo le due signorine- ci fece l’occhiolino Koga.

-Ha la nostra parola- mi bastò sentire la sua voce perché un brivido mi percorresse in un attimo la schiena. Era bello come mai visto in quei giorni. Pantalone di jeans largo nero, cintura della Gucci, camicia blu notte catenina d’oro bianco parzialmente visibile. Capelli alzati in un piccola cresta e il suo profumo era buonissimo, un Rolex al polso e sorriso smagliante. Lo fissai poi guardai Miroku che mi fisso arrabbiato, sapevo il motivo ne avevamo parlato prima di partire ma io non l’avevo ascoltato. Anche lui un dio greco con camicia nera e jeans a bassa vita, anche lui Rolex al polso e i due orecchini d’oro bianco con la mia e la sua iniziale sull’orecchio sinistro fatte d’oro giallo, piccolo regalo per i suoi diciassette anni dell’anno scorso. Infondo anche io indossavo la sua catenina. Eravamo nati entrambi lo stesso giorno,mese e anno. Mi si avvicinò con faccia truce mentre con la coda dell’occhio notai Inuyasha guardarmi mentre seguivo Miroku mostrandogli così la mia candida schiena.

-Mi avevi detto che non l’avresti portato- guardai in cielo, quante storie per un vestito.

-Miroku cosa c’è di male? È un vestito e basta-

-Hai visto quei depravati delle altre scuole come ti guardano?- mi girai a vedere e notai solo allora che molti distoglievano lo sguardo immediatamente. Sorrisi soddisfatta. –Già pensi di portarti qualcuno a letto?- mi chiese.

-Questa sera voglio solo divertirmi niente altro!- lo rassicurai e gli accarezzai la guancia per poi sfiorargli gli orecchini e sorridere soddisfatta. –Sono contenta di vederli-

-Lo stesso vale per me- sorrise –Hai qualcosa di pesante da indossare sopra a questo pezzetto di stoffa? Fa freddo fuori-

-Si- poi abbassai lo sguardo –Sono volgare?—lessi nei suoi occhi stupore. Non mi ero mai preoccupata di una cosa simile,ma era da qualche tempo che pensavo che il mio comportamento era da bambina viziata.

-No, ti rende solo semplicemente bellissima. Stasera noi ragazzi non ci staccheremo da voi quattro- mi innervosii al numero quattro e corrugai la fronte indispettita. –Sono mie amiche Kagome e poi non saremo in una sala solo noi ci saranno anche estranei- me ne andai senza rispondere lasciandolo basito.

-Inuyasha stasera mi concederai un ballo?- le oche erano già alla riscossa. Guardai il ragazzo in questione stupendomi di averlo fulminato quando sorrise alla biondina e poi intrecciò lo sguardo con il mio.

-Andiamo- presi Sango per la mano e la trascinai fuori al freddo.

-Kagome cosa ti prende?Cosa ti ha reso nervosa?- mi chiese stringendosi nelle braccia per il freddo improvviso.

-Avere un migliore amico che non mi ha mai parlato delle sue amicizie- borbottai infilando la giacca.

-Non prenderla a male Kagome se ne sarà dimenticato- cercava di difenderlo e io la guardai.

-Ti piace- la mia era una affermazione –anche se è il secondo giorno buttati a ballare con lui prima che lo facciano loro- e indicai le ragazze all’interno con la testa.

-Ma…-

-Sango goditi al massimo questo mese e divertiti, non pensare a essere seria, si è seri solo nello studio ma la sera c’è tempo solo per il divertimento- le sorrisi e lei annuì arrossendo.

-E tu?- mi chiese. Già e io?

-Stasera voglio solo ballare- e salì sul pulman.

 

La discoteca era abbastanza lontana dall’ albergo e esternamente sembrava una topaia, ma ci rimangiammo tutto quando entrammo. C’erano ben quattro sale e in ognuna un bar. Ci dissero che noi potevamo stare nella prima sala che era la più grande e come aveva detto Miroku c’erano anche degli estranei. Sorrisi soddisfatta andai al guardaroba e mi tolsi la giacca porgendola alla ragazza che attendeva.

Poi mi diressi verso la sala a passo elegante, non sorrisi nemmeno ma godevo nel sentire gli sguardi dei ragazzi, ero una depravata lo so ma mi piaceva. Improvvisamente sentii due forti mani prendermi i fianchi da dietro e trascinarmi sulla pista. Sorrisi a Miroku e inizia  a ballare notando poi che Sango era seduta a guardare la pista. Pensai di lasciarla stare un po’ ci avrei pensato dopo. La musica era forte e il dj diceva cose che per me erano incomprensibili capii solo che aveva fatto un complimento a noi ragazze. Miroku e gli altri non si staccarono da me e le altre due formando così un cerchio come richiesto dal professore nel pulman.

-Vai a prendere Sango- dissi nell’orecchio a Miroku che parve notare solo in quel momento l’assenza della brunetta. Sorrise e io iniziai a ballare con Koga che fu più che contento, poi arrivò una delle due oche che provò a prenderselo ma non ci riuscì così dovette ballare con uno degli altri due suoi compagni. Distrattamente notai che Miroku era riuscito a convincere la piccolina che in pista era tutto tranne che piccolina. Risi divertita e ballai ancora fino a quando non sentii la necessita di dover uscire a prendere aria.

Mi diressi prima verso il bancone e chiesi al barista, riuscendo a farmi capire con l’inglese, che volevo qualcosa di apparentemente innocuo così mi fece un bicchiere di Rum e coca-cola, lo stavo per pagare ma mi disse che era un omaggio da parte sua per una bella ragazza. Gli italiani sanno come trattare le donne, gli sorrisi maliziosa e uscii. Certo che la sera faceva veramente freddo e non avevo neanche la mia giacca ed ero sudata. Bevvi un sorso della bevanda e tremai nel sentire il freddo di quella scorrermi in gola come anche il suo sapore. Buono. Mi strinsi nelle braccia e chiusi gli occhi mentre ascoltavo la musica assopita dalle spesse mura. Poi sentii qualcosa di caldo sulle spalle e  mi girai di scatto. Inuyasha era di fronte a me che si accendeva una sigaretta.

-Non dovresti stare senza nulla a dosso al freddo e con quel vestito- mi disse e mi senti profondamente dispiaciuta, non gli piaceva…

Lo guardai per un po’ poi distolsi lo sguardo –Miroku?-

-Mi manda lui qui perché è troppo occupato- poco prima mi aveva fatto una scenata per il vestito e poi mi mandava un estraneo, ben gradito, a controllarmi come se ne avessi bisogno.

-Grazie per la giacca- non avevo la forza di guardarlo altrimenti lo avrei assalito –Ma puoi tornare anche dentro a ballare con le due papere, non ho bisogno della balia- mi guardò sorpreso espirando il fumo.

-Ma io non sono qui per te, ma per lei- e alzò la sigaretta per mostrarmela, io la guardai e gli e la strappai dalle mani, feci un tiro per restituirla poi al proprietario –Non credevo che le ragazzine per bene e studiose come te fumassero e indossassero vestiti così…- disse squadrandomi –Ti preferisco di giorno-

-Senti se non ti piace il mio vestito non mi interessa e non mi interessa ciò che pensi di me. E poi non me ne frega nulla di te- gli dissi acida appoggiandomi al muro. Bastò un battito di ciglia per ritrovarmelo davanti a me, le mani appoggiate ai lati del mio viso e il suo a pochi centimetri dal mio.

-Sai hai un bel caratterino. Non direi che di me non ti interessa nulla visto che mi hai fulminato prima di uscire. E per tuo interesse il vestito mi piace, molto… soprattutto indossato su un corpo come il tuo- sorrise malizioso e io ricambiai, la cosa stava andando troppo veloce ma mi bastava uscirci una sola sera per dimenticarlo il giorno dopo, volevo la mia vittoria. Che errore. –Sei davvero bella lo sai?- non ebbi il tempo di rispondergli che le sue labbra furono sulle mie e meno tempo ci volle perché la sua lingua prese a giocare con la mia. Sapeva baciare divinamente e mi bastò quel bacio per capire che il signorotto era identico a me. Angelo di giorno e demone la sera. Mi lasciai andare in quel bacio lasciando cadere la mia bibita e lui si premette di più contro il mio corpo schiacciandomi al muro. Mi mancava l’aria ma non mi volevo staccare e neanche lui a quanto pareva. Era un bacio freddo poi si riscaldò. Fremetti quando sentì una sua mano sotto la mia nuca e l’altra che mi cingeva la vita. Ci staccammo lentamente e il bacio finì, ansimavamo entrambi e io sentivo il desiderio di baciarlo ancora. Le mie labbra bruciavano e incrociai il mio sguardo nel suo che mi apparve sconvolto, anche io lo ero. Mi morsi il labbro inferiore avevo provato quella sensazione che provai una sola volta, tanto tempo fa. Scossi la testa mi tolsi la giacca dalle spalle e gliela ridiedi, lui la prese senza parlare e mi sorrise compiaciuto e vittorioso ma leggevo comunque che era sempre sconvolto. Entrai veloce dentro e corsi in bagno mi guardai allo specchio e al posto della mia immagine vidi lui. Quel bacio era stato così ardente, il suo sapore così buono. Mi arrabbiai e mi morsi il labbro inferiore così forte da farlo sanguinare. Mi sentii un po’ meglio. Uscii e tornai in pista, Sango si era riseduta esausta mentre Miroku ballava con una sconosciuta, mi avvicinai a lei e la scostai in malo modo. Non so come Miroku fece con quelle luci a notare il mio labbro inferiore rotto e ancora un po’ sporco di sangue, ero così arrabbiata da non aver avuto la decenza di sciacquarmi. Mi prese il mento e si avvicinò poi mi prese per mano e mi portò nel corridoio tornando a esaminarmi, ma lo scansai in malo modo.

-È stato lui?- non direttamente ma è colpa sua.

-No- mentii acida.

-Allora chi?- lui,lui e vediamo… ancora lui!

-Non è niente Miroku mi sono morsa un po’ troppo il labbro mentre uno mi faceva godere- ricevetti un’occhiata furiosa ma sapevo che non mi aveva creduto. –Non è niente davvero, mi sono arrabbiata quando ti ho visto ballare con quella- non ci credette ancora ma si arrese. Mi accarezzò la guancia avevo bisogno di lui in quel momento, lo abbracciai e mi lasciai cullare. –Ti prego torniamo a ballare ho voglia di scatenarmi ancora- sorrisi e lui annuì. –Avviati e prendi Sango costringila, tu gli piaci-

-E tu?- mi chiese preoccupato ma sorrise alla notizia.

-Vado a sciacquarmi e arrivo- lui mi diede un bacio a timbro amichevolmente e andò via.

Non avrei mai immaginato che uscita dal bagno avrei incrociato quel dio che con un bacio mi aveva fatto toccare il cielo con un dito. Non lo guardai, ma quando mi afferrò il braccio lo fulminai e lui indugiò un po’ prima di lasciarlo.

Ero sicura, neanche lui capiva perché mi avesse fermato. Entrò poco dopo di me tornando a ballare con l’oca bionda che mi lanciava degli sguardi di vittoria, ma lei che ne poteva sapere che io avevo vinto. Già… vinto.  

Alle due precise il professore si butto sulla pista e a passo di danza antica richiamò tutti i ragazzi per il rientro. Non avevo dimenticato quello che era successo ma mi ero divertita lo stesso. Sango aveva un sorriso che andava da un orecchio all’altro si era divertita a ballare con Miroku e anche lui si era divertito a ballare soltanto e sparare forse qualche cazzata alla mia nuova amica, ma si era comportato da vero gentiluomo senza comportarsi da depravato. In tanto io avevo scoperto che nella famiglia di Sango avevano la disco nel sangue, se Sango era brava suo fratello era un maestro. Mi ero divertita a ballare anche con lui ed era davvero simpatico.

Quando rientrammo nelle stanze il mio umore non era affatto migliorato e il labbro si era leggermente gonfiato. Gettai tutto su una sedia e mi spogliai velocemente infilandomi il pigiama.

-Kagome ho notato che hai un labbro gonfio, cosa hai fatto? Qualche ragazzo?- non le risposi ma i miei gesti si fecero più duri e lei capì di aver toccato un tasto sbagliato –Scusami- mormorò dispiaciuta.

-Non preoccuparti- cercai di tranquillizzarla ma il danno era fatto.

-Buona notte- mormorò infilandosi nel suo letto. Ricambiai il saluto e spensi le luci ma non riuscivo ad addormentarmi. Era passata già una mezzora ma niente, Morfeo non arrivava.

-Sango- mi decisi a chiamarla – dormi?- le chiesi.

-No, non ci riesco- disse alzandosi a sedere e io la seguii accendendo la luce dal comò.

-Come mai?- le domandai.

-Ripenso alla bella serata passata con Miroku- sorrise timidamente e arrossendo.

-Ti ha baciata?- divenne completamente rossa ma scosse la testa con vigore.

-No. Ha detto che vuole conoscermi meglio- sorrisi e così Miroku si voleva impegnare per una volta, forse era la volta buona che si dimenticava di me. La cosa mi rattristava un po’ però non potevo non ritenermi contenta per lui. – E tu perché non dormi?- me l’aspettavo quella domanda era palese. Lottai con me stessa per decidermi se dirle tutto gli unici che sapevano erano Miroku e Koga.

-Io… ho avuto una brutta sorpresa- senza fermarmi le raccontai cosa era accaduto e alle emozioni di quel bacio. Della rabbia che mi aveva portato a farmi sanguinare il labbro, a quando lui mi aveva fermato nel corridoio. Poi la domanda che aspettavo arrivò.

-Chi ti ha fatto soffrire Kagome?- sorrisi amara mentre i miei occhi si riempirono di lacrime al ricordo.

-Sango devi sapere che io prima non ero così assolutamente. Ero una ragazza tranquilla, come mi hai visto oggi durante la gita, socievole e avevo tanti amici. Era il mio primo anno al liceo ed ero già popolare per il mio cognome, ma anche per la mia bellezza e le amicizie con Koga e Miroku. Io e Miroku siamo cresciuti insieme e siamo nati entrambi nello stesso giorno. Quell’anno conobbi un ragazzo di quarta a una festa di Miroku, frequentava la nostra stessa scuola forse lo conoscevi perché era molto famoso Naraku Oshoki- lei annuì e si alzò per sedersi accanto a me e le sorrisi facendole posto –Fu molto gentile con me, mi faceva tanti complimenti e quella sera ci baciammo. Per i giorni a venire si presentava sempre fuori la mia classe all’ora della merenda, mi riaccompagnava a casa e ci sentivamo anche per telefono. Poi mi propose di fare coppia fissa. Ero contentissima, mi ero innamorata subito di lui, il mio cuore galoppava quando lo vedevo e quando mi sussurrava che stava bene con me e che io ero troppo importante per lui. Mi amava ne ero convinta perché aspettò un anno intero prima di portarmi a letto. Avvenne a casa mia quando i miei genitori partirono. Fu la notte più speciale della mia vita.  Mentre  mi mandava in paradiso continuava sussurrarmi che non avrei dovuto cambiare, che un giorno l’avrei capito e che ero speciale- sorrisi a quei ricordi ma il sorriso si trasformò in un ghigno malefico. –La mattina mi svegliai e lo trovai sveglio che mi accarezzava i capelli con un sorriso strano. Mi baciò e poi mi disse che si andava a fare una doccia. Era stata la mia prima volta ed era stato magnifico. Poi improvvisamente sentii vibrare e presi il suo telefono dal comodino, c’era un messaggio di una certa Kikyo, diceva che era contenta di stare con lui e di amarlo mai come prima di allora e che era contenta di partire con lui per la Francia- Sango sussultò aveva intuito il seguito –Mi aveva preso in giro per un intero anno, tutte le sue parole dolci, i suoi baci erano solo una scusa e un modo per farmi cedere e portarmi a letto- la mia voce era diventata un sussurrò –Quando tornò gli lanciai il telefonino contro e lui capì cosa era successo dal mio sguardo .“Posso spiegarti?” disse come se bastassero delle parole per spiegare la situazione. Con tutta la freddezza e la cattiveria che avevo lo cacciai di casa ma lui cercò di farmi ragionare, proprio mentre io gli urlavo contro, Miroku era entrato silenziosamente, veniva ogni mattina a controllare che stessi bene, ma quando mi vide avvolta nel lenzuolo ancora seduta nel letto in lacrime, e lui che cercava di avvicinarsi si arrabbiò da morire e dopo aver picchiato il ragazzo della mia vita lo buttò fuori casa. Era terrorizzato credeva che mi avesse violentato, ma gli spiegai cosa era successo, di come quel messaggio era arrivato puntuale per rovinare tutto. Così tra le lacrime giurai di cambiare, di diventare una nova Kagome e non innamorarmi mai più e non provare mai più quelle emozioni che lui mi aveva regalato. Mantenni la mia promessa, iniziai a vestirmi diversamente quando andavo alle feste, tagliai i rapporti con tutti gli amici tranne che con Koga e Miroku, mi portavo a letto tutti i ragazzi che volevo per divertimento… così nacque una nuova Kagome. Miroku mi espose i suoi sentimenti giurando che lui non mi avrebbe fatto più soffrire- le lacrime ormai scendevano copiose da tempo ma continuai come se non mi potessi fermare, ma a ogni parola un senso di liberazione mi invadeva. –Mi dissi che provare non costava nulla, ma non riuscii ad amarlo e rimanemmo amici anche se sapevo che lui soffriva, ma stasera lo visto rinascere con te accanto ne sono contenta- le sorrisi e lei si asciugò le lacrime per poi abbracciarmi –E stasera il calore di quel bacio è stato troppo bello. Non posso provare una sensazione del genere con un estraneo che come me mi vuole portare solo a letto è impossibile- la strinsi a me forte la situazione mi spaventava e non sapevo che pensare.

Sango cercò di sorridermi e mi asciugò gli occhi. –Prova a evitarlo per un po’- come se fosse facile, ihuu eravamo nello stesso albergo, si trovava nella stanza dei miei due migliori amici, l’avrei visto in continuazione. –Lo so a cosa pensi, ma tu fai finta che non esiste se lo incroci nei corridoi superalo senza alcun timore-

-Ma…-

-Niente ma Kagome, adesso sei sconvolta e hai bisogno di riflettere, forse ciò che hai provato era solo di passaggio uno scherzo del destino e che se la prossima volta, se ci sarà, lo bacerai non proverai più niente- mi sorrise –Adesso è meglio che dormi domani dobbiamo visitare il Colosseo e Piazza di spagna- mi sorrise e io ricambiai avevo abbastanza soldi per comprarmi qualcosa di marca. Seguii il suo consiglio e  mi addormentai subito dopo con una tranquillità inimmaginabile, parlare mi aveva fatto bene.

La mattina in bagno costatai felicemente che il labbro si era sgonfiato e che i miei occhi non erano ne rossi e non avevo borse. Mi preparai e raggiunsi Sango in sala da pranzo. Mi aveva lasciato dormire ancora un po’ prima di chiamarmi sul telefonino. Mi sentivo bene e mangiai tutta la colazione ignorando gli sguardi delle ochette che avevano certe facce, di sicuro non avevano dormito molto a causa dell’orario diverso.  Non guardai nemmeno una volta il tavolo dei ragazzi e dovetti subirmi la ramanzina di Miroku e Koga per non averli salutati. Partimmo poco dopo e il sole brillava in cielo riscaldandomi. Io e Sango ci facemmo tantissime foto all’interno del Colosseo e con Koga e Miroku che ci fecero divertire un mondo, notai spesso Inuyasha ma Sango mi aveva detto che anche lui cercava di evitarmi. Come sempre il professore ci diede un ora e io mi misi a disegnare e a ridere nel sentire Miroku cercare di parlare italiano con un centurione che se la rideva. Poi inaspettatamente Miroku chiamò Inuyasha che iniziò a parlare in Italiano corretto sbalordendomi, capii che la frase di Miroku “credevo ti scocciassi di rivedere l’Italia” si riferiva forse al fatto che lui aveva vissuto qui per molto. Era bravo e il centurione si stupì a sentirlo parlare così poi iniziarono a discutere di calcio perché anche Miroku si intromise parlando in giapponese mentre Inuyasha traduceva.

-Ehi e il mio consiglio di evitarlo?- Sango si era inginocchiata di fronte a me e mi guardava con uno sguardo truce.

-Guardavo il centurione- mentii e lei lo capì, infatti sbuffo.

-Infondo chi sono io per darti consigli- eccola che iniziava con le cazzate.

-Hei Kagome sei molto brava- disse Koaku alle mi spalle riferendosi ai disegni sorrisi grata e gli mostrai anche gli altri.

Sango solo allora capì quello che volevo dire che di giorno ero una persona e la sera un’altra. In quel momento sembravo una ragazza normale, con tanti amici ed ero serena e tranquilla. Mi resi conto del suo sguardo triste e la fulminai, lei mi fece la linguaccia e prese il suo gemello sotto braccio e lo costrinse a farsi delle foto con lei.

Io rimasi ancora sola ma non mi dispiaceva a volte quando ne avevo bisogno tutti si trovavano in torno a me. Improvvisamente un brivido mi percosse la schiena era strano perché ero seduta al sole, così mi guardai in giro e lì lo notai. Perché doveva rendere le cose sempre difficili? Mi guardava e io cercavo di ignorarlo così mi alzai e raggiunsi i gemelli. Durante il resto della giornata quella situazione di disagio non ci fu più, con mio sollievo. Ci divertimmo un mondo e gioimmo alla notizia del professore che un giorno a settimana potevamo andare in giro per la città da soli. Arrivati a piazza di spagna io e Sango ci fiondammo nei negozi di alta moda comprando due vestiti a testa e due paia di scarpe. Anche Sango era ricca aveva madre che lavorava per il presidente americano per questo non la vedeva spesso e padre aveva una casa discografica ed era molto famoso, infatti mi stupii della mia stupidaggine per non aver collegato il cognome. Lei e il fratello infatti parlavano benissimo l’ Inglese come tutti noi. Inuyasha italiano e inglese, Miroku inglese e francese, lo stesso io e Koga. Le nostre famiglie pretendevano molto da noi.

La sera il professore ci disse che andavamo a mangiare insieme un gelato e noi non potemmo fare altro che gioire, era un mitico il mio professore. Mi vestii semplice con scarpette da ginnastica, jeans e maglietta, ma facevo sempre il mio figurino. Sango invece si vestì più elegante indossando un pantaloncino corto fascia azzurra e un giubbetto primaverile bianco come il mio. Quando guardammo le altre ragazze delle altre scuole non ci sentimmo affatto a disagio noi sportive e loro troppo eleganti per un gelato.

-Siete semplicemente belle vestite anche così- disse Miroku baciandoci la guancia. I ragazzi erano sempre belli. E le altre ragazze andarono in bestia quando i ragazzi si complimentarono con noi.

Miroku porse il braccio a Sango mentre io presi quello di Koga e Koaku poi uscimmo. Andammo a piedi e camminammo a lungo e ci fermammo a una bellissima gelateria. Ordinammo tutti e il professore si servì di  Inuyasha per farsi capire. Sorrisi a Koga che mi fissava intensamente per un motivo che non tardai a conoscere.

-Mi ricordi te in passato- argomento dolente. Era strano come dopo aver detto tutto a una persona sconosciuta l’argomento si faceva vivo in ogni situazione.

-Koga ti prego- dissi acida e lui sorrise.

-Adesso ti riconosco- poi si avvicinò con la sedia e mi sussurro all’orecchio che però la vecchia Kagome gli mancava un po’.

Il giorno seguente fu lo stesso divertente anche se delle nuvole in cielo fecero la loro comparsa. Per il giorno successivo era stato deciso come il giro di piacere da soli. Mi preparai indossando un pantaloncino corto di jeans e una canotta nera. Legai i capelli in una piccola coda e mi truccai indossando anche due brillantini alle orecchie. Quando scendemmo eravamo tutti molti attivi. Il sole era in cielo anche se come il giorno precedente in cielo c’erano delle piccole nuvole.

-Ragazzi per favore un attimo di attenzione- il professore richiamò la nostra attenzione e noi lo ascoltammo –Per motivi di sicurezza abbiamo deciso io e i miei colleghi di formare dei gruppetti di due persone- presi subito la mano di Sango e lei ricambiò la stretta –E ancora per motivi di sicurezza le coppie saranno formate da un ragazzo e una ragazza- ci dispiacque ma non più di tanto, ci sorridemmo dispiaciute ma anche complici –le coppie saranno- iniziò a elencare le coppie. Piano pian a ogni nome la paura mi prese guardai Sango che mi sorrise non capendo –Hokerue e Kimiiwa- quando si dice il caso… -Haru e Frjii- ti pareva anche lui non veniva assegnato all’ochetta bionda che mi parve dispiaciuta perché non faceva coppia con Inuyasha –Kimiiwa e Mohera- No anche Kohaku con l’ochetta no… poi capii che il professore aveva messo ogni ragazzo con qualcuno di un’altra scuola socializzare era il suo motto, l’unica eccezione erano Sango e Miroku… poi arrivò quel nome e il mondo crollo sulle mie spalle e Sango mi guardò preoccupata –No Taisho e Higurashi- ci guardammo ma non tradii nessuna emozione.

Mentre Inuyasha andava a prendere la cartina io salii a prendere la mia borsa ficcandoci dentro anche un ombrello, misi il cappellino e scesi prendendo anche la borsa di Sango.

-Non guardarmi così Sango non ti ho raccontato la mia storia per essere guardata con compassione-

-Si scusa hai ragione, allora buona fortuna- mi diede un bacio sulla  guancia e andò da Miroku che mi salutò con l’occhiolino.

-Andiamo?- per quanto volessi odiarla quella voce mi piaceva troppo, annuì e non potei far ameno di sorridere.

Uscimmo e lo seguii, infondo lui aveva la cartina e lui parlava italiano.

-Allora sei cresciuto in Italia- dissi per spezzare il silenzio che mi opprimeva, certo avrei preferito non stare con lui però non mi piaceva visitare un posto senza parlare.

-Sì, mia madre è Italiana sono cresciuto qui a Roma- disse guardandomi con un sopracciglio alzato.

-Che c’è?-

-Nulla- sorrise –Hai qualche posto che ti piacerebbe vedere?-

-Mi piacerebbe completare il disegno della navata di San Pietro ma ci metterei troppo- dissi facendo spallucce.

-Abbiamo una giornata intera- cascato in pieno, sorrisi soddisfatta.

Prendemmo un taxi che ci porto alla piazza. Non potevo far ameno di rimane di nuovo sorpresa, mi sentivo così piccola di fronte alla sua grandezza. Mi avviai senza aspettarlo mentre pagava il taxi feci la fila per passare nei metal detector e entrai sorridendo togliendo il cappellino.

-Ehi aspettarmi no?!- disse fermandomi per un braccio con aria arrabbiata –Non ho scelto io di stare in coppia con te quindi non te la prendere con me,però ho delle responsabilità verso di te-

-Scusa- dissi finta dispiaciuta, annuì e mi lasciò andare. –Io finisco e poi ce ne andiamo-

-Io non vado lontano ma tu non allontanarti altrimenti se ti perdo i professori mi ammazzano- feci ruotare gli occhi e se ne andò ad osservare una statua. Mi concentrai e iniziai a finire la parte destra della navata mi bastava solo una parte. Però spesso il mio sguardo ricadeva su quel ragazzo che si piegava per leggere le informazioni delle statue. Sapevo di averlo fatto scocciare ma era una specie di vendetta, appena ebbi finito mi avvicinai e gli toccai il braccio.

-Finito?- annuii –Bene ti porto a vedere un posto speciale- lo guardai e accettai. Rimanere sola con lui infondo non mi dispiaceva poi così tanto. –Rimani qui- mi disse e io lo aspettai paziente. Tornò poco dopo in compagnia di una guida, ragazza molto carina e vanitosa, conosceva di sicuro Inuyasha visto da come gli parlava.

-Kagome ti presento Stefania è una guida e ci darà i pass per il posto che ti dicevo- lei mi tese la mano e io la strinsi sorridendo. Disse qualcosa in italiano a Inuyasha che non capii.

-Piacere- disse subito dopo in Giapponese.-Venite con me vi accompagno- disse sorridendo.

-Dove andiamo?- le chiesi.

-Su- mi disse indicando la cupola, mi illuminai. Sapevo che si poteva salire sulla cupola ma  che ci voleva molto tempo perché fosse dato il permesso. Sorrisi a Inuyasha e seguii la guida.

Cinquecentociquantuno gradini di storia. Dopo un po’ mi affaticai e mi dovetti fermare.

-Ce la fai?- chiese il dio greco sorridendo beffardo, ma anche lui era leggermente affaticato.

-Beh ragazzi io vi ho accompagnato fin qui, ma potete proseguire da soli e se qualcuno vi chiede qualcosa mostrategli i pass, ma Inuyasha tu conosci già gli altri- disse sorridendo e andandosene.

-Perché se ne va?-

-Deve lavorare. Dai andiamo- mi porse la mano ma io non accettai l’aiuto e salii, non volevo avere nessun contatto.

Finalmente arrivammo su’ e il panorama era semplicemente stupendo. Da lì vedevo tutta Roma. Castel Sant’angelo, Il Tevere  era tutto così bello. L’unico problema si presentò quando mi azzardai a guardare in basso per vedere la piazza e mi sentii girare la testa. Indietreggiai per il terrore di cadere giù e urtai  Inuyasha.

-Vertigini?- annuii e lui mi prese le spalle e mi riavvicinò alla ringhiera –basta non guardare giù- avvampai, le sue mani sulle spalle erano calde… alla faccia del nessun contatto.

-Qui è bellissimo, ma come hai fatto?- gli chiesi.

-Ho delle amicizie… per un po’ ho studiato qui-

-Ulalà Inuyasha si intende di storia- lo presi un po’ in giro e lui sorrise.

Restammo li a parlare un po’ e lui mi indicò dei punti e mi spiegò che erano le parti antiche di Roma.

-Grazie- dissi voltando lo sguardo dall’altra parte.

-Per cosa?-

-Per avermi portato qui-

-Prego- scendemmo e prendemmo un altro taxi che ci porto a piazza Navona. Vidi la fontana dei quattro fiumi, mi divertii a guardare gli artisti che disegnavano e Inuyasha anche. Era angelico quando sorrideva. Mi stavo divertendo a differenza di quel che pensavo.

Poi all’ora di pranzo ci fermammo a mangiare lì e offrì tutto lui.

-È molta la strada da fare per vedere la fontana di Trevi?- chiesi guardandolo a cerbiatta.

-Bisogna camminare molto- sorrisi e lui mi guardò intensamente ma io abbassai lo sguardo finendo il mio frullato. –Kagome abbiamo iniziato con il piede sbagliato, mi dispiace per quello che è accaduto in discoteca- mi alzai di scatto.

-Che fai? Rimani ancora seduto?- non lo guardai e iniziai a camminare.

-Dove vai? La direzione è sbagliata- gli feci la linguaccia e cambiai direzione. L’argomento non fu più sfiorato e camminammo molto.

-Come mai sei venuto in Giappone?- chiesi.

-Mio padre voleva che passassi un po’ di tempo anche con lui- aspettavo che continuasse –i miei sono sposati ma mia madre vive qui perché è un’archeologa- spiego e io annuii capendo tutto.

-Ti manca tua madre?- lui sorrise.

-Tua madre non ti manca?- mi chiese e io sorrisi tranquilla.

-No, non mi manca per nulla- mi guardò sorpreso –Sono cresciuta con una tata- dissi –Tua madre lavora ancora qui?-

-Sì. Eccola la più bella fontana- disse spingendomi un po’ e mostrandomi l’orgoglio di Roma. Che bella che era quella fontana mi ricordava quel film, di cui non ricordo mai il nome, dove quella bella ragazza si faceva il bagno all’interno. Scesi e mi avvicinai al bordo della fontana toccando l’acqua limpida e fredda. –Tieni- mi mise una monetina nelle mani.

-Ehi dovrei darla io a te perché hai offerto tutto tu oggi, prima il taxi poi il pranzo…-

-Il galateo dice che l’uomo offre, la donna accetta. Quindi zitta esprimi un desiderio e lancia la moneta- sorrise contenta, mi piaceva Inuyasha mi ricordava tanto Miroku e Koga. Chiusi gli occhi e lancia la moneta.

Mentre prendevamo una strada per passeggiare un po’ il cielo iniziò a oscurasi e iniziò a piovere improvvisamente. Avevo dimenticato la felpa sul letto e l’ombrello era troppo piccolo perché ci stessimo due di noi.

-Vieni!- disse prendendomi per mano e portandomi sotto un balcone di un palazzo.

-Cavolo fa freddo- dissi tutta bagnata stringendomi nelle braccia. Lui si tolse la felpa e me la mise a dosso.

-Non è molto asciutta però ti terrà un minimo al caldo- disse e io borbottai nervosa.

-Mi spieghi perché sei così aggraziata e poi hai la fama di una prostituta?-mi disse dopo un po’, lo fulminai a quella parola odiandolo di nuovo.

-Sai io credevo che di essermi sbagliata sul fatto che fossi stronzo, ma non mi sbagliavo affatto-

-Okok scusa ho esagerato-

-E poi che ne sai della mia fama?-

-Me l’hanno detto le mie due compagne di scuola ti conoscono, conoscono tutti e tutte-

-E sarei io la puttana- rise divertito.

-Hai ragione. Ma spiegami ti prego-

-No- tagliai corto e lui annuì arreso.

-Sai sei così diversa sei così… bella hai degli occhi stupendi e lo eri anche in discoteca, ma semplice sei ancora più bella- arrossii.

-Grazie-

-È la verità- sorrise –Però adesso ci dobbiamo chiarire- tremai dal freddo e un po’ perché non volevo affrontare l’argomento –hai ancora freddo?- mi chiese. Cavolo improvvisamente ha iniziato a diluviare, sono zuppa e ho addosso una felpa più bagnata di me, erano domande da fare? Ma annuii  semplicemente.

Inaspettatamente mi abbraccio e io mi congelai –Non voglio farti nulla di male tranquilla, non proverò a baciarti voglio solo riscaldarti- mi rassicurò. – A proposito di baci mi dispiace di averti spaventato-

-Tu non mi hai spaventato-

-Se ti fossi vista, adesso non lo diresti-

-Credo che tu avessi la mia stessa faccia- colpito e affondato.

-Ok. Non so cosa mi sia preso- sorrisi, neanche a me –Non mi capitava da tempo-

-Anche a me- lui mi guardò –Ehi non sono gli altri che portano me a letto sono io che porto gli altri- scostai il cappello mettendo la visiera dietro.

-Tradita?-

-Anche tu?- rise e io capii, avevo ragione nel dire che eravamo uguali.

-Di un anno più piccola di me scappata con un ragazzo-

-Sembra la mia storia-

-Giurai di non amare più nessuno- disse serio.

-Non copiarmi la vita- risi ancora e lui con me –Non l’augurerei neanche al mio più acerrimo nemico- divenni d’un tratto seria. -Mi dispiace- dissi sincera.

-Anche a me dispiace… per te intendo-

-Non sono stupida-

-Te lo lascio credere- lo colpii a un braccio con un pugno ma lui non si mosse neanche. –Andiamo ha smesso di piovere guarda- mi indico il cielo e io rimasi spiazzata, non c’era più una nuvola non era possibile!

-L’Italia è strana-

-Non hai mai sentito il termine temporale di passaggio o nuvola di Fantozzi?- scossi la testa –In Giappone non capita mai- spiegò lui –Sono nuvole che passano scaricano l’acqua e poi se ne vanno- poi mi indicò ancora il cielo e sorrisi nel vedere un arcobaleno. –E meglio che torniamo in albergo prima che ti buschi un raffreddore- annuì e preso il terzo taxi tornammo in albergo, fummo i primi.

-Io vado a farmi una doccia calda- dissi premendo il tasto dell’ascensore. –Mi sono divertita oggi-

-Ne sono contento- poi mi guardò negli occhi –Ti va di cominciare da capo?- sorrisi imbarazzata quando lui tese la mano. –Piacere sono Inuyasha No Taisho- disse quando gli strinsi la mano.

-Kagome Higurashi- sorrisi poi si aprirono le porte del mio piano superiore al suo. –Allora a stasera-

-Certo- fece un gesto teatrale e io sorrisi. Quando si furono chiuse le porte sospirai e mi diressi verso la mia camera canticchiando.

 

Mi feci una doccia e mi beai del getto di acqua calda sul corpo. Quando uscii credevo che Sango fosse rientrata e invece no. Così decisi di chiamarla.

-Kagome?-

-Ciao Sango dove sei?-

-Io sono in giro con Miroku, tu e Inuyasha?- aveva ragione erano solo le cinque eppure ci eravamo già abituati del fuso orario.

-Sono in albergo la pioggia ci ha presi alla sprovvista ed eravamo fradici-

-Vuoi che torni?- mi chiese e io sorrisi.

-No, divertiti ancora un po’-

-Stai bene?- mi chiese poi con voce più bassa per non farsi sentire.

-Benissimo ti racconterò stasera-

-Va bene a dopo- attaccai e mi stesi sul letto.

 

-Kagome- Sango mi chiamò e solo allora mi accorsi che mi ero addormentata con l’accappatoio, i capelli si erano asciugati da soli.

-Che ore sono?- chiesi stiracchiandomi e sentendomi strana.

-Sono le sette e mezza, tra poco è pronta la cena- mi sorrise.

-Allora mi vado a vestire- dissi ma quando mi alzai mi girò la testa pensai che fosse normale e mi andai a vestire.

-Hai preso anche del sole oltre alla pioggia- mi disse Sango affacciandosi nel bagno. Mi guardai allo specchio e notai un rossore sulle guancie però era strano perché avevo tenuto il cappello tutto il giorno. Non ci feci caso ma era comodo non avevo bisogno del phard. Mi truccai leggermente e scendemmo.

-Stai bene Kagome?- no, mi sentivo strana.

-Certo perché?- lei fece spallucce e mi chiese come era andata la giornata e le raccontai tutto.

-Bene quindi vi siete chiariti-

-Siamo amici adesso-  quella parola mi risultò così piccola, volevo di più.

Ci stupimmo nel trovare al nostro tavolo le due oche più tutti i ragazzi e due sedie libere accano a Inuyasha e Miroku. Parlammo di quello che avevamo visto tutto il giorno e la nostra fu quella più bella. Mangiai poco e niente e sia Koga, Miroku, Sango e Inuyasha se ne accorsero.

-Kagome?- la voce mi giunse ovattata –Kagome stai bene?-

-Credo che tornerò in camera- dissi ma non riuscivo a capire nulla. Ero ancora seduta ma la testa mi girava, la vista era leggermente appannata e le orecchie mi fischiavano. Mi alzai stancamente e prima di cadere a terra sentii due braccia prendermi e l’intera sala sussultare spaventata, poi il buio.

 

-Perché non l’hai portata prima in albergo?- chi era che rompeva facevano troppo chiasso.

-Ma se l’ho portata appena ha smesso di piovere-

-Miroku e Inuyasha gentilmente c’è una ragazza che sta male se volete litigare vi prego di uscire- chiunque fosse io tifavo per quella voce. La mia mente non connetteva ancora –Comunque quando sono tornata Kagome si era fatta la doccia e si era addormentata ancora bagnata. Quindi non credo che sia solo colpa di Inuyasha- mi incolpava? E io che facevo il tifo per lei…

-Ehi smettetela di urlare- dissi con voce flebile.

-Koga avvisa il dottore che Kagome si è svegliata- adesso la riconoscevo era Sango. –Finalmente ti sei svegliata ci hai fatto venire un colpo-

-Che ho? Sto per morire?- chiesi ironica.

-Che spiritosa che sei- era Miroku ed era arrabbiato –Perché non ti sei portata nulla stupida?-

-Ehi calma con i paroloni. Mi sento come se fossi ubriaca-

-Altro che ubriaca ti è salita la febbre a quaranta!- esclamò.

-Miroku se devi urlare sai dov’è la porta- ripeté Sango.

-Perché ti scaldi tanto la prendo sempre la febbre- mentii non mi ammalavo facilmente, ero forte io.

-Dov’è la malata?- di sesso però, mi dissi in mente e mi venne da ridere contagiando anche gli altri che prima si erano guardati sconvolti.

-Sono qui dottore- dissi alzando il braccio che posai poi sugli occhi, la luce era troppo forte. Deliravo, sicuro che non mi ero ubriacata?

-Signori siete pregati di uscire- guardai da sotto il braccio il dottore e mi stupii a pensare di portarmi a letto anche lui, era davvero un bell’uomo e parlava l’inglese, era mai possibile che tutti quelli che avevo incontrato parlavano una lingua per me comprensibile, mah!

Mi visitò e misurò la febbre. Quando mi misero a sedere la stanza si capovolse e lo stomaco minacciava di cacciare tutto quello che avevo mangiato la sera prima.

-Ho la nausea- dissi e il dottore sorrise. –Quanto tempo ho ancora?-

-Non ho mai visto nessuno che avendo quaranta di febbre fa battute- e chi scherzava –Deve solo riposare signorina, stare a letto per quattro gironi- strabuzzai gli occhi, non era possibile tutte a me. –Adesso e meglio che riposi-

Mi stesi con stizza e chiusi gli occhi mi addormentai in un attimo, ma fu un sonno tormentato dai mal di testa e dalla tosse.

Non so se a dormire con me ci fu Sango o la professoressa di Inuyasha ma non mi interessava. La mattina però mi svegliai e in camera non c’era nessuno. Avevano abbandonato una moribonda nel letto, che galanteria. Poi la porta si aprii e entrò Inuyasha.

-Che ci fai tu qui?- chiesi senza avere la forza di alzarmi –Non è possibile che il prof abbia lasciato che un ragazzo si prenda cura di me- era troppo antico il prof.

-E invece si. Si fida di me- disse alzando le spalle. –La prof mi ha dato la colpa di quello che è successo e mi ha costretto a rimanere in albergo a sorvegliarti così perdo anche io la gita. Come se avessi bisogno di visitarla ancora questa città- disse –Sango voleva rimanere ma l’ho convinta ad andare- mi guardò e credette che mi ero addormentata di nuovo.

-Devo prendere qualche medicinale?- chiese mentre lo sentii avvicinarsi.

-Sei allergica a qualche medicinale?- scossi la testa –allora si-

-Non ce la faccio ad alzarmi- sussultai quando sentì la sua mano fresca sulla fronte.

-Hai la febbre ancora alta- poi fece passare un braccio sotto la mia schiena e mi aiutò a mettermi seduta a mo di bambina. Se avessi avuto le forze mi sarei ribellata ma non ne avevo. La testa pesava cosi l’appoggiai sulla sua spalla. –Tieni- mi porse un bicchierino con un liquido dentro lo presi senza troppi capricci, se serviva a farmi passare il mal di testa…

-Bell’inizio no?-

-Cosa?-

-Dico finalmente dopo due giorni che mi hai evitato facciamo amicizia e adesso sei abbracciata a me- scherzava lo sapevo ma non riuscivo a muovermi. –Sai ho una sorella più piccola prende sempre la febbre adesso assomigli a lei-

-Mi domandavo infatti se avessi fratelli o sorelle- lasciai perdere il paragone con la bambina.

-Oltre a lei ho un fratello più grande- bene il signorotto aveva un fratello.

-È bello come te?- solo dopo un secondo capii cosa avevo detto e divenni rossa.

-Ti è salita di più la febbre? Sei tutta rossa- rise e io nascosi il mio viso nel suo collo. Che errore madornale, il suo profumo mi investi e la tentazione di baciargli il collo fu forte. –Comunque è bello ma non quanto me- disse beffardo facendomi sorridere.

-Ho sonno- gli dissi soffiandogli sul collo e lo sentii stringermi di più e fremere, avevo capito che non gli ero indifferente. Poi piano piano mi appoggio sul letto e prima di staccarmi da lui gli sfiorai con le labbra il collo, volevo vedere la sua reazione ma mi addormentai.

 

Mi svegliarono per farmi mangiare, cosa che non volevo fare, ma Miroku mi minaccio di ficcarmi un panino in bocca se non avessi mangiato qualcosa. Mangiai riluttante ma mi serviva per prendere le medicine. La febbre era calata a trentotto, meglio di nulla. La sera mi vennero a trovare i professori che si informarono e anche Koga e il gemello di Sango, i compagni di Inuyasha con cui avevo parlato poco e niente. Poi tornò la calma, Sango rimase con me sveglia a sorvegliarmi poi le venne a dare il cambio Miroku.

-Hei bellezza-

-Perché mi dovete sempre svegliare non potete aspettare che mi sveglio di mia spontanea volontà?- rise e mi accarezzò i capelli.

-Il dottore ha detto che ogni tre ore devi prendere le medicine-

-Tanto che sto male?- lui rise e continuò ad accarezzarmi i capelli.

-Perché non te li fai ricrescere?-

-No- non fui mai più acida come in quel momento. Miroku scostò la mano dispiaciuto e mi porse la medicina.

-Prendila- riuscii ad alzarmi da sola, presi la medicina e tornai a stendermi girando la schiena dall’altra parte. Però lui era cocciuto si avvicinò e mi baciò la guancia calda dopo crollai. Forse la febbre mi risalì perché non dormii bene. E poi facevo  un dormiveglia e alcune volte sentivo che qualcuno mi appoggiava delle pezze fredde sulla fronte. Ma poi la febbre scese fino ai decimi.

Inuyasha mi fece compagnia tutto il giorno successivo, dormivo solo poche ore così parlammo del più e del meno.

-Kagome dimmi una cosa- lo guardai mentre addentavo una briosce, lo stomaco si era riaperto.-Il ragazzo che ti ha fatto soffrire…- mi irrigidii sapeva che mi dava fastidio come dava fastidio anche a lui parlare del passato -…ecco si chiamava Naraku vero?- gli occhi si riempirono di  lacrime di rabbia e rimisi la briosce nel piatto.

-Perché?-

-Rispondimi- insistette.

-Si- la mia voce tremava.

-Ecco perché credevo di averti già vista, conoscevo Naraku- disse e io strinsi le mani.

-Ti prego non parlare più- lui annuì.

-Ma prima devo dirti una cosa e poi non ne parlerò più- anche la sua voce tremava –Ti vidi a una festa con lui- non dissi niente –Hai mai sentito il nome Kikyo?- tremai come potevo dimenticarlo, lo guardai piena di rabbia per avermi ricordato di lei, ma mi sciolsi al suo sguardo triste. –Era la mia ragazza-

Salve a tutti!
Sono ancora viva XD è una sorpresa anche per me.
allora allora, da dove posso cominciare? beh prima di tutto sono contenta di aver finalmente pubblicato quasta FF era da un pò che ce l'avevo pronta e la leggevo e rileggevo ma non ero e non sono ancora del tutto convinta, ma vedremo come andrà :P
Seconda cosa: avete visto le ultime puntate di Inuyasha the final act? piango al solo pensiero.... heheheheh...
e infine volevo dire che sto ancora scrivendo il continuo di The War of the Dragons purtroppo non ho mai tempo a causa della scuola per continuare come vorrei, poi ho la revisione e il controllo dei capitoli precedenti... lo finiro mai? spero prima dell'esame : P....
beh spero in tanti commenti positivi e anche negativi ( spero che siano più positi) accetto anche consigli....
vi lascio con un grosso kizzullo
da 8kanemi8

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


Kagome 2

Diario di un sogno impossibile

Capitolo II

 

 

La notizia fu sconvolgente. Ci guardammo negli occhi la ragazza di Inuyasha mi aveva rubato il ragazzo della mia vita e il mio la sua ragazza.

-Come… come l’hai scoperto?- gli chiesi.

-L’hai nominato nel delirio della febbre- arrossii non sapevo di aver parlato nel mio sonno tormentato.

-Non voglio sapere più niente, non me ne frega nulla- ero brava a recitare.

-Neanche io- disse lui sconsolato ma sorrise contagiandomi –Il caso eh?-  risi. Già era proprio un caso strano. –Vedo che stai meglio- mi disse e poggiò la sua mano sulla fronte. –Si decisamente-

-Perché fai questa cosa?- mi guardò non capendo. –Si, il fatto con la mano-

-Come tua madre non lo faceva mai?- era sorpreso.

-Mi pare di averti detto che sono cresciuta con una tata-

-Allora ti spiego, serve per misurare la temperatura- annuii capendo.

-Ho voglia di farmi una doccia- mi alzai dal letto ancora un po’ barcollante e presi il necessario per la doccia.

-Bene allora ci vediamo dopo- disse ma non si alzò e io sorrisi maliziosa.

-E se poi mi sento male?- ecco spuntate le corna e la coda rossa.

-Allora aspetto qui- io risi divertita e andai.

 

Mi sentivo meglio anche se la febbre non era scesa del tutto. Mentre mi lavavo sentii Inuyasha parlare con un Koga alquanto irritato, così decisi di vedere cosa era successo.

Uscii indossando solo l’accappatoio e arrossii stupidamente quando i due ragazzi mi guardarono come se fossi nuda.

-Ehi cosa succede?- dissi guardandoli.             

-Inuyasha non aveva alcun motivo per rimanere- sorrisi e mi avvicinai a Koga sfiorandogli l’orecchio con le labbra.

-Geloso?- gli chiesi e lui fremette –Eppure ne abbiamo parlato- lo scostai e lo guardai dispiaciuta. –Andatevene- dissi togliendo l’asciugamano dai capelli per strofinarli – Koga dov’è Sango?- chiesi prima che uscisse.

-Credo in camera con Miroku- lo guardai stupita –E il fratello- ecco spiegato tutto. -Ce la fai a scendere per mangiare con noi?- scossi la testa.

-Non ho fame- lui annuì e tirando Inuyasha per il braccio lo spinse fuori.

 

Quando Inuyasha uscì non resistetti più e gettai con stizza l’asciugamano sul letto. Come potevo adesso comportarmi con Inuyasha come facevo sempre con gli altri. Lui era uguale a me… scossi la testa, ma che stupida mi sarei divertita di più. Ci ripensai e decisi di scendere a mangiare con i ragazzi. Indossai una tuta e legai i capelli, mi truccai leggermente e scesi in camera dei ragazzi. Si sorpresero a vedermi ma io entrai lo stesso.

-Kagome!- esclamò Sango raggiungendomi –Stai bene?- feci così così con la mano –E allora perché sei scesa?-

-Mi ero scocciata-

-Hai pensato che se ti risale la febbre devi rimanere altri giorni a letto e non finire di vedere Roma? E ricorda che per la settimana prossima mancano pochi giorni e iniziamo lo studio della storia all’università?- già non eravamo lì solo per una visita di piacere ma per studiare la storia e la lingua e non mi sarei persa neanche una lezione, infondo studiare non mi dispiaceva mi riusciva facile.

-Ma non voglio rimanere in camera- sorrisi debolmente sentivo la testa iniziare a dolere e guardai Miroku.

-Kagome ti riporto in camera- mi disse avvicinandosi senza ascoltare le mie parole.

-No Miroku, mi stendo un po’ sul tuo letto. Sto bene- dissi sorridendo, stavo per addormentarmi di nuovo avevano ragione dovevo rimanere in camera, ma io ero testarda e mi impuntai per scendere con loro.

-Kagome…- Sango si avvicinò con aria preoccupata ma la sentivo a mala pena –Vuoi venire in camera con me mi vado a preparare?-

-No Sango rimango qui- mi guardarono tutti e lei annuì dicendo qualcosa a Miroku che non capii.

Mi raggomitolai su me stessa e sentii qualcuno togliermi le scarpe e mettermi una coperta addosso, strano come era piacevole quella sensazione.

-La febbre non è scesa del tutto-

-Sto bene Miroku- lui mi accarezzo i capelli.

-Non stai affatto bene- mi disse all’orecchio.

-Stupida nuvola di Fantozzi- ringhiai e Inuyasha e gli altri risero. Ero l’unica a non sapere che era quella nuvola. Ma non sentii più niente e mi addormentai.

Quella volta a sorvegliarmi non ci fu Inuyasha ma Sango. Non mi ero mossa dalla posizione in cui mi ero addormentata e mi sentii tutta indolenzita. Quando mi stesi di schiena Sango mi poggiò una pezza bagnata sulla fronte, sorrisi grata.

-Gli altri sono in sala a mangiare, li ho conviti a lasciarmi con te- sorrise. –Ti è risalita la febbre-

-Cavolo- borbottai –Mi sento ancora stordita-

-Tieni prendi questa- presi ancora una volta la medicina, la bevvi tutta d’un sorso.

-Ti di spiace se io mi appisolo ancora un po’- sorrise e io chiusi gli occhi.

 

Nel mio sogno rividi Naraku, il messaggio di Kikyo, la faccia di Inuyasha mentre mi diceva quelle cose. Quando mi svegliai per l’ennesima volta capii che la febbre mi era risalita per la rabbia. Solo quando aprii gli occhi notai che non c’era nessuna differenza, era completamene buio e non riuscivo a distinguere le figure. Cercai di alzarmi ma qualcuno mi ristese.

-Tranquilla sono Miroku- bisbigliò.

-Dove sono?- mi sentivo meglio, molto meglio forse era la medicina o era l’abbondante riposo. Non avevo mai dormito così tanto neanche da neonata.

-Come ti senti?-

-Bene- risposi –Sango?-

-E in camera con noi mi ha dato da poco il cambio. Ti abbiamo riportato in camera tua il prof stava facendo i controlli- spiegò –Ma riposa ancora un po’ così domani starai meglio- annuii e sentii che era steso accanto a me e mi abbracciava, il letto era abbastanza grande per tutti e due. Mi accoccolai sul suo petto e tornai a dormire.

 

Mi svegliai prima di Miroku e Sango e mi sentivo davvero bene. Niente giramenti di testa o stomaco, mal di testa assenti, la gola non bruciava più. Mi stiracchiai e i muscoli non mi fecero male, mi ero ripresa. Sorrisi soddisfatta erano passati più o meno tre giorni e mi sentivo una meraviglia. Presi il necessario per vestirmi e togliere la tuta con cui avevo dormito e mi andai a cambiare.

Stavo lavando i denti quando qualcuno busso piano alla porta del bagno. –Kagome- aprii e Miroku mi guardo con aria assonnata –Che ci fai in piedi?-

Sorrisi e gli baciai una guancia –Mi sento benissimo- gli dissi –Ma tu stai dormendo in piedi riposa un po’ sono ancora le sette fatti un’altra ora di sonno- lui annuì e si andò a stendere sul letto. Svegliai Sango alle sette e mezza e fu sorpresa di vedermi.

-Kagome…?-

-Sto bene Sango- la rassicurai sorridendo anche a lei –E meglio se ti prepari- annui.

 

Alle otto precisa chiamai anche Miroku che era ancora stanco, aveva preso sonno solo alle cinque ma quando entrò in sala per la colazione era fresco e tosto. Koga mi baciò la guancia mentre Inuyasha mi fece un analisi per costatare che stessi bene. Il professore insistette perché rimanessi in camera ma io riuscii a convincerlo.

La stessa guida che ci portò a vedere il Colosseo ci spiegò anche del Foro romano e degli altri scavi sparsi per la città. Purtroppo avevo perso la visita guidata al Castel Sant’angelo e dell’altare della patria. Sango mi aveva raccontato che per lo più in quei giorni erano passati a comprare regalini e passare la giornata nei negozi.

Facemmo tante foto come sempre e mi divertii un mondo, il cielo era stupendo e faceva caldo.

-Signori- la professoressa attirò la nostra attenzione –In questa settimana vi siete comportati davvero bene- ci disse –Quindi abbiamo prenotato per stasera una serata in un disco pub, mangeremo e resteremo fino alle due e domani poiché è sabato avrete la giornata per voi- io e Sango urlammo e ci abbracciammo anche con gli altri entusiasti di quella notizia. Ci trovavamo uno dei ponti che attraversavano il Tevere ci eravamo fermati per una sosta e faceva più caldo del solito. Il mio cappellino indimenticabile e indossavo una canotta rosa e dei bermuda bianchi, ma sentivo caldo.

-Miroku e Koga voglio farmi una foto con voi!- dissi prendendoli per mano e venendo arrostita dagli sguardi di  fuoco delle due oche. Miroku e Koga si scambiarono uno sguardo complice e senza che mi avvisassero mi presero in braccio facendo finta di buttarmi di sotto. Risi divertita nel rivedere la mia faccia sconvolta nella foto scattata da Sango. Feci una foto anche con lei e il gemello abbracciandolo. Poi mi accorsi che non avevo nessuna foto con Inuyasha.

-Ehi Inuyasha non ho una foto con te- esclamai guardandolo –Dobbiamo rimediare- dissi e lui sorrise gentile. Era un angelo.

Rimase piegato sulle gambe sotto la statua di un angelo e io mi misi dietro di lui abbracciandogli il collo e sorridendo. Mi divertii un mondo a far ingelosire le oche che scattarono verso Inuyasha per farsi una foto con lui.  Stavamo guardando di nuovo le foto dalla macchinetta di Sango quando qualcuno mi appoggiò una mano bagnata sulla spalla.

-Miroku mi hai bagnata- urlai asciugandomi.

-E che sarà mai con questo caldo- rise allontanandosi di poco.

-L’hai voluto tu- appoggiai il mio zainetto a terra e presi la bottiglina di acqua da dentro. Lo vidi sghignazzare e indietreggiare. Quando mi mossi verso di lui non mi accorsi che nascondeva una bottiglina di acqua dietro la schiena. Quando lo raggiunsi fu troppo tardi e mi prese in pieno, mi arrabbiai e lo rincorsi finche non riuscii a bagnarlo ma scasualmente bagnai anche Koga e Kohaku che si vendicarono e ben presto iniziò una lotta. Sango ci scatto tante foto finché Miroku non bagnò anche lei. I prof non si arrabbiarono ma si divertirono anche loro con noi.  Poi quando finimmo tutti le scorte di acqua ci calmammo.

Io avevo la maglietta bagnatissima che si era incollata addosso e anche la frangia, però mi salvai grazie al cappellino. Le due oche erano rimaste scandalizzate dicendo qualcosa che le fece ridere ma smisero quando videro che anche Inuyasha si era unito a noi.

-Miroku se mi ritorna la febbre ti ammazzo- urlai strizzando un po’ la maglia mostrando così il mio ventre piatto e l’orecchino a brillantino all’ombelico. –Meno male che mi sono portata una maglia di ricambio- lo fulminai e lui rise.  La professoressa e Sango mi accompagnarono in un bagno di un bar dove mi cambiai e Sango iniziò a parlare di come si era divertita e di essersi sorpresa nel vedere il mio buco che non aveva notato quando mi aveva passato il vestito.

Tornammo in albergo presto in modo da non fare troppo tardi per mangiare al disco-pub. Indossai una gonnellina di stoffa turchese a pieghe sopra una fascia bianca e un copri spalle bianco e sandali con il tacco alto. Mi feci dei torciglioni per mantenere i capelli fermi lasciando la frangia libera e mi truccai leggermente. Sango indossò un vestitino rosso, con panta-collant  bianchi decolté rossi e copri spalle bianco. La truccai io leggermente l’avrei trasformata si in una ragazza meno timida ma non come me non volevo rovinare quel fiore. Mi sorrise quando si guardò allo specchio e scendemmo in camera dei ragazzi che rimasero a bocca aperta.

E io sorrisi soddisfatta –Allora? Come stiamo?-

-Fate impazzire- disse Koga –Ti ho lasciato passare in discoteca ma stasera no- risi divertita e li guardai. Erano tutti a torso nudo indossando solo i pantaloni e le scarpe. Erano peggio delle ragazze non sapevano che dovevano indossare, li aiutai a scegliere anche il profumo e solo quando furono pronti mi accorsi che mancava una persona.

-Inuyasha?- domandò Sango al mio posto.

-Perché ti interessa?- Sango rimase stupita alla domanda di Miroku e io sorrisi.

-Koga?- sapevo che lui avrebbe risposto.

-Dovrebbe arrivare qui tra poco era con…- ma si zitti come se nascondesse qualcosa, mi fece una strana sensazione ma non ci pensai e lo incitai a dirmelo. –Con quella della terza scuola-

-E questo era tutto?- non mi interessava per nulla e Koga sospirò, credeva che Inuyasha mi piacesse… beh mi piaceva perché era davvero bello ma non così tanto da farmi ingelosire anche se nel bacio che mi aveva dato mi restava ancora la strana sensazione. Sorrisi soddisfatta, Sango aveva ragione era stato un caso. –Su prime donne muovetevi che facciamo tardi- e sculettando mi avviai alla porta che si aprì mostrando un Inuyasha trafelato che mi fece ridere –Sembra che hai fatto la lotta con un furetto- lui non rispose e si tolse la maglietta rivelando i suoi addominali scolpiti e un tatuaggio sul pettorale sinistro un tribale che formava una lettera ma era stata modificata e adesso sembrava un gatto. Il mio sorriso svanì quando capii il significato del tatuaggio e lui mi guardò sorpreso, uscii senza dire niente. Mi aveva turbato.

 

I ragazzi scesero dieci minuti dopo e ci trovarono a parlare con il professore che mi aveva assillato nel dirmi che dopo quello che avevo passato che infilassi qualcosa di più caldo. Ma lo tranquillizzai dicendogli che stavo bene e non mi sarebbe successo nulla.

Nel salire sul pulman sentii le due oche parlare e la bionda era emozionata e parlava di qualcuno che riconobbi essere Inuyasha sorrisi alla parola “gli piaccio” eppure era strano che loro che conoscevano tutto di tutti non sapessero che a Inuyasha piaceva solo una cosa. Mi sedetti accanto a Koaku con cui iniziai a parlare mentre vidi che la biondina si sedeva accanto a Inuyasha che non la degnò di uno sguardo.

Il pub era davvero bello e tranquillo ma appena scatto la mezza notte divenne luogo di ritrovo dei ragazzi. Ci buttammo in pista e iniziai a ballare con Koaku e dopo con un ragazzo romano, ne avevo visti di carini a Roma ma quello era davvero bello. Senza pensarci dopo un po’ finimmo per baciarci. Kagome alla riscossa. Poi mi staccai da lui e ritornai dai miei amici, Miroku mi parve che non si fosse accorto di niente mentre Koga sbuffava sconsolato poi si avvicinò.

-Kagome non ti allontanare più i prof se sé ne accorgono ci possiamo dimenticare delle serate- mi disse in un orecchio e io mossi la mano infastidita e indicai Inuyasha poco lontano che faceva a una ragazza l’ispezione completa della bocca. Koga lo guardò poi si spiaccicò una mano sulla fronte e ballò con me. Mi fermai solo per andare in bagno e trovai lì l’ochetta bionda che aveva gli occhi lucidi, la guardai un po’ poi andai in bagno. Quando uscì era ancora lì che mi fissava truce.

-Che vuoi?- le chiesi ma non rispose –Ehi sei tu che hai fatto l’errore nel credere che Inuyasha ti volesse-

-Non vuole neanche te- sorrisi maligna e lei si stupì.

-Lo so- e feci per andarmene ma lei mi fermò.

-Stai lontano da lui, se ti avvicini stasera a lui domani ti ritroverai nei guai- mi minacciò io annuii facendo la faccia spaventata e uscii. Ci cascò, credeva di avermi spaventato. Al bancone trovai Inuyasha seduto a bere qualcosa, lo raggiunsi e gli presi il bicchiere da mano e bevvi un sorso del contenuto ma feci la faccia disgustata, era troppo forte per i miei gusti e lui rise. Gli feci segno di andare a ballare e lui accetto. Poco dopo la biondina venne a ballare e mi guardava fulminandomi.

Mi avvicinai all’orecchio di Inuyasha e gli spiegai quello che era accaduto. Lui rise e io con lui e nel frattempo la bambolina moriva di gelosia.

-Giochiamo un po’?- gli chiesi e lui alzò un sopracciglio non convinto ma io gli sorrisi e lui capì. Iniziò a baciarmi il collo e sentii la stessa sensazione che provai la sera in discoteca, ma mi concentrai sul far disperare la bionda. Poi io mi attaccai completamente a Inuyasha e lo baciai, lui non perse un secondo a ricambiare e aprendo gli occhi notai che l’oca era scappata via piangendo. L’unico problema e che non riuscivo a staccarmi da Inuyasha. Poi lui si staccò e mi prese per mano.

-Che fai?- lui non rispose ma mi portò nel corridoio dei bagni, mi guardò con un sorriso malizioso e mi spinse nel bagno degli uomini. Io sussultai, non è che mi dispiacesse, ma lui mi faceva uno strano effetto.

-Tranquilla voglio solo continuare a giocare per un po’- continuava a sorridere e non riuscii a non ricambiare. Poi lui mi baciò e mi sciolsi aderendo di nuovo a lui. Ci baciammo soltanto ma fu più sconvolgente di tutte le altre cose. E mille brividi mi percorsero quando mi alzò e mi mise a sedere sul marmo dei lavandini, per continuare a baciarmi. Il bacio all’inizio prepotente e feroce divenne delicato subito dopo che mi fece sedere. E allora io mi sciolsi completamente e a lui accadde lo stesso perché mi iniziò ad accarezzare la guancia dolcemente. Senza un motivo delle lacrime scesero sulle mie guancie ma non ci staccammo. Eravamo uguali e entrambi soffrivamo allo stesso modo. Io sapevo come lui avrebbe voluto che lo baciassi perché anche io volevo che qualcuno mi baciasse così, lo feci e io capii che lui provava le mie stesse emozioni perché rispose allo stesso modo. Quando ci separammo io non aprii gli occhi e lui mi asciugò le lacrime.

-Non doveva capitare- dissi a bassa voce aprendo gli occhi e mi incantai di quanto fosse bello. Non disse niente ma mi fece scendere e mi abbracciò premendomi la testa sulla sua spalla.

-Scusami- mormorò, ma io non potevo, avevo giurato che non avrei provato mai più emozioni simili.

-Avevamo giurato- lui si staccò e mi guardò. Eravamo tornati la Kagome e l’Inuyasha dolci e gentili della mattina, le nostre corna e la coda erano scomparse per lasciare spazio alle ali e alle aureole. Non c’era nessuna traccia della Kagome che aveva baciato il romano e questo mi sconvolgeva.

-Già- era sconvolto quanto me perché non c’era risposta alle nostre domande. –Forse è meglio che andiamo- io annuii ma nessuno dei due fece un movimento, ma ci guardammo.

-Non… non sono arrabbiata- era vero non ero per nulla arrabbiata anzi sentivo qualcosa che non provavo da tempo.

-Neanche io- sorrise come non aveva mai sorriso e mi diede un leggero e timido bacio. Uscimmo mano nella mano ma ci separammo quando scorgemmo i prof da lontano. Mi fece l’occhiolino e ci unimmo al gruppo   che si era seduto, chiesi di Sango e Miroku e Koga mi indicò i due che si baciavano dietro una pianta per non farsi vedere dai professori. Koga mi studiava e io gli sorrisi maliziosa e si calmò, ero una maestra della recitazione.

Quando tornammo in albergo Koga mi disse che dopo esserci cambiate li dovevamo raggiungere nella loro camera. Facemmo come richiesto e nella camera c’erano altri ragazzi e ragazze che non conoscevo, le due oche però non c’erano sfortunatamente. Inuyasha quando aprì la porta ci mise in mano delle birre che io non aspettai a bere mentre Sango la rimise a posto su un comò. Inuyasha e Miroku avevano due sorrisi che andavano da un orecchio all’altro  e credo che anche io e Sango avevamo la loro fotocopia stampata in faccia. Il festino durò a lungo e mentre gli altri se ne andavano io e Sango ci addormentammo lì. Avevamo unito i letti, stavamo stretti ma ci entrammo. non eravamo le uniche ragazze ma ce ne era una terza che si addormentò tra le braccia di Kohaku e Sango in quelle di Miroku, mentre io con Koga poiché si era messo in mezzo tra me e Inuyasha. E pensai che era la cosa migliore.

 

  Quando mi svegliai e mi ritrovai con la faccia di Koga di fronte non mi stupii, ero non del tutto sobria ma ricordavo quello che era successo. Mi alzai a sedere e presi il telefonino dalla tasca e guardai l’orario. Erano le dieci e sussultai credevo che fossimo in enorme ritardo poi ricordai che invece avevamo la giornata a nostra disposizione. Mi guardai a torno la camera faceva letteralmente schifo, bottiglie di birra sparse ovunque. Gli altri dormivano alla grande compreso Inuyasha che si era addormentato completamente sbronzo. Scesi dal letto facendolo cigolare e pregai perché non si svegliassero. Fortunatamente avevo io la chiave della camere e me ne andai. Camminavo tranquilla per il corridoio non incontrai nessuno degli studenti, la mia camera era in fondo poi improvvisamente sentì una strana sensazione allo stomaco, rallentai e mi fermai davanti alla mia camera aprii e rimasi sconvolta da quello che vidi.

La nostra camera era completamente sotto sopra, sul vetro con un rossetto rosso c’era scritto “Puttana” i miei vestiti erano gettati per l’aria altri buttati nella vasca e tutti bagnati, ai sandali che avevo indossato la sera precedente era stato staccato il tacco, e poi sul mio letto c’era una mia foto la riconobbi era quella con i miei fratelli solo che loro non c’erano più e  la mia testa era stata tagliata dal corpo e sotto c’era scritto “SEI MORTA” rabbrividii. Cercai i resti della foto ma nulla.

-Kagome perché non mi…- sentii la voce di Sango alle mie spalle -…oh mio Dio- la sentì correre via ma non mi mossi. Pochi minuti dopo tutti erano nella mia camera.

-Chi è stato?- mi girai verso Koga e vidi Inuyasha dietro di lui, ci scambiammo un’occhiata. Corrugai la fronte, sul mio viso la rabbia dipinta i miei occhi pieni di lacrime di rabbia. Uscii camminando veloce e tutti mi seguirono, Koga mi provò a fermare ma io riuscii a liberarmi se mi fosse capitata sotto le mani l’avrei ammazzata. Sapevo in che camera si trovassero. Bussai piano, ma nessuno rispose. Cosi colpii forte la porta finché non sentii qualcuno imprecare e aprire. Fu proprio lei che la aprì, quella stronza della bionda se Koga non mi avesse raggiunto in fretta l’avrei massacrata. Appena la porta si aprii Koga mi blocco e la bionda indietreggiò spaventata. Si, dalla paura doveva scappare, doveva avere paura di me.

-Che c’è non sai prendertela direttamente con le persone stronza? Sei in grado solo di rovistare nella roba della gente? Dove hai messo la foto? Se non me la dai adesso ti ammazzo a morsi- urlai cercando di liberarmi ma Koga era troppo forte –Ti rode non essere come me vero? Ti rode che lui non abbia toccato te? E lo sai perché? Sei solo una piccola stronza che non sa nulla di cosa significa amare qualcuno, andate in giro a rubarvi i ragazzi di altre solo per il piacere di possederlo una notte e distruggere la vita a una ragazza innamorata! Sai una cosa tieniti Inuyasha io ho altre cose a cui pensare!- continuai a urlare e l’oca fu affiancata dall’amica che l’abbracciò e la fece indietreggiare –Sai un’altra cosa? Dei vestiti e delle scarpe rovinate non mi interessa nulla ma ridammi la mia foto!- ma non si mossero –Koga lasciami-

-Non sei in te-

-Non gli farò nulla- dissi calmandomi.

-Koga lasciala- disse Miroku e lui mi lasciò.

-Ma siete pazzi?- urlò la biondina io la trucidai con lo sguardo e quando entrai si appiattirono alla porta.

-Non me la vuoi dare? Me la prendo da sola-

-Sei pazza-

-Sì e se non fosse stato per Koga ti saresti dovuta trovar un buon chirurgo plastico per rimettere a posto la tua faccia- rovistai nelle loro valigie e nei cassetti, ma la trovai nell’armadio. La presi e la guardai più tranquilla. Anche se si trattava di una foto nessuno doveva toccare i miei fratelli.

Uscii e mi feci spazio tra i ragazzi che mi fissavano stupiti del mio comportamento. Le lacrime continuavano a scendere e io me le asciugai con rabbia. Scesi le scale fortunatamente ero già vestita e uscii dall’albergo.

Guardavo la foto tagliata in due parti visto che io ero al centro. Guardai i miei fratelli erano uguali a me e ne andavo fiera e rivedere mio fratello il più grande mentre mi cingeva la vita mi procurava un dolore immenso, era morto due mesi dopo che Naraku mi aveva lasciato. Presi un taxi e mi feci fermare lungo il Tevere, feci pietà al tassista che non mi fece neanche pagare. Camminai allungo senza sapere dove andassi poi mi fermai sotto il castello dove sulla punta l’angelo con la spada faceva il suo figurino.

Il telefonino vibro milioni di volte ma non risposi volevo solo stare un po’ sola. Che figura che avevo fatto, ma mi avevano fatto arrabbiare troppo. Camminai e vidi dei giapponesi che vendevano disegni bellissimi sulla strada. Li osservai e parlai con loro, mi calmai e comprai un loro disegno di San Pietro al tramonto avevano anche delle belle bambine così offrii anche da mangiare. Mi raccontarono la loro storia che erano arrivati in Italia perché in Giappone avevano perso tutto a causa della Yakuza. Mi salutarono con un sorriso e tornai a camminare da sola. Non mi ero mai allontanata veramente dal Tevere e dal castello. Quando il telefonino suonò di nuovo mi decisi a rispondere.

-Kagome finalmente stavamo per chiamare la polizia, Miroku è furioso e tra poco i professori ritornano- solo in quel momento pensai che quella era stato il viaggio di istruzione, il viaggio della mia vita più brutto di tutti i tempi. –Dove sei adesso?-

-A castel Sant’angelo- sentì che Sango lo ripeteva a qualcuno.

-Non ti muovere da lì stanno arrivando- attaccai senza salutarla o rispondere e mi affacciai a guardare il corso d’acqua scorrere sotto di me. Non facevo altro che rivedere la camera, la mia foto, quella dei miei fratelli e l’ultimo abbraccio di mio fratello. E tutto per cosa? Per uno stupido capriccio di una stronza, ma che se lo tenesse Inuyasha io non volevo più avere niente a che fare con nessuno dei due. La mia vita era solo una matassa di lana fatta di guai e dolore. Ma che se ne andasse a quel paese, mi sedetti sul bordo e rimasi così.

-Kagome sta calma non fare nulla di avventato- mi girai socchiudendo gli occhi per vedere il mio interlocutore e vidi Miroku camminare piano con una faccia preoccupata. Sorrisi, poverino l’avevo spaventato.

-Non mi voglio buttare giù Miroku- lo rassicurai - aiutami a scendere- dissi facendogli segno di avvicinarsi. Sospirò di sollievo e mi fece scendere stringendomi a lui.

-Non fare più una cosa così- annuii e vidi Inuyasha poco distante con la faccia che non esprimeva nessuna emozione –Ma cosa era successo Kagome? Cosa avevano preso?- gli mostrai i due pezzi e lui si irrigidì e mi abbracciò di nuovo –Torniamo in albergo abbiamo chiamato i professori-

Quando tornammo c’erano i professori, il capo albergo e due infermieri e all’esterno un autoambulanza.

-Higurashi grazie al cielo- disse il professore venendomi incontro e prendendomi la mano –Stai bene?- annuii e i due infermieri si avvicinarono, facendomi domande e controllandomi. Erano anche loro agitati perché per capirmi dovettero ricevere l’aiuto del capo albergo. Poi videro la foto di mio fratello tra le mani riconoscendolo.

-Ma questo è l’eroe che ha salvato quella famiglia… sai anche qui giungono notizie- quando mi tradussero io annuii e strinsi di più la foto. Quando se ne andarono mi fecero auguri e mi pagarono una colazione per farmi riprendere. Sango aveva raccontato quello che era successo ai professori che decisero di rispedire le due ragazze a casa. Quando tornai in camera era tutto in ordini i miei vestiti asciutti erano stato piegati e messi nella valigia, quelli bagnati erano stati mandati in lavanderia. La scritta sul vetro cancellata ma la mia foto era rimasta lì, tagliata in due pezzi. Ma io ero più tranquilla e calma.

-Signorina Higurashi ma cosa dobbiamo fare?- mi chiese scuotendo la testa, il professore –Tutte a lei capitano?- sorrisi imbarazzata ma non lo disse con rabbia, anzi.

Affianco al resto della foto notai anche del nastro adesivo. Lo presi e lo tagliai con i denti ricomponendo l’immagine. Soddisfatta del mio lavoro la rimisi in borsa. Su mia richiesta mi lasciarono sola, diedi il tempo solo a Sango di fare una doccia e andarsene.

-Adesso conosci Kagome, Sango. Sai come sono veramente, una pazza isterica. Sono impazzita per una stupida foto- sorrisi amara e la vidi con gli occhi lucidi. –Ma vedi anche se qualcuno sfiora l’immagine dei miei fratelli mi fa andare in bestia e soprattutto per un motivo così stupido- dissi tra i denti –era  l’unica foto con entrambi- la sentii singhiozzare e la vidi uscire. Lei piangeva per tristezza e io avevo pianto solo per rabbia, le mie ultime lacrime erano finite con la morte di mio fratello.

All’una scesi tutta preparata con la faccia rilassata e bussai alla camera dei ragazzi, ma non c’erano. Così scesi e li trovai nella hall seri, senza che una mosca volasse.

-Ehi cos’è questo silenzio?- chiesi guardandoli, sapevo qual’era il motivo ma io non volevo tornare più sull’argomento. –Guardate cha la giornata è ancora lunga e io non voglio rimanere qui. Perché non ci facciamo un po’ Roma a piedi e ci mangiamo un bel gelato?- proposi Miroku sorrise e si alzò.

-Vado a prendere il portafoglio- disse e io sorrisi.

-Prendi anche i nostri- disse Koga e Sango mi sorrise.

-Vado a prendere lo zaino e la macchina fotografica- annui e gli diedi la carta magnetica.

Facemmo come dissi io, girammo Roma a piedi e ci comprammo anche un gelato. L’episodio era stato messo da parte e ci divertimmo come sempre. Con Inuyasha mi comportai come sempre e ci facemmo altre foto. Avevo deciso che lui non c’entrava niente, cioè si però non a tal punto da non parlargli più, avevamo giocato entrambi e avrei continuato a giocare. Se quello che provavo era un sentimento di passione lo avrei cancellato. Avevo giurato e avrei mantenuto il mio giuramento.

Mentre camminavamo io e Miroku sentimmo una musica molto familiare e ci incamminammo verso quella direzione. Ci trovammo di fronte a delle coppie che ballavano il tango era una sfida di ballo organizzata da alcuni giovani di una scuola di ballo. Io e Miroku all’età di dodici anni ci iscrivemmo a un corso di tango per divertimento, in realtà la convinsi io ed eravamo i più bravi.

-State a guardare- disse Miroku agli altri e mi prese per mano e facendo segno a Inuyasha di seguirci, dopo aver parlato con un ragazzo tornò da Sango e Koga che chiesero cosa sarebbe successo.

-Ti ricordi come si balla?- sorrisi, come potevo dimenticare.

Il ragazzo aveva accettato e ci presentò al pubblico, andammo al centro dello spazio e venimmo applauditi. Ci mettemmo in posizione e quando la musica calda e sensuale del tango partì iniziamo a ballare.

Era strano vedere due giapponesi ballare un tango ma era interessante ed eravamo bravi. Quando finimmo fischi e applausi arrivarono anche dal nostro gruppo. I ballerini si complimentarono con noi e dopo aver ringraziato ce ne andammo.

-Wow e non mi avete mai detto niente- disse Sango –Siete stati fenomenali, Miroku devi insegnare anche a me qualche passo-

-Certo mia segnorita- disse Miroku in spagnolo facendo vibrare la erre e noi scoppiammo a ridere mentre faceva volteggiare Sango.

Poi ci sedemmo, dopo aver comprato patatine e coca-cola  ci mettemmo a parlare. Ridemmo quando raccontai di Miroku vestito di tutto punto con i capelli schiacciati per ballare in una gara mondiale.

-Facevo il mio figurino- rise con noi.

Appoggiai la testa sulla spalla di Inuyasha e lui mi abbracciò amichevolmente. Forse anche lui aveva avuto la mia stessa pensata, solo giocare e essere amici.

-Hei Sango ma Koaku?- chiesi e lei mi passò il pacco delle patatine.

-Mi ha lasciato un messaggio sul cellulare ha detto che era uscito con la ragazza che stava ieri con lui- sorrisi maliziosamente.

-Nuova amica eh? O posso dire cognata?- lei alzò le spalle.

-Guarda che a me fa piacere così non rompe le scatole a me- disse sorridendo e guardando Miroku che le poggiò un bacio delicato sulle labbra.

-Kagome meno male che non sei fidanzata altrimenti avrei dovuto fare la candela- lo guardai.

-Che faresti?-

-La candela, essere l’unico in mezzo a una coppia- spiegò Inuyasha e lo guardai.

-Italiano-

-Decisamente- rispose sorridendo.

-Su andiamo che stasera voglio uscire di nuovo e domani abbiamo l’incontro con l’archeologa- dissi sorridendo.

-Che strazio quando torniamo dobbiamo prepararci per l’esame - disse Sango.

-Io, Miroku e Koga già l’abbiamo preparato e lo sappiamo a memoria. Dobbiamo studiare solo per lo scritto ma non ci saranno problemi. L’esame di giapponese non sarà poi così difficile, lo stesso matematica e per quanto riguarda l’inglese che dire siamo degli assi- vidi Sango illuminarsi.

-Hai ragione- su voglio camminare ancora un po’.

  

Nonostante tutto quello che era successo mi divertii un mondo. Sango non disse niente neanche quando eravamo in camera, poi improvvisamente mi ricordai una cosa e quando Sango uscì dal bagno la gettai sul letto e gli puntai un dito contro.

-Tu mi devi spiegare un po’ di cose!- le dissi e lei parve sorpresa poi arrossi capendo di cosa volevo parlare.

-Ecco…-

-Facciamo così visto che sei in difficoltà io ti faccio le domande e tu rispondi ok?- lei annui e mi spostai per farla sedere. – Cos’è successo quando siamo andati a ballare?-

-Lui… lui mi ha preso per mano e mi ha spinto in pista e abbiamo iniziato a ballare- annuii.

-E poi?-

-Niente improvvisamente lui si è avvicinato e mi ha detto che…- era rossa come un pomodoro e io non riuscii a non sorridere -…che gli piacevo tanto e che stava bene con me- si fermò ma io non dissi niente e lei continuo sempre rossa –Poi mi ha detto se volevamo uscire realmente insieme- annuii  volevo sapere il continuo –io ho detto di si e lui mi ha portato dietro una pianta e… e mi ha baciata- urlai contenta e abbracciai la mia nuova amica.

-Grazie- le dissi e lei mi strinse dolcemente.

-Ti voglio bene Kagome-

-Anche io te ne voglio- e poi mi staccai sorridente.

-Kagome so che ti arrabbierai alla domanda perché te la fece anche Miroku, cioè non è proprio uguale però…- la guardai con un sopracciglio alzato incitandola con la mano a continuare –Quanto erano lunghi i tuoi capelli- mi spiaccicai una mano sulla fronte e sorrisi.

-Se mi avessi chiesto di farli ricrescere ti avrei buttato giù- dissi seria poi ci pensai su e indicai un punto un po’ più sopra del fondoschiena. Lei strabuzzo gli occhi.

-Wow- disse ma non aggiunse altro.

Aprii quando bussarono alla porta e mi ritrovai Koaku di fronte –Ehi entra- gli dissi e lo guardai studiandolo.

-Koaku- esclamò Sango sorpresa.

-Devo chiedervi un favore- io e la gemella ci guardammo.

-Ragazza?- lui annui e io e Sango  ci sedemmo accanto a lui.

-Vi ricordate la ragazza che ha dormito con me?- era timido ed era estremamente carino –Si chiama Rin e non so cosa mettere stasera- noi sorridemmo e lo prendemmo sotto braccio.

Nella camera stavamo solo noi i ragazzi erano scomparsi ma era meglio così. Esaminai il guardaroba di Koaku e capii che il ragazzo aveva davvero buon gusto. Decidemmo per un pantalone di jeans nero una maglietta bianca con il collo a V e scarpe bianche e nere. I capelli se li sistemò lui, erano particolari e mi piacevano tantissimo, ai lati della testa li aveva rasati mentre al centro li portava più lunghi in modo da alzarli a cresta.

-Non credevo che i vostri genitori vi permettessero di portare i capelli cosi- Sango mi guardò mentre Kohaku mi rispose dal bagno.

-Mio padre è un produttore e gli piacciono così anzi è stato proprio lui a consigliarmeli e nostra madre la vediamo al massimo tre volte all’anno- mi ricordavo che Sango mi aveva detto che la madre era Americana e lavorava per il presidente.

Quando uscii mi sentii soddisfatta del capolavoro. Quella ragazza sarebbe stata accecata dalla sua bellezza.

-Mai pensato di fare il modello?- gli chiesi e lui strabuzzo gli occhi.

-La domanda la dovrei fare io a te- risi e dopo aver salutato il ragazzo andammo a prepararci noi.

Indossai un pantalone bianco e una maglietta particolare a mezza maniche blu, i capelli li lasciai sciolti, misi i cerchi color argento e indossai i decolté blu a punta rotonda. Mi truccai leggermente gli occhi e misi un lucidalabbra. Sango indossò un vestitino azzurro e scarpe bianche, capelli sciolti, come sempre leggermente truccata e anche lei aveva alle orecchie cerchi bianchi. Scendemmo che erano le nove e trovammo i ragazzi ad aspettarci nella hall. Koaku era con Rin molto carina nel suo completo verde acqua e fascia bianca con un copri spalle pesante.

-Si uniscono a noi- ci spiegò Miroku salutandomi con un bacio a timbro sulle labbra e salutando allo stesso modo, ma più a lungo, Sango. Quando lo fece io mi irrigidii e guardai Sango che sorrise e si avvicinò.

-Mi ha detto che vi salutate così o che realmente e lui che ti saluta così soprattutto quando…- esitò -…hai bisogno di conforto. E non ti preoccupare per il momento non mi dà fastidio-mi aveva sussurrato tutto nell’orecchio e risi quando disse “per il momento non mi da fastidio”.

Salutai anche gli altri e notai che c’era una ragazza seduta dietro Inuyasha lui se ne accorse e la presentò –È un’amica di Rin viene con noi- annuii e mi presentai.

-Kagura- rispose timidamente.

-Sta con te?- chiesi a Inuyasha e lui annuì, sorrisi perché avevo ragione che Inuyasha aveva pensato la stessa cosa mia. Allora presi Koga sotto il braccio e uscimmo.

Nel ristorantino prenotato da Inuyasha incontrammo anche i tre professori che prima di andarsene ci fecero mille raccomandazioni. Mangiammo e poi tornammo a camminare. Koaku e Rin erano appiccicati e spesso ci fermammo e li richiamammo per non lasciarli dietro. Kagura parlava tranquilla con Inuyasha e lo stesso lui che le sorrideva accarezzandole il viso… mosse che anche io conoscevo alla perfezione. Ma la coppia più bella era quella di Miroku e Sango che camminavano davanti a noi. Sorridevano, ridevano e lui le faceva mille complimenti. Ci fermammo a piazza Navona e ci sedemmo vicino alla fontana dei fiumi. Come sempre le fotocamere erano presenti e facemmo tante foto. In quel momento conoscemmo Rin e Kagura meglio ed erano molto simpatiche. Poi rimasi sola mentre i ragazzi facevano altre foto ero in piedi e mi incantai a guardare la fontana, poi un flash e mi girai di scatto.

-Sei bellissima- mi avvicinai per vederla e non stavo affatto male –La proposta di mia madre è ancora valida- guardai Koga e sospirai. –Non demorde Kagome la conosci. Sei perfetta perché non vuoi fare la modella, viaggerai sempre, indosserai tanti vestiti alla moda che a te piacciono, conoscerai stilisti e sarai famosa-

-Non insistere Koga- ma il mio rifiuto era debole. Quando avevo visto la foto di mio fratello mi ricordai del dolore che la mia famiglia aveva provato alla notizia e chi sa come avrebbero reagito davanti alla stessa notizia che riguardava me. Scossi la testa per scacciare quel pensiero e mi vidi sfilare su una passerella a  fare foto di un calendario o per una rivista. Sorrisi e Koga capì che c’era una crepa e che se insisteva avrei potuto accettare.

-Hai quasi finito la scuola, non sarai costretta a diventare avvocato e se vuoi puoi continuare gli studi all’università… Kagome riflettici- era identico alla madre non demordeva mai. La madre gestiva un importante rivista di moda e aveva molte amicizie, una volta arrivò a dirmi che compiuti diciotto anni mi avrebbe fatto inserire nell’elenco delle ragazze che partecipavano a Miss Universo.

-Ne parliamo quando torniamo a casa- lui sorrise soddisfatto e annui, poi si allontanò parlando a telefono.

Ero di nuovo sovrappensiero e mi spaventai quando qualcuno tolse l’unica mollettina dai capelli.   

-Ehi bellissima addormentata non ti unisci a noi?- Miroku me la sventolò davanti ai miei occhi.

-Scusa pensavo- mi giustificai prendendola –Miroku- lo chiamai e lui mi guardò accarezzandomi il viso.

-Dimmi bellezza-

-Voglio un gelato- lui sorrise e se ne andò da Sango chiedendole a che gusto lo voleva e poi si infilò in un bar. Poi ritornò con due coppette pieno di gelato per me fragole e Sango lo stesso, ci guardammo e scoppiammo a ridere.

Koga mi si avvicinò da dietro e prima che mi mettessi in bocca un po’ lo mangiò lui. –Ladro- urlai e lui rise.

-Non ne mangiare troppo altrimenti se ritorni a casa grassa mia madre mi spezza- gli feci la linguaccia e continuai a mangiare. Mentre mangiavo notai Inuyasha baciare Kagura ma non mi fece assolutamente nulla, però improvvisamente mi passò la voglia di mangiare il gelato, ma lo mangiai lo stesso.

-Kagome posso chiederti il permesso?- Koga appariva sempre alle spalle spaventandomi sempre.

-Per cosa?- gli chiesi guardandolo male per lo spavento mentre si metteva di fronte a me.

-Per questo- e mi baciò , ma lui era mio amico e sapeva che non provavo nulla per lui. Come Miroku non mi aveva mai accusato di essere una… puttana però anche lui era infatuato di me e quel bacio lo sottolineava. –Grazie- disse poi e io lo guardai non capendo. –Di avermi regalato un altro bacio anche se non vuoi stare con me- sorrisi.

-Koga non mi chiamerai anche tu in quel modo vero?- lo guardai supplicante.

-Come potrei Kagome, io conoscevo e conosco la vera Kagome- e mi accarezzo i capelli per baciarmi ancora.

-Koga ti ammazzo!- urlò Miroku.

-Ci ha visti- esclamò preoccupato. Avevano fatto un giuramento di non usarmi mai come facevano gli altri, anche se ero io a usare gli altri.

-Miroku calmo l’ho baciato io- mentii e lui strabuzzò gli occhi –Che c’è non posso provare più a stare con una persona?- non l’avrei mai  fatto.

-No- disse e arrossii.

-Mettiamolo in chiaro ti ho baciato per non offenderti- puntai un dito contro il petto di Koga che rise.

-Lo so non preoccuparti e io non ti userei mai come gli altri-

Non ci baciammo più e la serata trascorse tranquilla. A mezza notte rientrammo in albergo e ci separammo per andare nelle nostre camere, ma prima di prendere l’ascensore fermai Kagura e Rin.

-Vi va di fare un pigiama parti?- chiesi si guardarono e annuirono sorridendo.

Parlammo tutta la sera e tutte mi presero in giro per il bacio con Koga.

-Sango ma non sei gelosa? Si… cioè mi è apparso geloso Miroku mentre Koga baciava Kagome- chiese Rin.

-No, non sono gelosa vedete è una lunga storia- ma Rin non volle sapere altro.

La mattina successiva se non fossero stati i ragazzi a svegliarci saremmo rimaste a letto tutta la giornata. Quando Rin andò ad aprire i ragazzi si fiondarono in camera ridendo e svegliandoci.

-Cosa succede?- chiesi alzandomi e guardando i ragazzi ridere e farmi segno di tacere. Aspettammo un po’ e poi si sentì qualcuno urlare e loro scoppiarono a ridere. –Cosa avete combinato?- ma non risposero perché qualcuno busso alla nostra porta e dal modo brusco sembrava alquanto arrabbiato. I ragazzi si divisero Inuyasha si nascose sotto il letto, Miroku nell’armadio e Koga e Kohaku tirarono con se Rin che era sulla porta ancora ferma, se avesse aperto lei avrebbe capito che si nascondevano lì… ma chi avrebbe capito?

Mi alzai sbuffando e mi ritrovai un Hojo con la faccia ricoperta di schiuma e scoppiai a ridere anche io.

-Dove sono?- chiese brusco.

-Chi?- cercai di fermarmi ma quando lo riguardai già mi faceva male la pancia per le risate.

-Quegli stupidi- scossi la testa.

-Credo che questo sia l’ultimo posto in cui si potessero nascondere visto che il prof sta facendo i controlli ed è passato qui tre secondi fa- lui parve crederci, ma che stupido se il prof fosse passato l’avrebbe visto di sicuro.

-Se nel caso si nascondessero qui digli che sono nei guai!- urlò in modo che lo sentissero. Io annui e feci ciao con la mano, quando non sentii più i suoi passi scoppiai a ridere.

-Siete tremendi- dissi guardandoli e Inuyasha mi tirò giù verso di lui e mi sorrise.

-Divertita?- mi chiese e io sorrisi, voleva accarezzarmi ma mi scostai e lui si alzò.

-Dammi il cinque fratello- disse Koga a Miroku.

-Ma come siete ancora in pigiama? Guardate che avete saltato la colazione- disse Kohaku abbracciando Rin.

-Abbiamo fatto tardi- feci spallucce e indicai la porta.

-Ma se usciamo ci becca-

-Miroku dobbiamo cambiarci- dissi.

-Vi aspettiamo fuori ma se torna ci aprite subito- annuii stizzita e li cacciai.

-Kagome noi andiamo in camera nostra ci vediamo nella hall- annuii e salutai le due ragazze.

Venti minuti dopo eravamo pronte e i ragazzi erano nella nostra stanza perché Hojo era ritornato. Finimmo di preparare le ultime cose e poi mi avvicinai a Miroku porgendogli un orecchino, dovevo cambiarlo ogni tanto. Fece tutto lui io non ci riuscivo mi faceva impressione.

-Se non ti abitui a farlo da sola quando sarai sposata come farai?- mi chiese.

-Ci pensa Koga… vero caro?- scherzai e lui infilò l’orecchino facendomi male. –Mi hai fatto male-

-Se ti avessi voluto fare del bene ti avrei fato una accarezza- disse nervoso.

-Che bisogno c’era di cambiarlo?-

-Koaku non posso tenere un orecchino più di una settimana, non mi piace-

-Viziata- mi girai verso Inuyasha e gli feci l’occhiolino, mi divertivo.

Poi scendemmo e il prof ci fece una ramanzina per il ritardo. Credevo che la visita fosse più interessante e invece no, una noia mortale fino a quando non arrivò l’archeologa che ci spiegò tutto in giapponese e se non ricordava qualcosa parlava in Inglese. Aveva un viso conosciuto ma non mi impegnai a capire se la conoscessi. Quando finì la visita mi fermai a prendere altri appunti con Sango. Mi feci dare delle notizie anche sull’altare della patria poiché avevo perso la spiegazione e la donna fu più che gentile ed era più informata della guida, fu il parere di Sango. Poi gli chiesi se avevano trovato altro e lei mi spiegò che aveva nuovi scavi in corso.

-Avete vinto anche voi questo viaggio?- ci chiese e noi annuimmo. –Anche mio figlio- mi incantai e mi vennero in mente le parole di Inuyasha.

-Lei è la madre di Inuyasha?- lei sorrise.

-Lo conosci?- bofonchiai un si irritato.

-Ma non l’ha visto?-

-Sì, mi ha convinto lui a venire a spiegare un po’ di storia a voi e quando parli del diavolo escono le corna- mi girai a guardare e Inuyasha si avvicinò alla madre. Due gocce d’acqua tranne che per gli occhi e il carattere.

-Ciao mà- di quello che aveva detto non avevo capito niente perché parlava in italiano e io lo odiavo quando faceva così. Poi mi guardò e sorrise –Mamma ho visto che parlavi con Sango e Kagome e mi è venuta una cosa in mente. Poiché per oggi avevamo in programma solo questa visita e da domani iniziano gli studi se potevi convincere il professore a portarci con te-

-Vedrò cosa posso fare- sorrise e si avviò verso il professore.

-Ma tua madre ci ha detto che deve lavorare-

-Sango dove mia madre lavora è un parco e ci rilassiamo un po’ a prendere il sole- Sango lo abbracciò.

-Sei un genio- e corse da Miroku.

-Quando ti ci metti sei bravo- dissi e lui si avvicinò pericolosamente.

-Avevi dubbi?- io annuì e mi baciò, ma nessuno ci vide.

-Non dovevamo farlo più- dissi staccandomi stizzita.

-Stiamo solo giocando o sbaglio? Tanto quando torniamo a casa chi si rivede più- sorrisi perché aveva ragione.

-Bene allora giochiamo- ma me ne andai al segno del professore. Ci disse che saremmo andati tutti con la signora che ci spiegò anche dei scavi poi si congedò e andò a lavorare mentre noi ci stendevamo sul prato a prendere il sole.

Inuyasha si stese con la testa sulle mie gambe e io gli accarezzai la mano. Non mi preoccupavo che Kagura mi dicesse qualcosa perché si stava consolando dietro un albero con un altro compagno di Inuyasha. Koga invece parlava con una ragazza che non conoscevo e noi eravamo stesi a terra.

-Ragazzi!- Rin correva verso di noi –io e Koaku abbiamo comprato un pallone vi va di giocare a pallavolo?- poco dopo eravamo tutti schierati ragazzi contro ragazze, ma essendo i ragazzi troppo forti ci dividemmo. Sango, Inuyasha,Rin e Koga dall’altraa parte io, Miroku, Koaku e Kagura.

-Abbiamo vinto!- urlai andando incontro agli altri e Inuyasha mi afferro di peso mettendomi sulla sua spalla come un sacco di patate. Scalciai e urlai ma lui non mi mollo, si stava allontanando.

-E me la pagherai- mi disse mettendomi a terra e schiacciandomi contro il troco di un albero non riuscendo a non tremare alla sua voce roca e mi iniziò a baciare il collo, le guancie, la fronte, gli occhi, il naso ma mai la bocca, era la mia penitenza. Poi mi prese in braccio e io strinsi le gambe intorno ai fianchi mentre mi incastrò di più contro l’albero sorrisi perché anche la seconda volta  mi aveva alzato per baciarmi, solo baciarmi e nient’altro e per questo lo ringraziai. Mi baciò ancora il collo e scese sulla clavicola e poi poggiare piccoli baci sulla parte in mostra del seno. Rabbrividii a quel tocco gentile ma lo guardai quando smise. Gli accarezzai il viso, mi abbassai e lo baciai dolcemente. Rabbrividii di più quando passò le mani sulla mia schiena e io lo desiderai tutto, ma mi trattenni.

-Credo che è meglio se andiamo adesso- disse ma io lo bloccai baciandolo ancora.

-Giochiamo ancora un pochino- non se lo fece ripetere due volte, mi baciò ancora e ancora.

-Ok possiamo andare- sorrise mi stampò un bacio, mi fece scendere e si staccò da me come se non fosse successo niente. Mi aspettò mentre mi sistemavo e ce ne andammo ritornando dai nostri amici che continuavano a giocare in nostra assenza.

Tornammo a giocare anche noi nella stessa squadra, davvero sembrava che non fosse successo nulla scherzavamo e giocavamo come sempre anche se una parte di me voleva ancora quelle labbra. Riuscii a cacciare quel desiderio e mi sentii davvero bene.

Mentre mangiavamo il professore ci spiego come si sarebbero svolte le lezioni il giorno successivo. In poche parole fummo divisi in gruppi e ogni gruppo aveva un orario di studio. Il nostro gruppo rimase lo stesso poiché il prof disse che eravamo un gruppetto affiatato e il nostro orario andava dalle dieci alle due. Il corso sarebbe avvenuto in una scuola poco distante dall’albergo e saremmo stati accompagnati da un taxi e avevamo un giorno di relax… la domenica. Ma non ci lamentammo poiché dopo lo studio avevamo il tempo a nostra disposizione naturalmente dopo aver fatto i compiti.

Nel pulman eravamo tutti abbattuti io mi addormentai con Rin e Sango mentre gli altri non so cosa fecero. Quando arrivammo Miroku ci sveglio dolcemente.

-Stasera venite in camera nostra?-

-Io non ci sono ho troppo sonno- dissi realmente non volevo passare altro tempo con Inuyasha.

-Sango?-

-Si credo che ci sarò, tu vieni Rin?- disse dopo un momento di esitazione ma la convinsi ad accettare con lo sguardo.

-Certo – sorrise quest’ultima.

Mentre Sango si preparava per scendere io mi infilai nel letto e dissi a Sango di portarsi la chiave. Ma quando rientro non si capì più nulla.

-Sango!- esclamai stupita quando la vidi –Che hai fatto?-

-Non lo so- disse stendendosi sul letto –Miroku mi ha dato una birra o due o tre… non ricordo- disse ridendo.

-Ma sei demente? Non ti sei ubriacata la prima sera l’hai fatto adesso che domani abbiamo lezione- la rimproverai raggiungendola –Non immagino gli altri come stanno-

-Loro stanno bene… almeno credo- fece una pausa –Kagome devo vomitare- scattò in piedi e corse in bagno. Non sapevo che fare non ricordavo se avessi portato delle aspirine così frugai nella valigia e la trovai. Sentii lo sciacquone e dopo poco Sango uscire e ricadere sul letto.

-Sango adesso riposati ok? Ci penso io a te- lei annuì e crollo in un attimo. Dovevo controllare anche quei sette e assicurarmi che stessero bene. Quando bussai nessuno mi aprii cosi fui costretta a picchiare più forte. Non immagino quante bestemmie da parte dei vicini. Poi arrivò Koaku assonnato.

-Kagome?-

-No il lupo cattivo, fammi entrare- si scostò di lato e notai che la camera faceva schifo. –Miroku- lo svegliai con un calcio lui mi guardo non mi sembrava ubriaco.

-Kagome- scattò in piedi.

-Si, ma che avete combinato domani abbiamo lezione!- lo rimproverai e anche gli altri si svegliarono. –Quante birre hai dato a Sango?- lui non mi seguiva.

-Una- rispose dopo poco. Non era possibile che quella stupida si fosse ubriacata con un’unica birra.

-Voi come state?- Inuyasha non c’era quindi pensai che stesse con altri o altra. Koaku si era addormentato di nuovo era ubriaco, mancava anche Koga e le due ragazze dovevano essere tornate in camera.

-Koga e Inuyasha sono andati a un altro festino- non lo ascoltai nemmeno e iniziai a mettere a posto la camera.

-Qui ci sono delle aspirine, vi serviranno. Miroku perché siete così imprudenti?-

-Ma che ho fatto?E poi da quale pulpito arriva la predica-

-Sango è sopra che sta male e tu dovresti essere quello cotto di lei, ti dovresti prendere cura di lei- lui guardò a terra colpevole.

-Vado da lei- scatto ma lo fermai.

-Prenditi cura di lui- lui annuì dispiaciuto e me ne andai.

Sango dormiva avvolta nella coperta e io mi addormentai seduta a terra pronta a scattare se non si sentisse bene. Ricordo la mia prima volta stetti male per un giorno intero solo che io mi scolai non birra ma tutto quello che c’era in casa di Miroku.

 

-Kagome apri sono Miroku- saltai quando bussò alla porta. –Sango come sta?-

-Dorme ancora. Tu?-

-Ho preso l’aspirina prima, ma non mi abbatto facilmente mi conosci-

-Koaku?-

-Ha preso l’aspirina e si stava riprendendo. Sono le sette e meglio se la svegli se vuoi che si riprenda per le dieci- annuii e la svegliai delicatamente.

-Mi fa male la testa- disse quando aprì gli occhi – e la luce è troppo forte-sorrisi.

Presi il bicchiere d’acquea e feci sciogliere l’aspirina –Bevila- ordinai e lei non disse nulla neanche sul sapore disgustoso del medicinale.

-Perché non mi hai detto che non hai mai bevuto?- Miroku le si era seduto accanto e le accarezzava la testa.

-Volevo fare la ganza-

-Non è facendo la ganza che mi piacerai di più- disse lui sorridendo, lei annuì.

-Io mi inizio a preparare e prendere qualcosa da mangiare- non aggiunsi altro e mi chiusi in bagno poi scesi e presi da mangiare  anche per Koaku.

Con mio sollievo Rin e Kagura erano sedute a tavola e mi fecero segno di sedermi con loro.

-Non posso qualcuno stanotte ha esagerato con l’alcool-

-Koaku?- annuii.

-E Sango- le salutai e salii in camera dove Miroku coccolava Sango. –Mangia questo e tu Miroku cerca Inuyasha e Koga giù non c’erano e prendi queste in caso ne abbiano bisogno, mettili con la forza sotto la doccia e  fa in modo che siano pronti-

-Va bene- salutò Sango con un bacio e lo stesso con me.

-Siamo pronte signorina e tempo della doccia fredda- lei si rigirò nel letto e mi diede le spalle –Guarda che ti porto con la forza- lei borbottò un imprecazione poco aggraziata e si appoggiò a me per raggiungere il bagno –Quando hai finito chiama- lei annuì e sparì.

Quando scesi e mi ritrovai i ragazzi davanti,scossi la testa. Tutti con occhiali da sole, meno male che fuori c’era davvero.

-Ma che stupidi che siete- dissi e mi avviai verso la porta.

 

La scuola era gremita di studenti, era un università di Lingue. Io chiesi dove potevamo trovare la persona che ci avrebbe insegnato e ci dirigemmo verso l’aula.

-Sango tu accanto a me- dissi tirandola e per poco non cadeva.

-Buon giorno- era una donna sulla quarantina e mi dava l’impressione di essere molto severa, non sbagliai. –per queste due settimane sarò io a spiegarvi come imparare l’italiano e a comprendere la nostra storia e  letteratura- ci guardò a uno a uno –Notte insonne? Tengo a precisare che quando avrete lezione con me voglio che siate al massimo delle vostre forze quindi vi prego di lasciare ai giorni di riposo le bravate di voi giovani e se la luce vi dà fastidio mi dispiace ma in classe non si tengono gli occhiali- disse in giapponese con aria minacciosa –Sono stata chiara?- vidi i ragazzi raddrizzare la schiena e togliersi gli occhiali.

Erano quattro solo quattro ore, ma di tortura. Era peggio della signorina Rottenmeier di Heidi. Spiegò i fondamenti della grammatica italiana a scrivere l’alfabeto e a leggerlo con la giusta pronuncia, poi ci fermammo per una breve pausa e ricominciammo da capo.

Io presi appunti su appunti anche per i miei amici che non erano molto concentrati e quella strega se ne accorse e così si impuntò su di me.

-Complimenti signorina Higurashi impara molto presto, spero che i suoi compagni domani facciano di meglio- disse disprezzante. Quando uscimmo Sango, Koaku e Miroku stavano meglio mentre gli altri due no. Ci sedemmo sulle scale dell’università aspettando che il taxi chiamato dalla scuola arrivasse.

-Mi dite che avete fatto stanotte?- chiesi guardandoli, poi rabbrividì quando un pensiero mi sfiorò la mente –Ti prego Koga dimmi che non l’hai fatto-

-Non l’ho fatto- disse subito.

-Oh si che l’hai fatto- gli urlai contro –Era un anno che non le fumavi più, per me così avevi detto-

-Ma Kagome quei ragazzi le avevano già pronte due, e noi ne abbiamo approfittato- lo guardai truce.

-Non avvicinarti più a me-

-Kagome non dire cretinate- sbotto scocciato.

-La cretinata l’hai fatta tu- proprio in quel momento arrivo il taxi e mi fiondai al posto d’avanti.

 

-Kagome aspetta- gli chiusi la porta in faccia. Quando sentii che si era allontanato scesi a mangiare e Sango era con me.

 

Parlai con Rin che era uscita da scuola alle undici e mi raccontò che aveva un professore vecchio e rimbambito. Grazie a lei non pensai a niente e ci divertimmo a imitare i prof dell’università.

Poi salimmo a svolgere i pochi esercizi assegnati e ci incontrammo nella hall, dove parlammo con il professore.

-Vi va di andare a prendere un caffè?- propose Rin e accettammo volentieri, ormai non ci perdevamo più anche se dovevamo chiedere indicazione ogni tanto.

Conoscemmo dei ragazzi dell’università che studiavano giapponese e noi li aiutammo a svolgere qualche esercizio. Anche loro avevano la signorina Rottenmeier e ci spiegarono che infondo era una brava insegnante.

-Kagome?- il ragazzo di nome Salvatore mi chiamò e io gli sorrisi –Domani a che ora stai all’università?-

-Dalle dieci fino alle due-

-Quindi hai lo spacco a mezzo giorno- annuii era molto garbato e carino –Senti ci vediamo sulle scale?-

-Ma certo – avevo fatto colpo –a domani- lo salutai.

 

-Dove siete state?-

-In un bar a prendere un caffè- risposi io al posto di Sango.

-Non vi dovete muovere da sole- Miroku voleva farci la predica.

-Non eravamo sole, abbiamo conosciuto due ragazzi dell’università- Miroku guardò truce Sango che gli fece segno che non aveva fatto niente –lei non c’entra ho fatto io amicizia con quei due-

-Non dovevate uscire senza uno di noi- bruciai con lo sguardo Koga che aveva parlato.

-Io con te non parlo-

-Allora perché mi stai parlando- non lo risposi più –Ti posso parlare?- scossi la testa –Per favore?-

-Due minuti-

-Scusami- mi disse una volta soli.

-No-   

-Kagome lo so che hai ragione ma avevo bevuto sei birre e già non capivo nulla-

-Non ti giustifica-

-Senti Kagome, non so che dirti per farmi perdonare- disse disperato –Ti giuro su me stesso che non ne toccherò mai più una-

-Ricordatelo questa volta- lui sorrise.

-Abbraccio?- mi avvicinai ancora con le braccia incrociate e lui mi strinse. –Grazie-

-Hai studiato per domani?-

-Non ci sono riuscito perché pensavo al nostro litigio, ma adesso corro-

-E gli altri?-

-Solo Inuyasha li ha fatti poi è uscito- annuii e tornai dalle ragazze.

-Miroku va a studiare e portati anche Koaku- dissi sorridendo.

 

Sango rimase a parlare con Rin e Kagura mentre io salii a mettere il telefonino sotto carico. Quando lo accesi trovai una marea di messaggi con le chiamate perse da parte di mamma. La chiamai subito per tranquillizzarla.

-Kagome ma dov’eri?-

-Ero a scuola e si è scaricato il telefono- mentii.

-Mi voglio fidare. Ti stai divertendo?-

-Tanto mamma. Tu e papà come state?-

-Bene tesoro ci siamo presi due giorni di riposo- strano.

-E dove siete?- esitò a rispondere.

-In America da tuo fratello- mi arrabbiai tanto, mi avevano promesso che ci saremmo andati tutti insieme dopo finito gli esami.

-Mamma mi avevate promesso…-

-Lo so tesoro, ma vedi era l’unico momento per poterlo vedere. Noi abbiamo il lavoro e anche lui-

-E io quando lo rivedrò?-

-A Natale-

-Natale?- esclamai arrabbiata –Sai che c’è di non nuovo mamma? Che vi odio tutti… andate al diavolo voi e il lavoro- attaccai il telefono in faccia e uscii dalla camera. Non so perché lo feci ma salii al piano superiore. Camminando tra il lungo corridoio vidi Inuyasha che parlava con una ragazza sulla porta della sua stanza. Mi avvicinai velocemente, lui mi senti e si girò a guardarmi non gli diedi il tempo di dire “a” che lo spinsi contro la parete baciandolo. Lui invece di infuriarsi per avergli fatto perdere la ragazza ricambiò il baciò e la ragazza offesa si ritirò sbattendo la porta.

-Ehi calma, così mi uccidi- disse con sorriso malizioso ma io no anzi lo bruciai con lo sguardo. –Ok! Cosa è successo?-

-Niente, perché deve succedere qualcosa?- dissi nervosa. –Hai una sigaretta?- lui annui e me la diede. –Vado a fumare- lui mi seguii silenziosamente in camera. Mi feci dare anche l’accendino e accesi la sigaretta, aprii la finestra e iniziai a fumare.

-Allora facciamo il resoconto- disse accendendosi anche lui la sigaretta.

-Ti vedo meglio- lui annuii.

-Non cambiare discorso-

-Perché dovrei farlo?- dissi tirando dalla sigaretta.

-Allora ti trovavi all’ottavo piano, arrivi come una furia, mi sbatti contro il muro baciandomi in quel modo e mi hai fatto perdere una scopata… e non dirmi che non ti è successo niente-

-Non sei il mio psicanalista-

-No, ma ci ho perso io-

-Volevo sfogarmi un po’- lui sorrise – tu ti sei trovato nel momento giusto al posto giusto-

-Lo so che mi cercavi-

-No affatto, sei stato il primo che è capitato. Volevo giocare un po’ e chi meglio di te può giocare con me?- rise. –mi dispiace per la ragazza-

-Bugiarda- mi accuso e io sorrisi. –Beh visto che volevi giocare perché non continuiamo?-

-Non mi va più-

-Ma a me si- mi prese la sigaretta da mano e la lanciò con la sua, poi si avvicinò e mi baciò spingendomi contro il letto.

-Da quanto fumi canne?- gli chiesi quando mi fece respirare un po’.

-Da quando… capisci- annuii e lo strinsi a me baciandolo per fargli dimenticare l’argomento iniziato. –Ci sai fare-

-Lo puoi dire forte- risi. Il nostro gioco funzionava in modo strano tutto andava bene finché ci baciavamo, potevamo anche spogliarci ma non andare oltre.

Lui mi sfilò la maglietta e io feci lo stesso con lui. Quando vidi il tatuaggio mi rattristai e accarezzai il suo petto. Seguii le linee del tatuaggio e lui tremò, sorrisi.

-È bello- dissi.

-È triste- rispose lui e io annuii.

-Tu hai fatto un tatuaggio e io un piercing- sorrisi malinconica e tremai anche io quando mi tocco il ventre e l’orecchino.

-Almeno il tuo se vuoi puoi toglierlo- io annuii.

-Ma tu puoi modificarlo- lui sospirò scivolando accanto a me e mi abbracciò. Io continuai ad accarezzare il disegno sorridendo quando sentii i brividi.

-Mi fai il solletico- disse sorridendo con gli occhi chiusi –Sei così dolce e delicata- sussurrò.

-No che non lo sono. Io sono una ragazza cattiva-

-Cattivissima- disse iniziando a farmi il solletico e io risi. –Infatti sono le persone cattive che finiscono la scorta di aspirine per aiutare gli amici- risi ancora con le lacrime agli occhi poi lui si fermò quando iniziai a supplicarlo. –Adesso mi dici perché eri arrabbiata?-

-Perché i miei genitori sono in America-

-E allora?-

-Sono da mio fratello che non vedo da due anni. Mi avevano promesso che saremmo andati insieme quando avrei finito gli esami, ma dovranno lavorare-

-Fai il conto, dovrai aspettare il diciassette luglio compi diciotto anni come Miroku no?- annuii, sapere che sapeva che ero nata lo stesso giorno di Miroku  mi stupì –Sarai matura per prendere un aereo e andare da sola in America-

-Come se fosse facile, mio fratello lavora sarà occupato anche lui- mi accostai di più a lui. –E poi io mi arruolo in esercito-

-Non è così facile in Giappone- disse –Sai ho riconosciuto anche io il ragazzo nella foto- mi irrigidii –Credi che la tua famiglia piacerebbe ricevere una notizia così sconvolgente?-

-Io li odio-

-Sei solo arrabbiata- mi baciò la fronte – e poi non sprecare il tuo corpo così-

-Non ti ci mettere anche tu- rise e mi passò la mano sulla schiena facendomi rabbrividire.

-Dai rivestiti ci vediamo a cena- mi sentii sola quando lui sciolse l’abbraccio e si alzò avrei voluto restare così ancora un po’ ma non dissi niente.

-Inuyasha perché quando mi baci mi prendi sempre in braccio?- chiesi senza vergogna.

-Abitudine- alzò le spalle ma mentiva –A dopo bellezza- e uscii.

Io sorrisi e mi ributtai sul letto annusando il suo odore sulle coperte. –Ma che sto facendo… Kagome riprenditi- sorrisi e mi sistemai.

 

 

 

Eccomi con il secondo capitolo!

Ho postato in anticipo di un giorno perchè domani non l'avrei potuto fare ( dannata scuola), ho pensato meglio in anticipo che in ritardo, no? 

sono contenta che molti di voi hanno letto il primo capitolo spero che sia piaciuto tanto:D 

E così i due hanno molto in comune... beh vedremo come andrà avanti cosa succederà tra i due? Io non lo ricordo più ù_ù (hehehehh sn malefica)

Ringrazio:

-Alys93: IO-AMO-ROMA se potessi mi trasferirei lì volentieri Xd... comunque anche io ho sempre odiato quei due, mi sono stati sempre antipatici proprio a pelle. Per quanto riguarda le delusioni, ti capisco più che mai (ho un elenco di delusioni...) ma la vita va avanti e si esce più forti di quanto si pensa. Ritornando alla storia credevo che quel particolare di Inuyasha che parla italiano non sarebbe piaciuto e invece... sono contentissima *^*. :D spero di leggere altre tue recensioni, mi farebbe davvero piacere. e spero che questo capitolo ti piaccia tanto quanto il primo! Baci alla prossima!

-Shiroganegirl: Ciao! *-* guarda sono stata a Roma esattamente due settimane fa e non facevo altro che ricordarmi delle scene di questa FF mi immaginavo i personaggi d'avanti a me, le loro azioni e tutto tutto questo per dirti che avrei voluto incontrare anche io Inuyasha.  Grazie mille per avermelo fatto notare il problema della punteggiatura, l'avevo riletto più di venti volte anche dopo tanto tempo ma dovevo essere concentrata sempre su altro. di sicuro anche qui ci saranno errori, proverò a rileggerli altri 39483759275 volte prima di pubblicarli. :D grazie mille e spero che anche per te sia di buon gradimento questo capitolo. Kizz!!!

E ringrazio nuovamente tutti i lettori e spero che anche per voi sia di buon gradimento :D.... vi adoro Kizzuli!!!

Ps: cercherò di postare 1 o 2 volte a settimana, sempre se sopravvivo a questa settimana XD Ciao!

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Capitolo 3
*** Capitolo III ***


Kagome 3

Diario di un sogno impossibile

Capitolo III

 

 

La serata passò tranquilla e stranamente i ragazzi si ritirarono prima dicendo che non volevano tardare alla lezione della signorina Rottenmeier. Poco dopo ci ritirammo anche io e Sango.

-Kagome scusa se sono impertinente ma non ci sto’ capendo più niente non avevi detto che non volevi più stare vicino a Inuyasha?- la guardai non trovando le parole giuste.

-Vedi Sango stiamo giocando-

-Giocando?-

-Sì, se io ho bisogno di sfogarmi vado da lui e lo stesso vale per lui o se ci vogliamo divertire- spiegai infilando il pantalone del pigiama.

-Quindi vi prendete in giro a vicenda-

-Esattamente, ma vedi ci confortiamo anche a vicenda- si era seduta con le gambe incrociate aspettando che io continuassi –Quello che è successo a me con Naraku è successo lo stesso con la sua ragazza… solo che il problema è che la sua ragazza era Kikyo- la vidi spalancare gli occhi incredula.

-Come l’hai scoperto?-

-Me l’ha detto Inuyasha-

-Tu come l’hai presa-

-Come la dovevo prendere? Dentro morivo dalla rabbia e dalla tristezza ma mi sono calmata perché lui prova i miei stessi sentimenti- sorrisi e mi infilai nel letto finendo così il discorso –Buona notte-

-Ciao Kagome- ma il suo tono mi risultò preoccupato.

 

Il giorno seguente le prime due ore di lezione passarono più velocemente e non mi stupii quando la professoressa non fece mai più domande a Inuyasha visto che alle prime aveva risposto in italiano corretto.

Quando ci diede i dieci minuti di riposo io corsi verso le scale aspettando Salvatore che non tardò ad arrivare. Parlammo del più e del meno e mi invitò a uscire a prendere un gelato, non mi andava di stare chiusa in albergo così accettai. Poco dopo arrivarono Miroku e Koga che si accesero una sigaretta e si impuntarono per conoscere Salvatore. Non dissi niente sul fatto che saremmo usciti quella sera altrimenti mi avrebbero vietato di uscire o sarebbero venuti con me.

-Kagome dobbiamo rientrare- fece Koga squadrando ancora Salvatore.

-Allora ci vediamo...- poi mi avvicinai e sussurrai in italiano -…stasera- lui sorrise e mi salutò.

 

-Ehi Inuyasha mi dici che ci fai tu a un corso per imparare l’italiano?- chiese Miroku in macchina.

-La prof si è impuntata perché venissi lo stesso altrimenti sarei dovuto rimanere da solo in albergo- disse mettendosi gli occhiali da sole.

-Dove li hai presi?- chiesi guardandoli.

-Ti piacciono?- annuii e me li porse –Se li vuoi ti porto a comprare il modello femminile- gli sorrisi grata. Lui disse qualcosa al tassista che si lamentò un po’ prima di accettare. Capii solo alla fine che gli aveva chiesto di non riaccompagnarci in albergo ma in una via ricca di negozi.

Scendemmo e facemmo il giro dei negozi e i ragazzi furono costretti ad entrare con noi in ognuno. Fino a quando vedemmo che si erano scocciati e io e Sango ci organizzammo per portarli in un negozio di biancheria intima.

-Che fate non venite abbiamo bisogno di biancheria e ci serve il vostro parere- ridemmo a crepapelle quando si fiondarono all’interno. Sango si divertì un mondo a chiedere parere a Koga mentre Miroku negava tutto quello che il ragazzo diceva, per gelosia. Io invece feci un giro veloce e mi fermai nel reparto dove vendevano i costumi.

-Koga, Sango, Miroku venite qui- gli feci segno di avvicinarsi –Che ne pensate?- avevo preso un costume bianco intero tutto particolare. Al centro del seno c’era uno spacco che scendeva fino all’ombelico e la schiena era scoperta, utile da indossare dopo essersi abbronzati e utile da portare ai Caraibi dove avrei passato l’estate.

-Dovrebbero vietare ti vendere costumi così… è illegale- disse Koga con la bava.

-Me lo  voglio provare- dissi e feci segno a Sango di farmi compagnia. Quando aprii la tenda i ragazzi si bloccarono. Mi stava davvero bene sembravo una ragazza delle copertine dei giornali e non feci ameno di pensare che forse accettare la proposta della madre di Koga non era uno sbaglio.

Inuyasha però si girò di scatto e guardò male un ragazzo che aveva esclamato qualcosa e capii dalla sua reazione che non era nulla di aggraziato. Miroku guardò Inuyasha che gli mimò in giapponese la parola e scatto furioso.

-Ragazzi lasciate perdere- dissi velocemente e loro si fermarono –Non perdete tempo mi cambio e ce ne andiamo- mi cambiai velocemente, stavo per posare il costume quando Koga mi fermo.

-Ma che fai? Non lo prendi?-

-Volevo solo vedere come mi stava- lui scosse la testa me lo prese dalle mani e si avviò al bancone per comprarlo. –Koga no!- esclamai irritata –Me lo posso pagare da sola-

-Te lo voglio regalare io e spero che lo indosserai in un occasione speciale-

-Ma che occasione al massimo lo indosserò ai Caraibi- dissi.

-Non lo farai, sono pronto a scommetterci- io lo guardai stupita e lui mi sorrise. –Accettalo- me lo disse così dolcemente che non resistetti.

Alla fine non ci fermammo più in nessun negozio se non in quello dove misurai gli occhiali uguali a quelli di Inuyasha, solo più piccoli e adatti al mio viso. Erano Ray ban e li presi con i vetri a specchio indossandoli subito.

-Soddisfatta?- mi chiese Inuyasha e io annuii e lo ringraziai. Mangiammo in un MacDonald’s  poi alle cinque ci ritirammo. Salii svelta in camera per farmi una doccia e mi preparai per scendere di nuovo.

-Dove vai?- mi chiese Sango sorridendo.

-Esco con Salvatore-

-Kagome ma neanche lo conosci-

-Certo che lo conosco, frequenta l’università dove noi abbiamo il corso e ha vent’anni e stasera mi porta a fare un giro- infilai l’orologio e gli orecchini, guardai l’ora e presi la borsa –Ci vediamo più tardi- dissi baciandole una guancia. –Oh! Come sto’?-

-Stai benissimo- le sorrisi e scesi velocemente.

Uscii velocemente pregando perché i professori non mi vedessero e quando vidi il ragazzo appoggiato alla macchina e sorridere ne fui contenta, mi avvicinai baciandogli la guancia.

-Non è che ti metto nei guai?-

-Ma figurati- sorrisi infilando la cintura e partimmo.

 

Mi feci raccontare un po’ lui come era fatto, cosa voleva fare finita l’università e lui fece lo stesso con me. Mangiammo in un  ristorantino cinese e poi facemmo una passeggiata lungo il Tevere. Era molto simpatico e mi piaceva un casino. Non si lasciò perdere neanche l’occasione di baciarmi. Ero contenta perché un altro pesce aveva abboccato all’amo più che altro lo facevo per togliermi dalla mente Inuyasha. Poi quando rientrammo in macchina mi portò in un parco dove erano parcheggiate altre macchine e capii cosa voleva fare. Non mi feci tanti problemi e infine mi riportò in albergo.

-È stata una bella serata- mi disse e io annuii. –Problemi?- mi chiese preoccupato.

-Senti è meglio se mi dimentichi- rimase spiazzato e io uscii sorridendo, avevo avuto quello che volevo e me ne andai sculettando. Poverino mi dispiaceva… non era vero. Ma era stato davvero carino.

Quando bussai alla porta della camera Sango era ancora sveglia. –Kagome finalmente sei tornata!-

-Avevi dubbi?- sorrisi.- Mi hai aspettata?-

-Sì, sono le due! Mi ero preoccupata- la guardai.

-Hai detto qualcosa a qualcuno?-

-No, ma Miroku è diventato paranoico e voleva venire a vedere se eri veramente in camera. Sono riuscita a trattenerlo.-

-Grazie, sei un angelo- le diedi un bacio sulla guancia e andai a farmi una doccia.

-Divertita?- la sentii a mala pena.

-Si tanto- risi –Sai che è bravo in entrambe le cose?-

-Kagome!- urlò e io scoppiai a ridere –Non ci credo che tu l’abbia fatto!-

-Credici cara-

 

Il giorno dopo Miroku non  mi risparmiò le sue occhiatacce aveva capito che non ero in camera, ma feci spallucce e continuai con la colazione. A scuola andai tranquilla non avevo paura o vergogna di incontrare Salvatore e quando avemmo i nostri dieci minuti uscii con gli altri discutendo della lezione e di Dante che era il padre della letteratura italiana. Poi Inuyasha si allontanò per fumare una sigaretta e mi fece segno di raggiungerlo.

-E così stanotte te la sei spassata-

-Già era da un po’ che non facevo movimento- rise offrendomi una sigaretta che rifiutai.

-Fumo raramente- dissi e lui annuì guardando alle mie spalle.

-Sei stata imprudente comunque- disse serio e io annuii –Cosa gli hai detto alla fine?-

-Che mi doveva dimenticare e me ne sono andata-

-Sai che ci sta guardando?- feci spallucce ma lui mi sorrise maliziosamente poi tornò a guardare alle mie spalle –Vogliamo fare in modo che non torni più?- sorrisi capendo quello che voleva fare.

-Giochiamo?- non se lo fece ripetere due volte, mi baciò. Dio quant’era diverso quel bacio, brividi mi percorsero tutta fino alla punta dei piedi. Sapeva di… non lo so, ma mi piaceva. Poi lui si stacco accarezzandomi il mento. –Già scocciato?- sorrise scuotendo la testa.

-Se ne è andato- aveva baciato con gli occhi aperti, odiavo quando qualcuno lo faceva e lo dissi apertamente –Allora mi faccio perdonare- e tornò a baciarmi. Perché lo facevamo? Non lo sapevo ma io volevo che continuasse.

-Dobbiamo andare- dissi sulle sue labbra ma lui mi baciò ancora. Poi fui costretta a spingerlo via e ad andarmene altrimenti non ci saremmo fermati più.

 

-Vado in bagno aspettatemi fuori- dissi quando la lezione fu finita. Quando uscii mi ritrovai di fronte Salvatore che mi guardò con astio –Ciao- dissi superandolo ma lui mi fermò.

-Perché non mi hai detto che eri fidanzata? Se volevi fargli le corna potevi dirmelo direttamente invece di prendermi in giro- era arrabbiato ma non me ne preoccupai.

-Ma io non sono fidanzata- dissi calma e lui mi lasciò, sorpreso.

-Allora chi era quello che baciavi in cortile?- alzai le spalle e feci di nuovo per andarmene ma lui si parò davanti. –Mi hai preso in giro, mi avevano detto che in Giappone le ragazze erano diverse ma si sbagliavano- disse tra i denti -  Sei una stronza- lo disse in italiano e io non lo capii. Poi se ne andò. Rimasi ferma al mio posto cercando di tradurre la parola ma non riuscendoci, sapevo che era un insulto ma volevo sapere il significato così quando uscii e vidi Inuyasha lo tirai in disparte e gli e lo chiesi.

-Chi te l’ha detto?- sembrava nervoso.

-Salvatore… mi dici che significa?-

-Che stronzo…- disse in italiano. Poi me lo disse in giapponese.

-Io credevo che fosse qualcosa di più grave- dissi ma Inuyasha vide qualcosa cambiare in me. Era quello che pensavano i ragazzi dopo che li avevo portati con me.

La sera il professore si organizzo per portarci alle Capannelle un ippodromo molto conosciuto. Che belli che erano i cavalli quando correvano, con i muscoli del collo e delle gambe in tensione per superare l’avversario,le vene che di gonfiavano, il respiro affannoso che usciva dalle narici, gli occhi puntati di fonte… magnifico.

-Venite con me- disse Inuyasha a me e a Sango, poi fece segno a Miroku di seguirci.

-Dove andiamo?- chiese Sango sorridendo.

-Sorpresa- rispose Inuyasha poi ci portò dove facevano riscaldare i cavalli prima di andare sulla corsia. Si presentò alla guardia e gli mostrò un cartellino, sorrise e ci fece entrare. Poi chiese a un signore di chiamare dei ragazzi che arrivarono poco dopo. I due giovani che indossavano la divisa erano fantini che salutarono calorosamente Inuyasha.

-Ragazze vi presento Andrea e Giovanni sono miei amici di infanzia- gli stringemmo la mano e salutammo utilizzando l’italiano imparato in classe. Parlarono un po’ e Inuyasha traduceva quello che riguardava anche noi. –Senti ci potete far vedere i vostri cavalli?- loro annuirono sorridendo e ci portarono verso le stalle mostrandoci due purosangue bellissimi uno grigio pezzato e l’altro completamente nero. Accarezzai il muso di quello tutto nero, era stupendo.

-Credo che vincerà lui- dissi a Inuyasha che riferì a Giovanni.

-Lo spera- mi tradusse.

-Ma lo dico io- tornai ad accarezzare il cavallo sorridendo dolcemente e sentii lo sguardo di Inuyasha su di me.

Poi tornammo sopra dove vedemmo la corsa. I cavalli erano veloci ma alla fine vinse il cavallo che avevo detto io. Inuyasha mi mostrò un elenco dove c’erano i nomi dei cavalli e le corse in cui correvano.

-Scegli tre nomi che ti piacciono di più?- mi chiese.

-Seracalda, Morfina e Amorepreso- dissi dopo aver letto  i nomi. -3, 8 e 2-

-Ok , adesso mettili in ordine partendo da quello che ti piace di più- lo guardai sospettosa.

-Amorepreso,Seracalda e Morfina-

-Sicura in questo ordine?2,3 e8?- mi chiese.

-Sì. Ma perché queste domande?- gli chiesi ma lui mi fece l’occhiolino, se ne andò e tornò poco dopo con un fogliettino in mano. –Hai giocato? Ma i prof l’hanno vietato-

-Se tu non dici niente, nessuno lo scopre-

-Quanto hai pagato?- lui mi fece segno di star zitta e mi indicò i cavalli che erano usciti dalle gabbie. Io mi sporsi dalla ringhiera sperando che i cavalli che avevo indicato vincessero.

-Stai tranquilla- mi disse tirandomi un po’ indietro visto che stavo per cadere.

-Se perdi poi ti tengo sulla coscienza- lui rise e io mi concentrai di più quando vidi i cavalli arrivare.

In testa c’erano il numero quattro, cinque e due. Sospirai già per la sconfitta ma a cento metri dal traguardo il due superò gli altri e dietro di lui seguirono il tre e l’otto. Arrivarono così come avevo detto io. Mi pietrificai.

-Kagome mi hai fatto vincere- Inuyasha mi girò e mi diede un bacio a timbro e andammo a ritirare la somma insieme, fortunatamente i professori erano da un’altra parte. Mi macò il respiro quando vidi che la cifra della vittoria era alta.

-Congratulazioni- disse la signorina consegnando i contanti.

-Grazie- Inuyasha mi prese per mano e mi fece fare un giro –dai Kagome non sei contenta?-

-Altro che soldato o modella io devo fare la veggente- rise e mi portò di nuovo dove i cavalli passavano.

Anche i fantini dei tre cavalli erano amici di Inuyasha e si congratularono con me quando Inuyasha spiegò a loro che aveva vinto grazie alla mia scelta.

 

-Hei Kagome la prossima volta ti porto con me al casinò- esclamò Miroku quando ci raggiunse e gli spiegai che era successo.

-No, altrimenti consumo la mia fortuna- gli altri risero e io li seguii ma poi smisi. –Non ci credo- esclamai staccandomi dal gruppo e raggiungendo un ragazzo che parlava con altri signori –San?- chiesi al ragazzo che si girò.

-Kagome?-feci un sorriso a trentadue denti e lui ricambiò abbracciandomi. –Ehi Kagome come sei diventata bella… cioè da piccola già lo eri ma adesso sei stupenda-

-Cavolo San è una vita che non ci si vede, che fine hai fatto? L’ultima volta hai scritto a mamma che ci saresti venuto a trovare e parlo di due anni fa- lui rise.

-Lo so, ma ho avuto da lavorare molto. Sono stato spedito in guerra e sono tornato da poco e queste sono le mie ferie-

-Non ci credo ancora che sei qui avanti a me- risi ero felice di rivedere il migliore amico di mio fratello, l’ultima volta che lo vidi fu al suo funerale. –Vieni ti presento i miei amici- dissi prendendolo per mano  -Lui è Miroku e il suo amico è Inuyasha, invece lei è Sango e Koga non c’è ma fa parte del nostro gruppo- spiegai –Ragazzi lui è San compagno d’armi di mio fratello-

-Piacere di conoscervi- disse in inglese –E il tuo ragazzo dov’è? Naraku se non erro-

-Siamo qui con la scuola e lui diciamo che è morto- sorrisi, niente e nessuno poteva rovinare quel momento.

-Mi dispiace- disse imbarazzato.

-A me no… dai raccontami un po’ cosa hai fatto- iniziammo a parlare e spesso scambiava parole anche con gli altri.

 

-Ehi ragazzi il professore ha detto che dobbiamo andare- Koaku e Rin erano apparsi dal nulla e ci erano venuti a informare.

-Kagome dammi il tuo numero- tirò fuori il telefonino e io composi il numero che lui memorizzo e io feci lo stesso con il suo.

-Stavolta però fatti sentire- sorrise e io l’abbracciai forte.

-Sicuro bellezza e tu fa attenzione qualsiasi cosa hai il mio numero- annuii.

 

Arrivati nel pulman eravamo tutti euforici tanto che iniziammo a cantare insieme una canzone inglese e ci divertimmo un mondo. Solo una settimana dopo l’arrivo facemmo amicizia anche con i ragazzi della terza scuola e ci divertimmo tantissimo.

-Dai Kagome un assolo!- gridarono da dietro e io mi alzai e cantai un pezzo di No Air e poco dopo anche gli altri continuarono con me.

-Non sapevo che sapessi cantare!-

-Koaku io sono piena di sorprese- dissi con un sorrisetto vanitoso.

-Che altro sai fare?-

-Mi piace la ginnastica artistica, so cavalcare e cucinare- dissi e un ohhhhh partì dal fondo facendomi ridere. Era una sensazione che non provavo da tempo cioè avere così tanti amici e divertirmi con loro.

 

In camera vidi che Sango aveva preso il suo pigiama, il telefonino e lo spazzolino da denti e soprattutto sorrideva. Non ci feci caso fino a quando lei non aprì la porta.

-Dove vai?- chiesi fermandola.

-Vado a dormire con Miroku, ha detto che abbiamo la stanza per noi e mi ha chiesto se volevo dormire con lui- la guardai sorpresa.

-Dove hai messo Sango?- lei rise. –Sango non farmi fare raccomandazioni- arrossì di botto ma io ero seria –Adesso va- gli feci segno di andare lei mi mandò un bacio e chiuse la porta. Quando sentii che si allontanava mandai un messaggio a Miroku.

Come ti salta in mente di invitare Sango?

Che intenzioni hai?

 

Nessuna giuro che voglio solo dormire.

 

Lo spero altrimenti ti troverai nei guai.

 

Gelosa?

 

Ma che! Voglio solo che non la fai soffrire.

 

Non succederà, notte bellezza.

 

Sospirai e iniziai a sistemarmi anche io. Presi il pigiama, mi feci una doccia veloce e mi spazzolai i capelli. Avevamo una televisione funzionante e mi misi su un canale di musica mentre facevo i compiti. Erano le undici e mezza quando eravamo tornati in albergo e non ero per nulla stanca. I ragazzi della terza scuola ci avevano invitati a partecipare a un party, per loro era semplice che avevano lezione dalle undici alle tre. Mentre noi ci dovevamo svegliare due ore prima per essere puntuali.

Quando ebbi finito mi misi nel letto e scrissi messaggi a San fino alla mezza dove crollai, ma qualcuno di notte fonda busso alla porta.

-Chi è?- chiesi avvicinandomi alla porta.

-Apri Kagome, sono io-

-Che vuoi a quest’ora della notte. Non ho voglia di giocare-

-Neanche io, voglio dormire- disse Inuyasha entrando.

-Vai in camera tua-

-È occupata da Sango e Miroku - sbuffai e chiusi la porta tornando a sedermi sul letto e sbadigliando.

Lui si cambiò in bagno e ne uscì indossando una tuta e una canottiera bianca poi scompiglio i capelli puliti, spense la luce e si mise nel letto di Sango unito al mio. Lo guardai fare tutto senza dire niente poi lui mi guardò.

-Che c’è?-

-Mi hai svegliato- borbottai strofinandomi gli occhi.

-Vai a dormire che le bimbe fanno questo- io lo guardai e lui sorrise –scusa ho sbagliato sei tutto ma non bambina-

-Ecco- annuii e mi rimisi sotto alle coperte abbracciando il cuscino e dando le spalle a Inuyasha. Era strano morivo dal sonno ma non riuscivo a dormire, sentivo i suoi occhi sulla mia schiena. Poi lo fece, si infilo nel mio letto e mi abbracciò. Il mio stomaco fece un balzo mentre il mio cuore aumentava il battito e sentii anche il suo sulla mia schiena.

-Non riesci a dormire piccolo?- lo presi in giro ma lui mi accarezzò piano la pancia facendomi rilassare. Poi mi girai verso di lui. –Cosa c’è che non va?-

-Perché deve esserci qualcosa che non va?- sorrisi sentendo le mie stesse parole. Gli carezzai delicatamente la guancia, il buio ero intenso e non riuscivo a distinguerlo bene ma sapevo che era a pochi centimetri dal mio viso. –Mi racconti un po’ di te?- mi irrigidii come gli venivano in mente quelle cose a quell’ora della notte?

-No, per due motivi- dissi  -primo perché è tardi e secondo perché non voglio-

-Allora ti parlo io di me- mi irrigidii di nuovo, perché voleva farlo? Non c’era motivo.

-Conobbi Kikyo in prima, stessa classe. Fu un vero colpo di fulmine. Incominciammo a incontrarci, lei veniva a vedere le mie gare di moto e studiava con me fino a quando non divenne la mia ragazza. Ero felice con lei era bella, intelligente e buona… almeno lo credevo. Una sera andammo a una festa di Miroku fu lì che ti vidi la prima volta abbracciata a Naraku. Lo conoscevo perché gareggiava con me e poi era amico di Miroku. Quella sera Kikyo era completamente assente spesso si incantava, scompariva a parlare a telefono dicendomi che era la madre. Non mi dava fastidio, poi mi chiese di ritornare a casa ed era contentissima. Era estate e gli esami erano finiti per questo Miroku aveva dato la festa. Ci ritirammo e lei mi salutò dicendomi strane cose, poi mi baciò la guancia e se ne andò- fece una pausa –La mattina seguente mi arrivò un suo messaggio. Diceva che era stata bene con me ma che si era innamorata di un altro e che avrebbe passato le vacanze con lui- fece una pausa e iniziò a carezzarmi la schiena –Mi spezzò il cuore. Ha cambiato scuola e non la vedo più. Non ho mai più provato sentimenti per nessun’altra-

-La mia storia non è diversa dalla tua- ammisi e mi strinsi contro di lui. –Credo che la sera che Kikyo ti lasciò sia il giorno in cui lessi il messaggio- feci una pausa –Feci per la prima volta l’amore e fu bellissimo. Mi aveva aspettato un anno intero. Poi lessi il messaggio che gli era arrivato e  mi sentii raggelare, il mio cuore si fermo e io desiderai che qualcuno mi sparasse. Lui cercò di giustificarsi di dirmi qualcosa ma io gli urlai contro di andarsene, di non farsi vedere mai più ma lui non se ne andò. Miroku arrivò poco dopo perché mi veniva a controllare sempre. Mi vide coperta dal lenzuolo e Naraku vicino, lo picchiò e poi lo cacciò di casa. Io non l’ho più rivisto e non so che fine abbia fatto. Due mesi dopo uno dei miei due fratelli morì e io caddi in depressione. I miei genitori avevano provato di tutto ma alla fine mi portarono da un psicologo che mi aiutò. Successivamente tagliai i conti con tutti i miei amici tranne che con Miroku e Koga che mi sono rimasti sempre a canto. Giurai di fronte a loro che non avrei amato più nessuno e che nessuno mi  avrebbe più usato e loro mi giurarono che avrebbero ucciso chiunque mi avesse fatto soffrire ancora. Certo cercarono di farmi cambiare idea sul mio giuramento ma io non mi tirai indietro. Eppure io ripenso ancora a lui, spesso sogno che ritorni e mi chieda perdono- scoppiai a piangere come non facevo da tempo e lui mi strinse a se –Quindi ti chiedo Inuyasha continuiamo a giocare ma quando torniamo a casa non vediamoci mai più perché mi fai uno strano effetto-

-Va bene ma adesso calmati- mi baciò la testa e io mi calmai.

-Scusa non volevo- lui sorrise e mi baciò dolcemente. Sentivo lo stomaco sotto sopra e gli occhi mi pizzicavano ancora.

-Adesso dormi- mi disse io chiusi gli occhi ma continuai ad accarezzarlo e ogni tanto mi baciava la guancia dove scendevano le lacrime. Mi addormentai stretta a lui sentendomi protetta e sicura.

Sognai me su una spiaggia in compagnia dei miei amici ma nel mio sogno non c’era spazio ne per Inuyasha ne per Naraku. Ci divertivamo tantissimo e mi sentivo in pace.

La mattina successiva quando aprii gli occhi Inuyasha dormiva ancora. Era tranquillo e mi stringeva ancora a sé e aveva le sue gambe incrociate con le mie. Sorrisi quando capii che non avevamo cambiato posizione perché la mia mano era ancora sulla sua guancia. Ripresi a carezzarlo era grazie a lui se mi sentivo più leggera, gli avevo detto cose che Sango non sapeva.

-È ancora presto, dormi- era sveglio e mi spaventò.

-Da quanto sei sveglio?- gli chiesi specchiandomi nelle due pozze ambrate.

-Da poco-disse cambiando posizione e mettendosi di schiena facendomi appoggiare la testa sul petto.

-Che ora è?-

-Le sei-

-E già sei sveglio-

-Sono mattiniero- sorrisi e chiusi gli occhi.

-Fai palestra?-

-Si ogni giorno dopo aver studiato. Vado prima in palestra poi a correre- spiegò mentre lo facevo rabbrividire passando la mano sugli addominali.

-Miroku era bravo?-

 l’unico che riusciva a tenermi testa- sbadigliai e lui sorrise –Dormi ancora-

-No-

-Perché?-

-Perché tu mi guarderesti e io non dormirei tranquilla- rise e mi tirò una ciocca di capelli.

-Ecco cosa avevi di diverso… i capelli-

-Sì, li ho tagliati e no non li faccio crescere-

-Così mi piaci e tanto ma stai meglio con i capelli lunghi-disse –Però non troppo lunghi fino alle spalle-

-Neanche- alzai la faccia e gli baciai il mento e la gola.

-Vuoi giocare?- io sorrisi alzandomi sui gomiti.

-Però voglio che lasci fare tutto a me- lui alzò le mani e mi abbracciò per i fianchi mentre io lo coccolavo o torturavo… dipende dai punti di vista.

Gli baciai il collo e il mento, l’orecchio e la fronte. Poi gli baciai il tatuaggio da sopra la maglietta e di nuovo la gola fino a che no arrivai alle labbra dove esitai. Lui non si era mosso se non per carezzarmi la schiena da sotto la maglia. Poggiai delicatamente le mie labbra sulle sue e non passò molto tempo perché le dischiudesse e mi sfiorasse le labbra con la lingua, ma io mi allontanai.

-Ti avevo detto di lasciarmi fare- fece ricadere la testa sul cuscino pentendosi di aver fatto quella mossa. Ripresi da capo esasperandolo fino a tornare alle labbra dove mi lasciò fare. Mi sedetti sul suo stomaco e lo baciai con più trasporto. Poi lui si mise a sedere continuando a baciarmi e infilò le mani sotto la maglia. Quando sfiorò il seno rabbrividii ma non lo allontanai anzi lo lasciai fare. Non andò oltre eppure stavo impazzendo. Quando ne strinse uno gemetti e lui sorrise. Mi sfilò la magia e mi avvicinò di più a lui per lasciare che ad occuparsi del seno fosse la bocca.

-Oddio Inuyasha… ti prego basta-

-Shh stiamo solo giocando- disse tornando a baciarmi. Non ci volevo credere, non volevo ammettere che dentro di me desideravo quel ragazzo, ma non per i miei scopi malati, ma per un altro motivo. Dopo poco finì tutto e tornammo a stenderci sul letto. Io infilai la maglia incavolata nera con me stessa. –Che hai?-

-Niente- mi alzai e mi chiusi in bagno.

-Kagome- mi chiamò ma io non lo risposi. Mi guardai allo specchio e non credetti ai miei occhi ero arrossita e avevo gli occhi lucidi. Mi sciacquai la faccia con acqua gelata, lavai i denti per allontanare il suo sapore e mi sistemai. Quando uscii non lo guardai mai anche se lui mi osservava. Ero un automa, mi muovevo in modo rigido e lui rise.

-Che hai da ridere?- lo incenerii e lui sorrise.

-Ti ho messo a disagio- non era una domanda –Non credevo che ti facessi questo effetto-

“Tu non sai cosa mi fai”-Non mi fai nessun effetto-

-Non credo che ne sia convinta- tornai in bagno e mi vestii poi uscii –Dove vai sono ancora le sei e mezza- era vero che avrei fatto? Presi il telefonino accendendolo e trovando due messaggi sopra. Uno era di San che non avevo letto la sera prima e uno era un avviso di chiamata da mio fratello. Lessi il suo nome fino a quando la rabbia non mi prese  completamente e lasciai perdere il telefonino accendendo la tv. Non potevo guardare niente se non la musica, per il resto era tutto incomprensibile. –Pensi di ignorarmi tutta la giornata?- non risposi –Ok come vuoi. Ti chiedo scusa se ho fatto qualcosa di sbagliato-

-Qualcosa? Si hai sbagliato! Dovevi farlo per forza? Eppure mi pareva di aver deciso di non andare oltre la biancheria!- urlai lui mi guardò con un sopracciglio alzato.

-Primo non mi pare che ti sia dispiaciuto il giochetto e secondo noi non abbiamo deciso nulla-

-Era un accordo tacito e lo sai!- dissi.

-Diciamo che hai ragione-

-Lo so che ho ragione e se pure mi è piaciuto quello che hai fatto non significa che abbia gradito-

-Questo non avresti dovuto dirlo perché la tua faccia diceva tutt’altro-

-Sai una cosa Inuyasha, sì mi è piaciuto quello che mi hai fatto ma tu stai sconvolgendo il mio mondo quindi ti prego non avvicinarti più a me!- dissi arrabbiata svuotando il sacco. Era strano poco prima andavamo d’amore e d’accordo poi iniziavamo a giocare e poi litigavamo.

-Sarei io quello che sconvolge il tuo mondo? Per colpa tua ho perso una notte di divertimento solo per i tuoi problemi famigliari solo perché sei gelosa marcia di me- risi isterica.

-Io gelosa di te? Ma fammi il piacere… sei solo uno sbruffone che non sa come calmare i suoi bollori!-

-Proprio come te Miss perfezione naturale e Miss sincerità!-

-Quella è la porta non voglio più vederti qui dentro- la mia voce era ferma e gelida, la rabbia era tanta ma la contenni.

-Sai una cosa Kagome io in questa camera non ci voglio stare un minuto di più e soprattutto con una persona che non capisce niente e odia tutto e tutti e al centro del suo mondo c’è solo lei! Ti dico un ultima cosa quando tornerai da me, perché lo farai, non aspettarti di essere accolta a braccia aperte- prese le sue cose e uscì sbattendo la porta.

Aveva rovinato tutto, tremavo dalla rabbia e le lacrime iniziarono a pizzicarmi gli occhi ma non scesero. Una mezzoretta dopo Sango ritornò in camera contenta più che mai ma il suo sorriso scomparve quando vide la mia faccia scura.

-Kagome- la guardai male e lei rabbrividì –Luna storta?-

-Taci- le ordinai e lei non parlò più.

All’università Inuyasha non venne e io ne fui contenta anche se una parte di me era triste. Non parlai con nessuno neanche con Miroku che mi fece domande su domande. Seguii la lezione più concentrata che mai e al piccolo test che la professoressa ci diede risposi correttamente tanto che mi disse che se fossi rimasta altri due mesi avrei imparato le  regole alla perfezione. Il pomeriggio passai la giornata a telefono per non parlare con nessuno e la sera in albergo mi venne a trovare San. Di Inuyasha neanche l’ombra, prima di andare a dormire non diedi neanche la buona notte a Sango e mi fiondai nella camera dei ragazzi dei compagni di Kagura e Rin dandomi alla pazza gioia. Alle sei del mattino mi ritirai senza far tanto rumore e mi addormentai subito. Forse Sango provò a svegliarmi ma io non mi mossi e saltai la lezione del giorno.

Mi scocciai di stare in camera così decisi di vedere se c’era qualcuno che conoscessi ma non c’era anima viva. Mi fermai nella hall parlando con un facchino che parlava bene l’inglese.

 

-Kagome ti va di andare a fare un giro solo io e te come i vecchi tempi?- mi chiese Miroku quando tornò dalla lezione, aveva un sorriso rassicurante però sapevo che voleva parlare un po’ con me. Lo guardai incerta ma accettai. Fuori faceva caldo e il sole era brillante più che mai, facemmo un giro nei dintorni dell’albergo senza spostarci troppo.

-Allora che cos’hai?- non ne volevo parlare però sapevo anche che lui era più testardo di me e che avrebbe insistito finche non l’avessi fatto.

-Perché devo parlare?- mi portai una ciocca più lunga dietro l’orecchio e abbassai lo sguardo non riuscivo a guardarlo. –Tu sapevi che Inuyasha era fidanzato con Kikyo perché non me l’hai mai detto?-

-Non credevo fosse necessario siete i miei più grandi amici e solo a nominare il nome di quei due diventati scuri e taciturni- non ero arrabbiata con lui perché non mi aveva detto di Kikyo o Inuyasha, lo  ero con me stessa.

-Io sono andata con Salvatore l’altra sera- confessai e lui annuì, sembrava mio padre –e il giorno dopo lui mi ha chiamato come tutti gli altri- sorrisi amara era una realtà che non potevo negare infondo dentro di me io mi sentivo tale, ero stata sfruttata per una sola notte di piacere e avevo continuato a farlo sapendo che avrei continuato a soffrire solo io. –Inuyasha e io abbiamo un accordo, cioè l’avevamo. Quando volevamo potevamo andare l’uno dall’altro e… e “divertirci” un po’- feci il segno con le dita delle virgolette ma lui non disse niente –Poi di notte è venuto a dormire da me dicendo che la camera era occupata da voi e che lui non aveva posto per dormire. L’ho fatto entrare ma prima di dormire lui si è infilato nel mio letto abbracciandomi, mi ha… ha fatto lo stesso effetto di quando Naraku mi abbracciava. Poi improvvisamente lui mi ha chiesto di parlargli di me ma io ho negato e lui ha iniziato a parlare di sé, lui parlava e io non sapevo cosa fare mi veniva da piangere al ricordo e l’ho fatto. Mentre piangevo gli ho iniziato a parlare di me, del desiderio di rivedere Naraku- sentivo il vuoto dentro lo stomaco –poi ci siamo addormentati e quando ci siamo svegliati gli ho chiesto di giocare, era una specie di ringraziamento perché mi aveva aiutato, mi ero sfogata con lui. Ma poi siamo andati oltre. Lui… lui mi ha fatto quelle cose e io ho avuto paura di star provando quello che provavo per Naraku, quando mi toccava io desideravo che continuasse, che mi spogliasse. Io ero furiosa e abbiamo iniziato a litigare e lui ha detto che non vuole più vedermi- completai la treccina che avevo iniziato a fare e guardai Miroku –Perché dopo tre anni mi doveva succedere? Perché proprio adesso che ho questo maledetto muro? Io non voglio, capisci?- ero arrabbiata e diedi un pugno sulla panchina. Avevo paura dei miei stessi sentimenti.

-Non hai provato a pensare che finalmente puoi tornare a essere felice? Che potrai avere accanto qualcuno che ti apprezza per come sei?- mi chiese accarezzandomi la testa e io non resistetti più. Iniziai a piangere.

-Non voglio soffrire più… non voglio più leggere quella maledetta espressione di tradimento- singhiozzai.

-L’hai detto anche tu, siete uguali. Conoscete il dolore non vi potreste mai fare del male- scossi la testa –Kagome non puoi più continuare così, ti ho vista mentre baci un ragazzo o l’espressione che hai dopo, ti ho visto anche dopo aver baciato Inuyasha e non sai i tuoi occhi come brillavano, altro che solo sesso. Non è una colpa se ti sei innamorata di nuovo, sei un essere umano è nella tua natura-

-Ammettiamo pure che io gli dichiarassi che sono cotta di lui… come la mettiamo con il ritorno a casa? Avrò l’esame e poi partirò per le vacanze e conoscendo la madre di Koga inizierò a lavorare da subito e…-

-Aspetta aspetta cosa hai detto?-

-Ho… ho deciso di accettare la proposta di Koga farò un corso per diventare modella- Miroku non mi diede neanche il tempo di dire altro che mi abbracciò tanto forte da farmi mancare il respiro.

-Mi hai reso contento Kagome, hai preso la decisione giusta… lo sapevo ci avrei messo la mano sul fuoco-

-Non ho mica detto che sono diventata il presidente dell’America- lui mi sorrise mentre io arrossii vistosamente.

-No, mi hai detto qualcosa di più importante- mi sorrideva ancora. –Sarai perfetta e famosa-

-Lo so che sarò famosa, io sono bellissima- non scherzavo. Ma non sorrisi neanche.

-Sì, lo sei- mi accarezzò la testa-Ritornando al problema iniziale-

-Non dire che ne sono innamorata, non si può provare amore per una persona in una sola settimana-

-Esistono i colpi di fulmine-

-Ma non è amore è infatuazione!-

-Che si trasforma solitamente in amore… okok ma non guardarmi così diciamo che ti sei presa una cotta- annuii e tornammo seri.

-Cosa devo fare?- gli chiesi non avendo la più pallida idea di cosa dovessi fare e Miroku era l’unico che mi potesse aiutare…

-Digli ciò che provi-… ma capitava anche che a volte se ne uscisse con cazzate mondiali.

-Neanche se mi dicessero che ho un minuto di vita-

-Allora non so come aiutarti-

-Miroku!- esclamai esasperata.

-Scusa bellezza, ma alcune volte non so come aiutarti-  aveva ragione ero una ragazza complicata.

-Lui… solo adesso mi rendo conto che quando l’ho baciato nel corridoio dell’ottavo piano e perché ero gelosa di quella- Miroku rise e io lo fulminai.

-È bello rivederti normale Kagome- mi abbracciò ancora –Ti amo- mi disse.

-Anche io- non diceva nel vero senso perché sapevo che ora aveva capito che mi voleva solo bene. –E con Sango che hai intenzione di fare?-

-Mi piace e senza offesa ma è riuscita a toglierti dalla mia mente… ma capisci il senso per il sentimento che prima provavo per te… ma ciò non significa che…-

-Miroku taci ho capito- lo interruppi stava andando in crisi e stava mandando me in  tilt, risi e lui con me.

-Sei speciale Kagome, lo sei sempre stata e non cambiare mai più- io annuii sorridendogli.

-Miroku? Ti posso chiedere una cosa?-

-Tutto quello che vuoi bellezza-

-Ho sbagliato a baciare Koga?- lui annui incupendosi improvvisamente.

-Ha sbagliato lui… si è comportato come gli altri-

-Non sono arrabbiata perché mi ha baciato- lui mi guardò e io continuai: -adesso credo di aver ricambiato per far ingelosire Inuyasha- eccolo là il soggetto dell’ex discorso ritornava.

-Non credo che ti abbia vista- risi –era troppo impegnato con Kagura-

-Ehi Miroku non dire a nessuno che ho preso quella decisione-

-Il tuo segreto è al sicuro bellezza- mi baciò la fronte –ma potrei sapere chi ti ha fatto cambiare idea io e Koga non ci siamo mai riusciti- in quel momento le parole di Inuyasha mi rimbombavano nella mente.

[…]-Come se fosse facile, mio fratello lavora sarà occupato anche lui- mi accostai di più a lui. –E poi io mi arruolo in esercito-

-Non è così facile in Giappone- disse –Sai ho riconosciuto anche io il ragazzo nella foto- mi irrigidii –Credi che la tua famiglia piacerebbe ricevere una notizia così sconvolgente?-

-Io li odio-

-Sei solo arrabbiata- mi baciò la fronte – e poi non sprecare il tuo corpo così- […]

 

Chi sa chi mi aveva fatto cambiare idea… sorrisi e gli scompigliai i capelli.  –Nessuno ci ho riflettuto un po’-

Chi avrebbe mai pensato che proprio in quel momento, davanti a quella panchina passasse lui mentre teneva per mano e sorrideva a una ragazza. Lo guardai passare mentre ne ero sicura lui mi guardava da sotto gli occhiali.

-Ma le persone non possono cambiare da un momento all’altro- mi alzai presi la borsa e me ne andai.

Cavolo sapere di essere gelosa di una persona che non conosci era terribilmente irritante, quel ragazzo aveva un tempismo perfetto. Trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Mi ritirai in albergo dicendo a Sango spiegandogli per sommi capi la chiacchierata tra me e Miroku e dell’incontro con Inuyasha.

-Non ti offendere Kagome ma Miroku ha ragione-

-Lo so che ha ragione, ma diamine!- imprecai nervosa non volevo scendere a cena avevo lo stomaco che faceva le capriole solo al pensiero di vederlo a tavola, poi un pensiero mi riempì la testa… e se lui non ci fosse stato? Se non fosse sceso per cenare? Scossi la testa, erano pensieri stupidi e inutili mi sembrava di essere cambiata e diventata paranoica come le solite ragazzine.

Però non sbagliai, quella sera lui non si presentò e io mi sentii strana, ma dovevo accettarlo avevamo litigato e di brutto, mi aveva detto apertamente di non farmi più vedere e non gli davo torto, ma ero sopravvissuta senza di lui per anni e adesso non mi potevo far venire i complessi. Nonostante ciò mi feci dare una sigaretta da Koga e uscii fuori. Guardai la gente passare e altra entrare con i bagagli nell’albergo e chiedere informazioni. Mi sedetti sulla panchina li fuori e fumai con tutta tranquillità. Mi venne in mente una canzone che avevo sentito in taxi quel pomeriggio ero una canzone italiana di una cantante che ho sentito nominare anche in Giappone Laura Pausini, ricordavo poco di quella canzone solo qualche strofa.

A scuola il banco è vuoto e Marco è dentro me

È dolce il suo respiro tra i pensieri miei

Distanze enormi sembrano dividerci

Ma il cuore batte forte dentro me

 

Chi sa se tu mi penserai

Se con i tuoi ne parli mai

Se ti nascondi come me

Sfuggi gli sguardi e te ne stai

Rinchiuso in camera e non vuoi mangiare

E stringi forte a te il cuscino

E piangi e non lo sai

Quanto altro male ti farai

La solitudine…

 

Si ne ero sicura che facesse così, solo che al posto di Marco c’era Inuyasha mentre la solitudine era la stessa. Chi sa chi l’aveva spinta a cantare quella canzone non credo che il ragazzo si chiamasse veramente Marco… ma mai dire mai…

 

-Che ci fai qua fuori? Mi pare di averti detto che non ci sarei mai più stato per te- non lo guardai neanche e lanciai lontano il mozzicone della sigaretta. Il ragazzo era molto sicuro di se ma non sbagliava.

 

-E chi ti dice che aspettavo te?- dissi sicura accavallando le gambe mettendolo a tacere.

-Forse aspettavi il tuo amico-

-No, volevo solo stare sola con la panchina- lo guardai –Che c’è?- gli chiesi irritata.

-Sei tutto tranne che cortese-

-Io sono cortese con le persone che voglio-

-Con quelli che dopo porti a letto?-

-Che c’è Inuyasha stasera sei rimasto a secco? La tua ragazza stasera non te l’ha data? Se hai qualche problema vai da qualcun altro perché io ho altri problemi e più seri-

-Non sono rimasto al secco per tuo dispiacere- io sorrisi amara.

-Ma a me non interessa nulla, a me importa solo di me stessa, perché nel mio mondo il centro è occupato da me- dissi ed ebbi paura che la mia voce fosse risultata strozzata, mi alzai e mi strinsi nel giubbino –Scusi tanto ma Miss sincerità e bellezza naturale si ritira nella sua stanza- utilizzai le sue stesse parole e allora la mia voce tremò veramente.

-Non mi commuovi, mi hai trattato male- feci finta di non ascoltarlo e mi incamminai verso il portone –Sei come le altre…- bastarono quelle parole per farmi saltare i nervi tornai indietro mi avvicinai a lui e lo schiaffeggiai forte.

-Io non sono come le altre e lo sai più degli altri… non ti permetto di criticarmi solo perché sono stata l’unica a resisterti ma infondo dovevi immaginarlo. Io e te siamo uguali e dicendomi che sono uguale agli altri stai criticando anche te stesso- sorrisi cattiva –ma puoi dirmi tutte le cose cattive che vuoi, ma tu nella mia vita vali meno di niente-

-Continua a vivere con la speranza di veder tornare il tuo amato Naraku-

-Tu vivi con la stessa speranza- lo misi ancora una volta a tacere e me ne andai.

 

Il giorno seguente era sabato ciò significava che avremmo fatto baldoria, saremmo usciti e divertiti. Il banco di Inuyasha non rimase vuoto. Non lo guardavo ne ascoltavo la sua voce. Facemmo un altro test ma quella volta non fui la prima a consegnare ma l’ultima non volevo rimanere un secondo con Inuyasha.

-Come mai questo ritardo signorina Higurashi- la Rottenmeier era stupita.

-Non ero molto sicura- lei annuii e mi sorrise.

 

-Eccomi- esclamai uscendo dalla classe dove gli altri mi aspettavano.

-Finalmente Kagome per quanto tempo ancora avevi deciso di farci aspettare-

-Koga lo so di esserti mancata ma adesso sono qui… allora deciso cosa fare questa sera?- tutti tacquero –Che c’è?- chiesi preoccupata.

-Beh Kagome tutti noi abbiamo da fare…- perfetto ero stata abbandonata in un momento come quello dai miei migliori amici. –Se vuoi puoi venire con me e Sango- Miroku cercò di trovare una soluzione.

-No grazie, non ho voglia di fare il terzo in comodo- risposi infastidita –Male che vada c’è San- non persi tempo e mentre uscivamo chiamai San ma lui mi disse, davvero dispiaciuto, che non poteva venire. Giornata migliore non c’era.

-Sei rimasta sola- mi disse Inuyasha in un orecchio allontanandosi dopo poco. Quel ragazzo quando voleva poteva essere davvero cattivo. Sango cercò di convincermi ma non ci riuscì.

 

-Mi dispiace- disse.

-Non dovresti- secca come la terra africana.

-Ma tu ci tenevi a uscire con tutti noi- appunto ci tenevo, il verbo al passato era esatto.

-Non preoccuparti troverò da fare qualcosa- non avevo la minima intenzione di rimanere in quella camera –Ci vediamo dopo- mi era venuto in mente una persona ma non ricordavo il numero della sua stanza così mi fiondai nella camera dei ragazzi. –Miroku quel è la camera dove alloggia Fred il ragazzo che hai conosciuto ieri?- sapevo che era una richiesta assurda, ma non mi interessava.

-Pechè?-

-Che ti frega?- botta e risposta –Allora?-

-332- perfetto.

-Bene a domani mattina… anzi a domani pomeriggio- sorrisi e prima di uscire salutai tutti compreso Inuyasha con una bacio sulla guancia. Lo feci pietrificare perché non se l’aspettava, anche se mi aveva detto di non ritornare da lui dovevo in qualche modo provare a me stessa che lui provava lo stesso per me. Ma vinsi nel  momento in cui lo sentii rabbrividire e uscii ridendo.

Fred accetto volentieri di uscire con me a fare un giro. A cena il prof ci disse che la sera successiva saremmo andati a  vedere un opera italiana. Non mangiai niente e quando il professore ebbe finito mi ritirai in camera a prepararmi. Indossai un vestitino che non era più che una maglia che mi arrivava sotto il sedere blu con scarpe alte bianche e cinturone bianco. Rossetto rosso e guance rosa capelli sciolti e cerchi bianchi. Indossai la collana di Miroku e i bracciali di mia madre e scesi. Fuori la porta trovai Fred in camicia bianca e pantalone beige, mi sorrise porgendomi il braccio e scendemmo.

-A domani- dissi salutando i ragazzi riuniti nella hall facendoli rimanere a bocca aperta. Miroku e Koga mi guardarono accigliati.

 

La serata fu indescrivibilmente noiosa. Fred non faceva altro che parlare di sé e di come gli piacesse l’Italia e che era triste nel pensare di ripartire. Era un bravo ragazzo non c’è da negare ma era troppo per bene poi mi baciò e capì che avevo sbagliato. Era bravo e come. Mi portò in un locale dove la musica era assordante ma non mi dispiaceva. C’era molta gente ma non ci buttammo in pista a ballare ma mi portò in un bagno piccolissimo e lurido. Mi baciò prepotente e mi palpò il sedere, mi uscì un gemito nessuno era mai stato così duro con me e mi spaventava e eccitava al contempo. Mi alzò la vestina e per non cadere fui costretta a stringergli le gambe in vita. Infilò una mano sotto il vestito toccando il mio seno nudo e io tremai di piacere e paura. Altro che bravo ragazzo e persona per bene…

-Fred ti prego fermati io non voglio- lui mi tappò la bocca mentre con l’altra mano continuava a massaggiare il seno. Scossi la testa mentre scendeva lì nella mia parte più sensibile. Mi stava violentando e io non potevo credere che stava accadendo a me. In due settimane erano accadute più cose che in tutta la mia vita. Riuscì a liberarmi la bocca e a urlare ma invano, la musica era alta e nessuno ci avrebbe sentito, poi lui mi toccò e mi tappò di nuovo la bocca. Non riuscivo a piangere e non l’avrei fatto. Poi fu tutto troppo veloce la porta che si apriva, Fred fu staccato da me e io libera prima che accadesse qualcosa. Quando aprii gli occhi Fred correva via mentre si puliva il naso sporco di sangue, mi alzai tremante sistemandomi e quando lo vidi tremai. Il suo sguardo era duro e arrabbiato, la sua mano destra sporca di sangue e il fiatone.

-Ti ha fatto del male?- i suoi occhi dorati si sciolsero in un espressione di panico mal nascosto e io non riuscii a non abbracciarlo. Se non fosse stato per lui sarei stata violentata, al pensiero le gambe mi cedettero ma lui mi sostenne. –Tranquilla è tutto finito- mi abbracciò forte e io mi sentii male davvero.

-Non… non dire niente a Miroku e Koga-

-Va bene… ma dimmi come stai-

-Non lo so-

-Kagome- lo guardai e lui mi asciugò gli occhi non mi ero accorta di aver iniziato a piangere.

-Scusa… tu hai detto che non dovevo più avvicinarmi a te- abbassai la testa e feci per staccarmi da lui e andarmene ma non ci riuscii le gambe non mi reggevano. –Io… tu… mi fai lo stesso effetto di Naraku- singhiozzai quando lui mi abbraccio a sé –Io non voglio lui, non voglio che sia lui a varcare la soglia della mia stanza… ti prego Inuyasha perdonami io voglio… hai vinto perché hai una nuova preda so che soffrirò ma io credo di essermi innamorata di te- dissi guardandolo negli occhi.

-Sei sconvolta-

-Si lo sono, ma non mento su quello che dico… io stavo morendo di gelosia quando ti ho visto passare con quella ragazza è di te che stavo parlando con Miroku- ammisi –Non mi interessa se tu non provi lo stesso per me, ma volevo che capissi che c’è ancora una speranza per noi e…- non finii mai quella frase perché le sue labbra si impossessarono delle mie, coinvolgendo la mia lingua in una danza proibita e antica. In quel momento tutto quello che era successo prima lo dimenticai, divenne un incubo lontano c’era spazio solo per quel momento. Era un bacio carico di sentimento e non come quelli che ci eravamo dati precedentemente.

-Non dirmi che non doveva succedere- mi disse ansimando sulle mie labbra.

-Speravo che succedesse- sorrisi ma lui tornò a baciarmi.

Quando mi fui ripresa mi riportò in albergo, gli altri non erano ancora tornati e ne ero contenta. Tremavo ancora così lui mi accompagnò fino in camera dove mi baciò ancora e ancora e io mi beai di quei baci come fosse ambrosia pura.

-Adesso vai a riposare- mi accarezzava la nuca e mi sfiorò la fronte con la sua.

-Rimani con me- lui mi guardò e mi baciò ancora.

-Non dopo quello che stava per accadere stanotte- io lo abbracciai non mi volevo staccare da lui.

-Ti prego- sussurrai,lui esitò poi accetto.

Sorrisi tirandolo in camera e chiudendo a chiave la porta. Lui mi prese in braccio e mi poggiò sulla scrivania e tornò a baciarmi. Mi tolse le scarpe e il vestito rompendo il bacio per toglierla, ma il bacio non continuò sulla mia bocca ma giocò con i miei seni. Il suo tocco mi incendiava, la sua lingua mi mandava all’inferno. Quando tornò a baciarmi gli tolsi la camicia e sbottonai i pantaloni rimanendolo in box. Era divino. Mi prese ancora una volta in braccio per poi stendermi sul letto.

-Perdonami- mi sussurrò e io rabbrividii alla sua voce roca stringendolo di più a me mentre lo sentii togliermi gli slip.

-Non hai nulla da farti perdonare- lui sorrise e mi baciò mentre io inarcai la schiena quando mi sfiorò. Gemetti di piacere. –Sono cotta di te-

-Anche io- risi felice alla sua dichiarazione e lo baciai con passione.

Poi lui si tolse i box e tutto fu assolutamente meraviglioso. Quello che avevo provato nel fare l’amore con Naraku non era niente in confronto a quel momento. Quando entrò in me io ballai con le stelle e cantai con la luna, ero al settimo cielo e non so come riuscii a sopravvivere.

-Inuyasha dimmi che per adesso non te ne andrai- ansimai mentre mi portò a sedere.

-Non ti lascerò andare da nessuna parte- mi disse stringendomi a lui.

I suoi baci valevano più di mille parole, i suoi sorrisi più di ogni gioia, era lì e non mi trattava come le altre e io lo sapevo bene.

 

Quando mi svegliai fu perché qualcuno mi accarezzava delicatamente la schiena, sapevo chi era e ne ero felice.

-Mi fai il solletico- dissi sorridendo senza aprire gli occhi.

-Scusami- rispose baciandomi la fronte e smettendo.

-No non smettere. Mi piace- aprii gli occhi e lui sorrise divertito riprendendo a carezzarmi. - È successo davvero?-

-Si è successo… rimpianti?- scossi la testa e mi alzai sui gomiti per guardarlo.

-Neanche uno- gli carezzai la guancia e lui mi baciò la palma. Era strano sentire quella dolce e strana sensazione nello stomaco, dovevo farci di nuovo l’abitudine. –Sono cotta di te- ripetei avrei voluto dire ti amo ma la mia testa mi diceva che era troppo presto.

-Non c’è notizia più bella da risentire- era un poeta e io lo baciai dolcemente –Come stai?-

-Bene, non ripenso più a ieri sera- lui annuì scostandomi una ciocca di capelli –ripensamenti?- chiesi preoccupata dal suo sguardo.

-Neanche uno… ma pensavo che sono stato uno stupido a dirti quelle cose, mi dispiace ero arrabbiato-

-Lo so- mi morsi il labbro inferiore e lo guardai.

-Oddio Kagome tu mi fai impazzire se mi guardi così- risi quando lui mi fece stendere e mi baciò con passione. –Non credevo di poter provare di nuovo amore- disse tra un bacio e l’altro –Questa sera è stata la notte più bella della mia vita- confessò –E la ripeterei all’infinito- lo baciai con passione –Ma so che c’è un però e ne voglio parlare adesso-mi staccai non capendo e preoccupata. –Sono una persona sincera senza segreti e con te non potrei mai averli, tu sai già tutto di me, la mia vita è la tua, le mie paure sono le tue e i miei sogni i tuoi, sei l’unica che mi capisce a fondo-

-Dove vuoi arrivare- chiesi e lui si staccò mettendosi a sedere.

-Lo sai anche tu il problema… Giappone- abbassai lo sguardo certo che sapevo cosa significava.

-Io dopo l’esame dovrò fare dei concorsi per diventare modella- ammisi –ciò significa viaggiare molto e stare lontani…-

-Io da piccolo ho iniziato con dei concorsi per gareggiare nelle gare di moto sportiva e avrò da lavorare molto per entrare nella moto gp- mi prese il viso tra le mani costringendomi a guardarlo –Ma resteremo insieme anche da lontani noi staremo insieme, per il momento pensiamo solo a trascorrere queste altre poche settimane insieme poi ne riparleremo- la tristezza mi aveva invaso ma sorrisi per rassicurarlo. –Vedrai saremo la coppia più spiata del mondo- risi e lo baciai. Era bello sognare e io volevo vivere quel sogno assaporando ogni stante, con lui. –Modella hai detto?-

-Si, Koga ha insistito e io non ho saputo più dire di no e poi mi hai fatto cambiare idea tu- lui mi guardò con un sopracciglio alzato. –Quella sera che mi dicesti che non dovevo sprecare il mio corpo- annuii.

-Era meglio se stavo zitto- lo guardai sorpresa –Adesso ti dovrò dividere con gli altri, tutti ti vedranno seminuda eccetera- sorrisi. Era bello sentire di un futuro con lui e soprattutto era bello sentirlo dire da lui.

-Geloso?- mi aspettavo che dicesse di no e invece…

-Tu non sai quanto- e mi baciò.

Ad ogni bacio io rinascevo, a ogni suo sorriso la mia anima diventava sempre più bianca, a ogni suo tocco diventavo sempre più sua. Non avevo paura del futuro perché volevo solo il presente, perché nel mio presente c’era lui.

-Odio tutti coloro che ti hanno toccata prima di me- disse  e io non riuscì a trattenere la gioia nel sentire quelle parole. Nessuno era più felice di me.

-Cosa facciamo oggi?- chiesi.

-Le giornate non sono mai state così belle in Italia e che ne dici se ci organizziamo e andiamo a mangiare da qualche parte?-

-Però di sicuro vorranno venire tutti i prof- sbuffai.

-Che vengano noi ci divertiremo lo stesso- mi baciò la punta del naso –Di solito chi ha gli occhi blu come i tuoi in Italia o sono bionde e castane ma tu hai dei capelli più neri della pece-

-Ma io sono particolare non lo dimenticare mai-

-Tu sei la più bella del mondo-

-Dai don Giovanni alziamoci che è tardi- lui mi baciò e si alzò andando a farsi una doccia. Guardai la finestra sorridendo la mia vita stava ricominciando.

-Kagome tu non devi fare la doccia?- mi chiese affacciandosi dalla porta sorrisi e lo raggiunsi.

 

 

 

Buona sera!

Sono riuscita a postare solo ora, chiedo scusa. Allora allora allora, quante sorprese eh? Inuyasha che vince grazie a Kagome, la povera Kagome che si trova sempre nei guai e infine la bella notizia *^* oddio….

Beh faccio una piccola premessa per il prossimo capitolo, la pagina di diario sarà scritta da Inuyasha capiterà solo due volte, ma mi sembrava un modo carino di far capire quali pensieri frullano per la testa del nostro caro Inuyasha. Eh già!

Allora, anche per stasera vi lascio e passo ai ringraziamenti:

Grazie ai lettori *^* ne siete tanti, mi fate commuovere davvero *^*  vi adoro…

Grazie anche a chi recensisce:

 -Lucia lair: Sei proprio tu? Oh che bello *^* non posso crederci… giuro che quando ho letto la tua recensione avevo gli occhi pieni di lacrime di felicità… sono stata davvero contenta *^*.Sono ancora più contenta di sapere che anche questa FF ti piace hehehehe davvero contenta. Per il continuo di The War Of The Dragons ci metterò un pochino ma già sto’ provvedendo a fare qualcosina :P… Spero che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimenti. GRAZIE ANCORA! *^*.

-MyEarendil:  Ciao! Come va? Hehehe sono contenta che la storia ti piaccia e dia soddisfazione, non immagini per me come è bello leggere che la storia piace :P… Comunque credevo che la lunghezza fosse un problema e stavo pensando di tagliarli in due parti, ma mi preoccupa il fatto che poi la storia ci perde anche perché ad ogni capitolo qualcosa cambia e come se fossero tanti piccoli eventi che scombussolano due vite… Sapere però che la lunghezza va bene mi ha fatto molto piacere. Kagome e Inuyasha sono un po’ diversi da quelli che conosciamo, un po’ più “Ribelli” XD… a presto!

-Alys93: Trovare una ragazza a Koga? Provveduto già XD… non l’avrei mai lasciato solo lo adoro troppo. Purtroppo togliersi Kagome dalla testa non è semplice né per lui né per Miroku, ma sono pur sempre fratelli no :P… Kagome è sconvolta anche se non lo dimostra, arrabbiata e pronta a scontrarsi con chiunque. Ma l’amore è l’amore e Inuyasha è pur sempre Inuyasha *^* :P… Baci grossi grossi alla prossima :D.

-Anjhela_kaggy_inuchan91: ecco un nuovo capitolo :P… Grazie mille per i complimenti. E ti dico anche che cercherò di postare tutti i lunedì tranne qualche volta che capiterà di domenica o un altro giorno. Kizzulli!

-Shiroganegirl: E neanche lei se l’ha lasciato scappare, ricordiamo che Kagome non è sciocca. Non l’avrei permesso XD un bacio! Grazie!

 

Vi mando un grosso bacio a tutti…. Grazie e alla prossima XD.

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Capitolo 4
*** Capitolo IV ***


Kagome 4 Inuyasha

Diario di un sogno impossibile

Capitolo IV

E se fosse Inuyasha a raccontare?

 

 

 

La cosa più tremenda era stata non sentire la sua voce che chiedeva aiuto, ma vederla impaurita mentre quel lurido verme la toccava… era impossibile non trattenersi così mi fiondai su quell’uomo e lo strappai da Kagome.

Avevamo litigato ma io non facevo altro che pensare a lei. Le parole che le avevo detto, lo schiaffo che lei mi aveva dato li sentivo ancora. Diedi un pugno a quell’essere così forte da spaccargli quasi il naso poi lo lasciai andare. Kagome non si era accorta di me e solo quando mi vide capii che era terrorizzata. Mi si fiondò addosso e io l’abbracciai forte, non potevo vederla così non avrei mai potuto vedere nessuna ragazza così. Era fortunata che io mi trovassi in quel locale con la ragazza con cui ero uscito, se non fossi passato di li per caso non so cosa sarebbe successo.

-Non dire niente a Miroku e Koga- non era possibile che si preoccupasse che io dicessi qualcosa.

-Va bene, ma dimmi come stai?- le domandai preoccupato.

-Non lo so- quella risposta mi fece star male non sapevo cosa fare o come comportarmi. Mi sentivo un impedito come accadeva con Kikyo, infondo ero a conoscenza dei miei sentimenti per Kagome li avevo capiti dalla prima volta che l’avevo baciata e non avevo avuto dubbi, ma li volevo negare.

-Kagome- aveva iniziato a piangere e lei sembrava sorpresa, era tanto spaventata da non essere consapevole di aver iniziato a piangere. Ma la reazione successiva mi preoccupò di più iniziò a dire qualcosa di incomprensibile a dire che non doveva stare vicino a me perché l’avevo detto io, che gli facevo lo stesso effetto di Naraku che ero io quello che voleva vedere apparire dalla porta e poi lo disse. Le parole che mi riscaldarono.

-…io credo di essermi innamorata di te- ci misi un po’ per capire il significato di quelle parole.

-Sei sconvolta- capitava che in quelle situazioni le persone dicessero stupidaggini.

-Si lo sono… ma non mento su quello che ho detto…- ascoltai il resto come se fossi caduto in trans, studiando il suo sguardo -… volevo che capissi che per noi c’è ancora speranza e…- non terminò il discorso perché la baciai. Lei si strinse a me e io approfondii, sapevo di sbagliare perché lei era stata quasi violentata, ma non potevo rimare  lì senza sfiorarla.  Mi ritrovai a pensare che se fossi andato all’inferno con lei per me non poteva esserci che paradiso migliore. Era lei che stavo aspettando, quella di cui Miroku parlava. E allora mi chiesi se non c’era lo zampino di quel demente.

-Non dirmi che non doveva succedere- ero tremendamente serio non volevo sentire quelle parole.

-Speravo che succedesse- bastarono quelle tre parole e io capii che ero fritto completamente. Che la partita della vita era cominciata e  io non potevo più tirarmi indietro.

Finché non si calmò restai abbracciato a lei poi la riportai in albergo. Non c’era nessuno dei ragazzi e questo mi preoccupava, Sango non c’era e nessuno poteva badarle. Poi la sua richiesta fu come un lampo a ciel sereno, nessuna proposta era stata più bella.

-Non dopo quello che è successo-

-Ti prego- eccola la prima difficoltà del gioco, non volevo apparire frettoloso e mi diedi dello scemo mentale perché non avevo mai pensato a quelle cose. Accettai e lei mi baciò tirandomi dentro. Mi mandò letteralmente in tilt la presi in braccio e la feci sedere sulla scrivania. Era leggera e bella, le sue forme sinuose al punto giusto ne troppo grandi ne troppo piccole. Ma era bella sopra il normale. Quando sentii i pantaloni scivolare a terra la stesi sul letto e le tolsi gli slip. Le sue grida eccitate mi fecero impazzire e poi accadde… l’ amai.

-Sono cotta di te- mi disse e io impazzii.

-Anche io- e poi non ci furono più parole, ero completamente andato.

 

Quando rientrai in camera Miroku dormiva abbracciato al cuscino che Sango aveva messo al suo posto. Dalla prima volta che avevo visto quella ragazza avevo capito che non era normale, ma speciale proprio come Kagome e questo Miroku l’aveva capito perché non se l’era lasciata scappare… a differenza mia che ci ero quasi riuscito.

-Ehi Miroku sciupa femmine ti alzi o no?- dissi lanciandogli il cuscino di Koaku che impreco.

-Ehi Inuyasha rompi palle, perché non te ne torni da dove sei venuto?- rispose lui facendomi ridere era sempre stato divertente.

-Stupido alzati ti devo dire un paio di cose di cui una non ti farà molto piacere e anche se mi ha chiesto di non dirtelo non posso non farlo- lui si fece subito attento mentre Koaku si riprese il cuscino.

-Spara prima la bella-

-Io e Kagome abbiamo deciso di conoscerci- dissi vago.

-Dici davvero?- annuii sorridendo e lui mi tese la mano che io strinsi.

-Ben fatto amico, ma ce ne hai messo di tempo per capire tutto-

-Già… adesso tocca alla brutta- dissi tornando serio –Kagome mi ha chiesto di non dirtelo perché aveva paura della vostra reazione- lui  mi guardò con un sopracciglio alzato –Quel Fred di cui ha chiesto ieri sera e stato quasi sul punto di violentarla-

-Cosa stai dicendo?-

-Si, ma sono arrivato in tempo non l’ha nemmeno sfiorata- aggiunsi subito, Miroku iniziò a diventare rosso dalla rabbia e Koaku non poté non far ameno di arrabbiarsi anche lui. –Era spaventata ma adesso sta bene… senti Miroku mi aveva chiesto di non dirti niente, non rovinare tutto proprio adesso che abbiamo fatto pace e se tu adesso vai da lei rovini tutto- lo fermai prima che prendesse la porta e la buttasse giù.

-Come posso non arrabbiarmi Inuyasha la persona più cara al mondo stava per subire un abuso e non dovrei andare da lei?- mi chiese ringhiando.

-Lo so Miroku, ma la vedrai tra poco non preoccuparti… sta bene, adesso la proteggo io-

-È meglio per te Inuyasha- tornò a sedersi sul letto ma rimase a fissare un punto pensieroso e arrabbiato.

-Credo che ve lo dirà lei più tardi-  cercai di farlo riprendere ma nulla –Miroku forse c’è una cosa che ti farà piacere sentire- lui mi guardò –ho spaccato il naso a Fred- lui sorrise e si alzò.

-Già, mi ha fatto davvero piacere… mi vado a fare una doccia voglio vedere Kagome con i miei occhi- annuii e mi gettai sul letto.

-Koga?- chiesi a Koaku.

-Credo da Kagura- fece lui –Stai bene?-

-Non sai quanta paura ho avuto… è stato più brutto che vederla seduta su quel ponte- le immagini si susseguirono una dietro l’altra.

-L’importante e che lei sta bene-

-È più importante di qualsiasi altra cosa- sorrisi e pensai a cosa mettere addosso mentre spiegavo cosa avevamo pensato io e Kagome.

-È un ottima idea- esclamò Miroku asciugandosi i capelli –E tu che conosci il posto puoi fare in modo che rimaniamo soli-

-Esatto-

-Sei un genio Inuyasha- mi diede il cinque e appena fummo pronti Koaku andò a prendere Rin mentre noi le due dame che ci aspettavano sopra.

 

-Non credo che farà molto freddo oggi… chi è?- la voce di Sango per Miroku fu come la voce di dio tanto da fargli apparire un sorriso da quarantamilioni di carati.

-Siamo noi- la porta si aprì, Sango era davvero carina indossava una gonna di jeans e un maglietta a giro maniche gialla. –Ciao amore- disse baciandola e io rimasi sconvolto… amore? Da quando in qua Miroku chiamava amore una ragazza con cui usciva? Poi lo vidi staccarsi da lei e guardare Kagome. Quello che fece mi fece arrabbiare molto e anche a Sango, ma sapevamo entrambi che non potevamo far niente… sì, avevo capito che Kagome aveva raccontato tutto a Sango perché avevo visto come aveva guardato Miroku mentre lui guardava Kagome.

Il bacio non era altro che due labbra appoggiate, ma mi dava fastidio lo stesso. Quando si staccarono Kagome mi guardò e poi guardò Miroku preoccupata.

-Sei arrabbiato?- quando lo disse capii che Miroku per lei era essenziale, era la sua vera vita…

-Molto, ma non con te- disse accarezzandola –anzi un po’ anche con te e con me… non dovevo lasciarti andare da sola con quello- lei annui e l’abbraccio forte.

-Possiamo parlare un attimo da soli?-

-Certo bellezza-

-Noi vi aspettiamo giù… Sango tu sei pronta?- chiesi,lei annuii –Bene allora ci vediamo giù-

-Inuyasha aspetta- vene vicino e mi baciò –mi sei mancato- sussurrò in modo che la sentissi solo io, la baciai ancora e poi scesi.

Non so cosa si dissero ma quando scesero con loro c’era anche Koga molto arrabbiato che la teneva per come se fosse una bambina.

-Non perderla di vista- disse porgendomi la sua piccola mano che io presi.

Io e Sango avevamo già detto al professore tutto e aveva accettato informando subito i ragazzi. Eravamo una marea di gente nella hall molti ragazzi erano americani e dovevano partire e mentre il nostro gruppo parlava scese dalle scale Fred. Feci segno a Miroku e Koga di guardare e lui non poté evitare il nostro sguardo. Non potevamo dire nulla al professore altrimenti Kagome si sarebbe trovata nei guai, così avevamo preferito tacere. Ma sorrisi soddisfatto quando vidi la benda sul naso.

-Ottimo lavoro Inuyasha- disse Miroku e io sorrisi, poi sentii la stretta di Kagome aumentare e capii che anche lei aveva visto quel Fred. Mi aspettavo di vederla nascondersi dietro noi invece lanciò sguardi di fuoco che facevano paura anche a me. –Kagome- lei guardò Miroku –tutto ok?-

-Oh si tutto ok- era una risposta strana ma Kagome era così, poteva aver detto così perché aveva qualcosa in mente o perché la mente gli aveva detto così. La strattonai e la portai da parte.

-Che hai fatto?- le chiesi e lei fece la faccia stupita ma per quel che ne sapevo era una brava attrice.

-Niente perché?- era indignata ma io non ci credevo molto.

-Perche la tua risposta non mi è piaciuta-

-Perche dovrei aver fatto qualcosa per dare quella risposta-

-Senti Kagome se hai fatto qualcosa dimmelo altrimenti finirai nei guai- lei mi carezzo la guancia.

-Tranquillo Inuyasha non ho fatto niente… o solo fatto in modo che in America i suoi bagagli non arrivino-

-Lo sai che è una stupidata? Non credi di esserti comportata da bambina e non credi che il pugno che ho dato sia bastato?- lei abbassò la testa.

-Non ho fatto niente-

-Cosa?-

-Ho detto che non ho fatto niente… non mi sono mossa dalla camera e poi non mi interessava… ho risposto così perché ero contenta di vederlo spaventato dalle vostre facce e dalla benda sul naso- risi e la baciai –Ho detto quelle cose anche per vedere la tua reazione- ammise sorridendo.

-Soddisfatta?-

-Si… ti preoccupi per me- mi tirò dietro a una pianta per non farci vedere dal professore che era appena arrivato e mi baciò.

-Kagome se non ce ne andiamo oggi non usciremo-

-E se ti dicessi che non mi dispiace?- la baciai ero così contento di stare così bene con lei… non mi sembrava vero e avevo paura che fosse tutta un illusione che, appena l’avessi sfiorata, lei sarebbe scomparsa e invece era vera.

-Sei vera- lei rise e io la bacai ancora.

-Ehi non la consumare altrimenti mia madre ci ammazza entrambi… il pulman e pronto aspettano le tue indicazioni- Koga venne a chiamarci e io dovetti staccarmi da Kagome per parlare con l’autista.

Durante il tragitto mettemmo della musica e cantammo insieme e quando arrivammo al lago di Castl Gandolfo ci fiondammo sulle sedie a sdraio libere. Dopo le mille raccomandazioni dei professori tutti si divertirono a prendere i pedalò, altri si concentrarono su una tintarella e noi ci allontanammo per stare un po’ soli.

-Hei Inuyasha stamattina mi sono scordato di dirti una cosa- guardai Miroku sorridendo sapevo che prima o poi si sarebbe ricordato –Auguri per i tuoi diciotto anni!- mi abbracciò e subito dopo anche Sango, Rin,Koga e Kagura.

-Così oggi fai diciotto anni e non mi hai detto nulla?- Kagome mi guardava accigliata c’era da capirla.

-Non è così importante-

-Come no?- disse lei sorpresa –Hai diciotto anni! Come ti senti?-

-Come ieri… normale- sorrisi e lei si rabbuiò.

-Ma io non ho un regalo e poi la festa quando la farai?-

-La festa la farò quando tornerò a casa e poi il regalo più grande e averti qui- lei arrossi sorridendomi e io le baciai la fronte facendola sedere in mezzo alle mie gambe sulla sdraio e abbracciandola.

-Sarà una mega festa vero Inuyasha?-

-Puoi contarci Miroku e poi devo aprire ancora il regalo di mio padre-

-Non è giusto che tu abbia avuto in anticipo la tua moto- esclamò e io risi.

-Miroku guarda che anche io ho avuto la mia macchina in anticipo e anche tu!- Kagome gli fece la linguaccia e mi parve una bambina. –Koga tu che regalo mi fai?-

-Non te lo posso dire!-

-Come no?! Tanto manca meno di un mese- fece quegli occhi da cerbiatta e io la strinsi di più.

-Appunto si paziente-

-Ti odio- fece ancora la linguaccia e ridemmo tutti tranne lei che mi diede un pugno sul petto, proprio sul tatuaggio. La guardai sorridendo.

-Adesso devo cambiare tatuaggio-

-Cosa farai?- scossi la testa ero senza idee –Io credo che non dovresti modificarlo- la guardai.

-E perché?- lei non rispose ma io capii. Entrambi sapevamo che la nostra storia non sarebbe durata ma non potevo non pensare che adesso ero felice… c’era bisogno di un segno per non credere che era solo un sogno. –Senti facciamo così, visto che sei brava disegnane uno per me-

-Va bene- ma lei non era convinta –E io cosa dovrei fare?-

-Rimanere così- le sussurrai e lei appoggiò la testa sulla mia spalla mentre le accarezzavo la pancia da sotto la maglia, la sua pelle era così liscia e morbida. Quando mi girai verso gli altri erano tutti indaffarati a parlare o a baciarsi per ascoltare il nostro discorso.

-No, non posso se tu ti fai un nuovo tatuaggio lo voglio anche io- scossi la testa.

-Non rovinare la tua bella pelle-

-E allora cosa posso fare?- ci pensai su poi mi venne in mente una cosa.

-Fatti crescere i capelli-

-Mai- mi aggredì letteralmente e io la guardai -…A lui piacevano lunghi- spiegò poco dopo.

-Ma adesso ci sono io… loro appartengono al passato e noi siamo il presente e poi basta il tuo piercing a ricordarti di lui-

-A lei cosa piaceva di te?-

-Che io avessi questo tatuaggio- lei si girò a guardarmi –Vedi… io avrò sempre un suo ricordo ma avrò anche il tuo…-

-Comunque anche io avrò per sempre un ricordo e comunque tu mi piaci perché sei tu-le baciai la fronte, il naso e la bocca. Rabbrividì quando la sua mano sfiorò la guancia e poi la nuca, era piccola e delicata e mi piaceva tanto quando mi accarezzava.

-Tu mi piaci perché sei perfetta in tutto- lei sorrise mentre la osservavo aggiustarmi la cresta che puntualmente avevo. –Mi piacciono i tuoi occhi, la tua bocca, le tue mani- mi sistemò il colletto della maglia –Il tuo corpo, le tue gambe, il tuo carattere, la tua gioia- infilò la manina nel collo della maglia per sfiorarmi il tatuaggio –mi piaci quando mi provochi, quando fai la sapientona, quando fai la linguaccia, quando sei bambina e quando sei donna, quando fai l’amore con me con il corpo, con l’anima e con gli occhi. Mi piaci quando ti lasci baciare e coccolare- lei rise baciandomi il mento. –Ti odio quando ti lasci baciare da Miroku, quando sei attaccata a Koga, quando nel tuo sguardo vedo tristezza, quando fai di tutto per tenermi lontano da te, quando piangi, quando menti- mi morse la gola e io ghignai –Ma sono queste cose che ti rendono particolare… sei perfetta nei tuoi difetti-

-Quanto vorrei essere in una camera di albergo-

-Anche io- ridemmo –Mi hai reso felice Kagome, non mi sentivo così da anni-

-Sei diventato chiacchierone- mi prese in giro.

-Mi preferisci silenzioso? Eccoti accontentata-

-Che hai intenzione di fare?-mi chiese ma io non risposi e abbandonai la testa sullo schienale beandomi dei raggi del sole che passavano tra le fronde degli alberi. –Inuyasha- mi chiamò con voce dolce mai io riuscii a resisterle.  –Va bene fa come vuoi- mi baciò e io ricambiai ma non parlai. –Dai scherzavo- disse –La mettiamo così?- io la guardai con un sopracciglio alzato e lei si alzò staccandosi da me. –Ci vediamo dopo- mi diede un ultimo bacio. La seguii con lo sguardo e la vidi salire su un pedalò con Koaku e Koga. La osservai per tutto il tempo e mi divertii a guardarla mentre rompeva le scatole ai due ragazzi che le incominciarono a fare il bagno quando scesero a terra. Urlava e scappava e io le scattai un po’ di foto. Poi li vidi arrivare mentre si rincorrevano e Kagome si nascose dietro di me.

-Koga non importunare Kagome- dissi facendo finta di non guardarli.

-Come? Solo questo? Non mi difendi?- mi chiese.

-Koga le puoi ricordare che lei mi aveva detto di non parlare-

-Dai Inuyasha sei ridicolo- si stava innervosendo e a me piaceva tantissimo –Sei un bambino… il gioco è bello quando dura poco- fece per andarsene ma io l’afferrai per la vita e la portai a sedere come prima.

-Dove vai?- le chiesi mentre lei scalciava per liberarsi. –Così  bagnata non ti lascio andare da nessuna parte si vede tutto- Koga rise e si allontanò appoggiandosi sopra a Kagura che urlò e Miroku e Sango lo seguirono al sole.

-Non venite?- feci segno che li avremmo raggiunti dopo e continuai a parlare con Kagome.

-Geloso?- mi chiese e io sorrisi.

-Non sai quanto- ero sincero forse anche troppo ma che ci potevo fare… quando si appoggiò a me mi bagnò la maglia e i suoi capelli si appiccicarono al mio collo. –E meglio se ci mettiamo al sole altrimenti ti buscherai un altro raffreddore… meno male che ci sono io…- le misi a dosso una felpa che avevo portato per qualsiasi evenienza e la misi a modo di coperta.

-Ma fa caldo-

-Se non ci pensi non sentirai più caldo-

-Non credo sia possibile- si alzò e mi tese la mano aiutandomi ad alzarmi, ma subito dopo mi lascio e corse avanti. La osservai ancora quando abbracciò da dietro Koga che le baciò le braccia e mi scaldai in poco… doveva smetterla altrimenti mi avrebbe fatto arrabbiare presto.

-Kagome fai vedere a Sango cosa sai fare di ginnastica- le chiese Miroku… era vero a lei piaceva la ginnastica artistica eppure non l’avevo mai vista.

-E da un po’ che non mi alleno e poi rischio di rompere i shorts- ma Miroku insistette e lei cedette. Fece delle ruote, verticali e rondate per finire con una spaccata mostrando quanto fosse brava e elegante.

 

-Brava- esclamarono tutti e io mi sedetti accanto a Miroku.

-Lo so- alla faccia della modestia, fece un inchino divertita.

-Molto modesta- le dissi quando si avvicinò.

-Ma io sono sincera… perché devo negare qualcosa che è vero?-

-Giusto- mi baciò la fronte e si andò a sdraiare per prendere un po’ di sole. –Io vado al bar… volete qualcosa?-

-Vengo con te… Sango cosa vuoi?- segnammo quello che dovevamo prendere e andammo mentre Koga rimase a guardare le ragazze. Mentre andavamo mi arrivarono tanti messaggi di auguri e la telefonata dei miei genitori, mio fratello e mia sorella.

-Ecco a voi le vostre ordinazioni- Miroku distribuì le granite e i caffè solo che io mi dimenticai di prendere una cosa.

-Kagome mi puoi mantenere il telefonino subito torno se qualcuno chiama rispondi e digli che lo richiamo io- lei annuì e ritornai al bar. Quando ritornai vidi Kagome rispondere al telefonino e pietrificarsi, la raggiunsi ma lei non mi vide.

-Inuyasha non c’è- disse dura –Sono la sua ragazza e tu cosa vuoi da lui?- le toccai la spalla tutti ci guardavano preoccupati –Oh aspetta è tornato- mi porse il telefono.

-Chi è?- ma lei prese la felpa e si allontanò velocemente feci segno a Sango e Miroku di raggiungerla e risposi a telefono –Pronto?-

-Ciao Inuyasha come stai?- quella voce era inconfondibile, indimenticabile, odiosa.

-Kikyo come hai avuto questo numero?- capii la reazione di Kagome e la mia non fu molto diversa, tempismo perfetto.

-I ragazzi del gruppo- rispose –quindi ti sei fidanzato-

-Già… mi dici cosa vuoi?-

-Credo che la mia telefonata non è molto gradita-

-Credi giusto-

-Volevo solo darti gli auguri di buon compleanno… so che sei a Roma- voleva continuare a parlare ma io volevo andare da Kagome.

-Si… senti devo andare la tua telefonata ha irritato la mia ragazza- dissi sincero e lei disse qualcosa che non capii.

-Si certo è logico… ma ti posso chiamare un’altra volta vorrei parlarti?-

-Non lo so Kikyo non mi va-

-Ti prego-

-Ci sentiamo ciao- le attaccai il telefono in faccia e raggiunsi i ragazzi –Kagome- la chiamai feci segno ai ragazzi di andare e noi iniziammo a camminare.

-Allora cosa voleva?-

-Darmi gli auguri…-

-Lei aveva ancora il tuo numero- guardava di fronte a sé e scalciava di tanto in tanto qualche sassolino.

-Io ho cambiato numero ma l’ha chiesto ad alcuni miei amici- non l’abbracciai e ne la fermai sapevo che dovevo farle sbollire la rabbia e essere paziente.

-Ti ha fatto piacere risentirla?- fece un sorriso ma era un sorriso tirato.

-Per nulla- però quella volta la fermai –Kagome lo sai che di lei non mi interessa più niente-

-Lo so… scusa ma quando ha detto Kikyo mi sono arrabbiata molto le avrei voluto urlare tutta la rabbia che ho dentro- la avvicinai a me  abbracciandola per la vita e sistemandole la maglietta sgualcita.

-Perché non l’hai fatto?- lei mi guardò stupita –Se ti avesse chiamato Naraku io non te l’avrei mai passato e gli avrei detto di non telefonarti più e che adesso sei mia- sorrise sincera e io le baciai la fronte.

-E se ti dicessi che mentre tu parlavi con Kikyo lui mi ha chiamato e mi ha chiesto di tornare insieme?-

-Dammi il telefono- allungai la mano per farmi dare il telefono le parole “tornare insieme” mi mandarono in bestia. –Avanti dammelo- urlai quasi. Lei scostò la mano e si alzò in punta di piedi e mi guardò dritto negli occhi poi mi baciò ma io rimasi fermo e non risposi, ero furioso.

-Inuyasha…-

-Ho detto dammi il telefono- ordinai ancora.

-Era uno scherzo Inuyasha, ho cambiato il numero tre volte…- disse tranquilla sorridendo ma io la incendiai. Non mi era piaciuto come scherzo e poi era meglio controllare.

-Primo dammi il tuo telefono- lo fece e me lo misi in tasca –Te lo sequestro e secondo non mi ha fatto ridere questo stupido scherzo- lei spalancò gli occhi incredula.

-Ma dici davvero?-

-Mai stato più serio- e mi allontanai da lei.

-Inuyasha fermati, ma che ti è successo? Mi spaventi se fai così… ti chiedo scusa per lo scherzo hai ragione non era divertente- la vidi preoccupata ma non riuscivo a calmarmi, ero troppo arrabbiato. Lei mi prese una mano e la portò sul suo cuore batteva all’impazzata segno che aveva paura. –Non essere arrabbiato con me ti prego- la sua voce era bassa e tremolante. Conoscevo il suo carattere e mi sorprese che fosse lei a chiedermi scusa, aveva messo da parte il suo orgoglio per me. La strinsi a me e lei mi baciò ma io non risposi come al solito e lo capì perché si staccò con gli occhi lucidi poi se ne andò.

Lei mi aveva chiesto scusa quando invece avrei dovuto farlo io. Si andò a sedere in disparte mentre lanciava sassolini ma io non la persi di vista neanche quando si andò a sedere sul piccolo ponte di legno che dava sul lago. Molto lontano gli altri si divertivano e i professori chiacchieravano tranquilli urlando qualche volta di restare calmi. Sango raggiunse Kagome portandole il suo cappellino e iniziarono a parlare poi si abbracciarono e mi parve di vedere Sango asciugarle delle lacrime. Fumai tre sigarette prima che Sango lasciasse di nuovo Kagome sola.

Rimase li per molto tempo anche quando gli altri la chiamarono per mangiare.

-Inuyasha vai tu- Miroku mi diede una pacca sulla spalla e io spensi la sigaretta.

Mi alzai e la raggiunsi era stata al sole per troppo tempo e se non si fosse messa un cappellino avrebbe rischiato un insolazione, tra le braccia invece aveva la mia felpa e le gambe erano incrociate come una bambina. Quando fui ancora più vicino notai che aveva le spalle rosse e anche le guance e il naso. Mi sedetti accanto a lei e la guardai, ma lei non fece lo stesso. Le scostai una ciocca di capelli e lei chiuse gli occhi quando le sfiorai la guancia.

-Scusami- mormorò e io sorrisi. –Non volevo-

-Sono io quello che si deve scusare… ho esagerato- cercai il suo sguardo ma invano. –Kagome scusa anche per il bacio io…-

-Forse non dovevamo affezionarci troppo- la presi per le spalle facendola girare ero consapevole di averle fatto male.

-Non dirlo mai più- e la baciai facendola sdraiare –Io voglio stare con te chiaro?- lei annuì e io tornai a baciarla accarezzandole i capelli e le braccia stese verso l’alto.

-Perdonami- ripeté e io la guardai senza smettere di accarezzarla –Di non averti detto prima una cosa-

-Cosa?- chiesi preoccupato.

-È presto lo so ma so che non me ne pentirò-

-Kagome mi preoccupi-

-Ti amo Inuyasha- la guardai e lei distolse lo sguardo.

-Ripetilo- sussurrai sorridendo.

-Ti amo Inuyasha- la baciai più appassionatamente era la cosa più bella del mondo, un regalo meraviglioso.

-Sai una cosa Kagome?- lei scosse la testa –Anche io ti amo- sorrise e mi tirò giù per essere baciata ancora –Sei tutta rossa-

-Mi brucia tutto- le baciai le guance arrossate dal sole.

-Tu sei una stupida rimanere tutto questo tempo sotto il sole mi sorprende che non hai mal di testa-

-Io non ho voglia di mangiare restiamo qui?-

-Tutto quello che vuoi- sorrise e io senti il mio cuore più leggero.

-Inuyasha ti ha detto altro Kikyo?-

-Dai Kagome non voglio litigare ancora- dissi pregandola ma lei scosse la testa.

-Promettiamo che non ci diciamo bugie e che siamo al massimo sinceri l’uno con l’altra-

-Va bene-

-Allora?-

-Mi ha detto che mi voleva parlare- lei si irrigidì. –Le ho detto che ci saremmo sentiti però non volevo… l’ho detto nella fretta-

-No, va bene. Voglio che le parli e io non mi intrometterò-

-Kagome io voglio che ci sia anche tu e se mi dice qualcosa che, io o tu, non vogliamo sentire le parlerai tu-

-Non credo che sia una buona idea perché l’aggredirei- risi e le baciai la fronte.

-Senti io domani non ci sono ho una cena con mia madre la professoressa lo sa… non restare in albergo da sola resta o con Miroku o Koga capito-

-Inuyasha so badare a me stessa non mi piace essere seguita-

-Ma io voglio così e poi non mi piace che Miroku ti baci e poi lui è fidanzato-

-Ne ho già parlato con lui e non devi esserne geloso… se lo rivedi che lo fa pensa che lui è mio fratello-

-Non ci riesco-

-Non chiedermi di cambiare… non voglio-

-Si scusa hai ragione… ma mi da fastidio lo stesso-

-E a me piace vederti geloso-

Passammo tutto il tempo così a coccolarci poi gli altri tornarono e ci decidemmo a fare un gioco insieme. Scattammo anche molte foto e dopo ci unimmo anche con gli altri ragazzi delle scuole. Poi il professore chiamò i gemelli e Kagome per parlargli. Li osservai e li vidi sorridere quando tornarono Kagome mi spiegò che il professore li aveva avvisati che non c’era problema se saltavano quelle settimane di scuola perché erano già stati ammessi a pieni voti all’esame.

-Contenta?-

-Certo… La mia media è quella del nove e mezzo-

-La mia è quella del dieci- lei mi squadrò.

-Ma a me non interessa- sorrise e se ne andò lasciandomi impalato al mio posto.

-Ehi Karun mi passi la palla?- la raggiunsi poco dopo giocando anche io a pallavolo schiacciando volontariamente contro Kagome che mi rispondeva allo stesso modo.

 Però me ne andai lasciandola giocare e parlai con Koga e Miroku.

-La prossima sfida quando torniamo quando si farà?-

-Non lo so Koga. L’ultima l’ho vinta io di conseguenza dovrei scegliere io, ma ho gli esami e le selezioni. A proposito Miroku ho l’opportunità di far entrare anche te-

-Davvero?- sorrisi –Grazie Inuyasha-

-Ehi Miroku si e io no?-

-Ma lui è il mio migliore amico- il silenzio scese su di noi poi scoppiammo a ridere.

-C’è anche per te il posto… ascoltatemi bene ci saranno degli scout ci verranno a vedere io ho il mio che viene per una conferma ma voi dovete dare il cento per cento. Li ho convinti apposta per voi quindi prima di tutto non deludete me- loro annuirono seri –Vi farò gareggiare in corse diverse a due poi vi sfiderete insieme a me. Io dovrei fare una sola corsa ma voglio aiutarvi ascoltatemi bene un modo per sorprenderli è arrivare tutti e tre al traguardo nello stesso momento ma dovremmo spingere al massimo le moto ok?-

-Ma la mia è vecchia Inuyasha e non la prendo da una vita-

-Tranquillo Miroku tu sei pronto per l’esame no?- annuì –Allora ogni pomeriggio sulla pista e ti presterò la mia moto e ti allenerai con me-

-Perfetto-

-Naturalmente Koga ci devi essere anche tu-

-Se entro nelle giro delle corse non saprò mai come ringraziarti Inuyasha- Koga mi strinse la mano e lo stesso Miroku ma improvvisamente sentii un peso fiondarsi sulla mia schiena e due braccia circondarmi il collo.

-Di che parlate?- mi chiese Kagome sorridendo.

-Di lavoro- lei guardò Miroku che aveva parlato e che iniziò a spiegare la situazione.

-Allora Miroku devo darti qualcosa di mio- io le morsi un braccio e lei rise –Inuyasha lui è il mio fratellino devo-

-E io sono il tuo ragazzo-

-Appunto tu hai me- sorrisi e lei mi baciò la guancia. –Ma Miroku tu non guidi da tanto e la tua moto è vecchia-

-Guarda Kagome che io la nuova moto ce l’ho ma non posso utilizzarla perché mio padre la tiene sotto sorveglianza- sbuffo.

-Io non so cosa ci trovate nelle moto io preferisco la mia piccola macchinina-

-E sentiamo un po’ che macchina avrà mai Kagome Higurashi- guardai la faccia di Koga e Miroku che avevano un ghigno divertito e anche lei ghigno.

-Nulla di che una sciocchezza- disse ma non le credetti –una Ferrari ultimo modello, edizione limitata e non ancora in vendita… uscirà fra qualche mese- la guardai stupito.

-Non sapevo fossi così simpatica- le dissi.

-Credile Inuyasha- mi girai per guardarla.

-Vai sul leggero- rise e io sorrisi poi lei mi baciò velocemente per non farci vedere dal professore.

-Mi piacciono le cose rare… anche tu sei raro nessuno ha occhi come i tuoi- mi sussurrò e io fremetti.

-Hai ottimi gusti-

-E poi ti lamenti che non sono modesta- fece per allontanarsi ma io la trattenni.

-Io non mi lamento mai di te mi sembra di averti detto che mi piaci troppo anche nei tuoi difetti- rise e se ne andò. Le parlavo come se fossimo insieme da molto più tempo–Mi farai impazzire- dissi e Miroku mi sentì.

-Ha fatto impazzire anche me- lo fulminai e lui rise divertito –Ehi non sei stato l’unico che si è innamorato di lei… tu sei fortunato perché sei ricambiato-

-Credo che sia meglio che tu non ti faccia sentire da Sango- e indicai la ragazza che rideva.

-Sa tutto Inuyasha… gli ho detto anche che voglio stare con lei- sorrisi.

-Ci siamo fatti fregare dalle donne?-

-Non c’è mai stata fregatura più bella- risi per la realtà di quella frase.

-Le ho sequestrato il telefonino- lui mi guardo facendomi segno di continuare –dopo che mi ha chiamato Kikyo abbiamo parlato e lei mi ha fatto una domanda “e se ti dicessi che mentre parlavi con lei lui mi ha chiamato e mi ha chiesto di tornare insieme?” mi sono arrabbiato molto, non ho pensato neanche alla possibilità che fosse uno scherzo. Anche dopo che me l’ha detto io gli ho chiesto il telefono e me lo terrò-

-Wow non ti ho mai visto così neanche quando stavi con Kikyo-

-Ecco le solite cose che si dicono… ero geloso anche di lei-

-Ma a lei non avresti strappato il telefono dalle mani-

-L’ultima volta l’avrei dovuto fare-

-Ehi stai pensando di mollare Kagome per tornare da Kikyo?-

-Neanche se mi pagassero… non potrei lasciarla mai- ero serio anche se sapevo che la seconda parte non poteva essere vera, ma non ci volevo pensare.

-Sai io e Koga abbiamo fatto una promessa- lo guardai –il prossimo che fa soffrire Kagome la pagherà cara… e non facciamo eccezioni- dire che mi aveva bruciato vivo con lo sguardo era poco, non mentiva e temetti veramente che l’avrebbe fatto.

-Non ne dubito- rise divertito e mi diede una pacca sulla spalla.

-Miroku, Inuyasha venite facciamo il bagno a Koga- urlò Sango facendo segno di avvicinarci le raggiungemmo  in un attimo con dei bicchieri cercavano di fare il bagno a Koga che era un razzo.

-Koga dovresti correre così nella gara- ma fui beccato da un gavettone. Mi girai a guardare chi mi avesse bagnato e mi ritrovai Kagome con gli occhi sbarrati e una mano sulla bocca per cercare di non ridere.

-Scusa non volevo…- non la feci finire che la presi sulle spalle e la portai più vicino alla riva dove iniziai a bagnarla ma riuscì a scappare. –Scusa scusa scusa scusa scusa- correva e rideva la stavo per prendere quando sentii vibrare qualcosa nella tasca. Sul telefonino di Kagome c’era segnato NON RISPONDERE ma non potetti evitarlo.

-Pronto?-

-Chi sei?- l’interlocutore era un ragazzo ed era sorpreso di sentire la voce di un altro ragazzo.

-Il ragazzo di Kagome-

-Oh e lei dov’è?- era sorpreso ma io conoscevo la voce di Naraku e non era lui.

-Prima dimmi tu chi sei- feci segno a Kagome di avvicinarsi e lei mi guardò curiosa.

-Sono il fratello-

-Bene, te la passo subito- gli passai il telefono –Tuo fratello-

-Digli che con lui non voglio parlare- lasciò il telefono come se si fosse scottata.

-Kagome non vuole parlare con te- la guardai mentre parlavo con suo fratello.

-Le puoi dire gentilmente se può evitare di fare la bambina e che le voglio parlare?- riferii con le stesse parole e lei mi strappo il telefono dalle mani.

-Casa vuoi?- chiese sgarbata –Allora perché non mi hai chiamato prima? Si certo il lavoro dovevo immaginarlo… Senti Sota torna a lavorare che è meglio… Non fare promesse che non puoi mantenere… Sai non so se a Natale io sono libera mi dispiace… Eron manteneva le sue promesse lui trovava spazio per me sempre anche a costo di disobbedire!- era furiosa ma piano piano iniziò a calmarsi –Non dirmi che mi vuoi bene… Non sono affari vostri… Si… Non voglio diventare avvocato Sota, non voglio diventare come voi! Entrerò in esercito che voi lo vogliate o no… mi trasferirò in America visto che ho la cittadinanza… Mamma lo sapeva che io volevo venire da te ma hanno preferito venirci da soli, che dolci che sono vero? Non se ne sono mai fregati di me…- l’abbracciai per calmarla un po’, si stava agitando e stava alzando la voce –Risparmia le tue cazzate e vai dai tuoi clienti ti chiedo solo una cosa di portare un iris a mio fratello e digli che è da parte mia- staccò senza aggiungere altro, rimase ferma in quella posizione per un po’ poi si girò sorridendomi e mi ridiede il telefonino. –Il prossimo che chiama di che l’hai rubato-

-Perché non hai detto della tua decisione a tuo fratello? Quella di non entrare più in esercito?-

-Perché voglio che soffrano un pochino- mi abbracciò.

-Sei crudele-

-Non sai quanto- lo disse con un sorrisetto che mi aveva fatto venire voglia di buttarla a terra e farla mia…ma non potevo.

-Dobbiamo andare in farmacia a comprarti una crema dopo sole- le accarezzai le guance –Ti brucia molto-

-Mi brucia di più la telefonata di mio fratello- sbuffo –devo parlare con Miroku ti dispiace?-

-No, ma mi raccomando- annui e se ne andò. Mentre lei non c’era ne approfittai e andai in farmacia  a comprarle la crema. Verso le cinque il professore ci informò che dovevamo andare per preparaci.

 

-Kagome tieni è la crema-

-Grazie- sorrise e mi diede un bacio.

-La devi mettere dopo la doccia…. Sango assicurati che la metta-

-Agli ordini Inuyasha… Kagome muoviti che non so cosa mettere- Sango la tirò senza lasciare il tempo di salutarci. In camera fui il primo a farmi la doccia indossai jeans e camicia blu con le maniche piegate fino al gomito, il mio inseparabile profumo e con il gel alzai la cresta.

-Devo tagliarli un po’- costatai notando che erano cresciuti anche ai lati che erano rasati come quelli di Koaku.

-Già anche io mi sono scocciato di tenerli così- Koaku si sistemò con me i capelli e li guardai.

-Io credo che vadano bene così-

-Rin li preferisce di un unica lunghezza- risi divertito.

-Io i capelli li faccio come più mi aggrada se Kagome mi chiedesse di tagliarli non lo farei mai… mi piacciono, così sono figo- Koaku mi diede una gomitata ridendo. –Allora Koaku cosa farai finita la scuola-

-Andrò al conservatorio… tu?-

-Continuerò a studiare per prendermi la laurea ma mi allenerò per le gare di moto-

-Io sapevo che dovevi fare corse nel campo dello sport da piccolo-

-Uno scout mi ha notato e mi ha fatto entrare senza problemi… in ogni ambito se hai i soldi entri tranquillamente ormai le forze non bastano più-

-Già… al conservatorio erano finiti i posti ma per mia sorella e me è bastato il nostro cognome per farci entrare chi sa chi hanno cacciato-

-Perché non hai cambiato conservatorio?-

-Perché questo è il migliore del mondo-

-Anche Sango canterà?- lui annuì –Avevo notato che siete bravi-

-Anche Kagome lo è- lo guardai –quella ragazza è la più talentuosa del mondo… canta, balla, ha un fisico mozzafiato, è intelligente, sa disegnare… cavolo non conosco nessuno così… mio padre non se la lascerebbe scappare, la lancerebbe senza pensarci due volte-

-Siamo destinati a guardarci per televisione- ridemmo.

-Riservami qualche pass-

-Puoi scommetterci e io voglio essere nel Backstage con voi-

-Logico-

-Ormai manca una settimana e la pacchia finisce- già dopo quella settimana tutto sarebbe cambiato con i nuovi amici trovati forse non ci saremmo più incontrati. Poi sentii la voce di Kagome in camera e Miroku che si lamentava mentre Koga rideva. –Che succede?- chiesi guardandoli. Kagome non era ancora pronta e teneva tra le mani un orecchino a brillante e aveva i soliti occhi a cerbiatta.

-Miroku non mi vuole cambiare l’orecchino… lo fai tu?- mi chiese. Non sapevo cosa fare perché non l’avevo mai fatto avevo paura di farle male. Poi guardai Miroku che ci guardava di sottecchi e capii che c’era un modo per convincerlo.

-Vieni qui- la presi per i fianchi e la misi davanti a me mentre io mi sedevo sulla sporgenza del letto, presi l’orecchino in mano e contai alla rovescia all’uno Miroku scatto.

-Da qua non l’hai mai fatto, puoi farle male- sorrisi soddisfatto e feci l’occhiolino a Kagome… avevo capito che era una di quelle cose che non potevano rinunciare e io non volevo sforzare Kagome. –Prima o poi resterai con lo stesso orecchino in eterno- si lamentò sfilando il primo.

-Io credo che sia più poi che prima- risi alla battuta di Kagome.

-Ecco fatto e muoviti che sei in ritardo- le disse alzandosi.

-Grazie- gli baciò la guancia –Inuyasha la crema che mi hai preso è davvero rilassante anche se mi brucia ancora un po’ tutto-

-Devi aspettare che faccia effetto- le diedi un bacio e l’accompagnai alla porta. –Ha ragione  Miroku sei in ritardo-

-Ma le donne devono essere sempre in ritardo- mi salutò con la mano ma io la bloccai.

-Mi saluti così?-

-E come ti dovrei salutare sentiamo un po’- sorrise beffarda e io feci finta di pensarci.

-Non lo so… con un bacio?-

-Si può fare- continuò a sorridere e mi baciò la guancia.

-E questo cos’era?-

-Tu non hai detto dove- rise e se ne andò senza aggiungere altro. La odiavo quando faceva così aumentava la mia voglia di tenerla per me.

-Miroku verme!- chiamai quando rientrai.

-Cosa vuoi cane?-

-Mi devi insegnare a mettere quell’orecchino! Odio che la tocchi-

-Ma se hai fatto in modo che fossi io a cambiarlo… non sono mica scemo!-

-L’ho fatto per lei- sbuffai e lui andò in bagno per sistemarsi.

 

Le aspettammo nella hall mancavano tutte le ragazze del nostro gruppo. Nell’attesa parlammo con i professori che si complimentarono per il nostro affiatamento, che erano contenti anche di come procedevano le lezioni all’università.

-Siete tutti dei talenti- disse il professore di Kagome che sorrise quando le ragazze arrivarono.

Kagome indossava una cappottino leggero bianco lungo fino alle ginocchia e chiuso. I capelli erano raccolti e ai piedi aveva delle scarpe con il tacco, dorate. Ma io volevo vedere il vestito, le ragazze sembravano essersi messe d’accordo perche tutte erano coperte.

-Fa un po’ freddino- mentì Kagome lo capii dal suo sorrisetto beffardo e poi non faceva freddo.

-Già- fece Miroku guardando Sango.

-Decisamente- anche Koga era partito ma io non mi feci imbambolare.

-Per me fa caldo- Kagome rise.

-Allora Prof quando ce ne andiamo-

-Subito signorina Higurashi… aspettavamo solo voi-

-Allora scusi il ritardo- il prof sorrise e ci fece segno di raggiungere il pulman.

Quando arrivammo a teatro le ragazze si avvicinarono al guardaroba per dare i loro soprabiti. Quando Kagome si tolse la giacca capii perché diceva che sentiva freddo. Il suo vestito bianco lungo fino alle ginocchia aveva due scollature una sul seno e l’altra sulla schiena. Era simile all’abito della discoteca con la sola differenza che aveva appunto la scollatura sul seno. Per quanto quel vestito potesse essere considerato volgare o inadatto su di lei era stupendo rendendola una dea. La vidi arrossire anche quando le altre persone la guardarono e esitò nel dare il suo cappotto.

-Signorina è davvero bella- la ragazza al guardaroba la rassicurò e lei le sorrise dolcemente.

-Grazie ma stavolta credo di aver esagerato- disse in inglese.

-Ci sono attrici che vengono qua vestite anche in modo più scollato… ma lei davvero sta bene e non è per nulla volgare-

-Grazie, mi sento più sicura- le sorrise ancora e si avvicinò a me.

-Wow- esclamai guardandola.

-Non dovevo vestirmi così- la vedevo esitare.

-Vuoi sapere cosa dice la gente che ti guarda?- lei scosse la testa ma io insistetti. –Alcuni si chiedono se sei famosa, altri dicono di averti vista nelle riviste di alta moda e altri che sei stupenda-

-Che fai leggi nel pensiero della gente?-

-No, l’hanno detto tutti ad alta voce- le strappai un sorriso –Su andiamo- la presi per mano e ci avviamo verso la sala solo che prima di arriva la spinsi in un corridoio. –Non fare mai più la furba con me- mi riferii al bacio e poi la baciai io.

-Ma se la reazione è questa…- la baciai ancora. –È meglio se andiamo-la baciai un ultima volta e la portai in sala nei posti a noi assegnati.

 

Riuscii a trattenere a stento le risate nel vedere le facce dei miei compagni che cercavano di capire cosa gli attori dicessero, Miroku li prendeva in giro facendo ridere Sango e Rin, Koga si addormentò e Koaku si impuntò a dargli fastidio l’unica seria era Kagome attenta nel guardare gli attori muoversi e recitare. Spesso mi chiedeva cosa dicessero e io le traducevo poi al primo intervallo sospirò di sollievo.

-E una tortura cercare di capire- mi disse e io le sorrisi.

-Vieni ti offro un caffè- la presi per mano e la portai al bar –Allora che te ne pare-

-Non ci capisco niente e poi quel demente di Miroku mi distrae- le accarezzai di nuovo la guancia arrossata.

-Sei bella- lo dissi in inglese e lei mi guardò con un sopracciglio alzato.

-Come mai in inglese?-

-Mi andava- feci spallucce e ordinai i caffè.

-E se scappassimo- mi stupii alla sua proposta –Sì dai io non ci capisco niente tu che conosci già questo spettacolo… e poi…- si avvicinò e mi sussurrò all’orecchio -…Con questo vestito sento un po’ caldo- improvvisamente anche io sentii caldo, la sua voce era così provocante e le sue labbra avevano sfiorato il mio orecchio. Così la ripagai con la stessa moneta, l’abbracciai e mi avvicinai al suo orecchio.

-Se lo dici così io potrei anche accettare, ma io avrei preferito aspettare il ritorno in albergo quando la camera sarebbe stata tutta nostra- lei sorrise e annuì.

-Ma non contarci troppo potrei essere anche troppo stanca- annuii e ritornammo in sala.

 

Quando lo spettacolo finì il professore non ci concesse di andare a fare un giro perché il giorno dopo avremmo avuto lezione… che per me era estremamente inutile. Quando arrivammo in albergo Miroku e Sango si fiondarono nella camera di quest’ultima e io e Kagome ci ritirammo nella mia stanza che mi sorpresi di trovare vuota. Sorrisi spingendo dentro Kagome che baciai con passione inchiodandola alla porta una volta chiusa a chiave. Non ce la facevo più a guardarla e baciarla solamente, quella ragazza mi faceva uscire pazzo.

-Sei ammattito?- mi chiese ridendo quando la presi in braccio.

-Tu mi fai uscire pazzo- fu lei a baciarmi dopo essersi sciolta i capelli corti.

-Vuoi sapere una cosa? Non mi va- sapevo che scherzava ma io feci la faccia dispiaciuta, mi comportavo come un ragazzino.

-Allora facciamo così faccio tutto io mentre tu rimani buona- rise e la buttai sul mio letto. –Sai questo vestito non mi piace e meglio se lo togli- Lo sfilai delicatamente mentre lei mi accarezzava il petto soffermandosi sempre su quel maledetto tatuaggio. Mi abbassai a baciarla ma improvvisamente squillo il mio telefonino, sbuffai ma non risposi.

-Rispondi- mi ordinò lei acida, si aspettava che fosse Kikyo.

-Pronto?- chiesi e sospirai nervoso –Non potevi scegliere un momento più sbagliato per chiamarmi- Lei mi osservò parlare cercando di capire chi fosse –Potevate chiamarmi prima… grazie passami il folletto malefico- misi il vivavoce in modo che anche Kagome sentisse.

-Inuyashaaaaaaaaaaa auguri- urlò una bambina dal telefono.

-Grazie Jenis… come stai?- chiesi e feci l’occhiolino a Kagome.

-Bene Inuyasha ma Sesshomaru mi ha detto che mi hai chiamato folletto malefico-

-Ma lo sei!-

-Non ti voglio più bene-

-Io ti amo-

-Anche io tanto tanto, quando torni? Sesshomaru e papà stanno già organizzando la festa ops…- risi quando sentii la voce di Sesshomaru che urlava a Jenis. –Maru ma non l’ho fatto a posta… scusa-  ma mio fratello le strappo il telefono dalle mani.

-Ha rovinato la sorpresa-

-Non dire niente a papà farò il finto sorpreso-

-Ti ripasso questa chiacchierona oca-

-Non sono chiacchierona oca- ero sicuro che aveva fatto la linguaccia a Sesshomaru –Adesso esci che devo parlare con Ninu mio- arrossii quando mi chiamò in quel modo e vidi Kagome trattenere una risata a stento.

-Ma dove sei Jenis?- le chiesi.

-In camera di Sesshomaru-

-Ma come hai cacciato Sesshomaru dalla sua camera?- le chiesi ridendo.

-Si… Ninu hai detto a Maru che non ti poteva chiamare in un momento meno adatto… stavi facendo quella cosa?- sussurrò come per non farsi sentire da nessuno. Sorrisi a Kagome che ormai era rossa non riusciva più a trattenersi… mia sorella era perspicace e più matura di quanto dimostrasse.

-Diciamo che stavo iniziando- in quel momento Kagome divenne bordò dalla vergogna e fu il mio turno di ridere.

-E lei è carina?-

-Molto, come una principessa- Kagome sorrise imbarazzata e io le diedi un bacio veloce.

-La posso conoscere?- mi chiese timida.

-Certo- passai il telefono a Kagome che lo prese titubante.

-Pronto-

-Ciao io sono la sorellina di Inuyasha mi chiamo Jenis e ho otto anni tu chi sei- Kagome mi mimò un “come è tenera” con le labbra e sorrisi.

-Io sono Kagome la fidanzata di Inuyasha e ho diciassette anni… piacere di conoscerti-  

-Ha detto Inuyasha che sei bella come una principessa è vero-

-Non lo so, se lo dice lui… - aveva messo da parte la sua vanità e capii che quella una volta era la Kagome di Naraku.

-Mio fratello non dice bugie quindi devi credergli… verrai alla festa a sorpresa di Ninu?- quella richiesta ci intristì entrambi ma lei sorrise.

-Certo che ci sarò… devo conoscerti dal vivo no?-

-E già… oh è arrivato Maru e mi guarda male mi puoi ripassare Inuyasha?- Kagome rise e mi ripassò il telefonino. La salutai e poi finalmente attaccai e vidi Kagome guardarmi con sguardo diverso molto dolce e imbarazzato.

-Chi sei?- le chiesi avvicinandomi lei scosse la testa e  tornò come prima.

-Sono quella di sempre-

-Non stasera- la feci stendere e la baciai ancora, non riuscivo mai a saziarmi di lei.

-Vieni qui Ninu- e mi baciò

Quando mi stesi accanto a lei stanco lei mi diede la schiena e io l’abbracciai e baciai la sua spalla.

-Cosa c’è?- lei alzò le spalle e sospirò.

-Tua sorella è simpatica e a quanto pare anche tuo fratello- si girò e mi sorrise.

-Mio fratello non è affatto simpatico- le baciai la palma della mano.

-Mi piace i diminutivi che Jenis vi ha messo… Ninu e Maru- rise ripetendoli –Come mai Ninu? E non Inu?-

-Me lo chiedo anche io- ridemmo e la strinsi di più a me –Come farò senza di te?-

-Perché ci dobbiamo separare?-

-Per realizzare i nostri sogni-

-Ma il mio sogno sei tu- la baciai ancora. –Mi sanguina il cuore a pensarci-

-Non amerò davvero mai più nessuno… il mio cuore sarà tuo per sempre-

-E il mio il tuo- sorrisi accarezzandola –Come è crudele la vita prima ci mette insieme e poi per delle banalità siamo costretti a separarci-

-Ogni gara che vincerò sarà dedicata a te e a ogni corsa penserò ai tuoi occhi per vincere- lei rise.

-E io a ogni foto penserò che sei tu che la scatti- rise –Parliamo come se fossimo certi che diventeremo famosi-

-Se non lo diventeremo torneremo insieme-

-Ci conto- ci addormentammo abbracciati e con il sorriso sulle labbra.

 

Il giorno successivo fu altro che soleggiato, grossi nuvoloni ricoprivano il cielo come se avessero intuito il mio umore grigio. Kagome si era alzata prima di me e non la trovai in camera, doveva essersi andata a preparare sul cuscino però aveva lasciato un biglietto.

_Ci vediamo a colazione ti amo Ninu_

Non mancava il cuoricino come puntino. Sorrisi e mi buttai sotto la doccia beandomi di quel getto tiepido che fece scivolare via tutti i miei pensieri era vero però quello che diceva lei e come se avessi preferito il lavoro a lei… diedi un pugno al muro e uscii.

A peggiorare il mio umore quella mattina fu la telefonata che ricevetti.

-Pronto?- risposi senza guardare il numero.

-Inuyasha sono Kikyo ciao- proprio in quel momento come nei cartoni un fulmine squarciò il cielo.

-Cosa vuoi?- sperai di sentire qualcuno bussare alla porta e che quel qualcuno fosse Kagome e se non fossi vestito di un asciugamano sarei corso in camera sua.

-Te l’ho detto voglio parlare-

-Allora sbrigati che ho fretta-

-Perché sei così cattivo?- mi chiese quasi sul punto di piangere.

-Forse perché mi hai spezzato il cuore? Non saprei-

-Io… mi dispiace Inuyasha io ho capito solo adesso che io ti amo ancora che sono stata una stupida a lasciarti e di averti fatto soffrire… non mi perdonerò mai ma ti prego quando torni ci possiamo incontrare?-

-No Kikyo- la mia risposta fu secca e non provai pena per lei che mi chiedeva una cosa così impossibile.

-Ti prego- mi implorò.

-Ti chiedo solo una cosa Kikyo… perché adesso? Perché non prima?-

-Io te l’ho detto e solo adesso che ho capito che voglio te-

-O perché Naraku ti ha lasciato e hai parlato con la mia ragazza? Ne sei gelosa perché non sei più nei miei pensieri… Vuoi sapere una cosa Kikyo? Prima che conoscessi Kagome io pensavo ancora a te ma adesso lei ti ha cancellato dai miei pensieri-

-Tu sai di Naraku?- era sorpresa.

-E si vuoi sapere ancora un’altra cosa? Kagome ha sofferto come me a causa tua-

-Ma io non la conosco…-

-A no? Sapevi che Naraku aveva la ragazza? Questo lo sapevi vero?-

-Sì, ma cosa c’entra?-

-Kagome era la sua ragazza- lei tacque –Voi gli avete spezzato il cuore proprio nella sera che credo che sia la più bella per voi ragazze… e concludo dicendoti abituati a vedere la mia faccia da un’altra parte- e attaccai il telefono e in quel momento bussarono alla porta.

-Inuyasha sono io- aprii e Miroku mi guardò.

-Come e schifosa la vita- dissi e lui annuì per darmi una pacca fraterna.

-Hai fatto la cosa giusta-

-Lo so…- eppure mi sentivo un verme a non parlare con lui  della decisione mia e di Kagome.

 

 

 

Eccomi qui che posto in pieno giorno ^^

E si oggi ho avuto un po’ più di tempo ed eccomi qui.

Cosa ne pensate allora? Io ne sono entusiasta poiché ho numerosi lettori! È incredibile!

E pensare che credevo che fosse un fiasco e invece…

Sono davvero contenta  e spero che andrà bene anche questo capitolo.

Vi chiederete perché mai abbia messo anche il punto di vista di Inuyasha… Io sono molto curiosa di natura e mi piace sapere abbastanza tutto soprattutto come le cose vanno a finire. Naturalmente il punto di vista e per mostrare i sentimenti se non i timori di Inuyasha :P.  e quindi soddisfa la mia curiosità XD.

Però sti poverini ne passano di cotte e di crude, neanche un attimo di pace… e non saranno gli unici momenti… purtroppo ma ogni volta questo rafforzerà il loro legame, sempre di più ma vedremo poi cosa accadrà. Hehehehehe

Cattiva che sono eh?

Va bene vi lascio con un grande bacio e la speranza che sia piaciuto a tutti i miei lettori, a tutti quelli che mettono tra i preferiti questa storia, a chi mi ha aggiunto tra i preferiti, a chi la ricorda e la segue *^* siete i miei idoli vi adoro!

 

Un grazie va anche a chi recensisce:

-Alys 93: Capitolo particolarmente ricco di tensione il III ma questo non è da meno, non sei d’accordo? Cioè la gente ha una puntualità unica… mi faccio rabbia da sola per avere queste idee XD… Kagome e Inuyasha hanno deciso di fare la cosa seria, tanto che Inuyasha non si fa problemi a dichiararlo né a Kikyo né a Sota XD.  E poi Inuyasha che compie 18 anni *^*, la sua enorme gelosia per Naraku e Miroku.

Mi emoziono *^*… ti saluto con un enorme kizzulo e con la speranza che sia stato di gradimento!

Ps. Grazie epr il complimento *^*.

 

-Lucia Lair:  Sono tornata e tornerò sempre, non lascerei mai le cose in sospeso :D… Per questo ritornerò con il continuo dell’altra FF heheheh… comunque l’altro capitolo è stato ricco di eventi e emozioni e anche questo infondo Kagome ha dichiarato il suo amore per Inuyasha, forse un po’ tutto troppo veloce però…

Sono contenta di aver visto la tua nuova recensione. Grazie mille! Kizz

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Capitolo 5
*** Capitolo V ***


Kagome 4

Diario di un sogno impossibile

Capitolo V

 

 

 

 

 

Il giorno prima Inuyasha mi aveva spaventato credevo che fosse finita per una banalità, che stupida… ma la mattina quando mi sono ritrovata abbracciata da Inuyasha mi sono sentita veramente bene, l’ho osservato mentre dormiva e mi sembrava così bello che sembrava finto, altro che pilota di moto doveva fare il modello.  Sorrisi mordendomi il labro e mi buttai sotto la doccia.

-Kagome piove!- uscii dal bagno e guardai Sango che chiudeva la finestra. Non ci voleva e non avevo voglia di andare a scuola e poi mancava una settimana per il ritorno a casa.

-E se non andassimo a scuola? Tanto non riusciremo a imparare nulla dell’italiano quindi se saltiamo una lezione non succede niente-

-Si hai ragione perché non chiediamo al professore il permesso?- annuii e mi vestii in fretta indossando una felpa a maniche lunghe. Andammo in sala da pranzo e vedemmo il nostro professore mangiare una briosce mi avvicinai e mi stampai sul volto un sorriso.

-Salve prof, tutto solo?- chiesi sedendomi di fronte e facendo segno a Sango di sedersi accanto a me –Senta ha visto come piove? E fa anche freddo… ecco noi volevamo chiedere se…-

-Lo so cosa volete signorine- noi facemmo occhi da cerbiatta e il professore sospirò.

-La prego…-

-E cosa avrete intenzione di fare? Sentiamo un po’-

-Beh Inuyasha parla l’italiano potremo farci insegnare qualcosa da lui e poi vedremo-

-Ti conosco Higurashi non molli se non ottieni quello che vuoi-

-Infatti- sorrisi.

-Va bene avvisate i vostri compagni… devo imparare a dirle di no Higurashi e più tardi voglio tutti della nostra scuola qui seduti, dovremo parlare un po’-

-Perfetto grazie, per questo lei è il mio prof preferito- gli scoccai un bacio sulla guancia e me ne andai prendendo per mano Sango.

-Ruffiana- mi disse e io risi prendendo l’ascensore per arrivare nella camera dei ragazzi.

-Ragazzi aprite abbiamo un ottima notizia- mi aprì un Inuyasha con un sorriso tirato ma non ci badai molto entrai sorridendo e diedi la notizia ad alta voce –Certo faremo finta di studiare che ne dite di vedere un film? Tu hai il portatile no Inuyasha? Hai qualche film?-

-Quanti ne vuoi-

-Bene allora che ne dite? E poi se il tempo migliora andremo a fare un giro-

-Per me non c’è problema, Koaku?- disse Miroku gettandosi sul letto e tirando Sango con sé-

-Nessuno, Inuyasha?-

-Peggio di così non può andare quindi ci sto- guardai Inuyasha che diede quella risposta e vidi Miroku girare lo sguardo quando lo guardai. –Inuyasha potremo parlare un attimo?-

-Devo mettere il film- mi evitava e io non lo sopportavo.

-Inuyasha vieni un attimo- lui mi guardò e si arrese, uscimmo fuori e lo guardai accigliata –Mi spieghi cos’hai?-

-Nulla-

-Non mentire… Senti lasciamo perdere- feci per entrare mi aveva innervosito.

-No aspetta, non ti arrabbiare però- lo squadrai e lui sospirò –Stamattina, tu già non c’eri, ha chiamato Kikyo ho parlato con lei voleva che ci incontrassimo appena fossi tornato e che mi ama ancora- lo guardai non dissi nulla e il mio viso altrettanto –Ma le ho detto che fino a poco tempo fa anche io ero innamorato ancora di lei ma da quando sei con me io non l’ho più pensata che i sentimenti che provavo per lei sono svaniti e che non volevo vederla- mi sorrise ma smise poco dopo quando vide che io non accennavo a dire nulla. Non volevo parlare perché le sue parole erano state “Voglio che ci sia anche tu quando lei mi chiama” ok non c’ero, ma doveva correre in camera mia o staccare la telefonata. –Non sono venuto da te perché indossavo solo un asciugamano altrimenti sarei venuto e lo sai!- mi leggeva nel pensiero pure.

-Perché non gli hai detto che non era il momento?-lo guardai e lui non rispose –Non fa niente l’importante e che ti sei chiarito… potrei riavere il mio telefonino dovrei fare un paio di telefonate-

-A chi?-

-A delle persone-

-No-

-Cosa no?-

-O mi dici chi chiami o io il telefono non te lo do-

-Devo chiamare mia madre per dirle che manca poco all’arrivo e che deve mandare qualcuno a prendermi e alla madre di Koga- lui annuì e mi diede il telefonino che aveva in tasca. –Grazie- e mi allontanai dal corridoio. Sapevo che mi guardava ma non mi interessava, aveva sbagliato lui. Parlai con la madre di Koga che mi diede le indicazioni di dove dovevo andare poiché lei non ci sarebbe stata in quei due mesi e io dovevo fare tutto da sola. Poi chiamai mia madre che iniziò con le sue inutili raccomandazioni e come al solito le staccai il telefono in faccia era una noia.

Quando tornai lui era lì che mi guardava –Cosa c’è?-

-Non mi chiedere cosa c’è, io mi chiarisco e tu ti comporti così senza dirmi nulla, dimmi qualsiasi cosa anche che sono un’ idiota, ma parla- era esasperato.

-Ecco te lo sei detto da solo… sei un idiota- e entrai senza aggiungere altro mi sedetti accanto a Koga mentre Inuyasha metteva un film di Steven Spielberg, Transformer e io mi concentrai sull’attore che mi sembrava un demente ma che per fatti suoi era attraente.

-Sei più bella tu di quella- mi sussurrò Koga e io risi.

-Adulatore- lui mi abbracciò e mi diede un bacio in testa –Tu non mentirmi mai capito- lui annui e mi fece segno di guardare il film, mentre Inuyasha mi fulminava. Per tutto il tempo non facemmo altro e ben presto mi appisolai e con me Koga.

-Ehi calmi calmi se volete lo rivediamo- ci svegliò Miroku ridendo.

-Lasciami dormire ancora un po’- e mi abbracciai ancora Koga.

-Inuyasha smettila di fargli fare le ore piccole- rise e io gli feci un gestaccio.

-Non ti preoccupare stasera dormirà per molto tempo… io esco, ha smesso di piovere e devo andare a prendere un  regalo per mia madre ciao- uscì, sentii il cuore mancare un battito.

-Dai usciamo anche noi, mi sono stufata di stare qua dentro senza far nulla-

-Ma se hai dormito!- Sango mi diede una cuscinata e in poco tempo iniziammo una lotta.

-Ok stop! Dai usciamo vado a prendere i soldi- scattai e tornai in meno di venti minuti. Uscimmo anche se le nuvole minacciavano di un nuovo acquazzone – Il prof ci vuole a pranzo per parlarci di un po’ di cose-

-Sisi adesso decidi dove vuoi andare-  camminammo a lungo poi prendemmo il taxi che ci portò nel posto da me più amato, piazza San Pietro. –Perché ogni volta ci ritroviamo qui?- chiese Koga scocciato.

-Perché a me piace- feci la linguaccia e osservai il cielo schiarirsi un po’ poi vidi un gruppetto di bambine infila per due, vestite di una divisa con cappellino abbinato e con a capo una suora che spiegava qualcosa riguardante la costruzione. Mi avvicinai capendo che non erano studentesse ma bambine orfane e l’avevo capito da come guardavano le coppie e dalla targhetta sulla divisa.

-Ciao- dissi in italiano alla suora che mi sorrise.

-Salve cara come posso aiutarti?- non ci avevo capito nulla di quello che aveva detto ma feci mente locale delle lezioni.

-Siete… orfanotrofio?- buttai giù qualche parola così anche se non ero convinta di aver parlato bene.

-Si- disse più lentamente capendo che avevo qualche difficoltà.

-Anni?-

-Tutte hanno undici anni- e mimò con le dita,  guardai le ragazzine e le vidi divertirsi mentre cercavo di parlare con la suora, sorrisi e tesi loro la mano –Kagome- una per una mi strinsero la mano e mi dissero i loro nomi –Io… parlare… no bene e no capire- loro risero poi guardai la suora –Posso… con loro?-

-Beh avevamo una visita ma…-

-Sorella conosciamo San Pietro come le nostre tasche la prego- fece una bambina mettendo un dolce broncio.

-E va bene pesti- sorrise e loro urlarono eccitate e capii che potevano stare con noi.

-Kagome ma che fai?- mi chiese Miroku ma Sango mi raggiunse sorridente.

-Ok, se io parlo in inglese mi capite meglio?- chiesi alle bimbe in inglese alcune fecero cosi così con la mano mentre altre annuirono. –Bene, volete giocare?- non riuscivo a non emozionarmi quando vedevo bimbi senza famiglia oppure che soffrivano di una malattia che gli mangia la vita. Lo odiavo, quindi le volevo far divertire un po’. –Ci servirebbe Inuyasha- guardai Miroku che si impuntò con una bimba che gli fece la linguaccia.

-Perché non ce ne andiamo?- chiese facendole la linguaccia a sua volta.

-Taci e dammi il tuo telefono- me lo allungò e cercai nella rubrica. –Inuyasha?-chiesi quando rispose.

-Kagome cosa c’è?-

-Dove sei?-

-Che ti importa?- mi morsi la lingua l’avevo combinata grossa.

-Ho bisogno di te-

-È successo qualcosa?- era preoccupato.

-No, puoi venire a piazza San Pietro?-

-Perché? Per litigare ancora?-

-Dai Inuyasha le bambine non mi capiscono e nemmeno la suora-

-Bambine, suora che hai combinato?-

-Nulla, dai vieni?-

-Sono lì tra dieci minuti mettiti in un posto dove posso vederti-

-A dopo- attaccai e ridiedi il telefono a Miroku.

Nel frattempo intrattenni le bambine cercando di parlare con loro e capire le loro storie. Una bambina aveva perso i genitori in un incidente quando lei aveva otto anni e non aveva parenti che l’accudissero, era triste sentirle parlare e non ci capivo molto e dovettero mimare la storia ma quel che capii e che era una storia triste e io non riuscii a trattenere le lacrime e loro mi abbracciarono teneramente. Dopo ci riprendemmo e loro mi insegnarono nuovi vocaboli.

-Kagome?- Sentii la voce di Inuyasha e gli feci segno di avvicinarsi, lo abbracciai e gli diedi un bacio leggero.

-Scusa per stamattina- lui annuì e guardò le bambine con un sopracciglio alzato.

-Hai il cuore tenero lo sai?- sorrisi.

-Chiedi alla suora se posso offrire un gelato a tutte?- Inuyasha mi prese per mano e iniziò a parlare con la suora che acconsentì, le bimbe entusiaste ci abbracciarono e due presero la mia mano. Alla prima gelateria ordinai i gelati da loro richiesti e pagai, poi tornammo a giocare.

-Se potessi le adotterei- dissi a Inuyasha quando mi sedetti accanto a lui. –Mio fratello diceva sempre che avrebbe voluto adottare un orfano-

-Sei un angelo per loro sai?- lo guardai contenta –dicono che ti penseranno sempre. La suora dice che le ragazzine non si divertivano da un po’-

-Adesso si stanno divertendo… puoi chiedere loro l’indirizzo dell’orfanotrofio?- lui mi strinse e mi baciò la punta del naso.

-Va bene- lui andò dalla suora dopo prese la macchinetta e spiegò alla suora come scattare la foto. Io mi inginocchiai tra le bambine che si misero in posizione le più alte inginocchiate accanto a me e le più basse in piedi e dietro di loro Miroku,Koga, Sango e Inuyasha.

-Ciao…- dissi abbracciando tutte e dieci le bambine –Inuyasha dici loro che le scriverò molto presto e invierò la foto?- lui lo fece e loro urlarono contente. –Grazie- dissi poi alla suora che mi abbraccio.

-Grazie a te piccola. Tieni e per te- mi diede una piccola corona di legno e io sorrisi.

- Mi servirà- l’abbracciai e lei ricambiò poi le ragazzine se ne andarono e io sorrisi soddisfatta non mi divertivo così da tanto. Il naso e le guance non bruciavano più anche se sentivo la pelle tirare ancora, mi avvicinai e abbracciai Inuyasha che mi strinse per le spalle.

-Tra poco pioverà di nuovo- si sentiva l’odore.

-Divertito?-

-Erano simpatiche e ho scattato qualche foto anche a Miroku e a quella ragazzina- risi ripesando agli scherzi che si fecero.

-Stasera devi andare a cena con tua madre- non era una domanda come se glielo volessi ricordare come una brava mogliettina –Mi potresti lasciare il mio telefonino?-

-Perché non facciamo una cosa… io non è che non mi fidi di te ma ti cedo il mio così siamo tranquilli entrambi- storsi la bocca ero indecisa.

-E se lei… se quella chiamasse- lo dissi con stizza e lui mi cullò.

-Rispondi, le dici quello che vuoi e se ti và vai a cambiare scheda- risi facendo un po’ la ruffiana e evitando i suoi baci –Però se fai così non ti do proprio niente-

-Se tu che ci perdi- risposi cogliendo un doppio senso nelle sue parole e risi alla sua faccia.

-Eri così dolce prima perché quelle corna spuntano così all’improvviso non è che non mi piaci così anzi… ma eri così tenera e dolce-

-Sango è tenera e dolce io non lo sono-

-Perché non vuoi ammetterlo-

-Perché lo so, perché alcune volte vorrei ritornare come prima ma il pensiero della mia promessa mi blocca e io preferisco così e poi mi piaccio così- mi staccai e raggiunsi gli altri –Ragazzi dobbiamo tornare in albergo il prof ci aspetta- tornammo in albergo e il professore ci osservò e ci rimproverò del nostro ritardo.

-Allora, come mai questa richiesta di parlarci?- chiese Miroku sedendosi.

-Volevo sapere se siete contenti di questa gita-

-Altroché ci stiamo divertendo e impegnando molto, l’Italiano è difficile ma siamo riusciti a farci capire da una suora… abbiamo fatto tardi perché abbiamo giocato con delle bambine di un orfanotrofio- spiegai.

-Complimenti Signorina Kagome. So che vi state impegnando, i risultati dei test che state facendo vengo inviati prima a me e poi alla scuola e sono molto contento di dirvi che avete raggiunto il massimo dei voti, ma non ne dubitavo per questo ho scelto voi-

-Se potessi resterei ancora qui- disse Sango.

-Già… io mi sono innamorata di Roma e poi quest’esperienza è stata unica-mancavano soltanto sei giorni alla fine del viaggio e mi dispiaceva molto.

-Vi ho visto crescere ragazzi eravate pressoché bambini quando vi ho visti la prima volta. Il signor Miroku con il suo codino e il sorriso spavaldo fece subito stragi di cuori in classe, il signor Hojo che da sempre ha dimostrato di essere molto intelligente, voi gemelli quasi simili di aspetto ma uguali nel comportamento gentile, molto intelligenti e belli. Koga… cosa dire tu eri tutt’altro che bambino sempre insieme al signor Miroku e alla signorina Kagome, molto intelligente, forte, che si impegna al massimo per raggiungere i propri scopi. E infine lei signorina Kagome, bambina timida e dolce, occhi che sorridevano e ottima parlantina, elegante nel suo vestiario e molto spiccata per le materie di storia e letteratura, poi il cambiamento… distaccata e fredda, che si impegna sempre al cento per cento e ottiene sempre risultati ottimi, aggraziata come sempre, con molti talenti e una nuova faccia… occhi ostili e freddi, comportamento ribelle e sensuale, sguardo persuasivo e parlantina suadente. È cambiata da così a così, il suo corpo è maturato ed è diventata molto bella, tutti i ragazzi scommettono di ricevere da lei un sorriso e perdono sempre,  gli unici due a vincere sono questi due ragazzi che le fanno da guardia del corpo… ma nei suoi occhi, in fondo, vedo ancora la piccola Kagome e la rivedo soprattutto quando guarda un ragazzo che non siede al nostro tavolo. So che ha sofferto molto, ma lei è forte e continui ad essere così come è adesso ma riporti a galla un po’ di quella Kagome che manca a tutti.- il discorso che fece mi colpì l’anima  non credevo che il professore mi conoscesse così a fondo, che conoscesse le mie amicizie e che sapesse di Inuyasha. Guardai gli occhi sorridenti del professore e non seppi cosa dire mi alzai da tavola e mormorando un “scusate” andai via… scappavo sempre quando si parlava di me e ancora per una volta un argomento iniziato e chiuso la mattina stessa ritornava fin quando non avessi urlato la mia rabbia.

Aveva iniziato a piovere di nuovo e la mia fuga fu bloccata prima che uscissi da Miroku che mi abbracciò forte, ma io lo staccai e lo guardai, lui mi diede la carta della sua stanza dove mi andai a rinchiudere. Inuyasha non era lì, l’avevo visto seduto a parlare con la professoressa e i suoi compagni e mi ritrovai a pensare che era meglio così. Rimasi seduta a terra alla porta a guardare le saette blu che si disegnavano in cielo…

“Questa non è una nuvola di Fantozzi” risi al pensiero di quel giorno quando mi beccai la febbre… quattro giorni persi per niente. Mi alzai e andai in bagno osservandomi allo specchio i capelli erano cresciuti un po’ ma non pensavo di tagliarli, avrei seguito il consiglio di Inuyasha farli crescere almeno un po’ sotto le spalle. Non avevo trucco ma stavo bene lo stesso, le guance ancora arrossate mi davano un po’ di colore. Presi il telefonino che Inuyasha mi aveva dato e, sedendomi sul suo letto accanto alla finestra, lessi un po’ dei messaggi. Tutti di ragazze illuse di essere entrate nel suo cuore e uno che diceva “Inuyasha sono Miya, quello stupido del mio ragazzo mi ha chiesto di chiederti se stasera ce la gara” avevo voglia di vedere quelle fantomatiche gare e vedere di cosa si trattassero,volevo sapere le regole e i premi… quello che avevo capito era che chi vinceva decideva la data della gara successiva. C’erano anche messaggi da parte della madre e del fratello. Andai a vedere le immagini, mi piaceva il suo telefono era di ultima generazione. Quando vidi le foto sorrisi, la sorellina di Inuyasha era davvero carina aveva occhi grandi e dorati come il fratello e capelli scuri come la madre. Non capivo perché Inuyasha dicesse che Sesshomaru era glaciale, a differenza del fratello e della sorella aveva occhi chiari come la madre di un azzurro ghiaccio magnifico, sorrideva  e sembrava un principe. Una foto mi attirò molto, i due fratelli che tenevano seduta la piccola Jenis su una moto. La moto era blu brillante ed era una di quelle sportive dove ti devi piegare per guidarla bene. Poi la foto successiva era quella di Sesshomaru sulla moto nera e Inuyasha su quella blu. Cambiai ancora e ritrovai una mia foto mentre rincorrevo Koga e poi una che riconobbi come quella che mi aveva scattato Koga quella sera a piazza Navona mentre guardavo la fontana, doveva averla scaricata sul pc e caricata sul telefonino. Quando uscii dal menù mi accorsi solo allora che l’immagine messa come sfondo era proprio quella. Sorrisi e tornai a guardare il cielo che continuava a piangere.

Restai così a guardare le nuvole che sparivano e comparivano tornando a bagnare la terra. Dovevo riflettere sulle  parole del professore... quante volte  i miei amici mi avevano detto che gli sarebbe piaciuto rivedere la vecchia Kagome, che cosa c’era in questa nuova che non andava? Eppure a me piaceva… si mi piaceva molto anche se sapevo che lati della mia vecchia vita ritornavano, come ad esempio la tenerezza e la voglia di giocare con quelle bambine, oppure la dolcezza con cui baciavo Inuyasha e gli dicevo che l’amavo, la paura di perderlo… tutte cose della mia vecchia me, allora perché non si accontentavano, perché non capivano che io non volevo? Il professore con i suoi paroloni voleva che tornassi la ragazzina timida… troppo tardi, che tornassi a essere cordiale con i miei compagni di classe… mai e poi mai, che mi vestissi più da monaca… come poteva chiedermelo io avrei vissuto di soli tacchi, completi, vestiti firmati… io amavo la moda e mi piaceva essere provocante, ancora oggi mi piace.

Mi distolse dai miei pensieri solo la voce di Sango che mi disse che mi aveva portato qualcosa da mangiare.

-Non ho fame!- urlai per mandarla via.

-Ti ho portato solo un po’ di frutta- Sango aveva imparato a conoscermi, aveva capito che tenevo molto alla mia linea e che preferivo la frutta a un piatto di pasta. –Te la lascio qui, io… io vado- quando sentii che se ne fu andata aprii la porta e Inuyasha entrò con il piatto di frutta.

-Allora mi dici che è successo?- lo guardai come se fosse un fantasma, mi avevano fregato.

-Che ci fai qui?-

-Non sono cieco Kagome ti ho vista andar via ma ho detto:“Adesso torna” e invece è più di un ora che sei qui…-

-Già un ora?-

-Si e chiudi quella bocca o ti entreranno le mosche- si sedette sul suo letto e prese il telefonino che avevo lasciato lì. –Ha chiamato lei? Per questo stai così?- scossi la testa e mi sedetti di fronte a lui a gambe incrociate. –E allora perché?- mi chiese dandomi il suo telefonino, dopo aver controllato che avessi detto la verità.

-Perché volevo riflettere- evitai il suo sguardo –Tu… credi… ho qualcosa che non va?- lui mi guardò con un sopracciglio alzato, cercando di capire il significato della mia domanda.

-Sei perfetta così come sei- mi rispose.

-Eppure tutti  mi chiedono di tornare come una volta… ma io sono così!-

-Kagome non so come eri prima e non mi interessa saperlo perché tu mi sei piaciuta per come sei adesso e se cambiassi non ti riconoscerei- lo disse con dolcezza ma io avevo dei dubbi.

-Però anche tu oggi indirettamente mi hai chiesto di cambiare-

-No, non è vero-

-“Eri così dolce e tenera perché quelle corna escono sempre all’improvviso?”- ripetei la frase anche se non in modo perfetto ma lui tacque –Vedi tutti lo vogliono, ma perché?- sorrisi –Un po’ di Kagome la bambina è rimasto ma nessuno si accontenta- esclamai arrabbiata –Io non voglio ok? Io sono me stessa così, se a voi non piace mi dispiace trovate un’altra!-

-Si ok, però calmati-

-No finché non la smettete- lui si avvicinò e mi abbracciò.

-Hai ragione. Però sappi che tu per me sei sempre stata così, mi piaci così, mi dispiace che hai frainteso le mie parole, stavo solo scherzando- io annuii e mi staccai.-Ti amo- quelle due paroline mi fecero impazzire, lo baciai avvinghiandomi a lui e costringendolo a sdraiarsi.  

-Se mi dici quella cosa sono io che impazzisco- sorrisi maliziosamente e lui ricambiò.

-Ti amo- e io lo baciai ancora –Ti amo- ripeté quando mi staccai da lui.

-Vuoi essere sommerso dai miei baci?-

-Anche dal tuo corpo- risi e mi allontanai da lui e agguantai una mela che morsi. –Come sei sensuale anche quando mangi la mela- scherzo facendomi ridere a crepapelle e rischiando di strozzarmi –Ehi ti voglio ancora viva- rise battendomi una mano sulla schiena.

-Mi hai fatto ritornare il sorriso… mi dici come fai?-

-No, perché è il mio lavoro- mi baciò dolcemente. –Sicura che la mela ti piace?-

-È il mio frutto preferito-

-Il tuo colore?-

-Il blu-

-Fiore preferito?-

-Sai questo non lo so… ma credo che sia il giglio bianco- ci pensai su –Sì, è il giglio e da quando sono piccola che mi piace-

-Il mio frutto preferito è la pesca, il colore è il blu e il mio fiore la rosa rossa- sorrisi quando sentii che il suo colore preferito era il mio.

-La rosa rossa simbolo dell’amore e della passione-

-Il giglio bianco purezza e maestà- sorrisi –che c’è da dire, ti rispecchia-

-Forse- feci spallucce addentando ancora la mela.

-Dovresti mangiare un po’ di più-

-Mangio bene così-  lui scosse la testa esasperato ma sorrise. –È vero che c’è chi ha tutto e chi niente… io ho tutto- lui mi guardò e io capii che l’avevo detto ad alta voce –Sì, beh sono bella, sono invidiata, ricercata dai ragazzi, vado bene a scuola, ho i migliori amici del mondo, so cantare, so ballare, so disegnare ed ho il ragazzo più bello, più dolce e più premuroso del mondo- lo dissi avvicinandomi a lui e abbracciandolo mentre lui mi cinse i fianchi.

-Come mai tutte queste cose?-

-Perché è vero-

-Sai che se una persona dice di essere bella diventa l’opposto?-

-Ma io non sono superstiziosa- lui mi fece il solletico –Ma ho un difetto… soffro il solletico!- dissi tra una risata e l’altra.

-Dovresti ridere di più… perché sei bella- mi asciugai la guancia dalle lacrime uscite dallo sforzo di ridere e lo guardai.

-Vorresti dire che così non sono bella?- e feci la faccia seria.

-Sei ancora più bella- annuii per la risposta esatta –Abbiamo ancora un po’ di tempo insieme e non ci disturberanno…-

-Cosa intendi fare?- chiesi con sguardo provocante.

-Avevo una mezza idea…- mi rispose con sorriso malizioso prima di togliermi la maglietta e baciarmi con passione.

 

-Adesso mi hai fatto venire sonno- dissi  abbracciandolo.

-Mh?- mi guardò accigliato –Stai dicendo che non sono bravo e ti ho annoiato?-

-No, dico che sei troppo bravo e che mi hai sfinito- lui mi diede un tenero buffetto sulla guancia e poi mi strinse a se’.

-Sei nata per fare la modella… non capisco quali dubbi hai!-

-Non è un bell’ambiente quello della moda…-

-E tu che ne sai ci sei mai stata?-

-Hai concorsi partecipati da piccola erano tutte competitive, pensa c’erano due migliori amiche una pur di vincere ha tagliato il costume dell’altra- Inuyasha mi guardò poi scoppio a ridere.

-Davvero?- mi chiese ridendo ancora.

-Non è una cosa che fa ridere è crudele!- esclamai dandogli un pugno sul petto.

-Si scusa hai ragione…- tossì e si ricompose. –Beh hai vinto tu di sicuro-

-Logico… hai di fronte a te Miss costume da bagno- lui sorrise mi prese la mano e me la baciò.

-Buongiorno Miss- poi intrecciammo le dita e lui prese ad accarezzarmi la schiena provocando brividi sulla mia pelle –Qual è il concorso a cui devi partecipare?-

-Non lo so… Herin non mi ha detto nulla oltre al fatto che devo presentarmi, fare un iscrizione e portare il modulo del concorso a cui ho partecipato… sai avevo undici anni allora ne sono passati sette di già!-

-Non sarà un problema vedrai –mi baciò la fronte  -L’unico problema è il fatto che dovrai indossare un costume davanti a gente che non conosci e io dovrò dividerti con gli altri… Non mi piace proprio-

-Ti amo quando fai il geloso-

-Allora devo diventare ancora più geloso così mi amerai di più- risi e mi abbracciai a lui.

-Potremmo rimanere in contatto lo stesso… l’importante e che tu sia raggiungibile, il tuo futuro è assicurato il mio è ancora incerto-

-Io non ho dubbi sul tuo futuro se lo vuoi anche tu allora il tuo futuro sarà limpido-

-Sarà- feci spallucce –mi coccoli un po’?- gli chiesi e lui iniziò a carezzarmi dolcemente facendomi fare le fusa come una gatta, divertendolo.

 

-Dormigliona alzati- una voce lontana mi chiamava non mi ero accorta di essermi addormentata. –Hai dormito credo più in queste settimane che in tutta la tua vita-

-Inuyasha… mi sono appisolata-

-Ma se dormivi alla grande- rise accarezzandomi la testa –Pensa che mi sono lavato, sono andato dai ragazzi per rassicurarli, sono stato con loro e quando sono tornato dormivi ancora. Mi sono messo a fare una cosa al pc e mi sono anche vestito e questo in  cinque ore-

-Che ore sono?- avrei voluto dormire ancora un po’.

-Le sette amore- sorrisi alla parola “amore”.

-Hai ragione non ho dormito così tanto in tutta la mia vita… sei tu che mi sfinisci con le tue performance- aprii solo allora gli occhi e vidi Inuyasha vestito di un completo con pantalone e giacca nera, scarpe della Gucci e camicia bianca aperta sui primi due bottoni, capelli diversi non alzati nella solita cresta ma sempre con una pettinatura particolare da giovani moderni… un modello di Dolce&Gabbana senza dubbi… -Sogno o son desta?-

-Sei desta… lo prendo come un complimento- mi sorrise e il modello si trasformò in angelo… il cuore prese ad accelerare come al suo solito quando vedevo Inuyasha ma vederlo così era… come vederlo per la prima volta.

-Dio quanto sei bello- lo dissi ad alta voce e arrossi.

-Grazie- disse lui guardandomi… ero ancora nuda coperta solamente dal lenzuolo del letto.

-Inuyasha mi sa che se non esci io ti spoglio di nuovo- lui rise e io lo guardai seria.

-Allora esco ti aspetto fuori- mi diede un bacio a timbro e uscì.

Cavolo perché faceva queste cose all’improvviso? Almeno poteva dirmi che era vestito così… aveva un ottimo gusto nel vestiario e ciò mi eccitava ancora di più. Mi rivestii e dopo essermi sistemata un po’ uscii e lo vidi appoggiato al muro di fronte che mi guardava ma ero sicura che non mi vedesse, era assorto in qualche pensiero così mi avvicinai lentamente e lo baciai.

-Io almeno dormo con gli occhi chiusi- dissi sorridendo.

-Scusa e che stavo pensando-

-A che ora devi andar via?- chiesi quando lui mi prese per mano.

-Tra un’ora- annuii…

-Preso il regalo a tua madre?-

-Vuoi vederlo?- annuii e lui caccio un pacchettino blu, all’interno un anello d’oro bianco con dei brillanti sopra… i miei occhi si illuminarono.

-Posso?- chiesi e lui sorrise annuendo. Lo presi delicatamente e lo infilai all’anulare ammirandolo. –È bellissimo- dissi sfilandolo e rimettendolo nel pacchettino.

-Ne sono contento-

 

Un’ora dopo Inuyasha  prese un taxi e se ne andò, la camera dove stavamo noi due prima fu occupata da Miroku e Sango, Koaku era sparito con Rin e Koga prima di andarsene mi accompagno in camera, dopo quello che era successo in quel locale non mi lasciavano camminare da sola.

-Il mio numero lo sai a memoria chiamami per qualsiasi cosa anche se ti stai annoiando e io corro da te, non ti preoccupare di disturbarmi ok?- io annui e gli baciai la guancia.

-Va adesso, io mi dedico un po’ a me stessa- quando chiusi la porta mi fiondai nella doccia, mi lavai i capelli, i denti, misi una maschera per la faccia, mi limai le unghie, misi lo smalto, asciugai i capelli e mi vestii di nuovo… ma come sempre quando credi che facendo tante cose  il tempo passa non è mai vero. Era passata solo un’ora.  Ma mentre stavo iniziando ad esasperarmi, perché sonno non ne avevo, il telefono di Inuyasha suonò.

-Pronto?-

-Kagome tutto bene?-

-Meno male che mi hai chiamato mi stavo annoiando-

-Sei sola?-

-Si mi hanno lasciato tutti da sola… ti stai divertendo Inuyasha?-

-È una cena con mia madre che non fa altro che parlare e parlare- sorrisi –Gli ho parlato di te…- mi congelai.

-Davvero?-

-Sì, dice che è contentissima e che ti vorrebbe ringraziare- arrossii –Che sei una ragazza bellissima e molto intelligente e che gli sei stata da subito simpatica-

-Gli è piaciuto il regalo?-

-Sì molto-

-Ninu torni tardi?- lo sentii sospirare.

-Si Kagome, molto tardi- sospirai anche io.

-Va bene, non fa niente-

-Non dirlo con questa voce mi fai sentire in colpa- mi disse dolcemente.

-Nono, non devi sentirti assolutamente in colpa, divertiti te lo meriti assolutamente-

-Cercherò di far più presto-

-No, non preoccuparti romperò le scatole a Koga- lui rise –Ci vediamo domani-

-Ok, un bacio notte piccola-

-Ti amo, buona notte amore-

-Ti amo- e staccò e il mio umore cambiò… ero pimpante bastavano sempre quelle due parole dette da lui che mi facevano gioire. Una decina di minuti dopo il telefono squillo di nuovo e risposi senza guardare chi fosse, come prima…

-Ninuuuuuuuuuuuuu- urlò quella che riconobbi come la sorellina di Inuyasha.

-Ciao Jenis sono Kagome Inuyasha non c’è adesso-

-Come non c’è? Doveva andare dalla mamma!- esclamò.

-È da vostra madre solo che io ho il suo telefonino e lui il mio se vuoi ti do il numero-

-Oh si grazie!- era tenerissima –Grazie ancora- esclamò quando finii di dettare il numero.

-Prego… Jenis  da quando non vedi la tua mamma?- le chiesi e lei non rispose subito.

-Un anno quasi- povera piccola –Ma la mamma tornerà ad agosto- esclamò contenta.

-Bene….Tutto bene?-

-Si e tu?-

-Bene grazie-

-Jenis passami quello stolto!- sentì la voce del fratello maggiore di Inuyasha.

-Non è Inuyasha Maru- lo disse dolcemente.

-Davvero e chi è?- sentì la voce del fratello più dolce e più vicina.

-La sua ragazza… Inuyasha dice che è come un principessa- ascoltai ogni singola parola temendo ciò che sarebbe accaduto e che non tardò ad arrivare.

-Passamela- la piccola Jenis obbedì e presto capii perché Inuyasha diceva che Sesshomaru sembrava un ghiacciolo, iniziò un interrogatorio senza fine –Chi sei?-

-Sono Kagome, tu devi essere Sesshomaru-

-Mh… Sei la sua ragazza? Sai che lui non ha piacere per le relazioni serie?-

-Si e se per questo neanche io… la sua ex mi portò via il mio ragazzo che disprezzo molto. Ho avuto la stessa vita di Inuyasha facendo la promessa di non innamorarmi più… ma mi sbagliavo perché adesso sono pazza per tuo fratello e lui mi ha detto che mi ama se poi è una bugia pazienza perché in questi giorni ho scoperto la felicità. Nonostante ciò non credo che stia scherzando perché proprio dieci minuti prima di voi mi ha chiamato e mi ha detto che ha parlato di me a tua madre… conosco ogni suo segreto, ogni sua paura e ogni suo desiderio e il più grande e quello di diventare pilota… ti va bene?- lo bloccai sul nascere e lui non parlò subito.

-Kagome hai detto eh?-

-Esattamente-

-Ma si mi ricordo di te, quella bimbetta che stava con quel traditore di Naraku- mi accigliai al suo nome.

-Esatto- esclamai secca –Ma se fossi in te non mi chiamerei ancora bimbetta…-

-Bel caratterino-

-Grazie lo dicono in molti- sorrisi e credo lo fece anche lui.

-Non vedo l’ora di vedere la fatidica ragazza di mio fratello… e di vedere come sei cresciuta- lo disse provocandomi, ma io accettai la sfida.

-Allora ci si sente… ho dato il mio numero a tua sorella se chiami risponderà tuo fratello-

-Perfetto… a presto- e attacco era davvero glaciale, la sua voce era ostile e… fredda!

 

Sango venne a dormire in camera con me stranamente e mi raccontò di aver litigato con Miroku. Parlammo un po’ prima che lei crollasse ma io non avevo proprio sonno così decisi di chiamare Inuyasha.

-Scusa lo so che ti disturbo e di essere paranoica ma volevo sentirti un po’- dissi senza dargli il tempo di dire pronto.

-Non disturbi mai… Cosa c’è, non riesci a dormire?-

-No-

-Ma cosa mi dici?... amore è normale hai dormito cinque ore oggi e anche stamattina un’ora e mezza-mi prese in giro.

-Mi piace quando dici quella parola-

-Quale-

-Quando mi chiami amore-

-Credevo di averlo pensato… sai non riesco a non dirti niente adesso capisco perché Miroku chiamò Sango in quel modo, perché è stracotto!-

-Come, sei solo cotto di me? e io che credevo che fossi innamorato!-

-Scusami… ti amo-

-C’é tua madre lì?-

-Diciamo che sta ascoltando tutta la conversazione e ha gli occhi che le brillano e sono a forma di cuore!- la prese in giro.

-“Inuyasha”- esclamò la madre e io sorrisi.

-Scusa ‘ma- poi tornò a parlare con me –Mettiti a letto e cerca di dormire se non ci riesci prova a contare quelle capre di Miroku e Koga…- mi scappò da ridere.

-Dai sono ragazzi intelligenti-

-A me non pare- e di nuovo la madre lo rimproverò –Sesshomaru ha parlato con te vero?-

-Si, gli ho detto tutto e non fa altro che chiamarmi bimba mi sta antipatico…- gonfiai le guance.

-Anche a me… mamma basta altrimenti mi stacchi la spalla- scoppiai a ridere capendo che la mamma lo colpiva sulla spalla per farlo smettere –Okok la smetto…-

-Adesso ti lascio in pace per tutta la sera prometto che non chiamo più-

-Lo puoi fare non mi disturbi… notte ti amo-

-Anche io – gli mandai un bacio e chiusi la chiamata. –Ma che stupida… adesso mi attacco pure per sapere cosa fa!- mi infilai nelle coperte e stranamente da quel che credevo mi addormentai.  

 

-Kagome svegliati abbiamo fatto tardi!- scattai alla parola tardi e ebbi le vertigini.

-Sango che è successo?- chiesi quando tornai a vedere.

-Kagome mancano cinque minuti alle dieci e oggi abbiamo lezione!- urlò scattando in bagno e agguantando lo spazzolino. Io la guardai cercando di capire il significato delle sue parole… la parola lezione e mancano cinque minuti alle dieci mi risuonavano familiari… poi le compresi e scattai.

-Sango siamo in ritardo muoviti!-

-Kagome ma se tu sei ancora in pigiama!- mi urlò pettinandosi i capelli. –Vado a chiamare i ragazzi!-

-Ma come è potuto succedere!-

 

Ero pronta due minuti dopo e scesi le scale di corsa per incontrare Sango e la trovai a parlare a telefono.

-Sei un demente ecco cosa sei! Perché non avete bussato ancora!- urlò facendomi segno di scendere per le scale. -No Miroku non me ne sarei andata anche se sono arrabbiata con te!-

-Sango ma cosa è successo dove sono?- chiesi e alzai la mano quando vidi un taxi.

-Sono all’università- la guardai.

-Come all’università! E non ci hanno aspettato, non ci hanno chiamato!-

-Miroku dice di si ma che noi non abbiamo risposto e che Inuyasha ha chiamato ma tu non hai risposto- solo allora ricordai di aver spento il telefonino per non avere la tentazione di richiamarlo.

-Cavolo- esclamai quando vidi le chiamate sul telefonino.

-Hanno pensato che già eravamo a scuola- disse e io diedi le indicazioni al tassista. Arrivammo a scuola con mezz’ora di ritardo e chiedemmo scusa, non mi sfuggì l’occhiata di Inuyasha e quella che Miroku riservò a Sango.

 

-Buon giorno signorine… mi pare di aver avvisato che non volevo ritardatari nella mia classe quindi sarete in punizione avrete compiti extra  e se entro domani non li avrete svolti dimenticatevi dei punti di studio- mi ero sbagliata alla grande, la Signorina Rottenmeier  era un angioletto rispetto a quella strega che stava alla lavagna.

-Si Signora- dissi sedendomi al mio posto più lontano possibile da Inuyasha. Mi impegnai al massimo per capire cosa dovevo fare anche per i compiti maledetta sveglia che non è suonata… avevo anche fame!

Non ci diede neanche lo spacco e mimai a Koga di portarmi qualcosa da mangiare… studiai come una matta anche se non sapevo cosa farmene dell’italiano in Giappone anche perché in Italia non sarei tornata così facilmente. Quando uscimmo salutai la professoressa con un sorriso tirato e lei ricambiò cordiale, ma che fosse maledetta. Non mi fermai a parlare con i ragazzi non avevo voglia di iniziare una discussione… infilai gli occhiali da sole comprati lì e aspettai il taxi. Stranamente il cielo era solo ricoperto da poche nuvole dall’aria docile, non avrebbe piovuto. Mi accesi una sigaretta che avevo conservato, stavo diventando dipendente dal fumo e mi ripromisi di smettere appena sarei tornata in Giappone.  Ma mentre stavo per fumarla Inuyasha me la tolse di mano fece un tiro poi la spezzo e la butto via.

-Hei!- protestai –Era l’ultima-

-Devi smetterla di fumare!- disse e io lo guardai attraverso le lenti –Mi dite che avete fatto tu e Sango questa notte che non ci avete sentito neanche bussare?-

-Niente Inuyasha, dopo che ti ho chiamato mi sono addormentata e Sango non l’ho so se ha preso dei tranquillanti…- esclamai stizzita –Adesso si mette anche quella stupida con compiti extra come se dovessi imparare l’italiano entro quattro giorni! Domenica partiamo e noi stiamo chiusi in una scuola invece di andare in un altro posto come Pisa, Milano o a Napoli. Dobbiamo stare qui!- ero arrabbiata –Per cosa poi? Punti extra! Io non ne ho bisogno… tanto l’università non la farò e poi in Italia manco io ci ritornerò che sono ricca! Che esasperazione!!- ma non era restare ferma a Roma che mi dava fastidio, era ritornare in Giappone.

-Kagome a te serve un tranquillante- mi disse massaggiandomi le spalle –Con i compiti ti aiuterò io e dai forse un giorno lo parlerai per farti capire in un intervista italiana-

-Si certo come no! Ma sei convinto che io diventerò modella e se cambiassi idea? Non ci hai pensato?- lui fermò il massaggio e si puntò davanti a me.

-Kagome mi dici che è successo?-

-Niente Inuyasha, niente!- iniziai a tremare, sapevo cosa stava succedendo e non avevo con me il mio pupazzetto anti stress.

-Non è possibile, stai urlando e tutti ci guardano- mi prese il viso tra le mani.

-Inuyasha spostati è un attacco di rabbia- guardai Miroku che si avvicinò e mi versò sui polsi l’acqua della bottiglina che aveva in mano. –Meglio?-

-Si- bofonchiai.

-Invece di farti bene questa vacanza ti stressa- scherzò lui e io lo spintonai.

-Come potrei rilassarmi con quella strega che per un ritardo ci ha dato compiti extra!- ridemmo e aspettammo il taxi ancora.

-Tutto bene?- Mi chiese Inuyasha abbracciandomi da dietro.

-Si, scusa per la sfuriata ma quando mi saltano i nervi sono intoccabile-

-Figurati- mi baciò la tempia –Miroku ti conosce davvero bene-

-E che siamo cresciuti insieme- lui annuì.

Tornammo in albergo e già a tavola io e Sango iniziammo a fare i compiti e Inuyasha ci aiutò e per le quattro finimmo. Poi Miroku ci disse che potevamo andare in discoteca accompagnati da un professore e noi accettammo lo stesso. Alle dieci eravamo già pronte e anche i ragazzi come al solito eravamo tutte e tre le scuole e nel pulman ci prenotammo per un ballo.

-Hei Horamu voglio fare un ballo con te!- esclamai al compagno di Inuyasha che mi fece l’occhiolino.

-E io con te Dery- disse Inuyasha a una ragazza della terza scuola che fu molto contenta. Così eravamo pari.

Quando mettemmo piede in discoteca ci fiondammo immediatamente in pista al centro confondendoci tra glia altri ragazzi che non restarono indifferenti. Persi di vista Inuyasha mentre ballava con Dery e improvvisamente sentii qualcuno picchiettarmi una spalla e mi accorsi che era un ragazzo che non conoscevo ma ballai tranquillamente con lui. Ma come al mio solito dopo due balli mi venne sete così mi fiondai al bar e ordinai un super alcolico e il barman non mi chiese neanche l’età e me lo diede gratis. Contenta bevvi alcuni sorsi e mi catapultai in pista. Inuyasha non tardò ad arrivare e ballammo insieme, poi ci baciammo con avarizia… tutte quelle che avevano ballato con Inuyasha dovevano sapere che lui era mio e quando ci staccammo vidi una ragazza squadrarmi furiosa, era straniera l’avevo capito dai suoi tratti così mi congedai da Inuyasha, ripresi il mio superalcolico dal tavolino e mi diressi verso il corridoio aspettando la bambolina che non tardò ad arrivare.

-Che intenzioni hai l’ho visto prima io- disse in inglese la piccola –Oh scusa forse non mi capisci neanche- e dietro di lei apparve un’altra ragazzetta.

-No, ti capisco- le dissi sorridendo e sorseggiando la mia bibita –E comunque lui c’è stato non è colpa mia se tu non ci hai provato prima- volevo giocare un po’ sapevo che non avrebbero alzato un dito.

-Io se fossi in te non mi vanterei della tua bellezza, non sei nulla di eccezionale- alzai un sopracciglio e mi diressi verso il bagno in tutta calma e loro mi seguirono come cagnolini. Mi fermai davanti allo specchio e con me la bambolina minacciosa.

-Sei Inglese- affermai.

-E allora? Tu sei cinese- risi.

-Non sapevo che foste così ignoranti… sono giapponese-le dissi poi mi guardai allo specchio e mi sistemai un po’ il trucco –Emh per quanto riguarda la bellezza sai hai torto- le dissi miravo a farla dispiacere –Sei bassa, i tuoi capelli hanno le doppie punte e sono spezzati ti consiglio di tagliarli, la tua carnagione è troppo chiara per il fondotinta che hai messo sembra una maschera, hai le labbra storte e il tuo naso è troppo piccolo. Le sopracciglia sono diverse e se metti un rossetto rosso, come c’è l’ho io, dovresti  truccare meno gli occhi. Hai la pancia e il sedere è invisibile dovresti fare un po’ di palestra… ah un ultima cosa sei strabica- le sorrisi dallo specchio e uscii ma prima la vidi tremare di rabbia. Mi raggiunse fuori mentre stavo per entrare in sala, mi fermò per un braccio.

-Tutto bene?- la voce che arrivò dalle mie spalle mi fece sorridere mentre la ragazzina mi mollo alla velocità della luce e guardò Inuyasha.

-Si tutto bene sono delle ragazze che ho conosciuto adesso e sono…-

-Marika e Lucy- disse la bassina incantata.

-Appunto e ragazze lui è Inuyasha, il mio ragazzo- vidi Lucy diventare rossa dalla vergogna mentre stringeva la mano a Inuyasha e mi squadrava.

-Volete da bere?- chiese galantemente Inuyasha.

-Solo se offri tu- era disposta a tutto la piccola e faceva anche la ruffiana.

-Certo…Kagome?-

-Si grazie- con mio sommo divertimento e piacere Inuyasha mi abbracciò il fianco con un braccio e ci portò in sala dove ci sedemmo sugli sgabelli mentre il prof ci raggiungeva.

-Signor NoTaisho la signorina Kagome è minorenne e credo anche queste due ragazzine quindi…- disse in giapponese.

-Non si preoccupi professore si fidi di me- sorrise come solo lui sapeva fare e sentii ancora il mio cuore accelerare, sorrisi anche io al professore e poi si allontanò.

-Cosa ha detto?- chiese Marika.

-Che si è accorto che voi siete minorenni e anche Kagome quindi mi ha chiesto di non ordinare niente di alcolico-

-Ma io ho diciotto anni- disse ancora Marika.

-Hai un documento?- Inuyasha sembrava divertirsi a fare il grande.

-No-

-Allora non posso offrirti nulla oltre a un succo di frutta- la bruna guardò Inuyasha e annuì –Due succhi di frutta e due Angelo azzurro- ordinò.

-Come due?- chiese poi Lucy.

-Per me- intervenni io e lei sbarrò gli occhi.

-Ma il signore ha detto che…-

-Se vuoi fare la spia non ti capirà non parla l’inglese come noi quindi…- lasciai in sospeso la frase e loro mi guardarono di traverso, gelose marce.

–Siete in viaggio con la scuola?- chiese Inuyasha cambiando discorso.

-No, siamo qui con i suoi genitori- e indicò la compagna  -Lei ha diciotto anni e quindi ci hanno lasciato andare da sole con dei nostri amici-

-Capito- disse prendendo il suo Angelo azzurro e porgendo l’altro a me, lo sorseggiai  e come al solito sorrisi mi piaceva quel cocktail.

-Voi siete qui per…?-

-In viaggio scolastico, ma la settimana prossima partiremo- spiegai e loro non parvero gradire il fatto che stessi parlando io al posto di Inuyasha. –Miroku?- chiesi poi a lui.

-Credo che stia con Sango e gli altri fuori a fumare-mi disse finendo il suo drink e io lo seguii –Vuoi andare?-

-Si… tu ne hai una?- lui annuì –Perfetto facciamo a metà-

-Venite con noi?- mi diede un po’ fastidio quando lo chiese alle due ragazzine che annuirono contente –Ok andiamo- mi prese per mano e uscimmo, le due sorridevano perché non gli avevo ancora dato una prova concreta che io e Inuyasha stessimo insieme. Quando uscimmo presentai le due ragazze agli altri. –Tieni- Inuyasha mi passo la sigaretta che aveva acceso, me l’aveva data perché aveva capito che quelle due erano tutt’altro che amiche e che mi avevano fatto arrabbiare. Rabbrividii quando un leggero venticello mi sfiorò la pelle nuda delle braccia così Inuyasha mi fece girare verso di lui e mi abbracciò e infilando le mani nelle tasche posteriori del mio pantalone blu, io invece gli abbracciai il collo con il braccio libero mentre con l’altro continuavo a fumare lentamente la sigaretta. –Tu la fai consumare al vento- mi disse e io gli sorrisi.

-Io la fumo così-

-Ma la sprechi!- mi disse e io lo guardai provocante.

-Preferisci la sigaretta a me?-

-Mai…- e il momento arrivò, mi baciò con passione e io ricambiai poi gli morsi il labbro inferiore –E questo cos’era?-

-Perché hai ballato con Lucy e gli hai fatto credere di essere interessato a lei… per questo adesso ci stanno incollate e poi diciamo che mi volevano minacciare e mi ha detto che lei era più bella di me, così l’ho portata in bagno e gli ho fatto notare alcune cose. Credo che se tu non fossi arrivato avrebbe provato a dirmi qualche mio difetto, che naturalmente ho ma che non si vede- feci un altro tiro e poi gliela passai.

-Capisco perché tutti quegli sguardi che ti lanciavano- così stacco l’abbraccio e ci unimmo di nuovo al gruppo e tornò ad abbracciarmi ancora. –Sei malefica- mi sussurrò a un orecchio.

-E tu troppo bello- mi scoccò un bacio sul collo.

 –Certo che sei troppo scollata- si lamentò.

-Ma a me piace- sorrisi –Miroku sei geloso di Sango quando è vestita così?- gli chiesi.

-Non mi stacco un momento da lei quando è vestita così- mi rispose.

-Perché sono più attraente o perché sei geloso-

-Perché sei più attraente e quindi attiri più ragazzi- lei gli scoccò un occhiata e tutti ridemmo –E quindi sono più geloso- si affretto a dire e Sango gli diede un bacio.

-Tu Koaku?- chiesi ancora io.

-Io sono sempre geloso come Koga di Kagura- il ragazzo preso in questione tossi e arrossi facendoci ridere.

-Ma davvero?- chiese Kagura abbracciandolo.

-In un certo senso- sorrise –E tu Inuyasha?-

-Io lo sono sempre anche quando abbraccia Sango- ridemmo –Sono geloso anche della mia immagine riflessa nello specchio- scherzò.

-Che esagerato!- gli dissi staccandomi da lui… ecco la prova per le due bambine che mi bruciarono.

-Dove vai?- mi chiese e io risi, l’alcolico era un po’ troppo forte e mi era andato già alla testa. Lui mi blocco e mi baciò ancora, poi si stacco. –Noi ritorniamo dentro ci vediamo dopo- risi e feci ciao con la mano alle due ragazzine che rimasero deluse.

Ci ritirammo presto in albergo perché appunto il giorno dopo avremmo avuto lezione. Questa volta i ragazzi ci vennero a svegliare molto presto e alle nove eravamo pronti, salii solo per rilavarmi i denti. La professoressa rimase di stucco quando vide che io e Sango avevamo fatto tutti i compiti da lei assegnati e per premio ci lasciò uscire un’ora prima.

-Dove andiamo- chiesi quando uscimmo.

-Voi dove volete andare?- ci chiese Inuyasha guardando me e Sango.

-A fare shopping!- dicemmo insieme.

-Avete i soldi?-

-Non pagate voi?- loro si impietrirono –Scherzavo! Certo che ce li abbiamo- disse Sango.

-Allora che shopping sia… volete una firma precisa?-

-No, non c’è un centro commerciale?-

-Certo- sorrise lui quando lo presi sotto braccio.

-E allora andiamo- Sango mi imitò e prendemmo un taxi mentre Koga ritornava in albergo.

 Quando arrivammo io e Sango ci prendemmo per mano e entrammo puntando subito a un negozio di vestiti i ragazzi ci seguirono già disperati ma si dovettero ricredere. Provammo tanti vestiti io e Sango e loro si divertirono a dare un giudizio. Comprammo un po’ di cose e quando uscimmo ci fiondammo in un negozio di scarpe. Io adoravo e adoro le scarpe.

-Kagome non credi che queste siano troppo alte per me?- mi chiese Sango e io gli feci segno di provarle.

-No, vanno bene- le dissi e Miroku convenne con me.

Io provai un paio di decolté oro per un vestito nero che avevo a casa, quando trovai il mio numero Inuyasha mi fece segno di fare un prova camminando verso di lui. Sfilai come le top model e Sango mi guardò. Feci un giro su me stessa poi mi fermai davanti a Inuyasha feci un altro giro e me ne andai.

-Allora?-

-Mi fai un autografo?- risi e mi tolsi le scarpe, ma poi vidi un altro paio bianco e oro provai anche quello.

-Quali prendo?- chiesi a Sango ma lei non mi seppe aiutare.

-A cosa ti serve una scarpa tutta dorata mi pare che ne hai già un paio-

-Si Inuyasha, ma sono diverse queste hanno i brillantini e poi sono adatti al vestito nero che ho a casa-

-Allora ti conviene queste tutte dorate che puoi metterle anche sotto a un vestito bianco-

-Però quelle sono più belle- dissi mostrando l’altro paio.

-Allora prendi quelle-

-Si, ma quelle posso metterle sotto a qualcosa di bianco-

-Allora prendi tutte due!- mi disse esasperato e io mi concentrai su quale scegliere.

-Inuyasha?- tutti ci girammo verso la voce che chiamò Inuyasha, era una ragazza bionda con un ragazzo altrettanto biondo –Sapevo che eri tu non sei cambiato per niente e Matteo che diceva che non eri tu- non avevo capito niente di quello che aveva detto se non “eri tu” e “Matteo”.

-Ilaria e Matteo cavolo da qua quanto tempo che non ci vediamo!- vidi Inuyasha abbracciare la ragazza e poi stringere la mano al ragazzo.

-Non ti sei fatto più sentire!- il ragazzo era davvero carino, ma se si fosse potuto paragonare a un abito Inuyasha era un completo elegante e sportivo e quel Matteo un accessorio essenziale, ma pur sempre accessorio.

-Avete ragione! Come ve la passate? E gli altri?-

-Sono tutti in giro per il centro commerciale ci siamo organizzati per stare insieme- spiegò Ilaria con un sorriso –E loro chi sono?- la ragazza mi aveva notato che la guardavo e aveva capito che conoscevo Inuyasha.

-Lui è Miroku il mio migliore amico la ragazza accanto è la sua fidanzata Sango- tradusse anche in giapponese per farci capire –E lei è la mia ragazza- mi fece segno di avvicinarmi e loro mi guardarono con occhi spalancati soprattutto Matteo che solo allora mi notò.

-Wow- esclamò Ilaria –Complimenti-

-Grazie- risposi semplicemente capendo quello che aveva detto e sorrisi.

-Fratello tu si che sai scegliere… fa la modella?- chiese Matteo beccandosi una gomitata dalla ragazza.

-Incomincerà presto- quando me lo ripeté in una lingua comprensibile gli diedi anche io una gomitata.

-Non è ancora…- non mi veniva la parola poi domandai a Inuyasha che me la disse -…sicuro- ripetei.

-Se non prendono te sono matti- con grande felicità capii quello che aveva detto.

-Lo…Spero?- loro sorrisero annuendo e Inuyasha mi abbraccio.

-Te la cavi bene- mi disse Ilaria.

-Italiano… difficile-

-Ti comprendo- ma io no, infatti mi dovette tradurre Inuyasha.

-Siamo qui proprio per studiare l’Italiano io sono venuto per nostalgia- spiegò Inuyasha.

-E Jenis e Sesshomaru?-

-Sono in Giappone credo che verranno in estate qui- loro annuirono.

-Visto che non ci vediamo da tempo vi va di unirvi a noi per mangiare qualcosa?- Inuyasha ce lo spiegò e io e Sango esultammo subito.

-Va bene!- sorrise Inuyasha abbracciando l’amica.

-Inuyasha io vado a pagare e torno-

-Vengo con te- io feci no con la testa e presi le due scatole e fui accompagnata da Sango –Come fai a pagare poi- me ne ero scordata così feci un sorriso imbarazzato e lui scosse la testa –Da qua- prese le scatole e ci accompagnò mentre Miroku restava con i due ragazzi. Pagato uscimmo e Inuyasha ci spiegò che avevamo appuntamento con gli altri a un ristorantino che stava lì. Inoltre ci spiegò che erano i suoi amici di infanzia lui la prima media l’aveva fatta qui in Italia e già all’epoca aveva un gruppo.

Ero molto imbarazzata così sfiorai delicatamente la mano di Inuyasha e lui me la strinse sorridendomi. Una decina di ragazzi erano seduti su una fontana al pian terreno dell’edificio dove c’erano i ristoranti.

-Ragazzi abbiamo una sorpresa per voi!- urlò Ilaria in quello che capii essere romano –Indovinate questo giovanotto chi è?- e indicò Inuyasha. Loro lo guardarono poi uno che aveva una cannuccia in bocca urlò il suo nome e tutte le ragazze del gruppo corsero ad abbracciarlo costringendomi a lasciargli la mano e a farmi da parte. Era bello vederlo sorridere di gioia mentre stringeva le ragazze una ad una, però la gelosia era lì dentro di me e ogni volta usciva sempre più fuori e mi sentii stranamente esclusa. Poi vidi Inuyasha salutare tutti i ragazzi c’era chi gli stringeva la mano, chi faceva con lui mosse strane come un saluto segreto e chi lo abbracciava.

-Sei tornato nella tua patria spero per restarci- disse uno ma Inuyasha scosse la testa e iniziò a spiegare, a me mancò un battito quando compresi la domanda.

-Kagome hai visto quanti amici ha qui in Italia Inuyasha?- mi chiese Sango e iniziai a parlare con lei poi vidi che due ragazzi, amici di Inuyasha, mi guardavano e io mi fermai poi loro dissero qualcosa agli altri e si girarono e anche Inuyasha che sorrise e ci fece segno di avvicinarci.

-Loro sono Sango, la ragazza di Miroku che è il mio migliore amico, e lei- mi strinse la mano –È la mia ragazza si chiama Kagome-

-Piacere- dissi facendo un piccolo inchino come era solito in Giappone.

-Scherzi Inuyasha- ma lui scosse la testa e sorrisi. Ero contenta di aver fatto furore anche tra i suoi amici.

-Inuyasha dice che fra poco farà la modella!- si intromise Ilaria sorridendomi e guardando poi gli amici.

-Lo credo… Cavolo Inuyasha è davvero bona!- vidi Inuyasha incenerirlo con lo sguardo e il ragazzo farsi piccolo e tutti risero.

-Che ha detto?- chiesi a Inuyasha.

-Che sei bella-

-E allora? Perché l’hai fulminato infondo ci sono molti che lo dicono non puoi evitarlo- scherzai.

-Non vantarti altrimenti ti spezzo le gambette… e comunque è il modo in cui l’ha detto- feci spallucce e allungai la mano a una ragazza per socializzare.

-Ciao… sono Kagome- la prima sorrise e mi strinse la mano e così anche le altre tranne una che fu ostile poi salutarono anche Sango.

-Parlate l’italiano?-

-Solo… - guardai Inuyasha per un aiuto.

-No, solo poche frasi e poche parole ma sono brave in inglese- spiegò Inuyasha.

-Bene allora ci alleneremo con l’inglese per l’esame- una ragazza lo disse poi in inglese e io sospirai di sollievo. Mangiammo tutti insieme divertendoci molto quando non ci capivamo. E spesso Miroku scoppiava a ridere con Inuyasha quando io e Sango provavamo a spiegarci con i  gesti.

-Potresti darci una mano però- protestai contro Inuyasha che mi fece l’occhiolino sorridendo e ciò significava “NO”, gli feci la linguaccia e tornai a gesticolare. Parlando parlando arrivammo al discorso del regalo del mio compleanno e quello di Sango per il suo.

-Viaggio e una macchina- spiegò Sango.

-E tu Kagome?- mi chiese uno dei ragazzi girando la visiera del cappello indietro.

-Una macchinina- dissi chiamando come al solito quella che non poteva definirsi una macchinina.

-E quale sarebbe?- Inuyasha, Sango e Miroku trattennero a stento le risate vedendo già le facce dei presenti.

-Una Ferrari ultimo modello ancora non in vendita, uscirà fra due mesi qui e io già ce l’ho a casa- per poco chi beveva non si strozzava e chi era seduto non cadeva.

-Non ci credo!- disse uno calmo e Inuyasha gli mostrò la foto sul mio telefonino. –Cazzo!- disse e Inuyasha rise –Chiamala macchinina questa- e passò il telefonino agli altri.

-Inuyasha sei in qualche squadra sportiva a scuola?-

-Si faccio basket a scuola,corsa e palestra giusto per mantenermi in forma poi mi dedico alla moto completamente- spiegò e io lo guardai.

-Io e te dobbiamo parlare un po’- gli dissi e lui annuì distrattamente… non mi dedicava attenzione ma immaginavo che era troppo concentrato a chiacchierare con i suoi vecchi amici, ma non potevo saperlo, oltre a loro io non avevo nessuno. Quella realtà mi fece male e ingoiai a forza un groppo che scese a stento e disegnai un sorriso sulle labbra. Continuai a divertirmi anche se ero distratta e quando fu tempo di andare vidi Inuyasha cambiare espressione, divenne triste anche se sorrideva. Abbracciò ancora i suoi compagni e si scambiarono promesse, salutai anche io stringendo la mano e ridendo quando fecero delle battute demenziali.

In Taxi io e Inuyasha eravamo molto taciturni mentre Sango parlava a macchinetta con Miroku che non scherzava neanche lui.

-Tutto bene?- mi chiese Inuyasha abbracciandomi e io annuii appoggiando la testa sulla sua spalla.

-Sono un po’ stanca-

-Divertita?- mi chiese.

-Sono molto simpatici devono mancarti molto-

-Non sai quanto- sorrise amaramente e io sentii ancora il groppo che non voleva scendere –Tutti e dieci siamo stati nella stessa classe dalle elementari- spiegò. –Anche a te mancano i tuoi amici immagino-

-Beato te- incrociai le dita con le sue e chiusi gli occhi senza rispondere alla sua domanda. –Non sapevo che facevi basket… ogni giorno scopro sempre di più che non ti conosco affatto e io che mi vantavo di conoscerti-

-Sono cose futili-

-Che una persona deve sapere soprattutto se questa è la ragazza- dissi e mi staccai da lui guardando la strada. Lui non disse nulla ma sentivo il suo sguardo su di me.

 

Il professore quando ci vide iniziò a parlare con me e Sango sulle compere e su dove avremmo messo tutta quella roba compresi i souvenir…

-In qualche modo le infileremo nella valigia- dicendo questo ci congedammo.

 

-Kagomeeee!- mi chiamò Sango lamentandosi e io la guardai stesa sul letto.

-Cosa vuoi Sango?- mi mantenni la testa che mi scoppiava e mi sdraiai anche io accanto a lei.

-Non mi sento bene, mi fa male la testa- la guardai.

-Anche a me- risposi –Secondo me è stata l’aria condizionata dei negozi-

-Lo credo anche io- disse –hai aspirine?-

-Le ho finite per quei stupidi che si fumarono le canne e per te e gli altri che vi scolaste le birre come fosse acqua- le ricordai punzecchiandole un braccio con un dito.

-Smettila mi dai fastidio… Adesso che facciamo?-

-Chiama Miroku e chiedi se in reception ne hanno- lei agguantò il telefono e per convincere Miroku fece la voce tremolante da bambina con la febbre, non mi interessava se era ridicola l’importante e che funzionasse.

Dieci minuti dopo bussò alla porta e costrinsi Sango ad alzarsi, ma dopo aver aperto  corse in bagno e immaginai andò a vomitare. Miroku rimase sulla porta sconvolto e poi guardò me.

-Si può sapere che è successo che state male entrambe?- feci segno di avvicinarsi.

-Crediamo sia stata l’aria condizionata… - sussurrai e lui scosse la testa.

-Quella non vi fa vomitare… avete mangiato qualcosa che vi ha disturbato, non è che avete mangiato qualcosa a cui siete allergiche?-

-No, altrimenti avremmo avuto uno shoc-anafilattico- poi mi venne una cosa in mente –in quelle palline di riso non c’era mica il formaggio?- esclamai ritrovando la voce.

-Le hai mangiate?- mi chiese sconvolto.

-Abbiamo fatto metà io e Sango ma abbiamo mangiato solo un piccolo pezzo!- lui scattò in piedi e busso alla porta e uscì una Sango completamente bianca.

-Sango sei allergica ai latticini?- lei annui e si sdraiò di nuovo accanto a me, fortunatamente avevamo unito i letti.

-Cavolo ragazze ma siete impazzite!- urlò lui chiamando qualcuno a telefono.

-Ma noi che ne sapevamo! Nessuno ci ha detto niente e poi non ne abbiamo mangiato molto… solo un morso-

-Sei fortunata Kagome- stavo per rispondere poi sbarrai gli occhi e guardai Miroku.

-Che c’è?- mi chiese spaventato –Oh no!- mi afferrò la vita con un braccio mentre con l’altro reggeva ancora il telefonino e mi aiutò ad andare in bagno. –Inuyasha finalmente ma che stavi facendo! Sisi a dopo le spiegazioni! Vai in reception e chiedi se hanno una pillola a base di cortisone le ragazze hanno mangiato una cosa a cui sono allergiche! Si muoviti… non dire niente al prof dici solo che hai dimenticato le tue a casa!-

-Miroku…- si lamentò Sango.

-Muoviti, da solo non ce la faccio… ok mandami Koga e Koaku-

Arrivarono anche loro poco dopo e Koaku si fiondò accanto alla sorella dicendogliene tante per la sua stupidaggine. Io mi contorcevo per i mal di pancia e i mal di testa e improvvisamente uscirono le lacrime da sole come accadde anche a Sango.

-Oddio sto male- dissi a Koga e lui cercò di tranquillizzarmi, ma non c’erano parole per quello.-Quanto ci mette Inuyasha- lo chiamai perché lui apparve alla porta.

-Non ne hanno- disse con il fiatone –Ho chiamato mia madre me le porterà tra poco-

-Dio fa che si muova- disse Sango ormai sul punto di scoppiare e dovettero riaccompagnarla in bagno.

-Come è possibile che solo per un po’ di formaggio state così male-

-Quando mangi la cioccolata a te che succede- chiesi a Koga, si riempiva di bolle che prudevano. –Ecco- dissi alla sua faccia, poi sentii la mano di Inuyasha in fronte.

-Perché non le portiamo in ospedale hanno la febbre-

-No, l’ospedale no! Basta qualcosa per calmare!- dissi e gli strinsi isterica la maglia.

-Va bene, ma stai calma- proprio in quel momento suonò il telefono di Inuyasha che avevo in borsa e lui disse che era sua madre e che era arrivata. L’andò a prendere e l’accompagnò di nascosto in camera nostra.

 

-Povere ragazze- disse quando ci vide –L’importante e che non ne avete mangiato grandi quantità- noi annuimmo e lei ci porse le pillole sciolte in acqua. Anche se facevano schifo le ingurgitammo avide di star bene. –Adesso devono riposare staranno bene per domani ma e meglio se fanno una visita. Domani pomeriggio portale a casa e le farò visitare- spiegò al figlio. –Siete comunque imprudenti…- lui annuì dispiaciuto e riaccompagnò la madre giù.

-Come stai adesso?- mi chiese quando ritornò.

-Male, ma meglio- lui sorrise e mi poggiò una pezza fresca sulla fronte e Miroku fece lo stesso con Sango.

-Domani voglio che mi dici tutto di te-

-Vale lo stesso- lo guardai poi crollai addormentata.-Acqua- dissi a occhi chiusi quando mi svegliai e bevvi avida quando Inuyasha mi porse il bicchiere di acqua. –Mi brucia la gola- dissi guardandolo e lui mi accarezzò la guancia dolcemente. –Che ore sono?- vidi Miroku che parlava con Sango raggomitolata sotto le coperte, ci eravamo svegliate nello stesso momento.

-Le due- avevo dormito tantissimo ma avevo ancora sonno.

-Sango…- la chiamai e lei si girò verso di me –Sei una stupida… dirmi che c’era il formaggio no eh?-

-Ma come facevo a saperlo?- protesto cercando di colpirmi a un braccio ma non riuscì neanche a sfiorarmi.

-State buone e tornate a dormire domani starete meglio- disse Miroku severo e noi obbedimmo, ma prima di dormire cercai la mano di Inuyasha che intrecciò con la mia.

-Dormi, resto io qui- annuii e mi addormentai di nuovo.

 

 

 

 

Chiedo scusa per il tremendo ritardo. Mi dispiace molto, ma non ho avuto proprio il tempo do farlo. Mi dispiace.

Come sempre sono felicissima dei tanti lettori mi commuovo sempre è una cosa a cui non mi abituerò mai Xd

Mi dispiace di non poter ringraziare decentemente chi recensisce oggi, mi rifarò nel prossimo capito che prometto di pubblicare lunedì prossimo o forse lo anticiperò a domenica… devo vedere come si mette la giornata. :D Ringrazio tutti dunque i lettori, chi recensisce sempre e comunque, chi mi ha messo tra i preferiti sia come storia che come autore *^* gazieeee…

Un grosso bacio a tutti!

E a :

-Lucia Lair

-Alys93

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Capitolo 6
*** Capitolo VI ***


Kagome 5

Diario di un sogno impossibile

Capitolo VI

 

 

 

Quando mi svegliò Inuyasha mi sentivo molto meglio ma sapevo che c’era una conseguenza così mi nascosi sotto il lenzuolo.

-Cos’hai? –mi chiese scostando la coperta.

-Non dirmi che non ho niente in faccia perché non ti credo-gli dissi coprendomi la faccia con le braccia e lo sentii sghignazzare –sono orrenda- piagnucolai e lui cercò di togliermi le braccia dal volto e ci riuscì.

-Sei bella sempre- mi disse e io lo scostai in malo modo, dovevo vedere il guaio che avevo in faccia e quando lo vidi urlai così forte da svegliare Miroku e Sango.

-Io non esco cosi- mi veniva da piangere dalla rabbia… fatemi quello che volete ma non sfiguratemi il volto. Avevo un occhio gonfio ed ero orribile.

-Kagome?- Miroku mi chiamò ma io non aprii la porta.

-Andate via- urlai –non esco così!-

-Sai che entro domani si leva- lui sapeva sempre tutto.

-No! Sono brutta e ridicola- mi asciugai con stizza l’occhio sano.

-Kagome sono Sango aprimi non lasciarmi qui fori in queste condizioni!- piagnucolò anche lei e io aprii nascondendomi, ma non era messa peggio di me. Delle bolle ricoprivano i suoi zigomi ma potevano essere coperti dal trucco alla perfezione.

-Fammi vedere- lei alzò il voltò alla luce e io le passai delicatamente la mano sopra –Ho un crema in borsa dopo averla spalmata possiamo ricoprirle con il trucco, tranquilla- la rassicurai e lei mi sorrise grata.

-Guarda il tuo bell’occhio- mi disse e mi sentii di nuovo il groppo, di rabbia, in gola.

-Io non esco così- le dissi e lei scosse la testa.

-Gli metteremo una benda-

-Però io non esco per comprarle- lei mi sorrise e mi abbraccio.

-Vado io- si offrì e le sorrisi grata –Allora mi aiuti tu?- annuii e le dissi dove doveva prendere la crema. Aspettai che si lavasse e vestisse poi iniziai a truccarla alla perfezione. Le bolle non si vedevano e lei parve molto contenta. –Grazie-

-Di nulla. Porta con te Inuyasha non voglio farmi vedere di nuovo così-lei annuì e uscii.

-Non si vede nulla- le disse Miroku.

-Tutto grazie a Kagome- disse –Inuyasha mi accompagni a prendere in farmacia delle bende per Kagome?-

-Sì, andiamo- poi si avvicinò alla porta del bagno –Sei bella comunque- e sghignazzò.

-Guarda che non sei divertente!- gli urlai –Vedo che sei molto bravo a consolare! Sai che sto male perché ci tengo e tu non fai altro che peggiorare la situazione-

-Kagome io mica scherzo!- alzò la voce –ci vediamo dopo- e quando chiuse la porta uscii.

-Miroku- piagnucolai e lui mi alzò la testa per osservarmi alla luce.

-Ce l’hai la crema no?- annuii e l’andai a prenderla in bagno, era la stessa che avevo utilizzato per Sango.-Vieni che te la metto- mi fece sedere e iniziò a spalmarla –Sai c’è rimasto male Inuyasha-

-Uno che dice la verità dopo non sghignazza-

-Devi ammettere che così sei buffa- le labbra mi tremarono e lui si scusò.

-Siete degli insensibili… io ci tengo al mio volto e voi mi fate sentire brutta-

-Non potrai mai essere una brutta stupida, sei bella anche così e poi sei troppo attaccata alla bellezza, sei una maniaca- mi disse –Non aprire l’occhio- annuii. –Cosa volevi mettere oggi?-

-Faccio io tu hai già fatto tanto- mi alzai e iniziai a cercare i miei vestiti –grazie-

-Di nulla-

Mezzora dopo Sango e Inuyasha ritornarono e li feci entrare.

-Da Miroku ti fai vedere e da me no… sai questo mi rende molto felice- si era arrabbiato.

-Non vi ho dato i soldi per le bende chi ha pagato?- cambiai discorso.

-I soldi non sono un problema Kagome… il problema siamo io,tu e Miroku!- esclamò lanciandomi le bende.

-Sango aiutami- lei mi aiutò ad applicare la benda e dopo mi andai a truccare. Non volevo affrontare il discorso.

-La smetti di scappare?- mi chiese fermandomi –Fai sempre questo… scappi-

-Evito non scappo-

-Evitare cosa? Il discorso? Allora se non lo sai nel mio paese si chiama scappare!- iniziava ad alzare la voce e io feci lo stesso.

-Volevo evitare di litigare ma mi sbagliavo!- gli urlai mentre mi mettevo le scarpe.

-Allora possiamo affrontare il discorso, ora!- mi disse abbassando la voce –Io non voglio privarti di Miroku, so che per te è importante ma ci sono anche io adesso…-

-Tu hai fatto dell’ironia su un problema che mi fa star male, credo sia normale che mi faccia aiutare da Miroku-

-Scusa se ti ho offesa non volevo… non volevo scherzare!- disse avvicinandosi ma io indietreggiai affrontandolo con lo sguardo –E che per ogni cosa vai da lui, per cambiare il piercing vai da lui, per calmarti ci vuole lui, lui conosce tutto di te e io che ci sto a fare? Solo per essere il ragazzo e per far ingelosire delle bimbette… sappi che non sei diversa da loro!-

-Già le ho sentite queste parole… non sei diverso da tuo fratello- dissi e presi la borsa.

-Tu non sai niente di me e di mio fratello, come osi!- mi fermai e poi lo guardai.

-Esatto io non so niente di te e sono già due settimane che stiamo insieme… troppo per non conoscerti ancora alla perfezione-

-Ma che stai dicendo?- mi chiese non capendo il mio discorso e scossi la testa.

-Lascia perdere-

-Si rimaniamo sempre in sospeso le cose tra di noi… sei lunatica- lo sapevo non c’era bisogno che me lo dicesse lui.

-Adesso so cosa pensi di me e mi è chiaro tutto- mi avvicinai a lui –Tieni questi sono i soldi delle bende… non voglio avere debiti con gli estranei- e uscii dalla mia camera rimanendo Inuyasha bloccato sul posto. Sango e Miroku non avevano parlato per tutto il tempo e io fui raggiunta da lei che cercò di farmi ragionare, ma era tempo sprecato.

Quando prendemmo il taxi io mi sedetti avanti, non mi unii ai discorsi dei ragazzi e non parlai. In classe rispondevo solo alle domande che la strega mi poneva e allo spacco rimasi da sola in classe. Avevo, diciamo, per un senso mollato Inuyasha, gli avevo dato dello sconosciuto e se  lui mi odiava era normale. Era strano per me, era come se non era destino che io stessi con un ragazzo, che quello che avevo provato per lui non era altro che un motivo per fare tutto tranne che stare insieme per davvero. Erano i miei sentimenti di paura che frenavano la mia vera voglia di stare con lui, sapevo che era la mia paura di dirgli addio. Forse avevamo solo un mese ancora per noi e questo mi spaventava ancora di più. L’avevo offeso e non aveva tutti i torti, avevo esagerato con Miroku non ponendo molta fiducia in Inuyasha, me ne resi conto solo allora. Capii che se non avessi iniziato io a dargli realmente fiducia, se avessi continuata a correre da Miroku per qualsiasi cosa l’avrei perso prima del tempo, e io non volevo perderlo. Mi sentii una deficiente, una stupida che aveva pensato solo a se stessa non capendo cosa lui volesse da me, ma in realtà voleva le stesse cose mie. Conoscermi. Sentii lo stomaco fare un salto ed ebbi paura. Lo amavo davvero, in meno di quattro giorni mi ero innamorata di un ragazzo che mi stava sconvolgendo la vita. Impossibile. Non potevo negarlo e mi sentii sola quando compresi appieno di averlo mollato e essermi comportata come Kikyo. Così mi alzai e corsi fuori alla ricerca di Inuyasha. Ancora una volta misi da parte il mio orgoglio.

-Cerchi Inuyasha- Sango era alle mie spalle e mi sorrideva annuii e lei mi indico i tre ragazzi appoggiati a una macchina. Mi fiondai giù dalle scale col rischio di cadere e corsi verso di loro, quando mi fermai di fronte a Inuyasha lui mi guardava da dietro i suoi occhiali da sole senza dire niente.

-Inuyasha…- solo pronunciare il suo nome mi fece tremare la voce, non seppi più come continuare. Mi avvicinai e l’abbracciai forte –Ti prego perdonami- non so perché lo feci ma lo dissi in italiano e lo strinsi di più quando lui non mi abbraccio. –Ti prego- singhiozzai ma sentii che l’avevo perso.

-Non dirmi mai più quelle cose- il mio cuore scoppiò di gioia quando mi disse quelle parole stringendomi a lui tanto forte da farmi mancare il respiro.

-Perdonami, ti prego perdonami io senza te non vivo- lui mi baciò la testa –Ti amo-

-Mi hai ucciso questa mattina lo sai?- a quelle parole il groppo in gola si fece più grande e sentii gli occhi pizzicare, lui parve pentirsi di averlo detto.

-Non sono diversa da Kikyo lo so ma io ti amo davvero-  lui mi stacco da sé guardandomi.

-Tu non sei minimamente uguale a Kikyo tu sei diversa da lei!- esclamò quasi arrabbiato –Ti amo e non voglio più vederti piangere, risolveremo questo problema più tardi ma adesso basta- mi baciò e io capii che non sarei davvero sopravvissuta senza di lui. Approfondì il bacio –Abbiamo dato spettacolo- sorrisi e lui mi asciugò l’occhio –Ti sei rovinata la benda-

-Mi stavo per rovinare la vita- lui mi baciò ancora.

-Andiamo che voglio sistemarti la benda- mi prese per mano.

Nell’aula Inuyasha mi rimise un po’ di crema e mi rassicurò che l’occhio non era più gonfio come quella mattina e mi rimise la benda. Avevamo ancora molto tempo di pausa così mi fece domande su tutto.

-Non sei allergico a niente?- gli chiesi.

-Si al polline- annuii immaginandolo con il naso rosso e gli occhi lacrimanti, mi baciò cogliendomi di sorpresa.

-Sei imprevedibile, mi sorprendi ogni giorno di più- mi disse dolcemente a un centimetro dalle mie labbra. –Credevo fosse finita veramente e quando ti ho vista arrivare avrei voluto farti mia davanti a tutti- arrossii alle sue parole –Credevo che non ti avrei mai più perdonato ma eravamo in difetto entrambi- mi sfiorò le labbra con le sue –Io vorrei solo che capissi che fin quando ci sarò io voglio essere al centro dei tuoi pensieri- mi baciò ancora e io a ogni bacio lo facevo sempre più mio, entrava sempre più dentro di me. –Vorrei che comprendessi che tu sei sempre nei miei pensieri e che se mi arrabbio con te e perché ho paura di perderti prima del previsto. Mi sento ridicolo a dire queste cose, sono smielato ma sono cose che sento davvero… quindi perdonami per la mia smielatezza- risi all’inesistenza della parola che aveva utilizzata e risi perché ero felice.

-Già sei troppo smielato adesso, ma va bene così- lo baciai io ma lui si stacco.

-Tu invece sei sempre così ferma!- scherzo ma mi colpì lo stesso.

-È tutto così surreale, credo di essere morta sei un angelo per me. Ogni volta che ti guardo mi sento sciogliere l’anima e vorrei poter farti capire quanto ti amo e questo mi spaventa. Si mi spaventa perché è strano provare un sentimento così grande per una persona che non conoscevo e poi dopo la promessa fatta… è tutto così strano. Mi sento nuova, migliore e felice- lui mi guardò poi alzò un sopracciglio.

-Ti preferisco come prima- risi e l’abbracciai –Si decisamente, sei troppo dolce se fai così, è strano… mi piace più la Kagome che fa i fatti-

-Finalmente uno di voi mi accetta così- lo baciai e questa volta con tutta la passione che avevo.

-Signori contegno per favore!- urlò la strega entrando, mi spaventò e mi staccai alla velocità della luce da Inuyasha che guardò scocciato la professoressa.

-Ci scusi- provai a scusarmi.

-Capisco le vostre esigenze ormonali, ma se non potete proprio farne a meno uscite fuori-

-Si, signora- rispose Inuyasha staccando la mano dalla fronte a mo’ di saluto militare.

Dopo un po’ arrivarono anche gli altri e ci dedicammo appieno alla lezione e al compito che la prof ci aveva dato a sorpresa. Me la cavai davvero bene e ne fui soddisfatta, fui la prima ad uscire e subito dopo Inuyasha.

-Come mai tutto questo tempo?- gli chiesi vantandomi un po’.

-Avevo già finito da molto solo che non mi andava di consegnare- gli feci la linguaccia invidiosa. –Dai che sei brava infondo te la cavi…- annuii perché sapevo che era vero, ero troppo brava. –SI però non ti vantare-

-Oh si che mi vanto- proprio in quel momento passò nel corridoio Salvatore era da tempo che non lo vedevo. Appena Inuyasha lo riconobbe mi tirò a se e mi baciò per fargli capire che era inutile che mi guardava.

-Se ne è andato-

-Mi hai baciato con gli occhi aperti,di nuovo?- lo accusai.

-Si- mi spiazzò non immaginavo una risposta sincera.

-Mi da fastidio già te l’ho detto- gli dissi e lui mi guardò con un sorrisetto furbo.

-Anche tu mi hai baciato con gli occhi aperti- io girai la faccia offesa e lui mi iniziò a fare il solletico.

In albergo ci separammo e io e Sango ci dedicammo a un pomeriggio di cure di bellezza. Il mio occhio si era sgonfiato del tutto ma era un po’ livido come se il segno di un pugno stesse per svanire, mentre Sango era tornata normale. Ci facemmo una maschera di bellezza e ci mettemmo a giocare e a cantare a squarciagola. Sango era molto brava a cantare e mi disse che il padre voleva che finisse i corsi al conservatorio e poi avrebbe lanciato sia lei che suo fratello.

-Allora dobbiamo festeggiare stasera- lei mi sorrise e continuammo con la nostra giornata. –Sango sei già stata fidanzata?-

-Si ma non è mai durata molto- mi disse mentre si metteva lo smalto. –Massimo tre settimane-disse, scoppiammo a ridere.

-A scuola davvero non ti ho vista mai- lei annuì.

-Si non esco molto dalla classe all’intervallo io e Koaku ci esercitiamo per il canto-

-Capisco-

-Tu invece sei così popolare-

-Io sono famosa non popolare- lei rise e io la seguii.

-Mi scusi dell’offesa-

-Scuse accettate- e feci un gesto teatrale. –Mi trovo bene con te-

-Anche io, sei unica e diversa da come ti descrivono- la guardai curiosa –Si dicono che sei fredda, che guardi tutti dall’alto come se fossi la migliore e poi tutte le ragazze ti invidiano-

-Invidieranno anche te quando torneremo- lei mi sorrise.

-Dicono che in albergo è ospite un musicista famoso e che stasera farà un piccolo spettacolo e che dobbiamo essere tutti eleganti però dopo ci sarà una festa a cui non siamo invitati-

-Si l’ho sentito anche io, saremo le più belle- le dissi e lei mi diede il cinque.

-Pensavo di tagliarmi i capelli che dici?-

-No, sono belli così solo che potresti farli anche ricci per cambiare un po’- le consigliai.

-Ma non so come fare- mi disse e io presi una cosa dalla mia valigia, aprii il borsello e le mostrai un ferro.

-Tu lascia fare a zia Kagome- lei scoppiò a ridere e si sedette di spalle –Io ho tutto con me anche se ho i capelli corti l’arriccia capelli è utile lo stesso-

-Mi chiedo che borsa hai, visto che ci fai entrare tutto!-

-Te l’ho detto Sango che sono una specie di Mary Poppins? Io sono zia Kagome ricordalo-

-Ok zia- rise e io iniziai.

Prestai il mio vestito nero della discoteca a Sango con le scarpe comprate il giorno prima. Io invece indossai un vestito verde smeraldo il busto era stretto, la gonna era morbida a pieghe e corta  a metà coscia e una fascia che si legava dietro il collo . Il trucco ricoprì il segno sull’occhio ed ero perfetta con i capelli lisci e scarpe bianco perla. Sango era stupenda con i capelli ricci e il mio vestito le stava a pennello.

-Farai impazzire Miroku- le dissi uscendo dal bagno e lei dopo avermi guardato un po’ sorrise.

-Sei bellissima anche truccata semplice sembri una principessa- l’abbracciai per il complimento e scendemmo in sala da pranzo dove tutti erano vestiti elegantemente compreso il professore che parlava con i suoi colleghi. Dopo averli salutati e ringraziati per i complimenti andammo da Koaku e Rin che parlavano con i compagni di scuola di quest’ultima. Poi notai che al centro della sala c’era un pianoforte nero e dopo aver preso un aperitivo tirai Sango con me.

-Visto che bello?- le chiesi e lei annuì –Chi sa chi c’è stasera?-

-Lo vorrei sapere anche io- sorrise e fece segno di guardare verso le scale mentre Koga, Kagura, Miroku e Inuyasha scendevano e ci cercavano con lo sguardo.

-Che belle che siete- dissero quando ci avvicinammo a loro.

-Grazie- i ragazzi provarono a baciarci ma i professori ci ripresero. –Che scocciatura-

 

Quando ci chiesero di accomodarci ci mettemmo tutti a un tavolo e aspettammo che il capo-albergo presentasse l’ospite. Quando sentii il nome non conoscevo l’artista ma ne avevo sentito parlare molto e avevo sentito la sua musica in uno spot pubblicitario. Invece Sango, Koaku e Inuyasha lo conoscevano bene ed erano rapiti dalla sua musica. Quando finì ci alzammo per applaudirlo e Inuyasha si avvicinò per parlare con lui, era un musicista francese emergente. Inuyasha fu poi raggiunto da Sango e Koaku e ben presto curiosa come ero andai anche io. Era un ragazzo molto bizzarro ma davvero dolce, non faceva altro che ripetere che gli sarebbe piaciuto suonare in Giappone e che l’Italia era bellissima. Mangiò a un tavolo separato ma spesso si alzava e veniva da noi a parlare, non doveva avere più di venti anni e rimasi affascinata dalla sua passione per la musica.

-Io da piccolo avevo una passione per la musica poi per vari motivi che hanno sconvolto la mia vita ho abbandonato. Ma quando conobbi la mia ragazza mi fece tornare la voglia di suonare e grazie a lei se oggi sono qui- ci spiegò e io capii che mi stava insegnando molte cose.

-Mi ricordi qualcuno- disse sorridendo Miroku guardandomi e il giovane musicista mi guardò.

-Anche tu hai lasciato la musica?-

-Anche io suono il piano ma non è la musica che ho lasciato-

-Allora cosa-

-È una cosa banale rispetto alla musica- dissi  un po’ imbarazzata.

-Parli della moda? Eri una modella?-

-Diciamo che stavo per iniziare-

-Non è una cosa banale… Tutto ciò che ci spinge a fare del nostro meglio e che ci rispecchia non è banale, ma importante. Ricorda che se è una passione che sembra banale o meno bisogna coltivarla e se si perde la spinta propulsiva c’è sempre qualcuno che la riporta a galla anche se poi questa non la si rivede più-  guardai di scatto Inuyasha che sorrideva e sorrisi anche io.

-Già avevo deciso di ritornare sul campo della moda ma le tue parole mi hanno fatto riflettere e adesso sono più decisa che mai. Hai ragione, la moda mi rispecchia e darò il massimo per diventare famosa in questo campo- risposi con il mio francese perfetto.

-E allora brindiamo al nostro futuro!- esclamò il pianista alzando un bicchiere di champagne e brindammo insieme. –Quando sparecchieranno non andate via rimanete qua-

Poi a metà serata i camerieri sparecchiarono le tavole e arrivarono nuovi ospiti per sentire il pianista Piere Adoro. Io e gli altri ci comportammo da persone di alta società quali eravamo e tutti non avemmo difficoltà a parlare con persone più grandi di noi. Io mi fermai a parlare con una che riconobbi essere una ex modella che aveva sfilato per gli stilisti più importanti come Valentino, Gucci, Cavalli e mi trovai molto bene a parlare con lei e solo dopo riconobbi che c’erano persone famose mischiate a noi studenti, perché quella sera nella sala c’eravamo solo noi. Mentre parlavo con l’ex modella ne arrivarono altre che si unirono alla conversazione e mi sentivo estremamente a mio agio.

-Ma guarda qua cosa abbiamo- quando mi girai verso la voce rimasi bloccata di fronte a me c’era il mio stilista preferito, Valentino. Per non fare la figura della sciocca sorrisi ma non riuscivo a respirare –Ma che bel vestito ha davvero buon gusto… di chi è mia cara?-

-Del mio stilista preferito signore, Valentino- ridemmo insieme.

-Non ti ho mai vista, sei una modella?-mi chiese e io stavo per morire, era tutto un sogno.

-No, incomincerò a fare dei concorsi dopo l’esame- lui mi guardò sorpreso.

-Quanti anni hai?-

-Diciasette- lui mi guardò e annuì.

-Hai un corpo e un viso stupendo. La tua pelle candida è bellissima e i tuoi occhi sono incantevoli e provocanti… quando sarai pronta vorrei che il tuo agente, sempre che tu l’abbia, chiamasse il mio o lo puoi fare tu stessa- il mio cuore si bloccò e io mi pietrificai –Ecco questo è il mio biglietto da visita ci scrivo anche una cosa dietro così saprai cosa dire- presi il biglietto e lo guardai incantata.

-Io non ci posso credere siamo qui per un viaggio di istruzione e finiamo in una serata tra vip… parlo con una ex modella che io adoravo, poi il mio primo sogno si realizza e vedo lei e poi, come se non bastasse, ho già un lavoro-

-Assicurato cara- mi disse –Come ti chiami?-

-Kagome Higurashi signore- dissi stringendo la mano che lui mi porse.

-Hai un agente?- annuii –Bene allora voglio che domani la chiami e gli dici tutto, per ottobre ti voglio sulla mia passerella- i miei occhi si illuminarono.

-Lo so che chiedo troppo ma potrei abbracciarla?-

-Con piacere- e quella sera io fui la ragazza più fortunata al mondo stavo abbracciando bensì  Valentino. Poi dovette lasciarmi per parlare con altre persone  e io mi congedai cercando Koga, quando lo vidi lo tirai da parte.

-Hai visto quante modelle Kagome?- anche lui era un fanatico della moda come la madre.

-Oddio Koga io sto scoppiando dalla felicità non immagini nemmeno con chi ho parlato- ero agitata e tremavo.

-Dai spara-

-Valentino- lui mi guardò e poi scosse la testa.

-Non c’è Valentino altrimenti l’avrei notato- io gli presi la faccia tra le mani e gli indicai l’uomo che parlava con dei signori. –Cavolo Kagome e cosa ti ha detto- gli raccontai in breve quello che mi aveva detto poi gli feci vedere il biglietto da visita.

-Questo è suo vuole che a ottobre sfili per lui!- Koga si illumino e mi baciò la fronte.

-E un segno Kagome e se cambi idea ancora io ti ammazzo- l’abbracciai e poi mi ricomposi.

-Domani chiamo tua madre e le spiego tutto inoltre deve dirmi a che concorso devo partecipare e… oddio sono agitata da morire-

-Kagome adesso calmati e comportati come sempre e se ti trovi ancora a parlare con lui bene altrimenti parla con altri. Io ti seguirò conosco alcune persone qui dentro e ci sono anche attori Italiani. Vieni ti presento a qualcuno- mi prese per mano e mi presentò a dei fotografi famosi. Parlai molto e loro si complimentarono con me e presto anche altri si unirono, come prima, alla conversazione e si unirono anche truccatori.

Mentre parlavo vidi Piere che parlava con Inuyasha farmi cenno di andare da loro e dopo essermi congedata galantemente andai da loro.

-Sorpresa- disse Piere aprendo le braccia. –Mi siete stati subito simpatici e vedo nei vostri occhi grandi talenti e in te un grande potenziale. Come vedi i miei ospiti e amici sono persone che perlopiù lavorano nel campo della moda e poco fa ti ho visto parlare con Valentino-

-Avevi già tutto in mente- lui annuì sorridendomi.

-Sorridi Kagome è la tua opportunità- mi disse e io lo abbracciai grata.

-Grazie-

-Se posso dare una mano nella realizzazione di un sogno mi offro volontario… e poi diciamolo avevo riconosciuto i due gemelli che sono i figli di un produttore molto famoso e si trovano a loro agio parlando con altri produttori e musicisti. Il vostro amico che stava con te è adeguato per intrattenere gente importante e ho capito che si occupa di moda anche lui-

-Si… grazie ancora- dissi veramente grata.

-È stato un piacere- e mi baciò la mano –Scusate ma vado a intrattenere i miei ospiti-

-Non devi scusarti tu, ma noi dell’invasione- fece Inuyasha.

-Non dite sciocchezze… a più tardi- e se ne andò.

-Valentino eh?- sorrisi a Inuyasha.

-Sento che nessuno adesso potrà farmi cambiare idea e tutto è grazie a te- lui sorrise e mi diede un piccolo bacio. –Mi vuole per una sfilata ad ottobre- Inuyasha mi guardò e il suo sorriso si allargò di più.

-Hai visto Kagome- e mi abbracciò –Sei nata per fare la modella – risi e brindammo al mio futuro, ancora.

A fine serata salutai alcune persone che avevo conosciuto e anche Piere che salutava alla porta tutti gli invitati.

-Kagome- mi girai emozionata al suono di quella voce e anche i miei amici si girarono sorpresi.

-Signor Valentino è stato un piacere- dissi allungando la mano.

-Il Piacere è stato il mio e mi raccomando non ti dimenticare quella cosa- mi disse facendo segno con le mani di un telefono dopo aver stretto la mia.

-Non potrei- sorrisi cordiale.

-Allora appresto- e mi salutò ancora baciandomi le guance.

 

Sango non smetteva più di farmi le domande e io non la smettevo di rispondere. Ero troppo felice ma ben presto il sonno busso alla porta e ci addormentammo. Quando mi svegliai la consapevolezza di quello che era successo il giorno prima mi sconvolse e mi sentii molto felice poi un altro pensiero tormentò la mia mente, mancavano due giorni alla partenza. Mi sentii malinconica non volevo andarmene dall’Italia era un posto stupendo, mi piaceva. Erano le cinque e mezzo del mattino non avevo dormito più di tre o quattro ore ma non avevo più sonno. Mi lavai e vestii con calma e mi sedetti a guardare l’alba sorgere così mandai un messaggio a Inuyasha che non tardò a rispondere.

 

Anche io sono già sveglio ti va di

Fare colazione fuori?

 

Ma sono quasi le sei!

 

E allora?Così per le otto ritorniamo…

Lascia un messaggio a Sango e scendi ti aspetto nella hall.

 

Va bene

 

 

Scrissi velocemente a Sango  e puntai la mi sveglia alle sette in punto per svegliarla e scesi le scale. Trovai Inuyasha nella hall vestito con una tuta comoda e mi prese per mano. Mi portò a fare colazione in un bar molto carino dicendomi che li ci andavano tutti gli attori che si fermavano a Roma.

-Non voglio andarmene- dissi mentre bevevo il mio thè caldo e lui annuì.

-Anche io vorrei restare qua… non che in Giappone sto male ma…-

-Non devi darmi spiegazioni- dissi e sorseggiai la bevanda calda –Mi porti a vedere San Pietro ancora e la fontana di Trevi?- lui annuì e morse un biscotto. –Stavo ripensando a ieri sera è vero quello che mi è successo?-

-Si bellezza- sorrise e io sorrisi al modo in cui mi aveva chiamato.

Inuyasha pagò e camminammo un po’ a piedi mano nella mano. Eravamo silenziosi ma qualche volta lui faceva delle battutine che mi fecero ridere e dimenticare la tristezza. Poi prendemmo il taxi e mi portò a San Pietro dove vidi il sole sorgere e illuminare la facciata.

-Ci fossero in Giappone costruzioni così- lui non mi ascoltò era assente –Inuyasha tutto bene?-

-Te l’avrei voluto dare prima di salire in aereo ma credo che adesso sia meglio- cacciò una scatolina di velluto rosso e me lo mise tra le mani. –Te l’ho preso perché voglio che tu ti ricordi sempre di me – aprii il pacchettino emozionata, la gola era secca e quando vidi il piccolo zaffiro blu a forma di cuore e avvolto in un ramo di argento mi mancò il respiro –Sappi che ti amerò sempre- non riuscivo a guardarlo e la mia vista si appannò a causa delle lacrime. Ero contenta sì, ma era il momento più triste della mia vita altro che addio a Naraku io avevo amato solo Inuyasha. Non avevo il coraggio di dire nulla così mi fiondai tra le sue braccia e sfogai tutta la mia tristezza. –Lo giuro sotto l’alba e alla grandezza di questa basilica e alla sua potenza spirituale che nessuno mai riuscirà a farmi dimenticare dell’amore che io provo per te- eravamo egoisti e masochisti, avevamo la disponibilità di scegliere una vita insieme eppure noi avevamo deciso di separarci e nessuno ci avrebbe fatto cambiare idea –Forse un giorno torneremo insieme fino ad allora io ti aspetterò-

-Ti amo- dissi prima di baciarlo. Quello era il vero addio in Giappone ce ne sarebbe stato un altro, ma già ci eravamo detto tutto lì.

 

Mi portò anche alla fontana di Trevi dove c’erano già i primi turisti che facevano il giro. Ci facemmo delle foto insieme e poi tornammo in albergo. I ragazzi erano già svegli ed erano seduti al tavolo con il professore.

-Ragazzi domani pomeriggio partiremo prenderemo un treno che porta a Milano e la sera stessa prenderemo l’aereo che ci porterà in Giappone. Quindi stasera iniziate a preparare tutto ma lasciate fuori gli abiti da sera vi porteremo a mangiare in un ristorante- i soldi a disposizione erano stati messi dalla scuola e i biglietti del treno e dell’aereo erano già stati pagati. Sentire quelle parole mi infusero un senso di nostalgia… -Un’altra cosa, oggi farete solo un ora di lezione e poi potrete fare quello che volete mi raccomando fate sempre attenzione - sorrisi almeno avremmo passato una giornata insieme.

-Va bene-

-Su vi lascio fare colazione a stasera- si alzò e se ne andò.

-Oggi voglio fare di nuovo il giro di Roma e voglio tante foto!- esclamò Sango.

-Si anche io ne voglio tante e tante, un book- dissi e Sango mi sorrise.

 

L’ora di lezione volò e la prof si fermò per parlarci.

-Siete stati i migliori allievi del corso… tranne lei signor Inuyasha- ridemmo, non sapevo che era in grado di fare dell’umorismo –Bene forse non è un addio ma un arrivederci e sono contenta di avervi avuto come allievi- Sango scese e abbracciò  la prof e io la seguii –Forse non sono la prima e ne l’ultima che ve lo dirà ma siete dei talenti- Anche Miroku e gli altri abbracciarono la professoressa e dopo esserci salutati ancora uscimmo. Il sole era alto in cielo e mi ricordava il primo giorno che arrivammo. Misi gli occhiali e il cappellino e mettendomi sotto il braccio di Inuyasha scendemmo le scale.

-Ragazzi voi avviatevi noi aspettiamo che escano Kagura e Rin… vi chiamiamo e vi raggiungiamo- disse Koga e noi fummo d’accordo.

 

Facemmo più foto quel giorno che in altre occasioni e ci divertimmo molto, ma mi impuntai perché Miroku facesse una foto a me e Inuyasha mentre ci baciavamo sotto le scale di Piazza di Spagna, ne fece due uno in primo piano e l’altra intera. Eravamo perfetti, coppia migliore non c’era e io stavo morendo di tristezza, ma non lo davo a vedere. Avevo chiamato la madre di Koga la mattina quando ero tornata in albergo e credevo di aver perso l’udito dopo l’urlo che fece. Koga era nato quando la madre aveva ancora diciassette anni e adesso che lui ne aveva diciotto la madre era pressoché una ragazza e si esaltava facilmente, soprattutto dopo che gli avevo detto che Valentino mi voleva sulla passerella, aveva iniziato a ordinarmi milioni di cose.

-Kagome dopo l’esame io non ci sarò ma tu ti dirigerai verso l’edificio di moda al centro di Tokyo hanno già il tuo nome ma vogliono delle informazioni, tornerò presto e ti allenerai per camminare in passerella e chiamerò immediatamente il menager di Valentino-

-Si Herin come vuoi… solo una cosa- già l’avevo chiesto –di che concorso si tratta?-

-Lo vedrai presto, Koga sa tutto ti accompagnerà lui… ho del lavoro da fare ci sentiamo tesoro ciao-

 

Parlando di Koga, loro ci raggiunsero un ora dopo alla fontana di Trevi e finimmo con schizzarci l’acqua poi tornammo a piazza di Spagna e andammo a fare un giro dei negozi. Stranamente avevo ancora la metà dei soldi che i miei genitori mi avevano dato più la mia paghetta mensile ero brava con l’economia, non spendevo mai tutto di quello che avevo, infatti metà della mia paghetta l’avevo messa da parte e la conservavo per il mio conto in banca personale. Inuyasha invece aveva ricevuto dal padre e dalla madre come regalo due carte di credito e dai fratelli e con un contributo del padre la moto nuova. A Koga invece mancava meno di una settimana ai diciotto anni e non sapeva nessuno dei suoi regali. Kagura aveva già diciotto anni da un mese e a Rin mancava ancora un anno, era la più giovane del gruppo.  I gemelli li avrebbero compiuti ad Agosto mentre io il 17 Luglio con Miroku e avrei festeggiato alla grande.

-Kagome vieni facciamo un’altra foto- sorrisi e corsi da loro mentre Inuyasha scambiava il posto con Miroku che scatto la foto. Non mangiammo niente non avevamo fame a tutti si era chiuso lo stomaco. Avevamo deciso di restare ancora a piazza di Spagna e ci sedemmo sugli scalini. Io ero appoggiata contro la schiena di Kagura che abbracciava Koga, Miroku era steso con la testa sulle gambe di Sango mentre Rin era appoggiata a Koaku e io e Inuyasha eravamo nella stessa posizione di Kagura e Koga… eravamo carini.

-Ragazzi ma ci terremo sempre in contatto vero?- chiese Rin giocando con un anello di Koaku.

-Ma si certo!- esclamò Sango ma io sapevo che non era vero… si finiva sempre per prendere strade diverse… forse l’unico con cui mi sarei tenuto in contatto sarebbe stato Koga visto che sua madre era il mio agente.

-Diventeremo tutti famosi e ci incontreremo ad un party a casa di qualcuno... di George Cluny ricordate di portare il martini altrimenti no party- per un attimo parve che fosse calato il silenzio sulla piazza poi scoppiammo a ridere a quella stupida battuta di Rin.

-Si ma i minorenni non possono berlo quindi tu non puoi entrare- le dissi e lei mi fece la linguaccia.

-Kagome se la fa con i più grandi… Valentino- mi prese in giro Kagura.

-Si cava vicovdati di mandavci dei campioni- disse Koaku con la erre moscia facendomi ridere.

-Koga, Miroku e io saremo troppo impegnati a provare per i party- disse Inuyasha  dando il cinque a Miroku che stava al gradino sotto di noi.

-Kagome con i modelli- scherzava lo so ma mi irrigidii come Inuyasha quando Rin disse quella cosa –Ehi me ne devi presentare qualcuno-

-Contaci- le dissi senza troppa convinzione.

Lei si accorse che aveva detto qualcosa che non doveva dire così cercò di rimediare –Come Koaku che sarà troppo impegnato con le fans e si dimenticherà di me-

-Prima o poi deve accadere- scherzò Koaku beccandosi un pizzico sulla gamba, e un pizzico dato da una ragazza che ha le unghie è doloroso… Ridemmo alla faccia di Koaku che per non urlare si era fatto rosso.

-Sei perfetto per un calendario di pomodori- scherzai e lui mi fulminò.

Iniziò uno sfottò generale e il centro delle battute era Koaku che cercava di mettersi alla pari. Io mi distaccai un momento da loro e iniziai a baciare il collo di Inuyasha che sorrise contento delle mie attenzioni.

-Mi piace quando fai così- ammise e io continuai andando su e giù con baci dolci ma che lasciavano una scia bollente. Lui prese a farm i grattini sulle braccia e io risi quando sentii il solletico.

-Non ti fermare- mi disse e io andai a baciare l’altro lato del collo poi lui girò la testa e ci baciammo dolcemente. Era così bello baciarlo, avrei voluto baciarlo in eterno.

-Mi piace quando mi baci- gli dissi sorridendo e lui si sedette meglio in modo da girare tutto il busto verso di me. Mi mise i capelli dietro l’orecchio e mi baciò la punta del naso.

-Anche a me piace baciarti- sorrisi ancora e mi baciò… ancora, poi cambiammo posizione lui si sedette al mio posto e io in mezzo alle sue gambe e venendo abbracciata dalla sue forti braccia. Iniziò a fare lo stesso giochetto che io avevo fatto con lui e sorrisi –Visto che è molto rilassante?- io mugugnai beandomi di quel contatto. –E da tanto che te lo volevo chiedere hai sempre un ottimo profumo… che bagnoschiuma usi-

-Zucchero a velo- risposi mettendomi gli occhiali –E utilizzo, per uscire, ogni volta un profumo diverso… sempre di marca naturalmente-

-Sono buoni- risi e poggiai la testa sulla sua spalla aspettando un bacio che non tardò ad arrivare. –Credi che stasera Sango ci può lasciare la tua camera libera?- annuii sorridendo maliziosa alla sua voce sensuale e lui mi diede un altro bacio, in quel momento passarono due ragazze che ci guardarono a bocca aperta e lo fecero anche i ragazzi che passarono subito dopo.

-Ti ha infastidito quello che ha detto Rin- sussurrai per non farmi sentire da nessuno.

-Devo farci l’abitudine-fece un sorriso tirato.

-Penserò sempre che al posto di un modello ci sia tu-

-Ci conto- e mi carezzo la guancia.

-Inuyasha andiamo in albergo sono quasi le tre ci sono le qualifiche-

-Come in albergo? Io voglio restare qui- protestai quando Inuyasha mi aiutò ad alzarmi-

-Ci sono le qualifiche per due settimane non abbiamo visto le corse e oggi stanno alle tre, ma dopo scendiamo di nuovo te lo prometto e ti porto anche in libreria così compriamo un bel cd che ne dici?-

-Ma io volevo restare ancora così- bofonchiai e lui mi stampò un bacio.

-Andiamo altrimenti faccio tardi e poi devo vedere se fanno il mio nome-

-Allora dobbiamo andare- sorrise e mi prese in braccio scendendo tutte le scale con il rischio di inciampare e farci male. Quando arrivammo in albergo i ragazzi si catapultarono nella loro stanza lasciando me e le altre in dietro. –Che facciamo andiamo anche noi?-

-Io passo dopo, vado a farmi una doccia tu Kagura vieni con me?-

-No Rin vado con loro ci vediamo dopo-

-Va bene, buon divertimento-

Quando entrammo i ragazzi avevano in mano delle birre ed avevano unito i letti di fronte alla televisione e la guardavano tranquilli.

-Avete fatto le cose in grande- dissi ma loro non si mossero –Mi dite come lo capite voi?-

-Facile abbiamo messo un canale inglese- rispose Miroku tranquillo.

-Inuyasha hai pagato per l’antenna?- gli chiesi  e lui mi mostrò la carta di credito mentre beveva la birra –che stupido- gli dissi sdraiandomi avanti a lui mentre sentivo i telecronisti che parlavano dei millesimi di secondo in più rispetto al primo pilota.

-Eccolo che arriva questo ragazzo è un grande!- urlò Miroku spaventando Sango.

-Miroku cavolo mi hai spaccato un timpano!-

-Scusa piccola- le disse baciandole la testa –Capisci che noi potremmo gareggiare contro di lui?-

-Ehi non dire cretinate ci vorrà tempo per entrare nella moto Gp-

-Ma come Inuyasha tu mi avevi detto che saresti entrato nella moto Gp-

-Mi sono spiegato male Kagome, per entrare nella moto Gp devi fare un percorso molto lungo io ho l’opportunita…- Miroku tossicchiò e Inuyasha si corresse -…noi abbiamo l’opportunità di entrare nella moto 250 che è la categoria inferiore alla moto Gp ma Miroku e Koga sono in discussione per la moto 125-

-Se ti dicessi che non ho capito nulla mi crederesti?- disse Kagura guardando Inuyasha con un’ aria confusa.

-In poche parole sono scarsi e sono a un gradino in basso rispetto alla moto Gp- dissi e Inuyasha si sdraiò su di me dandomi un morso sulla spalla –così mi fai male!- protestai ridendo.

-Rimangiati quello che hai detto- e mi diede un altro morso.

-Okok spostati che sei pesante- scherzai e lui mi diede un altro morso prima di spostarsi e tornare a sedersi, ma io mi presi la sua birra per punizione.

-Cavolo c’è… guardalo c’è- iniziò a urlare quando la telecamera inquadrò il pilota che stava per raggiungere il traguardo

-E vai!- urlarono tutti facendomi sobbalzare.

-È un mostro la pole position è sua!- urlò Inuyasha dando il cinque a Miroku, Koga e Koaku che se la ridevano.

-Mi dite perché esultate per un pilota italiano… Inuyasha lo capisco ma voi?-

-Sango ascolta,  piccola quello è un pilota che non ha nazione perché è amato da tutto il mondo perché è un mostro e poi la moto è giapponese cosa vuoi… pilota italiano moto giapponese e siamo fortunati è il migliore!- esclamò Miroku stritolando Sango.

-Cavolo guarda quelle ruote!- esclamai quando inquadrarono la ruota quasi sbriciolata.

-Immagina che queste sono le prove… la corsa è peggio- guardai le immagini e poi i telecronisti passarono la linea alla regia.

 

-Ebbene con la Pole di Valentino la corsa sembra già vinta anche se non bisogna mai dire mai. Comunque abbiamo nuove notizie per la moto 250… si parla di tre nuovi arrivi di cui solo uno è confermato si parla di Inuyasha NoTaisho  diciottenne di origini italiane, non ha mai corso prima di oggi ma dicono che sia un vero talento…-

-Puoi dirlo forte!- esclamò lui.

-…Allora non ci resta altro che vederlo sulla pista anche se molti pensano che introdurre nuove scoperte proprio alla fine della stagione e una mossa azzardata… cosa ne pensa lei…- non ci stavo capendo niente e Inuyasha era diventato improvvisamente serio come Koga e Miroku.

-Io credo che per quanto sia una mossa azzardata è necessaria, la moto va bene ma dopo l’incidente il pilota non sarà in grado di correre e hanno quindi bisogno di un pilota che almeno sappia tenere la moto dritta… per quanto riguarda le altre due notizie incerte non saprei in quale scuderia entreranno-

-No, gli altri due sono in sospeso per la moto 125 per i due incidenti dei due piloti che non possono correre per questa stagione-

-Da ex pilota quale sono io rischierei e se questi ragazzi sono davvero in gamba allora perché non provarci?-

-Grazie e adesso passiamo al nuovo argomento che è…-

 

-Miroku tu stai nella 125?- disse Sango come se prima non avesse sentito niente, lui alzò le spalle.

-Non siamo tutti fortunati come Inuyasha-

-Povero il mio Miroku- lui le sorrise e la baciò.

-Ma vedrai arriveremo tutti e tre in moto Gp tempo tre anni- e la baciò ancora.

-Dovrai mettercela tutta lì ci sono le curve e non è facile rialzarsi- mi rivolsi a Inuyasha che annuì distrattamente.

-Lo so è sono preoccupato anche io-

-Ce la farai di sicuro- mi alzai e mi stiracchiai –Vado a rinfrescarmi e a decidere cosa mettere stasera non ho più niente di nuovo-

-Allora andiamo a comprare qualcosa- mi disse Sango con un sorriso furbo e io guardai i ragazzi che iniziarono a fischiettare.

-Inuyasha le promesse si mantengono- gli dissi e lui sospirò.

-Allora muovetevi- Kagura e Sango gridarono io invece sorrisi vittoriosa. Non ci misi molto a scegliere cosa comprare e optai per un vestito lungo fino al ginocchio bianco, le scarpe le avevo quindi non mi preoccupai molto le altre invece non comprarono niente e mi aiutarono con la scelta. Pagai in contanti stupendo la cassiera quando cacciai i soldi e sorrisi vantandomi.

-Arrivederci- dissi in italiano con il mio forte accento e lei ricambiò.

-Soddisfatta?- mi chiese Inuyasha.

-Altroché adesso possiamo anche rientrare così mi preparo per bene- gli sorrisi e lui ricambiò ma la tristezza non era stata nascosta bene.

 

-Sango stasera mi lasceresti la camera libera?- chiesi e lei mi guardò maliziosa.

-Inuyasha?- annuii – Va bene- sorrise e si mise il rossetto rosso, era bellissima.

La guardai e capii che non ero io quella che l’aveva spinta ad uscire dal guscio, ma Miroku.

-L’avete fatto?- chiesi e lei arrossì di botto. –Si o no?-

-Si- sorrisi.

-Complimenti sorella- lei rise e mi diede il cinque. Infilai il mio vestito,le scarpe e la collana che Inuyasha mi aveva regalato e poi iniziai a truccarmi. E quando fui pronta scendemmo e ci fiondammo dai nostri ragazzi, quando Inuyasha mi vide mi baciò con passione ma capii che c’era anche gelosia in quel bacio e possessività. Sentii il mio corpo fremere e mi staccai a forza da lui guardandolo spaesata, con un bacio mi aveva sconvolto come la prima volta e sapevo che se l’avesse rifatto io non sarei uscita dall’albergo per vedere Roma un’ultima volta di sera. Indossai il copri spalle prima di uscire e lui mi prese per mano,il giorno dopo saremmo partiti e io avevo paura…

Mangiammo in un ristorante molto elegante e i professori ci portarono a mangiare anche un gelato nei pressi dell’altare della patria dove volli farmi una foto con tutte le ragazze e poi con i ragazzi. Inuyasha se la rideva prendendo in giro gli altri e facendo battute stupide. Respirai l’aria fresca della sera e mi immaginai fra qualche anno lì a fare un servizio fotografico.

Non parlammo molto io e Inuyasha quella sera e quando arrivammo in albergo e poi nella mia stanza, tremai. C’era una specie di barriera tra di noi che si ruppe nel momento in cui lui mi accarezzo le spalle e mi fece girare per baciarmi come qualche ora prima. Mi schiacciò contro il muro, mi alzò e io strinsi le gambe intorno alla sua vita. Mi baciò il collo e io fremetti ancora, non riuscivo a capire i miei sentimenti… il cuore batteva all’impazzata e sentii anche il suo quando sfiorai il petto. Lui mi tirò giù la cerniera del vestito e mi spoglio mettendomi sul letto, mi trattava come se fossi una piuma. Non feci mai più l’amore come quella volta, anzi posso dire che fu la vera prima volta che lo feci. Lui era dolce e mio, era geloso e furioso, era triste e delicato e io l’amai come non mai. Facemmo l’amore in silenzio e mi sentivo nuova…era nata una nuova Kagome che avrei lasciato in quella camera d’albergo. Le lacrime si confondevano con il sudore e io piansi molto… credevo che non l’avrei mai più fatto, ma quando sei consapevole che stai per lasciare una parte della tua anima il dolore è profondo e adesso io ero dimezzata. Baciai Inuyasha con passione mai avuta quando entrambi stavamo per toccare il cielo e lui ricambiò… la luna era alta e faceva filtrare i suoi raggi attraverso il vetro come in un film di fantasia eppure era tutto vero… e infine arrivammo in cielo e lui mi sorrise baciandomi il mento e poi ancora le labbra.

-Ti amo-mi disse e io rabbrividii come se fosse stata la prima volta. –Sarai mia per sempre-

-Contaci- gli dissi e posai la testa sul suo petto esausta mentre lui mi sfiorava i capelli facendomi sorridere. –Siamo dei pazzi…-

-Siamo destinati-

-Potremo  cambiare il nostro destino- gli dissi.

-Per un giorno pentircene? Finiremo per litigare e tu mi rinfaccerai di aver lasciato la moda per me e poi tu saresti costretta a fare l’avvocato e io il proprietario di un azienda mondiale… ti piacerebbe? Perché se mi dici sì, io lo faccio- ci pensai un attimo su e capii quello che intendeva dire.

-No, non mi piacerebbe- e lui mi strinse forte.

-Lo so- mi fece sorridere. –Adesso è meglio se dormiamo che domani dobbiamo fare le valige e devo salutare mia madre- annuii e mi misi più comoda mentre lui mi abbracciò ancora di più e infine ci addormentammo mentre io strinsi il ciondolo tra le mani.

La mattina ci svegliammo sorridendo e ci facemmo anche la doccia insieme senza fare nulla. Mi asciugai i capelli e poco dopo fummo raggiunti da Sango che chiese timidamente il permesso di entrare, così Inuyasha si vestì velocemente e fece entrare Sango poi mi stampò un baciò sulle labbra e se ne andò.

Sango guardò la stanza e vide il mio vestito a terra le scarpe più lontane e poi i miei slip e rise di gusto.

-Sicuro che non avete fatto una lotta?- risi anche io e iniziai a vestirmi e dopo a preparare le valigie.-Mi mancherà questo posto-

-Anche a me- ma sorridevo contenta, la malinconia c’era ma nascosta e la volevo dimenticare. Guardai le due valige fortunatamente c’era entrato tutto quello che avevo comprato e sorrisi soddisfatta.

-Kagome è bellissimo il ciondolo che hai al collo l’ho notato anche ieri sera perché non l’hai messo anche altre volte?- sfiorai il ciondolo con le dita.

-Perché me l’ha regalato ieri Inuyasha-

-Che dolce ed è bellissimo, ma cos’è?- si riferiva alla pietra, si avvicinò e la contemplò.

-Zaffiro- lei spalancò gli occhi era una pietra che di quella grandezza costava molto.

-Wow ti sta benissimo è uguale ai tuoi occhi che sono simili a quelli di Miroku- risi perché eravamo arrivati a Miroku e mi feci raccontare quello che avevano fatto e lei se ne uscì dicendo: -quello che avete fatto voi- e scoppiai a ridere. Alle cinque il pulman ci accompagnò alla stazione e dopo aver caricato le valige ci sedemmo in treno per arrivare a Milano. Un viaggio di quasi quattro ore fu un occasione per scattare altre foto e rivedere tutte quelle scattate in un mese a Roma. C’eravamo noi o solo i monumenti oppure noi e i monumenti, io e Inuyasha, io Koga e Miroku, Sango e le altre. Tutte le foto erano stupende e ci divertimmo molto a vederle.

-Inuyasha scarichi questa sul mio telefono?- chiesi puntando il dito sulla foto dove io e lui ci baciavamo e non ci mise molto a metterla e a restituirmi il mio telefonino mentre facevo lo stesso con lui. –Grazie- mi addormentai sulla sua spalla e quando arrivammo mi svegliò con un bacio. Riuscii a parlare con mia madre e dirgli che stavamo andando all’aeroporto e che fra dodici ore sarei ritornata. Io e Inuyasha ci sedemmo vicini quando entrammo e lui mi tenne la mano stretta nella sua mentre dal finestrino vedevo l’Italia svanire sotto di noi. Ero passata per la capitale della moda e non avevo avuto il tempo di vedere niente, ma un giorno sarei tornata e l’avrei visitata tutta. Parlammo molto e i professori ci fecero le congratulazioni per la nostra ottima condotta e che dopo quella sera ci saremmo visti dopo una settimana per l’esame e io sorrisi contentissima… presto sarebbe finita la scuola.

-Fra tre giorni farò la festa ci sarai vero?- mi chiese Inuyasha.

-Sicuro- lo rassicurai. Il viaggio fu stancante e noioso così mi addormentai ancora e Inuyasha con me.

Quando ci chiesero di allacciare le cinture mi sentii contenta di rivedere il mio autista visto che i miei genitori non c’erano eppure ero anche malinconica sorrisi a Inuyasha dopo un bacio e quando l’aereo atterrò esultammo tutti. Dalle finestre dell’aeroporto che si affacciavano sulla pista notai che i miei genitori erano lì e che mi avevano fatto una sorpresa. Non ero più arrabbiata con loro mi erano mancati molto ma non lasciai la mano di Inuyasha. Quando andammo, i nostri genitori erano vicini e ci separammo giusto per abbracciarli.

-Mamma… Papà- li abbracciai forte con un sorriso sincero e vidi mio padre emozionarsi quando mi abbraccio.

-Kagome hai qualcosa di diverso… Non è che ti sei innamorata?- mamma scherzava ma aveva colto nel segno e io feci così e così con la testa.

-Papà non ti farò più disperare- gli giurai e lui mi abbracciò ancora. Mentre parlavo mi sentii chiamare e mi girai verso la bambina che mi venne incontro, la riconobbi perché era uguale alla foto… era Jenis.

-Sei Kagome vero?- mi chiese e io le sorrisi –Inuyasha aveva ragione, sembri proprio una principessa- arrossii quando disse il nome di suo fratello e vidi i miei genitori sghignazzare come mai prima di allora. Poi mi girai verso di lui e Sesshomaru mi salutò con la mano.

-Quindi stai con il figlio di NoTaisho, sapevi che abbiamo fatto le scuole in America insieme?- mi chiese mio padre e io strabuzzai gli occhi increduli –E ti ho visto parlare anche con i figli di Kimiiwa anche lui era un nostro amico- non ci potevo credere.

-Signori Higurashi buonasera- salutarono Miroku e Koga.

-Salve ragazzi allora come si è comportata la mia peste?- chiese la mamma, erano più dolci del solito ma mi piacevano così, anzi erano dolci come un tempo.

-È stata un angelo- si intromise Inuyasha facendomi sorridere –Buona sera sono Inuyasha NoTaisho- disse stringendo la mano ai miei genitori.

-Conosco tuo padre e tua madre sono persone affidabili per questo mi fido del tuo giudizio- disse mio padre ridendo.

-Higuarshi noto con piacere che avete conosciuto il mio secondogenito e la mia ultima figlia… Sesshomaru lo conoscete già- io nel frattempo tenevo per mano Jenis che non smetteva di parlarmi e dirmi che ero bella. 

-NoTaisho ti somiglia molto Inuyasha... lei è la mia ultima e unica figlia femmina, Kagome- strinsi la mano al padre di Inuyasha sentendomi improvvisamente piccola, era davvero un bell’uomo con capelli bianchi lunghi e occhi ambrati come il figlio.

-Una bellissima ragazza non c’è che dire- mi sorrise e io ricambiai timidamente il complimento. –Saputa la notizia di questi due giovanotti?- le cose si mettevano male, diventava tutto ufficiale e noi ci saremo separati presto.

-Si ottima notizia chi sa se poi un giorno…-

-Papà!- urlai imbarazzata mentre Inuyasha se la rideva. La cosa da fare era comportarsi normalmente fino alla fine.

-Credo che sia il tempo di andare, i ragazzi sono stanchi e io voglio sapere come è andato il viaggio- disse mia madre salutando tutti i familiari di Inuyasha.

-È giusto- disse NoTaisho e ci salutammo.

-Kagome io ti chiamo più tardi e domani ti porto il cd con le foto- mi disse Inuyasha.

-Va bene, allora ci sentiamo dopo- mi baciò davanti a tutti e io gli sorrisi dolcemente.

-Decisamente Kagome, sei cambiata- disse mia madre e tutti risero. –A domani allora Inuyasha-

-Buona serata a tutti- salutò e ci dividemmo. In macchina con noi vennero Miroku e Koga che accompagnammo a casa mentre i genitori di Miroku si trovavano fuori casa nostra per fare una sorpresa al figlio. Restarono a casa nostra per un po’ poi se ne andarono anche loro e io mi fiondai nella mia bellissima camera azzurra gettandomi sul letto a baldacchino,abbracciando i cuscini e accarezzando il mio tenero gatto che appena mi aveva vista aveva fatto le feste come un cane.

 

-Finalmente a casa!- esclamai contenta. Non pensavo che mi fosse mancata così tanto.

-Kagome posso?- mi chiese mia madre io le feci spazio sul letto. –Caro ragazzo Inuyasha-

-Mamma ti prego, mi metti a disagio-

-Da quanto in qua Kagome Higurashi si trova a disagio?- risi –Ti ha cambiata in meglio Kagome-

-L’ho detto anche io… e per dirlo io ce ne vuole- mamma rise e io la guardai dolcemente non avevamo mai parlato noi due, se non per quando se ne andò Naraku.

–Mi devi raccontare un po’ di cose ma sei stanca e meglio se riposi-

-No, voglio parlare adesso ho dormito più in questi giorni che in tutta la  mia vita e ho dormito anche in aereo quindi…- mamma sorrise ancora –Mi dispiace di essermi arrabbiata con te-

-Abbiamo sbagliato io e tuo padre e l’abbiamo capito, così ci siamo ripromessi di cambiare con te- sorrisi grata e iniziai a raccontargli tutto quello che era successo e quando dico tutto intendo tutto anche quello che avevo fatto con Inuyasha tralasciando i particolari. Mi imbarazzai non poco a raccontargli quei fatti ma vedendo come Inuyasha e sua madre erano uniti avevo avuto pure io la voglia di ricominciare d’accapo con la mia.

-E quindi non resterete insieme- disse con un sorriso triste mia madre.

-Sì, per questo lui mi ha regalato questo- e gli mostrai il ciondolo sfilandolo dalla maglietta e facendo rimanere mia madre di stucco.

-È pazzo gli sarà costato una cifra…- disse.

-È più costoso il prezzo che stiamo pagando nel lasciarci- mamma mi abbracciò e io mi sfogai ancora piangendo.

-Sei tornata Kagome- non si riferiva al fatto che io ero in quella stanza ma per il fatto che, per quanto io cercassi di negarlo ancora, non era nata una nuova Kagome ma era ritornata la vecchia.

-Tra tre giorni farà la festa dei suoi diciotto anni e devo fargli un regalo che gli ricordi di me-annuì –Pensavo di sfruttare i soldi che ho conservato- mamma mi guardò incerta per un secondo.

-Se tu lo vuoi proprio allora fallo- annuì e abbracciai ancora la mia mamma.

-Allora hai deciso di continuare con la moda…- cambiò discorso.

-Sì mamma, dopo aver incontrato Valentino sono ancora più convinta- lei annuì sorridendo –so che vi deludo perché avreste preferito che diventassi avvocato, ma io non voglio-

-Non sono delusa, anzi credo che tu abbia fatto bene però devi dirlo tu a tuo padre- io annuì convinta poi mi alzai.

-Vi ho portato dei pensierini- dissi aprendo una valigia –ah mamma-

-Dimmi Kagome-

-Ho comprato nuovi vestiti-

-Kagome ma ne hai due armadi pieni!- mi rimproverò.

-Si ma mica potevo mettere una cosa due volte in una settimana!-

-Spendacciona!-

-Guarda che vi ho portato anche il resto- mamma rise e prese il regalo che avevo preso per lei… un porta chiavi e una sfera da scrivania con il Colosseo.

-Grazie tesoro- le sorrisi e poi corsi da mio padre che guardava la tv e gli diedi i suoi regali… poi facendomi coraggio gli raccontai della mia scelta e lui parve dispiaciuto.

-Continuerò a studiare lo prometto-

-La vita e la tua e tra poco sarai maggiorenne quindi non posso dirti altro che… accetto la tua decisione-

-Grazie papà- l’abbracciai forte e uscì per andare a casa di Miroku che era il mio vicino. Quando seppe che avevo detto tutto ai miei genitori mi abbracciò felice per me e io per lui quando anche i suoi genitori avevano accettato la sua decisione.

-Siamo i migliori- gli dissi dandogli il cinque.

 

 

 

 

Angoletto:

Bene bene bene, inizio con dirvi Buon San Valentino! Heheheheh auguri soprattutto a chi è innamorato :P…

Ok passiamo al caro capitoletto. Kagome si era comportata male certo ma io la giustifico infondo anche le più piccole cose sono importanti per una ragazza innamorata. Ma per quanto riguarda Miroku se ne è resa conto lei stessa e questo è un bene. Ormai Inuyasha è diventato troppo importante per lei ed è anche sorpresa di quest’amore improvviso. Tanto improvviso che l’ha cambiata senza che se ne accorgesse.

Il prossimo capitolo sarà un po’ più tormentato vi annuncio che ci sarà un incontro con una certa ragazzuola poco gradita da chi adora la coppia Inuyasha-Kagome. E poi un emozionante scontro…

Naturalmente si sa che quando tutto va bene c’è qualcosa che si infila maligna rovinando tutto… ebbene si vedrà piano piano.

Aspetto tanti commenti e spero di vedere come sempre tanti lettori *^* vi ringrazio tanto, veramente! Se non fosse per voi io non scriverei più.

Ringrazio anche Alys93 per il tuo commento… in questo capitolo c’è stato un po’ più di tranquillità tranne per la parte iniziale ma tutto si è risolto in meglio no?! Per quanto riguarda Kikyo e Kagome vedrai nel prossimo e non finirà lì! Hehehehe si io adoro Jenis *^* e non parliamo di Miroku di cui sono innamorata follemente in questa storia non so si nota XD… va beh ma comunque quell’amicizia era diventata un po’ un muro no? Ora però è chiaro tutto… ti lascio con un bacio grande!

PS. Per tutti quelli che conoscono The War of the Dragons… ho iniziato a riscrivere il secondo capitolo! *^* kizz!

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Capitolo 7
*** Capitolo VII ***


Kagome 6

Diario di un sogno impossibile

Capitolo VII

 

 

 

 

 Avevo detto a mia madre che non ero stanca ma  appena mi ristesi sul mio letto crollai addormentata con Fusa, il mio gatto,che si appisolò con la testa appoggiata alla mia faccia. Dormivo così profondamente che a stento riuscii a riconoscere la suoneria del mio telefonino. Quando capii, mi fiondai sul comodino con il rischio di farmi male e spaventando Fusa.

-Ehi ce l’hai fatta a rispondere-

-Scusa Inuyasha e che mi sono addormentata- dissi sbadigliando e lui rise.

-Tutto bene?-

-Si amore. Ho parlato con i miei genitori della mia scelta e ho parlato con mia madre come non abbiamo mai fatto-

-E hanno accettato?- mi chiese curioso.

-Si- esclamai entusiasta.

-Menomale- capii che era contento per me e mi rese davvero felice. –Di che hai parlato con tua madre?-

-Di tutto quello che è successo… anche tra me e te… ti da fastidio?-

-No, perché dovrebbe… infondo l’ho detto anche a mia madre- arrossii di botto immaginandomi la scena mentre gli raccontava delle nostre notti. –Sei arrossita vero?- non risposi e si sa che chi tace acconsente –Lo sapevo- rise divertito.

-Non c’è niente da ridere- protestai.

-E’ strano non averti vicino a me adesso… sono le sei e non sei con me- ammise parlando dolcemente.

-Già, a quest’ora o eravamo in giro o in camera a prepararci… vorrei ritornare lì-

-Anche io amore- fremetti, non riuscivo ad abituarmi, mi faceva sempre uno strano effetto –Porti ancora il mio ciondolo-

-Non lo toglierò mai più,ma mia madre oggi mi ha fatto notare una cosa- lo sfiorai -L’avrai pagata tanto e non dovevi- dissi dispiaciuta.

-Sai che i soldi non sono un problema per me  e poi mi è subito piaciuto così l’ho preso- sorrisi.

-Ti amo-

-Anche io – lo immaginai sorridesse. –Che farai stasera?-

-Credo che resterò a casa a mettere a posto le valigie e poi ho sonno- sbadigliai ancora –Tu cosa fai?-

-Lo stesso- rispose e mi parve triste.

-Cosa c’è?- gli chiesi, non mi poteva nascondere nulla neanche per telefono.

-Domani pomeriggio quando passo per portarti il cd dopo ti va di uscire con me?- che strana domanda.

-Sai che non c’è bisogno di chiederlo-

-Neanche se ti dicessi che ti porto con me per parlare a Kikyo?- rimasi muta –Ha saputo che oggi sono tornato e prima che chiamassi te ha chiamato lei. Mi ha detto che non resiste e che se non vado io viene lei da me… allora io ho accettato ma non gli ho detto di te, voglio farle capire che per me ci sei tu e che non ho segreti con te e che se mi vuole dire qualcosa può farlo davanti a te-

-Mi fido di te, potresti andarci anche da solo- gli disse schietta.

-Ma non voglio… io sto con te e non voglio segreti- sorrisi era troppo dolce.

-Come mi devo vestire?- lui rise contento.

-Sei bella anche vestita di stracci-

-Spiritoso… andiamo in moto?- gli chiesi.

-Se hai paura passo con la macchina di Maru- risi quando utilizzo il soprannome.

-La moto andrà bene-

-Perfetto. Allora ci vediamo domani alle cinque da te?-

-Perfetto. A domani amore-

-‘Notte Kagome- gli mandai un bacio e staccammo. Ormai non avevo più sonno e mi venne voglia di parlare, così scesi in cucina dove mamma si cimentava con i fornelli.

-Mammaaaaaa!- urlai scendendo le scale.

-Kagome per la miseria sono qui cosa urli?!- mi sgridò e io la feci la linguaccia –Dimmi-

-Alla mia età eri gelosa di papà?- lei mi guardò poi tornò a tagliare la zucchina sorridendo. Mamma era brava a cucinare e quelle poche volte che era stata a casa cucinava lei e non si limitava solo alla cucina giapponese e infatti capii  che avremmo mangiato all’italiana.

-Ne sono gelosa ancora adesso!- esclamò divertita e arrossendo un po’.

-Ti ha mai chiesto di andare con lui per parlare con una sua ex? Oppure ti ha mai detto che sentiva la sua ex? E se si, tu come ti comportavi?-

-Una volta mi confesso che una sua ex voleva rivederlo e io gli dissi che era libero di fare quello che voleva, naturalmente ero furiosa mi dava molto fastidio, ma lui mi disse che non ci sarebbe andato perché non gli interessava- spiegò passandomi un’altra zucchina e un coltello.

-Ti ho detto che Inuyasha si è trovato nella mia stessa posizione e che la sua ex era quella che aveva portato via Naraku? Mentre eravamo a Roma lei l’ha chiamato per gli auguri, il suo numero l’aveva saputo attraverso amici di Inuyasha, e gli ha detto che voleva parlargli quando sarebbe ritornato- iniziai ad affettare la zucchina con forza –E lui aveva rifiutato ma stasera lei l’ha richiamato e hanno preso appuntamento per domani ma lui vuole che io vada con lui. Ho accettato ho sbagliato?-

-Kagome non vorrei offenderti ma per un punto hai sbagliato- la guardai e lei continuò. –Vedi se ti fidi completamente di lui gli avresti detto di andare da solo-

-L’ho fatto ma lui ha insistito- spiegai e lei annuì.

-Allora vuole che questa ex veda che lui è felice- annuì.

-Anche io lo credo e poi muoio dalla voglia di vedere questa Kikyo e fargli capire che se mi ha portato via Naraku, che adesso se lo può pure tenere, con Inuyasha non ci riuscirà- dissi determinata e mia madre sorrise.

-Ecco la Kagome di anti-viaggio ritornare-

-Ehi, io sono stata sempre sicura e determinata!- protestai.

-Non sempre- sorrisi e la lasciai da sola a cucinare mentre io rimettevo i vestiti puliti nell’armadio.

Mangiammo insieme facendo sentire a mio padre quello che avevo imparato dell’italiano e lui ogni tanto mi correggeva… sapeva il fatto suo, aveva imparato da giovane qualcosa anche lui. Mamma se la spassava a vedere le nostre gaf e io mi sentii per una volta parte della famiglia.

-Vorrei che ci fosse anche Sota qui- ammisi e loro annuirono –e anche Eron- sospirai –Se riprendo quella vipera la ammazzo-

-Kagome!- mi rimproverò mio padre.

-E meno male che dovevate cambiare! Mi avete rimproverato più oggi che in diciassette anni- sbuffai ma poi iniziarono a ridere e io mi unii a loro.

-Sai caro Kagome ha incontrato San!-

-Davvero?-

-Si, ha detto che ci verrà a trovare- spiegai addentando i maccheroni non erano come quelli italiani ma erano buoni lo stesso.

-Come due anni fa- scherzò papà era così simpatico non me ne ero mai accorta.

-Avrei tanto voluto che foste sempre stati così, seduti tutti insieme a tavola come una vera famiglia- i miei genitori si fermarono a guardarmi, finalmente conoscevano i miei pensieri –Non è bello crescere con una persona estranea- dissi mangiando tranquillamente guardandoli –Sono contenta che adesso siamo qui, forse non ve l’ho mai detto perché non ho mai avuto l’occasione ma vi voglio bene-

-Kagome noi…-

-Buona vero questa pasta? Anche in Italia cucinano così buono- interruppi il discorso di mia madre che guardò mio padre.

-Hai ragione è davvero ottima… un po’ di vino?- mi chiese mio padre e io accettai sorridendo.

-Si Kagome è bello- sorrisi a mia madre grata di aver capito e continuammo a parlare del più e del meno.

 

-Dove vai Kagome?- mi chiese mio padre vedendomi mettere le scarpe.

-A vedere la mia piccolina- dissi e lui rise venendo con me e dandomi le chiavi.

Quando arrivai al garage che aprii di fronte a me c’era una macchina coperta da un telo grigio, sorrisi e con l’aiuto di papà lo tolsi e apparve la mia piccolina, rossa fiammeggiante, due posti, sedili in pelle nera. Navigatore satellitare e stereo, manubrio nero come tutto il resto la aprii e mi sedetti al posto di guida mentre mio padre entrò dall’altra parte.

-Mi sei mancata- dissi baciando il manubrio –Era il più bel regalo che potessi ricevere-

-Beh avevamo messo da parte abbastanza soldi anche per iscriverti all’università e pagare le tasse… così ci siamo detti che potevamo prenderti qualcosa di particolare- mi sorrise.

-Vedi che io dovevo nascere in Italia anziché in America e poi trasferirmi qui?- lui rise. –Adoro tutto dell’Italia- parlammo molto e papà mi spiego che lui avrebbe voluto prendere una bmw ma la mamma aveva insistito per esaudire il mio desiderio.

-Meglio no?-

-Certo che si!- esclamai baciandogli la guancia –Grazie papà-

-Se all’esame non prendi il massimo te la vendo- risi e accettai la sfida –Adesso andiamo a dormire che sono stanco anche io e domani io e la mamma dobbiamo lavorare a un caso qui in Giappone-

-Quindi resterete qui?- lui sorrise e io ricambiai –Ne sono contenta-

 

Il giorno dopo mi venne a svegliare mia  madre visto che stavo dormendo da dodici ore.

-Perché non vai ad allenarti un po’ altrimenti chi ti prende più?- mi alzai con piacere andai a farmi una doccia e andai a correre senza far colazione. Mi feci una bella corsa e quando tornai decisi di ripetere un po’ le tesine che ricordavo alla perfezione. Rimasi sola a casa così mi allenai con la trave che avevo nella “cantina” se così la volevamo chiamare anche se c’erano attrezzi per gli allenamenti. Mi stupii del fatto che anziché ingrassare ero rimasta sempre la stessa e i miei movimenti erano sempre eleganti e sinuosi.

-Sono perfetta- mi dissi guardandomi allo specchio.

Alle quattro salii a farmi la doccia e a prepararmi e misi un po’ di musica. I Nuttin’ but stringz erano favolosi con i loro violini e mi piaceva ascoltarli per ore. Misi dei pantaloncini corti e scarpette da ginnastica bianchi con un top giallo. Lasciai i capelli sciolti e indossai gli orecchini a cerchio. Mi truccai leggermente e aspettai Inuyasha,  che non tardò ad arrivare.

-Sempre bella- mi disse salutandomi con un bacio.

-È la tua nuova moto?- lui annuì e io la osservai –Bella- non era molto diversa da quella della foto solo che questa era nera con striature blu.

-Metti questo e andiamo- annuì seria e infilai il casco. Mi strinsi a Inuyasha che partì veloce e non ebbi paura, mi fidavo di Inuyasha. Arrivammo in un parco dove c’era un lago e parcheggiò lì, posto isolato per un incontro pacifico.

-Sicuro che si può entrare con le moto?- lui annui e mi baciò ancora.

-Dopo ti va di conoscere gli altri miei amici delle gare?-

-Mi porti sulla pista?- mi illuminai quando annuì –con piacere- non scesi dalla moto e lui era di fronte a me che mi manteneva per i fianchi.

-Cosa hai fatto oggi?- mi chiese per ammazzare il tempo, era nervoso gli si leggeva in faccia.

-Sono andata a correre perché credevo di aver preso un po’ di peso e invece mi sbagliavo, sono perfetta.- mi vantai e lui rise divertito -Ho studiato, mi sono allenata con la trave e poi sono andata a prepararmi-

-E non hai mangiato?- mi chiese e io scossi la testa –Capisco che vuoi mantenere la linea ma non mangiare fa male… rimediamo dopo con un gelato alla fragola- sorrisi e lo baciai –Senti Kagome pensavo di fare una sorpresa a Kikyo tu rimani qui ferma e la lasciamo parlare poi io ti presento che ne dici?- era un idea cattiva ma io lo ero di più.

-Ci sto- dissi e mi abbassai per baciarlo ancora.

-Sta arrivando- mi indicò una ragazza che non si era accorta di noi. Bella non c’è che dire ma imparagonabile a me.

-Stai tranquillo Inuyasha- lui annuì e mi diede un ultimo baciò poi andò incontro alla ragazza che parve illuminarsi quando lo vide… ci credo era bellissimo. Rimasi in silenzio di spalle ascoltando tutto quello che si dicevano a pochi metri da me.

 

-Ciao Inuyasha- salutò lei con voce dolce, la guardai dallo specchietto della moto e avrei voluto bruciarla.

-Ciao Kikyo- rispose lui normale. –Allora di cosa mi vuoi parlare e se possiamo fare in fretta che ho da fare-

-Sai cosa voglio-

-E sai la risposta- disse acido e io sorrisi.

-Ma Inuyasha io ti amo ancora- disse disperata –Io sbagliai ad andare con Naraku lui mi voleva solo per giocare-

-Sei tu che ci sei cascata… non è colpa mia-

-Lo so, ma riflettici! Stavamo così bene prima di tutto questo e io lo so che ho sbagliato ma voglio rimediare-

-Le ferite che mi hai provocato erano profonde e le credevo incurabili ma ho incontrato una persona che me le ha cucite, disinfettate e curate adesso ci sono solo dei segni quasi invisibili-

-Non dirmi così…- piagnucolò lei avvicinandosi a lui e io strinsi la manica del mio giubbetto.

-Cosa dovrei dirti che ti amo ancora e che voglio stare con te dopo tutto quello che mi hai fatto? Mi dispiace ma non sono così buono-

-Cos’ha lei più di me?- chiese con disprezzo.

-Molto… forse non te lo ricordi ma la mia attuale ragazza era la ragazza di Naraku, mi sembra di avertelo detto-

-Tanto anche lei sapeva che la stava solo prendendo in giro e se non se ne era accorta è una stupida-

-Proprio come sei tu allora… ti eri illusa anche tu- la vidi tacere e poi scoppiare in lacrima –Le tue lacrime non mi commuovono-

-Ma io non vivo senza te!-disse abbracciandolo e io trasalii dalla rabbia.

-Anche io lo credevo eppure mi vedi felice no?E poi sono passati tre anni- lo disse quasi con dolcezza e mi diede fastidio, poi la staccò da sé –Ti voglio presentare una persona- non mi feci aspettare e scesi dalla moto, Inuyasha fece due passi indietro e mi porse la mano che io strinsi forte. –Kikyo lei è la mia ragazza… Kagome- io non la salutai e lei rimase sorpresa nel vedermi.

-Dovevamo parlare da soli!- disse impacciata dopo.

-Io con lei NON ho segreti quindi perché non portarla e poi dovevamo uscire, era inutile farla aspettare-

-Ma… io…-

-Posso dirti due parole Kikyo?- lei mi guardò -Avevi ragione dicendo che ero una stupida non accorgendomi del comportamento di Naraku che mi ha provocato una ferita enorme. Ma tu mi hai battuto… come hai fatto a lasciare Inuyasha, che credo  sia la persona migliore al mondo, sapendo il comportamento di Naraku?- non mi seppe rispondere –Quel che è lasciato è perso ricordalo- le dissi e quella verità valeva anche per me.

-Mai dire mai- rispose lei e io le sorrisi.

-Ma mai dire una cosa del genere quando le cose sono tanto chiare!- la guardai con odio –Non credere che io mi lasci portare via Inuyasha- mi iniziai a scaldare, la sua impertinenza mi dava sui nervi.

Lei mi sfidò con lo sguardo.

-Perché poi dopo tre anni? Cosa c’è, eri contenta di sapere che Inuyasha non stava con nessuno? Per questo non ti sei fatta avanti?-

-Cosa ti importa?-

-Cosa mi importa?- feci un passo avanti ma Inuyasha mi trattenne –Tu hai anche il coraggio di chiederlo? Ti rendi conto della tua stupidità!- alzai la voce –Credi davvero che Inuyasha sia così stupido da cadere ai tuoi piedi? Sei gelosa vero che stia con me! Hai aspettato troppo Kikyo quindi perdi ogni speranza-

-Kagome calmati- mi sussurrò Inuyasha prendendomi per i fianchi.

-Ti rendi conto di quello che gli hai fatto Kikyo?- urlai –Ti rendi conto che tu hai ferito il ragazzo che dici di amare e se l’avessi amato realmente non saresti tornata dopo tre anni!-

-Non ti permetto di parlarmi così, non sai neanche cosa io abbia provato!- aveva gli occhi lucidi –Sei solo una stupida illusa, tu non lo conosci Inuyasha!-

Strinsi il braccio di Inuyasha così forte che lo feci male: -Osa dirlo di nuovo- la minacciai con lo sguardo –Kikyo ti avverto, prova ad avvicinarti di nuovo a Inuyasha e ti assicuro che ti farò provare le pene dell’inferno- la minacciai bruciandola con lo sguardo –Prova a ripetere che lo ami e ti giuro Kikyo che quello che sto dicendo accadrà sul serio e quando dico una cosa non mi tiro mai dietro-

-Non mi fai paura- sostenne il mio sguardo. Inuyasha mi strinse di più.

-Ora Inuyasha ha me, togliti dalla testa di poterlo riavere- le puntai un dito contro –Sparisci dalla nostra vita ora e per sempre!-

-Io…-

-No Kikyo ora basta- disse Inuyasha –Ora davvero non posso ascoltarti più. Lasciami in pace, io non ho intenzione di dimenticare quello che hai fatto e ora sto bene. Se è vero quello che dici, se mi ami davvero lasciami vivere-

-Inuyasha io posso cambiare ti prego- mi ritrovai a pensare che era una stronza.

-Sarai anche cambiata, ma…- inspirò –Io ho Kagome-

-No, Inuyasha tu non sai quello che dici…-

-Ti ho detto di smetterla!- urlai furiosa –Devi sparire-

-Addio Kikyo- la salutò Inuyasha tirandomi via. –Dai Kagome sali- mi tenne sempre la mano anche quando dovetti salire dietro di lui. La lasciammo lì, senza aggiungere altro.

Io ero furiosa, avevo ancora il suo sguardo in testa e le sue parola. Avrei voluto tornare indietro e dirgli tutto quello che avevo ancora da dire. Mi sentivo frustrata, ero così arrabbia che avevo le lacrime agli occhi.

Mi strinsi di più a lui quando accelerò su una strada libera, mi piaceva quando faceva il tosto e si vantava…

-Sei pazzo!- gli dissi sorridendo mentre scendevo dalla moto e mi sfilai il casco.

-Spaventata?- mi chiese mostrandomi la sua dentatura perfetta.

-No per niente- gli dissi abbracciandolo e lui mi baciò con trasporto. –Non mi baci così da ieri- misi il broncio e lui mi guardò sconsolato.

-Hai ragione! Come farmi perdonare?- mi chiese sarcasticamente, sapeva come fare così mi avvicinai per baciarlo ancora ma lui mi scansò. –Per farmi perdonare ti offro il gelato-

-Ehi non mi piace quando mi scansi!- lui non disse niente ma mi prese per mano e mi fece accomodare a un tavolino della gelateria e lui si sedette di fronte a me guardandomi con intensità.

-Cosa c’è?- gli chiesi sorridendo.

-Ti ho mai detto che sei bella?-

-Ti piaccio solo per questo?- inarcai un sopracciglio.

-Sai perché ti amo- sorrisi e accarezzai la sua mano poggiata sul tavolino. –Sai temevo che avresti picchiato Kikyo- io lo incenerii perché temeva per lei – non fraintendermi… temevo per te- annuii –Kagome cosa c’è?-

-Ho avuto paura Inuyasha, ho avuto paura che le sue parole ti avessero potuto convincere- gli sfiorai il braccio che gli avevo graffiato –Scusa-

-Kagome, io non so cosa dirti- mi strinse la mano sul braccio –Io avrei dovuto rispondere e invece lo hai fatto tu al posto mio, mi sento uno stupido- scossi la testa –Io avrei dovuto far capire a Kikyo cosa sei per me e…-

-Mi sono sfogata Inuyasha, anzi neanche del tutto- lo guardai negli occhi –Inuyasha, sai che ti amo?- lui sorrise e io mi sentii meglio. Non doveva sentirsi in colpa, forse anche io avrei reagito allo stesso modo con Naraku. Non avrei trovato le parole, mi sarei sentita impacciata ma sapevo anche che Inuyasha mi avrebbe difeso anche meglio di come avevo fatto io.

Poi arrivò il cameriere e ordinammo. –Quelle ragazzine ti stanno fissando da troppo- gli dissi indicando con lo sguardo il loro tavolo e Inuyasha rise divertito della mia gelosia.

-Se prima eri bella adesso sei stupenda, mi piace quando fai la gelosa perché ti mordi le labbra e lo fai anche quando sei agitata o impaurita- mi morsi il labbro ancora, lo volevo stuzzicare un po’. –Sei fai così sai cosa accade- risi divertita e decisi che era meglio smetterla. Mangiammo il gelato e prima di andarcene restammo vicini alla moto a parlare un po’ di tutto.

-Visto ce l’ho sempre?- mi riferivo al ciondolo che lui sfiorò sorridendo dolcemente e io non resistetti –Ti amo- gli dissi prima di baciarlo e immergendo le mani nei suoi capelli, mentre lui mi strinse per la schiena facendo aderire al meglio i nostri corpi. Il desiderio di fare qualcosa in più c’era ma ci limitavamo a baciarci. Le nostre lingue giocavano a rincorrersi in un gioco antico e sentii di nuovo quella sensazione di pienezza. –Cavolo se ti amo- esclami tornando a baciarlo cancellandogli il sorriso malizioso che aveva –Decisamente- presi aria e poi continuai a baciarlo.

-Dovresti baciarmi così più spesso- mi disse.

-Va bene- lo dissi con voce roca e lui fremette e lo sentii rabbrividire quando gli sussurrai all’orecchio ancora una volta: -Ti amo amore mio-

-Mi hai disegnato il tatuaggio?- scossi la testa me ne ero scordata.

-Prometto che appena torno a casa lo faccio- promisi e lui mi morse il labbro inferiore per poi leccarmelo e tornare a baciarmi.

-Su andiamo che devono essere già tutti sulla pista anche Sango, Kagura e Rin- fui contenta di quella notizia così partimmo subito.

Quando arrivammo rimasi stupita nel vedere che la pista era ben organizzata, era grande e per lo più tutto rettilineo se non per qualche curva a esse. Guardai anche gli spalti dove dei ragazzi erano seduti o sdraiati mentre alla base c’erano delle moto. I ragazzi e le ragazze esultarono quando ci videro arrivare o è meglio dire quando lo videro arrivare.

-Ciao ragazzi- li salutò scendendo frettolosamente dalla moto e abbracciando gli amici, lo raggiunsi rimanendo un po’ indietro –Ehi ragazze sempre belle!- disse abbracciando anche le giovani.

-Anche tu non sei cambiato per niente!-

-È passate solo un mese- disse loro, ma io mi limitai a restare ferma sulla moto non volevo rovinare il momento.

-Troppo Inuyasha- disse una ragazza abbracciandolo ancora.

-Inuyasha chi è la ragazza che è con te?- mi irrigidii un po’ ma poi mi dissi che ero sciocca e mi rilassai.

-Ragazzi vi presento Kagome- lo raggiunsi e sorrisi a tutti  -…è la mia ragazza- molti sorrisero mentre le ragazze tacquero guardandomi incredule.

-Piacere sono Tay- fece uno allungandomi la mano che strinsi –Scusa se sono ripetitivo come gli altri che te l’hanno detto… ma wow sei bella-

-Grazie mille- dissi sfoderando il mio sorriso migliore e pian piano tutti si iniziarono a presentare.

-Volevo che la conosceste- spiegò Inuyasha stringendomi per la vita –E chiudete quelle bocche se non volete che entrino le mosche… e smettete di guardarla così se volete vivere ancora- alcune ragazze risero mentre altre diedero uno scappellotto a quelli che probabilmente erano i loro ragazzi. –Io faccio vedere la pista a Kagome e le spiego alcune cose e dopo facciamo una corsa- tutti esultarono comprese le ragazze –Dovrebbero arrivare anche Miroku e Koga con le loro ragazze mi raccomando…- sorrisi divertita e salutai con la mano tutti che ricambiarono.

-E meno male che è passato solo un mese… tutto è cambiato- sentii dire da un ragazzo prima di salire in moto.

 Scendendo Inuyasha mi prese per mano  e mi portò poco distante dalla moto indicandomi la linea di partenza e mi spiegò che partivano tutti su quella linea poi c’era chi conquistava le posizioni. Mi spiegò che la pista era circolare con qualche curva ad esse, in oltre mi spiegò che quella inizialmente era una pista da go-kart abbandonata che loro avevano provveduto a sistemare e a “comprarla”… era un po’ di tutti. 

-Non è facile ma neanche difficile come sulle piste reali- spiegò  stringendomi.

-Beh hai me come porta fortuna no?- mi stampò un baciò sulle labbra e assaporai quel tocco leggero leccando le mie labbra –Hai sempre un buon sapore come di menta- lui poggiò la fronte sulla mia e io chiusi gli occhi.

-Tu sai sempre di fragola e di zucchero a velo- sorrisi e mi diede un altro bacio.

-Le tue amiche mi sono sembrate un po’ freddine- dissi guardandolo divertita e lui sospirò ma poi mi sorrise.

-Perché quando Kikyo mi ha lasciato diciamo che loro hanno provato a farmi ritornare quello di una volta anche se non disprezzavano le serate singole, ma siamo rimasti comunque amici- annuii. –Tu quando mi presenterai i tuoi amici?-

-Ma io non ne ho… te ne sei dimenticato?- lui strinse la presa sui miei fianchi ma io non ero triste, non mi importava.-Allora quali sono le regole?-

-Chi vince sceglie il giorno della gara tutto parte da qui, infatti il vincitore ha dei vantaggi. Può scegliere lui l’orario e se alcuni non possono venire perdono e il campione in carica è più avvantaggiato. Le regole sono fare un giro senza ingannare e chi arriva ultimo non solo perde i punti ma deve anche pagare una cena per tutti –

-In che senso punti?-

-Ogni anno chi vince più gare guadagna punti e chi ne ha di più diventa il capo- spiegò e mi era tutto più chiaro.

-Adesso chi è il capo?- chiesi sorridendo conoscendo la risposta.

-Da ben quattro anni hai di fronte il capo di tutti-

-Oh allora sono fortunata- gli diedi un bacio stringendolo a me e lui ricambiò malinconicamente il mio abbraccio, stringendomi a se come per non farmi scappare… per non farmi andar via. –Tuo fratello non corre?-

-Correva, adesso si sta dedicando al lavoro con mio padre-

-Capisco- dissi –Domani c’è la grande festa- cambiai discorso e lui annuì.

-Ci sarà tanta gente- mi disse e io risi –E alcool ma tu neanche un bicchiere se non con il mio permesso-

-Sissignore!- esclamai portandomi la mano alla tempia e lui mi iniziò a fare il solletico e io dovetti scappare, lui mi rincorse ma fui bloccata per le braccia e lui mi continuò a fare il solletico –Vi prego basta- dissi piangendo dalle risate, maledetto solletico che soffrivo.

-Ok Inuyasha basta altrimenti le faremo venire un infarto- riconoscendo la voce di Miroku appoggiai la schiena al suo petto mentre cercavo di riprendere fiato.

-Me la pagherete- dissi e loro risero. Scansai bruscamente Miroku e fulminai Inuyasha che smise di ridere all’istante e mi guardai in giro. –Dove sono Sango,Koaku e Rin?- chiesi.

-Arriveranno più tardi con la macchina- spiegò Miroku dandomi un bacio a timbro.

-Miroku hai visto Koga?- chiese Inuyasha un po’ infastidito ma cercò di nascondere l’irritazione. Miroku indicò il ragazzo alle sue spalle mentre saliva a salutare gli altri così lo raggiungemmo.

-Ciao bellezza- mi salutò baciandomi la fronte.

-Come Koga la conosci anche tu?- chiese una ragazza.

-Io e Miroku la conosciamo da quando eravamo nei pensieri dei nostri genitori e poi abbiamo fatto un viaggio assieme- ricordò loro e le ragazze mi guardarono.

-Miroku hai baciato Kagome- fece notare una ragazza e la ringraziai mentalmente di avermi fatto capire quanto fosse stronza, così risposi io.

-Si lo fa sempre… siamo fratelli ci siamo adottati a vicenda. Sì Inuyasha ne è geloso e si ne abbiamo parlato e lui ha accettato come io ho accettato il fatto che lui parlasse a telefono con voi o vi vedrete quando io non ci sarò- fui più stronza di lei e feci ammutolire tutti tranne Koga,Miroku e Inuyasha che per poco non scoppiarono a ridere. Sorrisi alla ragazza in questione e chiesi a Inuyasha se mi portava a fare un giro come si deve sulla pista… e intendevo a modo di gara.

-Si vieni- mi prese per mano e mi portò alla moto e quando salimmo mi strinsi a lui forte. Altro che correre come aveva fatto sulla strada libera, era al massimo della velocità e quella volta mi spaventai realmente. Si fermò a metà pista e io scesi tremante togliendo il casco.

-Cavolo ma voi siete pazzi!- dissi mettendo una mano sul cuore.

-Kagome tutto bene?- mi chiese avvicinandosi e alzandomi il mento in modo che lo potessi guardare negli occhi –Oggi non ti sei spaventata…- era molto preoccupata.

-Ma non andavi a duecento all’ora- urlai quasi poi mi appoggiai a lui non riuscendo a calmare il tremore.

-Scusami- mi strinse dondolandomi per farmi calmare.-Ma tu volevi vedere come gareggiavamo-

-Quante volte ti sei fatto male?-

-Cosa?-

-Quante volte sei caduto?- ripetei scandendo le parole.

-Due o tre volte, ma me la sono cavata con qualche osso rotto e costole incrinate- disse piano in modo da non spaventarmi.

-Come ve la siete cavata in ospedale? Cosa avete detto?-

-Che siamo stati investiti- tremai ancora immaginando Inuyasha che cadeva a terra e si feriva –Il più grave fu Miroku quando si schianto nel muro- certo che dicendomi quelle cose mi faceva riprendere velocemente. Mi ricordavo quando la madre di Miroku mi chiamò piangendo dicendomi che era in ospedale ed era grave. Era il periodo che io venivo curata da uno psicologo. Fortunatamente se la cavò con una cicatrice dietro la schiena. Rabbrividì e Inuyasha mi abbracciò più forte –Scusa non dovevo dirtelo-

-No va bene così, devo sapere certe cose e quando torniamo lì, Miroku sentirà me- dissi arrabbiata e abbracciai la vita di Inuyasha era così bello stare tra le sue braccia. –Sto meglio- gli dissi mostrando la mano che non tremava quasi più a un Inuyasha diffidente.

-Allora andiamo- andò più lentamente tanto che non ci mettemmo neanche i caschi e quando arrivammo le ragazze ancora dovevano arrivare e il sole aveva già iniziato a calare.

-Miroku vieni un attimo?- chiesi sorridendogli non poteva neanche immaginarsi cosa gli stavo per fare. Quando fu abbastanza vicino gli diedi un pugno al petto.

-Ehi sei impazzita?- chiese massaggiando il punto colpito.

-E tu quando avevi intenzione di dirmi che ti eri schiantato in un muro quando sei stato in ospedale?- gli urlai e lui guardò in malo modo Inuyasha che lo affrontò con lo sguardo.

-Grazie amico- disse minaccioso.

-Ehi non prendertela con lui! Ti ricordi… Niente bugie?- gli dissi.

-Non volevo spaventarti era un periodaccio per te- gli accarezzai la guancia.

-Ma adesso no- gli dissi –Sei perdonato comunque e guai a te se tu e Inuyasha litigate chiaro?- guardai entrambi che annuirono.

-Tanto stasera lo batto!- disse convinto Miroku facendo un mezzo sorriso. Scossi la testa mentre i due si diedero il cinque.

Mentre aspettavamo io tornai ad abbracciare Inuyasha che infilò le mani nelle tasche posteriori del mio pantaloncino, mi piaceva quando lo faceva e mi sentii osservata.

-Ci guardano?- chiesi a Inuyasha che alzò per un secondo lo sguardo sorridendo, capii che avevo intuito bene.

-Se a loro non sta bene a me non interessa, mi piace palpare il tuo fondoschiena- mi disse e io risi nascondendo il viso nell’incavo del suo collo e aspirando il suo profumo. –Va meglio?-

-Mmm- mugugnai un assenso e gli diedi un bacio sul collo. Poi dei fari ci illuminarono e sciogliemmo l’abbraccio e io mi dovetti stringere nella giacca di jeans.

-Siete arrivati finalmente!- esclamò Miroku aprendo la portiera a Sango e baciandola.

-Scusate ma le signore erano indecise… non sapevano cosa indossare- disse Koaku stringendo la mano ai ragazzi e dando a me un bacio sulla guancia. Poi andai a salutare le mie amiche, con loro c’era anche Kagura.

-Bene visto che finalmente sono arrivati possiamo iniziare no?- Miroku annuì e andò a chiamare i ragazzi che salutarono le ragazze e le presentò anche alle ragazze che immediatamente riconobbero i due gemelli e si fiondarono a parlare con loro.

-Tranquilla amore stasera vedrai il capo all’opera- disse poggiando la sua fronte alla mia.

-Fa attenzione -lo salutai con un bacio appassionato e lo lasciai dopo avergli fatto altre raccomandazioni. Mi sedetti accanto a Kagura che parlava con le altre ragazze che l’avevano presa meglio. Il problema ero io, così dopo un po’ mi staccai guardando i ragazzi che si sistemavano sulla linea mentre altri controllavano che fosse tutto a posto.

-Come mai tutta sola?- già sola, mentre Sango se la rideva e le altre due non mi pensavano.

-Non sono di buon gradimento- sorrisi alla ragazza che si era fatta avanti per prima per conoscermi… Kara si chiamava.

-Un pochino, ma vedrai che si abitueranno e poi sei stata mitica oggi con Haru l’hai messa a tacere alla grande, ti ammiro- le sorrisi ancora ero contenta che almeno una di loro parlasse con me. –Sono contenta di rivedere Inuyasha così felice. Non rideva veramente da quando Kikyo l’ha lasciato… conosci vero la storia di quella… non ho rovinato qualcosa?- chiese preoccupata.

-No, so tutto Kikyo l’ha tradito con il mio ragazzo Naraku- lei rimase a bocca aperta, incredula nel sentire le mie parole –E già-

-E come l’avete scoperto?-

-Ho parlato nel sonno e lui mi ha spiegato che Kikyo era la sua ex-

-Non era stata più ben vista fra di noi…-

-Immagino- dissi sorridendo –Sei fidanzata?-

-Si- e mi indicò un ragazzo che parlava con Koga –Però da poco, ci ho provato anche io con Inuyasha ma non sono come le altre che ti guardano male… sono contenta, si vede che siete fatti l’uno per l’altra-

-Grazie- era molto dolce ed ero contenta che parlasse con me.

-E poi ha buon gusto sei davvero molto… bella-

-Adesso basta con i complimenti- e lei rise annuendo –Ci sarai anche tu domani sera?-

-Sai della festa a sorpresa?-

Risi divertita -Si anche Inuyasha… Jenis ha spifferato tutto- lei sospirò sconsolata.

-Stanno iniziando- mi indicò la pista e i ragazzi che si infilavano i caschi accendendo le moto. Improvvisamente la pista si illuminò e una ragazza si mise a bordo pista con il braccio alzato. Improvvisamente Sango e Kagura erano sedute dietro di me e io pregai il buon Dio di non far capitare nulla di grave. Il rombo delle moto che acceleravano mi fece tremare di eccitazione e nel momento in cui la ragazza abbassò il braccio partirono. Tre moto erano in testa e le riconobbi. Quella nera e blu di Inuyasha, la moto blu di Inuyasha che aveva prestato a Miroku e quella verde e bianca di Koga. Quando arrivarono alla prima curva salì infondo agli spalti, fui la prima ad arrivare osservando i tre correre come pazzi. La paura era stata sostituita dal’eccitazione e l’adrenalina andava a mille. Inuyasha era in testa e Miroku subito dietro di lui, strinsi la mano di Sango quando li vedemmo arrivare e avvicinarsi. Sempre più vicini e noi iniziammo a urlare poi come proiettili sfrecciarono sotto gli spalti per raggiungere la linea, per un millesimo di secondo tacemmo e quando vidi la moto nera e blu, urlai contenta. Inuyasha ce l’aveva fatta e io, Kagura e Sango scendemmo di corsa aspettando che tutti tornassero e che i nostri ragazzi si avvicinassero. Inuyasha si avvicino poi si alzò su una ruota e quando scese era tutto sorridente e io mi fiondai da lui.

-Hai visto?- mi disse prendendomi in braccio e facendo un giro.

-Sei il migliore- gli dissi quando mi mise giù e mi baciò.

-Se non ci sei fra due settimane non gareggio- mi disse e io risi poi le ragazze raggiunsero Inuyasha e ci separarono ma non era un problema perché mi andai a vantare con le mie amiche del mio ragazzo.

-La prossima volta offre Miroku!- urlò Koga al posto mio, che avevo avuto la stessa idea e tutti risero contenti soprattutto l’ultimo arrivato.

-Me lo devi amico- fece Inuyasha abbracciandomi e scambiando un pugno con Koga che abbracciò per le spalle Kagura, mentre Sango scuoteva la testa sorridendo.

-Ehi se sono arrivato terzo è già un vantaggio è tanto che non corro!- protestò lui e io gli diedi ragione tranne per il fatto che era arrivato terzo, all’ultimo momento Koga l’aveva superato sul rettilineo.

Restammo a prendere in giro Miroku per ancora un po’ e ascoltare i ragazzi mentre discutevano della corsa e delle modifiche da apportare. Poi decidemmo che era ora di andare e ci separammo.

-Ci vediamo allora domani sera- ricordò Inuyasha a tutti prima di separarci e con un’andatura più lenta mi riportò a casa.

-Ti va di entrare?- gli chiesi.

-Volentieri- mi disse e lo presi per mano. La cameriera era in vacanza così ci venne ad aprire mia madre che fu contenta di vedere Inuyasha e lo stesso mio padre.

-Porto a vedere la mia camera a Inuyasha- dissi prendendolo per mano e iniziando a salire le scale di legno.

-Inuyasha mangi con noi stasera?- io guardai preoccupata prima mia madre, che si affacciò dalle scale, e poi Inuyasha che accettò.

-Mi dispiace- dissi prima di entrare in camera mia.

-Per cosa?- mi chiese serio… aveva capito.

-Credevo che mia madre avesse capito e che non voglio che ufficializzino tutto e poi ti potrebbe dare fastidio e mi…- non finii perché mi tappò la bocca con un bacio.

-Non ti devi preoccupare Kagome. Questo ci renderà le cose più difficili ma non ti preoccupare- annuì –Dai fammi un sorriso- esaudii il suo desiderio e aprii la porta della mia camera. Era tutta azzurra, con un letto a baldacchino con coperte e tanti cuscini bianchi e azzurri e le tendine bianche. Le finestre erano due ma erano grandi e una porta finestre che portava a un balcone. La moquette era di un azzurro più chiaro e c’erano due grossi armadi che ricoprivano una parete e una scrivania con un portatile e uno stereo accanto. Delle mensole bianche erano ricoperte di libri e altre due di cd di musica.

-Ti piace?- gli chiesi.

-Tanto- e si soffermò a guardare le mie foto che ricoprivano la parete alle spalle del mio letto visto che era posizionato al centro della camera. –Sempre bella- sorrisi.

- Non hai conosciuto ancora un membro- gli dissi riaprendo la porta e facendo entrare Fusa che si strusciò sulle gambe di Inuyasha  -Lui è Fusa e gli piaci- Inuyasha lo prese e lo guardò.

-Che razza di nome è Fusa?- chiese rimettendolo a terra e accarezzandogli la testolina bianca e poi l’unico orecchio nero. –Raro, come la padrona- presi la giacca di pelle di Inuyasha e la misi sulla sedia e poi mi sdraiai mentre lui rimase seduto sul mio letto.

-Divertita oggi?-                                                                          

-Tanto- gli dissi mettendomi a sedere, lo spinsi e lo feci sdraiare e poi mi misi a cavalcioni su di lui. Mi abbassai e gli baciai la clavicola, risalii verso la gola. Baciai il mento e lui mi carezzo i fianchi, baciai la guancia e lui chiuse gli occhi, baciai le palpebre e lui sorrise poi scesi di nuovo e gli leccai le labbra facendogliele schiudere ma non lo baciai, continuai a giocare. Le morsi, succhiai e leccai ancora, poi incontrai la sua lingua e fui risucchiata io. Fremetti quando mi mise una mano sul collo mentre con l’altra percorreva la linea della mia schiena. Io gli accarezzai la guancia e i capelli, non riuscii a staccarmi neanche quando iniziai a sentire il bisogno di respirare, però la mancanza di aria vinse e quando mi staccai le sue labbra mi invitarono ancora. Lui mi portò sotto di lui e mi baciò con più passione, sotto di me c’era il telecomando dello stereo che partì con la mia musica preferita dei violini di Broken Sorrow ci accompagnarono in quella danza. Non ci fregava dei miei genitori al piano di sotto eravamo solo noi in quella stanza e stavamo bene. Mi baciò il mento e la gola poi tornò sulle mie labbra, le sue parevano tizzoni ardenti e mi incendiavano e la sua mano di fuoco che bruciava la pelle sotto la maglia.

-Kagome fra dieci minuti è pronto, scendete- disse mio padre… più che altro urlò e ci fermammo improvvisamente.

-Si scendiamo!- quando sentii  che scendeva le scale scoppiai a ridere e con me Inuyasha.

-Cavolo che stupidi che siamo a fare una cosa del genere quando ci sono i tuoi e soprattutto quando mi invitano a mangiare… se ci avesse visto credo che mi avrebbe cacciato a calci- mi disse continuando a ridere e io lo strinsi.

-Siamo pazzi-

-Io sono pazzo di te- mi disse e lo attirai a me baciandolo ancora. –Andiamo che è meglio- lui annui e mi diede una mano ad alzarmi. –Sistemati un po’ altrimenti capiscono tutto!-

-L’hanno già capito- dissi ridendo e sistemandomi un po’ –Tu non sei da meno- lo vidi guardarsi allo specchio lungo e mettersi a posto la maglietta e la cresta –Te l’hanno mai detto che sei figo?- gli chiesi sorridendo e mi appoggiai alla sua spalla. –Sei perfetto- lo dissi con aria sognante e sospirai.

-Cos’era quello?- mi chiese guardandomi.

-Un sospiro… lo fanno le ragazze innamorate- dissi e lui mi strinse.

-Sei innamorata di me?- mi chiese stupidamente.

-Mi pare che la parola ti amo significhi che sono innamorata no?-

-Volevo ancora un’altra conferma- mi disse avvicinandosi per darmi un altro bacio, non facevamo altro, così io mi staccai da lui e uscii seguita da Fusa che aveva assistito silenzioso a tutto. –Questo non mi piace!- esclamò seguendomi e io risi.

-Ti ho ripagato con la stessa moneta-

-La camera è apposto?- chiese mamma quando ci sedemmo.

-Si abbiamo messo tutto a posto- risposi tranquilla e facendo l’occhiolino a papà che per poco non si strozzava con il vino.

-Allora buon appetito-disse mamma raggiante.

 

-Ti chiamo dopo- mi disse mentre gli porgevo la sua giacca –Mi sono divertito- gli sorrisi –Cosa c’è?-

-Niente, perché deve esserci qualcosa?- gli chiesi.

-Non mentirmi- sbuffai.

-E che è tutto così strano! Insomma ho… ho paura-

-Di cosa?-

-Tu che dici?- mi stavo irritando un po’ –No scusa, hai ragione è stata una bella giornata-

-Ci sentiamo dopo- era preoccupato glielo leggevo negli occhi, mi dispiaceva. –Kagome…- lo guardai ma lui scosse la testa –Ciao- lo salutai con la mano e lui partì sgommando. Sospirai ripensando che fino a dieci minuti prima eravamo a tavola che ridevamo e adesso eravamo arrabbiati.

-Si ciao- dissi rientrando prendendo in braccio Fusa e baciandogli la testa. –Tu mi capisci vero?-

 

-Bellezza ciao- mi salutò Miroku dall’altra parte del telefono.

-Devo chiederti un favore domani mi accompagni a prendere il regalo a Inuyasha?- gli chiesi.

-Certo alle cinque va bene?-

-Perfetto- sorrisi per la sua disponibilità –Ho litigato con Inuyasha- confessai dopo un minuto di silenzio.

-Come mai?-

-Mamma l’ha invitato a mangiare a casa ha accettato però…- mi ero dimenticata che lui non sapeva niente –però niente adesso che ci penso è una sciocchezza- e feci una risata isterica.

-Se scopro che mi nascondi qualcosa mi arrabbio Kagome- mi minacciò e io roteai gli occhi.

-Non ti nascondo niente-

-Mmm staremo a vedere- disse –Va bene allora domani ti passo a prendere, un bacio bellezza-

-Ciao Miroku e scusa per il disturbo-

-Cos’è questo?-

-Una richiesta di scusa, stavi per chiamare Sango no?-

-In effetti- sorrisi –Ma sai che non ti devi scusare-

-Ok adesso vai-

-Ciao- attaccò e io rimassi da sola poi mi venne in mente una cosa, avrei fatto tre regali a Inuyasha, sorrisi e scattai.

-Papà- lo chiamai quando saltai l’ultimo gradino.

-Cosa c’è Kagome?- era nel suo studio che lavorava.

-Hai ancora contatti con quel tuo cliente che aveva quel cane campione?-

-Sto lavorando proprio al suo caso perché?- mi guardava sospettoso.

-Non è che mi puoi far procurare un cucciolo entro domani sera?- feci gli occhi da Bambi e lui sospirò.-Lo pago con i miei soldi e lo voglio maschio-

-Vedo cosa posso fare- gli diedi un bacio e tornai in camera. Adesso mi serviva uno scatolo e un nastro poi dovevo trovare qualcuno che mi facesse delle incisioni e… cavolo ce l’avrei fatta entro quella sera? Feci un’altra telefonata e presi appuntamento.

Rimasi a telefono per molto a parlare con Sango e quando staccai era la mezza. Avevo parlato così tanto da non aver sentito il mio telefonino nella tasca della giacca. Quando lo presi sopra c’erano cinque avvisi di chiamate perse e un messaggio, tutti di Inuyasha.

Mi dispiace per la discussione

E non capisco perché non mi rispondi

Se ti ho fatto qualcosa perdonami… ti amo buona notte.

 

Leggere quel messaggio mi provocò una fitta al cuore così ne scrissi uno anche io:

Sei sveglio?

 

Non mi arrivò nessun messaggio di risposta ma mi chiamò lui. –Ciao-

-Scusami Inuyasha ero a telefono con Sango e ho perso la cognizione del tempo. Mi dispiace per stasera ti giuro che mi farò perdonare ti prego scusami- dissi tutto d’un fiato ma lui non rispose.

-Come hai fatto a non sentire il telefonino?- era arrabbiato si sentiva.

-Non lo so ero concentrata a parlare…-

-Va bene- disse subito dopo –Non voglio che accada più-

-Lo prometto-

-Bene- rispose lui piatto –Di cosa parlavi con Sango?-

-Della tua festa e dei regali-

-Capito, ho sentito Koga prima e mi ha detto che domani esci con Miroku-

-Si vado con lui a prendere una cosa-

-Mi raccomando- c’era qualcosa nella sua voce che non mi piaceva.

-Stai tranquillo- gli dissi, ma non gli chiesi cosa avesse –Ti amo-

-Anche io… tanto- il sorriso mi ritornò in un secondo.

-Riesci sempre a farmi tornare il sorriso-

-Davvero?-

-Si, sei unico-

-Tu lo sei- mi disse.

 –Stasera non mi hai salutato a dovere-

-Hai ragione mi farò perdonare-

-Ci conto-

-Certo- la sua voce aveva riacquistato vitalità e ne fui contenta – è tardi e le brave bimbe dormono-

-Già te lo dissi io non sono una brava bimba- lui rise.

-Hai ragione scusa- risi. -Sei stata quasi sul punto di far affogare tuo padre questa sera- disse ridendo.

-Non potevo mica dirgli una bugia… adesso siamo sinceri anzi lo sono sempre stata- 

-Miss sincerità… hai già un titolo-

-Ehi parla proprio lui MisterstaseraprendoacazzottiMiroku-

-Aveva esagerato- borbottò lui –E meglio se stacchiamo domani ho da fare un po’ di cose-

-Va bene amore  mio a domani sera allora-

-Sogni d’oro-

-Allora sognerò i tuoi occhi- ero sicura che stesse sorridendo.

-Ciao amore- sorrisi e staccammo contemporaneamente. Quella sera realmente sognai i suoi occhi, sognai lui che mi toccava i fianchi, mi baciava il collo e il ventre. Il suo respiro mi incendiava mentre mi faceva sua, quando abbracciava possessivo i miei fianchi e mi baciava il seno. Sognai mentre mi toccava i miei lunghi capelli che realmente non avevo. Facevamo l’amore in silenzio come l’ultima volta, sembrava che non ci vedessimo da tempo. Eravamo solo io e lui e io lo stringevo a me, sentivo una strana sensazione come se avessi ritrovato una cosa persa, mi sentivo completa e sua. –Ti amo- mi disse con voce roca e calda all’orecchio mentre veniva in me. Avevo la sensazione che da quel giorno non ci saremmo mai più separati.

Fu il sogno più bello che avessi mai fatto e l’avrei tenuto sempre in me. Quando mi svegliai i miei genitori non c’erano così come al solito avevo la casa tutta per me. Erano le nove così mi andai a fare un doccia e poi mi misi a fare il tatuaggio che Inuyasha mi aveva chiesto. Disegnai una fenice stilizzata e tra il becco teneva una rosa e un giglio. Non era molto grande ma faceva davvero bella figura. Mentre scannerizzavo l’immagine chiamai Inuyasha che mi diede il suo indirizzo di posta.

-Allora che ne pensi?- gli chiesi curiosa.

-Non ho parole- mi disse e io ne fui contenta.

-Ho pensato alla fenice perché rinasce sempre come il nostro amore e poi ho messo anche i nostri fiori così ti ricorderai di me-

-Io non ti potrò mai dimenticare- “Anche io Inuyasha mai” pensai poi mi scusai e staccai dandoci appuntamento per quella sera.

Qualche ora dopo chiamò mio padre e mi diede un ottima notizia. E un regalo era fatto. Sperai che le cinque arrivassero in fretta e invece il tempo passò lentamente. Quando arrivò Miroku, preciso come un orologio, mi busso. Ad accompagnarci c’era il suo autista perché il padre non gli aveva dato il permesso di utilizzare la moto e lui come un cane aveva obbedito. Arrivammo al centro commerciale e andammo dritti verso la gioielleria più famosa.

-Sicura di questo?-mi chiese il principale e io annuì sorridendo.

-Devo chiederle un piacere- dissi con voce suadente appoggiando le braccia incrociate sul bancone –Adesso le segno delle date e vorrei che le facesse incidere ora… mi serve per stasera-

-Ma signorina Higurashi è impossibile e…- l’avevo messo in difficoltà, ma io avevo un rimedio.

-Credo che questi basteranno- dissi con un sorriso seducente cacciando un mazzolino di banconote. Gli occhi del principale uscirono fuori dalle orbite poi fece un sorriso.

-Come desidera- e fece un mezzo inchino.

-Io devo comprare altre cose, lo voglio pronto fra un’ora esatta- lui sorrise e io me ne andai soddisfatta.

-Sei una corruttrice- mi disse sorridendo Miroku.

-L’hai fatto anche tu in passato- lo rimbeccai entrando in un negozio di regali. Presi uno scatolone e dei nastri blu. Poi andammo all’ufficio di mio padre in centro. Dove mi presentò al suo cliente che aveva il mio regalo tra le braccia.

-Non so come ringraziarla- dissi –Questi sono i soldi- ma il giovane cliente di papà mi sorrise scuotendo la testa.

-Dopo la causa che tuo padre ha vinto per me è un regalo che faccio volentieri- disse con un forte accento tedesco.

-Allora grazie ancora- e dopo avergli stretto la mano tornai in macchina dove Miroku mi aspettava.

-E questo?- mi chiese prendendolo in braccio.

-Un regalo- lui mi guardò e sorrise. Tornammo in gioielleria un’ora dopo e come richiesto il mio secondo regalo era pronto. Ringraziai il responsabile per la sua disponibilità e tornammo a casa.

-Chi ti accompagna stasera?- chiese Miroku abbassando il finestrino.

-Ci sarà Huren non preoccuparti devo pur fare il mio ingresso trionfale no?- lui mi fece l’occhiolino.

-A stasera allora- annuì e lo salutai con la mano. Posai i due regali in camera mia chiudendo Fusa fuori, avevo ancora una cosa da fare al pc così mi misi al lavoro e quando ebbi finito lo incartai e lo misi vicino all’altro regalo, mentre il cucciolo gironzolava per la stanza. Aspettai che arrivasse il mio parrucchiere che arrivò alle sette. La festa era alle nove ma io dovevo essere pronta un po’ dopo. I capelli erano cresciuti abbastanza da farmi una pettinatura alzata, con boccoli e la frangia laterale. Poi mi trucco. Un filo di ailainer sulle palpebre e ombretto leggero color oro. Labbra rosso fuoco e guance rosa. Salii in camera indossai il mio vestito rosso. Era particolare… due triangoli di stoffa mi ricoprivano il seno nudo, un nastro dorato era posizionato sotto al seno e da lì partiva la gonna lunga fin sopra il ginocchio. Questo era provvisto di bretelle di stoffa e proprio sulle spalle c’erano degli anelli dorati… vestito alla “greca”. Indossai bracciali dorati, cerchi e scarpe dorate ma al collo rimaneva sempre la collana di zaffiro che veniva messo in risalto. Alle nove e mezza preparai i due regali e entrai nella BMW di famiglia guidata da Huren… il nostro autista. Arrivati fuori all’indirizzo che gli avevo dato rimasi piacevolmente sorpresa nel vedere l’enorme cancello aprirsi e mostrare il giardino e la villa bianca di fronte a noi… ottimo stile. La festa era organizzata intorno alla piscina che si trovava dietro la villa, almeno così aveva detto Miroku.

Ad aprirmi lo sportello c’era un cameriere che ringraziai mentre prendeva il pacco più grande e quello piccolo e diedi quello sottile a un secondo cameriere che lo portò a Sesshomaru. Il cameriere al mio fianco chiese il nome e disse a un terzo di andare ad avvisare Inuyasha. Il cameriere mi portò in casa e salimmo le scale che portavano alla porta finestra. I mobili erano moderni ma c’erano vasi e quadri di arte povera, era bellissima così. Arrivati alla porta finestra c’erano un terrazzo allestito con tavolini e un dj vicino al parapetto. Poi notai altre scale e quando mi affacciai notai la piscina con un isolotto al centro tutto illuminato e fontane ai quattro lati. Un ponte collegava l’isolotto con il prato intorno alla piscina e c’erano tantissimi invitati. Cercai Inuyasha ma non ci misi molto a trovarlo perché lui mi afferrò per i fianchi e mi baciò il collo.

-Andiamo via di qui prima che arrivi la mia ragazza e ci veda insieme- disse facendomi ridere e girandomi.

-Di nuovo buon compleanno, ma questa volta ho tre regali- feci segno al cameriere di avvicinarsi con il pacco che aveva dei buchi sopra. –Aprilo prima che soffochi- lui mi guardò con un sorrisetto e un sopracciglio alzato, slegò il nastro blu e alzò il coperchio rimanendo sorpreso nel vedere il cucciolo di pastore tedesco con un nastro blu al collo che appoggiò il muso sul cartone. Mi guardò sorridendo.

-Dove l’hai preso?- mi chiese accarezzandogli il muso.

-È di razza pura, figlio di un campione tedesco e attore- gli dissi e lui rise.

-Scherzi?- scossi la testa –Prepara tutto l’occorrente e mettilo in camera mia- disse a un cameriere –Grazie è bellissimo mi prenderò cura di lui- mi promise e io gli sorrisi, lui mi guardò per un secondo poi mi baciò con passione e in quel bacio c’erano le più sincere scuse. Ci staccammo quando sentimmo applaudire e scoppiai a ridere imbarazzata quando capii che gli invitati applaudivano noi.

-Ci hanno visti?- chiesi imbarazzata e lui rise.

-Kagome!- Mi chiamò Sesshomaru –Piacere di rivederti- disse tenendo per mano la piccola Jenis che salutai con un bacio e poi strinsi la mano a Sesshomaru.  –Allora ci vogliamo spostare in giardino per festeggiare?- annui prendendo per mano Inuyasha e scendendo elegantemente le scale con lui. Sentivo gli sguardi invidiosi delle ragazze e quelli bramosi dei ragazzi su di me e come sempre mi sentii soddisfatta del mio lavoro. Salutai Sango e le altre facendo tanti complimenti e ricevendone il doppio. Inuyasha mi presentò anche ad altre persone e io mi sentivo così bene, sentire il suo braccio intorno alla vita mi rassicurava. A metà serata il dj su richiesta di Miroku mise un lento e tutti i fidanzati si misero a ballare. Inuyasha mi strinse sorridendomi e io intrecciai le mani dietro il suo collo.

-Ti stai divertendo?- mi chiese.

-Un mondo- risposi chiudendo gli occhi e sfiorandogli le labbra in un tenero bacio.

-Sei stupenda questa sera- gli sorrisi –E molti ti guardano sbavando… mentre molte ragazze ti detestano- mi disse e io risi divertita.

-Era il mio intento e volevo che tu avessi occhi solo per me-

-Io ho solo occhi per te… sempre- mi disse e io lo guardai da sotto le ciglia lunghe. –Grazie di essere qui-

-Grazie a te di esistere- mi stampò un bacio poi io guardai Sesshomaru e gli feci segno con la testa –Tocca al secondo regalo- gli dissi e lui alzò un sopracciglio divertito.

-Che cos’è?-

-Ti dico che mi è bastata una telefonata, un dvd e un messaggio di posta elettronica… ah dimenticavo  viene da un italiano- dissi e lo rimasi più confuso di prima. Seguimmo Sesshomaru che ci portò dove c’era un telo bianco grande abbastanza in modo che lo vedessero tutti e un riproduttore. Feci mettere  Inuyasha avanti a tutto e presi per mano Jenis.

-Spero che ti piaccia- e feci segno a Sesshomaru di far partire il dvd.

Urla eccitate partirono quando sullo schermo apparve Valentino Rossi seduto al divano che faceva i più profondi auguri a Inuyasha, naturalmente parlava in italiano ma ero riuscita a farmi fare dei sottotitoli in inglese da un amico di mio padre che lo conosceva e per posta mi avevano inviato il video che avevo provveduto a mettere sul cd. Vidi la faccia di Inuyasha mentre sentiva Valentino dirgli che non vedeva l’ora di gareggiare contro di lui e fargli di nuovo gli auguri, la sua presa si fece più forte intorno alla mia mano e quando ci fu l’ultimo saluto e lo schermo divenne nero mi baciò di sorpresa facendomi mancare il respiro. Dovetti stringermi a lui per non cadere e lui ne approfittò per approfondire, non ci separammo neanche quando sentimmo altri applausi.

-Oddio Kagome grazie- mi disse baciandomi ancora. –Ma come hai fatto? Io…io non so che dire!- era emozionato e non smetteva di ridere, mi abbracciò così forte da farmi mancare il respiro, io ero contenta che fosse piaciuto.

-Sai che ottengo sempre tutto- gli dissi e lui rise –Il terzo non è bello come i primi due ma per me è il più importante te lo darò dopo-

Presto Inuyasha fu investito dai suoi amici che gli fecero i complimenti per gli auguri e si complimentarono anche con me. Lui rimase a parlare con i suoi amici e io parlai con le mie amiche.

-Kagome sei stata formidabile… come ti è venuta un’ idea così e tutto ieri sera poi!-

-Rin non lo so neanche io… credevo che fosse impossibile anche per me, lo ammetto, ma ho fatto una telefonata e mi hanno detto che era possibile ho tenuto il pc acceso tutta la notte e sono soddisfatta del risultato- sorrisi davvero contenta poi mi congedai e andai in bagno a sistemarmi il trucco.

 

-Quella collana non è adatta al vestito- mi girai per vedere chi stesse parlando con me ed era Haru la ragazza che il giorno prima avevo messo a tacere.

-È un regalo di Inuyasha e ho giurato di non togliermelo mai- risposi cacciando dalla borsetta il phard rosa.

-Tu non lo conosci nemmeno… come osi definirti la sua ragazza?-

-Lo conosco meglio di quanto lo conosci tu… comunque non mi sembra il momento di discutere-

-E inutile che ti vanti dei tuoi regali-

-Ma io non mi vanto affatto- le risposi guardandola in faccia –Comunque perdi le speranze ormai Inuyasha e mio- lo dissi con voce che esprimeva possesso e lei parve sorpresa –Lo vedrai presto-

-Ne sarò sicura soltanto quando si tatuerà il tuo nome!- disse e io risi già vittoriosa.

-Come vuoi- e uscii senza aggiungere altro.

 

Quando tornai Inuyasha mi catapultò in pista e ballammo attaccati come due sanguisughe poi mi chiesero il permesso, alcune ragazze, di ballare con lui e accettai mentre io andai a prendere qualcosa da bere.

-Kagome- mi chiamò Jenis.

-Ciao piccola-

-Finalmente posso dirti che sei davvero stupenda, Inuyasha aveva ragione-

-Grazie piccola ma io devo dirti che tu non sei da meno… sei anche tu una bellissima principessa- lei mi sorrise e mi abbracciò poi mi diede un bacio e se ne andò.

-Come mai sola?- mi chiese Sesshomaru e io mi girai a guardarlo.

-Avevo bisogno di fermarmi- dissi e lo guardai.

-Non sei una bambina- risi. –E non sei niente male davvero- mi mangiava con gli occhi così lo stuzzicai un po’.

-Ma sono fidanzata- dissi, scherzavamo entrambi.

-Ma io non sono geloso-

-Ma tuo FRATELLO si – dissi sottolineando bene la parola “fratello”.

-Non oserei mai- sorrisi –Comunque devo farti i complimenti sei stata davvero brava con i regali non l’ho mai visto così felice-

-Non sono niente di che- dissi con finta modestia.

-Sei tu che l’hai reso felice… grazie- lo guardai, si vedeva che nonostante il suo carattere freddo voleva bene al fratello.

-E io sono felice di averlo reso felice-

-Fra poco è l’una e c’è il taglio della torta quando vuoi dargli l’ultimo regalo?-ci pensai su.

-Ci sono i fuochi?-

-Ovvio- fece lui.

-Allora quando sei pronto mi dai il segnale e io gli do l’ultimo regalo- lui annuì e brindammo a Inuyasha.

 

La torta era grande e a forma del suo nome. Facemmo le foto insieme agli altri ma il fotografo insistette perché io e lui ne facessimo insieme.

-È imbarazzante- dissi mentre ci mettevamo in posa. Lui mi strinse i fianchi e io poggiai le mani sulle sue spalle.

-Ti amo- disse e sorridemmo insieme mentre il fotografo scattò la foto, mi aveva fatto dimenticare della foto. –Gli ho chiesto io di farle-

Ci mettemmo in altre posizioni e ci scattò una decina di foto. –Perché questa idea?-

-È una sorpresa- mi disse quando finimmo e io gli feci la linguaccia.

-Kagome ci siamo- disse Sesshomaru passandomi accanto.

-A cosa?- mi chiese Inuyasha mentre frettolosamente lo portavo sul ponte. Lo feci girare e io mi misi alle sue spalle.

-Dietro a questo ciondolo sono segnate quattro date. La prima è quella del bacio che mi desti in discoteca, la seconda e quando ci mettemmo insieme, la terza e quando mi hai giurato amore a piazza San Pietro e la quarta la sera in cui abbiamo fatto l’amore- gli passai le mani sul collo –C’è spazio per altre due date di cui una farai incidere tu e sarà quella in cui ci saluteremo- dissi con un sorriso triste. Lo vidi guardare il ciondolo rotondo con incise le iniziali del suo nome e cognome e per puntini due piccoli zaffiri. Poi passò il dito sulle incisioni.

-Non è bello come gli altri regali ma per me è importante e ti giuro anche io amore per sempre-

 -Nulla è più bello di te- mi sussurrò e io tremai quando mi baciò sotto l’orecchio –In questo momento vorrei essere in camera mia e scartare il regalo più bello, per poterlo far mio ancora  e ancora- continuò a sussurrare e io sentii le gambe cedermi e se le sue braccia non mi avessero stretta, sarei crollata.

-Inuyasha…-

-Shhh- mi tappò la bocca con un altro bacio e in quel momento in cielo scoppiavano i fuochi d’artificio.-Ti amo Kagome alla follia- una lacrima scese a entrambi e capii che ormai eravamo un'unica cosa.

Mi aggrappai a lui come se fosse la mia ancora di salvezza e non riuscii a staccarmi. Poi mi prese il viso tra le mani e mi asciugò la lacrima, feci lo stesso con lui che mi baciò la mano e la trattenne sulla sua guancia.

-Se questo non è amore non so come definirlo… ringrazio Dio di avermi dato di nuovo la luce che mi serviva per vivere- gli dissi.

-Io ringrazio Dio di avermi ridonato la vita e lo ringrazio anche perché, se anche tu non ci sarai, con me sarai sempre qui nel mio cuore… e solo ora capisco che io KiKyo non l’ho mai amata- sorrisi e lo baciai ancora.

-Goditi i fuochi… auguri Inuyasha- e insieme guardammo i fiori di fuoco dipingersi in cielo.

 

 

 

 

Buon giorno!

Oggi ho avuto l’idea di postare presto poiché ancora devo iniziare a studiare XD. Allora vediamo un po’… la cara e dolce Kikyo ha osato e Kagome l’ha quasi sbranata, beh io avrei fatto lo stesso U_U. ammetto però che mi dispiace per Kikyo cioè mi sta troppo antipatica, non riesco a sopportarla XD.

Capitolo al quanto tranquillo, tranne che per l’incontro con la cara signorina. E poi la festa! Oh si la festa *^*. Forse ho esagerato un po’ con i regali ma dovevo rendere tutto più sofisticato e forse sono sfociata nel banale… e su questo vorrei sapere cosa ne pensate. Spiego anche che ho scritto questa storia due anni fa, d’estate e io guardavo ogni volta le corse di moto XD sono stata influenzata da questo e poi sono una fan sfegatata di Valentino :P… ok dopo questo piccola parentesi.  E poi la corsa, che ha tenuto Kagome con il fiato sospeso, preoccupata per una caduta dei tre uomini più importanti della sua vita.

Allora vi ringrazio come sempre per aver letto la mia storia *^* no mi scoccerò mai di ringraziarvi *^*. E poi ringrazio chi commenta :D

-lillixsana: Grazie per i complimenti… e sono felice quando chi recensisce mi dice che la storia piace molto. Mi fate venire la voglia di scrivere ancora e ancora *^*. Spero che la storia continuerà a piacerti. Un grosso bacio!

-Alys93:  Carissima! Si Kagome è fortunatissima (l’opposto di me XD). Valentino, il sogno di ogni ragazza che vuole di diventare una modella. Inuyasha è… meraviglioso ed è pazzamente innamorato di Kagome, mi fa sospirare sempre. E poi quello che combinano nella stanza di Kagome XD. Ed eccolo l’incontro con Kikyo purtroppo la ragazza non si lascerà ostacolare da Kagome… ops! Ho detto troppo! Quindi è meglio se ti saluto altrimenti dirò veramente troppo. M per quanto riguarda Naraku… Ti saluto e grazie mille per i tuoi complimenti :D!

-Sailorm: Quando vedo che nuove persone recensiscono mi emoziono! :D è bello anche sapere che abbia affascinato questa storia mi rende ancora più felice. Grazie anche per i complimenti. Sai il fatto della separazione è un po’ forzata, ma il problema è che immaginali seguiti costantemente dai paparazzi. Interviste su interviste, Inuyasha obbligato ad allenarsi, Kagome a viaggiare per tutto il modo. Un punto di incontro sarebbe difficile…  ma io non so cosa accadrà… hehehehe non lo so proprio! Comunque chi ha detto che ci sarà un lieto fine?! Ma io non so come finirà… hahaha sono maligna eh? Grazie ancora per aver recensito, alla prossima!

-E chiedo scusa a Lucia Lair: l’altro giorno stavo rileggendo i commenti e il 31 gennaio è stato il tuo compleanno! Non ho avuto tempo di scrivere nel capitolo seguente e nel sesto capitolo mi sono dimenticata. Ma comunque approfitto di questo capitolo, perché c’è la festa di Inuyasha per dirti (in ritardo) Tanti auguri!

Vi ringrazio ancora e un kizzullo a tutti da 8kanemi8

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Capitolo 8
*** Capitolo VIII ***


Kagome 7

Diario di un sogno impossibile

Capitolo VIII

 

 

 

-Dai Kagome sbrigati che Inuyasha ti sta aspettando!- urlò mia madre dalle scale.

-Sto arrivando- urlai io di risposta infilandomi gli occhiali,poi scesi. Era domenica, erano passati cinque giorni dalla festa di Inuyasha e ci eravamo organizzati per andare in piscina tutti insieme. Quel giorno era importante perché c’era anche la corsa, avevano dovuta anticiparla a causa degli esami. -Ci vediamo stasera!- dissi a mamma.

-Mangi con noi?-

-No, vado a cena con gli altri ciao- chiusi la porta e mi fiondai in macchina di Inuyasha –Scusa non trovavo gli occhiali-

-Per questa volta ti perdono- mi disse sorridendo e dandomi un bacio.

-Andiamo ho voglia di divertirmi- lui rise e io misi un po’ di musica.

-Come mai così eccitata?- mi chiese tenendo d’occhio sempre la strada.

-Perché stasera ce la gara- lo guardai –Non dovrei essere eccitata?-

-La prima volta che mi hai visto correre quasi non mi lasciavi andare-

-Normale mi dovevo abituare- dissi facendo spallucce e guardandolo da dietro gli occhiali.

-Che c’è?- se ne accorse e io sorrisi.

-Mi piaci quando guidi- lui mi accarezzo la guancia.

-Tu mi piaci sempre- disse con quel sorriso che mi scioglieva.

Raggiungemmo la piscina venti minuti dopo e mentre Inuyasha pagava io cercai gli altri che erano già in acqua.

-Finalmente!- disse Miroku avvicinandosi al bordo –Ce l’hai fatta!- gli feci la linguaccia.

-Kagome vieni!- Inuyasha mi prese per mano ignorando Miroku e mi portò accanto ai lettini dei nostri amici. Non l’avevo mai visto in costume… ma non potevo lamentarmi infondo l’avevo visto come sua madre l’aveva fatto. Ma quando si tolse la maglia mancò il respiro anche a me,  i suoi addominali e pettorali erano scolpiti e i due tatuaggi risaltavano ed erano bellissimi. Sì, il giorno dopo la sua festa era andato a tatuarsi il mio tatuaggio e gli stava benissimo. –Che fai non ti spogli?- mi disse con sorrisetto malizioso.

-Veramente aspettavo che lo facesse il bagnino- lo dissi con calma ma scoppiai a ridere alla sua faccia da omicida. –Scherzavo stai calmo- lui sbuffo –Puoi andare in acqua la mamma ti raggiunge-

-Sei in vena di  battute?- mi chiese e io risi mentre toglievo la maglia e la gonna di jeans, sistemai un po’ il costume e poi lo guardai –Chi ha avuto l’idea di andare in piscina? Lo devo massacrare…-

-Amore sei stato tu- risi ancora ma lui no. Mi guardava come se non mi avesse mai visto. –Mi hai visto nuda come puoi fare quella faccia da pesce lesso?- gli chiesi in un orecchio.

-Sei più provocante così che senza- misi il broncio e mi avviai verso il bordo –Aspetta non volevo offenderti-

-L’hai fatto- gli feci la linguaccia mentre stavo per sedermi e abituarmi alla temperatura dell’acqua, ma lui mi prese in braccio e si buttò. –Ma sei impazzito è fredda!-protestai mentre lui se la rideva, lo schizzai e mi immersi allontanandomi da lui. Quando mi fui allontanata abbastanza raggiunsi gli altri.

-Ehi bellezza!- mi salutò Koga che aveva Kagura sulle spalle.

-Ciao Kagome!- urlò Rin dalle spalle di Koaku mentre buttava giù Kagura.

-Ciao Kagome- mi salutò Sango abbracciandomi –Come va?-

-Bene…Koga e Miroku dopo vi devo dare una cosa- Miroku annui abbracciando me e Sango.

-Le mie donne-disse e noi ridemmo –Ma Inuyasha?-

-Non ne ho idea- era una domanda retorica perché era proprio dietro di me.

-Ah no?- mi domandò dandomi un bacio sul collo.

-No… non so nemmeno chi è Inuyasha-

-Allora te lo faccio conoscere- non capii cosa avesse in mente fino a quando non si immerse e mi prese sulle spalle. –Adesso lo conosci?-

-A si è quello che sta sempre sotto- risi ma durò poco perché lui mi getto  in acqua.

-E adesso?- mi chiese quando riemersi.

-Si adesso sì!- dissi frettolosa non volevo bere altra acqua –Ho bevuto un litro- gli dissi acida.

-Scusa- disse avvicinandosi e togliendo alcune goccioline dalla faccia –Mi dispiace- gli sorrisi e lui ricambiò.

-Non fa niente- lui mi abbraccio e io ricambiai.

-Sei più bella senza costume… scherzavo- annuii e gli baciai la guancia poi mi allontanai.

-Allora lo levo!- dissi ridendo mentre cercavo di correre nell’acqua per non farmi prendere.

Giocammo in acqua per un po’ poi i ragazzi risalirono e si andarono a stendere io invece rimasi in acqua a parlare con le altre. La cosa più bella di quella piscina e che non c’erano bambini… non che li odiassi ma era più tranquillo. Dopo un po’ risalimmo e io ancora bagnata mi stesi sulla schiena di Inuyasha che rabbrividì.

-Ciao- gli sussurrai sorridendo mentre lui mi baciò le braccia.

-Ciao- rispose alzando un po’ lo schienale della sdraio e girandosi in modo che mi appoggiassi al suo petto. –Vuoi qualcosa?-

-No, sto bene cosi- presi gli occhiali nella borsa e li misi, eravamo perfetti insieme e molti ci guardavano… eravamo bellissimi e me ne vantavo. Ci mettemmo a sentire un po’ di musica e poi all’ora di pranzo mangiammo tutti insieme, ma io mangiai poco e mi andai a sdraiare per prendere altro sole.

-Ti fa male- mi disse Inuyasha porgendomi un bicchiere con la birra.

-Grazie- dissi prendendolo –Allora mi spalmi un po’ di protezione?-

-Con piacere- prese la crema e iniziò a spalmarla delicatamente, mi sciolse anche i lacci del costume e io sorrisi, ma quando mi venne in mente che l’aveva fatto perché Kikyo glielo chiedeva, il sorriso scomparve.

-Grazie- sospirai quando finì.

-Inuyasha vieni?- lo chiamò Koaku.

-Si arrivo… vado con loro a fare una partita a biliardo ci vediamo dopo ok?-

-Va bene- mi diede un bacio e se ne andò.

 

-Kagome come mai quella faccia?- mi chiese Kagura sedendosi sulla sdraio di Inuyasha.

-Sono preoccupata per stasera- mentii.

-Anche io, sono tutto un fascio di nervi-

-Sai tu e Koga siete davvero una bella coppia- le dissi alzando un po’ la testa.

-Tu e Inuyasha però state facendo furore…- risi –Davvero vi guardano tutti con occhi sognanti. I ragazzi vorrebbero te e il fisico di Inuyasha, le ragazze vorrebbero lui,il tuo fisico e la tua bellezza-

-Parli come se non guardassero anche voi… ma vi siete viste? Siete belle quanto me-

-Non dire stronzate lo sai anche tu che nessuna di noi è al tuo pari!- disse lei.

-Lo so, ma non volevo offendervi- lei mi guardò e io ricambiai poi scoppiammo a ridere –Site le mie uniche amiche e siete le più belle del mondo… cavolo sembro una lesbica!-risi e Kagura con me.

 

-C’è dell’acqua?- chiesi dopo un po’, i ragazzi ancora dovevano tornare.

-No è finita- rispose Rin che era seduta ai miei piedi.

-Mi allacci il costume per favore?- lei accetto –La vado a prendere vuoi venire con me?-

-Si… ragazze noi andiamo al bar volete qualcosa?- chiese a Sango e a Kagura.

-Una granita- rispose Kagura.

-Lo stesso-

-A dopo- dissi infilandomi le ciabattine e il pareo. I capelli si erano asciugati al sole e sentivo già le spalle bruciare nonostante la crema. Io e Rin ci dirigemmo verso il bar e lei mi fece notare che due ragazzi ci stavano guardando.

-Cosa desiderate- chiese il ragazzo al bancone.

-Quattro granite e una bottiglia d’acqua- sorrisi cordiale.

-Subito- tornò poco dopo con tutto il necessario –Siete straniere?- ci chiese, flirtava e noi ci giocammo un po’.

-Ho tutte e due i nonni americani- spiegò Rin.

-Io ho mia madre che lo è-

-Una bellezza come la tua non si trova qui in Giappone me ne sono accorto subito- disse sorridendo.

-Quanto ti devo- chiesi sempre sorridendo.

-Offriamo noi- mi girai a guardare i due ragazzi, erano quelli che ci stavano guardando.

-Grazie ma non voglio debiti- sorrisi.

-Ma basta un bacio e hai ripagato- disse uno dei due, stavo per ribattere…

-Le due signorine sono fidanzate lo sapete?- chiese il ragazzo al bancone che ci fece l’occhiolino –Conosco Inuyasha- mi disse e io risi imbarazzata.

-Ebbene? Ho chiesto solo un bacio-

-E ricevi un pugno se non te ne vai adesso!- ci girammo verso Koaku che fulminava i due ragazzi che trasalirono.

-Avete sentito no Koaku?- sorrisi a Inuyasha  -Se non volete farvi male andate via- i ragazzi ringhiarono e andarono via.

-Koaku quando fai il geloso mi piaci ancora di più!- esclamò Rin abbracciandolo.

-Grazie Tory- fece Inuyasha stringendogli la mano.

-Di nulla Inuyasha è un piacere aver conosciuto la ragazza che ti ha rapito- sorrisi ma mi sentii in imbarazzo e lui mi fece l’occhiolino in segno di: “non dico nulla tranquilla”.

-Hanno pagato?-

-Offre la casa ti devo un favore no?- Inuyasha gli sorrise e lo salutò.

-Che favore?- gli chiesi quando ci allontanammo.

-Gli ho procurato il lavoro- disse sorridendomi.

-Ma adesso gli detrarranno parte della paga- dissi dispiaciuta.

-Il bar è suo- io lo guardai stupita.

-Sei anche un angelo custode?-

-Vieni un po’ con me- disse togliendomi un bicchiere da mano e la bottiglia che diede a Koaku.

-Dove mi porti?-

-A fare un giro- mi disse bevendo un po’ della mia granita poi mi prese per mano e mi portò sul prato al fresco. –Va meglio no?- annui. –Allora che volevano quei due?-

-Un bacio e ci avrebbero pagato loro tutto- succhiai dalla cannuccia la granita –Ma non li hai sentiti?-

-Ho sentito solo Koaku- annuii –Li ammazzò se li vedo-

-Koga e Miroku?-

-Stanno dalle ragazze- mi avvicinò a sé e mi portò su una panchina ad altalena lì vicino, c’era solo un’altra coppia che non ci notò. –Perché avevi quella faccia dopo che ti ho spalmato la crema?- cavolo, non credevo che mi avesse vista.

- Non ricordo- sorrisi sperando che ci credesse e ci cascò a pieno.

-Vieni qui- mi fece sedere sulle sue gambe ma io continuai a mangiare la mia granita e lui parve aspettare e quando finii prese il bicchiere e lo mise via –Mi dedichi un po’ di attenzione signorina?- lo guardai –Sei ancora arrabbiata?- lo evitai guardando da un’altra parte –Credevo che avessimo fatto pace-

-Credevi male- lui mi morse la spalla destra –Mi fai male così- protestai infastidita.

-Tu mi fai male quando non mi guardi- mi sentii una stupida e lo guardai dispiaciuta.

-Scusami- dissi passando la mano nei suoi capelli alzandoglieli, ma si abbassarono velocemente.

-Ok- mi sorrise e io ricambiai –Adesso un bacio me lo dai?- lo baciai ma non approfondii mi piaceva torturarlo.

-Andiamo!- lui però non si mosse e mi baciò ancora –Perché ci baciamo così tanto?-

-Perché dopo non ne avremmo l’opportunità- mi disse –E poi mi piace come baci- gli sorrisi accarezzandogli la guancia e baciandolo ancora –E poi già ti ho detto che sai di fragola e mi piace-

-E tu sempre di menta- mi sorrise –Come sei bello quando sorridi- mi regalò ancora un altro sorriso –Grazie-

-Tu me ne dai così tanti e non devi ringraziarmi lo faccio volentieri- lo baciai ancora –Sono così smielato-

-A me piaci cosi… anche quando fai il figo- mi morse il labbro.

-Andiamo va, abbiamo ancora un’ora e poi ci andiamo a cambiare- annuii e ci alzammo. Nel passare in mezzo ai bagnanti Inuyasha mi strinse per un fianco e guardava le ragazzine sorridendogli un attimo dopo mi dava un bacio e io le guardavo gelandole.

Sentii una che diceva: -Se mi ha guardata significa che non gli stai tanto a cuore-

Anche Inuyasha la sentì così mi fermò e mi baciò avanti a lei e non un bacio normale, quando ci staccammo feci ciao ciao con la mano… ma mettersi contro Kagome e Inuyasha.

-Ragazzi andiamo a fare un bagno?- chiese Miroku quando ci vide.

-Logico- feci io levando il pareo presi per mano Sango e ci andammo a buttare un attimo dopo fummo raggiunte dai ragazzi. Facemmo altre lotte poi uscimmo per asciugarci, alle sei ci iniziammo a preparare.

-Inuyasha io sono pronta- dissi a Inuyasha che salutò i ragazzi –Ragazze noi ci vediamo stasera ok?- baciai la guancia a tutti e andammo via.

-Ti passo a prendere alle otto va bene?- mi chiese Inuyasha quando arrivammo a casa mia.

-Perfetto… Cavolo ho dimenticato di dare a Miroku e a Koga una cosa-

-Abitano accanto a te non ci vorrà molto- mi sorrise.

-Hai ragione… a dopo ciao amore-

-Ciao bellezza-

 

-Kagome sei un neon rosso lo sai?- risi alla battuta di mio padre.

-Lo prendo come un complimento- risposi prendendo Fusa in braccio e salendo di corsa le scale.

-Mercoledì hai l’esame non scordartene-

-Lo so, tranquillo papà sai che sono la migliore il nonno te l’ha detto no?- non ricevetti risposta ma non me ne preoccupai immaginai la sua faccia sconsolata mentre ritornava in ufficio.

Andai a farmi una doccia e mi vestii con pantalone bianco, fascia blu corta che lasciava scoperta la pancia e scarpe con tacco blu. Lisciai capelli e misi due mollettine, mi truccai e misi la collana di Inuyasha che avevo rimasto a casa per timore di perderla. Scesi in sala da pranzo dove mamma leggeva delle carte.

-Come mai non sei nel tuo studio?- le chiesi avvicinandomi.

-Non sto lavorando… sono bollette- mi disse.

-Allora come sto?- chiesi facendo un giro su me stessa.

-Non sentirai freddo?- mi chiese e io le indicai la giacca bianca sulla poltrona. –Stai benissimo-

-Ricordi a papà che domani è giorno di paga- lei annuì distrattamente –Ma che avete stasera-

-Fra qualche giorno avrai l’esame e tu vai in giro a divertirti-

-Mamma vi ho mai deluso sullo studio? Credo che questo argomento non può essere toccato, no?-

-Si hai ragione, ma noi siamo in ansia- mi disse e io le feci l’occhiolino.

-Tranquilla prenderò il MASSIMO- urlai in modo che mio padre mi sentisse. Poi qualcuno bussò al cancello.-Quando torna Dolores?- chiesi andando a rispondere io.

-Il primo di Luglio- urlò per farsi sentire.

-Chi è?- chiesi e guardai l’orologio.

-Sono Inuyasha sbrigati-

-Arrivo- dissi chiudendo la chiamata –Vado a domani!- corsi fuori –Eccomi- lui mi porse il casco che infilai velocemente.

-Pronta?- annuii e lui parti a razzo.

 

Appena arrivammo parcheggiò sotto le tribune. Vidi Koga e Miroku parlare con tre uomini che capii essere i tre agenti. Quando mi girai verso Inuyasha era estremamente serio e capii, era un po’ agitato.

-Andrà bene, tanto sei già dentro- gli dissi sistemandogli il collo della giacca.

-Si- rispose lui. Non aggiunsi altro e lo lasciai andare mentre raggiungevo le quattro ragazze e salutavo il resto del gruppo.

-Sempre uno schianto!- esclamò un ragazzo e io gli sorrisi grata del complimento.

-Come stanno i miei fratelli?- chiesi a Sango e Kagura.

-Sembravano così tranquilli oggi e quando siamo arrivati erano tesi- rispose Sango preoccupata.

-Andrà bene- dissi cercando di convincere soprattutto  me stessa. Guardai i ragazzi e quando vidi Miroku e Koga venire dalla nostra parte mi alzai. –Allora che hanno detto?-

-Se andrà bene inizieremo a gareggiare dopo le vacanze, ma dovremo lavorare durante queste per prendere mano con le piste- Miroku sembrava tranquillo ma era troppo serio.

 –Devo darvi una cosa a entrambi so che avete già le ragazze ma mi sentirei meglio se prendeste anche questi- gli porsi due bracciali che avevo comprato durante la settimana, erano di caucciù e avevano una piastrina argentata con su incise le nostre iniziali.

-Grazie- Miroku mi abbraccio e lo stesso fece Koga. Li strinsi forte in modo da dargli sicurezza.

Inuyasha restò a parlare a lungo con l’uomo facendomi innervosire di più. I ragazzi cercarono di farmi distrarre ma non riuscivo a non guardarlo. Poi lo vidi arrivare e salire i gradini a due a due. Quando arrivò scambiò poche parole con gli altri.

-È fatta, se vado bene qui dopo luglio correrò- spiegò.

-Che moto?-

- Yamaha- disse con un piccolo sorriso. –A voi come è andata?- restò in piedi mentre io non riuscivo ad alzarmi.

-Hanno detto lo stesso, ma la squadra non la sappiamo ancora devono sostituire un po’ di persone.-

-Capito. Dai, sapete cosa dobbiamo fare fra venti minuti tutti sulla linea-

-Ok- Koga e Miroku presero le loro ragazze e le portarono da parte a parlare e a tranquillizzarle.

-Inuyasha- lo chiamai e lui mi guardò.

-Cos’è questo sguardo eh?- mi chiese facendomi alzare.

-Sei in ansia- gli dissi e lui mi sorrise.

-Sto bene, tranquilla andrà tutto bene- mi sorrise –Sono o non sono Inuyasha?- mi fece ridere –Ci sono riuscito- appoggiò la fronte alla mia e sfiorai il ciondolo che aveva al collo. –Mi porterai fortuna-

-Lo spero-

-Dai Kagome basta con questa faccia altrimenti mi metti più ansia- lo disse con il sorriso.

-Si hai ragione. Sei bravo e ce la farai… pensa solo a vincere- gli dissi con foga e lui rise.

-Così ti voglio- poi mi prese per mano e scendemmo. Salimmo entrambi sulla moto che porto sulla linea.-Vieni qui- mi avvicinai a lui dopo che fui scesa e mi appoggiai al suo petto, lui mi strinse –Mi vuoi bene?- mi chiese e io risi divertita.

-No… ti amo- lui mi baciò la testa –In bocca al lupo-

-Crepi- gli stampai un bacio sulle labbra quando gli altri due arrivarono e solo allora notai che Miroku aveva un’altra moto e non quella di Inuyasha. Sulla linea la solita ragazza che dava il via e ci diede il tempo di raggiungere gli spalti. In cima c’erano tutti compresi i tre agenti. Inuyasha puntò il pugno verso la mia direzione e io sorrisi pregando che ce la facesse. Quando la ragazza abbassò il braccio i tre signori fecero partire i cronometri.  Mi aggrappai al braccio di uno dei ragazzi del gruppo  che stava accanto a me.

-Tranquilla- mi disse stringendomi la mano, annuii ma non ci riuscivo. I ragazzi andavano velocissimi e sembrava che prima o poi si sarebbero superati o scontrati. All’ultima curva ci spostammo tutti e io mi aggrappai alla balaustra di legno.

-Vai Inuyasha- sussurrai quando uscirono dalla curva, di fronte a loro solo rettilineo. Quella velocità per me doveva essere proibita alle moto normali ma non si poteva far nulla. –Dai ragazzi- urlai quando Koga e Miroku accelerarono tanto che la ruota anteriore si alzò di poco dall’asfalto, sembrava di stare in una vera corsa. Poi improvvisamente tutti e tre sfrecciarono davanti a noi arrivando insieme sulla linea. Sentii i scout esclamare di sorpresa, ma io mi sedetti sospirando di sollievo che fosse finita bene. –Grazie- avevo scoperto che la mia fobia era quella di vederli spiaccicati mezzi-morti sull’asfalto. Tutti si fiondarono dai ragazzi ma io rimasi ferma lì a vedere le tre persone più importanti della mia vita esultare. –Scusatemi- parlai in inglese chiamando i tre agenti.

-Prego-

-Come… come sono andati?- chiesi con il cuore in gola. Loro mi guardarono per un secondo poi sorrisero.

-Hanno fatto un tempo di cinquantotto secondi, con un po’ di allenamento questi secondi potranno valere anche per una pista più grande- i miei occhi si spalancarono erano passati cinquantotto secondi dalla partenza… cinquantotto secondi di agonia.

-Sono…-

-Adesso anche le squadre più prestigiose vorranno averli… devono solo lavorare con moto più pesanti e piste più complicate… ma vedendoli nutro grandi speranze- abbracciai l’uomo che aveva parlato… almeno un sogno era realizzato.

-Grazie- l’uomo non seppe cosa fare ma mi diede due pacche gentile sulle spalle.

-Di nulla signorina, adesso vada a festeggiare con loro e se vuole può dare lei la notizia- annuì grata e scesi con calma le scale e camminai lentamente verso i miei ragazzi. Il gruppo quando mi vide si aprì in modo da farmi passare.

-Ragazzi vi darò io una notizia- la mia voce non tradiva nessuna emozione e anche il mio sguardo.

-Kagome…- alzai una mano zittendo Miroku.

-Conosco il vostro tempo- tutti improvvisamente tacquero –Avete totalizzato un tempo preciso di cinquantotto secondi- sorrisi e tutti urlarono di gioia, in un attimo mi ritrovai tra le braccia di Inuyasha che strinsi forte. –Ce l’hai fatta credono in te, in voi!- dissi –Ci sei riuscito- era una notizia meravigliosa, ma quanto poteva essere bella la conferma della nostra separazione? La consapevolezza la lessi anche negli occhi di Inuyasha che dopo un attimo di esitazione, mi baciò.

-Congratulazioni signori!- fece uno dei tre agenti –Siete entrati ufficialmente nelle corse di moto… superati gli esami sarete pronti per allenarvi- Inuyasha strinse la mano a tutti e tre e parlò con l’agente che si interessava a lui.

-Molto amichevole da parte sua rallentare per giovare gli amici… se non l’avesse fatto avrebbe totalizzato un tempo di cinquantacinque secondi. Ma l’importante è averla trovata e ne sono fiero- Inuyasha gli strinse la mano ancora e dopo salutò anche me. –Lei ha un viso così particolare credo che la rivedrò presto- sorrisi accettando il complimento. Quando se ne andarono Miroku e Koga mi abbracciarono poi mi restituirono a Inuyasha.

-Grazie- mi disse e io lo strinsi –Ti amo- lo baciai ancora.

-Adesso manca l’esame-

-E il tuo concorso- mi disse lui dandomi un altro bacio.

-Si, il mio concorso-risi.

La sera andammo in una discoteca dove ci scatenammo al massimo poi a tarda notte insistettero per stare ancora tutti insieme. Così andammo in un luogo isolato dove ci mettemmo a guardare il cielo stellato.

-Ti va di restare con noi a vedere l’alba?- non ci pensai due volte e feci una telefonata a casa dicendo che non si dovevano preoccupare perché sarei tornata molto tardi.

Stavamo parlando e Inuyasha mostrò il suo nuovo tatuaggio che nessuno aveva ancora visto, mi godetti al massimo la faccia di quella stupida che, sentendo Inuyasha che diceva che era il nostro tatuaggio,  divenne rossa come un pomodoro. Però dopo un po’ io mi addormentai tra le braccia di Inuyasha, ma credo che in breve la maggior parte si addormentò, fortunatamente qualcuno che aveva previsto la serata era venuto con la macchina e aveva portato delle coperte.

Ero nel meglio dei miei sogni, ero abbracciata a Inuyasha e dormivamo sotto le stelle quando improvvisamente qualcuno iniziò a urlare. Mi accucciai di più contro il petto di Inuyasha che mi strinse e cercai di dormire ancora.

-Fucilate quell’essere- borbottò qualcuno che sembrava uno zombi e che mi fece sorridere.

-Ragazzi e l’alba- ripeté una ragazza dalla voce fresca.

-Di una nuova era- riconobbi la voce di Miroku.

-Kagome?- quella la sapevo a memoria in ogni minima sfumatura. –Dai svegliati è quasi l’alba- aprii lentamente gli occhi e vidi una mano di Inuyasha a un centimetro dalla mia faccia mentre l’altra mi scrollava… ecco perché sentivo freddo aveva sciolto l’abbraccio senza il mio permesso.-Buon giorno-

-È già l’alba?- chiesi stiracchiandomi e mettendomi di nuovo tra le sue braccia.

-Hai freddo?- mi chiese coprendomi di più quando annuii.

-Ecco due caffè bollenti per il re della pista e per la sua regina- sorrisi al ragazzo che mi fece l’occhiolino e presi il caffè… ne avevo bisogno.

-Ehi guardate all’orizzonte- Rin indicò il cielo che pian piano si tingeva dei caldi colori dell’aurora mentre noi bevevamo i nostri caffè. Lo spettacolo era bellissimo e mi fece sentire in pace con me stessa, ogni volta era così.

 

Quando il sole finalmente arrivò decidemmo che era il momento di tornare a casa. Visto l’orario Koga chiese a Inuyasha di accompagnare Kagura a casa poiché abitavano quasi vicino. Io invece me ne sarei andata con Koga.

-Allora ci sentiamo più tardi- annuii e lo salutai.

-A dopo- restò a guardarmi mentre salivo dietro a Koga e mi salutò con la mano. Koga guidò con calma senza accelerare e capii che era prudente visto che non avevamo dormito molto, dietro di noi c’era Miroku.

-Venite su con me?- chiesi prima di scendere dalla moto… era da quando avevamo cinque anni che spesso dormivamo insieme, i nostri genitori infatti speravano che nascesse qualcosa tra di noi ma non avevano capito che eravamo cresciuti da fratelli.

-Per me non ci sono problemi visto che a casa non c’è nessuno-

-Bene… tu Miroku?-

-Si, va bene e se il letto e sempre lo stesso vengo volentieri- sorrisi e aprii il cancello automatico. Presi la chiave nascosta in una pianta e entrammo. Eravamo molto silenziosi in modo da non svegliare i miei ma a un certo punto Koga iniziò a ridere.

-Perché ridi?- gli chiesi cercando di trattenermi anche io.

-Non lo so- quella risposta fece ridere anche Miroku che stava iniziando a salire le scale.

-Shh-

-Dai muoviamoci- dissi spingendo Miroku e levandomi le scarpe. Riuscimmo ad arrivare in camera senza fare troppo casino ma quando entrammo Koga esplose e mi prese in braccio gettandomi sul letto. Risi quando Miroku ci raggiunse e iniziò a farmi il solletico. –Vi prego basta- dissi tra le lacrime e loro si fermarono.  Ci mettemmo meglio sul letto abbastanza grande per tutti e tre, io ero al centro e mi abbracciavano, ero rilassata anche se desideravo un’altra persona al loro posto. –Vi voglio bene-

-E noi ti amiamo- sorrisi stringendomi di più a Koga e incrociando le gambe con Miroku. Nonostante il mega caffè ci addormentammo in poco tempo come quando eravamo bambini.

Ci svegliammo che erano l’una passata ma Miroku non voleva svegliarsi.

-Miroku c’è Sango- non l’avessi mai detto. Scattò a sedere e io e Koga scoppiammo a ride.

-Dov’è?- e Koga rise di più.

-Miroku non c’è, era un modo per svegliarti!- gli dissi sghignazzando.

-Torniamo a dormire- mi disse tirandomi giù e facendomi stendere.

-Dai Miroku abbiamo dormito abbastanza e poi e quasi ora di mangiare- gli dissi abbracciandolo e riempiendolo di baci per farlo riprendere.

-Sono troppo stanco e poi questo letto ha l’effetto della morfina- risi.

-Ehi voglio anche io due coccole, ricopri sempre e solo lui di attenzioni!- fece l’offeso Koga così mi girai verso di lui e lo coccolai.

–Così va meglio-

-Dai vado a farmi una doccia e poi cucino per tutti-

-Non avvelenarci- diedi una cuscinata a Koga e mi alzai.

Ero in cucina che preparavo da mangiare quando scese Koga che si era andato a fare una doccia anche lui.

-Che profumino- mi disse sorridente –Dobbiamo parlare- disse poi serio.

-Di cosa?- misi il coperchio su una pentola e mi avvicinai al tavolo.

-Del concorso che devi fare- sospirai di sollievo credevo volesse parlarmi di qualcosa più particolare. –Mia madre mi ha detto che ti devo accompagnare io- annuii –Ti ha fatto entrare nel concorso nonostante tu abbia vinto un solo concorso molto tempo fa e non sei ancora maggiorenne- annuii ma non riuscii a capire cosa volesse dirmi. –Però non sai di che concorso si tratta-

-Si ma non capisco perché mi dici queste cose-

-Perché se ti dico di quale concorso si tratta ti tiri indietro- cosa poteva essere di così spaventoso.

-Non credo proprio sono disposta a tutto- lui sorrise in modo sghembo e capii che avevo fatto un errore.

-Anche se ti dico che il concorso avverrà a fine Agosto e sarà alle Bahamas?- cosa c’era di male avrei preso anche un po’ di sole… ma le Bahamas e poi fine agosto c’era solo un concorso che si sarebbe tenuto nel 2009 proprio lì.

-Non ci credo!- dissi sbarrando gli occhi.

-Hai detto che sei disposta a tutto!- mi ripeté lui.

-Ma…-

-Niente ma Kagome è la tua opportunità!-

-Ti rendi conto che li ci sono ragazze che da anni sfilano, che parlano tante lingue e che sono più belle di me?- gli chiesi agitata.

-Anche tu hai sfilato e sei brava lo stesso, parli il francese, inglese, giapponese e adesso anche un po’ di Italiano e dove trovi una giapponese con occhi blu? Sei più bella tu di tutte quelle che hanno vinto negli anni precedenti… potrai anche sfilare, viaggerai molto e dovrai stare a dei contratti- mi disse ma io non riuscivo ancora a crederci, ero tra le partecipanti di Miss Universo 2009.

-Koga…-

-Kagome ascoltami fallo almeno per mia madre che ha fatto salti mortali per entrare, fallo per divertirti è un opportunità per farti conoscere, se Valentino ti ha notata perché non ti possono notare anche Dolce&Gabbana, Gucci, Cavalli? Ti prego-

-E chi verrà con me? Eh?- lui  mi guardò –Tu non ci sarai, Miroku lo stesso, i miei genitori dovranno lavorare e se tua madre avesse un impegno? No, da sola non posso andarci- lo guardai preoccupata.

-Mia madre ha rimandato ogni tipo di lavoro per quel periodo per starti accanto…-

-Non ti credo-

-Te lo giuro Kagome se vuoi la chiamo e te lo faccio dire da lei…- ci pensai su ero divisa dalla paura di quella gara e la gioia di essere lì a Miss Universo. –Sei dentro Kagome devi solo dare qualche particolare- lo guardai ancora indecisa.

-Va bene- lui urlò un sì e mi abbraccio –Voglio solo che non lo dici a nessuno-

-Perché?-

-Perché se perdessi sarebbe un umiliazione… se arrivo alla finale allora potrai dirlo a loro ma non ci conterei molto-

-Si ottimista Kagome… non hai mai avuto così tanti dubbi… che ti succede?-

-Niente… è la sorpresa- lui annuì e mi abbracciò ancora.

 

Passarono l’intera giornata con me, studiammo soprattutto. Fra due giorni avremmo avuto il primo esame scritto e ci impegnammo al massimo.

-Pronto?-

-Ciao Kagome tutto bene?-

-Ciao Sango benissimo a te?-

-Bene grazie, ho chiamato Miroku ma non risponde ha il telefono spento, se lo vedi potresti dirgli che l’ho chiamato?-

-Aspetta è qui, adesso te lo passo-

-Grazie-

-Miroku c’è Sango a telefono- me lo strappò letteralmente dalle mani e uscì dalla sala da pranzo dove lavoravamo. Poco dopo Koga chiamò Kagura mentre io rimasi l’unica a non ricevere chiamate.

 

-Ciao ragazzi- salutò mio padre rientrando dal lavoro.

-Salve Naraku- salutarono loro.

-Finalmente vi vedo studiare- sorrise appoggiando una mano sulla mia spalla.

-Cavolo sono già le otto?-

-Si… perché?- chiese.

-Perché sono quattro ore che studiamo- risposi stiracchiandomi –Mai studiato così tanto… la mamma?-

-Dovrebbe tornare a momenti-

-Kagome noi andiamo ci vediamo domani- annui e accompagnai i ragazzi alla porta –Arrivederci-

-Ciao ragazzi-salutò mio padre.

-A domani- loro annuirono e montarono sulle moto senza casco e salutarono mia madre che scese dall’auto in quel momento.

-Eravate così carini stamattina- mi disse baciandomi una guancia.

-Mamma smettila per favore-

-Nervosa?- mi chiese e io la bruciai con lo sguardo –Va bene-

-Vado in camera- presi i miei libri e me ne andai. Quando presi il telefono sperai che ci fossero delle chiamate perse e invece niente. –Fusa- chiamai baciando la pancia del mio micio che iniziò a fare le fusa –Tu sei il migliore mi pensi sempre- lui strofinò la sua testolina contro la mia faccia, era dolcissimo quando faceva così… mi pentii di averlo chiamato stupido gatto. –Ti devo comprare un nuovo collare- gli dissi sorridendo, ma qualcosa lo spavento… la suoneria del mio telefonino. Quando lessi il numero mi sentii sollevata ma volli fargliela pagare un po’.

-Al momento Kagome non è disponibile per una certa persona- dissi.

-Kagome scusa, ma mi sono svegliato tardi e ho studiato fino a ora-

-A me cosa frega?- chiesi prepotente… Sango aveva chiamato Miroku perché si erano messi d’accordo così, Koga mentre studiava ha chiamato Kagura… non era una scusa.

-Come, cosa te ne frega?-

-Non mi frega… anche Koga studiava ma ha chiamato Kagura lo stesso-

-Non paragonarmi a lui- trasalii per la freddezza con cui lo disse.

-Perché cosa ha fatto di male?- gli chiesi acida –Nulla, ha solo più cuore di te-

-Perché vogliamo litigare non mi sembra il caso…-

-Di non farsi sentire tutta la giornata… cosa sarà mai? “Sei sempre al centro dei miei pensieri” mi dicesti, eppure hai messo lo studio prima di me! Cosa ti costava chiamarmi e dirmi scusa Kagome non posso parlare molto perché sto studiando ci sentiamo quando finisco… ti avrei capito-

-Non mi sembra che tu ti sia poi così preoccupata… potevi chiamarmi anche tu- era provvisto di una calma che mi allarmava.

-Eravamo rimasti che mi avresti chiamato tu!- risposi.

-Io ho detto solo che ci saremmo sentiti dopo-

-Appunto l’hai detto tu… se l’avessi detto io ti avrei chiamato e lo sai!- lui non rispose, aveva torto.

-Cosa ci faceva Koga a casa tua?- cambiò discorso e questo non mi piacque molto.

-Lui e Miroku hanno dormito e studiato con me-

-Sai se mi avessi detto che stava solo studiando con te la cosa non mi avrebbe dato fastidio, ma addirittura dirmi che ha dormito con te, che tutti e due hanno dormito con te…-

-Inuyasha non fare il ragazzo geloso alla follia che lo odio… Se non ricordi sono fidanzati!-

-Eppure non mi pare che ti abbia dato fastidio in piscina-

-Sai hai ragione non voglio litigare…-

-Adesso scappi?- mi chiese acido.

-Si scappo, scappo da quello che non è affatto il mio ragazzo… quando ti sei calmato fammelo sapere- e attaccai senza aspettare una risposta. Ero anche vendicativa e odiavo chi si comportava da idiota, come lui in quel momento. Spensi il telefono quando lui provò a richiamare ero stata chiara sul fatto che mi doveva chiamare quando si era calmato. Quella volta non sarei andata io a chiedergli scusa, non avevo esagerato io.

Mangiai e parlai tranquillamente a tavola con i miei genitori poi tornai in camera mia mentre mi infilai la culottes e canottiera per dormire anche se improvvisamente iniziò a piovere. Meglio di così non poteva andare, mi decisi allora di accendere il telefonino e trovai tre avvisi di chiamata uno del quale era stato fatto venti minuti prima, rimasi sveglia ancora un po’ aspettando che richiamasse ma non ci sperai molto così spensi la luce e cercai di addormentarmi, anche se erano le dieci. Proprio mentre spensi la luce qualcuno busso alla mia porta.

-Avanti- borbottai aspettandomi di vedere mio padre per chiedermi qualcosa o mia madre, ma saltai dal letto quando entrò Inuyasha. –Ma che ci fai qui?- gli chiesi guardandolo era tutto zuppo –Come sei entrato?-

-Tua madre- disse chiudendo la porta.-Guarda che mi è toccato fare per venirti a parlare- indicò il pantalone –Ho rimasto scarpe e giacca giù… non poteva esserci momento migliore per poter diluviare o litigare-

-Sei venuto fin qui, con questo tempo per potermi parlare?-

-No, per farmi un giro- disse acido –Perché hai spento il telefonino?-

-Non volevo sentirti- sempre senza farmi problemi.

-Grazie mi fai sentire davvero bene- disse sarcastico –Mi sembra di averti già detto che quando mi ignori mi uccidi- lo guardai e cercai di far scendere quel groppo che si formava in gola ogni qual volta mi diceva quelle cose. Non si mosse rimase lì sulla porta a guardarmi.

-Lo dici per farmi sentire in colpa- abbassai lo sguardo lisciando le lenzuola, non riuscivo a sorreggere il suo sguardo.

-Lo dico perché è vero…- si fece avanti sedendosi a un lato del letto ma io non lo guardai –Kagome sono qui per chiederti scusa hai ragione potevo chiamarti- continuai a non guardarlo sentivo il peso delle sue parole sullo stomaco. –Mi dispiace davvero non dovevo dire quelle cose, ma mi sono arrabbiato quando mi hai detto che Koga aveva chiamato Kagura, non con te ma con me stesso. Così ho cercato di raggirare la situazione e farti diventare la colpevole e mi dispiace infinitamente non immagini quanto… sono uno stronzo lo so ma ti prego guardami-

-Ti ho già perdonato quando ti ho visto entrare da quella porta- scansai la sua mano che cercò la mia guancia.

-Allora perché non mi guardi?- la sua voce era bassa e il groppo alla gola diventava più grosso. –Kagome…- riuscì a sfiorarmi ma ritrasse la mano come se si fosse scottato –perché piangi?- mi morsi il labbro sentendomi colpevole.

-Che dici non sto piangendo-

-Allora guardami- lo feci ma era inutile perché un’altra lacrima scese dall’altro occhio. –Perché?-

-Perché non respiro più quando mi dici che ti uccido quando ti ignoro, perché perdo la testa e mi sento colpevole, sporca e cattiva…- asciugai le lacrime con stizza e guardai Inuyasha che abbassò lo sguardo.

-Si, mi uccidi perché non capisci quanto io ho bisogno di sentirti, quanto ho bisogno di sapere che mi pensi, che mi vuoi… che mi ami-

-È ridicolo perché lo sai-

-Ma non mi basta Kagome- era così serio e il suo sguardo così intenso che non resistetti –Guardami Kagome- mi costrinse a guardarlo ancora –Vieni qui- ma non mi mossi –Allora vengo io- si mise in ginocchio avanti a me e mi strinse contro il suo petto –Capisci almeno che io ti amo Kagome, che per me conti solo tu?-

-Non farmi questa domanda perché se io la facessi a te tu non mi risponderesti- singhiozzai e lui mi strinse di più.

-Capisci che per me conti solo tu?- mi richiese e io mi aggrappai alla sua maglia.

-Si- dissi e lui mi baciò la testa –E tu lo sai?-

-Si Kagome, lo so- singhiozzai –Ti amo piccola-

-Anche io Inuyasha- sorrisi –Ti ho bagnato la maglia- tirai su con il naso.

-Sono già tutto bagnato, non importa- rise dolcemente.

-Non puoi tornare a casa e… aspetta sei venuto con la moto?-

-Nella fretta ho preso quelle chiavi-

-E dove l’hai messa?-

-Tua madre me l’ha fatta mettere in garage- mi staccai da lui.

-Ti rendi conto che ti saresti potuto far male se fossi scivolato? Ma che hai al posto del cervello?-

-Avevo urgenza di farmi perdonare- sorrise.

-Non puoi tornare a casa- gli dissi scendendo dal letto.

-Che hai intenzione di fare?- lui mi seguì e insieme scendemmo al piano di sotto.

-Mamma- chiamai –Dove sei?-

-Kagome sono qui in salone- stavano vedendo un film ed erano abbracciati facevano uno strano effetto, ma quando mi avvicinai notai che in realtà mio padre dormiva alla grande. –Cosa c’è?-

-Inuyasha non può tornare a casa… in realtà sono io che non lo lascio andare, fuori diluvia-

-Ma è ovvio che non può tornare a casa- esclamò mia madre guardandolo –E se solo ci avevi pensato meriti una strigliata- Inuyasha arrossì.

-Dorme nella sala degli ospiti- mia madre guardò mio padre.

-Non stavi dormendo?-

-Affatto-

-Ma se russavi alla grande- risi quando papà aprì un occhio –E comunque non ci trovo niente di male infondo l’hai lasciata dormire con Koga e Miroku-

-Ma sono cresciuti insieme!- mi senti in imbarazzo e feci segno a Inuyasha di non  ascoltarlo, mi fece l’occhiolino.

-Ma se tu speravi che si sposasse uno dei due- papà fece finta di russare e io scoppiai a ridere.

-Dai papà giuro che si comporterà bene e poi lo so che anche tu dormisti la prima volta da mamma quando pioveva… me l’ha detto Sota  e mi ha anche detto cosa avete fatto… ma noi faremo i bravi- mio padre si fece bordò mentre mamma, anche se era arrossita, rise sotto i baffi.

-Vi tengo d’occhio- disse mio padre continuando a tenere gli occhi chiusi.

-Nella stanza degli ospiti deve esserci una tuta credo che adesso voi ragazzi dormiate così- mia madre parlò con Inuyasha che era stranamente a suo agio, non era agitato o in imbarazzo come invece lo ero io… per la prima volta un ragazzo che non fosse Koga o Miroku dormiva con me, nella mia stanza, con i miei genitori consapevoli.

-Grazie signori Higurashi, vi sono grato a domani- salutò mia madre con un bacio sulla guancia.

-Dacci pure del tu… io sono Elys e il signorotto Nondormomarusso è Naraku- vidi la faccia di Inuyasha quando sentì il nome di mio padre e mi fece davvero uno strano effetto.

-Allora grazie Elys, grazie Naraku buona notte- mio padre lo salutò con un cenno della mano e lo stesso mia madre che tornò ad appoggiarsi a mio padre. Aspettai Inuyasha sotto l’arco e quando mi raggiunse lo presi per mano.

-Non mi hai mai detto che tuo padre si chiama Naraku-

-Tieni è la tua tuta credo che ti andrà alla perfezione- evitai l’argomento.

-Deve essere difficile- insistette.

-Ti ricordi quando mi dicesti che se avessi voluto io il piercing l’avrei potuto togliere?- lui annuì –Io risposi che il segno resta sempre… mi riferivo a questo- lo superai andando verso la mia camera –Però tu non sai che a me adesso non pesa più perché io lui non l’ho mai amato- sorrise e entrai, lui mi seguì e mi fermò. –Guarda- alzai la canottiera e gli mostrai la mia pancia –Devo partecipare a un concorso e non mi piace l’idea di andare con quel coso- lui mi sorrise e mi abbracciò da dietro.

-Ma non pensi al dolore che ai provato nel fartelo fare?-

-Ma quel dolore è passato ormai- lui sogghignò e mi baciò il collo –Domani devo studiare ancora e meglio che andiamo a dormire-

-Va bene- mentre si cambiava io spensi la luce e mi stesi dandogli le spalle e lui mi raggiunse poco dopo. –Oh no, quel coso deve dormire con noi?-

-Questo coso si chiama Fusa e se ne va quando gli pare-sentii Inuyasha muoversi e afferrare Fusa.

-Il momento di andarsene è arrivato!- sentii un tonfo e mi girai di scatto verso Inuyasha.

-Sei un mostro!- urlai –Fusa vieni qui piccolo-lo richiamai e lui miagolò –Vai nella tua cuccetta ci penso io a questo mostro- lui miagolò di nuovo. -Cane- dissi colpendo Inuyasha che se la rideva.

-Tò mi sono innamorato di una che parla ai gatti!- lo colpii ancora –Il mio Demone sarà addestrato per cacciarli-

-Come hai chiamato quel cucciolotto?- chiesi.

-Demone, non ti piace?-

-Guai a te se gli insegni a mangiarsi i gatti perché prendo il primo aereo e ti vengo ad ammazzare-

-Parli troppo- mi tappò la bocca con la sua e io mi calmai in un attimo,approfondendo subito il bacio.

-Dio come baci bene-

-Siamo una coppia perfetta allora, perché tu mi bruci quando mi baci- disse e io lo baciai ancora. –Se tuo padre entra di sorpresa mi ammazza-

-Non fa male a una mosca papà e poi mamma gli farebbe causa- lui rise –Ha già vinto-

-Allora sono fortunato-gli accarezzai la guancia –Senti un po’ quanti anni hanno i tuoi?-

-Papà trentasei mamma trentatre-

-Cavolo sono giovanissimi- esclamò –E sono già così famosi nel loro campo e sono richiesti in tutto il mondo-

-Francia, America, Inghilterra, Russia e Giappone- lo corressi. –Infondo anche i tuoi devono avere la stessa età no?-

-Come se facesse la differenza- mi disse –Sota? È tuo fratello maggiore?-

-Si… fa l’avvocato con gioia di papà- lui rise. –Adesso basta voglio dormire-

-Notte amore… Notte Fusa- risi quando salutò il mio gatto.

 

 

-Cosa ci fai in piedi?-

-Sono scesa a mangiare qualcosa visto che è mattina… e sono venuta a preparare la colazione a Inuyasha- sorrisi a mio padre che mi guardò mentre beveva il suo caffè.

-Domani hai l’esame-

-Lo so papà e sono preparatissima- lui annuì . –Domani devo andare al provino-

-Mi ha chiamato Herin e mi ha detto tutto… ho dato il mio permesso per firmare tutto al mio posto almeno finché avrai diciassette anni firmerà lei- gli sorrisi grata – ti ricordi il corso di guida che hai fatto?-

-Certo fui promossa-

-Questa è tua- posò un busta sul bancone e io la presi in mano, quando la aprii uscì la mia patente in plastica. –Congratulazioni-

-Come hai fatto ad averla prima?- gli chiesi raggiante.

-Hai un papà famoso Kagome- lo abbracciai forte.

-Grazie di tutto- lui ricambiò l’abbraccio e mi diede un bacio sulla guancia –E da tanto che non mi abbracciavi così-

-Troppo tempo… perdonami bambina mia-

-Puntate tutti a farmi commuovere?- lui rise –Una persona ieri sera mi ha fatto notare una cosa-

-Davvero cosa?-

-Quanto sono giovani i miei genitori, adesso chi ha trentasei anni è un ragazzetto lo sai?-

-Grazie- mi sorrise –Quella volta che andai a dormire da tua madre fu la sera che concepimmo tuo fratello-

-Non lo sapevo- mentii.

-Litigammo con tuo nonno perché non voleva che tua madre avesse un figlio così giovane eppure fu l’uomo più felice del mondo quando nacque. Quando nascesti tu, tuo nonno pianse aveva una nipotina per lo più bellissima… la mattina in qui nascesti mi disse queste parole: “Mi hai reso l’uomo più felice del mondo perché mia figlia è la donna più felice del mondo… sii vicino ai tuoi figli e accetta i loro errori” solo quando tua madre mi disse che ci odiavi capii le parole di tuo nonno… ti avevo punito negandoti le mie attenzioni proprio nel momento in cui ne avevi più bisogno. Ho visto la faccia di Inuyasha quando tua madre gli ha detto il mio nome, sono contento che gli hai raccontato tutto… se potessi cambierei nome-

-Il tuo nome  è bellissimo e non voglio che lo cambi… e comunque meglio tardi che mai- lui mi strinse ancora.

-Non avrete fatto…-

-Papà!- esclamai indignata.

-Scusa era solo per sicurezza- risi.

-Ehi di cosa parlano le mie vite?- mia mamma era raggiante indossava una camicia da notte in seta rosa con vestaglia sempre di seta e merletti rosa. Baciò mio padre e poi me.

-Dei vecchi tempi- dissi mostrandogli poi la mia patente.

-Naraku, caro, dovevamo dargliela dopo la festa- disse abbracciando papà, erano così belli e non avevo mai notato che fossero così affiatati.

-Siete così belli insieme- mamma mi sorrise e riconobbi il mio sorriso…

-Vai a chiamare Inuyasha ci penserò io alla colazione- mi fermai alla porta e li guardai poi corsi in camera mia.

-Inuyasha- mi gettai sul letto facendolo sobbalzare.

-Cosa succede?- non gli risposi perché lo baciai. –Se ti richiedo cosa succede lo rifai?-

-No, dai alzati e guarda questa- gli puntai davanti la mia patente, lui la contemplò un po’ poi mi sorrise.

-Congratulazioni- gli diedi un altro bacio. –Ma non è tutto…-intuì.

-No… ma non posso dirtelo segreto di famiglia-

-Ok… allora credo che mi hai svegliato per la colazione- disse lui abbracciandomi e facendomi stendere di nuovo.

-No, per la mia patente- scherzai –Dai andiamo prima che i miei decidano di fare un quarto figlio-

-Credo se lo possano permettere- lo fulminai –ok viziata andiamo prima che venga tuo padre-

-Buon giorno Inuyasha- lo salutò mia madre con un bacio sulla guancia –Bei tatuaggi-

-Grazie- disse sedendosi a tavola e stringendo la mano a mio padre, che lo scrutò.

-Mi piace molto la fenice- sorrisi a mia madre –Come mai sorridi?- chiese rivolgendosi a me.

-Perché l’ha disegnato lei- spiegò Inuyasha bevendo del latte –Ma non sei allergica?- mi chiese quando vide che lo presi anche io.

-Tranquillo è di Soia- annuì e tornò a parlare con mia madre.

-È il nostro simbolo- annuii a mia madre che sorrise.

-Amore quando lo fai pure tu un tatuaggio?- chiese a mio padre e io e Inuyasha ridemmo sotto i baffi.

-Quando la signorina sarà diplomata- gli feci l’occhiolino –Anche tu hai l’esame domani?-

-Si- si sfidarono con lo sguardo e temetti che scatenassero un incendio. –Sono tra i migliori della scuola-

-Kagome è la prima, ha una media del…-

-Nove e mezzo lo so- sorrise Inuyasha –Io quella del dieci- mio padre per poco non lo picchiava e io diedi uno calcio a Inuyasha.

-Smettila di provocarlo- gli sussurrai all’orecchio e credo che mia madre fece lo stesso.

-Ma lui mi provoca- rispose lui sempre con il sorriso.

-Progetti per il futuro?-

-Sono entrato nel campo della motociclistica ma continuerò a studiare...- spiegò con calma accettando un biscotto da mia madre.

-E cosa con precisione-

- Se con la moto non va continuerò a studiare storia vorrei diventare un archeologo come mia madre-

-Mestiere alquanto affascinante, mi ricordo tua madre da bambina mi costringeva a giocare all’archeologo- a mio padre scappò una risata e noi lo seguimmo.

-Conoscete mia madre da tanto?- chiese gentilmente Inuyasha.

-Da quando sono nato- spiegò papà mettendo da parte il giornale –Come noi anche i tuoi nonni speravano che ci sposassimo…- mi guardò e io gli sorrisi –Ma lei si innamoro di tuo padre e io di Elys-

-Fa uno strano effetto sentire che a quest’ora, se avesse sposato mia madre, io non sarei nato e non avrei conosciuto Kagome- Inuyasha si girò guardandomi sorridendo e io gli stampai un bacio. –È tardi devo proprio andare, papà mi ammazza se non torno a casa a studiare- misi il broncio.

-Non puoi studiare qui?-

-Non hai i miei libri Kagome e poi abbiamo studiato argomenti diversi- si alzò facendo il giro della tavola –Grazie Elys, di tutto-le diede un bacio, mi piaceva che la salutasse così in tutta confidenza.

-Sei sempre un ospite gradito- sorrise e salutò mio padre stringendogli la mano.

-Vengo su con te- dissi seguendolo senza ascoltare i brontolii di mio padre.

 

-Stasera ti va di venire a casa mia?- mi chiese uscendo dal bagno a torso nudo e con i pantaloni sbottonati.

-Non vorrei fare tardi per l’esame-  

-Tranquilla massimo le undici e ti riporto a casa- mi disse infilando la maglia.

-Va bene- acconsentii.

-Allora ti passo a prendere alle otto- mi disse sulla porta.

-Mmm vengo io- lui mi guardò –Sorpresa- gli dissi e gli diedi un bacio.

-Allora a stasera- disse lui poco convinto.

 

-Che hai intenzione di fare?- mi chiese mamma e io risposi con un occhiolino.

-Ho la patente-

-Kagome non farti venire a prendere in carcere- risi –Non hai ancora diciotto anni e hai guidato quella macchina si e no tre volte-

-Sono abbastanza!- urlai dalle scale –Non devi andare a lavoro?- gli chiesi poi affacciandomi.

-Lavoro a casa oggi- le sorrisi –Kagome io e tuo padre per… no lascia perdere non è nulla- la guardai interrogativa ma lei fece cenno che ne avremmo parlato dopo.

-Buono studio Kagome – incrociai mio padre sulle scale e lo salutai.

-Grazie a stasera- tornai in camera e presi i libri ma le parole di mia madre mi tenevano sulle spine. Passai due ore a studiare ma non resistetti oltre scesi da mia madre che lavorava nel suo ufficio. –Cosa mi volevi dire stamattina?-

-Che la festa del tuo compleanno è stata preparata come hai richiesto con Miroku e manca solo la lista degli invitati-

-Non ho invitati io- dissi calma e mia madre mi guardò –Se ti riferisci ai nuovi saranno tutti invitati da Miroku quindi io da parte non ne ho, come ogni anno no?- dissi sorridendo ma la faccia seria di mia madre mi fermò.

-Io e tuo padre non ci saremo- senza molti giri di parole –Abbiamo entrambi un’inchiesta a New York la mattina e non riusciremo a tornare per la sera- mi guardò preoccupata cercando di capire cosa ne pensassi –Ma ci sarà Sota- fece un sorriso.

-Non è cambiato nulla… tanto lo so che Sota non verrà perché è stato chiamato per un’urgenza… passerò il mio compleanno a casa non mi va di fare la figura dell’idiota nel momento in cui chiedono una foto con i genitori… ormai pensano che sia sorella di Miroku- sorrisi amara –non mi interessa più niente- mi alzai –Buon lavoro- non avvisai che sarei uscita e lasciai il telefono a casa.

 

-Salve signorina Kagome-

-Salve Arturo c’è Koga?-

-Certo entri pure è nella sua camera, vuole che lo chiami?- chiese gentilmente.

-No, vado io. Grazie- lui fece un inchino e si ritirò in una stanza. –Koga sei presentabile-

-Kagome entra pure… Kagura ti chiamo dopo va bene? Ok ciao-

-Non volevo disturbarti- lui scosse la testa alzandosi dal letto.

-Non lo fai mai… qual buon vento ti porta qui?- alzai le spalle.

-Niente mi annoiavo a casa- sorrisi sedendomi accanto a lui.

-Non mentire- mi disse –Cos’è successo?-

-Io non ci sarò al mio compleanno…- Koga mi guardo poi scoppiò a ridere –Non scherzo- dissi seria.

-Ma perché?-

-I miei genitori non ci saranno neanche a questa festa e sciocco perché tutti vorrebbero un compleanno senza genitori ma almeno al diciottesimo. E invece…-

-Ma Kagome è da un anno che tu e Miroku state progettando la festa più bella che potesse esserci-

-Ho cambiato idea… i miei genitori hanno fatto i carini con me solo per accoltellarmi alle spalle, sapevano che ci tenevo-

-Sarà stato un caso- scossi la testa non poteva capitare per diciotto anni di seguito. –Ripensaci ne hai fatte diciassette senza di loro perché non anche questa?- non potevo –Sarà poi un addio non dimenticartelo- poi tacque di botto –O inconsciamente è proprio questo?-

-No, ci tenevo che ci fossero anche loro- strinsi forte i pugni dalla rabbia –Sai hai ragione perché non fare anche questa da sola tanto non mi avrebbe cambiato la vita… - lui mi sorrise –Ho speso tanto per farmi fare il mio abito- annuì –anche per organizzare la festa-

-Giusto-

–Bene… grazie Koga tu si che sai farmi ragionare- lui mi fece l’occhiolino.

-Quando vuoi bellezza- gli diedi un bacio e ritornai a casa mia prima di quando immaginassi.

 

Evitai mia madre per tutta la giornata e chiamai Inuyasha per confermare che sarei andata. Alle otto uscii e mi infilai nel garege.

-Kagome prendi l’altra- cercò di dirmi mia madre ma io la evitai. Tolsi il telo alla mia macchina e ci entrai dentro. Feci retromarcia e aprii il cancello, salutai mia madre con la mano e uscii in strada.

-Bene piccola che ne dici di fare un po’ di bella figura?- ingrani la marcia e partii. Non ero preoccupata e tantomeno emozionata, ero in sintonia con lei. Mi piacevano soprattutto gli sguardi dei passanti che non ne vedevano molte di macchine così… risi divertita e sgommai quando il semaforo diede il via libera, capivo in quel momento perché a Inuyasha piaceva correre, era una cosa che se non provavi tu stesso come potevi comprendere? Arrivai al cancello di Inuyasha e entrai. Il rombo della mia auto attirò i padroni di casa che cercavano di capire chi ci fosse all’interno. Parcheggiai dove c’era anche un’altra macchina e scesi con un sorriso raggiante.

-Kagome!- esclamò Jenis venendomi incontro.

-Ehi bambolina ciao- le diedi un bacio e la presi per mano. Oltre alla mia macchina anche io facevo bella figura come sempre. Il signor NoTaisho mi sorrise baciandomi la mano.

-E un piacere averti qui Kagome-

-Grazie a lei per l’ospitalità- risposi salutando poi Sesshomaru con una stretta di mano e infine stampai un bacio a Inuyasha.

-Che sorpresa- mi disse e io gli sorrisi –Non immaginavo che fosse questa-

-Per questo si chiama sorpresa- dissi.

 -Dai vieni- mi prese per mano e mi portò dentro.

-Bella macchina Kagome non immaginavo che le donne la sapessero guidare!- mi disse Sesshomaru.

-Il solito maschilista- dissi con un sorriso strafottente e lui fece lo stesso.

-Ma che gentile che è la tua ragazza Inuyasha- disse a suo fratello –oltre che bella-

-Tu sei sempre così freddo Sesshomaru?- Inuyasha rise e anche suo padre.

-Dai Maru non te la prendere… anche se te la sei cercata- cercò di consolarlo Jenis.

-Non ti ci mettere anche tu- ricevette in risposta una linguaccia.

Era già tutto pronto per mangiare e a tavola parlammo di tutto, delle mie passioni, dell’esame e di molto altro. A metà serata Inuyasha mi mostrò la casa, cosa che io con lui non avevo fatto e poi mi mostrò la sua camera. Televisore al plasma, videogame, stereo, computer, letto matrimoniale messo a un lato della stanza attaccato alla parete. La cosa che mi stupì di quella stanza era il fatto che fosse totalmente bianca se non per il parquet  a terra.

-Bianca?- gli chiesi girandomi verso di lui.

-Mi rilassa- scossi la testa e mi avvicinai alle finestre che davano sulla piscina.

-Mi piace, tutta moderna- mi riferivo all’intera casa –La mia è opprimente-

-Non  è vero, per quel che ho visto è davvero bella-

-Io non ho piscine-

-Meno spese-

-Non ho una casa così grande-

-I soldi non mi interessano-

-Lo so-

-Allora di cosa ti lamenti?- feci spallucce. –A che ora hai l’esame?-

-Alle dieci… tu?-

-Mezzo giorno- lo guardai stupita.

-Così tardi?-

-Così il preside ha deciso… Infatti sarei voluto venire a prenderti io a scuola- sorrisi.

-Io alla mezza ho il provino, vengo io con Koga-

-Così posso mostrare la mia anima gemella anche alle ragazze della mia classe ci rimarranno davvero male-

-Sei cattivo- gli dissi con un sorriso sghembo.

-Devono capire che sono solo tuo ormai- il ghigno che si disegnò sulle sue labbra mi fece sciogliere così lo baciai.

-Dov’è Demone?- chiesi improvvisamente non vedendo il cucciolo che gli avevo regalato.

-Vieni- mi prese per mano e mi portò in giardino dove c’era Demone che giocava. –Passa la giornata fuori sull’erba in modo che non faccia le zampe storte, ma la notte dorme in camera mia con disappunto dei camerieri- risi inginocchiandomi e chiamando il cucciolo che mi corse incontro.

-Ciao bello- dissi accarezzandogli la pancia rosa. –Ti tratta bene questo nuovo padrone?- lui mugolò –Bene altrimenti ti riporto a casa mia- dissi baciandogli la testa –ricordati sempre di me- gli sussurrai e lui mi guardo negli occhi impressionandomi, lo faceva anche Fusa quando glielo dicevo.

-Che dice?- mi chiese Inuyasha.

-Che sta bene- gli stampai un bacio.

-Dammene uno vero- mi chiese serio –Uno di quelli che mi fanno venir voglia di portarti in camera- non lo facevamo da un po’ e non volevamo farlo… patto che facemmo in silenzio quella notte a Roma.

-Come desideri- lo spinsi verso di me e iniziai a leccare quei due tizzoni bollenti che mi chiamavano, lo sentii fremere e capii che stava funzionando. Gli feci dischiudere appena le labbra e gli accarezzai la lingua con la mia, stranamente non mi saltò addosso, con mio sommo piacere. Decisi di lasciare la sua bocca per un po’ e mi spostai verso l’orecchio mordendolo. –Mi piace quando mi lasci fare queste cose- lui fremette alla mia voce bassa e roca e capii che mancava poco al crollo. Così tornai alle labbra e lo baciai con voga, lui mi strinse a sé indietreggiando e battendo la schiena contro il muro approfondendo il bacio e facendomi mancare il respiro. –Devo andare- dissi quando si staccò appena, ma lui mi baciò ancora –Ti amo-

-Non sai quanto io- lo baciai ancora poi ci separammo –Ti accompagno-

Quando uscimmo dall’altro lato della casa c’era Sesshomaru che parlava a telefono e quando ci vide staccò.

-Vuoi vedere la mia macchina?- gli chiesi sarcastica.

-Legge anche nel pensiero… sicura di non essere una strega oltre che vipera- sibilai imitando il verso della vipera. Aprii la macchina e Sesshomaru vi entrò guardandola. -È una meraviglia-

-Costa una cifra- dissi per vantarmi.

-Vuoi che ti accompagni?- mi chiese Inuyasha –Dietro verrà Sesshomaru con un’altra macchina-

-Ci sto- dissi sorridendo. –Ehi ghiacciolo scendi che porto tuo fratello a fare un giro e sbrigati a prendere la macchina-

-Oh no, è Inuyasha che viene dietro io resto con te-disse e io guardai Inuyasha che fece spallucce e andò a prendere la moto.

–Peggio per te- dissi indicandogli suo fratello e lui sbuffo. Sesshomaru scese e si mise al posto del passeggero. Io entrai e feci rombare il motore.

- Che meraviglia- disse e io risi facendo marcia indietro.

–Pronto?-

 

 

 

 

 

 

 

Il mio angoletto:

Sera bellissima gente! :D come state?

Allora eccomi tornata con il nuovo capitolo *^*. Allora allora, Inuyasha è entrato nel mondo delle moto, Kagome ha scoperto il suo prossimo e per quelli che avevano detto che Kagome era troppo fortunata… Lo è! Ma chi sa se finirà bene! Mah questo non saprei dirlo… heheheheh

E poi avete capito un po’ i genitori di Kagome… E meno male che sono avvocati XD ( dovrebbero essere veramente delle persone serie e invece…) comunque io li adoro nonostante tutto, soprattutto il caro NAraku… ecco svelato perché Kagome avrebbe ricordato sempre quella storia…. E babene.;)

Per quanto riguarda la storia (ancora) i capitoli manca veramente poco :’( già mi dispiace…. Ma non pensiamoci.

Dai passo  ai ringraziamenti per non rompere le scatole.

Come sempre ringrazio i miei lettori! Siete speciali e ve lo dirò in ogni singolo capitolo! ;) Grazie!

 

E poi ringrazio chi commenta:

-lily_chan14: Ciao, prima di tutto ti ringrazio per aver recensito. Poi ti ringrazio per i complimenti. E ti dico anche che… non lo so come finirà la storia, ma ci manca poco per scoprirlo ;) heheheh spero di non deluderti :D grazie mille ancora!

-Alys93: Ciao Cara, hahahaha guarda mi si illuminano gli occhi quando leggo i tuoi commenti. Sei sempre troppo gentile! Spero che diventerai anche più brava di me, anche perché non sono poi tanto brava ;) me la cavicchio hehehehe ma nulla di più. Comunque Kagome è un genio lo so… e la stimo da morire. Come già ho detto con Kikyo non finirà qua… non si arrende neanche lei facilmente. Ma non dico più niente. :D per il resto Inuyasha si farà valere sempre di più… e lo vedrai nel prossimo capitolo heheheh. Grazie ancora per i tuoi commenti! *^*

-lillixsana:hahahahah siete tutte troppo buone con me *^*… mi fate milioni di complimenti. :D sono super contenta :D, e ti rivelo a te che i capitoli che restano sono pochi… fai così aprì la mano sinistra e guarda le dita poi con la destra forma una V e conta ;) heheheheh non ho il coraggio di dirtelo direttamente ^/////^… grazie mille per la recensione un bacio grosso!

 

Kizzullo a tutti! 8Kanemi8

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Capitolo 9
*** Capitolo IX ***


Kagome 8

Diario di un sogno impossibile

Capitolo IX

 

 

 

 

Scesa in strada decisi di non accelerare troppo infondo ero alle prime armi ma quando Inuyasha mi sfrecciò accanto rimasi a bocca aperta… era mai possibile che corresse così anche su una strada normale?

-Vuole la guerra? E che guerra sia- Sesshomaru mi guardò con un sorriso e io gli feci l’occhiolino. Cavolo come mi divertivo a prenderlo in giro. Accelerai scalando la marcia fino ad arrivare dietro a Inuyasha, appena ebbi l’opportunità di superarlo lo feci premendo ancora il piede sull’acceleratore e ridendo.

Arrivati a metà strada rallentai ma Inuyasha era già incollato dietro la mia auto, girai e entrai  nella mia villa.

-Kagome per stare dietro me e fare centonovanta all’ora stavi per sveniere… stasera hai toccato i duecento e ti giuro che sentire il rumore di quell’auto e come avere un drago alle spalle- risi avvicinandomi alla sua moto.

-Volevo solo farti capire che non mi devi sfidare-

-Non lo farò più- mi baciò la testa e poi guardò suo fratello –Sei ancora intero?-

-Ci dovevi stare Inuyasha è fantastica e poi non sai che effetto quando ha accelerato… a proposito hai una ragazza pazza oltre che vipera e strega- avvicinai la mano al petto di Sesshomaru e lui la guardò cosi io gli colpii il naso con un dito.

-Fregato… Inuyasha hai un fratello oltre che glaciale e antipatico è anche stupido, farsi fregare da un giochetto- dissi ghignando e venendo congelata da Sesshomaru –Te lo dico Sesshomaru non metterti contro di me… posso essere molto cattiva- lui rise e prese il casco dalla mano del fratello.

-E io ti dico che non ho paura di una mocciosa-

-Ehi calmo tu!- gli ringhiò Inuyasha contro colpendolo…

-Stiamo scherzando Inuyasha- ma il suo ghigno non piacque neanche a me.

-Il gioco finisce qui e non avere troppa confidenza- guardai Inuyasha che aveva un espressione nuova, era bellissimo. -Dai sbrigati che domani hai l’esame- l’aveva fatto tacere e io mi sentii un po’ in colpa.

-Non voglio che litighiate a causa mia- confidai a Inuyasha.

-Non è nulla tranquilla… ci vediamo domani allora- annuii –Bacio- gli stampai il bacio richiesto e rientrai in macchina per metterla in garage, mentre li guardai andar via dallo specchietto retrovisore.

 

-Kagome ero preoccupata perché non rispondevi al telefono?- mi chiese mia madre arrabbiata e io la evitai canticchiando. –Signorina non evitarmi o chiamo tuo padre- io alzai le spalle sorridendo, andai nel salone dove c’era mio padre che mi guardava con aria seria come per rimproverarmi… ma non mi colpiva più quello sguardo, ci avevo fatto l’abitudine. Credevo che forse quel poco di dialogo tra noi avesse cambiato le cose eternamente e invece non mi sentivo poi così ferita… in un certo senso una parte di me era consapevole che sarebbe accaduto ed era stata pronta ad incassare il colpo.

-Dove sei stata?- mi chiese.

-Dai NoTaisho… a casa di Inuyasha, il mio ragazzo- precisai –E ci sono andata con la Ferrari, ho corso, ho fatto un sorpasso e sono arrivata a casa presto, sana e salva- per quanto avessi una voce calma e un volto sereno sapevo di essere pungente e lo capivo dal modo in cui mio padre arricciava la fronte… poteva essere giovane e bello ma io ero più giovane di lui e più astuta.

-Perché non rispondevi?-

-Una persona che non risponde significa che non vuole parlare- dissi smettendo di sorridere.

-Da oggi in poi non uscirai senza il mio permesso- mi disse acido.

-È tardi per fare il padre…- fui più acida di lui -…Adesso posso fare quello che mi pare, voi non siete stati mai presenti nella mia vita e adesso non puoi metterti a dare ordini e…- ma sentii un bruciore alla guancia. Mio padre mi aveva schiaffeggiato, sentii il mondo crollare. Lo guardai con occhi sbarrati e vidi mia madre sussultare mettendosi una mano sulla bocca e mio padre fare una faccia dispiaciuta.

-Kagome…- fece per avvicinarsi ma io indietreggiai.

-Non ti avvicinare- dissi e scappai in camera mia evitando il contatto anche con mia madre. Chiusi la porta a chiave ma non riuscii a fare un altro passo, così scivolai e mi sedetti a terra. Sentivo la guancia pulsare e la scena ritornò viva nella mia testa. Tutte le volte che avevamo litigato mio padre non aveva alzato mai un dito… perché adesso si? Cosa avevo fatto di male? Non avevo risposte e per un attimo pensai di raggiungere Eron,  lui mi capiva. Mi presi la testa tra le mani e urlai con tutto il fiato che avevo in gola… mi ricordai lo psicologo quando mi disse che se dovevo sfogarmi il modo migliore era urlare. Un attimo dopo sentii che qualcuno correva sulle scale e poi bussare alla porta.

-Kagome- era mia madre –Amore mio ti prego aprimi- stava piangendo –Amore ti prego parliamone-

-Andate via- urlai con rabbia battendo una mano contro la porta e ne ero certa, avevo spaventato mia madre.

-Ti prego Kagome calmati-

-Ho detto va via!- urlai ancora.

-Va bene me ne vado ma stai calma ti prego. Ti amo piccola mia, ti amo tanto- si certo come no…

-Andate al diavolo- sussurrai rimanendo seduta a terra. Sentii mia madre allontanarsi e li sentii litigare ma non mi interessava… erano solo lacrime di coccodrillo. Quando li sentii andare in camera a dormire, o meglio senti solo mia madre andare in camera mentre diceva a mio padre che avrebbe dormito in salone, mi alzai presi una chiave dalla scrivania e uscii. Infondo al corridoio c’erano altre due stanze l’ultima era di Eron. Mi gettai sul letto polveroso, dovevo decidermi di lasciare la chiave a Dolores  per pulirla, ma non ci  riuscivo proprio. Era tutto come l’aveva lasciato, i suoi cd di musica sulla mensola, la custodia vuota di un cd aperta sulla scrivania, i suoi modellini su altre mensole e poi quattro foto sul comodino. Io e lui, lui e Sota, mamma e papà e poi lui e lei… la sua ragazza, impazziva per lei. Quella camera era rimasta così dalla settimana prima che morisse era venuto a trovarci per l’estate. –Vienimi a prendere- dissi accarezzando la foto polverosa. Mi addormentai lì cercando di ricordarmi la sua voce.

 

-Naraku!- chi era che urlava a quell’ora –Naraku non c’è!- era mamma ed era preoccupata.

-Forse sarà andata a scuola- sentii dire da mio padre.

-Alle sette? Ha l’esame alle dieci!- esclamò.

-Chiama Miroku o Koga vedi se sta lì da loro io chiamo Hory- e chi era?

-No, la macchina è in garage ho visto prima di controllare se stesse bene… non è da NoTaisho- ecco risolto il mistero. Li sentii scendere al piano di sotto così mi alzai e andai a lavarmi e vestirmi.

-Sicuro che non è da te?- sentii la voce preoccupata di mio padre che parlava a telefono con qualcuno, scesi le scale tranquillamente e incrocia per un millesimo di secondo lo sguardo di mia madre che toccò la spalla a mio padre –Grazie al cielo… Miroku tranquillo l’abbiamo trovata- avevano spaventato Miroku, povero. Canticchiai entrando in cucina e mettendo nella ciotola di Fusa dei croccantini mentre io bevvi dalla bottiglia un po’ di latte di soia. Poi andai nell’ingresso per controllare che nella borsa avessi tutto e feci tutto ignorando alla grande i miei genitori che mi guardavano come se fossi un fantasma.

-Kagome…- iniziai a fischiettare e mi diressi verso il salone dove mi misi a guardare un notiziario.

 

-Koga ciao allora vengo con te- erano le nove quando lo chiamai –All’ora ti aspetto fuori- non mi aveva chiesto niente anche perché, per me, non c’era nulla di cui parlare. Presi la borsa e uscii senza salutare.

 

Fuori scuola tutti guardarono Miroku e Sango a bocca aperta, avevano fatto scintille e Sango non era più la ragazza invisibile, ma la ragazza di Miroku. Erano venuti con la moto di Miroku, quella nuova, e capii che era arrivata la patente anche a lui. Quando Miroku mi vide mi squadrò furente ma non mi interessava. L’esame andò benissimo neanche ai compiti in classe ero andata così bene. Quando uscii Koga aveva già finito e mi aspettava per il provino. Rimasi a bocca aperta quando entrammo nell’albergò più famoso di Tokyo e lessi lo striscione “Miss Universo 2009”.

-Dobbiamo aspettare che ti chiamino- annuii e guardai le altre poche ragazze presenti, sorrisi perché mi guardavano con aria da sconfitte. –Hai già vinto- mi disse Koga in un orecchio e io annuii ancora.

Quando mi chiamarono c’erano una donna e due uomini che mi fecero alcune domande come: che taglia porti, quanto sei alta, quante lingue parli e quanto pesi. Poi mi chiesero se praticavo sport e se mi piaceva il mare o la montagna. Poi con un sorriso mi strinsero la mano e mi diedero un foglio che alle due ragazze prima di me non avevano dato. Quando uscii quelle che avevo guardato prima rimasero a bocca aperta e chiesi spiegazioni a Koga che fece un sorriso a trentadue denti.

-Sei dentro-  risi abbracciandolo felice di aver raggiunto una meta.

-Andiamo da Inuyasha?- lui accetto e andammo fuori la sua scuola ancora dovevano finire. Parcheggiammo accanto alla moto di Inuyasha e ci fermammo su una panchina all’ombra vicino alle scale. Pian piano la piazzola  si riempiva di ragazzi e incontrammo anche Rin che aveva un gran sorriso.

-Ciao ragazzi come è andato l’esame?- ci chiese abbracciandoci.

-Una perfezione- risposi per entrambi.

-Kagome come è andato il provino?- chiese curiosa con gli occhi che le luccicavano, io feci una faccia dispiaciuta e lei guardò Koga.

-Diciamo che Kagome…-

-Kagome…?-ripeté, povera la stavamo facendo soffrire.

-È dentro per il concorso!- disse e Rin mi saltò a dosso abbracciandomi.

-Stupidi mi avete fatto prendere un colpo!- rise –E quando sarà il concorso?-

-A settembre- mentii e Koga confermò.

-Mi pianterò davanti allo schermo!- risi –Ehi c’è mio padre ci vediamo stasera ci sarete vero?- 

-Certo, ciao Rin- la salutai.

Poco dopo uscì Kagura che sospirò di sollievo e appena ci vide ci corse incontro.

-Ehi cos’è questa faccia?- le chiese Koga abbracciandola.

-Il primo è andato adesso mancano altri due giorni più l’orale- sospirò e io gli strinsi la mano.

-Dai Kagura pensa che manca poco e poi ci saranno le vacanze!- le dissi e lei sorrise.

-Guarda c’è Inuyasha- mi girai e vidi Inuyasha scendere le scale con due ragazze, i ragazzi del viaggio e  le due oche. Koga gli fece segno di avvicinarsi e lui venne con gli amici.

-Ciao Kagome- mi salutò sorridendo e dandomi un bacio, io mi aspettavo uno semplice e invece era appassionato come la sera prima. Quando ci staccammo lo guardai interrogativa e lui mi fece l’occhiolino.

-Ragazze vi presento Kagome… voi già la conoscete- salutai i ragazzi del viaggio e guardai le due oche vittoriosa e poi salutai le altre due ragazze.

-Ah deve essere una- sentii dire da una ragazza facendosi sentire a posta e io le sorrisi smagliante.

-è la mia ragazza- disse Inuyasha guardandole e loro sbiancarono.

-Voi lo sapevate e non avete detto nulla?- chiese l’altra ai ragazzi.

-Non sono affari vostri- rispose Horamu– Kagome come è andato l’esame?-

-Bene grazie-

-Io torno a casa a dormire, in bocca al lupo- ci salutò.

-Andiamo anche noi?- mi chiese Inuyasha e io annuii. –Dobbiamo parlare- mi sussurrò –A domani ragazze- loro salutarono con la mano.

Quando arrivammo alla moto salutammo Koga e Kagura ma io e Inuyasha restammo là. Lui mi guardava studiandomi ma non riuscivo a capire che volesse. Poi mi prese il mento e mi girò la faccia per guardare la guancia che non aveva segni, ma io lo scansai.

-Mia madre- era chiaro che l’aveva chiamato lei… sapeva che sarei andato da lui.

-Sì… dove hai dormito?-

-Non ne voglio parlare qui fuori- lui annuì e si mise il casco io lo seguii e mi portò nel parco dove incontrammo Kikyo… perfetto no?

-Allora dove hai dormito?-

-A casa dove se no?- dissi appoggiando il casco sul sedile della moto.

-Allora perché non ti hanno trovata?-

-Non guardarmi così… e non mi hanno trovata perché stavo in un’altra camera di cui ho solo io la chiave- chiarii.

-Perché?-

-Perché non…- come potevo dirgli che avrei desiderato andarmene con il corpo e l’anima. –Mi sento in pace in quella camera-

-Perché non hai parlato con tuo padre? Sai che tua madre ha pianto per telefono?- mi stava incolpando per una colpa che io non avevo, adesso la causa del dolore ero io.

-Con mio padre ho chiuso tutto, per quanto riguarda le lacrime di mia madre può piangere quanto vuole ma a me non interessa-

-Kagome è tua madre!- esclamò.

-Ti ha anche detto che non ci saranno per il mio diciottesimo compleanno?- lui fece per parlare ma poi tacque–“Siamo cambiati, abbiamo deciso di starti più vicino” sue testuali parole e ieri è arrivata la coltellata- il mio sorriso era amaro –Voglio farti vedere una cosa accompagnami a casa-

-Va bene- mi guardò studiandomi ancora, poi mi scostò il casco che stavo mettendo e mi baciò –Però stai calma- non avevo intenzione di suicidarmi… si, ci avevo pensato ma non volevo realmente. Annuii per tranquillizzarlo e infilai il casco.

Quando arrivammo a casa i miei erano lì, mio padre aveva una faccia che gli avevo visto solo quando stava per perdere una causa e dunque mai, mamma era triste ma non poteva capire quanto mi aveva fatto male la sua notizia. Inuyasha si fermò a salutare i miei genitori e a chiacchierare un po’.

-Raggiungimi in camera- gli dissi salendo. Dal mio mobile presi un album con su scritto “le mie feste”, poi andai in camera di Sota e presi il suo. Inuyasha arrivò poco dopo e io gli feci segno di seguirmi. Lui in silenzio lo fece e lo portai in camera di Eron, Inuyasha la guardò e io andai ad aprire la finestra per far circolare un po’ l’aria poi chiusi la porta a chiave. –Scusa la polvere- dissi –Vieni- gli feci segno di sedersi sul pavimento con me e lo fece. –Guarda questo-  presi un album da uno scaffale e lo poggiai accanto all’altro.

Lui li sfogliò studiandoli e sorridendo quando mi vedeva, poi prese il mio e cambiò espressione. C’era arrivato. In ogni singola foto i miei genitori non c’erano a tagliare la torta, con me e Miroku c’erano i suoi genitori. Sfiorò il mio volto nell’ultima foto. Avevo il ciuffo rivolto verso l’esterno, l’altro lato dei capelli dietro l’orecchio indossavo un vestito arancio e sorridevo alla fotocamera con la testa un po’ inclinata.

-Capisci adesso?- lui mi guardò e annuì. –Puoi anche dire che sono gelosa dei miei fratelli perché è vero, lo so anche io-

-Non…-

-Ma infondo chi non desidererebbe i propri genitori al fianco?-lui mi guardò ancora poi si alzò con il mio album in mano e uscì dalla stanza, rimasi interdetta per un secondo poi lo seguii. Ma era già sceso e aveva poggiato l’album sul tavolo di fronte ai miei che lo guardarono interrogativo.

-Cercherò di fare in modo che parli con voi, ma siete voi che dovete comprendere la sua posizione! Mia madre vive in Italia e mio padre in Giappone ma che io vivessi in Giappone o in Italia i miei genitori ci sono sempre stati… anche ai diciotto anni io ho passato la serata solo con mia madre ma tre mesi prima eravamo tutti e cinque- disse con voce che feriva –Non desidera altro che avere una foto con voi mentre taglia la torta e voi le negate questo sogno, guardatevi in questa foto o non potete vedervi perché non ci siete? Cosa vi costa spostare al giorno successivo il vostro lavoro? Perché non capite che la fate sentire esclusa? Non avete capito che è arrivata a essere gelosa dei suoi fratelli come una bambina? Eppure siete persone che stimo per la vostra intelligenza, ma non basta un regalo per far felice una donna cresciuta da sola- guardai Inuyasha dalle scale e sentii di essere protetta, che mai nessuno mi avrebbe fatto del male perché lui ci sarebbe stato sempre a proteggermi. Mio padre sfiorò l’ultima foto e poi quella prima. Finché Eron era vivo alle feste c’erano entrambi i miei fratelli ma dopo la sua morte non c’era più nessuno. -Vi chiedo scusa della mia impertinenza ma devo difendere la persona che amo- e girò le spalle. Quando mi vide sulle scale si fermò e mi guardò preoccupato, ma per cosa? Mi gettai tra le sue braccia stringendomi a lui come se volessi piangere.

-Inuyasha… grazie-lui mi baciò la testa e risalimmo in camera. –Ho deciso di ripulire questa camera- dissi guardandolo  -Torna a casa a studiare per domani, ti chiamo io dopo- gli dissi sorridendo.

-Affatto, ti aiuto a mettere in ordine qui. Avremmo da lavorare a lungo-

-Tu che fai le pulizie?- scoppiai a ridere.

-Ehi sono bravo, mamma mi costringeva a fare la mia camera quando i camerieri erano in ferie-risi quando si gratto la fronte come per dire “Cavolo quanto mi scocciavo!” –Dai andiamo a prendere il necessario- Annuii contenta e corsi giù al ripostiglio prendendo secchio, pezze, detersivo e tutto il necessario. Inuyasha riempì i secchi e io portai l’ aspirapolvere.

-Allora io passo questa tu togli le lenzuola-

-Sissignora- si tolse la maglia e iniziò a togliere le lenzuola iniziando a starnutire.

-Vuoi una mascherina?- gli chiesi ridendo.

-Sto bene!- rispose e io accesi l’aspirapolvere. Finito lì, Inuyasha iniziò a spolverare lo stereo, la televisione, poi le mensole dove c’erano i modellini di guerra. –Gli piaceva molto vero?-

-Era un fanatico, mi ricordo che una volta io dovevo fare la vittima di un rapimento e lui era il mio eroe- ridemmo insieme –La scrivania la faccio io- gli dissi e lui annuì poi mi avvicinai allo stereo e l’accesi, dentro il cd dei green day. Inuyasha iniziò a fischiettare la canzone e io a canticchiare, era strano che funzionasse ancora. Ci mettemmo anche a ballare un po’ ridendo molto.

-E questa chi è?- mi chiese indicando la foto di mio fratello con la sua ragazza.

-La sua ragazza. L’ultima volta che la vidi fu al funerale, mi piacerebbe incontrarla solo per salutarla- dissi pulendo la scrivania, rimisi il cd dello stereo nella custodia e lo rimisi in mezzo agli altri. -È tempo di riprendersi no?- chiesi alla sua foto attaccata alla parete che mi sorrideva.

-Sì, è tempo di voltar pagina- Inuyasha mi abbracciò da dietro baciandomi la schiena. –Mancano ancora l’interno dei mobili-

-Allora diamoci una mossa- lui mi prese in braccio e mi portò a terrà –Non so perché fai questo ma ti ringrazio- lui mi baciò e poi iniziò a pulire i mobili, finito con quelli facemmo i vetri e alle sette finimmo.

-Sono esausto- disse sdraiandosi sul pavimento e io mi avvicinai a lui gattonando  -Che vuoi micetta?-mi chiese malizioso.

-Solo ringraziarti- lui sorrise e mi abbracciò. –Fortunatamente domani l’esame è di Giapponese-

-Ripensamenti?-

-Nessuno- gli baciai il tatuaggio… il nostro tatuaggio. –Dai abbracciami un po’- mi disse e io risi felice accontentandolo.

-Non hai fame?-

-Un po’-

-Allora andiamo-scendemmo e mio padre era seduto a tavola con un bicchiere di Whisky tra le mani e lo sguardo perso. Non si era accorto che c’eravamo. Guardai Inuyasha non sapendo cosa fare e lui mi spinse in avanti. Mi schiarii la voce e mio padre sussultò.

-Cosa ci fai qui?- mi chiese bevendo l’alcolico.

-Avevamo fame e…- lo guardai -…mamma dov’è?-

-Credo in camera da letto- annuii poi poggiai una mano sulla tavola e l’avvicinai a lui, poi mi allontanai. La piccola chiave attirò l’attenzione di mio padre che si girò di scatto a guardarmi. –Mi sono detta che è arrivato il momento di voltar pagina… lui avrebbe voluto così, almeno credo. Se mi sbaglio avrò tempo per farmi perdonare- dissi tutto tirando fuori dal frigo dei dolci, ma quando mi girai urtai contro mio padre e rischiai di cadere ma lui fu veloce e mi strinse.

-Perdonami Kagome- mi sussurrò –Perdonami, tu mi hai dato tanto e io ti ho sempre delusa. Perdona la mia ingenuità io non… io non voglio perdere anche te- disse ad alta voce e io guardai Inuyasha spaesata –Ti amo bambina mia… ti amo- spalancai gli occhi quando sentii i singhiozzi di mio padre –Sei tutta la mia vita Kagome, tutta- Inuyasha mi sorrise e io sentii le lacrime scendermi dagli occhi –Perdonami- strinsi mio padre forte a me iniziando a singhiozzare con lui.

-Non voglio perderti neanche io… papà- mi accarezzò i capelli e mi baciò una guancia poi tornò a stringermi.

-Ero cieco a non vedere che soffrivi più di me e tua madre, perdonaci- in quel momento arrivò mia madre che si bloccò vedendo me e mio padre abbracciati.

-Mamma – dissi guardandola e lei corse da me abbracciandomi e poi abbracciando anche papà. –Perdonatemi-

-No Kagome, sei tu che devi perdonare noi- mia madre mi strinse come non aveva realmente mai fatto e sentii tutta la sua gioia e il suo amore entrarmi dentro. –Che si arrangino quelli del caso io ho una figlia da festeggiare- disse e io risi. Quando ci staccammo Inuyasha non c’era. Così andai nel corridoio e lo vidi seduto sulle scale, ci aveva lasciato soli.

-Bastava parlare- disse avvicinandosi e abbracciandomi –te l’avevo detto- disse un attimo prima di baciarmi e io accettai con gioia. La domanda che mi posi in quel momento era: Dio mi avesse inviato un angelo che sarebbe andato via perché il tempo per  salvarmi stava per scadere? A quel pensiero lo strinsi di più a me. –Ti amo anche io ma in modo diverso-

-Sta zitto- e lo baciai ancora… eravamo due sanguisughe. Quando ci separammo era perché mio padre tossicchio imbarazzato o geloso… non so–Che vuoi? Anche tu lo facevi con la mamma no?- divenne rosso mentre mamma sorrise abbracciandolo e baciandolo, spalancai gli occhi –Mamma, papà!- urlai e loro scoppiarono a ridere e anche Inuyasha.

-Siamo ancora giovani possiamo farlo- disse poi papà.

-Kagome io devo andare chiamami tu-

-Non vuoi rimanere qui?- gli chiesi guardandolo speranzosa.

-No. Vi lascio un po’ soli- mi portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. –Ciao- mi stampò un bacio e salutò i miei.

Quando chiusi la porta papà mi guardava, era davvero un bel ragazzo e mi chiesi se non avesse tradito mamma con la segretaria… scossi la testa e gli sorrisi.

-Mi ricorda me quando conobbi tua madre- sorrisi ancora avvicinandomi a lui. –Occhi lucidi, sempre sorridente, amore che usciva da tutti i pori e poi il bisogno di baciarsi in continuazione se non di fare quella cosa… che credo tu abbia già fatto- arrossì lievemente. –Infondo non posso dirti niente è un desiderio che non si può reprimere quando si è innamorati- sospirò –Spero che avete preso tutte le precauzioni e che le prendiate sempre-

-L’ultima volta è stata a Roma, l’ultima notte- dissi e lui mi guardò –È una storia lunga…-

-Ho tantissimo tempo per te- sospirai sperando che quella volta mantenessero la promessa –Lo ami davvero?-

-Più di ogni altra cosa- lui sorrise e ci sedemmo sulle scale. Gli raccontai a grandi linee quello che stava per accadere e lui parve arrabbiarsi un po’. –Che stupida che sono preferire qualcosa di futile a una cosa essenziale, ma vedi io vedo Inuyasha come un angelo, è stato lui a dirmi che dovevo fare la modella, che voi avreste sofferto se avessi deciso davvero di seguire una strada non mia e adesso ho la possibilità… se non scegliessi quella strada e come se il suo lavoro fosse stato inutile. Soffrirò lo so ma non voglio… è difficile!-

-Capisco- mi rispose abbracciandomi. –Ci sarò io al tuo fianco, tranquilla e se vorrai vederlo ti porterò alle sue corse o organizzerò una cena per voi-

-Io non credo di volerlo rivedere-

-Perché?-

-Perché deciderei di mollare tutto- lui sorrise –Ma non so se sopporterei di leggere un giornale e di sapere che si è sposato o che aspetta un bambino da una che non sono io-

-Non succederà e ci metto la mano sul fuoco- risi.

-Vado a studiare… la chiave mettila dove Dolores mette le altre per pulire- lui annuì –A dopo-

 

La sera andammo alla pista dove i ragazzi fecero una gara ma ci ritirammo presto per gli esami. Anche il secondo andò a meraviglia e anche il terzo esame scritto. Mancava una settimana a quello orale e io iniziai a  fare il conto alla rovescia per il mio compleanno, mancava davvero poco. Andammo anche al mare dove ci divertivamo sempre tanto. I pomeriggi io e Miroku scrivevamo gli inviti e io decisi di invitare tutta la mia classe, il resto erano amici in comune. Andai con mio padre per assicurarmi che il regalo di Miroku arrivasse in tempo  e con mia madre andammo a comprare il suo vestito per la festa. Il tempo volò e arrivammo alla fine di giugno e quindi l’esame orale, i miei genitori non c’erano perché avevano fatto anticipare i due processi in modo da esserci il diciassette.

-Sono tranquilla- dissi a mia madre.

-Andrà benissimo tranquilla, sei sempre stata brava-

-Mamma ti ho detto che sono tranquilla- risposi sospirando –Mamma devo andare mi hanno chiamato a dopo- staccai e entrai in un aula dove c’era la commissione. I professori mi sorridevano tutti e io ricambiai.

-Parla, noi non ti interromperemo- annuii e iniziai. Ero una macchinetta ma i professori mi ascoltavano con piacere e orgoglio. Parlai in inglese e francese poi utilizzai un po’ di italiano e conclusi così il mio esame orale. –Non c’erano dubbi Higurashi è sempre stata una delle migliori e non la faremo aspettare per sapere con quanto è stata promossa. Infatti siamo tutti d’accordo con il suo voto che è cento e questo senza l’utilizzo dei  crediti… complimenti signorina Higurashi è la prima in questi anni che ha raggiunto il voto più alto senza l’utilizzo dei crediti è un onore stringerle la mano- non potevo credere alla mie orecchie, stavo sognando, strinsi la mano ai professori che risero davanti alla mia faccia sbalordita.

-Grazie a voi- la mia uscita fu seguita da un applauso e quando gli studenti all’esterno soprattutto  i miei compagni videro la mia faccia si preoccuparono. Miroku e Koga avevano fatto l’esame il giorno prima e andarono alla grande anche i prof gli avevano detto i voti, adesso erano seduti in mezzo ai miei compagni e con l’oro c’era Inuyasha che aveva fatto l’esame quello stesso giorno. Si avvicinarono preoccupati cercando di capire che era successo.

-Kagome- mi chiamò Inuyasha e io lo guardai –Che è successo?-

-Mi hanno detto che non devo disturbarmi a tornare per vedere il voto della promozione-

-Allora è andata benissimo-

-E questo il problema non è possibile- Koga mi guardò corrugando la fronte.

-Ti hanno detto anche il voto?- annuii –E allora?- anche i miei compagni si erano avvicinati.

-Senza l’utilizzo dei crediti ho totalizzato cento- tutti spalancarono la bocca –Voi ci credete? Ho preso cento!-  Inuyasha mi abbraccio alzandomi da terra.

-Hai visto Kagome ce l’hai fatta!- mi disse e io iniziai a ridere finalmente consapevole della mia riuscita.

-Cavolo Kagome erano anni che non succedeva- disse Miroku abbracciandomi.

-Sei la migliore- mi abbracciò anche Koga.

-Ma a te come è andata l’esame?- chiesi a Inuyasha.

-Ho preso quanto te ma i crediti servono a qualcosa no?- lo baciai contenta e sentii i miei compagni esclamare un ohhh, loro non sapevano di Inuyasha. –Chiama tuo padre che mi ha chiamato ogni dieci minuti per sapere come è andata- annuii, mio padre nonostante fosse geloso di Inuyasha ci andava molto d’accordo e si erano scambiati anche i numeri di telefono prima di partire.

Chiamai immediatamente i miei genitori e con calma gli spiegai cosa era successo poi gli dissi che mi avevano detto i voti come avevano già fatto con Koga e Miroku e quando gli dissi il voto mia madre urlò.

-Elys calmati non ho capito cosa ha detto- mia madre lo ripeté e mio padre rise contento… almeno credo. –Altro che Ferrari ti compro una villa in Italia- disse –Inuyasha?-

-Ha preso il massimo anche lui- dissi  e mio padre fece un’esclamazione fiero di entrambi.  –Ci vediamo al vostro ritorno- attaccai contenta dei risultati, contenta che la scuola fosse finita, contenta della mia vita. Abbracciai ancora Inuyasha.

-Dai andiamo a festeggiare con un gelato- disse lui e mi prese per mano.

-Voi venite con noi?- chiesi ai Koga e Miroku.

-No, le ragazze ci aspettano per un giro- spiegò Koga –Ci vediamo stasera no?-

-Va bene, a dopo- li salutai poi guardai i miei compagni di classe demoralizzati –Andrete tutti bene ne sono sicura… in bocca a lupo-

-Crepi- disse una mia compagna –Ah Kagome… complimenti- le sorrisi e la salutai con la mano.

Inuyasha era venuto con la macchina e io lo ringraziai. Mi portò a mangiare il gelato sulla costa e mi divertii un mondo soprattutto perché Inuyasha mi raccontava parti della sua infanzia con Miroku e Koga. Si erano conosciuti alle medie ed erano diventati inseparabili.

-Ti sono ricresciuti i capelli- lo disse mentre li toccava –Mi piacciono-

-Per questo non li ho tagliati più-

-Sei così bella- lo guardai negli occhi perdendomi nella profondità di quelle gemme d’ambra che brillavano di luce propria come stelle. –Non mi hai detto come si chiama il concorso a cui devi partecipare… cambi sempre il discorso-

-Perché è una sorpresa te lo dirà quel giorno Koga- mentii, avrebbe parlato solo se io fossi arrivata in finale.

-Lo voglio sapere da te…-

-Ma io non voglio dirtelo- dissi sorridendo.

-Perché?-

-Sorpresa!- allargai le braccia e lui sbuffo.

-Non mi piacciono- disse senza guardarmi.

-Te le farai piacere- mi avvicinai e gli baciai la guancia dolcemente e lui sorrise.

-Che hai intenzione di fare?- eravamo solo noi e la panchina sulla terrazza che si affacciava sull’oceano.

-Sorpresa- sghignazzai, gli baciai tutto il viso poi mi misi a cavalcioni su di lui che mi guardò con un sopracciglio alzato –Forse non vedi tutte le ragazze che ti guardano, non senti la mia gelosia quando le guardi per un istante e poi guardi me- lui poggiò le mani sui miei fianchi –Non sai come fremo di rabbia quando abbracci le tue amiche, ma non posso impedirtelo perché tu lo lasci fare a me con Koaku, Koga e Miroku- lui annuì con un sorrisetto divertito –non immagini come gioisco quando mi baci davanti agli altri e soprattutto davanti alle tue ex compagne di letto- gli baciai un lato della bocca –Non sai che tremo di piacere quando mi fai le carezze, quando mi dici che mi ami o quando mi presenti come la tua ragazza- gli baciai l’altro lato della bocca e mi strinsi di più a lui –Non sai che non ti dimenticherò mai perché sei il mio angelo- gli sfiorai le labbra mentre parlavo –Non sai quanto ti amo quando mi guardi così- sorrisi guardandolo negli occhi –Quando reprimi il tuo desiderio di baciarmi per lasciarmi giocare, quando mi fai sentire tua, quando mi sussurri certe cose, quando mi fai tua nel momento in cui mi baci e quando mi chiami amore- poggiai la mia bocca sulla sua e lui infilò la lingua cercando la mia che non tardò a trovare. –E non sai quanto mi piace il momento in qui non resisti più e mi baci voglioso- mi lasciai coccolare da lui, tra quei baci che mi infiammavano come al solito.

-Sei la mia eroina pura- risi alle sue parole –dipendo da te- mi baciò. –La notte sogno di fare l’amore con te. Non sei il mio ultimo pensiero la sera perché tu sei sempre nei miei pensieri- mi baciò il collo –So quanto muori di gelosia quando guardo le altre e mi piace farti ingelosire perché sei stupenda- lo guardai offesa –Tu sei sempre stupenda in ogni momento, quando sei triste, quando piangi, quando sorridi, quando ridi, quando ti arrabbi, quando urli, quando abbracci gli altri, quando abbracci me. Quando sussurri, quando mi dici che mi ami, quando sei spaventata e quando canti. Quando balli e quando disegni, quando cucini e quando mi guardi con occhi che brillano, quando fremi e quando mi baci… non so se esiste una parola più grande di Ti amo ma se la trovassi te la dedicherei con il cuore-disse e io lo ascoltai fremendo –Sono solo stupide parole ma che provengono dal cuore, sono sdolcinato lo so e non avrei mai creduto di esserlo prima di conoscere te. Con Kikyo non mi sono mai spinto oltre a un ti amo ma che era falso quanto lei- lo abbracciai e lui ricambiò la stretta –Sei la mia anima gemella- mi sussurrò. Rimanemmo abbracciati per molto e io mi rilassai tra le sue braccia, mi ero commossa nel sentire le sue parole ed ero contenta di avere un fidanzato così bello, intelligente e dolce… tutte lo sognavamo così e io ce l’avevo, ero fortunata e sfortunata allo stesso tempo.

 

-Posso?- chiese quando mi accompagnò a casa. Lo guardai non capendo.

-Perché te ne esci con, scusa la volgarità, certe cazzate?- lui rise.

-Volevo fare il galante-

-Mi piace più quando fai il gradasso, quando ti vanti o fai il latin lover- gli dissi e lui rise.

-Davvero?- annuii e lui mi baciò poi mi prese in braccio e mi avvicinò la porta, presi le chiavi e la aprii lui mi portò dentro e mi getto sul divano del salone. –Meglio?-

-Molto meglio- dissi ridendo e spostandolo. –Vuoi qualcosa?-

-Tutto l’importante e che sia ghiacciato- gli indicai il telecomando del condizionatore e mi diressi in cucina prendendo un thè freddo. 

-Vado a farmi una doccia poi andiamo a fare un giro?- gli chiesi portandogli la bevanda fredda.

-Certo- gli diedi un bacio e salii sopra a farmi la doccia. Faceva molto caldo quasi trentanove gradi e stavo morendo. Il getto freddo mi rilassò e io godetti un mondo. Uscii e quando entrai in camera con indosso solo un completo intimo Inuyasha era seduto sul bordo del mio letto. Il suo sorriso andava da un orecchio all’altro ed era bellissimo. –Un mese- disse e io alzai un sopracciglio. –Domani è un mese che non lo facciamo-

-Wow amore puro- scherzai andando a scegliere cosa mettermi. –Ma mi hai visto in costume allora perché quello sguardo?-

-Perché la biancheria ha qualcosa che il costume non ha è… sexy- risi divertita infilandomi il pantaloncino e poi la canotta gialla.

-Smettila, già sembriamo due sanguisughe che si baciano in continuazione-

-Ehi se non vuoi neanche essere baciata ti lascio sola- lo guardai sorridendo sciogliendo i capelli –Scusa- disse dopo un attimo e io alzai le spalle.

-Che facciamo stasera?- chiesi e lui ci pensò.

-I ragazzi non si radunano più ti porto a fare un giro che ne dici? Ti porto dove vuoi-

-Anche se ti dicessi che voglio andare dall’altra parte del Giappone?-

-Se vuoi- voleva farsi perdonare.

-Voglio andare a cena da qualche parte- dissi e lui annuì –Pizza e coca-cola- affermai e lui mi sorrise.

-Ti porterò nella migliore pizzeria di Tokyo – disse.

-Bussano alla porta puoi aprire tu?- chiesi con occhi da cerbiatta e lui annuì. Quando vidi che non risaliva scesi io. –Amore dove sei? Perché non sei risalito?- ma quando andai nel salone per vedere se era lì mi fermai. Sul tavolo di vetro c’era un mazzo di rose rosse e Inuyasha era seduto sul divano che mi guardava frustrato. –Chi era?-

-Un fattorino ha portato queste per te e ammetto di aver letto il biglietto- annuii non mi dispiaceva solo che mi preoccupò la sua voce.

-Di chi è il biglietto?- chiesi sorridendogli e raggiungendolo –Non ho idea di chi possa essere, al mio compleanno manca molto e…-

-Naraku-

-E poi…- mi bloccai –Come scusa?- lui mi porse il biglietto ma io non lo presi. –Scherzi vero?-

-Alla mia piccola Kagome che è cresciuta anche senza di me. Auguri per la promozione- tremai quando lesse il messaggio. Che voleva quello adesso? Era mai possibile che tutti erano degli orologi svizzeri che nei momenti più belli arrivavano distruggendo tutto?

–Brucialo e butta quei fiori- Inuyasha fu felicissimo di accontentarmi. –Come ha saputo della mia promozione? Cosa vuole da me? Io non voglio vederlo- dissi quando Inuyasha tornò.

-Kagome stai calma ti stai agitando per me e lo so… tranquilla e tutto sotto controllo non ti lascio sola va bene?- annuii stringendo la mano di Inuyasha –Faccio un paio di telefonata e vedo se scopro chi è stato-

Inuyasha chiamò praticamente tutti anche quelli che non sapevano della mia promozione poi uscì fuori che era stata Kagura che non conosceva Naraku.

-Perdonatemi vi prego- disse dall’altro capo del telefono davvero dispiaciuta.

-Tranquilla Kagura volevamo solo sapere come l’aveva saputo. Puoi passarmi Koga?-

-Pronto?- sentii la voce di Koga e capii che era un po’ ansioso. –Cosa facciamo?-

-I genitori di Kagome tornano tra tre giorni ci alterniamo, la mattina fino a sera posso stare io ma la notte no- mio padre aveva dettato legge e Inuyasha per non farmi dispiacere, se avessero litigati, aveva accettato.

-Ci siamo io, Miroku e le ragazze-

-Perfetto… noi usciamo torniamo verso le undici vi chiamo e voi venite ok?-

-Perfetto. Avviso Miroku a più tardi-

 

-Perché facciamo così?- chiesi era come se un maniaco mi cercasse… beh fino a un certo punto era così –Ho reagito da stupida posso affrontarlo come hai fatto tu con Kikyo-

-Va bene. Ma stai tranquilla non ti sfiorerà nemmeno- annuii e abbracciai Inuyasha che era teso. –Fammi un sorriso- lo accontentai e lui mi stampò un bacio –Finisci di preparati e poi usciamo da qui- annuii ancora e corsi in camera e truccarmi. Quando scesi Inuyasha guardava fuori la finestra.

-Sono pronta- lui mi sorrise e uscimmo.

 Mi portò ovunque per distrarmi anche al centro commerciale e ammetto che funzionò. Facemmo delle foto e comprammo due porta fortuna.

-Ma io ho già te- protestò lui e io risi –E va bene!- disse pagandoli e io lo baciai.

-Grazie-

-Comprerei la luna se ti facesse contenta- risi. Poi mi riportò dove eravamo stati quella mattina a osservare l’oceano. Eravamo abbracciati sulla panchina e c’erano anche altre coppie che guardavano l’oceano. Erano le sei e ci rilassammo un po’. –Dimmi un po’ una cosa-

-Mmm-

-Quanto ti piace stare qui?-

-Mi piace ogni posto se ci sei tu con me- lo vidi sorridere –Questo posto è bellissimo, non lo conoscevo-

-Davvero?- annuii – Di solito tutte le coppie vengono qua-

-Ma io e Naraku non eravamo una coppia- dissi tranquilla, non mi interessava quello che era successo, era acqua passata. –Però mi fa rabbia solo pensare che ci hai portato quella- dissi acida.

-Adesso si chiama quella?!- mi chiese sfiorandomi l’orecchio con la mano che aveva sulla mia spalla.

-Non vorrai chiamarla per nome?-

-Tu con quello l’hai fatto perché non dovrei farlo anche io- gli diedi un pugno e lui rise –Vieni qui- mi stampò un bacio.

-Hai visto la faccia di Haru quando gli hai mostrato il tatuaggio-

-Si e ho visto la tua. Avvolte sei davvero maligna, godevi nel vederla così a me è dispiaciuto perché è una mia amica e so’ cosa prova per me-

-Appunto per questo ero contenta, mai mettersi contro…-

-Kagome Higurashi- terminò lui stringendomi –Infondo anche lei sbagliò quando ti “aggredì” la prima sera alla pista avrei voluto farla tacere, ma tu hai anticipato e sei stata grande-

-Che bello l’oceano- cambiai discorso. –Quella sera che feci pace con mio padre, grazie a te, parlammo di noi due-

-Non me l’hai mai detto-

-Me ne sono ricordata solo adesso per questo te ne sto parlando…- lui annui e poggiò la testa sulla mia –Sai gli ho spiegato in breve quello che accadrà e lui ha detto che avrebbe pensato tutto lui, cioè a organizzare cene per noi e cose così- sorridemmo entrambi –Ma io gli ho detto che non volevo…- si irrigidì –perché altrimenti avrei lasciato il mio lavoro e quindi il tuo tempo nel convincermi- mi strinse un po’ di più –Poi gli ho confessato la mia paura di leggere su un giornale che ti eri sposato e che aspettavi un figlio da una donna che non fossi io- arrossi lievemente perché gli avevo appena confessato di amarlo tanto da voler un figlio da lui. –Mio padre ha detto che non succederà e che ne è talmente convinto che ci metterebbe la mano sul fuoco-

-Come puoi volere un figlio da me che ti lascio per un lavoro?- la sua voce era dura e non mi guardava ne mi abbracciava come prima.

-Non lo so, eppure è quello che sento-sorrisi –Se fosse nato avrei voluto che avesse gli occhi come i tuoi-

-Il nome?- si stava sciogliendo e ne fui contenta.

-Tu hai un’ idea?- chiesi e lui annuì tornando ad abbracciarmi.

-Se è un maschio Eron- guardai Inuyasha sorpresa e gli sorrisi.

-Femmina?- chiesi.

-Isis- annuii, mi piaceva quel nome.

-E se ci fossero due gemelle?- gli chiesi e lui ci pensò  tamburellando le dita sul mio braccio.

-Non saprei- risi e gli baciai la guancia.

- Michèle - dissi.

-Mi piace- disse – e se ci fosse un maschio?-

-Kai- dissi –è hawaiiano –

-E cosa significa?- gli indicai l’oceano e lui sorrise –Mi piace anche questo-

-Sicuro di non voler chiamare uno con il nome di tuo padre?- gli chiesi e lui scosse la testa.

-Al massimo con il mio nome compreso il junior vicino- risi e lui mi baciò la testa. -A che pensi?-

-A te- e lo guardai –Io penso sempre a te- mi baciò la punta del naso e seguì la linea del mio profilo con il suo  –Mi piace questa cosa- mi baciò la palpebra e io mi lasciai cullare.

-Scusate se vi disturbiamo- guardai indifferente le due coppie che erano davanti a noi.

-Diteci- fece Inuyasha cordiale.

-Sei Inuyasha NoTaisho vero?- fece uno dei due ragazzi -Ti ho visto in televisione sono già un tuo fan- Inuyasha gli sorrise –Posso stringerti la mano?-

-Ma certo- Inuyasha  si alzò e strinse la mano ai due ragazzi e alle loro ragazze e parlò un po’ con loro. –Sono emozionato sapendo che ho dei fans- disse sorridendo e io lo guardai, era così bello. –Lei è Kagome la mia ragazza- sentendomi chiamare mi alzai e strinsi la mano ai presenti.

-Complimenti- disse un ragazzo e io sorrisi.

-È bellissima- guardai la ragazza alla mia destra che arrossì.

-Grazie- povera era imbarazzata, tanto –Mi piace la tua maglia dove l’hai comprata?- chiesi per parlare un po’. Iniziammo a parlare dello shopping e presto facemmo una specie di amicizia era da tanto che non ci provavo. Le ragazze erano molto simpatiche e finimmo col scambiarci il numero di telefono.  –È stata una bella chiacchierata mi piacerebbe uscire qualche volta con voi così vi presento anche altre mie amiche-

-Ci piacerebbe molto- dissero contemporaneamente, ci stringemmo la mano e poi se ne andarono.

-Simpatiche- dissi guardando Inuyasha –Contento?-

-Ho già dei fan, come dovrei stare?- mi chiese sorridendo contento –È una bellissima sensazione-

-Andiamo a mangiare?- gli chiesi.

-Questo ed altro per la mia donna- mi fece ridere. Mi prese per mano e mi fece fare un giro su me stessa. –Andiamo mia bella- imitò la voce di un attore facendomi ridere ancora.

Il ristorantino dove mi portò era davvero carino, mangiammo all’esterno dove c’era anche il pianobar e a metà serata iniziarono dei balli di coppia.

-Andiamo?- gli chiesi guardando le coppie che andavano al centro della pista. Lui scosse la testa e si accese una sigaretta.  –Per favore-

-Non so ballare questi balli- ammise e io sospirai.

-Se mettono un lento però lo fai con me- lui annui e guardai la sigaretta. Lui non fumava come me per rabbia o tristezza ce l’aveva per vizio anche se quando stava con me si conteneva.

-Scusi- mi sentii picchiettare sulla spalla e mi girai verso il mio interlocutore –Vuol concedermi questo ballo?- era un uomo sulla quarantina dal bell’aspetto. Non mi spaventai della richiesta perché notai la fede all’anulare sinistro e notai la moglie al tavolo poco distante con la gamba ingessata. Guardai Inuyasha per avere il permesso e lo stesso fece l’uomo. Inuyasha mi guardò e poi annuì, sorrisi grata e presi la mano dell’uomo. Era un bravo ballerino e mi spiegò che insegnava danza in una scuola al centro di Tokyo. Mi divertii molto e quando il ballo fu finito mi riaccompagnò al tavolo, Inuyasha ci aveva guardati per tutto il tempo e notai che si era acceso un’altra sigaretta.  –Grazie, mi sono divertita molto-

-Grazia a lei- e se ne andò baciando la moglie che mi sorrise e mi salutò con la mano, che bella coppia.

-Divertita?- mi chiese Inuyasha.

-Molto anche se avrei preferito te- lui annuì guardandomi intensamente –Perché mi guardi così?- chiesi sorridendo a disagio. Ma lui alzò le spalle, capii che stava pensando a quando saremo tornati a casa. Passai il tempo a guardare le altre coppie ballare poi misero un lento ma non mi mossi, pensai che lui non avesse voluto ballare.

-Andiamo?- mi girai verso di lui che era in piedi –A ballare dove se no?- rispose alla mia silenziosa domanda. Sorrisi e mano nella mano ci avviammo verso la pista.

-Credevo che non ti andasse- ammisi allacciando le mani al suo collo.

-Ti avevo detto di si, ricordi?- annuii e poggiai anche la testa sulla sua spalla.

-Grazie- mi poggiò un bacio sul collo. Io respirai il suo buonissimo profumo rilassandomi in quel piacevole dondolio  tra le sue braccia. Sorrisi quando mi diede un bacio sulla guancia, delicato e dolce.

-Dobbiamo tornare a casa- disse quando la canzone fu finita, annuii senza fare troppe domande, pagò e mi riaccompagnò a casa. Fuori al cancello c’era Koga con Kagura che aveva una borsa scesi raggiungendoli e salutandoli.

-Miroku è andato a prendere Sango- mi disse Kagura sorridente ero contenta di averle lì ma mi sembrava un po’ eccessivo. Aprii il cancello automatico e feci entrare tutti. Appena dentro Kagura esclamò sorpresa e io le portai a fare il giro della casa mentre Koga e Inuyasha parlavano di cosa era chiaro.

-È bellissima Kagome!- esclamò scendendo dalle scale.

-Grazie- entrammo in salone e lei si fermò a guardare le foto su un tavolino.

-Sono i tuoi genitori?-

-Si e hanno rispettivamente trentatré e trentasei anni- risposi prima che mi facesse la domanda. Poi bussarono alla porta e quando aprii fui assalita da Sango. –Ciao- dissi scostandola e riuscendo a respirare.

-Sono emozionatissima è il mio primo pigiama party e resteremo sveglie tutta la notte vero?-

-Si- dissi ridendo divertita, forse quel casino poteva trasformarsi in qualcosa di divertente.  –Kagura portala in camera mia e falle poggiare la borsa li io vi aspetto qui- Kagura annuì e prese Sango per mano.

-Tutto bene?- mi chiese Miroku.

-Sto bene, non sono stata violentata e poi chi vi dice che si farà vivo?- chiesi un po’ infastidita salutandolo con un bacio a stampo.

-Lo farà- disse e guardò Inuyasha. –Allora resteremo noi qui-

-Mi fido- rispose Inuyasha tenendo d’occhio ogni macchina che passava.

-Se lo prendo questa volta gli spacco il naso- disse Miroku con rabbia e io tremai spaventata, non si era mai comportato così… mai.

-La smetti Miroku?- lo rimproverò Koga avvicinandosi e prendendomi un braccio –Ti sembra il momento?-

-Sto bene Koga… io vado in cucina a prendere qualcosa di fresco- Inuyasha mi seguì e io mi poggia al tavolo. –Che stupidata!- protestai.

-Sai dove è stato Naraku in questi ultimi anni?- non mi interessava non volevo saperlo.

-Non mi interessa-

-In prigione- mi bloccai –Uso di droga e abusi su una ragazza minorenne- tremai e mi girai verso Inuyasha con occhi sbarrati.

-Come…?-

-Come lo so?- chiesi –Hai mai letto i giornali in questi ultimi quattro anni? E poi ti ricordo che faceva parte del mio gruppo- era preoccupato si vedeva –Dopo essere stato con Kikyo e averla mollata prima di partire è stato con altre ragazze e poi una sera ha combinato il casino- scossi la testa –L’ho saputo tramite amici e poi ne hanno parlato per due giorni interi al telegiornale-

-Ecco perché eri così strano stasera- mi sedetti le gambe non mi reggevano… ero probabilmente seguita da un maniaco drogato uscito da poco dal carcere.

-Ed ecco perché Miroku ha reagito così… Spero che non si faccia trovare da me perché io non gli faccio del male, lo ammazzo direttamente- lo guardai e vidi la rabbia negli occhi, poi lui si calmò e si avvicinò. –Non aveva le chiavi vero?- scossi la testa.

-E poi i miei genitori hanno fatto cambiare da poco tutte le serrature- lo guardai –Resta- lo supplicai e lui si inginocchiò di fronte a me.

-Porto la macchina a Sesshomaru e prendo la moto- mi disse calmo –Torno alle cinque va bene?-

-Va bene- perché se ne volesse andare non lo capivo, possibile che volesse mantenere la promessa con mio padre? Mi baciò la testa e mi fece alzare.

-Allora io vado. Occhio ragazzi torno più tardi- disse salutando i ragazzi e dando un bacio alle ragazze –A dopo Kagome- mi stampò un bacio e uscì.

-Ma cosa succede?- chiese Sango notando i nostri sguardi.

-Cosa succede?- chiesi guardandola –Ma niente… piaciuta la mia camera?- chiesi stampandomi un sorriso sulle labbra e distraendola.

-È fantastica!-

-Avete conosciuto Fusa?- loro batterono le ciglia –Allora venite che ve lo presento- le presi sotto il braccio e iniziai a chiamare Fusa. Dopo aver presentato il mio gatto e averlo coccolato andammo a metterci i pigiami, salutammo i ragazzi e ci infilammo nel mio letto. –Meno male che dovevamo restare sveglie tutta la notte- dissi a Fusa che mi guardava dal fondo del letto mentre le ragazze dormivano alla grande. Mi alzai, presi Fusa tra le braccia e uscii spegnendo la luce. Nel salone Koga e Miroku guardavano una partita di baseball sul canale della BBC.

-Kagome che ci fai sveglia?- mi chiese Koga facendo spazio.

-Indovina?-

-Le ragazze?- mi chiese Miroku.

-Indovina?-  

-Sai dire solo questo?- mi chiese brusco.

-Indovina?- lo aggredii  a mia volta–Senti è inutile che te la prendi con me!-

-Si scusa- mi abbracciò. –Dormi qui… va tutto bene- annuii e mi appoggiai a lui mentre Fusa si fece coccolare da Koga.

Non so quando mi addormentai ma lo feci. Quando aprii gli occhi era tutto completamente buio ed io ero stesa sul divano da sola. Mi alzai e mi guardai intorno ma dei ragazzi nessuna traccia. Andai verso la cucina ma nemmeno lì c’erano, andai ai piani di sopra per vedere se erano con le ragazze, ma erano da sole che dormivano alla grande, ancora. Il mio occhio cadde sulla sveglia sul comodino che segnava le tre di notte.

Tornai al piano di sotto e mi spaventai trovando i ragazzi che entravano dalla porta.

-Miroku, Koga ma siete dementi? Mi avete spaventato!-dissi poggiandomi al muro.

-Scusa controllavamo una cosa- disse Koga e io lo guardai –Niente Kagome stai tranquilla-

-Non mi dire di stare tranquilla- sbraitai –Una specie di maniaco, mio ex, mi manda dei fiori, i miei migliori amici sono a casa mia e fanno la nottata per assicurarsi che non mi accada niente e sono pronti a picchiarlo, non so se riesco a restare tranquilla-

-Senti Kagome non urlare e torna  a dormire- Miroku aveva la voce troppo asciutta, sapevo che era tutt’altro che tranquillo.

-Chi c’era fuori?- chiesi guardandolo.

-Nessuno-

-Chi c’era?- ripetei.

-Nessuno- insistette lui –Tra qualche ora arriva Inuyasha, dormi ancora ti sveglio quando arriva-

-Mettiti nei guai Miroku e ti giuro che ti ammazzo io con le mie mani… vedrete che non si farà più vivo!- li guardai entrambi con aria severa –Ci mancava solo che mi sentissi male- aggiunsi mentre ritornavo in salotto e tornando a sdraiarmi sul divano. Improvvisamente la testa aveva iniziato a girarmi e sentivo troppo freddo anche se era estate.

-Siamo andati a fumare-  mi disse Koga quando mi raggiunse e io annuii più tranquilla –Come ti senti?-

-Strana- mi alzai a sedere in modo da fargli posto e poi mi stesi sulle sue gambe –Mi svegli quando arriva?-

-Ok-  accese la televisione abbassando tutto il volume e mi addormentai così mentre lui mi carezzava il braccio.

 

-Ha la febbre- avrei voluto aprire gli occhi ma non ce la facevo, così rimasi ad ascoltare.

-È preoccupata, ma le passerà- era la voce di Miroku che parlava basso.

-Credo che e meglio se lo cerchiamo noi- chi era?

-Come vuoi-

-E con noi viene anche Kagome-

-Sei impazzito?- era Koga e si stava alterando.

-Lo deve affrontare lei una volta per tutte e poi ci sono io con lei-

-Veniamo anche noi- mi alzai con fatica e raggiunsi i ragazzi.

-Da quanto sei qui?- chiesi a Inuyasha quando lo vidi.

-Da poco- mi raggiunse e come sempre quando non mi sentivo bene poggiò la mano sulla mia fronte –Hai delle aspirine?- annuii e sospirai.

-Koga avevi detto che mi avresti chiamato-

-L’ho fatto ma dormivi alla grande- mi appoggiai a Inuyasha mentre Miroku frugava in un mobile.

-Dai vieni- mi prese in braccio e mi portò di nuovo al divano –Ti fai venire la febbre durante un pigiama party?- mi chiese per distrarmi un po’.

-Si sono addormentate in cinque minuti- borbottai. –Di che parlavate?-

-Dobbiamo parlare a quello- sorrisi quando non lo chiamò per nome. –E ci sarai anche tu- annuii –Ecco prendi questa- mi porse l’aspirina e il bicchiere d’acqua che Miroku aveva porta. –Andate a riposare resto io qui- loro annuirono e se ne andarono, erano stanchi gli si leggeva in faccia.

-Voglio andare a ballare- dissi improvvisamente.

-Come adesso?-

-No sciocco, stasera-

-Va bene, ti porto in una discoteca e torniamo domani mattina-

-Se cerchi di distrarmi ci stai riuscendo- lui rise premendo di più la mia testa nell’incavo del suo collo e poi mi baciò la guancia –sei bravo-

-Grazie, ma quella che è brava a distrarre sei tu- disse ammiccando –Con il tuo fisico, la tua bellezza, il tuo modo di parlare pulito e delicato che diventa anche forte e fa male, il tuo sorriso che mi chiedo se lo fai apposta o è spontaneo-

-Non capisco-

-Il tuo sorriso è sempre provocante e malizioso- sorrisi –Visto l’hai fatto ancora-

-Continua- lo incitai e lui accettò.

-Distrai anche quando non fai niente!- scherzò e lo sentii ghignare –Se non fossi mezza addormentata ti bacerei e non solo-

-Abbiamo promesso- farfugliai.

-Per questo sto solo sognando di farlo… adesso dormi così quando ti sveglierai starai meglio. La febbre inizia a scendere e non voglio che ti agiti più, capito?-

-Va bene amore mio- sorrise ancora e mi baciò la testa. Mi addormentai così tra le sue braccia al sicuro in un mondo dove eravamo solo noi. Quando mi svegliai Inuyasha entrò nella stanza con un vassoio pieno di roba buona da mangiare.

-Buon giorno- gli sorrisi e mi misi a sedere, mi sentivo bene e ne ero contenta. –Ti ho portato la colazione qui-

-Gli altri?- chiesi prendendo il vassoio e mettendolo sulle gambe.

-Dormono ancora tutti nonostante siano le nove- sorrisi mordendo una briosce –Come va?-

-Bene- lo guardai e lui si avvicinò premendo le labbra sulla mia fronte e rimanendo così per qualche secondo. –Perché non mi credi?-

-Volevo esserne certo- gli feci la linguaccia e bevvi un po’ di latte. –Stasera andremo a ballare come hai richiesto e ci saranno anche gli altri del gruppo-

-Ne sono felice-  gli passai un biscotto che addentò. Lo guardai e lo paragonai di nuovo a una statua di un dio greco. I suoi occhi dorati che fissavano i miei, profondi come pozzi senza fondo. Labbra carnose e che attiravano, mi piaceva anche la sua fronte, il taglio dei suoi capelli… -Che hai fatto ai capelli?-urlai spaventandolo, ecco cosa mi sembrava diverso.

-Che ho fatto? Li ho tagliati un po’- disse ingoiando rumorosamente –Non li ho tagliati di molto-

-Mi piacciono- dissi tornando calma e lui mi guardò incredulo poi scoppiò a ridere. Sì, mi dimenticavo di quella, la sua risata era così bella, la sa dentatura perfetta e cavolo era logico che tutte mi invidiavano. Aveva spalle larghe, alto, fisico da mozzare il fiato, carnagione olivastra… bello. –Si… bello-

-Cosa?-

-Tu- mi guardò non capendo, poggiai il vassoio sul divano e mi avventai su di lui baciandolo. Era seduto a terra e quando lo raggiunsi cademmo stesi. –Sei il mio dio greco- e lo baciai, lui mi portò sotto di se e approfondì il bacio. Assolutamente si, mi piaceva anche la sua lingua. Risi a quel pensiero interrompendo il bacio.

-Perché ridi?- mi chiese irritato per essere stato interrotto.

-Perché mi piace quando approfondisci il bacio così-

-Allora sta zitta e lascia fare- risi ma smisi immediatamente. I nostri respiri erano più veloci e io mugugnai eccitata, ecco cosa mi sconvolgeva di lui il fatto che bastava un bacio per farmi partire la testa. Mi passo una mano sulla coscia e poi la infilò sotto la maglia del pigiama che avevo , la spostò dietro la schiena facendomi rabbrividire e mi staccai per riprendere fiato. Mi incatenò con lo sguardo e io no resistetti e lo baciai ancora.

-Vi state rotolando come due furetti in calore!- Inuyasha alzò lo sguardo guardando Miroku che beveva da una bottiglia. Cavolo visto dal basso mentre guardava in alto era estremamente bellissimo, gli baciai il mento facendo finta di non aver ascoltato Miroku. Inuyasha mi guardò e mi diede un altro bacio poi si alzò.

-Sei sempre nel posto giusto al momento sbagliato!- disse mentre mi aiutò ad alzarmi. –Stasera usciamo venite con noi?-

-Puoi contarci- disse assonnato –Come stai?- lo bruciai con lo sguardo –Capito… stai meglio di altri-

-Koga e le ragazze?-

-Le ragazze in bagno… Koga è in cucina che prepara la colazione- disse.

-Lo raggiungo- volevano restare da soli e li accontentai. –Koga che fai?- lui si girò e mi guardò con occhi disperati, non aveva mai alzato un dito il signorotto.

-Come si fa?- risi quando mi indicò il forno.

-Levati faccio io-

-Sai che sono una frana!- disse appoggiandosi al mobile e guardandomi.

-No, non lo so perché non ti ho mai visto fare niente- lo presi in giro e poi l’abbracciai per farmi perdonare. –Dai che scherzavo-

-Stai bene?- annuii –Meno male- mi sorrise –Guarda chi c’è- disse staccandosi da me e andando a salutare Kagura che sorrideva –‘Giorno- disse prima di baciarla.

-Ciao Kagome- mi salutò quando si staccò –Stamattina non ti abbiamo trovato e ci siamo preoccupate-

-Ho dormito giù non mi sentivo molto… bene- salutai Sango che ci raggiunse poco dopo e quando la colazione fu pronta mi andai a vestire anche io.

-Kagome la tua casa è davvero molto bella specialmente la tua camera, l’adoro- fece Sango quando tornai. Guardai di sottecchi Inuyasha e poi Miroku che mi sorrise… quello stupido adesso era tranquillo mentre mi aveva fatto stare in pensiero tutta la notte. Sospirai mettendo da mangiare a Fusa nella ciotola.

-Demone come sta?- chiesi a Inuyasha era da un po’ che non vedevo il cucciolo.

-Diventa sempre più grande a vista d’occhio ed è intelligente come me-

-Ne dubito!- sussurrò Miroku facendoci ridere.

-Miroku invece la gallina che stavi crescendo?-

-Quale gallina?- chiese lui guardando Inuyasha.

-Il tuo cervello!- rispose sorridendo divertito e scoppiammo nuovamente a ridere.

-Non è divertente- disse a Sango che cercava di non ridere, ma era impossibile. –E poi anche Koga ha un animale c’è molto affezionato e lo chiama piccino di papà!- già sapevo dove voleva andare a parare cosi mi misi una mano sulla bocca mentre gli altri aspettarono. –Spera sempre che cresca da un momento all’altro ma…-

-Davvero e sentiamo un po’ di che animale si tratta- poi fece l’occhiolino a Kagura per fargli capire che non c’era nessun animale.

-È un pesciolino- Sango si fece rossa per non ridere mentre io, Miroku e Inuyasha iniziammo a lacrimare dalle risate.  Koga invece era rosso dalla rabbia e Kagura scosse la testa sconsolata.

-Ok ok credo che basti no?- cercai di mettere pace ma scoppiai a ridere ancora… cavolo era impossibile fermarsi. –Ok adesso basta- dissi riprendendomi del tutto. –Qua mi viene un infarto-

-No tranquilla, che le risate allungano la vita- esclamò Miroku mentre andavo a vedere chi era al cancello… un fattorino. Lo feci entrare e presi i fiori che mi porse.

-Chi è?- chiese Koga e io andai in cucina con il mazzo di rose gialle.

-Che belle- esclamò Sango –dai leggi il biglietto. Ero tranquilla e lo lessi ad alta voce... non poteva essere lui.

-“Alla mia piccola Kagome ci vedremo presto…”- ma la mia voce forte all’inizio si affievolì.  Lasciai cadere il biglietto indietreggiando. Inuyasha e i ragazzi capirono immediatamente e Miroku e Inuyasha corsero fuori mentre Koga lesse il bigliettino. –Non può capitare a me!- dissi guardandolo, adesso si che avevo paura… il biglietto diceva.

“Alla mia piccola Kagome ci

 vedremo presto per un rappacificamento

a lume di candela…

p.s Ti amo baci Naraku”

 

-Tranquilla- mi disse Koga facendomi sedere. –Ragazze rimanete con lei- e raggiunse i ragazzi.

-Kagome che succede? Qual è il vero motivo per cui abbiamo dormito qui stanotte? Perché Inuyasha era qui stamattina presto? E perché sono scattati fuori?- chiese preoccupata Kagura scrollandomi.

-Perché Naraku la perseguita- rispose al mio posto Sango che aveva letto il messaggio. Kagura mi guardò e vidi un pensiero lampeggiare nei suoi occhi.

-Kagura non pensare neanche lontanamente che sia colpa tua, capito? Tu non sapevi che quello fosse Naraku!-

-Ma se io non avessi parlato lui non ti avrebbe cercato- disse con le lacrime agli occhi.

-Sarebbe venuto a saperlo in qualche modo oppure no, ma mi avrebbe cercato lo stesso- l’abbracciai avevo paura di quello che poteva succedere, ma non volevo che nessuno si sentisse in colpa. –Tranquilla non ce l’ho con te, appena tornano dico loro di riaccompagnarvi a casa e poi credo che andrò da Inuyasha…- le asciugai le lacrime sforzandomi di sorridere –E poi stasera andiamo a ballare- lei mi sorrise –Andrà tutto bene- ero io che dovevo essere rassicurata. –Su correte a fare le borse così ce ne  di andiamo da qui il prima possibile tutti- lei annuì e fece segno a Sango di seguirla. Prima di uscire Sango mi guardò e io le sorrisi facendole segno di andare, ma quando uscirono la paura mi travolse. Mille pensieri frullarono nella testa ero stata sul punto di essere violentata già una volta e non immagino la paura, il disprezzo che quella ragazza aveva adesso nei confronti di Naraku o dei ragazzi, forse mi sbagliavo ma io mi sarei sentita così. Tremai al pensiero di ritrovarmelo davanti e di essere toccata da lui e piansi singhiozzando, avevo tremendamente paura. Cosa avrei detto ai miei genitori? Avremmo cambiato casa? Nazione o paese?

-Kagome- la voce dolce di Sango mi spaventò –Sicura di star bene?- era da sola –Kagura è in bagno- mi disse e io l’abbracciai tremante. –Dai Kagome asciuga questi occhi vedrai che andrà tutto bene… stasera verrai a dormire a casa mia- mi disse, poi entrarono i ragazzi. Sul volto di tutti e tre un espressione di rabbia.

-Il fattorino non sa niente di chi è a ordinare, lui consegna solamente. Girerò tutta Tokyo per trovarlo e ti giuro Kagome che l’ultima volta che lo vedrai è perché sta per essere sotterrato con la sua bara- disse Inuyasha a denti stretti guardandomi.

-Già è terrorizzata poi vi mettete anche voi a fare queste promesse idiote che non sono altro, proprio come voi! Stasera Kagome dormirà a casa mia tu però portala da un’altra parte non può rimanere qui- non avevo mai visto Sango così impuntata e arrabbiata.

-Verrà a casa mia e dormirà da me- rispose Inuyasha.

-Se ha contatti con Kikyo verrà a sapere che state insieme e se non la trova a casa verrà da te- era diabolica la ragazza –Non conosce me così è al sicuro. Rimane però il problema dobbiamo avvisare i suoi genitori-

-Torneranno tra tre giorni e se vengono a sapere di questo problema mandano tutto all’aria e si troveranno nei guai- dissi.

-Allora che facciamo?- chiese Miroku.

-Facciamo come dice Sango. Riaccompagnate le ragazze a casa ci vediamo poi stasera da me-

-Ci vediamo dopo Kagome- Sango mi diede un bacio e mi abbracciò a dopo.

-Ciao Kagome- disse Kagura con voce tremolante.

-Stai calma ci vediamo dopo- lei annuì e segui i ragazzi.

-Su andiamo a preparare la borsa-

-Devo chiamare i miei per avvisarli… domani arriva Dolores e…-  Inuyasha mi prese il viso tra le mani.

-Sii forte Kagome- quelle tre parole mi giovarono perché riacquistai lucidità e tranquillità.

-Hai ragione- gli sorrisi e lui mi baciò la fronte –Dai andiamo-

Preparato tutto chiamai i miei genitori e spiegai loro che sarei rimasta a dormire a casa di Sango per due sere e loro ne furono contenti, anche se ignoravano il perché di quella rimpatriata. Uscimmo di casa e salii in macchina di Inuyasha. Quando arrivammo a casa sua fui accolta come sempre con galanteria.

-Mio padre tornerà stasera è fuori per un lavoro con Sesshomaru- mi spiegò Inuyasha  prendendo la mia borsa e portandola in camera sua. –Jenis non c’è  tornerà per l’ora di pranzo, tu stai bene?-

-Si, tranquillo- risposi.

-Io devo fare delle telefonate fai come se fossi a casa tua- mi disse, lo seguii fuori dalla camera e ci separammo. Lui andò in una camera al piano inferiore io invece raggiunsi il giardino.

-Cavolo Demone quanto sei cresciuto- dissi vedendo il cucciolo. Quando l’avevo regalato a Inuyasha aveva appena un mese e adesso sembrava che ne avesse quattro. –Sei bellissimo- dissi accarezzandolo –Ti ricordi di me vero?- scodinzolò contento delle mie attenzioni e iniziai a giocare con lui, faceva più caldo del solito e presto mi sedetti su una sdraio all’ombra.

-Salve signorina desidera qualcosa?- guardai il cameriere dal sorriso gentile e pensai che la famiglia NoTaisho dovevano pagarli bene per essere così servizievoli.

-Un bicchiere d’acqua per favore- il cameriere sorrise e se ne andò. Dopo poco ritornò con il bicchiere di acqua ghiacciata e accanto un bicchiere riempito con gelato alla fragola.

-Il signor Inuyasha mi ha detto di dirvi che tra poco verrà da voi e che per il momento le manda un gelato per farle compagnia- disse divertito e io sorrisi altrettanto divertita.

-Grazi mille- dissi e iniziai ad assaggiare il gelato e ne diedi un po’ anche a Demone. –Sai piccolo con questo caldo io vado a mettermi il costume- mi alzai e corsi in camera di Inuyasha pregando di ricordarmi qual’era la stanza. Fortunatamente avevo infilato il costume dorato senza pensarci e avevo fatto bene. Mi cambiai velocemente e tornai in piscina. Mi avvicinai al trampolino e mi gettai in acqua, era così fresca. Nuotai tranquillamente e mi diverti anche quando Demone si tuffo. –Spero che Inuyasha ti spazzoli altrimenti riempi la piscina di peli- disse accarezzando il suo muso, dopo un po’ uscì e iniziò ad abbagliare facendo le feste a Inuyasha.

-Ti stai divertendo?- mi chiese avvicinandosi al bordo e io lo raggiunsi.

-Ti dispiace?- lui scosse la testa –Faceva caldo così ricordandomi di aver infilato anche un costume mi sono cambiata e sono entrata-

-Hai fatto bene- mi alzai sulle punte cercando le sue labbra che non si fecero desiderare oltre –Scusa del ritardo ma stavo concordando delle cose con…-

-Non mi devi spiegazioni quelle servono solo se  parli con le tue amiche- lui sorrise e io andai all’altro lato salendo per le scalette.

-Giusto- sorrise sghembo –Vuoi mangiare?-

-Il cameriere mi ha portato il gelato mi stai facendo ingrassare!-

-Meglio, così piaci solo a me-

-Voglio vederti al fianco di una ragazza grassa… ti sentiresti a disagio e anche io e poi io non voglio ingrassare, non lo sono mai stata e non lo sarò mai-

-Ti preferisco così- mi abbracciò.

-Così ti bagni- gli dissi divertita.

-Non mi interessa- sorrise –Sentimi un attimo tu, stamattina qualcuno ha interrotto qualcosa che mi piaceva molto-

-Ma adesso non possiamo continuare ci sono più persone e poi è meglio così- dissi guardando le sue labbra.

-Ma io ho anche delle esigenze- mi disse facendomi ridere –Un ragazzo come me che per quattro anni ha fatto via vai di ragazze e adesso ha al fianco una bella come te… capisci questo povero ragazzo- risi abbracciandolo e alzandomi sulle punte per essere un po’ più alta.

-Ma io capisco che mi ami soprattutto quando riesci a trattenerti-  lui cercò un bacio che gli negai e lessi nei suoi occhi che quel gesto non gli piaceva. Poi riuscii a staccarmi da lui e mi buttai in acqua.

-Ehi questo è un gioco divertente ma non mi piace molto- risi.

-Mi assicuri che non ci vedrà nessuno- vidi gli occhi di Inuyasha illuminarsi, alzò l’indice destro facendomi capire che ci avrebbe messo un attimo, ritorno poco dopo gettandosi in acqua senza camicia. –Sono pantaloni firmati come puoi rovinarli cosi?- chiesi quando si avvicinò.

-Ne ho decine- mi disse sorridendo malizioso avvicinandosi mentre io indietreggiavo.

-Non ti vantare dei tuoi soldi- dissi ricambiando il sorriso.

-Non sono io quello che ha una Ferrari – beh non aveva tutti i torti. Facemmo quel giochino fino a quando io non arrivai al bordo e lui con uno scatto mi imprigiono. Lo guardai con attenzione, i capelli bagnati, le piccole gocce sulle ciglia e quelle che ricadevano sul viso mi incantarono. Lui mi fissava intensamente e io alzai una mano per accarezzarlo, con il pollice gli sfiorai le labbra che lui dischiuse. Come la mattina non resistetti e mi gettai al suo collo baciandolo. –Forza di resistenza?- mi baciò –Zero-

-Non parlare che tu hai perso più volte di me- lui sorrise e poi mi prese in braccio –Sono già tua così lo sai?-

-Sta zitta, trattieni il fiato per questo bacio- fu il bacio più lungo che ci demmo, credo che avevamo raggiunto un record mondiale. La sua lingua bramava la mia e la mia la sua, poi lo fece. Infilò la mano sotto il triangolo del pezzo superiore del costume facendomi gemere. –Voglio solo giocare- quella frase mi riportò a Roma ciò significava che non avremmo fatto altro. Le sue mani audaci mi infiammavano e per non gemere dovetti mordermi le labbra. –Capisci perché ti dico che è una tortura?- mi sciolse il pezzo di sopra portandomi dove l’acqua era più alta. Era così delicato ma al contempo era così scottante che mi sembrava che l’acqua evaporasse sotto le sue carezze. Giocammo per ancora molto tempo poi decidemmo che era meglio smetterla se non volevamo arrivare oltre. –Questo è tuo- mi disse porgendomi il costume e io gli feci segno di allacciarlo. –Divertita?-

-Tu che dici?-

-Ricordando il modo in cui mi hai baciato per tutto il tempo… si?-

-Risposta esatta- gli sorrisi –Dai usciamo che sono diventata una spugna –

-Kagome non mi…- lo guardai ma scosse la testa -…no niente-

-Cosa?- insistetti raggiungendolo.

-Nulla tranquilla- misi le mani sui fianchi e inclinai un po’ la testa sorridendo e lui mi imitò.

-Ti amo- lui sorrise illuminandosi –Scusa se non l’ho detto prima ero impegnata a far di me ogni tua carezza e bacio- avevo capito che c’era rimasto male. –Così va meglio?- lui annuì. Salii le scale e mi asciugai al sole mentre guardavo Inuyasha giocare con Demone. Poi improvvisamente fui abbracciata da dietro e guardando le mani capii che era Jenis. –Ehi piccola ciao!- lei mi diede un bacio sulla guancia. –Dove sei stata?-

-Sono andata da una mia amica… sono contenta di vederti qui, rimani?- chiese con i suoi occhi gemelli al fratello.

-Fino a stasera poi vado via- mi guardò dispiaciuta –Hai tagliato i capelli- notai e lei annuì, non erano molto diversi però si vedeva che erano tagliati.

-Ti piacciono?- annuii –Li ho tagliati prima di venire, la mamma della mia amica è parrucchiera- mi disse mentre si avvicinava a Inuyasha e lo salutava con un bacio fraterno sulle labbra.

-Tutto bene scricciolo?- le chiese.

-Si… ma Ninu hai fatto il bagno con i pantaloni nuovi?- mise le braccia sui fianchi e vidi la madre di Inuyasha.

-Non sono affari tuoi pulce- la prese in giro facendola infuriare.

-Io penso che Jenis abbia ragione- la piccola mi guardò contenta –anche io l’ho rimproverato-

-Lei si che è intelligente l’altra era pure antipatica oltre che scema- Inuyasha la guardò sorpreso mentre io risi sotto i baffi. –Kagome scusami ma vado ad avvisare la mia amica che sono tornata sana e salva- annuii. Quella bambina oltre che bene educata era anche cortese e parlava molto bene per essere cresciuta con genitori separati –Ah Inuyasha sono tornati anche papà e Sesshomaru, sono tornata con loro- Guardai Inuyasha imbarazzata non potevo salutare suo padre in costume. –A dopo-

-Dai vieni con me- mi prese per mano e ci dirigemmo verso il garage dove era stato allestito un gazebo e i camerieri stavano preparando un tavolo e c’era anche Sesshomaru che parlava a telefono. –Ciao-

-Ti richiamo dopo io…- attaccò e mi guardò ammiccando con lo sguardo –Buon giorno-

-Come va?- salutai io senza aggiungere altro.

-Bene… Inuyasha dopo dobbiamo parlare- lui annuì e io mi sentii a disagio non mi era mai successo, mi piaceva mostrarmi in costume ma Sesshomaru mi metteva in soggezione come anche il padre di Inuyasha.

-Vado a cambiarmi- dissi a Inuyasha che mi lasciò andare.

-Kagome ci sei anche tu che sorpresa- mi bloccai e mi girai verso il padre di Inuyasha con il migliore dei sorrisi.

-Salve signor NoTaisho è un piacere rivederla… scusi la tenuta-dissi avvicinandomi e porgendo la mano.

-Non preoccuparti mia cara almeno tu oltre a Jenis hai usufruito della piscina e vedo che hai coinvolto anche Inuyasha- sorrisi divertita dallo sguardo che il padre lanciò a Inuyasha –E comunque sei davvero stupenda-

-Grazie mille, ma non mi sento a mio agio. Se permette andrei a vestirmi-

-Prego- mi sorrise e io andai.

–Cavolo che vergogna- mi rivestii velocemente e poi scesi con Jenis.

-Ecco le due donne di casa- esclamò sarcastico Sesshomaru per provocarmi, sapeva di mettermi a disagio. Quando ci sedemmo a tavola notai che Inuyasha era vestito diversamente… strano perché in camera non era entrato.

-Signor NoTaisho scusi l’impertinenza ma Inuyasha mi aveva detto che sareste tornati questa sera e invece…-

-Si è vero, ma siamo riusciti a terminare l’affare prima del previsto- annuii non volevo essere troppo sgarbata nel chiedere di che affare si trattasse –Abbiamo una società in più da gestire- disse come se avesse letto la domanda nei miei pensieri.

-Allora congratulazioni- dissi ma lui scosse la testa.

-Non sono io che ha portato a termine l’affare- guardai Sesshomaru con un sopracciglio alzato –Il suo primo affare-

-Allora congratulazioni e che porti a termine altri affari importanti- dissi e lui alzò il bicchiere di vino come per ringraziarmi.

-Ma sono contento anche di Inuyasha sai che deve firmare già il contratto- guardai Inuyasha sorpresa.

-Di questo stavo parlando al telefono… ma era una sorpresa e qualcuno l’ha rovinata- il padre tossì imbarazzato e io sorrisi a Inuyasha contenta della notizia.

-E di me non sei contento papà?-

-Tu sei la mia soddisfazione numero uno- Jenis sorrise fiera beffeggiando i due fratelli –Hai tagliato i capelli?- come avrei voluto avere io genitori così quando ero bambina che nonostante il lavoro il poco tempo a disposizione lo passavano con i figli. Guardai il signor Hori e lessi  nei suoi occhi che era una persona davvero buona.

-Anche tu Kagome sei l’orgoglio di tuo padre?- sentii il disagio di Inuyasha e vidi Sesshomaru studiare il fratello per capire qualcosa, mentre Hori mi incitava a rispondere.

-Beh nella mia famiglia l’orgoglio maggiore è mio fratello, poi viene il mio secondo fratello e poi io- dissi tossendo imbarazzata, non sapevo come comportarmi con i bambini.

-Hai due fratelli? Come Maru e Ninu- il padre di Inuyasha rise sotto i baffi e io sorrisi divertita.

-Non proprio- dissi.

-Come non proprio?- Anche suo padre iniziò ad agitarsi sapeva della nostra situazione.

-Dai Jenis smettila di parlare e mangia- Inuyasha cercava di farla smettere.

-Tranquillo Inuyasha- dissi –Vedi Jenis io non ho più un fratello- non sapevo come dirglielo.

-È morto?- mi chiese con occhi sbarrati.

-Si- risposi sorridendo –È morto per salvare delle persone per questo è lui il più importante-

-Mi dispiace- disse rabbuiandosi –Non volevo che…-

-No, va bene così… dai adesso mangiamo e se stasera Inuyasha convince gli altri a uscire ti porto con me- lei tornò solare sorridendo al padre che annuì dandole il permesso.

Parlammo molto della giornata calda, degli affari e delle notizie di vario genere. Il Signor Hori inoltre mi spiegò un po’ come aveva conosciuto la madre di Inuyasha, di come si amassero anche da lontano era una storia molto bella e io non immaginavo che fosse così romantico.

-Spero che la storia con Inuyasha duri a lungo sei una così brava, bella e intelligente ragazza. Non potevo sperare di meglio per mio figlio- sorrisi e guardai Sesshomaru parlare a telefono e ridere.

-Ha conosciuto anche lei?- chiesi indicando Sesshomaru.

-No. Credi davvero che sia una ragazza?- mi chiese divertito e io annuii.

-Riconosco un volto innamorato- poi guardai Inuyasha che giocava con Jenis.

-Allora spero che me la faccia conoscere presto- disse –Mi dispiace per l’argomento che Jenis ha…-

-Non è un problema- spiegai stringendogli la mano come se fosse mio padre –Conosce i miei genitori da tanto vero?-

-Molti anni… tuo padre doveva sposare mia moglie secondo i loro genitori- rise e io con lui –Ma non ho mai visto una coppia così affiatata come la loro… poi ci fu la notizia che Elys era incinta e questo li unì di più- lo ascoltai rapita –Sota l’avvocato che sta raggiungendo la fama dei suoi genitori, Eron l’eroe mondiale e tu Kagome la bella modella- sorrisi a disagio –So cosa hai passato, tua madre si confidava con me ma io non sapevo aiutarla- guardai l’erba –Era distrutta alla perdita di tuo fratello e anche tuo padre, ma tu eri quella messa peggio non so se Inuyasha lo sa e…-

-Sa tutto-

-Mi… mi fa piacere. Adesso ti sei ripresa e ne sono molto felice-

-Io sono contenta di aver incontrato suo figlio, ci siamo guariti a vicenda e sono felice di essere in questo momento con lei-

-Inuyasha mi ha raccontato quello che sta succedendo con l’omonimo di tuo padre però non dirglielo-

-Non lo dica ai miei la prego- mi accarezzò la testa.

-Tranquilla. Ho amici in polizia e in esercito c’è una pattuglia in borghese che sorveglia la tua casa e stiamo facendo fare delle ricerche-

-Siete una famiglia molto unita-

-Quando passi anni lontano dalle persone che ami di più, la cosa più bella e stare ogni giorno con loro- sorrise alla verità di quelle parole.

-Kagome vado a farmi una doccia a momenti dovrebbe chiamare Miroku rispondi tu, io non ci metto molto- mi diede il suo telefono e mi stampò un bacio, poi guardò il padre e se ne andò.

-Kikyo, lei l’ha mai conosciuta?- chiesi.

-Si ma non mi è mai piaciuta, ho mangiato solo poche volte in sua compagnia lei preferiva chiudersi in camera con mio figlio-disse seccato –Sesshomaru non ha mai parlato con lei, quindi tu gli sei simpatica e poi Jenis ti vede come un idolo. Mia moglie mi chiede di te spesso e non lo dire a Inuyasha e Jenis verrà qui tra una settimana e resterà per un po’-

-Inuyasha ne sarà felicissimo- sorrisi anche per quello che mi aveva detto prima. –Siete due persone magnifiche-

-Grazie Kagome… grazie di tutto- non so perché lo feci ma l’abbracciai, la soggezione c’era sempre ma sentivo di doverlo fare.

 

 

 

 

 

 

 

 

Buon giorno a tutti! Coma ve? Eccomi che ritorno di mattina presto, domani non ho scuola quindi non devo studiare. Allora volevo spiegare una cosa: ho occidentalizzato l’esame di superiore in Giappone XD, non conosco a perfezione tutte le modalità dunque le ho descritte in questo modo (chiedo scusa per questo particolare, spero sia perdonabile *^*). Oltre a questo volevo dire che anche se l’ho creato io questo “tipo” di Inuyasha io mi innamoro sempre di più… ora mi rendo conto che è il mio ragazzo ideale  XD ma come si vede i ragazzi ideali sono soltanto fantasia… uffy. Cosa tremenda:  Torna Naraku! E per di più ha un passato da temere veramente. Inuyasha sembra una furia e odia quel ragazzo tanto da volerlo ammazzare con le sue mani… perché gli ha portato via la sua ex? O Perché ha fatto del male alla sua Kagome? Mah… si vedrà dopo…intanto non finisce quei. Nel capitolo successivo si chiariscono un po’ di cose ma…

 

Ringrazio i miei numerosi lettori! *^* vi voglio tanto bene.

E poi chi mi commenta costantemente:

-Sailorm: Buon giorno! Sempre contentissima di sapere che il capitolo è piaciuto e soprattutto che scaturisca emozioni come la sorpresa per il nome del padre di Kagome! XD hahahaha… e immagino anche la sorpresa per il ritorno del vero Naraku! Hahahaahh non puoi neanche immaginare cosa succederà…. E poi siamo agli sgoccioli si, manca davvero poco poco… forse avrò tempo di postare durante la settimana un altro capitolo ma non ne sono sicura. Ti lascio con un grande abbraccio :D Grazie di tutto!

-lillixsana: Come va? E si sono pochi, ma prima o poi sarebbe dovuta finire… Sto scrivendo il continuo di una storia pubblicata un po’ di tempo fa, il problema è che ho un esame di stato e quando ho un po’ di tempo la sera prima di dormire cerco di fare qualcosa ma è difficile :(… comunque mi rifarò. Spero che anche questo capitolo sia stato piacevole :D un bacio!

-Alys93: il fatto che ti commento sempre per ultima non è per dispetto anzi… :D così posso scrivere un po’ di più. Senti un po’ se il penultimo anno di superiore è difficile il quinto sarà tremendo, lo vivo sulla mia pelle XD Ma non voglio scoraggiarti anzi… goditi questi mesi e non preoccupartene molto ;) … per quanto riguarda il tuo ritardo...

-Alys93:  Carissima! Non preoccuparti per il ritardo non c’è problema… ebbene si ti capisco e ancora di più perché io quest’anno ho la MATURITà e non ti dico che paura che ho! Va beh per il capitolo tadan: Naraku è tornato! E chi sa cosa accadrà poi nel prossimo!... Inuyasha si è fatto valere con i genitori e nel prossimo anche con… Hahahaha e Sesshomaru è pur sempre Sesshomaru *^* ma si vedrà anche meglio come in realtà sia diverso rispetto a quello originale… va bene! Finisco così: un bacio grande e grazie per i commenti! *^*

 

Un Kizzullo a tutti da 8Kanemi8

 

 

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Capitolo 10
*** Capitolo X ***


Kagome 9

Diario di un sogno impossibile

Capitolo X

 

 

 

 

-Dove stiamo andando?- ero riuscita a convincere Inuyasha a uscire visto che dopo quello che era successo aveva sospeso l’uscita. Eravamo in macchina dietro di noi  Koga con Miroku, Sango e Koaku, Rin e Kagura.

-Se aspetti altri dieci minuti lo vedrai- le disse un po’ scocciato, Inuyasha.

-È un posto dove ti divertirai un mondo- le dissi divertita anche io, era da molto che non ci andavo. Guardai Inuyasha sorridendo mentre guidava e guardandomi anche lui per un secondo –Eccolo!  Guarda Jenis!- alla piccola si illuminarono gli occhi quando vide l’enorme parco giochi illuminato.

 

-Ci divertiremo tantissimo!- esclamò Rin quando ci riunimmo davanti all’ingresso mentre i ragazzi andavano a pagare per l’entrata. Presi per mano Jenis e Inuyasha ed entrammo. Rin voleva salire su una giostra dove anche Jenis voleva andare così la lasciammo andare con lei, mentre io e Inuyasha ci dirigemmo verso la casa dei fantasmi.

-Prego- disse facendomi entrare per prima, guardò dietro per un attimo e poi mi riprese per mano.

-Rilassati- gli dissi mentre aspettavamo che il finto ascensore si fermasse… eravamo solo noi due.

-Ci provo- fece un mezzo sorriso e iniziammo a seguire il percorso. Lui rideva ogni qual volta io mi spaventavo per quei stupidi pupazzi. All’uscita trovammo tutti lì che ci trascinarono nelle macchinette a scontro. Mi stavo divertendo e molto,  dopo andammo anche nei tronchi, io e Inuyasha dietro e Jenis avanti e per farci contente Inuyasha comprò anche la foto che era stata scattata. Io non ebbi il coraggio, come le altre ragazze, di salire sulle montagne russe così osservammo i ragazzi che si preparavano per la partenza, tutti e quattro parlavano tranquilli con noi poi improvvisamente la giostra partì a razzo e tutti e quattro urlarono divertiti.

-Divertito?- chiesi a Inuyasha quando scese.

-Dai vuoi venire con me?- mi chiese con un sorriso a cui non seppi dire no, così mi feci anima e coraggio e andai con lui. Prima di salire però diedi la mia collana a Jenis che se la rideva alla mia faccia preoccupata .-Ci sono io- mi sussurrò quando ci sedemmo e io gli strinsi la mano forte.

-Se mi sento male me la paghi!- lo minacciai e lui rise. –Tra quanto parte?-

-Conta fino a cinque- e mi indicò il timer davanti a noi. Quando partì urlai per lo spavento poi vidi Inuyasha ridere e scoppiai a ridere anche io. –È divertente- dissi alle ragazze quando scendemmo riprendendomi la collana.

-Davvero allora perché tremi?- Kagura mi guardava con un sopracciglio alzato e io le sorrisi.

-Perché non ho detto che non fa paura… e poi fa anche freddo- Inuyasha mi abbracciò cercando di riscaldarmi –Dove sono Miroku e Sango?-

-Si stanno applicando vicino a quella cosa- Kagura mi indicò i due ragazzi vicino a una macchinetta così li raggiungemmo.

-Cos’è?- domandò Rin curiosa.

-Indica l’affinità di coppia- disse Sango contenta –Abbiamo totalizzato l’ottantacinque per cento- si vantò e io scossi la testa divertita.

-Voi non lo fate?- chiese Jenis guardandomi.

-Non credo che sia il caso- risposi. Non mi andava di fare quelle cose inutili.

-Ma l’hanno fatto tutti!- guardai Inuyasha che si guardava intorno. –Dai voi siete una coppia perfetta!-

-Non lo so Jenis, la trovo una cosa stupida- ma lei mi spinse e io sospirai –Inuyasha dai metti la mano così questa cosa finisce subito- quando uscì il risultato Jenis esultò e io sorrisi guardando Inuyasha che fece lo stesso. Avevamo totalizzato il massimo e mi sentivo fiera di noi.

-Sei contenta pulce?- Inuyasha le scompigliò i capelli e poi la prese per mano.-Hai sete?- lei annuì sorridente così andammo a un chiosco. Rimasi seduta con le ragazze e i ragazzi su delle panchine mentre Inuyasha era con Jenis, erano davvero carini insieme.

-Kagome? Kagome Higurashi?- guardai il ragazzo che mi era di fronte e annuii, però sentii Kagura prendermi la mano preoccupata per farmi capire che lui era Naraku, ma io scossi la testa. Naraku non aveva occhi verdi e capelli biondi.

-Si sono io, ma non ricordo chi sei tu- dissi guardandolo.

-Sono Baiko abbiamo frequentato il primo superiore insieme- disse e io sorrisi quando mi ricordai di lui. –Ero il ragazzo cotto di te!- disse imbarazzato.

-Ma si certo mi ricordo di te! Come stai?- gli chiesi sorridendo e facendo segno ai ragazzi di tranquillizzarsi.

-Bene, sono qui con la mia ragazza- mi disse indicando una ragazza poco lontana che ci osservava. –Tre giorni fa incontrai la tua amica e sentii che parlava di Kagome dell’istituto Nishikawa così mi sono accertato che fossi tu e lei mi rispose di si e mi disse che eri stata promossa con il più alto dei voti… congratulazioni!-

-Grazie mille- mantenni il sorriso –E a te come è andata?-

-Devo aspettare qualche settimana per saperlo- aveva cambiato istituto, per questo non l’avevo più visto.

-Da quello che mi ricordo eri bravo e credo, di sicuro, che sia andata bene- lui mi sorrise.

-È stato un piacere rivederti- mi salutò.

-Anche per me-

-Vado altrimenti la mia ragazza mi ammazza- risi –Ciao e congratulazioni ancora-

-Ciao Baiko- poi guardai Inuyasha che era arrivato tre secondi prima.

-Io ho parlato con lui… ho detto solo a lui che eri stata promossa- disse Kagura.

-Non è Naraku… Questa storia puzza e molto- disse Inuyasha irritato guardando la coppia che si allontanava.

-Oltre a noi nessuno sa che sei stata promossa quindi ci ritroviamo d’accapo- Jenis mi porse un po’ della sua bibita che accettai. –Certo siamo stati stupidi a non farci descrivere da Kagura il ragazzo- le sorrisi rassicurante –Abbiamo ancora delle giostre da fare, andiamo?!- Jenis mi prese per mano e insieme ci avviamo per la strada. Inuyasha era dietro di noi che ci guardava e mi sentii un po’ a disagio. Facemmo poche altre giostre e poi decidemmo che era ora di ritirarci.

-Accompagno Jenis a casa e prendo la borsa di Kagome poi vi raggiungiamo da Sango e Kohaku- Inuyasha aveva preso Jenis in braccio visto che dormiva in piedi e mi sembrava che fosse nostra figlia tutta somigliante al padre.

-Allora a dopo- tutte salutarono la piccolina e poi se ne andarono.

-Non è pesante?- chiesi guardandolo camminare con Jenis che aveva nove anni, ma sembrava leggera da come la teneva in braccio.

-Un po’- lo guardai ancora, quando arrivammo alla macchina aprì lo sportello di dietro e svegliò Jenis che si stese e tornò a dormire. – Che fai non sali?- entrai e dalla mia borsa presi delle forcine legando i capelli poi mi infilai il copri spalle che avevo lasciato in macchina. Mise in moto e partì. Per metà tragitto non parlammo poi fu lui a spezzare il silenzio: -Divertita?-

-Molto, non me lo ricordavo così divertente- sorrisi ma per poco.

-Hai paura?- guardai scorrere le piante dal finestrino senza rispondere alla sua domanda. Era ovvio che ne avessi, ma non so perché quella paura si stava affievolendo come se qualcosa mi stesse facendo capire che non era come sembrava. –Ci sono io a proteggerti- mi prese la mano con quella che aveva sul cambio e me la strinse forte. –Ti fidi di me no?-

-Certo che sì- lo guardai.

-Anche io mi fido di te- decisi di non chiedergli il perché di quella domanda. –Ti amo- anche io l’amavo e ogni giorno ce lo dicevamo sempre più spesso. –Dai pulce vieni qui- prese in braccio Jenis quando arrivammo e la portò in camera sua dove una cameriera la spogliò senza svegliarla, nel frattempo presi la mia borsa e controllai che fosse tutto in ordine e quando mi girai mi spaventai vedendo Sesshomaru alla porta.

-Tu prima o poi mi farai morire dalla paura-

-Vi siete divertite?-

-Molto grazie e avrei voluto che con noi ci fossi anche tu con la tua ragazza- lui ghignò come se fosse stato scoperto.

-Come lo sai?- mi chiese divertito dalla situazione, ma io non ci trovavo nulla di divertente.

Tolsi gli orecchini e li misi in una scatolina che infilai nella borsa: -I tuoi occhi e poi  per parlare vuoi restare solo e quando ridi lo fai con gusto-

-Ottima osservatrice-

-Ti auguro la felicità di tutto il mondo con lei- lui divenne serio.

-Invidio te e mio fratello, sembrate che siete uniti anche quando siete lontani. Si vede lontano un miglio che vi fidate l’uno dell’altro e che continuerete ad amarvi- annuii e presi la borsa che lui mi tolse da mano per portarla lui. –Te la farò conoscere presto- sorrisi e uscii seguita da lui.

-Il nome?-

-Nari- annuii e raggiunsi Inuyasha che mi aspettava giù le scale.

-Grazie- dissi a Sesshomaru mentre dava la borsa a Inuyasha.

-Andiamo?- salutai Sesshomaru con la mano e seguii Inuyasha. La villa dei gemelli era grande quanto la mia e alte siepi giravano intorno la casa per non mostrare l’interno e la piscina. Ci venne ad accogliere Kohaku che mi salutò e mi portò in camera di Sango. Era bella, grande e c’erano tre finestre. Era rosa e sulle pareti c’erano tanti poster e foto di lei e il fratello abbracciati da cantanti molto famosi Giapponesi e stranieri.

-Bella camera Sango- dissi entrando e raggiungendo le ragazze.

-Grazie Kagome- nella sua camera c’erano due letti singoli e capii che dove c’erano le lenzuola piegate sopra era il mio.

-Posso?- lei annuì e io poggiai il borsone a terra accanto al letto. –Inuyasha ho il cellulare scarico e ho dimenticato il caricabatteria a casa-

-Non preoccuparti se Sango mi da il suo numero ti chiamo io- Sango prese un foglio dalla sua scrivania e scrisse il numero.

-Il primo e del mio telefonino, il secondo è della mia camera e il terzo è quello della camera di Kohaku- Inuyasha prese il foglio e lo mise nel portafoglio.

-Allora io vado ci sentiamo dopo- il solito bacio di saluto e poi se ne andò. Ero a disagio e tutti l’avevano capito. Poco dopo anche Koga, Kagura, Rin e Miroku se ne andarono e io rimasi da sola con Sango che mi aiutò a fare il letto senza dire una parola. –Io vado a dormire se Inuyasha chiamasse svegliami pure-

-D’accordo- lei rimase sveglia a lungo leggendo un libro e parlando con Miroku, mi addormentai per noia visto che non avevo sonno. –Kagome?- quando mi chiamò mi svegliai immediatamente e presi il telefono che lei mi porse.

-Grazie- lei mi sorrise e uscì con un pigiama in mano. –Pronto?-

-Già dormivi?-

-Si- biascicai –Non sono a mio agio- ammisi.

-Capisco, però non hai pensato che Sango si possa offendere?- aveva ragione non ci avevo pensato –Ha chiamato tua madre voleva sapere se era tutto ok-

-Che hai risposto?-

-Che ti avevo appena accompagnato da Sango e che eri entusiasta- annuii anche se lui non poteva vedermi. –Di cosa stavi parlando con Sesshomaru?-

-Mi ha chiesto di uscire con lui-

-Ti sei ripresa vedo…- disse dopo un minuto di silenzio -…Dai non scherzare-

-Nulla, di ragazze- spiegai.

-Sesshomaru e le ragazze? Pff- fece per ridere ma io lo ammonii.

-Non capisci- feci segno a Sango di entrare e di sedersi di fronte a me.

-Si infatti- rispose lui e capii che stava sorridendo –Ci crederò solo quando lo vedrò-

-Fidati della tua ragazza, ricorda che ti ha fatto vincere un sacco di soldi a una corsa-

-Giusto sei tu la veggente- risi divertita. –Domani scendo con i ragazzi dobbiamo parlare un po’, ci vediamo la sera ok?-

-Va bene- mi dispiaceva non vederlo per tutto il giorno-Inuyasha io stacco ci sentiamo domani?-

-Certo, notte-

-Ciao amore- dissi sorridendo –Ti amo-

-Anche io- attaccai guardando per un secondo la cornetta e poi spostai la mia attenzione su Sango.

-Mi  dispiace-

-Per cosa?-

-Per come mi sono comportata quando sono venuta qui- lei sorrise scuotendo la testa –Non mi sono comportata bene-

-Non devi preoccuparti per queste cose Kagome, sai forse non è lo stesso ma riesco a capirti-

-Non vado a dormire a casa di una persona che è una vita… tutti sempre a casa mia-

-Ti capisco Kagome anche a me era lo stesso siamo troppo snob secondo le ragazze per essere invitate in una casa che non ha il giardino- risi divertita –Così per passare una giornata con una persona importante fanno di tutto per farsi invitare-

-Già succedeva anche a me- le sorrisi –Ma tuo padre?-

-A un party. Doveva andarci per promuovere il suo nuovo acquisto e dovevamo andarci anche noi ma volevo stare con te- mi sorrise dolcemente e l’abbracciai.

-Grazie-

-Di nulla- poi sbadiglio –Sono stanca continuiamo a parlare domani mattina ok?- annuii –Qualsiasi cosa sai dove trovarmi e se non ti rispondo disturba pure mio fratello- scoppiai a ridere quando finita la frase la testa di Koaku sorridente spuntò dalla porta. –Vedi ? Parli del diavolo e…-

-Vi ho sentite nominarmi- disse entrando –Ci vediamo domani mattina- perché i fratelli erano tutti così dolci. Koaku ci salutò con un bacio e si soffermò su di me. –Se succede qualcosa mi trovi nella camera di fronte- annuii grata e imbarazzata allo stesso tempo –Sango io resto giù e aspetto che ritorni il vecchio e ha chiamato mamma ti saluta- lei annuì quasi infastidita –Ok me ne vado stai calma- risi divertita e feci l’occhiolino a Koaku quando mi salutò con la mano.

 

La mattina successiva me la presi molto comoda, mi svegliai tardi. Se avessi continuato così sarei ingrassata prima di quella sfilata. Quando aprii gli occhi nella camera c’era una luce rosata dovuta alle tende che Sango aveva chiuso prima di dormire, mi alzai con lentezza e vidi Sango dormire ancora. Non volevo svegliarla così uscii dalla camera e feci mente locale per trovare il bagno che con mia gioia era dove mi ricordavo. Mi sciacquai il viso e mi guardai allo specchio.

-Eccomi- dissi studiandomi, ero perfetta eppure dietro questa perfezione che la natura mi aveva dato ero marcia e brutta. Avevo fatto soffrire ragazzi per il mio divertimento, ero stata cattiva e continuavo ad esserlo perché non volevo più soffrire, eppure ero lì che pensavo a tutto quello che mi era successo e mi veniva da piangere. Uscii dal bagno vestita e tornai in camera per posare tutto. Sango dormiva ancora. Uscii dalla camera e raggiunsi il piano inferiore trovando un uomo in cucina che preparava la colazione.

-Salve- salutai per fargli capire che c’ero anche io.

-Kagome vero?- annuii -il tuo nome me l’hanno detto i gemelli, sono contento di rivedere la figlia degli Higurashi, come stanno?- era un uomo che sapeva farci con i giovani gli si leggeva dal viso e dal sorriso, mi era  già simpatico.

-Bene, torneranno tra qualche giorno-spiegai –posso darle una mano?-

-Si grazie- presi dei piatti e li misi sul tavolo –Avrai successo- lo guardai non capendo di cosa parlasse –Avrai successo, Sango mi ha detto che canti, suoni il piano, parli tre lingue, sei intelligente e, scusa la ripetitività, sei stupenda- sorrisi –Se non hai successo con la moda vorrei sentirti cantare- mi disse con un sorriso.

-Grazie- lo guardai –Lei è molto simpatico lo sa?-

-Dicono tutti così ma quando mi vedono a lavoro… cambiano tutti idea- mi strappò un sorriso, guardò l’orologio sulla parete e prese il telefono in mano componendo due numeri contemporaneamente –Gemelli scendete qui è pronto… è il modo più veloce per chiamarli- risi e mi sedetti a tavola. –Serviti pure Kagome-

-E così pieno di energie eppure Koaku mi ha detto che sarebbe tornato tardi- dissi prendendo dei dolcetti.

-La vita dei cantanti non è facile, quella dei produttori non di meno. Quando devi fare un concerto ci sono tante cose da fare come ad esempio fare le prove la mattina, quelle del pomeriggio e poi quelle prima dello spettacolo, poi ce il trucco e il parrucco,i riscalda la voce e sali sul palco, scendi e partecipa alla festa che di solito si organizza sempre, fai le ore piccole perché alle sei del mattino devi essere pronto per partire e arrivare in un’altra città- guardò i gemelli sedersi e poi continuò: -Conosco il campo della moda più di quel che dimostro e non è molto diverso, anche se credo che lo stress sia maggiore- annuii.

-Sono pronta a tutto pur di sfilare- dissi.

-Così mi piaci ragazza- poi guardò i figli –Voi due vi state rammollendo voglio che proviate nella sala, è da molto che non lo fate!-

-Si signore- Koaku sbadiglio.

-Fanciulli se a settembre volete che vi lanci dovete impegnarvi-  loro guardarono il padre più attenti che mai –Voglio che scriviate una sola canzone e ve la lancio, se viene scaricata da molta gente procederemo con il disco-

-Scaricare? Ma non è illegale?-

-Kagome credi che le canzoni che si scaricano per internet sono messe da pirati? No, siamo noi che vediamo quante persone le scaricano per vedere se piace così siamo sicuri che compreranno poi il cd per farselo autografare. Certo ci sono anche persone per bene che lo comprano da subito.- era un metodo poco ortodosso ma capii che funzionava perché i cantanti della sua casa discografica erano stati i migliori e non parlo solo di cantanti giapponesi… -Voglio che scriviate canzoni in inglese altrimenti non andrete oltre il Giappone-

-Perfetto- Sango si alzò con una briosce e se ne andò, poco dopo la seguì anche Kohaku.

-Dove vanno?- li guardai salire le scale che portava alla camera.

-Tornano tra poco- e mi guardò –mi ricordi il ragazzo di mia figlia-

-Miroku- lui annuì –Gli occhi sono simili-

-I tuoi sono più belli, uguali allo zaffiro che porti al collo- mi guardò serio, il suo sguardo era penetrante e io mi sentii tranquilla come se lui avesse questo potere –Non farti mettere i piedi in testa, non aspettare che ti chiamino per un servizio… presentati tu, trova uno dei manager migliori del mondo e concedi interviste a tutti, è utile. Spesso ti ritroverai in difficoltà, i paparazzi ti seguiranno ovunque cercando di prenderti nei momenti più imbarazzanti ma tu gioca con loro, se trovi la rivista ideale smentisci tutto quello che dicono di te-

-Grazie signore-

-Chiamami pure Ken- annuii –ci saranno critiche negativa ma tu fregatene e accetta ogni consiglio- annuii ancora –se non stai bene, se sei stanca non evitare interviste falle tutte senza mostrare la tua stanchezza. Fai sempre buona faccia a cattivo gioco… sempre- poi prese il suo portafoglio e mi porse un biglietto –Questo è il biglietto di uno dei manager più importanti, gli parlerò di te e poi ti farò sapere se puoi chiamarlo-

-Perché fa tutto questo per me?- ero contenta certo, ma non riuscivo a capire nulla.

-Perché quando vedo una potenziale stella il mio desiderio e quella di farla diventare una supernova – sorrisi –e tu Kagome già brilli di luce propria-

-Grazie Ken- lui mi sorrise.

-Papà non annoiare la mia migliore amica- disse Sango scendendo.

-Stavamo solo chiacchierando del successo- le diede un bacio e abbraccio Koaku.

- Kagome vieni con noi scoprirai l’altra parte della mia vita- la seguii e mi portò in una stanza… di registrazione. –Qui le pareti sono isolate e veniamo ad esercitarci da quando siamo piccoli-

-Tutto papà niente mamma eh?- lei mi sorrise –Dai fatemi sentire qualcosa-

Entrambi presero una chitarra acustica e Koaku iniziò a suonare una melodia giocando con Sango a: “scopri che canzone è!”. Sango ci pensò un attimo poi iniziò a suonare anche lei. Io non la riconobbi, ma quando iniziarono a cantare capii che era una delle loro canzoni. Mi ricordava le canzoni estive che una ragazza ascoltava anche in inverno per ricordarsi del sole. 

-Gemelli siete un po’ fuori allenamento- la voce di Ken ci raggiunse nella sala e noi lo vedemmo attraverso il vetro che ci separava.

-Io credo che sia buona- rispose Koaku strimpellando la chitarra e vidi Ken sorridere –giusto papà?-

-Siete perfetti- li guardai non capendo e Sango mi fece l’occhiolino.

-Kagome questa la conosci, canta con noi- iniziarono a suonare una canzone di Leona Lewis. Lei iniziò a cantare e io l’ascoltai per un po’ era davvero brava poi mi fece segno di continuare con lei. Mi divertii un mondo poi improvvisamente cambiarono canzone e Koaku iniziò a cantare una canzone che non riconobbi immediatamente.

-Hai talento Kagome- sorrisi grata per il complimento… ero perfetta davvero! Non mi stanco né di pensarlo né di sentirmelo dire.

 

Passammo altro tempo lì poi Koaku ricevette una telefonata e quando ritornò era preoccupato. Fino a cinque minuti prima ci stavamo divertendo e improvvisamente aveva una faccia da funerale.

-Devo andare- ci disse infilando le scarpe e uscendo.

-Koaku che è successo?- domandò Sango, ma lui guardò me e non servirono parole per capire che si trattava di Inuyasha. Trattenni il respiro e afferrai la maglia di Sango. Lei mi guardò è comprese tutto. –Chi ti ha chiamato?-

-Non posso dirtelo mi hanno pregato di non dirvi niente-

-C’è di mezzo anche Miroku?- lui non rispose –Mi dici che è successo?- urlò.

-Ehi ragazzi che succede qui?- Ken ci guardò e quando notò il mio viso si rabbuiò –Koaku?-

-Mi ha chiamato Koga dei ragazzi hanno cercato di prendersi la sua moto ma Inuyasha e Miroku sono intervenuti ed è scoppiata una rissa… -

-Come stanno?- chiesi debolmente.

-Sono in ospedale ma non so’ le loro condizioni- il mondo iniziò a girare intorno a me, le gambe mi tremarono e rischiai di cadere se non fosse stato per Ken e Sango, che aveva gli occhi lucidi, sarei caduta.

-Papà- il suo fu un sussurrò ma la preghiera era forte.

-Andiamo- Sango mi aiutò a raggiungere la macchina e appena pronti partimmo per l’ospedale.

Quando arrivammo fui la prima a raggiungere il bancone: -Cerco Inuyasha NoTaisho e Miroku Hokerue- l’infermiera consultò il computer e mi sorrise.

-Stanno bene nulla di grave, li trova in fondo al corridoio a destra nella sala d’attesa per una visita- sospirai di sollievo e guardai Sango che fece lo stesso. Ci incamminammo per il corridoio e quando arrivammo entrambi erano seduti in modo scomposto sulle sedie e sbuffavano. Inuyasha aveva una borsa del ghiaccio sul fianco  e una mano fasciata. Miroku invece aveva la borsa del ghiaccio sul gomito e un livido sullo zigomo destro.

-Grazie al cielo- esclamò Sango raggiungendo Miroku che quando la vide si raddrizzò e le sorrise preoccupato, ma lei lo rassicurò con un altro sorriso. Io rimasi a guardare Inuyasha che ricambiava il mio sguardo. Era arrabbiato e preoccupato. In quel momento dalla stanza uscì Koga che mi fisso e allora mi ricordai anche di lui… che bell’amica che ero.

-Inuyasha tocca a te- disse senza staccare gli occhi da me, lo vidi entrare nella stanza e chiudersi la porta alle spalle –Ti avevo chiesto di non dire niente!-  mi girai di scatto e vidi Koaku  con uno sguardo colpevole e capii che Inuyasha non guardava me arrabbiato ma lui.

-Secondo voi conciati come siete non vi avremmo scoperti?- urlai furiosa spiazzando tutti –Non è colpa di Koaku! Ha fatto bene a dirci tutto! Prendervi a botte per una stupida moto… che stupidi!- urlai ancora –Sei abbastanza ricco da comprartene tre migliori! Ma no…- abbassai la voce ma il mio sguardo era duro -… dovevate fare i fighetti a prendervi a pugni- la mia voce tremò –e se avessero avuto dei coltelli? O una pistola? Mi dici cosa avrei fatto se avessero ucciso uno di voi?- Miroku abbassò lo sguardo colpevole mentre Koga mi guardava fisso.

-Uno di loro aveva un coltello- spalancai gli occhi.

-Fortunatamente non vi hanno colpito- disse Sango sorridendo per alleggerire la situazione ma Koga abbassò lo sguardo, in un attimo nel corridoio riecheggiò il suono di uno schiaffo… il mio a Koga.

-E voi non volevate dire niente!- non piansi ne urlai più –Non giocate mai più con la vita…- Sango guardò Miroku furiosa e lui iniziò a raccontare la storia ma io non l’ascoltai. Guardavo il cielo dal terrazzino dove delle persone parlavano con dottori o fumavano una sigaretta… ne avrei voluta anche io una.

-Kagome- la voce di Koaku mi spaventò e lui si pentì di avermi chiamato –Scusa-

-Grazie-

-Forse avrei fatto meglio a tacere- scossi la testa e gli sorrisi –L’importante e che stiano bene-

-Si… i ragazzi che volevano la moto?-

-Sono stati anche loro in ospedale ma Miroku ha chiamato la polizia e li ha denunciati adesso si trovano in questura- annuii e vidi di sfuggita un’infermiera entrare nella stanza e guardai Koaku. –Vediamo se puoi entrare- annuii e rientrammo. Di lì passò un’altra infermiera e Koaku chiese gentilmente se poteva chiedere di far entrare me, accettò. Il dottore mi fece entrare e quando vidi Inuyasha era steso sulla schiena su un lettino, mentre il dottore gli cuciva un taglio sul fianco sinistro.

-Lei è la ragazza di questo giovanotto?- mi chiese guardandomi da sopra i suoi occhiali con un mezzo sorriso. Io annuii. –E per lei che si sono picchiati?- scossi la testa non essendo in grado di parlare –Non mi sarei stupito se fosse stato così- cercai di sorridere ma la mia fu una smorfia. Guardai Inuyasha che mi fissava e a stento riuscii a mandare giù il groppo che mi chiudeva la gola. –Ecco fatto! Hizumi procedi con la medicazione- aveva il labro spaccato e la mano era fasciata con una nuova benda.

-Cos… cosa si è fatto?- la mia voce apparve nuova, era tra il soffocato e  la voce di chi sta per piangere.

-Stia tranquilla oltre a un taglio abbastanza profondo che ha meritato ben sete punti… e questo mi ricorda che Hizumi devi fargli anche la siringa contro il tetano- la ragazza annuì  -Dicevamo, oltre al taglio e a un polso slogato ha solo qualche graffio- guardai di nuovo Inuyasha che strinse i denti quando l’infermiera gli iniettò l’antidoto che di sicuro bruciava. –Si ritenga fortunato giovanotto- guardai di nuovo il dottore –Lei è maggiorenne?-

-No- il dottore sospiro –Ma Inuyasha lo è- dissi –C’è solo un ragazzo che non lo è ma c’è il padre della ragazza che può firmare le carte-

-Perfetto- mi sorrise cordiale e consolatorio –Vuole una camomilla?- quella richiesta mi fece star di più male ma riuscii a trattenere le lacrime.

-No- la voce strozzata attirò l’attenzione di Inuyasha, il dottore si avvicinò e mi diede una pacca gentile sulla spalla.

-Si occupi di lui, deve stare a riposo per una settimana e dopo questa deve venire qui per togliere i punti- annuii stringendo la mano al dottore e avvicinandomi a Inuyasha. 

-Dai vieni- gli presi il braccio e lo feci appoggiare a me. –Sta zitto- gli intimai prima che protestasse –Arrivederci- salutai ancora e uscii.

-Inuyasha come stai?- chiesero subito Koaku e Koga. Mentre Miroku, Sango e Ken entravano su richiesta dell’infermiera.

-Ha un polso slogato, qualche graffio e sette punti su un fianco- dissi e lo feci sedere –Vado a prendervi dell’acqua o volete altro?- tutti scossero la testa e io mi avviai sentendo lo sguardo di Inuyasha su di me. Quando svoltai l’angolo mi appoggiai alla parete chiudendo gli occhi. L’avrei potuto perdere prima del tempo… perché tanti ostacoli?

-Signorina?- guardai la bambina che mi fissava preoccupata con due occhi grandi nocciola. Sorrisi per rincuorarla notando la sua vestaglia.

-Dimmi -

-Sta bene?- annuii e le accarezzai la testa. –Anche lei ha la bua?-

-Che bua?- chiesi.

-Appendica- alzai un sopracciglio cercando di capire cosa intendesse.

-Appendicite?- la corressi e lei annuì sorridendo. –No io non ho questa bua- lei annuì ancora.

-Hai bua qui?- mi indicò il cuore. Doveva avere solo cinque anni ma capiva velocemente.

-Si- lei si rattristò e mi abbracciò. Rimasi sorpresa da quel gesto che mi commosse.

-Così va meglio?-

-Si grazie- la bambina fece un grande sorriso che mi tirò su il morale –Ma la tua mamma?- mi indicò una signora che sorrideva a un dottore ringraziandolo. –Torna da lei altrimenti si spaventa se non ti vede-

-Va bene- mi fece ciao con la mano e tornò di corsa dalla mamma.

Io andai alla macchinetta per prendere le due bottiglie d’acqua ma sfortunatamente non avevo monete. Lo ammetto quella dell’acqua era una scusa, ma ne avevo bisogno io dopo aver parlato con la bambina. Provai a cercare nelle tasche ma qualcuno mi porse la bottiglina.

-Prendi- Koaku mi sorrise e io l’accettai –Come va?-

-Bene-

-Bene- sorrise lui –Inuyasha… era preoccupato e visto che non si po’ muovere ha mandato me-

-Bugiardo- sorrise in modo sghembo e capii che l’avevo sgamato. Era un caro ragazzo e capii che Rin aveva fatto la scelta più giusta.

-Voleva venire lui ma gli ho detto che non era una buona idea- sorrisi –Rin ha chiamato non sa che siamo in ospedale se…-

-Tranquillo non dirò niente, lo scoprirà lei- lui scosse la testa.

-No, le spiegherò io tutto- tornò serio –Infondo io non mi sono fatto nulla, non c’ero quando i miei amici ne avevano bisogno-lo guardai stupita.

-Koaku tu eri con me, per proteggermi da un maniaco ricordi?- cercai di risollevargli il morale, ma fallii.

-In casa mia, con mio padre… -perché si faceva tanti problemi? –Mi odieranno- mi colpii nell’animo, lo guardai.

-Ma che dici! Sei uscito di matto? Ti rendi conto che non avresti potuto far niente oltre a farti male anche tu se non peggio? Mi dici poi Sango cosa avrebbe fatto?- sembrò riprendersi –Noi come avremmo fatto?- gli sorrisi e lui ricambiò.

-Grazie- annuii e l’abbracciai –Inuyasha è comunque preoccupato-

-Puoi prestarmi il tuo telefono?- lui mi sorrise porgendomi il cellulare. Chiamai Sesshomaru e gli spiegai la situazione e gli chiesi se poteva venire a prenderci. Aspettai che arrivasse dopo mezz’ora e Kohaku gli spiegò con precisione quello che era successo. Quando arrivammo dov’erano i ragazzi Miroku era già uscito.

-E tu che ci fai qui?- chiese Inuyasha rivolgendosi al fratello.

-L’ho chiamato io- gli dissi porgendogli la bottiglina che prese –Non possiamo tornare tutti a casa con una sola macchina-

-Allora andiamo- disse alzandosi con una smorfia. Lo aiutai poi feci segno a Sesshomaru che era meglio che fosse lui a sorreggerlo.

-Dov’è la tua moto?- chiese al fratello.

-Le ha il proprietario del bar- Sesshomaru annuì e iniziò a camminare. Quando arrivammo alle macchine io mi fermai.

-Koga vai in macchina con Sesshomaru- dissi e spinsi Koga verso la macchina grigia. –Miroku tu vai da Sango?- lei annuì prima di lui – Allora Koga tu puoi portare la moto?-

-Si-

-Miroku?-

-Si ce la faccio- annuii.

-Bene, Sesshomaru vengo con te così tu porti la moto di Inuyasha e io porto la macchina.-

-Non hai ancora diciotto anni- mi disse guardandomi.

-Per tua informazione mancano solo due settimane, ho già la patente e se proprio mi fermassero so’ cosa fare e poi Inuyasha ha diciotto anni, ho un accompagnatore- lui alzò un sopracciglio e sorrise.

-Perfetto allora salite- Inuyasha e Koga si sedettero dietro  Miroku  entrò in macchina con Sango. Partimmo e ci dirigemmo verso il bar e quando arrivammo scesi con gli altri lasciando Inuyasha da solo.

-Allora Sesshomaru tu torna a casa tua a posare la moto- lui annuii –Miroku e Koga fanno lo stesso- annuirono anche loro –Io seguo Koga e Miroku  così Koga ti riporta la macchina e io prendo la mia e accompagno Miroku da Sango che nel frattempo mi prepara la mia borsa e poi passo a prendere Koga da voi- avevo progettato tutto.

-Va bene allora ci vediamo fra poco, ciao amore- Miroku stampò un bacio a Sango e strinse la mano a Ken e a Koaku che si scusò per non essere stato di aiuto. –Non dire scemenze- lo canzonò amichevolmente abbracciandolo subito dopo.

-Ci vediamo- salutò Koga infilandosi il casco.

-Ci vediamo a casa fa attenzione- mi disse Sesshomaru e io lo rassicurai con un sorriso –Non me l’ammazzare in macchina altrimenti se si porca la faccio pagare a te- risi e lo guardai montare sulla moto.

-Grazie mille per averle guardate- dissi al proprietario del bar che mi sorrise. Quando salii in macchina Inuyasha era seduto al posto del passeggero avanti, ma non mi stupii. –Se restavi dietro potevi stenderti-

-Non voglio stendermi- disse guardandomi, ingranai la marcia e partii.

-Come vuoi…-

-Perché mi eviti?- non risposi –Non mi diverto-

-Neanche io mi sono divertita nel sapere che eri in ospedale e che non volevi che lo sapessi-lui tacque e fece bene. Tenevo d’occhio Koga e Miroku che andavano molto più lenti rispetto a Sesshomaru che era sfrecciato via.

-Non mi scuserò per aver difeso un mio amico-

-Non voglio scuse-

-Allora cosa?- disse esasperato.

-Niente- lui si arrabbiò –Solo che non cercassi scuse per andartene prima da me, se vuoi lasciarmi dillo subito e la smettiamo-

-Ma che stai dicendo?-

-Niente scusa deve essere la situazione- mi grattai la fronte a disagio, stavo anche io male e sparavo cazzate a volontà.

-Kagome sicura di star bene?- annuii per paura di piangere se avessi parlato. –Ascoltami mi dispiace di averti spaventato, ma stai calma ok? Sono qui, siamo qui e stiamo bene- annuii tenendo fissi gli occhi sulla strada. Poi lui mi accarezzò una ciocca di capelli –Ti prego non evitarmi mai più-

-Ok- avevo ragione, bastò dire quella parolina per farmi scendere una lacrima, fortunatamente arrivammo a casa mia in quel momento e scesi prima che lui potesse dire altro. Entrai in casa e presi le chiavi della Ferrari, per mia fortuna non c’erano fiori con lettere. Entrai in garage e salii nella mia fiammante macchina e uscii. Scesi per aspettare Koga e Miroku che non tardarono molto  –Ci vediamo dopo- dissi a Koga che salì in auto con Inuyasha e io e Miroku nella mia, prima che partissimo vidi Inuyasha dare un pugno al cruscotto. Sfrecciai al lato opposto rispetto a Koga . Per mia gioia la strada era libera e potei accelerare un po’ di più.

-Tu non stai bene- mi disse Miroku sorridendo –Perché stai così?-

-Dimmi che stai scherzando- lui annuì e io continuai a sfrecciare.

-Inuyasha ha bisogno di te non trattarlo così… e neanche noi-

-Verrete trattati come dovete essere trattati- accelerai un po’ di più.

-Ok, ma ti prego sei arrabbiata e credo che sia meglio se rallenti un po’- concordai con lui e rallentai sentendo il potente ringhio della mia macchina diventare delle fusa. –meglio- sospirò.

-Cosa ti sei fatto?- chiesi guardandolo per un attimo.

-Nulla solo qualche livido e un piccolo taglio sul gomito ma non ho avuto punti- annuii e per il resto del viaggio non parlammo più. Quando arrivai non scesi e Sango mi portò la borsa.

-Grazie… ci sentiamo dopo-

-Vai piano- la rassicurai e le feci l’occhiolino, poi andai via. Per arrivare da Inuyasha non ci misi molto, soprattutto con la macchina che avevo. Parcheggiai davanti alla casa e entrai.

-Ciao Kagome, ti stavamo aspettando sono tutti nel salone- ad aprirmi la porta fu Jenis probabilmente era il giorno di riposo dei camerieri.

-Ciao Jenis… per tutti chi intendi? Anche tuo padre?- lei annuì.

-E la mamma- mi pietrificai vidi sul volto di Jenis una faccia di dispiacere  per il fratello e di preoccupazione.

-Come hanno reagito i tuoi?- chiesi seguendola.

-Papà si è arrabbiato un po’, la mamma invece era preoccupata- poi sorrise –ci ha fatto la sorpresa è venuta oggi- le sorrisi,era arrivata prima, entrai nel salone.

-Buongiorno- salutai sorridendo appena. Inuyasha e Koga erano seduti sul divano,accanto a Inuyasha la madre che teneva premuto sulla ferita al fianco una borsa con il ghiaccio. Sesshomaru era seduto sull’altro divano mentre il padre di Inuyasha sulla poltrona.

-Ciao Kagome- il signor NoTaisho si alzò e mi sorrise baciandomi una guancia –Grazie- non sapevo per cosa ma sorrisi.

-Salve Signora NoTaisho-

-Ciao Kagome, sono contenta di rivederti- mi avvicinai e ci abbracciammo.

-Anche io, fatto buon viaggio?- lei annuì accarezzandomi la guancia, guardai Inuyasha. -Koga quando vuoi possiamo andare- lui annuì e fece per alzarsi.

-No- La mano di Inuyasha prese la mia stupendomi, infatti lo guardai in cerca di una risposta.

-Vi lasciamo soli- tutti si alzarono e andarono via. Non protestai, volevo anche io restare sola con Inuyasha.

 

-Perché vuoi già andartene?- chiese calmo facendomi sedere sulle sue gambe.

-Inuyasha la ferita potrebbe…-

-Non è la risposta che volevo-disse guardandomi intensamente.

-C’è tua madre e Jenis che si prenderanno cura di te io non posso fare altro che guardati e mi da fastidio-

-A casa da sola non puoi restare-

-C’è Koga- dissi svelta e lui si accigliò.

-Kagome per favore resta qui- lo disse stringendo i denti e io non mi sentii di negare. –Grazie-

-Adesso mi fai sedere sul divano?- lui scosse la testa sorridendo e io ricambiai accarezzandogli il viso e poi lo baciai. Il suo fu un bacio dolce e passionale il mio avido, furioso , triste, felice e passionale un mix di sentimenti. Lui però accettò quel bacio senza lamentarsi fino a quando io non mi staccai quando sentii il sapore di sangue –Scusami- dissi preoccupata quando lui sorridendo si succhiò il labbro spaccato per qualche cazzotto.

-Non è nulla- si leccò il labbro rotto.

-Meglio se vado- lui mi trattenne e io non mi mossi per paura di fargli del male.

-Tu non vai da nessuna parte chiaro?- io mi accigliai.

-Io vado dove mi pare… non sei nessuno per dirmi cosa devo fare-

-Però mi hai chiesto aiuto quando ricevesti i primi fiori- mi ammutolì… aveva ragione –Se avrei avuto la conferma che saresti rimasta da Sango ti avrei lasciata andare, ma so che non è così… Koga ha bisogno di riposare e non può badare a te. Quindi tu resti qui e lo stesso Koga abbiamo tante stanze per gli ospiti-

-Voglio tornare a casa mia-

-Senza di me no!- il suo sguardo non permetteva di ribattere così feci come voleva.

-Come vuoi- mi alzai da lui fregandomene se gli avessi fatto male e uscii dalla stanza.

 

 

Rimasi in giardino anche quando mi chiamarono per mangiare. Guardavo i riflessi del sole sull’acqua della piscina e mille pensieri affollarono la mia mente. Demone era accucciato accanto a me e gli accarezzavo le orecchie, strano come i cani crescessero rapidamente.  Poi le sue orecchie si mossero nell’udire un suono che io non potevo sentire e quando si girò lo feci anche io. Dietro di me con una faccia seria c’era Sesshomaru.

-Perché non vieni dentro a mangiare?- era strano come dietro gli occhi glaciali fosse così gentile e buono tanto da far innamorare.

-Non ho fame-

-È scortese-

-Non sono voluta rimanere io qui- dissi acida e lui annuì.

-Lo fa solo per te- non risposi –Ti ama e vuole che tu stia bene-

-Anche io voglio che lui stia bene ma mi racconta solo bugie- lui alzò un sopracciglio –non sono vere è proprie bugie ma mi nasconde le cose come ad esempio non voleva che io andassi in ospedale da lui-

-Ti avrebbe raccontato tutto quando sarebbe tornato-

-Che fai lo difendi?- chiesi guardandolo e lui sorrise.

-Mio fratello? Difenderlo?- chiese con aria divertita era bellissimo e in lui vedevo Inuyasha –Si lo difendo, perché adesso so anche io cosa vuol dire aver paura di perdere una parte di se stessi-

-Nari…-

-Le probabilità che parta sono alte- disse –Ma se è così io andrò con lei-

-E l’azienda di tuo padre?-

-Continuerò a lavorare per lui in una delle aziende che ha ovunque- annuii.

-Tu non sei come me- mi guardò con un sopracciglio alzato –Io lo lascio per il lavoro-

-Anche io lo farei se mio padre non avesse avuto aziende sparse per tutto il mondo-

-Allora puoi comprendere la mia posizione-lui annuì –Sono contenta di avervi conosciuto-

-Sai Kagome quando ti ho visto la prima volta mi sono detto questa ragazza è perfetta ma sono certo al cento per cento che sia marcia dentro proprio come me- sorrisi perché pensavo lo stesso –Ero curioso di sapere chi era realmente Kagome Higurashi così ho scoperto che eri una ragazza che non perdeva occasioni- sorrise –eri come Inuyasha, tradita da un amore e che  viveva secondo una promessa che nessuno poteva mai mantenere. Mi hai fatto pena… perché conoscendoti meglio ho capito che in realtà tu non eri così, ma come sei adesso. Una ragazza dolce, che ama più della sua stessa vita ma che è pronta a mollare tutto per raggiungere il suo sogno… e allora ho capito che sei realmente perfetta e questo mi da fastidio- lo guardai –Ci sono persone che come te hanno tutto tu sei bella, intelligente, sei ricca e c’è gente che non ha niente-

-Stai descrivendo anche te-

-Infatti, mi faccio rabbia da solo- non conoscevo quel lato di Sesshomaru, quel lato narcisista ma al contempo umile –Ma quando parli con una persona che non è ricca o bella o intelligente tu non sei snob anzi ti mischi nella comunità diventando parte di questa-

-Mi metti a disagio-

-Non volevo- sorrise –continua per la tua strada Kagome perché hai sofferto per averla e questo ti rende proprio come le altre persone… non so perché ma so che un giorno ritroverai Inuyasha che sarà sempre pronto ad aspettarti a braccia aperte e quel giorno io ci sarò… mi hai insegnato molto Kagome-

-Tu mi hai insegnato  chi è in realtà Sesshomaru- sorrisi.

-Non dirlo a nessuno altrimenti sono costretto a ucciderti- risi –Adesso vieni a mangiare?- annuii e lo seguii improvvisamente era tornato il Sesshomaru indifferente. Entrai sorridendo sedendomi accanto a Koga e di fronte a Inuyasha che non mi guardava.

-Scusate la mia scostumatezza-

-Non preoccuparti cara sei libera di fare ciò che ti pare qui… questa è casa tua e non voglio che tu ti senta in obbligo verso di noi- sorrisi alla madre di Inuyasha e iniziai a mangiare. Quando finimmo aiutai a sparecchiare visto che non c’erano i camerieri e io e Jenis ci divertimmo a lavare i piatti finendo per schizzarci, di nascosto il signor NoTaisho ci scattava delle foto e quando ce ne accorgemmo gli facemmo la linguaccia. Koga si era addormentato in un attimo e Sesshomaru era sparito, mentre la signora NoTaisho si divertiva a guardarci. Inuyasha, invece, ci fissava da una sedia con aria severa ma allo stesso tempo sapevo che avrebbe voluto sorridere.

-Andiamo in giardino?- mi chiese Jenis prendendomi per mano.

-Va bene tu inizia ad andare io subito arrivo- lei annuì e corse a mettersi un costume, seguita dalla madre e dal padre.  –Perché mi fissi?- chiesi asciugando con uno straccio il lavello.

-Sembri una casalinga-

-Grazie- lo presi come un complimento. – Ma non hai risposto alla mia domanda-

-Non posso osservare la mia ragazza?-

-Preferirei che lo dicessi con un sorriso, come l’hai detto adesso sembra che io sia un oggetto per te- lo vidi alzarsi e venire verso di me imprigionandomi  con le braccia tra lui e il lavello. Non ero arrabbiata con lui e quello sguardo che aveva mi mandava in tilt.

-Scusa- mi disse in un sussurro. Riuscii solo ad annuire. Avvicinò la fronte alla mia e mi strinse i fianchi.

-Ti amo- lui sorrise e io decisi di giocare un po’ con lui. Gli baciai il collo salendo verso l’orecchio, poi la guancia e il naso quando schiuse le labbra mi avvicinai a loro e le leccai. Lui sorrise appena divertito e io affondai la lingua mozzandogli  il respiro, ma ricambiò lo stesso. Improvvisamente quella voglia che avevo da tempo ogni volta che ci baciavamo divenne più forte, forse era stata la paura del giorno ma io non riuscivo a controllarmi, eppure mi fermai.

-Mi piace quando mi baci così- mi disse sorridente mentre cercava di baciarmi nuovamente ma io mi allontanai preoccupata. –Che c’è?- mi chiese altrettanto preoccupato.

-Se continuo ti salto a dosso- lui sbuffo –Che c’è?-

-Proprio adesso ti vengono queste voglie, quando io non sono in condizione?- lo guardai per un po’ e poi scoppiai a ridere alla sua faccia da cane bastonato. –Non c’è niente da ridere!-

-Sei bellissimo- mi guardò inclinando la testa con una domanda che era chiara –Non posso dire che il mio ragazzo è bello?-

-Dimmi qualcosa che non so già- mi fece ridere di più mentre lui mi fissava sorridendo. –Dai andiamo-mi prese per mano e insieme uscimmo al sole dove Jenis ci venne incontro.

-Ninu vieni a vedere!- esclamo prendendo anche me per mano e portandoci sotto a un albero e indicandoci un ramo. Su di esso c’era un nido e si vedevano tre piccoli uccellini che quando la madre tornò aprirono la bocca affamati. –Era da tanto che non facevano nidi qui!- gli occhi le brillavano ed era così carina identica a Inuyasha che osservava con un sorriso il nido. Poi ci girammo di scatto quando sentimmo un tuffo e qualcuno che urlava.

-Hory!- lo rimproverò la signora NoTaisho, mentre lui rideva stringendola da dietro. Erano così belli e giovani…se ci fossero stati anche i miei lì saremmo sembrati un gruppo di ragazzi.

-Dai Sandra fa caldo e poi sei appena tornata dopo tanto tempo- Inuyasha guardò altrove imbarazzato dal loro comportamento e io sorrisi.

-Anche io!- urlò Jenis facendo un tuffo a bomba e raggiungendo i due genitori che l’abbracciarono e la baciarono. Avevo visto sempre il signor NoTaisho come una persona seria e vederlo così era un po’ strano ma era bello lo stesso.

-Kagome?- mi girai verso Inuyasha che si stese all’ombra su una sdraio e mi fece segno di raggiungerlo, lo feci ma non mi sdraiai con lui, continuai a guardare i suoi genitori e solo allora mi ricordai di Sesshomaru.

-Inuyasha dov’è Sesshomaru?- lui alzò le spalle –È scomparso improvvisamente-

-Scusa cosa ti importa?- fece il geloso e io sorrisi.

-Dovresti andare in camera tua a riposare-

-È un taglio non un trauma cranico-

-Per me è lo stesso- dissi cercando di alzarlo di peso –Perché sei cocciuto e non mi ascolti mai?-

-Ma io ti ascolto e soprattutto quando mi dici che mi ami, che senza me non vivi, che sono la tua luce… vedi ti ascolto- gli mollai la mano e sbuffai.

-Vado a vedere come sta Koga-  Koga era steso sul divano che dormiva alla grande gli accarezzai il volto e presi il suo telefono che rischiava di cadere. C’erano tre chiamate senza risposta e tutte di Kagura. –Si sarà preoccupata- così la chiamai io.

-Koga?- la sua voce era arrabbiata ma anche sollevata.

-No Kagura, sono Kagome-

-È successo qualcosa a Koga?- mi chiese allarmata senza salutarmi.

-Diciamo di si, in realtà lui è l’unico che non ha nulla di veramente serio…-

-Cosa significa? Cos’è successo hai ragazzi?- la sua voce iniziava ad essere stridula e io cercai di calmarla.

-Ti racconto tutto se mi prometti che ti calmi e mi giuri che non dirai della nostra chiacchierata a Koga-

-Parla- le raccontai tutto e lei ascoltò in silenzio. –Come stanno adesso?-

-Miroku ha un taglio sul gomito e qualche livido e anche Koga adesso dorme, Inuyasha ha un polso slogato e un taglio al fianco-

-Vuoi che venga lì?- sorrisi.

-No, non preoccuparti ti faccio chiamare appena si sveglia-

-Grazie Kagome-

-Di nulla-riattaccai più sollevata e feci per rientrare in casa visto che ero uscita nel giardino frontale, quando vidi rientrare Sesshomaru nella sua macchina che non era solo. Accanto a lui c’era un giovane e dietro una ragazza. Li aspettai guardando il fratello di Inuyasha curiosa e quando scese mi sorrise, cosa ancora più curiosa.

-Kagome come mai qui?- mi chiese facendo segno ai due di seguirlo.

-Ero al telefono- dissi mostrandoglielo –Kagura era preoccupata per Koga-

-Capisco- poi si girò verso il giovane – Basho lei è la ragazza di Inuyasha-

-Piacere di conoscerti Kagome, dov’è quello scansa fatiche del tuo ragazzo?- sorrisi stringendogli la mano.

-È in piscina ha avuto una giornata un po’ movimentata diciamo- lui annuì. –Tu devi essere Nari- dissi alla ragazza che arrossì e sorrise lievemente, lo stesso fece Sesshomaru –Qualcuno mi ha parlato di te- dissi guardando Sesshomaru e stringendo la mano alla giovane.

-Sono lieta di conoscerti- sorrisi.

-Allora entriamo?- Sesshomaru era leggermente teso ma felice, glielo leggevo negli occhi. Insieme entrammo a casa e poi in piscina. Dove Sesshomaru fece le presentazioni, con gioia, dei signori NoTaisho che riempirono di complimenti Nari e di raccomandazioni Sesshomaru.

-Allora Inuyasha oltre ad essere entrato nel motomondiale hai anche una ragazza stupenda- disse Basho.

-Sai Nari, mi risulta strano pensare che tu sia la fidanzata di mio fratello, come hai fatto a innamorarti di lui?- chiese ignorando Basho e sghignazzando, ma io gli diedi un pizzico.

-Guarda Inuyasha che tuo fratello ha fascino forse è un po’ freddino ma col tempo si scioglierà e poi con Nari accanto… già ha fatto molto- sorrisi a Nari che arrossì ancora. Era davvero carina, capelli cortissimi e neri, occhi grandi del medesimo colore e labbra della grandezza giusta… molto carina. –Cosa fai Nari?-

-Lavoro per l’agenzia di fotografia di mio padre che da poco ha aperto anche delle scuole-

-Deve essere un bel lavoro- dissi – E come hai conosciuto Sesshomaru?-

-Per caso. Io ero al mare a scattare delle foto quando lui è passato e devo dirlo, anche se mi imbarazzo, ma mi sono innamorata subito di lui. Gli ho scattato una foto e lui se ne è accorto così si è avvicinato e mi ha detto che voleva una copia così ci siamo scambiati il numero e così…-

-Vi siete innamorati- era così romantico.

-Tu come hai conosciuto Inuyasha- chiese ingenuamente. Io mi congelai e sentii lo stesso Inuyasha.

-A Roma in una gita scolastica- era parte della verità il come l’avevo omesso.

-Come vi siete innamorati?-

-Oh guarda c’è Koga!- esclamai scattando in piedi e facendo segno di avvicinarsi mentre dietro di lui tornava Sesshomaru con un vassoio. –Koga loro sono Basho…- si strinsero la mano –E lei è Nari la ragazza di Sesshomaru- fece per stringerle la mano poi si girò a guardare il ragazzo in questione e tornò a stringere la mano alla ragazza. Noi lo guardammo interrogativi poi sospirammo di sollievo quando ci fu la sua reazione.

-Mi dispiace- le disse poi e tutti scoppiammo a ridere tranne Sesshomaru che lo fulminò letteralmente con gli occhi.

-Koga ha chiamato Kagura richiamala- gli porsi il suo telefonino.

-Gli hai detto qualcosa?- scossi la testa mentendo –Vado a chiamarla-

 

-Sesshomaru perché tutti ti descrivono come un ghiacciolo?- Inuyasha rise –Cos’ho detto?-

-Niente solo che ghiacciolo è il suo soprannome- rispose Basho sghignazzando.

-Va bene non mi interessa… tu mi piaci così- Sesshomaru sorrise e le stampò un bacio, mi sentii di troppo e credo anche gli altri visto che girarono lo sguardo.

-Allora Basho qual buon vento ti ha fatto uscire da quella caserma?- mi stesi accanto a Inuyasha che mi abbracciò  baciandomi la testa mentre notai che Sesshomaru si faceva attento.

-Perché tuo fratello mi ha chiesto aiuto e io ho accettato volentieri… ho scoperto qualcosa- Inuyasha mi fece alzare perché si mise seduto velocemente e strinse i denti quando i punti tirarono.

-Fa attenzione- lo ammonii –posso sapere di che si tratta?- Basho mi guardò e capii di cosa parlavano.

-Forse vi sconvolgerà la cosa o pure vi risolleverà il morale dipende…- prese il portatile e lo accese –Kagome sorridi non c’è nessuno che ti perseguita- guardai Inuyasha che fece lo stesso.

-Come è possibile?-

-Naraku Orakue arrestato per molestie sessuali è ancora in carcere e vi resterà per alcuni anni ancora e in più non si trova qui a Tokyo- sgranai gli occhi, il cuore iniziò a battere all’impazzata dalla felicità e sorrisi quando Inuyasha sospirò di sollievo –Però adesso resta ancora una domanda… chi vi sta prendendo in giro? Chiunque sia non è un bello scherzo-

-Già… ma tu puoi aiutarci no?- Inuyasha sorrise ancora e io appoggiai una mano alla sua spalla che lui strinse.

-Certo, basta far parte dei servizi segreti no?-

-Tu sei…?-

-Ehi bambolina mi fido di te quindi non dire niente- mi stupii per il modo con cui mi aveva chiamato e di più il fatto che Inuyasha non avesse detto niente. –Potrei mandarti in carcere senza alcun motivo, cancellare i tuoi dati in tutti i softwer  e risulterai inesistente fino a che cadrai in depressione credendo anche tu stessa di non esistere…-tutto l’aveva detto continuando a scrivere poi mi guardò –Tranquilla non accadrà- ingoiai e sentii Inuyasha stringere di più la mia mano.

- Sei sicuro che parliamo della stessa persona?- chiese serio guardando il ragazzo che girò il computer e ci mostrò la foto di quel ragazzo che tanto mi aveva fatto male. Era diverso. I capelli erano più lunghi ed era magro, gli occhi erano cerchiati da strisce nere ed erano rossi. Guardai poi Basho che tornò a parlare.

-È stato accusato anche di spaccio di droga- era caduto troppo in basso avrei tanto voluto sapere cosa l’avesse spinto a fare quello che aveva fatto, ma avevo vergogna di chiedere. –Certo Kagome che nessuno ti resiste- mi staccai da Inuyasha e mi avvicinai alla piscina pensando un po’.

-Ehi tutto bene?- alla voce dolce di Nari mi girai e le sorrisi.

-Si tutto bene- lei alzò un sopracciglio non convinta –Lo giuro. Stavo pensando a chi può essere lo stupido che mi manda quelle cose-

-Vorrei aiutarti ma non conosco la storia- mi sorrise debolmente e io decisi di spiegarle un po’ la situazione. –Che stupidata- disse con rabbia.

-Se prendo chi…- mi interruppi e presi il mio telefono che vibrava. –Miroku-

 

-Ciao come va?-

-Bene… senti ti passo Inuyasha ti vuole parlare-

-Ok a dopo- porsi il telefono a Inuyasha che iniziò a parlare con lui.

-Ti manderò Sesshomaru ci vediamo dopo- disse staccando e porgendomi il telefono –Sesshomaru Miroku ti aspetta-

-Nari vieni con me?- lei annuì e lo raggiunse stringendogli la mano.

-Kagome cerca Koga e digli di venire- annuii e mi allontanai. Koga era in camera di Inuyasha che parlava a telefono con Kagura e mi dispiacque interromperlo, ma gli ordini erano ordini.

Quando tornammo sul volto di Inuyasha c’era un’ombra ed era nervoso.  Basho continuava a scrivere al computer e nel frattempo parlava al telefono: -Inuyasha è confermato- guardai i due interrogativa, mi preoccupavano. –Grazie J.d. ci vediamo dopo alla base, no oggi è il mio giorno libero- rise –Per una volta ho deciso di uscire- rise ancora –Ci sentiamo dopo Capo-

-Chiami il tuo capo per nome?- chiese Koga sedendosi accanto a lui e scambiando uno sguardo con Inuyasha, sembrò cambiare espressione.

-Se il capo è tuo fratello…- sorrise guardandolo da sopra le sue lenti.

 

-Inuyasha- gli sfiorai la spalla e lui mi guardò –Cos’hai? Di cosa parlavate?-

-Nulla di importante- ma per qualche motivo non lo credetti. –Io vado in camera vieni con me?- Guardai Basho mi sembrava scortese rimanerlo da solo, ma lui era concentrato al pc e parlava con Koga. Così annuii e lo seguii.

-Vado a prendere del ghiaccio- lo informai prima di proseguire lui annuì distrattamente. Quando entrai era steso sul letto con un braccio a coprirgli gli occhi e respirava tranquillo, si era rilassato. La camera era in penombra solo una finestra era aperta ma quell’atmosfera mi rilassava –Eccomi- esordii quando entrai lui sorrise appena senza muoversi. Mi avvicinai e mi sedetti a terra alzandogli la maglia e premendogli il ghiaccio sulla cucitura. Lui sospirò di sollievo come se quella bruciasse come fuoco. –Ti fa male?-

-Mi ha fato più male l’iniezione- sorrisi e appoggiai la testa sul materasso lui prese ad accarezzarmi i capelli rilassandomi. –Sei stanca?-

-No. Però tu devi riposare- mentii, gli avvenimenti di quel giorno mi avevano distrutta.

-La situazione la risolveremo presto- annuii e continuai a mantenere il ghiaccio fino a quando la mia mano non si intorpidì e lui non si addormentò. Tolsi la borsa di ghiaccio quando fu completamente sciolto e giusto in tempo prima che mi fossi appisolata a terra. Tolsi le scarpe e mi stesi accanto a Inuyasha che dormiva profondamente. Non mi avvicinai rimasi lontana in modo che lui potesse muoversi, gli diedi la schiena e un attimo dopo mi ritrovai stretta nel suo abbraccio. –Dormi amore mio- sorrisi e mi addormentai in un attimo.

Il sogno che feci era la visione del mio saluto a Inuyasha ma c’era qualcosa di estremamente bello. Dopo il saluto gli anni passavano velocemente e poi arrivò il giorno in cui ci saremmo incontrati e lui mi aspettava a braccia aperte. Probabilmente sorrisi nel sonno perché nel sogno non facevo altro.

 

 

 

Guarda chi è ritornata! Come promesso ho aggiornato prima del previsto il motivo è ben preciso: non avrò il tempo di farlo questa domenica purtroppo sorry! Tanto meglio saprete cosa succede prima e comunque anticiperò a martedì la prossima pubblicazione… solo che ci devo pensare  bene poiché mi dispiace che la storia finisca così velocemente *^* ma sono troppo curiosa di sapere cosa ne pensate XD…

Inoltre volevo dire che sono tremendamente preoccupata, dispiaciuta e amareggiata per quello che è accaduto al mio amatissimo Giappone… mi piange il cuore e ho una paura tremenda di quello che sta accadendo lì. Il mio Giappone T-T  non so cosa pensare…  (non potrei fare comunque niente) e anche per il fatto, che se è vero che nel 2012 ci sarà la fine del mondo ( e dai disastri tutto fa presumere la possibilità… Xd scherzo io sono la prima a non crederci) vorrei vederlo nel periodo in cui i ciliegi fioriscono *^* e come fanno i mussulmani: bisogna andarci almeno una volta nella vita! ^////^ ( avevo fatto in oltre una scommessa con mio padre… basta che prenda un bel 7 in Pedagogia… quindi, se mi volete bene, incrociate le dita per me Y^Y)

Va beh passiamo a cose più allegre… Vi ADORO! Siete così tanti a leggere la mia storia, questa storia e molti altri ancora leggono The War of The Dragon e recensiscono ancora (cosa potrebbe volere ancora una scrittrice senza valore?!)… quindi grazie mille, siete voi che mi spingete a scrivere sempre di più!

Ringrazio anche chi recensisce:

-Alys93: mia cara *^*!  mi è venuto un colpo quando non ho visto la tua recensione, ho pensato che avevo perso una fan XD…. Scherzo non devi preoccuparti prima di tutto lo studio (dovrei dirlo anche a me stessa)e poi il piacere no?! Beh in questo capitolo si dimostra come Inuyasha tenga veramente a Kagome, solo che rimane sempre un tipo impulsivo e accade sempre il peggio… Naturalmente è sempre pronto per la sua Kagome ma… Adoro il padre di Ninu e amo la piccola Jenis ( è la sorella che avrei voluto avere l’opposto della mia -.-.)  poi il capitolo parla da se e ti dico anche che nel prossimo a parlare sarà: INUYASHA! Per due capitoli consecutivi… ( forse così mi rovino dicendo troppe cose finisce che vi dico anche come conclude e mi abbandonerete T-T…) :D ti lascio con un bacio e un abbraccio! Buon fine settimana!

-lillixsana: Salve Cara! Eccomi qui che ho aggiornato come promesso… heheheh ci voleva un po’ di Naraku XD… anche perché raccontare una storia senza Naraku e come vedere in televisione Paolo Bonolis senza Luca Laurentis ( lo potevo risparmiare eh?! Lo so chiedo venia, ma sono sconvolta Y-Y) e poi non finisce qui… (ecco ho detto altro… come ho detto a Alys93, io mi rovino con le mie sole mani T-T sono un caso perso) va beh meglio che ti lascio con il fiato sospeso. Un bacio e un abbraccio forte anche a te!

 

E abbraccio tutti!

Buon weekend 8Kanemi8.

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Capitolo 11
*** Capitolo XI ***


Kagome 10 Inuyasha

Diario di un sogno impossibile

Capitolo XI

E se fosse Inuyasha a raccontare?


 

Dormiva profondamente quando mi svegliai. Era bella mentre nel sonno sorrideva e farfugliava, sarei rimasto li a guardarla fino a quando non si fosse svegliata, ma avevo un impegno. Mi alzai piano in modo da non svegliarla e le accarezzai la testa prima di uscire dolorante dalla camera. L’impacco di ghiaccio aveva attenuato il bruciore ma non il dolore. Quando scesi nel salone c’erano tutti i ragazzi, compresa Kagura, e quando lei e Rin mi videro mi saltarono addosso riempiendomi di domanda e ramanzine. Miroku si era ripreso e lo stesso Koga.

-Come stai Inuyasha?- Nari era estremamente gentile, il completo opposto di mio fratello… ma come è solito dire: gli opposti si attraggono.

-Meglio- risposi accennando a un sorriso. –Dov’è quel malato di computer?-

-È ancora in giardino- annuii e feci segno a Miroku e Koga di seguirmi.

-Dove andate?- chiese Sango spaesata spostando lo sguardo da me ai due ragazzi.

-Ho una cosa da fare- risposi vago –voi rimanete qui tranquille e se Kagome si sveglia ditele che sono andato in farmacia- Sango mi trucidò ma io non le diedi peso… in quel momento avevo un obbiettivo in mente. Presi a volo le chiavi della macchina che Sesshomaru mi aveva lanciato e le diedi a Koga.

-La voglio intera- ci minacciò sorridendo subito dopo.

-A dopo ragazze-

 

-La prossima a destra- dissi a Koga che era al volante teso come una corda di violino proprio come Miroku che guardava all’esterno.

-Sei sicuro che sia lei?- mi chiese.

-Conosco Basho da quando avevo, si e no, tredici anni e lui quindici e già all’epoca con un computer e un telefono riusciva a connettersi al telefono delle altre persone, a trarre informazioni sul loro pagamento mensile e a sapere chi avevano chiamato, e adesso che fa parte dell’esercito ti lascio immaginare cosa sappia fare e se sono vere o meno le informazioni- dissi facendo segno a Koga di girare.

-Kagome come l’ha presa?- mi chiese.

-Male, come doveva prenderla… credo che se non fosse per il fatto che ci fossi o sarebbe scoppiata a piangere… infondo è stato il suo primo amore no?-

-Anche cocainomane! Tsè ed era un gran figlio di puttana… ricco sfondato e guarda che fine- sibilò  Miroku tra i denti, io lo guardai dallo specchietto laterale.

-Io invece lo capisco…- Koga si girò a guardarmi per un attimo poi tornò a guidare. -…anche io sarei nelle sue condizioni se avessi lasciato Kagome per una stronzata del genere- sorrisi facendo ridere gli altri due e così alleggerii la situazione. –Okay Koga, parcheggia qui- scendemmo e ci dirigemmo verso il cancello dove bussai. Alla porta apparve un ragazzo che conoscevo benissimo e lo salutai con un sorriso stringendogli la mano e presentandogli i miei amici.

-Inuyasha che sorpresa rivederti è da quando… beh lo sai da quanto non ci vediamo!- mi accolse facendomi entrare. -Come vanno le cose?-

-Potrebbero andare meglio- guardai Miroku che serio si guardava in giro, la villa era il doppio della mia.

-Come mai sei venuto?-

-Kazu tua sorella è in casa?- chiesi cambiando discorso.

-Dovrebbe arrivare a momenti… volevi vederla?- chiese sorpreso.

-Prima devo parlare con te- lui annuì diventando serio –I miei amici qui sono con me per fare da testimoni nel momento in cui tu non mi credessi-

-Puoi parlare con me… lo sai- annuii e iniziai.

-Ultimamente hai utilizzato la tua carta di credito?- lui mi guardò un po’ sorpreso poi tornò serio.

-Si-

-Hai comprato dei fiori?- lui ci pensò.

-Non io, Kikyo ha fatto un paio di telefonate e ha utilizzato la mia carta, ma come lo sai?-

-Stai tranquillo sappiamo solo che è stata utilizzata una carta di credito e poiché ti sto per raccontare una cosa, capirai perché non ti ho chiesto della sua di carta- lui annuì e io iniziai a raccontare. La sua fronte iniziò a corrugarsi e io capii che mi credeva. –Loro possono confermare- Koga mi porse i biglietti che io diedi a Kazu, li lesse e poi me li restituì.

-Dopo qualche ora che aveva telefonato usciva dicendomi che doveva fare delle cose…- sospirò -…conosco mia sorella e so che per riaverti farebbe di tutto, anche questo-

-Grazie-

-Mi dispiace per la tua ragazza puoi porgerle le mie scuse?- sorrisi –sono desolato-

-Non è colpa tua. Credevo di essere stato chiaro con lei e invece…- scossi anche io la testa –Ascoltami, la aspetto e voglio che ci sia anche tu a farle capire che per il bene che le voglio, nonostante il male, che io ora sono innamorato di un’altra persona-

-Concordo con te- quel giorno avevo capito che una microscopica parte di Kagome aveva pianto nel vedere la foto di Naraku e io avevo capito che volevo comunque bene a Kikyo, ma mai sarebbe stato un vero e proprio bene. –Posso offrirvi qualcosa?-

-Hai antidolorifici?- chiesi.

 

Continuammo a parlare del più e del meno, raccontandoci in breve tutto quello che non  ci eravamo detti in quegli anni. Koga rimaneva comunque in ansia guardando l’orologio ogni tre minuti. Mezz’ora dopo il nostro arrivo sentimmo qualcuno che apriva la porta. Kazu ci fece segno di restare in silenzio e si allontanò.

 

-Kazu sono tornata!-avvisò  –Oh sei qui… tieni la tua carta di credito-

-Come mai non usi più la tua?-

-Perché mi deve arrivare la nuova e…- recitava benissimo.

-Ascoltami Kikyo cosa hai fatto con la carta?- la interruppe.

-Ho fatto compere non vedi? Se è per i soldi te li restituisco non sapevo fossi così tirchio- sbuffo lei.

-Vieni in soggiorno c’è una persona che vuole vederti- ci fu un momento di silenzio e poi i loro passi che si avvicinavano. Quando varcò la soglia si fermò guardandomi sorpresa fino a quando non si dipinse un sorriso di gioia sulla sua bocca.

-Inuyasha… sono felice di rivederti a casa mia- disse guardando poi Koga e Miroku.-Ciao ragazzi come state? Non siete messi bene… -

-Abbiamo avuto un problemino con delle persone che volevano rubarsi la mia moto- il modo in cui l’aveva detto e nel modo in cui sorrideva, Koga era glaciale.

-Mi dispiace… Sei venuto a dirmi qualcosa di particolare?- chiese sorridendo di meno capendo la situazione.

-Si Kikyo, Inuyasha è venuto a dirti che ha scoperto che eri tu a mandare i fiori a casa di Kagome, come sapevi i suoi gusti non lo sappiamo, però ti hanno scoperto. Sono deluso da te Kikyo non sapevo fossi caduta così in basso-

-Kazu ma che dici?-

-Kikyo ascoltami, perché ti stai rendendo ridicola. Lascia in pace Inuyasha una volta per tutte!- Kikyo lo guardò e poi guardò me.

-Sei venuto a dirmi questo?-

-E a dirti di lasciare in pace Kagome- lei annuì mentre le lacrime le riempivano gli occhi.

-Perché mi fai questo?-

-Io non ti faccio niente Kikyo sei tu che hai spaventato Kagome, sei tu che ci hai fatto litigare perché io non volevo che restasse sola a casa! Ti rendi conto che per una sciocchezza mi hai quasi rovinato la vita una seconda volta?- la accusai.

-Io non…-

-Sai come stavo nel vedere Kagome piangere per paura, sentendomi impotente? Credevi che alla fine non avremmo scoperto la verità? Che Naraku è ancora in carcere?-

-Io non…-

-Non ne avevi idea? Bene, meglio tardi che mai e adesso ti prego, lasciami in pace- lei scoppiò a piangere.

-Perdonami- disse tra i singhiozzi.

-È tardi per chiedere il perdono, ma va bene-lei si getto tra le mie braccia piangendo ancora, più forte di prima. La consolai un po’ poi la staccai da me. –Adesso devo andare-

-Provvederò io stesso se tornasse a fare una sciocchezza del genere- mi assicurò Kazu mentre ci accompagnava alla porta –spero che adesso torneremo a frequentarci-

-Ci conto- gli strinsi la mano.

-Inuyasha?!- guardai Kikyo venirci in contro con gli occhi ancora rossi. –So che la richiesta che sto per farti è stupida e non accetterai…-

-Dimmi- la rassicurai.

-Vorrei avere solo un ultimo bacio- tutti la guardarono stupiti poi Miroku e Koga guardarono me minacciandomi di non accettare, ma io non li ascoltai e mi avvicinai a Kikyo che chiuse gli occhi, io però le baciai la fronte.

-Stammi bene Kikyo- lei pianse ancora coprendosi il volto con le mani e scappando in camera sua.

-A presto- salutai ancora Kazu.

-Ho dubitato di te Inuyasha- ammise Koga una volta in macchina.

-Begli amici- sorrisi più sollevato –Koga, andiamo in farmacia-

 

Quando rientrammo le ragazze ci studiarono troppo confuse dai nostri sorrisi.

-Dove siete stati?- urlò Sango puntando l’indice sul petto di Miroku.

-A concludere una storia vecchia- rispose Koga baciando Kagura, cogliendola di sorpresa.

-Kagome?- chiesi non vedendola in sala.

-Dorme ancora- sorrisi e congedandomi andai in camera, per le scale incontrai mio padre che tutto in ghingheri mi disse che usciva con la mamma e Jenis per una passeggiata e che sarebbero tornati tardi. La camera era illuminata diversamente poiché il sole si era spostato, ma Kagome era nella stessa posizione. Mi avvicinai piano e mi stesi accanto a lei tornando ad abbracciarla. Lei si girò verso di me e io le baciai il naso. Stava dormendo da più di due ore.

-mmm- mugugnò e io la baciai ancora solo che questa volta sulle labbra. –lasciami dormire-

-No, sono due ore che lo fai- lei sorrise senza aprire gli occhi.

-Te ne sei andato- mi accusò con la voce ancora impastata dal sonno.

-No, sono rimasto sempre qui… devi averlo sognato-

-Allora perché hai il profumo di una ragazza addosso?- corrugò leggermente la fronte.

-È il tuo!- aprì finalmente i due zaffiri e io la baciai venendo corrisposto. –Diciamo che ho parlato con il tuo maniaco e chiarito la situazione una volta per tutte-

-Era lei?- chiese sgranando gli occhi mentre io annuivo.

-Suo fratello ti porge le più sentite scuse e mi ha detto di dirti che provvederà lui stesso a parlare con suo padre se Kikyo torna a fare una cosa del genere-

-E tu l’hai anche abbracciata!- alzò la voce.

-Mi ha colto di sorpresa puoi chiederlo anche a Miroku e Koga- lei non parlò, ma nascose il viso nell’ incavo del mio collo che baciò.

-È finita finalmente- la strinsi di più e poi la baciai –Si e questo è il modo migliore per iniziare- sorrise, e le diedi tanti piccoli baci sulle labbra.

-Sei Bellissima e ti amo da morire- lei rise mentre a me uscì una smorfia –Cavolo- ansimai tornando a sdraiarmi supino.

-Oddio scusami!- mi disse dispiaciuta e io scoppiai a ridere.

-Stupida!-non l’avevo mai chiamata così –Ti preoccupi troppo!- lei si incupì ma io l’abbracciai nuovamente. –Dai andiamo dagli altri a festeggiare- lei sorrise e quando scendemmo i ragazzi già stavano festeggiando alla grande, anche Basho che se la rideva fiero di sé stesso.

Quando fu sera però Kagome decise di andarsene. Acconsentii visto che non c’era più nessun problema ma preferii che Sesshomaru la seguisse. Anche gli altri se ne andarono e ben presto rimasi da solo a casa in compagnia di Demone che supino si era sdraiato ai miei piedi mentre guardavo la tv. Nonostante tutto, era stata una bella giornata e mi sentivo più rilassato. Quando Sesshomaru rientrò con lui c’erano anche i miei genitori e Jenis che dormiva tra le braccia di mio padre. Sesshomaru la prese e la portò in camera sua e mio padre lo seguì al piano di sopra.

-Inuyasha già sono andati via?-mi chiese mia madre.

-E voi non siete rientrati prima?- lei mi sorrise e mi raggiunse.

-Jenis è crollata dopo che abbiamo mangiato- sorrisi –Kagome?-

-È tornata a casa sua-

-È davvero una cara ragazza però sapevo che la figlia di Higurashi non aveva una bella fama- la guardai con un sopracciglio alzato –Parlo anche con le mie amiche di qui-

-Neanche io godo di una buona fama ti ricordo…- mi aveva irritato quello che aveva detto.

-Non fraintendermi io non l’ho mai pensato, ma così mi avevano raccontato… e poi tu sei cambiato e so che è stata lei…-

-Si infatti- sorrisi.

-Sai sono contenta per quella famiglia, dopo quella disgrazia… Ma cambiamo discorso- disse quando mi vide pensieroso –Per due settimane niente moto!-

-Cosa?-

-Hai capito bene signorino…- la guardai poi lei rise –Sei grande adesso ma non voglio provare le pene di quella ragazza quindi evita di farmi preoccupare. Vado da Jenis buona notte- mi diede un bacio e si allontanò senza darmi il tempo di parlare.

-Che stupidata!-   chiusi gli occhi e le immagini che si proiettarono nella mia mente erano i ricordi più belli… la scena più bella che ricordai fu la sera del mio compleanno con Kagome che sembrava,vestita con quell’abito,  una dea. Mi ricordai allora che dovevo ancora pensare ai suoi regali, pensai alle cose che le piacevano e capii che potevo farcela. –Sesshomaru ti ho mai detto quanto ti voglio bene?- sorrisi quando lo vidi passare davanti al salone. Lui mi guardò con un sopracciglio alzato e io sorrisi furbescamente. Avevo una ferita e non potevo cavarmela da solo e quindi lui era la persona adatta.

 

 

 

-Come stai?-

-Bene adesso che ti sento- mi aveva chiamato un secondo prima che la chiamassi io. –Mi hai anticipato-

-Lo immaginavo- io la immaginai sorridere e sorrisi anche io. –Fusa ti saluta-

-Lancia via quella palla di pelo!- scherzai ma lei mi canzonò facendomi ridere –Sei da sola a casa?-

-No adesso c’è Dolores con me, lei resta da noi-

-Meglio così… tu come stai?-

-Sono tranquilla, più rilassata-

-Anche io… Cosa stai facendo?-

-Niente mi annoio, non ho niente da fare- sospirò.

-Vieni da me- le suggerii.

-Sono stata con te per tutto il giorno e mi hai fatto prendere anche un colpo se non lo sai-

-Si, lo so- mi feci più serio.

-Non importa… tu cosa fai?-

-Oggi pensavo a cosa regalarti-

-Ah si? E cosa avevi in mente?- mi chiese curiosa.

-È un segreto e poi se te lo dicessi che regalo sarebbe?- lei sbuffo –Sei troppo curiosa-

-E tu mio!- non so perché ma in quel momento sentii le farfalle nello stomaco anche se lei, quella cosa, me l’aveva detta altre volte. –Inuyasha?-

-Sto venendo lì-

-Che cosa?- esclamò lei –Non permetterti!-

-Io voglio stare con te, non voglio sprecare il tempo per questo graffio!-

-Quel graffio si è meritato sette punti se non ricordi e se vieni qui te li strappo e poi ti ricucio io a dovere- sorrisi.

-Va bene però tu non dirmi più quelle cose che mi fai partire- rise.

-Stupido! Adesso stacco ci vediamo domani mattina-

-Non dimenticarti di sognarmi-

-Non potrei mai- sorrisi –Io ti amo Inuyasha-

-Anche io… notte-

-Ciao- stacco e io sospirai.

Mi guardai in giro e decisi di farmi una doccia. Creai una sorta di medicazione impermeabile intono alla cucitura e mi rilassai sotto il getto tiepido della doccia. Ripensai a quella maledetta giornata, a come gli eventi in quel periodo si erano susseguiti alla velocità della luce, a come non vedessi l’ora di chiudere gli occhi e lasciarmi tutto alle spalle. Uscii più rilassato e ne fui contento,infilai la mia tuta e andai a dormire, sognando il suo volto.

 

Due mattine dopo mi alzai tardi tanto che dovette svegliarmi mia madre. Erano le undici e lei non aveva ancora chiamato, strano. Scesi a fare colazione deciso a chiamarla subito dopo. Mia madre era lì che me le preparava mentre Sesshomaru era già a lavoro e Jenis aspettava impaziente. Era bello rivederla a casa. Quando c’era lei sembrava di tornare bambino.

-Hai sentito Kagome- mi chiese subito dopo porgendomi la mia colazione a base di frittelle americane.

-No. credevo che avesse chiamato e lasciato un messaggio ma Haren ha detto che non ha chiamato nessuno- lei annuì e sorrise guardandomi mangiare. –Che c’è?- chiesi con la bocca piena.

-Sei diventato davvero un bel ragazzo- sorrisi, vantandomi. –Ah mi ricordi tuo padre-

-Mamma!- Jenis le corse incontro abbracciandola –Guarda papà cosa mi ha portato- la prese per mano e poi entrambe scomparvero dietro la porta. Io afferrai il mio telefono di casa e composi il suo numero.

-Pronto- rispose una donna che aveva un forte accento straniero… Dolores.

-Salve potrei parlare con Kagome-

-La Signorina dorme ancora, vuole lasciare un messaggio?- mi stupii nel sentire che dormiva ancora.

-Le dica che ha chiamato Inuyasha-

-Va bene, buona giornata-

-Arrivederci- attaccai e guardai Sesshomaru che mi guardava. –Che vuoi?-

-Nulla-

-Allora smetti di fissarmi- lui ghignò e mi infastidì.

 –Come hai conosciuto Kagome?-

-Lo sai come l’ho conosciuta-

-Come tutte le altre- rispose annuendo –Hai deciso di continuare con la moto?-

-Non sono affari che ti riguardano-

-Ascolta stupido che non sei altro… Io sto cercando di farti ragionare-

-Tsè proprio tu che molleresti tutto per un affare- il suo sorriso non mi piacque.

-Sai hai ragione… Lascerei tutto per Nari- dicendo questo se ne andò e io tornai a fissare il mio piatto, lo spinsi via infastidito e andai in camera. Mi vestii e presi le chiavi della mia moto avevo bisogno di restare solo.

 

-Inuyasha dove vai?-

-Torno per pranzo, mamma… ho bisogno di riflettere- lei annuì, non disse niente.

Sfrecciai fra le strade deserte, erano tutti partiti per le vacanze o rinchiusi in casa per il troppo caldo. Arrivai alla pista, fermai la mia moto e mi andai a sedere sulla linea di partenza. L’asfalto coceva ma non mi interessava.

Cosa volevo dalla mia vita? Tutte le certezze che avevo fino a quel momento iniziavano a crollare. Come era possibile che mio fratello aveva capito tutto e io ancora no… il mio sogno? Era la moto… lo era sempre stato allora perché non ne ero più sicuro? Presi il mio telefonino e andai sulle e-mail leggendo l’ultima che mi era arrivata.

_Con mia grande gioia le confermo la sua entrata nel campo della motociclistica. il suo primo incontro con la squadra della sua moto sarà il 18 luglio in Spagna. Il volo è già prenotato per le quattro del mattino. Le auguriamo buona fortuna_

Sorrisi alla casualità degli eventi. Guardai quel numero maledetto e mi venne voglia di lanciare via il mio telefono. Perché il diciotto? Perché non un altro giorno? Cosa avrei fatto? Quale sarebbe stata la mia decisione? Mi toccai la ferita ripensando al coltello che mi aveva tagliato e al modo in cui ero riuscito a colpire quel bastardo. Ripensai alla mia vita, e la vidi passare dinanzi ai miei occhi come un lampo. Non potevo lasciare la moto, ma non potevo lasciare neanche lei. Passai una mano nei capelli, stavo sudando. Tornai alla mia moto, più confuso di prima. Andai in spiaggia ma era troppo affollata così optai per il parco.

Il silenzio che regnava era divino, le fronde degli alberi impedivano ai raggi troppo caldi di colpirmi e poi si stava bene. Cambiai pensieri e iniziai a cercare i regali giusti per Kagome… qualcosa che la facessero contenta e che la facessero rimanere a bocca aperta. Un qualcosa che l’avrebbe distratta.

Improvvisamente il mio telefono iniziò a vibrare e quando lessi chi era non persi tempo a rispondere.

-Ehi scansa fatiche- esclamai sorridendo, Basho era tutto tranne che scansa fatiche.

-Ehi cane rognoso…- risi –Ho delle novità per te- gli avevo chiesto un gran favore.

-Sentiamo un po’-

-Ho il tuo primo regalo per Kagome- sorrisi –Senti qui…la ragazza che cerchi è tornata da poco a Tokyo-

-Dov’era stata?- chiesi curioso… anche se non dovevo farlo.

-Io sono un agente segreto e sto facendo una cosa illegale per te- disse ma capii che era concentrato sul computer –Sul registro dell’aeroporto è segnato che ha comprato un biglietto per l’America-

-Capisco… dammi il suo indirizzo- lui mi spedì un e-mail con l’indirizzo –Grazie mille-

-Per te questo ed altro… e comunque sono stato autorizzato da mio fratello- sorrisi.

-Ringrazialo- lui assentì e io staccai. Presi la moto e partii alla ricerca. Arrivai a una palazzina e guardai di nuovo l’indirizzo, era quello giusto. Arrivato al portone chiesi a una signora con una bambina se conoscessero la ragazza che cercavo. Con mia fortuna la conoscevano e andai di corsa al piano indicato, bussai alla porta e attesi qualche minuto prima che mi aprisse. Di fronte a me una ragazza alta,snella, occhi e capelli castani, affascinante e dal viso si leggeva che la sua tristezza non era sparita. Mi sorrise ma io rimasi a guardarla.

-Come posso aiutarti?- mi chiese, io scossi la testa sorridendo nel riconoscere il suo volto… era la stessa della foto.

-Sono venuto per parlarti di una persona che conosci- lei ci pensò poi scosse la testa non capendo –Se ti dicessi che lei è bella come nessun’altra?-

A lei mancò il respiro –Kagome?- io annuì e lei si portò una mano alla bocca e mi fece segno di entrare. Mi offrì del thé freddo e io accettai, poi iniziò a parlare della sua vita. –Sono ritornata da poco dall’America. Erano anni che non venivo qui in Giappone- fece una breve pausa –Non riuscivo a non pensarci, ma sono dovuta rientrare per il funerale di mia nonna-

-Mi dispiace-

-Era vecchia e malata…meglio che ha smesso di vivere- disse estremamente seria poi sorrise –Come conosci Kagome?-

-Sono il suo ragazzo e sono qui per chiederti un favore-

-Avevo deciso di andarla a trovare e darle gli auguri per il suo compleanno che è tra poco, giusto?-

-Si- sorrisi –Vuoi essere la mia sorpresa?- lei rise –Stavo pensando di  farvi incontrare, lei ci tiene molto a rivederti-

-Mi è mancata molto- disse perdendosi nei suoi ricordi –Amavo suo fratello più di ogni cosa al mondo, quando ebbi la notizia corsi a casa loro e la scena che mi si parò dinanzi agli occhi era terribile- mi feci più attento –Non vedevo bene le lacrime mi offuscavano la vista, ma quello lo vidi. Kagome aveva già sofferto molto e quella notizia l’aveva distrutta-i suoi occhi si velarono di lacrime –Era tra le braccia di Koga che la stringeva forte bloccandole le braccia al petto, poco lontano c’era un coltello, sua madre piangeva immobile, suo fratello non sapeva cosa fare, suo padre cercava di parlarle e Miroku era a telefono con qualcuno urlando che non era possibile… Kagome aveva tentato il suicidio ma era stata bloccata.- il mio cuore fece un balzo –Fu lei a vedermi, si liberò dalla stretta di Koga e si gettò fra le mie braccia. Lì ebbi la conferma che la mia vita non era più legata a quella famiglia- si asciugò la guancia –Kagome passò molto tempo chiusa nella camera di Eron e io con lei… quando ci fu il funerale lei aveva lo sguardo perso nel nulla… qualche settimana dopo mi dissero che Kagome stava ricevendo delle cure psichiatriche. Decisi di andarmene, di lasciare quella ragazza per non farle sentire il mio peso, non volevo che ogni volta che mi avesse guardato vedesse suo fratello… Eron è ancora nel mio cuore, tornerò in America fra un mese-. La mia mente era rimasta a “tentato suicidio” poi si era spento:- Adesso come sta Kagome?- la guardai.

-Kagome si è ripresa, è stata promossa con il massimo dei voti, inizierà a fare la modella tra qualche mese… ed è serena-

-Ne sono  felice…  merita un po’ di serenità-annuii. –Accetto la tua richiesta-

-Grazie- lei mi sorrise e mi accarezzò la guancia.

-Forse non dovevo dirti niente…- io la guardai –Fai tuo questo che ti ho detto ma non dirlo a lei… forse non voleva rievocare quel ricordo, per questo non te l’ha detto- annuì.

-Non aprirò bocca, ma devo andare… grazie per aver accettato, passerò io a prenderti prima della festa-

-Solo una cosa…-

-Inuyasha- gli dissi il mo nome.

-Solo una cosa Inuyasha… come facevi a sapere dov’ero?-

-Come Kagome… ottengo sempre quello che voglio- lei sorrise e mi salutò.

 

Presi la mia moto, dopo il racconto che avevo sentito volevo stare solo con la mia anima. Accelerai per raggiungerla e quando arrivai a casa Dolores mi sorrise e mi disse che Kagome era a farsi la doccia. Salì in camera e mi nascosi dietro la porta del bagno aspettandola. Quando uscì la presi in braccio portandola sul letto e spaventandola.

-Inuyasha mio Dio mi hai spaventato- disse portandosi una mano sul cuore e l’altra sul mio petto.

-Era mia intenzione- risi guardandola –Ti sei ripresa?- lei mi fece segno di un minuto con il dito, poi annuì.

-Adesso va bene- sorrise e io le accarezzai i capelli bagnati. –Non ti aspettavo,come mai qui?-

-Mi ero preoccupato perché dormivi ancora-

-Ero troppo stanca- disse sorridendo e io avvicinai la mia fronte alla sua –Cos’hai?-

-Shhh- le intimai restando in quella posizione ancora –Ti amo Kagome lo sai?- lei mi accarezzò le guance con entrambe le mai,poi le passò nei miei capelli.

-Lo so- disse sorridendo dopo un po’ –Devi stare attento alla ferita… l’ho capito che ti sei fatto male-

-Non mi interessa adesso, prometto che mi farò medicare da te…ma ti prego restiamo ancora così- lei annuì baciandomi il naso, poi la fronte e infine arrivò alle mie labbra. La abbracciai stringendola e sussurrandole che io la desideravo.

-Anche io- rispose lei sorridendo –Ma ti prego, guarisci prima-

-È una promessa?- lei rise.

-Non resisto più… ho avuto la mia prova, mi ami davvero-

-Te l’ho detto milioni di volte- lei annuì –Non mi credevi?-

-Come posso non crederti,ma hai confermato-sorrisi e cercai le sue labbra.

-Adesso- dissi fremendo.

-No,la tua ferita- ma la sua protesta era fragile.

-Adesso- insistetti baciandola ancora mentre lei mi passava le sue mani sulla schiena –Sto impazzendo-

-Hai resistito fino ad ora… resisti ancora un po’- disse inarcando leggermente la schiena –Se si rompono i punti dopo dobbiamo aspettare di più…-mi fermai a guardarla. Io non avevo tutto quel tempo.

-Hai ragione- mi staccai,rotolando al suo fianco e rilassandomi. Lei mi sorrise accarezzandomi i capelli –Hai sempre maledettamente ragione-  lei rise divertita accarezzandomi la guancia dolcemente, chiusi gli occhi assaporando quel contatto e imprimendolo nella memoria.

-Non credi che sia stato sciocco montare in moto e venire qui? Non immagino in che condizione sia la ferita- si alzò e andò a prendere l’occorrente per controllare e medicarla. –L’assoluto riposo?-

-Avevo bisogno di riflettere, così ho preso la moto e sono andato via di casa-

-Rovinare così il tuo bel fisico- disse angosciata alzandomi la maglia, io rimasi steso –Adesso ti rimarrà la cicatrice-

-Sarebbe rimasta lo stesso- strinsi un po’ i denti quando sfiorò la ferità. –Ci sono cose che rimarranno sempre, cicatrici più profonde-

-Non sottovalutare quello che ti sei fatto- disse severa –Chiedo a Dolores se ha un antidolorifico- annuì portandomi un braccio sugli occhi,non mi andava più tanto di parlare. Completata la medicazione Kagome scese e tornò poco dopo con l’antidolorifico. –Prendila e stenditi per bene- non protestai né parlai, la presi e poi mi stesi sul suo letto. Profumava di lei e mi addormentai in breve tempo stringendo il cuscino.

 

-Inuyasha- sentii le sue labbra baciarmi la guancia e sussurrare un attimo dopo il mio nome,sorrisi aprendo un po’ gli occhi –Ho avuto le tue medicine ed è ora di prenderle-

-Dove le hai prese-chiesi assonnato.

-Ho chiamato tua madre per dirgli che eri qua e lei si era lamentata del fatto che dovevi tornare a casa per prendere le medicine che il dottore le ha dato per te… così sono andata a casa tua- mi sorrise –non volevo svegliarti,ma devi prendere questa-

-Non dovevi preoccuparti-

-Io mi preoccupo sempre per te- sorrise poi guardò la porta così alzai la testa e guardai chi ci fosse, ma non c’era nessuno. –Mi sembra di aver sentito i miei genitori- sorrise allegra.

-Allora vai io resto ancora qui- lei annuì e mi sfiorò le labbra,la vidi uscire velocemente dalla stanza  e scomparire dietro la porta.

Per quanto Kagome in alcuni suoi modi ricordava quella ragazza che avevo conosciuto, non riuscivo a non pensare quanto fossi contento che fosse cambiata. Poi ricordai del racconto di Kaori e mi incupii di nuovo. Quante ne aveva passate Kagome? E  quante ne doveva passare ancora? Avrei voluto restare accanto a lei per assicurarle una vita facile. Mi addormentai nuovamente, ma fu un sonno tormentato.

 

-Allora ci vediamo più tardi- aprii gli occhi – No, adesso dorme ancora… si sta bene… Sesshomaru ma tu non eri il più antipatico della casa?- lei sorrise –Allora ti faccio chiamare da lui quando si sveglia- sorrisi quando la vidi che era alla finestra e parlava a voce bassa –Salutami Nari- staccò e io le feci un fischio, si girò e mi sorrise –Scusa-

-Per cosa?- chiesi abbracciandola.

-Per averti svegliato- scossi la testa –Era tuo fratello gli ho detto che non potevi tornare a casa con la moto quindi quando vorrai ritornare basta un squillo e lui viene-

-Tu e Nari l’avete addomesticato- rise –Quanto tempo ho dormito?-

-Mezza giornata sono le quattro- inclinò leggermente la testa studiandomi –Hai fame?-

-Un po’- ammisi portandomi una mano sullo stomaco –I tuoi?-

-Erano stanchi, stanno riposando adesso-annuii e mi alzai suoi gomiti baciandola.

Lei sorrideva a ogni bacio e io mi rilassai nel vederla tranquilla… poi lei si alzò, fece il giro del letto e mi tese la mano. Mi aiutò ad alzarmi e zoppicando un po’ andammo in cucina dove mi preparò qualcosa da mangiare. Parlammo del più e del meno e decidemmo di restare un po’ soli soletti.

-Inuyasha è un piacere rivederti- mi girai a guardare Elys che mi diede un bacio sulla guancia poi salutò la figlia. –Come stai?-

-Un po’  dolorante- sorrisi ricambiando il suo sguardo preoccupato –è un graffio-

-Mamma digli anche tu che non deve scherzare…- disse disperata Kagome sbuffando, mentre mordeva un biscotto.

-Ha ragione Kagome- guardai Naraku entrare e poggiarmi una mano sulla spalla insegno di saluto. –Ciao tesoro- le baciò la fronte e io osservai la scena… forse per Kagome i tempi bui erano passati.

-È stato imprudente da parte tua utilizzare la moto nelle tue condizioni- Elys sembrava mia madre.

-Si, me ne sono reso conto- guardai intensamente Kagome  che colse la mia collera –Non faccio altro che sbagliare-sussurrai, Kagome mi guardò preoccupata, mi aveva sentito.

-Allora oggi cosa fate piccioncini?- Kagome guardò la madre mentre io tornai alla mia briosce, stranamente non mi sentivo a mio agio… ero nervoso.

-Niente mamma, Sesshomaru passerà a prendere Inuyasha e resteremo a casa. Non vorrei far preoccupare Sandra… ancora- mi lanciò un occhiataccia ma io non mi scomposi né dissi una parola.

-Come? Sandra è in Giappone?- io annuì distrattamente mentre lei scoppio a urlare contenta. –Naraku chiama Hory e digli che stasera sono ospiti a casa nostra- la guardai andare al telefono e passarlo al marito che annuì –Dolores! Abbiamo una cena da preparare- esclamò andando nel soggiorno.

-Mi dici cos’hai?- la voce di Kagome mi giunse dolce all’orecchio mentre mi abbracciava il collo. Chiusi gli occhi e mi rilassai appoggiando la testa sulla sua spalla –Allora?-

-Nulla- sospirai e feci per staccarmi ma lei mi trattenne e io finii quasi per strozzarmi –Mi affoghi così- protestai.

-Non ti lascio finché non mi dici cosa ti passa per la testa- mi accigliai non avevo voglia di parlare.

-Sono solo esasperato per questo taglio, mi sento un impedito- lei parve crederci perché mi baciò il collo e sorrise.

-Porta pazienza amore mio- sorrisi contento che non avesse insistito e guardai Naraku che rientrava.

-Inuyasha non ti sposare…- disse e Kagome sorrise –Prima di scoprire che quella che stai per sposare è una pazza- sorrisi quando entrò Elys con le mani sui fianchi ancora in pigiama che guardava suo marito.

-Naraku devi dare una mano anche tu!-

-Si chiama cena perché si fa di sera e adesso sono ancora le cinque!- sospirò –E comunque a cosa serve una figlia femmina-

-Papà io sono in vacanza e poi devo fare da infermiera- mi sfiorò la spalla con la mano e io la strinsi forte.

-Kagome è impegnata e la cucina ci serve, quindi vai fuori-

-Ma Elys, mi hai appena detto di doverti dare una mano- Naraku aveva ragione.

-Ma tu non vuoi, quindi vai a fare una doccia che tra poco salgo anche io- Naraku sorrise vittorioso e fece per uscire dalla stanza –Ma ricorda che me la pagherai- lui le sorrise provocatorio e io capii che non scherzavano.

-Inuyasha torniamo in camera?- annuii e mi appoggiai leggermente a lei.

Quando entrammo lei mi accompagnò al letto e poi andò all’armadio dove prese un vestitino leggero e della biancheria pulita. La vidi appoggiare tutto sulla scrivania e poi prendere fusa tra le braccia. Improvvisamente la sentii lontana da me e mi sentii davvero male.

-Vieni qui- lei mi guardò sorpresa per l’improvvisa richiesta –dai vieni-la esortai.

Lei si avvicinò lasciando il gatto, ma il suo sguardo mi sembrava strano:-cosa c’è?-

-La domanda la porgo a te- lei scosse la testa, mi accigliai non poco –Io prima ho risposto, adesso tocca a te-

-Non ho nulla deve essere la preoccupazione- urlò quasi e allora capii che lei non mi aveva creduto affatto –Davvero credevi di potertela scampare con così poco? Ti conosco come le mie tasche Inuyasha e non sai quanto mi fai arrabbiare- sospirai.

-Hai ragione- l’avrei voluta accarezzare ma lei mi avrebbe schivato, lo sapevo –ma a essere sincero neanche io non so cosa mi prende, mi sono svegliato che sto così-

-Potevi dirmelo prima- andò ad aprire la finestra e un leggero venticello le scompigliò i capelli –Avrei capito e ti avrei lasciato un po’ solo-

Era quello il problema io non volevo stare da solo, io volevo stare accanto a lei… sempre. Stringerla e dirle che me ne sarei dovuto andare la sera del suo compleanno, ma con quale coraggio? Con quale faccia? Strinsi i pugni forte, ci sarebbe voluto Sesshomaru con una scarica di pugni forse mi sarei rilassato.

-Devi prendere di nuovo le medicine- era rigida nei movimenti e sentivo astio nella sua voce, era troppo arrabbiata. –Vado ad aiutare mia madre… ci vediamo tra poco,fai come se fossi a casa tua- e uscì sbattendo la porta. Presi il mio telefono e iniziai a scrivere un messaggio il cui destinatario era una mia amica… la consulente, la prendevamo in giro così perché era sempre disponibile per tutti anche se il suo ragazzo le stava sempre sul collo… però aveva ragione.

Inviai la richiesta di aiuto e un secondo dopo il mio telefono iniziò a squillare:-Avevo chiesto un messaggio di risposta non una telefonata-

-Ci metto troppo tempo a rispondere- sorrisi –Ti ascolto-

-Non so da dove iniziare- lei non parlo –Dovrei partire dal principio ma ci sono cose che non posso dirti-

-Non importa,dimmi solo la fonte del problema-

-Il mio rapporto con Kagome –dirlo mi risultò strano,  sentii le farfalle nello stomaco e me ne pentii.

 

Parlare con Koa mi fece bene, però lei questa volta non mi seppe aiutare per mancanza di indizi. Gli unici due che mi potevano dare una mano erano Koga e Miroku, ma loro si trovavano nella mai stessa posizione.

-Inuyasha!- schivai la porta prima che mi arrivasse dritta sul naso –Scusa non pensavo fossi dietro la porta- guardai Kagome con un sopracciglio alzato.

-I tuoi genitori stanno per arrivare- annuì e la guardai ancora –Allora io tornò giù volevo solo avvisarti-

-Mi do una rinfrescata, mi aspetti- lei parve esitare e io sospirai, forse era meglio se iniziavamo a prendere le distanze –Va bene non preoccuparti, vai- lei annuì e andò via. Fu più forte di me, entrato in bagno diedi un pugno al muro. Finito scesi con non poche difficoltà, avevo aggravato la situazione salendo in moto eppure credevo di non essermi fatto così male. La sala da pranzo era tutta preparata mentre Naraku guardava la televisione  e mi fece segno di accomodarmi accanto a lui.

-Noi saliamo sopra a prepararci, Dolores è in cucina e se arrivano gli ospiti aprite voi-

-Vai tranquilla tesoro, ci pensa Inuyasha- sorrise divertito e fece l’occhiolino per rassicurare Kagome che scuoteva la testa. I miei genitori arrivarono prima di quanto pensassi e Naraku andò ad aprire dicendomi che era meglio se non facevo sforzi. Quando però abbracciò mio padre e mia madre  fece uno strano effetto. Poco dopo Elys scese al piano inferiore e strinse mia madre forte, poi fece gli onori di casa.

-E Kagome?- indicai il piano di sopra con un cenno della testa e mia madre mi rimproverò con lo sguardo. –E’ bello tornare qui dopo tanto tempo, sono contenta di averti rivisto- attaccarono discorso tutti mentre io aspettavo impaziente Kagome. Quando non la vidi scendere salii io e la trovai allo specchio che si sistemava i capelli.

-Come mai tutto questo tempo?- le chiesi, lei mi fece segno di attendere un attimo e finì di sistemarsi i capelli con un forcina.

-Non ero convinta di cosa indossare- e indicò dei vestiti sul letto.

-Da quando hai questo problema- ero agitato perché avevamo litigato e temevo che mi avesse respinto se l’avessi abbracciata. Ma decisi che provare non faceva nulla e la strinsi da dietro. Lei abbandonò la testa sulla mia spella e io mi rilassai.

-Da stasera- rispose alla mia domanda e io sorrisi –dai scendiamo- io le baciai il collo e lei sorrise –Ci aspettano-

-Che aspettino pure- mi guardò sorridendo –E va bene scendiamo-la presi per mano e scendemmo insieme.

La serata passò velocemente e fu una bella serata, tranne per  il comportamento di Kagome. Più volte l’avevo beccata mentre guardava il suo piatto e quando glielo facevo notare lei si irrigidiva.

-Ti amo- le dissi alla porta prima di andarmene.

-Ti amo-rispose con un sorriso che mi sciolse. I nostri genitori erano vicino alla macchina di mio padre, chiacchieravano ancora.

Mi avvicinai e la baciai stringendola forte,lei ricambiò stringendomi allo stesso modo. Lei mi conosceva ero io che non conoscevo lei. Quella mattina aveva capito che mentivo eppure io non riuscivo a capire cosa avesse lei. Quando mi morse il labbro inferiore sorrisi, era arrabbiata con me e voleva farmela pagare. Non le lasciai molto tempo per riprendere fiato perché la baciai ancora, con più rabbia, con più passione.

-Stiamo dando spettacolo- disse sorridendo divertita, per nulla imbarazzata. Eccola la Kagome di Roma.

-Non hanno visto nulla- dissi e lei capì il doppio senso. Sorrisi divertito e la baciai ancora fino a che un colpo di tosse non ci interruppe. Le stampai un ultimo bacio e mi girai a guardare mio padre che era visibilmente imbarazzato. –Allora ci vediamo domani?- lei annuì e mi diede un ultimo bacio. Poi ci staccammo e sentii la sua mancanza.

 

-Siete molto “affiatati” tu e Kagome- guardai mio padre dallo specchietto retrovisore per nulla imbarazzato.

-Molto- sorrisi e mia madre si girò a guardarmi. L’avevo capito che mi vedeva come l’Inuyasha anti-viaggio, le feci l’occhiolino e appoggiai la testa sul sediolino. La ferita tirava e prudeva da matti.

Quando arrivammo a casa poggiai il telefonino sul tavolo in cucina, lei non mi avrebbe chiamato e non l’avrei fatto neanche io… almeno per stasera. Sospirai nel vedere le scale di casa e con lentezza infinita e stringendo i denti salii i gradini.

-Vuoi una mano?- mi girai a guardare Jenis che si strofinò gli occhi assonnati.

-No, torna a dormire- ma lei non mi ascoltò affatto, mi prese un braccio e se lo mise intorno al collo e mi circondò un fianco con il suo braccio, non mi aiutava però era dolce come gesto. Mi accompagnò fino in camera dove mi stesi immediatamente sul mio letto. Lei rimase a guardarmi poi prese il mio pigiama e  mi tolse le scarpe.

-Jenis, ce la faccio da solo- dissi contrariato.

-Ma io lo faccio perché ti voglio bene- nascondeva qualcosa, mi porse il pigiama e aspetto che mi fossi cambiato.

-Adesso puoi andare a dormire pulce-lei si avvicino e mi abbracciò. –Che c’è?-

-Ho fatto un incubo- lo sapevo.

-Vuoi restare con me?- lei annuì e dopo essermi messo sotto le coperte le feci spazio e l’abbracciai. –Che incubo era?-

-Ho sognato Kagome- mi irrigidii –Piangeva tanto e diceva cose strane-

-Cosa?-

-Che non mi voleva più bene perché tu le avevi fatto male e poi tu sei apparso alle mie spalle con un’altra ragazza. Era brutta e cattiva mi trattava male e tu ti divertivi a vedermi piangere e dicevi anche a Kagome che tu non l’amavi più-

-Che stupido sogno- dissi tra i denti abbracciandola ancora di più.

-A me Kagome piace- disse sbadigliando –Non vi lascerete mai vero?-

-Adesso dormi pulce- le baciai la testa. Presi sonno molto tardi turbato da quello che stava accadendo.

 

Quando mi svegliai Jenis era accoccolata sul mio letto, era cresciuta molto ed era da tanto che non dormiva con me. Le accarezzai i capelli e notai che erano molto simili a quelli di Kagome, sorrise nel sonno e rimasi a guardarla fino a quando non si svegliò.

-Buon giorno- le dissi sorridendo.

-Ciao Ninu- le baciai la fronte e osservai i suoi occhi uguali ai miei. Avrei ucciso di botte chiunque l’avesse fatta soffrire. –Già sei sveglio?- annuì –Stavo pensando…-

-Già di prima mattina?- la interruppi ridendo divertito alla sua faccia.

-Dicevo… mi porti a fare una passeggiata?-

Sospirai:- mi piacerebbe ma hai dimenticato la mia ferita?-lei annuì dispiaciuta.-Ma ti prometto che il giorno stesso che andrò a togliere i punti andiamo da soli a comprare un gelato e facciamo anche una bella passeggiata- lei sorrise e mi abbracciò contenta. Rimanemmo nel letto ancora un po’ fino a quando non entrò mia madre a dirci che era pronta la colazione.

Quando scesi controllai il mio telefono che era rimasto sul tavolo dove l’avevo lasciato la sera prima. Guardai ma niente. Nessun messaggio, nessuna chiamata.  Distolsi lo sguardo e parlai con mio padre.

 

Per tutta la giornata nessuna telefonata e neanche un messaggio, lo ammetto mi diede molto fastidio. Così nervoso la chiamai io, ma al suo telefono mi rispose la segreteria telefonica. Provai altre tre volte ma lo stesso.

-Ti vedo nervoso- non mi girai a guardare mio fratello in costume pronto a tuffarsi. Accarezzai ancora Demone che era sdraiato sulla sdraio accanto a me.

-Cosa te l’ha fatto pensare?-

-Niente, solo il  tuo continuo guardare il telefono- sorrise e mi diede molto fastidio, mi accesi una sigaretta… la quarta in verità –E anche per la sigaretta-

-Fatti gli affari tuoi-

-Cosa ti è successo? Inuyasha è tornato?- sorrisi ironico –Decisamente-

-Non è andato mai via-

-Credi?- mi guardò e io lo sfidai –Non credo a quello che ti sto per dire ma è così…- alzai un sopracciglio –Torna a essere il ragazzo di Kagome e smettila con questa stupidata-

-Tanto tra poco ci separeremo-

-E questo che ti preoccupa? La vostra separazione?- distolsi lo sguardo  -Che stupido a credere di poter tornare quello che eri prima, ormai ti sei fatto fregare fratello…-

-E tu che ne sai che non posso tornare me stesso?-

-Perché non eri tu- rise –e poi così non fai altro che allontanarla da te-

-Cosa ne sai tu?-esclamai guardando la sigaretta.

-Credimi,sono fregato anche io e ti assicuro non c’è migliore fregatura del mondo- rise e si tuffò. Era imbarazzante sentire mio fratello parlare a quel modo.

-Andiamo Demone devo riprovare a chiamare qualcuno di importante- Demone mi seguì fino in casa dove avevo lasciato il telefono e sorrisi contento quando vidi la sua chiamata persa.

 

-Scusa, ma ho acceso solo adesso il telefono e ti ho chiamato subito, ma quando ho visto che non rispondevi ho attaccato ho immaginato che eri da qualche parte- sorrisi perché non mi aveva detto neanche ciao.

-Non preoccuparti- la rassicurai.

-Comunque ciao- mi disse dolcemente.

-Ciao bellezza- immaginai sorridesse. –Allora come mai avevi il telefono spento-

-Vuoi proprio saperlo?- non risposi –Non volevo sentirti, avevo bisogno di stare per conto mio-

-Va bene-

-Sei arrabbiato-

-Un po’- ammisi –mi sei mancata- tanto, troppo.

-Mi dispiace-

-Ma adesso sei tutta per me no?-

-Si, solo per te!- rise –Come stai?-

-Male i punti tirano- mi lamentai –E tu?-

-Sono andata a fare shopping, ti ho comprato anche qualcosa che ti piacerà di sicuro-

-Cos’è?- chiesi curioso e un po’ nervoso che fosse uscita senza avermi detto nulla.

-Sorpresa, ma te la porterò più tardi-

-Allora vieni qui?-

-Se posso-

-Kagome casa mia è casa tua e lo sai, non voglio più sentirti dire questa cosa- lei tacque e io mi pentii di averla trattata male. –scusami. In questo periodo mi sento strano e nervoso, forse sono i farmaci-

-Si, non preoccuparti-

-Con chi sei andata a fare spese-

-Da sola- mi misi a sedere meglio sul divano.

-Non devi uscire da sola- la scena di lei nel bagno di quel locale a Roma dove quel lurido la toccava mi tornò alla mente –E gradirei essere informato quando esci-

-Sei paranoico- aveva ragione ma lo dicevo per lei… o forse no.

-Io lo dico per te!-

-Si certo…- era irritata l’avevo aggredita due volte in meno di cinque minuti –Visto che sei nervoso ti lascio da solo io ho ancora delle cose da fare e poi passo da te-

-Kagome aspetta, mi dispiace-

-Ci vediamo dopo- ma non attaccò –Quando… quando vengo devo parlarti- quella richiesta mi fece uno strano effetto.

-Di cosa- la mia voce era bassa e preoccupata.

-Ne parliamo dopo, adesso riposa- rimasi a guardare Demone –Inuyasha?-

-Sì, sono qui-

-Ti amo-

-Anche io…-

-Allora a dopo-la sua voce era bassa quasi preoccupata e ciò mi fece venire altri dubbi. Staccò e io rimasi nella stessa posizione ad ascoltare lo squillo del telefono. Poi staccai.

Di cosa voleva parlare? E poi perché l’aveva detto con quella voce? Mi nascondeva qualcosa? Voleva lasciarmi? Ma mi aveva detto che mi amava e se l’avesse detto solo per tranquillizzarmi? La nostra storia stava per finire prima del tempo? Mille domande affollavano la mia mente, mi passai una mano nei capelli con stizza poi mi afflosciai sul divano. Cosa stava accadendo. Dio voleva punirmi?

 

Aspettai molto, passarono delle ore prima che ricevessi il suo messaggio che mi avvisava che stava arrivando. Erano le cinque e mezza e l’attesi guardando fuori dalla finestra, le sue parole mi perseguitavano e non riuscivo a tranquillizzarmi. Mio padre era dovuto andare a lavoro, Sesshomaru era uscito con Nari e Jenis era andata da una sua amica. Mia madre invece era in giardino che leggeva un libro. Mentre i domestici mettevano in ordine e quelli che finivano tornavano alle loro case. Sospirai quando vidi una macchina nera entrare nel mio viale e parcheggiare. Kagome scese era bella più che mai. Indossava un paio di  jeans, scarpe con il tacco come suo solito, maglia a mezze maniche bianca e rosa ed aveva un foulard  rosa. Portava gli occhiali da sole, la borsa sulla spalla e una scatola che manteneva per il fiocco,ma aveva qualcosa di nuovo… i capelli. Era andata dal parrucchiere, aveva tagliato un po’ le punte e aveva sistemato il ciuffo… non era cambiata molto ma avevo notato la differenza. Aprii la porta prima che bussasse e lei mi sorrise togliendo gli occhiali.

-Sei bella- le dissi guardandola come un ragazzino al primo appuntamento.

-Grazie- mi avvicinai e la baciai, stringendola possessivo. –Se faccio questo effetto vado più spesso dal parrucchiere- parve pentirsi di quello che aveva detto perché il suo sorriso si affievolì.

-Non è il tuo aspetto che mi fa questo effetto…- lei mi guardò offesa ma io sorrisi –Non fraintendermi mi fai sempre questo effetto, ma mi hai turbato- capì a volo perché, si staccò e mi sorrise.

-Mi dispiace- annuii –Tieni queste è la mia sorpresa… spero ti piaccia- era emozionata glielo leggevo negli occhi. Sorrisi curioso e la presi per mano entrando in cucina. Aprii il pacco e sorrisi soddisfatto prendendo la giacca di pelle, era stupenda. –L’ho vista in vetrina e mi sei venuto in mente così l’ho presa senza pensarci-

-È bellissima grazie- le stampai un bacio e la provai,lei mi aiutò quando mi vide in difficoltà per via del fianco. Mi stava a pennello… ero fico.

-Sono soddisfatta- le sorrisi.

-E tu cosa hai comprato?- lei mi spiegò un po’ cosa aveva comprato e l’ascoltai volentieri. Ma fummo interrotti da Demone che si catapultò da Kagome facendo le feste come non aveva fatto con nessun’altra e pure si erano visti qualche giorno prima.

-Ciao cuccioletto- quel nomignolo non gli si addiceva, era tutto tranne che cucciolo. –Sei bellissimo, come il tuo padrone- mi guardò sorridendo e poi lo lasciò andare e salutò mia madre, che era rientrata.

-Ciao Kagome-

-Salve signora- l’abbracciò –Come va?-

-Bene grazie,scusatemi ma vado a finire di scrivere il mio libro mi manca ancora tanto lavoro- Kagome annuì e la salutò di nuovo.

-Allora abbiamo un posto dove poter parlare senza che nessuno ci interrompa? È una cosa seria- il suo sguardo serio mi preoccupò, annuii impassibile.

Andammo in camera mia e lei posò tutto sulla sedia poi sospirò e si voltò verso di me che mi ero seduto.

-Di cosa vuoi parlare?- la mia gola era secca e la guardai cercando di capire cosa volesse dirmi.

-Sono stanca di vederti fare solo stronzate- mi colpì la sua affermazione –Adesso tu mi dici con chi stavi parlando a telefono ieri quando ti ho lasciato solo!- aveva cambiato espressione.

-Mi hai spiato!- l’accusai, in realtà fu una reazione involontaria.

-Non accusarmi!- esclamò irritata –Dimmi il nome della ragazza con cui stavi parlando-

-Si chiama Koa, la consoci è la ragazza di  Mesu- la guardai accigliato –L’ho chiamata perché avevo bisogno di un consiglio-

-Su cosa?- incrociò le braccia al petto.

-Kagome davvero sei arrabbiata per una cosa del genere?-

-Non hai risposto alla mia domanda!-

-Su un argomento che non ti riguarda!-

-Tutto ciò che fai, con chi parli, e cosa dici mi riguarda se non l’hai capito ancora allora non stancarti a fare di nuovo il mio numero!-

Mi accigliai:-Sei impazzita per caso?-

-Si Inuyasha sono impazzita! Tu continui a nascondermi le cose mentre io ti dico sempre tutto!- urlò esasperata –E poi perché puoi fare solo tu la parte del geloso? Cosa credi che io non muoia di gelosia quando saluti persino Sango! E non mi guardare così…- disse acida –Ascoltami bene, sono uscita da sola per vedere quanto tu mi potessi mancare se non ti avessi sentito per  almeno due ore e sai cosa ho scoperto?- la guardai ancora accigliato –Che non averti accanto mi uccide! Eppure devo farlo perché tra poco ci separeremo ma…- si portò una mano agli occhi quando la sua voce si spezzò, fece un respiro –Ma non riesco neanche a pensarlo! E poi tu mi eviti,mi tratti come una bambina che non capisce nulla…- si asciugò una lacrima con stizza e io mi sentii male. –Quando ti ho sentito parlare con quella Koa io mi sono chiesta se tu non mi stessi per lasciare…-

-Come hai potuto solo pensarlo?- chiesi amareggiato.

-Non lo so!- urlò, poi chiuse gli occhi e fece un altro respiro profondo –Ti ho detto quello che volevo dirti adesso posso pure andare, mi stanno aspettando- le afferrai la mano, ma lei non mi guardò.

-Kagome non puoi andartene così!-

-Si che posso!- urlò ancora –Abbiamo sbagliato dall’inizio e adesso è arrivato il momento di separarci- i suoi occhi erano lucidi ma non versò più una lacrima –Adesso lasciami per favore-

-No-

-Guarisci presto Inuyasha e buona fortuna - allargò le mie dita sul suo polso con l’altra mano, io non riuscivo a parlare né a muovermi, la guardavo supplicandola ma lei si morse le labbra e scosse la testa. Si avvicinò al mio orecchio: -ti amo Inuyasha… addio- mi posò un bacio sulla guancia e dopo uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.

Non riuscivo a credere a quello che era successo, non poteva avermi lasciato per davvero e soprattutto una settimana prima del suo compleanno e della mia partenza. Mi avvicinai alla porta e feci  per aprirla ma mi fermai…forse era meglio così. La verità e che lei era stata più coraggiosa io invece non avevo parlato, impaurito. Diedi un pugno la porta e non potei evitare di non sentirmi frustrato e triste. Lei mi aveva lasciato e adesso ero solo.

-Inuyasha!-la voce di mia madre mi riscosse –Cos’è successo? Kagome è andata via di corsa e…- ma si zittì vedendo il mio sguardo e capì a volo. –Mi dispiacere amore mio- mi abbraccio e io la lasciai fare mentre pregavo di svegliarmi da un momento all’altro… ma non era possibile quell’incubo non era un sogno ma la crudele realtà.

 

 

 

Salve miei cari! Come va? Io mooooolto stanca fortunatamente per me niente scuola fino a lunedì per questo eccomi qui a postare l’undicesimo capitolo *^*… manca pochissimo ormai, mi tremano le gambe al pensiero. Però sapete è bello ho finito di scrivere questa storia l’anno scorso d’estate e ora l’ho postata e ho tanti lettori :D. non mi dilungo più di tanto (anche perché non frega a nessuno XD ). Allora cosa en pensate di questo capitolo? Abbiamo scoperto che il vero maniaco di Kagome era… Kikyo! L’avevo detto che il lupo perde il pelo ma non il vizio… e poi il segreto di Inuyasha, la decisione di Kagome, i due che si lasciano…(alzi la mano chi ha avuto la sensazione di avere un infarto). Ebbene si la storia tra Kagome e Inuyasha è finita purtroppo…

Okey. Ringrazio tutti i lettori come sempre. Siete mitici.

E chi recensisce sempre:

-Alys93: ciao tesoro, tu sei sempre troppo gentile con me ( scrivo ma non sono mica un scrittrice di fama XD). Vorrei poterti aiutare dandoti dei consigli (giuro che sono rimasta a bocca aperta quando mi hai chiesto il consiglio *^*). Ti dico per esperienza personale usare la prima persona al presente è molto difficile. Richiede uno sforzo immane anche perché dovresti essere molto attenta a ogni cosa che il personaggio vede, sente o percepisce. Dovresti essere molto attenta soprattutto al linguaggio, alla descrizione dei luoghi ed è difficile far capire al lettore ciò che gli altri personaggi, visti dal protagonista, fanno. Cercherò di scriverti al più presto per messaggi privati così cerco di aiutarti. Potresti però parlare al passato tenendo presente che sono ricordi… beh cercherò di essere un po’ più chiara... per quanto riguarda il capitolo, come vedi hai ricevuto le risposte alle tue domande. Naraku è ancora rinchiuso e Kikyo si è fatta vedere ancora una volta. E anche se la storia è quasi giunta al termine non finisce qui ( Kikyo scompare definitivamente da questo capitolo in poi :D) E comunque Inuyasha parlerà anche nel prossimo capitolo e poi lo sentiremo anche in altri capitoli. Ti lascio con un abbraccio e un grazie infinite!

Abbraccio tutti voi! Un bacio Kanemi!

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Capitolo 12
*** Capitolo XII ***


Capitolo XII

Diario di un sogno impossibile!

Capitolo XII

E se fosse Inuyasha a raccontare?

 

 

 

 

I sette giorni passarono lentamente. Li  passai a guardare il nulla nella mia stanza, pensavo e ripensavo alle sue parole, alle sue lacrime. Ne ero certo che stava peggio di me e nonostante tutto io non la odiavo. La pensavo sempre di più, spesso ero stato sul punto di chiamarla ma all’ultimo momento ricordavo quello che era successo.

Mi trovavo in macchina con mio fratello e mia madre mentre mi accompagnavano all’ospedale. Guardavo la strada scorrere ma in realtà non la vedevo. Ero contento del fatto che finalmente avrei tolto quei punti perché avrei potuto riprendere la moto e poter sfrecciare tra le strade. Il giorno prima avevo chiamato Kaori e le avevo spiegato che io alla festa non ci sarei più andato ma l’avevo pregata di passare a casa mia per una cosa. Così quella sera sarebbe venuta e le avrei spiegato la situazione. In ospedale attesi il mio turno e non ci misero molto a togliere quei punti fastidiosi.

-Noto con piacere che la ferita si è rimarginata completamente- disse il dottore a mia madre –Ottimo lavoro- sorrisi –Ma dimmi, dov’è la tua ragazza?-

-Dottore è qui che devo firmare?- mia madre riuscì a distrarlo e io ne approfittai per uscire.

“Già dov’è Kagome adesso?” pensai. Koga e Miroku non mi potevano dire nulla e io lo accettai, ma per quanto ancora avrei potuto resistere? Uscii dall’ospedale e mi avviai alla macchina dove Sesshomaru ci aspettava parlando a telefono. Gli feci segno di salutarmi Nari ed entrai.

Tornati a casa chiamai Jenis e aspettai che fosse pronta, le avevo promesso che l’avrei portata subito a fare un giro e lei ne era stata entusiasta. La portai a mangiare un gelato e passeggiammo sulla spiaggia.

-Inuyasha?- lei sorrise –Quando sarò grande posso fidanzarmi anche io?- sorrisi a quella richiesta.

-Quando sarai grande sarai libera di fare ciò che ti pare, non devi chiedere il permesso a me-

-Ma se poi soffro?-

-Alcune cose fanno soffrire ma sono quelle che fanno crescere- lei annuì –Ma tranquilla, se un ragazzo ti farà soffrire gli spezzerò le gambe- lei rise  e corse sul bagno asciuga.

-Sei felice Inuyasha?- mi chiese quando la raggiunsi. Io scossi la testa –E Kagome a farti soffrire?- scossi ancora la testa. Il suo sogno aveva fatto centro.

-No, non è lei-

-Allora perché sei triste?-

-Perché la amo troppo-

-Allora l’amore è una cosa brutta-

-Si la più brutta del mondo- lei mi guardò con un sopracciglio alzato, confusa –Vedi l’amore è così bello che basta poco per farti soffrire-

-Allora è bello!-

-Si è bello!-

-Ninu mi confondi!- esclamò mentendosi le mani sui fianchi –Allora l’amore è bello o è brutto?-

-È bello- risposi dopo averci pensato,lei sospirò di sollievo e io scoppiai a ridere.

-Kagome perché non viene più?-

-Perché ci siamo lasciati e non mi dire che non l’avevi capito-

-Si, l’avevo capito però non significa niente, cioè io e lei non eravamo fidanzate- sorrisi sedendomi sulla sabbia e mettendomela davanti.

-Kagome è triste, molto- lei soffriva più di me perché aveva fatto quello che Kikyo aveva fatto prima di lei. –E se ti vedesse si rattristerebbe di più- lei annuì e mi abbraccio.

-Io ti voglio bene Inuyasha- io ricambiai l’abbraccio –Tanto-

 

Mentre guidavo mi accesi una sigaretta, non l’avevo mai fatto ma la conversazione che avevo avuto con mia sorella mi aveva fatto pensare a delle cose. Erano passati sette giorni, e glieli avevo concessi per ripensarci ma lei non era tornata… non voleva venire? Bene sarei andato io da lei.

-Jenis ti va di andare a trovare una persona?-

-Chi?-

-Kagome- lei sorrise contenta e si sedette più composta infilandosi la cintura che prima non aveva messo.

 

Arrivammo al cancello, apparentemente la casa era tranquilla, ma sapevo che stavano finendo con i preparativi della festa. Bussai e Dolores mi aprì il cancello e dopo la porta.

-Inuyasha!- la voce di Elys mi sorprese come le sue braccia che mi strinsero –Sono contenta che tu sia venuto-

-È un piacere rivederti- lei mi osservò e di sicuro capì che ero non solo arrabbiato ma molto determinato, ero venuto a riprendermela.

-Ciao Jenis come stai?- mia sorella rispose gentilmente e fece un inchino –Kagome non c’è ma puoi aspettarla sopra, dovrebbe arrivare da un momento all’altro- annuii e feci per salire ma lei mi fermò. -Lei non voleva dirti quelle cose- disse guardandomi dolcemente.

-Lo so Elys, per questo sono venuto io- sorrisi e proseguii.

Aspettai per una buona mezzora nel buio della camera, aveva chiuso le imposte e questo giocava a mio vantaggio. Quando sentii la sua voce che avvisava che era tornata mi rasserenai e l’attesi seduto sul letto. Quando entrò e accese la luce si stupì di vedermi, le borse che aveva tra le mani le scivolarono a terra e mi guardò come se fossi un fantasma.

-Che… che ci fai qui?-

-Secondo te?- dissi serio guardandola –Sono passati quasi sette giorni ed ho aspettato, ho sperato, ma niente-

-Mi sembra di essere stata chiara… io e te non stiamo più insieme-cercò di essere acida, ma non poteva ingannarmi, si abbassò a riprendere le borse e a posarle accanto alla porta. Evitava il mio sguardo.

-Perché?- la mia calma la mise a disagio. Chiuse la porta alle spalle e io la osservai, aveva pianto ancora.

-Non siamo fatti per stare insieme, la nostra relazione si poggia solo sul dolore che entrambi abbiamo provato- sorrisi e lei tacque.

-Tu credi che io possa credere a una stronzata del genere?- mi guardò mentre mi avvicinavo a lei –Non sono stupido Kagome-

-Se fossi stato intelligente non saresti venuto-

-Mi pare di avertelo detto altre volte che il tuo ignorarmi mi uccide!- esclamai con tono più forte –Ho passato i giorni a sperare che tu tornassi e invece ogni giorno era una stilettata al cuore… ma non potevo restare a guardare il tempo scorrere-

-Devi andare via-

-Non mi dire di andare via!- urlai battendo un pugno sulla porta, spaventandola. –Tu non puoi lasciarmi per delle stronzate, tu non puoi dirmi che quello che proviamo proviene da un sentimento di compassione perché non ti posso credere!- lei mi guardò corrugando un po’ la fronte, quanto era bella quando si arrabbiava.

-Tu…-

-Ci siamo già lasciati Kagome, il nostro addio è stato già sigillato adesso smettila con questa parte e lascia che ti resti accanto fino a che uno dei due non deve andarsene- fui preciso, ma neanche allora ebbi il coraggio di dirle la verità.

-Hai una minima idea di quanto mi sia costato dirti quelle cose? Ho cercato mille modi per ferirti e non farmi cercare più e mi sento più sporca di quanto io non lo sia già!- la guardai il tremore alla mano diminuiva –Non volevo che tu soffrissi!- urlò –Ma l’ho fatto di nuovo! Sono spregevole come Kikyo-

-No tu…-

-Si lo sono- quel pensiero ormai gli si era incollato in testa e non sarebbe stato facile eliminarlo.

-No, non lo sei- le accarezzai la guancia e lei chiuse gli occhi –Tu non sarai mai come lei-

-Ma ti ho detto…-

-Quello che mi hai detto non l’ho neanche ascoltato perché erano tutte balle e lo so- lei mi guardò e io vidi i suoi occhi lucidi. –Mi dispiace ma tu non ti libererai di me così facilmente- l’abbracciai improvvisamente e a lei scese qualche lacrima.

-Perdonami- singhiozzo.

-Non ho nulla da perdonarti- lei mi strinse i fianchi con le sue braccia. Chiusi la porta a chiave e dopo la baciai. Quel bacio sapeva di ritrovato e mi piacque da morire, anche se il salato delle sue lacrime si mischiava con il suo sapore. –E questa volta tu non scapperai da me- la baciai ancora e lei mi spinse verso il letto. Al diavolo quella promessa, avevo bisogno di lei in tutto il suo essere e quello richiedeva anche il suo corpo. Non ci importò molto del fatto che al piano inferiore ci fosse la padrona di casa con mia sorella, c’eravamo solo io e lei. Rifare l’amore con lei dopo tanto tempo fu come la prima volta. Non mi rendo ancora conto di come fossi riuscito a resisterle. Quando appagammo il nostro desiderio e il nostro bisogno lei si stese accanto a me con la testa appoggiata al mio petto.

-Grazie- le dissi e lei rise –Sai che è solo una pausa?-

-Si, ma se ti dicessi che mia madre ha sentito tutto?- sorrisi divertito, non mi importava proprio nulla.

-Non mi importa, ho bisogno di te- lei mi baciò il mento –Sei bella- dissi alzandomi sui gomiti e guardandola.

-Non mi importa- la guardai sorpresa –voglio sentirti dire altro- feci finta di non capire ma sapevo cosa voleva.

-E cosa?- si accigliò e io le feci il solletico e poi la baciai –Per caso sono due parole?-

-Si- sorrise.

-Cinque lettere?- lei annuì accarezzandomi il mento –Non mi viene in mente niente- dissi ridendo.

-Ah davvero?-io annuii –Allora sarà meglio che ti lasci solo a riflettere- fece per alzarsi ma io la tirai di nuovo e lei scoppiò a ridere.

-Forse mi sono ricordato qualcosa-lei girò la faccia dall’altro lato –Ti amo- sorrise e il mio cuore batté fortissimo. –Dio se ti amo- le accarezzai il fianco e poi la guancia.

-Anche io amore mio- la baciai ancora e ancora, ma non facemmo altro –Sarà meglio alzarci-

-E se rimanessimo ancora così?- lei sorrise.

-Non sai quanto mi piacerebbe- mi sussurrò all’orecchio e mille brividi percorsero la mia schiena provocati dalla sua mano delicata che la percorse  –Ma devo fare molte cose- sospirai e mi alzai con lei. Era passata ormai un’ora e mezza e se non fossimo scesi ci avrebbero dato per dispersi.

-Comunque stasera tu vieni con me- lei annuii e mi abbraccio. Scendemmo insieme e ad aspettarci c’erano tutti compreso Naraku. Poteva guardarmi male quanto voleva, ma non gli avrei dato soddisfazioni così sorrisi.

-Ciao Kagome!- la salutò Jenis abbracciandola forte.

-Ehi ciao, non sapevo che fossi qui- le baciò la testa.

-Noto con piacere che avete fatto pace- la voce di Elys sembrava divertita e imbarazzata allo stesso tempo.

-Alla grande- risposi e guardai Kagome che sorrise divertita mentre abbracciava Jenis –Piacere di rivederti Naraku-lui mi strinse la mano incenerendomi.

-Resti qui?- mi chiese Kagome e io la strinsi.

-Devo riaccompagnare Jenis a casa-

-Potete restare entrambi- la guardai.

-Ho un’idea migliore- le stampai un bacio –Elys rapisco tua figlia per qualche ora-

-Il riscatto non te lo pago- rispose sorridente.

-Jenis andiamo oggi passerai l’intera giornata con noi, te l’avevo promesso no?- lei esultò mentre Kagome mi guardò un po’ confusa –Non voglio lasciarti ancora da sola-le sussurrai, lei mi strinse confondendomi un po’.

Le portai al centro di Tokyo sulla torre dove prendemmo un tavolo per mangiare. Jenis si incollò ai finestroni ammirando il nostro paese. Kagome la guardava sorridendo e quando si sentì osservata mi guardò interrogativa… le avrei dovuto dire che sarei stato io a partire prima, ma non ci riuscivo.

-Sei magnifica-

-Lo so- disse divertita e io risi.

-Anche modesta-

-Il mio secondo nome è sincerità- annuì ridendo ancora –Vado in bagno- disse alzandosi e il la guardai dirigersi verso il bagno e notai che gli uomini presenti l’avevano guardata ammirati mentre le loro compagne, invidiose, li incenerivano con gli sguardi di fuoco. Sospirai, nella mia mente c’era una lotta tra cuore e ragione. Il cuore diceva di restare e tenermela solo per me, la ragione urlava di lasciarla vivere e realizzare il suo sogno anche se questo significava lasciarla e odiare tutti quelli che ci avrebbero provato e l’avrebbero guardata.  Guardai mia sorella pensando anche  a lei quando sarebbe cresciuta, era bella come una stella e ne ero sicuro che avrebbe quasi raggiunto i livelli di Kagome. La gelosia mi assalì e mi stupii, non credevo di essere geloso a tal punto.

Ci ritirammo a casa che era molto tardi e Jenis si era addormentata. Accompagnai Kagome a casa e come nei film americani la baciai sotto al portico, il problema è che lei ricambiò con tanta intensità che mi fece bruciare. La strinsi forte approfondendo ancora di più il bacio facendola ridere.

-Se continuiamo così finiamo per farlo qui fuori- disse tra un bacio e l’altro.

-Non mi importa-

-Se ti dicessi che i miei vicini ci stanno guardando?-

-Non mi importa- dissi baciandole il collo.

-E Jenis?- sorrisi continuando poi a baciarle il collo.

-E se vi dicessi che vi sto guardando io?- alzai lo sguardo e vidi Naraku guardarci con aria molto severa. Mi allontanai piano da Kagome, senza fretta.

-Ciao papà- disse lei sorridendo e dandomi un pizzico al braccio facendomi male, mi guardò rimproverandomi.

-Non vi fate beccare più da me così, altrimenti Elys dovrà difendervi per atti osceni- sorrisi annuendo.

-Ci vediamo domani – le dissi stampandole un altro bacio sulle sue morbide labbra.

-Chiamami appena torni a casa- annuii e me ne andai stringendo poi la mano a Naraku.

 

Quando tornai a casa nonostante l’ora mia madre era nel salone mentre scriveva ancora il suo libro. La salutai baciandole la testa, lei non mi disse niente ma mi sorrise aveva capito che ero di buon umore e anche la sua causa.

-Dov’è papa?- le chiesi dopo aver dato uno sguardo al suo lavoro.

-È ancora nel suo studio- annuì e lo raggiunsi.

Era a telefono che parlava in francese, lui mi notò e mi fece segno di avvicinarmi –Trés bien, Adieu- chiuse la comunicazione sorridendo. –Qual buon vento ti porta in questo studio?-

-Affare andato bene?-

-Ho licenziato una persona- la freddezza con cui lo disse mi stupì lesse la domanda nei miei occhi –Tuo fratello si trasferisce in Francia e prenderà il posto del mio sostituto in Francia- notai che quella scelta gli era costata molto –Gli ho promesso un altro posto-

-Allora non è un licenziamento- lui sorrise annuendo –Non te ne vorrà male, ma tu come l’hai presa?-

-Inuyasha, l’unico dei miei figli che ha deciso di seguire la mia strada se ne sta per andare e io non potrò seguirlo passo passo, dovrà imparare tutto da solo- annuì capendo la situazione.

-Lo so di essere una delusione, ma ho faticato tanto per arrivare dove sono arrivato- mio padre scosse la testa.

-Inuyasha i tuoi voti a scuola erano eccellenti, il tuo comportamento e cambiato e ne sono fiero. Hai faticato per raggiungere il tuo obbiettivo e l’hai fatto da solo, senza il mio aiuto… sono molto fiero di te, non sai quanto- sorrisi imbarazzato ma soprattutto grato. –Anche se lo sai la mia azienda ha le porte sempre aperte per te-

-Grazie papà-

-Allora, non sei venuto a parlare di questo…- scossi la testa –Come posso esserti utile?-

-Ho bisogno di un consiglio- lui si fece attento drizzando la schiena e poggiando i gomiti sulla scrivania di mogano. –tra due giorni Kagome compirà diciotto anni e ho solo un regalo per lei… non so cosa farle-

-Beh dovresti  chiedere a tua madre- mi disse.

-Mamma mi consiglierebbe un bacio- lui rise concordando. –Allora qualche idea?-

-Parigi, Madrid, Roma, Berlino e Londra- alzai un sopracciglio non capendo –Sono famose no?- io annuì divertito –E se nello stesso momento fuochi d’artificio dietro ai monumenti più importanti illuminassero il cielo notturno solo per lei?- sorrisi –In più potresti scrivere qualcosa e lo faremo appendere ai monumenti?-

-Sei un genio- dissi scoppiando a ridere per l’ottima idea.

-Naturalmente non dovrete viaggiare per vederle pagherò anche qualcuno che riprenda per noi-

-L’unico problema sono i soldi- dissi.

-Inuyasha, hai un padre che è famoso- sorrise in modo lupesco –ci penserò io poi una parte me la restituirai quando otterrai i tuoi stipendi-

-Ci sto- gli strinsi la mano –Grazie-

-È il minimo che posso fare per quella ragazza Inuyasha, io gli devo la tua felicità- per la prima volta dopo anni e anni io abbracciai mio padre come fa un bambino quando il padre gli porta un regalo da un viaggio. Lui in un primo momento rimase sulle sue poi ricambiò l’abbraccio e io mi sentii bene. Quando ci separammo gli sorrisi e notai mia madre che commossa era rimasta sulla porta e ci sorrideva. Abbracciai anche lei poi andai in camera mia lasciandoli da soli.

 

-Ti amo- le dissi per telefono quando rispose.

-Come mai tutto questa  passione?-

-Vorresti dire che non sono sempre così passionale?- lei rise –Così mi offendo-

-No, hai ragione lo sei sempre- sorrisi –Allora come mai di buon umore-

-Beh ho fatto l’amore con te questo ti da un indizio?- lei rise, ancora. Che bello quel suono. –E poi ti ho rivista e abbiamo fatto pace-

-Ti amo Inuyasha-

-Tieni queste parole solo per me- le dissi improvvisamente serio.

-Non potrei dirle a nessun altro- sorrisi quando la sentii sbadigliare.

-Stai dormendo in piedi- lei mugugnò  -Buona notte Kagome-

-Ciao anima mia- staccò velocemente mentre io rimasi con il telefono ancora all’orecchio.

 

Il giorno successivo lasciai il foglio a mio padre che mi disse che sarebbe stato tutto pronto giusto in tempo. Io uscii con Koga a comprare qualcosa di adatto per la festa.

-Quindi non hai intenzione di dirglielo- rimasi in silenzio concentrato a guardare la strada –Almeno una risposta a me la devi-

-No- lui scosse la testa.

-Te ne andrai senza dirle niente?- chiese ancora.

-Si e no- parcheggiai e scendemmo dall’auto.

-Cosa significa?-

-Che non sarò io a dirglielo- lui mi guardò interrogativo –lo saprà dal mio regalo-

-Mi stai facendo soffrire la ragazza più importante della mia vita-

-Credevo fosse Kagura- lui si fermò e mi guardò severamente.

-Kagura è importante e se sentisse quello che sto per dire mi lascerebbe all’istante perché non mi capirebbe- mi accigliai già inviperito da quello che ancora doveva dire –Io Kagome la amo ancora… ma non in quel senso quindi quando saremo da soli guardati alle spalle- mi superò prendendo il cellulare e componendo un numero. Lo guardai andare via mentre sorrideva…di sicuro Kagura, sensi di colpa? Probabile… e io?

Tanti… forse i miei ne erano anche troppi per una sola persona. Lo seguii e poi ci dedicammo ai nostri acquisti. Comprai anche un nuovo telefono e una nuova scheda e quando finimmo ci fermammo a un bar.

-Offro io- dissi a Koga che controllava l’ora.

-Bene perché sono rimasto senza un soldo- sorrisi –due caffè-

-Koga mi dici una cosa?- lui annuì distrattamente. –Qual è il concorso a cui parteciperà Kagome?-

-Top secret – rispose guardandomi divertito –Non posso dirlo, soprattutto a te, mi ha pregato-

-Perché non vuole?-

-Ha paura- disse tornando serio –dice che vi devo rivelare di che concorso si tratta solo se arriva in finale-

-Che stupida-

-E io non ci sarò- non riuscivo a capire perché Miroku e Koga fossero così legati a Kagome… perché per ogni cosa erano sempre in mezzo? –L’ho sempre accompagnata io alle sfilate-

-Io ti ho fatto un favore facendoti entrare nel mondo delle moto adesso non farti venire i sensi di colpa-

-Come puoi pensare una cosa del genere?- disse accigliato –Io ti ringrazio per quello che hai fatto, non potrei mai mollare la moto proprio adesso-

-Allora non dire che vorresti stare accanto a lei perché sono io il primo che non vorrebbe lasciarla- mi scostai per permettere alla cameriera di poggiare la tazzina.

-Posso portarvi altro?- disse, io la guardai e notai il suo sguardo ammirato.

-No grazie- risposi più calmo. Lei se ne andò un po’ delusa.

-Sei tu che hai commesso l’errore di avvicinarti a lei-

-Errore?- risi –Kagome è tornata se stessa da quando è con me, io sono tornato me stesso da quando sto con lei… forse hai ragione è lo sbaglio più grande della mia vita, ma se mi dessero la possibilità di tornare dietro nel tempo io commetterei sempre lo stesso errore… tu non sai neanche lontanamente di come mi sento una schifezza a lasciarla, ma tu non puoi saperlo perché tu non hai mai sofferto. Questo è quello che mi fa più rabbia, vieni a giudicare quando tu non sai neanche come stanno le cose realmente-

-Dimmelo tu allora- mi sfidò.

-Quante volte ti ha detto Ti Amo?- lui non rispose –Quante volte ti ha detto che sta bene con te?-

-Tante…-

-Ma non te lo ha detto guardandoti nello stesso modo in cui guarda me- era vero –Quante volte ha fatto l’amore con te?- lui sospirò –Quante volte ti ha detto che è arrivata al punto di pensare di volere un figlio da te?- lui mi guardò e allora capì. Ecco il mio dolore…

-Mi dispiace- annuii e bevvi l’ultimo sorso. –Hai ragione non posso capire-

-Non augurerei la mia sorte neanche al mio più acerrimo nemico- scossi la testa –Su andiamo lupaccio-

-Cane, abbassa la cresta- risi e ce ne andammo. 

 

-Pronto?-

-Inuyasha- ero ancora in macchina con Koga avevamo deciso di vederci un po’ con i ragazzi alla pista. –Dove sei?-

-Sono con Koga- dissi poi scalai la marcia e riportai il telefono all’orecchio –In macchina e non dovrei essere a telefono-

-Allora ti chiamo dopo-

-No, figurati. Hai qualche problema?-

-No volevo solo sentire un po’ la tua voce-sorrisi –Visto che stamattina non mi hai chiamato-

-Ma ti ho inviato un messaggio-

-Vero- tacque un secondo –Inuyasha?-

-Dimmi amore-

-Devo uscire- rallentai al semaforo.

-Con chi e dove?-

-Con Sango e Rin le accompagno a fare compere per domani- guardai Koga –Solo che non riesco a rintracciare Kagura-

-È a telefono con Koga- risposi.

-Ah ecco… potresti dirgli se può chiamarmi- lo riferii a Koga che riferì a sua volta.

-Viene da te alle cinque-

-Va bene- era emozionata si sentiva dal suo tono.

-Sbaglio o sei emozionata?- chiesi divertito.

-Molto- esultò –Allora posso andare?-

-Da quando mi chiedi il permesso?-

-Non lo so-

-Ti ho mai detto di doverlo fare?-

-No- La volta scorsa non valeva… era stato per rabbia.

-Ti ho mai negato di uscire-

-No- rispose poco dopo.

-Non voglio che inizi adesso- lei non parlò –Ma mi ha fatto piacere che tu mi abbia avvisato-

-Grazie-

-A te, sempre- sospirai –Adesso devo staccare-

-Inuyasha?-

-Mmm-

-Niente… a dopo allora- volevo sapere cosa le passasse per la mente ma davvero dovevo staccare.

-A dopo –

-Si- aspettai che staccasse e poi agganciai anche io.

-Che stupida- Koga mi guardò e sospirò esausto –Cosa è successo?-

-Kagura è un tornado- risi divertito e accelerai.

Quando arrivammo i ragazzi ci avevano organizzato una piccola festa e ci fecero gli auguri per il nostro futuro lavoro. Ci divertimmo molto e alla fine come al solito ci radunammo a casa mia. Ci raggiunse anche Miroku che entusiasta si unì ai festeggiamenti, poi diede l’invito a tutti noi.

-Ah ragazzi non vedo l’ora che arrivi domani- tutti guardammo Miroku –Non vedo l’ora di festeggiare alla grande-

-A proposito c’è una festa stasera- guardammo tutti Koa che aveva un sorriso furbo –Che ne dite? Come i vecchi tempi?-

-Di chi è la casa?- Koga prese una seconda birra.

-Di quel damerino di Hojo- tutti scoppiammo a ridere –Divertimento assicurato, dicono che ci saranno molte persone e indovinate un po’?- tutti aspettammo che parlasse –Hojo si è svegliato e ci saranno molti alcolici-

-Allora è assicurato-

-Ci saremo-

-Infiltriamoci per l’ultima volta-

-Koga?-

-Cavolo se ci sarò- disse ridendo.

-Miroku?-

-Non perderei questa serata per nulla al mondo-

-Inuyasha?- tutti mi guardarono –Ci sarai?- guardai Koa che mi sorrise.

-Andata- i ragazzi esultarono e dopo esserci organizzati su chi dovesse rimanere sobrio per guidare le macchine ci separammo.

-Tu non vieni con noi?- scossi la testa a Haru –Potremmo passare una bella serata insieme- mi guardò maliziosamente e si avvicinò di più a me.

-Verrò con la moto- le spiegai.

-Allora puoi passare a prendermi- si avvicinò alle mie labbra ma io sorrisi.

-Mi dispiace Kagome sarà con me- lei si allontanò accigliata. –Sai è la mia ragazza-

-Non per molto- la cattiveria con cui disse quelle parole mi fece arrabbiare.

-Haru ti sei mai chiesta perché tutti ti danno una botta e poi via?- lei continuava a guardarmi –Perché sei peggio di Kikyo- forse ero stato molto cattivo, ma se l’era cercata. Raggiunse gli altri senza dire niente. Presi immediatamente il telefono e la chiamai, Kagome accetto con entusiasmo e ne fui contento. Le diedi appuntamento per le dieci le dissi ancora una volta quanto l’amavo e poi attaccai.

 

Durante il resto del pomeriggio non feci nulla di particolare giocai con Demone, feci qualche telefonata e poi parlai con mio padre.

-Tutto pronto- mi disse sorridendo –Sarà un bellissimo regalo… c’è solo un problema-

-Grave?-

-Non direi… - aspettai che continuasse –Lo vedrete solo tu e lei poi ci sarà una registrazione e lei potrà vederlo quando e con chi le pare- sorrisi.

-Fuso orario?- lui annuì. –Lo sapevo già…- improvvisamente mi era venuta un’idea e la dissi a mio padre che ci pensò su.

-Aspetta un secondo- prese il suo telefono e fece due chiamate, io lo seguii con lo sguardo e quando tornò fece una faccia demoralizzata –Alle cinque- sorrise soddisfatto del suo lavoro, quello sarebbe stato lo spettacolo e il regalo più bello che una ragazza potesse mai ricevere.

-Cosa confabulano i miei uomini?-

-Cara domani ti andrebbe di fare un giro con me?-

-Mi farebbe piacere, ma potrei chiedere come mai questa stupenda richiesta?- mio padre le si avvicinò e le stampò un bacio… erano imbarazzanti.

-Non posso passare un po’ di tempo con mia moglie?- lei alzò un sopracciglio –Ho saputo che ci sarà un bellissimo spettacolo- disse guardandomi.

-Davvero?- lui annuì –Oh e di che si tratta?-

-Di una storia d’amore- mamma sorrise e accettò. –Allora per le cinque-

 

 

La sera arrivò velocemente e quando fui pronto andai a prendere Kagome. Indossava una giacca di pelle nera chiusa fino al collo riuscivo solo a vedere la parte finale del vestito troppo corto.

-‘Sera- la salutai baciandola.

-Ciao- mi guardò sorridendo –Hai indossato la mia giacca-

-Si- le porsi il casco –Non credi che il vestito sia troppo corto-

-Ma quando mi vedrai non dirai lo stesso- disse infilandosi il casco e salendo dietro. Salutammo i suoi genitori e poi partimmo. Quando arrivammo alla villa fummo immediatamente raggiunti da quattro macchine, Kagome salutò con la mano tutti e Koa con un abbraccio quando scese.

-Ci penso io- disse avvicinandosi alla security che era all’esterno e ci guardava sospettosi –Sono la cugina di Hojo- disse mostrandogli l’invito –Mi ha detto che potevo portare alcuni amici-

-Prego- Kagome era rimasta sorpresa che Koa fosse la cugina dello sfigato.

Le misi una mano sulla gamba mentre con l’altra guidavo, tremava. Infatti quella sera faceva un po’ freddino e sulla moto doveva essersi congelata, mi pentii di non aver preso la macchina.

-Stai congelando- le dissi quando ci fermammo, lei scese.

-Sto bene- sorrideva e significava che si sarebbe davvero scatenata –È da molto che non vado a una festa-

-Stasera ci divertiremo- le presi per i fianchi e seguimmo gli altri.

 La villa era molto grande e l’interno era davvero molto bello. Sorrisi quando vidi il banco con gli alcolici e i ragazzi già sbronzi, almeno quella festa non era un fiasco. Mi diressi verso la cameriera che prendeva i sopra abiti e gli diedi la mia giacca, quando  Kagome tolse la sua, rimasi a bocca aperta… bella. Indossava un vestito nero, o meglio sembrava indossare perché lasciava poco spazio all’immaginazione. La parte superiore c’era una fascia spaccata dietro la schiena e le due estremità erano attaccate da un anello di piccoli diamanti. La scollatura era lunga fino al fondo della schiena,d’avanti invece c’era solo una fascia sul seno. Scendeva morbido fino alla fascia doppia finale che aderiva alle gambe. Aveva delle mollettine di strass nei capelli che le alzavano le ciocche laterali alle tempie mentre il ciuffo era lasciato sciolto. Gli occhi leggermente truccati e le labbra rosse come due tizzoni ardenti… mi mancava il respiro. Al collo portava il mio ciondolo però su una catenina diversa, più piccola. Quando riuscii a staccargli un secondo gli occhi di dosso notai che molti la fissavano compresi tutti i miei amici e le ragazze.

-Lo sapevo- disse divertita… sapeva pure che se non se lo fosse tolto lei glie lo avrei stracciato in cinque secondi e quello che avrei fatto dopo è immaginabile. –Su andiamo- l’afferrai per una mano e la tirai verso di me.

-Credo che stasera tu non resterai lontana da me neanche un millimetro di distanza- lei rise e io le baciai il collo. –Ehi cosa guardate voi… smammate- i miei amici se ne andarono imbarazzati.

Del festeggiato non avevamo visto neanche l’ombra, la festa era degenerata e lui di sicuro si era rinchiuso in una camera intimorito. Ballammo fino allo sfinimento e bevemmo a più non posso o almeno bevvero, io non esagerai visto che dovevo guidare e portare Kagome a casa sana e salva. Mi sedetti con lei su un divano e la strinsi, aveva bevuto un bel po’.

-Ti amo- disse improvvisamente guardandomi con due occhi lucidi… si era ubriacata.

-Anche io bellezza- lei rise e iniziò a baciarmi il collo –Kagome se non la smetti non risponderò delle mie azioni- lei rise ma continuò –Non scherzo- lei mi guardò ridendo e improvvisamente si mise a cavalcioni su di me, la guardai sorpreso ma anche divertito era da tanto che quella Kagome non si faceva viva.

-Neanche io- disse improvvisamente seria abbassandosi e baciandomi con un tale ardore e passione che io non l’allontanai neanche quando sentii fischi e applausi degli invitati che ci guardavano come se fossimo un film hard.

-Stiamo dando spettacolo- di solito era la sua battuta.

-Non mi interessa- rispose con la mia e io tornai a baciarla stringendole i fianchi. Ci baciammo solamente ma fu come fare l’amore con lei. –Sono ubriaca- disse quando si stacco.

-Molto-

-Che schifo- risi stringendola e baciandola ancora –Adesso tutti credono che sono una puttana-

-La mia puttana- lei rise –Non devono neanche azzardarsi a pensarlo perché gli strapperei gli occhi-

-In un mondo di merda come questo è la cosa migliore- era strano sentire quelle parole uscire dalla sua bocca.

-Ma sarebbe la cosa più tremenda… non potrebbero più vederti- lei sorrise e si sedette in modo composto appoggiando la testa alla mia spalla. –Cos’hai?-

-Ti ho fatto schifo?-

-Come puoi pensare una cosa del genere?-

-Non lo so-

-Tu non potrai farmi mai schifo- lei sorrise forse poco convinta –Era da tempo che non ti vedevo come Roma- lei drizzò la schiena sorridendo.

-Torniamo a ballare- mi prese per mano e ci dirigemmo dove tutti ballavano, notai che tutti i ragazzi mi guardavano invidiosi e io non potevo fare altro che capirli.

-Ehi Inuyasha puoi venire un secondo?- mi girai verso Koga che mi parlava.

-Kagome vieni-

-Io vado in bagno- disse ma mi preoccupò.

-Stai bene?- lei annuì, guardai Koga che mi fece segno di seguirla e poi sarei andato da loro. –Dai andiamo- la presi per i fianchi e la portai verso il bagno. –Kagome?- lei mi superò di corsa e si catapultò in bagno con una mano sulla bocca. Entrai sorridendo e la vidi piegata sul lavandino.

-Sto male- disse alzando un po’ lo sguardo verso di me, scossi la testa e mi avvicinai.

-Ti porto via- le dissi ma lei scosse la testa.

-No, ti sto rovinando la festa-

-Kagome sono le due e mezza, non ho bevuto altro che birra e mi sto annoiando-

-Se non fossi venuto con me non avresti dovuto prendere la moto e ti saresti divertito alla grande- le accarezzai la testa.

-Se non ti avessi voluto qui con me non ti avrei chiesto di venire- lei annuì –Su vieni-

-Ti voglio bene- quelle parole mi ferirono, no io non volevo che mi volesse bene lei mi doveva amare. Improvvisamente scoppiò a ridere poi tornò seria –No… ti amo- sorrise e le stampai un bacio.

 

-Come stai?- le chiese Miroku che, come me, non aveva bevuto alcolici.

-Bene- appoggiò la testa sulla mia spalla.

-Stavamo pensando di restare fuori per la notte, ma Kagome è messa male-

-Io vengo- alzò la testa di scatto e potei solo immaginare il dolore che provò. –Oh- si portò una mano alla tempia.

-Ha ragione Miroku devo portarti a casa-

-No, voglio venire- mi guardò con intensità, non riuscii più a dirle no. Ogni ultimo attimo e momento era da assaggiare, amare e conservare.

-Su andiamo-

 

Quando arrivammo al luogo stabilito tutti si sistemarono a coppie. Sango era già caduta in un sonno profondo, Kohaku e Rin invece facevano faville e Kagura coccolava Koga che era già nei suoi sogni.

-Hai freddo?- lei annuì –Anche se hai due coperte addosso?- risi quando mi fulminò –Torno subito-

Fortunatamente i ragazzi avevano già progettato tutto e visto che alcuni si erano ritirati erano avanzate delle coperte. Andai verso la macchina di Koaku e presi la coperta. Quando mi girai mi spaventai.

-Scusa non volevo spaventarti-

-No, mi hai colto solo di sorpresa- le porsi una coperta che lei prese e  io ne presi un’altra. –Credevo che stessi già dormendo-

-No, non riesco a prendere sonno- annuii. –Inuyasha aspetta- guardai la sua mano che stringeva la mia e poi la guardai –Per oggi io…tu non mi conosci-

-Haru abbiamo passato più di una notte insieme, ti conosco da quando sono arrivato in Giappone-

-Allora perché mi tratti male?-non sapevo cosa dire –Da chi andavi quando non c’era nessuno? Chi ti accontentava sempre?- sorrise e si fece più vicino –Io… solo io. Ti ho dato tutto e tu non te lo ricordi e poi arriva lei che ti strappa dalle mie braccia- non avevo mai sentito Haru parlare a quel modo. Si fece più vicina e mi accarezzò la guancia. Non provai niente. –Io credo di essermi innamorata di te- ricordai quando Kagome mi disse la stessa cosa –Si io ti amo- si fece vicina, troppo. Feci un passo indietro ma lei mi prese la mano e con uno slancio mi baciò.

-Staccati immediatamente da lui- Haru a sentire quella voce approfondì il bacio ma io la staccai immediatamente –Sei morta-guardai Kagome che con odio guardava Haru.

-Kagome andiamo via- le dissi mettendomi di fronte a lei.

-Spostati- mi disse tra i denti –ti ho detto di spostarti- mi spostai dietro di lei ma le tenni le braccia –Tu- e la indico –Tu, lurida stronza che non sei altro- Haru la guardò indifferente –Perché l’hai fatto?-

-Non sono affari tuoi-

-Tu hai baciato il mio ragazzo, non venirmi a dire che non sono affari miei!- urlò.

-Kagome calmati- le sussurrai all’orecchio.

-Non dirmi di calmarmi- mi guardò e io mi sentii uno stupido, la lasciai –Tu non sai neanche perché ha scelto me a te… tu non hai neanche idea di cosa provasse quando era a letto con te- sorrise maligna.

-Cosa vuoi adesso da me?- Kagome sorrise ancora –puoi anche picchiarmi ma non mi arrenderò mai- io sapevo che Kagome aveva una cosa peggiore.

-Dimmi Haru quante volte Inuyasha ti ha preso in braccio quando facevate sesso?- mai, non l’ho mai presa in braccio –Cosa ti ha detto quando ti stringeva? Ti ha mai chiamata per nome o ha nominato il nome di Kikyo-  l’avevo fatto anche con Kagome? Haru abbassò la testa colta nel cuore. –Ti ha mai chiesto di ripetere quanto lo amavi, ti ha mai detto quanto fossi bella dopo aver fatto l’amore. Ti ha mai aiutato con la tua famiglia? E tu gli hai mai chiesto come si sentiva, hai mai capito perché fumava? Hai mai pensato che tu non gli avresti mai potuto curare la sua ferita?- tremò – No, tu non sei neanche minimamente come me, lui non potrà mai amarti perché sei solo una stupida viziata- urlò.

-Io non sono viziata!- urlò di risposta.

-Ti sei arrabbiata perché ti ho chiamato viziata e non perché ti ho detto tutte quelle cose- disse seria –Sai sei fortunata che sto smaltendo una sbornia altrimenti avresti dovuto cercare il miglior avvocato sulla faccia della terra, oh scusa i migliori sono i miei genitori- la prese anche in giro.

-Non mi fai paura puttana- mi irrigidii e anche Kagome.

-Cosa?-

-E quello che le persone pensano di te- Kagome sorrise.

-Lo so non c’era bisogno di dirmelo- inspirò –ma dalla tua bocca non doveva uscire- si avvicinò a lei ma io fui veloce e la fermai per le braccia –Lasciami non le voglio fare niente- come la prima volta esitai ma infine la lasciai andare. Lei la raggiunse e Haru rimase ferma a guardarla con odio. –Non avvicinarti mai più a Inuyasha-

-Altrimenti?- uno schiaffo raggiunse la sua guancia e io scattai a proteggere Kagome quando intuii che Haru stava per reagire.

-Questo è solo un assaggio!- urlò Kagome da sopra la mia spalla –Non lascerò che qualche altra stronza mi porti via la mia vita!-

-Kagome calmati- le sue urla avevano svegliato gli altri che erano accorsi.

-La difendi pure? Non vedi che è una pazza sfrenata!- mi urlò Haru –Mi ha aggredito lei!-

-E ti chiedi anche il perché?- questa volta fui io ad alzare la voce –La dovete smettere di rompermi l’anima… perché non capite che con lei sto bene?- Kagome mi strinse il collo della camicia e io la strinsi di più girandola con me, in modo da poter guardare bene Haru. Sentii poi la mia camicia bagnarsi e il mio cuore perse un battito.

-Inuyasha che succede?-

-Kagome mi ha aggredito!- mi anticipò Haru piangendo e guardando gli altri che con il loro sguardi mi chiedevano di spiegare.

-Dice il vero- tutti rimasero sorpresi –dopo che ha visto Haru che mi baciava-

-Inuyasha!- mi ammonì Sango.

-Sango non puoi credere che io stavo ricambiando il suo gesto- dissi calmo –Haru, non so più come dirtelo devi stare lontana da me e Kagome- accarezzai la testa di Kagome che piangeva ancora in silenzio –volevo restare ancora con voi per…- ma mi interruppi non potevo parlare ma i miei amici capirono lo stesso –E invece ci sono persone che non sanno apprezzare la felicità di quelle persone che credono di amare-

Haru singhiozzò ancora e abbracciò una delle ragazza, sapevo che era mortificata e che forse nessuno gli avrebbe più rivolto la parola per un po’ di tempo.

-Dove vai adesso?- guardai tutti.

-Riporto Kagome a casa ci vediamo domani… Buona notte ragazzi- ricambiarono i saluti e uno dei ragazzi mi diede le chiavi della sua macchina. Dicendomi che mi avrebbe seguito con la moto. Feci entrare Kagome e poi mi misi sul lato guida, la guardai e poi andai verso casa sua.

 

-Stai bene?- le chiesi lei annuì –Sicura?-annuì ancora –Perché hai pianto?-

-Sono ubriaca-lei rise e io sorrisi.

-Non ti credo- lei mi guardo e io feci lo stesso per un secondo.

-E che dovevo smaltire la rabbia in qualche modo e visto che non potevo ammazzare Haru ho trovato un altro modo- sorrisi –Che bella soddisfazione averle piantato una cinquina sulla guancia- risi divertito ma anche sollevato che stesse reagendo. –Ti pareva che non andasse tutto liscio come l’olio- sospirò esausta e abbandonò il capo contro il vetro. –Di un po’?-

-Tutto quello che vuoi- poggiai una mano sulla sua gamba.

-Come è stato baciarla?-

-Non lo so… perché io non l’ho baciata- risposi tranquillo ma lei mi fisso –Senti l’ultima volta che l’ho baciata è stato prima di partire e sinceramente non ho mai provato nulla-

-Che stupida- annuii e le baciai la mano che le avevo preso –Povero Tay- guardai nello specchietto retrovisore e vidi il faro della mia moto.

 

-Sono bravi ragazzi… non esitare a chiamarli se hai…- mi portò un dito alle labbra e io glielo baciai.

-Lo so- l’abbracciai.

-Inuyasha io torno dagli altri- mi girai verso Tay che ringraziai, Kagome lo salutò con un bacio.

-Kagome io…- lei mi baciò e ricambiai.

-Peccato che siamo fuori casa mia altrimenti…- rise -… oddio sono una pazza-

-Se essere pazza ti fa pensare queste cose… ti amo pazza- lei rise stringendomi di più.

-Devo andare-

-Lo so-

-E allora?- la strinsi ancora di più.    

-E allora buona notte- mi avvicinai alle sue labbra ma non la baciai, lei sorrise.

-Buona notte amore mio- parlando aveva sfiorato le mie labbra e mille brividi ricoprirono il mio corpo, la sua voce bassa era calda ed era come se l’avessi sentita per la prima volta, la sua dolcezza mi toccò l’anima e la strinsi di più –Adesso devo andare-

-No-

-Amore devo andare- sentirmi chiamare a quel modo ogni volta era una sorpresa, quando avevo visto Kagome per la prima volta mi ero detto che mai, un tipo come lei, sarebbe stata tipo da smancerie e lo stesso valeva per me. Ma ero totalmente dipendente dalle sue labbra. –Inuyasha- lo disse sorridendo –E se ti stessi per dire che sto male-

-Fila in camera tua- le ordinai ma non la lasciai.

-Dammi un bacio- l’accontentai –Adesso devo andare Inuyasha, davvero- le stampai un ultimo bacio, ma lei lo approfondì –Ti amo-

-Tu non sai quanto anche io- la lasciai andare e lei entrò nel cancello, mi salutò con la mano. Aspettai che fosse entrata in casa prima di rimontare sulla moto, quella sarebbe stata l’ultima volta che l’avrei riaccompagnata a casa.

Quando tornai a casa mandai un messaggio a Kaori e scrissi la fatidica lettera. Poi controllai che i bagagli fossero pronti e ricontrollai il biglietto. Avevo fatto anticipare il volo sarei partito all’una di notte, un’ora prima del taglio della torta. Sorrisi tristemente e guardai la foto mia e di Kagome a Roma sotto l’altare della patria mentre ci baciavamo. L’avevo fatta stampare e l’avevo appesa in camera mia avevo anche un’altra copia un terzo regalo per lei. Mi addormentai nello stesso istante in cui appoggiai la testa al cuscino… la mia vita era tutta un casino.

 

La mattina mi svegliai di buon ora, ero troppo eccitato o spaventato o preoccupato o contento… erano troppe le emozioni che si mischiavano. Mi alzai e mi vestii, feci colazione velocemente e chiamai Kaori che non vedeva l’ora che arrivasse sera, mentre io pregavo il contrario.

-Inuyasha è tutto pronto- sorrisi a mio padre e feci l’occhiolino a mia madre che non capiva il senso di quello che stavamo dicendo.

-Kagome mi ha detto che anche voi siete invitati- lo dissi con tranquillità, ma mi era salito un groppo in gola.

-Non le dici niente?- scossi la testa a mia madre.

-Non sarò io a dirglielo- guardai mamma –Sono vigliacco lo so, ma ho visto troppe volte Kagome piangere e ti giuro che non sopporterei altre sue lacrime- mamma mi sorrise tristemente e io ricambiai.

-Ninu ma io non ho un vestito per la festa di Kagome- esclamò Jenis per cambiare argomento.

-Io mica ho detto che sono invitate anche le pulci!- lei mi fece la linguaccia facendo ridere i presenti.

-Buon giorno- guardai Nari scendere le scale e ne rimasi sorpreso.

-Ciao- la salutai, lei mi baciò la guancia e poi baciò anche gli altri –Mio fratello?- chiesi divertito.

-Sono qui- raggiunse mamma e la salutò con il bacio.

-Nari che bella sorpresa- dissi sorridendo maliziosamente –Non sapevo che avessi passato la notte qui-

-Credo che dovrai farci l’abitudine cane-

-Ehi stavo parlando con la signora non con te- Nari arrossì quando dissi signora –A quando le nozze?-

-Inuyasha!- urlò mio fratello e io scoppiai a ridere… ma quanto poteva essere allegra quella risata? Mia madre se ne accorse e si alzò da tavola andando fuori. Tutti tacquero e la guardarono, io presi le sigarette e la seguii.

-Ci penso io- mormorai. Quando uscii accesi la sigaretta e guardai mia madre che mi aveva dato le spalle, non la vedevo piangere da molto tempo. –Mamma-

-Mi dispiace- annuì anche se non mi poteva vedere, se avessi parlato sarei crollato anche io. –Perché tutto a te amore mio?- chiusi gli occhi ricordando la voce di Kagome quando mi chiamava a quel modo.

-Non lo so- la rabbia traspariva dai miei gesti e dalla voce. –Adesso mi pento di essere tornato in Italia, se non ci fossi andato tutto questo macello non sarebbe capitato e sarei stato felice-

-Prima di conoscere Kagome eri felice?- mi rimproverò con lo sguardo –Non puoi mentire a me Inuyasha-

-Che ne sai tu?- mormorai –Ormai non vivi più con noi- il perché avessi detto quelle cose non mi era chiaro, ma avevo bisogno di sfogarmi in qualche modo e mia madre lo capì, perché no disse niente –Tu non sai come stavo prima, come sto’ adesso o come stavo quando ho conosciuto Kagome. Piccola bambina viziata, ecco come la vedevo e poi improvvisamente il nome di quel ragazzo sussurrato mentre dormiva e tutto è cambiato… lei aveva sofferto come me. Non so se la storia delle anime gemelle esiste realmente, ma Kagome lo è. Kagome in realtà non è come me, lei è più forte ed è cocciuta l’opposto di me. Vedi gli opposti si attraggono, le anime gemelle sono una l’opposto dell’altra e quando si incontrano si completano. È così mamma, quando vedo Kagome io mi sento completo… eppure siamo pazzi a lasciarci per inseguire un sogno. Abbiamo rifatto l’amore sai? Dio quanto la desideravo, era una prova quella a cui mi aveva sottoposto… non fare sesso. Come si fa a non farlo, quando la vedi e quello che desideri ma il nostro non è mai stato solo sesso, no. Amore con la lettera maiuscola-

-Io…-

-Io la amo mamma- la guardai –ma non so’ come farglielo capire… dire ti amo mi sembra così poco!- lanciai il mozzicone lontano, non l’avevo neanche più fumata. –Non posso chiederle di abbandonare tutto perché ho lottato per ottenere il suo consenso a fare la modella, anche se mi da un gran fastidio, lei deve farlo. La preferisco guardata da milioni di ragazzi e paparazzata tutti i giorni anziché indossare una tutta militare- sorrisi –In realtà io so che non l’avrebbe mai fatto, però cerco di convincere me stesso che io adesso ho fatto un lavoraccio per convincerla e non posso distruggere un lavoro così importante- risi –Chi l’avrebbe mai detto che sarei diventato così eppure eccomi qui a parlare come un drogato che descrive la sua eroina preferita, per spiegare perché mi drogo e come…- guardai l’orologio che portavo al polso e notai che erano ancora le undici. –La cosa che mi da fastidio e che io vorrei che questo giorno non passasse mai eppure mi infastidisce il fatto che è veramente così!-la guardai e mamma si asciugò velocemente altre lacrime, quelle erano le mie, l’abbracciai e le baciai la testa –Chiedi a Kaito di montarmi il canestro, devo pure in qualche modo smaltire- mamma annuì e sgusciò via dal mio abbraccio senza guardarmi, avrebbe mai smesso di piangere?

Mi allenai per molto tempo e quando mi chiamarono per pranzare non ci andai. Chiamai Kagome che era in fibrillazione, mi aveva detto che si era svegliata tardi e che aveva ancora tante cose da fare. Però riuscii a trovare uno spacco nella sua giornata.

-Ti passo a prendere con la macchina alle quattro e mezza- le avevo detto prima di salutarla e attaccare.

Alle tre andavo avanti e indietro per la casa, ero curioso anche io di vedere come era il mio regalo e mio padre se la spassava a vedermi agitato.

-Venite anche voi?- chiese a Nari e a Sesshomaru.

-Dove?-

-A vedere il mio regalo per Kagome- Nari annuì immediatamente e lo stesso Sesshomaru. Alle quattro ero già nella macchina e aspettai  venti minuti prima di metterla in moto –Ci vediamo lì?-

-Si, a fra poco- rispose mio padre che era entrato anche lui in macchina con la famiglia al seguito.

Sfrecciai fra le strade per raggiungere Kagome che mi aspettava al cancello. Sorrisi, perché aveva capito che non bisognava perdere neanche un secondo. La baciai appassionatamente e poi ci dirigemmo verso il centro di Tokyo.

-Come va la sbornia?-

-Passata completamente- sorrise-Dove mi porti?-

-Non ti preoccupare per le cinque e mezza ti riporto a casa- sorrisi, improvvisamente mi sentii di buon umore.

-Non è questo il problema, scemo- sorrideva anche lei –Come mai così eccitato?-

-Vedrai tra poco- le strinsi la mano.

Quando arrivammo al centro mancavano dieci minuti alle cinque e lei si sorprese nel vedere la mia famiglia, li salutò e poi mi raggiunse di nuovo. Al centro di Tokyo c’erano enormi grattacieli e su di essi grandi schermi dove c’erano le pubblicità. La misi davanti a una panchina e mi guardò sorpresa.

-Mi dici cosa ci facciamo qui?- sorrideva curiosa e io le baciai la guancia.

-10…9…8…7…- iniziai il conto alla rovescia quando mio padre mi diede il segnale -…6…5…4…- la vidi emozionarsi e iniziava a guardarmi spaesata, io la girai verso lo schermo e gliene indicai uno… il più grande-…3…2…1- lo schermo si illuminò e furono mostrate in cinque finestre i monumenti più importanti dell’occidente. Kagome spalancò la bocca quando i fuochi d’artificio colorarono il loro cielo notturno. Tutta la gente intorno si fermo a guardare lo spettacolo, chi scattava foto, chi girava filmati e chi guardava solamente. Improvvisamente furono calati dei teloni e su ognuno di essi c’era una lettera che in Italiano componeva la parola TI AMO. Kagome guardava lo spettacolo rapita mentre due lacrime di felicità le solcarono le guancie, io le raccolsi con le labbra e lei mi guardò sorridendo. –Spero che ti piaccia il mio regalo- lei mi abbraccio e mi baciò. Quando gli ultimi fuochi d’artificio scoppiarono  e tutto finì lo schermo si spense e la gente iniziò ad applaudire a noi. Capitava spesso…

-È il regalo più bello del mondo, ma come hai fatto?-

-Contributo da parte di un uomo che dice che ti deve la mia felicità- Kagome si staccò da me e abbraccio mio padre. Mio padre ricambiò la stretta e lo vidi emozionarsi come Nari e la mamma. Ne ero rimasto anche io sorpreso per la perfezione del lavoro e quando mi girai notai alcuni tele giornalisti che facevano la cronaca di quello che era successo. Mio padre aveva pensato a tutto e aveva avvertito anche i miei amici che avevano visto tutto dalla televisione. –Adesso sei la ragazza più invidiata dell’intero universo- la baciai dolcemente stringendola come non avevo mai fatto.

 

 

 

 

No, non potevo farla finire così la storia tra quei due (non ancora almeno…) comunque ora stanno insieme si amano più di prima, MA (eccolo il ma) Inuyasha non ha detto niente ancora, cosa avrà in mente? Cosa succederà? Il mio caro Koga… poverino è innamorato ancora di Kagome*^* che cucciolo. MA Inuyasha batte tutti!

Okey oggi mi limito solo a queste poche parole, oggi mi sento davvero una schifezza  :°( ma era mio dovere postare…

Volevo solo dire che poiché i capitoli sono davvero pochissimi niente anticipi U_U vi farò rodere un pochino hehehehehe vi voglio bene.

Ps. Non so voi ma io ho pianto molto per quello che sta succedendo in Giappone… e con questa mia FF vorrei omaggiarlo. I LOVE GIAPPONE!  (mi scuso anche per il mio meno entusiasmo oggi XD ma muoio sempre di gioia nel vedere chi legge, recensisce e aggiunge me e la storia tra i preferiti e seguiti… grazie!)

 

Ringrazio:

-Sempre e per sempre chi legge! Chi mi inserisce tra gli autori preferiti, chi ha aggiunto la mia storia tra le preferite. GRAZIE SIETE MITICI!

E Poi chi recensisce:

-Alys93:Niente parola FINE o non ancora… Beh Inuyasha non se ne è stato con le mani in mano e ha fatto anche scintille. Purtroppo c’è sempre chi ci mette lo zampino e guarda Haru che faccia tosta. Kagome è sempre determinata e anche se sa che non manca molto a che deve dire addio a Inuyasha non lo lascerà a nessuna. Scusami se non mi dilungo molto questa sera :) Un grosso abbraccio! A presto!

-sailorm: Tranquilla come vedi tutto si è risolto e non ci è voluto neanche molto, ma… Credo che il prossimo capitolo molte piangeranno e anche tanto e forse è meglio se inizio a scavarmi la fossa da sola( scherzo forse sto dicendo solo scemenze o pure il vero mah… non saprei!) Un bacio!

-Lillixsana: hahahah spero ti sia ripresa :P dai mica era tanto crudele il finale XD questo finale spero ti sia piaciuto, chi non vorrebbe un regalo così! Un bacio!

Un saluto a tutti 8Kanemi8

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Capitolo 13
*** Capitolo XIII ***


Kagome 12

Diario di un sogno impossibile

Capitolo XIII

 

 

 

 

 

Ero in camera mentre il parrucchiere mi sistemava i capelli e mia madre andava avanti e indietro cercando un foulard che non trovava.

-Cara corri ce il telegiornale- sentii mio padre urlare dal piano inferiore mentre io sorrisi al ricordo del regalo di Inuyasha. Non so descrivere le emozioni che provai quel giorno, Parigi, Roma,Berlino,Madrid e Londra illuminate da fuochi d’artificio che illuminavano il cielo notturno, e poi quel bellissimo spettacolo visto al centro di Tokyo su uno dei più grandi schermi che danno la pubblicità, mentre la gente si fermava a guardare il mio regalo. “Ti amo” scritto con lettere occidentali e in italiano… ero rimasta a bocca aperta non ci potevo credere, quello spettacolo era solo per me, solo a ripensarci mi vennero i brividi.

-Il tuo ragazzo sa come farti un regalo- sorrisi guardando il mio parrucchiere dallo specchio –Fattelo dire ragazza non lasciartelo scappare- il mio sorriso si intristì, ma cambiai argomento. Mancava un’ora alle dieci e sapevo già che gli ospiti erano tutti presenti e che Miroku aveva dato loro il benvenuto… certo lui era un ragazzo e aveva bisogno solo di un po’ di gel e aveva fatto. –Sei pronta- mi guardai allo specchio compiaciuta del lavoro.

-Dammi una mano a indossare il vestito- ero già in biancheria intima e non avevo mai avuto vergogna di lui visto che mi sapeva da quando ero una bambina. Mi aiutò a indossare il vestito che era stato cucito unicamente per me. indossai la collana di Inuyasha e mi feci sistemare un po’ il trucco.

-Se la bellezza avesse un peso tu saresti pesante come la terra-

-Lo prendo come un complimento-

-Lo è- mi aiutò a infilare i sandali e poi scendemmo insieme.

-Quanto ti devo?- chiesi prendendo la mia borsa dove avevo il portafoglio.

-Kagome questo è il mio regalo per i tuoi diciotto anni- gli sorrisi e l’abbracciai –Divertiti principessa-

-Kagome sono tutti impazienti di vederti, Miroku ha chiamato per la quinta volta- Sota mi sorrise accarezzandomi la guancia – Ottimo lavoro Kito – Kito sorrise –Andiamo?- Era arrivato da qualche ora e ne ero contenta, era da molto che non lo vedeva e quando lo vidi gli saltai al collo. Lui mi guardò per molto tempo ero cambiata e anche lui se ne era accorto perché mi strinse forte ringraziandomi.

-Si- guardai un’ultima volta Kito e lo salutai con la mano.

Avevo i capelli sciolti leggermente ricci, le ciocche laterali erano attaccate dietro la testa con un fermaglio fatto di strass e a forma di rosa. Indossavo un vestito blu notte lungo e senza maniche. Il corpetto era finemente ricamato con dei ghirigori e decorati con strass, la gonna lunga fino ai piedi era di seta e aveva uno spacco vertiginoso che a ogni passo mostrava le gambe e i sandali argento e brillanti. La collana di Inuyasha era in bella mostra, avevo un anello al dito e brillanti all’orecchio. Quando scesi dalla macchina e andai verso la festa tutti si complimentarono come sempre e quando intravidi la figura di Inuyasha mi fermai. Mi guardava rapito e io gli sorrisi, lui posò il suo bicchiere e si avvicinò… era bellissimo con la giacca e la camicia semi aperta, i capelli era lisciati con il gel e gli dava un aria di bravo ragazzo ma che sotto sotto, come la realtà, era un bastardo. Con le mani nelle tasche lo vidi raggiungermi e fremetti al suo sguardo.

-Non posso dirti che sei bellissima perché sarebbe troppo banale e scontato, ma in questo mondo non esiste una parola più grande- mi sussurrò e io gli sorrisi –Kagome vorrei inventare a momenti una parola adatta, ma la tua bellezza mi abbaglia e la mia mente è andata in tilt- risi quando lo fece anche lui e mi parve ancora più bello. Mi posò delicatamente un bacio alla base del collo e tutti fischiarono divertiti.

-Ehi Inuyasha tu si che sai fare regali!- esclamò un ragazzo.

-Kagome non sai quanto sei fortunata- mi staccarono da Inuyasha che mi lasciò la mano annuendo e io gli sorrisi, ma mi dispiacque molto. Passai la serata andando avanti e indietro tra gli invitati, mentre il dj cambiava musica in continuazione e gli altri si scatenavano.

-Miroku!- urlai quando lo vidi con Sango, Rin,Koaku, Koga e Kagura –Finalmente!-

-Kagome!- esclamò lui ridendo –Ti ho vista arrivare e poi sei scomparsa, Auguri Bellezza-

-Auguri principe- mi stampò un bacio come suo solito e poi ci abbracciammo.

-Kagome sei magnifica- strinsi forte Koga e anche gli altri.

-Persino in televisione!- Sango mi guardò dalla testa ai piedi poi mi sorrise –Inuyasha è stato molto dolce-

-Si, dolcissimo- poi mi ricordai che non l’avevo più visto –L’avete visto?-

-Si parla con tuo fratello all’altro lato della piscina-

-Grazie-                              

-Kagome non allontanarti troppo che io e gli altri abbiamo una sorpresa per te e Miroku- disse Koaku che sorrideva divertito, come se tramasse qualcosa. Ebbi la conferma quando scambiò uno sguardo con la sua gemella. Annuì e con un po’ di fatica raggiunsi i miei due uomini.

-Finalmente- disse Inuyasha abbracciandomi la vita.

-Si, sono frastornata non ho mai avuto così tanti amici- Sota mi sorrise e io ricambiai con entusiasmo.

-Il tuo sorriso è così grande e brillante che un diamante a confronto sarebbe una pietruzza- ridemmo insieme. –Vi lascio soli… oh i gemelli hanno una cosa per te e Miroku fra dieci minuti vicino al Dj-

-Si mi hanno avvertito anche loro- lui mi fece l’occhiolino e si allontanò –Allora di cosa discutevi con mio fratello?-

-Nulla di che, parlavamo della festa e da oggi sarà il mio avvocato - bevve l’ultimo sorso di champagne dal suo bicchiere e lo posò su un tavolino –Finalmente tutta per me-

-Io sono solo per te-

-Tranne questa sera… Beh sei la festeggiata hanno ragione a voler passare un po’ di tempo con te-

-Ma tu vieni prima di tutti, ti ho cercato ma non ti trovavo- mi accarezzò il collo e io rabbrividii di piacere.

-Fai di me ciò che vuoi- disse allargando le braccia e facendomi ridere –Anzi ho una richiesta-

-Qualsiasi cosa-

-Baciami come sai fare tu io prometto che ti lascio fare tutto- mi guardò maliziosamente e dopo averci riflettuto un po’ accettai. Mi avvicinai al suo viso e gli poggiai un bacio leggero sulla guancia per non sporcare il suo viso di rossetto.

-Kagome, Inuyasha venite è ora- Miroku ci chiamò interrompendo il momento cruciale, ossia il momento che l’avrei baciato… lui alzò le spalle e mi sorrise.

-Continuiamo dopo- gli promisi e lo presi per mano.

-Su mettetevi al centro e guardate quel telo bianco- Sango mise me e Miroku accanto mentre gli altri formarono un semi cerchio dietro di noi. Miroku mi strinse la mano e io ricambiai. Guardammo il video con le nostre foto in sequenza dalla nostra nascita, nella stessa culletta con Koga, alle elementari, alle medie. Mentre studiavamo insieme fino ad arrivare ai diciassette anni e per poco non scoppiai a piangere. Miroku mi strinse e io ricambiai.

-Ti amo- mi disse.

-Anche io- lui sorrise e mi strinse di più dopo tornammo a parlare con gli invitati, ringraziai i gemelli e gli chiesi come avessero fatto a non farsi scoprire. Cantarono anche una canzone per me e Miroku e furono molto dolci… “Dolce”, prima del viaggio a Roma, questa parola la utilizzavo come un dispregiativo e quella sera la utilizzai più di dieci volte. Sorrisi troppo contenta e girai ancora tra gli invitati. Feci alcune foto con tutti e soprattutto con Inuyasha che mi sfuggiva spesso.

-Inuyasha- lo presi per mano per non separarmi più da lui ma sembrava strano, guardava puntualmente il suo orologio. –Aspetti qualcuno?-

-Forse- poi suonò il suo telefono, mi stampò un bacio –Torno fra poco- annuii e lo lasciai andare prendendo un bicchiere di champagne e bevendolo velocemente. Attesi impaziente il ritorno di Inuyasha e quando arrivò sorrideva. –Devi chiudere gli occhi-

-Cosa?-

-Chiudi gli occhi- obbedii e lui mi fece fermare in un punto che non riuscivo a capire poi mi disse di aspettare. Quando sentii la voce di mia madre che disse “Oh mio Dio” aprii gli occhi e per poco non svenni.

-Ciao Kagome, sei più bella di quello che ricordassi- Kaori era davanti a me con gli occhi lucidi pieni di lacrime, mi guardai intorno e vidi mamma asciugarsi una lacrima e capii che non stavo sognando.

-Kaori?- lei annuì e io l’abbracciai forte come a non lasciarla scappare. Vidi Inuyasha sorridermi e farmi l’occhiolino –Oddio non ci posso credere- piangevo, come potevo non farlo?

-Credici- mi asciugò le lacrime-Così rovinerai il trucco-

-Anche tu- le dissi piangendo ancora –Da quando sei qui?- lei mi prese per mano e per tutto il tempo parlammo di tutto e di più. Mancavano più di mezz’ora al taglio della torta e fremevo di eccitazione, finalmente tutto andava come io desideravo. I miei genitori erano lì, mio fratello era lì e l’avevo visto parlare con Inuyasha, Kaori era lì e tutto filava liscio come l’olio.

-Non stai più con nessuno?- lei scosse la testa, la capivo però come avevo dato io una svolta alla mia vita anche lei doveva farlo –Eron si sarebbe arrabbiato- lei mi sorrise.

-Mi aveva proposto per telefono di sposarlo lo sai?-

-No- sorrisi ma guardai in cielo per non far scendere altre lacrime. –Ma adesso lui vorrebbe la tua felicità-

-E io sono felice- l’abbracciai ancora incapace di separarmi da lei, ma mio padre me la strappò dalle braccia e la strinse.

-Kagome scusa ma adesso Kaori è tutta per noi- annuì a mio padre.

-Rimarrai ancora vero?- lei annuì e andò via con mio padre.

-Bellezza- mi girai verso Miroku –Come va?-

-Non posso crederci- lui mi sorrise –È tutto vero?-

-Vuoi un pizzico?- risi scuotendo la testa. 

-Ci ho provato già e fa male-

-Facciamo un brindisi da soli?- annuì e chiamammo il cameriere che ci portò i bicchieri –Alla nostra amicizia-

-Si alla nostra amicizia- facemmo tintinnare i bicchieri e poi bevemmo un sorso.

-Auguri ancora-

-Auguri- piegai un po’ la testa di lato e sorrisi –Ti ho detto quanto sei bello questa sera-

-Dolce e Gabbana direttamente dall’Italia – annuì avevo riconosciuto il loro stille.-Ma il tuo vestito non ha marca-

-Come come?-lui rise –ha il marchio Kagome sull’etichetta- lui rise di più –Non ridere è vero-

-Sisi, ti credo- lo fulminai con lo sguardo.

-Tra poco c’è la torta- annuì.

-Hai visto Inuyasha? Questa sera l’ho beccato si e no cinque volte e gli devo ancora una cosa- sorrisi maliziosamente e lui capì. –Domani parti?-

-Vuoi dire oggi?- ci pensai su in effetti era la mezza, annuii –No io e Koga abbiamo avuto il permesso di partire il venti- sorrisi raggiante.

-A proposito dove sono finiti Koga e gli altri?- lui non rispose ma spostò solo un momento lo sguardo alle mie spalle.  Mi girai e vidi Koga tornare dal cancello e scambiare uno sguardo con Miroku, che annuì.

-Cosa succede?- chiesi curiosa. Dietro Koga vidi apparire Kaori che teneva una busta tra le mani e mi fece segno di avvicinarmi.

-Io non posso fare quello che lui mi ha chiesto e quindi te la do adesso- la guardai accigliata non capendo quello che voleva dire. Da dove erano venuti Koga e Kaori vidi tornare anche i genitori di Inuyasha e Jenis piangeva a dirotto e anche Sango,Kagura e Rin insieme alle altre ragazze. Aprì velocemente la busta riconoscendo la calligrafia di Inuyasha.

-Cosa vuol dire?- lei non mi rispose e mi girai verso Miroku che guardava accigliato Kaori, stava succedendo qualcosa che non andava.

-Dovevi rispettare il suo accordo!- protestò Koga cercando di prendermi la lettera dalle mani.

-Che accordo?- ma nessuno mi ascoltava.

-Sono qui per vedere Kagome felice- rispose Kaori fermando la mano di Koga. Io non li ascoltai più e iniziai a leggere la lettera di Inuyasha… lui dov’era?

_ Sono un vigliacco lo so,_ iniziò_ ma non avevo il coraggio di dirti che sarei partito la sera della tua festa. Ho ricevuto il messaggio una settimana prima e avevo paura di vederti piangere ancora e so che lo farai leggendo questa lettera, e soffro solo al pensiero. Comunque ho fatto in modo di ritardare il volo all’ una di notte e quando leggerai questa lettera io sarò già sull’aereo. Spero che i miei regali ti siano piaciuti e che Kaori ti riporti il sorriso sulle labbra. Kagome non volermi male, l’ho fatto solo per poterti ricordare bella e sorridente. Ti amo e questo lo sai, conquista il mondo e si felice ci vediamo tra tre anni.

p.s. scusa se non scrivo qualcosa di più profondo, ma sai che non sono bravo.

Addio amore mio.

Ti amo_

Rilessi la lettera tre volte velocemente poi guardai Kaori e infine Koga e Miroku che mi guardarono dispiaciuti.

-Io…- non sapevo cosa fare, non poteva andarsene così io dovevo raggiungerlo –Sesshomaru!- urlai e lui mi raggiunse subito capendomi al volo… lo guardai sorpresa, che avesse già deciso prima?

-Io l’ho detto che era da stupidi- sorrisi e salii in macchina con lui mentre gli altri cercarono di fermarmi. Avevamo perso troppo tempo e lui di sicuro era quasi arrivato.

-Accelera- gli intimai e lui lo fece. Quando arrivammo all’aeroporto lui aveva già mezz’ora di vantaggio era l’una –Non riuscirò mai a fermarlo- dissi con  la voce incrinata.

-Non puoi abbatterti adesso. Togli quei tacchi e corri- mi disse mentre parcheggiava con un'unica frenata davanti all’ingresso dell’aeroporto.  Mi tolsi le scarpe e corsi verso l’entrata, ma mi girai verso Sesshomaru –Vai stupida, non ti fermare- annuì e corsi attirando su di me gli occhi dei presenti, in effetti era strano vedere una ragazza che correva in un aeroporto vestita con un abito di seta. Lo cercai tra la gente ma io non sapevo neanche quale fosse il suo aereo. Mi fermai al centro e il panico inizio ad artigliare i miei polmoni. No, non poteva andarsene così.  –Sei ancora qui?-

Guardai Sesshomaru con gli occhi colmi di lacrime: -Non so dove cercarlo- lui mi sorrise e mi asciugò gli occhi.

-Vieni- riprendemmo a correre mano nella mano e quando arrivammo lo vidi guardare un aereo dal vetro e poi improvvisamente una voce chiamò il volo e lui parve riprendersi. No! Era il suo, scossi la testa e lasciai la mano di Sesshomaru. Camminai velocemente verso di lui, mentre sentivo tutti gli occhi puntati su di me, asciugai le due lacrime perché non mi vedesse piangere e gli saltai al collo sorprendendolo.

-Kagome?- lo strinsi di più, ma lui mi staccò guardandomi arrabbiato –Cosa ci fai qui?-

-Ehi non guardarmi così, te ne stavi andando!- urlai.

-Io l’ho fatto per non farti soffrire!-

-Soffro lo stesso stupido e poi così soffri di più tu!- urlai ancora, poi addolcii lo sguardo –Non potevi andartene senza salutarmi-

-Chiamano il mio volo- disse freddo.

-Si, ti lascio andare- lui mi guardò sorpreso –Ma prima devo fare una cosa-

Lo baciai con passione e lui ricambiò immediatamente. Non c’era rabbia solo passione, gli strinsi il collo e lui fece lo stesso con i miei fianchi. Quando ci staccammo gli sorrisi chiudendo gli occhi per impedire alle altre lacrime di scendere.

-Ti amo- gli dissi e lui mi baciò ancora –Fai buon viaggio-

-Ci vediamo - prese la sua valigia con il computer e si avvicinò alle scale mobili tenendomi per mano, la rabbia nel suo volto era scomparsa. –Speravo che arrivassi- gli sorrisi –allora ci vediamo-

-Va bene- gli stampai un ultimo bacio –Fa attenzione a chi guardi, con chi esci e con chi parli- lui rise e mi lasciò la mano.

-Lo stesso vale per te… verrò a sapere tutto dai giornali-

-Non credere mai a quello che dicono!- gli urlai quando lo vidi allontanarsi di più. Guardai i suoi occhi d’oro per un’ultima volta e mi tremò la voce –Amore mio-

Rimasi a guardarlo con Sesshomaru dal vetro, lo vidi salire sull’aereo e mi strinsi al petto di Sesshomaru dando il via libera alle lacrime che non potevo più fermare. Su quell’aereo c’era una parte del mio cuore e ne ero sicura che anche Inuyasha avesse lasciato un pezzo del suo a me. Quando l’aereo decollò strinsi di più la mano di Sesshomaru e mi sentii male.

-Kagome- lo guardai –Adesso dobbiamo tornare alla festa-

-Io non posso crederci-

-Lo so-

-Sembrava così lontano il giorno in cui ci saremmo dovuti separare- lui mi fece sedere –Da sciocca pensavo che me ne sarei andata prima io- scossi la testa –Come è stato banale il nostro saluto-

-Non è vero- cercò di consolarmi.

-Non gli ho impedito di partire, l’ho lasciato andare-

-Come era giusto-

-No- scossi la testa –Adesso lui e via e io ho il rimorso di non avergli detto cose più profonde-

-Non c’è bisogno di dire cose profonde vi conoscete bene e io conosco mio fratello- se voleva distrarmi ci stava riuscendo –E so che vi siete già detti tutto a Roma no?- annuii –Allora dov’è il problema?-

-Da nessuna parte-

-Esatto- guardai Sesshomaru grata e gli sorrisi –Torniamo alla tua festa- sorrisi e mi alzai stringendogli la mano –Eh non dire a nessuno il discorso che ti ho fatto-

Risi divertita:- Non preoccuparti ghiacciolo- lui sorrise e uscimmo insieme dall’aeroporto. Non mi voltai più indietro e mi sentii improvvisamente più forte… dovevo esserlo per Inuyasha.

-Posso sapere a quale concorso parteciperai?- sorrisi –Cos’è quel sorriso?-

-E che ad agosto parto per partecipare al concorso- dissi.

-Non ci vedo niente di divertente-

-Ma si tratta del concorso di Miss Universo- lo guardai, sembrava che non mi avesse sentito.

-E tu non lo volevi dire?-

-Ho paura di fare brutta figura se non arrivassi in finale- lui rallentò e poi si fermò a un semaforo.

-Kagome tu sei la ragazza più bella e quel che so sei anche la più dotata, non c’è nessuno al mondo come te-

-Non dirlo a Inuyasha- lui sorrise. –Solo se arrivo in finale-

-Nelle venti- non sapevo cosa fare –o questo o niente-

-Va bene- strinsi il ciondolo –Vincerò-

-Certo che vincerai-

 

Un mese dopo ero alle Bahamas in un camerino, la madre di Koga andava avanti e indietro parlando a telefono con il mio secondo agente, quello che il padre dei gemelli mi aveva consigliato. Li avevo salutati quattro settimane prima e ormai anche loro conoscevano a quale concorso avrei partecipato gli unici erano Inuyasha e Miroku a non saperlo. Salutarli mi era costato molto. Sorrisi immaginandomeli attaccati alla televisione e poiché ero tra le ultime venti ero sicura che Sesshomaru e Koga l’avessero detto a Inuyasha.

Pensai se mi stesse guardando, se fosse emozionato e se stesse facendo il tifo per me. Mi finirono di truccare e poi mi fecero indossare un vestito Bianco.

-Posso indossarla?- chiesi alla ragazza che mi stava vestendo, lei scosse la testa. Inspirai dispiaciuta almeno quella sera la volevo tenere, ma potevamo indossare solo i gioielli che dovevamo sponsorizzare. La rimisi nella scatoli e la diedi a Herin che mi sorrise e la mise in borsa, era a telefono.

-Su fai presto che tra poco sarete in onda - sorrisi e la salutai ma lei mi fermò un secondo.

-Il Giappone ti saluta- sorrisi e andai verso il palco.

Salirci per l’ultima volta fu veramente emozionante, avevo le gambe che mi tremavano ma la mia camminata fu comunque perfetta. Mi misi in posizione e quando fui chiamata sfilai sulla passerella davanti a milioni di spettatori e telecamere. Mi presentai per l’ultima volta in Giapponese e in Inglese poi tornai al mio posto. Come le altre volte ci furono ospiti, facemmo sfilate, si videro le prove a cui fummo sottoposte e poi a notte fonda si decisero a fare le eliminazioni. Il cuore batteva all’impazzata e avevo una paura tremenda. La ragazza prima di me era stata eliminata e solo una era in finale, per il momento. Non avevo stretto amicizia con nessuno perché erano tutte false e io mi comportavo come loro. L’attesa fu tremenda e pensai che ormai era finita.

-Kagome Higurashi , nata in Giappone, parla tre lingue e un po’ di italiano. Bellezza rara e occhi blu come l’oceano…- che inutili cose io volevo subito sapere che fine avrei fatto –La giuria ha deciso che…- stavo per morire -È in finale- il pubblicò scoppiò in un enorme applauso, non credevo che fossi così ben vista. Raggiunsi l’altra ragazza che mi sorrise in modo finto e io ricambiai allo stesso modo. –Non sono mai stato così d’accordo su una decisione- sorrisi al conduttore che ricambiò e dopo un tempo infinito furono chiamate anche le altre tre finaliste. In cinque, eravamo su quel palco chiunque avrebbe detto che quella era già una vittoria, ma non per me. Io volevo quella corona. Guardai la giuria, tra essi c’era anche l’ultima Miss Universo che indossava la corona che però non sarebbe stata mia, infatti era cambiato il modello. Attendemmo per molto tempo prima di sapere la conclusione.

 

___________

E se fosse Inuyasha a raccontare?

 

-Inuyasha vieni a vedere- ero in bagno mi ero fatto una doccia dopo una giornata di lavoro. Miroku e Koga mi avevano raggiunto due giorni dopo e ora alloggiavamo in una casa affittata. Infilai la tuta e raggiunsi la cucina dove Miroku e Koga erano seduti a guardare la tv, c’era la pubblicità.

-Non mi interessa comprare guanti impermeabili- dissi asciugando i capelli.

-Koga deve dirci una cosa- disse Miroku mentre vidi Koga alzarsi e mettere la scheda nel decoder.

-Si tratta di Kagome…- mi feci serio avendo paura che le fosse successo qualcosa.

-Cosa le è successo?- non avevo sue notizie da molto.

-Niente si tratta del concorso a cui deve partecipare-  sospirai di sollievo. Koga sorrise e io mi incuriosii –Il concorso è iniziato da qualche giorno ma lei non voleva che lo sapeste finché non fosse arrivata in finale, poi ci ha ripensato è ha deciso tra le prime venti e stasera ce la finale… lei è tra le prime venti –mi stava innervosendo.

-Mi dici che concorso è?-

-Miss Universo- feci per dire qualcosa ma mi ammutolii –Oh ecco inizia-

Guardai il televisore e mi sedetti. Ci vollero dieci minuti prima che fossero chiamate le concorrenti poi entrò lei. Bella in quel vestito bianco, non sembrava agitata. Rivederla mi creò una fitta al cuore… lei era lì e io non potevo accarezzarla e baciarla, potevo solo limitarmi a sperare.

-Alza il volume- dissi spostando la sedia accanto agli altri due.

-Ha già vinto- disse Koga sorridendo –Mia madre mi ha detto che è la migliore… non che ci fossero dubbi, ma li ci sono comunque le ragazze più belle dei concorsi- io lo fulminai con lo sguardo e lui tacque. –Inuyasha, non può indossare la collana- annuii, lo capivo. Ma ero felice sapevo che la portava sempre dalle foto…

 Seguimmo la trasmissione senza rispondere a telefono neanche quando suonò. Quando finalmente arrivarono le eliminazioni la tensione riempì la stanza. Una passò mentre le altre furono eliminate fino a Kagome che guardava dritta nella telecamera con un accenno di sorriso.

-Kagome Higurashi , nata in Giappone, parla tre lingue e un po’ di italiano. Bellezza rara e occhi blu come l’oceano…- Iniziò il conduttore, strinsi forte un angolo del tavolo –La giuria ha deciso che…- mi ritrovai a minacciare mentalmente la giuria -È in finale- tutti e tre scattammo in piedi urlando e abbracciandoci. Ce l’aveva fatta adesso doveva solo prendere quella corona e indossarla, quando la inquadrarono ancora notai  che sfiorava il suo collo là dove doveva esserci il mio ciondolo e io feci lo stesso, sapeva che ero con lei. –Non sono mai stato così d’accordo su una decisione- era logico, Kagome era la più bella, come si poteva essere in disaccordo? Ora era nelle ultime cinque e doveva fare l’ultima sfilata, ci tornammo a sedere e attendemmo, tranne Koga che andò a prendere il telefono e compose un numero.

-Mamma- io lo guardai –Si abbiamo visto. Lei come sta?- annuì e poi sorrise –Bene dille che la stiamo guardando tutti e che siamo con lei richiamo dopo-attaccò e mi guardò.

-Allora?- chiese Miroku.

-È in camerino che la stavano vestendo, sembra tranquilla ma mamma la conosce bene e sa che è agitata… è fiduciosa della sua vittoria, ormai tutti la vedono come vincitrice- annuii e guardai la televisione. – Si ne sono sicuro, vincerà lei-

Quando la pubblicità fini tacemmo tutti e io strinsi di più il ciondolo dove avevo fatto incidere la data della mia partenza.

 

_____

 

-Higurashi devi mettere la fascia- mi fermò un ragazzo che mi infilò la fascia –In bocca al lupo- gli sorrisi e raggiunsi uno dello staff che mi fece segno di seguirlo.

-Kagome ha chiamato Koga ti stanno guardando tutti e tre-mi disse la mamma di Koga fermandomi per un secondo,  quella telefonata mi diede la carica finale e dopo averla salutata mi misi in posizione.

-Hai capito cosa devi fare?- mi chiese l’uomo e io annuii –Bene, vai e vinci- rimasi sorpresa di come tutti volevano la mia vittoria ed ero sicura che l’avevano detto solo a me. Iniziarono a contare alla rovescia e quando si aprirono i pannelli iniziai la mia sfilata. Indossavo un vestito verde petrolio il busto era stretto e tutto ricamato, mentre la gonna scendeva morbida fino ai piedi e quando feci un giro si allargò come la corolla di un fiore. E avevo i capelli mossi, fortunatamente mi erano cresciuti fin sotto le spalle. Quando fini la passerella tornai indietro e aspettai le altre cinque finaliste. A differenza di quello che credevo mi sentivo tranquilla. Quando ci chiesero di metterci al centro ci prendemmo per mano tutte e quando la busta arrivò ero ancora calma.

“Ottieni sempre ciò che vuoi” mi dissi e sorrisi. Quando ci fu la prima eliminata sospirai, alla seconda il mio cuore accelerò di più e quando fecero il terzo nome e quando mi resi conto che non ero io tremai.

-Bene siamo arrivati alla fine- disse la seconda conduttrice –Miss universo 2009 è…- inspirai –Kagome Higurashi! Il Giappone ha la Miss Universo!- non mi aspettavo che ci mettessero così poco a nominare la vincitrice quando sentii gli applausi capii che non avevo solo immaginato che pronunciassero il mo nome , ma era vero. Come se il mio corpo si fosse mosso da solo, portai le mani alla bocca e le lacrime iniziarono a scendere… ero io la vincitrice, l’avevo sempre saputo eppure quella conferma mi aveva resa felice. Quando sentii la corona sulla mia testa realizzai che era tutto vero. Presi il mazzo di fiori e abbracciai la Miss Universo 2008. –Congratulazioni- abbracciai i conduttori e poi mi misi in posa per le foto, con il sorriso più bello che potessi mai fare. Avevo raggiunto un altro obbiettivo e da allora seppi che potevo raggiungere le vette più elevate. Mi sentii fiera di me stessa. Lo avrei fatto per lui.

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Inuyasha

 

Scattai in piedi quando sentii la prima lettera del suo nome. Aveva vinto, la mia Kagome aveva vinto. La vidi in lacrime mentre io continuavo a gridare che ce l’aveva fatta. Abbracciai Miroku così forte da fargli male, con quella corona sulla testa era finalmente una vera regina… la mia regina. Avrei mantenuto la mia promessa tempo tre anni e sarei tornato da lei… adesso tra i due quello che doveva raggiungere la punta ero solo io e lei doveva aspettarmi. Koga aprì il frigo e aprì lo champagne che aveva comprato a nostra insaputa, brindammo stesso dalla bottiglia. Risi di gioia e guardai lo schermo dove Kagome sfilava un ultima volta salutando la gente e poi guardando verso di me, nella telecamera.

-Aspettami- sussurrai prima che la sua immagine scomparisse per lasciare spazio alla pubblicità.

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 Da quel giorno passarono tre mesi e io mi trovavo nell’aereo di ritorno dalla Francia dove avevo partecipato a una sfilata e aver visitato un ospedale dove erano ricoverati i malati di cancro. Ero diretta in America nel mio appartamento privato nella Trump Tower, anche se ero lì non vedevo mai mio fratello e a essere sincera non sentivo neanche molto i miei genitori. Gli impegni erano tanti e non avevo tempo per nessuno. Dopo l’elezione ebbi subito i primi impegni tra cui servizi fotografici, interviste e sfilate. La cosa più bella fu che quando arrivai in Francia nella mia suite c’erano molti fiori da parte di Valentino, stilisti importanti, i miei genitori, i miei amici,Miss Universo 2008, Miroku, Koga, i gemelli e poi quello che mi colpì di più… quello di Inuyasha, cento rose rosse e al centro un giglio bianco. Solo a vederlo mi emozionai molto e piansi ancora quando lessi la sua lettera dove si congratulava e mi ricordava che lui aveva una promessa con me.   Partecipai alla sfilata di Valentino ad ottobre e lui fu molto contento di avere Miss Universo a sfilare per lui… mi fece molte congratulazioni e mi disse che lui lo sapeva che avrei vinto io. Quella sera un altro dei miei sogni si esaudì e vi giuro dopo una vita sfortunata, dal giorno in cui incontrai Inuyasha, la vita iniziò a sorridermi e la fortuna mi abbracciò.

-Kagome mi ascolti?- sospirai guardando il mio secondo manager, quello che mi aveva consigliato Ken il padre dei gemelli… eravamo inseparabili, mentre Herin viaggiava molto e prendeva appuntamenti che poi riferiva a Jon.

-Scusa pensavo-

-Mi dispiace ma ci sono cose più importanti- sbuffai –Non sbuffare signorina – era un ragazzo affascinante aveva trent’anni ed era biondo e occhi azzurri, americano, straricco, elegante, dai bei modi, sorriso suadente, bello e anche presuntuoso, ma sapeva il fatto suo. Sul lavoro era impeccabile, si occupava di  tutto lui e se un paparazzo mi scattava una foto che non andava, nessuna ma lui insisteva, la faceva bruciare. Alcune volte mi metteva i brividi perché diventava glaciale, certo non come Sesshomaru, e oltre a essere mio Manager era anche il mio autista, bodyguard e amico.

Mentre parlava iniziai a giocare pensierosamente con lo zaffiro al collo e iniziai a fantasticare.

-Kagome!- mi spaventò –Ti sei distratta di nuovo!- mi rimproverò.

-No, ti ho sentito-dissi incerta.

-Davvero?- annui –Allora ripetimi quello che ho detto-

Feci un respiro profondo: -Quando torniamo in America ho solo dieci ore di riposo dopodiché ho altre interviste, con precisione tre una alle dodici, una alle sei e un’altra alle undici di sera. Poi devo partecipare alla prima del film alle sette- dissi tutto d’un fiato e quando aprì la bocca per aggiungere qualcosa che non avevo detto, io lo bloccai alzando la mano –L’intervista delle sei la farò per telefono e alle tre del pomeriggio ho il servizio fotografico-

-È alle quattro- avevo sbagliato di un’ora –Non distrarti più-

-Si, scusa e che sono stanca- dissi in tre mesi il massimo delle ore di riposo erano dieci.

-Lo so, ma ricorda che l’hai voluto tu-

-Già- feci un respiro profondo –Sì,ho lottato per avere questo e quindi non mi lamenterò più- lui mi sorrise, per quanto potesse essere bello non poteva eguagliare Inuyasha. Quel pensiero mi fece sorridere ancora, lui stava andando alla grande, Miroku e Koga erano stati definiti sprecati per la moto 125 così erano passati alla 250 dove gareggiavano contro Inuyasha. Lui era bravo si stava allenando molto anche se in quel periodo loro non correvano. Sapevo attraverso le riviste che Sango e Koaku erano i primi in tutte le classifiche del mondo, il loro album era andato a ruba dopo il singolo che li aveva presentati al pubblico. Sapevo che stavano organizzando un tour Europeo e mi sarebbe piaciuto vederli. Inoltre sapevo che Sango vedeva Miroku ancora erano la coppia più paparazzata e invidiata al momento. Pensai io e Inuyasha al loro posto, avremmo fatto troppo scalpore. Risi.

-Cosa ti fa ridere?- mi chiese Jon alzando gli occhi dalla sua agenda.

-Nulla, pensavo-

-Devi star male perché tre volte in un ora…- risi ancora.

-Niente e che mi piacerebbe andare a vedere un concerto-

-No- la sua risposta dura mi stupii.

-Ma non sai neanche di che…-

-Non andrai al concerto dei gemelli- feci per parlare ma non sapevo cosa dire –Non puoi dedicarti a cose futili in questo primo anno-

-Ma solo per…-

-No, quando la tua carica sarà finita allora faremo quello che vuoi- lo guardai accigliata. –No- ripeté.

-Fammi portare del martini con ghiaccio- lui annuì e si alzò andando dalla hostess. Mi aveva innervosito ma sapevo che aveva ragione. In quella parte di aereo eravamo solo io, lui e due agenti americani che non avevano capito niente perché avevamo parlato in giapponese. Spesso mi ritrovavo a parlare con tutte le lingue che conoscevo, era un’abitudine che Jon mi aveva fatto prendere, e quella volta avevo parlato solo in giapponese. Tornò due minuti dopo con il mio martini che bevvi a piccoli sorsi.

-Mi dispiace aver alzato la voce- non era vero, aveva mantenuto sempre un tono basso ma sapevo che era il suo modo per chiedermi scusa per avermi detto no.

-Non fa niente è il tuo lavoro- sorrisi e lui ne accennò uno piccolo –Puoi chiedere a mio fratello se può venire?-

-L’ho chiamato già ma non può è troppo impegnato e quando arriviamo lui parte-

-Come sempre-

-Ma ho una sorpresa per te nel tuo appartamento-

-Cosa?-

-Lo vedrai- bevve un sorso dal suo bicchiere e poi guardò gli agenti che sorvegliavano quello scatolo di velluto blu. –Dovrai indossare solo la fascia, ma all’inaugurazione del teatro anche la corona- mi piaceva portarla, era bellissima. Tutti diamanti e poi, come se fosse stata creata proprio per me, c’erano dei zaffiri al centro.

-Quale inaugurazione?-

-Quello tra tre giorni a Broadway- me ne ero scordata –Al trucco e parrucco ci ho già pensato, il vestito arriverà domani in mattinata è di Valentino, devi misurarlo anche se Valentino conosce alla perfezione la tua taglia-

-Le scarpe?-

-Ti arriveranno da Dolce&Gabbana questa sera-

-Bene-dissi segnando sulla mia agenda gli orari –Oh! Ho uno spacco la settimana prossima-

-Si un giorno intero, il ventitré sarà tutto per te- lo guardai allibita –Devo pur farti un regalo di natale così ti ho prenotato una giornata alle terme -

-Relax!- lui sorrise –Però…- sapevo che c’era qualcosa sotto.

-C’è la cena di Natale che si terrà alla casa bianca sei stata invitata e poi il giorno dopo dovrai andare in Canada-

- Capodanno?-

-Lo passerai in Giappone a una festa dove ci saranno i più grandi personaggi del grande schermo-

-Nella mia patria ma non posso vedere la mia famiglia-

-Mi dispiace, ma troverò il tempo anche per quello- annuii  -Adesso riposa il viaggio è ancora lungo-

Si, pensare a tutte quelle cose mi aveva stancata però pensare che un girono non sarei stata più Miss Universo mi terrorizzava. Aprii subito gli occhi e guardai Jon.

-Jon?-

-Dimmi-

-Cancella la giornata alle terme-

-Perché?-

-Non tutta…- ci ripensai – Quello spot della Loreal posso ancora farlo?-

-Certo l’ho fatto spostare a dopo le feste-

Scossi la testa: -Mettilo per il ventitré-

-Come mai questa improvvisa voglia?- mi chiese sorridendo contento, ma quando notò il mio sguardo si allarmò –Cos’hai?-

-Ho paura che quando sarà eletta la nuova Miss io sarò dimenticata-

-Kagome guardati sei una creatura perfetta, al mondo non esiste nessuno che può comparare la tua bellezza-

-Un giorno invecchierò-

-E allora sarai più bella… Kagome ora hai solo diciotto anni goditi la tua vita e ti assicuro che nessuno ti dimenticherà, la corona sarà sempre tua ricordalo nessuno può togliertela- quello mi risollevò il morale –Ma conquistare un po’ più di fama non ti farebbe male-

Chiusi gli occhi e mi addormentai sognando me stessa il giorno dell’elezione.

 

_____

Inuyasha

 

-Ottimo lavoro anche oggi- disse il mio manager.

-Inuyasha come vanno i freni?- chiese uno dei meccanici.

-Vanno bene ma ho avuto qualche problema con la ruota posteriore-

-La controllerò io, ma fuori fa freddo-

-Lo penso anche io, ma meglio prevenire-sorrisi e lui ricambio –Potrei fare di meglio- dissi al mio manager rispondendo alla sua affermazione.

-Siamo in pieno dicembre, per il momento va bene- annuii ancora –Cambiati e poi andiamo a fare l’intervista-

-Per cosa?- chiesi avviandomi mentre lui mi seguiva.

-Giornale per teenager- sorrisi mi piaceva fare queste cose e mi piaceva quando le ragazzine venivano fino alla nostra casa per avere autografi. –Per natale puoi tornare in Giappone-

-Bene- sorrisi entrando nello spogliatoio e togliendomi quella tuta.

-Ti do un passaggio?- mi chiese da fuori la porta.

-No, sto con la macchina non preoccuparti-

-Ok, allora io vado ti aspetto allo studio lascio l’indirizzo vicino la tua borsa-

-Ok- aprii l’acqua bollente e mi beai del getto, passai le mani nei capelli li avevo tagliati un po’ ma avevo rimasto sempre lo stesso taglio, mi stava bene. Quando uscii misi il completo che mi aveva portato Kenji e ne fui soddisfatto era il mio genere e la taglia era giusta. Passai il gel nei capelli per alzare la cresta e infilai la collana. Uscendo salutai i meccanici e i tecnici augurandogli buone feste. Era stata la mia ultima prova e poi avrei ripreso dopo le feste, salii in macchina, l’accesi e accelerai. Avevo letto l’indirizzo e sapevo dove si trovava lo studio, così ci misi poco ad arrivarci. Kenji era già lì e mi fece segno di seguirlo. Entrammo in uno studio fotografico dove mi scattarono alcune foto tra cui alcune con la camicia aperta e facendomi mostrare i due tatuaggi. Poi mi rivestii e andai a incontrare la mia intervistatrice.

-Sono lieta di conoscerti- disse stringendomi la mano, era italiana. Ci sedemmo al bar dello studio dove mi offrirono un caffè.

-Scusate l’interruzione- disse un ragazzo –Ma volevo ricordarti che tra un’ora hai Miss Universo a telefono- chiusi gli occhi ripensando a lei. Leggevo spesso giornali dove c’erano le sue interviste e ne rimanevo sempre più affascinato. Era diventata molto importante e tutti la volevano ovunque.

-Si non preoccuparti- sorrise al ragazzo –Torniamo a noi- aprii gli occhi e sorrisi.

-Dove vuoi iniziare-

-Raccontami un po’ di te-

-Ormai mi conoscete bene in Italia, sapete che ho origini italiane che ho vissuto un periodo lì- lei annuì e oltre al registratore prese anche degli appunti –Fino a qualche mese fa ho vissuto in Giappone con mio padre e lì ho conosciuto Koga Haru e Miroku Hakureu che sono i miei migliori amici, da lì abbiamo scoperto la nostra passione per le moto e dopo aver messo dei soldi da parte abbiamo sistemato una vecchia pista per go-kart e ci siamo allenati con le moto- raccontai un po’ la mia storia.

-Il tuo sogno è sempre stato questo?-

-No, volevo diventare un archeologo come mia madre, la storia mi ha sempre interessato… poi ho scoperto la moto a tredici anni e tutto è cambiato-

-Cosa rimpiangi dei vecchi tempi?-

Ci pensai su: -Niente, se non il tempo trascorso con i miei amici e il viaggio che feci con loro a Roma-

-Cosa hai provato quando hai preso per la prima volta una moto da corsa?-

-L’emozione è stata tanta ma è bastato un secondo per capire che non l’avrei più lasciata-

-Hai mai avuto dubbi?-

-Tanti-

-Possiamo sapere perché?-

Risi –Mi dispiace ma non posso riferire ora-

-E quando?- mi chiese divertita.

-Tra tre anni- promisi anche io divertito…

-Allora è una promessa- annuii –Al giornale dove lavoro arrivano lettere da parte delle nostre fans e ce ne sono molte per te-

-Ne sono contento-

-Ci sono ragazze che sono curiose di sapere se sei single o no- non sapevo cosa rispondere.

-Ni- dissi incerto.

-Ni?-

-Si, c’è una persona molto importante che purtroppo non è vicino a me e non la rivedrò presto-

-Allora questo è uno scoop, non sei fidanzato ma sei innamorato!-

-Esattamente-

-Possiamo sapere di chi?-

-Non posso-

-Dai sarà il nostro segreto- scossi la testa e la giornalista mi guardò delusa –Non vuoi parlare, ma noi lo scopriremo-

-È una promessa?- scherzai.

-Sei molto simpatico e devo dire che sei anche molto bello- era così sicura.

-Grazie, molto gentile-

-Adesso una domanda che non centra nulla con la tua vita- acconsentii annuendo –Sappiamo che il tuo amico e nemico Miroku Hakurue è fidanzato con una cantante emergente e sappiamo che vi conoscete da molto tempo-

-Esattamente ho conosciuto Koaku, Sango e Rin, la ragazza di Koaku, durante il viaggio a Roma. Lì ho incontrato anche Kagura l’attuale ragazza di Koga-

-Vi vedete spesso?-

-Quando ne abbiamo possibilità, i gemelli adesso sono impegnati con interviste e incontri con i loro fans, lo stesso vale per noi. Ma quando hanno un po’ di tempo vengo loro da noi-

-Quando tornerai in Giappone?-

-Presto, passerò le mie vacanze lì-

-E in Italia?-

-Prestissimo- dissi sorridendo –Prima che iniziamo a correre dovrò passare del tempo in Italia per alcune faccende importanti-

-Allora ti aspettiamo trepidanti-

-Certamente-

-Allora ti ringrazio per averci raccontato un po’ di te- sorrisi stringendole la mano. –Solo un’ultima domanda… Cosa significa il ciondolo che porti al collo-

-È un ricordo, dietro sono segnate le date più importanti della mia vita al momento ce ne sono quattro e poi ne aggiungerò un’altra quando sarà il tempo-

-Grazie mille- sorrise e io ricambiai.

-È stato un piacere-

Me ne tornai a casa che era silenziosa. Kagura era venuta a trovarci e aveva passato l’intera giornata con Koga, Miroku invece era già partito per il Giappone. Iniziai a preparare le valigie e chiamai il mio agente per farmi prenotare immediatamente un biglietto per il giorno dopo.  Guardai l’ora e pensai che ormai l’intervista con Kagome era finita, andai in cucina per prendere qualcosa da bere, ma la rivista sul tavolo attirò la mia attenzione. Sorrisi quando vidi che sulla copertina c’era colei che occupava i miei pensieri che sponsorizzava una linea di trucchi. Aprii per vedere se c’era qualche notizia su di lei, lessi la sua intervista dove raccontava i suoi viaggi, le sfilate e l’emozione di essere la ragazza più bella del mondo. Nelle pagine dietro c’erano diverse foto con lei in costume da bagno, in abito da sera, mentre veniva incoronata e quando sorrideva a un fotografo nascosto. Altro che la più bella del mondo, era diventata la ragazza più famosa del mondo, c’erano interi programmi che dedicavano giornate solo a lei, i giornali non facevano altro che cercare i suoi difetti o esaltare la sua bellezza.  Cercavano di scovare i suoi segreti ma lei riusciva a deviare sempre il discorso. Ma come si sa i giornali devono vendere e spesso si inventano notizie irreali, come quella che tra lei e il suo manager ci fosse qualcosa in più di una semplice amicizia. In un primo momento quella notizia mi sconvolse poi, quando capitò lo stesso con me con una modella, capii che non poteva essere vero.

Chiusi il giornale e presa la bibita tornai in camera mia. Accesi la televisione e iniziai a fare zapping fino ad arrivare a un programma di musica dove vidi i gemelli esibirsi, erano in America. Ormai anche loro erano arrivati quasi alla vetta… mancavamo solo noi. Ascoltai la loro canzone poi spensi e uscii di casa. Presi la moto che avevo portato dal Giappone e iniziai a sfrecciare fra i vicoli della Francia dove vivevamo da tre mesi. Arrivai vicino alla Torre Eiffel  poi tornai a girare.

Mi rilassavo facendo così e riuscivo a calmare i miei desideri. Avevo beccato tre multe in quei mesi ma non mi interessava, anche se davo un brutto esempio. Accelerai ancora e superai due macchine passando per il centro, sorrisi e continuai.

“Se il tempo potesse passare così velocemente” pensai “Se fosse così facile superare degli ostacoli, se per arrivare a destinazione fosse come correre su una moto… tutto sarebbe più semplice!”

 

_______ 

Per quanto sperassi che quell’anno non passasse mai ciò non avvenne. Una tristezza infinita mi accolse quando dovetti incoronare la nuova Miss Universo, solo che lei non ebbe mai il successo che ebbi io. Di lei si parlò soltanto i primi tempi di me, nonostante la mia carica fosse finita, si continuava a parlare. Ero invitata a convegni, a sfilate, a inaugurazioni, a feste. Ero sempre piena di impegni, facevo foto con la mia corona mettendo sempre in secondo piano la nuova Miss Universo. Ero subdola ma non potevo farci niente, avevo lottato per restare al centro dell’attenzione di tutti. Girai anche un film e fui chiamata anche per un altro. Ero diventata anche una top model e facevo molta beneficenza. Partivo ancora per incontrare i paesi più poveri, mi presentavo alle manifestazioni contro l’utilizzo delle pellicce vere.

Mi ricordo il giorno in cui Jon mi disse che avrei avuto una sorpresa quando sarei tornata nel mio appartamento dopo un viaggio fatto a Parigi. Quando tornai trovai il mio Fusa accucciato sul mio letto e quando mi vide venne da me, lo stritolai e da allora me lo portai sempre dietro.

In quel momento mi trovavo in Italia, precisamente a Venezia per dei servizi fotografici poi sarei andata a Milano per la settimana della moda. Erano passati tre anni ed era aprile, non vedevo il Giappone dal’ultimo capodanno che feci lì quello del 2010, vedevo i miei familiari solo in America, avevo notizie dei miei amici solo attraverso i programmi televisivi e interviste sui giornali. Sango e Koaku ormai erano gli idoli della musica, i loro Tour mondiale aveva riscosso un gran successo. Miroku, Koga e Inuyasha anche loro ce l’avevano fatta erano in moto Gp, né ero fiera. Non li vedevo da molto e non li incontravo neanche alle feste. Quell’anno l’ultima gara sarebbe stata in Giappone e io ci sarei andata, avevamo una promessa da mantenere.

________________ 

Inuyasha

-E ancora una volta Inuyasha è in Pool-position- disse il commentatore della gara –È un degno sostituto per lo sfortunato Valentino Rossi che ricordiamo ha avuto un incidente e non correrà neanche per il prossimo anno-  ascoltavo distrattamente la registrazione della telecronaca della corsa di un mese prima. Ero seduto sul divano di casa mia… si la mia casa, quella in Giappone, dove abitavano i miei fratelli e miei genitori. Era Maggio avrei gareggiato il giorno del mio compleanno. Guardai l’orologio e notai che era ancora presto, ma mi avviai lo stesso per andare a prendere Jenis a scuola, le avrei fatto una sorpresa. Ero arrivato quel giorno stesso e nonostante tutto mi misi a guardare le mie corse per notare gli errori e per studiare ancora una volta la pista giapponese. Rossi non poteva ancora gareggiare e io avevo preso il suo posto temporaneamente, ma rimanevo sempre quello che lui doveva battere.

 

 

Odei odei odei e con questo meno due alla fine! Stavo pensando di postare gli ultimi due capitoli uno ad Aprile e l’altro a Maggio… ma credo che è meglio se li posto se non voglio morire giovane XD (eppure ho postato con un giorno di anticipo XD). Allora cari lettori, io sono emozionata. Questo capitolo diciamo che ha messo in chiaro un po’ di cose, Tre anni sono un po’ troppo e non tutti riescono a resistere. Purtroppo, e dico purtroppo, ci sono delle notizie che non vi piaceranno nel prossimo capitolo… Mi hanno chiesto un lieto fine, ma sin dall’inizio ho detto che non aveva mai parlato di lieto fine…. Spero di non aver distrutto così la mia carriera di scrittrice (pivella XD). MA a me piace scherzare molto, mi piace far incuriosire la gente quindi spero che continuerete a leggere per scoprire il finale… :D.

E come sempre negli ultimi capitoli rivolgo un piccolo pensierino al Giappone! :D

Come sempre ringrazio voi carissimi lettori, che siete la mia forza e la mia ispirazione! Grazie.

E ringrazio più che mai chi recensisce:

-Alys93: No ti prego carissima! Non mi abbandonare prima della fine, se al precedente ti è venuto un infarto aspetta gli ultimi due! *^* ma resta con me… fino alla fine! Per quanto riguarda questo capitolo… ecco sì… vedi… in realtà… non è come credi… cioè nel senso che… sì è successo… però… mai dire mai sai che… Odei Si sono lasciati! ( non avevo il coraggio :S) Ascoltami bene, respira e inspira, non preoccuparti non è ancora finito :D ecco il lato positivo, il negativo e che…

Come stai carissima? Sono contenta che ti sia ripresa e anche che come sempre il mio capitolo ti sia piaciuto. Soprattutto il regalo finale, infatti il primo che mi capita per caso gli farò capire che mi piacerebbe avere un regalo del genere… (apri gli occhi bambina che la realtà è crudele…Y^Y)… Aspetto con ansia la tua recensione :D. Un bacio forte… Ps. Non preoccuparti del fatto che recensisci in ritardo, non devi farlo per forza:P… MA mi fa piacere quando vedo il tuo nome! Baci e un forte abbraccio.

 

-lillixsana: Ciao cara! Mi fai commuovere, anche a me dispiace che sono già arrivata alla fine… è la terza storia che scrivo e non mi sono ancora abituata alla parola fine… mi viene l’ansia. Anche perché non mi farò sentire presto T^T… Oddio mi mancate già. Passando al capitolo hehehehe sorpresa, erano tornati a stare insieme e ora… Sai alcune volte mi sento molto crudele XD. Aspetto una tua recensione un forte abbraccio.

 

Abbraccio anche i lettori 8Kanemi8

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Capitolo 14
*** Capitolo XIV ***


Kagome 13 Inuyasha

Diario di un sogno impossibile!

Capitolo XIV

E se fosse Inuyasha a raccontare?

 

 

 

-Ascoltate qua:  Miss Universo 2009 eletta quasi tre anni fa, oggi è la ragazza più popolare del mondo. Oltre a dedicarsi ai compiti di una Miss per il suo primo anno, la ormai ex Miss universo ha sfilato anche per i nomi più prestigiosi dell’intero mondo della moda diventando in breve la prima tra le top model. Molti critici della moda dicono che nessuna altra Miss sarà paragonabile a lei, infatti Miss Universo 2009 rimane ancora oggi la donna più bella del mondo- Sango lesse l’ennesimo articolo da una rivista di moda –E oggi sveleremo alcuni segreti- continuò –L’intervistatrice dice: per molto tempo si è parlata della sua relazione con il suo manager, è vera? Lei risponde: assolutamente, no io e il mio manager siamo grandi amici e quando abbiamo tempo libero andiamo a mangiare assieme. Ma le storie sul nostro conto sono totalmente false…-

Eravamo nel giardino della nostra nuova casa in Giappone, liberi dal lavoro per due giorni interi anche se mancava una settimana alla corsa.

-Qui dice che dopo tre anni pieni di lavoro ha deciso di prendersi una vacanza e ritornare in Giappone per rilassarsi un po’- la vidi scorrere le pagine velocemente –Guardatela in questa foto è stupenda-

-Inuyasha la vuoi vedere?- mi chiese Rin, annuii e presi il giornale. Andavo avanti così guardandola attraverso un giornale. Era eterea in quella foto, sorriso ampio e luminoso, occhi luccicanti del solito blu e come sempre il ciondolo al collo… il mio ciondolo. Sorrisi sfiorando la foto e Koga mi si avvicinò guardandola.

-È sempre lei- annuii e ridiedi il giornale a Sango.

-Qui risponde a una domanda dicendo che una volta fu lei ad essere stata lasciata da un ragazzo che credeva di amare, ma quattro anni dopo ha scoperto il suo vero amore- Sango sorrise tristemente –E lei continua ad amarlo anche se non è lì con lei-

-Hai sentito Inuyasha!- mi chiese Kagura facendomi l’occhiolino.

-Continuo?- tutti annuimmo –La giornalista le chiede se ha mai più rivisto il suo amore- mi feci più attento e lei utilizzò le sue parole –“L’ultima volta che l’ho visto fu al mio diciottesimo compleanno la mattina successiva prese un aereo che lo portò in Spagna, da allora lo vedo solo su riviste o per televisione”- sorrisi contento ma anche turbato, quella stupida aveva parlato troppo –“Ho detto anche troppo ma non rivelo il suo nome” credo che in quel momento fosse scoppiata a ridere… -mi mancava. Miroku abbracciò Sango dolcemente.

-Manca a tutti- disse lui –Conclude dicendo: “ Smentisco tutte le cose che i giornalisti hanno detto in questi anni sulle mie relazioni in quanto non ne ho avuta nessuna. Mi fido della vostra rivista nota per la vostra sincerità”-

-Io non ho mai creduto nei giornali, non ho mai dubitato di lei- Rin era cresciuta molto e seguiva Sango e Koaku in ogni loro concerto ed era diventata la ragazza più invidiata dalle fans, come Miroku dall’altro. Lui e Sango formavano la coppia più conosciuta, paparazzata e felice del mondo. Lei sempre presente alle sue corse e lui sempre presene alle sue interviste e concerti…

-Io salgo su ci vediamo dopo- Sango mi porse il giornale che presi. La mia camera era tappezzata di sue foto ero come un maniaco, ero il suo fan numero uno. Solo una volta ricevetti un messaggio da lei prima che entrambi cambiassimo telefoni. Diceva: “ho uno scatolo con tutte le tue foto ritagliate, sono la tua fan numero uno… si felice Inuyasha. Ti amo e un giorno torneremo insieme” lo ricordavo a memoria non potevo dimenticarlo. Sentii fuori dalla camera Sango, che andava verso il bagno, canticchiare una canzone di una cantante italiana, ormai anche lei l’aveva imparato.

E vorrei fuggire via

E nascondermi da tutto  questo

Ma resto immobile qui senza parlare

Non ci riesco stancarmi di te

E cancellare tutte le pagine con la tua immagine…

 

-Già io ti vorrei qui e non guardarti attraverso queste pagine- ero morbosamente incollato a lei, non riuscivo a essere diverso a nascondere il mio amore quando ero con i miei amici. Il suo volto era ovunque anche dentro al mio casco quando guidavo, la sua voce mi diceva sempre: “-Dai Inuyasha non sei primo ma accelera e arriva secondo-”  oppure “–Dai che c’è l’hai! Forza che sei tu il migliore!-”  in tre anni io, Koga e Miroku eravamo entrati nella moto gp 500. Per il primo anno io riuscii ad arrivare terzo ai mondiali e questo mi portò a essere molto richiesto e mi diede il lancio per il successo. Il secondo anno lottavo con il più grande dei campioni della moto e poi quell’anno lo sostituii per un infortunio. Avevo molti fan e avevo totalizzato cinque vittorie dall’inizio della gara in totale diciassette vittorie e, al mio ventunesimo compleanno, avrei totalizzato la mia diciottesima vittoria. Improvvisamente squillo il mio telefono.

-Ciao Inuyasha, come stai?- la voce di quel ragazzo conosciuto tre anni prima era indimenticabile visto che era anche il mio avvocato.

-Ciao Sota bene grazie … come mai questa telefonata?- chiesi sorpreso mentre attaccavo l’ennesima foto di sua sorella alla parete.

-Avevo chiamato per sapere come stavi...-scherzò – Ho fatto quello che mi avevi chiesto-

-Bene, grazie- dissi osservando i ragazzi in giardino che ridevano. -E così torna…- guardai il giornale.

-Vivi Inuyasha- senza lei non era possibile, perché diamine non lo capivano? –Anche io vorrei abbracciarla visto che sono tre anni che non la vedo-

-Non mi interessano i tuoi problemi- avevo molta confidenza con lui, avevo stretto amicizia facilmente ed era un ragazzo molto simpatico.

-Grazie per la tua comprensione- risi divertito – Tornerà in Giappone dai miei genitori non vuoi vederla?- che stupido che era… certo che volevo vederla, ma come potevo presentarmi da lei e rovinargli la vita?

-Ci sentiamo Sota, ciao- gli attaccai il telefono in faccia, avrebbe capito. –E ora aiutami a concentrarmi- mi rivolsi alla sua foto che mi guardava sorridendo.

 

La prima settimana era passata velocemente e io mi concentrai sulla gara come facevo sempre. Andavo ad allenarmi ogni mattina e quando il pomeriggio tornavo a casa studiavo la pista. Correre in Giappone, al mio ventunesimo compleanno e proprio quando lei era lì... mi ritrovai a pensare se fosse venuta mai alla mia gara. Scossi la testa sorridendo, era una speranza vana, e tornai a guardare la mappa. Il meteo diceva che avrebbe fatto molto caldo quindi asfalto molto caldo, quindi meno tempo per riscaldare le gomme e ottima situazione per me… era la mia giornata ideale.

-Inuyasha sono arrivate le ragazze- Miroku non entrava nella mia stanza come quando eravamo più piccoli… diceva che era la mia area di benessere e loro non volevano violarla. Li raggiunsi poco dopo al piano inferiore salutando con un bacio le ragazze che guardavano la tv. –Eccola…- Miroku indicò il plasma dove la ragazza più bella del mondo scendeva le scale con una valigia in mano salutando con un sorriso i fotografi, i giornalisti e i suoi fan. –Non la lasciano un secondo in pace-

-Sta zitto Miroku- lo rimproverò Sango.

 

-Bentornata in Giappone- la salutò una giornalista.

-Grazie mille- sorrise ancora mentre firmava degli autografi- Sono contenta di essere ritornata e di aver avuto questa accoglienza- la guardai levarsi gli occhiali da sole e mostrare i suoi zaffiri simili al ciondolo che portava sempre al collo. Ma leggevo stanchezza nei suoi occhi… non potevo non capirla.

-Cosa farà durante la sua permanenza in Giappone?-

-Ho preso un mese intero di ferie forse anche qualcosina di più, sono qui per riposarmi come ho già detto- il sorriso non si spegneva mai.

-Ha progetti? Nel senso che in questo periodo ci sono le gare di moto Gp in Giappone le andrà a vedere visto che si è sempre dichiarata una fan accanita?- il sorriso di Kagome si affievolì un po’ ma rimaneva sempre splendente.

-Vedremo. Adesso scusatemi vorrei salutare i miei parenti che è da molto che non vedo! Buona giornata signori- li salutò con la mano e proseguì seguita dal suo manager.

 

-Ben tornata Kagome- guardai Rin asciugarsi una lacrima, Sango e Kagura fecero lo stesso. Erano le sue migliori amiche e io mi sentivo responsabile del loro allontanamento.

-Voi potete andare a trovarla- mi guardarono –Beh abita sempre lì no? Avviso Sota della notizia e vi dirò quando potete andare-

-Ma tu…?-

-Io non vengo Sango- le sorrisi e me ne andai –Io non vengo, morirei se dovessi dirle addio ancora-

Chiamai Sota come promesso e diedi la notizia alle ragazze che le avrebbero fatto una sorpresa. Si andarono a preparare e lo stesso fecero Koga, Miroku e Koaku.

-Ci vediamo più tardi?- annuì e andai in camera.

Non so che fecero quella sera ma quando rientrarono era notte fonda e le ragazze avevano gli occhi gonfi ma un mega sorriso sulle labbra e lo stesso era per i ragazzi. L’unico che mi spaventò realmente fu Miroku che mi guardò in modo strano.

-Come sta?- chiesi accendendo una sigaretta quando uscimmo in giardino, quando ero nervoso fumavo sempre… un vizio che non riuscivo a perdere.

-Stanca, ma tutto sommato bene- annuì –Non… non mi ha chiesto di te- sorrisi sincero neanche io l’avrei chiesto.

-Perché quella faccia?-

-Per questo motivo- mi guardava preoccupato, scossi la testa.

-Sono felice che non abbia chiesto di me-

-Siete due pazzi-

-Io sono più pazzo perché sto per chiederti com’è?-

-Bellissima Inuyasha. È più matura mentalmente e fisicamente, tracce della vecchia Kagome sono ancora visibili posso dire che oltre a essere diventata più matura non è cambiata molto. Quando siamo entrati in casa lei era in camera sua e suo fratello ci ha fatti aspettare di fronte alle scale quando ci ha visti è scoppiata in lacrime. È bellissima, i capelli sono lunghi fino a metà schiena e indossava solo un pigiama ma era davvero Miss Universo. Mi ha sorpreso quando ha abbracciato prima me e Koga, io non sono riuscito a trattenermi…- scoppiò a ridere -…Ho pianto ti rendi conto?- sorrisi immaginandomi le scene –Ci ha raccontato molte cose- annuii –Dovevi esserci Inuyasha anche quando si è fatta autografare dei nostri poster- scoppiò a ridere e io con lui. Quando si parlava di lei io diventavo il ragazzo più dolce e mieloso del mondo ma quando si trattava di lavoro, interviste e incontro con le fan diventavo serio e spesso anche stronzo.

-Dai andiamo a dormire che domani si lavora-

 

Non toccammo più l’argomento Kagome anche se spesso beccavo le ragazze parlare sotto voce in cucina o in giardino e mi divertivo un mondo. Il giorno delle qualifiche arrivò presto e io ero carico. Dai box salutai le  telecamera con la mano sorridendo, salutando così i miei fan.

-Miroku ha fatto  1: 29.889. Koga 1:31.009. adesso tocca a te, parti a tutto gas è il tuo momento vinci questa e diventi qualcuno chiaro?- il mio capo Team.

-Non ti deludo mai- dissi infilandomi il casco e salendo sulla mia Yamaha –Avanti piccola che vinciamo anche questa- uscì dalla pista dei Box lentamente e quando fui fuori accelerai al massimo. Conoscevo ogni curva, ogni rettilineo e ogni punto alla perfezione, sapevo quanto dovevo decelerare e quando accelerare di nuovo. E andai bene. Molto bene con un totale di 1:22.701. Fiero di me rientrai ai Box esultando con i miei meccanici.

-Ti aspettano per un’ intervista- annuii e uscii all’esterno dove mi aspettavano i giornalisti.

 

-Salve come va?- domandai sorridendo mentre stringevo la mango e ringraziavo per le congratulazioni da parte degli altri piloti e meccanici.

-Bene grazie. Inuyasha tu insieme a Miroku e Koga non eravate altro che ragazzini inesperti quando siete entrati nel campo delle corse da moto, oggi siete degli idoli come lo spieghi?-

-Ti dirò, quando siamo arrivati la nostra unica esperienza era quella di gare tra amici su una pista di go-kart ripristinata da noi. Il nostro sogno era arrivare qua e ci siamo riusciti. È vero ci sono stati momenti di cedimento dove eravamo scartati da tutti ma poi il boom… non ci siamo arresi e abbiamo proseguito alla realizzazione del nostro sogno. Abbiamo imparato dai nostri sbagli e questo ci ha aiutato-

-Hai totalizzato un record oggi, come ti senti?-

-Sono entusiasta. Ce l’ho messa tutta e ho avuto quello che volevo- sorrisi alle ragazzine che dietro i giornalisti urlavano il mio nome.

-Oltre a essere diventato l’idolo dei ragazzi sei anche il ragazzo più voluto tra le ragazzine, un sondaggio dice che sei il preferito tra Brad Pitt e Enrique Iglesias- scoppiai a ridere.

-Davvero?- chiesi finto stupito –È una bella notizia… sono contento-

-Come fai a dare il massimo?- chiese un altro giornalista stufo delle domande di gossip, proprio come me.

-Ho una persona nella testa che mi dice di dare il massimo e io l’accontento- sorrisi quando vidi arrivare Miroku e Koga che mi strinsero la mano.

-Sembrate fratelli… da quando vi conoscete?-

-Non credo siano domande da giornali sportivi- rispose Koga sorridendo beffardo –Ma da quando siamo piccoli, viviamo insieme e siamo in competizione solo sulla pista- rispose alle domande che il giornalista probabilmente stava per fare.

-Allora vi ringraziamo a domani-

-Si a domani- salutammo e andammo via. 

Faceva caldo e non vedevo l’ora di togliermi quella tuta, bevvi dalla borraccia mentre ascoltavo cosa mi diceva il capo meccanico. Quando finimmo entrai nella mia Lamborghini e partii seguito da Miroku e Koga. Ripensavo agli avvenimenti di quel giorno quando mi squillò il telefono.

-Ehi Jenis e da un po’ che non ti sento!- parlai attraverso l’auricolare.

-Sei sempre impegnato tu! Sei in Giappone da due settimane e ti ho visto solo una volta- Era cresciuta molto anziché dimostrare dodici anni ne dimostrava quattordici. Era molto bella e molti ragazzi, anche più grandi di lei, le morivano dietro.

-Lo so lo so, scusami- sorrisi –Sei a scuola?-

-Dove se no?- aveva ragione era sabato e lei aveva scuola. –Senti un po’ mica ti sei dimenticato che oggi mi dovevi venire a prendere tu?- l’ultima volta non andai più, ci andò mio padre per “motivi di sicurezza” aveva detto.

-No tranquilla! Sono già sulla via- la sentii sospirare.

-Va bene allora torno in classe ti voglio bene Ninu-

-Anche io pulce- e attaccai per richiamare Miroku –Ehi io vado a casa di mio padre oggi, ci vediamo stasera-

-Avviso io Koga… a stasera- e chiusi anche quella telefonata. La strada era libera così accelerai un po’ di più infischiandomene dei segnali stradali. Arrivai dieci minuti prima che uscisse così decisi, anche se già conosciuta, di farsi vantare del suo fratellone. Entrai con l’auto e parcheggiai davanti all’ingresso. Guardai l’orologio e mi accesi una sigaretta.

 

[…] – Io fumo poco- […]

La sua voce risuonò forte nella mia mente ma non mi spaventavo più, anzi ero contento di sentirla. Proprio mentre stavo per spegnerla la campanella suonò e i ragazzi delle medie uscirono entusiasti che la tortura fosse finita. Quando videro la mia macchina ci passarono accanto a  bocca aperta e quando mi videro le ragazzine urlarono adoranti. Sorrisi gentilmente stringendo la mano a qualcuno e firmando qualche autografo fino a quando non vidi Jenis che si avvicinava sorridente. Era da un po’ che non la vedevo ma ero al corrente di tutto. Quando fu vicina mi saltò al collo e io ricambiai l’abbraccio con calore.

-Ehi adesso non posso chiamarti più pulce davanti ai tuoi amici- allargò il suo sorriso e mi abbracciò di nuovo –Dai andiamo via-

-Jenis!- mi girai a guardare il ragazzo che aveva chiamato mia sorella e lo squadrai. –Allora era vero-

-Eri l’unico a non crederci- lei gli fece la linguaccia e entrò in macchina. Dopo aver guardato di nuovo il ragazzo la seguii.

-Chi era?- chiesi mettendo in moto e facendo retromarcia.

-Uno stupido!- esclamò furiosa.

-Ti piace- lei arrossì –Lo sa?-

-No-

-Parlagli-

-Non ho il coraggio- la guardai…

[…] Credo di essermi innamorata di te! […]

-Prendilo e vai… chiudi gli occhi e digli tutto- lei mi guardò e sospirò, il discorso era rinviato. –La gonna della divisa è troppo corta- lei sorrise divertita e io ne fui felice. –Da quando è permesso portare i telefoni a scuola-

-Basta metterlo nel reggiseno  ed è fatto e poi anche tu lo portavi- arrossii alla sfrontatezza di mia sorella che scoppiò a ridere.

-Da quando sei così sfrontata?- chiesi.

-Da quando anche Sesshomaru è andato via di casa- annuii e guardai le macchine rallentare per un semaforo. –Guarda!- esclamò indicando un cartellone pubblicitario –Hai sentito che è tornata in Giappone? Non è bellissima?- guardai Kagome che indossava un bichini rosa e sorrideva dolcemente mentre guardava alla sua sinistra un ragazzo in costume. –Che darei per vederla e stare con lei un pochino-

-Mettiti composta- le ordinai prima di partire.

-Scusa- dopo non parlò più. La guardai di sottecchi  e mi sentii stupido. Jenis è sempre stata più grande mentalmente e non potevo crederci che a soli dodici anni fosse maturata anche fisicamente.

-Ti va di andare a mangiare a un ristorante sulla costa?- sorrisi quando le si illuminarono gli occhi –Chiama papà e avvisalo- lei annuì e prese il suo telefonino. Avvisato nostro padre la portai nel ristorante più famoso della costa. –Allora come vanno gli studi?-

-Sono la migliore ho la media del nove e mezzo- sorrise fiera mentre io aggrottai la fronte –Che c’è?-

-Io avevo quella del dieci-

-Sisi, come vuoi!- mi fece la linguaccia e tornò a mangiare –Inuyasha?-

-Mhhh-

-Mi dispiace per prima-

-Non devi-

-Ma ti sei incupito e io non volevo…-

-Va tutto bene Jenis!- improvvisamente fui abbagliato da un flash… paparazzi. –Vorrei soltanto un po’ di tranquillità-sospirai.

-Sei uno famoso dovevi aspettartelo- disse salutando all’obbiettivo.

-Già- sbuffai –Neanche un momento di privacy- bevvi –Demone come sta?-

-È cresciuto molto, perché non l’hai portato con te?-

-E dove l’avrei messo Jenis? Ti ricordo che passo poco tempo qui in Giappone-

-Avevo dimenticato questo particolare- sospirò –Dai andiamo via- annuii e andai a pagare, poi presi per mano Jenis come fosse una bambina e la portai fuori.

-Ehi NoTaisho è la sua nuova ragazza? Non le sembra troppo giovane per lei?- chiese un paparazzo.

-Infatti è mia sorella- ringhiai, conoscevo quell’uomo era il più odioso di tutti. Quando Jenis si girò ci scattò un’altra foto.

-Questa è per Teenager- disse e io tirai via Jenis.

-E per questa mi pagherai molto!- sorrisi e Jenis con me.

 

Quando tornammo a casa salutai mio padre poi mi diressi nel giardino posteriore dove, appisolato sull’erba, c’era Demone che appena mi vide mi corse incontro scodinzolando.

-Ehi bestione come stai?- era cresciuto molto e adesso abbaiava da vero cane rispetto all’ultima volta.

-Saluti prima il tuo cane e poi me?- quella voce l’avrei riconosciuta ovunque… mio fratello e accanto a lui la sua ragazza.

-Si la priorità va a chi mi vuole bene- scherzai stringendogli la mano –Sempre più bella Nari- abbracciai la ragazza di mio fratello.

-Ben tornato a casa- sorrisi e li seguii in casa. -Allora super pilota domani un’altra vittoria eh?-

-Sicuro è il mio obbiettivo, domani nessuno mi ferma- tutti risero e io con loro.

-Inuyasha?- mi girai a guardare mia sorella –Io dovrei andare mi dispiace di non passare altro tempo con te, ma vedi…- si avvicinò in modo che la sentissi solo io –Ha accettato di uscire con me- la guardai corrucciato… aveva cambiato idea perché mi aveva visto a scuola? Voleva uscire con lei solo per fare un figurone –So a cosa pensi ma ti sbagli lui mi credeva una bugiarda per questo non usciva con me- spiegò a bassa voce.

-Jenis non è buona educazione parlare nell’orecchio- la rimproverò Sesshomaru ma lei neanche lo ascoltò.

-Ma non mi avevi detto che non gli avevi mai parlato?-

-Le mie amiche gli hanno spifferato tutto qualche mese fa-

-Ok, ma se succede qualcosa sai chi chiamare- mi sorrise e mi baciò la guancia.

-Grazie. Ciao- salutò anche gli altri e andò via.

-Le devo vietare di mettere quelle gonne!- ringhiò Sesshomaru.

-Io la trovo stupenda- Nari sorrise a mio fratello e lo baciò dolcemente. Mi sentii uno stupido.

-Io ritorno a casa- dissi attirando la loro attenzione –Sono contento di avervi rivisto-

-Già vai via?- mi chiese Nari e io le sorrisi e le diedi un bacio sulla guancia.

 –Si ho un po’ da fare- mentii.

-Fatti vedere più spesso- annuii e strinsi la mano a mio fratello e poi andai a salutare mio padre nell’ufficio.

-Dimenticavo questi sono i biglietti per voi se volete venire…- lasciai la frase in sospeso mettendo i biglietti e i pass su un mobile.

-Saremo lì- sul volto di Sesshomaru si disegnò un sorriso furbo, lo guardai tramava qualcosa ma lasciai perdere, era la mia giornata. Salutai di nuovo tutti e partii.

 

 

 Guidavo pensando al sorriso di mio fratello. Quando arrivai all’incrociò mi fermai per dare la precedenza e finii per guardare alla mia sinistra… quella sinistra, quella strada, la sua strada. Lo feci senza pensarci, ingranai la marcia e presi quella strada. Passai velocemente e vidi il suo cancello e all’esterno paparazzi e telecamere. Intravidi Sota che guardò la mia macchina passare e poi tornò a parlare con i giornalisti.

 

-Perché non ti sei fermato?-

-Ciao Sota, si a me va tutto bene. A te?- chiesi facendo un sorriso. –Sai il motivo…- posai le chiavi nel cassetto della scrivania.

-Siete degli stupidi-

-Quando prendemmo la decisione eravamo entrambi consapevoli, adesso paghiamo la conseguenza…-

-Ma ora siete abbastanza famosi, entrambi avete raggiunto il vostro sogno adesso esaudite anche il vostro desiderio-

-Avvocato quest’oggi un paparazzo ha scattato una foto a me e mia sorella, è minorenne e la vogliono mettere su Teenager…puoi intervenire?- sentii Sota sospirare, oltre a essere il mio avocato funzionava anche da agente… anche se ne avevo già uno.

-Vuoi che non la pubblichino?-

-Fai ancora queste domande?- lo rimbeccai sorridendo –Basta che non mostrino la sua faccia-

-Vedrò cosa posso fare… mi ero dimenticato di quanto fossi diventato particolarmente attaccato ai soldi-

-Non ai soldi… alla fama- lo corressi.

-Sisi certo- sospirò –Inuyasha devo andare mi stanno chiamando…-

-Ho capito, fammi sapere presto-

-Ti chiamo stasera-

-Ottimo- lo salutai e chiusi la chiamata.

 

Accesi la televisione mettendo immediatamente un canale di sport, ma non mi interessava niente in particolare così misi un canale di musica alzai il volume al massimo e mi  fiondai sotto la doccia. Sprecavo al giorno una confezione di shampoo e di bagnoschiuma e lo stesso facevano Miroku e Koga. Uscii più rinfrescato, già faceva molto caldo e il meteo diceva che era solo l’inizio.

-Ecco le News del giorno- mi fermai a guardare la televisione e me ne pentii. Sullo schermo la villa e riconobbi che erano i paparazzi di quel giorno. Avevano fatto presto a montare il servizio. Sullo schermo Sota che diceva che dovevano attendere un attimo e poi eccola che usciva con un gran sorriso stringendo la mano ad alcune ragazzine che si erano accostate. –Bella anche senza trucco la modella ed ex Miss Universo, oggi è stata invasa dai nostri giornalisti rilasciando un’ intervista. Non ha risposto alle domande sulla vita personale e con eleganza si è congedata dicendo che il suo micino stava aspettando le sue coccole come lei aspettava quelle del suo letto… che nel letto ci fosse qualche bel modello? Alla prossima News- spensi la televisione con stizza e lanciai il telecomando sul divano con tanta violenza che alla fine rimbalzò e cadde a terra.

Sota aveva ragione perché non andavo da lei? Perché non correvo a dirle quanto l’amassi ancora dopo tutto quel tempo? Improvvisamente il mio telefono iniziò a suonare e risposi velocemente.

-Inuyasha domani ti voglio sulla pista alle cinque-

-Che ci faccio alle cinque in pista?- chiesi al mio capo che brontolo.

-Dobbiamo fare le prove della tua divisa nuova-

-E non potevamo farle oggi e poi non possiamo cambiarla alla prossima corsa?-

-No!- guardai il mio telefono che riportai subito all’orecchio –La corsa è alle otto-

-Va bene ho capito- poi ci pensai –Non è che state tramando qualcosa?-

-Assolutamente… domani alle cinque!- guardai Miroku entrare e lo salutai con un cenno.

-Va bene a domani-

-Chi era?- mi chiese quando attaccai.

-Hiregian-

-Che voleva?-

-Domani devo andare alle cinque sulla pista-

-Alle cinque? Non è che vuoi fare delle prove? Non è consentito-

-Non preoccuparti non ho intenzione di infrangere le regole proprio domani-lui annuì e mi sorrise. –Perché quella faccia?-

-Domani è il tuo compleanno-

-E allora?-

-Come allora? Inuyasha domani compirai ventuno anni!-

-Come se mi cambiasse la vita!- alzai gli occhi al cielo –Tu li compirai fra qualche mese-

-Non dai neanche un po’ di soddisfazione- disse angosciato –Vado a farmi una doccia-

-Io non ti capirò mai!-

-Si che lo farai e domani lo vedrai!-alzai un sopracciglio poi scossi la testa troppe cose strane.

 

Ero in camera mia e avevo gli occhi chiusi mentre ascoltavo un po’ di musica dal mio i-pod, la canzone era tratta dall’album dei gemelli era dedicata a chi non si arrende mai e mi piaceva molto. La voce era troppo alta e non sentii che bussavano alla porta, così quando Sango mi scosse mi spaventai.

-Scusa non volevo…- la vidi dispiaciuta.

-Non preoccuparti non ti avevo sentita- le sorrisi –Ascoltavo una vostra canzone-

-Non mi riferivo a questo- io la guardai e poi collegai… era entrata in camera.

-Stupida- lei mi guardo ma io le sorrisi –dai andiamo che stasera si festeggia- lei mi abbracciò di colpo, inaspettatamente.

-Ti voglio bene Inuyasha- la strinsi e le baciai la testa, se Miroku mi avesse visto mi avrebbe tagliato la testa.

-Anche io Sango… su andiamo prima che Miroku compia una strage- lei rise e insieme uscimmo, non disse una parola sulla mia camera e io ne fui contento. Quella sera mi portarono nel locale più “In” di Tokyo, un locale dove andavano tutti i più famosi, ma era aperto anche alle persone “normali”. Incontrai calciatori, modelle, artisti e altri piloti con cui passammo la serata. A mezza notte i miei amici mi diedero un regalo e poi una piccola torta. Scoppiai a ridere come non facevo da tanto contento di quella sorpresa. Il regalo era una foto che scattammo insieme a Roma e accanto una foto con me, Koga e Miroku con la tuta accanto alle nostre moto alla prima vittoria. Poi  insieme scattammo foto con dei fan e infine  riuscii a  scappare all’esterno e accendere una sigaretta.

-Tu sei Inuyasha NoTaisho!-mi girai di scatto guardando due belle ragazze venirmi incontro.

-E voi che ci fate qui? Questo posto è riservato ai vip- dissi espirando il fumo.

-Mio padre conosce il proprietario del locale e ci ha dato il permesso di venire qui-  annuii distrattamente.

-Vi posso aiutare in qualche modo?- una fece un risolino e mi sembrò molto carina. Perché non giocare un po’? Così utilizzai il mio sorriso e loro arrossirono lievemente.

-Mi potresti offrire una sigaretta?- guardai la ragazza più alta e le porsi il pacchetto.

-Non sei troppo giovane per fumare?- le chiesi lei sorrise accendendola. –Sarai, si e no, di due anni più grande di mia sorella-

-Oggi il mondo è precoce- sorrisi divertito e guardai la ragazza che restava in silenzio.

-E tu non fumi?- lei scosse la testa imbarazzata. –Fai bene a me piacciono le ragazze che rispettano la loro età e tu sei davvero carina-

-Grazie- sorrise e io ricambiai notando anche l’invidia dell’amica.

-Siete amiche?-

-Migliori amiche- intervenne e io alzai un sopracciglio, che bell’amica era. -Comunque piacere io sono Erin- strinsi la mano alla più alta –E lei è Yumi-

-Credo che sia in grado di dire il suo nome no?- la fulminai e lei si fece piccola mentre stringevo la mano anche all’altra.

-Posso farti una domanda?- mi chiese Yumi timidamente. –Non ti manca la vita di sempre? Quella senza paparazzi che ti seguono?-

-Sai Yumi per arrivare dove sono arrivato ho dovuto fare delle scelte, tra cui una è stata molto dolorosa. Quindi no, non mi manca perché se mi mancasse sarei contraddittorio e stupido- lei annuì e mi sorrise.

-Capisco-

-Inuyasha ma non sei fidanzato ho letto-

-No, in realtà io ho ragazze per i miei piaceri personali… hai capito no di cosa parlo?- lei mi guardò maliziosamente mentre l’altra arrossì.

-Quindi non sei impegnato- ci pensai su poi le sorrisi.

-Si che lo sono- entrambe spalancarono gli occhi.

-E chi è?-

-Non posso dirlo- sorrisi divertito –Scherzo ragazze- risi –Yumi ti va di ballare?- la ragazza spalancò la bocca e poi annuì, la presi per mano e entrammo lasciando l’altra lì impalata.

 

-Ciao e Auguri- mi salutò Yumi baciandomi le guance.

-Grazie mille Yumi, guardatemi in tv- lei sorrise smagliante e io salutai Erin.

-Contaci- sorrisi e uscii abbracciando Rin che rideva come una matta per una battuta di Miroku.

 

Domenica mattina alle 5:30.

Dormivo in piedi, avevo dormito si e no tre ore e quel giorno avevo una gara. Ero nel mio box a fare le prove della nuova tuta, mentre bevevo l’ennesimo caffè.

-Abbiamo finito, te la porterò prima della gara- annuì alla ragazza e mi andai a sedere.

-Bene così, se vuoi vai a dormire in macchina- fulminai Hiregian e feci come mi aveva detto. Andai in macchina e ci misi meno di un minuto a riaddormentarmi. A darmi il buon giorno c’era una ragazza che bussava sorridente al vetro della mia auto. Aprii la porta sorridendo e stiracchiandomi.

-Buongiorno e auguri- mi disse sempre sorridendo parlando in inglese, non era di certo giapponese.

-Grazie, ma chi sei?-

-Mi manda Hiregian- si avvicino –Non ti va di rientrare?-sorrise –Sono il tuo regalo- io sorrisi maliziosamente tentato da quella proposta, ma scossi la testa.

-Ho una gara da vincere oggi e non voglio stancarmi prima del tempo- la liquidai e lei parve offendersi.

-Senti, potrai anche essere il numero uno in classifica tra i vip più belli, ma non sei per niente gentile-

-Mi hanno mai descritto come un ragazzo gentile?- le chiesi avvicinandomi a lei e parve compiaciuta quando la bloccai tra me e la mia macchina –Ma so fare altre cose, come farti impazzire senza sfiorarti-

-Non ci credo- mi stuzzicò lei.

-Ti piaccio te lo leggo negli occhi, hai accettato subito quando hai saputo di me. Se dopo ti snobbo non ti interessa perché puoi vantarti dicendo in giro che sei stata con me e a me non interesserebbe minimamente- mi avvicinai di più e lei iniziò a sciogliersi –Sai, sei una bella ragazza ma non rientri nei miei canoni- le sfiorai la mascella con il naso e lei sospirò –Sono io quello che ti ha fatto eccitare e non il contrario- mi staccai da lei dopo averle quasi sfiorato le labbra. –Non mi tenti neanche un po’ quindi non vantarti in giro- me ne andai divertito e contento, finalmente la giornata si era aggiustata.

 

-Eccoci qui gentili ascoltatori e spettatori oggi in Giappone di venti maggio, il sole splende alto nel cielo riscaldando l’asfalto della pista che è arrivata a una temperatura di quarantadue gradi. I piloti sono già tutti nelle loro postazione con in pool-position  Inuyasha-

-Grande pilota e grande scoperta e pensare che tre anni fa l’avevo dato come un acquisto inutile-

-Certo, ma oggi non si può dire lo stesso, e questo vale anche per allora… che dire la vittoria è già nelle sue tasche e ricordiamo che oggi è anche il suo ventunesimo compleanno-

-Esatto e in un’intervista ha dichiarato che oggi nessuno può batterlo-

-Attendiamo con fremito la partenza. Adesso la linea allo studio-

 

-Eccoli tutti pronti alla partenza e… partenza. Come previsto Inuyasha mantiene il suo primo posto seguito subito dopo dai suoi compagni Koga e Miroku-

-Tre idoli delle ragazzine-

-Infatti, oggi le fan giapponesi sono in delirio sugli spalti, ma torniamo alla corsa-

-Inuyasha è sempre in testa e per il momento la situazione sembra stabile… ecco che nei box inquadrano suo fratello e sua sorella, che somiglia molto a Inuyasha-

-Si infatti… ma cosa succede! Un incidente nelle retrovie-

-Brutto, brutto incidente vediamo se ce la bandiera gialla e… no non c’è si continua così-

-Mi dicono che non ci sono feriti gravi tutto è tranquillo!-

 

Correvo tranquillo anche se  mi era arrivata la notizia di un incidente, ma mi avevano assicurato che non c’erano feriti. Continuai accelerando ancora un po’ per distaccare quelli dietro di me.

“Dai Inuyasha hai la vittoria in tasca” la vidi apparire davanti al mio casco e sorrisi rincorrendola. Poi improvvisamente sentii un’altra moto dietro di me e mi girai un istante per vedere. Miroku. No non doveva sfidarmi soprattutto quel giorno.

-Inuyasha accelera un po’-

-Le gomme sono morbide se accelero non completo i giri e ne mancano ancora sedici-

-Accelera ti ho detto!-

-Naaa, mi voglio divertire un po’!- rallentai ancora cambiando idea e solo allora inizio la corsa. Si quella era una corsa. Scontrarsi con un avversario e lottare per avere il primo posto che rimaneva comunque mio. Sorrisi quando vidi la curva davanti a me, le adoravo. Gettai il peso tutto a destra e la mia moto mi seguì. Mi alzai di scatto e accelerai alzandomi leggermente sulla ruota posteriore superando Miroku che aveva un vantaggio sui rettilinei mentre io nelle curve, infatti lui mi raggiunse a breve. Ma non mi preoccupavo più di tanto. Non stavo dando ancora gas alla moto… ma lui acquistava vantaggio.

-Se vuoi perdere oggi allora va bene, ma hai ancora la possibilità di superarlo- non ascoltai il capo e continuai così. Al quinto giro anche Koga era riuscito a raggiungerci anche se aveva dovuto faticare per conquistare il terzo posto. Superato il traguardo che segnò l’inizio del quarto giro diedi gas alla moto superando i miei compagni lasciandoli contendersi il secondo posto.

“Ci siamo Inuyasha” il suo sorriso mi riempì di forza. Mi accovacciai di più iniziando il terzo giro. ”Ne mancano solo tre” annuii mentre sentivo distrattamente qualcuno parlare nell’auricolare. Le gomme iniziavano a dare segni di sofferenza ma sapevo che avrebbero retto. “Dai ne manca uno solo Inuyasha!” accelerai ancora e mi godetti la pista. “Ce l’hai fatta Inuyasha sei il campione!” impennai superando la linea che segnò la fine della pista. Vidi i miei meccanici affacciarsi sulla pista mentre i fan si abbracciavano e urlavano dalla gioia, rallentai un po’ battendo le mani mentre la mia moto rallentava. Fui raggiunto da Koga e poi da Miroku, arrivato terzo, che mi strinsero la mano. Feci per fermarmi per festeggiare con i miei meccanici ma loro mi fecero segno di continuare.

 

-E si signori, è lui il campione di oggi! Grande gara, grande gara! Inuyasha mantiene le sue promesse! E adesso cosa succede?-

-I fan gli hanno organizzato una sorpresa…ma giungono voci che è stato il fratello ad organizzarla!-

-Staremo a vedere-

 

Andai lentamente verso quel gruppo di fan che indossavano la mia maglia e dietro di loro un enorme striscione con un mio disegno e con scritto a caratteri cubitali Buon Compleanno. Tra i fan c’erano i miei genitori, mio fratello e mia sorella, Rin, Koaku,Sango, Kagura e gli amici delle gare quando ancora dovevo diventare qualcuno. Fermai la mia moto lasciandola ad alcuni miei amici che mi diedero delle pacche sulla spalla e mi abbracciarono forte. Tolsi il casco abbracciando tutti i miei amici e mia sorella, che strinsi forte.

Le telecamere mi seguirono poi dopo aver salutato tutti, mio fratello e Nari mi portarono davanti allo striscione.

-Auguri Inuyasha- sorrisi e guardai lo striscione poi mi girai verso la telecamera e feci un inchino ridendo sempre, poi sentii abbaiare e mi girai. Lo riconobbi… era Demone, ma non lo vedevo. Poi improvvisamente i ragazzi tolsero di mezzo lo striscione e il mio cane mi saltò letteralmente addosso.

-Hei cucciolone- dissi accarezzandolo e quando alzai la testa notai, solo allora, la limousine parcheggiata. Mi girai verso gli altri che sorridevano e io tornai a guardare. Mi ritrovai la mano di Koga e Miroku sulla spalla.

-Questo è il nostro vero regalo- mi dissero.

 

-Chi ci sarà in quella macchina?-

-Hahah sono curioso anche io, hanno fatto le cose in grande!-

-Ecco si apre la porta…-

 

Improvvisamente parve che tutto si fosse zittito, non volava una mosca. Perché quella porta ci metteva tanto ad aprirsi? Sentii il mio cuore battere all’impazzata quando vidi un piede che indossava una scarpa alta bianca e poi la mano. Sapevo chi era… speravo….

 

-Oh ma è meraviglioso è…-

 

Mi sentii morire, con un vestito bianco stretto fino alla vita e con una gonna lunga fino al ginocchio che svolazzava al venticello estivo, sulla testa un cappello largo bianco. I suoi capelli ebano ricci messi su una spalla. E quando incontrai i suoi occhi capii che stavo per morire. Sentii la presa più forte delle mani dei miei amici sulla spalla e capii che non era un sogno. La guardai intensamente, era bellissima,la televisione non andava bene, limitava la sua bellezza. Proprio a pochi metri da me c’era lei, l’oggetto dei miei sogni, l’oggetto che il mio cuore desiderava… no non era un oggetto lei era proprio il mio sogno.

-Ciao Inuyasha- sentir pronunciare il mio nome dalle sue labbra rosse mi fece perdere un battito.

-Kagome?- Miss universo 2009, la ragazza della mia vita era lì, di fronte a me. –Kagome- esclamai camminando verso di lei mentre lei faceva lo stesso , mi ritrovai a camminare velocemente e quando fui a pochi metri da lei, probabilmente la spaventai perche la strinsi con forza facendole cadere il cappello. Quando mi staccai leggermente lei rideva ma io non riuscivo a fare altro che guardarla. –Dimmi che non sto sognando, dimmi che è vero che ti sto stringendo- tremavo e quando vidi le sue lacrime scivolare dagli occhi blu ebbi la mia risposta. Tremava anche lei e quando mi tocco la guancia chiusi gli occhi. Davvero non mi sembrava vera.

-Sono tornata e questa volta non ti lascio più andare via- sentire quelle parole mi riempirono il cuore. –Abbiamo raggiunto quello che volevamo perché adesso non esaudire anche il nostro sogno?-

-Ti amo Kagome- lei mi guardò e mi baciò e io la strinsi di più. Un boato di felicità riempì la pista. Sentii le lacrime di Kagome, finalmente l’avevo ritrovata. Al diavolo la mia fama, la moto e tutto io avevo lei e non l’avevo capito prima. Era stata una pazzia pensare di poterla sostituire.

-Ti amo Inuyasha-

-Mi vuoi sposare?- lei mi guardò stupita –Mi vuoi sposare?- dissi a voce più alta in modo che mi sentissero tutti mentre la telecamera ci riprendeva inviando in diretta la nostra immagine in tutto il mondo.

-Si, Inuyasha lo voglio- mi saltò al collo e io la strinsi ridendo come un matto e tornando a baciarla. Volevo solo lei e i suoi baci, tutto il resto non contava.

 

 

Una settimana dopo

-Ecco svelato il tuo amore segreto!-

-Si, sono felice di aver preso la decisione giusta- sorrideva alla telecamera del programma televisivo mentre mi stringeva la mano.

–In un giornale famoso hai dichiarato che lo seguivi per televisione-

-Si non ho mai perso una corsa e quando sono tornata in Giappone avevo capito che era giunto il momento-

-Il momento per cosa?-

-Per essere felice, non che non lo fossi nel mio lavoro. Ma c’era una parte di me che non rideva mai perché era sola-

-E tu Inuyasha? Una dichiarazione che tutte le donne sognano- sorrisi.

-Abbiamo passato dei momenti brutti quando eravamo insieme e momenti belli. Quando le dissi addio anche io lasciai un mio pezzo a lei ma feci un errore grande e un modo per farmi perdonare era questo-

-Che dire siete la coppia più bella del mondo-

-Grazie- il sorriso di Kagome era diverso rispetto a tutti quelli che avevo visto in televisione.

-Come la metterete con il lavoro?-

-Io ho raggiunto il mio obbiettivo adesso posso prendere molte più ferie e resterò più tempo con Inuyasha- le strinsi di più la mano.

-A quando le nozze?-

-Il prima possibile- tutti nella sala scoppiarono a ridere per come lo dissi.

-Allora vi lasciamo andare e la prossima volta ci racconterete di più, buona serata-

-Grazie-

-Possiamo chiedervi una cosa?-Kagome sorrise. –Un bacio in diretta-io risi e poi mi girai verso Kagome.

-Ti amo- le sussurrai- e non ti lascerò andare più via- la baciai e un grido si alzò dal pubblico che iniziò ad applaudire. Era un bacio semplice ma i brividi erano gli stessi di un bacio appassionato.

 

Quel mese lo passammo insieme continuando ad essere spiati dai giornali di gossip. Andavamo avanti e indietro per il Giappone, tra interviste, convegni a cui partecipava Kagome anche se, come diceva lei, era in vacanza. Kagome mi seguì nella mia ultima gara prima delle vacanze e quando arrivarono andammo alle Hawaii.  In quel mese ci raccontammo quello che i giornali non conoscevano e non ci furono più segreti.

Due mesi prima, alla fine della gara io e Kagome restammo con gli altri, poi loro capirono la nostra esigenza di restare soli. Quando lo fummo quello che facemmo é immaginabile.

 

Eravamo stesi sulla sabbia al sole e lei era sopra di me, le accarezzavo i fianchi mentre lei mi accarezzava la guancia e mi parlava sorridendo. Era bella e mi persi mentre la guardavo. 

-Ti amo- quella fu l’unica cosa che non mi sfuggì del suo discorso. La baciai invertendo la posizione. –Vorrei restare qui per sempre- mi accarezzò i capelli, feci lo stesso. Non riuscivo a non guardarla, ogni volta il mio cuore impazziva. Mi era mancata così tanto. Quando la sorprendevo a guardarmi capivo quanto anche io le fossi mancato.

-Basta dirlo una seconda volta e tutto quello che vuoi te lo darò-

Lei rise: -Ma tu hai il tuo lavoro e io il mio-disse dolcemente.

-L’importante per me è avere te- le baciai delicatamente le labbra –E ora sai cosa vorrei fare?- la guardai malizioso.

Lei mi spinse via ridendo: - Devo fare una telefonata tu vai a smaltire i tuoi bollori-

La baciai ancora: -Sei una guasta feste, mi vendicherò questa notte- mi alzai e la tirai con me su. Avremmo lavorato ancora ma ci saremmo sempre stati l’uno per l’altra. Volvevo una famiglia da lei, volevo tutto da lei. Le presi la mano e la portai al mio petto. Il mio battito era frenetico, lei mi guardò sorridendo. Era quello l’effetto che mi faceva. L’attirai a me baciandole la fronte, le palpebre, il naso, cercai le sue labbra che mi baciarono delicatamente, dolcemente. Sorrisi cercandole ancora. –Torniamo in albergo- sussurrai, volevo stare con lei.

-Sisi certo- sgusciò via raggiungendo i lettini all’ombra di una palma. Eravamo solo noi due e qualche coppietta più distante.

Quando risalii la guardai e sentii ancora quella voglia. La sua pelle era già abbronzata ed era magnifica, indossava un costume bianco e portava gli occhiali da sole mentre parlava a telefono. Io ero andato a farmi un bagno per rinfrescarmi, ma ebbi l’impressione che avrei dovuto farne un altro.

La raggiunsi all’ombra e la baciai bagnandola. Lei non si lamentò ma mi guardava con quegli occhi che mi scioglievano, come ogni volta.

-Che hai?- le chiesi, lei fece spallucce. –Hai deciso la data?- lei scosse la testa.

-No, ma devi aggiungere una data Inuyasha- la guardai sorpreso già l’avevo fatto. Lei mi sfiorò il ciondolo e poi il petto. Risalì ad accarezzarmi il collo e poi la guancia. Infine portò la mano dietro al mio collo e avvicinò le sue labbra al mio orecchio ma non disse niente. Io le baciai la guancia e la sentii sorridere.

-Già l’ho fatto- le ricordai, lei rimase in quella posizione poi sospirò.

-Lo so- disse facendomi fremere –Ma c’è una nuova data-

-E quale sarebbe?-

-Forse non ci entrerà, ti dovrò far fare un nuovo ciondolo- rigirava il discorso, ma sembrava euforica e desiderosa di dirmi perché lo era.

-Kagome mi dici cosa c’è?- mi staccai per guardarla e notai una luce strana negli occhi.

-Vieni qui- mi fece segno di sedermi e poi lei si mise seduta fra le mie gambe poggiando la schiena al mio petto.

-Davvero Kagome, mi stai torturando… non nascondermi i tuoi pensieri-

-Stupido- sorrisi e lei mi prese le mani –Ho una notizia bella-

-Quale?-

Tirò la testa dietro e io avvicinai l’orecchio alle sue labbra, era un gioco che mi stava facendo andare in fibrillazione.

-Sono…-

Un sussurro, mille brividi. La mente che in un attimo aveva messo a fuoco le sue parole.

Allentai le braccia che prima l’avevano stretta forte a me. Lei rise. Io non sapevo cosa fare, ma sorrisi. Sentii il cuore accelerare e mi sentii contento ed emozionato, ma allo stesso tempo spaventato.

-Sei incinta?- lei sorrise annuendo e io mi alzai attirandola a me, baciandola con tale ardore che sorpresi me stesso. –Dimmi che è vero?-

-Si, sono incinta!- esclamò emozionata ridendo ancora con gli occhi lucidi.

Cosa potevo sperare di meglio nella vita se non costruire una famiglia con lei. La strinsi a me ancora ridendo con lei. Ero davvero entusiasta, mi sentivo così felice tra le sue braccia, con lei, con quella notizia.

-Perché non me l’hai detto prima?- le chiesi, se mi avesse respinto ancora non avrei capito il motivo e quella notte l’avrei fatta impazzire e invece un motivo preciso c’era…

-Ero l’ospedale- indicò il telefono –L’ho saputo solo ora- poggiò la fronte alla mia guardandomi negli occhi sorridendo –Ti amo-

-Dio se Ti amo io Kagome!- lei rise ancora –E non ti lascio più-

-È una promessa pilota?-

-No, è un giuramento- la presi in braccio e lei protestò contrariata quando la misi seduta sulla sdraio –Devi riposare-

Lei rise ancora. Mi piaceva quando lo faceva, mi ricordava il motivo perché ero lì con lei: -Sto bene Inuyasha, sono solo alla settima settimana-

-E tu solo ora hai capito che…?- la guardai sorpreso, capito perché ultimamente mi respingeva. Mi faceva arrabbiare, ma ora era una cosa che mi faceva ridere.

-Avevo paura- sorrise, la baciai –Ma sto bene, sono solo incinta…-

-Appunto, ora ci penso io a te- le baciai il ventre, felice. Sorrisi all’idea che sarei diventato padre.

 

 

Il mio angolino:

Ma ditemi voi come non avrei potuto regalare un lieto fine alla mia storia! Cioè davvero avevate creduto che io non l’avrei fatta finire con un bellissimo fiocco? Hehehe ci avete creduto anche quando avevo detto che ci sarebbero state cattive notizie eh?! Io però l’avevo detto che mi piace scherzare U_U come sono contenta che ci abbiate creduto… XD. Ok, basta con gli scherzi e passiamo al capitolo. Ebbene sì il prossimo è l’ultimo Y^Y… Ho una paura matta XD… Comunque come avete visto anche questo capitolo è finito a meraviglia e la fine è vicina. Volevo dire solo due cose: prima. Questa storia (già detto prima) l’ho finita di scrivere quest’estate ( in realtà non ricordo se questa o l’altra…O.o) quindi il lieto fine era previsto già da un po’ :D… Seconda cosa: ho iniziato a scrivere questa storia per caso, faceva caldo e stavo ascoltando la canzone di Laura Pausini “Come se non fosse stato mai amore”, infatti ho inserito un piccolo pezzo che credo sia molto inerente alla storia… quindi (sto per suggerirvi una cosa ridicola) leggete, o se vi fa piacere  rileggete o se avete tempo da perdere o se non mi odiate(o se la Pausini non la odiate (io non impazzisco per lei ma…)), questa storia ascoltando questa canzone ( io l’ho faccio ogni qual volta leggo questa parte XD)… e poi ditemi il risultato. Mi viene da piangere Y^Y non resisto più…

Grazie ragazzi di tutto, siete la musa ispiratrice di ogni scrittore e scrittrice… un libro, una storia, una FF, un racconto non nasce solo dall’immaginazione o da un evento che ispira chi scrive… prima di tutto nasce perché si ha voglia di far leggere il proprio lavoro, si ha voglia di sentire il parere dei lettori… quindi a mio avviso voi siete una vera e propria MUSA e vi ringrazio con tutto il cuore! Grazie perché mi regalate un sorriso ogni qual volta vedo il numeretto dei lettori che sale ogni giorno se non ogni ora *^*!

Ringrazio ancora tutti e vi ricordo che manca l’ultimo capitolo ancora!

 

Ringrazio chi ha recensito:

-Lillixsana: Spero che alla fine tu abbia dormito hihihih e spero che dopo questa dormirai meglio XD. Hai ragione sai? Non poteva finire diversamente, sarebbe stato troppo stupido… Infondo si amano :D… Naaaaaaa come potevo far morire il ragazzo dei miei sogni ( hahahaha oddio sono impazzita aaaaaaaaaaah! XDXD) Comunque ecco un lieto fine… ma la storia non è finita non scordarlo! Un bacio e grazie per le tue recensioni.

-Nonloso: ‘Sera! Heheehheheeh eccolo un lieto fine no? :d spero che sia di tuo gradimento. Come vedi e se hai letto un po’ la premessa io sono una giocherellona, mi piace fare scherzetti del genere U^U non toglierò mai questo vizio (mi diverto *^*)comunque tutto è bene quel che finisce bene… Il prossimo sarà l’ultimo e non immagini quanta paura che ho XD… Comunque grazie mille per i complimenti… grazie anche per la recensione… ciò mi ha fatto capire che anche se ci sono persone che non recensiscono sempre, la seguono in continuazione sperando che io abbia postato in anticipo e ne sono contenta. :D grazie ancora!

-Alys93: Io non potevo farla finire tragicamente, non potevo proprio… Ma non dirò niente proprio su quello che accadrà nel prossimo capitolo :D. Sono contenta che il mio modo di scrivere emozioni, sono davvero contenta. Sono contenta anche del fatto che tu abbia recensito ogni singolo capitolo. Spero che anche questo penultimo capitolo sia stato emozionante (io piango al solo pensiero di quello che è successo T^T) e non vedo l’ora di sentire cosa ne pensi… Non lo so, stasera e come se avessi paura di scrivere qualcosa di più, ho l’impressione di non essere esaustiva XD… Quindi chiedo scusa in anticipo. Grazie Cara Alys per avermi seguita in questa storia… Grazie veramente… Grazie per avermi fatto sorridere in ogni tuo commento!

-Ellis_chan: Ciao! :D prima di tutto volevo dirti che sono contenta che la storia ti sia piaciuta, *^* e come vedi in questo capitolo è andato tutto liscio come l’olio. Vedi io sono innamorata di questa storia e il solo pensiero che il prossimo sarà l’ultimo capitolo mi terrorizza. Seconda cosa: The War of The Dragons, sto scrivendo il continuo… purtroppo sono arrivata a un certo punto ma la scuola mi impedisce di andare avanti ho avuto il tempo solo di rivedere quello che avevo scritto. Ma ogni volta devo rifarlo… quindi perdo altro tempo. Comunque uscirà il seguito non preoccuparti (non prometto nulla, ma entro i primi di agosto uscirà…). E Terzo ti ringrazio per i complimenti :D… un bacio grande!

P.S. Un saluto al Giappone.

Baci 8Kanemi8

 

 

 

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Capitolo 15
*** Capitolo XV ***


Kagome 14

Diario di un sogno impossibile!

Capitolo XV

Epilogo!

 

 

 

 

 

 

Quando rientrammo dalle vacanze iniziammo i preparativi del nostro matrimonio. Inuyasha era più euforico di me ed era molto premuroso, anche troppo. Mi impediva di fare ogni minimo sforzo, temeva per il bambino. Secondo lui era maschio, secondo me una femminuccia mentre i ragazzi, stufi del nostro battibeccare sull’argomento, cercavano di sistemare la situazione dicendo che erano gemelli.

Io partii per Parigi due settimane dopo e quando sarei rientrata avrei fatto la prima ecografia. A Parigi dovevo partecipare alla visione di una sfilata del mio stilista preferito. Quando finì lo pregai di fare una cosa per me e lui fu più che lieto. Gli mostrai l’abbozzo del mio vestito da sposa e gli chiesi se poteva prepararlo personalmente.  Scoppiai di felicità quando accetto.

La notizia del matrimonio e della mia gravidanza era arrivata in ogni parte del mondo e ne ero contenta, tutti dovevano sapere. Ero nell’albergo di Parigi quando mi chiamò Inuyasha che si informò sulla mia salute.

-Ti affatichi troppo-

-Devi stare tranquillo Inuyasha, qui tutti mi trattano gentilmente non mi lasciano portare neanche la mia borsa, spero che tu non c’entri niente-

-Perché dovrei?- la questione mi puzzava un po’.

-Hai comprato Jon vero?-

-Gli ho aumentato un po’ la paga, niente di più-

-Inuyasha!-

–Quando torni?- cambiò discorso.

-Domani prendo l’aereo-

 -È un viaggio troppo faticoso, ti fa male alla salute-

-Lo vedremo dopo la visita… ci sarai vero?-

-Non la perderei per nulla al mondo… Rin e Kagura hanno fatto tutto quello che avevi chiesto-

-Ringraziale- sospirai –Sango e Koaku?-

- Verranno non preoccuparti-

-Lo spero-

-Non si perderebbero quest’evento per niente-

-Sono felice Inuyasha-

-Lo so Kagome, perché lo sono anche io-

Parlammo allungo poi staccammo, mi addormentai nella Suite che Inuyasha aveva prenotato per me nell’albergo più prestigioso. Quando la sera del giorno successivo arrivò presi l’aereo, contenta di ritornare in Giappone.

All’aeroporto mi sorpresi di trovare Sesshomaru al posto di Inuyasha o dei miei due migliori amici. Appena mi vide prese la mia borsa e con Jon mi scortò alla macchina prima di essere assalita dai paparazzi. Jon mi lasciò con Sesshomaru dicendomi che avrebbe chiamato lui.

-E meno male che la tua carica di Miss Universo è finita- mi disse.

-Ti ricordo che sono ora una top model,sono famosa,sono anche in cinta e sto per sposare un pilota di moto… a proposito dov’è il mio futuro marito?-

-Un’intervista improvvisa-

-Bene- sorrisi.

-Come è andato il viaggio?-

-Molto bene grazie-

-E la sfilata?- lo guardai sorpresa.

-Anche… che nascondi?-

-Chi ti dice che nascondo qualcosa?- alzai un sopracciglio –Abbiamo organizzato l’addio al celibato-ammise

-Hai scelto le migliori spogliarelliste?- chiesi tranquilla –Per il mio maritino voglio il meglio-

-Non ti preoccupare la selezione l’ho fatta personalmente-

-Mi fido dei tuoi gusti- sorridemmo –Ho voglia di gelato-

-Mi aveva avvertito delle tue voglie improvvise- risi di gusto –Il solito?-

-Il solito- confermai.

 

-Posso chiederti una cosa?- annuii assaggiando il mio gelato alla fragola –Come hai fatto ad affrontare questi anni da sola e in particolare il primo-

-Semplicemente non avevo il tempo di sentirmi sola-

-Adesso come la metterai con il tuo lavoro-

-La gravidanza non mi impedirà di lavorare e sto avviando anche una mia marca di abiti quindi…- lo guardai – Sesshomaru adesso niente mi impedirà di stare con tuo fratello, non vedo questa gravidanza come un qualcosa che mi rovina la vita, o il mio fisico… è la cosa più bella che mi potesse capitare- sorrisi emozionata accarezzando il mio ventre leggermente gonfio.

-Vieni qui- mi abbracciò e baciò la testa –Sei bellissima, famosa e devo essere sincero sei maturata. Di quella bimbetta che si vantava della propria bellezza non vedo più nessuna traccia. Sei una donna adesso, fra poco anche una moglie e una madre- mi baciò la guancia.

-Fa attenzione ai paparazzi- lui rise –E io vedo un Sesshomaru diverso, innamorato, con occhi luccicanti, felice e calmo… eri già maturo quando ti ho conosciuto- gli sorrisi –Ti voglio bene Sesshomaru-

-Anche io bellezza- era strano ma bello.

 

-Inuyaaaasha! Kagome continua a giocare con Demone!- guardai sbuffando Jenis che con suo fratello e il resto della famiglia si erano messi d’accordo sul complicarmi la vita.

-Non verrò più a casa tua Jenis- le dissi avvicinandomi a lei e guardando Inuyasha che ci raggiungeva.

-Ti chiedo solo di star buona-

-Per altri sette mesi Inuyasha?- lui annuì con aria seria, ma era molto dolce.

-Sei pronta?- annuii e gli baciai la guancia.

-Jenis vieni con noi?- lei fece un bellissimo sorriso, contenta che io glielo avessi chiesto. Era cresciuta ed era diventata davvero bella.

-I tuoi ci raggiungono lì- sorrisi e andai a prendere la mia borsa. Quando tornai lui mi baciò il ventre come era suo solito e quel gesto dolcissimo mi fece sorridere.  –Andiamo sono curioso di udire dire dal dottore che devi stare a riposo-

-Preparati alla delusione caro… scommetto 20 yen-

 

Mi venne da ridere quando vidi Inuyasha attaccarsi al monitor dove si vedeva l’interno della mia pancia.

-Allora?- chiese impaziente Inuyasha.

Anche io ero emozionata, i nostri genitori erano fuori e con noi c’era solo Jenis.

-Dottore vi prego dica cosa vede- disse con eleganza Jenis anche lei impaziente.

Il dottore sorrise: -Beh vedo una cosa molto bella- sorrisi.

-Di cosa si tratta?-

-Su cosa avete scommesso?- mi chiese.

-Femmina io, maschio lui- dissi.

-Non vi posso dire il sesso adesso perché è ancora presto- la delusione passò sul volto di Inuyasha. –Ma entrambi potreste essere accontentati-

-Gemelli!- urlò Jenis e io risi mentre Inuyasha mi strinse la mano quando il dottore confermò.

-Quanti con precisione?- chiese Inuyasha.

-Due, credo che per iniziare bastino- sorrisi e quando uscimmo demmo la notizia.

Ci fu quasi una mini festa. In quel momento esatto arrivò John che mi abbracciò forte toccando poi il ventre. Inuyasha lo allontanò e mi tirò a sé, non scorreva buon sangue tra i due…

-Allora signorina- mi girai verso il dottore – La prima gravidanza sarà quella più difficile e poi parliamo di gemelli-

-Dammi i venti Yen- mi disse in un orecchio, Inuyasha.

-Ma ciò non significa riposo ventiquattro ore su venti quattro- sorrisi vittoriosa a Inuyasha che ricambiò furbescamente –Può fare quello che più le aggrada, ma eviti viaggi lunghi e non si stressi troppo-

-Va bene-

-Per il resto ci vediamo il mese prossimo- gli strinsi la mano –E congratulazioni in ritardo per la sua elezione-

-Grazie mille-

-Dottore- Jon fece un passo avanti –Il suo fisico?- guardai Jon stupita, non smetteva mai di preoccuparsi per il mio lavoro, forse perché lo pagavo profumatamente.

-Se seguirà una dieta studiata apposta per la sua gravidanza e dopo il parto farà esercizi fisici, tornerà in forma- Jon sorrise e io ricambiai.

-Bene vi auguro un buon matrimonio- sorrisi al dottore salutandolo nuovamente.

 

-Venite a casa nostra?- chiese mia madre ai genitori di Inuyasha –Ho già tutto pronto-

-Con molto piacere- rispose Sandra sorridendo a mia madre –Venite con noi?- si rivolse a noi.

-No, vi raggiungiamo dopo- sorrisi all’iniziativa di Inuyasha –Jenis vieni con noi?- lei annuì era, morbosamente geloso della sorella.

-Allora a dopo- disse mio padre –Inuyasha?-

-Non preoccuparti Naraku- salutai i miei genitori e Jon e salii in macchina.

Non mi sorprese quando Inuyasha mi portò su quella terrazza che si affacciava sull’oceano dove una volta gli dichiarai che avrei voluto un figlio da lui… adesso era tutto vero.

-Ci vengo sempre qui, è bellissimo- disse Jenis affacciandosi dal parapetto e guardando lo strapiombo dove si infrangevano piccole onde.

-Con chi ci vieni?- Jenis fece la linguaccia a Inuyasha arrossendo lievemente.

-Di certo non con le mie amiche-

-Aspetta un attimo cosa mi sono persa in questi mesi?- mi sedetti sulla nostra panchina.

-La pulce si è fidanzata- spalancai gli occhi.

-Jenis non mi hai detto niente?-

-Mi sarà sfuggito- misi il broncio e lei si avvicinò abbracciandomi.

-Dopo mesi che sono tornata mi sembra un po’ strano- lei parve dispiaciuta.

-Scusami, prometto che ti racconto tutto- annuii e guardai suo fratello che neanche mi aveva detto nulla.

-Vuoi qualcosa da bere?- annuii e lui andò al bar alle spalle.

Quando mi girai e guardai Jenis lei mi fissava con aria seria sorprendendomi: -Perché mi guardi così?-

-Non ci credo ancora che tu sei qui- era dolce –Quando hai incontrato Inuyasha sulla pista mi sembrava uno dei miei soliti sogni- l’ascoltai attentamente –Ti ho sempre seguita, ho guardato ogni giorno il concorso, ho pregato perché fossi eletta tu e quando è stato così sono scoppiata dalla felicità. Compravo ogni giorno tutte le riviste con te in copertina, spendevo metà della mia paghetta. Mi piaceva vedere su internet le foto mentre sfilavi. Seguivo i programmi dove eri ospite. A scuola una volta dissi che Inuyasha era mio fratello ma qualcuno non mi credette, poi dissi che conoscevo anche te ma loro non mi hanno mai creduto- sorrise imbarazzata –Oggi chiunque mi vede mi è amica perché sanno che ho un fratello famoso che sta per sposare la Miss Universo che nessuno potrà eguagliare- sorrisi –Mi sei mancata Kagome. Ho pianto quando seppi che Inuyasha non ti avrebbe rivista per tre anni… Sei come una sorella Kagome, ti voglio troppo bene non andartene più ti prego- la strinsi forte mentre lei scoppiava in lacrime. Ero sorpresa per quello che mi aveva detto, per il modo con cui aveva parlato, per come aveva confessato quanto le mancassi. Jenis era davvero come una sorella per me e fui contenta di sapere che lei era molto legata a me.

-Ecco la tua bibita- presi la bottiglia dalle mani di Inuyasha mentre ci guardava interrogativo.

-Torno subito ho visto una mia amica- Jenis si alzò e superò il fratello che non guardò.

-Perché piange?- sorrisi.

-Nulla di grave- lui si sedette accanto a me –anzi è una cosa bella-

-La cosa bella e che tu sei qui, che noi siamo qui… ti ricordi?-

-Come potrei dimenticarmi- mi baciò la tempia.

-Sai che scherzo quando dico che voglio un maschio… che siano due femmine o due maschi non mi interessa, l’importante e che stiate bene tutti e tre- poi sorrise.

-Perché sorridi?-

-Kagome sono gemelli!- esclamò euforico –Oddio io ancora non ci posso credere che sto per diventare padre- si passò una mano nei capelli spettinandoli un po’ –Io sto per sposarti Kagome – sorrise ancora poi tornò serio –Io non posso credere che per tre anni non ci siamo visti. Che tre anni fa non eravamo nessuno, che adesso siamo famosi. Io ho accanto a me una Miss Universo , ti ho accanto Kagome- guardai il mare –Fino a qualche tempo fa ti sognavo ogni notte, ti guardavo per televisione e adesso…-

-Mi dispiace-

-Per cosa?-

-Per tutto- mi abbracciò –Ti Amo- mi strinsi a lui mentre abbracciavo il mio ventre –Ho paura che sia tutto un sogno che prima o poi dovrò aprire gli occhi e tutto svanirà- sospirai – Ogni volta che ti vedo ho un vuoto nello stomaco-

-Mi offendo se dici così-

-È un complimento- sorrise. –Dimmi qualcosa su quello che hai letto sui giornali, ci hai mai creduto?-

Silenzio

-Inuyasha?-

-Quando ho letto di Jon mi sono arrabbiato molto-

-Cos’hai combinato?-  gli chiesi  sospettosa lui scosse la testa –Inuyasha?-

-Ho aggiunto una cicatrice alla mia collezione- mi staccai velocemente e lui mi mostrò la mano –Nulla di che solo tre punti- gli presi la mano e la guardai,come avevo fatto a non notarla –Poi Sango mi fece ragionare e capii che tra voi due non c’era niente-

-Ti avevo detto di non credere a niente!- mi arrabbiai –Te l’avevo detto prima che salissi su quell’aereo.  Non ti sei fidato di me, hai creduto ai pettegolezzi!- gli colpii la spalla –mi hai deluso-

-Mi dispiace!-

-Secondo te ci ho creduto quando ho letto che uscivi con una francese?-lui non parlò –No!-

-Perché litigate tutti e due?- chiese Jenis ritornando. –Ninu mi puoi prestare il tuo telefono ho dimenticato il mio?-

-Non fidarti troppo di tuo fratello- gli dissi porgendole il mio. Jenis mi guardò cercando di capire cosa stesse succedendo ma si arrese.

-Ok vi lascio da soli… ancora una volta- sgattaiolò via raggiungendo l’amica di prima.

-Sei arrabbiata-

-Si lo sono- confermai –Perché sei uno stupido!-

-Lo so per questo poi mi sono fatto questa- alzò la manica della sua camicia e mi mostrò la cicatrice sul gomito. – me la sono fatta cadendo dalla moto- mi portai una mano alla bocca- ero arrabbiato con me stesso, presi la moto ma fuori pioveva, scivolai e mi tagliai-

-Perché sui giornali non è uscito niente?-

-Tuo fratello sa cosa fare- toccai il gomito, lui mi fermò la mano –Mi dispiace Kagome-

-Il tuo bel corpo pieno di cicatrici e per colpa mia-

-Ma che dici!- sorrideva –Per me non ci sono ferite migliori- lo baciai di slancio.

-Scusa se mi sono arrabbiata- lui mi baciò ancora e mi accarezzò la guancia.

-Ricorda il dottore ha detto niente stress- sospirai –Allora se sono due femmine Isis  e…-

-Michél- intrecciò le sue dita con le mie dopo averci giocato per un po’.

-E se sono due maschi Kai e Eron-

- E se sono un maschio e una femmina?-chiesi.

-Eron e Michèle-

Scossi la testa –No un nome lo devi scegliere tu… quindi Isis-

-Ma sono stato io a scegliere il nome Eron- gli baciai la mascella e poi aspirai il suo profumo.

- E se la chiamassimo KiKyo- sussurrai. Dopo qualche secondo di silenzio entrambi scoppiammo a ridere –No, troppo banale-

-Troppo- sussurrò lui.

-Allora fatta la pace?- mi spaventai.

-Eri più carina quando eri piccola- lei mi fece la linguaccia. –Inuyasha torniamo a casa?-

-Si amore mio- sorrisi alzandomi e stampandogli un bacio –Dai pulce andiamo-

Quando tornammo a casa i nostri genitori ci prepararono una sorpresa. Non avevo mai visto mio padre così euforico, sapere di star per diventare nonno gli aveva fatto bene e faceva di tutto per me. La sorpresa era un dolce e poi sul tavolo una foto di una casa.

-È qui in Giappone così avete un luogo dove restare con i vostri figli e avere un po’ di privacy quando state insieme- sorrisi a mio padre e gli baciai la guancia.

-Ho fatto arredare la casa in stile moderno spero ti piaccia- guardai Hory  -Le camere dei piccoli sono ancora  da dipingere e da arredare abbiamo pensato di lasciarlo fare a voi- baciai la guancia di Hory che arrossì.

-Le chiavi ve le daremo dopo il matrimonio- annuimmo.

-A proposito  Kagome…- mi girai verso la porta dove c’erano tutti i miei amici che abbracciai –Ha chiamato Valentino il tuo vestito arriverà tra quattro giorni- sorrisi a Koga che mi fece l’occhiolino.

Passammo così la serata con tutti i miei amici e parenti, li guardai a uno a uno mentre parlavano tranquillamente come se fossi stata sempre lì. Vedevo Inuyasha chiacchierare con Miroku e Koga mentre teneva un braccio intorno alle mie spalle. I miei genitori che parlavano di lavoro con la mia seconda famiglia. Le ragazze che discutevano sui regali da farci e da fare ai bambini. Mi alzai dicendo che sarei andata in bagno ma in realtà andai in cucina cercando qualcosa di dolce.

-Signorina!- mi girai di scatto colta in flagrante da Dolores che mi sorrise –le preparo io qualcosa di buono.. tranquilla sarà al cioccolato- sorrisi.

-Grazie- le dissi sedendomi al tavolo.

-Non si trova bene di là?-

-Si, stavo bene e che mi è venuta voglia di cioccolata- lei annuì –Dov’è Fusa?-

-Signorina dovrà evitarlo da ora in poi il gatto-

-È vero me ne ero scordata, ma dov’è?-

-È a casa mia- sorrisi a Koga che mi baciò la guancia –come mai qui?-

Dolores mise sul tavolo dei pasticcini al cioccolato fondente e poi una spremuta d’arancia.

-Adesso è tutto chiaro- mi guardò –Come ti senti?- scossi la testa assaggiando il dolce.

-Non lo so- sospirai – è tutto così strano –

-Dovrai farci l’abitudine- sorrise –Quanto sei bella così-

-Grazie-

-Miss Universo- io mangiai un altro pasticcino senza troppi problemi –mamma- sorrisi.

-Non vedo l’ora che passino questi mesi- lui annuì.

-Lupo vuoi goderti la mammina da solo?- la voce di Miroku mi raggiunse divertita.

-Ragazzi smettetela di chiamarmi così ho avuto già i miei complessi sulla vecchiaia e così mi fate sentire peggio-

-Kagome tu più grande diventi più bella sei e pensa che i tuoi figli saranno i figli di Miss Universo-

-Sisi, ma smettetela di dirlo ancora … l’avete pronunciato più voi oggi che in tre anni i giornali!- loro risero.

-Emozionata per il matrimonio?- annuii a Koga.

-Scusate ma devo andare-

-Dove?- chiesero contemporaneamente, bastò un mio sguardo per fargli capire che avevo la nausea. Gli feci segno di fermarsi quando fecero un passo avanti, sapevo cavarmela da sola. Salii in camera mia e andai in bagno. Mi sedetti a terra accanto al water sperando che passasse.

-E allora?- mi rivolsi al mio ventre –così mi fate uscire pazza- sorrisi –Vi amo già- quando alzai lo sguardo vidi Inuyasha appoggiato allo stipite della porta con una fotocamera tra le mani, mi scatto una foto quando sorrisi.

Si avvicinò e mi diede un bacio leggero ma io l’attirai a me, approfondendo. Lui si inginocchio e ricambiò con la stessa passione. Ci separammo solo per prendere un po’ d’aria poi tornammo a baciarci, come se non lo facessimo da molto tempo.

-Come ti senti?-

-Bene- sorrisi alzandomi e prendendolo per mano. –Finalmente solo un momento per noi quattro-

Lui sorrise e mi prese in braccio, mi adagiò sul letto e mi iniziò ad accarezzare il ventre. Chiusi gli occhi e iniziai a intonare una canzone, mentre lui mi guardava e sorrideva. Poi mi baciò la scapola, la gola, la guancia e poi le labbra. Quanto mi erano mancati quei gesti, le sue carezze, la sua presenza. Mi scese una piccola lacrima che lui catturò prima di baciarmi ancora rendendo il bacio salato.

-Va meglio?- chiese accarezzandomi la guancia e portando una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Io annuii –Restiamo qui o vuoi scendere?-

-Ancora un po’ qui- lui annuì –Tuo padre è stato molto gentile-

-Il tuo non è stato da meno- gli sorrisi –Ho notizie dei gemelli-

-Quando hanno chiamato?-

-Subito dopo che te ne sei andata- guardai i suoi occhi, pezzi di sole –Hanno detto di guardare il programma tra un’ora, aspettano tutti qui-

-Inuyasha?-

-Dimmi bellezza- entrambi sorridemmo.

-Tra cinque giorni ci sposiamo-

-Si-

-Ed è tutto vero?-

-Ripensamenti?-

-Neanche uno- lui si stese e io mi alzai sui gomiti. –Sarai perfetto-

-No, tu lo sarai- gli diedi un bacio.

-Mi sono sempre chiesta una cosa…-

-Cosa?-

-Come i media non hanno capito che entrambi parlavamo di noi… infondo il tuo regalo di compleanno l’ha visto mezzo Giappone, entrambi parlavamo di un ciondolo che ci ricordava qualcuno di importante…-

-Forse l’avevano capito-

-No, altrimenti avrebbero subito utilizzato la notizia per vendere- lui ci pensò su e poi mi diede ragione.

-Allora sono ottusi- risi –Il viaggio di nozze lo faremo quando potrai prendere un aereo, spero non ti dispiaccia-

-Ma il mio viaggio di nozze l’ho già avuto con te, ti ricordi?-

-Le Hawaii?- annuii –Ne faremo anche un altro-

-Gli inviti sono stati mandati?-

-Si e abbiamo ricevuto anche i messaggi di conferma-

-Ottimo-

-Posso chiederti una cosa amore?-

-Tutto- lui sorrise.

-Posso vedere la tua corona?- ripensandoci lui non l’aveva mai vista.

-Vieni- lo presi per mano e andai in camera di Eron. Aprii l’armadio dove mio padre aveva fatto nascondere una cassaforte. Misi la combinazione e presi la scatola di velluto. La portai sul letto e l’aprii. –Non è bellissima?- chiesi facendogliela vedere. Lui la prese tra le mani e me la mise, inclinò la testa contemplandomi.

-Magnifica su di te- gli sorrisi e poi la misi apposto.

-Non è l’originale, è fatta delle stesse pietre preziose ma l’originale è conservata dal creatore della sfilata-

-Non ti da fastidio?-

-Ho detto che è una copia, non che è un falso-

-La indosserai?-

-Si- lui mi sorrise.

-Dai scendiamo a vedere i gemelli- quando tornammo nella stanza dove c’erano tutti, li vidi incollati al plasma.  Poco dopo iniziò il programma dove erano invitati i gemelli. Miroku e Rin guardavano i rispettivi fidanzati sorridendo. Dopo una piccola intervista gli diedero il permesso di cantare.

-Questa canzone l’abbiamo dedicata a due nostri amici che tra poco si sposeranno… quindi ne approfitto per fargli gli auguri in anticipo-  si erano organizzati bene perché c’era un’intera orchestra dietro di loro e quando iniziarono a suonare sentii i brividi. La voce di Sango era soave e la canzone era magnifica. “I See You” si chiamava, era la mia canzone e non l’avrei mai dimenticata.

 

 

Cinque giorni dopo ero in camera mia mentre finivano di sistemarmi, era un giorno molto caldo di mezza estate. Il vestito mi era andato alla perfezione e sapevo che alla mia cerimonia cerano anche stilisti e modelle famose… avevamo organizzato una cosa in grande ero e sono pur sempre Kagome Higurashi.

Il vestito era come l’avevo desiderato. Il corpetto era di pizzo finemente ricamato e aveva dei brillanti qua e la che gli davano un po’ di luce, dietro si chiudeva con dei bottoncini e non c’erano spalline. La gonna di raso era larga e lunga fino a terra. Il vestito era completamente bianco tranne che per una fascia sui fianchi che finiva dietro la schiena in un fiocco blu con le due code che toccavano a terra come la gonna. Non era stretto sul ventre e su questo Valentino era stato davvero bravo. Indossai il ciondolo di Inuyasha e la mia corona sui capelli che erano alzati. Mia madre mi aiutò a finire di prepararmi poi mi calò il velo sul viso e mi diede il mio bouquet. Le sorrisi e quando fui pronta mio padre mi porse il braccio e insieme scendemmo le scale. All’esterno c’era l’autista che mi aspettava nella Bmw e non mi sorpresi di vedere tantissimi fotografi che, appena mi videro uscire, iniziarono a scattare foto. Sorrisi e li salutai con la mano. Quando entrai nella macchina iniziai ad agitarmi.

-Stai tranquilla Kagome- annuì a mia madre e ci dirigemmo verso la chiesa che era stata costruita in un tempio antico.  Quando scesi lì c’erano altri fotografi. Presi di nuovo il braccio di mio padre e salimmo le scale per trovarci davanti l’entrata. Sentivo le lacrime agli occhi e mi sentivo agitata.

-Stai tranquilla bambina mia che il tuo sogno si sta realizzando- sorrisi a mio padre e quando entrammo non c’era la tradizionale marcia nuziale, c’era Sango che cantava la canzone che lei e Koaku avevano scritto per noi, lui era al pianoforte. Vidi la chiese piena e gli invitati in piedi, strinsi la presa al braccio di mio padre. Poi guardai avanti e vidi i miei migliori amici che sorridevano, erano i miei testimoni. Poi guardai lui che sorrideva e io non riuscii a non ricambiare. A ogni passo sentivo il mio cuore accelerare e quando mio padre mi diede il bacio e mi lasciò a Inuyasha che mi tolse il velo, Sango prese il ritornello alto e mi sentii così bene. Guardai Inuyasha.

-Sei perfetta- gli sorrisi accarezzandogli la guancia.

-Eccoci qui riuniti per celebrare il sacro vincolo del matrimonio…- iniziò il prete.

Le fedi ce le portò Jenis che era molto bella nel suo abito celeste. Quando ci scambiammo le promesse e le fedi, capii che Inuyasha era emozionato perché aveva la voce bassa e gli occhi lucidi, le sue mani tremavano leggermente e io non potei che essere più felice di quel momento.

Quando il prete chiese se qualcuno si opponeva al matrimonio Inuyasha fece segno agli invitati che li stava osservando e tutti risero.

-Allora puoi baciare la sposa- finalmente, era tutto finito… no era tutto iniziato! Ci baciammo e l’applauso riempì la chiese mentre Sango tornava a cantare.

La cerimonia fu un successone, e tutti si complimentarono per il mio abito. Ringraziai una marea di volte Valentino promettendogli di sfilare per lui altre volte.

-Mi prometti di farlo con questo abito?-

-Va bene- lo abbracciai di nuovo.

A metà serata Inuyasha, che non si era separato da me, se non per qualche cosa, mi prese per mano e iniziammo un lento e per la terza volta Sango e Koaku cantarono la nostra canzone.

-Sei felice?- mi chiese.

-Molto e tu?-

-Non potrei desiderare altro- gli diedi un bacio leggero.

-Sei bellissimo-

-Tu lo sei ancora di più- sentii le lacrime agli occhi, lacrime di gioia. Mi sorpresi quando vidi mio padre piangere e corsi ad abbracciarlo forte. Chi avrebbe mai detto che la più piccola dei tre figli si sarebbe sposata prima.

-Sei magnifica tesoro, degna del tuo titolo- sorrisi –Per questo io e Hory abbiamo organizzato una cosa- chiamò Inuyasha e ci fece uscire sul terrazzo dove c’era un grande schermo. 

Abbracciai Inuyasha e improvvisamente apparvero alcune piste di corse dove i fans si erano radunati per farci gli auguri. Era una bellissima sorpresa.

-Chiedimi la Luna Kagome e sarà tua- mi disse Inuyasha. –Chiedimi la Galassia te la comprerei a forza di avere debiti con l’intero mondo-

-Solo una cosa ti chiedo Inuyasha- lui si fece attento –Amami… ama me e i nostri figli- dissi con le lacrime.

-È il minimo amore mio- e ci baciammo su quella terrazza.

 

 

Sei mesi dopo ero nella nostra casa con mia madre e la mia governante. Era bellissima e l’arredamento era perfetto. Inuyasha era partito due giorni prima per una corsa in America e sarebbe tornato quella sera stessa. Nonostante la mia gravidanza facevo ancora i miei servizi fotografici in Giappone, visto che non mi potevo spostare con l’aereo. Seguendo le indicazioni del dottore riuscii a mantenere una buona linea e a far star bene sia me che i bambini. Non sapevamo ancora il sesso non lo volemmo sapere subito.

Ero nel soggiorno mentre suonavo una ninna nanna che aveva scritto personalmente per i gemelli. Nel pomeriggio vennero a farmi compagnia Kagura, Sango, Rin e Jenis. Quando rimasi un po’ sola nella mia casetta, entrai nelle camere dei bambini e le osservai. Avevamo già deciso i mobili per le camere e sarebbero arrivati in uno di quei giorni, anche se non conoscevamo i sessi avevamo sistemato per una femmina e un maschio. Alla fine avevamo scelto l’ipotesi dei ragazzi e poi io già sentivo che era così. Accarezzai il mio ventre gonfio e iniziai a parlare con loro. Avevo fatto molte interviste insieme a Inuyasha e ogni volta mi sentivo dire che rimanevo sempre la più bella fra le Miss Universo. Ero stata invitata a un galà, ma non potei parteciparvi, ma promisi che l’avrei fatto un’altra volta, ma solo dopo aver passato il tempo con la mia famiglia… lei prima di tutto.

Quando fu sera mi attaccai alla finestra aspettando Inuyasha. Ma mi ritrovai a stare in compagnia di Sesshomaru e Nari che aveva voluto cucinare lei a tutti i costi.

-Tra poco arriva tranquilla- annuii ma ero sempre impaziente, soprattutto quella sera avevo una strana sensazione. –Kagome ti calmi- improvvisamente sentii una fitta al ventre, lancinante che mi fece piegare –Oh cazzo!- urlò Sesshomaru. Avevo le doglie –Nari porto Kagome in ospedale tu aspetta mio fratello e avvisa gli altri!- mi prese in braccio e mi portò in macchina.-Resisti piccola-

-Cavolo sono in anticipo- dissi tra i denti –E dov’è Inuyasha?-

-Arriverà in tempo-

-Promettimelo!- come poteva saperlo? Eppure ero così spaventata che avrei accettato anche una bugia.

-Te lo prometto, adesso però respira-

Quando arrivammo in ospedale mi portarono subito in sala parto e l’ultima cosa che vidi fu Sesshomaru che mi diceva di stare tranquilla. Ma io avevo bisogno di Inuyasha.

Come avesse fatto io non lo so ancora, ma lui entrò subito dopo di me nella sala parto, gli presi la mano e gliela strinsi forte.

-Sono qui- mi disse –Mi avete tagliato la strada, ho riconosciuto la macchina di Sesshomaru e stava andando nella direzione dell’ospedale. Poi ha chiamato Nari- cercava di distrarmi mentre i dottori si preparavano.

-Grazie- gli dissi soltanto prima di iniziare a sentire il bisogno di spingere.

 

Quando sentii il primo pianto e subito dopo il secondo abbandonai la testa sul lettino mentre Inuyasha mi accarezzava la testa dicendomi che ero stata brava. Rideva come aveva fatto solo con me e quando gli diedero uno dei bambini in braccio lo vidi sorridere dolcemente, come al matrimonio aveva gli occhi lucidi. Diedero il maschietto a me e io lo salutai con un bacio sorridendo quando vidi che aveva i miei occhi. Poi Inuyasha mi diede la femminuccia e non ci fu notizia ancora più bella quando vidi gli occhi di Inuyasha in lei.

-Inuyasha- lo chiamai e lui mi baciò. Aspettò con me poi uscimmo insieme. I bambini li avrei tenuti più tardi nel frattempo tutti e tre dovevamo riposare. Il venticinque Maggio.

Salutai i ragazzi ma quando entrai nella stanza crollai dalla stanchezza. Inuyasha era accanto a me quando mi svegliai, mi accarezzava la testa. Gli sorrisi e lui mi baciò la fronte.

-Come ti senti?-

-Indolenzita- lui annuì e chiamò l’infermiera –Dove sono tutti?-

-A vedere i bambini dalla vetrata- sorrisi.

-Li hai guardati anche tu?- scosse la testa –Come no?-

-Li voglio guardare con te- l’abbracciai forte e lui ricambiò.

-Allora come si sente?- mi chiese l’infermiera, entrando.

-Bene-

-L’indolenzimento è normale- sorrisi scambiando uno sguardo con Inuyasha –Le porterò da mangiare e da bere poi potrà allattare i gemelli- lei si fermò a  guardarmi –Sono magnifici, degni di una Miss e di un pilota davvero affascinante-

-Grazie- rispondemmo entrambi.

-Bene, allora a tra poco- disse prima di uscire –Se la sente di vedere i suoi amici?- annuii e li fece entrare.

 

Quando le ragazze entrarono si buttarono tra le mie braccia stringendomi forte. Quando vidi Koga e Miroku li strinsi forte e entrambi mi baciarono sulle labbra.

-Auguri mammina- mi dissero e io li strinsi ancora.

-Kagome!- abbracciai Jenis e poi i genitori di Inuyasha e subito dopo mia madre.

-Come va piccola?- sorrisi a Sesshomaru che strinsi forte e quando lo vidi abbracciare Inuyasha mi emozionai. Quando l’infermiera mi portò da mangiare mi ripresi. Mangiai tutto mentre ascoltavo i miei amici che parlavano e mi prendevano in giro. Feci la linguaccia mentre mi scattavano una foto, Inuyasha non si allontanava da me e speso mi parlava.

-E allora siamo pronti?- gli occhi si riempivano di luce quando vidi entrare i miei gemelli. Le ragazze iniziarono a cinguettare milioni di complimenti.  –Uno alla volta- mi disse l’infermiera dando il maschietto a Inuyasha e la femminuccia a me. Guardai Inuyasha mentre dava un tenero bacio a Eron, i ragazzi mi diedero un ultimo bacio e poi uscirono. Iniziai ad allattare la piccola e fu una bella sensazione mentre Inuyasha giocava con Eron.

-Ehi campione- gli disse cullandolo –Eron- lo chiamò per nome. –Kagome?- staccai gli occhi dalla bambina –Adesso è tutto vero-

-Si, adesso è tutto vero… sono felice Inuyasha e tu?-

-Si amore- gli diedi un bacio. –Prendi il campione che inizia ad agitarsi- era strano vedere Inuyasha saper tenere un bambino in braccio, era così dolce.-Sono perfetti, il piccolo mi somiglia- disse fiero.

-Ma gli occhi sono i miei-

-Isis ha i miei- risi divertita mentre prendeva la piccolina e seguiva le indicazioni dell’infermiera. Guardai Eron e lo salutai mentre lui mi guardava e succhiava affamato, era tenerissimo nel suo completino azzurro. Mi strinse l’indice e io gli baciai la testolina. Che bello che era il loro odore, così buono e così tenero, veniva voglia di mangiarli. Distolsi lo sguardo e guardai Inuyasha, era seduto sulla sedia con una gamba accavallata mentre guardava la mia bambina. Sembrava che tra di loro fosse scattato qualcosa come me con Eron.

-Come sono piccoli- disse accarezzandole la guancia rosea e la baciò –È bella come sua madre-

-Infermiera?- la donna rientrò quando la chiamai, ci aveva lasciati un po’ soli, mi sorrise cordiale –Come stanno? Stanno bene anche se sono nati una settimana prima?-

-Scoppiano di salute, ma comunque abbiamo fatto dei controlli arriveranno presto le risposte-

-Sicura che non hanno nessun problema?- chiese Inuyasha.

-Il dottore ha detto che non ha mai visto bambini più sani di loro, sono controlli che si fanno sempre- sorridemmo entrambi –Siete una bellissima coppia-

-Inuyasha dammi un po’ anche Isis- gli dissi e lui si avvicinò.

-Ce la fai a tenerli entrambi?-

-Certo che sì- me la mise tra le braccia quando Eron si staccò dal mio seno. Entrambi li guardammo erano identici tranne che per gli occhi.

-Ah! Avevo dimenticato di dirvi che sono gemelli monozigoti, ma forse lo sapevate già-

-Va bene così- disse Inuyasha guardandola e sorridendo –Quando potranno uscire?-

-Se sua moglie riesce a camminare e non ha dolori, due giorni e sono fuori- Inuyasha sorrise –Ha un cambio?-

-Ho la valigia a casa, è pronta- dissi a Inuyasha, lui annuì e mi diede un bacio prima di uscire. In camera entrò al suo posto Miroku e Koga e l’infermiera rimase con noi per aiutarmi in caso ne avessi bisogno.

-E allora? Come si chiamano questi marmocchi?- fulminai Miroku che rise.

-Ragazzi vi presento Isis e Eron e gemelli loro sono i vostri zii-

-Sapevo che l’avresti chiamato così- disse Koga allungando le braccia per prendere Eron che salutò, aveva gli occhi lucidi e sorrideva dolcemente.

-Non l’ho chiamato io così-

-Inuyasha?- chiese Miroku giocando con la manina di Isis.

-Sì, entrambi li ha scelti lui- entrambi mi guardarono –Perché mi guardate? Io sono del parere che non ci sono nomi più belli-

-Concordo-

-Posso?- apparve la testa di Koaku sorridente e io gli feci segno di entrare. –Ehi bellezza tantissimi Auguri- mi diede un bacio. –Ah che belli che sono- guardò Isis –Chi è la principessa di casa?- era cambiato in quegli anni, si era sciolto di più forse per gli incontri con le fans.

-Lei è Isis- gliela porsi ma lui mi guardò spaventato –Avanti prendila- la prese e mi venne da ridere.

-Sono identici- disse Koga avvicinando Eron a Isis che si scambiarono gli sguardi –Monozigoti-

-Sono la giusta metà tra te e Inuyasha- ammise Miroku –Ti amo Kagome-

-Anche io Miroku- lui mi abbracciò –Adesso siamo qui tutti insieme e nessuno ci separerà più-

-Puoi dirlo forte bellezza- Sorrisi a Koga e Koaku che avevano parlato insieme.

-Mi dispiace ma credo che per il momento basti- guardai dispiaciuta le due infermiere –Ve li porterò tra qualche ora-

-Promesso?-

-Non potrei mai non portaveli-

-Grazie- diedi un ultimo bacio ai miei cuccioli e li lasciai andai. Poi fui assalita di nuovo dai miei parenti.

Il giorno dopo ero già in piedi, ero in salute e non mi faceva male niente. Andai a  vedere i bambini insieme a mia madre e Inuyasha. Quando il giorno successivo tornammo a casa nostra i ragazzi avevano organizzato una festa a sorpresa. Le ragazze avevano regalato ai bambini dei completini davvero carini e non avevo esitato a infilarglieli per portarli a casa. Li tenevamo nei portanfan e guardavano spaesati la loro casa. Erano tenerissimi con i loro cappellini forniti di orecchiette da cane e quando i ragazzi li videro fecero la fila per tenerli un po’ per volta. Quella sera sarebbero rientrati mio padre e mio fratello e non vedevo l’ora.

-Kagome!- urlò Jenis –Abbiamo un regalo per i bambini… in realtà ne sono più di uno-

Guardai Inuyasha che mi fece segno di andare con loro. Quando entrai nella sala da pranzo vidi le due carrozzine, i portanfan, e poi altri completini e tante altre cose. Abbracciai i ragazzi e i miei parenti, poi Jenis mi prese per mano e salimmo al piano superiore dove c’erano le loro camere. Erano state imbiancate. Con un color arancio chiaro la camera della femminuccia, come avevo deciso, l’avevano anche arredata e c’erano le tendine dello stesso colore, la biancheria e i mobili erano in tinta. La cameretta del maschietto era verde e bianca e, come quella della femmina, era stata arredata allo stesso modo. Sorrisi guardando prima l’una e poi l’altra, erano magnifiche.   

-Grazie mille- strinsi Jenis così forte da farle quasi male poi corsi al piano inferiore abbracciando di nuovo tutti e poi abbracciando Inuyasha che mi strinse e mi baciò. Mi diedero Eron e Inuyasha prese Isis e insieme salimmo al piano superiore e portammo i bambini nella loro camerette.

-Cosa ne dite? Vi piace?-chiese loro Inuyasha e i piccoli sorrisero facendoci ridere anche noi. –Per me sono perfette-

-Anche per me- lui mi guardò e io alzai un sopracciglio –Che c’è?-

-Perché ci sono questi cuccioli adesso non significa che rinuncerò alle mie coccole- risi –Non ridere-

-Inuyasha sono nove mesi che non dormo tranquilla-

-Bene ci hai fatto l’abitudine quindi continuiamo così!- risi ancora e gli diedi un bacio, l’avrei voluto approfondire ma avevamo i bambini che ci dividevano. –Aspetta mi disse- prese prima Isis e la mise nella culla di Eron poi prese lui dalle mie braccia e lo mise nella stessa culla, poi tornò da me e mi strinse per i fianchi. –Adesso si può finalmente- e mi baciò con tutta la passione che aveva, quando ci staccammo mi sorrise –Questo si che è un bacio-

-Non possiamo fare queste cose davanti ai piccoli-

-Loro non capiscono ancora e poi prima o poi anche loro faranno esperienze- risi.

-Voglio fare una cosa- gli dissi e lui mi guardò malizioso dopo che chiusi la porta a chiave. –Per evitare che ci becchino in fragrante- lui si avvicinò e mi strinse ancora.

-Cos’hai in mente?-

-Tu lascia fare a me –lui si illuminò capendo. Mi avvicinai e gli baciai la guancia, la gola, il naso e poi gli leccai le labbra, era da un po’ che non lo facevo. Lo sentii fremere e sentii il suo desiderio di baciarmi. Ma volevo farlo soffrire un po’. Gli feci dischiudere le labbra che morsi delicatamente, poi le leccai e infine gli accarezzai la lingua con la mia. Lui si trattenne per un po’ poi mi baciò ancora.

-Ehi Inuyasha lascia un po’ di riposo a Kagome, un’altra gravidanza subito potrebbe nuocerle - la voce di Jon mi infastidì ma non ci separammo, continuammo a  baciarci. –Inuyasha e Kagome se non scendete subito sfondiamo la porta- minacciò.

-Su andiamo- lui sospirò dispiaciuto e prese Eron e io Isis.

-C’è tuo padre!- esclamò ancora.

-Stiamo arrivando- borbottai aprendo la porta –Neanche due effusioni in pace- dissi incenerendolo con lo sguardo.

-Mi dispiace tesoro ma hai ospiti a casa- gli feci la linguaccia mentre Inuyasha lo incenerì con lo sguardo, tra i due non scorreva buon sangue–Vi ho regalato altre due culle le abbiamo messe nella vostra camera-

-Non ti perdono lo stesso- dissi scendendo le scale sorrisi alle prese in giro dei miei amici ma cercai mio padre. –Dov’è?- chiesi a Miroku.

-Eccomi- vidi mio padre raggiante e gli corsi incontro e lui mi abbracciò facendo attenzione. –Che spettacolo- Inuyasha si avvicino e mostrò anche Eron –Sono identici…Auguri ragazzi-

-Papà ti presento Isis e Eron- papà sorrise al nome del maschietto e ne fui contenta –Dov’è Sota?-

-Ha una sorpresa per te, è fuori- la mia casa era in realtà una villa con un giardino sul davanti con il garage e alle spalle della casa c’era la piscina. Era tutta moderna e avevo messo foto del nostro matrimonio in giro e tutte quelle di Roma, avevamo due camere per gli ospiti, la cucina, cinque bagni, il soggiorno e la sala da pranzo. Nel garage c’erano la mia Ferrari che non avevo abbandonato, la moto di Inuyasha e la sua nuova macchina. Quando uscii vidi Sota che era appoggiato a una nuova macchina che aveva un fiocco blu sopra.

-Questa è per voi… la tua, Inuyasha, non mi sembra tanto adatta per due piccoli e questa può utilizzarla anche Kagome- ci disse avvicinandosi. Io l’abbracciai e feci venire mamma e papà che avevano i bambini per farglieli conoscere. Sota era felice come una pasqua e io e Inuyasha lo lasciammo con i bambini mentre andavamo a vedere la macchina. Un Suv nero molto comodo.

-Cosa vuoi di più Kagome dalla vita-

-Se fosse possibile che si fermasse e noi non potessimo cambiare e restare in questo giorno magnifico-

-Per me lo è sempre se ci sei tu, Kagome-

-Ti amo-

-Ti amo amore mio- mi diede un altro bacio e vidi un Flash. Guardai il fotografo e lo salutai.

Pochi giorni dopo concedemmo l’intervista e scattammo foto con i bambini, eravamo noi la coppia più invidiata del mondo e non c’era nulla di più bello.

 

Due anni dopo ci ritrovammo in Italia, avevamo comprato una casa lì a Roma e ci andavamo quando potevamo. Inuyasha aveva comprato una nuova moto e quel giorno stesso mi ritrovai abbracciata a lui mentre accelerava.

Non era cambiato per niente. Aveva sempre la solita cresta, non aveva smesso di fumare e il sorriso spavaldo era una delle cose che mi faceva battere ancora il cuore come un tempo. Quando facevamo l’amore era sempre come la prima volta, la stessa palpitazione, lo stesso piacere, la stessa voglia e passione.

Avevamo lasciato i bambini a Miroku e a Sango che ci avrebbero raggiunti dopo a San Pietro. Quando arrivammo scese e diedi il casco a Inuyasha. Guardai San Pietro e sorrisi, amavo quella piazza era incantevole e mi sentivo così piccola lì. Inuyasha mi abbracciò e mi baciò la guancia dolcemente. Lo guardai negli occhi e capii che ormai era tutto per me, non sarei riuscita a fare a meno di lui.

-Cosa c’è?- gli chiesi accarezzandogli la guancia.

-E che ti amo sempre di più- sorrise e io ricambiai contenta –Vorrei che il tempo si fermasse qui-

Lo baciai, ancora e ancora. Si anche io lo amavo sempre più. Un grazie doveva andare a quella città, e stranamente anche a Kikyo e a Naraku. Mi venne da ridere e esposi il mio pensiero a Inuyasha e lui concordò.

Aspettando che arrivassero anche gli altri parlammo e lui mi fece ridere come sempre. Era bello vederlo ridere mi ricordava quel ragazzo che avevo incontrato la prima volta in aereo.

Fu lui a notare che stavano arrivando. I ragazzi misero giù i gemelli e loro ci corsero in contro. Inuyasha si avvicinò un po’ e li prese in braccio entrambi e li baciò sulle labbra. Era un ottimo padre, li viziava molto e avevamo notato che Isis piacevano le moto, Eron era identico al padre in tutto e per tutto. Caratterialmente e fisicamente. Vederlo sorridere ai bambini mi fece sentire fiera di me stessa e contenta di quella vita che lui mi aveva donato. Gli baciai il collo poi baciai i bambini.

-Kagome- lo guardai –Ti amo-

Mi avvicinai a lui tanto che le labbra si sfioravano: -Ti amo Inuyasha- e lo baciai.

 

E adesso chiudo questo mio diario sottolineando che i sogni, se si vuole con tutto il cuore, possono diventare realtà… il mio si è realizzato e mentre guardo San Pietro rivedo la mia vita scorrermi davanti. Ti amo Inuyasha alla follia e adesso più di prima. E non abbandonerò questo diario neanche per tutto l’oro del mondo.

Grazie, grazie di tutto. Grazie per avermi salvata, grazie per esistere, grazie per avermi reso felice e grazie, Inuyasha, per avermi amato.

21 Marzo 2014, Roma.

Miss Universo 2009 Kagome Higurashi.

 

 

 

 

Il mio angolo:

Eccomi giunta alla fine, con il cuore che pompa forte nel petto. Ho avuto esitazione nel pubblicare questo capitolo, perché non volevo che fosse già finita. Amo l’ansia che mi procura l’attesa di vedere i numeretti che salgono e che le recensioni aumentano e ora invece non ci sarà per un po’. Ora non riesco a fermare le lacrime! Non so cosa fare o cosa dire…

Spero che questo finale sia stato di gradimento, spero che sia piaciuto. (Mi tremano le mani XD). Sinceramente io sono rimasta sorpresa, di quanta gente abbia seguito la mia storia e mi auguro che sia una storia che sia piaciuta realmente.

Vorrei dire altro, tanto anche troppo ma non trovo le parole. Mi viene solo in mente che vi devo dire Grazie, Grazie, Grazie, Grazie, Grazie… Grazie con tutto il cuore, ma mi sembra così poco.

Io ringrazio i lettori, chi ha messo tra i preferiti questa storia, chi tra i seguiti, chi mi ha aggiunto tra gli autori preferiti, chi ha recensito e chi lo farà in questo capitolo e in futuro. Grazie a chi mi ha criticato, spero di migliorare e scrivere in modo migliore. Grazie Musa (vi chiamerò così per il resto della mia vita) Grazie infinitamente! Siete stati molto importanti… Grazie!

Ringrazio soprattutto chi mi è stato accanto con le recensioni:

-Alys93: Alyyyys è l’ultimo Y^Y! Mi manchi già! Spero, con tutto il cuore che quest’ultimo capitolo sia stato quello che ti aspettavi e non una delusione. Tadan! Sono due i bambini, due fagottini con fiocchi di colore diverso *^* ( mi intenerisco da sola XD). Emh… Giuro che in questo momento non so che dirti, non trovo parole. Volevo dirti semplicemente Grazie perché mi hai sostenuta, incoraggiata, fatto ridere, sorridere, commuovere. Perdonami per queste poche parole, vorrei dirti tante cose ma ora non ci riesco. Mi viene da piangere T^T… ti voglio bene! Un abbraccio forte forte! Alla prossima (sorry delle poche parole).

-Lillixsana: hahahahahah sono contentissima che il precedente ti sia piaciuto, soprattutto per il bimbo che alla fine si sono dimostrati due bellissimi gemelli. Mi mancheranno i tuoi post :). E il grazie va a te, che mi hai reso felice ogni volta che vedevo il tuo nome :). Grazie ancora, un abbraccio forte. Alla prossima!

-queen of demon: hahahahah carina l’idea della bambolina woodoo hahaha mi hai fatto morire dal ridere. Hehehehe sono contenta che hai recensito mi ha fatto tantissimo piacere. Come vedi… tadan! Ecco l’ultimo capitolo, spero che sia veramente la ciliegina sulla torta spero che non ti abbia deluso! Grazie ancora!

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