Un rumore mi svegliò una mattina.
Precisamente la mattina del mio sedicesimo compleanno.
Ritornai a dormire, quando mi accorsi che era il solito postino.
La porta di camera si spalancò e mio fratello piombò nel mio letto.
 

- Mi spieghi cosa vuoi? – chiesi brontolando, mentre mi nascondevo sotto le coperte.

- E’ arrivata questa. E ti sembrerà strano, ma sembra una lettera di invito – disse, mentre l’apriva.

- Dà qua – dissi uscendo di colpo dalle coperte, prendendo la lettera.

La lessi e rilessi – Non è possibile.
 

- Cosa? – chiese mio fratello.

Fissai i suoi occhi verdi, identici ai miei.
Mi alzai e mi diressi verso la mia enorme libreria, che copriva un intera parete.
Presi un libro e lo lanciai a mio fratello.
Lui lo prese al volo e lesse il titolo.
 

- E adesso cosa centra Harry Potter? – chiese, mentre sfogliava il libro.

Mi sedetti affianco a lui e cercai la pagina e gliela feci leggere.
Poi gli consegnai la mia lettera.
Dopo quasi un minuto, mi guardò sbalordito – Ma…è la stessa lettera.
Annuii – Ma c’è un problema, le lettere vengono ricevute il giorno dell’undicesimo compleanno e non del sedicesimo.
 

- Sarà uno stupido scherzo – disse mio fratello, chiudendo il libro.

Alzai le spalle – Credo proprio di si. Comunque, si vedrà. Se non si risponde immediatamente alla lettera ne arrivano altre. Quindi, se è uno scherzo, non arriveranno.
 

- E comunque sarebbe strano, sorellina. Ho due anni in più di te e siamo nati dagli stessi genitori. A me non è arrivata nessuna lettera.

Scossi la testa – Allora sarà sicuramente uno scherzo.
 

- Dai, scendiamo che mamma e papà ci stanno aspettando – disse, mentre si alzava e riponeva il libro nella libreria.

Mi infilai le ciabatte e scesi con la lettera in una mano.

spazio autrice
ciao a tutti! questa è la prima ff che scrivo qua (devo ammettere che prima nemmeno volevo inserirla poi mi hanno fatto cambiare idea e...eccoci qua!) vi ringrazio molto se avete deciso di leggerla. Al prossimo capitolo =)

 

- Buon compleanno piccola! – urlò mia mamma, stringendomi a se.

- Cos’hai in mano? – chiese mio papà, prendendomi la lettera.

- Uno stupido scherzo – dissi.

- Tesoro. Lo sai che è impossibile, vero? – chiese preoccupata.

- E no, ora basta – dissi alzandomi e andando alla finestra, scacciando via la civetta bianca che lasciò cadere una lettera identica a quella che già possedevo.

- Non è possibile – dissi alzandomi e avvicinandomi ad essa.

- Ma io ho sedici anni! Non ho la preparazione di tutti gli altri maghi! – urlai alla lettera.

- Per questo non ci sono problemi. Arrivederci – disse la lettera, prima di prendere fuoco.

- Tesoro ma non è possibile tutto questo. Noi non siamo maghi – disse mia mamma, mentre stringeva la mano di suo marito.

- Ciao Hagrid – dissi all’uomo – Scusa, ma devo ancora preparare le valige non ci metterò molto.

- Scusa, come sai che mi chiamo Hagrid? – chiese, mentre entrava in casa spostando i mobili.

- Non ci posso ancora credere – disse lui, mentre metteva i miei abiti nella sacca.

- Nemmeno io – dissi, prendendo uno zainetto.

- Che vuoi fare con quello? – chiese.

- Secondo me è meglio che lasci i fatti come devono essere. Non puoi evitare che Silente venga ucciso da Piton o fermare tutte le altre morti. Cambieresti completamente i libri. Cambieresti la storia.

- Dove stiamo andando? – chiesi, mentre notavo che non andavamo al Paiolo Magico, ma diretti alla stazione.

- Abbiamo perso troppo tempo e il treno parte tra meno di dieci minuti. Così ho comprato io la roba per te, spero che una civetta ti vada bene come animale – disse Hagrid, mentre scendevamo le scale.

- Ma la bacchetta? – chiesi.

- Per quella c’è una scorciatoia – disse, spingendomi verso un muro.

- Posso esservi utile? – chiese un uomo, con una buffa capigliatura bianca.

- Si vecchio mio, mi serve immediatamente una bacchetta per questa piccola strega – chiese Hagrid.

- Ma ha più dell’età di ogni studente del primo anno – disse squadrandomi.

- Lo so. L’ho notato, ma Silente non mi ha detto niente a questo proposito.

- Maledizione, volevo farlo volare non saltare in aria! – urlai arrabbiata, mentre posavo la bacchetta.

- Ragazza mia, quell’incantesimo lo devi imparare a scuola. Prova questa, Frassino e crine di unicorno.

- Harry! Ragazzo mio, dammi una mano! – urlò Hagrid a un ragazzo.

- Dai veni! – disse Harry, trascinandomi sul treno.

- Harry! – urlarono due voci.

- Piacere, io sono Hermione – disse la ragazza.

- E io sono Ron.

- Posso farti una domanda? – mi chiese Harry.

- Certo.

- Perché sei qua? Cioè, sei sicuramente una nuova e hai più anni di una studentessa del primo anno.

- Sfigati, avete una nuova amica? – chiese, continuando a guardarmi.

- Come sai che si chiama Malfoy? – chiese Harry.

- Piacere di averti conosciuta – disse, prima di andarsene.

- Furba la ragazza – disse Ron, mentre addentava una cioccorana.

- Volevo sapere che cos’era – rispose lui, indicando l’oggetto che tenevo in mano.

- E’ stano che tu non sappia cosa sono gli i-pod, Ron – disse Hermione.

- Ma lo sai che vengo dal mondo della magia – disse lui, ridandomi la cuffia.

- Cosa vuoi? – chiese, bloccandomi completamente il passaggio.

- Con quelli? Ti pare che abbia qualcosa da fare?

- Ti ho chiesto cosa vuoi da me. Parla – ripeté.

- Dall’Italia – dissi, mentre guardavo fuori dal finestrino.

- Che cosa sei venuta a fare? Sei nuova e scommetto che dovresti fare il primo anno. Ma sicuramente quello stupido di Silente ti farà fare le nostre stesse lezioni. Per poi non parlare che ti metterà nella casa di Potter.

- Non ho voglia di finire nella casa dei Grifondoro. Coraggio? Si quello c’è l’ho ma, sinceramente, non ho voglia di andare avanti e indietro inseguita da mostri che vengono dal passato.

- Non so se crederti – disse lui.

- Allora ascoltami. Tra qualche minuto arriverà uno dei tuoi leccapiedi e poi se ne andrà. Harry ne approfitterà per entrare con il mantello dell’invisibilità. Ma non puoi colpirlo subito. Devi aspettare di arrivare al castello. Se tutto questo si avvera vuol dire che non ti ho preso per il culo. Affare fatto?

- E se tu mentissi? – chiese, trafiggendomi con lo sguardo.

- Puoi torturarmi con le tue battute senza senso per tutta la mia vita – risposi, rilassandomi sul sedile.

- Ti ho già detto che mi piaci? – disse lui, mentre si spostava e si sdraiava sopra le mie ginocchia.

- Si, ma devo ammettere che anche tu mi piaci – dissi, mentre gli passavo una cuffia e iniziavo a giocare con i suoi capelli.

- Bene, allora vediamo di andare al castello – dissi, stringendo lo zaino.

- Allora, come sapevi che Potter sarebbe venuto?

- Questa cos’è? – chiese Gazza, prendendo un oggetto dalla borsa di Draco.

- E’ un bastone da passeggio, idiota – disse lui, togliendolo dalle sue mani e guardandolo con tristezza.

- E tu cosa porti dentro quello zaino? – chiese Gazza, allungando una mano verso di me.

- Mi spiace, ma devo eseguire gli ordini – disse il magonò avvicinandosi.

- Si fermi – disse una voce.

- Il professor Silente ti vuole vedere – disse.

- Anita! Benvenuta ad Hogwarts! – disse un uomo con una lunghissima barba bianca.

- Salve, lei deve essere Silente – dissi, fingendo di non sapere chi fosse.

- Suvvia ragazza, non prendiamoci in giro! So che tu conosci tutte le persone di questo castello. Anzi di questa storia. Ti ho scelta per questo.

- Vuole dire che mi ha scelta perché conosco la saga di Harry Potter? Non sono mica l’unica!

- Questo lo so. Ma ho cercato a lungo una persona che evitasse di farsi scoprire. E ora ti ho trovata. Sai quali sono le condizioni. Devi fare attenzione a non cambiare la storia. Ma se sei arrivata fino a qua non abbiamo problemi. Dimmi, il fatto in treno è andato tutto liscio?

- Si. Mi dispiace per Harry, ma l’ho utilizzato per prendermi la fiducia di Malfoy. Voglio evitare di avere uno come lui che mi controlla in continuazione.

- Perfetto, allora possiamo tranquillamente andare sotto così il cappello ti infilerà in una delle case. Quale preferiresti?

- Non di certo di Grifondoro. So già che vinceranno e non gli serve sicuramente un aiuto. Corvonero e Tassorosso non vengono praticamente accennati nella storia.

- Quindi vorresti essere nei Serpeverde?

- Si, almeno riesco a tenere sotto controllo Draco. E’ molto debole in questa storia e magari una spalla su cui piangere non sarà di certo un problema.

- Capisco.

- Come potete notare, c’è una nuova ragazza che frequenterà la nostra scuola. Non è una del primo anno, seguirà i corsi del sesto anno. Ora verrà smistata in una delle case. Vi chiedo solo una cosa. Non fatele domande sul suo passato o su cose che lei sa. E’ meglio per voi e per noi tutti. Ora vai cara, vediamo dove la tua mente ci porta.

- Gli hai fatto parecchio male – dissi, mentre mi sedevo al fianco di Draco.

- Figurati, gli ho solo tirato un calcio niente di più – disse lui, iniziando a prendere il cibo che era comparso improvvisamente sulla tavola.

- Dove sono finiti tutti? – chiesi, guardandomi attorno.

- Beh, che ti prende? Non hai mai visto una ragazza in tuta?- chiesi, mentre mi legavo con un elastico i capelli ribelli in una coda morbida.

- Ora che avete fatto vedere a tutta la scuola di essere ottimi ballerini, potete tornare nella vostra sala comune a cambiarvi e spero che domani stiate tutti bene dopo quello che avete bevuto.

- E’ pazza. Completamente andata – disse Draco, mentre mi abbracciava.

- Si, completamente fumata – disse una voce che riconobbi come quella di Hermione.

- Che ti prende? – chiese, guardandomi preoccupato.

- Devo mettermi al corrente di alcuni incantesimi che non conosco.

- Secondo te a me fa piacere tenere tutto dentro?

- Ma se preferisce che mi crei la pozione della fortuna da sola e che la utilizzi per i fatti miei, non ci sono problemi.

- Il libro dice di tagliare – disse Draco.

- Ora gira sette volte in antiorario e una in orario capito? – dissi, chiudendo il libro di incantesimi.

- Io non lo toccherei se fossi in lei. Potrebbe causare una catastrofe. Ha sentito anche lei Silente – dissi.

- Ok, fermatevi – disse il professore.

- Cosa vuoi? – chiese Draco irritato.

- Piton vi vuole vedere – disse, prima di andarsene.

- Draco, sappi che sto rischiando la vita per te. E tu Anita dovrai darmi una mano. Sai già come andrà tutto. Aiutalo.

- Mi devi spiegare cosa intendeva Piton – disse Draco, mentre posavamo i libri sul tavolo.

- Questo l’ho capito, ma cosa intendeva con la frase “sai già come andrà tutto”?

- Semplicemente quello che voleva dire. Io so tutto.

- Io non ti posso credere – mi disse, mentre chiudeva i libri.

- Solo questo? – chiese.

- E io che pensavo che fossi diversa da tutte. Ti credevo speciale. Mi facevi stare bene.

- Lurida mezzosangue! – urlò, mentre si tirava in piedi dopo essere stato colpito da un incantesimo.

- Come l’hai chiamata? – urlò Harry, puntando la bacchetta verso di lui.

- Cavolo, sei messo proprio male – dissi, mentre mi inginocchiavo vicino a lui e osservavo la ferita sul braccio.

- Non lo so. Non è stato scritto. Deve aver infastidito il trio di Potter e l’hanno attaccato. Sono riuscita a distrarli e portare via Draco. Ora gli ho bendato una ferita. Ho già chiamato Silente.

- Cosa è successo, Anita? – chiese il preside.

- Il problema è che non è stato scritto. Non sapevo nulla di questa scena – conclusi.

- Ora, rispondi ad una mia domanda. Come facevi a sapere tutti quegli incantesimi? Cosa vuol dire che non era scritto?

- Ma perché?

- Perché l’errore è stato già quello di Silente di farmi entrare in questa scuola. Di farmi conoscere te e gli altri. Non c’è in ballo la vostra vita, ma la vita di migliaia di persone. Non so cosa succederebbe se cambiassi il corso della storia. Io so tutto. So quello che farai. So che sei finito in una storia più grande di te – dissi, prendendogli l’altro braccio nascosto dalla manica stretta della giacca.

- Vuoi scommettere? – chiese lui, riducendo la distanza tra me e la sua bacchetta.

- Ma tu non volevi andare a vedere la partita di quidditch? – chiese.

- Ma non è possibile – disse Draco, notando le acrobazie del rosso.

- Ci scommettevo che imbrogliava! – disse, battendo il pugno sul ginocchio.

- E allora come? – chiese lui.

- Ha finto di dargli la Felix Felicis ? – chiese incredulo.

- Che c’è Draco? Avevi così paura da darti malato? – chiese Harry in tono di sfida.

- Veramente Potter, avevo di meglio da fare – disse alzando le nostre due mani strette – Sai, lo sport non è tutto!

- Suvvia Hermione che ti prende? Grattastinchi ti ha mangiato la lingua? – dissi, scoppiando a ridere.

- Andiamo al lago? – chiese Draco.

- Cavoli se fa freddo! – disse Draco, strofinandosi un braccio.

- Perché? – chiesi curiosa.

- Non sarebbe meglio andare da Hagrid? – chiesi

- Anita! Come stai? E’ andato bene il viaggio con Harry? Che ci fai con Malfoy, fuori?

- Un boccale di burrobirra? – chiese.

- Beh, sto cambiando molto. Non mi sono mai comportato con nessuno in questo modo – disse, continuando a disegnare cerchi sulla mia mano.

- Allora, hai scoperto il perché sei stata ammessa in questa scuola così tardi?

- Esperimento? – chiese curioso.

- Capisco. Beh, mi sa che ora è meglio che andiate nei vostri dormitori.

- Grazie per la burrobirra, Hagrid – disse Draco sorridendo.

- Cosa hai fatto a questo ragazzo? – chiese Hagrid ridendo.

- Ma perché gli altri non possono sapere? Sono come fratelli.

- Anita! Sono Alessandro, come va? Sei ancora intera?

- Cosa? Con i purosangue? Non mi dire che ti sei fatta amica Malfoy! Hai scoperto il perché Silente ti ha chiamata?

- A quanto pare sono una cavia. Ha cercato una fan della saga che sapesse mantenere il segreto e di far procedere tutto come deve andare. Ci sono solo stati dei problemi.

- Che cos’è successo?

- Beh, ecco… Io e Malfoy…

- No! Non mi dire che state assieme.

- Ma è un mangiamorte! – urlò mio fratello, dall’altra parte del telefono.

- Lo so, diamine! E devo aiutarlo a fare tutto!

- Vuoi dire che devi aiutarlo a distruggere Hogwarts ?

- Ecco parliamo di Harry. Ora sei sua nemica?

- Beh ecco, non saprei. E’ lui che mi ha portato sul treno. Abbiamo socializzato, solo che poi è arrivato Malfoy. Cavolo fratellone, lo sai che questo è l’anno in cui Draco cresce! Ha bisogno di aiuto!

- Perché, Harry no? – chiese.

- Mettiamola così. Harry ha tutti i Grifondoro, più il preside della scuola dalla sua parte. Draco non ha nessuno! I suoi scagnozzi saranno i primi a voltargli le spalle e sappiamo entrambi che Piton è un doppiogiochista.

- Non hai tutti i torti.

- Sono un po’ scossi. Gli manchi.

- Mi mancano anche loro.

- Comunque, cose particolari?

- Seguo il libro. Domani aiuterò Draco a sistemare la collana. Ah, comunque mi sono fatta come nemica la Granger.

- Cosa?!

- Che vuoi che ne sappia! Sin da quando sono salita sul treno si è comportata in modo scortese con me e ora, che sto con Draco e sono nei Serpeverde, di certo non mi tratta meglio.

- Quindi ora che sei nei Serpeverde ti comporti come loro?

- Fai attenzione, sorellina.

- Ti voglio bene fratellone. Non dimenticarlo.

- Anche io sorellina. Buona notte.

- Notte – dissi, chiudendo la chiamata e nascondendo il cellulare nella tasca dei pantaloni.

 La mattina seguente, mi svegliai mentre le altre ragazze dormivano ancora tranquille nei loro letti.
Mi alzai e, senza fare rumore, corsi in bagno a cambiarmi.
Scesi le scale, in silenzio, con lo zaino con i libri della saga in spalla.
Ma trovai la sala vuota.
Mi venne un tuffo al cuore. Che avesse deciso di non venire?
Sentii dei rumori provenire dalla camerata maschile.
Draco scese di corsa le scale, con i capelli spettinati.
Sorrisi e gli corsi incontro.
Lo baciai e lui mi sorrise.
 

- Come sono i capelli? – chiese.

Scoppiai a ridere – Sicuramente non come al solito. Ma cosi mi piaci.
 

- Allora andiamo.

Salimmo le scale e ci ritrovammo nel giardino principale.
Trovammo Gazza, il custode della scuola, a cui consegnammo i nostri permessi scritti.
Il mio era stato firmato da Silente in persona.
Attraversammo il ponte sospeso e ci dirigemmo verso il paese.
 

- Dove andiamo? – chiese Draco.

- Alla stamberga strillante – dissi sicura.

- Ma la ho incontrato Potter e i suoi amici una volta – disse preoccupato

- Lo so, ma conosco degli incantesimi per tenere lontani i maghi. Quindi, prima facciamo un salto al bar per consegnare la collana e poi andiamo alla stamberga strillante, così potrò finalmente spiegarti come stanno realmente le cose.

Lui accennò un sì e ci dirigemmo verso il bar.
Draco entrò per nascondere la collana in un bagno e uscì di corsa – Avanti andiamo, dentro ci sono già Potter e i suoi amichetti.
Arrivati davanti alla stamberga strillante Draco si fermò, mentre io proseguivo oltre le ringhiere.
Mi voltai – Beh, che ti prende?
 

- Sei pazza? C’è scritto di non entrare. Dicono che…

- Che sia il posto più spettrale… Avanti Draco, muoviti!

Lui accennò un passo in avanti, poi si decise e mi venne incontro.
Qualche metro oltre le ringhiere, iniziai a lanciare gli incantesimi di protezione attorno a noi.
Tenevo il settimo libro della saga sotto il naso, cercando di fare tutti gli incantesimi possibili.
 

- Cosa tieni in mano? – chiese curioso.

- Aspetta un attimo.

Finii l’ultimo incantesimo e mi sedetti affianco a Draco, posando lo zaino davanti a noi.
 

- Mi spiace, ma posso solo farti vedere sei delle sette cose che tengo qua dentro. Lo capirai poi il perché – dissi, mentre prendevo i libri.

Glieli passai in ordine mentre lui osservava le copertine.
 

- Che scherzo è questo? – chiese, mentre prendeva il primo libro e iniziava a leggere.

Sorrisi, mentre lo guardavo leggere le vecchie avventure – Sono dei libri.
 

- Vuoi dire che qualcuno si è divertito a spiarci e a scrivere dei libri su di noi?

Scossi la testa – No, qualcuno ha scritto dei libri su di voi e ora li state percorrendo – presi l’ultimo libro – Questo è l’ultimo libro della saga. Non posso fartelo leggere e puoi capire il perché. Vedi, Silente mi ha chiamata come cavia per provare a vedere se riesco a far continuare la storia per il giusto verso.
 

- Ma sei un personaggio nuovo. Ti sei già fatta vedere da Potter parecchie volte.

Sospirai – Lo so, ma credo che i personaggi meno significanti vengono eliminati da queste righe. Devo solo evitare di combattere contro Harry, o uno dei suoi amici, e niente di questo verrà registrato.
 

- Ecco come facevi a sapere della collana – disse, mentre prendeva un altro libro.

Sorrisi – Già.
 

- E ce la farò?

Scossi la testa – No, fallirai parecchie volte. E mi toccherà farti fare questi fallimenti. Soffrirai, ma non sarai solo, come nel libro. Ci sarò io ad aiutarti. Dovrai capirmi se alcune volte dovrò sparire in precise occasioni. Non posso permettere che la storia cambi.
Lui rimase in silenzio per qualche minuto leggendo le pagine dei libri poi allungò la mano verso il penultimo libro.
 

- Devo chiederti una cosa, anzi un favore – dissi, mentre apriva il libro.

Lui alzò lo sguardo – Dimmi.
 

- Non leggerlo tutto. Rischieremmo moltissimo. Pensa. Se tu sapessi come andranno le cose nel futuro e magari scoprirai che queste cose andranno male. Le vorresti cambiare, no?

Lui guardò la prima pagina – Hai ragione.
 

- Allora ti chiedo un favore, anzi ti prometto che quando saprò che sarà il momento giusto ti farò leggere questo libro. Scoprirai tutto, accetti?

Lui rimase in silenzio poi sussurrò – Accetto.
Sorrisi – Perfetto, ora andiamo mi sto congelando qua.
Draco mi prese il braccio – Aspetta.
Mi risedetti a terra.
 

- Come di certo sai mio padre è stato arrestato. Ce la farà? Cosa gli succederà?

Gli accarezzai una guancia e sorrisi – Tranquillo, tu- sai- chi lo riprenderà tra i suoi seguaci.
 

- Ho paura – disse Draco sospirando.

Mi inginocchiai davanti a lui – Non devi averne. Non posso impedire che la storia faccia il suo corso. Come ti ho già detto, soffrirai. Ma, diversamente dalla storia, non sarai solo.
Lui mi strinse la mano – Grazie di essere venuta in questo mondo già scritto.
Sorrisi – Non iniziamo ora – mi alzai e tirai su con me anche Draco.
Lui sorrise e ci incamminammo per tornare al castello.
 

- Già di ritorno? – chiese Silente, quando ci vide entrare nel giardino principale del castello.

- Credo che non ci saranno problemi. Signor Malfoy, ha qualcosa da dirmi? – chiese, spostando lo sguardo su Draco.

- Arresto momentum – sussurrai.

- No signore. Non ho niente da riferirle.

- Spero che sia vero. Ti conviene fare un salto in infermeria, Madama Chips sicuramente ti potrà dare qualcosa per sistemare quella ferita – disse, indicando la ferita del giorno precedente.

- Perché lui mi farebbe stringere un patto infrangibile con qualcuno, come ha fatto Piton. Rischierei di morire, Draco! – dissi, mentre lui si voltava a guardarmi con un sopracciglio sollevato.

- Madama Chips? – chiesi ad alta voce.

- Cosa vuoi ragazzina? Non si entra se non hai la parola d’ordine – disse fissandomi.

- Non capisco come sia potuto succedere. Quella collana era maledetta - diceva Hermione.

- Sicuramente. Ma non sappiamo come sia entrata in suo possesso – rispose Ron.

- Anita, sei tu. Draco è stato medicato. Ha solo bisogno di dormire.

- Lo stai aiutando? – chiese voltandosi.

- Ma nel libro non crolla giusto?

- No, non crolla. Ma è molto debole e insicuro di quello che fa.

- Allora sai che cosa abbiamo in mente, io e Silente.

- Lui mi ha aiutato quando è morta. Lui mi ha aiutato a sopportare la presenza di Potter, in questa scuola. Lui mi ha convinto a rimanere e a continuare la mia vita, come professore, qua dentro. E mi tocca vivere ventiquattro ore su ventiquattro con quello stupido ragazzino che è sopravvissuto solo grazie alla mia Lily. E cosa devo fare io? Ucciderlo. Dopo tutto quello che ha fatto per me, devo toglierli la vita.

- La raggiungerai. Non preso, ma neanche tardi.

- Se vuoi ti possiamo aiutare a trasportare Draco di sotto. Almeno non sei scomoda come adesso – disse Silente.

- Ci vediamo a cena, io vado a darmi una sistemata – dissi a Draco, alzandomi.

- E se ti dicessi che possiamo parlare anche adesso? – dissi, tornando a guardare Luna.

- Allora, dimmi tutto – dissi, mentre camminavamo affiancate nel prato.

- Volevo farti vedere una cosa – disse lei, mettendosi in una zona precisa del giardino – Lo vedi?

- Allora i tuoi genitori non sono morti – disse lei.

- Esattamente! – disse Hermione, uscendo da un cespuglio.

- Giustamente, quello è un abbigliamento da tenere a scuola – commentò Ginny squadrandomi.

- Dio come siete pallose ragazze! Visto che mamma e papà non sono qua, penso di potermi vestire come voglio. C’è scritto che l’importante è avere la veste della propria casa – ribattei.

- Dicci che cosa vuoi. Parla! Perché sei venuta qua? – chiese Hermione.

- Silente ha detto che non potete farmi domande sul… - iniziai.

- Prendi il Veritaserum Ginny – disse Hermione.

- Mi spiace, ma non mi sei mai piaciuta. E ora che stai con Malfoy ancora di meno. Dillo che quella collana è tua! Sei stata tu a maledirla.

- Allora sai chi è stato! Parla! – gridò Ginny.

- Ginny, dammi quella boccetta – disse Hermione.

- Hermione, mi stai costringendo a farti del male e a stringere un voto infrangibile con qualcuno – la provocai, cercando di prendere tempo.

- Sai quanto me ne frega se muori! – disse lei, prendendo la boccetta.

- Expelliarmus! – gridò Luna, facendola cadere a terra.

- Scusa – disse lei, tenendomi puntata contro la bacchetta.

- E ora bevi – disse Hermione, prendendomi per i capelli e avvicinando la boccetta alle mie labbra.

- Metti giù quella bacchetta! – urlò una voce.

- Signorine, non pensavo che potevate arrivare a tanto – disse Piton con la sua solita voce bassa – Verrete sicuramente punite per aver aggredito una vostra compagna e per non aver mantenuto la parola di Silente. Meno cento punti a Grifondoro e meno cinquanta a Corvonero.

- Non se dimenticate tutto – disse Ginny, prendendo la bacchetta.

- Petrificus Totalus! – urlai, puntando la bacchetta contro Ginny.

- Andiamo – dissi, puntando la bacchetta contro Hermione.

- Come fai a sapere tutti questi incantesimi, se non hai frequentato gli altri anni? – chiese fissandomi con odio.

- Leggo molto – risposi, dandole un colpetto per farla muovere.

- Hermione! – gridò Harry, quando mi vide entrare con la ragazza.

- Queste ragazze hanno tratto in inganno la studentessa Anita. Le abbiamo trovate che tentavano di farle bere del Veritaserum.

- Veramente, sono riuscite a farmene bere un po’ – ammisi.

- Quindi, se ti facessi delle domande, risponderesti sinceramente? – chiese Silente.

- Avvicinati – disse.

- E’ vero che sei qua perché sei sottoposta ad una prova?

- Si.

- E queste ragazze, hanno tentato di farti bere del Veritaserum, per farti dire il perché sei qua?

- Si, è vero.

- Bene, a quanto pare ti hanno davvero teso una trappola. Vai pure a mangiare con i tuoi amici. Per quanto riguarda voi tre, sarà il professor Piton a decidere la vostra punizione.

- Spero che ora voi siate felici. Hermione, Ginny e Luna si sono beccate dei compiti extra per tutta la settimana.

- Sei una stronza – sibilò Ron.

- Ma Hermione è una mia amica! – urlò.

- Abbassa i toni Ron, sono qua quindi non c’è bisogno di gridare. Le tue amichette si sono messe contro di me. Io non gli ho fatto niente. Quindi non è colpa mia.

- Dove stiamo andando? – gli chiesi, visto che il nostro dormitorio era nei sotterranei e non nei piani superiori.

- La stanza delle necessità – sussurrai, guardando l’imponente porta.

- Cosa stai cercando? – chiesi.

- Anita? Anita dove vai? – chiese Draco.

- Funzionerà? – mi chiese, voltandosi verso di me.

- Coraggio – dissi. Non potevo impedirlo. Volevo ma, non potevo farlo.

- E’ vuoto – dissi con sollievo.

- Funziona – dissi, guardando il morso sulla mela che prima non vi era.

- Beh, sicuramente quel morso non c’era quando hai messo la mela dentro.

- Ma che diavolo… - disse Draco.

- Che posto è questo? – mi chiese, avvicinandosi.

- E quella? – chiese, puntando un dito verso una parete.

- E’ stupenda – disse.

- Alle undici perché?

- E’ l’una.

- Spero che abbiate dormito bene signor Malfoy. A quanto risulta non era in camera, ieri sera. Silente ha insistito di non cercarla, visto che mancava anche la signorina Anita all’appello.

- Mi scusi, è stata colpa mia – dissi a Piton.

- Bene a quanto pare anche lei signor Malfoy è interessato a cosa sono le Chimere. Magari sa anche darci qualche particolare in più…

- Quindi sta sera dobbiamo andare ad una noiosissima festicciola nerd? – chiese Draco con disgusto.

- Beh, forse antiche rune è meglio. Ma divinazione ci serve per i M.A.G.O

- Anita aspetta – disse con la sua solita voce sognante.

- Volevo chiederti scusa per ieri sera. So che questo non farà cambiare le decisioni di Piton e comunque non sono qui per questo. Volevo solo chiederti scusa.

- Che ti ha detto la pazza? – chiese.

- Mi ha chiesto Scusa.

- E tu che hai fatto?

- L’ho ringraziata.

- Cosa? – chiese lui, fermandosi davanti a me.

- Ma adesso che mi ci fai pensare, non ho alcun vestito! – dissi, mentre entravamo nel dormitorio.

- Mi spieghi dove diavolo stai andando? – gli chiesi, mentre cercavo di stare al suo passo.

- Mi spieghi cosa hai fatto? – chiesi per l’ennesima volta.

- Senti bello, quella che qua tiene i segreti sono io!

- Dove vai? – chiese Draco, inseguendomi.

- No, di nuovo quell’uccellaccio, no – disse Draco esasperato.

- Ma come diavolo…- disse Hagrid, avvicinandosi.

- Anita vieni via! – gridò Draco.

- Ok, ora fai un inchino – dissi, mentre lui lo faceva.

- Vedi Malfoy. Se qualche hanno fa ti fossi avvicinato come oggi, non avresti avuto una ferita sul braccio.

- La festa di Lumacorno! Andate! Ci vediamo ragazzi! – disse Hagrid, distraendo l’ippogrifo con un furetto morto.

- Che vi prende? – chiese Draco, mentre si avvicinava al suo posto dove era accalcato tutto il tavolo.

- Vuoi dire che…

- Grazie cavoli! Grazie! – dissi prima di baciarlo.

- Il signorino Malfoy ha richiesto questo abito. Lo abbiamo confezionato sul momento – disse l’elfo, facendomi andare davanti allo specchio.

- Potter – sibilò Draco.

- Sappi che ti ringrazio moltissimo di quello che hai fatto per me questa sera.

- Ragazzi! Ben arrivati! – disse Lumacorno, avvicinandosi – Anita, sei un incanto sta sera!

- Anita! – sentii urlare.

- Bene e te Harry?

- Dai, vieni a ballare – disse Draco, portandomi via da quella situazione imbarazzante.

- Diavolo, lo sapevo che non dovevamo venire alla festa dove c’è Potter.

- Per il momento – disse lui, tirando un’occhiata al ragazzo sopravvissuto.

- Dobbiamo portarlo via, per degli accertamenti – disse Piton serio.

- Draco! – urlai, mentre le porte si chiudevano.

- Draco! – urlai scivolando a terra sfinita.

- Ti prego, non portatelo via – lo supplicai.

- Non tutti – disse Silente.

- Dio quanto sei patetica – dissi alla mia immagine riflessa – Sei peggio di Bella in Twilight. Cazzo è solo un ragazzo. Cosa può cambiare? Uno in meno. Ce ne sono a quantità la fuori.

- Sono stata usata cazzo! – urlai al vuoto.

- Eccola. E’ così patetica senza la grande imponenza di Draco.

- Anita! Sei impazzita a cavalcare così un ippogrifo? – chiese Hagrid avvicinandosi alla bestia mentre io andavo verso il portone.

- Preside – salutai avvicinandomi – Mi cercava?

- Intende il lavoro di Draco? Si, anche se non mi aspettavo di dover fare le sue azioni.

- Pronto?

- Sorellina, tutto bene? – chiese mio fratello.

- No, per niente. E’ da sei giorni che dormo. Sono allo stato depressivo avanzato.

- Come mai? E’ colpa di quel verme di Malfoy, vero?

- Si e no. Hanno portato via Draco durante una festa. L’hanno accusato di omicidio. Ora è ad Azkaban.

- E come diavolo fai adesso? Tutto il libro è basato sulle azioni di Draco.

- Appunto sono fregata. La bibita che berrà Ron è avvelenata, fortunatamente, ma domani dimettono Katie Bell che dovrebbe dire a Harry che è stato Draco a darle la collana. E dovrebbe esserci la scena del bagno. Ma non posso sostituire Draco pure in quel momento.

- Pozione polisucco?

- No, non funzionerebbe. E comunque tutta la scuola sa che Draco è ad Azkaban non posso farlo tornare così magicamente.

- Si, a quanto pare l’anno scarcerato perché, in quel momento, era qua a scuola che seguiva la lezione di divinazione – disse una ragazza dei Corvonero.

- Draco - sussurrai quando capii che era davvero lui.

- Draco… - sussurrai mentre una lacrima scendeva sulla guancia.

- Ma Draco, è Anita. Non ti ricordi di lei? – chiese un ragazzo dei Serpeverde.

- E cosa? – chiese lei.

- Ho fatto una promessa e la devo mantenere, anche se lui non si ricorda più di me – dissi dirigendomi verso il bagno dei prefetti.

- Malfoy! – sentii pronunciare da una voce famigliare.

- Cru…

- Sectusempra!

- Potter, vattene – sentii dire dalla voce di Piton.

- Ormai manca poco. Lo sai vero? Le cose si faranno difficili – disse guardandomi.

- Ho solo una domanda – risposi.

- Dimmi.

- Quando lei non ci sarà più. Io cosa dovrò fare?

- Ora è meglio che vada.

- Silente – lo chiamai.

- Si – disse voltandosi.

- Sappia che mancherà a tutti in questa scuola.

- Cosa sei? La figlia di Silente, con le sue stupide frasi senza senso?

- Quale promessa? – chiese.

- Ma che diavolo… – disse lui.

- Muoviti dai – dissi trascinandolo fuori dal dormitorio.

- Volatile? – chiese lui.

- Dai Draco, muoviti. Ti sei dimenticato di me ma, di certo, non di quello che hai fatto. Non è un pensiero felice.

- Si.

- Non ricordi vero? – chiesi con tono di voce sofferto per l’ennesima volta.

- Si, il tuo tempo da mangiamorte è sprecato con me – dissi triste e arrabbiata.

- Almeno questo lo ricordi – dissi sospirando.

- Tu hai quei libri – disse fissando lo zaino che avevo sempre con me.

- Bene, ora suppongo che possiamo sederci dopo aver dato un enorme spettacolo a tutta la scuola no? – disse Draco.

- Cosa leggi? – chiesi.

- Aspetta – dissi mentre salivamo le scale.

- Ma non tutto è giusto. Molte cose sono cambiate – disse mentre leggeva.

- Povero idiota – sussurrò Draco al mio orecchio.

- Dobbiamo parlare – disse lui.

- Non abbiamo niente da dirci, Potter – disse Draco.

- Cosa succede Potter? Hai finto la Felix? Oh già, l’hai utilizzata per far parlare Lumacorno – dissi ghignando.

- Cosa stai facendo Harry? – gli chiesi terrorizzata.

- Cerco di fermare Voldemort – disse lui fissandomi con odio.

- Peccato che è successo – disse lui avvicinandosi.

- Harry, questo non sei tu. Diamine guardati! Non sei il ragazzo sopravvissuto. Stai ragionando da mangiamorte! – urlai quasi sperando di farmi sentire da qualcuno.

- Expelliarmus!

- Aiutatemi a tenerlo fermo! – gridai a Draco e ai suoi scagnozzi.

- Come ho detto, tutto questo non doveva accadere. Tutto questo non è mai avvenuto. Se qualcuno ti chiede come mai siamo usciti assieme gli dirai che eri preoccupato per me. Oblivion!

- Bene, abbiamo circa un minuto. Dobbiamo andarcene di qua – dissi alzandomi.

- Dai parla, dov’è? – disse Ron fissandomi.

- Come menti bene – disse Hermione.

- Che cosa c’è? – le chiesi incuriosita.

- Il preside ha detto che vuole vederti – rispose torturandosi le mani.

- E’ stupenda – sussurrai accarezzandogli le piume.

- E’ vecchia ormai, gli mancano pochi minuti – disse Silente posando le carte e sorridendomi.

- Quali problemi?

- L’altro giorno, mi ha voluto parlare. Mi voleva usare per scoprire cosa facevamo io e Draco, nella stanza delle necessità.

- E com’è andata? – chiese intrecciando le dita ossute.

- Mi ha picchiata, è stato aggressivo. Harry non ha mai perso la pazienza in quel modo. Poi fortunatamente è arrivato Draco, con i suoi amici che mi hanno aiutata a cancellare la memoria a Harry.

- Quanto sarebbe bello poter rinascere dalle proprie ceneri, eh? – disse Silente avvicinandosi.

- Il professor Severus ha detto che ti vuole parlare, in privato – mi disse facendomi voltare.

- Oh, detesto gli addii. Meglio, arrivederci.

- Arrivederci allora – dissi scendendo le scale.

- Volevo sapere come ci si sentiva – disse lui non appena la porta si chiuse.

- A sapere come sarà la vita di ogni singola persona del castello. Chi vivrà e chi morirà. Tu puoi goderti ogni istante di qualcuno…

- Non è bello – lo interruppi subito.

- Ma il segno che ha sul braccio lo dimostra – disse Severus.

- Allora potremmo dire che ogni singola persona che ha un tatuaggio è un malvivente. No, Draco è stato costretto – dissi abbassando lo sguardo.

- Sai che ho stretto un patto per proteggerlo – sussurrò.

- Assomigli proprio a Lily. Bella e saggia… - sussurrò avvicinando una mano alla mia guancia.

- Ma quello specchio è stato distrutto – sussurrò avvicinandosi titubante.

- Dimmi, tu cosa vedi? – chiese Piton mentre continuava a fissare lo specchio e a sorridere.

- Allora, cosa vedi? – chiese.

- Che sarebbe? - insistette.

- Una persona che mi ama per quello che sono. Che ha bisogno di me come io ho bisogno di lui.

- Anita – mi chiamò.

- Grazie – disse mentre continuava a tenere la mano contro il vetro.

- Non ce la faccio più! – disse Draco mentre stava sdraiato sul divano.

- Draco, che ti prende? – chiesi.

- Non ce la faccio. Non ci riesco. Non posso farlo – sussurrò.

- Guardami. Dai Draco guardami! – sussurrai per non svegliare nessuno.

- So fottutamente cosa stai provando. So che non sei pronto. So che è un passo troppo grande per te. So che sei finito nella famiglia sbagliata. So che quello stramaledetto marchio ti perseguiterà per tutta la tua vita, ma devi farlo. Lo sai, lui ha scelto te. Ha detto che devi essere tu ad eliminarlo.

- Altrimenti lui mi ucciderà – sussurrò lui ricordandomi un particolare importante.

- Non sono pronto – disse lui senza darmi un buon motivo.

- Non ho voglia di leggere, ora – disse lui.

- Quando l’ho chiesto a Silente ha detto che avrei fatto io la giusta scelta.

- Non voglio perderti – sussurro lui stringendomi una mano.

- Andiamo - dissi a Draco prendendolo per mano e trascinandolo via.

- Non di nuovo la mia camera! – urlai frustrata.

- No – sussurrò lui.

- No! – gridò Draco comprendendo quello che volevo fare.

- Oblivion – sussurrai.

- Addio Silente – sussurrai. 

- E Draco? – chiese ignorando il mio dolore.

- Gli ho cancellato ogni singolo ricordo di me.

- Ecco, bevi – disse mio fratello entrando e porgendomi la tazza.

- Stanza delle necessità – dissi, prima di bere un altro sorso.

- Io volevo aiutarlo – sussurrai fissando la tazza, tra le mie mani.

- E allora? – chiese ancora più confuso.

- Non aveva il coraggio di uccidere Silente – continuai.

- E perché?

- Perché aveva paura di perdermi. Non so nemmeno io, cosa avrei fatto dopo la morte di Silente – dissi posando la tazza sul comodino affianco al letto.

- Beh, potevi almeno chiederglielo prima che ci lasciasse le penne.

- L’ho fatto – sussurrai.

- E cos’ha detto?

- Che avrei fatto la scelta giusta. Mentre eravamo nella stanza delle necessità ad aprire l’armadio ai mangiamorte, la stanza è cambiata ed è diventata camera mia. Draco si è seduto sul letto. Piangeva. Cazzo, un Malfoy non piange mai in presenza di qualcuno. Ho visto le foto. E ho capito, che scegliermi è stata una pessima idea. Così gli ho cancellato la memoria – dissi riassumendo la serata.

- Vuoi dire che oltre a Draco, nessuno la dentro ti voleva?

- Piton? – chiese mio fratello, incredulo.

- E chi pensava che il pipistrello fosse così dolce – disse scostandomi una ciocca di capelli.

- Voglio dormire Ale. Ho bisogno di riposare.

- Che diavolo…- mi lamentai prima di prestare attenzione alla copia del giornale.

- No…- sussurrai guardando la foto di Draco dietro le sbarre – Doveva ucciderlo Piton, non Draco…

- Infatti, hai fallito sorellina. Ti ho detto che Silente si fidava di te. Dovevi portare la missione fino in fondo.

- Cos’hai intenzione di fare? – chiese mentre ripiegava il giornale.

- E come pensi di poterlo fare? – chiese, sfidandomi con lo sguardo.

- Con questo – dissi mostrandogli il giratempo.

- L’hai preso a Hermione? – chiese.

- Su questo biglietto c’è scritto che, cinque giri dovrebbero bastare – disse Alessandro porgendomi un foglietto che teneva tra le mani.

- Come ho detto, aveva fiducia in te – disse mio fratello – Vai sorellina e torna vittoriosa.

- Non voglio perderti – sussurrò.

- E’ quello che farò – dissi baciandolo – Ora vai.

- Tu cosa ci fai qui? – chiese.

- Aiuto Draco, dovresti farlo anche tu – dissi guardandolo negli occhi.

- Hai capito perfettamente. Ora andiamo, è di sopra.

- Lei con capisce! Devo farlo. Devo ucciderla. O lui ucciderà me.

- Forza uccidilo! – gridò Bellatrix.

- No! – disse Piton avvicinandosi a Draco.

- Vedo che sei tornata – disse Silente guardandomi.

- Avada Kedavra! – urlò Piton colpendo Silente in pieno petto.

- Andiamocene, svelti! – disse Piton prendendo Draco per il colletto e trascinandoci entrambi verso le scale.

- Non è la tua ora, Severus – sussurrai guardandolo.

- Ti fidi di me?

- Si.

- Signori, benvenuti – disse l’essere più temibile del mondo magico.

- Siete quasi in ritardo – disse la figura rivolta a due uomini appena entrati in sala.

- Severus, tu qui – disse la figura indicando alla sua destra.

- Nessun volontario? Lucius…

- Di che cos’è?

- Olmo e il nucleo è corde di drago.

- Perfetto – disse Voldemort prendendo la bacchetta ed esaminandola.

- Cosa succede Lucius? Non ti piace la mia presenza nella tua casa? – chiese Voldemort perdendo tutto il suo interesse per la bacchetta.

- Mio signore – disse una donna che sedeva dall’altra parte del tavolo – La nostra famiglia è lieta di averla nella nostra dimora.

- Ho saputo della notizia di tua nipote Bellatrix e della vostra Lucius e Narcissa, ha appena sposato un lupo mannaro, Remus Lupin.

- Tu Draco ti occuperai dei cuccioli? – chiese Voldemort.

- E poi chi sarebbe questa nuova new entry? Carina, mi ricorda qualcuno, vero Severus? – disse Voldemort avvicinandosi a me.

- Allora? Nessuna risposta? – chiese Voldemort mettendosi tra me e Draco impedendomi di chiedere aiuto.

- Bene, volevo presentarvi una persona – disse puntando la sua bacchetta verso il corpo sdraiato sul tavolo, al quale non avevo dato molta importanza durante la discussione. La donna prese improvvisamente vita – Severus, Draco, voi dovreste conoscerla.

- No, hai ragione. Tu non seguivi di certo i suoi corsi, e tu? – chiese rivolgendosi a me.

- Allora Severus credo che tu sia l’unico a conoscere questa donna.

- Severus… ti prego – sussurrò la donna.

- Questa donna – proseguì Voldemort coprendo la voce della donna in lacrime – E’ la professoressa Charity Burbage che poco tempo fa insegnava alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Precisamente insegnava babbanologia.

- Avada Kedavra – disse Voldemort.

- Nagini, la cena – sussurrò Voldemort uscendo dalla stanza.

- Ehi – disse Draco, avvicinandosi – Che ti succede?

- Cosa mi succede? Ha appena ucciso una professoressa sotto i nostri occhi! – dissi evitando il suo sguardo.

- Gli hai rivolto la parola! Nessuno ha il coraggio di rivolgergli la parola, se non è interpellato! Hai dimostrato di avere più coraggio di tutti i mangiamorte, presenti in quella sala.

- Draco, non è questo quello che mi preoccupa. Hai visto, prima, come hanno reagito al solo sentire il termine babbano.

- Ma se lo scoprono sono spacciata. Inizieranno a fare controlli al ministero e quando arriveranno al mio nome, non ci saranno scuse per me.

- C’è solo una soluzione – sussurrai dopo aver pensato a lungo.

- Devo cancellare la memoria dei miei genitori. Andranno via e noi mentiremo sulla loro vera vita.

- Sedetevi – dissi guardandoli con un sorriso.

- Sorellina, cosa succede? – chiese mio fratello.

- No, sorellina non farlo. Possiamo aiutarti…- disse mio fratello cercando di fermarmi.

- Anita! – urlò Draco, aiutandomi a tirarmi su e a sdraiarmi sul divano.

- Draco, che succede? – chiese Narcissa, precipitandosi ad aiutare il figlio.

- E’ svenuta di colpo! Io non lo so, deve aver avuto un calo di zuccheri.

- Aspetta qua, corro in cucina a prendere dei sali.

- Piccola, non ti preoccupare ora ti aiutiamo noi.

- Beh, non è stato male, ma mi sembra tanto sdolcinato “piccola”.

- Stai tranquilla, ora sei nostra ospite. Vivrai in questa casa come compagna di Draco.

- Mamma…- si lamentò Draco.

- Tutto bene? – mi chiese Draco tenendomi le spalle.

- Avrai tempo di vederla più tardi, ora dormi – disse Draco sistemandomi i cuscini sotto la testa.

- Le otto. Prima, probabilmente, sono venuti a chiamarci per la cena – risposi.

- Draco, figlio mio, tutto bene? – chiese Lucius seduto al fondo del tavolo.

- Porta del cibo, anche per mio figlio e la sua compagna.

- Certo signore – rispose l’elfo sparendo.

- Tutto bene, Anita? – chiese Narcissa.

- Io non so come si usino tutte queste forchette e coltelli – dissi, spostando lo sguardo sull’enorme quantità di posate presenti sul tavolo.

- Non dovresti farlo – disse Draco lanciandomi un’occhiata.

- Cosa? Ringraziare l’elfo?

- Perché? E’ cortese da parte sua farmi un favore, quindi è mio obbligo ringraziarlo.

- Lo so che ti viene spontaneo, ma i miei genitori reputano gli elfi… beh, degli esseri inferiori – disse abbassando lo sguardo.

- Mi spiace contraddire i tuoi genitori, però anche se sono esseri inferiori sono comunque creature viventi e sicuramente qualche ringraziamento non li uccide.

- Che succede? – chiese Draco notando la mia espressione.

- Anita, Draco ti mostrerà dove si trova la tua camera per dormire. Gli elfi si sono occupati delle tue cose che si trovano già nella stanza. Se hai bisogno di qualcosa, basta che tu schiocchi le dita e un elfo arriverà subito a servirti. Tutto chiaro? – chiese Narcissa.

- Ma non può dormire in camera con me? – chiese Draco.

- Per me va benissimo. Vi ringrazio ancora, per quello che fate – dissi evitando un dibattito tra madre e figlio.

- Per quanto riguarda la scuola, invece, la prossima settimana ricomincerete a frequentare le lezioni – disse Lucius.

- Ma pensavo di non dover più mettere piede in quella scuola – si lamentò Draco.

- Invece dovrai farlo.

- No, vi auguro una buona notte – disse Lucius.

- E questa è la tua camera – disse, indicando per ultime le due porte identiche a quelle della camera di Draco, che distava pochi metri dalla mia.

- Così sembra che ne ho pochi – dissi ridendo.

- Non ti preoccupare, suppongo che domani andremmo a fare compere per il nuovo anno quindi, potrai prendere tutti i libri che vuoi.

- Draco – sussurrai sedendomi sul letto.

- Ma tu e la tua famiglia, riuscite a permettervi tutto questo? A quanto dicono i libri la tua famiglia è in degrado.

- Pero?

- Però non abbiamo più i soldi che avevamo una volta. Da quando papà è stato ad Azkaban, non viviamo più come una volta.

- Mi sento così inutile – disse ad un certo punto, interrompendo il silenzio.

- No – sussurrai guardandolo.

- Non servo a nulla. Non sono nemmeno riuscito a uccidere Silente. Non ho mai fatto nulla di utile per aiutare la mia famiglia.

- Non devi piangere – sussurrai accarezzandogli i capelli.

- Scusa, ma mi sento così perso – disse asciugandosi una lacrima.

- Avanti – dissi prendendo più schiuma possibile per nascondermi.

- Io…ti aspetto in camera – disse girandosi.

- No – dissi senza nemmeno pensarci – Rimani qua, così mi tieni compagnia.

- Sei impazzita? – disse quasi gridando mentre mi prendeva un asciugamano e me lo passava – Stavi affogando!

- Beh, tanto vale che ora ti accomodi pure te, no? – dissi indicando la vasca.

- Si padrona? – chiese.

- Puoi portarmi un cambio comodo per Draco? Possibilmente, puoi anche non raccontare questa scena a nessuno? – dissi notando che ci osservava.

- Vuoi toglierti quei vestiti? Se no rischio di doverti tirare fuori io dalla vasca, questa volta – dissi.

- Nudi? – conclusi – Non sai quanto imbarazza me la cosa, visto che sono la prima a essere nuda qua dentro, ma se non ti togli almeno la maglia la vedo dura rimanere a galla.

- Grazie mille – dissi.

- Bene, e ora che si fa? – chiese Draco.

- Alzati e cambiati girato di schiena, così posso prendermi l’asciugamano e vestirmi.

- Allora, devo supporre che hai manie di suicidio? A scuola non si vedeva – disse ironico.

- Secondo me, è meglio la scusa che ho detto io.

- Arrivo – dissi avvicinandomi alla porta.

- Probabilmente era in bagno – dissi.

- Bene, mi darebbe fastidio che la compagna di mio figlio fosse ignorante.

- E’ già sotto che ti aspetta – disse la voce della madre di Draco, che mi osservava dal corridoio.

- Ero in bagno! Non ti ho sentito bussare.

- Non dire menzogne. So che eri nella stanza, con lei.

- Buongiorno – dissi stringendomi un braccio.

- Vedo che ti sei vestita in modo diverso dal solito – disse guardandomi.

- Posso chiederti una cosa?

- Dipende – dissi guardandolo.

- Beh, vedi so che vado contro le regole di Silente…

- Beh, ecco…Tu sai tutto della mia vita, ma io non so nulla di te. E visto che stiamo assieme…

- A quanto ho saputo voi babbani frequentate più scuole – disse guardandomi con curiosità.

- Quindi a sei anni andate alle elementari, dove fate cinque anni – provò a ripetere Draco.

- E tu eri già alle superiori, prima di venire nel nostro mondo? – chiese mentre guardava una scopa.

- Si, precisamente facevo una scuola di grafica.

- Disegnavi? – chiese.

- Computer? – chiese lui ripetendo la parola con un accento tutto suo.

- E quello sarebbe un computer?

- Del tipo? – chiese mentre apriva la porta di una libreria.

- Interessante – disse mentre prendeva un libro e lo sfogliava.

- Che fai la dietro? – chiese una voce.

- Io…mi scusi, pensavo che fosse agibile anche questa zona.

- Non hai visto il cartello? – chiese infuriato puntando la bacchetta verso una vecchia targa praticamente illeggibile.

- Ah, signor Malfoy. Questa deve essere la sua nuova compagna. Avevo capito che i suoi genitori si erano impegnati a trovargliene una. Non è stata di suo gradimento?

- Draco – sussurrai cercando di muovermi perché la sua presa iniziava a farmi male.

- Voglio che tu sappia, che ormai Astoria è un capitolo chiuso. Quella donna non esiste per me. Non è mai esistita.

- Cosa è successo? – chiesi alla donna.

- Sono riusciti ad uccidere uno degli Auror che controllava Potter, ma il ragazzo è riuscito a fuggire.

- Draco, non ti preoccupare… - dissi cercando di consolarlo.

- Sarà meglio che rientriamo – disse Narcissa, riprendendo il cammino verso la sua villa.

- Cosa è successo tra te e mio figlio? – chiese improvvisamene Narcissa, interrompendo il silenzio.

- Del genere? – chiese.

- Posso parlarti? – chiesi guardandola.

- Ancora una cosa.

- Draco mi ha detto che ti piace leggere, quindi, qua dentro sicuramente ti troverai a tuo agio. Prendi pure qualsiasi libro vuoi e sentiti libera di entrare e uscire da questa stanza a tuo piacimento.

- Vedo che mia moglie ti ha mostrato dove teniamo i libri.

- Le sei. Dai, devi preparare le valigie. Tuo padre ha detto che domani andiamo a Hogwarts.

- Dai, infila la roba. Se ora non ci sta vuol dire che ti stai portando dietro tutta la villa.

- Ma che diavolo hai fatto? – chiese guardandomi.

angolo autrice
chiedo scusa per il capitolo breve! Per farmi perdonare questa sera posterò un altro capitolo =) allora cosa ne pensate? (anche se non c'è molto su cui pensare, veramente xD)

- E’ solo un codardo. Si faceva tanto il figo solo perché era sopravvissuto alla peggiore delle maledizioni senza perdono ma, ora che il nemico è allo scoperto, l’unica cosa che fa è quella di nascondersi come un coniglio – diceva una ragazza dei Serpeverde.

- A quanto ho saputo Alastor Moody è morto l’altra sera, mentre cercava di proteggere Potter. Una vita sprecata – commentò un altro ragazzo.

- E tu Draco cosa ne pensi? – chiese a un certo punto Pansy.

- E allora? – chiesi in tono di sfida.

- Lei non è una semplice ragazza. Non parlarle mai più in questo modo – disse Draco fulminandolo con lo sguardo.

- Scusami se mi permetto di rovinarti questo bel momento ma, a giudicare dalla banalità dei tuoi geni, non mi sembri un purosangue – dissi guardandolo fisso negli occhi.

- Come ti permetti? I Serpeverde sono tutti dei purosangue.

- Già, se non ricordo male la tua vera madre era una babbana poi tuo padre si è sposato con una strega, ma il tuo DNA continua essere di un mezzosangue – disse Draco iniziando a sorridere.

- Ah non sai la novità? Stanno iniziando a togliere la bacchetta ad ogni famiglia che non risulta essere purosangue – disse Draco.

- Cosa c’è Draco? – chiesi posandogli una mano su una gamba.

- Vengo con te – dissi chiudendo il libro di scatto.

- Pensavo, che dopo tutto quello che era successo, non ti saresti più presentata a Hogwarts.

- Il preside vuole vedere la tua amichetta. Da sola – disse l’uomo alitandoci in faccia.

- Maledizione, non mi ha detto la parola d’ordine – dissi guardando impotente la statua accanto a Draco.

- Lily.

- Ma chi è Lily? – chiese Draco.

- Sei venuta allora. Noto però che non sei da sola.

- Salve preside – dissi sorridendo all’uomo.

- Tante cose – dissi lasciandogli intendere che avremmo parlato più profondamente quando Draco non sarebbe stato presente.

- Tra me e Astoria non c’è più nulla – disse Draco sostenendo lo sguardo di Piton.

- Ha ragione Piton, adesso sarà tutto più difficile – mi disse Draco all’orecchio per non farsi sentire dagli altri.

- Dai bellezza, vieni con noi – disse uno dei mangiamorte avvicinando il suo viso a quello terrorizzato della ragazza.

- Dai, rilassati, non ti hanno fatto niente. Sono solo dei codardi – sussurrava lui mentre le accarezzava i capelli.

- No – sussurrai mentre le loro labbra si incontravano.

- Vaffanculo, stronzo! – urlai mentre salivo le scale cercando di cancellarmi quell’immagine dalla mente.

- Anita! – urlò Draco, mentre sbattevo la porta.

- Anita, ascolta quello di ieri sera era…

- Signor Malfoy, si può accomodare – disse, notando Draco ancora in piedi.

- Cosa vuoi farmi? – dissi, continuando a guardare davanti a me.

- Niente – rispose Piton.

- Anita, tutto bene? – chiese Silente, sorridendo dietro gli occhiali a mezzaluna.

- Non mentire, Anita – mi rimproverò Piton – Ho saputo che hai litigato con Draco. Cosa è successo?

- Racconta quello che ti è successo. Possiamo aiutarti – disse Silente, che ora si era inginocchiato nella zona più vicina possibile a me.

- Astoria. A quanto pare, nemmeno io posso cambiare il vero amore del libro – dissi guardando in basso, mentre una lacrima mi scendeva lungo la guancia.

- Anita, quanto ne parla il libro di Astoria? – chiese Silente.

- Quindi non sarà un problema – disse Silente sorridendo.

- Cosa intende? – chiesi.

- Ti accompagno – disse Piton.

- Spero che tu faccia la scelta giusta, Draco – disse prima di andarsene.

- E’ tutto il giorno che volevo parlarti – disse guardandomi negli occhi.

- Anita io…

- E’ uno scherzo questo? – chiesi guardando le mura completamente bianche.

- Aspetta - disse lui andando verso la poltrona.

- Aiutami – sussurrò lui al muro.

- Perdonami, ti prego – sussurrò lui mentre una lacrima scendeva dai suoi occhi.

- Draco – disse Astoria, avvicinandosi al nostro banco.

- Questa sera abbiamo deciso di fare una festa privata, sai per divertirci un po’ – si avvicinò di più al suo orecchio – Così ti puoi liberare della tua ragazza, per qualche ora.

- No, sei tu quella che non capisce in che guaio si sta cacciando.

- Allora cosa fai, vieni alla festa? – chiese acida.

- Voleva dire una bella sbronza – sussurrai a Draco che quasi scoppiò a ridere.

- Quindi per oggi sarò io il vostro insegnante di difesa contro le arti oscure. Non sarà una novità per voi, visto che lo sono stato anche gli anni precedenti.

- Il professore verrà punito per questo. Ora vattene – disse Piton mentre si voltava verso la lavagna.

- Le consiglio di dare fuoco a quel foglietto prima che io riesca a prenderlo, signorina Anita.

- A quanto pare, Draco, la tua ragazza non sa stare in piedi. Come pensi di cavartela al ballo che stanno organizzando i mangiamorte?

- Ballo? – chiesi mentre mi alzavo – Sei sicura di non avere le allucinazioni?

- Puoi andare ad ubriacarti con i tuoi amici – disse congedando il mangiamorte.

- Non è qua, è in giro per il castello. Lo fa spesso – mi disse Piton, mentre preparava due calici con del liquido che pareva essere succo di mirtillo.

- Vuoi rimproverarmi perchè che ho picchiato Astoria? – chiesi annoiata.

- Bene, passiamo a cose più serie. A quanto risulta, si hanno in continuazione delle informazioni su dove si trovi Potter. C’è stato un avvistamento.

- Ma non sono più tornati – conclusi.

- Al sicuro – risposi.

- Morto – continuò Piton guardandosi le mani – Ma ora sono qui. Cosa è successo?

- No, aspetta – disse Piton prendendomi la mano.

- Sai perfettamente quello che sto provando in questi giorni. Sto lottando per una cosa troppo grande per me. L’unico mio desiderio, è di finire tutto questo. Voglio che il mondo della magia torni alla tranquillità. Voglio rivedere Lily.

- Com’è andata? Ti ha detto qualcosa? – chiese Draco non appena entrai nel dormitorio.

- Cosa c’è che ti tormenta? – chiese.

- Ma mia madre ti ha spiegato tutto – replicò lui.

- Non posso vivere senza di te. Se sarà necessario, morirò per proteggerti.

- Perché se tu muori, io rimarrei sola. Sembra stupido, ma se tu sparisci da questo mondo non cambierai solo la storia, ma anche la mia vita.

- Che cos’hai?

- Io, invece, li trovo stupendi.

- E se questo sguardo si spegnesse prima che tu raggiunga la meta?

- Morirei con lui. 

angolo autrice

ecco il nuovo capitolo =D un pelino deprimente ma è come una specie di giuramento. Sono felice che il Piton malinconico vi piaccia =D aspetto con ansia i vostri commenti!!!

- Forse era meglio se restavamo nel castello – dissi rompendo il silenzio che ci accompagnava dall’inizio del viaggio.

- Non farebbe mai nulla di tutto ciò.

- Io non mento a me stesso. Io mi fido del signore oscuro.

- Ti fidi di una persona, che aveva deciso sin dai primi anni di scuola, di dividere la sua anima per diventare praticamente invincibile? Ti fidi di una persona, che uccide solo per il gusto di farlo? Ti fidi di una persona che ha deciso di uccidere famiglie, finchè non si è trovato davanti un ostacolo e ora, come un bambino, vuole eliminarlo? A me non sembra una persona di cui fidarsi.

- Visto che sei entrato in argomento, padre, posso parlarti un momento in privato? – chiese Draco.

- Cosa succede? – chiesi.

- Il signor Malfoy ha chiesto che cosa vuole fare, non appena finisce di fare la camera – disse l’elfo con voce flebile.

- Allora tu sei Anita – disse la donna entrando.

- Bellatrix – sussurrai, guardando la sua imponente acconciatura.

- Bene, sono felice che Draco ti abbia scelta – disse squadrandomi – Quella Astoria non mi piaceva per niente. Si credeva superiore a tutti, qua dentro.

- Sono proprio felice di conoscerti, Anita.

- Dillo che l’hai mandata tu.

- Non l’ho mandata io, è semplicemente venuta a scuola a proseguire le sue lezioni – rispose Lucius.

- Certo e casualmente ci ha provato con me! – urlò Draco.

- Io voglio Anita, non Astoria. Mettitelo bene in testa – sibilò Draco a denti stretti.

- Io… - sussurrai.

- Capisco che Astoria non ti è mai andata a genio, ma perché hai deciso di stare dalla sua parte? – chiese il padre di Draco.

- Semplicemente lei non è solo parole come Astoria. Lei combatte Lucius, è quello che serve a Draco. Lei agisce, oltre a pensare – disse Bellatrix.

- Draco – sussurrai, tirandogli degli schiaffi leggeri sulle guance.

- Puoi portarmi dei sali?

- Scusa figliolo – disse Lucius assestandogli una pacca sulla spalla – Bellatrix ha ragione, Anita è meglio di Astoria.

- Avevo pensato di non chiedertelo, ma dato le circostanze lo farò ugualmente – stava dicendo Narcissa – Ho intenzione di organizzare un ballo, domani sera visto che è Natale e lo farò ugualmente anche se a te non andrà bene.

- Ma la sua famiglia è formata da mangiamorte, sarebbe ingiusto non invitarli – disse Lucius mentre continuava a mangiare, anche con il coltello puntato contro di lui.

- Secondo me deve essere Draco a scegliere – disse Bellatrix, mentre si riempiva un bicchiere di vino rosso.

- Sei sicura di voler partecipare al ballo? Posso anche chiedere a mamma di cancellarlo – disse Draco, mentre mi spostava la solita ciocca ribelle dal viso.

- Andiamo a prendere un abito per te, mia cara – disse Narcissa.

- Ma io pensavo di usare quello della festa dell’anno scorso – dissi, mentre mi stropicciavo gli occhi.

- Signora Malfoy, che piacere vederla – disse una donna dietro al bancone.

- Ho già lavorato ad un tuo vestito. Come ti è sembrato? – chiese la donna mentre guardava con me i disegni degli abiti.

- Il più naturali possibili – chiesi al elfo, che lavorava con i miei ricci.

- Ora vado io – disse Bellatrix scomparendo dietro il tendone e ricomparendo qualche secondo dopo, con un abito lungo di un color rosso sangue privo di decorazioni.

- E’ stata lei stessa a costruire il modello – disse la proprietaria del negozio.

- E’ meglio se vai di sopra, tra qualche minuto inizieranno ad arrivare gli ospiti –disse Narcissa, mentre mi passava a fianco con il suo abito sotto mano.

- I signori Lucius e Narcissa Malfoy.

- La signorina Bellatrix, accompagnata da Severus Piton.

- E infine la signorina Anita, accompagnata dal suo compagno Draco Malfoy.

- Devo dire che questa sera sei davvero, incantevole – disse mentre riprendevamo a danzare.

- Volevo chiederti quali sono le tue intenzioni, con Draco – disse guardandomi fissa negli occhi prima di prendermi per i fianchi e alzarmi facendomi roteare.

- Beh, suppongo che se la storia va avanti ancora per molto vi sposerete no? E poi volevo sapere, anche, che cosa intendevi fare per il signore oscuro – disse rivolgendo lo sguardo a Voldemort che ballava con Bellatrix.

- Voglio aspettare che voi acciuffiate Potter, prima di pensare al futuro.

- Lucius, mi puoi lasciare l’onore di questo ballo? – chiese una voce che mi fece trattenere il fiato.

- Devo ammettere che Draco ha fatto un’ottima scelta. Mi hanno parlato di come agisci sul campo. Potrei prenderti sotto la mia ala, cosa ne dici? Saresti una ottima mangiamorte.

- Lui mi ha proposto di diventare mangiamorte e io ho declinato l’offerta.

- Draco, riprenditi la tua compagna – disse lasciandomi e sostituendolo.

- Ce la possiamo fare, non è complicato, dobbiamo solo resistere.

- Fermati – sussurrai tra un respiro e l’altro.

- Non sono pronta Draco, non adesso – dissi guardandolo.

- Draco, aspetta – sussurrai – Mi dispiace.

- Io… - disse Draco.

- Lo hai detto anche tu che abbiamo passato un sacco di problemi. Passeremo pure questo, ma ho bisogno del tuo aiuto.

- Non sono più vergine – sussurrai.

- Se vuoi possiamo festeggiare, ma spiegarlo a mamma e papà mi sembra un po’ complicato.

- Chi è? – chiese Draco tenendomi stretta a lui.

- Sono Bellatrix, volevo avvisare te e la tua amichetta che è pronta la colazione.

- Anita non è qua con me – disse.

- Buongiorno, spero che abbiate dormito bene – disse Narcissa sorridendoci dolcemente.

- Posso sapere come mai sembri così felice oggi? – chiese Lucius.

- Sono impazziti a darci così tanti compiti – si lamentò Draco, mentre posava i rotoli di pergamena accanto ai suoi libri.

- Non ce la faccio! – urlai mentre camminavo avanti e indietro per la biblioteca.

- Ma come fai? – chiesi leggendo le sue frasi.

- Lo sai anche tu che a me non piace torturare la gente. Voglio semplicemente che tutto questo finisca. Ma l’unico modo per sopravvivere è stare al gioco, quindi l’unico modo per fare questi compiti è scrivere quello che loro vogliono.

- … e guardare i suoi occhi che si chiudono dal dolore. I capillari si fanno evidenti, la pupilla si dilata, mentre questa persona prova degli insopportabili spasmi di dolore. Supplica. Chiede aiuto. Ma siamo solo noi due. Mi ero assicurata tutto, sin dall’inizio. Ora il corpo cade a terra, pochi secondi e la sua anima sparirà, assieme a tutta l’altra feccia di questo mondo, ma voglio fare una cosa prima. Mi assicuro che i suoi occhi siano fissi nei miei perché voglio aggiudicarmi la sua ultima immagine visiva. Finalmente la sua anima lascia il suo corpo e posso lasciare quel volto sporco. Quel volto non degno…

- Devo dire ragazzi, che tutti avete fatto un ottimo lavoro. Ora potete andare.

- Quando avevo del tempo libero, nel mondo babbano, mi piaceva scrivere delle storie.

- Vogliamo fare silenzio la in fondo o preferite essere torturati per bene? – ci minacciò il mangiamorte, che stava tenendo la lezione.

- Non sembri molto convinta – disse avvicinandosi, mentre si rigirava la bacchetta tra le mani ossute.

- Che cosa vuole insinuare? Vuole dire che io non sono all’altezza di questo onore?

- Non finisce qui, ragazzina.

- Sei completamente uscita di testa? – mi chiese, mentre tornavamo al nostro dormitorio.

- Ascoltami bene, quelle persone la dentro anno paura perché sanno che se anche solo dicono una parola potrebbe essere l’ultima. Sei stata fortunata che lui non ti abbia torturata sul momento.

- E qui che ti sbagli. Cavolo, e pensare che riesci anche a ragionare bene dalla parte dei cattivi. Lui non avrebbe esitato nemmeno un istante. Loro non hanno problemi a uccidere o torturare la gente, lo vuoi capire?

- Preside – sussurrai.

- Non possiamo uscire dal castello. Draco deve rimanere qui – dissi.

- Lo so che non sono fatti miei, ma Piton che cos’ha?

- Cosa volete? – chiese Fred serio.

- Lasciateli entrare – disse la professoressa Mcgranitt, avvicinandosi a Fred.

- Come mai siete venuti qua? – chiese la professoressa.

- E come possiamo crederti? Abbiamo sentito quello che hai scritto nel tema oggi. La tua anima è malvagia – disse Neville, che stava assistendo alla scena.

- E allora perché avrebbe dovuto unirsi a noi dei Serpeverde? – chiese Pansy, avvicinandosi a braccia incrociate.

- Semplicemente perché volevo stare con Draco. Volevo aiutarlo – sussurrai, abbassando lo sguardo.

- Aiutarlo a fare cosa? Ad uccidere Silente? – mi provocò Fred.

- Draco non ha ucciso Silente.

- Ma ha aiutato i mangiamorte ad entrare nella scuola – disse Tiger avvicinandosi a noi.

- E questo è tutto – dissi appena finii il discorso.

- Beh, devo ammettere di essere parecchio confusa – disse la professoressa Mcgranitt.

- Potresti anche esserti inventata tutto – disse George.

- Quindi sapevi della morte di Silente – disse Fred.

- I libri sono visti tutti sono la prospettiva di Potter – disse la Mcgranitt chiudendo il libro.

- Devo supporre che ci sia ancora un libro che ci tieni nascosto allora – disse George guardando la sacca che tenevo in mano.

- Dimmi ancora una cosa – Disse Fred avvicinandosi – Perché Silente ti ha fatto venire qua?

- Anita – mi chiamò una voce.

- Cosa c’è? – chiesi irritata.

- Beh ecco – lei si abbassò e si sedette a terra in modo da non farsi vedere troppo dagli altri – Mi dispiace per come ti ho trattata l’anno scorso. Mi puoi perdonare?

- E che Draco si è sempre comportato male verso Harry e io…

- Tu lo ami troppo e faresti qualsiasi cosa per proteggerlo – conclusi la frase.

- E che io voglio solo il meglio per lui – sussurrò lei.

- Devo ammettere che da quando sta con te è cambiato molto. Ora è più gentile con tutti – disse sorridendo.

- Ha semplicemente capito che deve essere se stesso e non farsi influenzare dal male.

- Tutti in piedi – disse la professoressa Mcgranitt.

- Si è tutto ok – dissi aprendo la porta di divinazione. 

angolo autrice
Come avete notato non accade nulla di importante nel capitolo xD c'è solo una nuova amicizia con i due gemelli e una specie di senso materno da parte di Anita e boh =) mi dispiace lasciarvi un po' a bocca asciutta ma dovete attendere il prossimo capitolo xD aspetto le vostre recensioni!! Sciao belli =D

- Eccoti qui – disse una voce, mentre una mano mi afferrava e mi trascinava dentro un aula buia.

- Non sei venuta a lezione, oggi – disse il mangiamorte, che non riuscivo a vedere.

- Mi spiace, non stavo bene – dissi.

- Però, da come camminavi spedita, mi sembra che tu stessi più che bene.

- Cosa vuoi da me? – chiesi terrorizzata.

- Come, non lo sai? – disse il mangiamorte vicino al mio orecchio.

- Dai, non fare la preziosa ragazzina. Ora vedrai che ci divertiamo.

- Non sono stupido ragazzina, la tua bacchetta ce l’ho io – disse, mostrandomi al fondo della sala la mia bacchetta posata sopra il suo mantello - Ora verrai punita per quello che mi hai fatto – disse prendendo la sua bacchetta e puntandomela contro.

- Basta, ti prego! – urlai.

- Ti prego basta – ripetei, cercando di sopportare il dolore.

- Vuoi costringermi a metterti sotto la maledizione imperio o collabori da sola?

- Bombarda Maxima! – urlò una voce, prima dell’enorme esplosione.

- NO! – urlai, aprendo gli occhi.

- No, devi rimanere sdraiata – sussurrò Draco posandomi una mano su una spalla costringendomi a rilassarmi.

- Cosa è successo? – chiesi, cercando di guardarmi attorno.

- Vai Draco – sussurrai, cercando di sorridere incoraggiandolo.

- Allora non ricordi nulla? – mi richiese la professoressa.

- A quanto sembra la maledizione non ti ha procurato seri danni, avrai solo degli incubi per qualche mese. Sei stata fortunata che i ragazzi sono venuti a cercarti.

- Il mangiamorte…è morto? – chiesi ricordandomi del sangue che usciva dal suo corpo, come se possedesse vita propria.

- Dai stenditi, ti faccio compagnia – disse, mentre girava attorno al letto e si sdraiava su quello di Draco.

- Ma hai bisogno di riposare – protestai.

- Hai intenzione di provare a fare ancora qualche genere di sforzo che ti tenga ferma a letto per qualche giorno? – chiese Draco, seduto su un letto.

- Ho semplicemente intenzione di uscire da questo posto e andare a mettere qualcosa tra i denti. Sto morendo di fame.

- Colin! – si lamentò Draco.

- Non ti dà fastidio, Anita? – chiese Fred.

- Tutto questo. E’ come rivivere una cosa che sai già e per di più trovi della gente che ti detesta e che ti tortura.

- Dato quello che ti è accaduto gli sembrava più che giusto – concluse Fred, guardandomi preoccupato.

- Secondo me faresti meglio ad accettare – disse Draco, guardandomi serio.

- Beh, è solo una settimana di differenza – ci fece notare Fred.

- Non capisco perché non potresti uscire da questa scuola quando vuoi – disse Draco.

- Sono un mostro – sussurrò.

- Invece si! – ribattè guardandomi.

- Ti sbagli. Il mostro qua dentro sono io. Sono un disastro. Potevo evitare di dirti questo.

- E’ colpa mia, se lui ora ti vuole con se.

- Si invece. Potevo tranquillamente lasciarti stare con il gruppo degli sfigati sin dall’anno scorso. Avrei fatto tutto da solo. Avrei sofferto, certo, ma almeno sarei stato sicuro che nessuno si sarebbe mai fatto del male a causa mia, ma sono un egoista che pretende di avere sempre tutto.

- Lui non ti toccherà – disse.

- Riprenderò le lezioni domani – dissi, supplicandola con lo sguardo.

- La prego – disse Draco, cingendomi la vita.

- Grazie – sussurrai.

- Sembri stravolto – dissi, prima di sbadigliargli in faccia.

- Ma possiamo? – chiesi per la millesima volta.

- Beh ecco, io qualche mese fa ti ho raccontato della mia vita e della tua so davvero poco…

- Ti hanno obbligato i tuoi genitori? – chiesi.

- Mio padre – disse, guardandomi negli occhi – Tu non immagini quanto io desideri che sia soltanto un disegno fatto con l’inchiostro e che con un po’ di acqua sparisca.

- L’ho guardato, toccato e odiato così tante volte che saprei perfettamente disegnarlo, anche ad occhi chiusi.

- Ma come possono solo pensare che riusciamo a fare tutti questi compiti? – chiese Draco, sbattendo le mani sul tavolo del treno diretto a casa.

- Perché le cose si complicheranno e i mangiamorte saranno impegnati a fare altro – dissi chiudendo il libro.

- Ed è per questo che hai deciso di creare il patto con lui? – chiese Draco.

- Non se ne parla – dissi, incrociando le braccia.

- Moriranno delle persone – disse.

- E pensi che io non lo sappia? So perfettamente chi morirà la dentro – dissi, cercando di non spostare lo sguardo su uno dei due fratelli.

- No, Draco la mia missione è quella di aiutarti. Se tu muori, muore anche Piton lo sai bene.

- Prometto – mentii.

- E’ in missione, c’è stato un avvistamento dell’amico di Potter.

- Andiamo a casa – disse Narcissa, aiutandoci con i bagagli.

- E’ tutto apposto? – chiese Draco, avvicinandosi al padre.

- Chi è? – chiese il figlio.

- La figlia di Lovegood.

- Luna? – chiese Draco, trattenendo il respiro.

- Luna – sussurrai al buio.

- Chi è? – chiese una voce femminile.

- Sono Anita.

- Hanno catturato pure te? – chiese la voce.

- Non sai quanto mi dispiace Luna – disse Draco.

- Ho semplicemente capito da che parte devo stare – sussurrò Draco.

- Ora noi dobbiamo andare, non vi preoccupate, tra qualche giorno uscirete di qui – dissi prendendo Draco per mano.

- Ah, siete voi due – disse non appena ci vide.

- Si – dissi.

- La conosci? – chiese.

- Anita. Anita svegliati, ci sono dei rumori che provengono dal salotto.

- Sotto è da qualche minuto che ci sono dei rumori – disse Draco preoccupato.

- Sarà qualcuno che è venuto a trovare i tuoi genitori – dissi, chiudendo gli occhi infastidita.

- E’ questo il problema, nessuno verrebbe a trovare i miei tranne per dare brutte notizie o per portare prigionieri.

- Alzati e vestiti, tra poco ci verranno a chiamare.

- Draco, Anita venite qui. Devo chiedervi una cosa – disse Bellatrix, con un sorriso e una voce che doveva sembrare dolce.

- Lo riconoscete?

- Non vogliamo dimenticare chi è stato a portarli vero? – chiese uno degli uomini.

- Beh, a me quella ragazza sembra tanto la mezzosangue. L’amica di Potter – disse Lucius.

- E tu Anita? – disse Lucius, posandomi una mano sulla spalla.

- Siete stati voi a ridurre il ragazzo così? – chiese Bellatrix agli uomini.

- E quella dove l’hai presa?! – chiese strillando Bellatrix.

- L’ho trovata, ora è mia – disse l’uomo, stringendo gelosamente la spada.

- Portali fuori Draco. Se non hai il coraggio di ucciderli lo farò io dopo – disse la matrigna di Draco.

- Cavolo quanto pesano – dissi, lasciando il secondo sdraiato sul terreno morbido del giardino.

- Hermione! – urlò Ron dai sotterranei.

- Dove l’avete presa? Come avete fatto ad entrare nella banca?

- Non può farle del male – sussurrò Draco.

- No – sussurrò lui – Lei è innocente. Lei è…

- No – sussurrai – Draco non è possibile.

- Lasciala stare! – urlò Ron scagliando un incantesimo verso Bellatrix, che però venne parato da Narcissa.

- Padre! – urlò Draco lanciandosi in un testa a testa, contro Harry.

- Draco, prendi le loro bacchette – gli ordinò Bellatrix, togliendogli dalla testa il pensiero di correre a salvare Hermione.

- Anita, aiutami – disse, prima di mollare le bacchette.

- Mezzosangue?! – urlò Ron, guardando la parola incisa a sangue sul braccio di Hermione.

- E’ quello che è realmente! – urlò Bellatrix.

1. in una critica che mi è stata fatta si sono lamentati che tra Draco e Anita c’è sempre una ragazza e mai un ragazzo. Spieghiamo il perché… Quando scrivo mi immedesimo nel personaggio e io detesto le ragazze che la danno a tutti. Se devo scrivere una storia del genere mi chiamo Anita e ho la fortuna di vivere nel mondo di HP quindi adesso mi faccio tre o quattro ragazzi, mi spiace ma avete sbagliato persona. Sarà perché credo ancora nella fedeltà e poi è come darsi la zappa sui piedi da soli.
2. La Draco-Hermione è una motivazione creata per rompere i contatti tra i due giovani, punto. Anita nello sguardo di Draco legge amore ma non vuol dire che Draco ama veramente Hermione. Spieghiamo: Anita ha addolcito molto Draco in questi anni e il giovane Malfoy si ritrova il peso di tutte le cattiverie che ha fatto addosso… Sappiamo tutti che sin dai primi anni ha insultato Hermione. E se magari adesso si pentisse di quello che ha fatto? Se quel “non deve farle del male” è perché trova ingiusto che una persona soffra? L’ho detto più volte, questo non è il classico Draco.

- E perché Draco, ora, non è qui con te?

- Perché lui ama lei e non me. La ama da tempo. Se solo non fosse stato suo padre a imporgli di chiamarla mezzosangue lei sarebbe potuta essere sua.

- Ti riferisci alla Granger?

- Ha detto la verità – disse Piton.

- Il fatto che hai cancellato la memoria ai tuoi genitori e ora non sai dove sia la tua famiglia.

- Anita! Diavolo Anita, cosa ti succede?!

- Cosa è successo? – chiesi.

- Stavi gridando e sono corso a vedere cosa succedeva – disse lui, mentre mi tendeva un bicchiere d’acqua.

- Svegliati.

- Non ce la faccio – sussurrò, tra un singhiozzo e l’altro.

- Come stai? – chiesi, mentre facevo scorrere il liquido denso nella tazza.

- E sono stata io a ricordartela? – chiesi bevendo un sorso.

- Ha sentito gli odori di James.

- Che cosa vuoi? – chiese con il suo solito tono.

- Lei.

- Non è qui – disse Piton.

- I miei elfi domestici dicono il contrario. Vi hanno visti entrambi scappare dalla villa.

- E cosa vorresti da lei? – chiese Piton.

- Voglio vederla.

- Impossibile.

- Cosa vuoi? – chiesi, guardando Draco nel suo impeccabile vestito nero.

- Io non potevo fermarla. Non pensavo che lo avrebbe detto – disse lui, riferendosi ad Hermione.

- E come l’avrei guardata?– chiese lui, serio.

- Come una persona che ami – dissi.

- Non è vero – disse lui.

- Non mentirmi – dissi, fulminandolo con lo sguardo – Non farlo con me, perché ti conosco troppo bene.

- Dimmi cosa devo fare e riparerò i miei – disse lui.

- Tu pensi troppo spesso. E posso dirti una cosa? Mentre noi siamo qui a pensare i miei genitori e Bellatrix stanno litigando per il semplice fatto che tu non sei una purosangue.

- Sei stata tu a scegliere di cancellare la memoria ai tuoi genitori – si scusò lui.

- Vedi che non sei capace di prenderti delle responsabilità? Sei un bambino! Sei uno stupido bambino viziato! Non so nemmeno come possa perdere del tempo a rivolgerti la parola in questo momento. Ho perso la mia verginità perché pensavo che tu fossi maturo, ma a quanto pare mi sbagliavo.

- Hai mai pensato che quella immatura sei tu? Che magari quella che scappa dalle sue responsabilità sei te stessa?

- Cosa hai detto, moccioso? – chiesi mentre tornavo sui miei passi a fronteggiare Draco.

- Come osi? – dissi, prima di tirargli un altro ceffone.

- E dove lo facciamo dormire? – chiesi, ricordandomi che nella casa vi erano solo due camere.

- Nella stanza degli ospiti. Se per te non è un problema dormirai con me – disse abbassando lo sguardo.

- E quindi? – chiese.

- E tu dove dormirai? – chiese.

- E questa che cos’è? – chiese Draco, dopo aver aperto l’armadietto che conteneva la pozione preparata la sera precedente.

- Con il tono che hai usato, a me sembra proprio di si.

- Bene, adesso che entrambi state discutendo come persone felici e mature potete ordinare la mia cantina – disse Piton.

- Ti fa male? – chiese, solleticando con la punta delle dita la ferita che si stava rimarginando sul mio volto.

- Draco – dissi mentre con un dito stappavo l’ampolla e me la portavo al viso.

- Cosa c’è? – richiese lui.

- Detersivo – sussurrai.

- Quella che ti dice chi è la persona che ami veramente solo dall’odore della pozione?

- Li hai tu – sussurrai.

- L’ho letto. Ho infranto il patto.

- Perché non volevi che Bellatrix le facesse del male? – chiesi mentre cercavo di trattenere una lacrima.

- Perché…lei ha sofferto così tanto a causa mia e della mia famiglia. Non è giusto che una persona soffra così tanto – mi guardò – Lei non deve soffrire, ha persone che le vogliono bene. Io, invece, sono solo. Lo sarò sempre.

- Scusate se interrompo la vostra felice pausa, ma il corridoio è bloccato da un sacco di ampolle e calderoni.

- E che ci ha fatto lavorare solo per testare comunque l’amortentia.

- Non provare a dire quella parola. Potrei accidentalmente far cadere qualche goccia di pozione polisucco nel tuo bicchiere d’acqua e farti trasformare in un gatto.

- Non tutto – disse Piton, dirigendosi verso un cassetto della cucina.

-- Sono degli anelli – sussurrai.

- E che cosa avrebbero di diverso da quelli comuni? – chiese Draco.

- Li utilizzate per i matrimoni? – chiesi.

- Perché li mostri a noi? – chiese Draco.

- Io sono nella confusione più totale – ammise.

- Per questo invece? – chiesi.

- Probabile. Tra l’amore non ricambiato e l’odio verso James, per non parlare della scelta che ha fatto per aiutare Silente…

- Secondo me è giusto seguire le sue volontà – sussurrò Draco, sedendosi accanto a me.

- E poi dipende anche che cosa vuoi fare al tuo nemico, è tutta una questione di osservazione e di pensiero – aggiunse Draco.

- Tra poco pioverà – dissi voltandomi.

- Certo come no.

- Avete intenzione di ammalarvi? Venite dentro – disse Piton rimproverandoci come una madre.

- Molto spiritoso da parte tua Malfoy – disse Piton, guardando dall’alto in basso Draco.

- Dimmi che non stai cercando un phon, ti prego – disse Draco.

- Non è vero – dissi contro la sua spalla.

- Anita svegliati, abbiamo un problema.

- Non l’ho sentito alzarsi – dissi, guardandomi attorno alla ricerca di un oggetto mancante che poteva dirmi dove fosse finito.

- Severus! – urlai.

- E’ meglio tornare dentro. Magari è uscito pensando di rientrare prima che noi ci svegliassimo – disse Draco, spingendomi verso l’interno della casa.

- Dobbiamo andarcene da qui – sussurrai, voltandomi verso Draco.

- Ciao, mia piccola mezzosangue – sussurrò Bellatrix, mentre teneva la bacchetta puntata contro Draco.

- Non sono una mezzosangue – sussurrai, guardando preoccupata Draco che cercava di evitare il contatto con la bacchetta.

- Scappa Anita – disse Draco.

- Stai zitto! – urlò Bellatrix, avvicinando di più la sua bacchetta.

- Ora dammi la mano, da brava – disse la strega porgendomi la sua.

- No! Non allontanarti o lui morirà – disse, rompendo la distanza che c’era tra la bacchetta e il collo di Draco.

- L’hai trovata – disse Lucius alzandosi dalla poltrona sorridendo.

- Posso occuparmene io. Non voglio che il tuo bel vestito si sporchi del sangue di una traditrice – disse Bellatrix, rivolta a Lucius.

- Draco? – chiese Narcissa con un sussurro.

- Cosa vuoi farmi? – chiesi guardando Bellatrix.

- Non mi devi mentire – disse Bellatrix, girandomi attorno e provocandomi un brivido di puro terrore.

- Non mento – sussurrai – Dico sempre la verità.

- Bugiarda – mi sussurrò all’orecchio.

- Mai.

- Crucio! – urlò Bellatrix.

- Allora? Ammettilo che menti! La mezzosangue è una tua amica.

- Di chi è quel sangue? – chiesi, mentre una goccia fresca cadeva sui miei vestiti.

- Suvvia, non dirmi che ti ho fatto così male – sussurrò Bellatrix alzandosi e dirigendosi verso l’angolo buio.

- Lo hai pugnalato allo stomaco – sussurrai, notando le mani insanguinate dell’uomo che cercava di bloccare l’emorragia.

- Anita, non dovresti essere qua – sussurrò Piton.

- Che il sangue del mezzosangue si mischi con quello della loro specie – disse, infilandomi la lama nella carne.

- Bene, bene ti sei messo dalla parte dei buoni Draco? – disse Bellatrix, osservando i tre fratelli Weasley.

- Mi dovrai delle spiegazioni dopo, Draco – disse Bellatrix.

- Expelliarmus – disse Ginny, facendo volare via la bacchetta di Narcissa.

- Non ti devo alcuna spiegazione – disse, tenendo puntata la bacchetta contro di lei.

- E’ sua – disse, indicando con la testa la propria madre.

- Da quanto tempo sei sveglia? – chiese.

- Aspetta, devi stare fermo – dissi, aiutandolo a sdraiarsi.

- Madama Chips, sono svegli – disse Ginny rivolgendosi all’esterno, da dove provenivano delle voci.

- C’è la pozione che ho preparato in casa mia. Posso andare a prenderla – disse Piton, cercando di rialzarsi ma crollando nuovamente sul letto.

- Posso andare io – disse Draco.

- No – dissi.

- Ci andiamo noi – dissero i gemelli in coro.

- Ma la pozione ti servirà – disse Piton.

- Abbiamo anche un altro problema – disse Draco.

- I libri – disse.

- Non credo proprio che potrai dividerlo con il giovane Malfoy – disse una voce maschile.

- Protego! – urlai, prima che l’incantesimo potesse colpirmi.

- Accio foto – dissi allungando la mano.

- Fallo ancora una volta e ti ammazzo con le mie mani – disse abbracciandomi.

- Hai la pozione? – chiese Piton.

- I libri ci sono tutti – disse Draco, guardando dentro lo zaino.

- Ti eri dimenticato anche di un’altra cosa – dissi, aprendo la mano che avevo tenuta stretta a pugno tutto il tempo.

- Gli anelli – sussurrò.

- So che non c’entra nulla, ma non mi sarei mai aspettato di vedere il professor Piton sorridere – disse Fred.

- Io pensavo di aver visto male – disse George.

- Dovrebbero esserci tutti – disse Fred, mentre suo fratello camminava avanti e indietro davanti al muro per fare apparire la porta.

- Abbiamo avuto dei problemi,. Piton è ferito – disse Draco, senza entrare nei particolari.

- Ma ora Bellatrix da la caccia a me e ad Anita, perché Hermione ha spifferato che Anita non è una purosangue.

- Non abbiamo trovato nessun mangiamorte fuori. Cos’è successo? – chiese Ginny.

- Non lo troveranno. Probabilmente ora è a cavallo di un drago che scappa dalla Gringott – dissi.

- Mi dispiace per quello che ti ha fatto – disse, sfiorando la fasciatura.

- Mentre urlavi mi è quasi crollato il mondo addosso – sussurrò, senza badare alla mia affermazione.

- E non mi perderai mai – sussurrai.

- Non dovresti essere qui.

- Davvero commovente – disse una voce facendomi svegliare di colpo.

- Draco – dissi stiracchiandomi.

- Cosa dovrei pensare? – disse guardando Piton.

- Allora spiegami perché sembrate così intimi – disse, indicando le nostre mani unite.

- Rispondo io. D'altronde sono le mie scuse che vuole – dissi alzandomi.

- Mettiamola così – disse Piton alzandosi – Quando inizierà la guerra bisognerà evitare questi attacchi di gelosia, altrimenti avremmo perso in partenza.

- Devi smetterla di comportarti così – dissi a Draco.

- Da ragazzo geloso. Ho una vita – dissi fissandolo negli occhi.

- Ma che diavolo vi prende?! – urlò Ginny, correndo e mettendosi tra noi due.

- Cosa ti aspetti? Sono sempre Malfoy – disse Draco, spostando lo sguardo su di lei.

- Non si muove – disse avvicinandosi a guardare il dipinto.

- Incendio – disse Ginny, dando fuoco al dipinto.

- Prima che io apra la porta volevo dirvi che vi ero venuta a cercare perché ci stiamo allenando per la battaglia – disse Ginny.

- Bene, ascoltate, inizieremo con un esercizio semplice e poi ci divideremo in coppie. Ci siamo capiti? – disse Ginny con un tono da vera leader.

- Ascoltate, voglio un duello pulito niente maledizioni o incantesimi che possono causare gravi ferite.

- Perché hai scelto me? – chiesi, mentre mi posizionavo praticamente al centro della stanza.

- Stupeficium!

- Protego! – urlò lui, deviando il mio incantesimo.

- Levicorpus.

- Concentrazione Anita – mi ricordò Ginny.

- Confundus! – urlai nuovamente.

- Finite Incantatem – dissi, puntando la bacchetta verso i miei piedi.

- Fastrunom.

- Melofors – dissi tenendomi con una mano la testa che mi stava per esplodere.

- No! – urlò una voce, riportandomi alla realtà.

- Stai bene? – chiese.

- Non posso nemmeno negartelo perché sono obbligato a ricambiare il favore.

- Riparerò ai miei danni più tardi – sussurrai, guardando Draco.

- Allora ci vediamo tra mezz’ora sotto in aula di pozioni – disse Piton, uscendo dalla stanza.

- Se te la sentirai, basta versargliene un po’ dentro il suo boccale e lui si dimenticherà di te – disse, mentre mi guardava appoggiato alla scrivania che ci separava.

- Per gli altri cosa hai intenzione di fare? – chiese.

- Dovrei essere io quello che ringrazia te.

- Devo supporre che adesso dovremmo fingere che voi due non vi siate mai conosciuti, vero? – chiese Ginny.

- Lo sai che Draco tornerà quello che era prima, vero?

- Penso che hai trovato più difficoltà te in due anni, che me in sette.

- Chi è quella che parla con vostra sorella? – sentii chiedere Draco.

- Allora è molto strano che non ci conosciamo.

- Ragazzi, è meglio andare a riposarci. Oggi avete lavorato molto – disse la professoressa Mcgranitt, interrompendo la nostra discussione.

- Draco dormirà con i ragazzi. Ho pensato che magari volevi dormire vicino a me, ma se l’idea non ti va possiamo…

- Oh lei è sempre stata così – disse Fred superandomi e mettendosi sulla destra di Draco.

- Già pretende la sua parte – affermò George, mettendosi al lato opposto.

- Forse è meglio se lo lasci, non vorrai rovinargli la camicia vero? – disse Ginny, posando una mano sulla mia spalla per farmi riprendere il controllo.

- Anita, lascia stare Draco – disse Piton, alzandosi dal letto.

- Mezzosangue – urlò una voce.

- Cosa vuoi Malfoy? – chiesi, senza guardarlo.

- Non ci siamo nemmeno presentati – disse lui.

- Ma questo vale solo per te, a quanto ho capito ti chiami Anita – disse guardandomi.

- Cos’hai da ridere? – chiese lui.

- Continuo a ricordarti che stai parlando con un Malfoy.

- Sei solo una sporca mezzosangue! – urlò lui.

- Se muoio per causa tua ti uccido! – urlò il biondo che mi stava trascinando.

- Sono arrivati! – urlai.

- Ma quello è Harry! – urlò Fred, interrompendo il discorso della professoressa.

- Grazie di tutto.

- Addio – sussurrai, mentre la porta si chiudeva dietro di lui.

- Anita! – urlò una voce.

- Hermione no! Non le fare del male! – urlò Ginny, avvicinandosi posando una mano sul braccio di Hermione.

- Perché? Lei mi ha guardata soffrire… - disse Hermione, con tutta la furia che aveva in corpo.

- Hermione, lei non è quello che pensi. E’ dalla nostra parte. Vi spiegheremo tutto quando questa orrenda guerra finirà – disse.

- Adesso ascoltatemi – disse la professoressa – Ci sarà una vera guerra la fuori. Nessuno vi risparmierà, intesi? Lottate per la vostra vita e per far riemergere questo mondo dall’oscurità!

- Il tuo aiuto ci serve.

- Ah, un’altra cosa – dissi, mentre lui si voltava – Mi dispiace di esservi sembrata scortese e maleducata, ma questo te lo spiegherò poi. Risponderò ad ogni tua domanda.

- Legilimens.

- Dov’è Potter? – chiese con voce debole.

- Deve essere all’interno del castello – rispose un mangiamorte.

- Oblivion – sussurrai.

- Mi occupo io di lui – dissi a Harry, aiutando Draco a tenersi in piedi.

- E’ morto? – chiese Draco con voce esitante.

- Stai bene? – chiesi, mentre controllavo alla ricerca di bruciature.

- Perché devo farlo – dissi – Muoviti, dobbiamo ancora fare una cosa.

- Dobbiamo andarcene – urlai, mentre un altro pezzo di parete andava in frantumi.

- Non posso! – urlò lui.

- Anita!

angolo autrice
yeeeee capitolo corto (ora mi uccidono tutti)
Ma prima ascoltate le mie ragioni u.u
1) Perchè altrimenti veniva un capitolo troppo lungo
2) così i capitolo sono aumentati
3) un po' di suspanse vi fa bene (o forse no? xD)
Comunque ho trecose da dirvi!
La prima e che ho deciso finalmente come finire questa benedetta storia! Per evitare di rompere il patto di Anita e deludere voi FARò DUE FINALI! (così i capitoli sono ancora di più xD) però posterò per primo quello che avevo scritto poi, se lo desiderate, scriverò l'altro capitolo alternativo =)
Seconda cosa (domanda) pensavo comunque di mettere i 19 anni dopo così la storia finisce nello stesso modo (sì, vi sto confondendo le idee xD)
Ora domandina di questo capitolo... Anita è morta...ok... (non mi entrate nel panico! Sono una che scrive storie a lieto fine!) secondo voi dove andrà a finire la nostra giovane ragazza??  
 

- Non pensavo che anche tu fossi qui – disse una vecchia voce familiare.

- Cosa ci fai qui? – chiese.

- Severus mi ha detto che li hai cancellato la memoria.

- So che non posso fare nulla per quel bambino e che posso tornare indietro. Devo solo volerlo.

- Lei sapeva, ancora prima di me, come sarebbe andata la storia non è vero? E allora io cosa farò quando tutto sarà finito?

- Addio Silente – sussurrai.

- Preferisco arrivederci.

- Anita! Maledizione! – urlava una voce.

- E’ morto! Harry Potter è morto! – urlò una voce amplificata, proveniente dalla foresta.

- Cosa vuoi dire? – chiese lei, mentre si asciugava le lacrime.

- E’ stata colpita dalla maledizione senza perdono. Era morta, ne ero certo – disse Draco ,mentre indicava il punto dove la mia camicia era bruciacchiata al contatto con l’incantesimo.

- Te lo dico io. Non sono una purosangue. Non sono nemmeno una mezzosangue. Non sono nulla.

- Anita, vieni con noi – disse Narcissa, posandomi una mano sulla spalla.

 Mi accasciai a terra, vicino al suo corpo. Le lacrime scendevano incessanti mentre cercavo inutilmente un segno di vita da parte di Severus.
Lo sapevo.
Credevo di essere pronta alla sua perdita.
Sapevo perfettamente che moriva tra le braccia di Harry.
Frugai nella tasca e presi la pergamena.
 
Cara Anita,
Non avrei mai pensato di trovare ancora una persona come te nella mia vita.
Dalla prima volta che ti ho vista mi hai ricordato Lily.
Eri come un angelo caduto dal cielo, per ricordarmi che c’era un motivo per il quale ero ancora su questo pianeta.
Non so cosa dire. Sei sempre stata presente.
Mi hai aiutato ogni volta che ne avevo bisogno e solo con te sono riuscito ad essere sincero.
Ti ringrazio per avermi sempre accompagnato in questi due anni.
Mi hai ricordato il perché io ero speciale.
Mi hai ricordato che sono unico.
Mi hai dato un motivo per lasciare questo mondo.
Ma anche per lottare fino alla fine.
Forse qualche secondo prima della mia morte capirò perché hai così tanta stima in me.
Tu sei una piccola stella caduta dal cielo.
Non perderti la vita come ho fatto io.
Ti ringrazio per essermi sempre stata vicina. Grazie per tutte le notti che mi hai aiutato a prendere sonno.
Grazie mia piccola Lily reincarnata.
 
Chiusi gli occhi, mentre le lacrime cadevano fitte dai miei occhi.
Mi inginocchiai vicino al corpo dell’uomo e gli scostai i capelli dal viso.
 

- Grazie, non ti dimenticherò mai. Tu sei importante per questa storia – sussurrai – Ma sei ancora più importante per me – dissi, posando le labbra sulla fronte fredda.

Uscii dalla stanza e corsi verso la sala grande, dove ora vi erano tutti con il fiato sospeso.
Guardai meravigliata la scena.
Una luce verde contro una rossa.
Rosso e verde…
I due colori che risaltavano di più in tutta la storia.
Il mondo sospeso nel nulla, mentre i due incantesimi si scontravano in un testa a testa.
 

- L’ultimo nemico che verrà sconfitto è la morte – sussurrai, prima che la bacchetta di Voldemort lo tradisse e troncasse la sua vita per sempre.

Il silenziò proseguì per qualche secondo poi, finalmente, un urlo di gioia salì dalle gole dei giovani studenti.
Mi avvicinai sorridendo alla folla.
Draco e i suoi genitori si erano rifugiati da qualche parte.
La maggior parte dei mangiamorte, vedendo il loro padrone cadere a terra, si arresero, mentre altri cercarono di fuggire.
Hagrid mi vide e sorrise – Ce l’abbiamo fatta!
Sorrisi triste, mentre pensavo a tutte le morti – Già.
Uscii dalla sala grande e cercai l’aula dove avevano messo tutti i cadaveri.
Mentre percorrevo il corridoio trovai il cadavere di Bellatrix steso a terra, ricoperto di macerie e polvere.
Mi inginocchiai in modo che potesse sentirmi, non lei ma la sua anima.
 

- Io non sarò una strega a tutti gli effetti, ma fare distinzioni di questo genere è inutile. Alla fine risalterà sempre la bravura di chi ha voglia di lottare per la propria vita e per quella degli altri.

Mi alzai e aprii una porta li vicino.
Guardai i cadaveri e sussurrai – Che le vostre anime viaggino felici, perché siete morti per una buona causa. Siete morti per salvare la vostra gente. E questo dimostra che eravate dei veri maghi.
Uscii dalla stanza e mi diressi verso il lago.
Passai davanti alla sala grande e sorrisi guardando i ragazzi felici.
 

- Anita – mi chiamò una voce.

Mi voltai e sorrisi debolmente ad Hermione.
 

- Tu sapevi tutto vero? – chiese.

Annuii – Sapevo come andava a finire tutto.
Hermione abbassò lo sguardo – Ti chiedo scusa per come mi sono comportata. Sono stata una cretina.
Scossi la testa – Hai fatto il tuo dovere. Posso chiederti di spiegare questa cosa anche a Harry e a Ron? Voglio restare un po’ da sola.
 

- Ma c’era… - iniziò Hermione.

Non l’ascoltai e uscii all’aria fredda.

angolo autrice
eccomi! Ho deciso di postare tutti i capitoli originali e poi quelli alternativi (ovviamente prima del capitolo finale =) )
Ora scappo che ho degli amici a casa =D Aspetto i vostri commenti!!
 

- Lui ti amava davvero Lily…

- Lo so – rispose una voce.

- Sei stata molto coraggiosa – disse la donna.

- Posso chiederti una cosa? – chiese lei.

- Si.

- Prendi te il ciondolo. Come ha scritto Piton, per lui sei la mia reincarnazione e io voglio che tu tenga il ciondolo. Qui rischierebbe soltanto di essere rubato.

- Uno di questi deve essere tuo – disse una voce, mettendomi davanti al naso due anelli.

- L’antidoto.

- Io credo che sia il momento giusto per indossarli – sussurrò Draco.

- E ora cosa faremo? – chiese debole.

- Anita riprenditi! Maledizione Anita!

- Sei viva! – urlò lui stringendomi a se.

- Draco – sussurrai, lamentandomi della sua stretta.

- Ricordo o almeno… Tu sei importante per me. Non so per quale motivo.

- Ricordo della tua particolarità dei libri e…

- Severus! – urlai alzandomi.

- Ma lui… - sussurrai.

- La giratempo – sussurrai, stringendo la piccola clessidra tra le mani.

- La che?

- Anita – sussurrò lui, respirando a fatica.

- Bevi – lo pregai, mentre raccoglievo il liquido che minacciava di uscire agli angoli della bocca – Ti prego, sopravvivi. Fallo per me.

- Anita. Se sei tornata, vuol dire che puoi salvare anche altre vite… - sussurrò lui, cercando di alzarsi in piedi.

- Lo hai già fatto. Per una volta, rischiamo – sussurrò, stringendomi le spalle.

- Non puoi combattere tutto questo da sola – disse preoccupato.

Mi stavo dimenticando!! Severus sopravvive sia grazie alla felix che ha bevuto sia grazie alle lacrime di Anita che con la felix sono diventate come quelle della fenice (visto che il velendo del basilisco di guarisce solo con le lacrime di fenice =) )

Prima di iniziare

Eccoci finalmente ai capitoli alternativi! E' meglio fare una premessa per quelli che forse non leggono questa storia da molto e per evitare equivoci è meglio che annuncio due o tre cosette che metterò per tutti  e quattro i capioli nuovi =)
1) Questi si chiamano Capitoli Alternativi quindi sostituiscono quelli intitolati capitoli originali (C.O)
2) Non seguono le regole imposte da Silente (quindi di rispettare la storia dei libri originali)
3) I personaggi che sopravvivono sono state tutte richieste dei recensori =)
4) Non siete obbligati a leggere questi capitoli, come ho detto prima, sono per alcuni recensori che mi hanno fatto delle richieste e mi sembrava carino esaudire i loro piccoli desideri ;)

Questo capitolo è per Arwen, Alice_rosalie_blak e Mi_98

- Andiamo! – urlai, prendendo per mano e trascinandolo via dalla folla urlante.

- Tutto bene? – chiesi, riprendendo fiato e raccogliendo del sangue che usciva da una ferita alla tempia.

- Lascia stare Draco, l’importante e che tu stia bene – dissi, respirando a fatica.

 Devo tornare a combattere – annunciò lui, avanzando verso l’uscita del corridoio.

- No! – urlai, prendendogli un braccio e tirandolo indietro, sperando che nessuno lo avesse visto.

- Devo salvare la mia famiglia, i miei amici! – mi urlò in faccia.

- No, Fred! – urlai nuovamente, tenendomi stretta a lui.

- Tu non capisci, se uno di loro muore io…

- No! Sei tu che non capisci! A loro non succederà nulla, sei tu quello in pericolo! – gli urlai a pochi centimetri dal viso.

- Quanti altri ne hai salvati? – chiese.

- Fred? – sussurrò una voce femminile.

- Alicia? – sussurrò Fred.

- La conosci? – chiesi al gemello.

Prima di iniziare

Eccoci finalmente ai capitoli alternativi! E' meglio fare una premessa per quelli che forse non leggono questa storia da molto e per evitare equivoci è meglio che annuncio due o tre cosette che metterò per tutti  e quattro i capioli nuovi =)
1) Questi si chiamano Capitoli Alternativi quindi sostituiscono quelli intitolati capitoli originali (C.O)
2) Non seguono le regole imposte da Silente (quindi di rispettare la storia dei libri originali)
3) I personaggi che sopravvivono sono state tutte richieste dei recensori =)
4) Non siete obbligati a leggere questi capitoli, come ho detto prima, sono per alcuni recensori che mi hanno fatto delle richieste e mi sembrava carino esaudire i loro piccoli desideri ;) 

- Anita – mi chiamò una voce.

- Ho finito. Sono tutti salvi – sussurrai, mentre altre lacrime iniziavano a scendere.

- Dove andiamo? – chiesi, tirando su col naso.

- Andiamo – sussurrai.

- Lo sai che non ti fa bene mantenere i segreti. Nascondere il tuo amore a Lily ti ha fatto solo soffrire – gli ricordai.

- Non ti fa bene tutto questo – sussurrai.

- No. Se ci sei tu tutto questo è solo un ricordo – disse lui guardandomi.

- Vedi tu mi ricordi tantissimo Lily, non solo per l’aspetto, ma anche per il carattere. Sai essere combattiva e dolce quando ce ne bisogno, proprio come Lily.

- Io non sono Lily, Severus. Io…

- Pensaci bene… Sei un’umana che conosce a perfezione questo mondo grazie a dei libri. Salvi le persone che dovevano morire, aiuti persone che non se lo meritano, rischi la tua vita per gli altri… - sussurrò lui.

- Sarà, ma secondo me tu sei la reincarnazione di Lily. Tu ci salvi dal male. Tu ci purifichi nello spirito fino a farci desiderare di averti come compagna. Hai colpito anche Voldemort, non credo che sia solo una coincidenza. Potrà sembrare una grande stupidaggine, ma secondo me tu sei la reincarnazione di quella donna. E questo mi basta – sussurrò Severus scostandomi una ciocca di capelli.

- Lui non ricorda più nulla di te – disse gelido.

Prima di iniziare

Eccoci finalmente ai capitoli alternativi! E' meglio fare una premessa per quelli che forse non leggono questa storia da molto e per evitare equivoci è meglio che annuncio due o tre cosette che metterò per tutti  e quattro i capioli nuovi =)
1) Questi si chiamano Capitoli Alternativi quindi sostituiscono quelli intitolati capitoli originali (C.O)
2) Non seguono le regole imposte da Silente (quindi di rispettare la storia dei libri originali)
3) I personaggi che sopravvivono sono state tutte richieste dei recensori =)
4) Non siete obbligati a leggere questi capitoli, come ho detto prima, sono per alcuni recensori che mi hanno fatto delle richieste e mi sembrava carino esaudire i loro piccoli desideri ;) 

- Anita! – urlò una voce.

- Signor Malfoy, quanto ricorda di Anita? – chiese Severus, creando una barriera tra lui e Draco.

- Questo? E’ solo questo che ricordi? Non ricordi di tutte le volte che lei ha rischiato la sua vita per te? Non ricordi del perché lei è venuta fino a qui? Non ricordi perché lei si è fatta uccidere da quel mangiamorte? – chiese Piton.

- Lui non ti porta rispetto – disse lui, fissandomi.

- Smettila di fare il bambino geloso. Io ti voglio bene e non posso negare che possa essere qualcosa di più di una semplice amicizia. Severus io e te…no – sussurrai, cercando di evitare il duro impatto che le mie parole potevano causargli.

- Severus! – urlò la nuova preside, richiamando la nostra attenzione.

- Aspettate qua – dissi, allontanandomi dai ragazzi e avvicinandomi alla Mcgranitt.

- Devo parlare con lui – mi disse la donna.

- Ricordi? – chiesi esitante.

- Hei, non piangere – disse lui, guardandomi negli occhi – Non serve più soffrire, ragazza.

- Io…ho avuto paura – sussurrai, guardando quei bellissimi occhi azzurri.

- Mamma, ho paura – disse una voce.

- Ma io… - sussurrò il ragazzino.

- Discendi da una famiglia di Serpeverde, non dimenticarlo.

- Ma su quello che mi hai raccontato del sangue... – disse il piccolo.

- E tua madre è… beh non lo sappiamo nemmeno noi, ma è stata scelta. Lei ha aiutato molte persone e devi essere fiero di lei.

- Mamma, ma non ho nessun amico – disse Scorpius, tirandomi la gonna.

- Lui è Scorpius – disse Ginny.

- Guarda quanto sono belli. Potrebbero essere una futura coppia – disse Harry, appoggiandosi sulla spalla di Ron.

- Beh, chi avrebbe mai pensato che ci saremmo incontrati dopo così tanti anni? – disse Hermione ridendo, mentre Ron continuava a ripetere a Rose di stare lontana da mio figlio.

- Adesso non ti vantare – disse Ginny ridendo.

- Sta per arrivare un temporale – dissi.

- Allora dobbiamo muoverci. Tu riesci sempre a indovinare che tempo fa – disse Draco, stringendomi forte una mano.

- Te la sei presa perché ho invitato i ragazzi a cena?

- Loro non verranno, glielo impedirò – rispose, sorridendo maligno.

La storia è finita ma, visto che vi voglio tanto bene, ora ci saranno i capitoli aggiuntivi =D
Il primo credo di postarlo già lunedì, poi forse riuscirò a dirvi con che frequenza li posterò (anche perchè devo scrivere altre storie xD)
Questa è la lista che cambierà in continuazione quando mi consigliate altri capitoli da aggiungere:

- Dopo la fuga di Anita lo scontro tra Draco e la sua famiglia.
- Come Hermione ha scoperto che Anita non è una purosangue (Allice_rosalie_Blak)
- Come mai Draco durante la guerra ha deciso di rimanere a combattere causando la morte di Anita
- Pensieri di Voldermot prima e dopo il tradimento di Anita ( Allice_rosalie_Blak)
- La nascita di Scorpius (chiaro di luna)
- Scrittrice vs personaggi (u.u)
- Sentimenti genitori di Draco e Bellatrix (Arwen297)
- Sentimenti genitori di Draco dopo la fine della guerra (Hermione Claire Grenger)
 - Reazioni degli studenti dopo la guerra (Hermione Claire Grenger)
- Capitolo Dobby (Anya_20)
 - Pensieri di Severus per la somiglianza Anita-Lily/ mentre Severus scrive la lettera per Anita (Allice_rosalie_blak)
- Gelosia di Severus (Allice_rosalie_black)
- Disperazione di Draco per la morte di Anita (Allice_rosalie_black)
- Rose-Scorpius, cosa ne penserà il papà? (alexiell)
- Severus dopo la guerra (alexiell)
- Cosa pensa Harry di Anita (Allice_rosalie_black)
- Una piccola relazione tra Severus e Anita (hermione59)

 

- Draco – mi chiamò Bellatrix, avvicinandosi.

- E levati! – urlò la strega, lanciando un calcio all’elfo che si allontanò con gli occhi spalancati pieni di terrore.

- Figliolo perché non hai detto la verità su Anita? – chiese Narcissa, avvicinandosi a me.

- Non servono le buone maniere con lui. Mi hai deluso, ragazzo. Hai rovinato la reputazione di tutta la tua famiglia.

- Se solo avessi saputo che Anita era una mezzosangue l’avrei uccisa all’istante – sibilò Bellatrix, voltata verso la finestra illuminata.

- E per questo che non ve l’ho detto… - sussurrai, pentendomene subito.

- Osi parlare a noi in questo modo? Non capisci di che peccato di sei macchiato?! Una mezzosangue, Draco! Una fottuta mezzosangue! – urlò Lucius, tirandomi un ceffone.

- Crucio – sussurrò Lucius.

- Ti farò passare la voglia di metterti con gente come lei. Non sei degno di essere un Malfoy, figlio. Mi fai schifo.

Prima di iniziare

Ecco il nuovo capitolo aggiuntivo =D
Quì si parla della collera dei parenti di Draco dopo la fuga di Anita da villa Malfoy.
Spero che sia di vostro gradimento =D

LUCIUS

NARCISSA

BELLATRIX  

- Draco!

- Coosa?

- Cosa succede? Guarda qua cosa succede! – urlò Draco, avvicinandosi a me con una pergamena in mano.

- Amore, calmati – lo rimproverai, appoggiandomi al muro.

- Calmarmi un corno! Non può, non è possibile! Rovinerebbe il sangue puro della famiglia! – urlò, voltandosi e alzando le mani in un gesto teatrale.

- Bello, vedi di calmarti, ok? Ti ricordo che per colpa del sangue sono dovuta scappare anni fa e dopo aver lottato contro i tuoi genitori, per farmi accettare, ora vieni a farmi al predica sul sangue? Cazzo, Draco, nemmeno Scorpius è un purosangue! – urlai, appena mi fulminò con lo sguardo.

- Hai ragione, ma…

- Ma cosa, Malfoy? Che cosa ti prende? Vuoi che ti chieda quante ragazze hai avuto prima di me? Quante te ne sei portate a letto?! Non andare a fare prediche a tuo figlio su chi deve amare perché non te lo permetterò – dissi, puntandogli contro una forchetta che avevo predo dal tavolo.

- Si? – chiesi sorridendo.

- I signori Weasley chiedono di voi, li ho fatti accomodare – rispose l’elfo, indicando il salotto.

- Andiamo – dissi, prendendo per una manica Draco e trascinandomelo dietro.

- Dal salotto arrivavano le voci di Ron e Hermione. Stavano discutendo.

- E’ inaccettabile! – urlò Ron, mentre entravamo, rivolto a sua moglie

- Per una volta la pensiamo allo stesso modo, Weasley – disse Draco.

- Andiamoci a prendere un caffè – suggerii.

- Non ne ho voglia, grazie – rispose sgarbatamente Ron.

- Nemmeno io – mi rinfacciò Draco.

- Non cresceranno mai – disse lei, facendomi ridere.

- E quando mai li hai visti crescere? Pochi minuti fa, Draco, mi ha rinfacciato ancora il problema del sangue e sa che Scorpius non è un purosangue a causa mia – dissi, incrociando le braccia sotto al seno.

- Li avete ancora? – chiese la donna con gli occhi sgranati.

- Hanno deciso di loro spontanea volontà di rimanere. Una sera li abbiamo riuniti e gli abbiamo annunciato che se volevano andarsene avevano il nostro permesso. Quelli che volevano rimanere sarebbero stati pagati e avrebbero potuto vivere nella villa utilizzando tutti i confort a disposizione.

- I due signori di la hanno sfoderato le bacchette – annunciò l’elfo.

- Maledizione – sibilò Hermione, fondandosi in salotto – Ron, smettila di fare il bambino capriccioso e andiamo! Rose e Scorpius sono abbastanza grandi da decidere quello che vogliono del loro futuro.

- Ma…

- Niente ma! Andiamo! Scusate il disturbo – disse Hermione, sorridendomi.

- Io voglio il meglio per mio figlio – sussurrò.

- Allora lasciagli vivere la sua vita e fare le sue scelte, solo così lui avrà il meglio – dissi, sorridendo dolcemente.

Prima di iniziare
Parliamo dei sentimenti dei genitori di Draco. Sono stati sconfitti, ma sono tutti salvi. Tutti tranne Bellatrix.
Draco e Anita indossano già gli anelli e ne anno subito la dimostrazione che funzionano veramente.

 Lucius

- E’ così, mi ha salvato, padre. Si è sacrificata al posto mio – sussurrò Draco, seduto dall’altra parte del tavolo.

- Hai sentito quello che ho detto? – chiese Draco.

- E’ questo il punto – scatto lui – E’ tornata, padre. Il suo corpo sembrava vuoto e invece…

- Assurdo – commentai.

- Cosa vuoi? Una dichiarazione ufficiale? Nessuno, oltre a me, l’ha vista tornare indietro – commentò mio figlio.

- Non permetterti di parlarmi così – sibilai.

- Una promessa. Il desiderio di stare vicino alla persona che amo. La forza che mi spinge ad amarla e consolarla, cosa che tu ora non stai facendo con mamma.

- Malfoy, hai bisogno di aiuto? – chiesero dei grifondoro, avvicinandosi.

Narcissa

- Expelliarmus!

- Tu, come hai osato? – sussurrò infuriato mio marito.

- Ha ragione Draco. Hai bisogno di rivedere i tuoi pensieri. Io ho sempre creduto in lui. Forse questo gli ha dato la forza di non morire. Tu invece…eri capace soltanto di maltrattarlo senza pietà – dissi, senza abbassare la bacchetta.

- Io… - disse lui, senza via d’uscita.

- Sto solo spiegando a quest’uomo che non sono più sotto la sua responsabilità.

- Quelli cosa sono? – chiese Lucius nuovamente.

- Mi hai chiamata mezzosangue!

- Io…io non volevo.

- Ah si?

- Tutto bene, Severus? – chiese il ritratto di Silente, dietro di me.

- Mi sono addormentato – sussurrai, guardandolo.

- Lascialo stare, Potter. Andiamo Severus – sussurrò la ragazza, alzandosi.

- Perché lo fai? – chiesi.

- Perché ti voglio bene, Severus – sussurrò lei.

- Severus, sei il miglior mago che io abbia mai conosciuto – sussurrò Anita.

- Lily – sussurrai, riconoscendo in lei gli occhi della donna che amavo.

- Amore – si lamentò Draco, girandosi dall’altro lato.

- Buongiorno – mi disse il biondo, entrando nella stanza e lasciandosi cadere pesantemente sulla sedia.

- Tu non fai colazione? – chiese lui notando il mio piatto vuoto.

- Vado un attimo in bagno – dissi, alzandomi velocemente e superando la stanza a grandi falcate.

- Anita, sei sicura che vada tutto bene? – chiese Draco, seguendomi verso il bagno.

- Sarà perché hai mangiato molto in questo ultimo periodo – disse Draco, che cercava di starmi più vicino possibile.

- Si calmi – lo rimproverò il dottore – Volevo solo parlare con la persona giusta.

- Che mi sta succedendo? – chiesi, mentre le tempie pulsavano instancabili.

- Sicuramente lei avrà già avuto rapporti sessuali con suo marito – disse lui, ignorando momentaneamente la mia domanda.

- Sua moglie mangia molti dolci ultimamente? – chiese rivolto a Draco.

- Ma lei è mia moglie! – si lamentò lui.

- Sicuro di cosa? – chiese Draco, furioso di essere stato trattato così male dalla dottoressa.

- Sua moglie aspetta un bambino – annunciò, tenendo a me una mano e a lui una spalla.

- Draco – sussurrai, scendendo dal lettino e avvicinandomi a lui – Tutto bene?

- Avremo un bambino – ripetè lui.

- Sì – sussurrai, rendendomi conto di iniziare a piangere – Un bambino, io e te.

- Avanti, ci siamo quasi – disse la donna, invogliandomi a fare un ultimo sforzo.

- Classico degli uomini – commentò un infermiera – Svengono sempre nel momento migliore.

- Ecco il suo bambino – disse la donna, porgendomi un fagotto bianco.

- Un maschio – sussurrai, guardando quel fagottino sul mio petto.

- Come lo volete chiamare? – chiese la donna.

- Scorpius – sussurrai assieme a Draco.

Sono tornata =D Per oggi non metto nulla di nuovo, ho provato  a modificare il capitolo su Scorpius ditemi cosa ne pensate ( sicuramente ci saranno alti errori xD)

- Hermione, è da quando siamo scappati che non parli. Che cosa ti prende?

- Non dire cavolate, Hermione – sussurrò Ron che si era appena svegliato.

- Scherzi? – chiese Ron alzandosi, pentendosene subito.

- Hermione, diamine, parla! – si lamentò Ron, impaziente.

- Il suo stato di sangue era sconosciuto. Tutti erano soprannominati come mezzosangue, ma quando ho visionato il suo fascicolo la casella era vuota.

- Com’è possibile? – chiese Harry.

- Non possiamo tornare al ministero – commentò Ron.

- No, non faremo nulla di così sciocco – risposi io, vedendo negli occhi di Harry una scintilla.

- Ma – iniziò quest’ultimo.

- Senti, abbiamo di meglio a cui pensare. Anita, per sua fortuna, è protetta dai Malfoy – dissi, lasciandomi cadere su una sedia.

- No, loro non sono protetti. Voldemort potrebbe ucciderli da un momento all’altro – fu la risposta del ragazzo sopravvissuto.

- Ignoriamo la cosa, ok? Non ci servirà a nulla combatterla – disse Ron, voltandosi da un lato.

- Ti prego, non lo so – supplicai nuovamente.