I Cavalieri dei sette regni

di Avly
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** La Grande Notizia ***
Capitolo 3: *** Interessamenti ***
Capitolo 4: *** Una vigilia tutta da scrivere ***
Capitolo 5: *** Inizia il torneo ***
Capitolo 6: *** Una giornata insolita ***
Capitolo 7: *** Battaglie...non solo di Bey ***
Capitolo 8: *** Legami... ***
Capitolo 9: *** Neoborg VS F-Sangre ***
Capitolo 10: *** Chiarimenti e movimenti nell'ombra ***
Capitolo 11: *** Quando si dice Amici ***
Capitolo 12: *** La Mossa della Torre e le mura dei sentimenti ***
Capitolo 13: *** Dubbi, sogni e fili del Destino ***
Capitolo 14: *** Umani sentimenti nella scacchiera del Destino ***
Capitolo 15: *** La Mossa del Cavallo e gli Scogli chiamati Sentimenti ***
Capitolo 16: *** Tra Incubo, Sogno, Realtà ed Illusione ***
Capitolo 17: *** Scontri e Voci nel Buio del Cuore ***
Capitolo 18: *** La Mossa dell'Alfiere nel Gioco chiamato Vita ***
Capitolo 19: *** Contatti, Cuori e Vite fra Nuvole dalle Ali Nere ***
Capitolo 20: *** Emozioni e Parole in un Labirinto di Stelle ***
Capitolo 21: *** La Battaglia del Cuore e la Luce del Rintocco ***
Capitolo 22: *** La Mossa della Regina e le Catene della Verità ***
Capitolo 23: *** La Mossa del Re nella Scacchiera di Fuoco e Odio - Prima Parte ***
Capitolo 24: *** La Mossa del Re nella Scacchiera di Fuoco e Odio - Seconda Parte ***
Capitolo 25: *** Lo Scacco al Re e la Priorità del Cuore ***
Capitolo 26: *** L'ultima Battaglia e la Forza della Stella ***
Capitolo 27: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

 

Prologo:

 
 


“Sono sicuro che da grande sarà proprio come voi, Serena! - L’espressione che si leggeva negli occhi smeraldo del piccolo Jean non tradiva alcuna emozione; era felice e mentre guardava quel piccolo fagotto, che placidamente giaceva fra le braccia di Serena, non potè fare a meno di notare come il piccolo assomigliasse molto alla donna. La somiglianza era incredibile, anche se il bambino era ancora molto piccolo. Il ragazzino dai capelli corvini osservava con occhi pieni di ammirazione il neonato, che intanto guardava teneramente il volto angelico di Serena. Jean sentiva di voler bene a quel bambino come se fosse veramente suo fratello, anche se all’inizio non lo aveva visto di buon occhio; infatti lui come tutti gli altri bambini che risiedevano alla villa, credeva che con la nascita di un bambino veramente suo, la Signora Serena li avrebbe abbandonati, lei e Christian non si sarebbero più occupati di loro e così sarebbero rimasti soli. Ancora una volta.

Per fortuna poi si era ricreduto. Serena era rimasta sempre la stessa, anche con la nascita di suo figlio, e né lei né Christian li avevano privati dell’amore che prima gli davano. Fu così che i sentimenti provati inizialmente nei confronti del nuovo arrivato si trasformarono in amore fraterno e in senso di protezione. Si ne era certo, il bambino sarebbe stato degno di due genitori fantastici come Serena e Christian. Non poteva essere altrimenti.

- “Spero solo che sappia trovare il coraggio dentro di sé di affrontare le situazioni difficili e che non sia mai solo.” -  Gli occhi lucenti di Serena erano tristi e sofferenti, ma cercava in tutti i modi di dissimulare ciò che provava, soprattutto davanti a suo figlio. In realtà lei aveva paura, paura di perderlo, paura che il tempo da passare con lui fosse scaduto e paura che il loro destino fosse minacciato da un’ombra, un’ombra dalla quale non era ancora riuscita a scappare. Tuttavia non era solo questo. E lei lo sapeva.

“Che razza di madre sono? – Ormai era tanto tempo che se lo chiedeva, ma non era ancora riuscita a darsi una risposta. Lì tutti la amavano e la vedevano come un angelo, ma allora perché lei si sentiva una nullità del tutto impotente di proteggere le persone a lei più care?- Istintivamente una lacrima le scese lungo il pallido viso, ed andò ad assorbirsi sul candido tessuto che avvolgeva il piccolo.

“Non si preoccupi Signora Serena! Io lo difenderò, lo proteggerò da ogni pericolo anche a costo della vita, come giurarono i Cavalieri Dell’Antico Ordine!- esclamò il ragazzino gonfiando il petto d’orgoglio. Questo fece sorridere appena Serena, che passò una mano sui capelli neri del ragazzo. – “Grazie Jean, sono sicura che con te lui sarà sempre al sicuro” – gli rispose sorridendo la giovane donna, per poi lasciare sulla fronte di Jean un tenero bacio.

Dopo di che il bambino dai capelli corvini fece un inchino molto teatrale e si allontanò, lasciando Serena e suo figlio soli nella grande biblioteca. Quando i leggeri passi del ragazzino si spensero nel corridoio, Serena si alzò con il bambino fra le braccia e si avvicinò alla grande vetrata che dava direttamente sul grande giardino interno del castello.  

Era pieno inverno. Il bianco era il colore incontrastato di tutto il paesaggio, uno scenario meraviglioso, da cui non si distingueva la terra dal cielo. Sembrava che il tempo si fosse fermato, era tutto immobile, cristallizzato, come se fosse opera di una magia. Gli alberi, ormai privi delle loro foglie erano stati ricoperti dalla neve, mentre la fontana al centro del giardino era completamente ghiacciata, con l’acqua che ancora fuoriusciva delle bocche dei pesci, trasformata in ghiaccio. - E’ tutto immobile, statico, ma è solo un’apparenza. – pensò Serena, rimasta ad osservare il paesaggio. Stava nevicando. Ancora. – Non ci posso far niente. Non mi sono ancora abituata a questo clima, è più forte di me

In effetti erano trascorsi ormai parecchi anni da quando si era trasferita lì dal Giappone, ma ancora non era riuscita ad adattarsi. Il clima freddo della Russia rappresentava una prova titanica ogni anno, ma lei annualmente la perdeva. Questo non si poteva dire di suo figlio, che invece sembrava essere nato tra il ghiaccio. Non tremava, non aveva freddo, non piangeva, anzi facendo mente locale, si ricordò di non averlo mai sentito piangere.

Serena abbassò gli occhi sul piccolo visino del figlio, che la guardava con degli occhi a lei noti. I suoi. In quel momento la donna cercò di imprimere la propria immagine al figlio, sperando che lui sarebbe riuscito a ricordarla e a portarla nel cuore. Quell’istante avrebbe voluto durasse per sempre, ma purtroppo durò solo pochi istanti. Secondi così belli, dolci, e troppo… brevi.

 

 

Jean attraversò a grandi passi il lungo corridoio che portava ai piani alti. Si sentiva fiero e sicuro, come uno dei suoi Cavalieri. Quante volte si era immaginato di essere come loro, così indomiti, valorosi e soprattutto portatori del più grande potere esistente.

“Sarà meglio andare a trovare Christian, forse ha bisogno di me.” – dichiarò il ragazzino svoltando l’angolo per poi ritrovarsi in un corridoio esattamente identico al primo, costeggiato da decine di porte. Era impossibile non perdersi in un posto simile, ma Jean ne conosceva ogni anfratto, o così credeva.

Mentre si dirigeva verso la torre nord, dove Christian aveva il suo studio, Jean rimase a guardare i ritratti degli antenati della famiglia, che erano attaccati sui due lati delle pareti. – Non mi piacciono molto – pensò Jean. – Fanno paura, incutono terrore solo con lo sguardo, ma devo ammettere che sono affascinanti perché infatti ogni ritratto illustra un uomo o una donna che a suo tempo ha avuto il comando del mondo, ha avuto il potere. – Il piccolo Jean era affascinato da tanta lucentezza nelle imprese di questi uomini. Cavalieri, grandi Signori, confidenti della famiglia reale di Russia, e dopo tempo addirittura Zar della Russia.

Accompagnato da questi pensieri Jean arrivò alla rampa di scale in pietra nera, che portava ai piani superiori, e quindi allo studio di Christian. Ma mentre stava per iniziare la grande salita, un rumore soffuso di voci giunse alle sue orecchie e lo costrinse a fermarsi. Il rumore proveniva da una delle porte in fondo al corridoio, nella parte meno illuminata dai candelabri appesi alle pareti. Il ragazzo avrebbe dovuto proseguire per la sua strada, ma qualcosa lo bloccò. -”Devo andare, forse c’è un problema, un ladro, ed io in quanto Cavaliere dell’Antico Ordine ho il dovere di andare!” Certamente in questo caso non era stata la ragione a parlare, ma la sconsideratezza, l’immaturità, l’idea di essere in uno dei libri che Serena leggeva di tanto in tanto ai bambini nella biblioteca quando c’era il temporale.

Comunque sia Jean si diresse verso dove aveva sentito il rumore, ma si accorse che non preveniva da dietro una porta, bensì da dietro un quadro, uno dei più recenti e più grandi. Non ricordava il nome dell’uomo dipinto, ma credeva fosse il nonno di Christian, l’ultimo Zar di Russia. Deciso a proseguire la sua indagine, il moretto scostò il quadro, rivelando, non senza fatica, una stanza con una rampa di scale in fondo che portavano nei sotterranei. La stanza era buia e sporca, ma lungo la parte di tappeto che conduceva alla rampa, si vedevano chiaramente le tracce di impronte di scarpe. Così Jean scese lungo le scale, mentre il rumore si faceva sempre più chiaro e le voci divennero due. Aveva paura, una paura che non si sapeva spiegare, sentiva come un groppo allo stomaco, ma si costrinse a mandarlo giu. Non appena ebbe sceso le scale, Jean arrivò in una grande sala, illuminata da tante candele, circondata da una enorme libreria per tutto il suo perimetro. Al centro della stanza vide l’ultima cosa che si sarebbe mai aspettato di vedere lì…un beyblade stadio. – “Questa è bella che ci fa qui un beyblade stadio?” si chiese perplesso Jean. “E’ la stessa domanda che dovrei farti io. Cosa ci fai qui piccolo Jean?” – La voce lo colse alla sprovvista spaventandolo, ma quando si girò verso il suo interlocutore il ragazzino vide un volto a lui noto e sorrise sollevato.

–“Signor Christian… eh mi perdoni per il disturbo, ma io…ecco vede io…ehm… 

“Non ha importanza Jean tranquillo, lo so che sei un gran ficcanaso! – scherzò Christian, che sorrise al piccolo esploratore. “Allora come stanno Serena ed il piccolo?” – chiese al ragazzo, per farlo calmare un attimo dallo spavento di poco prima.

“Tutto ok Signore, ma mi dica, come mai questo passaggio attraverso il quadro? Io non ne sapevo niente… a cosa serve e soprattutto a cosa serve il beyblade stadio? Viene forse qui ad allenarsi come quando era ragazzo? Ma poi mi pareva di aver sentito due voci, ma qui c’è solo lei, stava parlando da solo?

L’infinità di domande che uscirono dalla bocca del ragazzino sorpresero Christian che non credeva si potessero fare tante domante in così poco tempo. Guardò il ragazzino con occhi seri e così lui capì che doveva fare silenzio. Forse faceva ancora in tempo a nascondere tutto. – Speriamo - disse fra sé.

In quel momento un gridolino irruppe nella stanza facendo trasalire Jean e cogliendo in flagrante Christian. – Ecco appunto – disse l’uomo.

“Chi è che piange sembra un bambino” – chiese Jean guardandosi intorno per la stanza, prima di tornare a posare gli occhi sull’uomo dinanzi a sé.

Ci fu un attimo di silenzio tra i due, intervallato solo dal piangere della creatura che però Jean non riusciva a vedere. Fu Christian a parlare: “Jean senti ora io ti confiderò un segreto, un segreto importante, di cui nessuno è ha conoscenza a parte me, Serena ed ora te. Saprai mantenere il segreto?” La sua voce era profonda, seria e non lasciava trasparire nulla, ma nei suoi occhi azzurri chiari, Jean lesse paura, terrore ed angoscia.

“Non si preoccupi io saprò mantenere il segreto!” – disse con decisione il ragazzino.

“Bene allora seguimi, ma mi raccomanda fai silenzio.” Detto questo Christian accompagnò Jean fino ad un separè con una tenda rosso porpora, sembrava nuova e splendente e stonava un po’ con l’arredamento antico della stanza. Jean era curioso, non capiva quale potesse essere il segreto tanto importante, ma era deciso a scoprirlo e a custodirlo.

Non appena Christian scostò la tenda, l’unica cosa che Jean vide fu una culla in legno dipinto di bianco, con una tendina ricamata molto graziosa ed una rosellina intagliata in legno sulla cima della culla. Al suo interno giaceva una bambina con una tutina rossa che teneva la manina in bocca, mentre con i suoi occhioni azzurri guardava sorridente i suoi ospiti. – “Ma…questa è…una…- proferì Jean che non riusciva a credere ai suoi occhi – “…assomiglia a voi, ma non solo…quindi è….

Si, questa bambina è figlia mia e di Serena, esattamente come l’altro.” – concluse Christian prendendo la piccola in braccio e accarezzandole la testina leggermente ricoperta da pochi capelli chiari.

Ma allora perché non sta sopra con il fratello, perché la tenete nascosta?” Jean non capiva, gli sembrava impossibile. Quindi Serena e Christian avevano avuto due figli, non uno, ma allora perché adesso ne nascondevano uno all’insaputa di tutti?” – Stava giusto per chiederglielo, ma Christian intuendo già la domanda rimise la piccola nella culla, e tornò a posare i suoi occhi su Jean.

“Vedi Jean noi dobbiamo proteggere i nostri figli da delle persone che vorrebbero far loro del male. Ricordi quegli uomini che facevano del male a te e agli altri bambini prima che venissimo io e Serena?” – la sua voce era calma, dolce e sembrava che volesse spiegargli la verità con l’aiuto di una favola.

”Sì, non potrei dimenticarmene” esclamò Jean. Ci fu un attimo di silenzio, poi tutto sembrò più chiaro a giovane moretto. “Quindi noi dobbiamo nasconderla perché non sappiano della sua esistenza giusto? -  “Sì proprio così Jean. Ci aiuterai?”- chiese Christian accarezzando la guancia del bambino.

“Certo Signore non ne dubiti” esclamò serio Jean. Era rimasto scioccato. Non era da Christian fare gesti così espliciti e dolci, e per questo ne dedusse che la cosa era più seria del previsto. Detto questo si diressero entrambi verso l’uscita, dopo aver prima dato un’ultima occhiata alla piccola che intanto si era addormentata, forse cullata dalla voce del padre.

“A proposito come si chiama?! Chiese Jean quando furono fuori dal passaggio segreto.

“Lei si chiama Kate.”  

 

Erano trascorsi alcuni giorni da quando Jean aveva scoperto dell’esistenza di Kate, e ogni tanto stando bene attento che nessuno lo vedesse, attraversava il passaggio attraverso il quadro e andava a controllare la piccola, che era sempre felice di rivederlo. Non aveva rivelato niente a nessuno, era stato di parola. Fu proprio durante una di queste visite, in una notte di gennaio, fredda come non mai, che Jean udii un rumore provenire da fuori. –“Forse sarà il fruscio del vento” pensò il ragazzino, ma qualcosa gli diceva che non era così, forse proprio quel qualcosa che gli aveva fatto scoprire il passaggio ed il grande segreto di Serena e Christian: Kate.

Avvicinandosi alla finestra però, Jean capì che non era il vento, o meglio non solo. – “E’ notte fonda, che potrà mai esserci fuori a quest’ora?” – pensò il moretto mentre schiacciava il viso contro il freddo vetro per poter vedere meglio. Pioveva, e l’acqua cadeva incessantemente su quel magico scenario coperto di ghiaccio, e come se non bastasse si era anche alzato il vento, un vento gelido tipico dell’inverno russo, che presto o tardi avrebbe portato con sé una tormenta di neve. Era strano, di solito l’inverno del suo Paese piaceva a Jean, ma questa volta nel guardare fuori, non sentì un richiamo magico e sovrannaturale, ma invece percepì una sgradevole sensazione, come se quella neve dovesse seppellire lui e l’intero castello per sempre. Non si trattava più di magia, ma di morte e distruzione. Riscotendosi dai suoi pensieri, Jean tornò a posare gli occhi sull’entrata del castello, dove, nascosta dalla penombra si intravvedevano dei fasci fiochi di luce. Un’automobile. No, tante automobili.

“Questo è strano, e non mi piace per niente. Sarà meglio avvisare Christian e Serena” riflettè Jean, mentre prendendo un candelabro in ottone, si avviò verso la stanza da letto dei Signori del castello.

I suoi passi risuonavano leggeri sul tappeto cremisi, ma a Jean sembrò di camminare con i piedi di ferro, sentiva di fare rumore solo respirando, mentre un cattivo presentimento gli correva lungo la schiena. Cercando di non farsi prendere dal panico, il moretto arrivò davanti alla camera da letto, e prendendo un respiro profondo spinse la fredda maniglia in avanti.

La stanza era nel più completo silenzio, e Jean riuscì a distinguere attraverso i raggi della luna i corpi dormienti di Christian e Serena, mentre accanto al loro letto, si trovava una culla, esattamente uguale a quella di Kate, ma con un giglio intagliato in legno al posto della rosa, dove c’era il maschio, che però non dormiva, anzi si guardava intorno con quei suoi occhi così particolari e lucenti. Jean subito si riscosse e dopo che udì un tonfo proveniente dai piani bassi, si avvicinò a Christian, cercando di svegliarlo. – “Signore, Signore, la prego si svegli c’è qualcuno fuori, e sta entrando nel castello!” – disse Jean, prima sussurrando e poi, poiché la sua paura cresceva, finì per urlare le ultime parole.

Christian e Serena si svegliarono di soprassalto, e vedendo lì moretto, si guardarono negli occhi e in un attimo capirono.

“Grazie Jean, sei davvero coraggioso, grazie.” Disse Serena quasi con le lacrime agli occhi, ma poi se le asciugò velocemente con il dorso della mano. No questo non era il momento di piangere, lei doveva salvare i suoi figli, la loro ultima speranza.

“Forza muoviamoci” sentenziò Christian alzandosi e prendendo qualcosa che Jean non riuscì a vedere dal cassetto. Serena intanto prese il bambino dalla culla e dopo averlo avvolto in un telo azzurro gli posò un bacio sulla fronte dicendo:” vedrai che tra poco sarà tutto finito, non avere paura, piccolo mio” – In realtà diceva questo per calmare se stessa, non il bambino, che la guardava con i suoi profondi occhi senza piangere o sembrare preoccupato.

Jean intanto sentì i rumori farsi più nitidi e vicini, presto sarebbero stati lì. – “Serena tu esci dal passaggio sul retro della biblioteca con il piccolo, Jean tu corri a nasconderti e porta con te gli altri bambini. Gli altri bambini. Già loro non erano soli, c’erano anche quattro bambini più o meno della sua età al castello, e tutti erano ignari di quello che stava succedendo. Erano ignari di tutto.

Jean scosse la testa deciso – “Devo andare a prendere Kate! Lo ha detto lei l’altra sera! Dobbiamo proteggere la piccola da quegli esseri malvagi ricorda?!” – Jean sembrava irremovibile, ma Christian scosse la testa, - “No ci penserò io a Kate, tu hai già fatto tanto, va prendi i bambini e portali fuori attraverso le cucine, è un ordine!” – la voce di Christian era diventata dura e decisa e Jean capì che sarebbe stato irremovibile. “D’accordo vado” sentenziò alla fine il moretto, poi fece per andarsene rivolgendo un ultimo sguardo ai coniugi, e sentì una fitta allo stomaco…come se quella fosse l’ultima volta che li avrebbe visti insieme. Scuotendo energicamente il capo si voltò e prese a correre verso le camere, mentre Serena ed il piccolo scomparivano attraverso un passaggio segreto celato dietro la libreria della stanza. Christian intanto uscì e si diresse a passi svelti verso il quadro di suo nonno, verso Kate.

 

Jean correva, aveva il fiatone, e ormai il rumore che faceva non era solo una sua impressione, ma non gli importava, doveva arrivare alla camera dei bambini prima di loro, doveva.

Mentre si faceva strada correndo a più non posso, improvvisamente delle grida acute lo costrinsero a fermarsi. Erano grida di dolore, grida di morte. No. Non poteva essere.

Era arrivato alla stanza dei bambini, ma prima di entrare si nascose dietro la porta sbirciò al suo interno, e… ciò che vide fu troppo, troppo brutto. Dovette chiudere gli occhi e mordersi le labbra per non urlare. Tuttavia nella sua mente rimase impressa quella scena: quattro corpicini esangui, che giacevano sul pavimento coperti di sangue, mentre davanti a loro tre uomini vestiti di nero, con dei lunghi cappotti pesanti, stringevano tra le mani degli affilati coltelli, ancora tinti di rosso. Non avevano neanche potuto difendersi, li avevano uccisi nel sonno, maledetti – pensò Jean fremendo dalla rabbia, mentre avrebbe tanto voluto ucciderli con le sue mani, e stava per farlo, quando si ricordò di una frase pronunciata da Serena una sera mentre leggeva ai bambini un libro nella biblioteca, quando ancora erano una grande famiglia. “…Il Cavaliere avrebbe voluto distruggerli tutti, annientarli, dissetarsi del loro sangue, ma l’ira lasciò il posto alla ragione; lui era un Cavaliere, e quindi doveva pensare prima agli altri, a proteggere ciò per cui era stato scelto, la vendetta si sarebbe consumata in altro modo, non perdendo inutilmente la propria vita in uno scontro disperato…". Ricordandosi queste parole a Jean venne in mente una sola persona da proteggere, l’unica che ancora potesse aiutare, Kate. Immediatamente prese a correre verso il corridoio dei quadri, lui di sicuro si trovava più vicino di Christian, che invece doveva attraversare mezzo castello, quindi lui avrebbe potuto salvarla. Doveva. Non poteva fallire. Corse con un razzo ed entrò nel passaggio del quadro senza fare rumore, scese la rampa di scale, scostò la tenda rossa e fu sollevato di vedere Kate ancora lì che gli sorrideva con quei suoi occhi di ghiaccio. Era bellissima. Sembrava felice di vederlo, come tutte le altre volte che era andato da lei per farla giocare. Ma questa volta non si stava giocando. Subito Jean prese Kate in braccio e coprendola con un telo rosa si avvicinò alla porta in fondo alla stanza, che aveva scoperto giorni addietro, dava direttamente sul retro del giardino. Stava per aprire la porta, quando una mano gli si poggiò sulla spalla, facendolo girare di scatto. “Tranquillo sono io Jean”- la voce di Christian era calma, ma era tutta apparenza, aveva scoperto cosa era accaduto ai bambini, e aveva subito intuito che Jean doveva essere lì. “Bravo il mio Cavaliere” – disse Christian, mentre apriva la porta. Usciti, i fuggitivi furono subito investiti da un vento gelido e dalla neve, che cadeva copiosamente e violentemente. La bufera era vicina, dovevano correre, dovevano nascondersi, far perdere le loro tracce, e soprattutto dovevano ritrovare Serena ed il piccolo.

Iniziarono e farsi strada faticosamente, ma la loro avanzata era ostacolata dalla neve che li rallentava. Il freddo era pungente e si infilava dappertutto, congelandogli gli arti, rallentandoli, ma soprattutto aumentando lo sconforto e la paura.

Erano usciti dalla cancellata laterale e ora si trovavano a pochi metri dal bosco che forse rappresentava la loro unica possibilità di salvezza. Purtroppo però dove c’è una salvezza apparente c’è anche un ostacolo. Uno sparo. Un rumore secco, forte, nitido anche durante una tormenta di neve. Jean credette di essere morto, ma poi sentì qualcosa dietro di lui cadere sonoramente a terra. Si girò. Christian giaceva a terra, con ancora Kate tra le braccia. Il moretto si avvicinò al suo signore preoccupato, spaventato, terrorizzato. “Christian…vi prego alzatevi Christian!!!” gridò Jean in preda alla disperazione, ma ad un certo punto l’uomo gli strinse la mano e con una voce debolissima gli sussurrò: “Prendi Kate e fuggi, raggiungi Serena e portali via. Nascondetevi nel bosco e poi raggiungete i confini degli Urali, dovrete uscire dalla Russia per salvarvi, fuggite lontano e …- a questo punto la sua voce si limitò ad un lieve sussurro appena percettibile – “Prendi anche questo” disse porgendo a Jean un oggetto metallico blu come l’oceano. Era lo stesso che Christian aveva estratto dal comodino quella sera. A Jean bastò percepirlo sulla pelle per capire che cosa fosse: “…un…beyblade” disse Jean stringendo fra le mani quella piccola trottola scura con al centro quell’inconfondibile Bit-Power.

Il moretto prese in braccio Kate, prima di infilarsi il beyblade in tasca, tenendo ancora stretta la mano di Christian, che però poco dopo divenne incredibilmente più pesante. Il ragazzino guardò l’uomo negli occhi, ma non c’era più niente da vedere, la morte se lo era portato via, i suoi occhi di ghiaccio si erano spenti e questa volta per sempre.

Una lacrima scese ripida lungo le guance di Jean che non poteva credere ai suoi occhi, ma non era il momento di lasciarsi andare. Non ancora. Doveva trovare Serena, proteggerla, anzi proteggerli.

Il ragazzino alzò lo sguardo verso dove era partito il colpo e vide sulla cima di un delle torri un uomo incappucciato che lo guardava mentre prendeva la mira con il suo fucile di precisione. – “Cecchini, hanno fatto le cose in grande” ironizzò Jean scansandosi appena in tempo per evitare un colpo che andò ad infrangersi sulla neve. Si alzò e prese a correre verso il bosco senza guardarsi indietro, zigzagando per evitare di essere un bersaglio troppo facile. Ebbe fortuna, riuscì infatti ad arrivare al limite del bosco illeso, mentre Kate gli teneva i suoi capelli neri tra le mani nascondendo il visino nell’incavo della sua gracile spalla. Jean una volta entrato nel bosco e sicuro della sua posizione si girò, in tempo per vedere degli uomini che con delle moto-neve si avvicinavano al bosco, presto sarebbero stati lì. Doveva trovare Serena prima che fosse troppo tardi.

Era piena notte, e in una foresta poco distante dalla città di Mosca, un ragazzo di appena dodici anni si stava incamminando alla ricerca di qualcuno, o forse alla ricerca della sua unica ancora di salvezza. Mentre arrancava faticosamente attraverso gli alberi, Jean non poté fare a meno di pensare agli accadimenti degli ultimi mesi: il trasferimento dei  coniugi al castello fuori Mosca, la nascita dell’erede della famiglia, la scoperta che poi invece gli eredi erano due, l’assalto al castello, la morte dei suoi amici e…di Christian. Chi li avrebbe protetti ora? Sarebbe stato in grado di portare a termine il compito affidatogli da Christian prima di morire? In fondo lui era ancora un bambino…

Intanto Kate cominciava ad agitarsi fra le sue braccia, si stava spaventando, voleva tornare a casa dalla sua mamma, dal suo papà, dal suo fratellino. – Su Kate coraggio non piangere – le disse affettuosamente Jean accarezzandole teneramente la testolina bionda. – Adesso troviamo la mamma e andiamo in un bel posto – cercò di rassicurarla il moretto, mentre in realtà stava solo cercando di rassicurare se stesso. Aveva paura. Perché non se ne era andato quando aveva udito le voci provenienti da dietro quel quadro? Maledizione alla sua curiosità ed incoscienza. Poi posò gli occhi verdi sul visino di Kate che sembrava lo guardasse arrabbiata. Aveva forse intuito i pensieri dell’amico? Quella neonata era fantastica. Bastò un suo sguardo a riscuotere Jean da quei cattivi pensieri.

- Ma cosa vado a pensare!? – disse – sono un cretino. Ho accettato di aiutare Christian e Serena perché gli voglio bene e perché penso siano nel giusto. Non è così Kate? – tornò a guardare la neonata, che gli sorrise con la sua bocca senza i denti. Gli occhi cristallini della bambina gli diedero coraggio, gli donarono energia alle gambe, stremate per la faticosa corsa e gli riaccesero la speranza. – Grazie Kate – disse semplicemente. Ora Jean capiva cosa fosse quel qualcosa che aveva animato i cuori dei Cavalieri dell’Antico Ordine, ora lo capiva, perché…era quello che provava lui in quel momento; una forza eccezionale che riscaldava il cuore e ristorava il corpo, una forza che andava oltre la morte.

Ad un certo punto Jean udì un rumore di passi farsi più vicino. Istintivamente prese un sasso appuntito e lo sollevò in aria, pronto a scagliarlo se uno degli uomini incappucciati avesse cercato di attaccarli. Trascorsero alcuni istanti, che sembrarono durare anni; furono attimi di tensione, i passi si facevano sempre più vicini e con essi aumentava l’agitazione del moretto, pronto a difendere Kate e la trottola anche a costo della propria vita. Poi improvvisamente un’ombra emerse dagli arbusti, trascinandosi a fatica. Era buio e Jean non riuscì a vederla bene, così si preparò a scagliare la pietra – Questo è per i miei amici, che avete ucciso così barbaramente – pensò il moretto, ma prima che potesse scagliare il sasso incrociò lo sguardo di due occhi familiari, che lo costrinsero a lasciar cadere la pietra, che finì in mezzo alla neve. Un sorriso si accentuò sulle labbra del ragazzino, che non credeva ai propri occhi - …Signora Serena…state bene! – disse sorridendo; poi si ricordò di Christian e le lacrime tornarono ad incorniciare gli occhi smeraldo del giovane. Il ricordo del corpo esanime dell’uomo era ancora vivo in lui, ma forse Serena ne era all’oscuro. – Devo dirglielo o no? – si chiese il ragazzino – Tanto lo avrà capito anche da sola. Non è una stupida, sapeva che Christian doveva rilevare Kate dal nascondiglio, ma visto che qui ci sono solo io, era facile capire che qualcosa doveva essere andato storto, senza poi contare lo sparo.

Jean incrociò gli occhi della donna, che ancora stringeva il bambino. Come al solito non emetteva né un suono né tantomeno si muoveva. Ma era sveglio e vigile. Serena si avvicinò al moretto e gli passò una mano sui capelli neri come la notte. – Grazie – fu l’unica cosa che riuscì a dire, prima che delle lacrime iniziassero a bagnarle il viso. – Sei il nostro angelo custode piccolo Jean – disse mentre le lacrime continuavano a scenderle lungo le gote, rovinando quei meravigliosi occhi. Improvvisamente i rumori delle moto-neve si fecero più vicini, fino a che si fermarono del tutto. Erano arrivati al limitar della foresta, da cui si proseguiva a piedi. Presto sarebbero stati lì. Non avevano tempo da perdere.

- Andiamo – sentenziò Serena dopo essersi ripresa. – Si – concordò il moretto.

Detto questo iniziarono a correre per la foresta, portando con loro non solo le loro vite, ma qualcosa per cui valeva la pena di morire, e questo lo sapevano entrambi.  Correvano, correvano, non si fermavano mai, quanto avevano corso? Non ne avevano idea e forse non lo volevano neanche sapere. Jean era esausto, non si sentiva più le gambe, ma non gli importava, continuava a correre ignorando il graffi dovuti ai rovi ghiacciati, ed il gelo. Doveva proseguire. – Ma verso dove? Per quanto dovevano andare avanti a scappare? Dove avrebbero potuto rifugiarsi? Christian aveva detto che dovevano raggiungere i confini della Russia per salvarsi, ma quanto ci sarebbe voluto ancora? Non sapevano neanche da che parte andare…La consapevolezza dell’incertezza, la paura dell’ignoto, era qualcosa che forse feriva più di un fucile, era qualcosa che leniva la mente, non il corpo. E questa paura finì per far commettere ai fuggitivi un errore, che forse non avrebbero mai dovuto commettere.

Infatti ad un certo punto i quattro si ritrovarono sul limitar della foresta, e dinanzi ai loro occhi si stagliava un infinito spiazzo coperto da una candida coperta di neve. Steppa. – E ora? – disse ansimando Serena, mentre cercava di riprendere fiato. Era la prima frase che pronunciava da quando si erano messi in marcia, non avevano parlato, cercando di risparmiare le energie per continuare a correre. Avevano corso tutta la notte, ed ora che stava sorgendo l’alba un pallido sole tolse loro anche la protezione dell’oscurità. – Forse li abbiamo seminati – provò ad ipotizzare Jean senza però lasciar trasparire un sorrisino compiaciuto. – Forse, ma comunque prima dobbiamo raggiungere il confine con gli Urali, dopo di che una volta giunti nella Russia asiatica, avremo più possibilità di confonderci con la gente, e potrò riprendere in mano le redini della situazione – il discorso di Serena parve convincere il moretto, che annuì e rivolse il suo sguardo verso la sterminata steppa. – Forza Jean puoi farcela – si disse, - l’hai promesso

Questi pensieri rincuorarono il ragazzino, che assicurata la presa su Kate, che non accennava a mostrare segni di stanchezza, si rivolse a Serena – Beh che aspettiamo? Andiamo! – Serena sorrise. Sì avrebbe salvato i suoi figli ed il Potere. Lo avrebbe fatto anche per il suo uomo, il suo unico amore, Christian.

- Io so solo che quello che vi attenderà sarà la morte amici miei – una voce acida e possente si stagliò alle loro spalle. Erano caduti nella loro trappola. La voce dell’uomo spaventò a morte Serena, che si girò di scatto allibita a fissare il loro inseguitore. Li avevano trovati, anzi forse non li avevano mai persi, infatti li avevano lasciati scappare per poi incastrarli sul limitar della foresta. I fuggitivi erano stremati e dinanzi a loro si estendeva l’immensa steppa, dalla quale non avrebbero avuto protezione. Serena era paralizzata, non riusciva a muoversi, ma nonostante questo strinse a sé il piccolo ed iniziò ad indietreggiare. L’uomo che aveva parlato aveva un sorrisino compiaciuto che gli attraversava il viso chiarissimo, incorniciato da dei capelli violetti. Aveva vinto, anche questa volta; e con questa vittoria non riotteneva solo il controllo su Mosca, ma avrebbe anche conquistato il Potere.

- Bene, bene chi non muore si rivede…giusto Serena? – un’altra voce raggiunse quella dell’uomo dai capelli viola, una voce se possibile ancor più cattiva e terrificante. – H..ito – riuscì a balbettare Serena, che in quel momento sembrava aver visto il demonio in persona. – No. Non può accadere, l’incubo ritorna, e questa volta se la prenderà con i miei figli…non posso permetterlo – pensò Serena.

- Voi non li avrete MAI! – urlò una voce accanto alla donna. Jean. Il moretto dopo essersi ripreso aveva deciso di lottare, non solo per sé, ma anche per i suoi amici, per i due fratellini, per Christian e Serena, che ormai considerava la sua famiglia. Il ragazzino guardò con occhi di fuoco gli uomini davanti a lui, come se questo bastasse per incenerirli all’istante. Poi qualcosa accadde.

Il bambino in braccio alla madre si girò verso Jean allungando verso di lui la sua piccola manina; Serena non capiva, Kate guardò il fratellino perplessa, mentre l’uomo chiamato Hito ed il suo compare diedero l’ordine ai cecchini di non muoversi, entrambi aspettavano di vedere se era tutto vero. Jean si avvicinò al bambino e non appena le minuscole dita del neonato toccarono il volto del moretto, dalla tasca di quest’ultimo fuoriuscì un potente fascio di luce, che rivelò nel cielo dell’alba una maestosa fenice infuocata, che emetteva luce propria. Era una cosa mai vista, quella creatura si librò in aria per poi lanciarsi in picchiata verso il suoi nemici, troppo spaventati per reagire; chi provò a spararle si ritrovò a vedere il proprio colpo rimandato indietro ad una velocità incredibile. Poi ad un certo punto iniziò a sputare fuoco sia dal becco dorato sia dalle ali vermiglie. Stava difendendo i fuggitivi, stava proteggendo il suo padrone: il neonato.

Hito ed il suo compagno si rifugiarono dietro degli alberi, mentre molti cecchini venivano investiti da quelle potenti fiammate; entrambi sapevano cosa stava succedendo, ed era la prova che la profezia era vera, a questo punto dovevano solo farla avverare secondo le loro intenzioni.

Mentre regnava questa gran confusione, Serena prese per mano Jean facendogli intendere che dovevano approfittarne. Così ripresero a scappare, mentre la fenice improvvisamente scomparve lasciando dietro di sé solo alberi bruciati e alcuni corpi carbonizzati. Sembrava tutto finito, tuttavia se è vero che il destino è scritto per tutti, e che non si può cambiare il corso degli eventi, allora la morte non aveva ancora finito il suo compito, per quel giorno. Mentre i primi raggi del sole iniziavano a colpire il freddo scenario russo, una donna con in braccio un neonato, ed un ragazzino con una bambina tra le braccia stavano cercando di guadagnare terreno, rispetto ai loro inseguitori. Nessuno si chiedeva cosa fosse successo, come avesse fatto quella fenice ad uscire dalla trottola blu, ma di una cosa Jean era certo: era stato il bambino a far apparire la creatura dopo avergli sfiorato la fronte. Infatti aveva avvertito un calore fortissimo all’altezza della tasca nel momento in cui il piccolo gli aveva toccato la fronte. – Che quel piccolo avesse dei poteri particolari? – si chiese il moretto mentre correva. Ad un tratto però l’incubo tornò, come una mano nera che non aveva stretto ancora tutte le sue vittime. Ci fu uno sparo, e Jean sentì le sue gambe cedere, un dolore atroce lo fece cadere tra la neve, mentre con le braccia cercò di alzare Kate per impedire che si facesse male. Lo avevano colpito. Stranamente da quello che si era immaginato, non aveva paura, nonostante ora giacesse a terra con la schiena  piena di sangue. Doveva fare presto. Serena non appena udì lo sparo sopraggiunse, e guardò preoccupata il suo angelo custode. – No…Jean…no…non lasciarmi anche tu… - era disperata, e Jean fu felice di vedere una persona così preoccupata per lui, forse perché lui l’affetto non lo aveva mai ricevuto da nessuno. Serena e Christian erano stati i primi, e gli ultimi. – Signora Serena, non si preoccupi per me, prenda Kate e la trottola e scappi, io cercherò di rallentarli – disse coraggiosamente il moretto cercando di sopprimere una smorfia di dolore. – Non posso lasciarti qui Jean – urlò la donna, ma lo sguardo del moretto non ammetteva repliche. Così prese in braccio la bambina, che iniziò a piangere non appena lasciò le gracili braccia del suo amico, mentre Jean tirò fuori dalla tasca la trottola, per poi metterla fra le dita del maschio, dicendo – Su bambini ora tocca a voi…sono certo che diventerete grandi e forti…e…ci rivedremo. – quelle ultime parole fuoriuscirono involontariamente dalla bocca di Jean che capì che quello era un addio. Serena lo guardò un’ultima volta prima di iniziare a correre lungo la steppa. Jean si accasciò al suolo, almeno ora poteva riposare…no. Doveva rallentare la corsa di Hito, almeno fino a quando gli sarebbe stato possibile. Stava per rialzarsi quando all’improvviso cadde perdendo i sensi.

Serena correva, ormai le gambe le dolevano da un pezzo, e forse era solo l’amore per i suoi figli che la spingeva a correre. Jean. Il pensiero del ragazzino le rimase fisso nella mente, non riusciva a credere che gli avessero sparato, che lui non fosse lì con lei, lui che aveva salvato sua figlia, e a cui il suo uomo aveva dato tanta fiducia. La donna pianse mentre stringeva a sé entrambi i fratelli. Diversi nell’aspetto, ma speculiari. Facce opposte di una stessa medaglia che regola l’armonia. Inoltre ora aveva scoperto che era suo figlio il custode di un dei Poteri, e questo significava che Hito voleva lui. Continuando a correre non si accorse di alcuni sassi smossi e così cadde a terra ferendosi alle ginocchia. Una smorfia di dolore le attraversò il bellissimo volto. Doveva alzarsi, ma quando gli occhi le caddero sul terreno dinanzi a lei il suo cuore ebbe un colpo: ombre. Il sole alle sue spalle rifletteva l’immagine di alcune ombre sopra di lei: erano loro. Spaventata di girò, e rimase a fissare con sguardo truce Hito ed il suo braccio destro che le erano a meno di due passi di distanza, e dietro di loro una decina di cecchini.

– Hai provato a scappare maledetta, ma è stato inutile. Quanti altri morti ci dovranno essere prima che tu ti decida che le mie volontà sono ordini? – la voce sprezzante di Hito non scalfì minimamente la donna.

- Forse sono ordini per i tuoi scagnozzi, caro Hito, ma non per me o tuo figlio. Christian sapeva che razza di uomo fossi e soprattutto che razza di uomini avessi ai tuoi piedi – e con questo guardò l’uomo accanto al suocero. – ed è per questo che si è preso Mosca e con essa il monastero dove quel pazzo conduceva esperimenti su dei bambini! – la rabbia di Serena era incontenibile. – Basta Serena, ora che sappiamo che ciò che cerchiamo è racchiuso nel tuo piccolo pupillo, non avremo più bisogno di fare esperimenti. Quindi dammi i bambini! – e con questo l’uomo alla sua sinistra le strappò i fratelli dalle braccia, mentre la donna urlava disperata. – No.. maledetto schifoso, lascia i miei figli, loro non ti appartengono! – urlò Serena, cercando di divincolarsi dalla presa di uno dei cecchini che l’ aveva immobilizzata. – Oh…ne sei sicura? – disse Hito dando la bambina al suo compagno e tenendo tra le mani solo il maschio. – Tu sarai la mia arma per la conquista del mondo, diventerai un ottimo cacciatore, il migliore del mondo e possiederai il Bit-Power più antico del mondo, la Fenice – la risata dell’uomo era fastidiosa, ma finì non appena il bambino lo guardò con uno sguardo che fece rabbrividire il vecchio. – No…quegli occhi no… - disse Hito, per poi abbassare lo sguardo su Serena ancora immobilizzata dal cecchino. Avevano gli stessi occhi. Ogni giorno quegli occhi gli avrebbero ricordato quella donna…

- Non importa se hai i suoi occhi, tu non conoscerai mai tua madre, piccolo bastardo, puoi starne certo – disse Hito come se il bambino potesse capirlo. – Ti sbagli – disse Serena con un tono deciso. – Potrai educarlo come un cacciatore, potrai non fargli sapere la verità sulla vita dei suoi genitori, ma lui crescerà e diventerà come suo padre, non sarà mai come te, perché metterà prima l’amore e l’amicizia rispetto al potere, lui non sarà mai come te, e anche se non mi vedrà io sarò sempre con lui pronta a difenderlo!  – urlò con tutto il fiato che aveva in gola. – Se lo dici tu…allora…difendilo ora – e detto questo l’uomo dai capelli viola estrasse un pugnale finemente decorato e lo passò sulla schiena delicata del bambino, che si dimenava furiosamente. Serena era allibita. – Non puoi fargli questo…sei un mostro!! – urlò,  - ah si…allora ascolta il suo lamento e vai a raggiungere il tuo Christian! – e con questo il cecchino dietro di lei la pugnalò allo stomaco e al petto. Era finita. La giovane donna sentì un dolore lancinante in tutto il corpo e sentì il sangue salirle alla gola. Cadde al suolo coperta di sangue e l’ultima cosa che vide fu lo sguardo disperato dei suoi figli e l’urlo del suo maschietto. Ora udiva il suo grido. Finalmente ne aveva sentito la voce. Con questi pensieri si accasciò, mentre Hito, Vorcof e i cecchini si allontanarono, tornando alle moto-neve.

- Crescete e diventate forti…io sarò sempre con voi…veglierò su di voi e vi proteggerò sempre…vi amo…Kate…Kai. Poi fu tutto buio.

 

Poco più lontano anche un’altra vita abbandonò il mondo, la vita di un ragazzino, una vita che doveva ancora svilupparsi, una vita che doveva ancora essere vissuta. Jean chiuse gli occhi, voleva scegliere lui l’ultima immagine da vedere prima di morire, e tra tutte le scene più belle una sola valeva di essere scelta: in uno scenario ghiacciato, alle spalle del Cremlino c’erano tante persone una accanto all’altra, tra questi un uomo alto con i capelli ramati e gli occhi del ghiaccio, che stringeva a sé una donna bella come una dea delle nevi, con i capelli argentei e degli splendidi occhi ametista, e accanto a loro lui, il piccolo Jean che sorridendo teneva in braccio due bambini: un maschio e una femmina, lei identica al padre, e lui alla madre: Kate e Kai Hiwatari.   

 

 

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Capitolo 2
*** La Grande Notizia ***


Era una bella giornata di sole, l’aria era calda, resa insopportabile anche a causa di un’afa che toglieva il respiro

Ciaooooo, grazie x aver letto il mio prologo…sono stata molto contenta (Thank you – basta Max!!!) cmq questo come anche probabilmente i prossimi due capitoli saranno di transizione, ma serviranno per spianare il terreno per…scsate ma se ve lo dico che leggete a fare?? Grazie ankora e continuate a seguirmi!!

 

La Grande Notizia

 

Era una bella giornata di sole, l’aria era calda, resa insopportabile anche a causa di un’afa che toglieva il respiro. In una giornata così la cosa migliore da fare sarebbe stata quella di non uscire da casa, rimanere fermi, evitare di agitarsi troppo a causa del gran caldo, ma lei non ci pensava nemmeno. Hilary percorse a passo veloce e sicura le varie strade che ormai ricordava troppo bene. Per alcuni anni aveva in pratica vissuto in quella zona, e quindi aveva imparato a muoversi con disinvoltura in quel quartiere. La giovane ragazza si diresse decisa verso il dojo dei Kinomiya, verso la casa del suo amico Takao. Era da tanto che non vedeva il giovane campione, nonché suo migliore amico, ed era impaziente di rivederlo.  

Mentre correva a perdifiato per i vicoli, la ragazza fu assalita da una moltitudine di ricordi, che la investivano come un fiume in piena, ormai le capitava spesso, soprattutto quando si avvicinava quel periodo dell’anno, e così mentre correva, la sua mente iniziò a ripercorrere velocemente alcune esperienze del passato…

 

Hilary era rimasta scioccata…possibile che da delle comunissime trottole potessero uscire delle creature fantastiche dai poteri sbalorditivi??

-E’ assurdo…- commentò la ragazza mentre dalla trottola azzurra di Takao usciva un enorme drago azzurro…non aveva mai visto niente di simile.

Da allora la sua vita era cambiata. Takao l’aveva trasportata nel fantastico mondo del beyblade e lei ne era rimasta affascinata…adorava quello sport, e soprattutto era da quando aveva incominciato a frequentare Takao e i suoi amici che la sua vita aveva preso una strada decisamente avventurosa!

Le battaglie contro il team Psico, contro la squadra degli Scudi Sacri, che poi si erano dimostrati loro amici, il torneo contro Zeo, e…la BEGA.

 

Un brivido percorse la schiena della ragazza al solo rievocare con la mente le sfide del torneo Justice 5, la competizione durante la quale i G-Revolution avevano dato prova di essere davvero una squadra e avevano combattuto per difendere il proprio mondo e i propri ideali.

– Comunque – pensò la brunetta, - non ho solo vissuto delle incredibili avventure, ma ho anche fatto amicizia con delle persone straordinarie, e una in particolare…mi ha scaldato il cuore. Un sorriso si accentuò sulle labbra della giovane sedicenne, che ormai non faceva altro che pensare a lui. Di tutti gli amici di Takao, lui era di certo quello più strano, sempre avvolto in un alone di mistero, sempre serio ed impassibile, e purtroppo sempre con un solo obbiettivo…quello di battere Takao.

Mentre la brunetta correva per le strade di Tokio, ad un certo punto si ritrovò a passare per il belvedere, punto di ritrovo dei BBA durante i campionati del mondo. - Quanti bei ricordi si annidano qui- pensò Hilary che intanto si era fermata a riprendere fiato. E, in effetti, ne avevano passate di avventure in quel posto, ma non era solo quello…era stato proprio lì che quattro anni prima si era presentata al giovane dranzerblaider amico di Takao, che da allora in avanti si era insediato nel suo cuore tagliandone un pezzo per sé.

- Basta con i ricordi Hilary, dacci un taglio – si disse la ragazza riprendendo a correre. Doveva smettere di pensare a lui, anche perché era del tutto inutile soffrire per un amore impossibile…o forse no?

Qualche minuto dopo la ragazza arrivò al dojo e si fiondò a gran velocità nella palestra, dove era certa, Takao e Daichi si stessero allenando. Quando aprì la porta scorrevole della stanza le sembrò di essere tornata indietro nel tempo.

 

“Uffa siamo alle solite pidocchio! – sbottò Takao ormai giunto all’esaurimento per la terza volta in una giornata. – Sono appena le undici di mattina e già ne ho abbastanza. Sei veramente un selvaggio…mi chiedo come mai ancora non ti sei deciso ad andartene in America da Max! – rinfacciò il campione del mondo al ragazzino di fronte a lui.

- Guarda che io non ho fatto niente, semmai sei tu che perdi subito le staffe, e comunque anche se sei il campione uscente, questo non ti autorizza a fare il presuntuoso – ribatté il ragazzino dai capelli rossicci, più piccolo di Takao di circa due anni.

-“Sono sempre i soliti” – pensò Hilary – non si sono neanche accorti della mia presenza, ma adesso gli faccio vedere io. Detto questo la ragazza si avvicinò ai due litiganti del tutto ignari e assestò una doppietta di pugni sulle loro teste, come non faceva da ormai troppo tempo.

- AHIA!!! – esclamarono all’unisono i due ragazzi volgendosi finalmente verso la loro ospite.

 

Takao rimase stupito nel vederla. Era cambiata parecchio in quell’anno che non si erano visti. Dopo la sfida Justice 5, i G-Revolution si erano sciolti e Takao era rimasto a Tokio, dove per i primi tre anni aveva frequentato il liceo con Hilary, ma in seguito ad una proposta di lavoro fuori città, il padre della sua amica dovette trasferirsi a Londra, dove ovviamente si trasferì tutta la famiglia Tachibana.

Ora davanti a lui si trovava una giovane ragazza con dei morbidi capelli castani che le scendevano armoniosamente fino alle spalle, mentre dietro erano leggermente più lunghi. Indossava un paio di jeans aderenti e una maglietta colorata con lo stemma della BBA. Poteva essere cambiata, ma una cosa in lei era rimasta immutata: i suoi occhi. Sempre lucenti, color cioccolato fuso, dolci e profondi.

Il ragazzo era felice di rivederla e anche Daichi lo era, anche se non lo avrebbe mai ammesso neanche sotto tortura. Quando due giorni prima la ragazza gli aveva telefonato per dirgli che sarebbe tornata in Giappone, e per restarci, i due ragazzi avevano subito ripreso ad allenarsi e a bisticciare come quando erano più piccoli.  

- Sei arrivata Hilary finalmente! – scherzò Takao alzandosi per abbracciarla. - Allora tutto bene a Londra? – le chiese tornando a sedersi con lei attorno al tavolino, mentre Daichi che non stava più nella pelle cominciava ad agitarsi furiosamente. – Insomma Takao si può sapere dov’è il prof.??!!! – sbottò il rosso, che stava perdendo la pazienza.

– Arriverà a momenti pidocchio, cerca di stare calmo – gli disse il dragoonblaider con indifferenza; così tutti e tre si sedettero ed iniziarono a raccontarsi quello che non si erano ancora detti: ricordi d’infanzia, i momenti salienti delle loro avventure, fino al momento dell’epilogo, la Justice 5; in quell’occasione era stata la loro grande amicizia a vincere, non i bey. Ora era tornata la tranquillità, e la BBA era rimasta chiusa per un anno, causa ristrutturazione e quindi era stato rimandato il quarto campionato del mondo di beyblade.

Hilary sorrideva e annuiva, anche se la domanda che più le premeva di fare all’amico, ancora non era uscita dalla sua bocca…

- Ehi ragazzi sono arrivato…uhm…ma tu sei Hilary! Bentornata! – la salutò il prof. K entrando nella palestra con il suo fedele computer. “Beh giusto in tempo per la grande notizia” – disse il ragazzo aprendo il portatile circondato dagli sguardi curiosi dei suoi amici. Ad un certo punto il prof. girò lo schermo verso i ragazzi, mettendo così in mostra una registrazione arrivatagli per e-mail: “E’ ufficiale prof. K, la BBA riapre i battenti e così tutte le migliori squadre del mondo sono invitate ad Helsinki per la cerimonia di apertura della nuova BBA, che inaugurerà la propria riapertura con un nuovo sensazionale torneo di beyblade, alla quale prenderanno parte non solo le squadre veterane, ma anche nuove squadre composte da blaider in gamba, e che spero daranno vita ad uno spettacolo memorabile. Il luogo d’incontro sarà all’aeroporto della capitale finlandese questo venerdì. A presto ragazzi.

 

Il discorso del presidente Daitenji lasciò sgomento nella stanza. Non era possibile…un nuovo campionato di Beyblade…Takao si alzò di colpo stringendo nella mano il suo inseparabile Dragoon, che sembrava ansioso quanto lui di scontrarsi contro nuovi avversari, e…anche non proprio nuovi. – Ma è fantastico!! Questa è la migliore notizia che mi potessero dare!! – l’entusiasmo del campione in carica fu contagioso, perché subito dopo Daichi si riprese dalla sorpresa alzandosi e puntando il dito su un punto indistinto davanti a lui dicendo: “Sii è arrivato il momento di dimostrare chi è il migliore…preparati Yuri Ivanov perché io ti distruggerò!! “ Detto questo il rosso si precipitò fuori dalla palestra per allenarsi, seguito dal professor K, che si preparava a nuove analisi e messe a punto. C’era davvero molto da fare per poter essere pronti ad una competizione di tale livello, e non c’era un attimo da perdere.

Takao e Hilary rimasero soli nella stanza, anche se in realtà la brunetta se ne era già andata da un pezzo, si era persa circa a metà del messaggio, quando il presidente aveva menzionato qualcosa circa le convocazioni. – Tutte le squadre migliori del mondo…tutte, quindi anche la… - un dolce rossore si propagò sulle guance della ragazza, al solo pensare a quelle splendidi iridi ametista che avevano il potere di estraniarla dal resto del mondo, facendola scivolare verso un oblio di infinita bellezza. Incantata la ragazza stava fissando un punto indistinto dinanzi a lei, mentre il suo amico la fissava divertito. – Come se lui fosse proprio lì pensò Takao seguendo lo sguardo dell’amica. – Si si, ci sarà anche la Neoborg, tranquilla… – finì per lei l’amico con voce saccente - …sempre che prima non ti venga un infarto a furia di pensare al nostro freddo russo dagli occhi color lilla.

- Ametista – disse la brunetta in un sussurro

- Cosa?

- Gli occhi – disse la ragazza con più convinzione – Gli occhi sono color ametista, non lilla. –

- Ah scusa, ma sai sei tu quella che si perde negli occhi di Kai, mica io! – le rispose Takao, che era chiaro ci prendeva gusto a prenderla in giro per quella sua cotta, anche se ovviamente non ne avrebbe fatto mai parola con nessuno. Lui e Hilary erano amici da tanto tempo, forse per un certo periodo aveva persino creduto di esserne innamorato, ma poi aveva capito che quello che provava per lei era pura amicizia, che le voleva bene, ma come amico. L’amicizia era reciproca e, infatti, fu proprio la brunetta a confessargli la sua cotta per il blaider russo, il giorno del ritiro dei BBA per il terzo campionato mondiale consapevole che poteva fidarsi di Takao.

- Venerdì…mancano ancora quattro giorni -  disse Hilary a bassa voce, mentre ripensava a tutte le volte in cui aveva incrociato lo sguardo magnetico del ragazzo

- No, ti sbagli mancano SOLO quattro giorni – la corresse Takao sorridendo.

 

Mao correva attraverso la fitta foresta senza fermarsi, non poteva riposarsi, doveva avvisare Rei e gli altri. Attraversò fiumi, paludi, un’intricata giungla nel cuore della Cina per poter giungere al suo villaggio, un piccolo insediamento protetto dalla foresta, una comunità del tutto estranea al mondo circostante, un villaggio sperduto e impossibile da trovare per chiunque non ne fosse un appartenete. La giovane ragazza dai capelli rosa arrivò in prossimità della cascata, dove i suoi compagni di squadra si allenavano costantemente giorno dopo giorno. “Per essere ottimi blaider, ma ancora prima per essere ottimi uomini, bisogna mantenere  la mente libera da ogni pensiero negativo e abbracciare la pace” queste erano le parole che ripeteva spesso loro il guru, nonché allenatore dei Baihutzu.

- Rei, Lai, Kiki Gao!!  - urlò la ragazza con tutto il fiato che aveva in corpo, rivolta ai quattro ragazzi che si stavano mantenendo perfettamente in equilibrio su una sola gamba ai piedi della cascata su degli spuntoni di roccia sporgenti, mentre i loro bey saltellavano in perfetta sincronia sull’acqua. “Quando si sta cercando di unire mente e corpo in un’unica entità sentire il proprio silenzio è fondamentale…” già un’altra regola che la ragazza avrebbe dovuto ricordare, perché non appena chiamò i ragazzi questi persero la concentrazione, e finirono dritti in acqua insieme ai loro beyblade.

- Ohi ohi – si disse Mao, che questa volta l’aveva combinata grossa, ma che nonostante tutto sperava di addolcirsi i ragazzi portando loro la grande notizia. Si avvicinò.

- Mao!!!!! – le urlò il fratello sbraitando e rosso dalla rabbia – Ma che ti è preso, non hai visto che ci stavamo allenando!? – le rinfacciò Lai uscendo dall’acqua insieme agli altri. – Uff che antipatico, non solo io ho fatto una corsa attraverso mezza foresta rischiando di farmi male, ma ha anche da ridire, valli a capire gli uomini! – pensò la cinesina fissando con sguardo truce il fratello.

- Dai lascia perdere Lai, ci riproveremo dopo – una voce suadente e serena di avvicinò ai fratelli rivelando così due splendidi occhi color ambra, un sorriso pacato e rassicurante. Rei.

Mao si incantò un momento a fissare il suo compagno di squadra del quale era innamorata da tantissimi anni. Lei non era stata molto esplicita circa i suoi sentimenti, ma era sicura di averglielo fatto capire in più di un’occasione, anche se non riusciva a spiegarsi il perché lui non le dicesse niente, né un si né un no. Che non se ne fosse accorto? Ha ragione Julia, per certe cose i maschi hanno gli occhi foderati di pelliccia – si disse la ragazza, incantata a fissare il corpo perfettamente modellato dell’amico: addominali scolpiti, pelle chiara e apparentemente delicata, fisico atletico, braccia muscolose e forti, lunghi capelli neri tenuti insieme da una coda e…i suoi occhi, sue pozze d’ambra nel quale si sarebbe voluta specchiare e leggere tutto l’amore che il drigerblaider provava per lei…peccato che quelli fossero solo i suoi sogni; la realtà era ben diversa. Lui la vedeva come una grande amica, e questo forse era la cosa peggiore.

Riscossasi dai suoi pensieri romantici, Mao si mise a fissare la busta che teneva fra le mani, nella speranza che il rossore sulle sue guance si attenuasse. – Beh è arrivata questa dal presidente Daitenji poche ore fa, dicono che è urgente. Io non l’ho aperta. – disse la giovane ancora più rossa consegnando la busta a Rei, che la prese visibilmente emozionato.

- No, non è possibile – disse non appena l’ebbe letta. – Che cosa c’è? – chiese Lai – su avanti non tenerci sulle spine, dicci cosa c’è scritto! – insistette quest’ultimo vedendo il mutismo di Rei.

- C’è un nuovo campionato del mondo, e sarà venerdì ad Helsinki! – annunciò il ragazzo al massimo della felicità – Takao, Max, Kai il momento è giunto, ci scontreremo ancora…

 

 

…e ognuno di noi darà il meglio di sé ne sono convinto – sentenziò Max quando vide il videomessaggio del presidente. Il biondino si alzò dalla sua sedia e si diresse verso la stanza degli allenamenti del complesso settore PPB dove i suoi compagni di squadra Michael, Rick, Emily e Eddy si stavano allenando. Molte cose erano cambiate da dopo la fine del terzo campionato per la squadra americana; erano diventati più amici, non si consideravano più scienziati e compagni di team per dovere, ma compagni veri, legati da una profonda amicizia. Anche Rick si era inserito nel gruppo, e anche se le discussioni non mancavano si sentivano una vera squadra.

Il ragazzo dagli occhi cerulei passò accanto ad un grande vetrata da dove di vedeva l’oceano, blu, profondo ed interminabile… Mariam.  Ogni volta che vedeva il mare non riusciva a non pensare a lei, la distante ragazza degli Scudi Sacri con cui aveva instaurato una particolare amicizia, e che lui non poteva dimenticare. Non la vedeva dalla fine del secondo campionato del mondo, ma la cosa non lo sorprendeva più di tanto. Lei apparteneva ad un villaggio di antica stirpe, legato agli animali sacri, e quindi forse si era dovuta allontanare dal Giappone per poter completare qualche missione. Tuttavia qualcosa dentro di lui gli diceva che si sarebbero rivisti, e molto presto.

 – Sono certo che ci rivedremo ad Helsinki Mariam…ne sono sicuro – disse continuando a scrutare l’immensa distesa d’acqua.

 

Freddo. Gelo. Beh che ci si poteva aspettare da Mosca se non questo. Anche se l’estate era prossima la fredda capitale russa non si risparmiava, ma comunque a lui questo non importava molto. Lui era abituato al ghiaccio, era il suo elemento, la sua anima. Yuri si alzò dalla sua poltrona nello studio della Neoborg, in quello che era stato il famoso monastero Vorcof, ora esclusiva sede della squadra moscovita. Vorcof…al solo sentire nominare quell’uomo spietato il giovane russo si sentiva attanagliare da una morsa di morte, forse dalla stessa da cui si era salvato neanche un anno prima. Il suo risveglio dal coma era stato difficile, e sia lui che gli altri componenti dei Neoborg erano stati sicuramente i più danneggiati dalla sfida Justice 5, ma ora erano nuovamente lì, pronti per il nuovo campionato mondiale, e pronti significava vincere. L’ultima volta si erano classificati secondi, ma questa volta sarebbe stato diverso. Avrebbero dimostrato al mondo intero chi sono i campioni, lo dovevano a Mosca, ai bambini del monastero, ma soprattutto al loro coraggio. Non si erano mai persi d’amino, durante quegli anni bui e tetri, in cui avevano vissuto con affianco la morte in persona.  

- Certamente – pensò il capitano della squadra russa, - i ragazzi non sono ancora del tutto guariti, Boris ha ancora difficoltà a muovere gli arti, la mia testa è ancora debole, Serghiej non ha raggiunto il suo livello ottimale, ma è Kai a preoccuparmi…la sua schiena mostra ancora qualche problema, ma fortunatamente potrò contare su un valido aiuto. Sorrise al solo pensiero. Se per venerdì dovremo essere in Finlandia sarà meglio sbrigarsi con i preparativi. Detto questo Yuri si diresse verso la palestra dove il suoi compagni si stavano allenando.

 – C’è un nuovo campionato e quindi si parte fra quattro giorni…allora che ne dite? – disse con un tono che voleva sembrare impassibile non appena fu entrato nella grande stanza dove c’erano due sole persone che si stavano allenando. Storse il volto quando se ne accorse.   

- La tua era una domanda o un ordine? – chiese il solito Boris mentre stava sollevando dei pesi.

- Vedila un po’ come ti pare – si limitò a dire il rosso volgendo lo sguardo da un’altra parte.

- Il nostro solitario dov’è? – chiese il capitano non vedendo il blaider dell’aquila rossa nella stanza.  

- Secondo te? Lo sai che lui è un’anima libera, incapace di rimanere fra queste quattro mura – disse una voce che non stupì il rosso. – Già… ormai ti conosco Kai – si disse il rosso guardando verso la finestra.

 

Cavalcare Fiamma era sempre piacevole, aveva su di lui un effetto benefico, e anche se la dottoressa del monastero gli aveva espressamente ordinato di evitare di cavalcare a lui non importava. Gli piaceva correre con Fiamma attraverso la fredda steppa russa, passando per le foreste cristallizzate e vicino al piccolo laghetto nascosto nel folto della foresta.

Kai scese da cavallo stendendosi all’ombra di un grosso albero mentre la cavalla dal pelo nero come la notte nitriva poco distante dal suo padrone. Il ragazzo chiuse gli occhi lasciando che un delicato vento gli scompigliasse i capelli argentei, facendoli danzare secondo una melodia percepibile solo se si ascoltava con attenzione la voce del vento. Era piacevole, dopo un’intera mattinata passata ad allenarsi fermarsi per sentire il vento e cercare di dare sfogo ai propri pensieri. Da quando l’aveva saputo la sua mente non aveva fatto altro che rimuginare sullo stesso argomento: il nuovo campionato del mondo di Beyblade. Tuttavia c’era qualcosa che non gli era chiaro: “perché andare ad Helsinki, cosa centrava la capitale finlandese con la BBA, che aveva sede in Giappone? E poi perché tutto questo mistero? No c’era sicuramente dell’altro, era un sesto senso a dirglielo. Comunque a lui alla fine non importava se ci fossero stati altri motivi, lui doveva preoccuparsi di battere tutti i suoi avversari, in particolare Takao, con lui aveva ancora una partita in sospeso. Non sapeva se ci sarebbero stati anche Garland o Brooklyn, ma tutto sommato gli era del tutto indifferente, avrebbe disintegrato chiunque si sarebbe frapposto fra lui e la sua tanto agognata vittoria. – Niente mi fermerà…niente.    

 

“Allora siamo pronti? Avete ben chiara la nostra missione o no? – Ozuma si rivolse ai suoi compagni con voce seria e autoritaria. – Siamo qui per fare il nostro lavoro e lo faremo bene, non possiamo fallire, siamo intesi?! – la voce del capitano degli Scudi Sacri riecheggiò nella stanza del grande magazzino abbandonato, dove i suoi amici lo ascoltavano con attenzione. La missione era rischiosa, pericolosa, ma loro non si sarebbero fermati, dovevano fare ciò per cui erano stati convocati, e questa volta non ci sarebbero stati incidenti, nessuno doveva soffrire…

- Siamo con te capitano, vedrai che andrà tutto bene – rispose Dunga mettendosi una mano sul cuore in segno di fedeltà.

- Si, e mi raccomando niente coinvolgimenti sentimentali, mi sono spiegato? – disse Ozuma volgendo lo sguardo verso l’unica ragazza del gruppo che stava fissando con occhi spenti il suo bey. – Mi sono spiegato Mariam? – ripeté il giovane avvicinandosi alla ragazza dai lunghi capelli blu come l’oceano e dagli occhi verde smeraldo. La giovane si limitò ad un cenno del capo, cercando di nascondere il viso rigato di lacrime ormai prosciugate con i suoi capelli scuri.

- Bene, perché sai che potrebbe essere pericoloso. Teniamo gli occhi ben aperti – finì Ozuma lasciando la stanza seguito da Dunga e Jessie che si stavano dirigendo verso l’aeroporto. – Oh Max… - disse in un sussurro strozzato la giovane prima di allontanarsi insieme ai suoi amici.

 

“Come sono sciocchi questi umani…si interessano per uno stupido gioco fatto con delle trottole in plastica e metallo, ridicolo!” – disse l’essere che si era appena materializzato vicino ai suoi compagni sull’alto O’Connell Bridge di Dublino.

- Beh di che ti stupisci, questi sono umani, esseri inetti e volgari, ma comunque non ti devi preoccupare, perché presto questo mondo sarà nostro – rispose una ragazza di una bellezza demoniaca, con una lucida pelle ambrata, con degli splendidi occhi vermigli e lunghi capelli lisci neri. La giovane indossava un corto top a monospalla nero intrecciato da dietro, con un paio di leggins neri e una minigonna dello stesso colore. La sua voce, suadente e maledettamente incantatrice donava alla sconosciuta un aspetto assolutamente provocante e irresistibile.

- Sarà come dici tu Samantha, ma mi spieghi come faremo a partecipare al torneo se non sappiamo neanche lanciare queste cose di plastica! – si intromise una terza voce, che aveva le sembianze di un giovane alto e perfetto in ogni sua cellula: un dio lo si sarebbe potuto apostrofare; alto biondo con gli occhi glaciali e una voce fredda come l’inferno ghiacciato dal quale provenivano.

- Non ti agitare troppo Ares, chi ti dice che non li sappiamo usare? Con la magia saremo i migliori in assoluto, anzi ti dirò di più, decideremo noi le sorti degli incontri, infatti grazie al nostro potere speciale nessuno ci batterà. – sentenziò la quarta e ultima figura del gruppo, una ragazza dai corti capelli ramati che indossava un completo simile a quello dell’altra sua compagna, ma di colore blu notte.

- Astra ha ragione, e comunque noi non siamo qui per fare i campioni, ma per compiere la nostra missione. Questa volta vinceremo noi. Le pietre saranno nostre e con loro questo mondo! – finì il ragazzo dai capelli castano scuro che si era materializzato per ultimo.

 

 

Spesso quando le cose accadono si dice che è colpa del destino, e questa volta il destino aveva deciso diversamente per i nostri giovani blaider. Quello non sarebbe stato un comune campionato, e avrebbero imparato che il destino sono le persone stesse a scriverselo giorno dopo giorno

 

 

 

 

 

 

Un grazie particolare va a Lirinuccia e Lexy90, che sono state le prime due persone a lasciare un commentino…Grazie 1000! 

E ovviamente un grazie va a tutti voi che avete letto la storia (bravi avete avuto coraggio) Hihihi…cmq spero che continuiate a seguirmi!!!!  Bye!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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Capitolo 3
*** Interessamenti ***


Capitolo 3: il torneo inizia

Ciaoo sono tornata! (Noooooo starete pensando) hihi, cmq passiamo alle cose serie…uhm….QUALI COSE SERIE???skerzo allora, grazie al ponte di tutti i santi staremo a casa qualche giorno, e così avrò il tempo di aggiornare il quarto capitolo…che dire…buona lettura!!! E un grazie per esserci!  Un appello: Lenn Chan, dove sei????

 

Interessamenti

 

L’Hotel Kamp si ergeva in tutta la sua maestosità in uno dei migliori quartieri di Helsinki, svettando verso l’alto quasi volesse raggiungere il cielo. – Caspita che posto! – esclamò Daichi seduto dietro a Takao, che intanto non la smetteva di guardare fuori dal finestrino del pullman incantato anche lui ad ammirare quella meraviglia. – Non si può dire che, anche stavolta, il presidente ci voglia trattare male – constatò Rei sorridendo.

- Sì, hai ragione – concordò Mao girandosi poi a guardare l’amica che le era accanto. Non aveva parlato molto. “Strano. Non è da lei. Chissà che le prende” – pensò la cinesina continuando a guardare preoccupata la brunetta al suo fianco. – Hila stai bene? – le sussurrò posandole una mano sul braccio, che fece rinvenire la sedicenne. – Si si Mao stai tranquilla – biascicò Hilary poco convincente. – Bah! Sarà. Comunque è meglio che ti svegli cara mia perché siamo arrivati all’Hotel!

- E non siamo sole – si intromise Julia seduta dietro le ragazze, che si sporse in avanti per poter parlare con loro più da vicino. – Russi a cavallo a ore nove! –

Hilary ebbe un sussulto al solo sentire il nitrito dei cavalli attraverso il finestrino; si voltò immediatamente verso i Neoborg, che erano appena scesi da cavallo con un viso stanco ma erano evidentemente soddisfatti della loro cavalcata. Istintivamente gli occhi della brunetta si posarono preoccupati sul giovane blaider dagli occhi ametista, che appariva più spossato degli altri. Nessuno se ne era accorto a parte lei: Kai aveva ancora problemi alla schiena a causa dell’incontro con Brooklyn che risaliva ad un anno prima. Non si era ancora ripreso del tutto, e sicuramente cavalcare non migliorava la situazione, ma non poteva di certo dirglielo. Loro due non avevano una confidenza tale per cui sarebbe parso normale che lei fosse preoccupata per la sua salute. No, non poteva fare nulla. “Forse se lo dicessi a Takao, lui potrebbe parlargli, dopotutto sono grandi amici…no stupida che ti salta in mente!” – si maledisse la giovane da sola. “Sai benissimo quanto Kai sia orgoglioso, e quanto non sopporti essere compatito o trattato come un malato, in particolare dai suoi amici.”

Persa nei suoi pensieri, non si accorse neanche che Mao e Julia la stavano chiamando invitandola a scendere. – Perdonami Hilary, ma dovremmo scendere – una voce delicata ma decisa si accostò alla brunetta distogliendola dalle sue riflessioni. Hilary si girò lentamente verso la persona che l’aveva chiamata incrociando il suo sguardo con degli splendidi occhi viola e blu. Crystal. – Si scusami mi sono incantata! – tentò di scusarsi la ragazza mentre si accingeva a prendere la sua valigia dal ripiano sopra i sedili. – Aspetta ti aiuto – si offrì la ragazza vedendo la brunetta in difficoltà. “E’ molto gentile “ pensò Hilary tornando a guardarla negli occhi. “Strano che una così sia finita fra i Neoborg, eppure c’è qualcosa che non capisco: come ha fatto a prendere il posto di Serghiej se la terza riserva russa è Ivan? O è davvero fortissima oppure…c’è dell’altro. Se fosse la fidanzata di Kai o Yuri o Boris la sua presenza si spiegherebbe da sola. Eppure…la complicità che condivide con Kai è evidente, basti pensare alla storia del cavallo…no non ci devo pensare, almeno non ora! – Hilary batté più volte le palpebre nel tentativo di scacciare quell’infinità di pensieri, mentre Crystal sorridendo scendeva dal pullman dove l’attendevano i Neoborg.

 

L’Hotel all’interno pareva ancora più grande rispetto a quanto non sembrasse da fuori. Un’ampia hall circolare si apriva come petali di rosa verso varie scalinate circolari in ottone, che portavano ai piani superiori. Un enorme lampadario di cristalli illuminava la stanza rifrangendo la luce in vari spicchi colorati che andavano a decorare i muri finemente dipinti.

- Allora ascoltatemi tutti – prese la parola il presidente Daitenji con un colpo di tosse. – Dunque, New Europa, più Raul e Kim degli F-Sangre al secondo piano – disse mentre Ralph e Raul prendevano le chiavi delle loro stanze e si dirigevano verso la direzione indicatagli dal consierge.

- PPB All Stars e Baihutzu al terzo, mentre Julia, Emily, Mao, Hilary, Mathilda e i BBA al quarto. In quanto ai Neoborg, voi avete il piano alto ragazzi! – detto questo il vecchio si allontanò, per poi voltarsi verso i ragazzi: “La presentazione sarà oggi pomeriggio alle sei nella Sala delle Conferenze. Vi aspetto. Ora riposatevi.”

- Sì, lo faremo grazie mille presidente – ringraziò Hilary mentre il presidente si allontanava.

- Uao! Sentito siamo insieme – esclamò Mao piena di felicità – proprio come quando siamo andate ad allenarci in montagna per la Justice 5!

- Già, però ora andiamo ho un sonno che potrei addormentarmi qui – sentenziò Emily non riuscendo a trattenere uno sbadiglio. – Si andiamo –

Così le ragazze si avviarono, trascinando i loro ingombranti bagagli su per l’ascensore, mentre Takao e Daichi si erano precipitati a gran corsa verso il ristorante dell’albergo. Rimasti soli nella hall, Yuri si rivolse a Crystal con tono duro – Non provare più a metterti contro di me signorina, siamo intesi?! –

Era evidente che la storia del cavallo non gli era andata giu. “Così è come se mi avesse scavalcato. Non potevo dirle di no, dopo che Kai si era intromesso.” Pensò il rosso mentre squadrava con occhio truce sia la ragazza sia Kai, che tremendamente impassibile fissava il proprio capitano negli occhi con un’espressione di rimprovero.

- In quanto a te Kai, mi fa piacere che rivedere i tuoi amici ti abbia ridato l’uso della parola, ma vedi di non prenderci l’abitudine. Sono ancora io il capitano e quindi preferirei non essere messo in ridicolo davanti ai miei avversari. – Yuri non voleva veramente sgridare i suoi due compagni, ma sperava che Crystal capisse il perché di tutto questo. In fondo lo faceva solo per lei…

- Su dai Yuri, adesso mi sembra che tu stia esagerando – si intromise Boris, che da quando Serghiej era stato rimpiazzato, si era preso lui l’incarico di spartiacque tra i due diamanti della squadra.

- No, lascia stare Bo, Yuri ce l’ha con me, anche se non ne capisco il perché – disse Crystal squadrando il rosso con tutta l’intensità che potevano creare i suoi occhi.

- Lo so che sei tu il capitano, ma in questo caso non si trattava di Beyblade, ma di me, vorresti forse dirmi che ciò che faccio deve dipendere da te come negli incontri di Bey? Spero che tu stia scherzando. – detto questo Crystal si allontanò di gran corsa verso la loro stanza seguita a ruota da Boris che cercava di farla ragionare.

- Ho esagerato – ammise sottovoce Yuri non appena la ragazza fu scomparsa dalla visuale.

- Direi di sì – Kai sembrava aver essersi risvegliato dal suo stato vegetativo, e guardando il suo capitano negli occhi gli disse con un tono glaciale – Sai bene quanto la ferisca essere controllata, come a tutti noi del resto. Stare a contatto con Mathilda e le altre non potrà che farle bene. Sei tu che dovresti smetterla di essere così quando si tratta di lei. – Detto questo il dranzerblaider lasciò la hall trascinandosi a fatica verso l’ascensore, mentre Yuri rimaneva inchiodato al centro della grande stanza a fissare Kai allontanarsi. - …e tu dovresti dimostrare ai tuoi amici quanto sei felice di rivederli e non tenerli all’oscuro delle tue condizioni.

 

La stanza dei Gigli dove alloggiavano le ragazze, era una delle più grandi e sontuose. Dava sul cortile interno, che era ricoperto da una soffice coperta di neve, e mentre fuori alcuni bambini si divertivano a fare pupazzi di neve, Hilary e le altre osservavano meravigliate la stanza principesca in cui si trovavano.

Era grande, spaziosa, arieggiata, i cinque letti erano disposti su due file, e accanto ad ognuno c’era un piccolo comodino in legno di faccio chiaro. C’erano due bagni in fondo alla camera, entrambi azzurri, con le mattonelle a mosaico in certi punti, e grandi specchiere luminose. Era tutto perfetto. Julia si buttò sul suo letto distrutta. – Basta sono esausta. Adesso mi faccio una bella dormita, altrimenti non ci arrivo questo pomeriggio alla conferenza. – Sono d’accordo con te, un po’ di sonno non ci farà male – asserì Emily che era veramente stravolta. – Troppi fuso orario, mi sembra di non dormire da due giorni –

- Beh ragazze riposatevi, io vado a farmi un giro. Ci vediamo più tardi. – disse Hilary dirigendosi verso la porta. Aveva bisogno di stare un po’ da sola. Aveva bisogno di pensare. “Ogni tanto fa bene prendersi un po’ di tempo per se stessi” convenne la brunetta lasciandosi la sua camera alle spalle e dirigendosi verso le scale che l’avrebbero portata ai piani inferiori.

 

Hilary stava passeggiando per il cortile dell’Hotel ignara di essere osservata da dietro un albero.

- Allora che ne pensi? – disse il demone dai capelli castani rivolto alla bella ragazza dagli occhi vermigli con la quale stava spiando la sedicenne che si aggirava spaesata per il giardino.

- Non saprei, potrebbe essere interessante. A quanto sono riuscita ad apprendere lei è l’assistente tecnica dei BBA, la squadra in cui milita quel ragazzo a cui ho stretto la mano in aeroporto. Lui è uno di Loro, questo è certo, ma per sapere chi sono gli altri dovremmo sondarli uno per uno, e in questo la brunetta ci potrà essere utile. Gli Scudi Sacri non proveranno ad intralciarci, anche perché se intervenissero mentre sei in compagnia della ragazza sarebbero costretti a dare troppe spiegazioni, ed è proprio quello che vogliono evitare. Sì, divertiti pure con la ragazza, ma sta attento: si tratta pur sempre di un’umana. La sua mente è più debole e arrendevole della nostra. Fanne quello che vuoi, basta che ti porti agli Altri. –

- E tu invece come hai intenzione di procedere? Il ragazzo è rimasto inevitabilmente colpito da te – obbiettò Axel facendo un sorrisino a Samantha. Sapeva quanto l’amica potesse essere diabolica. 

- Questi sono affari miei – ribatté il demone dagli occhi vermigli. – Comunque, se voglio arrivare al Suo Potere dovrò prima capirne tutti i punti deboli. –

- Guarda che non devi giustificarti con noi Samantha – una voce si aggiunse alla conversazione, una voce familiare ai demoni, che però non si voltarono. – Astra! Quante volte ti ho detto di non materializzarti così all’improvviso. Qualcuno potrebbe vederti! – la rimproverò Axel girandosi verso la ragazza appena materializzata.

- Su quanto la fate lunga…sono venuta a riferirvi un’importante scoperta. Ares ne ha individuato un altro. Si tratta di un certo Rei Kon, della squadra cinese. Ora lo sta seguendo. –

- Perfetto, di ad Ares di non mollarlo. Che lo seguisse lui. Tu invece? – la domanda di Samantha non mosse affatto la ragazza, che si limitò a fissarla senza un’espressione gelida.

- Non ne ho individuato nessuno, ma nonostante questo ho incrociato gli Scudi Sacri, e penso mi abbiano riconosciuto – riferì la giovane seguendo con gli occhi l’assistente tecnica dei BBA che intanto era uscita dall’albergo, e si era immersa nel cuore di Helsinki.

- E lei? – chiese il demone ai suoi compagni intuendo che la stavano spiando. – Axel pensa che lei possa portarci al Loro Potere – l’informò Samantha alzandosi e volgendosi finalmente verso Astra.

- Beh Axel, ti lascio campo libero, fai ciò che vuoi, ma ricorda: dobbiamo ottenere i loro cuori prima che il Custode si risvegli. – detto questo Samantha se ne andò, dirigendosi a passo deciso verso il ristorante…

 

- Sei sempre il solito Daichi! – sbottò spazientito il campione del mondo dopo che il rosso aveva mangiato l’ultima fetta del polpettone. – Quella era mia!!! – sei sempre il solito ingordo! -

- Senti chi parla, sei tu che hai iniziato – sbottò il piccoletto, mentre era evidente che lì si stava per scatenare una tempesta.

- Ciao Takao – una voce melodiosa e angelica distrasse il dragoonblaider dalla discussione e nel girarsi verso il suo interlocutore, non potè evitare che il suo cuore accelerasse i battiti. Era Samantha. – Ehm…ciao Samantha – balbettò il moretto mentre si alzava di scatto dalla sedia per far posto alla ragazza. – Ehm…vuoi niente? Ti posso ordinare qualcosa? – domandò il ragazzo, mentre Daichi lo fissava incredulo con la bocca spalancata dalla sorpresa. “Takao che offre da mangiare ad un ragazza. Takao che balbetta? Takao innamorato? Questo è assurdo” pensò mentre Samantha accettava gentilmente l’invito di Takao. Così il campione del mondo si allontanò, lasciando la ragazza e il rosso soli.

- Tu sei un suo grande amico? – gli chiese la giovane rivolgendosi a Daichi, che improvvisamente divenne rosso come un estintore. – Si si…comunque siamo anche compagni di squadra! –

- Sì lo so – rispose divertita la ragazza, mentre intanto stava cercando di entrare nella sua mente, ma invano. Era come se ci fosse un muro invalicabile. E questo poteva significare solo una cosa “Bingo! Se non riesco ad entrare nella sua testa, questo significa che non è un comune umano, quindi ne ho trovato un altro” pensò sorridendo al giovane che continuava a parlare come un fiume in piena delle cose più disparate. “Fatelo star zitto o lo uccido” si disse la ragazza, poco abituata al rumore e alla chiacchiera.

Fortunatamente per lei Takao arrivò portando con sé un vassoio con ogni prelibatezza possibile.

- Eccomi, spero di non averci messo tanto. Buon appetito a tutti! -

- Sì, anche a te – gli rispose la ragazza strizzandogli l’occhio e prendendo una fetta di polpettone.

 

- Su Ares vieni con noi, così poi andiamo insieme alla conferenza – gli chiese Mao mentre lei si stava dirigendo con Lai, Rei e i PPB a fare un giro per l’Hotel e in particolare per la palestra super attrezzata. – Ok, come vuoi tu – asserì il giovane dai capelli dorati avvicinandosi al gruppo. “Sono proprio sciocchi, ma in fondo sarà divertente…” pensò il demone mentre si accingeva ad iniziare una piacevole conversazione con Rei e Max circa il beyblade. “E siamo a due”.

 

Hilary passeggiava per le strade di Helsinki guardando con curiosità ogni vetrina e ogni via. Le piaceva quella città, le infondeva un senso di tranquillità, inoltre percepiva la magia sgorgare da ogni parte. “E’ una città così bella, fredda, ma in cui batte un cuore tanto caldo. La gente è così cordiale, gentile, sì mi piace molto” riflettè mentre i suoi occhi marroni ad un certo punto si posarono sul grande campanile che svettava verso l’alto. – Le cinque e mezza! Cavolo, non me no sono neanche accorta! – disse la ragazza, ricordandosi della conferenza delle sei.

- Devo tornare subito in hotel, avevo l’incontro con Takao alle cinque e venti davanti alla hall -

La ragazza si girò di scatto, ma nel voltarsi, quasi le mancò il respiro, mentre un senso di dispersione si faceva strada a gran velocità dentro di lei. “Dove sono? Non ricordavo che la strada principale fosse questa…da che parte si va?” Il panico attanagliò la brunetta, che non poteva neanche chiedere spiegazioni a qualcuno, visto che non si vedeva anima un’anima viva per le strade. Era come se improvvisamente nel mondo ci fosse solo lei “Certo a quest’ora saranno tutti davanti alla tv per vedere la conferenza. E ora che faccio?”

La sensazione di essersi persa in una città tanto grande, e dove per di più non conosceva nessuno le fece salire i brividi lungo la schiena. “Non mi sono neanche portata il cellulare, avevo in mente di farmi una piccola passeggiata nelle vicinanze dell’albergo, ma devo essermi allontanata, e non mi sono neanche resa conto del fatto che fossero trascorse già più di quattro ore. Ma com’è possibile?”

Improvvisamente percepì qualcosa di freddo sulla testa, come una goccia di acqua gelida. Alzò gli occhi verso il cielo, completamente assediato da scure nuvole, e da cui piovevano incessanti cristalli ghiacciati. Neve.

“Caspita che fortuna! Mi mancava proprio la neve” esclamò la sedicenne, mentre iniziava a sentire freddo. La sensazione di essersi persa non faceva altro che accentuare il freddo e con esso la sua disperazione. Improvvisamente sentì le gambe cederle per la paura. Un atroce dolore alla testa la fece barcollare. Si era persa. Era buio, e oltre al freddo era sola…Le lacrime iniziarono a sgorgarle veloci dagli occhi, andando a invadere quel bel viso “Kai, dove sei…” pensò prima di accasciarsi sul suolo ghiacciato; tuttavia il contatto col ghiaccio non arrivò. Delle forti braccia la sostennero e la aiutarono a tirarsi su. “Non posso crederci è un sogno…Kai mi ha trovata, e in questo momento mi sta tenendo fra le braccia…è troppo bello per essere vero” La brunetta, sostenuta con delicatezza, sentì forse per la prima volta nella sua vita come se il tempo non esistesse. Avrebbe voluto restare così per sempre. Lì, abbracciata al ragazzo che amava da sempre. Lì con lui.

 

- Forza su cerca di svegliarti! – disse Axel scuotendo la giovine che teneva fra le braccia. La ragazza era svenuta subito poco dopo che lui l’aveva soccorsa. “Forse ci sono andato un po’ pesante” pensò il ragazzo, che intanto fissava preoccupato la ragazza priva di sensi. “Samantha aveva ragione. Gli umani hanno una mente più debole. E’ bastato poco per renderla indifesa; comunque non sento la Loro aura quindi si tratta veramente di una semplice umana. Un’umana molto carina.” L’ultimo pensiero fece sorridere il demone, che si ritrovò a ridere in mezzo ad una strada vuota e gelida. “Beh allora sarà più facile.”

Axel tornò a posare gli occhi sulla giovine, che intanto, stretta a lui, stava cominciando a riprendere coscienza. La sedicenne aprì gli occhi, pronta ad incrociare lo sguardo ametista del suo salvatore.

“Occhi di un verde smeraldo, ma…non è Kai…” pensò la ragazza, cercando di mettere meglio a fuoco l’immagine. Era confusa, credeva di essere svenuta fra le braccia del blaider russo, e adesso non sapeva più cosa pensare. Era forse in pericolo? No gli occhi che la guardavano erano puliti, limpidi, ma diversi. Era strano, ma era quasi certa di aver già visto quello sguardo.

- Ma…chi sei? – riuscì ad articolare con difficoltà la ragazza cercando di non apparire troppo spaventata.

- Il mio nome è Axel, ti sei sentita male, riesci a metterti in piedi? – la voce del ragazzo era qualcosa di assolutamente armonioso; era come se la sua voce danzasse leggiadra fra i cristalli di neve, che dolcemente si posavano sul suo viso. – Axel – ripeté la ragazza iniziando a ricordare. “Ma certo! E’ uno degli Obscuras” capì la giovane mentre si rimetteva in piedi distaccandosi dalla presa del giovane blaider.

- Si può sapere che ci fai in giro da sola per le strade buie di Helsinki? Sei un’incosciente! Poteva succederti qualcosa. – le parole di Axel erano dure, ma il suo non aveva l’aria di essere un rimprovero.

- Ecco, è che…mi sono persa, credevo di aver seguito la strada principale, ma poi mi sono ritrovata in una zona che non conoscevo, così…

- Non fa niente dai, lascia stare. L’importante è che non ti sia successo niente. Ora però sarà meglio che ci avviamo verso l’Hotel, io avrei una conferenza alle sei – detto questo Axel si tolse la giacca nera e la fece indossare a Hilary per ripararla dalla neve, che le aveva inumidito i vestiti.

La ragazza rimase stupita dal suo gesto. Non se lo aspettava, ma d'altronde cosa non si poteva aspettare? Quel ragazzo era letteralmente piovuto dal cielo, e lei gli era molto grata per tutto.

Poco dopo i due arrivarono davanti ad una stupenda moto nera e rossa, e lì Axel porse un casco integrale nero alla giovane, che si trattenne dal prenderlo – Beh ti aspetti per caso di arrivare in albergo a piedi? Non è esattamente vicino. Su salta a bordo! – le disse il ragazzo salendo agilmente sulla moto dopo aver indossato il casco.

La sedicenne salì sulla moto e nel mettere le braccia intorno al busto del ragazzo provò un’emozione fortissima, come se al di fuori del gelo che imperversava lei stesse scoppiando di caldo. – Tieniti forte capito?! – le disse il ragazzo mentre metteva in moto, per dirigersi con la ragazza verso l’Hotel Kamp.

Hilary si strinse ancora di più al corpo del ragazzo, e appoggiò la testa, coperta dal casco sulla sua schiena. Si sentiva protetta, al sicuro…che strana sensazione…

 

- Diavolo, perché non se lo porta mai dietro il telefonino! – urlò Takao al vuoto, mentre aspettava l’arrivo della sua amica davanti alla hall insieme a tutti gli altri ragazzi. Il giovane dragoonblaider era molto preoccupato e non la smetteva più di mandare calci furiosi alla neve, che per tutta risposta si spargeva per terra pronta a essere presa a calci ancora una volta.

- E poi spiegatemi una cosa – chiese infuriato alle ragazze che si trovavano con lui – Come è possibile che nessuna di voi sia andata con lei! – la preoccupazione del ragazzo era ben visibile, ma anche Mao e le altre non scherzavano. – La verità è che dopo aver mangiato qualcosa, alcune di noi si sono buttate sui letti, mentre altre sono andate a farsi un giro per l’Hotel – disse Julia, che cercava di far calmare Takao, anche se con scarsi risultati. Nonostante la spiegazione della blaider spagnola, Takao non accennava a calmarsi. Improvvisamente si udì un rumore di zoccoli di cavallo avvicinarsi, e tutti si voltarono per veder arrivare Crystal in sella ad Astro che stremata per la corsa scuoteva la testa sconsolata, assestando nel cuore del campione in carica un forte fendente. – Niente, non l’ho trovata da nessuna parte. Ho perlustrato tutta la zona intorno all’albergo, ma niente, deve essersi allontanata, e poi deve aver perso l’orientamento. Mi dispiace Takao” Le sue parole erano incrinate, come se cercasse di non piangere, e guardava i presenti con occhi lucidi, come se durante la ricerca avesse pianto.

- Spero solo che stia bene – disse Max guardando verso l’orizzonte che si prostrava dinanzi a loro.

- Tra un po’ dovremo iniziare la Conferenza. Che facciamo? – chiese Ralph guardando Takao che gli dava le spalle, e si limitava a fissare il terreno bianco.

- Io vado a cercarla. Ditelo voi al presidente. Perlustrerò Helsinki da cima a fondo, finché non l’avrò trovata.-

Detto questo Takao fece un passo in avanti, ma non riuscì a proseguire, poiché la presa che Samantha gli impresse sul braccio glielo impedì. – Non essere sciocco, non riusciresti mai a trovarla, anzi rischieresti di perderti anche tu, e non voglio che succeda, siamo intesi!? – lo sguardo duro della sedicenne arrestò il ragazzo, che per un momento rimase lì a guardarla, prima di girarsi verso l’uscita e urlare disperato, mentre alcune delle ragazze iniziavano a piangere sconsolate.

- Spero solo che almeno abbia incontrato Axel – disse la ragazza degli Obscuras dai corti capelli ramati.

Gli sguardi di tutti si posarono immediatamente su di lei. – E chi sarebbe questo Axel? – chiese Rei alla giovane, che lo fissava impassibile. – Axel è il nostro quarto blaider, e oggi doveva andare a ritirare la moto alla stazione. – concluse per lei Ares, con cui Rei aveva già avuto modo di parlare. - E’ la nostra unica speranza… - disse Takao, che cercava di trattenere le lacrime, mentre Samantha gli posava una mano sulla spalla per infondergli coraggio. “Forza Axel, quanto ci metti?” pensò Samantha che si sarebbe messa a ridere dal divertimento che infondeva questa situazione. “Quanto sono ingenui, anche Loro infondo non mi sembrano degni del loro nome.”

All’improvviso Rei si girò verso i suoi compagni, e fu solo allora che si accorse dell’assenza di un altro blaider. – Yuri scusa, ma dov’è Kai? – chiese al capitano russo, che per tutta risposta non rispose.

- Ehm…lui…sta arrivando – cercò di mascherare Crystal, che intanto era scesa da Astro. Kai era stato molto chiaro: non voleva che i suoi amici venissero a sapere del suo problema alla schiena, e così aveva detto a Crystal di inventarsi una scusa plausibile, mentre lui andava a farsi controllare dal loro medico. Era stato Yuri ad insistere dopo che l’aveva visto stanco all’arrivo in Hotel. “Speriamo che se la sia bevuta” pensò la ragazza preoccupata sia per Kai, sia per Hilary…

Dopo alcuni minuti, che per Takao parvero interminabili, alcuni ragazzi cominciarono ad entrare e a dirigersi verso la Sala delle Conferenze. Avevano deciso che alcuni sarebbero entrati, mentre altri avrebbero aspettato di ricevere notizie di Axel. Mancavano circa dieci minuti all’inizio della conferenza del Presidente Daitenji e fuori erano rimasti Takao, Max, Rei, Mao, gli Obscuras, Daichi, Crystal e Kai, che era appena arrivato sotto lo sguardo disperato dei suoi amici.

Il blaider dell’aquila rossa era preoccupato, non riusciva a spiegarsi il motivo, ma sentiva che la giovane era in pericolo, anche se ovviamente non ne fece parola con Takao, troppo nervoso per dare ascolto a qualcuno.

Non era preoccupato per la sua schiena, anzi questo pensiero si era totalmente dissolto nel momento in cui aveva udito della scomparsa di Hilary. “Perché sento questa strana sensazione?” si chiese dubbioso, mentre continuava a perlustrare con i suoi occhi ametista il terreno vicino a lui, nella speranza di vedere la sagoma magra e gracile di Hilary.

Il nitrito di Fiamma distrasse tutti dai propri pensieri. L’animale non la smetteva di agitarsi nel recinto in cui si trovava. Il recinto non era lontano dai blaider, che guardarono stupiti il meraviglioso fiore nero alzarsi sulle zampe anteriori e nitrire a più non posso. – Ma che gli prende? – chiese meravigliata Samantha guardando l’animale. Gli sguardi dei presenti si posarono successivamente su Kai, che si avvicinò alla sua cavalla, e cercò di calmarla posandole una mano sul muso. “Cosa vuoi dirmi eh?” le sussurrò con dolcezza il suo padrone attento a non farsi sentire da nessuno. Fissò gli occhi di Fiamma, che lo guardavano con la sua stessa espressione e sembravano volergli dire qualcosa. Il ragazzo si girò di scatto e fu in quel momento che in lontananza intravide i tenui fasci di luce dei fari di una moto. Fiamma doveva averli sentiti quando erano ancora più distanti, ecco perché si era agitata tanto. – Stanno arrivando – disse semplicemente mentre gli altri lo fissavano allibiti. Fu Takao a parlare – Ne sei sicuro? Chi te lo dice? –

- Sta arrivando una moto – rispose il russo, continuando a scrutare le luci del mezzo farsi sempre più nitide.

- Ha ragione lui – esclamò Astra felice – Quella è la moto di Axel, e…guardate…non è solo!! –

Poco dopo Axel e Hilary arrivarono al centro del cortile, circondati da tutti i blaider che non la smettevano più di sospirare e non riuscivano a trattenere le lacrime. La brunetta scese dalla moto aiutata da Axel, che le porse gentilmente la mano. Takao e Mao si gettarono sulla ragazza per abbracciarla.

- Hila ma che hai combinato! Ci hai fatto morire, te ne rendo conto?! Le urlò il compagno di squadra che stava per mettersi a piangere, ma di felicità. Se le fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai permesso, in fondo Hilary era la sua migliore amica.

- Mi dispiace, non so spiegarvi come sia successo…improvvisamente… - tentò di giustificarsi la ragazza, che non riusciva ancora a spiegarsi la sua strana disavventura, ne tantomeno credeva di avere le parole più adatte per dare spiegazioni.

- Su lasciatela stare, è inutile farle domande perché non fareste altro che farla sentire più in colpa – la voce di Axel attirò su di sé tutte le occhiate dei presenti.

Takao si avvicinò al giovane dai capelli castani e gli tese la mano – Grazie, davvero. Non so come ringraziarti per quello che hai fatto. – Il ragazzo la strinse con vigore, e senza aggiungere altro posò lo sguardo sulla brunetta, ancora avvolta nella sua giacca. Si guardarono per qualche istante. Lei doveva ringraziarlo ancora una volta. Le aveva evitato di dover dare delle risposte, a domande a cui non sapeva rispondere, deviando il discorso. La ragazza gli lanciò un leggero sorrisino che lui afferrò al volo prima di allontanarsi con i suoi compagni di squadra verso la Sala delle Conferenze.

 

Fu allora che l’ombra nascosta sopra un albero, agilmente toccò terra, per poi dileguarsi così come era apparsa, senza farsi vedere da nessuno. “Maledetti demoni, si sono conquistati la loro fiducia…Max e gli altri sono i pericolo…dobbiamo trovare il Custode prima di loro” pensò adirata Mariam mentre entrava di soppiatto nella stanza degli Scudi Sacri.

 

- Beh, a questo punto andiamo alla conferenza, tra un po’ ci sarà la presentazione delle squadre – disse Takao che sembrava aver ritrovato il suo buonumore, dopo averlo perso sotto la neve.

Non chiese ulteriori spiegazioni all’amica, che sembrava ancora sconvolta. – Mao, potresti accompagnarla tu in camera? – chiese alla cinese, che si strinse ancora di più alla brunetta. Fu Hilary a scuotere la testa decisa. – No – disse risoluta, con uno sguardo che non ammetteva repliche – voglio venire anch’io alla conferenza. Datemi un minuto per cambiarmi e vi raggiungo. Dopo aver detto questo Hilary passò in rassegna tutti i volti dei suoi amici che la guardavano preoccupati, finché non posò gli occhi su Kai, che accanto a Fiamma la guardava fisso negli occhi, cercando forse di trovare una motivazione plausibile per il suo ritardo. Lo sguardo del ragazzo la imbarazzò molto, e fu ben felice quando Mao la trascinò non sé verso la loro stanza. Tuttavia durante il loro tragitto verso la hall sentì sempre su di sé lo sguardo vigile di Kai. Pochi minuti dopo  Takao e gli altri si avviarono verso l’albergo, anche se prima di entrare nella hall, il campione in carica rivolse la sua mano verso Fiamma, che nel vederlo si scansò. – Scusa! Volevo solo ringraziarti! – le sorrise Takao, come se l’animale potesse davvero comprenderlo.

 

Kai rimase fuori dall’Hotel, a contemplare lo scenario innevato che gli si presentava dinanzi agli occhi, anche se in realtà lui era del tutto estraneo al paesaggio circostante. La sua testa era un turbine di pensieri, che vorticavano velocemente intorno ad unico punto: il campionato. Troppe stranezze si stavano verificando. Possibile che Hilary si fosse davvero persa? E’ così facile smarrire la strada? E poi come mai aveva continuato ad avvertire quella strana sensazione all’altezza dello stomaco, anche dopo il ritorno della brunetta? Non riusciva darsi una risposta soddisfacente, fino a quando ne trovò una “Ma certo, non ero preoccupato per la ragazza, ma per le mie condizioni fisiche. Non può essere che così…”.

 

- Direi che meglio di così non poteva andare! – sentenziò Ares mentre si dirigeva con tutti i suoi compagni verso la sala delle Conferenze. Sì, era vero; erano riusciti a conquistarsi l’amicizia degli umani, e questo poteva essere solo un bene per loro. In fondo non era stato difficile. – Devo ammettere che quando l’ho vista svenire ho davvero creduto di aver esagerato con l’incantesimo, ma poi mi sono ricreduto. – Axel parlava con voce cupa e tetra, quella che era solito ad usare quando non doveva fingere di essere un dolce e bravo ragazzo.

- E dovevi vedere Samantha come si è preoccupata quando Takao aveva deciso di andare a cercare la brunetta! – s’intromise Astra con un briciolo di malignità nella voce, che però non sfuggì a Samantha, che sghignazzò – Sì, in effetti, penso di essere un’ottima attrice, la migliore di tutte; illudere Takao è stato facile, perché quel ragazzo sa vedere solo il buono negli altri, e questa è una debolezza… per uno come lui -

- Ma bravi complimenti! – una voce dura aggredì i demoni, che però non si sorpresero troppo nell’udirla.

- Chi non muore si rivede! I cari Scudi Sacri! Che carini, siete venuti a giocare agli eroi senza macchia e senza paura? – ironizzò Astra squadrando i membri del team di Ozuma con occhi di fuoco.

- Siamo semplicemente venuti qui per fermarvi, e lo faremo statene certi! – urlò verso di loro Dunga con tutta la carica che aveva. – Su calmati amico, guarda che ci sento benissimo anche se non urli – lo derise Ares, mentre mimava il gesto di tapparsi le orecchie.

- Basta ragazzi, non siamo qui per metterci a litigare con questi patetici umani – sentenziò Axel fissando con odio Ozuma. Dopodiché si avvicinò al capitano degli Scudi Sacri e lo guardò dritto negli occhi dicendo – vi distruggeremo in campo, e ci prenderemo i vostri animali sacri, dopo aver sottratto i cuori dei Cavalieri e ovviamente dopo aver trovato il Custode –

- Non credete che sia così facile, noi proteggeremo il Custode e i Cavalieri anche a costo della nostra stessa vita! – disse con voce dura Mariam.  

- Ci credo amica, ma toglimi una curiosità – disse Samantha con un lieve sorrisino che le attraversava le labbra – come mai non avete ancora rivelato nulla ai diretti interessati? Ah, aspetta non me lo dire…avete paura per la loro vita, non è così? Pensate davvero che basti lanciare una qualche stupida trottola per fermarci? Vi sbagliate, e pagherete tutti i vostri errori, ve lo prometto –

Detto questo gli Obscuras superarono i loro avversari, i quali però rimasero immobili fino a quando i passi leggeri dei demoni si spensero lungo il corridoio.

- Che facciamo ora Ozuma? – domandò Jessie rivolto al loro capitano.

- Dobbiamo distruggerli prima che riescano a trovare il Custode – disse in un sussurro Ozuma fissando il vuoto davanti a lui.

- Ma se non si è ancora risvegliato, come facciamo? – chiese dubbioso Dunga

- Non manca molto, ricordate la profezia? “Il Custode dei Portali si rivelerà, quando incrocerà sul suo cammino colui a cui i suoi poteri legherà” Quando incontrerà sul suo cammino il suo animale sacro, ricordiamoci che il Custode non ha un Bit-Power come gli altri, ma possiede una creatura che proviene dai Sette Regni, quindi…

-…quindi stai dicendo che quando la creatura sentirà il richiamo degli altri Bit-Power si mostrerà al Custode, e lui sarà risvegliato?! – provò ad indovinare Jessie con un nodo alla gola.

Tuttavia Ozuma non rispose, ma si limitò ad incamminarsi in silenzio verso la Sala delle Conferenze. Ad un certo punto però si fermò, e senza voltarsi disse – Lo spero Jessie, anche perché se così non fosse non credo che riusciremo ad evitare l’irrimediabile. -

 

Spazio per le risposte!!!

 

Helens: Ciaoooo grazie 1000 per aver letto la mia storia…devo dire che aspettavo con apprensione il tuo giudizio, spero di non deluderti!!  Mi auguro che anche questo capitolo ti piaccia! Baci bacioni!!!

PS: fantastica come sempre nel “Dono dal cielo”, ma mi chiedo solo una cosa: chi è il tipo di Carmen…ti dirò che Yuri un po’ ce lo vedo!!!   Ah…fatti sentire con “Il Regno del Drago Dorato” lo aspetto!!

 

Lirinuccia: ciao, sono felice di averti ritrovata, e mi rende ancora più soddisfatta il fatto che nonostante non ti vadano a genio le KaixHilary, tu abbia deciso di continuare a seguirmi, Grazie!!! Cmq non ti preoccupare, non ci saranno solo loro, e spero che tu riesca a trovare una coppia alla quale affezionarti! Io farò del mio meglio!   Grazie anche per i complimenti, (possibile che non ne sia arrivato neanche uno negativo!?) cmq l’unica cosa che mi disp e che non per qualche anno non posso leggere la tua fic… Spero che continuerai a seguirmi!! Baci

 

Lexy90: grazie per la puntualità, sei proprio mitica! Sono felice che ti piaccia il filone principale della storia, ma ti avverto, non sarà tutto rose e fiori (anzi), ma d'altronde credo che sia proprio questa la cosa bella!! Spero che questo capitolo ti piaccia, e che soprattutto non mancherai di farmi avere il tuo parere, che è molto importante. A presto Baci!!! PS: aspettati presto qualche recensione dalla sottoscritta sulla tua Me Myself e I!! Baci a presto!!

 

Un grazie particolare, va anche a tutti coloro che hanno letto la storia, e spero che continuiate a seguirla! Un appello: se c’è qualche cattiva annotazione, non esitate a farmela sapere!  Vi aspetto!!! Baci

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Capitolo 4
*** Una vigilia tutta da scrivere ***


Capitolo 4: inizia il torneo

Eccomi!! Sono di nuovo fra voi, pronta con un nuovo capitolo…prima di tutto però un doveroso ringraziamento a tutte le persone che hanno avuto la pazienza di leggere questa storia…Grazie…Buona lettura!

Una vigilia tutta da scrivere…

 

Il clima nella Sala delle Conferenze era denso di agitazione, e si sentiva nell’aria un vago senso di impazienza. La stampa era stata invitata dal presidente Daitenji a presenziare alla riunione in cui sarebbero state delineate le regole del torneo, e in cui si sarebbero conosciuti i nomi delle otto squadre partecipanti.

Alle sei in punto, il silenzio calò di colpo sulla Sala, come se un vento magico avesse strappato la voce dai corpi di tutti gli invitati. Davanti ad un lungo tavolo di legno lucido dietro al quale erano sedute tutte le squadre al completo, apparve il presidente della BBA, che si sedette sulla sua poltrona, per poi posare i suoi occhi sulle telecamere.

- Bene, possiamo dare inizio a questa conferenza stampa, che ha come argomento, come ben sapete, il nuovo torneo di Beyblade, uno sport che in questi ultimi cinque anni ha dimostrato di essere largamente seguito, e grazie al quale si sono visti crescere dei giovani di talento, che ormai sono diventati dei ragazzi celebri in tutto il mondo. Ebbene, io ho voluto, esattamente un anno dopo la BEGA riaprire la mia associazione inaugurando un nuovo torneo a livello mondiale, in cui il messaggio dovrà essere: ricominciamo da dove eravamo, ma tuttavia ora non voglio annoiarvi troppo con le mie divulgazioni, perciò passo subito a presentarvi le otto squadre che infiammeranno gli stadi di alcune fra le più belle capitali mondiali con il loro entusiasmo e la loro bravura. – Il presidente fece una pausa, aspettando qualche domanda da parte dei giornalisti, che però non arrivò. Così proseguì sollevato – Inizio subito presentandovi i già noti campioni del mondo in carica, i BBA, composti da Takao e Daichi. Decine di fotografi iniziarono a scattare fotografie e a far lampeggiare i flash in direzione dei due blaider, che sorridevano soddisfatti, gustandosi il loro momento di gloria. C’’erano molte aspettative su questo nuovo torneo, e la domanda più ricorrente era: “Riuscirà Takao a riconfermarsi campione del mondo per la quarta volta, oppure si scoprirà il nuovo blaider del secolo?”

Hilary osservava la conferenza da una delle sedie che si trovavano in prima fila. Fortunatamente dopo essersi cambiata era scesa nella sala, ed era riuscita a trovare un posto proprio davanti, così si era precipitata ad occuparlo, per poter seguire la conferenza nel migliore dei modi. La brunetta era ancora scioccata per quanto successo, e nonostante si sforzasse non riusciva a dare una degna spiegazione allo strano accaduto di quel giorno. Si sentiva vuota, come se qualcuno avesse dato un colpo di spugna alla sua memoria. Ricordava di essersi inoltrata per le strade di Helsinki, ma non riusciva a credere di essere stata in giro per quasi quattro ore! E come se non bastasse, ad un certo punto sollevando la testa si era resa conto di essere totalmente sola in mezzo alla strada. Non c’erano automobili in movimento, nessun passante, niente di niente…e poi la neve. “Forse sto impazzendo” ipotizzò la ragazza mentre intanto il presidente stava presentando i Baihutzu alla stampa. “Forse ho avuto solo un calo di pressione, o qualche cosa del genere” provò ad azzardare nuovamente, ma immediatamente scosse la testa violentemente per scacciare quei pensieri inutili. Non avrebbe mai trovato una risposta, forse la cosa migliore da fare era dimenticare l’accaduto e concentrarsi sul nuovo campionato.

 

- A questo punto passo a presentarvi le ultime tre squadre in gara – annunciò il presidente Daitenji dopo che BBA, Baihutzu, PPB All Stars, New Europa, e F-Sangre erano state annunciate.

- Dalla fredda Russia abbiamo una delle squadre veterane di questa competizione, anche se come potete notare c’è una piccola novità. Ecco, lei è una delle novità di questo torneo. –

Gli occhi di Hilary si posarono immediatamente sulla “novità” del torneo: Crystal, “La raccomandata smorfiosa” come l’aveva apostrofata Julia, che non riusciva proprio a sopportarla, e purtroppo anche Hilary era incline a darle ragione. Quella ragazza così bella e gentile, rappresentava un ostacolo invalicabile per lei: era quasi certa che fosse la ragazza di Kai, ne aveva avuto più volte il presentimento, anche se né Takao, né Rei ne sapevano niente, senza contare un altro problema, Julia. Sì, la bella blaider spagnola che aveva subito mal visto la russa. “Per quale motivo lei avrebbe dovuto avercela con Crystal, se non per il mio stesso motivo?” Inoltre la sedicenne ricordava molto bene quello che era successo in aeroporto, Julia era molto agitata e non faceva altro che spiare il tabellone degli arrivi, in particolare quello dell’aero da Mosca. “Certo che non brillo in fatto di fortuna, se non è Crystal è Julia…che sfortuna!”

- Passo quindi a presentarvi Yuri Ivanov, Kai Hiwatari, Boris Huzenstof e Crystal…Ivanov! -

Lo sconcerto assoluto comparse sui visi di tutti i blaider più Hilary. “Cosa!? La smorfiosa raccomandata è la sorella di Yuri?” Hilary non riusciva a credere alle proprie orecchie, mentre i suoi occhi color cioccolato non riuscivano a distogliersi dalla blaider dai capelli rossi, che si trovava seduta tra Yuri e Kai. Solo in quel momento si rese conto di quanto Crystal somigliasse al capitano dei Neoborg. “Ma come ho fatto a non accorgermene? Sono identici, se non fosse per il carattere” pensò la ragazza, che dentro di sé era contenta di questa scoperta. “Se Crystal è la sorella di Yuri, questo potrebbe spiegare il legame che ha con Kai. Yuri e Kai sono due sono grandi amici, e quindi è normale che ci sia una certa complicità con Crystal” Questi pensieri parvero calmare Hilary, che si ritrovò a pensare alla giovane blaider russa come ad un’amica piuttosto che ad una nemica. Tuttavia rimaneva Julia.

 

Takao era rimasto a dir poco scioccato. “Crystal e Yuri fratelli?” si chiese continuando a guardarli. Ad un certo punto si rivolse verso i suoi amici, che avevano dipinta sul volto la sua medesima espressione. Faceva eccezione solo Mathilda, che invece sorrideva alla ragazza dei Neoborg, che per tutta risposta ricambiava. – Mathilda, scusami ma tu lo sapevi? – chiese il campione del mondo alla blaider dai corti capelli rosa. – Beh, lei non me lo ha detto apertamente, ma diciamo che sospettavo qualcosa – disse rivolgendosi a tutti i blaider, che evidentemente non avevano sospettato nulla.

Ed infine vi presento le ultime due squadre – il presidente richiamò su di sé l’attenzione, che si era spostata per qualche minuto sulla squadra russa.

- Dalla magica Dublino, vi presento Gli Scudi Sacri, rappresentati da Ozuma, Mariam, Jessie e Dunga. -

Max si sporse in avanti per poter vedere meglio Mariam, che era seduta tra Ozuma e Jessie. Appariva seria e distante, il suo volto era duro, anche se parzialmente celato dietro i suoi lunghi capelli color oceano, che come un’onda scura l’avvolgevano sottraendola agli occhi azzurri del biondino. “Mariam sono io, ti prego voltati, anche solo un momento…” pregò Max continuando a fissarla intensamente, sperando che la ragazza sentisse su di sé lo sguardo di qualcuno. Tuttavia non accadde nulla. Mariam rimase immobile come una statua, e questo fu un duro colpo per Max, che distolse lo sguardo dalla ragazza, arrabbiato e ferito nel cuore. Era sempre stato cosciente che quello che c’era tra di loro non era semplice amicizia, ma un sentimento più profondo, ma se era così, allora perché lei lo evitava? Da quando erano arrivati ad Helsinki, Gli Scudi Sacri erano totalmente scomparsi, nonostante lui fosse andato più volte sul loro piano nella speranza di incontrarli. – Mariam, ma perché fai così? – sussurrò il biondino chinando la testa in avanti, facendo ricadere una massa di capelli biondi disordinata sul suo viso.

 

- In ultimo voglio presentarvi la seconda novità di questo torneo, una squadra di blaider esordiente, al suo primo appuntamento in una competizione mondiale, una squadra che avrà modo e tempo di dimostrare le sue eccellenti capacità, con grande piacere vi presento gli Obscuras con Samantha, Astra, Axel e Ares! -

Dal tavolo delle squadre si levò un applauso di benvenuto, che unito ai flash e alle telecamere, diede ai demoni un piccolo momento di gloria. Gli occhi vermigli di Samantha si posarono sui blaider seduti dalla parte opposta rispetto alla loro, Gli Scudi Sacri. I blaider battevano le mani con scarso entusiasmo, anche se non si risparmiavano di lanciare nella loro direzione sguardi di fuoco e densi di cattiveria. Il demone dell’avidità sorrise “Poveri sciocchi, presto la smetterete di fissarci in questo modo, ve lo giuro”. Poco dopo la ragazza andò ad incrociare lo sguardo di Takao, che batteva con entusiasmo le mani, e non la smetteva di guardarla rapito. Sorrise nuovamente.

 

Hilary si unì all’applauso di benvenuto agli Obscuras con forza. Cercò subito Axel, che sorrideva e ringraziava i ragazzi per il loro gesto. Quel ragazzo si era davvero comportato molto bene con lei; non solo l’aveva salvata, ma aveva chiesto agli altri di non farle domande che l’avrebbero soltanto messa in difficoltà. La ragazza ricordava ancora molto bene il momento del loro incontro di quello stesso giorno. Lui l’aveva trattenuta fra le braccia per evitare che cadesse, e poi le aveva prestato la sua giacca di pelle, senza contare che l’aveva scortata fino in albergo. Quando lui la guardò, la brunetta si sentì arrossire, e distolse immediatamente gli occhi dalla sua persona, iniziando a contemplare il tappeto rosso sotto i suoi piedi. Possibile che riuscisse ad arrossire anche quando non era il caso? Beh, ora che ci pensava con Kai era successo un sacco di volte. Quel freddo russo era abile come nessun’altro a farla emozionare, e per questo motivo la ragazza era stata spesso vittima degli scherzi di Takao e Daichi. Una volta per esempio Hilary si stava dirigendo verso il dojo dei Kinomiya portando un vassoio con dei bicchieri colmi di aranciata appena presi dal bar vicino. Non appena aveva messo il piede oltre la porta, Takao si era girato verso di lei urlano a squarciagola – Kai! Kai, che ci fai qui? Non ti aspettavamo! – Tanta fu l’agitazione di Hilary, che credeva di avere Kai alle sue spalle distante solo pochi centimetri, che inciampò sui suoi stessi piedi e finì a terra insieme ai bicchieri di aranciata, mentre Takao non riusciva a smettere di ridere.

“D'altronde Kai, è sempre Kai” pensò Hilary posando i suoi occhi cioccolato sul viso meraviglioso del blaider russo, che teneva gli occhi bassi e le braccia incrociate davanti al petto. Lo adorava, anche quando se ne stava per i fatti suoi. Così serio, impassibile, perso in un mondo tutto suo, così…meraviglioso…così…unicamente Kai. Inizialmente pensava che l’unico rimedio per la sua cotta fosse il tempo; “Il tempo guarisce ogni ferita ed è il rimedio infallibile per i problemi di cuore” dove è che l’aveva letto? In uno dei suoi romanzi preferiti probabilmente, anche se per lei non era stato esattamente lo stesso: quando aveva sentito dire da Takao che anche Kai avrebbe lasciato il Giappone per tornare nel suo paese, il cuore della ragazza aveva smesso per qualche secondo di battere, e gli occhi le si erano bagnati in uno specchio di lacrime.

“Solo il tempo mi aiuterà a superare questa mia cotta” – si diceva, ma non era stato così. Il suo sentimento per Kai non era appassito come un fiore in un deserto, anzi si era rafforzato, aveva piantato le sue radici in un terreno così ostile ed era sopravvissuto al freddo dell’inverno russo.

“Anche se lui non ricambierà mai i miei sentimenti, io non smetterò mai di amarlo” si disse la ragazza, che osservava con occhi sognanti il giovane dai capelli argentei, quasi cercasse di raggiungerlo in quel suo mondo, per condividere tutto con lui, momenti belli, attimi di paure…

 

- …quindi Signore e signori, domani alla cerimonia di apertura verranno spiegate le regole molto semplici del torneo, che come ho già detto si suddividerà in diverse tappe, andando a toccare città come Dubai e Los Angeles, fino a fermarsi nello Stato in cui il Beyblade è nato, la Russia. Proprio così Signori miei, sarà la capitale russa ad ospitare la finale del torneo, l’incontro da cui uscirà il nome della squadra campione. -

Lo sgomento era chiaramente visibile negli occhi dei giornalisti, e ancor di più nei volti dei blaider. “La finale…a Mosca” pensò Takao intuendo i motivi che avevano spinto il presidente Daitenji a scegliere proprio quella città.

“Vorcof era il Signore di Mosca, quindi con questo gesto la BBA intende dimostrare che non ha più rimpianti, e poi…” a questo punto si girò verso i Neoborg, che sembravano essere i più sorpresi. Infatti persino Kai, che fino a quel momento aveva tenuto gli occhi semichiusi, era ridestato, e aveva aperto i suoi occhi viola, fissando in maniera indecifrabile prima il presidente poi Yuri.

“Hito…forse Daitenji lo ha fatto per lui...oh Kai…” pensò Rei che intanto si stava facendo lo stesso ragionamento di Takao.

 

Quando la Conferenza terminò, la Sala si svuotò rapidamente, mentre i blaider si ritrovarono tutti insieme nel grande atrio centrale, impegnati a parlare, o a litigare – dipende dai casi –

Max percorse il lungo corridoio del primo piano, dove sapeva che alloggiavano gli Scudi Sacri. Alla fine aveva preso una decisione, voleva parlarle, avrebbe fatto un ultimo tentativo, dopodiché avrebbe aspettato che fosse stata lei a fare il primo passo.

Fu mentre svoltava per la seconda volta il corridoio che la vide. Lì, in piedi davanti alla finestra che dava sull’esterno, mentre il vetro rifletteva il suo viso sullo sfondo di quella serata di luna. Mariam guardava fuori, anche se i suoi occhi verde smeraldo erano assenti, vuoti, come se non fosse veramente lì. Il ragazzo si guardò intorno prima di avvicinarsi alla ragazza, che non sembrava essersi accorta della sua presenza. Ormai era a pochi metri da lei, e più si avvicinava più il suo cuore accelerava i battiti, e i suoi passi si facevano più pesanti. Si fermò solo quando riuscì a vedere anche il suo volto riflesso sul vetro della finestra, esattamente accostato a quello della giovane – Mariam – disse in un soffio. In effetti non aveva neanche pensato a cosa dirle, desiderava solo parlarle, ma di cosa?

- Mariam, sono io Max – le sussurrò dolcemente poggiandole una mano sulla spalla.

La ragazza avvertì una scossa terribilmente piacevole al contatto della mano di lui, ma nonostante questo si costrinse ad allontanarlo. – Lo so Max – gli rispose con tutta l’indifferenza che sapeva usare. Il ragazzo parve capirlo, ma non si scoraggiò. – Mariam, che cosa ti sta succedendo? – chiese il biondino fissandola con i suoi intensi occhi azzurri.

“Oh Max, ti prego non guardarmi così, perché devi essere sempre così meravigliosamente dolce? Perché non riesci a provare neanche un po’ di rabbia verso di me? Come faccio a lasciarti andare se tu mi guardi con questi occhi!” pensò la ragazza, che sapeva di non essere capace a nascondere i suoi sentimenti, quando si trattava di Max. – Max, io… - le parole le morirono in gola quando i suoi occhi intravidero una terza presenza nel corridoio, una presenza che però non appena si rese conto di essere stata scoperta si dileguò improvvisamente, lasciando solo una terribile paura nella ragazza dai capelli blu, che si allontanò immediatamente dal biondino, e puntandogli un dito contro gli urlò – Lasciami stare, ma chi ti credi di essere! Eh?! Come ti permetti di avvicinarti con tutta questa confidenza a me! Non credere di essere speciale, non sei neanche mio amico se è per questo. Esigo che tu la smetta di cercarmi, io non voglio avere niente a che fare con te! Mi sono spiegata? – detto questo si girò e si incamminò verso la sua stanza cercando di mantenere un passo deciso, sotto lo sguardo incredulo e allibito di Max. Giunta finalmente alla sua stanza di chiuse la porta alle spalle e si lasciò scivolare lungo di essa piangendo. – Perdonami, perdonami Max!!! – urlò con tutto il fiato che aveva in gola cercando di sfogare la sua disperazione.

 

- Ragazzi scoperta interessante! – esclamò Astra non appena fu entrata nella camera degli Obscuras insieme ai suoi compagni.

- Su illuminaci, ma prima ragazzi avete visto le facce degli Scudi Sacri quando ci hanno dovuto applaudire? Io stavo per morire dal ridere – disse Ares in un ghigno che lo faceva apparire ancor più bello. – Sì, non vedo l’ora di distruggerli – disse Axel alzando la testa dal cuscino.

- Calma ragazzi, una cosa per volta. Dobbiamo ancora trovare l’ultimo Cavaliere, e cosa più importante dobbiamo trovare il Custode, e visto che lo stanno cercando anche i nostri amici Scudi Sacri, cercheremo di sfruttarli fino a quando ci saranno utili, dopodiché Axel potrai divertirti. Prima o poi anche loro commetteranno un errore – disse Samantha che teneva le braccia incrociate seduta su una poltroncina il tessuto arancione.

- Forse l’hanno già fatto, se mi lasciaste parlare! – irruppe Astra con voce annoiata. Gli occhi degli altri demoni si posarono attenti su di lei, che li limitò a dire – la nostra amica Mariam ha un punto debole, e questo punto ha anche un nome, Max dei PPB All Stars. – concluse dicendo con particolare enfasi le ultime parole. – Allora seguilo tu Astra. – le disse Samantha con uno strano lampo di luce negli occhi.

- Bene, allora facciamo così: io mi occupo di Takao e Daichi, tu Ares pensa a Rei, Astra si occuperà di Max e…Axel…hai sempre intenzione di continuare con la brunetta? A questo punto lei non ci serve più. Ci siamo conquistati la loro amicizia e la loro stima, perciò direi che la puoi anche lasciar perdere. –

- Non ci penso neanche – rispose Axel prima di alzarsi e dirigersi arrabbiato verso la porta, che aprì e richiuse dietro di sé con un botto fragoroso.

- Uhm…qualcosa mi dice che Axel ha qualcosa in mente… - disse Astra rivolta ai suoi compagni.

- Qualsiasi cosa sia lasciamolo fare, sapete benissimo che quando Axel si fissa su una cosa non c’è verso di smuoverlo – disse Ares incrociando le braccia davanti al petto.

- Per lui è diventata una sfida, anche se sono convinta che non si tratti solo di questo… - dichiarò il demone dagli occhi vermigli scrutando con i suoi occhi infuocati il chiaro scorcio di luna che si intravvedeva dalla finestra.

 

L’aria della sera era fresca e piacevole. Il clima di Helsinki non era poi molto più caldo di quello di Mosca, e per questo riusciva a rilassarsi, quasi si trovasse a casa sua. Anche se lui in realtà una casa non l’aveva, non si era mai sentito veramente a casa in nessun posto, perché in ogni luogo c’era sempre chi lo giudicava a priori. In Russia lui era Kai Hiwatari, il figlio mai voluto di due personaggi di spicco della politica russa, che però erano morti in un tragico incidente d’auto, lasciandolo unico erede di un’immensa fortuna, nonostante a lui non importasse nulla del denaro. Sapeva benissimo cosa fare del denaro di cui sarebbe entrato in possesso al compimento dei diciotto anni: una parte la avrebbe destinata al monastero Vorcof, ne avrebbe comprato le principali azioni, per poi lasciarlo a Yuri. Lui se ne sarebbe andato, sarebbe sparito in un luogo dove si sarebbe trovato a casa…solo.

Cullato da questi pensieri, Kai non si accorse neanche che un’ombra celata nell’oscurità era uscita dall’albergo, per dirigersi verso il giardino. Il vento scompigliava i capelli del ragazzo, conducendoli in una danza libera e fantasiosa. Era il vento a decidere i passi, e i suoi capelli docili lo seguivano, come una donna quando balla affiancata dal suo cavaliere.

Intanto l’ombra si era avvicinata alla scuderia dove, riparati dal gelo Astro, Tempesta e Tormenta dormivano tranquilli, mentre l’angelo della notte si trovava fuori nel recinto di fronte alla chiara luna, come se volesse raggiungerla con solo balzo. La luce fioca della luna rischiarava i contorni del bellissimo animale, che si teneva sempre in disparte, e non si faceva avvicinare mai da nessuno, tranne che dal suo padrone.   

La cavalla però dovette accorgersi della sua presenza, perché nitrì leggermente non appena l’ombra le fu più vicino, e mentre quest’ultima le sorrideva la luce della luna andò ad illuminarla e a definire i contorni del suo corpo. Una mano piccola e sottile si allungò verso l’animale, che sulle prime rimase immobile, fino a quando qualcosa vicino a loro non si mosse. Immediatamente il cavallo si girò di scatto, seguendo con occhi attenti una figura alzarsi a pochi metri da lei. L’ombra seguì lo sguardo dell’animale, fino ad incrociare nel buio di quella notte un paio di occhi color ametista, che per un momento si mescolarono con quelli color cioccolato di lei, fino a che la luce della luna non li illuminò del tutto. Kai e Hilary si trovavano a pochi metri l’uno dall’altra e si guardavano, come se si vedessero per la prima volta. Fu un momento bellissimo per Hilary, che però durò solo il tempo di un battito di ciglia. L’incantesimo si ruppe, e Kai tornò a guardare la sua Fiamma con i suoi soliti occhi, mentre la ragazza non riusciva a distogliere la vista dal quel bellissimo ragazzo, capace di rubarle il cuore con un solo sguardo.

Fu lei a rompere il ghiaccio – Ciao…K…ai – balbettò fingendo che fosse per il freddo.

Lui si limitò ad un cenno freddo e impassibile, mentre accarezzava il muso di Fiamma, che si faceva docile e mansueta quando c’era il suo padrone. – Volevi accarezzarla? – le chiese dopo un’infinità di tempo il ragazzo spostando i suoi occhi sulla giovane che avvampò immediatamente “Meno male che l’oscurità mi nasconde” pensò sollevata la brunetta avvicinandosi al recinto.

- So che non le piace un granché, quindi non insisto. – disse semplicemente la ragazza guardando con occhi sorridenti l’animale.

- Non le piacciono molto gli estranei – la giustificò il ragazzo scuotendo la testa

- Ma io non sono un’estranea, vero Fiamma? – domandò la giovane all’animale, anche se in realtà la domanda era diretta al suo padrone “Sono un’estranea per te Kai?” pensò la brunetta mentre il giovane si stava dirigendo verso di lei. Il suo cuore aumentò i battiti, e sentì le gambe farsi molli. Il ragazzo si fermò a pochi metri da lei dicendole: - forse è meglio tornare dentro, Fiamma altrimenti non riuscirà ad addormentarsi. – detto questo le passò accanto senza degnarla di uno sguardo.

- Buonanotte Fiamma – salutò sorridente la sedicenne prima di girarsi e seguire il ragazzo attraverso il giardino, sotto lo sguardo vigile e attento di Fiamma che sembrava seguire ogni loro passo.

 

Camminarono in più completo silenzio per il cortile, ognuno perso nei propri pensieri, come se un muro gli impedisse di incrociarsi. Nonostante non stessero parlando, Hilary era felice di essere lì sola con lui. “Potrei camminare per ore senza stancarmi mai. Basta la sua sola presenza a farmi sentire leggera a forte” rifletteva la giovane cercando di assaporare ogni istante di quella magica serata. Stava in silenzio, attenta a percepire ogni movimento del blaider; ogni respiro, ogni passo, il leggero fruscio provocato dalla sua sciarpa bianca a contatto con il vento…

Quando arrivarono nella hall, si diressero insieme verso l’ascensore, e fu lì che la ragazza trovò qualcosa con cui iniziare una piccola conversazione. – Certo che è stata proprio una bella sorpresa scoprire che Crystal fosse la sorella di Yuri. Non ce lo avevate detto di proposito? – azzardò la brunetta sperando di aver imboccato un filo buono. Il ragazzo non rispose subito, ma si limitò ad abbassare lo sguardo fino a che l’ascensore non si aprì dinanzi a loro. – E’ stata Crystal a pregarci di non svelare a nessuno la sua identità – rispose laconico e secco il dranzerblaider come se la cosa gli fosse del tutto indifferente.

Quando però fissandosi nello specchio dell’ascensore si accorse che la ragazza lo guardava dubbiosa continuò – aveva timore che tutti l’avrebbero vista come una raccomandata – la motivazione parve essere sufficiente alla giovane, che si limitò ad annuire. Ad un certo punto arrivarono al piano delle ragazze, così Hilary uscì, anche se di controvoglia dall’ascensore, ma prima che le porte si richiudessero separandoli si girò verso il ragazzo dicendogli in un sorriso – Beh, buonanotte Kai –

- Lo stesso – disse telegrafico il giovane, prima che le porte nascondessero il dranzerblaider allo sguardo della sedicenne, che si avviò saltellando nella sua camera.

 

Quando Kai uscì dall’ascensore si diresse verso la camera che condivideva con i Neoborg. Era tardi, e sicuramente gli altri erano tutti a letto; ormai erano abituati alle sue sparizioni, sapevano che non dovevano chiedergli nulla, anche perché non avrebbero ricevuto nessuna risposta.

Il diciassettenne attraversò il lungo corridoio ricoperto da un lungo tappeto, mentre i faretti montati sui muri laterali, illuminavano il passaggio. Perso nei suoi pensieri assolutamente imperscrutabili, il ragazzo si trovò a fissare un’ombra sul tappeto scuro, che si avvicinava a lui. Istintivamente alzò gli occhi, fino a trovarsi a pochi metri da un ragazzo che silenziosamente stava andando nella direzione opposta alla sua. Il ragazzo, che doveva avere all’incirca la sua età, aveva dei corti capelli castani con riflessi dorati, e fissava anche lui il pavimento a sguardo basso. Ad un certo punto anche l’altro alzò lo sguardo, fino ad incrociare quello del dranzerblaider, che impassibile si limitò a proseguire fino a girare l’angolo sparendo dalla sua vista. Il giovane dai capelli castani si girò immediatamente verso il blaider, che era già scomparso, e non potè fare a meno di contrarre il viso in una smorfia. “Tombola”

La mente di Axel ripercorse a ritroso gli ultimi avvenimenti da quando era giunto in quel patetico mondo. Dove poteva averlo già visto? Sicuramente alla riunione, ma poi? Certo! Lo aveva visto anche quando aveva riportato Hilary in albergo. Era quello che si trovava accanto al cavallo nero. E’ lui l’ultimo Cavaliere…eppure sento una strana sensazione” si disse il demone senza però riuscire a darsi una spiegazione.

 

Kai raggiunse la stanza dei Neoborg, e cautamente vi entrò, venendo inghiottito dalle tenebre più assolute. I ragazzi stavano tutti dormendo, riusciva a percepire i loro respiri tranquilli e regolari e così si avvicinò al suo letto dove, dopo essersi cambiato, si stese appoggiando la testa al cuscino; tuttavia non riuscì a prendere subito sonno. I suoi pensieri vagavano liberi verso quella strana giornata. Erano successe delle cosa molto strane: prima di tutto Hilary che si era persa e che pareva non ricordare nulla di quanto le era accaduto, poi l’incontro di quella sera proprio con la brunetta, che gli era parsa sorridente e felice, nonostante la sua brutta avventura, e poi…l’incontro con quel ragazzo. Axel se non ricordava male, uno degli Obscuras, il ragazzo che aveva trovato Hilary e che in pratica l’aveva salvata. Chiuse gli occhi cercando di concentrarsi sulle sensazioni che aveva provato nel trovarselo davanti. C’era qualcosa in quel ragazzo che non gli piaceva, una sensazione, anzi ora che ci pensava meglio, pochi minuti prima aveva provato la stessa emozione di quando qualche ora prima stava aspettando l’arrivo della brunetta insieme a Takao e agli altri.

Scosse la testa deciso a non pensarci più, girandosi su un fianco e lasciando che la luce della luna illuminasse il suo viso, rendendo i suoi capelli argentei pura polvere di stelle.  

 

 

Spazio del lettore:

 

Lirinuccia: grazie tesoro per la tua recensione, mi ha riempito il cuore di gioia…grazie. Sono contenta che Hilary ti stia abbastanza simpatica e spero di non averti deluso con questo capitolo. Cmq la trama è destinata ad intrecciarsi e a complicarsi ma credo che in fondo sia questo che ci si aspetta leggendo una qualsiasi storia no? Spero che continuerai a seguirmi e soprattutto spero che continuerai a recensirmi!!! Baci bacioni!

 

Lexy90: sempre puntuale come un orologio cicci grazie mille! Cmq hai ragione, poi sono andata a rivedermela e mi sono accorta di non aver usato bene le parole giuste…la storia del cavallo si riferiva quando Crystal non aveva seguito Yuri a cavallo per giungere in albergo…mentre per quanto riguarda Kai, non ha esattamente un “mal di schiena” ma qualcosa di ben più grave, ma che verrà fuori tra poco!!! Grazie per il tuo commento e spero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento (ohh ho fatto la rima). Spero di sentirti presto magari con una nuova annotazione su questo capitolo! Baci bacioni!

 

Alla mia Helens che si è volatilizzata…DOVE SEI????

 

E come sempre un bacio grande va a tutti voi che leggete la storia (anche se la trovate insulsa) ma vi pregherei di una cosa: non abbiate paura di lasciare un brutto commento sulla storia se è questo che pensate ok? Un altro bacio e continuate a seguirmi!!! Baci Bacioni!

 

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Capitolo 5
*** Inizia il torneo ***


Capitolo 5: inizia il torneo

Ciaooo sono tornata, scusate x il ritardo, ma in questo periodo sono parecchio impegnata, e temo che dovrò rallentare la produzione dei capitoli, (grazie al cielo n.d. Yuri) cmq passando a qualcosa di più lieto…Buona lettura!!

 

Inizia il torneo

 

La mattina di lunedì il sole splendeva limpido sulla terra dei laghi, e già dalle prime luci dell’alba davanti al Beyblade Stadium della capitale finlandese si erano radunati milioni di persone, che riempivano la piazza principale della città come tanti granelli di sabbia compongono le spiagge. Verso le otto di mattina vennero aperte le porte dello stadio, e a quel punto un fiume di persone si riversò rapido sugli spalti, ognuno cercando di prendersi il posto migliore. In pochi minuti lo stadio si riempì di suoni, voci, colori, emozioni, e…tifosi.

 

Quando Hilary quella mattina aprì gli occhi, fu investita da un tenue fascio di luce, che le procurò un piacevole risveglio. Girò i suoi occhi addormentati verso le sue amiche che erano quasi tutte sveglie, e si stavano preparando. Non appena Mao si accorse che la sua amica si era svegliata, le corse incontro e si sedette sul suo letto – Hilary buongiorno! Allora come ti senti? Non ti abbiamo voluto svegliare perché pensavamo che fosse meglio lasciarti riposare…sai dopo ieri sera… - gli occhi ambrati della cinese la fissavano preoccupati, mentre anche le altre ragazze si erano avvicinate al suo letto. – No, non preoccupatevi, ora mi sento in forma, e non vedo l’ora di andare allo stadio! Davvero Mao, mi sento fresca e riposata – cercò di rassicurarla la brunetta poggiandole una mano sul braccio. – Senti Hila, ma ci spieghi dove sei stata ieri sera? Quando non ti abbiamo visto nel tuo letto dopo la conferenza abbiamo temuto che fossi sparita di nuovo! – le chiese Julia con un sorrisino che fece sorridere la brunetta, la quale al solo ripensare alla sera precedente non potè fare a meno di arrossire vivacemente. “Come glielo dico? Julia sono stata fuori a chiacchierare amabilmente con Kai, sì hai capito bene Kai, il ragazzo dei Neoborg dei cui sei tanto innamorata!” quel pensiero malefico fece sorridere la ragazza, che non potè non darsi della bugiarda, anche perché non avevano esattamente “chiacchierato amabilmente” ma si erano limitati a dei cenni telegrafici. – Ehm…mi sono fatta un giro per il giardino tutto qui – mentì la ragazza, che sperava di non dover essere costretta a dare ulteriori dettagli. Julia parve non crederci del tutto, ma non aggiunse altro.

- Su ragazze muovetevi, il presidente ci vuole tra quindici minuti giù per prendere il pullman – le avvertì Emily già impeccabilmente pronta. – Sì arriviamo! – disse Hilary alzandosi.

 

Dopo quindici minuti furono tutte nel grande atrio, dove il presidente Daitenji stava aspettando nervosamente. Quando Hilary arrivò insieme alle altre ragazze, notò subito l’assenza di molte persone. Nell’atrio c’erano solo gli Obscuras, i PPB All Stars, i New Europa, i Baihutzu, Raul e Kim degli F-Sangre.

- Sono sicura che Takao e Daichi non hanno sentito la sveglia – ipotizzò la ragazza guardando Rei e Max che annuirono. – Già, anche se mi chiedo come mai anche i Neoborg siano in ritardo – disse pensieroso Rei – solitamente Yuri e Kai sono sempre così puntuali… -

- Anche gli Scudi Sacri non sono ancora qui – fece notare Astra seduta a leggere un giornale locale.

- Ehi Max, tu per caso sai come mai gli Scudi Sacri non sono ancora arrivati? – gli chiese Rick strizzandogli l’occhio come per dire “sai a chi mi riferisco”, ma contrariamente alla reazione che era solito ad avere, questa volta Max si rivolse in tono quantomeno aggressivo per uno come lui – No, e non capisco perché dovrebbe interessarmi! Avranno continuato a dormire! – la risposta ammutolì il colosso americano, che si limitò a fissarlo estraniato, mentre intanto Astra nella sua mente si agitava furiosamente “Poverino! Ci è rimasto proprio male il biondino!”

Anche Rei si stupì della reazione dell’amico, che era sempre stato un tipo allegro e pacifico, e che non aveva mai urlato contro nessuno, tantomeno con Rick, con cui era in ottimi rapporti. “Ma che sta succedendo qui?” si disse prima di tornare a rivolgere lo sguardo sulle ragazze che erano giunte da poco. Sembravano tranquille, e Hilary pareva essersi ripresa in fretta. “Meglio così” si disse sorridendo.

Ad un certo punto Hilary notò Axel in piedi appoggiato ad una colonna, e intento a osservare i suoi compagni di squadra che chiacchieravano beatamente con gli altri ragazzi, e così gli si avvicinò. Non gli aveva ancora restituito la giacca di pelle nera che il ragazzo le aveva messo sulle spalle il pomeriggio prima, e così gli andò in contro.

Nel sentire i suoi passi che si avvicinavano a lui, il demone alzò rapido gli occhi, fino ad incontrarla a pochi passi da lui; lei gli sorrideva, e i suoi occhi erano pieni di gratitudine, mentre tra le braccia teneva una giacca nera. – Tieni Axel, e grazie mille per avermela prestata. Mi dispiace di rendertela solo ora, ma non ne ho avuto l’occasione, e poi volevo farla asciugare bene prima di restituirtela. Grazie ancora. – la voce della brunetta era calda e piacevole da udire, e Axel si ritrovò a voler prendere la giacca dalle sue mani, solo per poterla sfiorare. C’era qualcosa in quella ragazza che lo attirava, e sapeva che non era solo l’aspetto, ma qualcosa di più profondo, ed era per questo che non aveva la benché minima intenzione di lasciarla perdere.

- Non ti preoccupare, non c’era nessuna fretta. A proposito come ti senti? – le chiese il ragazzo prendendo l’indumento dalle sue mani sfiorandole delicatamente la pelle.

- Molto meglio, mi sento in piena forma, ehm…senti io ti volevo ringraziare ancora per tutto, soprattutto per aver detto agli altri di non farmi delle domande… -

- Tranquilla, poteva capitare a chiunque, non ci pensare più – le disse dolcemente il ragazzo chinandosi su di lei fino a tuffarsi nei suoi limpidi occhi scuri. Erano molto vicini, poteva quasi avvertire il respiro di lei sul volto e gli occhi di Samantha puntati come la punta di una lancia su di loro. - …e ricorda che potrai sempre fare affidamento su di me, per qualsiasi cosa – le disse prima di allontanarsi, lasciandola immobile a fissare la colonna con gli occhi spalancati.

 

“Cosa ti prende Axel? Da quando il guardiano della Malvagità si mescola in questo modo con gli umani?” gli occhi vermigli di Samantha sondarono il ragazzo dai capelli castani quasi a volerlo perforare; non riusciva ancora a spiegarsi lo strano comportamento del demone della sera prima, sapeva che lo divertiva prendersi gioco degli umani, ma l’atteggiamento che riservava alla brunetta la irritava. “Durerà solo il tempo  necessario per trovare il Custode, dopodiché questi sciocchi umani dovranno piegarsi a noi” Un sorrisino sinistro le incurvò le labbra carnose. 

 

- Scusateci, non abbiamo sentito la sveglia!! – le urla di Takao e Daichi si sentirono fin dai piani superiori, e quando arrivarono nella hall, furono inceneriti dallo sguardo di fuoco del consierge dell’Hotel. – Siete sempre i soliti voi due! – li fulminò Hilary con voce autoritaria

- Riuscite ad essere in ritardo anche in un momento come questo –

- Non è colpa mia – si lamentò Takao mettendo il broncio, - è colpa di Daichi, lui ha spento la sveglia stamattina! –

- Vorrà dire che la prossima volta vi verremo a svegliare di persona – disse ridendo il capitano degli Obscuras guardando divertita il campione giapponese, che per tutta risposta arrossì sotto le risate dei compagni.

- Ehm, scusate, ma vedo che non siamo gli ultimi, dove sono i Neoborg, hanno dormito troppo anche loro? – chiese Daichi che aveva avvertito la mancanza dei russi.

- No, siamo qui – disse glaciale Yuri sopraggiungendo alle loro spalle seguito dai suoi compagni, e preceduto da una donna alta e slanciata, con lunghi capelli castani tenuti raccolti da una coda di cavallo. La donna, che indossava un camice bianco e teneva fra le mani una cartellina azzurra si allontanò diretta al ristorante dopo aver salutato il presidente Daitenji, che evidentemente sembrava conoscerla. – E quella chi sarebbe? – chiese subito interessato Michael, che seguiva con gli occhi la sconosciuta. – Quella è una dello staff di medici che hanno firmato i nostri cartellini di partecipazione al torneo, e si da il caso che lei sia la dottoressa del Monastero –

La spiegazione del capitano fu esauriente, e così i ragazzi si avviarono verso il pullman, visto che il presidente era stato avvisato che gli Scudi Sacri si trovavano già allo stadio.

Hilary provò una strana sensazione quando vide quella dottoressa, e così andò subito a cercare gli occhi di Kai, che continuava a fissare intensamente in suo bey blu scuro, come se stesse cercando di memorizzarne la forma. Era certa che quella donna sapesse le vere condizioni in cui versava la schiena del ragazzo, e forse era proprio per questo che i russi erano arrivati in ritardo.

Ad un certo punto però la ragazza vide Julia avvicinarsi ai Neoborg, che stavano salendo sul pullman, e questo le strinse il cuore.

- Crystal, aspettami! – le disse la blaider spagnola, mentre si accingeva e prendere posto accanto alla russa, che evidentemente non si aspettava un gesto simile da parte di Julia dal momento che le era parso di esserle alquanto simpatica. – Senti, io volevo scusarmi se in qualche modo non ti ho… - la ragazza dai capelli rossi le poggiò una mano sulla sua fissandola negli occhi sorridendo – lascia perdere, non c’è alcun problema, in fondo forse non ho dato una bella idea di me stessa all’inizio, volevo tenere all’oscuro la mia identità perché non volevo che mi consideraste una raccomandata, ecco perché vi ho nascosto di essere la sorella di Yuri, perdonami. – la franchezza della ragazza russa colpì Julia, che si era aspettata un approccio del tutto diverso. Così la ragazza dai capelli ramati le tese la mano dicendo – Amiche? – l’altra gliela prese e la strinse con entusiasmo – Amiche! -

 

Lo stadio dove si sarebbero tenuti gli incontri era già assediato da migliaia di spettatori, e Hilary si chiese se sarebbero riusciti ad entrare. “Caspita quanta gente! Certo che il Bey è diventato uno sport seguitissimo” pensò la ragazza, che seduta accanto a Takao non riusciva a non essere felice per il suo amico; si era innamorato, era evidente, e non doveva essere stato facile per lui ammetterlo perché sapeva che non era una cosa facile per Takao affezionarsi ad una ragazza, ma quella Samantha possedeva quel qualcosa che faceva volare il dragoonblaider e che lo rendeva l’immagine della felicità. “Sono davvero contenta per te Takao, te lo meriti” pensò la ragazza guardando l’amico che parlava con Axel e Samantha del torneo, mentre Rei parlava con Mao e Ares del clima che c’era in Cina da loro; fu Max a incuriosire la brunetta, perché se ne stava seduto accanto al finestrino a fissare il vuoto davanti a lui, come se stesse cercando qualcosa che non c’era. Inoltre ricordandosi del suo sfogo di poco prima con Rick, la ragazza non potè fare a meno di pensare che fosse successo qualcosa al suo amico americano, qualcosa che molto probabilmente aveva a che fare con una sola persona, Mariam.

 

Dal canto suo Kai seduto in fondo al pullman osservava il paesaggio continuando a stringere fra le mani Dranzer, come se tenerlo stretto gli infondesse il calore del fuoco, caratteristica principale del suo Bit-Power.

Non aveva dormito molto, aveva la testa piena di pensieri, e soprattutto di sensazioni, che gli avevano reso impossibile il sonno. Come se non bastasse la dottoressa non si era espressa in maniera positiva circa le sue condizioni fisiche, ma a lui questo non importava più di tanto. Avrebbe gareggiato ugualmente e avrebbe battuto Takao, solo allora sarebbe stato veramente soddisfatto e forse felice.

Tuttavia non era solo questo, quella strana sensazione di allerta non era ancora svanita, lo controllava, lo accerchiava e si trovava sempre un passo avanti a lui, rendendolo particolarmente taciturno. L’incontro con Axel non aveva poi affievolito quella sensazione all’altezza dello stomaco, anzi si era propagata a tutto il corpo, fino a toglierli del tutto il sonno. “Basta Kai, che ti prende, non è da te” si disse mentre la stretta su Dranzer era arrivata a ferirgli la pelle, facendo sgorgare un piccolo rivolo di sangue.

 

Quando arrivarono nel corridoio che portava direttamente al centro dello stadio si fermarono. Dovevano fermarsi lì, perché una alla volta Djman avrebbe presentato le squadre, che avrebbero dovuto sfilare ordinatamente dopo il richiamo. Così non appena Djman iniziò a parlare le grida del pubblico si fermarono di colpo, e nello stadio calò il silenzio assoluto. Hilary seduta in una delle file riservate agli assistenti tecnici guardava da una ottima postazione tutta la cerimonia, mentre non vedeva l’ora che venissero presentate le squadre. “Chissà qual è il blaider che si porterà a casa il maggior tifo” si chiese anche se in realtà lei avrebbe subito dato un unico nome: Kai Hiwatari. In effetti aveva scoperto parecchi forum su Internet dedicati al blaider russo, e tutti riassumevano tre caratteristiche fondamentali della persona di Kai, mistero, fascino e determinazione.

- Eccoci qui amici di Beyblade, siamo pronti per dare il via al quarto campionato del mondo di Beyblade!! – il boato di consenso del pubblico bastò per far andare avanti il folle presentatore della BBA.

- Bene, allora inizio subito a spiegarvi le poche regole di questo torneo, che sono veramente semplici, dunque: il torneo sarà suddiviso in quattro tappe, che toccheranno Helsinki, Los Angeles, Dubai, e infine Mosca. Le squadre si incontreranno secondo un sorteggio, che deciderà gli accostamenti, e alla fine di ogni incontro verranno dai dei punteggi, per spiegarsi meglio, 0 in caso di sconfitta, 1 in caso di pareggio e 2 in caso di vittoria. Alla fine le quattro squadre che raggiungeranno le semifinali, si scontreranno nella città di Mosca dove alla fine verrà eletta la squadra campione. Ma adesso basta con le chiacchiere, sono onorato di presentarvi la testimonial principale di questo torneo…ecco a voi…Ming Ming!! 

Un coro assordante si levò verso l’alto, mentre la piccola pop star faceva il suo ingresso sotto migliaia di applausi, tra i quali c’era quello del professor Kappa, suo incredibile fan. La piccola cantante giunse al centro del palco e dopo aver preso il microfono al Dj, si mise a parlare del torneo, fino a che non presentò le squadre: - Bene, che faccia il suo ingresso la squadra campione del mondo, formata dal campione Takao e dall’energico Daichi! – le grida della ragazza furono appoggiate dal pubblico che era euforico.

 

Non appena chiamò il suo nome il piccolo rosso si sentì congelare le gambe e credette di non riuscire a muovere un passo. Se ne stava lì, impalato davanti all’imboccatura del corridoio, mentre Takao lo incitava a muoversi. Daichi era paralizzato, ma perché?

- Se non ti nuovi ci posso fare la muffa qui nano – gli disse con spirito Yuri guardandolo di traverso. Daichi si riscosse e si girò verso il russo, che per tutta risposta lo fissò con sarcasmo prima di dirgli – Allora che aspetti tappo? -

- Ehm…si si vado – si riscosse Daichi prima di raggiungere Takao che lo fissava divertito, e solo dopo che i due furono usciti sotto le luci dei riflettori, Julia si avvicinò a Crystal e a Yuri dicendo – Ah…l’amore…

 

La cerimonia di apertura fu un vero spettacolo, una a una tutte le squadre entrarono nello stadio e si inchinarono davanti al pubblico come di regola. Hilary si sentì sussultare quando Ming Ming chiamò la squadra russa. Intorno a lei una folla di fan (tutte ragazze) si misero in piedi urlando i nomi di Kai e Yuri. “Beh, c’era da aspettarselo, e devo dire che se non fosse che dovrei essere imparziale mi metterei anche io a tifare per Kai” il pensiero la fece sorridere, e assaporò lentamente il momento della scesa del dranzerblaider, che illuminato dai raggi del sole pareva emanare un’aura luminosa e assolutamente divina. Era semplicemente bellissimo.

– Sei grande Kai!! – urlò con tutto il fiato che aveva in gola.

Un urlo, un grido, un’anima, un cuore, il suo cuore…solo per lui.

 

Dopo che la cerimonia d’apertura fu terminata Ming Ming presentò il calendario degli incontri, che erano stati appena scelti secondo un sorteggio. I giorni di gara sarebbero stati il Lunedì con un incontro, il Mercoledì con due e il Venerdì con uno. La sfida di oggi sarebbe stata tra BBA e Scudi Sacri. “Oh…tocca già a noi, fantastico!” pensò Hilary facendosi più attenta. A quanto pare l’incontro sarebbe incominciato tra circa trenta minuti, così lei si alzò e si diresse verso lo spogliatoio dove Takao e Daichi si stavano preparando.

Attraversò correndo un lungo corridoio poco illuminato prima di svoltare per dirigersi verso le stanze riservate agli atleti. Fu proprio mentre svoltava l’angolo che non si accorse di qualcuno che si dirigeva nella direzione opposta alla sua, e così gli finì letteralmente addosso. Tuttavia non fu proprio un cattivo scontro, perché la ragazza si ritrovò a pochi centimetri dal blaider dagli occhi ametista, che la scrutavano vaghi. “Oh mamma che imbarazzo!” si disse la ragazza mentre cercava di riassumere un atteggiamento quantomeno decoroso. – Scusa Kai…e che… stavo correndo… - tentò di scusarsi la brunetta anche se in realtà era ben contenta di quello che aveva fatto. – L’ho visto – rispose il ragazzo prima di tornare a posare i suoi occhi su quelli di lei. Non avrebbe saputo spiegare il perché, ma in quel momento gli sembrò che tutte i suoi problemi e le sue preoccupazioni si fossero eclissati dinanzi a quegli occhi così lucenti e vivi. Gli occhi della ragazza esprimevano una vitalità ed una allegria che i suoi non avevano mai avuto. Si sentì incredibilmente sollevato, anche se da un lato lo attanagliava il fatto non riuscire a spiegarsi il perché di questa sensazione. Tuttavia durò poco, infatti lui si allontanò velocemente dalla brunetta, come se temesse che la sua compagnia potesse significare qualcosa di sbagliato. “Devo proprio dormire…” pensò mentre un piccolo e raro sorriso si incurvò sulle sue labbra sottili.

 

- Devo proprio dirtelo Astra, questa volta mi aspettavo qualcosa di meglio! – sbottò Axel alla compagna, dopo che tutta la squadra si fu allontanata dallo stadio il necessario per non essere sentiti. – Perché i New Europa, non potevi sceglierci una squadra come i BBA o ancor meglio come gli Scudi Sacri? -

- Stai calmo distruttore, avrai tempo per sfogare tutta la tua potenza, al momento la cosa migliore da fare è osservare meglio i poteri dei Cavalieri, ecco perché ho scelto i New Europa. – rispose stizzita il demone dell’Illusione che non sopportava quando gli altri avevano da ridire sui suoi incantesimi.

- Astra ha agito nel migliore dei modi Axel, per il momento gli Scudi Sacri non rappresentano un problema, visto che non hanno ancora trovato il Custode, ma non ti preoccupare, non appena uscirà allo scoperto ti prometto che distruggeremo quella squadra di patetici Guardiani! – disse Samantha mentre i suoi occhi vermigli brillavano di una strana luce, una luce maligna, demoniaca, vendicativa.

 

- Hilary! Eccoti qui, visto? Siamo i primi a scendere in campo! Non vedevo l’ora – l’entusiasmo del capitano era alle stelle, mentre finiva di preparare Dragoon per l’incontro, e mentre Daichi si era dileguato all’improvviso. – E Daichi? – chiese la brunetta che aveva notato l’assenza del piccolo rosso. – Oh…lui mi ha detto che andava a farsi uno spuntino, ma non c’ho creduto, infatti sono sicuro sia andato a cercare Ming Ming – rispose con un leggero sorrisino il capitano dei BBA mentre strizzava l’occhio all’amica, che capì al volo. – Ah…capito! -

- Comunque non dovresti sghignazzare così riguardo a Daichi, perché mi sembra che anche tu abbia una fan particolare – lo stuzzicò la brunetta, che sapeva benissimo quanto Takao fosse sensibile riguardo a questo genere di cose. – Ehm…no ti sbagli – cercò di mascherare il moretto mentre cominciava ad arrossire

- E allora che mi dici di quella ragazza? – chiese la brunetta divertita “Vediamo se ci casca

- Guarda che Samantha è solo un’amica, chiaro? – le rispose Takao cadendo nella trappola di Hilary

- Ma io non l’ho nominata Takao, hai fatto tutto da solo – gli sorrise la sedicenne.

- Sono molto felice per te Takao, mi fa piacere che tu abbia trovato una persona speciale come Samantha, davvero – gli disse abbracciandolo. – Grazie Hila – le rispose il ragazzo, che teneva moltissimo al parere dell’amica. Quando si staccarono il moretto guardò gli occhi della ragazza, e sorrise “E’ felice, si vede chiaramente, chissà cos’è successo” pensò, mentre nella sua testa si faceva strada l’immagine della sola persona capace di far sorridere in quel modo Hilary.

- Mi devi forse dire qualcosa Hila? – le chiese di rimando Takao – Qualcosa che forse riguarda un certo blaider russo dagli occhi ametista nonché mio grande amico? –

- No… - rispose l’amica mentre la sua mente riattraversava la scena di qualche minuto prima, quando i loro occhi si erano trovati così vicini, quando le era parso di potersi immergere nel profondo del suo sguardo…

- Vabbeh, quando vuoi sai che io ci sono – le disse prima di dirigersi verso il centro dello stadio dove lo aspettava il suo primo match.

Camminava a passo fermo, ma leggero, non vedeva l’ora di scendere in campo; si emozionava sempre prima di una gara, ma questa volta era diverso, perché sapeva che c’era qualcuno di particolare a tifare per lui.

- Takao, aspetta! – il richiamo angelico del capitano degli Obscuras fece arrestare di colpo il dragoonblaider, che aveva sperato di vederla prima di scendere in campo. Si girò rapido in tempo per vedere Samantha correre verso di lui agitando il braccio. Quando lo raggiunse si fermò a riprendere fiato, per poi piantare i suoi meravigliosi occhi rossi in quelli castano-rossicci di lui. – Volevo augurarti buona fortuna, anche se so che non ne avrai bisogno – gli sorrise dolcemente la ragazza mentre continuava a specchiarsi negli occhi limpidi del blaider. – Grazie, farò del mio meglio! – le disse il ragazzo prima di fare qualcosa che non avrebbe mai pensato di poter fare, le diede un rapido bacio sulla guancia, per poi allontanarsi ancora più felice di prima.

Samantha rimase sconvolta da quel gesto, così semplice, fugace, umano ma allo stesso tempo così potente.

Il demone si sfiorò con le fredde dita il punto dove il Cavaliere l’aveva sfiorata, e le sembrò che quel punto fosse più caldo rispetto a tutto il suo viso. – Mi ha… - non riuscì a finire la frase, perché qualcosa glielo impedì. Qualcosa dentro di lei…

 

- Bene ci siamo! Nel primo incontro avremo per i BBA il giovane Daichi, mentre per gli Scudi Sacri scenderà in campo il potente Dunga! – all’annuncio di Djman seguì un lungo applauso, dopodiché i due blaider designati scesero in campo e si misero in posizione. Dalla loro postazione gli Obscuras osservavano attentamente ogni mossa del giovane blaider dai capelli rossi. – Ora vedremo come sono questi Cavalieri – disse Ares incrociando le braccia davanti al petto, mentre Astra cercava con lo sguardo gli altri membri della squadra degli Scudi Sacri, che dietro al loro compagno facevano il tifo per lui. Gli occhi violetti del demone si posarono su Mariam, che stava proprio guardando verso di lei. – Presto arriverà il tuo turno Mariam non temere – un ghigno si materializzò sulle labbra del demone dell’Illusione prima di riportare l’attenzione sul match.

- tre, due…uno…pronti…lancio! – era ora di far parlare solo i beyblade. 

 

Nel tardo pomeriggio i blaider ripresero i pullman per tornare in Hotel. La prima sfida si era conclusa con un pareggio per Daichi e la vittoria di Takao su Jessie. Hilary era contenta della vittoria della sua squadra, anche se non capiva come mai gli Scudi Sacri non avessero schierato i due titolari Ozuma e Mariam contro la squadra campione in carica. “E’ molto strano, anche perché tra Ozuma e Takao c’era ancora una battaglia in sospeso” rifletté la giovane ripensando al secondo campionato mondiale.

Quando giunsero in hotel, tutti si ritirarono nelle proprie camere, per poi ritrovarsi verso le 20.00 giù al ristorante. Dopo che tutti si furono ritirati, Max si incamminò solo per il cortile con un umore scuro e tetro, cosa del tutto innaturale per lui. Non gli piaceva ammetterlo ma era arrabbiato con Mariam per come si erano lasciati l’ultima volta. Non aveva fatto altro che ripensarci in quella giornata, e se già era confuso a causa dello strano comportamento della ragazza, il modo di come erano scesi in campo contro Takao non faceva altro che aumentare i dubbi del biondino. – Cosa ti sta succedendo? – chiese in un sussurro come se qualcuno potesse rispondergli.

- Forse prima dovresti chiederlo a te stesso – una voce limpida e chiara si avvicinò all’americano, che nel voltarsi si ritrovò a guardare una giovane ragazza dal corti capelli ramati, che indossava un corpetto blu scuro e un pantalone dello stesso colore, che nella gamba sinistra le arrivava alla caviglia, mentre in quella destra si fermava a metà coscia. La ragazza lo fissava con i suoi grandi occhi violetti in un modo che fece sorridere il biondino, ridandogli un po’ di buonumore. – Penso che non saprei cosa rispondermi – concluse sedendosi insieme alla ragazza su una delle panchine che costeggiavano il giardino.

- Oh…io credo che ogni tanto fermarsi un momento per ascoltare solo la voce più profonda di noi stessi sia molto importante, anche perché ti mette in condizione di vedere le cose da un altro punto di vista. – la voce di Astra appariva calma e rilassata, come se stesse parlando della cosa più naturale del mondo, anche se in realtà stava facendo molta fatica ad esprimersi in quei concetti del tutto innaturali per una della sua natura. Lei era il ghiaccio, la crudeltà, il cinismo plasmato sotto forma di donna, e allora perché parlare con quell’umano le risultava quasi piacevole? Parlarono molto durante quel pomeriggio, risero insieme e si ascoltarono a vicenda. Fu un pomeriggio diverso per entrambi, e alla fine quando si separarono sia Astra sia Max parevano aver ricevuto un qualcosa in più. – Grazie Astra, grazie per tutto – le disse Max salutandola con la mano prima di avviarsi verso la stanza dei PPB, mentre Astra lo guardava allontanarsi stranamente sorridente.

 

- La situazione si fa ogni giorno più difficile Ozuma – disse Jessie sedendosi sul suo letto mentre Ozuma passeggiava nervoso per la stanza.

- Lo so, lo so – ripeté il capitano degli Scudi Sacri che ormai non sapeva più cosa fare.

- Credevamo che una volta iniziato il campionato avremmo potuto sentire l’aura del Custode, ma non è stato così, e come se non bastasse quei maledetti si sono perfettamente inseriti nel gruppo – disse Dunga con voce dura e piena di risentimento.

- Ozuma posso chiederti una cosa? – chiese ad un tratto Mariam che affacciata al balconcino della sua stanza osservava due ragazzi seduti su una panchina che parlavano spensieratamente. Strinse i pugni mordendosi le labbra fino a farsele sanguinare.

- Dimmi – rispose Ozuma voltandosi incuriosito verso la giovane dai capelli blu e attendendo la domanda che però faticava ad uscire.

- Sei davvero sicuro che sarebbe stato un male avvertire subito Takao e gli altri della situazione? – le parole furono pronunciate lentamente come se ogni sillaba le costasse fatica. La ragazza sapeva quanto il suo capitano odiasse ritornare su quell’argomento, ne avevano già parlato, e ogni volta che lei ci ritornava, Ozuma si arrabbiava e le dava dell’incosciente, tuttavia forse voleva sentirselo dire ancora una volta.

- A questo punto non lo so più – la risposta scioccò sia Mariam che gli altri due, che non si aspettavano che proprio Ozuma ritrattasse una sua convinzione. – Di sicuro se li avessimo avvertiti, adesso Samantha e gli altri non sarebbero così vicini ai nostri amici, tuttavia…di una cosa sono sicuro, dobbiamo trovare noi il Custode, e solo allora potremmo svelare ogni cosa. Il problema potrebbe presentarsi dal momento che il tempo stringe e noi ancora non abbiamo capito le loro intenzioni, e soprattutto c’è una cosa che mi turba… -

- Cosa? – chiese Mariam

- Se ci pensiamo bene, loro sono solo Guardiani, quindi in teoria hanno le nostre stesse possibilità di vincere gli incontri, allora mi domando…perché ostentano tanta sicurezza? Perché sono così certi di vincere da potersi scegliere loro stessi i propri avversari? – la domanda di Ozuma portò nella stanza dubbi e incertezze e aumentò le loro preoccupazioni.

- Vedremo cosa faranno durante il loro primo incontro – sentenziò Dunga tagliando lì la conversazione per poi dirigersi verso i piani inferiori seguito da Jessie.

Quando Mariam e Ozuma rimasero soli il ragazzo si avvicinò all’amica e sollevandole il mento con le dita le disse: - Mi dispiace –

- Per quale motivo? – rispose fredda la ragazza

- Max – rispose secco il giovane prima di allontanarsi e chiudersi la porta alle spalle lasciando Mariam sola nella stanza insieme alla sua rabbia e la sua frustrazione. – Max…ti prego non lasciarti incantare da lei – disse prima di uscire anche lei dalla stanza.

 

La cena venne servita nel grande ristorante dell’albergo e verso le 20.00 tutte le squadre si trovavano giù per cenare. Hilary si sedette con le sue compagne di stanza attorno ad un grande tavolo circolare, mentre gli altri prendevano posto insieme ai propri compagni di stanza. Quando arrivarono i russi sia Julia che Hilary alzarono prontamente gli occhi, ma poi accortesi della reazione dell’altra si squadrarono con due sguardi indagatori. Fu Julia a richiamare l’attenzione delle compagne su di sé – ragazze, che ne dite se la chiamiamo? In fondo non è carino che rimanga da sola – le parole della blaider spagnola stupirono Hilary, che però fu ben felice di sentire quelle parole. In effetti si erano tutti sbagliati su di lei; non era né una smorfiosa né una raccomandata, era una semplice ragazza che non aveva mai avuto una vera amicizia. Tutte annuirono così Julia si alzò e si diresse a passo deciso verso il tavolo dei Neoborg, che era abbastanza vicino al loro. Hilary ne seguì attentamente ogni movimento.

- Scusate, non volevo disturbarvi – disse leggermente impacciata la ragazza non appena si ritrovò davanti ai russi. Che cosa assurda, prima era così decisa, sicura, eppure nel ritrovarselo davanti sentì tutte le sue convinzioni evaporare come l’acqua nel deserto. I suoi occhi la scrutavano freddi e torvi, come se ci tenesse a farla sentire in imbarazzo, ma lei non cedette. – Crystal, volevo chiederti se ti faceva piacere mangiare con noi – chiese alla giovane russa che la guardò affascinata e con gli occhi lucidi, mentre Boris lanciava a Kai un’occhiata d’intesa che il giovane prese al volo. – Chiedilo a Yuri – le propose Boris mentre il capitano sentì un moto di rabbia invadergli il corpo, per quella frecciatina sicuramente fuori luogo, mentre gli occhi di Julia lo fissavano stupiti. – No, io l’ho chiesto a Crystal – disse fermamente la ragazza tornando a guardare il rosso, che finì per sorridere – Perché dovrebbe chiederlo a me, non sono mica la sua balia – rispose mentre un leggero sorrisino gli calcava le labbra sottili. Dopo che le ragazze si furono allontanate, il rosso continuò a seguire con lo sguardo la blaider spagnola, che aveva osato rispondergli indirettamente in quel modo.

- Brava mamma - scherzò Boris battendo una mano sulla spalla del rosso, che per tutta risposta lo guardò con uno sguardo cinico.

 

- Allora che si fa domani? – disse ad un certo punto Mao durante la cena rivolta alle sue amiche.

- Beh domani non ci sono le gare, e dopo gli allenamenti potremmo uscire a farci un giro – propose Emily

- Ovviamente senza i ragazzi – l’aggiunta di Julia lasciò sgomento tra le altre, che guardarono l’amica in modo strano. – Ha ragione, se no come faremo a parlare di loro? – disse Hilary che aveva intuito dove voleva andare a parare l’amica.

- Ah…tu vieni con noi vero?! – la domanda della blaider spagnola fece sussultare Crystal che non si aspettava anche un invito da quelle ragazze così diverse da lei. – Ehm…ecco…io… -

- Lascia perdere poi lo dico io a tuo fratello, tranquilla – finì per lei Julia sbucciando una mela.

“Certo che è proprio un vulcano di entusiasmo, peccato solo che le piaccia proprio Kai” pensò la brunetta sorridendo alle sue nuove amiche.

 

La sera era fresca ed era piacevole stare fuori a contatto con quel venticello che gli scompigliava i capelli argentei. Dopo la cena i ragazzi avevano visto un film, e poi se ne erano andati a dormire, mentre lui era uscito ad allenarsi; gli piaceva la notte, anche perché era un ottimo momento per allenarsi e poi Dranzer risplendeva ancor di più in mezzo all’oscurità. Quando si sentì soddisfatto richiamò il suo fidato Bey, che immediatamente ritornò nella mano del suo proprietario, e in silenzio si incamminò verso l’hotel. Durante il ritorno il ragazzo non fece altro che pensare all’incontro che avrebbe affrontato quella settimana; chissà contro chi si sarebbe dovuto battere. Non aveva paura, nonostante sapesse a cosa andava incontro. Non gli importava niente di rischiare, tanto la vita era la sua, e gli era del tutto indifferente.

Ad un certo punto entrò nel cortile dell’albergo e istintivamente lanciò un’occhiata alle scuderie, dove Fiamma stranamente non c’era. “Ma dov’è andata?” si chiese avvicinandosi. Quando però arrivò vicino al recinto vide la sua cavalla che, illuminata dalla luce della luna stava vicino alla staccionata, come se aspettasse qualcuno. Tuttavia guardando meglio il ragazzo si rese conto che Fiamma non stava aspettando nessuno, anzi era in compagnia. Un’ombra le era accanto, a circa mezzo metro di distanza, ma l’animale sembrava tranquillo.

“Ma chi diavolo…” le parole gli morirono in gola quando riconobbe la sagoma magra ed esile della persona che si trovava accanto a Fiamma. Una sciarpa colorata, un jeans lungo e un maglioncino blu ne completavano l’abbigliamento molto semplice. Il ragazzo si avvicinò con una strana sensazione all’altezza dello stomaco.

- …guarda che ti ho visto che prima l’hai mangiato, non fare la difficile – le disse divertita la brunetta mentre tra le mani teneva una carota tagliata a pezzi proprio per quel cavallo color della notte.

- E va bene, te le lascio qui, così non dovrai toccarmi! – rispose la ragazza fingendo di essersi offesa per la diffidenza che l’animale le riservava. - Proprio non ti piaccio eh?!

- Non è questo, anzi se tu non le piacessi non ti farebbe neanche avvicinare – la voce ferma e maledettamente suadente di Kai riscosse la ragazza che si girò verso il ragazzo sgranando i suoi grandi occhi color cioccolato sorpresa di vederlo lì. – Oh…ciao – salutò imbarazzata mentre si concentrava a osservare le carote come se fossero la cosa più interessante nel raggio di mille chilometri.

Senza risponderle il ragazzo si avvicinò alla brunetta, che sentì uno strano movimento nello stomaco che andava crescendo man mano che il blaider si avvicinava a lei.

Il diciassettenne prese dalla mano della ragazza un pezzo di carota e l’avvicinò al muso dell’animale che prontamente lo prese iniziando a mangiare solleticando la mano del giovane. Quando ebbe finito posò i suoi enormi occhi neri sul suo padrone che però si voltò verso la ragazza ancora imbambolata e in stato di coma per il fatto che le avesse sfiorato la mano. – Su, prova tu – le disse il ragazzo mentre la giovane titubante allungava una mano verso l’animale che però parve indietreggiare. – Non devi farle sentire che hai paura, lei deve fidarsi di te, tu ti fideresti mai di qualcuno che ti teme? – le disse il dranzerblaider avvertendo il timore della ragazza. Quelle parole le diedero forza e più convinta provò ad avvicinarsi allo schivo animale.

Ad un certo punto Kai le prese il braccio e piano lo accompagnò verso il muso di Fiamma.

A questo punto Hilary si sentì svenire, mentre non avvertiva più timore, ma solo un’immensa felicità e gioia per quell’inaspettato gesto. Lentamente Fiamma si avvicinò e cautamente poggiò il muso sulla mano calda della giovane, che sentì per la prima volta il solletico che le mandibole dell’animale le procuravano. Era bellissimo, soprattutto perché Kai era così vicino a lei, ne poteva quasi avvertire il respiro, il battito del cuore, ma ad un certo punto quella magica sensazione svanì e la ragazza si ritrovò senza più la vicinanza del giovane che osserva il tutto leggermente distaccato. “Puoi fidarti di me Fiamma, io di te mi fido” pensò la ragazza, che ormai si sentiva tranquilla e sollevata. Era come se il suo braccio ricevesse un flusso di energia pura, che la rendeva forte, e le infondeva felicità. Poteva quasi sentire il battito del cuore del cavallo, che le pareva stesse battendo velocemente, proprio come il suo ogni volta che Kai le era accanto. Quando Fiamma alzò il muso dalla mano della ragazza le due si guardarono negli occhi, e per un momento Hilary si sentì incredibilmente leggera, come se stesse per volare.

Anche io mi fido di te, Hilary” sembravano dirle i suoi occhi.

 

 

E anche questa è andata…e ora…SPAZIO del LETTORE!!

 

Lexy90: cicci sei un tesoro, ormai ogni volta che apro le recensioni la prima sei sempre tu, grazie 1000 (ma nn hai proprio niente di meglio da fare n.d. Kai) (zitto tu! N.d. Julia) cmq, sono felice che la storia ti stia piacendo, e spero vivamente di non averti delusa con questo capitolo. Sei gentilissima a continuare a recensirmi, grazieeeeee. Baci Bacioni

 

Lirinuccia: da che parte posso cominciare…mi vizi troppo!! I tuoi complimenti mi hanno illuminato la giornata e anche tutte quelle seguenti, davvero grazie…e poi come ti ho già scritto sono felice che il personaggio di Hilary ti piaccia, … non sapevo che Max fosse uno dei tuoi preferiti, e devo dire che mi è piaciuto molto scrivere la parte su lui e Mariam…cmq mi dispiace, ma anche il nostro biondino non avrà vita facile, ma ormai dovresti averlo capito! (sono perfida!!!) Grazie ancora per le tue recensioni che rappresentano molto per me. Baci Bacioni

 

DarkAngel91: grazie, sono contenta che la mia ff ti stia piacendo, e mi auguro di non averti delusa, sono stata felicissima quando ho visto una faccia nuova sulle recensioni, grazie 1000!! Cmq non ti preoccupare se non riesci a recensirmi sempre, l’importante è che la storia ti piaccia e ti regali emozioni e viaggi mentali senza logica! Spero di sentirti presto! Baci Bacioni

 

Un ringraziamento di cuore a Mik92 e SMDO che hanno messo la storia fra i preferiti, a VaMpIrA89 e alla mia carissima Helens che hanno messo “I Cavalieri dei Sette Regni” fra le seguite.

 

E come di consuetudine un grazie immenso e profondo come l’oceano va a tutti voi che leggete la storia, e spero che sia di vostro gradimento.

Se con la mia ff riesco a farvi sorridere, e a farvi viaggiare attraverso i regni ancora inesplorati della fantasia con viaggi mentali senza senso allora ho centrato in pieno uno dei miei obbiettivi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Una giornata insolita ***


Capitolo 6: una giornata fra amiche

Eccomi qui! Scusate x il ritardo, ma in questo periodo tra verifiche, interrogazioni ed altro non sapevo più dove sbattere la testa, ma oggi all’albe delle 2.46 aggiorno, perciò…BUONA LETTURA!

 

Una giornata insolita

 

Quando il sole delicato di Helsinki penetrò nella Stanza dei Gigli, il volto di Hilary venne riscaldato da un raggio pallido, che le illuminò il viso e le assicurò un dolce risveglio. Si girò verso le sue amiche, che ancora dormivano beatamente avvolte nei morbidi piumini colorati, mentre i loro visi facevano presupporre che stessero vivendo il più bello dei sogni.

Lentamente la ragazza di alzò, e si diresse verso la finestra semiaperta, affacciandosi e contemplando il meraviglioso paesaggio che le si prostrava davanti. La terra dei Laghi era immensa, e in ogni anfratto pareva nascondere un segreto magico. Istintivamente cercò con gli occhi la scuderia, dove osservò i cavalli dormire tranquillamente riparati dal freddo; solo Fiamma non dormiva, ma invece passeggiava all’interno del recinto esattamente come l’aveva lasciata la sera prima. La ragazza ricordava ancora il momento in cui aveva avvertito il fiato caldo dell’animale sul palmo della mano, e il contatto che avevano avuto. “Ma non penso ci sarei riuscita da sola…” pensò la ragazza rammentando con particolare emozione l’istante in cui Kai le aveva preso delicatamente il braccio per avvicinarlo al muso nero dell’animale. Sentire la sua mano ferma ma delicata sul suo braccio che le aveva procurato una momentanea perdita della concezione di spazio e tempo. Avrebbe potuto rimanere così per sempre, e ancora adesso al ripensarci sentiva il suo cuore riscaldarsi e aumentare i battiti.

- Oh Hila buongiorno – la salutò mezza addormentata la sua amica Mao che ancora insonnolita si alzò per abbracciare la sua amica e sistemarsi in maniera dignitosa i capelli. Hilary notò solo in quel momento che sul comodino della cinese si trovava un lembo di stoffa chiara, forse appartenuta ad un suo indumento, ed era strappato e rovinato in più punti. “Dov’è che ho già visto quel…”

- Mao scusa ma quello non è il pezzo di stoffa della fascia che avete fatto tu e i Baihutzu durante lo scorso campionato? – chiese la brunetta ricordando tutto.

L’amica guardò prima la stoffa poi Hilary con uno sguardo triste e decisamente poco incline alla sua personalità – Sì – rispose in un soffio, come se le costasse ammettere una dura realtà, correndo poi a infilare la stoffa dentro il cassetto.

- Mao, è forse successo qualcosa? – le chiese la sedicenne avvicinandosi all’amica che evidentemente aveva qualche problema.

- Hila, ti va se usciamo a parlare fuori? –

- Certo che no, vestiamoci e andiamo in giardino –

 

Appena furono fuori, sedute su una panchina Mao vuotò il sacco. L’argomento che la rendeva tanto triste era un ragazzo di circa diciassette anni, con lunghi capelli neri tenuti insieme da una altrettanto lunga coda e dagli angelici occhi ambrati. Rei.

Hilary sapeva quanto l’amica fosse innamorata del drigerblaider, e per quanto le pareva di aver intuito anche Rei era sembrato interessato alla cinese, anzi forse fra i quattro antichi BBA, lui era proprio quello con la “situazione sentimentale” più chiara e lineare. Allora quale poteva essere il problema?

- Ieri sera ho sentito Rei parlare con Michael e Andrew, del legame di parentela fra Crystal e Yuri, e allora Andrew…beh ha detto che se non fosse stato per il fatto che non è vero, anche io e Rei avremmo potuto essere come i due russi, fratelli. – la tristezza dipinta sul volto di Mao era terribile da sopportare agli occhi della brunetta, che aveva sempre visto nell’amica un vulcano iperattivo e solare.

- E Rei? – chiese la brunetta che voleva sapere come andava a finire, anche se forse avrebbe fatto meglio a non domandarglielo, perché poco dopo una lacrima finì dritta sulla mano che la sedicenne teneva sulla gamba dell’amica per infonderle coraggio.

- Rei?! Rei ha detto che in effetti io per lui sono la migliore delle sorelle! E che gli viene da sorridere se pensa che io sono innamorata di lui!– sbottò scoppiando a piangere in un modo che fece stringere il cuore alla brunetta, che non sapendo bene che fare abbracciò la cinese, di cui sentiva i continui singhiozzi sbattere contro il suo petto.

“Ma come si fa ad essere così insensibili!? Ma non è da Rei dire una cosa del genere, lui non è quel tipo di ragazzo. Sono sicura che Rei non avrebbe mai detto una cosa così, anche perché sa benissimo cosa prova Mao per lui, no…c’è qualcosa che non va…

 

- Buongiorno Samantha – la salutò dolcemente Takao quando si incontrarono nel ristorante dell’albergo per la colazione. Non avevano più avuto l’occasione di parlare dopo l’incontro del giorno prima, e il moretto temeva che fosse dovuto anche al fatto che lui l’aveva baciata.

“Forse sono stato troppo diretto, ma…sento per lei un sentimento fortissimo, solo il vederla mi fa sentire vivo anche se tremendamente agitato. Ma forse lei non sente lo stesso per me…quindi…

- Samantha io… - iniziò il ragazzo intenzionato a chiarire la situazione prima che si potesse rovinare la splendida amicizia che si era instaurata fra di loro.

- No, aspetta – l’interruppe la giovane posando due dita sulle labbra del ragazzo che sussultò a quel contatto. Si guardarono. Gli occhi di lei, che inizialmente vedeva distintamente si fecero improvvisamente più sfocati, l’immagine venne quasi…sgranata. La ragazza gli si era avvicinata molto, e in quel momento Takao avvertì una strana sensazione corrergli lungo la schiena, ma non avrebbe saputo dire se fosse una cosa bella o brutta.

- Che ne dici fare colazione con me e poi di allenarci a bey insieme – le parole pronunciate con sensualità dalla giovane stordirono il ragazzo, che in quel momento si sentì felice come mai in vita sua. Annuì.

- Bene! Allora andiamo – gli sorrise lei prima di poggiare le sue calde labbra dita che ancora teneva sulle labbra del moretto.

 

La sala del ristorante era piena e almeno metà del stanza era occupata da tutti i migliori blaider del mondo, che si erano ritrovati lì per la colazione. Alla fine avevano deciso: le ragazze scelsero di farsi una sana giornata di shopping e turismo per la città, tranne Mao che aveva preferito rimanere in albergo per sfogarsi magari nella palestra, in compagnia di un sacco e di un paio di guantoni.

Hilary aveva provato ad invitare anche Astra, Samantha e Mariam, ma se la prima aveva declinato gentilmente l’invito e la seconda era uscita insieme a Takao, la ragazza degli Scudi Sacri si era rivelata essere irreperibile, e così alla fine la brunetta ci aveva rinunciato. “In compenso almeno verrà Crystal” pensò la sedicenne mentre si cambiava. Decise per un abbigliamento semplice e pratico nel caso in cui avesse dovuto provarsi qualcosa. Indossò un paio di jeans morbidi, una maglietta aderente a maniche lunghe nera e sopra si infilò un dolcevita blu scuro. Completò il tutto con un paio di stivaletti in camoscio che le avevano regalato le sue amiche per il suo scorso compleanno.

Quando uscì dalla stanza si accorse che Julia stava parlando con la giovane Neoborg in cima alle scale che portavano al quinto piano. – Allora vieni? – le chiese la ragazza spagnola

- Penso di sì, anche se Yuri… -

- Uffa! Adesso mi sono proprio stufata, ci parlo io – disse con decisione Julia prima di superare Crystal e dirigersi velocemente verso la stanza dei russi. Hilary le si precipitò dietro seguita dalla rossa.

Non appena si trovarono davanti alla stanza numero 21 Hilary si sentì leggermente emozionata, era la prima volta che si trovava così vicino alla camera dove alloggiava Kai, e non sapeva cosa fare. Poi si girò verso Julia. “Se hai deciso di fare colpo su Kai fai pure, ma non credo proprio che resterò a guardare” pensò innervosita la brunetta quando la spagnola bussò alla porta della stanza.

Fu Boris ad aprire rimanendo di stucco nel vedere le tre ragazze lì. – Uao, che ci fate da queste parti? Entrate. – disse rivolto a Hilary e Julia, che si sentivano come immobilizzate. – Cerco quel troglodita del tuo capitano! – iniziò con forza la giovane, mentre Hilary cercava con gli occhi qualcuno all’interno della stanza. Improvvisamente da una delle porte laterali uscì Kai, che ancora con i capelli umidi si diresse verso il suo letto per prendere Dranzer dal cassetto e metterselo delicatamente in tasca. Hilary avvampò all’istante. Kai era lì con indosso una maglietta nera e un paio di pantaloni scuri, mentre i capelli argentei, trasformati in grigio scuro a causa dell’acqua, gli aderivano perfettamente al viso, donandogli un aspetto terribilmente affascinante. Distolse lo sguardo prima che lui si accorgesse che la ragazza lo stava fissando, e si costrinse a prestare l’attenzione su Boris.

- Yuri? Cerchi Yuri!? – lo sguardo incredulo di Boris si trasformò in una risatina sarcastica quando una nuova presenza si avvicinò alle spalle delle ragazze, anche nessuna di loro parve accorgersene. – Sì, proprio lui, quella sottospecie di piccolo lord dittatore e padre padrone – continuò la ragazza sempre più decisa a dirgliene quattro. Non sopportava Crystal dovesse sempre rendere conto di ogni cosa che faceva al fratello, e anche se tecnicamente non erano affari che la riguardavano, lei non si seppe trattenere.

- Caspita ragazzi, che ne pensate se ce la portiamo al monastero? Con questo carattere da vipera acida farebbe paura persino a Vorcof! – l’esclamazione di Yuri sorprese le ragazze che si voltarono spaventate verso il capitano dei Neoborg, che sovrastandole in altezza squadrava la spagnola con astio, mentre Boris non riusciva a trattenere un riso e Kai scuoteva la testa in maniera quasi impercettibile.

- A…allora ci sei…Yu…ri – disse balbettando la ragazza dai lunghi capelli ramati, mentre cercava di sottrarsi allo sguardo del russo. – Cosa ti prende ragazzina hai improvvisamente perso l’uso di far uscire le parole da quella tua bocca da bisbetica?

In quel momento fu come se Julia avesse ritrovato tutta la forza che la contraddistingueva. – Bisbetica!? Ma come ti permetti! E comunque sono venuta qui per dirti che trovo assurdo che un ragazzo che 2009 si comporti in un modo così autoritario come fai tu! Perché Crystal dovrebbe chiederti il permesso anche per uscire, in fondo non sei suo padre! – Julia era irremovibile e soprattutto inarrestabile.

- Su Julia non ti preoccupare – intervenne Crystal sperando di mettere fine a quel litigio

- Di sicuro non devo rendere conto a te di quello che faccio con mia sorella, e comunque sia non credo che dovresti parlare di cose che non sai – le dure parole del russo parvero intimidire la spagnola, che però non si arrese. – Bene, allora non ci sono problemi visto Crystal? – disse rivolta all’amica

- Tu fratello non è poi così troglodita, infatti ci ha appena detto che possiamo uscire e magari ubriacarci come delle matte, allora cambiati che tra mezz’ora si esce – e detto questo si allontanò verso la rampa di scale seguita a ruota da Hilary e controllata a vista dallo sguardo stupito del capitano della Neoborg.

 

Le strade di Helsinki erano affollate di gente che correva su e giù per la città fermandosi davanti ai monumenti principali oppure davanti alle vetrine dei negozi. In mezzo a loro un gruppo di cinque ragazze avanzavano felici fra le bancarelle di un mercatino, curiosando in giro, ridendo e avvertendo la felicità contagiosa delle compagne. Verso la una si sedettero in una tavola fredda e pranzarono con un panino e una bibita, confrontandosi gli acquisti e chiacchierando del più e del meno senza però toccare l’argomento che più le premeva. Fu Emily la prima a iniziare la discussione.

- Ragazze, secondo voi Mao ha avuto qualche problema con Rei? In fondo le è sempre piaciuto uscire per negozi, e questa sua scelta di rimanere in albergo mi ha decisamente lasciata di stucco – disse confusa l’americana, che ormai conosceva troppo bene la cinese per potersi sbagliare.

- Forse aveva solo bisogno di passare un po’ di tempo da sola – tagliò corto Julia – a volte è la cosa migliore

- Sarà, ma comunque mi sembra strano che abbia litigato con Rei, in fondo lui è un tipo così carismatico! – sentenziò Mathilda guardando le altre.

- Già lui è uno dei pochi ad essere gentile con le ragazze – aggiunse Emily iniziando a bere il suo frullato

- Su Emily ti capisco, in fondo Michael non è affatto un tipo molto galante – la stuzzicò Hilary facendo diventare bordò l’amica con gli occhiali

- Ma…io…non – biascicò – si si, non ti stavi riferendo a Michael lo sappiamo! – le strizzò l’occhio Mathilda con voce dolce. Crystal rise, forse per prima volta in vita sua. Certo lei aveva sorriso, ma non era la stessa cosa. Durante gli anni trascorsi sotto gli ordini di Vorcof le uniche occasioni in cui aveva sorriso erano state quando Kai emergeva dalle cripte dopo magari una settimana senza mangiare, o magari dopo una qualche punizione corporale, ma erano altri tipi di sorrisi. Erano sorrisi di sollievo. Questi no, queste erano pure risate, un insieme di suoni che disordinatamente si combinavano, si intrecciavano andando a creare un momento di allegria generale. Era felice lì, con quelle che erano diventate le sue prime amiche. – Vi voglio bene – disse ad un tratto lasciando allibite le altre ragazze che si girarono verso di lei stupite. – Cosa? – chiese Emily che credeva di aver capito male. Crystal le guardò meglio – Vi voglio bene. Non mi sono mai sentita felice come in questo momento, e questo lo devo solo a voi, al vostro calore, alla vostra allegria, alla vostra amicizia. Grazie. – la schiettezza di quelle parole lasciò ammutolite le ragazze, che non si aspettavano una tale dichiarazione di amicizia da una ragazza così introversa.

- Per noi sei un’amica, e le amiche fanno sempre così – disse radiosa Hilary guardando la russa. - Beh dopo questo bel momento da film drammatico che ne dite di andare a vedere qualche altro negozio? – propose trionfante Julia alzandosi. – Sì – gridarono all’unisono le altre compresa Crystal.

 

- Sei proprio in gamba, anche se ti avviso subito: non riuscirai mai a battermi – sentenziò Takao sedendosi sull’erba fresca insieme a Samantha con la quale si era allenata per tutta la mattina.

- Oh…non ti encomiare troppo carino, perché quando arriverà il momento della nostra sfida non sorriderai più così tanto – lo stuzzicò la ragazza dagli occhi vermigli, mentre nella sua mente diabolica si faceva strada una risata maledettamente sadica “Povero sciocco, se è questa la forza di cui disponi, allora il tuo Drago ha le ore contate!” pensò mentre un sorriso le attraversava la bocca, rendendola ancora più bella e intrigante. Takao sarebbe rimasto così ad osservarla per ore, senza mai stancarsi. Era strano: fino a qualche giorno fa a lui interessava solo il Beyblade, e la sua prerogativa assoluta era sempre stata quella di lanciare al meglio delle sue potenzialità Dragoon, ma adesso…adesso era diverso. Sì, certo amava ancora il beyblade, ma ora si era aggiunta anche una nuova emozione, una nuova persona. Samantha. Dopo essersi allenati si sedettero all’ombra di un larice per riprendere fiato. Lei era bellissima. Il corpetto nero lucido metteva in evidenza il suo fisico perfetto, mentre i lunghi capelli neri le scendevano dritti sul corpo, seguendone il profilo, e risplendendo alla luce del sole.

- Samantha – la chiamò dolcemente il ragazzo prima di incrociare lo sguardo penetrante del demone, che prima che potesse reagire si ritrovò accerchiata dalle braccia del moretto. La teneva stretta, ma con dolcezza – Samantha…io – iniziò il ragazzo non riuscendo a controllare la voragine di emozioni che provava quando le era accanto. “Ti amo” pensò, ma si rese conto di aver paura di quelle parole. Erano solo due parole, ma nonostante questo erano potenti e dannatamente pericolose. Lo erano per entrambi.

- Tu? – disse confusa la ragazza che immobilizzata non toglieva gli occhi rosso sangue dal viso del ragazzo. – Ti amo – disse semplicemente il giovane prima di posare delicatamente le sue labbra su quelle rosee di lei, imprigionandola in un pericoloso bacio.

 

- Prendi questo, e questo! – l’urlo liberatorio di Mao rimbombò nelle pareti della palestra, mentre decine di sguardi perplessi la fissavano con rimprovero. – Ehm…scusate – disse imbarazzata la cinese prima di afferrare la sua asciugamano e dirigersi verso gli spogliatoi della palestra per farsi la doccia. Era rimasta in palestra tutta la mattina, e adesso doveva ammettere che si sentiva meglio. Aveva corso, si era sfogata tirando calci e pugni al sacco da box e cosa più importante era riuscita per quelle ore a dimenticare le parole dure di Rei. “Devo smetterla di pensarci, se è questo che pensa allora non ha capito proprio niente, ed è lui a rimetterci, non io” Con questi pensieri uscì dalla sala fitness e si diresse verso gli spogliatoi, ma proprio mentre attraversava il corridoio una voce la fermò – Mao! – la ragazza si girò prima di vedere Ares che avvolto in un accappatoio azzurro la stava raggiungendo. – Ares! Che ci fai qui? – gli chiese la ragazza quando la raggiunse.

– Sono andato a farmi due bracciate in piscina – disse sorridente il ragazzo, che con i capelli umidi e le gocce d’acqua sulle ciglia appariva semplicemente bellissimo. Mao arrossì e si diede della stupida per aver pensato una cosa simile. – Senti Mao che ne dici se quando hai finito di farti la doccia ci andiamo a mangiare qualcosa che sto morendo di fame? – le chiese il ragazzo dagli occhi di ghiaccio fissandola dall’alto della sua presenza. La cinese sentì le orecchie pulsarle e scottare. – Ehm… - iniziò “Devo dire di no, è ovvio…anche se…e Rei? – Rei. Per un momento l’immagine del blaider che screditava in quel vile modo quello che lei provava per lui fece infuriare la ragazza, che alla fine sorridendo ad Ares rispose – Certo! Dammi un quarto d’ora e ti raggiungo! – Detto questo si allontanò dal ragazzo che sorridendo la osservò sparire dentro gli spogliatoi femminili. “Ti aspetto”

 

- Oh…fermiamoci qui vi prego! – le implorò Mathilda mentre erano passate davanti alla vetrina di un negozio che vendeva abiti per qualsiasi tipo di occasione. – Sì sono d’accordo! – sentenziò Emily afferrando Crystal per un braccio e trascinandola dentro insieme a Mathilda. Hilary e Julia erano le ultime, e stavano per entrare quando la brunetta improvvisamente disse alla spagnola di fermarsi. Alla fine aveva preso una decisione. Avrebbe affrontato la ragazza, avrebbe messo le cose in chiaro riguardo a Kai una volta per tutte.

- Julia, aspetta – le disse la giovane prima che l’altra potesse mettere il piede dentro al negozio. La spagnola si girò verso Hilary scrutandola con i suoi intensi occhi versi attraversati da una scia dorata.

- Ti posso parlare un attimo? – chiese la brunetta sostenendo con forza il suo sguardo perforante. – Si tratta di componente della squadra dei Neoborg…che… - si interruppe quando l’amica le si avvicinò con sguardo di sfida mettendosi le mani sui fianchi come per provocarla a proseguire. “Vuole forse intimidirmi? Non ci riuscirà!” pensò la brunetta facendosi forza. “Sono innamorata di Kai da troppo tempo, e non rinuncerò a lui senza lottare, dovrà essere lui a dirmi che preferisce lei a me

- Beh, allora cosa vuoi? – l’aggredì la spagnola che si sentiva minacciata.

- Ecco…io non…rinuncerò a lui, anche se… - la ragazza venne interrotta dallo sguardo di fuoco della spagnola che sembrava volesse incenerirla all’istante. Ricambiò lo sguardo con tutto l’astio che sapeva provare. Passarono così alcuni secondi a fissarsi come se non attendessero altro che una resa da parte dell’avversaria. La sfida era iniziata, e le due ragazze erano ben intenzionate a vincere.

- Eccole qui! Avrei dovuto immaginarlo che dove ci sono vestiti e accessori vari ci dovessero essere anche le nostre valchirie! – la voce sarcastica del capitano della Neoborg giunse come un arbitro a decretare la fine del match, infatti Hilary e Julia si voltarono all’istante, e alla brunetta parve di vedere Julia agitata e soprattutto nervosa. La sedicenne si girò istintivamente verso i Neoborg, che avanzavano spediti verso di loro con assoluta disinvoltura. Erano proprio loro, Yuri e Boris. “Ma non c’è Kai…allora…no non può essere…” pensò la brunetta squadrando Julia da capo a piedi; la ragazza stringeva le mani a pugno, e si mordeva il labbro inferiore per placare il nervosismo. Finalmente dopo un’eternità di tempo la spagnola riacquistò parte del suo temperamento. – Sì, sai a noi ragazze piace vestirci come se deve, ma non mi aspetto certo che tu riesca a capirci –

- Caspita che carattere, ho quasi compassione per Raul! – le disse acido il rosso schernendola con aria di superiorità

- Te l’ha mai detto nessuno che sei un grande maleducato? – le rispose di rimando Julia alzando la voce

- No, e a te l’ha mai detto nessuno che dovresti tenere il becco chiuso di tanto in tanto? – la voce di Yuri sembrava fatta apposta per provocare la ragazza, che incapace di resistere alle provocazioni partiva sempre al contrattacco.

Hilary osservava la scena per metà divertita e per metà sollevata. Ora capiva tutto, e ciò che aveva compreso era troppo bello per essere vero.

- Bene gente fine primo round! – sentenziò Boris mettendosi in mezzo ai due sfidanti che ancora si stavano lanciando delle occhiate di fuoco. Il russo dai capelli violetti si rivolse a Hilary – Senti, lo dico a te come portavoce. Di a Crystal di non fare troppo tardi – le disse prima di tornarsene indietro seguito da Yuri.

- Cos’è credi che tua sorella non se la sappia cavare a sola? – Julia tentò un ultimo affondo alle spalle del russo, che accettò la sfida. – No, io di lei mi fido. Fortunatamente lei sa cavarsela a differenza di una petulante ragazzina di mia conoscenza – disse senza voltarsi per poi proseguire per sua strada.

- Come mi ha chiamata? Ma hai sentito? – esclamò la spagnola volgendosi verso Hilary che l’osservava divertita. – Cos’hai da ridere tu? Sarai contenta adesso! – le disse dandole le spalle, mentre Hilary non riusciva a trattenere una risata spontanea.

- Julia, posso farti una domanda? –

- Tanto ormai –

- Sei innamorata di Yuri? – le chiese la brunetta anche se in realtà conosceva benissimo la risposta.

Julia si voltò incredula verso l’amica che la guardava sorridente. – Quindi tu…non – Julia non riuscì a finire la frase perché entrambe si scoppiarono a ridere come non mai.

- Ma quanto siamo sceme! – esclamò Hilary abbracciando l’amica che continuava a ridere. – Già non avevamo capito niente entrambe! – rispose la spagnola che finalmente poteva tirare un sospiro di sollievo. “Hilary non è innamorata di Yuri…”

“…Julia non è innamorata di Kai…”

 

Le sei di pomeriggio arrivarono senza che nessuno se ne accorgesse. Chiunque avrebbe potuto definire quella giornata insolita. Erano successe tante piccole che cose, che sembrava seguissero un chiaro disegno logico, che però trascinava verso il caos più assoluto. Mao aveva passato una piacevole giornata in compagnia del biondo degli Obscuras. Avevano pranzato insieme, poi lui l’aveva invitata ad una sfida di bey e infine si erano presi una pausa passeggiando per le rive del  piccolo lago limitrofo all’albergo mentre sorseggiavano una squisita cioccolata calda. La ragazza si sentiva sollevata e rilassata come non le capitava da tanto. Ad un certo punto quando si sedettero in giardino la cinese volse lo sguardo verso Ares, perdendosi nell’infinità di quegli occhi di ghiaccio. – Grazie Ares, di tutto – gli disse all’improvviso la cinese senza abbassare lo sguardo. – E di cosa? – le domandò di getto l’altro continuando a fissarla ostinatamente.

- Grazie di avermi ascoltata, di avermi fatta sfogare…ecco grazie -

- Non dirlo neanche per scherzo capito?! In qualsiasi momento o circostanza tu potrai sempre fare affidamento su di me – le disse il demone, che per la prima volta sentì quelle parole come se non fosse stato lui a pronunciarle, perché gli suonavano stonate alle orecchie.

- Beh…io ora devo andare… - si affrettò a dire la cinese, che all’improvviso si era sentita a disagio. “E’ così gentile con me…e se…” lei si alzò all’improvviso e fece per allontanarsi, quando ad un tratto la mano guantata di lui la trattenne e la costrinse a voltarsi verso di lui. – Ho detto qualcosa che non va? – le chiese il ragazzo sorpreso da quella sua reazione. – No…no non ti preoccupare – disse lei prima di sottrarsi alla sua presa e schizzare via lasciando il demone solo e perplesso.

- Poverino il mio demone della Perversione! – lo apostrofò Astra comparendo alle sue spalle con la sua solita voce provocante. – Che ci fai qui Astra, non stavi con Max? – le chiese Ares fissandola con i suoi freddi occhi azzurri. – Non sono affari tuoi – tagliò corto la ragazza dai corti capelli ramati, che non sopportava chi si impicciava dei fatti suoi.

- Comunque penso che dovremmo andarci più decisi con la cinese, non mi pare che abbia abboccato – sentenziò Astra incrociando le braccia intorno al petto.

- Sì, la prossima volta che ti trasformerai in Rei cerca di essere più convincente e soprattutto esplicita. Penso che Mao abbia bisogno solo del colpo di grazia – la corresse il demone della Perversione con un sorrisino malefico.

 

L’aria della sera iniziò a scendere sulle strade di Helsinki, che in poco tempo diventarono scure e tetre, anche se dei tenui lampioni illuminavano i marciapiedi rendendo possibile l’attraversamento della strada. Le ragazze aspettavano il pullman che portava direttamente all’Hotel Kamp che passava circa ogni quarto d’ora, cariche di pacchetti e buste colorate contenenti i regali o gli abiti che si erano comprate. Avevano passato una piacevole giornata, in serenità e cosa più importante insieme. Hilary si sentiva pienamente serena, come se quella giornata avesse avuto un effetto benefico sulla sua persona. Si voltò verso le sue amiche, che parlavano senza sosta delle cose che si erano comprate; solo Julia era stranamente taciturna, e la brunetta era sicura di conoscerne il motivo: l’incontro turbolento fra la spagnola e il russo l’aveva particolarmente sconvolta, e così Julia era rimasta silenziosa e immersa nei suoi pensieri per quasi tutto il pomeriggio. “Poverina, in fondo la capisco” pensò Hilary guardando i suoi spenti occhi verdi, che in quel momento sembravano aver perso tutta la lucentezza che li contraddistinguevano. “Se anche io avessi una simile discussione con Kai penso che preferirei sotterrarmi. Ma no scema…che vai a pensare…tu non potresti mai avere una lite violenta con Kai, anche perché lui non ti prende minimamente in considerazione” si disse da sola mentre intanto le luci fioche del pullman si avvicinavano alla fermata.

Quando le porte si aprirono Julia alzò gli occhi e guardando le altre disse – Sentite ragazze, voi cominciate ad andare, io prendo il prossimo – lo sgomento era ben visibile sulle facce delle amiche che pensavano di aver capito male.

- Ma sei impazzita? Si sta facendo buio, e poi perché dovresti prendere il prossimo? – chiese Emily avvicinandosi alla spagnola con decisione.

- No…è che mi sono dimenticata di dover prendere una cosa per Raul, ci teneva molto…ma non vi preoccupate sarò di ritorno prima che possiate accorgervene. – le rassicurò Julia sorridendole.

- Non è meglio che qualcuna venga con te? Ti accompagno io – si propose Crystal che non voleva lasciare sola l’amica.

- No, altrimenti tuo fratello chi lo sente! Non vi dovete preoccupare, su andate prima che il pullman parta – le disse la spagnola voltandosi, ma una mano fredda la bloccò – Almeno dammi i tuoi sacchetti, così non dovrai andare troppo carica da sola – le disse Crystal prendendole le buste dalle mani.

- Grazie – le disse Julia prima di andarsene, mentre le altre salivano sul pullman titubanti.

“Julia…”pensò Hilary che sentiva di non aver fatto bene a lasciarla sola.

 

L’aria fredda le pungeva la pelle perforandole i vestiti come dei piccoli aghi. Julia camminava sola per le strade di Helsinki mentre un vento gelido le scompigliava i capelli e le faceva lacrimare gli occhi verdastri. Ma sapeva benissimo che a farla piangere non era il vento, piuttosto qualcosa che portava nel cuore…

 

Quando le ragazze giunsero in Hotel si diressero verso le loro camere per posare i pacchetti e farsi una bella doccia calda prima di scendere nella sala degli intrattenimenti, dove tutti i blaider si trovavano di solito per giocare a beyblade o per una partita a ping pong. Le giovani erano ancora perplesse e si sentivano in colpa per aver lasciato Julia da sola, ma le consolava il fatto che ormai avesse preso il pullman che l’avrebbe scortata in albergo. – Tra poco la vedremo arrivare magari mezza congelata e con un ghiacciolo al posto del braccio – disse Emily per sdrammatizzare la situazione prima di andare a farsi la doccia.

- Spero che sia così… - sospirò Hilary che non riusciva togliersi dalla testa lo sguardo perso che Julia aveva adottato dopo la sua lite con il capitano dei Neoborg.

- Julia…torna presto ti prego… - disse appoggiando la fronte sul gelido vetro della finestra e pregando di veder scendere dal pullman che si stava avvicinando una giovane ragazza avvolta in un piumino rosso.

 

Crystal entrò nella sua stanza carica di pacchetti, e subito gli sguardi dei tre Neoborg si fiondarono su di lei.

Boris la fissava sorridendo, Kai con la più che normale indifferenza mentre Yuri la squadrò da capo a piedi come se cercasse qualcosa di preciso. – Ma si può sapere quanta roba hai comprato? Tu e quelle pazze avete svaligiato mezza Helsinki? – le disse il fratello che non potè fare a meno di scuotere la testa rassegnato.

- Ma come sei simpatico! E comunque per tua informazione questi non sono tutti miei, ma anche di Julia – la voce sprezzante della rossa fece sussultare il russo, che si voltò verso la sorella sgranando i suoi profondi occhi viola. – Come di Julia? E cosa ci fai tu con la sua roba? –

- Beh…io gliel’ho portata in albergo visto che lei doveva fare ancora una commissione per Raul – balbettò la ragazza mentre osservava con stupore il volto del fratello diventare una maschera di ghiaccio.

- Cosa!? Vorresti dire che quella pazza non è tornata con voi? – le chiese Boris preoccupato, mentre Kai si voltava verso la finestra da dove si vedevano i primi fiocchi di neve scendere rapidi dal cielo volteggiando come in una danza col vento. – Sta nevicando – disse semplicemente prima di udire un botto fragoroso alle sue spalle.

Aspetta dove corri! -

 

Hilary attraversava il secondo piano a gran velocità. Il secondo pullman era arrivato e di Julia nessuna traccia. “Ma dove cavolo si è cacciata!” imprecò mentre correva a perdifiato per il secondo piano prima di incontrare Raul. – Oh Hilary meno male che ti ho trovata! – esclamò il ragazzo degli F-Sangre

- Senti non è che potresti dire a Julia di venire in camera nostra quando finisce la doccia? -

Hilary si sentì come se le avessero trafitto il cuore con un pugnale. – Cosa? Ma Julia non doveva prenderti una cosa? – la voce della brunetta era terrorizzata, e si spaventò ancora di più quando sul viso di Raul apparve un’espressione perplessa. “Julia” pensò la ragazza prima di precipitarsi verso la hall lasciando il ragazzo confuso e visibilmente preoccupato.

 

Ormai era più di un’ora che camminava senza meta per le strade ghiacciate di Helsinki, e i suoi pensieri sembravano ruotare confusi intorno ad un uragano che le imperversava nella testa. Aveva mentito…non era vero che doveva prendere qualcosa per Raul, in realtà sentiva solo il bisogno di stare un po’ da sola…voleva fare un po’ di ordine nella sua mente. – Yuri… - disse battendo i denti dal freddo. Sì proprio lui. Era così strano da pensare, ma lei non riusciva a non pensare a lui, lo amava tanto, ogni volta che si trovava vicino a lui si sentiva agitata, ma soprattutto quando era in sua compagnia non riusciva a tenere a freno la lingua e spesso diceva cose che non avrebbe mai voluto dire. – Petulante ragazzina…bisbetica… - le parole del russo le risuonavano dure e chiare nella sua mente, come se con un martello si cercasse si imprimerle con forza.

- E’ questo che pensa…ho rovinato tutto… - disse Julia mentre lacrime di tristezza le solcavano il viso ormai secco a causa del freddo pungente. Si sedette alla luce di un lampione esausta a tenendosi la testa fra le mani rimase lì, ad ascoltare i suoi singhiozzi che sembravano scandire il tempo che passava in quella fredda notte finlandese.

 

Dei passi, incerti, pesanti quasi non coordinati si avvicinarono alla ragazza che ancora seduta sulla panchina aveva smesso di piangere, ma non aveva accennato ad alzare la testa. Solo quando sentì i passi fermarsi alzò gli occhi spaventata. Tre ragazzi con gli occhi vuoti e le iridi appannate la fissavano con insistenza  ridendo in modo malevolo. La ragazza si spaventò, ma cercò di non darlo a vedere. Si alzò e con noncuranza fece per andarsene, quando uno dei tre la bloccò per un braccio storcendoglielo. La giovane si morse un labbro.

- Ehi bella signorina! Dove vai tutta sola? – le chiese uno avvicinandosi a lei e soffiandole in viso, permettendo così a Julia di avvertire il suo alito che aveva un solo odore, quello di uno che ha bevuto e magari si è anche drogato.

- Non sono affari vostri! – esclamò arrabbiata la ragazza cercando di divincolarsi dalla presa del più robusto, che però non sembrava cedere. – Su… non fare la difficile – le disse un terzo avvicinandole una mano al collo e sfiorandola. Julia cominciò a tremare, ma si sforzò di mantenere la testa lucida.

Con uno strattone violento si liberò dalla presa dell’omone e con un salto agile iniziò a correre per le strade, ma non fece molta strada che uno dei tre la afferrò per i fianchi spingendola a terra violentemente. La ragazza iniziò ad avere paura. I tre le si avvicinarono immediatamente. – Non ti preoccupare, non ti faremo del male! Giocheremo tutti insieme! – le disse uno dei tre avvicinandosi a lei e annusandole i capelli divertito. – Uhm…che profumo invitante che emani dolcezza – le disse cominciando a baciarla sul collo, mentre la ragazza terrorizzata non riusciva a muoversi, anche se non perse l’occasione di prendere tempo. – Eh tu che dentifricio usi? Al superalcolico, alla marijuana oppure tutti e due! – la voce carica d’odio della ragazza fece infuriare i giovani che la sbatterono contro il muro facendole male. Uno dei tre la guardò in modo poco raccomandabile prima di dirle – Che brutto carattere! Certo che se ti comporti in questo modo non lo troverai mai un ragazzo! Dovresti essere più docile, ma per tua fortuna ti aiuteremo noi! – il ragazzo più alto che si avvicinò e iniziò a baciarla sul collo mentre lei cercava di non piangere, anche se in realtà non avrebbe voluto fare altro. “Aiuto…”

- Personalmente ritengo che sia meglio una strega come lei piuttosto che una ragazza “docile” – una voce si stagliò nell’oscurità di quella notte, colpendo in pieno viso uno dei tre ragazzi e assestando due violenti calci nello stomaco del secondo, mentre i terzo ragazzo, che ancora teneva Julia si girava verso lo sconosciuto con occhi adirati. Un ragazzo dalla pelle diafana e dagli accesi capelli rosso fuoco fissava con odio il ragazzo che si trovava ancora addosso a Julia e prima che qualcuno si potesse rendere conto di cosa stava succedendo il rosso aveva già steso a terra tutti e tre i ragazzi e si era avvicinato alla spagnola, che si trovava a terra spaventata. Quando le fu davanti Julia alzò gli occhi verdi per incontrare quelli viola di lui che la squadravano arrabbiati, ma anche…preoccupati.

- E poi tu te la sai cavare – le disse prima di voltarsi e farle cenno di seguirlo. Julia si alzò a fatica e seguì Yuri tremante fino a che non giunsero vicino a Tempesta che li aspettava ansioso su limitar della strada.

– Avanti sali – le ordinò il rosso tenendo saldamente le briglie del cavallo, ma Julia non si mosse, troppo orgogliosa per accettare il suo aiuto. – Senti al ristorante starebbero mangiando, e non ho voglia di arrivare quando Takao e Daichi avranno già fatto una pulizia generale – le fece notare Yuri

Julia si voltò verso il ragazzo e fissandolo con i suoi occhi verdi bagnati di lacrime.

- Non affaticarti troppo a ringraziarmi, potrei svenire per l’emozione – la rimbeccò il rosso con un sorrisino

- No, non ti devo niente. Me la sarei cavata benissimo anche senza di te – disse la giovane mentendo spudoratamente.

- Si, certo come no – disse Yuri divertito. Quella ragazza era veramente incredibile. Testarda, orgogliosa, tremendamente arrogante, ma al contempo forte e combattiva.

- Allora vuoi muoverti? –

Julia salì su Tempesta e subito dopo il ragazzo le salì dietro avvolgendola con le braccia per poter tenere le redini bianche del cavallo. La ragazza arrossì e sentì il suo cuore uscirle dal petto per l’emozione. Non riusciva a crederci: era sul cavallo di Yuri, e proprio il freddo capitano russo l’aveva salvata. Quasi subito la ragazza si lasciò cullare dalla melodia prodotta dagli zoccoli di Tempesta e appoggiando la testa sul petto del ragazzo si addormentò felice come non lo era mai stata.

Yuri si accorse immediatamente che la ragazza si era addormentata, e questo gli provocò una strana sensazione, una sensazione nuova, mai provata. Era il primo contatto che aveva con una ragazza che non fosse sua sorella, si sentiva imbarazzato, congelato, ma nonostante questo si sentì riscaldato nell’avvertire il corpo di Julia contro il suo. Ad un certo punto il russo sentì dei versi provenienti dalla giovane. “Sta sognando” pensò

- Yuri…grazie – disse in un sussurro prima di stringersi ancora di più fra le braccia del rosso, che immobilizzato dall’imbarazzo si sentì per la prima volta… diverso.     

 

 

 

Tenete a bada i lacrimoni romanticone, e…SPAZIO DEL LETTORE!

 

Lexy90: grazie 1000 tesoro, sei sempre puntualissima, sono io che questa volta ho dovuto tardare la produzione, ma sono impegnatissima (se se…tutte scs N.D. Yuri) cmq, spero che questo capitolo ti sia piaciuto, anche se devo ammettere che ho fatto leggermente eclissare il nostro bel Kai, ma non preoccuparti, presto lo rivedremo in almeno più di tre battute (uao, allora quattro N.D. Kai e Yuri) (Ma non avete altro da fare voi due? N.D. Avly) Fammi sapere che cosa ne pensi di questo capitolo!!! Baci bacioni!!

 

Lirinuccia: cicciiiiiii grazie 1000, mi hai scritto la più bella e lunga recensione che abbia mai letto! Sono felice che la storia ti stia piacendo, e mi auguro che questo capitolo leggermente “alternativo” ti sia piaciuto! Cmq hai ragione, le cose fra Maxuccio e Mariam non vanno proprio benissimo, soprattutto perché il biondino ne soffrirà molto (noooooooooooo poor Max! N.D tutte) ma non devo anticipare nulla anche perché sono solo pensieri, idee che vorticano furiose come una barca in balia della tempesta. Per quanto riguarda Takao…mi sento cattiva ma penso che sia un bell’esperimento provare anche questa “psicologia del Takao innamorato” no? Grazie ancora per il tuo continuo sostegno, e le tue belle parole! Baci bacioni!!!!

 

DarkAngeL91: grazie infinite per aver recensito, e soprattutto per aver letto il capitolo! Spero con tutto il cuore che anche questo capitolo ti sia piaciuto, cmq…si il nostro Kai non sa non mettersi nei guai, ma dptt ci piace anche per questo no? Spero di sentirti presto! Baci Bacioni!!!

 

Helens: tesoroooo sei tornata!...sono perfettamente d’accordo, lo studio ci tiene davvero impegnatissime, soprattutto in periodi come questo. Sono stata iperfelice quando ho visto la tua recensione, soprattutto perché ci tenevo molto ad avere una tua opinione…PERDONO se in questo capitolo Kai non ha parlato molto (ma perché di solito parla? N.D. Takao) (Muto tu, che ti ho pure trovato una “ragazza!” N.D. Avly)

Cmq spero di sentirti prestissimo (prometto mi connetterò a msn, sempre che riesca ad accendere il computer, causa verifiche, interrogazioni…) Spero che il capitolo ti sia piaciuto! Baci Bacioni!!!!

 

Come sempre un caloroso grazie a tutti coloro che hanno letto la storia, e che continuano a seguirla! Grazie anche a coloro che hanno messo !I Cavalieri dei Sette Regni” nei preferiti o nelle seguite!

Spero che il capitolo vi sia piaciuto!!

 

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Capitolo 7
*** Battaglie...non solo di Bey ***


Capitolo sette

Sono tornata! Scusate x il ritardo, ma questa settimana ha messo a dura prova la mia resistenza psicofisica, e non ho potuto aggiornare, nonostante il capitolo fosse già quasi ultimato…un mega bacio a tutte le persone che leggono la storia (mi rendete davvero felicissima) e spero che commentiate in tanti anche perché almeno così potrò capire se la storia vi sta piacendo…Buona lettura!!

 

Battaglie…non solo di Bey

 

L’aria che si respirava nella camera dei Gigli era tesa e pesante, e lo fu ancora di più nel momento in cui Julia vi mise piede. Improvvisamente gli occhi di tutte le ragazze si posarono sulla spagnola, che teneva lo sguardo fisso sul pavimento, come se avesse paura di incrociare gli occhi infuocati delle amiche. Si vergognava molto per quello che aveva fatto, la sua era stata un’incoscienza, aveva agito come una bambina immatura, e si era messa in pericolo.

- Allora non hai niente da dire? – le disse con voce dura Emily mettendosi le mani sui fianchi e sbuffando. Hilary intanto osservava la ragazza dai lunghi capelli ramati con una duplice espressione dipinta sul viso; se da una parte avrebbe solo voluto inveire contro di lei dicendole che era stata un’incosciente, dall’altra avrebbe voluto correre ad abbracciarla e dirle che era stata in pensiero per lei, che si era sentita male quando aveva capito che qualcosa non andava.

Erano state tutte in pensiero, soprattutto dopo che aveva cominciato a nevicare, e la temperatura si era abbassata; avevano passato dei momenti di terrore, placati solo nel momento in cui dalla finestra della hall avevano intravisto Tempesta arrivare di gran corsa. Quando Crystal aveva avvisato i suoi compagni del ritardo di Julia, senza pensarci due volte il freddo Yuri Ivanov si era precipitato verso le scuderie, e dopo aver sellato Tempesta era corso via, tuffandosi nella neve e nella fredda notte finlandese. Anche Hilary insieme ad Axel era andata a cercare la ragazza nei dintorni, ma erano tornati indietro solo dopo che Mao e Ares li avevano informati che Julia era tornata.  

Julia ora era lì, avvolta in una coperta di lana, sull’entrata della camera che condivideva con le compagne,

ferma immobile, incapace di reggere il loro sguardo.

Ad un certo punto alzò lentamente gli occhi verdi, e nel vedere di nuovo le sue care amiche il cuore le si riempì di gioia, e con cautela iniziò ad avanzare verso di loro.

- Mi dispiace – disse in un soffio quando si ritrovò circondata dalle amiche, che per tutta risposta la circondarono con un caloroso abbraccio collettivo.

- Sei veramente un caso disperato! – le disse affettuosamente Mathilda con un sorriso

- Abbiamo avuto tanta paura per te – le disse Hilary guardandola negli occhi

- Eh non solo noi – azzardò Mao con un sorrisino provocatore, che strappò alle ragazze una risata

- Già quando ho visto Yuri allontanarsi ho davvero pensato di aver visto l’impossibile – sentenziò Emily.

Julia arrossì visibilmente davanti a quel ricordo, che ancora era vivo e limpido nella sua mente…quando Yuri l’aveva svegliata, non certo dolcemente, l’aveva accompagnata fino all’entrata della hall, dopodiché si era dileguato senza troppi complimenti, ma per lei questo non era importante, aveva passato l’avventura più pericolosa e allo stesso tempo indimenticabile della sua vita, e Yuri era stato lì con lei.

- Beh, alla prossima toccherà a una di noi prepariamoci! – esclamò convinta Emily raggiante

- Cosa? – gli occhi di tutte le presenti si puntarono sull’americana che proseguì sorridente – Scusate, analizzate i fatti: prima Hilary e Axel, adesso Julia e Yuri, che tra l’altro ha dell’incredibile, beh credo che adesso sia arrivato il nostro turno! Chi sarà la prossima a venir salvata dal suo principe azzurro? Io, Mao, Mathilda o magari Crystal? –

La brunetta in quel momento avrebbe voluto sprofondare, lei e Axel…”Axel…Kai” pensò mentre nella sua mente si facevano strada le immagini dei due blaider, così diversi…così…speciali. Axel in quel periodo era diventato un suo amico, chiacchieravano spesso, e la ragazza doveva ammettere che si trovava bene in sua compagnia, si sentiva a suo agio, era tranquilla e serena, mentre con Kai…beh non era esattamente così. Kai era scostante, freddo e non aveva mai mostrato un interesse degno di nota nei suoi confronti. Per quanto riguardava la sera precedente…”Il colpo di fulmine c’è stato fra me e Fiamma, non fra me ed il suo padrone”

- Su ragazze basta perdere tempo, sarà meglio andare a dormire, domani ci saranno due incontri quindi a letto! – sentenziò Mao come un piccolo generale, e mentre le ragazze si mettevano sotto i piumini colorati, la cinese non potè non fermarsi a riflettere su quanto detto da Emily “…il principe azzurro…” pensò prima di chiudere gli le palpebre e veder così apparire l’immagine di un biondo principe azzurro…

 

La mattina seguente quando Crystal aprì gli occhi si ritrovò a fissare il buio soffitto della stanza che condivideva con Yuri, Boris e Kai. Inizialmente il presidente le aveva messo a disposizione una piccola stanza attigua a quella dei ragazzi, ma era stata lei a rifiutarla. Non si sentiva in imbarazzo e dormire nella stessa stanza dei suoi compagni, anche perché ci era abituata. Durante il periodo in cui Vorcof dirigeva il monastero, aveva più volte dormito accanto a Boris o Yuri per potersi scaldare reciprocamente. “Quanti ricordi…” si ritrovò a pensare la giovane russa dai capelli infuocati, mentre cercava di scavare attraverso l’oscurità, in cerca forse dei suoi ricordi più nascosti. Ad un tratto un suono quasi impercettibile la distolse dai suoi pensieri, e così nel volgere il capo Crystal vide Kai in piedi davanti alla finestra appena accostata, mentre un pallido raggio del primo sole della giornata si addentrava timido per la stanza, illuminando il corpo magnificamente scolpito del giovane, mettendone in mostra gli addominali definiti, la pelle chiara e…la sua schiena. Come ogni volta che la vedeva Crystal non riuscì a trattenere una smorfia, mentre osservava la lunga cicatrice che attraversava la schiena del ragazzo dalla spalla sinistra al fianco destro.

- Comincia ad alzarti – le disse ad un tratto il ragazzo dandole le spalle.

- Mi hai sentito – constatò la giovane mettendosi a sedere sul letto

Il ragazzo non rispose, e si limitò a infilarsi la sua maglia nera e la sua giacca scura, indossando ovviamente anche l’indispensabile sciarpa bianca.

- Kai, tutto bene? – chiese la ragazza ben sapendo che il dranzerblaider non le avrebbe mai risposto. Infatti il ragazzo si limitò a fissare con ostinazione il paesaggio dalla finestra, mentre i suoi occhi ametista sorvolavano rapidi il giardino fino a fermarsi in un punto indefinito all’orizzonte.

 

Dopo la colazione, che fu servita nel ristorante, le squadre si radunarono nella hall, attendendo l’arrivo del presidente. Non appena Julia e le altre entrarono il clima mutò di colpo. Un silenzio religioso si impossessò della sala, e tutti i blaider fissarono la spagnola con le più svariate espressioni sul volto. Quando poi giunsero anche i Neoborg, l’attenzione si focalizzò sul bel capitano russo, che dal canto suo mostrò la più completa indifferenza nei confronti della situazione. Fu Takao a prendere la parola – Per favore ragazze, se cercate di non cacciarvi nei guai almeno per una settimana, io vi prometto che arriverò sempre puntuale! –

- Allora credo che ci daranno a tutte per disperse – ironizzò Samantha con un sorriso ammiccante nei confronti del giapponese, che rapido le scoccò un bacio sulla guancia, sotto gli sguardi curiosi di tutti gli altri. – Ma questo campionato sta diventando un’agenzia matrimoniale! – esclamò Rick in tono da superiore, ricevendo di rimando le occhiate dei diretti interessati, quali Julia, Hilary, Yuri, Samantha e Takao.

- Bene ragazzi ci siamo tutti, possiamo andare, gli Scudi Sacri sono già allo stadio – disse Daitenji raggiungendoli, e incamminandosi verso il pullman. “Già loro sono sempre allo stadio prima di noi…” pensò Max, che ormai evitava di pensare a Mariam, anche se ancora la ferita intertagli dalla ragazza era aperta e fresca. “Basta, in fondo ha ragione Rick, questa non è un’agenzia matrimoniale!” finalmente un sorriso tornò a ricoprire il viso allegro e dolce dell’americano.

 

Lo stadio era gremito quasi più del primo giorno, e dovettero faticare per entrare illesi nella grande struttura, dove tutto era stato preparato per la prima sfida della giornata che prevedeva l’incontro fra i Baihutzu e i PPB All Stars.

Takao insieme a Samantha e alle rispettive squadre presero posto nelle file centrali per osservare la sfida, che si preannunciava combattuta. Dal canto loro i Neoborg si trovavano nel girone più alto, tenendosi lontani dagli altri. Hilary che si trovava seduta tra Daichi e Axel ad un certo punto si girò, attenta a non farsi vedere, verso i russi, che impassibili fissavano lo stadio senza proferire alcuna parola. Kai era lì. Il cuore della giovane iniziò a correre attraverso il suo petto come se volesse uscire e raggiungere il blaider russo dagli occhi ametista, che con quell’espressione dura e seria era davvero irresistibile. Lo sguardo ammaliato della brunetta però non sfuggì al demone della Malvagità, che nel seguire il filo invisibile lasciato dagli occhi di Hilary, non potè non contrarre la bocca in una smorfia. Quello era il ragazzo che aveva visto qualche sera precedente, Kai si chiamava se non ricordava male, uno dei Neoborg, uno dei Cavalieri. “Di te mi occuperò personalmente” pensò con un ghigno

- Hilary? – la riscosse leggermente il giovane sfiorandole le spalle. – Si? -

- Ti eri incantata – le rispose semplicemente il ragazzo con un sorriso

- Eh… - “Cavolo ma sono una cretina!” si maledisse da sola la brunetta mentre distoglieva velocemente lo sguardo dai russi per rivolgerlo al suo bell’interlocutore. – Mi stavi dicendo qualcosa? – si ritrovò a chiedere cercando di mascherare la gaffe.

- No, mi stavo chiedendo come mai gli Scudi Sacri non si siano fatti vedere, e dal momento che so che sono vostri grandi amici, non vorrei che la nostra presenza rappresenti un problema – le parole del demone incuriosirono la sedicenne, che si affrettò a rassicurarlo – No, non farti questo tipo di problema, loro sono un po’…ecco… -

- Strani – finì per lei Takao mentre intanto Djman faceva il suo trionfale ingresso nello stadio, accolto da un boato assolutamente fuori luogo. “Ma come fanno ad acclamarlo?” si chiese Takao per poi stringere fra le braccia la sua Samantha.

 

- Benissimo Signore e Signori, siamo pronti per la seconda sfida del torneo con tappa finlandese, perciò lascio subito spazio alle due squadre che infiammeranno i vostri animi con la loro eccezionale bravura…dalla misteriosa Cina le agguerrite tigri cinesi! Un tumulto di voci si levarono per i cinesi, che avanzarono fra gli applausi di tutti, mentre Mao sondava gli spalti per incrociare i magnifici occhi ghiacciati di Ares, che applaudiva in sua direzione.

- Mentre dall’avanzata e tecnologica America abbiamo i PPB All Stars! – anche per la squadra americana ci furono scroscianti applausi e cori, interrotti solo nel momento in cui sul tabellone apparvero i nomi dei primi sfidanti.

- Benissimo, per il primo incontro avremo il capitano dei Baihutzu Rei e il colosso americano Rick!! Blaider in posizione! – le indicazioni di Djman vennero seguite dai contendenti, che si sistemarono ai lati del beyblade stadio messo a punto per la sfida; si trattava di un campo di gioco piuttosto particolare, composto da un paesaggio che ricordava la terra dei Laghi, infatti c’erano parecchi laghetti e acquitrini, che potevano rappresentare un grave pericolo per la stabilità dei bey.

Rei sistemò Driger nel dispositivo di lancio e si mise in posizione flettendo i muscoli delle gambe per imprimere maggiore potenza al lancio. “Concentrati Rei” si disse chiudendo i suoi occhi ambrati e isolandosi dal mondo circostante per trovare una migliore concentrazione.

- Tre…due…uno…pronti…lancio! – al segnale i due blaider scagliarono con tutta la loro potenza le due trottole nel campo, che partirono immediatamente all’attacco. Driger si muoveva con rapidità e precisione, ogni suo movimento era fulmineo ed elegante mentre ogni suo attacco tendeva a colpire in punti ben precisi. Di tutt’altro stile era Rick, che invece si muoveva sicuramente con una velocità minore, ma possedeva una potenza distruttiva inimmaginabile. In termini di potenza Bisonte di Pietra poteva essere equiparato a Dranzer, e questo rappresentava un problema per Rei.

L’incontro era molto combattuto, i blaider non risparmiavano nessun colpo, e dalla loro posizione gli Obscuras osservavano concentrati le mosse del blaider cinese, cercando di captare la forza dei suoi poteri. “Non male” pensò Astra analizzando tutti i movimenti di Driger.

“Peccato che una tale potenza sia concentrata nelle mani di un essere così insulso” rifletté Ares fissando con sguardo truce il blaider dagli occhi ambrati. Intanto dietro il cinese Mao lo incitava con forza e determinazione, dicendogli di non arrendersi e di continuare a lottare. Gli venne un’idea. Il demone cercò con lo sguardo Astra, che intuendo il suo pensiero si limitò ad un impercettibile segno con il capo. Presto avrebbero finito ciò che avevano iniziato per quanto riguarda Rei. Ares sorrise.

 

L’incontro fra Rei e Rick finì con la vittoria del cinese, anche se Driger ne uscì piuttosto malconcio. L’offensiva lanciata da Bisonte di Pietra era stata tremenda, e Rei era riuscito a resistere facendo leva su tutte le sue forze. – Sei stato grande Rei! – gli disse raggiante Mao quando il compagno rientrò in panchina, stanco ma visibilmente felice. – Grazie – disse senza troppa enfasi, per poi dirigersi sulla panchina azzurra. In quel momento Lai si alzò e si diresse verso centro dello stadio, dove Max lo attendeva.

Mao rimase un istante a osservare Rei che osservava Driger senza neanche alzare il capo verso di lei. “Rei…” Mao delusa si girò verso il fratello, che intanto aveva raggiunto il punto di lancio. “Devo sostenere Lai, lui sì che ha veramente bisogno del mio sostegno, non come Rei!” la giovane si alzò in piedi incoraggiando il fratello con tutta l’energia che aveva. – Forza Lai! –

 

- Il bey di Lai è fuori gioco, vince il secondo incontro Max, per i PPB All Stars! – la voce di Djman pose fine allo scontro, tra gli americani e i cinesi, che si era concluso con due punti per ciascuna. Come previsto anche lo scontro fra l’americano e il cinese si era rivelato arduo e difficile. Se da una parte si aveva  una velocità e una rapidità non indifferente, dall’altra una perfetta stabilità e una difesa invalicabile rendevano l’incontro molto equilibrato. - Spesso il miglior attacco è la difesa -  questo era il motto di Max, che si sentiva soddisfatto dell’incontro appena svolto. Certo affrontare direttamente Rei sarebbe stato molto più eccitante, ma a quanto pare questa volta era andata così. Si sentiva bene, finalmente per la prima volta dopo parecchi giorni si sentiva nuovamente se stesso. Aveva deciso di concentrarsi con tutte le sue energie sul campionato mondiale, e avrebbe lasciato perdere la questione legata a Mariam.

“Che mi sia sbagliato su di lei?”

 

- Benissimo, tra un’ora e mezza circa avrà inizio la seconda sfida del giorno, che vedrà i colori degli Obscuras e dei New Europa! –      

- Bene sarà meglio prepararsi, noi togliamo il disturbo – alle parole di Samantha tutti gli Obscuras si alzarono, e si diressero verso gli spogliatoi.

- Buona fortuna – disse Takao rivolto alla sua bella. Lei si girò verso di lui e dopo averlo baciato a fior di labbra si allontanò insieme ai suoi compagni, lasciando Takao in uno stato di trans.

- Takao! Concentrati – sbottò Daichi schioccando le dita davanti agli occhi del suo capitano

- Eh…cosa? –

- Sto dicendo che devi concentrarti, non lasciarti rammollire dalla tua ragazza! – le urla del piccolo rosso fecero sorridere il moretto, che però non riusciva a non pensare a quella magnifica ragazza, che da poco tempo si era insediata nel suo cuore, ma con un’intensità tale da conquistarlo. “Ti amo Samantha”

 

I passi leggeri, quasi inudibili dei demoni si fermarono davanti alla porta in metallo che immetteva negli spogliatoi. Samantha spinse decisa la porta e furono dentro. Chiusero la porta alle loro spalle. Erano solo loro.  

- Finalmente tocca a noi – sentenziò Axel appoggiandosi al muro

- Finalmente un po’ di silenzio, vorrai dire – esclamò Astra abbandonandosi con aria sfinita su una delle poltroncine in pelle rossa.

- In effetti il continuo vociferare degli umani comincia ad essermi veramente insopportabile, penso che non mi ci abituerò mai – disse Ares con voce teatrale.

- Non preoccuparti Ares, non dovremmo abituarci proprio a niente, perché presto in questo mondo regnerà solo il silenzio infernale. Comunque passiamo alle cose serie – Samantha riportò l’attenzione di tutti gli altri su di sé. – Oggi scenderemo in campo contro una squadra nettamente inferiore, ma dovremo comunque sembrare di essere in difficoltà per non destare troppi sospetti. –

Axel estrasse dalla tasca dei pantaloni il suo bey nero come la notte – Quindi niente potere, giusto? – le sue parole erano velate da un velo di amarezza e delusione. Axel dopotutto era questo. Se fosse stato per lui, avrebbe distrutto tutto all’istante, scatenando la sua incredibile potenza, la sua sete di sangue e morte.

“Troviamo il Custode, catturiamo le aure dei Cavalieri, dopodiché ti lascerò distruggere tutto quello che vuoi” pensò il demone dell’Avidità soffermandosi sul compagno.

- Se qualcuno di voi ha una necessità particolare di scendere in campo lo dica ora, io per quanto mi riguarda vorrei scendere – le parole di Samantha tornarono ad irradiare l’ambiente, dopo alcuni minuti di silenzio.

I secondi parvero interminabili. Ognuno era immerso nei propri pensieri, ognuno voleva qualcosa, ognuno voleva raggiungere l’Obbiettivo. La lancetta dei secondi intanto faceva a gara con i loro pensieri, cercando di correre più velocemente, finché una voce spezzò quel silenzio.

- Se non avete nulla in contrario vorrei essere io il primo – una voce limpida e maschile si stagliò all’improvviso, attirando come una calamita gli occhi dei presenti.

- Ares? – Astra scoppiò in una risata di sufficienza.

- Mi sorprendi tesoro! Non immaginavo che fossi un tipo da “prima linea”, davvero! Ma chissà qual è il vero motivo, forse un’insulsa cinesina con un altrettanto insulso colore di capelli? – le parole di Astra sembravano sputare veleno da ogni sillaba, ma Ares si costrinse ad ignorarle, e rivolgendo uno sguardo provocante alla giovane le disse – Diciamo che devo spianare il terreno per la tua uscita finale, mia cara Astra –

- Perfetto, allora io scenderò in campo per prima e tu Ares per secondo. Ah…ovviamente dobbiamo vincere – Detto questo il capitano di volse verso i due che sarebbero rimasti in panchina. “Non siamo venuti qui per giocare con le trottole, ma per assolvere un compito ben preciso” si ricordò

- Astra, tu occupati delle ricerche, mentre tu Axel cerca di captare la portata dei poteri dei Guardiani, ah…tieni d’occhio gli Scudi Sacri, questo è il nostro primo incontro e di sicuro ci osserveranno con attenzione – Samantha si passò una mano sui lisci capelli corvini con disinvoltura, facendoli fluttuare come fili di seta al vento.

- Tranquilla, mi occupo io delle ricerche – con un sorrisino compiaciuto la ragazza dai corti capelli ramati si posizionò al centro della stanza, mentre con la mano sinistra chiusa a pugno davanti al suo naso iniziava ad intonare delle strane parole, comprensibili solo a lei. Gli altri l’osservavano rilassati. Ad un certo punto Astra tenendo chiusi gli occhi tese l’indice ed il medio della mano serrata e le volse verso l’alto parallelamente allo spazio compreso fra i due occhi.

Improvvisamente le luci si spensero, e la giovane venne avvolta da una spirale viola, composta da una qualche sostanza fluida, che la circondava completamente sottraendola agli occhi degli altri. Nello spogliatoio iniziò ad aleggiare un vago odore di umido, mentre un’aria gelida stava nascendo dall’interno della spirale. Ad un certo punto la luce tornò di colpo, e fu così che i tre demoni poterono vedere l’eccellente risultato del lavoro svolto dal demone dell’Illusione.

Davanti a loro c’erano quattro creature, e di queste solo una era la vera Astra; molto abilmente la ragazza aveva distorto la realtà, plagiato l’oscurità per creare delle copie perfette. Erano delle gocce d’acqua, identiche in ogni tratto, in ogni cellula, ed era assolutamente impossibile capire quale fosse quella vera.

Le ragazze tuttavia avevano qualcosa di strano, il che permise a Samantha di identificare la sua vera compagna. Fu così che Astra si staccò dal gruppo e si avvicinò ai suoi compagni di squadra. Appariva serena, e rilassata e notando l’espressione interdetta di Axel, che fissava le sue copie, scosse rassegnata la testa, lasciando che i suoi capelli mossi le si scompigliassero sul viso. – Non sono ancora vive, non si sono ancora separate da me – spiegò con voce calma, poi proseguì

- Io con altre due perlustrerò lo stadio, mentre un’altra seguirà il match dalla panchina insieme ad Axel, che ve ne pare? -

L’incantevole ragazzo dai capelli dorati fissò rapito le copie di Astra, prima di rivolgersi alla diretta interessata – Mi sorprendi tesoro, non immaginavo che potessero venirti delle idee tanto perfide –

- Almeno a me vengono, mio caro – l’acida risposta del demone dell’Illusione non tardò ad arrivare, e sotto gli sguardi spenti ed impassibili delle copie Axel si riscosse dal suo silenzio con tono irritato – Bene, se avete finito con queste inezie possiamo anche andare – detto questo si allontanò, seguito a ruota da Samantha e Ares, mentre Astra rimase ancora un attimo nello spogliatoio insieme alle sue copie. La ragazza si avvicinò alla copia più vicina, che osservava il mondo circostante spenta ed assente. – E’ ora di svegliarsi – con questo posò un rapido bacio sulla fronte dell’altra, che per tutta risposta spalancò gli occhi, mettendo in mostra delle splendidi iridi violette, profonde, capaci di farti perdere il contatto con la realtà, distorcendo i ricordi, plasmando a proprio piacimento le menti più deboli. La copia dopo essersi risvegliata si allontanò dalla sua padrona, andando a seguire gli altri Obscuras.

Dopo che la porta si fu richiusa, Astra si rivolse alle altre due, e dopo averle risvegliate le fissò con uno sguardo terribilmente agghiacciante. – Ora si va a caccia –

 

Il sole splendeva luminoso sulla Terra dei Laghi, irradiando con i suoi raggi caldi e rassicuranti gli animi già ardenti degli spettatori, che assediavano da diverse ore il Beyblade Stadio di Helsinki. Nell’aria c’era un vago senso di agitazione e fibrillazione, ed il motivo principale era l’atteso match tra i New Europa e la squadra rivelazione, gli Obscuras. In quei giorni sia nei giornali, sia in televisione, si erano viste tante storie, circa le origini di questa nuova squadra, ma la verità era che per tutti gli Obscuras erano ancora qualcosa di…oscuro. Nessuno aveva mai visto in azione questi blaider, ma si supponeva che dovessero essere molto preparati, per essere riusciti ad arrivare fino al campionato del mondo.

- Chissà chi schiereranno i New Europa? Forse Ralph e Michelle i due titolari, o forse giocheranno senza scoprire i loro assi migliori? E gli Obscuras? Schiereranno i due titolari Samantha e Axel oppure le due riserve? – Due uomini seduti dietro a Takao si stavano interrogando circa le eventuali scelte delle squadre. Il moretto sorrise, lasciando che un tenue raggio di sole gli scaldasse il viso. Era una bella sensazione. La sua pelle scottava, la sentiva ardere, percepiva il sole di quella bellissima giornata su di sé, e questo lo riportò con la mente a quel pomeriggio nel parco…dove…”Samantha…ti amo” non credeva che sarebbe mai riuscito a dirglielo, ma ad un certo punto si rese conto che sarebbe esploso se non glielo avesse rivelato. Non appena quelle meravigliose tre parole furono uscite dalla sua bocca, la ragazza lo fissò confusa, e lui senza pensarci due volte agì d’istinto. La baciò dolcemente sulle labbra, elettrizzandosi al contatto con quelle labbra così fredde. Fu un gesto veloce, dettato unicamente dal cuore, forse disperato, ma non gli importava più di tanto. Aveva rovinato tutto con quel bacio, ma non riusciva a sentirsi in colpa, perché in quel momento si sentì felice come mai in vita sua.

Quando si furono staccati, Samantha alzò fiera gli occhi, fissandolo con le sue iridi vermiglie. Sosteneva il suo sguardo con una forza d’acciaio, sembrava quasi non respirare. Il moretto non riuscì a reggere il suo sguardo e lentamente abbassò gli occhi, ma ad un certo punto delle dita affusolate e fredde lo trattennero per il mento, e lo costrinsero a guardarla ancora. Si specchiarono uno negli occhi dell’altra per un tempo che parve infinito, finché non fu proprio la ragazza a ricambiare il bacio di prima, poggiando le sue gelide labbra su quelle ardenti di Takao. Lui la strinse forte a sé, come per non lasciarla mai…

- Takao!!! Uffa mi dai retta si o no? – le urla forsennate del piccolo rosso ridestarono il giapponese dai suoi pensieri romantici.

- Uhm…cosa? – farfugliò il campione del mondo cercando di tornare nel mondo reale.

- Sei distratto, assente! Ti incanti per ore con quella faccia da invasato! Non mi ascolti! – il mare di accuse di Daichi investirono in pieno Takao, che non potè fare e meno di sorridere stringendo a sé Dragoon. “Ha ragione lui, ma cosa posso farci? Tu mi capisci vero Dragoon?”

- Su Daichi che ci vuoi fare, lui è innamorato! – una vocina allegra si stagliò all’improvviso alle spalle di Takao e Daichi, che si girarono di soprassalto. – Ciao! – la salutò Takao con un sorriso, andando ad incrociare gli occhi verde acqua della sconosciuta.

- Ci..ao – balbettò il rosso come se avesse visto un fantasma. Il più insopportabile, ma anche il più bel fantasma che avesse mai visto.

- Allora come stai? Siediti qui con noi! – la invitò Takao facendole posto, mentre Daichi sembrava aver perso l’uso della parola.

- Volentieri, ma adesso devo andare, avevo promesso che sarei andata all’aeroporto a prenderli! –

- Chi? – chiese incuriosito Takao osservando la giovane. Poi capì.

- Vuoi dire loro? Verranno qui! –

- Proprio così, quando gli ho detto che sarei andata ad Helsinki per seguire il campionato non hanno saputo resistere, e tra qualche ora saranno qui –

Ma se verranno proprio tutti, questo vuol dire che…” l’attenzione del campione del mondo si spostò velocemente verso i gironi alti dello stadio, dove Kai, impassibile come sempre osservava attentamente il suo fido Dranzer, il bey che l’aveva aiutato, il bey in cui aveva messo tutto se stesso durante quella battaglia.

- Beh ora devo andare, è stato un piacere! – gli salutò la ragazza voltandosi poi verso Daichi fissandolo intensamente con quei suoi occhi furbetti. – Ciao Daichi! – gli disse la giovane prima di voltarsi e allontanarsi, lasciando che i suoi lucidi capelli azzurri volteggiassero nell’aria liberi.

“Ciao Ming Ming

 

- Ci siamo! Scusate l’attesa, ma siamo ritornati. Ecco che con immenso piacere diamo inizio alla seconda sfida della giornata! Siete pronti? – le urla dei tifosi furono una risposta sufficiente per Djman che proseguì raggiante.

- Ecco che allora vi presento le prossime due squadre che si scontreranno quest’oggi! Direttamente dall’Europa la neo-squadra dei New Europa! –

Urla, applausi e acclamazioni accolsero i quattro europei, che sorridenti si inchinarono dinanzi al pubblico. I New Europa era una squadra di recente creazione; infatti dopo la caduta di Vorcof e del suo fido Bartez la squadra di Michelle aveva attraversato un periodo difficile, ma alla fine con la partecipazione alle eliminatorie, era nata una nuova squadra che univa due Majestic a due ex-Bartez.

- E dal Canada la squadra rivelazione del torneo, alla sua prima apparizione in una competizione mondiale, ecco a voi gli Obscuras! -

Con lo stesso entusiasmo i pubblico accolse i blaider canadesi, che con si avvicinarono al centro del campo illuminati dal caldo sole di quel giorno.

Hilary, seduta accanto a Takao lo sentì sussultare nel momento della scesa della sua ragazza. La brunetta intanto osservava con attenzione Axel, che sorridente e assolutamente meraviglioso si inchinava dinanzi al pubblico. Quando poi il blaider si volse verso di lei, la ragazza arrossì fino alla radice dei capelli, ma nonostante questo non smise di applaudire. Quel ragazzo era veramente incredibile, era radioso, gentile, sorridente oltre che bellissimo. Il sole caldo e luminoso pareva avvolgere fra le sue braccia quel ragazzo, dandogli un’aura quasi divina.

 

- Ci siamo, ora vedremo in azione questi Obscuras – disse semplicemente Yuri tenendo le braccia incrociate e le gambe accavallate con grande grazia ed eleganza. Crystal dal canto suo osservava la presentazione con uno sguardo piuttosto assente. “Cosa faccio?” pensò fissando di tanto in tanto il fratello con aria pensierosa.

- Per il primo incontro vedremo Ralph per i New Europa contro Samantha per gli Obscuras! I due capitani a confronto! Mentre per il secondo match ci saranno Andrew contro Ares! –

Kai alzò lentamente gli occhi dal suo bey per poter vedere meglio la sfida.

“ Vediamo cosa sapete fare”.

 

- A quanto pare il capitano degli Obscuras scenderà in campo – constatò Ozuma dopo che il demone dagli occhi vermigli si fu posizionata ai bordi del campo, di fronte al sua avversario.

- Dici che non vorranno correre rischi? – chiese Jessie al suo capitano

- No, anzi credo si sentano molto sicuri di sé, altrimenti avrebbero fatto scendere il campo Axel – rispose Mariam fissando con odio la giovane seduta in panchina. “Quando toccherà a me, ti sconfiggerò Astra, è una promessa –

Proprio pochi posti dietro di loro una giovane dai capelli ramati, avvolta in un pesante piumino viola  sorrideva osservano la testa blu della ragazza degli Scudi Sacri. “…è una promessa”

 

- Tre…due…uno…pronti lancio! – al segnale le due trottole schizzarono in mezzo al campo partendo immediatamente all’attacco. Ralph, sicuro di sé attaccava con rapidità il bey nero di Samantha, che cercava di contrastare i suoi assalti. – Cavolo, Ralph sta giocando duro! – osservò Takao preoccupato, vedendo il volto contratto di Samantha. “Resisti, ti prego, non mollare!” – Forza Samantha! – urlò Takao con tutto il fiato che aveva in gola cercando di farle arrivare il suo sostegno.

Intanto da qualche posto più in alto una giovane ragazza avvolta in un cappottino di lana bianco osservava con attenzione il campione del mondo. Con un rapido gesto si mise una piccola ciocca ribelle dietro l’orecchio. I suoi corti capelli ramati risplendevano sotto i raggi del sole, mentre una scarpetta azzurra di lana le copriva parzialmente il viso. “Continua così Cavaliere”.

 

- Secondo te a questo punto potrebbe anche finirla con la finta? – chiese Ares al suo compagno mentre osservava Samantha continuare ad incassare i colpi uno dietro l’altro.

- Lei ha detto niente potere speciale, quindi significa che sa cosa fare – replicò annoiato Axel

“Bene, abbiamo protratto l’incontro a sufficienza, direi che posso anche darmi una mossa” pensò il capitano degli Obscuras quando incrociò lo sguardo di Takao dalle tribune, e della copia di Astra poco più in alto.

Con questi pensieri chiamò a sé il suo bey nero, che come rianimato riprese a girare con ancora più rapidità.

- Mors, attacca! -

- Grifone! – urlò Ralph

Un lampo di luce invase il campo, escludendo gli occhi di tutti alla vista delle due trottole. “Samantha” pensò Takao

- Ma… - disse Ozuma

- Chi ha vinto? – chiese Yuri

Quando la luce si dissolse, tutti poterono vedere l’esito dello scontro. Grifone si era fermato, mentre il bey nero di Samantha continuava a girare in mezzo al campo. – Ma…è incredibile! Con una straordinaria vittoria a sorpresa gli Obscuras vincono il primo match! –

- Grande Samantha! – urlò Takao stringendo a sé Dragoon

 

- Ottimo lavoro capitano – disse la copia di Astra quando la ragazza raggiunse la panchina. – Devo ammettere che l’incontro è stato difficile, voglio dire la cosa più difficile è stata cercare di sembrare stravolta e in difficoltà! -  il demone dell’Avidità si volse poi verso Axel, che oscurato dall’ombra se ne stava seduto a braccia conserte con gli occhi chiusi.

- Allora Axel, hai percepito l’aura del Custode? –

- No – disse semplicemente senza neanche degnarsi di alzare gli occhi, preferendo restare avvolto nell’oscurità.

 

- Tre…due…uno…pronti…lancio! – le trottole metalliche di Andrew e Ares schizzarono rapide come fulmini al centro del campo di gioco, che rappresentava la città di Helsinki. Il bey azzurro chiaro di Ares girava veloce nel centro del campo, mentre il bey rosso e arancione del blaider inglese svicolando tra i vari ostacoli cercava di sorprendere l’avversario con svariati attacchi.

Il bey di Ares sembrava in difficoltà. – No, Ares è in difficoltà – disse ansiosa Mao dalle tribune, seduta tra Lai e Kiki, mentre Rei alla destra di Lai osservava con evidente curiosità le mosse dei blaider canadesi.

“ Che ci mettano un po’ a sfoderare la loro potenza?” si chiese confrontando l’incontro appena concluso con quello a cui stava assistendo adesso. Ad un tratto udì la voce di Mao, forte e risoluta.

- Forza Ares contrattacca! Non mollare, coraggio! – gli incitamenti della ragazza si infilarono come uno stiletto appuntito nello stomaco del drigerblaider che si costrinse ad un flebile mugugno. “Mi da’ fastidio il suo atteggiamento, ma perché?” si chiese cercando una risposta che forse aveva sempre avuto, ma che non aveva mai trovato il coraggio di afferrare…

- Forza Ares! – Mao gridò e Ares vinse.

 

- Straordinario, con una mossa a dir poco meravigliosa ed aggraziata gli Obscuras vincono anche questa sfida, e si portano in cima alla classifica, con quattro punti a pari merito con i BBA! - esclamò Djman quando l’incontro si fu concluso. Era stata una sfida entusiasmante, Xvers e Salamander avevano combattuto strenuamente, ma alla fine il blaider dagli occhi di ghiaccio aveva avuto la meglio.

- Bene signore e signori, ora prima di lasciarvi voglio dare con voi un’occhiata alla classifica, anche se ancora parziale –

Sui giganteschi monitor fissati ai quattro lati del campo apparvero le immagini dei partecipanti in una tabella, dove si evidenziavano i punti ottenuti e i nomi dei blaider.

Hilary osservò con attenzione la tabella: al primo posto c’erano i BBA e gli Obscuras, entrambi con quattro punti, seguiti dai PPB All Stars e dai Baihutzu con tre punti e infine c’erano i New Europa e gli Scudi Sacri. Mancava ancora una sfida alla fine della tappa finlandese, e la brunetta ebbe un sussulto. “I Neoborg contro…”

 

“…gli F-Sangre” pensò Crystal passeggiando per il giardino dell’hotel dopo che furono rientrati. Era da tanto che ci pensava, e non era ancora riuscita a trovare una soluzione. Camminava per il cortile, affondando gli stivaletti neri della candida neve, sentendo la neve cedere e compattarsi sotto i suoi piedi.

Sorrise. “Perché mi faccio tutti questi problemi? In fondo la vicenda può solo avere una lato positivo per i Neoborg, eppure…No, stupida come fai a pensare una cosa del genere, la verità è che tu non vuoi vincere in questo modo”

Era la verità. Lei non voleva vincere così. Per troppi anni aveva dovuto vincere grazie e sotterfugi, ricatti, intimidazioni, ora basta. Aveva trovato delle vere amiche, persone che come lei amavano il beyblade e voleva vincere correttamente, soprattutto voleva vincere battendo un’avversaria psicologicamente pronta e lucida, e Julia non lo sarebbe stata in quella sfida.

- Julia non riuscirà mai a combattere contro Yuri, non riesce neanche a reggere il suo sguardo dopo quello che è successo, figuriamoci ingaggiare una battaglia contro di lui! - “Devo fare qualcosa”

E così, accompagnata da questi pensieri si allontanò, mentre un’ombra poco distante da lei l’osservava da dietro un albero dubbiosa.

“Che sia lei?”

 

E anche questa è andata…SPAZIO DEL LETTORE:

 

 

Lexy90: hai proprio ragione cicci, le storie si stanno intrecciando, e speriamo almeno di riuscire ad arrivare alla fine! (Sarà un’impresa titanica) comunque come sempre grazie per la tua iper puntualità, e per il tuo sostegno…1000 kisses! Per quanto riguarda Kai…beh lui è particolarmente tardo quando si tratta di sentimenti (…tsk n.d Kai) (chi tace acconsente!! N.d Hilary), ma è anche per questo che NOI siamo pazze di lui no?? Spero che il capitolo ti sia piaciuto, anche se questo è solo un piccolo capitolo di transizione (e lo chiami “piccolo” n.d Kai). Bacioni!!

 

DarkAngel91: tu non rompi mai tesoro!! Grazie 1000 per aver recensito. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto, e soprattutto spero con tutto il cuore che la storia continui ad appassionarti, anche se mi rendo conto che fino a questo non si è vista molta azione, ma tra al massimo due capitoli spero riuscire ad entrare nel vivo!! Bacioni!!!

 

Lenn Chan: sei perdonata cicci tranquilla! Leggere la tua recensione mi ha riempita di felicità, non solo perché sei una delle scrittrici che preferisco, ma anche perché dal momento che condividiamo la stessa “coppia” temevo moltissimo un tuo commento! Sono contenta di sapere che la storia ti stia piacendo…mi dispiace deluderti solo in una cosa…non credo che Kai si darà una mossa, anche perché è troppo Kai per farlo!! Mentre per quanto riguarda Yuri e Julia…beh io li ho sempre visti bene insieme!!

Spero di sentirti presto!! Ps: hai visto?? Il mio commento è stato accolto!! Chimera è nelle SCELTE!!! Complimenti e soprattutto AUGURI!!!!!

 

Lirinuccia: no problem, può capitare di confondersi!! Come al solito le tue recensioni sono come una ventata di aria fresca, e questo non può che farmi piacere e soprattutto l’attesa le rende ancora più speciali!!

Ma passiamo alle cose serie…sono felice che ti piaccia la coppia YurixJulia, in effetti lei avrebbe potuto respingere quei maledetti anche sola, ma…perché farlo se abbiamo un fantastico Yuri Ivanov a disposizione?? Per quanto riguarda alla coppia cinese…loro non avranno vita facile, anche perché con Astra e Ares nelle vicinanze non c’è da stare tranquilli…Takao…beh che dire lo sto rendendo un inguaribile romantico, non mi esprimo su un ipotetico rinsavimento di Samantha, altrimenti dove sarebbe la suspense?? (si scrive così??) Felicissima che la mia storia ti stia piacendo, e spero che continuerà ad appassionarti!!

Comunque…quando hai intenzione di aggiornare l’altra metà del cielo??? (Disperata n.d Avly) Dopo aver letto ben 22 capitoli di fila mi sono immaginata ben 22 finali diversi!!!  Volevo dirti che ho ADORATO il pezzo del salvataggio di El, e sono essenzialmente morta dalle risate nel punto del ritorno di Titty!!! Bacioni!!!

 

Un mega grazie alla mia Helens

 

E un immenso grazie anche a: PINCH_91, Takami _Kinomiya, VaMpirA89, Anima, Mik92, SMDO e anche a tutti voi altri ignoti lettori!!!! Baci

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Capitolo 8
*** Legami... ***


Capitolo otto

Eccomi! Sono ancora viva!! Scusate x il ritardo, ma mi è stato impossibile aggiornare, fortunatamente con questo piccolo ponte pre-natalizio avrò molto più tempo…ma ora basta con le chiacchiere e…Buona Lettura!! Spero che commentiate in tanti!! Baciuzzi

 

Legami…

 

Hilary passeggiava tranquilla per il giardino mentre la luna giocando a nascondino cercava di rifugiarsi dietro le nuvole. La brunetta attraversò il cortiletto interno, dirigendosi verso le scuderie. Ormai ci andava quasi tutte le sere. Non aveva più incontrato Kai dopo quella bellissima serata, ma nonostante questo non aveva smesso di andare a trovare Fiamma, portandole sempre o delle carrube o una bella mela leggermente acerba.

Quando giunse vicino alla staccionata in legno chiaro vide, illuminata dal chiarore della luna, il bellissimo cavallo dal manto nero fermo, come se la stesse aspettando. Si guardarono negli occhi per qualche secondo. Ad Hilary parve di fissare l’oscurità più assoluta, una cosa che di per sé avrebbe dovuto spaventare, eppure non riusciva a sentirsi spaventata vedendo Fiamma. Quell’oscurità era piacevole, dolce, buona. – Allora come va stasera eh? – le disse sorridente avvicinandosi, mentre l’animale le andava incontro. Quando lei accarezzò il liscio manto dell’animale sentì un leggero solletico sotto il palmo.

- E il tuo padrone che fine ha fatto? – le chiese come se potesse risponderle, mentre intanto Fiamma cominciava a mangiare le carrube dalla mano di lei.

“Magari fosse qui, è assurdo, ma nonostante alloggiamo nello stesso hotel non riesco a vederlo molto” pensò sconsolata la sedicenne ripensando agli ultimi avvenimenti. Non che ce ne fossero stati di importanti, il torneo proseguiva abbastanza tranquillamente, certo la sfida fra gli Obscuras e i New Europa aveva lasciato interdetti molti dei ragazzi, ma dopotutto la brunetta non poteva dire di non essere contenta. Era felice che gli Obscuras avessero vinto, un po’ perché era la squadra in cui militava la ragazza di Takao, e un po’…beh perché c’era Axel. “Axel…”pensò Hilary osservando spaesata la luna che troneggiava sopra di lei.

“Axel…” Cosa dire di lui? Era un ragazzo molto dolce, forse un po’ introverso, ma comunque sia gentilissimo e simpatico. Hilary si trovava bene in sua compagnia, forse anche perché lui aveva una capacità di tranquillizzarla che era quasi disarmante. Per un momento Hilary si ritrovò persino a pensare che se non fosse stata innamorata di un amore impossibile come quello per il russo, avrebbe persino potuto innamorarsene. “Axel…” le gote della ragazza inaspettatamente si imporporarono, mentre lo stomaco le si strinse in una piacevole morsa. – Axel – pronunciò a bassa voce.

Improvvisamente Fiamma si allontanò e con un nitrito basso fece qualche passo indietro rispetto alla giovane sbuffando. – Eh…ma che ti prende? – le disse la ragazza accigliata.

L’animale all’improvviso si allontanò, sinuoso, elegante a testa alta, rientrando nella scuderia senza neanche aver finito la carruba. “Questa è strana” pensò la giovane rimanendo interdetta per qualche istante.

- Forse mi ha sentito arrivare e si è spaventata – una voce profonda e armoniosa sopraggiunse alle spalle di Hilary, che non ebbe bisogno di girarsi per sapere di chi si trattava.

- Axel! A quanto pare hai il talento di far irritare Fiamma – disse la giovane sorridendo al moro, che si limitò a squadrarla di sottecchi.

- Devo forse prenderlo come un insulto? –

- No, però come un segno di preoccupazione. Fiamma è uno dei pochi esseri femminili che non ti è caduto ai piedi! – disse divertita mentre incrociava gli splendidi occhi color smeraldo del diciassettenne, che era vestito con una maglietta nera a maniche lunghe che evidenziava il suo fisico atletico e statuario. Un paio di jeans scuri e una sciarpa nera attorno al collo ne completavano l’abbigliamento molto semplice, ma sicuramente perfetto.

- Divertente! Siamo di buon umore oggi! – le disse lui sempre continuando a guardarla. Il demone della Malvagità non riusciva a toglierle gli occhi di dosso, non sapeva il perché, anzi prima lo sapeva, ma ora non più. Inizialmente le si era avvicinato con lo scopo di conquistarsi la fiducia dei BBA e degli altri blaider, ma poi…lei non era né una blaider, né la ragazza di qualche Cavaliere, quindi era un essere totalmente inutile, eppure…”…eppure sento che lei potrebbe esserci molto utile. In fondo è amica dei Cavalieri, quindi…se si rivelasse necessario…

- Axel? – il demone riportò rapido l’attenzione sulla ragazza, che lo fissava ridendo.

- Ma…ti sei incantato! Non vorrai dirmi che ti ho sconvolto con questa rivelazione! – la voce di Hilary era velata da un misto di incredulità e di sorpresa.

- Scusa? –

- Stavo dicendo…che sono contenta che la tua squadra abbia vinto, anche se mi dispiace di non averti visto combattere –

- Ah…eh…no…vedi è che Samantha ci teneva molto a combattere per via di Takao, mentre Ares voleva vincere una “scommessa” con Astra – disse il giovane sperando di risultare abbastanza convincente. La spiegazione sembrò accontentare la brunetta, che si appoggiò alla staccionata, adagiando la schiena e i gomiti sul freddo legno. Axel l’imitò.

Rimasero così per qualche minuto, osservando la luna, che stanca di giocare si era rivelata per tutta la sua incredibile bellezza e maestosità. L’aria leggermente fresca abbracciò la brunetta che si sentì libera e serena come se avesse potuto raggiungere la luna con un solo balzo. Avrebbe potuto restare così in silenzio per sempre, udendo solo i battiti del proprio cuore e la sottile voce del vento, che le sussurrava parole incomprensibili, ma che avevano un che di dolce.

- E’ incredibile – proferì ad un tratto Axel senza staccare gli occhi dalla luna.

- Cosa? –

- Che siamo ad Helsinki da quasi una settimana e ancora io non ho visto assolutamente niente – disse calmo il giovane sorridendo. – In questo periodo sono stato così tanto preso dagli allenamenti che non mi sono neanche fatto un giro per i dintorni di Helsinki, e pensare che mi sono fatto mandare pure la moto! –

Hilary rise; in effetti neanche lei aveva visto granché da quando erano giunti lì. La ragazza si girò lentamente verso il giovane, che in quello stesso istante si stava voltando verso di lei. I loro sguardi si incrociarono. Di nuovo. Sembrava che un filo sottile si legasse, un filo che stavano seguendo alla stessa velocità. La brunetta si trovò immersa in quegli splendidi occhi verdi, che per un momento parvero oscurare la splendida luna, diventando più luminosi del chiaro astro del cielo. Gli occhi di lui la fissavano seri, profondi, investendola come un getto d’acqua durante una calda estate.

- Hilary… - disse calmo il ragazzo ad un certo punto

- Che ne dici se domani mattina ce ne andiamo a fare un bel giro per Helsinki? Magari pranziamo fuori eh? In fondo domani Samantha credo abbia intenzione di uscire con Takao, mentre Astra penso abbia altri progetti, e Ares sicuramente andrà in palestra ad allenarsi tutto il tempo. Che te ne pare? – le disse lui con un sorriso leggermente imbarazzato.

Imbarazzato. Non certo quanto lei. Hilary si sentì avvampare, e il cuore cominciò a correrle attraverso il petto. “Mi ha chiesto di uscire…in pratica è un appuntamento no? E io che faccio? Axel…Axel...oh mamma che imbarazzo!” Hilary si costrinse a fissare ostinatamente il prato, che mosso leggermente dal vento sembrava invitarla a prendere una decisione. Alla fine le sembrò che una sola risposta potesse essere la più giusta, così alzò gli occhi e regalando un bellissimo sorriso al giovane gli rispose – Certo! Sarà divertente, però io voglio anche vedere il Laghi ti avverto! – disse la giovane porgendogli la mano guantata.

- Come no! Ai suoi ordini, ma non chiedermi di farti guidare la moto perché te lo puoi scordare – le rispose Axel stringendogliela con decisione, mentre una scarica di energia li attraversava, facendoli sussultare entrambi. Hilary veloce ritrasse la mano senza però smettere di guardarlo “Axel…

 

Quella mattina l’aria era più fresca rispetto al giorno precedente, era pungente eppure non dava fastidio, anzi metteva una certa allegria. Hilary non aveva dormito molto ma si sentiva comunque fresca e riposata. Aveva pensato all’incontro con Axel per l’intera notte, e ora che il sole stava sorgendo non potè non farsi venire degli scrupoli di coscienza. “Avrò fatto bene ad accettare il suo invito? In fondo lui non mi ha direttamente proposto un appuntamento, né mi ha abbracciata o robe simili, quindi non c’è niente di cui preoccuparsi…ma…è proprio questo che voglio? Non è che forse io avrei voluto che lui mi abbracciasse? Io gli voglio bene e riesco quasi a dimenticare Kai quando sono in sua compagnia…Kai è un amore impossibile, forse è il momento buono che me ne renda conto…

Annebbiata da questo mare di pensieri non si accorse neanche che Mao le si era avvicinata e che aveva posato la testa sulla spalla. Sembrava triste.

- Mao, ma che cos’hai? – chiese preoccupata la brunetta quando notò gli occhi dell’amica. Il miele nei suoi occhi si era trasformato in una marmellata rossa, come se avesse pianto tutta la notte.

- Hilary… - disse lei fra le lacrime prima di abbracciarla stringendola forte come per trarne conforto.

- Oh…sorellina mia cosa ti è successo? – le chiese dolce la brunetta asciugando con le dita le lacrime della sua migliore amica.

- Scusa…è che non volevo svegliare nessuno, ma avevo tanto bisogno di un abbraccio – disse lei con voce tremante. Questo non era da lei. Mao era una ragazza combattiva e determinata, a volte presuntuosa, ma comunque forte…eh quella che aveva davanti non era certo la vera Mao. Per un attimo ad Hilary apparve chiara l’immagine della sola persona capace di far soffrire così la sua amica. Strinse gli occhi. Rei.

- Che ti ha fatto stavolta? Giuro che adesso lo massacro! – sbottò arrabbiata la sedicenne abbracciando forte Mao.

- Ecco…è successo tutto così… -

 

Mao correva rapida lungo il corridoio dell’Hotel, sfrecciando senza preoccuparsi dei volti delle persone che per poco non travolgeva. Alla fine aveva deciso. Vedere l’incontro di Ares le aveva dato forza, coraggio, lui le aveva detto che per lei ci sarebbe sempre stato, sarebbe stato un ottimo amico, e l’aveva incoraggiata a rivelare i suoi sentimenti. Ricordava ancora le sue parole dopo l’incontro con Andrew. – Spero di averti aiutata con questo incontro –

- In che senso? -

- Nel senso che bisogna impegnarsi per ottenere ciò che si vuole, bisogna avere il coraggio di superare i propri limiti, le proprie paure, i propri timori, le proprie incertezze, bisogna fidarsi del proprio cuore. Io mi sono fatto coraggio per superare le mie paure nei confronti del mio avversario, ho dato fondo a tutto quello che sono, e sai perché l’ho fatto? L’ho fatto per la mia squadra, per i miei compagni e…per te.  Se non affronti le tue paure, se non trovi il coraggio di rivelare ciò che senti per Rei, alla fine finirai per perderlo senza neanche averci provato. Se Axel non mi avesse incitato a scendere in campo, forse io avrei ancora paura di sentirmi inadatto a questo sport, ma ora sono felice e voglio che lo sia anche tu chiaro?!

Mao era rimasta sbigottita da quelle parole. Sapeva che Ares provava qualcosa per lei, ma visto che era stata lei a rivelargli di essere innamorata di un’altra persona non si aspettava certo che l’avrebbe sostenuta.

- Grazie Ares -

Ora era lì che correva a perdifiato per i vari piani dell’hotel. Doveva trovare Rei, doveva vederlo, doveva dirgli che lo amava, che lo aveva sempre amato, che aveva sofferto quando lui non aveva condiviso il suo sguardo durante il match.

Il cuore le batteva forte, ma non voleva pensarci. Aveva avuto anche il sostegno di Ares…non poteva fallire.

Ad un certo punto però le gambe la costrinsero a fermarsi; alle sue sottili orecchie feline giunse un suono familiare, dolce, rassicurante, una voce…Rei. Si avvicinò alla porta da cui proveniva la voce. Mao inspirò profondamente…il momento era finalmente giunto. La ragazza era agitata, tesa, ma non sarebbe scappata. Appoggiò la mano sulla fredda maniglia in ottone…

- Ma come ti permetti! Sei un’insensibile! – era la voce di Ares, era arrabbiato…anzi adirato. Mao trattenne il fiato. “Ares stava discutendo con Rei? Possibile? -

- Io faccio quello che voglio amico, non ti permetto di darmi ordini

- Mi permetto eccome! Non hai un minimo di sensibilità, come puoi trattare così una persona che ti ama più di tutta se stessa?!

- E a te che importa scusa…ciò che faccio e penso di Mao non è affar tuo – la voce di Rei era calma e rilassata, anche se la cinese era certa di non averlo mai sentito parlare così…

- Fammi capire Rei. Tu sai cosa Mao prova nei tuoi confronti e te ne approfitti? –

- Certo! Mao è un’ingenua, e soprattutto è pazza di me – Rei sembrava soddisfatto della reazione che aveva provocato sul volto di Ares perché si mise a ridere. – Mi fai ridere Ares, vorresti farmi credere che non ti è mai venuta in mente l’idea di divertirti anche tu? –

Un colpo, uno schiaffo investì Rei in pieno viso. Ares pareva incontrollabile, furente dalla rabbia – No! Io non sono come te! Io voglio bene a Mao, è una ragazza speciale, e tu non meriti neanche un centesimo delle attenzioni che lei ti rivolge! –

A questo punto Mao corse via incapace di sopportare oltre. Piangeva, delle dure lacrime cercarono invano di attraversarle il viso. Il suo cuore urlava…urlava una sola cosa…”Rei…ti ODIO!!

 

Hilary rimare scioccata. Il racconto dell’amica era così…assurdo. Se dapprima l’aveva trovato irreale adesso non sapeva più cosa pensare; credeva di conoscere il drigerblaider…erano amici, lo aveva sempre visto come un ragazzo dolce e sensibile…la sedicenne non riusciva a capacitarsi del fatto che Rei avesse mai potuto approfittarsi dei sentimenti della cinese.

- Mao…ora cosa farai? -

- Non ne ho idea…di sicuro non voglio avere niente a che fare con lui, inoltre voglio scusarmi con Ares perché lui mi ha appoggiata, difesa ed io… -

- Senti, se vuoi oggi non vado da nessuna parte e ce ne stiamo tutta la giornata insieme, ti va? Axel non se la prenderà – le propose Hilary con voce serena. – Ma scherzi?  No, tu devi andare con Axel! Non ti permettere di rimanere qui, anzi ti do qualche consiglio su cosa metterti, dopodiché vai giù e lo stendi! – Mao sembrava aver ritrovato almeno parte del suo solito buon umore, e Hilary ne era davvero felice. “Sei incorreggibile Mao”

- E mi raccomando voglio tutti i particolari! – l’ammonì la cinese quando la brunetta fu pronta.

 

Hilary scese nel bar per fare colazione, era presto ed il locale era quasi deserto. “E pensare che tra neanche un’ora e mezza qui ci sarà il caos assoluto” pensò la giovane sedendosi su uno degli sgabelli foderati di fronte al bancone. Axel le aveva detto di farsi trovare nella hall per le 7.30, ma mancava ancora mezz’ora.

- Un caffè macchiato, grazie –

Seduta ad aspettare il suo caffè, la brunetta ripensò al racconto di Mao…”Rei…povera Mao, pensavo di conoscere il cinese…e poi Axel mi ha invitata come un amico, allora perché mi sento così sporca come se mi dovessi sentire in colpa? Kai non mi guarda neppure, e quindi perché non potrei provare a dimenticarlo? Forse è come dice Mao…mi sto innamorando del blaider dagli occhi di smeraldo…

- Un caffè, grazie – una voce autoritaria sopraggiunse alle spalle di Hilary, che per poco non si strozzò con la sua colazione. “Ma cos’è lo facciamo apposta?” si chiese cercando di fermare i battiti del proprio cuore, che aveva iniziato a galoppare furioso dentro di lei. Kai era lì a poca distanza da lei, e la fissava con il solito sguardo di indifferenza.

- Ciao…Kai - balbettò la sedicenne arrossendo. Gli occhi violacei di lui la squadrarono da capo a piedi, prima di soffermarsi sul suo viso, che aveva assunto un indicibile color porpora.

- Sei venuto presto a fare colazione…ti capisco, non Takao e Daichi nello stesso hotel si rischia di rimanere a stomaco vuoto –

Lui la guardò senza proferire parola. La colazione non c’entrava nulla. Se lui era era per un motivo di tutt’altra natura. – Già – mentì sedendosi accanto a lei. Non poteva certo dirle che se lui era lì era perché doveva incontrare la dottoressa Sagami. Hilary intanto, non smetteva di guardare quello splendido angelo che le era affianco. Meraviglioso, assolutamente divino, un viso dai lineamenti duri, ma allo stesso tempo lievi, gli occhi ametista, la pelle lattea solcata da numerose cicatrici, insomma Kai…

Quando il ragazzo si girò verso di lei, la ragazza si sentì sprofondare. “Che figura! Mi sono fatta beccare come un’ebete a fissarlo!

Lui la squadrò nuovamente per poi posare i suoi magnetici occhi sull’orologio appeso al muro. Hilary indossava una gomma corta di jeans abbinata con dei leggins neri, mentre una maglia a maniche lunghe nera le lasciava scoperte le spalle.

- Beh…allora domani tocca a voi – irruppe Hilary tentando in ogni modo di iniziare una conversazione con il russo.

- Sì – rispose telegrafico lui.

- Farò il tifo per t...ehm per tutti! – “Deficiente, ma che ti salta in mente di dire?” si maledisse da sola.

Improvvisamente gli occhi della brunetta furono attirati da una nuova presenza giunta nel ristorante. Era una donna…la stessa donna che aveva visto qualche giorno prima…la “dottoressa del monastero” pensò lei.

La donna si avvicinò ai ragazzi. – Ciao Kai, sei in anticipo! – la donna gli sorrise, mentre tra le mani teneva la solita cartellina azzurra. – Allora finisci che poi andiamo – detto questo si allontanò con la stessa sinuosità con la quale era arrivata. La brunetta provò un senso di invidia nei confronti di quella donna. “Caspita, lei ha un rapporto così diretto con Kai, inoltre solo il fatto che sia il medico che segue i Neoborg mi fa pensare che sia stata proprio lei a curare parecchie delle cicatrici che solcano la sua schiena.

- Qualcosa che non va? – la domanda bastò ad attirare l’attenzione di Kai, che si volse nuovamente verso di lei.

- No, questioni regolamentari – disse prima di allontanarsi verso l’uscita, lasciando Hilary più stranita che mai.

Il ragazzo si morse il labbro. Aveva mentito, di nuovo…  

 

Quando Axel scese nella hall, trovò già la sedicenne ad aspettarlo. Non appena la vide, si fermò di scatto, rimanendo ad osservarla. Era molto carina; i capelli castani incorniciavano il suo piccolo viso chiaro, mentre le sue gote leggermente rosate accompagnavano due splendidi occhi color cioccolato fondente.

- Ehi! Ma di solito non sono le donne che si fanno attendere? – lo salutò la ragazza con un sorriso che non aveva nulla da invidiare alle stelle più luminose.

- In teoria sì, ma siete state voi donne a volere la parità dei sessi, ricordi?! – puntualizzò il giovane raggiungendola.

Nel vederlo arrivare per poco Hilary non rimase a bocca aperta. “Può un ragazzo tanto affascinante essere qui per…me?”

Axel indossava un paio di pantaloni in pelle nera lucida perfettamente aderenti, con abbinata una camicia nera leggermente sbottonata sul davanti, mentre sopra indossava la sua inseparabile giacca nera. Tra le mani il ragazzo reggeva due caschi integrali neri, e due tute di protezione dello stesso colore. – Fortunatamente Samantha ne aveva preparate due, ecco questa dovrebbe essere della tua taglia – le disse cordialmente il giovane passando la tuta alla ragazza.

- Grazie – disse imbarazzata la giovane, che non riusciva a credere a tutto quello che le stava capitando.

- Beh…che aspetti? Andiamo – Axel era già seduto su quella meraviglia della meccanica con in testa il casco.

Riscossasi Hilary salì sulla moto abbracciando da dietro i fianchi sottili di Axel. Poteva percepire sotto i palmi delle mani gli addominali scolpiti e la forte muscolatura del ragazzo, che non appena si fu assicurato che lei fosse a bordo sfrecciò verso l’uscita del cortile esterno. Allontanandosi passarono davanti al recinto dei cavalli, dove un angelo dell’oscurità li osservava con occhi cupi…

 

Le foreste di licheni sfrecciavano in una veloce processione davanti agli occhi scuri di Hilary, che osservava estasiata il paesaggio magico di quella ancor più magica terra. Il cielo era sgombro dalle nuvole, ed un sole carico di luce irradiava i numerosi boschi di conifere e di betulle che i ragazzi attraversavano. Ogni tanto si erano fermati, per scattare qualche foto o per comprare qualche souvenir da portare poi agli altri. Hilary si stava divertendo moltissimo, Axel era una persona estremamente carismatica, e se quando si trovava con gli altri mostrava un atteggiamento freddo ed introverso, beh con lei…con lei era diverso. Era solare, spontaneo, e gli occhi ridevano per lui.

Verso l’una il ragazzo le propose di fermarsi in una piccolo ostello per pranzare, per poi fare un giro verso i laghi più grandi.

Così si fermarono in un locale per mangiare qualcosa senza però smettere di ridere e di parlare.

Fu solo nel momento in cui si sedettero che tacquero. Si osservarono, si guardarono, ognuno perso negli occhi e nei sorrisi dell’altro. Il demone era perplesso; per tutto il viaggio aveva avvertito una strana sensazione, come un presentimento, ma scrutando la mente della giovane non aveva trovato niente di strano, solo ricordi dei suoi amici, della sua famiglia, della scuola…ma allora perché si sentiva così inquieto? “Cosa c’è che non va? Non riesco a capire…La sua mente non è protetta da barriere magiche come quelle dei Cavalieri, non percepisco la sua aurea, però non riesco neanche ad entrare totalmente dentro la sua amina…è come se inconsapevolmente riuscisse a celarmi qualcosa…ma dopotutto questo qualcosa potrebbe essere anche un segreto sciocco ed inutile…

Lei continuava a sorridergli mentre mangiava il suo pranzo, e lui non cessava di scrutarla con apparente dolcezza. “In fondo potrei rendere il lavoro più facile a Samantha e gli altri…

- Allora Hila che ne pensi di questo campionato? -

- Devo dire che mi sta piacendo, le sfide sono interessanti, molto combattute, e un po’ mi dispiace che dopodomani dovremo già dire addio alla Finlandia –

- Già…comunque c’è ancora una sfida… - la sua frase parve colpire la brunetta, che in quel momento perse improvvisamente il suo bel sorriso, per lasciare spazio ad un volto carico di sofferenza e preoccupazione.

- Hila, ho detto qualcosa di sbagliato? – chiese il diciassettenne notando l’espressione della ragazza.

Lei si limitò a scuotere la testa in maniera quasi impercettibile, mentre Axel non potè non rimanere piacevolmente sorpreso. “E ora che le prende? Domani ci sarà la sfida tra gli F-Sangre e i Neob…ma certo!”

Il ragazzo come colto da un lampo si alzò e si diresse verso Hilary che seduta di fronte a lui teneva il capo abbassato. Lui le si inginocchiò e le cinse le spalle con un braccio.

- Hila, cos’hai? -

- Niente…perdonami, ero soprapensiero – si scusò immediatamente la ragazza colpita da qual gesto così dolce. – Sto bene davvero, non preoccuparti –

“Oh si…anche io sto molto bene…” il demone sogghignò. Ora era tutto chiaro, era come se i pezzi di un mosaico si fossero messi ognuno al proprio posto, svelando ad Axel il perché di quelle strane sensazioni. Non era un segreto fatto parole, ma di immagini, emozioni…un’immagine…quella di un giovane dalla pelle chiara con i capelli bicolore e due inconfondibili occhi color ametista. “Ma guarda chi c’è nel tuo cuore piccola mia…interessante…”

 

Bussò alla porta. Un lieve tocco, quasi inudibile; la verità era che ci voleva coraggio per chiedere scusa, e questo coraggio Mao temeva di averlo perso. In questo momento sarebbe stato bello avere Hilary con sé, ma la cinese sapeva bene che doveva sbrigare questa faccenda da sola. “Sono i miei sentimenti, non quelli di Hilary

Bussò di nuovo, con più decisione. Aveva il cuore in gola.

- Avanti -

Lei entrò. La stanza era illuminata dalla luce del sole, che vispo e allegro si era infiltrato nella stanza per rischiarare non solo la camera, ma anche i cuori dei due soli ragazzi presenti.

Lui si trovava vicino alla finestra, con una tuta chiara e il suo bey in mano. Non appena la vide le sorrise come solo un angelo sa fare…il suo angelo.

- Mi dispiace… - disse la cinese in un soffio

- E di cosa? Non sei tu a doverti scusare ma qualcun altro – disse Ares con voce tranquilla avvicinandosi a lei e abbracciandola.

Lei affondò il viso felino nel suo petto, udendo il battito del cuore del ragazzo e inspirando a pieni polmoni il suo aroma di vaniglia.

- Dispiace a me che tu abbia dovuto scoprirlo così, quando ti ho intravista alla fine del corridoio mi sono sentito morire – la voce di Ares sapeva infondere una pace e una calma irreale, e in quel momento era proprio questo ciò di cui Mao aveva bisogno. Aveva bisogno di lui.

- Stringimi forte Ares, ti prego –

 

- Mettici un po’ di maionese, ti assicuro che è un vero sballo! -

- Ma scusami, da quando in quando si mette la maionese sugli spaghetti al sugo! – polemizzò Astra disgustata.

- Beh…ecco io la maionese la metto quasi ovunque! – il biondino era inarrestabile, e il suo sorriso smagliante estremamente contagioso. La ragazza scoppiò a ridere – Certo che sei un tipo alquanto eccentrico Max

- Detto da una come te lo prendo un complimento – le rispose ridendo l’americano.

Quella giornata stava procedendo in maniera magnifica; per prima cosa avevano fatto un giro per Helsinki, visitandone i monumenti principali, poi erano entrati in un negozio di articoli musicali e lì Max aveva comprato alcuni cd. Verso pranzo erano tornati in hotel, ed erano scesi nel ristorante, dove stavano mangiando da soli. Si erano divertiti molto, e Max dovette ammettere di trovarsi bene in compagnia della canadese, non riusciva a spiegarsi il motivo, ma quella ragazza riusciva a placare ogni suo dubbio, sapeva ascoltare senza fare commenti inopportuni, ed inoltre aveva la capacità di distogliere la mente dai pensieri negativi, allontanando per un momento la tristezza. Ora si trovavano lì, uno di fronte all’altra e si guardavano, ognuno specchiandosi nelle profondità dei loro occhi.

- Sono contenta sai? – Max rimase allibito da questa affermazione.

- Sono felice di averti conosciuto, tu con la tua allegria ed il tuo carattere così solare riesci a far sorridere chiunque. Sei una persona speciale, Max – il biondino sorrise. “Oh Astra, sono io ad essere fortunato nell’averti incontrata” Le prese la mano stringendola con dolcezza; lei ricambiò la stretta sorridendo “…sei un vero tesoro Max, ma purtroppo per te sei anche un ingenuo! La tua aurea è quasi domata, presto tu, come il tuo amico Takao non potrai più nuocerci.

 

I passi felini di Rei si udivano appena grazie anche al morbido tappeto rosso che ricopriva il corridoio del secondo piano. Il blaider della Tigre Bianca era stanchissimo; si era allenato tutta la mattina, dopodiché era andato a cercare i suoi ex-compagni della BBA per passare un po’ di tempo con loro, ma era stato impossibile visto che Takao era uscito con la sua ragazza, Max si era allontanato con Astra mentre Kai…beh…lui era sparito come sempre e neanche i suoi compagni sapevano dove fosse.

Il cinese sembrava turbato, come se qualcosa oscurasse il suo abitudinario buon umore e la sua gentilezza; ed era così, lui era arrabbiato, ma con se stesso poiché in quel periodo si era leggermente chiuso in sé, preso dalla voglia di misurarsi ancora contro Takao e gli altri dopo la Justice Five. Aveva esagerato.

Aveva assunto un’espressione strana, e durante l’incontro con gli americani aveva dato il meglio di sé trattando però male i suoi compagni di squadra, in particolare Mao.

Gli si strinse il cuore al solo pensiero della cinese, lei si era solo preoccupata per lui, lo aveva sostenuto, ma lui non l’aveva degnata neanche di uno sguardo.

Voleva bene a quella ragazza, la considerava una sua grande amica, una persona speciale, una persona con cui condividere tutto…

“Devo andare da lei e dirle che mi dispiace tanto per come l’ho trattata in questi giorni, dopodiché mi scuserò anche con Lai e gli altri”

Scese nel cortile interno dell’hotel, inspirando a pieno la fresca aria di quella bella giornata densa di luce.

Subito al fine olfatto del cinese sopraggiunse un odore particolarmente familiare, un misto di ginseng e cocco. “Mao” Dirigendosi verso il luogo dove era certo che si trovasse la cinese.

Inconsciamente i passi si fecero più veloci, finendo per farlo correre con il fiato corto, mentre il suo cuore non riusciva a non battere i battiti scandendo un solo nome “Mao, Mao, Mao”.  Fu a quel punto che la vide, e nel vederla il suo cuore smise di battere, pietrificandosi all’istante. La cinese era lì, e passeggiava tranquilla accompagnata da un Ares bello e sorridente, che le cingeva i fianchi con un braccio.

Rei si sentì incredibilmente pesante, mentre la testa cominciava a pulsargli freneticamente e le unghie si conficcavano nei palmi delle mani. “Mao…”

Il drigerblaider non credeva ai propri occhi. Ma il peggio per lui non era ancora arrivato poiché non appena incrociò lo sguardo della cinese, il suo sangue si congelò. “I suoi…occhi” pensò Rei fissando sconcertato lo sguardo della ragazza, che credeva di conoscere. In pochi attimi lei si fermò lasciando che Ares l’abbracciasse da dietro, e mentre lei piegava leggermente il capo all’indietro unì le sue labbra a quelle del biondo in un bacio, che per Rei fu come se gli avessero strappato il cuore dal petto a mani nude.

 

- Un buco nell’acqua maledizione! – Mariam camminava a passi svelti per la stanza, lanciando imprecazioni a gran voce. Era evidente che non riusciva a calmarsi, e né Ozuma né tantomeno Dunga avevano intenzione di fermarla. – Sono stata due giorni dietro a quella ragazza credendo che fosse lei, per scoprire cosa? Che si tratta solo di una Guardiana! – la ragazza non ci vedeva più dalla frustrazione, anche se sapeva bene che non era per quel fallimento che si trovava in quello stato. Non solo aveva seguito inutilmente Crystal, ma aveva anche dovuto vedere in un negozio di musica Max con quella…quella…dannata. Quando li aveva scorti al di là delle vetrine, che sentivano insieme la musica dalle cuffie dell’impianto stereo, lo stomaco le si era rivoltato per l’orrore. Aveva fatto ricorso alla sua ben poca calma ed era riuscita a non entrare per colpire in piena faccia quella maledetta. Lei non era mai andata in un negozio sola con Max…lei non aveva mai pranzato insieme a lui da sola…lei non lo aveva mai guardato come invece lo fissava Astra…lei…non era come Astra…

- Mariam…ora cerca di calmarti – disse piano il fratellino cercando di tranquillizzarla, ma la ragazza era furente. Puntò il dito contro Ozuma infuriata. – La situazione ci sta sfuggendo di mano, non credi? Credevi che trovare il Custode sarebbe stato più semplice vero? Beh ti sei sbagliato, perché se da una parte i nostri nemici non l’hanno ancora trovato, dall’altra loro hanno molte più armi di noi! Nel caso in cui non te ne sia reso conto, loro possono contare sulle duplicazioni di quella pazza illusionista, e come se non bastasse si sono insediati nei NOSTRI legami! – Ozuma si alzò dalla sua poltrona e si diresse verso Mariam che rossa in viso non la smetteva di agitarsi e imprecare contro i demoni, contro quella assurda situazione e…contro di lui. Il ragazzo le prese delicatamente le braccia, costringendola a guardarlo. – Hai tutte le ragioni ad avercela con me

- Ma Ozuma – dissero in coro Dunga e Jessie sorpresi

- No ragazzi, ha ragione lei…siamo stati degli incoscienti se speravamo di poter confrontarci con quei demoni da soli. Volevamo trovare il Custode, sperando con questo di salvare tutti, ma ci siamo sbagliati. Il Custode non solo non è stato trovato, ma noi stiamo anche perdendo gradualmente tutti i nostri amici. Il fatto che quella Crystal sia una Guardiana non ci aiuta più di tanto in fondo… -

Gli occhi del blaider erano tristi e colpevoli, e Mariam nel vederlo così perse tutta la sua foga e soppresse la sua rabbia. Non aveva mai visto così il suo capitano, e le si strinse il cuore.

- Ozuma perdonami, non è colpa tua…ecco vedi…se io sono arrabbiata non è per la missione, ma per…M

Il blaider le tappò la bocca con un dito – Non dirlo, lo so benissimo, ed è per questo che mi sento in colpa. Per seguirmi in questa missione ti ho chiesto di sopprimere i tuoi sentimenti, e questo è stato disumano

Lui si staccò da lei. – Il problema principale non è che siano magici, ma che possono avvalersi di un qualche potere particolare – asserì Jessie tornando sull’argomento.

- Dopotutto anche loro sono solo Guardiani – precisò Dunga

- Si sono insediati tra i nostri amici come degli spettri, e ora ce li stanno portando via – disse Ozuma con rabbia.

- Takao e Samantha… - iniziò Ozuma

- Max e Astra… - proseguì Mariam

- Ares si sta insinuando fra Rei e i Baihutzu – continuò Jessie

- E Daichi segue la scia di Takao… - concluse Dunga.

- Ma…ne rimane fuori uno! –

- Kai – disse Jessie incredulo

- Come hanno fatto a lasciare fuori dalle loro spire un elemento simile? – chiese Dunga sorpreso

- Forse non l’hanno lasciato fuori involontariamente… - disse Mariam guardando Ozuma nei cui occhi leggeva la stessa sua luce.

- Domani ci sarà la sua sfida – disse il capitano degli Scudi Sacri volgendo lo sguardo verso il sole che ormai stava per lasciare il posto alla notte.

 

Quando ormai la luna aveva iniziato la sua passeggiata lungo il cielo, una moto nera e rossa sopraggiunse nel cortile interno dell’hotel Kamp. Hilary scese elegantemente dalla moto, ed attese che Axel tornasse da lei dal garage. Mentre aspettava si diresse verso la staccionata, intenzionata a salutare Fiamma, che nella notte diventava la signora incontrastata. La brunetta si avvicinò tranquilla alla staccionata, mentre i suoi occhi castani cercavano un fiore nero in quella notte senza stelle.

Rimase lì, ferma per qualche minuto senza che Fiamma si facesse viva. “Magari sta dormendo” pensò Hilary appoggiandosi alla staccionata lasciando che la luna le baciasse il volto.

Improvvisamente Axel le arrivò dietro. – Allora ti sei divertita? – le chiese dolcemente poggiandole le mani sulle spalle facendola rabbrividire. Lei si volse verso il ragazzo, lasciando che ancora una volta i suoi occhi la inondassero, travolgendola come un fiume in piena.

- Sì, è stata una bellissima giornata -

Lui la guardò con occhi incredibilmente dolci “Anche io mi sono divertito Hilary, e non solo perché ho scoperto il tuo segreto”

Senza  che lei potesse opporsi lui le cinse la schiena con un braccio, mentre con l’altro le teneva delicatamente le gracili spalle.

“Axel…”

Fu come se in quel momento non esistesse niente al di fuori di loro, due anime così diverse, ma che si erano inevitabilmente unite, legate da bisogni diversi. Se lei si stava lentamente innamorando di un ragazzo perfetto, lui stava cominciando a capire una cosa: non era il Demone della Malvagità a volerla, ma lui, Axel.

E sotto una pallida luna, che osservava sospettosa la scena, i due ragazzi si abbracciarono, mentre pochi metri più in là un angelo della notte si era improvvisamente fermato, piantando i suoi zoccoli nel terreno, rifiutandosi di proseguire, mentre i suoi occhi neri come l’inchiostro osservavano tristi quell’abbraccio.

 

- Ma che ti prende? – Kai posò una mano coperta per metà dai guanti blu sul collo della sua cavalla, accarezzandola dolcemente.

- Fiamma? – Il dranzerblaider in sella alla sua bestia nera seguì la traiettoria invisibile lasciata dagli occhi dell’animale, fino a che non arrivò al recinto. Vide Hilary abbracciata quel ragazzo, quello stesso ragazzo che l’aveva salvata, lo stesso che militava in una squadra tanto assurda quanto irreale. Strizzò gli occhi.

- Beh? Da quando ti interessi a…cose così zuccherose?! Andiamo su, prima che mi si chiuda lo stomaco – disse prima di strattonare con forza le redini nere del suo cavallo, allontanandosi come se stesse scappando da se stesso.    

 

Eccoci alla fine di questo capitolo…come avevo accennato la scorsa volta questo sarà l’ultimo capitolo di “Preparazione”…ormai il terreno è stato spianato, i demoni si sono ben inseriti (solo ben inseriti? N.D. Kai) e dalla prossima ne vedremo delle belle!! E ora…Spazio del lettore!!!

 

Lexy90: non devi scusarti, perché anche io sono IPERSUPERMEGA fissata su di lui…lo adoro!!! (ok, datti una calmata, Avly torna in te N.D. Coscienza di Avly) cmq… Spero che questo capitolo ti sia piaciuto, e per la tua felicità e non solo dal proximo capitolo Kai avrà una presenza maggiore…il capitolo è già finito, devo solo correggerlo e ultimarlo!...Spero di avere il tuo parere anche su questo capitolo, ormai lo sai che sono molto affezionata al tuo parere!! Baciuzzi

 

Lirinuccia: sempre lietissima di sentirti cicci, ricevere le tue recensioni è sempre fantastico! Cmq…sono felicissima che la storia ti stia piacendo e spero che continuerà ad appassionarti! Per quanto riguarda i personaggi…sono d’accordo con te, Brooklyn è un personaggio interessante che va visto da diverse angolature…mentre Rei…beh poverino anche lui ha le sue gatte da pelare…per non parlare di Maxuccio!!!

Beh…spero che ti stia piacendo l’andamento della storia! E ovviamente spero di ricevere il tuo parere su questo capitolo!! Il tuo parere è fondamentale e per la storia della mail…tranquilla, stavo passando un momento particolare, ma spero con questo capitolo di aver risolto il problema! Baciuzzi a presto!!!

 

DarkAngel91: sempre lieta di vederti mia lettrice, sono contentissima di ricevere sempre il tuo parere, e non preoccuparti, dalla prossima volta il nostro Kaiuccio avrà molto più peso…spero con tutto il cuore che questo capitolo ti sia piaciuto e naturalmente spero di ricevere un tuo commentino!! Baciuzzi

 

Lenn Chan: a uno dei miei idoli vorrei solo dire…GRAZIE per aver commentato, tu sai bene quanto io apprezzi il tuo modo di scrivere e quanto mi abbia aiutato da quando ho scoperto EFP e quindi sapere che la mia storia ti sta piacendo non può che rendermi felice!! Cmq passiamo al capitolo…in effetti Rei non se la sta passando proprio bene, anche perché tra Ares e Astra non ha proprio pace…e Kai…beh Kai è Kai!! Per quanto riguarda Axel…hai ragione lui è belle, sveglio e furbo, ma anche tremendamente perfido!! Spero che il capitolo sia di tuo gradimento e che possa ricevere presto un tuo commentino.

Bciuzzi…ah ovviamente spero di sentirti presto con i ritorni dei tuoi capolavori!!!

 

Helens: ultima ma non meno importante la mia splendida acquamarina!! Sono stata felicissima di aver ricevuto il tuo parere sul “Mondo che vorrei” e sono ancor più felice che ti sia piaciuta! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto e spero vivamente di sentirti presto!! PS grazie per tutto!!! Baciuzzi!!

 

Un ringraziamento particolare anche a tutti coloro che hanno aggiunto la storia o alle seguite o ai preferiti…raga mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate… spero che mi lasciate un commentino!! Baciuzzi!!

 

Un ringraziamento grande anche solo a chi legge!!! Alla prossima!!!

 

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Capitolo 9
*** Neoborg VS F-Sangre ***


Capitolo nove

Sono tornata!!! Finalmente le verifiche sono terminate io come spero anche voi sono libera!! E’ da un po’ che non aggiorno e spero che il nuovo capitolo sia di vostro gradimento…è stato uno dei più difficili da scrivere…e spero solo di non deludervi!!! Un grazie particolare ad Helens per le sue belle parole e i suoi incoraggiamenti!! Buona lettura!!!

 

Neoborg VS F-Sangre

 

Fiamma si era arrestata all’istante come accade con un giocattolo quando gli vengono tolte le batterie; inutili erano stati i suoi richiami, l’animale non ne voleva sapere di muoversi, era rigido, immobile e sotto di lui Kai poteva avvertire la tensione del suo destriero. Quando poi aveva seguito lo sguardo attento della cavalla aveva visto il motivo del suo strano comportamento. Strinse gli occhi. A quanto pare era proprio una maledizione, quegli Obscuras doveva proprio trovarseli ovunque.

Se ne era andato, strattonando violentemente le redini, mentre nella sua testa un’infinità di pensieri vorticavano alla velocità della luce. Un senso di acidità allo stomaco lo investì in pieno al solo pensare a quella nuova squadra, che era tanto assurda quanto falsa.

“Sarò diffidente di natura…” cercò di darsi come spiegazione quando fu rientrato in camera. Non era stata una giornata facile. La mattina, dopo aver incontrato la brunetta, era stato visitato per l’ennesima volta dalla dottoressa, la quale gli aveva ribadito lo stesso avvertimento, che lui aveva prontamente ignorato…

”Preferirei che non scendessi in campo domani, le tue condizioni non sono ancora ottime. So che in questo momento mi vorresti incenerire con lo sguardo Kai ma cerca di capire…dopo l’incontro con Brooklyn sei uscito come un morto che cammina. Le svariate fratture che hai riportato non sono del tutto guarite, soprattutto per quanto riguarda la schiena…Kai sarò franca con te…uno sforzo eccessivo, una violenta scossa e…quel piccolo frammento di osso potrebbe intaccare il midollo osseo…e sai benissimo quali sarebbero le conseguenze. Nella migliore delle ipotesi avresti una paralisi dal collo in giù...

Un pugno ferì l’aria, lacerandola fino ad infrangersi contro l’armadio di fronte al letto. Rabbia, frustrazione. Perché era dovuto accadere? Lui doveva combattere, lui voleva combattere…il bey era la sua vita…che senso aveva possedere Dranzer se poi doveva rinunciare a battersi? “Do sempre me stesso quando combatto, è per questo che ho battuto Brooklyn, non posso fermarmi…non ora…” Tuttavia non era solo questo ad irritarlo…e lui lo sapeva.

- Kai? – una voce leggera come una piuma si posò sul giovane blaider che si voltò trovandosi davanti una ragazza con le fattezze di un angelo: la chiara pelle era accompagnata da due occhi viola che conosceva bene.

- Crystal cosa vuoi? – chiese con freddezza il ragazzo, che non sopportava di essere osservato in preda ad una crisi di nervi. La rossa non parve scomporsi, anzi si limitò ad avanzare verso di lui con sguardo fisso. Gli occhi magnetici di lui erano come un abisso, così immenso, così profondo…quante volte avrebbe voluto perdersi in quella voragine? Tante. Lei conosceva Kai come nessun altro, solo lei lo aveva visto soffrire nelle cripte del monastero, quando di notte le sue grida avevano riempito il cielo innevato russo. Si guardarono per parecchi istanti, momenti durante i quali lei avrebbe voluto fermare il tempo e rimanere così per sempre. “Oh Kai… cosa ti turba? Non è solo la schiena…lo sento”.

Fu lui ad allontanarsi, voltandosi verso l’ampia finestra che dava sul cortile esterno. Era una notte magica; la luna quasi piena illuminava tenuamente uno scenario tipico solo dei regni delle fate, e Kai a contatto con la luce lunare poteva essere paragonato solo ad una qualche creatura magica, sovrannaturale. I raggi della luna sembravano amarlo, gli si posavano dolcemente sul corpo, entrando in contrasto con gli indumenti neri che indossava, mentre accentuavano la lucentezza dei suoi capelli argentei e dei suoi occhi ametista, che presero a brillare come pietre preziose al sole.

Riscossasi da quei pensieri la ragazza cercò di cavare qualche informazione di più sui pensieri del giovane.

- Hai parlato con la Sagami giusto? – Nessuna risposta.

- E immagino che ti abbia detto di non combattere…ho ragione? – Silenzio

- E suppongo anche tu non abbia alcuna intenzione di darle retta – “Beh chi tace acconsente” pensò Crystal ormai abituata ai silenzi del blaider.

Si avvicinò ancora di qualche passo stringendo i pugni per la tensione.

- Ma se ti conosco almeno un po’ giurerei che non è questo a renderti così taciturno -

- E’ così – disse dopo un’eternità il russo, senza però girarsi verso la ragazza, che intanto si era seduta sul bordo del suo letto.

Improvvisamente la porta si aprì, e la buia stanza venne illuminata per un piccolo frangente, permettendo così a due figure alte e slanciate di entrare nella camera.

- Beh che ci fate qui voi due al buio? Non è che abbiamo interrotto qualcosa vero? – disse con acida malizia Boris ammiccando in direzione della ragazza, che in cambio lo gelò con uno sguardo truce.

- Su non te la prendere! Almeno qui le cose avvengono tra membri della stessa squadra! –

- Boris…ci tieni molto a vedere l’incontro di domani? – chiese Crystal rossa in viso.

- Si…credo di sì…ma perché? –

- Perché sto ufficialmente per farti fuori – rispose con una pacatezza macabra la blaider degli Astri.

- Uff…quanto siete suscettibili…comunque tornando alle cose serie…non avete idea di cosa ho visto oggi pomeriggio! –  

- Allora la cinese dei Baihutzu e quello degli Obscuras…come diavolo si chiama…Ares…beh si stavano baciando! Ha ragione l’americano quando dice che questo torneo sta diventando un’agenzia matrimoniale! –

- Uao Boris! Non sapevo che ti interessassero così tanto i gossip di campionato – lo punzecchiò lei.

Kai strinse ancora di più i pugni tra le braccia incrociate.

- Basta ragazzi! Non siamo qui per interessarci a quei mocciosi, noi dobbiamo solo impegnarci a vincere chiaro?! – la voce autoritaria di Yuri ristabilì l’ordine, rimettendo ognuno nei propri pensieri. Il capitano dei Neoborg era fatto così, non amava molto fare conversazione, in effetti non era una cosa in cui si trovava molto a suo agio e soprattutto visto che conosceva Boris sapeva dove si sarebbe arrivati se avessero continuato a discutere dell’argomento…

- Ragazzi…cosa ne pensate degli Obscuras? – la domanda di Crystal spiazzò i ragazzi, e persino Kai si girò di scatto verso la ragazza, stringendo i pugni e riducendo gli occhi a due piccole fessure.

- Sembrano simpatici…anche se sono un po’… - Boris iniziò titubante

- Troppo simpatici – lo interruppe Kai con voce glaciale

- Concordo – asserì Yuri sedendosi in poltrona e accavallando le sottili gambe con grazia.

- In effetti si sono inseriti molto rapidamente in un gruppo già molto amalgamato – puntualizzò Boris pensieroso.

- Tu che ne pensi Kai? – chiese Boris

- Non mi piacciono…sembrano quasi piombati qui apposta... –

- Hai ragione…persino Takao si è trovato la ragazza! – rispose il falborgblaider 

- Anche Max e Astra sembrano fare coppia fissa, e poi Mao e Ares… - aggiunse Crystal.

- Ragazzi non sono cose che devono interessarci! Anzi se i nostri avversari si stanno rammollendo la cosa non può che andare a nostro favore, e ora tutti a dormire...domani ci aspetta una sfida impegnativa – detto questo il capitano chiuse definitivamente la discussione dirigendosi verso il bagno e chiudendo con fermezza la porta.

- …Dovete capirlo domani dovrà affrontare la pazza isterica…ha il cuore e gli ormoni in subbuglio!- disse Boris mettendosi a ridere.

Nella stanza accanto Yuri Ivanov si appoggiò con la schiena alla porta chiudendo leggermente gli occhi…”Domani sarà una giornata molto impegnativa…” pensò senza però essere in grado di trattenere un sorriso, accompagnato da una leggera morsa mai provata all’altezza dello stomaco…

 

Un rumore, un tonfo, suono prodotto da dei passi…Hilary aprì gli occhi disperata mentre sembrava che per quella stanza si stesse muovendo un esercito di cinquemila soldati, quando in realtà si trattava solo di Julia. La spagnola già con la divisa della sua nazione non riusciva a fermarsi, camminava avanti e indietro convulsamente mordendosi le labbra e stringendo fra le mani il suo bey viola scuro.

- Julia…se continui a camminare così, quando dovrai evocare il tuo bit, Thunder Pegasus uscirà barcollando e con un gran mal di testa – disse assonnata la nipponica, mentre guardava affranta la sveglia, le 4.30. Sprofondò sul cuscino.

– Sono solo un po’ nervosa – si giustificò Julia senza fermarsi.

Improvvisamente un cuscino le si spiattellò sul viso; Hilary alzò lo sguardo.

- Solo un po’?! – disse irritata Emily dalla quale era partito il colpo.

- Julia potevi dircelo che avevi voglia di un pigiama party! – disse Mao assonnata

- Già almeno non ci saremo illuse di poter dormire – finì Mathilda tirandosi a sedere.

- Ehm…ma nessuna di voi ha dormito? – chiese titubante Julia voltandosi con aria colpevole verso le amiche.

- NO!! -

 

- Buongiorno Hilary! Ehi…ma che cos’hai agli occhi? Hai delle borse che chiamarle così è un eufemismo! – constatò Takao quando la brunetta gli si avvicinò per la colazione.

In effetti né Hilary né le altre ragazze parevano avere una bella cera, anzi sembravano non aver chiuso occhio.

- Oh…ordinaria amministrazione – scherzò Mao avvicinandosi a loro, evitando prontamente di incrociare lo sguardo di Rei, che dal giorno prima sembrava volerla trafiggere con una solo occhiata. “Beh cosa pretendi Rei? Prima mi spezzi il cuore e poi pretendi pure che io continui a baciare la terra sulla quale cammini? Hai sbagliato di grosso” pensò la cinese andando ad abbracciare Ares che in quel momento stava arrivando nella hall insieme alla sua squadra. Stavano aspettando solo loro, visto che gli Scudi Sacri si trovavano già allo stadio.

- Samantha! – la salutò Takao scoccandole un bacio a fior di labbra, mentre Astra si dirigeva sorridente verso Max che era seduto su un divanetto insieme a tutta la squadra americana.

- Ciao Max…senti ho ascoltato il cd che mi hai prestato ed è davvero fantastico! Credo che alla prossima tappa mi dovrai accompagnare in qualche altro negozio di dischi! –

- Con piacere! – le disse il biondino sorridendole, mettendo in mostra i suoi grandi occhi blu oceano e il suo delicato viso da cucciolo. (Pucciosissimo!! N.D. Avly)  

Quando i Neoborg scesero nella hall, Hilary posò immediatamente gli occhi sul blaider dell’Aquila Rossa, attirata come un’ape dal miele. Lui era il suo miele, il più buono e allo stesso tempo il più raro del mondo…lui così irraggiungibile…lui che pensava solo a battersi contro Takao…lui che non si era mai interessato a lei…lui.

 

Quando il gruppo passò accanto al recinto degli animali, Fiamma si avvicinò alla staccionata, bella e maestosa come sempre come per augurare buona fortuna al suo campione. Sicuramente era il cavallo più grande, era uno stallone di prima qualità e tutto messo in confronto con lei perdeva valore e bellezza. La cavalla si avvicinò il più possibile al suo padrone che, accennando un sorriso senza farsi vedere dagli altri, accarezzò il liscio muso dell’animale che lo fissava con intensità.

Dopo che i russi furono saliti sul mezzo, Hilary rivolse un ultimo sguardo al Giglio Nero, che due sere prima se ne era andata come se l’infastidisse la presenza della sedicenne. Fiamma e Hilary si osservarono per parecchi istanti, e durante questi attimi la ragazza sentì un brivido correrle lungo la schiena, e una strana morsa attanagliarle lo stomaco. Gli occhi dell’animale erano seri, scuri e parevano volerla perforare come si fa con un pugnale. Hilary aveva paura…ma perché? Ormai era da un po’ che il cavallo non le incuteva più timore, e allora perché? “Fiamma…ma perché mi guardi così?”

 

Lo stadio pullulava di persone e visto dall’alto sembrava un grande fiore colorato con la tecnica puntiforme; le urla e le acclamazioni erano assordanti…un’aria di agitazione ed eccitazione stanziava sul Beyblade Stadium di Helsinki, ed il tutto era accompagnato da un grande e luminoso sole, che sembrava voler contribuire a rendere quella giornata il più memorabile possibile.

Hilary insieme ai BBA, agli Obscuras, ai cinesi e agli americani si sedette in una delle prime file, così da poter avere una perfetta visuale dell’incontro. Era agitata, non riusciva a spiegarsene il motivo, ma non riusciva a smettere di avvertire una strana sensazione all’altezza del cuore, come se qualcosa le suggerisse che stava per succedere qualcosa di brutto. “Basta…sono solo preoccupata per Kai…in fondo ieri l’ho visto con quella dottoressa…si Hilary devi stare tranquilla, Kai non gareggerà se non si sentirà in forma…” cercò di dirsi per tranquillizzarsi, anche se non ne era convinta.

Axel intanto le era seduto accanto, felice e sorridente; alzò il suo viso abbronzato in direzione di quel caldo sole, che sembrò sorridergli. “Sì, credo che questa volta ci sarà da divertirsi” dopodiché annuì in direzione di Ares, che capì al volo.

Quando richiuse la porta alle spalle capì subito che gli altri lo stavano aspettando, nonostante la stanza fosse sprofondata nell’oscurità più assoluta.

- Allora come è andata? – gli chiese senza giri di parole Samantha che lo fissava con occhi seri e le braccia sui fianchi.

- Bene –

- Mi sembra un po’ poco francamente – rispose il capitano delusa

- Beh io non ti vado a chiedere cosa fai con quel moccioso, tesoro – la punzecchiò lui  riferendosi a Takao

- Già, ma almeno io mi sto adoperando per la missione…mentre tu… -

- Mentre io sto facendo esattamente la stessa cosa – rispose Axel con voce seria e compiaciuta. Lo sguardo perplesso che catturò i volti dei suoi compagni soddisfò il demone, che si diresse senza aggiungere altro verso il suo letto.

- E allora? – chiese Astra che voleva sapere di più

Per un primo momento lui non disse nulla, ma si limitò a togliersi la maglia e ad appoggiarla sulla sedia alla sua sinistra con movimenti lenti ed esasperanti.

- E allora ho un presentimento, una sensazione per la verità…ma per poterne sapere di più dovrete aspettare domani…posso dirvi questo però…domani ci sarà da divertirsi -

Gli altri lo guardarono straniti, e nessuno osò provare ad approfondire l’argomento; sapevano bene che quando Axel possedeva quella strana luce negli occhi era meglio non fare nulla.

 

- Eccoci qui signore e signori! Benvenuti all’ultima sfida di questa tappa finlandese! Oggi come da programma assisteremo ad una sfida di massimo livello…i vice campioni del mondo contro la terza squadra a livello mondiale! Facciamo un bell’applauso alle squadre degli F-Sangre e dei Neoborg!! – l’urlo di Djman servì ad infiammare gli animi già bollenti degli spettatori, che scoppiarono in grida ed acclamazioni all’arrivo delle due compagini.

Soprattutto in direzione dei russi si levarono cori di apprezzamento, e con grande ira di Hilary erano tutte ragazze! “Che nervi!!

Quando i blaider giunsero alle panchine, il clima si acquietò leggermente; Julia, che non riusciva a stare tranquilla continuava ad osservare nascosta il capitano della Neoborg, che al contrario suo pareva essere l’immagine della calma. “Perfetto! Io sto impazzendo e lui è calmo! Sei una cretina Julia se hai pensato anche per un solo momento che quel russo potesse essere interessato a te…” si disse cercando di mantenere stabile la presa su Thunder Pegasus.

- Siamo messi bene – disse ad un certo punto Mao seduta tra Ares e Lai

- Che vuoi dire? – le chiese il biondo degli Obscuras che le teneva un braccio dietro la schiena.

- Julia è agitata…credo che questa volta i Neoborg vinceranno con molta facilità –

- Sono d’accordo – intervenne la brunetta attirando su di sé lo sguardo di Axel

- Julia non riesce neanche a tenere saldamente il suo bey in mano…figuriamoci ingaggiare uno scontro contro un blaider di straordinario talento come Yuri –

- Ma non è solo questo… - continuò la cinese, mentre Rei cercava di ignorare il dolore pungente che gli attanagliava lo stomaco al solo vedere Ares che l’abbracciava per i fianchi.

- …già come si fa a combattere contro la persona che ti ha salvato la vita… - disse Emily con un sospiro.

“…soprattutto se ne si è anche innamorati” pensò Hilary completando così i pensieri delle sue compagne.

- Avete ragione – disse Takao soffermandosi ad osservare i russi. Sembravano calmi, come di loro consuetudine…Kai era immobile, seduto sulla panchina e stringeva a sé Dranzer come era sua abitudine fare prima di un incontro. “Forza Kai…noi abbiamo una sfida in sospeso…ricordi?”

“Devo farcela…non mi fermerò…”

 

- Bene…per questo primo match avremo niente di meno che i due capitani a confronto! Dalla calorosa Spagna Julia, mentre dalla fredda Russia Yuri! -

- Perfetto…la mia solita fortuna… - disse affranta la spagnola prima di voltarsi verso il beyblade stadio messo a punto per l’occasione. Era una perfetta rappresentazione della città che ospitava la competizione…erano state riprodotte tutte le strade, ogni vicolo, ogni anfratto…anche quel vicolo…”Non me ne va bene una!” pensò avvicinandosi alla pedana di lancio, mentre sentiva i passi farsi pesanti, e affondare sul terreno come macigni.

 

- E’ ora – disse a fatica il rosso alzandosi dalla panchina e posando lo sguardo sulla sua avversaria…una scossa al petto gli fece sbattere le palpebre costringendolo a fermarsi “Ma che sta succedendo? Cosa ti prende Yuri Ivanov? L’hai battuta anche allo scorso campionato mondiale…non sarà un problema…” era strano, perché questa era la risposta che gli dava la sua testa, ma il suo cuore sembrava opporsi a tale decisione. “Ma io non ho un cuore…” Mosse il primo passo verso la pedana di lancio.

- Yuri, aspetta! – la voce risoluta di Crystal distolse il rosso dai suoi pensieri, e si girò ci scatto verso la sorella, che in quel momento si trovava in piedi accanto a Kai.

- Fai scendere me in campo! – disse decisa la ragazza stringendo a sé il suo Seraphion.

- Cosa? E perché? –

- Perché tu vuoi vincere lealmente, alla pari…e Julia non lo sarà se combatterà contro di te… - La ragazza si morse il labbro dalla frustrazione, pregando che il fratello non le chiedesse ulteriori spiegazioni, ma rendendosi conto di non aver dato una vera motivazione aggiunse: - Tu le hai salvato la vita…non potrebbe mai battersi lucidamente contro di te –

Il russo parve sorpreso, e contrariamente a quanto la ragazza si era aspettata, lui chinò il capo chiudendo gli occhi. – Se per gli altri non ci sono abiezioni…tu sei la riserva di Kai…dovresti chiedere a lui se ha intenzione di… -

- Per me non ci sono problemi…vai Crystal – disse ad un tratto Kai senza alzare gli occhi da Dranzer.   

- Grazie Kai – gli occhi della rossa si illuminarono di una strana luce, che raramente il fratello le aveva visto addosso. Sorrise. “Forse tu hai visto più lontano di quanto non abbia fatto io…

 

- Attenzione! Sembra che ci sia un cambio nella squadra dei Neoborg – l’annuncio di Djman fu come una ventata di aria gelida sul volto della spagnola, che sentì come la se la tenaglia che le stringeva il cuore si fosse allentata. Alzò lo sguardo sulla squadra russa come se avesse bisogno di una conferma visiva per poter credere alle proprie orecchie. Un cambio. “Yuri ha chiesto un cambio? Ma perché?” Leggermente rincuorata da questo pensiero si fermò sulla pedana di lancio, ansiosa di vedere il suo nuovo avversario. “Forse ha chiesto a Kai di sostituirlo…” cercò di spiegarsi la ragazza, mentre i suoi occhi verdi tempestati da scaglie di luce sondavano il campo cercando di incrociare i freddi occhi di Yuri.

Julia alzò lo sguardo verso la pedana opposta alla sua. Occhi viola e profondi la osservavano sorridenti, un viso così simile a quello del freddo blaider si stagliava dinanzi a lei, ma non era Yuri, bensì sua sorella, la sua parte complementare. Erano così simili, entrambi freddi e scostanti, ma Crystal era allo stesso tempo diversa dal fratello: sapeva essere più spensierata e radiosa di Yuri, e sapeva osservare il mondo con occhi più spaventati ma…felici.

- Crystal…ma… - iniziò Julia osservando stupita la sua nuova avversaria

- Voglio che questo campionato si giochi al meglio…e tu non avresti giocato come sai, se di fronte a te ci fosse stato mio fratello – spiegò la russa con voce calma e rilassata. Si guardarono per qualche secondo, mentre i tenui raggi di sole le scaldavano oltre che le membra anche i cuori.

- Siamo pronte? – disse ad un certo punto Julia tornata la solita esuberante ed arrogante di sempre.

- Certo, ma credimi…non sarà facile battermi…dopotutto sono la terza blaider più forte della Russia, seconda solo a Kai…fatti sotto Julia! –

- Blaider in posizione! – dichiarò Djman scatenando le urla del pubblico

- Tre…due…uno…pronti…lancio! –

E la sfida ebbe inizio.

 

- Attacca Seraphion! -

- Resisti Thunder Pegasus! –

La sfida tra le due ragazze era ancora in atto, e nonostante fosse trascorso già molto tempo, nessuna delle due aveva intenzione di cedere, anzi sembravano caricarsi ad ogni attacco.

I due bey sfrecciavano per la città di Helsinki come siluri, che incuranti degli ostacoli si muovevano con grazia e precisione. Due stili totalmente diversi, ma che insieme creavano un’armonia di movimenti e una sfida avvincente. Il bey azzurro e lilla di Crystal aveva tutte le caratteristiche di una trottola russa, infatti era molto resistente e possedeva un’incredibile potenza distruttrice. Si muoveva con freddi, rapidi movimenti, flessuosi e precisi che colpivano sempre con la stessa tenacia. La resistenza fisica e psicologica della ragazza inoltre erano notevoli…era forte, una temibile avversaria che sapeva scatenare la potenza della luna e delle stelle a suo piacimento.

Di tutt’altra pasta invece era Julia che faceva della sua passione e del suo calore la sua arma vincente. Fuoco e Ghiaccio, due elementi così diversi, eppure allo stesso tempo così vicini, necessari l’uno dell’altro.

Thunder Pegasus tentò un ultimo affondo su Seraphion, che però riuscì ad evitare l’attacco. Ormai la stanchezza affaticava e deformava i bei volti delle giovani, che sudate e affannate non riuscivano a porre fine alla sfida.

- Non potranno andare avanti ancora per molto – constatò Axel osservandole con attenzione.

- Ormai sono stanche…prima o poi una delle due cederà – decretò Astra seduta accanto a Max.

“Già…comunque sono due ottime Guardiane…peccato per loro che non avranno un Cavaliere a cui dedicarsi” ridacchiò malignamente Samantha mentre con i suoi occhi di sangue osservava incuriosita il Demone della Malvagità che sembrava osservare con più interesse la brunetta che la sfida. “Sciocco…”

- Siamo al limite – constatò Julia cercando di riprendere fiato, mentre il volto imperlato di sudore si scontrava con gli occhi gelidi di Yuri. Un brivido lungo la schiena. “No! Ora c’è la mia sfida con Crystal…non posso pensare a Yuri…

- Julia…ti propongo una cosa…un’ ultima offensiva…la più devastante…preparati! – l’incitò Crystal richiamando a sé tutte le sue forze, le sue emozioni, i suoi ricordi…

- Ci sto…sarà un vero piacere! –

- Seraphion…eclissi di Luna! –

- Thunder Pegasus…lama di tuono! –

Un’improvvisa ondata di energia investì violentemente lo stadio, nascondendo a tutti l’esito dello scontro, un botto fragoroso, come lo scoppio di una bomba…

- Julia! – urlò Hilary alzandosi dalla sua sedia

Axel si volse di scatto verso la giovane, che con gli occhi sgranati urlava il nome della sua amica. Strinse gli occhi, girandosi poi verso Ares, che come lui aveva ridotto gli occhi a due piccole fessure. Scosse la testa. “No…non capisco…perché non ho percepito la stessa cosa di ieri?” si chiese il demone della Malvagità tornando a posare gli occhi smeraldini sulla sedicenne.

- Crystal! – Boris si alzò di scatto cercando di avvicinarsi alla pista, ma fu trattenuto dalla presa forte del suo capitano.

- Non ti intromettere! La sfida è ancora in atto – la voce tagliente di Yuri ferì Boris, che non riusciva tollerare che l’amico potesse reagire così…c’era sua sorella lì… - Ma…Yuri… - biascicò Boris incredulo.  

“Crystal…Julia…”

 

Lentamente la polvere si diradò e così tutti riuscirono ad avere una parziale visuale del campo di gioco: la piccola Helsinki era stata rasa al suolo, cumuli di macerie erano sparse per tutto lo stadio e ciò che restava del campo di gioco non era altro che un ammasso di detriti. Non si udiva più alcun rumore…il pubblico stava immobile e in silenzio come se temesse che con le parole potesse interferire con la rotazione dei bey.

Già i beyblade…dopo che la polvere si fu diradata si intravvise sulla cima di una piccola chiesa crollata un piccolo bey azzurro e lilla che seppur lentamente continuava a girare, mentre al suo fianco una trottola viola scuro era ferma. Le due ragazze si accasciarono a terra sfinite.

Era finita. Crystal aveva vinto…e aveva vinto combattendo un’avvincente sfida contro una degna avversaria…la russa sorrise lasciandosi baciare da quel caldo sole che pareva volesse trasmetterle tutto il suo affetto.

- Che scontro avvincente signori! Quale grinta, quale classe! Con una straordinaria forza Crystal si aggiudica la vittoria! Benissimo tra qualche minuto avremo il secondo incontro tra gli F-Sangre e i Neoborg che verrà schierati il Re degli artisti di strada Raul e lo Zar di Russia Kai!!

“Ci siamo, è arrivato il momento di giocare un po’ con il Cavaliere…” pensò Axel con un sorrisino tutt’altro che rassicurante.

 

- Crystal…come ti senti? – le chiese Boris preoccupato quando la ragazza dolorante si fu avvicinata alla panchina. Gli occhi erano stanchi, ma allo stesso tempo brillavano di una strana luce…era la luce della Vittoria? No…era la luce di una ragazza che aveva giocato una sfida ai massimi livelli.

“Sono certo che in questo momento anche gli occhi di Julia stanno brillando così” Yuri si stupì da solo di quel malsano pensiero, osservando il suo riflesso allungato su una bottiglietta d’acqua per capire se le sue gote avessero cambiato colore. Sorrise. “Sono veramente messo male…troppo sole”

- Allora che facciamo? Se tu vuoi Kai posso scendere in campo io…non è un problema” si offrì volontario Boris girandosi verso Kai, che però si trovava già in piedi con le ametiste puntate sul campo di gioco.

Lentamente il ragazzo iniziò ad avvicinarsi alla pedana di lancio, lasciando nel silenzio più assoluto i suoi compagni, che preoccupati lo osservavano allontanarsi. “Ti prego Kai…stai attento”

 

- Bene ragazzi! Occhi aperti, Kai sta per scendere in campo – gli Scudi Sacri si voltarono con attenzione verso il dranzerblaider che illuminato dalla luce del sole pareva davvero una magnifica fenice di fuoco. – Cosa facciamo? Lo fermiamo? Potrebbero fargli del male – constatò Jessie

- No…stiamo calmi, io sorveglio i demoni – disse Mariam spostando i suoi occhi verdi verso gli Obscuras; Samantha, Ares, Axel…Astra. La giovane si morse il labbro cercando di non urlare mentre osservava Astra ridere in compagnia di Max…

 

- Kai… - mormorò in silenzio Hilary afferrando saldamente i bordi della sua gonna bianca e stringendola convulsamente. Si sentiva strana come se qualcosa le stesse schiacciando il petto impedendole di respirare, sentiva l’aria mancarle dai polmoni e la testa aveva preso a pulsarle molto intensamente.

“E’ tesa…perfetto” Axel sorrise per poi alzarsi con grazia. – Ehi ragazzi io vado a prendere qualcosa da bere…volete niente? – Spostò gli occhi sui suoi compagni che dopo averlo ringraziato scossero la testa. – Vai tranquillo Axel – disse Ares sorridendogli; Axel si allontanò evitando accuratamente gli sguardi degli Scudi Sacri che sembravano non mollarli un attimo.

Quando si ritrovò solo lungo il corridoio si concesse una risata sadica incurante del fatto che qualcuno potesse ascoltarlo. – Ora vedremo che campione si cela dietro di te Kai! Ti farò vedere io! –

Improvvisamente il demone chiuse gli occhi e chiudendo le mani a pugno lasciò sollevare l’indice e il medio di entrambe le mani che mise dritte una di fronte all’altra perfettamente parallele ai suoi occhi.

- Obscura potestas, animam concide et flammam exstingue! -

All’improvviso dalle dita di Axel uscì un leggero fumo nero, che librandosi leggero nell’aria rimase per qualche istante a levitare come una nube carica di pioggia sopra il demone, prima che lui senza lasciare la sua posizione aprisse gli occhi dicendo solo poche parole…l’ordine da eseguire…

- Eques Ignis…Kai – e l’ombra si dileguò rapidamente pronta a dirigersi verso il suo obbiettivo.

Axel tornò a sedersi sorridente accanto alla sedicenne portando con sé una lattina di tè alla pesca.   

 

- Bene…blaider in posizione…tre…due…uno…pronti…Lancio! -

La sfida era iniziata; su uno scenario mozzafiato, rappresentante la zona a Nord di Helsinki i due bey sfrecciavano fulminei alzando la neve e rigando il ghiaccio sulla quale pattinavano a tutta velocità.

Dranzer schizzava rapido perforando il suo avversario che cercava inutilmente di stargli dietro. Il bey azzurro di Raul era in netta difficoltà, tempestato da un incredibile tempesta di fuoco rotante.

Kai si muoveva agile e deciso, incitando il suo bey con la sola forza dello sguardo. La piccola trottola blu sprigionava una potenza inarrestabile…l’incontro non sarebbe durato ancora molto.

“Sbrighiamoci…forza Dranzer!”

- Kai… - disse Hilary in un piccolo rantolo mentre percepiva una piccola goccia di sudore attraversarle il viso. L’aria continuava a mancarle e ogni assalto che Dranzer sferrava al suo avversario per lei era come se quella forte pressione che sentiva sul petto si facesse più decisa.

Quando ad un certo punto però il bey blu sferrò una violenta offensiva, il bey azzurro di Raul incredibilmente riuscì a resistere e, come se fosse rianimato da una nuova energia passò al contrattacco.

Axel sorrise. – Nunc! -  

 

- Attenti! Sta succedendo qualcosa! – Mariam si alzò di scatto allarmata stringendo i pugni e furente di rabbia. – Axel…percepisco la sua aura nera…Kai… -

Una fitta, come se un coltello gli si fosse intrufolato nella schiena, un dolore lancinante come se le sue carni stessero bruciando. Strinse gli occhi cercando di reggersi in piedi mentre quel dolore cresceva ed inesorabile prosciugava le forze sia a lui che a Dranzer.

E mentre gli assalti di Fire Pegasus si facevano sempre più incalzanti Dranzer faticava a mantenere una decente stabilità.

- Ma che diavolo sta combinando? – sbottò Takao che non riusciva a spiegarsi ciò a cui stava assistendo.

- Kai…è in difficoltà – disse incredulo Daichi.

- Kai… - Hilary si prese la testa fra le mani trattenendo a stento le lacrime; il dolore alla testa era diventato insopportabile e come se non bastasse faceva fatica a respirare. Tremava, tutto il suo corpo era attraversato da violente scosse che le ferivano il cuore come se volessero dilaniarlo; tuttavia c’era per lei qualcosa di ancora più doloroso: Kai che fino ad un istante prima sembrava calmo e rilassato ora era sofferente, ed il suo viso perfetto era attraversato da una smorfia di dolore, mentre le sue gambe faticavano a sostenerlo. Come contro la BEGA…

Perché si stava sentendo così? Perché questa sensazione di mancanza d’aria…non avrebbe saputo dare una spiegazione, ma al momento non le importava…”Kai…

 

- Attenzione sembra che Kai sia in grave difficoltà – Djman osservava stupito lo scontro mentre un incredulo Raul spronava il suo bey e un Kai che faticava a stare in piedi cercava disperatamente di contrattaccare. “Dranzer…ma che…” Kai non riusciva a capire, la sua vista si stava annebbiando e mentre il dolore alla spina dorsale si intensificava, sentì le gambe cedergli. Stava cadendo…stava perdendo…il suo bey come se seguisse i movimenti del blaider iniziò a vacillare.

Sentiva i rumori attutirsi, i colori spegnersi, le emozioni perdersi…

- Devo reagire…devo… - il ragazzo cadde sulla pedana con un tonfo, le sue gambe non lo reggevano più e la schiena pareva essersi spezzata in due tanto era il dolore che avvertiva.

 

- No…ti prego…non piangere…Aquila non piangere… -

 

Axel sgranò gli occhi incredulo. “Non può essere…ho sentito bene?” Il demone si girò di scatto verso chi aveva pronunciato quelle impossibili parole. Hilary.

La ragazza era lì, accanto a lui e come un’invasata fissava il vuoto mormorando sempre quelle parole con una lenta litania. I suoi occhi erano vuoti, come spenti, ed il demone sentì una violenta scossa di energia trafiggerlo in pieno strappandogli un gemito di dolore.

“Incredibile…allora avevo ragione…la mia intuizione era esatta” si voltò rapido verso i suoi compagni che come lui apparivano sconcertati. Avevano sentito anche loro.

“Axel interrompi subito l’incantesimo!” gli urlò contro Samantha con la mente

“No…”

“Non ti permettere Axel…non lo puoi uccidere…non ora!” sbottò Astra

“So che vorresti ucciderlo…ma non lo puoi fare…lui è uno dei Cavalieri e non può essere toccato! – la voce  di Ares pareva allarmata e Axel strinse i pugni. Lui voleva ucciderlo…ma perché?

“AXEL!” Samantha era infuriata. “Axel…ora sappiamo che è lei…e per quanto questo possa sembrarci assurdo non possiamo farci niente…ma il Cavaliere del Fuoco non lo puoi uccidere! Fermati!”

- KAI!! – Hilary si alzò di scatto urlando con tutta la forza che aveva il nome del blaider…no di quel blaider…di quel ragazzo che tanto amava e che ora stava lentamente perdendo le forze. – Resisti Kai!!...Aquila Rossa! -

Un urlo e poi…solo luce.

 

- KAI!! - chi aveva invocato il suo nome? Non capiva…stava perdendo le ultime energie e anche Dranzer pareva essere sul punto di fermarsi. Aveva perso tutto…il suo bey…la sua vita…i suoi amici…non aveva più battuto Takao…un altro desiderio che non sarebbe mai divenuto realtà…stava sprofondando nelle tenebre dove tutto è nero e dove tutto e morte…il buio ecco cosa lo attendeva…

Poi ad un tratto in mezzo a tanta oscurità una luce, dapprima tenue e debole, poi sempre più forte. Kai avvertì un piacevole torpore scaldargli il corpo, e una delicata luce irradiare le sue membra, fino a ridargli nuova energia, cancellando la paura e la tristezza dal suo cuore.

Kai non si rese subito conto di cosa fosse successo, ma di una sola cosa era certo…una voce aveva invocato il suo nome…una voce l’aveva aiutato, una voce l’aveva strappato dall’abbraccio della morte…una voce.

- DRANZER! – gridò con tutta la sua forza.

E Dranzer riemerse dalle tenebre, vincendo la morte ed irradiando con la sua luce lo stadio di Helsinki.

 

 

Concludo così questo nono capitolo…caspita è stata un’impresa terminarlo…spero che sia stato di vostro gradimento!! Ora Spazio del Lettore:

 

Lexy90: ahah!! Hai ragione…in effetti Kai non parla mai dei suoi problemi con gli altri, soprattutto con i sui ex-compagni di squadra perché non vuole essere considerato un essere da compatire…cmq mentre i demoni si sono ben amalgamati (Solo amalgamati? Nd Kai) (Prendi in considerazione i fatti sciagurata di una scrittrice nd Kai e Rei infuriati) (…nd Avly) …vabbeh volevo cmq ringraziarti moltissimo per il tuo sostegno e le tue belle recensioni che mi danno un piacere immenso!! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto e soprattutto non vedo l’ora di ricevere il tuo parere su questo capitolo! Baciuzzi

 

PICH_91: Non devi assolutamente farti problemi! Era ora che arrivassero anche delle note negative non preoccuparti! Guarda che ho riletto il capitolo un sacco di volte e spero che sia più leggibile dei precedenti…prometto che mi impegnerò per migliorare il mio stile in fatto di punteggiatura!!

Cmq vorrei risponderti per quanto riguarda i personaggi…mi spiace molto che non ti piaccia la coppia JurixJulia io li ho sempre visti bene insieme, ma non preoccuparti ci saranno così tante coppie che mi auguro tu riesca a trovare quella che ti appartiene maggiormente!! Passando a Rei…beh per lui vale lo stesso discorso…Per quanto riguarda Kai…beh la lettura è soggettiva…quindi qualsiasi interpretazione va bene!! Spero che questo capitolo ti sia piaciuto…e mi auguro con tutto il cuore di ricevere un tuo parere anche per questo!! Non preoccuparti…io apprezzo moltissimo la sincerità…quindi criticami se devi farlo!!

PS grazie a te per la e-mail…non preoccuparti non mancherò di recensire i tuoi nuovi capolavori!! Ah fammi sapere che ne pensi della ultima shot mi farebbe piacere!! Ormai tengo moltissimo al tuo parere!! Baciuzzi

 

Dark_Angel91: concordo perfettamente tesoro…Axel è da uccidere!!! E penso che lo sarà ancora di più quando andremo avanti con i fatti…spero che continuerai a seguirmi...Sei gentilissima, non manchi mai di recensire e questo mi riempie il cuore di felicità! Spero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento!! Baciuzzi

 

Lirinuccia: ciaoo sono felicissima di averti sentita, e grazie mille per aver commentato lo scorso capitolo in maniera tanto positiva!! Mi lasci sempre senza parole…troppi complimenti!! Cmq grazie per avermi detto che il mio stile si sta perfezionando, è una grande cosa per me!!

Cmq passando al chappy…hai perfettamente ragione, io che sono una mega fan di Hilary non sopporto quando viene dipinta come una bambina che piange in ogni momento…lei non è così, lei è forte, determinata, sì è vero è sensibile, dolce, emotiva ma non una bambina piagnucolosa…ed io la vedo bene con Kai proprio per questo. Passando invece a Mao…beh la cinese è un po’ confusa e sta imboccando una strada molto oscura…beh spero che questo capitolo ti sia piaciuto e spero che continuerai a seguirmi!! Ah grazie 1000 per la recensione sulla mia ultima one shot…solo…GRAZIE di cuore!

Baciuzzi Avly

 

Ria: Eccoti qui! Grazie per aver letto la storia…sono molto felice che ti sia piaciuta, e grazie anche per i complimenti! Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e attendo con ansia il tuo parere! Grazie anche per la recensione sulla one shot… Beh a questo punto ti rimando l’avvertimento…aspetto il collezionista!

Baciuzzi Avly

 

Helens: Tesoro grazie!!! Ormai le tue recensioni sono diventate importantissime…sapere il tuo parere è di vitale importanza, non solo perché ti considero una grande scrittrice, ma anche perché sei una persona molto speciale!

Grazie per le belle parole…beh che dire…Mao sta facendo un passo falso e Max ha perso la bussola…e Kai?? Beh lui è essenzialmente unico!! Spero che questo capitolo ti sia piaciuto! Non vedo l’ora di risentirti con Dono dal Cielo!!

Baciuzzi Avly

 

Un grazie anche a tutte le persone che hanno letto la storia!!!

E anche un ringraziamento alle persone che hanno letto “Ad un passo…In the middle between life and death” grazie!!!

 

Alla prossima!!! Avly  

 

   

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Capitolo 10
*** Chiarimenti e movimenti nell'ombra ***


Capitolo dieci

Eccoci qui^^ Buon Anno a tutti, che questo 2010 possa essere per tutti voi un anno luminoso e pieno di colore^^ Vi presento il decimo capitolo di questa storia…caspita siamo al numero 10 O_O!! Ammetto che non ne sono entusiasta, perché volevo entrare subito nella nuova parte, ma questo capitolo mi serviva per snocciolare alcune piccole questioni…Beh che dire grazie a tutti, un baciuzzo particolare alla speciale Helens!^^

Buona lettura a tutti!

 

Chiarimenti e movimenti nell’ombra

 

Dopo che l’incontro fra i Neoborg e gli F-Sangre fu concluso, tutte le squadre fecero rientro in albergo, totalmente inconsapevoli di cosa avesse potuto creare un singolo match di beyblade; la miccia era sta accesa, ora non restava altro che dare una spintarella al destino ed accelerare il corso degli eventi…Per molti blaider quello di oggi era stato un semplice incontro, dove Crystal aveva vinto su Julia e Kai aveva battuto Raul, ma per alcuni blaider la natura era ben diversa, e loro più di chiunque altro avevano motivo di essere radiosi…o forse no?

 

- Complimenti a tutti ragazzi! – la voce sarcastica di Astra risuonò libera ed incontrollabile quando la porta venne richiusa alle loro spalle, lasciandoli soli nella loro camera al terzo piano.

- Siamo stati fenomenali non c’è che dire… -

- Calma gli animi Astra – l’ammonì Samantha con voce dura e carica di rabbia. Gli occhi del capitano, ancora più vermigli del sangue, parevano voler distruggere tutto ciò che incontravano sulla loro traiettoria e purtroppo per lui, sulla loro scia visiva c’era Axel…

- Qualcuno stava per perdere il controllo della situazione…non è vero Axel? –

Il ragazzo parve non accorgersi nemmeno della sua frustrazione, ma si limitò a passarsi elegantemente una mano fra i setosi capelli castani. – Non stavo perdendo proprio niente…ho dovuto protrarre la cosa fino a quel punto per poter verificare la mia teoria… -

- Perfetto…e spiegami, la tua teoria consisteva anche nell’uccidere uno dei Cavalieri?! – Samantha incrociò le braccia al petto, caricando le sue parole con tutta la rabbia che provava in quel momento. Avevano rischiato di mandare in fumo la loro missione…se Kai fosse morto…

- Non l’avrei ucciso…non ancora almeno… e poi abbiamo trovato il Custode di che ti lamenti? – Axel pareva una statua di marmo, sapeva essere totalmente indifferente e sapeva calibrare bene il peso della sue parole, assaporando lentamente il sapore che lasciavano sul viso di Samantha come se si trattasse di qualcosa di estremamente dolce.

- Beh…alla fine Kai non è morto… - s’intromise Ares piazzandosi tra i due fuochi divampanti.

- Non mi interessa! Ci siamo esposti troppo, e Kai ha rischiato la vita! Non possiamo permetterci errori questa volta…finché le loro anime mistiche non saranno in mano nostra, i Cavalieri non possono essere toccati! – sbottò adirata il Demone dell’Avidità squadrando tutti i suoi compagni; Ares e Astra non riuscendo a reggere il suo sguardo abbassarono il capo, ma Axel non fece una piega, anzi continuò ad osservarla con sarcasmo.

- Stai tranquilla tesoro, questa volta non falliremo…e ti spiego anche il perché… - le si avvicinò sinuosamente e le prese con forza il mento tra l’indice ed il pollice, costringendola a guardarlo negli occhi - …perché questa volta siamo più forti, non solo magicamente…abbiamo un potere di cui tutti ignorano l’esistenza, Scudi Sacri compresi, ed inoltre i nostri avversari non sanno nulla di noi…questa volta non ci saranno alleanze infruttuose, tradimenti, destini avversi…non questa volta –

- Lo spero proprio Axel… - Il ragazzo dopo aver sfiorato con la punta del naso quello di lei si allontanò, dirigendosi verso la finestra da dove si intravvedeva il pallido sole del pomeriggio.

- Scusate…ma come è possibile che non abbiamo avvertito subito l’aura di Hilary…eppure la conosciamo da un po’ di tempo…perché solo ora? – chiese Astra rientrando sull’argomento principale. – Forse perché il suo potere si è risvegliato solo oggi durante il secondo incontro – ipotizzò Ares pensieroso.

- Una coincidenza quindi? –

- No…non è per questo – la voce seria di Axel risuonò in tutta la sua autorità, catturando le attenzioni dei suoi compagni a cui dava prontamente le spalle.

- E’ vero…Hilary non si è risvegliata subito, infatti quando l’abbiamo conosciuta all’aeroporto era assolutamente normale…ho cominciato ad avvertire qualcosa di strano quando l’ho riportata a casa la sera della conferenza…era una sensazione, ma comunque sia troppo poco per poterne trarre qualcosa di utile…ma poi… - Axel si fermò un momento scrutando con i suoi occhi smeraldini il proprio riflesso sul vetro “…poi è successo qualcosa che non so” Strinse gli occhi - …quando poi siamo usciti insieme ho avvertito una sensazione ancora più forte della volta precedente, ma nel momento in cui ho cercato di entrare nella sua mente, ho trovato solo un’ alta barriera impenetrabile…poi però in suo attimo di debolezza sono riuscito per qualche istante a scorgere la sua aurea e nel suo cuore ho visto un’immagine… -

- Un’immagine? – chiese Astra interessata

- Già…a quel punto ho capito che quella ragazza era speciale…dovevo solo metterla sotto sforzo –

- Scusa…ma allora perché non è intervenuta durante l’incontro di Julia…avrebbe potuto aiutarla e con il suo aiuto la spagnola avrebbe vinto! – disse Ares

- Semplicemente perché Hilary non è innamorata di Julia – rispose Axel con una smorfia di disgusto, mentre i suoi compagni ci misero qualche istante per comprendere il senso di quella sua mezza frase.

- Uhm…vuoi dire che… -

- Sì, Hilary ha agito in totale incoscienza, spinta solo dai suoi sentimenti…il suo potere ha reagito solo quando Kai è stato in pericolo –

Axel si arrestò; odiava dover ricordare quanto era successo, non riusciva a capire perché non si era voluto fermare. Se Hilary non fosse intervenuta lui non avrebbe cessato l’incantesimo e Kai sarebbe si sicuro morto. “Ti distruggerò personalmente Kai…aspetta solo che ti abbia rubato Suzaku e poi vedrai…ti mostrerò l’Inferno…mi prenderò la Custode…e solo allora questa strana sensazione svanirà

- Qual è la prossima mossa? – Ares spostò lo sguardo gelato da Samantha ad Axel aspettandosi da uno dei due una risposta.

- Occupiamoci della Custode – disse secca il Demone dell’Avidità senza distogliere lo sguardo da Axel. – E distruggiamo quei seccatori degli Scudi Sacri – aggiunse il Demone della Malvagità con una strana luce sinistra negli occhi.

 

- Sicura di stare bene? Sembri leggermente spossata – era da più di un quarto d’ora che gli occhi indagatori di Takao sorvolavano sul suo viso, ed Hilary cominciava davvero ad averne abbastanza.

- Tranquillo Takao! Sembri mia madre…sto benissimo, ho solo una fame ed un sonno pazzesco. Te l’avevo detto che ieri notte Julia non mi ha fatto chiudere occhio.

- Su Takao, da quando le ochette si ammalano?! – disse sarcasticamente il piccolo rosso, che in realtà era preoccupato quanto il dragoonblaider per la loro amica, anche se non l’avrebbe mai ammesso.

- Oh Daichi, ma quanto sei carino…stai attento che se rispondi così a me, potresti sembrare un ridicolo pidocchio agli occhi della cara Ming Ming – ribatté divertita la brunetta lanciando un’occhiata di spirito al piccolo, che in risposta divenne rosso almeno quanto i suoi capelli.

Dopodiché tornò a posare i suoi occhi su Takao – Sto bene ok? Dai non preoccuparti! – lo incitò lei prima di stendersi sul suo letto con l’intenzione di fargli capire che voleva riposare. Fortunatamente i suoi amici non fecero obiezioni e se ne andarono chiudendo piano la porta alle loro spalle, ma lei non dormiva…

 

Dopo che insieme a Daichi fu uscito dalla camera del Giglio, Takao si separò dall’amico, dirigendosi verso l’ascensore con un’infinità di pensieri che rapidi vorticavano nella sua testa, come se fossero spinti da un uragano. Non riusciva a smettere di pensare all’incontro di Kai…gli era sembrato…come se l’avesse già visto, e sapeva anche dove…alla Justice Five, nell’incontro fra Kai e Brooklyn.

E poi…quando si era accasciato a terra…un dolore al petto colpì il ragazzo dai capelli blu, che strinse convulsamente la presa su Dragoon. “Non è da lui fare certi errori, sembrava quasi che fosse in difficoltà…Kai ma che cosa diamine stai combinando? Noi abbiamo una sfida”

- Takao!! – Improvvisamente l’uragano che vorticava a gran velocità nella sua testa si dissolse, lasciando che due occhi vermigli entrassero nel campo visivo del ragazzo, che posò un leggero bacio sulle labbra gelate della sua ragazza dai capelli color ebano. Insieme entrarono nell’ascensore. – Samantha scusami, ma ero soprapensiero – si giustificò lui

- L’avevo notato…stavi pensando all’incontro di Kai non è vero? – Samantha sorrise appena, senza che lui se ne potesse accorgere, gustandosi a pieno l’espressione di tristezza dipinta sul volto del suo ragazzo. Decise di proseguire. – In effetti anche noi siamo rimasti piuttosto perplessi…da quanto ci avevi raccontato Kai doveva essere una specie di blaider superiore a tutti, un mito insomma, eppure oggi stava per farsi battere come un principiante alle prime armi –

A questo punto perse la poca razionalità che era solito ad avere.

- Non dirlo mai più – sussurrò con un lieve sibilo

- Come? –

- Non dirlo mai più! – le urlò Takao rosso dalla rabbia e puntandole il dito contro – Non so cosa sia successo, ma non permetto a nessuno di parlare male di un mio amico, in questo caso Kai, in mia presenza…lui è uno dei G-Revolution, un mio rivale, un mio amico, un blaider eccezionale, il migliore che io conosca, e nessuno deve permettersi di metterlo in discussione…neanche la mia ragazza – Detto questo Takao uscì velocemente dall’ascensore senza degnare minimamente di uno sguardo la blaider dagli occhi vermigli che rimase allibita dalla sua reazione. “Ma come diavolo ha fatto? Dovrebbe essere totalmente in mio potere…

- Sono molto affiatati, si vogliono bene…e questa è una cosa sulla quale nessuno potrà mai interferire – una voce femminile sicura ed elegante si mosse con grazia verso il Demone, che si stupì nel vederla.

- Sono molto amici…tutti e quattro, anche Kai avrebbe più o meno fatto la stessa cosa, e allo stesso modo Rei e Max –

- Non mi sembra di averti chiesto qualcosa – ribatté acida il Demone dell’Avidità, che non riusciva a spiegarsi cosa ci facesse qui quella ragazza. L’altra parve non scomporsi – Anche se Takao si dimostra una persona dolce e affabile, non bisogna azzardarsi a sfiorare i suoi compagni perché diventa una furia…puoi anche essere la sua ragazza, ma non riuscirai mai a metterti fra Takao e gli altri in questo modo…il mio voleva essere solo un consiglio – Detto questo la giovane si allontanò, silenziosa come era arrivata, lasciando, se possibile Samantha ancora più allibita di prima. Il Demone dell’Avidità seguì la blaider con lo sguardo fino a che la sua chioma fulva non fu scomparsa lungo il corridoio.

 

Non dormiva…e come avrebbe potuto? La sua mente le impediva tassativamente di addormentarsi, rievocandole gli ultimi confusi avvenimenti della giornata; ricordava come di colpo aveva perso la sua sensibilità fisica, ma aveva invece percepito una strana sensazione ed i suoi sensi si erano fatti più acuti. L’immagine di Kai che si accasciava a terra ancora le ronzava pungente nella testa, impedendole di riflettere con calma. Il suo respiro si fece pesante, e man mano che cercava di ricordare il cuore prese a batterle più velocemente…

 

Buio, silenzio, nessun odore, fluttuava. Era nel nulla più assoluto? Ma che le stava succedendo? Non sapeva dove si trovava, ma di una cosa era assolutamente certa…doveva tornare allo stadio…in qualunque modo…Kai stava combattendo e lei voleva tifare per lui.

Tuttavia i suoi pensieri vennero sopraffatti dalla stanchezza e dal freddo pungente che percepiva sulla pelle; l’aria gelida la avvolse completamente irrigidendole la schiena e congelandole gli arti in pochi istanti. Aveva freddo, faceva quasi fatica a muoversi, mentre a stento cercava di avanzare in quella nebbia oscura.

Non poggiava le piante dei piedi su qualcosa di solido, per cui non seppe definire per quanto tempo avesse camminato. Si morse il labbro in preda alla frustrazione…stava perdendo tempo, lei non doveva trovarsi lì, ma allo stadio a tifare Kai!

Pian piano le palpebre le si fecero pesanti, ed il suo respiro si accorciò; non riusciva a resistere in quelle condizioni: il freddo la stava stringendo in una morsa dolorosa, e come se non bastasse continuava ad aver paura per Kai, per l’esito del suo incontro…

Si accasciò a terra, o meglio su quel nulla su cui stava camminando sfinita. Non aveva più forze, si sentiva come svuotata sia nella mente che nel corpo; chiuse lentamente gli occhi, lottando contro se stessa, perché se da una parte voleva solo riposare, dall’altra desiderava rialzarsi per raggiungere Kai…il suo Kai, quel ragazzo tanto bello quanto distante da lei, irraggiungibile, esattamente come l’uscita da quella specie di universo fluttuante.

Fu allora che l’udì…dapprima debolmente, come se si trattasse di un sibilo appena accennato, poi sempre più forte, disperato.

A fatica si alzò cercando di seguire la scia prodotta da quel suono straziante, che le impregnava in cuore di angoscia e tristezza. Era un pianto, ne era certa; si avvicinò ancora incurante della stanchezza, mentre i suoi occhi intravidero in lontananza una piccola e fioca luce, che diventava sempre più nitida man mano che lei si avvicinava. Solo quando si trovò a pochi passi da lei la riconobbe, anche se il cuore le si strinse dal dolore.

Davanti ai suoi occhi stanchi c’era una meravigliosa aquila dal morbido piumaggio rosso fuoco, interrotto da delle placche dorate, che le ricoprivano l’ossatura delle ali e del petto. La lunga coda dell’animale era attorcigliata attorno al corpo della creatura, mentre da un becco arancione usciva un grido straziante e carico di dolore. Hilary osservò sconcertata l’animale mentre lentamente si avvicinava ancora un po’; nonostante la coda, agli occhi della ragazza non sfuggì un piccolo particolare, l’aquila stava piangendo. Dai suoi occhi di smeraldo sgorgavano delle copiose scie salmastre, che finivano per inumidire il setoso piumaggio vermiglio dell’animale. Il suo muso era triste e nei suoi occhi la ragazza potè leggere solo tanta paura e disperazione. Paura per la sorte di Kai. Non era la prima volta che vedeva Dranzer, ma mai l’aveva vista così da vicino, e per di più in una specie di dimensione parallela, lontana da tutti. Eppure non era solo questo; era come se sentisse sulla sua pelle i sentimenti della fenice, e questa era una cosa insolita.

Percepiva la paura della creatura come se fosse sua, e leggeva la stessa angoscia anche nei suoi occhi color cioccolato, riflessi in quelli smeraldo di Dranzer.

Lentamente pose la mano vicino agli occhi umidi della fenice e le asciugò le lacrime.

- Non piangere Dranzer…nessuno morirà - Improvvisamente fu come se una potente energia fosse nuovamente in lei, carica della speranza che riponeva nel cuore. Sì, nessuno avrebbe sofferto, né Dranzer, né tantomeno Kai…

- Resisti Kai…Aquila Rossa! – Un urlo e poi…solo luce.

 

Non sapeva esattamente cosa fosse accaduto; un sogno, un’allucinazione, sintomo della febbre…

Ma forse alle volte, la cosa che ci sembra la più assurda e la più lontana, in verità è più vicina di quanto possiamo immaginare. Spesso chiudiamo il nostro cuore davanti all’unica verità, lasciando che milioni di pensieri fuorvianti si facciano strada in noi.

- Basta! Non serve a niente stare qui a rimuginarci sopra. Preferisco uscire a fare una passeggiata – dichiarò a se stessa alzandosi e indossando un maglioncino violetto.

 

L’aria della sera era fresca e delicata, ed era piacevole lasciarsi cullare da quel tenue venticello che allungava le proprie spire invisibili verso i capelli della ragazza, incitandoli in una dolce danza.

La natura era come cristallizzata, immobile, anche se solo in apparenza, e mentre i passi della sedicenne sprofondavano nella spumosa neve, lei poteva avvertire come delle piccole fusa sotto le suole delle scarpe, come se la neve di lamentasse piacevolmente di essere stata schiacciata.

Il silenzio era assoluto, interrotto solo dai respiri della ragazza, dalla cui bocca usciva un piccolo fumo bianco, che le investiva il viso.

Ad un tratto però un altro suono sopraggiunse, e ad Hilary bastarono pochi istanti per riconoscerlo: zoccoli, cavallo, Fiamma…Kai.

Il cuore della ragazza perse dei battiti, mentre aspettava impaziente che dalla coltre notturna fuoriuscisse il blaider dell’Aquila Rossa. Si strinse freneticamente le mani, mentre nella sua mente un’infinità di pensieri lottavano l’uno contro l’altro per emergere. Rabbia, perché come al solito aveva voluto fare l’invincibile; preoccupazione, perché soffriva se lui stava male; amore, perché dopotutto avrebbe fatto tutto per lui. Alla fine però fu la rabbia a primeggiare. Hilary rivide ancora per un momento l’immagine di Dranzer piangente…chissà se anche lui l’aveva vista…

Quando finalmente Kai in sella a Fiamma emerse dall’oscurità, la giovane prese a percorrerne i lineamenti, come per verificare che stesse davvero bene. Le gote le divennero color del fuoco. Dio quanto era bello, una creatura di una bellezza indescrivibile. Un fisico degno di un Dio greco, ma con un abbigliamento dannatamente demoniaco. Un maglia nera gli ricopriva i pettorali scolpiti, mentre una lunga giacca nera in pelle contribuiva a donargli un aspetto meravigliosamente sinistro. “Preferisci gli angeli o di demoni?” le aveva chiesto una volta Mao riferendosi ai ragazzi. Non ci aveva pensato un attimo “I demoni”.

Complessivamente pareva che stesse benissimo, il viso era sempre attraversato dalla sua maschera di freddezza ed impassibilità, ed i suoi occhi ametista non tradivano alcuna emozione, come se non ne provasse.

Ma lei le provava, ed era intenzionata a scagliargliele contro, anche a costo di essere odiata da lui per questo.

Inizialmente il ragazzo non si era accorto della sua presenza, e solo quando lei lo salutò con voce neutra, lui le rispose con un cenno del capo, mentre Fiamma si arrestava.

Hilary alzò lo sguardo su di lui, decisa come forse non lo era mai stata. Incrociò a forza i loro occhi.

Si osservarono nel più completo silenzio per parecchi minuti, istanti interminabili per lei ed insostenibili per lui, che non sopportava di essere osservato con insistenza.

- Cosa è successo oggi? – alla fine fu lei a cedere, rivolgendogli la parola per prima.

Lui la schernì come per dirle “fatti i fatti tuoi”, ma poi si costrinse ad assumere un atteggiamento meno aggressivo. – Ho battuto Raul…no? – detto questo tirò le redini di Fiamma incitandola a proseguire. La oltrepassò, mentre lei chiuse gli occhi assolutamente immobile. “Si sta allontanando”

- Fiamma ferma! Torna qui! – urlò con decisione la ragazza senza voltarsi.

 

- Resisti Kai! Aquila Rossa! -  

 

Per poco Kai non strinse gli speroni sui fianchi di Fiamma. Quella voce…era così simile a quella dell’incontro…possibile che tra tante persone presenti nello stadio lui avesse in quel momento udito solo la sua? Era come se una scarica elettrica lo avesse percorso, tuttavia non lasciò trapelare nulla. Riscossosi dai suoi pensieri osservò sconcertato che Fiamma nonostante la tenesse saldamente con le briglie stava tornando indietro, fermandosi solo a pochi centimetri dalla brunetta, come se avesse cambiato padrone.

- Lo avevi detto tu no? Lei deve potersi fidare di te! Tu ti affideresti mai a qualcuno che ti mente? – gli occhi di lei erano duri e fissi su di lui. Quella situazione non gli era nuova…

- Te lo dissi quando Zeo ti rubò l’Aquila Rossa, l’ho pensato durante il tuo incontro con Brooklyn, e te lo ridico adesso…sei un egoista, pensi solo a soddisfare il tuo ego personale, pensi solo a batterti con Takao, per dimostrare al mondo intero e a te stesso che sei il migliore…ma non te ne importa niente né di come possano sentirsi i tuoi amici, né di come possa reagire il tuo fisico!

All’ora fosti disposto ad abbandonare il beyblade per via di una sconfitta, poi hai giocato la tua energia vitale per vincere un incontro…ma non ti sei chiesto nemmeno per un istante come ci saremmo sentiti noi se ti fosse successo qualcosa! – Sentiva in gola che le lacrime premevano per salirle agli occhi, ma a forza le rimandò giù.

Lui assolutamente calmo come una statua le rispose con pacatezza, come se la cosa gli fosse del tutto indifferente. – Non mi sembra che la cosa debba riguardarti

- Invece sì…maledizione noi siamo i tuoi amici! Ti vogliamo bene! – “Io ti voglio bene” ma quello non sarebbe mai riuscita a dirglielo.   

Kai la osservò leggermente stupito; sapeva che quella ragazza aveva del fegato, ma mai si sarebbe immaginato che avesse una tale tenacia, inoltre i suoi occhi erano un pozzo pieno di emozioni, riusciva a leggere la rabbia che provava in quel momento, forse la stessa che aveva letto negli occhi di Takao, Max e Rei durante il suo incontro con Brooklyn. Già…forse.

Eppure lei era diversa, poiché Hilary seppur in minima parte era a conoscenza dei suoi problemi alla schiena, ma nonostante questo non ne aveva parlato con nessuno.

- Allora perché non hai parlato con Takao? – le chiese a bruciapelo lui aspettandosi una resa.

Lei sorrise – Mi spiace, ma è troppo facile…non sono io a dover dare delle spiegazioni ai ragazzi, ma tu…Noi siamo tuoi amici Kai, e questo lo sai – così Hilary si allontanò, non tanto perché aveva timore a restare sola con lui, ma più che altro perché non voleva che dei singhiozzi sordi le facessero fare la figura della debole.

Lo sguardo di lui tuttavia non la abbandonò; Kai rimase per molto tempo ad osservarla allontanarsi, mentre nella sua mente gli occhi coloro cioccolato di lei risplendevano ancora, entrando in contrasto con il suo animo, tetro e oscuro. “Noi siamo tuoi amici Kai…e questo lo sai” Un piccolo sorriso si incurvò appena sulle labbra chiare del ragazzo – Già…lo so –

 

Ma la luna e le stelle non furono i soli spettatori di questa discussione, perché da uno dei balconcini del sesto piano degli occhi violetti osservavano freddi i volti dei due ragazzi. Non sapeva cosa provare, se gelosia o più semplicemente frustrazione. Non era riuscita ad ascoltare la conversazione a causa della lontananza, ma non avrebbe saputo dire se era stato un bene o un male. Osservò per altri istanti la figura di Kai che sceso da cavallo conduceva Fiamma nelle scuderie.

Lo stomaco le si strinse dolcemente, come accadeva ogni volta che si soffermava sul ragazzo. Gli voleva bene, non sapeva dire se ne fosse innamorata, anche perché non aveva mai capito cosa volesse dire “amare”, ma di una cosa era certa…ciò che provava per Kai era forte, e non aveva alcuna intenzione di perderlo.

 

- Crystal giusto? – una voce la sorprese arrivandole alle spalle. La blaider russa, seccata per essere stata sorpresa mentre era soprapensiero, aspettò che lo sconosciuto la raggiungesse, appoggiandosi sulla fredda pietra del balcone.

Quando si volse verso il suo interlocutore la prima cosa che la catturò furono due profondi occhi color di smeraldo, che la osservavano divertiti.

- Cosa vuoi Axel? - nonostante né a Yuri, né a Boris piacessero gli Obscuras, lei invece li trovava misteriosi ed interessanti, e poi avevano dimostrato di essere dei blaider eccezionali.

- Ti ho visto pensierosa e tutta sola, così ti ho raggiunta…c’è qualcosa che non va? –

- Non mi sembra di essere così tanto in confidenza con te per poter parlare – rispose con freddezza. Come persona la affascinava, ma sperava lo stesso che se ne andasse. Lui però non era dello stesso avviso.

- Frustrante vero? –

- Cosa? –

- Beh che la persona che si ama non dimostri un minimo cenno di apprezzamento verso di te –

Lei sorrise divertita. – Non mi sembra che Hilary disdegni le tue attenzioni

- Ma io parlavo di te – Fu come un colpo dritto allo stomaco. Era così evidente? Eppure lei aveva sempre cercato di mascherare bene il tutto, tanto che né suo fratello né Boris si erano accorti di nulla…come diavolo aveva fatto un perfetto sconosciuto a capire ciò che neanche Yuri aveva percepito?

- Sei totalmente fuori strada – rispose piatta

- Io non credo – rise come se si stesse prendendo gioco di lei.

- Tu stai ridendo di me! Io non permetto a nessuno di prendersi gioco di me, mi sono spiegata! – sbottò Crystal facendo per allontanarsi da quello strano individuo.

- Non stavo ridendo di te…è solo che mi dispiace – esordì lui quando ormai Crystal stava per rientrare.

- Spero non per me –

- Oh tranquilla non ti compatirei mai, solo che mi spiace vederti così…dopotutto se c’è una ragazza che ama veramente Kai, quella sei tu – La frase la spiazzò totalmente, e bastò a farla voltare nuovamente verso Axel.

Nel momento in cui incrociò lo sguardo magnetico del moro, un brivido le percorse la schiena. Quel ragazzo dall’aria così affascinante, la stava mettendo in imbarazzo, e non voleva assolutamente assecondarlo…eppure…sapeva che avrebbe fatto bene ad andarsene, ma non riusciva a resistere a quel suo invito ad approfondire la conversazione.

- Credi davvero di conoscermi così bene da poter dire questo? – gli domandò acida lei senza avvicinarsi.

- No, ma conosco Hilary…e lei non ama veramente Kai, e tu se non combatti per lui sei una perdente –

- E chi ti dice che Hilary non lo ami? Forse è perché sei tu a volerlo? – ribatté lei che cercava di primeggiare in quella strana battaglia di frecciatine.

Lui rise, mentre i raggi della luna lo accarezzavano dolcemente.

- E se io ti dicessi che Hilary lo vuole, ma non lo ama? -

- Direi che sei pazzo da legare…lei non è quel tipo di persona, Hilary è una ragazza attaccata ai sentimenti, lei… - s’interruppe nel momento in cui lui avvertì sul suo collo il fiato caldo del ragazzo che le si era avvicinato.

- …lei è mia...e questo potrebbe esserti di aiuto – con una mano le prese delicatamente il mento, avvicinandolo al suo.

- Cos’è vuoi un accordo? – ora cominciava ad essere davvero spaventata, ma se da un lato la terrorizzava la piega che aveva imboccato quella discussione, dall’altra voleva arrivare alla fine.

- Vedilo come vuoi –

- Io non ti aiuterei mai Axel – cercò di divincolarsi, ma ottenne l’effetto contrario. Il suo corpo invece di allontanarsi si fece più stretto a quello del moro. Lui ghignò.

- A me sembra di sì, invece – detto questo avvicinò le labbra al suo orecchio, e questo contatto fin troppo ravvicinato le provocò reazioni totalmente contrastanti.

- Non c’è cuore che non possa essere aperto da te…ti serve solo un piccolo aiuto…ed io te lo posso dare –

Senza che lei potesse rendersene conto Axel la lasciò e silenziosamente come era apparso se ne andò, lasciando la blaider russa leggermente scossa. “Ha ragione…Hilary, io voglio Kai e lotterò per averlo…costi quello che costi

 

Quando Kai rientrò in camera vi trovò un grande silenzio, come se tutti i suoi compagni fossero stati abbracciati dalle candide braccia di Morfeo, ma in realtà era solo un’apparenza; nessuno di loro dormiva, ognuno troppo preso dai propri pensieri per potersi preoccupare di quelli degli altri…

 

Yuri percepì subito l’arrivo di Kai, ma non fece domande al ragazzo, ormai abituato alle sue sparizioni serali. Non sapeva dove andasse, e nonostante gli dicesse sempre che non gli importava, in realtà lo voleva sapere, non per farsi i fatti suoi, ma semplicemente perché lo considerava un amico, anche se ovviamente non lo avrebbe mai ammesso.

Tuttavia i suoi problemi non si limitavano a Kai; anche Boris e Crystal gli erano parsi strani quella sera, come se avessero avuto un litigio, cosa che lo sorprendeva molto, anche perché i due avevano sempre avuto un rapporto di “comune sopportazione” termine con cui i russi cercavano di dire “amicizia”.

Gli occhi della sorella lo avevano colpito; non li aveva mai visti così pieni di rabbia dai tempi della tirannia di Vorcof. Non sapeva esattamente cosa provare, sapeva che per lei non era facile uscire alla luce della vita dopo sedici anni di buio nel monastero, ma non riusciva davvero a capire cosa avesse potuto darle tanto fastidio.

E se da una parte i cupi pensieri del suo cuore erano rivolti a Crystal, dall’altra come una scia luminosa i suoi pensieri corsero senza che potesse rendersene conto ad un paio di occhi verdi interrotti da scaglie dorate. Per tutta la giornata non aveva fatto altro che pensare allo sguardo di Julia dopo aver perso l’incontro. Non riusciva a capire perché, nonostante avesse perso la sfida che poteva costarle la qualificazione, i suoi occhi erano più luminosi di due gemme illuminate dal sole.

“La vittoria è la sola cosa che conta…perché allora lei era felice?” Con questi pensieri si abbandonò al sonno, lasciandosi cullare dalle leggere braccia della notte.

Crystal sentì il cuore arrivarle in gola quando udì la porta aprirsi, e quando Kai le passò accanto per raggiungere il suo letto, per poco non emise un sospiro strozzato.

Si sentiva strana…fortunatamente Yuri non aveva fatto molte domande dopo averla vista squadrare con occhi di puro odio Boris.

Boris. Come si era permesso? Le sue parole erano ancora severe e pesanti come macigni sulle sue orecchie, ma nonostante questo si era ripromessa a perseguire la sua strada. Aveva preso la sua decisione e neanche Boris le avrebbe fatto cambiare idea…lei era una Ivanov, e mai si sarebbe privata della sola persona che voleva…

Boris quando avvertì la presenza di Kai non emise alcun suono per fargli capire che era sveglio; era chiuso in una sfera di silenzi e muti pensieri, che però gli rimbombavano furiosamente nella testa.

Strinse i pugni sotto le candide lenzuola del letto. Come avevano fatto ad arrivare a quel punto? Che cosa era cambiato in lei? Chiuse gli occhi, ripensando agli avvenimenti di sole poche ore prima…

 

Camminava per il corridoio del sesto piano, intenzionato ad entrare nella sua stanza e farsi una doccia; dopo quell’impegnativa giornata, abbandonare al getto caldo dell’acqua le proprie preoccupazioni era la cosa migliore.

Stava per aprire la porta della camera 237 che occupa insieme ai suoi compagni di squadra quando su uno dei balconcini gli parve di intravedere una figura a lui molto nota. Si avvicinò cautamente, ma non appena fu in prossimità della terrazza, il respiro gli si mozzò.

Crystal si trovava avvinghiata ad Axel, lo stesso ragazzo che poche ore prima si trovava in compagnia della brunetta dei BBA, ma non sembrava che tra la russa ed il canadese ci fosse lo stesso tipo di rapporto.

- Vedilo come vuoi – disse ad un certo punto lui avvicinandosi pericolosamente alla rossa.

Boris osservava la scena incapace di muoversi; avrebbe voluto spaccargli la faccia, ma si trattenne solo per sentire l’ultima frase di Axel, che se possibile lo lasciò senza parole.

- Non c’è nessun cuore che non possa essere aperto da te…ti serve solo un piccolo aiuto, ed io te lo posso dare -

Si nascose velocemente rientrando in camera, aspettando l’arrivo di Crystal. Aveva sentito abbastanza, e ciò che aveva udito non gli piaceva per niente.

Quando Crystal entrò si avvicinò lentamente al letto di Kai ed in particolare soffermò il suo sguardo indagatore sull’unica foto che il ragazzo si era portato; quella scattata in onore della vittoria sulla BEGA, in cui venivano ritratti i cinque campioni con l’aggiunta del prof. K e di Hilary. In quella foto la ragazza posava accanto al blaider russo, e questo particolare non sfuggì alla russa.

- Non crederai veramente alle parole di quel tipo, spero – la sorprese Boris emergendo da dietro una tenda.

- Non ti hanno mai detto che non si deve spiare – Boris strinse gli occhi; la sua voce era diversa…era più cattiva.

- Sì, l’ultima volta Vorcof ci aveva frustati entrambi per questo – disse lui senza smettere di guardarla.

- A quanto pare avrebbe dovuto dartene di più –

- Crystal che cosa ci facevi in compagnia di quel tipo? – meglio essere diretti e schietti…questa era la filosofia del falborgblaider.

- Non mi sembra che tu sia Yuri, ma anche se lo fossi ti direi che non sono fatti tuoi – gli occhi viola di lei parevano volerlo trafiggere, ma lui non si arrese.

- Ma dico sei impazzita!? Che significa l’ultima frase di quel tizio? Davvero Crystal non avrai idea di avere a che fare con quei blaider? –

- E anche se fosse? –

Boris la fissò allibito. Quella non era Crystal…non poteva essere. Improvvisamente la prese per le spalle scuotendola energicamente come per svegliarla.

- Crystal ti prego! Non puoi credere a quello che Axel ti ha detto…tu…come pensi che quel moro possa aiutarti ad essere felice…lui non può! -

- E tu che ne sai? – sbottò lei cercando di divincolarsi

- Tu non sai di cosa ho bisogno per essere felice, quindi lasciami! –

- Di certo so che non sarà trattando Kai come un giocattolo che sarai felice! –

Un dolore, un colpo, uno schiaffo. Crystal lo aveva colpito, lasciandogli un segno rosso carico di odio sulla candida guancia. Lui la lasciò senza proferire parola.

 – Non osare più toccarmi Boris…tu non sai cosa si prova sentire qualcosa di forte per qualcuno, passarci gli anni vicino e non potergli mai essere realmente vicino…io avrò quello che voglio… - con queste parole si scansò dal russo giusto in tempo perché la porta si aprisse lasciando che Yuri entrasse in camera.

“Ti capisco benissimo Crystal…non sai quanto…ma quello che fai è sbagliato…” così il blaider russo chiuse gli occhi, lasciando che un angelo lo avvolgesse: uno splendido angelo dai corposi capelli rossi e dai lucenti occhi viola tendenti al blu…

 

Bene anche questo capitolo è andato! Così come abbiamo lasciato l’anno passato, allo stesso modo ora i nostri blaider abbandonano la Finlandia per dirigersi a Los Angeles!

Con questo capitolo si è conclusa la prima tappa, e spero di avervi abbastanza incuriosito a proseguire con me il viaggio dei nostri amati blaider^^

E ora tocca a voi!! Spazio del lettore:

 

Lexy90: eh si anche a me è piaciuta molto la parte dell’incontro di Kai, è quella su cui ho impiegato più tempo, visto che volevo renderla al meglio!! Spero che anche questo capitolo ti abbia incuriosito (anche se non è lunghissimo)…ma come si dice “è il contenuto quello che conta^^” e spero che qui di contenuto ce ne sia stato a sufficienza!! Spero di ricevere la tua opinione anche su questo capitolo^^

Baciuzzi Avly

 

Pich_91: che dire mia cara…spero che il capitolo sia stato di tuo gradimento (e soprattutto il finale^^)…Devo dire che non avendo mai letto il manga e dal momento che nell’anime tv Boris non compare molto spesso, non avevo una grande idea di come potesse essere realmente, così ho lasciato che fossero gli eventi del momento e la mia immaginazione a crearlo^^ Spero che ti piaccia questa mia versione forse leggermente OOC, e mi auguro di essere riuscita ad esprimere i pensieri del falborgblaider al meglio^^

Per quanto riguarda il mio stile…beh spero di non aver sparso troppe virgole a destra e a sinistra…grazie mille per il consiglio…beh fammi sapere cosa ne pensi…sei diventata insostituibile tesoro grazie!!

Baciuzzi Avly

 

Lirinuccia: grazie 1000 per i tuoi pareri sui personaggi^^ Sono contenta che Crystal ti piaccia…lei in effetti è una ragazza che bisogna vedere da diverse angolature; se ci pensiamo tutti i personaggi originali incarnano una tipologia precisa di adolescenti…dal ragazzo ottimista e apparentemente invulnerabile (Takao) al dolce e tenero ragazzo che ha sempre un sorriso per tutti (Max), insomma ognuno si può riconoscere in un personaggio come in un altro…per le ragazze è esattamente la stessa cosa…solo che nel caratterizzare i personaggi dell’anime bisogna comunque stare entro certi limiti, per non renderli OOC, mentre con Crystal il limite non sussiste…anche lei incarna un ideale di ragazza, ma come ho detto prima, lei è imprevedibile…ma comunque una Ivanov, quindi ha un bel caratterino^^ Beh spero con tutto il cuore che la storia continui ad appassionarti, e grazie 1000 per i tanti complimenti anche sull’altra storia^^ Spero che mi farai sapere cosa ne pensi anche di questo capitolo^^

Baciuzzi Avly

 

DarkAngeL91: grazie tante tesoro per le continue recensioni che continuano a riempirmi il cuore di felicità^^

Ehehe Axel ti è proprio simpatico^^ Ecco lui è quello che più di ogni altro spero di riuscire a descrivere con un solo aggettivo…cattivo. Sono contenta che la storia ti stia piacendo e mi auguro che continui a farlo^^

Grazie 1000 per tutto tesoro^^

Baciuzzi Avly

 

Pierina: ma che bello^^ E’ sempre una bellissima sorpresa vedere nuovi volti che recensiscono grazie^^ Sono lusingata che la mia storia ti piaccia e soprattutto che ti piacciano le coppie che si stanno creando.

Devo dire che anche a me la coppia YurixJulia piace molto…li vedo bene proprio perché sono uno l’opposto dell’altra (proprio come Hilary e Kai)…tranquilla per nessuno di loro i guai sono finiti, anzi possiamo dire che stanno appena incominciando!!

Spero che anche questo capitolo di “sviluppi” ti sia piaciuto; ecco ora che abbiamo un quadro della vicenda “abbastanza chiaro” possiamo partire per Los Angeles…spero di ricevere il tuo parere anche sul prossimo capitolo…sapere cosa ne pensi sarebbe molto importante^^

Baciuzzi Avly

 

Helens: cosa si può dire ad una persona mitica come te se non grazie? Grazie per tutti i tuoi complimenti e consigli^^ Eccoci qui, ora mi vorrai linciare viva per l’ultima parte della storia^^ cmq hai proprio ragione…solo la nostra cara Fiamma vede le cose per come sono…la sensibilità dei cavalli e degli animali in generale non ha eguali^^ Anche per questo devo ringraziarti…dopo che mi hai detto tutte quelle cose sui cavalli, scrivere di Fiamma mi è venuto quasi naturale^^

E Takao? Beh lui è innamorato, ma come ben tutti sappiamo non sempre tutte le ciambelle riescono col buco…o forse no?? Spero che mi farai avere il tuo indispensabile parere anche su questo capitolo^^

Grazie sei veramente unica^^

Baciuzzi Avly

 

Un grande ringraziamento va come di consueto a tutti quelli che leggono la storia anche se non la commentano^^ grazie 1000 per esserci!

E un grandissimo grazie a tutti quelli che hanno messo “I cavalieri dei Sette Regni” tra i preferiti o tra le seguite!^^

 

Alla prossima^^ Avly  

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Capitolo 11
*** Quando si dice Amici ***


Capitolo 11

Ed emerge dalle ombre per tornare fino a voi^^ Ciao a tutti, perdonatemi per l’immenso ritardo…Oramai è quasi un mese che non aggiorno questa storia e mi scuso con tutte le persone che seguivano la storia…Bene non perdo altro tempo e vi propongo il nuovo capitolo...Questo è l’ultimo riguardante la parte di preparazione legata alla Finlandia, dal prossimo ci vedremo nella frenetica Los Angeles, dove cambieranno sicuramente i toni^^ Buona lettura!!

 

Quando si dice Amici

 

Quando la sveglia suonò per poco Julia non la colpì con un destro mandato alla cieca. Il silenzio regnava sovrano sulla Camera dei Gigli e l’oscurità perenne avvolgeva le femminili anime dormienti, che si lasciavano scivolare tra le sue spire con se fossero strette in un buio abbraccio.

Mao dormiva incurante delle imprecazioni della spagnola, abbracciando il cuscino e affondandoci il viso, mentre Mathilda ed Emily sicuramente più composte nascondevano i visi addormentati sotto i colorati piumini, immerse sicuramente in sogni bellissimi.

Ma si può sapere per quale motivo la sento solo io la sveglia?” Julia si alzò silenziosamente lisciando il pizzo della sua camicetta da notte arancione e scostando le lunghe ciocche ramate dagli occhi ancora prigionieri del sonno. Mosse lo sguardo fino al letto di Hilary trovandolo inaspettatamente vuoto. Sgranò meglio gli occhi; in effetti la brunetta non si trovava a letto, bensì davanti alla grande finestra leggermente aperta, che lasciava filtrare qualche tenue raggio di sole mattutino attraverso le tende gialline. La spagnola le si avvicinò con cautela, temendo di svegliare le altre.

- Hilary? – un tocco leggero sulla spalla dell’amica fu sufficiente. La giovane assistente tecnica dei BBA si volse indietro, osservando Julia con i suoi soliti occhi color cioccolato fuso.

- Tutto ok? –

Hilary si limitò ad un muto cenno col capo, mentre il suo cuore al contrario compiva il movimento opposto. Si vedeva chiaramente che stava mentendo, ci sarebbe arrivato anche un idiota, e purtroppo per lei, Julia era una che andava fino in fondo alle questioni; la prese per le spalle costringendola a vuotare il sacco. Ultimamente il loro rapporto di amicizia aveva subito una rapida impennata, erano molto affiatate, riuscivano a capirsi al volo; si può dire che l’iniziale titubanza che si riservavano a causa dei loro sentimenti per i russi era stata decisamente sconfitta, e ora il legame d’amicizia che avevano era forte, saldo come una catena ed indistruttibile come il diamante più puro. Soffrivano se l’altra era triste e cercavano di sostenersi a vicenda, e per questo motivo Julia decise di andare fino in fondo. Fissò intensamente l’amica negli occhi, cercando di trasmetterle solo la sua più cara amicizia. Hilary dispiegò un leggero sorriso.

- Grazie Julia, so che ci sei -

- Questo lo sappiamo entrambe, qual è il problema? Centra per caso Kai? –

Colpito ed affondato. Diamine ma era così evidente? No, il fatto è che Julia la conosceva molto bene, forse quasi quanto Takao, ma ovviamente la sensibilità della spagnola era di gran lunga superiore a quella del dragoonblaider. La brunetta specchiandosi negli occhi verdi dorati dell’amica rivide la scena delle sera prima; strinse i pugni…

- Julia, cosa sceglieresti tra appoggiare incondizionatamente Yuri anche se non lo ritieni giusto, ma ottenere così almeno il suo ringraziamento e andargli contro preferendo essere odiata da lui per questo, ma almeno dire ciò che pensi? – la risposta parve evidente alla ragazza dai capelli ramati, ma evidentemente per Hilary non era la stessa cosa. Le prese il mento sorridendo.

- Indovina. Secondo te il fatto che mi consideri una ragazzina petulante non è una risposta esauriente? Davvero Hilary, non so cosa sia successo con Kai, ma di una cosa sono sicura: se mai riuscirai a conquistarlo non sarà di certo assecondandolo in ogni sciocchezza che fa. Quello non è amore, ma qualcosa di deforme, che cerca di imitare l’amore, ma non ci somiglia affatto – Con queste parole lasciò l’amica finalmente sorridente e piena di energie, come se solo quelle poche parole avessero avuto un duplice effetto su di lei. Con sguardo spiritato e con rinnovato entusiasmo aprì completamente le tende, lasciando che la luce entrasse nella stanza, infastidendo le altre e facendo ridere Julia. – Forza ragazze! La giornata non è fatta per poltrire! –

 

- Vi ho detto che l’ho sentita perfettamente, le scariche di energia erano nitide e chiare – sbottò irritata Mariam ripetendo per la decima volta la stessa cosa ai suoi compagni di squadra.

- Se l’hai percepita con questa intensità significa che era abbastanza vicino a noi – ipotizzò Jessie con una voce che chiedeva solo di poter riposare un po’. Avevano fatto ricerche per tutta la notte, ma senza alcun risultato. Impossibile, avevano percepito l’aura del Custode, ma non erano riusciti a capire da dove provenisse. Vista l’intensità della percezione avevano due ipotesi: o il Custode era seduto piuttosto vicino a loro oppure la sua portata di energia magica era talmente forte che era stata facilmente captabile.

- Ragazzi non abbiamo molto tempo, l’incidente di Kai non è stato un caso – disse Dunga

- Ma va? Se non me lo avessi detto avrei potuto pensare che il ragazzo avesse degli istinti suicidi – la voce di Mariam era seria e seccata; questa situazione la stava irritando profondamente. Oramai aveva a malincuore accantonato l’argomento Max, anche se ogni volta che lo vedeva in compagnia di Astra non riusciva a non sentirsi un verme strisciante. Già lei, la ragazza inflessibile ed orgogliosa, lei che non si era mai lasciata incantare da nessun sguardo ammiccante o lusinghiero…Lei che oramai aveva capito di essersi innamorata di Max. Era stato difficile ammetterlo a se stessa, ma era la realtà; sentiva la sua voce anche quando erano lontani, vedeva i suoi occhi color oceano in ogni angolo, in ogni specchio d’acqua, percepiva le sue risate in qualsiasi corridoio…Avrebbe tanto voluto potergli parlare, raccontargli la verità, spiegargli il perché di tutti i suoi silenzi e delle sue risposte seccate, voleva, ma non poteva; aveva giurato a se stessa di portare a termine la sua missione e ci sarebbe riuscita, per quanto la situazione fosse drammatica.

- Dunga devi dirci qualcosa? – la voce di Ozuma riportò Mariam velocemente alla realtà, mentre il colosso degli Scudi Sacri assumeva un’espressione leggermente cupa.

- Il fatto è che…Ieri sera quando ho fatto rientro in Hotel sono passato per il cortile, e lì ho percepito la presenza del Custode e… -

- E ce lo dici solo ora! – urlò Ozuma afferrando il compagno per il bavero della giacca e strattonandolo con rabbia. Il capitano degli Scudi Sacri puntò le sue iridi smeraldine scure, taglienti come pugnali in quelli dorate di Dunga, mentre aumentava la presa sul colletto. Jessie si fece avanti per separali, ma Ozuma lo fermò senza neanche guardarlo.

- No fermo Jessie, Dunga ora spiegami perché non ce lo hai detto subito –

- Perché…Lì non ho visto nessuno a parte… - la voce del ragazzo degli Scudi Sacri era spaventata, spezzata e sempre più sottile.

- Perché ho visto solo Kai sul suo cavallo in giardino…Era fermo immobile, come se stesse ascoltando qualcuno, ma davanti a lui non c’era nessuno! Captavo la presenza del Custode, ma non riuscivo a vedere nessuno, solo un’enorme macchia nera, e quando ho cercato d’avvicinarmi sono stato letteralmente bloccato da un muro invisibile.

- Un muro invisibile? – Mariam si era alzata dalla sua poltrona e sembrava aver ritrovato la sua classica e ben nota razionalità – Questa è opera di Astra e Axel, ne sono sicura. Solo il Demone della Malvagità è capace di ricorrere a ombre oscure, mentre i muri invisibili sono uno dei piatti forti di quella maledetta

- Sì, ma sei sicuro di non averli visti nei paraggi? – chiese Jessie. Dunga abbassò il capo, mentre Ozuma non accennava a mollare la presa, o forse se ne era addirittura dimenticato.

- Sul terrazzino del sesto piano c’era una ragazza, la sorella di Ivanov Crystal, e guardava proprio verso Kai –

Ozuma lasciò immediatamente il compagno e si concesse un piccolo sorriso. Forse le loro speranze non erano evaporate e disperse attraverso l’aria. Forse una piccola ancora di salvezza esisteva – Se ci facciamo dire da Crystal chi parlava con Kai sapremo anche il nome del Custode…Forse quella ragazza non è stata vista dai Demoni, lei potrebbe essere la nostra ultima speranza – Mariam non ebbe il cuore di contraddirlo, così fece un piccolo sorriso rivolto al suo capitano dopodiché di volse e andò verso la finestra. Era da tanto che Ozuma non sorrideva, perché rovinargli un momento come questo? Forse aveva ragione lui e Crystal sarebbe potuta essere la soluzione dei loro problemi, eppure…La sua anima diffidente le diceva che quello sarebbe stato solo l’ennesimo passo falso, la nuova trappola. “Beh speriamo davvero di non cadere”

 

Quando le ragazze scesero giù nella sala-ristorante, lo sguardo attento e preciso di Crystal planò con decisione su Hilary, che era andata a salutare Takao e Daichi al tavolo. Non aveva ancora rivolto lo sguardo verso di loro, e in cuor suo Crystal sperava che non lo facesse; non aveva dimenticato le parole di Axel che oltre ad averle impedito il sonno, la stavano facendo impazzire, continuando a tormentarla senza mai lasciarle un attimo di respiro. Non sapeva come dirlo, forse il suo orgoglio non glielo avrebbe mai permesso, ma non riuscì a non pensare a quanto fosse carina la brunetta. Non era diversa dagli altri giorni, e se proprio lo si doveva dire non era niente di speciale, semplici capelli castani e occhi altrettanto comuni. Pareva essere il più classico e normale fiore di montagna, senza segni particolari o con sfumature interessanti. “Il classico fiore che si calpesta” si stupì di se stessa per quel pensiero, ma non riuscì a sentirsi in colpa. Quella ragazzina era giunta dal nulla come una perfetta ladra a rubarle qualcosa che era suo, che era sempre appartenuto, anche se indirettamente, a lei.

- Crystal mi ascolti o devo parlare con il nulla ancora per molto? – la voce irritata e austera di Yuri non scompose minimamente la rossa, che non aveva ascoltato nulla di quello di cui stava parlando, e francamente non le interessava neanche un po’.

- Se non ti ascolto evidentemente ho altro da fare, o semplicemente non mi interessa –

Yuri parve non credere alle proprie orecchie, e senza molta cura le afferrò mento, costringendola a fissarlo negli occhi, che erano identici ai suoi…Identici, con la stessa fiamma divampante, che però ora nel caso di Crystal stava assumendo un atteggiamento più aggressivo.

- Se hai le rotelle girate è un problema tuo, ma finché io parlo tu mi ascolti. Se hai litigato con Boris ieri sera non mi interessa, ma prova solo a rispondermi un’altra volta così che non ti faccio vedere una pedana di lancio neanche con il telescopio -

A questo punto lei si alzò con molta eleganza e senza neanche apparire scossa mostrò al fratello il sorriso più tirato e falso che si potesse fare.

- Non c’è problema. Vorrà dire che andrò a fare colazione insieme a delle persone più accomodanti – e detto questo rivolse un piccolo cenno col capo a Kai e senza neanche calcolare Yuri e Boris, che la stava trafiggendo con lo sguardo senza battere ciglio, si recò fino al tavolo degli Obscuras, dove si sedette al fianco di Astra sorridente e gentile.

Boris non la perse di vista neanche un istante, vegliava su di lei come un falco fa con la sua preda per studiarla prima di attaccare, ma lui non voleva farle del male…Voleva aprirle gli occhi.

- Si può sapere che è successo ieri? – chiese Yuri riservando la stessa delicatezza nella voce al suo compagno di stanza, che si limitò a scrollare le spalle. – Non lo so Yuri…Ieri abbiamo avuto un piccolo litigio, ma niente di preoccupante. Si è arrabbiata perché ho usato...Ehm il suo bagnoschiuma – Deficiente, e secondo te si beve una scusa del genere?

Yuri lo squadrò, indeciso se mettersi a ridere o prenderlo a schiaffi. Che era una scusa lo si capiva immediatamente, ma il fatto che avesse scelto di sedersi al fianco degli Obscuras invece che vicino a Julia lo preoccupava leggermente. Julia…Ma perché ogni volta quella ragazzina si infilava silenziosa e sinuosa fra i suoi torbidi pensieri, andando a stuzzicarlo con intensità crescente? Non aveva fatto altro che pensare al suo incontro…E ancora non riusciva a capire il perché della sua luce…

“Crystal ti prego fermati…Se non lo farai da sola…”Il blaider dagli occhi smeraldini tornò ad osservare la compagna di squadra seduta all’altro tavolo.

“Ti fermerò io…Quei ragazzi sono come della pece che si infila in ogni anfratto, in ogni amicizia…” Kai spostò lo sguardo su Crystal che rideva alla battuta di Ares.

 

La giornata trascorse serena nonostante il cielo fosse rimasto coperto da una spessa coperta grigia per tutto il pomeriggio; ci si aspettava quasi che piovesse, ma dalle tetre e minacciose nuvole non scendeva nulla. Sembrava quasi che la Terra dei Laghi cercasse si mostrare e allo stesso tempo celare il proprio disappunto per la prossima partenza dei blaider, perché se da una parte si dimostrava prossima alle lacrime, dall’altra cercava di trattenerle.

Erano questi i pensieri di Rei mentre affondava pesantemente nella neve in prossimità dell’albergo. Tutti i ragazzi in vari gruppi erano andati in giro per la città o per i dintorni, mentre lui che inizialmente voleva visitare la città con i suoi amici, si era ritrovato da solo a camminare senza una meta ben precisa; sì, perché non era riuscito a reggere la presenza di Ares in compagnia di Mao, così si era inventato la prima scusa plausibile per potersi dileguare senza troppi complimenti. La ragazza non aveva cercato di persuaderlo a rimanere con loro, cosa che neanche un mese prima avrebbe sicuramente fatto.

Non riusciva a credere come fossero potute cambiare tante cose nel giro di poche settimane; se prima la vicinanza di Mao era quasi una cosa normale come l’aria che si respira, ora era diventata estranea e rara come l’oro più prezioso. Tirò un calcio a vuoto, lasciando che la neve si spargesse sulle sue scarpe. Vuoto, silenzio, tristezza. Non sapeva cosa pensare, se Mao era seriamente innamorata di quel misero damerino o se invece aveva perso il lume della ragione; una cosa era sicura, lei lo evitava, cercava la sua lontananza così come lui cercava la sua vicinanza. Era arrabbiata? E per cosa? Lui non le aveva fatto nulla, certo non aveva avuto un umore roseo in quei giorni, ma niente che potesse dar fastidio a Mao fino a quel punto.

Sentiva i suoi pensieri scontrarsi furiosamente, ferendogli le tempie e facendolo sprofondare sempre di più nei suoi pensieri, tanto che non si accorse di qualcosa che gli girava attorno ai piedi, districandosi abilmente dalla massa spumosa della neve.  

La piccola trottola continuò a zigzagargli fra le gambe, finché il moro completamente perso nell’oscurità dei suoi pensieri non inciampò finendo rovinosamente a terra, mentre la trottola color blu notte si scansava appena in tempo per non venire sommersa. “Ma chi diavolo…” non appena gli occhi ambrati di Rei incrociarono quelli ametista di Kai, si sentì leggermente confuso.

L’amico lo fissava con occhi apparentemente impassibili, quasi privi di espressione, ma il cinese aveva imparato a leggere altro dietro a quegli occhi inespressivi.

Senza che Kai si preoccupasse di tendergli la mano, Rei si rimise in piedi, mentre l’amico rimetteva silenziosamente Dranzer in tasca. Aveva svolto il suo compito.

Si osservarono per pochi istanti; Rei non sapeva se parlare, ma dopotutto Kai era il suo migliore amico, e anche se il russo non era molto portato per le dimostrazioni di amicizia, il passato sapeva e rievocava momenti che Rei non aveva dimenticato.

- Proprio come quella volta al belvedere vero? - gli sorrise mentre insieme a Kai si dirigevano verso la fontana al centro del giardino.

- E se non sbaglio sei sempre tu quello tormentato – la sua voce non era derisoria, ma semplicemente...Umana.

- Solo perché tu non lasci trapelare nulla di te – rispose di rimando il cinese leggermente più sollevato

Kai lo fissò per qualche secondo, come se volesse scavargli l’anima per scoprire cosa lo turbava. Rei decise di accontentarlo.

- Ti ricordi di quando ti parlai di Salima? - Lui annuì

- Allora ti dissi che mi piaceva, insomma che provavo qualcosa per lei…Eppure quando l’ho vista insieme a Kein non ho provato nulla se non felicità. Ero felice per lei capisci? Non mi dispiaceva che stesse con un altro, mi resi conto di provare per lei nient’altro che amicizia – Si fermò un istante, cercando di riordinare quei vorticosi pensieri che gli erano usciti dalla bocca senza che se ne fosse reso conto. Perché gli aveva parlato di Salima? Perché gli veniva da paragonare Salima a Mao?

- Ma… - la voce di Kai lo riportò con i piedi per terra mentre cercava di riprendere il controllo della propria bocca, ma le parole gli uscirono come un fiume in piena, ormai stanche di essere trattenute nella sua testa.

- Ma mi sento strano se penso a Mao con Ares! Lo so Mao è come una sorella per me, l’ho sempre trattata come una bambina per cui io ero una specie di idolo…Dovrei appoggiarla, ma non ci riesco. Non riesco a percepire l’idea di lei con quel...Quel… -

- Quel gran figlio di “Obscuras” – finì per lui Kai. Beh forse non era proprio quello l’appellativo che avrebbe voluto usare lui, ma l’idea era quella.

Kai lo aveva ascoltato fino a quel momento senza dire nulla, come se non volesse interrompere lo scorrere veloce di quelle parole che riempivano l’aria attorno a loro di tristezza e risentimento.

- Secondo te cosa devo fare? – chiese Rei confidando per una volta in un consiglio da parte dell’amico. “Adesso mi chiede pure consigli…Ma per chi mi ha preso?” Kai lo fissò interrogativo per qualche secondo, mentre da quelle iridi ambrate leggeva solo una frase: Cosa devo fare, Amico?

Non gli piaceva dover avere un rapporto così confidenziale con gli altri; forse doveva andarsene e lasciare che ci arrivasse da solo…”Noi siamo tuoi amici Kai, e questo lo sai

Ancora quelle parole; marchiate a fuoco sulla sua pelle, incise nella sua testa, avide di consumargli quel poco di cuore che possedeva. “Dannata ragazzina.”

Se doveva comportarsi da amico, l’avrebbe fatto a suo modo.

- Perché ti infastidisce tanto? In fondo Mao è una ragazza, è normale che voglia trovare una persona da amare – Kai storse involontariamente il naso, facendo una smorfia di disgusto. Non si trovava proprio a vestire i panni dell’amico che da consigli preziosi sull’amore, anche perché era un concetto del tutto estraneo a lui.

Rei sgranò gli occhi incredulo. – Ma perché Ares! Ci sono migliaia di ragazzi in giro, perché lui! – sbottò adirato prendendo Kai per il collo della sciarpa e strattonandolo. Lui non fece una piega, ma continuò ad osservarlo con i suoi occhi penetranti. – E perché non lui? – gli chiese divertendosi nel vedere la rabbia ancora repressa di Rei che scalpitava per uscire fuori e ruggire con tutta la sua potenza.

- Perché lui non è il ragazzo adatto a lei! – Rei era fuori di sé e la voce carica di rabbia e risentimento gli impediva di capire fino a che punto del baratro della sua indecisione Kai lo stesse spingendo. Erano al limite, un altro passo e sarebbero precipitati.

- E chi lo sarebbe? - Un altro piccolo passo.

- Io per la miseria! – La terra sotto i piedi. Era precipitato, scivolato nell’oblio che credeva di non saper raggiungere. Cercò attorno a sé l’amico, ma non lo vide. Istintivamente alzò lo sguardo verso il punto da cui era caduto, e fu lì che lo vide: bello e sicuro di sé come sempre. Lo aveva condotto davanti alla verità, aprendogli gli occhi e facendolo precipitare nel sogno di quella dolorosa verità…Amava Mao.

- Appunto – disse Kai continuando ad osservarlo. Rei si specchiò ancora in quelle pozze viola, prima di allontanarsi ancora allibito da quanto aveva appena detto. Mao…Lui era innamorato di Mao! Il cuore prese a battergli velocemente, senza che l’immagine della cinese scomparisse dalla sua mente. Solo ora lo capì, l’aveva sempre amata, solo che prima aveva confuso l’amore con l’affetto. Grande errore.

Improvvisamente dei passi a lui vicini si fecero più distanti. Sollevò il capo; Kai stava rientrando in albergo.

Kai, il suo migliore amico, che anche questa volta aveva illuminato quel lungo corridoio della sua mente rimasto per troppo tempo al buio. – Kai! –

L’altro si fermò senza voltarsi.

Rei sorrise, come se il russo potesse vederlo. – Se tu dovessi avere un problema, me ne parleresti vero amico? –

Kai incurvò leggermente le labbra in un sorriso. “Noi siamo tuoi amici Kai, e questo lo sai

Il russo voltò il viso verso l’altro – No – sorrise in maniera complice, dopodiché proseguì la sua strada entrando in Hotel, accompagnato dagli occhi riconoscenti di Rei e dalle parole di Hilary, che ancora gli tempestavano la mente.

 

Quando Hilary scese nella sala-ristorante la trovò inspiegabilmente vuota. I tavoli erano perfettamente apparecchiati, ma ancora non c’era nessuno, vigeva un tale silenzio in quella stanza, che alla ragazza parve assurdo trovarsi proprio in uno degli spazi più rumorosi ed affollati di tutto l’albergo. Si sedette comodamente su uno degli sgabelli del bar, attendendo che il cameriere le chiedesse cosa voleva ordinare. Rimase qualche minuto ad osservare la delicata e preziosa mobilia di quella stanza, perdendosi in ogni particolare: dai tavoli con i piedi intrecciati che disegnavano figure floreali, ai fiori che si trovavano al centro di ciascun tavolo, adagiati con cura all’interno di vasi di cristallo, che riflettevano in piccoli coriandoli di luce i loro colori tenui e dolci. Il violetto era il colore predominante di quei frammenti, che si appoggiavano timidamente alle tendine azzurrine ai lati della sala.

Viola. Come gli occhi di Kai. Viola come lo sguardo che le aveva bloccato il sangue per qualche minuto. Viola come le iridi che l’avevano osservata, stupite che fosse riuscita a richiamare a sé Fiamma e dirgli tutto quello che pensava. Non si pentiva di averlo fatto. Aveva ragione Julia, bisognava essere se stessi, non si poteva conquistare il cuore di una persona con l’inganno. Lei non voleva, e mai l’avrebbe fatto. Preferiva essere odiata da Kai piuttosto che fingere di essere una persona che non era. Se lui sbagliava non andava assecondato, ma fermato.

Era tutto il giorno che ci pensava. Aveva persino rifiutato di uscire con Julia e le altre per rimanere un po’ con i suoi pensieri. Verso le 15.00 aveva portato delle carrube a Fiamma nella speranza futile di trovare anche Kai, ma come si poteva benissimo immaginare non si era visto.

A dir la verità quasi tutti i suoi amici erano fuori. Axel l’aveva invitata, ma lei aveva gentilmente declinato l’invito visto che aveva da sistemare tutti i componenti e i dati riguardanti i beyblade di Takao e Daichi. I bey andavano puliti e sistemati, questo in fondo era il suo lavoro. Lei doveva selezionare attentamente i pezzi migliori ed attenersi a seguire le indicazioni che le lasciava il prof. Kappa sui suoi rapporti quotidiani.

Così dopo due ore buone di lavoro era scesa al bar per prendersi qualcosa da bere e poi andare a preparare la sua valigia.

- Scusami - una voce sottile e dolce le arrivò come una melodia alle orecchie, mentre due puri occhi azzurri la guardavano in maniera gentile ed educata. Doveva essere una donna sulla trentina, i capelli biondi tenuti insieme da una coda di cavallo le donavano un aspetto bello e professionale. Un camicie bianco che le arrivava dopo il ginocchio risvegliò la memoria della ragazza, che per un momento non l’aveva riconosciuta. La dottoressa Sagami, la donna che seguiva i Neoborg…Che seguiva Kai.

- Tu sei Hilary giusto? – La sedicenne annuì. Che cosa poteva volere da lei il medico dei Neoborg?

- Perdonami, ma cercavo Kai, l’hai visto? –

“Kai” – Ehm…No. Mi spiace –

- Allora senti, potresti farmi un favore? Io tra pochi minuti ho una riunione, e non so a che ora finirò, ma queste devono arrivare il più presto possibile a Kai. Se lo vedi gliele potresti dare? In genere le affido a Crystal, ma oggi a quanto pare sono tutti usciti – detto questo le porse una cartellina giallina, con in un angolo una piccola etichetta adesiva con su scritto “Kai Hiwatari – Analisi del 20/09/09”

Hilary sgranò gli occhi incredula, mentre il cuore cominciava a correrle attraverso il petto. Dovevano essere le ultime analisi di Kai, quelle risalenti a dopo lo scontro con Raul. Le strinse contro di sé, mentre la dottoressa si allontanava velocemente dopo averla ovviamente ringraziata.

Le mani della ragazza presero a percorrere quella rigida cartellina, quasi cercassero di capire da un semplice tocco quale fosse il responso.

Non appena l’aggraziata figura della dottoressa fu scomparsa dietro la porta, Hilary posò immediatamente lo sguardo sulla cartellina, mentre dentro di lei era appena scattata una furiosa lotta fra le due belve che animano le nostre indoli. “Forse dovrei correre a cercarlo, dargli la cartellina e farmi i fatti miei…” pensò per poi subito dopo essere interrotta da un altro pensiero, diametralmente opposto “Ma che dici? Dopotutto lo fai per lui, se ha qualcosa di grave, non puoi far finta di niente…Al prossimo incontro con Takao potrebbe farsi male davvero!” La brunetta si prese la testa fra le mani, cercando di scacciare almeno uno dei due contendenti. Non sapeva cosa fare; se da una parte sapeva bene che non era corretto aprire le cose degli altri, dall’altra temeva che se in quella cartellina ci fosse stato qualcosa di negativo, Kai avrebbe comunque sottovalutato il problema. Non erano fatti suoi “teoricamente” ma

Decisa aprì la cartellina, con il cuore in gola; un leggero strappo alla carta plastificata, un rumore frammentato, spezzato, come il suo respiro. Stava sicuramente facendo qualcosa di sbagliato e contro ogni suo principio morale, ma in fondo…Kai per lei valeva tutto questo.

Intravide alcuni fogli bianchi all’interno, e fogli in plastica neri che dovevano essere le lastre. Si ritrovò ad ansimare, la tensione era tanta, la paura che ci fosse scritto qualcosa di negativo la stava dilaniando. Stava per estrarre uno dei fogli bianchi con mano per metà decisa e per metà tremante…

- Quelle sono mie o sbaglio? -

Buio, panico…In quel momento avrebbe voluto sprofondare a terra e non riemergere più. Beccata in pieno, e non aveva neanche visto nulla! “Hai scelto tu di farlo, ora non tirarti indietro” decisa si volse verso la voce che l’aveva appena sorpresa, scontrandosi con due splendidi occhi color ametista, gli stessi che la sera prima aveva sgridato, gli stessi che amava da anni, i soli in cui riusciva a perdere la cognizione del tempo, dello spazio e di se stessa.

Lui l’osservava beandosi segretamente di averla scoperta; era un po’ una sua piccola vendetta per come l’aveva trattato la sera prima, le sue parole gli marchiavano ancora l’anima e dopo la chiacchierata con Rei il disprezzo verso se stesso aveva continuato a crescere.

- Sì, io avrei dovuto portartele subito, ma - lui la bloccò con una sola occhiata cercando di metterla in soggezione.

- Pensavo ti volessi scusare per aver aperto un documento che non era destinato a te – disse le parole con calma, lasciandole scivolare lentamente come acido sul corpo della ragazza, attendendo una sua resa, ma lei sembrava invulnerabile. Inaspettatamente piegò il capo nascondendosi alla sua vista.

- Magari non sono stata educata, e per questo ti chiedo scusa, ma non mi scuserò per essermi preoccupata per un amico! – Punto alla brunetta. Ancora quella parola, la stessa della sera prima, la stessa con cui Rei e gli altri lo chiamavano.

Gentilmente gli porse la cartellina che ancora desiderava di essere letta.

Lui la fissò confuso – E questo che significa? Hai iniziato e ora finisci –

Hilary ci mise un po’ prima di capire. Il cuore le batteva come un martello ogni volta che si trovava vicino al ragazzo, e se aveva abbassato la testa non era per incapacità di reggere il suo sguardo, ma semplicemente perché non voleva che lui la trovasse ad arrossire. Eppure ora le sue parole così chiare e nitide le suonarono strane. Avrebbe giurato che fosse arrabbiato, ma quel tono le suggeriva che non era così; evidentemente nascondeva la rabbia perché la stava deridendo.

- Non sei arrabbiato? – Al diavolo il rossore, lei voleva guardarlo negli occhi, voleva poter navigare anche se per pochi istanti in quegli occhi magnetici e profondi.

Ciò che vide la lasciò senza fiato; un piccolo, quasi invisibile sorriso si era annunciato sulle sottili labbra del diciassettenne, come se avesse paura che il proprietario di quella bocca potesse accorgersene. Era bellissimo.

- Non mi pare di esserlo, forza muoviti -

Con le mani intorpidite dall’emozione e con gli occhi che non la smettevano di inseguirlo attraverso la profondità di quelle iridi ametista, Hilary estrasse i fogli bianchi dalla cartellina, mentre Kai prendeva in mano le lastre, visibilmente ansioso, anche se lo nascondeva bene.

Gli occhi di Hilary corsero velocemente lungo i fitti caratteri scuri che interminabili si susseguivano come lunghe scie di pensieri, che ad un certo punto terminavano per poi ricominciare ancora più confusi di prima.

Le ultime parole tuttavia la catturarono, probabilmente per la loro grandezza ed importanza.

“Esito negativo. Dalle analisi effettuate non si riscontrano fratture gravi o disfunzioni fisiche rilevanti”

Sotto scritto a penna un biglietto della Sagami. Kai non so come spiegarmelo davvero! Ho riguardato i risultati credendo che fossero sbagliati, ma non lo sono. Non so davvero cosa dire, nemmeno le lastre mentono, il frammento osseo che minacciava la spina dorsale è scomparso…Chiamalo miracolo, anche se so che non credi nei segni divini

Hilary sollevò gli occhi cercando di non urlare per la gioia. Un miracolo. Poteva solo essere etichettato così quello che era accaduto a Kai. Nel guardarlo potè trovare una conferma anche nei suoi occhi; non si esprimeva a gesti o con le parole e tentava di tenere gli occhi impassibili, ma lei riusciva a leggere molto dietro quelle pozze magiche, felicità, sollievo, incredulità e forse chi può dirlo, magari anche ringraziamento per quel Dio che l’aveva salvato.

- Non può essere – disse lui a voce bassissima, tanto che la ragazza non lo sentì. “Un miracolo…Una voce…”

Tornò ad osservare la ragazza accanto a lui, che sembrava irradiare con la sua luce tutto il freddo ambiente di quel ristorante, illuminando anche lui. Si sentì sorpreso, nessuno aveva mai mostrato tanta felicità per qualcosa che riguardava lui soltanto…Certo si era felici quando si vinceva, ma qui non si trattava di Beyblade, ma di lui.

Non seppe spiegarsi il perché, ma l’idea che quegli occhi fossero così per lui, lo smarrì leggermente. Non gli piaceva essere troppo al centro dell’attenzione, non sopportava che gli altri si preoccupassero per lui, odiava essere compatito. Anche se lei più di ogni altro non lo aveva compatito, anzi lo aveva attaccato.

Si allontanò lentamente dalla ragazza, prendendo la cartellina dal tavolino. Lei intanto cercò di rasserenare un po’ la conversazione, anche se non ci riuscì molto…Lui era altrove.

- Beh a questo punto eviterai il problema con Takao? -

Spostò l’attenzione sulla ragazza – Non sono fatti tuoi – Poteva accettare che per una volta si fosse dimostrata leale verso di lui, ma addirittura che gli desse dei consigli no! Dopotutto lui era Kai Hiwatari…Si stava di nuovo chiudendo dietro il suo muro di ghiaccio, non sapeva nemmeno lui il perché, forse perché in fondo amava la solitudine, la voleva a tal punto da esserne dipendente. Come un uomo costretto a vivere per anni nell’oscurità che all’improvviso viene messo in contatto con il Sole. La luce è meglio della fredda oscurità, eppure l’uomo preferisce tornare indietro, per paura dell’ignoto.

Lei lo fissò per alcuni istanti, decisa più che mai a farlo nuovamente sorridere. Dio quanto aveva amato quel leggero movimento delle sue labbra, e la cosa ancor più bella è che era stato per lei.

- Dopo questa potrai sicuramente tornare a combattere con molta più tenacia…A quanto mi ha detto Takao Samantha si era leggermente stupita dopo averti visto combattere…Anche Axel penso che non veda l’ora di battersi contro la tua squadra, mi ha detto che vi consider… - il fiato le si spense, mentre vide gli occhi di Kai riaccendersi di una luce che non credeva potesse possedere.

Che aveva detto di male? Cercò di fare mente locale, mentre il cuore prese a correre instancabilmente e lo stomaco le si strinse facendole male.

Kai al solo sentire quel nome si incendiò come se Dranzer avesse ripreso a bruciare piena di energia. Axel…Se c’era qualcuno che non poteva sopportare era quel tipo e la sua squadra di patetici amici. La parlata con Rei aveva messo a voce ciò che lui pensava da una settimana oramai. Quella squadra era falsa, non sapeva se il loro era uno stratagemma per arrivare alla vittoria, ma l’odio che nutriva per loro era istintivo. Il pensiero che poi Crystal si fosse avvicinata a loro lo turbava molto. Ma non solo lei…Takao sembrava aver perso l’intelletto, Max era cambiato, e a detta di Rei anche Mao non era più la stessa…Ma Axel che centrava? Improvvisamente l’immagine di qualche sera prima gli si rivelò per tutta la sua tagliente verità, emergendo dal folto dei suoi ricordi come un incubo represso. Era notte, ed in sella a Fiamma aveva potuto scorgere Hilary ed Axel abbracciarsi dolcemente. Se già quel ragazzo non gli piaceva, ora lo trovava oltremodo irritante. Non centrava la brunetta in se per se, era proprio il concetto di falsità che emanava a disgustarlo.

All’improvviso un gran vociare spense i pensieri di entrambi. Kai si volse verso la porta, con una strana sensazione all’altezza dello stomaco, mentre Hilary lo precedeva fuori dalla porta.

 

- Da quanto siete qui, è una grande sorpresa – la voce di Takao era felice, piena di vita come al suo solito, mentre scrutava i cinque individui davanti a lui. Attorno a loro c’erano tutti i ragazzi; il sole era calato e dal momento che tutti avevano cenato fuori erano rientrati tardi, tanto che era quasi mezzanotte.

- In effetti avevamo pensato di raggiungervi a Los Angeles, poi Ming Ming ha insistito, Mystel moriva dalla voglia di vedere Helsinki così eccoci qui – disse Garland stringendo la mano di Takao entusiasta. Ora mentre osservava tutti quei ragazzi non potè evitare di sorridere; dovevano tutto a loro, la loro libertà, la loro felicità…

Gli occhi del capitano della ex-BEGA si posarono immediatamente sul principale motivo della sua venuta in Finlandia, Yuri Ivanov; a lui più di tutti doveva chiedere scusa, lo aveva ferito, messo in coma e rischiato di ucciderlo, senza neanche chiedersi il perché. Avrebbe tanto voluto scusarsi prima, ma un po’ per vergogna e un po’ per impegni obbligatori aveva sempre rinunciato; aveva dovuto occuparsi di Brooklyn, che dopo la fine della Justice Five era rimasto fortemente scosso e mettere in chiaro alcuni concetti con se stesso e con la sua famiglia…

Ora era lì, davanti al russo a cui doveva solo dire una cosa, una parola difficilissima da pronunciare, ma che se non diceva non avrebbe più potuto guardarsi allo specchio: perdonami.   

Garland attorniato da tutti gli altri, si staccò lentamente dal gruppo, dirigendosi verso l’esile figura del russo che si era tenuto in disparte insieme a Boris, osservando il tutto con occhi distanti e un’espressione di puro orrore. Serrò i pugni sempre più forte mentre il ragazzo si avvicinava. Non voleva vederlo, non voleva sentirlo, non voleva avere niente da spartire con quell’essere. Un ignavo che si era lasciato trasportare dalla folle scia di quel pazzo di Vorcof, Garland da lui non avrebbe ottenuto niente.

Tutti osservarono la scena con ansia; sapevano quanto il russo avesse dovuto subire per colpa di Garland, lo aveva mandato in coma, e per le prime settimane le sue condizioni erano state critiche, era più che comprensibile che Yuri non fosse pronto, eppure se è vero che il perdono è l’arma dei forti allora si sarebbe risolto tutto per il meglio…

- Yuri – iniziò Garland quando si trovò davanti al rosso guardandolo fisso negli occhi – Se c’è una persona a cui devo chiedere perdono, quella sei tu. Sono mortificato per quello che ti ho fatto – chinò rispettosamente il capo facendo così un leggero inchino davanti a Yuri, che lo osservava con assoluta freddezza. Takao e gli altri sgranarono gli occhi; nessuna reazione, nessun segno di perdono, niente.

- Non ho intenzione di perdonarti, come si può anche solo immaginare di perdonare uno come te! Hai venduto la tua anima a quell’uomo senza neanche chiederti cosa si celasse dietro il progetto della sua BEGA! – con queste fredde e crudeli parole si voltò facendo per tornare indietro, seguito dagli sguardi delusi di tutti, e dalle lacrime silenziose di Garland. Hilary chinò il capo abbattuta, mentre Kai osservò la schiena del proprio capitano allontanarsi; aveva esagerato.

- Fermo dove sei! – Yuri si bloccò sentendosi quasi morire quando quella voce lo raggiunse all’imboccatura delle scale. Julia lo raggiunse mettendosi fra lui e Garland. Gli occhi della spagnola erano ardenti, e le sue iridi verde dorato risplendevano come una fiamma pronta a divorare e sciogliere il freddo ghiaccio di Ivanov.

- E perché dovrei? Non ho altro da dire –

- Invece sì! Ma come puoi essere così insensibile, non capisci cosa ha dovuto sopportare questo ragazzo per essere qui? Ha sconfitto il suo onore, ha riconosciuto il suo sbaglio e ti è venuto a chiedere perdono. Per quale motivo non lo accetti? – Ma che diavolo poteva saperne lei di come si sentiva in quel momento, lui aveva sbagliato e non si perdona chi sbaglia!

- Non si può perdonare un atto simile, inoltre ti consiglio di farti i fatti tuoi – così posò una mano sul pomello della scala e fece per fare il primo gradino.

- Ti sbagli – disse Julia in un soffio lasciando tutti sorpresi, perfino Garland che si era rialzato.

Yuri stavolta si volse sorpreso verso la ragazza, rabbrividendo alla vista dei suoi occhi. Un brivido gli corse rapido lungo la schiena. Ma perché la sola tenacia di quella spagnola lo metteva in crisi?

- Noi con te l’abbiamo fatto -

Il silenzio piombò su tutta la stanza.

- Prego? – Yuri le si avvicinò con fare minaccioso, ma lei non si ritrasse.

- Noi abbiamo perdonato i membri della Borg dopo il primo campionato mondiale, vi abbiamo perdonato per quando avevate rubato i bit-power delle squadre avversarie, Max non serba più rancore per quando lo avete attaccato in mezzo alla neve…Se noi vi abbiamo perdonato, perché tu non lo puoi fare? –

Hilary osservò ammirata l’amica. “Sei grande Julia…Hai ragione, solo quando si ama si è disposti a fare di tutto per l’altro, e tu vuoi fargli capire che sta sbagliando”

Yuri rimase ad osservarla mentre il sangue gli ribolliva nelle vene, e lo stomaco gli si stringeva in una morsa insolitamente dolce e dolorosa. Il dolore dell’evidenza e la dolcezza della verità. Aveva ragione lei.

Sconfitto, annientato, da una ragazza poi; il freddo Yuri Ivanov era stato messo con le spalle al muro, ed era bastata una semplice giovane dal carattere irruente a lasciarlo senza parole, nudo di fronte alla cruda realtà.

Era vero, loro lo avevano perdonato, non gli riservavano alcun rancore, lo avevano accettato e assistito durante il suo ricovero. E lui? In fondo anche Garland era stato una vittima di Vorcof, esattamente come il russo. Non erano poi così diversi; se per tanto tempo si era difeso dietro la convinzione che loro due fossero due creature opposte, ora una sola frase di quella ragazza aveva abbattuto le sue difese. “Ma come fai?”

Osservò ancora Julia, cercando in tutti i modi di entrare in quello sguardo, che in quel momento sembrava dirgli solo una cosa “Perdono

La ragazza aveva vinto.

Ivanov chinò piano il capo, dispiegando un regale sorriso su quelle belle labbra che spiccavano sulla pelle diafana; superò lentamente Julia tornando a piazzarsi di fronte a Garland, che lo osservava speranzoso.

Ora toccava a lui, in fondo anche il russo aveva qualcosa da scontare, e qualcuno a cui chiedere indirettamente scusa.

- Ha ragione – Gli tese la mano, combattendo furiosamente contro il proprio onore e sorprendendo tutti.

Garland senza esitare la strinse forte, sorridendo come un bambino nel poter vedere gli occhi del rosso finalmente splendere di una luce benefica.

Si abbracciarono come due nuovi amici, trovando in entrambi qualcosa di simile a loro.

- Grazie Yuri - disse Garland che ora poteva nuovamente guardarsi allo specchio.

- Di nulla – Anche il russo si sentiva insolitamente bene; era strano come il poter dare felicità agli altri fosse gratificante. Si sentiva leggero come non lo era mai stato.

“Grazie Julia”

 

- Su Brooklyn adesso tocca a te – gli sussurrò Ming Ming avvicinandosi all’amico

L’ex signore delle tenebre trasse un lungo respiro. Si volse seguito da tutti gli altri verso Kai, che era rimasto di lato accanto ad Hilary. Il momento della verità.

Hilary capì all’istante, si volse verso Kai osservandone i lineamenti delicati e decisi. Lo avrebbe perdonato?

Il ragazzo della ex BEGA si avvicinò a Kai mentre questo probabilmente non aspettava altro.

“Noi siamo amici Kai…Amici…AmiciAmici!”

Possibile che quelle due avessero sempre ragione? Anche le parole di Hilary per quanto odiose rispecchiavano la realtà. Brooklyn non era cattivo e questo Kai poteva leggerlo nei suoi occhi azzurri, limpidi come il cielo più sereno. Non c’erano tenebre nel suo cuore. Non era un santo certo, ma in fondo neanche lui poteva definirsi tale. Se in quel gruppo c’era qualcuno che aveva più volte sbagliato e tradito quello era proprio lui, ma ovviamente non lo avrebbe mai ammesso a voce alta.

“Beh, oggi siamo proprio sulla strada del buon Samaritano…Ma solo per oggi” così dicendo strinse deciso la mano che il ragazzo gli aveva timidamente posto.

E così all’alba della prima ora del nuovo giorno insieme ad una nuova giornata si erano suggellate anche due nuove amicizie.

“Tutti hanno diritto ad una seconda possibilità, per quanto possa sembrare impossibile. Errare è umano, piangersi addosso e murarsi dietro assurde convinzioni è peggio”

Hai ragione Julia” pensò Hilary guardando in silenzio Kai e Brooklyn attorniati dagli altri e credendo di avere la spagnola a pochi centimetri da suo orecchio. Ma Julia era distante ed in silenzio.

 

 

Termina così la sezione legata alla Finlandia…Cosa succederà una volta arrivati a Los Angeles…Gli Scudi Sacri riusciranno a scoprire grazie all’aiuto di Crystal il nome del Custode? Quale sarà la prossima mossa degli Obscuras? E sopratutto come si evolveranno i sentimenti dei nostri ragazzi?

 

Spazio del lettore:

 

Lexy90: Hai perfettamente ragione tesoro^^ Hilary ha fatto bene, anche perché diciamocelo, al nostro Kai spesso le cose bisogna urlargliele con foga e decisione, altrimenti non capisce! Per quanto riguarda Axel and Co. sono felice che ti urtino, perché significa che l’idea che sto cercando di dare di loro ha successo^^ Mi fa sempre un immenso piacere ricevere i tuoi commenti, mi segui dal primissimo capitolo e non ti sei mai persa un capitolo, grazie mille sei gentilissima. Spero con tutto il cuore che la storia continui a piacerti^^ Baciuzzi Avly

 

Pierina: Carissima, non so cosa dire, grazie! (In realtà non lo dice, ma è diventata tipo pomodoro nd Kai) (Argh! Nd Avly) sì in effetti è vero, i tuoi complimenti mi hanno risollevato nel puro senso della parola^^ Non sempre le giornate sono rosee, ma è incredibile come delle parole riescano a far splendere l’animo^^ Pienamente d’accordo con te, Crystal è un personaggio imprevedibile, non la si può inquadrare in uno schema fisso, e spero possa riuscire ancora a sorprenderti^^Mi spiace se pensavi che si sarebbe arrivati subito a Los Angeles, ma non temere: cercherò di non lasciar trascorrere così tanto tempo tra un capitolo e l’altro come per questo^^ Spero che anche questo capitolo ti piaccia, e spero ovviamente di ricevere una tua opinione anche su questo^^ Baciuzzi Avly

 

Lirinuccia: Ahi tesoro, come ti capisco! Lo studio è una brutta bestia, un muro che ci impedisce di avvicinarci al computer! Grazie per i tuoi complimenti, sei un tesoro^^

Passando ai personaggi: sono contenta che il lato crudele di Axel ti attiri, in effetti di lui deve uscire proprio la cattiveria, altrimenti che Demone della Malvagità sarebbe? Per quanto riguarda la cara Crystal non buttarti giù, lei non si arrende, la sua tenacia magari la porta a sbagliare, ma non è un personaggio che rimane passivo! Spero che riesca a sorprenderti! E il nostro Takao? L’amur rende ciechi! Grazie mille tesoro per la tua continua presenza, il tuo appoggio mi è indispensabile, e mi rende felicissima sapere che trovi sempre un momentino per commentare la mia storia nonostante la grande mole di studio che hai. Ah finalmente ci sto capendo qualcosa!! Mi sono letta i primi tre manga di Death Note (eh sì me li hai fatti comprare! Mi sto indrippando^^) Baciuzzi Avly

 

Pich_91: Oh mia maestra, spero che il capitolo sia decisamente migliore dell’ultimo…Per la verità nemmeno questo mi ha particolarmente soddisfatta, forse perché ho una tale voglia di arrivare a Los Angeles che non riesco a far bene i capitoli immediatamente precedenti…Beh speriamo che non sia un completo disastro^^ I puntini di sospensione dovrebbero essere stati tutti corretti (almeno spero). Sono felice che i pensieri di Yuri ti siano piaciuti…Ho cercato di esprimere al meglio le emozioni contrastanti del russo, come del resto in questo capitolo ho cercato di fare la stessa cosa con Crystal ed Hilary^^ E il caro Boris? Lui è mitico! In questo capitolo non ha avuto una parte molto evidente, ma quelle poche cose che ha detto mi sono rimaste impresse nella mente. Consapevole di quanto ti piaccia Boris, mi auguro di riuscire a creare un russo dagli occhi smeraldini degno delle tue aspettative! Anche se ancora non ha dato il meglio di sé^^ Spero che continuerai a seguirmi^^ Baciuzzi Avly

 

Dark_Angel91: Cicci, grazie per il tuo immancabile commento^^ Oramai mi stai viziando, e spero con tutto il cuore di potermi ancora meritare i tuoi pensieri^^Anche qui sono perfettamente d’accordo…Hilary deve tirare fuori il coraggio, anche perché siamo sinceri: lei è così! Non è una bambina che piange ininterrottamente, lei è fuoco, passione e sensibilità^^ Grazie infinite per le tue parole e spero che anche questo capitolo ti piaccia^^ Baciuzzi Avly

 

Cherry_88: oh ** ma è meraviglioso ricevere recensioni da volti nuovi^^ Grazie mille, sono contenta che questi capitoli ti siano piaciuti, e mi auguro che anche questo sia all’altezza. Per quello che riguarda Kai e la moto…In effetti l’idea di un Kai in tuta da moto nera, in pelle, con un casco integrale su una moto nera dal design accattivante è una cosa da sbavare, ma tutto ha un senso, e chissà che non ci ripensi^^ Grazie infinite e spero di ricevere ancora il tuo parere^^ Baciuzzi Avly

 

Kamy: amorino mio^^ grazie con tutto il cuore! Ti sei sorbita 10 capitoli in così poco tempo?O.o sei mitica^^ Spero che anche questo capitolo ti piaccia e ti soddisfi. La calcolatrice Samantha si è appena scontrata con sentimenti per lei sconosciuti, l’amore e l’amicizia, mentre Axel non perdo un colpo e sinceramente nemmeno io oso immaginare fino a che punto potrebbe spingersi^^ Attendo con ansia il seguito della tua ff ed il tuo parere su questo capitolo^^Baciuzzi Avly

 

Lenn Chan: Cicci un baciuzzo enorme per aver commentato^^ Mi riempie sempre d’orgoglio ricevere il tuo parere, e non solo perché sei una delle mie autrici preferite^^ Qui abbiamo visto una Hilary che si fa sentire e un Axel che passa all’attacco in maniera infida e subdola. Adoro quando i cattivi fanno i bastardi! E anche la cara Crystal si fa sentire^^ Beh che dire di più? Spero con tutto il cuore che anche questo capitolo sia di tuo gradimento! Baciuzzi Avly  

 

Helens: Alla mia mitica, eccezionale amica…Grazie per tutto sei fantastica^^

 

Un baciuzzo a tutti coloro che hanno messo “I cavalieri dei Sette Regni fra le seguite e/o preferite^^ Grazie mille^^

Un grazie anche a tutte le persone che hanno letto ed apprezzato la seconda parte di “Ad un passo” con la sezione dedicata alle Falene^^

Grazie anche solo chi legge^^

 

Only for you my friends, Avly

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Capitolo 12
*** La Mossa della Torre e le mura dei sentimenti ***


Tic tac, un suono che si ripeteva ininterrottamente da ore, che risuonava come una cantilena ossessiva nella sua mente

Eccomi di ritorno^^ Finalmente grazie a questa settimana di Carnevale posso posare il nuovo capitolo dei Cavalieri…(e non solo^^ vi aspetta un doppio aggiornamento sia dei Cavalieri sia delle Falene^^) (Noooo nd Boris in procinto di accoltellarmi)…-;- Comunque dicevo: siamo entrati nella seconda parte, e spero vivamente che vi possa piacere. Un ringraziamento speciale a tutte le persone che mi hanno seguito e che mi auguro continueranno a farlo^^

Buona lettura! 

La mossa della Torre e le mura dei sentimenti

 

Tic tac. Un suono che si ripeteva ininterrottamente da ore, che risuonava come una cantilena ossessiva nella sua mente. Scandiva i battiti del suo cuore e dei suoi pensieri, facendoli oscillare davanti ai suoi occhi aperti, fissi ad osservare il buio. Tic, tac.

Era inevitabile non riflettere, non lasciarsi trascinare da questo ritmo ripetitivo e ricordare avvenimenti ed emozioni ancor più ripetitive.

Si sentiva stanca, non aveva fatto nulla che potesse averla affaticata, ma percepiva il corpo pesante e la testa troppo affollata da pensieri per potersi addormentare. “Tanto tra meno di un’ora ci dobbiamo alzare per andare all’aeroporto” Un sospiro, anzi due…Tic, tac.

“Non so più cosa pensare” Le sembrava di trovarsi in un lungo tunnel, dove la luce non si raggiungeva mai e dove le tenebre si facevano sempre più insistenti. “Kai”

Era tutta la notte che ci pensava e ancora non riusciva a credere di aver parlato per più di tre minuti con il russo, di aver visto un lieve sorriso di soddisfazione sorvolare quelle labbra diafane; un sorriso che inizialmente aveva creduto fosse legato alla felicità dell’aver scoperto che non rischiava una paralisi alla colonna vertebrale, ma che poi con più razionalità aveva intuito trattarsi semplicemente di un sorriso derisorio. Si era preso gioco di lei, godendo dell’averla scoperta mentre cercava informazioni sul suo conto, soddisfacendosi dell’aver ottenuto una piccola vendetta per la discussione che avevano avuto nel parco.

“Ho fatto solo un gran casino…Volevo essere me stessa, ma ho finito per rovinare quel minimo di rapporto che avevo a fatica conquistato in questi quattro anni

La questione le pareva evidente, sembrava lampeggiare come una luce al neon di un’insegna in mezzo ad un vicolo buio. Aveva ottenuto ciò che aveva cercato di evitare. Kai per lei non provava nulla, né affetto, né tantomeno odio. Questa era la cosa che più di ogni altra le faceva male; l’indifferenza, il fatto che per lei non sentisse neanche rabbia. Se l’avesse odiata, almeno avrebbe associato il suo nome ad un qualche sentimento, invece niente. Polvere, come se lei fosse invisibile, insignificante, superflua. Uno sbuffo riempì la stanza, accompagnato sempre dall’oramai conosciuto ticchettio della sveglia.

- Hila? – Un lieve sussurro nella notte.

- Julia, ti ho svegliata? – Hilary si tirò a sedere – No, ma che hai? E’ da cinque ore che fissi ostinatamente il soffitto, che ha di così interessante? – Parlare con lei era in quel momento la sola cosa che la potesse far star bene. Parlarono sottovoce, per evitare di svegliare le altre.

Julia ascoltò in religioso silenzio il racconto dell’amica, che narrava gli avvenimenti degli ultimi giorni che tanto assalivano le mura della sua mente. Le sue parole parevano impregnate di tristezza, di una desolazione che raramente Julia aveva sentito addosso all’amica. Era quasi...Rassegnata.

- …Ed ad essere sincera non sono più sicura di me stessa – Julia a quella mezza frase si rizzò a sedere.

- Lo so che è egoistico da dire, ma per una volta non vorrei essere io a rincorrere il principe azzurro, ma vorrei essere io quella che viene trovata. Mi rendo perfettamente conto che è una cosa egoistica da parte mia, ma…Insomma, se Kai per me non prova nulla, io allora preferisco dimenticarlo e non correre dietro ad un amore impossibile! –

Julia si ritrovò a riflettere sulle parole dell’amica, arrivando però a leggere qualcos’altro in quelle sillabe; da una parte aveva ragione lei, se Kai per Hilary non nutriva nulla non si poteva fare niente e quindi l’idea di voltare pagina non era totalmente sbagliata, eppure…La spagnola era sempre stata una persona diffidente e purtroppo per lei vedeva prima il lato negativo delle persone. “Hai paura di perdere la guerra ancor prima di aver scoperto il tuo avversario…Kai è sicuramente una persona difficile, ma io non credo che chiudere immediatamente i battenti del tuo cuore servirà a tenerti lontana da quel ragazzo.” La sua amica amava Kai, solo in sua presenza Julia era riuscita a vedere gli occhi della brunetta risplendere di una luce luminosa quanto quella delle stelle…No ne era certa, Hilary si stava illudendo di riuscire a dimenticarlo, ma non si può cancellare da un momento all’altro il segno indelebile che Kai aveva scolpito sul cuore di Hilary. Dare e ricevere amore non è una cosa semplice, Hilary aveva attraversato dodici lunghi mesi nella speranza di rivederlo e in questo periodo non aveva mai smesso di amarlo, e nessuno si era mai frapposto fra lei e i suoi sentimenti per Kai…Nessun ostacolo.

“Axel” Julia si morse il labbro. Era forse lui il motivo di tanta indecisione? La sua amica credeva di poter trovare rifugio nelle parole facili e schifosamente dolci di quel ragazzo?

- Julia tu cosa ne pensi? -

La voce di Hilary riportò la spagnola alla realtà, riafferrandola con decisione e trascinandola con i pensieri sulla sua amica. Si alzò con un vago senso di acidità all’altezza dello stomaco, non riusciva a tollerare più l’odore ed il clima di quella stanza, si sentiva quasi sopraffatta, aveva bisogno di sciacquarsi il viso con l’acqua fredda.

- Vuoi la mia sincerità? Ebbene allora ti dico questo: io sono tua amica e ti sarò sempre vicina, ma non chiedermi di appoggiarti incondizionatamente. Io credo che tu stia solo cercando di nasconderti, ma dopotutto forse hai bisogno di capire ancora bene quello che vuoi. Rispetto la tua decisione, ma non la approvo fino in fondo – con queste parole si diresse decisa verso il bagno, ma prima di abbassare la maniglia in ottone si fermò un istante.

- Ah in ogni caso, sei davvero certa che in Axel troverai quello che non hai avuto la forza di cercare in Kai? – Con queste parole sparì dietro la porta del bagno, lasciando che l’oscurità riavvolgesse Hilary, lasciandola sola nel suo buio, accompagnata da quell’oramai rassicurante tic tac.

 

“Dannata impicciona, devo ricordarmi di inserire il tuo nome sulla mia lista nera personale

Illuminato timidamente dalla luce della luna, che pareva temere la sua vicinanza, Axel si diresse a passi leggeri e sinuosi fino al suo bey nero che riposava sul tavolo della sua camera insieme a quelli degli altri Obscuras. Lo fissò per alcuni istanti assorto. Perché diamine aveva reagito così?

 

“Non riesco a capire!” la voce telepatica di Ares attirò i suoi compagni che si girarono improvvisamente verso di lui. Il bel demone biondo cercando di non mostrare nulla con il volto, teneva premuta una mano sulla tasca della cintura nella quale era riposto il suo XVersum. Il ragazzo faticava a tenere il bey in tasca, ed il suo viso di stava lentamente contraendo in una smorfia. Fortunatamente i blaider erano totalmente presi dall’osservare la riappacificazione tra Kai e Brooklyn per accorgersi delle loro difficoltà.

Improvvisamente anche i bey di Axel, Astra e Samantha presero vita, cominciando a girare all’interno delle loro custodie, e bruciando come se stessero sprigionando tutta la loro potenza. I Demoni non seppero spiegarsi il perché; i loro bey avevano come reagito di fronte a quello che stava accadendo, come se agissero indipendentemente dalle volontà dei loro blaider.

“Axel che succede?” chiese Astra mentre cercava di tenere buono il suo Illusion premendo con forza le mani sul fianco sinistro.

“Non ne ho idea, andiamo in camera!” con queste parole lasciarono la hall dirigendosi velocemente al loro piano.

- Ora voglio sapere che cosa è successo! – sbottò irritata Samantha lasciando la presa sulla sua cinta, e dando così la possibilità a Mors di schizzare per la camera come se fosse impazzito.

Dopo qualche minuto i quattro bey si fermarono.

- Non mi piace, sembra come se si fossero voluti ribellare – commentò il Demone della Perversione

- Non l’avevano mai fatto – Astra era pensierosa, e si chinò a raccogliere il suo bey viola per poi osservarlo con attenzione.

- Non credete che la nostra influenza sul Potere stia venendo meno? –

- Non dire sciocchezze Astra! Hanno semplicemente reagito di fronte a quei nuovi blaider – realizzò il capitano riponendo Mors al suo posto.

- Allora evitiamo di stare loro vicino, sarebbe sconveniente per noi trovarci ancora in questa situazione – Ares mise fine alla discussione, anche se qualcuno non aveva ancora finito.

Il ragazzo dai capelli castani si volse verso la finestra, rivedendo nel suo riflesso i volti di quei cinque nuovi blaider. Chiuse gli occhi. “Altri cinque nomi sulla mia lista…Perdonami Cavaliere, ma devo dare loro la precedenza    

 

Sorrise. Forse Astra aveva ragione. Il loro controllo era venuto meno, ma tutto sommato non gli importava, anche perché presto quei cinque non sarebbero stati un problema…Aveva giusto trovato il sistema per far muovere quei nuovi pedoni secondo il proprio disegno di gioco. Cinque pezzi che avrebbero spianato la strada al Re Nero per fare scacco al Re Bianco, e neanche la candida Regina avrebbe potuto fermarlo. Non questa volta.

Tutto si stava svolgendo secondo i suoi piani, anche se…”Maledetta spagnola, evita di dare consigli e fatti più i fatti tuoi” Completamente assorto nella sua partita non si accorse subito che Astra gli si era avvicinata.

- Ho sentito uno strano influsso magico, non è che stai ancora giocando mio caro? – chiese la mora sedendosi sulle gambe del compagno e prendendo ad accarezzarsi sensualmente le corte ciocche castane.

- Ho mosso la Torre –

- Verso la Regina? Domanda sciocca. E’ evidente, ma mi chiedo solo…Che tipo di incantesimo stavi attuando? –

Lui per risposta le prese il mento avvicinandola al suo viso; le soffiò lentamente sulle labbra con fare provocante.

- Ho cercato di alleggerire i pensieri e le tensioni della mia Custode, e la sto lentamente facendo camminare verso di me -

- Maledettamente perfido, e poi dobbiamo dire che è stata una vera fortuna che alla nostra cara Crystal piacesse proprio lo stesso ragazzo che fa battere il cuore della Custode –

- Le meravigliose coincidenze della vita umana – disse il giovane intrappolando la ragazza nella sua morsa e depositandole un morso sulla clavicola.

 

Mancavano poche ore alla partenza, ed i Neoborg completamente immersi nel buio finivano di preparare le valigie, anche se in realtà tentavano solo di occupare il tempo per evitare di dover parlare l’uno con l’altro.

Era un po’ il loro freddo modo di salutare quella terra, che nonostante tutto gli piaceva, un po’ perché ricordava la loro città natale, ma anche perché differentemente da Mosca ispirava un’aria magica e sovrannaturale inimitabile.

Tuttavia per quanto silenziosi, i loro pensieri si agitavano furiosi nelle loro menti, lottando all’interno dei loro crani e cercando di scontrarsi con quelli degli altri. E l’argomento poteva essere solo uno, Crystal.

- E’ arrabbiata per lo shampoo! Caspita doveva essere ad estratti d’oro! – ad un tratto Yuri non riuscì più a trattenersi; lui era fatto così, non riusciva a non dire quello che pensava, non se si trattava di sua sorella; ragazza che per l’appunto non si trovava nemmeno in camera con loro, visto che aveva deciso di trascorrere la sua ultima notte finlandese con Samantha e Astra.

Il capitano della Neoborg era furioso, non riusciva a capire il perché dello strano comportamento della sorella, ed ancor più lo irritava il fatto che Boris non si degnasse minimamente di dargli una spiegazione.

Il continuo mutismo del compagno irritò ulteriormente il rosso, che sotto lo sguardo segretamente vigile di Kai, afferrò Boris con forza per un braccio e piantò i suoi occhi gelidi in quelli smeraldo di lui. – Allora mi spieghi che le passa per la testa! – lo strattonò con violenza, senza importarsi se qualcuno l’avrebbe potuto sentire. Il falborgblaider dal canto suo non emise un gemito, rimase lì ad osservare con sguardo neutro il suo compagno di stanza, intimandogli con gli occhi di lasciarlo andare.

- Lasciami Yuri – un ordine dal suo tono di voce, un avvertimento che se detto da Boris Huzenstof andava preso sul serio; ma anche Yuri Ivanov non era da meno. Strinse la presa sul suo braccio. “La verità!”

- Lascialo Yuri – un braccio inaspettato di Kai si posò fra i due dividendoli, e facendo rientrare i pensieri di ognuno nelle rispettive teste.

Boris riprese a preparare la valigia senza neanche degnare di uno sguardo Kai.

Infilò i vestiti nel borsone con rabbia, accartocciandoli come se fossero fogli di carta e spingendoli con forza anche se era evidente che così non avrebbe mai chiuso la cerniera lampo della borsa. Prese a pugni gli indumenti per farli entrare, ma in realtà aveva solo trovato un patetico modo per consolare la sua rabbia. Rabbia, frustrazione, voglia di urlare, di distruggere…Era un miscuglio di sofferenza e voglia di sfogarsi che gli impregnavano le vene e gli offuscavano la razionalità. Non riusciva a togliersi quella sensazione, ma forse sarebbe meglio dire che non voleva perderla; anche perché se avesse smesso di odiare Yuri, Kai, gli Obscuras e Crystal, che cosa gli sarebbe rimasto?

 

Il sole volgeva alla sua ultima fermata quando i ragazzi atterrarono nella caotica Los Angeles; era una giornata abbastanza soleggiata, anche se delle nuvole poco rassicuranti li minacciavano costantemente ogni minuto.

Il viaggio era stato piacevole, e per Hilary si era trattato di un momento di puro rilassamento; lei con Takao e Daichi era salita sull’aereo insieme agli Obscuras fatta eccezione per Ares che invece era andato con Mao e i Baihutzu. La brunetta aveva decisamente evitato di rimanere sola ad osservare il finestrino, anche perché conoscendosi sapeva che se si fosse messa a contemplare il cielo azzurro, ogni sfumatura ed ogni singola nuvola le avrebbero rimembrato la figura di Kai, e lei voleva evitare di pensare a lui…Ma era più facile a dirsi che a farsi.

Fortunatamente la continua compagnia di Axel l’aveva rasserenata; aveva avuto la possibilità di conoscerlo meglio, di poter apprezzare molti tratti del suo carattere che prima ignorava. Il ragazzo era riuscito ad alleggerire le sue preoccupazioni e a farle passare una piacevole giornata, come quella volta in Finlandia. Forse per una volta Julia si era sbagliata; Axel le voleva bene, sapeva ascoltarla, capirla, cosa che Kai non aveva mai fatto…Anche perché non gli importava. “Insomma è così difficile dimenticare un asociale come Kai quando accanto a me c’è una persona così speciale e gentile?”

Forse era vero; dimenticare è difficile, ma era davvero questo che Hilary voleva? Realtà o illusione, non lo sapeva, ma al momento non le importava.

 

Il loro pullman giunse dopo un lungo tragitto fino al lussuoso Hotel Peninsula Beverly Hills, proprio sul Little Santa Monica Boulevard, nel cuore dell’affascinante Beverly Hills. Non appena dai loro finestrini riuscirono a scorgere la meravigliosa struttura che si trovava dinanzi ai loro occhi, Daichi irruppe con la frase “Ma siamo sicuri che non abbiamo sbagliato pullman?”

In effetti quel pensiero colpì più o meno tutti, ma per loro fortuna non c’era stato nessun errore; quel piccolo Paradiso era per loro.

Hilary rimase incantata per parecchi minuti, immobile dinanzi a tanta meraviglia: un elegante edificio color crema si era manifestato davanti a loro, accerchiato da un curato giardino che abbracciava il raffinato edificio legandosi perfettamente con il color crema della muratura. La bandiera americana sventolava come per salutarli sul tetto dell’Hotel, mentre i raggi dell’ultimo tramonto la sfioravano delicatamente.

Ancora intontiti i ragazzi scesero dal mezzo e dopo che loro valigie furono prese diligentemente dal personale addetto, i blaider entrarono scortati dal presidente Daitenji all’interno della hall, anche se c’era chi si sarebbe accontentato della vista esterna.

Se possibile l’interno li lasciò senza fiato. “Dovrò ricordarmi di non distruggere questo posto una volta completata la missione” pensò Samantha mentre si stringeva sempre di più fra le braccia di Takao.

L’elegante e preziosa mobilia risplendeva come un diamante davanti a loro, facendo luccicare gli occhi delle ragazze che non credevano a quello che stavano vedendo.

- Allora ragazzi riprendetevi – il sorriso del presidente non servì a molto, ma per lo meno qualcuno si risvegliò dal suo stato contemplativo.

- New Europa, Scudi Sacri e BEGA al quarto piano, seguite quei due signori là in fondo – disse il presidente indicando due scultorei addetti.

- All Stars e Baihutzu al quinto, mentre le ragazze e i BBA al sesto –

Infine osservando le due squadre rimanenti – Neoborg e Obscuras all’ultimo

Kai per poco non storse il viso in una smorfia di orrore “piuttosto dormo fuori”. All’improvviso si accorse di avere puntati su di sé gli occhi smeraldini di Axel e non si fece problemi a lanciargli un’occhiata torva. Probabilmente aveva ragione Rei quando diceva che era troppo diffidente, ma con quei blaider la prudenza non era mai troppa, e lo stesso cinese ne aveva avuto la prova.

Senza degnare di uno sguardo gli Obscuras si volse verso Crystal che dietro di lui lo osservava stranita. Era lei ora quella di cui doveva occuparsi; lei che aveva erroneamente scelto di avvicinarsi a quei ragazzi. Nulla doveva frapporsi fra lui e la sua vittoria, e se Crystal minacciava la stabilità della squadra lui doveva intervenire; la sua mente razionale si diede questa spiegazione, ma in realtà riteneva la giovane Ivanov una piccola sorella e vederla con gli Obscuras gli faceva salire il sangue al cervello. Quando poi posò lo sguardo poco più a destra si ritrovò a guardare Hilary che a fatica cercava di trascinare la sua valigia. “Bell’amico che sei Daichi, potresti almeno aiutare!” Istintivamente si pose una mano alla fronte. Amici. Ancora quella parola, pronunciata sempre dalla stessa persona con la medesima convinzione della sera prima.

- Andiamo Crystal – detto questo afferrò il braccio della rossa, trascinandola con sé per le scale; prima si allontanavano dagli Obscuras prima il suo stomaco avrebbe smesso di contorcersi.

“Oh Kai…Crystal” pensò affranta Hilary mentre realizzava il più concreto dei suoi dubbi…

 

Se è vero che le cose non accadono mai senza motivo, allora cosa succederebbe se qualcuno cercasse di decidere per il proprio tornaconto il corso degli eventi? Come in una partita a scacchi: il Re Nero, insieme alla Regina, al Cavallo e all’Alfiere si preparava all’offensiva, aiutati anche da una piccola Torre Bianca, che ancora non aveva capito di essere una loro pedina. Il primo nero è mosso, un singolo pedone puntato contro gli insignificanti pedoni Bianchi. La prima mossa.

 

- Bene Signore e Signori, tra poco dal tabellone alle vostre spalle usciranno le immagini delle prime due squadre che tra pochi minuti daranno il via alla seconda tappa del torneo di Beyblade! -

Il pubblico in un insieme di urla e gridi emozionati sollevarono il capo verso il grande tabellone ultrapiatto dal quale si evinceva che il sorteggio era in atto.

Le otto squadre si trovavano su otto diverse pedane al centro dello stadio e attendevano con ansia il risultato, anche se per alcuni il sorteggio era un libro aperto…Scritto da loro stessi.

“Contro gli Obscuras” pregò Rei senza perdersi un movimento di Mao, che però pareva avere occhi solo per il suo “ragazzo” biondo sulla pedana nera.

“Non contro gli Scudi Sacri” Max si volse verso Mariam sulla pedana color avorio cercando i suoi occhi, ma invano. Oramai ci aveva rinunciato, anche perché lei era stata chiarissima: non doveva più avvicinarsi a lei. A malincuore aveva accettato.

“Contro gli Obscuras” tutti e tre ragazzi della Neoborg per una volta furono concordi.

“Mi spiace Cavaliere, ma devo dare la precedenza agli inetti, ma non preoccuparti l’attesa renderà più gustoso il momento della tua disfatta. Tuo e dei tuoi altrettanto insulsi compagni Cavalieri”Axel lanciò un sorriso rassicurante ad Hilary che sedeva in tribuna.

“Nunc!” Astra decretò gli sfidanti, fu lei a scegliere a chi assegnare la prima mossa…La mora alzò lo sguardo ricercando la sua vittima. “Ora tocca a noi due…Preparati a soccombere

 

- Bene la sorte ha deciso! – l’urlo di Djman come della legna secca riaccese le fiamme ed il pubblico si rianimò ancora più strenuamente di prima.

Mariam alzando il capo sentì di morire. Doveva aspettarselo. Guardò Max per un istante; un unico e meraviglioso istante, in cui i loro occhi finalmente si rincontrarono, un secondo in cui furono uno dentro l’altra uniti da un filo per troppo tempo ignorato.  

Obscuras VS Scudi Sacri

 

- Maledizione! Ci hanno giocato – gridò Dunga non appena furono entrati nello spogliatoio.

- Forse credono di avere la situazione sotto controllo – ipotizzò Jessie mentre osservava preoccupato la sorella.

La ragazza nonostante in un primo momento fosse rimasta scioccata, ora si era ripresa, rindossando la sua maschera di freddezza ed impassibilità. Strinse i pugni. “Non mi fermerò, vi batterò e mi riprenderò Max –

La sua convinzione era incrollabile ed il suo spirito inflessibile; per una volta sapeva realmente cosa voleva, e quel qualcosa era Max. Non aveva mai desiderato nulla, ma vivere senza quegli occhi azzurri e quei capelli color dell’oro si era rivelato essere come vivere senza occhi o senza sensibilità. Anche in un momento critico come quello si ritrovò a pensare che nell’istante in cui aveva incrociato lo sguardo dell’americano si era sentita pronta ad affrontare un esercito di Demoni. Voleva vincere, e non per la missione…Ma per Max.

- Mariam ci sei?! – Jessie le sventolò irritato una mano davanti agli occhi per riportarla alla realtà.

La giovane annuì posando decisa come non mai le sue iridi verdi in quelle del suo capitano.

Ozuma fece un cenno d’assenso. – Andiamo Mariam, ora tocca a noi –

- E Crystal? -

Ozuma si volse verso il colosso della squadra.

- Ragazzi noi andiamo verso il campo, Mariam tu cerca Crystal…Ma deve essere sola – Mariam reagì immediatamente, voltandosi e sparendo dietro la porta.

 

Dei passi risuonavano lungo i corridoi, ma in questi movimenti Mariam aveva visto solo giornalisti e spettatori ritardatari…Ma nessuna ragazza dai corposi capelli rosso fuoco.

Ad un tratto però verso la fine dell’ultimo corridoio intravide una chioma fulva ed un vociare soffuso; accelerò.

Il cuore le batteva all’impazzata, correva spietato nel suo petto, costringendola a tenersi una mano all’altezza del torace. Il motivo era molto semplice: accanto a Crystal si stagliava l’unica figura capace di rendere la fredda Mariam vulnerabile e instabile.

- Ciao Mariam – la salutò Emily non appena la vide.

Max al sentire quel nome si voltò di scatto, anche se non avrebbe dovuto farlo. Lei era stata chiara: non doveva darle confidenza, ma il biondino non riusciva ad accettarlo. Le voleva bene, sentiva di dover scavare nelle profondità di quel volto duro e granitico, sentiva di voler arrivare a vedere ancora gli occhi verdi di quella ragazza. Mariam cercò di evitare di posare i suoi occhi sul giovane americano.

- Scusatemi, Crystal vorrei parlarti un secondo in privato se non ti spiace – disse quelle parole velocemente come se le avessero scottato la lingua, come se avesse paura di rimanere lì ancora per molto.

- Certo – Così la rossa seguì Mariam poco distante, senza che Max avesse potuto dirle ciò che in quel momento voleva che lei venisse a sapere: farò il tifo per te Mariam.”

 

- L’altra sera? -

- Esatto, ti ricordi per caso chi c’era in giardino? –

- Mh…Kai se non sbaglio, ma non capisco cosa ti possa importare –

- Lascia stare, ma ho bisogno di saperlo: c’era qualcun altro oltre a Kai? – Mariam stava per perdere la pazienza, erano cinque minuti buoni che quella ragazza evitava la risposta, girandoci attorno senza mai pronunciare un nome.

- …E comunque sì lo so, ma non ho alcuna intenzione di dirtelo, anzi facciamo così, se riesci a battere Axel e compagni ti prometto che te lo dirò – la rossa dispiegò un sorriso finto e stonato come a voler ribadire la sfida.

“Da lei non otterrò niente, è totalmente soggiogata” Impassibile la blaider dello Squalo si voltò, allontanandosi velocemente e con la testa alta da quella ragazza, che per tutta risposta proruppe in una risata che a parer di Mariam non aveva nulla da invidiare a quelle degli Obscuras.

“Vincerò”

 

- Tre! Due! Uno…Pronti Lancio! -

Otto beyblade schizzarono come furie sul beyblade Stadium messo a punto per la sfida: un’elegante raffigurazione di Beverly Hills comprendente persino l’Hotel in cui alloggiavano al momento.

Questa sfida era iniziata nel modo più inconsueto; infatti gli Obscuras stupendo tutti, avevano chiesto di poter disputare una sfida completa, quindi quattro contro quattro, dando come giustificazione il voler regalare agli americani che li ospitavano un match combattuto ed intenso.

- Credete davvero di essere così forti Demoni? – chiese Ozuma lanciando Leopard all’inseguimento di Mors.

Il bey nero e verde di Ozuma però mancò l’assalto visto che l’avversaria fece spostare immediatamente la direzione del suo bey.

- Certo, ed ora velo dimostreremo! – osservò compiaciuto Ares mentre continuava ad attaccare Gorilla senza dargli un attimo di respiro. Lo scontro era impari, e di questo gli Obscuras ne erano a conoscenza; il loro misterioso Potere gli dava la possibilità di prevedere gli attacchi ed inoltre rendeva la loro potenza offensiva dieci volte più efficace. Dovevano però affrettarsi, non potevano lasciare che il Potere cercasse nuovamente di ribellarsi; dal’altro canto non potevano neppure finirli senza difficoltà, anche perché a quel punto avrebbero ricevuto troppe attenzioni. Dovevano muoversi adagio lungo la scacchiera, ma il Re aveva già programmato tutto.

“Allora abbiamo giocato a sufficienza?” chiese telepaticamente ai suoi compagni dopo quasi mezz’ora dall’inizio dell’incontro.

“Vai, ma mi raccomando…Non andarci pesante, ci tengo al mio bel faccino” Samantha gli scoccò un sorriso, dopodiché si rivolse agli Scudi Sacri in evidente difficoltà.

- Credevate che il semplice fatto che siamo tutti e otto Guardiani significasse che siamo alla pari in quanto a poteri? -

Mariam si volse verso Illusion senza smettere di incitare Squalo. Non voleva minimamente ascoltare le parole di quella maledetta.

- Noi siamo Guardiani, quindi abbiamo le vostre stesse possibilità! – urlò Dunga tentando di assestare un attacco a XVersum, ma invano.

Ares sorrise lasciando che i suoi setosi capelli platinati fluttuassero come polvere dorata. – Poveri sciocchi, noi non siamo come voi, ed ora ve ne accorgerete! –

- Attacca Squalo! – il bey di Mariam saettò come una furia su Illusion, mettendolo alle strette. La giovane degli Scudi Sacri trafisse con lo sguardo la sua nemica. Nemica perché Demone, avversaria perché voleva la distruzione e la disfatta dei Cavalieri, rivale perché aveva cercato di portarle via Max…Il suo Max. 

- Che intendi? – Ozuma ora cominciava a preoccuparsi.

Fu Axel a parlare, e le sue parole furano come una sentenza definitiva, una dichiarazione mortale, la chiamata per l’Inferno.

- Tranquilli, ci prenderemo cura noi dei vostri piccoli Cavalieri, li tratteremo con gli onori che meritano. E mi assicurerò personalmente che la nostra Custode venga trattata nel modo migliore – Axel si compiacque estremamente nell’osservare i volti terrorizzati dei suoi avversari. Lo eccitava intravvedere la paura negli occhi dei suoi nemici, loro lo dovevano temere, tutti dovevano temere il suo nome…Tutti.

- Ci prenderemo cura noi di Hilary state tranquilli… - Astra sussurrò quelle poche parole indirizzandole specialmente a Mariam, godendo nel leggere finalmente la paura nei suoi occhi.

Mariam sgranò gli occhi incredula. Le si raggelò il sangue. Hilary…Istintivamente si volse verso le tribune, dove scorse la brunetta che parlava con Takao. “Impossibile…Lei!” Era lei la Custode dei Portali, lei che era sempre stata presente nella vita dei BBA, lei la più insospettabile, l’unica che avrebbe escluso. Ma oramai era troppo tardi. Improvvisamente tutto le sembrò incredibilmente bello, lo stadio, la luce del sole coperto dalle nuvole, le grida del pubblico che di solito l’infastidivano, i volti delle persone. Era perché era giunta al capolinea? Era questa sensazione di dover abbandonare definitivamente i giochi a lasciarla senza più un briciolo di cattiveria e freddezza? Aveva sbagliato tutto, aveva fatto un colossale errore: non aveva voluto coinvolgere subito Takao e gli altri, aveva preferito tentare di salvarli a loro insaputa, e per raggiungere questo obbiettivo aveva trascurato la sola persona importante per lei. Lo stava per perdere…Non le importava di non poter più vedere la luce del Sole, ne avrebbe fatto volentieri a meno se questo avrebbe significato ridarle la sola e vera fonte di luce che possedeva…

- Buco Nero dell’Oblio! – disse Axel reclamando per sé il potere del suo bey oscuro, lasciando che una luce sinistra avvolgesse il centro dello stadio, ed impedendo così a tutti di poter vedere cosa stesse accadendo.

 

Mariam non seppe cosa accadde subito dopo quelle parole tanto brutte quanto dense di potere maligno, ma una cosa la ricorda perfettamente. Una voce l’aveva chiamata, un grido più forte degli altri si era levato per giungere solo a lei…Probabilmente era stata la voce della sua immaginazione a gridare, ma non le importava…Sorrise, cercando in un ultimo istante di scorgere quei due occhi color del cielo. Il suo cielo.

- Max…Ti a… - un sussurro, poi solo buio sopra e dentro di lei.

 

- Attenti! Mi dispiace! Mi dispiace…Scusatemi - Hilary si volse di scatto con il fiato corto e la fronte imperlata di sudore, cercando di capire chi avesse parlato. Ancora una volta nulla, o meglio nessuno. “Ma che succede? Chi ha parlato?”

A questo punto era sicura di non avere le visioni; non era stanca e non aveva la febbre, si sentiva meravigliosamente, ed altrettanto bene aveva sentito una voce, ma sembrava che l’avesse percepita solo lei. Intorno a lei infatti tutti cercavano di capire come fosse finito l’incontro fra gli Obscuras e gli Scudi Sacri.

Quella luce aveva reso impossibile vedere la fine della sfida, ma Hilary non si era distratta solo per via della voce; ancora una volta aveva sentito come se l’aria le fosse mancata improvvisamente, il suo respiro di era fatto irregolare e l’ossigeno pareva rarefatto. Erano stati istanti di panico, stava quasi per urlare, ma fortunatamente questa volta era durato solo pochi secondi.

Non aveva mai sofferto di attacchi di panico, e comunque non era logico che si rivelassero solo quando assisteva ad un incontro.

- Mariam! – l’urlo di Max la riscosse dai suoi pensieri, mentre finalmente la luce si diradò, lasciando che tutti potessero osservare con i propri occhi ciò che era realmente accaduto.

- Samantha! – Takao si alzò di scatto gridando con voce sofferente il nome della sua ragazza

- Ares! – Rei osservò Mao levarsi in piedi e scendere giù dalla scalinata come se fosse sotto l’effetto di un magnete.

- Astra! – Crystal chiamò il nome dell’amica seguendo a ruota Mao, mentre Boris la osservava lanciandole sguardi carichi d’odio.

Ad Hilary si raggelò il sangue a quella vista. Era orribile.

A terra giacevano immobili i quattro Scudi Sacri con accanto i loro bey fermi; i loro volti erano contratti in una smorfia di dolore, ed i loro vestiti erano laceri e strappati in più punti, mentre dall’altra parte del campo Astra, Samantha e Ares si trovavano stesi con il viso contorto dalla fatica.

Un lieve sollievo percorse il viso della brunetta, nel vedere che Axel, seppur malamente, riusciva ancora a reggersi in piedi con il suo bey come unico vincitore dell’incontro. Il beyblade di Axel girava all’interno del beyblade Stadium, mentre tutti gli altri erano all’esterno del campo fermi.

 

Kai osservò l’intera scena con freddezza e distacco. Non lo colpì minimamente il fatto che Takao avesse urlato disperato il nome di quella ragazza, mentre invece lo turbò il fatto che Axel fosse ancora in piedi.

“Che coincidenza”

- Axel! – non appena il grido di Hilary che si trovava a cinque posti sulla destra di Kai, si levò fino a lui, il ragazzo volse gli occhi color ametista verso la giovane. Anche lei era in piedi, tremante e come Takao, Max e Mao si affrettava a scendere dalla scalinata per raggiungere il campo da gioco.

Una sensazione di acidità lo colpì in pieno stomaco strappandogli una smorfia di disgusto.

Ed ora che gli prendeva? Tornò ad osservare il campo da gioco tentando di nascondere un profondo disagio. “Axel si regge ancora in piedi…”

 

“Spero di non esserci andato troppo pesante ragazzi” esordì il Demone fingendo di crollare esausto sulla pedana di lancio.

In effetti potevi andarci più cauto, ma l’effetto è stato quello desiderato” disse Samantha chiudendo gli occhi prima che Takao e gli altri si accorgessero che era ancora cosciente.

“Ti è piaciuto lo spettacolo Hilary? E a te Cavaliere? Tranquillo presto toccherà a te…Dopo che avrò mosso il Cavallo” con questo ultimo pensiero anche Axel abbassò le palpebre, lasciandosi avvolgere da un dolce profumo di pesca che lo stava girando a pancia in su, facendogli appoggiare il capo sul suo grembo.

- Axel, ragazzi resistete! -

“Tutto quello che vuoi mia Custode”

 

E con questo primo incontro si erano cominciate a decidere le sorti della battaglia. Gli Obscuras avevano battuto brillantemente gli Scudi Sacri, facendoli sprofondare in un sonno dal quale non era stato segnato un ritorno.

Tuttavia non bisogna pensare che per Mariam sia stato tutto negativo; era caduta nell’oblio portando con sé il ricordo di quell’angelo dai capelli dorati che per lei rappresentava l’unica creatura veramente importante.

Quelle parole…Avrebbe voluto tanto dirgliele prima, ma a causa della sua freddezza si era sempre trattenuta. Tre parole che non avrebbe potuto dirgli, ma che sperava gli fossero comunque giunte attraverso i suoi occhi.

Ti amo Max”

 

Capitolo sul verde proprio per dedicarlo alla persona di Mariam (nel mio ragionamento contorto, ad ogni blaider appartiene un colore, e nel caso di Max abbiamo questo tipo di verde, che poi combacia perfettamente con il colore degli occhi di Mariam (eheh lo so, sono da ricovero^^) (almeno hai il coraggio di ammetterlo di persona! ND Mariam – Mi hai fatto quasi crepare!) -;- (dettagli ND Avly)

 

L’angolo dei Grazie^^

 

Lexy90: Ciao tesoro^^ sono felice che lo scorso capitolo, decisamente molto rilassante, sia stato di tuo gradimento…Ho avuto quasi un parere unanime da tutti quegli angeli che hanno recensito…La scena fra Kai e Rei è stata una delle più apprezzate, e questo mi rende molto felice; ci tenevo molto a dare una sana dimostrazione di amicizia tra i due e sono contenta che il nostro bellissimo russo sia sembrato IC. Per quanto riguarda questo…Perdonami per non averlo inserito troppo, ma ho dovuto dare la precedenza agli Scudi Sacri…Spero che anche questo capitolo ti piaccia^^ Grazie per l’attenzione che riporti sempre alla mia fic, ne sono lusingata^^ Ah se passi a vedere la tua fic, vedrai che ti ho lasciato un commentino…Perdona la mia irrecuperabile sbadataggine, ma credevo di averla già commentata! Comunque complimenti ancora^^ Baciuzzi Avly

 

Pierina: Salto e scalpito nel vedere la tua recensione^^ Davvero condividiamo gli stessi pareri! Kai non è solo lento, ma è anche dannatamente ottuso su certe cose, ma lo amiamo in ogni suo pregio e difetto^^

Rei invece è stato più rapido, ma ha avuto bisogno di una spintarella e fortuna che esistono gli Amici!!

Carissima, grazie infinite per tutti i complimenti e i pareri che mi dai, sono importantissimi per me e spero di poter ricevere ancora le tue recensioni^^Ps per quanto riguarda Hilary, non è impazzita solo che ho voluto complicare la storia e non dare ad Hila la figura della santa che non si schioda mai dal suo amore platonico…Insomma Hilary è una ragazza di sedici anni, ed io credo che nella sua situazione molte avrebbero fatto così^^ Fammi sapere che ne pensi. Grazie 1000 sei carinissima. Baciuzzi Avly

 

DarKAngeL91: Ciao carissima^^ Come sempre ricevere un tuo parere è fantastico^^ Grazie 1000 Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto (ho paura di averlo velocizzato troppo rispetto ai ritmi a cui siamo abituati) ma comunque spero che sia stato all’altezza delle tue aspettative^^ Grazie 1000 ancora. Spero di poter ricevere la tua essenziale opinione anche su questo^^ Baciuzzi Avly

 

Kamy: Ciccì grazie per aver commentato^^ Non hai idea di quanto questo mi abbia fatta felice…Anche io adoro il personaggio di Julia, che dopo Hilary è il personaggio reale femminile di beyblade che amo…Come coppia io l’ho sempre vista benissimo con Yuri e spero anche io che riescano ognuno ad abbattere le difese dell’altra! Passando a questo capitolo…Beh spero con tutto il cuore che ti possa piacere^^ Aspetto il tuo parere^^ Grazie 1000 Baciuzzi Avly

 

Lenn Chan: Oh mio modello, sono onorata di sapere che il capitolo scorso ti sia piaciuto, e mi auguro che anche questo possa meritare il medesimo parere^^ Anche con te concordo perfettamente: gli uomini sono geneticamente lenti su certe cose! Fortuna che esistono donne come Julia e Hilary per metterli in riga^^ A proposito di Hilary…Ecco, come ho detto a Lexy90, la brunetta non è impazzita, ma una serie di deduzioni e di coincidenze (oltre che lo zampino di Axel) l’hanno un po’ mandata fuori strada…Inoltre ho voluto complicare la matassa della storia, e non rendere Hilary come la ragazza sempre ligia al suo amore impossibile, ecco ho cercato di renderla un po’ come noi…E spero di esserci riuscita. Spero tanto che questo capitolo possa piacerti, e spero di ricevere un tuo parere anche su questo^^ Grazie Lenn, dire che sei uno dei miei esempi non è sviolinare, ma dire sinceramente la verità. Baciuzzi Avly

 

Cherry_88: Tesorino!! Mi fa piacere sapere che anche il personaggio di Yuri sta cominciando ad entrare nella tua mente^^ In effetti io l’ho cominciato ad amare soprattutto qui. Il Cavaliere Kai  invece lo amo da sempre, per cui tranquilla se ami Kai ha trovato il posto giusto! Tengo a precisare che io non sono una che fa sconti al proprio preferito, intendo quindi dire che non è nella mia indole dare a Kai una vita facile ed una storia d’amore scontata. Kai non avrà vita facile^^ Sono felicissima che la storia ti stia piacendo e spero che continui ad essere così^^ Grazie 1000 e spero di ricevere un tuo parere anche su questo!! Oramai ci commentiamo a vicenda, e non vedo l’ora del prossimo aggiornamento! (insaziabile ingorda…Ha appena aggiornato! Nd Kai) (ehm…dettagli! Nd Avly) Baciuzzi Avly

 

Lirinuccia: Oh cara, mi spiace molto per il tuo adsl…Ti capisco, spero che mi succeda il più tardi possibile…Sarebbe un incubo non riuscire più a leggere storie O.O  Comunque sono felice che dopo il tuo periodo di assenza tu sia tornata a commentare la mia piccola fic^^ Sono contenta che il mio stile “ricercato” ti piaccia, e anche che la scena tra Kai e Rei sia stata di tuo gradimento. Spero tanto di ricevere un tuo parere anche su questo capitolo^^ PS: contagio ultimato, sono al quinto Death Note, e mi piace^^ Baciuzzi Avly

 

Un bacio enorme ad Helens…Se non ci fossi tu dovrei inventarti^^ Baciuzzi Avly

Alla mia maestra Pich_91: spero che questo capitolo ti sia piaciuto Baciuzzi Avly

 

Un ringraziamento particolare ad Inuyasha_Fede che mi ha fatto notare una pecca enorme di cui non mi ero assolutamente resa conto; chiedo scusa a tutti i lettori, davvero si è trattato di una svista e spero di avere il tempo per sistemare l’errore del capitolo Tre “Interessamenti”. Grazie cara per l’avviso^^

 

Un grazie a tutte le persone che leggono la storia e a tutti quelli che hanno messo la mia fic tra le seguite e/o preferite^^

 

Only for you my friends

Avly

 

 

 

 

  

 

 

 

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Capitolo 13
*** Dubbi, sogni e fili del Destino ***


- Max ti a… -

Ciao a tutti^^ Mea Culpa mea culpa mea culpa! Sono un disastro, avevo promesso di non far intercorrere tanto tempo tra un capitolo e l’altro e mi ritrovo ad aggiornare solo ora^^ Scusatemi davvero tanto, sono dispiaciuta, e mi scuso con tutti quei meravigliosi lettori che aspettavano un nuovo capitolo dei Cavalieri.

Capitolo ora è qui, pronto tutto per voi; è stata un’impresa scriverlo, difficile e complicato per cui spero vivamente che vi possa piacere. Non rubo altro tempo e scusandomi ancora…

Buona Lettura^^

Dubbi, sogni e fili del Destino

 

Quando riaprì gli occhi, la giovane demone dagli occhi vermigli passò in rassegna con sguardo attento la stanza in cui si trovava; le pareti bianche prive di quadri o sopramobili rendevano la camera estremamente luminosa e questo l’infastidì. “Troppa luce, e poi quest’odore di disinfettante mi da la nausea”

- Su non fare la difficile, poteva andarci peggio – il messaggio telepatico di Ares le arrivò sicuro e ironico, mentre il bel demone biondo era sdraiato sul letto affianco al suo. Entrambi avevano il viso tirato e stanco, mentre i loro occhi avevano ripreso a brillare della loro consueta luce sinistra.

- Axel ci è andato pesante – asserì oralmente la ragazza sistemandosi meglio le lunghe ciocche color pece che le decoravano il viso.

- Sì, ma dovevi vedere quanta premura ci hanno riservato quegli stupidi umani quando io e Astra ci siamo svegliati –

- E Axel? –

- Hilary lo ha accompagnato nella stanza dove dormono gli Scudi Sacri – pronunciò le ultime parole con difficoltà, limitandosi ad un sibilo forzato.

Samantha si tirò su a sedere sconvolta. – Come? Che significa dormono?!

- Quello che ho detto. Non sono morti -

- Ma non è possibile! Il nostro attacco avrebbe dovuto farli partire per l’Inferno! – sbottò irritata alzandosi di scatto dal letto e avvicinandosi furente accanto ad Ares. Lui non fece una piega, ma si limitò a guardare il soffitto troppo bianco.

- Torna a letto, non sarebbe il massimo se Takao entrasse e ti trovasse piena di energia – le rispose con fare laconico senza smettere di osservare il soffitto con le braccia dietro la nuca.

La ragazza riluttante a dargli ragione si stese sul suo letto candido, mentre ancora cercava di capire il perché di tutta quella situazione incredibile.

“Il Potere li avrà salvati?”

“Purtroppo sì.” il pensiero di Axel la raggiunse in pochi istanti, prima che la porta della loro camera si aprisse per lasciare entrare Axel, Takao, Hilary, Mao e Astra, quest’ultima appoggiata ai due ragazzi.

 

Non appena fu rientrata in hotel, Hilary si fece una doccia con lo scopo di rilassarsi e lasciar fluire i suoi pensieri attraverso la scia d’acqua che si infrangeva sui suoi capelli color cioccolato.

Le gocce si insinuavano attraverso le pieghe della sua pelle, mentre con gli occhi la ragazza cercava di ricordare gli avvenimenti delle ultime ore.

Di quello che era accaduto all’inizio dell’incontro ricordava tutto, le immagini si susseguivano nitide e chiare nella sua mente, ma una volta arrivati alle ultime battute, le scene si facevano sempre più sfocate ed indistinte, fino a che non si arrivava al punto in cui scendeva dalla scalinata per raggiungere Axel e gli altri sul campo di gioco.

“Quella voce…” lasciò che lunghe scie bagnate mischiate con lo shampoo le rigassero in viso, continuando ad accarezzarsi le spalle e le gote arrossate dal vapore.

Non aveva sognato, ne era certa; quel suono, quella voce era qualcosa di più che un’allucinazione. Era realtà, anche se si poteva dire che era stata solo lei ad udirla. Come ad Helsinki quando aveva creduto che a parlare fosse stata Julia. E poi la mancanza d’ossigeno…Che soffrisse di attacchi di panico?

- No…Io ho sentito una voce, di questo sono sicura, ma forse mi farebbe meglio avere un parere medico – Lasciandosi massaggiare dai tocchi delicati dell’acqua, Hilary riuscì almeno in parte a rilassarsi, cercando di scostare quei pensieri instabili e tetri dalla sua mente per lasciare invece posto a qualcosa di ben più grave.

“Mariam…Che cosa vi è successo?” La ragazza non aveva mai avuto un vero rapporto di amicizia con la Saint Shield, ma per quelle poche volte che era riuscita a vederla e a parlarle, aveva capito una piccola sfumatura del suo carattere; in un certo senso la sua similarità con Kai era evidente. Entrambi erano molto introversi e per certi versi freddi e distaccati, ma Mariam a differenza del russo aveva mostrato di non essere invulnerabile, e questo era accaduto solo in presenza di Max. Hilary ricordava ancora l’urlo carico di dolore che l’amico americano aveva lanciato quando la ragazza si era accasciata al suolo. Un grido impregnato di disperazione, di paura, di tristezza, sentimenti che mai avevano sfiorato l’anima solare e vitale di Max. Ora non le importava di risolvere i suoi problemi con voci di fantasmi o cose simili, voleva solo che gli Scudi Sacri si risvegliassero.

- Eppure io una voce l’ho sentita… -

 

- Mi dispiace ma a quest’ora non possiamo far restare nessuno. L’orario di visite è terminato da un bel pezzo ragazzo -

- Per favore, non potrei rimanere qui per questa notte? Rimango nel corridoio non mi muovo – balbettò una voce che a fatica cercava di limitare la scesa copiosa delle lacrime.

L’uomo in camice squadrò il visitatore con sguardo scettico; le regole erano quelle, nessuno poteva rimanere oltre l’orario di visita, e lui non si sarebbe preso un rimprovero dal caposala per quel moccioso.

- Non se ne parla nemmeno, nessuno può rimanere, e ora esci! -

- Lascialo stare Jason me ne occupo io – una creatura sinuosa ed elegante emerse da uno dei corridoi bianchi dell’ospedale, scandendo il suo armonioso passaggio con il ticchettio del tacchi sul pavimento.

- Ma la caporeparto… -

- Della caporeparto me ne occupo io, e poi sono le undici di sera, non possiamo mica far uscire un minore a quest’ora in una città caotica come Los Angeles…Resterà con me. –

- Ma…S…-

- Puoi andare – la voce della sconosciuta non ammetteva repliche, dura e tagliente come i suoi occhi cerulei. L’uomo visibilmente colpito se ne andò, sparendo dietro uno dei corridoi, lasciando i due soli.

Ad un tratto la donna si chinò sul ragazzo, asciugandogli le lacrime con un fazzoletto candido, mentre la sua bionda coda le ricadeva su un lato del viso.

- Su Max, beviamoci qualcosa di caldo e poi ti porto dagli Scudi Sacri -

Il biondo le rivolse un sorriso pieno di gratitudine, prima di seguirla verso le macchinette delle bevande.

- Grazie dottoressa Sagami – “Mariam…Non ti lascerò sola nemmeno un istante, veglierò io su di te”

 

E mentre alcune anime riposavano placidamente nei loro caldi e confortevoli letti, altre esaminavano attente la situazione, preparandosi alla prossima mossa. Accostandosi alla finestra della stanza in cui era solo, Axel sorvolò con i suoi occhi smeraldo l’intero scenario che si inchinava rispettosamente davanti a lui. Lui, il Demone della Malvagità, lui La Distruzione Assoluta.

– E ora muoviamo il Cavallo –

 

Il nuovo giorno si presentò agli occhi dei blaider come uno dei più cupi e tristi dall’inizio del torneo. Una coltre grigia e nera ricopriva il cielo di Los Angeles, e pareva volesse nascondere il sole dalla vista dei ragazzi. Un tempo carico di desolazione e malinconia, un senso di intorpidimento alle ossa, la sensazione di non aver la forza fisica di compiere movimenti, un tempo immobile…Morto.

Quella mattina Hilary dopo aver svolto i suoi compiti come assistente tecnica decise di andare a visitare gli Scudi Sacri in ospedale, e già che si sarebbe trovata lì ne avrebbe approfittato per sistemare il suo dubbio riguardanti strane voci e attacchi di panico con la dottoressa Sagami, la donna che curava le condizioni fisiche dei Neoborg.

Memore del fatto che nessuno era a conoscenza di questi attacchi, Hilary decise di tenere le altre all’oscuro per non creare ulteriori preoccupazioni, in un clima che già di per sé non poteva certo definirsi tranquillo.

Dopo aver indossato un paio di jeans blu e una maglia dello stesso colore che le lasciava scoperta una spalla si diresse verso la hall, sperando di non incontrare nessuno.

- Hilary aspetta! -

La ragazza si arrestò all’istante senza neanche voltarsi, non ne aveva bisogno perché quella voce per lei era diventata inconfondibile. Un vago odore di muschio e aria salmastra le invase le narici, mentre due distese di smeraldo si rivelarono per lei. – Buongiorno Axel – lo salutò lei con un sorriso; era sempre estremamente rilassante parlare con il ragazzo, il suo corpo ed i suoi occhi ispiravano una calma ed una tranquillità disarmante, sapevano emettere dolcezza e forza allo stesso tempo, ed inoltre si trattava di Axel.

- Ciao, caspita a causa degli allenamenti non ci siamo proprio visti…Ma a proposito dove stai andando? -

- Oh, voglio andare a trovare gli Scudi Sacri in ospedale – gli rispose lei evitando di aggiungere anche il secondo motivo.

- Uhm…Ma non è meglio che ti accompagni? Alle 15.30 dobbiamo essere allo stadio per il secondo incontro – asserì lui già pregustando il momento del prossimo match.

- Lo so, ma non preoccuparti non tardo…Anzi per favore potresti avvisare tu Takao? Io vado sta arrivano il pullman – Con queste parole lei gli volse le spalle dirigendosi verso l’uscita, quando una mano l’afferrò per un polso e la fece volte indietro. Hilary arrossì di colpo nel percepire la presa di lui sulla pelle, ma si costrinse a rimanere calma, almeno in viso. Le dite del moro premevano sul bracciale in metallo che la ragazza portava sul polso, un regalo di Takao per il suo compleanno. – Verso le 14.30 ti vengo a prendere, e non accetto rifiuti siamo intesi? – le disse lui con fare ironico mentre si avvicinava sempre di più con il viso. Hilary deglutì silenziosamente mentre con un’agile movimento si districò dalla sua presa per poi scoccargli un bacio fugace sulla guancia. – Ok – con un sorriso corse verso il mezzo, lasciando un Demone della Malvagità decisamente soddisfatto che si portò alle labbra le dita che con cui aveva toccato il polso di Hilary ed il bracciale metallico.

“Niente?”

“No…Non è lì, Samantha” le rispose il Demone con il pensiero cercando di percepire un potere noto.

“Beh collane non mi sembra che ne porti” continuò lei.

“Già…Deve trovarsi da un’altra parte, in un altro oggetto” concluse lui dirigendosi verso la palestra dove sicuramente i loro prossimi obiettivi si stavano allenando.    

 

Quando si richiuse delicatamente la porta alle spalle un sorriso le nacque spontaneo. Max era incredibile, assolutamente unico; nel momento in cui si era ritrovata nella camera di Mariam aveva creduto di trovarsi nel bel mezzo di un film romantico, dove lei in preda ad un malore finisce in coma e lui aggrappandosi con forza alla fune del loro amore le rimane accanto. Era stato così che li aveva trovati: Max addormentato teneva il capo chino sul letto, stringendo la mano di Mariam che pareva essere diventata di pietra. Onde di capelli biondi cadevano disordinatamente sul volto dell’americano che si era adagiato ricurvo sul letto, sicuramente in una posizione scomoda, ma l’ideale se si voleva stare il più possibile accanto alla persona adagiata sul letto. Hilary decise di non svegliarlo, così si diresse verso lo studio della dottoressa Sagami che si trovava dell’altra parte del piano.

Appariva tranquilla, ma in realtà era un’apparenza che falsa serviva solo a nascondere la grande agitazione ed il turbolento vortice di emozioni che le imperversavano nel petto. Pensava a Max e Mariam, alla situazione misteriosa ed inspiegabile in cui versavano gli Scudi Sacri, al torneo, ai suoi attacchi di panico, ad Axel, a Kai…”Axel” le gote le si imporporarono mentre con la mente rivide la scena di poche ore prima; Axel l’aveva afferrata per un polso facendola voltare fino ad ritrovarsi a pochi centimetri dal suo viso. Era stato qualcosa di particolare, qualcosa che seppur fosse estremamente normale le aveva lasciato una strana sensazione all’altezza del cuore. Non era di certo il primo contatto che avevano; si erano abbracciati al chiaro di luna, avevano passato una giornata insieme e molti momenti in allegria…Eppure il pensiero che le loro labbra si fossero trovate ad una distanza così ravvicinata le fece aumentare i battiti nel petto.

Si sentiva strana, in una sorta di Limbo, in una terra di Nessuno in attesa di qualcosa che non sapeva neppure lei. Attendere che Axel si facesse avanti oppure prendere di persona l’iniziativa? Non era neanche sicura dei suoi sentimenti per il moro. Oramai credeva che la presenza di Axel avesse attutito e quasi debellato la pressione che la figura di Kai esercitava sul suo cuore, e dopotutto come si era già ripromessa, Kai non sarebbe mai stato niente di più di quello che era. Dato oggettivo di cui doveva prendere atto. Kai una meravigliosa illusione, Axel una dolce realtà che lei voleva abbracciare…

- Avanti – la voce della dottoressa giunse alle orecchie di Hilary nel momento in cui lei bussò alla porta del suo studio.

La ragazza entrò con discrezione ponendo un leggero inchino in direzione della scrivania dove la donna esaminava con la dedita attenzione alcune scartoffie. – Ma che sorpresa! Ciao Hilary – la salutò lei con fare cordiale mentre le faceva cenno di accomodarsi.

- Allora sei passata dagli Scudi Sacri? -

- Sì, e i medici mi hanno detto che rimarranno qui fino a che non si saranno chiariti ancora tutti i dubbi – disse la ragazza rammentando le informazioni ricevute.

La dottoressa annuì tristemente, dando così l’impressione ad Hilary che in realtà i problemi fossero ben più gravi del previsto, e la situazione più delicata di quanto sembrasse.

- Per cosa sei qui cara? – la donna riportò velocemente l’attenzione sulla giovane che riscossasi prese con calma a raccontarle quel problema che tanto l’attanagliava.

 

Di tutte le cose che riteneva improbabili questa era una di quelle, anche se conoscendo il tipo di persona in fin dei conti non era poi così impensabile da credere. Aveva trovato Max dormire accanto a Mariam, e questo stranamente lo aveva colpito. L’amico era sempre stato un ragazzo molto dolce e premuroso verso il prossimo, ma questo gli sembrava eccessivo. Eppure a giudicare dal viso dell’americano non sembrava essere semplicemente preoccupato; la sua espressione tradiva qualcos’altro, un qualcosa che però lui non seppe identificare. Rapido si richiuse la porta alle spalle, stupendosi dell’aver cercato di fare il meno rumore possibile. Erano quasi le 14.00 era meglio rientrare in Hotel, anche perché non aveva la minima voglia di sorbirsi le esasperanti lamentele di Yuri su fatto che sparisse senza dare tracce del suo passaggio.

Dopotutto oramai ci erano tutti abituati. Aveva trascorso la mattinata ad allenarsi con il suo Dranzer nelle scuderie dove i russi avevano lasciato i quattro cavalli, ripensando all’incontro del giorno prima e rievocando tutti gli episodi cruciali: il lampo di luce che aveva investito lo stadio, i corpi martoriati degli Scudi Sacri a terra, gli Obscuras affaticati e stremati, ovviamente tranne Axel che sembrava aver resistito meglio di tutti, l’urlo di Hilary quando il moro si era accasciato a terra…

Ma che centra?” Inspiegabile come quel piccolo frammento di ricordi si fosse inserito così bene nella sua mente molto selettiva. La sua era una mente che sceglieva rigidamente cosa far arrivare alla sua anima, e sicuramente questo minuscolo ricordo non aveva nulla di importante. Eppure la rabbia che aveva provato nell’udire la voce della brunetta chiamare quel ragazzo gli aveva dato terribilmente fastidio. Non credeva che riguardasse Hilary in sé, ma più che altro era legato ad Axel. Non sopportava quel giovane, lui e tutta la sua squadra di finti adulatori. Forse c’era anche un po’ di invidia nei loro confronti, ma non l’avrebbe mai ammesso ad anima viva: in fondo gli Obscuras avevano raggiunto in meno di un mese un grado di popolarità tra i G-Revolution che lui non riusciva a concepire come normale.

Inoltre gli doleva ammetterlo anche a se stesso, ma da quando quei quattro avevano messo piede nella sua vita, la sfera che a fatica aveva ottenuto si era frantumata. Erano tutti cambiati: Takao oramai non pensava più tanto seriamente al beyblade, ma preferiva concentrarsi sulla sua ragazza, Rei a causa di Ares era diventato vulnerabile e tetro come non lo aveva mai visto. Sembrava quasi che ovunque passassero gli Obscuras lasciassero solo desolazione e malinconia…Come la Morte.

“Adesso basta…Se Takao non è più tanto in forma meglio così, vorrà dire che lo batterò una volta per tutte

Ma che stava andando a pensare? Lui non voleva vincere così, lui aveva sacrificato se stesso per potersi confrontare nuovamente contro Takao, aveva compiuto innumerevoli errori sempre spinto dal solo scopo di combattere contro il suo ex-capitano. Per cosa aveva sofferto? Per vincere contro un ragazzino che ha perso lo spirito di duellare? No, lui voleva vincere, ma contro il vero Takao, non contro un burattino.

Era anche per questo che non aveva parlato con lui della sua schiena; perché non avrebbe tollerato che Takao giocasse in maniera diversa una volta entrato a conoscenza delle sue reali condizioni. Ma questa era tutta acqua passata, ora lui era di nuovo Kai Hiwatari, e anche il suo avversario sarebbe tornato ad essere Takao Kinomiya.

Ad un tratto una porta si aprì davanti ai suoi occhi, prima che da essa uscissero Hilary e la Sagami, le quali si accorsero subito di lui. Il ragazzo soffermò lo sguardo sulla brunetta che gli rivolse uno sguardo stupito.

- Ciao Kai – lo salutò la donna mentre questo le rivolgeva un cenno col capo.

- Beh ragazzi ora vi lascio, io ho dei controlli da fare. Avvisate voi che Max resterà qui per oggi, questa notte non ha chiuso occhio, per cui è meglio se lo lasciamo riposare – Posò poi l’attenzione sulla ragazza che le era affianco – Tranquilla Hilary, a mio avviso non è niente di cui preoccuparsi, almeno per il momento, ma se dovesse succedere nuovamente avvisami ok? – con queste parole si allontanò perdendosi nei corridoi dell’ospedale.

Una volta rimasti soli Kai si volse nuovamente verso la ragazza, soffermandosi sul suo viso come per cercare un segno di quanto aveva detto la dottoressa. Che cosa aveva Hilary per essere andata dalla Sagami? E perché sul suo volto era calata per un istante un’ombra che mai aveva sorvolato quel viso?

Quando poi lei sollevò gli occhi per incontrare i suoi Kai la vide sorridergli facendo scomparire con un colpo di bacchetta qualsiasi tristezza, o forse celando accuratamente ogni disagio…

 

- Ciao Kai – disse lei usando il tono più distaccato che la sua voce le permetteva. Era stata una piacevole sorpresa trovarlo lì, come se proprio ora che si era decisa a dimenticarlo il destino li facesse nuovamente incontrare per permetterle ancora di invertire rotta.

Lui le rivolse un lieve cenno col capo, osservandola con l’intenzione di ritrovare quell’ombra di preoccupazione. Non la trovò, sembrava una particolarità di Hilary celare le sue preoccupazioni davanti agli altri, cosa che lui non era riuscito a fare con lei quella sera in Finlandia…

- Sarà meglio andare – ad un tratto la voce di lei lo riportò al presente, e fu solo nel momento in cui lui posò i suoi occhi ametista in quelli cioccolato della brunetta che vide per un istante il velo di preoccupazione che tanto aveva ricercato. Senza dire nulla lui la precedette iniziando a camminare per i corridoi inamidati dell’ospedale affiancato dalla ragazza che tentava di rimanere calma.

 

Evitare che lui si accorgesse di qualcosa era stata una vera impresa, ma credeva di esserci riuscita. Ora attraversavano corridoi immobili e deserti uno affianco all’altro, percependo ognuno una coppia di passi che si muoveva in alternanza con i propri. Scostando una ciocca castana di lato in modo che le coprisse parte del viso, Hilary osservò celata dai capelli la magnifica illusione che le era accanto. Come faceva ad essere così? Kai, questa era la risposta. Kai era Kai, illusione o cruda realtà che fosse, per lei Kai era irraggiungibile, ma camminare vicino a lui le procurava un’agitazione tale da temere che il suo cuore potesse battere con un’intensità così forte da essere udita persino da lui.

“E’ meraviglioso” il primo pensiero di Hilary mentre percorreva con gli occhi i lineamenti maschili e chiari del suo corpo, “E’ bellissimo” ultimo pensiero della ragazza mentre si soffermava sul suo profilo lineare accentuato da una muscolatura sana che emanava una potenza ed una forza affascinante.

 

Giunti all’uscita dell’ospedale i due si fermarono un istante senza dire nulla. Kai si volse verso di lei trovando una ciocca castana a coprirle una parte di volto; era rimasta in silenzio per tutto il tragitto senza accennare ad una parola, persino i suoi respiri parevano essersi confusi con i suoi tanto erano stati silenziosi. Il fatto che non avesse parlato per lui da una parte era stata una nota positiva, anche perché non amava particolarmente conversare, ma non seppe spiegarsi perché una piccola parte di lui avrebbe voluto sentire la sua voce dire qualsiasi cosa.

- Noi siamo tuoi amici Kai…E questo lo sai! – Già come quella sera…

- Axel! – Improvvisamente si riscosse dai suoi pensieri quando si rese conto di aver appena ricordato l’episodio dell’incontro tra gli Scudi Sacri e gli Obscuras, in particolare il momento in cui Hilary gridava il nome di quell’essere. Dopo pochi attimi però si accorse che forse quel nome non lo aveva solo immaginato...

 

- Axel! – lo salutò Hilary radiosa non appena lui accostò davanti a loro con la moto salendo per metà sul marciapiede e portando la ruota anteriore a pochi centimetri dalle gambe del ragazzo a piedi. Attraverso il casco integrale che ne copriva interamente il volto, Kai riuscì a scorgere gli occhi smeraldini del ragazzo e avrebbe potuto giurare che fosse di buon umore.

Hilary si accostò ai due, mentre il moro apriva la parte anteriore del casco, lasciando che il volto potesse essere investito dalla luce appena accennata del sole e dalle scintille che partivano dagli occhi del russo.

- Ciao Hilary è andato tutto bene? – chiese lui sorridendo alla giovane con la sua aria da amico premuroso che fece pietà al diciassettenne russo.

- Sì, diciamo di sì, gli Scudi Sacri non stanno ancora bene, ma perlomeno non sono gravi –

- Beh allora sarà meglio muoversi, dobbiamo tornare in Hotel per prendere il pullman – disse lui cordiale porgendole il casco che teneva appeso al manubrio.

Hilary si arrestò di colpo in preda all’imbarazzo della situazione. Non ci volle molto per fare due conti: loro erano in tre.

Lo stomaco le si strinse in una morsa terribile, mentre il cuore le salì in gola. Che doveva fare?

Con un ghigno mentale Axel si premunì di proseguire. – Oh mi spiace Kai, se avessi saputo che anche tu saresti stato qui avrei noleggiato una delle auto che danno in dotazione all’albergo e sarei venuto a prendervi in auto – “Sì certo, e poi ti conferisco direttamente il tuo Aestiu con un inchino, Cavaliere” Axel osservò per alcuni istanti il ragazzo di fronte a lui estremamente soddisfatto del modo magistrale in cui aveva condotto la cosa. Il suo tono eternamente dispiaciuto pareva aver colpito Hilary che gli rivolse un sorriso in segno di approvazione, mentre il Demone dentro di lui grondava di soddisfazione nel leggere le missive di fuoco del suo Cavaliere.

Kai dal canto suo si trattenne per non scatenare il suo Dranzer, che come se provasse sulla pelle l’indignazione, si stava scaldando nella sua tasca. Falso, ipocrita come descrivere quell’essere?

“Mi fiderei di più a farmi accompagnare da Daichi che non arriva neanche ai freni” pensò il russo lanciando un’occhiata torva in direzione del moro, che non cessava di osservarlo con quell’espressione fintamente dispiaciuta. Sembrava che un filo invisibile legasse i due ragazzi, un filo in cui scorreva corrente ad alta tensione, che si passavano senza sosta attraverso gli occhi. Scintille smeraldine per fiamme ametista.

Ma Kai Hiwatari ad un affondo risponde sempre con una stoccata decisiva. – Meglio di no, ci tengo alla mia vita – disse assestando il colpo diretto e preciso, lasciando sia Axel che Hilary senza parole.

“Ci tengo a distruggerti di persona”

“Allora comincia a correre perché poi non ne avrai tempo” Axel strinse il viso in una smorfia come se si fosse offeso, e questo non sfuggì ad Hilary che basita per la risposta inopportuna di Kai si stava già preparando a dirgliene quattro quando si accorse che il russo si era già allontanato, dileguandosi e venendo inghiottito dalla folla.

- Uhm…Non devo essergli molto simpatico. Mi spiace, ma io stavo dicendo sul serio – si giustificò il moro rivolgendosi ad una Hilary ancora furente. Ma come si era permesso di rispondere così? Axel voleva solo essere carino. Certo che Kai era davvero odioso quando si sforzava di essere arrogante.

- Tranquillo, sono certa che non volesse essere scortese, magari ha un po’ la luna storta – cercò di rattoppare lei con imbarazzo.

- Oh pazienza, in fondo che mi importa di Kai? La cosa importante è che tu sia qui con me, anche perché Takao mi ha espressamente ordinato di scortarti viva in hotel! Su salta a bordo – con un buffetto sulla testa le porse il casco, che con un sorriso lei prese allacciandoselo e salendo con agilità sulla moto, assicurando poi la presa sul torace del ragazzo. Axel andò incontro al suo corpo avendolo così perfettamente incollato, dopodiché azionò l’acceleratore immergendosi con lei per il traffico fitto e impenetrabile di Los Angeles.

 

Un colpo alla lattina ai suoi piedi che rotolò rovinosamente sul marciapiede cosparso di scarpe che andavano e venivano ininterrottamente. Un altro calcio fino a che la sventurata non si infranse sotto le ruote di un camion che trasportava surgelati.

Tirò un muto sospiro di rabbia mentre i suoi capelli argentati gli pungevano il viso come per incitarlo a tirare su il capo. Sputò a terra con rabbia. “Oh mi spiace Kai, se avessi saputo che anche tu saresti stato qui avrei noleggiato una delle auto che danno in dotazione all’albergo e sarei venuto a prendervi in auto… ma che razza di ipocrita! Che falso, che schifoso bastardo!” Quell’Axel era sicuramente la persona che più di ogni altro trovava irritante; lui aveva spesso avuto in antipatia molte persone, Andrew per esempio, o Dunga, Brooklyn ma tutti questi erano oro puro in confronto ad Axel. Lui era nero, nero come l’odio, come la falsità come il male…”Ed Hilary ci ha creduto pure alla sua buona fede…” un rombo di una moto lo distrasse dai suoi pensieri; credette quasi che fosse la moto del moro, ma in effetti sarebbe stato impossibile trovarli in mezzo a tutto quel traffico…Sembrava destinato a prolungarsi ancora per parecchio tempo.

Un sorriso di soddisfazione si delineò sul quelle labbra diafane contornate dai tatuaggi blu. “Amo il traffico”

Cominciò così a correre spingendosi nel folto della folla che assediava i marciapiedi, sgusciando agile e sinuoso attraverso le code immobili e dileguandosi nelle profondità di Los Angeles.

Non sapeva perché le sue gambe si fossero messe a correre a quella velocità, non sapeva perché non ne voleva sapere di fermarsi, ma se lo sarebbe chiesto…Dopo, ora voleva solo arrivare in hotel prima di una moto nera.

 

Quando Hilary giunse in Hotel trovò tutti i ragazzi che li attendevano davanti al pullman. Rick sbuffava sonoramente, mentre gli F-Sangre si erano messi ad esercitarsi con i nastri per intrattenere un po’ gli ospiti che si trovavano nel parco. Non appena scese dalla moto Takao le si piazzò davanti con le braccia sui fianchi. – Ma si può sapere quanto ci avete messo? Siamo in ritardo muoviamoci! –

- Che colpa ne possiamo avere? C’era un traffico di cui non hai idea! – si difese lei mentre Axel riportava la moto nel piccolo cortile laterale dove seduti comodamente all’ombra di un albero i Neoborg attendevano di poter partire.

“Ma Kai…” Hilary si volse verso la panchina alla sua sinistra incontrando due iridi ametista che compiaciute osservavano la coppia appena giunta.

“E’ già qui” Axel incrociò lo sguardo del russo mentre si avvicinava al pullman con gli altri. Alla fine Kai era arrivato prima, ci aveva dato l’anima per portare le sue gambe al massimo delle loro potenzialità, ma ci era riuscito, non sapeva come giustificare quello che lo aveva spinto, sapeva che aveva sentito l’impallabile desiderio di correre, di arrivare lì prima di loro…Per cosa non lo sapeva, ma lo aveva fatto. Un punto strano, insolito su cui la sua mente razionale e metodica non aveva ancora riflettuto, ma lo avrebbe fatto…Presto.

 

- Signore e signori vi do il benvenuto a questa nuova giornata di Beyblade, per l’attesa di tutti voi, ritardiamo di qualche minuto la scesa delle prossime squadre per un avviso importante: in seguito a quanto accaduto durante lo scorso incontro, siamo spiacenti di comunicarvi che la squadra degli Scudi Sacri è esclusa dalla competizione di questo torneo. Riportando quindi l’attenzione alla classifica, da questa tornata di incontri verrà eliminata ancora una squadra. Come ben sapete dalla tappa americana verranno saranno eliminate le due squadre che si trovano in ultima posizione. Dal momento che una squadra è fuori per motivi di salute, diamo un occhio al tabellone…- Dal maxi schermo comparvero le immagini con le relative posizioni in classifica. – Bene, come vedete anche voi le squadre che rischiano l’eliminazione sono gli F-Sangre e i New Europa…Ma ora diamo inizio alla sfida! – Un boato di voci assalì lo stadio, mentre davanti a tutti su sette pedane colorate altrettante squadre attendevano il loro verdetto.

“Per battere gli Obscuras dovrò attendere…Non contro Takao, non è ancora pronto…

“Contro chiunque…Distruggerò tutti!” Boris strinse le mani a pugno fino ad avere le nocche bianche

“Contro i New Europa…Devo eliminarli” Yuri si sorprese del proprio pensiero, anche perché non seppe ricollegarlo a niente…

“Nunc!” Astra decise le sorti del prossimo incontro tirando le fila di quel palcoscenico in cui era lei il burattinaio e tutti gli altri inutili marionette al suo servizio.

- Destino interessante…Sarà una sfida importante! – disse Djman.

Neoborg VS New Europa

 

- Maledizione ci è andata male…Proprio i Neoborg! – sbottò Andrew lanciando imprecazioni una volta entrato nello spogliatoio.

- Calmati Andrew, noi daremo il massimo – lo rassicurò Michelle mentre riassettava il suo bey

- Sì ma rischiamo l’eliminazione! E per di più contro quegli schifosi russi! –

- Adesso basta Andrew! – lo aggredì Mathilda frapponendosi fra lui e Michelle. La rosa abbracciò l’amico inglese per calmarlo, sussurrandogli un incoraggiamento nell’orecchio. Questo sembrò tranquillizzare Andrew che in risposta rivolse un sorriso alla ragazza prima di abbracciarla.

Ralph si avvicinò alla giovane mettendole le mani sulle spalle. – Brava Mathilda, è così che si parla. Preparati ora tocca a te –

- Cosa? Ma Ralph…-

- Mi hai sentito, se dobbiamo essere eliminati potremmo dire di aver partecipato tutti. L’altra volta abbiamo gareggiato io e Andrew, ora tocca a te e Michelle. – Il nobile tedesco sorrise alla sua compagna di squadra mentre il lord inglese le scoccava un bacio d’incoraggiamento sulle guancia. La sua amica Mathilda.

 

- Per il primo incontro di questo giorno avremo Michelle contro Yuri! – l’urlo di Djman irruppe nello stadio con una forza ed una determinazione che coinvolse ogni singola anima sugli spalti, infondendo una carica ed una sorta d’elettricità nell’aria.

Pronti sulla pedana di lancio si trovavano i due contendenti, che difendevano i loro colori ciascuno per un motivo differente; se Michelle voleva tentare di salvare la sua squadra dall’eliminazione, Yuri sentiva che voleva vincere. Si sentiva carico, impregnato di un desiderio di battersi che gli conferiva la carica per affrontare il mondo intero. Ma perché?

- Bene, blaider in posizione…Tre, due uno…Pronti lancio! – un’esclamazione, una sfida, due sani desideri.

 

- Tempesta di ghiaccio! -

- Attacco Ali di fuoco! -  

“Forza Michelle, forza!” Mathilda dalla panchina guardò il compagno di squadra sperando con tutte le sue forze in una vittoria…

“Forza Yuri!” due occhi verdi con scaglie dorate dalle tribune osservarono il rosso, mentre il suo cuore scalpitava per uscirle dal petto.

- Vincerò per la mia squadra! – urlò Michelle sferrando l’ultimo attacco ai danni di Wolborg

- Vincerò per… - Yuri si arrestò un attimo, tardando l’assalto del su lupo. Doveva vincere, lo desiderava, lo voleva…Ma perché? La vittoria per la squadra? Lo faceva perché era suo dovere e per riportare al Monastero l’antico prestigio che meritava. Non aveva mai lottato per altre ragioni, per altre persone. Combatteva solo per se stesso, ma mai lui aveva desiderato così tanto vincere come in questo momento.

 

- Vai Yuri! – Al diavolo l’imbarazzo e la vergogna, lei voleva tifare per lui, e voleva che lui lo sapesse. Julia si alzò dalla sua postazione gridando con tutta la forza che aveva il nome di quel blaider che anche se ancora non lo sapeva, nel suo cuore voleva vincere per lei…

- Vai Wolborg! – il rosso mandò alla carica il Lupo della Steppa, caricandolo con un’energia inarrestabile, una forza che non poteva essere fermata neanche con le migliori intenzioni. Una forza doppia.  

 

- Il bey di Michelle è fuori gioco. Con un’abile mossa degna di un grande campione Yuri Ivanov si aggiudica l’incontro. Butta male per i New Europa, ora se vogliono sperare nella salvezza devono vincere il prossimo incontro, e sperare che nel prossimo match gli F-Sangre perdano -

“Sì stanne certo” Julia e Raul lanciarono un’occhiataccia a Djman che avrebbe fatto tremare il cuore più impavido.

“Si stai sicuro” Yuri involontariamente incenerì il presentatore con lo sguardo, mentre due smeraldi dorati entrarono nel suo campo visivo, isolandolo per alcuni istanti nel suo mondo fatto di luci e silenzi. Momenti in cui i loro occhi si incrociarono, attimi in cui Julia gli passò la sua gratitudine e Yuri senza capire il perché, si sentì per la prima soddisfatto di una vittoria.

 

- Per il prossimo incontro vedremo una sfida molto particolare, perché per chi avesse scommesso in una Kai VS Ralph dovrà ricredersi perché avremo da una parte Mathilda mentre dall’altra Boris! -

 

- Scelta curiosa da parte loro – constatò stupita con la mente Astra osservando il tabellone.

- In effetti pensavo che dopo lo scherzetto di stamattina Kai avrebbe fatto di tutto pur di combattere – Samantha si volse verso Axel che dal canto suo lanciò un’occhiata truce in direzione delle tribune russe dove un argenteo ragazzo come se riuscisse a sentire degli occhi puntati addosso, si volse nella loro direzione scontrandosi con la rabbia che scoppiettava in due iridi smeraldine.

- Ammettilo che questo non l’avevi previsto stratega – lo prese in giro Ares mentre depositava un bacio sulla spalla della cinese seduta accanto a lui.

- Che evento…Il Demone della Malvagità giocato da un ragazzino – lo derise Astra mentre anche lei spostava lo sguardo in direzione di Kai. Il fatto che il Cavaliere non partecipasse all’incontro era stata una notizia inaspettata per Axel che aveva già programmato ogni cosa. Questo gli scombinava i piani…Il demone della Malvagità si volse poi verso qualcuno che invece aveva attirato la sua attenzione. Era anche colpa sua…

“Maledetto…Peggio per te…Te la sei cercata”

 

 

E anche questa è andata. Che ve ne pare? Spero che vi sia piaciuto, a me non ha convinto fino in fondo, ma spero che vi sia arrivato qualcosa; un’emozione, bella o brutta che sia. Ah capitolo in violetto per dedicarlo alla squadra dei New Europa e principalmente per introdurre il prossimo colore che sarà interamente per un personaggio abbastanza popolare e credo molto amato^^

Vi ringrazio ancora tutti di cuore, ma ora è arrivato il momento del mio…

Angolo dei Grazie^^

 

Pierina: grazie mille tesoro! Mi fa piacere che lo scorso capitolo ti abbia emozionato, e anche se questo non è allo stesso livello, confido e spero che ti possa piacere ugualmente^^ Eh già Axel è proprio furbo, un vero cattivo, lui più di ogni altro lo voglio far apparire come un vero cattivo, subdolo e crudele, quindi non aspettarti atti di clemenza!! Su Kai…Beh lui è un figo^^ Ha una psicologia difficile da inquadrare e spero che non si riveli una schifezza la mai interpretazione^^ Grazie tante per i complimenti e tanti complimenti a te per la tua prima storia. Mi è piaciuta molto!

Spero che mi commenterai anche questo! Sapere le tue impressioni sarebbe importantissimo^^

Baciuzzi Avly

 

DarKAngel91: niente grazie! Sei tu che sei stata gentilissima a farmi avere la tua opinione e spero di potermi ancora avvalere della tua presenza^^ Grazie davvero sei gentilissima e non manchi mai^^ Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto^^ Grazie ancora!!

Baciuzzi Avly

 

Lexy90: la mia tesora!! Sempre puntuale e impeccabile^^ Grazie mille per lo scorso commento, lo so mi ero ripromessa di non far passare troppo tempo e mi dispiace, ma ho avuto a che fare con un piccolo progettino che spero possa andare in cantiere^^ (Non dico più niente!!) Comunque ora voglio concentrarmi sui miei Cavalieri, perciò incrociando le dita spero di aggiornare presto! Grazie per tutti i pareri che mi dai, le tue recensioni sono diventate linfa vitale…Non me ne privo più^^

Baciuzzi Avly

 

Cherry_88: tesoroooo come vedi sono resuscitata e spero vivamente che possa piacerti il nuovo capitolo. Ci ho messo tanto ma spero che ne sia valsa la pena^^ Sono contenta che gli Obscuras ti comunichino qualcosa (anche di negativo…In fondo è quello il loro ruolo) Mentre il nostro bel Kai (come hai detto tu, bel è riduttivo!) non si è ancora svegliato, ma il suo odio per Axel e per tutta la sua squadra c’è…Eccome^^ Su Julia hai ragione, lei è un po’ la migliore amica di Hilary, e proprio perché vuole bene alla brunetta non la compiange o si schiera incondizionatamente dalla sua parte; le dice schiettamente le sue opinioni dimostrandole la sua grande amicizia. Beh tesoro spero che questo capitolo ti possa piacere e mi auguro di sentirti presto!! Grazie 1000 per tutto!

Baciuzzi Avly

 

Kamy: cicci ma grazie^^ Sono stata felicissima di leggere il tuo commento, mi fa piacere sapere cosa ne pensi di questa fic^^ Felice anche del parere che esprimi sugli Obscuras e ovviamente su Kai!! Spero di sentirti presto, magari anche con la tua “Metallo e Sangue” che aspetto!

Baciuzzi Avly

 

Lirinuccia: tesoro mio, mi spiace dirlo, ma qui hai sbagliato per due volte^^ Uno, per me leggere Doomsday non è un obbligo dettato dal fatto che hai scritto la fic…E ti giuro che non faccio io un piacere a te nel leggere la tua fic, ma sei tu che hai fatto una grande cosa facendomi scoprire Death Note! Mi piace un sacco, sono arrivata al settimo (vado lenta come una lumaca per via della mole di roba che ho da leggere, ma non appena potrò mi rifarò!) e mi sono appassionata…Quindi carissima sono io a dover ringraziare te! Sulla tua fic…Ti ho lasciato un commento e spero presto di poterne aggiungere un altro!

Punto due: Crystal…Non odio la rossa, anzi la curo molto, l’ho creata e posso assicurarti che se da un lato fa la parte della bastarda stai attenta…Lei è imprevedibile, unica come il fratello!

Grazie 1000 per tutti i complimenti riguardanti il mio stile…Non hai idea di quanto facciano piacere! Grazie

Baciuzzi Avly

 

Lenn Chan: ** grazieeeee Lenn grazie davvero per lo scorso commento, mi hai fatto saltare dalla sedia e l’avrò riletto non so quante volte! Eh sì hai ragione…Hilary ha dalla sua la consapevolezza che Kai non sente nulla per lei e che invece Axel sì ma è anche come dice Julia…Insomma incasiniamo ulteriormente la matassa! Sugli Obscuras nulla da dire…Sono come dice Kai, La Morte. E noto con piacere che la coppia MaxxMariam piace a tutti^^ (Thank you my friends nd Max) Beh speriamo di riuscire a dare loro un lieto fine^^ Mia maestra, spero che questo capitolo ti sia piaciuto e mi auguro di ricevere un tuo commento^^

A presto, ovviamente con la Linea Illusoria dell’orizzonte! La aspetto con ansia!

Baciuzzi Avly

 

Inuyasha_Fede: grazie ancora per l’avviso carissima sei stata gentile. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e attendo un tuo parere^^ Capitolo incentrato sulla pre-mossa del Cavallo come direbbe Axel, forse leggermente più lungo, ma spero ugualmente soddisfacente! Come ho detto prima non mi ha convinta al massimo, ma spero che a te abbia dato qualcosa! Grazie ancora!!

Baciuzzi Avly

 

Un ringraziamento speciale alle persone che hanno messo la mia storia fra i preferiti o fra le seguite! Siete fantastici!!

E in ultimo ma non meno importante un ringraziamento particolare alla mia Helens^^ Grazie per tutto tesoro.

 

Only for you, my friends

Avly

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Capitolo 14
*** Umani sentimenti nella scacchiera del Destino ***


Boris VS Mathilda

Ciao a tutti, spero di non essere troppo in ritardo^^Vi lascio subito al capitolo e spero vivamente che vi piaccia! Un bacio a tutti^^

Buona lettura!

 

Umani sentimenti nella scacchiera del Destino

 

Osservava assorto il suo nome lampeggiare accanto a quello della sua avversaria, attorno a lui solo grida, acclamazioni di occhi che li osservavano trepidanti, ma lui se li lasciava passare addosso senza preoccupazioni. Non lo caricavano quelle voci, lo lasciavano del tutto indifferente, anzi se possibile lo facevano sentire più solo di quanto non si sentisse in realtà; già perché il pubblico rumoreggiava, scalpitava per poter assistere ad un nuovo incontro, ma che ne sapevano loro di come si sentiva lui? Se era sceso in campo non era stato sicuramente per accontentare un branco di urlanti ragazzini, ma per sè…Come sempre del resto, lui faceva tutto solo ed esclusivamente per se stesso. Che c’era di sbagliato in questo? Niente, solo i moralisti si riempiono la bocca con parole false come la fratellanza, l’aiuto reciproco e la collaborazione. Sciocchezze, sì è vero, gli amici servono, sono il cardine della nostra esistenza, ma Boris Huzenstov curava principalmente i propri interessi.

Seguiva i suoi di desideri, ed in questo momento lui voleva combattere.

Ma anche i più crudeli cyborg di Vorcof hanno qualcosa che li spinge a lottare, e lui cercava la sua motivazione senza fermarsi, anche se sapeva che questa ricerca lo avrebbe portato a soffrire.

 

- Pronti…Lancio! – Tirò con forza il caricatore, sprigionando così la potenza del suo Falco che devastante e letale si abbatté sul Beyblade Stadium messo a punto per l’occasione.

Falborg si muoveva con una forza distruttrice per il campo, disintegrando ogni singolo ostacolo sul suo cammino, mentre l’elegante beyblade giallo di Mathilda tentava di evitare quegli attacchi apparentemente senza logica. Ma una logica c’è sempre, anche nei deliri di un pazzo.

A tutto c’è una motivazione, a tutto c’è una spiegazione più o meno concreta…

“Sfogati, distruggi, annienta!” questi erano i pensieri del russo mentre sembrava che Falborg cercasse di demolire le strutture del campo piuttosto che assestare colpi al suo avversario. Comportamento apparentemente senza logica, pazzo, fuori controllo, ma in realtà ben legato, imprigionato da catene che gli ferivano le ali, che gli impedivano di volare nel cielo; catene di rabbia, delusione, frustrazione, odio, lacci lunghi e sinuosi, come corde di fuoco, rosse come l’Amore, come la rabbia, come la passione, come l’ossessione…Tutto per lui era rosso…

“Perché lo fai? Perché sei cambiata così?” Una lacrima piccola e timida si fece strada con coraggio attraverso la pelle diafana del ragazzo, mimetizzandosi con il pallore della sua carnagione…Per non essere vista.

 

“Ma che diavolo fa?” Yuri osservò sconcertato il compagno di squadra mentre cominciava ad avvertire un brivido lungo la spina dorsale nel vedere quegli attacchi.

“Come quattro anni fa…”

Ma che gli prende?” Crystal osservò basita Boris mentre scatenava la furia del suo Falco. Sembrava impazzito, senza controllo, e lei non riusciva a non collegare questo atteggiamento con la loro ultima discussione. Prese ad attorcigliarsi nervosa una ciocca rossa attorno all’indice legandolo come con una corda…Lo aveva colpito, se lo ricordava bene, lo aveva aggredito sia verbalmente sia con le mani; quella sera in Finlandia, dopo che aveva parlato con Axel, dopo che aveva scorto Kai ed Hilary parlare insieme nel parco…Improvvisamente si sentì leggermente in colpa per come aveva trattato il ragazzo, ma fu un attimo. Era stato lui a sbagliare, lui l’aveva spiata e l’aveva rimproverata senza ragione. Che ne poteva sapere lui di quello che la faceva stare bene? Lei sapeva cosa era bene per sè, e l’avrebbe avuto.

In profondità le dispiaceva per come si era inclinato il rapporto che aveva con Boris, sì perché erano sempre stati compagni, erano nati praticamente insieme, erano cresciuti alla stessa velocità, avevano condiviso momenti di sofferenza e privazioni, memori di poter sempre contare l’uno sull’altro. Boris era stato il primo amico che avesse mai avuto, l’unico che l’aveva fatta sentire una blaider, l’unico che non le aveva mai concesso dei privilegi solo perché era una ragazza o perché era la sorella di Yuri; un rapporto paritario, senza distinzione fra uomo e donna. Credeva che fossero “amici” ma poi lui l’aveva tradita, non l’aveva appoggiata, preferendo invece insultarla e negandole l’unico desiderio che avesse mai voluto, Kai.

Dal loro litigio non si erano più parlati, a malapena di scambiavano dei muti cenni col capo, e mentre lui appariva scostante, lei ci soffriva.

 

- Ma che fa quel maledetto!? Ora vado e lo ammazzo! – sbottò Andrew alzandosi dalla panchina con i pugni serrati. Quel russo stava attaccando in maniera spregiudicata e di questo passo avrebbe potuto ferire Mathilda; dopotutto era nello stile di combattimento di Huzenstov lenire i propri avversari…Se lo ricordava bene…

- Fermo Andrew – lo ammonì Ralph trattenendolo con un braccio.

- Lasciami! Gli spacco la faccia! –

- Tu non ti muovi da qui, vuoi che ci invalidino l’incontro? E poi Mathilda se la sta cavando egregiamente, guarda… -

In effetti il beyblade dorato della ragazza evitava con leggiadria e grazia qualsiasi attacco e pareva che da un lato stesse avendo la meglio sul beyblade russo, che invece continuando così si stava mettendo nei guai. Presto la sua velocità di rotazione sarebbe cessata e si sarebbe fermato fra un cumulo di macerie.

 

- Non vi ricorda nulla? – esordì Emily accennando all’incontro.

- Cosa? – chiese Ares subito attento

- Il suo modo di combattere – continuò Mao guardando il suo ragazzo. Rei si girò prontamente verso di loro sentendosi chiamato in causa.

- E’ vero, ricorda il modo con cui ha combattuto contro Rei al primo campionato – disse Takao osservando preoccupato la giovane europea.

Axel e gli altri Obscuras si fecero subito attenti, mentre Hilary dal canto suo scosse la testa decisa. – No, sono sicura che l’ha capito. Boris non combatte più per far male, di questo sono sicura – “Almeno lo spero

- Sì ma se continua così potrebbe ferire Mathilda! – Raul si alzò di scatto osservando sconvolto la giovane ragazza dai capelli rosa che con tenacia continuava a lottare. Che Mathilda e Raul stessero insieme non era una novità, il giovane spagnolo tra mille imbarazzi e balbettii si era dichiarato alla dolce danese all’inizio del torneo ed erano una coppia molto tenera e delicata.

- Ma no, tranquillo Raul – cercò inutilmente di rassicurarlo la sorella, anche se non ne era del tutto convinta.

 

- Interessante questa piccola parentesi che ignoravamo – disse Astra comunicando con i suoi compagni di squadra.

- E quindi questo Boris non è uno che sa tenere i nervi a posto…– Samantha si volse verso il compagno bruno che accanto a lei teneva lo sguardo fisso sul russo dai capelli color dell’acciaio. Un piccolo sorriso segnò le sue labbra, un ghigno, un idea…Sinistra.

- Che si fa ora genio? – chiese il demone dell’Illusione

- Quello che avevamo programmato –

- Sì, ma Kai non sta lottando – s’intromise Ares con tono di supponenza.

Il Demone della Malvagità proruppe in un sorriso muto e spaventoso, ma solo i suoi compagni poterono avvertirlo. – Su ragazzi, non crederete veramente che non abbia un piano B. E’ una fortuna che i Neoborg non siano proprio ben visti, e che abbiano contro di loro vecchie dicerie e un passato discutibile –

- Che intendi dire? -

- Che ora muoverai tu, e dopo questa mossa vedrete che i russi non saranno più un problema; non ci limiteremo a liberarci di Kai, ma infrangeremo la guaina che protegge i G-Revolution, tu Samantha avrai la più completa dedizione di Takao e io avrò la Custode –

I ragazzi lo guardarono stupiti; Axel era incredibile, una mente diabolica che arrivava prima di tutti, un essere nato con il male addosso, impregnato di oscurità, un Demone come loro, ma era evidente che il moro avesse una marcia in più in fatto di Male.

- Allora credo che qui tocchi a me – disse Samantha rivolgendosi ad Axel che in risposta pose un impercettibile segno d’assenso con il capo.

La ragazza si alzò elegantemente scostando il braccio di Takao che era attorno alla sua vita.

- Dove vai? – le chiese il Dragoonblaider

- Vado in bagno un attimo, torno subito – disse lei appoggiando le labbra su quelle del ragazzo e accarezzandogli languidamente il labbro inferiore. Oramai si era abituata alla sensazione intraducibile che le arrivava ogni volta che il ragazzo la toccava; odiava gli esseri umani, si divertiva a prendersi gioco delle loro emozioni e Takao era veramente un ingenuo…Già ma non era ancora totalmente sotto di lei.

 

Tese indice e medio di entrambe le mani, mentre le altre dita si racchiudevano, dopodiché si portò i polsi incrociati alle spalle tenendo gli occhi chiusi, e lasciando che i suoi capelli corvini si alzassero come animati da una forza invisibile. Attorno a lei tutto aveva preso una sfumatura rossastra, e l’odore di sangue che aveva impregnato la stanza era nauseante, ma per lei estremamente delizioso.

- Oh Obscura potestas, reduce anteactum, cupida pectora cuius vidit, taetrae animae cuius memoratur. Affice  in corpore et in corde cum robore simultatis, New Europa…

 

- Attenta Mathilda! – urlò Andrew nel momento in cui un masso frantumato in tante piccole schegge si era proiettato a causa dell’urto contro la giovane. Lei si abbassò in tempo anche se si tagliò leggermente il braccio.

- Ma che diavolo fai Boris! – lo chiamò Yuri senza ottenere risposta…Crystal e Kai osservavano la scena mascherando abilmente una preoccupazione che non riuscivano a debellare.

 

- Boris – lo chiamò Mathilda mentre osservava il duro e spigoloso viso del falborgblaider. – Io…Non -

- Lo so, tranquillo. Tu sei cambiato, non combatti per far male, ma non capisci che attaccando in questo modo distruggi te stesso? Non so perché ti stai comportando così, ma so che non devi ridurti in questo modo…– Quella ragazza era semplicemente fantastica, riusciva a vedere il buono delle persone e a estrapolarlo delle tenebre. Non combatteva per ferire gli altri, combatteva perché era deluso e arrabbiato, ma non era questo il modo di mettere a tacere la sua coscienza. Il beyblade non doveva essere macchiato dall’odio e dalla gelosia. No, il beyblade no.

- Attacca Istrice Falborg! –

- Rispondi Istrice! – E la sfida risorse sotto una nuova stella…Almeno fino ad ora…

 

- Nunc! -

 

- Mathilda che hai! – gridò Boris dopo che l’ebbe vista con orrore cadere al suolo con il braccio sanguinante e numerosi tagli sul viso. Una terribile sensazione di orrore pervase le membra del russo che in quel viso rivide un altro volto familiare…

- Oddio ma sta succedendo la stessa cosa di quattro anni fa Rei! – disse disgustato Takao.

In effetti la dinamica dell’incontro ricordava molto il match tra Boris e Rei al tempo del primo campionato mondiale. Il cinese annuì pensieroso, mentre accanto a lui Garland e il resto della ex-BEGA si scambiavano sguardi strani. Brooklyn prese in mano il suo piccolo bey nero e se lo rigirò fra le mani assorto, mentre percepiva questo scaldarsi lievemente. Corrugò la fronte pensieroso.

 

- Mathilda! -

La ragazza emise un gemito di dolore, mentre Falborg attaccava Istrice. Era come se ogni assalto del beyblade russo invece che lenire il beyblade avversario danneggiasse il blaider; il viso della rosa era contratto in una smorfia di dolore, mentre ad ogni attacco di Falborg sulla pelle della giovane si aprivano nuovi tagli. Davanti a lei un Boris incredulo non sapeva cosa fare. “Ma che diamine sta succedendo?”

- Mathilda io non… - “…so cosa fare”

 

- Fermala Hilary fermala! Vieni da me…Vieni qui…”

 

“Aria…” Hilary si prese fra le mani il collo non riuscendo a reggere l’improvvisa mancanza d’aria. Sentiva i polmoni comprimersi e il respiro farsi affannato. Ancora una volta; a fatica si appoggiò ad Axel che prontamente l’abbracciò come se niente fosse, avvolgendola con le sue forti braccia mentre compiaciuto le accarezzava i capelli bruni. – Cosa c’è Hila? –

La ragazza cercava di non annaspare, e un vago rossore le proruppe sulle gote nel momento in cui si rese conto di dove e soprattutto addosso a chi fosse. Il giovane poi le porse una bottiglietta d’acqua che lei tremante sorseggiò mentre tentava di rientrare in possesso delle sue facoltà motorie e mentali.

Ancora una voce, un suono preoccupato e impregnato di dolore, ma diverso da quello dell’altra volta…Ne era sicura. Due voci diverse, entrambe con note di preoccupazione, ma mentre la prima, quella che aveva sentito durante l’incontro fra i Neoborg e gli F-Sangre e fra gli Obscuras e gli Scudi Sacri, era anche flebile e debole, questa che aveva ascoltato anche durante la riappacificazione fra Yuri e Garland era più forte e decisa. Non era pazza…Sentiva veramente delle voci.  

 

- Tutto bene? -

- Chi c’è? – Allarmata Samantha abbandonò l’incantesimo mentre dietro una colonna emergeva una folta chioma fulva, accompagnata da una pelle candida e da degli occhi color dell’alba. Un completo bianco con guanti viola rispecchiavano la luminosità della figura.

Brooklyn rimase fermo qualche istante, osservando la ragazza di fronte a lui; non sapeva cosa l’aveva condotto lì, ma ad un certo punto aveva sentito di doversi allontanare, chiamato da non si sa quale impulso. Era stato allora che aveva percepito qualcosa, una sorta di scarica di energia, e una strana sensazione all’altezza dello stomaco lo aveva fatto tremare. La stessa sensazione di paura e buio che aveva provato quando era stato preda dell’Oscurità. Posò nuovamente gli occhi sulla giovane donna e un brivido gli corse rapido lungo la schiena. I suoi occhi l’inquietavano lo rendevano nervoso, lo ammutolivano, eppure li trovava simili a qualcosa che aveva già visto…

Il Demone squadrò malamente il giovane di fronte a lei, cercò di scavare nelle profondità del suo animo, lì dove albergava il cuore. “Un altro Guardiano...Ma che succede?”

Improvvisamente dalla tasca laterale della cinta nera cominciò a fuoriuscire un bagliore, ed il rumore di un beyblade in rotazione si diffuse nell’aria. La ragazza sgranò gli occhi incredula, mentre Mors non accennava a diminuire il suo moto rotatorio e Brooklyn la osservava senza lasciarle scampo.

- Hai bisogno di qualcosa ragazzo? – chiese spazientita lei.

- No –

- Bene allora non stare qui in mezzo, devo andare a seguire un incontro – con queste parole la ragazza rientrò di corsa nello stadio lasciando in fondo ad un oscuro corridoio un Brooklyn perplesso e sconcertato allo stesso tempo.

- Quella sensazione… -

 

- Ti senti meglio? – chiese Boris non appena Mathilda sembrò rispondere con maggior efficacia ai suoi incalzanti attacchi.

- Sì grazie, non so cosa sia successo, ma non preoccuparti…Attacca Istrice! –

- Sicura? E va bene attacca Falborg! –

- Mathilda! – Andrew urlò il nome dell’amica mentre i due beyblade entravano in contatto.

- Boris! – Yuri si alzò di scatto, mentre dietro di lui Crystal si trattenne dal cacciare un urlo spaventata.

 

Quell’incontro non segnò solo l’avanzamento dei Neri verso i Bianchi, ma diede il via ad una serie di reazioni che frenetiche si susseguiranno senza trovare nulla che ne ostacoli lo svolgimento.

Boris aveva battuto Mathilda, non ritrovando la serenità e la lucidità che aveva sperato, ma se non altro le parole della ragazza gli avevano fatto bene. Il russo non seppe spiegarsi però come avesse potuto infierire sul corpo di Mathilda senza neanche averlo voluto; quando aveva lottato contro Rei, aveva voluto ferirlo, ma ora no. Perché ogni volta che Falborg aveva attaccato Istrice, a farne le spese era stata la blaider anziché il beyblade?

Quella sera a cena tutti i ragazzi furono estremamente silenziosi, ognuno chiuso nel proprio cantuccio ad ascoltare immobili il rumore delle posate stridere sui piatti, percependo ognuno le mandibole degli altri mentre masticavano. Era tutto estremamente tetro e crudo, e questo clima aumentò con la scesa dei Neoborg nella sala. In quel momento gli sguardi dei presenti si eclissarono su di loro, aumentando la tensione della situazione e contribuendo ad instaurare un’aria tesa e fragile.

Kai si sedette al tavolo insieme al proprio capitano e a Crystal che appariva l’unica oltre a lui a non essere stata turbata dalla situazione. Gli occhi di tutti erano posati come macigni su di loro, ed il ragazzo dai capelli argentei apparentemente concentrato sul suo piatto, in realtà passava in rassegna guardingo i volti di tutti i ragazzi. I New Europa non erano presenti in sala, così come Boris che aveva detto loro di non aver fame.

Kai impassibile spostò gli occhi verso i suoi ex-compagni di squadra: Takao seduto al fianco di Samantha si lasciava carezzare il collo come un gatto quando riceve le fusa, mentre Max perennemente triste continuava a girare la forchetta attorno alla pasta senza però riuscire ad attorcigliarla. Rei dal canto suo si era chiuso in un silenzio religioso. In contrapposizione a loro, gli Obscuras ridevano e scherzavano allegramente, come se non sentissero il peso che incombeva sulla stanza.

Il diciassettenne russo lungo il suo percorso incrociò poi la figura di Hilary che accanto a Julia ed Axel sembrava stranamente silenziosa e soprapensiero. Kai rimase a fissarla per qualche istante, mentre il ragazzo moro accanto a lei le sorrideva. Il russo si volse subito sul suo piatto prima di vedere Axel che scoccava un bacio sulla fronte alla brunetta. Quel moro lo irritava profondamente, era una persona falsa e bugiarda, non che a lui importasse qualcosa certo, ma sentiva una strana sensazione all’altezza del petto nel vedere quei quattro così vicini ai suoi a

- Noi siamo tuoi amici Kai… - Amici – Maledizione a quella mocciosa di Hilary! Perché le sue parole si erano scolpite sulla sua mente così bene da non riuscire a dimenticarle? Amici, secondo lei erano tutti amici, le stessa si era considerata sua amica…Ma lui? Sapeva che qualcosa lo legava ai G-Revolution, un filo che non sapeva se chiamare amicizia o con altri epiteti, ma si trattava di qualcosa di forte, duraturo, e la loro unione nella Justice Five era l’esempio più lampante. Ammettere a se stesso che quelle fossero persone importanti per lui era difficile, ma maledettamente vero. Mai dalla sua bocca sarebbe uscita questa confessione, ma nella sua mente essa stanziava, governava oramai da tempo. Loro erano suoi amici e per questo motivo gli Obscuras avrebbero fatto meglio a staccare le loro sudice mani dai loro corpi o li avrebbe sterminati uno ad uno. “Ad incominciare da Axel…” L’argenteo si volse inconsciamente verso il moro, che teneva un braccio attorno alle spalle di Hilary, sfoggiando il suo solito sorrisino da schiaffi.

Era stato più forte di lui; non sapeva perché lo aveva fatto, era stato un po’ come quel pomeriggio quando si era messo a correre…Sentiva il sangue ribollirgli nelle vene, e le tempie pulsargli frenetiche dal nervoso.

“Giù le mani” Improvvisamente si voltò sconvolto verso il suo piatto maledicendosi per quello che aveva appena pensato. Non era stato detto da qualcun altro, ma da lui…La sua mente aveva espresso quell’ordine: giù le mani. Sentì un leggero dolore in tutto il corpo mentre in lui una cresceva una strana sensazione.

- Kai? Tutto bene? – la voce di Crystal si posò calma e fredda su di lui, mentre la ragazza gli prendeva la mano in un fazzoletto per pulirla dal sangue che fuoriusciva da un piccolo taglio che si era appena fatto senza neanche essersene reso conto. Kai posò lo sguardo sulla sua mano: in effetti aveva un taglio sul palmo della mano, dovuto al coltello che in preda ai suoi pensieri, aveva maneggiato inconsapevolmente. Eppure non se ne era reso conto, la sua mano avrebbe pure potuto continuare a sanguinare e lui non l’avrebbe nemmeno saputo.

- Kai? –

Si riscosse osservando la giovane Ivanov che gli aveva pulito la ferita dal sangue. – Sei proprio un disastro – disse con un sorriso mentre riprendeva a mangiare con calma.

Kai restò un attimo ad osservarla spaesato; Crystal era proprio come una sorella per lui, le voleva bene, e non avrebbe mai accettato che anche lei restasse insieme agli Obscuras.

- Su Hilary racconta, sono curioso! – Un brivido gli corse lungo la schiena, mentre la voce suadente di Axel si faceva strada nelle sue orecchie, invadendolo in breve tempo.

“Ma sta zitto razza di…” si bloccò non appena Hilary iniziò a raccontare qualcosa che gli parve essere il primo incontro che aveva avuto con i Bit-Power. Il giovane incurvò leggermente le labbra; se lo ricordava bene, ricordava perfettamente come Hilary avesse visto per la prima volta le Creature Sacre. Era stato un momento bellissimo per lei ed il ragazzo sentì un improvviso vuoto nel momento in cui lei iniziò a raccontare l’episodio. Come se quello che era successo allora dovesse restare solo fra i G-Revolution…

 

L’aria fredda e pungente della notte lo accoglieva fra le sue spire, avvolgendolo con invisibili braccia e sussurrandogli parole incomprensibili attraverso una voce chiamata Vento.

Sopra di lui la Luna argentea ed evanescente lo osservava preoccupata, timorosa di ogni passo che il diciottenne russo compiva. Boris camminava senza una meta precisa, incedendo al buio, avanzando con i pensieri rivolti da un’altra parte, precisamente su una luminosa chioma rosso fuoco e su un viso dai tratti perfetti ed aristocratici. Una stretta al cuore lo fece sospirare, un sospiro muto e pieno di dolore, nostalgia e gelosia. Sì, perché in fin dei conti lui era un tipo molto pragmatico, concreto e sapeva ammettere senza problemi quale fosse il problema; non era fiero come Yuri o terribilmente orgoglioso come Kai, no lui era semplicemente diretto e alle volte rude, ma vero. Sapeva quale fosse il problema, sapeva che aspetto avesse e persino che nome avesse: Crystal Ivanov. Già, chi l’avrebbe mai detto, lui Boris Huzenstof era innamorato della fredda sorella del suo capitano.

Perché doveva negarlo? Non ce ne era alcun motivo; eppure nonostante queste convinzioni non riusciva più a parlarle, e sorriderle come aveva sempre fatto. Dio quanto gli mancavano i suoi occhi di ghiaccio, quanto desiderava sentire il suo fiato e la sua voce. Ascoltare i suoi respiri nella notte, rappresentava per Boris il momento più bello della giornata, il momento che attendeva con maggior ansia. Ma Crystal era cambiata, ultimamente era diventata irriconoscibile, una maschera di cattiveria e cinismo che non la rappresentava; lei era sempre stata difficile e fiera, ma mai cattiva…

Gli mancavano i suoi rari sorrisi, le sue lunghe ciocche rosse che faticava a tenere a posto, la sua voce scostante e fredda, ma per lui calda e passionale…Gli mancava tutto di lei.

- Crystal! – un urlo, un grido, un nome. Una presenza scolpitagli nel cuore di pietra, un’essenza che si era insediata nella sua mente intrappolandola in una catena indistruttibile. Lei lo distruggeva con il suo odio, lo annientava con i suoi gesti, ma per lui era impossibile sciogliersi dalla sua presa. Perché non voleva.

Annebbiato dalla rabbia iniziò a tirare pugni ad un tronco d’albero di fronte a lui; prima un colpo poi un altro, fino a che la sua carne non avrebbe chiesto pietà e le sue ossa non avrebbero urlato…E non si sarebbe fermato. Avvertiva il legno graffiargli le nocche ed il sangue uscire copioso dalle mani, ma non importava.

Sangue, rosso…Come le sue catene, come i capelli di Crystal, amore e dolore nello stesso colore…Possibile?

Continuò a colpire il suo bersaglio senza alzare il capo, sfogando la sua indicibile rabbia e riversando in ogni pugno tutto il suo dolore. “Perché lui? Non ti ama, è evidente…Perché sei cambiata così? Perché non guardi più me?!

 

- Che diamine fai russo, hai voglia di disintegrare anche il parco dell’albergo oltre che il Beyblade Stadium? – una voce acida e spaccona lo sorprese alle spalle, rivelando una capigliatura disordinata rosso scuro ed un abbigliamento obbiettivamente inadeguato a rivestire le sue nobili carni.

- Non sono fatti tuoi inglese gira i tacchi – il russo si volse verso il nuovo arrivato squadrandolo con tutto l’odio che provava. Non gli piaceva che qualcuno lo sorprendesse in un attimo di debolezza, a maggior ragione uno come Andrew McGregor.

- Come osi tu, razza di popolano dei bassi fondi? E poi ero venuto giusto per giocare con te – si avvicinò spavaldo verso Boris che incrociò le braccia davanti al petto con fare annoiato. – Non ho tempo per giocare con lei Altezza perché non va a chiedere se le danno le macchine così può divertirsi? –

All’improvviso il lord inglese sferrò un violento pugno sul viso del russo che si ritrasse appena in tempo per evitare che venissero colpiti gli occhi. Dolorante si toccò il naso sanguinante, mentre preparava la sua risposta. – Direi che mi diverto più così – esclamò trionfante Andrew sputando a terra.

- Questo è perché hai cercato di far del male alla mia amica! - Ed un altro pugno si arrestò sullo stomaco del russo, che reagì a sua volta, sferrando una tripletta a ridosso dell’avversario che gemette di dolore.

Colpì con rabbia, con frustrazione, ma dovette ammettere che era un sano sfogo.

- Io non ho cercato di ferire nessuno -

- Sì certo, infatti Mathilda ha istinti masochisti! Ma non farmi ridere, la verità è che voi russi non avete cambiato mai nulla del vostro atteggiamento…Siete i soliti bastardi al servizio di Vorcof, tu, il tuo amico Ivanov, quell’impertinente di Kai, e magari anche la bambolina raccomandata! – sbottò rabbioso Andrew inconsapevole di aver pronunciato le due parole più sensibili all’orecchio di Huzenstov.

- Non la nominare! – con rabbia sferrò un colpo ancor più forte dei precedenti, macchiando le proprie nocche arrossate con il sangue dell’inglese. Si osservarono per alcuni istanti, pronti a darsele di santa ragione per motivi totalmente diversi, accomunati solo da un sentimento, la rabbia.

- Fermi voi due! –

Improvvisamente due braccia imprigionarono Boris da dietro, costringendolo a rinunciare all’attacco; stessa cosa capitò ad Andrew che immobilizzato prese a dimenarsi come un animale in gabbia.

- Ma siete impazziti? – la voce di Michelle da dietro Andrew richiamò l’attenzione, mentre Ralph non diminuiva la presa sul russo.

- Lasciami Michelle, io lo distruggo! –

- Tu non fai proprio niente, è inutile prendersela con lui; abbiamo perso punto –

- Ma non me ne frega niente dell’incontro…Quel russo ha fatto del male alla nostra Mathilda! –

- Io non ho fatto proprio niente! Non avevo certo intenzione di ferire la ragazza! –

- Sì certo, voi russi siete tutti uguali! –

- Adesso basta Andrew – una voce delicata e setosa sopraggiunse, squadrando i due contendenti con occhi increduli. La luna attenta e ansiosa illuminò la giovane appena giunta, facendo risaltare i suoi capelli rosa ed il suo viso dolce e luminoso.

La ragazza si avvicinò ai due, rivelando un braccio fasciato e alcuni cerotti sul viso. Boris si stupì nel vederla in quello stato. Non avrebbe mai pensato di poter fare tanto male.

- Guarda che le hai fatto bastardo! - ringhiò Andrew

- Ora basta – Mathilda diede uno schiaffo al compagno, lasciando sbigottito Boris e gli altri due.

- Boris non ha fatto niente, lo so. Io ho visto i suoi occhi mentre combattevamo, e non voleva farmi del male. Vorrei quindi che la smettessi di accusare lui e i suoi compagni di squadra, perché è sbagliato –

Per alcuni secondi regnò un’insolita calma, istanti durante i quali Boris osservava sconcertato la piccola Mathilda che senza lasciarsi intimorire aveva affrontato entrambi.

- Vi possiamo lasciare? – chiese Ralph

- Senza la possibilità che si sfoci in un omicidio? – aggiunse Michelle

Entrambi annuirono.

- Finalmente – sorrise Mathilda.

 

Quella sera Yuri e Crystal salirono presto in camera, un po’ perché il capitano voleva controllare Boris ed un po’ perché alla fine il clima teso e grave era stato insostenibile. Li aveva lasciati all’imboccatura delle scale per poi dirigersi verso il cortile interno dell’hotel. 

Aveva bisogno di respirare aria fresca, aveva bisogno di sentire il silenzio. Perché in fondo anche un’anima solitaria come Kai Hiwatari può aver bisogno di essere immerso nel silenzio anche se per pochi istanti; ascoltare solo il vociare continuo dei tuoi pensieri, che tormentati sono mossi dal vento.

Acconsentì affinché il Vento conducesse la sua sciarpa bianca in un ballo lento e sinuoso mentre i suoi crini argentati seguivano la danza con movimenti accennati e leggeri. Si appoggiò al tronco di un albero avvertendo le gocce di rugiada insinuarsi gentili fra la sua pelle diafana. Lasciò vagare lo sguardo attraverso il cortile mentre però i suoi pensieri erano molto più lontani, o vicini dipende dalle interpretazioni; alcuni restavano nella zona ristorante, altri stanziavano nelle camere dei blaider, altri erano rivolti ai suoi amici…Takao, Max, Rei e Hilary. Strinse le mani a pugno fino a conficcarsi le unghie nella carne. Non riusciva a spiegarsi il perché, anzi ora che ci pensava erano tante le cose a cui ultimamente non riusciva a dare una spiegazione, e ciò era motivo di grande frustrazione per lui; già perché doveva sempre avere tutto sotto controllo, sia che facesse azioni giuste o sbagliate, mai aveva agito sotto il controllo diretto dei sensi…Forse giusto in qualche sporadico episodio…

 

Inspiegabilmente ma aveva ancora davanti a sé l’immagine della ragazza stretta fra le braccia di Axel; il sorriso così dolce e solare di lei stonava con quello falso ed ipocrita di lui, ma questo sembrava vederlo solo il dranzerblaider. Non riusciva a concepire come questo gesto potesse infastidirlo tanto, ma sapeva di detestare la squadra canadese con tutta l’anima. Perché? In fin dei conti non gli avevano mai fatto nulla di male, ma erano come un’arma a doppio taglio, imprevedibili, pericolosi da qualsiasi parte uno li volesse vedere. I loro sorrisi erano falsi, le loro parole fredde e i loro atteggiamenti velenosi. Troppo velocemente si erano inseriti nella loro vita, troppo facilmente avevano invaso il suo territorio…Perché era la verità dopotutto: Takao e gli altri avevano condizionato molte delle sue scelte…Gli erano entrati dentro più di quanto non volesse ammettere, e per questo motivo gli Obscuras dovevano stare lontani.

Quei maledetti avevano invaso già a sufficienza il suo mondo, anche solo il venire a sapere di episodi legati alle loro passate avventure era motivo di insofferenza per Kai. Perché Axel doveva venire a sapere di quando lo Psico Team li aveva rapiti e di quando lui aveva salvato la ragazza dalla frana? Il  russo strinse duramente le mani a pugno…Quello era il suo mondo…E doveva rimanere tale…

Che fosse geloso degli Obscuras? Impossibile, la gelosia è un sentimento tipico dei perdenti, di coloro che si lasciano trascinare da futili emozioni, dagli inetti…Eppure sentire la voce di Hilary rivolgersi ad Axel lo aveva obbligato ad allontanarsi…

 

Un fruscio appena accennato lo scosse dai suoi pensieri, facendolo voltare all’indietro, fino ad osservare una chioma rossa chiara e un volto di apparente solitudine.

- Kai, ero certo di trovarti qui – parlò con calma senza smettere di osservare il russo.

Kai inarcò un sopraciglio pensieroso; quel ragazzo a distanza di un anno dalla Justice Five si era radicalmente trasformato: non era più l’Oscuro Signore delle Tenebre, ma un semplice diciottenne che ha bisogno di affetto, e nei suoi occhi non leggeva più la pazzia, anzi tutt’altro. Occhi limpidi, chiari, puri come l’acqua di un ruscello gelato che impreziosivano quel volto dall’espressione sorridente e felice, ma stasera insolitamente pensierosa.

- Ebbene? -

Brooklyn si avvicinò ancora fino a che non fu a nemmeno tre spanne di distanza dall’altro.

- Che cosa vuoi? – chiese il russo

- Che cosa hai provato? – domandò senza battere ciglio e non abbandonando le ametiste di lui.

Kai lo osservò sinceramente titubante, non capendo dove volesse andare a parare.

- Che cosa hai sentito nel vedere il Signore delle Tenebre? – Kai si vide sgranare gli occhi specchiandosi nelle iride chiare del rosso; non lo aveva spaventato, ma doveva ammettere che mai nessuno prima di allora glielo aveva chiesto, e di certo non si sarebbe mai aspettato questa domanda proprio da lui.

- Ti senti privo di certezze, un senso di vuoto ti circonda e non percepisci più la terra sotto i piedi, cominci a precipitare in un abisso oscuro. Le ombre ti circondano annebbiando tutti i tuoi sensi e senti…Freddo

Si sentì strano a confessare quelle sensazioni proprio alla persona che gliele aveva fatte provare, ma non seppe fermarsi. Brooklyn lo fissò ancora un po’ prima di allontanarsi in silenzio.

- Perché? – chiese Kai osservando la schiena dell’altro farsi più piccola.

- Volevo delle conferme da te –

- In merito a cosa, e perché da me? –

Brooklyn si fermò, sempre dando le spalle al suo interlocutore. – Perché tu sei stato l’unico a vedere il Signore Oscuro, e solo tu ne hai saggiato effettivamente la potenza distruttiva. Sei stato in grado di vincere le ombre, ma ne sei stato anche sopraffatto

- E perché volevi queste conferme? -

- Se ti dicessi che ho provato le stesse sensazioni che mi hai appena descritto? –

Kai sgranò gli occhi sinceramente stupito da questa rivelazione. Il Signore delle Tenebre era scomparso con la vittoria di Takao alla Justice Five, e da allora non se ne era più parlato. Perché ora Brooklyn se ne usciva con questa storia? Obiettivamente se però c’era la possibilità che le sensazioni del rosso fossero fondate, il problema era grave. Quando alzò gli occhi, il russo notò che Brooklyn si stava allontanando lentamente.

- Chi? – Non aveva saputo fermarsi, anche se forse in fondo all’anima era cosciente che quella suonava più come una domanda retorica.

- La conferma me l’ha data Samantha degli Obscuras, ma in realtà è tutta la sua squadra a rendermi inquieto…Ci sono ecco, “fenomeni” a cui non siamo riusciti a dare una spiegazione –

- Che tipo di fenomeni? – lo incalzò duramente il russo

- Te lo dirò quando ne avremo la certezza, comunque…Sta attento – con queste parole l’ex Signore delle Tenebre si allontanò lasciando nell’aria un senso di inquietudine, che misto alle sensazioni provate da Kai rese limpido e chiaro un solo punto in quella notte senza stelle: “Gli Obscuras vanno fermati”

 

- A quanto pare Boris deve essere andato a letto presto – osservò a voce bassa Yuri entrando nella camera russa dove potette scorgere il fisico statuario del compagno reso evanescente dai tenui raggi lunari. Doveva essere stanco dalla giornata trascorsa, e di sicuro le tensioni fra gli altri blaider non lo avevano aiutato. Nessuno aveva ancora mosso accuse precise, ma secondo il capitano russo ci sarebbe voluto poco per far scoccare la scintilla. Era come se la sua squadra fosse sull’orlo di un baratro mentre tutti osservano in silenzio ben sapendo che di lì a poco loro sarebbero caduti…Ma lui lo avrebbe impedito.

- Buonanotte Yuri – gli disse senza molta enfasi la sorella dopo essersi cambiata e infilata sotto le lenzuola violette del suo letto. Non aveva detto nulla riguardo al compagno, e questo diede la conferma a Yuri di quanto sospettato: tra Crystal e Boris era accaduto qualcosa, qualcosa che li aveva divisi e che stava rischiando di rompere in due la Neoborg…Non che a lui importasse qualcosa della squadra certo, ma sentiva di voler consolidare il loro debole equilibrio fino a renderlo indistruttibile. E forse era anche per questo che aveva lottato con quella convinzione contro Michelle…

Spiato dai raggi del disco argentato il rosso si spogliò, rimanendo solo in boxer neri che risaltavano maggiormente il chiarore della sua pelle color di luna e silenziosamente si avvicinò al suo letto, quando le dita dei piedi avvertirono qualcosa di umido sotto di loro. Inarcando un sopraciglio si chinò per vedere cosa avesse sotto la pianta del piede e ciò che vide gli fece spostare gli occhi di ghiaccio su Boris.

Sfiorò con le dita la sostanza che a poche spanne dal letto di Boris gli aveva intaccato la pelle. Rosso, come la rabbia, come la passione…Come il sangue.

 

- Yuri -

- Kai – biascicò il rosso non appena sopraggiunse anche il russo. Tra le mani aveva ancora tracce probabilmente del sangue dell’amico. Kai osservò con occhio critico la scena ancora con le parole di Brooklyn nella testa. – Avrà fatto a pugni con qualcosa per scaricare la tensione – obbiettò serio

- O con qualcuno… - sospirò leggermente il capitano soffermando lo sguardo su Boris che pareva dormire serenamente, in un mondo neutro, senza incubi, ma nemmeno cosparso di sogni…   

- Non farne parola con nessuno…Nemmeno con Crystal –

- Ovvio –

 

- E ora ci divertiamo…Vedrai Kai, dopo questa tu e la tua squadra direte addio al torneo, buttati fuori non solo dalla competizione, ma anche dai cuori dei blaider…E della Custode -

- Possiamo iniziare genio? –

- Sì ragazzi…Iniziamo –

 

 

Oh finale ad impatto! Spero si sia capito che le ultime battute erano degli Obscuras, e per la precisione di Axel e Samantha^^ Beh come avevo preannunciato capitolo per il caro Boris…Non sarà il primo, diciamo che devo ringraziare PICH_91 se questo personaggio mi ha catturata a tal punto! Quindi grazie mille!

Abbiamo avuto un piccolo passo avanti del mitico Kai riguardo agli Obscuras e anche l’intervento di Brooklyn è stato provvidenziale!

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, e mi auguro di ricevere i vostri commenti anche su questo! Anche i commenti negativi sono ben accetti non dimenticatelo^^

Angolo dei Grazie^^

 

Lexy90: eccomi qui, spero questa volta di non averti fatto attendere troppo^^ Eh sì Kai vuole fare sempre quello che si sente in competizione col mondo…E Axel non gli dà tregua in questo! Ammetto che la voglia di spaccargli la faccia al demone dopo la sua battutina l’ho avuta anche io, ma mi sono detta che per il momento è meglio legarsela al dito…Come si dice, la vendetta è un piatto che va consumato freddo^^

E Hilary? Beh come ho detto mi censuro, diciamo che lei segue un filo di pensiero che non è sbagliato, siamo noi che ci opponiamo con tutte le nostre forze, e speriamo che ci arrivi pure lei^^

Carissima grazie davvero per tutti i tuoi commenti e le tue belle parole, sai sempre come rallegrare e far venire la voglia di scrivere. Spero di ricevere il tuo parere anche su questo^^

Baciuzzi Avly

 

Pierina: cicci grazie infinite!! Il tuo commento è stato davvero bellissimo, grazie per aver detto che ti piace il mio stile, non hai idea di quanto faccia piacere^^ Anche a te dico la stessa cosa: nella scena Kai vs Axel mi era quasi venuta la voglia di spaccare la faccia a quel dannato demone, ma la vendetta va consumata fredda^^ Su Max…Solo lui è capace di tanta dolcezza, lo trovo tenerissimo e sono felice che anche a te sia piaciuto quel momento. La cara Hilary? Beh lei in teoria credo si stia comportando come una normale sedicenne…Non è devota in maniera assoluta al suo amore platonico e dal momento che ritiene di non avere possibilità è anche giusto che volga gli occhi da un’altra parte. Spero anche io che lei ci arrivi^^

Grazie tante davvero, e ti dico questo: la tua storia mi è piaciuta tanto, e spero vivamente che ci proporrai qualche nuovo scritto! Ahimè sono d’accordo con te…Lo studio ci trascina come un fiume in piena^^

Baciuzzi Avly

 

Cherry_88: la mia bellissima Cherry^^ Grazie 1000 tesoro per tutto, per il tuo immancabile supporto e per il tuo grande aiuto! In questo capitolo non ho inserito i tuoi suggerimenti giusto perché lo avevo già in parte scritto, e poi perché di fatto i ragazzi non uscivano dall’Hotel, ma per il prossimo mi sto già attrezzando, e ho due nomi che mi hai fatto che hanno stuzzicato la mia curiosità^^ Nel prossimo chappy ci faremo un giro per Los Angeles! Sei stata gentilissima, e grazie anche per le informazioni che ti sei data la pena di cercare su Dubai…Ma non devi preoccuparti in nessun modo ok? Sei stata gentilissima, non so davvero come ringraziarti! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto e ti aspetto^^

Baciuzzi Avly

 

Helens: riapparsa per la mia gioia più profonda! Grazie 1000 tesoro per aver letto il capitolo e spero che questo ti piaccia! Siii anche io stimo Kai, diciamo che non è solo stima, amiamo tutto di Kai^^

Hilary momentaneamente ha gli occhi foderati, ma come ho detto anche sopra, lei di fatto si sta comportando come una comune adolescente…Se non fosse che noi sappiamo che Axel è un bastardo, si potrebbe pure pensare che sia indotto da buone intenzioni! Ma ovviamente è meglio Kai!!!!

Spero di ricevere il tuo parere anche su questo! Ammetto che mi era mancata la tua presenza^^

A presto anche con la tua nuova perla, che io aspetto sempre di più!!

Baciuzzi Avly

 

Kamy: cicci grazie 1000 per il commento^^ Axel dà sui nervi proprio a molta gente a quanto vedo…E sì, il caro Takao ha preso una sbandata proprio forte, ma che ci vuoi fare…Gli uomini^O^ Max invece è proprio carino...Devo ancora pensarci sul suo lieto fine lo ammetto^^

Grazie per il tuo immancabile parere e spero di riceverlo anche su questo! A presto anche con la tua fic!!

Baciuzzi Avly

 

Lenn Chan: che dire alla mia maestra se non grazie? Grazie per i commenti e per le tue impressioni che mi gonfiano il cuore di felicità^^ Eh sì i russi non brillano per prontezza per quello che riguarda i loro sentimenti, ma in realtà ci fanno impazzire anche per questo! Max vince il premio dolcezza, anche se effettivamente confesso che sono indecisa sul suo finale…Ma mi censuro^O^

Sono contenta che Kai non sia sembrato molto OOC, speravo di renderlo il più inerente possibile all’originale, e se mi dici che i suoi atteggiamenti erano molto da Kai, allora tiro un sospiro di sollievo!

Andando avanti con la narrazione credo diventerà inevitabile che Kai diventi leggermente OOC, ma spero che non si noterà troppo^^ Ancora grazie per tutto Lenn.

A presto con la “linea Illusoria dell’orizzonte”

Baciuzzi Avly

 

 

E prima di levare le tende e sbaraccare, voglio finalmente ringraziare per nome tutte le persone che hanno messo la storia fra i preferiti o fra le seguite! Ragazzi spero di ricevere anche un vostro commento, almeno per sapere cosa vi ha colpito^^

Grazie a:

 

Anima                        Aiko Inochi               Padme86

Kamy                         Blue Hinata               PICH_91

Lenn Chan                Cherry_88                 Ria

Lirinuccia                  Helens                        Takami_Kinomiya

Mik92                        Inuyasha_Fede         VaMpIrA89

SMDO                       Lele91                        _marghe96 xd_

 

Un grazie anche solo a chi legge!!

 

E augurando a tutti voi una buona Pasqua…Un bacio a tutti!

 

Only for you my friends,

Avly

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 15
*** La Mossa del Cavallo e gli Scogli chiamati Sentimenti ***


La neve imbiancava il paesaggio che gli si presentava dinanzi agli occhi, dando così l’illusione che il tempo si fosse fermato; tutto intorno a lui era immobile, intrappolato in una morsa di ghiaccio che pareva voler durare ancora molto

Et voilà! Su che sono migliorata^^ Comunque questo forse sarà l’ultimo breve aggiornamento, anche perché ora che ho ripreso le interrogazioni e le verifiche, vedrò il caro word solo con binocolo^O^

Non lascerò passare un mese però lo prometto! (non promettere, tanto non ce la fai nd Kai)

Un ringraziamento speciale per Anima…Sei stata di grande aiuto, il finale è venuto anche grazie a te^^ Mi auguro che questo capitolo possa piacervi! Come sempre vi invito a lasciare un commentino…Tranquilli non vi faccio fare la fine degli Scudi Sacri^^

Buona Lettura!

 

La Mossa del Cavallo e gli scogli chiamati Sentimenti

 

La neve imbiancava il paesaggio che gli si presentava dinanzi agli occhi, dando così l’illusione che il tempo si fosse fermato; tutto intorno a lui era immobile, intrappolato in una morsa di ghiaccio che pareva voler durare ancora molto. Era impossibile orientarsi in un luogo del genere, anche perché ovunque ti girassi ti sembrava di essere sempre nel medesimo posto…Eppure lui trovava un senso di familiarità in un luogo tanto ghiacciato quanto abbandonato.

La neve candida rendeva tutto però meravigliosamente innocente, puro e disperdeva nell’aria un senso di pace; il ragazzo si mosse verso l’ignoto, trasportato solo dall’istinto e dalla voce del Vento.

Frammenti di ricordi iniziarono a danzare attorno a lui come cristalli di neve che leggeri si posavano sulle sue membra rinfrescandogli la pelle e portando alla memoria sensazioni e vicende che credeva di aver seppellito…

- Prendi la mia mano Kai! -

- Non essere sciocco rischi di congelare Kai! “Rei, Takao…Ragazzi”

- Attenti! - Corse verso di loro appena in tempo per evitare che venissero sommersi dai massi. Il polverone gli impedì di vedere bene, ma riuscì a mettersi sopra la ragazza per farle da scudo.

- Stai bene? – disse guardando sotto di sé; due occhi limpidi e profondi lo osservarono con una certa soggezione prima che da delle labbra rosee uscisse una risposta affermativa.

Uno colpo di luce accecante li aveva investiti in pieno, tentò con le mani di coprirsi gli occhi, mentre accanto a sé sentiva le grida spaventate degli altri. Dovevano raggiungere Rei, ma questa luce stava li stava ostacolando…

Ad un tratto un rumore alla sua sinistra lo fece voltare, ed il suo corpo si mosse da solo, con una prontezza di riflessi che non credeva di possedere. Si lanciò verso il bordo della scogliera afferrando con forza il polso di Hilary prima che precipitasse in mare.

- Kai! – gridò lei con tutte le sue forze, mentre lui cercava di issarla su.

- Noi siamo tuoi amici Kai, e questo lo sai -

“Hilary…”

 

I suoi ricordi…E ce ne erano ancora tanti altri sotto quella coltre di neve che lo abbracciava. Ricordi puri, semplici, ma importantissimi nonostante lui facesse di tutto per negarlo. Aprì gli occhi per osservare ancora meglio quella massa chiara, ma con orrore non vi trovò quello che si aspettava…

Nero, un liquido scuro come il petrolio lo stava avvolgendo, lo stesso che un anno fa lo portò quasi alla morte…Stava scivolando in questo oblio oscuro e non riusciva a tornare a galla…Come nella Justice Five…Freddo alle ossa, vuoto nella mente, era tutto esattamente come allora…E quegli occhi, occhi rossi contornati di viola, iridi sinistri che lo fissavano mentre svaniva, mentre le forze lo abbandonavano…

 

Si tirò su di scatto ansimano e con il viso imperlato di sudore. Aprì gli occhi e vide ancora buio; un senso di inquietudine gli mozzò il respiro, prima di udire con piacere i respiri addormentati di quelli che erano i suoi compagni di stanza. Si passò un braccio sulla fronte cercando di tornare calmo, il suo cuore aveva smesso di battere forte e pareva essersi tranquillizzato. Spostò gli occhi verso l’orologio sul comodino e vi lesse che erano le cinque del mattino. Lentamente si alzò dal letto portandosi verso il bagno per darsi una sciacquata prima di prendere il suo Dranzer e chiudersi la porta della camera alle spalle.

Fece tutto in religioso silenzio, anche se i pensieri che gli vorticavano nella mente, non erano esattamente silenziosi, anzi gli premevano contro le tempie come se volessero uscire, come se volessero essere liberati. Ma lui non poteva liberarli, perché aprire la sua anima ed il suo cuore avrebbe significato la sua rovina, e poi lui sapeva di non possedere un’anima…

 

Lui non sognava mai, non era incline a lasciarsi trascinare da delle futili illusioni come i sogni; essi erano una distorsione della realtà, ti portavano inutilmente a soffrire, e lui di sofferenza ne aveva già provata a sufficienza per andarsela anche a cercare durante la notte. No, lui nei sogni non ci credeva, anche perché non ne aveva mai fatti di veramente belli, ma tutto sommato non gli dispiaceva riposare. Dormire senza pensare a nulla, spegnendo il cervello e vedendo solo buio. Riposava lì, steso sul suo letto, rilassando le sue membra color di luna con una corona rossa che si apriva sul capo; faceva terribilmente caldo in quella stanza così dormiva coperto solo da un leggero lenzuolo che gli copriva appena a fianchi, mentre a torso nudo poggiava sul materasso.

Toc, toc! –  Apri per favore Crystal! – Ecco pace terminata, qualcosa o meglio qualcuno infranse la bolla nella quale Morfeo aveva rilegato il giovane russo, destandolo in modo non tanto piacevole dal suo sonno. “Ma chi diavolo…Giuro che lo ammazzo” riluttante si alzò dal letto osservando con stupore che la stanza era vuota. I suoi compagni se ne erano tutti andati; la sveglia sul comodino faceva le 6.35 Un senso di rabbia percorse le vene del russo nella cui mente avevano iniziato a spuntare come fiorellini di campo in primavera una serie indefinita di imprecazioni indirizzate a chiunque avesse avuto la faccia tosta di svegliarlo il giorno di riposo dal campionato ad un’ora simile.

Toc, toc!  Chiunque fosse non demordeva. Con uno scattò Yuri aprì la porta trovandosi davanti l’ultima persona che avrebbe mai immaginato. Scemata via la rabbia però non seppe spiegarsi come mai anche le sue imprecazioni fossero appassite.

- Tu? - disse lei come se fosse stupita di trovarlo lì

- Sai com’è questa sarebbe anche la mia camera – l’osservò con attenzione cercando di farla sentire in imbarazzo, ma come ogni volta non ci riuscì, almeno non con sguardi glaciali. Studiandone il viso infatti, si rese conto che aveva assunto una tonalità più rosea in prossimità delle gote e questo la fece apparire ai suoi occhi inspiegabilmente più…Carina. Ma ovviamente non l’avrebbe mai ammesso.

- Hai intenzione di restare qui ancora per molto Fernández? –

- Ah…Ecco io…Crystal –

- Mancherebbe il verbo –

- Sto cercando Crystal, devo parlare con lei Ivanov! – sbottò lei con tutta la forza che aveva come se pronunciare quelle parole le avessero costato molta fatica.

Julia osservò con evidente imbarazzo quel magnifico Dio pagano che era apparso davanti a lei; se già normalmente era tremendamente affascinante così non aveva rivali: pelle diafana che entrava in contrasto con gli accesi crini rosso fuoco, per di più a torso nudo con solo i boxer neri.

Ingoiò saliva a vuoto per non urlare di gioia ed imbarazzo.

- Fernández mi spiace ma Crystal non c’è dovrai accontentarti -

“E questo lo chiami accontentarsi?” pensò lei attenta a non lasciarsi sorprendere in sguardi pericolosi; dopo i primi istanti di contemplazione però la ragazza si riprese, ricordandosi con fermezza il motivo della sua venuta.

- Yuri ascolta, tu o i tuoi amici avete per caso visto Mathilda? -

Il viso del russo s’incupì appena ma essendoci la spagnola davanti a lui mai avrebbe mostrato incertezza o cedimento…Mai, soprattutto con lei…

- Come puoi ben vedere io dormivo fino a pochi minuti fa…E poi perché lo vieni a chiedere proprio a noi? – chiese quasi con fare irritato, attirando così su di sé gli sguardi indagatori della giovane.

- In realtà lo sto chiedendo a tutti da quando mi sono alzata –

- Che vuoi dire? Mathilda non è in camera con voi ragazze? –

- Sì, ma questa notte non è venuta, il suo letto era intatto e tutte le sue cose sono come le ha lasciate la sera prima –

Improvvisamente sul viso e sulla voce della ragazza calò un’ombra di tristezza e preoccupazione che colpirono inspiegabilmente il russo, che dal canto suo non poteva definirsi tranquillo; le parole di Julia gli tartassavano la mente e l’immagine di Boris con le nocche sporche di sangue ed il pavimento puntellato da chiazze vermiglie aveva occupato interamente la sua mente. Cercò tuttavia anche per risollevare la ragazza di darsi una spiegazione razionale.

- Sarà rimasta nella camera dei suoi compagni di squadra…O forse di tuo fratello – asserì maliziosamente facendo scattare le ire della spagnola che lo guardò storto.

- No, e poi se ti interessa saperlo anche Ralph, Andrew e Michelle sono scomparsi! – Questo fu il colpo mortale per Yuri, che percepì un brivido corrergli ininterrottamente lungo la schiena.

- Vabbeh Yuri grazie lo stesso e scusami se ti ho disturbato – si scusò la ragazza voltandosi per andarsene. Era triste Julia, sia perché non riusciva a trovare quei ragazzi, sia perché non riusciva a togliersi dalla testa l’immagine di suo fratello che quella mattina era venuto a trovare Mathilda non trovandola. Fece per andarsene quando la voce fredda ma stranamente con note diverse di Yuri la costrinse a fermarsi.

- Ferma Fernández…Aspettami vengo con te – Gli era uscito spontaneo, prima ancora che la sua mente avesse potuto produrre un qualche pensiero le sue labbra l’avevano anticipata. Comportamento insolito per Yuri Ivanov. Il russo si chiuse di botto la porta alle spalle, riemergendosi nell’oscurità della sua camera; il cuore scalpitava ed il respiro corto gli mozzava il fiato. “Devo trovare Boris” si disse come motivazione per il suo stato d’animo, parole che avrebbero dovuto appagare il suo orgoglio e dare l’illusione che quei due occhi verdi non centrassero nulla…

 

- Allora, sappiamo che non possono aver lasciato la città così di punto in bianco, perciò i New Europa devono essere qui in Hotel, o al massimo nei dintorni – riepilogò Ares osservando gli altri blaider radunati attorno a lui. Fortuna che oggi era il giorno di riposo dalla competizione e avrebbero potuto sistemare questo inconveniente senza tanti problemi…Almeno così speravano…

Mao al suo fianco teneva la schiena appoggiata al suo petto e le anche premute contro il corpo del biondo che le avvolgeva un braccio attorno alla vita. Rei storse disgustato il naso davanti a quella scena raccapricciante incrociando lo sguardo di un Kai piuttosto irritato.

- Dobbiamo trovarli! – sentenziò Takao afferrando delicatamente il polso della sua ragazza.

- Dividiamoci in coppie e setacciamo queste zone da cima a fondo. Il primo che li trova chiama gli altri – decise Ares prendendo subito la mano della cinese e dirigendosi verso l’interno dell’Hotel.

Takao e Samantha si avviarono subito dopo verso l’area sud del cortile, mentre Astra e Crystal si diressero verso gli esterni. Rei rimase un attimo a vedere chi era rimasto: oltre a lui c’erano solo Kai, Axel, Yuri, Hilary e Julia. La brunetta osservò attentamente il russo davanti a lei; ancora non riusciva a capire il perché del suo atteggiamento nei confronti di Axel. Kai aveva sbagliato, Axel non voleva essere per nulla scortese il giorno prima davanti all’ospedale…E poi quando erano arrivati li aveva guardati con un’aria soddisfatta e arrogante. Ma chi si credeva di essere Kai Hiwatari?

- Andiamo? – le sussurrò dolcemente all’orecchio il moro facendola arrossire per la vicinanza delle labbra.

- Andiamo Rei – si scansò leggermente per poter scorgere una sciarpa bianca diventare sempre più piccola seguita a ruota dal cinese.

- O preferisci stare con la tua amica? – un altro sussurrò che sensuale le scivolò sulla pelle.

- Muoviti Fernández – Yuri si allontanò seguita da una Julia stupita, ma sicuramente raggiante.

 

- Yuri fermati! Aspettami! -

-  Dobbiamo cercare quei quattro non fare una gita di piacere – sbottò lui senza fermarsi; in realtà camminava velocemente per due motivi: da una parte voleva trovare Boris al più presto e assicurarsi che lui non centrasse nulla con la scomparsa dei New Europa, mentre dall’altra non voleva incrociare gli occhi della ragazza che troppe volte gli avevano fatto compiere azioni che mai si sarebbe sognato di fare; salvarla quella sera ad Helsinki, vincere per lei quell’incontro, fare pace con la persona che l’aveva mandato in coma…Insomma mai mostrarsi debole dinanzi al nemico, e lui sapeva che Julia l’avrebbe potuto mettere a nudo anche solo con uno sguardo. La sua determinazione e caparbietà erano tali che riusciva anche ad impressionare e a mettere a disagio uno come lui.

- Mi vuoi ascoltare?! – un braccio lo costrinse a fermarsi. Yuri ammise a se stesso di non aver sentito una parola di quello che lei stava dicendo, ma era certo che lei se ne sarebbe accorta anche solo guardandolo.

- No –

- Me ne ero accorta Ivanov! Comunque stavo dicendo, proviamo il retro dei giardini ovest, lì non ci siamo ancora andati

Lui si perse un attimo ad osservarla, notando come i capelli castani le ricadessero morbidi sul viso lievemente arrossato per il caldo e per la lunga camminata. Percepì il petto scaldarsi.

 

- Grazie Kai – L’altro gli rivolse un muto cenno col capo.

- Di cosa? –

- Di avermi portato via…Vedere Ares e Mao mi stava rendendo nervoso –

“Di nulla” non lo disse, ma continuò per la sua strada, certo che il cinese avesse compreso.

- Ma a te non t’innervosiscono? – chiese ad un tratto Rei mentre finivano di setacciare la zona dei gazebo. Kai lo osservò lasciandogli intendere di tratte da solo le proprie conclusioni. Lo sguardo che si sprigionò da quelle pozze violacee non era di certo rassicurante; mai il cinese aveva visto il russo con quell’espressione, capace di farti venire la pelle d’oca, in grado di farti pensare che preferiresti trovarti in qualsiasi altro posto meno che dove ti trovi ora. Le fiamme dell’Inferno ardevano in quelle braci viola, l’Abisso oscuro attendeva alle soglie di quegli occhi.

- Ok, ho capito. Ma con qualcuno in particolare? – chiese malizioso il cinese

Kai non si mosse, rimase rigido in piedi affianco a Rei mentre la davanti ai suoi occhi comparve immediatamente l’immagine nitida e irritante di Axel che esibiva il suo solito ghigno dalla doppia visione. – No, nessuno in particolare –

- Ahhh! Aiuto! – un grido di donna falciò l’aria, spegnendo qualsiasi sorriso o attimo felice, insinuando in tutti i blaider un senso di paura e inquietudine. L’urlo si diffuse nell’aria accompagnato da uno stormo di corvi neri che si alzò in volo virando a sinistra dei ragazzi.

“Secondo gli aruspici antichi la sinistra era portatrice di male” pensò Kai prima di iniziare a correre seguito da Rei nel cui cuore aleggiava un’insolita preoccupazione.

 

Non appena i ragazzi sopraggiunsero sul luogo da cui era partito il grido, trovarono Astra con il viso in lacrime stretta fra le braccia di Crystal che cercava di mantenere la calma davanti allo sconvolgente scempio che le si presentava: all’interno delle scuderie, coperti di fieno e riversi a terra giacevano i quattro New Europa, con accanto i loro beyblade gravemente danneggiati e in alcuni punti spezzati. I blaider osservarono in silenzio la scena sconvolti, annientati, sopraffatti da una sensazione di terrore che avanzava inesorabile verso di loro.

I visi dei quattro europei erano maschere di tagli, ematomi, graffi e sangue, che in parte rappreso era rimasto attaccato alla loro pelle e ai loro vestiti, strappati e lacerati in più punti. Hilary osservò inorridita la scena, cercando però di vincere quella sensazione terribile che le artigliava lo stomaco. Si avvicinò cautamente mentre Axel aveva chiamato la sicurezza ed il presidente Daitenji, chinandosi sui beyblade ed osservando il terreno. Estrasse dalla tasca dei pantaloni il telefonino e cominciò a scattare delle foto sul suolo coperto di fieno sotto gli occhi straniti dei ragazzi e dei quattro destrieri dei russi che osservavano attenti ogni mossa dei visitatori.

Fiamma portatasi alla destra del suo blaider gli soffiò dolcemente sulla testa come a reclamare un po’ d’attenzione, ma il diciassettenne in quel momento aveva gli occhi fissi sulla brunetta che scrupolosa fotografava ogni traccia rimasta sulla terra smossa.

- Hila, si può sapere che fai? – chiese Takao avvicinandosi all’amica

- Guardate, ci sono tracce di beyblade in movimento; analizzeremo le foto e i beyblade dei New Europa nel laboratorio che abbiamo a disposizione nell’Hotel e cercheremo di capirci qualcosa – disse lei cercando di essere il più fredda e logica possibile, anche se era difficile, soprattutto se sentiva di avere gli sguardi di tutti i ragazzi puntati alle spalle. Axel le si avvicinò mettendole le mani sulle spalle con fare protettivo. – Allora fai quello che devi Hilary, e scopri la verità

“Bastardo, lasciala” Kai fece istintivamente un passo in avanti avvicinandosi così alla coppia; nelle sue vene sentiva scorrere rabbia, odio per quel ragazzo che ora sapeva, nascondeva un segreto pericoloso, ed un insolito senso di preoccupazione gli fece volgere l’attenzione su Hilary. Ad un tratto prima che potesse avvicinarsi ulteriormente un braccio lo trattenne con forza e nel girarsi incrociò lo sguardo glaciale di Yuri che gli fece intendere di non fare sciocchezze. Il dranzerblaider spostò lo sguardo sui due che dopo aver raccolto i resti dei beyblade e messi dentro delle bustine di plastica, si avviarono seguiti dagli altri verso l’Hotel, mentre i paramedici caricavano i quattro corpi martoriati.

- Troviamo Boris – gli sussurrò Yuri prima di afferrare le redini di Tempesta e salirgli in groppa senza fatica. Kai lo seguì con Fiamma anche se nella sua mente l’immagine di Hilary accanto ad Axel non gli dava pace. Axel era un pericolo, ed Hilary una sua amica…Di questo era certo…

 

Con uno scatto aprì la porta spingendoci con forza il russo dentro e buttandolo con rabbia per terra.

- Ora mi spieghi che cosa è successo, e niente bugie! - sbottò con voce lievemente più alta Yuri

- Ti ho detto che io non ne so nulla! – si difese il falborgblaider rialzandosi da terra e massaggiandosi il viso con un grosso livido sullo zigomo.

- Ed il sangue? –

- Ho fatto a botte con Andrew contento?! Non l’ho di certo massacrato –

Yuri abbassò le braccia sconfitto; lui voleva credere al compagno, ma troppi indizi e sensazioni portavano i freddi ragionamenti del capitano verso un’unica direzione.

- Boris, abbiamo trovato i quattro europei con i corpi martoriati ed i beyblade ridotti ad un cumulo di macerie – aggiunse Kai guardando fisso il compagno senza mai perdere per un istante la lucidità.

Boris sgranò gli occhi allibito, rendendosi finalmente conto del perché degli atteggiamenti di Yuri. Scosse sconvolto la testa. – Non starete pensando che sono stato io?!

- E perché no, dopotutto hai ammesso di aver picchiato Andrew, ed è nella tua filosofia avere simili atteggiamenti -

- Piantala Crystal – la bloccò il fratello irritato da questa affermazione.

Boris le lanciò un’occhiata carica d’odio, ma lei non se ne curò. Almeno non apparentemente.

 

- Entra Hilary -

Il cuore della ragazza prese a battere all’impazzata mentre teneva fra le mani sudate una cartellina con i risultati delle sue analisi. Avrebbe preferito trovarsi in un qualsiasi altro luogo piuttosto che lì, a dover rendere conto di quanto scoperto, a dover necessariamente puntare il dito contro qualcuno.

Spinse la porta entrando piano. L’aria che si respirava in quella stanza era grave e viziata, e gli occhi color cioccolato della ragazza cercarono subito quelli stanchi del presidente Daitenji.

Si avvicinò alla scrivania, sentendo i muscoli contrarsi e gridare per lo sforzo ed il cuore uscirle dal petto per la tensione. Ma doveva farlo.

- Dimmi che non è come penso -

- Non sono io a dirlo, ma il computer – in un modo o nell’altro voleva cercare di nascondersi, voleva tentare di convincersi che non era una sua volontà, ma andò avanti.

- Abbiamo evidenziato tracce di cinque beyblade nelle scuderie –

- Come cinque? – chiese all’improvviso il presidente interrompendo la giovane. – Sì, cinque. Comunque la cosa interessante è che nei dischi d’attacco dei beyblade europei ho trovato tracce di…Piume – buttò fuori l’aria mentre avvertiva chiaramente gocce di sudore imperlarle da fronte per la tensione.

- Piume? –

- Sì, e c’è di più; le tracce rilevate erano già presenti nel nostro analizzatore, quindi abbiamo il nome del beyblade dell’aggressore –

- Uhm…Piume dicevi? Dimmi che non è come penso…Non possono averlo fatto – Tensione crescente e quel nome che aveva timore di far uscire dalla bocca. Prese un grande respiro.

- Presidente, il bey è Falborg –

 

Un tocco deciso alla porta li fece voltare di scatto. Erano tutti e tre lì in semicerchio appoggiati alle pareti, Kai con la mente altrove, Yuri attento a cercare una via di fuga da questa situazione assurda, Boris con mente e cuore rivolti a Crystal che lo aveva ancora una volta umiliato, accusato di un crimine tanto mostruoso quanto assurdo.

Kai si mosse per aprire la porta e nel farlo incrociò lo sguardo di Hilary che con il viso tirato e stanco era davanti a lui. Il ragazzo la osservò per quelli che gli parvero parecchi secondi, mentre con gli occhi percorreva ogni centimetro di quella pelle chiara e leggermente arrossata in prossimità della guance.

Quando scese dai suoi capelli castani ai suoi occhi, una morsa gli prese lo stomaco artigliandolo con forza, ma allo stesso tempo donandogli scariche di energia lungo la spina dorsale. Era esattamente come quella sera in cui si erano incontrati accanto a Fiamma. Una sensazione di benessere, di armonia, un istante in cui tutti i suoi dubbi vennero accantonati senza che riuscisse ad opporsi.

- Che cosa c’è? – domandò Yuri avvicinandosi alla ragazza senza però riuscire a rompere la bolla in cui Kai si era intrappolato.

- Daitenji vuole parlare con te e Boris, seguitemi – disse lei svanendo senza pietà dalla visuale del russo che in pochi attimi si ritrovò solo a fissare il nulla davanti a sé. E senza di lei vecchi e nuovi dubbi tornarono a tormentarlo…Ma perché si era sentito così?

 

Il tempo scorreva piano ed instancabile e l’unico segno del suo lento passaggio era il ticchettio ripetitivo dell’orologio da polso che il ragazzo portava al polso. Era quasi ora di pranzo e Yuri e Boris non erano ancora tornati; non era neanche uscito ad allenarsi e questo era il secondo giorno consecutivo. In teoria non sarebbe stata una cosa tanto strana, ma lo era dal momento che si stava parlando di Kai Hiwatari, colui che per il beyblade aveva dato la vita, e che ora nonostante questo attendeva impazientemente che i suoi due compagni tornassero dalla riunione con il presidente.

Già perché in fondo ne era consapevole; se fosse andato tutto come si aspettava la squadra russa sarebbe stata eliminata dal torneo, una squalifica, un ostacolo per quello che era il suo più grande desiderio: battere Takao e diventare campione del mondo. D’altro canto era impensabile che il presidente non prendesse provvedimenti per l’azione di Boris. Kai era certo che il compagno avesse detto la verità e cioè che lui con Andrew si era solo picchiato, ma ovviamente non c’erano prove, non c’erano testimoni e gli unici che avrebbero potuto confermarlo erano in un letto d’ospedale.

“Come gli Scudi Sacri…” improvvisamente gli balenò l’immagine dei quattro corpi della squadra di Ozuma e sentì i pungi stringersi. Troppi incidenti, troppi avvenimenti inconsueti stavano accadendo da quando era iniziato il torneo, ed ora di una cosa era certo…Gli Obscuras avevano a che fare con tutto questo. La discussione con Brooklyn aveva gettato luce su alcune tessere del puzzle che tentava di ricomporre, ma era comunque insufficiente. Era strano, ma ora come ora la cosa che più gli premeva era scoprire le vere intenzioni di quei quattro ed il fatto che a breve sarebbe stato eliminato da quello che era il torneo della sua vita era passato in secondo piano.

Improvvisamente dalla porta del bagno uscì del vapore seguito da Crystal che con addosso un asciugamano portava un turbante avvolto sulla testa per trattenere i folti capelli rossi. Le gocce d’acqua imperlavano il suo collo scendendo delicatamente ad accarezzarle la pelle chiara, formando quasi una collana di perle luminose. La ragazza oramai abituata alla presenza di tre uomini non si fece prendere dall’imbarazzo, anche se ovviamente trattandosi di Kai, tutti i suoi movimenti erano più fluidi e lenti quasi seducenti come se volessero irrimediabilmente essere notati.

- Yuri e Boris? – chiese lei ad un tratto

- Sono a parlare con Daitenji –

- Certo che Boris è davvero un idiota –

Kai si volse verso la compagna che di spalle a lui si era infilata una maglia viola e sciolto il copricapo lasciando così correre una cascata di capelli bagnati rosso scuro sulla schiena.

Il russo la osservò ancora un po’ mentre rifletteva sulle sue ultime parole, parole che mai avrebbe pronunciato pochi mesi prima.

- Pensi che sia stato lui? -

Le si voltò verso di lui incatenando i suoi occhi con quelli ametista di Kai e avvicinandosi.

- Perché tu no? E’ evidente -

- Appunto, e le cose non sono necessariamente come sembrano – disse quelle parole con convinzione rivedendo parecchi suoi atteggiamenti e situazioni che lo riguardavano.

Improvvisamente un rumore alla porta li fece volgere di scatto e Kai si diresse ad aprire senza rendersene conto con il cuore in gola, attendendo quella che sarebbe stata una squalifica, un addio…Hilary…

 

- Moses -

- Ciao Kai, scusa il disturbo ma volevo dirti che vorremmo parlare a te e ai tuoi compagni. Venite questa sera alle 22.00 a questo indirizzo e non ditelo a nessuno – gli consegnò un biglietto ripiegato che il russo prese velocemente aprendolo e leggendo l’indirizzo con Crystal che incuriosita gli si era avvicinata.

The Hideout -112 West Channel Road, Santa Monica, CA 90402

Vieni con i tuoi compagni di squadra, dobbiamo parlarvi…Abbiamo novità.

Brooklyn

 

Quando la porta si aprì, lasciando entrare un tenue raggio di luce Yuri ci mise un po’ per abituarsi all’oscurità che regnava in quella camera. Le imposte abbassate e le tende chiuse avevano fatto cadere la loro stanza nell’oscurità più profonda nonostante qualche coraggioso raggio cercasse di penetrare in quella fortezza di ghiaccio.

Trovò Kai e Crystal fermi ad attenderli, come se sapessero perfettamente cosa sarebbe successo di lì a poco. Boris dietro di lui cercò immediatamente Crystal che indifferente e glaciale sedeva comodamente sul letto di Kai lanciandogli dardi infuocati con lo sguardo. Il russo non si tirò indietro, profondamente arrabbiato e deluso dal suo comportamento.

- Siamo fuori vero? – Kai non riuscì a trattenere quelle tre parole che premevano sulla sua lingua da troppo tempo. Era come trovarsi ad un passo dal baratro; sai che tra pochi istanti cadrai, ma vuoi sentirtelo dire, vuoi averne la conferma, ma non per paura…Semplicemente perché ti piace farti del male. Il dranzerblaider osservò attentamente il suo capitano obbligandosi a non lasciarsi andare in momenti di debolezza o depressione. Ci aveva messo l’anima per quel torneo, ed i suoi sforzi erano stati vani…Tutto era stato inutile…A partire dai suoi atteggiamenti…Sentiva un groppo alla gola, ma lo costrinse a restare lì dov’era.

Yuri lo guardò per quelle che sembrarono ore, attimi che per Kai sembravano non passare mai.

- No -

Batté le palpebre certo di non aver capito. Quelle due lettere lampeggiavano come una luce in fondo ad un tunnel, risuonavano come note distinte nella sua mente. No.

- Come no? – chiese Crystal stupita

- Ecco diciamo che…Il presidente ci ha concesso di restare in gara, a patto che il colpevole venga escluso dalla competizione – introdusse Yuri guardando i due.

- Ma noi non abbiamo il colpevole – puntualizzò Kai

- Forse – aggiunse Crystal squadrando male Boris

- Ad ogni modo Boris ha deciso di non prendere parte agli incontri…Di fatto i Neoborg ora sono tre –

- Strano che Daitenji abbia fatto una proposta simile, non è molto nella sua filosofia –

- Infatti non è partito dal presidente – disse Boris. Kai e Crystal si fecero attenti

- E chi? –

- L’assistente tecnico dei BBA, Hilary. La ragazza ha intercesso per noi presso il presidente. A quanto mi ha detto è stata lei a chiedere che non venisse eliminata la squadra – spiegò Yuri ad una Crystal visibilmente irritata e ad un Kai che per un istante aveva sentito il cuore fermarsi. Si era fermato alle prime parole che il suo capitano aveva pronunciato: Hilary aveva intercesso per loro…Lei aveva pregato che la Neoborg non venisse eliminata…Lei che sapeva cosa per lui rappresentasse il beyblade.

- All’inizio non ci credevamo neppure noi…Insomma non ce lo aspettavamo – disse Boris soffermandosi su Crystal che a malapena riusciva a tenere a freno la collera che le aveva invaso le vene. – Ed immagino anche che ora dovremmo ringraziarla! – fece stizzita lei come se fosse un oltraggio. Yuri sostenne il suo sguardo con fermezza; nemmeno a lui andava a genio l’idea di dover ringraziare qualcuno, in particolare un suo avversario, anzi un BBA, anzi una donna.

- Vado io – un sussurro, forse un pensiero o forse no. Troppo flebile per essere udito, ma anche troppo rumoroso per essere riuscito a celarlo agli altri. Kai si alzò dirigendosi alla porta e chiudendosela alle spalle senza ascoltare quello che Yuri gli stava dicendo. La sua mente era un vorticare di pensieri, sensazioni, suoni, immagini e tutti avevano un collegamento con Hilary. Perché lo aveva fatto? Cosa ci guadagnava lei ad aiutare l’unica squadra che poteva impensierire la BBA? Doveva saperlo, doveva chiederglielo…Ma forse non era questo ciò che la sua anima voleva sapere, forse per la prima volta voleva ritrovarsi in quella bolla ma non lo voleva ammettere neppure a se stesso…

 

Non appena ebbe lasciato la stanza del presidente con Yuri e Boris, Hilary si diresse al suo piano senza rivolgere parola con i due russi che probabilmente non si sarebbero sentiti a loro agio a dover chiederle spiegazioni. In fondo lei che spiegazioni avrebbe potuto dargli? Che lo aveva fatto per Kai? Che sapeva quanto il campionato fosse importante per lui? Che dopo aver capito che Kai a lei avrebbe sempre preferito il beyblade, aveva fatto di tutto per lasciargli l’unico amore che avesse? Non c’erano altri motivi; a lei la faccenda non convinceva ma comunque le analisi non potevano mentire: Boris aveva attaccato i New Europa, ma questo non significava che anche Yuri, Crystal e Kai dovessero esserne al corrente. Lo aveva fatto per lui, perché gli voleva bene e per la sua felicità avrebbe fatto qualsiasi cosa…

- Hila – un braccio la prese con dolcezza interrompendo il filo dei suoi pensieri, facendola perdere in quel labirinto smeraldino in cui si perdeva volentieri. – Axel dimmi -

- Ecco…Ti ho vista uscire dalla stanza del presidente e mi chiedevo se avevi scoperto qualcosa sui New Europa. Purtroppo non si sono ancora svegliati, ora sono all’ospedale – disse sconfortato il giovane passandole una mano dietro la schiena e facendola così rabbrividire.

- No, nulla di interessante – non le piaceva mentire, ma il presidente le aveva chiesto di non disperdere la voce fino a domani. Il giorno del terzo incontro avrebbe dato lui stesso la notizia a tutti.

“Non mi piace quando mi menti Custode, ma per venire a sapere una cosa che già so posso aspettare” pensò il Demone pregustando il momento in cui tutti avrebbero visto la squadra russa nella sezione delle eliminate.

- Senti Hila – iniziò portandosi sempre più vicino a lei. La brunetta arrossì notevolmente non appena potè avvertire il fiato di Axel su di sé e il calore del suo corpo perfetto contro il suo.

- Ti offenderesti se ti chiedessi di uscire con me questa sera? – le sussurrò ad un orecchio senza allontanare le braccia dalla schiena della ragazza.

Hilary si sentì il cuore artigliato in una morsa piacevole e piena di carica elettrica. Axel di fatto la stava invitando a cena, le stava proponendo un appuntamento e lei in questo momento si trovava ad una brave distanza dalle sue labbra, quelle stesse strisce di carne che l’avevano fatta sussultare il giorno prima, quella stessa bocca che ora si faceva lentamente più grande e vicina. Sentì il cuore correrle per il petto, tentando di avvicinarsi maggiormente al ragazzo o forse cercando di sottrarsi. Non lo sapeva con certezza, ma credeva di non volerlo neppure sapere. Una cosa era certa però: lei non si stava sottraendo.

- No – mormorò la brunetta riferendosi all’invito a cena prima che la sua vista venisse oscurata dall’ombra che i capelli di lui ricreavano sul suo viso. Si trovò ad osservare le sue iridi meravigliose da una distanza minima ed il respiro le si mozzò di colpo. Dio come l’attirava, coma la catturava quello sguardo, lo voleva sentire su di sé, le faceva bene, la faceva sentire amata, desiderata, forse egoisticamente, ma era questo che cercava.

- Axel – sussurrò a due centimetri dalle sue labbra avvertendo il fiato di lui sulla bocca e le sue braccia che la tenevano stretta.

- Hilary – le disse lui sottovoce prima di continuare la sua scesa sulle labbra rosate della ragazza.

Lei socchiuse gli occhi.

“Hilary no!”

 

“Hilary” Buio…No, non poteva essere. Tutto, ma mai quello…

- Hilary – pronunciò con voce seria ed austera a pochi metri da loro. E così il tempo, lo spazio, Axel, Hilary ed il suo cuore si fermarono.

 

“Kai…” la giovane ancora stretta fra le braccia di Axel incrociò lo sguardo del russo che a pochi metri da lei l’aveva appena chiamata, interrompendo quel magico contatto che stava per diventare un bacio. L’avevano chiamata in due, Kai e la prima voce, quella che l’aveva sorpresa tante volte e che sembrava quasi una seconda coscienza, a differenza della seconda che invece pareva richiedere aiuto.

 

“Maledetto Cavaliere”

“Non ci credo! Il Demone della Malvagità giocato per la seconda volta da un ragazzino! Non starai perdendo colpi tesoro?”

“Zitta Astra”

“Sarà, ma intanto mentre tu giochi a fare il conquistatore io ti dico che in camera della Custode non c’era niente di interessante”

“Come niente?”

“Esattamente quello che ho detto…La sua Essenza non è in nessun oggetto metallico. Ho controllato anelli, bracciali, lettori musicali, niente

“Non è possibile, lei deve aver toccato l’Essenza, altrimenti come avrebbe curato Kai?”

“Una possibilità mi è venuta, ma sarebbe incredibile e praticamente impossibile per noi da trovare”

“Dimmi”

“Fin dall’antichità le Essenze sono sempre state attirare da oggetti luminosi, lucenti, monili, spade, corone, metalli comunque…Ma non è obbligatorio. Secondo me l’Essenza di questa Custode…Non si trova in un oggetto metallico

 

Ed eccoci qui!! Ammetto che era da tanto che non faticavo così! Avevo troppi pensieri e sensazioni da mettere giù per i vari personaggi e spero di non aver fatto un fritto misto^^

Temo che l’ultima parte sia leggermente incasinata, ma per ragion di cronaca, le parti in corsivo che riguardano Axel o comunque i Demoni sono pensieri telepatici, e che quindi sentono solo i demoni, mentre quel corsivo centrale è la prima voce che sente Hilary…Sugli spezzoni iniziali beh…I colori servono a distinguere spezzone da spezzone, e sono presi da Beyblade e Beyblade VForce. Ecco spero di essere stata abbastanza chiara. Mi auguro che vi sia piaciuto ed ora svoltiamo a destra per arrivare all’…

Angolo dei Grazie^^

 

Cherry_88: Ciaoooo tesoroooo! Ti prego non scuoiarmi viva, non far fare a Sofia un’autopsia sulla sottoscritta! Mi spiace di non essere riuscita a mettere la parte “Los Angeles the tour” ( che tra l’altro ho praticamente finito) solo che quando l’ho scritta di seguito a questo mi sono resa conto che veniva troppo lunga perciò ho suddiviso il tutto in due capitoli. Fare un’estrema sintesi di questo per mettere magari un pezzo scarso dello scenario non mi sembrava bello, e poi poco coerente con il ritmo del resto della storia…Spero che potrai perdonarmi!

Come sempre ti ringrazio immensamente per i tuoi continui ed immancabili pareri, grazie davvero!

Eh sì…Ho sempre avuto l’idea di Brooklyn come di una persona molto particolare e questa sorta di alleanza è nata quasi da sola. Kai dovrebbe volgere l’attenzione verso i lidi giusti come dici tu, ma chi può dire quale sia il lido giusto per lui^^. Grazie ancora mia cara, spero che commenterai anche questo! La prossima volta ti giuro che non mancherò!

Baciuzzi Avly

 

_Marghe 96 xD_: **una nuova voce! Che meraviglia!! Grazie 1000 per il commento e spero con tutto il cuore che anche questo capitolo sia di tuo gradimento! Aspetto il tuo parere per sapere cosa ne pensi!^^

Baciuzzi Avly

 

Lexy90: la mia mitica, indispensabile tesora! Grazie per aver commentato lo scorso capitolo…Allora diciamo pure che l’alleanza fra i due ex-nemici sta piacendo a tutte^^ Spero di non deluderti con questo…E’ stato un capitolo complicato non solo per la grande predominanza che hanno avuto i sentimenti, ma anche perché non si è trattato di esprimere i sentimenti di una sola persona, ma di parecchi personaggi…Avevo il cervello diviso in più pensieri^^ Spero che questo capitolo ti piaccia e aspetto il tuo commento…Oramai non posso farne a meno!!

Baciuzzi Avly

 

Pierina: cara la mia nuova scrittrice! Sono contenta che ti sia rimessa a scrivere e sinceramente il colore di questo capitolo è stato in buona parte ispirato da te^^ Hilary aveva il cappuccio viola nella tua fic^^ Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e grazie per i tuoi continui complimenti!!

Axel ti da sui nervi?? Mi spiace ma non ce ne libereremo tanto facilmente! Come cattivo mi è venuto proprio bene, è uno dei personaggi di cui vado fiera^^ Boris spero ti sia piaciuto, lui non è freddo ed orgoglioso come gli altri due, ma non tradirebbe mai Crystal ecco perché non ha detto a Yuri o a Kai del fatto che li ha sentiti parlare insieme! Beh spero di ricevere il tuo parere anche su questo!! Aspetto il tuo di seguito^^

Baciuzzi Avly

 

DarKAngeL91: tesoro non preoccuparti!! Non fa niente se non riesci a commentare, ci mancherebbe! Spero solo che i capitoli ti continuino a piacere e se dovessi avere delle critiche fatti avanti senza problemi!! Comunque spero vivamente che anche questo capitolo ti sia piaciuto, mi spiace che sia leggermente transitorio, ma come ho detto a Cherry l’avevo scritto con una parte in più, ma visto che veniva enormemente lungo ho preferito tagliare il capitolo invece che fare delle sintesi che avrebbero rovinato il quadro generale. Spero che questo ti piaccia e ovviamente di ricevere il tuo parere^^

Baciuzzi Avly

 

Kamy: la mia Kamy alla fine arriva sempre^^ Grazie 1000 per esserci! Anche per te rinnovo quanto detto, l’alleanza fra Kai e Brooklyn ha conquistato!! Vedremo cosa accadrà…Non aprirò bocca^^

Grazie per il tuo immancabile appoggio e spero di ricevere il tuo parere anche su questo! Guarda che aspetto Metallo e Sangue!!

Baciuzzi Avly

 

 

Un grande grazie e un mega Baciuzzo va ad Anima che con le sue parole è riuscita a fare molto per questo capitolo…Grazie 1000!

 

Ringrazio anche le mie carissime PICH_91, Lirinuccia, Lenn Chann ed Helens!! Baciuzzi forti!!

 

Come di consueto Baciuzzi anche solo a chi legge e a chi ha inserito questa storia fra le preferite e/o seguite!!

 

Grazie a:

 

Anima                                    Aiko Inochi               Padme86

Kamy                         Blue Hinata               PICH_91

Lenn Chan                Cherry_88                 Ria

Lirinuccia                  Helens                        Takami_Kinomiya

Mik92                        Inuyasha_Fede         VaMpIrA89

SMDO                       Lele91                        _marghe96 xd_

 

 

 

Only for you, my friends

Avly

 

 

 

 

  

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Capitolo 16
*** Tra Incubo, Sogno, Realtà ed Illusione ***


Quanto è sottile il confine tra sogno e realtà

Salve gente! Sì, sono tornata! Mi scuso per il ritardo ma sono tornata mercoledì da Ravenna e oggi sono riuscita finalmente ad aggiornare^^. Per questo capitolo vorrei ringraziare di cuore Cherry_88, grazie infinite! E’ tutto merito tuo! Sperando di poter presto postare il nuovo capitolo…Vi auguro una Buona Lettura!

 

Tra Incubo, Sogno, Realtà ed Illusione

 

 

Quanto è sottile il confine tra sogno e realtà? Quanto lieve può essere il muro che li divide e che impedisce loro di avvicinarsi, di toccarsi, di amarsi? Quanto era stata vicina al sogno per poi sprofondare nella realtà?

Era stata stretta fra le braccia di Axel e stava quasi per venir baciata dal moro, ma era bastato un richiamo perché quell’incantesimo finisse. Avrebbe potuto continuare a specchiarsi in quelle pozze di smeraldo per ore senza mai saziarsene, senza mai stancarsi dei suoi occhi; ma la magia di quell’attimo si era infranta, distrutta come tanti piccoli frammenti di uno specchio che ora rivelavano la sua immagine in più scaglie.

Perché si era fermata? Avrebbe benissimo potuto baciare Axel anche in presenza di altri, non sarebbe stato così strano dopotutto…Già peccato che “quell’altri” fosse Kai.

- Axel scusami tanto – gli mormorò non appena si rese conto che la magia si era dissolta ed era fluita via dalle loro dita. Lui capendo allentò lentamente la presa da lei, senza mai lasciare però i suoi occhi e controllato a vista da un Kai, che attendeva impaziente con un senso di acidità che gli impediva di muoversi.

- Non preoccuparti – le disse lui posandole un bacio sulla fronte e sciogliendo l’abbraccio.

Lei gli rivolse un sorriso luminoso prima di voltarsi ed avanzare verso il russo, che appoggiato alla parete con le braccia incrociate pareva essersi pietrificato sul posto. Axel gli lanciò una fiammata con gli occhi, segno che questa non gliela avrebbe perdonata, Kai Hiwatari ricambiò prontamente, con tutto l’odio che aveva nell’anima. – Hila – disse il moro ad un certo punto.

Lei si volse nuovamente verso di lui. – Dimmi –

- Ti passo a prendere questa sera per le 20.00 va bene? – disse lanciando uno sguardo compiaciuto a Kai.

Hilary annuì e così Axel se ne andò, pronto a raggiungere gli altri lanciando imprecazioni e dichiarazioni di morte verso quel Cavaliere che cominciava veramente ad infastidirlo. “Tu e quelli del tua razza siete tutti uguali Cavaliere. Solo la Fenice poteva sceglierti”

 

Uno di fronte all’altra, come opposti di un unico magnete, come due schieramenti nemici, come duellanti pronti a combattere. Da una parte freddo e calcolo, dall’altra fuoco ed istinto, ma ora non erano ben chiare le rispettive parti. Kai che inizialmente aveva sempre pianificato in anticipo le sue mosse, ora stava inconsapevolmente agendo sotto l’influsso dei sensi, compiendo azioni inusuali e nuove per lui; dal canto suo Hilary si sentiva combattuta ogni volta che gli occhi di Kai la scrutavano, quelle pozze ametista che tante notti avevano colorato, che tante pagine di libri avevano invaso, che tanti sogni avevano popolato ora la osservavano con fare indagatore, quasi volessero scavarla dal profondo e la ragazza si rese conto che nonostante tutti i suoi sforzi quegli sguardi erano ancora capaci di farle stringere il cuore. Scosse la testa per scrollarsi quei pensieri. No, era solo un effetto momentaneo, lei stava per baciare Axel, e di sicuro l’avrebbe baciato…Forse questa sera stessa. Kai era il passato, solo il passato, nient’altro che un suo amico e…Passato.

- Che cosa c’è Kai? – ruppe il silenzio che si era venuto a creare tra i due, come quella barriera fra sogno e realtà. Chi era ora il sogno e chi la realtà? 

Il ragazzo si rese solo ora conto che non aveva minimamente pensato a cosa dirle, in realtà non aveva nemmeno pensato di chiamarla…L’aveva semplicemente fatto. Le sue labbra si erano mosse più velocemente di lui, ed il suo cuore aveva ripreso a battere non appena quei due si erano staccati. La sua voce li aveva divisi, e non seppe non essere soddisfatto per questo. Ma perché?

Lei era una sua amica, l’aveva in parte protetta da quell’essere…Sì era questa la motivazione…Poteva essere solo questa.

- Perché lo hai fatto? – in quel momento però chiese a se stesso a cosa si stesse riferendo. Parlava del fatto che aveva salvato la sua squadra dall’eliminazione o del fatto che stava per baciare Axel? Non voleva nemmeno pensare a quella possibilità; gli si stringeva lo stomaco anche solo al pensiero che la brunetta avesse potuto baciare quel mostro. Lui sapeva che gli Obscuras rappresentavano un pericolo, e per questo quei maledetti non dovevano nemmeno avvicinarsi ai suoi amici…Ma allora perché non provava lo stesso fastidio anche quando Samantha baciava Takao?

- Cosa? –

Si riscosse dai suoi pensieri, indugiando come catturato, sugli occhi della brunetta, pozze color cioccolato che fino a poco fa erano state vicinissime e quelle di Axel. Strinse un pugno.

- Perché hai intercesso presso di noi con Daitenji? - parlò senza distogliere lo sguardo da lei, parlò senza ascoltare quello che la sua anima tentava di fargli arrivare.

Gli occhi della ragazza si spalancarono per la domanda, quasi non credesse nemmeno lei alle proprie orecchie. Hilary lo osservò stranita per un attimo. Aveva interrotto il suo bacio con Axel per questo?!

- A te le parole amicizia e fiducia sono totalmente estranee? – chiese sarcastica rispondendogli con fare quasi irritato. Non era possibile, aveva rovinato un momento così magico per lei per chiederle una cosa così ovvia?

- Piantala con il buonismo. Che motivo hai di aiutare l’unica squadra che può soffiarvi il titolo? – si stava scaldando, non tanto perché non le credesse, ma sentiva un’insolita rabbia diffondersi nel suo corpo, e la stava riversando tutta in quelle parole. Non sopportava che qualcuno lo aiutasse, soprattutto Hilary che già troppe cose sapeva sul suo conto.

- Oh Dio, Kai non ci credo che lo pensi davvero. Guarda che non tutte le persone hanno secondi fini – la ragazza cominciò ad alzare la voce, irritata dal suo atteggiamento, delusa perché credeva che almeno un po’ la conoscesse, amareggiata perché si era resa conto che Kai ancora non la considerava una vera amica…Altrimenti non glielo avrebbe mai chiesto.

Kai la scrutò ancora per parecchi istanti, indugiando sui suoi occhi che ora lo osservavano colmi di rabbia e risentimento. Sentì lo stomaco stringersi, ma non demorse...Compì solo un passo troppo lungo…

- Lo dici proprio tu, che i doppiogiochisti li hai a pochi passi ogni giorno – un’altra frase sfuggita al suo controllo, un altro errore che la mente selettiva di Hiwatari commetteva nel giro di pochi minuti. Non avrebbe dovuto dirlo, non aveva ancora prove sensate, ma non voleva altro che lei si accorgesse di chi erano gli Obscuras…Aveva pensato…Lei. Gli importava relativamente che Takao e gli altri se ne accorgessero, ciò che più gli premeva era che a capirlo fosse lei.  

Hilary lo osservò sconvolta senza riuscire a capire a che gioco stesse giocando. Che cosa voleva dire? E poi come si permetteva di accusare persone che neanche conosceva, giacché aveva perfettamente capito a chi si stesse riferendo il russo.

- Mi spiace che tu la pensi così. – ora era arrabbiata, aveva offeso i suoi amici ed in particolare Axel…E forse aveva capito anche perché.

- Purtroppo la gelosia è un brutto male – lo ferì lei con decisione sorprendendo persino uno come Kai. Il ragazzo la squadrò con la rabbia che oramai lo aveva pervaso. Lui geloso? E di chi?

- Ma che diavolo dici? – disse lui mentre senza che se ne rendesse conto immagini dei vari incontri fra Hilary ed Axel gli passarono davanti come un film.

- Certo…Dopotutto la squadra di Axel è veramente forte e chi lo sa magari potrebbero essere persino loro i prossimi campioni del mondo. Geloso che siano in gamba quanto e forse più di te? – non pensava seriamente quello che diceva, ma lo voleva ferire per come si era comportato, ed poi perché spesso facciamo cose che magari non vorremmo, ma le facciamo perché dopotutto non siamo macchine e talvolta le nostre emozioni, la nostra impulsività prendono il sopravvento sulla nostra parte razionale.

Kai si sentì quasi come se lo avessero colpito quando quelle labbra si mossero per dare vita a quell’intreccio di suoni e parole così gradevoli ed amare. In parte racchiudevano un frammento di verità, almeno una verità che era sopravvissuta nella sua mente fino a pochi giorni fa, ma che ora non credeva più appartenesse alla realtà.

- Ma va al diavolo Hilary! – con rabbia disse quelle parole allontanandosi da lei e dirigendosi verso il suo piano, sentendo quasi un vuoto nel momento in cui si fu distante dalla brunetta. Fu allora che lo sentì: il rimorso, un dolore al petto che per la prima volta nella sua vita lo fece davvero pentire di quello che aveva fatto. Non si era mai pentito delle sue scelte, neppure quando era passato dalla parte di Vorcof...Allora perché era bastato discutere con quella ragazza per farlo sentire così?

- Comincia ad andarci tu! – sbottò lei prima di tornare in camera sua, delusa, amareggiata, triste come se le avessero appena strappato un pezzo di cuore e di anima.

 

- Perché hai voluto farci venire qui Samantha? – chiese Axel smaterializzandosi accanto ad Ares nel luogo dove Samantha aveva dato loro appuntamento.

La ragazza fece finta di non averlo ascoltato e si diresse a passo sicuro verso un determinato punto, attraversando alcuni platani e arrivando davanti ad un’iscrizione incisa su pietra levigata proprio incavata nel terreno. Astra lesse le indicazioni a caratteri dorati sulla pietra.

- Che ci facciamo davanti ad una lapide? -

- Avevo sentito parlare di questo posto ed ero curiosa…E poi qui siamo lontani da orecchie indiscrete non vi pare? – ironizzò il Demone chinandosi ad osservare l’incisione di colore oro che riportava il nome di una famosa attrice statunitense, che a modo suo aveva avuto gli occhi del mondo…Come presto sarebbe accaduto a loro…

- Già tutto sommato mi ispira questo Westwood Village Memorial Park, sembra quasi di essere…A casa – proseguì Ares appoggiandosi ad uno dei grossi platani.

- Allora che ci volevate dire ragazze? –

- Non sei in vena di perdere tempo Axel eh? – chiese divertita Astra

- No, non mi piace perderne lo sai – fece lui con tono infastidito

- Ma che è successo? Hilary ti ha rifiutato? – chiese Samantha curiosa

- Oh no, diciamo che il nostro bel demone è stato nuovamente fregato dal Cavaliere della Fenice – spiegò il Demone dell’Illusione.

- Sì ridi pure…Più quel ragazzo fa così, più io mi divertirò ad infierire domani quando il presidente annuncerà l’eliminazione della sua squadra per comportamento antisportivo –

- Sarà…Comunque non siamo qui tra le tombe per discutere di Kai giusto? – Ares interruppe annoiato la discussione, riportando l’attenzione di Demoni e tombe sulla questione principale.

- Già, allora i miei piccoli esseri oscuri hanno setacciato tutta la camera dove dorme Hilary e non hanno trovato la sua Essenza – Astra fece il punto della questione velocemente cercando di far trarre a ciascuno le proprie conclusioni.

- Mi dicevi che probabilmente la sua Essenza non si trova in un oggetto di metallo – proseguì Axel

- E’ l’unica soluzione plausibile; lei deve aver toccato la sua Essenza, deve aver avuto un contatto fisico con la sua Creatura, altrimenti i suoi poteri di Custode non si sarebbero risvegliati –

- Noi abbiamo cominciato ad avvertire la presenza della Custode circa a metà della tappa finlandese quindi… - iniziò Ares

- …Quindi Hilary deve aver toccato l’Essenza quando eravamo ancora ad Helsinki, ma per percepirne così nitidamente l’energia, l’Essenza deve essere anche qui – proseguì Astra cercando di seguire un filo logico.

- In fondo non ci serve saperlo –

- E perché Axel? A noi serve l’Essenza della Custode altrimenti come apriamo i Portali? –

Axel si avvicinò ai compagni tenendo le braccia incrociate davanti al petto ed assumendo un tono serio e gravoso, un tono che voleva essere definitivo

- Hilary agisce totalmente in incoscienza, non sa nulla dei suoi poteri, nessuno immagina neanche lontanamente cosa si stia muovendo a loro insaputa. E’ per questo che una volta separati i Cavalieri, prenderli uno ad uno e rubare le loro Essenze non sarà un problema; per quanto riguarda Hilary sono certo che presto riuscirò a trovare la sua Essenza, o sarà lei stessa a consegnarmela -

- Ma se hai detto che è completamente incosciente –

- Sì, ma lei…La sua Essenza no. E lei correrà in aiuto della Custode se Hilary dovesse trovarsi in pericolo ne sono certo –

- Come fece Suzaku l’ultima volta vero? –

Axel indurì l’espressione del suo volto a sentire quel nome, un nome che ancora bruciava nella sua anima come cenere ardente.

- Sì, come Suzaku -

 

Non appena il sole sprofondò oltre la sottile linea dell’orizzonte, inghiottito dalla terra e cedendo così il posto all’oscurità che lentamente tingeva il cielo con striature blu e violette, Hilary si fece trovare davanti alla porta principale dell’Hotel con Takao e Samantha che insieme a lei attendevano Axel. Julia aveva lasciato l’amica non appena questa aveva finito di prepararsi ed era andata ad allenarsi, lasciando la brunetta solo in compagnia del dragoonblaider che non faceva altro che farle raccomandazioni da buon amico e da mamma. Fortuna che Samantha lo metteva in riga.

- Basta Takao, sembri mia madre – sospirò esasperata dopo l’ennesimo avvertimento

- Su Takao lasciala in pace, Hilary vai tranquilla e pensa a divertirti – le disse Samantha con un sorriso dolcissimo. – Grazie –

Dei passi lievi ed aggraziati dietro alle loro spalle li fecero voltare verso l’ingresso, osservando così i quattro russi che uscivano insieme dall’albergo dirigendosi verso l’uscita. Hilary evitò accuratamente di posare gli occhi su Kai, ancora profondamente arrabbiata per la sua ultima uscita di qualche ora prima. Non riusciva a credere che avesse potuto dire quelle cose sugli Obscuras…Dar loro dei doppiogiochisti…Già come se lui fosse un santo; ma chi si credeva di essere?

- Ehi Kai dove andate? – chiese Takao all’amico

Crystal si volse incrociando così lo sguardo perplesso di Hilary che alla fine si era voltata verso di loro. – Cena di squadra – disse con un sorriso appoggiando le mani sulle spalle del fratello e di Kai e con grande sorpresa di Hilary e Takao non si scansò.

- Ah…Beh allora divertitevi – li salutò Samantha.

Kai spostò lo sguardo sulla brunetta che dal canto suo rimase impassibile osservandolo con quegli stessi occhi che l’avevano torturato per tutto il giorno. Indugiò sul suo viso prima di inquadrarla per intero: indossava una gonna di jeans abbinata a dei leggins blu scuro ed una maglia scollata dello stesso colore che le lasciava le spalle scoperte e che presentava a quanto aveva visto prima, una spaccatura sulla schiena. Le rivolse un’occhiata gelida non appena si ricordò dove e soprattutto per chi si era messa così in tiro. Si ritrovò inspiegabilmente a pensare che per uno come Axel tutta quella cura fosse eccessiva, anzi che per uno come quell’essere anche la sola presenza della ragazza fosse troppa.

- Andiamo? – gli chiese Crystal risvegliandolo con un leggero tocco sul braccio

Lui osservò ancora la brunetta che in risposta gli rivolse lo stesso sguardo di ghiaccio. – Sì –

E così lasciò che i suoi occhi color ametista abbandonassero il corpo della ragazza, dirigendosi verso l’uscita e allontanando da sé solo l’immagine della sedicenne, perché i suoi occhi ed il continuo rimorso che provava non lo lasciarono…

 

- Prego – la sua voce così calda e confortevole fece correre un brivido lungo la schiena di Hilary che entrò dentro il ristorante seguita da Axel che elegantemente le aveva aperto la porta con un lieve inchino. La ragazza sorrise davanti a tanta galanteria, colorando lievemente le sue guance di un rosa pesco che le donò quella sensazione di un leggero trucco sul viso.

Axel le si avvicinò facendole strada, lasciandosi dietro di sé solo gli sguardi ammaliati delle donne sedute ai tavoli, che come sotto ipnosi non potevano privare i loro occhi di tanta meraviglia. Hilary si premunì di lanciare loro scintille incandescenti.

“Come dar loro torto” pensò osservando la figura elegante del ragazzo accanto a lei. Axel era semplicemente bellissimo, un Dio greco, una creatura perfetta, e non solo per quanto riguardava l’aspetto fisico. Il giovane indossava un abbigliamento non eccessivamente elegante, ma che pareva cucito su misura per lui, evidenziando ogni centimetro di quel corpo magnificamente modellato.

Indossava dei jeans chiari ed una camicia bianca molto raffinata che metteva in piena mostra il frutto dei duri allenamenti di beyblade a cui il ragazzo si sottoponeva. Occhi splendenti color smeraldo e capelli castani completavano quel magnifico dipinto.

Lui le tirò indietro la sedia facendola sedere, dopodiché le si sedette di fronte – Allora ti piace? –

- Sì, molto carino – rispose lei dando un’attenta occhiata al locale. Si trovavano al ristorante Ago, un locale stile trattoria italiana famoso non solo per l’ottima cucina, ma anche per essere luogo d’incontro di molte star del cinema. Le pareti dai colori rilassanti e delicati erano contornate da un piccolo spiazzo scoperto, adornato da rampicanti e fiori profumati, che armoniosi si intrecciavano con le decorazioni dei muretti. Il clima era tranquillo e si inspirava un’atmosfera serena, accompagnata da una leggera musica di sottofondo.

Hilary ed Axel sedevano proprio in uno dei tavoli per due che erano scoperti, accerchiati così da fiori profumati di gelsomino bianco e sovrastati da un cielo popolato stranamente da poche stelle.

- Ne sono felice. Questo posto mi aveva attirato già la prima volta che l’avevo sentito nominare e speravo che non fosse troppo…Ecco troppo… -

- Troppo esagerato, sì sono d’accordo. Axel questo posto è bellissimo davvero, mi piace molto – concluse lei per lui incatenando gli occhi con quelli del ragazzo, che in risposta le strinse la mano con delicatezza. Si osservarono attentamente per qualche istante con dolcezza prima che il cameriere venisse per prendere le ordinazioni.

 

- Perché avranno voluto vederci proprio lì? – la voce di Crystal tentava di giungere alle orecchie di Kai, ma come se queste fossero protette da un muro, il suono non riusciva a penetrare e ad arrivargli.

- Non ne ho idea, il messaggio l’hanno dato a Kai, no? – disse Yuri mentre controllava attentamente quale fosse la loro fermata.

- Kai? – sussurrò Crystal seduta al fianco del dranzerblaider.

“Kai…Perché non mi rispondi?” Gli occhi della ragazza corsero in aiuto alla sua voce, ma senza riuscire ad abbattere il muro di pensieri che circondavano la mente del diciassettenne.

Pensieri, come fumo che ti circonda, che ti impedisce di vedere chiaramente, come un muro, che alto ed imponente mura la tua anima, lasciandoti senza via d’uscita, solo in balia dei tuoi pensieri.

E Kai di pensieri ne aveva tanti, diversi ma allo stesso momento uniti da un unico filo, che riportava sempre ad Hilary. Lo infastidiva tantissimo il fatto che fosse bastato mandare al diavolo quella ragazza per farlo sentire così; un senso di errore, di repulsione verso se stesso lo aveva perseguitato tutto il giorno, ma allo stesso tempo una grande soddisfazione gli ridava luce se pensava che aveva interrotto Axel. Ma il punto era sempre quello…Perché?

Ad un tratto un richiamo più forte degli altri riuscì a raggiungerlo, riafferrandolo e riportandolo alla realtà. Alzò lo sguardo per incontrare quello serio di Crystal. – Dobbiamo scendere –

 

Luci soffuse ed un vago odore di vita aleggiava nel locale; un mondo brulicante di vita e azione si era materializzato dinanzi ai loro occhi nel momento in cui avevano messo piede nel Night Club che costeggiava la Santa Monica. Un vago odore di alcolici ed essenze varie imperlavano la lunga stanza rettangolare con dei pannelli in legno alle pareti; un lungo tavolo in legno contro uno dei lati lunghi era preso d’assalto da uomini che si affacciavano ai barman per chiedere i cocktail più svariati, ed i ragazzi con abili mosse ed esperti gesti ruotavano bottiglie, le facevano danzare come ballerine davanti agli occhi abituati dei clienti per poi servire miscele colorate accompagnate da menta, frutta e ghiaccio. Gli occhi di Kai spaziarono attorno al locale osservando i volti delle persone che incrociava. Ad un tratto li vide.

- Sono laggiù – disse seguendo Yuri insieme a Crystal e Boris verso il tavolo dove li attendevano Mystel, Ming-Ming, Moses, Garland e Brooklyn.

 

- Posso farti una domanda? -

- Certo, chiedi pure Axel –

- Non vorrei sembrarti invadente, ma ecco… -

- Su non preoccuparti, lo sai che non devi farti alcun problema. Dimmi quello che vuoi – gli rispose lei con un sorriso gustando il dolce alla crema e nocciola.

- Va bene…E che mi sembri diversa –

La ragazza rimase stupita da quelle parole, ma forse dopotutto se lo aspettava; in fondo fra lei ed Axel c’era sempre stata una sorta di alchimia, di legame, ed il ragazzo era molto bravo a leggere dentro di lei. Di questo però Hilary non preoccupò: si trovava a suo agio a parlare con il moro per cui poteva essere libera di esprimersi liberamente.

- Da quando? -

- Beh, dall’ultima volta che ti ho invitata ad Helsinki –

Certo, l’altra volta mentre mangiava con lui pensava a qualcun altro…Ma ora no, e questo era l’importante. – Può essere…Anzi sicuramente –

Un calore improvviso le partì dal polso andando ad irradiare tutto il suo corpo. Lui non lasciò la sua mano. – C’entra per caso…Kai? –

 

- Che volevate dirci? – iniziò Yuri dopo che il cameriere ebbe preso le loro ordinazioni.

- E perché avete voluto vederci qui? – chiese Crystal curiosa seduta al fianco di un Kai con le braccia incrociate davanti al petto e con gli occhi fissi sul rosso della ex BEGA.

- Siamo qui perché Ming - Ming voleva venire in questo posto – rivelò Mystel

- Già all’Hideout ci vengono molte star e così ho pensato che fosse l’ideale. Nessuno darà caso a noi –

- E io che pensavo volessi essere tu al centro dei riflettori – la punzecchiò Boris. La ragazza gli sorrise colpevole prima di rivolgersi a Garland, che non appena ebbe il silenzio di tutti iniziò a parlare.

- Come vi abbiamo scritto ci sono novità. Non so se Kai vi avrà avvisato, ma ecco noi crediamo che gli Obscuras nascondano un segreto

Crystal alzò gli occhi allarmata come se le avessero tirato un pugno, e sentì immediatamente lo stomaco stringersi e gli occhi di Boris taglienti e letali addosso. Fortunatamente per lei nessuno si accorse di nulla.

- Che tipo di segreto? C’entra con i New Europa vero? – disse Yuri osservano Garland

Lui annuì. – Non solo con loro. Il problema siamo noi – Yuri lo guardò perplesso.

- In pratica, quelle che credevamo coincidenze ora non lo sono più. Ogni volta che succede qualcosa i nostri beyblade reagiscono e cominciano a schizzare come impazziti o si scaldano. E’ successo con gli Scudi Sacri, con i New Europa durante il vostro incontro e…Ieri notte – disse Garland spostando lo sguardo su Boris.

Rimasero tutti in silenzio, come per dare modo alle parole appena pronunciate di entrare dentro tutti. 

 

Hilary rimase con la forchetta a mezz’aria come se avesse perso l’uso volontario degli arti.

- Dalla tua espressione devo dedurne che è così? – le sorrise Axel per nulla turbato.

Hilary abbassò il viso colpevole non riuscendo a reggere lo sguardo del moro. Aveva ragione lui…

- Ehi! Guarda che non devi sentirti in colpa piccola! – se prese il mento sollevandolo il necessario per avere il suo viso a pochi centimetri dal suo. La ragazza si perse a guardarlo con quegli occhi così puri e lucenti.

- Mi dispiace Axel –

- No, non dirlo. E’ del tutto normale avere una cotta per qualcuno

- Non volevo essere doppia. La verità è che Kai per me ha rappresentato una parte importantissima della mia vita – non si rese neanche conto di essere riuscita a confessarsi proprio con Axel, che in teoria avrebbe dovuto avuto tutti i motivi per avercela con lei.

- E ora? – La domanda per il passaggio al nuovo stadio, l’ultima risposta prima di voltare pagina…Per sempre. Hilary rimase qualche secondo a guardare quelle pozze di smeraldo, vedendo come avvolto dalla nebbia, due iridi ametista che si facevano sempre più piccole e indistinguibili. Se ne stava andando…Il passato contro il futuro…Il sogno e la realtà.

- Ora non c’è più –

 

- Inoltre c’è anche qualcos’altro che volevamo dirvi – Brooklyn prese la parola, risvegliando tutta l’attenzione di Kai, che smise di sorseggiare il suo cocktail.

- Brooklyn ha ragione, c’è anche il problema della Voce – i Neoborg si guardarono senza capire

- Di che parlate? – chiese Boris mettendo a voce la domanda di tutti.

- Sentiamo una voce, quando i nostri bey reagiscono, sempre la stessa voce, un tono di donna, fluido e piacevole all’udito… - iniziò Moses

- Ma anche debole, stanco…E’ difficile da spiegare, ma noi sentiamo che sta male, e in più lei ci chiede aiuto! Nomina cose senza senso; parla di Cavalieri, di Custode… - disse in fretta e furia la piccola cantante. – Siete sicuri di non aver abusato di qualche sostanza particolare? – chiese Boris scoppiando a ridere davanti a tutte quelle assurdità.

Brooklyn scosse il capo. – No, la Voce la sentiamo; gli Obscuras fanno reagire i nostri bey e in quell’istante avvertiamo anche Lei

- Che vuoi dire – chiese Yuri

Brooklyn chiuse gli occhi, scegliendo bene le parole con cui pronunciare quella che sentiva come la verità. Era un’ipotesi assurda, ma era quella giusta. Rivelò le sue iridi color alba. – La Voce…Viene dai beyblade degli Obscuras

 

Non appena si ritrovò davanti all’Hotel Hilary si sentì quasi male all’idea che quella meravigliosa serata fosse finita; era stato tutto troppo breve, ogni attimo era stato denso di emozioni e sensazioni bellissime. E tutto questo era causato da Axel: quel ragazzo era davvero un angelo, dolce, sincero, affidabile ed Hilary si sentiva protetta, tranquilla al suo fianco, come dentro ad una sfera di cristallo.

Oramai era evidente che tra loro si era instaurato un rapporto che andava al di là di una comune amicizia, e la ragazza era sicura che anche Axel doveva essersene accorto.

Forse per presunzione, o forse perché i presupposti c’erano, ma lei sentiva che qualcosa di bello sarebbe accaduto. Era inutile giraci attorno; se non fosse stato per Kai loro due si sarebbero baciati. Sarebbe capitata un’altra occasione?

- E’ stata una bella serata – disse ad un tratto Axel dopo che furono scesi dalla moto.

Già, meravigliosa. Dopo essere usciti dal ristorante, Axel l’aveva portata in giro per Los Angeles visitando alcuni luoghi molto suggestivi. La grande metropoli scintillava come tanti piccoli diamanti nel buio di quella notte senza stelle. Luci delle abitazioni, delle insegne dei locali, dei semafori, dei lampioni, tutto rendeva viva questa città che di notte appariva come la città degli immortali: non riposava mai.

Axel le circondò le spalle con un braccio, portandosi la ragazza contro il petto. Hilary si lasciò cullare da quel momento così magico che li stava conquistando. Percepiva l’aria fresca della notte infilarsi nella spaccatura della sua maglietta e rabbrividì quando avvertì il gelo sulla pelle. Ad un tratto Axel la avvolse fra le braccia, legandola a sé trattenendola per la vita. Si fissarono negli occhi.

- Oggi qualcuno ci interruppe proprio in questo punto – sussurrò sporgendosi verso la ragazza che gli donò un timido sorriso.

“Ma sarà la prima ed ultima volta che si intrometterà”

Il cuore della ragazza accelerò i battiti quando percepì la grande vicinanza del moro. Poteva quasi specchiarsi nei suoi occhi tanto erano vicini, poteva sentire il suo fiato sulle labbra, sentiva le sue braccia spingerla verso di lui. Era arrivato il momento, Hilary ne era consapevole, solo…Non sapeva cosa doversi aspettare. Aveva sempre immaginato, magari accompagnata dalle note di una canzone romantica, come sarebbe stato baciare un ragazzo. Sarebbe stato come raccontano i libri? Le scintille che ti percorrono da capo a piedi, un’energia che non riesci a domare, un flusso di emozioni che si scatenano in un colpo solo?

E senza che se ne accorgesse il Demone della Malvagità unì le loro labbra in un bacio, un legame pericoloso…Non si trattava di quella trasgressione, che attira perché suona come un divieto, una proibizione, ma una vera e propria condanna, come aver firmato la propria presenza all’Inferno. Una firma segnata, un tratto che indelebile e marchiato a sangue era stato impresso sul destino di Hilary.

- Hilary…No… -

 

La sabbia attutiva il rumore dei passi, che mai così pesanti si facevano lentamente strada verso la costa di Santa Monica. I piedi affondavano pesantemente fra la polvere dorata mentre ogni movimento sembra quasi costargli fatica. L’ombra si guardò intorno abbracciando con lo sguardo quella tavola blu che era l’oceano; non sapeva perché aveva voluto venire lì, forse perché su di lui il mare aveva sempre avuto un fascino particolare, forse perché lo rilassava lasciar vagare lo sguardo attraverso l’oceano arrivando a raggiungere l’infinito.

L’aria frizzante e fresca trasportava via le sue preoccupazioni, o almeno ci provava, perché loro vincevano la brezza marina e tornavano letali a posarsi su di lui.

Lui era solo, non c’è nessun altro accanto a lui e per la prima volta questa convinzione ai suoi occhi non ebbe nulla di esaltante.

Perché da quest’ultimo periodo la sua mente era una continua contraddizione? Non riusciva a rimanere ancorato ad una convinzione che subito si ritrovava in balia delle onde della sua anima, e questo era anormale per lui. Forze e sensazioni sconosciute lo penetravano annebbiando per qualche istante il suo intramontabile orgoglio e la sua fredda razionalità.

- Per te le parole amicizia e fiducia sono totalmente estranee?...Sei solo un egoista e non pensi minimamente a come ci saremmo potuti sentire noi! – le parole accusatorie di Hilary continuavano a tormentarlo e aiutate da quell’incessante sensazione di dolore all’altezza del petto lo avevano torturato senza sosta. Lo avevano ferito quelle parole…Come mai prima d’ora.

Non avrebbe voluto sfogare la sua rabbia su di lei, non avrebbe voluto trattarla male dopo quello che aveva fatto per loro…Per lui. Perché quell’insolito calore ora si era trasformato in un indicibile rimorso? Che fosse davvero geloso degli Obscuras? No, oramai aveva accantonato l’idea, preferendo nascondersi dietro di essa invece che affrontare il proprio orgoglio e la realtà: non era geloso degli Obscuras, ma di Axel.

Odiava quel ragazzo, odiava l’aria che respirava, odiava la terra che lo sorreggeva, odiava la sua vicinanza con Hilary. Sentiva il sangue ribollirgli nelle vene ogni volta che quel moro posava i suoi occhi malvagi sulla ragazza, un dolore lo trafiggeva ogni volta che lui la toccava. Perché?

Non se lo era mai voluto chiedere, ma di una cosa era certo: percepiva un calore mai provato ogni volta che lei lo guardava, la sera che si erano incontrati al recinto si era sentito…Bene, felice. La sua voce era l’unico suono oltre che quello del suo Dranzer, che riuscisse ad attirare la sua attenzione e che lo caricava. Non sapeva di cosa si trattasse, non aveva mai provato nulla del genere per nessun, ma pian piano che percorreva il lungo tunnel della sua anima si faceva strada una convinzione: doveva proteggere Hilary da Axel, anzi voleva. Sì, piuttosto lei lo avrebbe odiato, ma l’avrebbe fatto. Si lasciò cullare dalla leggera brezza di quella notte senza stelle, cielo da dove la Luna lo osservava con attenzione, curando ogni suo movimento, o attendendo…L’inevitabile, la visita del Destino, del Sogno e dell’Illusione.

Ad un tratto il riflesso della Luna scomparve agli occhi di Kai, lasciandolo completamente al buio. “Una nuvola di passaggio” pensò per nulla turbato…Mai sbaglio più grande.

All’improvviso un violento colpo di vento si abbatté sulla spiaggia, scuotendo, sferzando le fronde delle palme e smuovendo dune di sabbia bianca che come schegge saettarono verso il ragazzo dai crini argentati. “Ma cosa…” Si buttò rapidamente a terra per evitare di essere colpito, fece perno sulle braccia per restare in posa di scatto e questo gli salvò l’osso del collo. Con un rapido movimento delle braccia riuscì a scansarsi prima che una delle palme gli cadesse addosso, spinta da una forza interna a quell’irreale vento.

Si volse nell’oscurità togliendosi frammenti di legno e ciottoli che lo avevano colpito; ringraziò mentalmente tutti i suoi assurdi allenamenti. Guardò il cadavere della palma a pochi centimetri da lui…Ci era mancato davvero poco.

- Ti è andata bene, ora prova questo! Attaccate! – una voce di donna, sicura e con note che suonavano di pura follia raggiunsero le sue orecchie, ma non ebbe bisogno di voltarsi per darle un volto, Astra.

In un rapido movimento estrasse Dranzer e si girò verso i suoi avversari, sicuro che finalmente li avrebbe smascherati. Adrenalina, determinazione e l’immagine dei suoi G-Revolution che guardavano solo lui…Ed Hilary che tornava a fissarlo con i suoi limpidi occhi scuri…Era loro che rivoleva. Si volse.

Ciò che vide lo lasciò senza parole e forse persino il suo cuore rimase ammutolito davanti a tanto: davanti a lui sette beyblade neri di cui non riusciva a distinguere chiaramente la forma roteavano a grande velocità verso di lui incitate da altrettante figure nere informi ed dall’aspetto non umano lo guardavano con i loro occhi di brace cavi. Riusciva a intravvedere la carne putrefatta che spuntava sotto i lembi di “pelle” di quelle creature. “Che cosa sono?” Non ci pensò un attimo di più.

- Attacca Dranzer! -

La trottola blu scuro si lanciò all’attacco con grande velocità verso i sette bey neri, con una potenza distruttiva, ma con grande sorpresa di Kai non appena Dranzer toccò uno dei bey avversari questi lo inglobò al suo interno, circondandolo con un alone scuro che aveva visto solo una volta nella sua vita…La Justice Five, contro Brooklyn, contro il Signore delle Tenebre.

- Brooklyn aveva ragione…Sono loro – sussurrò

- Onorati della tua attenzione, Cavaliere ma ora vogliamo la tua Essenza – Astra emerse in tutta la sua sinistra bellezza dalle ombre, affiancata dai suoi compari. Kai lo vide immediatamente.

- E nulla ti salverà…Non questa volta – riprese Samantha

- Suzaku non salverà te e tu non salverai lei – aggiunse Ares.

Axel rimase in silenzio osservando Kai con tutto l’odio che provava verso di lui. Era lui l’obbiettivo più difficile, perché era l’unico Cavaliere che si era fermamente opposto, perché la sua Essenza era la più fastidiosa e perché non potevano rischiare di usare i loro bey contro di lui…Sarebbe stato troppo rischioso…

Prese Shaitan dalla sua tasca, percependolo più caldo. - Lo sente… -

- Poco male, sarà l’ultima cosa che sentirà -

- Li ha contattati ragazzi, avete sentito o no Crystal? – disse Ares

- Già, per questo ora prenderemo Suzaku…La nostra ospite comincia a darmi fastidio – disse Samantha guardando con sdegno il suo Mors che scottava.

Axel guardò nuovamente Kai.

- Addio Cavaliere -

 

 

Eccoci qui^^ Non uccidetemi per cortesia! Altrimenti non sapremo mai come finirà la cosa…Giacché nemmeno io lo so^^

Bene ora lasciamo Kai in procinto di battersi contro le creature immonde e contro gli Obscuras e andiamo al consueto…

Angolo dei Grazie:

 

Lirinuccia: carissima! Sono stata felicissima di rivederti fra i commentatori^^ Grazie 1000 per le tue parole, sei sempre gentilissima, e mi fa piacere che nonostante i grandi impegni universitari tu sia riuscita e seguire la mia fic^-^ grazie!! Beh spero con tutto il cuore che questo capitolo ti piaccia e aspetto un tuo parere! Grazie ancora carissima!!

Baciuzzi Avly

 

Lexy90: la mia tesora! Spero di aver soddisfatto le tue aspettative…Insomma, abbiamo avuto una bella AxelxHilary, Kai sta per venire fatto a pezzetti…Sì dai diciamo che ho rispettato le tue aspettative ^O^ Beh scherzi a parte spero che questo capitolo ti sia piaciuto e mi auguro di poter ricevere il tuo commento anche questa volta! (anche se credo che preferiresti uccidermi)

Sulla tua ipotesi…Mi ammutolisco! Non spiccico una parola! Lo sapremo solo vivendo^^

Baciuzzi Avly

 

_marghe 96 xD_: ciao mia cara! Spero che questo capitolo sia stato degno delle tue richieste^^

Sono perfettamente d’accordo con te! Kai è per Hilary…Ma quando? Boh! Sinceramente non lo so nemmeno io, anche perché la storia non è stata già scritta, la scrivo capitolo per capitolo quindi il futuro è più incerto che mai! Sulla YurixJulia, beh io loro due li adoro…E sono felice di sapere che sono riuscita a farteli amare^^ Eh sì il povero Boris è stato tagliato fuori, ma rammenta, i Neoborg sono una squadra per quanto questo possa sembrare strano!^^ Beh spero che questo capitolo ti piaccia e ti aspetto!! Grazie 1000!

Baciuzzi Avly

 

Pierina: cicci! Dai sono riuscita a far meno di un mese^^ Oddio visto il finale credo che ora mi vorrai linciare…Affila le armi xD

Detto questo…Mi sa che gli Obscuras ti stanno leggermente antipatici xD bene, allora con questo capitolo proprio li vorrai fare a pezzetti! Sono felice che lo scorso capitolo ti sia piaciuto, la YurixJulia procede, lenta ma procede, anche se la situazione si sta complicando! L’alleanza tra i russi e gli ex-Bega sta diventando pericolosa e gli Obscuras non stanno a guardare! Sono felice che ti piaccia come si sta evolvendo il nostro Kai…E’ di sicuro il personaggio più complesso e spero che venga bene! Allora io aspetto il tuo seguito e mi auguro di poter ricevere la tua opinione anche su questo capitolo!

Baciuzzi Avly

 

DarKAngeL91: eccomi qui! Sono felice che tu sia riuscita a seguire anche questo capitolo! So bene che la scuola è una brutta bestia e l’esame di maturità deve essere davvero ostico! In bocca al lupo! La situazione si complica in maniera esponenziale e ora Kai si ritrova a doversi giocare il bit-Power! Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e che ti abbia emozionata come l’altro! A presto!

Baciuzzi Avly

 

Kamy: credo che la nostra Hilary si sia proprio avvelenata a questo punto! Abbiamo avuto una “bella” AxelxHilary! Boris è stato eliminato, ma il falco non muore mai! Su Julia e Yuri…Curo molto quei due e mi fa un estremo sapere che piace la loro coppia! Certo fino a che Yuri si scrollerà dal suo nido di ghiaccio non so se basteranno le ere geologiche, ma Julia è una che non molla per cui credo che ne vedremo delle belle! La mia fic non è già scritta, di conseguenza il futuro di tutto è incerto! Spero che ti piaccia e aspetto il tuo commento!! Grazie tesoro e io aspetto te!!

Baciuzzi Avly

 

Cherry_88: eccoti qui! Capitolo per te che spero ti sia piaciuto! Te lo avevo detto che era proprio per una questione di spazi! Il litigio di Kai e Hilary sarebbe dovuto stare ne capitolo scorso, ma ho preferito tagliarlo così, così da avere un buon punto di ancoraggio! Oddio spero che ti sia piaciuto, la tua opinione la attendo sempre con molta trepidazione, e spero di non averti delusa!

La nostra Hilary ha proprio preso una bella sbandata per il bel moro e Kai ora si trova nei casini fino al midollo! Il Westwood Memorial Park mi ha conquistata e ne sentiremo parlare ancora! Non sentirti tu in obbligo! Io avevo proprio bisogno di notizie del genere, il tuo intervento è stato provvidenziale per cui ti ringrazio di cuore!

Tesoro spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Yuri in boxer è stata una scena che ha popolato^^ Bene…Potrei farci un pensiero simile…No!! Mi ammutolisco^O^

Aspetto tanto la tua vitale opinione! E ovviamente The Rocky Road…Mi devo ancora riprendere dalla scena della tua fic!

Baciuzzi Avly

 

Lenn Chan: alla mia guru cosa dire di più se non grazie? Grazie infinite Lenn, ricevere il tuo commento è sempre meraviglioso, una ventata di felicità! Non preoccuparti se non riesci a commentare tutti i capitoli! In compenso spero che questo ti sia piaciuto xD

Ti giuro che nemmeno io avrei altro da chiedere alla vita se dovessi leggere di Kai in boxer *ç*

Sulla parte di Axel e Hilary…Beh il moro ha replicato^^ Crystal è semplicemente Crystal…

Grazie per i tuoi complimenti, mi danno una grande carica e sapere che col tempo anche il mio stile sta migliorando mi fa un estremo piacere! Se poi lo dici tu non posso non gongolare^^

Carissima, spero di ricevere la tua opinione anche su questo…Sulle tue opinioni io sono una tomba xD. Aspetto il seguito di quella meraviglia di KaixHilary che è “La Linea Illusoria dell’orizzonte”

Grazie ancora!!

Baciuzzi Avly

 

 

E svoltiamo l’angolo! Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno messo la fic tra le preferite e/o seguite, quindi grazie 1000 a:

 

Anima                                    mik92                         Cherry_88                 Ria

HollyShort91             pierina                       Helens                        _marghe 96 xD_

Junkochan                SMDO                       Inuyasha_Fede         VaMpIrA89

Kamy                         Aiko Inochi               Lele91                        Takami_Kinomiya

Lenn Chan                Alelely                                    Padme86                    romualdo

Lirinuccia                  BlueHinata                PICH_91                   Lenn Chan

 

Grazie 1000 e spero di ricevere presto un vostro parere! Tranquilli non mangio nessuno^^ Consigli, pareri e critiche sono sempre ben accetti! Dico sul serio^^

 

 

Only for you my friends

Avly

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Capitolo 17
*** Scontri e Voci nel Buio del Cuore ***


Quella non era una notte su cui poter tessere romantiche storie d’amore o davanti alla quale incantarsi osservando il cielo tempestato come una corona preziosa di stelle, ed il motivo era semplice e duplice: non era una notte d’incanto ma d’Inferno e non

Siamo tornati! Maggio sarà anche il mese dell’amore e della primavera ma qui fino a pochi giorni fa ha piovuto sempre e oltre ai tomi di latino e matematica io non ho visto altro^^ Mi scuso per il ritardo XD. Beh spero che questo capitolo possa piacervi! Buona Lettura!

 

Scontri e Voci nel Buio del Cuore

 

Quella non era una notte su cui poter tessere romantiche storie d’amore o davanti alla quale incantarsi osservando il cielo tempestato da una corona preziosa di stelle, ed il motivo era semplice e duplice: non era una notte d’incanto ma d’Inferno e le stelle avevano deciso di non mostrarsi.

Il vento continuava inesorabilmente a graffiare il suo corpo strappando lembi di tessuto che svanivano nell’oceano torbido ed agitato. Quel corpo si riversò nuovamente a terra scartando l’ennesima punta di roccia che tentava di colpirlo. Avvertì in bocca il sapore metallico del sangue, probabilmente doveva essersi rotto il labbro. Si rialzò un’altra volta, come la Fenice dalle ceneri.

I suoi occhi si riportarono rapidamente sullo scontro in atto: Dranzer roteava a gran velocità, scontrandosi con quattro beyblade di diversa fattura, demoniaci come i loro blaider. Tutti neri, ciascuno con delle sfumature di differenti colori in prossimità del disco d’attacco, le quattro trottole fiancheggiavano Dranzer cercando di spezzarne il perno di rotazione e fermare così la Fenice di Fuoco, che instancabile illuminava con le sue fiamme quella notte priva di luce.

- Attacca Dranzer! – incitò ancora il suo fidato beyblade che tentò un assalto ai danni del beyblade nero e verde di Ares.

- Caelo – disse Astra nascondendo alla vista di Kai il beyblade del biondo, che ricomparve incredibilmente alle sue spalle.

- Catena Obscura – disse Axel dando così il segnale a tutti gli altri. Kai si volse immediatamente verso il moro, che compiaciuto osservava delle catene di una massa inconsistente accerchiare il Bit-Power della Fenice, che tentava inutilmente di sottrarsi a quella presa.  Gli occhi venefici di Axel brillarono di una luce sinistra non appena il grido straziante di Suzaku riempì la notte. Dovette tuttavia riconcentrarsi non appena vide Shaitan allontanarsi dalla preda.

- Axel che diamine succede? –

- Perché i bey si allontanano? –

- Uccidiamo il Cavaliere e prendiamo Suzaku prima che succeda qualcosa – disse Samantha

Kai approfittò della situazione per svicolare e richiamare Dranzer – Attacca! – 

- Non così in fretta Cavaliere! – Axel richiamò, utilizzando delle parole incomprensibili, il suo bey e si portò all’attacco di Dranzer. Come due nemici sul filo della spada, in un duello dove uno solo sarebbe stato il vincitore.

“Dranzer…Ci siamo” Mai aveva voluto usare il beyblade come un’arma, non era nei suoi principi, ma in questo caso non c’era etica o morale che tenesse. Lo voleva fare, per se stesso, per i suoi amici e…Per Hilary.

- Ora! – disse con la mente Axel agli altri.

E nuovamente insieme i quattro beyblade si ricompattarono tornando all’assalto della Fenice, che lanciò un nuovo grido. Kai finì steso a terra con la schiena che gridava di dolore, e con la sua anima che ardeva più delle Fiamme. Cosa poteva fare per fermarli che non avesse ancora tentato?

- Muoviamoci, diventa sempre più difficile controllare i beyblade –

- Maledetta, deve sempre mettersi in mezzo – sputò acida Samantha

- Sente che lo stiamo attaccando e cerca di guidare i nostri beyblade – spiegò Astra

- Ma è impossibile che ci riesca! Sarà al limite – disse Ares

Axel osservò per un istante Kai, che ancora una volta si rialzava, senza che mai si spegnessero  quelle fiamme che ardevano decise e fiere nei suoi occhi.

- Combatteranno fino a che non saremo noi a fermarli – disse a voce

- Allora a lei ci penso io – disse Samantha richiamando Mors.Suplicium Aeternum! – “E non intrometterti più! – Un odore di sangue si mischiò alla salsedine dando a Kai una sensazione di nausea. Doveva vincere, non poteva arrendersi così, non avrebbe consegnato mai Suzaku. Il suo corpo implorava pietà, ma il suo cuore no, esso continuava senza sosta ad attaccare guidato da non si sa quale energia o convinzione di essere davanti a qualcosa di incredibile e inaspettato.

- Limbo del Cosmo! -

- Kai – un sussurro, un richiamo lento, lontano, lieve come una piuma in mezzo ad una tormenta.

Kai sgranò gli occhi sorpreso osservando quel Nulla che lo circondava. Non era più sulla spiaggia, i Demoni erano spariti e lui…Dov’era? Chi aveva chiamato il suo nome? Si guardò attorno percependo solo il gelo ed il respiro della Morte sul collo, fredda come una scure. Dove diavolo era finito? E quella voce?

- Kai – ancora una volta. Una voce debole, appena un sussurro in quella fredda coltre oscura che sembrava l’unica componente di quel “mondo”. Kai si sentì stranissimo, come se qualcosa lo attirasse, forse la sua incredulità per quello a cui stava assistendo, forse il suo desiderio di saperne di più su tutta quella storia, o forse qualcosa a cui non aveva ancora dato un nome…

- Kai…Aiutali. Non ho molto tempo – parlava a scatti, aspirando alcune sillabe, come se le mancasse l’aria o come se anche solo muovere le corde vocali le costasse un’estrema fatica.

Il tono era deciso nonostante tutto, ed il modo che aveva di pronunciare il suo nome fecero stringere il cuore del russo che non seppe spiegarsi il perché di quella sensazione. Una cosa era certa, Brooklyn e gli altri non si erano immaginati niente, era lei la Voce.

- Chi sei? - chiese al Buio

- Kai ascoltami, non riuscirò a tenere questo contatto a lungo – prese quanta più aria possibile – Devi salvare la mia Tetrade e proteggere la Custode…E’ nostro dovere. Devi proteggerla, senza di lei non potremo evitare il Buio – un colpo di tosse ed un rumore metallico, come un tintinnio sinistro. Kai cercò di seguire quei rumori, ma non riusciva a vedere niente – Non puoi trovarmi così –

- Come ti trovo!? –

- Salvali – La voce della creatura era decisa, ferma, piena di animo nonostante i gemiti strozzati.  

Kai si volse ancora cercando quasi disperatamente quella fonte che sembrava essere sul punto di morire – Kai…Usa il fuoco. Lui non ti abbandonerà mai. Usa la Tempesta di Fuoco, qui ora! –

Il ragazzo si fermò all’istante; non aveva neanche pensato al fatto che Dranzer non fosse con lui, e non riusciva a capire come potesse aver fatto una richiesta simile. Non poteva richiamare la Tempesta di Fuoco, primo perché Dranzer non c’era e secondo perché avrebbe rischiato di colpire lei, giacché aveva capito di trovarsi in un certo senso nei beyblade degli Obscuras. – No - non disse altro, non voleva sentire ragioni, non avrebbe mai accettato.

- Non essere idiota! Non è il momento per gesti plateali di patetica commiserazione! Muoviti! E’ l’unica possibilità che hai di vincere – disse fermamente lei alternando le parole ad altri gemiti e colpi di tosse. Kai chinò il capo. Come faceva ad essere così forte nello stato in cui versava?

- Kai…Non morirò – Kai cercò i suoi occhi, ma non trovò altro che una pallida luce in lontananza e la promessa che non sarebbe morta. – Tempesta di Fuoco! Dranzer! –

 

- No! – si tirò su a sedere con il respiro corto e la fronte imperlata di sudore. La maglietta le aderiva al corpo mentre i capelli castani erano attaccati al collo. Hilary si prese la testa fra le mani mentre quelle urla e grida riecheggiavano ancora nella sua mente. Un incubo? Sembrava così reale, come quando aveva visto l’Aquila Rossa durante l’incontro di Kai e Raul. Grida di dolore, gemiti strazianti e poi ancora una voce, sempre la stessa…Forte e risoluta, quella che aveva sentito quando aveva baciato Axel e tante altre volte ancora. Di che si trattava? E poi perché quell’avvertimento?

Lo ricordava ancora perfettamente, come se fosse stato scolpito sulla sua mente: “ Attenta Hilary, aiutali, sono in pericolo…Presto accadrà loro qualcosa, tieni gli occhi aperti. Il tempo sta modificando il suo corso, passato e presente devono ricongiungersi, altrimenti non si potrà creare il futuro. Non hai più molto tempo, devi trovarmi, devi credere che io esista devi difendere ciò per cui sei nata. Non camminare sulla nebbia dei tuoi pensieri e degli inganni, non lasciarti influenzare, non si è sempre quello che si mostra di essere. Hilary, proteggili…E trovala…Non le resta molto tempo Cosa significavano quelle parole? Chi doveva proteggere? Da chi? Perché? E chi era a parlarle? Troppe domande, troppe punte che le perforavano la mente, pensieri, solo e sempre pensieri.

Frasi, emozioni, angosce, paure che si mescolavano insieme per creare quell’insieme di sensazioni che avevano drogato il corpo e l’anima della ragazza. Non stava diventando pazza, qualcosa stava cambiando, dentro e fuori di lei, il presente doveva ricongiungersi con il passato…Ma di cosa stava parlando? Ancora domande…Si passò una mano sul petto avvertendo il battere frenetico del cuore assestarsi lentamente. Era passato; si alzò senza fare rumore dal letto, avvicinandosi alla finestra e riflettendo il suo viso sul vetro. Non c’erano stelle quella notte…Solo buio, oscurità, male e una terribile sensazione all’altezza del petto che le impedì di tornare tra le braccia del Sonno.

 

- C’è mancato poco dannazione! – esclamò Samantha accasciandosi accanto alla lapide di Marilyn Monroe; i Demoni si smaterializzarono al Westwood appena il tempo, usando tutta la loro energia per contrastare la Sua resistenza.

- Maledetta – sospirò il Demone dell’Illusione pulendosi il corpetto dalla sabbia.

- Avevamo quasi catturato Suzaku. E’ tutta colpa sua –

- E’ furba, non c’è che dire – disse Astra osservando Illusion con disprezzo

- E anche molto tenace. Spingersi ad aprire un collegamento con Kai deve esserle costato molto – constatò Ares. – Come anche farsi bruciare dalle Fiamme per fermarci

- Ma non ci ha fermato…Evidentemente ha bisogno di attenzioni particolari – Axel si scostò dal platano. – Ha commesso un errore. Non sappiamo cosa abbia detto a Kai, ma di certo da stasera lui non ci lascerà un secondo

Samantha si alzò di colpo puntando il dito su Axel con rabbia. – Non mi interessa niente di Kai…Lei merita una punizione –

- Concordo. Vuoi pensarci tu Axel? - chiese Astra sedendosi elegantemente al fianco di una tomba.

- No, vado io – E Samantha svanì all’improvviso lasciando dietro di sé solo polvere e odore di Morte.

 

L’oscurità era la Regina, la Morte la sua ancella, il Male il suo Signore e chiunque non appartenesse a quel mondo era condannato a perdersi per l’eternità.

Era questo ciò che vigeva nell’universo creato dai quattro Demoni e lì ogni sentimento, ogni forma di luce veniva sopraffatta, fatta precipitare in un gorgo di male e terrore, di sofferenza e paura.

Nessuno sarebbe mai potuto sopravvivere in un luogo del genere, perché semplicemente lì la vita non era una prerogativa, non era un’ospite ben accetta.

E Samantha adorava quel posto, lo trovava affascinante, seppure fosse consapevole che anche per un Demone resistere in quell’universo rappresentava una dura prova. Ma lei non doveva di certo viverci.

Si mosse elegantemente con sicurezza facendo sentire il rumore dei tacchi che si abbattevano ritmicamente sul suolo scandendo il suo passaggio. Era impossibile vedere qualcosa in mezzo a quel Nulla, ma lei non aveva bisogno degli occhi, sapeva perfettamente dove andare…

Ad un tratto si arrestò. Il posto in cui si era fermata non aveva nulla di diverso dal resto, se non che lì il freddo e l’odore della Morte si facevano più intensi, e la Paura ti avvolgeva come un serpente velenoso con le sue spire…Spire che ti stritolano pian piano fino a toglierti anche l’ultimo soffio vitale.

Un leggero tintinnio riscosse Samantha dai suoi pensieri, che si lasciò andare ad un sorriso quando avvertì un gemito indistinto seguito da un nuovo tintinnio. L’odore di sangue le riempiva le narici.

Una piccola e fioca luce si distingueva in quell’oscurità e sembrava sfarfallare come se la durata della sua vita fosse giunta alla fine.

- Stanca eh? – disse con un ghigno

Un sospiro accennato arrivò alle orecchie del Demone che si portò a pochi passi dalla luce.

Con uno scatto afferrò qualcosa nel buio provocando così un violento tintinnio delle catene e un nuovo gemito si disperse nell’aria. La sua mano artigliò saldamente qualcosa, tracciando dei profondi graffi che rivelarono delle scie vermiglie. Un altro gemito.

- Non ti sei stancata di farti del male? – disse con tono derisorio

- Guardati…Sei al limite. La tua Essenza si sta spegnendo e tu con lei. Non mi fai un favore sai? Sai perfettamente che voglio essere io ad ucciderti –

- Tanto non puoi uccidermi – la Voce debole e stanca rischiarò l’oscurità con la sua luce.

- Per ora. Chi ti credi di essere? Sei solo un inutile essere…Anzi definirti “essere vivente è addirittura troppo per una come te – disse Samantha con parole velenose e cariche di disprezzo.

- Parli di me o di te? – Samantha aumentò ulteriormente la presa, arrivando a macchiarsi le mani del sangue che fuoriusciva dalla bocca dell’altra. – Cominci a darmi seriamente sui nervi. A cosa servi se non fortifichi i nostri bey e entri in contatto con il Cavaliere del Fuoco? –

A quell’espressione la luce si intensificò appena. Il Demone sorrise.

- E’ bello no? Lo immaginavo…Ma tranquilla sarà la prima ed ultima, te lo assicuro. Sai una cosa? Ti risparmierò, ma solo perché dovrai guardare. Dovrai guardarmi quando catturerò le Essenze degli altri Cavalieri e anche quando strapperò i loro cuori. Per quanto riguarda la tua Tetrade mi occuperò personalmente di loro – un fremito giunse a Samantha da parte della Voce.

- Sì tesoro, e tu guarderai…Dopodiché ti ucciderò –

- Vi fermeranno…– disse con un gemito di dolore mentre il corpo veniva scosso da spasmi come se ogni movimento, ogni respiro costasse un’enorme fatica.

- Risparmia le tue energie…Ti serviranno a breve – e così si staccò dalla sua vittima pronunciando un incantesimo verbale mentre l’altra riuscì a fatica ad aprire gli occhi per osservare la sua carnefice. Ad un tratto delle scariche elettriche partirono dalle dita di Samantha e si diressero sulla creatura che iniziò a contorcersi tenendosi alle catene che le laceravano la carne lasciando quasi le ossa scoperte.

- Non intralciarci più…–

Terminata la tortura Samantha se ne andò, lasciando dietro di sé solo un corpo martoriato, bruciato, devastato…Ma vivo.

Lei dischiuse appena le labbra sottili per avere un po’ d’aria e dai suoi occhi una piccola scia salmastra scese con difficoltà rinfrescando un piccolo lembo di pelle ustionata.

E in quell’Oscurità, in mezzo alla Morte e alla Sofferenza la piccola luce riprese a brillare seppur debolmente – …Bel…Imo… -

 

Kai si richiuse la porta della camera alle spalle, arrancando silenziosamente verso il suo letto, stando ben attento a non svegliare Yuri, Boris e Crystal. Sentiva che le ossa non lo avrebbero retto ancora per molto, avvertiva il suo corpo urlare di dolore, per i danni che aveva subito quella notte, ma lui tendeva a non dargli molto ascolto. La sua mente era la sola cosa che funzionava correttamente. “Quella voce…Chi era? Proveniva dai beyblade degli Obscuras ne sono certo

Ad un certo punto però il suo corpo disse basta, ed il ragazzo cadde in avanti, sprofondando fortunatamente sul suo letto che attutì il rumore della caduta. Kai immerse il viso nel cuscino cercando di riprendere al suo interno quante più energie possibili.

- Kai – una voce sicura e preoccupata, Crystal

Il russo si volse verso di lei che celata dall’oscurità avanzava lentamente verso di lui con occhi velati di ansia. Lui cercò di assumere il suo tono distaccato, tentando di nascondersi nel buio per non farle vedere in che stato versava. Non voleva farla preoccupare più del dovuto.

- E’ tutto a posto…Va a dormire -

Ma Crystal lo conosceva troppo bene per sapere che non era così, e forse anche perché in fondo lei si sentiva in colpa per quello che stava succedendo. La ragazza capì immediatamente che Kai aveva qualcosa che non andava, non era solo la voce del russo a dirglielo, ma anche la sua coscienza. Sentiva di aver fatto qualcosa di sbagliato, qualcosa che andava al di là del suo piano di conquista del cuore di Kai…E ne aveva paura.

La giovane si sporse in avanti scostando delicatamente la tenda lilla per rivelare il corpo di Kai alla luce della Luna. Ciò che vide la lasciò senza forze e credette di aver perso qualsiasi facoltà motoria.

- Kai…Che hai fatto? -

Anche la Luna si spaventò quando i suoi raggi accarezzarono la candida pelle del russo, oramai ridotta in una maschera di sangue. I vestiti erano lacerati in più punti, e ferite di ogni genere trasparivano dai lembi di tessuto scoperti, mentre scie di sangue ricoprivano braccia, petto e viso del giovane. Crystal gli si avvicinò fino ad inginocchiarsi sconcertata davanti a lui, che sedeva a fatica sul letto. Lentamente pose una mano sul braccio del ragazzo, rabbrividendo quando lo sentì umido di sangue. – Aspetta…Ci penso io – cercò di farsi coraggio e attraversò rapidamente la stanza per chiudersi in bagno, da dove uscì pochi istanti dopo con un kit del pronto soccorso e una bacinella d’acqua calda. Kai volse il viso da un’altra parte, come a farle intendere che non aveva bisogno d’aiuto. Ma Crystal fu irremovibile. – Sta fermo…Ti devo disinfettare, altrimenti potresti stare male – la sua voce tremava per lo spavento, ma cercò di non distrarsi ad osservare Kai che era tornato a posare gli occhi su quelli indaco di lei. Rimasero alcuni istanti così, lei che curava diligentemente le sue ferite e lui che non smetteva di guardarla, percependo la sua tensione. Quando arrivò al suo torace il ragazzo si tolse a fatica da maglietta oramai straccio rivelando uno sfregio dietro l’altro. Crystal non si perse d’animo e con il cuore in gola riprese il suo lavoro.

- Chi è stato? – chiese lei senza che fosse riuscita a fermarsi; per la verità lo sapeva perfettamente o meglio lo immaginava, ma sperava di sbagliarsi, anche perché in caso contrario si sarebbe sentita totalmente responsabile di ciò che era accaduto a Kai.

- Gli Obscuras –

Il cuore di Crystal perse un battito. Lei aveva parlato con loro non appena furono rientrati in hotel, e Astra gli aveva chiesto ad un certo punto dove fossero gli altri, e lei…Lei aveva detto loro che Kai era rimasto a Santa Monica, solo.

- Crystal – disse lui ad un tratto prendendole un polso e avvicinando il suo viso al suo.

- Non sono umani…Possiedono poteri che sono al di là dell’umano. Volevano catturare Suzaku, ed hanno menzionato i Cavalieri, una Custode…Proprio come dicevano i BEGA. E’ tutto vero –

Così il ragazzo iniziò brevemente a raccontare ciò che era accaduto, includendo al suo interno anche la parte riguardante la Voce. 

Crystal ascoltò il breve racconto di Kai senza battere ciglio, cercando con tutte le sue forze di non sussultare, di non incrociare gli occhi magnetici del ragazzo, i quali era certa, si sarebbero accorti che in realtà lei sapeva molto di più di quello che dava a vedere…

Non riusciva a spiegarsi il motivo, ma era come se avesse sulla testa un cartello che indicava che lei era una traditrice; già perché lei sospettava già da tempo che gli Obscuras non fossero del tutto “normali”, inoltre sapeva per certo che erano stati loro a far del male agli Scudi Sacri e visto quello che era accaduto ai New Europa non poteva non collegare a loro anche quell’incidente…Ma ovviamente non aveva parlato, era rimasta zitta, prigioniera di una consapevolezza: gli Obscuras in un modo o nell’altro avevano avvicinato Kai a lei, e questa era la cosa più importante per lei.

Eppure si sentiva sporca…Poteva accettare che avessero dei loro mezzi per raggiungere determinati obiettivi, ma quello che avevano fatto andava al di là della comprensione; avevano cercato di catturare Suzaku e Kai per poco non ci rimetteva la vita. No, questo non poteva permetterlo…

Un tocco improvviso la destò dai propri pensieri, facendola ritornare nella camera dei Neoborg.

Kai la osservava con insistenza cercando quasi di scavare in quell’animo denso e torbido che oramai Crystal credeva essere alla mercé del russo. Ad un tratto la ragazza si fece più vicina al giovane per medicargli un profondo taglio all’altezza del collo, maledicendosi per la sua mano tremante che non aiutava di certo in lavoro.

Era agitata, turbata, nervosa ed ebbe paura che Kai potesse capirlo.

- Crystal, stai tremando – in un secondo il cuore di Crystal si fermò attendendo che lui continuasse.

- So che nell’ultimo periodo sei stata parecchio in loro compagnia – iniziò lui con voce calma e fredda come al suo solito.

- Non vederli, non cercarli più…Sono pericolosi –

La ragazza alzò gli occhi che fino ad allora aveva tenuto religiosamente bassi per incrociare quelli di Kai che lei si avvicinarono prontamente come a chiederle una conferma.

- Lo prometto – disse lei prima di abbracciarlo allacciandogli le braccia al collo e nascondendo il viso nel suo petto in parte fasciato. Aveva avuto una paura immensa che Kai potesse morire, non riusciva a spiegarselo ma in un certo senso si rimproverava di non averlo capito prima che forse l’obiettivo degli Obscuras non era il campionato. Si strinse a Kai come per non perderlo, come se quello fosse un addio, come se la paura di averlo potuto perdere avesse per una volta sommerso tutta la sua freddezza. Ad un tratto delle fredde dita le premettero sulla schiena senza però farle male. Crystal arrossì spropositatamente resasi conto che Kai stava ricambiando il suo abbraccio.

Non si sa per quanto tempo rimasero così, ma furono istanti che rimasero nell’animo di Crystal come scolpiti sulla roccia, segni che nemmeno il tempo avrebbe potuto cancellare…

- Ora vai a dormire, è tardi – detto questo Kai sciolse il legame che li aveva uniti alzandosi e riponendo Dranzer nel cassetto. Crystal si alzò lentamente per poi avvicinarsi al suo letto e stendersi senza però prendere sonno.

Kai dal canto suo rimase ad osservarsi il petto coperto dalle varie fasciature che Crystal gli aveva fatto. Si sentiva strano, come uscito da una tempesta, come se su e dentro di lui si fosse abbattuto un ciclone. I suoi pensieri spaziavano liberi andando da Crystal che lo aveva abbracciato alla Voce che continuava ad impensierirlo e…Ad Hilary che per un istante i suoi occhi avevano visto al posto di Crystal. Era essenzialmente per questo se si era allontanato, non voleva ammetterlo ma sapeva che era la verità. Ad un tratto aveva visto degli occhi color cioccolato ad un breve distanza e degli ondulati capelli castani fluire tra le sue dita. Che gli stava succedendo? Perché ora Hilary doveva ossessionarlo anche di notte? Non bastava che quella ragazzina gli infestasse già il giorno con quell’orribile sensazione di rimorso? Eppure la sua mente per qualche motivo aveva voluto vedere lei. Si distese sul letto immerso in un silenzio irreale, un silenzio che non sarebbe più stato tale se i suoi pensieri avessero potuto avere una voce. Una voce che lo chiamava che possedeva toni differenti, ma che riuscì a condurre la sua anima in un sonno tranquillo, dove tuttavia due occhi coloro cioccolato lo seguirono, insieme ad una stranissima sensazione all’altezza del cuore, come se uno squarcio avesse dato libera uscita ad emozioni e ricordi repressi nella neve.

 

Il tempo scorre, il presente diventa passato e quello che era il futuro diviene presente, è un’eterna corsa, un continuo scorrere, come un fiume nel suo letto…Bisogna solo avere il coraggio di aprire gli occhi…

 

- Bene signore e signori, vi ringraziamo per essere accorti tanto numerosi nonostante il cattivo tempo, e vi anticipo che la sfida di oggi sarà davvero impegnativa, perché avremo da una parte le agguerrite Tigri Cinesi mentre dall’altra niente poco di meno che i campioni del mondo! – la pioggia cercava di coprire le esclamazioni di Dj man senza risultati soddisfacenti; il clima era caldo e bollente nonostante il tempo piovoso, il pubblico scalpitava, gridava, voleva assistere ad un nuovo scontro, mentre i contendenti delle rispettive squadre desideravano solo fare una bella gara e gareggiare alla pari.

Rei cercò con gli occhi Mao, sperando in cuor suo di ricevere un incoraggiamento, ma ciò che vide fu solo una smorfia in sua direzione ed un sorriso in direzione di quella specie di principe azzurro, che di azzurro aveva solo la camicia. Rei strinse i pugni, cercando di pensare solo alla sua gara; era quella la cosa più importante…Ma quelli erano pensieri che servivano a convincerlo del contrario. E’ nella natura intrinseca dell’uomo cercare di murare le proprie debolezze, e per Rei questo era il modo. Il problema era che lui conosceva la verità: non era il beyblade la cosa più importante.

- Rei ci sei? – chiese Takao dall’altra parte del campo da gioco, con già Dragoon in posizione di lancio. Il cinese osservò attentamente il suo ex-capitano. Anche lui era cambiato, non sembrava più Takao, qualcosa di nuovo viveva nei suoi occhi castano rossicci, qualcosa che non piacque per nulla a Rei. Takao non era tuttavia l’unico: anche Max era cambiato, ma lui tutto sommato poteva capirlo. Mariam era in uno stato coma da un bel po’ di giorni, e lui sapeva che non passava giorno senza che Max restasse in ospedale a vegliare sulla ragazza. In quanto a Kai, beh lui era imprevedibile di natura, ma anche nei suoi occhi aveva visto qualcosa di diverso…

- Rei! Ti sei addormentato? – lo riscosse Takao con un sorriso, che non assomigliava a quelli del vecchio Takao. “Sarà che le donne ti cambiano la vita…Ma se devono cambiarla così meglio non averle

Così Rei si preparò a lanciare, e sotto un cielo che piangeva per avvenimenti passati e presenti, le due trottole bianco-argentate infiammarono la terra mentre l’acqua piovana tentava di spegnerla.

 

“E così non sarebbero umani” pensò Boris seduto su una delle ultime gradinate con le braccia incrociate davanti al petto. Ciò che aveva raccontato Kai aveva dell’incredibile, ma non si sconvolse più di tanto, in fondo di cose strane ne aveva provate e vissute parecchie…Eppure si percepiva un qualcosa di diverso nell’aria, qualcosa che sapeva di Male.

Ma tutto sommato a Boris questo non interessava; non era un suo problema…O forse sì?

“Idiota, certo che è mio problema” pensò stringendo Falborg tra le dita. Lui era stato buttato fuori dal campionato perché accusato ingiustamente, e quella stessa mattina il presidente Daitenji aveva dichiarato di aver trovato il responsabile di quanto avvenuto agli Europei, e di aver risolto il problema. Una mossa per non aver seccature dalla stampa, ma la verità era che non si era risolto proprio niente; lui non aveva steso quei quattro, e se si era autoaccusato era stato per…

“Per una che neanche lo merita” la cercò con gli occhi, ma non la trovò; doveva essersi allontanata da poco, perché fino ad un minuto prima sedeva al fianco di Kai. Boris si ritrovò nuovamente a pensare a quello che aveva fatto. Si era addossato la colpa non per mania di protagonismo, ma perché ingenuamente sperava che lei aprisse gli occhi, visto che lei sapeva chi erano i veri colpevoli. Già Crystal sapeva molto di più di quello che dava a vedere, ma non si era schierata dalla sua parte…Eppure lui lo aveva fatto solo per lei, per quell’ingrata che non meritava nulla di tutto questo, ma che il russo non poteva smettere di amare. Non amarla, non fare di tutto per riportarla sulla retta via sarebbe stato come annullarsi. Non faceva girare il mondo attorno a lei, ma lo voleva far girare per lei…”Crystal…

 

- Mai avrei immaginato una cosa simile, non ci bastava solo quella maledetta con manie di autolesionismo, ora ci tocca dover trovare un nuovo modo per far fuori i russi. Ed è tutta colpa della tua ragazza Axel – sbottò Samantha dopo che la notizia di Daitenji venne divulgata.

- E se la sua Essenza le avesse detto chi siamo? – chiese Astra fermandosi di colpo

- No…Hilary ha agito di sua iniziativa, probabilmente ritiene Kai una persona di degna fiducia, beh le mostreremo che si sbaglia…E lo mostreremo anche a tutti gli altri – disse Axel

- Nuovo piano? – Lui annuì

- Eh no caro, ora tocca a me. Ho un piano infallibile – disse Samantha decisa.

- E di cosa si tratta? –

- Della valenza che una donna ha su un uomo – rispose lei accostandosi a Axel per soffiargli direttamente sulle labbra. Lui incurvò le labbra in un sorriso compiaciuto. – Bene, stupiscimi –

- Fermi voi quattro! –

- Oh Crystal che sorpresa! Che ci fai qui? – chiese Astra fintamente sorpresa

Crystal si sentì disgustata nell’ascoltare quelle note quasi derisorie. Li guardò uno per uno, riversando su di loro tutta la sua rabbia. – Non provateci mai più –

- Fare cosa cara? – chiese con finta ingenuità Ares

- Sapete benissimo a cosa mi sto riferendo! Non mi interessa come volete vincere questo torneo, o quali sono le vostre reali intenzioni, ma non permettetevi più di toccare Kai, Demoni –

Gli Obscuras si sorpresero dell’ultima parola; ci voleva un bel coraggio per dirlo a voce alta. – Attenti ragazzi, la nostra Crystal ci sta minacciando – rise Samantha cingendo le spalle della russa – Siamo spacciati – continuò a prendersi gioco di lei. Crystal si scansò con forza quasi con rabbia.

- Voi… - stava per continuare quando si sentì i polsi bloccati e sue occhi color veleno avvelenarla. Non avvertì più la soggezione e la curiosità che aveva provato in Finlandia, anzi sentì paura e timore. Ma avevano cercato di uccidere Kai, e questo in lei bruciava più dell’odio che nutriva per loro. – Noi facciamo quello che vogliamo, e tu non sei nella condizione di dire nulla – la bloccò Axel con voce dura – Già, anche perché chissà cosa penserebbe Kai, se sapesse che sei stata tu a portarci da lui, che hai fatto la spia per noi, e che sempre tu conoscevi già qualcosa su di noi ma sei stata zitta. Tu sapevi che Boris era innocente, ma non hai parlato quando è stato accusato – disse Samantha prendendole il meno con fare divertito. Crystal si sentì braccata, come un animale che cerca di sfuggire dalla freccia del cacciatore. – E quindi non parlerai, sempre che tu non voglia andare a fare compagnia agli Scudi Sacri e ai New Europa – Crystal si sentì in trappola tra due tenaglie affilate. – Siamo intesi? -

- Perfettamente, ma se non la lasciate immediatamente userò personalmente i vostri corpi come bersaglio per Wolborg –

Crystal sentì il respiro tornare regolare non appena la voce di Yuri giunse alle sue orecchie.

- Oh i Neoborg quale onore! – ironizzò Astra senza allontanarsi dalla russa con fare provocatore.

- Kai che ti è successo? Soffri di sonnambulismo o sei un’autolesionista? – chiese Samantha

Il ragazzo la perforò con lo sguardo, mentre cercava di controllare quella rabbia che impetuosa si stava agitando in lui; si avvicinò ai Demoni con le braccia incrociate e lo sguardo di ghiaccio, prese Crystal per il polso – State lontani da lei e anche da tutti gli altri…E badate a questo: se Lei dovesse soffrire, allora io vi distruggerò senza pietà – pronunciò con voce grave quelle parole, lasciandole fluire a poco a poco, come per poterle assaporare meglio.

Axel avvicinò il viso a quello del diciassettenne e si portò al suo orecchio – E perché mai? Vuoi tu quei ragazzi? O qualcuno in particolare? – Kai a questo punto vide rosso, rabbia, odio…Hilary. Sferrò un colpo all’altezza del viso del moro che non riuscì a prevederlo.

- Maledetto! Come osi – disse Samantha avvicinandosi al russo affiancato dagli altri tre Neoborg.

- Samantha guarda a sinistra – gli comunicò Ares ad un tratto. Gli occhi vermigli della ragazza brillarono di luce sinistra a quella vista.

- Cos’è vuoi far rinsavire Takao? Quel ragazzo non ha capito nulla, è in mio potere e mi occuperò di lui personalmente. E tu Axel? Ti occuperai tu della cara Hilary non è vero? – disse lei

Ma Kai non le diede il tempo di continuare a parlare; con uno scatto afferrò Samantha per il collo strattonandola con forza. Non capiva cosa gli fosse preso, ma lei si era permessa di toccare i suoi amici, e questo non l’avrebbe tollerato. – Kai! – lo richiamò Yuri, ma il russo non avvertiva la sua voce. C’erano solo lui, i Demoni, ed il suo odio per loro. Non diminuì la presa.

- Fermatelo! Sto boccheggiando! – disse Samantha

- Resisti ancora –

- Non nominarli mai più – la presa non accennava a diminuire così come l’odio.

- Che sta succedendo qui…Kai che diavolo fai? – il russo sgranò gli occhi, sentendosi morire. “Takao” all’improvviso comprese tutto. Perché i Demoni non erano intervenuti a fermarlo quando aveva afferrato Samantha. Era caduto nella loro trappola, aveva fatto il loro gioco.

Si volse verso Takao che lo osservava incredulo, mentre dietro di lui Samantha tossiva cercando di riprendere aria. Kai lesse la rabbia e l’incredulità negli occhi di Takao, ma non furono i suoi occhi a ferirlo. Incrociò con orrore due iridi color cioccolato che lo fissavano senza proferire nulla. Takao, Hilary, Julia, Max e Rei li osservavano senza parole, incapaci di dar voce a ciò che affollava le loro menti. Pensieri, voci, sensazioni, stadi effimeri dell’animo umano, spire negative incredibilmente potenti che riuscivano ad annebbiare la lucidità e la ragione del cuore. E gli occhi di Hilary lo colpivano, lo trafiggevano facendogli male, un dolore che non avrebbe mai creduto di poter provare…Per chi poi? Una ragazzina.

Non seppe neanche il perché ma se ne andò senza proferire parola, oltrepassando Takao e gli altri ancora paralizzati, trascinandosi Crystal senza rendersene conto.

“Kai…Non puoi essere tu il pericolo…” Hilary lo vide scomparire nell’oscurità, sentendosi a sua volta invadere da qualcosa di freddo e agghiacciante…

 

Il resto della giornata fu come un dipinto senza colore, uno stereo senza musica, un cielo senza Sole. Pioveva, il cielo piangeva ininterrottamente, e sembrava voler protrarre la sua sofferenza ancora per molto. L’aria era fresca, agevolata da un vento che sferzava le fronde degli alberi facendo volteggiare velocemente le foglie variopinte che parevano come spiriti della foresta.

Tornati in Hotel Takao passò la giornata con Samantha; il ragazzo cercava di rassicurare la fidanzata che sembrava alquanto scossa per l’accaduto di quella mattina. Indossava uno scialle attorno al collo, che serviva a celare i segni rossi dovuti alla ferrea presa di Kai, ed inoltre la donna evitava accuratamente di incrociare i russi, e quando avveniva si stringeva stretta a Takao, il quale non perdeva occasione di falciare l’ex compagno con lo sguardo.

Non riusciva a capire cosa gli fosse preso, Kai era sempre stato un tipo introverso e talvolta aggressivo, ma non si era mai permesso di alzare le mani, soprattutto non su una ragazza.

Takao aveva cercato di parlargli, ma ogni tentativo era stato vano: o Samantha lo implorava di non lasciarla da sola o il russo non si faceva trovare. Alla fine ci aveva rinunciato; sperava per lo meno che fosse stato un momento…Ma si sentiva male se pensava agli occhi di Kai…Cosa era successo al suo amico? Già vederlo quella mattina coperto di tagli e graffi gli aveva messo addosso un’incredibile angoscia, e un pensiero su tutti aveva preso ad agitarsi nella sua mente: che stesse ritentando come al terzo campionato? Stancarsi, sfinirsi solo per poterlo battere?

 

- E questo è tutto – disse Hilary appoggiata con la schiena al petto di Axel che intanto la abbracciava da dietro. Alla fine l’aveva fatto, aveva raccontato al suo ragazzo di quello che aveva sognato la notte precedente, e sorprendentemente lui non l’aveva né interrotta né si era messo a ridere. Aveva ascoltato tutto senza proferire parola, rispettando le sue parole e dandole ogni tanto occhiate rassicuranti. Hilary si sentì felice dinanzi a tanta gentilezza e premura. Inizialmente quando l’aveva baciato era rimasta titubante; si era sempre immaginata il momento del suo primo bacio in modo molto diverso. Prima di tutto non con Axel, e secondo punto se lo era immaginato come quelli che vengono descritti nei libri, cioè come un’esplosione di stelle e luce, colori, suoni, odori, sensazioni che si mescolano, come un cuore che prende a battere a ritmo dell’altro…Come una magia. Invece non era accaduto nulla di quello che si era aspettato. Era stato il fisico contatto di due labbra, il tocco tra due corpi…Un bacio, ne più ne meno.

Probabilmente erano i libri ad esagerare con la fantasia…Un bacio è solo un bacio.

- Io credo dovresti trovarla – disse ad un tratto Axel stringendola a sé con fare protettivo. Hilary lo guardò stranita – Cosa? -

- Questa voce, intendo. Secondo me dovresti cercarla. Se ha chiesto il tuo aiuto devi trovarla –

- Axel stiamo parlando di paranormale. Potrei essere pazza – disse lei con sincerità

- No, tu non sei pazza…In fondo scusa, ma il beyblade è qualcosa che definiresti normale? –

- Ma c’è una bella differenza – ribatté lei scettica

- Io dico di no. Ci ha visto giusto mi sembra, e più di una volta…L’ultima volta proprio oggi –

Hilary si volse incrociando i suoi occhi verdi. Per un attimo l’immagine di Kai le tornò in mente.

- Tu credi che la voce si riferisse a lui? – No, non poteva essere…Kai non era pericoloso.

- Senti – Axel le prese il viso fra le mani avvicinandoselo – Non è una novità che io per Kai non nutra una particolare simpatia, e dopo quello che ha cercato di fare al mio capitano capirai che non mi è difficile credere al tuo sogno –

Hilary chinò il capo sentendosi colpevole, non riuscendo a reggere lo sguardo del ragazzo. Lui ad un tratto le prese il mento sollevandoglielo. – Ehi – le sussurrò guardandola negli occhi – Tu non hai nulla a che fare con lui. Se lui sbaglia sono affari suoi – Si avvicinò ancora fino a che Hilary vide solo i suoi occhi verde smeraldo

- Ci sono io per te – E unì le loro labbra in un dolce bacio, tanto freddo quanto privo di sentimento, ma questo era solo Axel a saperlo…O forse no?

 

- Allora ci muoviamo o no? Boris ha già sellato i cavalli – Yuri seguì il filo dei pensieri di Kai andando ad incrociare nella Sala Relax Axel che stringeva e baciava la brunetta dei BBA. Il russo passò da un estremo all’altro di quel filo incandescente, trovando gli occhi glaciali di Kai ardere più delle fiamme dell’Inferno ed i suoi pugni stretti con forza.

Ad un tratto Kai parve scostarsi dai propri pensieri e precedette senza una parola Yuri fuori dalla hall, calandosi il cappuccio della felpa sulla testa.

Yuri fece un sorriso appena percettibile prima di seguirlo e montare su Tempesta, allontanandosi insieme a Boris e Kai…

 

- Perché ci siamo fermati qui? – chiese ad un tratto Boris non appena Yuri strinse le gambe attorno ai fianchi di Tempesta arrestandolo.

Si erano fermati sulla fine della Channel Road direttamente alla spiaggia di Santa Monica, dove ancora i segni del violento scontro della sera prima rimanevano come ceneri dopo un incendio.

Aveva smesso di piovere, ma il cielo pareva non essere del tutto soddisfatto, come se la sua ira fosse ancora annidata tra le nuvole grigie cariche di lacrime.

- Qui siamo lontani da orecchie indiscrete – sentenziò Yuri in testa al trio

- E per “orecchie indiscrete” intendi anche Crystal? Perché non l’hai chiamata? – chiese Boris

- Proprio tu me lo chiedi. Hai visto oggi? Crystal ha un rapporto troppo stretto con loro, non sappiamo cosa si siano detti, ma è lampante che c’è qualcosa sotto –

- Non è un buon motivo per tenerla fuori dalle nostre decisioni – ribeccò Boris. Per quanto Crystal avesse sbagliato, per quanti errori potesse fare, lui non poteva non sentirsi in dovere di rispettarla.

Yuri fece finta di non sentirlo -  Kai è stato qui? – Si volse verso il russo alla sua sinistra che annuì.

- Certo che avete fatto un bel casino – constatò Boris osservando la spiaggia.

- Ora riflettiamo: la Voce esiste, è all’interno dei beyblade degli Obscuras ed ha un tono femminile.

Gli Obscuras sono Demoni e hanno cercato di catturare la tua Aquila – riepilogò Yuri

- E la Voce ha anche menzionato una Custode, dei Guardiani e dei Cavalieri – continuò Boris

Kai annuì ancora con mente assente; era più un riflesso che altro. I suoi sensi ed i suoi pensieri erano ancora in quella maledetta stanza dove aveva visto Hilary fra le braccia di Axel. Quando li aveva visti si era sentito come se gli avessero strappato il cuore dal petto, aveva perso il respiro e la forza in ogni parte del corpo. Come quello straccio di secondi tra quando fieni trafitto da un’arma e quando spiri. Perché doveva fare male? Perché ogni cosa che Hilary facesse era motivo d’interesse per lui, che non si era mai curato di niente al di fuori di se stesso? E perché bastavano i suoi occhi a farlo sentire diverso? Diverso, questa era la sua definizione. Una parola di convenienza usata da chi non vuole accettare la realtà, per chi ha paura dell’ignoto. E Kai non temeva il futuro, ma temeva di perdere il presente, quella realtà che aveva faticato ad ottenere e che ora stava per essergli sottratta.

No, mai avrebbe permesso che gli portassero via la sua vita…Si stupì di se stesso, aveva pensato…”La sua vita” E i suoi occhi non avevano visto i suoi ex compagni, ma Hilary.

“Hilary…” E guardando quell’oceano appena agitato che si infrangeva sugli scogli e colorava il bagnasciuga, si ritrovò a pensare come sarebbe stato averla lì accanto a lui…

 

- Buon appetito! – disse Takao lanciandosi sulla porzione di manzo prima che giungesse Daichi

- Sei sempre il solito Takao! Ora che hai una ragazza potresti almeno contenerti

- Ma io mi contengo alla perfezione, vero amore? – disse passando l’acqua alla ragazza che sorrise.

Erano proprio tutti a tavola, eccetto ovviamente i Neoborg che erano spariti; solo Crystal era rimasta in Hotel e sedeva in un tavolo con Rei e i BEGA. Julia dal canto suo dopo aver visto i russi sparire con i cavalli si era ripromessa di non rimuginarci troppo su, ma alla fine le immagini di quella mattina l’assalirono. Aveva anche accettato a mangiare al tavolo con Hilary, Takao, Daichi, Samantha, Axel, Astra e Max, ma solo per fare un piacere alla sua amica che l’aveva pregata di provare a conoscere il suo ragazzo, cosa che la spagnola avrebbe volentieri evitato.

- Ma si può sapere cosa ti piace di Takao? – chiese Daichi alla mora che si passò una mano sul collo coperto. – Beh Takao è unico -

- Che scoperta! E’ unico solo a fare disastri – sbottò Daichi deluso dalla risposta

- E tu? Non ti è mai piaciuta nessuna ragazzina? – chiese Samantha di rimando

Daichi avvampò diventando dello stesso colore dei suoi capelli, lasciando correre lo sguardo incoscientemente fino al tavolo dei BEGA. – Assolutamente no! –

I ragazzi risero, prima che Axel si portasse sul viso di Julia – E tu? Sei fidanzata? –

La spagnola che stava tagliando la sua bistecca, sentì il coltello fremerle fra le dita “ E secondo te, te lo verrei pure a dire?” Spostò leggermente gli occhi su Hilary che la osservava felice. – No, ma io sono una che non si accontenta facilmente – “Vero Hila?”

 

- Aspettate un attimo – disse Yuri stringendo gli speroni ai fianchi della sua cavalcatura

- Se la Voce ha detto che bisogna salvare la Tetrade, significa che qualcuno rischia –

- Vuoi dire che qualcuno rischia di fare la fine dei New Europa e degli Scudi Sacri? –

Il rosso annuì. Non potevano esserci altre spiegazioni. – E chi sarebbe la Tetrade? – fece Boris. Kai lasciò vagare lo sguardo attraverso l’oceano, ripensando a quella voce, così forte nonostante la sofferenza, così decisa e determinata…Come l’oceano in tempesta.

Lei gli aveva detto di salvare la sua Tetrade, quindi questi ultimi dovevano essere collegati per forza a lei. – Beh in greco Tetra sta per quattro – riprese Yuri serio

- Quindi un gruppo di quattro – Boris cercava di seguire il ragionamento del capitano

- Quattro persone che sono collegate a lei – concluse Kai assorto.

A un tratto un lampo squarciò l’oceano scuotendo l’aria e spaventando così i cavalli che iniziarono ad imbizzarrirsi. I tre si osservarono nello stesso momento con il sangue raggelato. – Corriamo! – Boris strattonò le redini di Tormenta e iniziò a correre, seguito a ruota da Tempesta e Fiamma, che iniziarono una corsa contro il tempo per arrivare prima.

 

- Brooklyn, ragazzi dovremmo parlarvi – Hilary postò il volto verso quella voce che era apparsa come dal nulla nella sala ristornante. Cercò il suoi occhi trovandoli privi di luce.

Kai, Yuri e Boris si stagliavano all’entrata del locale dando le spalle a loro, rivolgendosi invece al tavolo dei BEGA. Li vide scambiarsi uno sguardo complice con i russi, per poi alzarsi e seguirli fuori, dove stava iniziando a piovere. Avvertì freddo alla schiena e le si gelarono le mani di colpo. Le avvicinò al cuore “Ti prego fa che non sia così

 

- Samantha scusa potrei parlarti un momento? – chiese ad un tratto Astra facendosi timida

- Dimmi pure cara – le fece lei avvicinandosi

La ragazza dagli occhi lilla scosse la testa imbarazzata e gettando uno sguardo fugace verso Max che le sedeva di fronte. – In privato – le sussurrò con le gote arrossate. Samantha le scoccò un’occhiata complice e si alzarono insieme. – Noi usciamo un attimo – disse chinandosi a baciare le labbra del suo ragazzo.

- Ma dove vanno? – domandò Takao non appena le due si furono uscite. Ares scosse la testa – Non starci a pensare, lo fanno spesso. Evidentemente Astra doveva confidare qualcosa alla sua amica e non poteva aspettare – e il biondo lanciò un’occhiata allusiva a Max

- Sono grandi amiche e si confidando tutto. Quando eravamo in Canada spesso quelle due sparivano per ore per poi ricomparire come se niente fosse – asserì Axel con un sorriso.

- E sapete che ci dicevano dopo che noi le avevamo cercate per mezza città? Beh che dovevano farsi una sana chiacchierata fra donne! – finì Ares

- Max, hai fatto colpo! – disse Mao raggiante. L’americano sollevò lo sguardo come se ascoltato metà del discorso.

“Già mancava giusto lui per finire il quadretto. Che razza di teatrino” pensò disgustata Julia

 

- Che volevate dirci ragazzi?– chiese Ming-Ming ai russi che davano loro le spalle

- Su muoviamoci sta piovendo e non voglio prendermi un malanno – sbottò la cantante

- Ming-Ming ha ragione, ragazzi si può sapere che avete? – chiese Garland

L’aria si stava facendo sempre più fredda ed il cielo coperto da un manto di nubi nere venivano talvolta illuminate da un lampo che faceva scuotere la terra.

I tre si voltarono con capo chino. Brooklyn sentì i brividi lungo la schiena.

- Ragazzi possiamo entrare per parlare? – chiese impaurita da cantante. Non piaceva a nessuno questa situazione, e…I loro occhi vuoti. – Benvenuti all’Inferno! – disse Kai con le iridi assenti e una voragine oscura al posto degli occhi. Dopodiché i tre russi si dissolsero come fumo, come polvere, come il manto di quella morte che aveva appena calato la scure. 

- Mors, Illusion all’attacco! –

 

 

Olè! L’avevo detto che mi piacevano i finali a sorpresa^^ Beh questo sicuramente è meno a sorpresa, ma spero che vi sia piaciuto! Mi scuso per la lunghezza del capitolo, ma non volevo dividere il capitolo perciò è un po’ lunghetto…Chiedo scusa!

Bene, ora passiamo come di consueto al nostro immancabile

Angolo dei Grazie^^ (troverò mai una via con questo nome??)

 

Anima: *O* cara era ora che ti mostrassi^^ Non hai idea di quanto mi abbia fatto felice ricevere la tua opinione! E’ stata una bellissima sorpresa grazie! Hai ragione, l’Amore non è come il calcio, e mi sa che Kai non l’ha tanto capito^^ Spero davvero tanto che questo capitolo ti piaccia, e sì, sono contenta che tu ti sia fatta viva! Spero di avere la tua anche su questo! Ok?

Baciuzzi Avly

 

Helens: questo è il capitolo delle sorprese! Inaspettata e magnifica arrivi quando meno me lo aspetti! Grazie mille tesoro, sono felice che ti piaccia la storia! Eh sì per scrivere di Axel e Hilary ci vuole coraggio e mi auguro che non ti sarà venuto un colpo a leggere di Crystal^^…Visto che so quanto la adori! Dirti che aspetto la tua recensione anche su questo è peccare di presunzione? Boh, comunque spero con tutto il cuore che il capitolo ti piaccia! Sai che la tua opinione è importantissima per me^^ A presto anche con la tua!

Baciuzzi Avly

 

Lexy90: Dai che alla fine se l’è cavata il bel Kai! Oddio, ora non so chi se la caverà -;-

Hilary dire che ce la siamo giocata è dire poco, diciamo che ha preso una sbandata, ma come ho spiegato credo che la sua sia stata una reazione comprensibile…Almeno credo^^

Carissima come sempre ti ringrazio tanto per tutti i tuoi pareri che non mancano mai di arrivare ai miei capitoli e di questo ti ringrazio di cuore! Grazie infinite! E mi auguro che anche questo capitolo possa piacerti! Ti aspetto!

Baciuzzi Avly

 

DarKAngeL91: Grazie a te per farti sentire nonostante i numerosi impegni che sono certa siano all’ordine del giorno per chi sta facendo la quinta. Inoltre questo mese è forse il peggiore per cui sono io a ringraziarti e ti faccio tanti auguri cara! Sulla storia spero che possa piacerti e che riesca a distrarti e magari chi sa, darti un momento di respiro dallo studio! Spero di sentirti ed in bocca a lupo!

Baciuzzi Avly

 

Pierina: Visto cara? Kai non è finito all’ospedale…Ancora^^ E sì la scena di Axel e Hilary è stata difficile e complicata ma spero di essere riuscita a renderla al meglio! Ti ringrazio per i complimenti, che mi danno sempre una grande carica e mi spronano tantissimo! ^x^

Sei sempre gentilissima e spero di poter ricevere la tua anche su questo! Aspetto anche la tua fic mi raccomando!!

Baciuzzi Avly

 

Elenasama: ** una nuova vocina che billo!! Grazie per aver recensito, mi fa molto piacere sapere che la storia ti piace, nonostante la sua antipatia per questa coppia^^ E’ bello avere anche delle opinioni differenti e spero di potermene avvalere anche in seguito! Grazie mille, e spero tanto che questo capitolo ti piaccia! Spero di sentirti anche su questo^^

Baciuzzi Avly

 

_marghe 96 xD_: spero che ti sia ripresa dal viaggio cara^^ e grazie 1000 per aver commentato lo scorso capitolo, mi ha fatto un estremo piacere! Felice che ti piaccia la YurixJulia, che è una delle coppie etero che adoro a livelli massimi! Oltre alla KaixHilary ovviamente^^ Devo dire che a molte il bacio AxelxHilary ha dato problemi di digestione…Beh spero che questo capitolo ti piaccia e ti aspetto tanto cara!

Baciuzzi Avly

 

Lirinuccia: il ringraziamento più difficile da fare…Grazie cara, davvero la tua recensione è stata…Bellissima, non hai idea di che effetto mi abbiano fatto le tue parole; sei stata gentilissima e maledettamente precisa tanto che sei arrivata a scavare molto in fondo! E’ vero io amo scrivere, diciamo pure che ricopre un ruolo fondamentale per me. Mi ha aiutato tanto e continua a farmi sognare. E leggere le tue parole è stato stupendo, davvero non so come ringraziarti! Sono anche felice del fatto che nonostante i tuoi numerosi impegni tu sia riuscita a seguirmi e questo è bellissimo^^

Sulla scrittura hai ragione, anche io cominciavo a non poterne più di quel carattere, e pazienza se così il capitolo occupa molti più fogli! Guarda sapere che Kai è stato IC mi fa un estremo piacere, anche perché andando avanti con la storia avevo ho il terrore di renderlo ooc. Su Axel, lui è un burattinaio proprio come dici tu, affascinante nella sua malvagità e maledettamente perfido, non troverai mai un barlume di luce in lui.

Sul tuo dubbio…Tu da brava collega di L non dimentichi nulla e sei sempre molto perspicace, quindi ti posso dire che non ti sei persa nulla nei capitoli^^ Tranquilla è tutto esattamente come lo vedi^^ Spero che anche questo capitolo possa piacerti e spero davvero di ricevere la tua opinione anche su questo! Grazie ancora Lirinuccia, sei stata carinissima!

Baciuzzi Avly

 

Cherry_88: la mia tesora^^ felice che sia stato di tuo gradimento lo scorso capitolo, che era interamente dedicato a te, perché sei stata tu a darmi l’idea per i due incontri…(sta dicendo che è colpa tua se quei due si sono baciati nd Takao)(No! È merito suo se sono riuscita a legare bene tutta la sequenza e poi mi ha dato lei le idee…Ma che lo spiego a te -;- nd Avly)

La parte di Kai è stata sicuramente la più impegnativa e spero di non aver fatto un casino!

Grazie mille per i complimenti, sei sempre gentilissima e non manchi mai! Sapere che ti piace ciò che scrivo è motivo di grande rilievo! Beh tesoro spero di rivederti su questo e anche sulla tua fic…Lo so lo studio è una brutta bestia! In bocca al lupo tesoro!

Baciuzzi Avly

 

Lenn Chan: ciao mia guru^^ beh mi pare di aver capito che tu sei proprio una fan sfegatata del bell’Axel^^ E’ un vero cattivo, malvagio e subdolo, non troverai mai un barlume di bene in lui puoi metterti l’animo in pace^^

Il bacio è stato qualcosa di difficile da mettere giù e spero di esserci riuscita. Su Kai, visto che per il momento è ancora sulle sue gambe (fortuna che c’è Crystal…O_O)

Visto che è piaciuto il modello a sequenza intrecciata delle due parti l’ho riproposto, anche perché mi sembrava si sposasse bene con la concordanza temporale. Grazie infinite Lenn per commentare sempre, mi rendi felicissima! Spero che questo capitolo sia di tuo gradimento e ti aspetto^^ Ps: A quando “La linea illusoria dell’orizzonte?”^^

Baciuzzi Avly

 

Kamy: kamyiuccia mia! Spero che il capitolo ti sia piaciuto, mi scuso ancora per la lunghezza, ma mi è stato impossibile ridurlo…Ammetto poi che con le sintesi sono un disastro. Beh spero vivamente di risentirti su questo^^ Grazie 1000 carissima^^

Baciuzzi Avly

 

Angolo svoltato! Vi ringrazio di cuore sia a chi legge soltanto, a chi ha messo la storia fra le seguite e/o preferite.

Grazie mille a:

 

Anima                                    mik92                         Cherry_88                 Ria

HollyShort91             pierina                       Helens                        _marghe 96 xD_

Junkochan                SMDO                       Inuyasha_Fede         VaMpIrA89

Kamy                         Aiko Inochi               Lele91                        Takami_Kinomiya

Lenn Chan                Alelely                                    Padme86                    romualdo

Lirinuccia                  BlueHinata                PICH_91                   Lenn Chan

Elenasama                 Death_princess         Lilla5

 

Alla prossima!

 

Only for you my Friends,

Avly

 

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Capitolo 18
*** La Mossa dell'Alfiere nel Gioco chiamato Vita ***


La Paura

E non sono morta o scomparsa^^ Chiedo umilmente scusa per il ritardo, mi scuso con tutti quei lettori che seguivano (e spero lo continueranno a fare) la mia storia e spero che il nuovo capitolo sia di vostro gradimento…Di buon auspicio per coloro che devono fare la maturità, per coloro che non possono dichiararsi in vacanza perché impegnati con l’università e per chi come me ora è a sguazzare tranquillo^^

Buona lettura a tutti e ancora scusate!

 

La Mossa dell’Alfiere nel gioco chiamato Vita

 

 

La Paura. Come definirla? Un’intensa emozione derivata dalla presenza o dalla supposizione di un pericolo, oppure come quella parte di noi che vive e regna insieme alla ragione? Forse entrambe, forse nessuna delle due, ma una cosa era certa: ciò che ora percorreva il sangue di Brooklyn e degli altri era la vera Paura.

Si voltarono verso quelle due voci che li sorpresero nella notte appena fuori dall’Hotel. Il vento sferzava senza pietà le fronde degli alberi e l’oscurità era tutto ciò che era permesso vedere. Ming-Ming estrasse veloce Venus e lo caricò seguita a ruota da Moses e Garland. I tre bey colorati volarono insieme verso il bey nero e rosso di Samantha e quello nero e viola di Astra creando un’ondata d’energia che sbalzò la cantante di qualche metro. Brooklyn si girò verso la piccola che si rialzò senza battere ciglio guardandolo con occhi di rimprovero. – Forza Brooklyn non stare impalato! Se ci vogliono, noi non ci faremo attendere, attacca Venus! –

Decisa la ragazza si lanciò su Illusion che però resistette bene all’offensiva. Brooklyn sentì il sudore percorrere la sua spina dorsale e le gambe indebolirsi leggermente. Aveva paura di quello che avrebbe potuto sentire…Perché una sensazione come quella delle Tenebre lasciava il segno, conduceva alla pazzia e lui ne era già stato vittima. Ma ora c’era qualcuno che chiedeva il suo aiuto, qualcuno che stava facendo di tutto per aiutarli…La Voce – Vai Zeus! –

- Poveri illusi non combinerete nulla – disse Samantha con una punta di acidità

- Siete soli, e noi due bastiamo a mandarvi all’altro mondo – rise Astra caricando Illusion su Apollo

- Non sottovalutateci! – urlò la cantante decisa – Vi batteremo e libereremo quella Voce –

- Oh, la ragazzina parla troppo, non credi Astra? – disse sorridendo la mora. L’altra annuì come se stessero giocando. – Bene, allora vediamo se la vostra cara Voce verrà ad aiutarvi! – disse Astra consapevole che Lei non sarebbe potuta intervenire per aiutare la Tetrade – L’hai conciata proprio male cara – Samantha fece un sorriso compiaciuto a quel pensiero – E quello era solo l’inizio –

 

Spronava Fiamma stringendo gli speroni incitandola a galoppare più velocemente; il vento gli graffiava il viso ma non se ne curava, non pensava ad altro se non ad arrivare all’Hotel il più in fretta possibile. “Forza Fiamma corri!” E un polverone seguiva il passaggio di tre purosangue attraverso la lunga spiaggia di Santa Monica, sotto una Luna che ansiosa cercava di liberarsi dalle nubi per poter seguire meglio il corso di quello strano filo chiamato Destino.

 

-Resistete ragazzi, stanno arrivando – Brooklyn si scambiò uno sguardo perplesso con i suoi compagni, che però annuirono, confermando i suoi sospetti. Diresse l’attenzione sulle due ragazze che però non sembravano essersi accorte di nulla. “Allora è davvero in collegamento con noi” Guardò i beyblade neri dei Demoni che saettavano precisi e letali contro i loro, che a stento riuscivano a resistere. Era incredibile, erano quattro contro due eppure non riuscivano a mettere quelle due fuori gioco, e come se non bastasse ogni attacco subito era come se togliesse loro energie – Attacca Zeus! – Dovevano resistere, la Voce aveva detto che presto sarebbero arrivati i soccorsi e sicuramente si stava riferendo a Kai e i russi…Fossero riusciti a chiamare qualcuno…No, era un’opportunità da scartare anche perché non potevano permettere che gli altri ci andassero di mezzo…No, dovevano resistere.

 

- Che ne dici? Diamo un taglio? – disse ad un tratto Astra seccata da tutta quella immobilità.

L’altra annuì – Ci siamo quasi –

- E se non vengono? – chiese col pensiero ad un tratto Astra. Samantha osservò Mors che sembrava cercare di allontanarsi dai suoi bersagli, come se ci fosse qualcos’altro a comandarlo. Ridusse gli occhi color sangue a due fessure “Non li salverai tesoro”

 

- Dranzer! – Brooklyn si voltò con un sorriso insperato, mentre il galoppo dei tre cavalli si faceva sempre più vicino. Si sentì sollevato di vederli lì e questo diede sia a lui che ai suoi compagni una nuova carica ed un rinnovato entusiasmo per continuare a combattere. I tre russi scesero dai loro destrieri e rapidi si portarono al fianco dei BEGA, mentre le tre trottole avevano preso a tallonare Mors e Illusion senza concedere loro un attimo di respiro. Brooklyn osservò le due donne che però apparivano serene e tranquille. Astra sorrise come se non avesse atteso altro.

Brooklyn sentì il sangue gelarsi ed il cuore smettere di battere.

- Che vi prende ragazze? Ve lo avevamo detto che non ci avreste battuti – disse Moses

I Demoni si scambiarono un cenno prima di parlare – Oh sì, siamo molto spaventate, non è vero Astra? – sussurrò Samantha ghignando.

- Davvero, e visto che siamo così terrorizzate sarà il caso di sbrigarci. I miei più cari saluti Guardiani! – Astra fece un lieve inchino che aveva tutta l’aria di una presa in giro.

Samantha si strinse la mano attorno al collo ancora ricoperto dal foulard. Trovò gli occhi di Kai – A presto, Cavaliere – e con queste parole le due ragazze cominciarono a far roteare i loro beyblade ad una velocità sorprendente, aiutati dal vento che andava a creare con i due corpi metallici un tornado.

Brooklyn guardò Kai che però non sembrava essere turbato da come Samantha l’aveva chiamato. Lo vide ridurre gli occhi a due fessure d’ametista liquida. – Dranzer ora! – e il beyblade della Fenice si lanciò a gran velocità verso i due avversari, sotto le grida di tutti che non riuscivano a capire il perché di quel folle attacco.

 

- Hilary, presto vieni da me! Hanno bisogno di aiuto ora. Trovami Custode! -

 

Hilary lasciò cadere la posata dalle mani come se non avesse più il controllo sui propri muscoli. La testa le scoppiava e l’aria non arrivava più ai suoi polmoni. Si strinse le mani attorno al collo cercando di inspirare quanta più aria possibile, ma si sentiva soffocare. Gli occhi di tutti si portarono su di lei, che però non aveva né tempo né modo di occuparsi delle spiegazioni – Hilary stai bene? – le chiese Mao per tutti. Axel le sfiorò le spalle con le braccia, lanciando uno sguardo rapido ad Ares che annuì impercettibilmente. Il moro le si avvicinò al viso – Cosa c’è piccola? –

Ma Hilary non lo sentiva, non avvertiva nulla di ciò che le stava attorno.

Si sentiva come dentro una bolla, vedeva i volti dei suoi compagni e del suo ragazzo, ma la sua mente era altrove. Il bianco, il nero si mescolavano, percepiva la stessa sensazione che aveva provato quando aveva visto l’Aquila Rossa che piangeva. Riusciva a sentire chiaramente sentimenti contrastanti che non le appartenevano; rabbia, collera, angoscia, determinazione e qualcosa di indistinto a cui non sapeva dare un nome, qualcosa che le fece battere il cuore. Riusciva a sentire emozioni non sue, a toccare le pareti del cuore di qualcuno…E sentiva anche la voce.

Si alzò come in uno stato di trance, osservando vaga i volti di tutti. Perché le sembrava di essere lontana da loro? All’improvviso una scossa fece tremare i vetri della sala e uno si incrinò. Hilary non se ne rese conto: prese a correre verso l’uscita urtando e scontrandosi con le persone che stavano entrando nella sala. Scavalcò un carrello con i dolci precipitandosi nella hall. Si fermò un istante mentre il cuore le batteva all’impazzata. Sentiva le pareti sussurrarle suoni e parole, le piante che parevano sospingerla verso l’esterno, e la voce che ancora sinuosa e decisa si insinuava nella sua testa.

- Corri Hilary! Custode, credi in me! –

 

- Kai, dannazione che fai? – Boris si protese in avanti cercando di afferrare il braccio di Kai senza riuscirci. Si sporse in avanti rischiando di perdere l’equilibrio ma venne trattenuto da Yuri che se lo portò indietro prima che l’impatto fra Dranzer e i due bey neri li coinvolgesse in prima persona. Un’onda d’urto violenta e inevitabile si abbatté sul cortile dell’Hotel disintegrando in un battito di ciglia tutto quel Paradiso che fino a pochi istanti prima viveva attorno a loro. Le fronde degli alberi vennero frustate senza pietà dal vento, il ciottolato messo in movimento, schizzò in tutte le direzioni come se fossero migliaia di proiettili infrangendo vetrate e perforando la muratura dell’ingresso. Boris e Yuri si buttarono a terra per evitare che uno dei pilastri della luce si abbattesse sopra di loro. Il capitano russo alzò lo sguardo colmo di rabbia verso il centro dello spiazzo. Vide Kai e le due ragazze combattere accanitamente senza darsi un attimo di respiro. Dranzer subiva gli attacchi simultanei di Mors ed Illusion, ma si manteneva stabile, seppur minacciato anche da tutti gli ostacoli presenti sul campo. Lo sguardo del capitano russo sorvolò tutto quell’Inferno per arrivare ai piedi della quercia dove sgranò gli occhi per l’orrore e dalle sue labbra uscì un urlo di rabbia: quattro corpi stavano ammassati uno sopra l’altro, coperti di polvere, ghiaia e foglie; i loro volti erano deturpati da tagli e sangue ed accanto a loro, quattro beyblade spezzati giacevano privi di vita sul ciottolato. Distrutto…Tutto distrutto. Yuri urlò di rabbia arrancando verso Garland e gli altri che non davano segni di movimento. Non poteva essere, non poteva essere vero! – Garland! – gridò rivoltando a pancia in su il corpo dello svedese coperto da una maschera di dolore e sangue. Urlò ancora ma Garland non rispondeva, ed in quel momento la rabbia ed l’odio che non credeva di riuscire ancora a provare invase le sue membra e gli intaccò il sangue. Rabbia, collera, odio…Sentimenti che credeva di aver sepolto nel fondo della sua anima anni prima, ma che ora davanti a tanto dolore e sofferenza si erano risvegliati in lui, scatenando il Lupo della Steppa che era Yuri Ivanov... –Wolborg attacca! – la trottola grigio argento si scagliò rabbiosa su Illusion che stava per attaccare Dranzer. Kai e Yuri si scambiarono un cenno col capo prima di essere raggiunti da Boris che come loro aveva un conto in sospeso con i Demoni.

 

- Hilary ma dove corri! – esclamò Julia da sotto il tavolo dove si erano rifugiati tutti i blaider. I vetri della sala all’improvviso si erano rotti e come stiletti di ghiaccio i frammenti scesero in picchiata verso di loro. Julia si lanciò verso l’esterno per seguire Hilary quando in un lampo di secondi si buttò di lato spingendo a terra Crystal prima che venisse trafitta dai cristalli di vetro. – Julia – ansimò la giovane rossa che aveva un piccolo taglio sulla fronte. Sembrava tesa, preoccupata, ma ciò non parve strano alla spagnola. – Dobbiamo andare fuori – e si precipitarono fuori seguite a ruota da tutti gli altri.

 

Il combattimento procedeva senza intervalli, nessuno dei blaider accennava a lasciarsi intimorire dagli attacchi e ogni assalto veniva controbilanciato da una difesa perfetta. Nonostante lottassero tre contro due i russi non riuscivano a sfinire le loro avversarie, mentre loro si affaticavano anche se non lo davano a vedere. Era strano ma sembrava come se riuscissero a rendersi immuni agli attacchi, come se gli assalti di Wolborg, Falborg e Dranzer non le colpissero…

- Dranzer attacca! – Kai lo sferrò con forza contro Mors e fu allora che la sentì

- Limbo del Cosmo -

- Cavaliere, ti prego fermati! Non ce la faccio più! Dovete creare un contatto…E salvate la Custode. Kai non hai più molto tempo – la Voce emise un gemito strozzato facendo muovere con forza le catene e cadendo poi con un tonfo sul suolo avvolto dall’Ombra. Kai cercò di muoversi in quell’universo nero, lo stesso dell’altra volta, quando qualcosa lo afferrò per il braccio – Kai – disse Yuri tastando il suo braccio per accertarsi che fosse lui. – Dove diavolo siamo finiti! Non vedo un accidente – sbraitò il capitano della Neoborg cercando di vedere qualcosa oltre la coltre di Buio. – Mi sa che siamo nei beyblade degli Obscuras o qualcosa di simile – Kai avvertì la voce di Boris giungere rapida ed insicura mentre anche lui cercava di muoversi in quel Nero.

- Ma che spirito d’osservazione Huzenstov, già non sopporto quei demoni figuriamoci stare nei loro beyblade – ribatté sprezzante Yuri. Kai intanto cercava ancora la Voce, doveva sentire ancora le sue parole, la sua voce. Non ne capiva il perché, probabilmente si sentiva responsabile di quel che era successo a Brooklyn e agli altri, ma questo non cambiava la natura della cosa: da quando Kai Hiwatari si sentiva in colpa?

- Andate Cavaliere, Guardiani…Siete la nostra unica speranza…Trovate la Custode e la sua Essenza – Kai fece istintivamente un passo in avanti, vedendo una leggera luce che tenue e debole brillava in quel Mondo di Morte – Ti abbiamo colpita noi vero? – chiese alla Voce sperando di tenere il contatto con lei. I rumori delle catene si fecero sentire e Boris si volse cercandole. – Non temete – un gemito strozzato uscì dalle labbra della creatura che si ritrovò a sputare il suo stesso sangue – Ora andate –

 

La Luna illuminava attenta e timorosa allo stesso tempo il Beverly Hills Hotel di Los Angeles, come se sperasse di non essere vista, come se spiasse ciò che stava accadendo. Kai, Yuri e Boris in un battito di ciglia si ritrovarono nello spiazzo dell’Hotel, coperto di foglie staccate a forza dai rami, tronchi di alberi spinti via con foga dal vento, e…Dolore, tanto dolore. Yuri si girò verso le due ragazze degli Obscuras che li guardavano con gli occhi limitati a due fessure. – Come avete osato! – disse Samantha riferendosi al contatto con la Voce. Scagliò Mors su Falborg che cominciava a perdere stabilità, quando il bey nero con sfumature rosso sangue si oppose al comando e prese a colpire il palo della luce. – Maledetta smettila di interferire! – gridò Samantha in preda alla collera. Doveva essere sempre lei a mettersi in mezzo. Non le erano bastate le scariche e i mostri d’ombra, no la signorina faceva la dura. – Samantha non è il momento – la riscosse Astra – A lei ci penseremo dopo –

La ragazza dai capelli corvini annuì contrariata “Tu continua, che tanto avrò io il piacere di ucciderti del tutto mia cara” – Attacco Nube Oscura! –

 

- Ma che succede qui? – disse Michael non appena i ragazzi raggiunsero i giardini dell’Hotel. Emily pulì gli occhiali credendo di star assistendo a qualcosa che non c’era, Mao gridò mentre Rei e Julia si scambiarono un’occhiata interrogativa. – Non può essere – disse a voce bassa Takao che si trovava alla destra di Axel e di un’Hilary paralizzata sul posto. La ragazza non riusciva a muovere un muscolo, non sapeva più se stava respirando, non sentiva nulla di quello che gli altri dicevano, aveva la mente rivolta solo allo scempio che si prostrava dinanzi a lei. Distruzione, Paura e Morte.

Avvertì Takao e Max sfrecciare ai suoi lati e buttarsi ai piedi dei corpi immobili di Samantha e Astra che con il viso coperto di tagli e polvere parevano non respirare. Sembravano morte…Come tutto quello che li circondava…O meglio, quasi tutto. Hilary puntò lo sguardo su due occhi ametista che freddi e scostanti guardavano nella loro direzione insieme a quattro iridi identiche di ghiaccio e di color smeraldo. Hilary avvertì come se le fosse crollata la terra sotto i piedi. “Non ci credo…Kai, eri tu il pericolo” Ma non fece neanche in tempo a ragionare che l’urlo disperato di Takao si espanse per tutto il cielo notturno, alto e terrorizzato come mai era stato il tono di voce del giapponese – Samantha rispondi ti scongiuro! – Lacrime taglienti gocciolarono sul viso della ragazza, lavandone in parte la pelle sporcata dalla polvere, che si mischiò al sangue rappreso che le contornava il labbro. Takao le mise un braccio dietro la schiena abbracciandola e urlando tutta la sua rabbia al vento, che la disperdesse come un canto di Morte. Ad un tratto Samantha si riscosse tossendo ed inspirando aria. Un sorriso si dipinse sui volti di tutti i ragazzi, in particolare Ares e Axel che osservavano sconvolti le loro due compagne. Hilary intanto continuava a guardare Kai che impassibile faceva roteare Dranzer tranquillo ai suoi piedi imitato da Yuri e Boris. Era assurdo, troppo incredibile per essere vero, se glielo avessero detto non ci avrebbe mai creduto…Ma come potersi dare una spiegazione diversa rispetto a quella che aleggiava nei pensieri di tutti? Dov’era in questo caso la Realtà e dove l’Illusione?

 

Una calma irreale si era stanziata nel giardino e mentre i paramedici avevano portato via i quattro BEGA su chiamata del presidente, Samantha e Astra si erano limitate a farsi medicare qualche taglio e contusione sul posto, sotto stretta sorveglianza di Ares e Axel che le curavano da vicino come dei fratelli apprensivi. In verità pareva che tutti stessero chiusi nel loro mondo solo per evitare di dover fare i conti con la realtà, che oscura e limpida si stagliava dinanzi a loro. Hilary osservava in silenzio Kai che a qualche metro di distanza da loro li scrutava con le braccia incrociate come se aspettasse, come se sapesse che prima o poi quella bolla di riflessione si sarebbe dissolta e si sarebbero scatenate le Fiamme. Avvertiva il cuore battere ad una velocità impressionante, il respiro le si era calmato, ma la tensione cresceva, ogni attimo le sembrava un’eternità, e la luce negli occhi del russo le metteva addosso una sensazione che non sapeva identificare.

- Sarai contento ora – disse a voce bassa Takao quando nel giardino furono rimasti solo i blaider

Kai rimase impassibile, come se quelle parole non lo avessero minimamente sfiorato.

- Perché? – disse Takao a capo chino, mentre dietro di lui Samantha si tastava il collare ortopedico che le avevano applicato.

Kai fece un’espressione lievemente sorpresa – Perché cosa? – rispose freddo e arrogante. Poi Boris si rivolse alle due ragazze canadesi – Complimenti per la performance, ottima interpretazione signore, siete state quasi commoventi – il suo tono sprezzante fece adirare Ares che si portò a pochi passi dai russi – Maledetti bastardi! Come vi siete permessi di fare del male alle nostre amiche? Tre contro due per di più! Mi fate schifo. Se volevate battervi con noi potevate attendere il torneo…Non prendervela con delle ragazze! Ma dove avete un onore? – la voce del biondo uscì carica di rabbia e rancore, tanto che Mao fece per avvicinarsi, ma fu trattenuta da Lai.

- Perché non ce l’hanno, o meglio non l’hanno più – voce bassa, roca, piena di risentimento e delusione, una voce che mai era stata così, una voce che aveva sempre cercato di incoraggiare e sorridere…La voce di chi si sentiva tradito.

- Potevo aspettarmelo da Yuri o da Boris…In fondo è nel vostro stile, nonostante credessi che le vicende con Vorkof vi avessero cambiato…Ma da te Kai, da te no – Takao alzò il capo verso l’ex compagno, che potette vedere i suoi occhi castano-rossicci luccicare per le lacrime e ardere per la rabbia. Si avvicinò a Kai fino a che non si trovarono ad una distanza di pochi passi. Hilary e gli altri trattennero il fiato. Takao e Kai, vento e fuoco, drago e aquila, bene e male, rivali…Nemici.

- Non dici nulla? – Takao non riusciva a crederci, non poteva pensare che Kai lo avesse sempre ingannato, che avesse rinunciato ai veri valori di un blaider, di un amico solo per…Vincere.

- Si può sapere che vuoi Kinomiya? La scenetta è stata abbastanza esplicita – ribatté sprezzante il russo senza fare una piega. Stava tirando troppo la corda, era sul punto di spezzarsi e Hilary sentì chiaramente quando si lenì del tutto. Secco, sonoro, preciso; vide il viso di Kai ruotare verso sinistra, mentre la sua pelle candida si coloriva di un rosso rabbia là dove Takao lo aveva colpito. – Ti odio! Come hai potuto farlo? Se volevi vincere contro di me potevi affrontarmi, ma perché far del male alla mia ragazza? E il tuo onore? Ti odio Kai! Credevo che fossi un blaider, che amassi questo sport e soprattutto che rispettassi i suoi partecipanti…Ma soprattutto che fossimo amici! – e lo colpì di nuovo. Lo colpì duramente altre volte e questo davanti agli sguardi attoniti di tutti che non credevano ai loro occhi: Takao prendeva Kai a pugni e lui non accennava a reagire, come se non gli importasse, come se quello non fosse il suo corpo, ma quello di un fantoccio…O come se Kai volesse farsi colpire di proposito.

Yuri non intervenne per fermare il giapponese, disapprovando il comportamento di Kai, ma comprendendolo perfettamente. Capiva cosa stesse spingendo il cuore di Kai a comportarsi in questo modo; il dranzerblaider non lo avrebbe mai ammesso, ma stava agendo così per i suoi amici, perché preferiva tenerli all’oscuro di quanto successo solo per poterli salvare…A modo suo certo, ma sempre perché teneva a loro.

Takao alzò ancora il pugno pronto a colpire Kai che si ostinava a rimanere immobile quando la voce di Axel sopraggiunse fermando l’azione a mezz’aria – Lascia stare Takao, è del tutto inutile sporcarsi le mani per uno così – sputò acido il moro avvicinandosi pericolosamente a Kai che fece un passo in avanti con aria di sfida. Hilary sentì una morsa attanagliarle lo stomaco quando li vide così vicini. Seguì gli occhi di Kai con attenzione, avvertendo un brivido sulla pelle quando per un breve istante i loro sguardi si incrociarono…Perché non vedeva cattiveria o desiderio di vittoria? Perché i suoi occhi in quel momento erano semplicemente…Freddi?

- Me le sporco volentieri io! – fece Axel alzando il pugno…Ma questa volta Kai avrebbe reagito…Takao era un conto, Axel totalmente diverso.

- Fermo! – Hilary si frappose fra i due fissando Axel negli occhi e dando le spalle a Kai che si sorprese del comportamento della ragazza. – Hilary che fai? Togliti da qui…Ma come fai a volerli difendere dopo quello che hanno fatto! – urlò Axel fuori di sé mentre la sedicenne scuoteva il capo decisa facendo scintillare alla luce della Luna i suoi occhi color cioccolato. – E’ sbagliato agire in questo modo Axel! Se hanno sbagliato pagheranno, ma non passate dalla parte del torto – “Ma chi ha torto?” si disse fra sé. Osservò Axel cercando di rassicurarlo ma il ragazzo scrollò le spalle insoddisfatto. Kai vide Axel prendere per mano la ragazza attirandola a sé per baciarla sulla fronte – Va bene piccola, come sempre riesci a convincermi – il moro alzò poi lo sguardo sul russo – Ringraziala, se non fosse stato per lei ti avrei spaccato la faccia – e si allontanò, trascinandosi dietro alcuni blaider, mentre Hilary rimase ancorata al suo posto. Sentiva quello che stava avvenendo…Una separazione definitiva. I vari blaider si osservarono tra di loro, indecisi sul da farsi; la cosa era semplice, o seguire i russi o Takao e gli altri. – Andiamo – disse Mao seguendo Ares e Lai che rientrarono in Hotel seguiti da tutti i blaider. Rimasero nel cortile solo Rei, Julia, Raul, Max, Hilary e Takao, il quale si girò un’ultima volta verso Kai con il viso arrossato per la rabbia. – Mai mi sarei aspettato questo da te Kai, mi hai deluso – e si voltò per rientrare – Andiamo Max, Rei! – aveva Kai alle spalle, era certo che lo stesse trafiggendo con gli occhi, ed era anche consapevole che quella a cui stavano assistendo era la morte dei G-Revolution…Ma non era stato lui a distruggere la loro squadra e la loro amicizia…Era stato Kai.

Max si avvicinò al giapponese chinando il capo e nascondendo i suoi occhi color oceano sotto una cascata di capelli biondi che parevano aver perso la loro lucentezza. – Come hai potuto Kai? – disse semplicemente prima di seguire Takao che prima di prendere la porta si voltò nuovamente – Rei muoviti! – ma il cinese scosse la testa piano – Allora fa come diavolo ti pare! – sbottò il giapponese sparendo alla vista dei russi che si erano visti abbandonare da tutti. – Andiamo sorellina – la esortò Raul prendendo la mano di Julia che era rimasta ferma ad osservare i volti dei russi. Li studiava, cercava di scavare dentro di loro, tentava di scorgere le loro vere intenzioni nei loro occhi, e come spesso avveniva si concentrò sulle iridi gelate di Yuri che le sembrò tutto meno che un traditore o un criminale. “I suoi occhi sono puliti, chiari come l’alba…Non può essere stato lui anche se quelli che abbiamo visto al ristorante erano proprio loro” – Arrivo – e seguì il fratello dopo aver lanciato una fugace occhiata ai russi ed in particolare a Yuri.

Kai rimase lì, ad osservare i ragazzi allontanarsi uno dopo l’altro, sparire dalla sua vista come una barca all’orizzonte. E faceva male, allo stesso modo di quando aveva lasciato la BBA per Vorkof, ma questa volta era diverso, perché non era morto solo il Kai blaider G-Revolution ma anche il Kai essere umano. Per Kai era sempre stato importante il suo essere blaider, eppure ora il dolore che sentiva non era derivato dalla consapevolezza di aver perso il torneo, ma di aver perso i suoi…Amici. Ad un tratto alzò lo sguardo incrociando gli occhi indagatori di Hilary che lo scrutavano con attenzione come se lo volessero scavare. Avvertì un flusso di calore all’altezza dello stomaco ma bastò fargli tornare in mente la scena di poche ore prima per farlo tornare ad attaccare – E’ inutile che ci fissi, non avrai alcun ringraziamento se è questo che aspetti – le disse freddo incrociando le braccia al petto. Lei scosse il capo – Ecco perché non riesci a capire…Non credere che il mio gesto abbia avuto un secondo fine; l’ho fermato perché non volevo passasse dalla parte del torto – in realtà era stato il suo corpo a muoversi più rapidamente della sua testa e lo aveva fatto per Kai, ma questo non glielo avrebbe mai detto. – Allora va dal tuo ragazzo e la prossima volta non impicciarti – le rispose gelido Kai prima di dirigersi verso le scuderie seguito dai tre russi che sparirono nella notte come anime cancellate dalla mente e dai cuori dei propri amici, come nomi scritti sulla sabbia a cui è sufficiente una lieve onda per svanire dimenticati.

Hilary osservò la sciarpa bianca di Kai farsi sempre più piccola fino a quando non sparì del tutto, lasciandola nuovamente con una terribile sensazione di vuoto, un oblio oscuro fatto di dubbi ed incertezze, come un desolato paesaggio invernale composto da alberi ghiacciati e spettrali.

 

- E ora che facciamo? – chiese ad un tratto Boris arrestando Tormenta. La Luna era alta e sotto un vento incessante i quattro blaider russi cavalcavano sull’altopiano del Westwood con sulle spalle le loro borse da viaggio. Se ne erano andati, dopo la riunione privata con il presidente avevano deciso di lasciare il Peninsula e di trovarsi un nuovo alloggio per conto loro. Questa volta Daitenji non aveva potuto far nulla per loro, aveva contro qualsiasi dato oggettivo, ogni prova ed inoltre aveva la testimonianza di Astra e Samantha che avevano affermato di essere uscite per parlare di una questione privata e in quel frangente di aver visto Kai, Yuri e Boris attaccare Brooklyn, Moses, Garland e Ming-Ming e di essere intervenute per fermare i russi. Questa versione coincideva con tutte le prove raccolte e il presidente non aveva potuto far altro che squalificare la squadra russa per comportamento antisportivo e aggressività. Così se ne erano andati.

- Tu che dici? – rispose sarcastico Yuri in testa al gruppo – Siamo fuori da torneo, non c’è più niente per noi qui, perciò alla luce dei fatti credo che la cosa migliore sia tornare in Russia. Se quegli idioti vogliono farsi fregare sono affari loro – diede un colpo ai fianchi del cavallo bianco incitandolo a proseguire. Per qualche secondo si sentirono solo gli zoccoli dei quattro destrieri scandire il tempo – Beh in tal caso tornatene pure a Mosca io rimango qui – la voce di Boris ruppe la coltre di ghiaccio che si era andata a creare tra i quattro. Anche Kai fermò Fiamma lanciando uno sguardo d’assenso a Boris che annuì – Noi rimaniamo qui – si corresse.

Yuri si voltò seguito a ruota dalla sorella che li guardarono increduli – Che sperate di ottenere? Battere i Demoni? E’ impossibile e anche questa Voce non ci aiuta più di tanto! –

- E’ vero, ma non possiamo abbandonarli Yuri! Diamine non ci tieni alla vendetta? -

- Certo Boris, ma non voglio neanche essere additato dal mondo intero come un blaider antisportivo o altro dopo che ho dato me stesso per questo sport – si voltò chiudendo così la discussione

- E gli altri? – lo incalzò Boris. Il capitano russo si girò seccato – Gli altri per tua informazione ci hanno voltato le spalle – ribatté risentito. Ricordava ancora gli occhi di Julia fissi su di lui come se volesse scavare nella sua anima cercando nuovi pretesti per accusarlo. Si era sentito ingannato anche se non ne capiva il perché; forse in un momento aveva pensato che lei riuscisse a leggere talmente bene nella sua anima che avrebbe potuto vedere la verità…Ma poi anche lei aveva seguito gli altri…”Peggio per loro” diede uno strattone a Tempesta che proseguì seguito da Astro. – Partiamo domani mattina col primo volo, ora andiamo al terminal o troviamo un albergo per la notte – disse serio dopo degli istanti di silenzio. Crystal si voltò ma Kai e Boris erano rimasti nello stesso punto di prima – Ragazzi? – Il blaider del falco trafisse con gli occhi la ragazza facendole capire di non intromettersi oltre. Crystal ridusse gli occhi a due fessure prima di proseguire col fratello indifferente. – Ci è stato impedito di avvicinarci a più di 50 metri da un beyblade stadium, siamo fuori dalla competizione per cui abbiamo versato sangue e voi volete restare? -

- Sì – rispose Boris al suo capitano – Dobbiamo annientare quei maledetti Yuri come fai a non capirlo! – Boris cominciò a scaldarsi alzando la voce.

- Siete pazzi –

Kai ghignò celato appena dalla sciarpa – Andiamo Yuri non vorrai dirci che hai paura di loro –

- Non provarci Kai, sono solo più realista di voi – Yuri Ivanov non aveva paura, solo era più razionale e riteneva del tutto inutile andarsi a buttare da uno strapiombo senza paracadute. – Non puoi essere realista in qualcosa che non lo è! – ribatté Boris

- Non mi convincete e poi siete solo in due…E’ ridicolo – concluse il capitano mettendo in risalto il loro principale punto debole…Il numero.

- Tre – i russi si voltarono di scatto verso il punto da cui era partita la voce, incrociando gli occhi con due pure pozze d’ambra. La lunga coda avvolta nella tela bianca ondeggiava sinuosa ed elegante nel vento insieme a crini sottili color ebano che incorniciavano il volto del blaider davanti a loro. – Rei – disse Crystal apatica

- Il cinese, fantastico farò squadra col cinese – esultò ironico Boris

Yuri scosse il capo – Bene Rei, ma comunque non mi convincete, non avete un piano, non avete nulla. La vostra è un’azione suicida e non è il momento di fare gli eroi e di illudersi con futili speranze e sogni vani – concluse fermamente il blaider del lupo.

I tre ragazzi si scambiarono degli sguardi pieni di conferme e convinzioni e Kai vide Rei incrinare lievemente le labbra sottili in un cieco sorriso.

Passarono secondi intervallati solo dalla voce del vento che come un forte richiamo sussurrava parole perse nell’eco delle montagne, una voce inudibile all’orecchio umano, ma in cui i ragazzi cercavano una risposta, una certezza, un sostegno a cui aggrapparsi per non cadere.

– Se voler salvare i propri amici e credere nell’amicizia è una vana illusione, allora Ivanov saremo ben felici di combattere per questo “sogno”. E non parlare di azione suicida perché sei stato tu il primo a mettere a repentaglio la tua stessa vita per difendere i tuoi principi. Hai per caso dimenticato Garland e la Justice Five? – quel fiume di parole portato dal vento anticipò la vista di Julia che decisa si affiancò ai tre ragazzi. Yuri strinse istintivamente la presa sulle redini del suo cavallo soffermandosi ad osservare la ragazza – Secondo me ora accetta – sussurrò Boris all’orecchio di Rei che sorrise. – E’ un’azione sconsiderata, perché lo fate? – chiese il rosso senza lasciare lo sguardo fermo di Julia. Non riusciva a credere che fosse davvero lì, forse ci aveva segretamente sperato, ma aveva cercato di non illudersi…Eppure ora era lì, davanti a lui e come sempre lo sfidava, fronteggiava con quei suoi occhi di smeraldo dorato che rilasciarono nel petto del russo un insolito calore che non aveva mai provato…Un po’ come quella sera ad Helsinki…

Sapeva che parte di quello che gli stava capitando di provare era opera di quella ragazza e se da una parte tentava di non farsi trascinare, dall’altra avvertiva uno strano desiderio di andare avanti, scavare in quelle pozze di smeraldo dorato per trovare una risposta, un segno…Qualcosa che non sapeva neanche lui, ma che probabilmente era la stessa cosa che lo induceva a cercarla in ogni angolo della città.

- Per lo stesso motivo per cui anche tu accetterai – ribatté lei senza abbandonare i suoi occhi

 

L’Hotel che i ragazzi scelsero non era molto distante dal Peninsula e visto che avevano deciso di seguire di nascosto anche le tappe future del torneo avevano optato per un carino hotel a tre stelle. La delicata struttura del The Crescent apparve come in una fiaba dalle strade trafficate di Los Angeles. L’albergo era piccolo e sembrava una casa delle favole, con tenui colori sul pesco e palme all’ingresso. – Su non fate questa faccia in fondo dovete solo dormirci due notti – asserì Julia non appena Boris fece per cambiare Hotel.

- Nella casa delle fate mi vuoi far dormire? Non potevamo scegliere qualcosa di meno colorato e fiabesco? – chiese disgustato il blaider del falco. Per una volta sia Kai che Yuri furono concordi a dargli ragione. – Proprio per via di questo stile così poco consono a voi nessuno penserà che abbiate potuto trattenervi qui – spiegò diligente Rei in soccorso a Julia.

Crystal osservò la struttura dell’Hotel totalmente apatica quando una mano prese le redini di Astro guidandolo – Entriamo – disse Kai guardandola negli occhi.

La camera in cui entrarono era completamente diversa dall’esterno. Le pareti bianche con gli spigoli laccati di nero donavano alla stanza dal design contemporaneo un aspetto serio ma allo stesso tempo di eleganza e futuristico. – Oh va molto meglio – constatò Boris accasciandosi su una delle poltroncine di pelle bianca che erano disposte attorno ad un basso tavolino in vetro. Gli altri si accomodarono mentre Crystal prese dal frigo bar qualcosa da bere per tutti.

- Allora quale sarà il piano? – chiese Rei

- Direi prima di tutto, che dobbiamo capire come fanno ad ingannare e poi dobbiamo trovare la Voce – disse la spagnola seduta al fianco del cinese. – Beh cara mia se il tuo nemico è anche la anche la persona che dorme al tuo fianco l’inganno è immediato – constatò Boris

- Ma creare delle vostre copie esatte va al di là del semplice raggiro – disse Rei facendo alzare il capo di Crystal rimasta in silenzio per tutto il tempo e che si accorse di stringere freneticamente il bicchiere tanto da avere le nocche bianche. I capelli rossi le cadevano sul viso celando i suoi occhi velati di menzogna e tradimento ali altri, che in lei vedevano solo una ragazza fredda ed insensibile. – Non a caso li ho chiamati Demoni – rispose Yuri grave.

Improvvisamente uno scroscio li allontanò dalle loro riflessioni portandoli ad osservare Crystal che si era chinata a raccogliere i cocci del bicchiere che aveva rotto.

- Maledetti vetri – sussurrò a denti stretti mentre si toglieva le schegge dalla pelle ferita. Kai la osservò a lungo mentre la ragazza cercava di trovare in ogni scheggia il modo di perdere tempo e non sollevare lo sguardo. Avvertiva la sua ansia, il suo timore e nell’osservarla non poteva non collegare quella visione a quella degli Obscuras…

 

- Non è la fine Kai – la voce rassicurante di Rei sopraggiunse alle spalle del russo che appoggiato al balcone osservava il vento smuovere le fronde delle palme in silenzio, mentre dentro la stanza Yuri, Boris e Julia continuavano a discutere.

Kai rimase in silenzio come se non lo avesse sentito o come se le sue parole gli fossero del tutto indifferenti, ma Rei sapeva che non era così. – I G-Revolution non sono morti –

- Non capisco perché vieni a dirlo a me. Non mi interessa, se vogliono farsi ingannare che si accomodino, non è affar mio – lo interruppe Kai brusco per impedirgli di andare oltre.

Rei però non si arrese, oramai lo conosceva abbastanza da sapere quando doveva attaccare – Certo, e sei talmente indifferente che non hai cercato di reagire quando Takao ti ha colpito – Il russo tornò a guardare fuori riflettendo su quelle parole…Aveva ragione.

- Non era il caso – rispose il suo orgoglio di blaider per lui.

- Già perché in fondo al cuore sai che Takao non ti avrebbe detto quelle cose – Rei non accennò a mollare il discorso; avesse dovuto ricorrere ad un lento processo maieutico lo avrebbe condotto alla verità…Glielo doveva.

- Ti sbagli Rei, non mi interessa affatto se Takao si è voluto far ingannare da quella –

- E chi parlava solo di Takao? – Kai si voltò immediatamente verso Rei lanciandogli missive di fuoco dagli occhi. – Guarda in faccia la realtà Kai. Chi è stato a tornare sui suoi passi per aiutarci, consapevole di andare contro le critiche, la stampa, il suo orgoglio per battere Brooklyn? Chi è stato a battersi al mio fianco quando mi era stata sottratta la Tigre Bianca? E già che siamo qui dimmi chi è stato a lanciarsi sotto una frana per proteggere Hilary? Tu, quindi non è vero che le nostre sorti ti sono indifferenti.

Kai per la prima volta non seppe cosa rispondere, era tutto vero…A lui importava di loro, la loro incolumità gli interessava quasi quanto il bey. Non sapeva quando era iniziato, forse da sempre, ma quei ragazzi si erano insediati in lui con simpatia, esuberanza, altruismo e tanta complicità. E Hilary era scesa ancora più nel profondo, riusciva a farlo sentire come mai si era sentito. Aveva violato la sua fredda e tetra anima insediandosi nella sua mente…Arrivando a condizionarne i pensieri. Già perché molti degli ultimi atteggiamenti che stava acquisendo erano derivati da lei.

Rimase ad osservare le luci sfavillanti della città lasciando che le parole di Rei lo avvolgessero, entrassero dentro di lui, a rischiarare quella convinzione e verità che per troppo tempo aveva preferito tacere persino a se stesso.

- Li salveremo – disse Rei tornando dentro felice di aver potuto ricambiare il favore.

 

- E già che siamo qui dimmi chi è stato a lanciarsi sotto una frana per proteggere Hilary? Tu, quindi non è vero che le nostre sorti ti sono indifferenti -

Maledetto cinese! Non era vero, lui pensava solo ed esclusivamente a se stesso…Eppure perché allora questa convinzione si stava sgretolando come argilla secca nelle sue mani, lasciandogli solo un cumolo di polvere? No, Rei non poteva aver ragione…

- Kai mi ascolti? – chiese Crystal sfiorandogli il braccio.

- Troveremo una soluzione – disse semplicemente la ragazza specchiandosi nel vetro della finestra. Il suo riflesso era orribile, ma cercava di non vederlo. Vedeva una persona sporca, con la coscienza sporca, il ritratto di un’abile incantatrice che aveva raggirato e ingannato solo per avere ciò che ora le stava accanto e con cui avrebbe condiviso la camera quella notte. In quel momento si sentiva strana, come divisa in due parti. Una Crystal era felice come non mai, radiosa perché aveva Kai vicino, mentre l’altra continuava a disgustarsi per quello che aveva dovuto fare per avere la vicinanza del ragazzo. Doveva ignorare la seconda voce…L’importante era esserci arrivati, al diavolo i mezzi. Se lo ripeteva in continuazione ma ne era sempre meno convinta.

- Eri tesa prima – proferì d’un tratto Kai osservando il viso di Crystal attraverso il vetro. Lei chinò il capo – Beh è una soluzione critica per tutti – si girò verso di lui incrociando il suo sguardo. Dio come era bello; così perfetto, con degli occhi indecifrabili, ma magnetici. Quante volte aveva sognato di potergli essere così vicino? Tante, e forse davvero per opera di qualche magia ora stava accadendo…

Ad un tratto lei avvertì Kai farsi più vicino e prenderle una mano coperta di cerotti per i tagli del bicchiere – Non cercarli più. Ti sei fidata di loro, ma ora devi combattere con noi. Abbiamo bisogno di te – glielo disse fissandola negli occhi, cercando di farle capire da che parte stare, cercando forse di chiarire più a se stesso le idee che a Crystal.

Perché la battaglia che si agitava in Kai non era un match di Beyblade, ma una tempesta dove era la sua fredda anima il campo dello scontro. Rabbia, si sentiva deluso, arrabbiato con se stesso per essersi fatto trascinare da Hilary fino al punto di essere così. Odiava i Demoni perché avevano distrutto i G-Revolution, ma odiava ancor di più Axel perché aveva portato via Hilary…E poi Crystal, lei che era sempre stata una sorella, un’ottima compagna di squadra, una ragazza che aveva sempre avuto un affetto particolare per lui, la donna che in questo momento era stretta fra le sue braccia e che guardava da vicino. Una battaglia appunto, un gioco di emozioni dove non sono state inventate le regole, ma che in molti chiamano vita.

- Kai – sussurrò lei alle sue labbra. E in tutti i giochi si vince…Come si perde.

La baciò sfiorando le sue labbra con quelle rosate della ragazza avvertendo semplicemente un contatto fisico tra le loro due bocche…Ma nulla di più…Nulla come quello che ti rimane quando perdi ad un gioco…

 

 

Finale da scioccante non è vero^^?

Allora ammetto che come capitolo non è un granché, non è molto movimentato e ci sono più elucubrazioni mentali che altro, ma mi serviva per chiudere definitivamente la scena dei Neoborg, per mettere in chiaro quali sono i loro rapporti e quali i loro pensieri. Ora ci accingiamo alla fine della seconda tappa, ma i guai non sono ancora finiti e tra voci e baci inattesi spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento^^ Ora andiamo rapidi al consueto

Angolo dei Grazie

 

Inuyasha_Fede: eh mi scuso allora perché qui di crucci mentali ce ne sono stati veramente troppi, solo che non sono mai stata brava nelle sintesi e francamente non sapevo come fare per accorciare^^ Spero comunque che ti sia piaciuto^^

Baciuzzi Avly

 

Pierina: il mio Tesor…Perdono per il ritardo e per aver portato un capitolo non proprio stupendo, non è venuto un granché…Beh spero comunque ti sia piaciuto. Grazie come sempre per i tuoi consigli e le tue e-mail che mi riempiono il cuore di gioia. Beh se l’altra volta ti eri spaventata per l’ultima scena questa volta mi avrai voluto uccidere^^ Spero davvero di leggere presto il tuo aggiornamento e chiedo ancora scusa^^

Baciuzzi Avly

 

Pilatigirls: Grazie 1000 ragazze per aver recensito (e per avermi messo fra gli autori preferiti davvero grazie!!) spero che questo chappy vi piaccia e vi aspetto!!

Baciuzzi Avly

 

_marghe 96 xD_: ti ringrazio molto cara, eh già speriamo che Kai si scongeli presto^^

Spero che il capitolo ti piaccia e mi auguro che commenterai^^

Baciuzzi Avly

 

Elenasama: grazie mille anche a te cara per aver recensito. Eh sì, Julia è un personaggio forte e piace molto anche a me. Spero di renderla bene, così come anche gli altri. Spero davvero che questo capitolo ti piaccia anche se a me non ha convinto molto^^

Baciuzzi Avly

 

Lirinuccia: la mia carinissima Lirinuccia! Grazie infinite tesoro per la recensione, tu hai il potere di entrare dentro le persone quando recensisci…Grazie mille per i complimenti…Mi lasci senza parole da scrivere!! Spero però di non averti delusa, questo capitolo non mi ha pienamente soddisfatto, solo che non sapevo come sistemarlo, l’ho guardato e riguardato e alla fine non ne venivo a capo…Perdono! Complimenti ancora per il Doomsday tesoro e spero che comunque il capitolo ti piaccia!

Baciuzzi Avly

 

Padme86: salto e grido per la felicità^^ Sono felicissima di vedere il tuo nome fra le recensioni…Non me lo aspettavo ed è stata una bella sorpresa…Spero con tutto il cuore di non rendere una cattiva impressione ora con questo capitolo^^ Grazie davvero Pad sei stata molto gentile e spero che il chappy possa comunque donarti qualcosa!

Baciuzzi Avly

 

Helens: la mia amora c’è! Grazie 1000 per tutto il tuo sostegno, è importantissimo per me e ti ringrazio davvero tanto! Visto l’amore che provi per Crystal credo che avrai apprezzato parecchio il finale^^ Spero di sentirti presto e che commenterai anche questo!

Baciuzzi Avly

 

Lexy90: eccola qui! Mi stavo chiedendo dove fossi^^ Anche se qui quella in ritardo sono io!! Bene constato con piacere che i lettori odiano i miei cari Obscuras e tu li vuoi addirittura su un piatto d’argento…Vedrò xD Spero cara che il capitolo ti piaccia e che lo commenterai^^ A presto!!

Baciuzzi Avly

 

Lenn Chan: beh mia guru che ne dice? Anche Kai ora ha le sue belle grande sentimentali e gli Obscuras non perdono di certo tempo^^ Mi scuso per il ritardo e per aver portato un capitolo non tanto bello, ma come ho scritto sopra, non sono riuscita a renderlo meglio…

Mi auguro con tutto il cuore che non sia un totale disastro e che ti sia potuto piacere!

A presto cara e in bocca al lupo per gli esami!

Baciuzzi Avly

 

Cherry_88: ed eccoti mia cara! Beh oramai lo sai che i capitoli brevi non sono la mia specialità e questo chappy non solo è lungo ma non mi ha neanche soddisfatta!

Comunque sulla storia…Beh ci tengo a mettere in chiaro che tutta la scenetta architettata dai Demoni è finta, ovviamente Samantha e Astra avevano calcolato tutto, così come le reazioni di Axel e Ares…Tutto pianificato…Comunque lo spiegherò nel prossimo capitolo per correttezza! Mi auguro che questo capitolo ti possa almeno piacere un pochino e spero davvero mi lascerai un commentino anche pieno di critiche!

Baciuzzi Avly

 

Kamy: chiedo perdono anche a te mia cara per il ritardo…Imperdonabile e dopo un’assenza di 200 anni ti prometto che mi metto in pari con le storie da recensire e arrivo anche alla tua metallo e sangue! Spero che il capitolo ti piaccia tesoro!

Baciuzzi Avly

 

 

Ringrazio ancora chi ha messo la mia storia fra i preferiti/seguite/ricordate…Baciuzzi tanti ragazzi! Fatevi sentire, mi farebbe piacere avere una vostra opinione^^ Grazie a:

 

Anima                         mik92                         Cherry_88                  Ria

HollyShort91             pierina                        Helens                        _marghe 96 xD_

Junkochan                 SMDO                       Inuyasha_Fede          VaMpIrA89

Kamy                         Aiko Inochi                Lele91                        Takami_Kinomiya

Lenn Chan                 Alelely                        Padme86                    romualdo

Lirinuccia                   BlueHinata                PICH_91                    Lenn Chan

Elenasama                 Death_princess         Lilla5                          Klitya

Cartacciabianca     Pilatigirls                Red_Eagle               LEFTYTHEBEST

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A presto ragazzi e scusatemi ancora!

 

Only for you my friends

Avly

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Capitolo 19
*** Contatti, Cuori e Vite fra Nuvole dalle Ali Nere ***


Una tenue luce evanescente accarezzava i suoi lineamenti come se granelli di polvere argentata le si fossero posati dolcemente sui lineamenti dei fianchi

Here I Am! Chiedo umilmente perdono per il ritardo, mi ero ripromessa di aggiornare lunedì, ma poi proprio domenica sera Internet ha avuto la brillante idea di abbandonarmi, quindi aggiorno ora! Spero davvero che questo capitolo sia di vostro gradimento, credo e spero che sia venuto un tantino meglio di quello precedente e ci vediamo in fondo^^

Il colore scelto è un po’ un misto fra il colore che caratterizza Hilary, Julia e Samantha…Nella mia mente contorta mi piace associare a tutti i vari personaggi un colore e nella fattispecie abbiamo per Hilary il fucsia (non è il mio colore preferito, ma guardando l’anime mi ha sempre suggerito questo colore), per Julia un rosso tendente all’arancione e per Samantha il rosso sangue…Man mano con i capitoli vi svelerò anche gli altri^^ 

Uno speciale augurio ai nostri neodiplomati!! E alla mia cara Cherry!!

Buona Lettura!!

 

Contatti, Cuori e Vite tra Nuvole dalle Ali Nere

 

Una tenue luce evanescente accarezzava i suoi lineamenti come se granelli di polvere argentata le si fossero posati dolcemente sui fianchi.

Il corpo morbidamente adagiato sul letto era attraversato da lucenti onde vermiglie che le incorniciavano il viso niveo e addormentato. Si sedette sul letto osservandola con attenzione; sembrava rilassata, come se niente potesse turbare la sua quiete o come se fosse prigioniera di una freddezza e di un’impassibilità inflessibile. Neanche nel Sonno un sorriso si permetteva di solcare quel viso.

Kai la guardava seguendo il suo respiro senza saperne il motivo; rivedeva ancora la scena di qualche ora prima, quel momento che gli aveva impedito di dormire e che continuava a ronzargli nella testa come un animale fastidioso. L’aveva baciata, non c’era molto da dire. Inutile girarci attorno con futili parole o scuse di circostanza, l’aveva baciata, aveva sfiorato le labbra di Crystal, ne aveva sentito il sapore, ne aveva percepito la leggerezza, e si era sentito sbagliato. Non sapeva come definirsi se non così. Uno sbaglio, un errore, un qualcosa che andava contro vento, nel verso opposto alle onde, uno sbaglio. Non era stata lei sbagliare, ma lui…Perché l’aveva baciata senza sapere il perché, perché in questo modo si era approfittato dei sentimenti di quella ragazza…Ma la vera motivazione era un’altra. Si sentiva uno schifo perché aveva baciato Crystal solo per ripicca, solo perché voleva dimostrare qualcosa a se stesso; che cosa poi? Che poteva fare a meno degli altri?

Beh in tal caso non aveva dimostrato proprio niente e lo sapeva. Aveva solo messo un ulteriore punto alla teoria di Rei: teneva a loro, aveva a cuore i suoi amici come forse non aveva neanche se stesso. Cosa assurda se pensava al suo atteggiamento nei loro confronti; non si era mai prodigato in nessun gesto di amicizia, solo indifferenza e freddezza, ma forse era proprio questo il suo modo di voler bene…Perché non ne conosceva altri.

E poi? Possibile che un bacio avesse la capacità di trascinare con sé tante emozioni, tanti pensieri e tanti desideri? Evidentemente sì, anche se non sapeva come definire quel “bacio”.

Lo aveva voluto lui, ma ora si sentiva sporco e sbagliato nel guardare Crystal come se non dovesse esserci lui con lei…O come se non dovesse esserci lei con lui.

E non si trattava della stessa cosa, se lo ripeteva senza darsi pace, continuando a ricordare quello che era successo come se rievocarlo servisse a punirlo, come se persistere a punirsi rappresentasse per lui l’unico modo di accettare la verità.

E la ragione come una luce era giunta insicura ma inevitabile a rischiarare le tenebre della coscienza di Kai Hiwatari: aveva semplicemente approfittato della situazione per punire se stesso e colei che in realtà avrebbe voluto al posto di Crystal.

Si girò verso la finestra da cui la luce dell’ultima Luna filtrava tenue e debole cercando con le sue braccia velate d’argento di arrivare fino a lui. Si scansò fino a trovarsi troppo lontano dalla portata dei raggi. Non voleva che lo toccassero. Osservò il proprio distante riflesso sul vetro della specchiera fino a quando due occhi color cioccolato non apparvero al posto dei suoi e l’immagine di Hilary prese il sopravvento. Lo osservava, lo scrutava, lo indagava con quei suoi occhi pieni di calore e vitalità, pozze di colore che sapevano penetrare nella sua anima e tirarne fuori sentimenti repressi nel ghiaccio, emozioni trattenute dall’indifferenza e desideri intrappolati dalle catene dell’orgoglio.

Scosse il capo fino a che non rivide la propria immagine allo specchio, sporca, falsa, finta…Una maschera troppo stretta che chiedeva il permesso di cadere, ma che lui non avrebbe mai lasciato andare, perché spesso ciò che ci impegniamo a diventare ci assorbe e quella che era una maschera assume in realtà un ruolo predominante, diventando la nostra vera essenza.

Si avvicinò lentamente al comodino prendendo Dranzer e chiudendosi cautamente la porta alle spalle, accarezzato dallo sguardo vigile di due iridi color indaco.

 

- Signore e signori siamo finalmente giunti con l’ultimo incontro in programma per questa tappa americana. Una tornata che ci ha donato emozioni e colpi di scena, oltre che alcuni episodi di cui ora vi renderemo partecipi – Il silenzio piombò di colpo sul beyblade stadium di Los Angeles come se un incantesimo avesse rubato le voci dei presenti, lasciandoli tutti in trepidante attesa che Dj Man continuasse.

- Ma tu guarda ora della nostra eliminazione ne fanno un fattore pubblicitario, meraviglioso- constatò Boris abbassando appena gli occhiali da sole sul viso per osservare sul monitor i volti dei blaider rimasti in gara e il tabellone dei nuovi incontri.

- Vi comunichiamo che in seguito a spiacevoli eventi che hanno coinvolto la squadra della Neoborg, la commissione è stata costretta ad eliminare la compagine russa dalla competizione, per cui ora le tornate degli incontri, vista la disparità delle squadre, saranno svolte in un modo diverso di cui vi renderemo ulteriori informazioni una volta giunti a Rabat – Un brusio crescente cominciò a serpeggiare fra le file del pubblico che non si aspettava una notizia del genere, come neanche capiva il perché nessuno avesse indetto una conferenza stampa. – Bene, ma ora non togliamo il tempo ai nostri blaider e salutiamo Los Angeles con un emozionante incontro fra la squadra del PPB All Stars e quella degli F-Sangre!-

 

- Allora mi spieghi ieri che cosa hai combinato? Sei tornata a casa a notte inoltrata! – sbottò Raul trattenendo la sorella per il corridoio. Julia lo guardò apatica prima di scrollarselo di dosso – Non seccarmi Raul, non devo mica renderti partecipe di ogni mio spostamento! – Era qualcosa di insopportabile, era da quella mattina che la assillava, ma aveva tenuto duro. Non poteva di certo scoprirsi e dire dove era stata.

- Senti Julia, io lo so che tu hai provato un certo qualcosa per quel…Russo, ma ecco devi stargli lontano; insomma lo hai visto quello che hanno fatto a Mathilda e agli altri – la voce del fratello cessò di arrivare alle orecchie della ragazza dopo le prime due parole. Oramai evitava di ascoltare quelle inutili dicerie, quelle velenose parole sul conto dei russi; Julia aveva deciso di seguire se stessa, aveva scelto di fidarsi dei russi; sicuramente la sua scelta era derivata da una sensazione, quindi da qualcosa di non oggettivo, ma a lei non importava. Gli occhi di Raul, lo specchio esatto dei suoi intanto scavano dentro di lei, cercavano quella verità che Julia tentava di nascondere, ma sapeva che suo fratello avrebbe potuto smascherarla con facilità.

- Julia…- La ragazza strinse la presa sul suo bey fino a sentire la pelle assumere la forma del disco d’attacco.

- Julia eccoti finalmente, è un sacco che ti cerco – si voltarono di scatto entrambi incrociando lo sguardo dolce e caldo di Rei che si affiancò alla spagnola cingendole la vita e scoccandole un bacio a fior di labbra. – Scusami amore, mi sono messa a sistemare Thunder Pegasus e mi sono dimenticata di avvisarti – le rispose dolce lei stringendo la sua mano. Il ragazzo le sorrise per poi girarsi verso Raul che li guardava sgomento. – Oh Raul devo chiederti scusa per ieri, insomma dopo tutto quello che è successo non ho fatto neanche in tempo a parlarti –

Il cinese dispiegò un sorriso così dolce e rassicurante che lo spagnolo non seppe cosa rispondere. –Ah quindi voi…Io credevo che – balbettò incredulo. Julia sorrise – Che avessi una cotta per uno dei russi? Beh inizialmente era così, ma non avevo ancora conosciuto Rei – Julia sorrise tra sé e sé. “Non sia mai detto che solo gli Obscuras sono degli abili incantatori” – Bene allora visto che è tutto risolto io torno sugli spalti, in bocca al lupo amore – le disse lui baciandola dolcemente sulle labbra sotto lo sguardo ancora incredulo di Raul. “Ottima idea Rei...Trovata geniale” pensò la spagnola divertita.

 

Lo scontro procedeva a ritmi serrati, con assalti decisi e controbilanciati da una perfetta difesa. Julia attaccava senza fermarsi assestando colpi decisi al beyblade verde di Max che in quanto a difesa non aveva eguali. La spagnola continuava ad attaccare avvertendo gli occhi di tutti i blaider fissi su di lei. Lottava per conquistare la classifica, combatteva per difendere quel posto che i Demoni avevano tolto ai Neoborg, ma che lei intendeva ridare loro. – Attacca Thunder Pegasus! –

La trottola viola di Julia schizzò aggressiva verso quella di Max che si manteneva stabile nel centro del beyblade Stadium. L’americano osservava la sua avversaria confuso. Riusciva a leggere la determinazione e la caparbietà in ogni suo movimento, ogni suo attacco era mirato e combatteva con una tenacia non indifferente. Lo scontro si sarebbe potuto concludere molto più velocemente se Draciel non avesse avuto la sua ben nota difesa impenetrabile, infatti era chiaro che la spagnola questa volta aveva una marcia in più. – Signori, Julia attacca come non l’abbiamo mai vista, sembra che abbia una nuova anima! – disse Dj Man ammirando i movimenti scattanti e letali che Julia eseguiva senza lasciare scampo a Draciel. Una luce ardeva in quegli occhi verdi, una fiamma che inesorabile bruciava, gridava vendetta e assetata di rivincita e riscatto infiammava il beyblade Stadium.

E Max più di ogni altro vedeva quella luce e non riusciva a sconfiggerla.

– Hai davvero una nuova anima? – le chiese d’un tratto vedendo che anche la solida difesa di Draciel cominciava a vacillare. La ragazza strinse i pugni guardando Max con i suoi occhi saettanti di vendetta – Siete voi che avete perso la vostra! Vai Thunder Pegasus! – la trottola viola si preparò ad una nuova offensiva, ma Draciel riuscì a resistere seppur con estrema fatica. Max sgranò gli occhi; mai era successo che la sua difesa venisse messa in una tale difficoltà. Era anche vero che lui sa quando Mariam era in ospedale non combatteva più come un tempo e poi gli ultimi avvenimenti gli avevano tolto le ultime gocce di passione che aveva.

- Siete voi che avete rinnegato chi vi ha aiutati, chi vi ha voluto bene, seppur in un modo inusuale…Apri gli occhi Max! Se Mariam fosse stata qui ti avrebbe schiaffeggiato come si deve! – disse lei decisa attaccando senza sosta. – Vincerò per i Neoborg e per tutte quelle persone che sono in un letto d’ospedale…Sono io che vincerò per Mariam non tu! – E un’onda di luce irradiò il beyblade Stadium di Los Angeles.

 

- Accidenti come morde la spagnola – disse Boris scostando appena gli occhiali scuri.

- Vuoi stare zitto? Ci possono vedere – asserì Crystal dura

Il russo scrollò le spalle gettandole un’occhiata truce – Già anche perché non siamo proprio i benvenuti qui – disse Kai ghignando appoggiato alla parete anche lui con un opportuno paio di occhiali da sole e una lunga giacca in pelle nera. – Sentite non è mica colpa nostra se il nostro capitano ha voluto vedere di persona l’incontro della sua bella e non si è accontentato di vederlo in televisione – disse Boris aspettandosi una sfuriata o un colpo basso da Yuri. Ma il rosso rimase immobile, avvolto dalla sua giacca nera, con gli occhi celati dalle lenti fissi sul campo di gioco.

Kai intanto sorvolava con lo sguardo le tribune alla ricerca di loro; oramai era qualcosa di istintivo e inevitabile. I suoi occhi correvano da loro, ricercavano i loro lineamenti e i loro sorrisi. Ad un tratto li vide, e avvertì un insolito calore in prossimità del petto quando si scontrò con i due occhi color cioccolato che lo avevano tenuto sveglio tutta la notte.

 

Si voltò come se si sentisse osservata, come se un sensore invisibile l’avesse avvertita. Era lì, avvolto in una lunga giacca nera con un paio di occhiali da sole sportivi con lenti scure. Ma nulla poteva coprire la lucentezza di quelle iridi ametista che splendevano di una luce soffusa, triste, ma vivida e calda allo stesso tempo. Li trovava un continuo ossimoro. Tristi ma calde, accese ma gelide. Un controsenso, come il loro possessore. “Kai…” Lo guardava con insistenza, lo cercava, lo rincorreva da quando se ne era andato. E da quel momento la sua mente aveva lavorato, montava e distruggeva pensieri con la stessa rapidità con la quale le onde si infrangono sulla scogliera durante una tempesta…Come quella che si agitava dentro di lei. Dubbi, domande, sensazioni contrastanti, speranze e paure si muovevano senza sosta dentro di lei, che davanti a tutto aveva solo gli occhi freddi e lucidi di Kai che la ferivano. Ma quegli occhi non potevano nascondere Male…Lo sentiva. Era la Ragione o il Cuore a parlare? Era solo uno stupido effetto del Cuore il calore che aveva provato nel petto quando lui l’aveva guardata?

Ad un tratto però qualcosa di diverso attirò lo sguardo della ragazza. La figura alla sinistra di Kai che rapidamente gli si era affiancata sussurrandogli qualcosa all’orecchio. Strinse istintivamente i lembi della maglietta mentre fu come se un coltello le si fosse infilato tra le viscere dello stomaco “Crystal”.

 

Un movimento sordo di catene, un continuo silenzio che come un macigno pesava sulle orecchie, un'unica piccola e tenue luce che sfarfallava come il battito del cuore che si sta per fermare…Questo era ciò che la circondava: Buio e Male, Sofferenza e Dolore, un Oblio, una Condanna eterna, ma lei resisteva.

- Devo fare in modo che si accorgano di me – cercò di issarsi aiutandosi con le catene, avvertendo le ossa gridare per l’immane sforzo. Il metallo le segnava i polsi e le caviglie, lasciando lembi di pelle scorticata e la carne viva a contatto col freddo ferro. Digrignò i denti soffocando un gemito e tirandosi in piedi sulle gambe rigide. Respirava affannata e cercava di prendere quanta più aria possibile, mentre i suoi occhi stanchi rincorrevano la sua piccola luce che tenace continuava ad affrontare il Buio – Forza cerca di resistere

“Questi continui attacchi ci indeboliscono, lo scontro col Dranzer mi ha segnato” avvertiva le parole della luce nella sua mente come se facesse parte di lei “Non possiamo fare nulla, dobbiamo solo attendere” La creatura scosse il capo facendo scuotere le catene. Non accettava quell’avvertimento. “Non essere testarda, non puoi morire nel tentativo di metterti in contatto con i Cavalieri. Hai fatto quello che hai potuto, ora lascia che ci pensino i Guardiani e i due Cavalieri” La luce l’ammonì con decisione, ma lei fece tintinnare le catene come se non volesse sentirla. – Non mi arrenderò mai, tenterò e ritenterò ancora fino a che anche gli altri non mi vedranno – disse lei aprendo nuovamente gli occhi freschi di una nuova determinazione “Ci condannerai a morte entrambe in questo modo, ma sono la tua Essenza e ti seguirò qualsiasi cosa deciderai di fare” La creatura sollevò il capo scostandosi una ciocca attaccata al viso dal sangue rappreso – Grazie Dike te lo giuro, ce ne andremo da qui e se non dovessi riuscire a darti l’energia di cui hai bisogno…Avrai la mia -.

 

Quel pomeriggio le nuvole coprivano il cielo, gettando ombre scure sugli edifici come se una mano nera cercasse di estirpare ogni raggio di luce. Takao si stese all’ombra di una quercia, osservando con sguardo spento i resti dello scontro della sera prima. Le crepe lungo il muro color crema, i resti degli arbusti estirpati a forza dal terreno e la bandiera americana adagiata con malagrazia in un angolo riparata da cespugli sempreverdi.

Pensava a Kai, rivedeva i suoi occhi lucidi e freddi, avvertiva la sua voce ferma e tagliente e poteva sentire sui polpastrelli la morbidezza della sua pelle nivea quando l’aveva colpito. Era confuso, non capiva il perché del suo atteggiamento, perché non aveva reagito? Ma principalmente non capiva se stesso: per lui Kai era sempre stato un blaider di riferimento, il suo numero uno, il suo campione, un esempio di blaider per ogni amante di questo sport, ma prima ancora di questo, Kai era suo amico…Ed era davvero tutto frutto di un’illusione? Poteva davvero Kai averlo ingannato per tutto questo tempo? Scosse il capo come per allontanare quei pensieri malsani da lui.

Accecato dalla rabbia e dalla paura per Samantha non gli aveva dato neanche il tempo o il modo di spiegarsi. Aveva esagerato, ora se ne rendeva conto.

Un lieve fruscio alla sua sinistra lo fece sussultare,  ed incrociò così due irreali iridi color di rosa, che a primo impatto gli fecero correre un brivido lungo la schiena. – Ehi non mi riconosci? – disse la voce chinandosi per baciarlo dolcemente sulle labbra.

Lui si sollevò appena riconoscendo il viso di Samantha che con un sorriso lo abbracciò appoggiando la testa al suo petto. – A che pensavi eh? – chiese lei dolce

- A Kai – Takao la avvertì irrigidirsi e scostarsi con poca grazia. La guardò stranito. – Non mi spiego il suo atteggiamento della sera scorsa, non è da lui – continuò il ragazzo mentre posava gli occhi sulla pungente erba sotto di lui.

- E io non mi spiego il tuo! Insomma lo stai difendendo! Ma chi è la tua ragazza io o lui? – sbottò lei adirata cominciando a perdere la calma. Non poteva permettersi di perdere la fiducia del Cavaliere dell’Aria, non ora che si trovavano ad un passo dalla vittoria. – Come puoi difenderlo dopo quello che mi ha fatto! – Takao tornò a fissarla – Non lo sto difendendo, solo sto dicendo che non capisco! Kai è sempre stato un blaider di principi, pieno di coraggio e forza d’animo…Non può…- Ma lei scosse il capo violentemente afferrandogli il polso – Ora basta! Non voglio sentire più una parola su di lui! – urlò lei avvertendo dopo qualche secondo un messaggio telepatico di Ares. “Non tirare troppo la corda Samantha, non conviene litigare col Cavaliere…Non ora” Lei annuì impercettibilmente. – Hai ragione Takao scusa, mi sono fatta prendere troppo, perdonami – Lui la osservò colpito dal suo improvviso cambio di tono, ma la ragazza gli si avvicinò per baciarlo ancora e lui nel stringerla a sé appoggiò la mano sul suo fianco, dove pendeva la sua cinta nera con Mors che a quel contatto prese a scottare.

Improvvisamente la stoffa nera si strappò e Mors prese a girare come impazzito attorno ai due, che si guardarono increduli. Takao osservava la trottola nera che da sola si era messa in azione con evidente curiosità, mentre Samantha sbiancò di colpo. “Maledetta bastarda!”

- Diavolo Samantha come ci sei riuscita? – chiese lui ancora incredulo davanti a quella scena. La ragazza rimase a bocca aperta per qualche secondo, mentre con un incantesimo non verbale tentò di rallentare la corsa di Mors. Un vago odore di sangue arrivò alle narici dei due ragazzi e Takao avvertì un brivido corrergli aggressivo lungo la schiena.  

Ad un tratto il bey si avvicinò rotando ai due e Samantha si lanciò per afferrarlo prima che lo facesse il ragazzo, ma Takao fu più rapido. – Takao fermo non toccarlo! – gridò, ma le sue dita avevano già sfiorato il metallo nero.

- Dike ora! Limbo del Cosmo -

Aprì gli occhi e li richiuse non trovando una differenza fra i due stati. Li aprì nuovamente tastandosi il viso con le mani per accertarsi che fosse tutto a posto. Non vedeva nulla, non sentiva niente tranne che un freddo pungente e la sensazione del Vuoto. Buio, Gelo e Paura, queste erano le sensazioni che sfioravano la pelle del dragoonblaider che provò a muovere qualche passo avvolto dalle tenebre. – Ma che razza di scherzo è? – gridò al Nulla

- Cavaliere dell’Aria – una voce flebile appena più di un sussurro strozzato. Takao si voltò non sapendo da dove provenisse il suono ed in lontananza intravide una piccola luce che si affievoliva sempre di più.

– Chi sei? – chiese lui in direzione della luce. Un rumore di catene e un gemito – Non sono la luce, non puoi trovarmi. Ascoltami attentamente Cavaliere, il Limbo del Cosmo mi permette di mettermi in contatto con voi, ma non posso tenerlo a lungo, perciò ascoltami – una voce femminile, debole ma ferma allo stesso tempo. Un brivido solcò la schiena del ragazzo mentre quel tono s’insinuava penetrante nelle sue orecchie. – Non fidarti di lei, ma del vero Takao, quello che credeva nell’amicizia – tossì nuovamente cadendo e facendo tintinnare così le catene che le ferivano la pelle.

Takao avvertiva la sofferenza di quella creatura come se fosse la sua, ma non sapeva come aiutarla. – Dove mi trovo? Chi sei? – Lei cercò di sollevarsi ma invano. Il ragazzo fece un ulteriore passo nel Buio spinto dal richiamo di quella voce – Sono nel bey di Samantha? –

– In un certo senso, ora ascoltami Cavaliere: non avete più molto tempo, il Momento è quasi giunto e voi dovete riunirvi. Proteggete la Custode dei Portali e aiutatela a trovare la sua Essenza –

- Ma di che parli? – Takao non riusciva più a seguirla, aveva una tale confusione in testa, ma si costrinse a prestare attenzione. – Ritorna ad essere il Takao di prima -

 

Aprì gli occhi scontrandosi con quelli rosso sangue di Samantha che lo osservava preoccupata. – Ehi Takao stai bene? – vide una mano sottile avvicinarsi al suo viso e posarsi sulla sua guancia, e come se avesse preso la scossa si scansò mettendosi in piedi. Si scrutarono per qualche istante prima che Samantha lo abbracciò – Oddio Takao, ti ho visto cadere a terra dopo quel bagliore ed ho avuto paura! Non ti muovevi più! – affondò il volto nella sua maglia ed il ragazzo avvertì come un freddo lacerante nel cuore.

La voce di quella creatura ancora gli rimbombava nelle orecchie come un canto melodioso e triste insieme ai suoi avvertimenti. Si scansò dalla mora facendo qualche passo indietro – Ma che hai Takao? – Lui le sorrise a fatica – Oh scusami, ecco devo aver preso troppo sole oggi! Meglio che vada dentro…Devo ancora preparare la valigia per domani mattina, altrimenti Hilary mi sbrana…Ci vediamo dopo – le scoccò un rapido bacio sulla gota avvertendo le labbra bruciare e allontanandosi dal Demone della Malvagità che afferrò Mors scagliandolo contro l’albero più vicino

– Maledetta bastarda! – gridò adirata mentre nel Buio Lei chiudeva gli occhi stremata, ma col sorriso sul viso straziato dal Dolore.

 

- Quindi la tua Voce ci ha visto giusto anche questa volta – asserì Axel cingendo le spalle di Hilary che annuì. Anche questa volta l’aveva avvertita, ma lei non era riuscita a fermare il disastro. “Ma fermare chi?” se lo continuava a chiedere perché non voleva credere che fosse davvero Kai il colpevole…Non ci credeva, non voleva crederci.

- Ma hai capito dove si trova questa voce? – chiese il moro gentilmente mascherando una sadica aspettativa. La ragazza scosse il capo – No, la sento vicina, e la cosa strana è che ora a differenza delle scorse volte riesco a mantenere la calma, il respiro mi si blocca di meno ed è come se fosse…Meno doloroso – confessò lei staccandosi lievemente dal petto del ragazzo.

Axel sorrise appena senza che lei lo vedesse. Era ovvio che avvertisse meno fastidi, dopotutto il suo corpo si stava abituando ai contatti mentali, e questo significava solo che erano sempre più vicini…Ma il tempo cominciava a scarseggiare.

- Ehi devi stare tranquilla, e ricordati che puoi fare sempre affidamento su di me – le disse lui afferrando dolcemente il mento della ragazza e sfiorando appena le sue rosate labbra avvertendola leggermente rigida.

- Axel! – Samantha sopraggiunse all’improvviso nella saletta dell’Hotel col volto arrossato e le mani strette freneticamente a pugno. I due si staccarono di colpo ed il moro squadrò malamente la propria compagna – In genere si bussa – disse acido, ma lei fece finta di niente. – Devo parlarti ora – poi osservò Hilary – In privato – aggiunse.

Hilary si alzò avvertendo una certa tensione nelle parole della ragazza canadese. – Tranquilli, tanto me ne stavo andando, devo ancora finire la valigia. Axel ci sentiamo dopo – disse scoccando un rapido bacio al ragazzo e svanendo dietro l’angolo con una strana sensazione alla testa.

- Spero che il motivo sia almeno valido – disse il Demone della Malvagità una volta rimasti soli. Lei si avvicinò furente mostrandogli Mors – L’ha fatto di nuovo! Si è messa in contatto con Takao, gli ha parlato e quando lui si è risvegliato si è allontanato come se avesse paura di me! – Il ragazzo osservò Mors celando un’ira crescente ed un odio immenso.

- Quella ci continua a creare problemi e tu dici che non possiamo toccarla! –

- Samantha non possiamo ucciderla…Vuoi mandare al diavolo tutto il piano solo per lei? – chiese Astra entrando nella saletta insieme ad Ares. – Il piano procede alla grande, i Neoborg sono fuori e i legami di amicizia sono stati rotti. Max ha perso l’incontro e ciò dimostra che anche i Cavalieri si sono indeboliti – la tranquillizzò Ares

- Già, ma lei come la mettiamo? –

- Oddio Samantha è diventato il tuo chiodo fisso – le rispose il biondo annoiato. La mora afferrò Ares per il colletto – Non sono io a farmi dei problemi! Non ho alcuna intenzione di perdere questa volta e voglio essere sicura che vinceremo! E’ forte, ha poteri non indifferenti e alla lunga può crearci seri problemi! – urlò lei fuori di sé.

- Samantha ha ragione – intervenne seria Astra con le braccia incrociate. La mora le rivolse uno sguardo incredulo, solitamente le due ragazze avevano pareri opposti. – Almeno in parte – aggiunse il Demone dell’Illusione ghignando e mettendosi al centro del cerchio. – E’ vero che può crearci problemi, ma non dimentichiamo che Dike con tutti questi incantesimi si sta indebolendo e la nostra ospite non può permettersi di perdere la sua Essenza…Sa che non può. E poi c’è anche un’altra piccola cosa…Il Tempo è quasi giunto, tra pochi giorni i Sacri Portali saranno nuovamente ridisposti e dovremo agire, quindi che lei ci crei problemi o no, la cosa non ci tocca più di tanto. Ora che i russi sono fuori partita se ne torneranno a casa loro se non lo hanno già fatto e K…- Axel le tappò la bocca scrutando con i suoi occhi iniettati di veleno il perimetro della stanza. La avvertiva, l’aveva percepita…Una presenza estranea. “Non siamo soli”

 

Finì di chiudere la propria valigia in silenzio, diede un’ultima occhiata in giro per accertarsi di non aver dimenticato nulla. “Perfetto, sembra esserci tutto” Passò in rassegna con gli occhi tutta la stanza fino ad arrivare alla piccola piantina di viole sul balconcino. La tromba d’aria della sera prima l’aveva in parte sradicata e le radici erano state praticamente frammentate. “Mi sono dimenticata di buttarla” Si avvicinò al vaso prendendolo e sfiorando con le dita i residui di radice e le poche foglie rimaste, per poi metterlo vicino alla porta così si sarebbe ricordata di portarla giù. Dal bagno prese gli ultimi accessori specchiandosi nella grande specchiera che troneggiava sopra il lavandino. Osservò il suo volto sbattendo più volte le palpebre. “Ma cosa..

Dal riflesso del vetro vide la piantina della viola e vi si diresse incredula. “Non è possibile” La pianta era intera, come se neanche un filo di vento l’avesse sfiorata, le foglie fresche e verdi accompagnavano meravigliosamente i delicati fiori che di un viola acceso con sfumature sul lilla sembravano attirare su di loro tutta la luce dell’ultimo sole. Hilary si stropicciò gli occhi senza riuscire a credere a ciò che vedeva. “Ma la pianta era…”

“Ti sorprendi così tanto Hilary? Dovresti essere felice e congratularti con te stessa” La ragazza si volse di colpo avvertendo ancora la voce. Sembrava tranquilla e le parlava serena, calma come un’amica. – Sono stata io? – chiese incredula la brunetta sfiorando i petali sottili del fiore. Certo Hilary, questo è solo uno dei tuoi poteri, che tra l’altro hai già avuto modo di sperimentare” disse lei dolce.

Hilary si rese conto che questa volta ancor meno delle altre non avvertiva alcun mancamento d’aria, respirava normalmente e non aveva alcun dolore, se non che si sentiva un po’ stanca. – Com’è possibile? –

“Beh il tuo corpo si sta abituando ai nostri contatti, e vedrai che quando ci saremo ricongiunte saremo molto più forti” La brunetta trasalì a quella risposta, quella voce le aveva praticamente letto nel pensiero. – Sai leggermi nella mente? –

“In un certo senso, diciamo che sono parte di te, quindi i tuoi pensieri sono i miei Custode

Ancora quella parola, quell’appellativo…Era arrivato il momento di chiarire.

- Perché mi chiami così? – per qualche secondo non ci fu nessuna risposta, ma il contatto c’era, e questa volta lo sentiva pure Hilary. “Perché tu sei la Custode dei Portali, ed io Hilary, sono la tua Essenza…Nike

Nike, si chiamava così dunque, come la dea della Vittoria greca. – Nike – ripeté Hilary come per fissarselo in mente, mentre una miriade di domande cominciavano a sbocciare in lei come tanti fiori spontanei. “Bene Hilary, ora che sai di poter curare bada bene a come ti mostri, so che ora vorresti guarire tutti i Guardiani che sono intrappolati nel Sonno, ma ti prego di non provarci…Loro non puoi curarli da sola. Sono sotto un incantesimo particolare, e non può essere curato come la pianta. Solo chi ha impresso il Sonno può toglierlo” le spiegò Nike con calma mentre Hilary si sentiva sempre più strana, ma allo stesso tempo felice e inspiegabilmente forte. – Quindi se trovo chi ha impresso il Sonno di conseguenza trovo anche chi è colpevole di tutta questa storia giusto? –

Questa volta la domanda rimase a fluttuare per parecchi minuti, tanto che Hilary  credette di essersi immaginata tutto, ma poi vedendo la pianta della viola dovette ricredersi. “Non essere così avventata a giudicare; credo che il Sonno dei Guardiani non sia un male

- Ma che dici? Parliamo di un maledetto che sta facendo addormentare dei ragazzi innocenti! – sbottò lei incredula. “Forse non ha avuto altra scelta”

“Custode trovami…Il Tempo sta terminando” e il contatto si ruppe, Hilary lo sentì chiaramente. Era triste, avrebbe voluto parlare con Nike ancora, ma almeno ora sapeva. Non era pazza, esisteva un nemico, lei possedeva dei poteri…E lei era la Custode dei Portali.

- Ti troverò Nike -

 

La sera arrivò presto, portando con sé i preparativi per la partenza. Verso le 22.00 i blaider si ritrovarono all’aeroporto pronti a partire per Rabat, la città che regnava sull’Atlantico nel caldo Marocco, per quella che sarebbe stata la penultima tappa del torneo.

- Non immaginavo che vi sareste messi insieme – disse Lai rivolto alla coppia di blaider che si teneva per mano scambiandosi sorrisi complici e sguardi dolci.

Rei sorrise al compagno di squadra scorgendo dietro di lui gli occhi ambrati di Mao che lo osservavano increduli. Il cinese sorrise stringendo a sé Julia. Continuò a fissarla e fu certo di leggere delle note di tristezza in quegli occhi. “Mi spiace Mao, ma è necessario, ma stai certa che ti allontanerò da quel mostro…Te lo giuro

 

- Ma come facciamo a sapere dove alloggeranno i ragazzi? Per ragioni di sicurezza nessun giornale ha detto in quale albergo pernotteranno le squadre dei quarti di finale – chiese Boris consegnando le redini di Tormenta agli uomini che avrebbero portato i cavalli direttamente a Rabat.

- Abbiamo i nostri agganci. Rei mi manderà un messaggio con tutte le informazioni che ci servono – tagliò corto Yuri

Kai si volse verso la strada che conduceva al Beverly Hills. Era buio e tante luci scintillanti illuminavano la notte, e ciò contribuiva a donare a Los Angeles un’aria di intensa laboriosità e eterna attività. Scrutava nel buio come se cercasse qualcosa…O come se attendesse qualcuno.

- Ma si può sapere dove diavolo è finita Crystal? Kai non è che avrà appreso da te questo brillante vizio di sparire? E’ tutto il pomeriggio che non si fa vedere – sbottò nervoso il capitano russo mentre dietro di lui Boris lanciò uno sguardo di fuoco a Kai che però essendo di spalle non se ne accorse. Crystal…Sapeva che era accaduto qualcosa fra loro due, bastava vedere come il dranzerblaider fosse attento ogni volta che la rossa parlava, ma qualcosa lo angosciava. Gelosia? No, tanto era certo che a Kai Crystal non interessasse. Preoccupazione? Sì, perché lui aveva bisogno di averla vicino e temeva che si fosse cacciata in qualche guaio.

- Arriva – disse ad un tratto Kai vedendo emergere dall’oscurità Astro con in sella la ragazza, il viso impassibile e freddo tradivano però qualcos’altro…

 

- Takao per caso tu sai dove alloggeremo? – chiese Rei mentre percorrevano il lungo corridoio che li avrebbe imbarcati. Il blaider del Drago Azzurro era assente, osservava un punto indefinito davanti a sé, cercando di risentire nella mente le parole della creatura.

Ad un tratto un grido di Daichi lo fece tornare in sé – Ma dico Takao sei diventato sordo oltre che rammollito? Ti prego se avere la ragazza rende idioti separati immediatamente – lo ammonì il piccolo rosso. Takao alzò la testa scorgendo molto più avanti la squadra degli Obscuras che conversava tranquilla. Samantha…Un brivido gli corse lungo la schiena insieme alle fredde parole della Voce “Non fidarti di lei, ma del vero Takao, quello che credeva nell’amicizia” Era davvero cambiato così tanto? Glielo aveva detto la Voce e ora anche Daichi

- Ehm scusate non vi stavo ascoltando…Dicevi Rei? -

- Dicevo, se sapevi il nome dell’Hotel –

- Si chiama Sofitel Jardin des Roses – rispose Emily per lui.

Julia e Rei si scambiarono uno guardo d’intesa. Rei le passò il cellulare avvicinandosi al suo orecchio. – Copiati il numero – un delicato rosso colorò le gote della ragazza sotto l’occhio divertito di Rei.

 

- Si può sapere che avevi d’urgente da fare? – chiese seccato Yuri afferrando il braccio di Crystal che non fece una piega. – Avevo una cosa da fare -

Il capitano della Neoborg la lasciò di colpo allontanandosi dalla sorella. Kai si avvicinò alla ragazza prendendole le redini di Astro. Si scambiarono un’occhiata muta, ma piena di parole, di dubbi, di incertezze, di domande e di emozioni. Non avevano ancora avuto modo di parlare in privato dal bacio, ma sapevano entrambi che era qualcosa di inevitabile. Lei si sentiva uno straccio per quello che aveva fatto; era certa che quel bacio fosse del tutto insignificante per Kai, ed inoltre ora la sua mente era anche presidiata dai discorsi dei Demoni di quel pomeriggio…Parole rivelatrici, segni vocali di un pericolo imminente che avrebbero dovuto affrontare…

La divorava il rimorso, la sua coscienza le corrodeva lo stomaco ed i sensi di colpa per aver retto il gioco di quei mostri la tormentavano senza sosta. Ma non poteva dire la verità a Kai…L’avrebbe perso per sempre.

Lui dal canto suo non riusciva a guardarla senza vedere gli occhi di Hilary al posto di quelli indaco della rossa. Le aveva ferite entrambe, se ne rendeva conto, Hilary l’aveva trattata male quando non lo meritava e Crystal…L’aveva baciata per puro sfogo…Per cercare di cancellare in quelle labbra l’immagine di una ragazza dai capelli castani e due occhi capaci di scavarlo dentro.

Uno squillo li distrasse dai loro pensieri ed insieme si avvicinarono al loro capitano che con Boris osservava il display illuminato del proprio telefonino. – Rei è puntuale a quanto sembra – asserì Yuri visualizzando il messaggio. E quello che era un tono apatico ed annoiato prese colore dopo qualche istante:

 

Alloggiamo al Sofitel Jardin des Roses nel centro di Rabat. Stiamo prendendo l’aereo delle 22.20 ma vista la grande affluenza di persone che giungeranno a Rabat per l’evento, hanno messo a disposizione nuovi voli. Ce ne è uno per le 22.45. A presto,

Julia

- Già proprio Rei…Potevi anche dircelo che avevi chiesto alla spagnola il suo numero invece di spacciarla per Rei – rise Boris facendo infuriare e colorare di rosso il viso niveo di Yuri, che però non potè non sentirsi felice quando vide quel nome alla fine del messaggio.

 

 

^o^ It’s finished! Beh con questo abbiamo chiuso anche la pagina di Los Angeles, una pagina difficile, dove abbiamo avuto scontri, rivelazioni, nuovi approcci sentimentali e alla fine della quale abbiamo avuto tante notizie importanti! Primo fra tutti Nike, che nel caso non fosse stato abbastanza chiaro è la voce che sente Hilary e basta, e che non c’entra nulla col pezzo “Del limbo del Cosmo” per intenderci. Ecco non confondete i due nomi che si sono inseriti in questo capitolo…Nike e Dike…Non sono un errore mio, sono proprio due Essenze diverse. La prima è quella che sente Hilary mentre l’altra è la piccola luce.

Sperando di essere stata sufficientemente chiara ora prendo anche io l’aereo e volo all’

Angolo dei Grazie:

 

Lexy90: ahaha hai ragione cara, in effetti Kai sta prendendo tutti in giro…Alla fine uscirà dalla mia storia e ti raggiungerà! Scherzi a parte gli Obscuras questa volta hanno avuto un piccolo problemino, Samantha in particolare, ma loro sono veri cattivi e non si fanno mai trovare impreparati. Sulla reazione nel capitolo precedente, beh l’idea era che di primo impatto tutti reagissero incolpando le persone più ovvie, ma come puoi vedere in questo capitolo, le cose si stanno muovendo. Spero che ti capitolo ti sia piaciuto e mi auguro che commenterai anche questo! Non manchi mai, e sei indispensabile. Tengo molto al tuo giudizio!

Baciuzzi Avly

 

_marghe 96 xD_: eccola qui la mia piccola grande recensitrice! (se 96 sta per l’anno^^ non vorrei fare una gaffe) comunque hai ragione…Yuri e Julia sono troppo belli insieme. Io li ho sempre visti perfetti e spero che per loro le cose si sistemino bene! Kai…Kai è un grande immenso casino, e io ma credo tutte noi fan lo amiamo anche per questo^^ Spero che questo capitolo ti piaccia e ti aspetto!! Ci conto chiaro^^

Baciuzzi Avly

 

Anima: ciao carissima! Ho adorato la tua recensione, mi hai fatto ridere con quella battuta finale “E poi dicono che la cavalleria è morta” Beh hai visto? Kai comincia le sue grandi elucubrazioni mentali e Hilary è emersa! Su Julia e Yuri, loro sono forse l’unica coppia che non ha subito degli impedimenti da Demoni o cose strane, ma a causa dei loro caratteri testardi e cocciuti sono più difficili da far avvicinare di altri! Noto anche un tuo attaccamento per Takao^^ Sta tranquilla, Takao resta Takao, IC fino all’ultimo! Sperando che la tua maturità sia andata bene (anche se mancano ancora gli orali) ti auguro di andare bene anche per l’ultima tirata così poi potrai riposarti! In bocca al lupo cara! E ti aspetto!!

Baciuzzi Avly

 

Elenasama: bentornata anche a te e grazie mille per aver recensito! Ti avviso che a passo di bradipo mi sto leggendo la tua fic che avevo messo fra quelle da recensire e prima del 2012 arriverò^^ Comunque cosciente che la KaixHilary non è una coppia per cui stravedi sono felice che tu stia continuando a seguirmi! Grazie infinite!! Come hai visto qui la rabbia iniziale è scemata e alla luce della Ragione ora Takao si sta rendendo conto di aver sbagliato…E’ stato impulsivo, ma questa è una nota del suo carattere^^ Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e se vorrai spero che commenterai! A presto!!

Baciuzzi Avly

 

Pilatigirls: ciao ragazze! Vi ringrazio ancora di cuore per aver messo il mio nome fra i preferiti e vi ringrazio anche per le belle parole^^ Come ho detto anche ad altri in questo capitolo, la rabbia del giorno prima è scemata e ora con maggiore lucidità anche gli altri si stanno sentendo in colpa. Crystal…Lei è uno dei personaggi più complicati che ci siano, è un  controsenso unico, una ragazza forte ma allo stesso tempo sensibile…E’ complicata, ma affascinante nel suo cinismo^^ Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e vi aspetto per sapere cosa ne pensate!!

Baciuzzi doppi Avly

 

Pierina: my tesor ai tuoi ordini! Aggiornamento direi lampo visti i miei tempi^^ Grazie infinite per le parole che usi quando commenti, sai sempre tirare su e rendere belli anche i capitoli che non mi appaiono tali! In effetti confesso che anche io ci ho segretamente pensato alle botte fra Kai e Axel, ma poi mi sono detta che sarebbe stato troppo evidente e che la vendetta è un piatto che va conservato freddo…Muah!! Anche Hilary a modo suo sta facendo quello che ha fatto Julia, seguire se stessa, solo che Julia lo fa aiutando i russi, lei invece insegue la sua Essenza e cerca la verità da sola. Sul triangolo famoso, spero che i capelli torneranno presto al colore giusto^^ Spero davvero di leggere il seguito tanto atteso de “Una nuova minaccia” perché non so te, ma io mi sto corrodendo dalla curiosità, e anche lì abbiamo un triangolo molto interessante…Spero con tutto il cuore che questo capitolo ti sia piaciuto e ci sentiamo presto!

Baciuzzi Avly

 

Helens: la mia amora! Hai centrato perfettamente il punto, la reazione di Takao è stata dettata dal suo carattere impulsivo e troppo buono, ma ora cominciano a subentrare i sensi di colpa, mentre per Crystal si sta facendo strada il rimorso, una tenaglia che la tiene sulle spine da quasi tutta la storia. Beh amora sai quanto tenga al tuo giudizio, e spero davvero di non deluderti. Mi godo le vacanze scrivendo e spero che anche tu possa liberarti presto dell’ultimo esame per riposarti e trascorrere delle belle vacanze! In bocca al lupo!

Baciuzzi Avly

 

Kamy: tesorooo grazie mille per aver recensito! Io e te andiamo passo passo, aggiorni tu e poi io ti seguo a ruota! Ora tocca a te^^ Voglio sapere che accadrà! Oramai penso che l’odio per gli Obscuras sia arrivato a livelli esorbitanti, e tra Axel e Samantha la battaglia è dura per assegnare il titolo! Come il bel demone dell’Avidità aveva detto nel capitolo 17 il piano consisteva nel verificare la valenza che una donna ha su un uomo, e si riferiva a questo: mettersi in pericolo per far aizzare Takao contro Kai…Piano subdolo, ma i Demoni sono così^^ Spero davvero tesoro che il capitolo ti sia piaciuto e spero commenterai^^

Baciuzzi Avly

 

Lirinuccia: tesoro, lo sai che mi imbarazzo sempre tantissimo quando leggo le tue recensioni? Mi fai sempre sciogliere e sapendo quanto sia difficile imbarazzarmi devo dire che tu ci riesci praticamente sempre. Le tue parole sono ambrosia e mi danno un estremo piacere, non si può immaginare quanto mi faccia piacere! Ti ringrazio infinitamente e spero che questo capitolo ti sia piaciuto, davvero ci tengo tantissimo!

Felice che la storia continui a trascinare anche dopo 19 capitoli, ammetto che la mia paura era anche questa! Sui personaggi…Beh Max non l’ho tralasciato perché non lo ritengo all’altezza, ma perché lui più di ogni altro ha avuto due colpi non uno, non ha perso solo i suoi amici, ma anche la ragazza di cui è innamorato e le parole di Julia lo hanno profondamente colpito! Crystal, lei come ben sai è il personaggio più controverso di quelli che ho creato. Assomiglia a Kai se vogliamo ed è un continuo ossimoro, mi piace parlare di lei, come mi piace pensare a come reagirebbe una come lei. Sui BEGA, anche a me è piaciuta la reazione di Yuri, lui è così…Come l’Inferno, fuoco e ghiaccio insieme. Tesoro mio, spero che questo capitolo ti sia piaciuto e spero di ricevere la tua immancabile opinione! Ah…E aspetto anche un certo Doomsday^^

Baciuzzi Avly

 

Inuyasha_Fede: il finale, dopo che me lo hai fatto notare l’ho riguardato e in effetti ricordava un po’ una soap^^ Beh questa volta il finale è credo “normale” Allora per chiarire i tuoi dubbi posso dirti che è tutto come lo vedi.^^

Spero che il capitolo ti sia piaciuto, e se posso spero che commenterai!

Baciuzzi Avly

 

Padme86: grazie mille anche a te Pad per aver commentato, davvero ricevere commenti anche da chi non ama la coppia principale della storia è davvero bellissimo, e non so davvero come ringraziarti per i complimenti ^//^ Questo capitolo è stato un po’ il capitolo della chiusura americana e della fine delle basi per il casotto che avverrà a breve, ricordiamoci la frase detta da Astra e Nike “I Tempo è quasi giunto” non è detta caso xD

Carissima, oltre a rinnovarti i complimenti per la raccolta sui vampiri mi dichiaro favorevole a testare tutti i tuoi futuri esperimenti! Spero che il capitolo ti piaccia e spero che commenterai anche questo^^ A presto!!

Baciuzzi Avly

 

Chelsea_:** una nuova recensitrice! Ciao cara grazie mille per aver letto la fic e visto che non è esattamente corta come storia, ti ringrazio per essertela letta tutta di fila XD

Ti ringrazio molto, sono davvero felice che la storia ti piaccia e spero di sentirti anche su questo!! Grazie ancora!!

Baciuzzi Avly

 

Uao! Tra un po’ invece che angolo lo trasformo in piazza dei Grazie^^ Sono davvero felice ed entusiasta che vi stia piacendo la storia, e tal proposito ringrazio chi ha messo la storia fra i preferiti/seguite/ricordate…Grazie a:

 

    Anima                                mik92                         Cherry_88                  Ria

HollyShort91             pierina                        Helens                        _marghe 96 xD_

Junkochan                 SMDO                       Inuyasha_Fede          VaMpIrA89

Kamy                         Aiko Inochi                Lele91                        Takami_Kinomiya

Scarlettheart              Alelely                        Padme86                    romualdo

Lirinuccia                   BlueHinata                PICH_91                    Lenn Chan

Elenasama                 Death_princess         Lilla5                          Klitya

Cartacciabianca     Pilatigirls                Red_Eagle               LEFTYTHEBEST

Chelsea_                   Daffyna

 

 

Only for you my friends,

Avly

 

 

 

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Capitolo 20
*** Emozioni e Parole in un Labirinto di Stelle ***


La luce del Sole si chinò sul suo viso rischiarando l’alone d’ombra e oscurità in cui l’aveva tratta la notte

Eccomi qui! Allora prima di lasciarvi al capitolo ci tenevo a fare un augurio di buone vacanze (o prosecuzione) a tutti! Tralascio le cause del ritardo…Diciamo che non veniva come lo volevo io^^Ma ora è qui pronto e spero che possa piacervi! Il colore è per Astra, il bel Demone dell’Illusione. Un personaggio subdolo che preferisce lenire le proprie vittime con mille intrighi e sotterfugi piuttosto che con una guerra aperta. Buona Lettura!

 

Emozioni e Parole in un Labirinto di Stelle

 

La luce del Sole si chinò sul suo viso rischiarando l’alone d’ombra e oscurità in cui l’aveva tratta il Sonno. Aprì di scatto gli occhi vigili, sfilandosi dal suo letto per raggiungere le ampie tende della vetrata e scostarle leggermente.

Era giorno inoltrato, a giudicare dall’attività nelle strade, ma in quell’Hotel pareva regnare incontrastato il Sonno. Erano arrivati a Rabat alle prime luci dell’alba così tra fusi orari e notte in bianco dovevano essere ancora tutti rintanati nelle loro camere a dormire.

Sorvolò con gli occhi il paesaggio che si estendeva davanti a lei. Un mondo così diverso dall’intensa frenesia americana, un regno di colori e profumi esotici, un universo di suoni e culture differenti, un concentrato di magia e mistero. Ecco cosa ci vedeva Julia nell’osservare Rabat, mistero e un fascino senza eguali, ma tutta quella sontuosa bellezza sapeva che era solo una maschera, un drappo che copriva lo scenario di combattimenti a cui avrebbero preso parte a breve.

 

- Daichi togliti hai la grazia di un elefante quando mangi – sbottò Emily allontanandosi dal piccolo giapponese.

- Ehi Takao che hai oggi non mangi? – chiese Lai sorprendendosi di vedere il capitano dei BBA con lo sguardo perso verso la grande vetrata e con ancora il suo pranzo intatto davanti.

Samantha si scambiò una rapida occhiata con Axel per poi avvicinarsi al suo ragazzo e sedersi al suo fianco. – Che succede? – gli chiese baciandolo dolcemente sulle labbra. A differenza delle altre volte le percepì fredde, graffianti ed amare come se non volessero ricambiare quel contatto con lei. “Mi teme”. Ad un tratto sentì la mano di Takao scostarla – Scusa ero soprapensiero – la tranquillizzò lui cercando di apparire solo stanco, quando in realtà era conscio che dentro di lui si stava scatenando una tempesta, un ciclone, un uragano che devastante e violento si stava abbattendo contro la sua mente, facendo riemergere pensieri, sensazioni e ricordi seppelliti da una patina grigia e nera.

Non riusciva a togliersi dalla testa quella voce, quel dolore, quella sofferenza che aveva potuto sentire sulla pelle come se fosse suo. E quelle parole arcane e letali lo stavano dilaniando con la stessa forza di un pugnale che trapassa un corpo.

Tornare il Takao di prima. Questo dava ad intendere che lui fosse cambiato rispetto a prima, ma era ovvio stava crescendo in fondo, eppure c’era qualcosa che non andava. Come se stesse andando controvento o nella direzione opposta rispetto alla massa. Si sentiva come se le cose gli stessero sfuggendo di mano, prima i suoi amici, poi Kai e ora anche la Voce. Quella stessa voce che gli aveva detto di ritornare quello di prima…E che quindi doveva aver già incontrato perché lo conoscesse a tal punto da rimproverargli un cambiamento. Si chinò il cappellino sugli occhi alzandosi e dirigendosi verso l’uscita sotto lo sguardo preoccupato del Demone dell’Avidità che sentiva di aver perso la sua influenza sul Cavaliere dell’Aria.

“Non possiamo più attendere” disse telepaticamente agli altri tre.

“Lo vedo, quella maledetta deve aver parlato troppo” disse Ares

 “Il Tempo è loro nemico e nostro alleato” irruppe Astra. La ragazza dai corti capelli ramati era seduta su uno dei cuscini colorati accanto alle altre ragazze e teneva gli occhi fissi sulle due figure che le stavano davanti mentre sorseggiava la sua bevanda.

Le scrutava, le studiava e tentava di scorgere anche un piccolo cenno dei loro discorsi attratta dalle loro voci e dalle diverse luci che albergavano nei loro occhi.

- Allora Hilary facciamo che mi raggiungi tra un’ora? – chiese Julia rivolgendosi all’amica

La brunetta annuì gettando una fugace occhiata ad Axel che dall’altro capo della tavola parlava tranquillamente con Lai. Forse avrebbe dovuto chiedergli aiuto nella ricerca di Nike, era il suo ragazzo dopotutto, ma sentiva di volerlo fare da sola, percepiva la necessità di parlare con Nike e poi…Era come una sensazione inspiegabile ed intraducibile ma preferiva agire senza nessuno intorno.

- Perfetto, scusa vado a fare una chiamata, ci vediamo dopo – disse la spagnola alzandosi e lanciando uno sguardo strafottente ad Astra che reagì di conseguenza. Era come se un filo elettrico invisibile le collegasse, andava da un’estremità all’altra immettendo scariche di energia. Si osservarono decise per alcuni istanti ed Astra avvertì chiaramente il suo intento a farle capire qualcosa; quegli occhi verdi con scaglie dorate non mentivano, brillavano di sfida di dito puntato contro, ne era certa. Dopo che la spagnola si fu allontanata Astra si rivolse nuovamente alla Custode che con lo sguardo concentrato osservava le sue mani a palmi aperti. Era un gesto apparentemente innocuo, ma non per lei.

“Deve aver scoperto l’uso dei suo poteri curativi” azzardò Axel

“Sì, curioso; di solito i Custodi imparano col tempo i loro poteri curativi, lei invece pare li abbia padroneggiati con naturalezza visto che non la vedo particolarmente spossata” disse Astra con occhio critico. “Beh se ci penso meglio, lei li ha già usati…Solo che da incosciente” riprese la ragazza riferendosi a quanto avvenuto a Helsinki tra Kai e Raul. Allora era stata lei a curarlo, su questo non c’era alcun dubbio.

“Pensi che possa crearci dei problemi?” le chiese Axel sorprendentemente. “Da quando chiedi consigli mio caro? Di solito hai sempre una risposta a tutto” ribatté sprezzante lei. Axel ghignò appena “Non mi preoccupa la Custode in sé, ma dato che qui la Maga sei tu il mio era un parere del tutto tecnico” Astra si voltò verso il moro lanciandogli uno sguardo che solo lui riuscì ad afferrare. Ed era forgiato di ambiguità, ilarità e arroganza, aggettivi propri del Demone dell’Illusione. “No, e poi ho controllato la posizione dei Sacri Portali…Non manca molto, tra due giorni tutto sarà fatto”

“E la Guardiana spagnola?” s’intromise Ares

“Non mi piace. E’ troppo ficcanaso” rispose stizzita Astra, i cui falsi occhi vedevano ancora la sfida lanciatale dallo sguardo della spagnola. Si era schierata apertamente con i russi, ed anche se loro erano rientrati nella loro nazione, questo non rendeva Julia meno pericolosa…Dovevano sbarazzarsene.

“Sarà meglio metterla a tacere” sentenziò Axel lapidario.

“Perfetto…Ci penso io”

 

Camminava senza fermarsi per le strade di Rabat colorandosi gli occhi di tutta quella mescolanza di colori, suoni ed aromi che si presentavano tra le bancarelle dei mercatini e nelle vesti colorate delle persone. Il Sole picchiava senza pietà sui cieli di Rabat, ma Julia si muoveva abbastanza a suo agio. In Spagna il clima non era esattamente caldo come questo ma vi si avvicinava.

Continuava a pensare al suo piano, e più lo faceva più era tentata di fare marcia indietro. Era assurdo come piano, se lo ripeteva senza sosta, ma erano come parole dettate al vento; oramai aveva deciso e niente le avrebbe fatto cambiare idea.

Era consapevole di essere come un pesce piccolo in mezzo agli squali, era un bersaglio troppo facile, ma forse sarebbe riuscita a verificare la sua teoria e ad aiutare gli Squali Bianchi. Arrivò ad una piazza assolata piena di gente, riversata lì per il mercato; si mosse fino all’insegna del Caffè Maure dove tante persone con vesti colorate e sgargianti si rinfrescavano fra palme e piante esotiche. Un perfetto quadro pieno di lucciole colorate dove solo una figura si discostava dal resto dell’insieme. In un angolo particolarmente in ombra, un’esile sagoma scura gettava un’insolita sensazione sinistra a chiunque osservasse il locale da lontano…Ma non a lei.

 

- Si può sapere perché hai insistito per vedermi in un luogo tanto affollato? Non potevi venire con Rei questa sera come d’accordo? – la fulminò lui non appena gli si sedette davanti. Le parole gli uscirono acide e seccate, ma in realtà era tutta un’apparenza: non era riuscito a credere alle sue orecchie quando aveva ricevuto la sua chiamata e si era ritrovato in strada prima ancora di rendersene conto. Era stato come se un’improvvisa energia fosse scaturita sotto i suoi piedi e un’ondata di emozioni l’avesse travolto, facendo oscillare pericolosamente la sua muraglia di ghiaccio. Non gli importava di trovarsi sotto un sole cocente con indosso una lunga giacca nera e delle lenti scure, la cosa che più gli importava era essere lì…Anche se l’aveva impensierito quell’improvvisa chiamata.

- Ascoltami Yuri, io non verrò questa sera, ecco perché ho voluto incontrarti ora…Devo parlarti – parlò decisa anche se era evidente lo sforzo. Yuri avvertì il cuore stringersi in una morsa ed una miriade di pensieri presero a vorticare nella sua mente. Attese impaziente, cercando di rimanere però il più indifferente possibile.

- Ecco io…Credo che domani toccherà a me – disse lei tutto d’un fiato dopo un’attesa indicibile. Yuri per poco non ruppe il bicchiere che aveva fra le mani. Si tolse gli occhiali gelandola con lo sguardo – Ma che diavolo dici? Siete rimasti in cinque come squadre e poi ora useranno un nuovo metodo per scegliere gli incontri – disse il russo più ansioso di quello che avrebbe voluto dimostrare.

La ragazza scosse la testa – Segui il mio ragionamento: sono partita dagli “incidenti” e dai “legami” intrapresi dagli Obscuras. Se noti, è come se fossero state eliminate tutte le squadre che non hanno avuto legami con gli Obscuras, mentre sono rimaste in gara coloro che hanno un qualche rapporto con i Demoni. Takao per i BBA, Max per i PPB e Rei per via di Mao con i Baihutzu. E non può essere una coincidenza – la spagnola si fermò un istante osservando il viso di Yuri scrutarla con attenzione. Strinse involontariamente il labbro, sentendo la tensione e l’emozione crescere. Era come se il ghiaccio le scivolasse lungo la schiena, donandole istanti di brivido e piacere.

- Se i loro legami sono stati di facciata allora anche Hilary dovrebbe avere una sua utilità – obiettò Yuri pensieroso.

- In teoria, ma credo che lei sia servita ad Axel proprio per avvicinarsi a noi…Ricordi il salvataggio miracoloso ad Helsinki? Chissà perché non mi sono sorpresa che proprio Axel avesse trovato Hilary persa nella città –

Yuri rimase alcuni istanti in silenzio. Il ragionamento di Julia filava, su questo non c’era nulla da ridire…Ma perché continuava a pregare che si sbagliasse? – La Voce vi ha parlato di più di un Cavaliere, quindi perché non potrebbero essere proprio coloro che i Demoni tengono più sottocchio? – le parole di Julia rimasero ad aleggiare a lungo sopra di loro, leggere come il vento, ma agghiaccianti come la verità. – Quindi tu credi che i Cavalieri siano Takao, Max, Rei e Kai? – concluse Yuri cercando di non mostrarsi eccessivamente coinvolto dalle sue parole; lei annuì – Sì in linea di massimo credo di sì. Mi sono poi ricordata ciò che mi aveva raccontato Hilary quando conobbe per la prima volta gli Scudi Sacri tre anni fa. Allora Ozuma e gli altri cercarono di imprigionare i quattro Bit-Power nella roccia, quindi è possibile che le due cose siano collegate –

Yuri si ritrovò suo malgrado ad annuire. Non riusciva a spiegarsi il perché ma il solo pensiero che lei potesse fare la stessa fine di Garland e gli altri lo terrorizzava. Era lei a fargli uno strano effetto, riusciva a sconvolgerlo, a vedere oltre i suoi eterni errori qualcosa di buono, e l’altra sera in mezzo a tante persone, era proprio a lei che lui voleva far arrivare la sua innocenza. Quando l’aveva vista accanto a Rei, pronta a schierarsi dalla sua parte si era sentito invincibile, non aveva alcun timore, sentiva come se il suo corpo fosse nuovamente carico di energia e la sua mente per la prima volta murata di luce e non ghiaccio.

- Ehi Yuri mi sta ascoltando? – la voce di Julia venne a riportarlo alla realtà

- Dicevo, alla luce di quest’idea…Beh è facile che domani i Demoni faranno fuori l’ultima squadra di non Cavalieri, ovvero la mia – non appariva spaventata, semmai rassegnata, come se fosse certa e non lasciasse al dubbio neanche una piccola possibilità. Possibilità che neanche Yuri vedeva, ma che doveva esserci.

- Non è detto, dopotutto c’è un sorteggio –

- Invece sì. Ecco io credo che se sono riusciti in queste due tappe a far incrociare gli incontri con i loro piani, significa che possono fare affidamento anche su poteri magici –

Yuri inarcò le sopracciglia scettico. – Rifletti, in fondo sono riusciti a creare copie identiche di voi russi per incastrarvi, così come le tracce di beyblade che sono state ritrovate accanto ai New Europa che hanno fregato Boris. Perché non potrebbero anche decidere gli incontri? –

Julia sembrava avere una risposta a tutto, era evidente che ci aveva pensato a lungo e che non aveva elaborato la sua teoria su delle fantasie, ma solo su constatazioni oggettive. E questo non era un bene per lei.

La osservò ininterrottamente seguendo le scaglie di luce che le si poggiavano sulla pelle abbronzata ed i capelli ramati, creando un incantevole gioco di luci, dandogli come un nodo alla gola al solo pensiero che corresse realmente il rischio di fronteggiare i Demoni.

- Cosa hai intenzione di fare? – in ogni caso non l’avrebbe compatita, non era nella sua indole e mai si sarebbe sporto troppo oltre il baratro.

- Beh sinceramente non ho molte possibilità di scelta. Combatterò – si alzò prendendo la borsa e legandosi in una coda alta di lunghi capelli. – Rei verrà questa sera, io preferisco allenarmi. Non darò vita facile a quei maledetti – cercò di sorridere, sperando che Yuri non captasse il suo timore. Il ragazzo affondò le unghie nella giaccia irrigidendo la postura. Aveva letto paura nei suoi occhi ed era come se quella sensazione fosse sua. Era lui ad avere paura…Paura di perderla.

Lei lo guardò come se lo stesse studiando, ma in realtà si stava imprimendo nel cuore ogni particolare di quel ragazzo dal viso di porcellana con occhi di ghiaccio che riuscivano a scaldarla più delle fiamme ardenti. Sarebbe scesa in campo per lui, più che per ogni altro. – Allora ciao Yuri – disse voltandosi lentamente, facendo scomparire dalla visuale quel viso.

Lui la vide allontanarsi e sentì come una rabbia prepotente prendere possesso del suo corpo mentre si ripeteva che non voleva che se ne andasse. Scattò in avanti deciso a fermarla, tenendo gli occhi fissi sulla sua coda, oramai unica parte di lei che riusciva a vedere in mezzo a tanta gente. Scomparve dalla sua vista come il sole che tramonta, lasciando solo ombra e freddo attorno e dentro di lui.

- Julia… -

 

Corse fino all’edificio più vicino appoggiandosi alla parete per riprendere aria. Era stato più difficile del previsto. Vedere Yuri per l’ultima volta prima del match che sicuramente ci sarebbe stato, le aveva dato un misto di gioia e tristezza, stava quasi per piangere, ma si era trattenuta, perché non voleva che Yuri la vedesse come una ragazza debole…Lei era fiera, arrogante forse, ma mai si sarebbe mostrata debole…

“E ora speriamo che tutto vada come previsto” osservò rapidamente l’orologio che segnava le 15.00 e lei doveva incontrarsi con Hilary solo tra mezz’ora. Si riprese un attimo prima di riprendere a camminare a capo chino per non essere colpita dai raggi del sole.

 

- Toh guarda chi si vede. Ciao Julia…Lo sai che non è bene camminare per le vie di Rabat da sola? Si può correre il rischio di incontrare gente cattiva come quel Yuri – Julia si sentì il sangue raggelare nelle vene quando la voce vicina e velenosa di Astra le si parò davanti. – O come te – rispose sprezzante. La mora rise appena esibendo un viso angelico e doppio. – Dipende dai punti di vista -

- Che diavolo vuoi Astra? – chiese lei. Alla fine aveva funzionato. Aveva sperato che Astra venisse, solo non così presto. “Devo prendere tempo”

- Oh perché dovrei volere qualcosa da te mia cara? –

- Smettila di fingere. Io non sono uno di quelli che hai abbindolato come marionette quindi puoi anche calare la maschera Demone – lo disse a voce normale, guastando le lettere dell’ultima parola, come se pronunciarle le lasciasse un gusto dolce sul palato.

- Come vuoi – disse grave lei trafiggendola con occhi carichi di veleno e menzogna. Aveva un qualcosa di agghiacciante, spaventoso e dannatamente ingannatore in quegli occhi.

- Così hai parlato con Yuri…Ed io che credevo se ne fossero tornati in Russia. Che vi siete raccontati di bello? –

- Che vi sconfiggeremo –

- Si certo…Saremo fermati dall’invincibile squadra formata da tre Guardiani e due Cavalieri…Sto tremando di paura – rise Astra con fare divertito.

Julia sgranò gli occhi “Tre Guardiani? Ma se siamo quattro?” – Quattro Guardiani Astra –

Il Demone riportò l’attenzione sulla spagnola mentre i suoi occhi color lilla prendevano a brillare di una luce dannatamente sinistra e poche parole imprigionarono il cuore di Julia.

- Tre…Perché tu non ci sarai -

 

- Tieni Takao, Dragoon è pronto – disse Hilary consegnando all’amico il beyblade argentato  perfettamente revisionato. Takao la guardò assente ringraziandola e svanendo alla sua vista. Hilary osservò dubbiosa il punto da dove Takao era sparito chiedendosi che cosa l’avesse potuto turbare tanto. “A quanto pare qui tutti hanno un problema”

“Che possiamo chiamare crescita?” la voce di Nike le arrivò lontana. Oramai stava diventando una cosa normale parlare con lei, ed Hilary trovava emozionante e lieto parlarle, come se quella presenza riuscisse a comprenderla e capirla. “Direi di sì” disse la ragazza uscendo dalla stanza della BBA e dirigendosi verso la hall. Aveva deciso di visitare la città con l’intento di trovare Nike, doveva trovarla prima dello scadere del tempo, non sapeva che cosa glielo dicesse, ma sentiva che doveva affrettarsi.

 

- Cos’è hai tanta voglia di farmi fuori che non puoi aspettare domani? – chiese Julia cercando di prendere tempo. Non sapeva più come fare. Se si fosse messa a correre non avrebbe avuto scampo, non era certa che i poteri di Astra si limitassero a creare copie o ingannare i sorteggi e se avesse usato qualcosa di strano non avrebbe avuto scampo. Chiamare Hilary non sarebbe servito perché non sarebbe mai arrivata in tempo…Non poteva affidarsi a nessuno. “Maledizione”

- Perché dovrei attendere domani quando ti ho qui su un piatto d’argento? – disse il Demone avanzando verso la ragazza.

La spagnola avvertì la Paura prendere il possesso dei suoi arti, ma tentò di reagire. – Beh se mi fai fuori ora tutti penseranno che i Neoborg sono innocenti visto che non sanno che sono qui…E poi tutti i ragazzi sono in albergo, ci siamo solo tu ed io fuori, quindi la colpa sarà tua – rispose decisa lei convinta di averla messa al muro. Ma i suoi occhi non apparivano sconfitti, brillavano di pazzia mascherata d’innocenza e purezza.

- Oh ma non se io provo che tu ti sei vista con Yuri…A pensarci bene non sarebbe una cattiva idea farti fuori e far ricadere la colpa sul caro russo – rise lei.

Julia si sentì atterrita. Non poteva far cadere la colpa su Yuri…Doveva fare qualcosa.

Afferrò Thunder Pegasus dalla sua tasca posizionandolo nel caricatore e puntandolo contro Astra. – Se mi vuoi dovrai uccidermi lottando! – ringhiò

L’altra osservò stupita il bey prima di stringersi nelle spalle. – Che noia…Preparati –

 

Hilary si bloccò di colpo sentendo l’aria mancarle e gli occhi le divennero vitrei privi di pupilla. “Nike che succede? Non capisco” disse spaventata tenendosi le braccia attorno al collo. “Hilary corri…Fermali! Vogliono colpire uno Guardiano…Non fare che avvenga come per la Tetrade” disse Nike allarmata riferendosi ai quattro BEGA.

Hilary si portò le mani alle tempie premendole con i medi e rilassando i nervi, mentre un’energia scaturiva dal petto fino ad espandersi per tutto il corpo. Potere, energia, forza, potenza…Magia. I suoi occhi si chiusero ed il buio fu irradiato dall’immagine di un Caffè che aveva visto la sera precedente in pullman proseguendo pochi metri dopo il locale fino a spegnersi.

Hilary alzò le palpebre verso la strada e col cuore che batteva all’impazzata prese a correre.

 

- Credi forse che una stupida trottola possa fermarmi? Sono molto più forte di te -

- Certo, combatti con il potenziamento della Voce – le rispose decisa Julia

Il Demone si strinse nelle spalle – Ma quante cose interessanti che sai Julia, davvero ammirevole…Sarà meglio non avere tanta pubblicità – il mora sorrise sinistramente, mentre il respiro di Julia si stava facendo sempre più rarefatto.

- Che cos’è la Voce? – le chiese sperando di indurla a parlare.

– Non vedo perché dovrei dirtelo –

 

“Corri Hilary ti prego!” sentiva la voce di Nike farsi sempre più distante, ma lei non accennava a fermarsi. “Ci sono quasi”

 

- Per togliermi una curiosità prima di cadere nel sonno – le rispose Julia

Astra la guardò come se trovasse divertente la situazione – E chi ti dice che tu cadrai nel Sonno? Voi Guardiani non ci siete indispensabili, abbiamo bisogno della vostra energia certo, ma ne abbiamo così tanti che se ne muore uno non cambia molto – rise Astra preparando Illusion nel caricatore e pronta a lanciare.

- Tre – i secondi scandivano lentamente il tempo così come il cuore di Julia

- Due – gli occhi di Astra non tradivano alcuna pietà, ardeva di pazzia, follia e morte.

- Uno – Julia deglutì chiudendo gli occhi e ricercando gli occhi di Yuri nella sua mente.

 

- Ci sono quasi… - urtò un uomo che portava un carretto ma non si fermò, svoltò l’angolo del Caffè Maure avvertendo una forte sensazione di pericolo. Sentì l’energia ed il calore fluire dalle sue mani.

 

- Pronti…- Astra tenne le dita sul filo del caricatore ed iniziò a tirare.

“Ferma Astra!”

“Ares! Che diavolo vuoi!” gli disse Astra seccata per quell’interruzione.

“Hilary sta venendo da quella parte, devi andartene!” disse il biondo allarmato

Astra sgranò gli occhi sorpresa e sconcertata e questo sotto lo sguardo attonito di Julia.

“Ma che…” balbettò mentre spostava gli occhi alle spalle della sua avversaria.

“Vattene di lì!”

Astra trafisse Julia che avvertì come una sorta di irritazione in quegli occhi. – Sei stata fortunata – e svanì lasciando dietro di sé solo polvere e confusione nella testa di Julia.

- Julia! – la spagnola di girò di scatto incrociando gli occhi di Hilary che affannata si precipitò da lei. La brunetta ansimava ed il suo volto era imperlato di sudore; Julia la guardò un momento smarrita – Tutto bene Hila? Perché correvi? – come diavolo aveva fatto a capitare da quelle parti? Dovevano incontrarsi solo fra mezz’ora, e poi perché correva? Era stato grazie a lei che Astra era svanita?

Hilary guardò l’amica rendendosi conto di aver perso il collegamento con Nike, e la sensazione di pericolo era svanita di colpo. Forse il nemico non si era neanche avvicinato a Julia…”L’importante è che stia bene” pensò Hilary sorridendole – Non dovevamo vederci? –

 

Il resto della giornata trascorse con la stessa velocità di una giostra. Ogni personaggio rimaneva ancorato sul proprio cavallo sotto l’influsso del motore, continuava il suo corso sotto un caldo sole, unico testimone onnipresente di quell’imminente mossa che spettava alla Regina Nera. Nessun pedone poteva più intralciare i sommi disegni della fazione Nera che letale si avvicinava alla Regina Bianca, protetta solo da se stessa. I pezzi bianchi erano troppo lontani per aiutarla, o almeno così si credeva…Perché non bisogna necessariamente essere vicini fisicamente per essere vicini con la mente e col cuore.  

 

E le stelle regnavano, osservavano il lento e vivo scorrere del Tempo emozionandosi o intristendosi per ciò che vedevano, danzando attorno ad una Luna dalle molteplici facce…Bastava vederla con il proprio animo per scorgerne una diversa sfumatura.

 

Dranzer saettava confuso e letale attraverso le file degli alberi, lasciando solchi leggeri e precisi sulla terra corrosa dal Sole, che ora ricercava un po’ di respiro nell’aria notturna.

Kai osservava apparentemente concentrato il suo bey tentando di riversare nel fidato compagno solo il suo spirito di blaider e la sua determinazione, ma non ci riusciva, non trovava la concentrazione necessaria, troppi pensieri affollavano la sua mente, e non riusciva a frapporre fra questi ed il suo bey una barriera, così che Dranzer si muoveva in modo del tutto privo di logica…Come il cuore del suo blaider.

- Fortuna che ci siamo solo noi due Kai…Dranzer è confuso oggi – obiettò Rei appoggiato ad un albero vicino. Kai riprese la trottola senza dire nulla, osservando il bit della sua aquila che risplendeva come una stella nella notte. Strinse la presa. Perché non riusciva a condurre Dranzer? Perché non riusciva a distaccare la mente da tutti quei malsani pensieri che assediavano la sua mente? O meglio, perché non voleva estirparli nonostante si continuasse a ripetere il contrario?

Dranzer era confuso…E lui? Lui si sentiva come qualcuno che ha sempre avuto tutto quello che potesse desiderare, ma che per orgoglio, freddezza, o semplicemente carattere, non ha mai voluto vederlo. Perché non voleva smuoversi dalla sua coltre di ghiaccio e perché era sempre stato certo che il suo unico amore fosse il Beyblade…Perché non aveva mai voluto mescolare la sua esistenza con quella del mondo circostante.

Ma le cose stavano cambiando, erano già cambiate…Doveva solo rendersene conto.

- Se hai di meglio da fare, perché non te ne vai? –

Rei sorrise con l’intenzione di fargli capire che lui stava benissimo. – Non ho impegni, e poi questa sera la riunione è saltata visto che non solo Yuri, ma anche Crystal è svanita –

Crystal…Ecco un altro punto di ulteriore confusione. Doveva ancora parlare con lei…Doveva farlo, sentiva di voler troppo bene a quella ragazza per poterla ingannare. Non l’aveva baciata perché lo volesse, ma perché  aveva voluto dimostrare a se stesso qualcosa di inesistente.

Si volse verso il cinese cercando di mantenere la sua solita espressione fredda e neutra, ma Rei aveva come un sesto senso, come i felini avvertiva il pericolo e si preparava a riceverlo.

- Non hai niente di meglio da fare? -

- A parte vedere Takao che fissa il cielo, Max che sta attaccato al telefono, Mao che si bacia con Ares e Hilary braccata da Axel no…Non ho niente di meglio da fare – Rei sorrise, sentendo di aver già visto questa scena, solo che all’inverso. Essere amici significa esserci non solo quando siamo noi ad aver bisogno, ma anche quando sono gli altri a volere o a far finta di non volere un aiuto…E questa volta toccava a Kai.

Kai s’irrigidì appena al solo sentire il nome di Hilary ripensando a come l’aveva trattata nei giorni passati. Lei continuava a tenersi dalla parte di quel mostro, nonostante però non gli riservasse né colpe né sguardi d’odio.

- Brutto che le persone a cui teniamo siano accerchiate dal Male senza che noi possiamo fare nulla – disse ad un tratto Rei.

Kai lo osservò con attenzione, mentre anche la Luna mostrava il suo interessamento accarezzando le carni dei due giovani e l’aria non osava muoversi. – Quando vedo Mao assieme ad Ares mi sembra di sentirmi…Non so come dirlo, quasi…- rimase a far levitare la frase per alcuni secondi, come se trovasse le parole.

- Incompleto, senza uno scopo preciso, senza la voglia di far nulla se non annientare – concluse per lui Kai certo di aver pensato quelle parole, ma non di averle dette. Il russo si rimase qualche istante a sentire il suono della propria voce che gravava su di lui, senza però sentire un peso eccessivo, semmai solo una morsa dettata dall’orgoglio.

Rei gli si avvicinò sorridente – Esatto –

 

- Fammi capire, tu non sia dove ti trovi? – chiese Hilary appoggiandosi ad un tronco d’albero della pineta vicino alla spiaggia. Dopo quello che era successo la mattina, aveva passato la giornata a cercare Nike, perlustrato l’Hotel senza risultato, avvertendo la sua presenza lontana, ma comunque presente. “Esatto, se tu fossi al buio come faresti a capire se ti trovi in una stanza o in un baule?” le rispose Nike tranquilla

- Sì, ma di questo passo potresti essere pure nel cappellino di Takao! – sbottò la ragazza sconsolata. Di questo passo non avrebbe mai trovato Nike, era una ricerca impossibile, non aveva niente a cui aggrapparsi…E nessuno.

“Beh no, negli indumenti direi di no. Noi Essenze in genere privilegiamo gli oggetti metallici, i tessuti sono troppo sottili per poter contenere un potere della nostra portata” spiegò calma la voce. Hilary si rilassò qualche minuto avvertendo un lieve vento accarezzarle i capelli e la schiena lasciata scoperta dalla maglia viola che indossava.

- Come i beyblade…Potresti essere in uno dei beyblade che partecipano al torneo e che quindi ci segue da Helsinki?

“Non in un beyblade già occupato…Se ci sono due Essenze all’interno dello stesso beyblade, questo avrà una potenza doppiamente maggiore”

- Come se si combattesse due contro uno giusto? – chiese Hilary riprendendo il cammino verso l’Hotel.

 

“Maledetto cinese” Dranzer saettava aggressivo sul terreno, lasciando solchi profondi e affilati, come le stilettate che Kai riceveva dal suo orgoglio ferito e disarmato. La trottola blu scuro si diresse verso il punto in cui fino a pochi minuti prima sostava Rei e prese a girare ancor più rapidamente sollevando una nuvola di polvere, come a voler cancellare il duro colpo subito. Lo aveva ammesso, si era dato la conferma a quell’interrogativo che tanto lo dilaniava. Ora tutto seguiva un filo logico: aveva baciato Crystal per dimostrare inutilmente a se stesso di poter fare a meno di Hilary e ciò che lo aveva convinto a partire per Rabat erano state delle parole fresche e vere, pronunciate in un passato che aveva reputato non importante…Errando.

- Dranzer! – urlò con rabbia ed il suo bey saettò rapido verso il bosco.

La sua testa era piena di pensieri, immagini, suoni e sensazioni, ma tutte facevano capo solo ad una persona. Non si capacitava della possibilità. Hilary era sempre stata una sua amica, ma nulla di speciale; gentile, sincera, estroversa…Insomma tutto ciò che lui non era.

Lo aveva sempre sostenuto, in ogni incontro e decisione, anzi in alcuni casi era stata proprio lei a condurlo verso una determinata conclusione. Lo aveva salvato dall’eliminazione quando vennero ritrovati i New Europa, e non aveva mai fatto parola con nessuno circa la sua schiena…Ed era per lei se in lui l’odio per Axel aumentava e bruciava sempre di più.

Che fosse…Geloso? No, questo mai. Poteva credere di avere a cuore Hilary, ma mai e poi mai di esserne innamorato…Perché lui non amava, il Beyblade era la sua unica passione.

- Dranzer! -

 

“A che pensi Hilary?” le chiese Nike quasi in un sibilo. Doveva essere parecchio lontana.

La ragazza sorrise lasciando correre lo sguardo al manto della Notte con tutti quei diamanti luccicanti che sembravano sorriderle.

- Ma non senti i miei pensieri? -

“Sì e sento una grande emozione provenire da te”

Hilary si fermò lasciando che il vento le accarezzasse la pelle leggermente arrossata per il sole e rinfrescasse il viso accaldato. – Stavo pensando che…Vorrei che Kai non fosse tornato in Russia – Non poteva credere che lui fosse realmente tornato a casa e che non lo avrebbe più rivisto…Non poteva pensare che se ne fosse andato per sempre.

Sentiva, anzi era certa che lui fosse innocente. Kai non era un blaider scorretto, amava il bey come forse non avrebbe mai amato nessuno. Lei stessa aveva preferito lasciargli amare la sua unica passione ed aveva fatto di tutto per difenderlo la prima volta ed evitare che i Neoborg venissero eliminati. Ora Kai doveva soffrire molto, non solo aveva perso la sua vecchia squadra, ma anche il campionato.

“E’ stato trattato ingiustamente” riportò Nike

Hilary annuì. Lo pensava anche lei. Non credeva che tutti quegli incidenti fossero ad opera di Kai e la sua squadra. C’era qualcuno che muoveva le fila di tutta quella storia, un esterno, un nemico senza volto, magari una persona che non avevano mai visto…O magari sì.

 

Aprì la porta silenziosamente venendo assalita da un’oscurità perenne. Neanche la luce della Luna osava entrare nella stanza come se temesse quel luogo. “O come se odiasse me” sorrise fra sé Crystal avvicinandosi alla finestra e scostando le tende. Non vedeva molte stelle nel cielo, e quelle che vedeva erano piccole e spente, prive di quella bella luce che amava osservare di notte.

Rimase del tempo a scrutare il cielo, riflettendo, e dando nuovo sfogo alla sua coscienza che evidentemente non ne voleva sapere di lasciarla in pace. Aveva passato la giornata a camminare sola per Rabat, riordinando i suoi pensieri, ed attendendo invano l’arrivo di Kai. Ma non sapeva se sarebbe stato un bene per lei vederlo. Perché temeva che per Kai quel bacio non avesse rappresentato nulla.

- Hai già dato il nostro nuovo indirizzo ai tuoi amici Demoni Crystal? -

La rossa si scansò rapidamente osservando la figura atletica e virile di Boris fare capolino da dietro la colonna. Incrociò le braccia al petto irritata – Cos’è ora mi segui anche Boris? Mi sembrava di averti detto di lasciarmi in pace e farti i fatti tuoi – perché doveva sempre sorprenderla in un momento di debolezza e vulnerabilità?

Il ragazzo si strinse nelle spalle avvicinandosi sotto l’abbraccio argentato della luna a lei. Sembravano alleati. Si portò a pochi centimetri dalla russa che non accennava ad abbassare le armi. Gli faceva rabbia che Crystal continuasse su quella strada. Sapeva che non era una cattiva persona, ma non accettava che dovesse soffrire e sbagliare per uno che non la voleva. Non gli importava dei Demoni, egoisticamente riteneva il loro problema meno grave, reputava più importante riportare Crystal quella di prima…E non solo perché ne era innamorato.

- Dove vado o che faccio sono affari miei -

Con uno scatto il ragazzo la afferrò per le braccia sbattendola contro il muro. – No Crystal, sono anche affari nostri visto che molte delle cose che ci hanno portato qui sono state causate da te –

Crystal avvertì come una sorta di calore, in quei punti dove la pelle di Boris si era trovata a contatto con la sua, come se la Luna toccando lui, sfiorasse finalmente anche lei.

- Lasciami andare – lo disse per orgoglio, ma non perché lo voleva davvero. Boris era l’unico con cui riusciva davvero ad essere la vera Crystal, una ragazza fredda ma umana, distaccata ma con le sue paure, imperscrutabile ma con sensazioni vive ed evidenti.

- Non lo capisci Crystal che quelli ci vogliono fare fuori? –

- E tu lo capisci che non mi interessa? –

- Già perché in fin dei conti la sola cosa che ti preme è Kai non è così? Non ti importa nulla se siamo in questa situazione e se molti ragazzi sono in un letto immobili..-

Le sue parole vennero interrotte dallo schiaffo che la rossa gli sferrò in pieno volto. – Basta stai zitto! – gridò con rabbia avvertendo la mano pulsarle dal dolore come se lo schiaffo l’avesse preso lei…Rimorso.

- Cos’è la voce della verità fa male? Svegliati Crystal! Credi davvero che Kai provi qualcosa per te, e sei certa che quel qualcosa valga tutto questo? – ne era sicuro, Kai non amava Crystal, la reputava una sorella ma niente di più. Bastava vederlo per rendersi conto che le sue azioni gravitavano intorno ai suoi amici e nient’altro. I BBA ecco chi albergava nel cuore di Kai Hiwatari. Se ci fosse anche una ragazza non lo sapeva, ma non era Crystal.

- Se proprio lo vuoi sapere Kai mi ha baciata – ribattè lei acida.

Boris sgranò appena gli occhi, ma si riprese. – Davvero? E come mai non è qui con te? Crystal guarda che Kai di errori ne ha fatti parecchi e questo non è diverso –

La ragazza chinò il capo come se non riuscisse più a reggere la pressione di quegli occhi verdi, così puri e lucenti che sembravano essere come uno specchio per lei. Le mostravano la verità in tutti i suoi colori, in tutte le sue diverse sfumature, facendola affacciare davanti alla realtà, conducendola alla fine dell’intricato labirinto dell’Illusione.

Ad un tratto avvertì la presa salda di Boris sul suo mento ed i suoi occhi smeraldini tornarono ad incatenare i suoi. – Ricordati una cosa Crystal; l’ho imparata durante la “prigionia” di Vorkof, e forse è l’unica cosa per cui devo ringraziarlo: tra le tante cose che un uomo può perdere ce ne sono alcune primarie, che se vengono estirpate ti rovinano la vita, ti fanno sentire privo di certezze, spaesato e confuso, e tra queste c’è la dignità. Perdere uno di questi valori ti conduce all’Oblio e alla Pazzia. Noi avevamo perso la libertà e ce la siamo ripresa…Ma tu ora ne hai persa un’altra – e si allontanò da lei.

La Luna venne coperta dalle nuvole lasciandola priva di luce, e la Sua Luna si allontanò privandola di calore e uno specchio in cui vedersi per quello che era…

 

La Luna si mostrava armoniosamente sullo specchio d’acqua immobile che rifletteva le luci delle imbarcazioni e delle stelle, in un eterno e vivo specchio mobile. Julia lanciò per l’ennesima volta Thunder Pegaus facendolo saettare con eleganza per la sabbia e guidandolo in intricati disegni e schemi d’attacco. Stava ripassando ancora la sequenza di movimenti che aveva messo in atto con l’aiuto di Raul per l’incontro di domani, che dopo l’avventura della mattina era certa sarebbe avvenuto. Ancora non capiva come diavolo avesse fatto Astra a capire che Hilary si stava avvicinando, ma ciò dimostrava ancora che avevano dei poteri oltre la sua immaginazione.

Perse un istante la concentrazione fermandosi su quei pensieri ed il suo bey si incagliò nella sabbia. La ragazza si chinò a raccoglierlo per rilanciare – Lancio! –

La trottola viola volò per alcuni metri per poi planare sulla sabbia e riprendere il suo percorso. Doveva riuscire ad evitare i contatti troppo diretti, meglio puntare sulla velocità…Anche se così avrebbe ridotto le sue probabilità di entrare in contatto con la Voce.

Thunder Pegasus vorticò sollevando una nuvola di sabbia dentro la quale svanì per poi riemergere incendiando la sabbia sollevata in uno spettacolo di luci e fiamme. Dopo qualche istante però si fermò. Julia scosse il capo sconsolata. “Così non va, devo essere più veloce”

- Forza un’altra volta – ansimò passandosi un braccio sulla fronte imperlata di sudore.

- Non te ne serviranno neanche cento se non ti riposi –

Il cuore di Julia mancò un colpo e una ben nota morsa le attanagliò lo stomaco. – Yuri –

Il russo sopraggiunse alle sue spalle mantenendo la sua tipica espressione impassibile e fredda. La Luna pareva amare quel delicato profilo, accarezzava dolcemente quella pelle così simile a lei come se le appartenesse e gli occhi di ghiaccio brillavano almeno quanto tutte le stesse del manto stellato.

- Non ho bisogno di riposarmi, devo allenarmi -

- Sempre convinta che domani toccherà a te? –

- Sì –

Yuri si morse il labbro interno istintivamente odiando quell’affermazione come se fosse stata la firma di una condanna a morte.

La osservò mentre riponeva Thunder Pegasus nel caricatore e concentrata si apprestava a lanciare. Leggeva determinazione e forza, ma erano evidenti anche timore ed insicurezza.

Si sentì impotente davanti a tutto questo; non poteva fare nulla per evitarle quello scontro…Ma forse poteva contribuire con tutto se stesso a far svanire quell’ombra scura dal suo viso…Non voleva vederla triste.

- Alza più il braccio sinistro e fai un giro in più col corpo quando lanci – le disse prontamente lui fermandola. La ragazza si voltò verso di lui stranita come se non avesse creduto alle proprie orecchie. Yuri Ivanov la stava aiutando?

I loro occhi si scontrarono con dolcezza, lei scrutando le profondità del ghiaccio, lui annegando in quel mare di smeraldo e oro fuso.

- Fai un giro di più, così incrementerai maggiormente la velocità, ma non sporti troppo fuori asse o l’inclinazione del lanciò verrà sbagliata –

Lei annuì modificando la postura e rilanciando. Thunder Pegasus vortico rapido sul pelo dell’acqua per poi tornare sulla sabbia rapido e scattante.

Lei ripetè le varie mosse dei suoi schemi sotto lo sguardo attento e vigile di Yuri che la correggeva di tanto in tanto, senza mai smettere di tenere le braccia incrociate al petto; manette che servivano a tenerlo vicino e lontano da lei.

- Ancora una volta Thunder Pegasus…Forza D’energia! -

All’improvviso un beyblade si affiancò al suo parando l’attacco seppur con difficoltà. Julia ricercò gli occhi di Yuri che brillavano come il metallo lucido di Wolborg che roteava instancabilmente accanto al bey viola.

- Quell’attacco provalo su di me -

La spagnola sorrise posizionandosi di fronte al russo che potè vederla sorridere senza più ombre di timore. – Grazie, ma non ti lascerò mai vincere! –

Il ragazzo sorrise appena, certo che l’oscurità lo celasse – Se ti aspetti dei favoritismi perché sei un’alleata ti sbagli…E poi avevamo uno scontro in sospeso –

- Già avremmo dovuto scontrarci ad Helsinki al campionato – rispose lei

- Preparati…Tempesta di Ghiaccio! –

“Ti allenerò, se questo di può aiutare ti allenerò. Anche per tutta la notte”

E la Luna assistette felice davanti a questo scontro in cui Paura e Amore lottarono sfoderando le loro armi migliori e dando spettacolo delle loro capacità sotto le Stelle.

 

“Meglio tornare in albergo…Non voglio che Axel si preoccupi” pensò Hilary fermandosi e voltandosi nuovamente attraversando il bosco che costeggiava la zona della Necropoli.

Si sentì strana a pensare solo in quel momento ad Axel, e questo le fece male. Si stava  comportando in maniera scorretta con quel ragazzo e con se stessa. Voleva bene ad Axel, lui c’era sempre stato davanti ad ogni suo dubbio, l’aveva capita ed ascoltata…Ma riusciva a pensare a lui con la testa, non col cuore. Vedeva ancora Kai davanti a lei, ricercava ancora i suoi occhi nel buio, avvertiva ancora una meravigliosa morsa all’altezza del cuore quando veniva nominato il nome del dranzerblaider…Cose che non accadevano per Axel. Ciò significava che stava ingannando Axel e non voleva.

Forse aveva davvero creduto di riuscire a dimenticare Kai e si era buttata a capo chino fra le braccia di chi le aveva voluto bene…Ma era sbagliato; avrebbe dimenticato Kai, ma non ora e non con Axel. Il canadese era suo amico, una persona speciale, unica, gentile e meravigliosa…Ma non era Kai.

 

- Maledizione…Dranzer! – lo spronò ancora, aggredendo con rabbia l’aria e la terra, sfogando i suoi dubbi solo alla Luna, unica spettatrice di quel momento di collera.

“Siamo tuoi amici e questo lo sai”

“A te le parole amicizia e fiducia sono totalmente estranee?

“Dopotutto la squadra di Axel è veramente forte e chi lo sa magari potrebbero essere persino loro i prossimi campioni del mondo. Geloso che siano in gamba quanto e forse più di te?”

Le sue parole gli tormentavano la mente e impedendogli di concentrare tutta la sua energia sul Dranzer.

Parole, solo e soltanto parole…Suoni che si intrecciavano dandogli la sensazione che non esistesse altro rumore più importante e che uniti a due iridi color cioccolato sapevano attirarlo e fargli vivere emozioni a lui ignote.

Ma non poteva esserne innamorato.

Lei probabilmente in questo preciso istante poteva trovarsi fra le braccia di quel verme mentre lui si tormentava come mai aveva fatto.

Ad un tratto perse la concentrazione sul bey che prese a schizzare come una furia verso il centro della radura. Kai si riprese immediatamente ma il bey era fuori controllo e dopo qualche istante svanì dalla sua vista immergendosi nella boscaglia.

Il ragazzo prese a correre verso il suo bey seguendo il rumore che produceva ed il solchi sul terreno. “Ci mancava giusto questa” pensò irritato senza smettere di correre accompagnato dall’immagine di Hilary e dai raggi della Luna.

 

- Nike, quali sono gli altri poteri di cui dispongo? – chiese ad un tratto lei

“Li devi scoprire tu, comunque in genere i Custodi possiedono il Sacro Potere dei Portali, sanno impiegare l’energia bianca, che tra l’altro hai già sperimentato e poi possono gettare sguardi sul Tempo Passato. Ma non tutti i Custodi sono inclini alla Magia allo stesso modo” puntualizzò Nike

- Occhio sul passato? E poi scusa, ma io non so come ho fatto a curare quella pianta -

“E Kai”

Hilary battè le palpebre confusa a quella risposta. – Vuoi dire che ad Helsinki ho curato io Kai? E che l’immagine dell’Aquila Rosse piangente è stata dettata dai miei poteri? – chiese lei sorpresa ed emozionata allo stesso tempo. Ricordava ancora la felicità intravista negli occhi di Kai quando nell’aprire la cartellina con le sue analisi aveva letto di non avere più nulla, ed era meraviglioso sapere di essere stata lei a regalargli quell’attimo di felicità.

“Sì”

- Ciò significa che noi due dobbiamo esserci incontrate prima giusto? -

“Esatto”

Hilary ad un tratto si arrestò, avvertendo un sibilo provenire dalla foresta. Non era un animale notturno…I gufi non fanno quel verso.

“Ma che diavolo…” il rumore si faceva sempre più vicino fino a che Hilary non vide in un lampo di secondi qualcosa schizzare contro di lei. Accadde tutto in una manciata di secondi, con una velocità tale che la ragazza non si rese conto immediatamente si cosa avesse fatto.

- Barriera Sacra! – gridò mettendo le braccia incrociate davanti al petto e lasciandosi avvolgere come da una bolla di sapone che però resistette bene all’impatto con quel…Bey

“Dranzer…”

 

Corse fino al centro della radura fermandosi per ascoltare meglio. Non poteva averlo perso.

Dopo alcuni minuti un urlo squarciò l’aria e Kai prese a correre verso quella direzione con il cuore in gola ed una sensazione strana che andava crescendo.

 

“Che ci fa Dranzer qui? Non mi avrà mica voluto attaccare”

La bolla svanì ed il Bey blu cadde a terra ai piedi della ragazza che si chinò a raccoglierlo, osservando incredula la perfetta forma del disco d’attacco e inspirando a pieni polmoni l’odore di quella trottola, che sapeva di fresco e cocco, che sapeva di Kai.

Non riusciva a credere ai suoi occhi…Kai era lì a Rabat.

 

Quando lei sollevò il capo, metà di lui sperò di essersi sbagliato, ma quando incrociò quelle due splendidi iridi color cioccolato si sentì…Felice. Una semplice parola per una complicata emozione, che raramente si riesce a raggiungere. Un piccolo sprazzo di felicità che per lui valeva più di molte vittorie, uno sguardo che significava più di un titolo mondiale…Era a questo che pensava quando incrociò lo sguardo della sedicenne ancora china sul suo Dranzer.

- Kai – nominò il suo nome con incredulità e fu qualcosa di incredibile. La osservò attentamente mantenendo la sua maschera, ma crogiolandosi nell’attesa di sentirla nuovamente parlare. – Ero certa che non te ne saresti tornato in Russia – gli disse lei.

Lui lei si avvicinò tenendo le braccia incrociate davanti al petto e squadrandola quasi volesse verificare se stesse bene. – E ora mi spiego anche i strani comportamenti di Julia e Rei. Stanno recitando molto bene – continuò lei posando lo sguardo sul viso del ragazzo davanti a lei. Era qualcosa di inspiegabile ciò che provava ogni volta che incontrava i suoi occhi, come se tutto attorno a lei prendesse a vorticare ed ogni preoccupazione venisse accantonata, come sconfitta dinanzi a quel creatura apparentemente senz’anima e cuore.

I suoi occhi lo accarezzarono, sorvolando il viso chiaro con i tatuaggi blu, le labbra sottili e tese in linea retta e gli occhi così lucenti e profondi che potevano essere paragonati alle stelle di quella notte. Tutto il lui l’attirava, tutto il lui era come dolore e sofferenza. E’ un concetto contraddittorio, ma per Hilary lui non era il Bene, ma la Completezza, ciò che era il suo di Bene. Sentiva che sarebbe potuta restare lì per sempre e per qualche istante tutto ciò che aveva allontanato Kai da loro le sembrò inutile e superfluo.

- Loro stanno facendo quello che sentono, a differenza vostra che permettete agli Obscuras di controllarvi come marionette –

- Ancora con questa storia! Ascoltami Kai, mi dispiace per tutto quello che avete dovuto passare. Sono d’accordo con te e ci credo al fatto che siate stati accusati ingiustamente, ma non ha senso continuare ad accusare gli Obscuras. Un nemico c’è, ed è qualcuno con poteri fuori dal comune, qualcuno che vi ha teso una trappola ed ha fatto addormentare tutti i blaider, ma questi non sono gli Obscuras. Anche loro sono stati attaccati e sono in pericolo tanto quanto noi. Probabilmente a questa tappa toccherà a qualcun altro, ai PPB, ai cinesi o proprio a noi BBA! – Non aveva minimamente accennato a Nike, ma in sostanza gli aveva detto ciò che pensava.

Kai scosse il capo mentre ancora Dranzer rimaneva fra le mani di Hilary – Sei talmente annebbiata da Axel che non vedi la verità. Hai ragione toccherà a qualcuno e se non accetti la realtà dei fatti ti pentirai presto di non esserti resa conto prima della verità –

- Mi stai minacciando forse? -

A quel punto lui prese il bey dalla mano della ragazza, intrappolando per qualche secondo il suo polso nella mano – No, se vi ho seguiti non è certo per questo –

Fece una leggera pressione sulla pelle morbida della brunetta per poi lasciarla di colpo e voltarsi, nonostante combattesse contro una voce che gli diceva di riprenderla.

- Allora perché? – ad un tratto quella domanda squarciò la leggera patina di silenzio che si era instaurata fra loro e la Luna che ancora attenta seguiva le loro voci come ammaliata.

- Perché mi sono ricordato di una frase che mi venne detta qualche anno fa in un momento in cui ero stato sul punto di mollare tutto – si volse verso di lei incrociando i suoi occhi che lo osservavano confusi.

- Che senso ha far parte di una squadra, se uno scappa quando gli altri hanno bisogno di lui? Sono parole tue – disse Kai prima di riprendere il cammino e svanire sotto gli amorevoli raggi della Luna, lasciando Hilary ad osservare un cielo senza Luna perché oscurata dalle nuvole e delle stelle che splendevano come lacrime o come luci della ragione in fondo all’anima.

 

Eccoci qui! Beh lo prometto questo capitolo è l’ultimo da profonda introspezione…Era indispensabile per i prossimi due capitoli. Arrivati a questo punto credo sia impossibile che Kai non risulti OOC. Sto facendo del mio meglio e spero di esserci riuscita! Che dirvi se non che spero con tutto il cuore che vi sia piaciuto e che spero lascerete un segno del vostro passaggio? Ah Buone Vacanze!!

E ora passiamo all’Angolo dei Grazie^^

 

Chelsea_: Carissima! Scusa per il ritardo! Sono felice di sapere che il trucco di Julia e Rei ti sia piaciuto e spero davvero che anche questo capitolo abbia appagato le tue aspettative! Aspetto la tua anche su questo! Baciuzzi Avly

 

_marghe 96 xD_:eccola qui la mia piccola grande recensitrice! Fortuna che non ho fatto una gaffe^//^ Ebbene sì, Yuri fa passi da gigante e speriamo che il Tempo sia dalla sua! Sui nostri meravigliosi Kai e Hilary. Beh non mi linciare se ancora non siamo arrivati alla svolta! Spero davvero che questo capitolo ti sia piaciuto e che riceverò anche su questo la tua opinione! Baciuzzi Avly

 

Inuyasha_Fede: grazie mille per aver commentato…E mi sa che questa volta il capitolo non sarà ai tuoi canoni^^ Mi spiace, ma come ho detto prima mi è stato indispensabile! Spero comunque che ti sia gradito e mi piacerebbe molto ricevere un tuo sincero parere! Baciuzzi Avly

 

Lexy90: e squilliamo le trombe per il risveglio dei blaider. Il caro Takao ce lo riprenderemo? Speriamo di sì! Carissima spero con tutto il cuore che ti sia piaciuto anche questo capitolo. Confesso che faticava ad uscire bene, tanto che ci sono alcuni punti di questo che non mi piacciono particolarmente, ma meglio di così non sono riuscita a fare! Spero di ricevere la tua anche su questo! Grazie per esserci sempre! Baciuzzi Avly

 

Kamy: Si! Muah Rei mi diventa perfido! Scherzi a parte, il piano diciamo che nasce dal cuore innamorato del bravo ragazzo, che vuole solo che Mao si accorga di lui…E Julia lo sa sfruttare anche per la missione anti Demoni^^ Potrei indire un test per sapere qual è il Demone più odiato e lì saranno dolori. Grazie per tutto carissima, sono felice di sapere che i capitoli ti piacciono e spero che anche questo sia lo stesso e ti aspetto!! Baciuzzi Avly

 

Padme86: grazie infinite Pad per le tue belle parole, riempiono il cuore di gioia e spero di non averti delusa con questo capitolo. Takao rinsavisce, la reazione passata è stata causata dalla paura di perdere Samantha, inoltre il moretto memore della reazione avuta da Kai allo stadio ha davvero perso il lume. Ho cercato di dare fondo alla personalità di Takao che non è un semplice ragazzo estroverso, ma anche una persona dal cuore buono, che cerca il bene nelle persone e che vive per i propri amici…Peccato solo che non abbia capito che Samantha è una vipera…

Sono felicissima di essere riuscita a rendere i pensieri di Kai bene, confesso che temevo di non riuscirci. E questa volta? Incrocio le dita! Ora Hilary sa di essere la Custode e crede che esista un pericolo ed un nemico, a cui però da un viso diverso a quello che dà invece Kai…

Ti ringrazio davvero per tutto Pad, spero con tutta me stessa di non averti delusa!

PS: causa ritardi non ho ancora finito di leggere Phoenix Company, ma spero di riuscire a rimettermi in pari…Solo una parola “Stupenda!” Sono ancora un po’ indietro, circa al nono capitolo mi sembra, ma comunque mi piace da morire! A presto! Baciuzzi Avly

 

Linn Chan: la mia Tesor! Ci ho messo un tantino, ma come ho spiegato sopra il capitolo non veniva come volevo! A questo punto credo che i tuoi capelli siano del colore naturale…Ma solo per ora…Muah! Yuri si scioglie e col caldo di Rabat peggiora^^ Noto che parecchi hanno espresso la volontà di leggere di Axel e Samantha al rogo! Poveri piccoli^^

Ora attendiamo il giorno dell’incontro…Avrà ragione Julia oppure no? Spero tanto che il capitolo ti sia piaciuto e aspetto con ansia il tuo onesto parere (e anche il tuo aggiornamento!) Lovvo tanto! Baciuzzi Avly

 

Pilatigirls: eccole qui le mie adorate! Grazie infinite per la vostra immancabile presenza e le vostre parole! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che commenterete! Baciuzzi Avly

 

Lirinuccia: la mia meravigliosa giallista! Grazie di cuore per la tua recensione e non preoccuparti di sparare eventuali boiate^^ Sono contenta che anche tu abbia questa malattia dei colori^^ I Demoni hanno colori piuttosto intuibili e che ricordano i loro beyblade, viola Pazzia per Astra, verde acido per Ares, rosso sangue per Samantha e Nero morte per Axel!

Anche io sono per il fucsia per Mao ed il bianco per Rei mentre per Boris il viola di qualche capitolo fa…Meglio se mi fermo potrei fare un nuovo capitolo solo per questo!

La cosa che più mi dà soddisfazione oltre a sapere che la storia ti piace, è che Hilary riesci a trovarla interessante nonostante non la ami come personaggio^^ Spero tanto che questo capitolo ti piaccia, tengo moltissimo alla tua opinione ma questo già lo sai! A presto! Baciuzzi Avly

 

Lenn Chan: quando ho visto che avevi recensito ho creduto di vederci male…Grazie! Ricevere la tua opinione è tantissimo lo sai…Comunque hai ragione su Crystal, agisce il modo egoistico, ma sta pian piano capendo cosa sta perdendo ed il discorsino di Boris di questo capitolo ne è la prova! Spero che questo capitolo, in particolare la scena tra Kai ed Hilary ti sia piaciuta! A presto! Ti voglio bene ^X^ Baciuzzi Avly

 

E ringrazio tutte le meravigliose persone che hanno messo questa storia fra le seguite/preferite/da ricordare. Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate, e tranquilli non mangio nessuno…Forse.

 

Only for you my Friends

Avly

 

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Capitolo 21
*** La Battaglia del Cuore e la Luce del Rintocco ***


Capitolo 21

Riemerge dalle acque del mare e torna fra voi! Perdonatemi per il ritardo e buon rientro a tutti (o fine vacanze per chi deve ancora tornare^^) Passo direttamente alla lettura con un solo avvertimento: capitolo per Julia, come probabilmente avevate già pensato! Il momento del suo incontro e giunto, con un rosso caldo e passionale che spero la caratterizzi al meglio! Buona Lettura!

 

La Battaglia del Cuore e la Luce del Rintocco

 

L’orologio continuava a compiere il suo percorso rendendo l’attesa ancor più insopportabile. Julia alzò lo sguardo per l’ennesima volta in quel minuto sul quadrante che troneggiava sulla parete per poi sbuffare “Ancora dieci minuti”. L’attesa la rendeva  nervosa, l’agitava ancor di più che l’incontro stesso; perché doveva attendere così tanto, perché si divertivano a logorarla nel dolore dell’attesa quando di lì a poco avrebbe giocato la partita più importante della sua vita?

Sentiva le grida delle persone affluite lì per l’incontro, cercava di isolarle dalla sua mente, come a creare una barriera fra loro e lei. Concentrazione, aveva bisogno di concentrazione…Maledizione non ci riusciva!

- Si può sapere che ore sono! – sbottò in preda all’agitazione.

- Julia, me lo hai chiesto solo due minuti fa…Lo stadio si sta ancora riempiendo – rispose una voce sconsolata davanti a tanta tensione.

La spagnola chinò il viso incrociando gli occhi rassicuranti e pensierosi della persona che le stava seduta di fronte.

- Sono solo un po’ agitata – ammise stringendo la presa su Thunder Pegasus

- Solo? Su Julia in fondo con tutte le combinazioni possibili figurati se esci proprio tu –

Il volto di Julia si tinse di un’improvvisa tristezza a quelle parole. “Non esiste alcun sorteggio e oggi toccherà a me…Astra l’ha giurato” Strinse la presa sul suo bey come a poter trarre da lui forza e potenza. Non poteva cedere, aveva sofferto, Yuri aveva dedicato al suo allenamento tutta la notte e oggi sarebbe sicuramente stato lì per vedere il suo incontro…Non poteva fallire.

- Julia? C’è qualcosa che non va? – spostò l’attenzione sul viso della sua amica, che la stava invitando a sedersi vicino a lei. Julia si sedette osservando per qualche istante quegli occhi castani dalla duplice espressione: sembravano essere preoccupati per lei, ma allo stesso tempo altrove. – Forse dovrei chiederlo io a te –

Era da un po’ che loro due non parlavano da sole, e le pareva che qualcosa fosse cambiato in lei. Non era certa che Hilary fosse dalla parte dei Demoni, ma d’altro canto si parlava pur sempre della ragazza di Axel.

Nel corso delle vicende Hilary aveva assunto ruoli diversi, si era schierata con gli Obscuras, ma si era frapposta fra Axel e Kai quella sera…Non sapeva che posizione prendere con lei…Ma rimaneva la sua migliore amica, e se ieri lei non era morta lo doveva ad Hilary. “Ma come diavolo ha fatto a trovarmi?”

Hilary si strinse nelle spalle ripensando alle parole di Kai della sera prima. Julia le aveva mentito riguardo al suo fidanzamento con Rei, ma vista la posizione che entrambi avevano preso lo poteva capire…Ma voleva delle risposte.

- Ieri ho incontrato Kai –

Julia rimase in silenzio colpita da quella frase. – Ah…Non sapevo che fosse qui a Rabat – mentì.

Hilary scattò in piedi piazzandosi davanti all’amica – Lo sai benissimo! Non mentire con me…So che è tutta una finta quella tua e di Rei. Stai dalla loro parte –

Julia si alzò superandola in altezza e guardandola con aria di sfida – Sì io sto dalla parte di Kai e sì, io e Rei non stiamo insieme. Per me non è cambiato nulla…Ma tu? La mia di posizione è chiara, ma tu puoi dire lo stesso? –

  

- Perfetto signore e signori, vi do il benvenuto alla terza tappa di questo torneo di Beyblade. Un torneo che è stato connotato da parecchi episodi gravi e incidenti che hanno reso obbligatorie alcune modifiche di cui ora il presidente Daitenji vi darà un quadro riassuntivo – la voce di Dj man si disperse alta e carica per lo stadio, venendo assorbita dalle orecchie di milioni di persone che attendevano da tempo di sapere qualcosa circa i provvedimenti adottati.

- Secondo te lo diranno? Dei Neoborg intendo – chiese Mao rivolta ad Hilary che le sedeva affianco. La brunetta sorvolò con gli occhi gli spalti soffermandosi sui volti degli spettatori, quando ad un tratto li vide. Ne era certa, non sarebbero mai mancati.

Attenti, seri e concentrati, con i visi celati dagli occhiali da sole, con indosso giacche di jeans o nere, ma dai tratti unici ed inconfondibili.

Le parole di Kai, che poi erano state le sue un tempo, le risuonavano nelle orecchie, così come l’espressione degli occhi del russo le aveva occupato la mente tutta la notte…Inoltre le parole di Julia parevano essersi trasformate in aghi di ghiaccio che le trapassavano la pelle senza darle un attimo di respiro. “Ho un brutto presentimento”

- Ehi Hilary mi ascolti? – Mao le si parò davanti scuotendola appena. – Scusa Mao, mi ero distratta – si scusò la giapponese tornando a riportare l’attenzione sul presidente, che spiegò brevemente la situazione: essendo stata eliminata la squadra russa per “problemi personali” gli organizzatori avevano dovuto rivedere la formazione degli incontri per così arrivare alla formula “due squadre”; in pratica i due titolari di ogni squadra erano stati divisi in due squadre che si sarebbero affrontate in incontri singoli e i cui punti sarebbero andati alla squadra di appartenenza.

Sul maxischermo apparvero le due squadre Blu e Rossa dove da una parte erano stati messi i capitani e dall’altra il secondo titolare. Le squadre che disponevano di più di due membri avrebbero poi potuto cambiare uno dei due con le loro riserve.

Squadra Rossa:                  Squadra Blu:

Takao (BBA)                        Daichi (BBA)

Samantha (OBRS)               Astra (OBRS)

Rei (BHZ)                             Lai (BHZ)

Max (PPB)                            Rick (PPB)

Julia (F-S)                             Raul (F-S)

 

- Tengo a precisare che per evitare che un blaider debba scontrarsi con un avversario già affrontato nelle passate tornate, dal computer sono state eliminate tutte le combinazioni già osservate – precisò il presidente alla fine del suo discorso. Kai portò l’attenzione al suo fianco dove Crystal seguiva assente quanto le stava attorno e Yuri continuava a picchiettare la punta della scarpa contro il pavimento come se infastidito da tutta quell’attesa. Sorrise appena dopo che ebbe seguito la traiettoria degli occhi del suo capitano per scontrarsi col viso concentrato di Julia.

- Se esce Julia contro un Demone non avrà scampo – constatò Boris obiettivo.

Yuri lo gelò come se avesse voluto azzannarlo all’istante. – Bada a come parli –

- Lo sai benissimo anche tu Yuri! Le servirebbe un miracolo anche solo per pareggiare…Ricordati che con l’aiuto della Voce gli Obscuras è come se combattessero due contro uno – aggiunse Boris. Yuri si morse internamente il labbro stringendo fra le mani il suo fedele Wolborg come se questo servisse a dargli qualche speranza in più.

- Diamo il via all’estrazione a sorte! – esclamò Dj man facendo così vorticare le immagini dei blaider sul tabellone.

 

- Nunc…-

 

Un calore partì dalla punta delle sue dita per arrivare alla testa. Hilary si osservò le mani come se avessero preso la scossa. “Nike che succede?”

“Qualcuno usa la magia…Ora che stai sviluppando i tuoi poteri da Custode riesci a captare la presenza di un altro mago” la voce di Nike era abbastanza forte, ciò significava che non poteva essere tanto distante. Cercò di concentrarsi per cogliere la sua posizione, ma avvertì solo tante grida e voci confuse. C’era troppo rumore e sarebbe stato impossibile trovarla lì.

Ad un tratto il boato si fece ancor più forte per poi esplodere in grida di acclamazione ed esultanza.

Alzò lo sguardo sentendosi raggelare. Perché quella sensazione di vuoto e dolore?

Julia VS Astra

 

Il cuore terminò la sua corsa ed un intenso fischio giunse alle sue orecchie come l’eco del martello che sentenzia la condanna a morte. Julia cercò gli occhi di Hilary che pareva allibita per poi andare a cercare due pozze azzurre che sembravano cristalli in frantumi.

Si alzò stringendo Thunder Pegasus e buttando l’aria fuori dal corpo con difficoltà. Non avvertiva più alcun rumore, la tensione dell’attesa era svanita, ora c’erano solo lei e il suo Beyblade.

“No, c’è anche tutto l’aiuto di Yuri” pensò lei ricordando la splendida notte che aveva passato insieme al capitano della Neoborg. L’aveva allenata, si era battuto con lei e le aveva detto di contare sulle proprie forze e di non dubitare mai di se stessa. Certo le parole erano state poche, ma non aveva importanza.

Si posizionò davanti al beyblade stadium messo a punto, che per questa tornata aveva le stesse dimensioni di quelli usati per la Justice Five. Erano i campi Ultimo come li definivano i blaider, perché non essendoci possibilità di un fuori gioco si combatteva fino all’Ultimo Respiro.

Sentiva gli occhi dei suoi amici su di sé e avvertì il calore del suo bey; scottava come mai aveva fatto. – Bene. I nostri blaider sono stati designati: Julia e Astra. Un incontro al femminile per dare inizio a questa tappa africana! – esultò Dj Man sotto le grida del pubblico.

“ E speriamo che non sia l’ultima” pensò amaramente Julia bruciando Astra con lo sguardo. La ragazza canadese rimaneva impassibile davanti a tutto, come se non le facesse il minimo effetto dover combattere, ma Julia vedeva i suoi occhi ardere, bruciare della stessa pazzia che aveva intravisto il giorno prima. – Alla fine hai mantenuto la promessa – disse Julia

Astra la squadrò arrogante caricando Illusion – Io mantengo sempre le promesse

Julia si posizionò seguendo perfettamente i consigli di Yuri, portando il braccio destro ad una diversa inclinazione. Veloce, doveva essere veloce. Non poteva permettersi il lusso di lanciarsi in attacchi ravvicinati ed eccessivamente diretti poiché doveva evitare in tutti i modi che Illusion le si avvicinasse troppo; era però consapevole che se voleva parlare con la Voce doveva riuscire ad attuare un contatto con lei…Ma non ne avrebbe mai avuto il tempo. Astra sapeva controllare la Voce e di fatto era come se combattessero due contro uno.

- Tre, due, uno…Pronti Lancio! -

 

Le due trottole schizzarono rapide e letali per il beyblade stadium che offriva la rappresentazione del deserto del Sahara con dune di sabbia e oasi. C’era solo una zona rocciosa, ed era rappresentata da un cratere piuttosto scosceso e non omogeneo. Julia portò Thunder Pegasus sulla zona sabbiosa, sentendosi più a suo agio, visto che si era allenata parecchio nella spiaggia. I bey, entrambi viola, si scontravano con attacchi rapidi e brevi, prendendo quanta più rincorsa possibile per poi scagliarsi sul proprio avversario.

Julia seguiva con gli occhi tutti i movimenti di Illusion constatando che nonostante l’allenamento, il bey del Demone era più rapido del suo, che in fatti di potenza si difendeva con un solo bit, mentre Astra poteva disporre dell’energia sia di Illusion che della Voce.

“Devo fare qualcosa” pensò studiando attentamente ogni angolo del campo da gioco.

 

- Maledizione Julia è in difficoltà – disse Boris dopo che Illusion ebbe scaraventato violentemente Thunder Pegasus contro la parete di roccia. Yuri stringeva sempre di più Wolborg, ferendosi la pelle a contatto del disco d’attacco, ma senza accennare a diminuire la presa. Fremeva di rabbia, di impotenza, di collera…Julia stava perdendo e forse tutto quello che aveva fatto per lei non sarebbe bastato…

 

Julia si portò le braccia al volto per proteggersi quando a seguito dell’impatto con la parete di roccia, tanti frammenti di pietra schizzarono verso di lei. Portò Thunder Pegasus a distanza di sicurezza cercando di riorganizzare un piano.

- Lo vedi? Sarebbe stato meglio che ti avessi fatto fuori ieri, almeno ti saresti risparmiata una figuraccia davanti a milioni di persone – ironizzò Astra acida.

- Sta zitta maledetta strega! Facile combattere due contro uno! –

Astra sorrise tranquilla sfoggiando un viso rilassato e quasi fanciullesco. Questa era la sua più grande dote, riuscire ad illudere le menti delle persone che in lei vedevano solo una ragazza gracile e timida, con occhi dal limpido lilla e corti capelli ramati quasi sbarazzini. Poteva incutere tenerezza, parere quasi una bambola…Ma la realtà era ben diversa.

- Se io usassi tutti i poteri di cui dispongo cara mia, fidati che a quest’ora saresti già morta -

- Questo è da vedersi, e visto che ci sei toglimi una curiosità: perché ti sei fermata quando è arrivata Hilary? Già che c’eri ci facevi fuori entrambe, tanto lei non è neanche una blaider. Una pedina in meno nella vostra scacchiera – Astra continuava a sondarla con quelle maledette iridi folli, trattandola come se provasse una netta superiorità nei suoi confronti. Julia strinse le mani a pugno irritata da quell’atteggiamento. – Forse perché lei non è una semplice pedina…Falce Oscura! –

Thunder Pegasus venne circondato da una massa informe viola molto simile a quella usata da Brooklyn contro Kai due anni prima. Julia resistette all’impatto dei due bey scrutando attraverso la patina violetta che si era creata il bit power di Astra. – Thunder Pegasus! – gridò chiamando a sé il suo Cavallo del Tuono, che irruppe con rapidità sulla Medusa dai capelli di serpente di Astra. L’impatto che ne seguì fu potentissimo, tanto che per alcuni minuti non fu possibile dalle tribune capire cosa fosse avvenuto.

 

- Un altro attacco come questo e finisci dritta all’altro mondo, come ti ho già spiegato, abbiamo tanti Guardiani a cui prendere energia e se uno muore non mi faccio grandi problemi – disse Astra accingendosi a sferrare un altro attacco.

Julia che faticava a reggersi in piedi sulla pedana respirava affannosamente cercando di riprendere fiato e rialzarsi. Non ci riusciva, Astra era troppo forte con l’aiuto della Voce. La sua forza era raddoppiata e nonostante magari la Voce cercasse di aiutarla, pareva non riuscire a reagire agli ordini di Astra. “Non c’è più niente da fare” pensò mortificata.

Ci aveva provato, ma non era servito a niente…Sperava almeno che Yuri fosse fiero del suo match…Sorrise ripensando alla meravigliosa sensazione di essere stata a giocare a beyblade con Yuri per tutta la notte. Aver visto assieme a lui il sorgere del giorno mentre Wolborg e Thunder Pegasus si scontravano accanitamente. Sorrise di gioia cercando la figura di Yuri in mezzo alla folla.

- Falce Oscura! – “E questa volta non fallire maledetta o te ne pentirai

Lanciò Illusion alla carica mentre Thunder Pegasus si preparava a ricevere l’Inevitabile.

 

- Julia – sussurrò Hilary avvertendo come una stretta al cuore ed un dolore alla testa.

 

- Julia! – scattò in piedi lasciando cadere Wolborg a terra ai piedi di Kai che si chinò a raccoglierlo. – Ora non mollare ora! Non siete due contro uno forza! -

Non poteva permettere che Julia si addormentasse, lo avrebbe impedito con tutte le sue forze…A modo suo.

- Ma che? – disse Boris osservando ciò che Kai aveva in mano. Crystal si volse verso il dranzerblaider rabbrividendo quando capì cosa volevano dire quelle parole. Kai sbarrò gli occhi per un secondo ricercando lo sguardo del suo capitano che non tradiva alcuna emozione e non gli lasciava dubbi sul perché di quel gesto. Kai annuì tornando a fissare Wolborg che ora era solo una semplice trottola di metallo, ottimo metallo certo…Ma senza bit-power.

- Wolborg ora! – gridò il capitano della Neoborg facendo uscire dal beyblade viola di Julia il maestoso Lupo di ghiaccio.

 

- Yuri…- disse Julia dopo che l’attacco di Astra venne annullato dalla barriera di ghiaccio creata dal Lupo. Era incredibile, nel suo bey c’erano due bit-power e uno dei due era quello di Yuri. Troppo bello per essere vero…Poteva ancora tentare. – Thunder Pegasus Forza d’Energia! Wolborg Tempesta di Ghiaccio! – urlò lanciandosi alla carica di Illusion.

 

- Non ci credo…Quello è Wolborg – disse Takao vedendo il Lupo scagliarsi sulla Medusa

- E quello è Yuri – esultò Daichi indicando il capitano dei Neoborg nella prima fila della tribuna di fronte alla loro.

- Ci sono anche Boris, Crystal e Kai – notò Max

Il capitano dei BBA si volse verso Rei che gli era seduto dietro – Tu ne sapevi qualcosa immagino – Il cinese annuì tranquillo osservando compiaciuto il suo ex-capitano ed il resto del gruppo. – Loro non potrebbero essere qui – commentò Mao squadrando prima i russi e poi Rei. Il drigerblaider non sembrò curarsene più di tanto – Per quel che mi riguarda sì

- Sono pericolosi e possono far del male agli Obscuras! – ribattè Mao chinando dopo pochi secondi il capo, incapace di reggere lo sguardo limpido e puro del ragazzo che ora la guardava con molta attenzione. – Ne avessi avuto la possibilità lo avrei fatto io -

 

Lo scontro procedeva da quasi un’ora e nessuna delle due blaider sembrava voler cedere. Julia attaccò ancora, costringendo Illusion a proteggersi, per poi subito subire l’offensiva della Medusa che con i suoi lunghi crini di serpente tentava di intrappolare il Cavallo di Tuono e il Lupo della Steppa. Per coloro che potevano vedere i bit-power era uno spettacolo incredibile, una battaglia epocale fra creature magiche, ma non solo…Era una battaglia all’ultimo sangue. E quel sangue scorreva limpido e vivo da ferite profonde che però non provenivano né da Astra né da Julia, ma da chi in tutto quello scontro veniva danneggiato maggiormente…

- Non riesco a muovermi – sussurrò nel buio

“Dobbiamo porre fine a questo scontro o moriremo a furia di ricevere gli attacchi che Thunder Pegasus assesta a Illusion!”

Lei scosse la testa appena non riuscendo neanche a sentire il tintinnio delle catene tanto il dolore che provava – Non posso Dike. Quella Guardiana sta combattendo con il cuore e se dovessi porre fine all’incontro sarei obbligata a fermarla nell’unico modo che conosco –

“E allora fallo!” ribattè l’Essenza decisa “Tu sei più importante di una Guardiana!”

La creatura accennò un esile sorriso – Grazie Dike…Ma lo sono per te…Dobbiamo metterci in contatto con lei

La luce rimase in silenzio ma lei capì che nonostante fosse profondamente contrariata aveva già accettato – E’ l’ultima volta te lo prometto

“Lo hai detto anche l’altra volta…Moriremo così…

Lei aprì gli occhi scontrandosi con il Freddo Buio soffocando una smorfia – Lo siamo già

 

“Si può sapere perché ci metti tanto Astra?” chiese Axel irritato

“Non è colpa mia…Maledetto russo che si mette in mezzo…” sibilò Astra frustata

“La spagnola ti sta mettendo in difficoltà o sbaglio?” disse Samantha con tono di supponenza. – Sta zitta – disse a voce la mora in preda alla frustrazione. Samantha si alzò dirigendosi verso la rampa su cui stava la sua compagna – Astra! Hai voluto batterti con lei, ora falla fuori…In qualsiasi modo

Astra alzò lo sguardo su la sua avversaria dispiegando le labbra in un sorriso sinistro e pericoloso. Aveva un’idea.

 

- Thunder Pegasus attacca! -

Rispondi Illusion! –

Julia chiuse gli occhi e non ci pensò più; avvertì il sangue scorrerle nelle vene ed il cuore battere forte ma lo ignorò. Eliminò ogni paura ed accantonò ogni preoccupazione lanciandosi all’attacco. Thunder Pegasus si scontrò violentemente con Illusion e l’impatto che ne seguì fu violentissimo tanto che per alcuni istanti non fu possibile dagli spalti vedere interamente il campo da gioco.

- Coraggio Dike! Limbo del Cosmo! -

 

“E’ lei…La Voce dell’altra volta” pensò il capitano della BBA quando il raggi di luce inondarono Julia sottraendola alla sua vista. Era lei, e proveniva dal bey di Astra come da quello di Samantha…

 

- C’è riuscita – disse gelida Crystal squadrando il fratello che ancora in piedi osservava il campo da gioco con il fiato sospeso. Era davvero a questo che poteva portare l’affetto? A dare quanto di più caro per qualcuno? A voler tentare in ogni modo di salvare chi si teneva nel cuore? E ci si poteva pentire di questo? Osservò Yuri per altri interminabili secondi dandosi una sola e vera risposta…No. Non c’era pentimento per chi aveva tentato con tutto se stesso di proteggere chi consciamente amava…

 

Buio, Freddo, Umido. Ecco quali furono le prime sensazioni di Julia quando ebbe aperto gli occhi. Si sfregò le mani sulle braccia tentando inutilmente di scaldarsi e sopprimendo un gemito di disappunto quando una mano di gelido vento le sfiorò la schiena.

“Devo esserci riuscita” pensò la ragazza guardandosi intorno.

- Sì ci sei riuscita Guardiana, sei stata in gamba – una voce femminile affaticata ma decisa.

“E’ lei…Mio Dio che voce stravolta” Julia si mosse alla cieca senza mai riuscire a sentirla più vicina. – Lascia perdere. E’ del tutto inutile –

- Come faccio a trovarti? Ascoltami ti prego: abbiamo bisogno del tuo aiuto, abbiamo troppe domande e dubbi e solo tu puoi aiutarci – la pregò Julia

La creatura si aggrappò ancora di più alle catene ferendosi i polsi e facendole tintinnare sonoramente – Non penso di avere le risposte che cerchi. Sappi solo che non sono contro di voi - tossì violentemente macchiandosi del sangue che le usciva dalla bocca.

- Perché sei qui? E perché soffri in questo modo? -

Per qualche secondo si udirono solo i colpi di tosse della creatura prima che questa tornasse a parlare – Sono parte integrante dei quattro beyblade oscuri e ogni attacco che voi infierite a loro arriva a me –

Julia sgranò gli occhi sentendosi come colpita. Quindi era colpa sua se lei stava così male.

- Ed è per sopravvivere che addormenti i blaider? -

- Sì. Invece di ucciderli prendo da loro energia vitale per poter andare avanti, ma mi è sempre più difficile –

- Perchè? –

- Perché i Guardiani cominciano a scarseggiare e vengo messa nella condizione di battermi sempre con i Cavalieri che non possono essere toccati…Tanto oramai non fa alcuna differenza – si fermò ancora sotto dei forti colpi di tosse e sangue.

Julia provò una stretta al cuore nel sentirla così sofferente, nonostante bastasse solo la sua voce a darle l’idea di una creatura forte.

- Puoi spiegarti meglio? -

- Domani sarà il giorno della battaglia. Non potete evitarlo, nessuno può. Dovrete combattere contro i Demoni e contro di me

- Ma se noi ti attacchiamo tu morirai – obiettò la ragazza spaventata

- Non accadrà…Ed è anche per questo che devo chiederti di darmi qualcosa –

Julia strinse i pugni quando davanti ai suoi occhi comparve l’immagine del Lupo della Steppa e di Thunder Pegasus. Fuoco e Ghiaccio, Julia e Yuri…

- Il Lupo sarà sufficiente – disse lei. Non voleva far addormentare quella Guardiana, era brava, astuta e sarebbe potuta essere utile alla battaglia.

La spagnola rimase qualche secondo immobile osservando l’immagine del Lupo farsi sempre più sfocata. – No! –

Fece un passo avanti e con voce decisa – Non prendere Wolborg! Se è energia che vuoi, allora prendi me e Thunder Pegasus! Non posso privare Yuri della cosa più cara che possiede…Lui lo ha fatto per la causa ma io non voglio che Yuri resti senza bit…E poi lui potrà essere molto più utile di me – Lo disse tutto d’un fiato senza mai ripensarci. Non sarebbe servito a nulla, aveva scelto, e stranamente non sentiva né timore né paura all’idea che sarebbe sprofondata nel Sonno. Meglio lei che Wolborg.

- Così cadrai nel Sonno -

- Lo so –

- Hai coraggio…Avrai la vittoria Guardiana. Se è questa è la tua decisione che sia così…Spera solo che i tuoi compagni siano all’altezza del tuo gesto –

Julia annuì serena. Sì, lei aveva fatto la sua parte, ora toccava a loro…

- Ora è tutto nelle mani dei Cavalieri e della Custode -

Gli occhi di Julia brillarono un istante prima di perdere lentamente il colore – Chi è la Custode? – lo chiese nonostante avesse già un nome nella mente.

- Chi i tuoi occhi hanno sempre visto, ma che la mente razionale ha sempre escluso -

Un’immagine giunse agli occhi deboli di Julia dalle cui la labbra tentò di uscire un nome che si fermò a metà…

 

La luce si diradò dal campo di gioco lasciando finalmente che tutti potessero vedere come si era concluso lo scontro fra Illusion e Thunder Pegasus. Hilary si sporse in avanti quando dalle labbra le sfuggì rapido un grido d’orrore, unito a quelli di centinaia di spettatori.

 

- Astra! – gridò Ares correndo verso la castana che riversa a terra teneva gli occhi chiusi e la mano protesa verso Illusion che giaceva fermo a pochi metri da lei.

Axel inarcò un sopracciglio accorrendo dalla compagna e prendendo il bey viola. “Lei ha perso”

- Direi che la nostra piccola amica era davvero senza forze…E Astra ha avuto una buona idea: il suo Sonno è illusorio, ma servirà per deviare i sospetti – disse telepaticamente Samantha.

- Giusto, visto che anche Astra è stata colpita, nessuno penserà più che centriamo qualcosa – continuò il biondo.

Axel alzò gli occhi fino a dirigerli verso l’altra piattaforma dove stesa a terra Julia sorrideva ad occhi chiusi mentre vicino a lei Thunder Pegasus seppur lentamente girava.

 

- Julia! – in pochi secondi raggiunse l’amica prendendola per le spalle. “Devo salvarla, almeno lei devo riuscirci!” si disse premendole le mani sul cuore. Ci era riuscita con una pianta, perché non poteva fare la stessa cosa con una persona?

“E’ tutto inutile Hilary…Non puoi evitarlo. Non è un incantesimo che puoi rompere” le parole di Nike le arrivarono alla mente vicine, forse come mai prima, ma l’agitazione e la paura per la sorte di Julia le offuscarono la razionalità. “Perché non posso riuscirci? A che diavolo servono questi maledetti poteri se non riesco a salvare la mia migliore amica…Svegliati Julia!” sussurrò due parole a vuoto tentando di irradiarla con la sua energia curativa…Ma non accadde nulla.

Le lacrime presero a pungerle i bordi degli occhi sfociando poi sulle sue gote arrossate – Julia ti prego! –

 

- Yuri fermo! – Boris scattò in avanti sfiorando appena l’esile polso del suo capitano che però gli sgusciò via come sabbia fra le dita. Kai gli andò dietro squadrando con astio i Demoni che con aria disperata si erano accerchiati attorno ad Astra.

Raggiunsero il centro dello stadio in mezzo alla confusione generale che si era creata a seguito dell’impatto. Folle urlanti si dispersero in maniera confusa per lo stadio creando il panico generale.

Yuri si gettò nella mischia spintonando e superando chiunque si trovasse sul suo passaggio con una furia cieca ed una paura che gli stava attanagliando il cuore sanguinante.

Non poteva essere…

Si fermò a pochi passi da lei, e la vide: col viso graffiato, solcato da una smorfia e da un sorriso, le labbra semiaperte come se stesse per dire qualcosa, gli occhi chiusi e la mano stretta da quella di Hilary. La castana alzò lo sguardo umido incontrando gli occhi gelidi di Kai e sconcertati di Yuri.

- Si è addormentata – si limitò a dire impotente davanti al Sonno.

Yuri fece un passo più avanti senza staccare gli occhi dal viso addormentato della giovane. Non riusciva a pensare, non riusciva a ragionare, agiva senza rendersene conto come se avesse la testa priva di pensieri. Fece per chinarsi quando la presa ferrea di Boris venne a riportarlo alla realtà – Ma che diavolo fai! Andiamocene Yuri! –

- Sarà meglio – asserì Hilary  con gli occhi fissi sul wolborgblaider. Ad un tratto si trovò davanti Kai che la squadrò serio – Avevi bisogno di perdere la tua amica per vedere la verità. Quanti altri dovranno addormentarsi prima che tu ti renda conto di chi hai vicino? -

- Kai io… -

- Andiamocene…Stanno arrivando Daitenji e gli organizzatori – disse Crystal cingendo il polso del dranzerblaider e tirandolo verso di sé. Boris trascinò via Yuri svanendo tra la folla, mentre Kai rimase ad osservare il viso di Hilary svanire, inghiottito dalla massa di gente fino a quando non fu fuori dalla struttura.

 

- Idiota, sei stato un idiota! Si può sapere come diavolo si fa a dare Wolborg? Ma ti sei fumato il cervello? A che ti è servito? Te lo dico io…A niente! Hai perso il tuo bit-power per niente! -

Parole, solo lettere e suoni accostati, solo futili ed inutili frasi…Che non lo sfioravano nemmeno, perché non le udiva.

Poteva pentirsi dell’aver sacrificato la cosa più importante della sua vita, ciò che aveva sempre rappresentato l’asse del suo sacrificio e della sua infanzia? No, non si pentiva, anzi ad essere proprio sinceri, non gli importava nulla del suo bey. Una bestemmia, un segno di una scarsa lucidità mentale, eppure era così…A Yuri Ivanov non importava nulla di aver perso Wolborg, perchè nella sua mente l’unica immagine che vedeva era quella di una ragazza dal carattere irriverente e deciso, dagli occhi pieni di vita e solare…La stessa ragazza che aveva visto addormentarsi sotto i suoi occhi.

- Mi ascolti quando parlo! – Boris lo strattonò con vigore, ma lui né lo gelò con lo sguardo né rispose, rimase semplicemente prigioniero dei suoi pensieri, fino a che non decise di alzarsi con uno strattone – No Boris, non mi pento, e lei non è Niente – disse prima di chiudersi la porta del bagno alle spalle. Le aveva sentite premere ai bordi degli occhi, ma non poteva accettare che gli altri le vedessero…

 

Osservò per qualche istante la pelle del divano leggermente rigata lì, dove fino a pochi minuti fa erano stati seduti Yuri e Boris come in trance. Rifletteva, scrutava in silenzio i meandri della sua anima sporca e macchiata. Dal balcone le nuvole di fumo segnavano la presenza di Boris e della sua sigaretta, mentre sicuramente Kai doveva essere nella sua stanza. Ognuno perso nei propri pensieri…

Uno squillo la distrasse dalle sue riflessioni facendole afferrare la cornetta del telefono. Il portiere dell’Hotel le comunicò che qualcuno aveva chiesto di loro e che stava salendo al loro piano. Pochi secondi dopo qualcuno bussò alla porta. “E’ presto perché sia Rei” pensò aprendo la porta per poi sgranare gli occhi infastidita – Ciao Crystal, posso entrare? –

- No -

Hilary non si lasciò intimorire anzi mise il piede in modo che non potesse chiuderle la porta in faccia.

Crystal la fulminò con sguardo truce afferrando con rabbia la maniglia della porta quasi volesse spezzarla fra le dita. Lei era lì…Fastidio, gelosia, invidia…Non poteva evitarlo, per quanto le parole di Boris avessero attecchito in lei, non poteva dimenticare la sensazione di fastidio che le dava vedere Hilary…Soprattutto se Kai era a pochi metri.

Hilary non si allontanò, anzi si fece ancor più avanti fino a che non si trovò a pochi centimetri dal viso della russa.

- Crystal devo parlare con Yuri -

- Non mi interessa, non sei la benvenuta qui – rispose gelida lei

La brunetta chiuse gli occhi per poi riaprirli decisa – Pazienza me ne farò una ragione – e con uno scatto afferrò la maniglia e si portò dentro.

- Ma chi ti credi di… -

- Ascoltami bene Crystal, sono stufa chiaro?! Non mi interessa se per qualche strano motivo ti sto antipatica, ma oggi ho perso la mia migliore amica e puoi stare certa che non sarai tu ad impedirmi di parlare con tuo fratello –

La rossa rimase leggermente colpita da quelle parole, ma non si scompose. Chi diavolo si credeva di essere quella mocciosa per darle ordini? Proprio lei che era stata la causa di tutto: per via di Hilary lei si era schierata con Axel e gli altri, e sempre per lei aveva appoggiato i piani dei Demoni…Tutto per allontanarla di Kai.

Già perché aveva percepito fin dall’inizio una certa simpatia della giapponese per il suo compagno di squadra e mai avrebbe permesso che quest’ultima arrivata le portasse via l’unica persona che desiderava. Almeno questi erano stati i suoi pensieri fino a qualche ora prima…Gli sguardi e gli atteggiamenti di Kai uniti alle parole di Boris la stavano sconvolgendo dall’interno, stavano minacciando la sua mente e le continuavano a rodere la coscienza...

- Vattene Hilary…Come vedi Yuri non c’è, e in questo momento tu non sei certo la persona che vorrebbe vedere –

Hilary non si scompose ma con le gote arrossate dalla rabbia e dall’affanno si limitò ad alzare le spalle – Aspetterò…Non mi manca il tempo –

Crystal le si avvicinò pericolosamente afferrandola per un braccio – Esci di qui…Ora –

- No. Anzi già che ci sono devo togliermi una curiosità: che cosa ti ho fatto Crystal? Perché ad Helsinki ti sei divertita con noi ragazze se non erro, quindi mi spieghi a cosa devo il tuo cambiamento? –

La russa si fece ancora più minacciosa – Non riesci ad arrivarci? –

Hilary l’osservò per alcuni istanti gli occhi indaco della giovane leggendoci un misto di emozioni impossibili da concentrare in una sola parola. Pareva rabbia, ma anche un velo di grave tristezza e colpa. Non riusciva a spiegarsi tutto questo, ma le parole e gli sguardi di Crystal le fecero tornare quella strana sensazione che provava tutte le volte che la rossa stava accanto a Kai. A Crystal piaceva Kai, questo era lampante, e se ci pensava meglio era proprio per questo che aveva scelto di allontanarsi da Kai…Perché credeva che Kai e Crystal avessero una sorta di rapporto…Ma non ci era riuscita. Ne’ Crystal, né Axel, né le accuse erano riusciti a farla allontanare da quello sguardo vivo ma freddo, da quell’espressione apparentemente indifferente ma che in realtà scalpitava e viveva per il beyblade e per i suoi amici. Si sentiva arrabbiata con se stessa per essere ancora innamorata di Kai dopo che al suo fianco aveva Axel, ma le cose stavano cambiando, ed il solo senso che Axel potesse centrare qualcosa con tutto quello che stava accadendo le corrodeva lo stomaco…Ma meglio risolvere un problema per volta.

- Kai – disse semplicemente guardandola negli occhi

Crystal strinse la presa sul suo braccio perforandola con gli occhi – Stagli lontano

La ragazza si concentrò sul viso della giapponese ricordando quello che aveva provato quando la sera prima Kai era rientrato in camera a notte inoltrata con uno strano sguardo sul volto. Era rimasto ore ad osservare Dranzer sotto il riflesso della luna sussurrando lievi parole al Buio, ragionando su qualcosa che lei però non riuscì a sentire…Tuttavia il nome di Hilary le era giunto ad un certo punto e questo l’aveva aizzata contro la giapponese.

- Che cosa succede qui? Oh ciao Hilary – disse Boris rientrando nella stanza.

- Mi sono perso qualcosa o vi ho interrotto proprio nel momento giusto? –

Hilary lanciò una rapida occhiata all’altra per poi portare gli occhi alla porta dall’altro lato della stanza da cui uscì Kai.

Si osservarono per alcuni istanti negli occhi, ognuno come se tentasse di scavare dentro l’altro prigionieri dei loro stessi occhi. – Allora Hilary a cosa dobbiamo l’onore? – domandò Yuri poco dopo.

Hilary con uno strattone si avvicinò al rosso sotto gli sguardi di tutti i russi. La brunetta studiò per alcuni momenti il viso niveo del capitano, rabbrividendo per la scure di tristezza che vedeva calata su quelle pozze di cristallo. Tutto in lui le suggeriva una distruzione ed una devastazione abissale, come se avesse perso tutto ciò che gli donava forza e determinazione…Ed era certa che non si trattasse di Wolborg…Ma l’avrebbe scoperto a breve.

- Sono qui per darti questo – e gli posò gentilmente sul palmo della mano un piccolo bit che racchiudeva il Lupo della Steppa.

Boris sgranò gli occhi, Crystal rimase di granito mentre Kai non allontanò di un centimetro lo sguardo dalla brunetta.

Yuri osservò lievemente sorpreso il bit, ma neanche la vista di Wolborg ridonò a quegli occhi tristi un velo di luce.

- Nel bey di Julia ho trovato solo lui…Thunder Pegasus non c’era – spiegò Hilary

Al sentire il nome della spagnola Yuri alzò gli occhi portandoli sulla giapponese – E..-

- Lei ora sta in ospedale, come tutti gli altri..Astra compresa –

- Anche la strega è andata? Possibile? – domandò Boris

- Evidentemente vi siete sbagliati sugli Obscuras, anche loro sono stati colpiti, proprio come voi e ciò mi porta a pensare che il nostro nemico sia un esterno –

- O che forse loro sono dei bravi attori – disse Kai serio.

- Te lo saprò dire entro domani – rispose decisa Hilary allontanandosi dai russi e prendendo la porta. Si soffermò qualche istante su Crystal che sembrava volesse dilaniarla al momento ma non ci fece troppo caso.

- Domani ci sarà lo scontro – Kai le gettò l’amo studiato tutta la notte, aveva bisogno di quella risposta, doveva leggere nei suoi occhi le vere intenzioni e le vere conoscenze di Hilary. – Lo so. Ed ognuno di noi farà la sua parte…Ah Yuri…Vai dopo le 19.00 in ospedale, ci saranno Rei e Max che ti faranno entrare senza problemi – disse infine uscendo con una strana espressione in volto e milioni di pensieri che le vorticavano in mente.

- Perché pensi che dovrei andare in ospedale? –

- Perché è quello che vuoi –

 

“Che significa: Te lo saprò dire entro domani” chiese Nike

Hilary si affacciò alla finestra della camera dell’ospedale perdendosi dentro il chiarore del cielo che pian piano andava ad annunciare delle nuvole all’orizzonte. – Che voglio sapere la verità, qualunque essa sia. Ed ho il modo –

 

Le nuvole a chiazze ravvicinate assediavano il cielo scuro come tanti soldati in marcia verso la Luna che impotente dinanzi alla cavalcata delle ombre soccombeva, svanendo dietro le nuvole che lasciavano trapelare per pura pietà un debole raggio argenteo.

Il leggero vento serale accarezzava i crini color di Luna del ragazzo che passeggiava in sella ad una creatura della Notte.

La lunga coda nera dell’animale oscillava accompagnata dal vento, mentre una mano gli accarezzava appena il lato del collo. Kai rimase alcuni istanti ad osservare la schiena di Crystal davanti a sé che, in sella ad Astro lo precedeva. Il loro silenzio veniva smorzato solo dalla voce del Vento, che suadente s’infilava fra le loro orecchie sussurrando loro parole di impossibile comprensione, ma che ognuno interpretava come meglio credeva.

Fu Kai a rompere quell’Illusorio silenzio. – Devo parlarti –

- Anche io – rispose rapida quella senza voltarsi.

Alla fine aveva deciso, non riusciva più a reggere la vista degli occhi di Kai illuminarsi alla sola vista di quella giapponese per poi subito perdere vigore non appena lei svaniva dietro il corridoio. Inoltre, ed era strano ammetterlo, ma più che gli occhi di Kai, ciò che più la tormentava erano le parole che Boris le aveva sbattuto in faccia la sera prima. Dignità…Aveva perso la sua dignità, ed era sicuramente per questo che faceva fatica anche solo a guardarsi allo specchio o osservare il suo riflesso nell’acqua. Un senso di colpa e schifo che voleva togliersi…A qualsiasi costo. Aveva ragione Boris, su tutto: non esiste cosa più importante che la propria anima, e Crystal desiderava solo riscattarla, ma non per Kai, non per poterlo conquistare, ma solo per se stessa…E forse anche per Boris che aveva cercato fin dall’inizio di farla ragionare.

Si volse verso il ragazzo avvicinandosi a lui con Astro. Si perse ancora per qualche istante dietro quegli occhi oramai certa che non ci fosse niente per lei lì dentro. Quel bacio che si erano scambiati era oramai un meraviglioso ricordo lontano, come se non fosse mai avvenuto, e questo Crystal lo sentiva.

- Sono io –

Kai la guardò neutrale senza proferire parola attendendo che andasse avanti – Sono io la traditrice, io ho aiutato i Demoni fin dall’inizio. Io sapevo tutto ed ho sempre taciuto; io sapevo che sono stati loro a far fuori Ozuma e gli altri, come ero a conoscenza che quelli che erano entrati nella sala ristorante non eravate tu, Yuri e Boris, ma delle creature plagiate dall’ombra. E sempre io sapevo che Boris era innocente, ma ho taciuto anche su questo

Disse tutto guardandolo negli occhi, affrontando con coraggio le sue colpe e scegliendo di dire la verità a chi probabilmente avrebbe perso per sempre…Ma aveva ancora una volta ragione Boris: non si poteva obbligare nessuno ad amare e lei non voleva questo per Kai.

Kai l’osservò impassibile scrutando con misurata attenzione il viso perfetto di quella creatura delle nevi che gli aveva appena confessato cose che in parte con Yuri aveva già ipotizzato, ma che dette a voce davano tutt’un altro effetto.

- E perchè sei tornata sui tuoi passi? – Non sembrava arrabbiato, solo in cerca di una spiegazione – Perché ho capito…Anzi qualcuno mi ha fatto capire che la propria dignità è qualcosa di troppo importante per poterla seppellire sotto una marea di bugie ed inganni. Ascoltami Kai, devo dirti una cosa importante…Vedi il giorno dell’incontro fra gli Scudi Sacri e gli Obscuras, Mariam venne a cercarmi chiedendomi chi avessi visto parlare con te nel giardino…Ed io non glielo dissi

Kai sgranò appena gli occhi. Hilary c’era stata Hilary con lui quella sera, questo non lo poteva dimenticare…Era stato quando lei gli aveva chiesto spiegazioni circa il suo incontro con Raul, quando era avvenuto un “miracolo” alla sua schiena.

- Non dimenticherò mai lo sguardo di Mariam quando si allontanò da me…Era importante per loro quell’informazione, ed io l’ho tenuta nascosta –

Kai non seppe se gridarle addosso o rimanere immobile; di certo gli faceva rabbia aver perso tanto di quel tempo solo perché Crystal aveva fatto la doppiogiochista con loro, ma dopotutto lui l’aveva ingannata baciandola, quindi erano pari…

- Crystal cosa sai di tutta questa storia? –

- Non molto di più di ciò che già sapete. La Voce che sentiamo noi, è in realtà un essere umano tenuto prigioniero in quattro beyblade, mentre quelle che vengono chiamate “Essenze” altro non sono che Bit power. Ho spiato alcune delle conversazioni dei Demoni e mi sono ricordata di quando al monastero ci insegnavano la storia dell’origine delle Creature. Tu non puoi ricordartelo a causa dell’incidente, ma Vorkof ci spiegò che le creature erano sempre esistite, ed avevano risieduto in svariati oggetti, prevalentemente di metallo. Allora non esistevano i beyblade così neanche i bit power, e le creature venivano chiamate col nome di Essenze. Dranzer, Seraphion e tutti gli altri sono le Essenze – spiegò Crystal tranquillizzandosi un po’ visto che Kai pareva non volersi imputare sul fatto che li avesse traditi.

 - Sai altro? –

- Sì, esistono non so per cosa, dei Cavalieri, dei Guardiani e una Custode, e sono questi personaggi che i Demoni hanno cercato. Alcuni Cavalieri li sappiamo, altri li possiamo ipotizzare, ma non so esattamente a cosa servano. So che la Custode è importante per i Cavalieri, ma non so altro -  

Kai rimase degli istanti a riflettere sulle sue parole. Ora tutto sembrava avere un senso…L’arrivo degli Obscuras aveva portato con sé solo guai, ma in realtà si trattava di un piano magnificamente creato tempo prima. Ora tutti gli sguardi, i legami, le parole detti da quei maledetti avevano un senso. Si erano avvicinati a loro in quanto Cavalieri, e di conseguenza poteva anche intuire chi fossero i Cavalieri…Proprio loro…Takao, Max, Rei e lui. Gli rimaneva un ultimo pungolo, e sperò con tutto se stesso di sbagliarsi.

- La Custode –

- Una donna ed io sinceramente penso di sapere chi sia…Sono giorni che lo penso – disse Crystal senza lasciare gli occhi di Kai, che in questo momento parevano brillare come gemme. – Hilary – proferì lui

La russa annuì mentre ancora un vago fastidio all’altezza dello stomaco la sorprese quando lui pronunciò quel nome. – Altrimenti perché Axel avrebbe dovuto avvicinarsi tanto a lei

Kai annuì appena sentendosi quasi sollevato nonostante tutto di quella risposta. Se Hilary era la Custode dei Portali andava protetta, ma lui non l’avrebbe fatto per via del suo titolo. – Credo anche che Hilary abbia delle caratteristiche particolari, anche perché se si chiama “Custode” dovrà pur far qualcosa – puntualizzò Crystal

In quel momento un rapido flash di quello che accadde la sera prima lo colpì. “Ma certo…”

L’aveva vista lì, china sul suo Dranzer che fino a pochi istanti stava sfrecciando come una furia…Una belva che nessuno avrebbe mai potuto fermare eccetto lui, a meno che non si fosse schiantato contro una parete di roccia o un tronco d’albero, ma Dranzer invece si era fermato come se niente fosse, e questo non era possibile. Inoltre Hilary aveva urlato, ma lui era troppo distante per poter vedere cosa fosse accaduto. E se proprio doveva ammetterlo, era come se tutte le tessere del mosaico stessero cominciando ad incastrarsi nel verso giusto…Anche la voce che aveva sentito ad Helsinki durante il suo incontro con Raul cominciava ad avere un senso e un nome…

- Hilary è la Custode…Pensi che lo sappia? – chiese Crystal

- Sì –

- Allora non ci resta che vedere cosa sceglierà domani – Crystal si volse dando nuovamente le spalle al ragazzo e dando un leggero colpo agli speroni.

Kai l’osservò allontanarsi – Dove stai andando? – La ragazza si arrestò voltando solo il capo in direzione del blaider – A riprendermi quello che ho perso…Non fermarmi, non ho intenzione di tradirvi un’altra volta, voglio solo rimediare a quello che ho fatto

Il ragazzo annuì comprendendo la sua scelta e riconoscendole comunque molto coraggio. – E Yuri e Boris? –

Vide Crystal trasalire appena ed incupirsi – Di a Boris che aveva ragione lui…E che mi spiace – e si allontanò in silenzio sotto lo sguardo delle nuvole e di quell’unica piccola stella che era riuscita a sfuggire alla morsa delle nuvole.

- Combatterai domani – non era una domanda, ma una constatazione.

Crystal sorrise serena – Ci riprenderemo quello che abbiamo perso, io la mia dignità e tu la ragazza di cui sei innamorato –

 

Se ne era andata, sparita, inghiottita dall’Oscurità in sella al suo cavallo, portandosi dietro le sue colpe e la sua voglia di riscattarsi. L’aveva seguita con gli occhi senza fermarla, non sarebbe servito a nulla e forse non sarebbe stato neanche giusto. Non si sentiva arrabbiato, semmai con una strana sensazione all’altezza della gola, come se avesse voglia di urlare qualcosa, una parola, un nome, il suo nome.

Era la Custode, colei che la Voce gli aveva detto di proteggere e che doveva trovare la sua Essenza; questo significava che Hilary doveva possedere un bit-power…Ma dove?

Si fermò ad osservare il cielo coperto di nuvole perdendosi nella bellezza di quel momento tetro e sinistro. Un leggero sbuffo alla sua destra lo fece voltare. Fiamma gli si avvicinò ricercando un po’ di attenzioni. Il dodicesimo rintocco risuonò nell’aria fredda di Rabat portando con sé aspettative e presentimenti per quella che sarebbe stata una Guerra.

 

 

Ed è finita! Chiedo perdono per il ritardo, avevo l’intenzione di pubblicare prima di ripartire per casa, ma poi tra i vari impegni non sono riuscita nel mio intento. Pubblico perciò ora e spero di cuore che questo capitolo possa esservi piaciuto. Più che altro spero do esser stata abbastanza chiara circa le dinamiche. Bene e ora passiamo all’Angolo dei Grazie^^

 

Inuyasha_Fede: in effetti credo di aver abusato troppo negli ultimi capitoli di questi benedetti occhi^^ Sì, ammetto che è una parte del mio modo di scrivere menzionare spesso la lettura degli occhi, ma capisco anche che alla lunga possa dar fastidio…Spero di non averne messi troppi in questo^^ Allora sui tuoi dubbi: Julia e Rei di fatto hanno aiutato i Neoborg quindi ho lasciato intendere nel precedente capitolo che entrambi sapessero ciò che sapevano i russi (Crystal a parte). Sul resto credo di averti risposto in questo. Se dovessi avere altre perplessità non esitare xD. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e alla prossima. Baciuzzi Avly

 

Linn Chan: eccola qui la mia bellissima! Ebbene Tesor spero di cuore di essere stata all’altezza delle tue aspettative. Il tuo parere è aria e lo aspetto sempre con grande ansia. Sono iperfelice che lo scorso capitolo ti sia piaciuto e mi auguro che sia lo stesso per questo.

Eh sì, non mi linciare per Julia, ma doveva andare così. (sadica e bastarda dentro!). Mi sono dispiaciuta per averla stroncata, ma che ci vuoi fare^^ Il problema vero e proprio è che non avendo mai scritto i capitoli successivi sono bellamente in balia del mio umore anche circa le sorti degli addormentati! Spero che questo capitolo (momento KaixHilary in particolare) ti sia piaciuto e ti aspetto! …Ah anche con la tua storia!! Ti voglio bene^x^ Baciuzzi Avly

 

Padme86: grazie infinite Pad per la tua recensione, ancora una volta sai rendermi felice di quanto scritto e sono davvero contenta si essere riuscita a comunicarti qualcosa.

Chiedo anche a te perdono per come è finita, ma come si dice “The show must go on!” Astra è Astra, su questo non c’è che dire, e nel caso non mi fossi spiegata bene, lei è stata comunque battuta, ma nello stesso momento, si è auto addormentata per far sì che i sospetti sulla sua squadra cadessero come un fragile castello di carte. La nostra rossa ha invece preso la sua strada e chissà! Spero davvero che questo capitolo ti sia piaciuto e mi farebbe piacere sapere cosa ne pensi di questo. Su Phoenix…Oddio sono ancora al settimo! Ma lo finisco…Lo prometto^^ anche perché è una bomba di storia! Baciuzzi Avly

 

_marghe 96 xD_: non preoccuparti bellissima, tanto come vedi anche io sono stata in “vacanza” sia col corpo che con la storia. Ma ora siamo tornate alla carica e spero che questo capitolo possa piacerti. Grazie infinite per le tue belle parole e i tuoi pareri sempre puntuali. Grazie davvero e spero di risentirti! Baciuzzi Avly

 

Cherry_88: *o* la mia amora è tornata! Sono commossa e felice delle tue parole e spero che questo capitolo possa essere all’altezza delle tue aspettative. Spero che tu stia bene e ti sia ripresa del tutto…E aspetto la tua storia!! Ti voglio bene. Baciuzzi Avly

 

Lexy90: come tu possa continuare a sopportare tutti questi capitoli è davvero un mistero, ma mi rende felicissima^^ Eh già Hilary è in preda ai dubbi, ma vuole la verità, qualunque essa sia. Spero che questo capitolo ti piaccia tesoro e oramai aspetto con ansia in tuo immancabile parere. A presto! Baciuzzi Avly

 

Lirin Lawliet: ma certo che sei perdonata mia cara? C’è anche da chiederlo? Comunque complimenti per il bel nick, davvero stupendo, inoltre molto azzeccato per te^^

Sono felicissima che il personaggio di Julia ti stia piacendo e ti confesso che farlo venire alla luce dal ruolo terziario che aveva avuto nell’anime è stato entusiasmate, come anche immaginarmi tutti i pensieri dei nostri amati blaider. Come coppia trovo Yuri e Julia talmente perfetti che mi è dispiaciuto farla partire per la tangente, ma è andata così^^

Dici che ha delle atmosfere da thriller? Uao grazie infinite^^ (beh c’è anche da dire che ho letto uno dei migliori thriller su Death Note) Hai proprio ragione sui color; Astra è decisamente viola, ma anche Crystal lo è, solo che quello della russa è diverso…Astra è follia e pazzia, Crystal è freddezza ed impenetrabilità. Anche io non amo quando Kai ha un cambiamento repentino nei confronti della sua “Lei” soprattutto se Hilary. Perché dopotutto nell’anime loro due non si sono calcolati più di tanto (V-Force a parte) quindi i cambiamenti devono essere graduali e giustificati…Sempre però alla maniera di Kai. Spero davvero che questo capitolo ti sia piaciuto, davvero attendo con ansia il tuo parere, sia perché ritengo indispensabile il tuo pensiero, sia perché ci tengo^^ E dici di tornare su Beyblade? Perfetto!

A presto allora! Baciuzzi Avly

 

Kamy: non preoccuparti per il ritardo, mi fa sempre sorridere vedere il tuo nome spuntare fra le recensioni! E spero davvero che ti piaccia questo capitolo! Eh la tua Metallo e Sangue quando arriva? Baciuzzi Avly

 

Lenn Chan: e dopo questa tua recensione posso ufficialmente dichiararmi imbarazzata ma felice. Davvero, non potevo sperare in qualcosa di meglio, anche perché è proprio grazie a te se mi sono messa a scrivere, quindi sapere che aspetti questa fic non può che rendermi fiera! Crystal ha scelto evidentemente e ti giuro che rendere Kai IC mi sta costando la sanità mentale, ma mi sta anche divertendo ed impegnando moltissimo. Speravo che le scene di Kai e Hilary ti piacessero e mi auguro di averti soddisfatta anche con questo capitolo. Ora non so se sei tornata dalle ferie, ma spero di leggere presto “La Linea Illusoria dell’Orizzonte”…Ti ricordo che il remake sta finendo!! Non vedo l’ora! Ti voglio bene.

Baciuzzi Avly

 

Helens: la mia amora non manca e ti assicuro che ciò che hai detto è perfettamente condiviso. Per me sei importantissima e la tua amicizia qualcosa a cui tengo molto. Riuscire ad emozionarti con questa storia è quanto di più posso chiedere. Ti voglio bene. Baciuzzi Avly

 

E come sempre ringrazio di cuore tutte le persone che hanno messo questa storia fra le seguite/preferite/da ricordare e anche Cherry_88, Death_princess, le Pilatigirls, Elysabeth91 e pukipuki25! Grazie di cuore e alla prossima!

 

 Only for you my friends,

Avly

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Capitolo 22
*** La Mossa della Regina e le Catene della Verità ***


Capitolo 22

Non è un’allucinazione^^ Mi scuso per il ritardo…Oramai ci sarete abituati, ma una spiegazione è d’obbligo…Non è stato un capitolo facile, e oltre al non essere mai soddisfatta si è aggiunto un ulteriore ostacolo che mi ha tenuta ferma circa due settimane, e questo è il tanto famoso “Blocco”.

Ora però ne sono finalmente uscita e spero che questo capitolo sia di vostro gradimento!

Ah capitolo in questo colore grigio scuro per simboleggiare tutti i personaggi presenti…Poiché per le mescolanze dei colori, la somma di tutti i colori mischiati insieme dà proprio il grigio; inoltre credo che sia un colore piuttosto presente^^

Buona Lettura!

 

 

La Mossa della Regina e le Catene della Verità

 

La luce della lampada era l’unica fonte luminosa, per il resto tutto era immerso nell’oscurità nonostante le tende fossero legate con eleganti nastrini ai lati della vetrata. Il cielo era grigio, con sfumature sul nero in certi punti e raramente raggi di un sole malato riuscivano a raggiungere la robusta scrivania di mogano.

- Presidente vorrei chiederle di sospendere i prossimi incontri. Dopo l’incidente di Astra e Julia tutti i blaider sono in ansia e temo che oggi nessuno vorrà scendere in campo, per timore che il Nemico lo addormenti – la voce di Takao tremava appena, ma il ragazzo non si fermò. Non aveva dormito per niente, preda di incubi e sensazioni che non riusciva ad allontanare da sé. Ma alla fine aveva fatto quello che gli era sembrato più giusto. Osservò il presidente constatando che la sua espressione sembrava quella di uno che si aspettava una simile richiesta. – Se lo aspettava? –

- In verità sei la già la quinta persona che me lo dice – l’uomo scrutò il ragazzo attraverso le lenti analizzando le sue eventuali reazioni – Hilary è venuta questa mattina proprio per dirmi questo, e poco  fa sono venuti Max, Rei e Daichi…Diciamo che mancavi solo tu –

Takao chinò il capo. Già avrebbe dovuto prevederlo, ma ad essere sinceri avrebbe dovuto prestare attenzione a molte altre cose. Quello che era accaduto a Julia era stato straziante ed aveva messo in chiaro una volta per tutte che i Neoborg erano innocenti…Ma avvicinava ancor di più le probabilità che fossero gli Obscuras il Nemico…Temeva questa opportunità, ma ne era sempre più certo. La Voce, era stata lei a mettergli in testa quest’idea, e non riusciva a togliersi dalla mente il ricordo di quell’affaticata ma decisa voce che pareva conoscerlo…Ma come era possibile?

- Non ho intenzione di far proseguire il campionato fino a che non saranno chiarite tutte le vicende, per quanto riguarda i Neoborg…Porgerò in diretta le mie scuse ai russi, ma non prima di aver scoperto chi c’è dietro tutta questa faccenda. Per il momento sono un po’ il mio capo espiatorio -

Il giapponese annuì facendo qualche passo indietro e salutando il presidente che però lo chiamò – Takao, qualsiasi cosa sia successa ricorda che il Takao che vince è quello che sei dentro…Anche se cresci

 

Quando la porta di legno massiccio si chiuse alle sue spalle con un lieve cigolio, Takao gettò sguardi intorno prendendo il corridoio che l’avrebbe portato ai piani di sotto. Quella mattina si era alzato dal letto con l’impressione che fosse ancora notte fonda, ma non a giudicare dall’orologio sul comodino. Il cielo quel giorno era totalmente assediato dalle nubi, che massicce e pesanti gravavano su di lui come se volessero schiacciarlo con la loro mole, o come se si stessero solo appostando per poi sorprenderlo alle spalle. Cercò di distrarsi da quei pensieri decisamente sinistri e senza senso, ma non appena mise piede al secondo piano una gelida sensazione gli si arrampicò sulla schiena paralizzandolo del tutto. No, c’era proprio qualcosa che non andava.

Davanti a lui le camere degli altri blaider erano aperte e completamente in ordine…Come se nessuno ci avesse mai alloggiato.

“Ma dove sono andati tutti?” si chiese mentre usciva dalla camera degli Obscuras, anch’essa priva di ciascun componente. I letti erano perfettamente in ordine, gli armadi vuoti e non c’era alcuna traccia del loro passaggio. Gettò una rapida occhiata al cortile per poi proseguire, ma si fermò di colpo tornando alla finestra.

“Allora non ci sono solo io”

 

- Takao! E’ un po’ che ti cerco dov’eri finito? E già che ci sei mi dici dove sono tutti? – sbraitò Daichi non appena Takao li ebbe raggiunti.  

Hilary osservò in silenzio l’amico che stava raccontando quello che aveva scoperto ai piani superiori senza mostrarsi particolarmente sorpresa, ma limitandosi a fissare Takao, sul cui viso leggeva una preoccupazione ed una tensione che mai gli aveva visto.

Lei e Takao non si erano mai confrontati circa quello che sapevano di tutta la storia, ma era lampante che il ragazzo nascondesse qualcosa. Lo vedeva inquieto, spesso distratto e cosa ancor più strana molto distante da Samantha. “Beh dopotutto neanche io sono molto vicina ad Axel in questo periodo” si ritrovò ad ammettere con rammarico. Ma era una sensazione di disagio ad attraversarle le viscere ogni volta che il ragazzo la toccava; poteva sbagliarsi, ma il Dubbio che si era insediato in lei le stava impedendo di amare Axel.

Doveva risolvere il problema alla svelta anche perché ora la situazione le stava sfuggendo di mano rapidamente e doveva ricorrere a tutti i mezzi di cui disponeva per far luce sulla Verità…Qualunque essa fosse.

- Takao – iniziò lei rompendo il racconto del ragazzo.

- Devo parlare con te…Con voi – si corresse guardando Daichi.

Takao le si parò davanti con un viso serio e preoccupato, come se non stesse aspettando altro che una spiegazione. – Hilary tu cosa… -

- La Voce ti ha parlato? – lo interruppe lei bruscamente mentre osservava con nessuna sorpresa gli occhi di Takao spalancarsi increduli. – Tu sai? -

- Anche più di quello che immagini – ribatté lei prendendo un respiro profondo e partendo a raccontare dall’inizio…Dalla scoperta di essere la Custode dei Portali.  

 

- E’ assurdo…Sei la Custode – disse Takao con una voce con ancora tracce di incredulità.

Hilary annuì seria soffermandosi su i due ragazzi che la guardavano con una certa soggezione, come se si trattasse di un’opera rara o un oggetto fragile e delicato.

- Che avete da guardare? -

- Come ti senti? Cioè voglio dire…Tu dovresti essere una blaider a questo punto – chiese Takao.

- Già, ma devo prima trovare Nike –

- E hai idea di dove si trovi? – chiese Daichi lievemente apprensivo

La ragazza scosse il capo mentre le sue sottili dita si stringevano nelle tasche dei pantaloncini.

- Ma voglio scoprire chi è il Nemico e…So come fare -

Takao e Daichi la guardarono sorpresi ansiosi che continuasse. – Takao, Daichi io scoprirò la verità, ma voi dovete rintracciare i restanti Cavalieri e radunarvi prima che arrivi l’attacco

- E come sai per certo chi sono? -

La ragazza sorrise sarcastica incrociando le braccia al petto – Ehi tranquilli…Sarò la Custode o no? Diciamo che lo sento. Trovate Max, Rei e Kai al più presto –

Daichi annuì, ma Takao scattò in piedi con un guizzo negli occhi che era già più ricollegabile al vecchio Takao – Aspetta, ma tu? Cosa intendi per “Scoprirò la verità”? E’ meglio se uno dei due rimane con te nel caso venissi attaccata! Sei la Custode ed è compito nostro proteggerti! – ribatté lui ricordandosi della richiesta fattagli dalla Voce.

Hilary scosse il capo prima di fronteggiarlo apertamente – Ascoltami bene: so cavarmela e poi devo fare questa cosa da sola…Per favore

Lo guardò intensamente cercando di raggiungere il fondo dell’anima dell’amico che sapeva essere preoccupato per lei…Ma ognuno di loro doveva compiere il proprio percorso ed il suo era diverso da quello dei Cavalieri. – Ne sei certa? –

Hilary annuì senza mostrarsi minimamente preoccupata e forse fu questo che spaventò Takao che però alla fine accettò. – Li andremo a cercare e poi torneremo qui a prenderti. Non fare casini – l’avvisò lui. – Non preoccupatevi. Max lo troverete all’ospedale, mentre Rei…Non ne ho idea

– Troviamo Max e facciamocelo dire da lui…Sono usciti insieme dalla camera del Presidente questa mattina – disse Takao avviandosi con Daichi verso l’uscita dell’Hotel.

- E Kai? – chiese d’un tratto il nipponico senza voltarsi.

Hilary alzò gli occhi verso la figura dell’amico. – E’ qui…Al Faraonic

- Non mi riferivo a questo – rispose la voce di Takao trasportata dalle spire del vento.

 

Non appena se ne furono andati Hilary si appoggiò al muretto della fontana situata al centro del giardino ed osservò per qualche istante l’acqua che zampillava dalle bocche di tritoni e delle creature marine posandosi come petali di ghiaccio sulla sua pelle, per poi specchiarsi sul velo d’acqua gelida, scorgendo un viso con degli occhi seri e concentrati.

“Io non te lo consiglio”

- Mi chiedevo quando ti saresti fatta viva – disse Hilary sorridente.

“Quello che vuoi fare è pericoloso” puntualizzò Nike seria.

Hilary scosse il capo per poi tornare sul suo riflesso – Non lo è abbastanza in confronto a tutto quello che sta accadendo. Julia è addormentata e tutti i blaider sono svaniti nel nulla…E tu mi dici che la mia idea mi potrà mettere nei guai? Non me ne frega niente! –

“Gettare un occhio sul Passato spesso può portare a gravi danni per l’evocatore ed inoltre non è detto che vedresti proprio quello che cerchi” sottolineò l’Essenza cercando di persuadere la sua protetta. Ma ogni tentativo fu vano.

- Devo tentare…Non cercare di fermarmi Nike…Voglio la verità. Devo sapere se Axel è colpevole o no. Non posso andare avanti a difendere la posizione di Axel di fronte alle accuse di Kai – disse infine la ragazza decisa. Nike non insistette più, comprendendo probabilmente lo stato d’animo della brunetta.

Hilary chiuse gli occhi lasciando che il calore riaffiorasse fra le sue dita e tutto il corpo prendesse ad essere preda di un calore benefico e magico – Ocùle praeterīte, monstra mihi radicem…Come tutto è iniziato…Il volto del Nemico – ed il calore che avvertiva sulle dita si espanse a tutto il corpo per irradiarla completamente e lasciarla cadere inerme sul manto d’erba gelida priva di sensi.

 

Una stanza buia, fredda, intrisa di Dolore e Male; il Freddo era tangibile e le spesse pareti in pietra erano ricoperte da uno strato di ghiaccio. Non si vedeva molto e gli occhi di Hilary impiegarono del tempo per abituarsi all’oscurità. Non aveva idea di dove si trovasse, ma non era reale, infatti aveva visto che poteva passare attraverso le pareti e non avvertiva il gelido contatto fisico con la parete. Era e allo stesso tempo non era lì, si trattava di una sorta di visione, o di un sogno.

Dei passi pesanti e cadenzati si alternarono, procedendo verso di lei. La ragazza si voltò di scatto, vedendo un tenue bagliore avvicinarsi sempre di più a lei. Un brivido corse lungo la sua schiena “Non mi avranno vista spero”. Si appiattì contro la parete trattenendo il respiro, quando per poco non cacciò un urlo quando riconobbe due dei tre uomini che si erano portati a pochi metri da lei, ma che sembravano non essersi accorti della sua presenza.

Rassicurata da questa convinzione si avvicinò alle figure illuminate solo da una debole fiamma di un candelabro in ottone. Si accostò ai tre uomini, rabbrividendo quando incrociò le iridi cristalline, quasi vitree di uno dei due. “Non può essere” pensò sconcertata.

- Mi perdoni, signore, cosa ne facciamo di lei? – chiese ad un certo punto il terzo uomo, a quanto pare un servitore, ponendo un lieve inchino. Hilary si frappose fra i due rabbrividendo quando la mano affusolata e nivea dell’uomo dagli occhi chiari la trapassò uscendole dalla schiena.

La mano afferrò il candelabro che il servo teneva fra le mani e nel tirarselo dietro attraversò nuovamente il corpo inconsistente di Hilary che osservava incredula il volto dell’uomo, e nel momento in cui la fiamma si avvicinò al suo scarno volto Hilary ebbe la conferma dei suoi sospetti: ciò a cui stava assistendo era qualcosa di passato, infatti chi era di fronte a lei altri non era che Vladimir Vorcof almeno quindici anni più giovane rispetto a quando l’aveva conosciuto lei.

Vorcof si voltò verso l’altra figura, dalla corporatura più robusta e che indossava un pesante mantello di pelliccia di pregiata fattura. Hilary sentì una strana sensazione, riconoscendo quell’uomo. Se lo ricordava, aveva letto di lui ai tempi del primo mondiale, quando ancora seguiva le trasferte in televisione. – Per quel che mi riguarda, può anche morire in mezzo al ghiaccio – disse il vecchio con mantello grave.

- Signore – s’intromise Vorcof con un inchino – Se mi è concesso, vorrei avere il permesso di occuparmi personalmente del problema -

- E come avresti intenzione di risolverlo Vorcof? Di certo non credere di farla crescere al Monastero. Mio nipote non dovrà avere mai contatti, più cresce isolato più mi sarà facile educarlo come è meglio per i nostri scopi – Hilary strinse le mani a pugno, perforandosi i palmi con le unghie. Che cosa centrava Kai in tutto questo? Perché Hito Hiwatari disponeva del destino di Kai come se fosse un soprammobile? – Beh mi hanno contattato delle persone che sembrano interessate…A fini sperimentali. Se non altro ci toglieranno un fardello di torno. Come abbiamo visto è Kai a possedere l’appoggio dell’Essenza della Fenice, quindi il resto ci è del tutto indifferente - Vorcof parlava con calma, sempre con il capo chino in segno di rispetto. Hito sembrò pensarci un attimo, ed Hilary pregò con tutta se stessa che quell’attesa finisse.

- Va bene. Ma cosa ci offrono in cambio? –

- Un bit di un’intelligenza superiore, in grado di sconfiggere qualsiasi Essenza Sacra. Si chiama Black Dranzer –

- E tu credi che siano affidabili? –

- Ho visto di persona Black Dranzer in azione e posso assicurarle che non ho mai visto niente di più potente ed aggressivo in vita mia. Mi hanno assicurato che se il ragazzo sarà in grado di controllare la Fenice di Fuoco, allora con un allenamento opportuno potrà destreggiare anche il Black Dranzer - 

- Bene, allora fa quello che devi, Vladimir – disse Hito voltandosi finalmente verso i due sottoposti. Hilary non l’aveva mai visto di persona, ed in quel momento si chiese come poteva una persona così squallida essere imparentata con uno come Kai…Il suo Kai. Non si assomigliavano per niente. Gli occhi di Hito erano privi di vita, crudeli e cattivi, mentre quelli di Kai freddi e scostanti, ma in realtà celavano emozioni mai lasciate libere di volare…E questo lei lo sentiva.

- Ivan avvicinati – disse Hito al terzo uomo. – Il lavoro è stato svolto correttamente? – sembrava più una constatazione oggettiva che una domanda. – Certo, mio signore. Abbiamo pulito tutto, e la macchina di suo figlio è stata posizionata in mezzo alla scarpata come da lei predisposto –

Hilary sentì il sangue raggelarsi…Non poteva essere vero…

- Bene, sai sarebbe alquanto disdicevole se si venisse a sapere la vera fine del mio caro figlio -

Hilary vide Vorcof sogghignare. “Maledetti”

Ivan sembrò intimorito da quelle parole. – E vedi, non posso neanche permettere che Kai in futuro scopra qualcosa di troppo – A quelle parole Hilary vide un coltello dalla pregiata rifinitura attraversarle il petto e raggiungere la schiena inconsapevole di Ivan, che in un rantolo si piegò in avanti, riversandosi sul pavimento, e macchiando di sangue la pietra gelata. Hilary si fece in avanti chinandosi sull’uomo inerme e tastandogli il collo alla ricerca di un battito…Ma invano. Strinse gli occhi furente, mentre sentiva accanto a sé Vorcof attraversarla e raggiungere Hito. – E anche questa è fatta Vladimir. Fai quello che devi, ma rammenta…Io non ne so nulla – disse serio Hito senza voltarsi.

Vorcof sorrise appena – Ma naturalmente, signore – e fece per allontanarsi dopo un breve inchino.

- Ah Vladimir…Mi auguro che questa sia davvero l’ultima volta che la sentirò nominare -

- Ma certo Signore…Nessuno saprà mai nulla – E si dileguò le scale seguito a ruota da Hilary che non riusciva più a sopportare la presenza di quell’uomo, unico parente in vita di Kai…

Camminò al fianco di Vorcof per diversi minuti, sentendosi incredibilmente tesa nel procedere accanto a un uomo che tra sedici anni avrebbe segnato i loro destini.

Ad un tratto si fermarono. Si trovavano davanti al cancello del Monastero all’interno del chiostro in pietra e la neve candiva macchiava di purezza quel suolo che aveva visto solo sangue e dolore.

- Padron Vorcof, i suoi ospiti sono fuori – disse ad un tratto una donna anziana dai capelli grigi ed il volto segnato da profonde rughe che teneva tra le braccia qualcosa di avvolto in degli stracci logori.

Hilary si avvicinò alla donna, ma le sue mani non riuscirono a toccare né scostare le stoffe, così da non poter capire cosa celassero. Vorcof prese il fagotto dalle mani della donna e si incamminò verso il cancello che si aprì automaticamente. La ragazza si avvicinò cauta all’uomo, sentendo una prepotente ansia crescerle nel petto ad ogni istante. I fiocchi bianchi le cadevano sul viso trapassandola e i suoi piedi non firmavano il loro passaggio sulla neve; errava in un universo passato che doveva ricongiungersi col futuro…Ma cosa aveva a che fare con la loro situazione ed i suoi presentimenti? Riportò l’attenzione su Vorcof quando delle ombre si presentarono all’entrata del Monastero, celate dalla pesante cancellata in pietra e legno. La ragazza si avvicinò ancora.

- Lei è Vladimir Vorcof dico bene? – Hilary si sentì il respiro mozzato e le gambe molli. Non poteva essere…Quella voce. ”No è impossibile…”

- Posso sapere il perché di tanto interessamento? – chiese Vorcof senza scomporsi

- Ma certo, sappia che verremo noi a cercarla per proporle il frutto dei nostri esperimenti – Hilary trapassò decisa il corpo di Vorcof arrivando a pochi centimetri dalla figura che continuava a non mostrarsi alla luce della Luna. Sentì la rabbia montarle dentro come impazzita. – E come farete di grazia? – insistette l’uomo. A questo punto una terza figura si avvicinò e Hilary si sentì mancare quando la riconobbe – Ci faremo vivi noi. Per lei non si preoccupi, nessuno lo saprà mai…Ah questo è Black Dranzer – disse tendendo a Vorcof un beyblade nero con sfumature verde smeraldo, rosso sangue e un caricatore viola “Verde, Nero, Rosso e Viola…Non è possibile” Hilary si mise davanti alle quattro figure celate inorridita, mentre Vorcof passava loro il fagotto e prendeva il bey.

- Molto bene – disse una delle voci – Possiamo andare – Un’ombra dalle fattezze di donna si avvicinò a Vorcof prendendo l’involucro, lasciandosi sfiorare dalla Luna e facendo urlare di rabbia Hilary…Le crollò il mondo addosso, ogni certezza divenne un dubbio, ogni sogno un incubo, ogni respiro una stilettata ed ogni attimo di sofferenza piacevole. Quegli occhi vermigli, accompagnati da lucenti e lunghi capelli nero pece furono l’ultima cosa che vide prima di scomparire.    

 

L’erba fredda le punse il viso umido di terra e lacrime amare. Si tirò su a fatica sentendo i muscoli indolenziti e la testa scoppiarle…Ma non era nulla in confronto a quello che le stava attraversando la mente in quel momento. Ingannata, era stata ingannata. E se fino a pochi minuti prima il suo era stato solo un presentimento e come tale poteva anche essere ignorato, ora alla luce della verità si sentiva schiacciare dall’inadeguatezza e dai sensi di colpa. Li aveva visti, Axel, Samantha, Astra ed Ares…Erano stati a Mosca nel tempo in cui non avrebbero dovuto essere più che bambini e avevano consegnato loro Black Dranzer a Vorkof in cambio di quel…Non sapeva neanche come definirlo; non aveva visto chiaramente cosa contesse quel fagotto, ma facendo due conti non le risultava difficile darsi una risposta. Ma era tutto così dannatamente crudele e ingiusto per essere vero.

Tutti gli sguardi, le parole, le carezze, i baci di Axel…Era stato tutto finto.

- No! Non è possibile! – urlò battendo con rabbia il pugno sul marmo del bordo della fontana.

Una lacrima sola le discese a fatica lungo la guancia, unica scia di male e sofferenza che presto si fermò sul collo.

Hilary si passò una mano sul viso scostando la lacrima e lottando contro il suo cuore che stava per scoppiare – Come ho fatto? Mi sono fatta fregare come un’idiota….- sussurrò.

“Hanno ingannato tutti”

- Già, ma io sono la Custode! A me non era permesso questo errore! – gridò lei fuori di sé.

“Ora smettila! A tutti è permesso sbagliare! Non saresti umana altrimenti” la riprese Nike con un misto di dolcezza e decisione.

Hilary scosse il capo con fermezza mentre la rabbia e la colpa si agitavano dentro di lei come fiamme ardenti bruciandola dall’interno.

- Come diavolo hai fatto a scegliere me per questo compito se non sono stata neanche capace di vedere che il nostro Nemico era proprio accanto a me!? Dimmi perché! -

“Spesso le cose più vicine sono quelle che ignoriamo. E comunque una Custode non è predestinata, si sente un legame forte ed indissolubile con lei e la si segue, punto. Io mi fido di te e questo mi basta!”

A quel punto un lampo squarciò il cielo illuminando per pochi secondi il volto esterrefatto di Hilary che sembrava essersi pietrificata sul posto. – Che cosa hai detto? –

“Che si instaura un leg…” ma la ragazza l’interruppe – No, no, dopo cosa hai detto dopo –

“Che mi fido di te, Hilary”

La ragazza si portò una mano alla bocca incredula mentre quelle poche parole le assediavano la mente e penetravano nel profondo, scavavano fra i suoi ricordi alla ricerca delle loro gemelle.

 

- Su, prova tu – le disse il ragazzo mentre la giovane titubante allungava una mano verso l’animale che però parve indietreggiare. – Non devi farle sentire che hai paura, lei deve fidarsi di te, tu ti fideresti mai di qualcuno che ti teme? –

“Io mi fido di te, Hilary” sembravano dirle i suoi occhi.

 

No, non le era solo sembrato…L’avevano detto veramente. – Fiamma –

 

- E’ una storia assurda se ci pensi – disse Takao a Daichi mentre camminavano per le strade di Rabat diretti verso l’ospedale centrale dove erano state ricoverate Julia e Astra e dove Max passava la buona parte del suo tempo. Parlava con la madre e si informava delle condizioni di salute dei blaider, in particolare di Mariam, che fino a che era rimasto a Los Angeles andava a trovare tutti i giorni, trascurando addirittura gli allenamenti.

- Già…E se davvero questo Nemico ci osserva saremo messi male – sospirò il piccolo giapponese mentre armeggiava disperatamente con il telefonino. – Niente…Rick e Emily non rispondono – disse dopo che l’ennesima telefonata era andata in fumo.

- Lascia stare, non penso che li troveremo così. Al momento la cosa migliore è trovare Max, Rei e Kai – rispose alzando il passo e camminando lungo il lungomare che costeggiava la spiaggia. Il tempo era sempre più nero, e le nuvole erano come un avvertimento per Takao: doveva affrettarsi prima che sopraggiungesse il Temporale.

- Ma se i russi avessero ragione…Questo vorrebbe dire che gli Obscuras ci hanno ingannati – disse ad un tratto Daichi bloccando il respiro ed il cuore del ragazzo per qualche secondo.

Takao si fermò di colpo con gli occhi rivolti al mare grigio e triste che si agitava lentamente per poi infrangersi con violenza sulle rocce della scogliera. Quel pensiero non smetteva di dargli il tormento e ciò che gli aveva detto Hilary non avevano fatto altro che alimentare il legno attorno al fuoco. Non aveva detto all’amica tutto quello che gli aveva chiesto la Voce, in particolare aveva taciuto di come aveva fatto ad entrare in contatto con lei. Una parte di lui si rifiutava di credere che Samantha fosse coinvolta, ma un’altra parte unita alla Voce sembravano volerlo mettere in guardia. E lui si sentiva di far pendere l’ago a favore di questa.

- Se Samantha dovesse centrare qualcosa tu la combatterai? – gli chiese Daichi.

Takao spostò gli occhi dall’amico che al suo fianco guardava dritto davanti a loro.

- Non lo so…Ma probabilmente se me la trovassi davanti ora vorrei delle spiegazioni -

- Beh allora direi che è il momento…Guarda – rispose Daichi stringendo la presa su Gaya Dragoon, mentre illuminata da un tetro alone vermiglio una giovane ragazza avanzava verso di loro facendo ondeggiare come spire i suoi crini color pece, e sul suo viso due bolle cremisi sembravano ardere come le porte dell’Inferno.

- Takao! Non mi saluti più? – chiese ironicamente lei una volta che si fu portata a pochi metri da loro. Takao strinse gli occhi istintivamente mentre ancora una volta la sola vista di quello sguardo non faceva altro che dargli una sinistra sensazione di pericolo. Avvertì Dragoon scaldarsi nella tasca e questo gli fece mordere il labbro dalla tensione. Percepiva il pericolo, sentiva la Paura pervadergli il corpo, un po’ come quando aveva combattuto contro Brooklyn tanto tempo fa…

- Samantha…Chi sei? – chiese il giapponese serio.

- Ma come non mi riconosci? Sono la tua ragazza

- Smettila di prenderci in giro! Non siamo ciechi lo vediamo benissimo quell’alone rosso che ti circonda! Che diavolo sei? – sbottò Daichi mettendosi in posizione d’attacco.

Samantha sorrise ma non si scompose – Ma che brave le mie piccole pedine…Purtroppo per voi ve ne siete accorti tardi – rispose lei posando su di loro due occhi crudeli e gelidi come lame di ghiaccio.

Takao s’irrigidì ma non lasciò che la delusione prendesse il sopravvento su di lui. Doveva raggiungere Max e gli altri…Ma voleva anche parlare con quella “creatura”.

- Che cosa vuoi? – chiese d’un tratto estraendo Dragoon che in tutta risposta venne indicato da Samantha col capo – Proprio lui e Gaya Dragoon miei Cavalieri -

- Beh allora vieni a prenderteli strega! – sbraitò arrabbiato Daichi preparandosi a tirare quando un braccio di Takao lo fermò – Corri – disse semplicemente senza lasciare gli occhi di Samantha.

- Che dici? – obiettò lui

- Corri. Ci penso io a trattenerla…Va da Max –

Daichi sbarrò gli occhi incredulo, ma nulla si intravvedeva nello sguardo di Takao se non determinazione e desiderio di verità. – Ne sei sicuro? –

Il diciassettenne annuì senza aggiungere altro.

- Bene. Falla nera – disse rinfoderando il suo bey e correndo in direzione di Samantha che sembrava rilassata e stupita – E tu dove credi di andare moccioso? – chiese mentre nelle sue mani apparve una sfera rossa luminosa che venne scaraventata contro Daichi, il quale tentò di saltare per evitarla, quando qualcosa di frappose fra lui e quella strana “cosa”.

- Daichi corri ora! – urlò Takao mentre Dragoon fronteggiava quel disco vermiglio creando un bagliore accecante.

Il piccolo rosso annuì e rapido sorpassò la ragazza che tentava di proteggersi gli occhi da quell’intensa luce.

- Non riuscirai a fuggire Cavaliere – sussurrò Samantha osservando il suo avversario

- Non ne ho intenzione. Non so chi tu sia, ma hai fatto troppo dolore per potertela cavare – ribatté Takao mentre davanti a lui Dragoon girava aggressivo e pronto all’azione.

- Vuoi sapere chi sono e cosa voglio? Bene: mi chiamo Samantha, sono il Demone dell’Avidità e voglio…La tua Essenza Cavaliere dell’Aria

 

“Astra…Daichi sta correndo verso l’ospedale, manda i tuoi pargoli a fermarlo

“Te lo sei lasciato sfuggire Samantha cara? Fortuna che ci sono io…”

 

Il respiro affannato e non sentiva più le gambe tanta la stanchezza, ma se si fosse fermato quei cosi l’avrebbero preso, quindi il fiato avrebbe dovuto aspettare, così come le sue gambe. “Ma che sono?” si chiese mentre attraversava la strada che l’avrebbe portato verso il centro. Attraversò vie piene di gente che nonostante il brutto tempo si era riversata nelle strade, ma che per qualche strana ragione non si accorgeva di quelle creature nere dai lunghi mantelli che lo stavano inseguendo senza dargli un attimo di respiro.

Arrivò ad un incrocio dove dovette arrestarsi per capire dove andare. Il cuore non la smetteva di martellargli nel petto, e le tempie gli pulsavano freneticamente dallo sforzo.

- Allora l’ospedale è… -

- Non ci arriverai Cavaliere – rispose una di quelle creature parando sigli davanti e sfoderando un beyblade che sembrava non avere un corpo, ma che appariva più come una massa inconsistente.

“E’ inutile scappare, devo annientarli…Ma così non potrò avvisare Max! Se Astra è allora è in pericolo” pensò terrorizzato, ma consapevole che con quelli alle calcagna non sarebbe mai riuscito ad aiutare i suoi amici.

- E va bene, fatevi sotto schifosi – gridò lanciando Gaya Dragoon in direzione di quei cinque esseri che a loro volta scagliarono i loro bey. Ci sarebbe voluto un miracolo per sconfiggere cinque avversari insieme, lui non era in grado di farli, ma avrebbe tentato.

- Attacco Meteora! – Daichi si girò alla sua destra sconcertato, mentre un bey azzurro e lilla si frapponeva fra il suo e quelli neri delle creature.

L’impatto fu intenso e per qualche secondo Daichi non capì chi aveva pronunciato quelle parole, fino a quando non sentì quei mostri parlare.

- Non abbiamo tempo per batterci con te Guardiana, vogliamo il Cavaliere -

- Questo mi offende! Mi credete più debole di lui? – sbottò lei ironicamente indignata mentre si abbassava il cappuccio della felpa rivelando una massa fiammeggiante di capelli rossi e due occhi color indaco che risplendevano come due pozze d’oceano.

- Crystal! – disse Daichi sorpreso ma felice che la russa fosse lì.

- Corri Daichi, va da Yuri. Non andare da Rei e Max…Hanno già il loro bel da fare

 

- Driger attacca! -

La trottola grigio-argentata sfrecciò come un dardo sul bey verde dell’avversario, spingendolo contro la parete di roccia della torre.

Nonostante il forte vento che si era formato, su quella vecchia torre diroccata si sentiva un caldo atroce, e l’umidità causata dalla vicinanza dell’oceano rendeva l’aria ancora più irrespirabile. Rei si passò una mano sul viso imperlato di sudore mentre cercava di imprimere maggiore energia sull’offensiva di Driger.

- Oh Rei, dovrai impegnarti più di così – disse con voce annoiata il giovane diciottenne biondo che lo fronteggiava e che sembrava del tutto estraneo al caldo, alla fatica e al combattimento. Era irreale: il suo viso appariva come quello di una scultura greca, perfetto in ogni suo lineamento, senza un minimo segno di preoccupazione o alterazione…Una statua ecco cosa sembrava. Era meraviglioso, angelico e con uno sguardo che avrebbe messo chiunque in soggezione…Ma non Rei.

- Dove li hai messi Ares? – sibilò il drigerblaider

Ares si scostò con eleganza calcolata una ciocca bionda dagli occhi sistemandosela dietro l’orecchio senza prestare particolare attenzione al blaider.

- Non capisco di chi tu stia parlando -

- Ho visto quello che hai fatto –

Ares a quelle parole portò finalmente l’attenzione sul giovane che lo trafisse con uno sguardo pieno di rabbia e indignazione.

- Povero Rei…Tu hai visto perché io ti ho dato la possibilità di vedere. Credi davvero che sia così sciocco da non accorgermi che mi stavi seguendo questa mattina? Era ora che te ne accorgessi…E non mi riferisco alla mia vera natura – sottolineò con una punta di malizia.

Rei lo squadrò senza rispondere, nonostante la voce che dentro di lui premeva perché lo attaccasse e gli strappasse quella lingua maledetta. Non poteva più sopportare quella voce suadente ed angelica, la trovava irritante e falsa, come le Sirene che ammaliavano i marinai con il loro bel canto e li spingevano lentamente verso la Morte…Si nascondevano dietro un esile corpo e un viso meraviglioso, quando in realtà erano creature capaci di seminare solo distruzione…E Ares era come loro.

- Mao – non era una domanda, ma un’implicita richiesta di ridargliela.

- E da quando ti interessa di quella mocciosa? –

Rei chinò il capo risentendo il dolore che l’aveva pervaso nel vedere la sua Mao tra le braccia di quell’essere, e i suoi occhi che adoranti pendevano da quelli celesti del biondo.

Probabilmente era sempre stato innamorato di quella bambina tenace ed estroversa che era cresciuta assieme a lui, solo che aveva sempre creduto provare un affetto fraterno nei suoi confronti e mai qualcosa di più profondo…Ma ora sapeva che non era così.

Non sentirla più acclamare il suo nome durante un incontro lo incupiva, non vedere i suoi dolci e luminosi occhi posarsi su di lui lo faceva sentire incompleto e saperla in pericolo gli provocava una carica ed una determinazione estrema. Sarebbe arrivato ovunque pur di riprendersela.

- Da sempre – rispose deciso mandando Driger all’attacco di Xversum che venne scaraventato dall’altro lato della torretta. Ares rispose immediatamente con un’offensiva potente, mentre dalle mani cominciavano a prendere forma dei lunghi aculei verdi che schizzarono letali e rapidi sul cinese. Rei li vide all’ultimo secondo e riuscì a schivarli in tempo buttandosi agilmente di lato. – Sei stato fortunato Cavaliere…Per ora -

 

Il viso di Julia era appena corrucciato ed una ciocca di capelli ramati le si era poggiata disordinatamente sul viso. Max l’osservò per qualche minuto prima di dirigersi verso la finestra che dava sulla strada. Le dense nuvole scure preannunciavano la scesa di un violento temporale, inoltre raffiche di vento scuotevano con forza le palme e tutte le fronde degli alberi, dai cui rami spiccavano il volo gli uccelli che seguendo una formazione ben precisa cercavano un rifugio più riparato. Chissà se anche il tempo era condizionato dagli strani eventi che stavano capitando loro dall’inizio di quel torneo?

- Ehi Max tutto bene? – si girò appena incrociando gli occhi violetti di Astra che si stava avvicinando a lui. Il biondo la fissò allibito. – Che ci fai qui Astra? Quando ti sei svegliata? Non è possibile…Tu… -

Un brivido di paura si diffuse rapido nel corpo dell’americano, che impietrito non riuscì a muoversi. Non poteva crederci, non poteva essere veramente così…

Ripensò immediatamente alle parole che Rei gli aveva rivolto poche ore prima, dopo che avevano lasciato lo studio del presidente.

- Max, so che ti sembrerà assurdo, strano, impossibile, ma sono gli Obscuras i nostri nemici, perciò tieni gli occhi aperti…Credo che ci siano loro dietro gli incidenti capitati ai nostri amici e a Mariam -

 - Cosa c’è Max? Sei sorpreso? – chiese con finta ingenuità la mora estraendo dal tascapane nero il suo Illusion e caricandolo.

- Aspetta Astra! Non lanciare qui il bey! – la pregò lui tentando di farla ragionare e prendere tempo.

- E perché mai? – chiese lei abbozzando un sorriso che avrebbe potuto far pensare che tutta questa situazione la stesse in realtà divertendo.

Max si guardò intorno con il cuore in gola prima di frapporsi fra Astra e le sbarre del letto di Julia – Siamo in un ospedale! – esclamò allargando le braccia con l’intento di farle capire che non era quello il luogo adatto ad un combattimento.

Astra lo accarezzò lentamente con quegli occhi velati da falsa innocenza – Ma così è più divertente – rispose preparando a lanciare Illusion e non mirando al pavimento lucido della stanza, bensì al viso chiaro e preoccupato di Max. – Dopo di te Cavaliere – lo esortò.

Max scosse il capo con fermezza cercando di radunare le poche idee che gli stavano raggiungendo il cervello in quel momento; non aveva idea di cosa fare, doveva prendere tempo, ma anche allontanare quella pazza da lì…Non poteva rischiare danni ai pazienti.

- Sto aspettando Cavaliere -

Goccioline di sudore freddo gli percorsero la schiena bruciandogli la pelle tesa e fremente come una corda. Poco tempo, era accaduto tutto troppo in fretta…Doveva improvvisare.

- Sei pazza -

- Come prego? –

- Sei pazza…Non puoi voler combattere in un ospedale, per giunta con un letto a pochi metri. E’ una follia! – esclamò Max gettando una rapida occhiata alle sue spalle verso la grande finestra da cui non si vedeva nulla eccetto la grande palma che gettava inquietanti scaglie d’ombra nella camera. Non sarebbe arrivato nessuno…Era logico pensare che anche gli altri fossero nei guai tanto quanto lui.

- Oramai lo avete detto in troppi...Comincio a stancarmi di questo appellativo. Sai che mi chiamava così anche la cara Mariam? – disse lei con il chiaro intento di provocarlo.

Max la fissò come attirato dal solo nome della ragazza – Mariam? –

Era così strano poter pronunciare ancora quel nome, come se un ricordo mai seppellito potesse rifiorire in tutta la sua bellezza nonostante fosse stato sommerso dalla neve gelida.

- Oh sì, Mariam…Dovevi vedere con che stato si è staccata da te quella sera…-

Max rimase per alcuni secondi come spiazzato dalle sue parole, ma pian piano tutto cominciò a delinearsi per bene nella sua mente: lo strano atteggiamento di Mariam, il suo cambiamento improvviso di umore fino al suo Sonno…Era stata tutta colpa loro!

Afferrò Draciel con una rapidità che non gli era mai appartenuta e lo puntò dritto negli occhi della sua avversaria. Sentiva la rabbia ed il dolore irrompere nelle sue vene con ferocia e la sua mente chiedere insistentemente “Perché”.

- Qualsiasi cosa tu voglia…Vieni a prendertela! – e con uno scatto si girò, scagliando Draciel fuori dalla finestra e facendolo atterrare sul tronco della palma per poi condurlo fino al prato. – Brutta mossa Max…Prendilo Illusion! – e Astra guidò la sua trottola verso quella verde del biondo che parò decisamente bene l’offensiva.

- Difenditi ora perché non ne avrai più l’occasione Cavaliere…Prenderò Draciel e la tua anima – lo aggredì la mora caricando un nuovo attacco che Max riuscì a neutralizzare seppur con difficoltà. – Ora tocca a me…Vai Draciel! –

 

“Allora che cosa hai intenzione di fare?” rimase per alcuni istanti ad osservare le nuvole agglomerarsi sopra la sua testa cercando di ricordare ancora quella voce.

“Hilary?” Si alzò dal bordo della fontana prendendo un respiro profondo come se con questo potesse lavarsi il corpo da quell’aria marcia e viziata che le aveva offuscato la mente.

- Sto venendo a prenderti Nike…Aspettami – i suoi occhi sondarono il cortile ombroso e che cominciava a tingersi di colorazioni umide ed acquose, mentre un’improvvisa raffica di vento le investì il viso asciugando definitivamente gli ultimi rimasugli di acqua salmastra.

Prese a correre verso il Faraonic senza curarsi della pioggia che le bagnava i vestiti e le gelava il respiro; correva sforzandosi al massimo, correva per non pensare, correva per arrivare in tempo…Almeno questa volta.

 

La pioggia ora cadeva incessante sulla città, rendendo anche difficoltoso scorgere i nomi delle vie e così Hilary dovette fare affidamento soprattutto all’istinto oltre che a quei ricordi dell’unica volta che era andata all’hotel dove alloggiavano i russi.

Fiamma…Ma che cosa idiota! L’aveva sempre avuta a due passi! Si sentiva in colpa se pensava che avrebbe potuto evitare tutto questo…Se si fosse resa conto prima di tutto, se avesse capito allora che razza di esseri fossero gli Obscuras…Se…

Sbatté il viso contro qualcosa cadendo sulla terra bagnata e fangosa, mentre la figura che la fronteggiava si chinò tendendole gentilmente la mano per alzarsi.

Hilary sollevò lo sguardo tendendo la mano e afferrando l’altra, che senza sforzo la issò su, per poi afferrarla saldamente per il polso. Hilary avvertì una morsa allo stomaco quando riconobbe quell’odore che si mescolava al suo e quando quei venefici occhi verdi si scontrarono violentemente con i suoi. Trappola…Era in trappola.

- Ehi amore dove vai così di fretta? -

 

- Ma ne sei sicuro? – chiese Boris alzandosi da scatto dalla poltroncina e squadrando allibito Daichi che seduto sul divanetto cercava di riprendersi. Era esausto, con un po’ di graffi ma in sostanza nulla di serio. Yuri continuava a sfiorarsi il mento con fare assorto mentre Kai appoggiato alla parete gettava fugaci occhiate fuori scrutando oltre quel muro di pioggia e umido. Dranzer continuava a scaldarsi nella sua tasca accrescendo sempre di più il desiderio di entrare in azione.

- Sì…Sono stati tutti attaccati, avevamo promesso ad Hilary di tornare immediatamente da lei ma…Ci hanno presi uno dopo l’altro. E se non fosse stato per Crystal ora anche io… -

Boris lo bloccò prendendolo per il colletto – Come Crystal? L’hai vista? Dov’è? –

Yuri si alzò bloccando il braccio di Boris che senza volerlo aveva cominciato a strattonare eccessivamente il povero Daichi, il quale non riusciva a capacitarsi di una simile reazione.

- Ora basta. Daichi dove sono gli altri? – chiese il capitano rapido.

- Max all’ospedale, Rei alla Kasba degli Oudaïa mentre Takao l’ho lasciato nei pressi della Tour Hassan – rispose il ragazzino scattando in piedi.

- Sono tutti lontani gli uni dagli altri – constatò Boris sbuffando.

- E Hilary? – chiese Yuri

Kai si scostò appena dalla parete concentrando l’attenzione su Daichi in attesa che dicesse qualcosa. La mano corse rapida sul suo bey che cominciava a scottare come se avvertisse il pericolo, o come se anche lui scalpitasse tanto quanto lui di distruggere quei maledetti.

- Hilary…L’abbiamo lasciata in Hotel; ha detto di voler trovare la verità da sola –

Improvvisamente Kai si portò alla porta senza dire nulla, ma la mano salda di Yuri lo bloccò – Dove vuoi andare? Prima escogitiamo un piano…Hai sentito Daichi? Là fuori è pieno di quelle creature che ci stanno dando la caccia – lo informò Yuri tagliente, ma Kai non accennava né a voltarsi verso di lui né tantomeno a lasciare la presa sulla maniglia in ottone.

- Non sopporto quando non mi si risponde lo sai -

Ad un tratto percepì il braccio sotto di lui fremere e rapidamente Kai si volse verso di lui, rivelando due occhi fissi e ardenti, con un’espressione che non tradiva alcuna emozione se non la rabbia. Raramente lo aveva visto così deciso e nel suo sguardo riuscì a leggere una determinazione e una voglia di agire che anche lui aveva provato…Lo sentiva a pelle: quando Julia si era battuta contro Astra anche lui si era sentito così.

- Devo andare – disse semplicemente l’argenteo.

Yuri lo osservò per alcuni istanti prima di girarsi verso gli altri due che li avevano raggiunti. Si scambiarono degli sguardi d’intesa carichi di energia e determinazione consapevoli che quello che avrebbero fatto sarebbe equivalso ad un suicidio, ma l’avrebbero fatto comunque.

- Allora come ci dividiamo? – chiese Daichi

Yuri prese la parola serio - Daichi raggiungi Takao alla Tour Hassan – l’altro annuì, mentre una mano si posò con misurata indelicatezza sulla spalla del capitano russo – Ci vado io dal cinese, tu va in ospedale – gli disse Boris lanciandogli un cenno d’intesa.

Il ragazzo annuì cercando di celare una riconoscenza che però fu evidente, per poi guardare Kai – Axel sarà da Hilary…Fa in fretta

 

Si divisero, ognuno scelse la sua strada, ognuno di loro sfidò il suo destino, consapevole che la posta in gioco era alta e non includeva solo la propria vita, ma anche la salvezza dalla voragine oscura in cui i Demoni avevano trascinato l’intero mondo.

E mentre correvano per le strade fangose, sotto la vista di un cielo piangente pensavano solo a come fare per contrattaccare…In quella battaglia dove i Neri erano ad una mossa dallo Scacco Matto.

 

 

 

Eccoci qui! Che ne pensate? Spero che sia stato di vostro gradimento…E’ stato un capitolo particolarmente difficile, non mi convinceva mai, e per di più ha attraversato un periodo decisamente nero connotato dal famigerato male del “blocco momentaneo”

Soprattutto per quanto riguarda la prima parte ho parecchi dubbi, ho cercato di sistemarlo e spero di averlo reso come merita. Ringrazio le gentilissime persone che hanno letto e le voci che non mi fanno mancare mai un loro importantissimo parere.

Ringrazio di cuore le

                                               2 persone che hanno messo la storia fra quelle da ricordare

                                               17 persone che l’hanno messa fra le preferite

                                               23 persone che l’hanno messe fra le seguite

E ora passiamo al mio (per sempre) amato Angolo dei Grazie^^

 

Inuyasha_Fede: ciao cara! Ti ringrazio molto per aver commentato lo scorso capitolo e credo, ma soprattutto spero che con questo i tuoi dubbi si siano eclissati. Nel caso non fosse così sarò ben disponibile a mandarti una e-mail con tutte le spiegazioni che vorrai. Fammi sapere! Spero che questo capitolo ti piaccia^^

 

_marghe 96 xD_:eccola qui la mia piccola lettrice! Sono felice che lo scorso capitolo ti sia piaciuto così tanto, e mi auguro che anche questo riscuoterà lo stesso successo…Sebbene presenti a mio avviso delle pecche xD. Eh sì l’incontro di Julia è stato molto combattuto e vissuto da entrambi e devo dire che mi è piaciuto scriverlo…Mi sono sentita molto coinvolta! Beh tesoro spero che questo capitolo ti piaccia e oltre ad augurarti buon inizio con la scuola spero che mi farai sapere la tua anche su questo!

 

Lexy90: e sono felice io di vederti sempre! Leggere la tua opinione oramai è diventata una splendida abitudine alla quale spero di non dover rinunciare! A questo punto oramai le cose sono state designate e non ci sono più dubbi…O forse sì xD Fatto sta che siamo ufficialmente in guerra e si sa come funzionano le guerre…Tutto è concesso^^ Spero di cuore che questo capitolo ti piaccia e ti aspetto tesoro!

 

Cherry_88: tu con le tue recensioni mi fai toccare il cielo con un dito altro che! Purtroppo questa volta temo ci sia meno poesia e meno magia descrittiva ed emotiva, ma come ho già spiegato questo capitolo è capitato in un momento in cui mi veniva difficile mettere giù persino una frase di senso compiuto. Non mi piaceva niente di quello che scrivevo così per alcune settimane ho preferito lasciar perdere. Spero comunque che sia di tuo gradimento, mi rendo conto che non sia il massimo e che probabilmente non è la bomba che avevi sperato…Sorry^^ Sul resto ti ringrazio infinitamente per tutte le belle cose che hai detto...Mi ha dato una grande carica e ti ringrazio^^ Spero che ti piaccia e che mi farai avere la tua! Ti voglio bene tesoro^^

 

Lirin Lawliet: tesoro!!! Lo sai che non so mai come iniziare a ringraziarti? Dirti che mi hai stretto il cuore con quella recensione è dire poco! Non so come ringraziarti, sei stata gentilissima e dolcissima oltre ogni modo e l’unica cosa che posso fare è sperare che questo capitolo sia degno di tali aspettative. Purtroppo come ho già spiegato non è stato facile buttare giù questo capitolo poiché sono stata per quasi due settimane in totale blocco e nonostante desiderassi con tutta me stessa scrivere, non riuscivo a mettere giù qualcosa di minimamente leggibile. Il capitolo quindi credo che presenti dei momenti “alti” e dei momenti “bassi”, ma spero che possa riuscire a comunicare qualcosa. Ti ringrazio infinitamente per tutto quello che hai detto e che ha rappresentato molto per me; sono onorata che ciò che scrivo ti arrivi fino a questo punto e mi impegnerò per migliorare^^

Arrivando al capitolo…Beh mi sono altamente documentata su le varie zone di Rabat, non so se il tempo atmosferico sia verosimile, ma in fondo quello non è possibile definirlo un semplice temporale xD. Sono anche molto felice che la coppia YurixJulia ti sia piaciuta tanto, come anche mi rende orgogliosa il fatto di essere riuscita a farti amare Hilary; di lei ho preferito sviluppare il lato che io ritengo più realistico cioè quello della semplice ragazza molto umana e (si spera) per niente oca. Crystal…Beh lei è imprevedibile lo dico sempre xD. A questo punto incrocio le dita sperando che questo capitolo ti piaccia e aspetto con un’ansia da infarto la tua fondamentale opinione. PS: I Tessitori è qualcosa di Eccezionale…Non dico altro xD Ti voglio bene e grazie ancora di tutto.

 

Linn Chan: la mia amora non poteva mancare^^ Come sempre è una gioia saperti fra i miei lettori e mi auguro che questo capitolo possa piacerti. Gli Obscuras attaccano e i nostri poveri Cavalieri sembrano destinati a soccombere…Vedremo che cosa mi inventerò per il nuovo capitolo xD Mi spiace che probabilmente questo capitolo non sarà la bomba che avevi preannunciato, non mi va di ripetermi, ma non è stato un capitolo facile. Col prossimo sarò più presente lo prometto!

Detto questo aspetto io il seguito della tua storia (oltre che il disegno^^) e ricorda che con i punti del supermercato posso prendere due taniche di acido al prezzo di una! Quindi Morgana può farsi un doppio shampoo se lo desidera…O se lo desidero io! Grazie per tutti i complimenti e gli incoraggiamenti tesoro…Sei davvero importante e preziosa! Ti voglio bene.

 

Lenn Chan: *inchino* con questa posso anche schiattare domani sul libro di fisica…Mi riempie di gioia sapere che questa storia ha un posto particolare fra le tue storie preferite…Davvero è qualcosa di meraviglioso e che solo un anno fa avrei creduto una barzelletta. Sono felice oltre ogni modo che lo scorso capitolo ti sia piaciuto e nonostante l’inghippo di questo spero comunque che possa andare! Alla fine abbiamo avuto un quadro su tutti i personaggi principali e devo ammettere che gestirli tutti è stata una faticaccia xD

Spero di tutto cuore di poter ricevere la tua anche su questo! In bocca al lupo per gli esami e ci sentiamo prestissimo! Ti ringrazio ancora per Tutto xD Ti voglio bene.

 

Padme86: ciao carissima! Sono felice che ti sia piaciuto lo scorso capitolo, ebbene sì quello dell’altra volta è stato il capitolo della lotta per amore…Ora siamo in un diverso tipo di guerra, ma spero che risulti lo stesso avvincente. Il problema di fondo oltre che il blocco è stato che è stato particolarmente difficile gestire tutti i vari scenari e i vari personaggi, passando come si dice da una “mente all’altra”! Mi auguro di esserci riuscita se non altro, e spero anche di non aver seminato errori da qualche parte…Se ci sono per favore fammeli notare! Anche a te rinnovo infinitamente la mia gratitudine per il continuo appoggio e spero che anche questo capitolo sia all’altezza! Sulla Phoenix, scusa se non sono riuscita a finire, al momento sono al 14°, anche se ammetto di aver dato giusto una “sbirciatina” anche agli ultimi due…Ok lo ammetto…Li ho letti xD Quelli di mezzo li ho giusto leggiucchiati di fretta, ma appena ho un po’ di tempo me li sparo tutti così finisco di rimettermi in pari! Per ora posso dirti che è una Bomba Nucleare. Un mondo che mi intriga e mi affascina, in una regione che è comunque parte di me quindi posso solo dirti che la sto amando…Ma tranquilla saprai tutto quando sfornerò la recensione! Complimenti carissima e spero di ricevere la tua su questo! Sarebbe molto importante!

 

Benny92: *o* che meraviglia leggere di nuove voci^^ Grazie molte cara per la tua recensione, e soprattutto per esserti letta tutta la fic! Sei stata fenomenale! Non solo è lunga di capitoli, ma ogni chappy è chilometrico! Davvero grazie^^ Felice che ti piaccia e spero che anche questo ti soddisfi. Ti ringrazio inoltre per avermi inserita fra gli autori preferiti xD Aspetto la tua anche su questo! Grazie!

 

Un grazie particolare anche a Death_Princess, pukipuki25, Elysabeth91, e le Pilatigirls!

 

 

Only for you my friends,

Avly

 

 

 

 

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Capitolo 23
*** La Mossa del Re nella Scacchiera di Fuoco e Odio - Prima Parte ***


Impotente, avvolta nel suo lenzuolo notturno decorato con poche e timorose stelle, quasi restie a mostrarsi, quasi terrorizzate dall’idea di dover attraversare quel lembo di cielo e incontrarlo; l’aria fredda della notte avvolgeva quel corpo privo di cal

La Mossa del Re nella Scacchiera di Fuoco e Odio – Prima Parte

 

Impotente, avvolta nel suo lenzuolo notturno decorato con poche e timorose stelle, quasi restie a mostrarsi, quasi terrorizzate dall’idea di dover attraversare quel lembo di cielo e incontrarlo, ecco come gli si prostrava Rabat; l’aria fredda della notte avvolgeva il suo corpo privo di calore umano senza però fargli correre un brivido di gelo o altro…Nulla lo sfiorava, nulla lo toccava, niente poteva anche solo sperare di poterlo intralciare…

Strinse la presa sull’oggetto che teneva fra le dita arcuate mostrandolo alla poca luce lunare che offriva la sera. Sottili pieghe argentate sfiorarono la piccola statuetta di onice nera, rivelandone un viso contornato da una corona anch’essa nera. Il Re Nero.

Axel rimase per alcuni istanti ad osservare quel piccolo pezzo degli scacchi che teneva fra le mani, mentre la sua mente arrivava alla fine del tunnel dentro il quale aveva ricercato una risposta ai suoi dubbi...E che ora aveva finalmente trovato.

- A quanto pare siamo arrivati alla fine – una voce si avvicinò affiancandosi a lui, che però non fece una piega, come se si fosse già aspettato un’entrata simile.

Rimasero per alcuni istanti così, senza proferire parola, concedendo al vento di insinuarsi fra di loro come una barriera inconsistente, fino a che quel silenzio mortale non venne interrotto – Tra poche ore avremo le creature di tutti i Cavalieri e Hilary aprirà i Portali per noi…Entro domani questo mondo apparterrà a noi, anzi al nostro Signore… - sospirò una voce dai toni femminili con una punta d’emozione nella voce. Avevano atteso quel momento per tanto tempo, troppo...E dopo anni, secoli finalmente avrebbero ottenuto ciò che volevano.

- Avete preparato tutto? – chiese Axel senza voltarsi.

L’altra annuì portando i suoi occhi color sangue sul viso impenetrabile ed agghiacciante del compagno. – Astra ha richiamato i suoi “pargoli” mentre Ares ha finito di creare le gabbie…La cattura dei Guardiani inizierà alle primi luci dell’alba, così i Cavalieri non potranno appellarsi a loro per chiedere aiuto – spiegò Samantha

Axel non diede segno di risposta, concentrato sempre sul suo pezzo di onice nera, che attirò l’attenzione della ragazza. – La mossa del Re…L’ultima – pronunciò grave.

Il ragazzo annuì impercettibilmente prima di alzare gli occhi verso le pesanti e grigie nuvole che galoppavano senza sosta verso di loro come un esercito invasore. – Hai del sangue sul viso – l’informò lui senza che si fosse voltato verso di lei; non l’aveva visto con gli occhi, ma ne aveva sentito l’odore. 

Samantha si passò una mano sulle gote – Non è mio

- Lo so…Sei stata sufficientemente esplicita? -

- Avevi dei dubbi? – ribatté lei strafottente

L’altro scosse appena il capo in segno di diniego – Conosco i tuoi mezzi, solo non saranno inefficaci contro di lei? – chiese beffardo

Samantha s’infervorò a quelle parole – Inefficaci? L’ho lasciata in un rantolo di dolore e sangue…E con il chiaro avvertimento che se domani dovesse tentare di intralciarci uccideremo tutti i Guardiani che cattureremo…E i Cavalieri una volta adempiuto il loro compito moriranno con molto dolore –

Axel sorrise dentro di sé a quell’allettante immagine: la morte dei Cavalieri era qualcosa di troppo emozionante e prezioso per lui, e non vi avrebbe mai rinunciato come anche al Potere.

E Samantha era come lui, anche lei bramava il Potere ed il Sangue, desiderava in particolare Quel sangue e avrebbe fatto qualsiasi cosa per esso.

- Pensi che Hilary cederà? – chiese ad un tratto la mora

- Non avrà scelta, la costringerò a rivelarmi dove si nasconde Nike…Con ogni mezzo –

- Possiamo giocare sul fatto che si fida ancora di te – aggiunse Samantha

Axel scosse il capo – No, avverto la sua titubanza, non si fida più completamente di me, e la causa principale è il Cavaliere di Fuoco – disse quasi con fastidio le ultime parole come se gli costasse la voce doverle pronunciare – E’ simile all’ultima volta…Solo che allora l’ex Cavaliere di Fuoco da nostro alleato divenne avversario…Ma questa volta no, Kai non arriverà in tempo…E il nostro Signore rivivrà – disse Samantha con un lieve sorriso.

- Forse – proferì ad un tratto Axel stringendo il Re Nero.

Samantha lo guardò incredula, come se non avesse capito bene le sue ultime parole – Come? –

Finalmente Axel si volse verso la ragazza trafiggendola con falsa dolcezza con i suoi occhi verde smeraldo. – Non credi? Non pensi anche tu che tutta questa faccenda sia uno spreco di energie? Insomma…Perché dovrei fare tanta fatica per riportare in vita uno che poi si prenderebbe il controllo su tutti i Regni e la Terra come se fosse stato tutto merito suo? –

La ragazza parve colpita da quelle parole, ma non chinò il capo – Non dire sciocchezze…Lui è il nostro Cavaliere e noi la sua Tetrade. Il Cavaliere dell’Ombra deve tornare in vita, dobbiamo liberarlo dal Sigillo e noi… -

- Perché? – le chiese semplicemente Axel

- Perché è sempre stato così! – sbottò Samantha trovano in quella risposta l’unica che l’aveva sempre spinta ad agire. Non aveva mai avuto bisogno di altre motivazioni per combattere i Cavalieri e i diversi Custodi per secoli e secoli…Qualcosa le diceva che lei era nata con questo scopo e con questa come unica volontà…Eppure perché il ragionamento di Axel sembrava così lineare per lei?

- Appunto…Ma nessuno ci dice che non potrebbe essere diverso, ed è qui che arriva il mio ragionamento…Perché dovrei riportare in vita il mio Cavaliere quando posso essere Io il Signore dei Sette Regni? – Mise sotto gli occhi di Samantha il re di onice Nera, che sotto i veli della notte risplendette come gli occhi di una creatura notturna. – Il Re Nero – sussurrò lei

- E la Regina – aggiunse lui prendendo dalla tasca un altro pezzo di onice che porse a Samantha, alla quale brillarono per qualche istante gli occhi – Niente più regole Samantha, basta sigilli o altro…Facciamo aprire ad Hilary i portali e poi…Uccidiamoli. Ci stai? -

La osservò per qualche secondo, ma non ebbe bisogno di ripetere la proposta, perché quasi immediatamente la mano di Samantha si strinse sulla Regina Nera – Astra e Ares? –

- Il Re e la Regina…Non c’è spazio per nessun altro -

 

Aprì a fatica le palpebre umide e sporche di fango, mentre tentava con tutte le forze che aveva di concentrarsi su ciò che vedeva, concentrando l’attenzione su un alone sfocato che faticava a delinearsi. Si tastò la testa dolorante, mentre i suoi occhi riuscirono ad intravvedere una figura scura avvicinarsi a lei con passo fermo. Il dolore alla testa era lancinante, ma mai quanto la sensazione di rabbia ed impotenza che la pervadeva in quel momento; era spaventata, furiosa, delusa ed arrabbiata…Non era riuscita a trovare Fiamma prima che Axel trovasse lei: non doveva consegnare Nike agli Obscuras e una cosa sola era certa…Fino a che loro due sarebbero state separate non avrebbero potuto ucciderle. Doveva resistere, aspettare…Già ma aspettare cosa?

Qualcosa l’afferrò per il collo tirandola su con forza ad alcuni centimetri dal terreno, e facendola boccheggiare per la mancanza improvvisa d’aria. Hilary cercò di fare leva per scostare quella presenza, ma non accadde nulla, poiché era come se nulla la stesse sostenendo; era tenuta in aria da una mano invisibile. “Ma che diavolo è?”

Ad un tratto i suoi occhi riuscirono a delineare in maniera più nitida la figura nera che le si era avvicinata e che la fissava con due ingannevoli occhi verdi, che beffardi e assolutamente privi di calore parevano illuminarsi nel vederla agonizzante. – Bella botta? Vediamo se con questo cominci a ragionare – le sussurrò velenoso lui all’orecchio, facendola inorridire quando il suo respiro le scivolò rapido lungo la schiena, accrescendo in lei l’odio e l’orrore per quella “persona” che fino a pochi giorni prima aveva detto di Amare. – Axel…- biascicò lei tentando di prendere aria.

Lui le prese il mento fra due dita portandolo a pochi centimetri dal viso – Nike, Hilary. Mi sono stancato di giocare –

Hilary si sentì ardere dalla rabbia solo a sentire quella pelle a contatto con la sua, dandole come la sensazione che la sua carne stesse bruciando, lì dove Axel la toccava.

-Non lo so, maledetto…Mi fai schifo -

- Commosso…Dov’è Nike? – strinse la presa sul suo viso premendo le dita dentro le gote

- Non lo so –

- Risposta sbagliata - improvvisamente con una forza invisibile Axel la scaraventò violentemente contro il muro di pietra secca di fronte a loro, facendola accasciare sul suolo fangoso con un gemito di dolore. Si sollevò facendo perno sui gomiti, combattendo contro il dolore che avvertiva in ogni zona del corpo e la sensazione crescente di paura e rabbia.

- Allora? – le chiese apatico il Demone avvicinandosi.

Hilary alzò fiera lo sguardo verso il ragazzo, lasciando che la sua voce venisse guidata dalla fiamma inestinguibile della rabbia e dell’odio – Non saprai nulla da me…Qualsiasi cosa tu sia – sottolineò rigida. L’altro continuò a squadrarla con aria di superiorità senza scomporsi – E’ un vero peccato…Te la farò sputare con il sangue l’Essenza! – ed in un frangente di secondo un raggio nero partì dalle mani di Axel per dirottarsi verso Hilary che riuscì con uno sforzo immane a portare le braccia in posizione di difesa – Barriera Sacra! –

 

Afferrò Dranzer al volo e senza neanche rimetterlo in tasca riprese a correre sotto una pioggia incessante e grave, lasciandosi dietro solo i mantelli bruciati di quelle “creature” che avevano cercato di attaccarlo. Non sapeva bene come definirli, gli provocavano solo ribrezzo, ed ogni volta che ne distruggeva uno era come se il suo bey e lui stesso scalpitassero per poterne disarcionare un altro…Ma non doveva farsi prendere da questi pensieri, perché non dovevano essere loro le sue priorità, ma Hilary. Ed era il pensiero di quella ragazza che spingeva le sue gambe a falcate sempre più ampie e distraeva il suo orgoglio dal doversi fermare per annientare i nuovi inseguitori neri.

Raggiunta la scuderia, vi si chiuse dentro appena in tempo prima che dei bey immateriali venissero scagliati contro di lui, infrangendosi nel legno spesso della porta. Kai fece pressione contro la porta per impedire ai bey di perforare il legno, ma sapeva che non avrebbe retto a lungo. “Il tempo di sellare Fiamma e mi libererò di loro” pensò dopo aver assicurato contro i battenti alcuni badili e aste di legno e ferro. Doveva prendere Fiamma, altrimenti non sarebbe mai arrivato da Hilary in tempo…Non poteva farla aspettare ancora.

Cercò Fiamma con gli occhi quando in un angolo scorse una figura agitarsi come terrorizzata, e nel mezzo dell’oscurità un alone ancora più scuro del Buio attirò l’attenzione di Kai che si portò davanti al suo destriero. Fiamma sembrava spaventata ed in un primo momento questo si sarebbe potuto collegare ai tuoni ed i fulmini, se non fosse stato che mai il cavallo si era agitato in vista di un temporale. Il blaider le si mise prontamente davanti cercando di rassicurarla con la sua presenza ed afferrandone le briglie vermiglie che venivano agitate al vento dai movimenti rapidi e sconclusionati dell’animale, scorgendo una luce che non credeva avrebbe mai potuto vedere negli occhi di un cavallo. C’era Paura e Follia in quello sguardo, come se gli occhi color onice di Fiamma potessero davvero essere la voce, il linguaggio non verbale dell’animale. Kai riuscì ad tenerla bassa, ma proprio quando le appoggiò la fronte sul muso accadde qualcosa di inaspettato: in un lampo di luce improvvisa Kai si sentì scaraventare contro la parete opposta, finendo su dei covoni di fieno umido, mentre Fiamma venne circondata da una luce chiara e calda, che per qualche secondo sembrò dorare le pareti, la polvere, persino il legno della stalla. Kai rimase attonito mentre nella sua tasca Dranzer scottava come se fosse stato invaso dalle fiamme. “Ma…”

Improvvisamente come era scaturito il bagliore scomparve, facendo così crollare nuovamente la stanza nel gelo e nell’oscurità, ma lasciando se possibile Kai ancora più stranito. Il ragazzo si portò, incurante dei continui colpi di bey provenienti da fuori, nel punto in cui fino a pochi secondi prima c’era stato il suo cavallo, che ora era stato sostituito da un beyblade…A cui Kai non fece fatica assegnare un proprietario.

- Fiamma…L’Essenza di Hilary – sussurrò prendendo delicatamente la piccola trottolina di metallo ed osservandola da vicino: era un bey piuttosto piccolo, con un disco d’attacco particolare poiché era sia rigido e spigoloso che ondulato nella parte inferiore, il che contribuiva a donargli un’eccellente stabilità anche in fase di attacco diretto. Il bit rappresentava poi una donna alata che ricordava molto la Nike di Samotracia di Pitocrito, mentre i colori seguivano partivano dalle differenti sette punte del disco d’attacco per poi convogliare nel bit.

Improvvisamente un ulteriore colpo fece crollare la porta di legno, ma quando le creature fecero irruzione della stalla trovarono solo un mucchio di paglia smossa e un vetro distrutto in prossimità della finestra. – Prendetelo…Sento la presenza di Nike. E’ con il Cavaliere –

 

- Avanti Takao si può sapere perché non la attacchi!? Non farmi credere che ti sei  rammollito! – le parole accusatorie di Daichi gli corrodevano il fegato e facevano stringere i pugni, tuttavia non poteva fare altro se non evitare di colpire Mors. Poteva apparire un controsenso, eppure Takao non riusciva ad attaccare il suo nemico. Era impotente, per la prima volta in vita sua Takao Kinomiya non riusciva ad infondere passione nel suo fidatissimo beyblade, non stava combattendo come realmente avrebbe dovuto, e questo era doppiamente sbagliato, sia per i suoi compagni che per se stesso…Ma non ci riusciva.

Non poteva attaccarla, tutta la sua determinazione veniva a mancare nel momento in cui incrociava quelle iridi vermiglie che per tante settimane lo avevano fatto sprofondare nell’Oblio e nella Perdizione più profonda…Ma non era solo questo.

- Su cosa ti succede campione? Se vai avanti così mi prenderò la tua Essenza con il minimo del divertimento consentito – ironizzò la ragazza assestando un ulteriore assalto a Dragoon che invece che contrattaccare si impegnò per schivarlo. – Takao! – lo sgridò Daichi

- Non posso – sussurrò il ragazzo stringendo freneticamente i pugni

- Non posso…La Voce è lì – disse infine tornando a guardare Samantha – Sai bene che non posso colpirti…La Voce è dentro i vostri bey e se io ti attacco di conseguenza colpisco lei! -

La ragazza lo fissò con un ghigno soddisfatto sul viso – Ma che bravo Takao…Sempre a pensare agli altri…Io penserei più a me visto che mi sono fatto fregare come un idiota, non è forse vero? – lo derise lei acida posando l’unghia su una ferita ancora fresca ed aperta.

– Taci brutta strega! Attacca Gaya Dragoon! –

Takao chinò il capo afflitto “Sono proprio un…

 

“Idiota” pensò sdegnata la figura riversa nel gelido Buio.

- Sei ancora viva? Ti scongiuro rispondi! - la chiamò Dike ansiosa.

Non si mosse, ma riuscì a battere lievemente le palpebre increspate di sangue secco. Non riusciva a muoversi, non sentiva più le ossa, le sue percezioni erano state come annullate e solo la sua mente rimaneva vigile, immersa in un pozzo di dolore e sofferenza.

- Non devono attaccarci. Ma che diavolo stanno facendo i Cavalieri?Il Cavaliere dell’Aria è l’unico che ha capito… -

“E’ l’unico idiota…Che aspetta a tirare fuori la grinta ed attaccare? Che si desse una mossa – Aprì gli occhi rivelando una luce fredda ma calda, che poteva alimentare la vita così come privarla di tutto...L’Odio.

 

Le mura imponenti della Kasba degli Oudaïa gettavano ombre inquietanti sull’asfalto impregnato d’acqua e fango, ed il feroce vento frustava senza pietà le fronde delle palme al limitare della strada, ma non riuscì neanche questo a fermare la sua corsa. Boris s’infilò rapido all’interno delle mura, gesto rischioso se si considerava che non era permesso entrare ed uscire dalle Kasbe a proprio piacimento e senza un permesso…Peccato che però Boris se ne fregasse altamente.

Il ragazzo si guardò intorno titubante cercando il vano attraverso il quale entrare nei sotterranei della Kasba e trovare così l’accesso alla torre dove Ares e Rei stavano combattendo. Riusciva a vedere i fasci di luce dei loro bit-Power in lontananza e questo guidò il suo orientamento in quell’intricato labirinto buio.

Non appena raggiunse il l’entrata prese a percorrere corridoi stretti e bassi che evidentemente facevano il giro sotterraneo dell’intera cinta muraria, respirando aria consumata e gelida che gli graffiava i polmoni ed accresceva la sua voglia di raggiungere Ares e fargliela pagare per tutto…Interessi compresi.

Ad un tratto il blaider si arrestò, buttandosi rapido a terra ed nascondendosi dietro la porta di metallo arrugginito che lo separava da quella che sembrava una stanza sotterranea. “Ma chi c’è…” pensò quando da dentro la stanza vide provenire della luce di vari colori e delle voci sconosciute giunsero alle sue orecchie. Boris strinse la presa su Falborg e si avvicinò con cautela, facendo attenzione a non produrre alcun rumore; aveva il cuore in gola dalla tensione, ma era deciso a raggiungere quei due e se avesse dovuto fare una strage di quelle creature incappucciate l’avrebbe fatto…Senza il minimo scrupolo. “Meglio loro che me”

Ma ciò che vide gli mozzò il fiato tanto che per poco non perse la presa sul caricatore: dentro quella stanza c’erano come delle grandi bolle di sapone di quattro diversi colori, e dentro ogni sfera c’era un blaider…Mao, Lai, Emily, Michael, Raul e tutti gli altri blaider erano racchiusi in quelle specie di gabbie e non riuscivano a muoversi, anzi sembrava quasi stessero dormendo. Boris osservò sconcertato la scena, notando che ogni ragazzo era avvolto da un colore particolare e che i loro volti erano tutti contorti in una smorfia di dolore e sofferenza. “Nero, Verde, Rosso e Viola” si disse Boris osservando i colori delle gabbie, colori che non potevano essere casuali…

- Hanno trovato il Cavaliere del Fuoco? – una voce parlò a poca distanza dalle sfere e Boris si appiattì ancora più forte contro il muro per non essere visto.

- Lo stanno inseguendo. Avvertono la presenza di Nike e questo li renderà ancora più rapidi nella localizzazione del Cavaliere – rispose una nuova presenza che però aveva praticamente lo stesso tono di quella precedente. Boris gettò una fugace occhiata notando che si trattava di due figure incappucciate che probabilmente facevano la guardia ai prigionieri.

- Il Cavaliere della Luce è riuscito a raggiungere la Signora Samantha – continuò una delle due.

- Già…Padrona Astra ha mandato Seth ad occuparsi del “problema” –

Boris a quelle parole si congelò all’istante e per un momento avvertì i suoi muscoli irrigidirsi e le sue dita afferrare la corda di lancio. Il problema…Non poteva che essere lei…Lei aveva aiutato Daichi a sfuggire alle creature nere e sempre lei aveva di fatto “tradito” i Demoni…

“Crystal…” Doveva andare da lei, doveva trovarla ovunque essa si trovava e avvertirla del pericolo. “No, ma che sto facendo…Devo raggiungere Rei” Non sapeva cosa fare; una parte di lui gli diceva che doveva mantenere fede al piano elaborato e quindi lo spingeva a raggiungere uno dei Cavalieri, ma l’altra parte gli gridava il nome di Crystal e gli mostrava il viso della giovane Ivanov distante e sfocato. Scosse il capo con fermezza tirando la corda e scagliando così Falborg su quei due esseri immondi, che non ebbero neanche il tempo per reagire.

Riprese il bey una volta che di quei mostri non rimasero che i mantelli sudici, e prese a salire le scale che lo avrebbero portato alla torre senza aggiungere una parola, senza guardarsi indietro, cercando di ignorare le grida di Crystal che la sua mente gli infliggeva, cercando di convincersi che anche lei avrebbe preferito che lui scegliesse la missione.

 

Lo scontro procedeva da troppo tempo oramai, e le forze di Yuri e Max cominciavano a venir meno, al contrario della loro avversaria che pareva l’emblema della tenerezza e del riposo, come se stessero fronteggiando un angelo perfetto. Ma Astra non era un angelo, era un Demone.

- Attacca Wolborg! – Yuri scagliò la sua trottola contro quella viola di lei che però respinse il suo attacco tentando di far finire il bey grigio-argento su quello verde di Max che invece stava caricando una nuova offensiva.

Yuri si voltò verso il compagno biondo, che nonostante graffi e sangue gli decorassero il viso niveo, non accennava a diminuire gli attacchi, spinto da una forza incredibile che poco si addiceva ad un blaider il cui punto di forza era proprio la difesa.

Ed era proprio così; Max non riusciva a fermarsi, non voleva e non ne aveva alcuna intenzione…Diversamente dagli altri non lo guidavano rabbia ed odio, ma l’immagine di Mariam e dei suoi scostanti occhi color smeraldo, che l’avevano guardato con freddezza solo per proteggerlo, che l’avevano evitato solo perché in realtà volevano preservarlo da quella battaglia da cui comunque non erano riusciti a proteggerlo. E lui rivoleva quello sguardo, desiderava poter parlare con Mariam e dirle che teneva a lei…E avrebbe lottato per questo. – Su Max quando ti decidi a darmi la tua essenza? Non lo vedi che è tutto inutile? – - Te la scordi Astra! Draciel muro d’Energia invalicabile! –

 

Corse disperata senza neanche sapere che direzione prendere…Ovunque purché lontana da lui. Hilary si nascose dietro il muro di un edificio prendendo aria e poggiando una mano all’altezza del cuore, di cui i furiosi battiti le pareva potessero vedersi attraverso il petto.

Era riuscita a reggere l’attacco e ne aveva approfittato per scappare, ma questo non le sarebbe servito a niente…Non poteva né attaccare né difendersi, i suoi poteri erano deboli senza Nike, ma non poteva neanche raggiungere Fiamma perché altrimenti Axel avrebbe capito chi conteneva la sua Essenza…Doveva continuare a resistere e scappare.

- Hilary…Vuoi giocare a nascondino? – la voce suadente e terribile di Axel le si insinuò come una lama nella testa, tanto che la ragazza si portò le mani sulle orecchie pur di non sentirlo. Aveva paura, non sapeva cosa fare, voleva distruggerlo ma non ne aveva i mezzi e si sentiva inutile oltre che responsabile di tutto…E poi quella maledetta voce…

- Su Hilary tanto lo sai che ti trovo – Si stava avvicinando, lo sentiva.

La brunetta si appiattì contro il muro terrorizzata quando dei passi leggeri ma decisi la informarono che Axel era a pochi metri dal suo nascondiglio. Si appiattì contro il muro e allungò le braccia lungo la parete come per assottigliarsi maggiormente, fino a che le dita non toccarono qualcosa di duro ed appuntito. Hilary prese il bastone ligneo usato probabilmente per le staccionate e ne osservò come incantata la punta perfettamente levigata e tagliata…Un solo pensiero le attraversò la mente, un’idea comandata e prodotta dalla paura e dalla disperazione…Non aveva altra scelta.

- Hilary… - era praticamente dietro di lei

Chiuse gli occhi facendo un respiro profondo ed avvertendo il sangue fluire alla mano che impugnava il bastone e la sua decisione farsi strada dentro di lei con maggiore concretezza.

- Trovata -

Immediatamente Hilary si girò verso Axel conficcandogli la punta del bastone nel petto e spingendo a fondo, fino a che inorridita non perse la presa dall’arma e non si accasciò a terra terrorizzata con le mani a coprirle il volto. Aveva ucciso una persona…Tremava dallo spavento e dalla consapevolezza di ciò che aveva fatto, e non riusciva a guardare il corpo esamine  di Axel. – Guarda che puoi anche alzare lo sguardo Custode

Il panico la prese come un leone che agguanta la propria preda e la dilania. La Paura le montò dentro come impazzita e non riuscì a credere ai propri occhi quando tornò a fissare la figura perfetta di Axel.

- Non è possibile – ansimò la ragazza incredula, mentre osservava Axel sfilarsi il bastone dal petto con assoluta neutralità e gettarlo via con noncuranza. Il foro causatogli nel petto si rimarginò completamente, tanto che anche il tessuto della maglietta nera tornò lindo e intatto come se nulla fosse accaduto. Hilary non riuscì a muoversi dalla sconcerto, inorridita ed attonita davanti a quello a cui aveva assistito. Axel si chinò su di lei prendendole il mento fra le dita con uno sguardo nero. – Il tempo dei giochi è finito…Si fa alla mia maniera -

 

Arrivò davanti all’hotel dopo una corsa interminabile e l’acqua che non la smetteva di abbattersi sulla sua schiena. Si diresse rapido dentro il cortile non trovando nessuno e questo gli causò una stretta al petto. Hilary non era lì…

L’acqua ed il gelo gli si insinuavano nel corpo come spire invisibili congelandogli gli arti e accrescendo la sensazione di allarme che era scattata in lui da quando aveva messo piede al Jardin des Roses. Si avvicinò alla fontana con i delfini al centro del giardino e sferrò un pungo contro il marmo bagnato furioso. Rabbia, Ira, Preoccupazione, ecco i sentimenti che stavano corrodendo l’animo di Kai in quel momento. Hilary non era lì, ciò significava che quel maledetto l’aveva presa…Era arrivato prima di lui.

“Maledizione!” continuava a gridarselo nel mente come prigioniero di quella consapevolezza che ora lo stava ricoprendo di sensi di colpa; avrebbe dovuto essere più rapido, avrebbe dovuto correre più in fretta, non avrebbe dovuto perdere tempo con quei mostri…Avrebbe dovuto arrivare prima di Axel. Tutte queste considerazioni gli bruciavano il petto e marchiavano la sua coscienza come un’incisione su pietra.

- Hilary…- osservò il bey che teneva fra le mani concentrandosi su ogni colore, mentre cercava di trovare un indizio, un segno per capire dove andare; avrebbe cercato Hilary ovunque, non si sarebbe fermato per nulla al mondo.

I suoi pensieri vennero bruscamente interrotti dall’arrivo rapido e silenzioso delle creature incappucciate, che ghignando si diressero verso l’entrata, ma che sembravano non essersi accorte di lui, visto che sondavano l’aria e la terra come segugi. “Probabilmente avvertono la presenza del bey…Ecco perché sono stati così veloci a trovarmi” si disse Kai spiandoli da dietro il muro della fontana.

Ad un tratto percepì come un lieve spostamento d’aria dietro di sé, ed i suoi sensi acuti reagirono per lui, che si voltò di scatto con già Dranzer pronto al lancio, ma si arrestò di colpo quando due iridi color indaco contornati da una massa di capelli di rubino gli si pararono davanti.

- Kai – il suo tono era serio, concentrato, non vi leggeva alcuna nota di debolezza, semmai di affaticamento, e nell’osservare il suo viso Kai si rese conto che doveva essere piuttosto stanca. Crystal si passò una mano sul labbro da cui fuoriusciva un piccolo rivolo di sangue senza mai smettere di osservare le creature d’ombra, che si stavano avvicinando sempre più.

- Sentono la presenza del bey che hai in tasca –

Kai annuì grave – Da dove vieni? –

- Ho avuto un po’ da fare con le creature incappucciate che stavano inseguendo Daichi, e poi mi sono messa a cercare la Custode -

Kai rimase in silenzio nonostante sentisse due parole prudergli la lingua, come se stessero lottando contro il suo orgoglio per uscire fuori.

Il ragazzo guardò Crystal che si strinse nelle spalle – Era in una delle stradine prima della piazza dove sta il Mausoleo – Crystal sorrise dentro di sé quando vide le sopracciglia di Kai arcuarsi involontariamente, segno che l’aveva sorpreso. Non le ci era voluto molto a capire quello che Kai voleva comunicarle, ma che per orgoglio non le aveva chiesto. Poteva dire che le faceva uno strano effetto aiutare il ragazzo che aveva sempre voluto per sé a trovare quella che aveva fin da subito considerato come sua “rivale”, ma oramai aveva scelto…E se proprio doveva ammetterlo si sentiva stranamente “pulita”, come se il servire questa causa potesse riscattarla di tutto quello che aveva commesso, e ora come non mai sentiva le parole di Boris provocarle come delle scintille sotto la pelle, percepiva l’adrenalina scorrerle impetuosa nelle vene ed il cuore battere tranquillo ma intensamente.

Kai annuì stringendo istintivamente con maggior vigore il Dranzer e sollevandosi appena; se quelle creature volevano il bey di Hilary avrebbero dovuto ucciderlo per ottenerlo.

- Che diavolo fai? – lo fermò con una presa Crystal

- Secondo te? Li disintegro e poi raggiungiamo Hilary –

- Ci staranno addosso comunque; fino a che tu possiedi quel bey i Segugi ti staranno alle costole senza darti un attimo di respiro – lo informò lei, ma Kai per tutta risposta si alzò del tutto, permettendo così alle creature di vederlo.

- Ne abbiamo passate di peggiori – obiettò il ragazzo

- Questa è una frase che direbbe Boris non tu – lo corresse grave Crystal

Kai si girò appena verso di lei scagliando Dranzer contro i Segugi – Infatti tu delle sue parole ti sei sempre fidata…Dranzer distruggili! –

Crystal sgranò gli occhi a quelle parole, e spinta dall’influenza che avevano su di lei si alzò caricando Seraphion – Bene, venite qui Segugi…Attacco Meteora! –

 

- Dov’è Nike Hilary? -

- Va all’Inferno – con un ultimo gemito chinò il capo all’indietro esausta, mentre Axel la teneva spalle al muro trattenuta da una mano invisibile. – Come vuoi…Vediamo se così riesco ad essere più “persuasivo”.

“Samantha, Astra, Ares, la Custode non cede…Si passa al piano B

“Perfetto Axel siamo lì”

 

Correvano per le vie di Rabat oramai ridotte ad una poltiglia di fango e sabbia che ostacolavano la fuga dei due russi, i quali non riuscivano a reggere un’andatura rapida a causa delle fosse di fango delle radici smosse dal terreno.

- Non vedo un accidente, Kai non li sento più…Dobbiamo averli seminati – constatò Crystal prendendo fiato per un istante, mentre il ragazzo davanti a lei scrutava attentamente l’orizzonte alla ricerca di un segno, un indizio che gli facesse capire dove trovare Hilary. I suoi occhi corsero per tutto il circondato fino a che fra le pieghe invisibili del vento e l’alone d’ombra che era calato su di loro non vide qualcosa che attirò la sua attenzione.

- Che cosa hai visto?...Ma che cos’è? – s’interruppe Crystal nel momento in cui anche i suoi occhi colori indaco vennero catturati dalla strana figura che si stava avvicinando a loro, e che con due occhi giallo oro li scrutava con un’espressione da far gelare le vene e spezzarle come ramoscelli secchi. – Un segugio? – propose Crystal

Kai lo osservò ancora fino a che non fu a pochi metri da loro e la sua vista gli provocò come una strana sensazione all’altezza del petto. Non sapeva come definirlo, ma era “agghiacciante”, era come riosservare lo Zeus padrone delle Tenebre che l’aveva quasi ucciso circa due anni prima, era come percepire ancora una volta quella sensazione di gelo e perdizione che l’avevano fatto annegare nell’Oblio durante la Justice Five...Ma ora non era “Due anni fa”

- Chi sei? -

La creatura, che aveva sembianze umane, fatta eccezione proprio per gli occhi gialli innaturali, li scrutò con misurata attenzione fino a focalizzare lo sguardo su Crystal – Sono Seth e sono qui per quel Beyblade

La sua voce era sinistra ed inquietante quasi quanto il suo sguardo e per un istante Crystal sentì come se una lama le stesse tracciando il profilo della spina dorsale, causandole un sospiro di terrore. Per qualche strano motivo intuiva che quello non era un avversario come tutti gli altri, e che questa volta non se la sarebbero cavata con un semplice attacco fiammeggiante come per gli altri…E poi quegli occhi…Perché era come se volessero qualcosa da lei? Perché non riusciva a togliersi questa sensazione di disagio dalla testa? Fece istintivamente un passo verso Kai.

- Se lo vuoi vieni a prendertelo – sibilò Kai caricando Dranzer e apprestandosi a tirare la corda, quando ad un tratto qualcosa si frappose fra lui ed il caricatore ed una mano s’infilo rapida nella sua tasca prendendogli il bey di Hilary.

- Ma che diavolo fai? – sbottò quando vide Crystal stringere la trottola e caricare Seraphion con sguardo fisso. – Vattene – disse semplicemente facendo un passo verso Seth che li osservava in attesa.

- Dammi quel bey Crystal, ora –

- Vattene…Ci penso io a questo qui…Kai non perdere tempo, oramai ci sei quasi e niente più ti fermerà ora che ho io il bey. Raggiungi Hilary – Non lo guardava, ma sapeva che le ametiste ardenti di Kai in quel momento erano posate su di lei, solo su di lei, solo per lei…Ma non le creava più quella forte cascata di emozioni poiché in quel momento l’unica cosa che vedeva e percepiva era la presenza di Seth, e con lui la possibilità di riscattarsi definitivamente e di dare così luce e ragione alle parole di Boris…Si morse il labbro…Già, Boris sarebbe stato fiero di lei…

- Crystal…-

- Vattene ora e non voltarti –

- Senza pietà – le disse prima di superare la ragazza e prendere la sua strada, spinto dal desiderio di trovare Hilary, nonostante il brutto sentimento che avvertiva nell’aver lasciato sola Crystal.

- Non sono abituata ad averne…A noi due – disse la ragazza una volta che Kai si perse dentro le vie tetre e scure di Rabat

- Ci sei arrivata brava…A quanto pare hai capito – Seth le si avvicinò sguainando il suo bey

- Sapevo che avresti agito così…Astra mi ha mandato appositamente per distruggere te –

- Bene allora che aspetti? Fatti sotto – scagliò Seraphion con tutte le sue forze, cercando di imprimere in quel lancio tutta se stessa, con tutta se stessa…

- E’ il tuo ultimo lancio Guardiana! –

 

La Plage de Rabat apparve come se qualcuno avesse cambiato la scenografia al palcoscenico, trasportandoli dalla piazza della Tour Hassam fino ad una piana scogliosa su cui si infrangevano le onde impetuose del mare e dove l’aria ancor più fredda odorava di sale e ghiaccio. Daichi e Takao caddero col viso rivolto verso la sabbia mentre la slanciata figura di Samantha gettava una affilata ombra dietro di loro. – Che ne dite vi piace come posto? – sembrava divertita continuava ad esercitare sui due Cavalieri una strana forza che bloccava loro ogni possibilità di movimento.

- Che cosa ci facciamo qui strega!? Lasciaci muovere! – sbraitò Daichi cercando di agitarsi invano, mentre Takao osservava in silenzio l’ombra nera della ragazza che troneggiava davanti a lui. Non era riuscito a distruggerla, non era stato capace di salvare Hilary e nessun altro, ma la cosa che più di ogni altro lo annientava era che sentiva dentro di sé di non averci seriamente provato. Aveva affrontato Samantha credendo di poter ricevere delle spiegazioni dalla ragazza che credeva di amare, ma tutto ciò che aveva ottenuto erano state le parole di falsa pietà e voglia di distruzione. Aveva fallito…Su tutto.

- Su Cavaliere della Luce stai buono, dobbiamo solo attendere l’arrivo degli altri – lo rassicurò Samantha con un ghigno. – E a quanto pare sono qui – sussurrò lei dopo qualche istante.

- Takao! Daichi! – la voce di Max li raggiunse in pochi attimi mentre Astra si affiancava alla compagna tenendo saldamente bloccati Yuri e Max seguita anche da Ares con Rei e Boris. – Ci hanno preso – disse Max quando furono tutti riuniti a pochi metri dal bordo della scogliera. Si guardarono negli occhi per alcuni secondi, lasciandosi andare almeno alla rassicurazione che non tutti erano lì…

- Seth ha fatto quel che doveva? – chiese Ares ad Astra che annuì. – Stanno combattendo, vedrete questa volta la nostra piccola amica avrà quel che si merita

Boris la trafisse immediatamente con un’occhiataccia, mentre con una mano si teneva il braccio ferito che perdeva copiosamente sangue. Non poteva essere…

- Che intendete fare? A cosa vi serve tutto questo? Perché siete qui…A questo punto potete risponderci -

- Non credere di renderci loquaci con queste parole Cavaliere. Se siete qui ora è perché bisogna “convincere” qualcuno a collaborare, dopodiché prenderemo le vostre Essenze e non avremo più bisogno di voi – spiegò Ares acido scrutando il circondario con sguardo attento fino a che come da nulla apparve anche Axel, e dietro di lui Hilary…Un’Hilary ridotta ad un fragile corpo ricoperto di graffi, fango, acqua e sangue.

- Hilary! – esclamò preoccupato Takao osservando l’amica che cercava di liberarsi.

- Lasciali andare Axel! Loro non centrano, prenditela con me! - 

Il moro in risposta le prese il mento fra le dita con fare accattivante – Su questo puoi stare tranquilla…Ma vedi ora si fa alla mia maniera – E detto questo diede un ulteriore colpo alla ragazza che venne scaraventata a terra davanti a tutti gli altri blaider.

- E’ molto semplice Hilary…O tu mi dici dove si trova Nike, o loro…Beh vanno all’altro mondo – l’informò Ares con un’espressione di pura calma e serenità.

La ragazza si tirò su con gli occhi lucidi per il dolore e la paura e passò in rassegna i volti dei compagni – Credete che non lo sappia? I Cavalieri vi servono e non li ucciderete

- Già, ma qui non ci sono solo Cavalieri dico bene? – chiese Astra con fare innocente per poi girarsi con uno scatto verso Yuri e Boris che non riuscirono ad evitare un suo attacco.

- Yuri, Boris! – gridò la brunetta spaventata quando i due russi entrarono in contatto con l’alone violetto causato dall’incantesimo del Demone.

Durò pochi istanti, dopodiché i due ragazzi si accasciarono a terra con le vesti fumanti e alcuni lembi di pelle bruciata. – Non dire niente – sussurrò Yuri

- Allora Hilary? Dobbiamo continuare? – chiese Samantha avvicinandosi a Boris

- Hilary no! –

- Stiamo aspettando te Hilary…Anzi loro stanno aspettando te – puntualizzò Astra venefica.

La Custode fremeva dalla rabbia e non riusciva a trovare dentro di sé la calma e la lucidità necessaria per poter ragionare…Era divisa fra il rispetto verso la sua missione in quanto Custode ed il senso di amicizia verso tutti quei ragazzi…Persone che se si trovavano in quella situazione assurda e terribile lo dovevano a lei; questo era un dato di fatto, un marchio indelebile, un fendente su una tela che nessuno avrebbe mai potuto ignorare, e lei non poteva mettere la sua missione davanti a loro…O sì?

- Allora Hilary? – la voce di Astra le giunse lontana e gelida mentre con gli occhi velati d’orrore osservava Samantha creare la nuova sfera color rosso sangue. – Hilary non dire niente! Voi dovete rimanere in vita, è questo quello che conta! Non puoi parlare ora, non dopo che Julia e gli altri hanno messo in discussione la propria vita! – le parole di Yuri la colpirono come un fulmine a ciel sereno, come un lampo nella notte capace di rischiarare per pochi istanti l’aria intrinseca di buio, e per un solo momento capaci di comandare il suo istinto.

Accadde tutto in pochi secondi: Samantha scagliò il suo incantesimo contro Yuri che non fece una piega, anzi concentrò lo sguardo sulla sua avversaria come se non volesse altro che vederla negli occhi prima di morire, ma proprio quando la sfera lo stava per colpire, il corpo di Hilary si frappose fra loro.

- Hilary togliti da lì! – gridò Rei cercando disperatamente di muoversi.

Non poteva permettere che qualcun altro pagasse a causa sua…Lei era indispensabile per i Demoni, quindi la sua morte avrebbe solo potuto girare la cosa a favore dei Cavalieri…Forse questo no, ma in quel momento non ci pensò…Avrebbe messo i bastoni fra le ruote ai Demoni e tanto bastava…”Kai, scusami per quello che ti ho detto

Non aveva avuto la possibilità di scusarsi a dovere con il ragazzo, ma sperava almeno che fosse sano e salvo, lontano da quella battaglia e da quella verità che sarebbe morta con lei.

- Attacco Fiammeggiante! -

 

Quando Hilary riaprì gli occhi la prima cosa che entrò nel suo campo visivo furono solo i bagliori di qualcosa che si scontrava con la sfera lanciata da Samantha e la sabbia che come tante minuscole schegge di vetro le pungeva e graffiava il viso. Non riusciva a capire cosa stesse accadendo, tuttavia al suo orecchio erano giunte delle parole, ma in particolare una voce, quella voce, che in un istante aveva avuto il potere di farle credere che forse non era tutto perduto. Non sapeva se gioire o no del fatto che Kai fosse arrivato fino a loro, ma sapere che era lì le causava uno strano effetto, si sentiva nuovamente forte, carica d’adrenalina pura e con tanta voglia di riprendere a combattere.

L’attacco di Dranzer neutralizzò quello della ragazza, che subito s’affiancò ai suoi compagni mentre Kai procedette a passo rapido e silenzioso verso i suoi compagni che ora riuscivano a muoversi.

- Kai! – lo salutò Rei felice dell’arrivo dell’amico, il quale si fermò a pochi passi da Hilary che era rimasta a terra. Si fermò, incapace di muoversi e sorpassarla; aveva corso come mai in vita sua per arrivare in tempo, per riuscire a trovarla, per salvarla…Eppure ora non sapeva cosa fare dato che il bey non era più nelle sue mani.

Lei ad un tratto sollevò lo sguardo incrociando i loro occhi quasi fosse stata la cosa più naturale del mondo, e Kai si stupì ancora di avvertire un’insistente e dolorosa morsa all’altezza dello stomaco, un dolore che però sentiva di voler provare…Ancora e ancora, sempre di più, come se in quella sensazione risiedessero tutti i desideri scavati nel fondo della sua anima. – Custode – si limitò a dirle, sperando di apparirle neutrale anziché preoccupato.

Lei annuì in silenzio mettendosi in piedi e posizionandosi finalmente davanti a Kai, il quale si sentì ardere di rabbia quando si rese conto dello stato in cui versava la ragazza.

Avrebbe voluto sapere cosa le avessero fatto, avrebbe voluto annientare quel verme di Axel con lei sue mani solo per aver osato sfiorarla, ma soprattutto voleva sentire ancora gli occhi di Hilary scivolare allegri e luminosi su di sé.

- Ma che entrata in scena Cavaliere…Davvero complimenti – esclamò Axel mimando un applauso.

I blaider si girarono di scatto verso i loro avversari, finalmente uno contro l’altro…A separarli solo pochi metri di riccia e sabbia, attorno a loro solo il mare e sopra di loro un cielo in tempesta…Ecco il campo di battaglia, un luogo da cui solo una compagine sarebbe uscita vincitrice, una scacchiera in cui con un’abile contro-mossa e pedoni bianchi sacrificati il Re Bianco era riuscito a fermare lo Scacco, ed ora era in procinto di compiere la sua mossa.

- All’attacco Dranzer! –

- Vai Thanatos! –

 

 

 

Chiedo umilmente venia per il ritardo e per aver troncato così il combattimento. Era mia originaria intenzione non tagliare il momento della verità, ma avrei dovuto scrivere un papiro e poi tutto insieme avrebbe rischiato di essere “pesante”…Per cui spero mi perdonerete, ma ci sarà da attendere un nuovo capitolo per sapere cosa ne sarà di questo duello fra Bene e Male. Ah capitolo in Nero, non perché mi sono dimenticata il colore, ma semplicemente perché è dedicato a niente di meno che Axel…Quindi che colore migliore?

Bene, ora passo a ringraziare le magnifiche persone che mi continuano a seguire sempre con molto entusiasmo e non mi fanno mai mancare il loro importantissimo sostegno…Grazie infinite!

Angolo dei Grazie^^

 

Lexy90: E ti faccio tribolare con questa guerra! Ma capiscimi…Avrei dovuto tagliare troppo ed avrei rovinato il ritmo che ho dato a praticamente tutta la storia. In ogni caso ora sui Demoni non ci sono più dubbi…O forse no? Beh spero con tutto il cuore che questo capitolo ti sia piaciuto! Alla fine di quest’avventura ti dovrò santificare per non esserti persa neanche un capitolo^^ Baciuzzi Avly

 

_marghe 96 xD­_: grazie mille anche a te carissima per aver letto e commentato lo scorso capitolo! Sono felice che il combattimento ti sia piaciuto e mi auguro davvero che anche questa parte sia di tuo gradimento! Ce la faranno i nostri eroi? Lo saprai solo leggendo^^ Baciuzzi Avly

 

Linn Chan: Amore mio!! Guarda dopo tutta la tua trepidante attesa, spero solo di non averti delusa…Anche se so in minima parte di averlo fatto. Il tanto atteso “scazzottamento” fra Kai e Axel non c’è stato, ma vediamo cosa ci riserverà il prossimo atto xD. Sono sorpresa e sollevata che lo scorso capitolo abbia avuto un tale effetto su di te, poiché come ti avevo detto non mi convinceva granché, ma con le tue parole sei riuscita ad addolcire un capitolo amaro^^E ora siamo davvero in Guerra! Sono felice che ti sia piaciuto il quadro che ho voluto dare ad Hilary e ti dirò che anche io sono soddisfatta della psicologia della brunetta, così come del cambiamento di Max! A questo punto posso solo confidare che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Ti devo ringraziare per tutte le tue parole ed il tuo appoggio, che sono stati una fonte d’appoggio incredibile, perciò grazie! Ti voglio bene! Baciuzzi Avly

 

Inuyasha_Fede: Ciao carissima! No dai non devi farti problemi! Se hai qualcosa da chiedere non devi assolutamente farti alcuno scrupolo, sono disposta a raccontarti per filo e per segno tutto quello che non ti è chiaro^^Quindi non esitare ok? Grazie anche a te per aver letto e commentato lo scorso capitolo e mi auguro davvero di poter soddisfare le tue curiosità con questo nuovo! Grazie di tutto, Baciuzzi Avly

 

Benny92: grazie mille per i complimenti cara^^Eh come hai visto dobbiamo ancora “vedere” cosa farà Kai…Ma non temere presto lo sapremo entrambe…Visto che ancora devo scriverlo xD. Sono felice che ti piaccia il mio stile e mi auguro che anche questo capitolo possa soddisfarti! Ti aspetto^^ Baciuzzi Avly

 

Anima: eccola qui la mia grandissima Anima! Non preoccuparti tesoro per aver perso qualche puntata, in compenso hai scritto una recensione stupenda! Grazie mille^^Ho preso nota di tutti i tuoi appunti preziosi e vedrò di farli fruttare al meglio xD. In effetti Julia è stata, come hai detto tu, “cavalleresca” (non ci avevo pensato, grande!), mentre sono concorde su quanto hai detto su Boris…E la Voce…Tranquilla non hai preso nessun abbaglio, a questo punto è lampante e non c’è più nulla da nascondere, solo dobbiamo vedere come si mostrerà alla luce della Verità^^Sui Demoni…Spero che la famosa ed attesa scazzottata ci sia xD. Anima, davvero grazie per i tuoi commenti, spero sinceramente che anche questo capitolo ti piaccia! Anzi spero che riesca a sconfiggere il tuo nemico giurato così che tu possa farmi sapere la tua importante opinione^^ Baciuzzi Avly

 

Lirin Lawliet: Alla mia dolce Lirin non posso che dire Grazie per Tutto quello che hai detto e scritto! Le tue parole sono davvero stupende ed ogni volta che pubblico un capitolo aspetto sempre con un’ansia particolare la tua recensione. Il tuo parere è sostanzialmente importante, segui questa storia fin da quando è nata e quindi hai avuto modo di vederne la crescita e ti ringrazio infinitamente per esserci sempre stata! Hai ragione, una delle cose a cui ho mirato è stata proprio la velocità ma allo stesso tempo l’efficacia, e diciamo che questo capitolo ricalca quello scorso…E’ anche per questo che non potevo non tagliare il capitolo, altrimenti o avrei scritto dei papiri troppo pesanti, oppure avrei dovuto inserire dei tagli che avrebbero rovinato il ritmo di tutta la storia.

Sono felice che il pezzo del flashback ti sia piaciuto! Ebbene sì, con quel capitolo si sono risolti parte dei dubbi legati alla Voce, ma adesso credo che tutta l’attenzione sia stata monopolizzata dal nuovo “patto” fra i due Demoni…Vedremo che succederà! Eh lo so che Crystal ha un posticino particolare per te, e in questo capitolo ho voluto dare ancora una volta un ritratto di una Crystal vincente nonostante possa sembrare il contrario. Sono anche molto soddisfatta che Hilary ti sia piaciuta, così come la crescita psicologica di Takao! Grazie infinite Lirin, spero che questo capitolo possa riuscire a regalarti qualcosa, a trasmetterti un piccolo qualcosa che possa esserti d’aiuto! Ti voglio bene, Baciuzzi Avly

 

Halley Silver Comet: posso dire che mai mi sarei aspettata di vederti comparire in questa fic, e per questa volta sono felicissima di essermi sbagliata^^Grazie mille per aver letto tutta la storia…Accidenti che mito, si può sapere coma hai fatto? Hai avuto una costanza degna di nota cara mia! Sono soddisfatta di sentirti dire che la coppia KaixHilary non ti sta dando fastidio, questo è molto importante e sapere che sono riuscita a non infastidire proprio chi in genere non ama la coppia è doppiamente gratificante xD. Non so se hai ricevuto l’e-mail che ti ho mandato, comunque nel caso tu non l’avesse ricevuta ti ripeto che no, per me non c’è assolutamente alcun problema per la questione “Takao”…Puoi fare ciò che più ti aggrada^^. Bene spero che questo capitolo possa piacerti e se ti farà piacere, sarei contenta di sapere cosa ne pensi di questo! A presto, Baciuzzi Avly

 

Kamy: bellina! Grazie per aver commentato, e spero che anche questo capitolo sia attivo e pieno d’azione come per lo scorso! Eh sì, il pezzo del flashback è stato forte, ma visto che si ricollegava direttamente con il prologo dovevo dargli una continuità “sinistra”. I particolari sulla vicenda credo verranno spiegati più avanti, e spero che continuerai a seguirmi^^Grazie mille carissima! E ricorda che io voglio ancora sapere come va avanti la tua Metallo e Sangue! Baciuzzi Avly

 

Cherry_88: Ciao tesoro! Grazie mille per l’incoraggiamento! Sei stata dolcissima e di grande aiuto^^In effetti quello scorso è stato un capitolo piuttosto impegnativo e –causa blocco- non mi soddisfaceva mai, mentre questo credo sia stato più “scrivibile”. Credo che in linea di massimo questo capitolo ricalchi l’orma del precedente e mi auguro che mantenga la stessa “magia” xD Eh sì oramai la collaborazione è avviata, manca solo la guerra! Spero che questo capitolo ti piaccia, e ti aspetto per sapere cosa ne pensi^^ Lo sai quanto la tua opinione sia importante! Ti voglio bene, Baciuzzi Avly

 

Padme86: Grazie infinite Pad per tutto quello che hai detto^^ Sono felice di esserti stata d’aiuto, e lo sai…Sono sempre a disposizione! Beh dai i russi si sono mossi no? Ora ci tocca vedere la mossa di Kai…Perdona se gli ho riservato l’entrata trionfale, ma non ho saputo resistere…Non dimentichiamoci che è il mio personaggio preferito xD Forse al momento né Takao né Max hanno fatto un “sedere tanto” (parole tue xD) alle care Samantha ed Astra, ma abbi fede e pazienza^^Come sempre in questo tipo di capitoli, il mio timore è quello di non essere stata abbastanza chiara, e di aver reso tutto troppo rapido e dialogato, ma ho cercato di non guastare troppo l’andamento ritmico della storia. Spero che ti possa piacere, e mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensi^^Grazie per tutto Pad! Ti voglio bene, Baciuzzi Avly

 

Lenn Chan: *corre saltellando modello figlia dei fiori* Grazie tesoro! Mi hai lasciata così ^//^ a fine recensione…Davvero ti dà questo effetto? Allora devo fare del mio meglio affinché la mia storia possa continuare ad emozionarti così^^Come hai visto in questo capitolo ci siamo soffermati sui vari personaggi, e devo ammettere che è stata una faticaccia gestirli tutti quanti..Ma mi ha anche divertita molto xD. Spero che il ritratto di Hilary ti sia piaciuto, tengo molto al tuo giudizio e sapere cosa ne pensi sull’intero capitolo sarebbe importantissimo! Per la questione Kai vs Axel…A loro devo regalare un Signor Capitolo, non posso mica farli prendere a pugni alla fine del 23esimo…E poi la vendetta è un piatto che va consumato freddo xD. Spero che questo capitolo ti piaccia e mi auguro di sentirti presto per entrambe le faccende^^ Ti voglio bene, Baciuzzi Avly

 

The Raindrop: una nuova voce** Grazie mille per esserti aggiunta! Caspita sei riuscita a leggerti tutta la trafila di capitoli?! Davvero complimenti! E grazie per avermi dato la tua opinione, di cui spero di potermi avvalere anche per questo^^ Mi auguro che ti sia piaciuto!

Baciuzzi Avly

 

Helens: ma quando io ti vedo comparire comincio a saltellare come un grillo! La mia amora compare quando meno me lo aspetto e ne sono sempre felicissima! Spero con tutto il cuore che questo capitolo ti piaccia e spero di poter ricevere il tuo importantissimo parere anche su questo! Grazie amora mia! PS: quando è che aggiorni la tua True Love? Ti voglio bene, Baciuzzi Avly

 

 

 

Bene, a questo punto ringrazio di cuore le 23 persone che hanno messo la storia fra le seguite, le 18 persone che hanno messo la storia fra le preferite e le due lettrici che l’hanno inserita fra le storie da ricodare^^…Grazie a tutti voi!

 

Un grazie particolare anche a, death_princess, le Pilatigirls, Cherry_88, Elysabeth91, benny92 e pukipuki25!!

 

In ultimo e poi prometto che vado via, vorrei ringraziare anche le persone che hanno commentato e letto la mia ultimo one-shot sempre su beyblade, per cui grazie infinite a:

Linn Chan (non manchi mai tesor mio grazie!!)

Fe85 (felice e lusingata che ti sia piaciuta^^)

Halley Silver Comet (grazie per essere arrivata fino a qui carissima grazie!)

PichShrooms_BOOM (felicissima di sapere che ti è piaciuta! Non so dove prendere le parole…Grazie mia Maestra!)

Aphrodite: (grazie per la recensione cara, sono contenta che ti sia arrivata!)

 

Alla prossima!

Only for you, my Friends

Avly

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Capitolo 24
*** La Mossa del Re nella Scacchiera di Fuoco e Odio - Seconda Parte ***


Che cosa si prova quando ci si trova a diretto contatto con le proprie paure e la consapevolezza di essere arrivato in quel momento della vita, in cui devi scegliere se vivere o morire

La Mossa del Re nella Scacchiera di Fuoco e Odio – Seconda Parte

 

 

Che cosa si prova quando ci si trova a diretto contatto con le proprie paure e la consapevolezza di essere arrivato in quel momento della vita, in cui bisogna scegliere se vivere o morire? Si può riuscire in quegli attimi a percepire l’aria gelida penetrare le membra contratte dalla fatica, o le stilettate d’acqua pioverti incessantemente addosso? O forse la verità è che in quel momento ci si sente insolitamente carichi d’energia, infusi di quell’adrenalina inarrestabile, scaturita probabilmente dalla voglia e dal desiderio di combattere, di andare avanti, di lottare con tutte le proprie forze per un ideale, un sogno, una possibilità, un futuro?

La verità era che in quel momento nessuno sapeva la risposta, eppure tutti se lo chiedevano…Che cosa li spingeva a combattere una guerra di cui non sapevano neppure le condizioni, le cause, insomma nulla…Anzi no, una cosa la sapevano, un dato di fondamentale importanza: chi avevano di fronte non erano esseri umani, erano stati la causa di tutto quello che era capitato loro dall’inizio di quel torneo, ed era un motivo più che sufficiente per fare poco i moralisti…

L’incontro procedeva da parecchio tempo, un periodo che nessuno avrebbe saputo quantificare, ma sicuramente molto a giudicare dai visi stravolti ma decisi dei blaider, i quali combattevano ognuno per un motivo, per un sogno, più o meno comune, ma lottavano.

 

- Takao quanto ci vuole a farla fuori su! – sbraitò Daichi quando si accorse che il proprio capitano insisteva con quella sua tattica difensiva, che poco si addiceva al campione del mondo.

- Eh sì, il nostro Takao fa il sentimentale…Non può colpire la sua “ragazza” non è vero amore? – la voce ironica di Samantha riecheggiò fastidiosa, ma con un fondo di verità nel cuore del giapponese, che ancora non riusciva pienamente a destreggiarsi in quel labirinto di parole, sguardi, paure e tradimento.

Non lo voleva ammettere, ma oltre alla Voce, l’altro motivo per cui non riusciva ad attaccare Samantha era che…Non ce la faceva.

Aveva la mente in balia di una tempesta, non riusciva a ragionare, ed ogni tentativo di reagire veniva messo a tacere dalla consapevolezza di essere stato ingannato, preso in giro, di aver messo in discussione la sua amicizia con Kai e gli altri per…Un’illusione.

- Takao attento! – sollevò lo sguardo quando si rese conto che Samantha aveva scagliato un disco vermiglio contro di lui, e che non avrebbe fatto in tempo ad evitarlo.

- Barriera Sacra! – gridò Hilary creando una sorta di bolla difensiva attorno all’amico, neutralizzando così l’attacco del Demone, la quale si ritrovò il proprio attacco contro.

Hilary rilassò i muscoli delle braccia protesi per lo sforzo quando la bolla si dissolse e rapida tornò a volgersi verso la scogliera, dove Kai e Axel si sfidavano apertamente, senza darsi un attimo di respiro. La ragazza seguiva ogni movimento di entrambi con il cuore in gola, trattenendo il respiro ogni qualvolta che Axel riusciva a ferire Kai, il quale però non si piegava mai…Risorgeva dalle proprie ceneri come una maestosa Fenice, tornando ad attaccare più determinata che mai.

- Hilary dietro di te! – l’avvertì Rei quando una delle creature incappucciate cercò di afferrarla per le spalle. La brunetta si buttò di lato per evitarlo, ma questo finì steso a terra e  ridotto in polvere in pochi secondi da una trottola color acquamarina.

- Non possiamo andare avanti così! Ma dove diavolo è quest’Essenza? – le chiese Boris mentre il suo Falborg si allontanava dalla ragazza.

Kai a quelle parole si volse appena verso Hilary, la quale con viso sconsolato si volse verso di lui, incrociando per un istante i loro occhi. Kai strinse i pugni dalla rabbia, distogliendo l’attenzione da Hilary e percorrendo le strade fangose di Rabat fino alla piccola piazza in cui aveva dovuto lasciare il bey della Custode e non solo…”Forza Crystal quanto ci metti

 

- Vai Seraphion attacca! – concentrò tutta la sua potenza in quell’offensiva, incurante delle ferite e del freddo, lei attaccava, mordeva e si scagliava contro il bey nero dell’avversario come una furia, senza prendersi il tempo per riflettere; anche perché da pensare non c’era più nulla.

Aveva passato troppo tempo a meditare su sguardi, sensazioni, parole e sentimenti a cui non era riuscita neanche a dare una motivazione logica…Certo che era stata proprio infantile. No, semmai aveva sperimentato per la prima volta l’amore e la sofferenza ad esso annessa, aveva capito che in realtà amare non sempre è gioia, ma può essere benissimo tristezza e dolore, tuttavia non aveva più molta importanza. Ora la pagina della sua vita pesante e impregnata di inchiostro nero poteva essere girata, continuando ad essere scritta, questa volta con meno errori e più cura…Era questo il suo desiderio più grande, poter rimediare ai propri errori e tornare così a non dover distogliere inorridita lo sguardo dal proprio riflesso nell’acqua.

- Non andrai da nessuna parte Guardiana, i tuoi attacchi sono inutili -

- Una frase del genere è tipica di chi non sa a cosa appendersi – sottolineò Crystal caricando un nuovo attacco ai danni di Seth, i cui occhi dorati continuavano a scrutarla con attenzione, come se riuscissero a scavarla dentro. Ed era questo il problema maledizione! “Potrei annientarlo molto più facilmente se la evitasse di guardarmi…Quegli occhi mi mettono una strana sensazione addosso

Le incutevano soggezione, timore, era come se in quelle pozze d’oro risiedessero tutte le sue peggiori paure, ciò che aveva il potere di bloccarle il respiro e il cuore, e che non trovava il coraggio di guardare…Come se guardarlo significasse vedere se stessa, i propri errori…

- Non puoi toglierti il peso delle tue colpe, sei condannata a pagare – l’avvisò Seth.

Crystal indietreggiò colpita da quelle parole…Ma come diavolo faceva a

- A leggere i tuoi pensieri dici? – la sorprese il Demone come se fosse la cosa più naturale al mondo. Crystal sgranò appena gli occhi, incredula davanti a quella che rappresentava la sua paura. Ora capita il perché del terrore, della soggezione di quegli occhi…Era come se Seth rispecchiasse le sue paure più grandi, e in quel momento ciò che la terrorizzava era la Colpa, il rimorso e se stessa.

Non riusciva a sopportare la vista del proprio riflesso e così allo stesso modo non poteva guardare Seth, perché vi vedeva se stessa.

- Rappresenti le mie paure – non era una domanda, ma la conferma della sua certezza.

Seth fece un piccolo cenno col capo – Perspicace, tu ed io siamo più simili di quanto credi; sono le tue Paure, l’Immagine della tua anima e quindi di te…Tu sei me – sottolineò soddisfatto.

Crystal a quelle parole scosse il capo divertita e tornò a fissarlo intensamente negli occhi – Oh no caro mio…Io non sono te, assolutamente. So chi sono, sono convinta che la mia anima non sia esattamente linda e pura, ma nessuno può definirsi un Santo su questa Terra…E poi se anche tu ed io fossimo simili…Un motivo in più per farti fuori, con tanti saluti per Astra

Con una mossa fulminea Seraphion si scagliò su Seth, il quale reagì prontamente all’attacco, sospingendo la russa indietro, ma lei strinse i denti e non accennò a retrocedere. – Vai Seraphion! Ho altro da fare che stare qui ad occuparmi di te! Fallo fuori vai! – strinse la presa sul piccolo bey colorato che teneva in tasca e con tutta l’energia che possedeva condusse nuovamente la sua trottola contro il nemico, che questa volta venne investito dall’esplosione di luce e stelle causata da Seraphion. – Sei condannata! – gridò Seth prima di scomparire definitivamente inghiottito dalla luce e dalla potenza delle Stelle.

Dopo che Seraphion si fu arrestato, e tutto intorno a lei fu nuovamente rivestito d’oscurità, Crystal si chinò sul suo bey bollente e lo osservò per qualche istante. – Sicuramente…Ma non sei tu il mio giudice – sussurrò riprendendo a correre verso la Plage de Rabat, da dove vedeva provenire bagliori e scariche d’energia, segno che la battaglia era iniziata senza di lei…Di loro.

 

Si voltò giusto in tempo per vedere Axel piombargli alle spalle e tentare di colpirlo con un incantesimo, il quale andò ad infrangersi con violenza contro la scogliera lasciando Kai solo con qualche graffio. Il dranzerblaider si passò un braccio sul rivolo di sangue che gli colava a stento dal labbro, sondando attentamente il terreno alla ricerca di un qualsiasi punto d’appoggio che gli permettesse di incastrare Thanatos. Fino a quel momento aveva risparmiato attacchi disperati ed inutili, preferendo una tattica più precisa e fulminea, ma ciò non toglieva che non stava ottenendo i risultati sperati; dall’altro canto non poteva neanche distruggere Thanatos o qualcuno lì dentro ci avrebbe lasciato la vita, e si era ripromesso che questo non dovesse accadere.

Avevano bisogno della Voce, per delle spiegazioni, per donare luce ai troppi misteri che li stavano avvolgendo…Ma lui voleva sapere anche dell’altro: perché lei lo aveva voluto salvare quella notte a Los Angeles?

- Kai alla tua sinistra! – avvertì la voce lontana e forte di Hilary giusto in tempo per evitare un nuovo attacco di Axel, il quale non lasciava mai i suoi occhi, lo teneva stretto nella sua morsa di assalti ed incantesimi, scagliando contro di lui lampi di luce nera distruttivi. Non potevano andare avanti così! Era un suicidio, non una guerra. Tutti i ragazzi non attaccavano con la dovuta convinzione, seguendo la tattica ideata da Takao, la quale si era rivelata l’unica percorribile fintantoché Hilary non fosse entrata in possesso del suo bey…Ma non era neanche certo che questo bey arrivasse.

Un grido intriso di dolore gli fece salire la rabbia alla testa, ma quando si rese conto che ad urlare era stata Hilary, colpita da un lampo scagliato da Astra che doveva andare su Max, non riuscì più a trattenere le briglie di Dranzer, che prese a roteare ad una velocità incredibile, tanto che nei punti attorno al perno di rotazione si vennero a creare dei solchi e delle spaccature. Non riusciva a vedere altro se non Hilary che si tastava il braccio leso, ed avvertì la collera scorrergli nelle vene al posto del sangue, rendendo la sua mente preda di una furia cieca che non aveva né il potere né la volontà di placare.

“Al diavolo la Voce...Questo no”

- Dranzer vola! Attacco fiammeggiante! – incitò il suo bey all’azione e questo si incendiò come se non vedesse l’ora di dare al fuoco e alle fiamme tutta quell’Oscurità.

Diresse Dranzer contro Illusion e Thanatos disintegrando qualsiasi frammento di roccia sul suo cammino, e sotto gli occhi esterrefatti di tutti i blaider, che non credevano ai loro occhi.

- Kai fermo, non lo fare! Non puoi distruggerli! – l’ammonì Rei

- Kai no! – Max e Takao osservarono inorriditi la scena, mentre Dranzer non accennava a diminuire la sua corsa verso i quattro beyblade avversari che incredibilmente rimanevano immobili.

“Ma che diavolo fanno? Perché non si spostano?” si chiese Yuri sospettoso.

Vieni avanti Cavaliere…E’ la volta buona che mi libero della seccatrice” disse Samantha.

“Ragazzi togliamoci da qui!” disse telepaticamente Astra

“Ferma, non c’è nulla da temere” la rassicurò Axel tranquillo, continuando a guardare con insistenza Kai.

“Ma che dici Axel? Non possiamo farci colpire…Lei non può morire” disse Ares incredulo davanti alle parole del suo compagno, il quale non fece una piega.

Dranzer era a pochi metri da loro e la distanza si accorciava inesorabilmente, così come anche le speranze di vita di chi ne avrebbe subito le conseguenze, così come anche i sogni di chi aveva risposto tutto in quella battaglia…Così come anche i dubbi di Hilary quando si frappose fra i Demoni e Dranzer…

 

Kai spalancò gli occhi sorpreso, lasciando che quella fiamma ardente di follia si spegnesse, lasciando posto alla lucida razionalità delle sue iridi ametista, che ebbero la prontezza di riflessi di far arrestare Dranzer prima che questi prendesse in pieno la Custode.

La trottolina blu si fermò ai piedi di Hilary, la quale teneva gli occhi puntati sul ragazzo e non sembrava intenzionata a lasciarlo andare. Kai la guardò incredulo, mentre accanto a loro tutti erano rimasti con il fiato sospeso per quei momenti apparentemente interminabili.

- Kai…No. Non possiamo ucciderli, non ora – sottolineò con voce sottile, ma decisa allargando le braccia come in segno di protezione.

- Non li lasceremo distruggere noi ed il nostro mondo! Come fai a proteggerli?! – le sputò con rabbia il dranzerblaider; se non fosse stato per lei a quest’ora forse sarebbe tutto finito…

- Perché non possiamo andare da nessuna parte senza di lei, Kai. Non posso spiegarvi ora, ma vi prego di ascoltarmi: noi abbiamo bisogno della Voce, non possiamo lasciarla ora – disse Hilary con sempre maggior convinzione nella voce. Non poteva dire la verità ai ragazzi, a Kai in particolare, prima di tutto perché non aveva prove certe, ma anche perché sarebbe stato controproducente per la missione; no, una cosa per volta.

Kai chinò impercettibilmente il capo, raccogliendo le sue parole con rammarico e ammettendo che nonostante la cosa gli fosse totalmente intollerabile aveva ragione lei. Loro avevano bisogno della Voce. – Ma brava Custode…E perché non le dici pure a noi tutte queste cose interessanti? Anzi no, prima l’Essenza! – dichiarò da dietro di lei Axel sferrando un attacco magico che passò rasente ad Hilary e si infranse con una velocità in quantificabile su Kai, il quale non ebbe il tempo di reagire.

- Kai! – gridò Hilary inorridita mentre osservava spaventata il raggio di luce nera scaraventare Kai contro una parete di roccia sul limitare della scogliera.

Il respiro le si mozzò di colpo, come se un fendente le avesse disarcionato il capo ed i suoi occhi cominciarono ad avvertire la presenza delle lacrime e della rabbia, nel vedere Kai lì, steso contro la pietra, col viso in parte sanguinante e la bocca contratta in una lieve smorfia.

“Ma che diavolo ti è preso Axel?! Non lo puoi uccidere, sei uscito di senno?” lo rimproverò Ares indignato sotto la vista di un’Astra incredula. Il moro non rispose alla domanda e si limitò a bloccare Hilary per un braccio quando questa fece per avvicinarsi al russo, mentre le creature incappucciate tenevano occupati gli altri blaider. Hilary si sentì trascinare via, impotente e dilaniata davanti a tanto dolore; non aveva altra via di fuga…Doveva dire la verità, doveva svelare dove era custodita Nike.

- Allora Hilary…Devo infierire ancora o mi dai quello che mi serve? – le chiese con velata dolcezza Axel prendendole il mento fra due dita.

A questo punto doveva dire la verità, per quanto questo avrebbe significato inevitabilmente la loro rovina, ma non poteva più permettere che Kai o chiunque altro soffrisse per lei; la sua ipotesi che i Cavalieri dovevano essere intoccabili, a giudicare dalle azioni di Axel stava andando a disgregarsi inspiegabilmente, e non poteva accettare che Kai venisse ferito ancora.

- Allora? Sto aspettando, e sai quanto mi secchi farlo

Prese un profondo respiro consapevole di avere gli occhi di Kai puntati su di sé, occhi che forse in questo momento la stavano odiando perché stava rinunciando alla lotta, ma non le importava niente. - Nike è…- un tuono squarciò l’aria gelida e per alcuni attimi l’unica cosa che si udì fu lo scroscio incessante della pioggia e l’ululato del vento, come se persino la Natura volesse impedire ad Hilary di proseguire.

- Dentro...Fiamma – sussurrò a denti stretti.

- Il cavallo nero? Strabiliante, questa volta Nike si è nascosta bene – asserì Astra.

La Custode imprecò sotto voce avvilita…L’aveva detto, ora nulla li avrebbe più potuti fermare. – Brava la mia Custode. Su non essere triste, a breve ti ricongiungerai con la tua Essenza, non sei contenta? – le sussurrò ironico Axel lanciando uno sguardo ad Astra, che però non si mosse, anzi squadrò il compagno con uno strano sguardo.

- Poi mi spieghi il perché di questo atteggiamento. Sei uscito di testa? Che ti salta in mente, colpire quasi mortalmente uno dei Cavalieri! E se Hilary non si fosse frapposta!? Dico hai idea di quello che hai fatto! – sbottò la mora indignata all’indirizzo del ragazzo dagli occhi verdi, che però scrollò le spalle con fare annoiato.

- Non volevamo il posto dove si nasconde Nike? Si può sapere che vuoi? – sopraggiunse Samantha che era quasi alle spalle del demone dell’Illusione.

La ragazza si voltò verso l’altra puntandole il dito contro – Tu non fiatare! Quasi ci speravi che Dranzer ci prendesse tutti e quattro, e questo solo per uccidere la Tua spina nel fianco! Hai sempre voluto la sua morte consapevole che lei ci serviva e ci serve tutt’ora! Avete provato a far fuori dei Cavalieri, vi rendete conto di quello che avete fatto!? – Astra trucidò con lo sguardo i suoi due compagni, i quali con noncuranza fecero finta di non averla sentita.

Ares si avvicinò ad Astra appoggiandola – Ha ragione ragazzi, si può sapere che vi prende? – Tutti rimasero in silenzio, blaider compresi, i quali vedevano quasi come una crepa fra gli Obscuras e non avevano di certo intenzione di impedire che si frantumassero da soli.

- Assolutamente niente – disse Samantha girandosi di scatto verso Astra ed Ares che istintivamente si scambiarono un’occhiata sospetta. – Vedete, le regole del gioco sono cambiate…E con esse anche le modalità di gioco -

- Che diavolo significa Samantha? –

Axel si voltò verso i due affiancandosi a Samantha e guardandoli con occhi che fecero accapponare la pelle gelida di Astra – Questo…Che voi siete fuori

- Maledetti traditori, ho capito il vostro piano! Voi volete scavalcare il nostro Cavaliere, il nostro Signore! Che credete di poter conquistare i Sette Regni ed il piano della Terra solo con le vostre forze? Siete patetici – dichiarò Astra

Samantha sorrise a quell’affermazione – E tu Astra sei fin troppo devota al nostro Signore…Francamente mi sono stancata di prendere ordini da una creatura che non sappiamo nemmeno se ci darà quanto ci spetta al termine della nostra missione. Perché dovrei fare tanta fatica ad affrontare Cavalieri e Custodi se poi tutto il Potere va in mano al mio Cavaliere? No, ora questo mondo e i Sette Regni apparterranno a noi…Due - e con queste parole un fascio di luce nera e uno rosso di proiettarono violenti e rapidi su Astra e Ares, che murarono l’attacco con una barriera d’energia, ma che non riuscì a reggere anche l’offensiva che Draciel, Wolborg e Driger stavano continuando ad affliggere ai loro beyblade.

Hilary si coprì gli occhi con le braccia quando un’intensa luce investì in pieno sia Astra che Ares, lasciando pochi secondi dopo alla pioggia il compito di lavare via il terreno dove fino a qualche istante fa poggiavano i piedi dei due Demoni.

Lo stupore fu ben visibile sugli occhi di tutti i blaider, i quali non riuscivano a credere ai propri occhi: Astra e Ares erano stati letteralmente spazzati via, inghiottiti da quel fascio di luce nera e vermiglia che li aveva rispediti nel luogo dal quale provenivano.

I ragazzi si scambiarono delle occhiate incredule, mentre osservavano la pioggia cadere sulle orme lasciate dai due Demoni e cancellarle con tante minuscole gocce gelate.

- E questa è fatta…Ora tocca a voi – dichiarò Samantha scagliando un attacco magico su Takao, Max, Rei e Daichi che vennero sbalzati via di qualche metro.

- Ragazzi! – gridò Hilary cercando di raggiungerli, ma invano poiché Axel la teneva saldamente per le braccia.

- Ora fai la brava ed aspetta – le sussurrò lui all’orecchio con fare dolce, mossa che fece salire il sangue al cervello alla brunetta, la quale gli sferrò un calcio dritto sull’addome, ma beccandosi un colpo sulla schiena.

- Niente giochetti Custode…Samantha – chiamò la sua compagna.

- Lo so, vado a prendere Fiamma…Ma prima...Mors Falce Nera! – urlò con sicurezza in direzione di Wolborg e Falborg, che erano rimasti i soli a tallonare Mors.

- Yuri, Boris! – gridò allarmata Hilary

- Vai Wolborg Tempesta di Ghiaccio! – non le avrebbe permesso di trovarlo impreparato, sarebbe potuto essere il suo ultimo attacco, e voleva che fosse il più potente, quello in cui avrebbe messo veramente tutto se stesso…Non solo la sua forza e la sua determinazione, ma anche il suo cuore. Quello stesso cuore che qualcuno aveva preservato fino a questo punto a costo della propria vita.

- Attacca Falborg, Lamine di Vento! – scagliò la sua trottola consapevole che non ne avrebbe ottenuto nulla di buono, ma ci avrebbe provato, avrebbe dato tutto se stesso, come sempre…L’aveva fatto contro la BEGA e l’avrebbe fatto ora. Per un’ideale, un suo punto fermo, il suo punto

- Patetici – soffiò Samantha sprezzante.

Kai vide i tre bey convergere in un unico punto ed il lampo di luce che derivò dal loro impatto fu intenso ed accecante, tanto che tutti si dovettero coprire gli occhi con le braccia...Tuttavia non poterono coprire anche le loro orecchie, perciò furono certi che quella voce non era stata un’elaborazione della loro mente…

- Seraphion, attacco Meteora! -

 

Ansimava dalla fatica, le gambe le dolevano terribilmente, un senso d’instabilità le pervadeva i muscoli, ma non si permise né di appoggiarsi né di inginocchiarsi per riprendere fiato. Rimase lì, bloccata con ancora il caricatore puntato, il braccio teso leggermente tremolante, ed il respiro affannato e voglioso d’ossigeno.

Non appena la luce causata dal suo attacco si affievolì, la pioggia lavò via polvere e terra, lasciando immersi in una fanghiglia di sabbia quattro bey…Fermi.

- Maledetta…Non ci eravamo già liberati di te? – disse Samantha rialzandosi da terra e trucidando con due lame vermiglie la giovane dai capelli color rubino che si stagliava davanti a loro.

- Crystal…- sussurrò Yuri all’indirizzo della sorella non riuscendo a credere ai propri occhi.

Boris si lasciò sfuggire un sorriso non appena incrociò gli occhi freschi e limpidi della ragazza, la quale sembrò quasi soffermarsi su di lui, e in quella frazione di secondo sembrò che entrambi si stessero dimostrando qualcosa…Lei che aveva riavuto la sua dignità e lui…Beh che sarebbe andato avanti qualsiasi cosa fosse accaduta.

- Crystal – Hilary si lasciò andare ad un sospiro di sollievo mentre Kai osservò rincuorato la ragazza che fra le mani stringeva un piccolo bey dalle sfumature di vari colori, segno che aveva vinto.

- La nostra traditrice…Ne deduco che Seth sia finito in polvere – fece Samantha piccata.

- Perspicace...E presto finirete così anche voi due – minacciò Crystal puntando il dito contro i Demoni. Axel l’osservò con un mezzo sorriso – E come faresti di grazia? –

La russa per tutta risposta mostrò chiaramente alle spire del vento e alla fredda brina la piccola trottola, che con la sua varietà di tonalità sembrava risucchiare qualsiasi colore presente su quel paesaggio tetro ed agghiacciante, come una stella ricamata sul manto oscuro della notte.

- Davvero impressionante, ma il punto è: credi che basti questo per far sì che loro tornino a fidarsi di te? Tu che li hai traditi, tu che hai collaborato con noi, e tu che potevi fermarci ma non l’hai fatto? – chiese allusiva Samantha lasciando alcuni dei ragazzi sorpresi e Crystal tentennante.

- Fatti gli affari tuoi Samantha! Qualsiasi cosa sia successa sarà un nostro problema, non tuo – sbraitò Daichi attirando su di sé l’attenzione di tutti.

- Ha ragione. Ciò che ha fatto Crystal riguarda noi, non voi – puntualizzò Yuri

- E poi voi due sarete già belli che morti quando accadrà – dichiarò Boris minaccioso.

Axel e Samantha si lasciarono andare ad una risata che risuonò come acida e spiccata alle orecchie di Hilary, come se stessero continuando a prenderli in giro, come se ogni loro gesto, persino ogni respiro fosse semplicemente fatto per ingannarli, per trattarli come dei poveri idioti. Si sentivano superiori a loro, protetti dalle loro solide mura grondanti di sangue e dietro l’immagine di quella figura che avevano legato a loro tempo prima.

Ma ora lei poteva adoperare il potere di Nike, ora poteva combattere e scatenare tutta la sua potenza su quei maledetti e soprattutto poteva liberare la Voce.

Ad un tratto vide Axel smettere di ridere e tornare a concentrare il proprio sguardo sui blaider e Crystal – Il Re Nero è ad un passo dallo Scacco, e non sarà una pedina a salvare il Re Bianco – sussurrò come se stesse pronunciando una strana formula, attirando in questo modo gli sguardi di tutti su di sé, e lasciando così campo libero a Samantha, la quale sferrò un attacco in direzione di Crystal che lo vide arrivare all’ultimo secondo…

- Crystal! – Hilary urlò in direzione della rossa quando realizzò quanto stava per accadere, ma lo scroscio della pioggia e le parole di Axel attutirono le sue grida, come se quella strana frase pronunciata dal moro avesse avuto la capacità di coprire la sua voce. Si lanciò verso la ragazza con l’intento di spostarla, ma venne buttata giù e finì col toccare la sabbia bagnata e gelida. – Crystal! - gridò mentre con orrore vide gli occhi della russa illuminarsi di rosso, riflettendo il disco vermiglio che Samantha le aveva scagliato.

- Hilary, se fallisci è meglio che non mostri più la tua faccia su questa Terra! – la Custode alzò il capo quando le parole di Crystal la raggiunsero trasportare dal freddo vento che sferzava le loro pelli senza pietà.

I ragazzi videro in un lampo di secondi Crystal lanciare in direzione di Hilary il bey ed il suo caricatore, mentre il disco le si conficcava nel petto trapassandola e svanendo una volta uscitale dalla schiena. La ragazza cadde al suolo con un tonfo, sprofondando nel fango e nel gelo di quella piana, sotto gli aghi incessanti della pioggia, e coperta dalle urla di Yuri che si lanciò insieme a Boris verso la sorella, mentre Kai vide Axel correre in direzione di Hilary che stava per intercettare il bey.

Si mosse d’istinto, non aspettò neanche un chiaro messaggio del suo cervello, semplicemente agì, si lanciò su Axel assestandogli un colpo dritto sul viso e buttandolo così a terra e dando la possibilità ad Hilary di afferrare Nike illesa.

Kai riuscì a far leva sulle braccia e a stendere Axel, bloccandone i polsi con una mano, mentre con l’altra lo colpiva ripetutamente sul viso.

Rabbia, ira, collera, avrebbe voluto ucciderlo, annientarlo, farlo a pezzi poiché in quel momento l’unico sentimento che lo dominava era la follia, la vendetta per quello che avevano fatto.

Si sentiva ardere dalla rabbia, e l’immagine di Crystal a terra gli riempiva il cervello di fumo rosso e dal sapore metallico…Sangue, lo stesso sangue che aveva sentito quella notte a Los Angeles quando venne attaccato e lo stesso liquido che ora voleva veder scorrere dal viso di Axel.

Lo colpì ancora, ma Axel riuscì a fare leva sul suo stesso braccio, contrattaccando e capovolgendo la situazione in suo favore; tentò di colpirlo in petto, ma Kai riuscì ad afferrargli il pugno e spazzarlo via, frapponendo un po’ di distanza fra lui ed il Demone.

- Kai! Stai bene? – vide Hilary avvicinarsi a lui con ancora Nike stretto fra le mani insieme al caricatore di Crystal.

Annuì per poi rigirarsi verso la russa che era rimasta inerme al suolo, circondata da Boris e Yuri che cercavano di farla rinvenire.

- Questa volta pagherai…Pagherai anche questa…Attacca Dranzer! -

- Kai…-

Si girò di scatto verso Hilary guardandola con gli occhi della follia – Non chiedermi di risparmiarli, hanno fatto troppo! Non possiamo lasciarli andare solo perché hanno ancora la Voce…Non mi interessa – non era vero, lui voleva liberare la Voce, ma al momento non riusciva a vedere altro se non la vendetta.

Hilary gli si avvicinò e annuì seria, il viso ancora rigato di sangue e lacrime – Hai ragione

- Allora che aspettiamo? Facciamogliela vedere! Attacca Gaya Dragoon! -

- Driger! – dovevano risolvere questa situazione una volta per tutte

- Draciel! – avrebbero ridato la vita a tutte quelle persone…

- Dragoon! – doveva combattere, al diavolo le sue paure…

- Dranzer! – e questa volta non ci sarebbe stata pietà per nessuno…

Prese il caricatore ed assicurò Nike al lanciatore; non aveva mai lanciato, non ne era capace, ma per quella volta non le servì un allenamento, poiché lanciò spinta da una carica e da un desiderio che superava di gran lunga qualsiasi programma d’allenamento, e che scaturì unicamente dai suoi sogni ed emozioni…

- Vai Nike! -

 

Quando aprì gli occhi delle gocce le picchiettarono la pupilla costringendola a richiuderli, ma qualcosa si frappose fra lei e l’acqua, sollevandola delicatamente da terra e facendole toccare col capo bagnato qualcosa che non riuscì ad identificare.

Sollevò appena le palpebre intercettando per qualche istante una fioca luce color ghiaccio ed una color smeraldo, luci che sembravano farsi sempre più sfocate ed indistinte, così come i suoni che la sfioravano appena e parevano echi lontani a lei familiari.

Qualcosa le tastò il viso, qualcosa di caldo nonostante l’umidità, qualcosa che riuscì a donarle un lieve tepore, nonostante sentisse sempre più freddo e avvertisse le membra farsi pesanti.

- Sta tranquilla Crystal, siamo qui – le sussurrò la voce di Yuri

Crystal avvertì l’odore appena accennato del fratello accanto a sé, e realizzò con la sua poca lucidità di trovarsi col capo appoggiato alla sua gamba, ed il suo braccio attorno alle spalle…Ma le mani che tenevano strette le sue non erano quelle del fratello, erano più calde, più ruvide, più grandi e forti, e solo una persona poteva possedere mani simili.

- Boris – sussurrò in un rantolo avvertendo il sangue salirle alla gola e mischiarsi alla pioggia.

- Non parlare…Resisti Ivanov, non puoi mollare ora! Che direbbero a casa se sapessero che ti sei fatta battere così? Ivan ti prenderebbe in giro per la vita – cercò di dirle Boris nonostante sentisse di essere sul punto di scoppiare, i suoi occhi simili a specchi gelidi e lucidi come il suo cuore. Respirava appena, si sentiva vuoto, inconsistente, come un corpo senz’anima, come se i suoi sensi fossero l’unico punto di ancoraggio con il mondo; avvertiva l’esile e sempre più gelido polso di Crystal farsi fragile come un frammento di cristallo, e quelle ciocche vermiglie diramarsi come lingue di un fuoco spento sul terreno fangoso. I suoi occhi persi seguirono le pieghe bagnate dei vestiti bruciati della ragazza, perdendosi e distogliendosi in prossimità della ferita, un foro al centro del petto ricoperto di sangue raggelato. Non sapeva cosa pensare, non riusciva a pensare, non era neppure in grado di essere capace di farlo in quel momento; vedeva solo lei, sentiva solo i suoi respiri, percepiva solo il suo odore e l’unica cosa che riusciva a toccare era la sua pelle gelida.

D’un tratto si sentì lievemente premere la mano, e riportò così l’attenzione sul viso di fragile porcellana della giovane Ivanov, le cui labbra si muovevano appena, come se stesse cercando di dire qualcosa.

- Ho..Mantenuto la mia promessa – sussurrò lei.

Yuri intercettò lo sguardo di Boris senza smettere di stringere la sorella.

- Che stai dicendo? – le chiese

- Hanno ragione…Io ho tradito…Kai sa tutto – rispose lei decisa, soffocando un gemito.

Avvertì la presa del fratello irrigidirsi appena, ma quella di Boris intensificarsi gentilmente; poteva capire Yuri, dopotutto lei aveva ingannato tutti, e probabilmente se lei avesse parlato prima magari Julia non sarebbe finita addormentata; per Crystal era terribile da concepire, ma si sentiva responsabile di una parte dell’infelicità del fratello, e mai avrebbe permesso che questo potesse ripetersi.

- Non parlare ora. Risparmia le energie – le disse Boris intuendo il suo stato d’animo.

Crystal scosse il capo decisa a dire tutto quello che doveva…Avrebbe potuto non avere un’ulteriore possibilità.

- Potete salvarla, dovete entrare in collegamento con lei, entrare nella sua prigione con i vostri poteri…E’ l’unica – tossì ancora mentre avvertiva il dolore al petto estendersi rapidamente a tutto il corpo e riempirle le membra di veleno e acido corrosivo.

Boris strinse la presa sulla sua mano senza sapere cosa fare, perso in quella voragine di disperazione ed impotenza che lo aveva risucchiato; non era giusto, la ragazza per cui aveva capito il senso della parola “amore” stava morendo, e lui non poteva salvarla…Non poteva fare nulla per lei, era inutile per lei.

- Sta tranquilla Crystal, cerca di resistere…Tieni duro – l’avvisò Yuri.

Crystal annuì mentre avvertiva le forze abbandonarla, e la pioggia insinuarsi quasi senza dolore all’interno del suo corpo, come se tutti gli impulsi esterni le fossero estranei, o come se lei si stesse estraniando dal suo stesso corpo. Avvertì le palpebre farsi pesanti e le forze rarefatte come l’aria che faticava a respirare. Si girò verso Boris incrociando i suoi occhi spenti e quella pioggia che gli scorreva giù dal viso come se stesse piangendo.

- Boris, ho vinto io…Ho riottenuto la mia dignità…Grazie – nonostante tutto era felice di esserci riuscita, ne aveva fatto il cardine della propria ripresa, e se aveva vinto era merito suo.

Boris annuì avvertendo lo specchio dei suoi occhi incrinarsi ed essere sul punto di frantumarsi, ma tenne duro…Non voleva che Crystal lo vedesse in quello stato.

D’un tratto vide le palpebre della ragazza abbassarsi lentamente, coprendo quel mite e profondo abisso color indaco, lasciandola cadere dolcemente fra le braccia del Silenzio e del Buio. – Sconfiggeteli –

Non un urlo, non un grido, non una disperata invocazione…Solo la rottura definitiva dello specchio e una scia d’acqua salmastra che invase i due visi, mescolandosi e nascondendosi fra le pieghe della pelle e della pioggia.

 

- Nike vai! – sapeva cosa era appena accaduto, il viso piangeva ed aveva urlato con rabbia quando aveva scorto il capo di Crystal reclinarsi all’indietro, come se d’un tratto tutta l’energia accumulata fosse stata liberata in un colpo solo…E doveva essere distruttiva.

Nike tallonò Thanatos affiancato da Dranzer e Driger che gli guardavano attentamente le spalle ed attaccavano di loro volta.

- A quanto pare la vostra Crystal è passata a miglior vita – assicurò Samantha con tranquillità.

- Sta zitta maledetta! Non fiatare, non nominarla! – urlò Hilary scagliando Nike su Thanatos che parò bene l’offensiva, tanto che rispedì il bey variopinto verso la Custode – Su Hilary dovresti esserci riconoscente, in fondo abbiamo eliminato la tua avversaria – la derise il Demone dell’Avidità mentre Gaya Dragoon si frappose fra Mors e Dragoon – Ma che fai Daichi? – chiese Takao.

- Mi hai stancato strega! Facciamoli a pezzi! – disse il piccolo giapponese all’indirizzo di Hilary che annuì.

“Nike...La dobbiamo liberare”

“Lo so…Ora che siamo veramente insieme possiamo farlo; devi entrare nel loro Limbo, perforare con la tua Luce la loro Ombra” Hilary annuì concentrando i propri pensieri sul suo bey e su quelli dei suoi compagni. Presto non avvertì più alcun suono, alcuna percezione sulla pelle, tutto divenne sospeso in uno stadio lontano da lei, come se si fosse estraniata da tutto quello che la circondava. Fece appello a tutte le sue energie e visualizzò nella propria mente la figura che voleva raggiungere; le immagini del suo viaggio nel passato le si mostrarono come in un film, e le sensazioni che aveva provato nel momento in cui aveva sentito la sua voce furono l’unica emozione che turbò il suo cuore.

- Ci sono…Nike Limbo Assoluto! -

 

Kai osservò Hilary chiudere gli occhi e pronunciare quella strana frase, stando sempre ben attento che niente potesse colpire Nike. Ad un tratto un fascio di luce scaturì da Nike e si proiettò su Mors e Thanatos, i quali iniziarono a girare a vuoto, storditi, confusi, privi di controllo e rallentando notevolmente il loro senso di rotazione.

- Ma che succede? – chiese allarmata Samantha

- Ci sta provando, sta provando ad entrare –

- Dobbiamo fermarla! – disse la mora

- Ora è il momento! Attacca Dranzer! – disse Kai assestando un violento attacco su Thanatos mentre gli altri seguivano il suo esempio.

Hilary aprì gli occhi di scatto muovendo un passo avanti come in uno stato di trance, con lo sguardo fisso dritto davanti a sé come se stesse seguendo un percorso obbligatorio.

- Hilary dove vai? – chiese Takao senza capire.

Ma Hilary non lo sentiva, non poteva sentirlo, poiché davanti a lei si stagliava qualcosa che a loro non era dato vedere, una spirale nera che si andava ad ingrandire sempre di più e che la invitava ad entrare al suo interno. – Il Limbo – sussurrò a pochi passi da Kai che seguì il filo dei suoi occhi senza vedere nulla.

- Hilary…- prese il suo polso per impedirle di camminare sulle trottole, ma fu costretto a lasciarla andare quando avvertì la sua pelle scottare come se avesse il fuoco nelle vene.

Ma che…”

- Il Limbo…Sto arrivando – la sentì nuovamente sussurrare, dopodiché la osservò sparire davanti a lui, inghiottita da qualcosa che non vedeva, ma che evidentemente lei era riuscita a scorgere, anzi qualcosa che magari aveva proprio invocato lei stessa.

- Fermiamola! – sentì la voce di Samantha e Axel svanire pochi secondi dopo.

- Maledizione, che sta succedendo? – chiese Daichi.

- L’ha seguita – rispose Takao senza parole.

- Ma dobbiamo fermarlo, altrimenti distruggerà sia Hilary che la Voce – esclamò Max.

Rei fissò Kai che stava guardando con uno strano sguardo il suo Dranzer – Che cosa stai pensando? –

Kai si girò verso il compagno – E se non fosse solo la Voce a poterci richiamare? Tenete a bada Samantha – disse ai ragazzi mentre Dranzer prendeva a girare ancora più rapidamente, tracciando profondi solchi nel terreno e sollevandosi di pochi centimetri da terra. – Non andrai da nessuna parte Cavaliere! – Mors si scagliò su Dranzer, ma venne fermato da un bey argentato che cozzò sulla trottola nera facendola schiantare violentemente contro una roccia – Non ti muovi da qui Samantha, abbiamo ancora un conto in sospeso – dichiarò Takao dirigendo Dragoon all’attacco, mentre dietro di lui Kai richiamava a sé tutte le sue energie ed il fuoco divampava con forza dentro e fuori di lui.

- Dranzer! Limbo del Fuoco! -

 

Tese il braccio tastando l’Aria che gelida le penetrava la pelle, trapassandola come se fosse stata una lama e facendole correre lungo le ossa brividi di freddo.

I suoi occhi non distinguevano nulla in quell’abisso, così prese ad avanzare timidamente qualche passo sempre con le mani davanti a sé.

“Non vedo niente…Nike come faccio a trovarla?” chiese allarmata.

“Cerca una luce, il Buio è l’assenza di Luce, ma questo non è vera oscurità, trova la fonte” le suggerì Nike con voce tranquilla mentre attorno a loro il freddo prendeva sempre più forma e si tramutava in paura, in pericolo, in quella sensazione che ti impedisce di muovere un muscolo e che è capace di mozzarti il respiro.

Hilary camminò per un tempo che non seppe quantificare, quando esasperata si mise a parlare da sola, sperando che qualcuno riuscisse a sentirla. – Sei qui? Ti prego rispondi, di qualcosa! –

Non avvertì nulla per qualche secondo, poi un timido rumore metallico giunse alle sue orecchie, trapassando la muraglia di gelo e facendole distinguere la direzione da cui proveniva quello sfregamento di catene.

 

“E’ qui…Non è possibile”

Tirò appena la catena destra facendo tintinnare gli anelli metallici e lasciandosi andare ad un respiro liberatorio quando avvertì dei passi farsi più vicini, passi che per la prima volta non appartenevano né a Samantha né a nessun altro Demone.

Ad un tratto avvertì chiaramente una presenza accanto a lei, un calore che traspariva da quella pelle che sapeva d’acqua, aria, sole, da quella carne che sapeva di vita e cuore pulsante e tirò lievemente la testa verso l’alto, cercando di alzarsi da terra senza grandi successi. Era esausta, non riusciva più a muoversi.

- Sono qui – Hilary tese le mani per tastare la creatura che si trovava davanti, ma non riuscì a sentire nulla se non che delle fredde catene bagnate. Non riusciva a vedere nulla, così seguì il corpo del metallo, fino a che, accovacciandosi, non fu in grado di toccare dei capelli sottili e gelidi, di cui seguì i contorni, fino a trovarsi fra le mani delle spalle.

- Eccoti finalmente – esultò la Custode sollevando di poco il corpo privo di forze della creatura e appoggiandoselo al petto circondando le sue spalle con il braccio.

- Custode…-sussurrò lei avvertendo per un odore diverso sfiorarle le narici, un odore che seppe riportarla per qualche attimo indietro nel tempo, facendole rievocare un’immagine sfocata e lontana, che credeva di aver seppellito nei meandri della memoria.

- Sì sono io…Sapessi quanto ti abbiamo cercata! Ce la fai a muoverti? – chiese Hilary entusiasta; ci era riuscita, quasi non ci credeva.

Lei annuì decisa – Certo…Non saresti dovuta venire, è pericoloso per te – le disse facendo per alzarsi, ma avvertendo immediatamente un dolore lancinante diramarsi in tutto il suo corpo facendola rimanere bloccata addosso ad Hilary. – Aspetta che ti aiuto – si offrì lei prendendola per il busto, ma questa si scostò finendo stesa a terra. – Ce la faccio da sola – s’indispettì la creatura tentando ancora una volta senza risultati.

Hilary alzò gli occhi al cielo sorridendo fra sé e sé…”Tipico…Fortuna che non è la prima che conosco ad avere un carattere simile

Si alzò senza aiutare la creatura che ancora tentava di far leva sulle catene per tirarsi su – Allora dobbiamo aspettare che i Demoni ci trovino perché tu decida che hai bisogno di aiuto? – le chiese divertita mentre avvertiva le catene tendersi e la creatura issarsi usandole come corde. – Ce la faccio da sola – ripeté a denti stretti.

Hilary sorrise prendendole i polsi e facendo saltare le manette con un semplice tocco di dita. “Fantastico” si disse afferrando con un’agile e rapida mossa il braccio della Voce e passandoselo dietro il collo, ignorando le proteste dell’altra – Che fai? Ce la faccio da sola! – voleva essere un rimprovero, ma le uscì come un sussurro doloroso, cosa che Hilary capì – Tranquilla, sarà il nostro segreto – sorrise nonostante non riuscisse ancora a vederla. Mossero insieme qualche passo ed Hilary si sorprese di quanto fosse instabile l’equilibrio della compagna, nonostante questa cercasse di pesarle il meno possibile, quasi riluttante nel farsi aiutare. Ed Hilary non poteva non sentirsi strana al pensiero di star sorreggendo proprio lei, quella che oramai credeva essere una persona legata a loro in modo indissolubile…A qualcuno di loro in maniera particolare. Era strano, bello e incredibile allo stesso tempo, ma lei voleva esserne perfettamente certa.

- Senti tu sei…-

- Non lo dire – la zittì lei decisa.

- Ma io…Ho bisogno di saperlo, e non solo io!

- Non dire niente a nessuno; al momento non è importante -

Hilary s’impuntò a queste parole arrestandosi – Che dici? Certo che è importante! Non ti chiedo di raccontarmi quello che hai passato, di solo sì o no va bene? Allora sei chi io penso? Sei la stessa persona che ho visto nella mia visione quando sono andata indietro di sedici anni al vecchio Monastero Vorkof? – fu diretta, letale come una lama, affondò dritta e crudele nel suo cuore facendola sussultare, anche se la Voce seppe nascondere bene la propria sorpresa.

- Sì -

Hilary sgranò gli occhi dando libera uscita ad un sorriso radioso e lieto. L’abbracciò di slancio, per poi guardarla negli occhi seppur riuscisse solo a distinguere una tenue luce azzurra. – Lo sapevo! Ora andiamo, gli altri ci stanno aspettando! –

Lei rimase sbigottita davanti a tanto entusiasmo, forse troppo apatica rispetto a quello che in quel momento stava provando il suo cuore, ma rimase semplicemente sconcertata. Si sentì strana a muoversi, a toccare qualcosa che non fossero il suo sangue ed il suo corpo, a parlare con un’altra voce umana, a dire qualcosa di sé…

“Gli altri ci stanno aspettando” Potevano davvero aspettare anche lei? Poteva esistere qualcuno che la stava aspettando?

Sorrise al Buio lasciandosi trascinare da Hilary verso la fine del Limbo, permettendo alla sua speranza di riemergere dalle oscurità ed illuminare il male della sua esistenza.

- Ma che simpatico duetto – si fermarono come pietrificate, avvertendo la voce di Axel sorprenderle. Hilary trattenne il respiro col cuore in gola, la sua compagna riducendo gli occhi a due sottili lame di ghiaccio ardente ed avvertendo il cuore pompare la Rabbia nel suo corpo come linfa vitale. “La vendetta…”

 

- Axel! Ci ha trovate! – esclamò Hilary prendendo a correre trascinando la Voce che invece tentava di opporre resistenza. Lei non voleva sfuggirgli, lei voleva che lui l’attaccasse, lei doveva battersi contro chi le aveva rovinato la vita, contro chi aveva preso la sua vita e quella delle persone a lei più care e le aveva bruciate senza la minima pietà.

Avrebbe avuto la sua vendetta, ed il sangue di Axel e Samantha avrebbe rappresentato per lei il primo passo per poter ricominciare.

Hilary la tirò con maggior forza quando la sentì opporsi – Non essere sciocca! Dobbiamo raggiungere gli altri, non posso attaccarlo qui! –

- Ma sono io che lo devo uccidere! Non ti permetterò di portarmi via la mia vendetta…Dike vai! -

Seppur debole la luce di Dike si diresse rapida verso Axel, il quale afferrò con una mano quel fascio di luce dissolvendolo come polvere al vento. – Povera sciocca…Dike in questo momento spaventa quanto un cucciolo inerme

- E’ per questo che dobbiamo andarcene – sussurrò Hilary alla sua compagna.

- Dove credete di andare? Non ho ancora finito con voi! – un lampo di luce nera partì dai palmi del ragazzo dirigendosi sulle ragazze, ma la Voce richiamò a sé Dike producendo una tenue barriera, rinforzata poi dall’intervento di Hilary. Ma Axel premeva sempre di più.

- Non ce la facciamo! – urlò Hilary mentre l’attacco di Axel le sospingeva indietro.

L’altra non rispose continuando a contrattaccare consapevole che la Custode aveva ragione.

- Davvero tenaci, devo ammetterlo…Patetiche ma tenaci. E poi tu, piccola…Davvero credevi che saresti riuscita ad andartene da qui? Lo sai che il tuo destino è stato scritto già tempo fa, quando quella notte noi… -

- Sta zitto! Io vi distruggerò! Vi farò sputare col sangue tutte le vostre ultime parole, prima di uccidervi! Pagherete per quello che avete fatto! Troppe persone ho dovuto perdere per colpa vostra! –

- Se non ricordo male non fummo noi ad escogitare il piano –

- Non mentire! Siete stati voi a suggerire a Vorkof di farli fuori! Voi c’eravate quando la Fenice si è liberata quella notte! – urlò lei fuori di sé scaricando tutta la sua energia. Axel la colpì in pieno con un’onda nera stendendola a terra, mentre lo scudo di Hilary reggeva ancora. – No! Sta attenta! – gridò la Custode.

- E’ vero noi c’eravamo…E vuoi saperlo? Eravamo anche presenti quando quel bambino venne falciato in mezzo alla neve. Quel piccolo pidocchio che ti aveva portata via…Come si chiamava? – fece lui derisorio, come se stesse ricordando un piacevole avvenimento.

- Jean – sussurrò lei come se quello fosse stato il nome più geloso e prezioso che portava nel cuore.

- Oh giusto, Jean…Allora ricordi qualcosa non è vero? Ti dirò anche questo: noi eravamo fra i cecchini che quella notte andarono a caccia, ed è stato un vero piacere da parte nostra falciare sia i tuoi genitori, che quel marmocchio che tutti quei piccoli inermi bambini -

La Voce fremeva dalla rabbia, si sentiva ribollire dalla collera, ed era come se tutto il suo dolore fosse stato rimpiazzato dalla rabbia, da quella furia cieca che ora chiedeva solo di essere riscattata col sangue, col loro sangue.

- Morirai – sussurrò con voce bassa e severa.

- Sì di sicuro, tesoro…O dovrei chiamarti Kate? Dopotutto un nome l’hai – sorrise Axel prima di caricare un nuovo attacco, diretto proprio sulla Voce.

Hilary si proiettò immediatamente davanti a lei, parandola con le braccia – Non ti azzardare Axel! Non ti permetterò di farle altro male! –

- Oh ma che carina…Cos’è i ruoli si sono invertiti? Dovrebbero essere i Cavalieri a proteggere la Custode e non il contrario – e scagliò contro le ragazze il suo attacco, mentre Hilary cercava di erigere una barriera…Cosa che non sarebbe servita a nulla questa volta.

- Infatti le cose non sono cambiate…Dranzer muro di Fuoco! –

“Kai…” Hilary si volse verso quella voce avvertendo una meravigliosa stretta al cuore.

“Kai…Non è possibile” Kate lo sentì avvicinarsi, e fu come se avesse atteso e nello stesso tempo temuto quei passi con tutta se stessa.

 

- Hai proprio deciso di morire, Cavaliere -

 

 

 

Eccoci qui! Ci ho messo un’infinità, ma alla fine eccolo qui. Allora perdono e chiedo scusa a tutte quelle persone che ora vorrebbero linciarmi per non aver ancora finito la battaglia, ma a questo punto si tratta solo del finale del combattimento! Abbiamo finalmente avuto la presentazione della nostra tanto apparsa ma mai identificata “Voce” con la persona di Kate, già apparsa nel prologo. So che molte di voi l’avranno già capito da un po’, ma ovviamente i nostri personaggi seguono un’avventura che è vista da un’altra prospettiva rispetto a noi^^Ah colore di questa tonalità quasi sull’indaco per dedicarlo ovviamente a Crystal…Finalmente tocca a lei^^

Comunque tranquilli, non tarderò (si spera) con il prossimo aggiornamento, e così avrete finalmente il chiaro quadro di tutta questa situazione!

Passo ora a ringraziare le bellissime persone che hanno avuto la pazienza di seguire la storia e che spero continueranno a farlo anche per i pochi capitoli che mancano!

Via dei Grazie 1000^^

 

_marghe 96 xD_: oddio, spero che tu non l’abbia tenuto fino a questo punto, altrimenti saresti in apnea^^ Scherzi a parte, ti ringrazio davvero di cuore per aver commentato, e per aver detto che il capitolo ti è piaciuto! Beh spero che questo capitolo sia stato una degna prosecuzione del precedente, ed aspetto con ansia il tuo parere su questo! Grazie infinite! Baciuzzi Avly!

 

Inuyasha_Fede: oh cara, sono sempre felicissima di trovarti fra le voci che recensiscono, ciò significa che nonostante le cose non chiare riesci sempre a trovare piacevole leggere ciò che scrivo, e questo mi rende felicissima. A questo punto credo di aver dato parte delle spiegazioni riguardanti il mistero fra trama e prologo. Hilary che è la Custode dei Portali è entrata in contatto con Kate, che è uno dei Cavalieri, mentre Yuri, Boris, Julia e tutti gli altri ragazzi che sono stati addormentati sono quelli definiti “Guardiani”. Dal prossimo capitolo credo, arriveranno le spiegazioni ufficiali da ancora non so chi, perciò tranquilla, cercherò di essere il più chiara possibile^^ Per qualsiasi cosa ti ripeto di contattarmi anche privatamente, così che possa darti tutte le delucidazioni di cui hai bisogno^^

Grazie mille per aver letto, e spero davvero che anche questo capitolo possa piacerti! Ci spero sul serio! Baciuzzi Avly

 

Halley Silver Comet: ma vederti per me è sempre una gioia immensa! Eh sì, l’eco classicheggiante è adorato anche dalla sottoscritta…Nonostante stia frequentando uno scientifico XD. Chiedo anche a te perdono se questo capitolo non si è rivelato essere l’ultimo del combattimento, ma non volevo rischiare di essere eccessivamente prolissa…Ho preferito trattare in ultimo la questione “Passaggio nel Limbo” per dare anche maggiore visibilità a Crystal così alla fine ho dovuto spezzare…Ma è l’ultima volta giuro xD. E non dire che la tua storia è una “brodaglia” perché sarei in grado di saltarti al collo^^Bene, ho fatto anche la mia minaccia quotidiana xD Spero davvero che questo mio ennesimo capitolo possa piacerti, e spero davvero di tutto cuore di ricevere la tua opinione anche su questo^^ Baciuzzi Avly

 

Linn Chan: Tesoro mio! Ma come farei senza di te? Alla fine mi sono messa d’impegno, ho fatto tutti i compiti prima per potermi tagliare questa fettina di tempo per terminare il capitolo e spero che ne sia venuto fuori qualcosa di decente. Ci tengo molto a non deluderti, perciò spero che questo capitolo ti sia piaciuto! Qui tra Samantha e Morgana mi sa che è bene abbonarci a qualche industria chimica perché di acido ne consumeremo a litri! Comunque Takao in entrambe le storie le piglia! Povero cipolo^^In effetti Samantha è proprio viscida, mentre Axel è (spero) quanto di più crudele si possa chiedere.

E su che un piccolo scorcio della scazzottata te l’ho dato! Ti ho pensato tantissimo durante quel pezzo^^ Bene, spero che ti piaccia…E ricordati che ora sono Io ad aspettare xD

Ti voglio bene, Baciuzzi Avly

 

The Raindrop: gentilissima cara, davvero…Non so che dire se non grazie. Ti ringrazio molto per aver aspettato e per aver letto lo scorso capitolo. Ci ho messo un po’ più del previsto causa compiti ed interrogazioni varie, ma spero veramente di non fare più un ritardo simile. Eh Crystal…Forse mi sa che nessuno si aspettava un finale simile eh? Sul nuovo Cavaliere non preoccuparti, tutto si saprà a tempo debito^^Spero che questo capitolo possa entusiasmarti e sarei ben felice di non liberarmi mai di te^^ Alla prossima allora! Baciuzzi Avly

 

Lirin Lawliet: tesoro…Ogni volta che leggo una tua recensione sto sempre con fiato sospeso e non so mai cosa dire. Perciò perdona in anticipo se sarò “scontata”xD.

Ti ringrazio enormemente per i complimenti, non so davvero cosa dire se non che Grazie un’infinità di volte. In effetti cerco sempre di mettere tutta me stessa quando scrivo, e lo faccio perché mi piace, mi diverto e mi sento bene quando riesco a dedicarmi anima e corpo su ogni singola scena…(scene che fra l’altro mi recito da sola xD). Sul metodo del punto di vista multiplo…Devo dire che mi è sempre piaciuto, poiché mi dà la possibilità di dare a tutti il giusto spazio e di far esprimere a tutti le loro sensazioni…Che siano buoni o cattivi.

Per quanto riguarda Hilary, sono sempre più felice del fatto che ti stia piacendo come la sto facendo evolvere; sì, anche io non volevo dare l’idea di una Hilary aggressiva e spietata solo perché è la Custode. Lei ha reagito come ha reagito perché era terrorizzata, e nella sua folle lucidità ha creduto che uccidere Axel fosse l’unica cosa possibile…Sebbene poi sia crollata a terra. Hilary non è di certo il terminator della situazione, ciò che voglio è che nonostante per lei la situazione sia diversa rispetto all’anime, rimanga sempre con la sua identità e che non sfasi troppo nell’OOC. Stesso discorso vale per Kai. Ancora una volta ha fatto la sua entrata in gioco, e non è per mania di protagonismo, bensì è tipico di Kai apparire sempre quando c’è bisogno di aiuto^^. Spero sempre di non deluderti quando pubblico, e spero di tutto cuore che anche questa volta il lavoro sia di tuo gradimento. Alla prossima, e con il Tessitore! Aspetto con un’ansia che non immagini! Ti voglio bene, Baciuzzi Avly

 

Akidu: **Oh bella grazie mille! Sono zompata come un grillo quando ho letto la tua recensione…Dici che ti piace Kai? Beh la mia immagine come avatar vale più di mille parole; se ami Kai hai trovato una che in pratica lo vede ovunque, perciò puoi stare tranquilla! Anche a te piacciono le KaixHilary? Benissimo allora! Neanche a me piacciono le cose estremamente smielate, scontate e OOC, e spero sempre con tutto il cuore di non caderci mai! Grazie per tutte le belle parole e mi auguro di ricevere la tua opinione anche questa volta! Ci vediamo presto allora! Grazie, Baciuzzi Avly

 

Padme86: eccomi qui tesoro! Ci ho messo un’infinità di tempo, ma alla fine ci sono riuscita! E dire che questa volta non centrano né blocchi né robe varie, ma si è trattato semplicemente del tempo che non avevo! Bene, ora si spera di essere più o meno puntuali! Grazie infinite per tutte le tue parole, mi aiutano sempre molto e spero di aver scritto qualcosa che possa attirarti come il precedente. Allora questa battaglia fa svenare e la sto tirando un po’ troppo per le lunghe! Comunque col prossimo avremo la chiusura definitiva del combattimento (non ti dico di certo come^^) e puoi aspettarti di Tutto! Spero con tutto il cuore che ti piaccia, e ti aspetto^^ Ovviamente anche con i tuoi aggiornamenti, linfa per me^^ Ti voglio bene, Baciuzzi Avly

 

Layly_lily: un’altra KaixHilaryeana? Beh allora tranquilla che anche la sottoscritta ama molto questa coppia e se cerchi storie fantasy, non eccessivamente smielate e con Kai e Hilary…Beh hai trovato casa^^E nel caso tu volessi leggerne altre di KaixHilary, di one-shot ne ho scritte qualcuna. Sono felicissima che ti piaccia questa storia, complimenti a te innanzitutto per esserti letta tutta la trafila di capitoli! Non ho idea di come tu possa aver fatto, ma sono felicissima di sapere che sei rimasta soddisfatta! Bene, allora aspetto la tua opinione anche su questo XD E grazie mille per avermi inserita fra i tuoi autori preferiti!

Baciuzzi Avly

 

Lenn Chan: *inchino* onorata che la storia ti piaccia; se dici che il mio è un vizio non oso immaginare cosa mi dirai per questo^^Come vedi abbiamo avuto un combattimento accanito e spero denso di avvenimenti interessanti. A questo punto manca proprio poco alla fine della guerra, ma visto che ancora non l’ho scritta non so dirti come finirà xD. Spero con tutto il cuore che questo capitolo ti piaccia, spero davvero di non averti delusa ed attendo la tua! Ti voglio Bene, Baciuzzi Avly

 

Cherry_88: tranquilla tesoro mio! Non fa niente se arrivi in ritardo, come vedi nemmeno io sono un mostro di puntualità^^Lo capisco che lo studio universitario ti porta via tanto tempo, per cui sta tranquilla! Mi fa comunque un immenso piacere sapere che continuo a piacerti! E spero davvero che anche questo capitolo sia degno delle tue aspettative. Mi auguro che vada tutto bene e di ricevere presto la tua su questo! Ti voglio bene, Baciuzzi Avly

 

 

Bene, prima di lasciarvi ringrazio tutte le splendide persone che hanno messo la mia storia fra i preferiti/seguite/da ricordare! Vi ringrazio infinitamente^^

Un baciuzzo alla mia amoruccia Helens!!

 

Alla prossima!

 

Only for you, my Friends,

Avly

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Capitolo 25
*** Lo Scacco al Re e la Priorità del Cuore ***


- Allora vuoi proprio morire Cavaliere -

Lo Scacco al Re e la Priorità del Cuore

 

- Allora vuoi proprio morire Cavaliere -

 

Si voltò al Buio seguendo il richiamo della voce di Kai, il quale si portò a pochi passi da lei senza smettere di scrutare Axel con un’occhiata trasudante odio. Hilary avvertì il petto sussultare ed il suo cuore stringersi in una morsa tanto piacevole quanto affilata come una lama; sentiva la presenza di Kai accanto a lei, avvertiva il suo odore, e l’inclinazione della sua voce le si insinuava con precisione e delicatezza nelle orecchie, riempiendola di quell’emozione che le suscitava il solo averlo vicino, una forza che la caricava di energia e le faceva smettere di aver paura dei suoi Timori.

- Lo vedremo…Fatti sotto Axel – Kai incitò Dranzer contro Axel, il quale si scansò appena in tempo prima che il dardo di fuoco lo colpisse. – E’ il meglio che sai fare? -

- E’ il meglio che vedrai, perché morirai –

Axel lanciò uno sguardo rapido in direzione delle due ragazze – Sei troppo sicuro di te…Non sarà una caratteristica di “famiglia”? – a sentire quelle parole gli occhi di Kai si assottigliarono, mentre dietro di lui qualcuno si alzò con lo sguardo che scoccava frecce d’odio e rabbia. Kate si scagliò su Axel adirata, ma prima che potesse fare qualsiasi cosa Kai l’afferrò per la vita e la trattenne con forza – Niente colpi di testa chiaro?! –

- Lasciami! Non intrometterti, lui è mio! – si dimenò con una furia cieca, ma Kai fu irremovibile; Kate affondò le unghie nel braccio del ragazzo nel tentativo di costringerlo a liberarla, ma fu tutto inutile. – Kate smettila, non capisci che ti avrebbe ammazzato senza tanti scrupoli? – disse Hilary avvicinandosi. – Lui deve morire! – gridò Kate in preda alla rabbia, quell’ira che per anni l’aveva corrosa e che ora riemergeva dalle ombre del passato chiedendo il suo riscatto.

- Ma se sei tu a morire non servirai a nessuno, neppure alla tua vendetta – aggiunse Kai senza smettere di tenere stretta il corpo gelido della giovane, avvertendo una sensazione inspiegabile ed indescrivibile all’altezza del petto, tutto sotto gli occhi divertiti di Axel.

- Portala via da qui – chiunque fosse doveva andarsene da lì…Era troppo pericoloso lasciarla lì, e poi a nota obiettivamente egoistica Axel era il Suo avversario.

Hilary annuì prendendo così il polso di Kate e trascinandola via nonostante le proteste della ragazza, che non appena avvertì perdersi il contatto con la pelle di Kai si sentì vuota. Hilary si portò all’altezza dell’uscita dal limbo per poi girarsi – Sta attento…Metticela tutta

- Come sempre – Si volse verso di lei sicuro che gli avesse sorriso e questo seppe farlo sorridere appena a sua volta. Aspettò che se ne fossero andate. Ora si sarebbe combattuto alla sua maniera.

- Che intendevi –

- Pensavo volessi uccidermi Cavaliere, non metterti a chiacchierare –

- Prima devo sapere…Perché “caratteristica di famiglia” –

- Oh quello…Perché hai un piccolo difetto…Hai una memoria che perde i colpi! – Axel scagliò un attacco magico in direzione di Kai che si gettò prontamente di lato per evitarlo; veloce, doveva essere veloce, ma oltre a questo doveva anche fare un’altra cosa, e cioè essere al suo livello in fatto di “arma”. Già perché Axel combatteva con una sorta di magia, mentre lui con un beyblade…Avrebbe avuto più possibilità se anche lui avesse saputo manovrare quel tipo di potere.

“Hilary lo ha saputo usare…E va bene, ti farò sputare l’anima col sangue Axel”

- Dranzer! – incanalò tutta l’energia del suo fedele bit dentro di sé e solo quando avvertì una carica sufficiente tese il braccio in avanti irrigidendolo. Doveva provare…Era come scagliare le frecce di fuoco, solo che dovevano partire dalle sue dita, non dal suo beyblade. – Fuoco! – urlò con determinazione e sentendo in quell’istante un potente flusso d’energia partire dal suo braccio e dirigersi rapido verso Axel sotto forma di un fascio infuocato e rovente.

- Ma cos…- Axel si buttò di lato, ma venne comunque colpito dalla fiammata che gli provocò un gemito di dolore. – Ma che bravo Cavaliere, vuoi combattere con la magia? Come vuoi –

Kai si guardò il braccio sorpreso; non aveva sentito il fuoco ustionargli la carne, come se ne fosse immune, come se quel calore fosse stato una parte integrante di se stesso…Beh meglio approfittarne. – Fuoco! – si gettò su Axel brandendo frecce infuocate che si abbatterono con violenza sul Demone, il quale contrattaccò a sua volta con dischi neri che riuscirono a neutralizzare alcune scaglie di fuoco. La Loro battaglia era iniziata.

 

- Vai Mors! Falce Oscura! -

- Sta attento Takao! – gridò Max all’indirizzo dell’amico quando si accorse che Samantha stava per sferrargli un attacco alle spalle e da cui Takao non avrebbe avuto mai il tempo necessario per evitarlo. Max diresse Draciel in soccorso di Dragoon, ma qualcosa di inaspettato si frappose fra loro; una scintilla luminosa si abbatté su Mors, sbalzandolo lontano dal dragoonblaider mentre la stessa Samantha colta di sorpresa venne schiantata con violenza contro la parete di roccia al limitare dello strapiombo.

- Ma chi…? – Rei si girò verso il punto d’origine della luce, intravvedendo la sagoma esile di Hilary con accanto un’ombra che non fece fatica a mostrarsi. Takao si alzò da terra osservando le due ragazze, ma in particolare una, quella che l’aveva salvato, e a cui non ebbe problemi a dare un’identità. – La Voce – sussurrò.

- Ne sei sicuro? – fece Max allibito.

Takao annuì, percorrendo con attenzione i tratti scarni ma decisi di un viso deturpato dalla sofferenza e dalla rabbia e gli occhi, i quali gli fecero correre un brivido lungo la schiena a cui non seppe dare una motivazione. Erano il ritratto della rabbia repressa, della sofferenza, dell’odio e del desiderio di vendetta, ardevano di collera e non si curavano di nascondere le proprie emozioni nonostante fossero azzurri e gelidi come il ghiaccio…In apparenza gelidi, ma arsi dalle fiamme…Occhi che aveva già visto, ma quando?

- Kate stai bene? – le chiese Hilary reggendo alla meglio la compagna, la quale era quasi crollata a terra dopo aver sferrato l’attacco a Samantha. – Lasciami Custode, sto bene –

La brunetta annuì facendo come le era stato detto. 

Kate guardò in direzione dei ragazzi che intanto le si erano avvicinati incuriositi – E’ lei? Cavoli non ha una bella cera – sentenziò Daichi riferendosi all’aspetto deplorevole in cui versava la Voce.

Kate ignorò prontamente le loro occhiate e si alzò facendo qualche tremante passo verso il suo obiettivo. – Samantha – digrignò.

Il Demone si alzò scrutandola con una tale espressione da mettere i brividi – Kate…Sei qui –

- In tempo per regolare i conti – continuò Kate senza lasciare gli occhi dell’avversaria mentre alzava le braccia incrociandole sopra la testa. – In tempo per la mia vendetta -

Samantha l’imitò, facendo comparire un disco nero fra le mani – Finalmente posso finire quello che avrei voluto fare tempo fa…A questo punto non mi importa del tuo Regno, posso farne a meno…Nulla mi renderà più soddisfatta di vederti morire –

Kate le rivolse un sorrisino compiaciuto – Mi spiace deluderti, ma non puoi battermi e lo sai…Non puoi sconfiggere un Cavaliere e non puoi sfuggire alla mia vendetta! Giudizio Cosmico! –

- Falce Oscura! -

- Takao, Rei, Max, Daichi, dovete riuscire ad incanalare l’energia del vostro bit dentro di voi ed usare così la magia al posto del bey – disse Hilary

I ragazzi annuirono, scagliando i loro attacchi magici contro le creature incappucciate che ancora cercavano di bloccare loro l’arrivo a Samantha, disarcionandoli come statue di sabbia. – Fantastico! – esultò Daichi.

Takao si diresse verso Samantha e Kate che si stavano affrontando sulla piana al limitare della scogliera scagliandosi attacchi magici con estrema rapidità e precisione. – Vai Tornado! –

- Che diavolo t’intrometti! Lasciaci e non t’impicciare – sputò velenosa Kate

- Ma che…Non credere di essere l’unica ad avere un conto in sospeso con lei, inoltre siamo una squadra, quindi non metterti a fare l’asociale che non è proprio il momento – la riprese Takao deciso. Chi si credeva di essere quella per dirgli di non combattere contro colei che gli aveva inferto un colpo tanto grande? Contro la persona che per prima era penetrata nel suo cuore lacerandolo con un fendente di spada? Nessuno, neppure la Voce in persona.

- Attacco Tornado! –

- Fa come vuoi…Giudizio del Cosmo! –

 

Un rivolo di sangue si arrestò all’altezza del suo braccio come se non riuscisse a proseguire la sua scesa, o come se semplicemente il gelo che gli sferzava la carne l’avesse congelato.

Kai emesse una piccola nuvola di vapore dalla bocca avvertendo comunque un senso di calore attorno al corpo, probabilmente causato dal fatto che continuava a muoversi, si scagliava da una parte all’altra senza mai fermarsi, irradiando con le sue fiamme quel tetro universo oscuro ed arrecando danni visibili al suo avversario che però non demordeva.

Axel aveva una ferita all’altezza del gomito e svariate bruciature, ma bastavano pochi istanti perché queste ferite si rimarginassero per opera di una qualche diavoleria demoniaca…”Devo farlo fuori, o non finiremo mai” pensò il ragazzo preparando una nuova offensiva nonostante il forte dolore alla spalla destra, causa di un violento attacco di Axel. Erano sostanzialmente in un’eterna parità.

- Non ti arrendi eh? Io l’ho sempre detto che voi Hiwatari avete una tempra diversa – fece Axel

Kai inarcò un sopracciglio – Che significa? E perché parli al plurale? – Probabilmente era tutta una strategia, voleva distrarlo, coglierlo impreparato e perciò stava solo dicendo parole senza alcun senso…Eppure le orecchie di Kai ne venivano irrimediabilmente attirate.

- Tuttavia per te sarebbe meglio non lasciare mai più questo posto – continuò il Demone tranquillo.

- Pensaci Kai, non hai fatto altro che creare problemi…Hai ferito i tuoi amici e per colpa delle tue sconsiderate e viziate azioni una persona ci ha perso la vita…E un’altra è prossima a farlo –

Kai sgranò gli occhi allibito – Che diavolo dici? Io non ho… - ma si fermò un istante quando nella sua mente si manifestarono delle immagini, sprazzi di ricordi più o meno lontani…

Si vide in preda ad una folle smania di potere mentre affrontava Takao, Rei e Max sul lago Bajakal, vide il ghiaccio rompersi sotto i suoi piedi e la mano del giapponese tendersi disperata per aiutarlo, vide nuovamente se stesso mentre baciava Crystal, poi improvvisamente tutto cambiò e la sua mente gli propose l’immagine di lui che litigava con Takao dopo che vennero rinvenuti i BEGA e di quando aveva mandato al diavolo Hilary.

- Cosa c’è Kai? Fa male vedere la verità? Loro si sono sempre prodigati per te e tu cosa hai fatto? Niente -

- No…- sussurrò a capo chino.

- Come? –

Kai alzò di getto il capo trafiggendo con occhi scintillanti Axel – Ci hai provato Axel, ma non ti è riuscito. E’ inutile farmi vedere i miei errori, li conosco da me…E tranquillo avrò tutto il tempo di fare ciò che devo, una volta che ti avrò rispedito là da dove non potrai più andartene

- Ma che bravo…Così non ti si può trarre in errore? Beh dillo alla tua memoria visto che lei ti sta conducendo verso la tua più grande dimenticanza -

Kai sorrise soddisfatto – Farò anche questo…Dopo che mi sarò assicurato che non potrai più nuocere a nessuno…Soprattutto ad Hilary – e disse il suo nome con calma, assaporando il sapore che gli lasciava sulle labbra come un liquido d’ambrosia pura.

- Hilary? Pensi davvero che potrà tornare a provare qualcosa per te dopo quello che le hai detto? -

Kai avvertì un colpo al petto, come se gli avessero sparato. “Tornare…Ma allora…”

Si concesse un sorriso celato dal buio, mentre quella parola continuava a rimbombargli nella mente con intensità sempre più crescente, seguendo l’andamento ritmico del proprio cuore.

Almeno Axel gli era servito a qualcosa; lo guardò con una luce finalmente limpida negli occhi.

- Non lo so, ma puoi star certo che le farò dimenticare il tuo nome…Addio Axel…Fuoco! -

Dal suo petto prese vita una fiamma cremisi e oro che andò ad ingrandirsi sempre più, fino a che una maestosa fenice non si manifestò uscendo dal corpo del Cavaliere e proiettandosi con ferocia su Axel che rimandò un incantesimo oscuro.

- Non vincerai mai Cavaliere! -

- Ho già vinto! Vai Dranzer! – impresse tutta la sua energia in quell’attacco, non risparmiò neanche un briciolo della sua forza vitale, diede tutto se stesso a Dranzer, attaccò Axel insieme a lei con tenacia, con vigore, portando con sé il desiderio di vincere…Ma non per sé, per i suoi compagni e la loro felicità…E per Hilary. Con una mente più lucida avrebbe etichettato il suo pensiero come egoistico, ma al momento non gli importava…Se voleva davvero chiedere scusa ad Hilary e soprattutto se voleva realmente tornare a specchiarsi nei suoi occhi allora doveva necessariamente fare in modo che Axel non la tormentasse più.

- Vai Dranzer! –

- Voto di Satana! -

 

Hilary si volse si colpo verso il punto dove giacevano Mors, Driger e gli altri bey, lì dove vi era l’imboccatura del Limbo, come se qualcosa proveniente da quel punto l’avesse chiamata. “Forza Kai ti prego”

Un boato la costrinse a tornare con l’attenzione allo scontro tra Kate, Samantha e Takao, mentre Rei, Max e Daichi eliminarono con tre incantesimi un gruppo di Segugi per avvicinarsi al promontorio.

Takao si scansò appena in tempo e sgranò gli occhi incredulo: Samantha aveva colpito in pieno Kate, ma questa non si era minimamente difesa, anzi sembrava pietrificata sul posto come un blocco di pietra. – Ma che le succede? – chiese Max

- Non ne ho idea, ma guardate lì – disse Rei indicando agli altri i Segugi che pian piano svanirono, diventando solo mucchietti di cenere, dissolti in pochi istanti dal vento.

- Axel… - sussurrò Samantha con un sibilo appena accennato.

- Kai – la voce di Kate era ridotta ad un lamento.

Hilary si volse nuovamente verso il Limbo…Non era possibile. Improvvisamente aveva avvertito come se dentro di lei qualcosa si fosse rotto, come se il suo cuore di vetro fosse precipitato e si fosse frantumato in mille schegge taglienti; non avvertiva più nulla in direzione del Limbo, non riusciva più a sentire la furia ardente di Dranzer, così come non avvertiva più l’energia di Axel…Non riusciva più a sentire né Kai né Axel.

Si paralizzò di colpo senza riuscire più a muovere un muscolo, non percepiva neanche il vento e la pioggia sul corpo gelido, solo un intenso silenzio che le stata trapassando le orecchie e torturando la testa. “Kai…Kai…Kai!”

- Che sta succedendo? – chiese Rei avvicinandosi ad Hilary che non accennava a muoversi.

- Non è possibile…Kai…Kai! – improvvisamente urlò, gridò con quanta forza aveva in gola mentre lacrime affilate le rigavano il viso pallido. Rei la prese per le spalle cercando di calmarla – Ehi va tutto bene! Che cosa hai sentito? Hilary tranquilla – cercò di rassicurarla il cinese mentre pochi metri da loro Takao osservava sconcertato Samantha e Kate, schierate l’una di fronte all’altra, la prima immobile e sanguinante, la seconda attraversata da un’espressione di indifferenza mista a soddisfazione.

- Hai osato colpirmi maledetta bastarda…Ti rispedirò nel limbo, dove non potrai rivedere né questo mondo né questi insulsi ragazzini – sputò acida Samantha creando invece che un disco vermiglio una lama di uno spaventoso color sangue e puntandola pericolosamente verso Kate, che per tutta risposta chiuse gli occhi.

- Ehi Kate attenta spostati! – le gridò Takao, ma era come se la ragazza non riuscisse ad udire le sue parole, o come se non le volesse ascoltare. – Kai…No – sussurrò ancora sotto shock.  

- Sei finita Kate! Raggiungi il tuo fratellino e salutami l’Inferno! – Samantha si lanciò con la lama puntata verso Kate, piegata in due dal dolore, mentre Takao cercò di arrivare dalla Voce prima del Demone. – Takao fermo! – urlò Daichi

“Ha bisogno d’aiuto non posso lasciarla sola” pensò Takao senza fermarsi; tese le braccia in avanti incrociando i polsi ed unendo i palmi, in un gesto che non seppe giustificarsi, o forse neppure se lo chiese. – Uragano vai! – un violento vento si originò dalle dita di Takao e si lanciò verso Samantha mentre il Demone stava per avventarsi su Kate. – Cosa? – Samantha usò la lama per parare l’offensiva di Takao creando uno scudo in contrapposizione al vento.

- Patetico Cavaliere…Credevi veramente che questo mi avrebbe fermata? -

Takao sorrise – Sì –

Vide con piacere gli occhi di Samantha dilatarsi spaventati per poi immobilizzarsi così come il suo viso niveo e tagliente.

- Salutami l’Inferno Samantha – le sussurrò Kate a due centimetri dall’orecchio prima di estrarre dal petto del Demone una lama viola che si dissolse non appena venne estratta.

I ragazzi sgranarono gli occhi increduli, mentre osservavano Samantha traballare instabile sulle gambe, prima di cadere in ginocchio e fissarli tutti con odio. – Morirete…Che possiate bruciare tra gli Inferi…Ci vedremo lì

- Forse – disse in risposta Takao serio e ricambiando con altrettanto odio il suo sguardo.

- Vorrà dire che ti darò la caccia anche lì…Muori – sibilò Kate velenosa

- Tu più di ogni altro conoscerai il dolore qui –

- Addio…Questo è per Jean, per i miei genitori e per i bambini! – con una rapida mossa Kate sferrò un ulteriore attacco magico trafiggendo in pieno il demone, la luce la trapassò da parte a parte fino a rigettarsi nelle nuvole nere e cariche di pioggia.

Un violento fascio di luce costrinse i blaider a chiudere gli occhi, dopodiché un boato li investì, scaraventandoli lontani l’uno dall’altro e facendoli cadere in uno stato privo di sogni e incubi, uno stadio in cui vigeva solo in nulla…Vegliati solo dalle prime stelle della sera che, scampate dalle nubi, sfiorarono i loro corpi con deboli bagliori argentei.

 

Un fievole bagliore accarezzò le sue palpebre sussurrandogli con voce sottile di aprire gli occhi, cosa che fece, anche se tutto ciò che si aspettava di vedere non gli si presentò.

I suoi occhi delimitarono i confini di una stanza piuttosto ampia con alte finestre e con i muri ricoperti da immensi scaffali di legno scuro, su cui erano allineati con cura e precisione lunghe file di volumi dalle rilegature più pregiate e varie. Oltre i vetri appannati delle vetrate una coltre di nivea neve rivestiva i corpi spogli degli alberi e di quella che doveva essere una fontana in marmo. Con una strana sensazione che pulsava nel petto sorvolò attentamente i ripiani traboccanti di libri.

“Una biblioteca privata” pensò Kai avvicinandosi al tavolino di legno più vicino a lui, su cui vi era appoggiato un volume aperto circa a metà. Fece per prenderlo quando con stupore vide la sua mano trapassare il libro e perdersi all’interno di esso, come se fosse un fantasma. Ritirò il braccio osservando la pagina perfettamente integra, come se nulla l’avesse trafitta. Non era davvero lì, doveva trattarsi di un sogno o qualcosa di simile…Eppure gli appariva tutto così reale, o meglio familiare.  

Dei passi in avvicinamento lo fecero voltare con una strana sensazione all’altezza del cuore; non lo avrebbero mai visto in ogni caso, eppure non riusciva a spiegarsi quella frenesia nel battito.

- Jean vai a cambiarti, sei tutto bagnato – senza ragione Kai sgranò gli occhi ed il fiato scemò via dai suoi polmoni, mentre una donna procedeva nella stanza in compagnia di un bambino di al massimo dieci anni con vispi occhi verdi e capelli neri, tenendo fra le braccia quello che sembrava un neonato. Kai si soffermò sulla donna come ammaliato: doveva essere piuttosto giovane, portava i capelli color dell’argento piuttosto lunghi sciolti con le ciocche davanti più chiare rispetto a quelle dietro; nel viso niveo e liscio erano incastonate due splendide ametiste liquide, due gemme che brillavano di una luce fredda come la neve che oltre la finestra continuava a cadere.

- Signora Serena, ma c’è la neve! A lei non piace la neve? – domandò il ragazzino.

- Certo che mi piace, ma ora vai a metterti qualcosa di caldo che fra un po’ si pranza – le rispose lei con un sorriso e accarezzando il capo corvino.

- Va bene, ma prima di mangiare posso andare nel passaggio a portare a Kate il peluche? Così almeno la smetterà di tirarmi le dita per giocare – Jean sembrava divertito, mentre Kai a sentire il nome di Kate credette di perdere qualche battito. “Kate…Ma che…”

Serena annuì riconoscente prima di spostare la sua attenzione sulla creatura che portava fra le braccia, muovendo intanto qualche passo avanti in direzione di Kai.

- Ok Jean, ma prima vai a cambiarti -

Jean annuì prima di girarsi in direzione della porta – Ah signora…Ma Kai non vedrà mai Kate? –

Kai si volse immediatamente verso la donna che in un istante mutò l’espressione del suo viso in una maschera di tristezza e concentrazione – Certo…Ora vai

Jean annuì poco convinto dopodiché lasciò la stanza, mentre nella mente di Kai fu come se la diga della sua memoria fosse stata lacerata, e la potenza del fiume in piena l’avesse travolto, facendo riemergere e smuovere i detriti dei suoi ricordi per portarli a prendere forma in fondo alla sua anima. Si avvicinò alla donna fino a poterla sfiorare, e solo quando lei alzò tranquilla gli occhi verso la finestra, incontrando però i suoi, su come se un fulmine fosse precipitato in mezzo alle onde in tempesta. “Non è possibile…”

- Kai…Vi proteggerete a vicenda lo so – sussurrò sulla fronte piccola e chiara del bambino che teneva fra le braccia e che la osservava immobile con due occhi identici a quelli della donna.

“Non è possibile..Mia madre”

 

Quando Hilary aprì gli occhi venne investita da una luce abbagliante che la costrinse a calare le palpebre vedendo un alone arancione che pian piano scemava via; si sentiva tutta un dolore, le ossa urlavano come arpie stridule e la testa le girava vorticosamente mentre le sue orecchie erano ancora piene delle grida del vento, dello scroscio della pioggia, dello sciabordio violento delle onde, e delle parole di dolore di tutti i suoi amici…- Dove sono i ragazzi? – domandò a se stessa a voce alta.

- Tranquilla stanno tutti bene, un po’ ammaccati, ma sono tutti vivi – sentì la voce di Mao e ciò la fece mettere seduta e passare in rassegna l’ambiente in cui si trovava; pareti bianche, luci al neon, odore di disinfettante, pavimenti lisci e color acquamarina…Era in un ospedale.

- Mao! Emily come state! Oddio che bello rivedervi – le ragazze si abbracciarono felici sedendosi sul letto della giapponese. – Cosa vi è successo? –

Le ragazze spiegarono per filo e per segno cosa era accaduto loro da quando si erano ritrovati alla Kasba soli e spaesati. – Usciti dalla Kasba abbiamo cercato qualche indizio che ci portasse a voi, poi in lontananza abbiamo intravisto una luce fortissima e così siamo arrivati al promontorio…Doveva esserci successo qualcosa, mentre eravamo in quelle sorte di bolle percepivamo che stavamo incrementando il potere degli Obscuras, ma non eravamo in grado di sottrarci, comunque quando siamo arrivati vi abbiamo trovati a terra, distanti l’uno dall’altro e malridotti…Di Axel e Samantha nessuna traccia – finì Emily dopo un resoconto dettagliato.

Hilary annuì – Hilary…Ecco io mi volevo scusare con te; con il mio comportamento ho aiutato gli Obscuras e…Mi spiace – Mao si tormentava le dita rosicchiandosi le unghie nervosa, senza riuscire a fissare l’amica negli occhi. – Su Mao, tutti abbiamo sbagliato…Credi che io sia stata tanto più brava? Sarebbe meglio stendere un velo pietoso – la rassicurò la giapponese.

- Ma ora ditemi…Come stanno tutti? -

- Stanno tutti bene…Più o meno tutti – fece Mao calando il tono e andando con il pensiero a Crystal. – Lei era già morta quando siamo arrivati

Calò un silenzio improvviso fra le tre, interrotto dal cigolio della porta.

- Allora Custode come stai? – chiese Takao reggendosi al treppiedi da cui pendeva la flebo.

- Bene grazie…Voi? – chiese lei abbracciando l’amico

- Ce la siamo cavata…Max è al telefono con la madre, purtroppo coloro che erano stati addormentati non si sono risvegliati, Rei e Daichi stanno facendo le ultime visite eh… -

- Eh? – Takao sorrise davanti alla sua apprensione.

- Kai sta bene, l’ho visto uscire dalla camera di Kate poco fa, comunque ora credo sia all’obitorio –

“Kai..Kate” Hilary scese dal letto rabbrividendo per il freddo contatto con i piedi nudi.

- Dove vai? -

Hilary si volse verso gli amici con sguardo deciso – Kate…Devo parlare con lei

Takao annuì – Lo penso anche io –

 

Il cigolio della porta che si apriva alle sue spalle, dei passi, dei respiri, degli occhi proiettati sulla sua schiena, i loro pensieri che vertevano su di lei, i loro timori, i loro sospetti…Chiuse gli occhi prendendo il respiro e annusano l’aria tiepida di quella giornata e lasciandosi accarezzare la pelle chiara dai timidi raggi del sole che per la prima volta poteva sentire scorrere attraverso le vene mescolandosi al sangue. Era una sensazione stranissima essere lì, ed essere viva, poter vedere il suo corpo, vedere gli alberi, il cielo, le nuvole…Non si poteva disegnare la cascata di emozioni e sensazioni che la stavano pervadendo, soprattutto dopo il colore che le parole di Kai le avevano donato pochi attimi prima.

- Kate – sentì Hilary chiamarla, tenne costantemente le braccia incrociate attorno al petto e l’espressione seria e concentrata. Sapeva perché era lì, anzi perché erano lì.

- Credo sia il caso di fare un po’ di presentazioni – non era esattamente questo che si era aspettata, ma era certa che prima o poi sarebbe uscito fuori.

- So chi siete Cavalieri –

- Beh ma noi avremmo anche dei nomi nostri – le sorrise Max gentile presentando tutti i presenti.

Kate rimase leggermente stranita; Kai l’aveva avvertita che avevano una strana forza attrattiva e un modo di mettersi a nudo che era unico, ma non si aspettava una tale “gentilezza” da degli estranei.

- E tu ti chiami Kate giusto? – le domandò Rei.

Lei annuì sbrigativa.

- Kate poi? Avrai un cognome – disse Daichi

La ragazza dirottò rapida gli occhi sulla Custode che le fece un cenno col capo; evidentemente non aveva fatto alcun accenno alla sua provenienza, e di questo le era grata.

- Kate e basta – troncò lei sintetica. – Sono sempre stata nel Limbo, ed il mio nome è tutto ciò che so –

La sua risposta parve soddisfare i ragazzi, che nonostante ciò la osservarono comunque dispiaciuti, come se fosse motivo di tristezza per loro il fatto che lei non possedesse nessuno “Certo che non sono normali” pensò Kate stranita.

- Beh Kate, scusa se te lo veniamo a chiedere ora, ma noi avremmo bisogno di risposte, di sapere cosa ci è successo – iniziò Hilary

- Già, a noi e a tutti gli altri! Perché alcuni sono ancora addormentati mentre altri no? – domandò Daichi.

- Vedi noi crediamo che tu possa rispondere ad alcune di queste domande – disse Rei

Kate annuì impercettibilmente; se lo aspettava…Era arrivato il momento di raccontare la storia, peccato che neppure lei sapesse tutto.

- Mi spiace, non ho tutte le vostre risposte…Posso dirvi che esistono, in un luogo a me sconosciuto, sette Regni, di cui ognuno di noi è il protettore. I Sette Regni rappresentano i vari elementi naturali e astrali, e a ciascun Regno è associata una creatura Sacra ed un Cavaliere…Un’entità degna di poterne accogliere l’incommensurabile potere. Al centro di questi sette poteri ve ne è uno definito come potere Chiave, ovvero l’energia che permette alle Sette creature di creare l’Armonia…Tale potere è affidato al Custode dei Portali, ovvero ad Hilary. Il Custode ha il compito di tenere chiusi i Portali che danno sui Sette Regni…Non so molto di più -

Tutti rimasero sorpresi dal suo racconto, ma non fecero esclamazioni o battute a riguardo; la voce e il viso di Kate non avrebbero potuto scherzare, era dannatamente seria.

- Ma noi non siamo Sette – azzardò Rei

- Tu, Max, Takao e Kai siete i quattro Cavalieri elementali, Daichi e il Signore Oscuro,  Algor sono i due Cavalieri primordiali…In quanto a me, io sono il Cavaliere del Cosmo –

- E questo Algor che legame ha con gli Obscuras? – domandò Takao

Kate dirottò l’attenzione sul giapponese squadrandolo – Dovresti saperlo Cavaliere, non ti avevo già accennato alla Tetrade? –

Takao sgranò gli occhi ricordandosi del loro incontro quando era entrato in contatto con il bey di Samantha. – Tetrade sta per un gruppo di quattro – disse Rei

La ragazza annuì senza lasciare il viso di Takao – Esatto, la Tetrade è il gruppo di Guardiani che è associato ad ogni singolo Cavaliere. Ogni Cavaliere possiede una Tetrade, e questa ha il compito di sostenere il proprio Cavaliere e di incrementarne la potenza. Axel, Samantha, Astra e Ares sono la Tetrade di Algor…Anche se Axel e Samantha hanno provato a fare il salto di qualità

Era una storia incredibile, non ci avrebbero mai creduto se glielo avessero raccontato, eppure era tutto dannatamente logico nella follia di quelle affermazioni. Takao strinse la presa sul suo Dragoon come se realmente la potenza del vento potesse scaturire dalle sue dita come d’incanto…Eppure poche ore prima l’aveva fatto…Aveva richiamato il Vento.

- Un’altra domanda…I Guardiani addormentati – iniziò Max

Kate lo fissò truce; eccola lì da maledetta domanda.

- Vero…Io non posso risvegliarli; Nike mi ha detto che solo chi li ha addormentati può riportarli indietro e quella persona devi essere tu – concluse Hilary mordendosi il labbro interno dalla tensione. Non era molto corretto da parte loro mettere Kate così spalle al muro, sola contro cinque persone, ma non potevano neanche continuare ad aspettare mentre Julia e gli altri rimanevano ancorati al loro coma innaturale. Inoltre ora il pericolo era passato e Kate li avrebbe riportati in vita quanto prima…Almeno questo era ciò che credeva.

Invece, contro ogni sua aspettativa, Kate…Non disse nulla, non modificò minimamente l’espressione del viso, non un cenno, non una luce negli occhi, solo staticità, esclusivamente neutra.

Un silenzio che vale più di mille parole e che fu come uno specchio rotto che raccoglie in modi diversi una medesima immagine, mostrandola in qualsiasi caso spaventata ed allibita.

“Kate…”

- Potresti anche dire qualcosa sai? – la voce seccata di Takao scosse la Custode, mentre la Voce non accennò a mostrarsi differente. – Non vedo che cosa ci sia da dire -

- Per esempio che riporterai in vita i nostri amici, o non senti? – le rispose brusco Takao

Kate non si scompose affatto, anzi si adagiò spalle alla parete – No, ciò che dobbiamo fare è chiudere il Sigillo e rimettere le Essenze ai loro rispettivi posti. Tutto questo è successo perché il Sigillo che racchiudeva Algor è stato spezzato e quindi il Regno delle Tenebre è stato nuovamente aperto sul nostro mondo. Ogni settecento anni i Sette Portali si aprono, il Sigillo si rompe e nuovi Cavalieri hanno il compito di rimettere le Essenze naturali al loro posto…Dobbiamo chiudere i portali, prima che l’avanzata oscura ci sommerga

- Ma gli altri? -

- Francamente è l’ultimo dei miei problemi…Loro non sono Cavalieri –

Max batté il pugno sul tavolino vicino al letto di Kate con gli occhi arrossati e lievemente accaldato – Ma sono nostri amici! Non possiamo lasciarli lì! – Hilary sì sentì dispiaciuta per l’amico; poteva immaginare come doveva sentirsi Max in quel momento…Lui si era visto Mariam addormentarsi senza che potesse fare nulla per lei, quando ancora la tela dei Demoni si andava solidificando…E non poterle chiedere scusa doveva essere per Max devastante.

- Non è un problema dell’umanità se tu non sei stato in grado di capire la differenza fra la tua Guardiana e un Demone dell’Illusione – sputò Kate acida. Sapeva di essere stata diretta e affilata, ma non le importava…Dovevano salvare quel mondo prima di tutto.

- E’ una questione di priorità – finì la ragazza lapidaria sotto gli occhi sconcertati di Max che si sentì come se gli avessero strappato il cuore dal petto. Come poteva una ragazza parlare in quel modo? Una come lei che doveva aver sofferto in maniera esorbitante, come poteva essere così crudele? – Non puoi dire sul serio! Noi ti abbiamo aiutata, molti di loro si sono addormentati per lasciare a te una speranza di vita – disse Rei, nella cui voce iniziava a serpeggiare del risentimento verso la mora.

Kate strinse il pugno – Hanno fatto il loro dovere…Ve l’ho detto, è una questione di priorità

Rei, Max e Daichi la fissarono increduli e delusi, mentre Hilary suo malgrado si trovava nella posizione di dare una scrollata a quella ragazza…Poteva comprendere le sue ragioni, ma era sicura che Kate non dicesse tutto per la decantata “salvezza del mondo” ma per soddisfare puramente la sua vendetta…Come se sigillare Algor rappresentasse per lei il modo per rendere giustizia alle persone che erano morte per proteggerla.

- Priorità dici? – la voce di Takao richiamò l’attenzione di tutti. Il ragazzo fissò truce Kate che ricambiò. – Te la do io la priorità – con un gesto fulmineo Takao prese il polso di Kate trascinandola verso la vetrata sulla sinistra sotto gli sguardi basiti di tutti. – Takao che fai! Lasciala! – esclamò Hilary.

- Guarda lì! Guarda là fuori! – le urlò fuori di sé il giapponese indicando oltre il vetro, dove nel cortile, all’ombra di un esile palma, deturpata dal vento della sera prima, vi erano Yuri, Boris e Kai – Guarda Yuri! Lui è una tua priorità! Boris! Raul che ha la sorella in un letto d’ospedale è una tua priorità! Non credi forse che farebbe di tutto per vedere Julia alzarsi da quel maledetto letto? A lui pensi che importi qualcosa delle tue priorità? E a Max? Se ho ragione io, gli Scudi Sacri potrebbero sapere molto di più, ma in ogni caso sono persone che non meritano di rimanere lì! – Kate rimase allibita davanti a quella reazione inaspettata; non credeva che il capitano dei BBA avrebbe ritrovato tanto in fretta la grinta ed il carattere, ma anche stavolta le parole di Kai erano state precise…Takao è uno che per i suoi amici si batte fino all’ultimo secondo di vita…Aveva fatto una cosa simile anche per lei.

- Cerchiamo di non degenerare. Kate, se come dici tu dobbiamo chiudere i Portali, allora avremo bisogno di energia e solo i nostri Guardiani possono aiutarci – esordì Rei cercando di staccare Takao dalla ragazza.

- Senza di loro nessuno di noi sarebbe qui, tantomeno tu…Metti anche questo nella tua lista di priorità – le sussurrò Takao uscendo dalla camera insieme a Max e gli altri, lasciando per qualche istante Hilary e Kate sole.

- Takao non è cattivo, è solo che vuole bene ai suoi amici – le spiegò Hilary

Kate sorrise dando le spalle alla Custode in modo che lei non la vedesse. – Lo so –

Hilary chinò il capo prendendo la porta – Io sono convinta che tu sai qual è la cosa migliore da fare e la farai –

L’altra annuì concedendosi un sorriso soddisfatto – Ora lo so – si disse quando avvertì i passi di Hilary svanire oltre il corridoio.

 

La luce della fiaccola gettava una luce danzante sul disco d’attacco di Nike mettendone in evidenza i vari colori, sette striature differenti che si diramavano dalle sette punte del disco metallico e che si andavano ad incontrare nel centro dove un argento lucido avvolgeva l’immagine del suo bit-power, un maestoso unicorno nero con il corno platino e gli occhi color della pece. Hilary lo esaminò con cura avvicinandoselo al cuore come ad abbracciarlo; era una sensazione intraducibile, ma si sentiva carica di un potere nuovo e della consapevolezza di possederlo. Finalmente anche lei aveva un beyblade, e non un bey qualunque, ma quello della Custode dei Portali…Lei, una che aveva iniziato a seguire quello gioco per puro passatempo e che poi vi aveva trovato non solo un avvincente sport, ma addirittura una sorta di incarico predestinato.

Alle volte si chiedeva cosa sarebbe successo se lei avesse ceduto alla forza di Axel e avesse aperto per lui i portali, si domandava se Axel l’avesse mai amata o se si fosse sempre divertito a prenderla in giro, ma poi non vi trovava una risposta vera ed appagante. Il suo cuore ferito preferiva credere che l’avesse amata anche se per poco, ma la sua mente razionale ed il buon senso le continuavano a sussurrare velenose che in realtà era stata una cieca illusa.

- Kate ha parlato di priorità…Io le mie le ho sconvolte – sussurrò come se parlasse a Nike, la quale dopo il combattimento non le aveva più parlato.

- Vorrei tanto non aver commesso tutti i miei errori –

Si rigirò la trottola fra le dita osservando i giochi di luce che il metallo costruiva insieme alle fiamme e alla fontana sotto di lei, mentre la luna la osservava specchiandosi in sua compagnia.

- Un bey come quello non è fatto per stare fermo – Hilary per poco non perse la presa su Nike mentre l’acqua accoglieva al suo interno una nuova immagine alle spalle della giapponese. Hilary si voltò incredula incrociando lo sguardo serio di Kai, che teneva comodamente le mani in tasca e lasciava che la sciarpa bianca gli coprisse a tratti il viso.

- Ciao Kai…Come ti senti? – vedeva bene che non aveva nulla di rotto, al massimo qualche graffio sul viso e una fascia al polso, ma aveva anche imparato che per Kai il più delle volte il dolore non era fisico, quanto morale. Non lo aveva ancora visto dalla fine dello scontro, sapeva che era andato all’obitorio da Crystal e poteva immaginare come doveva sentirsi…

- Bene – le rispose telegrafico lui senza scomporsi, ma dando ad Hilary l’impressione che si stesse aspettando qualcosa da lei.

“Ha ragione lui” la ragazza si alzò dalla fontana mettendosi quasi di fronte al russo – Ecco Kai…Mi dispiace molto per tutto quello che vi..Ti ho fatto – calcò quel ti intenzionalmente  alzando lo sguardo verso di lui decisa. Aveva sbagliato e non era sua abitudine evitare le scuse, aggirarle come una codarda; no, aveva appoggiato Axel, si era schierata contro i Demoni e se non fosse stato per i continui tentativi di Kai lei avrebbe potuto benissimo continuare ad aiutare il nemico. Inoltre lui l’aveva salvata da Axel più di una volta…Insomma gli doveva la vita…Ancora.

- So che probabilmente non ti interesserà dopo quello che è capitato a Crystal…Se è morta è anche colpa mia e tu hai tutti i motivi per avercela con me, ma voglio che tu sappia questo… - prese un respiro profondo pronta a dar voce all’idea a cui pensava da tutto il giorno. Kai la osservò in attesa che continuasse e per un secondo Hilary ne fu certa: sì, se ci fosse riuscita Kai avrebbe potuto sorridere.

- Kai io ti giuro che porterò Crystal in vita…A qualunque costo –

 

Kai conficcò le unghie nel palmo cercando di non lasciare segni di sconcerto sul suo viso, cosa che non gli riuscì visto che la ragazza lo fissò stranita.

Non riuscì a non sorridere dentro di sé davanti a tanta sincerità e determinazione. Ecco una cosa che l’attirava follemente di lei; Hilary seguiva le sue emozioni con la stessa forza di un fiume in piena, si lasciava trascinare dai sentimenti e da loro traeva calore ed entusiasmo, sentimenti che non erano solo i suoi, ma anche delle persone che le stavano a cuore.

Era una caratteristica di lei che lo affascinava, probabilmente perché diametralmente opposta al suo modo di esprimere emozioni. Lui non si lasciava contagiare dalle passioni degli altri, a lui non interessava nulla degli altri, a lui importava esclusivamente di se stesso…O meglio fingeva che fosse così. Era più corretto dire che agiva sotto il diretto controllo della sua mente razionale, ma oramai Hilary con la sua irruenza lo aveva travolto a tal punto che non riconosceva più come sue molte delle azioni compiute nell’arco dell’ultimo mese.

Hilary non aveva cambiato il suo modo di essere, ma ne aveva modificato la chiave di lettura. Lui l’ammirava per la sua forza, per la sua determinazione per il suo voler seguire il proprio cuore ad ogni costo e sentirla accanto a lui gli regalava sensazioni uniche che non aveva mai provato, ma che a dirla tutta non gli dispiacevano.

Fece per parlare, ma Hilary fu più rapida – Kai lo so che le volevi bene e farò l’impossibile te lo giuro…Te la porterò indietro

- Lo sai che potrebbe costarti la vita? -

Lei annuì – Lo so, ma non m’interessa. Tu, Yuri e Boris avete fatto tanto per me e se c’è una cosa che posso fare per voi la farò. Senza di te io avrei commesso errori imperdonabili e voglio rimediare almeno in parte ai miei sbagli

Kai rimase spiazzato. Poteva arrivare a tanto il suo senso dell’onore? Era proprio vero, cambiava la chiave di lettura…Hilary era orgogliosa quanto lui, solo che per lei aveva un senso diverso, girava attorno agli altri e non attorno a se stessa.

- Inoltre volevo dirti un’altra cosa…Kate; beh io so la verità…Non avrei voluto farmi i fatti tuoi ma l’ho visto in una visione -

Kai annuì. Aveva avuto modo di parlare con Kate quella mattina e si erano confrontati ciascuno con le proprie paure e le proprie domande. Per lui era ancora incredibile pensare di avere una sorella e sapere che Hilary ne era a conoscenza non lo infastidiva, anzi tutt’altro.

- Ecco io…Mi spiace tanto per tutto quello che ho visto e spero che tu non sia arrabbiato per… - si zittì quando Kai le si fece più vicino arrivando a gettare la sua ombra sul viso più piccolo della ragazza. – Non sono arrabbiato -

La vide rilassare i muscoli del collo e respirare appena mentre dentro di sé ne sorrideva. Poteva impegnarsi quanto voleva per fare la dura, ma era sincera ed il tenue rosato che le colorava le gote era un segno tangibile che era imbarazzata e che quindi Axel per una volta non aveva mentito.

Una meravigliosa sensazione all’altezza del cuore sbocciò con calore quando si soffermò su di lei, seguendo il rossore delle gote e salendo fino agli occhi mori grandi e espressivi; era ciò che lo faceva stare bene, ecco chi era Hilary Tachibana.

- Beh…Grazie allora – Hilary si scansò e fece per dirigersi verso l’ospedale – Buona notte  Kai – lo salutò allontanandosi con il cuore che batteva a mille.

Kai rimase solo pochi secondi immobile davanti alla luce prima di agire d’impulso, girandosi ed estraendo Dranzer dalla tasca e puntandolo verso Hilary che non si accorse di nulla tanto fu rapido. Lanciò il suo bey che scattante e deciso arrestò la camminata della ragazza, sbarrandole la strada e cominciando a vorticarle attorno sollevando una lieve polvere. Hilary incredula si girò verso il russo per chiedergli spiegazioni, ma quando lo fece si ritrovò a Kai a brevissima distanza – Prima di giocare con la morte chiedimi se sono d’accordo – le sibilò

Hilary era troppo scioccata per pensare razionalmente, potè solo gridare di gioia quando vide un piccolo e spontaneo sorriso solcare quelle labbra perennemente serrate e lineari. – Se l’avessi chiesto per tutte le volte che tu ci hai giocato a quest’ora mi sarei monotona – rispose lei di getto sorridendo.

 Kai chinò appena il capo soffocando una risata – Probabile

- Sei d’accordo allora? – lui riportò gli occhi sulla brunetta mentre Dranzer girava attorno a loro come a creare un cerchio perfetto. – Non da sola…Lo farai con tutti noi – “Con me” la voleva proteggere, la voleva con lui qualsiasi cosa decidesse di fare, ora sapeva che lei provava qualcosa nei suoi riguardi e anche se non aveva la benché minima idea di quello che avrebbe portato voleva portare con sé questa sensazione di benessere il più a lungo possibile. Crystal gli aveva detto di riprendersi la ragazza di cui era innamorato…Non avrebbe mai creduto che anche lui si sarebbe potuto innamorare, ma Hilary aveva modificato la sua chiave di lettura, rendendola più grande e accogliente verso emozioni e sensazioni nuove e lui era intenzionato a vincerle tutte, a farle sue come ogni grammo di quella passione e di quei ricordi che portava con sé quando giocava.

Le cinse le spalle avvicinandosela – Perché non ti permetterò di allontanarti ancora – le sussurrò avvolgendola dolcemente fra le braccia.

Avvertì contro il petto un fremito, come se Hilary fosse sobbalzata dalla sorpresa e soddisfatto appoggiò il mento sulla sua testa senza lasciarla. In fondo non era tanto diverso da un incontro di bey: si lottava per raggiungere il proprio obiettivo, si soffriva, si urlava, ma quando la fenice si infiammava e avvolgeva il suo beyblade allora non c’era più scampo per nessuno.

La tenne stretta a sé per un tempo che non seppe quantificare, troppo bello per poter essere stato lungo, troppo carico di emozioni perché fosse durato poco…Eppure durava ancora. Non sapeva se Hilary fosse riuscita a sentire il suo cuore battere, ma dopo i primi attimi la sentì rilassarsi contro il proprio petto e in quel frangente credette davvero che il cuore potesse esplodergli tanto era il calore che lo avvolgeva.

Ad un tratto la sentì muoversi, e senza scostarsi lasciò che lei sollevasse il capo verso di lui, incrociando i loro occhi che come due magneti di attirarono a vicenda. – Perché questo? – chiese stupita e meravigliata.

La guardò a lungo, sempre più convinto a raggiungere la sua verità – Perché non commetto due volte lo stesso errore e non sono abituato a perdere le battaglie più importanti – non seppe neppure lui che forza guidò le sue azioni, ma le prese delicatamente il viso fra le dita e la baciò, azzerando la distanza fra i loro volti. Non vi era un rumore attorno a loro, ma anche se ci fosse stata un’esplosione lui non l’avrebbe sentita, o forse l’avrebbe ignorata, perché ciò che interessava sia alla sua mente che al suo cuore era lì, accanto a lui.

Sfiorò le sue labbra avvertendole sottili e morbide, mentre con sua sorpresa sentì le braccia di Hilary legarsi attorno al suo collo e le sue piccole mani insediarsi furtivamente fra i suoi capelli accarezzandoli. Le cinse la vita con le braccia per legarla a sé e sentendosi finalmente soddisfatto quando tornò a guardarla negli occhi allo scadere di quel legame magico e meraviglioso.

Si accarezzarono con lo sguardo per alcuni secondi prima che Kai parlasse – Ora hai un motivo per non bruciare la tua vita…-

 

Hilary lo guardò incredula ancora con sulle labbra il suo sapore e felice come non lo era mai stata. Kai, il suo Kai l’aveva baciata…Quante volte l’aveva sognato? Innumerevoli…E ora avvertiva la differenza fra Axel e Kai; baciare Axel era stato qualcosa di totalmente diverso, un semplice contatto di labbra ma nulla di più…Con Kai era stato magia, armonia, emozione e Tutto.

- Non rinuncerò al mio proposito…Non credere di avermi sconvolta – esordì lei prendendo l’iniziativa e abbracciandolo nuovamente. Le piaceva il contatto con il suo corpo, sentire il suo cuore battere attraverso la stoffa della maglia, avvertire i suoi muscoli prima tendersi e poi rilassarsi, le sue braccia avvolgerla e soprattutto i suoi occhi scivolare su di lei. Forse era un sogno da cui si sarebbe risvegliata a momenti, ma al momento non le importava, voleva goderselo fino all’ultimo istante. – Neppure tu Custode -

Lei sorrise…Un Hiwatari resta sempre un Hiwatari.

- Non ci penso neanche -

- Resto sempre io –

- Se non fosse così penso che potrei chiederti di riportarmi indietro il vero Kai –

- Se ti aspetti uno dolce, romantico..Uno come Axel allora ti conviene dirlo –

Hilary cercò il suo sguardo – Cambieresti? –

Lui ci pensò su chiedendosi quale opzione sarebbe stata la più vantaggiosa per lui e per Hilary – No –

Lei sorrise sollevandosi sulle punte e baciandolo a fiori di labbra – Meglio così…Ho sempre preferito i Demoni al principe azzurro – gli sussurrò ironica sulle labbra prima di staccarsi e sorridergli.

Kai la guardò con un sorriso appena accennato sul volto prima che un grido si manifestasse nella sua testa facendolo scostare da Hilary e disegnando sul suo viso un ghigno di terrore.

- Kai che succede! – Hilary si precipitò su di lui, mentre il ragazzo cercava di riacquistare un respiro regolare.

- Che succede? – chiese la ragazza quando sembrò tutto tranquillo.

- Hilary! Kai! – si voltarono vedendo Rei e Mao sopraggiungere con il fiato corto e gli occhi atterriti. – Kai l’hai sentito anche tu? – domandò Rei

L’altro annuì. – Una scarica di energia nelle nostre menti – spiegò il cinese

Hilary passò gli occhi da uno all’altro mentre istintivamente portò l’attenzione alla finestra dell’ultimo piano dell’ospedale che dava sul cortile…L’unica con la luce accesa.

- Kate – sussurrò con un pensiero nella mente.

Kai seguì la traiettoria suggeritagli da Hilary stringendo i pugni e imprecando quando realizzò quello che doveva essere accaduto. – Ci ha provato maledizione! Ha provato a portarli indietro! – con uno scatto prese a correre verso l’ospedale insieme ad Hilary, Rei e Mao mentre sperava con tutto il cuore che non avesse fatto quello che temeva, anche se conoscendosi era convinto che anche lei possedesse un modo analogo al suo di risolvere i problemi…Estremo, ma era il loro modo.

 

 

Eccoci qui! Finalmente ci sono riuscita! Mi sento un tale disastro e ritardataria ma spero che sappiate perdonarmi, e spero che questo capitolo sia stato all’altezza delle vostre aspettative. Premetto che il pezzo che mi ha dato più problemi è stato l’ultimo, ergo chiedo scusa se sarà venuto banale, insensato, o tutto quello che volete…Ci ho provato e spero che sia venuto bene^^

Il colore di questo capitolo mi pare scontato comunque è per Kai…Beh mancava lui no? xD

Avviso i gentilissimi lettori che questa storia non vi corroderà più l’anima ancora per molto, infatti è ora che arrivi alla fine, fine che arriverà con il prossimo capitolo. Esultate o disperatevi fate come preferite, ma la sostanza è questa: avremo ancora il prossimo capitolo (che sarà l’ultimo) più un epilogo finale, dopodiché si concluderà la mia prima avventura su questo mondo xD

Per i ringraziamenti voglio approfittare del nuovo metodo offertoci gentilmente dagli organizzatori, e quindi risponderò alle vostre meravigliose recensioni in via privata.

Voglio però ringraziare di cuore le stupende persone che hanno messo la storia fra preferiti/seguite/da ricordare ed esortarle a farmi sapere cosa ne pensano^^

Vi ringrazio moltissimo^^

Bene, augurando una buona prosecuzione con le vacanze e sperando che per tutti voi quello che verrà sia un anno pieno di gioia e momenti unici da passare con le persone che vi stanno a cuore…Auguri di buon anno! E a presto!

 

Baciuzzi Avly

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Capitolo 26
*** L'ultima Battaglia e la Forza della Stella ***


Beh non c’è molto da dire, ci ho messo tempo, troppo forse, ma volevo che fosse particolare, con qualcosa di speciale e che riuscisse a comunicarvi e donarvi le stesse emozioni che ho provato io nello scriverlo. Indubbiamente uno dei capitoli più difficili che abbia mai scritto, ma che spero con tutto il cuore possiate apprezzare. Buona Lettura!

 

L’ultima Battaglia e la Forza della Stella

 

 

Ore 04:30

Correva, si lasciava alle spalle immense distese bianche che puntavano verso un orizzonte indefinito, una striscia immaginaria che separava il candore della terra innevata dalla purezza innaturale di quel cielo plumbeo. Tutto era bianco, non si distingueva altro colore se non quelli che le appartenevano. Nessun albero, nessuna casa, neanche una persona eccetto lei. Una sensazione di paura le attraversò la spina dorsale come se fosse stata colpita da una scossa. Non poteva essere tornata nel limbo…Scosse il capo come per scrollarsi di dosso quell’assurdo pensiero e cercò di concentrarsi su dove doveva andare. Poi come colta da un’improvvisa constatazione si guardò le gambe.  Non aveva mai visto le sue gambe prive di quelle catene ferrose che le avevano lacerato la carne per anni ed ora essere in piedi, capace di reggersi sulle sue gambe finalmente libera, era qualcosa di estremamente emozionante per potersi preoccupare di dove fosse.

Mosse con attenzione i piedi nudi sulla neve, constando che non avvertiva neppure il gelo contatto. A questo punto cominciò ad avere strani pensieri. “Dove diavolo sono finita?” di domandò scrutando l’orizzonte. I suoi occhi azzurri sorvolarono il paesaggio incapaci di vedere alcunché fino a quando un’ombra lontana s’insinuò nel suo campo visivo. Era troppo lontana perché riuscisse ad identificarla, eppure sommando quel luogo innevato, quell’immensa steppa bianca alla figura dinanzi a lei, Kate poté solo pensare ad un nome. “Ci sono riuscita! Devono essere loro! Li ho riportati indietro!” prese a correre senza neanche pensarci, l’aria che avrebbe dovuto essere fredda non le graffiava il viso, ma lei era troppo occupata a correre per prestarci la dovuta attenzione.

 Non appena la figura si fece più prossima anche i suoi sensi andarono ad affinarsi. Era la sagoma di un giovane, stava retto di profilo, osservando qualcosa che lei non riusciva a cogliere. La ragazza osservò attentamente il ragazzo a pochi metri da lei, non riuscendo stranamente a coglierne i connotati. Era come se i suoi occhi non fossero in grado di vedere o come se la sua testa non avesse le capacità di collegarsi ai suoi occhi. Sapeva che stava guardando qualcuno, ma ciò che le si presentava era un alone scuro dalle fattezze umane. Poteva solo sperare di aver ragione…Ma lei aveva ragione, non poteva essere altrimenti.

- Sei tu…Ce l’ho fatta vero? – la sua voce non tremava dal freddo, ma stranamente dall’emozione. L’altro si volse verso di lei senza che qualche immagine più definita riuscisse ad arrivare al suo cervello. Eppure lei era certa, poteva essere solo lui. – Jean…Dove siamo? – domandò avvicinandosi. La figura si fece più vicina, ma ancora il grigiore ne impediva l’identificazione, eppure la sua voce riuscì a disperdersi nell’aria immobile. Non rispondeva, come era possibile? Kate iniziò ad essere titubante, lottando contro il sogno che realmente le sue aspettative fossero state esaudite. Non poteva essersi sbagliata. Jean era davanti a lei, ne era certa. Non riusciva a vederlo, ma il profilo era quello che ricordava, l’altezza era aumentata, così come la massa muscolare, e anche se i suoi occhi le erano celati, era sicura che due intensi e profondi smeraldi la stessero osservando. Il suo salvatore, il suo primo amico, no lei l’avrebbe riconosciuto ovunque.

Tese la mano verso di lui per poterlo toccare e dare così voce ai suoi sogni, quando improvvisamente una luce più intensa fece irruzione illuminando il corpo di Jean e scaldandola. Prima non aveva avvertito nulla, neppure l’aria dei propri respiri, ora invece quel bagliore le stava infondendo calore...Inspiegabile. – Jean…Ce l’ho fatta, ho mantenuto la promessa…Ho anche riportato quei ragazzi indietro, ma ora tocca a voi – si fece ancora più vicina incurante della luce.

 “Kate, non puoi riportarci indietro, non è in tuo potere e ad essere sinceri neanche nelle nostre volontà “ una voce la fece voltare di scatto, poiché proveniva dalle sue spalle. Dietro di lei la neve vorticava come in una danza, spirando in un lieve canto quelle parole, cantate con una voce tenera e pura, una voce che Kate conosceva bene. – Jean? – domandò. “Kate, distaccati dal passato, se non lo farai non riuscirai mai a vedere oltre quella patina grigia” era la voce di Jean, ne era sicura e proveniva dall’aria e dalla neve che danzavano. – Ma io vi devo… -

“Tu non puoi fare niente per noi. Puoi solo vivere, riprendere da dove ti sei fermata e continuare. Ciò che non riesci a scorgere è dovuto dal tuo non voler vedere oltre. Esci completamente dal Limbo” finì la voce del ragazzino con dolcezza. Kate chinò il capo afflitta, sconfitta, con una ferita nel petto che faticava a rimarginarsi – Perché? – chiese sentendosi prossima ad urlare dalla rabbia. Aveva dato tutta se stessa per quel fine e ora questo si andava a sciogliere come la neve al sole.

 “Perché devi lasciarci andare…Esci e afferra quella luce” Kate alzò il capo verso la neve rabbrividendo quando un piccolo cristallo le si posò sulla guancia sopra ad una goccia salmastra. Aveva ragione lui? Sarebbe riuscita a fare quello che le chiedeva? Poteva vivere senza più aggrapparsi al desiderio della vendetta? Kate inspirò a fondo aprendo gli occhi verso la neve che si stava diradando – Te lo prometto – si volse lentamente ritornando ad osservare la grigia sagoma davanti a lei. Doveva lasciarsi il passato alle spalle? Annuì decisa riassumendo la sua solita espressione ferma e concentrata tendendo verso la figura. “Voglio uscire” pensò afferrando di colpo la mano che l’altro teneva lungo il fianco e venendo improvvisamente accecata da un’intensa luce mentre tutto attorno a lei prendeva una sensibilità.

 

Aprì gli occhi accecata da una luce bianca e fastidiosa mentre la sua mano stava stretta attorno a qualcosa. – Ehi che ti succede? – quella voce le fece sgranare gli occhi. “Jean?” Poi si riscosse dicendosi che era impossibile, così andò ad osservare meglio la figura che aveva davanti. Due cupi occhi castano-rossicci la guardavano straniti, e delle ciocche blu scure cadevano su un viso che riconobbe immediatamente. Strinse gli occhi e lasciò la mano quando si rese conto di chi fosse. Peggio di così non poteva andare.

 – Che ci fai qui Cavaliere? – chiese rigida realizzando dove fosse. Le pareti bianche della stanza unite ad un odore malato la indussero a pensare di essere in un ospedale…E davanti al Cavaliere dell’Aria. Il ragazzo si scansò con una smorfia appoggiandosi alla parete con fare scocciato, ma non propriamente arrabbiato.

 – Senti qui che razza di riconoscenza! Ti sei messa a delirare e mi sono avvicinato per vedere se non era il caso di chiamare qualcuno! E comunque io avrei un nome e gradirei lo usassi – Kate ignorò l’ultima parte sollevandosi ed appoggiandosi alla spalliera del letto. Evidentemente era lui la figura grigia che aveva visto, e la luce doveva essere stato l’impatto che aveva avuto nel momento in cui era “uscita” da quello stato di coma; la delusione per non aver visto Jean le fece tirare un mezzo sospiro, ma poi si ricordò che non era sola in quella stanza e che mai avrebbero dovuto vederla in difficoltà, meno che mai quel giapponese.

 – Perché sei qui? – chiese lei.

 Takao non si mosse – Ti teniamo d’occhio – disse con la prima scusa che gli era balenata in mente. Kate lo guardò accigliata. Se quel pivello voleva indurla dire qualcosa, se era lì perché sperava in delle sue scuse aveva proprio sbagliato. – Nessuno te lo ha chiesto, e nel caso fossi qui per delle mie scuse, sappi che non le avrai – chiarì lei senza battere ciglio.

- Ah tranquilla so che non potrò mai aspirare a tanto, e comunque no, ero qui anche per scusarmi; sono stato troppo diretto. Bada bene, non mi sto rimangiando quanto detto, dico solo che avrei potuto esprimermi in maniera diversa – si giustificò lui. Kate lo osservò impassibile per qualche istante, ripercorrendo con gli occhi quel pigiama verde chiaro che tanto stonava con il volto buio del suo possessore. Era strano, lei lo vedeva chiaramente triste, eppure la sua espressione tradiva un’espressione sorridente e gioviale. – Beh non te l’ho chiesto…Non mi interessano le tue scuse, sappi che non l’ho fatto per via delle tue parole – era una bugia lampante, ma non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di essere stato partecipe di una sua decisione.

 – Va bene come vuoi…Allora è meglio che vada ad avvisare i medici che ti sei svegliata, e magari di farti preparare qualcosa di dolce. Sei acida oltre che una pessima mentitrice – disse con un sorriso prima di svanire dietro la porta lasciando Kate interdetta e con gli occhi sgranati.

 “Acida?...Pessima mentitrice?” abbozzò un sorriso lasciandosi cadere sul guanciale.

 

Ore 11:15

Quando aprì gli occhi la prima cosa che vide fu il bianco stucchevole del soffitto, seguito poi da un odore ancor più nauseante del colore delle pareti. L’odore degli ospedali non aveva nazione, non aveva collocazione geografica, era orribile sempre ed ovunque. “Classico risveglio da romanzo rosa” si trovò a pensare tirandosi su ed osservando con ironica esultanza che nella stanza non c’era nessuno.

 “Non tutti insieme mi raccomando!” pensò osservando la camera. Annusò meglio l’aria, arricciando il naso quando un aroma più delicato le accarezzò l’olfatto lasciandola smarrita.

 – Ma che… - sgranò gli occhi quando vide sui due comodini che aveva accanto tre grandi vasi di fiori colorati. Erano bellissimi, tutti di colori caldi e solari, con grandi petali carnosi che imprimevano un odore meraviglioso. Sorrise a quella vista, allungando una mano e prendendo una piccola orchidea fra le dita. – Ma che carina, la prossima volta porto la macchina fotografica! – improvvisamente due braccia furono attorno al suo collo e la strinsero con forza fino quasi a soffocarla.

- Hila vorrei rimanere viva! – ansimò fra le braccia dell’amica godendosi quel momento. Hilary si scansò sedendosi al suo fianco e osservandola con minuziosa attenzione. – Mi vuoi analizzare le cellule? – le chiese sentendosi quasi scannerizzata dal suo sguardo. L’altra rise poggiando su un tavolino un bicchiere di caffè e prendendole le mani – Oddio Julia sono felicissima che tu ti sia risvegliata! Quando sono passata poche ore fa eri ancora addormentata – le spiegò lei. Julia le sorrise di rimando, era strano dire di “essere tornata”, di fatto le sembrava semplicemente di aver dormito troppo e l’unico segno sul suo corpo oltre ai graffi e le contusioni dovute al match era un intorpidimento alle ossa, dovuto all’immobilità cui era stata soggetta.

 Non ricordava molto di quello che era successo, ma aveva ancora nelle orecchie la voce di Yuri che l’aveva incitata a non fermarsi e ad attaccare Illusion con tutta loro forza…E poi il contatto che aveva avuto con la Voce, il momento in cui aveva preso la sua scelta preferendo sacrificare Thunder Pegasu e lei stessa piuttosto che Wolborg. Non se ne era pentita, sperava solo che fosse servito

Scattò improvvisamente seduta quando si rese conto di ciò che doveva sapere – Ma quindi come…Cioè cosa è successo? Voglio dire…- Hilary la zittì con un dito e strizzandole l’occhio – Tranquilla è tutto finito. Grazie al tuo contributo siamo riusciti a fermarli. Gli Obscuras non ci sono più, ma avremo tempo per raccontarci tutto – Julia trasse un sospiro di sollievo e dispiegando un ampio sorriso all’idea che quei maledetti fossero diventati solo cenere o qualsiasi altra cosa frammentata.

- Che fai? – domandò Hilary quando Julia fece per alzarsi. – Non lo vedi? – l’entusiasmo di Julia era irrefrenabile, era stata immobile per troppo tempo e voleva camminare, muoversi, uscire e andare a farsi toccare dal caldo sole. Si sentiva l’argento vivo addosso e non aveva alcuna intenzione di rimanere bloccata come un cadavere sul letto. – Veramente devi essere ancora visitata, ed è meglio che mangi qualcosa – obiettò Hilary. – Ovvio, ma quel qualcosa non saranno certo le pietanze ospedaliereSenti come stanno gli altri? – domandò qualche secondo dopo, e pentendosi subito della domanda quando vide il volto di Hilary incupirsi e la sua voce farsi più bassa. – Julia resta seduta ci sono un po’ di cose che devo spiegarti –

 

- Non è possibile, non ci credo – era rimasta spiazzata, le braccia abbandonate lungo il corpo, l’orchidea era scivolata sul pavimento ed i suoi occhi verdi si erano inumiditi. – Crystal… - Hilary annuì chinandosi a raccogliere il fiore e passandoselo fra le dita. Già Crystal…Se non fosse stato per lei non sarebbero stati lì; lei in primis le doveva la vita e non lo dimenticava. Era responsabile dell’infelicità di Yuri, della rabbia di Boris e del rimorso di Kai. – Yuri…Come sta? – domandò d’un tratto Julia ridestandola dai propri pensieri.

- Non lo so, non l’ho visto, ma stando a quanto mi ha detto Kai dovrebbe essere giù all’obitorio – il tono era triste e Julia lo percepì come una stilettata; si alzò dal letto quando si accorse della flebo che la teneva legata al trepiedi. – Julia non puoi alzarti! – la sgridò l’amica preoccupata, ma la ragazza fu irremovibile. – Chiama i camici bianchi e fammi staccare questo filo, o giuro che lo strappo – intimò lei.

 Hilary alzò gli occhi al cielo – Siamo proprio tornate eh? – sorrise alzandosi e facendo per prendere la porta. – Ah Hila! – la chiamò l’amica sull’uscio. – Grazie per i fiori – la ringraziò lei. Hilary scosse il capo abbozzando un sorriso – E perché ringrazi me? Non te li ho presi io – Julia rimase interdetta qualche istante. – E chi? Mio fratello non ha simili gusti…Al massimo mi regalerebbe una margherita di campo – Hilary aprì la porta con un sorriso malizioso – FuochinoHai azzeccato il colore dei capelli, ma non è Raul – e come una furia svanì dietro la porta, lasciando Julia incapace di connettere le ultime informazioni per qualche istante. – Non è possibileEvvai! – Tirò un braccio verso l’alto in segno di vittoria gemendo quando l’ago le ricordò che era ancora collegata alla flebo, ma qualsiasi dolore era sconfitto davanti a quella meravigliosa sensazione che le era sbocciata nel petto come uno dei fiori che aveva nei vasi.

 

Ore 16.58

Diede un calcio ad un ciottolo proiettandolo solo due passi avanti a lui, come se a colpirlo fosse stato un bambino, le mani affondavano nella felpa nera accartocciate su loro stesse con forza, e persino l’aver mancato di calciare bene il sasso fu un senso di incapacità che si posò grave sulle sue spalle. Si guardava intorno con occhi ridotti a due taglienti fessure lucide, incapace di percepire il sole sfiorargli il viso, anzi trovando fastidiosa e crudele la sua vista. Perché il sole è per definizione portatore di gioia per i bambini, che sono liberi di scorrazzare allegramente per le strade, di fare il bagno nelle limpide distese d’acqua salata e di giocare spensierati tra risa e grida; ma per lui il sole non era niente di tutto questo, per lui era una presa in giro, falso e pieno di amara delusione.

GiàPerché tutto attorno a lui doveva assumere quest’aspetto gioioso e festoso mentre lui stava sanguinando? C’era qualcosa di ingiusto in tutto quello, sapeva di presa in giro, ma non si sentiva neanche nelle forze di controbattere, di urlare la propria rabbia e dolore.

Ogni cosa che incontrava, ogni sguardo che curioso si poggiava su di lui lo scottava e gli rivelava un paio di occhi simili ai suoi, freddi e scostanti, capaci di farti perdere la pazienza come anche di riempirti d’ammirazione, ma anche di infinita tristezza. Erano rigidi e apatici per chiunque non li conoscesse, ma Yuri conosceva la natura di quegli occhi e li amava per quello che erano.

Non erano propriamente come i suoi, poiché lui era sempre stato cosciente del fatto che Crystal fosse in un certo senso diversa da lui; lei si era affacciata tardi al mondo rispetto a lui, lei non aveva avuto modo di uscire dal monastero fino a quando Vorkof non era stato cacciato, lei non aveva potuto compiere le varie esperienze che toccano invece le ragazze normali, lei era cresciuta più precocemente rispetto agli altri, lei fin da piccola aveva nascosto le sue lacrime al mondo imparando da sola che al mondo ci sei tu e che nessuno ti ringrazierà mai veramente per ciò che fai, che le cose che vuoi devi prendertele senza mezzi termini, e che la vittoria è l’unico traguardo ammesso. Questa era stata la filosofia di Crystal come del resto anche la loro, ma lei una volta abbandonata la coltre del monastero russo si era persa, annegata in quel nuovo mondo che non conosceva e per il quale aveva messo in discussione tutto, anche la sua stessa vita.

Diede un ulteriore calcio alla sabbia mentre un punto si andò a posare sulla terra accaldata per asciugarsi immediatamente. Yuri si sfiorò il viso avvertendo che la barriera gelida dei suoi occhi era stata lacerata e che sottili scie salmastre stavano discendendo il viso spigoloso. Non aveva la forza di compiere alcun movimento, non riusciva neppure a pensare razionalmente, tutto gli urlava il nome della sorella, tutto gli mostrava la crudele evidenza dei fatti: Crystal era morta, e lui era ancora vivo.

Lui che avrebbe dovuto proteggerla, lui che nonostante il suo carattere algido e rigido amava la sorella minore più di se stesso, lui che ora rimpiangeva di non averle mai mostrato un gesto d’affetto sincero.

Perché l’aveva fatto? Perché si era messa in mezzo? Cosa l’aveva spinta ad un gesto simile?

Domande che non facevano altro che scavare in profondità nelle sue ferite estrapolandogli gemiti muti di sofferenza. Camminò senza neanche guardare dove stesse andando, colpito, frustato dai raggi del sole pomeridiano fino a che tutto attorno a lui inghiottì la luce e nell’alzare lo sguardo il ragazzo si accorse di essere all’ombra di un edificio di discrete dimensioni con un’insegna che ben ricordava.

Entrò nel piccolo chiostro dove si era incontrato con Julia il giorno prima del suo incontro, sedendosi allo stesso posto dell’altra volta al riparo dal sole e dagli sguardi curiosi della gente, che evidentemente trovavano alquanto insolito un ragazzo dalla pelle così pallida e con gli occhi ridotti a due stiletti di ghiaccio gocciolanti sangue trasparente.

Si sentiva legato a quel posto, per quanto gli ricordasse Julia e gli ultimi momenti in cui si era confrontato con lei circa la situazione che stavano affrontando; ricordava che la ragazza era stata irremovibile sulle sue decisioni e nel momento in cui si era resa conto che probabilmente si sarebbe dovuta battere con i demoni non si era tirata indietro, anzi aveva accettato il suo destino lottando con ogni fibra del suo essereEsattamente come aveva fatto Crystal. C’era qualcosa che le accomunava, la tenacia, la grinta la determinazione anche se le avevano rivelate al mondo in modi del tutto diversi.

Erano simili sotto certi aspetti tra cui il fatto che entrambe lo avevano lasciato.

- Una vodka doppia – sussurrò al giovane cameriere che venne a prendere la sua ordinazione, il quale lo osservò con occhio critico prima di rientrare nel locale con probabilmente l’idea che quella fosse una richiesta del tutto inusuale vista l’ora.

Non appena tornò con il bicchiere posandolo sul tavolo, Yuri rimase qualche secondo a contemplare il vetro colorato che rifletteva la sua immagine come su uno specchio di rame. Aveva un viso disfatto. Fece per prendere il bicchiere con le poche forze che gli rimanevano quando una mano fu più veloce di lui.

- Ehi ma che diavolo…! –

Si voltò infastidito, sentendo il cuore spezzarsi o al massimo spezzare la barriera di dolore che lo aveva attanagliato, quando vide quel viso sprezzante adornato da quegli occhi verdiInconfondibili.

- Come fai a bere questa roba a quest’ora? Prenditi una spremuta di frutta piuttosto –

- Julia – cercò di riprendere il suo autocontrollo, celando le tracce del suo sfogo, ma la spagnola sembrava avere una percezione particolare per gli stati d’animo. Gli si avvicinò con il viso puntato sul suo, seria e concentrata come se stesse per combattere un match, le braccia coperte in parte da bende e uno scialle a coprirle i lunghi capelli ramati. – Yuri, mi dispiace – improvvisamente gli cinse le braccia attorno al collo stringendolo in un abbraccio che il russo non si sarebbe mai aspettato, ma che in quell’occasione apprezzò enormemente, stringendo a sé con forza il corpo appena rinvigorito della ragazza ed affondando il viso umido sul suo scialle color crema.

Non si dissero nulla, le parole sarebbero state inutili, superflue, suoni sgradevoli e mai sufficienti per descrivere ciò che li stava attraversando, perciò preferirono parlarsi tramite i tocchi, i gesti, e le pressioni sulle braccia dell’altro. Dopo qualche istante Julia parlò, continuando ad abbracciare Yuri con decisione – La riporteremo indietro, Hilary ce la farà…Devi avere fiducia in lei come in noi –

Yuri si staccò da lei tornando a guardarla con uno sguardo ancora dubbioso – Non dire cose che non puoi controllare, non si possono riportare indietro i morti e credi che Hilary lo farebbe? –

La spagnola annuì seria – Ha il potere di farlo e non lascerà che Crystal paghi per tutti, ma tu devi crederci per primo! Tu devi reagire, devi combattere, devi andare avanti! Cosa direbbe Crystal se ti vedesse? Come minimo si metterebbe a sbuffare indignata…Lei è stata in grado di cambiare le carte della partita, ci ha aiutato nonostante fosse dall’altra parte, è vero ha sbagliato, ma è anche vero che siamo una squadra e non lasciamo nessuno indietro –

Yuri rimase colpito dalle sue parole, non credeva che Crystal fosse tanto ben voluta dal gruppo, persino da Hilary con la quale si era “contesa” Kai, tuttavia la decisione, la caparbietà e soprattutto gli occhi della ragazza davanti a lui gli continuavano ad urlare di fidarsi, di prendere la mano gli stavano tendendo e di riemergere dall’Oblio.

- Che ti dà tutta questa sicurezza? –

- La consapevolezza che o credo o lascio che la tristezza mi sommerga e mi annulli – ribattè lei tendendogli la mano – Io mi sono fidata di te, ho deciso di consegnarmi alla Voce consapevole che sarei potuta non tornare, ho scelto di mia spontanea volontà e non me ne pentoSono certa che neanche Crystal si sia pentita, non farlo tu per lei –

Yuri osservò la mano liscia e pallida davanti a lui, ancora di quella salvezza che non doveva semplicemente dover afferrare, ma soprattutto voler afferrare. Le depose la mano sulla sua stringendola e vedendo il viso di lei illuminarsi – OttimoOra andiamo a lavorare –

- Lavorare? –

Julia gli rivolse un ghigno soddisfatto – Andiamo a chiudere definitivamente questa storia –

Yuri annuì senza però lasciare il polso della giovane, che stupita si volse verso di lui – Come hai fatto a sapere che ero qui? –

Julia alzò le spalle – Non ci sono molti ragazzi dalla pelle cadaverica e dai capelli rosso fuoco da queste parti, mi è bastato chiedere alle donne del mercato sulla via principale… –

Dentro di lui sorrise sentendo lentamente le ferite rimarginarsi man mano che la spagnola parlava e sorrideva; non si sarebbe mai aspettato che sarebbe tornata, che l’avrebbe rivista proprio lì, ma tutto stava prendendo una piega fuori dalle sue previsioniDa quando era arrivata un mese prima tutto era cambiato dentro e fuori di lui.

Le era mancata, non lo avrebbe mai ammesso, ma le era mancata tanto; gli erano mancati i suoi occhi verdi con scaglie dorate, le sue battute sprezzanti, il suo caratteraccio, la sua esuberanza ma anche il suo innato senso della giustizia e degli affetti. Senza pensarci la tirò verso di sé fino a ritrovarsela praticamente fra la braccia, la sentì sussultare appena ma non si fece indietro. Agì d’istinto avvicinando il viso al suo alla ricerca di quelle labbra carnose che tante volte l’avevano ripreso ma anche aiutato come pochi minuti prima. Incredibilmente la vide tendersi verso di lui e soddisfatto di tale visione si fece più avanti, quando ad un tratto avvertì una violenta scossa sotto i piedi che lo fece sbilanciare insieme a Julia che cadde di lato.

- Ma che diavolo?! – sbottò lei, ma prima che potesse dire qualche altra imprecazione Yuri le si buttò sopra coprendola con il proprio corpo, mentre sopra di loro i vetri colorati del locale si frantumarono in mille pezzi schizzando in tutte le direzioni come pioggia di cristalli. Un’altra scossa di terremoto li fece sussultare, Yuri si alzò tenendo la testa bassa e coprendo il viso di Julia con il petto – Sta giù e seguimi! – le intimò prendendo a correre verso l’esterno, da dove si udivano rumori che non preannunciavano nulla di buono.

 

Ore 17.17

- Secondo me questo è qualcosa di sovrannaturale! – azzardò Lai urlando per farsi sentire.

- Menomale che ci sei tu, gatto nero, altrimenti sarei ancora qui a chiedermelo – sbottò Michael tirandosi giù il cappellino prima volasse via strappatogli dalle braccia invisibili del vento.

Un tifone, violento ed improvviso si era riversato sulla terra aveva scosso muri, montagne, deserti, acque e foreste, facendo inabissare le città in una voragine oscura da cui non si riusciva ad emergere. – Sembra che tutte le città nel giro di dieci miglia siano state colpite dal black-out! – disse allarmata Emily

- Credo che sia molto più di sole dieci migliaTemo che tutto il mondo sia rimasto al buio – obiettò Ozuma che era arrivato con tutti gli altri blaiders da Los Angeles con un volo speciale del PPB poche tempo prima.

Hilary insieme a tutti gli altri dirottarono l’attenzione sugli Scudi Sacri che di rimando erano consapevoli delle domande a cui avrebbero dovuto dare risposta.

- Bisogna completare la missione, non ci rimane molto tempo – disse Jessie all’indirizzo della Custode che ricercò istintivamente lo sguardo di Kai che le era accanto. – Cosa dovremmo fare? – domandò il russo avvicinandosi ad Hilary con l’intento di farle capire che le era vicino.

Mariam li osservò da dietro Dunga con gli occhi bassi; si sentiva strana ad essere tornata, era stato tutto estremamente veloce così come lungo e logorante. Un senso di colpa per non aver fermato prima gli Obscuras la stava dilaniando, ma era ancor più destabilizzante aver sperato che Max non si fosse lasciato abbindolare dai Demoni e che fosse sano e salvo. Al suo risveglio il primo pensiero non era andato alla missione per cui aveva lavorato anni, ma ad un semplice ragazzo, ad un suo ex avversario, ad un Cavaliere, a Max…E ora che si trovava a pochi passi da lui non riusciva a guardarlo negli occhi, fuggiva da quelle sfere di zaffiro intense e profonde che sapeva essere puntate su di lei, cercava una via di fuga da qualcosa che non conosceva neanche lei; forse era passato troppo tempo, forse si riteneva responsabile di parte del loro fallimento, in fondo se lei non si fosse lasciata trascinare dalle sensazioni che le infondeva l’americano forse sarebbe stato tutto diversoForse.

- Mariam?! – ad un tratto la voce più accesa di Ozuma la riportò alla realtà, trovandosi gli occhi di tutti puntati addosso. – Mi stai ascoltando? –

- Certo Ozuma, non sono ancora sorda – ribattè lei seccata mentre cercava nuovamente di rifuggire dallo sguardo indagatore di Max, il quale sembrava che non stesse prestando una grande attenzione alla conversazione, o forse era anche questo l’ennesimo pensiero privo di fondamenta che la sua mente produceva senza il suo consenso.

- Hilary devi sigillare i Portali, non c’è più tempo. Questa tempesta imperverserà fino a che tu non chiuderai le Porte, o fino a quando il Cavaliere delle Tenebre non sarà qui – continuò Ozuma ignorando prontamente lo stato di assenza della compagna.

- E quando dovrebbe arrivare? – chiese ingenuamente Daichi

Mariam li osservò per un breve istante, incontrando per qualche frazione di secondo lo sguardo indagatore di Max, che non disse nulla, si limitò a guardarla come se non la vedesse da tanto tempo, o come se semplicemente non lo mettesse in alcun imbarazzoCosa che invece non si poteva dire di lei.

- E’ già qui – sospirò Mariam distogliendo lo sguardo e portandolo verso un punto davanti a loro, dove un’immensa macchia nera si andava ad estendere sulla coltre del cielo ad una velocità impressionante perché si trattasse di semplici nuvole. – Diamoci una mossa! – sbraitò Andrew cercando di farsi sentire nonostante il forte vento e la pioggia incessante.

I ragazzi si guardarono tutti per alcuni secondi, cercando intese, assensi, promesse, speranze e appoggi per quell’atto che non si preannunciava facile, ma era l’ultimo e questa volta anche se non si erano detti nulla, erano consapevoli di avere una forza in più…Erano insieme.

 

- Bene Cavalieri disponetevi a cerchio attorno alla Custode e mi raccomando deve essere un cerchio perfetto – ordinò Ozuma cercando di far arrivare le sue parole attraverso i muri spessi di vento, pioggia, tuoni e ghiaccio che si stavano ergendo tra di loro.

Kate si affiancò a Kai prendendogli la mano per prendere bene le distanze e stretta l’altra in quella di Takao prese ad allontanarsi fino a che tutti si furono trovati ad un’egual distanza dal centro dove Hilary rimaneva immobile. Era diventata estremamente silenziosa, come se stesse cercando di estraniarsi o come se stesse cercando di riflettere da sola, ignorando gli sguardi preoccupati che Kai le continuava a tendere. Kate osservò il fratello di sottecchi…Non potevano permettersi sciocchezze, quindi che tenesse i suoi drammi mentali lontano.

La ragazza inspirò lentamente l’aria gelida della prima sera, avvertendola scivolare fredda lungo le vie respiratorie e raggelarle l’interno del corpo, tuttavia donandole una sensazione nuova, di gelo che sa di gelo. Tutto ciò che la circondava le consegnava la propria essenza, l’aria dell’oceano, la polvere, il fango, la frescura del vento, lo sciabordio violento delle onde che si infrangevano sulla scogliera…E poi i colori, tetri, luminosi, opachi, accesi; tutto le regalava emozioni inaspettate, novità che sentiva di voler provare, che voleva capire, che voleva cercare di prendere per …Come le aveva detto Jean.

- Ora cosa facciamo? – domandò Rei in direzione di Ozuma

- Ora Guardiani, noi ci disporremo dietro ai nostri Cavalieri. Il compito dei Guardiani è contribuire a fortificare il potere dei Cavalieri a cui sono collegati – spiegò Ozuma sempre lanciando sguardi di rimprovero a Mariam, la quale sembrava essere caduta nel più profondo mutismo.

- E come facciamo a sapere a chi apparteniamo? – domandò Emily scettica.

Brooklyn si mosse prima di tutti, oltrepassando il cerchio, passando rasente a Kai e fermandosi davanti a Kate sotto gli occhi interdetti di tutti. La osservò in silenzio per alcuni secondi, ricevendo un trattamento identico dalla ragazza, che non sembrava affatto intimorita. – Cavaliere del Cosmo – sussurrò chinando leggermente il capo – Credo di appartenere alla tua Tetrade –

Kate annuì, dopodiché il rosso si rivolse ai suoi compagni – Lo sentiteConcentratevi sui vostri bit e saprete da soli dove andare –

- Odio quando mi si dice di cercare interiormente la risposta – ribattè Andrew chiudendo gli occhi insieme agli altri e pian piano prendendo posto dietro al suo Cavaliere.

- Ci mancava solo questa – sussurrò quando si ritrovò davanti agli occhi la sciarpa bianca di Kai che si lasciava condurre in una danza dal vento incessante. – Proprio Hiwatari doveva capitarmi? –

- Hai una salamandra di Fuoco che ti aspettavi? – gli domandò Ralph che invece era dietro Daichi insieme a Lai, Raul e Gao.

Andrew sbuffò infastidito, mentre dietro di lui Michael Michelle e Ozuma si scambiavano occhiate serie.

- Takao tu dovrai fare più fatica rispetto agli altri, cerca di resistere – gli fece notare Dunga che si trovava nel gruppo di Rei insieme a Mao, Jessie e Rick.

Il giapponese lo fissò senza capire il senso delle sue parole, fino a che non arrivò la spiegazione del cavaliere alla sua sinistra. – La tua Tetrade è incompleta poiché manca di un Guardiano, ciò significa che le tue energie tenderanno ad esaurirsi con più facilità rispetto alle nostre, quindi vedi di resistere – gli fece notare Kate con le braccia perennemente incrociate attorno al petto e alla maglia blu scura che era appartenuta a Crystal. Takao si guardò indietro ricercando i suoi Guardiani, trovando Yuri, Julia e Boris che lo fissavano con un’espressione decisa e ferma – Ce la faremo, non sarà facile buttarci giù – assicurò Boris stringendo i pugni

- E bada Kinomiya che è l’ultima volta che ti paro la schiena – l’assicurò Yuri con un cenno d’intesa che Takao afferrò al volo. – Iniziamo –

 

- Buona fortuna Rei – gli sussurrò Mao dietro la sua schiena con voce tremante, non avrebbe saputo dire se dal freddo o dalla tensione. Tuttavia Rei si lasciò andare ad un sorriso rilassato mentre quelle parole s’insinuavano con dolcezza e fragilità dentro di lui, lasciando rifiorire all’altezza del suo stomaco limpide gemme colorate che emananti sensazioni liete e gioiose.

Aveva atteso quel momento per tanto tempo, aveva sperato che non fosse troppo tardi, aveva ingoiato i baci che Ares aveva depositato su quelle labbra rosee e piene, aveva gridato di dolore quando lei gli aveva fatto capire di amare quel demone anziché lui…Ma ora era lì per lui e quella era l’unica cosa importante.

Si volse verso di lei vedendola trasalire appena ma sorridendole prima che potesse fare qualche altra cosa – Grazie Mao…Aiutami a fermarlo e sarà tutto finito – le sfiorò con il pollice il contorno morbido della gota, trovandolo tenero e caldo al tatto e rosso alla vista, come se la giovane fosse arrossita, sbocciata come la più bella delle rose selvatiche all’interno del suo cuore.

 

- Noi ci siamo? – domandò Emily avvicinandosi a Max e posandogli una mano sulla spalla. Max annuì voltandosi verso la sua squadra e trovando quasi ironico il fatto di trovarsi dietro due occhi color smeraldo incorniciati da dei lunghi e fini capelli blu. – Io sì – disse Max più rivolto a Mariam che alla domanda di Emily. La ragazza degli Scudi Sacri non disse nulla, ma non appena Emily si mise davanti a lei, rompendo così il suo contatto visivo con Max tornò a sollevare lo sguardo sicura del fatto che il ragazzo fosse di spalle.

Prima avrebbe risolto la questione legata ai Sette Regni

 

Kai non perdeva ogni suo movimento, la curava con attenzione cercando di leggere dalle posizioni delle linee del viso la sua espressione ed i suoi pensieri, ma Hilary sembrava criptica, come se non volesse farsi leggere da nessuno. Sembrava inoltre che non li stesse realmente ascoltando, ma che si fosse estraniata da tutto quello che li circondava e che si fosse rifugiata in un universo proprio.

- Allora ci siamo sta arrivando! – sollevarono prontamente gli sguardi verso il cielo nero e tuonante, da cui oramai si vedeva chiaramente la macchia espandersi quasi a ricoprire tutti il manto del cielo. Un’ombra che stava avvolgendo la Terra.

- E’ Algor? – domandò Daichi

- Dobbiamo fare in fretta. Cavalieri incanalate tutti i vostri poteri dentro di voi e poi scagliateli ad Hilary – iniziò Mariam sotto lo sgomento di tutti.

- Cosa? Ma siete matti! La uccideremo – obiettò sconvolto Takao.

Kai avvertì come uno scroscio all’interno della sua mente e gettò uno sguardo furente in direzione di Ozuma – Non state dicendo sul serio –

- Ti pare che siamo qui per scherzare? E’ la Custode e questo è il suo compito –

Kai lo afferrò per i bordi della casacca sollevandolo di qualche centimetro in preda alla rabbia – Farsi incenerire dai nostri bit sarebbe il suo compito?! – non poteva permetterlo, non ci stava e non avrebbe mai alzato un dito su Hilary…

- Kai non credere che siamo così sprovveduti, sappiamo quello che facciamo – disse Mariam seria.

- Sì ne ho avute valide conferme in questi mesi – la rimbeccò il russo senza smettere di scrutare il suo Guardiano.

- Kai – improvvisamente la voce assolutamente neutra di Hilary gli assestò un colpo alla schiena irrigidendogli in un secondo muscoli ed ossa. – So quello che devo fare…Non morirò –

Il russo si volse verso la brunetta rimanendo quasi colpito dall’espressione del suo viso: era tranquilla, come se stesse parlando di avvenimenti di routine, come se non sapesse di essere l’occhio di un ciclone infernale, come se ignorasse che avrebbe potuto perdere la vita in quell’azione.

- Procedete – sussurrò lei

- Cosa? Ne sei sicura? – chiese Rei

Hilary annuì tornando ad osservare la cavalcata di Algor. Si stava avvicinando, era veloce, incredibilmente veloce ed insieme a lui avrebbe portato distruzione e morte…La sentiva scorrerle sulla pelle come un vento gelido, avvertiva la sofferenza soffiarle sul viso sussurrandole rassicurazioni illusorie, la paura s’insinuava sulla terra che calpestava, germogliando come piante che rubano l’acqua alle loro vicine soffocandole, la morte assumeva ai suoi occhi un aspetto più nitido e concreto di quanto non lo fosse per gli altri

“Perché vedo tutto questo?”

“Sei la Custode, hai una percezione diversa rispetto a loro, non dimenticare che Algor è un cavaliere tanto quanto gli altri, quindi così come senti i loro bit power senti anche lui” era stata la voce di Nike a parlare.

“Nike! Sei qui!”

“Ci sono sempre per te, CustodeOra devi avere coraggio, ma mi fido di te”

“Che significa?” domandò la ragazza

“Significa che ora devi sigillarlo, ma bada sarà molto difficile, inoltre avrai solo un attacco, solo un colpo, solo un’occasione e devi centrarlo in pieno”

Hilary annuì sentendo gradualmente i rumori ovattarsi, i colori diventare più nitidi ma diversi da quelli di prima, percependo di essersi estraniata. – A noi due Algor –

 

- Hilary che ti prende! – Takao urlò in direzione della compagna che aveva preso ad emanare un tenue bagliore dall’interno mentre sembrava sussurrare parole in un linguaggio incomprensibile come se stesse parlando con qualcuno.

Kai fece istintivamente un passo in avanti con il cuore in gola, ma Andrew e Ozuma lo trattennero con forza – Non rompere il cerchio! – sbottò l’inglese irrigidendosi quando avvertì il russo fremere.

Cosa stava succedendo ad Hilary e perché non rispondeva ai suoi richiami? “Hilary…”

- Procediamo! – Kate prese in mano la situazione raccogliendo le braccia e facendo scaturire dal centro di esse una sfera viola che indirizzò con tutta forza contro Hilary, la quale parve assorbire il fascio di luce che continuava a collegarle. – Forza muovetevi! – urlò la ragazza all’indirizzo degli altri Cavalieri

Improvvisamente creando così una magnifica e luminosa stella sul suolo, i sei punti disposti a cerchio si unirono a centro con sei fasci di luce di diversi colori, disegnando una perfetta stella a sei punte lucente e assolutamente indescrivibile. Aria, Acqua, Terra, Fuoco, Luce e Cosmo raccolti in un unico punto apparivano come un’unica forza, energia regolata da un’armonia che prendeva posto nel corpo della ragazza situata nel cuore della stella, la quale continuava ad assorbire quelle ondate di Potere e diventava sempre più evanescente e luminosa.

Kai faticava a tenere gli occhi su Hilary, che oramai era quasi interamente ricoperta dall’intesa luce bianca scaturita dall’insieme di tutti e sei i colori; era incredibile, poteva sentire l’energia scivolargli rapida dalle braccia e confluire verso Hilary, la quale sembrava stesse immagazzinando le forze di tutti loro, sia Cavalieri che Guardiani.

Ad un certo punto un tonfo dietro di lui gli fece girare appena il capo, giusto per vedere Michael riverso a terra ansimante. – Sta assorbendo tutta la nostra energia, ci prenderà uno dopo l’altro! – lo rassicurò Ozuma sul qui viso erano segnati pesanti tratti di stanchezza e dolore.

- Non ci ucciderà vero? –

- No, non credo almeno –

- Ah perfetto potevi dirlo prima!? Sbrigati a colpirlo Hilary! – sbraitò Andrew senza lasciare il contatto con il braccio di Kai attraverso il quale perdeva la sua energia.

Kai cercò ancora di immergere lo sguardo nella bolla che ricopriva la sua ragazza, ma la luce abbagliante fu troppo forte perché potesse scorgerla e la sua voce troppo debole perché il vento e la pioggia riuscissero a farla giungere fino a lei…

 

“Ti sento Algor”

“Sei una continua sorpresa…” una voce strana, non avrebbe saputo come descriverla…Era bella, calda profonda, eppure le metteva addosso una paura indicibile mentre la sua mente continuava a gridarle aiuto e pericolo.

“Perché vuoi farci del male?”

“Perché voi mi volete sigillare?”

“Per fermarti dal commettere atti atroci come questo”

“Hilary…Sei una Custode temibile, peccato non averti avuta dalla mia parte per tutto il tempo, avresti potuto evitare il tuo Destino e cambiarlo in qualcosa di migliore”

Hilary avvertì come un campanello d’allarme scattarle nel cuore

“Voi Custodi siete tutti uguali, esseri che credono di ergersi a degli Dei, ma non avete capito che il dominio è e sarà per sempre mio. Prima di te altri Custodi hanno avuto la sfrontatezza di mettersi contro di me e posso assicurarti che non ne sono mai usciti vivi…Ma questo immagino che nessuno te lo abbia detto”

Hilary si morse il labbro in preda alla tensioneStava parlando con la Morte, con il Buio e sembrava quasi una chiacchierata cordiale, nonostante fosse lampante che dietro le parole di Algor si celasse solo odio e disprezzo verso quelle come lei, verso gli altri Custodi...E riusciva a sentire le grida disperate di chi prima di lei aveva dovuto affrontare quest’incontro. “Hai ucciso tutti i Custodi”

Perspicace…Si facevano uccidere pur di sigillarmi; patetici martiri dimenticati da tutto e tutti”

“Persone che avevano a cuore il nostro mondo!” s’infuriò la ragazza

“Il mio mondo” la sua voce si fece più lontana ed Hilary chiuse gli occhi raccogliendo dentro di sé tutta l’energia che continuava ad affluire attraverso i sei Cavalieri. Erano tutti con lei, erano lì con i loro cuori, con le loro speranze con i loro pensieri e sogni…Non potevano perdere, non avrebbero perso e se anche lei fosse dovuta morireSarebbe stato un prezzo che per tutto quello che aveva accanto sarebbe stata disposta a pagare. Incrociò le braccia al petto

 

- Hilary muoviti! – urlò in preda al dolore Daichi che si teneva in piedi per puro miracolo, dietro di lui i suoi Guardiani erano tutti riversi a terra privi di sensi e anche lui era sul punto di cedere.

- Daichi resisti! – l’incitò Kate con un grido strozzato mentre sangue rosso cremisi le colava dal naso per lo sforzo d’energia a cui era sottoposta. Anche lei così come gli altri era quasi allo stremo e la cosa insolita era che Hilary ancora non si decideva ad attaccare…Se li avesse tenuti ancora legati a sé, la Custode avrebbe potuto ucciderli.

- Mao! – Rei urlò quando anche la sua ultima Guardiana s’accasciò al suolo stremata lasciandolo privo di supporti.

Kate cercando di non bruciarsi gli occhi per l’eccessiva luce scrutò le condizioni degli altri ragazzi sentendosi raggelare quando si rese conto che erano praticamente tutti stremati e rimanevano in piedi solo pochi Guardiani.

- Mariam! – Max si girò verso la compagna che ancora teneva la mano sul suo braccio e non s’accennava a spostarsi, nonostante il volto fosse contratto in una smorfia di dolore atroce e raccapricciante.

- Deve staccarsi, deve scagliare l’attacco o finirà per essere travolta da tutto il Potere e si ucciderà! – disse la ragazza in un rantolo stringendo il braccio di Max come per ricercare maggiormente sostegno.

- Tieni duro Mariam, ti prego – le sussurrò lui poco prima che la presa della giovane cominciasse ad allentarsi.

 

Kai cercò di chiamarla con tutte le sue forze, gridava attraverso la luce ed il vento il suo nome, ma lei sembrava non essere più lì. Non la vedeva e non riusciva a farsi sentire, ma era certo che lei potesse sentirlo, lei doveva sentirlo… - Hilary! Lascia il contatto! –

- Hilary! – Takao gridò il nome dell’amica mentre dietro di lui Yuri cercava disperatamente di non accasciarsi al suolo dove già Boris e Julia erano riversi. – Non ce la facciamo più dobbiamo fare qualcosa! – urlò Rei

- Hilary ti prego staccati! – gridò Max. Kate li osservò per qualche secondo sentendo un brivido correrle lungo la schiena…La situazione stava sfuggendo loro di mano.

“Custode dannazione che aspetti”

 

“Hilary che aspetti?” Nike chiamò il suo nome senza ricevere risposta.

“Non è ancora il momentoDeve avvicinarsi di più”

 

- Hilary! – Takao cadde in avanti privo di energie, ma riuscì a non spezzare il cerchio, rimando all’interno dell’area segnata. Appoggiò un braccio a terra mentre l’altro era proteso verso Hilary, o meglio il fascio di luce accecante che l’avvolgeva già da tempo. – Takao! – Max chiamò il suo nome preoccupato, ma il giapponese non riusciva ad alzarsi.

Era messo indubbiamente peggio degli altri poiché aveva dovuto fare a meno di un Cavaliere, ma nonostante tutto non si sarebbe arreso, sempre che le sue forze non lo avessero costretto a farlo.

- Non ce la faccio più…Ti prego Hilary – ansimò in un rantolo.

- Tirati su! Non mollare! – alzò gli occhi incontrando quelli vitrei e severi di Kate che nonostante fosse in uno stato deplorevole manteneva comunque quel suo tono duro e rigido. – Non puoi arrenderti ora, forza rialzati! –

 

“Hilary devi attaccare!”

Non riusciva a muoversi sentiva di doverlo fare, ma non riusciva a controllare i propri movimentiAlgor doveva averla bloccata in qualche modo…Si sentiva in trappola.

“Non riesco a muovermi…Kai”

 

“…Kai” alzò lo sguardo verso la luce incurante del bruciore agli occhi e con ancora nella mente il suono ed il terrore della sua voce. L’aveva sentita,era lì ed aveva bisogno di lui. Si sentì inondare da una forza rinnovata, nuova, di cui non si seppe spiegare la provenienza, ma non gli interessava neanche saperlo, l’importante era che fosse riuscito a sentirla. – Hilary siamo qui! Puoi farcela! – gridò alla luce con tutto il fiato che aveva in corpo e congiungendo le braccia per rendere il raggio rosso fuoco doppio e ancora più potente.

 

“Kai” Hilary aprì gli occhi sentendosi inondare da un calore improvviso ed inaspettato, bruciante e coinvolgente come le fiamme, distruttivo e benefico come l’essenza del fuoco, forte e vivo come colui da cui proveniva. Riuscì a muovere le braccia e a congiungerle verso l’alto.

“Grazie Kai…”

Scrutò il nero attorno a lei, il respiro si fece più rarefatto, il cuore prese a diminuire i battiti e le membra tremarono a contatto con l’ariaStava diventando fredda e perdeva rapidamente colore.

Ad un tratto in mezzo al nero più totale lo vide, un punto più scuro degli altri, più gelido e profondo, l’Essenza del Buio. Sorrise mentre sentiva le gambe non riuscire più a sorreggerla

- Sigillo SacroOra! –

Sorrise quando sentì la luce invaderla dall’interno e forzare le pareti del suo corpo fino a farle male.

Pronti Lancio

 

All’improvviso il centro della stella esplose, una luce abbagliante si espanse da lei per miglia e miglia, rivestendo il manto terrestre oscurato da una nuvola trasudante Morte. La Luce dorata si riversò come oro colato sui cieli, sugli oceani, sulla terra infondendo a tutto il Creato un nuovo respiro e una nuova anima.

Tutti i ragazzi vennero sbalzati lontano dalla forza dell’esplosione e caddero con violenza sulla terra fredda e bagnata dalle lacrime del cielo, mentre sopra di loro la Luce essenza della vita cadeva lentamente sul suo mondo sotto la forma di una pioggia di piccole gocce di polvere dorata.

Kai chiuse gli occhi perdendo conoscenza ancora prima di toccare il suolo, e l’ultima cosa che vide fu la Luce che lasciava il corpo di Hilary, lasciandolo cadere privo di un controllo sul freddo suolo impregnato d’acqua...

 

 

 

Eccoci qui! Beh questo è stato l’ultimo capitolo! O_O Non rimanete con questa faccia perché come avevo già anticipato manca ancora l’epilogo, dopodiché vi libererete definitivamente della suddetta fic. U.U

Allora giusto per chiarire, come oramai faccio da un po’ di capitoli a questa parte…Questo capitolo non ha un colore singolo, ma se avrete notato sono tutti e sei i colori della Stella. Infatti ciascun colore indica un Cavaliere…Penso che i collegamenti siano semplici xD

Sull’ultima scena…Non credo di essere riuscita a descriverla al meglio, ma per darvi un’immagine simile potreste prendere quella di Beyblade quando alla fine dello scontro fra Dranzer e Dragoon il nostro pianeta viene ricoperto di luce.

Bene, a questo punto non mi resta che ringraziare di tutto cuore le straordinarie persone che hanno messo la mia storia fra le seguite/preferite/da ricordare…Vi ringrazio enormemente, questa storia è continuata anche grazie al vostro sostegno!

Un ringraziamento particolare alle mie splendide recensitrici che riceveranno la risposta su altri mondi^^E ovviamente grazie anche solo a chi ha posato gli occhi su queste mie parole…

Alla prossima con l’Epilogo!

 

Only for you, my Friends

Avly 

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Capitolo 27
*** Epilogo ***


Epilogo

 

 

“Volere è poco, occorre volere con ardore per raggiungere lo scopo”.

 

Uno scroscio incessante, una muraglia invalicabile per qualsiasi voce, odori o percezioni che non erano quelle della sua mente; ascoltava in religioso raccoglimento le pareti di roccia che sussurravano sotto l’influsso dell’acqua gelida versi incomprensibili, ma che avevano note rilassanti ed armoniose, capaci di condurre la mente attraverso i meandri dell’interiorità e della concentrazione.

Ascoltava, captava ciò che la sua memoria gli faceva arrivare e nonostante fosse ben cosciente del posto in cui si trovava, non riuscì ad evitare che un brivido gli corresse lungo la spina dorsale, al solo rievocare quelle immagini e quelle sensazioni, percezioni mai dimenticate e che neanche l’acqua della cascata avrebbe potuto lavare via…

 

Cercò di mantenere la posizione fino a che una violenta scossa non percosse la terra e una folata d’aria a seguito dell’esplosione non lo fecero sbalzare di parecchi metri insieme a tutti gli altri. Per qualche secondo Rei osservò il proprio corpo proiettarsi in velocità lontano dal promontorio e gettando un’occhiata preoccupata verso i propri compagni, poté intravvedere Daichi infrangersi sulla sabbia impregnata d’acqua appena sotto di lui. Il cinese cercò gli altri, ma complice la pioggia ed il vento non riuscì a vedere chiaramente nessuno; i suoi occhi vagarono solo per qualche breve attimo verso il centro della stella, dove la luce abbandonava il corpo di Hilary e la ragazza si lasciava cadere senza un sostegno sul terreno, sprofondando con il viso nella terra.

Quell’immagine turbò moltissimo l’animo di Rei che per un momento si perse nell’osservare quel cielo coperto di nubi nere da cui pochi raggi di luce tentavano di far breccia, disperdendosi come se stessero abbandonando il campo…Forse era stato davvero tutto perduto, non ci sarebbe stata un’altra possibilità, quella distruzione, quel dolore, quell’inevitabilità era davanti ai suoi occhi e non c’era alcun modo di vincerla. Forse avrebbe semplicemente dovuto chiudere gli occhi e non vedere più, non assistere con i sensi alla loro Fine, ma invece attendere che la morte calasse anche sui suoi occhi, assorbendo la loro luce e divorandola con la stessa rapidità con la quale si era avvicinata a loro. Strinse il pugno mentre il vento che gli tagliava il viso si faceva più affilato e la terra si preparava ad accogliere il suo corpo. Rei chiuse gli occhi dopodiché avvertì il gelo assorbirlo e la sensazione di essere privato dell’aria intrisa di pioggia. Forse sarebbe morto in un modo dopotutto poco doloroso, si ritrovò a pensare mentre l’acqua dell’oceano lo sommergeva portandolo verso il fondo…

Si lasciò cadere per la prima volta in vita sua senza il desiderio di combattere, senza la grinta che lo aveva sempre spinto a graffiare con le unghie il suo ostacolo per lacerarlo, senza quella forza d’animo che lo avevano reso degno di essere il protettore della Tigre Bianca…

“Un uomo giusto può essere degno di Lei”

Le parole del nonno di Lai gli tornarono alla mente insieme a tutti i ricordi legati alla sua fedele compagna di tante avventure. Avevano girato il mondo assieme, avevano combattuto contro gli avversari più vari e temibili, avevano provato la sofferenza della lontananza e l’ebbrezza della vittoria…Avevano – e questo Rei non lo poteva dimenticare – condiviso la tristezza legata alla rottura dell’amicizia con Mao e avevano riavuto vita quando la cinese lo aveva guardato intensamente per augurargli buona fortuna. Immagini rapide di quello che era stato gli passarono davanti come un film, rivide gli scontri a beyblade, la prima volta che si scontrò contro Takao, la formazione dei BBA, la nascita della loro amicizia che si andò consolidando attraverso il mondo e le varie tornate; davanti agli occhi vide Kai che voltava loro le spalle, lo rivide tornare sui suoi passi, rivide il suo sguardo fermo mentre gli prometteva che avrebbe salvato Driger dagli Scudi Sacri, e poi eccola Mao, il suo sorriso, la sua emotività connotata da quel viso sinonimo di dolcezza e forza allo stesso tempo…Tutto quello che aveva provato riaffiorò dalle acque dell’Oblio, scuotendo la tigre e facendola ruggire con forza e vigore.

Che idiota che era stato, mai arrendersi, mai cedere, mai pensare che sia finita, non fino a quando hai ancora così tanto per cui lottare. Rei strinse i pugni e con una spinta si raddrizzò muovendo le braccia e le gambe per spingersi verso la superficie. L’acqua fredda scivolava come un velo di seta sulla pelle, questa volta non lo feriva, non lo terrorizzava non poteva lenirlo e più si portava verso la luce più continuava a volerlo, a gridare nella sua testa quel desiderio di non arrendersi che ora riconosceva come il richiamo della Tigre Bianca.

 

- Rei! –

Aprì appena gli occhi ambrati intravvedendo oltre la muraglia causata dall’impatto dell’acqua della cascata sul suolo roccioso, il profilo morbido e sinuoso di Mao che non si avvicinava all’acqua, ma saltellava per attirare la sua attenzione. Il cinese si riscosse dai suoi pensieri preferendo lasciarli all’interno della conca rocciosa in cui si era rintanato per meditare, deciso e consapevole che li avrebbe ripresi alla prima occasione in cui l’acqua gli avrebbe sfiorato la pelle.

Il blaider uscì con i capelli bagnati che gli avevano in parte fatto scivolare la lunga coda, rendendo così ancor più stretta e compatta la criniera corvina. Si avvicinò alla ragazza che con un sorriso gli porse un asciugamano bianco tenendo qualcosa dietro la schiena. Rei le rivolse un sorriso indagatore accorgendosi sempre come gli piacesse vederla accanto a sé. Il suo viso, baciato dal sole sapeva di fresco e di aria pulita, anche se ancora nei suoi occhi di tanto in tanto scorgeva tratti d’amarezza e tristezza per quello che aveva aiutato a fare, e che di certo non avrebbe mai dimenticato.

- Ehi Mao, ma allora è un vizio! Quante volte te lo dobbiamo dire di non disturbare i nostri allenamenti! – sbraitò Lai che evidentemente si era lasciato distrarre dalla voce della ragazza e aveva perso la concentrazione nell’incontro che stava disputando contro Kiki, che gioì per la vittoria inaspettata.

- Tanto avresti comunque trovato il modo per distrarti – lo riprese la cinese con un ghigno misto ad un sorriso. Rei li osservò beccarsi come due bambini sorvolando con lo sguardo appena dietro di loro, dove la vita del loro villaggio continuava come se niente fosse successo, qualche albero caduto e spezzato a parte. Tutto era tornato alla normalità e poteva dire che lo era proprio tutto, soprattutto vedendo Mao e Lai. Intanto la ragazza ancora teneva una mano dietro la schiena e non accennava a scansarla.

- Mao, si può sapere che hai lì dietro? – chiese Kiki dopo che l’ebbe notata.

La ragazza sembrò ricordarsene di colpo perché mise a tacere il fratello voltandosi immediatamente verso Rei con un’espressione leggermente meno forte di quella di prima. Rei le si avvicinò circospetto e vedendo che la giovane non osava neanche alzare lo sguardo verso di lui, ma lo teneva saldamente ancorato al terreno. – Mao? –

- E’ arrivata una lettera…Della BBA – disse lei in un sussurro tendendo la busta bianca al capitano dei Bahiutzu che la prese con insolita tranquillità. Accarezzò la carta leggermente stropicciata e per qualche minuto rimase in contemplazione del simbolo della BBA, come sotto l’influsso di un deja-vu…Dove l’aveva già vista quella scena? Sorrise gettando la busta verso Lai che stranito per il gesto improvviso e inspiegabile non la prese neanche al volo. – Ma Rei? E’ la convocazione per il prossimo torneo…Non sei felice? – chiese Kiki, incredulo anche lui che Rei non l’avesse aperta e letta con la solita scrupolosa attenzione.

Il cinese rilassò le spalle gettando un’occhiata complice a Mao che lo osservava con muto stupore. L’altra volta se ci rifletteva era iniziato tutto da lì, da una lettera che gli aveva fatto perdere il contatto con le cose davvero importanti e non sarebbe successo ancora.

– Oh lo so benissimo…Lai fammi un favore, pensa tu a rispondere a Daitenji e a stilare il programma di allenamento – disse sereno il capitano beandosi dell’espressione incantata di Mao. La prese per mano incrociando i loro sguardi con una meravigliosa sincronia e posandole sul palmo il suo bey rosa appena recuperato dal tascapane. – Mi aiuti a fare la lezione di bey ai piccoli? –

Mao sgranò gli occhi annuendo di slancio e precipitandosi verso la piazza centrale insieme a Rei mentre Lai ancora teneva la busta incredulo. – Rei che non parte in quarta con l’allenamento? – domandò all’Aria.

- Beh mi pare ovvio – obiettò Kiki

- Capisco il suo dovere verso il villaggio, ma insomma si tratta di un allenamento! E va bene ci penserò io! – disse orgoglioso Lai battendosi una mano sul petto e dirigendosi come un perfetto soldato verso la piccola casa in legno dove avrebbe preparato la risposta da inviare a Daitenji. Il piccolo Kiki si schiaffò una mano in fronte sconsolato…Possibile che Lai non avesse ancora capito che Rei e Mao stavano insieme?

 

- Non sei felice di rivederli? –

- Certo che lo sono, ma non voglio che pensi ancora a quello che è successo…Non sarà come l’altra volta te lo prometto – le sussurrò Rei stringendola per la vita e appoggiando il mento sulla sua nuca e carezzandole delicatamente i capelli rosa, che lisci e morbidi gli scivolavano fra le dita. – E’ che ancora non riesco a crederci…Di notte ho ancora l’immagine di quel giorno e degli Obsc.. – Rei le posò un dito sulle labbra prima che quel nome uscisse dalla sua bella bocca macchiandola. – Non torneranno…E se lo faranno li ricacceremo indietro – la osservò da vicino mentre i suoi occhi si coloravano delle sfumature degli iridi di lei, e mentre si avvicinava sempre di più alle sue labbra prima di adagiarsi leggero su di esse e stringerle in un tenero bacio sotto gli occhi del sole caldo di giugno. Mao gli cinse il collo con le braccia stringendosi a lui e ricambiando il contatto causando a Rei una meravigliosa sensazione all’altezza del cuore che sembrò quasi ricevere una scossa. Come aveva anche solo potuto pensare di perdere tutto quello? Come aveva potuto anche solo per un istante pensare di abbandonare tutto e di lasciarsi morire? No, aveva voluto arrivare lì, aveva combattuto per quello che ora lo circondava e per quello che l’avrebbe circondato e aveva raggiunto la sua cima…Ma non l’aveva semplicemente desiderato, l’aveva voluto con ardore e determinazione, ed era per questo che probabilmente la Tigre lo aveva scelto…

 

Let me go home
I’m just too far
From where you are
I wanna come home”

Lasciò la busta bianca sulla sua scrivania precipitandosi fuori dall’elegante stanza all’ultimo piano dell’Istituto PPB con ancora stampati nella mente i caratteri di quelle parole che aveva letto poco prima ed il cuore che batteva all’impazzata per l’informazione, attesa da mesi, cercata incessantemente da quando si era risvegliato poco dopo l’esplosione.

Max corse fino alla terrazza dell’Istituto che, dolcemente accarezzata dal vento estivo di giugno, lasciava disperdere lo sguardo per gli elevati e slanciati grattacieli con ampie vetrate, e la strada sotto di lui,  un immenso mosaico con le auto che formavano delle minuscole tessere immerse nel caotico quadro newyorkese. Max si concesse qualche minuto in compagnia del suono della città, lasciando che le cuffie gli scivolassero giù dalla maglietta per ciondolare accompagnate dal vento; osservava incantato la calma e rassicurante frenesia di New York, quel rumore di clacson che si levava per l’aria tiepida e dava quella sensazione di familiarità e quotidianità che alle volte temeva di non ritrovare più una volta andato a dormire.

Perché il ricordo lo sommergeva con i suoi violenti flutti e davanti agli occhi aveva sempre il cieco timore di stare vivendo un sogno, di essere immerso in una bella e colorata bolla d’acqua che sarebbe potuta scoppiare da un momento all’altro. Scosse il capo come a voler togliere l’acqua dai capelli e si appoggiò al parapetto del terrazzo osservando con quelli che sembravano gli specchi esatti di scaglie di cielo.

Ad un tratto dei passi pesanti, anticipati da un ben noto mormorio rock si diffusero insieme ai clacson per l’aria, facendo spuntare un sereno sorriso sul viso di Max. “E’ tutto proprio come prima”

- Ehi Maxino che ne pensi di scrostarti dalla tua aria di poeta sognatore e venire giù prima che Emily parta senza di noi? –

Max si volse verso l’amico che dai capelli platinati e dall’imponente corporatura con l’aria di chi non ha ben capito cosa avrebbe dovuto fare e soprattutto perché.

- Non guardarmi così, lo sai che quell’isterica di Emily ci mette due secondi contati a preparare la trasferta. Secondo me se l’aspettava ed aveva già preparato tutto e… -

- Aspetta Rick non ho capito niente! Di che trasferta parli? – domandò Max.

Rick lo fissò con un cipiglio inarcato – Scusa ma non hai saputo la novità? Il campionato…L’hanno indetto in una conferenza stampa e sono arrivate già le lettere di comunicazione…Ma scusa quella che hai ricevuto non lo diceva? – domandò Rick leggendo lo stupore sul viso dell’amico, che improvvisamente dirottò il capo da tutt’altra parte cercando di non guardarlo in faccia. – Ehi Maxi che c’è? – chiese il colosso americano avvicinandosi con un sorrisino ironico stampato in faccia.

- Non mi dire che… -

- E’ arrivata Rick! Non riesco a crederci! – Max si volse verso l’amico con un sorrisone a trentadue denti ed allargando le braccia come se volesse abbracciarlo simbolicamente, o come se volesse prendere il volo, almeno secondo il modesto parere di Rick.

- Eh dove sarebbe? –

- Non c’è scritto, ho solo il nome del volo e l’ora – Max chinò il capo calando appena il tono della voce come se forse avrebbe preferito che l’ultima parte non venisse neppure udita. Tanto non avrebbe portato a nulla.

- Questa faccia afflitta che significa? – domandò Rick

- Che mi hai appena fatto crollare la terra sotto i piedi…Abbiamo il campionato del mondo da preparare – ammise Max con voce sottile. Strinse i pugni mentre avvertiva un fiume ribollente scorrergli nelle vene al posto del sangue; ad un passo dalla sua vittoria…Aveva passato un periodo anonimo e triste dopo il suo risveglio in ospedale, aveva sopportato il lento scorrere del tempo senza poter fare nulla, né per muovere la sua barca più velocemente, né per poter cambiare direzione, era semplicemente rimasto in balia della placida e monotona avaria del tempo…Fino a quando…

 

Aprì gli occhi e li richiuse non notando immediatamente una netta differenza, ma pian piano i suoi occhi azzurri riuscirono a distinguere delle forme scure attorno a lui e dei minuscoli puntini rossi e verdi che lampeggiavano. Lentamente avvertì l’oscurità diradarsi ed assumere sfumature sempre più nette, fino a che un debole raggio di luna non si andò a posare sul suo braccio e su quel qualcosa di bianco e morbido che lo sorreggeva; un ticchettio elettronico intermittente ed un tubicino collegato al suo braccio destro gli fecero capire di essere in un ospedale.

Max attese che i suoi occhi si fossero abituati al buio quando un rumore appena accennato lo sorprese insieme alla sensazione di una presenza accanto a sé. Si voltò quasi spaventato quando sgranando gli occhi si rese conto di conoscere quella testa blu china sul bordo dell’alto materasso e la mano lunga e sottile che teneva stretto il suo polso. Il ragazzo sorrise di cuore mentre continuava ad accarezzare con gli occhi la figura di Mariam seduta sulla sedia accanto al suo letto, profondamente addormentata e…Viva. Avrebbe voluto svegliarla, vedere i suoi splendidi occhi verdi, abbracciarla, ma non lo fece, sia per via del suo braccio che gli impediva qualsiasi movimento, sia perché senza neanche accorgersene seguì la ragazza in un mondo cosparso di sogni finalmente sereni.

Quando aprì gli occhi la luce del sole lo colpì in pieno e lo costrinse a girarsi di lato, ma una fitta alla spalla lo fece desistere.

- Ehi Max non girarti così bruscamente  - Max sentì il cuore mancargli un battito e non ebbe quasi la forza di girarsi verso il suo interlocutore.

- Rei? – C’erano anche Emily e Rick. – Ohi come stai moccioso…Dovevi proprio far preoccupare –

- Soprattutto lo scimmione qui presente…Non starlo a sentire Max, era preoccupato tanto quanto noi – lo smascherò Emily con una sola frase.

- Ma figuriamoci –

Max sorrise davanti a quella scena, ma inavvertitamente, dirottò lo sguardo verso la sedia vuota alla sua destra. – Se ne sono andati questa mattina presto – disse semplicemente Rei come se avesse compreso. Max chinò il capo sconsolato, avvicinando il braccio munito di flebo al suo gemello e sfiorandosi la porzione di pelle su cui la notte prima la mano ed i capelli di Mariam si erano posati. – Oh sì, la tua ragazza non si è mossa da lì per quattro giorni. Ti vegliava in silenzio senza muoversi – spiegò sbrigativamente Rick sempre con il suo tono superficiale ed ironico.

- E poi questa mattina all’alba, quando i medici hanno visto dai test d’impulso che ti saresti risvegliato presto, beh lei…Se ne è andata – finì Emily quasi sussurrando l’ultima frase.

Ma annuì sentendo le loro parole quasi ovattarsi, lasciarlo solo in balia di quel gorgo nero e profondo che si era nuovamente aperto sotto e sopra di lui…Se ne era andata…Di nuovo.

 

Ci aveva messo più tempo del previsto a rimettersi in forze, la sua spalla aveva riportato qualche frattura, ma alla fine era tornato a New York, se possibile più demotivato e abbattuto di prima; il ritorno alla quotidianità era stato piacevole, essere vivi, consapevoli di essere sfuggiti ad una Catastrofe lo rendeva orgoglioso di sé…Sapere di aver perso Mariam per l’ennesima volta lo faceva sentire un idiota e lo incupiva come una nuvola carica di pioggia. Rick gli aveva consigliato di lasciar perdere, Emily di buttarsi sul beyblade, Rei di cercarla…Peccato che quella ricerca si fosse dimostrata quantomeno disperata. Voleva trovarla, lo voleva con ogni fibra del suo essere, ma sembrava non essere mai sufficiente…

 

- Max, c’è qualcuno che vuole parlarti – la voce di Emily risuonò per qualche istante da dietro la porta della sua stanza. Non voleva neanche alzarsi, era troppo concentrato ad osservare e consultare atlanti e internet alla ricerca di una qualsiasi informazione ancora non verificata circa la collocazione di quello stramaledetto villaggio.

- Max, è importante – il ragazzo sbuffò coprendo tutto il materiale e andando ad aprire quasi trascinandosi.

- Dimmi Emi… - sgranò gli occhi quando dei piccoli occhi verdi e severi gli si pararono davanti.

- Ciao Max –

- Dunga?! Che cosa? Come…? –

- Come ti ho trovato? Beh non è un mistero sapere dove vivi Cavaliere e sul cosa sono venuto a fare? Beh penso che tu sia abbastanza intelligente…Amico puoi aspettare che ti cadano tutti i capelli prima che tu riesca a cavarci qualcosa sul nostro villaggio a furia di consultare inutili pezzi di carta – Dunga lo squadrò ironico bellamente accomodato sulla sua sedia, mentre l’americano non si era minimamente scrostato dalla parete.

- Vi ho cercati d’ovunque! Si può sapere dove diavolo vi rintanate? – sputò Max con il viso che iniziava a tingersi di rosso per aver alzato troppo la voce.

- Se fossimo così facilmente reperibili che villaggio segreto sarebbe? – rispose Dunga senza scomporsi – Cavaliere…Dobbiamo parlare –

Max rimase in piedi con una strana sensazione all’altezza del petto – E’ successo qualcosa a Mariam? –

- E’ una testarda, lei non sa che sono venuto qui e mi ammazzerebbe se lo sapesse, ma a dispetto di quanto sembra da fuori, io le voglio bene, è come una sorella per me e voglio che sia felice –

Max ricambiò lo sguardo serio e concentrato del colosso biondo deciso a fargli capire che lui non aspettava altro, che avrebbe trovato Mariam anche in capo al mondo; già una volta l’aveva persa per colpa di un Demone ed ora Max era fermamente intenzionato a chiederle scusa. – Avrai presto mie notizie Max –

 

E le aveva avute; una lettera, un misero pezzo di carta sbiadita, poche parole scritte, il numero di un volo con data e orario che però non avrebbe potuto rispettare…Strinse il pugno attorno a Draciel sotto gli occhi seri di Rick.

- Non capisco dove sia il problema – disse d’un tratto.

Max chinò il capo afflitto. Aveva ragione lui.

- Beh Max mentre tu rimugini e fai l’idiota io vado che ho una valigia da preparare –

- Dove dobbiamo andare? Che posto hanno scelto? – domandò Max giusto per tirar fuori qualche parola.

- Noi andiamo in Kansas…Ah Max portami qualcosa chiaro?! –

Max alzò gli occhi verso l’imponente statura dell’amico che lo guardò con sguardo fisso e per una volta serio – Ascoltami moccioso…Certe opportunità non tornano. Quando giochiamo spesso in tutta una partita abbiamo un solo momento per sferrare il nostro attacco vincente, quello che può salvare le sorti di tutto, come si è trovata a dover fare Hilary. Se non sfrutti ora quest’opportunità potresti rimpiangerla a lungo – sembrava lo stesse quasi rimproverando, ma c’era dell’altro dietro le sue parole, quello strano ed inusuale modo che aveva Rick di manifestare la propria amicizia. – E l’allenamento? –

- E chi ti ha visto? – Max sorrise ricambiando l’espressione di Rick precipitandosi verso la rampa di scale che lo avrebbero portato verso la sua stanza. - Grazie Rick! – urlò quando fu oramai inghiottito dalle scale.

- Di nulla – sussurrò il colosso americano con un sincero sorriso sul viso mentre le note di “Home” si disperdevano nell’aria.

 

“Sto arrivando Mariam”

 

 

The future's open wide beyond believing
To know why hope dies
And losing what was found, a world so hollow
Suspended in a compromise
But the silence of this sound is soon to follow
Somehow sundown”

 

Fece ancora un giro su se stessa, lasciando che i veli colorati che le rivestivano il corpo, disegnassero in aria luminosi e colorati arabeschi, mentre Thunder Pegasus vorticava a ritmo della musica seguendola come un’immagine riflessa. Julia da dietro i veli colorati del suo costume osservava con occhi lucenti i volti estasiati ed incantati dei bambini che la guardavano a bocca aperta. Era una bella sensazione, beveva dai loro sorrisi, dalle loro espressioni ridenti e felici, sentendo Thunder Pegasus vorticare ancor più velocemente spinto dalle sue percezioni. Era tutta carica, emozione, sentimento a guidare i passi di danzatrice e beyblade, e quella meravigliosa sensazione irrompeva nelle sue vene e nei suoi muscoli facendole compiere un altro giro, e poi un altro ancora, sempre più energica senza fermarsi mai, lei che mai e poi ma si era fermata e mai si sarebbe fermata.

Con un salto all’indietro fece volare il nastro arancione ed il bastone per poi riafferrarli con una presa rapida e salda incrociando nuovamente le acclamazioni del suo piccolo pubblico che esultava per lei ma insieme a loro la sfiorarono il calore di due perle color ghiaccio che per una volta non entrarono in contrasto con il suo fuoco.

Con un rapido e sinuoso movimento si accinse a concludere la sua coreografia sempre seguita dal suo fedele bey e compiendo numerosi giri accerchiata dal nastro come se fosse stata una trottola, per poi fermarsi nel medesimo istante di Thunder Pegasus, che tornò fedele nella sua mano.

La ragazza ansimò appena volgendo un vistoso inchino verso i piccoli spettatori che la applaudirono con vigore. Li osservò beandosi delle loro voci, quando una ventata di aria gelida, che fino a poco prima non l’aveva sfiorata le fece ricordare che forse era meglio mettersi qualcosa addosso.

Fece un nuovo inchino mentre una piccola bambina bionda con i codini le porse una giacca per coprirsi che Julia accettò con un sorriso. Un altro bambino biondo le portò un mazzo di fiori intrecciati con un nastro arancione e dicendole qualcosa che lei non capì ma che immaginò fosse un complimento o qualcosa del genere.

- Ti ha chiesto se puoi rifare il numero –

Si girò verso il suo interlocutore squadrando la figura alta e slanciata che la osservava con le braccia incrociate, le sopracciglia leggermente inarcate, due sottili ciocche vermiglie che gli delimitavano i bordi regolari e decisi del viso e due occhi azzurri come il ghiaccio…Un ghiaccio meravigliosamente caldo.

- Si può fare…Ma solo per i piccoli, i grandi non sono invitati – rispose la spagnola scompigliando la testa della bambina che teneramente sfiorava i ciondoli colorati dei bracciali che portava ai polsi, che le erano serviti per la coreografia.

La figura davanti a lei la osservò a con velata attenzione prima che i piccoli si disperdessero richiamati dalla voce perentoria di Sergay e li lasciassero soli, in un pezzo di mondo, di cielo e terra che era loro, loro e dei loro ricordi. Le tese la mano attirandola rapidamente fra le braccia ed avvolgendola da dietro mentre davanti a loro il sole si buttava oltre i ghiacci delle alte montagne russe colorando d’oro le rigide spigolature delle montagne, rendendole lastre evanescenti con scaglie d’oro rosso e tingendo le loro menti con quella scena dannatamente già vissuta e meravigliosamente ricordata…

 

L’energia che fluiva via dal suo corpo portandosi via pezzi della sua forza vitale e rendendogli sempre più difficile mantenere il contatto con il braccio del suo Cavaliere. Doveva resistere, non poteva cedere, non lui, non il grande Ivanov, non ora che poteva porre fine a tutto quel dolore e mandare all’Inferno la Causa che aveva portato la morte di sua sorella.

Cercò di mantenere il contatto oltre le sue possibilità, fino a che non avvertì il corpo incredibilmente leggero accasciarsi verso il basso come un fantoccio di carta; perse Takao ma probabilmente non si rese neanche conto di aver sbattuto il viso contro il suolo fangoso, perse conoscenza dopodiché fu buio.

- Si è ripreso con una velocità impressionante rispetto ai suoi compagni – storse le labbra a quelle parole, come se le trovasse acide, amare, pesanti sullo stomaco, ma intanto il continuo ed inesorabile passare dei giorni non facevano altro che lasciare dentro di lui un sempre più gravoso peso, ed una sensazione di orrore crescente. Si era ripreso, l’unico fino a quel momento, avrebbe dovuto essere felice, o quantomeno soddisfatto…Eppure si faceva schifo, non sopportava il suo riflesso e passava le ore a camminare per i corridoi inamidati dell’ospedale come il fantasma di se stesso, osservando i suoi compagni apparentemente addormentati, prede in realtà di quello stadio d’ombra dal quale non era certo che si sarebbero risvegliati. E lui li osservava, in silenzio, quasi senza un controllo diretto dei suoi gesti, si muoveva semplicemente andando da una camera all’altra sperando di intravvedere un viso muoversi, e rendendosi sempre più conto della realtà nuda e cruda: era preoccupato per loro, talmente preoccupato che non trovava neanche lo spazio per essere felice della sua guarigione, anzi tutto ciò non faceva altro che farlo imbestialire ancora di più; qualcuno là in alto doveva veramente avercela a morte con lui per lasciarlo in quella situazione…Un vivo che era più morto dei morti.

E ora si sentiva solo; la cosa non lo aveva mai veramente impensierito, la solitudine non era mai stata una compagna spiacevole, anzi lui si era sempre murato dietro la soddisfazione di essere immune alla necessità di aver bisogno di qualcuno. Lui era orgoglioso della propria resistenza, del proprio essere e mai l’aveva minimamente sfiorato l’idea che avrebbe potuto soffrire per solitudine…Eppure ora si sentiva ingannato, tradito da quella luce che aveva intravisto per un breve istante e che gli era stata portata via.

Luce che lo osservava deridendolo ogni volta che posava gli occhi sul viso di Julia, a cui più di ogni altro aveva rivolto le sue attenzioni e quasi le sue preghiere. Lui che non pregava mai.

 

Non era mai sceso nell’obitorio dopo la guerra e solo una settimana dopo ebbe il coraggio di farlo. L’aria era fredda già in prossimità della rampa di scale, e mentre metteva un piede innanzi all’altro Yuri si rendeva conto che forse non avrebbe avuto la forza di scendere oltre, ma poi stendeva la gamba ancora una volta.

Il silenzio urlava dentro ed attorno a lui, infastidendolo e rendendogli sempre più ostica la discesa, ma sarebbe arrivato fino in fondo, almeno questo lo doveva.

Arrivò in fondo alla scalinata con il fiato sospeso e senza aggrapparsi alla sbarra laterale, quasi temesse di sfiorare con la pelle quel gelido metallo su cui respirava l’aria di Morte.

Doveva affrontare quella sua paura, doveva vincerla, doveva superare quel senso di disprezzo non tanto verso la morte, quanto più verso se stesso; era quella l’ineluttabile verità: si odiava, aveva permesso che sua sorella gli morisse davanti agli occhi e non l’aveva impedito, aveva visto Crystal allontanarsi da loro ed intraprendere un cammino tortuoso e infido e non l’aveva fermata…Era ora lei era oltre quella porta mentre lui era vivo e perfettamente in piedi.

Strinse le labbra fino a farle sanguinare abbassando la gelida maniglia e varcando la soglia di quella stanza fronteggiando inutilmente le ombre ed il gelo della sua colpa che lo assalirono con un muto attacco, un unico fendente sferrato da una creatura dal volto bianco, quasi tendente al violetto con ciocche di capelli vermigli sparsi ad aura su un lettino metallico, gelido e trasparente come le lacrime che caddero sulle sue labbra secche non più baciate dal respiro.

 

- A che pensi Yuri? –

Lui si scostò appena dall’immagine di quel tramonto cremisi rivolgendosi a Julia che ancora poggiava la schiena sul suo petto godendosi il tepore di quell’abbraccio insieme alla vista di quel meraviglioso tramonto.

Yuri la strinse più energicamente a sé, come ad accertarsi che fosse veramente lì accanto a lui, continuando ad osservare come rapito quel sole che si tuffava oltre le montagne dorate della sua terra, ripercorrendo quel film da dove l’aveva interrotto…

 

Corse fino a che non arrivò in prossimità della porta, senza pensare di essere in un ospedale, senza preoccuparsi delle occhiate di rimprovero dei medici e degli infermieri, semplicemente corse, colpendo inavvertitamente nella foga Kate che camminava nella direzione opposta alla sua brandendo un paio di cuffie per le orecchie un filo che andava a nascondersi nella tasca di quei pantaloni troppo grandi per lei.

La superò senza degnarsi di rivolgerle un cenno, arrestandosi di colpo quando la vide muoversi sulla porta sorretta da Rei e Raul.

Per un millesimo di secondo si disse che giusto per quell’occasione avrebbe preferito che gli altri avessero continuato a dormire.

- Ciao Yuri, direi che sei in forma smagliante – disse Rei alludendo alla sua corsa frenetica.

Raul gli rivolse uno sguardo infastidito stringendo la presa sul fianco della sorella che gli scoccò un’occhiataccia. – Non perforarmi il fianco, grazie –

Yuri si sentì come se qualcuno gli avesse preso quel masso che aveva portato fino a quel momento e l’avesse scaraventato via con forza, lasciandolo libero di respirare normalmente.

Lei si volse verso di lui con un sorriso appena accennato, mostrando un’espressione che però tradiva una felicità incredibile, ed una voglia di esplodere in tutta la sua irradiante energia. Pallida, con qualche graffio, ma con due occhi ridenti e svegli come quelli che aveva scoperto di adorare, di amare probabilmente, in ogni caso, occhi che gli faceva bene avere su di sé.

E lei lo continuava a sondare, quasi lo studiasse, quasi cercasse di leggergli nella mente come già tante volte era riuscita a fare, quasi si aspettasse di essere in grado di prevedere le sue mosse…Dimenticando per un solo fatale istante chi avesse davanti.

Un abile giocatore sa quando è il momento di attaccare, sa che l’importante per assicurarsi la vittoria è essere imprevedibile, mai valutabile o analizzabile all’avversario, e lui su questo era il migliore.

Si avvicinò a loro senza staccare gli occhi dalla ragazza e senza preoccuparsi dell’espressione vagamente intimorita di Raul che lo scrutava con sospetto. – Non disturbatevi – con un rapido movimento prese il busto della spagnola circondandolo con il braccio e sorreggendola non appena cedette per la mancanza di sostegno. Julia sgranò gli occhi sorpresa e lasciando librare un meraviglioso sorriso sul volto che poi si tramutò una risata, limpida e cristallina come la luce che per la prima volta inondò gli occhi vitrei del russo.

 

Ricordava ancora come si era appesa al suo collo e di come si era trascinata a fatica insieme a lui all’ultimo piano dell’ospedale per osservare un tramonto molto simile a quello che ora stavano guardando insieme. Da allora era passato un anno, un periodo di tempo in cui non avevano smesso di rincorrersi, di affrontarsi, di scoprirsi pagina per pagina, consapevoli di non aver letto rispettivamente ancora l’ultima pagina.

Un colpetto al petto seguito da un bacio alla base del collo lo risvegliò dalle sue riflessioni, facendogli volgere l’attenzione su un altro film, di gran lunga più vivido e presente. La baciò chinandosi su di lei ed intrappolando le sue labbra in una morsa pericolosa, tentatrice, famelica come l’indole del lupo della Steppa, irruente come quella del Cavallo del tuono, ricercando senza fiato il suo respiro, rendendolo proprio e soffocando una lieve risata sulla sua bocca..Mentre dietro di loro gli ultimi raggi dell’aura si lanciavano dietro le montagne, lasciando la pagina alla Notte, affinché potesse continuare a seguire lei la loro storia…Perché il passato era passato, non lo si poteva cancellare, ma lo si poteva superare, voltando pagina e ricominciando a scrivere…

 

                                                                              “For so long, I’ve tried to shield you from the world
You couldn’t face the freedom on your own
Here I am
Left in silence

I’ve been so lost since you’ve gone
Why not me before you?
Why did fate deceive me?”


- Ci sono prima io! –

- Non penso proprio! –

- Ehi guarda che tocca prima a me! –

No, questo era troppo anche per lui.

- Boris dare una mano ti costerebbe tanta fatica? – lo squadrò Ivan di sbieco mentre il ragazzo continuava imperterrito a fare i suoi esercizi. Calma, doveva mantenere la calma o per lui non ci sarebbe stato un ultimo campionato mondiale. – Sto per fare una strage di mocciosi – sibilò quando l’ennesimo urlo lanciato dai piccoli animati blaider gli fece perdere il controllo con Falborg che fece un bel volo nell’acqua ai lati del suo campo da gioco.

Sbuffò adirato piegandosi per l’ennesima volta a raccogliere il suo bey fradicio e preparandosi a rilanciare…Tanto l’avrebbero distratto sicuramente.

Normale amministrazione la definiva Ivan, piacevole routine secondo Sergay, una nuova pagina secondo Yuri…Un Inferno per lui. Non perché avesse qualcosa contro la nuova gestione del monastero Vorkof, oramai di esclusiva amministrazione della Neoborg e di proprietà della famiglia Hiwatari, solo che non era mai stato tagliato per avere un diretto contatto con i bambini, per quanto tutti lì dentro lo trovassero un mito e cercassero di imitarlo.

Boris si preparò a lanciare gettando prima uno sguardo ai suoi piccoli pargoli che ancora stavano accanitamente discutendo per decidere chi dovesse combattere per primo con i nuovi modelli di bey approntati dai loro esperti. “Che danno…La prossima volta a loro diamo trottole di legno” pensò accingendosi a tirare, seguendo con attenzione il timer che gli indicava i tempi.

- Tre – perché il nuovo campionato sarebbe iniziato a breve e doveva essere in forma.

- Due – perché dovevano soffiare il titolo ai BBA G-Revolution

I passi si moltiplicavano, si facevano più vicini, ma lui li ignorava, c’erano lui ed il suo obiettivo.

- Uno – perché ora aveva veramente tutto, il campionato sarebbe stato il suo palcoscenico…

- Boris aspetta vogliamo vedere anche noi! –

Una spinta alla sua gamba lo fece sbilanciare ed il lancio deviò completamente la sua traiettoria andando a cozzare violentemente contro la parete infrangibile a qualche metro di distanza.

Boris sbatté il gomito contro il pilastro più vicino non sapendo se mettersi a ridere o appendere i mostri al soffitto secondo la vecchia usanza di Vorkof.

- Boris…Ed erano solo dei bambini; non vorrei vedere che cosa faresti se avessi una diversa distrazione – la voce che lo derise sopraggiunse dal corridoio davanti a loro, venendo illuminata a fasce dalla luce artificiale della palestra e dagli argentati raggi lunari che s’intrecciavano fra loro disegnando eleganti riflessi sul corpo meravigliosamente formato della donna in avvicinamento. Boris sorrise con un ghigno lanciandole uno sguardo d’intesa che lei colse al volo.

- Su ragazzi, di là è pronto, andate a mangiare – ordinò la donna con fare autoritario ma con una sottile nota di dolcezza che usava solo per rivolgersi a qui pidocchi.

- Grazie Crystal! – se Boris avesse saputo prima cosa li avrebbe allontanati dalla palestra avrebbe ordinato cibo giapponese per tutti.

- Tu non mangi? – chiese il russo una volta che la palestra si fu svuotata e dopo che Boris ebbe annuito in direzione di Sergay che aveva accuratamente accostato le porte, lasciandoli soli.

Lei si strinse nelle spalle rimanendo ancorata al suo posto, illuminata dai raggi della luna e specchiandosi sul lucido pavimento della stanza, che rivelava una ragazza dai rigidi lineamenti e capelli rossi vagamente mossi. Nessuno sapeva cosa fosse successo a Crystal, se ricordasse qualcosa dei momenti immediatamente precedenti al suo risveglio, ma lei in ogni caso pareva non volerli menzionare, diceva di non ricordare, ma nonostante fosse sempre stata una brava mentitrice, Boris non ci aveva mai creduto, ma non l’avrebbe  forzata a dirgli qualcosa per cui non era pronta.

Ciò che sapeva era che ora Crystal era lì, viva, bella e soprattutto felice. Ancora quando l’osservava temeva che potesse svanirgli davanti agli occhi come una nuvola di vapore in una giornata d’inverno e quando si addormentava gli apparivano davanti al viso gli occhi spenti della ragazza che amava, i suoi capelli bruciacchiati e spezzati, il labbro tumefatto ed il volto ridotto ad una maschera di sangue e dolore che chiedeva solo di non lasciarla andare…Si svegliava di soprassalto e correva fino alla camera di Crystal controllando che fosse lì e che respirasse, poi tornava indietro cercando di sfuggire ai ricordi di quel dolore che non accennava a scomparire, nonostante fosse stato abbondantemente ricoperto da nuovi ed emozionanti ricordi…

 

Accarezzò il suo viso ancora una volta, immergendo le dita in quei crini sottili, desiderando che gli rimanessero sempre fra le mani, e scrutando con dolore quelle palpebre d’avorio fragili come argilla. Non riusciva a staccarsi, sapeva che non doveva rimanere lì, il freddo di quella stanza era incredibile e nelle sue condizioni avrebbe dovuto stare a riposo, ma non ce la faceva…Non poteva allontanarsi da quel letto.

Prese una mano gelida fra le dita e la chiuse tra le sue in modo da scaldarla fino a quando non avvertì il freddo contatto diramarsi in lui scorrendogli lungo la spina dorsale e raggelandogli tutto il corpo.

Era ingiusto, se lo ripeteva senza sosta, senza smettere di guardarla consapevole quanto fosse inutile, ma che venisse pure qualcuno a dirgli che era un idiota a fissare un cadavere…L’avrebbe preso a pugni riducendolo in uno stato ben peggiore di Crystal. Perché nessuno poteva giudicare il suo dolore, nessuno poteva permettersi di dire una parola su tutto quello che le era successo…Nessuno, perché se erano lì lo dovevano solo a lei.

Yuri si rialzava a fatica cercando di trovare in Julia un punto di forza, Rei, Max, Takao e tutti gli altri si erano ripresi e presto avrebbero ricominciato…Mentre loro no. Lui non sapeva se ci sarebbe riuscito, e francamente non gli interessava, voleva fare le cose a modo suo, nessuno doveva dirgli cosa fare, nessuno poteva capire cosa stava provando in quel momento…Nessuno.

Le mancava, si detestava per averle permesso di fare di testa sua…L’aveva consegnata lui ai Demoni su un piatto d’argento; avrebbe dovuto proibirle di andarsene quella sera…Avrebbe dovuto fare tante cose che non aveva fatto e dire tante cose che non aveva detto.

- Maledetta testarda – ma lei aveva voluto rischiare, aveva messo il suo senso dell’onore, il suo amor proprio davanti a tutto…Ed era morta per salvare loro. Ironia della sorte, come lui fosse stato salvato proprio dalla ragazza che in realtà avrebbe protetto a costo della sua vita…C’era una sorta di gioco sadico dietro e Boris non poteva che vedere come quell’orrenda pianta si fosse aperta sotto i suoi occhi, lasciando che tutti i pedoni cadessero uno dietro l’altro portandosi dietro anche la sua regina.

- Sei una stupida…Non avrei dovuto farti fare di testa tua –

- Ti avrebbe odiato se glielo avessi impedito –

Si voltò con un moto di rabbia improvviso incrociando lo sguardo raggelante ed apatico della figura appoggiata alla parete che lo osservava senza una minima inclinazione nell’espressione.

- Da quanto sei qui? – chiese tagliente facendo ben presente che la sua presenza non era gradita.

- Abbastanza per vedere quanto può essere facile demolire le difese di una persona –

- Bene, ora che hai constatato questo te ne puoi anche andare – sibilò lui.

La figura non parve scomporsi, tanto che non si allontanò, anzi si portò davanti a Boris squadrandolo con i suoi occhi azzurri dannatamente familiari.

- Che ci fai ancora qui Hiwatari? – oramai non era più un mistero e non riusciva quasi a credere che avrebbe  potuto dare quel cognome ad una donna. Aveva tutto della famiglia di Kai, stessa espressione, stesso sguardo, ma anche la stessa sfacciataggine… - Nel caso non avessi ancora acquisito la percezione emotiva te lo ripeto…Vattene o..- lei lo prese per le spalle avvicinando il viso ad una distanza millimetrica dal suo e perforandolo con quei dannati stiletti azzurri. – Piangi, disperati, ucciditi se ti farà sentire meglio…Se lei fosse qui pensi che sarebbe fiera di te? –

- Frasi fatte tesoro, comprane una nuova –

- Non sono frasi fatte, sono fatti veri. Sono sensazioni devastanti, ti corrodono da dentro, non riesci a respirare, non riesci a capire come mai l’aria invece di darti la vita te la tolga –

- Non accetto morali da una che non vive da neanche una settimana! – non riuscì a controllare la rabbia, la furia cieca ed il dolore che gridava una vana vendetta verso ignoti; si scagliò sulla ragazza tentando di scrollarsela ma lei con un’abile mossa lo ancorò alla parete sferrandogli un pugno in pieno viso e prendendosi a sua volta un colpo sul collo. – Non provarci Huzenstov…Non credere di essere il solo ad aver visto la sofferenza…Piangerti addosso, scagliarti come una belva non ti ridarà nulla…Ma tu a differenza di altri hai una possibilità impagabile. Hai Hilary che può riportarla indietro…- chinò il capo come se facesse fatica a parlare e Boris rimase quasi colpito da quella reazione.

- Devi fidarti di lei –

- Tu ti fidi? Non ci conosci neanche –

Lei alzò lo sguardo verso il suo scontrandosi con un dolore che evidentemente doveva trovare molto simile al suo, tanto che Boris per un piccolo istante riuscì quasi ad avvertire una sorta di somiglianza fra loro.

- Se mi fermo a piangermi addosso non lo saprò mai -

 

Per una volta dalla bocca di un Hiwatari era uscita una frase sensata.

Quando l’aveva vista sulla soglia del Monastero, con i vestiti logori, il viso sporco e bagnato dalla pioggia invernale di gennaio, aveva creduto di vedere un fantasma, ma rischiando quasi un infarto l’aveva guardata come se si aspettasse che svanisse da un momento all’altro. Tuttavia quando lei gli sfiorò il braccio quasi con le lacrime agli occhi, solo allora si risvegliò dall’iniziale incredulità e l’abbracciò con forza, stringendola a sé come per riassorbire il suo profumo, come per tornare ad avere familiarità con la sua pelle fredda e liscia color avorio e quando l’avvertì ricambiare seppur timidamente il contatto si sentì scoppiare dalla felicità e dall’euforia. I suoi occhi si erano riempiti di lacrime sorridenti, di un’emozione che in un lampo cancellò tutto il dolore e la morte che per mesi aveva covato nel cuore e gli permisero nuovamente di tornare a spalancare le ali e volare in alto, questa volta non da solo.

- Pensi troppo Boris –

Alzò lo sguardo accorgendosi di aver divagato troppo solo quando la vide a pochi centimetri da lui con ancora Seraphion tra le dita. Si volse verso di lei ancora ringraziando il cielo per averla lì.

- Sai che non mi piace essere osservata – gli fece notare lei.

- Esci dal mio campo visivo allora – lui si fece più vicino.

- Questa è originale te lo concedo – scherzò lei alzando i palmi sui suoi occhi e chiudendogli le palpebre oscurandogli la vista, ma irradiandogli le membra quando due fredde labbra si poggiarono sulle sue con un’iniziale dolcezza, che crebbe rapidamente in una lotta per assorbire uno il respiro dell’altra; la strinse a sé con una naturalezza che oramai era loro, che aveva faticato per trovare e che non avrebbe perso per nulla al mondo…Erano andati oltre il passato, oltre la gelosia, oltre il dovere e la morte, sorvolando difficoltà e lacrime con ali sempre più forti, sempre più motivate e decise ad arrivare fino in fondo…Non l’avevano raggiunto ancora, non l’avrebbero mai raggiunto, ma avrebbero continuato a volare: un Falco sotto un Cielo di Stelle.

 

“And at the end of the day remember the days
When we were close to the end
And wonder how we made it through the night
At the end of the day
Remember the way
We stayed so close to the end
We'll remember it was me and you”


- Povero piccolo, sorpreso di rivedermi? –

Serrò violentemente i pugni conficcandosi le unghie nei palmi ed ignorando il dolore mentre un’ansia crescente prendeva possesso del suo corpo e gli faceva contorcere i muscoli dal terrore e ricoprire la pelle di un viscido sudore gelido.

- Tu dovresti… -

- Povero piccolo Takao, guardati temi la mia ombra come i bambini temono l’uomo nero. Sei patetico –

Ancora la sua voce, ancora i suoi occhi rossi come il sangue, ancora quel dolore…Ancora Lei.

- Tu sei…-

- Morta? Già come se bastasse questo a pulirti dalle tue colpe amore mio…Guardati attorno. Ti hanno lasciato tutti. Tu hai tradito loro e ora ti hanno abbandonato. Tutta quella grande amicizia che credevi vi legasse in realtà non è altro che un tuo castello di carte –

- Non è…Menti – tremava ed il freddo gli bloccava il respiro impedendogli di respirare. Doveva fare qualcosa, ma non riusciva a sottrarsi anche questa volta a quegli occhi.

- Vattene via… -

- Cosa fai piangi Takao? –

La odiava, non la voleva più stare a sentire, ma non riusciva ad uscire da quel tunnel, scappava e lei era sempre davanti, dietro, dentro di lui e lo tallonava senza lasciargli tregua solo con occhi e voce.

- Vattene! –

- Takao –

- Lasciami stare! – agitò le braccia davanti al viso per allontanare quel volto da sé, per colpirla, per liberarsi dalla sua presa, per sottrarsi a quella forza che ora l’aveva immobilizzato.

- Cavaliere…Takao! – si sentì sollevare verso l’alto e scuotere con energia ed improvvisamente la voce cessò, gli occhi cremisi di Samantha svanirono, lasciando solo una scia di paura e sudore, mentre davanti a lui apparvero i visi di Daichi e Kate, il primo preoccupato e spaventato, la seconda seria e concentrata.

Takao sbatté le palpebre rendendosi conto di aver appena avuto un incubo, l’ennesimo.

- Sto bene, scusate – si scusò imbarazzato massaggiandosi la nuca con la mano che Kate gli aveva appena lasciato libera, mentre non la smetteva di analizzarlo, come a voler ricercare dentro di lui la risposta alle domande che le imperversavano nella mente.

- Sto bene davvero Daichi – aggiunse notando l’espressione dubbiosa dell’amico, che seppur titubante annuì e tornò ad immergersi nel suo futon riaddormentandosi di getto.

Takao si prese la testa fra le mani cercando di isolare i suoi estranei dalla mente, ma non appena chiuse gli occhi, la paura di tornare nuovamente a fare i conti con il suo passato lo terrorizzò profondamente.

Alzò lo sguardo verso la russa quando si accorse della sua presenza ancora fissa su di lui.

- Kate, sto meglio…Torna a dormire – la rassicurò lui stendendosi e cercando di riaddormentarsi dandole le spalle, come a proteggersi dal suo studio. – Non puoi dimenticare il passato, ma puoi liberarti dalle sue catene portando con te la loro chiave –

La sentì alzarsi e tornare al suo posto senza più aggiungere altro, lasciando a lui l’onere di trovare quella chiave e con essa l’arma per sconfiggere le sue Ombre.

 

Il giorno successivo alla vista della convocazione personale di Daitenji nel suo studio Takao avvertì come un brivido lungo la schiena, ma essendoci anche Daichi non volle apparire troppo inquieto. Imbracciarono le biciclette e in pochi minuti arrivarono nello studio restaurato di recente delle BBA, e salirono all’ultimo piano, nella stanza del presidente che li fece entrare immediatamente.

- Oh cari ragazzi, finalmente siete arrivati – li salutò cordialmente il vecchio, mentre nella poltroncina accanto alle due lasciate libere, una Kate indifferente li osservava senza mostrare né disappunto né felicità.

- Ciao Kate, come mai qui? – domandò Takao-

Lei si strinse nelle spalle senza rispondere.

- E’ qui per la convalida dei suoi documenti. Kai da Mosca è stato bravo, ha risolto tutti i problemi legati al suo riconoscimento. Sono finalmente lieto di presentarvi non più Kate Sumeragi, la cugina lontana di Daichi, ma Kate Hiwatari – la presentazione enfatica e carica di solennità del presidente lasciò interdetti i due ragazzi, che comunque si voltarono verso la bruna che pareva ancora inconsapevole dell’importanza della novità.

- Non sei contenta? – domandò Daichi

- Non ne vedo il motivo –

- Beh…Ora hai il tuo vero cognome! – esultò il ragazzino cercando di farle capire cosa significasse.

- Emozionante…Oltre che per un aspetto prettamente giuridico, a cosa serve? – chiese Kate rigida. Takao sbuffò vagamente divertito; gli risultava ancora difficile credere che Kate dovesse ricominciare tutto da capo, dal crearsi un’identità, al capire il mondo, al comprendere le persone e le loro emozioni. Sembrava veramente una creatura apatica, scolpita nel ghiaccio in una caverna, ma non perché fosse ottusa o granitica, ma semplicemente perché le mancava il contatto umano con il mondo e tutto ciò che possedeva era dato dai pochi ricordi dei suoi primi mesi di vita e quelli legati all’Oblio nel Limbo.

Ora da quasi otto mesi la ragazza si era trasferita a Tokyo dove alloggiava in uno degli appartamenti messi a disposizione dalla BBA per i suoi blaider in trasferta, anche se capitava spesso che Nonno Jay la costringesse a rimanere da loro insieme agli altri.

Era maledettamente un Hiwatari e di questo Takao se ne rese conto fin dal primo momento in cui decise di non seguire il fratello a Mosca mesi addietro; disse che aveva bisogno di conoscere, di assaporare la vita, prima di tornare in Russia, lì dove tutto era iniziato e dove certamente avrebbe corso il rischio di doversi trovare faccia a faccia con Hito, il quale l’aveva venduta per un Bit-Power…Inoltre Takao pensava che lo facesse un po’ anche per Hilary…Il suo ricordo bruciava come un marchio ardente sui cuori di tutti…Il suo in modo particolare.

Non era stato facile per lei iniziare a vivere, rapportarsi con la gente, persino accettare il ringraziamento di una vecchietta quando la si aiutava a portare il cestino della spesa era qualcosa di insolito per lei, e Takao si era reso conto di quanto tentasse di adattarsi a quel mondo così nuovo per lei e di come ci provasse nonostante le difficoltà, a vivere libera dal suo passato.

Un po’ come lui.

Già peccato che lei aveva visto il vero Inferno e si stava rialzando, lui invece non riusciva a dimenticare qualcosa di molto più piccolo ed insignificante se messo in paragone…

 

Lanciò la pietra perfettamente levigata e piatta sull’acqua facendole compiere lunghi salti sul pelo dell’acqua tinto d’arancione e seminato con piccole scaglie d’oro che ne facevano risaltare le sfavillanti increspature. Il rumore di un treno sulla rotaia sopra di lei coprì appena il suono delle note che partivano dal suo lettore musicale custodito nella tasca. Le piaceva la musica, le piaceva camminare osservando tutto ciò che le si presentava davanti, ed al contempo guardare in un mondo a parte, nascosto fra le pieghe sottili delle note, mimetizzato tra gli intrecci delle parole con il ritmo, ora lento, ora movimentato.

Inoltre sembrava quasi che per uno strano gioco del Caso, le musiche seguissero il filo dei suoi pensieri, sembravano quasi modellarsi per dare forma ai suoi stati d’animo, cantando insieme a lei il tormento, la paura, l’inadeguatezza ma anche la gioia, la sorpresa ed il coraggio.

Trasse un respiro profondo prendendo Dike dalla tasca e rigirandoselo attentamente fra le dita. – Ce l’abbiamo fatta…Siamo fuori. Non so se riuscirò mai ad abituarmi a tutto questo…Non riesco sempre a comprendere come funzionino le persone –

Si erano mostrati tutti gentili con lei, le avevano mostrato rispetto e non aveva avuto particolari fastidi, il signor Kinomiya sembrava quasi trattarla come una di “famiglia” e persino il presidente Daitenji le aveva offerto senza alcuna pretesa un alloggio…Perché dovevano tutti essere così?

Sentiva come se dovesse anche lei dimostrare loro qualcosa, ma non riusciva a capire cosa, non sapeva esternare ciò che provava e per questo si sentiva in difetto, confusa in un universo forse troppo in avanti per lei.

- Sono rimasta troppo indietro Dike? – Aveva promesso a Jean che si sarebbe liberata del loro ricordo, ma era difficile…Maledettamente difficile.

- Forse direi giusto un po’ –

Si volse di scatto indispettita per il semplice fatto che qualcuno l’avesse spiata e fortemente irritata quando riconobbe l’intruso. – Kinomiya – sibilò

- Ah ma è una mania, Hiwatari. Tale fratello tale sorella! – sbottò Takao scherzando sedendosi sul prato accanto a lei.

Lei lo scrutò di sottecchi nascosta appositamente dai lunghi capelli castani che le scendevano ribelli ai lati del viso e per una ciocca anche sull’occhio destro.

Era incredibile quel ragazzo. Solo la sera prima l’aveva visto contorcersi in preda agli incubi, legati probabilmente al suo recente trascorso, e ora invece sembrava in vena di scherzare. Eppure Kate sapeva che cercava in tutti i modi di celare la sua preoccupazione e quella paura che lo teneva ancorato al ricordo di Samantha e Hilary…Ma allora perché cercare di dissimulare il disagio? Questo Kate non lo capiva.

- Allora è qui che vieni…Potrei quasi chiederti la tassa sai? –

Kate lo osservò dubbiosa e lui si tolse il berretto appoggiandolo sul prato e osservando il sole che si specchiava nelle acque del fiume. – Questo posto è molto importante per me…Per tutti noi a dir la verità. Sai, sei seduta proprio sul punto in cui per la prima volta vidi Kai, e se non sbaglio era proprio in un’ora simile a questa. Ricordo che c’era un tramonto rosso e la sciarpa di Kai sembrava una mano nera in avvicinamento –

Kate lo ascoltò attentamente, sforzandosi di mostrare un viso interessato anche se le riuscì male, tuttavia Takao non se ne curò, continuando a parlare come se le parole gli stessero per sfondare le labbra per la voglia di uscire. – Quante ne abbiamo passate! Questo era il posto in cui ci allenavamo, in cui abbiamo incontrato gli Scudi Sacri, in cui Hilary vide il suo primo Bit-Power, in cui ho atteso il ritorno di tuo fratello prima della Justice Five…Insomma qui trovi tutti i nostri ricordi –

Kate avvertì come una scossa partire dalla terra a quelle parole. La terra, l’erba, le singole pietre le apparivano come impregnate di tutte le parole di Takao, riusciva a captare il legame tra il ragazzo e quel luogo e per un momento ebbe il desiderio di scappare via, di allontanarsi da quel posto così “ricco”, ma una parte di lei si sentì quasi fiera dell’aver scelto di sedersi su quel prato. Kate sgranò gli occhi: da quando lei si sentiva “combattuta”?

- Ecco perché dovrei chiederti il pedaggio, sei in una “proprietà privata” – scherzò il giapponese.

Lei inarcò un sopracciglio incrociando le braccia al petto con un’espressione che fece scoppiare a ridere l’altro, cosa che succedeva di rado – Oddio ma sei proprio la sorella di Kai che diamine! –

- Come fai ad essere così allegro? – tagliente, precisa, diretta. Non aveva molto tatto doveva riconoscerlo.

Fu Takao però a sorprenderla – Forse è il posto…Samantha non è mai venuta qui, questo posto non l’ha conosciuta, qui lei non esiste e mi piace ricordarlo come l’ha lasciato Hilary –

- Ma la notte… -

- E’ il mio incubo. Mentre per te lo è di giorno – finalmente il ragazzo si volse verso di lei scrutandola a sua volta.

Kate si sentì presa in contropiede – Tu di notte sei tranquilla, mentre il giorno… -

- E’ il mio incubo – finì Kate distogliendo lo sguardo da lui e tornando a puntarlo sul sole che oramai stava lasciando il posto alla sua dama vestita d’argento.

- Beh allora direi che abbiamo due chiavi da trovare – fece lui ricordandosi di quello che gli era stato detto la notte prima. Kate strinse il pugno contraendo la mascella. Avevano quindi un obiettivo comune.

Quando la mano di Takao le si presentò davanti agli occhi la osservò sconcertata per qualche istante – Non ci dobbiamo presentare – disse lei

- Questo gesto significa anche “patto” – le rispose lui in piedi davanti a lei.

Lei lo osservò ancora un attimo concentrandosi sui suoi occhi che finalmente sembravano più “vivi” e quando anche lei ricambiò la stretta avvertì di aver fatto la cosa giusta.

- Allora che ne dici di vedere se sei pronta per queste eliminatorie? Guarda che ci sono molti blaider in gamba e tutti aspirano al posto da titolare al fianco del sottoscritto –

- Chi ti dice che sarai nuovamente titolare? – lo rimbeccò lei di getto sorprendendosi di averlo fatto.

- Ma perché io sono il campione del mondo! –

- Solo perché io non ne facevo ancora parte –

Takao sorrise a quella frase preparando Dragoon – Ma che brava Hiwatari ora facciamo anche battute di spirito, impari in fretta –

Kate lo guardò con quello che poteva definirsi il suo primo sorriso – Taci Kinomiya e combatti –

- Tre – avrebbero sconfitto i loro demoni

- Due – avrebbero trovato le due chiavi che li tenevano ancora ancorati ai loro ricordi

- Uno – avrebbero volato sui cieli dell’inquietudine e della colpa sempre più veloci

- Pronti…Lancio! – e forse avrebbero scoperto che il peso del Passato è più leggero se lo si porta in due…

 

*

 

- Ti amo, tanto – un sussurro appena udibile con le orecchie, ma dolcemente adagiato sulle sue labbra come una piuma. Rimase qualche istante ad osservarlo dormire illuminato dai raggi della luna, che sottili e delicati depositavano polvere d’argento sulla sua pelle chiara e sui triangoli blu tatuati sul viso. Cercò di imprimersi nella mente quei lineamenti rigidi e perfetti, quel profilo austero e all’apparenza severo, per non dimenticarlo mai.

Si alzò delicatamente dal letto su cui erano stati abbracciati tutta la notte, lei con ancora il maglione che le aveva mandato Mao quando aveva saputo che avrebbe trascorso Natale e Capodanno in Russia dal suo ragazzo. In realtà lei aveva progettato tutto fin dall’inizio, Kai non era stato d’accordo, poi aveva ceduto ma con la condizione che ci avessero provato insieme, ma lei sapeva che non era una cosa che avrebbero potuto fare insieme…No, solo lei poteva farlo, solo lei…La Custode dei Portali.

Si infilò una giacca pesante e cercando di fare meno rumore possibile s’incamminò attraverso i lunghi corridoi del Monastero Neoborg dove la vita era tornata quasi totalmente alla normalità; lungo le pareti e sulle porte s’intravvedevano delle ghirlande e dei fiocchi rossi, ma tutte quelle modeste decorazioni sembravano capitate lì per caso, come se in realtà non avessero alcuna voglia di trovarsi lì, o come se chi le aveva appese avesse trasferito la sua tristezza in loro.

Hilary avvertì il cuore stringersi quando passò davanti all’unica camera su cui non vi era neanche un fiocco o un festone, ma da cui proveniva un gemito di dolore simile ad un pianto silenzioso. La ragazza s’accostò alla porta intravvedendo la figura longilinea di Yuri, ora piegata in due sul letto vuoto di Crystal.

La giapponese strinse le mani sul tessuto della giacca tenendo a freno le lacrime e cercando di non farsi vedere o sentire dal russo. Solo per Julia aveva visto Yuri in quello stato, le faceva male vederlo soffrire in quel modo, lui che aveva fatto tanto per loro e che ci aveva rimesso per tutti. Strinse i pugni allontanandosi da quella stanza e scendendo lentamente le scale, decisa a compiere il suo dovere, consapevole del rischio, conscia del fatto che probabilmente non sarebbe tornata indietro; Kai l’aveva salvata donandole parte della sua energia vitale durante lo scontro con Algor, quel raggio più intenso degli altri era stato un ponte fra loro, e attraverso di esso il Cavaliere era riuscito a darle parte della sua energia, salvandola di fatto da morte certa…Ma ora era il suo turno e nessuno l’avrebbe potuta aiutare; sua era la forza e suo era il Potere.

Non poteva lasciare che Crystal pagasse per tutti.

Non poteva permettere che Yuri e Boris perdessero una sorella e un amore senza che lei avesse tentato.

Non poteva continuare a vivere sapendo che qualcuno era morto per darle la possibilità di vincere, anche se la persona in questione li aveva traditi. Crystal era stata forse quella che più di tutti aveva seguito il cuore, se stessa, che aveva ascoltato l’istinto, nel bene e nel male…

Uscì dalla porta sul retro e percepì immediatamente i fiocchi di neve scivolare delicati sulla sua testa ed insinuarsi fra i suoi capelli scuri per poi scendere freschi e lisci sul collo e lungo la schiena. Una nuvola di vapore si levò dalle labbra della ragazza dissolvendosi sul suo viso arrossato per il freddo. Hilary fece qualche passo avanti fermandosi a qualche metro dall’edificio dove tutto attorno a lei era bianco e tutto danzava come a volerla invitare a fare altrettanto, a scivolare in quell’Oblio di candore e perdizione in cui gli uomini precipitano senza rendersene conto quando perdono coscienza di sé…

“Nike…E’ ora”

 

SI svegliò di soprassalto, una sensazione di freddo, di elettricità, di fuoco, vento…Pericolo.

Un sesto senso, come quelli che si attivano quando si avverte un pericolo, un male, un…

“Hilary” pensò tastando il letto accanto a sé e trovandolo vuoto. Il panico lo prese alla gola e allo stomaco, il cuore gli si contorse in una morsa d’acciaio e per qualche istante non respirò. Secondi di panico, di terrore di paura…Non seppe perché, probabilmente era dovuto al fatto che la conosceva fin troppo bene, ma Kai capì immediatamente dove fosse la sua ragazza e cosa stesse per fare. Scattò in piedi e come un fulmine e rapido gettò un’occhiata alla finestra che dava sul cortile interno e gli si raggelò il sangue quando una luce prese forma da dentro il corpo della giovane al centro del giardino immacolato.

Sgranò gli occhi paralizzato dopodiché prese a correre verso le scale senza preoccuparsi di chi avrebbe potuto svegliare a quell’ora, con la testa che gli urlava di correre, di affrettarsi, di essere più veloce, di spingersi sempre più a fondo, di non respirare se fosse stato necessario, ma di arrivare in tempo.

Il sangue premeva sulle tempie, il cuore pompava violentemente il sangue ed il respiro di Kai si faceva sempre più pesante, ma non si fermava…”Hilary no!”

 

“Kai non la prenderà bene”

“Ne abbiamo già parlato Nike, mi pare”

“Sì, ma almeno avresti potuto sentirlo…Ti sei chiesta cosa farà quando lo saprà?”

Hilary congiunse le braccia verso l’alto e quando la luce le uscì dai polpastrelli scrisse in aria, come se avesse avuto un foglio immenso come il cielo il nome della persona che sarebbe tornata indietro.

“Lo so Nike, ma nessuno può aiutarmi e questo lo sappiamo entrambe. Kai capirà…Sono certa che capirà”

 

Aprì la porta sul retro con un calcio e si precipitò fuori finendo per poco lungo disteso sulla neve fredda. – Hilary! Fermati! – era lontana, distante da lui qualche metro e non si riusciva quasi più a vedere nulla per via dell’intensa luce che la avvolgeva in ogni centimetro di pelle. Kai sentì il dolore stilettargli il petto ed il sangue impregnare l’aria – Hilary no! – si lanciò in avanti sperando di arrivare in tempo.

 

“Kai” si volse verso la voce distante del ragazzo e per un momento fu tentata di rinunciare a tutto e di tornare fra le sue braccia, ma il pensiero di Boris e Yuri tristi chini sul cadavere di Crystal le diedero forza e convinzione. Non li metteva prima di Kai, questo mai, ma si sentiva portatrice di un dovere nei loro confronti e sapeva di avere il potere di salvare quella ragazza. Non poteva farlo con nessun altro, non avrebbe mai avuto la possibilità di ridare la vita a nessun altro e sull’unica carta che aveva c’era stato appena scritto il suo nome: Crystal Ivanova.

Sperava solo che Kai la potesse perdonare.

 

- Hilary no! – tese la mano nel disperato tentativo di prendere la sua, ma quando le sue dita toccarono la luce quella scomparve, proiettandosi verso l’alto e dissolvendosi in mille coriandoli luminosi lasciando come unica reliquia a terra un misero giaccone di pelle marrone senza neanche un corpo avvolto al suo interno.

Tutto attorno a Kai si bloccò, tutto perse voce, suono, colore, gusto, sensibilità…Non c’era più niente.

Crollò al suolo davanti alla giacca e con il viso umido di quella che avrebbe potuto essere l’acqua dei fiocchi di neve, ma non lo era neanche per metà…E non aveva alcuna intenzione a nasconderle.

- Ehi che cos’è successo?! C’è stato un lampo e così…Kai? – era Boris, o forse Yuri, non ebbe neanche la forza per voltarsi e controllare. Si sentiva annientato, privo di un sostegno, della voce, del respiro…Come un uomo in mezzo ad una tempesta che non capisce più se ciò che lo sovrasta sia il cielo in tumulto o i flutti dell’oceano.

 

- Partiremo fra qualche giorno…Alessandria d’Egitto ha un beyblade Stadium di recente costruzione ed il nostro alloggio sarà piuttosto vicino alla struttura – finì di riepilogare Crystal con voce neutrale dopo che ebbe mostrato al proiettore tutto quello che riguardava il torneo, le squadre partecipanti e ovviamente i nuovi componenti dei beyblade della NeoBorg.

- Sulla partecipazione di Kate avete avuto novità? – chiese Boris

Kai che non li stava neppure ascoltando, al nome della sorella si strinse nelle spalle. – Non ha fatto domanda qui, presumo che parteciperà con i giapponesi –

L’aveva sentita giusto qualche ora prima, e sebbene la ragazza si fosse tenuta sul vago era certo che avrebbe partecipato al campionato con i colori nipponici; non si sentiva né tradito né tantomeno lasciato in secondo piano, ammirava anzi il comportamento della sorella: lei si era data da fare, aveva scelto di ricominciare una vita lontano dai suoi fantasmi e dai suoi demoni incorrendo in quelle piccole sciocchezze quotidiane che per quanto infime in realtà rendono la vita un’eterna corsa…Era lui che si era fermato.

Certo non tutti i sensi, a modo suo anche lui aveva cercato di reagire alla scomparsa di Hilary, allenandosi, facendo ristrutturare la villa distrutta che ora sapeva essere appartenuta ai suoi genitori e quindi a lui e Kate, aveva preso in mano le redini del Monastero rivoluzionandolo completamente anche grazie all’aiuto di Crystal e tutti gli altri ragazzi. Aveva fatto di tutto e di nulla per tenersi occupato, per non pensare, ma alla fine il ricordo, a distanza di sei mesi tornava sempre a lei. L’aveva vista svanire davanti a lui, aveva visto la sua ragazza andarsene e portarsi via non solo la sua vita, ma anche la vita di chi aveva scoperto d’amarla. Proprio ora che avevano sconfitto i Demoni, proprio ora che aveva compreso di essere innamorato di lei, proprio ora che aveva messo a tacere il suo orgoglio…

- Kai mi ascolti? –

Il russo sbatté le palpebre tornando al presente e venendo subito scrutato dallo sguardo rigido di Crystal – Dicevo…Per te non ci sono problemi se ripetiamo la stessa formazione dello scorso torneo? –

- No – con quella risposta si alzò dirigendosi verso l’uscita dello studio, deciso a prendere un po’ d’aria e ad allontanarsi dai loro sguardi…Occhi che non provavano pietà per lui, ma che di certo sapevano di aver ottenuto qualcosa a suo discapito.

 

Calciò ancora lo stesso sasso con cui aveva percorso diversi metri, prima di spararlo direttamente contro il tronco di un albero e lasciarlo lì riprendendo il suo cammino solitario. Forse doveva semplicemente riprendere da dove si era interrotto, da chi era prima di conoscere Hilary Tachibana e ricominciare ad essere il “vecchio Kai”, quello arcigno, quello egoista, quello sicuro di sé…Eppure questo non era cambiato.

Hilary non aveva modificato il suo modo di essere, ma l’aveva semplicemente legato a sé amando ogni sfumatura della sua incostante personalità e facendolo sentire bene nonché amato.

Non sarebbe mai potuto tornare nulla di quanto già non fosse, e dimenticare Hilary sarebbe stato impossibile, perché oramai lei era stata scolpita dentro di lui e mai niente l’avrebbe potuta rimuovere o sommergere.

L’aveva ammirata, il suo coraggio, la sua lealtà avevano dato prova alla sua validità in quanto Custode e lui era fiero di lei…E lo sarebbe stato per sempre.

- Però se fossi qui ti direi che ti ho odiato per quello che hai fatto – avvertì Dranzer scalpitare nella sua tasca come a volerlo rimproverare per quell’affermazione così lo prese fra le dita osservandolo attentamente. – La verità è che non ho avuto neanche il tempo di dirle quello che avrei voluto –

Lo squillo del suo cellulare lo distrasse da tutti quei pensieri e quasi per noia lesse il messaggio. “Yuri”

“Muoviti a tornare”

Come se fosse una novità.

Kai sospirò sommessamente riponendo Dranzer e voltandosi per tornare indietro quando in un flash di secondi i suoi sensi di blaider si attivarono percependo un rumore a lui fin troppo noto. Oramai capitava fin troppo spesso che dei blaider russi esclusi dalle eliminatorie tentassero di sfidare in incontri non ufficiali i titolari per soffiare loro il posto, e Kai non si sarebbe fatto trovare impreparato da un pivellino di quart’ordine.

Si diresse qualche metro più avanti quando il ronzio della trottola si fece sempre più forte fino a che un forte fascio di luce non si diresse verso di lui, che in un lampo di secondi estrasse Dranzer dal caricatore e lanciò con tutta la sua forza.

“Fatti sotto moccioso”

- Fatti vedere! Non sopporto i codardi! –

Dranzer si librò nell’aria ondeggiando aggressivo in attesa di un bersaglio da puntare, ma tutto attorno a Kai per privo di forme di vita umane; solo il bey, ancora illuminato e pertanto non visibile chiaramente era l’unica cosa “anomala”.

- Dove diavolo sei? – urlò Kai al Vuoto.

Improvvisamente vide Dranzer indietreggiare davanti al bey e questo lo impensierì. “Che ti prende Dranzer!”

- Vai Dranzer, Tempesta di fuoco! – ma la trottola blu non si mosse.

Kai sgranò gli occhi e li concentrò sul bey avversario. Possibile che quella luce avesse messo fuori uso tutti i suoi attacchi? No, nessuno poteva fare una cosa simile, una cosa era la tecnologia o l’energia dei Bit-Power, ma questa poteva quasi difinirsi…Magia.

- Beh almeno non sono totalmente arrugginita! E fa un piacere immenso vedere che sono stata riconosciuta da una trottola di metallo e non dal mio ragazzo! La prossima volta mi metto insieme con un pezzo di metallo! – una risata cristallina come la rugiada di montagna, calda come il sole di quel giugno appena iniziato, limpida come le acque di un ruscello di montagna, colorita come gli immensi e sconfinati prati illuminati dal sole.

“Non è possibile”

- Dove…Non è possibile –

- Dietro di te – si volse di scatto con il cuore in gola trovandosi a pochi metri da due occhi color cioccolato che lo osservavano ridenti e con la chiara espressione di chi sa di essere riuscito a sorprendere.

Hilary era lì, e non era un’allucinazione, era viva in piedi davanti a lui vestita con abiti che non le aveva mai visto addosso e che sembravano quelli degli…

- Scudi Sacri? – domandò riconoscendo la tunica.

- Non chiediamoci il perché…Mi sono risvegliata pochi giorni fa al loro villaggio. A quanto mi ha detto Mariam sembra che la prima Custode sia stata originaria di quel villaggio e che quindi tutte le Custodi siano legate a quel luogo…Io per qualche motivo sono stata portata lì. Mariam sostiene che non ero morta e che quindi la mia magia mi abbia portato nel mio luogo “d’origine”…Alla mia fonte – si calò il cappuccio di cuoio rivelando il suo sorriso luminoso e quel viso che tante volte Kai aveva sognato davanti a lui.

Non poteva crederci, era incredibile, impossibile alla mente, naturale invece per il cuore che finalmente sciolse la parete di ghiaccio che per mesi di era formata attorno a lui lasciandolo nuovamente capace di avvertire la felicità inondargli a sprazzi il corpo e l’anima.

Le si avvicinò senza smettere di guardarla temendo che svanisse come una nuvola di fumo e solo quando l’avvertì posare le mani fredde sulle sue guance e osservarlo con quegli occhi che solo lei poteva possedere si sentì davvero rinascere…Avvertì le sue ali ramate riemergere dalle ceneri e spiccare il volo, inondando quel cielo coperto di nubi di una luce calda e divampante…Come il suo Fuoco.

La baciò senza pensarci, riprendendo contatto e confidenza con quelle labbra che erano sue, che sapevano della donna che amava e che non gli sarebbe stata portata via da niente e da nessuno…La strinse a sé con possesso quasi respirando la sua aria e avvertendo una meravigliosa scossa quando lei gli avvolse le braccia attorno al collo insinuando le dita fra i suoi capelli e premendosi sempre più verso di lui.

- Ti amo…Tanto – sussurrò lei

“Anche io” non glielo disse ma la strinse con maggior forza come a farle capire con dei gesti quello che avrebbe avuto tutto il tempo per dirle a parole…

 

 

“Ho trovato una ragione per me,
Per cambiare tutto quello che ero solito essere.
Una ragione per ricominciare di nuovo,
La ragione sei tu”

 

 

Bene, dopo mesi finalmente possiamo dirlo: E’ finita.

Spero di non cadere nel retorico, ma ciò che penso e scrivo è tutto vero e sentito…Con queste ultime parole non si è chiusa una semplice storia, ma la storia con la quale tutto è iniziato…Nata da quel semplice prologo che avevo scritto ovunque…E’ una creazione alla quale ho lavorato con un amore assoluto, passavo le ore ad immaginare le scene, sempre indiscutibilmente accompagnata dalla musica e dalle sensazioni che mi evocavano ritmi, melodie e parole…Beh così è nata e sviluppata “I Cavalieri dei Sette Regni”.

Sono contenta, soddisfatta e felice per questa storia, la mia prima fic in assoluto e alla quale sarò eternamente legata; grazie a lei ho potuto conoscere EFP e questo fantastico mondo popolato da persone eccezionali che con i loro commenti e rapporti sono sempre state vicino a me. Grazie infinite^^

Questa storia vi deve molto e vi ringrazio per esserci state.

Grazie per chi ha inserito la storia fra i preferiti:

Akidu                     Hiromi91                Linn Chan               SMDO                   Sweetstar92

Anima                    HollyShort91            Lirin Lawliet            The Raindrop

Benny92                 Junkochan               Littlefairy                 Violinist

Bubii                      Kamy                     Mik92                    Scarlettheart

Chelsea_                  Layly_Lily               Rakuen                   Lilla5 

Daffyna                  Lenn Chan              Red_Eagle               Heiapple                          

E grazie ai seguiti!:

Abusiva                  Alelely                    Ametista                  Benny92                 Bixx91

BlueHinata              BLUe_DrEaM          Cherry_88                Clithia                    Helens

Death_Princess          Elena_Chan             Inuyasha_Fede          Iryael                     Juls18 

Julia Fernandez         Kiki3ciento              Kuchi                     Lenn Chan              Littlefairy

MaRmOteLla           Miharu81                 Padme86                 Pilatigirls                 Red_Eagle

Ria                        Romualdo               Seleliu                    Violinist                  Sweetstar92

E ovviamente ai da ricordare^^:

Cartacciabianca         Pich Shrooms           Pilatigirls                 Sixy_Chan

E non meno importanti le carissime persone che mi hanno seguita durante questo percorso e che mi hanno dato tantissimo. Vi ringrazierò in separata sede xD

 

Bene, ora qualche minuscola delucidazione sul capitolo:

I vari spezzoni si svolgono tutti ad un anno dall’inizio del passato torneo, i flash back mostrano più o meno ciò che ne è stato dei blaider nei mesi appena trascorsi…Ma vero che si era capito? xD

Per quanto riguarda i pezzi all’inizio di ciascuna parte…

Per Rei ho usato un passo tratto dall’Ascesa al Monte Ventoso di Petrarca (Familiari IV,1)

Per Max mi sono affidata alle parole di “Home” di Michael Bublè

Per Yuri siamo su “Shattered” dei Trading Yesterday

Per Boris andiamo sulle note dei Within Temptation con “Forgiven”

Per Takao e Kate abbiamo “High” dei Lifehouse Family

Mentre per finire per Kai e Hilary abbiamo “The Reason” degli Hoobastank

 

Bene, direi che è tutto…Posso solo sperare che questa storia sia stata di vostro gradimento, che vi abbia donato qualcosa magari di bello…Sarebbe la più grande soddisfazione!

Non credete che Avly chiuderà i battenti in ogni caso^^Come ho scritto…Si finisce una pagina e se ne riapre un’altra, anche se ovviamente non si sa quando!

Spero di ricevere le vostre ultime opinioni su questa storia e vi ringrazio di cuore!

 

Only for you, my Friends

Avly

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