Tallone d'Achille.

di reby
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo uno. ***
Capitolo 3: *** Capitolo due ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 
 
 
 
 
 
 
 
 
Prologo.
 
 
 
 
 
Ho chiesto io al Cappello di essere smistata a Serpeverde.
Ci stavamo pensando da tempo io ed Albus, mio cugino. Non avevo idea che alla fine quel pezzo di stoffa parlante avrebbe accettato la nostra richiesta ma così è stato.
La soddisfazione di dirlo ai miei genitori è inimmaginabile.
Non fraintendetemi, non l’ho fatto per ripicca.
O meglio, non del tutto.
Provate voi a crescere in una famiglia che vi ha sempre inculcato determinati valori, determinati atteggiamenti, determinate idee.
Era ovvio che io desiderassi con ardore proibito l’esatto opposto, no?
Beh, Albus la pensava come me.
Ed ora eccoci qua, divisa verde-argento che ci accompagna da sette anni e sigaretta babbana alla mano sulla Torre di Astronomia.
 
-Non so se è una buona idea Rose-.
-Mh-.
Lui getta fuori il fumo prima di rispondermi alzando un sopracciglio.- Dai siamo seri, intendi sperperare tutti quei soldi per due casse di Champagne?-
Mi giro a fissarlo con gli occhi che tutti dicono siano identici a quelli di mio padre.
Buon vecchio Ron.
-Esattamente.-
Scuote il capo con un piccolo ghigno mentre con le labbra carnose mima un assurda che mi strappa un sorriso.
Rimaniamo in silenzio per un po’.
Io e Albus parliamo tanto in genere. Ma una delle molte cose che amo di mio cugino è la sua esigenza al silenzio.
Credo sia genetica. Quando vivi in una casa sempre affollata, il silenzio diventa vitale per la tua salute mentale.
Albus si stiracchia facendo scattare le articolazioni e si avvicina a me con uno sbadiglio.- Sono a pezzi oggi-.
Mi ritrovo ad annuire, separando le ginocchia e facendogli spazio tra le gambe.
Si appoggia al petto ed io comincio ad accarezzargli i capelli con ritmo cadenzato.- Colpa sua, quel bastardo sa sempre come farci crollare,- rispondo con sarcasmo e lo sento ridacchiare.
Stavo quasi per addormentarmi lo ammetto quando dei passi cadenzati ci annunciano l’arrivo dell’ultimo membro del nostro trio.
Entra con la sua solita impassibile calma,
Scorpius
Solo quando si sveglia la mattina ha il volto rilassato e i capelli fuori posto,
Hyperon
Ed ecco la parte più pungente del suo nome,
Malfoy.
-Sei in ritardo-, mi limito a dirgli osservandolo dalla testa ai piedi in una manciata di secondi, per poi volgere lo sguardo fuori dalla finestra dove il sole è ormai scomparso dietro l’orizzonte lontano.
-Lo so,- mi risponde col suo solito sorrisetto degno del suo cognome- Siete da fotografare, c’è chi pagherebbe per una foto incestuosa simile-.
Albus alza il medio mentre Scorpius si siede accanto a me.
-Dimmi tutto Malfoy,- gli dico senza perdere tempo.
Senza sentire l’odore pungente del suo dopobarba stuzzicarmi le narici.
Si gira a guardarmi e mi tende un foglio. -E’ tutto pronto, lo Champagne arriverà in tempo. Avrai la tua lussuosa festa, Rosie-.
Grugnisco sentendo il nomigliolo con cui mi ha appena chiamata ma decido di non ribattere per non dargli soddisfazione.
-In quanti hanno accettato l’invito?- domanda Albus torcendo il collo per leggere il foglio bianco che scruto.
Scorpius ridacchia accendendosi una sigaretta.- Tutti ovviamente.-
Inarco le sopracciglia. Come vorrei riuscire ad alzarne uno soltanto.- Tutti?-
Malfoy annuisce.- Si anche i vostri amatissimi cugini e fratelli. Forse hanno finalmente capito che le feste organizzate da noi sono le migliori.-
-O forse si sono stancati di fare i perbenisti del cazzo- ipotizza Albus facendoci ridere.
Strano vero?
Io e Albus siamo stati praticamente tagliati fuori dal resto del gruppo famigliare allargato.
Gli unici che fino all’anno scorso ci davano manforte erano James e Dominique, ma ora non sono più ad Hogwarts e dunque la situazione con il resto della ciurma è di guerra fredda.
Nel caso ve lo stesse domandando… no, non siamo dispiaciuti per questo. E neanche loro.
Durante le vacanze i rapporti si fanno meno tesi, ma ormai non siamo più bambini e le amicizie differenti ci hanno catalogati come opposti direi.
Mio padre ancora non accetta il fatto che uno dei miei due migliori amici sia un individuo di sesso maschile avente un cognome che inizi per M e finisca con –alfoy.
Immaginate se sapesse il resto.
-Bene dopo questa splendida notizia vi abbandono, il letto mi chiama- esordisce Scorpius- sarete stanchi anche voi dopo l’allenamento no?-
-Fanculo Scorp!Ci hai sfiniti oggi!- sbotta Albus alzandosi.
-La partita è vicina, non prendetevela con me!- si difende il biondo capitano alzando le mani in segno di resa.
E con quello sguardo divertito che…che mi..
-Ogni scusa è buona per farci sgobbare insomma-, gli dico e lui ride più apertamente.
Ecco, non vedrete mai ridere in pubblico Scorpius Malfoy.
Dicono che questo sia uno dei mille tratti ereditati da suo padre ma credetemi, quando ride è capace di contagiare tutti.
E’ così che dopo un po’ scende le scale, diretto al dormitorio.
Mi ritrovo a fissare il punto in cui è scomparso senza rendermi conto di essere osservata.
-Rose così non va.-
Albus mi distoglie dai miei pensieri facendomi sobbalzare.- Così non va cosa?-
Lui alza il labbro, pensieroso.- Lo sai-.
Lo so?
Si lo so.
-Non ho bisogno della balia, Albus- replico fredda. Troppo fredda, ma non riesco a moderare il tono della voce.
-Cazzo Rose, avevi detto che ti era passata!-
-Ma si può sapere perché ti agiti così tanto?Non è niente di serio e poi è un mio problema!- sbraito anche io, sentendo improvvisamente gli occhi lucidi ed infuriandomi ancora di più.
-No, non lo è!Perchè sai benissimo com’è fatto Scorpius, perché non posso più vederti fingere quando lui ci racconta della sua ultima scopata!- continua lui imperterrito, facendomi arrivare al limite.
Il petto si alza e si abbassa velocemente, il cuore mi pulsa come non mai.
Quando rispondo sono atona. -Hai ragione. Non può continuare così. Lo sai che vedo spesso Robert adesso?-
Albus si passa le mani tra i capelli, nervoso.- Si lo so. Ma non è così che la risolverai,- mi dice con tono più dolce.
-Rosie…-
-Non ti preoccupare, un bel giorno mi prenderò una bella sbronza e finiremo a letto insieme così poi tornerà tutto alla normalità.-
-Rose ma che cazz..-
-Non dire più niente per favore-, lo interrompo con un gesto della mano e senza aspettare oltre esco dalla stanza.
 
M’infilo nella doccia velocemente e con rabbia, aprendo il getto dell’acqua che mi investe, gelida.
Sono cinica, distaccata e fredda.
Non sono affatto cordiale come i Weasley, ho solo i capelli rossi come loro ma per il resto ho scelto di essere diversa.
Ma ho un tallone d’Achille: uno che ha un nome ed una testa biondo platino.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Autrice:
Non so perché ho iniziato questa nuova fan fiction quando ne ho altre da concludere u.u
Ma leggendo storie con questo paring mi è venuta in mente l’idea. Why not?
I capitoli non saranno lunghi vi avverto, ma in compenso cercherò di aggiornare velocemente.
Che altro dirvi, fatemi sapere cosa ne pensate di questo prologo che lascia molte domande senza risposta!
A presto,
Sabrina
 
 
 
 
 

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Capitolo 2
*** Capitolo uno. ***


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Capitolo 1.
 
 
 
 
 
 
Stavano scendendo la scalinata centrale che portava direttamente alla Sala Grande.
Parlavano sottovoce, quasi bisbigliando.
Ridacchiavano.
Passo cadenzato, non avevano mai dimostrato di conoscere l’espressione avere fretta.
Se erano in ritardo, erano gli altri ad essere in anticipo. Non succedeva mai il contrario.
Lei, la regina di Serpeverde era al centro tra i due ragazzi più popolari della scuola.
Quella che ingenuamente al primo anno tutti pensavano di vedere smistata a Grifondoro ora portava con orgoglio lo stemma di Slytherin. Lei, Rose Weasley.
Rose era magra, quella magrezza che rasentava la malattia ma della quale lei era profondamente orgogliosa. Più della metà delle ragazze di Hogwarts – e non- invidiavano le sue gambe snelle e quel seno che ricordava una coppa di Champagne. La gonna tirata un po’ più su del normale, la camicetta sbottonata ma non troppo e sempre un foulard diverso per contraddistinguersi le davano quel tocco in più che le permetteva di essere temuta ed ammirata allo stesso tempo.
I capelli rossi fluenti e la spruzzata di efelidi sulle guance, questi tratti la individuavano come una Weasley.
Non era quel tipo di bellezza abbagliante come poteva considerarsi quella di Demetra Zabini, figlia dei famosi Blaise Zabini e Daphne Greengrass -nonché Serpeverde fino al midollo-, no. Era sottile, quasi delicata se non fosse per il suo atteggiamento che trasmetteva sicurezza, non qualcosa da proteggere.
Cosa in realtà Rose avesse fatto per raggiungere quella posizione era difficile a dirsi. In verità, avevano fatto tutto le dicerie, come spesso accade. Si era cominciata a creare attorno a lei un’aurea di mistero e diffidenza alimentata dai Grifondoro, che lei non si era mai preoccupata di sminuire né aumentare. Il colpo di grazia alla sua reputazione da brava ragazza era stato inferto involontariamente proprio lui, il rampollo dei Malfoy.
Le maldicenze solevano affermare che lei fosse molto intima di entrambi i ragazzi, cosa che effettivamente molte volte poteva davvero sembrare vera.
Ma si sa, il pregiudizio è duro a morire e impossibile da ignorare.
Ed ora era lì, sguardo fiero contornato da matita nera e mascara e cartella gettata distrattamente sulle spalle esili, da dove sporgevano libri e rotoli di pergamene.
Avevano appena varcato la soglia della Sala Grande già imbandita per il pranzo quando una ragazza bassina, viso ovale e capelli a caschetto di un nero pece si avvicinò a Rose col fiatone parandosi davanti a lei.
Lanciò uno sguardo significativo agli altri due che con un cenno di capo rivolto alla nuova arrivata, s’incamminarono in direzione della loro tavolata.
-Dimmi Abbie-, esordì la rossa con un sorriso accomodante.
L’altra s’illuminò tutta.- Allora le decorazioni che avevi chiesto sono già state sistemate e gli incantesimi sono tutti pronti. Inoltre…-
-Inoltre credo che dovremmo parlarne altrove, che ne dici?- la bloccò senza usare un tono troppo deciso ma allo stesso modo guardandosi intorno circospetta.
Dopo una manciata di minuti era seduta al suo posto e si portava alla bocca un cucchiaio di zuppa di zucca.
-Quella ragazzina ha bisogno di darsi una calmata,- affermò Albus con un sorriso, scambiandosi un cenno d’assenso con Scorpius.
-E’ utile-, rispose con un’alzata di spalle Rose guardando la minestra.
-Andiamo smettila, puoi anche ammettere di esserti affezionata a lei non c’è niente di male,- stuzzicò suo cugino con una gomitata amichevole.
-Può darsi- concesse lei con sollevando l’angolo delle labbra rosse.
-Hai già deciso cosa indossare Rose?-
Una voce femminile, calda proveniente dalla sua destra attirò la sua attenzione.
Eccola Demetra Zabini, assolutamente perfetta anche quel giorno. I capelli biondi identici a quelli di sua madre erano sapientemente acconciati in modo tale da lasciarle in vista il collo da cigno e gli occhi verde smeraldo erano ancora più chiari del solito a causa del sole che illuminava la Sala Grande.
-Non ancora Dem. In realtà speravo di fare un salto a Diagon Alley prima della festa,- rispose Rose pensierosa, poggiando la guancia sul palmo della mano.
L’altra annuì.- Io ho già tutto pronto, ma se vuoi ti accompagno.-
Rose le sorrise.- Certamente-.
-Allora ci accordiamo nei prossimi giorni. Scusate ora, devo passare in dormitorio prima di Pozioni-, e detto questo si alzò con la sua grazia innata facendo voltare buona parte della fauna maschile di Serpeverde e non.
-Hai davvero bisogno di un vestito nuovo?-
Rose voltò il capo verso quel tono sarcastico che ben conosceva.- Certo Malfoy. Pensavi davvero che mi presentassi alla nostra festa con un vestito che già avevo usato in altre occasioni?-
Albus roteò gli occhi addentando un corposo pezzo di torta al cioccolato mentre Scorpius sostenne il suo sguardo.
-A che colore avevi pensato?-
Rose sbatté le palpebre più volte prima di rispondere.- Colore?-
-Di che colore vuoi l’abito,- precisò Scorpius con un ghigno.
-Oh..- borbottò Rose sorpresa da quella domanda e sentendo un famigliare calore salirgli su per lo stomaco.- Beh, avevo pensato al verde prato da abbinare a scarpe nere. E mi sto anche chiedendo il perché di questa domanda, ad essere sincera.-
Lui si limitò a lanciare uno sguardo di sbieco ad Albus e poi ritornò a fissare il suo piatto da portata.- Nessun motivo in particolare, chiamala curiosità maschile.-
-La curiosità è femmina, Scorpius- precisò lei sempre più perplessa.
-Non sempre.-
-Ehi frena voi due- intervenne Albus portandosi due dita sulle tempie.- Non voglio sentire una’altra delle vostre solite discussioni inutili già a quest’ora, vi prego.-
Gli altri due Slytherin ridacchiarono.
 
 
 
 
-Albus non puoi venire a disturbarmi ogni qual volta Scorpius ti sbatte fuori dalla vostra stanza per soddisfare le sue voglie.-
La fotocopia di Harry Potter sbuffò, aprendo il volume di Trasfigurazione.- Senti non è colpa mia, non ci si può ragionare più di tanto con lui su queste faccende. E non mi sentirei esattamente a mio agio rimanendo lì a guardare.-
Erano in biblioteca, in uno dei pochi pomeriggi che la Serpeverde passava chiusa in quel luogo che la faceva cadere in depressione e che invece sua madre adorava.
Le piaceva studiare, ma come tutti i comuni mortali.
-Sentiamo chi è la fortunata di turno?- chiese Rose celando una punta di sarcasmo che però Potter intercettò.
-La solita.-
-La figlia della Parkinson-.
-La figlia della Parkinson- ripetè Albus.- Non so che ci trovi di attraente in lei, dico sul serio-.
-Mh. Ha un bel culo-, affermò Rose intingendo la piuma nell’inchiostro nero.
L’altro non riuscì a non trattenere un sorriso.- Ne ho visti di migliori.-
La Weasley alzò lo sguardo azzurro su di lui non nascondendo un ghigno.- Oh di certo anche io, credimi-.
Era così che andavano le cose.
Andavano così da sempre.
Di certo Rose non era da meno riguardo i fortunati di turno. Tuttavia aveva la decenza frequentare un solo ragazzo per volta.
-Comunque sia,- continuò Rose chiudendo il libro che stava leggendo con un tonfo,- credo andrò a parlare con le Corvonero per mettere a punto le ultime cose. Ormai ci siamo-.
Stava per andarsene, aveva già la cartella in mano…
 
Quando vidi Lilian Luna Potter venirmi incontro.
Era sola e non con il fido Hugo alle calcagna.
Sprezzante nella sua divisa da Grifondoro, mani in tasca e capelli rossi legati in una coda di cavallo.
Si fermò davanti al nostro tavolo.
-Lily-.
-Albus-.
L’amore tra fratelli.
Poi punta gli occhi nei miei.- Hai saputo che ci saremo alla vostra festa?-
Incurvo le labbra in un sorriso sarcastico.- Si, l’ho sentito.-
-Spero non sia il solito bordello.-
-Spero voi non sarete i soliti guastafeste-
Sorride alla mia tagliente risposta.- Non temere.-
Fa per andarsene quando la richiamo.
-Non temere tu, Lily, le nostre feste non sono mai un semplice bordello.-
E mi volto tornando da Albus che a stento nasconde un ghigno compiaciuto.
 
 
 
 
 
Autrice:
Ragazzuoli!Buona domenica!
Ho impiegato più tempo del previsto per questo capitolo ma non temete, ho già iniziato l’altro dove ci sarà la famosa festa made in Slytherin!
Ringrazio di cuore chi ha recensito e chi ha inserito la storia nelle preferite/seguite/ricordate,davvero non mi aspettavo questo entusiasmo^^
Spero di non aver deluso le vostre aspettative con questo capitolo e…stay tuned!
Sabrina
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** Capitolo due ***


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Stanza delle Necessità.
Si, solo quelle materiali però.
In quel momento l’unica necessità che Rose sentiva era quella di prendere a calci Malfoy.
Lì, davanti a tutti.
Ma questo era un dettaglio.
Poggiata alla parete giocherellava con il ghiaccio nel suo bicchiere di vodka babbana che quella sera stava andando a ruba anche tra i Purosangue.
Vestito verde mono spalla completamente ricoperto di paillettes, corto fino al limite della decenza e tacchi argentei dall’altezza vertiginosa.
Ecco la Weasley.
I capelli rosso fuoco erano stati lasciati liberi sulle spalle e completamente acconciati in boccoli dolci che cadevano sulle spalle strette.
Sorrideva affabile e maliziosa a tutti coloro che passando le lanciavano occhiate entusiaste e ai ragazzi che alzavano i bicchieri in suo onore.
La Weasley, la regina indiscussa di Serpeverde.
Gli addobbi erano tutti neri.
Qualche spruzzo di argento qua e là ad impreziosire il tutto e cuscini sui divani pece.
La pista da ballo ricavata al centro esatto della sala era gremita di studenti scalmanati che dimenavano i loro corpi sulle note di qualunque brano il Dj – un Corvonero con genitori babbani- lanciava.
Aveva promesso dei vestiti nuovi a delle ragazze Tassorosso ed ora eccole lì che si dimenavano su cubi d’argento.
La festa era un successone.
Vide Albus guardarla dall’altro lato della sala e congedarsi dalle ragazze della loro stessa Casa con le quali stava parlando affabile per dirigersi da lei.
La musica era assordante.
Si poggiò al muro accanto a lei, look total black e cravatta verde lenta.
Alzò il bicchiere colmo di quello che aveva tutta l’aria di essere Whisky Incendiario.- Alla nostra-.
Rose fece tintinnare i bicchieri.- Alla nostra, caro cugino.-
Svuotarono i bicchieri in un’unica sorsata.
-Bella cravatta- gli disse avvicinando le labbra all’orecchio per farsi sentire.
Albus rise.- Grazie. L’hai detto anche a quell’altro?-
Rose strinse la presa sul bicchiere ormai vuoto.
Certo che non l’aveva fatto.
Avevano la stessa cravatta quei due. Proprio dello stesso colore del suo vestito e, come le aveva rivelato Albus solo qualche ora prima, non era una coincidenza.
Ecco perché il bastardo mi aveva chiesto del colore del vestito.
-Suppongo sia un no-.
Lei non rispose, assottigliando gli occhi verso un punto preciso della pista da ballo dove un certo Serpeverde dalla chioma biondissima era impegnato in quello che poteva essere tutto tranne che un semplice ballo con una Corvonero.
Si sentì afferrare per un polso ed il bicchiere vuoto le venne tolto di mano da Albus che le sorrideva indicandole la pista.
Massì, si disse, aveva il diritto di divertirsi anche lei adesso.
La trascino al centro pista facendosi largo tra la folla e con la mano ancora stretta sul suo polso. Numerose teste si girarono a guardarli e numerose lingue biforcute iniziarono già a spettegolare.
A Rose sembrava di sentirli e un ghigno le increspò le labbra dipinte di rosso. Socchiuse le palpebre lasciandosi guidare da suo cugino.
Una volta fermi Albus non perse tempo e le circondo la vita con le braccia cominciando ad ondeggiare a tempo di musica.
Lei di rimando passò le braccia intorno al suo collo.
Lo sentì ridacchiare contro l’orecchio.
-Che dici, diamo loro motivo di chiacchierare?- sogghignò con le labbra attaccate al suo lobo e Rosie rise di gusto.
-Albus ti adoro quando proponi cose come questa-, gli rispose.
Strinse di più la presa attorno al suo collo cominciando a muovere il bacino in modo decisamente poco Weasley.
La musica cambiò.
Divenne più lenta, quasi sensuale, e la rossa si voltò verso il Dj – Oliver- che le fece l’occhiolino.
Si sentiva attraversata da mille sguardi pungenti ma di questo lei non si era mai preoccupata.
Chiuse gli occhi lasciandosi trasportare completamente dalla musica.
Ondeggiava come poche sanno fare, voleva provocare.
Sentii Albus portarsi dietro di lei e circondarle il ventre mentre si muoveva con lei.
-Direi che stiamo esagerando un pochino, cugina mia- ridacchiò lui.
Oh, Albus era adorabile quando si lasciava prendere completamente dal suo lato verde-argento.
Ormai la maggior parte dei partecipanti li fissava senza preoccuparsi di nascondersi.
Compresa Lilian Luna Potter, che dopo aver scosso la testa quasi disgustata aveva ripreso a ballare.
Compreso l’unico Malfoy presente.
Aveva smesso di ballare ed ora era seduto al bar con accanto una bottiglia intera di Champagne.
Alzò il bicchiere verso i suoi due migliori amici in segno di apprezzamento anche se sapeva benissimo che loro non potevano vederlo.
Ghignò.
Un ghigno che spesso avevano detto essere uguale a quello di suo padre.
Bevve alla salute di loro due.
Era tentato di alzarsi e andare da loro. Quello si che sarebbe stato il colmo.
Peccato che sicuramente Rose non avrebbe gradito molto il suo intervento.
La stessa che ora si dimenava in quel vestito verde che la fasciava come una seconda pelle.
Come la pelle di un serpente.
Uno di quelli velenosi. Un solo morso uccide.
Rose Weasley era così.
 
 
Qualche giorno prima.
 
-Ovviamente adesso non si può neanche pomiciare in pace, dico bene?-
Era furiosa.
Completamente rossa in faccia – in questo aveva preso sicuramente da Ron- e con il petto che si alzava e abbassava violentemente.
-Non sto dicendo questo, ma cazzo sei una ragazza e per di più popolare!Non dovresti lasciarti…toccare in quel modo così in mezzo al corridoio.-
Scorpius.
In realtà non sapeva nemmeno lui il perché di tutta quella sceneggiata.
L’aveva vista contro la statua di Barnaba il Babbeo con quel Corvonero di cui non ricordava nemmeno il nome e non ci aveva visto più.
Lo charme Malfoy era andato letteralmente a farsi fottere.
Aveva afferrato il Corvonero di peso e l’aveva strattonato lontano sotto lo sguardo incredulo della sua migliore amica.
Stavano urlando da circa dieci minuti fuori, immersi nella quasi oscurità.
Rose si passò le mani tra i capelli.- Decido io come farmi toccare e dove. Non sono cose che ti riguardano.-
Scorpius non rispose. Estrasse una delle sue sigarette babbane dalla tasca della divisa e la infilò tra le labbra carnose.
La Serpeverde distolse subito lo sguardo.
Quando lo vedeva fumare la voglia di violare quelle labbra che tanto sapevano di peccato cresceva più del solito.
Rimasero in silenzio per un po’, persi ognuno nelle loro ragioni.
Poi sentì Scorpius girare sui tacchi ed incamminarsi verso l’ingresso.
-Punta più in alto la prossima volta. Fallo per l’orgoglio Slytherin almeno.-
Rose si voltò con le labbra spalancate.
E poi urlò un invito decisamente poco femminile alle spalle del biondo che non la degnò più di uno sguardo.
 
 
Aveva esagerato e non sapeva nemmeno lui il perché.
Ed ora non si rivolgevano la parola da giorni.
Albus non sapeva come gestirli, ma ormai dopo sette lunghi anni aveva imparato a lasciar tempo al tempo senza cercare di fare per forza da paciere.
Anche perché non ci sarebbe mai riuscito con loro due.
-Non ti unisci a quello squallido teatrino?-
Riconobbe la nota pungente che caratterizzava la voce della Potter senza nemmeno voltarsi a guardarla.
Era vestita di nero quella sera.
Lui invece aveva optato per completo grigio e cravatta verde.
Proprio per sviare l’attenzione dalla sua Casa.
-Se la cavano benissimo da soli, mi pare- rispose Scorpius flemmatico.
La vide sedersi accanto a lui accavallando le gambe e spostando i capelli dietro alla nuca.
-Posso averne anch’io?- gli chiese, afferrando un bicchiere vuoto e facendo cenno alla bottiglia.
-Non sei un po’ troppo piccola per bere?- le chiese il Serpeverde, ma nonostante la domanda le versò il liquido ambrato nel piccolo bicchiere ovale.
Lei sorrise, alzando un sopracciglio rosso.- Sono al quinto anno, mica al primo.-
Scorpius alzò lo sguardo di ghiaccio puntando gli occhi nei suoi, deciso.- Cosa vuoi Lily?-
Non rispose, bevendo con avidità e distogliendo lo sguardo dal biondo osservando la sala.
-Potter non approfittare molto della mia gentilezza, sai meglio di me che non faccio parte del tuo fan club.-
-Volevo solo congratularmi per la festa. – rispose alla fine, melliflua.- Sai, noi Grifondoro apprezziamo gli sforzi altrui.-
Scorpius la guardò di sbieco vuotando completamente la bottiglia nel suo bicchiere quando la sentì avvicinarsi alla sua guancia e baciarla.
Odorava di alcool e di una nota fragranza femminile molto in voga tra le streghe in quel momento.
-Peccato che tu sia un Serpeverde, Malfoy…- mormorò con le labbra attaccate al suo orecchio.
Si stava allontanando quando si sentì strattonare il polso da una mano decisa.
Scorpius le era dietro e la fissava.- Te lo ripeto una volta sola, Lily Luna. Tienimi fuori dai tuoi giochetti infantili.-
Poi, con la sua solita calma si allontanò.
Poco distante, Rose aveva visto tutta la scena.
Albus la sentì irrigidirsi immediatamente e sospirò.
Lily era una grande stronza.
La fece voltare nuovamente di fronte a lui con una piccola giravolta e non si stupì di vedere i suoi occhi colmi di rabbia.
-Tua sorella- gli disse solamente-sta scherzando col fuoco.-
Albus la strinse di più.- Rose non…-
Lei gli premette il palmo della mano sul petto modellato dagli allenamenti di Quiddich.- Al, non hai capito. E’ con Scorpius che sta rischiando, non ci penserebbe due volte a scoparsela.-
E senza lasciargli il tempo di formulare una risposta sensata, lo piantò in asso con un bacio sulla guancia, sparendo tra la folla.
 
Non appena aprì la porta ed uscì fuori da quella Stanza che cominciava a starle un po’ troppo stretta, il freddo la investì completamente.
Rose non se ne curò affatto e con un gesto di stizza si sfilò le scarpe e cominciò a camminare spedita lungo il corridoio, diretta da nessuna parte.
Voleva riprendere il controllo di sé stessa. Doveva farlo.
Come doveva ricacciare indietro quelle lacrime che inspiegabilmente chiedevano di uscire.
Dannato, stupido, lato Weasley.
Sentì in lontananza la porta riaprirsi, ed il rumore riecheggiò un po’ attraverso le pareti fredde e spoglie.
Si ricompose, fermandosi a ridosso del muro, tornando ad indossare la maschera da perfetta erede di Salazar.
Poco dopo, sentì uno spostamento d’aria accanto a sé ed una testa bionda entrare nel suo campo visivo.
Aggrottò le sopracciglia perfette ricambiando lo sguardo che Scorpius le stava rivolgendo.
Lui fece cenno alle scarpe che teneva in mano. –Troppo scomode per le fughe solitarie?-
-Cosa vuoi?- domandò secca, ma l’altro sembrò ignorarla.
-L’altezzosa Weasley che scappa dalla sua festa- continuò, incastrandola sempre più tra lui ed il muro.- Perché?-
Rose sbuffò, passandosi una mano sugli occhi stanchi.- Scorpius non sono in vena dei tuoi giochetti idioti. E poi non mi sembra il luogo adatto per una discussione, potrebbe uscire chiunque-.
Lui sembrò pensarci su, infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni neri che indossava.
Rose si concesse uno sguardo più approfondito sul corpo che le stava davanti.
Stava bene.
Stava maledettamente bene quella sera.
Poi improvvisamente Scorpius puntò nuovamente lo sguardo su di lei costringendola ad interrompere l’intensità della sua occhiata.- Se ti chiedessi scusa la smetteresti con questa sceneggiata?-
La rossa spalancò le palpebre.- Sceneggiata?- sibilò.
Lui ridacchiò vedendola agitarsi.
Segretamente gli piaceva farla infuriare.- Si. Questa manfrina da ragazza oltraggiat..-
Sciaff.
Il palmo della mano destra di Rose pulsava esattamente come la guancia del biondo.
-Devi sempre tirare fuori il peggio di me, Malfoy- aggiunse glaciale, con quel tono altezzoso che in molti avevo imparato a conoscere.
Con calma, senza degnarlo di uno sguardo, s’infilò nuovamente i tacchi pronta a tornare alla sua festa.
Qualche passo dopo però, si sentì trascinare indietro da una presa ferrea sul suo braccio.
-Che cazzo credi di fare?- gli urlò contro perdendo definitivamente il controllo.
Stava combattendo contro se stessa per non piangere davanti a lui.
Litigi come quello ogni volta la distruggevano.
Erano il suo punto debole.
Scorpius svoltò l’angolo e la sbatté contro la parete fredda, le mani chiuse attorno alle sue esili spalle.
-Cosa ti dice il cervello, Weasley?- sibilò, a pochi centimetri dalla sua faccia.- Io non sono uno di quegli idioti che ti sbavano dietro, cazzo!- sbraitò, stringendo la presa.
Rose a quel punto scollegò il cervello. Cominciò a ridacchiare piano, sorprendendolo.
Poi puntò lo sguardo su di lui, con un sorriso mesto.- Lo so bene-.
E poi lo fece.
Fece quello che aveva desiderato di fare già anni prima, ogni volta che Scorpius si addormentava nel suo letto e lei continuava a fissarlo nel sonno.
Lo baciò.
Non fu un bacio dolce, affatto.
Si avventò sulle sue labbra carnose con tutta la forza che possedeva, gettandogli le braccia dietro il collo ed afferrandogli la nuca.
Scorpius rimase immobile all’inizio.
Spalancò le iridi color ghiaccio identiche a quelle di suo padre. Poi, non gl’importò più di nulla.
Le cinse la vita schiacciandosi completamente su di lei e rispose a quel bacio che sapeva di rabbia, rancore e forse qualcosa che non era ancora pronto ad ammettere.
Fu un gioco tutto Slytherin.
Si staccò dalle sue labbra tracciando –scia incandescente di labbra- una linea immaginaria dall’orecchio alla base del collo che portò Rose a mordersi la lingua per non gemere di piacere.
Gli strinse la camicia con le unghie e serrò gli occhi deglutendo mentre risaliva, mordendole il lobo in preda ad una passione a loro due sconosciuta.
Il peggio però, fu quando si guardarono negli occhi.
E videro delle iridi appannate da una sola sensazione: desiderio.
Forse fu quello a far rinsavire Rose, a farla rendere conto di quello che stava succedendo.
Lo spinse via furiosamente, quasi fosse un mostro dal quale scappare.
Tornò sui suoi passi correndo su quelle scarpe che facevano un rumore assurdo ma non se ne curò.
Voleva solamente trovare Albus e piangere, lontana da tutto e tutti, e sentire suo cugino sospirare.
 
 
 
 
 
 
Autrice:
Credo di aver combinato un disastro.
Il bacio non era assolutamente programmato, ma quei due me l’hanno tirato fuori con una tale forza che ho ceduto(…).
 Salve a tutti!
Innanzitutto, vi chiedo scusa per l’enorme ritardo. Questo capitolo era quasi finito da mesi eppure non mi decidevo a concluderlo. Solo ora mi accorgo della data dell’ultimo aggiornamento. Iddio!
Dunque, aspetto le vostre recensioni questa volta più che mai e sono pronta a difendermi a testa bassa dalle critiche ehm.
Vi prometto di non farvi aspettare più così tanto,
Sabrina.

 
 
 
 
 
 
 
 

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