Amaro come il caffè.

di Erin_Prince
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo10 ***
Capitolo 11: *** capitolo11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo30 ***
Capitolo 31: *** Capitolo31 ***
Capitolo 32: *** Capitolo32 ***
Capitolo 33: *** Capitolo33 ***
Capitolo 34: *** Capitolo34 ***
Capitolo 35: *** Capitolo35 ***
Capitolo 36: *** Capitolo36 ***
Capitolo 37: *** Capitolo37 ***
Capitolo 38: *** Capitolo38 ***
Capitolo 39: *** Capitolo39 ***
Capitolo 40: *** Capitolo40 ***
Capitolo 41: *** Capitolo41 ***
Capitolo 42: *** Avviso ***
Capitolo 43: *** Capitolo42 ***
Capitolo 44: *** Capitolo43 ***
Capitolo 45: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo1 ***


 

'Sera!!!!Come state?

Come già detto, avevo qualcosa in mente per un'altra ff, ovviamente sul caro Sev, e quindi eccomi qua!Prima del capitolo1 devo dirvi alcune cose: come avrete visto nei personaggi, la “bella” della situazione non sarà Hermione, spero che alle fans di questa coppia la mia ff possa piacere comunque!In secundis, Cho Chang l'ho fatta ringiovanire di un anno, ha quindi l'età del caro Harry. Inoltre, Padma Patil (che sarebbe Corvonero, e non Grifondoro) non c'è, l'ho tolta.

Bene, credo sia tutto. Ah, ecco, un'altra cosa..la storia è tutta in prima persona, a parte qualche capitolo che sarà dalla parte di qualcun altro (10 punti a chi indovina chi sarà questo fantomatico qualcun altro... xD).

Si, lo so...Sono monotona..Nuovo Personaggio/Severus Piton..ma cosa ci posso fare? =) Sono fissata!!!!!!

Ora è davvero tutto, vi lascio, e spero di ricevere i vostri commenti...

 

Amaro come il caffè

 

L'amore non sente pesi, ignora i suoi problemi, affronta quello che è al di sopra delle sue forze, non invoca scuse per l'impossibilità, perché pensa che tutto sia legittimo per lui e che tutto sia possibile. Thomas Camp

 

 

CAPITOLO1

La Sala Grande risplendeva di una luce calda, centinaia di candele illuminavano il soffitto magico che si apriva su un cielo denso di nuvole. I tavoli erano apparecchiati per la cena di inizio anno, un anno che si preannunciava più faticoso, più oscuro, più tetro degli altri.

-Ehi Rebecca!Mi stai ascoltando?-

-Si, si Jane..- risposi vaga, mentre il mio sguardo correva sugli altri studenti, impegnati in conversazioni superficiali come quelli della mia compagna di Casa.

-E le tue vacanze come sono andate?-.

Quella domanda mi colse di sorpresa. La mia estate non era stata un granché, tra mio padre Auror che era in viaggio per lavoro, mia madre che, sebbene fossero ormai vent'anni che era sposata con un mago, non si era ancora abituata alla posta via gufo e quindi sclerava per ogni pennuto, poi il trasloco, i parenti che non si facevano mai gli affari loro..Insomma, non avevo nessun pettegolezzo da raccontare, nessun ragazzo mi aveva rincorsa su una sperduta spiaggia dei Caraibi chiedendomi di sposarlo, com'era successo a Jane. Capitavano solo a lei, secondo me se le inventava!

-Niente di che- dissi, sperando che non mi facessero altre domande a cui non avevo voglia di rispondere -Almeno, nulla che possa competere con la super vacanza di Jane!- dissi, sorridendo, cercando di calarmi nella parte dell'amica pronta a lodare la sua compagna che passa da un uomo all'altro con la stessa frequenza con cui la Cooman cambia i suoi scialli.

Jane rise, compiaciuta, seguita da Marietta.

Quanto la detestavo, non la sopportavo: Jane Loren, la ragazza più bella della scuola, bionda, occhi color del cielo, snella, estroversa, simpatica, intelligente e chi più ne ha più ne metta! Tutto il contrario di me, ovviamente. Avevo i capelli di un castano scuro, gli occhi dello stesso colore, non ero snella, almeno, non avevo un fisico che poteva far invidia a tutte le ragazze e, soprattutto, non ero estroversa...Anzi, a dirla tutta certe volte ero acida e lunatica, ma per fortuna c'era Eveline a sopportarmi. Una cosa in comune l'avevamo, io e Jane: eravamo entrambe molto intelligenti, capaci e studiose. Certo quella Granger ci rubava un po' la scena, ma non importava.

In quel momento, Silente si alzò e prese la parola, distogliendomi dai miei pensieri.

Il Preside ci fece un lungo discorso sui tempi che correvano, che dovevamo restare uniti eccetera eccetera. Arrivò al punto che premeva di più noi studenti,o meglio, noi studenti di Corvonero, cioè il nuovo insegnante di Difesa.

Con mia grande sorpresa, non era il professore di quella materia ad essere nuovo, ma quello di Pozioni, un tale chiamato Lumacorno.

Subito pensai che Piton si fosse dimesso, se ne fosse andato, fosse tornato dai suoi amici Mangiamorte, ma non fu così. Era lui il nuovo insegnante di Difesa.

Mi venne un colpo.

Silente era uscito di senno?Un ex Mangiamorte a insegnare Difesa contro le Arti Oscure?

Già, sapevo che era un seguace di Voldemort, sapevo che si era pentito, ma non mi ero mai completamente convinta della sua improvvisa redenzione. Qualche anno prima, in soffitta, mentre mettevo a posto vecchie bambole inquietanti, avevo trovato un giornale e la foto del mio professore di Pozioni mi era scivolata sotto gli occhi. Avevo letto l'articolo scioccata, allibita.

-Rebecca, Rebecca!Forza!Dobbiamo accompagnare gli studenti del primo anno alla Torre!- Anthony Goldstein mi chiamò, ricordandomi del nostro ruolo da Prefetti. Già, perché, naturalmente, ero anche stata nominata Prefetto! L'anno prima, quando mi era arrivata la busta, mi ero sentita felice, soddisfatta, ma ora, che pesantezza stare attenta, guardare che gli studenti più piccoli non facessero qualche scemata...Scortammo i nuovi arrivati alla Torre, dove finalmente potei abbandonarmi sul mio letto a baldacchino.

-Non vedo l'ora di conoscere il nuovo professore, chissà com'è...- fece Cho, mentre si infilava il pigiama.

-Mi sembra più simpatico di Piton..- disse Marietta.

-Tutti sono più simpatici di Piton!- dissi io, come per marcare il fatto che Marietta non avesse detto altro che un'ovvietà. Avevo una scarsa considerazione di lei, non so se si è capito! Era la tirapiedi di Jane, sempre pronta a portarle tutto quello che lei chiedeva; la ammirava, la venerava. E, come se non bastasse, l'anno prima aveva spifferato tutta la storia dell'ES. Si, c'ero anch'io in quel “branco di ribelli”, come ci chiamava la Umbridge...Ecco, lei era più antipatica e stronza di Piton.

Eveline soffocò una risata, lanciandomi un'occhiata divertita. Quando le luci furono spente, mi tirai le coperte sopra la testa, ma non dormii. Rimasi sveglia a pensare, non ricordo bene a cosa.

Non potevo nemmeno immaginare che quell'anno, tra le mura magiche di Hogwarts, tra le persone che credevo di conoscere bene, tra quei banchi famigliari, sarei andata a sbattere, con tutta me stessa, contro ciò che può cambiarti la vita per sempre.


 

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Capitolo 2
*** Capitolo2 ***


 

Hola Gente!!!!!allora, vi è piaciuto il primo capitolo?Ringrazio Zefil, Always85 e Iurin per aver recensito e per avermi scritto la loro opinione....

Vi lascio al secondo capitolo, spero di ricevere altri commenti così da capire se questa nuova protagonista vi piace...

Un bacio, Erin.

 

 

CAPITOLO2

Come previsto dall'acume di Marietta, Lumacorno si rivelò un simpaticone e, allo stesso tempo, uno di quei professori che, alla prima lezione, individua la gente che ha delle potenzialità, quelli che risultano più intelligenti e più promettenti. Avevo sentito dire che tra i suoi allievi c'era stato persino il fantomatico Voldemort.

Certo che se tutti i suoi studenti facevano quella fine...

In ogni caso, Lumacorno ci fece preparare il Distillato della Morte Vivente, una pozione particolarmente difficile. Mi uscì qualcosa di discreto, ma Potter fu più bravo di me, sebbene fosse sempre stato una schiappa e un mezzo ignorante in materia.

Ma ciò che più ci premeva era la lezione che ci attendeva nel pomeriggio: Difesa. Aspettavo quelle ore con una certa ansia, o meglio, con curiosità. Piton era sempre stato l'arcigno, acido, impassibile professore di Pozioni, vederlo in un'altra veste era un po' strano...No, strano sarebbe stato vederlo sorridere.

Nelle prime ore dopo pranzo, rifiutando una scampagnata in biblioteca con Jane, uscii nel parco: i deboli raggi del sole trafiggevano le rade nuvole, donando ancora del calore a noi poveri studenti che cercavamo un po' di svago fuori dalle mura del castello. Mi era sempre piaciuto uscire e passeggiare nel prato, spingendomi fino ai confini della Foresta Proibita, immaginando cosa potesse nascondersi in mezzo a quegli alberi. Ma non mi ero mai spinta oltre. Camminai fino alle serre di Erbologia, sempre immersa nei miei pensieri. Mi piaceva la solitudine, mi piaceva staccarmi dal resto degli studenti, mi piaceva restare da sola per un po' anche se non avevo un vero motivo per farlo. Adoravo osservare in silenzio gli altri, i loro comportamenti. Forse risulto un po' una pazza, una maniaca e una squilibrata...Certo mi piaceva anche divertirmi, non ero mica una mummia!Però declinavo sempre gli inviti a feste clandestine nella Stanza delle Necessità o a qualche strana “riunione”...

Il grande orologio batté le cinque del pomeriggio: ero già in ritardo netto per la lezione di Piton.

Pensai che non potevo essere più sfortunata mentre correvo per i corridoi, cercando di raggiungere il più in fretta possibile l'aula.

Ma si, potevo essere più sfigata di quello che già ero: a metà del corridoio del quarto piano incontrai Stephan, il mio caro ex ragazzo.

Stephan ed io stavamo insieme l'anno prima, ma lui poi mi aveva tradita, verso la fine della scuola, con una Serpeverde, tale Pansy. Mi aveva mandato biglietti, lettere, interi fogli con mi dispiace di qua, mi dispiace di là. Ma, ovviamente, il pensiero di perdonarlo non mi aveva nemmeno sfiorata.

-Ehi Rebecca!- mi disse, facendo un debole sorriso.

-Stephan- risposi, atona -Sono in ritardo, Piton...- dissi, mentre già correvo, lasciandolo lì a guardarmi andare via. Non lo potevo soffrire, non riuscivo a guardarlo negli occhi: la ferita che mi aveva procurato si stava rimarginando, ma vederlo ogni giorno a scuola per nove mesi non avrebbe aiutato.

Non sapevo che presto, molto presto, qualcosa me lo avrebbe fatto dimenticare; in un batter di ciglia si sarebbe volatilizzato, sarebbe scomparso dalla mia mente come fumo, rimpiazzato da qualcun altro.

Come previsto, arrivai in ritardo alla lezione di Piton; i miei compagni erano già seduti ai banchi, rimaneva solo un posto libero, accanto a Cho.

-La signorina Hale ha deciso di onorarci della sua presenza...- mi disse lui, appena misi piede in quell'aula inquietante e decisamente sinistra.

-Mi scusi, professor Piton, ero..-

-Non mi interessa, 10 punti in meno a Corvonero.- disse, voltandosi, dirigendosi verso la cattedra.

Mi sedetti vicino a Cho, presi il mio quaderno e cominciai ad ascoltare, contro voglia, il tetro professore. Una lezione di inizio anno, una di quelle lezioni di cui aspetti con ansia la fine.

Ma dopo pochi minuti, il discorso di Piton prese un'altra piega, una piega ben più interessante di una stupida e normale lezione introduttiva. La sua voce era venata da una nota di passione, un qualcosa che faceva trasparire quanto lui fosse attratto da quella materia; non era la solita voce atona e annoiata con cui ci parlava durante le ore di Pozioni, era qualcosa di più. Solo allora notai quanto pesasse le parole, quanto di suo c'era in quello che diceva. Lo ascoltavo, rapita, mentre Cho, al mio fianco, guardava Piton con aria terrorizzata. Ad un certo punto, il professore tacque, guardandoci uno ad uno: solo in quel momento notai il colore dei suoi occhi, un nero privo di una qualsiasi luce, un nero profondo e senza fine. Distolsi lo sguardo, abbassandolo sul banco.

-Ora, farete questo piccolo test, così che io possa valutare la vostra preparazione.- disse, e con un colpo di bacchetta dieci domande di stamparono sui fogli che avevamo davanti.

-Come se non sapessi già che solo la metà della metà di voi riuscirà ad evitare una T.- aggiunse, gelido, sedendosi alla scrivania; appoggiò il mento al dorso di una mano, mentre guardava, fuori dalla finestra, il sole che, rosso sangue, scompariva dietro le montagne.

Risposi alle domande senza alcuna difficoltà. Mancava ancora qualche minuto alla fine dell'ora, così consegnai sperando che Piton mi facesse uscire prima. Mi alzai dal posto e, tenendo il foglio in mano, mi avviai alla cattedra: non scorderò mai il suo sguardo, affilato e pallido, posarsi su di me con aria interrogativa.

-Ho finito, professore.- dissi, sicura delle risposte che avevo dato. D'altronde, ero una delle poche a essere riuscita a passare i GUFO in modo eccellente.

-Prima della Granger?..- disse Piton, prendendo il test dalle mie mani -Può andare, Hale.- mi congedò.

Recuperai le mie cose e uscii da quell'aula diventata improvvisamente asfissiante e opprimente.


 

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Capitolo 3
*** Capitolo3 ***


 

Buon pomeriggio Stelle!!!!!!Come state?Io sono al settimo cielo, sia grazie alle vostre numerose recensioni (mi hanno fatto veramente tantissimo piacere, grazieeee!!!!), sia per la fine della sessione degli esami di aprile, il che vuol dire che potrò rilassarmi e dedicarmi a questa storia più di quanto già faccia normalmente!!!!!!

Buona lettura quindi!!!!Alla prossima!!!

Erin

 

 

 

CAPITOLO3

Settembre lasciò presto il posto ad ottobre, portando con sé freddo e le desiderate gite ad Hogsmeade. Le adoravo, erano un momento di svago, uno spiraglio di vacanza in mezzo alla monotonia della scuola, in mezzo al grigiume di un autunno arrivato troppo presto, in mezzo allo studio sempre più pesante.

Il giorno dell'uscita al villaggio si rivelò un sabato portatore di sfiga per la sottoscritta: mi svegliai prima delle altre, preda di un fortissimo raffreddore. Guardai fuori dalla finestra la pioggia che cadeva dalle nuvole plumbee, sconsolata. Non potevo uscire conciata com'ero. A malapena riuscivo a respirare, se avessi messo un piede fuori dalla porta d'Ingresso mi sarei presa una febbre da cavallo. Mi ributtai sul letto, mentre le mie compagne si svegliavano e vestivano.

-Dai Rebecca, sarà per la prossima volta!- mi disse Cho, cercando di tirarmi su il morale.

-Guarda il lato positivo, puoi portarti avanti con lo studio!- mi disse Jane, sorridendo.

Certo, avrei sicuramente studiato tutto il giorno.

-Che bello, non vedevo l'ora di passare un intero sabato a studiare...E' da un po' che non lo faccio!- dissi, ironica.

-Ti porterò un po' di dolci da Mielandia!- mi disse Eveline, dandomi un bacio sulla guancia poco prima di uscire.

-Bene...- dissi, senza entusiasmo, soffiandomi per la millesima volta il naso.

Restai sotto le coperte ancora per un'ora, godendomi il caldo della lana mentre fuori la pioggia diventava sempre più intensa. Quanto avevo desiderato quella gita, quell'uscita insieme alle mie amiche. Sbuffando mi decisi ad alzarmi dal letto, mi vestii con un paio di jeans e una felpa pesante, misi una sciarpa intorno al collo, come sempre; legai i capelli in una coda disordinata: non ci sarebbe stato nessuno al castello, cosa mi importava essere presentabile?

Scesi nella luminosa Sala Comune, dove trovai solo studenti dei primi due anni...Che fortuna!

Attraversai il muro e mi diressi in Sala Grande, dove mi aspettava la colazione.

-Signorina Hale!Non è andata ad Hogsmeade?-

Una voce dolce e profonda mi fece voltare: Silente era appena apparso, non so bene da dove, con un imbarazzante vestito azzurro e blu.

-Professor Silente!-

Il Preside mi sorrise.

-No, non sono andata, ho un forte raffreddore!- dissi, tristemente.

-Oh non si preoccupi! Ci saranno altre gite!Si goda il silenzio di questo castello, è un ottimo portatore di consigli!- mi disse, sempre sorridendo sornione con gli occhi azzurri che brillavano.

-Ehm..Si..Vado a fare colazione!- dissi, non sapendo bene cosa rispondere.

-Oh certo certo!Vada vada...-.

-Arrivederci!- lo salutai.

Silente era un tipo un po' pazzo, oltre ad essere il miglior mago di tutti i tempi, ovviamente!

Ma, come si suol dire, tutti i migliori sono matti. Mi piaceva, era giusto e la sapeva lunga su molte cose.

Come previsto, la Sala Grande era deserta a parte un piccolo gruppo di studenti del secondo anno che giocavano a scacchi al tavolo di Tassorosso.

I Tassorosso non mi erano mai stati particolarmente simpatici, anzi, non li sopportavo, erano quasi peggio dei Grifondoro. I primi erano cheti, tranquilli, non facevano mai niente di male, insomma, erano un po' citrulli, ammettiamolo; i secondi, invece, anche se facevano qualcosa di male se la cavavano sempre, in ogni situazione, grazie alla storia del coraggio e della cavalleria. Erano orgogliosi, sconfinavano spesso nel credersi superiori agli altri...L'orgoglio a me non mancava, lo devo ammettere, ma almeno non andavo in giro con quell'aria che voleva dire “guardatemi, forse domani salvo il mondo!”.

Mi versai del succo d'arancia mentre addentavo un croissant appena sfornato.

Cosa potevo fare da sola, in un castello deserto, tutto il giorno? Optai per un giro turistico; d'altronde, conoscevo solo il tragitto dalla Torre di Corvonero alla Sala Grande, alle aule, alla Biblioteca e viceversa.

Ah no, conoscevo anche il percorso Torre-Bagno dei Prefetti e il contrario.

Di un castello immenso com'è Hogwarts conoscevo solo quello, nient'altro. Sei anni in quella scuola e non avevo mai speso un po' del mio tempo a girarlo, a scoprirlo un po', troppo impegnata a studiare..Lo studio...In quel periodo mi stava uccidendo, non riuscivo a mantenere la concentrazione!E la cosa mi dava sui nervi!Ero sempre stata diligente, avevo sempre superato gli esami in maniera ottima, ma mai, come durante il sesto anno, la mia voglia di studiare venne meno.

Iniziai il mio tour da sfigata-raffreddata-nullafacente e presi a camminare per i corridoi, senza una meta. Molto probabilmente mi sarei persa nel giro di pochi minuti, ma non m'importava. Volevo non pensare, volevo godermi quegli attimi di tranquillità, quegli attimi di silenzio...Forse Silente aveva ragione, quelle mura potevano essere buone consigliere. Chissà per cosa, poi!

-Hale!- una voce strascicata mi fece riemergere dalla mia mente contorta, e solo a quel punto mi resi conto di essere in un'ala che non avevo mai visto: era luminosa, sembrava sospesa nel vuoto, come fosse una dependance del castello in mezzo al cielo.

Mi voltai e mi ritrovai davanti un Severus Piton abbastanza alterato.

Strano, pensai, Piton non è mai alterato...

-Hale, si può sapere cosa fai qua, oggi che tutti sono andati ad Hogsmeade?- mi squadrò dalla testa ai piedi, soffermandosi con una smorfia di disgusto sui miei capelli disordinati e privi di una forma decente.

-Ho un forte raffreddore, professore, non me la sono sentita di uscire...-

Piton mi guardò con i suoi occhi neri, gelidi e alteri. Sentii un brivido lungo la schiena, trattenni il fiato come se stessi aspettando un'assoluzione...o una condanna. Per la prima volta in sei anni lo guardai da vicino. La sua pelle era pallida, i suoi capelli corvini erano lunghi fin sotto le orecchie, dritti. Il suo naso era assurdamente adunco, le sue labbra sottili, arricciate in una delle sue tante smorfie.

-Hale!- la sua voce mi riportò alla realtà.

Si, mi ero persa guardando il suo viso...

-Vuoi rimanere qua tutto il giorno a fare la muffa? Ho detto che puoi andare!-

-Ehm..No, mi scusi!- riuscii a dire, mentre mi incamminavo, veloce, dalla parte opposta, decisa a mettere più passi possibili tra me e Piton. Mi girai per guardarlo di nuovo, ma lui non c'era già più.

Gli occhi neri del mio professore ancora mi trafiggevano quando arrivai nella Sala Comune, un paio d'ore dopo.

Mi sedetti su una poltrona accanto al fuoco.

Possibile che mi fossi imbambolata a guardare Piton?Certo, detto così è assurdo, quasi impensabile, ma forse se cambiavo le parole, se le mettevo in un altro ordine..Se dicevo: mi ero soffermata a guardare i lineamenti del mio professore...No, suonava sempre allo stesso modo: mi ero imbambolata a guardare Piton. Quello era il succo del discorso. Rimasi per un po' a fissare il fuoco, mentre i particolari di quel viso spigoloso riaffioravano in continuazione dalle pieghe del mio cervello, tornando a galla. E più mi sforzavo di non pensarci, più me li ritrovavo davanti. 

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Capitolo 4
*** Capitolo4 ***


 

Bonjour!!!!Eccomi con il quarto capitoloooo!!!!!Però, prima un grazie enorme, ma veramente enorme alle 7 persone che hanno recensito lo scorso capitolo...Sono rimasta così colpita, così felice!!!!!Mi avete fatto veramente piacere, grazie di cuore!!!

Alla prossima, e Buona Pasqua e Pasquetta a tutti

Erin.

 

 

CAPITOLO4

Le Api Frizzole e gli altri dolci che Eveline e Cho mi avevano portato da Hogsmeade mi accompagnarono fino a metà di novembre, caramellandomi le lunghe giornate di studio.

Ma in quel periodo ci fu qualcos'altro che mi tenne compagnia.

Volente o nolente, mi ritrovavo spesso, troppo spesso, a pensare a due occhi neri...Si, a Piton. Qualcosa di assurdo, penserete...Lo pensavo anch'io, fino a che, una notte, non presi atto della situazione in cui ero precipitata.

Un giorno, poco dopo Halloween, la lezione di Pozioni era stata particolarmente pesante e sconfortante: Potter riusciva sempre in tutto, battendo anche la sua amicona, Hermione Granger.

Uscii dall'aula di Lumacorno piuttosto frustrata e mi diressi verso l'aula di Difesa. Eveline non seguiva Pozioni e quindi mi incamminai da sola.

Piton ci aspettava per una delle sue lezioni inquietanti; sebbene sapesse essere molto vendicativo con gli studenti che arrivavano in ritardo, quando entrai nell'aula scoprii di essere la prima.

Quel giorno, il vento infuriava violento e gelido contro le mura del castello, facendo vibrare i vetri. La classe era fredda, come l'insegnante che sedeva dietro la cattedra.

-Signorina Hale, vedo che ha imparato cosa vuol dire arrivare in orario...- mi disse, acido come al solito.

-Buongiorno, professore- risposi, sentendo una strana morsa allo stomaco.

Lui rimase in silenzio, le labbra sottili strette, gli occhi neri fissi su di me, impenetrabili. Mi sentii tremendamente in imbarazzo...No, cosa dico, mi sentii letteralmente trapassare da parte a parte. Mi sedetti in un banco, prendendo il quaderno e tutto il resto. Cercai di rileggere la lezione che era da studiare per quel giorno, ma la mia mente si rifiutava di concentrarsi: alzai lo sguardo.

Piton era vicino alla finestra, un libro dalla copertina nera e antica, dalle pagine bordate d'argento nella sua mano sinistra; passava le affusolate e pallide dita sulla pergamena invecchiata dagli anni, dal tempo che, inesorabile, passa, scorre, scivola via, lasciando segni indelebili. Una ciocca di capelli neri gli ricadeva davanti agli occhi, una nota di disordine in quella sua figura sempre perfettamente ordinata. Una sottile ruga, segno di concentrazione, si era formata tra le sopracciglia che spesso inarcava per esprimere sorpresa nei confronti di noi poveri studenti. I miei occhi non volevano staccarsi da quell'uomo così magro e pallido, così spigoloso...

Fortunatamente, gli altri miei compagni arrivarono e la lezione cominciò. Quel pomeriggio mi rifugiai nel silenzio surreale della biblioteca, più per pensare in santa pace che per studiare. Mi sedetti ad un tavolo, da sola.

Non era possibile che io, Rebecca Hale, sedicenne quasi diciassettenne, fossi attratta dal mio professore...E che professore!Insomma, Piton! Non era Allock, che almeno, forse, probabilmente, aveva un accenno di bellezza, ma Piton! Non so quanto restai là, seduta su quella sedia, so solo che, quando mi girai verso la finestra, fuori era scesa la notte. Guardai l'orologio, accorgendomi che erano già le otto di sera: probabilmente, Madama Pince mi aspettava sulla soglia della biblioteca con un'ascia in mano, pronta per farmi a pezzetti perché mi ero trattenuta troppo nel suo amato regno.

Scesi in Sala Grande, giusto per zittire il brontolio del mio stomaco; Eveline mi si avvicinò.

-Ehi, dove sei stata tutto il giorno?-

-In biblioteca..-risposi, vaga. Non potevo certo dirle che avevo speso tutto il pomeriggio ad arrovellarmi su Piton.

-Che brava, proprio studiosa...- mi disse, ironica, con quello sguardo che dice “si perché io ci credo...”.

-E' vero!- dissi io, decisa.

-Allora sta sera potrai aiutarmi a fare il tema di Trasfigurazione...-

Il tema di Trasfigurazione....Me ne ero completamente dimenticata.

-No, non l'ho fatto..Lo devo fare anch'io...-

-Rebecca..La finiamo di raccontare balle?- Eveline non si diede per vinta.

-No, non credo!- sbottai, alzandomi e prendendo la via per la Torre di Corvonero.

-Rebecca!Rebecca dai stavo scherzando!- mi urlò la mia amica, ma non mi fermai. Camminai veloce per i corridoi, alcuni studenti erano ancora in giro. Girai un angolo, e mi trovai di fronte Silente e Piton, che parlavano fittamente.

Il Preside si voltò, seguito dal mio professore.

-Signorina Hale, buonasera!- fece Silente, amabile.

-'Sera.- feci io, poco convinta.

-La signorina Hale ha la capacità straordinaria di arrivare nei luoghi più impensabili: poco tempo fa l'ho vista nell'ala riservata ai professori....- disse Piton, con il suo solito tono di voce.

Ecco allora perché quella parte del castello era così bella, era la parte degli insegnanti.

Cosa avrei dato per vedere la camera di Piton...Mi morsi il labbro, cercando di rimandare quel pensiero nel recanto più profondo della mia mente.

-In realtà sto andando alla Torre, ho preso solo una scorciatoia..- dissi io.

-Ma certo, certo..- fece Silente, guardandomi dolcemente, mettendomi un po' di ansia.

-Si, beh, io vado...- feci, impaziente di sottrarmi alla presenza dei due insegnanti.

-Buonanotte signorina Hale!- esclamò Silente, salutandomi.

Per arrivare alla Torre mi misi a correre quasi, come se lì potessi trovare un po' di calma. Mi buttai sotto la doccia dove rimasi per diversi minuti, fino a quando la mia pelle non divenne rossa per l'acqua bollente. Mi infilai il pigiama, sebbene fossero solo le nove e dovessi fare un tema. Non m'importava, l'avrei fatto la mattina dopo, in un modo o nell'altro.

Le mie compagne scivolarono nei loro letti, silenziose, credendomi addormentata. Ma non chiusi occhio, perseguitata dal nero, assillata da due occhi, ossessionata da un mantello che lambiva il pavimento di pietra.

Più sveglia che mai, mi alzai verso le tre di notte e andai in bagno, accesi la luce e mi guardai allo specchio e lì, quando la ragione si era stufata di opporsi all'irrazionalità, non potendo più negare, lo ammisi a me stessa: io, Rebecca Hale, sedicenne quasi diciassettenne, ero cotta del mio professore di Difesa contro le Arti Oscure, del professore bastardo, acido, scontroso ed ingiusto, dell'uomo che aveva servito Voldemort, di un ex Mangiamorte. Se fino a pochi mesi prima mi sembravano qualcosa di tremendo, ora non erano altro che piccolissimi ed insignificanti dettagli. 

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Capitolo 5
*** Capitolo5 ***


 

*__* *__* *__* Oh, come sono contenta delle vostre recensioni!!!!!!!!!!Lo sapete che ho gli occhi che mi sbriluccicano????Siete delle Stelle!!!!!!

Okei, basta,mi ricompongo...Eccoci al quinto capitolo, spero vi piaccia anche se Sev non è ancora totalmente protagonista, ma d'altronde la storia è in prima persona...Rebecca non può sapere tutto!!!Come si dice, la pazienza è la virtù dei forti...Si lo so, fa schifo come detto, io non sono per niente paziente...Alla prossima..

Un bacio Erin.

 

 

CAPITOLO5

Le vacanze di Natale arrivarono più velocemente di quanto mi aspettassi, portando neve e gelo. Quell'anno rimasi al castello, mentre le mie amiche se ne tornavano a casa per godersi i manicaretti della mamma o le torte della nonna. I miei erano andati in Brasile da Rose, mia sorella, poiché era da tanto che non la vedevano. A me non mancava, anzi, ero ben felice di non avere una sorella che mi detestava in giro per casa. Avevo declinato gentilmente l'invito con una scusa banale ma che i miei avevano preso per buona, o, meglio, avevano fatto finta di crederci.

Rimase solo Jane, decisa a studiare. Che fortuna, dieci giorni con la ragazza che più detestavo in tutta Hogwarts! Studiare non era certo la motivazione vera...No, un momento, studiava anatomia umana con un certo tizio di Serpeverde..Si si, allora la motivazione era quella sul serio!

La sera del primo giorno di vacanza, passato ad aiutare Vitious con le decorazioni nella Sala Grande, tra abeti e ogni sorta di nastri, palline, ghirlande, decisi di prendere un libro e andare a leggere in un posticino vicino alla Sala dei Trofei: era piccolo e accogliente, un camino lo riscaldava, e i cuscini, messi sui davanzali delle finestre, mi davano la possibilità di sedermi comodamente. Mi raggomitolai vicina al vetro, immergendomi, come mi era solito fare, tra le pagine un po' consumate del libro, perdendomi tra i protagonisti e le avventure che vivevano. Ma c'era sempre qualcuno che mi veniva in mente ogni volta che leggevo una parola come “austero”, “freddo”, “gelido”, “silenzioso”...Si, ormai c'ero dentro con tutte le scarpe (e forse anche di più!). Piton mi ossessionava, il pensiero di lui mi seguiva persino in bagno, nella guferia, sempre. E ogni volta che lo vedevo mi agitavo, sia durante una lezione, sia in un corridoio, sia, come nel periodo di vacanze, ai pasti, quando studenti e professori mangiavano allo stesso tavolo. Ma cosa potevo fare?Andare da lui e dirgli -Hey, sai che non penso ad altro che a te?-..come minimo mi avrebbe cruciata ed espulsa!No, non potevo fare altro se non guardarlo da lontano, cercare di non farmi vedere da quelli che mi stavano intorno mentre gli lanciavo occhiate veloci.

-Hale!Perchè diavolo sei qua di notte?- la voce di Piton mi perforò il cuore, riportandomi alla realtà.

Mi voltai di scatto, e lo vidi sulla soglia di quel piccolo salottino. Sembrava agitato, nervoso, forse aveva mandato a quel paese il suo autocontrollo da pezzo di ghiaccio che non si scioglie nemmeno vicino all'Ardemonio...

-Allora?Starei aspettando una risposta!- fece, impaziente.

-Leggo.- risposi, semplicemente.

-Pensavo stessi facendo una gita in montagna!- disse, ironico.

-Beh mi piaceva come posto, è tranquillo..- risposi, sorridendo dentro di me per il suo tono.

-Puoi leggere nella tua Sala Comune, no?-

-Tanto non ci sono regole sugli orari, giusto?Almeno, non per noi Prefetti!- dissi, sorridendo.

Lui mi guardò un attimo, allibito della mia risposta.

-Non è saggio girare di notte per il castello, Hale, con i tempi che corrono..- mi disse, quasi con un tono gentile..Ho detto quasi!

-Vorrà dire che starò attenta ai possibili Mangiamorte silenziosi nel castello..- feci, non riuscendo a capire da dove mi fosse uscita tutta quella assurda sfacciataggine. Lo guardai spudoratamente, mentre si chiedeva, forse, dove avessi lasciato la solita studentessa di Corvonero: la ruga al centro delle sopracciglia, leggermente aggrottate; le labbra sottili, strette, come sempre; le braccia lungo i fianchi, le mani nodose e pallide.

-Hale, ringrazia che siamo nelle vacanze natalizie...Sennò ti prenderesti una bella punizione!-disse infine, andandosene, lasciandomi sola a guardarlo mentre tornava nei sotterranei a passo spedito.

In quel momento mi venne in mente che non avevo mai preso una punizione con Piton!Forse era ora di prenderne una. Mi ripromisi di pensare a quella possibilità, sebbene la mia carriera scolastica fosse priva di una qualsiasi azione che potesse essere punibile. Certo, se si consideravano atti vandalici le virgole fuori posto nei temi...Ero una criminale!

Vaneggiamenti a parte, quella sera tornai al dormitorio felice come una pasqua, come se avessi scoperto la Fonte della Buona Sorte (*). In realtà, mi era solo venuta la brillante idea di passare una romantica serata in compagnia di Piton e della sua acidità in punizione!

Ero totalmente fuori di testa. Ma la mia idea era geniale.

Jane stava già dormendo, per fortuna, così mi infilai nel mio letto senza dover rispondere a domande stile terzo grado su dove fossi stata, con chi, come e perché. Chiusi gli occhi, sperando di sognare il mio brutto/bel professore di Difesa contro le Arti Scure, ma, come al solito, la mattina dopo mi svegliai delusa dal mio inconscio: ancora una volta mi aveva lasciata a bocca asciutta, portandomi in una terra lontana e arida, senza niente e nessuno, solo una lontana oasi...Irraggiungibile.

 

(*)Le Fiabe di Beda il Bardo. 

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Capitolo 6
*** Capitolo6 ***


 

Olèèèèèèèèèè!!!!Eccomi con il capitolo tanto atteso, spero solo di non incorrere nella vostra ira =)

Ora però vorrei, oltre che ringraziare le donzelle che mi hanno recensito lo scorso capitolo, soffermarmi su un evento mondiale...ossia il TRAILER di HP!!!!!!!!!!!!!Cioè, ma vogliamo parlare della scena in cui Sev scompare nel mantello?E di quando cammina sotto il portichetto???Cioè, giuro che mi è venuto quasi un infarto!!!Per non parlare dei brividi!!!Okei basta, vi lascio al capitolo....Spero vi piaccia..

Erin.

 

 

CAPITOLO6

Gennaio e la ripresa delle lezioni arrivarono in un batter d'occhio, così che mi ritrovai sommersa dallo studio: passavo ore e ore in biblioteca tra Incantesimi non Verbali e Trasfigurazione di animali in oggetti. Un periodo così noioso!

In tutto questo, ovviamente, non avevo scordato la mia idea geniale e degna di una mente criminale!Ma, come si dice, tra dire e il fare c'è di mezzo il mare!

Cercavo in tutti i modi di infastidire Piton durante le lezioni, cercavo di parlare con la mia vicina di banco, di fare tutte le cose che potevano impedirgli di fare una lezione normale così da farmi punire, ma lui non ci cascava e in compenso mi toglieva una marea di punti. I miei compagni di Casa cominciarono ad odiarmi.

Passavo più tempo a macchinare su come prendere una punizione che a parlare con le mie amiche!

Nel frattempo, febbraio arrivò e passò, uguale a gennaio, bianco a causa della neve, grigio per il cielo costantemente plumbeo, nero, come quegli occhi che mi facevano impazzire e venire voglia di urlare per liberarmi di ciò che avevo dentro. Ma era una cosa impensabile, non potevo dirlo a nessuno, nemmeno alla mia amica, l'unica che potessi considerare tale. Eveline mi avrebbe presa per matta, una squilibrata pronta per il reparto speciale del San Mungo.

Ma non ero brava a fingere, ed Eveline mi conosceva fin troppo bene per non capire cosa mi passasse per la testa. Eravamo amiche sin dall'infanzia, i nostri genitori, o meglio, mio padre e sua madre, si conoscevano dai tempi di Hogwarts; anche se certe volte non la capivo, non avrei mai potuto fare a meno di lei e del suo ottimismo, delle sue battute, del suo mangiarsi le unghie (cosa che mi dava sui nervi), della sua mania per l'ordine e per l'organizzazione (aspetto del suo carattere che mi metteva un po' di ansia).

Il mio segreto, che custodivo da ben cinque mesi, venne a galla un pomeriggio di marzo, mentre io ed Eveline ripassavamo una lezione della Mc.Granitt in biblioteca.

-Rebecca..Rebecca!-

Ancora una volta mi ero incantata a guardare il vuoto, mentre i mie pensieri vagavano su strade che conducevano a lui, a Severus Piton e ad un possibile modo per passare una sera intera con lui...Forse se avessi dato fuoco ai suoi preziosi libri...

-Si può sapere cosa ti prende in quest'ultimo periodo?Sei strana, non ti si può parlare che te ne vai arrabbiata..Anzi, non ti si può parlare proprio!Sei come in trance!- Eveline mi faceva quella domanda un giorno si e uno no, un po' snervante in effetti, ma aveva ragione, ero strana, ero pazza.

-Sarà la primavera..- tentai, poco convinta. Avevo voglia di sfogarmi, di buttare fuori quello che tenevo dentro e che temevo sarebbe esploso come una Caccabomba da un momento all'altro.

-Non credo!- mi disse Eveline, guardandomi con la sua espressione da Auror sotto copertura super segreta.

-E va bene...- mi arresi, sorridendo.

-Finalmente!!-

-Ecco..- in quel momento, Piton sbucò da uno scaffale, silenzioso e con un libro tra le mani, intento a sfogliarlo con estrema attenzione.

-Allora?- Eveline mi incitava, poi si girò per vedere cosa aveva catturato la mia attenzione. Per poco non cascò dalla sedia nel trovarsi a due centimetri dal professore.

-Rebecca...Allora?- chiese di nuovo, abbassando la voce.

Non le risposi, i miei occhi e la mia mente erano incatenati all'uomo che stava dietro alla mia amica, assorto nello sfogliare un libro, un semplice, e sicuramente noioso, libro.

-Vabbè, quando me lo vorrai dire...- disse Eveline, alzando di nuovo la voce, con una nota di impazienza.

Povera Eveline!Non ce la faceva più!

-Signorina Roger, se vuole zittirsi...O devo togliere ancora qualche altro punto alla vostra Casa?- disse acido Piton, guardandoci.

-Stavamo solo facendo una pausa..- dissi io.

-In effetti- disse lui, sbirciando i nostri libri -aprire il libro su un capitolo fatto mesi fa richiede un certo impegno.-.

-Ci scusi.- mormorò Eveline, tornando al suo libro. Qualche secondo dopo, Piton se ne andò.

Sospirai, mentre prendevo il capitolo sulla Trasfigurazione dei vasi in gatti.

-Continui a sospirare come una principessa innamorata di uno che non la considererà mai...E' assurdo!Smettila oppure...- si zittì improvvisamente; dovevo avere gli occhi che mi luccicavano come quelli dei personaggi nei cartoni animati babbani.

Eveline si portò le mani alla bocca.

-No..Non dirmelo..E' lui...Insomma, no..- fece, scrollando la testa.

-Si Eveline...E' lui...- ammisi, passandomi una mano tra i capelli disordinati.

-Rebecca sei pazza!Come fa- e abbassò al voce -Piton a piacerti?Insomma, è Piton!Hai visto che capelli che ha?!Per non parlare del naso!Riprenditi!E poi è così..così brutto!!!-

-E' troppo tardi Eveline...- dissi.

-Da quanto va avanti?- chiese la mia amica, come se temesse la risposta.

-Da cinque mesi...Quando siete andate ad Hogsmeade, ad ottobre..-

-Da quel giorno?-

-Si, si da quel giorno..E' una cosa assurda, lo so! Ma cosa ci posso fare?E poi è un professore!-

-Un professore stronzo!- mi corresse Eveline, sorridendo. -Beh, finalmente sappiamo perché vai così bene a Difesa...-

Sbuffai -Come se questo mi portasse da qualche parte...E sto anche cercando di prendermi una punizione da lui, ma mi toglie solo punti!!!- dissi, sconsolata.

-Non ce la siamo data!- disse lei, sorridendo.

-Rebecca,- riprese Eveline, dopo qualche minuto di silenzio, -ti rendi conto che i tuoi sentimenti...Insomma, essere ricambiata è assolutamente improbabile!E poi una relazione con un professore!!!Non si può!-

Sbuffai ancora -Come se non lo sapessi!- dissi. Eveline non mi diceva nulla di nuovo. Ma d'altronde, cosa mi aspettavo?Che mi dicesse -vai, vedrai che vivrete insieme felici e contenti, perché anche lui prova lo stesso per te-? No, Eveline era troppo pragmatica, troppo razionale..Tra le due, ero io quella impetuosa, quella istintiva, quella romantica...Romantica non nel senso che andavo in giro a disegnare cuori ovunque, Merlino me ne scampi!

*******

Il bagno per le ragazze Prefetto era qualcosa di spettacolare, un luogo di pace e serenità marmorea.

Una sera, dopo una giornata particolarmente snervante, sgusciai fuori dal dormitorio, e poi dalla Torre, per andare a farmi un bagno caldo.

I corridoi erano deserti, alcuni spifferi passavano attraverso le finestre portando un'aria fresca. Mi strinsi nella mia felpa, sperando di non incontrare Gazza. Arrivai alla porta bianca che segnava l'ingresso a quello che consideravo un'oasi in cui potevo recuperare le forze. Incontrai Hermione Granger che si rivestiva, appena uscita dall'acqua.

-Ciao!- mi disse, con un'aria un po' stanca.

-Ciao- risposi, senza entusiasmo.

Restammo in silenzio, finchè lei non parlò di nuovo.

-Interessante la lezione di oggi di Piton, vero?-

Già..Era proprio la lezione ad essere stata interessante.

-Insomma, l'Incanto Patronus è sempre spettacolare..Anche se noi...- e mi fece un sorrisetto complice.

-Eh già, noi l'abbiamo imparato l'anno scorso!- dissi, mentre mi toglievo la felpa.

Anche se non ero riuscita, durante le lezioni del''ES, a produrre un animale completo, sapevo che il mio Patronus aveva la forma di un cigno. La mattina, a lezione, era stato un po' debole, cosa che Piton non aveva mancato di farmi notare, accompagnando il tutto da una battutina sulla “deliziosa e dolce forma del mio Patronus”. Avrei voluto vedere il suo, di Patronus!

-Ci vediamo Rebecca!- mi salutò Hermione, sparendo nel chiudersi della porta.

Finii di spogliarmi e poi mi trovai davanti ad un dilemma: quale profumazione scegliere per il mio bagno?Un problema della vita, in effetti...Optai per l'orchidea. Era rilassante, fresco...Ciò che mi serviva. La schiuma che si formò sull'acqua bollente aveva una sfumatura lilla: mentre mi immergevo sentivo i muscoli rilassarsi. Appoggiai la testa al bordo della vasca, chiudendo gli occhi.

Dovevo fare qualcosa, non potevo andare avanti così...Piton mi stava uccidendo inconsapevolmente. Eveline non mi aiutava a trovare una soluzione, per lei potevo risolvere tutto dimenticandolo. Certo, facile parlare!Merlino, era così assurda quella situazione!

Il tritone della vetrata si animò, rivolgendomi un sorriso malizioso. Era pure bello, quel tritone!Peccato che era solo vetro. Passai un'ora buona in quel bagno, finchè tutta la schiuma scomparve, lasciando solo acqua. Mi asciugai e mi rivestii.

Diretta alla Torre, sentii alcuni passi così mi affrettai a raggiungere il corvo di bronzo. Arrivata in camera, mi infilai la mia camicia da notte, cioè una maglietta a mezze maniche larga e lunga e i miei fantastici e sexy calzettoni di lana grigi. Non avrei potuto sedurre nemmeno un troll in quella mise. Mi buttai sotto le coperte, chiusi gli occhi e mi addormentai.

Non passò molto tempo, però, che mi svegliai di soprassalto e, guardando l'orologio, mi resi conto che era solo mezzanotte. Provai a dormire di nuovo, ma Piton mi assillava. Dopo vari giri tra le lenzuola, decisi di alzarmi e dirigermi nei sotterranei. Si, stavo andando nei sotterranei. Mi alzai, a passo deciso e folle riattraversai il muro e scesi le silenziose scale fino allo studio di Piton. Non m'importava cosa avrebbe detto o fatto, non ce la facevo più e quella era la decisione che avevo preso. Il cuore mi batteva all'impazzata, provavo molte cose insieme: ansia, voglia, desiderio. Aprii la porta e mi trovai davanti lui in persona, ancora vestito con la sua solita tenuta. Seduto alla scrivania, era intento a correggere dei compiti con aria infastidita.

-Hale- disse, senza alzare gli occhi dalle pergamene -Ti stavo aspettando.-.

Rimasi immobile, ferma, non mossi un muscolo.

Il cuore saltò un battito.

Il suo sguardo si posò su di me, indugiando, per un momento, sulla mia tenuta.

-Allora, vuoi venire avanti o ti devo Appellare?- mi disse.

-Professore..Lei sa..?-

-Cosa?-

-Perchè mi stava aspettando?- chiesi, mentre lui si alzava e mi veniva vicino. Potevo sentire il suo respiro, un brivido lungo la schiena.

-Ha importanza?- mi rispose, mentre una sua mano mi sfiorava un braccio.

-No, ma..- dissi, mentre il mio cervello partiva per non tornare mai più.

-E allora fai silenzio..- disse, poco prima di tirarmi a sé prendendomi per i fianchi.

Lo baciai, incrociando le braccia dietro il suo pallido collo. Le sue dita si mossero sotto la mia maglietta sformata, accarezzando la mia schiena. Le nostre bocche si muovevano insieme. Restammo così per qualche minuto, finchè Piton non prese in mano la situazione facendomi arretrare; mi trovai appoggiata ad un banco, o al muro...Non mi ricordo cosa fosse!

Presi a sbottonargli quella maledetta camicia nera, così austera. Lui mi alzò una gamba contro il suo bacino, mentre con una mano mi accarezzava il fianco, sfiorandomi la pelle con le dita nodose e sottili.

-Professore..- dissi, tra i baci sempre più passionali -Cosa..?-

-Non ti avevo detto di tacere, Hale?- mi disse; la sua voce era roca, trasudava desiderio quanto la mia. Mi tolse la maglietta, mentre io feci scivolare la sua camicia sul pavimento. Ed entrambi rimanemmo ad ammirare l'altro, assaporando quel momento: credevo di essere in paradiso. Accarezzai il suo petto, pallido e segnato, passai la mia mano sull'avambraccio sinistro, sul Marchio Nero, mentre le sue labbra sottili scendevano sul mio collo e sui miei seni in baci infuocati. Sospirai sonoramente, sentendo che una sua mano si muoveva all'interno della mia gamba, finchè dalle labbra non mi uscì un gemito. Finalmente le sue dita toccavano la mia pelle, finalmente lo sentivo, finalmente le sue labbra incontravano le mie, in un vortice di passione.

Rivolsi il viso verso l'alto, mentre una scarica elettrica mi attraversava, inarrestabile.


 

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Capitolo 7
*** Capitolo7 ***


 

Buona domenica sera Stelle del Cielo!!!!!Come avete passato il week end?Io abbastanza bene, a parte il dente del giudizio che mi sta uccidendo!!!!Come ALWAYS ringrazio le carissime che hanno recensito...E ora, ecco il capitolo...Ah, non vorrei darvi una brutta notizia ma.......Questa storia sarà un po' più lunga dell'altra, insomma, Rebecca avrà da lavorare!!! Sempre che riesca a conquistare il cuore del gelido e affascinante professore!!!!

Alla prossima!!!!!!

 

 

CAPITOLO7

-Rebecca!Rebecca!Rebecca svegliati!!-.

Aprii gli occhi, trovandomi davanti il viso di Eveline.

-Eveline?- dissi, stupita.

-Rebecca, per Merlino, cosa stavi sognando?- mi chiese la mia amica.

-Cosa..Sognando?No, insomma niente...Io...-.

-In ogni caso siamo in ritardo per la lezione di Piton!E poi dobbiamo andare a studiare per Vitious...muoviti!-

-Vai, io arrivo....-.

Eveline sparì e chiuse la porta.

Avevo sognato tutto, ogni singolo dettaglio era opera del mio inconscio.

Impossibile, mi dissi, convinta. Le sue mani..I suoi baci...Al solo ricordo un brivido mi attraversava. Era troppo reale, troppo vero...Era troppo bello.

Solo per quello avrei dovuto darmela che non ero mai scesa nei sotterranei, che Piton non mi aveva aspettata e che non mi aveva baciata.

Sprofondai nel cuscino, stropicciandomi gli occhi. Poi li fissai sul baldacchino blu notte tempestato di piccole stelle d'argento.

Quel giorno non andai a nessuna lezione, rimasi a letto per tutto il giorno, e solo a cena scesi in Sala Grande.

-Da quando non si viene a lezione, signorina Hale?-.

La voce di Piton mi giunse alle orecchie appena mi sedetti.

-Cosa..?- dissi, quasi in un sussurro, rivolta a Eveline che fece una faccia innocente.

Poi mi ripresi -Avevo la febbre...- provai, senza successo.

-Ma davvero?La signorina Loren, sta mattina, ha dichiarato che sarebbe scesa subito, ma non l'ho vista alla mia lezione...- mi disse, fissando gli occhi neri su di me.

Mi voltai verso Jane, decisa ad ucciderla con lo sguardo.

-Avevi detto che saresti scesa....- disse, a mo di scusa.

-Beh...Mi è preso un mal di pancia....- Merlino!Ma chi speravo di ingannare con quelle deboli scuse?

-Ma non era la febbre?- chiese ironico Piton, facendo una smorfia.

-Non sono andata a nessun'altra lezione, professore, quindi ci sarà stato un motivo...-

-Signorina Hale, mi sembra che ora si sia totalmente ristabilita dal suo presunto malessere...-

Lo sapevo, mi stava per infliggere una punizione, me lo sentivo...

-Sospetto, dunque, che magari si è persa nel parco in piacevole compagnia, era una così bella giornata di sole, oggi!- disse lui, asciutto.

Rimasi in silenzio, non sapendo cosa dire.

-Silenzio assenso, o almeno, così dicono i Babbani!La aspetto alle nove nel mio ufficio, signorina Hale...Puntuale!- disse, mentre stava per allontanarsi.

-Non spetterebbe al professor Vitious la mia punizione?- chiesi, sfacciata.

-Il direttore della sua Casa è assente, come lei sa..Ah no, oggi non è venuta a lezione, quindi non lo poteva sapere.- disse, mentre le sue labbra sottili si stiravano in un sorriso forzato.

Maledizione!Vitious e la sua assenza!

-Va bene, professore..- dissi debolmente, mentre guardavo Piton andarsene.

-Jane!Cosa ti è saltato in mente...Vabbè, lasciamo perdere...- dissi, ormai con lo stomaco annodato per ciò che mi aspettava dopo.

Dovevo essere felice no?Alla fine mi ero presa una punizione da Piton...Si, facevo proprio i salti di gioia!

-Si può sapere cosa sognavi sta notte?- mi chiese Eveline, mentre mi accompagnava, un'ora più tardi, allo studio di Piton.

-Ma perché sei così curiosa?-.

-Beh, dovevi sentirti!-

Le mie guance si tinsero di rosso -Perchè..Cosa facevo?-

-Non cosa facevi..Continuavi a dire un nome, ma non lo capivamo bene, sembrava qualcosa come Saverio...Si, assomigliava a Saverio!-.

-Era Severus, Eveline.- ammisi, mentre mi sistemavo nervosamente i capelli.

-Non avrai sognato...Oh per Merlino!Hai sognato di andare a letto con Piton?-

-Abbassa la voce, maledizione!Siamo a due passi dal suo studio!-

Eveline certe volte era imbarazzante, non sapeva parlare a bassa voce.

-Scusa..E quindi?-

-Quindi cosa?-

-Com'era?-

-Non te lo puoi nemmeno immaginare!- esclamai, ripensandoci.

Eravamo arrivate alla porta di ebano, salutai la mia amica.

Ecco la punizione che avevo desiderato, la serata che mi avrebbe permesso di essere da sola con lui, ma in quel momento mi resi conto che sarei andata più volentieri a pulire cacca di Ippogrifo con Hagrid. Dopo quel sogno ero rimasta impressionata, un po' scossa di cosa il mio inconscio potesse svelarmi, di cosa in realtà desideravo.

Mi ripromisi di leggere qualcosa di quel Freud, il tizio che mia madre tirava sempre fuori quando le raccontavo un sogno strano. Certo non potevo raccontarle che avevo sognato di andare a letto con un professore, quel professore!Mi avrebbe presa per pazza!Pure lei, che non aveva mai frequentato Hogwarts, sapeva che Piton era arcigno e brutto.

Bussai, attesi la risposta ed entrai.

Piton era seduto alla scrivania, delle pergamene in mano, una smorfia di fastidio sul volto.

-Signorina Hale, la stavo aspettando.- disse, alzando gli occhi su di me.


 

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Capitolo 8
*** Capitolo8 ***


 

Eccomiiiiiiiiiii!!!!!Che belle le vostre recensioni, mi fanno sempre così piacere...Fortuna che ci siete voi che mi tirate su il morale in questi giorni di “malattia”.....Posto ora il capitolo sulla tanto attesa punizione...Chissà cosa succederà, mah, le domande fondamentali =)...Spero che vi piaccia, fatemi sapere!!!!Un bacio grande, care!!!!! Erin.

 

CAPITOLO8

Rimasi un attimo scioccata delle parole atone di Piton, le stesse che mi aveva rivolto nel sogno. E se il mio fosse stato un sogno premonitore?Subito mi diedi della stupida, i sogni premonitori non esistono! E, soprattutto, il Piton reale non mi avrebbe mai, e dico mai sbattuta contro un muro mentre mi baciava con passione. Nella mia mente passarono tutte le immagini del sogno, tutti i particolari...

-Hale!Si può sapere cosa stai aspettando?- disse il professore, riportandomi in quell'ufficio umido e debolmente illuminato, dalle pareti ricoperte di barattoli e fiale.

-Mi scusi.- dissi, avvicinandomi alla cattedra.

-Se vuoi iniziare a pulire quelle provette...- disse, accompagnando il suo tono di voce svogliato con un gesto della mano sinistra che stringeva una piuma, pronta per marcare i compiti con una T.

Mi diressi verso una montagna insormontabile di provette e provettine, sporche e puzzolenti.

Una serata veramente romantica.

Mi armai di santa pazienza e cominciai. L'unico rumore in quello studio era il grattare della piuma sulla pergamena. Alzai lo sguardo parecchie volte dal mio lavoro per fissarlo, di sottecchi, su Piton, troppo concentrato sui temi.

Oggettivamente non era bello, diciamocelo! Non posso ammettere che fosse un gran figo, ma nei suoi particolari, in ogni singola ruga, in ogni sua smorfia c'era qualcosa di affascinante. Solo io potevo notarlo, Eveline più lo guardava più diceva che “non si poteva guardare” (*).

Ma si sa, l'amore cambia il modo di guardare....

Maledizione!Cosa stavo pensando!Amore?Amore?No, non poteva essere amore!!!Insomma, era una stupida cotta adolescenziale, come l'aveva più volte definita Eveline, mentre io le davo ragione, forse per sminuire ciò che provavo, per non farlo sembrare, ai miei occhi, più grande di ciò che era.

E poi, “l'amore cambia il modo di guardare...” come mi venivano in mente pensieri tanto sdolcinati! Merlino, ero caduta in basso!

-Hale!Hale, per Salazar!Ti rendi conto che stai pulendo quella provetta da almeno mezz'ora?La vuoi consumare?-.

-Ah già!- dissi, trattenendo a stento una risata. Il suo tono ironico non mi faceva andare l'orgoglio e l'autostima sotto le scarpe come succedeva di solito, anzi, mi faceva sorridere.

-E ora cos'hai da ridere?-

-Niente, professore..- dissi, alzando gli occhi su di lui.

Fu un attimo.

I suoi profondi e impenetrabili occhi neri si incatenarono ai miei. Aprì la mia mente come un libro.

Tutto ciò che era successo negli ultimi mesi, i miei sentimenti per lui, i miei sfoghi con Eveline e si, anche il sogno, riaffiorarono, e lui li vedeva.

L'arcigno professore mi stava facendo l'autopsia.

Quando il flusso di quei pensieri finì,sostenni il suo sguardo.

Era gelido, imperturbabile. Il silenzio calò su di noi, mentre la piuma nera, ancora stretta tra le sue dita della mano sinistra, scivolò un poco, causa la sorpresa per ciò che aveva appena visto.

Sospirai, mentre mi alzavo e mi sistemavo la gonna. Trattenni a stento le lacrime, mentre mi rivolsi verso la porta dandogli le spalle. Pensai che mi avrebbe fermata, che mi avrebbe impedito di uscire, ma, fortunatamente (o sfortunatamente), non lo fece. Mi voltai a guardarlo ancora una volta prima di salire di corsa le scale.

Se al suo posto ci fosse stata una statua greca sarebbe stato lo stesso, nessuna parola, nessun cenno, niente di niente.

La porta di mogano si chiuse con un rumore assordante che rimbombò fino alla Sala d'Ingresso.

Avevo ancora un'ora prima del coprifuoco, decisi di non dirigermi alla Sala Comune, le mie amiche mi avrebbero fatto il terzo, anzi il quarto grado sul perché ero tornata così presto.

Ero umiliata, frustrata, a pezzi. Avessi potuto, avrei spaccato tutto ciò che incontravo sulla mia strada, muri, vetrate, statue.

Lacrime di rabbia presero a rigarmi le guance, mentre uscivo nel parco, incurante del fatto che dopo poco Gazza avrebbe chiuso i battenti. Non m'importava di rimanere fuori. Sentii dei passi nella Sala d'Ingresso.

-Hale!-.

Piton mi stava chiamando. Non risposi.

-Hale!- chiamò più forte, ma non ce l'avrei fatta a sostenere un discorso con lui in quello stato. Scesi vicino alla Foresta, mentre Gazza chiudeva le porte di legno.

Una luna d'argento splendeva nel cielo, mentre le stelle la circondavano come piccoli diamanti.

Ero ferita, aveva violato la mia mente, ma anche nella rabbia di quella sera, sebbene ne avessi il diritto, non riuscii ad odiarlo.

Forse ero innamorata...Non lo sapevo, ero consapevole, però, che ciò che stavo vivendo non era “una semplice e stupida cotta adolescenziale”.

 

(*) ho volutamente usato guardare in entrambi i casi! 

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Capitolo 9
*** Capitolo9 ***


 

Buondì!!!!Eccoci al capitolo del “Day After”, spero vi piaccia!!!!!

Come sempre, ringrazio le graditissime recensitrici (ho inventato una parola nuova!!!!!)!!!

Ho pensato di mettere un pezzo di una canzone che ascolto in continuo in questo periodo, credo c'entri parecchio con il capitolo e con la nuova fase del rapporto Rebecca/Sev...

Al prossimo capitolo che ci chiarirà le idee su cosa pensa il nostro amato prof...

Un bacio a tutte!!!!

 

You had my heart inside of your hand

And you played it

To the beat.

(Rolling in the deep -Adele)

 

Lame argentate illuminavano il parco del castello, disseminato di alberi, spazzato da una brezza fresca e leggermente profumata. Camminai per circa un'ora, senza sapere bene cosa stessi facendo né dove stessi andando.

Possibile che Piton fosse stato così bastardo?Beh si, non era una novità in effetti, ma così tanto da leggermi nella mente?Cosa gli avevo fatto per meritarmelo?Merlino, non riuscivo ad odiarlo!E la cosa mi faceva infuriare!

Arrivai sotto la Torre di Corvonero, vidi una scopa poco distante, forse dimenticata da un nanerottolo del primo anno. Visto che ormai le porte erano chiuse, decisi di salire su quel vecchio bastone di legno e volare fino alla Torre. Mentre mi facevo coraggio e vincevo la mia paura dell'altezza (al primo anno non ero riuscita a volare a più di 2metri da terra), mi chiesi se la Torre fosse protetta da qualche super Incantesimo lanciato da quel furbacchione di Vitious. Al massimo sarei caduta per più di trenta metri e mi sarei schiantata al suolo...Pace.

Il vento fresco mi scompigliava i capelli, arrivai vicino alle finestre, intravidi la Sala Comune attraverso le vetrate tempestate di vetri azzurri.

-Alohomora- mormorai. Le finestre si spalancarono, entrai e feci ridiscendere la scopa.

Sospirai profondamente lasciandomi cadere su una poltrona blu notte, vicino al fuoco quasi spento. La mattina dopo avevo lezione di Difesa e visto che Piton non era riuscito a parlarmi qualche ora prima, avrebbe campato una scusa qualsiasi per farlo il giorno seguente. Mi addormentai di botto.

 

Un raggio di sole mi trafisse le palpebre, svegliandomi. Aprii controvoglia gli occhi, mentre mi chiedevo cosa facessi sulla poltrona della Sala Comune..Ah già, mi dissi con una nota ironica, Piton, la sua lettura silenziosa e tutto il resto.

Doveva essere molto presto, forse era l'alba, a giudicare dal colore del cielo. Era un mattino limpido e sereno, i contorni delle montagne erano definiti, scuri contro il cielo di un bianco innaturale, quasi come una linea d'inchiostro sulla carta.

Mi alzai, decisa a cambiarmi la divisa stropicciata, la camicia bianca era macchiata di nero, il mascara che era colato a causa delle lacrime. Salii nel dormitorio, dove vidi Eveline ancora addormentata.

-Ehi, Rebecca!- Cho stava uscendo dal bagno.

-Cho- dissi, con un cenno della mano.

-Come mai ancora con la divisa?Cioè, già?-

-No, non mi sono cambiata stanotte, ho dormito giù...Sono tornata tardi e non volevo svegliarvi.- dissi.

Cho mi guardava incuriosita, ma i suoi occhi a mandorla si staccarono da me molto presto, forse notando la mia faccia...In ogni caso avevo detto la verità!

Mi spogliai e mi infilai sotto la doccia, mi vestii e attesi che Eveline si svegliasse per raccontarle cos'era successo. Lasciai che tutte le altre fossero uscite per rivolgermi alla mia amica.

-Eveline...- dissi, stanca.

-Rebecca, cos'è successo ieri sera?L'ultima volta che ho guardato l'orologio prima di dormire era mezzanotte!Il tuo sogno è diventato realtà?- mi chiese, sorridendo.

Voltai il mio viso, segnato dalle occhiaie, verso di lei.

-No, anzi, lui sa tutto, mi ha letto nella mente...E' un legilimens.- dissi.

-Cosa?Ma non può!E quindi...-

-Si, ha visto tutto.-

-E tu cosa hai fatto?-

-Sono andata via, ho camminato nel parco fino all'una di notte, poi ho preso una scopa per arrivare qua...Fantascienza!- scoppiai in una risata priva di felicità, intrisa di amarezza.

Eveline non disse niente.

-Mi ha rincorsa, credo volesse dirmi qualcosa, ma non ho risposto, non ce l'avrei fatta.- mormorai.

Eveline continuava a rimanere in silenzio. Mi strinse in un abbraccio, l'abbraccio di un'amica.

-Non venire a lezione, Rebecca, sei a pezzi, non puoi scendere in queste condizioni!-

-Così mi potrà dare un'altra fantastica punizione?No, sarò presente a tutte le lezioni, non mancherò, cercherò di stare calma.- dissi con fermezza.

Ma le parole si fanno presto a dire, è metterle in pratica che è un casino!

Difatti, appena entrata nell'aula di Difesa, tutti i miei buoni propositi andarono a farsi benedire: Piton era più affascinante che mai, quel giorno, e non resistetti ad alzare gli occhi su di lui. I suoi lineamenti erano talmente affilati che si potevano usare come rasoi per tagliare la barba a Silente. Decisi di rimanere nell'ombra, di non mettermi in mostra e lasciai che fossero Jane e la Granger a rispondere alle domande sugli Incantesimi non Verbali.

-Signorina Hale, non così in fretta.- disse Piton, alla fine della lezione, mentre cercavo di sgattaiolare fuori seguita da Eveline.

Mi sentii gelare il sangue nelle vene.

-Vai Eveline, arrivo subito.- dissi.

-Chiudi la porta, Hale, e vieni avanti.-.

Feci quanto mi aveva chiesto, senza staccare gli occhi dal pavimento. Quando arrivai alla scrivania strane voglie si insinuarono dentro di me: una era quella di mandare all'aria tutto e con un balzo felino saltargli addosso, l'altra era quella di sprofondare. Visto che non ero una pantera, volevo che sotto i miei piedi si aprisse una voragine. Ma non successe niente di tutto ciò.

-Non avrei dovuto usare la Legilimanzia ieri sera..- iniziò, facendomi alzare lo sguardo che fino a qualche istante prima si era concentrato su una crepa tra le pietre sotto i miei piedi.

Severus Piton che ammetteva uno sbaglio?Non era possibile.

-Tuttavia, non posso fare finta di niente riguardo ciò che ho visto.-.

Restai in attesa, secondi di eternità, lunghi come una lezione di Storia della Magia.

-Non credo che tu, Rebecca, possa essere innamorata di me..-

Il mio nome detto da lui mi parve persino bello...Ed è tutto detto!

-Non puoi esserlo, non di uno come me e..- disse, quasi sottovoce.

-E?- dissi.

-Questa cosa deve finire, mi devi lasciar perdere.- disse, deciso.

-Non ci riesco..- dissi, debolmente.

-Ci devi riuscire, Hale!Io sono un tuo professore, non un ragazzino della tua età!-

-E quindi?-

-E quindi non è concepibile questa cosa!-

Non era la verità, c'era qualcos'altro sotto.

-Hai sedici anni, Hale!Possibile che non hai nient'altro da fare se non...- sospirò, era a disagio. Mi guardò di sbieco.

-Dimenticami, toglimi dai tuoi pensieri..Io..-

-Le ho detto che non ci riesco!!!- esplosi, sbattendo una mano sulla scrivania -Come glielo devo dire?In marino?Mi dica la verità, mi dica che..Non lo so!Mi dia una motivazione valida per cui dovrei smettere di pensarla in continuazione!-.

Piton mi guardò con occhi gelidi, ritrovando la sua solita espressione...O meglio, la sua solita non-espressione -Non sono affari tuoi, Hale!Ti basti sapere che questa cosa è irrazionale e...-

-E quando mai l'amore è razionale?-

-E questa dove l'hai presa?Nei cioccolatini?- mi disse, ironico.

-E anche se fosse?Comunque, ho capito, io sono solo una studentessa troppo stupida e giovane per lei, il grande professor Piton!- dissi, sprezzante. Feci per andarmene, ma lui mi trattenne afferrandomi per un braccio.

-L'amore non è razionale, hai ragione. Lo so anch'io.-.

E per un attimo vidi una luce debole tremolare sul fondo dei suoi occhi.

-Cosa..?- dissi, stupita.

-Non posso amare nessuna donna, Hale, nessuna potrà mai essere come lei.-.

Il mondo crollò in un secondo, migliaia di piccole schegge taglienti mi si conficcarono nel cuore, lacerandomi l'anima: Piton amava un'altra, fine della storia. Era quella la motivazione, non ero io che ero troppo giovane e tutte le altre stronzate che mi aveva detto, era lui, il suo cuore, catturato da un'altra.

Il silenzio ci avvolse.

-Questa cosa non deve uscire da qui, Hale..-

-Si,- lo interruppi -Farò in modo che la sua reputazione non si rovini!-.

Lui mi guardò, forse con una vena di umana comprensione per il tono di voce che usai.

-Ma..- aggiunsi -quando uno è innamorato è tutto allegro e felice...Lei è tutt'altro!- dissi.

Lui fece una smorfia e disse -E' morta.-.

Un'altra scarica di dolore mi attraversò.

Se fosse stata viva non dico che avrei avuto mille chance, ma almeno qualcuna...Ma chi poteva competere con una morta?Non certo io. Il ricordo di quella donna doveva essersi cristallizzato nella mente di Piton, per sempre.

-E' questa la verità, Hale.- mi disse, lasciandomi il braccio.

-So che è la verità...- dissi, con voce spezzata, dopo qualche secondo di silenzio.

Mi guardò con aria interrogativa.

-Fa male, è dolorosa, è la verità.-.

Mi voltai dando le spalle ad un Piton allibito dalle mie parole, mentre una lacrima mi cadeva dagli occhi arrivandomi alle labbra. Il sapore di un amore impossibile.


 

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Capitolo 10
*** Capitolo10 ***


 

Eccociiiiiii!!!!Che bello, mi sento proprio allegra oggi, chissà perché poi, forse per le vostre recensioni?Si può essere!!!Per la mia improvvisa ispirazione che mi ha fatto andare avanti un casino su questa storia?Si, anche..Per il sole che splendeva su Genova?Si, un buon motivo per essere allegri....Allora, questo capitolo è un pochino corto, spero che comunque sia di vostro gradimento, fatemi sapere!

Un bacio grande

Erin.

 

 

CAPITOLO10

Severus Piton si lasciò cadere sulla sedia mentre i suoi occhi restavano piantati sulla ragazza che usciva dall'aula con le lacrime agli occhi. Si passò una mano tra i capelli neri, stupito di ciò che la Hale gli aveva appena detto.

Non era possibile che lui potesse suscitare un sentimento come quello in una giovane. Una giovane come Rebecca Hale, soprattutto! Era timida, non si faceva mai notare più di tanto, studiava, rispondeva alle domande, non aveva mai fatto qualcosa di strano...A parte innamorarsi di lui.

Non era bello, ne era consapevole, non era simpatico, né affabile, né disponibile...Quella situazione era totalmente impensabile, e difatti aveva fatto di tutto per farglielo capire, le aveva persino raccontato di Lily! Piton pensò che presto, molto presto, i suoi nervi gli avrebbero detto addio.

Aveva intuito che c'era qualcos'altro, non è mica una stupida...

Il professore sperò che la giovane Corvonero lo lasciasse perdere, lo dimenticasse...

Proprio tu parli di dimenticare un amore?

Il mago fece una smorfia, pensando che quello che provava Rebecca Hale non era altro che una stupida cotta, mentre il suo...Il suo si che era amore allo stato puro.

Cosa ne sai tu di cos'è amore e cosa no?Non puoi sminuire i sentimenti degli altri...

Sicuramente, la Hale aveva avuto una tragedia in famiglia, la perdita di un caro, del padre, o di uno zio, di un fratello e per questo cercava in qualcun altro la figura mancata.

Cosa vai blaterando?Cos'è questa psicologia spicciola?La sua famiglia è normale, suo padre è più vivo di te..Si che ci vuole poco..

E se non l'avesse dimenticato?Se avesse continuato a pensarlo?

Che continui pure, pensò Piton, non è affar mio, si farà solo del male perché sarà un amore impossibile, spero che almeno questo lo capisca.

In un baleno si ricordò di come aveva cercato in tutti i modi di farsi dare un castigo da lui durante le sue lezioni, a gennaio.

Perché non l'hai mai punita?Perchè ti sei interessato a lei quando non è venuta a lezione quel giorno?

L'immagine della Hale gli ritornò in mente e non poté fare a meno di soffermarsi sui particolari del suo viso: era straordinariamente ordinaria, non era bellissima, ma i suoi occhi parlavano per lei, il suo sorriso, quello vero, quello che Severus aveva notato solo poche volte in mezzo alla folla di studenti, era incantevole..

Non posso farmi suggestionare da questa storia..

Il professore cercò di concentrarsi sul compito da correggere che aveva davanti.

Perché le ho detto la verità, perché?

Già, in effetti potevi raccontarle una balla, sei così bravo a mentire, anche a te stesso!

Scacciò l'immagine della studentessa dai suoi pensieri, si alzò e si diresse nelle sue stanze, le uniche a trovarsi nei sotterranei. Appena aprì la porta, il suo sguardo fu catturato dalla ben nota luce azzurrina in un angolo.

Nessuna donna può competere con Lily, nessuna.

Severus, smettila, non continuare a farti del male!E' morta, basta, kaput, sotterrata!

Per causa mia...

Non puoi dire di amarla quando l'unica cosa che provi è rimorso!Quello non è amore!

Severus si guardò allo specchio, si versò del Whisky e per quel giorno non ci furono altre lezioni di Difesa.

...e quando mai l'amore è razionale...le parole della Hale tornarono a galla.

Gli amori impossibili non finiscono mai, Severus, durano per sempre...Non ti dimenticherà tanto presto, forse non ti dimenticherà affatto.

*******

Dire che ero a pezzi sarebbe un eufemismo per descrivere il mio stato dopo quella conversazione simpatica e romantica con Piton. Non riuscii ad entrare in Sala Grande dove mi aspettava Eveline, la vedevo dalla porta, aveva un'espressione preoccupata. Al suo fianco, Jane stava parlando e gesticolando.

Un sole caldo entrava dalla porta aperta, attirandomi fuori; sperai che potesse riscaldarmi un po', ma non ci misi molto a capire che se anche avessi avuto una stufa portatile, non avrei saputo come togliere il freddo che avvolgeva le mie ossa. Tra tutte le cose che potevano impedirmi di realizzare quella relazione assurda, tra tutti gli ostacoli possibili, non avrei mai immaginato che ci potesse essere un'altra donna tra me e lui.

Possibile che Severus Piton fosse capace ad amare?Si, tutti gli uomini sono programmati per amare, perché senza amore non c'è vita. Scossi la testa, cercando di togliermi dalla mente le sue parole, ma più mi sforzavo, più si conficcavano dentro di me, aprendo una ferita profonda.

Dimenticami, toglimi dai tuoi pensieri....fosse stato facile!!

-Rebecca!Eccoti!-

Mi voltai verso Eveline che correva giù per il prato, raggiungendomi sulle soglie della Foresta.

-Oh Merlino!- disse la mia amica, vedendo i miei occhi gonfi e simili a quelli di un rospo.

Non esitò ad abbracciarmi. Dopo qualche istante, mi sciolsi dalla sua stretta.

-Eveline, devo porre fine a questa cosa, mi sta distruggendo.-.

-Come pensi di fare?Non ci sei riuscita fino ad ora...- mi disse lei, spostandomi dagli occhi un ciuffo di capelli.

-Ci sono andata a sbattere con tutta me stessa..-.

Mi sorrise, guardandomi con un'aria che poteva significare mille cose, dal “io ci sono sempre” al “spero che tu ci riesca” al “te l'avevo detto”, per finire con il “non credo che tu possa...”.

Nei suoi occhi castani lessi l'ultima, forse perché era quello che credevo anch'io. 

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Capitolo 11
*** capitolo11 ***


 

'Sera!!!Eccoci con il nuovo capitolo, più lungo dell'altro...Fatemi sapere le vostre opinioni, come sempre, perché mi motivano parecchio!!!!!!Grazie quindi a coloro che spendono un briciolo del loro tempo a recensire, grazie sul serio!!!!

Alla prossima belle gioieeeee!!!!!

 

CAPITOLO11

Compii diciassette anni all'inizio di maggio, il nove. Si, ero diventata maggiorenne, e quell'estate avrei potuto usare la magia per aiutare mia madre...non avrei più dovuto lavare i piatti a mano! Entusiasmo palpabile per la scomparsa della fantomatica Traccia a parte, gli esami di fine anno si avvicinavano a gran passi, e una sera mi ritrovai a parlare con Eveline e Cho del nostro futuro.

Già un anno prima, in prossimità dei GUFO, avevamo affrontato un discorso simile, ma io avevo già cambiato idea almeno un migliaio di volte: se prima ero decisa a diventare Auror (che fantasia!), quell'anno mi avevano tentata altre strade.

-Mi piacerebbe entrare a Magisprudenza, magari un ramo che riguarda le relazioni con le Creature magiche come i Centauri...- disse Cho, accoccolandosi su una poltrona.

-Non potrei mai chiudermi in un'aula a studiare decreti!- fece Eveline, accarezzando il suo gatto.

-Cosa vuoi fare tu?- chiese Cho.

-Pensavo di fare un viaggio nei posti più remoti della terra, conoscere altre culture, e poi tornare qua e aprire una caffetteria a Diagon Alley.-.

-Cos'è una caffetteria?-

-E' un posto dove si beve o si vende caffè, una bevanda babbana che ha svariate proprietà, come quella di tenere svegli.- risposi.

-E funziona davvero?-

-Alcuni dicono di si, altri no...Ma è buono, e vale la pena berlo, anche se è un po' amaro.- dissi, guardando il felino scomparire sotto un tavolo.

-E tu, Rebecca?-.

Feci una smorfia, pensando che l'unica cosa che avevo voglia di fare era buttarmi dalla torre più alta di Hogwarts, mettendo fine a ciò che chiamavo “il mio piccolo problema acido”(Jane pensava che avessi problemi con l'acidità di stomaco). Mi sembrava che Piton mi evitasse, e io non facevo diversamente. Il mio umore variava dal “la prossima volta che lo vedo gli salto addosso” al “speriamo di non incrociarlo nel tale corridoio”.

-Rebecca?-

-Scusa, stavo pensando...Comunque mi è venuta un'idea bizzarra l'altro giorno, insomma, è un'idea un po' assurda per una strega...- guardai i volti curiosi delle mie amiche, come se stessi per rivelare loro chissà cosa, e proseguii -Avevo pensato di aprire una pasticceria specializzata in dolci al cioccolato; mio nonno ci ha lasciato molte ricette, anche strane e originali e..-

-Sarei una delle tue clienti più assidue!Amo il cioccolato!- esclamò Cho.

Eveline e Cho si lanciarono in una disquisizione sul tipo di cioccolato preferito, mentre io già mi vedevo dietro ad un bancone di legno lilla a vendere sacchetti e scatole di dolcetti, il tutto spolverato da un cuore spezzato.

*******

Gli esami passarono senza troppi problemi, così che una sera, quando ormai si avvicinava la fine della scuola e l'imminente ritorno a casa, decisi di mettere un po' d'ordine nel baule e cominciare a infilarci dentro tutte le mie cose.

Prima lo svuotai del tutto, così da fare un po' di pulizia in quel casino di valigia.

I vestiti, le sciarpe, i libri...Già, i libri di quell'anno, che ancora conservo su una libreria, portano un marchio indelebile della mia cotta, o, se vogliamo, della mia pazzia. Merlino, S e P da tutte le parti!

Verso la mezzanotte, le mie compagne non erano ancora tornate da una festicciola organizzata dalle ragazze del settimo anno, a cui avevo preferito non partecipare. Ovviamente, nessuna di loro mi stava simpatica. Strano, pensai.

Dopo quel meraviglioso giorno di primavera in cui Piton mi aveva detto chiaramente che ero una stupida, secondo voi, l'avevo dimenticato?Ma per favore, non prendiamoci in giro!Come avevo fatto solo a pensare ad una possibile caduta nell'oblio del mio professore super affascinante e bastardo di Difesa? E quindi ero di nuovo punto e a capo.

Il fondo del baule era disseminato di vecchi braccialetti, perline sfuggite a collane, e una moneta.

Sentii un qualcosa simile ad un'esplosione in lontananza e subito ricordai che la moneta era quella moneta, quella con cui Hermione Granger ci faceva sapere la data e l'ora delle riunioni dell'ES. La presi in mano pensando all'anno prima, e...Mi fermai un momento, notando una cosa: era diversa, aveva una scritta sopra..Mangiamorte nel castello. Possibile che quell'esplosione...Mi alzai e mi diressi alla finestra: il Marchio Nero si stagliava sul cielo della notte, inquietante.

Scesi di corsa le scale, la Sala Comune era vuota. Attraversai il muro e subito sentii rumori di battaglia provenire da alcuni piani più in basso. Mi lanciai giù per le scale, ma un rumore di passi affrettati e una voce ben nota mi fecero fermare dietro ad una statua.

Un gruppo di persone vestite di nero si dirigevano in fretta e furia verso la Sala d'Ingresso, in testa c'era lui, Piton. Dietro riconobbi Bellatrix Lestrange, la Mangiamorte. Perché Piton non faceva niente per fermarli?Perché non li immobilizzava? Che fosse tornato dalla loro parte?

Feci un passo in avanti, come se stessi andando da lui a chiederglielo. Una stupida, si, una cosa da imbecilli.

Solo Piton si accorse della mia presenza, gli altri erano troppo presi a correre.

-Andate avanti, controllo che non ci sia nessuno!- disse al gruppo di Mangiamorte, tra cui scorsi Draco Malfoy.

Piton avanzò verso di me, pensieri orribili fecero capolino nella mia mente tipo “ora mi uccide”.

Ma non fece niente di tutto ciò. Lo guardai in viso; se fino a qualche istante prima sembrava una maschera di cera, ora era segnato dal dolore.

-Cosa..?- iniziai, ma lui mi zittì. Si limitò a guardami negli occhi. I suoi sembravano sconvolti, travolti da un'emozione troppo grande, troppo crudele.

Sentimmo una voce che si avvicinava, era Harry Potter.

-Dove sta andando?Cosa sta facendo...- dissi, mentre una strana angoscia si faceva strada dentro di me.

-Sto continuando l'incarico che mi affidò Silente anni fa, Hale.- sussurrò prima di darsi alla fuga.

Rimasi pietrificata. Cosa voleva dire?Dove diavolo stava andando?Silente cosa diamine c'entrava?E, soprattutto, cosa ci facevano almeno dieci Mangiamorte ad Hogwarts?

-Signorina Hale!Signorina Hale!-.

La vocina del mio Capocasa mi risvegliò da quella specie di trance in cui ero caduta, trance che doveva essere durata diversi minuti.

-Professor Vitious!-

-E' ferita?-

-Ferita?No, ma cosa è successo?Ho visto Piton che..-

-Silente è stato ucciso proprio da Piton.- disse, lapidario.

Silente morto?

-Non è possibile...- dissi, sottovoce.

-Si, a quanto pare è possibile. Dovrebbe tornare nella Sala Comune..-

-Ma Silente si fidava di Piton e..-

-Signorina Hale, la prego!- mi disse Vitious, disperato.

Se Piton stava correndo dietro o con quei Mangiamorte su incarico di Silente..Perchè l'aveva fatto fuori?

Tornai alla Sala Comune, i miei compagni di Casa erano stipati in quella stanza e non mi erano mai sembrati così tanti.

-Cos'è successo, Rebecca?- mi chiese Eveline, preoccupata.

-Silente...è stato ucciso..- dissi.

Molti trattennero il fiato.

-Da chi?- urlò un ragazzino del terzo anno.

Respirai a fondo -Da Piton.- dissi.

-No!Non è possibile!- urlarono alcuni.

-E' fuggito con altri Mangiamorte...- ma non riuscii ad andare avanti, mi pesava troppo.

Il professor Vitious ci raggiunse poco dopo, comunicandoci che i funerali del Preside si sarebbero svolti nei giorni seguenti e poi noi saremmo tornati a casa.

 

Scossi da quella notizia, dal voltafaccia di Piton e dal suo orrendo gesto, partecipammo al funerale.

Il sole scaldava tutti i partecipanti, alcune sirene sbucavano dalle acque del Lago Nero. Molti piangevano, io ero solo scossa. Non riuscivo a togliermi dalla testa l'ultima frase che Piton mi aveva detto...l'incarico di Silente...Ci pensai fino a che Eveline non mi diede una gomitata dicendomi che era ora di prendere il treno e fare ritorno a casa.

-E così Piton è sempre stato uno di loro...Lo lascerai perdere ora?- mi chiese, mentre sistemavo le ultime cose dentro il baule.

Guardai fuori dalla finestra, non dissi niente.

-Eri una persona intelligente prima...- mi disse con un sorriso la mia amica.

-Prima di cosa?- chiesi.

-Prima di innamorarti.-. 

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Capitolo 12
*** Capitolo12 ***


 

Hola!!!!Si, lo so, sono in anticipo, ma a voi sta bene, no?hahaha!!!...prima di lasciarvi, però, vi dico che il capitolo è totalmente di passaggio, l'estate è iniziata e la nostra cara Rebecca è tornata a casa per le vacanze...Ma come tutti noi sappiamo, il clima nel mondo magico non è dei migliori e un altro anno la attende ad Hogwarts...

A quello ci arriveremo tra 3o4 capitoli...

Il DvD di LoveActully (e di conseguenza ALAN...Hugh...Colin..)mi aspetta!!!!Ci manca solo un barattolo di nutella e sono a posto!!!!

Alla prossima gioie!!!!!!!!

 

 

CAPITOLO12

La stazione ferroviaria di Canterbury, quella mattina di fine luglio, era decisamente troppo affollata per i miei gusti. Il rumore dei treni non era mai stato così assordante, come non era mai stato così fastidioso viaggiare con un mezzo di trasporto babbano. Merlino, avere la possibilità di Smaterializzarsi e non sfruttarla era così snervante!

Mia madre si guardava in giro, in ansia per la possibilità di perdere il treno che ci avrebbe condotte in un paesino della Cornovaglia settentrionale. Non potevamo perderlo: mi aveva fatta alzare all'alba ed era almeno mezz'ora che aspettavamo quel dannato mezzo!

-Rebecca, l'hai presa quella borsa con i fiori gialli...?-

-Si, l'ho rimpicciolita insieme alle altre ed è nella mia borsa...- dissi, mentre guardavo una strana coppia alla fine del binario. Mia madre non era convinta che rimpicciolire le valigie fosse una buona idea, aveva paura di perdere qualcosa. Sinceramente, avrei preferito smarrire un borsa che spaccarmi la schiena!

-Rose ci ha scritto una mail..Dice che le ricerche per quella tribù in Amazzonia procede molto bene..-

-Sono contenta per lei, ha studiato tanto e ora è giusto che vada sul campo..- dissi, pensando all'ultima volta che avevo visto mia sorella. Un anno prima.

-Ecco il nostro treno!- disse mia madre, alzandosi.

Durante il viaggio, mentre mia mamma dormiva, pensai a mia sorella. Se la situazione fosse stata il contrario, sarei stata come lei: invidiosa e carica di rancore verso la mia sorellina strega.

Nostro padre, David Hale, era un mago, un Auror, un pezzo grosso, intelligente e sveglio (d'altronde era mio padre!). Aveva incontrato nostra madre, Emilia Romini, durante una vacanza in Toscana, in Italia, e lì era stato colpo di fulmine. Fino al giorno prima del matrimonio, Emilia ignorava che David fosse un mago; quando glielo disse, lei non si scompose, gli chiese una dimostrazione e poi disse -Allora puoi aiutarmi a finire le bomboniere!-. Mio padre si fece una risata. Ma la prima figlia che misero al mondo, Rose appunto, non aveva nemmeno una briciola di magia, nessuna lettera arrivò per lei quando compì undici anni, mentre io diedi segni di “stregoneria” a due anni, quando feci sbocciare un fiore in pieno inverno. Rose era livida mentre aprivo la mia lettera e ancora faceva fatica ad accettare questa diversità.

Arrivammo alla piccola stazione quasi sepolta dal verde dei campi poco dopo l'ora di pranzo. Salimmo su un taxi sgangherato e, dopo un viaggio costellato di buche che assomigliava ad una corsa di moto cross, giungemmo a destinazione. L'autista ci guardò un po' stranito, ma poi si dileguò. La meta di quel viaggio estivo, a cui si sarebbe aggiunto anche mio padre il giorno dopo, era il faro che mio nonno Romeus aveva lasciato in eredità al figlio. Lo stesso nonno che ci aveva lasciato le ricette dei dolci. L'edificio, di un bianco accecante alla luce del sole, si stagliava su un cielo azzurro e limpido. Il rumore dell'Oceano, che si infrangeva sulla scogliera, ci raggiungeva insieme a piccoli spruzzi di acqua. Passando all'interno, come tutte le case magiche, aveva una particolarità: da fuori sembrava disabitato e piccolo, dentro era luminoso ed immenso.

-Non ero mai venuta qua...Dev'essere così triste vivere in un faro da soli.- disse mia madre, mentre saliva le scale che si avvolgevano su se stesse fino in cima. Dai gradini partivano piccoli pianerottoli pericolanti, su cui, intuizione geniale, dovevano aprirsi le varie stanze.

-Io lo trovo poetico...- dissi quasi sottovoce, mentre entravo in quella che sarebbe stata la mia camera: era perfetta.

C'era un piccolo letto, un armadio di legno chiaro e una piccola scrivania dove posai la mia borsa. Vicino al letto c'era anche una libreria piena di vecchi libri e quaderni. La finestra era chiusa e le tende tirate.

-Mamma!- urlai -Mi metto a pulire la mia stanza!Se hai bisogno chiama!-

-Si Becky!- mi disse di rimando.

Chiusi la porta e andai alla finestra che dava a picco sul mare. Aprii le tende bianche e poi i vetri, pensando allo spettacolo che sarebbe stata l'alba o il tramonto...Appoggiai la testa al muro, la brezza dell'Oceano invase ogni singola cellula del mio corpo.

In un mese e passa che era finita la scuola, Piton non occupava più un posto di rilievo tra i miei pensieri, anche se almeno una volta al giorno mi ritrovavo a fantasticare su di lui. Più che a fantasticare, mi mettevo a pensare alla frase che mi aveva detto la notte della morte di Silente. Perché me l'aveva detta?Cosa voleva dire?Si era sentito in dovere di giustificarsi?

In ogni caso, tutto quello che avevo provato si era ridotto notevolmente, e quindi “lontano dagli occhi, lontano dal cuore”...Si, me ne ero convinta, e come ama dire sempre Eveline “convinta te, convinti tutti” o “basta esserne convinti”...Cioè, io ne ero convinta, ma..

-Rebecca!REBECCA!- l'urlo isterico di mia madre mi fece distogliere i pensieri da colui che tutti vedevano come un assassino doppiogiochista.

Uscii dalla stanza e corsi in salotto, salendo le scale. Appena aprii la porta mi avvolse una puzza di marcio che poteva far arricciare i capelli-spaghetto di Cho.

-Mamma, cosa..?-, ma la macchia verdastra sul muro mi fece capire da dove veniva quell'odore:Bundimun (*). Estrassi la bacchetta e, con un Incantesimo Pulitore, liberai la parete da quell'essere.

-Cos'era?-

-Una creatura disgustosa che infesta la case, dovremmo dire a papà di controllare le fondamenta...-risposi. Mia madre aprì la finestra e si mise a spolverare.

-Sei sicura che non vuoi una mano?-

-Si, tu occupati della cucina, sarà un disastro!Non mi stupirei se ci fossero altri di quei cosi..-.

In effetti la cucina sembrava il laboratorio di Pozioni dopo una lezione, ma erano solo dettagli se io, super-Rebecca, potevo far fuori tutto quel macello con un colpo di bacchetta. Andò esattamente così, e solo quando sistemai i piatti nell'armadio chiamai mia madre per farle vedere il mio “sudato” lavoro. In quel momento arrivò un gufo con una lettera e l'edizione giornaliera della Gazzetta del Profeta. Lessi velocemente il giornale che parlava dell'imminente ascesa di Voldemort, il Ministero che restava unito...Si, e noi ci dovevamo credere!

La lettera era di Cho, che mi invitava al suo compleanno due settimane dopo. Ci sarei andata volentieri, era una possibilità per rivedere i miei compagni e parlare di ciò che sarebbe successo ad Hogwarts l'anno dopo. Ero preoccupata, forse Voldemort voleva mettere le sue grinfie cadaveriche anche sulle giovani menti...E noi non saremmo stati al sicuro.

 

(*) Gli animali fantastici: dove trovarli. 

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Capitolo 13
*** Capitolo13 ***


 

Eccoci a lunedì...Merlino che week end del cavolo!!!!!Fortunatamente ci sono le vostre recensioni che mi fanno sempre piacere e che mi fanno alzare il livello d'autostima!!!!Grazie, quindi, alle fantastiche che mi recensiscono ogni capitolo, e anche alle nuove, perché sapere che c'è ancora più gente che apprezza mi fa felice!!!!!

Vi lascio al capitolo 13, nella prima parte staremo in compagnia del nostro amato Principe...eeeeh Sev.. <3

Buona settimana, la mia sarà noiosa e pesante, gli esami di giugno si avvicinano!!!

Un bacio

Erin.

 

 

 

CAPITOLO13

Il castello di Hogwarts era silenzioso e deserto, Severus Piton salì in fretta le scale a chiocciola che portavano all'Ufficio del Preside. Entrato di soppiatto per ordine di Voldemort, Severus doveva svolgere l'ennesimo compito affidatogli dal suo padrone. Il Signore Oscuro gli aveva confidato, infatti, che, appena preso il potere, sarebbe stato il prossimo Preside della scuola e spettava a lui, quindi, il compito di organizzare i Prefetti, i Capiscuola, e tutto il corpo docente. Pensando all'ultima volta che li aveva visti, Severus era quasi sicuro che l'avrebbero ucciso soltanto guardandolo. Come dare loro torto?Aveva assassinato Silente, e nessuno di loro sapeva la verità.

Entrò nello studio circolare dove una luce calda e soffocante attraversava i vetri. Si sedette alla scrivania con un vago senso di fastidio e inadeguatezza: non si vedeva in quell'incarico, soprattutto perché era lì avendo ucciso il suo predecessore, l'unico uomo che si era fidato di lui.

Davanti a lui, sul ripiano di legno lucido, c'erano alcune pergamene. Con le sue mani pallide ne prese una e guardò la foto che la accompagnava, in alto a destra.

Hermione Granger recitava il foglio vicino alla foto di una ragazza dai capelli crespi, Prefetto di Grifondoro. Il secondo foglio era quello di Ronald Weasley. Avrebbe dovuto pensare anche ai Capiscuola, quindi decise di sceglierne uno per Casa.

Dannazione!pensò il mago, quei due chissà dove sono!Sicuramente non torneranno ad Hogwarts!Tanto vale scegliere studenti nuovi...

Prese una piuma e, con un Incantesimo di Appello, fece volare vicino a sé la lista degli studenti classe 1980.

Arrivò la volta di Corvonero.

Anthony Goldstein...e Rebecca Hale.

Severus si fermò un attimo a guardare la foto della ragazza: i capelli castani, un po' disordinati, erano lunghi fin sotto le spalle, mossi; gli occhi erano leggermente tristi, le labbra tirate in quello che Severus classificò come un “sorriso finto”. Le foto degli studenti si aggiornavano alla fine di ogni anno, così da non rischiare di arrivare ad avere un Caposcuola con la faccia di un undicenne.

Un pensiero si affacciò nel cervello contorto del futuro Preside, pensando che l'anno prima la Hale non aveva finito proprio in bellezza...

Chissà se quella ragazza...ripensò ad alcuni mesi prima, quando gli aveva praticamente dichiarato il suo amore. E con una punta di curiosità, Severus si chiese se ancora provasse lo stesso.

Ma chi se ne importa!scrollò la testa e tornò al suo lavoro. Dopo svariati minuti, non aveva ancora deciso chi potesse rimpiazzare la Hale. Rilesse almeno dieci volte la lista degli studenti di Corvonero, ma non gli rimase niente da fare se non riconfermarla.

Si appoggiò allo schienale della sedia prima di mettersi a scrivere quelle quattro lettere da spedire.

Rebecca Hale...Chi l'avrebbe mai detto..Stava sempre sulle sue, non parlava mai se non con due o tre persone, sembrava normale.

Perché?Ora le sono spuntate tre teste?

Una che dice di amare me non è normale!

Sei un uomo Severus..

Un uomo spregevole!

Questo lo dici tu!

No, è quello che dicono tutti!

Da quando ti importa cosa dicono gli altri?

Cosa mi è saltato in testa di dirle del compito di Silente...

Lei non ti doveva vedere come un traditore...

E poi perché quella sera ho usato la Legilimanzia?!

Da quando aveva visto quelle immagini nella mente della giovane, Severus non era riuscito a buttarsele alle spalle e continuare la sua piatta e dolorosa vita; spesso tornava a quella sera e al mattino dopo, e, talvolta, gli venivano in mente le frasi che lei gli aveva detto.

..pensarla in continuazione..io sono solo una studentessa troppo stupida e giovane per lei, il grande professor Piton!..quel tono sprezzante l'aveva lasciato un attimo senza parole.

Maledizione!E' solo una studentessa in preda agli ormoni!

Già, le studentesse sono incapaci di provare veri sentimenti, giusto Severus?

L'uomo prese una piuma e iniziò a scrivere, una, due, tre lettere tutte uguali, ma per la quarta prestò maggior attenzione a non fare strani schizzi d'inchiostro...

*******

-Rebecca!Rebecca!Svegliati!C'è una lettera per te da Hogwarts!-.

La voce di mio padre mi arrivò attraverso la porta.

-Si, si arrivo!- dissi ancora con la voce impastata dal sonno. Un raggio di sole mi trapanò con molta delicatezza l'occhio che aprii per vedere che ora era. Erano di nuovo le dieci, ero di nuovo andata a letto a notte fonda, ed ero in ritardo mostruoso con lo studio delle vacanze. Ero totalmente fuori di me, non era mai successo. Mi alzai e aprii definitivamente le tende: il mare scintillava, azzurro e leggermente agitato. Presi la vestaglia, la lettera per Eveline e raggiunsi i miei in cucina.

-Buongiorno, Becky!- mi disse mia madre, come se avessi voglia di parlare. Merlino!In diciassette anni che ero al mondo non aveva ancora capito che appena alzata non volevo parlare, non ne avevo voglia. Ma no, niente, non ce la faceva.

Mio padre leggeva distrattamente la Gazzetta del Profeta: Voldemort era salito al potere.

La giornata iniziava alla grande!

Diedi la lettera per la mia amica al gufo e presi quella di Hogwarts.

-Chi ti scrive?La vecchia Mc.Granitt?- mi chiese mio padre, mentre si alzava e aiutava la moglie con un cassetto difettoso.

-Probabile, era lei la VicePreside..-.

Mi sedetti e bevvi un lungo sorso di caffè. Girai la lettera.

 

Rebecca Hale

Paesino sperduto, Cornovaglia del Nord

Faro

 

Certo che “paesino sperduto” era esilarante, quasi una presa in giro.

Alzai un attimo lo sguardo sui miei che ridevano per qualcosa che aveva detto mia madre. Sorrisi vedendo l'amore che c'era tra loro, come lui guardava lei, come cercava in suo sguardo...Ah l'amour! In quel momento mi chiesi se anch'io, prima o poi, sarei riuscita a trovare l'amore e il mio principe...Piton mi tornò alla mente, ma con una risatina isterica dentro di me mi dissi che lui non era stato un amore, solo un momento...

Sospirai e, rompendo il sigillo della scuola, estrassi la lettera. La calligrafia non era quella della Mc.Granitt, era piccola, stretta e rattrappita. L'avevo già vista, ma non ricordavo dove...o meglio, non ricordavo di chi fosse. Lessi metà pergamena, a cui era allegata la lista dei libri per l'anno seguente.

-Allora?Cosa dice la lettera?- chiese mia madre.

Esitai un attimo.

-Sono..Mi hanno nominata Caposcuola..- dissi, senza fiato. No, non era possibile!Perchè mi avevano fatto questo, perché anche Caposcuola?

-E' magnifico Rebecca!Sono contenta!Cioè..E' importante no?- disse sorridendo Emilia.

-Si, cara, si- rispose mio padre -Anch'io lo sono stato, ovviamente!-, disse orgoglioso.

Poco Grifondoro mio padre, vero?

-Si ma..Di chi è questa scrittura?Mi sembra...- all'improvviso mi venne un'illuminazione divina.

Si, potevo girare la lettera e leggere la firma, ma il pensiero che prese forma nella mia mente mi immobilizzò la ragione.

Corsi fuori dalla cucina, arrivai in camera, presi l'ultimo compito di Difesa.

La scrittura era sua, era di Piton. Possibile che Piton fosse il nuovo Preside?Merlino!Piton Preside?Allora, se era Preside, voleva dire che anche quell'anno l'avrei visto...Una farfalla timida si agitò nel mio stomaco per qualche istante insieme ad una fitta dolorosa al cuore, come per ricordarmi l'anno prima, come per dirmi che sarebbe bastato un niente per essere al punto di partenza.

Lanciai la lettera sul letto, la spilla di Caposcuola scivolò sul pavimento con un tintinnio. La guardai scintillare alla luce del sole che entrava dalla finestra. Mi voltai verso l'armadio e mi concentrai su cosa avrei potuto indossare al compleanno di Cho. 

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Capitolo 14
*** Capitolo14 ***


 

Buonaseraaaaaa!!!Eccomi con il capitolo14...Ringrazio, come di consueto, coloro che recensiscono e che apprezzano!!!!Ma quanto mi fare piacere da 1 a 10??????Eeeeeh tanto tanto...Vabbè, evaporo che tra qualche ora il cinema e Johnny mi attendono!!!!!

Un bacio

Erin.

 

 

CAPITOLO14

La sera del dodici agosto mi Materializzai al Dane Park di Margate; le luci artificiali facevano sembrare gli alberi enormi mostri, la luna era velata dalle leggere nuvole estive. Mi diressi all'uscita sud del parco, presi Addiscombe Road diretta a casa di Cho. Il rumore dei miei tacchi per la via silenziosa e buia aveva un non so che di inquietante. Mi sembravo una di quelle protagoniste dei film babbani che, mentre passeggia sola e indifesa al buio di una strada, le succede qualcosa di orribile. Che coraggio, Rebecca, che coraggio! Arrivai a una decina di metri dalla casa della mia amica quando sentii dei passi dietro di me. Strinsi la bacchetta.

-Rebecca!-

Mi voltai e mi diedi della stupida.

Terry Steeval e Anthony Goldstein mi stavano raggiungendo, anche loro invitati alla festa.

-Ehi!- dissi, rilassandomi.

Li guardai un attimo e mi accorsi che quella sera, vestiti in modo decente, potevano sembrare quasi, e dico quasi, carini.

Anch'io ero vestita bene, quella sera, e mi sentivo a mio agio nel vestito che avevo scelto: era qualcosa di super elegante per me, ma mi piaceva. La seta verde, che mi avvolgeva le spalle, si incrociava fino sotto il seno, da lì partiva la parte in lino bianco che terminava, sul ginocchio, con una fascia obliqua dello stesso colore e tessuto del pezzo sopra. Avevo legato i capelli in una coda alta, lasciando il ciuffo un po' più corto davanti che mi ricadeva da una parte. Certo, questo dettaglio mi dava un tono di fantomatico mistero tipico delle femme fatale..Peccato che di femme fatale non avevo proprio niente!In ogni caso, ciò che mi piaceva di più del mio look di quella sera erano le scarpe..Merlino, le scarpe!Erano verdi smeraldo, alte e con la punta un po' tonda con un fiocchetto bianco..Meravigliose!

-Come vanno le vacanze?- mi chiese Terry, mentre ci dirigevamo all'entrata della casa.

-Molto bene, sono in Cornovaglia con i miei, peccato che..beh, tutto il resto..- risposi.

-Già, questo clima di ansia e terrore è snervante...-.

-Senti, Anthony, come hai preso la questione del Caposcuola?- chiesi.

-Caposcuola?-

-Beh si..Cioè, anche tu...-

-No, le lettere sono già arrivate?- domandò.

-Si, insieme alla lista dei libri, una settimana fa...- risposi, stupita che non fosse stato “promosso”.

-No, allora no...-.

In quel momento apparve Cho e ci fece entrare.

Nella bolgia della casa adornata di lanterne cinesi, individuai subito Eveline, anche lei elegante.

-Eveline!-

-Rebecca, finalmente!Allora, come va?-.

Ci raccontammo le nostre vacanze, lei era andata in Brasile dai parenti della parte del padre.

Prendemmo da bere e ci sedemmo su due poltroncine mentre gli altri invitati ballavano. Raccontai alla mia amica della lettera e dei miei sospetti su Piton.

-Dici che sarà lui il Preside?-

-E' strano- dissi, guardando Jane (si, c'era pure lei) ballare con Anthony.

-Forse Tu-Sai-Chi vuole accaparrarsi anche Hogwarts!-

-Sarebbe un incubo..-.

Dopo una conversazione puramente di circostanza con Jane, ripresi -Ma perché, secondo te, io sono Caposcuola e Anthony no?Insomma, lui è molto più meritevole di me...-

-Ho sentito da Susan Bones che a Tassorosso sarà Justin Finch-Fletchley, a Serpeverde Blaise Zabini.-

-Nessuno di loro era Prefetto!E a Grifondoro?Quell'oca della Brown?-

-No, Calì Patil.-.

-Ah beh, ci sono andata vicina!-.

Perché io, solo io, ero stata sobbarcata di quell'incarico noioso?Cioè, solo io che ero già stata Prefetto?

-Ehi Rebecca!Ti va di ballare con me?-.

-Si, se ti fidi della mia non eleganza!- dissi, sotto lo sguardo interrogativo di Eveline.

Terry era l'unico dei ragazzi di Corvonero con cui avevo stretto una specie di amicizia in quei sei anni che ci conoscevamo, era simpatico, intelligente, alcune volte un po' pedante, ma si sopportava...Peccato per il nome...Terry e Maggie splendide sorelle...Vabbè, fatto sta che mi divertii molto e, quando la musica finì, ci dirigemmo al tavolo delle bevande.

Quasi mezz'ora dopo tornai da Eveline, che mi rivolse uno sguardo interrogativo.

-Come mai Terry Steeval ti ha chiesto di ballare?-.

-Che ne so!- risposi, vaga. In realtà, l'argomento principale della nostra conversazione era stata proprio Eveline e di quanto stesse bene con il suo vestito blu notte.

-Vabbè, farò finta di crederci...- mi disse, con una nota di tristezza che non mancai di notare.

Eveline non era una che ti diceva “Oddio sto sbavando dietro al tale ragazzo”, non era nelle sue corde, ma si vedeva quando un ragazzo le interessava, e quello fu uno di quei momenti. Notai che guardava spesso il nostro compagno di Casa, certo non potevo dire che non fosse simpatico e intelligente, ma per l'aspetto...No, aspettate, io ero l'ultima sulla faccia della Terra che avrebbe potuto criticare i gusti altrui!

La festa si concluse con il taglio di una magica torta a forma di borsa, la passione maniacale di Cho.

Terry, che nel frattempo era riuscito a parlare qualche minuto con Eveline senza balbettare, mi chiese, mentre se ne stava andando con Anthony, se potevamo vederci tutti insieme per andare a comprare i libri.

Sorrisi per il tentativo di mascherare il suo desiderio di uscire con Eveline e gli risposi di si, che sarebbe stato carino.

Mi Smaterializzai da Margate e in un attimo mi ritrovai in Cornovaglia. Salii piano le scale fino in camera mia, dove mi tolsi vestito e scarpe. Mentre mille domande sul perché Anthony non fosse stato nominato Caposcuola mi invadevano la mente, pensai a Eveline e Terry...Sarebbero stati una bella coppia, così mi ripromisi di convincerla a venire a Diagon Alley con gli altri per comprare i libri e tutto il resto...L'inizio della scuola si stava avvicinando, e io ero sempre più agitata e impaziente...


 

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Capitolo 15
*** Capitolo15 ***


 

Holaaa!!!Eccoci al capitolo15, ci stiamo avvicinando al ritorno a scuola, e ovviamente alla visione di quel figo di Piton...Va bene, basta...Come sempre, un giga grazie a tutti coloro che recensiscono...Buon week end gente!!!!!

Alla prossima

Erin.

 

 

CAPITOLO15

Diagon Alley era irriconoscibile. Molti negozi avevano chiuso i battenti, Olivander era sparito e le vetrine dove una volta erano esposte le bacchette erano rotte. Sembrava un paese fantasma, solo la libreria e la sartoria erano rimaste aperte.

-Sembra un paese abbandonato da anni...- commentò Terry, guardandosi in giro.

-Già...- risposi, squadrando un gruppo losco in fondo ad una via.

Io, Terry e Anthony eravamo usciti per fare le ultime compere prima della scuola. Eveline ci aveva tirato pacco con una scusa assurda, ma il vero motivo era che sarebbe stata troppo imbarazzata. A niente era servito dirle, quasi urlando al telefono, che avrebbe rivisto Terry a scuola. Eveline era testarda, se si metteva in testa una cosa non riuscivi a schiodarla dalla sua posizione. Si, aveva ammesso che Terry poteva risultare interessante, ma prima che ammettesse che le piaceva doveva passarne di acqua sotto i ponti!

Entrammo al Ghirigoro, diedi la nostra lista dei libri al commesso.

Mentre Anthony e Terry discutevano del campionato di Quidditch sospeso, la mia attenzione fu catturata da un manifesto appeso al bancone della cassa: la testona di Harry Potter mi guardava con la sua solita aria da mezzo rimbambito; sotto, una scritta inquietante: indesiderabile numero 1.

Solo lì, in quel momento, alle 11.26 del 28 agosto 1997, mi resi conto che eravamo in pieno regime dittatoriale. Sveglia Rebecca, sveglia! Dovevo vedere quel manifesto per prendere atto di quella situazione? Evidentemente si.

Pagammo il conto e uscimmo in strada. Incontrammo alcune facce conosciute, studenti di Hogwarts che facevano le ultime compere per la scuola. Ma qualcosa mi diceva che quell'anno sarebbe stato tutto diverso.

Dopo aver salutato i miei amici, tornai a casa e cominciai a fare il baule per il primo di settembre anche se mancavano ben tre giorni.

-Rebecca!La divisa te l'ho lavata e stirata, è pronta.-.

-Grazie mamma!Tra un po' la vengo a prendere!-.

Con un colpo di bacchetta piegai felpe, pantaloni, maglie pesanti e sciarpe dentro il baule. Mi sedetti sul letto e presi la borsa dei libri appena comprati.

Un sole caldo entrava dalla finestra, accompagnato da una leggera brezza che muoveva le tende di cotone. I gabbiani volavano sul mare, starnazzando il loro verso fastidioso.

Uno dopo l'altro, sfogliai i libri nuovi come facevo sempre. Adoravo il profumo della carta intonsa e appena stampata, carta che avrebbe raccolto appunti, frasi, insulti, fatica e impegno.

Il nuovo volume di Incantesimi, quello di Trasfigurazione, Pozioni, e poi..Arti Oscure. Un titolo del genere non prometteva nulla di buono, “Arti Oscure”, una scritta argentata su una copertina nera.

Semplicemente inquietante.

*******

Il primo di settembre arrivò in un baleno, portando con sé un principio di autunno.

-Rebecca!Farai tardi alla stazione!Spicciati!- mia madre bussò alla porta della mia stanza per la quinta volta.

Mi alzai e mi vestii. Feci colazione e presi il baule mentre mio padre si preparava alla Materializzazione congiunta per King's Cross. Mia madre mi avrebbe salutata a casa.

-Rebecca!La spilla!La stavi dimenticando in bagno!-.

-Ah grazie!- dissi. Già, la spilla del Caposcuola. Magnifico. Entusiasmante. Mitico.

Diedi un bacio a mia madre e l'abbracciai forte.

-Ti scriverò...- dissi.

-Stai attenta, Rebecca, con tutto questo casino di quel tizio..Come si chiama...-

-Si mamma, starò attenta.- sorrisi e strinsi la mano a mio padre.

In un attimo eravamo in un vicolo vicino alla stazione.

-Rebecca..Non so se lo sai ma..Sulla Gazzetta del Profeta di oggi..- e mi porse il giornale.

La foto di Piton occupava gran parte della prima pagina, il nuovo Preside.

-Magnifico..- dissi sarcastica.

-Rebecca, stai attenta...Sei Caposcuola, non fare scemate.- mi disse mio padre, guardandomi serio.

-Si papà, stai tranquillo..Tu, piuttosto, occhio vivo al Ministero!-.

Attraversammo la barriera e mi trovai davanti alla locomotiva scarlatta, vidi alcuni uomini vestiti di nero guardarci con sospetto, ci squadravano dalla testa ai piedi.

-Rebecca!- la voce di Terry mi raggiunse non appena misi piede sulla banchina.

-Ehi Terry!- agitai una mano. Doveva avere dei sensori per accorgersi che ero arrivata in mezzo a tutto quel marasma di gufi, rospi e bauli...O era solo curioso di sapere se avessi parlato con Eveline di lui o meno. La seconda motivazione mi sembrò la più probabile.

Salutai mio padre e mi diressi dai miei compagni che avevano già trovato uno scompartimento.

Mi sedetti vicino al finestrino e sulla marciapiede vidi la famiglia Weasley. C'era solo la figlia.

-Rebecca, allora, mi fai vedere la spilla?- mi chiese Eveline, mentre metteva la gabbietta del suo gatto su un sedile.

-La spilla?Ah, la spilla...-.

La tirai fuori dalla tasca dei jeans.

-Hai visto la notizia di Piton, oggi?-

-Si..- risposi, mentre il treno cominciava a partire.

-E tu sei Caposcuola...- mi disse Eveline, con un sorriso.

-Si, sapevo entrambe le cose che mi hai detto....- dissi, senza capire dove volesse andare a parare.

-E dai!Lo vedrai più spesso!Non eri te quella che eri perdutamente innamorata di lui?-.

In quel momento entrò Terry accompagnato da Cho e Anthony.

-Ciao ragazze!- dissero.

Guardai Eveline di sbieco.

Il viaggio sull'Espresso per Hogwarts era sempre stato piacevole e allegro, lungo, ma mai noioso. Quel giorno, mi prendetti qualche minuto per pensare...Si, è una mia brutta abitudine: penso troppo. Appoggiai la testa al vetro guardando la campagna inglese che scivolava fuori dai finestrini, mentre il sole che c'era a Londra lasciava il posto a nuvole spesse e dense di pioggia.

Eveline mi aveva messo davanti la mia futura vita ad Hogwarts: Caposcuola, Piton Preside...L'avrei visto di più sul serio!Sapevo che i Capiscuola facevano una specie di incontro con il Preside ogni mese...Merlino!Ma tanto, Piton non mi faceva più nessun effetto, niente più morse allo stomaco, farfalle svolazzanti, occhi che brillavano, pensieri poco puritani e sogni hot...Basta, mi era passata...Altro che amore e tutto il resto, era stata solo una cotta, una stupida cotta che la lontananza aveva spento...Ero sicura, ero pronta, non sarei stata di nuovo travolta da quel sentimento irrazionale per Piton.

-Ehi Rebecca, hai visto il nuovo libro di quella che dovrebbe essere Difesa?- mi chiese Cho, mentre scartava una Cioccorana.

-Si, mi ha messo un'ansia...Quella copertina nera...E poi, Arti Oscure...-.

-Ho sentito mio padre dire che il corpo docente ha subito qualche cambiamento...- disse Anthony.

-A iniziare dal Preside!- dissi io.

-Già..Piton Preside...E' inconcepibile!- esclamò Eveline, guardando la prima pagina della Gazzetta.

-Voi-Sapete-Chi avrà esteso il suo potere...- mormorai.

-Cosa?Vuoi dire che lui...Hogwarts..- boccheggiò Anthony.

-Sennò come lo spieghi?Insomma, dopo quello che ha fatto Piton a giugno, non credo che gli altri insegnanti abbiano chiesto a gran voce lui come Preside!- dissi, allibita che nessuno dei miei compagni, a parte Eveline, avesse pensato a quella possibilità.

-Hai ragione...- si aggiunse Terry -Voi-Sapete-Chi vorrà averci come piccoli Mangiamorte...-.

Lanciai un'occhiata a Terry che mi sorrise.

La sera calò velocemente, mentre il treno cominciava a rallentare. Ci cambiammo e indossammo la divisa. La cravatta blu e argento... Appuntai la spilla a sinistra del maglioncino grigio: il mio ultimo anno ad Hogwarts stava per iniziare.


 

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Capitolo 16
*** Capitolo16 ***


 

Eccoci all'attesissimo capitolo del ritorno a Hogwarts....Spero non rimaniate deluse =)

Grazie mille per le recensioni, come sempre...

Fatemi sapere che ne pensate, si apre un nuovo capitolo della storia (infinita?) tra Rebecca e il nostro amatissimo Piton!!!!!

Un bacio

Erin.

 

 

CAPITOLO16

 

Ciò che si fa per amore è sempre al di là del bene e del male.

(F. Nietzsche)

 

-Signor Preside, il treno è arrivato...-.

-Molto bene, Amycus...- disse Piton con tono distratto.

Fissò i suoi occhi neri sui quattro tavoli davanti a lui, la Sala Grande non era mai stata tanto lugubre e silenziosa. Il soffitto incantato era un cielo denso di nuvole, rumori lontani di tuoni.

-Severus, non credi sarebbe meglio accendere le luci, il castello sembra così spettrale...-.

-Quello lo faceva Silente, ora sono io il Preside.- disse, perentorio e sprezzante.

-Cosa ti aspettavi Filius?- mormorò la Mc.Granitt.

Piton tornò a fissare il vuoto.

Prima o poi la verità sarebbe saltata fuori, in un modo o nell'altro.

Con una strana sensazione di agitazione e impazienza, cominciò a discutere con Lumarcono di una certa perdita d'acqua nel laboratorio di Pozioni, dando, di tanto in tanto, un'occhiata alla porta...

 

*******

 

Come scesi dal treno, l'aria fresca e tanto famigliare di Hogwarts mi investì. La voce di Hagrid raggiungeva i bambinetti del primo anno...Merlino, il primo anno durante la dittatura e il regime di terrore di Voldemort!Doveva essere tremendo arrivare ad Hogwarts per la prima volta e vedere le finestre buie e tetre invece che illuminate. Esatto, fu quello lo spettacolo che si presentò davanti ai nostri occhi mentre le carrozze ci trasportavano su per il sentiero. Il castello non mi era mai sembrato così inquietante.

La fila di studenti, decisamente decimata da leggi e catture, si trascinò in Sala Grande, dove i quattro consueti tavoli erano apparecchiati per la cena. Gli insegnanti seduti ai loro posti, il Cappello Parlante sullo sgabello, e Piton sulla sedia del Preside, la sedia di Silente.

..l'incarico di Silente...ancora una volta quella maledetta frase mi tornò alla mente. Piton stava parlottando con Lumacorno, i capelli leggermente più lunghi di come li avevo visti l'ultima volta, i tratti sembravano più taglienti del solito, era pallido, alzò appena lo sguardo su di noi, sulla mia fila...

-Rebecca, vieni, o i bambinetti più piccoli ci fregheranno i posti!- mi disse Anthony.

Raggiunsi i miei amici, mentre guardavo i Serpeverde osservare tutti gli altri con la loro solita aria da altezzosi-purosangue. Mi sedetti e la Mc.Granitt entrò dalla porta con i futuri studenti del primo anno. Non prestai un briciolo di attenzione allo Smistamento, troppo occupata a guardare i Grifondoro al tavolo vicino al nostro. Stavano parlottando in modo fitto, la Weasley e Paciock davano l'aria di star già violando le regole. Tipico dei Grifondoro, comunque!

Lo Smistamento finì, molti dei pochi nuovi vennero mandati a Serpeverde, solo due furono spediti a Corvonero. Piton non disse una parola, e il cibo comparve davanti a noi.

-Credete che Piton tenga il botto per la fine?- chiese Eveline, mentre si prendeva le patate arrosto.

-Credo di si, ci farà uno di quei discorsi che non hanno né capo né coda...- dissi io, prendendo del tacchino. Mangiammo scambiandoci poche parole, finchè, dopo il budino, Piton si alzò.

Il silenzio calò immediatamente sulla Sala Grande. Solo la mia vicina, Luna Lovegood, mangiava ancora, indifferente. Io ero tutt'altro.

Il Preside iniziò a parlare, molti Grifondoro fischiarono, ma furono subito zittiti da due professori...Fu in quel momento che li notai. Avevano alzato le bacchette e lanciato un Incantesimo per riportare il silenzio. Avevano entrambi un mantello nero, erano bassi, un uomo e una donna.

Amycus e Alecto Carrow.

-Sono due Mangiamorte!- dissi, quando Piton ci comunicò che sarebbero stati, rispettivamente, l'insegnate di (Difesa contro le) Arti Oscure e Babbanologia.

-Cosa?!- Anthony non se ne capacitava, volevo tirargli uno schiaffone per farlo svegliare!Aveva bisogno di uno schemino grigliato per capire che Voldemort aveva preso potere anche su Hogwarts?

-Ora,- disse Piton -Potete andare, i Capiscuola sono pregati di venire nel mio ufficio appena avranno accompagnato i loro compagni nelle rispettive Case.- concluse, gelido.

Un incontro con Piton appena arrivati...

Guidai i nanerottoli alla torre.

Salii un attimo in camera.

-Non dovevi andare da Piton?- mi chiese Jane.

-Si, ora vado...- dissi, chiedendomi se dovevo lasciarmi la divisa o meno...Ma cosa andavo a pensare?Potevo mettermi anche uno scafandro, tanto sarebbe stato uguale...e non mi interessava!

Scesi di nuovo le scale, a metà strada, nel bel mezzo del corridoio, incontrai Blaise Zabini.

-Ehi Hale!- mi disse, quando mi vide.

-Zabini..- che cosa stupida chiamarsi per cognome!

-E quindi, anche tu Caposcuola...-

-Così sembra...- da quando un Serpeverde rivolgeva la parola a me?

-Certo che è strano...Insomma, sei l'unica di noi quattro ad essere stata anche Prefetto...Hai continuato la carriera..- mi disse, facendo uno strano sorriso.

-Cosa vai blaterando, Zabini? Quel poco cervello che avevi ti è andato in pappa?- chiesi.

Fortunatamente arrivammo al Gargoyle. Salimmo le scale e bussammo.

-Avanti.- disse la voce atona di Piton dall'altra parte del legno.

Entrammo nell'ufficio circolare.

-Serpeverde e Corvonero...Ho sempre pensato che fossero le Case più meritevoli.- disse una voce strascicata dall'angolo buio della stanza.

Amycus Carrow scivolò alla luce delle lampade mostrando la sua faccia grigiastra.

Piton fece finta di non sentirlo e rivolse lo sguardo su di noi.

Calì e Justin entrarono nell'ufficio, entrambi con una faccia scolpita dall'ansia.

-Bene ci siete tutti, finalmente.- disse Piton, guardandoci da dietro la scrivania.

Era sempre uguale, non era cambiato di una virgola, i suoi occhi erano sempre più neri. Indugiò un attimo su di me, e poi riprese.

-Come ben sapete, i Capiscuola hanno molte responsabilità, ma mai come quest'anno...Mi aspetto dunque che sappiate mantenere ordine e disciplina in tutti i luoghi. Certo, si sa che alcuni di voi potrebbero non reggere tale stress, ma..-

-E allora perché ci ha nominati?- le parole mi vennero alle labbra prima che riuscissi a fermarle.

Piton si rivolse a me con il suo consueto sopracciglio alzato.

Eccolo, allarme rosso, il mio stomaco era di nuovo avvolto nel gelo. Perché?Perché maledizione?

-Signorina Hale, non è affar tuo sapere...- iniziò il Mangiamorte.

-Grazie Amycus, ma credo che signorina Hale abbia già capito di aver fatto uno sbaglio.- disse Piton, guardandomi negli occhi mentre univa la punta delle dita davanti al viso.

Distolsi lo sguardo fissandolo su un ragno che pendeva dal soffitto.

Piton mosse una mano in direzione del suo fedele compagno e lui uscì.

-Come stavo dicendo, sarebbe come si dice, consigliato, metterci un po' di impegno in questo incarico, o incorrerete nel mio...disappunto.-.

-Certo, Preside!- disse Zabini, deciso a conquistarsi il suo attimo di gloria. Serpeverde lecchino.

Calì e Justin non dissero niente, ma annuirono.

Tornai a guardarlo, e tutto ciò che mi ero ripetuta durante l'estate andò a farsi benedire. In quel momento capii che il cervello, certe volte, non serve proprio a niente. Avevo cercato di mettere quel “qualcosa” che provavo per Piton sotto quello che chiamavo “il tappetone della ragione”, ma il polverone si era rialzato nel giro di un minuto, mandando a quel paese il tappeto.

Una parte di me si era illusa, sperava e credeva che mi fosse passata, speravo che quell'amore impossibile si fosse spento ed esaurito, perché ero stanca di passare ogni giorno pensando che non sarei mai stata corrisposta. Mi era bastato l'anno prima!

Ma come si faceva a spegnere...Merlino!Come avevo potuto pensare (di nuovo) di cancellare tutto?Insomma, Piton non sarebbe mai cambiato, sarebbe sempre stato il bastardo, acido e arcigno professore e Preside! E quindi, se l'anno prima tutto questo mi aveva fatto impazzire, perché quell'anno doveva essere diverso?Forse perché mi aveva spezzato il cuore?Beh certo, quella sarebbe stata un'ottima ragione per odiarlo, ma come diceva un tizio latino che rispondeva al nome di Catullo “odi et amo”!Forse perché aveva ucciso Silente ed era tornato a servire Voldemort?Ma chi se ne importava?Secondo voi era un buon motivo per lasciarlo perdere?Per me no.

-Hale, se hai finito di arrovellarti su pensieri che non voglio sapere...-.

La sua voce mi riportò alla realtà, e mi accorsi che ero rimasta solo io.

-Mi stavo chiedendo una cosa, professore..- dissi, sicura e senza balbettare come una scema.

Mi guardò con aria stupita.

-Perchè ha nominato me Caposcuola, ex Prefetto, e gli altri sono, diciamo, nuovi?-.

Ero riuscita a fare un discorso di senso compiuto!Mi complimentai con me stessa!D'altronde, mi dissi che era ora di darci un taglio al balbettio incontrollato, all'ansia di dire una scemata...Basta!Certo la morsa allo stomaco restava...

-Hale, credo che il tuo cervello, sempre che sia ancora intatto..- mi guardò come per dire “dopo tu-sai-cosa” -Possa arrivarci senza che io te lo dica.-.

-Cioè che ero talmente brillante e fantastica come Prefetto da essere insostituibile?- dissi, sorridendo ironica.

-Se vuoi metterla così...Io direi, invece, che eri la meno peggio.- sorrise, beffardo.

Uscii dalla porta e mi diressi al dormitorio.

*******

Appena la porta si chiuse, Severus Piton non seppe trattenere un sorriso. Si, certo, oggettivamente la Hale era la migliore di Corvonero, e il mago, nella sua testa, sottolineò la parola oggettivamente alcune volte.

Si versò un generoso bicchiere di Whisky Incendiario.

-Sveglia la Hale, Severus, non me la ricordavo così...- disse Silente dal suo ritratto.

-Avrà bevuto più succo di zucca del solito..-.

-Secondo te le è passata vero?-

-Cosa?-

-Non sono mica nato ieri!Si vede lontano un miglio che quella ragazza non ti vede come tutti gli altri...-.

-E come mi vede?Bello e impossibile?- disse ironico Piton.

-Impossibile forse, bello...ne dubito, oggettivamente non sei un granché ragazzo mio, ma sai come si dice no?-.

Piton lo guardò, aspettandosi una delle solite risposte strambe di Silente.

-Avanti Severus, molto probabilmente la Hale ti vede diversamente, le tue piccole imperfezioni saranno qualcosa di assolutamente affascinante per lei...-.

-La morte ti ha reso ancora più pazzo, Albus. La tua fantasia supera il limite!-.  

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Capitolo 17
*** Capitolo17 ***


 

Buonaseraaaaaaa!!Ah che stanchezza ragazze care...Che giornata spossante!!!!!

Anyway, nuovo capitolo per voi, Rebecca ce la farà a sfondare quell'insopportabile muraglia che si è costruito Sev?Beh qualche segnale potrebbe averlo dato, ma mi sa che dovremmo aspettare ancora un bel po'...sempre che la guerra non abbia il sopravvento!!!!

Un bacio a tutte, e grazie per le sempre fantastiche recensioni!!!!

Erin.

 

 

CAPITOLO17

-State attenti anche alle scale, a loro piace cambiare!-.

-Cosa vuol dire?- mi chiese un bambinetto dai capelli biondi.

-Vuol dire quello che ho appena detto, cambiano posto, può capitare che una scala che al mattino avete preso per scendere al pomeriggio salga-.

Il bambino mi guardò spaventato.

-E ricordatevi che quando arrivate al quinto piano dovete andare a sinistra, verso la statua del tizio incappucciato; a destra vi ritroverete dalla Torre dei Grifondoro!- dissi, per l'ennesima volta.

Dopo pochi passi li spedii in Sala Grande.

Sbuffai, quando rimasi sola, passandomi una mano tra i capelli.

-Il tuo entusiasmo nell'essere Caposcuola potrebbe uccidermi, Hale.- disse una voce sarcastica alle mie spalle.

-Non capiscono niente, devo ripetere le cose mille volte!- dissi voltandomi. Piton fece una specie di sorrisetto ironico.

-Ora capisci cosa vuol dire insegnare.-.

-Si beh, forse preferivo rimanere nell'ignoranza!-.

-Fossi in te non mi agiterei...Non c'è speranza che tu esca da quella condizione.- disse, andandosene.

Mi aveva dato dell'ignorante, un'ignorante senza speranza di redenzione!Certo, il suo modo di insultare la gente era così raffinato, così sottile..Mi aveva insultata!Cercai di focalizzarmi su quello e non sulle sue doti ironiche, ma era più forte di me: alla prima mattina a Hogwarts ero già completamente cretina e non riconoscevo il fatto che Piton fosse un ironico bastardo. No, lo riconoscevo, ma non m'importava, anzi, mi piaceva!

-Allora come vanno i marmocchi?- mi chiese Terry, mentre mi raggiungeva sulla porta della Sala Grande.

-Sono degli imbecilli, non hanno ancora capito che il corvo fa un indovinello diverso ogni volta!Noi non eravamo così!- risposi.

-Senti, Eveline ha più detto qualcosa...?-.

-Terry, te l'ho già detto...Non posso tirarle fuori le parole dalla bocca, se lei non mi dice niente..-.

-Ma sei sua amica, per Merlino!-.

-Vabbè, vedrò cosa posso fare...- dissi, sperando di raggiungere presto il tavolo e abbuffarmi di croissant.

-Grazie Rebecca!- disse Terry, sorridendomi.

Raggiungemmo gli altri, e diedi libero sfogo alle mie lamentele. Si beh, sono una persona che si lamenta abbastanza e quei primini erano davvero tonti!

-E' il prezzo da pagare per la tua posizione!- mi disse Cho.

-Si, ma non l'ho chiesto io!- dissi.

-E poi- continuai -Avessi dei privilegi!Cos'ho in cambio? Il bagno più comodo, il salottino privato per noi Capiscuola per lo studio, e poi? Ah no, aspettate, ho vinto anche un incontro settimanale con Piton e l'obbligo dei controlli notturni!- dissi.

Eveline mi guardò con un'espressione tra il “mi dispiace” e il “e dai che sei contenta della questione degli incontri con Piton”.

Si beh, in effetti, non potevo darle torto!

La notte prima, comunque, mi era rivenuto alla mente un particolare dettaglio...Dettaglio non direi, insomma, era una questione spinosa e che, appena ci pensai, mi fece male, come se una ferita si fosse riaperta.

Piton amava una donna, morta per giunta.

-Signorina Hale.- disse una voce strascicata, quella di Amycus Carrow.

-Si?- risposi, cercando di mantenere una certa distanza da quella sottospecie di uomo.

-Il Preside la vuole vedere un attimo prima delle lezioni, se vuole raggiungerlo nel suo ufficio..-.

-Certo..- dissi, guardando il Mangiamorte allontanarsi.

Finii la mia colazione e mi alzai.

-Rebecca, non fare tardi alla lezione di Pozioni!- mi disse Eveline.

-Si, a dopo.- e uscii dalla Sala Grande.

Corsi per i corridoi, mentre il sole entrava dalle finestre come un ultimo strascico d'estate.

Arrivai alla porta dello studio, ma prima di bussare respirai a fondo, come se dovessi stare in apnea per ore. Stavo per battere il mio pugno sul legno lucido quando sentii delle voci.

-Severus devi fare in modo che i Carrow...-

-Albus, ho capito, non sono sordo!-.

Rimasi un secondo allibita, perché Silente parlava al suo assassino?Cosa doveva fare Piton con i Carrow?

-Non devi permettere che si avvicinino agli studenti..-

-E' per questo che mi hai consigliato di metterli come responsabili delle punizioni?- alzai gli occhi al cielo per il tono ironico di Piton.

-Sai cosa voglio dire, Amycus..- proseguì Silente.

-Si, lo so!Farò in modo che non passino il limite, cercherò di tenerlo lontano dalle studentesse più grandi...A proposito, la Hale dovrebbe..-

A quel punto bussai, mentre la mia mente galoppava sui possibili crimini commessi da Amycus.

-Avanti.-.

Entrai e vidi Piton guardarmi dalla scrivania. Alzai gli occhi sul ritratto di Silente che sembrava addormentato.

-Voleva vedermi?- chiesi.

-Sarebbe bene iniziare questa sera stessa i vostri turni notturni Hale, ho come l'impressione che i Grifondoro si stiano già organizzando...Come se potessero fare qualcosa.- aggiunse.

-Quindi Calì..-

-Cosa ti fa pensare che inizi la signorina Patil, di grazia?- mi chiese.

-Che è Grifondoro?- dissi ironica.

-Riserva la tua ironia da quattro soldi per i tuoi amici, e comunque inizierà Zabini, riferisciglielo.- concluse, come per congedarmi.

-Posso farle una domanda?-

-Ne hai già fatta una!- disse Silente dal suo ritratto. STRANAMENTE si era risvegliato di botto.

-Se proprio non puoi trattenerti...-

-Perchè ha continuato con i Capiscuola e tutto il resto quando ha due Mangiamorte come professori?-.

Silente sorrise divertito.

-Non credo che ti interessi sapere il motivo di tale scelta, ora se vuoi andartene Hale, non ho più niente da dirti.-.

-Perchè non ha chiamato direttamente Zabini?- chiesi.

Piton mi guardò di sbieco, forse voleva fulminarmi con lo sguardo.

-Dovevo decidere un portavoce tra voi quattro e il tuo entusiasmo di stamattina mi ha fatto scegliere te..- e sul suo viso affilato si dipinse un ghigno.

Uscii dall'ufficio senza salutare, maledicendo lui, la sua bastardaggine, Hogwarts, Voldemort, Silente, me stessa e le mie domande, la mia curiosità e, ovviamente, la mia morsa allo stomaco.

*******

Il Preside rimase un attimo con lo sguardo perso nel vuoto. Da quando la Hale faceva domande impertinenti?Insomma, lui doveva incutere terrore e ansia nei suoi studenti, non curiosità a proposito delle sue azioni!

E poi la Hale è sempre stata una timida...

Si, infatti oggi era proprio così...disse la vocina ironica dentro di sé.

E' un'impertinente, una sconsiderata..

E' ancora innamorata di te, Severus!

E quindi?A me non importa!E anche se ha ancora quella stupida cotta,come si permette di rivolgersi così a me?

Si è data una svegliata!E' sempre per darsi un contegno!Sempre per te!E' così ovvio!

Ma per favore....

Severus tornò alle sue carte. 

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Capitolo 18
*** Capitolo18 ***


 

Buonasera care!!!!!Eccomi con il capitolo 18....Scusate davvero, ma ho poco tempo per aggiornare e non ho potuto rispondere...Mi perdonate???? =) Spero di si!!!!

Ringrazio quindi, Frenci (si, è difficile, molto difficile tenere Sev IC, sono contenta che ci riesca e che apprezzi *___*), Mary_House (si, Amycus è un maniaco, io l'ho sempre immaginato così...ahahahahah!!!), Shirlyn Majere (Benvenuta!!!!!! xD Sono contentissima che ti abbia presa, spero che continui a piacerti!!!!), Always85 (si, Rebecca si è mossa un po'...Forse vuole essere di più se stessa...) e Katharine (Anch'io detesto Lily, non la sopporto, come ha fatto ad abbandonarlo nel momento più critico della sua vita...?) GRAZIE!!!!!!!

Vi devo dare un triste annuncio...Per le prossime due weeks almeno aggiornerò un capitolo alla settimana...Quindi posto questo ora, poi uno la prossima settimana e poi uno quella dopo...Ho un esame particolarmente critico all'uni e devo studiare...Uff!!!!Ma Sev non lo abbandono!!!E nemmeno voi!!!La FF la continuo, anche perché ho un sacco di idee...!!!!

Siete grandi!!!!

Erin.

 

 

 

CAPITOLO18

Il salottino predisposto per lo studio/svago dei Capiscuola era quasi sempre deserto: Zabini preferiva stare rintanato nella sua sala comune, Calì e Justin c'erano solo quando avevano bisogno di rilassarsi un po'. Secondo me c'era qualcosa tra quei due, insomma, erano sempre insieme!

In ogni caso, io mi ci recavo spesso, era tranquillo, luminoso e pareva una terra neutra da tutti i conflitti che animavano la scuola in modo inquietante: i Carrow avevano sempre più potere, gli altri professori erano stati privati della loro autorità, i Serpeverde facevano quello che volevano e i Grifondoro andavano annunciando una rivolta che si faceva attendere da ormai due mesi.

Novembre era arrivato portando freddo e neve, il castello rispecchiava l'animo del suo Preside: era gelido; Piton usciva dal suo ufficio solo per i pasti (neanche sempre) o per scritte grifondoresche sui muri. Le detestava. Credevo che il mio Preside (e sottolineo mio) fosse diventato un automa, una pedina di...Di chi?Di Silente, che gli diceva come trattare i Carrow, o di Voldemort?

Dal giorno in cui avevo origliato il discorso tra i due Presidi, mi ero fatta molte domande...Insomma, se uno mi avesse uccisa passando dalla parte di Voldemort, non credo gli avrei parlato così amabilmente dandogli consigli!Eppure Silente lo faceva...Forse, Piton stava davvero continuando il compito affidatogli dal vecchio barbuto...Ma quale?

Comunque, verso la fine di novembre, scoprii che anche Piton, il freddo e austero uomo in nero, era capace di gesti umani.

Quel giorno, mentre il sole scompariva dietro una nuvola carica di pioggia, decisi di andare nel famoso salottino: Eveline era andata a una lezione di recupero con Terry e Cho era a lezione: sarebbe stata una pessima idea andare in biblioteca senza di loro, mi sarei annoiata a morte!

La porta si aprii quando dissi la parola d'ordine, ma mi fermai sulla soglia per guardare meglio la scena che mi si presentò davanti: Justin e Calì erano seduti vicini, un orecchio premuto contro un aggeggio posto sul tavolino. Appena mi videro fecero finta di niente.

Erano proprio un Tassorosso e una Grifondoro!

-Secondo voi sono cieca?Cosa stavate ascoltando?- chiesi, avvicinandomi.

-Niente!- rispose in fretta Justin.

-Si, e io sono Babbo Natale!- dissi.

-Non andrai a riferirlo a Piton?-

-Perchè dovrei?- chiesi, stupita.

-Beh, ti ha scelta come nostra portavoce!- disse Calì. Ah, ma allora non era muta!

-E secondo voi sono contenta?- dissi. Si beh, ero contenta, ma non per il motivo che pensavano loro.

-In effetti...- disse Justin, scambiandosi un'occhiata con Calì.

-Stavamo ascoltando radio Potter!- mi disse lei.

Radio Potter?Cercai di non scoppiare a ridere. Si, va bene che Harry era la nostra unica speranza, o almeno così dicevano, però quel nome era davvero ridicolo.

-Che roba è?-

-E' una radio degli oppositori di Tu-Sai-Chi, prima parlavano i gemelli Weasley!Te li ricordi?-

-Come dimenticare la loro rivolta contro la Umbridge?- dissi.

-E' un'idea carina, sdrammatizzano, fanno battute, ti tirano su il morale!- concluse Justin.

-Sai, Rebecca, Ginny e Neville mi hanno parlato di una possibile ripresa dell'ES...- iniziò Calì.

-Si, Luna me ne ha parlato l'altra sera...- dissi -Sarebbe forte, forse riusciremmo a...-.

-Cosa riuscireste a fare cosa, insulsi Capiscuola?- disse la ben nota voce del fratello Carrow.

Lui e la sorella entrarono definitivamente in quella stanza che doveva essere accessibile solo a noi.

-Allora?- disse la donna.

Justin fece per estrarre la bacchetta, ma Alecto fu più veloce di lui e lo Schiantò.

Amycus fissò me e Calì e, in un attimo, il discorso tra Silente e Piton che avevo sentito mi tornò in mente. Calì estrasse la bacchetta e lanciò un qualcosa contro il Mangiamorte, ma lui lo schivò.

-Disgustosa Grifondoro, cosa pensavi di fare?- disse Alecto. E la stanza si riempì delle urla agghiaccianti di Calì. Schiantai Alecto. Gli occhi piccoli e ignoranti di Amycus si fissarono su di me, mentre Calì si riprendeva.

-Ora, signorina Hale, andiamo dal Preside, aggredire un'insegnante...-

-Sto tremando...- sibilai, ma me ne pentii subito. Toccò a me riempire il salottino di urla. Ogni singola cellula del mio corpo sembrava trapassata da centinaia di lame affilate. Quando la maledizione finì, cercai di riassumere il controllo del mio respiro. Subito, però, sentii un bruciore e un dolore alla guancia, mi portai le dita al viso e le ritrassi sporche di sangue. Dovevo avere un taglio profondo sotto l'occhio. Guardai il Mangiamorte che mi sorrise, disgustoso.

-Mai sentito parlare di Incantesimi non Verbali?- mi disse.

Alecto rimase con Justin e Calì, mentre Amycus mi scortava dal Preside. La maledizione era stata particolarmente potente, camminavo a stento mentre la manica della mia camicia, premuta sul mio zigomo, si inzuppava di sangue. Sentivo pulsare quella parte del mio corpo in maniera preoccupante.

Entrai nello studio di Piton, seguita da un esaltato Carrow. Il Preside mi guardò, un lampo di preoccupazione balenò per un attimo nei suoi occhi, subito spento dal suono della voce del Mangiamorte.

-Preside, l'ho sentita mentre voleva organizzare una rivolta..-

-Non è vero- dissi, guardando Piton -Si è immaginato tutto...- ma un'altra Cruciatus mi colpì, più potente della prima.

-Amycus, puoi andare, ci penso io a questa ribelle- sentii dire dalla voce bassa di Piton.

Il dolore finì, ma, praticamente sdraiata a terra com'ero, sentii che non sarei stata in grado di reggermi in piedi. I miei respiri erano veloci, alcune lacrime mi erano scese dagli occhi, il sangue continuava ad uscire dalla ferita...Dovevo essere in uno stato pietoso.

Mi puntellai su una mano, scostai i capelli dal viso, ma non riuscivo a guardare Piton. Sentii i suoi passi avvicinarsi, pensavo mi avrebbe fatto qualcosa, ma lo sentii pronunciare un incantesimo alla porta.

-Riesci ad alzarti?- mi disse.

Annuii. Mi appoggiai ad un tavolino. Appena feci per alzarmi le mie gambe cedettero, ma, invece di finire per terra, sulla pietra fredda del pavimento,sentii due mani prendermi e reggermi in piedi.

Stupita, alzai lo sguardo e si, Piton mi aveva presa al volo impedendomi di cadere. Mentre con una mano mi teneva per un fianco, appellò una sedia. Quando mi guardò non seppi dire niente, e lui si limitò a fissarmi.


 

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Capitolo 19
*** Capitolo19 ***


 

Buongiorno!!!!!!Come state?Ho letto dalle recensioni che non vedete l'ora di leggere questo capitolo...Quindi, eccoci!!!! =)

Spero che apprezziate, ovviamente!!!!

Ci “rivediamo” la prossima settimana...Oddio, che ansia quell'esame..

Alla prossima gente!!!!

Erin.

PS: le vostre recensioni sono fantasticheeeee!!!!

 

 

 

 

CAPITOLO19

Il Preside appellò una sedia e la fece atterrare vicino a sé, si voltò per guardare la Hale che non riusciva a reggersi in piedi.

Maledizione!Sto diventando scemo...

Ma, anche se la sua razionalità gli diceva il contrario, aiutò la ragazza a sedersi. Lei lo guardava stupita, spaventata..Piton non riuscì a dirlo. Gli occhi di Rebecca erano lucidi, costellati di piccole lacrime. Il taglio sotto l'occhio destro continuava a sanguinare, era circondato da una macchia violacea. I capelli erano disordinati. La divisa messa male e macchiata di rosso.

Piton aveva sperato che un momento simile non arrivasse mai: dover credere ai Carrow e non ad una studentessa che sicuramente aveva ragione.

Questa studentessa, per giunta...

Non ha niente di diverso dagli altri, assolutamente niente..

Si, vero?E' proprio per questo che l'hai sorretta...

Sono stato troppo gentile...Merlino, dove finirò...

-Allora, Hale, mi vuoi spiegare cosa diavolo è successo?-chiese, cercando di ritornare gelido.

-Cosa?-

-La Cruciatus ti ha dato alla testa?Ti ho chiesto..-

-Ho capito cosa mi ha chiesto!- esclamò -Mi sono chiesta perché mi chiede cosa sia successo...Insomma, avevo pensato che avrebbe dato ragione ai Carrow..-.

-Tu pensi troppo, Hale...Credo sia giusto sentire le due campane, come si suol dire, quindi..-.

-Beh, Calì mi ha detto che Neville e Ginny volevano iniziare di nuovo con..- Rebecca esitò -Con le lotte con la palle di neve!- esclamò.

Quella ragazza non era brava a recitare, si vedeva lontano un miglio che si stava inventando tutto di sana pianta.

-E io ho detto che Luna me ne aveva parlato e che sarebbe stato bello ricominciare...Ho detto che forse saremmo riusciti a battere i Grifondoro, noi Corvonero, sa, siamo un po' scarsi..- disse, mentre cercava di fermare il sangue.

Piton alzò le sopracciglia. Era chiaro che non era la verità, ma cosa doveva fare?Metterla in punizione?Cruciarla ancora?No, Severus aveva smesso molti anni prima di torturare anime innocenti. Alzò la bacchetta e la Hale chiuse gli occhi.

-Cosa fai, Hale?- chiese il Preside.

-Mi preparo..-

-A cosa, di grazia?- disse Piton, quasi divertito -Sto per curarti quel taglio.-.

La ragazza lo guardò stupita. Puntò la bacchetta e mormorò qualche frase in latino. La ferita si chiuse lasciando solo una piccola cicatrice.

Rebecca si portò le mani al volto e passò le dita sul rilievo della pelle sotto l'occhio.

-Riesci a tornare alla Torre?-.

-Si..credo di si..-

-Bene, allora vai prima che cambi idea!- disse Piton.

La ragazza si alzò e fece qualche passo verso la porta. Il Preside la vide voltarsi un paio di volte verso di lui e poi uscire dall'ufficio.

Piton, rimasto solo, sbatté una mano sulla scrivania facendo sobbalzare tutti i ritratti.

-Caro ragazzo, cosa ti inquieta?- chiese Phineas Nigellus Black.

-Severus è attanagliato da qualcosa di molto simile a..- iniziò Silente.

-Non dirlo Albus, - tagliò corto Piton -Non dirlo.-.

Si passò una mano sugli occhi. Come gli era saltato in mente di aiutarla a sedersi?

Potevo spedirla da Madama Chips..

Le hai curato il taglio, e l'hai presa prima che cadesse!

Vuoi metterti a ballare la macarena perché ho fatto una cosa simile?L'avrei fatto...Severus si guardò nel riflesso di un vetro. No, non l'avrei fatto con chiunque..

Per una volta non ci prendiamo in giro eh Severus?

Non è questo il punto!Andrà a raccontarlo a tutti, perderò la credibilità!

No, non lo farà...La Hale ti ha già detto una volta che non ti avrebbe rovinato la reputazione, ricordi?

Come dimenticare...pensò Piton amaramente.

E poi ti ama troppo per farlo.

La Hale non mi ama più.

Cos'è questo tono melodrammatico, Severus?Ti dispiace?

Quanto odiava la sua coscienza!

Cosa vuoi che me ne importi?E poi, se mai dovesse succedere, lei penserebbe che provi pietà...

Allora lo ammetti!Ammetti che la Hale possa suscitare certe attenzioni...E poi, da quant'è che non ti perdi in quei dannati ricordi?

Severus guardò il Pensatoio, relegato in un angolo polveroso dell'ufficio.

In effetti..In ogni caso, sono troppo vecchio, suo padre era con me a scuola!

Vedo che hai ragionato parecchio su di lei...

-Hai finito di arrovellarti, Severus?- la voce di Silente lo riportò alla realtà. Si versò del Whisky e si voltò verso il ritratto.

-Cosa c'è Albus?-.

-Severus, ti imploro di non pensare troppo, quello che hai fatto è stato...-.

-Sbagliato, stupido..-.

-In realtà stavo per dire ammirevole, qualche anno fa non l'avresti fatto!-.

-Non l'avrei fatto nemmeno oggi se..- se non fosse stata la Hale, concluse per lui la vocina.

-Credo che tu stia per diventare pazzo..- concluse divertito Silente. 

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Capitolo 20
*** Capitolo20 ***


 

Buondì!!!!Visto che non sto molto bene, sono riuscita ad aggiornare un po' prima del previsto...

Ringrazio quindi Ceci Weasley (speriamo di riuscirlo a dare sto maledetto esame xD), Frenci (ah, l'animo tormentato di Sev..<3), Katharine (Olèèèèè viva i particolari salienti di Sev!!!Sei mitica!!!), Iurin(se sei ripetitiva non mi dispiace, anzi, vuol dire che la storia ti piace sempre xD), Always85(per vedere qualcosa mi sa che dovremmo aspettare ancora un po'...), Mary_House(la cosiddetta frana sarà molto lenta cara mia, ma prima o poi Sev capitombolerà..almeno speriamo che Rebecca non si dia per vinta..) e alla nuova Pinkgirl95 (spero che la FF continui a intrigarti, aspetto altri tuoi commenti!!!) per le magnifiche recensioni!!!!

E grazie per il sostegno morale per l'esame...

Vi lascio al capitolo, spero di non aver fatto casini con i nomi e le recensioni...Colpa della febbre!!!

Un bacio Girls!!!!!!

Erin.

 

 

 

CAPITOLO20

Uscii dall'ufficio di Piton in trance. Capirete il perché, immagino.

Camminavo per i corridoi senza sapere se stessi prendendo la via giusta per la Torre, quando incrociai Calì e Justin.

-Rebecca!Stai bene?Oh Merlino, il taglio...- disse Calì.

-Si, sto bene, ehm..- non potevo certo dire che Piton mi aveva curato la ferita!

-Madama Chips?- chiese Justin.

-Si, lei è stata brava, Piton mi ha spedita da lei.- dissi.

Ci salutammo e io ripresi la mia camminata. Possibile che Piton, l'uomo di ghiaccio, il mago più ostile che conoscessi, il professore che amavo alla follia da ormai un anno, mi avesse PRESA AL VOLO E CURATO UNA FERITA?Non riuscivo a crederci!

Nella mia mente, come un disco inceppato, ripassavano le immagini di poco prima: le sue mani su di me, le sue dita sul mio fianco, i suoi occhi nei miei...

Arrivai nella Sala Comune e capii che la notizia del simpatico episodio con i Carrow era volata di bocca in bocca.

-Rebecca!Rebecca cosa è successo?-mi chiese Jane.

-Abbiamo saputo che...-

-Rebecca!- scorsi Eveline in fondo al gruppo. La raggiunsi e salii con lei in camera.

Mi tolsi la camicia macchiata di sangue cambiandola con una felpa.

-Cos'è successo?-.

Raccontai dei Mangiamorte, della maledizione, di Piton.

-Piton ti ha presa al volo e ti ha medicata?-.

-Si, però non dirlo a nessuno, ti prego...- mormorai.

-Si certo..-.

Sentii che il picco di felicità raggiunto quando lui mi aveva presa si stava affievolendo, lasciando spazio alla dura realtà: l'aveva fatto solo per pietà. Solamente pietà. Mi diedi della stupida, cosa avevo pensato?Che l'avesse fatto per..No, l'unico motivo che mi veniva in mente era la pietà.

Incontrando lo sguardo della mia amica, una lacrima mi rigò la guancia ferita, sporca di sangue secco.

-Avrei preferito che mi torturasse ancora...- dissi, con voce spezzata -Almeno, il dolore fisico dopo un po' passa...Ma questo...- non riuscii a finire la frase.

Eveline lasciò sfogare il mio pianto, seduta vicina a me.

-Non riesco ad odiarlo, Eveline, non ce la faccio!-.

-Credevo che...Durante l'estate eri, sembravi serena...-.

-Ho solo imparato a convivere con il dolore che mi ha procurato...- dissi, alzandomi per andare in bagno a ripulirmi la faccia.

Mi guardai allo specchio. Ero sconvolta.

*******

Il giorno seguente, dopo una notte insonne, ero arrivata ad una conclusione: Piton era capace di gesti umani, di gesti mossi dalla pietà. Almeno non era solo un corpo privo di anima, pensai amaramente. Mi feci forza e mi alzai dal letto, sgusciai in bagno per farmi una doccia.

-Rebecca, vieni a lezione?- mi chiese Cho, ignara di ciò che provavo.

-Si, per forza!Non vorrei che mi torturassero ancora!- dissi, gelida.

Mi vestii lentamente. Non potevo continuare così, dovevo essere forte, non dovevo piegarmi alla disperazione e alla consapevolezza che Piton non mi avrebbe mai amata e non avrebbe mai ricambiato il mio sentimento. In sostanza, dovevo continuare a convivere con un macigno dentro. Quindi, davanti allo specchio del bagno, provai a sorridere.

Le mie labbra si storsero nel sorriso più finto che avessi mai fatto. Mi venne da ridere.

Arrivata in Sala Grande, Terry, seduto vicino ad Eveline, mi sorrise e io cercai di essere il più naturale possibile. La posta arrivò, puntuale, e scorsi il gufo di mio padre scendere verso di me.

Aprii la busta, mentre Eveline mi fissava preoccupata. Lessi la lettera e mi venne un colpo.

-Cosa c'è Rebecca?- chiese Eveline.

-I miei...Mia sorella...- dissi, incapace di articolare una frase decente, troppo scioccata dalla notizia.

-Cosa dicono?- mi chiese Cho.

-Vogliono andare in Toscana, per Natale!- dissi.

-Meraviglioso!Almeno puoi stare lontana da questo castello!- disse Eveline, sottolineando la parola castello -Anche se non ci sarai per il mio compleanno!-.

Vero, non avevo pensato a quel risvolto di andare in Italia per le vacanze: sarei stata lontana da Piton per almeno dieci giorni. Come se potesse risolvere i miei problemi!

Mi sembrava un po' strano che mio padre volesse abbandonare l'amata patria magica in un momento tanto delicato, ma non feci obiezioni e risposi subito alla lettera.

 

Tre giorni dopo, raccolti i nominativi di chi sarebbe andato via della mia Casa, presi il foglio e mi diressi da Piton. Era la prima volta che tornavo là dopo quello che era successo, ma mi sentivo abbastanza bene, anche se l'agitazione di vederlo e di parlagli c'era sempre.

Bussai alla ben nota porta, e la ben nota voce mi disse di entrare.

-Hale, a cosa devo questa spiacevole sorpresa?- mi chiese, ghignando.

Che bastardo.

-Le ho portato la lista delle persone che vanno via per Natale...- dissi, porgendogli l'elenco. Il primo nome era il mio. L'avevo fatto apposta, volevo vedere la sua reazione, o cosa avrebbe detto.

-Ah- disse -Vai via anche tu, Hale?- mi chiese, una nota di sorpresa e dispiacere incrinò la sua voce.

-Si, i miei mi richiamano a gran voce..- dissi, sorridendo sincera.

Alzò un sopracciglio.

-E posso sapere perché..-

-Vogliono andare in Toscana, dai parenti di mia madre...-

-Ah si, la parte Babbana..- disse, con una leggera smorfia beffarda sul viso.

-Così pare...- dissi, dirigendomi alla porta.

-Hale, ti ho forse detto che potevi andare?-.

Mi fermai. No, no, no...Cosa voleva ancora?La mia morsa allo stomaco stava per farmi vomitare la cena...

Mi voltai. Lo guardai negli occhi, ancora. Ma quella vota fu lui a distogliere lo sguardo.

-Quindi?- chiesi.

-Niente, puoi andare...- disse.

-Buon Natale, professore.- dissi, uscendo.

Certo che chi lo capiva, se mai ci fosse stato qualcuno in grado di farlo, era bravo! 

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Capitolo 21
*** Capitolo21 ***


 

Hola!!!!Finalmente ho dato l'esame, sono guarita e sono pronta per aggiornare!!!!questo capitolo è un po' di passaggio, ma...RIMANETE SINTONIZZATE, posterò il prossimo capitolo prestissimo!!!!Come sempre, un grazie di cuore a tutte coloro che hanno recensito!!!!Siete adorabili, ragazze, sul serio... *___*

 

 

CAPITOLO21

Io, i miei e Rose partimmo da Londra il 20 dicembre con un aereo alle nove del mattino. Tenuto conto che dovevamo muoverci in macchina, causa mamma e Rose, mi dovetti svegliare all'alba. Durante il tragitto da Canterbury alla capitale, mio padre mi fece il terzo grado su come mi ero procurata il taglio sotto l'occhio.

Stanca di tutte quelle domande, dissi la verità, scatenando una certa ansia in mia madre.

-David! Ma in che scuola la mandiamo?Insomma, hai sempre detto che Hogwarts è il posto più sicuro..-

-Con Tu-Sai-Chi al potere...- iniziò mio padre.

-E comunque, perché i professori ti hanno fatto...- cominciò mia madre.

-Perchè sono Mangiamorte pure loro!- dissi.

-Emilia, devi calmarti, quello che ha fatto Rebecca è un atto di coraggio, sei proprio mia figlia!- disse mio padre con un certo orgoglio. Sua moglie lo fulminò con lo sguardo, mentre Rose soffocava una risata.

Mia sorella sembrava più allegra, meno invidiosa di me e di tutto il mondo a cui appartenevo. Si beh, visto che eravamo in piena guerra, era anche comprensibile!

Atterrammo a Firenze e all'aeroporto trovammo il fratello di mia madre, cioè nostro zio Jacopo.

-Emilia!- esclamò, venendoci incontro.

Erano almeno tre anni che io e Rose non andavamo a trovare i parenti materni e trovarsi di nuovo là era un po' strano: nostro zio era cambiato parecchio, non aveva più i capelli lunghi, niente più barba, portava la cravatta!

-Jacopo, ti sei dato una regolata vedo!- disse mia madre, mentre lui salutava me e Rose.

-Eh, l'amore...- rispose vago.

-Amore?-

-Ebbene si, ho trovato la mia anima gemella....- disse, sorridendo.

Salimmo nella macchina dello zio e, dopo un'oretta, arrivammo a destinazione.

Le colline toscane, viste dal piazzale della casa dei nonni, erano dolci, armoniose, un miscuglio di prati e campi.

Nonna Giulia ci venne incontro quasi con le lacrime agli occhi.

-Rose!Rebecca!- disse, stringendoci forte.

Prendemmo le valigie e ci dirigemmo all'entrata della casa: sorgeva in mezzo ad una spianata verde, era di semplice pietra grigia; sulle facciate si aprivano persiane rosso mattone, un pergolato formava uno spazio dove d'estate si potevano fare feste e pranzi in famiglia. Con una nota di malinconia pensai a quando, quattro anni prima, avevamo mangiato su quel tavolo di legno per festeggiare i quarant'anni di matrimonio dei nonni...Era stata una serata magica.

-Venite, Lorenzo vi aspetta!Sta pulendo il fucile!-.

Guardai Rose che sorrise nervosa.

-Lorenzo!Lorenzo!- mio nonno emerse dal salone. Era un uomo dai vivaci occhi azzurri, era un po' burbero, ma bravo come il pane. Sorrise tra la sua rada barba bianca per poi abbracciarci.

Mio padre si stava interessando al taglia erba di mio zio.

-E quindi usi questo marchingegno?-.

-Si- rispose -Perchè, tu il prato come lo tagli?-.

-Venite, vi faccio vedere la vostra camera!- disse mia nonna.

Mia madre stava salutando suo padre: avevano tante cose di cui parlare.

Io e Rose seguimmo nonna Giulia su per una scala, fino ad una camera in fondo al corridoio. Non era grande, ma era accogliente e abbastanza spaziosa per farci stare i nostri due letti singoli.

-Sono così contenta di avervi qua per Natale, ho aspettato che arrivaste per fare l'albero!- esclamò.

-Bene, ci piace farlo tutti insieme- dissi.

-Vi lascio sistemare!- e scomparve nel corridoio.

Mi sdraiai sul letto mentre Rose apriva la persiana facendo entrare il sole invernale.

Sospirai. Erano tre giorni che ero tornata da Hogwarts, erano tre giorni che non smettevo di pensare a Piton. Tutto normale, quindi!

-Allora Rebecca, vuoi tirare fuori la tua bacchetta e disfare le valigie?-

Rose doveva aver subito un qualche lavaggio del cervello: di solito odiava il fatto che usassi la magia davanti a lei.

-Ma non ti da fastidio...-

Rose sorrise -No, non più...-.

Senza dire niente, tirai fuori la bacchetta e mormorai un Incantesimo: i vestiti e tutto il resto si sistemarono nel piccolo armadio di legno.

Tornai a fissare il soffitto.

-Cos'hai?-. Rose si era seduta vicina a me, e io manco me n'ero accorta.

La guardai. -Senti, ma a te cosa è successo?Sei posseduta?-.

Rose rise e si spostò i lunghi capelli rossi dietro le spalle.

-No, ho trovato l'amore, come lo zio!-mi rispose.

Tutti che trovavano l'amore e io no?O meglio, io l'avevo anche trovato, era lui che non aveva trovato me!

-Sono commossa, e lui ti ha trovata?- chiesi, ironica.

-Si..E siamo felici...- rispose, sognante.

-Bene.- dissi, e tornai a fissare il soffitto (ancora).

Ma mia sorella non si diede per vinta.

-Ti vedo diversa, sei allegra, ma...-.

A quel punto, dopo tre giorni interi senza Eveline, mi sfogai anche con mia sorella...Ed è tutto detto!

-Rose...-

-Sei innamorata anche tu vero?-.

La guardai e annuii.

-Sono distrutta, lui è il Preside della mia scuola...-.

-Cosa?E quanti anni ha?- chiese Rose, inorridita.

-Ha sette anni meno di papà...E comunque, lui sa tutto..-.

-Gliel'hai detto?-

-Più o meno..-

-Cosa vuol dire?O è si o è no!- disse, sconcertata.

Le raccontai della punizione e della Legilimanzia.

-La cosa?-.

Ah già, Rose non era una strega.

-E' una specie di lettura della mente...-.

Le feci il resoconto di un anno di agonia, di sguardi lanciati attraverso aule e corridoi, fino alla nomina di Caposcuola e al fatto che non mi aveva punita.

-Magari ha dimenticato l'altra donna...- provò Rose.

-No, è morta, l'avrà idealizzata e nessuna potrà mai avvicinarsi alla sua perfezione...E poi, quello che può provare per me è solo pietà...-.

-Ma Rebecca scusa...Da come me lo descrivi, questo Piton non mi sembra un tizio che fa gesti mossi dalla pietà.-.

Sorrisi amaramente.

-Compassione?- chiesi, sarcastica.

Rose sorrise dandomi uno schiaffetto sul braccio.

-Secondo me è qualcosa di più..- disse, facendomi l'occhiolino. 

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Capitolo 22
*** Capitolo22 ***


 

Beh, avevo detto che avrei aggiornato presto, no?Alla prossima gioie, spero vi piaccia!!! =)

 

 

CAPITOLO22

Il Natale di Severus non era stato buono come gli aveva augurato la Hale, anzi, era stato tutt'altro. Aveva passato i giorni delle vacanze alternandosi tra noiosi compiti da Preside e Villa Malfoy, dove Lord Voldemort l'aveva più volte convocato per chiarire il comportamento che doveva tenere a scuola.

Come se non lo sapesse già...

Fortunatamente, il 10 gennaio arrivò presto e gli studenti rientrarono a Hogwarts. Severus si svegliò con un insolito brio quella mattina; non che si fosse messo a saltellare su e giù per l'ufficio, ma poteva considerarsi più tendente al buon umore che all'omicidio di tutti gli studenti.

Appena sceso dal letto, fissò un attimo il Pensatoio: il mago non riusciva a capacitarsi del fatto che fossero ormai quattro mesi che non si immergeva in un ricordo della sua adorata Lily.

Era inutile continuare a mentire a se stessi, Severus non aveva avuto più bisogno di quei ricordi, non aveva più provato il desiderio di ritornare indietro, di rivivere momenti passati e che mai più sarebbero potuti tornare.

Troppi impegni...si era detto più volte.

Ma la sua vocina si era fatta sentire di nuovo.

Severus, anche nei momenti più critici della tua vita hai sempre avuto tempo di guardare il passato, non prenderti in giro!

Mentre si vestiva, allacciando tutti i bottoncini della sua camicia, guardò fuori dalla finestra: il sole pallido stava salendo nel cielo terso di un mattino invernale mentre, dieci piani sotto, gli studenti tornavano a scuola dopo aver trascorso la notte sul treno. Vide i Carrow appostati vicino alla porta d'Ingresso e un lampo di puro odio gli balenò negli occhi: avevano torturato decine di studenti in quei mesi, ma lui non aveva potuto fare niente, non poteva impedirlo. Vedeva i segni sui ragazzi, i loro lividi, Paciock con un occhio nero era all'ordine del giorno, ma lui non poteva fermarli. In fila ordinata, gli studenti entrarono nel castello. Severus scese per la colazione, mentre una ragazza dai capelli castani, l'ultima, guardava la sua nera figura allontanarsi dal vetro.

*******

Tornai a Hogwarts in una mattina gelida, la neve cadeva leggera e vorticava in piccoli mulinelli di fiocchi.

-Hale!- la gracchiante voce di Alecto Carrow mi fece distogliere gli occhi dalla ben nota sagoma nera che si allontanava da una finestra.

Vi chiederete come facessi a vedere Piton a dieci piani di distanza in mezzo alla neve...Si sa, quando non si può fare a meno di guardare una persona, soprattutto dopo settimane che non la vedi, gli occhi ti si trasformano in radar da guerra e puoi vedere TUTTO.

Ero l'ultima della fila, i due Mangiamorte mi squadrarono.

-Tu sei una Mezzosangue, Hale?-

-Avete fatto delle ricerche?- chiesi, come se non mi fosse bastata la tortura di novembre.

Amycus fece un sorriso viscido.

-Secondo te noi non sappiamo chi è un Purosangue e chi no?-.

-Non mi aspetto niente da...- iniziai.

-Amycus!Alecto!- il Preside scivolò da dietro un angolo e distolse l'attenzione dei due fratelli da me -Andate a controllare che sia tutto in ordine nei sotterranei, ricordatevi cosa abbiamo detto durante le vacanze a proposito delle punizioni....- disse, lasciando la frase in sospeso.

I due Mangiamorte annuirono e se ne andarono.

Sotterranei...Punizioni...Merlino, mi sembrava una frase da Medioevo!E se..No, non potevano torturarci nelle segrete del castello!Sarebbe stato assurdo!

-Allora Hale,- sentii un tuffo al cuore quando Piton si rivolse a me -Perchè sei ancora qua e non nella Sala Grande?- mi chiese, scrutando i corridoi.

-I suoi Mangiamorte mi hanno bloccata con la storia del sangue puro e tutte quelle robe...E comunque non ho fame.- dissi.

-Non girare troppo per il castello, sembrerebbe che tu stia architettando qualcosa...- mi disse, mentre spariva nella Sala Grande.

Arrivai al tavolo di Corvonero, mi sedetti vicina a Eveline e Terry.

Ma c'era qualcosa che non tornava...

Luna Lovegood e la sua chioma bionda non c'erano. Nessuna traccia di rapanelli appesi alle orecchie o collane di tappi...

-Dov'è Luna?- chiesi.

-Non lo sai?Non è tornata dalle vacanze, suo padre parlava troppo sul Cavillo, e così...- Eveline lasciò la frase a metà.

-L'hanno catturata così suo padre la smetterà di lodare Harry Potter...- disse Anthony.

Fissai il vassoio di croissant davanti a me. Eravamo arrivati a tanto?Eravamo arrivati al punto che la gente spariva se si opponeva?Si beh, eravamo in dittatura, bastava guardare il regime che si era instaurato a scuola...

-Scusate un attimo...- dissi, alzandomi. Tra gli sguardi stupiti dei miei compagni di Casa, mi diressi al tavolo dei Grifondoro. Lanciai un'occhiata al tavolo dei professori e vidi Piton guardarmi e distogliere lo sguardo. Sentii le mie guance arrossire lievemente.

-Neville, Ginny...-.

I due ragazzi si voltarono e mi fissarono.

-Sentite, ho saputo di Luna...-

-Hai visto, vero?- disse Neville; la sua voce era venata dalla rabbia -Non è possibile, non...-.

-Anche altri da noi non ci sono, molti sono dovuti scappare dalla Gran Bretagna, ma non tutti ci sono riusciti...- sussurrò Ginny.

-Avete qualche idea su cosa fare?- chiesi.

-Più che continuare la nostra ribellione sotterranea, il nostro rifiutarci di fare alcune cose...- disse Neville.

-No, bisogna continuare a resistere, anche apertamente!Non possiamo permettere che i Serpeverde prendano il sopravvento!- disse decisa Ginny. La determinazione di quella ragazza era stupefacente, i suoi occhi chiari esprimevano solo forza.

Mi guardai un attimo in giro, come per assicurarmi che nessuno fosse in ascolto.

-Sentite, oggi ho sentito un discorso tra Piton e i due Mangiamorte...Parlavano di sotterranei, punizioni...Non so cosa abbiano in mente di preciso, ma non mi piace...Ho pensato che dovevate saperlo..-.

-Lo diremo anche agli altri, lo riferirò anche a Justin.-.

Ginny mi fissò e mi disse -Mi chiedo perché tu non sia a Grifondoro...-.

Perché sono intelligente...pensai, gelida.

-Bah, non ne ho idea...- sorrisi.

-Grazie, Rebecca!-.

Tornai al mio posto. Piton mi guardava interrogativo.  

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Capitolo 23
*** Capitolo23 ***


 

Buon sabato carissime!!!!!Eccoci ad un nuovo capitolo della storia!Come sempre ringrazio coloro che hanno lasciato una recensione, ma un grande grazie va anche a tutti coloro che leggono silenziosamente!!! =)

Ma ora passiamo ad un grande evento che ha toccato noi potteriani da vicino...THE LAST TRAILER!!!!!!!ora, dico...Ma SEV?????Insomma, che bello è???

L'hai tenuto in vita perché potesse morire al momento giusto?” ah mi sono sciolta nel brodo di giuggiole!!!!e al cinema mi scioglierò in lacrime!!!!!!Va bene..Vi lascio al capitolo!!!

Alla prossima

Erin.

 

 

CAPITOLO23

-Cosa?Ti sei esposta così?- Eveline mi fece quella domanda almeno cinque volte quel giorno.

-Eveline, ti rendi conto come siamo ridotti?Dobbiamo avere il permesso anche per guardarci allo specchio, siamo sorvegliati a vista da due Mangiamorte senza scrupoli, è già tanto che non ci mettono i Dissennatori come guardie!- esclamai.

-Per non parlare del Preside e della sua brillante idea...- aggiunse Cho.

Non risposi, pensando al discorso di Piton quella mattina: Babbanologia era diventata obbligatoria e poi, sempre per parlare di belle notizie, gli insegnanti avrebbero dovuto denunciarci ai Carrow se ci avessero visto fare qualcosa di sbagliato.

-Secondo me non lo faranno...- dissi.

-Sei sicura?-

-Dai!Figurati se Vitious ci va a denunciare ai Mangiamorte quando pure lui li detesta!- dissi a bassa voce, mentre ci dirigevamo alla nostra primissima lezione di Babbanologia tenuta dalla “rispettabile” professoressa Carrow.

L'aula era piena degli studenti del settimo anno, mi sedetti su uno scalino vicino a Eveline.

Le due ore successive furono le peggiori che avessi mai trascorso a Hogwarts. Ogni volta che la Carrow parlava, era un insulto ai Babbani, era un insulto a mia madre e a mia sorella. Costretti a frequentare quelle ore, a prendere appunti, a stare attenti, uscimmo dall'aula a capo chino. Solo i Serpeverde sembravano felici.

-Per una volta c'è una materia decente in questa scuola!- sentii dire a Zabini.

-Già, e quando parlava di come dovremmo sterminarli tutti?E' stato il pezzo più interessante di tutta la lezione!- rincarò la dose Tiger.

Non sapevo che riuscisse a mettere in fila due parole!

-Dai Rebecca..Andiamo a cena..- mi disse Cho.

-No, non ho fame, ci vediamo dopo..- dissi, a bassa voce.

-Come?Non hai mangiato praticamente niente a pranzo, starai morendo di..-

-Non ho fame, Eveline!- dissi, per poi voltarmi e andare via lungo il corridoio.

Hogwarts stava diventando una prigione, un castello claustrofobico.

Camminai per almeno venti minuti quando vidi un bambinetto del secondo anno sbarrarmi la strada e porgermi un foglio.

Per completare in bellezza la giornata, Piton voleva un incontro con noi Capiscuola. Sbuffai e uscii nel piccolo chiostro innevato. Mi strinsi nel mantello e mi sedetti su una panchina. La sera era ormai scesa, nera e priva di luna. Un soffio di vento fece aprire il mio quaderno alla pagina in cui dovevano esserci gli appunti di Babbanologia; ovviamente, figlia di una Babbana com'ero, non avevo scritto una sola parola di quello che la Carrow aveva detto, e, al posto del suo discorso “ammazziamo tutti i Babbani”, c'erano soltanto disegnini vari, scritte e iniziali ben note.

L'orologio batté le otto e mi diressi quindi allo studio di Piton. Salii le scale, ma quando bussai non fu lui a rispondermi, ma Silente.

-Signorina Hale, il Preside è assente, ma se vuole aspettare dentro...- entrai e vidi tutti i ritratti in agitazione.

Che poi, Silente come faceva a sapere che ero io fuori dalla porta?

In ogni caso, mi sedetti su una sedia e vidi Silente sorridermi. Merlino, perché sorrideva in quel modo?Insomma, non so se è chiaro: mi sorrideva come per dire “Eh, Hale, io so!”, mi sembrava che capisse tutto, che sorridendo gli si aprisse un mondo.

Mi alzai e cominciai a sbirciare nelle librerie alle mie spalle.

Pozioni nell'Asia Orientale...Pozioni e Troll...Pozioni e Pozioncine...

Che monotonia! In quel momento, sentii che i miei capelli chiedevano pietà, così li sciolsi dalla coda che portavo fin dal mattino. Li ravvivai un po', mi guardai nel riflesso di un vetro...poi mi diedi immancabilmente della cretina: mi stavo rendendo presentabile per Piton. Beh, quale ragazza/donna non cerca di rendersi almeno lontanamente decente quando sa che vedrà l'uomo dei suoi sogni? Nessuna. Si che tanto, nel mio caso, sarebbe servito a poco e niente..Forse se mi fossi presentata nuda facendo una specie di danza ammaliatrice...Bah, Piton sarebbe stato anche capace di sbattermi...

-Hale, sei già arrivata?- Zabini era appena entrato nello studio, interrompendo i miei pensieri che stavano sfociando in qualcosa di molto compromettente.

-Grande intuizione, Zabini!- dissi.

-Fai poco la spiritosa, Mezzosangue!- mi disse, guardandomi dall'alto in basso.

-Dovrei arrabbiarmi, secondo te?Insomma, preferisco essere una Mezzosangue che una Purosangue stupida, ruffiana, codarda e vanitosa come le tue amichette Serpeverde..- dissi, sprezzante.

-Come ti permetti?Guarda che..-

-Zabini.- Piton era comparso dietro la scrivania, un pesante mantello da viaggio addosso leggermente spruzzato di neve.

Il Serpeverde si zittì all'istante. Sorrisi compiaciuta. Che soddisfazione. Nel frattempo, Justin e Calì, ovviamente in coppia, arrivarono, così che Piton potè illuminarci con le sue parole.

Alla fine del suo discorso, ci congedò. Non ci aveva detto niente di nuovo.

-Hale, dovrei scambiare due paroline con te..- disse, quando stavo per uscire.

Zabini mi fece una smorfia come per dire “Lo so io che paroline vuole scambiare con te”. Che brutto porco, degno amico di Malfoy.

Appena la porta fu chiusa, mi voltai verso il Preside che guardava dalla finestra. Chissà poi cosa vedeva, era notte fonda!

-Hale, stamattina ti ho vista avvicinarti al tavolo dei Grifondoro e parlare con la Weasley e Paciock...Perchè?- chiese, sempre dandomi le spalle.

-Ho solo chiesto com'erano andate le vacanze di Natale..- dissi, facendo la voce innocente.

Piton si voltò, e mi fissò. Dire che mi sentii morire sarebbe dire poco.

-Non sono nato ieri, Hale, dimmi il vero motivo o sarò costretto a mandarti nei sotterranei, e Merlino non voglia che tu stia troppo tempo da sola con Amycus Carrow...- disse.

Un brivido mi attraversò la schiena. Amycus Carrow era un maniaco! Si, beh, non che dalla sua faccia mi aspettassi altro, però...

-Era davvero quello, Preside...- dissi, leggermente spaventata. Piton avrebbe osato tanto?Mi avrebbe davvero spedita nei sotterranei con un maniaco? La mia immaginazione scattò ad una velocità stellare: lui mi mandava giù, Carrow si avvicinava a me, ma poi Piton arrivava e mi dichiarava il suo amore, salvandomi dalle grinfie grigiastre del tizio brutto e cattivo...Si, forse in un'altra vita.

-Hale!-.

-Preside, era davvero quello il motivo!- dissi, decisa.

-E allora perché quando sei tornata al tuo posto sorridevi compiaciuta?-.

Merda. Non potevo dirgli la verità, non potevo far scoprire Neville e Ginny!

-Se non mi crede, può usare il suo trucchetto...- dissi, cercando di eludere la domanda. Geniale Rebecca! Con quel riferimento mi ero scavata la fossa.

-Cosa...?- mi disse, senza capire di cosa stessi parlando.

-Dico che se vuole può usare la sua adorata Legilimanzia!- dissi, arrossendo.

Piton sembrò colpito da un fulmine.

Il silenzio calò, carico di tensione. Era quasi un anno che era successo, ma la rabbia di quella sera, certe volte, rispuntava fuori.

Piton mi fissò da dietro la scrivania e in un attimo mi venne vicino. Era a pochissimi centimetri da me, sentivo i suoi occhi guardarmi, ma io abbassai lo sguardo a terra.

-Cosa vedrei, Hale, se lo facessi?-.

Quella domanda mi colse totalmente di sorpresa, alzai lo sguardo incontrando il suo viso così pallido, così segnato, così affilato, così dannatamente bello.

-Quello che ha visto un anno fa, nulla di più e nulla di meno...- dissi con un filo di voce.

Vidi una luce in fondo ai due pozzi neri che erano i suoi occhi; per un secondo si soffermò sulle mie labbra.

-E' meglio che tu vada, Hale.- disse.

-Già...- feci, mentre una smorfia che diceva “certo, così si risolve tutto!” mi increspava il viso.

Sentivo le lacrime salire, uscii velocemente dall'ufficio e corsi alla Torre.


 

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Capitolo 24
*** Capitolo24 ***


 

Buongiorno donzelle!!!!!Ecco il nuovo capitolo!!!!!!!Ancora un pochino di pazienza e qualche sviluppo arriverà, statene certe!!!!!

Alla prossima carissime!!!!

Erin.

 

CAPITOLO24

Cosa vedrei Hale se lo facessi...Cosa vedrei Hale se lo facessi...Cosa vedrei Hale se lo facessi...Cosa vedrei Hale se lo facessi...Cosa vedrei Hale se lo facessi...Cosa vedrei Hale se lo facessi...

Si stavo impazzendo, ne ero consapevole, ma quella domanda mi ronzò in testa per giorni, per settimane! Perché me l'aveva fatta?

Già, perché?E poi, la luce nei suoi occhi, un brillio lontano lontano, si era avvicinato a me e...

Perché maledizione?Perchè aveva questi picchi di umanità e poi tornava ad essere il solito bastardo?

La parte donna-che-crede-nelle-favole mi diceva “perchè è pazzo di te e non sa come comportarsi!”.

L'altra, la parte donna-razionale-quasi-cinica-e-tendente-alla-realtà diceva “per vedere se ti sei data una regolata o meno!E non dimenticare che ti ha spezzato il cuore!”.

Ma noi donne siamo programmate a credere ad una teoria, una teoria che ci inculcano da piccole, una teoria secondo la quale più l'uomo dei nostri sogni è stronzo e strano con noi, più vuol dire che anche lui è innamorato pazzo. Pertanto, tendevo alla prima parte...Ma no, Piton non poteva essere innamorato di me, non poteva nemmeno essere lontanamente attratto da me!Insomma, non ero una bellezza, l'ho già detto!

Si però...C'era sempre un però!Mi appigliavo sempre a dei particolari così insulsi!Dannata me e la teoria!

Sospirando, tornai a quella che era una lezione senza senso di Carrow.

Febbraio era ormai arrivato, quel giorno aveva piovuto sin dalla mattina e non aveva accennato a smettere.

Guardai le mie amiche: Eveline prendeva appunti anche se provava orrore per quello che stava dicendo il Mangiamorte, Cho lo guardava con un misto di schifo e paura. Mi voltai verso i Grifondoro: Seamus Finnigan aveva la faccia gonfia, Lavanda e Calì avevano dei tagli come il mio, ma Madama Chips non li aveva ridotti come Piton aveva fatto con me.

Passai la punta delle dita sotto l'occhio e sentii la mia piccola cicatrice; solo in quel momento notai che Neville non c'era.

-Che fine ha fatto Neville?- chiesi a Terry, seduto vicino a me.

-Ieri ha alzato troppo la voce con Carrow nei corridoi, e poi non l'ho più visto..- bisbigliò.

-Ora- disse Carrow -Andiamo nei sotterranei, andiamo a mettere in pratica la teoria.-.

Ci guardammo e uscimmo dall'aula, attraversammo i corridoi freddi e tetri fino alle scale che portavano ai tanto amati sotterranei di Piton.

L'aula in cui entrammo era umida e debolmente illuminata, da qualche parte gocciolava dell'acqua.

Ad un tratto, i Serpeverde cominciarono a ridere e Carrow disse -Ecco la nostra cavia!- nei suoi occhi non leggevo altro che trionfo.

-Ora prego, esercitatevi e ricordate cosa abbiamo detto sulla Maledizione Cruciatus, lo dovete volere!-.

Neville era in un angolo, lo vidi quando una torcia si accese. Aveva uno zigomo tagliato, sangue secco sul viso, era sporco di terra e di qualcos'altro di non ben identificabile.

Eveline e Lavanda si portarono le mani alla bocca. Non poteva essere vero, non poteva succedere a Hogwarts, come faceva Piton a permettere..Poi mi ricordai che anche lui era un Mangiamorte, il fatto che io lo amassi non contava niente.

Neville squarciò il silenzio con un urlo.

-Molto bene, Parkinson.-. La Serpeverde sorrise compiaciuta.

-Ora, vediamo, Steeval!-.

Mi voltai verso Terry. Non poteva farlo sul serio...Alzò la bacchetta, ma non disse niente, il Mangiamorte lo spinse vicino a Neville.

-Sei diventato la nostra nuova cavia, Steeval, non sei degno del sangue che scorre nelle tue vene!-.

Si rivolse a noi. Mi fissò.

-Hale, tu che sei Caposcuola, dai il buon esempio....-.

-Per dare il buon esempio, ci ha già pensato Terry!E, come ha detto, lo dobbiamo volere, e io non voglio.- dissi.

-Zabini..- il ragazzo si voltò verso di me e alzò la bacchetta.

La maledizione mi colpì in pieno sotto lo sguardo delle mie amiche, inorridite.

-Hale, rimani qui...La lezione è finita.-.

Passandomi vicino, Carrow mi guardò, aveva un'espressione disgustosa sul suo volto grigiastro.

Sentii il famigliare bruciore sulla pelle, il dolore mi fece sfuggire una smorfia.

La porta si chiuse con un tonfo, sentimmo la serratura scattare.

-Rebecca!Rebecca cosa...- Terry mi venne vicino.

-Mi ha fatto un altro taglio vicino alla clavicola, come l'altro...Stentano a rimarginarsi, dev'essere magia oscura in piena regola..E fanno male...- dissi, portandomi una manica della camicia sulla ferita.

-Perchè...-

-E' ovvio, Terry...- Neville riemerse dall'oscurità venendo alla luce della torcia rimasta accesa -Le ragazze non le picchia, ma può fare loro quegli orrendi tagli e torturarle con la Cruciatus.-.

-Ci hanno lasciato le bacchette...- iniziò Terry.

-Si, ma hanno fatto un Incantesimo che le rende inutilizzabili...- rispose Neville, sconsolato.

Si lasciò scivolare contro il muro e si sedette per terra.

Restammo in silenzio per qualche minuto, l'umidità di quel posto mi avvolse le ossa provocandomi brividi di freddo. Terry mi porse la sua maglia.

-Perchè il tuo taglio si è rimarginato e si è rimpicciolito?- mi chiese Neville.

Pronta a mentire, risposi -Si vede che Madama Chips mi ha curata con qualche altra magia....- sperai che non mi facesse altre domande, non potevo dirgli la verità.

Neville annuì, tornando a fissare il soffitto.

Chissà se Piton sapeva che io ero in punizione, chissà se Carrow era andato a riferirglielo...Ma tanto, cosa gli sarebbe importato?Però, perché a Lavanda e Calì non aveva curato i tagli?

-Ieri la Mc.Granitt mi ha fatto un cenno di assenso quando mi sono ribellato con Carrow...- iniziò Neville. Terry stava fissando il vuoto.

-Peccato che le Cruciatus ce le prendiamo noi!- esclamai -La Mc.Granitt e gli altri possono essere d'accordo con noi, ma...-.

-Rebecca, cosa potrebbero fare, forse ribellarsi contro Piton?Ci ucciderebbe tutti, come ha fatto con Silente...E poi, almeno non ci denunciano ai Mangiamorte!-.

Neville aveva ragione, ma ero stanca di prendermi maledizioni e ferite. Il sangue non si era ancora fermato, la mia divisa era ormai colorata di rosso.

-Tra quanto potremmo uscire?- chiese Terry.

-Verrà almeno un'altra classe prima che ci liberino...Durante la notte la temperatura scende di brutto qua dentro...-.

Dopo le parole di Neville, il silenzio calò di nuovo. Non venne nessun'altra classe quel giorno. La sera arrivò portando il freddo preannunciato da Neville.


 

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Capitolo 25
*** Capitolo25 ***


 

Buonasera fanciulle!!!Ecco il capitolo atteso, spero sia di vostro gradimento...La situazione si fa intrigante e tesa, l'anno scolastico sta volgendo al termine, e sappiamo tutte cosa succede nel maggio del 1998...Ma i due nostri protagonisti riusciranno a concludere prima della “fine”?O saranno travolti inesorabilmente dai fatti?Oppure, i fatti cambieranno?

Mah!!!!

Come sempre ringrazio di cuore tutte coloro che recensiscono, ah che gioia quando leggo i vostri commenti!!!!

Un bacio grande

Erin.

 

 

CAPITOLO25

-Si, Albus, si, Dissennatori, il Signore Oscuro crede che..-

Un bussare alla porta distolse Severus dal dialogare con il suo predecessore.

-Avanti- disse con voce strascicata.

-Preside!- Carrow entrò nell'ufficio visibilmente soddisfatto e felice -Abbiamo due nuovi ribelli giù, andranno bene per la prossima esercitazione del sesto anno, domani..-.

-Chi sono?- chiese Piton, distratto.

-Steeval e Hale.-.

Piton alzò gli occhi sul Mangiamorte.

La Hale di nuovo in punizione..

-Cos'hanno fatto, Amycus?-.

-Non hanno voluto eseguire la maledizione su Paciock; sta notte, Steeval si pentirà di quello che ha fatto..-.

L'immagine della Hale in quella stanzetta umida passò davanti agli occhi di Severus come qualcosa di inaccettabile, ma non poteva certo andare giù e liberarla.

-La Hale si è beccata un altro taglio, stupida Mezzosangue impertinente, mi chiedo dove andremo a finire...-.

-Amycus, l'Oscuro Signore ha ordinato di mettere i Dissennatori alle porte e alcuni nei corridoi, puoi andare.-.

-Ma Preside...-

-Ho detto che puoi andare e quando ti rechi giù, nei sotterranei, chiamami, i Dissennatori saranno felici di fare una capatina dai nostri ribelli..-.

Il Mangiamorte uscì.

-Severus, non puoi permettere che i Dissennatori attacchino gli studenti in punizione..-

-Albus, cosa dovrei fare?Ti vorrei ricordare che nemmeno io faccio i salti di gioia!E il fatto che pure i Corvonero si siano messi a disobbedire la dice lunga...-.

La porta dell'ufficio si aprì, e la Mc.Granitt entrò come una furia.

-Severus, come ti è saltato in mente...I Dissennatori!Potevi metterci direttamente i Mangiamorte...Ah no, quello l'hai già fatto!- disse, sprezzante.

-Minerva, calmati, non vorrai avere un infarto e morire sul pavimento del mio ufficio..- disse Piton, gelido -E comunque, è compito vostro fare in modo che gli studenti non siano attaccati, è molto chiaro: non devono ribellarsi!-.

-Più della metà degli studenti non è in grado di eseguire un Incanto Patronus!Come pensi...-

-Non m'importa un bel niente!Se non si ribelleranno, non saranno attaccati.-.

I due si guardarono.

-Puoi andare, Minerva.-. Piton tornò alla scrivania.

La Mc.Granitt uscì sbattendo la porta.

Le guardie di Azkaban sarebbero arrivate subito dopo l'ora di cena, e il gelo e la tristezza sarebbero calati su Hogwarts più di quanto già avevano fatto.

Severus si passò una mano tra i capelli. La notizia che la Hale fosse rinchiusa nella stanzetta dei sotterranei non l'aveva lasciato indifferente, anzi, l'aveva turbato e non poco.

Beh, questo è sintomo di molte cose, Severus...E quel taglio che Carrow le ha fatto..

Se non viene curata subito può perdere molto sangue..

Piton si alzò di scatto, senza pensare si diresse nei sotterranei.

Ci sto andando sul serio, non è possibile, la Hale mi farà perdere la testa un giorno o l'altro...

Oh, te l'ha già fatta perdere da un sacco di tempo, Severus, ma te stenti a riconoscerlo.

Non è assolutamente....

Perché le hai chiesto cosa vedresti nella sua testa se non ti interessa?Dammi una motivazione valida.

Severus non la trovò.

Ecco appunto...

Si era dato dello scemo più volte per quella sua domanda insensata e irrazionale, ma aveva sentito un disperato bisogno di sapere se lei provava ancora qualcosa per lui o meno.

Arrivò alla porta della stanza, sentì la voce di Carrow all'interno.

-Vai Amycus- disse, entrando nella stanza -Ci penso io ora.-.

Il suo tono gelido spedì il Mangiamorte fuori. Gli occhi neri del Preside cercarono la ragazza.

Paciock era mezzo moribondo sul pavimento. Steeval era in camicia, e stringeva a se Rebecca, pallida da far concorrenza ad un morto, la manica della divisa intrisa di sangue, gli occhi socchiusi, i capelli disordinai e sporchi dal sudiciume che c'era nella cella.

Cosa..Steeval?Perchè la sta abbracciando?

Forse perché sta per morire?!

-Paciock, Steeval, potete andare...-.

-Rebecca ha bisogno di cure..-

-Ho detto che potete andare.- disse Piton, deciso. I due ragazzi si guardarono e non si mossero.

-Non ce ne andremo senza Rebecca.- disse Paciock, mettendosi di fronte al Preside.

-Paciock, la tua situazione è già abbastanza penosa senza che tu faccia questi gesti da finto cavaliere, e ora spostatevi..-. Steeval fece un passo verso la porta, Paciock lo seguì.

-Se prova a farle qualcosa..-

-Paciock, taci!-.

I due ragazzi uscirono. Il Preside chiuse la porta, tolse l'Incantesimo dalla cella e si avvicinò alla ragazza.

-Hale, cosa...?-

-Terry..?- disse lei, debolmente.

-No, Steeval è uscito, ora guardami Hale, dov'è il taglio?- disse Piton, cercando di rimanere calmo.

-Qui...- Rebecca scostò i capelli e il colletto.

La pelle pallida della ragazza saltò agli occhi del Preside, i suoi occhi neri la accarezzarono fin dove lo rendeva possibile la camicia. Cercò di concentrarsi sulla ferita. Mormorò le solite parole latine e il taglio si rimarginò. Rebecca aprì gli occhi definitivamente e lo guardò.

-Professore..Dove sono Terry e Neville?-

-Hanno scontato la punizione, anche te puoi andare.-.

-Ma Carrow ha detto..-.

-Carrow può dire quello che vuole, ma sono io il Preside.- disse Piton.

-Già..- la Hale si alzò e fece qualche passo. Stava tremando dal freddo e dal sangue perso.

Piton non aveva mai visto una ragazza di diciassette anni rimettersi in piedi così e non dire una parola dopo una tortura. Sembrava indistruttibile.

-Hale devi stare più attenta, non puoi finire in punizione ogni tre per due..-

-Tanto a lei cosa importa?Se finisco qua o meno per lei è la stessa!- disse lei, acida. Si voltò verso di lui -Può curarmi tutti i tagli che vuole, tutte le ferite che Carrow mi fa, ma quella che mi ha fatto lei non guarirà mai!-.

-Se non te ne sei accorta...- iniziò lui.

-Cos'è, pietà?Compassione?Pena?Senso di colpa?Perchè lo fa?- la voce della ragazza era intrisa di rabbia.

La porta della stanza si aprì e Carrow entrò dicendo che i Dissennatori erano arrivati.

Piton uscì, sconcertato.

Rebecca si avviò alla Torre, ancora senza risposte. 

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Capitolo 26
*** Capitolo26 ***


 

Non mi dilungo più di tanto oggi, così che possiate leggere il capitolo quasi subito...

Vi avviso che questo capitolo non contiene nessun tipo di spoiler, quindi, coloro che non hanno letto i libri possono leggerlo tranquillamente. Se posterò un capitolo che potrebbe svelarvi parte del finale, vi avviserò!Fatemi sapere cosa ne pensate di questo nuovo chap!!!

Un bacio

Erin

 

 

CAPITOLO26

Glie l'avevo detto, gli avevo riversato addosso tutte le domande, tutti i dubbi, tutto il veleno maturato in quei mesi. Quell'amore non corrisposto mi stava avvelenando l'anima, stavo perdendo il controllo, e così decisi di ritornare ad essere quella che ero prima: se fare qualcosa, se essere più sciolta e più me stessa non aveva portato a niente, sarei tornata la studentessa diligente e timida di Corvonero. Non avrei più alzato la voce, non mi sarei più messa contro nessuno.

E così feci.

A marzo ero la Caposcuola perfetta, la studentessa secchiona, non ero più finita in punizione e avevo ritrovato i miei voti di un tempo. La Mc.Granitt e Vitious si sprecavano in complimenti, Jane era verde d'invidia, Eveline e Cho non mi riconoscevano più.

Era tutta una facciata, ovviamente! Dentro ero disperata, ogni volta che vedevo Piton era come una pugnalata, lui mi guardava in modo strano, e io mi limitavo a rispondergli in maniera fredda, distaccata, glaciale.

Fu il periodo più difficile della mia vita. Vi chiederete perché lo feci...Solo ora riesco a dare una spiegazione: volevo ordine nella mia vita, Piton aveva incasinato tutto, e speravo che facendo così potessi tenere sotto controllo anche il mio sentimento per lui.

Se si considera poco un mese e mezzo, la mia nuova filosofia di vita non durò molto.

 

*******

Adesso sei contento, Severus?

Contento?Contento di cosa?

Oh, lo sai benissimo!Ti dice niente il nome Rebecca?

Il Preside fece una smorfia.

Era un pomeriggio di metà aprile, Piton stava camminando per i corridoi deserti illuminati da qualche debole raggio di sole. Aveva bisogno di sgranchirsi le gambe, il suo ufficio stava diventando claustrofobico. Aveva troppi problemi, troppe grane a cui porre rimedio: i Grifondoro erano scomparsi dal castello, non si vedevano da nessuna parte, i Carrow facevano ricadere la colpa delle loro malefatte sugli studenti, gli altri professori cercavano di svicolare da tutti i loro doveri, e poi, ovviamente, c'era anche la Hale.

Si, perché io non ne ho abbastanza di problemi!

La Hale era diventata fredda, diversa, gelida. Era come un pezzo di ghiaccio, niente più battutine, niente più punizioni, solo discorsi sterili su studenti ribelli e Dissennatori.

I loro incontri erano fatti di quello, niente di più.

E la cosa infastidiva Severus, lo faceva andare fuori di testa, non ne capiva il motivo.

Beh, tu non le hai detto niente quel giorno..Ti ha rovesciato addosso tutto quello che pensa e tu ti sei limitato a fissarla...Hai fatto solo un debole tentativo...

Cosa dovevo fare?Dirle che da quando si è un po' svegliata è diventata più..

Attraente?

In ogni caso, l'hai sentita...Pietà, compassione..Sono solo un vecchio che si è montato la testa perché una ragazza gli ha dichiarato il suo amore...

Severus, non può essere pena quello che provi, se così fosse non ti darebbe fastidio il suo comportamento.

Era incredibile come Piton riuscisse ad estraniarsi dal mondo, dalla guerra, dal clima del castello quando pensava a Rebecca, non se ne capacitava.

Uscì nel parco, camminò verso la riva del lago per raggiungere un posticino isolato, un posticino che amava sin da quando era studente.

Attraversò una piccola macchia di vegetazione, calpestò alcuni rovi e fiori, si girò alcune volte indietro temendo di essere seguito da un'orda di Dissennatori e poi, finalmente, giunse a destinazione.

Il luogo che aveva raggiunto, però, era già “occupato”, e il Preside non ci mise molto per capire chi fosse la persona che gli impediva di stare lì in totale solitudine.

Da dietro un cespuglio, Severus vide la Hale lanciare sassolini nell'acqua ferma del lago. Era seduta su un masso più grande degli altri, con una mano si reggeva la testa, l'altra era impegnata a scegliere le pietre. Un vento leggero cominciò a soffiare e le scompigliò i capelli. Si voltò appena verso il castello, e Severus vide che stava piangendo. Nella luce grigiastra e fredda, scaldata da raggi che trafiggevano le nuvole, l'uomo la vide fragile, vulnerabile, capace di rompersi con una carezza, di cadere in pezzi con un soffio.

Il Preside sentì una stretta al cuore. In quel momento capì, finalmente, che mentire a se stesso l'avrebbe trascinato in un altro baratro di rimorsi e rimpianti.

Ma qualcosa lo frenò dall'andare vicino a lei e stringerla a sé: la paura di essere visto come un montato che provava qualcosa per la ragazza che lo amava solo perché lei si era dichiarata.

Se le dirai la verità, non potrà mai pensarlo...La verità che le hai raccontato un anno fa è cambiata!

La vocina non aveva mai avuto così ragione.

Era vero, la verità era cambiata, la Hale poteva anche essere una studentessa, ma Piton non poteva dire che prima della rivelazione dell'anno passato non l'avesse già notata. Era folle pensarlo, ma il suo stare da sola l'aveva sempre incuriosito, la sua incapacità di recitare e di fingere lo faceva sorridere tra sé. Questo però non gli aveva mai fatto pensare che forse era ora di darci un taglio con Lily. La Hale che gli dichiarava il suo amore era stato scioccante, ma gli aveva dato molti spunti su cui riflettere, primo fra tutti il suo amore per una morta.

Il cambiamento della ragazza, quell'anno, l'aveva colpito piacevolmente; era l'unica di cui lui si preoccupava se finiva in punizione, le aveva curato i tagli; i suoi picchi di umanità, i primi visti dopo quasi diciotto anni di acidità, erano dovuti a lei, a lei soltanto.

Fece per andarsene, ma pestò un ramoscello secco. Le ragazza si voltò di scatto, Severus fece finta di niente e decise di andare verso di lei, come se fosse appena arrivato.

Rebecca si asciugò le lacrime di fretta, cercando di apparire calma e perfetta come faceva da settimane.

-Hale, cosa fai qua, così lontana dal castello?- chiese lui.

La ragazza esitò un attimo -Stavo cercando un fiore molto raro di cui ha parlato Lumacorno sta mattina...-.

Piton si sedette sul masso vicino a quello dov'era Rebecca, suscitando un mal celato stupore nella ragazza.

-Cosa c'è Hale?Dovrei stare in piedi quando c'è questo comodissimo sasso su cui potersi sedere?-.

-Per carità, non lo penserei mai!- disse lei.

Il Preside sorrise debolmente, cosa che non sfuggì a Rebecca. Rimasero in silenzio, guardando il lago di fronte a loro. Dopo un po', la ragazza incrociò le gambe e continuò a tirare sassolini nell'acqua.

-Deve andare avanti tanto questa tua pazzia di tirare sassi o la vuoi finire?-.

-Se le da fastidio può anche...Niente, mi scusi...-.

-No, continua Hale cosa volevi dire?Sono curioso di sapere cosa passa per la testa dei miei studenti. Tu sembri l'unica immune dalla paura che incuto...-.

-Ci sarà un motivo per cui non mi fa così paura..- disse lei, alzandosi e sistemandosi la gonna della divisa. Si piegò in avanti per aggiustarsi la calza grigia che le era scesa fino alla caviglia. Il Preside, da “uomo che si rispetti”, non potè fare a meno di far scivolare i suoi occhi neri lungo la scollatura della ragazza...

-Preside devo andare...-.

-E il fiore?-.

-Che fio..Ah già, il fiore..- le guance della Hale fecero capire al sagace Preside quanto fosse imbarazzata. Si alzò e con un colpo di bacchetta appellò il fiore che la ragazza avrebbe dovuto cercare invece che lanciare sassi nel lago. Lo prese in mano e lo porse a Rebecca.

-Perchè?-.

-Perchè..- iniziò lui, non riuscendo a trovare una motivazione razionale.

-Non importa..- Rebecca prese il fiore e, mandando all'aria ogni cosa, si alzò sulle punte e posò le sue labbra su quelle del Preside. Pensava che l'avrebbe presa e allontanata con forza, ma Piton non fece niente di tutto ciò. Anzi, quando lei si staccò per guardarlo, fu lui ad accarezzarle la guancia ed avvicinarla a sé, incitandola a continuare. Le accarezzò i lunghi capelli castani, fino a scendere sulla spalla e poi lungo il braccio. Rebecca posò una mano sul petto del professore, mentre lo baciava con passione crescente.

-Rebecca...- disse Piton, guardandola -Non avrei...-.

-Preside!Preside!- la voce di Carrow interruppe l'uomo, che subito si allontanò dalla ragazza ostentando un comportamento normale.

-Preside, Terry Steeval...E' andato fuori dai gangheri, ha urlato in mezzo alla Sala Grande che Potter...-.

-Steeval?- chiese Piton.

-Si, e poi è scomparso, ma lo scoveremo!-.

Il Preside e Carrow si diressero nuovamente verso il castello; mandato avanti il Mangiamorte, Piton si voltò un attimo verso Rebecca e poi riprese a camminare, lasciando la ragazza sulla riva del Lago. 

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Capitolo 27
*** Capitolo27 ***


 

Buongiorno!!!Ecco il capitolo nuovo...Si lo so, è un po' corto, ma è solo di passaggio...Allora, io non credo ci siano spoiler per coloro che non hanno letto il libro, insomma, non dico niente su come, quando, perché finisce tutto...Quindi, buona lettura!

Alla prossima e, come sempre, fatemi sapere le vostre opinioni!

Erin.

 

CAPITOLO27

Solo quando una leggera pioggia primaverile cominciò a cadere, tornai ad avere un'espressione normale e non da pesce bollito. Beh, fatemela passare, non capita tutti i giorni di baciare Severus Piton e non essere respinte, no?

Guardai il fiore tra le mie mani. Tornai al castello e mi fiondai nel dormitorio dove trovai Eveline e Cho che stavano parlottando su dove cercare il fiore che Lumacorno aveva tanto lodato quella mattina per le sue proprietà curative.

-Rebecca!- esclamò Cho.

-Ragazze...- feci, con aria sognante.

-Rebecca cosa è successo?- Eveline mi guardò con fare investigativo.

-Piton...-

-Piton cosa?-.

-Il fiore...il bacio..-.

-Il bacio?Che bacio?- esclamarono le mie amiche, strabuzzando gli occhi.

Mi ripresi definitivamente e le guardai.

-Allora, ero sulla sponda del lago...- e così raccontai loro quanto era successo.

-E perché mai tu hai baciato ..Merlino, come si fa a baciare Piton?- chiese Cho, ignara di tutto.

-Rebecca è innamorata pazza di Piton da almeno un anno.- sentenziò Eveline, sghignazzando sotto i baffi.

-Cosa?!Rebecca, ti rendi conto che Piton è un Mangiamorte bastardo e privo di scrupoli vero?-.

-Ma chi se ne importa!- esclamai -Merlino ragazze, sono completamente fuori!!!E poi dovete capire che io mi sono staccata un attimo no? e lui poi non è che mi ha allontanata, anzi, mi ha tipo guardata come per dire “alla grande, continua, evviva”!!Mi capite?-.

Le mie amiche si guardarono allibite e poi si voltarono verso di me, rispondendo un “no” secco.

-Comunque, cos'ha fatto Terry che Carrow è venuto a chiamare Piton...Maledetto Mangiamorte, ci ha interrotti...-.

-Rebecca, calmati, okei?Terry ha urlato in Sala Grande una cosa che riguardava Potter e la Gringott...Carrow è riuscito a trovarlo poco fa..Non si può andare avanti così, i Grifondoro si sono nascosti chissà dove, i coraggiosi!- disse ironica Eveline.

-So dove si sono nascosti...- dissi, mentre un piano diabolico si stava costruendo nella mia mente.

Rimasi un attimo in silenzio.

-A cosa stai pensando?- mi chiese Cho.

-Allora, sta notte andiamo a liberare Terry, e poi tutti insieme, o comunque quelli che vogliono, raggiungiamo i Grifondoro!Ci state?-.

-Certo!- disse Eveline.

-Ma ragazze, credete che sia la cosa giusta?Insomma, e se ci scoprono?- chiese Cho, facendo una vocina piccola piccola.

-Cho, vuoi continuare a vivere così?Magari i Grifondoro stanno organizzando una ribellione, anche se ne dubito...Però è sempre meglio essere a conoscenza dei fatti....- dissi, mentre stavo pensando a tutt'altro, cioè a quello che era successo un'oretta prima.

-Va bene...- disse alla fine Cho.

La sera arrivò prima del previsto, nel frattempo avevamo anche chiesto ad Anthony se voleva unirsi a noi. Verso le undici, tutti e quattro uscimmo dalla Sala Comune, ci incamminammo fin nei Sotterranei dove sbirciammo dentro alla cella in cui ero stata rinchiusa anch'io...

..Hale devi stare più attenta, non puoi finire in punizione ogni tre per due... Le parole di Piton mi vennero alla mente sotto una luce diversa. Forse si era preoccupato veramente per me, forse, dicendogli che a lui non interessava dei miei casini, avevo cannato, forse...

-Rebecca!!Muoviti, dobbiamo andarcene prima che i Carrow si accorgano che abbiamo liberato Terry!!Forza!Solo tu sai dove si nascondono...gli altri.- concluse Eveline.

Salimmo i piani del castello uno dopo l'altro, in silenzio, finchè non ci giunse l'urlo di rabbia dei Mangiamorte. Cominciammo a correre verso il settimo piano. Arrivammo davanti al muro su cui avrebbe dovuto aprirsi la porta della Stanza delle Necessità.

-Ehm Rebecca, cosa...- iniziò Anthony, guardandosi preoccupato alle spalle.

-Stai sereno, Ant, sto cercando di concentrarmi...-.

Dopo pochi secondi, la porta che tanto cercavo apparve sul muro di pietra fredda.

-Ecco, entriamo!- attraversammo la soglia e i miei amici scoprirono dove i Grifondoro si erano nascosti.

-Rebecca!Mi stavo chiedendo quando saresti arrivata!- Neville mi accolse con un sorriso. Nello stesso momento, vidi uno stendardo di Corvonero srotolarsi su una parete e, sotto, apparvero cinque amache blu e argento.

-La stanza ha provveduto..- disse Seamus, rispondendo alla mia faccia interrogativa.

Mi riunii al gruppetto della mia casa, Terry si stava curando un livido, aiutato da una gentile e premurosa Eveline.

-Rebecca, senti, non vorrei rovinarti la poesia del momento, ma...-

-Dimmi Cho, cosa c'è?- chiesi, mentre sistemavo un cuscino sull'amaca più alta.

-Piton sapeva- chiese, abbassando la voce -Che tu, insomma...-.

-Si, lo sapeva...- dissi, sorridendo.

-Beh, non credi che si stia approfittando di te?Cioè, magari lui non prova lo stesso per te, o vuole solo una cosa..Dopotutto è un Mangiamorte!.-.

Mi voltai a guardarla. Mi colpii una pioggia gelida. Se Cho avesse avuto ragione, se Piton l'avesse fatto solo per...perchè voleva umiliarmi ancora di più?

-Oh Merlino...- mormorai.

-Cosa succede?- chiese Eveline, arrivando proprio in quel momento.

Le dissi dell'idea di Cho.

-Eveline, non può essere vero...No..il fiore...-.

Non era possibile, Piton non poteva arrivare anche a quello! 

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Capitolo 28
*** Capitolo28 ***


 

Buonasera!!!!!!Ecco il nuovo capitolo...Allora, è un po' corto, vi avviso, ma il protagonista assoluto darà il nostro caro Severus con le sue paturnie mentali...Vi lascio e vi dico che il prossimo capitolo lo posterò mercoledì sera molto probabilmente..

Vi lascio e vi ringrazio per le vostre recensioni sempre presenti....Grazie di cuore!!!

Erin

 

CAPITOLO28

La pioggia violenta di una notte di aprile formava rigagnoli d'acqua sulle alte vetrate della stanza da letto del Preside. La debole luce di un paio di candele illuminava la camera e l'uomo che non riusciva a dormire.

Severus Piton sedeva su una sedia, lo sguardo fisso davanti a sé, un bicchiere di Whisky in una mano, il mantello e la casacca nera abbandonati sul grande letto dalle lenzuola verdi. Era l'una di notte, e dopo aver concluso i suoi doveri si era messo a pensare. Oltre al brutto presentimento che qualcosa di mortale e inevitabile stesse per abbattersi sul castello, Severus era turbato da ciò che aveva fatto sulla riva del Lago qualche giorno prima.

Baciare una studentessa....Come ho potuto fare una cosa simile?Come ho fatto ad incoraggiarla?

Non puoi arrovellarti anche sulle cose che ti fanno piacere!E poi, basta chiarire...

Si, peccato che non si trovi da nessun parte!

Passandosi una mano sul viso affilato, il Preside pensò a dove non aveva ancora fatto cercare i ribelli e quindi anche la Hale. Erano alcuni giorni, infatti, che Piton aveva notato l'assenza di molti studenti, soprattutto di Grifondoro e Corvonero; aveva ordinato ai Carrow di cercarli in tutti i possibili anfratti, angoli, stanze, corridoi, ogni luogo era stato passato al setaccio, ma niente. I due Mangiamorte stavano diventando pazzi, e Severus non era da meno. Gli mancava la presenza della Hale, le sue visite a intervalli regolari di due giorni: anche se nell'ultimo periodo era diventata più fredda e scostante, erano come una pausa da tutto il male che avvolgeva il castello; Piton voleva, doveva chiarire con lei...

Se non lo fai ti resterà il rimpianto tutta la vita...

Per quel che ne so potrei morire domani...

Vuoi lasciare la Hale senza un minimo di spiegazione?

No, Rebecca Hale non se lo meritava, e Severus lo sapeva bene.

Bevve l'ultimo sorso di Whisky e si alzò dalla sedia di legno scuro. Le sue dita pallide finirono di sbottonare la camicia bianca che andò a raggiungere gli altri vestiti sul letto.

Non mi merito una come lei..pensò, guardandosi allo specchio e fermando i suoi occhi neri sul tatuaggio dell'avambraccio sinistro, sempre più scuro e minaccioso.

Rebecca Hale sa del tuo passato, sa che hai ucciso Silente e che sei tornato dalla parte di Voldemort, ma non sa il perché, non sa la verità...Come gli altri del resto, ma lei continua ad amarti!

...e quando mai l'amore è razionale?la frase della ragazza gli venne in mente.

Se credevi di non meritarla perché hai risposto al bacio e, soprattutto, l'hai incitata a continuare?

Severus lo sapeva, sapeva bene la risposta, ma non volle dare una soddisfazione alla vocina che da almeno un anno lo tormentava.

Non fare il codardo Severus, non farlo ancora.

Una smorfia increspò le sue labbra sottili.

In quegli ultimi tempi, Severus aveva riflettuto spesso sul suo passato e su un suo possibile futuro. Un giorno di gennaio gli era balenata in testa un'idea: se avesse detto a Lily del suo “amore eterno”, lei cosa avrebbe fatto?Severus si era risposto subito: avrebbe scelto comunque James Potter, la sua vocina gli aveva suggerito che lei non era fatta per stare accanto ad uno come lui, uno che avrebbe potuto sbagliare, che avrebbe potuto scegliere una strada troppo oscura. Severus, ora, ne era convinto: per lei ci voleva uno facile da amare, con lui sarebbe stato complicato invece, e lei non aveva il carattere per sopportarlo. Invece Rebecca...

Magari anche lei non reggerebbe, non sopporterebbe...

Te?No, non avrebbe perseverato per quasi due anni!

Già...

Un lampo illuminò la stanza silenziosa e lugubre del mago. Si voltò verso l'enorme letto, e una fantasia si fece strada nella sua mente: Rebecca Hale alla luce di quelle candele, il suo corpo illuminato da...

Severus optò per una doccia gelata. Il freddo gli faceva sempre bene, lo aiutava a pensare, a dimenticare, o, come quella sera, a calmare i suoi spiriti poco ortodossi.

L'acqua iniziò a cadere sul corpo dell'uomo. Chiuse un attimo le palpebre e lasciò che tutto lo stress scivolasse via.

Severus aveva finalmente capito che Lily non era stata altro che una fantasia, un'amicizia quasi morbosa finita per volere di lei quando l'aveva lasciato solo nel momento più difficile della sua vita. Rebecca l'aveva riportato ai gesti di umanità, gli aveva donato pause dalla guerra e dalla sua missione; forse era davvero in grado di amarlo per quello che era, sopportando il suo carattere acido e ironico, il suo sarcasmo, il suo carattere schivo e tendente alla vendetta. Anche se non voleva ammetterlo, sebbene avesse tutte queste pessime qualità, lui era capace di amare. Ed era quello l'importante, l'importante per Rebecca Hale. A lei non importava niente del suo passato, del suo presente.

Ma lui si sentiva inadeguato, non si sentiva degno di lei. Solo un chiarimento poteva spazzare via i suoi dubbi, sempre che la guerra e la violenza non lo portassero via prima di rivederla. 

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Capitolo 29
*** Capitolo29 ***


 

Carissime!!!Eccomi con il nuovo capitolo...Si, ho aggiornato prima viste le numerose recensioni...A proposito, grazie mille a Lady__Joo, jevojura, Katharine, Ceci Weasley, Iurin, Frenci e Leyla Snape...Siete fantastiche!!!!!!

Ora vi lascio, vi dico che è uno dei capitoli clu (si scrive così?bah) della storia, spero vi piaccia e vorrei sapere i vostri pareri....Ah, un'ultima cosa...Se non volete rovinarvi il finale (che, a proposito, mancano solo 7 giorni e io sto morendo xD) non leggete, aspettate di aver visto il film...

Detto ciò, alla prossima!!!

Erin.

 

 

 

CAPITOLO29

La Stanza delle Necessità era diventata un dormitorio delle tre Case di Hogwarts nemiche del regime di Voldemort, passavamo il tempo facendo piani improbabili su come rovesciare Piton e i suoi Mangiamorte, ma io ero presente solo con il corpo. La mia mente era da tutt'altra parte: se non parlavo con qualcuno per più di 2 minuti, mi incantavo a fissare il vuoto e la mia testa era invasa da colui che mi aveva rubato il cuore e due baci.

Eveline, nel frattempo, passava più tempo con Terry. Certo, aveva bisogno di cure, e quella era la scusa che adottava la mia amica.

Neville era sempre sul piede di guerra, sembrava che si fosse fatto una doccia di coraggio l'estate prima!E certe volte era davvero insopportabile!

I Tassorosso arrivarono verso la metà di aprile, quando ormai avevamo già organizzato l'approvvigionamento del cibo: Neville e Seamus avevano scovato un passaggio segreto che portava alla Testa di Porco e il proprietario ci faceva avere tutto quello che ci serviva.

Piton non mi aveva dato nessuna spiegazione, non mi aveva detto perché mi aveva baciata, e il fiore...Una sera mi ritrovai a fissarlo come in trance mentre Cho, al mio fianco, scriveva una specie di diario...Si, il diario dei ribelli, come lo chiamava Neville!Come se usciti di lì qualcuno avesse avuto voglia di leggere quelle pagine!

Comunque, dicevo...Si, Piton..Beh, se veramente avesse voluto approfittarne, se davvero avesse voluto ottenere “qualcosa” da me facilmente non avrebbe aspettato un anno, no?Certo, nella mia mente malata questo discorso aveva senso, ma chissà se anche per lui era uguale....

I giorni all'interno della Stanza delle Necessità passarono insieme all'ansia per quello che poteva succedere nel castello, per quello che potevano fare i Carrow a coloro che erano rimasti fuori. Sembrava tutto sospeso, come se fossimo in attesa di qualcosa di tremendo e terribile.

La situazione si sbloccò una sera di inizio maggio...

Stavo leggendo un libro, o meglio, fissavo le pagine e rileggevo la stessa frase da almeno mezz'ora!

Vidi Neville sparire nel passaggio segreto, e poi riemergere urlando -Guardate!Non ve l'avevo detto?-.

Dietro di lui vidi Harry Potter, il suo amico Ron, e Hermione.

Non ci credevo, il Prescelto, il ricercato per eccellenza da Voldemort era tra le mura di Hogwarts!

Dopo che tutti gli esaltati, quindi i Grifondoro e i Tassorosso, ebbero finito di abbracciarli come se possedessero qualche potere taumaturgico, Neville riportò l'ordine. Feci un gesto di saluto a Hermione, che rispose con un sorriso sincero e stanco. Chissà quante ne aveva passate con quei due, chissà dov'erano stati...A partire dalla Gringott!

Anche Harry, dopo aver parlato con Neville, si girò dalla parte di noi Corvonero. Ci guardò un po' stupito, forse non si aspettava di vedere anche noi lì. Ci fece un cenno e noi ricambiammo, composti, un sorriso, un gesto di incoraggiamento da parte di Terry. Ah, come amo il comportamento dei Corvonero, sempre così educati, un po' schivi, certo, ma mai fuori luogo e invadenti...tutto il contrario dei Grifondoro!

Potter cercò di divincolarsi dall'insistenza di Neville e dalla sua voglia esorbitante di fare qualcosa per Hogwarts. Alla fine, anche se il Prescelto non volle dirci cosa avesse in mente di preciso, acconsentì a farsi aiutare da Luna e a farsi accompagnare alla nostra Sala Comune.

Certo, io non avevo capito molto...Insomma, il Diadema poteva dargli un po' più di intelligenza, ma che altro? Restammo per mezz'oretta a fissarci come degli imbecilli...Insomma, lasciatemelo dire!Molto probabilmente Voldemort stava arrivando e noi ce la stavamo a raccontare?

Fatto sta che, mentre Hermione curava un taglio a Ron, altre persone uscirono dal ritratto: Auror, i genitori dei Weasley, i gemelli (che si erano fatti parecchio carini...), Ginny, e molti altri. La Stanza delle Necessità diventò piccolissima, la folla aumentava...

Potter entrò dicendo che Piton se n'era andato...Trattenni il respiro, mentre molti esultavano.

Dov'era?Era tornato dal suo Padrone?E ora?

-Rebecca!- Eveline mi porse la mano e uscimmo dalla Stanza.

La battaglia di Hogwarts stava per iniziare, forse stavo per morire, ma non riuscivo a pensare ad altro che a Piton...

I professori ci riunirono divisi per case, tutti i minorenni sarebbero tornati a casa, ma noi dell'ultimo anno saremmo restati per combattere. Buttai uno sguardo ai Serpeverde: erano terrorizzati. Io, Eveline, Terry, Cho e Anthony ci stringemmo insieme, ci guardammo negli occhi e...

Terry, preso dall'euforia, dall'adrenalina, o semplicemente dalla strizza che quella poteva essere la sua ultima occasione, baciò Eveline.

Io, Cho e Anthony sorridemmo.

Quando Eveline riemerse, il castello fu preso d'assalto dai Mangiamorte.

Accadde tutto velocemente, non ebbi nemmeno il tempo per pensare!

Io ed Eveline, insieme agli altri nostri amici, combattemmo fianco a fianco, per un pelo schivai una Maledizione, una luce verde mi passò vicino sibilando. Eveline schiantò il Mangiamorte.

In un turbine di macerie, Maledizioni, Incantesimi, le mura di Hogwarts stavano cadendo, studenti e professori, Auror e genitori usavano qualsiasi mezzo per difendere quella che era stata la nostra scuola, la nostra seconda casa.

Scendemmo le scale fino alla Sala d'Ingesso (quello che ne rimaneva), e poi li vidi: almeno un centinaio di Dissennatori avanzavano sul prato, alcuni ragazzi stavano cercando di evocare un Patronus, ma dalle loro bacchette usciva solo un debole fumo argentato.

-Eveline!Andiamo là..-. Il cigno uscì dalla punta della mia bacchetta di salice; per la prima volta evocai un Patronus completo, il mio unico pensiero era per Piton e il suo bacio sulla riva del Lago Nero. Anche l'airone argenteo di Eveline attaccò i Dissennatori, respingendoli oltre il parco.

-E'..è la prima volta che mi viene bene!- esclamò lei, guardandomi.

-Hai qualcosa per cui essere felice...- dissi, sorridendo.

-Già!-.

Sentii una voce fredda provenire da...Da qualche parte!Non si capiva...La voce era di Voldemort in persona!Ci dava un'ora di tempo per sistemare i nostri morti. I Mangiamorte si ritirarono.

Ero stanca, ero ferita ad un braccio...

-Rebecca!Rebecca!- mi voltai e vidi Hermione correre verso di me con Ron e Harry.

-Che succede?-.

Hermione mi guardò come se si sentisse in colpa.

-Allora?-.

-Eravamo nella Stamberga Strillante, e c'era Piton...-.

Piton...

-Il serpente di Voldemort...Harry, ti prego, continua tu, io non ce la faccio..-.

-Cosa è successo?- chiesi, sul punto di una crisi isterica.

-Piton è stato morso, Voldemort ha ordinato a Nagini di ucciderlo..Poi lui è andato via, e noi siamo sgusciati sopra, per vedere se c'era ancora qualcosa da fare...-.

-E?-. Il mio cuore aveva smesso di battere, Piton morso era praticamente morto!

-Abbiamo chiamato i Guaritori, sono arrivati, lui ha fatto il tuo nome...e poi ha perso i sensi, ma...Rebecca!-.

Corsi giù per il prato, incurante di tutto e di tutti, di Eveline, di Potter, della guerra!

L'unica cosa di cui mi importava era Piton e del fatto che avesse fatto il mio nome in punto di morte. Attraversai il cunicolo e mi ritrovai in una stanza polverosa e...piena di sangue. Sul pavimento c'era un'enorme macchia rossa, un Guaritore era seduto in un angolo.

-Oh Merlino....- disse portandomi le mani alla bocca.

-Lei è Rebecca Hale?- chiese il Guaritore, alzandosi.

-Si...- dissi, in un sospiro.

Dov'era Piton?Dove l'avevano portato?Come stava?Perchè voleva me?Cioè, perché aveva fatto il mio nome?

-Deve venire con me, al S.Mungo!-.

Lo guardai, terrorizzata.

Gli diedi la mano e il buio della Smaterializzazione mi inghiottì. 

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Capitolo 30
*** Capitolo30 ***


 

Buonasera carissime lettrici!!!!

Spero che la vostra domenica sia stata meno stancante della mia...Ma ecco il nuovo capitolo!!!!Ah, chissà se Severus vivrà o no, se riuscirà a dire a Rebecca le sue conclusioni...

Vi lascio alla lettura e come sempre un grazie gigantesco a coloro che recensiscono!!!!

Ah beh, nemmeno a dirlo....-3!!!!!!Tre maledettissimi giorni prima della fine!!!!Io non reggerò, lo sento!!!!!!

Un bacio

Erin.

 

CAPITOLO30

 

Quando il tempo non passava

non passava la nottata

eri solo da incontrare

ma tu ci sei sempre stata
(Ci sei sempre stata - Ligabue)

 

Il corridoio del primo piano del S. Mungo era deserto, freddo, illuminato da luci al neon, silenzioso. Si sentiva solo il rumore del mio cuore che batteva all'impazzata, come se dovesse esplodere. La mia mente era completamente annebbiata, non riuscivo a formulare un pensiero che non andasse contro ad un altro. Ero seduta su una sedia di plastica verde lime da almeno un'ora, l'attesa dei Guaritori era snervante, pensavo a Eveline, a Hogwarts, a Voldemort, al castello, alla battaglia che avevo lasciato per seguire l'uomo che amavo e che aveva fatto il mio nome in punto di morte, subito dopo essersi beccato un morso dal serpentone del Signore Oscuro.

Dovevo avere un aspetto terribile, la mia felpa era sporca di fango e sangue, i jeans erano strappati in più punti, ma cosa poteva importarmi del mio look quando Piton era steso su un letto in una sala operatoria?

Finalmente, la porta blu in fondo al corridoio si aprì e uscì un uomo alto e dai capelli color dell'oro, aveva due iridi azzurre come il mare dei Caraibi, le labbra sembravano disegnate sulla sua pelle leggermente scura. Era il Guaritore Jeffrey, il più bravo nei casi di morsi di Creature Magiche Pericolose. Mi rivolse lo sguardo più grifondoresco che avessi mai visto.

-Lei è Rebecca Hale?- chiese con la sua voce profonda.

-Si..- risposi, scattando in piedi.

-In che rapporti è con il paziente?-.

Pensai che pure io avrei voluto saperlo.

-Insomma- continuò -Lei ha più o meno diciassette anni visto che si trovava ad Hogwarts, lui era il Preside, perché ha fatto proprio il suo nome?-.

Restai in silenzio, non sapendo cosa rispondere.

-Signorina Hale, la professoressa Mc.Granitt mi ha appena mandato un gufo, Piton è stato scagionato da tutte le accuse che lo riguardavano, dall'assassinio di Silente, al suo presunto ritorno dalla parte di Voldemort e...-.

-Ora si può dire il suo nome?- chiesi, stupita.

-Si, ci stavo arrivando, se mi lascia terminare...Voldemort è stato ucciso, il suo regime è caduto.-.

-Posso vederlo?- chiesi.

-Si, ma è molto, molto debole. La sua costituzione non è delle migliori, il morso di quel serpente è letale per i più, ma se non ricordo male avevamo già avuto un caso del genere...Solo che quello era molto meno grave.-.

-Ma..Insomma, ha riportato gravi danni?- quel tizio non mi diceva niente!

-Lo terremo qui in ospedale per parecchio tempo, il veleno conteneva un liquido che impedisce alle ferite di rimarginarsi, fortunatamente abbiamo dei prototipi di cure..- concluse.

Lo ringraziai e mi diressi verso la porta. Respirai a fondo e varcai la soglia di quella stanza debolmente illuminata, c'era un solo letto. Mi avvicinai e Piton voltò la testa verso di me. Sulla parte destra del collo aveva una fasciatura spessa intrisa di una sostanza blu.

Quando arrivai a toccare il letto con le gambe, istintivamente gli presi la mano.

Lui la strinse debolmente.

-Hale, non saresti dovuta venire sul serio...- disse, piano.

-Ha fatto il mio nome, e sapeva benissimo che non sarei rimasta ad Hogwarts sapendola qua a morire.-.

-E' l'unica cosa che mi meriterei, morire...O almeno stare solo. Non merito la tua presenza qui.- disse.

-Perchè ha fatto il mio nome?-.

-Mi sono comportato male con te, ma un anno fa non avrei mai potuto dirti..- si bloccò, i suoi muscoli si irrigidirono, un suono inquietante uscì dalle sue labbra. Chiamai i Guaritori che mi fecero uscire e aspettare un'altra ora. Maledissi ogni cosa che mi veniva in mente, non era possibile, Piton stava per dire qualcosa di importante!

Jeffrey uscì nuovamente dalla Sala, ma questa volta aveva un'aria preoccupata.

Scattai in piedi e lui mi fissò.

-Signorina Hale le devo chiedere un favore.-.

-Di che genere?-.

-Il corpo del paziente ha subito un forte stress nelle ultime ore, sia fisico che emotivo..- e mi guardò come per dire “colpa tua, piccola marmocchia” -L'unico metodo che si può usare in questi casi è il coma Poziologico (*).-.

-Coma?- chiesi, scioccata.

-Si, gli abbiamo somministrato alcune Pozioni molto potenti in grado di ridurre l'attività celebrale e fisica, così da far tornare in equilibrio il tutto.-.

-Si risveglierà, vero?-.

-Se la situazione migliora si, diminuiremo le dosi fino a che non si risveglierà, altrimenti...-.

-Altrimenti cosa?- chiesi.

-Se le sue condizioni non migliorano entro due settimane, il paziente decade in Coma Profondo, che può essere irreversibile.-.

-Non è possibile...- mormorai, incapace di accettare quella situazione. Alla luce priva di calore del corridoio preferii, per un attimo, che Piton fosse sposato con figli e vivo, piuttosto che in un letto d'ospedale, in coma, solo, e io, che lo amavo alla follia, come unica persona con cui lui potesse parlare.

-Signorina Hale, le devo chiedere un favore..- disse Jeffrey.

-Si, mi dica.-.

-Preferiremmo che non dicesse ad anima viva che il signor Piton si trova qui e in che condizioni, i giornalisti ci prenderebbero d'assalto, cosa che comunque non tarderanno a fare.-.

-Va bene, io...-.

-Lei può venire quando vuole,- disse, anticipando la mia domanda -Se abbiamo capito bene, lei è l'unica persona vicina a lui.-. Detto questo, il Guaritore sparì nel corridoio.

Sentii le ormai famigliari lacrime rigarmi le guance. Uscii dall'ospedale con passi pesanti, ritrovandomi in una stradina babbana: era puzzolente e buia, un vicolo pieno di gatti randagi. Mi Smaterializzai e in un secondo arrivai nella mia casa di Canterbury. C'era solo mia madre che dormiva beata, mia sorella era di nuovo partita per il Brasile, mio padre era a caccia di Mangiamorte.

Entrai in camera mia e accesi la luce. Mi tolsi i vestiti sporchi e li lanciai in un angolo. Non avevo la forza di farmi una doccia e così mi buttai sul letto e, di botto, caddi in un sonno agitato e zeppo di incubi.

 

(*) lo so, fa ridere, ma era per non mettere farmacologico, come i babbani!!! =) 

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Capitolo 31
*** Capitolo31 ***


 

Eccomi come promesso con il nuovo capitolo...

Io sono in uno stato pietoso, come credo molte di voi...Quindi spero che questo capitolo sia di vostro gradimento...come sempre, grazie per le numerose recensioni...

Un bacio

Erin...

 

 

CAPITOLO31

Mi ero dimenticata che a Canterbury il sole sorge prima che tra le montagne della Scozia, così che, la mattina dopo, mi svegliai presto, molto presto. La Gazzetta del Profeta mi aspettava sul davanzale della finestra.

In prima pagina, ovviamente, la foto di Harry Potter, il Bambino che è Sopravvissuto, il Prescelto, o come lo chiamavano. In seconda pagina, Silente. Ora dico, Silente?Con tutto il rispetto, ma Silente che c'entrava?In terza pagina, Hogwarts e alcuni articoletti su Neville, Ginny, Luna e tutti gli studenti che avevano combattuto. In quarta pagina, una foto di Piton. Ma non una foto piccola, un'intera pagina! Boccheggiai un attimo di fronte a cotanta bellezza...Avrei dovuto tirare fuori le trombette e i cappellini e fare il trenino: Voldemort era stato sconfitto, il mondo Magico liberato. Ma Piton era in un letto d'ospedale, in coma Poziologico..E se non si fosse ripreso?Se fosse morto?Se il suo corpo non avesse retto?

-Rebecca!Rebecca, tesoro, quando sei arrivata?-.

-Stanotte, mamma...- dissi, abbracciando mia madre.

-Come mai sei qua?-.

-Perchè...- cosa mi inventavo? -Perchè un mio amico è stato ferito e quindi sono andata con lui all'ospedale.-.

Mi osservò con quell'occhio tipico delle madri, quell'occhio che capisce anche ciò che tu non ti sai spiegare.

-Colazione?- chiese.

-Si, va bene...Un bel caffè, mamma, uno di quelli che fai tu...- dissi, sorridendo.

-Certo..- mia madre scese in cucina, mentre un gufo atterrava sul mio letto.

Aprii la busta e scorsi la calligrafia di Eveline. La mia amica, oltre ad essere felicissima per la caduta di Voldemort, mi chiedeva dove fossi finita e, soprattutto, aveva bisogno urgente di parlarmi.

Mi feci una doccia, scoprii svariati graffi sul mio corpo, guardandomi allo specchio. La cicatrice sotto l'occhio si era fatta sempre più piccola, ma quella vicina alla clavicola si vedeva ancora bene.

Scesi in cucina, dove trovai alcuni dolcetti e una tazza intera di caffè, di caffè serio, di caffè italiano. Parlai volentieri con mia madre della battaglia, degli ultimi mesi ad Hogwarts: era molto curiosa.

-Ora tuo padre potrà riposarsi un po'...E tu, cosa fanno i ragazzi della tua età dopo Hogwarts?-.

-Bella domanda!Ci sto pensando, ma l'idea che ho in mente è molto vaga...Vi farò avere miei notizie!- dissi, sorridendo.

Le comunicai che sarei andata ad Hogwarts.

-Tanto con il teletrasporto o come lo chiamate voi ci metti un secondo no?Quando tornerai a casa?-.

-Non ne ho la minima idea...- la abbracciai e, in un attimo, mi ritrovai fuori dai cancelli della scuola.

Camminando per il sentiero, decisi di andare a trovare Piton ogni giorno. Era assurdo, era come se mi attirasse una calamita anche se non mi aveva detto niente di chè, niente di nuovo. Molto probabilmente, Eveline mi avrebbe detto che stavo perdendo tempo, che non ne sarebbe valsa la pena, che mi sarei fatta solo del male. Forse era vero, ma lui aveva detto che non meritava la mia presenza, che anche lui aveva...E poi niente...Cosa aveva fatto?Mi aveva baciata!Si, quello era vero, ma l'insinuazione di Cho si fece di nuovo largo nella mia mente, portando a galla il dubbio formulato dalla mia amica...

-Rebecca!Finalmente!- Eveline sbucò da dietro un albero, seguita da Terry.

-Rebecca...- una voce famigliare mi fece voltare verso il sentiero che si univa a quello principale.

Harry Potter avanzava mano nella mano con Ginny. Eccolo, pensai, l'eroe salvatore del mondo. Quanta ironia, vero? No, in realtà lo pensai sul serio.

-Rebecca, vorrei avere notizie del professor Piton, tu..?-.

-Mi dispiace, ma non posso dire niente.- dissi, decisa.

Potter mi guardò per un attimo e poi iniziò a raccontarmi cosa aveva fatto Piton per quasi vent'anni. La spia, il Mangiamorte, il professore...Il tutto rischiando la vita.

Alla fine, lo guardai negli occhi verdi e cambiai idea: l'eroe del mondo magico non stava soltanto di fronte a me, ma giaceva anche, in coma, in un letto d'ospedale.

O forse, l'eroe era solo uno...Piton.

-Puoi andarlo a trovare te...-.

-No, non posso lasciare Hogwarts....-.

-Ti basti sapere che è vivo per miracolo, ma non è in grado di fare niente.-.

-Bene, andiamo Ginny..-.

Quando la coppia si fu allontanata, mi rivolsi a Eveline.

-Di cosa volevi parlarmi?-.

La mia amica si illuminò del sorriso più radioso che avessi mai visto sul suo viso.

-Ti ricordi di quel mio lontano parente scorbutico e antipatico, quello che fregava soldi a tutti i membri della mia famiglia?-.

-Certo!- dissi.

-Ebbene, è morto, defunto!Mia madre è l'unica erede di un locale abbastanza grande a Diagon Alley e dell'appartamento sopra...- mi guardò come se dovessi capire chissà cosa.

-Quindi c'è un locale vuoto, mia madre non se ne fa niente....Dai Rebecca!!Potremmo aprire la nostra caffetteria-pasticceria!!!-.

-Dici sul serio?- chiesi, stupita.

-Si, e inoltre questo tizio ha lasciato un sacco di Galeoni, mia madre non li vuole e se vuoi potremmo usarli...-.

-Potremmo vivere insieme!- dissi, emozionata.

-Esatto!Dovremmo andare a vedere il locale, l'appartamento, parlarne con i nostri genitori..-.

-Ma te non volevi fare il giro del Mondo?-.

-Si, ma credo che rimanderò, qua c'è così tanto da fare, e c'è capitata questa eredità...Meglio sfruttarla al meglio!-.

Ero felice, contenta, elettrizzata per quella notizia. Sarei potuta andare ad abitare con la mia amica, la mia amica d'infanzia, l'amica con cui avevo attraversato i momenti più importanti della mia vita: la scoperta di Hogwarts, gli studi, l'adolescenza e i suoi problemi, il mio primo amore...E unico.

-Eveline è fantastico!Ho già qualche idea..Senti, se andassimo domani?Tanto io poi andrò..- mi bloccai.

-Dove devi andare?- chiese.

-Terry puoi lasciarci un attimo, per favore?-.

-Certo, a dopo!- disse, dirigendosi verso il castello.

-Eveline, Piton è in coma, ieri notte si è ripreso un attimo...- raccontai alla mia amica ciò che mi aveva detto, del mio dubbio amletico riguardo le parole di Cho.

-Senti, Piton sarà anche un uomo bastardo, antipatico, calcolatore e...-

-E bello!- aggiunsi.

-Si vabbè, però mi sembra strano che in punto di morte sia stato tanto lucido da fare il tuo nome così da prenderti per i fondelli dopo...-.

-Già, avevo pensato la stessa cosa...-.

-Andrai a trovarlo tutti i giorni?-.

-Si, so che sembra inutile, ma mi sento di andare, di...-.

-Di stargli vicino...Beh, è comprensibile visto che lo ami alla follia, no?- disse Eveline, sorridendo.

Raggiungemmo gli altri che stavano aiutando a ricostruire la scuola. Vedere Hogwarts distrutta fu come se un pezzo di me fosse andato in frantumi: le vetrate erano distrutte, i muri caduti, altri ridotti in macerie, le porte sfondate, gli alberi sradicati.

-Oh Merlino...- dissi, senza fiato.

-E' terribile vero?-.

Annuii in silenzio, guardando quello spettacolo macabro. Aiutai a liberare i prati dalle macerie, i professori stavano alzando i muri nuovi.

Hogwarts sarebbe cambiata, la vetrata più grande della Sala d'Ingresso, così mi disse Vitious, avrebbe rappresentato gli eroi della Seconda Guerra Magica, le Case non sarebbero più state così rivali tra loro, anche se il seme della discordia tra Grifondoro e Serpeverde sarebbe stato difficile da estirpare.

Verso il tardo pomeriggio, me ne andai e mi accordai con Eveline per il giorno seguente. In un attimo fui davanti al S. Mungo. Sospirai ed entrai. Vidi un piccolo gruppo di persone guardarmi curiosi. Salii al primo piano e vidi un capannello simile al primo. Un po' irritante in effetti.

Incontrai Jeffrey che mi condusse alla stanza di Piton.

-Avete cambiato la stanza..- osservai, oltrepassando un porta verde. Sentii alcuni mormorii e uno strano grattare di penne.

-Si,- rispose Jeffrey -L'altra era solo per l'operazione.-.

Piton era immobile nel letto, il lenzuolo bianco lo ricopriva.

-Gli abbiamo fatto delle flebo, c'era il pericolo di disidratazione a causa del veleno.-.

-Quanto posso stare?-.

-Quanto vuole..- rispose Jeffrey, uscendo.

Mi guardai intorno: la nuova stanza aveva un'enorme finestra da cui entravano gli ultimi raggi di sole di quel pomeriggio di maggio; un comodino, privo di tutti quegli oggetti che si trovano nella stanza di un uomo in coma, segno dell'affetto di coloro che gli sono vicini, accanto al letto. Ma chi aveva Piton che gli voleva bene?Mi avvicinai al letto e gli accarezzai una mano.

Mi diedi della stupida.

Fino ad un mese prima era il mio Preside, l'uomo assassino di Silente (si che non me n'era mai fregato niente!),il Mangiamorte, e tutto il resto, e ora gli stavo accarezzando una mano, come se fosse il mio fidanzato! Se mi avesse vista...Ma tanto non mi vedeva, non mi avrebbe nemmeno sentita! Ad un certo punto, mi resi conto che stavo parlando ad alta voce, come se lui mi potesse rispondere. Sorrisi in silenzio e me ne andai quando la notte era ormai scesa. 

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Capitolo 32
*** Capitolo32 ***


 

Hola!!!!Eccomi con il nuovo capitolo...Allora, è un po' un capitolo di passaggio, ma non riuscivo più a vedere la povera Rebecca in ospedale a fianco di Sev e quindi l'ho fatta un po' svagare...Cioè, insomma...Vabbè...

In ogni caso ringrazio coloro che hanno recensito, sempre graditissime!!!

Ora, vi avviso che il prossimo capitolo è abbastanza importante, insomma....E' il capitolo 33!!!!!Si vabbè, niente a che vedere con QUEL capitolo 33...

Alla prossima carissime!!!

E come sempre, fatemi sapere le vostre opinioni!!!

Un bacio

Erin.

 

 

CAPITOLO32

Avevo parlato ai miei dell'idea della pasticceria appena tornata dalla prima visita a Piton in ospedale; con mia grande sorpresa, furono entrambi entusiasti. Mia madre espresse solo qualche dubbio sul fatto che andassi a vivere da sola con una mia amica, ma mio padre seppe convincerla.

La mattina dopo fui svegliata da mio padre, verso le dieci. Subito notai che non era come al solito, sembrava arrabbiato, quasi schifato.

-Cosa succede?- chiesi, mentre lo seguivo in cucina.

-Non so, Rebecca, diccelo tu!- disse lui, indicandomi il Profeta; quel giorno c'era allegato StregaContemporanea, il giornale di pettegolezzi che una volta alla settimana arrivava con il quotidiano gratuitamente.

Lo guardai con un'espressione interrogativa. Poi, però, capii il motivo del suo tono.

Sulla prima pagina del giornale settimanale c'era una foto sfuocata, mossa, ma si vedeva chiaramente che la ragazza nella foto ero io. Stavo entrando in una stanza, la stanza di Piton all'ospedale.

-Allora Rebecca?Perchè stai entrando in quella stanza?-

-Ecco quel rumore di piume...- mormorai.

-Rebecca, nessuno può avvicinarsi a quella stanza, nessuno, perché te si?-.

Non risposi.

-Perchè eri caposcuola, vero?Perchè ti sei trovata nella Stamberga Strillante per caso e quindi..E quindi i Guaritori volevano sapere com'è andata?- disse mio padre, esasperato.

-Devo andare, Eveline mi aspetta.- dissi, decisa a non dare spiegazioni.

-Rebecca!Devi dirci...- mia madre si era intromessa.

Ancora senza rispondere, uscii dalla cucina.

Corsi su per la scale, in camera mia mi vestii, misi due o tre magliette in una borsa e poi mi Smaterializzai. In un attimo fui a Diagon Alley, ma fu una pessima idea. Appena feci due passi, molti mi fissarono. Chissà cosa c'era scritto su quel giornale da due soldi...

-Rebecca!- Eveline arrivò di corsa da dietro un angolo, anche lei con il giornale in mano.

-Eveline, ti prego, andiamo!-.

-Si può sapere perché sei su un giornale del genere?-.

-Non lo so, mio padre era incavolato nero stamattina...-.

-E ci credo!-.

-Si ma mica gli ho detto che Piton...-.

-Vabbè, andiamo, per di qua.-.

Eveline mi condusse per un vicolo, e poi un altro, e poi un altro ancora, finchè non raggiungemmo il locale. Naturalmente non era in una stradina secondaria, si trovava nella via grande, ma la mia perspicace amica aveva intuito che sarebbe stato meglio non passare nelle vie principali.

-Eccoci, il negozio non è tanto malandato, è l'appartamento che è da rimettere un po' a nuovo..-.

-Si si, va bene, ma muoviamoci!- dissi, sentendo della gente avvicinarsi.

La porta fece un rumore sinistro, entrammo in quello spazio un po' polveroso e illuminato solo da tenui spicchi di luce. Alla nostra sinistra doveva esserci una stufa, a giudicare da un cerchio annerito sul pavimento di legno; alla nostra destra dei tavolini e delle sedie, tutti abbastanza traballanti; in fondo, il bancone aveva l'aspetto di una bara di legno consumato, marcio, mangiato dalle termiti; vicino uno spazietto circolare abbastanza grande delimitato da scaffali. Dietro al bancone, una porta che dava sullo spazio che sarebbe stato adibito a cucina.

-Eveline, scusa, ma se questo non è in cattivo stato, l'appartamento com'è?-.

-In effetti hai ragione, mia madre si dev'essere confusa...-.

Mi guardai intorno e un odore di antico, improvviso, mi avvolse. Già mi vidi la scena: gente che mangiava dolci con un libro in mano.

-Senti, Rebecca, mi spieghi..Insomma, su quell'articolo c'è scritto che...Il succo è “chissà cos'ha fatto per poter aprire quella porta”!Ti rendi conto?-.

-Eveline cosa ci devo fare?Suicidarmi perché sono incappata in un manipolo di giornalisti in cerca di pettegolezzi?Non sto facendo niente di male, se non continuare ad essere innamorata follemente di Piton!-.

Eveline annuì, precedendomi al piano di sopra.

-Ci sono due camere, così ognuna di noi avrà la sua..-.

-Ottimo, e il bagno?-.

-Di quello ce n'è uno solo, qua c'è la cucina...- Eveline mi indicò la stanza alla nostra sinistra -E qui una specie di salottino...- disse, indicandomi a destra.

Le due stanze da letto erano praticamente uguali, come fossero riflesse. Il bagno era piccolo, ma intimo e accogliente. Certo, bisognava dare una pulita a tutto, riordinare i mobili e vedere quali erano da buttare e quali no. Insomma, c'era un sacco di lavoro da fare.

-Secondo te da cos'è meglio iniziare?-.

-Direi la casa!- risposi, pensando ai miei e alla scenata del giornale.

-Si, concordo...Che dici se iniziamo oggi pomeriggio?-.

-Va bene, ma prima...-.

-Si, si, prima vai a trovare il tuo eroe maledetto in ospedale...- disse Eveline, sorridendo.

La abbracciai. Eveline non era amica da abbracci, da baci, da smancerie, ma anche lei sapeva esserlo, come me del resto!

-Vai vai, non vorrai arrivare in ritardo!E stai attenta ai giornalisti impiccioni!-.

-Ci mancava solo questa...Prima o poi leggerò quel giornale!In ospedale dovrebbe esserci...-.

Eveline mi sorrise mentre entrava nel cucinino.

Scesi di corsa le scale e uscii in strada. Il sole caldo mi avvolse, notai che alcune persone mi osservavano, ma cosa avevo da nascondere?Di cosa dovevo vergognarmi?Le persone a cui tenevo di più sapevano la verità (a parte i miei, ma questi erano dettagli!), e gli altri?Chi se ne importava?Io ero innamorata, al diavolo tutto il resto del mondo!Certo, l'uomo che amavo era moribondo, ma ero pur sempre innamorata!

*******

 

-Senti, ma come facciamo per i mobili?Insomma, non tutti sono da buttare...-.

-Beh, ad esempio, quelli della cucina basta una pulita e una rinfrescata al colore e poi vanno bene...Per i letti...O per il bagno credo che ne serviranno di nuovi!-.

Eveline ed io stavamo sistemando l'appartamento.

La brezza fresca della sera entrava dalle finestre aperte, alcune voci ci giungevano dalla strada, voci di gioia, di felicità per un mondo ormai libero dalla minaccia di Voldemort. Era quasi una settimana che Piton era in coma, e io, tutti i giorni, andavo a trovarlo. Quel pomeriggio mi avevano dato delle nuove notizie: lentamente, molto lentamente, si stava riprendendo. C'era una speranza, anche se lontanissima.

-Vado a prendere il catalogo del negozio di mobili che ha aperto qui vicino, me l'hanno portato stamattina!-.

-Si, ma Becky, dovremmo pensare anche al negozio...-.

-Direi che la casa è più importante, no?Sinceramente, meno torno a casa mia, meglio è!Mia madre mi sta con il fiato sul collo e non ne posso più!-.

Dopo l'uscita di quell'articolo e di quella foto ne erano seguiti altri, sempre meno carini, ma cosa potevo fare?Se avessi risposto ad una qualche domanda di quei giornalisti impiccioni non mi avrebbero creduto, mi avrebbero chiesto cose impensabili, e non avevo voluto rischiare di dire qualche scemenza che potesse infangare la mia reputazione e quella di Piton.

Stavo aspettando, ero in attesa, avevo una spada di Damocle sopra la testa, aspettavo che da un minuto all'altro mi arrivasse una lettera dal S.Mungo con scritto che non c'era stato niente da fare, che Piton era trapassato a miglior vita, o che forse si era ripreso...Ma niente, non era arrivato niente.

Cercai il catalogo ovunque e lo scovai sul davanzale della finestra in quella che sarebbe stata la mia camera.

Tornai da Eveline con un'idea di come arredare la mia stanza e il bagno.

-Mi piace, è semplice!- mi disse, ascoltandomi.

-Per il bagno avevo pensato ad una vasca che faccia anche da doccia...Insomma, un bel bagno ci sta ogni tanto!-.

-Poi se sei in compagnia!- disse Eveline.

-Eveline!- dissi con la mia aria da finto rimprovero. Eveline non era mai stata maliziosa, non aveva mia fatto una battuta a doppiosenso in vita sua, ma da quando aveva iniziato a frequentare Terry era cambiata sotto quell'aspetto, sembrava più disinibita. E io non potevo che essere felice per lei!Insomma, non che io avessi questa grande esperienza in tale campo...Anzi, non ne avevo!A parte qualche bacio furtivo negli angoli bui di Hogwarts con Stephan, non avevo fatto altro...E poi beh, c'erano anche stati i due baci con Piton!Altro che Stephan!

-Rebecca!-.

-Si?- dissi, tornando alla realtà.

-Hai capito come vorrei arredare la mia camera?-.

-Ehm no, stavo pensando...-.

-Lasciami indovinare...A Piton?- disse lei, sorridendo.

-Come sei acuta, cara, mi stupisci ogni giorno di più!-.

Eveline rise, mentre io sentii un rumore provenire da sotto.

-Cos'è stato?- chiesi, allarmata.

-Cosa?-.

-Non hai sentito...-.

-Ragazze!Eveline?Rebecca?Ci siete?-.

-Cho!-.

Scendemmo le scale di corsa e abbracciammo la nostra amica.

-Scusate, ma anche voi lasciata la porta aperta...- disse, seguendoci di sopra.

-Qual buon vento ti porta, Cho?- chiesi, mentre con un colpo di bacchetta riordinavo il piccolo salottino. Fortuna che quella stanza l'avevamo sistemata!

Il divano che avevamo scelto era beige, molto chiaro e semplice. Davanti, un tavolino basso di legno scuro come la libreria di fianco alla finestra; questa dava sulla strada principale di Diagon Alley, e quella sera era aperta. Le tende erano azzurre, come il tappeto. Le pareti, appena verniciate di un fresco bianco, erano piene di quadri, specchi e foto, ricordi di Hogwarts.

-Ho portato del gelato!- disse Cho -L'ho appena comprato!-.

-Vado a prendere i cucchiaini!- dissi, gustandomi già il gelato alla nocciola variegato al cacao.

-E le coppette!- disse Eveline.

-Ma che coppette!Mangiamo dalla vaschetta!- le urlai dalla cucina.

Ritornai dalle mie amiche e porsi loro le posate.

-Allora, come mai qui?-.

Cho ci guardò e sorrise, sembrava che si stesse per commuovere.

-Avevo bisogno di una serata tra amiche...- disse.

I miei occhi bruciarono leggermente. Mi emoziono per poco, anche se dal mio comportamento abituale si direbbe tutto il contrario!E quella frase fu il “poco” di quella sera.

-Allora, vedo che avete quasi finito...-.

-Direi di si, ma...- iniziai, ma subito Cho mi bloccò.

-Ehi, tu mi devi ancora raccontare la storia di Piton...Brutta carogna che me l'hai tenuto segreto!- disse, ridendo.

-Allora, è vero quello che c'è scritto su quel giornale spazzatura?-.

-Certo che no!- dissi.

-Me l'ero immaginato!Dai, avanti!- mi incoraggiò.

E così iniziai a raccontare.

-All'inizio mi vergognavo un po', sai, Piton, il super bastardo...Poi però non ho saputo..-.

-Resistere al suo fascino?- chiese Eveline, ironica.

-Già..E comunque, ora...Si vedrà..I Guaritori dicono che sta migliorando, ma non hanno niente di sicuro...-.

Cho mi passò un braccio intorno alle spalle.

-Forse, prova davvero qualcosa per te...-.

-E' quello che spero...- dissi, affondando il cucchiaino in quel gelato consolatorio.


 

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Capitolo 33
*** Capitolo33 ***


 

Hola!!!Ma quante belle recensioni per lo scorso capitolo!!!!! *__* ben 10!!!ragazze care, sono commossa!!!!!E poi, le “nuove” che scoprono la mia storia....grazie di cuore!!!

Ecco il famigerato capitolo 33!!!!!Okei, l'ho riletto almeno 300 volte, spero di aver combinato un buon chap...Ma il giudizio spetta a voi =)

Quindi...beh, fatemi sapere!!!!

Erin!

 

 

 

CAPITOLO33

Scaglie dorate entravano dalla grande finestra aperta della stanza di Severus Piton. Il panorama che si poteva vedere da quel buco quadrato era una Londra avvolta nella luce del tramonto, si sentiva il rumore della città, il traffico dell'ora di punta, grida e vociare indistinto.

Con i gomiti appoggiati sul davanzale di marmo, Rebecca guardava lontano, e non solo in senso letterale. Oltre a vedere le case e i palazzi londinesi, la ragazza pensava al suo futuro.

Era il giorno del suo diciottesimo compleanno, sua madre aveva insistito perchè andasse a casa per cena: per lei, quel giorno era diventata maggiorenne, non l'anno prima.

Auguri di qua, auguri di là...Scrollò il capo, mentre tornava a volgere lo sguardo all'interno della stanza. Il letto su cui giaceva Piton era debolmente illuminato, il suo volto restava nell'ombra. Si sedette sulla poltrona, l'unica che c'era in tutta la camera. Era comoda, bianca e soffice. Nei giorni precedenti aveva passato ore seduta lì, nella speranza vana che Piton si risvegliasse, ma niente, non era successo.

La porta della stanza si aprì, ed entrò Jeffrey.

-Signorina Hale, è arrivata questa per lei, un gufo l'ha recapitata all'Ufficio Lettere dell'ospedale.-.

La ragazza prese la busta e ringraziò il Guaritore.

La lettera era di Cho. Si estraniò per qualche istante dal luogo in cui si trovava, non rendendosi conto che, nel letto di fronte a lei, Piton stava muovendo le dita della mano sinistra.

Le palpebre del mago, ormai chiuse da una settimana, si sollevarono di poco, come se non volesse risvegliarsi del tutto. Ma Piton non aveva mai avuto così tanta voglia di aprire gli occhi come quel giorno. Le sue iridi nere vagarono un attimo per la stanza, e si posarono sulla donna seduta sulla poltrona.

Rebecca Hale, ancora lì, ancora vicino a lui, sempre.

I capelli castani della ragazza avevano un riflesso rosso alla luce del sole; intenta a leggere, aveva un'espressione concentrata e divertita sul volto segnato dalle occhiaie e dalla piccola cicatrice sotto l'occhio destro.

E poi sorrise, regalando a Severus il più bel “bentornato nel mondo dei vivi” che potesse ricevere.

La ragazza posò la lettera sul tavolino lì vicino e tornò al suo passatempo preferito: guardare Piton.

In quei giorni l'aveva osservato, più di quanto già facesse, molto attentamente: la pelle pallida, i primi segni del tempo che si facevano vedere sul viso, le mani affusolate, le dita nodose, i capelli neri, una leggera spruzzata di barba gli dava un'aria più giovane.

Rebecca ne era consapevole: non avrebbe mai potuto paragonare nessun altro uomo a lui.

Ma quel giorno notò qualcosa di diverso: i suoi occhi erano aperti.

-Oh Merlino...- disse, alzandosi.

Le sembrava un sogno, ma quegli occhi neri, talmente profondi che rischiava di caderci dentro, erano tornati per trapassarle l'anima, per far impazzire le farfalle nel suo stomaco.

-Si è svegliato..- disse, senza fiato.

Piton, appena riemerso da un coma, fece un sorrisino ironico e disse -Che acuta, Hale...-.

-Devo chiamare i Guaritori..- disse lei, voltandosi verso la porta.

-No, aspetta...- disse Piton, prendendole debolmente una mano.

Lei lo guardò con aria interrogativa.

-Non puoi aspettare ancora, Hale..-.

-Nemmeno i Guaritori..- cercò di dire lei; in realtà, andare a chiamare i Guaritori era solo un pretesto per non scoppiare a piangere davanti a Piton. Era così felice che si fosse risvegliato, ma aveva paura che potesse essere solo un sogno, un sogno tremendamente meraviglioso.

Riassunto un po' di autocontrollo, la ragazza fece un gran respiro e si sedette sul morbido letto, a fianco del suo ormai ex-Preside/eroe della Seconda Guerra Magica/uomo che amava alla follia.

-Cosa posso essere due ore in confronto a un anno, il tempo che...?-.

-Per te saranno nulla, ma per me sono moltissime, soprattutto se a dover spiegare sono io.- disse lui, deciso.

-Allora mi spieghi perché mi ha baciata, perché ha fatto il mio nome, perché..-.

-Perchè ti volevo qua, vicina a me.-.

-Per cosa, per farmi del male?Per vedere se ero ancora...- Rebecca scrollò la testa, i capelli si mossero, nervosi -Ho lottato, ma all'amore non c'è rimedio, non ho saputo resistere, ha avuto sempre la meglio. E anche se è doloroso, se mi ha distrutto,non posso farne a meno..-

-Ma se mi lasci parlare...-.

Rebecca lo fissò, ma non riuscì a sostenere il suo sguardo. Era troppo vulnerabile, in quel momento era scoperta, non aveva nessuna difesa.

-Non sono mai stato bravo con i sentimenti, ho sempre pensato che mai nessuna donna sarebbe stata paragonabile a Lily Evans, che nessuna avrebbe mai superato la sua dolcezza, il suo sorriso.-.

Fece una pausa, come se parlare gli facesse male.

-Mi sbagliavo.-.

La ragazza alzò lo sguardo su di lui, sorpresa.

-Un giorno di settembre, vicino alla biblioteca c'era un gran marasma di studenti. Stavo percorrendo quel corridoio, ero di fretta, ma, voltato lo sguardo, vidi il tuo sorriso in mezzo a quella bolgia. Stavi sorridendo con un'amica, forse, ma poco importa. Non ti avevo mai vista sorridere, e quella volta fu la prima. Da quel giorno ti guardai meglio, e scoprii che eri acuta, schiva, intelligente...-.

-Come tutti i Corvonero...- disse lei, per sminuire.

-No, alcuni Corvonero sfociano nell'essere ottusi...Quando volevi prendere una punizione da me non ti ho dato la soddisfazione, mi divertivo, tu eri l'unica che mi rispondesse a tono, ma poi, quando quella sera...-.

-Si, passiamo oltre...- disse lei.

-Ho avuto paura, paura di provare qualcosa di vero.-.

Fece una lunga pausa.

-Ho fatto male a mentirti, ma non potevo certo intraprendere una relazione con una studentessa!Il mio passato era l'unica certezza che avevo, doloroso, certo, ma sicuro. Tu sei stata capace di spazzare via tutto, sei stata in grado di spazzare via Lily!Mi sono sentito perso, non capivo di avere la possibilità di rifarmi una vita; ho continuato a raccontarmi bugie, e solo poco tempo fa, quando..-

-Quando l'ho baciata sul Lago Nero.-.

-Solo allora ho capito che non potevo più mentire a me stesso, che valeva la pena provare a parlarti, perché lo so come vedevi i miei gesti verso di te...Pietà, pena, compassione..-.

Severus fece un respiro profondo e poi continuò.

-Ma se avessi provato pena e compassione, non mi avrebbe mai dato fastidio il fatto che fossi diventata fredda. E se fosse stata pietà, sarei rimasto ancora in compagnia dei miei ricordi...-.

Rebecca sentì una lacrima scivolarle lungo la guancia.

-Se hai ancora un briciolo di pazienza, Hale, permettimi di farti capire che non è pena quella provo, che forse..-.

-Sono quasi due anni che aspetto, qualche mese in più non può certo uccidermi..- disse lei, sorridendo tra le lacrime.

-Certo non aspettarti grandi cose, ma..-.

-Non m'importa, sono una ragazza che si accontenta di poco...-.

Severus sorrise e si alzò un poco, giusto per posare le sue labbra su quelle di lei. Tra un bacio e l'altro, l'uomo si ricordò un piccolo particolare.

-Hale, la prossima volta che vuoi parlare con me, dammi del tu e...Sono curioso di leggere l'articolo su StregaContemporanea.-.

Le labbra di Rebecca si fermarono a mezz'aria.

-Come?-.

-Hai capito benissimo...-.

-Sentiva..Cioè, sentivi tutto?-.

-Ogni singola parola. I tuoi sfoghi qua dentro mi hanno fatto compagnia.-.

-Meglio che vada a chiamare i guaritori..- disse Rebecca, ma Severus fu più veloce di lei.

Catturò di nuovo le sue labbra in un bacio, e lei non potè fare a meno di rispondere.

Una mano di lui le accarezzò i capelli, fino a che Rebecca si staccò e lo guardò.

-Cosa c'è?- chiese lui, preoccupato.

-Niente, sono solo frastornata..-.

Lui alzò un sopracciglio.

-Insomma, Cho mi ha insinuato un dubbio...-.

-Che dubbio?-.

-Beh, che forse tu ti comportassi così con me solo perché volevi..prendermi in giro, o qualche altro piano della tua mente contorta..- disse, arrossendo leggermente.

Severus storse la bocca in una smorfia.

-La signorina Chang non ha pensato di farsi un paiolo di affari suoi?- chiese, acido.

-Si preoccupava solo...-.

-Beh, dille che faceva male, e che si sbagliava.-.

Rebecca si alzò, lasciando dietro di sé il lampo di un sorriso. 

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Capitolo 34
*** Capitolo34 ***


 

Buongiorno carissime!!!!!Ecco un nuovo capitolo...

Tantissimi grazie per le recensioni dello scorso capitolo, siete meravigliose!!! *___*

Diciamo che ora...Beh, i nostri due eroi si potranno godere un po' di tranquillità..che dite?Se la meritano, no?

Alla prossima e fatemi sapere le vostre preziosissime e graditissime opinioni!!!

Siete delle stelle!!!!

Un bacio

Erin.

 

 

CAPITOLO34

Ero in ritardo, tremendamente in ritardo. Ero talmente in ritardo che Eveline avrebbe potuto battermi e arrivare prima...Ed è tutto detto, visto il suo ritardo cronico! Mia madre mi avrebbe uccisa, fatta a pezzetti e data in pasto al gatto dei vicini ficcanaso. Quella sera sarebbe anche venuta mia sorella, viste le vacanze dalla sua missione. E io ero ancora al S. Mungo.

Jeffrey e la sua ciurma erano nella stanza di Piton...No, Severus da almeno mezz'ora, e io camminavo nel corridoio a tre metri da terra. Non riuscivo a credere che lui mi avesse detto quelle cose, ero totalmente imbambolata, e faceva un così strano effetto chiamarlo per nome, dargli del tu, parlargli da pari..Più che pari!

-Signorina Hale, le dovrei parlare..- Jeffrey uscì dalla porta verde, una mano stringeva una cartellina nera, l'altra torturava il ciuffo ribelle che gli ricadeva sugli occhi.

-Il paziente si è ripreso dal coma, ma è ancora molto debole, la ferita perde ancora sangue, deve stare qua ancora per qualche giorno. Una volta che potrà uscire, non dovrà fare nessuno sforzo, nessun movimento brusco, e non gli sarà consentito Smaterializzarsi. Potrebbe fargli molto male.-.

Mi guardò, come se temesse la mia reazione.

-Forse si sta chiedendo perché le sto dicendo tutte queste cose...Il paziente non ha nessuno, e sono giunto alla conclusione che lei è la persona più vicina a lui..-.

-Vada avanti..- dissi, sorridendo all'imbarazzo del Guaritore.

-Una volta uscito, ogni giorno dovrà essere medicato, servirebbe un'infermiera per la procedura, ma sono impegnate tutte in casi più gravi, i feriti e mutilati della guerra...-.

-Ci proverò.- dissi, anticipando la domanda.

-Molto bene, ora- disse, riacquistando il suo tono autoritario -Visto che il paziente è sveglio, le devo chiedere di rispettare gli orari delle visite, e oggi ha già sforato di un'ora.-.

Mi indicò l'uscita, ma non avevo intenzione di andarmene senza aver prima constatato, ancora meravigliosamente incredula, che Severus Piton provasse sul serio “qualcosa” per me.

Jeffrey acconsentì a farmi entrare ancora per qualche minuto nella stanza che per giorni era stata il mio rifugio.

Severus si voltò verso di me, l'ultimo raggio di sole lasciava la stanza.

-Jeffrey mi ha detto che devo venire solo negli orari di visita...- dissi, andando verso il letto.

Il suo sguardo impenetrabile mi squadrò.

-Me l'ha detto, ma credo che riuscirò a resistere..- disse, facendo un mezzo sorriso.

Sorrisi e gli strinsi una mano.

-E' tutto così strano..- dissi -Non avrei mai pensato...Ho temuto che potesse morire...-.

-Credo di non aver capito bene..-.

-Potessi..- posai le mie labbra sulle sue, non riuscivo a farne a meno. Era come se dovessi recuperare tutto il tempo perso.

-Devo andare, mia madre mi aspetta per la cena di compleanno..-.

-Oggi è il tuo compleanno, Hale?-.

-Si..-.

Severus guardò davanti a sé, nel vuoto.

-Cosa c'è?-.

-Fai diciotto anni, vero?-.

-Si..-.

-Ti è mai passata per la testa l'idea che fossi troppo vecchio per te?-.

-Nemmeno per un secondo.-.

-Ho vent'anni più di te!-.

-A me non importa, a te?-.

-Non c'è niente di più stupido nel credere che una persona sia troppo vecchia per un'altra.- disse, lapidario.

-Perchè ti fai dei problemi, allora?-.

-I tuoi potrebbero..-.

-Non c'è bisogno che lo sappiano, e poi, io sono felice così, a loro importa quello.-.

Lo salutai con un altro bacio e uscii dall'ospedale in fretta e furia.

Credetti di svegliarmi da un sogno, ma no, era tutto reale, e ciò che me lo fece capire una volta per tutte furono le urla di mia madre appena arrivata a casa.

-E' tutto il giorno che spignatto per te!E tu arrivi in ritardo!Ma non mi arrabbierò, ora fila a mettere in ordine le sedie, sono in soggiorno, tuo padre ha tirato giù quelle buone.-.

Filai in salotto, cinque sedie erano allineate contro il divano...Feci due calcoli: io, mia sorella, mio padre e mia madre.

-Mamma, scusa, ma chi viene a cena?-.

-Rose porta il suo fidanzato!- mi urlò lei dalla cucina.

Grandioso. I fidanzati di Rose erano tutti con la puzza sotto il naso, antipatici, scostanti, altezzosi e stupidi. Mia sorella se li cercava con il lanternino!

Salii velocemente in camera e mi cambiai. Mi guardai allo specchio e, come quasi tutte le sere, mi feci uno dei miei discorsi mentali di auto convincimento, o che servivano per ripassare ogni singolo momento della giornata.

Mi sedetti sulla sedia e guardai il mio viso riflesso: solcato dalle occhiaie, stanco, un po' pallido, ma segnato dal sorriso. Avessi potuto mi sarei messa a fare le capriole per aria, ma mi bastavano i baci di Severus per festeggiare, mi bastava il suo sorriso, mi bastava che anche lui provasse qualcosa per me. Che fosse amore era pretendere troppo, ma qualcosa di simile era più che accettabile! Ero sicura che non fosse un uomo espansivo nei sentimenti, e ciò che aveva fatto e detto quel giorno era qualcosa di spettacolare. Ero consapevole del fatto che non sarebbe mai cambiato, ma a me non importava, io ero innamorata del Severus scostante e acido!

-Rebecca!Rebecca!Spicciati!-.

Mia madre era talmente nervosa quella sera che mescolava inglese a italiano, e la cosa la rendeva leggermente buffa.

Scesi le scale quando mio padre stava salutando Rose e il suo fidanzato.

Mia sorella mi sorrise, radiosa.

-Rebecca!Vieni, ti presento Liam!Liam, mia sorella, Rebecca.-.

Voltai il viso verso questo Liam e mi venne un colpo. Oltre ad essere un gran figo, capelli neri e occhi azzurri, il fidanzato di mia sorella aveva su per giù la mia età.

-Piacere!- dissi, stringendogli la mano.

Lui mi sorrise.

Fu la cena più imbarazzante della mia vita. I miei (mio padre aveva ripreso a parlarmi poco prima di sederci a tavola) mi diedero il regalo quando mia madre portò la mia torta preferita in tavola, un tripudio di zucchero e burro. Una bomba che ogni tanto mi concedevo. Scartai la perfetta carta blu notte dal fiocco argentato, svelando una scatola dello stesso colore. La aprii e sorrisi. I miei mi avevano regalato una delicata cavigliera d'argento. Le adoravo, le mettevo ogni estate, ma erano sempre di stoffa. Quella aveva un piccolo ciondolino a forma di corvo, e due stelline, una blu e una argento. Li abbracciai.

-Avremo un annuncio da farvi..- disse Liam, guardandoci.

Mi voltai verso di loro, e vidi Rose sorridere come mai.

-Ci sposiamo!-.

Mio padre perdette l'uso della parola, mia madre saltò sulla sedia e urlò come un'indemoniata. Io quasi scoppiai a ridere.

Lei si sposava con uno che aveva praticamente la mia età, io “stavo” con uno che aveva il doppio dei miei anni.

Ovviamente ero felice per Rose, però la situazione era veramente paradossale!

Sgattaiolai in camera non appena mia sorella e mia madre si misero a parlare della data, dei preparativi, di tutto. Mio padre parlava con Liam, chiedendogli come facessero i cellulari a comunicare. David non avrebbe mai voluto che Rose sposasse uno più giovane di lei di quasi dieci anni, ma non avrebbe certo avuto il coraggio di impedirglielo.

L'ultima cosa che sentii mentre chiudevo la porta fu una possibile data per il grande giorno, la fine di settembre.

Mi appoggiai al legno bianco della porta, pensando al giorno seguente, all'orario delle visite all'ospedale, a Eveline che mi aspettava per cominciare a parlare della pasticceria. Fortunatamente avevamo già messo in ordine la casa, le nostre stanze erano perfette e nuove, la piccola cucina pulita e funzionante. Vivevo a tutti gli effetti con la mia amica.

-Rebecca!Posso entrare?-.

La voce di Rose mi raggiunse.

-Si certo, vieni futura sposa!- dissi sorridendo.

Mia sorella scoppiò in una risatina, attorcigliandosi una ciocca di capelli.

-Cosa ne pensi di Liam?-.

Esitai. Poi però le disse la verità.

-E' figo, ma ha solo vent'anni!-.

-Già, ma l'amore non ha età..-.

-Lo so...- dissi.

-Senti, papà mi ha parlato di quel giornale...E' sempre lui, il Preside?-.

-Si, si è svegliato oggi dal coma e..- la mia frase sfociò in un sorriso.

-E?-.

-E...avevi ragione, non era pietà!-.

Rose mi abbracciò saltandomi al collo. Sembrava che fossimo tornate bambine e avessimo vinto alla caccia al tesoro del quartiere.

-Te l'avevo detto!E lui quanti anni ha?-.

-Venti più di me..-.

-Sul serio?-.

-Si, ma...-.

-Non posso dire niente sull'età, ma sono felice per te!Sai quando uscirà dall'ospedale?-.

-No, le condizioni della ferita lo costringono a letto..Ma prima o poi uscirà..-.

-Papà era fuori di sé per quell'articolo, diceva che era un mezzo Mangiamorte..-.

-Si, ma è stato scagionato...E' un eroe ora..Ma raccontami di Liam!-.

Rose, con gli occhi che brillavano, mi disse che Liam, all'inizio, non era altro che un ragazzo incontrato ad una festa sulla spiaggia. Erano finiti a letto nel giro di un paio d'ore. Il mattino dopo, Rose aveva trovato Liam in cucina a preparare caffè. Gli uomini con cui andava mia sorella sparivano, lui no. Cominciarono ad uscire agli inizi di novembre, e poi la decisione finale verso la primavera.

-Quindi, era lui l'amore della tua vita, a Natale!- dissi.

-Che acuta!-.

Risi, mentre mi allacciavo il regalo dei miei alla caviglia destra.

-Mi spieghi perché il corvo?-.

-Corvonero..- dissi.

-E sarebbe?Ah si, la tua Casa..-.

-Già, e le stelline sono i colori.-.

Rose mi guardò.

-Al matrimonio...Se vuoi portare il tuo..Come lo definisci?Il tuo uomo, è invitato anche lui!-.

-Cosa?Ti rendi conto che papà morirebbe d'infarto?Quando Severus faceva il primo anno a Hogwarts lui faceva l'ultimo!-.

-Beh, prima o poi lo verrà a sapere..-.

Mi augurò la buonanotte e sparì nel corridoio. Guardai fuori dalla finestra, la luna argentata si stagliava nel cielo.

Per la prima volta dopo mesi, scivolai in un sonno sereno e privo di incubi.


 

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Capitolo 35
*** Capitolo35 ***


 

Buongiorno mie care!!!!Come state?Ecco il nuovo capitolo...Si, è passato un po', ma spero che vi piaccia!

Vi devo dire alcune cose, prima di lasciarvi al capitolo. Intanto, vi avviso che dal 14 al 23 agosto non ci sarò, non avrò la possibilità di aggiornare, non avrò il computer per ben 9 giorni...sto già male!Ma Madrid e la GMG chiamano... =)

Seconda cosa, stavo pensando a come inserire quelle scene che tutte noi ci immaginiamo con Sev...vi chiedo un'opinione..O le inserisco nella storia lasciando il raiting così com'è, magari lo metto arancione, o pubblico una raccolta di momenti a raiting rosso, ma non avendo mai pubblicato niente di quel genere non vorrei rovinare il tutto...Insomma, datemi il vostro parere! XD

Alla prossima care, e come sempre, un grazie gigantesco a coloro che recensiscono!!!! *__*

Erin

 

 

CAPITOLO35

Il mattino dopo mi svegliai presto, mi vestii con una leggera gonna e una camicetta verde.

Il salotto era invaso di luce, sentii il rumore della caffettiera in cucina e raggiunsi mia madre.

-Rebecca!Non pensavo ti svegliassi così presto..-.

-Devo andare da Eveline..-.

Emilia mi guardò e si fermò quando vide la cavigliera.

-Sai, tuo padre ci teneva che avessi quel ciondolino, ha fatto di tutto per farlo mettere.-.

-Mi piace molto..-.

Gli occhi verdi di mia madre mi osservarono, attenti e indagatori.

-Mamma..- respirai a fondo. Ero abituata a parlare di ogni cosa con i miei, trovavo sempre un porto sicuro alle mie ansie e ai miei timori, sapevano sempre risollevarmi. Soprattutto mia madre. Ma quella mattina non riuscii ad articolare una frase di senso compiuto, e le parole che volevano esprimere la mia “situazione sentimentale” non vennero.

-Niente, tra poco dovremmo aprire la pasticceria, sarebbe bello che veniste all'inaugurazione...-.

-Certo!- disse mia madre, sorridendo.

Mi Smaterializzai e in un attimo mi ritrovai nella casa di Diagon Alley. Eveline aveva lasciato molta roba in giro.

Entrai in camera mia, inondata di sole. Lanciai la borsa sul letto, le lenzuola avorio si stropicciarono un po'. I mobili che avevo scelto erano semplici, la scrivania, la libreria, l'armadio, il letto avevano tutti la stessa linea moderna ed essenziale. Sul comodino c'erano dei fiori, dei girasoli. I miei preferiti dopo i tulipani. La finestra dava sulla strada principale del paese magico, la aprii e le tende blu si mossero contro i muri bianchi verniciati di fresco.

-Rebecca, sei tu?-.

Eveline uscì dalla sua stanza etnica con i capelli arruffati e mezza addormentata.

-Ehi! Sono arrivata ora.-.

-Mi è appena arrivato il Profeta, ho letto che Piton si è risvegliato.-.

Raccontai alla mia amica gli ultimi sviluppi sulla faccenda. Eveline rimase basita.

-Mi ci vuole del caffè.- disse, sparendo in cucina. Scoppiai a ridere e la seguii.

Lasciai che Eveline si rifacesse con del caffè nero e dei biscotti.

-Oggi pomeriggio potremmo iniziare a sistemare giù, cosa ne dici?- dissi.

-Ma te sei sicura che Piton ti piaccia?-.

-Ancora?- sorrisi.

-No vabbè, ma permettimi di rimanere di stucco!Comunque, va bene per oggi..Eppure mi sembra così strano, un professore e una studentessa..-.

Con un colpo di bacchetta misi in ordine il nostro piccolo e perfetto appartamento.

Visto che mancava più di mezz'ora all'inizio delle visite, decisi di andare a piedi. Il sole, quel giorno, era leggermente oscurato da alcune nuvole grigie, come a preannunciare un temporale. Arrivai al vicolo che portava all'ospedale ed entrai in quello che agli occhi dei Babbani non era altro che un magazzino abbandonato. Appena oltrepassai le porte di vetro, mi investì un vociare chiassoso di persone che conoscevo bene: la Mc.Granitt, Lumacorno, Vitious, alcuni colleghi di mio padre. Nella folla, riconobbi anche la giornalista Rita Skeeter.

-Ma cosa...?-.

-Signoria Hale!- sentii chiamarmi sottovoce. Mi voltai e vidi Jeffrey farmi segno di avvicinarmi.

-Venga con me, queste persone sono qua per il signor Piton, ma lui ha richiesto espressamente di non far entrare nessuno se non lei.-.

M'incamminai dietro al Guaritore in corridoi secondari, fino a che non raggiungemmo la stanza di Severus. Jeffrey mi aprì la porta e mi fece entrare. Una luce artificiale e potente aleggiava nella camera proprio sopra al letto di Severus.

-Sei arrivata giusto in tempo per vedere questi bellissimi buchi, Hale!- disse sarcastico, voltandosi verso di me.

-E' l'ora della medicazione, la luce bianca ci aiuta a vedere meglio la ferita.- mi spiegò il Guaritore.

Mi avvicinai al letto, strinsi meccanicamente la mano di Severus, che ricambiò. La ferita provocata dal serpente erano due orrendi buchi di circa cinque centimetri di diametro, intorno una sottile crosticina, segno che la sostanza blu funzionava. Mi voltai verso Jeffrey e incontrai i suoi occhi azzurri.

-Qual'è la situazione?-.

-Le parti più profonde sono quasi cicatrizzate del tutto, abbiamo ripulito il sangue dal veleno, ma la superficie sarà la più difficile da far guarire...Venga, le mostro come applicare la garza.-. Mi allontanai e notai che Severus mi guardava. Il suo volto era imperscrutabile, nessuna smorfia di dolore tradiva la sua espressione di ghiaccio. Quanto era bello!

Jeffrey mi spiegò che la pozione blu era un miscuglio di sangue di drago, essenza di una pianta orientale e una goccia di sangue di Unicorno.

-Vuol dire che avete ucciso degli Unicorni?- chiesi, indignata.

-Il Guardiacaccia di Hogwarts ce ne ha procurato quel tanto che basta senza ricorrere a tali metodi- mi disse, una nota di offesa nella voce per la mia insinuazione.

Aveva poco da fare l'offeso, tutti avrebbero pensato quello che avevo detto io!

Seguii le istruzioni che mi diede e applicai la garza sul collo di Severus.

Jeffrey uscì, lasciandoci soli.

Abbassai gli occhi su Severus, il suo petto pallido e segnato era così magro e spigoloso..Mi sedetti sul letto di fianco a lui, appoggiandomi con una mano sulle lenzuola candide.

-Ti fa male?-.

-Riesco a sopportare.-.

Rimanemmo un attimo in silenzio, quando lui parlò di nuovo.

-C'è un sacco di gente là fuori, vero?-.

-Si, aspettano tutti l'altro eroe..- dissi, sorridendo.

Lui si voltò di scatto e mi fissò.

-Ho detto qualcosa che non va?-.

-Sul serio la gente crede che io sia un eroe?-.

-Si, hai rischiato la vita per anni!- esclamai.

Una smorfia sarcastica si stirò sulle labbra.

-Fino a una settimana fa ero un codardo, e ora sono qua per lodarmi.- disse, sprezzante

-Non sapevano la verità..- provai a dire.

-Nemmeno tu..-.

-Ma io sono di parte- dissi, baciandolo. Severus catturò le mie labbra in modo splendidamente prepotente, con una mano mi accarezzò il fianco, sentii un leggero brivido lungo la schiena. Mi avvicinai di più a lui, come se dovessimo azzerare la distanza che c'era tra di noi. Sentii le sue dita scivolare sotto la mia camicetta, sfiorarmi la schiena.

Un gemito di dolore gli sfuggì dalle labbra quando fece per mettersi dritto. Mi staccai subito.

La porta si aprì di colpo, facendo sobbalzare me e bloccando Severus dal dire qualcosa.

Il nuovo Ministro della Magia si stagliò sulla soglia.

-Avevo detto di non far entrare nessuno.-.

-Severus ho bisogno di parlarti. Devi ascoltarmi.-.

-E' un paese libero ormai, non devo niente a nessuno...-.

-E' vero, hai già fatto abbastanza, ma c'è gente che ti vuole parlare..-.

Severus lo guardò. L'orgoglio e la determinazione scolpivano la sua espressione.

-Non voglio nessun discorso celebrativo, non voglio niente. Ho già quello che mi serve.- disse, rivolgendomi uno sguardo veloce.

-Senti, ci sono persone che vogliono parlarti, Minerva mi ha detto che ha il diritto di..-esplose Kingsley.

-Lei ha il diritto di fare cosa?- disse Severus, i suoi occhi si ridussero a due fessure.

-Dai, magari ti dice qualcosa di interessante!- gli dissi nell'orecchio.

Alla fine acconsentì.

Kingsley si voltò per uscire nel corridoio.

-Hai troppo potere su di me...-.

-Cerca di resistere..- dissi, ridendo

-Non so se voglio.-.

Abbassai gli occhi, quelle parole erano troppo per me..Dette da lui!

-Meglio che vada..- dissi.

-Non se ne parla, tu resti qui Hale!- disse, con quel tono che usava sempre per riprenderci durante le sue lezioni.

-Ma...-.

-Niente ma.-.

Acconsentii a fermarmi.

La Mc.Granitt entrò con un'aria strana sul volto. Quando si avvicinò al letto, oltre a rivolgermi uno sguardo sorpreso, capii la sua espressione: il suo orgoglio le si stava rivoltando dentro, fosse stato per quello, non sarebbe mai venuta. Forse, a spingerla fu la buona educazione. O il senso di colpa.

-Severus..- iniziò.

-Minerva.-.

-...Non mi sono fidata abbastanza di Albus, io...Come facevamo a fidarci di te dopo quella notte, dopo che hai lasciato...?-.

-Non devi elencarmi le cose che ho fatto, non ho perso la memoria, e se permetti, ora vorrei cercare di avere una vita normale.-.

La donna tacque.

Io sorrisi interiormente.

-Se volevi alleggerirti la coscienza..Beh, l'hai fatto, ora puoi andare-.

-Mi piacerebbe che tornassi a Hogwarts, la scuola ha bisogno di un insegnante come te.- disse, prima di uscire.

-Non sei stato troppo duro con lei?-.

Lui mi fissò.

-No.-.

-Va bene...L'orario delle visite sta per finire, devo andare.-.

Severus annuì.

-Tornerò domani, oggi pomeriggio mi aspetta Eveline.-.

-Per cosa, di grazia?-.

-Lo vedrai!- dissi, baciandolo velocemente.

-Troppi misteri, Hale!-.

-Lo scoprirai presto.-.

Lui fece una smorfia e si voltò verso la finestra.  

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Capitolo 36
*** Capitolo36 ***


Hola Chicas (sto entrando nello spirito spagnolo xD)!!!!!Come state???Lo so, lo so...E' passato troppo tempo dall'ultimo aggiornamento, ma spero che ci siate ancora tutte!!!!!

Quindi, nuovo capitolo per voi, carissime, e grazie per le fantastiche recensioni!!!!!!Grazie per avermi dato il vostro parere, e in questo capitolo vedrete la mia decisione...Ma vi annuncio che il prossimo capitolo (che verrà postato il 26 o 27 di agosto) porterà un sorpresa.. =)

Spero di “rivedervi” tutte per quella data...

Un bacio grande ad ognuna di voi, siete speciali!!!! =)

Erin.

 

CAPITOLO36

Eveline aveva voluto compare a tutti i costi della vernice arancione. Aveva detto che metteva allegria.

-Allora prendiamo anche quella verde!- proposi, mentre il commesso del negozio ci guardava un po' di sbieco.

-Va bene, però ci può star bene anche l'azzurro, che dici?-.

Uscimmo dal negozio di vernici con quattro barattoli.

Diagon Alley era spazzata da un vento freddo, non sembrava nemmeno che fosse maggio. La strada principale era quasi deserta, trafficata solo da poche persone che tornavano dal lavoro. I folletti della Gringott uscivano in fila ordinata dalla grande porta a vetri.

Svoltammo a destra, trovandoci di fronte al negozio dei gemelli Weasley.

Era chiuso, buio, abbandonato.

Avevo saputo che un gemello, Fred, era morto nella battaglia di Hogwarts. Un brivido mi percorse la schiena: doveva essere tremendo perdere il fratello con cui si era condiviso tutto, a partire dall'utero della madre.

Alzai gli occhi sull'appartamento in cui vivevano, sopra al negozio. Alla finestra, che guardava lontano, c'era George.

-Merlino, che tristezza..- mormorai.

-Cosa?-.

-Beh, Fred e George...Ti ricordi?-.

Eveline non rispose, ma si limitò a posare i suoi occhi sul gemello solitario.

-Potremmo invitarlo qualche volta..- disse, infine.

-A fare?- dissi io, sorpresa da quella proposta.

-Beh, ad assaggiare i nostri primi cioccolatini...-.

Ferma sostenitrice del cioccolato-cura-contro-la-depressione qual ero e sono, annuii e tornammo al nostro locale. Dire che avevamo un sacco di lavoro da fare, sarebbe un eufemismo. Anche con le bacchette e la magia, pulire un negozio abbandonato, verniciare pareti, riparare vetri e sistemare la cucina, non è un qualcosa che fai con piacere!

-Allora Eveline, io mi occupo della sala, tu fai la cucina?-.

-Perfetto!-.

Misi all'opera la mia bacchetta, mentre una scopa puliva in un angolo, io ristrutturavo le finestre e la porta: con il vetro colorato creai dei fiori, la luce del sole sarebbe piovuta all'interno della pasticceria con una tonalità nuova e fresca.

Finimmo di lavorare a tarda notte, quando crollammo, esauste, su due sedie.

-E' stata una faticaccia!- disse Eveline, sbadigliando.

-Già, e mancano ancora i tavolini e il bancone!-.

-Per quelli non c'è problema, il padre di Terry ce li procurerà!-.

-Davvero?-.

Eveline annuì.

Restammo ad ammirare il nostro lavoro ancora per qualche minuto, poi decidemmo di andare a dormire.

 

*******

 

Severus uscì dal S. Mungo una sera di metà giugno dopo un mese e più di ospedale.

La ferita necessitava ancora della medicazione, anche se Jeffrey mi aveva detto che stava guarendo in modo sorprendente.

Anche se non lo dava a vedere però, a Severus faceva parecchio male, si portava spesso una mano sulla fasciatura, come se quel gesto potesse alleviare il dolore.

Le nuvole oscuravano il cielo, quel giorno, e molto probabilmente sarebbe piovuto durante la notte. Facemmo qualche passo fuori dall'ospedale in silenzio.

-Dove hai intenzione di dormire?Jeffrey ha detto che devo farti la medicazione ogni mattina.-.

Severus guardò lontano.

-Minerva mi ha proposto di tornare ad Hogwarts ad insegnare, come sai, quindi prenderò una camera al Paiolo Magico fino al primo di settembre.-.

-Potresti sempre stare da noi..- dissi, anche se quella proposta mi sembrava...strana.

Lui mi fissò.

-No, non posso chiederti di ospitarmi in casa tua, e poi...-.

-Ma se ti devo fare la medicazione...Insomma..-.

-Visto che tu ti puoi Smaterializzare, verrai tutte le mattine da me.- disse, deciso.

Capii che era una battaglia persa, Severus aveva l'aria di un uomo all'antica...Forse era diretto discendente di Mr. Darcy!Beh, l'orgoglio c'era, anche quel modo di fare un po' da burbero e da antipatico...

-Almeno vieni a vedere come abbiamo sistemato io ed Eveline...-.

Lo presi per una mano, ma lui non si mosse.

-Cosa c'è?-.

Lui, per tutta risposta, mi tirò vicino a sé, mi passò un braccio intorno alla vita e mi sfiorò le labbra con le sue. Sorrisi e lo baciai. Finalmente era fuori da quella stanza ospedaliera, finalmente eravamo liberi di pensare ad un futuro...

-Devo andare a comprarmi dei vestiti, Hale, prima che i negozi chiudano. Ti raggiungo tra poco.-.

-Va bene, sai dove trovarmi- risposi, sciogliendomi dall'abbraccio.

Percorsi i pochi passi che mi dividevano dal mio appartamento e salii di corsa le scale.

Severus stava per venire a casa mia...Respirai a fondo...Sicuramente non avremmo guardato i moscerini volare!I suoi baci avevano la capacità di mandarmi totalmente fuori controllo, facendomi perdere la ragione! Leggermente agitata, mi sedetti sul divano e presi un giornale a caso.

*******

Severus aprì la porta dai vetri multicolore che dava sulla pasticceria di Rebecca. Colpito, si fermò a guardare il colore dei muri.

-Hale!-.

La ragazza spuntò da dietro il bancone dopo qualche minuto.

-Si?-.

-E' venuto Arlecchino a pitturare i muri?-.

-Dai, non dirmi che non ti piacciono e che non ti trasmettono..felicità!- disse.

Severus fece la sua smorfia più scettica e disse -Meglio che mi fai vedere l'appartamento, potrei morire con tutta questa allegria!-.

Rebecca lo precedette su per le scale, gli mostrò tutte le stanze, fatta eccezione per quella di Eveline.

-Non credo ti interessi..-.

-Come sei perspicace, Hale..-.

-So essere piuttosto sveglia quando voglio..- disse lei, fermandosi di fronte a lui.

Severus le si avvicinò, le mise le mani sui fianchi, mentre le loro bocche si univano, liberi da ogni divieto, liberi di amarsi.

Le labbra sottili di Severus percorsero ogni centimetro di pelle di lei disponibile, finchè le tolse la maglietta, lanciandola per terra.

-Secondo me, non ha visto bene la mia stanza..- disse Rebecca, sottovoce -Dovresti provare il letto.-.

-In effetti...visto che sono appena uscito da un ospedale, ho bisogno di riposo...-.

Rebecca si spostò in camera, continuando ad assaggiare quelle labbra che non finivano mai di saziarla.

Caddero sulle lenzuola avorio. Ben presto, il resto dei vestiti finì per terra.

Le dita di Severus scorrevano sul corpo di lei provocandole brividi di piacere. Il desiderio e la passione si impadronirono dei loro gesti.

Rebecca sospirò più forte quando Severus le baciò il collo per poi scendere sui giovani seni; le dita della giovane di infilarono tra i capelli corvini di lui, come per guidarlo verso una parte più sensibile. Le mani dell'uomo la privarono anche dell'ultimo, piccolo indumento che le restava prima di ritrovarsi completamente nuda tra le sue braccia. La guardò per qualche secondo, come se volesse scolpirsi nella mente quell'istante. Non aveva la minima idea se fosse la sua prima volta o meno...

-Severus..- disse lei, ansimante -Io..insomma..è la..-.

Le accarezzò un fianco e, mentre catturava per l'ennesima volta le sue labbra zittendola, scivolò dentro di lei. Una smorfia di dolore increspò il viso di Rebecca, che alzò gli occhi per incontrare quelli neri dell'amante. Severus la baciò dolcemente, come per tranquillizzarla, e annullò la poca distanza che c'era tra i loro corpi, come se quell'unione dovesse essere totale. Rebecca iniziò a gemere, portò le mani a stringere le braccia dell'uomo e si lasciò guidare dai suoi movimenti, dalle nuove sensazioni che provava; un piccolo gemito sfuggì dalle labbra sottili di Severus, mentre la ragazza raggiungeva l'apice del piacere urlando il suo nome. Severus la seguì poco dopo.

Mentre si sdraiava al suo fianco, la strinse a sé, e lei si rannicchiò contro il suo petto. Si guardarono, in silenzio. Poco dopo, Rebecca chiuse gli occhi, mentre l'accenno di un sorriso si disegnava sulle sue labbra. Severus le accarezzò i capelli castani e coprì i loro corpi con le lenzuola. Mai aveva provato tante emozioni nel fare l'amore con una donna...

Forse perché questa non è una donna qualunque e perché le altre volte non era amore?

Ancora una volta, la vocina aveva ragione.

Severus chiuse gli occhi, mentre una notte stellata calava su Diagon Alley.

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Capitolo 37
*** Capitolo37 ***


Hola Chicas!!!!!Eccomi tornata dalla caliente Spagna e dall'emozionante GMG...

Ebbene, ringrazio di cuore tutte le nove persone che hanno recensito il magico e atteso capitolo 36, il grande momento per la nostra Rebecca, e mi scuso per le mancate risposte singole...Ma o rispondevo, o aggiornavo: domani riparto per una settimana..

Spero che questo capitolo vi piaccia...Il prossimo lo posterò al mio ritorno, il 5 o il 6!!!

Non ho finito...NEI PROSSIMI GIORNI TENETE SOTTO CONTROLLO LA PAGINA DELLA CARISSIMA ASHLEY SNAPE..già, la mia pitonica sister ha scritto una grandiosa one shot su questa coppia..Grazie, Ashley, sei mitica! *__* e ti voglio davvero bene...

Ora vi saluto sul serio!

Un'altra cosa...Gli spagnoli sono DAVVERO belli...

Un bacione a tutte, chicas muy guape!!

Erin.

 

 

CAPITOLO37

Il mattino dopo, il sole tra le imposte delle persiane ci sorprese ancora abbracciati. Durante la notte dovevo essermi girata, infatti sentivo contro la mia schiena il petto di Severus che si abbassava e si alzava regolarmente. Aprii un occhio e vidi il suo braccio stringermi a sé.

Non riuscii a trattenere un sorriso.

Mossi appena le gambe e mi venne un brivido di freddo; mi tirai il lenzuolo sopra la spalla. Poco dopo, sentii i miei capelli spostarsi e le labbra sottili di Severus posarsi sulla mia pelle.

-Hai freddo?- mi sussurrò.

-Un po'..-.

-Non vedo altro motivo per cui dovresti coprirti, altrimenti..- disse, passandomi una mano sul fianco.

-No vero?Sei troppo gentile...o sei completamente cieco!-.

-Quando mai sono stato gentile?Io dico solo la verità.-.

-Sarà.-.

Dopo un attimo di silenzio, sentii un rumore in cucina, qualcuno stava aprendo tutti gli sportelli.

-Chi c'è?-.

-Sarà Eveline..Vado a vedere.-.

Feci per scendere dal letto, ma mi accorsi di essere ancora completamente nuda. Afferrai la bacchetta di Severus e appellai la mia vestaglia rossa dai ricami argentati.

Uscii dalla camera, mentre Severus si alzava. Andai in cucina, ma non era Eveline la causa del rumore, bensì Terry.

-TERRY?- chiesi, chiudendomi la scollatura profonda della vestaglia.

-Rebecca, ciao!Eveline mi ha spedito qua a prendere del cioccolato e...- si voltò, fissandomi evidentemente imbarazzato.

-Il cioccolato è qui- dissi, aprendo lo sportello alla mia destra -Prendilo e vai, ho cose più importanti da fare!- conclusi, scoppiando a ridere.

Il mio amico si Smaterializzò cinque secondi dopo. Misi la caffettiera sul fuoco e, mentre sgranocchiavo un biscotto, vidi un gufo fradicio alla finestra. Portava tre lettere.

Le asciugai con un Incantesimo e guardai a chi fossero indirizzate: una, per Eveline e me, da Hogwarts e l'altra era per Severus, dal Ministero.

-Severus!C'è una lettera per te!-.

Poco dopo, apparve sulla soglia con un paio di pantaloni grigi e una maglietta dello stesso colore. Il Marchio Nero stava perdendo colore. Rimasi un attimo a fissarlo: anche se indossava quella mise semplice e scontata, era qualcosa di indescrivibile.

-Le camicie da notte erano finite...- disse.

-Tu dormi con la camicia da notte?-.

-Stanotte no...- disse, venendomi vicino. Spensi il fuoco e mi lasciai trasportare dal suo bacio. Le sue dita si arrampicarono sulla mia vestaglia, intrufolandosi sotto la stoffa.

-Credo che..- a quel punto non riuscii a trattenere un sospiro -..Il gufo sta aspettando la tua risposta..-.

-Odio la posta via gufo..- disse, sedendosi su una sedia.

-Vuoi del caffè?-.

-Caffè...-.

-Sai quella bevanda scura..-.

-Stai insultando la mia intelligenza, so cos'è il caffè!Ma non ne bevo da anni..- disse, spiegando la lettera.

Versai il mio personale nettare degli dei e mi raggomitolai sulla sedia di fronte a lui.

-Sei sicuro di non averne bevuto per anni?-.

-Perchè?- chiese, alzando il suo caratteristico sopracciglio.

-Beh, sei tale e quale al caffè: nero e amaro!-.

Mi guardò con più interesse.

-E io adoro il caffè!- dissi, immergendo il naso nella tazzina.

Fece per dire qualcosa, ma tornò al suo foglio con una specie di sorrisetto sulle labbra.

Aprii la mia lettera, ma non feci in tempo a leggere la prima riga che Severus sbatté una mano sul tavolo, facendomi sobbalzare.

-Cosa succede?-.

Severus si passò una mano tra i capelli, e poi mi fissò.

-Succede che vogliono darmi l'Ordine di Merlino Prima Classe!-.

Strabuzzai gli occhi.

-Cosa?!-.

-Leggi.- disse, passandomi la lettera.

 

Egregio Signor Piton (fece un certo effetto leggere queste parole),

siamo lietissimi di informarla che lei, si, proprio lei, è uno dei pochi candidati a ricevere l'Ordine di Merlino Prima Classe sulla parola del Ministro della Magia in persona. Come ben sa, questo riconoscimento va a coloro che mostrano un particolare temperamento in determinate situazioni, come lei, che ha saputo tirar fuori coraggio, perseveranza e determinazione durante un periodo critico com'era il regime di Voldemort.

E' quindi caldamente invitato a partecipare alla Gran Serata che si terrà la sera del giorno 7 luglio presso il Ministero della Magia dalle ore 9 in avanti. Visti i recenti pettegolezzi che girano sui giornali, l'invito è esteso anche a colei che ha il privilegio di stare accanto ad uomo della sua importanza.

Nella speranza che stia bene

 

Serafina Leach, Segretaria personale del Ministro della Magia.

 

-E non sei felice?- dissi.

-Hale, non prendermi in giro!Avevo chiaramente detto a Kingsley che non volevo tutto questo..-.

Non capivo perché Severus non volesse riconoscimenti.

-Insomma, è l'Ordine di Merlino!- esclamai.

-Scommetto che c'è gente che lo vorrebbe più di me!-.

-Ma tu te lo meriti!-.

-Cosa mi importa riceverlo?-.

-Beh, è come un riscatto sulla vita dopo anni che hai passato nell'ombra e sotto l'epiteto di codardo e assassino!-.

Severus mi fissò come se avessi detto un'eresia.

-Non mi serve uno stupido riconoscimento per segnare il mio riscatto sul passato e sulla vita...A quello ci hai già pensato tu.-.

Rimasi a bocca aperta.

-Dici..dici sul serio?-.

-Perchè l'avrei detto, sennò?-.

Prese la lettera e cominciò a scrivere la risposta.

-Cosa hai intenzione di rispondere?-.

-Tu credi che ci debba andare, no?-.

-Beh si, ma se tu non vuoi, non ci andare..-.

-Invece ci andremo!- disse, dopo qualche secondo di silenzio.

-Non crederai sul serio che io possa venire a un evento simile!-.

-L'invito è anche per te, Hale, quindi ci verrai.-. Diede la lettera al gufo e tornò al suo caffè.

Ero in panico: cerimonia uguale vestito, vestito uguale settimane a cercarne uno decente; cerimonia in pompa magna al Ministero uguale presenza possibile di mio padre, mio padre uguale “datti una svegliata, Rebecca, se scopre che stai con Severus quella sera, gli prenderà un infarto!”.

-Cosa c'è?-.

-Devo fare un sacco di cose prima del 7 luglio...-.

-Tipo?-.

-Devo cercare un vestito e devo dire ai miei che noi due...-.

Severus mi guardò come per dire “vai avanti”.

-Noi due...noi due stiamo insieme?- dissi, come se non lo sapessi nemmeno io.

-Vedi tu, Hale..- disse, alzandosi.

Mi alzai anch'io e gli andai vicino.

-Non mi sembra vero...- sussurrai.

-Nemmeno a me.-.

Gli sorrisi e lo baciai, incrociando le mie braccia dietro al suo collo.

Le sue labbra scesero a baciarmi una spalla nuda.

-Devo farti la medicazione...- dissi, contrariata a interrompere quel momento.

Lui mi fissò per un attimo e poi annuì.

Presi la boccettina della pozione che Jeffrey mi aveva consegnato con mille raccomandazioni e la garza, mentre Severus si sedeva.

Feci attenzione a versare il liquido, e poi applicai il tutto sulla ferita.

Severus fece una smorfia di malcelato dolore.

-Ti fa ancora tanto male?-.

-Quanto basta.- rispose, stringendo la stoffa dei pantaloni tra le dita.

Non aveva mai dato segno di stare male o di soffrire, era sempre stato imperscrutabile e inespressivo, ma forse stava cominciando a sciogliersi.

Con un incantesimo fissai la medicazione sulla sua pelle pallida.

-Vado a vestirmi.- disse alzandosi.

Rimasi qualche secondo in silenzio, immobile con la boccettina ancora tra le mani, incredula del fatto che Severus ed io fossimo una coppia...Incredibile!

Con un sorriso ebete, o forse solo innamorato, cominciai a sistemare la cucina, ma presto dovetti occuparmi di altro.

Sentii le labbra sottili di Severus posarsi sul mio collo. Mi girai e i suoi occhi mi annebbiarono la mente.

La mia vestaglia cadde ben presto a terra.

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Capitolo 38
*** Capitolo38 ***


Buondì pazienti e care lettrici!!!!

Lo so, sono pessima, sono due settimane che non aggiorno, ma lo studio mi porta via troppo tempo, e sono finalmente riuscita ad entrare su pottermore...Non ho nessuna scusante, ma spero che apprezziate il capitolo e che mi facciate avere le vostre impressioni...

Scusate ancora e buona lettura!!!

Erin

 

 

CAPITOLO38

La mia casa di Canterbury non mi era mai sembrata così sinistra. Il vialetto che portava alla porta era invaso da alcune erbacce, segno che mio padre non aveva avuto molto tempo per occuparsi del giardino; le tende chiuse alla finestra della camera di Rose mi dissero che mia sorella non c'era. Pensai che se mia madre mi avesse uccisa non ci sarebbero stati testimoni.

Ma perché mai sarebbero dovuti andare su tutte le furie?Insomma, non mi drogavo, non andavo in giro a prostituirmi, non trafficavo roba illegale...

-Rebecca!Che sorpresa!Non ti aspettavo che per l'ora di pranzo!- mia madre sbucò dalla porta per prendere la posta babbana.

-Beh, sono venuta ad aiutarti...- dissi, sorridendo.

Era un giorno di fine giugno, mancava una settimana e poco più alla Gran Serata..Ovviamente, avevo girato tutti i possibili negozi di vestiti e non avevo trovato niente che mi convincesse...Ah si, e ovviamente non avevo ancora detto niente ai miei di Severus!

-Cosa prepari di buono per pranzo?-.

-Una buona pasta...Sai, tuo padre è un po' stressato in questo periodo, magari la mia cucina contribuisce a tirarlo su!- mia madre si mise a sfogliare un libro di ricette.

Ottimo, mio padre era stressato e io gli ero andata a dire che stavo con un uomo più grande di me di vent'anni!

-Allora, ehm..Mamma..Papà è stato invitato a quella serata..-.

-Quella al Ministero?Si, ma credo che non ci andrà..-.

-Oh certo..- respirai a fondo e puntai gli occhi sul vaso di fiori che era davanti a me.

-Senti..Ti devo dire una cosa..-.

-Oddio..Rebecca, l'ultima volta che hai detto così avevi fatto volare il gatto dei vicini a chilometri di distanza e avevi sette anni..-.

-Già!E' successa una cosa, in questi ultimi mesi...-.

-Sto per scoprire perché eri su quel giornale di pettegolezzi?-.

-Si..-.

Emilia mi fissò, in attesa.

-Ti è mai capitato di prendere una cotta paurosa per un tuo professore?-.

-Beh si, insomma, non ho mai avuto professori così giovani, più che altro era il loro fascino che mi attirava..-.

-Ecco, lo sospettavo anch'io, ma poi mi sono accorta che era qualcosa di più..E lui è venuto a saperlo..-.

-Posso sapere chi è questo professore?-.

-Piton.-.

-Quello che detestavi..?-.

-Si, ma..Vabbè, il punto è che lui, ovviamente, non ricambiava, insomma io ero una sua studentessa, non avrebbe mai potuto..-.

-Fortuna che esistono ancora uomini così!-.

Aggrottai le sopracciglia, ma continuai.

-Alla fine dell'anno, visto che ero in uno stato pietoso, non riuscivo a capire perché lui fosse gentile con me, perché si, era diventato premuroso, certo, detto di Piton è assurdo, comunque..Insomma..eravamo sul lago..e..-.

Mi sentii arrossire come una scema. Stavo parlando con mia madre, non con uno sconosciuto!

-E?Ti ha baciata?-.

-In realtà l'ho fatto io e lui ha risposto!-.

Al che, mia madre strabuzzò gli occhi.

-E' successo, mamma, cosa dovevo fare?Non sei tu che mi hai sempre detto di buttarmi?-.

Dopo un attimo di silenzio, mia madre annuì.

-Come mai eri su quel giornale?-.

-I fotografi mi hanno beccata mentre entravo nella sua stanza in ospedale..Lui era in coma e prima di finirci ha fatto il mio nome..-.

-Ho capito..E quindi, ora...E' uscito?State insieme?Quanti anni ha?-.

Sospirai.

-Si, abbiamo chiarito e...ha sette anni in meno di papà.-.

-Santo cielo, Rebecca...- mormorò mia madre. Come se avessi ucciso qualcuno!

-Emilia!Sono a casa!-.

Mio padre entrò in cucina sorridente, ma visibilmente provato dal lavoro al Ministero.

-Rebecca, sei già qui?- disse, posando la giacca di lino su una sedia.

-Si..- dissi, titubante.

-C'è qualcosa che devi dirmi?-.

Ecco, succedeva sempre così!Perchè i genitori ti guardano con quello sguardo indagatore che tu non riesci a sostenere?

-Allora, Rebecca?-.

-Senti...Non ti arrabbiare, ma ti devo dire una cosa importante...-.

-Sentiamo..- disse con aria rassegnata, lasciandosi cadere sulla sua poltrona preferita.

-Ecco..Sai quella foto, quella del giornale...-.

-Come dimenticarla..-.

-Beh, certe volte, nella vita di una ragazza normale come me capitano alcuni eventi che..-.

-Vai dritta al punto, per favore!Mi stai facendo saltare i nervi!-.

Sospirai...Sospirai ancora.

-Io e Severus stiamo insieme.- dissi tutto d'un fiato.

Il silenzio. Il solo rumore presente era quello della vecchia pendola appesa al muro.

-Papà..di qualcosa, ti prego!-.

Mio padre scrollò la testa.

-Cosa dovrei dire?Severus Piton ha sette anni meno di me e..Ma insomma, Rebecca Lilian Giulia Hale, con tutti i ragazzi simpatici e giovani che conosci, proprio Piton?-.

Odiavo quando mi chiamavano con tutti i miei nomi.

-Non lo è così tanto...- dissi.

-Si, ma sarà una cosa passeggera, no?Insomma, non è così seria...-.

-Rose mi ha detto che è invitato al suo matrimonio, e andrò con lui alla cerimonia della prossima settimana al Ministero!- dissi, decisa.

-Ho pensato che sarebbe stato meglio dirvelo prima, piuttosto che farvelo sapere attraverso una foto..- aggiunsi.

Rimasi in silenzio, mentre mio padre si batteva un dito sulle labbra.

-Insomma, tutti noi lo conosciamo come scorbutico e incline all'acidità, ma non importa,- disse, rassegnato all'evidenza -se ti piace..-.

Concluse quella frase con un'espressione strana sul viso.

-E' tutto?- dissi, stupita.

-Certo è assurda una situazione del genere, Piton ha quasi la mia età!Ma se sei felice...-.

Sorrisi, e presto mia madre sbucò dalla cucina con un piatto di pasta in mano.

Il pranzo trascorse abbastanza normalmente, a parte occhiate sbieche di mio padre che mi guardava come se avessi qualche grave malattia.

Verso la fine, quando ormai stavo sbucciando la mia solita pesca, Rose arrivò di sorpresa insieme a Liam.

-Siamo venuti a darvi la partecipazione e a spedire le altre per i parenti italiani!- disse mia sorella, sorridendo.

-Avete deciso luogo, giorno e tutto il resto?-.

-Si, Rose ha avuto un'idea splendida.- disse Liam.

-Strano!- dissi, ironica. Mia sorella mi fece una linguaccia.

-Ci sposeremo il primo sabato di settembre a Kimolos, una piccola isola delle Cicladi.-.

-Vuoi sposarti in Grecia?-.

-Si, è stupenda, è così.. così...Greca!-.

-Beh certo, si trova in Grecia!- dissi.

Nel pomeriggio, pregai mia madre di accompagnarmi a scegliere un vestito per la cerimonia imminente, e Rose volle seguirci.

-Senti ma..- mi disse Rose, mentre nostra madre litigava con il tassista -Hai pensato anche al dopo serata?-.

La guardai, strabuzzando gli occhi.

-E su!Non dirmi che non hai pensato a qualcosa di..-.

-Ragazze!Proviamo in questo negozio!-.

-Rose- sussurrai -Credo che Severus....-.

-A tutti gli uomini piace vedere la propria donna con un completino sexy sotto il vestito elegante almeno una volta!- sentenziò.

-Sarà..- dissi, poco convinta. Insomma, a Severus non serviva quel genere di cose!

-Mamma!Io vado a vedere nel negozio qui a fianco!- urlò mia sorella.

-Si cara!Rebecca, vieni, forse ho trovato...-.

Quel giorno trovai vestito, borsa e scarpe...E Rose mi regalò un completino di lingerie.

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Capitolo 39
*** Capitolo39 ***


Ciao a tutte, belle lettrici!!!!Ecco il capitolo della serata al Ministero. Spero vi piaccia e che non restiate deluse...Ho una comunicazione per voi: molto probabilmente aggiornerò, d'ora in poi, una volta alla settimana...E' un periodo incasinato, e, anche se ho molte idee in testa, mi riesce difficile trovare il tempo materiale per mettermi al computer e scrivere.

Grazie, grazie e grazie per le recensioni...Fatemi sapere se questo capitolo vi è piaciuto..

Alla prossima!!!!

Erin

 

 

 

CAPITOLO39

-Eveline..Mi puoi passare quel pacchettino rosa, quello nell'armadio?-.

-Cosa c'è dentro?-.

Arrossii lievemente e la mia amica mi guardò incuriosita.

-E' un regalo di Rose.-.

-Si eh?Vediamo...- Eveline scartò il pacchetto e rimase in silenzio.

-Non voglio sapere, non voglio assolutamente sapere niente...- disse, uscendo dalla stanza.

Scoppiai a ridere e indossai il completino che Rose mi aveva regalato.

-Hale, siamo in ritardo!-. Severus mi stava aspettando da non so quanto tempo.

-Arrivo!Ho quasi fatto!-.

Indossai il vestito e le scarpe, fortuna che avevo già sistemato i capelli.

Mi guardai allo specchio e quasi non mi riconobbi: ero super elegante, il vestito che avevo comprato era nero, mi arrivava al ginocchio, aveva una scollatura sul davanti (cosa che Rose non aveva mancato di farmi notare come qualcosa di promettente...o meglio, di invitante!), si stringeva sotto il seno e poi si allargava leggermente, così che le mie dolci forme fossero un po' nascoste. Avevo un paio di scarpe vertiginose, forse un po' troppo alte, ma non avevo resistito dal comprarle...Insomma, facevo la mia figura vestita in quel modo!E il tocco finale erano i capelli, legati in un morbido chignon.

Uscii dalla camera e osservai la reazione di Severus: il suo autocontrollo andò a farsi benedire, ma non disse niente, la sua espressione parlava da sola.

-Rebecca, ricordati cosa ti ho detto per dopo...- mi disse Eveline.

-Si si, mi ricordo...- dissi, sorridendo.

-Vogliamo andare?- mi disse Severus, tornato in sé.

Lo precedetti giù per le scale e poi ci incamminammo per la via. Ero nervosa, agitata per quella nostra prima uscita pubblica. Cosa avrebbero pensato gli “altri”?

-C'è la macchina del Ministero che ci è venuta a prendere, vista la mia impossibilità nello Smaterializzarmi..- disse, gli dava fastidio doversi muovere come un Babbano.

-Ancora per poco...- dissi, incrociando le dita con le sue. Lui ricambiò la stretta e mi tirò dolcemente verso di sé.

Camminammo nel buio della via, illuminata, di tanto in tanto, da un cerchio di luce proveniente da una lanterna.

La macchina del Ministero ci aspettava in fondo alla via principale di Diagon Alley.

Severus aprì la portiera dell'auto e mi fece salire per prima...Una cosa di altri tempi!

-Non mi piace viaggiare su queste cose.- disse, nervoso.

-Dai, non volevi mica andare a piedi!-.

-Tu ci avresti messo trent'anni ad arrivare con quelle scarpe.- disse, ghignando.

Lo baciai, mentre percorrevamo una strada illuminata e trafficata.

-Siamo arrivati.- ci comunicò l'autista dopo una decina di minuti.

L'entrata per il Ministero si trovava in Oxford Street tra due palazzi che trasudavano ricchezza da ogni mattone. Scendemmo dall'auto e un tizio dai capelli verdi ci venne incontro.

-Severus Piton, esatto?-.

Severus non rispose, ma lo guardò, imperturbabile.

-E..- disse, rivolgendosi a me.

-Rebecca Hale.-.

-Di qua, prego..-.

Ci fece strada e, dopo esserci fermati nel bel mezzo del vicolo, ci ritrovammo nell'Atrium del Ministero. La fontana gorgogliava un liquido dorato, intorno correva un palco e, davanti, erano state posizionate centinaia di sedie argentate.

-Nemmeno pacchiano..- dissi, ironica.

Severus non fece nemmeno in tempo a rispondermi che dal gruppo davanti a noi sbucarono la Mc.Granitt, Vitious, la Sprite e Lumacorno, rispettivamente vestiti con un palandrano smeraldo, uno smoking, un completo violetto, una giacca prugna intonata a dei pantaloni verdi.

-Severus!- tuonò Lumacorno.

-Horace.- fece lui, con un cenno.

-Ma..ma..Signorina Hale, è lei?- mi chiese Vitious con la sua vocina stridula.

-Si, sono io..- risposi, sorridendo. Ero imbarazzata, trovarsi davanti i propri ex professori...Mentre si tiene per mano un altro ex professore, non è roba da tutti i giorni!

-Oh, ma non avevo la minima idea che la donzella che ti ha rapito il cuore fosse la nostra Rebecca!- disse Lumacorno in tono teatrale -Ovviamente, ho seguito tutta la vicenda...Quella foto sul giornale mi aveva già fatto intuire qualcosa...-.

-Ovviamente..- disse atono Severus, guardandosi in giro.

-Come no, Horace?Minerva ce l'ha detto...-.

Che sveglia la Sprite, che sveglia!Ma, d'altronde, era la direttrice dei Tassorosso. Chissà perché i Tassorosso me li sono sempre immaginati ad ubriacarsi nelle cucine...Pregiudizi!

-Si si, vabbè Pomona!- disse la Mc.Granitt, facendo un cenno con la mano.

-Dove siete seduti?-.

-In effetti- iniziò Severus -Stavamo giusto per cercare i nostri posti, ma abbiamo incontrato voi...Un piacevole incontro, direi.- disse, posando un particolare accento sull'ultima frase.

-Ah Severus, sei sempre il solito...- disse Lumacorno.

Dopo pochi minuti, io e Severus cercammo i nostri posti e scoprimmo che erano praticamente sotto il palco, vicini a quelli di Harry Potter, che, infatti, arrivò poco dopo, accompagnato da una radiosa Ginny.

La serata iniziò prima che Harry potesse intraprendere un discorso con Severus, il quale sembrava agitato.

-Cos'hai?- gli chiesi sottovoce, mentre il Ministro della Magia cominciava a parlare.

-Non dovevo venire qua..-.

Sospirai.

-Senti, tanto prima o poi ti saresti dovuto far vedere in pubblico, non potevi restare chiuso al Paiolo Magico, quindi perché non prendere questo maledetto riconoscimento così poi...-.

-Così poi mi lasceranno stare?- concluse.

-Beh si, anche!-.

Storse la bocca in quello che sembrò un sorriso sbieco e tornò ad ascoltare il Ministro.

Dopo ore di premi e di riconoscimenti, di discorsi vuoti e di gesti pomposi, arrivammo all'atteso Ordine di Prima Classe. Ricordo poco del momento in cui Severus fu chiamato sul palco, della sua espressione che non tradiva nessun sentimento e nessuna emozione, come sempre! Ma credo che in fondo, veramente in fondo, gli facesse piacere essere finalmente riscattato dal suo passato, dalle sue azioni tanto criticate. Certo non si mise a sorridere e a distribuire abbracci, anzi, fu scostante tutta la sera, ma a me non importava, aveva voluto che andassi anch'io “perchè non avrebbe potuto fare nessuna osservazione a proposito del discorso del Ministro se non con me”.

A seguire, ci fermammo al party. Io mi fiondai al tavolo delle bevande a prendermi un po' di Champagne elfico, che adoravo, mentre Severus si lanciò in una dissertazione filosofica con la Mc.Granitt a proposito del suo futuro a Hogwarts.

Stavo sorseggiando il mio favoloso e invidiabile champagne, quando fui disturbata dalla vocina fastidiosa di Rita Skeeter.

-Allora...- mi disse, con aria di chi non vede l'ora di sbirciare nella vita altrui. Le sue labbra rosse erano così orrende che facevano sembrare bello Harry Potter.

-La giovanissima compagna di Severus Piton...- continuò sorridendo.

-Cosa c'è dietro all'uomo di ghiaccio qual'è?E' davvero così?O no?Da cosa è nato questo amore?-.

La guardai un attimo e non la degnai di una risposta. Poco più in là, Hermione, Ginny e Luna stavano parlando, così mi avvicinai. Il resto della serata trascorse velocemente, fino a che, verso l'una, Severus mi prese per un braccio e mi disse -Hale, è meglio se andiamo, o potrei uccidere la Skeeter!-.

-Va bene, aspetta un attimo, ma non uccidere nessuno, o il tuo bel riconoscimento potrebbe volare giù dalla finestra!-.

Salutai Luna, che mi stava raccontando di strane creature che vivono nei fiumi dell'Irlanda del Nord, e raggiunsi Severus fuori, dove mi attendeva appoggiato ad un lampione.

Guardava la via deserta, c'erano solo pochi nottambuli che tornavano a casa.

-Eccomi!-. Mi avvicinai a lui, posandogli una mano sul braccio.

-Credono che basti un riconoscimento per cancellare ogni cosa..- mormorò, come se stesse continuando un ragionamento ad alta voce.

Lo guardai con aria interrogativa.

-Si sentono la coscienza a posto, almeno.-.

-Severus..- provai, ma la mia pazienza aveva un limite, e così non seppi più trattenermi.

-Quel giorno ti ho solo dato un consiglio, pensavo che alla fine ti facesse piacere ricevere un riconoscimento pubblico..Eri liberissimo di non seguirlo.- dissi, fredda.

Lui non disse niente, così continuai.

-E' stata una serata inutile..almeno per te.-.

Salii sulla macchina, e incrociai le braccia.

-Nemmeno per me è stata una serata inutile, ma le scuse che mi hanno rivolto sono solo un gesto di cortesia in ritardo.-.

-E' ovvio che ti abbiano chiesto scusa, ti avevano giudicato male..Non avrei mai espresso il mio parere, se avessi saputo che ti costava tanto venire.-.

Dopo un attimo di scomodo silenzio, parlai di nuovo.

-Devo dormire da te, Eveline mi ha chiesto se le lascio la casa libera..-.

Severus annuì. Insomma, come poteva vedere tutto negativo?

Durante il tragitto verso il Paiolo Magico, però, capii di aver esagerato. Mentre salivamo in camera sua, lo guardai, immaginando cosa doveva provare in mezzo a tutti quei cambiamenti piacevoli dopo una vita dolorosa e triste com'era stata la sua. Essere giudicati, etichettati a vita, sospettati ogni volta che si fa qualcosa...Non è facile sostenere tutto questo. E perdonare chi ti rende l'esistenza un inferno lo è ancora meno. Non potevo pretendere che Severus Piton accettasse quel riconoscimento come aveva fatto Harry, ad esempio.

Posai la borsa sul comò e mi tolsi le scarpe.

Sospirai.

-Severus..-.

Lui si voltò, aveva uno sguardo che avrebbe intimorito anche il più sfacciato degli uomini.

Con un grande sforzo, mettendo da parte il mio orgoglio smisurato, gli chiesi scusa.

-Ti prego, parla!- esclamai.

Lui, per tutta risposta, mi venne vicino e mi baciò.

-Anch'io ho esagerato, ma è difficile lasciarsi il passato alle spalle...-.

Sorrisi. Avevo azzeccato il motivo del suo comportamento, e questo mi riempì di gioia. Lasciai che mi accarezzasse la schiena, fino alla chiusura del vestito.

-L'importante- mi sussurrò -E' che tu mi abbia accompagnato.-.

Lo baciai ancora.

Il mio vestito finì ben presto sul pavimento, così che rimasi con quello che Rose definiva “il regalo migliore che mi avesse mai fatto.”

Severus rimase un attimo fermo a fissarmi.

-Cosa...?-.

-Non credo sia il momento di parlare..- dissi, facendolo indietreggiare e cadere seduto sul bordo del letto.

Sentivo il desiderio impadronirsi di me, di ogni singola cellula del mio corpo, di ogni nervo, tendine, poro, muscolo.

Mi sedetti sopra di lui, passando le braccia intorno al suo collo pallido e facendo attenzione alla fasciatura.

Sorrisi poco prima di baciarlo.

Le sue mani scivolarono sulla mia pelle, mentre io, instancabile, continuavo a torturare le sue labbra. Solo quando sentii le sue dita armeggiare con la chiusura del mio reggiseno intrecciai le mie mani con le sue, impedendogli di continuare. In meno di un secondo ci trovammo distesi sul letto. Quando ebbi bisogno di ossigeno mi raddrizzai e lo fissai negli occhi: vi lessi solo passione. Mi tolsi il reggiseno e lo buttai da qualche parte, lui si alzò di poco per baciare quella parte di me che avevo appena scoperto. Affondai le mie dita nei suoi capelli corvini e inarcai leggermente la schiena offrendomi di più a lui, scossa dal piacere che mi stava regalando. In un attimo di lucidità, ripresi il controllo, e la mia mano corse ai suoi pantaloni e poi ai suoi boxer; sospirò e si ridistese. I suoi gemiti mi suggerirono in modo molto esplicito di continuare ciò che stavo facendo.

Ad un tratto, però, ribaltò le situazioni e mi sovrastò.

-Come sei spudorata, Hale.- mi sussurrò all'orecchio, il respiro accelerato.

-Non mi sembra che ti abbia fatto schifo.- dissi io, maliziosa, mentre mi sfilava gli slip minuscoli.

La sua mano mi risalì una gamba in modo lento e dannatamente snervante, finchè anch'io ricevetti la mia dose di piacere.

-Severus..- sospirai, ma lui non continuò.

Quando ci ritrovammo uniti, strinsi con forza il lenzuolo, e al ritorno dall'apice del piacere si lasciò andare sopra di me, mentre riprendevamo a respirare normalmente.

Mi baciò sul collo, stendendosi al mio fianco.

Pochi attimi di silenzio e poi Severus parlò.

-Posso chiederti dove hai preso questo completino così poco...coprente?- fece, togliendo il mio reggiseno da sotto la sua schiena.

Io scoppiai a ridere.

-Me l'ha comprato mia sorella Rose.-.

-Rose?Rose Hale...- disse, come se volesse ripescare qualcosa dalla memoria.

-No, non ha frequentato Hogwarts, non è una strega.- dissi, stringendomi a lui.

-Ecco perché non ricordavo..-.

Mi accarezzò i capelli.

-Cosa diceva la lettera che è arrivata da Hogwarts un paio di settimane fa?-.

-Diceva che tutti quelli che hanno combattuto possono ricevere i MAGO senza sostenere gli esami oppure decidere di tornare a Hogwarts per l'ultimo anno.-.

-E tu cos'hai deciso?-.

-Credo che prenderò i MAGO senza concludere l'anno.-.

Severus si voltò e mi fissò in modo strano.

-Cosa c'è?- chiesi.

-Perchè..?-.

-Beh, stasera ci hanno visti tutti, tornare a Hogwarts avendo una relazione con te..-.

-Potevamo parlarne..-.

-Non sarei riuscita a tenere un segreto simile, e poi ci hanno già scattato delle foto....-.

Qualcosa mi disse che avrei dovuto consultarmi con lui, ma ormai la decisione l'avevo presa.

-Potevi almeno chiedermi un parere, ma credo che sia la scelta migliore.-.

-Sono felice che approvi.-.

-Sarebbe stato piacevole un anno con te a Hogwarts..-.

-Ci sono stata sette anni!-.

-Si, ma almeno ti avrei potuta guardare senza sentirmi in colpa!-.

Lo guardai, interrogativa.

-Sai, la divisa della scuola ti dona parecchio.- disse, enigmatico.

-Cosa vorrebbe dire, professore?Che guarda come stanno le studentesse con la divisa?-.

-Mai, ma negli ultimi anni, solo una...-.

-Cosa insegnerai?-.

-La Mc.Granitt mi ha chiesto di insegnare Difesa contro le Arti Oscure...-.

-Sarai felice, allora..-.

Lui non disse nulla, ma si capiva che non vedeva l'ora.

-Senti, a proposito di Rose..- iniziai.

Lui si voltò, guardandomi con i suoi occhi neri.

-Si sposa all'inizio di settembre..-.

-Auguri.- disse, atono.

-Si bene, però mi ha detto che sei invitato anche tu..-.

-Scusa?-.

-Hai capito bene, e le farebbe piacere conoscerti.-.

-Anche ai tuoi farebbe piacere, immagino.- disse, ironico.

-Mio padre ti conosce già, mia madre è una donna dalle larghe vedute, le piacerai.-.

-Dove si sposa?-.

-A Kimolos, in Grecia.-.

-Salazar, più lontano no?-.

-Beh, è molto bella, ho cercato le foto su Internet.-.

-Su che?Comunque, non vorrei trovarmi a fronteggiare David...-.

-Lascia perdere mio padre, tu pensa a chiedere alla Mc.Granitt se ti puoi assentare per qualche giorno da Hogwarts.-.

-Potrei chiederle anche di portare un cucciolo di drago nel mio ufficio che mi direbbe di si.-.

Spensi la piccola luce sul comodino.

-Kimolos è famosa per le proprietà magiche dell'acqua che si trova in un'insenatura a nord dell'isola..- disse dopo un po'.

-Quante ne sai...- dissi con finto tono adulatore.

-Ci penserò.- disse infine.

-Forse hai bisogno di un incentivo...- dissi, facendo scivolare una gamba sulla sua.

Non dormimmo molto quella notte.

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Capitolo 40
*** Capitolo40 ***


Buonasera!!!!!O meglio, buonanotte vista l'ora!!!

Eccomi qui con un nuovo capitolo...Allora, è un po' di passaggio, ma credo che alla fine si a venuto abbastanza decente...ma sarete voi a dirmelo, vero? =)

Come sempre, ringrazio coloro che hanno recensito e coloro che continuano a seguire la mia storia...

Tanto per fare il punto della situazione, si sta avvicinando il matrimonio di Rose, Severus è tornato quasi stabilmente a Hogwarts, e Rebecca lo ama sempre di più..Ma questo era ovvio, no?

Un bacio e alla prossima!!!Come sempre, scusate il ritardo, ma il mio computer ha preso un virus e l'ho debellato solo oggi!

Erin!

 

 

CAPITOLO40

Avevo le mani fredde, il gelo mi avvolgeva, e mi sentivo soffocare...Correvo, scappavo da qualcosa, ma non sapevo cosa, e Severus mi teneva per mano. Arrivammo in uno spazio aperto, un bosco, la notte gli dava un'aria spettrale.

-Mi cercano..- sussurrò.

-Non ti prenderanno..-.

Un attimo dopo fummo circondati da figure nere, e dopo, non c'era più.

Mi voltai, lo chiamai, gridai, ma mi rispondeva solo il silenzio..

L'avevo perso...

 

-Severus!- gridai, e mi svegliai.

Ero nel mio letto, e quello non era stato altro che un sogno...Un sogno troppo reale.

Respirai a fondo. Era troppo vero, e avevo paura, la stessa che avevo provato nel sogno quando se n'era andato. Ma Severus non se ne sarebbe mai andato, non mi avrebbe mai abbandonata...Quello era solo un sogno..Solo un sogno...Mi ripetei quella cantilena per qualche minuto, guardai l'orologio e mi accorsi che erano solo le dieci. Cercai di riprendere sonno, ma fu impossibile.

Mi alzai, aprii la finestra e guardai la via illuminata di Diagon Alley. Era stata una giornata pesante, ero andata a dormire presto, l'inaugurazione della pasticceria era andata bene, ma Severus mi mancava terribilmente.

Dopo qualche secondo di romantica malinconia tipica di quelle donne che stanno a piangersi addosso (in realtà, mi piace l'idea della donna che sta a struggersi d'amore, ma non mi piace farmi sopraffare!), decisi di spedirgli un piccolo pensiero...

 

 

Il castello di Hogwarts era ormai stato inghiottito da una fresca notte estiva, un vento soffiava minaccioso, nuvole cariche di pioggia arrivavano da nord, e un uomo guardava il parco dall'alto della sua finestra..Una finestra non troppo amata, in realtà.

Severus aveva chiesto di avere l'ufficio di una volta, quello umido e tetro nei sotterranei, ma Minerva non gliel'aveva concesso.

Durante la battaglia, molti contenitori erano andati in pezzi, e sostanze nocive si erano disperse nell'aria. Dovevano ancora rimetterlo a posto, e quindi, il professor Piton si era dovuto sistemare in un altro studio.

Quella sera di fine agosto, mentre un temporale stava per abbattersi sul castello, Severus metteva a posto i suoi libri. Con un colpo di bacchetta, i volumi si sistemarono sugli scaffali di mogano, lo strato di polvere sulla sedia venne rimosso, e le candele accese. Di giorno, dalla finestra si poteva godere di uno spettacolo di autentica meraviglia sulle montagne rocciose scozzesi e sul lago. Appoggiò un quaderno dalla copertina di pelle di drago sulla scrivania, lo aprì, e, dopo uno sguardo veloce all'orologio appeso alla parete, si accorse che era già ora della riunione, la prima dell'anno scolastico che stava per iniziare.

L'ennesimo incontro sugli studenti, sui programmi, sui ruoli, sul coprifuoco, su come gestire i fantasmi. E tutto il resto.

Fortuna che non sono io il Preside..pensò Severus mentre chiudeva la porta dietro di sé e iniziava a scendere le scale. Percorse un corridoio, svoltò a sinistra e si ritrovò davanti ad una statua.

Si, quella statua era sempre stata lì, ma gli venne in mente un ricordo...

Quando arrivate al quinto piano dovete andare a sinistra, verso la statua del tizio incappucciato; a destra vi ritroverete dalla Torre dei Grifondoro”..

Severus sorrise appena nel buio della scorciatoia che l'avrebbe condotto alla Sala Insegnanti prima degli altri.

Rebecca gli mancava, gli mancava il suo sorriso, le sue piccole e delicate mani, i suoi occhi straordinariamente castani, la sua voce che si alzava di un tono quando era emozionata...

-Severus!- Lumacorno trotterellava verso di lui con un pacco giallo tra le mani, probabilmente ananas candito.

-Horace, come mai puntuale?- disse con un ghigno, distogliendosi contro voglia dai suoi pensieri.

-Sono così emozionato per il prossimo anno, insomma, finalmente non ci sono più Mangiamorte in giro, un mago oscuro che vuole ucciderci tutti, studenti in ribellione...Finalmente un anno tranquillo!- esclamò entrando nella Sala.

Severus alzò un sopracciglio.

Tranquillo?

Insomma, sarebbe stato un anno tranquillo se non ci fossero stati studenti incompetenti..A quel punto, Piton comprese che per lui non ci sarebbero mai stati anni tranquilli a Hogwarts.

-Avanti, Severus!Non avrai mica paura di una riunione tra vecchi amici!- disse Lumacorno.

Amici?

Severus si sedette, constatando che il suo collega doveva aver perso completamente il lume della ragione.

La Sala professori era confortevole e calda. Il fuoco danzava nel camino, le candele e le torce illuminavano il tavolo e le figure sedute intorno.

La Preside srotolò un foglio di pergamena su cui erano appuntati alcuni argomenti che avrebbero dovuto discutere quella sera.

-Allora, intanto vi comunico ufficialmente che Severus ha accettato il posto di Difesa contro le Arti Oscure, mentre Horace ricoprirà il ruolo insegnante di Pozioni.- iniziò la Mc.Granitt, brandendo la piuma. -Ora, ho ricevuto la richiesta di fare dei corsi di approfondimento su alcuni corsi..- continuò, mentre la Sprite e la Cooman si guardavano interrogative.

-Ho preso seriamente in considerazione questa proposta, soprattutto per gli studenti degli ultimi due anni. Ho pensato che potessero essere utili in vista dei MAGO e della carriera che vorranno intraprendere.-.

-Per quali materie si farebbero?- chiese il professor Vector.

-Difesa, Pozioni e Incantesimi..Credo che Trasfigurazione e Aritmanzia siano già abbastanza approfondite a lezione. Tanto per essere chiari, noi a lezione diamo le istruzioni base, quelle che servono e sono utili a tutti. Per alcune materie, ci possono essere delle formule più specifiche che necessitano di una spiegazione in più..Mi sono spiegata?-.

-Certo, Minerva..Ad esempio, per preparare una pozione si usano le zanne di serpente pestate, al corso di potrebbe dire che triturate rendono meglio. Chiaro, no?- disse Lumacorno, dando un morso a un pezzo di ananas decisamente troppo caramellato.

La Sprite sembrava contrariata.

-La mia materia non prevede questi corsi...- iniziò.

-Andiamo, Pomona, non puoi mica paragonare Difesa o Pozioni a Erbologia.- fece Lumacorno, sorridendo.

-Horace, ti vorrei ricordare che molte delle piante che coltivo io vengono usate per le tue pozioni e..-.

-Per favore, non litighiamo su quale materia sia più importante tra le nostre...- disse la Mc.Granitt stancamente.

-Se posso esprimere la mia opinione, Minerva,- iniziò Severus con il suo tono mellifluo, -direi che la questione è presto risolta: in una situazione di pericolo o emergenza, non ci mettiamo a coltivare una Mandragola, ma lanciamo un incantesimo, una maledizione, o abbiamo qualche pozione di riserva nel mantello.-.

Nessuno parlò, e la Sprite non disse più nulla anche se sembrava decisamente offesa dal comportamento dei suoi colleghi.

-Proseguiamo..Gli studenti che avranno il piacere di finire gli studi sono molti, e saranno inseriti nel settimo anno, ovviamente.- disse la Preside.

Severus storse la bocca...Sarebbero stati anche in tanti, ma la più importante aveva deciso di non concludere gli anni.

-Hagrid ha chiesto il nostro parere nel portare gli studenti a fare un'escursione di due giorni nella Foresta per ammirare gli unicorni nel loro habitat.-.

Minerva guardò sopra gli occhiali cerchiati d'oro. I suoi colleghi erano allibiti.

-Beh, a me sembra un'ottima idea, gli unicorni sono così affascinanti...- disse la Sprite.

-O certo, Pomona, anche i centauri sono affascinanti..- disse Severus.

-Centauri?Volete riassumere quel..coso ad insegnare Divinazione?L'antica e nobile arte...- iniziò la Cooman, riemersa all'improvviso dalla sua sbronza.

-No Sibilla.- disse seccato il professor Vitious.

-Beh, insomma..- iniziò Lumacorno -potremmo predisporre incantesimi e quant'altro, sarebbe una bella esperienza!Potrei fare da consulto...-.

Severus sbuffò.

-Come se fosse una scampagnata della domenica..- aggiunse.

-Insomma, Severus, cosa ti succede?-fece Lumacorno con finto tono sorpreso.

-Come sarebbe?E' come al solito, no?- fece la Sprite.

Severus fece finta di non sentire, e continuò a sostenere la sua idea.

Ovviamente, la maggioranza era a favore dell'idea di Hagrid, e così fu deciso che un week end al mese gli studenti sarebbero usciti nella Foresta.

Dopo altre due ore di battibecchi e discussioni, la Preside sciolse la riunione.

Severus constatò che era ormai notte fonda, su per giù l'una. Sistemò i suoi pochi fogli, riordinò i suoi appunti, mentre la pioggia cadeva fuori dai vetri.

Fu l'ultimo a lasciare la stanza, infilò le mani nelle tasche della sua casacca e si avviò al suo studio. I suoi passi rimbombavano nei corridoi deserti e freddi, spifferi entravano attraverso i muri, il Barone Sanguinario si lamentava in lontananza, spicchi di lampi illuminavano il suo cammino.

Era di nuovo a Hogwarts, di nuovo su per quelle scale, accanto a quelle pareti, in quelle aule..Era tornato a casa, ma non era come le altre volte, era come se fosse incompleto, come se fosse stato in vacanza e avesse dimenticato qualcosa di estremamente importante, qualcosa di vitale.

Ovviamente, la sua mente acuta non impiegò molto tempo a identificare quel qualcosa con Rebecca.

L'aveva lasciata il giorno prima dell'inaugurazione, aveva cercato di spostare quella riunione, ma Minerva era stata irremovibile, e così era dovuto partire.

Aprì la porta del suo ufficio, e sulla scrivania trovò un piccolo gufo grigio. Alla zampa portava un pacchetto. L'uomo guardò stupito quel dono inatteso, inaspettato...gradito.

Prese il sacchetto viola, sciolse il nastro e un profumo di cioccolato invase l'aria.

Il biglietto era corto, non portava firma, ma quella calligrafia disordinata era inconfondibile agli occhi neri e penetranti del professore.

Per esserti vicina anche stasera...Lesse.

Rebecca riusciva a dire tutto con poche parole, esprimeva ciò che pensava con precisione e chiarezza. Quelle parole esprimevano nello stesso tempo tristezza per la lontananza, ma anche un pizzico di felicità nel poter essere legati anche da semplici cioccolatini.

Severus si sedette sulla poltrona che stava di fronte al fuoco ormai quasi spento, prese un cioccolatino tra le dita e lo addentò.

Cioccolato fondente e Whisky Incendiario.

Le discussioni con gli altri professori volarono via, nella sua mente c'era spazio solo per due occhi castani...

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Capitolo 41
*** Capitolo41 ***


Buongiorno!!!!Ecco un nuovo capitolo, e come sempre ringrazio coloro che recensiscono...Ah quanto mi fanno piacere...Soprattutto in questo periodo un po' così...Grazie di cuore!

Un altro capitoletto un po' di passaggio, ma il prossimo vi prometto che sarà sull'evento che tutte aspettiamo...non ci vuole un genio a capire a cosa mi riferisco!!! =)

Bene, detto questo vi lascio....Spero vi piaccia!

Un bacio grande!!!!

Erin

 

 

CAPITOLO41

Una nuvola di polvere viola si alzò dal tavolo vicino a me, sporcando la mia maglia nuova.

-George, maledizione, cosa combini?- esclamai, sorridendo.

I suoi capelli rossi sbucarono dalla confusione che aveva creato.

-Sto solo esprimendo il mio ego...Geniale!- ribattè.

Era una sera di inizio settembre, il cielo sereno, fuori dalla finestra, lasciava intravedere poche stelle. Avevo deciso di andare a trovare George, che abitava a pochi minuti da noi. Durante i mesi estivi avevamo parlato, qualche volta era venuto ad assaggiare i nostri cioccolatini, e sembrava che si stesse riprendendo dalla perdita del gemello.

Mi parlò di Fred,un giorno, di come era dura senza di lui, di come sua madre cercava in tutti i modi di tenere la famiglia unita come prima. Mi disse che lo detestava, secondo lui era come far finta di niente, ignorare ciò che era successo.

Solo verso la fine di agosto aveva ricominciato a creare.

E a pulire i vetri del vecchio negozio...

Quella sera, dicevo, ero andata nel suo appartamento per levigare la solitudine. Eveline era andata da Terry, e io non sarei riuscita a sopportare un'altra serata completamente da sola.

Severus era tornato stabilmente a Hogwarts già da qualche settimana, e la sua assenza era qualcosa di incolmabile. Certo, non era dall'altra parte del mondo, non era morto, non era stato carbonizzato da un drago, e il nel week end l'avrei rivisto al matrimonio di Rose. O meglio, sarebbe venuto a Diagon Alley e, insieme, saremmo partiti per Kimolos.

Ma era stato comunque difficile dividersi dopo un'estate passata insieme.

Sospirai, e guardai George mentre mormorava un incantesimo diretto alla piccola scatolina davanti a lui.

Un soffio di vento fece sbattere la finestra aperta sulla via semi affollata.

-Quest'aria non mi piace...- dissi.

-Perchè?Ti facevo donna di vento!-.

-In che senso?- chiesi, curiosa.

-Il vento è per i sognatori, e per quelli che vogliono essere liberi...Mi dai quest'idea.-.

-Da quando sei diventato così profondo?- domandai con un certo imbarazzo. Sentire George Weasley che diceva certe cose non era da tutti i giorni!

Esitò nel rispondere.

-Lascia stare, ho capito..- dissi, saltando giù dallo sgabello sul quale sedevo.

Feci un giro intorno alla stanza, osservando le foto appese ai muri: Fred e Geroge con la divisa di Hogwarts al primo anno, i fratelli Weasley al gran completo con un albero di Natale, i suoi genitori il giorno del loro matrimonio.

Sorrisi pensando a Rose, e al grande passo che stava per compiere.

Il suo vestito era pronto, l'albergo prenotato, lei emozionata. Non faceva altro che riguardare la lista degli invitati, o sognare ad occhi aperti il suo futuro con Liam. Non vedeva l'ora di conoscere Severus, ma lui non era della stessa idea. Non gli andava a genio piombare nel mezzo di una festa così intima come un matrimonio, ed era nervoso riguardo alla reazione di mio padre.

A niente era servito dirgli che sarebbe andato tutto bene. David non aveva detto più niente riguardo al mio ex professore, se non qualche battutina sull'età o sul suo carattere poco espansivo.

-Ehi, donna del vento!-.

Geroge mi ridestò.

-Scusa, stavo pensando...-.

-Vieni che ti faccio vedere il nuovo angolo del negozio.-.

Scendemmo le scale, e il locale era al buio, solo alcuni ritagli di luce entravano dalle finestre.

Ascoltai George mentre mi tesseva le lodi di quella nuova parte che aveva aggiunto, tutta dedicata a delle scatole dall'uso incerto.

Quando lo salutai era quasi mezzanotte.

La strada era deserta. Infilai le mani nelle tasche dei jeans, affondai il naso nella mia sciarpa leggera mentre l'aria scompigliava i miei capelli.

Riflettei su quante cose erano cambiate nel giro di un anno. Niente era più come prima, forse solo la mia amicizia con Eveline. Da un lato, quei cambiamenti non potevano certo dispiacermi, ma dall'altro mi mettevano ansia: se la mia vita era cambiata così velocemente in meglio, nello stesso modo poteva evolversi in peggio.

Persa nei miei pensieri, non mi accorsi di una figura nera vicina al mio negozio finchè non gli fui a pochi metri di distanza.

Era Severus.

-Severus?-.

Lui si voltò, ma la sua espressione era tutt'altro che serena.

-Da quando Rebecca Hale frequenta George Weasley?- buttò lì, gelido.

Mi bloccai nel dargli un bacio, e lo guardai allibita.

-Da quando sono da sola, e non voglio stare in casa a deprimermi.- risposi, leggermente infastidita.

Fece un sorrisetto strano.

-Cosa stai pensando, Severus?-.

-Ero venuto a trovarti per passare una serata con te.-.

Mi si gelò lo stomaco.

-Non potevo saperlo...- cominciai.

-Già, e così hai pensato di andare da Weasley...Avrà avuto bisogno anche lui di consolazione.-.

Fece per andarsene, ma lo afferrai per un braccio.

-Non puoi venire qua e lanciare il sasso per poi andartene...- dissi.

Lui non rispose, ma si voltò verso di me, fissandomi.

Mi sembrò di precipitare dentro un camino acceso in pieno inverno.

-Non sarai mica...geloso?- chiesi, conoscendo già la risposta

Non avrei mai sospettato che Severus potesse esserlo.

Non rispose, ma fece una smorfia alquanto eloquente.

-Dopo tutto quello che ho fatto per farmi notare da te, non ti abbandonerei per nulla al mondo!- aggiunsi.

Aprii la porta del negozio.

-Vieni?- gli dissi, tendendogli la mano.

-Non posso, devo tornare a Hogwarts.-.

Inarcai le sopracciglia.

-Ci metterai un secondo ad arrivare, mica devi prendere un treno!- esclamai.

Si arrese, strinse le mie dita, e mi seguì.

Arrivati in casa, accesi alcune candele, mentre Severus si toglieva il mantello.

Mi voltai, incontrando i suoi occhi. Mi avvicinai.

-Posso baciarti, o sei ancora arrabbiato con me?-.

-Tu puoi fare tutto quello che vuoi...- disse, posando le sue labbra sulle mie -A parte frequentare Weasley assiduamente.- aggiunse con un sorrisetto.

Scoppiai a ridere.

Fu una serata strana, ma una delle più belle della mia vita.

Passammo quasi due ore abbracciati sul divano. Severus mi accarezzava delicatamente la spalla, mentre io tenevo la testa appoggiata al suo petto, ascoltando il suo respiro regolare.

Non parlammo praticamente mai, in quelle ore.

Adoravo rimanere in silenzio con lui, perché voleva dire condividere solo l'essenziale, e l'essenziale lo si condivide solo con chi si ama di più.

Sulla porta della pasticceria, quando mi salutò con un leggero bacio, mi trattenne vicino a lui.

-Sappi che sono molto geloso, Hale. Ci vediamo tra quattro giorni.- sussurrò.

Detto questo, sparì nel buio della via, lo guardai svoltare dietro l'angolo.

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Capitolo 42
*** Avviso ***


Buongiorno a tutte, care lettrici!!!!

So che l'avviso in mezzo ai capitoli è detestabile, ma necessito di questo post per dirvi una cosa importante: l'ispirazione per il nuovo capitolo stenta ad arrivare, e vi dirò anche il perché. Sto passando un periodo leggermente negativo, e descrivere un matrimonio e una coppia felice come Severus e Rebecca mi riesce molto difficile. Infatti, mi riesce molto facile scrivere una nuova storia...Ma questo è un altro discorso... =)

Vi chiedo di avere pazienza, perché un minimo di idea ce l'ho, ma le parole non escono.

Mi dispiace lasciarvi un po' così su un capitolo tanto importante, perché siete fantastiche nelle recensioni e nel seguirmi sempre....

Grazie alle persone che seguono la mia storia, che l'hanno messa tra le preferite e le ricordate. Siete speciali, ragazze mie, e spero di rivedervi ancora tutte quando sarò riuscita a scrivere il capitolo...

Un bacio grande ad ognuna di voi...E scusatemi ancora!!!

Erin.

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Capitolo 43
*** Capitolo42 ***


Buona domenica!!!!!Eccomi con il nuovo capitolo!!!!!Ebbene si, mi è tornata l'ispirazione ma...Ci vediamo in fondo!!!Buona lettura!!!

 

 

CAPITOLO42

Inciampai per l'ennesima volta in un gradino più alto degli altri, e per poco non cascai per terra.

-Ma sai ancora camminare?-.

-Sono questi maledetti scalini che sono tutti diversi e...Rose poteva anche sposarsi nel nostro giardino, ma no, Kimolos è così greca!- feci, rispondendo a Severus che, qualche gradino dietro di me, mi seguiva su per la stradina che ci avrebbe condotti all'hotel.

Il sole splendeva nel cielo straordinariamente azzurro di quella mattina di inizio settembre, il mare, limpido e cristallino, scintillava sotto di noi, i fiori gialli e viola si muovevano nell'aria frizzante ai lati della scalinata.

Sarebbe stato un luogo perfetto per un matrimonio altrettanto perfetto, ma i preparativi dei giorni precedenti erano stati disordinati e non privi di imprevisti: il vestito di Rose si era macchiato di rossetto, il volo per i parenti italiani era stato cancellato per non so che bufera sopra la Romania, le previsioni del tempo davano pioggia per il giorno tanto atteso, e Liam aveva avuto dei problemi per gli anelli.

Si, sarebbe stato un matrimonio perfetto. Decisamente.

Dopo altri cinque minuti di scalini, arrivammo davanti a quello che Rose aveva definito come “l'hotel migliore del mondo”.

Mi voltai verso Severus, e la sua espressione diceva tutto.

-Questo sarebbe...- iniziò.

-Si, lo è.- dissi.

Mia sorella uscì dalla porta azzurra, stringendo un mazzo di margherite.

Severus si irrigidì al mio fianco. Gli porsi la mano, e intrecciai le mie dita con le sue. Le strinsi, sorridendogli.

-Rebecca!Finalmente!-.

Rose sorrise, e notai che non era mai stata così bella. I suoi occhi erano illuminati da uno strano scintillio, la sua espressione radiosa.

Ci venne incontro e mi abbracciò.

Poi si voltò verso Severus. Quel giorno era meraviglioso...Cioè, più del solito.

-Rose, lui è..-.

-Severus!- disse lei, stringendogli la mano.

Lui storse l'angolo della bocca, a mò di saluto.

-Sono così felice di conoscerti!Ovviamente ho sentito molto parlare di te e...-.

-Ok Rose, la nostra stanza?- tagliai corto.

-Oh, si..Ecco..C'è stato uno sbaglio e...-.

-Uno sbaglio?Strano!Sarai mica tu e il tuo futuro sposo che portate sfiga?- dissi.

-C'è rimasta solo una camera singola, e..-.

-Non c'è problema, ci aggiusteremo.- disse Severus.

Rose si zittì e ci accompagnò al secondo piano.

La nostra camera era dietro una porta blu, e si affacciava sul mare. Sulla sinistra c'era un piccolo bagno, al centro della stanza un letto singolo dai lenzuoli di un bianco accecante come le nuvole che passavano veloci nel cielo.

-Grazie Rose, scenderemo tra un po'.-.

Mia sorella sparì, facendomi l'occhiolino.

Severus prese la bacchetta e ingrandì il letto quel tanto che bastava per dormirci in due, disfò le valigie, e poi si mise a guardare il paesaggio.

Lo lasciai da solo nei suoi pensieri, mentre sistemavo su un improvvisato manichino il mio vestito per la cerimonia del giorno dopo. Mi voltai verso la finestra, e Severus era ancora lì, immobile.

-Ehi, hai finito di arrovellarti su pensieri contorti?-.

Non rispose, ma mi passò un mano intorno alle spalle, facendomi avvicinare a lui. Nel suo abbracciò ritrovai un po' di quel Severus che non vedevo da un po', quello che stava ore e ore a riflettere, l'uomo che non parlava quasi mai.

Fissammo un punto imprecisato sul mare, insieme.

-Vai ad aiutare tua sorella..- mi disse.

-E tu?-.

-Starò qui fino all'ora di cena, che scendiamo...- rispose, fissandomi negli occhi.

-Niente cena con gli altri, Rose ha ordinato che dobbiamo cenare in camera, come tutti gli altri...-.

-Tua sorella è davvero strana...-.

-Allora vado, ci vediamo dopo?-.

-Si, vai...- disse, tornando a guardare il mare.

La sera scese sull'isola accompagnata da una splendida luna piena. Io e Severus rimanemmo romanticamente a guardare il suo scintillio sul mare prima di dormire.

*******

Severus Piton non era uomo da matrimoni.

Rebecca aveva insistito perché si mettesse una camicia grigia e una cravatta sottile nera, come i pantaloni.

Erano le sei e mezza, e la cerimonia sarebbe iniziata alle sette.

Era nervoso, agitato per l'incontro con i genitori di Rebecca, i suoi parenti, i suoi nonni, e tutti gli altri.

Una vocina che assomigliava molto al suo orgoglio si fece sentire: insomma, era un eroe della Seconda guerra magica, aveva l'Ordine di Merlino Prima Classe! Era stato morso dal serpente di Voldemort, ed era ancora vivo!Avrebbe potuto affrontare qualsiasi cosa!

Ma quella sera avrebbe preferito battersi con un centinaio di Mangiamorte, piuttosto che stringere la mano a David Hale presentandosi come il fidanzato quasi quarantenne della sua seconda figlia quasi ventenne.

Severus lo sai che l'età è solo un numero...

Certo, vallo a dire a David...

Guardò fuori dalla finestra aperta, anche quella sera la luna offriva uno spettacolo incredibile.

Avrebbe voluto Rebecca al suo fianco, ma era dovuta andare ad aiutare la sorella. Sarebbe dovuto andare da solo. Respirò a fondo, e poi uscì dalla camera. Non incontrò nessuno, se non qualche cameriere. Fuori dalla porta dell'hotel c'erano centinaia di candele che illuminavano il percorso che Rose avrebbe dovuto fare fino al gazebo. Severus camminò in mezzo al bagliore dorato, e ad un tratto sentì una voce chiamarlo.

-Severus!-.

Si voltò, e vide Rebecca sotto un albero poco lontano a sistemare altre candele.

Indossava un lungo vestito verde smeraldo, una scollatura sul davanti abbastanza profonda e un piccolo strascico in fondo. I suoi capelli erano tirati su, alcuni riccioli cadevano sul suo collo nudo, e un sorriso le illuminava il viso. Severus le si avvicinò e le passò una mano intorno alla vita.

La stoffa del vestito era talmente leggera che sembrava di accarezzare l'aria.

-Sei pronto?-.

-Non ne sono sicuro..-.

Rebecca gli circondò il collo con le braccia e lo fissò negli occhi.

-Severus Piton, ti ho già detto di stare tranquillo. Sei quasi più agitato te di Rose!-.

Lui non rispose, ma le diede un leggero bacio sulle labbra.

-Vieni con me?-.

-Sai che devo entrare poco prima della sposa...-.

-Va bene..-.

-Il tuo posto è dietro ai miei genitori, vicino a mio zio Jacopo.-.

Severus lasciò Rebecca alle sue candele e si diresse al gazebo. Tra le le luci e i fiori bianchi, erano seduti una trentina di invitati, non di più. L'uomo individuò David, sua moglie e, dietro, il presunto zio Jacopo.

Si diresse verso quel quadrato di sedie bianche, un'espressione indecifrabile sul volto, agitazione, paura, emozione, tutte in un solo momento.

-Lei dev'essere Severus!- esclamò la donna a fianco di David.

Non rispose, fece solo un cenno con la testa.

-A giudicare dalla mancata risposta, credo sia lui, Emilia.- disse David, voltandosi.

-Severus Piton...Al matrimonio di mia figlia Rose, compagno di mia figlia Rebecca...- aggiunse, tendendogli la mano. Severus la strinse.

-David.-.

-Non sei cambiato per niente...-.

I due uomini si squadrarono.

-Ehm, David, vuoi...?-.

-Oh si, cara, certo...Severus lei è Emilia, mia moglie. Emilia, lui è..-.

-Severus, ovviamente.-. La donna sorrise e Severus notò che assomigliava molto a Rebecca.

-Sono così felice di incontrarla, Rebecca non ha parlato molto di lei con me, ma so che è felice, e questo, secondo me, è la cosa più importante, vero David?-.

-Mmm, si, forse..-.

-Pensavo fossi un po' meno dispotico, David, insomma, cosa c'è di più importante della felicità di tua figlia?- fece Severus, sedendosi.

La cerimonia iniziò poco dopo, e David non ebbe il tempo di rispondere.

Liam entrò preceduto da Roger, e poi fu il turno di Rebecca, seguita da Rose.

Severus non ebbe occhi che per Rebecca, e andò molto vicino a cruciare il suo vicino per quanto parlava.

Alla fine, Rebecca raggiunse i suoi genitori, scambiò due parole con loro, e poi andò da Severus, che l'aspettava vicino ad un vaso di rose bianche.

-Bellissimo, vero?-.

-Tuo padre mi detesta.- disse lui.

Rebecca sorrise.

-Non è vero. Ha solo detto che gli ci vorrà del tempo...-.

Si baciarono, e tutte le preoccupazioni che Severus aveva scomparvero. Perché si era arrovellato tanto quando Rebecca gli sarebbe stata sempre accanto?Lei non l'avrebbe mai lasciato perché suo padre non era d'accordo sulla loro relazione. Era scappata di casa pur di stargli vicino all'ospedale!

-Sono felice che sei venuto anche tu...- disse Rebecca, mentre si prendevano per mano e iniziavano a percorrere il sentiero poco distante.

-Non potevo perdermi il vestito di Rose..- fece ironico Severus.

Rebecca rise.

-Nemmeno a me piaceva, a dirla tutta sembrava una meringa!-.

-Non dovremmo andare alla festa?-.

-La damigella ha dei privilegi..- disse Rebecca, fermandosi e guardando Severus negli occhi.

-Allora meno male che non sei un'invitata qualunque.- le rispose, poco prima di baciarla. Le sue mani le accarezzarono la vita, e lei gli si avvicinò di più, finchè non sentì il petto di lui contro il suo. -Rebecca!Rebecca!-.

Roger correva nella loro direzione, affannato.

-Dimmi!-. Rebecca si sciolse dall'abbraccio di Severus.

-Dobbiamo fare la foto con gli sposi!-.

-Arrivo!-.

-Chi è quel tipo?- chiese Severus, serio.

-Roger, il fratello di Liam..-.

-Vai a fare la foto, ci vediamo dopo.-.

-Va bene..- disse lei, lasciando la mano di Severus.

Da solo, l'uomo tornò alla festa, dove Emilia attaccò bottone chiedendogli vita, morte e miracoli su di lui e sulla sua famiglia.

-Cara, non credi di essere un po'...troppo curiosa?- fece David, spuntando da dietro una colonna con un bicchiere in mano.

-Beh, erano semplici domande..-.

-Si, da terzo grado.-.

Emilia si allontanò.

-So che non parli molto della tua vita privata, Severus...Non volevo che ti sentissi obbligato a rispondere.-.

-Non pensavo di starti così a cuore, David.-.

-Nemmeno io lo pensavo, ma a Rebecca importa di te, e quindi...-.

-Di cosa parlate voi due?-.

Rebecca arrivò con Roger alle calcagna.

Severus storse le labbra.

-Allora Roger, Liam mi ha detto che ti occupi di tegole per tetti, cosa ne dici..-.

Le parole di David si persero nell'aria impregnata di musica a voci mentre si portava via Roger.

-Balliamo?- chiese Rebecca.

Severus alzò il sopracciglio. Ballare, da quanto non lo faceva?Da sempre!

-Dai su!Non vorrai stare qui tutta la sera!-.

Rebecca lo trascinò in mezzo alla pista, sotto un'enorme lampadario formato da candele verdi e bianche.

Le loro mani si intrecciarono. Ancora una volta, le dita si Severus accarezzarono la stoffa del vestito di Rebecca. I loro occhi si incontrarono.

Nero contro castano.

Abissi profondi contro trasparenza.

-Ti amo, Severus.-.

Rebecca appoggiò la testa sulla spalla di Severus.

-Anch'io.- sussurrò lui.

Rose e Liam ballavano poco distanti da loro. David stava ancora parlando con Roger. Emilia chiacchierava con la consuocera. Le serata passò velocemente, fino a che, sotto le stelle, non rimasero solo Rebecca e Severus.

-E' stato un bellissimo matrimonio..-.

Severus le accarezzò i capelli.

-Se mai mi sposerò, però, lo farò in un posto a me famigliare...- continuò Rebecca.

-Perchè se mai?-.

-Beh, dipende da cosa vuole il mio fidanzato.-.

-Cosa vuoi dire?-.

-Non mi sembri un tipo da festa, balli e matrimoni in grande..E nemmeno da matrimonio in generale!-.

Un'aria fresca prese a soffiare dal mare, portando un profumo di sale.

-Non mi dispiacerebbe essere spostato con te, prima o poi..-.

-Davvero?- chiese Rebecca, aggrottando le sopracciglia, stupita.

-Si.-.

-Prima o poi..-.

-Ovviamente, tuo padre ha bisogno di tempo..- disse Severus con un mezzo sorriso.

-Hai ragione.-.

 

 

 

Eccoci!!Allora, ho scelto di descrivere la parte del matrimonio un po' dalla parte del nostro amato così da far emergere le sue ansie e le sue preoccupazioni.

Spero vi sia piaciuto.

Il vestito a cui mi sono ispirata per quello di Rebecca al matrimonio è quello che indossa Beyoncè nel video Broken Hearted Girl (fantastico); ho scritto il capitolo ascoltando la meravigliosa canzone di Adele,One and Only.

Beh, credo che la storia stia volgendo al termine...Quindi, non so di preciso quanti capitoli manchino, maaaaa...alla prossima!!!

Vii ringrazio per i vostri commenti all'avviso che avevo postato, siete state molto tenere!!!! <3

Un bacione

Erin.

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Capitolo 44
*** Capitolo43 ***


Buongiorno!!!!!!!
Ecco un altro capitolo....Allora, vi devo dare un annuncio molto importante...Siamo vicinissimi alla fine...Come finirà questa mia FF che non mi stanca mai?Beh, sono aperte le scommesse...Ahahahahah!!!Scusate la mia pazzia, ma oggi mi sento particolarmente allegra..Alla prossima carissime!!!!!
Erin

 

CAPITOLO43

Faceva freddo quella sera di metà dicembre, una neve leggera e portata dal vento cadeva su Diagon Alley, formando piccoli cumuli bianchi agli angoli delle strade. Io ed Eveline stavamo finendo di preparare i sacchetti di cioccolatini natalizi, adornati di un fiocco a quadretti rossi e verdi.

Tornare al tempo grigio inglese dopo il matrimonio greco di Rose era stato un mezzo trauma, ma i mesi seguenti erano passati senza troppi intoppi e senza che succedesse qualcosa di spettacolare. Insomma, tutto era normale.

Ma si sa, quando sembra che le cose vadano bene è lì che devi avere paura.

Stavo riordinando il laboratorio mentre Eveline posizionava i sacchetti nel negozio, quando un gufo dall'aria altezzosa picchiò con il becco al vetro della finestra di fronte a me. Aprii le imposte, e in quei pochi secondi in cui presi la busta che il barbagianni mi porgeva il freddo mi bruciò gli occhi. L'animale volò via subito dopo che ebbi preso la lettera.

Portava il timbro di Hogwarts, e la cosa mi rallegrò. Severus, infatti, aveva la mania di sigillare anche le lettere informali come quelle che spediva a me. Pensando che fosse sua, strappai la carta con impazienza, ma la calligrafia mi lasciò sorpresa.

Non era la solita, nera e rattrappita scrittura, ma era blu ed elegante, nonostante sembrassero parole scritte di fretta. Rilessi la lettera almeno cinque volte.

Era Vitious, mi scriveva che Severus era stato trovato nel suo studio svenuto e con la ferita aperta, i fogli sulla scrivania erano macchiati di sangue scuro. In quel momento si trovava in infermeria.

-Eveline!Eveline!- chiamai.

Arrivò con un'espressione interrogativa sul volto.

-Rebecca...oh Merlino, cosa succede?-.

Le porsi la lettera. Ero sconvolta, attonita. Non era possibile, la ferita si era rimarginata, era guarita meglio di tutte le previsioni che i Guaritori avevano fatto. Come faceva ad essersi riaperta?Perchè era successo ad Hogwarts?Maledissi mentalmente la mania di Severus di stare sempre da solo nel suo studio...Chissà per quante ore era rimasto là prima che qualcuno si accorgesse della sua assenza...

-Devo andare a Hogwarts.- dissi, prendendo al volo il cappotto che era rimasto su una sedia.

-Rebecca...si, fammi sapere..-.

Annuii in fretta, uscii dal negozio e mi Smaterializzai.

 

*******

-Cosa è successo, Chips?-.

-Non lo so ancora, Minerva...Ha perso molto sangue, ma dai documenti che mi hanno mandato dal S. Mungo..Insomma, la ferita si era rimarginata alla perfezione, non capisco...-.

L'infermeria era illuminata fiocamente dalle poche candele accese sulla scrivania di Madama Chips. I professori si guardavano, e di tanto in tanto lanciavano uno sguardo all'uomo disteso su un letto poco distante.

-Quando arriveranno i Guaritori?Li hai chiamati?Non possiamo trasportarlo..-.

-Pomona, i Guaritori si stanno occupando di un attacco di Giganti nel nord del Galles, sono tutti occupati, hanno detto che arriveranno al più presto ma..-.

Un rumore distolse Minerva dal dire qualcosa. Si voltarono verso la porta che si aprì di poco, quel tanto che bastava per far passare Rebecca.

-Signorina Hale!-. Il professor Vitious le corse incontro, affannato.

-Cosa...Cos'è successo?Dov'è Severus?- riuscì a dire lei, con il fiato corto.

-Ha perso molto sangue, non riusciamo a fermarlo, non respira bene e...- iniziò Madama Chips.

Rebecca sbiancò, tenendosi ad un letto vicino.

-Signoria Hale, non credo che stare qua...-.

La giovane donna alzò gli occhi su Minerva, fulminandola.

-No?E dove dovrei stare?A casa a fare la maglia?Spostatevi..-. Rebecca avanzò verso il letto, e subito prese la mano pallida e fredda di Severus.

-Severus...Mi senti, vero?-.

L'uomo non rispose, ma si voltò verso di lei.

-Non puoi..-.

Rebecca strinse gli occhi, non riuscendo a formulare nemmeno il pensiero di quell'eventualità.

Respirò a fondo e poi si voltò verso i professori.

-Serve del sangue di unicorno, i Guaritori facevano la medicazione con...-.

-Sangue di unicorno?Ma mia cara, è così raro!- disse Lumacorno.

-Non m'importa!- esclamò Rebecca -Finchè non arrivano i Guaritori proviamo con quello!Andate a vedere nella sua scorta, ce ne sarà di sicuro...- concluse, spostando la garza ormai zuppa di sangue, e prendendone una pulita.

Uno dopo l'altro, i professori lasciarono la stanza, rimase solo il piccolo professor Vitious.

-Grazie per avermi avvisata..- mormorò Rebecca, passando il pollice sul dorso della mano di Severus praticamente immobile.

-Dovere, Rebecca.- rispose lui.

Il silenzio calò su di loro, rotto soltanto dai brevi respiri di Severus.

-Eppure stava bene, la ferita era guarita...- disse Rebecca, come un ragionamento ad alta voce.

-In realtà...- iniziò Vitious, piano -In realtà, erano un paio di mesi che accusava un forte dolore alla spalla..-.

Rebecca alzò gli occhi sul minuscolo professore, incredula.

-Non è possibile..Me l'avrebbe sicuramente detto.- dichiarò.

Vitious scrollò la testa.

-Non te l'ha detto, ma soffriva, e il professor Lumacorno..-.

-Non è vero!- disse lei, alzando la voce e stringendo le dita di Severus. -Non mi avrebbe mai mentito!-.

-Nemmeno per evitarti una sofferenza?-.

Rebecca restò in silenzio.

-Severus non parlava quasi mai del suo passato, era chiuso, introverso, e amava restare solo. Non ha mai stretto amicizia con nessuno di noi, solo con Albus aveva un rapporto quasi...figliare.-.

Vitious sospirò e poi riprese.

-Dopo la guerra, dopo l'inizio della vostra..relazione, non dico che si sia messo a ballare con Minerva alle feste, o a confidarsi apertamente con Horace, ma forse era migliorato..-.

-E' migliorato..- disse Rebecca, ponendo particolare accento sul tempo del verbo.

-Qualche mese fa, ecco...insomma...- la voce di Vitious tremò un poco, ma continuò

-E' venuto da me, e da Horace, insomma, e ci ha detto che aveva bisogno di noi per la ferita. Gli faceva male, e la mia esperienza come Guaritore poteva servigli, e ovviamente...-.

-Lumacorno con le pozioni, anche se poteva farsele da solo..-.

-Non te l'ha detto per non farti preoccupare, cara.-.

Madama Chips era spuntata con una bottiglietta contenente un liquido argentato.

-Avrebbe potuto dirmelo..-.

Ma Rebecca si interruppe al suono basso della voce di Severus.

-Rebecca...Non è così grave...-.

-I Guaritori arriveranno presto..-.

-Non te l'ho detto, pensavo che fosse normale..-.

-Non...Non fa niente, riposati, Lumacorno ha trovato il sangue di unicorno..- disse lei, accarezzandogli il viso.

E se il sangue non si fosse fermato, se il sangue di unicorno non fosse bastato, se i Guaritori non fossero arrivati?

Rebecca si ritrovò nella stessa angoscia di qualche mese prima, seduta su una sedia di plastica al S. Mungo.

Anzi, dopo i mesi di felicità trascorsi insieme, era ancora peggio. Non poteva pensare di perderlo, non dopo aver vissuto con lui al suo fianco. Non dopo aver superato mille ostacoli. Si appoggiò allo schienale della sedia, chiudendo gli occhi. Quanto poteva essere grave un attacco di Giganti? Perché i Guaritori tardavano?

Versò una goccia di sangue di Unicorno sulla garza e cominciò a tamponare la ferita. Severus fece una smorfia di dolore, e fece per togliere la mano della ragazza.

-Devo farlo, so che brucia.- disse lei.

Il sangue scuro si era un po' fermato, ma la ferita restava aperta.

Cosa poteva essere?Il veleno del serpente non era scomparso?Sarebbe ritornato a procurargli dolore ogni tanto?

Poco dopo mezzanotte, la porta dell'infermeria si aprì.

Un Guaritore dall'aria stanca attraversò la corsia fino al letto dove giaceva Severus.

-Signorina, le devo chiedere di uscire, anche se ha fatto un ottimo lavoro con il sangue di Unicorno. Se mai dovesse cavarsela, dovrà fare controlli mensili. E' una ferita che non si rimargina. Purtroppo la nostra esperienza non aveva mai affrontato dei casi simili, e solo negli ultimi mesi abbiamo potuto fare dei passi aventi-.

-No, non posso andarmene..-.

-Vai, Rebecca, andrà tutto bene..-.

La ragazza annuì con la testa, cercando di convincersi. Baciò le labbra sottili di Severus, e uscì.

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Capitolo 45
*** Epilogo ***


Epilogo.

7 anni dopo.

Rebecca prese un libro dallo scaffale del salotto, si sedette sulla sua poltrona preferita e iniziò a leggere.

Il sole inondava la stanza, illuminando oggetti lasciati fuori posto, borse della spesa ancora da svuotare, giornali aperti sul tavolo della cucina. Il silenzio del primo pomeriggio era rotto soltanto dal alcuni passanti nella via sottostante.

Era rilassante, per Rebecca, perdersi nelle pagine di un buon libro, lasciarsi travolgere dai personaggi e dalle loro emozioni, e niente avrebbe potuto farla alzare se non...Un pianto.

La donna chiuse il volume che aveva tra le mani, stanca, ma si alzò con un sorriso per andare nell'altra stanza.

-Possibile che piangi sempre quando tuo padre non c'è?- chiese in modo retorico a due piccoli occhi neri come la notte che la guardavano attraverso un muro di lacrime.

-Ora cosa ti manca?Non puoi avere fame, hai appena esaurito le mie scorte di latte; ti ho cambiata cinque minuti fa...-.

La bambina continuò a piangere, senza che Rebecca potesse fare qualcosa se non cullarla piano tra le sue braccia.

-Dai, Sofia, fai la brava, fai la brava...- iniziò a dire con una specie di cantilena.

-Così la farai solo piangere di più.-.

Rebecca si voltò e vide Severus ghignare dalla porta.

-Ah, sei tornato dall'ospedale giusto in tempo..- disse lei, dandogli in braccio la piccola.

Dieci minuti dopo, Sofia dormiva beata nel suo lettino.

-Mi chiedo come fai, insomma, va bene che le femmine hanno un debole per i papà, ma...-.

-Ma?- chiese lui, alzando il sopracciglio.

-Ma questo è troppo!Sembra che mi prenda in giro!- disse Rebecca sorridendo.

Severus si sedette sul divano e prese il giornale con un sorrisetto sul volto.

-Com'è andato il controllo?-.

-Bene, come sempre...Mi chiedo che utilità abbia..-.

Rebecca lo guardò accigliata.

-Potrebbe ricapitare ciò che è successo quell'anno, sai bene che quella ferita può giocare brutti scherzi, già l'altra volta ti hanno salvato per miracolo, non voglio che tenti di nuovo la sorte!E ora non ci sono solo io che lasceresti.- disse, abbassando gli occhi sul catalogo di un negozio di giocattoli.

Severus non rispose, ma le andò vicino silenziosamente.

-Lo so.- disse, abbracciandola da dietro. Lei non disse nulla, e continuò a girare distrattamente le pagine.

-Sai che non potrei mai smettere di andare ai controlli...- continuò.

-E allora perché continui a dire che è inutile, insomma, lo sai che ho sempre...- iniziò lei voltandosi, ma i gli occhi neri di Severus la fecero ammutolire.

-Cos'è che hai sempre?-.

Lo guardò per qualche secondo.

-Ho sempre paura che possa accadere di nuovo, come un'ansia perenne.-.

Severus fece un sorriso storto, spostandole dagli occhi un ciuffo sfuggito alla coda.

-Non preoccuparti.-.

Lei annuì, facendo un debole sorriso.

-Devo tornare a Hogwarts questa sera, dopo cena.-.

-Va bene...Sabato dobbiamo..-.

-Si, lo so, andare a comprare il regalo per tua madre.-.

Rebecca sorrise. Le sue amiche si erano fidanzate o convivevano con uomini che non si ricordavano nemmeno la data del loro compleanno, e lei invece era sposata con un uomo che non scordava nemmeno il più insignificante degli appuntamenti.

Già, Rebecca Hale aveva sposato Severus Piton un giorno di settembre di tre anni prima nel parco di Hogwarts.

-A cosa pensi?-.

-Al giorno del nostro matrimonio.- rispose lei.

-Voi donne siete così sentimentali!- disse lui, abbracciandola stretta.

-Ne hai due in casa, adesso, è meglio che ti ci abitui!-.

Severus le posò un delicato bacio sulla guancia, e poi un altro, fino alle labbra. Le accarezzò il viso, fino a scendere sul collo e poi fino al seno.

-Sofia potrebbe svegliarsi...- disse lei, accarezzandogli il petto e slacciando i bottoni della camicia.

-Dipende da te..-.

-Non sono brava a trattenermi...- mormorò mentre si stringeva di più a lui.

-E allora lascia che Sofia si svegli..- disse Severus con un ghigno malizioso.

I loro baci divennero sempre più passionali, ma quel giorno non era destino che andassero oltre.

Un pianto. Ancora.

-Sofia...- sussurrò Rebecca -Non possiamo lasciarla piangere, vero?- continuò con un sorriso.

-Saresti comunque un'ottima madre.- rispose Severus, posandole un lieve bacio sul collo.

-Devo andare..-. Rebecca si scostò, girò intorno al tavolo e sulla soglia si fermò per guardare Severus intento a riabbottonarsi la camicia.

-Perchè mi stai fissando?-.

Lei alzò le spalle.

Si guardarono e, come ogni volta da ormai sette anni, Rebecca abbassò gli occhi fino alla punta dei propri calzini con una lieve sfumatura rossa sulle guance.

-Non cambierai mai, Hale.-.

-Nemmeno tu.- rispose lei.

Severus sorrise appena.

Il pianto di Sofia si fece più intenso, distogliendoli l'uno dall'altra.

Rebecca si voltò e raggiunse la piccola, Severus tirò fuori la bacchetta e mise in ordine la cucina.

Era un magnifico pomeriggio di primavera.

 

 

Buonasera, care lettrici!

Alla fine ho postato l'ultimo capitolo con un bel finale, insomma, tutto finisce bene, è nata una bambina, loro sono felici e innamorati...Almeno nelle FF succede.

Mi dispiace, e tanto anche, che l'ultimo periodo della mia esistenza mi abbia un po' allontanata da questa storia. Già, è difficile scrivere di una coppia felicemente innamorata quando tu sei in uno stato sentimentale un po' negativo. Ma volevo finirla, volevo concludere questa storia idilliaca. Mi è venuta bene, però no? Cioè, mi sembra...Vorrei scusarmi con coloro che magari si aspettavano di più, magari si aspettavano un finale bomba, o non so.

Fatemi sapere, per favore, cosa ne pensate, perché i vostri commenti sono stati preziosi (mi scuso se le ultime volte non vi ho risposto singolarmente).

Quindi un mega-giga GRAZIE alle 257 recensioni che avete lasciato. Sul serio.

GRAZIE alle persone che hanno inserito la storia tra le preferite, ricordate e seguite.

GRAZIE perché ogni recensione era un mattone in più per la mia sicurezza ad andare avanti.

Ho già qualcosa in mente per un'altra storia, spero di riuscire a svilupparla.

Un bacio enorme a tutte quante, ragazze. Siete mitiche!

Alice.

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