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può un cuore morto battere ancora?
Eppure il mio cuore, oggi, è ritornato a vivere. Ti sembrerà strano, un vampiro
che ritorna a vivere ma dopo 110 anni, mi è mancato il respiro. Il suo odore mi
ha confuso, la sua bellezza ha offuscato la mia vista e la sua intraprendenza
ha svegliato l’uomo che è in me. Come posso dimenticarla? Come possofar finta di niente ed andare avanti con la
mia vita? Sono notti che mi siedo sull’albero accanto alla sua finestra d’albergo
e la osservo dormire. I suoi capelli sembrano alghe sparpagliate nel lungo
letto di sonno notturno. Una notte sono anche entrato e l’ho toccata. Ho
sfiorato la sua guancia dolcee morbida
mentre un abisso si apriva nel mio cuore. Mi stavo innamorando di quel candido
fiore ancora incolto. Tutto questo era sbagliato. Il mio essere e la mia
posizione l’avrebbero messa in pericolo. Ma purtroppo la mia voglia di vederla,
di toccarla cresceva giorno dopo giorno. Mi presentavo a lei sotto mentite
spoglie e nell’ombra la seguivo nei suoi spostamenti. Fu proprio in uno di
questi spostamenti che riuscì a sentire ciò che volevano farle. Ucciderla. La
sua intraprendenza l’aveva portata a morte certa. Non potevo permettere tutto
questo. Dovevo proteggerla. Quindi John presi una decisione molto dura…
“Sei pronto
Edward?” Emmett, mio fratello, mi aspettava fuori
dalla tenda. “Sarà una giornata pesante.”
“Direi di
si. Andiamo!” chiusi il mio diario soffermandomi sulla copertina: un sole che
sorgeva.Preludio a qualcosa che stava
nascendo? Magari una nuova vita.
“Edward a
che pensi?” mia sorella Alice era molto silenziosa anche quando si muoveva.
“Non mi
accetterà mai. Non credo sia una buona idea.”
“Oh…invece
ti accetterà, ti accetterà…” in un istante la sua mente mi proiettò al futuro.
Io e Bella distesi sulla sabbia mentre facevamo l’amore.
“Alice…ti
prego…”
“Edward devi
accettarlo!” girò le spalle “Ora andiamo altrimenti faremo tardi.” Lasciammo l’accampamento
appena uscì dal nostro rifugio. Raggiungemmo la statale velocemente. La sabbia
era calda ma i motori ruggivano quasi a dover calcare la nostra rabbia. L’autobus
era lì davanti a noi. E lei era dentro. Pochi metri ci separavano, pochi metri
ci avrebbero diviso. Posizionammo le jeep davanti all’autobus che sterzò
immediatamente per non urtarci. I mitra erano pronti. Entrammo velocemente
forzando le porte.
“State fermi
e non vi sarà fatto alcun male!” gridò Emmett alla
gente impaurita che tentava in tutti i modo di nascondersi. Non era la prima
volta che succedeva una cosa del genere in Africa. Molta gente spariva così,
soprattutto stranieri. Alice si diresse verso Bella. La sollevò dal posto occupato.
“Ehi! Che fai?
Lasciami!” la ragazza tentò di opporsi ma inutilmente. Strattonava Alice e le
gridava contro ma essendo un vampiro era difficile scalfire la sua dura
corazza. La portò giù provvedendo a bendarla e legarla.
“Signori, vi
auguriamo buona giornata!” lasciammo l’autobus velocemente e prendemmo di nuovo
la strada verso il nostro accampamento.
“Emmett ti potevi risparmiare quel buona giornata!”
“Alice non
hai proprio senso dell’umorismo…bah!!”
“Si può
sapere chi siete? E cosa volete da me?” Bella continuava a protestare.
“Ti conviene
stare zitta altrimenti ti metteremo qualcosa alla bocca.” Replicai seccato.
Rimase zitta fino a quando non arrivammo e la facemmo scendere. La mettemmo in
una cella e la slegammo. IL mio volto era ancora coperto.
“Dimmi cosa
volete da me.” I suoi occhi erano fiammeggianti.
“Poi ti
spiegheremo.” Feci per girarmi ma mi prese un braccio facendomi voltare.
“No! Ora!”
la sollevai da terra appoggiandola al muro.
“Non sei
nella posizione più adatta nel dettare legge.” Uno sputo mi colpì direttamente
un occhio. Selvaggia e indomita. Mi
faceva impazzire. Me ne andai ridendo cercando di non farglielo notare.
“Avrai il
tuo bel da fare con lei Edward.” Alice si intrometteva sempre quando non
doveva.
“Vedremo.” Intanto ero riuscito a salvarla. In seguito avrei
pensato al resto.
Ciao a
tutti! Spero che vi piaccia questa idea e se vi va lasciatemi un commentino
tanto per sapere se vi piace o no.
il tempo non è dalla nostra parte.
Sono trascorsi molti giorni dall’arrivo di Bella all’accampamento ma non siamo
ancora riusciti a portarla in salvo fuori dalla nazione. La cercano. Ovunque.
Non sarà facile portarla via di qua. Il territorio è perlustrato ed è solo
grazie ai nostri poteri di vampiri che siamo riusciti ad eludere le autorità.
Ma non durerà molto, dobbiamo metterci in cammino. Al più presto. Bella non
collabora, è molto ostinata e si rifiuta di mangiare. Alice cerca di farla
ragionare ma lei è molto testarda. Io non riesco a dialogare con lei, la nostra
è una scena muta. Il mio imbarazzo è palese anchea lei e i miei occhi, l’unica parte scoperta
del mio corpo, dimostrano tutto il mio interesse, tutto il mio amore. La notte
dormo accanto a lei, le sfioro il viso e le accarezzo i capelli. Vorrei tanto
che lei si accorgesse di me ma evito di farle capire il mio interessamento.
Cosa penserebbe se venisse a sapere la verità? Un vampiro di 100 anni,
innamorato di un così candido fiore?
“Ehi
scheggia! Verresti a dar da mangiare alla tua dolce fidanzatina?” Emmett non aveva peli sulla lingua. “Ancora con questi
quattro fogli! Ma che ci scrivi sopra?Come portarsi a letto Bella Swan, manuale d’uso!”
Un pugno in faccia fece zittire Emmett almeno per un po’.
Uscì dalla tenda per raggiungere il posto in cui avevamo nascosto Bella. Alice
mi aspettava fuori.
“Scheggia,
provaci tu! Non vuole mangiare. Non so più cosa fare.” Mi diede un piatto con
tante leccornie e mi lasciò in pasto al leone. Misi la mia calza in testa ed
entrai. Non sentivo nessun rumore. Bella era a terra intenta ad guardare la
luna. La osservai per un po’ di tempo perché al chiarore lunare era ancora più
bella.
“Se non
mangi niente, morirai.”
“Meglio
morire che non avere la libertà.” Mi guardava con un’aria di sfida, arrogante e
presuntuosa. Le lasciai il piatto a terra.
“Avrai
presto la tua libertà ma per ora ti consiglio di mangiare.”
“Chi siete?
E perché portate tutti queste ridicole calze che mostrano solo gli occhi? Occhi
che cambiano continuamente colore…” Si era accorta dei nostri occhi?
“Chi siamo
noi, non ha importanza…” si alzò di scatto avvicinandosi pericolosamente a me.
Il suo odore mi arrivò direttamente alle narici risvegliando il predatore di un
tempo. Il suo sangue cantava per me.
“Invece ne
ha molta visto che sono rinchiusa qui, in una cella senza sapere nemmeno per
quale motivo!”
“Non ti
preoccupare non staremo qui per molto. Andremo via presto.”
“Che cosa?Noooo! Non potete farmi questo! Nooo!
Maledetti!” si scaraventò contro ma si scontrò con il mio petto duro e freddo. “Ahi!
Ahi! Ma sei fatto di ferro! Brutto bastardo! Figlio di puttana! Fammi uscire di
qui!” tentò di arrampicarsi su di me e il risultato fu, che cadde rovinosamente
a terra ed io insieme a lei ma nel suo intento, era riuscita a togliermi la
calza lasciando il mio viso completamente scoperto. Per un attimo rimase
perplessa. Le facevo così schifo?
“Ma sei…sei
giovanissimo!” Beh…110 anni portati bene! Mi osservava come se fossi un dipinto
pregiato. “Chi sei? E cosa vuoi da me?”
“Lo saprai
presto…ora mangia!” presi la calza e tentai di rialzarmi. Ma in un attimo fu
sopra di me.
“Devi dirmi
cosa volete da me!” il suo corpo era aderente al mio e per un attimo sembrava
che le nostre labbra si toccassero. Ero pericolosamente in preda ai miei sensi.
Mi guardava con quegli occhi color cioccolata e mi scrutava come volesse
penetrare nella mia anima. Non avrei resistito oltre. Balzai portandola
delicatamente al muro.
“Non farlo
mai più, o ti pentirai di essere nata!”
“Texas
Ranger, ho già sentito questa frase e sono ancora viva e vegeta!” Ostinata la
ragazza. Ruggì davvero in modo spaventoso. E questa volta colpì nel segno. Si
acquattò al muro guardandomi spaventata.
“Giovanna D’Arco
è tutto qui il tuo coraggio?” ma non ricevetti risposta. L’avevo spaventata o
si stava preparando al contrattacco?
“Che diavolo
sei?”
“Qualcosa di
molto pericoloso…” poi fece qualcosa che non mi sarei mai aspettato. Si
avvicinò lentamente e iniziò a percorrere il mio torace con il dito fino ad
arrivare a scorrere il profilo delle mie labbra. Mi stava eccitando da morire.
“Anche io so
essere molto pericolosa…” e strinse il mio pene schiacciandolo con le dita. Ma
io ero di ghiaccio. Non sentivo alcun dolore ma questa volta finsi per non
farla spaventare ulteriormente. Gridai fingendomi dolorante e caddi a terra
come un sacco di patate. “Non sottovalutarmi mai!”
“Ehi! Che
sta succedendo qui?” Per fortuna Emmett venne in mio
soccorso.
“Il tuo capo
ha qualche dolorino nei paesi bassi.” Emmett mi
guardava stupito.
“Aiutami…”
facendogli l’occhiolino ma naturalmente il suo essere ebete emerse
prepotentemente.
“ Ti ha già
messo ko! Ah ah ah! Vergine sedotto e abbandonato!”
La cosa che mi dispiaceva dell’essere vampiro era quello di non riuscire ad
incenerire con lo sguardo. Mi alzai strattonandolo mentre rideva a crepapelle.
Mi girai per l’ultima volta verso Bella porgendole il suo piatto.
“Ora mangia
piccola selvaggia!” e mi chiusi la porta alle spalle mentre una serie di
imprecazioni erano rivolte verso la mia direzione.
“Bel tipino…ti farà felice a letto!”
Un altro pugno stavolta nello stomaco lo fece arrivare dritto sulla sua tenda.
Bella mi avrebbe dato filo da torcere, ormai non c’erano dubbi. E questa cosa
mi eccitava…e non poco!
Scusate se
non rispondo alle recensioni, per altro tutte molto belle, ma non volevo farvi
aspettare perché ormai ho tutto in testa e anche se il cap
è breve, ho deciso di postare e non farvi aspettare! Grazie mille! Bacioni!!
domani partiremo. Ho già dato
istruzioni a riguardo. Io starò con Bella mentre Alice ed Emmett
ci affiancheranno. Rosalie non era molto convinta ma per fortuna Esme e Carlisle sono riusciti a
convincerla. Lei detesta Bella e pensa che avremmo fatto meglio a lasciarla al
suo destino. In realtà è solamente gelosa. Gelosa che qualcuno possa prendere
il suo posto. Lei è stata sempre la più coccolata e la più viziata. Ha paura
che Bella possa ricevere troppe attenzioni. Ormai se ne deve fare una ragione,
Bella c’è, esiste e dobbiamo proteggerla. Dobbiamo portarla in salvo e poi
lasciarla ai servizi segreti del suo paese che la riporteranno in America. Sto
già soffrendo come un cane a questa prospettiva ma non ho scelta, la sua
incolumità viene prima di tutto. Ed anche per questo che non le ho detto chi
siamo. Devo salvaguardare la mia gente e lei, prima di tutti e tutto. Non posso
rischiare che conosca la verità, la metterei in pericolo. Noi siamo i Ribelli,
una specie di Robin Hood per i poveri dell’Africa. Ci sono tantissimi seguaci
con noi che ogni giorno rischiano la vita per difendere la loro libertà. Contro
i soprusi e le dittature, lottano al nostro fianco. Noi non li abbandoniamo mai
e li proteggeremo sempre.
“Edward vieni
per favore! Quella selvaggia della tua ragazza ha ferito un nostro militare!”
“Che cosa?”
Questa era la seconda volta che tentava di fuggire e feriva qualcuno! Andai
velocemente a vedere cosa fosse accaduto. Il ragazzo di colore era seduto per
terra con la mano dolorante. Imprecava contro Bella e la malediceva nel suo
dialetto. Bella era in piedi davanti la porta della sua cella. Ovviamente non portavo
più la calza visto che ormai mi aveva visto in faccia. Mi guardò in cagnesco.
“Ma sei
impazzita! Anche se riuscirai a fuggire, non andrai lontano. C’è solo deserto
in questa parte dell’Africa.”
“Sei un
bastardo!” La adoravo quando si arrabbiava, era fantastica. Diventava tutta
rossa e il suo petto si gonfiava tanto che la sua t-shirt mostrava il seno piccolo ma ben sodo.
“Me lo hanno
già detto. Tutto qui?”
“Senti
scheggia, coglione o come diavolo ti chiami! Voglio andarmene di qui! Voglio
tornare libera!” e iniziò a tirarmi dei calci che ovviamente la ferirono. “Ma
che diavolo! Ahiii!!” cadde a terra dolorante.
“Tra una
settimana tornerai libera ma prima dobbiamo andarcene di qui. E fammi vedere
questo piede!” La feci rialzare e guardai la ferita. Il piede non era rotto e
per fortuna non c’era sangue, solo un lieve livido nero. “Ti fa male?”
“Si ahhiiiii!”gridò al mio tocco “Dove mi porterete?”
“Al confine.
Lì ci saranno degli agenti del tuo paese che ti porteranno al sicuro.”
“Perché fai
tutto questo?” Perché ti amo, ti amo dalla prima volta che ti ho vista
difendere quel bambino e aiutarlo nel ritrovare i suoi genitori.
“Perché mi
hanno pagato.”
“Chi ti ha
pagato?”
“Il tuo
governo.” Dovevo mentire. Era per il suo bene ma non per il mio. Sembrava
sconcertata.
“Chi vuole
uccidermi e perché?”
“Sei una
reporter infallibile a quanto pare.”
“Quindi sono
arrivata alla verità sul traffico dei bambini?”
“Direi di
si.” Ci guardammo per dei minuti e poi me ne andai.
“Scheggia!”
mi voltai “Che cosa siete? Siete forti, veloci e i vostri occhi cambiano
colore.” Le avevo detto già troppo.
“Niente che ti
possa interessare.” E la lasciai.
“Sai cosa ti
dico: vai a farti fottere! Io voglio rimanere in Africa, devo finire il mio
reportage!” sarei tornato volentieri indietro e avrei baciato quella bocca
morbida e dolce ma non potevo farlo. Io non ero nessuno per lei. E sarebbe
stato per sempre così.
Arrivò la
mattina della partenza. Dopo quel giorno, non vidi più Bella. Dovevo disintossicarmi
della sua presenza. La osservavo solo da lontano o quando dormiva ma non
riuscivo più a parlarle. Salimmo sulla jeep insieme ad Alice. Bella mi guardava
ma io evitavo il suo sguardo.
“Scusami ma
dobbiamo incatenarti.”le disse Alice.
“Come se
potessi andare da qualche altra parte…” Protestava sempre. Ed era una cosa che
mi faceva impazzire. “Scheggia, perché mi eviti?”
“Non ti sto
evitando.”
“Ah no? Allora
perché non mi guardi?” mi girai di scatto. I suoi occhi erano bellissimi.
Distolsi immediatamente lo sguardo da lei, sarei stato tradito dai miei stessi
occhi.
“Alice
possiamo partire.”
“Ok, non mi
vuoi parlare…brutto coglione impomatato.” Disse l’ultima frase sotto voce. E
dopo ci fu il silenzio totale. Viaggiamo per il deserto per oltre due ore. Ma
ancora eravamo lontani dalla nostra meta. Bella dormiva ed io la tenevo tra le
mie braccia. Il caldo era insopportabile per Bella che tra l’altro aveva una pelle
delicatissima che i potenti raggi solari potevano ustionare facilmente. Quanto
avrei voluto baciare quella meravigliosa pelle, accarezzare tutto il suo corpo
e poi fare l’amore per ore. Ma un tonfo sordo svegliò Bella e ridestò i miei
pensieri.
“Ma che
diavolo sta succedendo?” proiettili attraversarono la nostra traiettoria. “Giù!
Tutti giù!” Ci avevano trovato! Di sicuro qualcuno aveva parlato e gli emissari
del dittatore, Berlubo, erano alle calcagna. Presi
una decisione tempestiva. Dovevo assolutamente portare in salvo Bella. La
caricai sulle spalle.
“Alice fate
attenzione. Io vado via con Bella. Non preoccupatevi per noi. Mi farò sentire
presto.” Scesi rapidamente dalla jeep mentre fuori impazzava la battaglia,
riuscì a fuggire con Bella sulle spalle. Ero velocissimo. Ormai non mi avrebbero
più raggiunto. Dopo un’ora di corsa mi fermai in un villaggio. Forse Bella
voleva riposare. In realtà era svenuta. Probabilmente la velocità l’aveva
traumatizzata. Cercai di rianimarla con un po’ d’acqua sul viso.
“Che cosa è
successo? Dove siamo?”
“In un
villaggio.”
“Gli altri?”
“Purtroppo
ci hanno scoperti e c’è stata una piccola battaglia, ma non ci saranno
problemi. Conosco i miei, sapranno cavarsela.”
“E noi che
faremo?”
“Ti porterò
in salvo…in qualche modo.” Mi guardò perplessa.
“Come fai ad
essere così veloce?”
“Dono di
natura.”
“Certo ed io
sono wonderwoman!”
“Non
iniziare! I miei amici stanno rischiando la vita per te e tu cosa fai? Continui
a fare la bambina e rompere le scatole!” Mi allontanai per andare al villaggio
e cercare una stanza per la notte o almeno qualcosa in cui far dormire Bella.
Mi sentì afferrare dal polso.
“Senti
brutto stronzo cadaverico, qui, io dovrei essere arrabbiata, non tu! E poi se
non sbaglio i tuoi amici vogliono salvarmi per soldi quindi non credo che
dovrei sentirmi in colpa per loro!” Non la ascoltai e continuai per la mia
strada. “Fai finta di non sentirmi?” Non la sopportavo più, a volte era davvero
indisponente. Ma mi accorsi che stava scappando. La lasciai fare un po’, in
modo da farla stancaree in due secondi,
ero accanto a lei. La sollevai da terra nonostante le sue proteste e la portai
al villaggio. La gente ci guardava allibiti, non avevano mai visto un bianco
portare una donna così.
“Credimi, è
inutile che urli così! A volte non ti sopporto proprio!”
“Fammi
scendere e ti dimostrerò come ti sopporto io!”
“Sentiamo
cosa vorresti farmi?”
“Ti
spaccherò quel brutto muso da superman dei miei stivali!”
“Sai che
paura! Sto tremando…”
“Bastardo!”
“Piano con i
complimenti…”
“Vaffanculo stronzo!”
“Se non la
smetti, ti tapperò la bocca!”
“Provaci se ne
hai il coraggio!” in due secondi riuscì a legarle la bocca con un nastro che
avevo nei pantaloni.
“Ora stai
molto meglio!” e di nuovo sulle spalle. Trovai un uomo che mi indicò una specie
di ostello. Con Bella sulle spalle, mi portò nella stanza. La feci sedere sul
letto matrimoniale.
“Se mi
prometti di stare zitta, ti tolgo il nastro dalla bocca.” Feci quanto promesso.
“Brava vedo che hai capito!”
“Non dormirò
mai insieme a te!”
“Ok allora
puoi dormire per terra…”
“Te lo puoi
scordare! Tu dormirai a terra!”
“Neanche per
sogno…” Si avvicinò puntandomi il dito contro.
“Prima che
questa storia finisca, tu morirai!” In realtà ero già morto ma questo lei non
doveva saperlo.
Rieccomi!
Sono contenta che vi piaccia la storia, quindi ho deciso di non rispondere alle
recensioni per scriverla subito. Cercherò di aggiornare presto! Grazie delle
belle recensioni! Un bacione a tutti voi!
“Pensi di
spaventarmi con le tue minacce? Figurati! Ne ho incontrati di peggiori nella
mia vita che non una bambinetta lamentosa e rompipalle!” Forse avevo esagerato
ma volevo stuzzicarla un po’. In fondo aveva iniziato lei. E avevo colpito nel
segno visto che diventò tutta rossa, sembrava stesse scoppiando. “Cos’è, hai
perso la voce? O forse hai paura di dormire insieme a me? Stai tranquilla, non
ho intenzione di abusare di te. C’è di meglio in giro!” Il vulcano esplose alle
mie ultime parole.
“Brutto figlio
di puttana! Come ti permetti? Innanzitutto non sono una bimba lamentosa e
rompipalle e poi non ho paura di dormire con te perché se ti permetti anche
solo a mettere un dito su di me, ti appendo a testa in giù al primo palo che
vedo! Ci siamo capiti?” Fantastica! In una sola parola: meravigliosa. Dio
quanto mi piaceva! Se avessi potuto, l’avrei abbracciata e baciata fino
all’indomani ma l’unica cosa che potevo fare, soprattutto per non riderle in
faccia, fu quella di girarle le spalle. “Che fai mi giri le spalle?” Era
arrabbiatissima. Forse avevo esagerato ma mi piaceva questo giochino fra di
noi. O almeno, per me era diventato un gioco, lei lo prendeva seriamente. Si
parò davanti a me con una faccia furente. “Tu non mi costringerai ad andare via
da qui! Non te lo permetterò!”
“Ormai è
deciso.” Ribadì in tono perentorio.
“E tu chi
sei per decidere della mia vita?” Stavolta avevo toccato il fondo. “Tu non sai
nemmeno chi sono! E non sai nemmeno perché sono qui!” Si girò di scatto e si
allontanò verso la finestra. Per un attimo pensai di averla messa in difficoltà
ma non fu così perché con le lacrime agli occhi continuava ad essere ostinata. “Hai
vinto la battaglia ma non la guerra.”
“Fai come ti
pare ma stai zitta.” Sbuffò e se ne andò in bagno.Sentì che stava piangendo. Era come un colpo
al cuore sentirla piangere ma non potevo fare nulla per lei. Doveva capire che
stavo facendo tutto questo per il suo bene. Detestavo vederla soffrire ma per
la sua incolumità era necessario tutto questo. Accesi la radio per sentire le
notizie.
Passiamo alla notizia principale: la
fotoreporter americana Isabella Swan si trova ancora
nelle mani dei “Ribelli”, noto gruppo rivoluzionario, che sta seminando il
panico tra la popolazione. Fonti governative confermano lo scontro a fuoco tra
i ribelli e l’esercito, purtroppo non andato a buon fine.
Maledetti,
stavano facendo di tutto per metterci la popolazione contro ma non l’avrebbero
avuta finta. La nostra opera continuava e saremmo riusciti ad abbattere la
dittatura che ormai regnava incontrastata in questo lembo di terra africana.
“E così tu
sei il capo dei Ribelli?” Bella mi fissava con quegli occhi color cioccolata un
po’ dubbiosa ma curiosa. Spensi la radio.
“Da che
parte del letto vuoi dormire?” cercai di eludere la domanda, ero sempre bravo a
farlo.
“Sei un
assassino?” continuava imperterrita nelle sue domande.
“No, non
sono un assassino. E si, sono a capo dei Ribelli ma non siamo assassini. Stiamo
combattendo questa feroce dittatura.”
“Uccidendo
altra gente?”
“Non abbiamo
mai ucciso nessuno!”
“Nei
telegiornali si sostiene in contrario…”
“I
telegiornali possono dire tutto quello che vogliono ma la verità è un’altra.
Sai benissimo che quando non siamo in un paese democratico, la verità viene
sempre distorta a discapito della povera gente e di chi vuole dire la verità. Aung San SuuKyi è stata accusata di
diffamare il governo birmano ma era solo una scusa per metterla agli arresti
domiciliari.”
“Pensi di
essere nel giusto?”
“Direi di
si, aiutare chi ha bisogno, chi viene sopraffatto ingiustamente e chi non ha la
possibilità di difendersi non lo chiamerei assassino.”
“Lo
chiameresti Superman?”
“Non intendo
ascoltarti più! Mettiti a letto e dormi!” Sbuffando finalmente si coricò.
“Prendo la
parte destra…” ben presto si addormentò ed io la presi tra le mie braccia
cullandola dolcemente. Avrei dato qualsiasi cosa per baciarla. Il mio cuore
sembrava rinato per lei. Lentamente accarezzavo ogni piccolo centimetro della
sua pelle stando attento a non svegliarla. Preso da un raptus di follia, iniziai
a baciarle il corpo. Piccoli baci a fior di pelle che divennero sempre più
audaci. Non riuscivo a fermarmi, preso sempre più dalla passione e dai miei
sensi. Per fortuna Bella aveva il sonno pesante e non si svegliò. Ed io
continuai. Mi sentivo un maniaco ma non riuscivo a smettere. Lentamente le
sbottonai la camicetta e sfiorai quei dolcissimi boccioli rosa. Era stupenda. I
suoi capezzoli cominciarono a reagire ai miei tocchi. Come un pazzo scesi con
la lingua a lambire quelle meraviglie della natura succhiandole delicatamente.
Stavo impazzendo! Bella cominciava a provare piacere perché contraeva i muscoli
segno di un vicino orgasmo. La guardai per un istante e capì che dovevo
assolutamente andarmene di lì. Me ne andai come un fulmine da quella stanza. Mi
sentivo un essere viscido che stava per approfittarsi di una ragazza indifesa.
Vagai per il villaggio e nei dintorni cercando di non pensare a ciò che stavo
facendo e a ciò che sarebbe potuto accadere. La desideravo. Questo era in
problema. Desideravo una donna che mi odiava. Una donna che non avrei mai
potuto avere. La disperazione prese il sopravvento e il mio cuore si frantumò
in mille pezzi. Non l’avrei più rivista, l’avrei portata in salvo ma non l’avrei
più rivista. Questo mi attendeva. Un futuro senza amore e senza vita perché Bella
era diventata la mia vita. Con le prime luci dell’alba tornai nella stanza ma
Bella era sparita. Dovevo assolutamente fare qualcosa. Iniziai a cercarla nel
villaggio ma non ce ne era traccia e nessuno l’aveva vista andare via. Fino a
quando riuscì a captare il pensiero di un uomo. La sua mente era un misto di
lussuria e perversione. Attraverso i suoi occhi riuscivo a vedere Bella
sopraffatta da due uomini. Capì dove si trovassero e in un baleno raggiunsi la
casa. Distruggendo la porta a mille pezzi, entrai nella stanza. Gli uomini
impauriti cercarono di scappare ma li scaraventai via dalla finestra. Bella piangeva
e quando cercai di avvicinarmi, mi aggredì non riconoscendomi.
“Bella, sono
io..scheggia…” ma non mi ascoltava, piangeva tenendosi la testa tra le mani.
Una scena che non avrei mai voluto vedere nella mia vita. “Bella andiamo via da
qua…dammi la mano…ti prego…” Mi guardò per un attimo ma riprese la testa tra le
mani. “Lo so che ti hanno fatto del male ma per fortuna non è successo niente.
Ci sono io adesso…scheggia…coglione…cretino…chiamami come vuoi!” Alzò lentamente
il viso arrossato dal pianto.
“Coglione va
benissimo.” La presi in braccio e ce ne andammo via da quel villaggio. Veloce
come la luce riuscì a raggiungere una radura con un laghetto artificiale. Feci sciacquare
Bella.
“Come stai?
Se vuoi, puoi riposarti.”
“Si, grazie.”
“Perché sei
fuggita? Ti avevo detto che sarebbe stato pericoloso.”
“Non amo
essere rinchiusa. Voglio la mia libertà, lasciami libera, ti prego”
“Non posso.
Hai visto cosa ti stava accadendo prima. Sei una preda per tutti. Ti porterò in
salvo e poi sarai tu a decidere.”
“Sei
testardo!” si alzò imponendo la sua figura e lanciandosi in una fuga quanto mai
improbabile. Stavolta non aspettai e la raggiunsi immediatamente sollevandola
da terra e inchiodandola ad un albero.
“Devi fare
come ti dico io! Non ci sono storie, sono più forte di te e più veloce. Arrenditi!”
“Mai!”
Scalciava coma un mulo. Testarda fino all’inverosimile. La bloccai con il mio
corpo.
“Non hai
scelta. Arrenditi!”
“Questo lo
dici tu!” Provò a darmi un calcio nei miei gioielli ma il mio corpo la
bloccava. E nel frattempo il calore che emanava il suo di corpo, stava facendo
crescere l’eccitazione. “Lasciami!”
“No! Se non
mi prometti che smetterai di scappare, non ti lascerò!”
“Brutto
bastardo! Lasciami!” Ma piano piano cominciava ad
arrendersi.
“Brava vedo
che hai capito…” Ma successe qualcosa che nemmeno io mi sarei mai aspettato. I
nostri occhi si incatenarono. Il respiro accelerò improvvisamente e lo sguardo
cadeva sulle nostre labbra. Sentivo vibrare Bella come una corda di violino.
Era eccitata dal mio corpo sul suo. E all’improvviso le nostre labbra si
unirono. Le sue mani si intrecciarono ai miei capelli attraendomi ancora di più
a lei. Il bacio si fece più rovente e passionale. Le mie mani vagavano sul suo
corpo fameliche di lei. Ma Bella all’improvviso si ritrasse toccandosi le
labbra.
“Io…scusa…”
si rifugiò dietro l’albero ansimante. Sentivo il suo cuore andare a mille,
sembrava quasi volesse uscirle dal petto. Avevo commesso un errore. Adesso Bella
mi avrebbe odiato ancora di più. Non dovevo mai più compiere una sciocchezza
simile.
“Scusami…”
le sfiorai la mano e scappai.
E rieccomi!! Grazie mille a tutte quante per le vostre belle
recensioni e scusatemi sempre se non vi rispondo ma vorrei accontentarvi e
farvi leggere la storia. Comunque se vi va fatevi quattro risate con la mia
storia Strano
il mio destino non vi pentirete! Un bacione!
Non potevo
allontanarmi troppo da lei. Attirava i guai come una calamita. Quindi mi
limitai semplicemente a distanziare il suo meraviglioso odore dalle mie narici,
tenendola ovviamente sotto la mia vigilanza. Tutto questo mi stava
distruggendo. Giorno dopo giorno mi innamoravo sempre più di lei e non riuscivo
a starle lontano. Solo al pensiero che non l’avrei più rivista, la disperazione
più totale mi bloccava completamente. Lei era lì ed io non riuscivo ad
esternarle i miei sentimenti. Il problema era che non potevo dirle che l’amavo.
Cosa le avrei detto? “Ti amo ma saisono un vampiro. Sono un mostro!” No!
Non mi avrebbe mai accettato o amato. Non poteva andare così. Meglio fare la
parte del duro e cinico capo dei Ribelli. Era l’unica soluzione.
“Ti prego,
non mandarmi via.” Una voce limpida ma singhiozzante si insinuò lenta nella mia
disperazione. “Se andrò via, non saprò mai cosa sia successo a Matthias.”
“Matthias?”
“Si, vivo in
Africa da ormai cinque anni. Amo questa nazione e mi piacerebbe, un giorno,
morire qui. La mia migliore amica, Jessica, era congolese. Due anni fa, ha dato
alla luce uno splendido bambino. Il suo nome è Matthias.
Un bambino bellissimo che cresceva bene grazie anche alle cure amorevoli di sua
mamma. Suo padre li aveva abbandonati e quindi lei ha cercato di prendersi cura
del bambino in tutti i modi, facendogli da papà e da mamma. Jessica è stata
davvero in gamba. Matthias non poteva crescere in
modo migliore. Ma pochi mesi fa, Jessica aveva portato il bambino al parco, mentre
parlava al telefono, Matthias è scomparso nel nulla.
Abbiamo fatto di tutto per ritrovarlo ma niente. Nessuna traccia di Matthias. Così…puff…svanito. Un
mese fa, Jessica è morta. Ha ingerito una sostanza velenosa e si è suicidata
dopo aver saputo che il suo bambino era morto. Ma io non credo che sia stato un
suicidio e non credo che il bambino sia morto. Sono qui perché voglio sapere la
verità e perché voglio ritrovare Matthias. Vivo.
Fonte certa mi ha portata qui dicendomi che Matthias
è vivo. Ma purtroppo si trova in mano a cacciatori di bambini.” Girai
istintivamente la testa verso di lei indignato e furibondo.
“La tratta
dei bambini!”
“Esatto.
Prendono i bambini per venderli, dio solo sa per quali orribili scopi. In tutto
questo il governo dittatoriale è complice.”
“E tu stavi
svelando gli altarini?”
“Si, ho
scoperto molte cose che potrebbe far intervenire l’Onu in questo lembo di terra
dimenticato da Dio.”
“Devi prima
ritornare a casa sanae salva.”
“Si intendo
farlo ma prima devo ritrovare Matthias. Ti prego,
aiutami. Tu e i tuoi amici siete i soli che possano aiutarmi”
“No, Bella.
Io ritroverò Matthias ma tu devi lasciare questo
posto al più presto. Sei in grave pericolo. Ti prometto che farò di tutto per
ritrovarlo.” La guardai negli occhi sperando che si fidasse di me.
“No, ti
prego…non farmi andare via!”
“Mi
dispiace.”
“Lo fai per
i soldi, vero? Ti pagherò di più!” Si aggrappò a me con gli occhi che le
brillavano dall’eccitazione. Ma l’allontanai istintivamente. Non volevo che
capisse quanto tenevo a lei.
“No, non è
per questo.” Perché ti amo e non voglio
che ti sia fatto alcun male.
“Ah no? Non
è per soldi che gira questo schifo di mondo? Non è per soldi che un bambino di
due anni è stato sottratto dall’amore della mamma?” Era arrabbiata, direi quasi
furente.
“Lo so Bella
ma…” come potevo sviare il discorso, non potevo certo dirle: perché ti amo
dalla prima volta che ti ho vista!
“Ma cosa? Da
quando ci conosciamo non sai far altro che darmi blande giustificazioni e
nessuna spiegazione!” Era arrivato il momento di far uscire il duro dal cuore
tenero che c’era in me.
“Queste sono
le mie spiegazioni ed è così che andranno le cose! Adesso dormi perché la
giornata di domani sarà estenuante.” Le girai le spalle e andai a sedere sotto
un albero. Aspettavo la sua reazione ma andò vicino al laghetto e si addormentò
guardando la luna. Era bellissima, il suo coraggio la rendeva quasi una dea,
pronta a difendere tutto e tutti anche a costo della sua vita. Mi ricordai il
primo giorno che la vidi. La sua lotta estenuante nel difendere quel bambino e
la sua mamma contro i soprusi di quel soldato. Un coraggio da principessa
guerriera. Si parò davanti al soldato che puntava il fucile contro quei due
malcapitati. Mi trovavo per caso a passare da lì. Di sicuro sarei intervenuto
ma volevo vedere cosa fosse riuscita a fare quel piccolo scricciolo contro
un’arma letale. La sua ostinazione era incredibile, una folla di persone si
riunì intorno a lei ed il soldato dovette deporre l’arma ed andare via. Bella
era nata per combattere. Ma la sua guerra era finita nel momento in cui la sua
sentenza di morte era stata firmata. Non avrei permesso una simile cosa. Mi ero
innamorato di lei, del suo coraggio, della sua tenacia e non avrei mai permesso
che la donna che avrei amato per tutta la vita potesse fare una simile fine. Le
accarezzai la guancia e i suoi occhi si aprirono.Si alzò di scatto guardandomi curiosa di
capire il perché di quel gesto. Ma io mi scostai velocemente.
“Edward!” mi
venne dietro.
“Vai a
dormire, non ho intenzione di continuare lo stesso argomento di prima!” Per
tutta risposta, mi accarezzò la guancia guardandomi dritto negli occhi.
Probabilmente se avessi avuto l’opportunità di arrossire,lo avrei fatto.
“Per…perché?” Rimasi allibito. Come un ebete, la guardavo come un ebete e non
sapevo proferir parola.
“Perché mi
andava!” si girò e se ne andò lasciandomi come un cretino. Si stava prendendo
gioco di me!
“Questo non
te lo permetto signorina!”
“Quindi tu
puoi slinguazzarmi e accarezzarmi quando vuoi ed io
non posso nemmeno toccarti??” Forse il mio colorito divenne ancora più bianco,
semmai fosse possibile.
“Cioè
tu..tu…” Non avevo più parole.
“Si, io ero
sveglia quando tu giocavi con il mio
corpo! Nessuno ti aveva dato il permesso di farlo o sbaglio?”
“Perché tu
non mi hai fermato allora?”
“Beh…perché…”
“Sentiamo,
sono tutto orecchie…”
“Io…forse è
meglio tornare a dormire…” e mi lasciò lì. Ma non poteva bastarmi, io volevo
sapere la verità. La raggiunsi in un baleno e la costrinsi a guardarmi negli
occhi.
“Dimmi
perché non mi hai fermato!”
“Non lo so,
ok?”
“Non mi
basta come risposta.”
“Fattela
bastare perché voglio andare a dormire.” Mi guardava negli occhi con la stessa
intraprendenza di sempre. Audace e guerriera. La lasciai andare. Ma non sarebbe
finita così. Mi dovevo vergognare per quello che avevo fatto ma sapere che
Bella era stata partecipe non faceva che aumentare le speranze che in fondo
potevo anche piacerle.
La mattina
seguente, il sole bruciava. Cercai in tutti i modi di riparare Bella dietro la
mia schiena contro i raggi del sole promettendomi di trovare presto un mezzo
per arrivare al confine. Dopo un’ora di cammino, riuscimmo a recuperare una
jeep a pezzi ma camminava ancora.
Gli emissari
del governo americano ci attendevano proprio davanti al confine. Ma qualcosa
non mi convinceva. Armati fino ai denti e senza un soldato africano di vedetta.
La cosa mi puzzava e non poco. Fino a quando non sentì i pensieri di uno dei
due. Era una trappola, avrebbero preso Bella e poi mi avrebbero ucciso.
Uccidendo in seguito anche lei dando la colpa ai Ribelli.
“Tieniti
forte, si cambia direzione!” Invertì la marcia della jeep con un testa coda
pazzesco e mi diressi via. Sentivo i colpi dei fucili tentare di raggiungerci.
“Ma che
diavolo sta succedendo? Ma che fai?”
“Si cambia
programma.”
“Ma perché?”
“Era una
trappola.”
“Tu come fai
a saperlo?”
“Fidati. Ho
sentito i loro pensieri.”
“Perfetto!
Che cosa sei una specie di stregone? Che cazzo! Ma in che mani sono finita!”
Inizia a ridere correndo come un pazzo. “Si ma adesso dove andiamo mago Oronzo?” E già…dove saremmo potuti andare? Mi balenò
un’unica e sola direzione che potevamo prendere per mettere in salvo Bella.
“Tranquilla.
Fidati.”
“Certo come
no! Ho altre alternative?”
“No!” ed iniziai
a ridere mentre Bella mi malediceva.
Dopo due ore
di viaggio eravamo arrivati. La cittadella dei Black.
I licantropi. Non sapevo se volevano darmi il loro aiuto. Erano sempre stati contrari
a i vampiri ma Bella non era un vampiro. Centinaia di occhi scrutarono il
nostro arrivo.
“Ma dove
siamo?”
“Scendi. Non
aver paura.” Annuì ma non sembrava molto contenta. E nemmeno io.
“Che cosa
vuoi qui?” Il potente capo Paul avanzava verso di noi.
“Sono qui
per chiederti aiuto.” Tutti gli altri ci circondarono oscurando il sole.
“Sentiamo.”
“Bella Swan è in pericolo. Vorrei che la proteggeste per un po’.”
Iniziò un coro di proteste che venne fermato da Paul.
“Perché mai
dovremmo aiutarti?”
“Lei è
umana. Ha bisogno del vostro aiuto.” Paul scrutò Bella per un attimo.
“Che genere
di aiuto ti serve?” Da dietro il suo possente corpo, spuntò un ragazzo sui
vent’anni molto muscoloso come tutti i licantropi del resto.
“La lascerò
per un po’ qui con voi.” Ma mi pentì subito dopo aver visto Jacob che
immaginava di fare l’amore con Bella in tutti i modi possibili ed immaginabili.
E un sentimento a me estraneo si affacciò per la prima volta nel cuore morto.
La gelosia. Semplice e pura gelosia.
“Che cosa?
Ma tu sei matto! Io non resterò qui un minuto di più!” Bella protestava.
“ Sta
tranquilla, sono amici.”
“Amici tuoi,
non miei! Io vengo con te.”
“Non puoi.”
“Si invece!”
“Bella
resterai qui con noi.” Era Jacob a parlare. Si avvicinò cauto a Bella, quasi
avesse paura di lei. La cosa non mi piaceva affatto perché sentivo dei pensieri
poco casti nei confronti del mio amore. “Non ti faremo del male. Vogliamo
aiutarti come Edward.”
“Jacob
lasciamo decidere agli altri. Chi vuole che Bella rimanga?” Tutti alzarono la
mano tranne una donna.
“Io no!”
“Leah non rompere sempre!” le gridò Jacob.
“Non capisci
che verranno a cercarla. Lei è la fotoreporter.” A quelle parole tutti
sussultarono.
“Ha bisogno
del nostro aiuto.”
“Lo dici
solo perché ti piace!” insinuò Leah. Aveva ragione.
Jacob faceva dei pensieri impuri su Bella e Leah lo
aveva percepito. La rabbia stava prendendo in sopravvento in me. Ero geloso di
Bella. Solo il pensiero che qualcuno la potesse sfiorare, avrei dato in
escandescenza. E non mi sembrava il momento. “Lo sento dai tuoi pensieri Jacob!
Non deve rimanere! Ci metterà nei guai.”
“Non
possiamo lasciarla così Paul!” Implorò Jacob. Le sue intenzioni erano buone ma
avrebbe sfruttato l’occasione non appena sarei stato via.
“In effetti…non
possiamo.”
“E’ umana e
voi dovete proteggerla.” Ribadì. Non mi piaceva più l’idea di lasciare Bella a
Jacob ma dovevo proteggerla e loro potevano farlo.
“E’ un pericolo
per noi! Questa qui porterà solo disgrazie!” Sancì in modo perentorio e
definitivo Leah.
“Comunque
fate come se io non ci fossi, non vi preoccupate…però questa qui lo puoi dire a
tua sorella bamboccia!” Ed eccola di nuovo! Era strano che fino ad allora fosse
stata zitta!
“Come mi hai
chiamato? Bamboccia?” Iniziarono tutti a ridere. Mentre Leah
non sembrava molto divertita anzi al contrario. Le sue vene iniziarono ad
ingrossarsi segno che il mutamento era in corso. Mi parai davanti a Bella per
proteggerla da un eventuale attacco.
“Resta
sempre dietro di me, non ti allontanare per nessun motivo! E soprattutto stai
zitta!” le intimai sperando che facesse come le avevo indicato.
“Lei mi ha
chiamato questa qui! Insomma!”
“Bella
basta!” A volte essere testardi era un bene ma in certi casi Bella ne aveva in
abbondanza!
“Tu sei una
sciocca ragazzina viziata!” Le cose si stavano davvero mettendo male. Feci da
scudo a Bella indietreggiando mentre ormai Leah si
stava trasformando in un lupo.
“Leah calmati!” Jacob e Paul urlarono all’unisono in direzione
della ragazza e si misero in mezzo. Ma ormai era troppo tardi. Leah divenne un lupo pronto all’attacco. I due ragazzi si
trasformarono davanti ai nostri occhi. Bella era scioccata. Gli occhi sbarrati
e la bocca semiaperta.
“Ma che…che…che..che…cos…cosa…soo…sono?”
“Licantropi.”
Ma il colpo era troppo forte per lei. Svenne tra le mie braccia mentre
cercavano di fermare Leah. Ormai Bella era entrata
nel nostro mondo dal quale difficilmente ne sarebbe uscita indenne.
Rieccomi!
Come vi è sembrato il cap? Ebbene si, Bella è molto
attratta da Edward ma ce ne vuole ancora per innamorarsi. Il tema trattato è
molto scottante, purtroppo centinaia di bambini scompaiono e nessuno sa dove
siano andati a finire, spero che un giorno, non lo dico solo come mamma ma
anche come essere umano e civile, tutto questo finirà. Chiusa parentesi seria
rispondo alle vostre favolose recensioni:
chihuahua:
come avrai capito Bella ha sentito tutto, solo che diciamo così faceva la finta
scema…chissà poi perché…eh eheh!
Grazie mille!
ary94:
sono felice che ti piaccia la storia! Grazie mille!
Queen Alexia: si Edward si fa sempre problemi quando invece la soluzione è
unica: parlare con lei! Mah! Grazie mille!
antonella64:
contenta che ti piaccia! Grazie mille!
daddyaya76:
hai capito subito che a lei piaceva il nostro Eddyno!
Eh eheh! Effettivamente
non la dava a bere riguardo alla notte passata con Edward! Grazie mille tesoro!
Giulia_Cullen:
Beh…ci vorrà prima di un altro bacio ma ci sarà tranquilla! Grazie mille!
giova71: Ci
sei anche qui! Sono felicissima!! E si cercherò di sorprendervi! Grazie mille!
Ringrazio
anche chi mi segue in silenzio! Grazie mille! Baciotti!
A presto!
Era svenuta
tra le mie braccia dopo aver saputo la verità. Non aveva retto a tale
rivelazione. Quindi cosa avrebbe fatto quando le avrei detto che ero un
vampiro? Non ci volevo nemmeno pensare! Mentre Jacob e Paul si erano
trasformati per fermare Leah, io portai Bella in una
tenda.
“Sta
tranquillo si riprenderà. Lo shock è stato troppo forte.”
“Grazie.”
Una ragazza castana mi guardava incuriosita. Portava una cicatrice vistosa sul
viso.
“Non sono
sempre aggressivi e solo che Leah è gelosa di Jacob.
E vede in lei, una potenziale nemica.” E non aveva tutti i torti! Jacob era
attratto fisicamente da Bella. Al solo pensiero avrei spaccato tutto.
“Jacob è
attratto da Bella.” Dissi violentemente.
“ Lo so, si
vedeva dai suoi occhi e Leah lo avrà percepito dai
pensieri.” Pensieri? Avrei detto girone del lussuriosi! Guardai preoccupato Bella
accarezzandole una guancia. “Sta tranquillo, capirà.”
“Non lo so.
In fondo vorrei dirle la verità ma non so come la prenderebbe”
“Tu devi
solo essere sincero e tutto andrà per il meglio. Tieni, mettile questo sotto il
naso, si riprenderà subito.”Mi porse una bottiglietta con del liquido.
“Cos’è?”
“Semplice
profumo.” Feci come mi disse e dopo pochi minuti Bella rinvenne. Ma quello che
vidi nei suoi occhi, mi fece capire che non sarebbe andata come speravo. Paura,
paura allo stato puro. Si alzò immediatamente indietreggiando velocemente.
“Chi siete?
Che cosa volete da me?” I suoi occhi. I suoi occhi mi ferirono più di ogni
altra cosa. Aveva terrore della mia presenza.
“Calmati
Bella! Non ti vogliamo fare niente.” La ragazza si avvicinò lentamente verso di
lei tendendole la mano.
“No! Sta
ferma lì! Non so cosa vogliate da me ma…ma…non vi muovete!”
“Bella non
ti vogliamo fare del male. Sono qui per aiutarti.” Mi avvicinai anche io. Ma il
risultato fu che balzò immediatamente indietro.
“Chi sei?
Cambi sempre il colore degli occhi, non mangi mai né dormi. Sei veloce e forte.
E sei sempre coperto con vestiti neri. All’inizio pensavo fossi una sorta di
Superman ma dopo aver visto quella…quella cosa diventare un mostro…io…io non so
più in cosa credere.”
“Io sono un
vampiro.” Le dissi guardandola direttamente negli occhi. Sbiancò, socchiudendo
leggermente le labbra. Pensavo stesse per svenire nuovamente ma non fu così. Si
resse dal tessuto della tenda.
“Un..un..vampiro!
Ci manca solo che io mi trasformi in Wonderwoman!”
Rideva terrorizzata.
“Si. Ma non
ti farò del male. Se avessi voluto, ti avrei già ucciso.”
“Gran
consolazione! Che cosa volete da me?”
“Il
dittatore della Tanzania ti vuole morta. Hai scoperto troppe cose e sei una
sovversiva troppo pericolosa con i tuoi reportage. Sei in pericolo.”
“Quindi tu…tu
mi stai proteggendo?”
“Si.” Ammisi
candidamente.
“Per quale
motivo?” Abbassai gli occhi. Dovevo dirle cosa provavo per lei o mentire? E se
mi avesse respinto? Sarei riuscito a sopportare tutto il dolore?
“Mi pagano.”
Mentì spudoratamente.
“Già ma chi?”
“Il tuo
governo. Ti rivuole indietro.”
“L’ho visto
oggi al confine come ci tengono a me.”
“Questo non
so spiegartelo ma qualcuno è senza dubbio corrotto.”
“Tu…tu bevi
sangue umano?”
“No, bevo
quello degli animali. Sono vegetariano.” Abbozzai un lieve sorriso.
“Certo, simpatica
la battuta!” Cercai di avvicinarmi. “No! Stai indietro…ecco io…io ho bisogno di
tempo per…per capire.” Mi stava respingendo. Mi stava dicendo che non voleva
restare vicino a me. Me ne andai fuori da quella tenda, in quel momento capì
che Jacob avrebbe avuto migliore occasione per far innamorare Bella di sé. Il
mio cuore era definitivamente morto.
POV Bella
“No! Stai
indietro…ecco io…io ho bisogno di tempo per…per capire.” Si stava avvicinando.
Ma lo fermai. Non potevo, non riuscivo a tranquillizzarmi. Ero terrorizzata.
Licantropi, vampiri, un dittatore mi voleva morta. Dovevo metabolizzare tutte
quelle informazioni. Ero sempre restia a credere ad un mondo sovrannaturale.
Una scettica per eccellenza. Ma adesso? Questo mondo mi reclamava e mi aveva
fatto entrare a pieno titolo. Ma cosa volevano da me? Ero una semplice
ragazzina, per giunta goffa e scoordinata nei movimenti. Certo con la mia penna
potevo distruggere tutti ma fisicamente ero una mezza calzetta. Edward abbassò
lo sguardo e andò via dopo le mie parole. Era distrutto. E tutto questo per
colpa mia. Ma avevo bisogno di tempo. Odiavo me stessa perché non ero all’altezza
della situazione. Edward aveva uno sguardo spento ed infelice. Non capivo il
motivo ma di sicuro centravo io in tutta la sua infelicità. La donna accanto a
lui mi squadrava incuriosita.
“Vuole
proteggerti, non ti farà del male.”
“Si questo l’ho
capito. Tu chi sei?”
“Mi chiamo
Emily e sono umana come te.” Questa rivelazione mi sorprese. Un’umana? Quindi
non ero l’unica.
“Cioè vuoi
dire che non ti trasformi e non bevi sangue animale?”
“Esatto. Mi
trovo qui per amore.”
“Amore?”
“Si, sono la
promessa sposa del capo, Paul.” Associai quel nome alla persona. Come poteva
sposare un licantropo? Il mio viso doveva palesare il mio stato d’animo perché mi
disse subito che i licantropi erano buoni d’animo e persone in gamba. Avevo
quello sfregio solo perché Paul non si era reso conto di quello che stava
facendo.
“Bella, l’amore
è difficile da comprendere e se cerchi di farlo finirai per distruggerti la vita.”
“Tutto è
comprensibile se si cerca di capire.”
“No, credimi
Bella. Edward, per esempio, si sta distruggendo la vita.” Cercai di riflettere
a quelle parole ma non capì cosa volesse dire.
“In che
senso scusa?”
“Non ti è
ancora chiaro? Credi che sia qui solo per soldi? Oppure c’è qualche altro
motivo?” Corrugai la fronte in cerca di una risposta ma non la trovai. O forse
non voleva trovarla. Mi rifiutavo di pensarla.
“Non è
innamorato di me.”obbiettai cercando di essere meno alterata.
“Sei davvero
ingenua.” Sorrise a quella mia affermazione avvicinandosi ulteriormente. “Pensaci
Bella. I suoi occhi. Pensa ai suoi occhi quando è andato via di qua. Solo un
uomo innamorato può far quello che sta facendo Edward per te.”
“ Ma lui ha
detto che lo pagheranno!”
“Ovvio, cosa
vuoi che ti dicesse.”
“Non so che
dire, cioè…io…sono molto confusa…”Mi accarezzò la mano.
“Tutto si
sistemerà e ti sembrerà tutto più chiaro con un buon sonno ristoratore” e se ne
andò. Pensai mentalmente agli occhi tristi e malinconici di Edward. Era
infelice. Erano gli occhi di un uomo innamorato. Innamorato? No, non poteva
essere! Edward era innamorato di me! Beh…i suoi giochetti erotici dimostravano
che avesse una certa attrazione per me ed io non mi ero negata, soprattutto perché
provai un certo piacere ma da qui a pensarlo innamorato di me! Non era
possibile! Non ci credevo. Lui non mi aveva mai dimostrato di essere
interessato a me se non nel senso fisico. Dovevo riflettere. Dovevo prendere tempo
e riflettere. Mi sdraiai sul lettino e chiusi gli occhi iniziando a pensare a tutto
quello che era successo fino ad adesso. Mi venne in mente il bacio. Ed una
scossa percorse la mia schiena. Intenso, passionale. Forse davvero era
innamorato di me. Io lo avevo baciato per provocarlo ma lui sembrava veramente
preso. Con questi pensieri in testa mi addormentai.
POV Edward
Rimasi per un po’ fuori la tenda di Bella.
Decisi di partire non appena si sarebbe svegliata. Come sospettavo, Bella era
terrorizzata da me. Mi detestava e mi credeva un mostro. D’altronde era così.
Solo che io stavo soffrendo tantissimo. Bella era la mia ragione di vita, avrei
fatto qualunque cosa per lei.
“Devi darle
più tempo…” La ragazza di poco fa si avvicinò appoggiando la sua mano sulla mia
spalla. “Vedrai che capirà e ti amerà come vuoi tu.” Abbassai lo sguardo
sconsolato.
“Non sarà
così. Bella mi detesta.”
“Non è vero,
è solo impaurita e confusa. Si capisce dai suoi occhi. La sua spavalderia nasconde
in realtà una donna molto fragile.”
“Può darsi
ma per ora non mi accetta.”
“Tempo al
tempo.”
“E’ deciso,
la ragazza può rimanere.” Il fisico possente e muscoloso di Jacob Black sovrastava la tenda. Mi alzai lentamente.
“Vi
ringrazio. Andrò via stanotte ma tornerò presto.”
“Puoi anche non
tornare… qui sarà al sicuro.” Una scena erotica nella sua mente. Bella sdraiata
su di un letto con lenzuola si seta nere e lui che leccava tutto il suo corpo.
Violentemente entrava in lei con una spinta poderosa e iniziava a possederla
selvaggiamente. Sorrideva sornione. Non riuscì a resistere e con una spinta
violenta lo feci cadere a terra. In un attimo balzai sopra.
“Se ti
permetti anche solo a pensarle certe cose, ti ammazzo con le mie stesse mani!”
Gridai arrabbiatissimo.
“E tu non
leggermi il pensiero!” Lo liberai, schifato dalla puzza che emanava quel
cagnaccio.Mi rifugiai lontano da occhi
indiscreti. Non volevo lasciare Bella a Jacob ma che altro potevo fare? Qui era
l’unico posto sicuro. Da solo non sarei riuscito a trarla in salvo.
Maledizione! Perché doveva essere così difficile! Rimasi per delle ore
interminabili seduto a fissare il vuoto. Non volevo lasciare Bella. Non potevo
permettere a quel rozzo di farla innamorare di lui.
“Edward.”
Una voce. La sua voce. Mi girai di scatto. Lei era lì, bella come non mai. “Scusami
per prima. E’ solo che…che sono molto confusa. Perdonami.” Era davvero
mortificata. Ma il mio cuore riprese a battere.
“Non ti
preoccupare. Non devi chiedermi scusa.” Passammo dei minuti in silenzio
assoluto. Nessuno dei due riusciva a proferir parola.
“Quando partirai?”
“Tra un po’.”
“Davvero?”
Sembrava dispiaciuta.
“Si ma
tornerò presto. Cerca di non cacciarti nei guai, tipo farti sbranare dai lupi.”
Sorrise a quella battuta.
“Questo non
te lo posso promettere, sai che detesto chi vuole comandarmi.”
“Si, lo so
benissimo.” Infatti ne avevo avuto prova.
“Devi
proprio andartene?” Quella domanda mi spiazzò.
“Si Bella.
Devo cercare i miei amici e poi ti verremo a riprendere.”
“E magari…non
so…non potrei venire con te?”
“Assolutamente
no! Non ricominciare! Mi costa molto lasciarti a loro ma devo.”
“Perché?” Perché Jacob ti vuole tutta per sé ed io
sono gelosissimo!
“Nonmi piacciono i licantropi. Ci sono sempre
stati screzi tra di noi.”
“Per il
fatto che sei un vampiro.”
“Si certo.
Non corre buon sangue tra di noi.”
“Grazie, tu
non hai sangue!” Sorrisi a quella battuta squallida. “Oops…scusami
a volte parlo troppo.”
“Beh…ora
ritorna in tenda perché devo andare via e non ti voglio lasciare qui da sola.”
“Edward.” Di
nuovo la sua voce fantastica. La guardai negli occhi e sembrava volesse dirmi
chissà che cosa. O forse era solo la mia immaginazione. “Torna presto.” Si
avvicinò e mi diede un bacio sulla guancia. “Buona fortuna.” E se ne andò. Ero senza
parole. Era stata dolcissima. I suoi occhi parlavano per lei. Che si stesse
innamorando di me? Con la gioia nel mio cuore morto partì a razzo sotto una
luna che splendeva brillante su nel cielo.
Spero di
essere stata un po’ più chiara in questo cap! Come al
solito, non posso rispondere alle belle recensioni ma vi ringrazio di vero
cuore! Grazie anche a chi segue questa storia tra preferite, seguite e
ricordate! Grazie! Baciotti!
Trascorsero
diversi giorni dalla partenza di Edward. Mi sembravano un’eternità! La cosa che
più mi imbestialiva era sognarlo ogni notte. Sempre lo stesso sogno. Io e lui
che ci baciavamo, io e lui che facevamo l’amore. Possibile che mi stessi innamorando
di quel vampiro dagli occhi verdi? Non credevo questo. Però perché quel nodo
alla gola quando sentivo solo pronunciare il suo nome. Non ne potevo più,
dovevo non pensarlo assolutamente.
“Hey piccola!” Jacob Black mi
faceva sempre compagnia. Era diventato un mio amico ormai. Gli avevo raccontato
della mia amicizia con Jessica, di Matthias, della
morte dei miei genitori. Non c’erano più segreti tra noi. Ed io amavo stare in
sua compagnia. A volte faceva un po’ il gradasso ma sapevo bene come farlo
ritornare in sé.
“Ti va di
andare a fare un bagno al laghetto?”
“Certo! Oggi
si soffoca!” Misi velocemente il costume e ci fiondammo correndo al laghetto
artificiale creato per sopperire al caldo infernale dell’Africa. Certo i
licantropi erano perennemente caldi ma l’acqua serviva comunque. Mentre stavamo
per arrivare, Jacob mi prese di peso e mi buttò.
“Ma sei un
bastardo!” Gli urlai contro. Detestavo l’acqua negli occhi. L’ebete rideva di
gusto fino a quando non si gettò a peso morto. Tentai di farlo rimanere sotto buttandomi
addosso ma caddi rovinosamente giù mentre lui si rialzò. Era troppo forte per
me. Bevvi una quantità industriale di acqua.
“Bella stai
bene?” Jacob mi guardava incuriosito con un ghigno stampato in viso.
“Deficiente
mi hai fatto bere!”
“E tu perché
ti sei buttata addosso, lo sai che sono molto forte” e rideva.
“Ma che ti
ridi idiota!” Per tutta risposta si tuffò di nuovo e scomparve. “E adesso dove
andato sto rimbambito!” Sbucò dietro di me spaventandomi a morte e sollevandomi
dall’acqua.
“Mettimi giù
pezzo di cretino!” Ma quando lo fece i nostri corpi aderirono l’un l’altro.
Jacob ebbe un sussulto quando il mio bacino sfiorò il suo. Era una situazione
piuttosto imbarazzante. I nostri visi ormai erano vicinissimi. Sentivo il suo
cuore battere all’impazzata. Mi scostai ma lui mi attirò nuovamentea sé.
“Dove credi
di andare?”
“Jacob
smettila di fare il bambino!” Ma non riuscì a prevedere quello che stava
facendo perché sia avventò sulle mie labbra. Tentai di scansarlo ma era troppo
forte. Io non volevo quel bacio. Jacob era solo un amico per me. Rimasi passiva
fino a quando non si staccò ansimando. Gli tirai un pugno in faccia ma mi feci
molto male.
“Ahioooo!”
“Ma che
diavolo fai?” Mi prese la mano, ormai con un livido vistoso.
“Mi hai
fatto male!” Gli urlai contro.
“Ma sei
stata tu a colpirmi!”
“Brutto
bastardo! Non ti azzardare più a baciarmi! Ahiii!” Mi
faceva molto male la mano. Era di ferro per caso?
“Perché non
ti è piaciuto?”
“Per niente!
Se non ti fossi reso conto, sono rimasta passiva tutto il tempo!”
“Certo ci
credo proprio!”
“Brutto
coglione arrogante e presuntuoso! Ringrazia Dio se sei così forte!”
“Perché
altrimenti?”
“Ti
spaccherei volentieri quel muso!”
“Si certo…”
e nuovamente scontrò il suo bacino con il mio. Appoggiò il suo naso sul mio
collo inspirando il mio odore. “Che buon profumo che hai…” Poi iniziò a
lasciarmi baci sul collo.
“E no!
Adesso basta!” Riuscì a scansarmi e cercai di uscire dal’acquama Jacob mi raggiunse e mi fece voltare.
“Perché no Bella?
Io…io mi sono innamorato di te!” Rimasi scioccata a quella confessione. Si
certo, faceva il cretino di tanto in tanto ma non avevo capito che si fosse
innamorato di me.
“Ma che
dici? Mi conosci da appena due settimane e…”
“Ti amo.”
“Ma va
Jacob! Non dire stronzate! ” Uscì dal’acqua arrabbiata più con me stessa. Avevo
creduto che lui mi fosse amico. Come poteva farmi una cosa del genere? Io mi
fidavo di lui.
“E’ per lui
vero?”
“Per chi?”
“Edward.”
“Lascia
stare Edward adesso! Non è lui il problema!”
“Ah no!
Allora perché la notte urli il suo nome e ti tocchi?” Oh mio dio! Sentiva
gridare il nome di Edward. Volevo sprofondare dalla vergogna.
“Non sono
affari tuoi! E poi che fai mi spii?”
“Invece si!
Bella, Edward è un vampiro e per di più un vampiro playboy! Ti scaricherà per
la prima che troverà più attraente di te!” Edward un playboy?
“Ma non dire
cazzate Jacob!”
“Sul serio.
Perché credi che ritardi a venire a prenderti? Sarà con qualche sciacquetta.”
“Certo come
dici tu.”
“Non ci
perdere tempo. Lui è un pezzo di ghiaccio, io…io invece posso renderti felice.
Sono umano e sono caldo.” Mi prese la mano e la portò sul petto. “Senti come
batte, lui non ce l’ha un cuore“Si, ok Jacob, vai a bere il latte dal biberon.”
Me ne andai
come una furia nella mia tenda e vi rimasi fino a notte fonda. Mi svegliai di
soprassalto, sudatissima e appiccicosa. Come al solito il caldo africano mi
stava demolendo. Iniziai a pensare a quello che aveva detto Jacob. E se fosse
vero? Cioè, io mi stavo innamorando di un vampiro? Santo cielo! Il caldo
africano mi fava alla testa. Decisi di fare un bagno ristoratore, giusto per
rilassarmi un po’. L’acqua del lago era molto calda e l’atmosfera era
incantevole. Il paesaggio africano era meraviglioso soprattutto nelle ore
dell’alba imminente. Mi metteva un non so ché di tranquillità. Misi un piede
per saggiare la temperatura dell’acqua e come sospettavo era bollente anchea quest’ora. Decisi di togliere tutto. Volevo
sentire il calore dell’acqua direttamente sulla pelle. Entrai beandomi a quel
contatto tanto bramato e mi immersi completamente. Un senso di beatitudine mi
colpì nel mio essere, ero completamente assorta e presa da non accorgermi
diuna presenza dietro di me.
“Non
dovresti stare tutta sola di notte…” All’inizio pensai fosse Jacob. Mi alzai di
scatto girandomi ma mi scontrai con un petto freddo e marmoreo. Rimasi a bocca
aperta.
“Tu…”
“Si, io.”
Edward Cullen era bellissimo. Immerso fino
all’inguine nell’acqua, indossava una camicia di lino bianca. E nella notte
africana le sue iridi verdi brillavano ancora di più sotto la lune decrescente.
Era da infarto. Una bellezza da mozzare il fiato. Mi guardava con le labbra
socchiuse a pochi centimetri dalle mie. Vidi il suo sguardo posarsi
delicatamente sul mio corpo e fu allora che mi ricordai di essere nuda! Arrossì
girandomi di scatto e coprendomi il seno con le braccia. Edward rimaneva sempre
lì, dietro di me.
“Quando…quando
sei tornato?”
“Proprio
adesso.” La sua voce era roca, impastata di eccitazione. Possibile che gli
facessi quest’effetto? Lo sentì avvicinarsi e sfiorarmi delicatamente il lobo
dell’orecchio con la punta del suo naso.
“Ti sono
mancato? Sei caldissima.” Dio! Era tremendamente sexy mentre sussurrava quelle
parole. Con la punta del dito percorreva il mio avambraccio destro e sentì il
suo naso inspirare il profumo dei miei capelli. Ero completamente pietrificata.
Non mi aspettavo quella situazione anche se la notte non facevo altro che
sognarlo.
“Come
maisei arrivato così tardi?.” Le
carezze continuavano lascive ed io ero eccitatissima. Cominciai ad avvertire un
bruciore al basso ventre mentre le farfalle nel mio stomaco svolazzavano
allegramente. Sembravo una stupida. Un bambinella alle prime armi.
“Avevo da
fare” mi ricordai le parole di Jacob,
Edward era un playboy. No, non potevo essere paragonate a tutte le altre. Mi
girai istintivamente questa volta tenendo le braccia incrociate.
“Scusa ma
devo andare” Ma lui accostò le sue labbra al mio viso. Pochi centimetri, pochi
miseri e maledetti centimetri mi dividevano da quelle labbra!
“E dove
vorresti andare?” mi sussurrò sulle labbra. Il mio cuore accelerò i battiti.
“ecco…io…”
Porca miseria! Il mio cervello non connetteva più con il mio corpo e la mia
lingua. Ma possibile mai che mi facesse questo effetto? I suoi occhi si
alternavano dalla mia bocca ai miei occhi e viceversa. Era un momento carico di
tensione erotica.
“Forse
vorresti baciare le mie labbra, Bella?” Un ghigno sorridente comparve sul suo
viso. Bastardo! Mi girai immediatamente.
“Certo come
no! Non sognavo nient’altro che essere baciata da un pezzo di ghiaccio!” Ero
stata cattiva ma non me ne pentì. Mi sentì sollevare dall’acqua. Edward mi
stava portando fuori sulle sue spalle!
“Lasciami!
Mettimi subito giù!” Lo colpì sulla schiena con i miei pugni ma sapevo in
partenza che sarebbe stata un battaglia persa.
“Neanche per
sogno ragazzina!”Mi inchiodò sulla
palma che faceva da sfondo paesaggistico al laghetto. “Sei una stupida,
selvaggia incosciente! Vedremo se ti fa così schifo baciare un pezzo di
ghiaccio!” Mi bloccò le braccia al tronco dell’albero.
“Maniaco
pervertito!” Un bacio mi fece zittire completamente. Passionale, rovente ed
estremamente erotico. Le sue labbra fredde succhiavano voraci le mie e la sua
lingua creava un andirivieni magico. Dio, stavo impazzendo! Le mani di Edward
iniziarono a scorrere sui miei fianchi provocandomi dei brividi di eccitazione.
Con la bocca cominciò a darmi baci sul collo, sulle orecchie alternando bocca e
lingua. Praticamente sembravo sotto effetto di estasi. Ero completamente persa
in questi suoi giochetti ed eccitata come non mai.
“Quindi non
ti piace nemmeno adesso, Bella?”
“MMMhhmmm…n…no…” risposi languida. Mi stavo facendo
trascinare in un vortice di passione indescrivibile. Con le mani scese
lentamente verso il mio seno. Iniziò a stuzzicare un capezzolo mentre con la
lingua succhiava l’altro capezzolo ormai turgido e rosso.
“E adesso?”
non risposi, ero troppo presa da questo turbinio di sensazioni. Solo gemiti
provenivano dalla mia bocca. Per tutta risposta Edward si portò una mia gamba
sopra la sua schiena facendomi scontrare con la sua eccitazione prepotente.
“Allora? Nemmeno ora mi devi dire niente? Ti piace Bella? Dimmelo! Ti piace?”
“Siiiiiiiiii!” gridai come una selvaggia quando con un dito
penetrò nella mia intimità.
“Sei
bagnatissima!”mi sussurrò all’orecchio per poi ritornare sui miei capezzoli
ormai al limite. “Voglio farti mia Bella! Stanotte sarai mia! Ho resistito
troppo! Ti voglio dal primo giorno che ti ho vista!” Con un colpo sentì
scivolare il suo membro dentro di me. Piacere. Una scarica di piacere mi portò
all’orgasmo immediato mentre Edward iniziava a muoversi affannosamente dentro
di me, baciandomi il collo e mordendomi l’orecchio di tanto in tanto. Ero
sconvolta dal piacere che stavo provando. Sensazione unica.
“Ti piace
vero?” la sua voce era rotta dal piacere mentre io mi contorcevo presa
dall’estasi totale del momento. “Sei fantastica…non sai quanto…”
BUM! Caddi
rovinosamente a terra!No! Era solo un sogno! Uno stramaledettissimoe dannatissimo sogno! Maledizione!
Maledizione e maledizione! Sembrava tutto così vero. Era fradicia dei miei
umori e completamente eccitata. E ora?
“Che è
successo?” jacob si fiondò nella mia stanza.
“Ancora tu!
Niente sono caduta dal letto!” Scoppiò in una risata fragorosa. “Che ti ridi
imbecille!”
“Cosa hai
sognato? Mi hai sognato?”
“Si, ti
stavo cambiando il pannolino!”
“ E ti è
piaciuto quello che hai visto?” Gli lanciai la prima cosa a portata di mano ma
fu più veloce e la schivò. Non era davvero giornata. Dovevo schiarirmi le idee.
Stavolta andai veramente al laghetto ma con il costume rassicurandomi che Jacob
non mi seguisse. L’acqua era caldissima.
“Sei davvero
testarda e direi anche stupida.” Il mio cuore sussultò.
Di chi sarà
mai questa voce? Ciao ragazze! Grazie mille a tutte! Però mi dispiace che la
storia non vi piaccia. Lo so di sicuro perchè non è una storia di grandissimo livello. Sapete non solo scrivo questi capitoli ma mi piace
leggere quello che scrivete. E lascio sempre un commentino perché credo faccia
piacere, nel bene o nel male, conoscere le mie impressioni. Comunque vi
ringrazio lo stesso di vero cuore! Baciotti!
Mi girai di
scatto, sperando che questa volta non stessi sognando di nuovo. Ma non c’era
nessuno. Mi diedi un pizzicotto per testare se ero sveglia. E lo ero fin
troppo.
“Perché ti
pizzichi?”Era lì, nascosto nell’ombra
dell’albero. I suoi occhi inconfondibili mi guardavano esitanti.
“Edward?”
Cercai conferma anche se non ne avevo bisogno.
“Certo, chi
pensavi? Jacob per caso?” E adesso cosa centrava Jacob?
“No di
certo. Ti aspettavo prima.”
“Ho dovuto
riorganizzare tutto.” Uscì dall’ombra. I suoi occhi neri si confondevano con il
buio della notte e i suoi vestiti neri gli davano un’aria da duro spezza cuori.
Dio, quanto era bello! Un brivido lungo la schiena mi portò su sentieri
scoscesi, duri da percorrere. “Domani arriveranno i miei amici e potremo
partire.”
“Capisco.”
“Sei
stata…sei stata bene qui?”
“Si. Sono
stati tutti molto gentili a parte qualcuno ma ho fatto delle buone amicizie.”
“Con Jacob?”
Di nuovo lui!
“Si anche.
E’ stato molto presente per me.” Fece un ghigno esasperato.
“Non avevo
dubbi.”
“In che
senso?”
“Nel senso
che Jacob ti sarà rimasto appiccicato come una cozza…” effettivamente non
potevo negarlo.
“Beh…se
proprio dobbiamo definirlo così…si…” silenzio. Un silenzio tombale cadde tra
noi due. Edward mi fissava, lo sguardo cupo e le labbra socchiuse. Sembrava
arrabbiato. Anzi era arrabbiato. Stavo per uscire dall’acqua quando sentì una
stretta ferrea intorno alla vita.
“Perché vai
via? Rimani ancora un po’…l’acqua è stupenda.”
“Se ti fa
piacere…si…”
“Parlami
delle tue giornate qui.”
“Niente di
eccezionale. Sveglia tardi, bagni in questo laghetto, musica e altro.”
“Con Jacob…”
Non era una domanda, era una risposta. Se non l’avessi conosciuto, avrei detto
che fosse geloso. Poi ricordai le parole di Emily. Lui era innamorato di me.
“Con Jacob…ma
perché mi chiedi sempre di Jacob? Sei geloso per caso?” Fece una smorfia
sorridendo.
“Geloso? Di
te? Ah ah ah!” Non so perché ma quello che disse, mi
ferì profondamente. Stavo per andare via quando mi fece girare, facendomi
urtare contro il suo petto. “Dove credi di andare…”
“A dormire!
E ti consiglio di fare altrettanto!” Mi agitai per liberarmi dalla sua stretta
ma me lo impedì. Il suo profumo mi colpì violentemente le narici. Sapeva di
esotico e irraggiungibile.“Lasciami
Edward Cullen o saranno guai per te!” Una risata mi
portò in fibrillazione. Mi stava prendendo in giro! Il maledetto stava giocando
con me. Cominciai a capire cosa voleva dire Jacob. Lui voleva solo divertirsi.
“Scricciolo
non mi faresti nemmeno il solletico!” Tentai di colpirlo ma lui abilmente
riuscì a parare tutti i miei colpi.
“Sei un
idiota! Un imbecille e cretino!”
“Ehi! Piano
con i complimenti, non ci sono abituato!”
“Allora
abituati!” Mi girò tenendomi le braccia lungo i miei fianchi. “Ma che fai
pervertito! Liberami subito!”
“Non
voglio…” La voce roca, mi giungeva come un soffio all’orecchio.
“Io si!
Liberami!”
“Sai che sei
bellissima quando ti agiti così…diventi tutta rossa, il seno sobbalza ad ogni
minimo respiro e ti umetti in continuazione le labbra…” A quelle parole, potevo
anche sciogliermi ma le parole di Jacob ritornavano vive nella mia mente.
“Scheggia
con me non attacca! Non sono come le tue sciacquette!”
“Le mie
cosa?” Allentò la presa osservandomi di sbieco.
“Le tue
sciacquette! Sei un playboy patentato!” Mi girò nuovamente facendo scontrare i nostri
visi.
“Chi ti ha
detto tutte queste stronzate?”
“Jacob!”
“Certo.
Dovevo immaginarlo…” I pugni chiusi e lo sguardo furente portavano una rabbia
crescente.
“Non dovrei
credergli?”
“No! ”
“Quindi mi
ha mentito?” Dovevo credergli?
“Si,
spudoratamente oserei dire.” Sbuffò in segno di protesta.
“E perché
mai?”
“Questo devi
dirmelo tu.” Jacob era geloso di Edward. Mi aveva detto di amarmi e forse tentava
di allontanarmi da lui. Dovevo dirgli la verità o mentire?
“Ecco…io non
lo so…”
“Bella sei
sempre la solita ingenua…lui ti desidera almeno quanto ti…” si bloccò
immediatamente guardandomi direttamente negli occhi.
“Cosa stavi
dicendo?”
“Niente.
Andiamo a dormire, dai!” mi stava trascinando via dall’acqua ma io lo fermai
aggrappandomi al suo petto.
“Dimmi cosa
volevi dire!”
“Niente di
importante.”
“Ah no?
Allora perché non vuoi dirmelo?”
“Mi piace
tenerti sulle spine.”
“Ma grazie!
Bell’amico! Comunque secondo me sei geloso perché ti piaccio. Vero?” Non sapevo
perché feci quella domanda ma avevo un impulso irresistibile di sapere la
verità. Mi guardò. Non rispose. Continuò a camminare senza nemmeno guardarmi.
Lo raggiunsi facendogli la stessa domanda. Per tutta risposta mi sollevò
dall’acqua portandomi fuori dal laghetto. Mi appoggiò all’albero e si avvicinò
al mio orecchio.
“Mi piaci…
perché mi porterai tanti soldi…” mi sussurrò lentamente. Il mio cuore andò in
frantumi. Gli tirai uno schiaffo sonoro mentre lui rideva a crepapelle.
“Stronzo!”
“Che succede
qui?” Jacob era arrivato appena in tempo. “Ohh!! E’
tornato il frigido!” Vidi Edward rivolgere uno sguardo rabbioso a Jacob. Mi
allontanai da Edward dando la mano a Jacob. Ormai era inutile rimanere lì.
Avevo capito che in realtà io non gli interessavo proprio.
“Jake mi accompagni, sono stanca.” Volevo allontanarmi da
lì.
“Certo
piccola.” A quelle parole Edward scattò in avanti prendendomi dalla vita e
attirandomi a sé.
“Ti porto io
nella tenda…Jacob grazie ma puoi andare…”
“Lasciala,
vuole venire con me!” Le cose si stavano mettendo male. I due erano già in
posizione d’attacco. Occhi contro occhi e pugni contro pugni.
“Ok…Jacob
puoi andare adesso. Edward vado a dormire.” Ma i due continuavano a guardarsi
in cagnesco. “OH!!! Ma ci sentite?” Finalmente ottenni la loro attenzione. “Jacob
tu vai!”
“Ma Bella…”
“Niente ma!”
Vai!” Per fortuna sembrò accettare il mio ordine ma non senza puntare il dito
contro Edward.
“Alla
prossima…”
“Sono sempre
qui…” Rissosi i due! E finalmente si allontanò.
“Ascolta un po’,
James Dean dei miei stivali. Non ho bisogna di cavalieri scintillanti nella
notte buia e tempestosa quindi evita di fare queste parti la prossima volta!”
“Ci ha interrotti.”
“Non ha
interrotto niente perché io stavo andando via! E poi che te ne frega?”
“Non siamo
buoni amici.”
“Questo lo
avevo capito!”
“Mi dispiace
è più forte di me. Quando ho a che fare con lui, divento irascibile.” Non erano
le parole che volevo sentire. Oh Signore! E quale parole volevo sentire? Mi
stavo sconvolgendo da sola.
“Capisco ma
devi stare calmo perché ci stanno aiutando.”
“Si, lo so
ma lui è troppo…troppo…”
“Arrogante?”
Mi guardò sorridendomi.
“Si
arrogante.” Non ero convinta fosse quella la risposta ma volevo crederci. “Andiamo
va.” E ci avviammo verso la tenda mentre un altro giorno stava arrivando.
Allora rieccomi qui! Grazie per le recensioni, cercherò di
rispondere al più presto! Grazie a tutte! Un bacione!
Bella si è addormentata non appena ha
appoggiato la testa sul cuscino. Non fa che ripetere il mio nome e gemere. E
tutto questo non fa che riempirmi di gioia e di speranza! Si sta innamorando di
me? Cosa sogna? Perché sospira? Dio! Quanto vorrei leggerle la mente! Lei è
l’unica a cui non riesca a leggere la mente. Proprio lei tra tante persone. I
suoi pensieri inaccessibili mi rendevano ancora più innamorato di lei e ancora
più pazzo, se la pazzia avesse un nome. Per fortuna, Jacob non era riuscito nel
suo intento. Il suo piano di farla innamorare di lui in questi giorni, non gli
è riuscito. Bella non è una ragazza facile. E per lui sarà stato difficile
tenerle il passo…si è svegliata! A dopo!
Chiusi
velocemente il diario sentendola ormai vicina.
“Cosa
scrivi?”
“Buongiorno!
Ben svegliata!” cercai di nascondere il mio diario. Era troppo curiosa.
“Non
cambiare discorso…cosa hai lì dietro?”
“Niente che
ti possa interessare.”
“Come non
detto. Comunque la tua famiglia sta bene? Alice?”
“Si Bella. Stanno
bene. Saranno qui a giorni.”
“Sono
felice. Quando andremo via di qui?”
“Presto.”
“Edward…hai
scoperto qualcosa su Matthias?” Mi guardava
speranzosa e con gli occhi lucidi. Teneva moltissimo a quel bambino.
“Mi
dispiace, non ho avuto il tempo di occuparmene ma non appena sarai al sicuro,
farò tutto il possibile.” I suoi occhi mi scrutavano sorpresi.
“Intendi
dire quando andrò via di qui. Dall’Africa?”
“Si.” Risposi
serafico, non avevo intenzione di litigare di nuovo.
“Io non me
ne andrò Edward. Resterò qui!” Invece riprese con i suoi istinti da selvaggia
indomita aggredendomi.
“Bella non
se ne parlerà più, te l’ho già detto, è tutto deciso.”
“Tu non sei
il mio babysitter, non decidi della mia vita. Io resterò qui con i licantropi.”
Quando sentì quella frase, sentì un groppo in gola e l’immagine di Bella
avvinghiata a Jacob mi torturò nuovamente.
“Assolutamente
no!” Le urlai contro accaldato e nervoso.
“Invece si,
Jacob mi ha detto che mi difenderanno loro! Mi ha detto che posso rimanere
quanto voglio!” Quelle parole mi fecero innervosire ulteriormente.
“Non me ne
frega niente di quello che ti ha detto Jacob! Io devo portarti in salvo, ho
dato la mia parola alle autorità e sono stato pagato per questo! Quindi non
fare storie e smettila!” La parola giusta per definire il mio stato d’animo
era: incazzato nero. L’avrei portata via subito. Tutto pur di non lasciarla un
altro minuto in più con Jacob.
“Invece io
rimarrò qui, non mi interessa ciò che vuoi tu. Non mi interessa se ti pagano,
non mi interessa un cazzo di niente! Io voglio rimanere in Africa. Devo
ritrovare Matthias!”
“Lo
ritroverò io, sta tranquilla.” Mi avvicinai ma lei si scansò.
“No!” Ribatté
isterica.
“Vedremo!”
Occhi negli occhi, rabbia contro rabbia. Mi stava portando alla disperazione.
Il suo carattere così caparbio non faceva altro che rendermi le cose ancora più
difficili. Maledizione! Mi girò le spalle e andò a rovistare in una valigia. Scelse
dei pantaloncini cortissimi e un top blu. Uscì dalla tenda senza dire una
parola. La seguì e le afferrai il braccio.
“Dove vai?”
“A lavarmi.
Ogni tanto anche io mi lavo che pensi!”
“E dove ti
lavi?”
“C’è una
piccola radura dove sgorga acqua.”
“Non se ne
parla!”
“Ma perché?”
“E’
pericoloso.”
“Ma sei
matto! Lo faccio tutti i giorni!”
“Da sola?”
Era veramente troppo. Possibile che i licantropi le avessero permesso una tale
scemenza.
“No, Jacob
mi accompagna sempre.” Jacob! Sempre lui. Figuriamoci se l’avesse mai lasciata
sola per un attimo quel cagnaccio!
“E ti lavavi
con Jacob presente?” La gelosia era davvero un brutto tarlo. Si fermò
guardandomi di sbieco.
“Certo che
credi. Mi facevo pagare per farmi vedere nuda!” Si girò di scatto per poi
tornare indietro verso di me furente. “ Uomini! Non sono una delle tue amiche
Edward!”
“Mi sembrava
strano…”
“Perché
pensi che io non possa avere delle curve come tutte le altre?” Adoravo quando
arricciava in quel modo il naso. Lo faceva soprattutto quando era arrabbiata.
“Non sto
dicendo questo…semplicemente mi sembrava strano che ti spogliassi davanti a
Jacob.”
“Non sono
una prostituta.” La odiavo quando non riusciva a capirmi.
“D’accordo,
hai vinto tu!” Feci per arrendermi ma mi guardò davvero male.
“Io vado…Jake!!”Urlò il nome di quel cagnaccio sorridendomi con fare
provocatorio.
“Che fai?”
“Chiamo
Jacob per venire con me.”
“Ci vengo io
con te.”
“E perché
mai?”
“Perché si.”
Mi annoiavo stare a discutere sempre con lei. La caricai sulle spalle e la
portai in questo ruscello. In poche parole, l’acqua del laghetto proveniva da
lì, una specie di cascatina artificiale creata tra le
rocce. Suggestiva e affascinante.
“Non ti
permettere mai più di portarmi sulle spalle in quel modo!” Mi puntava il dito
furente. Che carina! “Girati adesso! Devo spogliarmi.” Era davvero
indisponente. “Ho capito devo spogliarmi davanti a te!”
“Tranquilla…non
ci sarà niente da vedere…” deliberatamente la provocai. E la sua reazione non
tardò ad arrivare.
“Ah no?” Si
tolse la maglietta lasciando scoperto il suo seno. Se avessi potuto sudare, la
mia fronte sarebbe stata imperlata di gocce che scendevano lente. Mi guardava
con aria di sfida. Ma non persi le staffe, in fondo ero un combattente
difficile da traumatizzare. Anche se… il suo seno rotondo e sodo…la sua pelle
candida e bianca, mi portavano verso territori dove la ragione cominciava a
perdere colpi su colpi. Ed infatti rimasi incatenato con lo sguardo a quella
pelle stupenda.
“Allora ti
piace quello che vedi?” Mi sbatté la maglietta addosso e si tuffò nell’acqua.
Riemerse poco dopo iniziando a lavarsi accuratamente quei boccioli turgidi e
gonfi guardandomi dritta negli occhi. Sostenni il suo sguardo ma
irrimediabilmente i miei occhi ripresero ad osservare il suo lascivo ed erotico
massaggio. Era bellissima. Non sapevo più cosa fare. Non immaginavo potesse
arrivare a tanto. Non capivo cosa volesse fare ma una cosa era certa, la mia
erezione non tardò ad arrivare. Ma non volevo andarmene, se lo avessi fatto, le
avrei reso bandiera bianca. Invece feci una cosa che mi stupì, entrai in acqua.
Bella rimase a bocca aperta, non se l’aspettava nemmeno lei.
“Vuoi che ti
aiuti?” Voleva giocare al gatto con il topo? Eccomi qui! Le spruzzai
delicatamente un po’ d’acqua sulla pelle accarezzandola lievemente. Ma ovviamente
non avevo fatto i conti con l’oste. Si girò con un sorriso beffardo sulle
labbra.
“Si grazie,
inizia da qui.” E mi indicò il suo seno. Poteva morire un vampiro? Pensavo che
solo i Volturi potessero togliermi la vita ma in realtà Bella poteva avere
questo potere molto più di chiunque altro. Questa volta ero davvero in
difficoltà.
“Beh…forse…forse
è meglio che io vada…”
“Come
vuoi…potrei chiamare Jake allora…credo che lo farà
volentieri.” Sangue, tutto rosso. Una morte lenta e dolorosa per Jacob, questo
lo attendeva se avesse solo sfiorato Bella.
“Tu non
chiami nessuno!” La strinsi a me prendendola dalle braccia e avvicinando il suo
viso al mio. “Bella stai giocando con il fuoco…”
“Mi piace il
fuoco…è così…così…caldo…” Sussurrò quelle parole per farmi perdere
completamente la testa.
“Si ma il
fuoco brucia…”
“Hai paura
di scottarti?” Prese a toccarmi il torace lasciando dei brevi segni
concentrici.
“No, io sono
un vampiro, tu potresti scottarti…”
“Correrò il
rischio…” Dannazione! Quella ragazza mi stava facendo impazzire ed in più stavo
cadendo nella sua trappola ma quelle mani erano troppo delicate e dolci su di
me. Non riuscivo a muovere un muscolo. Continuava a guardarmi negli occhi come
se non fosse nuda davanti a me. Pazzesca! Quando si girò di spalle, notai che
stava togliendo quello che indossava sotto. Ed io non potei fare altro che
deglutire rumorosamente.
“Cosa c’è
scheggia?” rideva, la mia dannazione rideva e si prendeva gioco di me. Non
avevo un briciolo di orgoglio maschile. E decisamente non me ne fregava poi
molto in quel momento. Non risposi. “Hai perso la lingua?” Si girò scrutandomi
sorpresa.Si avvicinò al mio orecchio.
“Ammettilo, il fuoco ti brucia…” e non solo.
“Ho visto di
meglio.” Mentì deliberatamente ma lo feci di proposito per non soccombere
immediatamente a quella bellezza ultraterrena. La sua rabbia ribolliva in quel
corpo esile. Feci il mio sorriso sghembo e di rimando uno schiaffo mi fece
girare la testa.
“Sei ripetitivo
e in più il tuo corpo non mi dice questo…” prese a delineare il contorno del
mio torace delicatamente. Ed arrivò inesorabile quella voglia bruciante del
contatto con le sue labbra. Minuti infiniti sembravano far scivolare il tempo
in un turbinio di sentimenti ed emozioni.
“Edward…”
soffiò lentamente sul mio orecchio. Il suo corpo ormai attaccato al mio mi
scaldava l’anima persa e una dolce sensazione di benessere invase il mio
essere. Gocce di desiderio. Il mio, forte come una tempesta. Era davvero troppo
per me. L’abbracciai e avvicinai il mio viso al suo.
“Tu…” Mi
guardò socchiudendo le labbra mentre la consapevolezza di aver osato troppo mi
fece bloccare.
“Io cosa?”
Si avvicinava sempre di più…
“Ehm…scusate…”
Brutto bastardo, se non esci dall’acqua
ti strapperò quel coso freddo che ti ritrovi tra le gambe! Non poteva che
essere quel cagnaccio! Ci girammo. Jacob mi guardava furente, i pugni chiusi
lungo i fianchi segno di un’imminente trasformazione. Bella abbassò lo sguardo,
immergendosi completamente. “Il pesce stocco non ti lascia un minuto da sola.” Se potessi, lo ucciderei seduta stante.
Il suo pensiero era chiaro.
“Credimi, lo
farei volentieri anche io.”
“Non
leggermi nel pensiero!” Mi urlò contro.
“E tu non
pensare…anche se mi viene difficile credere che tu lo faccia…” Maledetto
bastardo! Non mi avrebbe portato via Bella. Doveva passare prima sul mio corpo.
“Ok, adesso
basta. Jacob torna indietro e Edward esci dall’acqua e vattene. Andatevene!”Feci come diceva ma mi fermai ad osservare
Jacob per un solo istante.
“Ah! Bella,
stasera faremo una festa, sei invitata.”
“Una festa?”
“Si, abbiamo
invitato tanti ragazzi del villaggio. C’è da divertirsi.”
“Ma che tipo
di festa? Cioè cosa mi devo mettere?”
“Una festa
normale, adatta al deserto. Mettiti i tuoi shorts, ti fanno un sedere
magnifico.” Persi le staffe. Il lupo mi guardava con aria di sfida. “Cos’è, non
posso dirle nemmeno quanto è bella?”
“Jacob ti
consiglio di andare via.” Intonai irato.
“ E se non
volessi?”
“Ti
ucciderei all’istante.”
“Oh Edward!
Come sei catastrofico! Rilassati un attimo! Jacob vai adesso!”
“Ma Bella?”
“Niente
ma…vai!” E il lupastro se ne andò mogio mogio, non
senza parlarmi con il pensiero e lanciarmi un ultimatum.
“Ascoltami
superman, non ho bisogno delle tue difese perché mi so difendere da sola e
smettila di litigare con Jacob. E poi non riesco nemmeno a capire perché lo
fai. Quindi la prossima volta ti spaccherò quel brutto muso di deficiente se
continui a fare zorro!” Mi puntava il dito contro.
All’improvviso si rese conto di essere completamente nuda ed esposta al mio sguardo.
La sua spavalderia finì di colpo con un rossore che si propagò su tutto il suo
viso mentre l’uomo che era in me non poteva che esultare a quella vista. Per un
istante i nostri occhi si incontrarono e si incatenarono lascivi ma Bella si
riprese subito.
“Ecco…io
vado…” afferrò velocemente l’asciugamano e corse via lasciandomi in preda ad
un’angoscia totale. Dio come la volevo! Il suo corpo, il suo profumo…tutto mi
eccitava in lei. Da quando era entrata nella mia vita, nulla era più come
prima. Mi sentivo completo e al tempo stesso confuso. Io l’amavo ma lei? Non
volevo rivelarle i miei sentimenti perché mi sentivo inadeguato per lei. Un
vampiro che amava un’umana. Niente di più sbagliato. Ma il problema rimaneva
sempre lo stesso: l’amavo. E non riuscivo a dimenticare il suo profumo, la sua
pelle, i suoi occhi. Dannazione! Bella era la mia dannazione! Non mi resi conto
di aver sradicato una pianta di cactus mentre stavo passando. Mi dovevo
calmare. Si,assolutamente. Non ero più in me. Ma l’amore faceva questo?
Possibile? Stavo perdendo il lume della ragione. Mi avvicinai alla tenda di
Bella e scostai leggermente il drappeggio. La sua schiena nuda e bianca
sembrava fosse stata dipinta da un pittore. Le curve del suo seno mostravano
tutta la sua fragile figura di donna.
“Adesso mi
spii pure!” Porca miseria! Ero talmente assorto nel guardarla che non mi ero
accorto di esser stato scoperto. Entrai dentro fingendo disinteresse, in fondo
era l’unica arma che potevo usare non contro di lei ma contro la mia voglia
crescente di lei.
“Figurati…c’è…”
“Di meglio, certo!”
Sbottò irata. “Allora sei pregato di andare a rompere da un’altra parte! Mi
innervosisci e in più vorrei rilassarmi un po’, con te in mezzo ai piedi mi è
impossibile!” Mi guardava negli occhi rabbiosa. E con gli occhi lucidi. Un
momento? Che stesse iniziando a piangere?
“Acida come
il veleno…” Non so perché dissi quella frase ma volevo rimanere ancora lì e
l’unico modo era provocarla. Mi guardò con un tale sofferenza negli occhi che
mi sentì male ad aver pronunciato quelle parole.
“Se non ti
piace la mia persona, la strada è quella…anzi…me ne vado via io, non sopporto
un minuto di più la tua presenza.” Stavolta i toni erano bassi e una lacrime
scese sul suo dolce viso. Non potevo lasciarla andare così. Ero uno stupido. Un
innamorato geloso e stupido. Le afferrai il braccio facendola scontrare con il
mio petto.
“Perché
fuggi da me?”
“No, la
domanda è: perché sei così bastardo con me? Capisco che non ti vada a genio ma
questo tuo cambiare umore in
continuazione comincia davvero a darmi sui nervi!” Si liberò dalla mia presa e
fece per andarsene nuovamente ma riuscì a bloccarla di nuovo.
“Sei
testarda e non capisci…” Ma cosa volevo dirle? Stupido e anche imbranato.
“Quindi sono
anche stupida adesso?” Mi disse nera dalla rabbia. “Edward la pazienza ha un
limite. O te ne vai tu o me ne vado io!” Batté i pugni sui suoi fianchi.
Sembrava una bambina dispettosa. Mi piaceva quel suo carattere impulsivo. La
alzai di peso per portarla sul letto. Le bloccai le braccia dietro la testa
mentre le sue proteste contenevano minacce di torture orribili e parolacce mai
sentite. Mi stavo divertendo come non mai. Accostai il naso al suo collo e mi
beai alla vista della sua vena pulsare vita. Ma non avevo brama del suo sangue,
io volevo lei.
“Sei
profumata…” a quelle parole smise di dibattersi e mi guardò perplessa. “Sai di
rosa selvatica…” continuai la mia esplorazione mentre ormai sentivo il corpo di
Bella diventare bollente. “Sei una tentazione…” ripresi per nulla preoccupato
dalla sua reazione. Ma che stavo facendo? La guardai di nuovo ma lei aveva
socchiuso gli occhi beandosi del mio tocco e del mio corpo sul suo. Perché non
mi cacciava? Io ormai non ne avevo più la forza. Maledizione!
“Edward…” sussurrava presa dagli spasmi del piacere.
Quelle parole non fecero che farmi impazzire ulteriormente. Iniziai a lasciarle
piccoli baci sull’incavo del collo usando la lingua in più parti. Era davvero
bella. Si torturava le labbra mentre avviluppò le sue gambe al mio bacino.
“Bella…sei bellissima…” tutto ciò era sbagliato ma non
riuscivo a fermarmi. Come quella notte in cui mi approfittai di lei dormiente, senza
ritegno ero completamente rapito dal suo corpo. Una sorta di smania vorace si
impossessò del mio corpo e della mia mente. Poteva l’amore portare alla pazzia?
Si, poteva. La cosa scioccante era che Bella mi assecondava. Scioccato ma
piacevolmente sorpreso continuai la mia tortura. Il suo corpo fremeva e tremava
sotto la mia lingua gelida e vogliosa del suo calore. Mi piaceva vederla
struggersi di piacere per me. Sentivo come un senso di appagamento che mi
portava anche a pensare che in fondo si stava innamorando di me. Tutto questo
era estremamente sbagliato ma estremamente eccitante. Bella aveva rapito i miei
sensi per farne ciò che più le piaceva. Portai le mie labbra al suo orecchio.
“Mi hai rapito via l'anima con un potere cui non posso resistere *” mi guardò estasiata, rossa come non mai e sensuale senza volerlo.
“E allora non farlo…” Mi fermai, agitato come non mai. Attirò il mio
viso sulle sue labbra ricercando un bacio dolce e appassionato al tempo stesso.
Ma che mi stava succedendo? Ma che mi stava facendo Bella? Era una strega? Si,
decisamente.
“Non è così semplice Bella…” mi staccai velocemente da
lei ansante. No, non doveva andare così, lei doveva ritornare a casa e vivere
felice per il resto della sua vita. Con me non avrebbe avuto una vita ma una
lenta e inesorabile discesa verso la morte.
“Perché? Perché Edward? Mi sfuggi sempre. Sembra quasi
che tu abbia paura di me.”
“Non ho paura di te ma di me. Io non sono quello che si
può definire un buon partito. Sono un mostro, un assassino…sono un…”
“Un uomo lealee
coraggioso che lotta per il bene comune e per la sua gente. Contro le
ingiustizie e le sopraffazioni. Quanta gente hai salvato Edward? Quanta?” La
guardai esterrefatto. Come aveva cambiato così all’improvviso il suo
atteggiamento nei miei confronti? Mi ero perso qualche capitolo.
“Bella, tu non sai con chi hai a che fare…”
“Invece lo so. La tua è solo una maschera. Il cattivo
solitario che protegge i deboli. Non ti si addice più scheggia questa idea di
supereroe che deve scontare le sue pene. Tu sei molto di più di quello che vuoi
far credere.” Si avvicinò lentamente con uno sguardo luminoso ma al contempo
minaccioso per me. Feci l’unica cosa che sapevo mi avrebbe tolto da quel guaio.
Attaccare.
“E cosa sarei piccola?”
“Sei un ragazzo che si è innamorato ma non so per quali
stupide ragioni evita questo amore.”
“Tu non mi conosci. Non sai niente di me!” Ormai era
addossata al mio corpo, le sue mani vagavano tra i miei capelli e le nostre
labbra stavano per toccarsi nuovamente.
“E’ vero ma ho capito che non sei così insensibile come
vuoi farmi credere. Tu hai un’anima vera.”
“Io non ho un’anima, è morta con il mio corpo. Sono un
vampiro.”
“Non è vero. La tua anima è preziosa come te e io…io mi
sono resa conto solo ora di questo…” Oh Bella! Perché mi doveva fare questo
effetto? Lasciva toccava il mio petto e sensazioni di estasi cominciavano a
prendere il sopravvento. Chiusi per un attimo gli occhi beandomi del suo tocco
e di quelli dolci dita affusolate che lente martoriavano il mio corpo freddo.
Fuoco e ghiaccio insieme. Dolcezza e passione. Vita e morte. No! Scansai le sue
mani mentre Bella mi guardava allibita.
“Io…devo andare…io devo andare…” ripetei come una mantra
più a me che per convincere lei. Dannatamente stupido!
“No! Non andare. Per favore chiariamo quello che sta
succedendo tra noi, ti prego Edward.” Mi ero davvero messo in un bel guaio.
“Non c’è niente da chiarire. Tra noi non c’è e non ci
sarà mai niente.”
“Come puoi dire una cosa del genere? E prima, sul letto?
Cosa è stato per te?” Mi guardava come se volesse fulminarmi con gli occhi.
“Niente. Come tutte le altre.” Mipesavano quelle parole perché non erano vere ma
soprattutto perché sapevo di averla ferita. Mi girò le spalle lasciando i suoi
pugni stretti sui fianchi. Stava piangendo? “Io…io vado…” Fu l’unica cosa che
riuscì a dirle ma provai ad avvicinarmi sfiorandole delicatamente il braccio ma
Bella non lo percepì perché rimase lì, ferma ed immobile mentre io uscivo dalla
sua tenda e di sicuro dal suo cuore.
POV Bella
Quindi era vero. Lui mi aveva trattato come tutte le
altre. Mi aveva usato. Altro che innamorato! Lui voleva solo una cosa da me per
poi scaricarmi come un sacco di patate e magari raccontare come mi aveva
portata a letto. Era ancora lì ma non mi girai. Non potevo e non volevo dargli
la soddisfazione di vedermi piangere. Doveva capire che lui per me contava meno
di zero. Ed era così. E sarebbe stato così…e…ma chi volevo prendere in giro!
Maledizione! Non riuscivo a girarmi perché mi sentivo male al solo pensiero che
se ne fosse andato lasciandomi di nuovo da sola. Non sapevo se questo fosse
amore ma di certo provavo un’angoscia che mi portava ad essere tremendamente
triste. E poi se ne andò lasciandomi da sola con il mio tormento e con la mia
rabbia che sfogai con un pianto liberatorio. Povera disillusa Bella! La solita
sfigata con gli uomini. Persino con i vampiri! Non era proprio aria! Mi buttai sul
letto cercando conforto nel mio fido cuscino che non mi avrebbe mai tradita. Il
destino si accaniva contro di me. M aveva portato via le mie ragioni di vita ed
ora voleva farmi innamorare di un vampiro stupido fino al midollo osseo. Un
incubo! La mia vita stava diventando un incubo!
“Maledizione!” Lanciai il cuscino in aria quando sentì
uno sbuffo. Era Jacob.
“Ehi! Vacci piano!” Prese il cuscino e mi guardò per un
attimo interrogativo. “Stai piangendo?”
“No, che pensi…” Non sapevo come giustificarmi. La mia
spavalderia stava lasciando il posto al patetico tentativo di non soffrire.
“Si certo Bella. Non mi dire che stai piangendo per quel
pesce lesso?”
“No.” Serafica senza fronzoli. Era l’arma migliore.
“Invece credo di si.”
“Credi male Jacob. Per quale ragione dovrei piangere per
un vampiro?”
“Tipo perché ti ha scaricata dicendoti che sei bella ma
non gli interessi?” Bastardo!
“Non sono cose che ti riguardano Jacob! Ed ora se vuoi
uscire mi vorrei cambiare.” Ma non feci in tempo a finire la frase che me lo
ritrovai incollato al mio corpo. “E lasciami Jake!”
“Voglio solo che tu possa fare la differenza…”
“La differenza di cos…” e mi baciò. Un bacio caldo,
violento. Un bacio alla Jacob. Passionale e caldo come lui. Lo lasciai fare
afferrandogli i capelli e stringendolo di più a me. Al diavolo Edward Cullen! Al diavolo tutti! Non era nel mio stile piangermi
addosso a qualcosa che nemmeno esisteva nella realtà. Quando si staccò da me,
un sorriso enorme era stampato sul suo viso. Che infante!
“Questo è stato un bacio!”
“Oh per carità Jake! Non fare
il bambino!” sbottai decisa. “Era solo un bacio.”
“E pensa quando faremo l’amore…”
“Stai a bada cucciolotto…non
fantasticare troppo.”
“Perché tu non vorresti? Ti assicuro che sarebbe
un’esperienza indimenticabile.”
“Si certo. Dovrei prima riuscire a trovartelo sotto tutto
quel pelo.”
“Ma ti assicuro che poi non lo lasceresti più!”
“Ok, ho già sentito abbastanza! Esci di qui
immediatamente!”
“E il bacio?”
“Il bacio cosa?”
“Non dirmi che non hai provato niente?”
“Non ho provato niente.” Amen!
“Bella non negarti la passione.” Eh?
“Come scusa?” Lo guardai stupita e alquanto incazzata.
“Tu mi piaci, io ti piaccio quindi…”
“Quindi sparisci prima che ti riempia di botte!” Lo
spinsi fuori dalla tenda chiudendola velocemente. Per oggi ne avevo avuto
abbastanza di stronzi abbronzati e cadaverici. La realtà era che stavo perdendo
tempo dietro a Edward e sprecato completamente il mio cervello dietro a Jacob.
Stavo perdendo di vista la mia priorità: ritrovare Matthias.
In qualche modo dovevo scappare da quel posto e cercarlo. Ma non sapevo come.
Era impossibile sfuggire alla doppia sorveglianza di vampiri e licantropi. Ero
in trappola. Era inutile pensare e ripensare a un qualche modo per fuggire, era
tutto troppo difficile e patetico da mettere in atto. Potevo tagliare il pelo
ai licantropi e impalettare i vampiri? Ok, il mio
cervello era ormai fuso. Decisi di prepararmi per la festa. Trovai dei pantaloncini
e un top, giusto per non sembrare troppo elegante ad una festa nel deserto.
Chissà poi quali ragazzi avrei incontrato, magari stregoni, leprecauni,
fatine e quant’altro. Cominciavo a detestare questo mondo fatato. Non ero fatta
per credere a tutte queste cose. Già era difficile vivere nel mondo reale per
me, era impensabile trovarmi in questo di mondo. Andava oltre la mia
immaginazione. Era semplicemente oltre. Mi addormentai con tutti questi
pensieri, trovandomi, al mio risveglio la faccia di Edward ad un centimetro
dalla mia. Rimasi incantata a guardare i suoi meravigliosi occhi verdi. Era
bellissimo. Il suo solito sorriso raggelò il mio sangue. Spocchioso fino alla
nausea.
“Ti sei incantata? Faccio sempre questo effetto.”
“No, è che hai un enorme e schifoso brufolo bianco
proprio sul naso. Potresti usarlo come maionese per le patatine!” Sorrise
incredulo alle mie parole. Razza di bastardo impomatato!
“Bella…Bella…sei sempre la solita…”
“La solita odiosa?”
“No, rompipalle.” Serafico e lineare , non c’era niente
da dire!
“Vorrei farti notare vampirozzo
dei miei stivali, che sei qui di tua spontanea volontà, quindi quale lettera di
SPARISCI non avevi capito prima?”
“Sono venuto solo per vedere cosa stavi facendo e come
mai non ti trovavi alla festa.”
“Carino da parte tua ma adesso sai cosa stavo facendo e
puoi anche andare.” Mi girai lasciandolo solo nella tenda. Non sopportavo un
minuto di più la sua vicinanza. Era odioso e strafottente. E dannatamente
bello! Maledizione a lui e a tutta la sua settima generazione! Ma quello che
vidi fuori mi lasciò a bocca aperta. Altro che festa tradizionale con tanto di
maschere tradizionali e donne danzanti con vestiti tribali. Ragazzi e ragazze
vestiti in modo assolutamente normale ballavanouna
musica rock quasi assordante. Ma che razza di posto era questo! Esitai per un
attimo. Non mi piaceva tutta quella confusione e non amavo quel genere di
feste.
“Hai deciso di non andarci?” Edward mi guardava con le
braccia conserte e uno sguardo strano quasi felice.
“Non credo siano fatti tuoi quello che voglio o non
voglio fare!”
“Scusami Ms Acidità. Era tanto
per fare conversazione.”
“Cerca di evitare, non me ne frega niente della tua
conversazione.”
“Hai paura di sfigurare lì in mezzo? Non sei poi così
male, certo sei leggermente sgraziata ma potresti fare anche bella figura se ti
ci metti d’impegno.” Era ufficiale: stava facendo di tutto per farmi incazzare
di brutto!
“Non sarò una ballerina formidabile ma di sicuro non sono
un pezzo di ghiaccio!” La sua espressione era impagabile. Contrito dalla rabbia
mi lasciò lì passandomi di lato. Una volta per tutte mi avrebbe finalmente
lasciata stare. Mi avviai verso la festa notando Jacob circondato da tante
ragazzine che gli sbavavano dietro come cagnolini. E c’erano tutti. Alice,
Jasper, Rosalie, Emmett, il dottor Cullen e consorte. Ed Edward. E poi i licantropi. Alla mia
entrata mi sorrisero tutti eccetto Edward. Non ci pensai due volte e mi fiondai
direttamente sulla pista da ballo, un piccolo soppalco sulla fine sabbia del
deserto. Il ritmo della canzone Naughty
Girl di Beyoncè si diffuse nell’aria. Non amavo
questo genere di musica ma dovevo cercare in tutti i modi di distrarmi e non
pensare a tutti quegli occhi che mi fissavano, soprattutto a due occhi verdi in
particolare. Cominciai a muovermi come un automa cercando di seguire nei
movimenti una ragazza che ballava divinamente. Certo, non sembrava così complicato.
Il suo ballo era fatto solo di strusciamenti! Così cercai di muovermi come
faceva lei ma da solista. Chiusi gli occhi immaginandomi di trovarmi su di un’isola
mentre toccavo lievemente l’acqua del mare. Una sensazione di beatitudine attraversò
il mio corpo. Mi sentivo come se qualcuno stesse accarezzando la mia schiena
per poi risalire leggiadramente sul mio collo e il mio viso. Era favoloso. Mi
sentivo così leggera. Mi sembrava di sentire della mani che leggere mi
mandavano in estasi.
“Lasciala stare!” Un ringhio interruppe il mio sogno. Mi
sentì strattonare e riaprì forzatamente gli occhi. Gli uomini che avevo
accuratamente evitato erano lì davanti a me pronti ad azzannarsi a vicenda. Che
rompimento!
“Edward ma che fai?” cercai di divincolarmi dalla sua
stretta ma non ci riuscì.
“Jacob stava approfittando di te.” Mi ringhiò contro.
“Addirittura. E tu come un cavaliere solitario, sei
venuto in mio soccorso, giusto?” Mi guardava offeso e stupito. “Beh…so badare a
me stessa, grazie!” dissi sprezzante.
“Non le stavo facendo niente.” Jacob tentò di scusarsi.
Ma lo zittimmo tutti e due senza distoglierci gli occhi di dosso. Era diventata
una situazione insostenibile. Mi sentì leggera come una piuma quando mi accorsi
che stavo volando sulle spalle di Edward. E l’atterraggio fu dei più
disastrosi.
“Ma che…? Brutto bastardo! Dove mi hai portato?” mi
scagliai come una furia contro di lui.
“Adesso mi spieghi perché ti strusciavi con Jacob Black?” mi fissava arrabbiatissimo.
“Io mi struscio con chi mi pare e piace!”
“No! Non fin quando sei sotto la mia protezione!”
“Ma stai zitto! Sei solo geloso Edward Cullen!” Improvvisamente cambiò espressione.
“E se così fosse?” si passava le dita tra i capelli
nervosamente.
“Tu me lo devi dire…io…non ti capisco…” mi sentì
afferrare per i polsi e i nostri sguardi si infuocarono.
“Bella…io…io…dannazione! Perchè
è così difficile? Perché non riesco a parlarti a cuore aperto? Perché?” lo
guardai esterrefatta. Ma era lo stesso Edward? Si allontanò da me sconcertato.
No, non potevo farlo allontanare.
“Ti prego Edward, guardami e dimmi quello che senti…” Mi
avvicinai a lui prendendogli la mano e portandomela al petto.
“Bella, ti prego. E già difficile per me accettare questi
sentimenti.”
“Per favore Edward…” lo stavo supplicando. Presi il suo
volto tra le mie mani e mi avvicinai ancora di più a lui. “Edward…”
“Bella…io…io…” Un rumore assordante interruppe il nostro
idillio mentre lampi di fuoco si abbatterono sul villaggio e sulla festa.
“Aspetta qui Bella, non ti muovere! Arriverò subito!”
Edward si allontanò velocemente lasciandomi nel panico totale. Che stava
succedendo? Un’ombra si parò davanti a me. Un uomo coperto dal passamontagna mi
sorrideva in modo quasi osceno mentre un altro scoppio distruggeva senza pietà
ciò che rimaneva del villaggio. L’uomo diceva della frasi in africano che non
riuscivo a capire mentre si avvicinava inesorabilmente a me. Cercai di indietreggiare
con scarsi risultati anzi peggiorai la situazione perché caddi rovinosamente a
terra. L’uomo ormai mi era addosso. Mi strappò il top e si avventò famelico su
di me. Tentai di scansarlo sperando che Edward tornasse presto. Ma all’improvviso
uno schiaffo assestato ben ben mi fece cadere a terra
priva di sensi. Riuscì solo a percepire altri passi di uomo dietro di me, prima
che il buio avesse la meglio.
Quando mi risvegliai, mi ritrovai in una stanza spoglia
di mobili, con una sola finestra e una porta. Mi alzai rimanendo al centro del
letto. Notai una figura nera seduta su una poltroncina.
“Chi diavolo sei?” gridai all’essere che mi stava davanti
ma che ancora non si mostrava pienamente.
“Uhmm…come siamo gentili…” Uscì
dal buio per mostrare due occhi azzurri che risaltavano su una figura scura
snella.
Scusate il ritardo ma questo capitolo è sembrato più un
parto! L’ho riscritto una marea di volte! Speriamo almeno che non sia poi così
male. Comunque grazie mille! Un bacione!