Pieces of a dream

di Kundry
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** part I ***
Capitolo 2: *** part II ***
Capitolo 3: *** part III ***
Capitolo 4: *** part IV ***
Capitolo 5: *** part V ***



Capitolo 1
*** part I ***


L’unica luce che rischiara questa buia notte è quella argentea della Luna

Salve a tutti...

premetto (e chiedo umilmente perdono per questo)

che non ho letto i libri di Harry Potter, (ma vi assicuro che sto rimediando!) la mia conoscenza dei singoli episodi si basa quindi sui film!

Nella mia FanFiction l’unico ad essere a conoscenza della fatto che Lucius Malfoy è un Mangiamorte è il figlio Draco, che non ha denunciato il padre,

ma si è opposto alla volontà di Lucius di far diventare seguace di Voldemort anche lui.

E diciamo che i due ragazzi protagonisti della storia

sono un po’ meno agguerriti l’uno contro l’altra.

Buona lettura gente … ^.^’

 

 

 

PIECES OF A DREAM

di Stregha

 

 

You don’t remember me but i remember you

I  lie awake and try so hard not to think of  you

but who can decide what they dream?

And dream i do ...

( Evanescence – Taking over me )

 

 

L’unica luce che rischiarava quella buia notte sul terrazzo della Torre di astronomia era quella argentea della Luna che rifletteva sulle acque scure del lago appena sotto il castello, in un angolo con i volti rivolti verso l’orizzonte due sagome:

- Perché? - queste parole uscirono dalle labbra di Hermione con un leggero sussurro

- Perché sei bella…di quella bellezza indiscutibile. Sei dolce, simpatica, gentile, premurosa, ingenua,  intelligente… !-

 

Silenzio. Imbarazzo.

 

- Per tanto tempo ho aspettato che queste parole uscissero dalle tue labbra, per tanto tempo ho cercato di percepire un segnale, un qualcosa che mi facesse anche solo sospettare un tuo interesse nei miei confronti, ma puntualmente da parte tua ricevevo solo insulti, frasi di disprezzo rivolte a me, alla mia famiglia, ai miei amici; a volte, in quelle poche parole che pronunciavi senza offendermi, percepivo qualcosa, e allora tornavo sorridente al mio dormitorio, ripensando a quel momento in qui scherzando, per sbaglio, mi sfioravi la mano, e frettolosamente mi dicevi “Ti stanno bene i capelli in questo modo!”, cercando di immortalare il momento, sperando che il tempo si fermasse, ma inevitabilmente arrivava il giorno dopo e di nuovo tutto come prima, solo insulti, solo disprezzo.

Per molto tempo ho aspettato paziente e speranzosa un po’ della tua attenzione, stando ben attenta a non far trapelare nulla, cercavo di nasconderlo persino a me stessa. Quando poi hai iniziato la tua relazione con Pansy, mi sono resa conto che mi stavo solo prendendo in giro, mi sentivo ridicola, una stupida ad aver anche solo pensato ad un qualcosa tra noi due, Tu Draco Lucius Malfoy, il purosangue per eccellenza, non avresti mai degnato neanche di uno sguardo una “sporca mezzosangue”; e così, lentamente e inconsciamente, il cancello del giardino che racchiudeva i miei sogni, le mie speranze si è chiuso alle mie spalle, lasciandomi fuori.

Poi è arrivato Ron, in punta di piedi, discretamente è entrato nella mia vita!

Piano piano a  fatto si che nascesse qualcosa in me, un affetto speciale; Lui è dolce, passionale, sensibile, mi capisce e mi conosce. È costantemente presente, rimaniamo ore ed ore a parlare, senza accorgerci che il tempo scorre veloce, la vita passa fulminea intorno a noi, ma dentro la nostra bolla di sapone, tra riflessi colorati e goccioline di rugiada, tutto è fermo incredibilmente pieno di vita, ma immobile…nulla passa!

Lui è reale, Lui è la mia realtà, il quotidiano, Lui c’è di giorno, alla luce accecante del sole e di notte, illuminato dal candido chiarore della luna.

Ma quando ogni luce scompare, quando persino la luna si spegne e il mio corpo trova conforto tra il calore delle coperte e i miei occhi lentamente si chiudono, li ci sei Tu!

Tu sei nei miei sogni, in quel mondo che è solo mio. Ci sei sempre stato, c’eri allora, appena ci siamo conosciuti, e ci sei ora, esattamente come prima.

Nei miei sogni Tu mi stringi a te, accarezzi io mio viso, baci le mie labbra e ogni risveglio è una piccola tortura, penso a Te le prime ore del mattino, fino a  che non torno completamente alla realtà, torno a Lui, voglio Lui!

E poi di nuovo, la luce si spegne, il suo volto scompare, arriva Morfeo che mi conduce fino a Te, di nuovo, per un'altra notte!”

 

I suoi occhi che fino a quel momento erano rimasti fissi come ipnotizzati dal ritmico fluire delle onde lontane del lago, velati di malinconia e d' imbarazzo, si alzarono, fluttuanti nell’aria frizzantina dell’autunno, trovarono riparo sul volto di Lui, che, con stupore persino di se stesso, era attraversato da un’ amara lacrima, una lacrima che nascondeva una ferita assai più amara e dolorosa.

Avrebbe voluto stringerlo, baciare quelle lacrime, curare quella ferita.

Rimasero per qualche istante immersi ognuno negli occhi dell’altro, come in un labirinto senza uscita, poi il palmo della mano di Draco andò dolcemente a posarsi sulla guancia sinistra di Hermione, la punta delle dita carezzava lievemente il lobo dell’orecchio, mentre il pollice esplorava la pelle vellutata degli zigomi; Dando a Lei il tempo di realizzare e quindi di reagire, si avvicinò dolcemente alle sue labbra, fino a sentire il calore del suo respiro sulle sue, esitò ancora un istante, con gli occhi di ghiaccio ancora persi nell’oscurità degli occhi di Hermione, sembrò trovare la via del ritorno solo quando il labbro superiore sfiorò quello della ragazza, lei socchiuse gli occhi, lui imitò quel gesto, di nuovo il labbro superiore, poi quello inferiore…come in molti sogni che ormai da troppo tempo animavano le notti di entrambe, ignari ognuno dei sentimenti dell’altro.

A Hermione sembrò non terminare più quel momento. Le loro labbra che dolcemente si univano, le loro lingue che prepotentemente si intrecciavano esplorando ogni angolo delle loro bocche, mentre mani tremanti si immergevano tra i capelli. Draco si scostò delicatamente da lei, tenendole sempre il volto tra le mani, lei rimase immobile, poi sembrò tornare lentamente alla realtà, sentì un pizzicore agli occhi, si rese conto che si erano riempiti di lacrime – Io…devo andare…- disse con voce tremante, si voltò e senza pensarci troppo rientrò al castello correndo.

 

 

In my field of paper flower

And candy clouds of lullaby

I lie inside my self for hours

And watch my pourple sky fly over me

 

( Evanescence – Imaginary )

 

 

 

***

 

 

- Draco, ma dove sei stato? – domandò Blaise con un filo di ansia nella voce, andando incontro all’amico quando lo vide rientrare al dormitorio, poi senza aspettare una risposta – ti cerca Piton, credo ci sia tuo padre. Ma di un po’… eri con la Granger?- Draco rivolse uno sguardo raggelante all’amico, nominare Hermione nel bel mezzo della sala comune dei Serpeverde! – Non mi sembra il caso ora, Blaise!- disse assicurandosi che nessuno avesse ascoltato, poi si incamminò verso l’uscita – Vado a cercare Piton –

 

- Draco!- una voce fredda e autoritaria fece sobbalzare il ragazzo che, immerso nei suoi pensieri, vagava per i corridoi del sotterraneo alla ricerca del professor Piton

- Papà, mi cercavi?- disse il ragazzo appena riuscì a distinguere la figura del padre nella penombra di un angolo

- Ero venuto per parlare con il professor Silente di questioni private, ma venendo qui la mia attenzione è stata distolta da una scena a dir poco rivoltante- disse Lucius con un tono accusatorio e un’espressione di disgusto sul viso, Draco si sentì impallidire, ma cercò di riprendere il controllo di se e con tono vago disse – A che ti riferisci?- l’espressione di disgusto sul volto di Lucius si tramutò in rabbia, con uno scatto strisciò vicino al figlio, lo afferrò violentemente per un braccio

- Mai più voglio ritrovarmi davanti agli occhi la scena di questa sera sulla Torre di astronomia. Mai più Draco! Hai disonorato già abbastanza il nome dei Malfoy!- le parole uscirono dalle sue labbra come un sibilo di serpente e come gelide lame trafissero le orecchie e il cuore di Draco, come se fossero un tutt’uno. Senza avere neanche il tempo di rispondere al padre, Draco di ritrovò di nuovo solo nel sotterraneo.

 

 

***

 

 

- Hermione?!  non ti senti bene? Sono appena le dieci e già sei a letto!- disse Ginny sedendosi sul letto di Hermione con un pizzico di stupore nella voce

- Ho un forte mal di testa - la sua voce era tremante e triste – e poi domani abbiamo una giornata pesante, vorrei riposare!- Ginny la guardò con occhi sospettosi che Hermione non vide poiché il suo viso non sembrava voler uscire da sotto la leggera trapunta, storse il naso e disse – Ron ti cerca, che gli dico?- Hermione si sentì una lama trafiggerle lo stomaco, esitò un istante, di nuovo i suoi occhi si riempirono di lacrime, si strinse ancora di più nelle coperte e cercando di controllare le emozioni nella sua voce disse – Digli che non mi sento bene e che ci vediamo domani mattina. Non ce la faccio proprio ad alzarmi!-

- Ok!ma…sei sicura di non avere la febbre? Ti accompagno da Madama Chips? – chiese Ginny preoccupata per l’amica

- No Gin, stai tranquilla! Ho bisogno solo di dormire!- disse Hermione cercando di liquidare l’amica nel modo più gentile possibile, Ginny sembrò ricevere il messaggio e lasciò il dormitorio delle ragazze, tornando in sala comune.

 

Ooh  Solitude

Forever me, forever you

Ooh  Solitude

Only you, only tue

Everyone leaves me stranded

Forgotten, abandoned,

Left behind

 

( Evanescence – Solitude )

 

 

Hermione si ritrovò di nuovo sola, con i suoi pensieri, con i suoi ricordi, con i suoi dubbi.

Ricordava bene quando per la prima volta aveva visto Draco Malfoy come un ragazzo normale. Era al secondo anno di scuola, lei si trovava in infermeria a sputare palle di pelo, dopo quell’incidente con la pozione polisucco e proprio in quei stessi giorni di ritrovò a stare nella stessa stanza con Malfoy, a soli due letti di distanza. Lei rimase in infermeria solo per tre giorni, ricevendo visite in continuazione, dai suoi compagni, dai suoi amici, persino i suoi genitori erano andati a trovarla, mentre lui era rimasto sempre solo, di tanto in tanto veniva il professor Piton e gli portava i saluti di sua madre “ aveva un appuntamento irrevocabile, ma ti manda i suoi saluti” queste le parole del professore, ed Hermione assisteva a quelle scene, tutti i giorni una scusa, e si accorse di quanta tristezza c’era negli occhi del ragazzo, quando dalla porta d’ingresso entravano quei capelli corvini anziché la bionda e fluente chioma della signora Malfoy. Da quel giorno nonostante lui la trattasse con disprezzo, lei riusciva sempre a giustificare tale comportamento, ogni volta le tornavano in mente quegli occhi di ghiaccio, solitamente privi di espressioni, che per un attimo si lasciavano andare alle emozioni, mostrando quello che realmente c’era nel cuore del ragazzo: solitudine.

 

Ooh Solitude, still with me is only you

 

Capiva quanto dovesse bruciare il fatto che una babbana mezzosangue avesse il rispetto e l’amore degli altri maghi, degli amici, dei suoi genitori, mentre lui, un purosangue appartenente alla famiglia più temuta di tutto il mondo magico, suscitasse nell’animo delle persone solo timore e disprezzo, neanche i suoi genitori dimostravano l’amore per il loro unico figlio, troppo impegnati con il lavoro, con i loro affari.

 

 

 

***

 

I believe in you

I’ll give up everythimg just to find you

I have to be with you to live to breathe

You’re taking over me

 

( Evanescence – Taking over me )

 

 

- E così è vero? Ti sei innamorato di lei - le parole di Pancy risuonavano nella testa di Draco in ogni momento

- Hermione Granger. Draco sei un illuso… credi davvero che se anche lei per assurdo ricambiasse i tuoi sentimenti, i tuoi genitori ti permetteranno di frequentare una dal sangue sporco? Faranno di tutto per impedirtelo lo sai anche tu!- queste erano le parole che Pancy gli aveva detto quando lui aveva deciso di troncare la loro relazione.

Si erano messi insieme al terzo anno e lui l’aveva amata, anche se non per tutto il periodo che erano stati insieme; inizialmente l’aveva resa come un gioco, aveva solo 13 anni, non poteva sapere cos’era l’amore, poi aveva cominciato ad abituarsi a lei, a comprenderla, aveva cominciato a capire i meccanismi dell’amore, e per un anno e poco più erano stati bene, poi all’inizio del quinto anno qualcosa era cominciato a cambiare nel sentimenti di Draco, non in quelli che provava nei confronti della Parkinson, ma in quelli nei confronti di Hermione. Quando quel giorno era andato nell’aula di pozioni un po’ prima dell’orario di lezione e aveva trovato Hermione Granger. Tutta presa nel versare sangue di rospo e zampe di lucertola nel suo calderone, non si era accorta della presenza di Draco, e lui era rimasto lì, immobile sulla soglia della porta, senza neanche respirare per non disturbare l’attenzione della ragazza; per la prima volta si accorse dei riflessi dorati che emanavano i suoi capelli quando un raggio di sole li colpiva, poi lei aveva alzato il volto e con un sorriso sorpreso l’aveva salutato. Lui era rimasto spiazzato da quel gesto e non sapendo cosa fare era andato via, senza rivolgerle la parola. Era andato a rintanarsi nel bagno del sotterraneo e per tutto il giorno l’unica cosa a cui aveva pensato era a quel sorriso, che pur essendo forzato e imbarazzato, aveva una sfumatura dolce.

La ragazza che lui aveva sempre preso in giro, disprezzato, umiliato.

Nei giorni seguenti si rese conto di quanto era forte il desiderio di incontrarla per i corridoi, e quando accadeva riusciva solo a distogliere lo sguardo imbarazzato; ormai Pancy non gli bastava più, inizialmente aveva creduto di poter nascondere questo sentimento dietro il suo rapporto con la ragazza, ma con il tempo gli diventò impossibile anche questo. Quando era con lei cercava Hermione, quando si abbracciavano, quando si baciavano, quando facevano l’amore desiderava Hermione al suo posto, e nessun’altra.

- C’è un'altra?- la domanda a cui Draco non rispose e che fu per Pancy Parkinson la conferma a tutti i suoi dubbi.

 

Are all my thoughts of you, sweet raptured light

 

 

***

 

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Capitolo 2
*** part II ***


Harry e Ron fecero il loro ingrasso il sala grande tra i saluti degli altri giocatori di Quiddich e gli sguardi incantati dell

PIECES OF A DREAM

 

PART II

 

 

Harry e Ron fecero il loro ingresso in sala grande tra i saluti degli altri giocatori di Quidditch e gli sguardi incantati delle ammiratrici delle diverse case; Hermione era già seduta al tavolo dei Grifondoro con Ginny e Lavanda al suo fianco.

-Buongiorno, heyMione ti aspettavo in sala comune, pensavo che ancora non fossi scesa!- disse Ronald avvicinandosi al viso di Hermione e posandole un bacio sulla guancia, dall’altra parte della sala due freddi occhi vigili e attenti assistevano alla scena.

- Bè, volevo studiare ancora un po’ prima del compito di trasfigurazione, quindi sono scesa prima-  si giustificò Hermione senza distogliere lo sguardo dalla sua tazza di tè, poi si alzò – infatti ora vado…ci vediamo a lezione!- Harry guardò perplesso l’amica lasciare la sala, poi guardò Ginny che ricambiò lo sguardo interrogativo alzando le spalle e scuotendo la testa, Ron sembrò non accorgersi nemmeno dello strano comportamento di Hermione – Hey Harry…oggi ricominciano gli allenamenti di Quiddich, vero? – disse Ron tra un morso alla sua fetta di pane imburrata e un sorso si succo di zucca.

 

Il tempo non era dei migliori quel giorno, grosse e cariche nuvole minacciavano il fievole sole che volgeva ormai verso la fine del suo ciclo, era tempo per lui di morire, di lasciare il trono al gelo dell’oscurità, non aveva più la forza di alimentare, doveva riposare e sarebbe tornato più carico che mai in primavera, bisognava solo aspettare alcuni mesi.

Aspettare e sopportare.

Nonostante il tempo minaccioso Hermione Granger sedeva su un letto di foglie morte, ai piedi di un salice piangente sulla riva del lago. Il vento che sfogliava le pagine del libro aperto sulle sue gambe era un chiaro segno che non fosse molto assorta nella lettura, eppure quando sentì un rumore di rami spezzati dietro di se sobbalzò. Si voltò e il suo cuore accelerò il battito, rimase immobile continuando a guardare verso il tronco dell’albero alla sua destra, sentì un vuoto sulla bocca dello stomaco quando vide due mani eleganti poggiarsi al tronco e una testa coronata di morbidi fili dorati spuntare dai rami che scendevano a pioggia.

Fu un sollievo per lei che fosse Draco e non Ronald, l’aveva evitato per l’intera mattinata, anche se lui sembrava non essersene accorto, non sarebbe riuscita a guardarlo in faccia senza raccontargli quello che era accaduto la sera prima, e se l’avesse  fatto forse se ne sarebbe pentita, lei non poteva farlo.

Ma forse l’unico motivo del suo sollievo non era solo questo.

- Disturbo? – chiese Malfoy con un sorriso malizioso sulle labbra, avvicinandosi e mettendosi a sedere accanto alla ragazza

- Bè…ormai ti sei accomodato! – rispose Hermione scherzosamente, sorridendo – Com’è andato il compito di trasfigurazione? Non mi dire che hai finito ora! – Hermione con non poco imbarazzo cercò di intavolare una conversazione che evitasse di affrontare il discorso “bacio sulla torre di astronomia”, ma Draco sembrò non avere le stesse intenzioni

- Si, Miss Sono-La-Più-Svelta-A-Finire-I-Compiti, ho finito ora…diciamo che non ero proprio al massimo della mia concentrazione…-

- Quando conosci gli argomenti la concentrazione non è essenziale- l’ammonì ironicamente, mantenendo il sorriso sulle labbra

- Hermione, in questo momento il compito di trasfigurazione è l’ultimo dei miei pensieri…- il viso del ragazzo si fece serio e si rivolse con lo sguardo verso Hermione, che improvvisamente aveva smesso di sorridere

- Quello che è accaduto ieri sera… - cominciò Draco, ma fu bruscamente interrotto da Hermione

- No! Ieri sera non è accaduto nulla…Malfoy, è stato solo uno sbaglio, un momento di debolezza! Non si ripeterà mai più – più che dare una spiegazione a lui sembrò stesse cercando di convincere se stessa

 

Hello,

 i’m the lie living  for you so you can hide

don’t cry...

 

( Evanescence – Hello )

 

- Un momento di debolezza ? – ripeté lui incredulo riducendo gli occhi a due fessure – e quello che mi hai detto, anche quello era un errore? Che c’è, hai sbagliato persona? Non era a me che dovevi dirle quelle cose? – la voce di Draco adesso era leggermente alterata, con gli occhi argentati ancora fissi su di lei, che in silenzio osservava apparentemente interessata una piccola formica che si attardava a tornare al suo formicaio con l’ultimo chicco di grano per la provvista invernale.

- Io sto con Ronald Weasley. Lo amo e voglio stare con lui! –

- Vuoi o devi stare con lui? – Hermione trasalì impercettibilmente – con lui è tutto più semplice, vero Granger? I tuoi amici non hanno nulla da ridire riguardo alla vostra relazione, è tutto servito su un piatto d’argento. Con lui non vai contro niente e nessuno, non ti devi mettere in gioco, con lui la tua reputazione è intaccabile. –

- Io lo amo … - riuscì a dire solo questo, con voce rotta da lacrime che si obbligava a non versare

- Tu ti sei imposta di amarlo, perché amare me era impossibile da accettare – questa volta era lui che sembrava volersi convincere che fosse così, sperava con tutto se stesso che quello che aveva appena affermato con tanta sicurezza fosse anche la realtà.

- Io… ho bisogno di stare da sola! Ho bisogno di riflettere, di chiarirmi le idee. Draco non puoi piombare così nella mia vita, stravolgerla, annullando completamente tutte le mie sicurezze e pretendere che io ti lasci fare come se nulla fosse, non posso fare del male a Ron –

- Io non ti sto chiedendo nulla Hermione…se pensi di dover chiarire qualcosa, allora fai pure, prendi tutto ciò di cui hai bisogno – si alzò con un elegante movimento – ma inevitabilmente qualcuno soffrirà…cerca almeno di non essere tu. –  un ultimo sguardo e se ne andò, lasciando in compagnia di Hermione solo il suo inebriante profumo, misto a quello di pioggia che da lì a breve avrebbe cominciato a cadere ininterrottamente.

 

 

Listen to the rain

Listen to each drop of rain (listen listen )

Whispering secrets in rain (listen listen )

 

( Evanescence – Listen to the rain )

 

 

***

 

“Accidenti, ma questi non rinunciano al Quidditch di fronte a nulla” pensò Ginny che, avvolta in una mantella impermeabile e sotto un grazioso ombrellino rosa si era recata al campo di Quidditch, dove i Grifondoro e i Tassorosso  avevano improvvisato una partita amichevole.

- Avanti Dean, fischia la fine della partita – Dean Thomas si girò verso la Weasley che con il dito indice della mano destra batteva sul polso del braccio sinistro, poi frettolosamente cercò il fischietto, rendendosi conto che erano più di due ore che i ragazzi stavano giocando.

Al fischio di fine partita uno sciame di ragazzi a cavallo di manici di scopa cominciò l’impicchiata verso terra.

-Harry!- gridò Ginny alzando un braccio e muovendolo in alto per farsi vedere dal ragazzo.

- Hey Gin, che ci fa qui?- disse correndo verso la ragazza, Ginny gli andò incontro e lo accolse sotto il suo ombrello

- Cercavo Hermione, speravo sapessi dirmi dove trovarla!-

- Io non la vedo dall’ora di pranzo - rispose il ragazzo con un velo di preoccupazione nella voce

- Harry noi andiamo a cambiarci!- una voce dal centro campo interruppe i due ragazzi – Si, vi raggiungo tra un attimo!- si affrettò a dire Harry, voltandosi verso i suoi compagni che stavano entrando nello spogliatoio.

- Ginny, ma c’è qualcosa che non va?- disse Harry tornando con lo sguardo e con l’attenzione sulla ragazza – riguardo ad Hermione, intendo – puntualizzò

- Speravo che mi dicessi qualcosa tu… da ieri sera non sono riuscita a stare sola con lei neanche un istante per parlarci. Ho paura che il problema sia Ron, quell’idiota pensa troppo al Quidditch! – Harry alzò un sopracciglio sentendosi chiamato in causa, infondo il motivo per cui la sua storia con la Weasley non era andata a buon fine era proprio perché Harry era troppo attaccato a quel cavolo di sport. “Tra Voldemort e la scuola non ho proprio la testa ne la voglia di impicciarmi anche sentimentalmente! Mi dispiace Ginny! “ erano state proprio queste le parole che Harry aveva usato per liquidare la ragazza, e Ginny sapeva che era vero e che il ragazzo avesse bisogno di impegnare quei momenti in cui era lontano dal pericolo con qualcosa che lo svagasse, ma Gin sapeva anche che quello che mancava ad Harry non era la voglia, ma la maturità di impegnarsi sentimentalmente, e così si era convinta che non erano fatti l’uno per l’atra e se l’era tolto dalla testa.

- Ronald non ti ha parlato di un litigio o qualcosa di simile? – disse la ragazza con tono investigativo

- No…non mi ha parlato di discussioni, pensandoci non mi ha parlato proprio di Hermione!- disse Harry con fare pensieroso, realizzando che in effetti negli ultimi tempi quando si trovavano a parlare di Hermione, Ron cercava sempre di troncare la conversazione – sei andata a vedere in biblioteca, magari è lì –

- No…ora vado a vedere – disse con voce fioca e sconsolata, poi guardò Harry – Harry io sono preoccupata! Ieri sera ho avuto l’impressione che avesse pianto, ed inoltre, ogni volta che si trova in una stanza con Ron, cambia atteggiamento! Ho una brutta sensazione. – alcuni ragazzi uscirono dallo spogliatoio e salutarono Harry e Ginny che ricambiarono senza badarci troppo

- L’ ho notato anch’io questo strano comportamento, ma forse sono solo nostre impressioni. Sai com’è Hermione, si fa prendere dallo studio e in questo periodo abbiamo sempre molti compiti – disse Harry cercando di rassicurare entrambe,

- Speriamo – disse Ginny in tono poco convinto – comunque cerca di parlare con Ron e fatti dire qualcosa a riguardo! Forse la sta trascurando troppo! –

- Ci proverò, ma ora torna al castello o rischierai di prenderti un malanno con questa pioggia – Ginny seguì il consiglio di Harry, che nonostante la loro storia fosse finita era sempre molto premuroso nei suoi confronti. Il ragazzo la guardò andar via e quando fu scomparsa si diresse verso lo spogliatoio.

 

All’interno c’erano ancora qualche ragazzo Tassorosso e Ron che era ancora sotto la doccia, Harry lo raggiunse, cercando di trovare il modo più discreto possibile di introdurre l’argomento “Hermione”. Non ebbe bisogno si sforzare troppo le meningi perché fu Ron inconsapevolmente a farlo

- Che voleva mia sorella?-

- Stava cercando Hermione – si interruppe un istante, poi riprese – oggi è piuttosto sfuggente, non ti sembra? –

- Bè amico…non sei stato molto delicato quando l’ hai lasciata non puoi pretendere che ti butti le braccia al collo appena ti veda – Harry guardò l’amico leggermente spaesato, poi comprese l’equivoco si affrettò a chiarire

- Ma io mi riferivo ad Hermione! –

- Ah! Non c’ ho fatto caso, a me sembra sempre uguale! – disse Ronald continuando non curante a strofinarsi i capelli rossi sotto il getto caldo dell’acqua. Harry rimase allibito, come poteva non essersene accorto, forse Gin aveva ragione: Ron la stava trascurando troppo.

- Ma … - esitò un istante, un po’ imbarazzato – le cose tra voi come vanno? – Ron guardò Harry un po’ sorpreso per quella domanda

- Credo bene! Ultimamente non passiamo molto tempo insieme! – disse Ron, che ora era uscito dalla doccia

- E questo è normale? – ora anche Harry aveva chiuso l’acqua ed era uscito dalla doccia

- Normale?! Bè, ora che ci penso non è normale, ma va bene così. I primi mesi siamo state sempre insieme e lo siamo stati anche quest’estate. Ma ora lei ha i suoi libri e io il Quidditch, quando si può si sta insieme! – poi rivolse uno sguardo sospettoso all’amico – perché tante domande? –

Harry sobbalzò impercettibilmente – curiosità, era un po’ che non ti sentivo parlare di Hermione!

 

Hermione e Ron si erano messi insieme verso la fine del sesto anno. Nel mese di Aprile, con la primavera al massimo dello splendore si erano trovati un pomeriggio a passeggiare per il giardino del castello nei pressi della capanna di Hagrid; tra un dispetto e l’altro si erano trovati con il volto così vicino che quello che seguì sembrò la cosa più naturale del mondo. Quel bacio fu solo l’ufficializzazione di ciò che provavano l’uno per l’altra, perché in realtà si comportavano come fidanzatini già un po’ di tempo e tutti i Grifondoro ormai aspettavano con ansia solo quel momento. Inizialmente Hermione non sembrava molto convinta della storia tra lei e Ron, troppo spesso quando lui non c’era si ritrovava a pensare a Malfoy, troppe volte le batteva il cuore quando lo incontravano per i corridoi della scuola; era come se fosse divisa in due: quando c’era Ron, lei rideva, scherzava, con lui stava bene, ma quando si ritrovava da sola i suoi pensieri erano per quel ragazzo che tanto la disprezzava. Con il tempo cominciò a pensarci sempre meno, però, e con la complicità dell’estate, la chiusura della scuola e quindi la lontana da Draco Malfoy, l’immagine del ragazzo nella sua mente divenne solo il ricordo di una persona che per quanto potesse soffrire di solitudine non facesse nulla per far si che le cose cambiassero. Questo avvenne nella sua mente, però,  non nel suo cuore. Ma a volte la mente è più forte del cuore e riesce a far si che certi sentimenti si perdano nei meandri, negli angoli più impensabili e bui….ma può solo farci dimenticare di essi, non può cancellarli.

 

***

 

Hermione Granger fece il suo ingresso nella sala grande all’ora in cui era solita cenare ormai da sette anni; al varcare della soglia si lanciò una rapida e apparentemente vaga occhiata intorno, guardò il tavolo dei Tassorosso, poi i Corvonero, salutò un paio di ragazze dai capelli corvini con un sorriso e un lieve cenno della mano, quasi arrivata al tavolo dei Grifondoro vide che Harry, Ginny e Ron erano già seduti, infine gettò un’occhiata al tavolo dei Serpeverde, precisamente dove era solito sedersi Draco, con suo stupore ed un pizzico di dispiacere, il posto era vuoto.

- Herm, ti ho cercato ovunque, ma dove diavolo eri finita? – disse Ginny quando rivide finalmente l’amica

- Sono stata in biblioteca e poi in sala comune a studiare! – rispose Hermione con naturalezza, poi si sforzò di comportarsi normalmente anche con Ron, si sedette vicino a lui, che si girò a guardarla, si sorrisero e si scambiarono un leggero bacio sulle labbra, poi Hermione si concentrò sulla sua cena

- Ah…bè, in effetti ho guardato ovunque ma non il sala comune! – disse Gin alzando le spalle e tirando fuori la punta della lingua tra le labbra sorridenti.

- Ragazzi, che ne dite di andare ad Hogsmeade domani pomeriggio, ho sentito che Madama Rosmerta darà una specie di festa ai Tre Manici di Scopa – disse Harry entusiasta, mentre mangiava una cucchiaiata di un dolce gelatinoso di un insolito colore verde smeraldo, contornato con ciuffetti di panna viola

- Ah, si…l’ ho sentito anche io – aggiunse Hermione che invece stava sorseggiando un succo di mirtilli – la festa è in onore della figlia più piccola che è stata ammessa ad Hogwarts. È quella ragazzina tanto graziosa di Tassorosso -

- Ma chi, quella con quel cespuglio rosso in testa? – bofonchiò Ronald, Hermione gli mollò una leggera gomitata su un fianco e poi si aggiunse alla risatina dei suoi amici.

La ragazza stava cercando con tutta se stessa di tenere un comportamento normale, anche se spesso, inconsciamente, si ritrovava a guardare quel posto vuoto al tavolo dei Serpeverde.

Nonostante stesse riuscendo perfettamente a nascondere l’inquietudine che agitava il suo animo, Ginevra Weasley, da buona migliore amica, notò che qualcosa non andava; c’era qualcosa che incupiva gli occhi scuri, solitamente limpidi, di Hermione, ma non riusciva a capire cosa, e mai avrebbe immaginato ciò che l’amica le confidò quella sera stessa.

 

Finita la cena Hermione decise di andare a prendere una boccata d’aria nell’atrio, prima di rimettersi sui libri, Ginny, prima che potesse parlare Ron, si offrì di accompagnarla.

Aveva smesso di piovere da un’oretta, ma nell’aria era ancora forte l’odore della pioggia e di tanto in tanto il cielo completamente ricoperto di nuvole, si illuminava di una luce bianca, che faceva quasi male agli occhi.

Finalmente sole, le due amiche si sedettero avvolte nei loro mantelli su un gradino della scalinata che portava all’ingresso del castello, per un po’ non parlarono, Hermione continuava a guardare le luci del castello riflesse nelle scure e lontane acque del lago.

- Hermione c’è qualcosa che non va’? – Ginny ruppe il silenzio con la sua schiettezza, non le piaceva girare intorno alle cose, preferiva andare subito al sodo, rischiando anche di sembrare sfacciata e invadente, ma sapeva che con Hermione non sarebbe successo

- C’ho provato a non darlo a vedere ed anche a tenerlo per me, ma non ce la faccio… questa cosa mi sta uccidendo – rispose Hermione dopo ancora qualche istante di silenzio

- Ma sai che con me puoi parlarne, no?! Avanti, dimmi tutto – Hermione guardò l’amica mostrando nel suo sguardo tutto l’affetto che provava per lei. Ginny era sempre disponibile quando lei aveva bisogno, sapeva ascoltare senza giudicare, sapeva capire, sapeva darle la forza di affrontare le cose, sapeva farla arrivare sempre alla decisione giusta. Questa volta, però, era difficile, terribilmente difficile. Come avrebbe potuto dirle che provava dei sentimenti per la persona che da sempre li aveva odiati, disprezzati, che cercava di distruggerli da sette anni? Inoltre Ginny era la sorella di Ron, avrebbe capito anche questa volta? Ma Hermione si sentì di non poter fare altrimenti, non avrebbe di certo potuto parlarne con Harry, lui certamente non avrebbe capito, con Ginevra aveva invece qualche possibilità in più. Fece un lungo sospiro e prese coraggio

- Si tratta di Ron … o meglio, di me! – disse distogliendo lo sguardo da quello dell’amica, Ginny annuì con la testa

- Avevo immaginato che riguardasse quell’idiota di mio fratello! –

- No, Gin, lui non c’entra nulla – si affrettò a dire Hermione – il problema è esclusivamente il mio. Vedi, il punto è che… – esitò qualche istante – c’è un altro ragazzo – Ginny spalancò gli occhi esterrefatta, tutto si sarebbe immaginata ma non questo – la cosa mi ha colto di sorpresa, io … non immaginavo minimamente che questo ragazzo provasse qualcosa per me e … avrei preferito non saperlo! – aggiunse quest’ultima frase con un  tono disperato, Ginny non poté non consolarla con una mano sulla spalla

- Ok… la cosa è più grave di quanto pensassi … e continuo ad essere un po’ confusa! –

- Avevo notato questo ragazzo già prima di mettermi con Ron, poi per una serie di motivi ho fatto in modo di togliermelo dalla testa, nel frattempo è arrivato tuo fratello ed inconsapevolmente ha contribuito, le cose sono andate bene fino a … ieri sera! – Hermione ora era leggermente più rilassata, una buona parte del lavoro era terminata, mancava solo la parte più difficile, dirle il nome del ragazzo.

Ginny continuava a guardare le sue scarpe, adesso il piano della situazione era più chiaro, anche se lo stupore per la notizia tardava a lasciarla

- Immagino che chiederti cosa hai intenzione di fare sia troppo affrettato! Cosa ti senti? – disse Ginny cercando di affrontare razionalmente e con calma la situazione

- Confusione…io sono confusa! Non lo so, non faccio altro che pensare a questo da ventiquattr’ore, sono stanca … - si rese conto di non aver risposto alla domanda dell’amica, si soffermò a pensare: da chi voleva essere abbracciata in quel momento? Draco Malfoy. Chi voleva avere al suo fianco? Draco Malfoy. Ma tutto questo non poteva essere giusto, e Ron? Non poteva essere scomparso così dal suo cuore. I suoi occhi stavano riempiendosi di lacrime, lacrime che nelle ultime ore erano comparse troppo volte sul suo volto, doveva arrivare ad una soluzione o avrebbe finito per consumarsi.

- Ginny io penso a lui, da ieri sera, da quando sono scappata da lui, e questo non è giusto. Dov’è finito quello che provavo per Ron? Sono bastate poche parole e un … - la foga con cui aveva parlato al principio svanì - …poche parole e un bacio, sono bastate per cancellare tutto – di nuovo un accenno di stupore sul voltò di Ginny, ma cercò di non soffermarsi troppo sulla parola “bacio”

- Hermione, io non so dirti cosa sia successo dentro di te,  ma i sentimenti sono così, vanno e vengono, la cosa giusta da fare è viverli finché ci sono, tu lo hai fatto e devi continuare a farlo. E’ un discorso egoistico, lo so, ma per quanto possa essere doloroso prendere una decisione, non potrebbe mai esserlo quanto prendere quella sbagliata. –

 

Don’t turn away

Don’t try to hide

Don’t close your eyes

Don’t turn out the light

 

( Evanescence – Whisper )

 

- E come si fa a sapere qual’ è quella sbagliata? – chiese Hermione con l’ingenuità di una bambina, ora il suo viso era rigato da lacrime che continuavano copiosamente a scendere

- Se ti fa star bene anche solo per un giorno, non è la decisione sbagliata! Asseconda i tuoi sentimenti, non c’è niente di peggio del rimorso. – passò un braccio intorno alla spalla dell’amica e poggiò la testa su quella di Hermione.

Piombarono di nuovo nel silenzio, Hermione si asciugò gli occhi e ringraziò l’amica per il sostegno

- Sono o non sono tua amica? … è il minimo che posso fare! – disse Ginny tornando nuovamente al suo solito luminoso sorriso – ma…Herm, non mi hai detto chi è questo ragazzo! –

Hermione, troppo presa dalle lacrime e dal trovare una via d’ uscita, aveva dimenticato quel piccolo dettaglio; rimase ancora qualche istante in silenzio, poi quando fu decisa a pronunciare il nome, una voce in lontananza attirò la loro attenzione, entrambe si girarono a guardare le due sagome che si avvicinavamo al castello. Un lampo illuminò il vialetto che le due ombre stavano percorrendo e Hermione riuscì a distinguere quei capelli biondi e lisci : Draco Malfoy, stava tornando con Blaise Zabini dagli allenamenti di Quidditch. Quando anche Draco riconobbe Hermione, si fermò un istante alla base della scalinata, i due si guardarono per un istante che sembrò non finire mai, nuovamente si persero ognuno negli occhi dell’altro, intorno a loro, più niente.

Draco Malfoy riprese a camminare, senza togliere lo sguardo dalla ragazza, che, imbarazzata, cercava di nascondere il rossore dei suoi occhi; le superarono, ed Hermione senza neanche rendersene conto si girò a guardare il loro ingresso nel castello, nel frattempo Ginny aveva assistito alla scena esterrefatta, Hermione e Draco che si guardavano in quel modo, e soprattutto Draco Malfoy che incontrava le due ragazze e non faceva una delle sue spregevoli battutine

- Che gli è preso a Malfoy? Dev’essere impazzito se non … - Ginny si interruppe d’un tratto, come colta da un improvviso lampo di genio, si girò, questa volta con tutto il corpo verso l’amica, sul suo volto un espressione di terrore

- Hermione … - chiamò l’attenzione dell’amica che chiuse gli occhi e si morse il labbro inferiore – dimmi che mi sto sbagliando? –

- Non posso farlo … -

- Hermione… come è possibile? Draco Malfoy … no, dico ti rendi conto di chi stiamo parlando!!!!

- Si, Ginny…e questo rende ancora più difficile tutto. – sospirò sotto gli occhi allucinati di Ginny

- Ma perché? Cioè…come…quando…- cominciò a balbettare domande che rimanevano incomplete, poi scosse vigorosamente la testa, come a voler scacciare qualcosa  - …non è possibile! –

- Non so come sono arrivata a questo punto…io mi sono ritrovata una sera a pensare a lui e la sera successiva e quella dopo ancora. Mi sono rifiutata con tutta me stessa , mi odiavo ogni volta che il mio pensiero andava a lui, poi sono riuscita a chiudere quella parentesi, credevo definitivamente, ma non era così. – di nuovo il silenzio tra loro – Ginny, ti prego, dimmi qualcosa! –

- Che vuoi che ti dica. Lo so che se il sentimento è forte non si può cancellare, ma so anche che si diventa come dei fantocci, non si riesce più a ragionare. – Ginny sembrava avere un velo di malinconia nella voce, sapeva bene cosa voleva dire cercare di cancellare un sentimento che sembra voler solo crescere, crescere a dismisura fino quasi a farti scoppiare – io non mi fido di lui. Ma tu sei una ragazza intelligente e sono sicura che riuscirai a tener testa alla cosa, se non dovesse essere così, io rimarrò sempre attenta e vigile – il tono della sua voce era tornato ad essere quello di sempre, comprensivo e dolce, Hermione per un momento si sentì sollevata. Parlare con Ginny le aveva fatto bene, per un attimo si era sentita meno sola, ma non appena tornò la consapevolezza che avrebbe dovuto affrontare la situazione solo con le sue forze, tornò anche il dolore allo stomaco e sul petto all’altezza del cuore.  

Una piccola gocciolina cadde dal cielo e si andò a schiantare sul gradino di pietra – voglio dormire…sono stanca di pensare! Voglio solo andarmene a dormire. –

 

I’ve got to break through

 

 

***

 

 

Grazie Grazie Grazie a Bellatrix Malfoy e a Little Jewel

le uniche due che hanno recensito (spero che non siano anche le

uniche due lettrici ^.^’ !!).

E’ stato bello e incoraggiante trovare dei commenti positivi,

spero vi piaccia anche questa seconda parte!!

 

A presto,

 

Claudia

)O(

 

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Capitolo 3
*** part III ***


E fu quella sera stessa al ritorno nel suo dormitorio che si trovò ad affrontare Ron

PIECES OF A DREAM

 

PART III

 

 

E fu quella sera stessa, al ritorno nella Torre del Grifondoro, che si trovò ad affrontare Ron.

Hermione aveva sperato di poter rimandare al giorno dopo, o a quello dopo ancora, ma non poteva continuare a evitare il suo ragazzo, senza che prima o poi lui le chiedesse che cosa non andava.

Da quando avevano cominciato a frequentarsi Ron e Hermione avevano l’abitudine di rimanere nella sala di ritrovo dei Grifondoro, quando tutti si erano ritirati nelle loro stanze.

Quella sera non fece accezione.

Nonostante Hermione non desiderasse altro che chiudere gli occhi e non pensare più almeno fino al mattino seguente,

 

“ My, my baby blue

you’ re so jaded...”

 

( Aerosmith – Jaded )

 

 

sentì di non poter evitare di nuovo di stare sola con lui, così cercò di non dar troppo a vedere il suo stato d’animo. Con Ronald non era difficile nascondere le cose, era un ragazzo ingenuo, sotto un certo punto di vista non era così differente da Harry, a volte anche Ron sembrava non avere proprio la testa per stare con una ragazza.

Hermione era seduta su una grande poltrona rosso scarlatto, vicino al camino e aveva in mano un grosso libro, che leggeva con interesse. Quando anche Seamus Finningan  se ne andò a dormire dopo aver perso per l’ennesima volta a scacchi con Ron, i due ragazzi rimasero soli.

- Sai che Charlie per questo fine settimana torna a casa – disse Ron mentre riordinava accuratamente le pedine magici nella scacchiera – mi dispiace non poter esserci per salutarlo –

Hermione richiuse il libro – già è un peccato…da quanto non lo vedi? –

- L’ultima volta è stata quest’estate, quando c’eravate anche tu e Harry – quando ebbe finito di parlare Ronald era seduto sul bracciolo della poltrona su cui sedeva Hermione, le accarezzo la testa e poi posò le sue labbra sui capelli castani della ragazza, Hermione per quel gesto così dolce e sincero si sentì morire, come se qualcosa al suo interno fosse appena stato lievemente, ma dolorosamente lacerato.

- Che leggevi? – continuò Ronald che adesso si era seduto a terra, di fronte a lei.

- Niente di interessante, un libro su William, il sanguinario, per la lezione di Storia della Magia – Ron si avvicinò di nuovo a lei, questa volta prendendole il viso con una mano, lei istintivamente si spostò, poi essendosi resa conto della sua reazione brusca, si alzò con naturalezza e continuò – sai, si dice che in realtà non fosse lui ad uccidere le sue vittima, ma le facesse uccidere dai suoi servi più giovani, in questo modo diceva che avrebbero formato il loro carattere, e sarebbero stati pronti ad affrontare la vita – Hermione parlò senza prendere fiato, il suo nervosismo era fin troppo evidente. “Hermione, calmati! Così rischi di fargli capire qualcosa!!” disse una vocina dentro di lei, ma era troppo tardi, per quanto ingenuo potesse essere Ronald era troppo evidente che qualcosa la innervosiva. Tuttavia Ron fece finta di nulla - bè… interessante – disse con tono poco convinto, provò di nuovo ad avvicinarsi a lei che ora era in piedi appoggiata alla scrivania sulla parete opposta al camino. “Questa volta non dovrai muoverti…non scappare di nuovo da lui!” di nuovo la vocina aveva parlato dentro la sua testa, mentre Ron accostava le sue labbra a quelle della ragazza. Era stato un bacio semplice, puro, pieno di dolcezza, negli occhi di Hermione comparve un velo di tristezza.

- Harry mi ha fatto notare che non stiamo più molto tempo insieme – aveva detto Ron, mentre la teneva tra le braccia; Hermione sentì le gambe cedergli, quelle parole l’avevano colpita come una folata di vento gelido su un corpo nudo e debole.

Di nuovo qualcosa che si lacerava.

- Bè…abbiamo impegni differenti – aveva risposto con un filo di voce tremante, Ron si era staccato da lei. Tenendo sempre le mani poggiate sulle sue spalle ora la guardava in viso

- Questo è vero, ma è giusto?...cioè, non dovremmo comunque trovare un momento per noi – continuava a guardarla con i suoi dolci occhi verdi, lei non riuscì a sostenere quello sguardo e così portò il suo a terra, su quella fredda e terribilmente dura pietra, nascosta da una coltre di candido e ingannevole tessuto.

- Lo studio richiede molto tempo e concentrazione, a breve cominceranno anche i corsi pomeridiani. Anche i tuoi allenamenti di Quidditch sono molto impegnativi, insomma questo è l’ultimo anno non possiamo permetterci di perdere tempo… - aveva cominciato a parlare senza capire il vero senso di quello che diceva, Ron la interruppe

- Hermione, ma che ti prende? Hai una crisi da ultimo anno o è qualcosa di cui devo cominciare a preoccuparmi? – ora Ron si era completamente staccato da lei, il suo sguardo si era fatto serio, nella sua voce una nota di severità e Hermione avrebbe giurato che le sue mani stessero tremando

- Che vuoi dire? – disse nel tono più vago che riuscì a pronunciare, ma decisamente poco credibile

- Dimmelo tu! Oggi mi hai evitato per tutto il giorno ed ho pensato che fosse per via dello studio, ma ora mi sembra di abbracciare un pezzo di legno. – nel tono di voce di Ron si percepiva chiaramente del disappunto, Hermione andò a sedersi di nuovo sulla poltrona e si prese il viso tra le mani – Hermione, se devi dirmi qualcosa fallo in fretta. –

- Ecco, vedi…io… - Hermione non si era aspettata di affrontare il discorso quella sera, continuava a farfugliare parole, mentre il suo cuore batteva sempre più velocemente e le sue mani cominciavano a tremare, buttò fuori dai polmoni tutta l’aria che aveva in corpo, poi alzando gli occhi sulle fiamme del camino che continuava a danzare al ritmo del vento che tirava dalla cappa, riuscì a dire quella frase, quelle parole che l’avrebbero fatta sentire bene, per lo meno con la sua coscienza

- Io credo che sia meglio prenderci un po’ di tempo…ho bisogno di un po’ di tempo per riflettere – “bugiarda” di nuovo la voce dentro di lei  “non è di tempo che hai bisogno, non devi riflettere su nulla, sai già la tua decisione quel’è. Non riesci proprio ad essere sincera, eh? ”.

 

...A thief,  a whore  and a liar...

 

Per Ron fu la concretizzazione di una sensazione che l’aveva pervaso non appena erano rimasti soli, ora anche i suoi occhi erano fissi sulle fiamme del camino

- Riflettere su cosa? Hermione…non mi va di essere preso in giro. Mi stai lasciando? –

- Io…non lo so… - disse Hermione tra i singhiozzi – non lo so, non so che fare!! – nella sua voce, non c’era insicurezza, ma solo disperazione

- Che cosa ti confonde così tanto? Fino a ieri andava tutto bene. È colpa mia, vero? Non ti dedico troppo tempo! – Ron si era avvicinato alla poltrona su cui era seduta Hermione, ancora con il viso bagnato dalle lacrime tra le mani, il ragazzo le afferrò i polsi e li scostò dal viso in modo da poterla guardare negli occhi

- Non è colpa tua, Ron. Sono io che … - si fermò, non poteva dirgli di Draco, non ne aveva il coraggio

- Tu cosa Hermione? – Ron cominciava a spazientirsi, pronunciando quella domanda le aveva stretto forte i polsi e l’aveva strattonata, vedendo che la ragazza continuava a tacere, si alzò bruscamente e prese a camminare freneticamente avanti e indietro per la stanza – Non me ne andrò di qui finché non mi avrai dato una motivazione. Voglio sapere perché mi stai lasciando? C’è un altro…è così vero? C’entra un altro ragazzo? – Hermione non rispose a quella domanda, si limitò a chiudere gli occhi e lasciare che il dolore lacerante che provava al cuore la uccidesse del tutto, mentre lacrime che sembravano non finire mai continuavano a scendere dai suoi occhi.

 

“ Shards of me…

big enough to cut me into so many little pieces.

And i bleed, i bleed...

The pain consuming me.... “

 

(Evanescence – Whisper )

 

 

Ron si lasciò cadere sulla poltrona più vicina, rimase per qualche istante con gli occhi persi nel vuoto, incredulo.

Tra i due cadde un silenzio assordante per un tempo lunghissimo, in cui Ron sperò di svegliarsi di soprassalto nel suo letto e rendersi conto che era stato solo un brutto sogno, ma più le lancette del pendolo appeso sulla parete sopra il camino andavano avanti, più si faceva avanti la consapevolezza che quel momento era reale, che quella sensazione di vuoto, di smarrimento era solo la verità.

 

“ It’s not what it seems

it’s only in my mind

not in real life

No, i must be dreaming...”

 

( Evanescance – I Must Be Dreaming )

 

 

Ron si alzò dalla poltrona con un grande sforzo, sentiva le gambe deboli, le braccia che cadevano a peso morto lungo i fianchi, lo sguardo ancora perso, si incamminò verso le scale del dormitorio maschile, Hermione non lo guardò andar via, ma dentro di se, avrebbe voluto fermarlo, abbracciarlo forte e gridargli quanto fosse dispiaciuta per quella decisione, avrebbe voluto dargli una speranza per alleviare il suo dolore, ma sapeva che non era giusto, sapeva che non era quello il momento di dare spiegazioni.

Ronald Weasley lasciò la sala comune, lasciando Hermione sola con il suo dolore, con i sensi di colpa che cominciavano a lacerarle il cuore, lo stomaco, sembrava che nessun organo del suo corpo fosse immune a quella straziante emozione; sola davanti al fuoco nel camino ancora acceso, un fuoco di cui Hermione non sentiva più calore, non vedeva più i vivaci colori, desiderò di toccarlo, desiderò che quell’ indomabile sensazione di disprezzo che provava nei propri confronti diventasse dolore fisico.

Quando le lacrime smisero di rigarle il viso, la consapevolezza di ciò che aveva appena fatto cominciò a farsi strada nella sua mente, perché era stata così affrettata? E se si fosse pentita di tale decisione e, una volta tornata indietro, non avesse trovato più quel ragazzo così dolce che sapeva capirla? Non avrebbe potuto nascondergli i dubbi che soffocavano il suo cuore,la sua mente, finchè non si fosse chiarita una volta per tutte le idee? No, non avrebbe potuto farlo. I suoi non erano dubbi, le sue idee erano chiare. Inconsciamente aveva deciso di mettersi in gioco, di affrontare la situazione anziché sopportarla e fingere, e mettersi in gioco comporta sempre dei rischi.

 

 

***

 

 

Il mattino seguente nel cielo non c’era più nessuna traccia del tremendo temporale che c’era stato la notte, il cielo ora era limpido ed il sole splendeva, vista da dietro un vetro poteva essere scambiata per una giornata di primavera.

Nel cielo non c’erano più nuvole, ma non era lo stesso per il cuore di Hermione.

Era stata in sala comune fino a tardi, ma quando vide dall’alta finestra il cielo che cominciava a farsi lievemente più chiaro, si disse che era meglio se, almeno un po’, cercasse di dormire, con suo stupore, appena poggiò il viso sul cuscino, cadde in un profondo sonno.

Il risveglio fu…confuso.  

Fu svegliata dal frastuono che Calì e Lavanda facevano ogni mattina nel decidere il trucco più adeguato da farsi, si rigirò nelle coperte, Ginny era ancora a letto. Aveva un forte mal di testa e si sentiva gli occhi gonfi, cercò di ricordare cosa era accaduto la sera prima “mi stai lasciando?” , “C’è un altro?”, quelle frasi le balzarono subito in testa, poi collegò anche un volto a quelle parole : Ron.

- ragazze, se non vi alzate subito rischiate di saltare la colazione, sono già le 7:45 – l’aveva avvertite Calì, che insieme a Lavanda, stava uscendo dal dormitorio per recarsi in sala grande.

-Mione, sei sveglia? – disse Ginny con voce assonnata e tirando fuori la testa da sotto il cuscino

- Si…purtroppo – Hermione si mise a sedere sul letto, strofinandosi gli occhi con le mano

- Accidenti che aspetto orribile! –

- Gin…l’ho fatto! Ieri sera ho lasciato Ronald –

- Me lo aspettavo…- nella voce di Ginevra c’era un pizzico di tristezza, si era abituata ormai a vedere Hermione come la sua migliore amica-cognata e le piaceva l’idea di un futuro con Hermione che gironzolava nei giorni di festa tra le stanze della Tana - come ti senti? – chiese all’amica, mentre prendeva un beauty dal suo baule, Hermione sospirò

- Ho paura…ho paura di aver fatto la cosa sbagliata, ho paura di aver rovinato tutto e …ora non so minimamente come comportarmi! –

- Gli hai detto di … bè, insomma…di… - Ginny provò con tutte le sue forze a pronunciare quel nome, ma alla fine rinunciò – di Lui ? –

- No, non gliel’ ho detto. Cioè non gli ho detto di Draco, ma lui mi ha chiesto se era a causa di un altro ragazzo e non sono riuscita a negarlo. D’altronde qualcosa dovevo dirgli, non potevo limitarmi a “ti sto lasciando” ! –sospirò

- Mi sento più leggera, mi sono tolta un peso enorme, ma non riesco a sorridere, io mi sento in colpa, terribilmente! Al solo pensiero che lui stia soffrendo a causa mia io…-

- hey, hey frena Hermione! Ti sei svegliata da soli cinque minuti e già tutti questi pensieri! Quello che provi è normale…te lo dico io che di ragazzi ne ho mollati tanti, ora puoi solo aspettare e vedere che piega prende la situazione e comportarti di conseguenza. – Hermione annuì, sapeva anche lei che non avrebbe potuto far altro che aspettare. Aspettare di incontrare Ron e vedere la sua reazione, aspettare il momento dei chiarimenti, un momento in cui avrebbe avuto la forza e la convinzione di dirgli quello che provava, nella speranza che lui capisse.

 

Ginny scese da sola in sala grande “Non ho voglia di mangiare!” le aveva detto Hermione “ ci vediamo a ricreazione”.

Harry era seduto al tavolo dei Grifondoro ormai quasi vuoto, mancavano pochi minuti all’inizio delle lezioni, e quando vide Ginny spostò i libri dalla sedia accanto alla sua per far sedere la ragazza che si guardò intorno con aria interrogativa e gli chiese dov’era Ron

- Non è voluto scendere, a detto che oggi avrebbe saltato le lezioni e quando gli ho chiesto se si sentiva bene ha farfugliato qualcosa del tipo “ mi ha lasciato!” – disse Harry chiedendo implicitamente chiarimenti a Ginny

- Proprio così…ieri sera ho parlato con Hermione e mi ha detto che… - si interruppe quando il suo sguardo che vagava per la sala andò a scontrarsi con quello di Draco Malfoy, che guardava con interesse il tavolo dei Grifondoro - …che è un periodo un po’ particolare – concluse Ginny.

 

Dall’altra parte della sala.

- Draco…ma mi stai ascoltando? – la voce di Blaise uscì dalle sue labbra leggermente scocciata per aver parlato dieci minuti ed aver avuto l’impressione di non essere minimamente ascoltato – Draco!? -

- E’? si, Blaise…puoi copiare il mio compito di pozioni, è nella borsa – disse Draco quando tornò con l’attenzione sull’amico

- compito di pozioni?? ma se io ti stavo parlando del campionato di Quidditch!! Senti amico, questa storia deve finire. È da quando hai parlato con la Gr… - Draco gli mollò una gomitata su un fianco per impedirgli di pronunciare quel nome, Blaise si piegò di lato e massaggiandosi il fianco continuò – ok ok, potresti anche dirlo garbatamente. Comunque è da quella sera che ti comporti come un vegetale! Non ascolti quando uno ti parla, ti chiudi sul tuo letto e non fai altro che studiare. – poi con tono di voce più basso disse – se non ti cerca vuol dire che forse vuole stare veramente con Weasley. Avanti Draco, non puoi abbatterti così per una ragazza. – per tutta risposta Draco Malfoy raccolse le sue cose e si alzò dal tavolo, si diresse verso la porta lasciando l’amico ancora con la pagina della “Gazzetta del Profeta” aperta sulla rubrica sport. Blaise riprese a leggere, poi si girò dubbioso verso Millicent Bullstrode che sedeva qualche posto più il là 

- Hey, Milly…Piton non ci aveva dato compiti, vero?! -

 

Dopo una rapida doccia e una rassettata al suo baule, Hermione scese per le scale a chiocciola diretta verso il quadro della Signora Grassa. Appena mise piede il sala di ritrovo, però, un’ atroce morsa allo stomaco la bloccò, davanti ai suoi occhi c’era lui, Ronald Weasley, ancora in tenuta da notte che vagava per la sala come un’ anima in pena.

Hermione rispese a camminare e solo allora Ron si accorse della presenza della ragazza, la guardò per un attimo, poi distolse lo sguardo e si diresse di nuovo verso il dormitorio maschile prima che lei potesse dire nulla.

Hermione sospirò profondamente ed uscì dalla Torre dei Grifondoro.

 

 

***

 

 

Gli spifferi di aria fredda che il ragazzo incontrò lungo i corridoi del sotterraneo gli fecero capire quanto fosse stata ingannevole l’immagine che aveva visto quella mattina dalla finestra della sala di ritrovo dei Serpeverde. Il sole splendeva, gli uccellini cantavano e quell’atmosfera così gioviale aveva fatto sembrare più vivaci persino i colori infuocati dell’autunno, ma chiaramente non era così. L’aria che si respirava fuori era fredda e pungente, in realtà era solo il gelo dell’inverno che si stava prendendo gioco del tepore del sole. Stava solo dando una dimostrazione del suo potere.

Se non ti cerca vuol dire che forse vuole veramente stare con Weasley! ” questo non era possibile, aveva sentito la passione con cui aveva risposto al suo bacio, aveva sentito il desiderio che l’aveva pervasa quando le loro labbra si erano unite e leggeva nel suo sguardo la voglia di abbracciarlo, si stare con lui.

 

“ You love my hate

and it feels inside me

feels inside ... ”

 

( Robbie Williams – Sin, Sin, Sin )

 

 

E se si stava sbagliando? Se le sue fossero state solo illusioni? Il desiderio che aveva di lei era talmente forte da fargli vivere quei desideri come fossero la realtà.

 

“Oh it hurts when you’re too blind to see

please, don’t read my mind

i teel my truth to me...”

 

( Robbie Williams – Sin, Sin, Sin )

 

 

 Lui era sempre stato sicuro di sé, presuntuoso, tutto ciò che voleva l’aveva sempre ottenuto. Ma Hermione non era un capriccio, Draco si sentiva per la prima volta in vita sua insicuro. Per quanto si ripetesse che nessuna ragazza l’aveva mia rifiutato, non riusciva a non aveva il timore che lei l’avrebbe fatto.

Era quasi arrivato sulla soglia della porta dell’aula di pozioni quando un gruppo di ragazzine del secondo anno Grifondoro attirarono la sua attenzione. Erano riunite in circolo, nella tipica posizione di chi sta parlando di qualcosa che non è affar suo

– ieri sera ho sentito la Granger piangere in sala comune – stava dicendo una ragazzina grassottella dai capelli corti e neri. Draco appena udì quel nome, rallentò la sua andatura e cercò di ascoltare il resto della conversazione

- questa mattina Weasley aveva una faccia! Forse hanno litigato – aveva detto la ragazzina alla destra di quella grassottella, Draco Malfoy non poté non provare un pizzico di gioia per quelle parole che erano casualmente arrivate alle sue orecchie, entrò in aula con un ghigno soddisfatto sulle labbra, prese posizione al suo solito posto e cominciò a preparare il banco per la lezione.

La sua soddisfazione cominciò a diminuire quando, a lezione iniziata, gli unici due alunni assenti erano Hermione Granger e Ronald Weasley.

- Potter, spero che i suoi due compagni d’avventura abbiano una buona scusa per saltare la mia lezione – disse il professor Piton, scrutando la classe nella zona Grifondoro per trovare qualche altra imperfezione. Non trovando nulla che gli desse soddisfazione portò nuovamente la sua attenzione su Harry – o forse erano solo molto ansiosi di far perdere punti alla loro casa – disse sedendosi sulla poltrona dietro la cattedra.

Draco cominciava ad innervosirsi, dov’era Hermione? Perché non era ancora arrivata in classe? Non era scesa neanche per la colazione, forse aveva incontrato quell’ idiota di un Weasley e avevano parlato di ciò che era accaduto la sera prima, forse si erano chiari ed erano tornati insieme, forse proprio in quel momento loro stavano…

- Hey Boss, quelli sono i miei appunti! – la voce di Tiger lo distolse dai suoi pensieri e si accorse di avere tra le mani un foglio di pergamena che stringeva con tale forza da lacerarlo. D’un tratto un rumore proveniente dalla porta lo distolse anche da quell’immagine, si voltò, il cuore cominciò ad accelerare il battito, timidamente la porta si aprì, un senso di vuoto sulla bocca dello stomaco, una ragazza dai lunghi capelli castani entrò in aula – Scusi il ritardo professore. – disse tenendo gli occhi fisse sul pavimento

- Signorina Granger, vedo che almeno lei ci degna della sua presenza, spero che la mia lezione non venga nuovamente interrotta dalla sua dolce metà,- un’espressione di disgusto sul volto di Piton, Hermione trasalì impercettibilmente per quelle due parole - in tal caso mi vedrò costretto a togliere dei punti a Grifondoro, anche quelli che non toglierò ora a lei –.

Draco continuava a guardarla, ma lei non accenno neanche a voltarsi mentre prendeva posto tra Harry e Neville e preparava il suo spazio per la lezione.

- Da lunedì cominceremo il programma del settimo anno e non ammetterò più assenza o ritardi – scoccò uno sguardo ad Hermione che lo sostenne tranquillamente – oggi sarà quindi l’ultimo giorno di ripasso, ci occuperemo della Pozione Rigeneratrice, chi ricorda cos’è e quali sono gli ingrediente? – chiese Piton con tono annoiato scrutando la classe, una sola mano alzata, naturalmente quella di Hermione. Il professore si guardò intorno ancora un po’, poi con immenso disappunto diede la parola alla ragazza

- La Pozione Rigeneratrice è una pozione molto potente che riesce a ridare forza ad un essere umano anche se è ad un passo dalla morte. Gli ingredienti sono la Mo…-

- la Mola, il Muco di Vermicoli, il Dittamo e la radice dell’albero rigenerante – qualcuno l’aveva interrotta togliendole la parola, si voltò indignata verso l’interlocutore che stava sorridendo divertito

- Ottimo Malfoy! Gli ingredienti sapete dove trovarli, la voglio pronta entro e non oltre novanta minuti – disse Piton, poi puntò la bacchetta verso un armadio infondo all’aula – Alohomora – e il lucchetto che chiudeva le ante si aprì.

Draco aspettò che si alzasse Hermione, poi si avvicinò anche lui all’armadio

- Buongiorno Granger - la salutò quando si trovò di fianco a lei senza guardarla in volto, Hermione invece lo fece e notò sul viso del ragazzo un aria soddisfatta e quasi allegra

- Malfoy – ricambiò il saluto – come mai quell’aria allegra? – gli chiese, ora anche Hermione nascondeva un sorrisetto

- bè, oggi è venerdì e il venerdì sono sempre di buon umore. Niente compiti, libera uscita, la sera si può rientrare più tardi e il sabato mattina si dorme. – Draco stava distrattamente prendendo dall’armadio delle boccette che contenevano un liquido violetto, Hermione guardò divertita l’oggetto nelle mani del ragazzo

- di un po’ Malfoy, hai intenzione di far scoppiare l’aula?- sorrise al ragazzo mostrando i denti bianchi. Draco rimase incantato davanti a quel sorriso, quando le parole della ragazza raggiunsero al suo cervello corrugò la fronte con aria interrogativa, seguì la traiettoria dello sguardo di Hermione che era tornato sulle mani del ragazzo, e si rese conto di aver preso l’ essenza di violetta al posto del muco di Vermicoli, che se mischiata alla Mola e se fatta bollire anche un solo secondo in più del necessario, provoca un esplosione potentissima.

La ragazza continuava a sorridere e Draco imbarazzato rimise frettolosamente a posto la boccetta viola e prese quella con il liquido verdognolo che le stava porgendo Hermione, nello scambiarsi l’oggetto le loro mani si sfiorarono per un istante, un breve istante in cui entrambe si trovarono nuovamente catapultati in un altro mondo, nel loro mondo, lontani da tutti gli altri presenti in aula, quel mondo che era ancora tutto da scoprire.

- ti aspetto al molo sul lago, a ricreazione – sussurrò Draco sotto voce prima di tornare al suo posto

Dopo essere rimasta per qualche secondo immobile con il viso rivolto verso lo scaffale con i vari ingredienti per le pozioni, Hermione si voltò con il cuore che ancora le batteva forte.

Si sentiva raggiante o almeno si sentì così finchè non notò lo sguardo di Harry puntato su di lei. Di colpo la luce nei suoi occhi si spense, tornò a sedersi con un pizzico di rossore sulle guance, cosa aveva visto? Cosa aveva sentito?

- che…che cosa stava facendo Malfoy?- balbettò Harry sbalordito all’amica che si trovò improvvisamente a corto di parole, guardò con aria vaga Harry, sperando di riuscire a camuffare quell’ incredibile imbarazzo che si stava facendo strada per esplodere in tutto il suo rossore sul suo viso

- Hermione…voi…vi siete scambiati un sorriso! –

- Harry ma che ti salta in mente…non è assolutamente così. Io gli ho semplicemente…lui aveva preso…. – farfugliò parole incomplete – continua con la tua esercitazione, Harry! –.

 

 

***

 

 

 

 

DI NUOVO GRAZIE A CHE LEGGE E RECENSISCE ( SI DICE COSì !?!? o.O ) 

LA MIA FAN-FACTION!!!

 

PICCOLAMEZZOSANGUE:

C’ HO PENSATO A TOGLIERE DAI PIEDE RON CON UN INCIDENTE

 AL CLUB DEI DUELLANTI ^.^’

MA LA COSA SI SAREBE FATTO UN PO’ TROPPO COMPLICATA !!

 

LITTLE JEWEL:

IO TI ADORO   *__*

QUANDO LEGGO LE TUE RECENSIONI MI METTO A SCRIVERE

CON IL SORRISO!!!

 

ALLA PROSSIMA

 

CLAUDIA  )O(

 

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Capitolo 4
*** part IV ***


PIECES OF A DREAM

PIECES OF A DREAM

 

PART IV

 

 

Le lancette dell’orologio sembravano muoversi maledettamente a rallentatore, i minuti sembravano durare delle ore, persino le gocce di Muco di Vermicoli che Hermione versava nel suo calderone sembravano più lente del normale.

La prima ora di lezione l’avevano condivisa con i Serpeverde, ma nella seconda ora i ragazzi del settimo Grifondoro avevano avuto l’aula tutta per loro, poiché la professoressa Sprite aveva chiesto in prestito il settimo Serpeverde per un ripasso sull’ artemisia che i ragazzi avevano saltato qualche giorno prima.

Dopo aver messo a tacere lo stupore di Harry nel vedere Draco ed Hermione parlare, la ragazza si concentrò sulla sua pozione; in realtà fece finta di concentrarsi, era un compito che aveva svolto mille volte e, di conseguenza, effettuava le operazioni meccanicamente, senza bisogno di pensarci su troppo; infatti aveva altro a cui pensare, Draco le aveva detto “a ricreazione al molo” e lei si sentiva euforica. Eppure, c’era qualcosa che ancora le batteva nello stomaco, qualcosa che la faceva sentire sbagliata se in quel momento pensava a Draco, ai suoi capelli, alle sue mani, ai suoi occhi, cos’era? Ma certo, Ron! Dal momento in cui era entrata in aula si era completamente dimenticata dell’episodio della sera precedente, del dolore che aveva provato fino a quella mattina, aveva dimenticato Ron.

Come a volersi punire per aver commesso tale sbaglio, cominciarono a tornare i sensi di colpa e le domande, che persona era se le erano bastati un paio di sguardi per farle dimenticare il dolore che stava causando a Ronald?

Finalmente la campanella suonò, era l’intervallo.

Hermione si affrettò a rimettersi il mantello, con due colpì di bacchetta sgombrò il suo banco e fece per incamminarsi verso la porta

- Hermione? – Harry la stava raggiungendo – vieni con me da Ginny? –

- Non posso, devo… - ci pensò su per un istante – devo andare in biblioteca - Harry la guardò perplesso - per una ricerca!- precisò lei

- ah, bè…speravo di poter parlare un po’ di te e …Ron – riprese Harry schiettamente con un filo di imbarazzo, Hermione abbassò lo sguardo – mi spiace Harry, ma ora non posso proprio – la ragazza si voltò e fece per andarsene, poi si fermò e girandosi nuovamente verso l’amico – va da lui, Harry –

 

Draco Malfoy all’uscita dalla serra numero 5 si diresse dritto filato verso la riva del lago, ignorando completamente le persone che lo chiamavano o che, al suo passaggio, lo salutavano. Trovandosi la serra molto vicina al lago, Draco arrivò all’appuntamento in pochi minuti, e come si era immaginato Hermione ancora non c’era.

Un minuto.

Abbandonò la borsa con i libri ai piedi di un albero e percorse il molo che si stendeva sopra il manto vellutato del lago per una decina di metri dalla riva, si sedette all’estremità, lasciando penzolare le gambe nello spazio tra la passerella di legno e la superficie dell’acqua.

Due minuti.

Il gelo dell’aria si respirava come fosse qualcosa di tangibile, quando la lieve brezza smetteva di soffiare si percepiva l’ultimo sforzo del sole e sulla pelle era una sensazione estasiante, l’ultimo bacio del sole, un dolce bacio dell’addio.

Tre minuti.

In lontananza, verso l’orizzonte, il volo di due corvi disegnava in cielo linee immaginarie, che il ragazzo percepiva di tanti colori differenti, tante sfumature di colori vivaci, colori caldi, teneri, colori che in vita sua poche volte aveva percepito.

Quattro minuti.

Ora cominciava a guardarsi intorno, alle sue spalle solo alberi dai colori infuocati, solo foglie morte che tentavano di rimane appigliate ai rami deboli, tentavano di non cadere, di non arrendersi e Draco si sentiva un po’ come loro.

Lottava. Lottava contro la sua famiglia, contro suo padre, contro se stesso. Lottava per non cadere dal suo ramo, per non cadere e farsi calpestare e sgretolarsi sotto il peso insostenibile della volontà altrui.

Cinque minuti.

Il suo sguardo di nuovo verso l’orizzonte.

D’un tratto il rumore di un passo delicato e leggiadro sopra il legno della passerella, ancora uno e un altro ancora.

Il ragazzo socchiuse gli occhi, con il cuore che gli batteva sempre più forte, trasse un sospiro di sollievo.

Finalmente un respiro caldo tra tanto gelo autunnale.

- cominciavo a pensare che non saresti venuta. – esordì lui, mentre lei prendeva posizione al suo fianco con le gambe incrociate, rivolta verso di lui.

Di nuovo nei suoi pensieri nient’altro che lui.

- Mi sbaglio o si percepisce una nota di insicurezza? – disse Hermione in tono sarcastico, regalandogli un sorriso che lasciò Draco di nuovo incantato

- insicurezza?! – ripeté lui mantenendo il tono con cui aveva parlato la ragazza – assolutamente, la definirei piuttosto “affermazione di circostanza”, non vorrei sembrare troppo presuntuoso –

- ma tu lo sei! –

- lo so… - si lasciarono andare ad una risata leggera poi Draco riprese a parlare – come va? –

lei lo guardò dopo una rapida occhiata allo splendido panorama che si dipingeva davanti a loro, alzò un sopracciglio con fare interrogativo

- qualcosa mi dice che gli uccellini hanno cominciato a cantare un po’ troppo –

- bè…Hogwarts infondo è piccola… -

- …e la gente è pettegola! – Hermione sospirò rassegnata

- ebbene si…l’ho lasciato…a dire il vero sono in attesa del secondo round –

Draco rimase in silenzio, con lo sguardo perso nelle profondità delle acque scure sotto di loro. L’entusiasmo che aveva provato quella stessa mattina alla notizia delle probabile rottura dei due, andava sempre più spegnendosi ora che la notizia era stata confermata, cosa sarebbe accaduto ora? Per loro le cose sarebbero state ancora più difficile.

- quindi Weasley non l’ ha presa bene? -

- tu lo faresti se la tua ragazza cambiasse atteggiamento nei tuoi confronti dal giorno alla notte senza un apparente motivo e alla domanda “c’è un altro” non rispondesse? -  Draco colse la retorica della domanda e non rispose, rimase ancora un po’ in silenzio, poi guardò la ragazza

- devo aspettarmi un pugno in faccia da Weasley da un momento all’altro? – chiese lievemente preoccupato, sapeva fin troppo bene che Ronald Weasley nel sferrare cazzotti era un asso. In sette anni si era spesso ritrovato in infermeria a causa sua, non che Draco non gli tenesse testa, sia ben chiaro, ma era sicuramente una bella battaglia.

- no, tranquillo – sorrise – non sa chi è il presunto altro ragazzo… -

Tra loro tornò il silenzio. Sotto di loro, le acque scure del lago erano attraversate da un arcobaleno di pesci colorati che, non curanti di ciò che c’era oltre il loro mondo, sfrecciavano tra alghe e scogli; nel cielo gufi e corvi si inoltravano tra le nuvole che di tanto in tanto attraversavano il cielo, godendosi l’ultimo raggio di sole.

- perché l’ hai fatto?- Hermione si aspettava una domanda del genere, ma non era sicura di esser pronta a dargli una risposta o forse non era pronta ad accettare la risposta

- sul motivo devo ancora lavorarci un po’, per il momento so solo che doveva essere così. Dentro di me qualcosa si è rotto, qualcosa che mi teneva legata a lui, forse era qualcosa che già un po’ si era allentato ed è bastato un soffio per romperlo del tutto -

- o forse quello che hai descritto come un soffio in realtà era qualcosa di più forte. – azzardò lui, cogliendo la difficoltà nelle parole di Hermione

- potrebbe essere un ipotesi… - l’intensità degli sguardi che si stavano scambiando fu interrotta dal suono di una campana proveniente dal castello che segnalava la fine della ricreazione. Draco si alzò e tese una mano alla ragazza per aiutarla ad alzarsi, senza avere il tempo di pensarci lei l’afferrò e si ritrovò in piedi a mezzo passo di distanza dal corpo del ragazzo, che aveva ripreso a guardarla negli occhi, con quei suoi occhi argentati che ogni volta la facevano sentire come ipnotizzata, incapace di muoversi, di ribellarsi, di compiere anche un solo, piccolo movimento.

- ora cosa accadrà? – chiese Draco, tra le sue mani aveva ancora quelle di Hermione, e tra le sue labbra desiderava fortemente avere quelle della ragazza. Lei riuscì a liberarsi da quello stato vegetale che le procurava ogni suo sguardo e riuscendo a domare lo stesso desiderio del ragazzo, riprese in mano la situazione

- non so tu… - disse staccandosi da lui e mettendosi in spalla la borsa con i libri – ma io ho lezione di Incantesimi, oggi Vitious mi farà correggere al suo posto i compiti degli altri -

 

 

 

***

 

 

 

Ronald Weasley non era sceso in Sala Grande neanche per il pranzo.

Harry non vedendolo arrivare mangiò in fretta il suo pasto e poi imboscò qualcosa da mangiare per l’amico nella sua borsa.

La visita che gli aveva fatto durante l’intervallo di mezza mattinata non era andata affatto bene, quando Harry era entrato in camera aveva trovato davanti ai suoi occhi una scena a dir poco deprimente: Ronald sdraiato supino sul suo letto ancora con indosso il pigiama, gli occhi fissi sul soffitto e carte di cioccorana dappertutto. Aveva cercato di farsi dire come erano andate le cose, ma il povero ragazzo rispondeva a monosillabe, così Harry aveva rinunciato dicendosi che sarebbe tornato all’ora di pranzo e che l’avrebbe obbligato a vestirsi e ad uscire.

E fu proprio così che fece, ma trovò metà dell’opera già compiuta.

Infatti, quando Harry entrò nel dormitorio, Ronald era appena tornato dal bagno dopo essersi fatto una lunga doccia calda

- Ciao Harry – nonostante non avesse più l’aspetto trasandato da barbone, la sua voce era ancora triste e sconsolata

- Hey…pensavo di doverti costringerti con un Imperius a renderti un minimo presentabile – disse Harry con sottile ironia, sperando di alzare il morale all’amico

- ho riflettuto abbastanza e mi sono detto che stare qui è inutile…oggi pomeriggio ci parlerò civilmente…ora che ho assimilato la notizia sono più lucido per dei chiarimenti –

- bravo amico mio, così mi piaci! – disse Harry entusiasta – ma cerca di essere più convinto, fa bene anche a te! – infatti nonostante la buona volontà, dal tono della voce di Ron  non si percepiva altro che depressione e scoraggiamento.

Harry tirò fuori dalla borsa il cibo che era riuscito a portare nel dormitorio, ma Ron mangiò solo un po’ di pane e un sorso di succo di zucca

- allora oggi pomeriggio si va a Hogsmeade ai Tre Manici di Scopa, Hermione sarà sicuramente lì con Ginny…e se non c’è lei ci sarà qualche altra bella ragazza!- Harry illustrò il programma della giornata all’amico accompagnandolo con un occhiolino ammiccante.

 

 

 

***

 

 

 

 

- Ginny sei pronta? Devi fare sempre le cose all’ultimo minuto, sei incredibile –

- Ho fatto Herm, sono quasi pronta…Calì e Lavanda? – disse Ginny mentre sistemava un fermacapelli sulla suo chioma rossa. Come ogni fine settimana Ginny passava le ore davanti alla specchio a prepararsi e nonostante cominciasse di buon ora, andava sempre a finire che arrivava tardi ad un appuntamento, al contrario di Hermione, che il tempo che riusciva a passare davanti ad uno specchio era al massimo di un’ ora, escluse, naturalmente le occasioni speciali come il ballo del Ceppo o la festa di fine anno, ma quella di quel pomeriggio non era un occasione speciale, così aveva indossato una gonna di jeans, un paio di stivali neri e un maglioncino a collo alto celeste, i capelli li aveva lasciati sciolti; a differenza dei primi anni di scuola, ora i suoi capelli erano cresciuti e ben curati e non la facevano sembrare più un leoncino selvaggio.

- se ne sono andate…e adesso me ne vado anche io -

- eccomi ho fatto! – Ginny vi avvicinò correndo ad Hermione, aveva indosso un vestitino corto e molto scollato color panna e ai piedi un paio di stivali con il tacco che le fasciavano la gamba fino sotto al ginocchio.

Le ragazze si incamminarono verso l’uscita del castello e in pochi minuti si trovarono sulla via principale di Hogsmeade; la via era popolata per lo più dai ragazzi della scuola, c’era chi correva da un negozio all’altro, chi giocava rincorrendosi cercando di ingannare il freddo e chi tranquillamente seduto sulle panchine del parco leggeva riviste o chiacchierava con gli amici, ed era proprio su una panchina poco distante da loro che Hermione riconobbe una sagoma dai capelli rossi

- ehm…forse avrei dovuto dirtelo…c’è anche Ron! – disse Ginny

- è naturale che ci sia anche lui, siamo suoi amici…cioè siete suoi amici…- disse confusamente Hermione, poi aggiunse in tono sconsolato – dubito che mi rivolgerà ancora la parola! -

- avanti, ora non fare la drammatica…vedrai che tra un po’ gli passa!-

Hermione e Ginny si avvicinarono ai ragazzi che sedevano su una panchina, insieme ad Harry e Ron c’erano anche Neville, Seamus e le inseparabili Lavanda Brown e Calì Patil  

- ce l’avete fatta ad arrivare!- la voce stridula di Lavanda diede loro il benvenuto, tutti si voltarono dalla loro parte ed Hermione andò subito a sbattere contro l’unico sguardo che avrebbe voluto non vedere, quello di Ron, che in una frazione di secondo si ritrovò a contemplare le sue scarpe e a sussurrare un saluto

- colpa mia, come al solito – disse Ginny – allora, andiamo? -

il gruppo si incamminò verso il pub, Hermione colse lo sguardo consolatorio di Harry che quando si alzò gli poggiò una mano sulla spalla e gli regalò uno dei suoi dolci sorrisi.

 

I Tre Manici di Scopa era l’unico pub in cui i ragazzi sotto il venti anni di età potevano entrare, quindi l’unica e buia sala del locale era un po’ come la Sala Grande della scuola, con la differenza che c’erano molti più tavoli e soprattutto vi erano seduti non solo ragazzi della stessa casa; Harry, Ron e gli altri si unirono al tavolo con dei ragazzi Corvonero, tra cui c’erano anche Padma Patil, gemella di Calì e Cho Chang, ex fiamma di Harry, che subito fecero spazio alle quattro Grifondoro per poter sparlare per bene del modo in cui era vestita Hannah Abbott o Millicent Bullstrode, mentre i ragazzi parlavano come al solito di Quidditch.

Nonostante il saluto imbarazzato che si erano scambiati Hermione e Ron, la ragazza fu felice di vedere che riusciva ancora a ridere e scherzare con i suoi amici, sembrava che la loro rottura non avesse infierito troppo sul ragazzo e questo le sollevò un po’ il morale, ma mai quanto l’entrata nel pub del ragazzo che aveva causato tutto quello scompiglio nella vita di Hermione.

Bevvero burrobirra offerta da Madama Rosmerta e chiacchierano di cose futile per l’intero pomeriggio, quando ormai il sole dal cielo era quasi completamente scomparso lasciando al mondo solo un pallido colore rosa che andava via via scurendosi, Ginny chiese ad Hermione di accompagnarla fuori per fumarsi una sigaretta, si alzarono e si diressero verso la porta passando accanto al tavolo dove erano comodamente seduti Draco e i suoi amici, tra cui Pansy Parkinson. Il ragazzo la stava guadando, sotto l’occhio vigile di Pansy, a cui la storia di essere stata mollata per una mezzosangue proprio non andava giù

- hey mezzosangue, cammina un po’ più in là, hai sfiorato il mio mantello con la tua lurida mano – le parole di Pansy uscirono velenose dalle sue labbra appena Hermione si trovò a passare accanto alla sua sedia, Draco scoccò un’occhiata raggelante alla Parkinson che lei ignorò totalmente continuando a guardare schifata Hermione che si era fermata vicino a lei

- mi scusi principessa purosangue, lasci che glielo sistemi! – disse Hermione falsamente amareggiata, mentre prendeva tra le mani il mantello di Pansy e lo rigirava sulla sedia. La serpeverde rimase di stucco, scatto in piedi pronta a tirar fuori dalla borsetta la sua bacchetta, ma Draco le bloccò il polso e le intimò di sedersi, Ginny fece lo stesso con Hermione, la prese per un braccio e la trascinò via, Pansy tornò a sedersi indignata si voltò verso Draco

- Malfoy, la prossima volta fatti gli affaracci tuoi, non credo che la tua sporca mezzosangue abbia bisogno di essere difesa – Draco s’irrigidì, serrò le mascelle, ma cercò di controllarsi e si dedicò al bicchiere con la sua burrobirra – e anche se avesse bisogno di essere difesa, fatti gli affari tuoi lo stesso, così avremo oltre che una mezzosangue anche un troia in meno a questo mondo – a quelle parole Draco scattò in piedi, l’espressione sul suo viso era chiaramente irritata, si avvicinò a Pansy così tanto, che Blaise ebbe paura che l’avrebbe presa a schiaffi, si alzò anche lui e strinse il braccio muscoloso del ragazzo – Draco, siediti – gli disse Zabini cercando di calmarlo, ma Draco sembrava non essersi neanche accorto della stretta al suo braccio

- prova a ripetere ancora quello che hai appena detto – disse velenoso guardando negli occhi la ragazza, che ora cominciava ad essere intimorita – e quella che lascerà questo mondo sarai tu! – poi si allontanò dal tavolo strattonandosi via la mano di Blaise che gli teneva ancora il braccio.

La scena al tavolo dei serpeverde non era passata inosservata ai presenti nel locale, maggior interesse aveva destato al tavolo infondo alla sala, quello dove sedevano Harry e Ron. Non avevano potuto udire le parole che si erano scambiati, ma avevano percepito la tensione che correva tra loro, Ron sembrò non prestare troppa attenzione all’accaduto, infondo quella Parkinson era veramente odiosa, avrebbe fatto perdere la pazienza a chiunque, ma non fece lo stesso Harry, che ricordò la scena di quella mattina nell’aula di pozioni, ed esaminò di nuovo con sospetto lo strano comportamento di Malfoy.

- Hermione e Ginny sono ancora fuori vero? – chiese Ron distogliendo Harry dai suoi pensieri – allora io vado fuori, vado a parlare con lei! – aggiunse leggermente agitato, Harry gli diede una pacca sulla spalla per incoraggiarlo, Ron si alzò, svuotò il suo bicchiere di Burrobirra e si incamminò verso la porta, salutando di tanto in tanto qualcuno.

 

- Lasciala perdere Hermione, quella è un’ imbecille! – disse Ginny nervosa, fumando la sua sigaretta

- ah bè ormai ci sono abituata… - rispose Hermione, poi qualcuno che usciva dalla porta del locale attirò la loro attenzione.

Hermione sorrise alla persona che era uscita dal locale, Ginny le rivolse uno sguardo duro, poi tornò sull’amica, gettò a terra quello che rimaneva della sigaretta

- torno dentro… - e così dicendo lasciò i due ragazzi soli.

Lui si avvicinò a lei, che si stringeva nel suo mantello, ora che il sole era tramontato l’aria si era fatta ancora più pungente, le scostò una ciocca di capelli che si ostinava a coprire i suoi dolci occhi color cacao e lei si lasciò andare al tocco così dolce di quella mano vellutata

- bella scenetta che hai fatto lì dentro – disse Draco con voce soave – l’hai fatta andare su tutte le furie – trattenne una risatina

- e se tu non l’avessi fermata probabilmente ora mi troverei schiantata in qualche angolo del pub – rispose Hermione.

Di nuovo la dispettosa ciocca di capelli a coprire il suo viso, di nuovo Draco sollevò il braccio e la scostò, questa volta la sua mano rimase immobile a cingere il viso di lei, si avvicinò istintivamente con le labbra al suo viso, fino a sfiorare la fronte della ragazza, che gli avvolse la vita con le braccia, rimasero per qualche istante così, immobili, poi di nuovo la porta del locale si aprì, i due ragazzi non se ne accorsero subito e rimasero abbracciati.

Quando Hermione voltò la testa verso l’entrata del pub vide Ron immobile appena fuori dalla porta, istintivamente scostò Draco, che solo in quel momento di accorse del ragazzo che assisteva alla scena. Hermione cominciò ad agitarsi, si portò le mani al volto, coprendolo, poi guardò Draco

- io…vi lascio soli…- disse il ragazzo il tono deciso e si incamminò verso l’ingresso del pub.

 

- E’ lui il ragazzo per cui mi hai mollato ?- domandò Ron più incredulo che ferito, Hermione sospirò

- si – rispose guardandolo dritto negli occhi, forse era presto, ma era arrivato il momento delle spiegazioni – appena mi sono accorta … -si interruppe vedendo Ron voltarsi ed entrare come una furia nel locale.

 

Ginny rientrò nel pub ed tornò seduta al suo posto, ignorando le occhiatine maligne che le inviava Pansy.

Dopo alcuni minuti dal suo rientro si accorse che qualcuno mancava al tavolo, dopo una rapida occhiata, con un po’ di timore nella voce domandò ad Harry dov’era Ron

- è fuori con Hermione…ma scusa non sei rientrata perché è arrivato lui? – Ginny sgranò gli occhi, i suoi timori erano esatti, si alzò di nuovo dalla sedia, fece per andare fuori ma era troppo tardi, la porta del pub si spalancò e Ron entrò a passo deciso e con in volto un espressione tale da farlo sembrare un'altra persona.

Si fermò al centro della sala guardandosi intorno, i suoi occhi si posarono sul bancone, dov’ era Draco; in pochi passi si trovò dietro di lui, lo afferrò per le spalle e con uno strattone lo fece girare, Draco non ebbe neanche il tempo di rendersi conto cosa stava accadendo che si ritrovò a terra, Ron sopra di lui che sferrava pugni senza lasciare il tempo all’avversario di respirare, nel frattempo intorno a loro si era formata la solita mischia di gente che non sa far altro di meglio che guardare, Hermione era riuscita a farsi spazio tra le persone

- Ron smettila!! – gridò avvicinandosi a lui per fermarlo, ma qualcuno la bloccò – ma sei impazzita, finirai per beccarti un cazzotto in faccia anche tu! – aveva detto il ragazzo che l’aveva fermata. Nel frattempo anche Harry era riuscito ad intrufolasi tra la folla, con una Ginny terrorizzata al seguito

- Ron ma che diavolo fai? – gridò Harry afferrando da dietro l’amico e tirandolo su con l’aiuto di Seamus, intanto Blaise e Tiger erano andata in soccorso di Draco che stava ancora a terra mezzo tramortito con la faccia insanguinata

- chiedilo a lui cosa faccio! – rispose Ron fuori di se, negli occhi aveva fuoco, un veleno che lasciò Hermione scioccata, mai l’ avrebbe immaginato capace di tale rabbia – o se vuoi puoi chiederlo a lei! – Ron si voltò verso Hermione, che a quelle parole sbiancò e lo guardò con aria di rimprovero. Harry continuava a dire a Ron di calmarsi e di andare fuori , ma il ragazzo non ascoltava, per lui non c’era altro che la sua rabbia

- di un po’ Malfoy da quant’è che te la porti a letto? – Draco si era alzato da terra, il dolore che provava all’occhio destro era lancinante, ma questo non gli impedì di fiondarsi su di Ron e di restituirgli almeno un cazzotto dei diedi che lui aveva ricevuto, Ron cadde all’indietro, facendo barcollare anche Harry che si trovava accanto a lui, questa volta fu Blaise che fermò Draco tirandolo su di peso.

- adesso basta! – la voce di Madama Rosmerta risuonò per tutto il locale – voi due, fuori dal mio pub! Subito! – Harry prese Ron per un braccio e uscirono seguiti da Seamus e Neville, Blaise accompagnò Draco in bagno per darsi una lavata al viso, Hermione si lasciò cadere sulla sedia più vicina, con i gomiti posati sulle ginocchia ed il viso coperto dalle mani.

 

 

***

 

 

 

^.^ ALTRO CAPITOLETTO….

PERDONATEMI MA QUESTA VOLTA

NON MI E’ VENUTA IN MENTE NESSUNA CANZONE

DA ASSOCIARE    T.T

VABBE’ SE ME NE VIENE IN MENTE QUALCUNA PIU’ IN LA’

MODIFICO IL CHAP !!!

 

GRAZIE ANCORA A TUTTE QUELLE CHE LEGGONO E RECENSISCONO,

A  MAKI  E  JOY WYATT

PER AVER ACCOLTO LA MIA RICHIESTA

E NATURALMENTE

A  PICCOLAMEZZOSANGUE  E  LITTLE JEWEL

LE FEDELISSIME !!!!

 

ALLA PROSSIMA,

 

CLAUDIA  )O(

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** part V ***


PIECES OF A DREAM

PIECES OF A DREAM

 

PART V

 

 

 

Prima che Draco e Blaise potessero uscire dal bagno, anche Hermione e Ginny uscirono dei Tre Manici di Scopa.

- Dio, Ginny! Non poteva venirlo a sapere in modo peggiore! Non avrò più il coraggio di guardarlo in faccia – Hermione era ancora scossa per la sfuriata che aveva avuto Ron e anche un po’ preoccupata per lo stato di salute di Draco, ma in quel momento riteneva più importante andare a cercare Ronald e parlare con lui, infondo Draco poteva essersi spaccato al massimo un labbro.

Quando uscirono dal locale furono investite da una folata di vento gelido, la temperatura si stava abbassando a vista d’occhio ed ora si era alzato anche un fastidioso venticello.

Qualche metro più in là dall’ingresso del pub, c’erano Harry e Ron, rimasti soli. Ogni traccia di rabbia e odio aveva lasciato il volto di Ronald che era tornato ad avere l’ espressione di sempre, i suoi occhi erano tornati dolci e ora anche tristi, delusi, amareggiati, entrambe i ragazzi si girarono verso Hermione e Ginny che erano rimaste distanti da loro, una con lo sguardo rivolto verso terra, l’altra con una sigaretta in mano che fumava freneticamente.

Quando Hermione alzò lo sguardo trovò Harry davanti a lei, ora non aveva più nessuna espressione di consolazione per lei, non fece un movimento, non disse una parola, si limitava a guardarla, con sguardo severo e confuso e deluso

- Harry…io… - cominciò Hermione sentendosi gli occhi riempirsi di lacrime

- non è a me che devi spiegazioni – disse in tono duro, le passò accanto, facendo cenno con la mano a Ginny di seguirlo.

Quando fu rimasta sola, trasse un lungo sospiro e si avvicinò lentamente a Ron che era rimasto tutto il tempo appoggiato al muro; lui non alzò gli occhi per guardarla, rimasero in silenzio per diversi minuti

- Non ti ho preso in giro – esordì – appena mi sono accorta che qualcosa non andava io te l’ho detto –

- già…e cosa mi hai detto di preciso? “ho bisogno di stare sola per pensare” – disse lui questa volta guardandola e riducendo a due fessure gli occhi

- e cosa dovevo dirti Ron? Sapevo che reazione avresti avuto – ora Hermione cominciava ad irritarsi e la sua voce stava facendo più sicura

- avresti dovuto dirmi la verità, ecco cosa! –

- ma io te l’ho detta! Ho detto che avevo bisogno di stare sola, di riflettere! –

- peccato che hai lasciato un piccolo particolare….ti facevi sbattere da un altro! – sul volto di Hermione si dipinse inizialmente un espressione di stupore, poi indignazione

- non ti permetto  di parlarmi in questo modo, tra noi non c’è stato niente, solo un bacio, ma … - si fermò, stava urlando e le stava dolendo la gola - … è stato…all’improvviso, io non ho neanche avuto il tempo riflettere – era tornata di nuovo con gli occhi a terra

- e a questo punto perché dovrei crederti? –

- perché non ti ho mai mentito, ecco perché, perché ho fatto quel che ho potuto e nonostante non fossi sicura di volerti lasciare ti ho detto le cose come stavano, sperando che avresti capito – ora Hermione piangeva, una miriade di lacrime le scendevano dagli occhi come una cascata di acqua limpida, ma amara come il fiele

- no, non lo capisco…per il momento non lo capisco…e per il momento non ti voglio più vedere, sparisci dalla mia vita!- il tono che aveva usato per queste parole era calmo e freddo, così freddo che Hermione per un attimo sembrò congelarsi, si sentì trafitta da mille minuscoli aghi di ghiaccio, entravano in lei e ghiacciavano tutto quello che toccavano

- Ron, ti prego…mi dispiace…ma cosa posso … - anche le parole si erano ghiacciate, erano rimaste lì, in bilico sulle sue labbra, bloccate dallo sguardo del ragazzo, uno sguardo inespressivo che le dedicò solo per pochi istanti, poi le voltò le spalle e con un enorme sforzo si allontanò lentamente, ma con passo deciso da Hermione.

 

 

“ Cry me a river,

 i cried a river over you

now say you’re sorry for being so untrue...”

 

( Aerosmith – Cry me a river )

 

 

 

 

***

 

 

- Non riesco a crederci! Come può aver fatto una cosa del genere? – disse Harry mentre al fianco di Ginny, percorrevano la strada poco illuminata che arrivava fino al castello – Mi ha deluso…profondamente –

- Harry smettila, non sono affari che ti riguardano e non sei nessuno per dare giudizi – lo rimproverò Ginny con tono severo  

- Ron è mio amico e Hermione non si è comportata bene, da lei non me lo sarei mai aspettato, prenderlo in giro in questo modo! – continuò il ragazzo scuotendo il capo

- non l’ha preso in giro Harry! Non sai come stanno le cose…quindi smettila di parlare a vanvera e poi, anche Hermione è tua amica –

- già, è mia amica, ma questo non toglie il fatto il che si sia comportata male…e poi, perché io non so le cose come stanno? – mise più enfasi quando pronunciò la parola “io”

- probabilmente se avesse deciso di non affrontare la situazione con Ron, avrebbe chiesto consiglio anche a te. Anche se dubito che la tua reazione sarebbe stata differente da quella di mio fratello – aggiunse quest’ultime parole in tono più basso, come se stesse parlando a se stessa e non ad Harry

- Ginny – pronunciò il suo nome sgranando gli occhi stupefatto – stiamo parlando di Draco Malfoy, probabilmente avrei reagito peggio di Ron –

- appunto – disse la ragazza alzando le sopracciglia e scuotendo la testa – quando nasce un sentimento è difficile riuscire a nasconderlo e ancora di più a reprimerlo, anche se si tratta di una persona che cerca di rovinarti da sei anni – aveva parlato in tono calmo, poi notando lo sguardo sbalordito di Harry, sbottò – ma cavolo Harry,cerca di metterti nei panni di Hermione – Harry si fermò a riflettere. Era vero quello che diceva Ginny, reprimere i propri sentimenti non era affatto facile, lui stesso non era riuscito a non dire a Cho Chang quanto fosse innamorato di lei, nonostante lei stesse insieme a Justin Finch-Fletchley, ma questa storia di Malfoy non gli andava giù, perché proprio lui tra tanti ragazzi?

- ok…lo capisco, ma non lo condivido assolutamente…è più forte di me non riesco ad accettarlo! – concluse Harry rassegandosi e riprendendo a camminare

- nessuno ti chiede di condividere niente, dico solo che anche Hermione sta male per la situazione, è stata dura per lei riuscire a prendere una decisione ed è dura sopportare i sensi di colpa, a mio avviso fuori luogo, che le annebbiano il cervello…non credo abbia bisogno di persone che infieriscano sull’accaduto –

Harry annuì e ancora pensieroso varcò al fianco dell’amica il grande cancello che li introduceva nel parco del castello.

 

 

***

 

 

Hermione era rimasta con lo sguardo fisso sulle spalle di Ron che con passo deciso si allontanava da lei, tutto ciò che si mostrava ai suoi occhi aveva i contorni sfocati, tutto sembrava che stesse per scomparire da un momento all’altro, tutto così leggero, tutto così evanescente, tutto …tranne lei.

Si sentiva ancorata a terra come se fosse legata ad un macigno, le faceva male il cuore;

 

“ I'm falling forever
I've got to break through
I'm going under ”

 

(Evanescence – Going Under )

                                                    

con la schiena appoggiata al muro si lasciò scivolare a terra e rimase per un tempo indefinito ad abbracciare le sue gambe, con il mento posato sulla ginocchia, a guardare un punto fisso davanti a lei, un punto dove non facevano altro che passare immagini di lei e Ron e di lei e Draco e dello stupore negli occhi di Ron, della rabbia, dell’odio, della delusione che aveva visto in quegli occhi. Quegli occhi che le avevano sempre sorriso, che l’avevano consolata, rimproverata, ma mai odiata in quel modo, mai le avevano vietato di mostrarsi dinnanzi a loro.

Due occhi color dell’argento erano posati su di lei a pochi metri di distanza, in quegli occhi c’era dispiacere, dispiacere nel vederla distrutta in quel modo, ma anche incomprensione, perché provava tanto dolore? Perché tanti sensi di colpa? Infondo lei aveva fatto quello che sentiva giusto per lei e allora perché struggersi in quel modo?

La distanza tra quegli occhi e la ragazza seduta a terra con le spalle al muro si fece sempre minore, fino a che Draco non si sedette accanto a lei, che notando la sua presenza si asciugò frettolosamente gli occhi,

- come stai? – disse lei con voce fioca, ma stando bene attenta a non distogliere lo sguardo da quello spazio vuoto in cui si era completamente immersa

- dolorante, ma sto bene. – rispose Draco, mentre seguiva con lo sguardo la traiettoria degli occhi di Hermione – tu…perché piangi? – chiese con l’ingenuità di un bambino, lei distolse finalmente lo sguardo e lo rivolse a lui, leggermente sbalordita

- non lo so…forse per lui o per me…non lo so – le lacrime ripresero a scendere, Draco le guardò scendere lungo la guancia, arrivare al mento e cadere a terra come piccole goccia di rugiada; era ancora confuso e ora aveva anche il timore che lei credesse di aver fatto la scelta sbagliata; Nel formulare quel pensiero sentì un forte dolore allo stomaco e al cuore, per un istante si sentì perso, poi riprese il controllo

- che vuol dire? – chiese sperando che lei non si accorgesse della paura nella sua voce

- che lui sta male ed è a causa mia. Io avrei dovuto essere sincera con lui e non lo sono stata e ora mi odia…sono una stupida! –

- ti sei pentita di quello hai fatto? – disse cercando di apparire più freddo possibile, deciso a capire cosa stesse passando per la testa di Hermione

- No – si affrettò a rispondere lei – il fatto è che… - cominciò, ma lui la interruppe

- se pensi di aver fatto la scelta giusta non capisco perché stai qui a struggerti inutilmente –

- perché non è così semplice, Draco…io voglio bene a Ron e l’ho ferito, non ce la faccio a fregarmene – Hermione cominciava ad innervosirsi, presa dalle emozioni aveva dimenticato l’egoismo di Draco Malfoy – ma forse tu non sai nemmeno cosa sono i sensi di colpa… - aggiunse a bassa voce, come parlando a se stesso. Draco a quelle parole ebbe un leggero sussulto, l’aveva detto quasi in tono sprezzante, come se la persona che aveva davanti agli occhi non era un essere umano, ma una bestia senza un minimo di sensibilità. Era vero, era cresciuto con l’idea di dover far sempre e solo quello che era più conveniente per lui, gli avevano insegnato a non provare amore e compassione per chiunque; in realtà lo scopo di suo padre era quello di far crescere nel petto di Draco un cuore duro e freddo come il ghiaccio, ma non c’era riuscito del tutto, infondo era umano e provava dei sentimenti, forse non li viveva agli estremi come molte persone, ma c’erano e a volte anche in lui facevano male.

Hermione si rese conto di aver esagerato, infondo conosceva così poco di Draco, si voltò verso di lui, ma lui era già in piede, allontanatosi di qualche passo da lei

- bè mi dispiace se la mia insensibilità ti crea dei fastidi Granger – disse in tono serio, tornato improvvisamente freddo più del ghiaccio, si era allontanato ancora di un passo, Hermione balzò in piedi, intimorita dalla reazione che avrebbero potuto scatenare quelle parole, fece un passo verso di lui – Draco – gli sfiorò il braccio con la mano – non volevo… -

- non volevi cosa? Dire la verità? Sai benissimo che è come hai detto tu…non ho certo la reputazione della persona che si fa molti scrupoli a ferire la gente o che si preoccupa molto delle conseguenze di un azione, ma questo non fa di me un pezzo di carne senza emozioni, anch’io soffro quando faccio del male a qualcuno a cui voglio bene… – smise di parlare all’improvviso, aveva alzato il tono della voce, e si era lasciato trasportare troppo dall’ emozione, aveva detto troppo, si era aperto troppo. Fece un respiro profondo, ora fu lui a fare un passo verso Hermione, a scostarle i capelli e ad alzarle il volto che era con lo sguardo piantato a terra

– credo solo che sia inutile piangere e disperarsi in questo modo – disse questa volta in tono calmo – se sei sicura della tua scelta e questa ti fa sentire bene, allora perché continuare a pensare al passato e farsi consumare dai sensi di colpa? – Hermione lo stava guardando e il suo cuore batteva così forte che sembrava volerle uscire dal petto.

Di nuovo solo i suoi occhi,

 

“ Your eyes are so blue

i can’t look away

as we lay in the stillness you whisper to me

promise you’ll stay with me “

 

(Evanescence – you )

 

 

 il suo cervello non riceveva più nessun ordine, era di nuovo incatenata a quegli occhi magnetici, poi d’improvviso si alzò sulla punta dei piedi e in un attimo si trovò stretta al collo del ragazzo, che ricambiava quell’abbraccio stringendola con le braccia in vita.

- non sarà facile per noi – disse in un sussurrò Draco – non lo sarà affatto, ma … -

- ma io voglio provare – stava continuando Hermione, si scostò da lui quel tanto che bastava per poterlo guardare sul volto

– lo sto facendo – Draco la guardò perplesso, poi lei continuò – sto facendo come hai detto tu, mi sto mettendo in gioco. Sto andando contro i miei principi, contro i miei amici, per provare ad essere felice, per provare a vivere liberamente le mie emozioni –

Draco nell’udire quelle parole si sentì riempire di un sentimento che poche volte aveva provato nella vita, ora era il suo cuore a battere ad un ritmo frenetico, le regalò un sorriso pieno di ammirazione, felicità, approvazione, anche i suoi occhi stavano sorridendo, quell’azzurro che tante volte era stato freddo, totalmente privo di emozioni, ora sembrava più caldo del fuoco stesso.

Il palmo della mano del ragazzo andò a posarsi sulla guancia di Hermione, che, ancora in punta di piedi, era vicinissima al volto di Draco, bastò un minimo movimento del ragazzo per arrivare a sfiorarle le labbra; si immersero nel loro mondo, trasportati dalle loro emozioni, non c’era più nulla intorno, più nessuno, neanche il tempo scandiva più i suoi rintocchi, si persero in quel bacio infinito, che questa volta non fu seguito ne da lacrime ne da una corsa sfrenata per scappare lontano, ma solo da un lungo e rassicurante abbraccio.

 

 

“ I’ll make you happy, baby

just wait and see

for every kiss you give me

i’ll give you three “

 

( Be my Baby – Dirty Dancing )

 

 

 

 

***

 

 

CAPITOLO SCARSO!

PER ORA VI LASCIO COSI’ , NON SO QUANDO E SE

ARRIVERA’ UN NUOVO CAPITOLO

PER IL MOMENTO L’ISPIRAZIONE SEMBRA AVERMI

ABBANDONATO (SPERIAMO SI SIA SOLO ALLONTANATA PER POCO!!)

 

BENVENUTE ALLE NUOVE

E NATURALMENTE ANCORA GRAZIE INFINITE A CHI LEGGE

E CHI RECENSISCE!!

 

UN ABBRACCIO GRANDE

 

CLAUDIA )O(

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