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L’unica luce che rischiara questa buia notte è quella argentea della
Luna
Salve
a tutti...
premetto (e chiedo umilmente perdono per questo)
che non ho letto i libri di Harry Potter, (ma vi assicuro che sto
rimediando!) la mia conoscenza dei singoli episodi si basa quindi sui film!
Nella
mia FanFiction l’unico ad essere a conoscenza della fatto
che Lucius Malfoy è un Mangiamorte è il figlio Draco, che non ha denunciato il
padre,
ma si è opposto alla volontà di Lucius di far diventare seguace di
Voldemort anche lui.
E diciamo
che i due ragazzi protagonisti della storia
sono un po’ meno agguerriti l’uno contro l’altra.
Buona
lettura gente … ^.^’
PIECES OF A DREAM
di
Stregha
You don’t remember me but i remember you
Ilie awake and try so hard not to think
ofyou
but who can
decide what they dream?
And dream i
do ...
( Evanescence – Taking over me )
L’unica luce che rischiarava quella buia notte sul
terrazzo della Torre di astronomia era quella argentea
della Luna che rifletteva sulle acque scure del lago appena sotto il castello,
in un angolo con i volti rivolti verso l’orizzonte due sagome:
- Perché? - queste parole
uscirono dalle labbra di Hermione con un leggero sussurro
- Perché sei bella…di
quella bellezza indiscutibile. Sei dolce, simpatica, gentile, premurosa,
ingenua,intelligente… !-
Silenzio. Imbarazzo.
-
Per tanto tempo ho aspettato che queste parole uscissero dalle tue labbra, per
tanto tempo ho cercato di percepire un segnale, un qualcosa che mi facesse
anche solo sospettare un tuo interesse nei miei confronti, ma puntualmente da
parte tua ricevevo solo insulti, frasi di disprezzo
rivolte a me, alla mia famiglia, ai miei amici; a volte, in quelle poche parole
che pronunciavi senza offendermi, percepivo qualcosa, e allora tornavo
sorridente al mio dormitorio, ripensando a quel momento in qui scherzando, per
sbaglio, mi sfioravi la mano, e frettolosamente mi dicevi “Ti stanno bene i
capelli in questo modo!”, cercando di immortalare il momento, sperando che il
tempo si fermasse, ma inevitabilmente arrivava il giorno dopo e di nuovo tutto
come prima, solo insulti, solo disprezzo.
Per
molto tempo ho aspettato paziente e speranzosa un po’ della tua attenzione,
stando ben attenta a non far trapelare nulla, cercavo
di nasconderlo persino a me stessa. Quando poi hai iniziato la tua relazione
con Pansy, mi sono resa conto che mi stavo solo prendendo in giro, mi sentivo
ridicola, una stupida ad aver anche solo pensato ad un qualcosa tra noi due, Tu
Draco Lucius Malfoy, il purosangue per eccellenza, non avresti mai degnato
neanche di uno sguardo una “sporca mezzosangue”; e così, lentamente e
inconsciamente, il cancello del giardino che racchiudeva i miei sogni, le mie
speranze si è chiuso alle mie spalle, lasciandomi
fuori.
Poi
è arrivato Ron, in punta di piedi, discretamente è
entrato nella mia vita!
Piano
piano afatto si
che nascesse qualcosa in me, un affetto speciale; Lui è dolce, passionale,
sensibile, mi capisce e mi conosce. È costantemente presente, rimaniamo ore ed
ore a parlare, senza accorgerci che il tempo scorre veloce, la vita passa
fulminea intorno a noi, ma dentro la nostra bolla di sapone, tra riflessi
colorati e goccioline di rugiada, tutto è fermo incredibilmente pieno di vita,
ma immobile…nulla passa!
Lui
è reale, Lui è la mia realtà, il quotidiano, Lui c’è
di giorno, alla luce accecante del sole e di notte, illuminato dal candido
chiarore della luna.
Ma
quando ogni luce scompare, quando persino la luna si spegne e il mio corpo
trova conforto tra il calore delle coperte e i miei occhi lentamente si
chiudono, li ci sei Tu!
Tu
sei nei miei sogni, in quel mondo che è solo mio. Ci sei sempre stato, c’eri
allora, appena ci siamo conosciuti, e ci sei ora, esattamente come prima.
Nei
miei sogni Tu mi stringi a te, accarezzi io mio viso, baci le mie labbra e ogni
risveglio è una piccola tortura, penso a Te le prime ore del mattino, fino
ache non torno completamente alla
realtà, torno a Lui, voglio Lui!
E poi di nuovo, la luce si spegne, il suo volto
scompare, arriva Morfeo che mi conduce fino a Te, di nuovo, per un'altra
notte!”
I
suoi occhi che fino a quel momento erano rimasti fissi come ipnotizzati dal
ritmico fluire delle onde lontane del lago, velati di malinconia e d' imbarazzo, si alzarono, fluttuanti nell’aria frizzantina
dell’autunno, trovarono riparo sul volto di Lui, che, con stupore persino di se
stesso, era attraversato da un’ amara lacrima, una lacrima che nascondeva una
ferita assai più amara e dolorosa.
Avrebbe
voluto stringerlo, baciare quelle lacrime, curare quella ferita.
Rimasero
per qualche istante immersi ognuno negli occhi
dell’altro, come in un labirinto senza uscita, poi il palmo della mano di Draco
andò dolcemente a posarsi sulla guancia sinistra di Hermione, la punta delle
dita carezzava lievemente il lobo dell’orecchio, mentre il pollice esplorava la
pelle vellutata degli zigomi; Dando a Lei il tempo di realizzare e quindi di
reagire, si avvicinò dolcemente alle sue labbra, fino a sentire il calore del
suo respiro sulle sue, esitò ancora un istante, con gli occhi di ghiaccio
ancora persi nell’oscurità degli occhi di Hermione, sembrò trovare la via del
ritorno solo quando il labbro superiore sfiorò quello della ragazza, lei
socchiuse gli occhi, lui imitò quel gesto, di nuovo il labbro superiore, poi
quello inferiore…come in molti sogni che ormai da troppo tempo animavano le
notti di entrambe, ignari ognuno dei sentimenti dell’altro.
A
Hermione sembrò non terminare più quel momento. Le loro labbra che dolcemente
si univano, le loro lingue che prepotentemente si intrecciavano
esplorando ogni angolo delle loro bocche, mentre mani tremanti si immergevano
tra i capelli. Draco si scostò delicatamente da lei,
tenendole sempre il volto tra le mani, lei rimase immobile, poi sembrò
tornare lentamente alla realtà, sentì un pizzicore agli occhi, si rese conto
che si erano riempiti di lacrime – Io…devo andare…- disse con voce tremante, si
voltò e senza pensarci troppo rientrò al castello correndo.
In my field of paper flower
And candy clouds of lullaby
I lie inside my self for hours
And watch my pourple sky fly over me
( Evanescence – Imaginary )
***
-
Draco, ma dove sei stato? – domandò Blaise con un filo di ansia
nella voce, andando incontro all’amico quando lo vide rientrare al dormitorio,
poi senza aspettare una risposta – ti cerca Piton, credo ci sia tuo padre. Ma di un po’… eri con la Granger?- Draco rivolse uno sguardo
raggelante all’amico, nominare Hermione nel bel mezzo della sala comune dei
Serpeverde! – Non mi sembra il caso ora, Blaise!- disse assicurandosi che
nessuno avesse ascoltato, poi si incamminò verso
l’uscita – Vado a cercare Piton –
-
Draco!- una voce fredda e autoritaria fece sobbalzare il ragazzo che, immerso
nei suoi pensieri, vagava per i corridoi del sotterraneo alla ricerca del
professor Piton
-
Papà, mi cercavi?- disse il ragazzo appena riuscì a distinguere la figura del
padre nella penombra di un angolo
-
Ero venuto per parlare con il professor Silente di questioni private, ma
venendo qui la mia attenzione è stata distolta da una
scena a dir poco rivoltante- disse Lucius con un tono accusatorio e
un’espressione di disgusto sul viso, Draco si sentì impallidire, ma cercò di
riprendere il controllo di se e con tono vago disse – A che ti riferisci?-
l’espressione di disgusto sul volto di Lucius si tramutò in rabbia, con uno
scatto strisciò vicino al figlio, lo afferrò violentemente per un braccio
-
Mai più voglio ritrovarmi davanti agli occhi la scena di questa sera sulla
Torre di astronomia. Mai più Draco! Hai disonorato già
abbastanza il nome dei Malfoy!- le parole uscirono
dalle sue labbra come un sibilo di serpente e come gelide lame trafissero le
orecchie e il cuore di Draco, come se fossero un tutt’uno. Senza avere neanche
il tempo di rispondere al padre, Draco di ritrovò di
nuovo solo nel sotterraneo.
***
-
Hermione?!non
ti senti bene? Sono appena le dieci e già sei a letto!- disse Ginny sedendosi
sul letto di Hermione con un pizzico di stupore nella voce
-
Ho un forte mal di testa - la sua voce era tremante e triste – e poi domani
abbiamo una giornata pesante, vorrei riposare!- Ginny la guardò con occhi
sospettosi che Hermione non vide poiché il suo viso
non sembrava voler uscire da sotto la leggera trapunta, storse il naso e disse
– Ron ti cerca, che gli dico?- Hermione si sentì una lama trafiggerle lo
stomaco, esitò un istante, di nuovo i suoi occhi si riempirono di lacrime, si
strinse ancora di più nelle coperte e cercando di controllare le emozioni nella
sua voce disse – Digli che non mi sento bene e che ci vediamo domani mattina.
Non ce la faccio proprio ad alzarmi!-
-
Ok!ma…sei sicura di non avere la febbre? Ti accompagno da Madama Chips? –
chiese Ginny preoccupata per l’amica
-
No Gin, stai tranquilla! Ho bisogno solo di dormire!- disse
Hermione cercando di liquidare l’amica nel modo più gentile possibile, Ginny
sembrò ricevere il messaggio e lasciò il dormitorio delle ragazze, tornando in
sala comune.
Ooh Solitude
Forever me, forever you
OohSolitude
Only you, only tue
Everyone leaves me stranded
Forgotten, abandoned,
Left behind
( Evanescence – Solitude )
Hermione
si ritrovò di nuovo sola, con i suoi pensieri, con i
suoi ricordi, con i suoi dubbi.
Ricordava
bene quando per la prima volta aveva visto Draco Malfoy come un ragazzo normale.
Era al secondo anno di scuola, lei si trovava in infermeria a sputare palle
di pelo, dopo quell’incidente con la pozione polisucco e proprio in quei stessi giorni di ritrovò a stare nella stessa stanza
con Malfoy, a soli due letti di distanza. Lei rimase in infermeria solo per tre
giorni, ricevendo visite in continuazione, dai suoi compagni, dai suoi amici,
persino i suoi genitori erano andati a trovarla,
mentre lui era rimasto sempre solo, di tanto in tanto veniva il professor Piton
e gli portava i saluti di sua madre “ aveva un appuntamento irrevocabile, ma ti
manda i suoi saluti” queste le parole del professore, ed Hermione assisteva a
quelle scene, tutti i giorni una scusa, e si accorse di quanta tristezza c’era
negli occhi del ragazzo, quando dalla porta d’ingresso entravano quei capelli
corvini anziché la bionda e fluente chioma della signora Malfoy. Da quel giorno
nonostante lui la trattasse con disprezzo, lei riusciva sempre a giustificare
tale comportamento, ogni volta le tornavano in mente quegli occhi di ghiaccio,
solitamente privi di espressioni, che per un attimo si
lasciavano andare alle emozioni, mostrando quello che realmente c’era nel cuore
del ragazzo: solitudine.
Ooh
Solitude, still with me is only you
Capiva
quanto dovesse bruciare il fatto che una babbana
mezzosangue avesse il rispetto e l’amore degli altri maghi, degli amici, dei
suoi genitori, mentre lui, un purosangue appartenente alla famiglia più temuta
di tutto il mondo magico, suscitasse nell’animo delle persone solo timore e
disprezzo, neanche i suoi genitori dimostravano l’amore per il loro unico
figlio, troppo impegnati con il lavoro, con i loro affari.
***
I believe in you
I’ll give up everythimg just to find
you
I have to be with you to live to
breathe
You’re taking over me
( Evanescence – Taking over me )
-
E così è vero? Ti sei innamorato di
lei - le parole di Pancy risuonavano nella testa di Draco in ogni
momento
-
Hermione Granger. Draco sei un illuso… credi davvero
che se anche lei per assurdo ricambiasse i tuoi sentimenti, i tuoi genitori ti
permetteranno di frequentare una dal sangue sporco? Faranno di tutto per
impedirtelo lo sai anche tu!- queste erano le parole che Pancy gli aveva detto quando lui aveva deciso di troncare la loro
relazione.
Si
erano messi insieme al terzo anno e lui l’aveva amata, anche se non per tutto
il periodo che erano stati insieme; inizialmente
l’aveva resa come un gioco, aveva solo 13 anni, non poteva sapere cos’era l’amore,
poi aveva cominciato ad abituarsi a lei, a comprenderla, aveva cominciato a
capire i meccanismi dell’amore, e per un anno e poco più erano stati bene, poi
all’inizio del quinto anno qualcosa era cominciato a cambiare nel sentimenti di
Draco, non in quelli che provava nei confronti della Parkinson, ma in quelli
nei confronti di Hermione. Quando quel giorno era andato
nell’aula di pozioni un po’ prima dell’orario di lezione e aveva trovato
Hermione Granger. Tutta presa nel versare sangue di rospo e zampe di
lucertola nel suo calderone, non si era accorta della presenza di Draco, e lui
era rimasto lì, immobile sulla soglia della porta, senza neanche respirare per
non disturbare l’attenzione della ragazza; per la prima volta si accorse dei
riflessi dorati che emanavano i suoi capelli quando un raggio di sole li
colpiva, poi lei aveva alzato il volto e con un sorriso sorpreso l’aveva
salutato. Lui era rimasto spiazzato da quel gesto e non sapendo cosa fare era
andato via, senza rivolgerle la parola. Era andato a rintanarsi nel bagno del
sotterraneo e per tutto il giorno l’unica cosa a cui aveva pensato era a quel
sorriso, che pur essendo forzato e imbarazzato, aveva una sfumatura dolce.
La
ragazza che lui aveva sempre preso in giro, disprezzato, umiliato.
Nei
giorni seguenti si rese conto di quanto era forte il desiderio di incontrarla
per i corridoi, e quando accadeva riusciva solo a distogliere lo sguardo
imbarazzato; ormai Pancy non gli bastava più, inizialmente aveva creduto di
poter nascondere questo sentimento dietro il suo rapporto con la ragazza, ma
con il tempo gli diventò impossibile anche questo. Quando
era con lei cercava Hermione, quando si abbracciavano, quando si baciavano,
quando facevano l’amore desiderava Hermione al suo posto, e nessun’altra.
-
C’è un'altra?- la domanda a cui Draco non rispose e che fu per Pancy Parkinson
la conferma a tutti i suoi dubbi.
Harry e Ron fecero il loro ingrasso il sala grande tra i saluti degli
altri giocatori di Quiddich e gli sguardi incantati dell
PIECES OF A DREAM
PART II
Harry e Ron fecero il loro
ingresso in sala grande tra i saluti degli altri giocatori di Quidditch e gli
sguardi incantati delle ammiratrici delle diverse case; Hermione era già seduta
al tavolo dei Grifondoro con Ginny e Lavanda al suo fianco.
-Buongiorno, hey ‘Mione ti aspettavo in sala comune, pensavo che ancora non
fossi scesa!- disse Ronald avvicinandosi al viso di Hermione e posandole un
bacio sulla guancia, dall’altra parte della sala due freddi occhi vigili e
attenti assistevano alla scena.
- Bè, volevo studiare
ancora un po’ prima del compito di trasfigurazione, quindi sono scesa prima-si giustificò Hermione senza distogliere lo
sguardo dalla sua tazza di tè, poi si alzò – infatti
ora vado…ci vediamo a lezione!- Harry guardò perplesso l’amica lasciare la
sala, poi guardò Ginny che ricambiò lo sguardo interrogativo alzando le spalle
e scuotendo la testa, Ron sembrò non accorgersi nemmeno dello strano
comportamento di Hermione – Hey Harry…oggi ricominciano gli allenamenti di
Quiddich, vero? – disse Ron tra un morso alla sua fetta di pane imburrata e un
sorso si succo di zucca.
Il tempo non era dei migliori quel giorno, grosse e cariche nuvole
minacciavano il fievole sole che volgeva ormai verso la fine del suo ciclo, era
tempo per lui di morire, di lasciare il trono al gelo dell’oscurità, non aveva
più la forza di alimentare, doveva riposare e sarebbe tornato più carico che
mai in primavera, bisognava solo aspettare alcuni mesi.
Aspettare e sopportare.
Nonostante
il tempo minaccioso Hermione Granger sedeva su un letto di foglie morte, ai
piedi di un salice piangente sulla riva del lago. Il vento che sfogliava le pagine del libro aperto
sulle sue gambe era un chiaro segno che non fosse
molto assorta nella lettura, eppure quando sentì un rumore di rami spezzati
dietro di se sobbalzò. Si voltò e il suo cuore accelerò il battito, rimase
immobile continuando a guardare verso il tronco dell’albero alla sua destra,
sentì un vuoto sulla bocca dello stomaco quando vide due mani eleganti
poggiarsi al tronco e una testa coronata di morbidi fili dorati spuntare dai
rami che scendevano a pioggia.
Fu un sollievo per lei che
fosse Draco e non Ronald, l’aveva evitato per l’intera mattinata, anche se lui
sembrava non essersene accorto, non sarebbe riuscita a
guardarlo in faccia senza raccontargli quello che era accaduto la sera prima, e
se l’avessefatto forse se ne sarebbe
pentita, lei non poteva farlo.
Ma forse l’unico motivo del suo sollievo non era solo
questo.
- Disturbo? – chiese Malfoy
con un sorriso malizioso sulle labbra, avvicinandosi e mettendosi a sedere
accanto alla ragazza
- Bè…ormai ti sei
accomodato! – rispose Hermione scherzosamente, sorridendo – Com’è andato il compito di trasfigurazione? Non mi dire che hai
finito ora! – Hermione con non poco imbarazzo cercò di intavolare una
conversazione che evitasse di affrontare il discorso
“bacio sulla torre di astronomia”, ma Draco sembrò non avere le stesse
intenzioni
- Si, Miss Sono-La-Più-Svelta-A-Finire-I-Compiti, ho finito ora…diciamo
che non ero proprio al massimo della mia concentrazione…-
- Quando conosci gli
argomenti la concentrazione non è essenziale- l’ammonì
ironicamente, mantenendo il sorriso sulle labbra
- Hermione, in questo
momento il compito di trasfigurazione è l’ultimo dei miei pensieri…- il viso
del ragazzo si fece serio e si rivolse con lo sguardo verso Hermione, che
improvvisamente aveva smesso di sorridere
- Quello
che è accaduto ieri sera… - cominciò Draco, ma fu bruscamente interrotto da
Hermione
- No! Ieri sera non è accaduto nulla…Malfoy, è stato solo uno sbaglio, un
momento di debolezza! Non si ripeterà mai più – più che dare una spiegazione a
lui sembrò stesse cercando di convincere se stessa
Hello,
i’m the lie living for you so you can hide
don’t cry...
( Evanescence – Hello )
- Un momento di debolezza ?
– ripeté lui incredulo riducendo gli occhi a due fessure – e quello che mi hai
detto, anche quello era un errore? Che c’è, hai
sbagliato persona? Non era a me che dovevi dirle quelle cose? – la voce di Draco
adesso era leggermente alterata, con gli occhi argentati ancora fissi su di
lei, che in silenzio osservava apparentemente interessata una piccola formica
che si attardava a tornare al suo formicaio con l’ultimo chicco di grano per la
provvista invernale.
- Io sto con Ronald
Weasley. Lo amo e voglio stare con lui! –
- Vuoi o devi stare con
lui? – Hermione trasalì impercettibilmente – con lui è
tutto più semplice, vero Granger? I tuoi amici non hanno
nulla da ridire riguardo alla vostra relazione, è tutto servito su un
piatto d’argento. Con lui non vai contro niente e
nessuno, non ti devi mettere in gioco, con lui la tua reputazione è
intaccabile. –
- Io lo amo … - riuscì a
dire solo questo, con voce rotta da lacrime che si obbligava a non versare
- Tu ti sei imposta di
amarlo, perché amare me era impossibile da accettare –
questa volta era lui che sembrava volersi convincere che fosse così, sperava
con tutto se stesso che quello che aveva appena affermato con tanta sicurezza
fosse anche la realtà.
- Io… ho bisogno di stare
da sola! Ho bisogno di riflettere, di chiarirmi le idee. Draco non puoi
piombare così nella mia vita, stravolgerla, annullando completamente tutte le
mie sicurezze e pretendere che io ti lasci fare come se nulla fosse, non posso fare del male a Ron –
- Io non ti sto chiedendo
nulla Hermione…se pensi di dover chiarire qualcosa, allora fai pure, prendi
tutto ciò di cui hai bisogno – si alzò con un elegante
movimento – ma inevitabilmente qualcuno soffrirà…cerca almeno di non essere tu.
–un ultimo sguardo e se ne andò, lasciando in compagnia di Hermione solo il suo inebriante
profumo, misto a quello di pioggia che da lì a breve avrebbe cominciato a
cadere ininterrottamente.
Listen to the rain
Listen to each drop of rain
(listen listen )
Whispering secrets in rain
(listen listen )
( Evanescence – Listen to the
rain )
***
“Accidenti, ma questi non
rinunciano al Quidditch di fronte a nulla” pensò Ginny che, avvolta in una
mantella impermeabile e sotto un grazioso ombrellino rosa si era recata al
campo di Quidditch, dove i Grifondoro e i Tassorossoavevano improvvisato
una partita amichevole.
- Avanti Dean, fischia la
fine della partita – Dean Thomas si girò verso la
Weasley che con il dito indice della mano destra batteva sul polso del braccio
sinistro, poi frettolosamente cercò il fischietto, rendendosi conto che erano
più di due ore che i ragazzi stavano giocando.
Al
fischio di fine partita uno sciame di ragazzi a cavallo di manici di scopa cominciò l’impicchiata verso terra.
-Harry!- gridò Ginny
alzando un braccio e muovendolo in alto per farsi vedere dal ragazzo.
- Hey Gin, che ci fa qui?- disse correndo verso la
ragazza, Ginny gli andò incontro e lo accolse sotto il suo ombrello
-
Cercavo Hermione, speravo sapessi dirmi dove trovarla!-
-
Io non la vedo dall’ora di pranzo - rispose il ragazzo con un velo di
preoccupazione nella voce
-
Harry noi andiamo a cambiarci!- una voce dal centro campo interruppe i due
ragazzi – Si, vi raggiungo tra un attimo!- si affrettò
a dire Harry, voltandosi verso i suoi compagni che stavano entrando nello
spogliatoio.
- Ginny, ma c’è qualcosa
che non va?- disse Harry tornando con lo sguardo e con l’attenzione sulla
ragazza – riguardo ad Hermione, intendo – puntualizzò
- Speravo che mi dicessi
qualcosa tu… da ieri sera non sono riuscita a stare
sola con lei neanche un istante per parlarci. Ho paura che il problema sia Ron,
quell’idiota pensa troppo al Quidditch! – Harry alzò un sopracciglio sentendosi
chiamato in causa, infondo il motivo per cui la sua
storia con la Weasley non era andata a buon fine era proprio perché Harry era
troppo attaccato a quel cavolo di sport. “Tra Voldemort e la scuola non ho proprio la testa ne la voglia di impicciarmi anche
sentimentalmente! Mi dispiace Ginny! “ erano state proprio queste le parole che
Harry aveva usato per liquidare la ragazza, e Ginny
sapeva che era vero e che il ragazzo avesse bisogno di impegnare quei momenti
in cui era lontano dal pericolo con qualcosa che lo svagasse, ma Gin sapeva
anche che quello che mancava ad Harry non era la voglia, ma la maturità di
impegnarsi sentimentalmente, e così si era convinta che non erano fatti l’uno
per l’atra e se l’era tolto dalla testa.
-
Ronald non ti ha parlato di un litigio o qualcosa di simile? – disse la ragazza
con tono investigativo
- No…non mi ha parlato di
discussioni, pensandoci non mi ha parlato proprio di Hermione!- disse Harry con
fare pensieroso, realizzando che in effetti negli
ultimi tempi quando si trovavano a parlare di Hermione, Ron cercava sempre di
troncare la conversazione – sei andata a vedere in biblioteca, magari è lì –
- No…ora vado
a vedere – disse con voce fioca e sconsolata, poi guardò Harry – Harry
io sono preoccupata! Ieri sera ho avuto l’impressione che avesse
pianto, ed inoltre, ogni volta che si trova in una stanza con Ron,
cambia atteggiamento! Ho una brutta sensazione. – alcuni ragazzi uscirono dallo
spogliatoio e salutarono Harry e Ginny che ricambiarono senza badarci troppo
- L’ ho notato anch’io
questo strano comportamento, ma forse sono solo nostre impressioni. Sai com’è
Hermione, si fa prendere dallo studio e in questo periodo abbiamo sempre molti
compiti – disse Harry cercando di rassicurare entrambe,
- Speriamo – disse Ginny in
tono poco convinto – comunque cerca di parlare con Ron
e fatti dire qualcosa a riguardo! Forse la sta trascurando troppo! –
- Ci proverò, ma ora torna al castello o rischierai di prenderti un malanno con
questa pioggia – Ginny seguì il consiglio di Harry, che nonostante la loro
storia fosse finita era sempre molto premuroso nei suoi confronti. Il ragazzo
la guardò andar via e quando fu scomparsa si diresse verso lo spogliatoio.
All’interno c’erano ancora
qualche ragazzo Tassorosso e Ron che era ancora sotto la doccia, Harry lo
raggiunse, cercando di trovare il modo più discreto possibile di introdurre l’argomento “Hermione”. Non ebbe bisogno si
sforzare troppo le meningi perché fu Ron inconsapevolmente a farlo
- Che
voleva mia sorella?-
- Stava cercando Hermione –
si interruppe un istante, poi riprese – oggi è
piuttosto sfuggente, non ti sembra? –
- Bè amico…non sei stato
molto delicato quando l’ hai lasciata non puoi pretendere che ti butti le
braccia al collo appena ti veda – Harry guardò l’amico
leggermente spaesato, poi comprese l’equivoco si affrettò a chiarire
- Ma io mi riferivo ad Hermione! –
- Ah! Non c’ ho fatto caso, a me sembra sempre uguale! – disse Ronald
continuando non curante a strofinarsi i capelli rossi sotto il getto caldo
dell’acqua. Harry rimase allibito, come poteva non essersene accorto, forse Gin
aveva ragione: Ron la stava trascurando troppo.
- Ma
… - esitò un istante, un po’ imbarazzato – le cose tra voi come vanno? – Ron
guardò Harry un po’ sorpreso per quella domanda
- Credo bene! Ultimamente
non passiamo molto tempo insieme! – disse Ron, che ora era uscito dalla doccia
- E
questo è normale? – ora anche Harry aveva chiuso l’acqua ed era uscito dalla doccia
- Normale?! Bè, ora che ci
penso non è normale, ma va bene così. I primi mesi siamo state sempre insieme e
lo siamo stati anche quest’estate. Ma ora lei ha i
suoi libri e io il Quidditch, quando si può si sta insieme! – poi rivolse uno
sguardo sospettoso all’amico – perché tante domande? –
Harry sobbalzò
impercettibilmente – curiosità, era un po’ che non ti sentivo parlare di Hermione!
–
Hermione e Ron si erano
messi insieme verso la fine del sesto anno. Nel mese di Aprile,
con la primavera al massimo dello splendore si erano trovati un pomeriggio a
passeggiare per il giardino del castello nei pressi della capanna di Hagrid;
tra un dispetto e l’altro si erano trovati con il volto così vicino che quello
che seguì sembrò la cosa più naturale del mondo. Quel bacio fu solo
l’ufficializzazione di ciò che provavano l’uno per
l’altra, perché in realtà si comportavano come fidanzatini già un po’ di tempo
e tutti i Grifondoro ormai aspettavano con ansia solo quel momento.
Inizialmente Hermione non sembrava molto convinta della storia tra lei e Ron,
troppo spesso quando lui non c’era si ritrovava a pensare a Malfoy, troppe
volte le batteva il cuore quando lo incontravano per i corridoi della scuola;
era come se fosse divisa in due: quando c’era Ron, lei rideva, scherzava, con
lui stava bene, ma quando si ritrovava da sola i suoi pensieri erano per quel
ragazzo che tanto la disprezzava. Con il tempo cominciò a pensarci sempre meno,
però, e con la complicità dell’estate, la chiusura della scuola e quindi la
lontana da Draco Malfoy, l’immagine del ragazzo nella sua
mente divenne solo il ricordo di una persona che per quanto potesse
soffrire di solitudine non facesse nulla per far si che le cose cambiassero.
Questo avvenne nella sua mente, però,non nel suo cuore. Ma a volte la mente è più forte del cuore e riesce a
far si che certi sentimenti si perdano nei meandri,
negli angoli più impensabili e bui….ma può solo farci
dimenticare di essi, non può cancellarli.
***
Hermione Granger fece il
suo ingresso nella sala grande all’ora in cui era
solita cenare ormai da sette anni; al varcare della soglia si lanciò una rapida
e apparentemente vaga occhiata intorno, guardò il tavolo dei Tassorosso, poi i
Corvonero, salutò un paio di ragazze dai capelli corvini con un sorriso e un
lieve cenno della mano, quasi arrivata al tavolo dei Grifondoro vide che Harry,
Ginny e Ron erano già seduti, infine gettò un’occhiata al tavolo dei
Serpeverde, precisamente dove era solito sedersi Draco, con suo stupore ed un
pizzico di dispiacere, il posto era vuoto.
- Herm, ti ho cercato
ovunque, ma dove diavolo eri finita? – disse Ginny
quando rivide finalmente l’amica
-
Sono stata in biblioteca e poi in sala comune a studiare! – rispose Hermione
con naturalezza, poi si sforzò di comportarsi normalmente anche con Ron, si
sedette vicino a lui, che si girò a guardarla, si sorrisero e si scambiarono un
leggero bacio sulle labbra, poi Hermione si concentrò sulla sua cena
-
Ah…bè, in effetti ho guardato ovunque ma non il sala
comune! – disse Gin alzando le spalle e tirando fuori la punta della lingua tra
le labbra sorridenti.
-
Ragazzi, che ne dite di andare ad Hogsmeade domani
pomeriggio, ho sentito che Madama Rosmerta darà una specie di festa ai Tre
Manici di Scopa – disse Harry entusiasta, mentre mangiava una cucchiaiata di un
dolce gelatinoso di un insolito colore verde smeraldo, contornato con ciuffetti
di panna viola
-
Ah, si…l’ ho sentito anche io – aggiunse Hermione che
invece stava sorseggiando un succo di mirtilli – la festa è in onore della
figlia più piccola che è stata ammessa ad Hogwarts. È quella ragazzina tanto
graziosa di Tassorosso -
- Ma chi, quella con quel cespuglio rosso in testa? –
bofonchiò Ronald, Hermione gli mollò una leggera gomitata su un fianco e poi si
aggiunse alla risatina dei suoi amici.
La
ragazza stava cercando con tutta se stessa di tenere un
comportamento normale, anche se spesso, inconsciamente, si ritrovava a
guardare quel posto vuoto al tavolo dei Serpeverde.
Nonostante stesse riuscendo
perfettamente a nascondere l’inquietudine che agitava il suo animo, Ginevra
Weasley, da buona migliore amica, notò che qualcosa non andava; c’era qualcosa
che incupiva gli occhi scuri, solitamente limpidi, di Hermione, ma non riusciva
a capire cosa, e mai avrebbe immaginato ciò che l’amica le confidò quella sera
stessa.
Finita la cena Hermione decise di andare a prendere
una boccata d’aria nell’atrio, prima di rimettersi sui libri, Ginny, prima che
potesse parlare Ron, si offrì di accompagnarla.
Aveva smesso di piovere da un’oretta, ma nell’aria
era ancora forte l’odore della pioggia e di tanto in tanto il cielo
completamente ricoperto di nuvole, si illuminava di una
luce bianca, che faceva quasi male agli occhi.
Finalmente sole, le due amiche si sedettero avvolte
nei loro mantelli su un gradino della scalinata che portava all’ingresso del castello,
per un po’ non parlarono, Hermione continuava a guardare le luci del castello
riflesse nelle scure e lontane acque del lago.
- Hermione c’è qualcosa che non va’? – Ginny ruppe
il silenzio con la sua schiettezza, non le piaceva girare intorno alle cose,
preferiva andare subito al sodo, rischiando anche di sembrare sfacciata e
invadente, ma sapeva che con Hermione non sarebbe successo
- C’ho provato a non darlo
a vedere ed anche a tenerlo per me, ma non ce la faccio… questa cosa mi sta
uccidendo – rispose Hermione dopo ancora qualche istante di silenzio
- Ma sai che con me puoi
parlarne, no?! Avanti, dimmi tutto – Hermione guardò
l’amica mostrando nel suo sguardo tutto l’affetto che provava per lei. Ginny
era sempre disponibile quando lei aveva bisogno, sapeva ascoltare senza
giudicare, sapeva capire, sapeva darle la forza di affrontare le cose, sapeva
farla arrivare sempre alla decisione giusta. Questa volta, però, era difficile,
terribilmente difficile. Come avrebbe potuto dirle che provava dei sentimenti
per la persona che da sempre li aveva odiati, disprezzati, che cercava di
distruggerli da sette anni? Inoltre Ginny era la sorella di Ron, avrebbe capito
anche questa volta? Ma Hermione si sentì di non poter
fare altrimenti, non avrebbe di certo potuto parlarne con Harry, lui certamente
non avrebbe capito, con Ginevra aveva invece qualche possibilità in più. Fece
un lungo sospiro e prese coraggio
- Si tratta di Ron … o meglio, di me! – disse
distogliendo lo sguardo da quello dell’amica, Ginny annuì con la testa
- Avevo immaginato che riguardasse quell’idiota di
mio fratello! –
- No, Gin, lui non c’entra nulla –
si affrettò a dire Hermione – il problema è esclusivamente il mio. Vedi,
il punto è che… – esitò qualche istante – c’è un altro ragazzo – Ginny spalancò
gli occhi esterrefatta, tutto si sarebbe immaginata ma
non questo – la cosa mi ha colto di sorpresa, io … non immaginavo minimamente
che questo ragazzo provasse qualcosa per me e … avrei preferito non saperlo! –
aggiunse quest’ultima frase con untono
disperato, Ginny non poté non consolarla con una mano sulla spalla
- Ok… la cosa è più grave di quanto pensassi … e continuo ad essere un po’ confusa! –
- Avevo notato questo ragazzo già prima di mettermi
con Ron, poi per una serie di motivi ho fatto in modo di togliermelo dalla
testa, nel frattempo è arrivato tuo fratello ed
inconsapevolmente ha contribuito, le cose sono andate bene fino a … ieri sera!
– Hermione ora era leggermente più rilassata, una buona parte del lavoro era
terminata, mancava solo la parte più difficile, dirle il nome del ragazzo.
Ginny continuava a guardare le sue scarpe, adesso il
piano della situazione era più chiaro, anche se lo stupore per la notizia
tardava a lasciarla
- Immagino che chiederti cosa hai intenzione di fare
sia troppo affrettato! Cosa ti senti? – disse Ginny
cercando di affrontare razionalmente e con calma la situazione
- Confusione…io sono confusa! Non lo so, non faccio
altro che pensare a questo da ventiquattr’ore, sono stanca … - si rese conto di
non aver risposto alla domanda dell’amica, si soffermò a pensare: da chi voleva
essere abbracciata in quel momento? Draco Malfoy. Chi voleva avere al suo
fianco? Draco Malfoy. Ma tutto questo non poteva
essere giusto, e Ron? Non poteva essere scomparso così dal suo cuore. I suoi
occhi stavano riempiendosi di lacrime, lacrime che nelle ultime ore erano
comparse troppo volte sul suo volto, doveva arrivare ad una soluzione o avrebbe finito per consumarsi.
- Ginny io penso a lui, da ieri sera, da quando sono
scappata da lui, e questo non è giusto. Dov’è finito
quello che provavo per Ron? Sono bastate poche parole e un … - la foga con cui
aveva parlato al principio svanì - …poche parole e un bacio, sono bastate per
cancellare tutto – di nuovo un accenno di stupore sul voltò
di Ginny, ma cercò di non soffermarsi troppo sulla parola “bacio”
- Hermione, io non so dirti cosa sia successo dentro
di te,ma i sentimenti sono così, vanno
e vengono, la cosa giusta da fare è viverli finché ci sono, tu lo hai fatto e devi
continuare a farlo. E’ un discorso egoistico, lo so, ma per quanto possa essere doloroso prendere una decisione, non potrebbe
mai esserlo quanto prendere quella sbagliata. –
Don’t turn away
Don’t try to hide
Don’t close your eyes
Don’t turn out the light
( Evanescence
– Whisper )
- E come si fa a sapere qual’ è
quella sbagliata? – chiese Hermione con l’ingenuità di una bambina, ora il suo
viso era rigato da lacrime che continuavano copiosamente a scendere
- Se ti fa star bene anche
solo per un giorno, non è la decisione sbagliata! Asseconda i
tuoi sentimenti, non c’è niente di peggio del rimorso. – passò un
braccio intorno alla spalla dell’amica e poggiò la testa su quella di Hermione.
Piombarono di nuovo nel silenzio, Hermione si
asciugò gli occhi e ringraziò l’amica per il sostegno
- Sono o non sono tua amica? … è il minimo che posso
fare! – disse Ginny tornando nuovamente al suo solito luminoso sorriso –
ma…Herm, non mi hai detto chi è questo ragazzo! –
Hermione, troppo presa dalle lacrime e dal trovare
una via d’ uscita, aveva dimenticato quel piccolo dettaglio; rimase ancora qualche
istante in silenzio, poi quando fu decisa a pronunciare il nome, una voce in
lontananza attirò la loro attenzione, entrambe si girarono a guardare le due
sagome che si avvicinavamo al castello. Un lampo illuminò il vialetto che le
due ombre stavano percorrendo e Hermione riuscì a distinguere quei capelli
biondi e lisci : Draco Malfoy, stava tornando con
Blaise Zabini dagli allenamenti di Quidditch. Quando
anche Draco riconobbe Hermione, si fermò un istante alla base della scalinata,
i due si guardarono per un istante che sembrò non finire mai, nuovamente si
persero ognuno negli occhi dell’altro, intorno a loro, più niente.
Draco Malfoy riprese a camminare, senza togliere lo
sguardo dalla ragazza, che, imbarazzata, cercava di nascondere il rossore dei
suoi occhi; le superarono, ed Hermione senza neanche rendersene conto si girò a
guardare il loro ingresso nel castello, nel frattempo Ginny aveva assistito
alla scena esterrefatta, Hermione e Draco che si guardavano in quel modo, e
soprattutto Draco Malfoy che incontrava le due ragazze e non faceva una delle
sue spregevoli battutine
- Che gli è preso a Malfoy?
Dev’essere impazzito se non … - Ginny si interruppe
d’un tratto, come colta da un improvviso lampo di genio, si girò, questa volta
con tutto il corpo verso l’amica, sul suo volto un espressione di terrore
- Hermione … - chiamò l’attenzione dell’amica che
chiuse gli occhi e si morse il labbro inferiore – dimmi che mi sto sbagliando?
–
- Non posso farlo … -
- Hermione… come è
possibile? Draco Malfoy … no, dico ti rendi conto di chi stiamo parlando!!!! –
- Si, Ginny…e questo rende ancora più difficile
tutto. – sospirò sotto gli occhi allucinati di Ginny
- Ma perché? Cioè…come…quando…- cominciò a balbettare domande che
rimanevano incomplete, poi scosse vigorosamente la testa, come a voler
scacciare qualcosa - …non è possibile! –
- Non so come sono arrivata a questo punto…io mi
sono ritrovata una sera a pensare a lui e la sera successiva e quella dopo
ancora. Mi sono rifiutata con tutta me stessa , mi
odiavo ogni volta che il mio pensiero andava a lui, poi sono riuscita a
chiudere quella parentesi, credevo definitivamente, ma non era così. – di nuovo
il silenzio tra loro – Ginny, ti prego, dimmi
qualcosa! –
- Che vuoi che ti dica. Lo
so che se il sentimento è forte non si può cancellare, ma so anche che si
diventa come dei fantocci, non si riesce più a ragionare. – Ginny sembrava
avere un velo di malinconia nella voce, sapeva bene cosa voleva dire cercare di
cancellare un sentimento che sembra voler solo crescere, crescere
a dismisura fino quasi a farti scoppiare – io non mi fido di lui. Ma tu sei una ragazza intelligente e sono sicura che
riuscirai a tener testa alla cosa, se non dovesse essere così, io rimarrò
sempre attenta e vigile – il tono della sua voce era tornato ad essere quello
di sempre, comprensivo e dolce, Hermione per un momento si sentì sollevata.
Parlare con Ginny le aveva fatto bene, per un attimo
si era sentita meno sola, ma non appena tornò la consapevolezza che avrebbe
dovuto affrontare la situazione solo con le sue forze, tornò anche il dolore
allo stomaco e sul petto all’altezza del cuore.
Una piccola gocciolina cadde dal cielo e si andò a
schiantare sul gradino di pietra – voglio dormire…sono
stanca di pensare! Voglio solo andarmene a dormire. –
I’ve got to break through
***
Grazie Grazie Grazie a Bellatrix
Malfoy e a Little Jewel
le uniche due che hanno recensito (spero che non siano
anche le
uniche due lettrici ^.^’ !!).
E’ stato bello e incoraggiante trovare
dei commenti positivi,
E fu quella sera stessa al ritorno nel suo dormitorio che si trovò ad
affrontare Ron
PIECES OF A DREAM
PART III
E fu
quella sera stessa, al ritorno nella Torre del Grifondoro, che si trovò ad
affrontare Ron.
Hermione
aveva sperato di poter rimandare al giorno dopo, o a
quello dopo ancora, ma non poteva continuare a evitare il suo ragazzo, senza
che prima o poi lui le chiedesse che cosa non andava.
Da
quando avevano cominciato a frequentarsi Ron e Hermione avevano l’abitudine di
rimanere nella sala di ritrovo dei Grifondoro, quando
tutti si erano ritirati nelle loro stanze.
Quella
sera non fece accezione.
Nonostante
Hermione non desiderasse altro che chiudere gli occhi e non pensare più almeno
fino al mattino seguente,
“ My, my baby blue
you’ re so jaded...”
( Aerosmith – Jaded )
sentì di
non poter evitare di nuovo di stare sola con lui, così cercò di non dar troppo
a vedere il suo stato d’animo. Con Ronald non era difficile nascondere le cose,
era un ragazzo ingenuo, sotto un certo punto di vista non era così differente
da Harry, a volte anche Ron sembrava non avere proprio la testa per stare con
una ragazza.
Hermione
era seduta su una grande poltrona rosso scarlatto,
vicino al camino e aveva in mano un grosso libro, che leggeva con interesse.
Quando anche Seamus Finninganse ne andò a dormire dopo aver perso per l’ennesima volta a scacchi
con Ron, i due ragazzi rimasero soli.
-
Sai che Charlie per questo fine settimana torna a casa – disse Ron mentre riordinava
accuratamente le pedine magici nella scacchiera – mi
dispiace non poter esserci per salutarlo –
Hermione
richiuse il libro – già è un peccato…da quanto non lo vedi? –
- L’ultima volta è stata quest’estate, quando c’eravate
anche tu e Harry – quando ebbe finito di parlare Ronald era seduto sul
bracciolo della poltrona su cui sedeva Hermione, le accarezzo la testa e poi
posò le sue labbra sui capelli castani della ragazza, Hermione per quel gesto
così dolce e sincero si sentì morire, come se qualcosa al suo internofosse appena stato
lievemente, ma dolorosamente lacerato.
- Che leggevi? – continuò Ronald che adesso si era seduto a
terra, di fronte a lei.
-
Niente di interessante, un libro su William, il
sanguinario, per la lezione di Storia della Magia – Ron si avvicinò di nuovo a
lei, questa volta prendendole il viso con una mano, lei istintivamente si
spostò, poi essendosi resa conto della sua reazione brusca, si alzò con
naturalezza e continuò – sai, si dice che in realtà non fosse lui ad uccidere
le sue vittima, ma le facesse uccidere dai suoi servi più giovani, in questo
modo diceva che avrebbero formato il loro carattere, e sarebbero stati pronti
ad affrontare la vita – Hermione parlò senza prendere fiato, il suo nervosismo
era fin troppo evidente. “Hermione, calmati! Così rischi di fargli capire
qualcosa!!” disse una vocina dentro di lei, ma era
troppo tardi, per quanto ingenuo potesse essere Ronald era troppo evidente che
qualcosa la innervosiva. Tuttavia Ron fece finta di nulla - bè… interessante –
disse con tono poco convinto, provò di nuovo ad avvicinarsi a lei che ora era in piedi appoggiata alla scrivania sulla parete opposta al
camino. “Questa volta non dovrai muoverti…non scappare di nuovo da lui!” di
nuovo la vocina aveva parlato dentro la sua testa, mentre Ron accostava le sue
labbra a quelle della ragazza. Era stato un bacio semplice,
puro, pieno di dolcezza, negli occhi di Hermione comparve un velo di
tristezza.
-
Harry mi ha fatto notare che non stiamo più molto
tempo insieme – aveva detto Ron, mentre la teneva tra le braccia; Hermione
sentì le gambe cedergli, quelle parole l’avevano colpita come una folata di
vento gelido su un corpo nudo e debole.
Di
nuovo qualcosa che si lacerava.
-
Bè…abbiamo impegni differenti – aveva risposto con un
filo di voce tremante, Ron si era staccato da lei. Tenendo sempre le mani
poggiate sulle sue spalle ora la guardava in viso
-
Questo è vero, ma è giusto?...cioè, non dovremmo
comunque trovare un momento per noi – continuava a guardarla con i suoi dolci
occhi verdi, lei non riuscì a sostenere quello sguardo e così portò il suo a
terra, su quella fredda e terribilmente dura pietra, nascosta da una coltre di
candido e ingannevole tessuto.
-
Lo studio richiede molto tempo e concentrazione, a breve
cominceranno anche i corsi pomeridiani. Anche i tuoi allenamenti di
Quidditch sono molto impegnativi, insomma questo è
l’ultimo anno non possiamo permetterci di perdere tempo… - aveva cominciato a
parlare senza capire il vero senso di quello che diceva, Ron la interruppe
-
Hermione, ma che ti prende? Hai una crisi da ultimo anno o è qualcosa di cui
devo cominciare a preoccuparmi? – ora Ron si era completamente staccato da lei,
il suo sguardo si era fatto serio, nella sua voce una nota di severità e
Hermione avrebbe giurato che le sue mani stessero tremando
- Che vuoi dire? – disse nel tono più vago che riuscì a
pronunciare, ma decisamente poco credibile
-
Dimmelo tu! Oggi mi hai evitato per tutto il giorno ed ho pensato che fosse per
via dello studio, ma ora mi sembra di abbracciare un pezzo di legno. – nel tono
di voce di Ron si percepiva chiaramente del disappunto, Hermione andò a sedersi
di nuovo sulla poltrona e si prese il viso tra le mani – Hermione, se devi
dirmi qualcosa fallo in fretta. –
-
Ecco, vedi…io… - Hermione non si era aspettata di affrontare il discorso quella
sera, continuava a farfugliare parole, mentre il suo cuore batteva sempre più
velocemente e le sue mani cominciavano a tremare, buttò fuori
dai polmoni tutta l’aria che aveva in corpo, poi alzando gli occhi sulle
fiamme del camino che continuava a danzare al ritmo del vento che tirava dalla
cappa, riuscì a dire quella frase, quelle parole che l’avrebbero fatta sentire
bene, per lo meno con la sua coscienza
-
Io credo che sia meglio prenderci un po’ di tempo…ho bisogno di un po’ di tempo
per riflettere – “bugiarda” di nuovo la voce dentro di lei“non è di tempo che hai bisogno, non devi
riflettere su nulla, sai già la tua decisione quel’è. Non riesci proprio ad
essere sincera, eh? ”.
...A
thief,a whoreand a liar...
Per
Ron fu la concretizzazione di una sensazione che l’aveva pervaso non appena
erano rimasti soli, ora anche i suoi occhi erano fissi sulle fiamme del camino
-
Riflettere su cosa? Hermione…non mi va di essere preso in giro. Mi stai
lasciando? –
-
Io…non lo so… - disse Hermione tra i singhiozzi – non lo so, non so che fare!!
– nella sua voce, non c’era insicurezza, ma solo disperazione
- Che cosa ti confonde così tanto? Fino a
ieri andava tutto bene. È colpa mia, vero? Non ti dedico troppo tempo! – Ron si
era avvicinato alla poltrona su cui era seduta Hermione, ancora con il viso
bagnato dalle lacrime tra le mani, il ragazzo le afferrò i polsi e li scostò
dal viso in modo da poterla guardare negli occhi
-
Non è colpa tua, Ron. Sono io che … - si fermò, non poteva dirgli di Draco, non
ne aveva il coraggio
-
Tu cosa Hermione? – Ron cominciava a spazientirsi, pronunciando quella domanda
le aveva stretto forte i polsi e l’aveva strattonata, vedendo che la ragazza
continuava a tacere, si alzò bruscamente e prese a camminare freneticamente
avanti e indietro per la stanza – Non me ne andrò di
qui finché non mi avrai dato una motivazione. Voglio sapere perché mi stai
lasciando? C’è un altro…è così vero? C’entra un altro
ragazzo? – Hermione non rispose a quella domanda, si limitò a chiudere gli
occhi e lasciare che il dolore lacerante che provava al cuore la uccidesse del
tutto, mentre lacrime che sembravano non finire mai continuavano a scendere dai
suoi occhi.
“ Shards of me…
big enough to cut me into so
many little pieces.
And i bleed, i bleed...
The pain consuming me.... “
(Evanescence – Whisper )
Ron
si lasciò cadere sulla poltrona più vicina, rimase per
qualche istante con gli occhi persi nel vuoto, incredulo.
Tra
i due cadde un silenzio assordante per un tempo lunghissimo, in cui Ron sperò
di svegliarsi di soprassalto nel suo letto e rendersi conto che era stato solo
un brutto sogno, ma più le lancette del pendolo appeso sulla parete sopra il
camino andavano avanti, più si faceva avanti la consapevolezza che quel momento
era reale, che quella sensazione di vuoto, di smarrimento era solo la verità.
“ It’s not what it seems
it’s only in my mind
not in real life
No, i must be dreaming...”
( Evanescance – I Must Be
Dreaming )
Ron
si alzò dalla poltrona con un grande sforzo, sentiva le gambe deboli, le
braccia che cadevano a peso morto lungo i fianchi, lo sguardo ancora perso, si incamminò verso le scale del dormitorio maschile,
Hermione non lo guardò andar via, ma dentro di se, avrebbe voluto fermarlo,
abbracciarlo forte e gridargli quanto fosse dispiaciuta per quella decisione,
avrebbe voluto dargli una speranza per alleviare il suo dolore, ma sapeva che
non era giusto, sapeva che non era quello il momento di dare spiegazioni.
Ronald
Weasley lasciò la sala comune, lasciando Hermione sola con il suo dolore, con i
sensi di colpa che cominciavano a lacerarle il cuore, lo stomaco, sembrava che
nessun organo del suo corpo fosse immune a quella straziante emozione; sola
davanti al fuoco nel camino ancora acceso, un fuoco di cui Hermione non sentiva
più calore, non vedeva più i vivaci colori, desiderò di toccarlo, desiderò che quell’ indomabile sensazione di disprezzo che provava nei
propri confronti diventasse dolore fisico.
Quando le
lacrime smisero di rigarle il viso, la consapevolezza di ciò che aveva appena
fatto cominciò a farsi strada nella sua mente, perché era stata così
affrettata? E se si fosse pentita di tale decisione e,
una volta tornata indietro, non avesse trovato più quel ragazzo così dolce che
sapeva capirla? Non avrebbe potuto nascondergli i dubbi che soffocavano il suo
cuore,la sua mente, finchè non si fosse chiarita una
volta per tutte le idee? No, non avrebbe potuto farlo. I suoi non erano dubbi, le sue idee erano chiare. Inconsciamente aveva
deciso di mettersi in gioco, di affrontare la situazione anziché sopportarla e
fingere, e mettersi in gioco comporta sempre dei
rischi.
***
Il
mattino seguente nel cielo non c’era più nessuna traccia del tremendo temporale
che c’era stato la notte, il cielo ora era limpido ed
il sole splendeva, vista da dietro un vetro poteva essere scambiata per una
giornata di primavera.
Nel
cielo non c’erano più nuvole, ma non era lo stesso per il cuore di Hermione.
Era
stata in sala comune fino a tardi, ma quando vide dall’alta finestra il cielo
che cominciava a farsi lievemente più chiaro, si disse che era meglio se,
almeno un po’, cercasse di dormire, con suo stupore, appena poggiò il viso sul
cuscino, cadde in un profondo sonno.
Il
risveglio fu…confuso.
Fu
svegliata dal frastuono che Calì e Lavanda facevano
ogni mattina nel decidere il trucco più adeguato da farsi, si rigirò nelle
coperte, Ginny era ancora a letto. Aveva un forte mal di testa e si sentiva gli
occhi gonfi, cercò di ricordare cosa era accaduto la sera prima “mi stai
lasciando?” , “C’è un altro?”, quelle frasi le
balzarono subito in testa, poi collegò anche un volto a quelle parole : Ron.
-
ragazze, se non vi alzate subito rischiate di saltare la colazione, sono già le
7:45 – l’aveva avvertite Calì, che insieme a Lavanda,
stava uscendo dal dormitorio per recarsi in sala grande.
- ‘Mione, sei sveglia? – disse Ginny con voce assonnata e
tirando fuori la testa da sotto il cuscino
-
Si…purtroppo – Hermione si mise a sedere sul letto, strofinandosi gli occhi con
le mano
-
Accidenti che aspetto orribile! –
-
Gin…l’ho fatto! Ieri sera ho lasciato Ronald –
-
Me lo aspettavo…- nella voce di Ginevra c’era un pizzico di tristezza, si era
abituata ormai a vedere Hermione come la sua migliore amica-cognata e le
piaceva l’idea di un futuro con Hermione che gironzolava nei giorni di festa
tra le stanze della Tana - come ti senti? – chiese
all’amica, mentre prendeva un beauty dal suo baule, Hermione sospirò
-
Ho paura…ho paura di aver fatto la cosa sbagliata, ho paura di aver rovinato
tutto e …ora non so minimamente come comportarmi! –
-
Gli hai detto di … bè, insomma…di… - Ginny provò con tutte le sue forze a
pronunciare quel nome, ma alla fine rinunciò – di Lui ? –
- No, non gliel’ ho detto. Cioè non gli ho detto di Draco, ma lui mi ha chiesto se era
a causa di un altro ragazzo e non sono riuscita a negarlo. D’altronde qualcosa
dovevo dirgli, non potevo limitarmi a “ti sto
lasciando” ! –sospirò
-
Mi sento più leggera, mi sono tolta un peso enorme, ma non riesco a sorridere,
io mi sento in colpa, terribilmente! Al solo pensiero che lui stia soffrendo a
causa mia io…-
- hey, hey frena Hermione! Ti sei svegliata da soli cinque minuti e già tutti
questi pensieri! Quello che provi è normale…te lo dico io che di ragazzi ne ho
mollati tanti, ora puoi solo aspettare e vedere che
piega prende la situazione e comportarti di conseguenza. – Hermione annuì,
sapeva anche lei che non avrebbe potuto far altro che aspettare. Aspettare di incontrare Ron e vedere la sua reazione, aspettare il
momento dei chiarimenti, un momento in cui avrebbe avuto la forza e la
convinzione di dirgli quello che provava, nella speranza che lui capisse.
Ginny
scese da sola in sala grande “Non ho voglia di mangiare!” le aveva detto Hermione “ ci vediamo a ricreazione”.
Harry
era seduto al tavolo dei Grifondoro ormai quasi vuoto, mancavano pochi minuti
all’inizio delle lezioni, e quando vide Ginny spostò i libri dalla sedia
accanto alla sua per far sedere la ragazza che si guardò intorno con aria
interrogativa e gli chiese dov’era Ron
-
Non è voluto scendere, a detto che oggi avrebbe saltato le lezioni e quando gli
ho chiesto se si sentiva bene ha farfugliato qualcosa del tipo “ mi ha
lasciato!” – disse Harry chiedendo implicitamente
chiarimenti a Ginny
- Proprio così…ieri sera ho parlato con Hermione e mi ha
detto che… - si interruppe quando il suo sguardo che
vagava per la sala andò a scontrarsi con quello di Draco Malfoy, che guardava
con interesse il tavolo dei Grifondoro - …che è un periodo un po’ particolare –
concluse Ginny.
Dall’altra
parte della sala.
-
Draco…ma mi stai ascoltando? – la voce di Blaise uscì dalle
sue labbra leggermente scocciata per aver parlato dieci minuti ed aver
avuto l’impressione di non essere minimamente ascoltato – Draco!? -
-
E’? si, Blaise…puoi copiare il mio compito di pozioni,
è nella borsa – disse Draco quando tornò con l’attenzione sull’amico
-
compito di pozioni?? ma se io ti stavo parlando del
campionato di Quidditch!! Senti amico, questa storia
deve finire. È da quando hai parlato con la Gr… -
Draco gli mollò una gomitata su un fianco per
impedirgli di pronunciare quel nome, Blaise si piegò di lato e massaggiandosi
il fianco continuò – ok ok, potresti anche dirlo garbatamente. Comunque è da quella sera che ti comporti come un
vegetale! Non ascolti quando uno ti parla, ti chiudi sul tuo letto e non fai
altro che studiare. – poi con tono di voce più basso disse – se non ti cerca vuol dire che forse vuole stare veramente con Weasley.
Avanti Draco, non puoi abbatterti così per una ragazza. – per tutta risposta
Draco Malfoy raccolse le sue cose e si alzò dal tavolo, si diresse verso la porta
lasciando l’amico ancora con la pagina della “Gazzetta del Profeta” aperta
sulla rubrica sport. Blaise riprese a leggere, poi si girò dubbioso verso
Millicent Bullstrode che sedeva qualche posto più il
là
-
Hey, Milly…Piton non ci aveva dato compiti, vero?! -
Dopo una rapida doccia e una rassettata al suo baule,
Hermione scese per le scale a chiocciola diretta verso il quadro della Signora
Grassa. Appena mise piede il sala di ritrovo, però, un’ atroce morsa allo stomaco la
bloccò, davanti ai suoi occhi c’era lui, Ronald Weasley, ancora in tenuta da
notte che vagava per la sala come un’ anima in pena.
Hermione
rispese a camminare e solo allora Ron si accorse della presenza della ragazza,
la guardò per un attimo, poi distolse lo sguardo e si diresse di nuovo verso il
dormitorio maschile prima che lei potesse dire nulla.
Hermione
sospirò profondamente ed uscì dalla Torre dei Grifondoro.
***
Gli
spifferi di aria fredda che il ragazzo incontrò lungo
i corridoi del sotterraneo gli fecero capire quanto fosse stata ingannevole
l’immagine che aveva visto quella mattina dalla finestra della sala di ritrovo
dei Serpeverde. Il sole splendeva, gli uccellini cantavano e quell’atmosfera
così gioviale aveva fatto sembrare più vivaci persino i colori infuocati dell’autunno,
ma chiaramente non era così. L’aria che si respirava fuori era fredda e
pungente, in realtà era solo il gelo dell’inverno che si stava prendendo gioco
del tepore del sole. Stava solo dando una dimostrazione del suo potere.
“ Se non ti cerca vuol dire che forse vuole veramente stare
con Weasley! ” questo non era possibile, aveva sentito la passione con cui
aveva risposto al suo bacio, aveva sentito il desiderio che l’aveva pervasa
quando le loro labbra si erano unite e leggeva nel suo sguardo la voglia di
abbracciarlo, si stare con lui.
“ You love my hate
and it feels inside me
feels inside ... ”
( Robbie Williams – Sin, Sin, Sin
)
E se si
stava sbagliando? Se le sue fossero state solo
illusioni? Il desiderio che aveva di lei era talmente forte da fargli vivere
quei desideri come fossero la realtà.
“Oh it hurts when you’re
too blind to see
please, don’t read my mind
i teel my truth to me...”
( Robbie Williams – Sin, Sin, Sin
)
Lui era sempre stato sicuro di sé, presuntuoso, tutto
ciò che voleva l’aveva sempre ottenuto. Ma Hermione
non era un capriccio, Draco si sentiva per la prima volta in vita sua insicuro.
Per quanto si ripetesse che nessuna ragazza l’aveva
mia rifiutato, non riusciva a non aveva il timore che lei l’avrebbe fatto.
Era
quasi arrivato sulla soglia della porta dell’aula di pozioni quando un gruppo
di ragazzine del secondo anno Grifondoro attirarono la
sua attenzione. Erano riunite in circolo, nella tipica posizione di chi sta parlando di qualcosa che non è affar suo
–
ieri sera ho sentito la Granger piangere in sala comune –
stava dicendo una ragazzina grassottella dai capelli corti e neri. Draco
appena udì quel nome, rallentò la sua andatura e cercò di ascoltare il resto
della conversazione
-
questa mattina Weasley aveva una faccia! Forse hanno litigato – aveva detto la ragazzina alla destra di quella grassottella,
Draco Malfoy non poté non provare un pizzico di gioia per quelle parole che
erano casualmente arrivate alle sue orecchie, entrò in aula con un ghigno
soddisfatto sulle labbra, prese posizione al suo solito posto e cominciò a
preparare il banco per la lezione.
La
sua soddisfazione cominciò a diminuire quando, a lezione iniziata, gli unici
due alunni assenti erano Hermione Granger e Ronald Weasley.
-
Potter, spero che i suoi due compagni d’avventura abbiano una buona scusa per
saltare la mia lezione – disse il professor Piton,
scrutando la classe nella zona Grifondoro per trovare qualche altra
imperfezione. Non trovando nulla che gli desse
soddisfazione portò nuovamente la sua attenzione su Harry – o forse erano solo
molto ansiosi di far perdere punti alla loro casa – disse sedendosi sulla
poltrona dietro la cattedra.
Draco
cominciava ad innervosirsi, dov’era Hermione? Perché
non era ancora arrivata in classe? Non era scesa neanche per la colazione,
forse aveva incontrato quell’ idiota di un Weasley e
avevano parlato di ciò che era accaduto la sera prima, forse si erano chiari ed
erano tornati insieme, forse proprio in quel momento loro stavano…
-
Hey Boss, quelli sono i miei appunti! – la voce di Tiger lo distolse dai suoi
pensieri e si accorse di avere tra le mani un foglio di pergamena che stringeva
con tale forza da lacerarlo. D’un tratto un rumore
proveniente dalla porta lo distolse anche da quell’immagine, si voltò, il cuore
cominciò ad accelerare il battito, timidamente la porta si aprì, un senso di
vuoto sulla bocca dello stomaco, una ragazza dai lunghi capelli castani entrò
in aula – Scusi il ritardo professore. – disse tenendo gli
occhi fisse sul pavimento
-
Signorina Granger, vedo che almeno lei ci degna della sua presenza, spero che
la mia lezione non venga nuovamente interrotta dalla
sua dolce metà,- un’espressione di
disgusto sul volto di Piton, Hermione trasalì impercettibilmente per quelle due
parole -in tal caso mi vedrò
costretto a togliere dei punti a Grifondoro, anche quelli che non toglierò ora
a lei –.
Draco
continuava a guardarla, ma lei non accenno neanche a
voltarsi mentre prendeva posto tra Harry e Neville e preparava il suo spazio
per la lezione.
-
Da lunedì cominceremo il programma del settimo anno e non ammetterò più assenza
o ritardi – scoccò uno sguardo ad Hermione che lo
sostenne tranquillamente – oggi sarà quindi l’ultimo giorno di ripasso, ci
occuperemo della Pozione Rigeneratrice, chi ricorda cos’è e quali sono gli
ingrediente? – chiese Piton con tono annoiato scrutando la
classe, una sola mano alzata, naturalmente quella di Hermione. Il
professore si guardò intorno ancora un po’, poi con immenso disappunto diede la
parola alla ragazza
- La
Pozione Rigeneratrice è una pozione molto potente che riesce a ridare forza ad
un essere umano anche se è ad un passo dalla morte. Gli ingredienti sono la Mo…-
-
la Mola, il Muco di Vermicoli, il Dittamo e la radice dell’albero rigenerante –
qualcuno l’aveva interrotta togliendole la parola, si voltò
indignata verso l’interlocutore che stava sorridendo divertito
-
Ottimo Malfoy! Gli ingredienti sapete dove trovarli,
la voglio pronta entro e non oltre novanta minuti – disse Piton, poi puntò la
bacchetta verso un armadio infondo all’aula – Alohomora – e il lucchetto che
chiudeva le ante si aprì.
Draco
aspettò che si alzasse Hermione, poi si avvicinò anche lui all’armadio
-
Buongiorno Granger - la salutò quando si trovò di fianco a lei senza guardarla
in volto, Hermione invece lo fece e notò sul viso del ragazzo un aria soddisfatta e quasi allegra
-
Malfoy – ricambiò il saluto – come mai quell’aria allegra? – gli chiese, ora
anche Hermione nascondeva un sorrisetto
-
bè, oggi è venerdì e il venerdì sono sempre di buon umore. Niente compiti,
libera uscita, la sera si può rientrare più tardi e il sabato mattina si dorme.
– Draco stava distrattamente prendendo dall’armadio delle boccette che
contenevano un liquido violetto, Hermione guardò
divertita l’oggetto nelle mani del ragazzo
-
di un po’ Malfoy, hai intenzione di far scoppiare l’aula?- sorrise al ragazzo
mostrando i denti bianchi. Draco rimase incantato davanti a quel sorriso,
quando le parole della ragazza raggiunsero al suo cervello corrugò la fronte
con aria interrogativa, seguì la traiettoria dello sguardo di Hermione che era
tornato sulle mani del ragazzo, e si rese conto di aver preso l’ essenza di violetta al posto del muco di Vermicoli, che
se mischiata alla Mola e se fatta bollire anche un solo secondo in più del
necessario, provoca un esplosione potentissima.
La
ragazza continuava a sorridere e Draco imbarazzato rimise frettolosamente a
posto la boccetta viola e prese quella con il liquido verdognolo che le stava
porgendo Hermione, nello scambiarsi l’oggetto le loro mani si sfiorarono per un
istante, un breve istante in cui entrambe si trovarono nuovamente catapultati
in un altro mondo, nel loro mondo, lontani da tutti
gli altri presenti in aula, quel mondo che era ancora tutto da scoprire.
-
ti aspetto al molo sul lago, a ricreazione – sussurrò
Draco sotto voce prima di tornare al suo posto
Dopo
essere rimasta per qualche secondo immobile con il viso rivolto verso lo
scaffale con i vari ingredienti per le pozioni, Hermione si voltò
con il cuore che ancora le batteva forte.
Si
sentiva raggiante o almeno si sentì così finchè non notò lo sguardo di Harry
puntato su di lei. Di colpo la luce nei suoi occhi si spense, tornò a sedersi
con un pizzico di rossore sulle guance, cosa aveva visto? Cosa
aveva sentito?
-
che…che cosa stava facendo Malfoy?- balbettò Harry sbalordito all’amica che si
trovò improvvisamente a corto di parole, guardò con aria vaga Harry, sperando
di riuscire a camuffare quell’ incredibile imbarazzo
che si stava facendo strada per esplodere in tutto il suo rossore sul suo viso
-
Hermione…voi…vi siete scambiati un sorriso! –
- Harry ma che ti salta in
mente…non è assolutamente così. Io gli ho semplicemente…lui
aveva preso…. – farfugliò parole incomplete – continua
con la tua esercitazione, Harry! –.
***
DI
NUOVO GRAZIE A CHE LEGGE E RECENSISCE ( SI DICE COSì !?!?
o.O )
LA
MIA FAN-FACTION!!!
PICCOLAMEZZOSANGUE:
C’
HO PENSATO A TOGLIERE DAI PIEDE RON CON UN INCIDENTE
AL CLUB DEI DUELLANTI ^.^’
MA LA
COSA SI SAREBE FATTO UN PO’ TROPPO COMPLICATA !!
LITTLE
JEWEL:
IO
TI ADORO*__*
QUANDO
LEGGO LE TUE RECENSIONI MI METTO A SCRIVERE
Le
lancette dell’orologio sembravano muoversi maledettamente a rallentatore, i
minuti sembravano durare delle ore, persino le gocce di Muco di Vermicoli che
Hermione versava nel suo calderone sembravano più lente del normale.
La
prima ora di lezione l’avevano condivisa con i Serpeverde, ma nella seconda ora
i ragazzi del settimo Grifondoro avevano avuto l’aula tutta per loro, poiché la
professoressa Sprite aveva chiesto in prestito il settimo Serpeverde per un
ripasso sull’ artemisia che i ragazzi avevano saltato
qualche giorno prima.
Dopo
aver messo a tacere lo stupore di Harry nel vedere
Draco ed Hermione parlare, la ragazza si concentrò sulla sua pozione; in realtà
fece finta di concentrarsi, era un compito che aveva svolto mille volte e, di
conseguenza, effettuava le operazioni meccanicamente, senza bisogno di pensarci
su troppo; infatti aveva altro a cui pensare, Draco le aveva detto “a
ricreazione al molo” e lei si sentiva euforica. Eppure,
c’era qualcosa che ancora le batteva nello stomaco, qualcosa che la faceva
sentire sbagliata se in quel momento pensava a Draco, ai suoi capelli, alle sue
mani, ai suoi occhi, cos’era? Ma certo, Ron! Dal
momento in cui era entrata in aula si era
completamente dimenticata dell’episodio della sera precedente, del dolore che
aveva provato fino a quella mattina, aveva dimenticato Ron.
Come
a volersi punire per aver commesso tale sbaglio, cominciarono a tornare i sensi
di colpa e le domande, che persona era se le erano
bastati un paio di sguardi per farle dimenticare il dolore che stava causando a
Ronald?
Finalmente
la campanella suonò, era l’intervallo.
Hermione
si affrettò a rimettersi il mantello, con due colpì di bacchetta sgombrò il suo
banco e fece per incamminarsi verso la porta
-
Hermione? – Harry la stava raggiungendo – vieni con me
da Ginny? –
-
Non posso, devo… - ci pensò su per un istante – devo
andare in biblioteca - Harry la guardò perplesso - per una ricerca!- precisò
lei
-
ah, bè…speravo di poter parlare un po’ di te e …Ron – riprese Harry
schiettamente con un filo di imbarazzo, Hermione
abbassò lo sguardo – mi spiace Harry, ma ora non posso proprio – la ragazza si
voltò e fece per andarsene, poi si fermò e girandosi nuovamente verso l’amico –
va da lui, Harry –
Draco
Malfoy all’uscita dalla serra numero 5 si diresse
dritto filato verso la riva del lago, ignorando completamente le persone che lo
chiamavano o che, al suo passaggio, lo salutavano. Trovandosi la serra molto
vicina al lago, Draco arrivò all’appuntamento in pochi minuti, e come si era
immaginato Hermione ancora non c’era.
Un
minuto.
Abbandonò
la borsa con i libri ai piedi di un albero e percorse il molo che si stendeva
sopra il manto vellutato del lago per una decina di metri dalla riva, si
sedette all’estremità, lasciando penzolare le gambe nello spazio tra la
passerella di legno e la superficie dell’acqua.
Due
minuti.
Il
gelo dell’aria si respirava come fosse qualcosa di tangibile, quando la lieve
brezza smetteva di soffiare si percepiva l’ultimo sforzo del sole e sulla pelle
era una sensazione estasiante, l’ultimo bacio del sole, un dolce bacio
dell’addio.
Tre
minuti.
In
lontananza, verso l’orizzonte, il volo di due corvi disegnava in cielo linee
immaginarie, che il ragazzo percepiva di tanti colori differenti, tante sfumature
di colori vivaci, colori caldi, teneri, colori che in vita sua poche volte aveva percepito.
Quattro
minuti.
Ora
cominciava a guardarsi intorno, alle sue spalle solo alberi dai colori
infuocati, solo foglie morte che tentavano di rimane
appigliate ai rami deboli, tentavano di non cadere, di non arrendersi e Draco
si sentiva un po’ come loro.
Lottava.
Lottava contro la sua famiglia, contro suo padre, contro se stesso. Lottava per
non cadere dal suo ramo, per non cadere e farsi calpestare e sgretolarsi sotto
il peso insostenibile della volontà altrui.
Cinque
minuti.
Il
suo sguardo di nuovo verso l’orizzonte.
D’un tratto il rumore di un passo delicato e leggiadro
sopra il legno della passerella, ancora uno e un altro ancora.
Il
ragazzo socchiuse gli occhi, con il cuore che gli batteva sempre più forte,
trasse un sospiro di sollievo.
Finalmente
un respiro caldo tra tanto gelo autunnale.
- cominciavo a pensare che non saresti venuta. – esordì
lui, mentre lei prendeva posizione al suo fianco con le gambe incrociate, rivolta verso di lui.
Di nuovo nei suoi pensieri nient’altro che lui.
-
Mi sbaglio o si percepisce una nota di insicurezza? –
disse Hermione in tono sarcastico, regalandogli un sorriso che lasciò Draco di
nuovo incantato
-
insicurezza?! – ripeté lui mantenendo il tono con cui aveva parlato la ragazza
– assolutamente, la definirei piuttosto “affermazione
di circostanza”, non vorrei sembrare troppo presuntuoso –
- ma tu lo sei! –
-
lo so… - si lasciarono andare ad una risata leggera poi Draco riprese a parlare
– come va? –
lei lo
guardò dopo una rapida occhiata allo splendido panorama che si dipingeva
davanti a loro, alzò un sopracciglio con fare interrogativo
-
qualcosa mi dice che gli uccellini hanno cominciato a cantare un po’ troppo –
-
bè…Hogwarts infondo è piccola… -
-
…e la gente è pettegola! – Hermione sospirò rassegnata
-
ebbene si…l’ho lasciato…a dire il vero sono in attesa
del secondo round –
Draco
rimase in silenzio, con lo sguardo perso nelle profondità delle acque scure
sotto di loro. L’entusiasmo che aveva provato quella stessa mattina alla
notizia delle probabile rottura dei due, andava sempre
più spegnendosi ora che la notizia era stata confermata, cosa sarebbe accaduto
ora? Per loro le cose sarebbero state ancora più difficile.
-
quindi Weasley non l’ ha presa bene? -
-
tu lo faresti se la tua ragazza cambiasse atteggiamento nei tuoi confronti dal
giorno alla notte senza un apparente motivo e alla domanda “c’è un altro” non
rispondesse? -Draco colse la retorica
della domanda e non rispose, rimase ancora un po’ in silenzio, poi guardò la
ragazza
-
devo aspettarmi un pugno in faccia da Weasley da un momento all’altro? – chiese
lievemente preoccupato, sapeva fin troppo bene che Ronald Weasley nel sferrare cazzotti era un asso. In sette anni si era
spesso ritrovato in infermeria a causa sua, non che Draco non gli tenesse testa, sia ben chiaro, ma era sicuramente una bella
battaglia.
-
no, tranquillo – sorrise – non sa chi è il presunto altro ragazzo… -
Tra
loro tornò il silenzio. Sotto di loro, le acque scure del lago erano
attraversate da un arcobaleno di pesci colorati che, non curanti di ciò che
c’era oltre il loro mondo, sfrecciavano tra alghe e scogli; nel cielo gufi e
corvi si inoltravano tra le nuvole che di tanto in
tanto attraversavano il cielo, godendosi l’ultimo raggio di sole.
- perché l’ hai fatto?- Hermione si aspettava una domanda del
genere, ma non era sicura di esser pronta a dargli una risposta o forse non era
pronta ad accettare la risposta
-
sul motivo devo ancora lavorarci un po’, per il momento so solo che doveva
essere così. Dentro di me qualcosa si è rotto, qualcosa che mi teneva legata a
lui, forse era qualcosa che già un po’ si era allentato ed è bastato un soffio
per romperlo del tutto -
-
o forse quello che hai descritto come un soffio in
realtà era qualcosa di più forte. – azzardò lui, cogliendo la difficoltà nelle
parole di Hermione
-
potrebbe essere un ipotesi… - l’intensità degli
sguardi che si stavano scambiando fu interrotta dal suono di una campana proveniente
dal castello che segnalava la fine della ricreazione. Draco si alzò e tese una
mano alla ragazza per aiutarla ad alzarsi, senza avere il tempo di pensarci lei
l’afferrò e si ritrovò in piedi a mezzo passo di distanza dal corpo del
ragazzo, che aveva ripreso a guardarla negli occhi, con quei suoi occhi
argentati che ogni volta la facevano sentire come ipnotizzata, incapace di
muoversi, di ribellarsi, di compiere anche un solo, piccolo movimento.
-
ora cosa accadrà? – chiese Draco, tra le sue mani aveva ancora quelle di
Hermione, e tra le sue labbra desiderava fortemente avere quelle della ragazza.
Lei riuscì a liberarsi da quello stato vegetale che le procurava ogni suo
sguardo e riuscendo a domare lo stesso desiderio del ragazzo, riprese in mano
la situazione
-
non so tu… - disse staccandosi da lui e mettendosi in spalla la borsa con i
libri – ma io ho lezione di Incantesimi, oggi Vitious
mi farà correggere al suo posto i compiti degli altri -
***
Ronald
Weasley non era sceso in Sala Grande neanche per il pranzo.
Harry
non vedendolo arrivare mangiò in fretta il suo pasto e poi imboscò qualcosa da
mangiare per l’amico nella sua borsa.
La
visita che gli aveva fatto durante l’intervallo di mezza mattinata
non era andata affatto bene, quando Harry era entrato in camera aveva trovato
davanti ai suoi occhi una scena a dir poco deprimente: Ronald sdraiato supino
sul suo letto ancora con indosso il pigiama, gli occhi fissi sul soffitto e
carte di cioccorana dappertutto. Aveva cercato di farsi dire come
erano andate le cose, ma il povero ragazzo rispondeva a monosillabe,
così Harry aveva rinunciato dicendosi che sarebbe tornato all’ora di pranzo e
che l’avrebbe obbligato a vestirsi e ad uscire.
E fu
proprio così che fece, ma trovò metà dell’opera già compiuta.
Infatti,
quando Harry entrò nel dormitorio, Ronald era appena tornato dal bagno dopo
essersi fatto una lunga doccia calda
-
Ciao Harry – nonostante non avesse più l’aspetto trasandato da barbone, la sua
voce era ancora triste e sconsolata
-
Hey…pensavo di doverti costringerti con un Imperius a
renderti un minimo presentabile – disse Harry con sottile ironia,
sperando di alzare il morale all’amico
-
ho riflettuto abbastanza e mi sono detto che stare qui è inutile…oggi
pomeriggio ci parlerò civilmente…ora che ho assimilato la notizia sono più
lucido per dei chiarimenti –
-
bravo amico mio, così mi piaci! – disse Harry entusiasta – ma cerca di essere più convinto, fa bene anche a te! – infatti nonostante la buona volontà, dal tono della voce di
Ronnon si percepiva altro che
depressione e scoraggiamento.
Harry
tirò fuori dalla borsa il cibo che era riuscito a
portare nel dormitorio, ma Ron mangiò solo un po’ di pane e un sorso di succo
di zucca
-
allora oggi pomeriggio si va a Hogsmeade ai Tre Manici di Scopa, Hermione sarà
sicuramente lì con Ginny…e se non c’è lei ci sarà qualche altra bella ragazza!-
Harry illustrò il programma della giornata all’amico accompagnandolo con un
occhiolino ammiccante.
***
-
Ginny sei pronta? Devi fare sempre le cose all’ultimo minuto,
sei incredibile –
- Ho fatto Herm, sono quasi
pronta…Calì e Lavanda? – disse Ginny mentre sistemava un fermacapelli sulla suo chioma rossa. Come ogni fine settimana Ginny
passava le ore davanti alla specchio a prepararsi e
nonostante cominciasse di buon ora, andava sempre a finire che arrivava tardi
ad un appuntamento, al contrario di Hermione, che il tempo che riusciva a
passare davanti ad uno specchio era al massimo di un’ ora, escluse,
naturalmente le occasioni speciali come il ballo del Ceppo o la festa di fine
anno, ma quella di quel pomeriggio non era un occasione speciale, così aveva
indossato una gonna di jeans, un paio di stivali neri e un maglioncino a collo
alto celeste, i capelli li aveva lasciati sciolti; a differenza dei primi anni
di scuola, ora i suoi capelli erano cresciuti e ben curati e non la facevano
sembrare più un leoncino selvaggio.
-
se ne sono andate…e adesso me ne vado anche io -
-
eccomi ho fatto! – Ginny vi avvicinò correndo ad
Hermione, aveva indosso un vestitino corto e molto scollato color panna e ai
piedi un paio di stivali con il tacco che le fasciavano la gamba fino sotto al
ginocchio.
Le
ragazze si incamminarono verso l’uscita del castello e
in pochi minuti si trovarono sulla via principale di Hogsmeade; la via era
popolata per lo più dai ragazzi della scuola, c’era chi correva da un negozio
all’altro, chi giocava rincorrendosi cercando di ingannare il freddo e chi
tranquillamente seduto sulle panchine del parco leggeva riviste o chiacchierava
con gli amici, ed era proprio su una panchina poco distante da loro che
Hermione riconobbe una sagoma dai capelli rossi
-
ehm…forse avrei dovuto dirtelo…c’è anche Ron! – disse
Ginny
- è
naturale che ci sia anche lui, siamo suoi amici…cioè
siete suoi amici…- disse confusamente Hermione, poi aggiunse in tono sconsolato
– dubito che mi rivolgerà ancora la parola! -
-
avanti, ora non fare la drammatica…vedrai che tra un po’ gli passa!-
Hermione
e Ginny si avvicinarono ai ragazzi che sedevano su una panchina, insieme ad Harry e Ron c’erano anche Neville, Seamus e le
inseparabili Lavanda Brown e Calì Patil
- ce l’avete fatta ad arrivare!- la voce stridula di Lavanda
diede loro il benvenuto, tutti si voltarono dalla loro parte ed Hermione andò
subito a sbattere contro l’unico sguardo che avrebbe voluto non vedere, quello
di Ron, che in una frazione di secondo si ritrovò a contemplare le sue scarpe e
a sussurrare un saluto
-
colpa mia, come al solito – disse Ginny – allora,
andiamo? -
il gruppo
si incamminò verso il pub, Hermione colse lo sguardo consolatorio di Harry che
quando si alzò gli poggiò una mano sulla spalla e gli regalò uno dei suoi dolci
sorrisi.
I
Tre Manici di Scopa era l’unico pub in cui i ragazzi sotto il
venti anni di età potevano entrare, quindi l’unica e buia sala del
locale era un po’ come la Sala Grande della scuola, con la differenza che
c’erano molti più tavoli e soprattutto vi erano seduti non solo ragazzi della
stessa casa; Harry, Ron e gli altri si unirono al tavolo con dei ragazzi
Corvonero, tra cui c’erano anche Padma Patil, gemella di Calì e Cho Chang, ex
fiamma di Harry, che subito fecero spazio alle quattro Grifondoro per poter
sparlare per bene del modo in cui era vestita Hannah Abbott o Millicent
Bullstrode, mentre i ragazzi parlavano come al solito di Quidditch.
Nonostante
il saluto imbarazzato che si erano scambiati Hermione e Ron, la ragazza fu
felice di vedere che riusciva ancora a ridere e scherzare con i suoi amici,
sembrava che la loro rottura non avesse infierito troppo sul ragazzo e questo
le sollevò un po’ il morale, ma mai quanto l’entrata nel pub del ragazzo che
aveva causato tutto quello scompiglio nella vita di Hermione.
Bevvero
burrobirra offerta da Madama Rosmerta e chiacchierano di cose
futile per l’intero pomeriggio, quando ormai il sole dal cielo era quasi
completamente scomparso lasciando al mondo solo un pallido colore rosa che
andava via via scurendosi, Ginny chiese ad Hermione di accompagnarla fuori per
fumarsi una sigaretta, si alzarono e si diressero verso la porta passando
accanto al tavolo dove erano comodamente seduti Draco e i suoi amici, tra cui
Pansy Parkinson. Il ragazzo la stava guadando, sotto l’occhio vigile di Pansy,
a cui la storia di essere stata mollata per una mezzosangue proprio non andava
giù
-
hey mezzosangue, cammina un po’ più in là, hai sfiorato il mio mantello con la
tua lurida mano – le parole di Pansy uscirono velenose
dalle sue labbra appena Hermione si trovò a passare accanto alla sua sedia,
Draco scoccò un’occhiata raggelante alla Parkinson che lei ignorò totalmente
continuando a guardare schifata Hermione che si era fermata vicino a lei
-
mi scusi principessa purosangue, lasci che glielo sistemi! – disse Hermione
falsamente amareggiata, mentre prendeva tra le mani il mantello di Pansy e lo
rigirava sulla sedia. La serpeverde rimase di stucco, scatto in piedi pronta a
tirar fuori dalla borsetta la sua bacchetta, ma Draco
le bloccò il polso e le intimò di sedersi, Ginny fece lo stesso con Hermione,
la prese per un braccio e la trascinò via, Pansy tornò a sedersi indignata si
voltò verso Draco
-
Malfoy, la prossima volta fatti gli affaracci tuoi,
non credo che la tua sporca mezzosangue abbia bisogno di essere difesa – Draco
s’irrigidì, serrò le mascelle, ma cercò di controllarsi e si dedicò al bicchiere
con la sua burrobirra – e anche se avesse bisogno di essere difesa, fatti gli
affari tuoi lo stesso, così avremo oltre che una mezzosangue anche un troia in
meno a questo mondo – a quelle parole Draco scattò in piedi, l’espressione sul
suo viso era chiaramente irritata, si avvicinò a Pansy così tanto, che Blaise
ebbe paura che l’avrebbe presa a schiaffi, si alzò anche lui e strinse il
braccio muscoloso del ragazzo – Draco, siediti – gli disse Zabini cercando di
calmarlo, ma Draco sembrava non essersi neanche accorto della stretta al suo
braccio
-
prova a ripetere ancora quello che hai appena detto – disse
velenoso guardando negli occhi la ragazza, che ora cominciava ad essere
intimorita – e quella che lascerà questo mondo sarai tu! – poi si allontanò dal
tavolo strattonandosi via la mano di Blaise che gli teneva ancora il braccio.
La
scena al tavolo dei serpeverde non era passata inosservata ai presenti nel
locale, maggior interesse aveva destato al tavolo infondo
alla sala, quello dove sedevano Harry e Ron. Non avevano potuto udire le parole
che si erano scambiati, ma avevano percepito la tensione che correva tra loro,
Ron sembrò non prestare troppa attenzione
all’accaduto, infondo quella Parkinson era veramente odiosa, avrebbe fatto
perdere la pazienza a chiunque, ma non fece lo stesso Harry, che ricordò la
scena di quella mattina nell’aula di pozioni, ed esaminò di nuovo con sospetto
lo strano comportamento di Malfoy.
-
Hermione e Ginny sono ancora fuori vero? – chiese Ron distogliendo Harry dai
suoi pensieri – allora io vado fuori, vado a parlare
con lei! – aggiunse leggermente agitato, Harry gli diede una pacca sulla spalla
per incoraggiarlo, Ron si alzò, svuotò il suo bicchiere di Burrobirra e si incamminò verso la porta, salutando di tanto in tanto qualcuno.
-
Lasciala perdere Hermione, quella è un’ imbecille! –
disse Ginny nervosa, fumando la sua sigaretta
-
ah bè ormai ci sono abituata… - rispose Hermione, poi qualcuno che usciva dalla
porta del locale attirò la loro attenzione.
Hermione
sorrise alla persona che era uscita dal locale, Ginny le rivolse uno sguardo duro,
poi tornò sull’amica, gettò a terra quello che rimaneva della sigaretta
-
torno dentro… - e così dicendo lasciò i due ragazzi soli.
Lui
si avvicinò a lei, che si stringeva nel suo mantello, ora che il sole era
tramontato l’aria si era fatta ancora più pungente, le scostò una ciocca di
capelli che si ostinava a coprire i suoi dolci occhi color cacao e lei si lasciò andare al tocco così dolce di quella mano vellutata
-
bella scenetta che hai fatto lì dentro – disse Draco
con voce soave – l’hai fatta andare su tutte le furie – trattenne una risatina
-
e se tu non l’avessi fermata probabilmente ora mi
troverei schiantata in qualche angolo del pub – rispose Hermione.
Di
nuovo la dispettosa ciocca di capelli a coprire il suo viso, di nuovo Draco
sollevò il braccio e la scostò, questa volta la sua mano rimase immobile a
cingere il viso di lei, si avvicinò istintivamente con
le labbra al suo viso, fino a sfiorare la fronte della ragazza, che gli avvolse
la vita con le braccia, rimasero per qualche istante così, immobili, poi di nuovo
la porta del locale si aprì, i due ragazzi non se ne accorsero subito e rimasero
abbracciati.
Quando
Hermione voltò la testa verso l’entrata del pub vide
Ron immobile appena fuori dalla porta, istintivamente scostò Draco, che solo in
quel momento di accorse del ragazzo che assisteva alla scena. Hermione cominciò ad agitarsi, si portò le mani al volto, coprendolo,
poi guardò Draco
-
io…vi lascio soli…- disse il ragazzo il tono deciso e si incamminò
verso l’ingresso del pub.
-
E’ lui il ragazzo per cui mi hai mollato ?- domandò
Ron più incredulo che ferito, Hermione sospirò
- si – rispose guardandolo dritto negli occhi, forse era
presto, ma era arrivato il momento delle spiegazioni – appena mi sono accorta …
-si interruppe vedendo Ron voltarsi ed entrare come una furia nel locale.
Ginny
rientrò nel pub ed tornò seduta al suo posto,
ignorando le occhiatine maligne che le inviava Pansy.
Dopo
alcuni minuti dal suo rientro si accorse che qualcuno mancava al tavolo, dopo
una rapida occhiata, con un po’ di timore nella voce domandò ad
Harry dov’era Ron
-
è fuori con Hermione…ma scusa non sei rientrata perché
è arrivato lui? – Ginny sgranò gli occhi, i suoi timori erano esatti, si alzò
di nuovo dalla sedia, fece per andare fuori ma era troppo tardi, la porta del
pub si spalancò e Ron entrò a passo deciso e con in
volto un espressione tale da farlo sembrare un'altra persona.
Si
fermò al centro della sala guardandosi intorno, i suoi occhi si posarono sul bancone,
dov’ era Draco; in pochi passi si trovò dietro di lui, lo afferrò per le spalle
e con uno strattone lo fece girare, Draco non ebbe neanche il tempo di rendersi
conto cosa stava accadendo che si ritrovò a terra, Ron sopra di lui che
sferrava pugni senza lasciare il tempo all’avversario di respirare, nel
frattempo intorno a loro si era formata la solita mischia di gente che non sa
far altro di meglio che guardare, Hermione era riuscita a farsi spazio tra le
persone
-
Ron smettila!! – gridò avvicinandosi a lui per fermarlo, ma qualcuno la bloccò
– ma sei impazzita, finirai per beccarti un cazzotto
in faccia anche tu! – aveva detto il ragazzo che l’aveva fermata. Nel frattempo
anche Harry era riuscito ad intrufolasi tra la folla,
con una Ginny terrorizzata al seguito
-
Ron ma che diavolo fai? – gridò Harry afferrando da
dietro l’amico e tirandolo su con l’aiuto di Seamus, intanto Blaise e Tiger
erano andata in soccorso di Draco che stava ancora a terra mezzo tramortito con
la faccia insanguinata
-
chiedilo a lui cosa faccio! – rispose Ron fuori di se, negli occhi aveva fuoco,
un veleno che lasciò Hermione scioccata, mai l’ avrebbe immaginato
capace di tale rabbia – o se vuoi puoi chiederlo a lei! – Ron si voltò verso
Hermione, che a quelle parole sbiancò e lo guardò con aria di rimprovero. Harry
continuava a dire a Ron di calmarsi e di andare fuori ,
ma il ragazzo non ascoltava, per lui non c’era altro che la sua rabbia
-
di un po’ Malfoy da quant’è che te la porti a letto? – Draco si era alzato da
terra, il dolore che provava all’occhio destro era lancinante, ma questo non
gli impedì di fiondarsi su di Ron e di restituirgli almeno un cazzotto dei diedi che lui aveva ricevuto, Ron cadde all’indietro,
facendo barcollare anche Harry che si trovava accanto a lui, questa volta fu
Blaise che fermò Draco tirandolo su di peso.
-
adesso basta! – la voce di Madama Rosmerta risuonò per tutto il locale – voi
due, fuori dal mio pub! Subito! – Harry prese Ron per
un braccio e uscirono seguiti da Seamus e Neville, Blaise accompagnò Draco in
bagno per darsi una lavata al viso, Hermione si lasciò cadere sulla sedia più
vicina, con i gomiti posati sulle ginocchia ed il viso coperto dalle mani.
***
^.^ ALTRO CAPITOLETTO….
PERDONATEMI MA QUESTA VOLTA
NON MI E’ VENUTA IN MENTE NESSUNA CANZONE
DA ASSOCIARET.T
VABBE’ SE ME NE VIENE IN MENTE QUALCUNA PIU’
IN LA’
MODIFICO IL CHAP !!!
GRAZIE ANCORA A TUTTE QUELLE CHE LEGGONO E
RECENSISCONO,
Prima
che Draco e Blaise potessero uscire dal bagno, anche Hermione e Ginny uscirono
dei Tre Manici di Scopa.
-
Dio, Ginny! Non poteva venirlo a sapere in modo peggiore! Non avrò più il
coraggio di guardarlo in faccia – Hermione era ancora
scossa per la sfuriata che aveva avuto Ron e anche un po’ preoccupata per lo
stato di salute di Draco, ma in quel momento riteneva più importante andare a
cercare Ronald e parlare con lui, infondo Draco poteva essersi spaccato al
massimo un labbro.
Quando
uscirono dal locale furono investite da una folata di vento gelido, la temperatura
si stava abbassando a vista d’occhio ed ora si era alzato anche un fastidioso
venticello.
Qualche
metro più in là dall’ingresso del pub, c’erano Harry e Ron, rimasti soli. Ogni
traccia di rabbia e odio aveva lasciato il volto di
Ronald che era tornato ad avere l’ espressione di sempre, i suoi occhi erano
tornati dolci e ora anche tristi, delusi, amareggiati, entrambe i ragazzi si
girarono verso Hermione e Ginny che erano rimaste distanti da loro, una con lo
sguardo rivolto verso terra, l’altra con una sigaretta in mano che fumava
freneticamente.
Quando
Hermione alzò lo sguardo trovò Harry davanti a lei, ora non aveva più nessuna espressione di consolazione per lei, non fece un
movimento, non disse una parola, si limitava a guardarla, con sguardo severo e
confuso e deluso
-
Harry…io… - cominciò Hermione sentendosi gli occhi riempirsi di lacrime
-
non è a me che devi spiegazioni – disse in tono duro, le
passò accanto, facendo cenno con la mano a Ginny di seguirlo.
Quando fu
rimasta sola, trasse un lungo sospiro e si avvicinò lentamente a Ron che era
rimasto tutto il tempo appoggiato al muro; lui non alzò gli occhi per
guardarla, rimasero in silenzio per diversi minuti
-
Non ti ho preso in giro – esordì – appena mi sono
accorta che qualcosa non andava io te l’ho detto –
-
già…e cosa mi hai detto di preciso? “ho bisogno di stare sola per pensare” –
disse lui questa volta guardandola e riducendo a due fessure gli occhi
- e cosa dovevo dirti Ron? Sapevo che reazione avresti avuto – ora Hermione cominciava ad irritarsi e la
sua voce stava facendo più sicura
-
avresti dovuto dirmi la verità, ecco cosa! –
- ma io te l’ho detta! Ho detto che avevo bisogno di stare
sola, di riflettere! –
-
peccato che hai lasciato un piccolo particolare….ti facevi sbattere da un
altro! – sul volto di Hermione si dipinse inizialmente un
espressione di stupore, poi indignazione
-
non ti permettodi
parlarmi in questo modo, tra noi non c’è stato niente, solo un bacio, ma
… - si fermò, stava urlando e le stava dolendo la gola - … è
stato…all’improvviso, io non ho neanche avuto il tempo riflettere – era tornata
di nuovo con gli occhi a terra
- e a questo punto perché dovrei crederti? –
-
perché non ti ho mai mentito, ecco perché, perché ho fatto quel che ho potuto e
nonostante non fossi sicura di volerti lasciare ti ho detto le cose come
stavano, sperando che avresti capito – ora Hermione piangeva, una miriade di
lacrime le scendevano dagli occhi come una cascata di
acqua limpida, ma amara come il fiele
-
no, non lo capisco…per il momento non lo capisco…e per il momento non ti voglio
più vedere, sparisci dalla mia vita!- il tono che aveva usato per queste parole
era calmo e freddo, così freddo che Hermione per un attimo sembrò congelarsi, si
sentì trafitta da mille minuscoli aghi di ghiaccio, entravano in lei e
ghiacciavano tutto quello che toccavano
-
Ron, ti prego…mi dispiace…ma cosa posso … - anche le parole si erano
ghiacciate, erano rimaste lì, in bilico sulle sue labbra, bloccate dallo
sguardo del ragazzo, uno sguardo inespressivo che le dedicò solo per pochi
istanti, poi le voltò le spalle e con un enorme sforzo si allontanò lentamente,
ma con passo deciso da Hermione.
“ Cry
me a river,
i cried a river over you
now
say you’re sorry for being so untrue...”
(
Aerosmith – Cry me a river )
***
-
Non riesco a crederci! Come può aver fatto una cosa del genere? – disse Harry
mentre al fianco di Ginny, percorrevano la strada poco illuminata che arrivava
fino al castello – Mi ha deluso…profondamente –
-
Harry smettila, non sono affari che ti riguardano e non sei nessuno per dare
giudizi – lo rimproverò Ginny con tono severo
-
Ron è mio amico e Hermione non si è comportata bene,
da lei non me lo sarei mai aspettato, prenderlo in giro in questo modo! –
continuò il ragazzo scuotendo il capo
-
non l’ha preso in giro Harry! Non sai come stanno le cose…quindi smettila di
parlare a vanvera e poi, anche Hermione è tua amica –
-
già, è mia amica, ma questo non toglie il fatto il che si sia
comportata male…e poi, perché io non so le cose come stanno? – mise più
enfasi quando pronunciò la parola “io”
-
probabilmente se avesse deciso di non affrontare la situazione con Ron, avrebbe
chiesto consiglio anche a te. Anche se dubito che la tua reazione sarebbe stata
differente da quella di mio fratello – aggiunse quest’ultime
parole in tono più basso, come se stesse parlando a se stessa e non ad
Harry
-
Ginny – pronunciò il suo nome sgranando gli occhi stupefatto
– stiamo parlando di Draco Malfoy, probabilmente avrei reagito peggio di Ron –
-
appunto – disse la ragazza alzando le sopracciglia e scuotendo la testa –
quando nasce un sentimento è difficile riuscire a nasconderlo e ancora di più a
reprimerlo, anche se si tratta di una persona che cerca di rovinarti da sei
anni – aveva parlato in tono calmo, poi notando lo sguardo sbalordito di Harry,
sbottò – ma cavolo Harry,cerca di metterti nei panni
di Hermione – Harry si fermò a riflettere. Era vero quello che diceva Ginny,
reprimere i propri sentimenti non era affatto facile, lui stesso non era
riuscito a non dire a Cho Chang quanto fosse
innamorato di lei, nonostante lei stesse insieme a Justin Finch-Fletchley, ma
questa storia di Malfoy non gli andava giù, perché proprio lui tra tanti
ragazzi?
-
ok…lo capisco, ma non lo condivido assolutamente…è più forte di me non riesco
ad accettarlo! – concluse Harry rassegandosi e riprendendo a camminare
-
nessuno ti chiede di condividere niente, dico solo che anche Hermione sta male
per la situazione, è stata dura per lei riuscire a prendere una decisione ed è
dura sopportare i sensi di colpa, a mio avviso fuori luogo, che le annebbiano il cervello…non credo abbia bisogno di persone
che infieriscano sull’accaduto –
Harry
annuì e ancora pensieroso varcò al fianco dell’amica il grande
cancello che li introduceva nel parco del castello.
***
Hermione
era rimasta con lo sguardo fisso sulle spalle di Ron che con passo deciso si
allontanava da lei, tutto ciò che si mostrava ai suoi occhi aveva i contorni
sfocati, tutto sembrava che stesse per scomparire da un momento all’altro,
tutto così leggero, tutto così evanescente, tutto …tranne lei.
Si
sentiva ancorata a terra come se fosse legata ad un macigno, le faceva male il
cuore;
“ I'm falling forever
I've got to break through
I'm going under ”
(Evanescence – Going Under )
con la
schiena appoggiata al muro si lasciò scivolare a terra e rimase per un tempo
indefinito ad abbracciare le sue gambe, con il mento posato sulla ginocchia, a
guardare un punto fisso davanti a lei, un punto dove non facevano altro che
passare immagini di lei e Ron e di lei e Draco e dello stupore negli occhi di
Ron, della rabbia, dell’odio, della delusione che aveva visto in quegli occhi.
Quegli occhi che le avevano sempre sorriso, che
l’avevano consolata, rimproverata, ma mai odiata in quel modo, mai le avevano
vietato di mostrarsi dinnanzi a loro.
Due
occhi color dell’argento erano posati su di lei a pochi metri di distanza, in
quegli occhi c’era dispiacere, dispiacere nel vederla
distrutta in quel modo, ma anche incomprensione, perché provava tanto dolore? Perché tanti sensi di colpa? Infondo lei aveva
fatto quello che sentiva giusto per lei e allora perché struggersi in
quel modo?
La
distanza tra quegli occhi e la ragazza seduta a terra con le spalle al muro si
fece sempre minore, fino a che Draco non si sedette accanto a lei, che notando
la sua presenza si asciugò frettolosamente gli occhi,
-
come stai? – disse lei con voce fioca, ma stando bene attenta a non distogliere
lo sguardo da quello spazio vuoto in cui si era completamente immersa
-
dolorante, ma sto bene. – rispose Draco, mentre seguiva con lo sguardo la
traiettoria degli occhi di Hermione – tu…perché piangi? – chiese con
l’ingenuità di un bambino, lei distolse finalmente lo sguardo e lo rivolse a
lui, leggermente sbalordita
-
non lo so…forse per lui o per me…non lo so – le lacrime ripresero a scendere,
Draco le guardò scendere lungo la guancia, arrivare al mento e cadere a terra
come piccole goccia di rugiada; era ancora confuso e
ora aveva anche il timore che lei credesse di aver fatto la scelta sbagliata;
Nel formulare quel pensiero sentì un forte dolore allo stomaco e al cuore, per
un istante si sentì perso, poi riprese il controllo
- che vuol dire? – chiese sperando che lei non si accorgesse
della paura nella sua voce
- che lui sta male ed è a causa mia. Io avrei dovuto essere sincera
con lui e non lo sono stata e ora mi odia…sono una stupida! –
-
ti sei pentita di quello hai fatto? – disse cercando
di apparire più freddo possibile, deciso a capire cosa stesse
passando per la testa di Hermione
-
No – si affrettò a rispondere lei – il fatto è che… -
cominciò, ma lui la interruppe
- se
pensi di aver fatto la scelta giusta non capisco
perché stai qui a struggerti inutilmente –
- perché non è così semplice, Draco…io voglio bene a Ron e
l’ho ferito, non ce la faccio a fregarmene – Hermione cominciava ad innervosirsi,
presa dalle emozioni aveva dimenticato l’egoismo di Draco Malfoy – ma forse tu non
sai nemmeno cosa sono i sensi di colpa… - aggiunse a bassa voce, come parlando
a se stesso. Draco a quelle parole ebbe un leggero sussulto, l’aveva detto
quasi in tono sprezzante, come se la persona che aveva davanti agli occhi non
era un essere umano, ma una bestia senza un minimo di sensibilità. Era vero,
era cresciuto con l’idea di dover far sempre e solo quello che era più
conveniente per lui, gli avevano insegnato a non provare amore e compassione
per chiunque; in realtà lo scopo di suo padre era quello di far crescere nel
petto di Draco un cuore duro e freddo come il ghiaccio, ma non c’era riuscito
del tutto, infondo era umano e provava dei sentimenti,
forse non li viveva agli estremi come molte persone, ma c’erano e a volte anche
in lui facevano male.
Hermione
si rese conto di aver esagerato, infondo conosceva così poco di Draco, si voltò
verso di lui, ma lui era già in piede, allontanatosi di qualche passo da lei
- bè
mi dispiace se la mia insensibilità ti crea dei fastidi Granger – disse in tono
serio, tornato improvvisamente freddo più del ghiaccio, si era allontanato
ancora di un passo, Hermione balzò in piedi, intimorita dalla reazione che avrebbero potuto scatenare quelle parole, fece un passo
verso di lui – Draco – gli sfiorò il braccio con la mano – non volevo… -
-
non volevi cosa? Dire la verità? Sai benissimo che è come hai detto tu…non ho
certo la reputazione della persona che si fa molti scrupoli a ferire la gente o
che si preoccupa molto delle conseguenze di un azione,
ma questo non fa di me un pezzo di carne senza emozioni, anch’io soffro quando
faccio del male a qualcuno a cui voglio bene… – smise di parlare
all’improvviso, aveva alzato il tono della voce, e si era lasciato trasportare
troppo dall’ emozione, aveva detto troppo, si era aperto troppo. Fece un
respiro profondo, ora fu lui a fare un passo verso Hermione, a scostarle i
capelli e ad alzarle il volto che era con lo sguardo piantato a terra
–
credo solo che sia inutile piangere e disperarsi in questo modo – disse questa
volta in tono calmo – se sei sicura della tua scelta e questa ti fa sentire
bene, allora perché continuare a pensare al passato e farsi consumare dai sensi
di colpa? – Hermione lo stava guardando e il suo cuore batteva così forte che
sembrava volerle uscire dal petto.
Di
nuovo solo i suoi occhi,
“
Your eyes are so blue
i
can’t look away
as we
lay in the stillness you whisper to me
promise
you’ll stay with me “
(Evanescence – you )
il suo cervello non
riceveva più nessun ordine, era di nuovo incatenata a quegli occhi magnetici,
poi d’improvviso si alzò sulla punta dei piedi e in un attimo si trovò stretta
al collo del ragazzo, che ricambiava quell’abbraccio stringendola con le
braccia in vita.
-
non sarà facile per noi – disse in un sussurrò Draco –
non lo sarà affatto, ma … -
- ma io voglio provare – stava continuando Hermione, si scostò
da lui quel tanto che bastava per poterlo guardare sul volto
–
lo sto facendo – Draco la guardò perplesso, poi lei
continuò – sto facendo come hai detto tu, mi sto mettendo in gioco. Sto andando
contro i miei principi, contro i miei amici, per provare ad essere felice, per
provare a vivere liberamente le mie emozioni –
Draco
nell’udire quelle parole si sentì riempire di un sentimento che poche volte
aveva provato nella vita, ora era il suo cuore a battere ad un ritmo frenetico,
le regalò un sorriso pieno di ammirazione, felicità,
approvazione, anche i suoi occhi stavano sorridendo, quell’azzurro che tante
volte era stato freddo, totalmente privo di emozioni, ora sembrava più caldo
del fuoco stesso.
Il
palmo della mano del ragazzo andò a posarsi sulla guancia di Hermione, che,
ancora in punta di piedi, era vicinissima al volto di Draco, bastò un minimo
movimento del ragazzo per arrivare a sfiorarle le labbra; si immersero
nel loro mondo, trasportati dalle loro emozioni, non c’era più nulla intorno,
più nessuno, neanche il tempo scandiva più i suoi rintocchi, si persero in quel
bacio infinito, che questa volta non fu seguito ne da lacrime ne da una corsa
sfrenata per scappare lontano, ma solo da un lungo e rassicurante abbraccio.
“
I’ll make you happy, baby
just
wait and see
for
every kiss you give me
i’ll
give you three “
( Be
my Baby – Dirty Dancing )
***
CAPITOLO SCARSO!
PER ORA VI LASCIO COSI’ , NON SO QUANDO E SE
ARRIVERA’ UN NUOVO
CAPITOLO
PER IL MOMENTO L’ISPIRAZIONE
SEMBRA AVERMI
ABBANDONATO (SPERIAMO SI
SIA SOLO ALLONTANATA PER POCO!!)