Toris posò il foglio sul letto,
aveva la svista annebbiata. Si portò una mano al viso, le dita
si bagnarono.
Perché piangeva?
Si alzò in fretta, uscendo di
corsa. Doveva trovarlo, doveva...
Cosa?
Si bloccò di colpo
nell'ingresso.
“Cosa fai?” Un paio di
braccia lo cinsero gentilmente da dietro.
“Feliks...” si liberò
lentamente dalla stretta del biondo.
Polonia notò le lacrime che
ancora scendevano dagli occhi blu dell'altro.
“Toris! Che ti è successo?
Perché piangi?”
“Russia-san... lui--”
Il Polacco sorrise “Si...
finalmente ti ha liberato! Quel bastardo se né andato”
Lituania sgranò gli occhi, le
lacrime scendevano più copiose di prima.
“N-NO!”
Si allontanò di scatto,
sorprendendo Polonia.
“Non aver paura, non può
più farci nulla” gli prese una mano, intrecciando le
loro dita.
“Finalmente possiamo stare
insieme, come abbiamo sempre voluto”
il tono dolce del biondo calmò
Toris, che si lasciò abbracciare di nuovo, senza reagire.
Anche quando Polonia poggiò le
labbra sulle sue, non ottenne alcuna reazione, lasciando l'altro
spiazzato.
“Toris...”
Il castano fissò lo sguardo
pieno di tristezza nelle iridi dell'altro “Mi dispiace...Io-io”
Fu la volta di Polonia di piangere.
Aveva capito.
Come aveva potuto non intuirlo?
“Ok, è tipo ok, dopo tutto
tipo, infondo, era tipo scontato...”
La voce spezzata “Feliks...”
“No. Non tipo compatirmi, cioè,
sarebbe ipocrita!”
Toris tentò di ribattere, ma il
Polacco continuò.
“Ricordarti tipo una cosa, però:
tu mi piaci, e che mi ricambi o no, questo non cambierà. Cioè,
Odio Russia, perché, tipo ti ha portato via da me!”
“Polonia... Che devo fare?”
il biondo lo guardò, ironico.
“che vorresti fare? Va tipo da
lui”
Appena Toris sparì nella neve,
il Polacco crollò in ginocchio scoppiando nuovamente a
piangere.
La radura imbiancata brillava,
riflettendo la luce lunare.
Russia, abbandonato sul manto innevato,
nel centro esatto dello spiazzo, guardava le stelle.
Fu nella stessa identica posizione che
lo trovò Lituania.
“Russia-san!”
L'altro lo fissò, sorpreso.
“Cosa ci fai qui? Prenderai
freddo”
Lituania si avvicinò piano al
russo, inginocchiandosi nella neve, tra le gambe dell'altro.
“Russia-san, devo parlarle”
disse, appoggiando una mano su quella di Russi, fredda come il marmo.
Si rannicchiò contro il suo
petto “Non voglio odiarla, non posso! Se aveva bisogno di me
poteva dirlo! Io... ecco... io... è colpa sua!”
Trasalì, appena si rese conto di
quello che aveva detto, aspettando una reazione che non arrivò.
Alzando lo sguardo incontrò gli
occhi ametista di Russia.
“Già... è tutta
colpa mia”
“Torni a casa!”
“Perchè?”
Lituania lo sguardo “Perchè...io...
senza di lei.. ehm, ecco...”
l'aveva baciato di colpo, se non
riusciva a esprimersi a parole, l'avrebbe fatto a gesti.
Ivan ricambiò il bacio, poi lo
guardò.
“Se sicuro di ciò che
vuoi?”
Gli occhi viola indagarono in
profondità. Lituania sostenne lo sguardo, rosso d'imbarazzo.
“Si, stavolta si”
Si alzò, il freddo cominciava a
paralizzarlo.
“Fa freddo”
“si”
Si stupì quando Russia si tolse
la sciarpa per avvolgerla dolcemente intorno al suo collo.
“Ecco” il suo sorriso.
Toris si sentì avvampare mentre
Ivan lo prendeva per mano, avvicinandosi verso casa.
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