Se ti dico addio

di Nephtian
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** parte 1 ***
Capitolo 2: *** parte 2 ***



Capitolo 1
*** parte 1 ***


Non avrei mai creduto di poterti scrivere.

Non fino ad ora.

Dicevi sempre di avere paura,e avevi ragione:non sono mai stato bravo con le persone,ma la verità è che quello che paura sono io: so che non è una giustificazione per ciò che ti ho fatto,ma la paura delle persone che non ho mai conosciuto mi ha sempre portato a rinchiudermi in me, adottando quell'atteggiamento che allontana chiunque.

So che ti ho ferito, ti ho strappato alla tua terra e a lui.

Ti ho costretto a rimanere con me, anche e soprattutto con la violenza.

È per questo che tutti mi odiano o hanno paura di me. Ho costruito un mostro per non avere più paura.

Paura di perderti, ora che è successo mi sento vuoto dentro.

La verità è che avevo bisogno di te, talmente tanto che ho finito per distruggerti, pur di tenerti vicino.

Ma sono stanco di vederti soffrire, con lui sei felice.

Non ce la faccio più, voglio rimanere solo, è meglio così...

Non diventare mai una grande nazione, più sei grande, più sei solo.

In fondo è ciò che merito.

Puoi andare via, tornare da lui...

Ti prego solo di odiarmi, così che pensare a te non farà più così tanto male.

Addio, Toris..

Ja tebia liublio.

Ivan



Russia posò la penna e chiuse il foglio in una busta, lasciandola sul cuscino snella stanza di Lituania.

Lui sarebbe tornato presto.

Chiuse la porta dietro di se e lasciò la residenza, finchè tutto ciò che rimase di lui fu una scia d'impronte nella neve.


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Capitolo 2
*** parte 2 ***


Toris posò il foglio sul letto, aveva la svista annebbiata. Si portò una mano al viso, le dita si bagnarono.

Perché piangeva?

Si alzò in fretta, uscendo di corsa. Doveva trovarlo, doveva...

Cosa?

Si bloccò di colpo nell'ingresso.

“Cosa fai?” Un paio di braccia lo cinsero gentilmente da dietro.

“Feliks...” si liberò lentamente dalla stretta del biondo.

Polonia notò le lacrime che ancora scendevano dagli occhi blu dell'altro.

“Toris! Che ti è successo? Perché piangi?”

“Russia-san... lui--”

Il Polacco sorrise “Si... finalmente ti ha liberato! Quel bastardo se né andato”

Lituania sgranò gli occhi, le lacrime scendevano più copiose di prima.

“N-NO!”

Si allontanò di scatto, sorprendendo Polonia.

“Non aver paura, non può più farci nulla” gli prese una mano, intrecciando le loro dita.

“Finalmente possiamo stare insieme, come abbiamo sempre voluto”

il tono dolce del biondo calmò Toris, che si lasciò abbracciare di nuovo, senza reagire.

Anche quando Polonia poggiò le labbra sulle sue, non ottenne alcuna reazione, lasciando l'altro spiazzato.

“Toris...”

Il castano fissò lo sguardo pieno di tristezza nelle iridi dell'altro “Mi dispiace...Io-io”

Fu la volta di Polonia di piangere.

Aveva capito.

Come aveva potuto non intuirlo?

“Ok, è tipo ok, dopo tutto tipo, infondo, era tipo scontato...”

La voce spezzata “Feliks...”

“No. Non tipo compatirmi, cioè, sarebbe ipocrita!”

Toris tentò di ribattere, ma il Polacco continuò.

“Ricordarti tipo una cosa, però: tu mi piaci, e che mi ricambi o no, questo non cambierà. Cioè, Odio Russia, perché, tipo ti ha portato via da me!”

“Polonia... Che devo fare?”

il biondo lo guardò, ironico.

“che vorresti fare? Va tipo da lui”

Appena Toris sparì nella neve, il Polacco crollò in ginocchio scoppiando nuovamente a piangere.

La radura imbiancata brillava, riflettendo la luce lunare.

Russia, abbandonato sul manto innevato, nel centro esatto dello spiazzo, guardava le stelle.

Fu nella stessa identica posizione che lo trovò Lituania.

“Russia-san!”

L'altro lo fissò, sorpreso.

“Cosa ci fai qui? Prenderai freddo”

Lituania si avvicinò piano al russo, inginocchiandosi nella neve, tra le gambe dell'altro.

“Russia-san, devo parlarle” disse, appoggiando una mano su quella di Russi, fredda come il marmo.

Si rannicchiò contro il suo petto “Non voglio odiarla, non posso! Se aveva bisogno di me poteva dirlo! Io... ecco... io... è colpa sua!”

Trasalì, appena si rese conto di quello che aveva detto, aspettando una reazione che non arrivò.

Alzando lo sguardo incontrò gli occhi ametista di Russia.

“Già... è tutta colpa mia”

“Torni a casa!”

“Perchè?”

Lituania lo sguardo “Perchè...io... senza di lei.. ehm, ecco...”

l'aveva baciato di colpo, se non riusciva a esprimersi a parole, l'avrebbe fatto a gesti.

Ivan ricambiò il bacio, poi lo guardò.

“Se sicuro di ciò che vuoi?”

Gli occhi viola indagarono in profondità. Lituania sostenne lo sguardo, rosso d'imbarazzo.

“Si, stavolta si”

Si alzò, il freddo cominciava a paralizzarlo.

“Fa freddo”

“si”

Si stupì quando Russia si tolse la sciarpa per avvolgerla dolcemente intorno al suo collo.

“Ecco” il suo sorriso.

Toris si sentì avvampare mentre Ivan lo prendeva per mano, avvicinandosi verso casa.

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