Slytherin's Love

di angelroy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Ritorno ad Hogwarts ***
Capitolo 3: *** Hogsmede I parte ***
Capitolo 4: *** Hogsmede II parte ***
Capitolo 5: *** Natale I parte ***
Capitolo 6: *** Natale II parte ***
Capitolo 7: *** Gelosia ***
Capitolo 8: *** Rivelazioni ***
Capitolo 9: *** Di male in peggio ***
Capitolo 10: *** Momenti Bui ***
Capitolo 11: *** Ricordi e decisioni ***
Capitolo 12: *** L'aiuto di un estraneo ***
Capitolo 13: *** Scontro di gelosia ***
Capitolo 14: *** Troppo tardi? ***
Capitolo 15: *** Riconciliazione ***
Capitolo 16: *** Un notte di pensieri ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


prologo

Era la sera del 31 Agosto: un’aria calda e soffocante non le faceva chiudere occhio, così si alzò dal suo letto a baldacchino e scese in cucina con l’intenzione di prepararsi un bel tea ghiacciato… era quell’atmosfera così afosa che non la faceva dormire? O era agitata per l’inizio del suo sesto anno ad Hogwarts? Eppure gli anni passati era sempre stata più che tranquilla… cos’era quell’ansia? Per i corsi nuovi che avrebbe sostenuto? No, era un’ottima studentessa e non si preoccupava della scuola. Decise di non indagare ulteriormente su quelle sensazioni, dopo tutto erano le 23 e 45 e solo poche ore dopo avrebbe preso l’espresso per la scuola, rivisto tutti i suoi compagni e quella sensazione se ne sarebbe sicuramente andata via…

Uscì nel  giardino di casa sentendo con vero piacere la frescura dell’erbetta sui piedi nudi. Si avvicinò al dondolo, ci si accoccolò sopra  sorseggiando la sua bevanda fresca e si perse a guardare l’esterno della sua casa… Era una vecchia tenuta appena fuori Londra, molto grande ma si sviluppava in lunghezza e non in altezza , infatti era su solo due piani ma erano presenti tantissime stanze. La facciata, nonostante fosse molto essenziale imponeva un senso di maestosità fortissimo.. forse a causa dei marmi chiari e scuri che la componevano. Intorno alla casa correva un ampio giardino (dotato di piscina, due tavoli in vimini con le sedie  posti sotto un gazebo e un magnifico dondolo) delimitato da diversi alberi sotto cui, d’estate, era molto rilassarsi e stendersi a leggere.

-Mh, quest’anno mi mancherà un po’ tutta questa pace…- pensò tra sé la ragazza prima di chiudere gli occhi e addormentarsi.

“Piccola!!! Ma che ci fai lì fuori?! Sei forse impazzita?! Muoviti!!!” Sylvia, la madre della ragazza, come ogni anno, stava dando di matto per paura che tutto non fosse pronto per la partenza della figlia.

“mamma non urlare… avevo troppo caldo e così sono venuta qui fuori” biascicò ancora intorpidita dal sonno osservando la madre, già del tutto preparata, fissarla con un leggero disappunto. Quel giorno indossava una gonna fin sotto il ginocchio azzurra, una canotta con strani disegni neri e azzurri, e dei sandali neri. Nonostante avesse già una figlia di 17 anni era abbastanza giovane, i capelli nero corvino le ricadevano in dolci boccoli sulle spalle , facendo risaltare la sua pelle candida ; i suoi occhi grandi e neri si erano socchiusi in uno sguardo “cattivo” rivolto alla figlia.

“Ti devo ripetere che dobbiamo sbrigarci? Sono le 9 e 45! E ti devo ancora preparare”

Brenda  sbiancò, non che si notasse un granché, infatti il colore della sua abbronzatura camuffava benissimo il suo attimo di panico. Senza dire nulla si mise a correre per andare in camera a vestirsi e sistemare nel baule le sue ultime cose.

 

 

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Capitolo 2
*** Ritorno ad Hogwarts ***


Alle 11 in punto l’espresso partì

Alle 11 in punto l’espresso partì .

Brenda Slyte era riuscita, appena in tempo, a salire sul treno. Vide avvicinarsi Pansy Parkinson.. erano amiche da tanto tempo, da prima che Brenda cominciasse Hogwarts, poiché i loro genitori erano molto legati e passavano diversi weekend insieme.

“Brenda!!” la sua amica le saltò al collo. Dopodiché, parlando a macchinetta la trascinò nello scompartimento che occupava insieme ad altri compagni serpeverde.

“Brenda Slyte, appena in tempo eh?” le disse ridendo un ragazzo

“Ciao Blasie.. già.. sono la solita ritardataria!” arrossì un poco sentendosi squadrare dallo sguardo dell’amico. In effetti doveva ammettere che in quell’estate era cambiata molto: era più alta, snella, anche se le sue forme di donna erano andate nei posti giusti, i capelli erano castano scuro e le scendevano in boccoli fin sotto le spalle, i suoi occhi color nocciola con pagliuzze dorate, erano messi in risalto da una sottile riga di matita nera.

 

L’amica le sorrise notando la situazione.

Brenda le si sedette vicino e iniziarono a raccontarsi ciò che avevano combinato durante l’estate.  Furono bruscamente interrotte da due bestioni, ovvero Tiger e Goyle, che entrarono nello scompartimento carichi di dolciumi.

“Ragazzi ma fate proprio schifo!” sbottò Blasie Zaini guardando i due energumeni prendere posto nello scompartimento bofonchiando un saluto a bocca piena.

“Beh.. buon appetito quant’è che non mangiate??!” chiese con un ghigno Pansy, che naturalmente non fu nemmeno ascoltata da Vincent e Gregory, troppo impegnati nel bloccare le loro cioccorane.

Brenda, Pansy e Blasie si scambiarono uno sguardo.

Poco dopo entrò nello scompartimento un ragazzo alto, con i capelli biondi leggermente ribelli che  gli ricadevano  sulla fronte, il suo fisico, fasciato in una maglia nera attillata e in dei jeans strappati, era scolpito, ma la cosa che lasciava senza fiato era il suo sguardo, impenetrabile eppure magnetico.

“..’giorno”  disse entrando e sedendosi nell’unico posto libero vicino a Blasie

“Dracooo! Tesoro!” Pansy gli era praticamente saltata in braccio “ma dov’eri finito? Sei sparito subito dopo essere salito sul treno!”

“Ti devo ricordare che sono caposcuola ogni 5 minuti o pensi di ricordartelo una prossima volta?” rispose scocciato il biondino scrollandosi malamente di dosso la ragazza.

“Malfoy, sempre gentile eh?” disse Brenda mentre consolava l’amica.

Solo in quel momento Draco si accorse della sua presenza e si soffermò a guardarla –sì è davvero cambiata- concluse in ultima analisi nei suoi pensieri

“Che hai tanto da guardare?? Comunque non dovresti essere così con lei”

“Da  quando Slyte mi dici cosa ‘devo’ fare? Sei diventata l’avvocato delle cause perse?” Draco aveva alzato un sopracciglio e gli era apparso in viso un ghigno divertito.

“Guarda che non sei proprio nessuno per fare così.. caro il mio furetto  sbruffone!”

Tutti i ragazzi dello scompartimento guardarono allibiti e terrorizzati rispettivamente Brenda e Draco. Questo era diventato di colpo serio. Si ricordava ancora quando Malocchio Moody lo aveva trasfigurato… quanta rabbia aveva in corpo allora e quanta ne tornava al solo sentir pronunciare quell’appellativo!

“Stai zitta!” fu gelido. Il suo sguardo l’aveva completamente bloccata.

Non sapeva cosa ribattere poiché sicuramente le cose sarebbero degenerate, così si alzò, sentendosi ancora addosso quello sguardo  di ghiaccio e uscì dallo scompartimento.

Dopo essersi allontanata un po’ lungo il corridoio  si fermò ad osservare il paesaggio da un finestrino. – Non  mancherà ancora tanto..- pensò tra sé. Sarebbe dovuta tornare a mettere la divisa ma non ne aveva assolutamente voglia. “Malfoy  da strapazzo!”  disse dando voce ai suoi pensieri e guardando il sole scendere rossastro dietro una montagna in lontananza.

“Più  che d’accordo” affermò una voce accanto a lei distogliendola dai suoi pensieri.

Brenda si voltò con aria interrogativa. In risposta si trovò davanti un ragazzo moro, alto, con un fisico molto ben allenato, occhi grandi e verdi…e con la cicatrice più famosa dell’intero mondo magico. Harry Potter non aveva mai parlato con lei, per lo meno non di propria volontà! Era capitato qualche volta in biblioteca, ma generalmente il grifone evitava accuratamente tutti i serpeverde.

“Già” tornò a fissare il paesaggio

“Tsk.. nemmeno i suoi compagni lo sopportano! Mi chiedo che venga a fare  ancora a scuola se-”

“Non  ti pare di fare un po’ troppo la portinaia ora?!”la brunetta non sopportava tutto quell’odio che scorreva tra le diverse case ah Hogwarts.

Harry non si scompose, era abituato alle sfrecciatine della gente “Era pura curiosità la mia”

“Lo vedo. C’è qualcosa che tu non voglia sapere? O fare?”

Il ragazzo sopravvissuto iniziò a scaldarsi. Allora erano tutte uguali quelle serpi.. sempre pronte a giudicare i suoi comportamenti. “Beh  mi dovrò ricordare che non vale la pena rivolgere la parola a dei serpeverde. Tutti infidi sputasentenze!” fece per allontanarsi ma Brenda lo bloccò e gli assestò uno schiaffo  in pieno viso. Il moro rimase stordito dall’atto.

“Potter. Lo sputasentenze sei tu. Ti sei montato un po’ troppo la testa. Scendi dall’Olimpo”. Detto ciò si girò e lo lasciò con una mano poggiata sulla guancia dolente, da solo nel corridoio.

Harry dopo poco era tornato nello scompartimento che occupava con Ron, Hermione, Ginny, Neville e Luna… ormai erano sempre loro sei in gruppo. Era ancora stordito, non tanto per lo schiaffo, ma per quegli occhi, per quella luce che li animava, per quel modo di fare così.. così… determinato.

“Harry! Che hai fatto alla guancia? È rossa…non sarà stato mica quel Mal-”

“No ‘Mione. Non è stato lui” la bloccò prima che la brunetta-so-tutto-io potesse completare la frase.

“E allora come……?” Ron lo guardava interrogativo, così come gli altri quattro compagni.

“Nulla” si limitò a rispondere e tornando poi a pensare a quella ragazza dal carattere così sicuro,  così  serpeverde.

 

 

 

Tornando nel suo scompartimento Brenda notò che tutti si erano già cambiati e quegli occhi color ghiaccio avevano ripreso a fissarla intensamente. –Dio che insistenza!- pensava la bruna mentre si accomodava meglio il mantello sulle spalle pur sostenendo quello sguardo così provocatorio e pensieroso. –ma guarda un po’.. la Slyte è la prima che in questa scuola riesca guardarmi negli occhi..  che strano.. possibile che lei non abbia paura di me?-

Da lontano cominciarono a vedersi le prime luci della stazione di Hogsmede.

Erano arrivati.

Come tutti gli anni passati, dopo lo smistamento dei ragazzi del primo anno, si diede inizio al banchetto estremamente lussuoso, dopodiché prese la parola Silente. Il preside sembrava molto provato e molto meno allegro del solito. Il suo discorso, come si poteva immaginare date le circostanze, era molto cupo e parlava di Voldemort.

“Ragazzi, voglio essere franco con voi: quest’anno sarà molto duro per tutti noi. Ma non per gli esami del 5° o del 7° anno.. ma ben sì per l’oscura guerra che si preannuncia davanti a noi…”

Brenda distolse l’attenzione dalle parole del preside per soffermarsi sul tavolo degli insegnanti. Come sempre c’era Piton, la McGranitt, Hagrid, la Sprite, la Cooman, il prof Vitious, madama Chips, madama Bumb... nessuno di nuovo e allora chi avrebbe insegnato difesa contro le arti oscure quell’anno?  Sicuramente Silente lo avrebbe detto perciò si riconcentrò sul preside che, dopo aver parlato a lungo della guerra che li attendeva, passò in rassegna le comunicazioni prettamente scolastiche.

“… noterete che non vi sono nuovi insegnanti tra noi.. in quanto le lezioni di difesa con le arti oscure verranno tenute di sera e da tutti i professori. Infatti sono convinto che solo unendo tutti i campi della nostra conoscenza possiamo realmente proteggervi e farvi imparare a combattere.  Bene, ora passerei a presentarvi i capiscuola: Grifodoro, Hermione Granger.  Tassorosso:  Justin  Finch-Fletchley. Corvonero: Terry Boot. Serpeverde: Draco Malfoy.” I quattro capiscuola sfilarono di fronte al tavolo insegnanti stringendo la mano al preside e venendo applauditi dai compagni.

“Guarda Dracuccio com’è elegante!” Pansy era proprio  cotta ma Brenda non poté fare a meno di darle ragione. Quel ragazzo esprimeva eleganza ad ogni passo, il suo comportamento austero gli dava un’aria di superiorità che non si poteva non notare.

Dopo aver dato gli ultimi avvisi tutti gli studenti andarono nei loro dormitori.

 

Quella sera i serpeverde del 7° anno, Tiger, Goyle, Nott e Zabini decisero di dare una festa in sala comune per inaugurare il nuovo anno, per loro, l’ultimo anno. Burrobirra e scherzi a volontà, risa di ragazzi e ragazze invadevano la stanza grigia/verde. Tutti sembravano divertirti tranne Malfoy che era seduto su una poltrona leggermente spostata nell’oscurità.

“Hei.. non essere troppo allegro” Brenda si avvicinò a lui e gli porse una bottiglia di burrobirra. 

“Grazie” il biondo prese a sorseggiare la bevanda mentre i suoi occhi fissavano un punto imprecisato della stanza.

“Come mai stasera così di compagnia?” lo beffeggiò la ragazza che, forse a causa di qualche brindisi di troppo, aveva completamente dimenticato il diverbio avuto sul treno.

“Cosa vuoi Slyte? Vuoi essere la mia coscienza quest’anno per caso?”

“Calmo Draco. Volevo solo scambiare due chiacchiere dato che eri qui tutto solo… mica volevo distrarti dalle tue seghe mentali!”

Il ragazzo si limitò a lanciarle quell’occhiata gelida che sapeva bene far impietrire le persone; non capiva proprio cosa volesse quella ragazza. Non avevano mai parlato più di tanto e ora era già la seconda volta in un giorno che gli faceva saltare i nervi..

“Sei un po’ teso?? Colpa di paparino??” – Ma che ho detto?? Per la barba di Merlino! Ora mi uccide! Ma che mi è saltato in testa??!- Brenda si maledisse mentalmente per ciò che involontariamente le era uscito di bocca mentre vedeva Malfoy sbarrare gli occhi e uscire silenziosamente dalla sala comune. Sapeva bene che la prigionia del padre ad Azkaban era un argomento intrattabile con Draco eppure ne aveva parlato… ma che le era preso??

 

- Stupida Slyte, ma che ne puoi sapere di me? Di cosa passo io?- Il biondo caposcuola uscì nel prato di Hogwarts e si stese sull’erba guardando il cielo. Era una notte splendida: le stelle brillavano più luminose che mai, faceva ancora caldo probabilmente quelli erano gli ultimi giorni d’estate… rimase così, con gli occhi chiusi, facendosi solleticare il suo volto diafano dalla leggera brezza che si stava alzando, per quello che sembrò un’eternità.

Poi sentì una presenza alle sue spalle.

“Che ci fai qui Blasie? La festa è già finita?” la sua voce era poco più di un sussurro. Non voleva rompere quella pace.. quel silenzio..

“Ma… come… hai fatto a sapere che-”

“Riconosco la cadenza del tuo passo..”

“Tu sei matto” concluse il moro sedendosi affianco all’amico. “Ho visto che non c’eri. E Brenda mi ha detto che te ne eri andato”

“Non ho nulla da festeggiare. E quella Slyte mi da sui nervi”

“Perché?”

“Perché ti pare che voglia darmi all’alcool per inaugurare una anno come questo sapendo bene che mio pa-”

“No. Intendevo perché Brenda ti da sui nervi?”

“Ah. Quello. Si vuole fare i fatti degli altri.. i miei per la precisione e non lo tollero” le parole sembravano un sibilo gelido.

“Come sei duro. E comunque non è così. Penso che volesse solo rimetterti al tuo posto..” sapeva bene che quella sarebbe stata una risposta azzardata. Ma in fondo era la pura verità.

Draco si alzò in silenzio e  rientrò nel castello.

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Capitolo 3
*** Hogsmede I parte ***


I primi giorni di scuola passarono veloci tra le solite lezioni di pozioni in cui puntualmente qualcuno faceva esplodere qualc

I primi giorni di scuola passarono veloci tra le solite lezioni di pozioni in cui puntualmente qualcuno faceva esplodere qualche calderone , trasfigurazione, erbologia, divinazione… finché non arrivò il momento della prima lezione di difesa contro le arti oscure.

Il corso era organizzato in maniera differente dalle altre lezioni: tutti gli studenti infatti erano divisi in tre gruppi, il primo formato dagli allievi del 1° e 2° anno, il secondo gruppo da quelli del 3°, 4° e  5°, infine quelli del 6° e 7° anno. Le lezioni che si svolgevano in sala grande, dalla quale scomparivano i quattro tavoli, erano tenute dal corpo insegnanti al completo.

“Oh, ma guarda.. abbiamo lezione con i pezzenti.. Dracuccio non ucciderai mica Potter?” la voce di Pansy era udibile almeno fino alle serre di erbologia. Tiger e Goyle  iniziarono a ridere come ebeti mentre Blasie e Theodore li guardavano con compassione.

“Non mi dispiacerebbe” affermò infine il biondo leggendo l’avviso della lezione di difesa contro le arti oscure affisso nella bacheca. Si sarebbe tenuta quella sera alle 9 in punto con i ragazzi di grifondoro e serpeverde.

“Cosa vuoi Malfoy?”ecco, il moro-occhi-verdi si avvicinava a pugni serrati avendo sentito le battute di poco prima tra i serpenti.

“Hai sentito bene . Paura Potter?” la sua voce e i suoi occhi più chiari addirittura del ghiaccio erano animati da un senso di sfida.

“Mai” rispose Harry cogliendo la provocazione “Tanto ho già battuto tuo padre.. con te sarà ancora più semplice”

Il  biondo infilò la mano nel mantello deciso a scagliargli come minimo una cruciatus per fargli pagare la sua impertinenza, ma si mise di mezzo quella babbanofila della Granger.

“Ragazzi! Siete maggiorenni!! Harry abbi un po’ di buon senso e tu Malfoy sei un caposcuola! Se fai una sola mossa ti faccio rapporto!”

“Potter ringrazia la mezzosangue per salvarti sempre. Comunque non finisce qui”. Draco si allontanò lasciando dietro di sé sguardi allibiti. Da quando Draco Malfoy ascoltava la predica di una grifondoro mezzosangue?

 

Erano le 9 meno 5, Brenda si stava affrettando per raggiungere la sala grande per la lezione. “Dai, Pansy muoviti!!”

“Ma Dracuccio? BLAAAASIEEEEE!!!”

“Ma hai finito di fare la Draco dipendente?per come ti tratta poi!! E comunque Blasie è già andato!”

Le due ragazze raggiunsero la sala grande che era già quasi al completo. Poco dopo Silente iniziò a parlare:

“Bene, queste lezioni saranno quasi totalmente di pratica. Oggi, inizieremo con cose molto semplici, per lo più di ripasso. È necessario affinare prima le conoscenze che si hanno e poi imparare nuovi incantesimi e mosse speciali. Siamo pronti? Dividetevi  a coppie.. miste per favore.. almeno cercheremo di far collaborare le diverse case .. ora direi di iniziare”

Draco, sgusciato fuori dal buio di un angolo, si piazzò di fronte a Potter. La situazione ricordava molto quella del “Club dei duellanti” di qualche anno prima, se non fosse che i due ragazzi erano molto cresciuti e nei loro occhi si leggeva sempre più odio reciproco. Poco distante Ron Weasley avrebbe duellato con Pansy Parkinson e Brenda si ritrovò di fianco a Draco a fronteggiare la Granger. Anche se non dava a vederlo nemmeno con un piccolissimo gesto,  era terrorizzata in quanto sapeva bene quanto quella grifondoro fosse brava. Infatti venne disarmata e scaraventata a terra un paio di volte in pochissimo tempo. Brenda si rialzò dolorante e il suo sguardo cadde su Draco e Harry che stavano avendo un vero e proprio duello.

Dalla bacchetta di Harry uscì una luce grigiastra che scaravento l’avversario a terra con una violenza inaudita, poi questo, rialzatosi, lanciò un incantesimo di taglio che aprì una ferita sulla mano del grifone.

“Basta!” si intromise Piton “5 punti in meno per ogni casa per non aver eseguito le istruzioni del preside ma aver agito secondo intenzioni sbagliate!”. Poi avvicinandosi al suo protetto, gli sussurrò qualcosa nell’orecchio. Draco annuì e si ricompose aggiustandosi il mantello e la cravatta che si erano scomposti nella caduta. Aspettò che madama Chips richiudesse la ferita dell’avversario con un colpo di bacchetta, per poi riprendere la lezione in maniera del tutto corretta, destando lo stupore dei tre grifoni Harry, Ron ed Hermione.

 

 

 

I giorni volavano via in fretta così come le belle giornate che ora avevano lasciato il posto al grigio e alle piogge di ottobre.

Era una domenica mattina e Brenda si stava ancora crogiolando nel letto quando una Pansy Parkinson entrò come una furia nella sua stanza.

“Breeendaaaaa! Sveglia!!”

“Pansy…è domenica... non lezione... ma…che ore sono..? insomma...  che vuoi?” la voce della ragazza era più un brontolio di parole sconnesse che una frase di senso compiuto. Ma l’amica non ci badò molto e prese a parlare a macchinetta.

“Ah!! Sono così felice! Così entusiasta!! Ero andata in sala comune per prendere una maglia che avevo dimenticato ieri sera quando mi si è avvicinato e mi ha chiesto se avevo già visto l’avviso della gita ad Hogsmede nella bacheca. Ma io non ne sapevo nulla perché non ero ancora andata a fare colazione cos’ gli ho detto di no.. lui allora mi ha chiesto se avevo intenzione di andarci, io gli ho detto sì. Poi mi ha chiesto se andavo con te, io non sapevo che dire e ho detto non lo so. Così si è offerto di accompagnarmi.. cioè un vero appuntamento!! Io ero tutta emozionata me poi ho detto, sì! Sì!!!! Ti rendi conto vado ad Hogsmede con lui!! Dimmi che non è un sogno!!!”

Pansy aveva parlato così in fretta e praticamente senza prendere aria che Brenda non aveva capito una sola frase.. 

“Fammi  capire… c’è una gita ad Hogsmede?”

“Sì”

“Quando?”

“Non lo so.. per Halloween penso..  ma non è quello l’importante!! LUI MI HA CHIESTO DI ANDARCI INSIEME!!!”

Draco ti ha chiesto di uscire?” la mora era allibita.. come era possibile che dopo tutto il tempo passato a cercare di scrollarsi Pansy di dosso ora le chiedesse di andare insieme al villaggio?

“NO!! Non quel lui!!!”

-Ah.. ecco.. sembrava troppo strano.. sono sollevata… per merlino ma che sto pensando??!- “E allora chi?”

“Brenda! Sveglia!! THEODORE NOTT!!!”

“Theo? E da quando ti piace??”

“Non so.. è stato un colpo di fulmine.. e poi Malfoy se fa così non mi merita!!”

“Malfoy? Non è più Dracuccio?”

“No. Non lo è più.. per quanto mi riguarda potrebbe mettersi anche con te. Non mi interessa!” dopodiché uscì dalla stanza dell’amica.

Brenda rimase un attimo confusa… Fino al giorno prima Pansy era tutta per Draco.. ora lo chiamava Malfoy e non ne voleva sapere più niente perché si era innamorata, cioè il fatidico colpo di fulmine l’aveva fatta innamorare di Nott. –Quella è tutta matta- concluse decisa a tornare a dormire. Si rigirò un po’ nelle soffici coperte verdi ma ormai tutto il sonno le era svanito così si preparò e andò a fare colazione.

“ ‘Giorno” disse sedendosi ad un Blasie al quanto poco sveglio.

“Ciao… ti ha svegliata Pansy per caso?”

“Sì.. perché?”

“Perché con la sua voce ha svegliato tutto il dormitorio…ahhahhh(sbadiglio) .. per fortuna che Theo era già uscito.. se no l’avrebbe uccisa!”

“Già..” la mora prese ad imburrarsi una fetta di pane tostato.

“Salve ragazzi..” un’ insolito Draco Malfoy allegro si era appena unito ai due semi-addormentati.

“Come mai così felice Malfoy?” chiese Brenda senza quasi rendersene conto.  Si sarebbe aspettata la solita risposta tipo “Slyte fatti i fatti tuoi” anche perché dopo la sera della festa per il nuovo anno i due si erano rivolti la parola solo se strettamente necessario. Nonostante  i loro sguardi si incrociassero più volte nei corridoi o nel dormitorio serpeverde.

“Come perché?? È una giornata magnifica!” I suoi occhi brillavano di una strana luce.

Brenda e Blasie alzarono lo sguardo sul soffitto incantato della sala grande: grandi nubi grigie cariche di pioggia. I due guardarono con aria interrogativa Draco che stava sorseggiando una tazza di caffè. “Beh?” dissero poi all’unisono.

“Tra una settimana è Halloween!” detto ciò si alzò deciso ad andare nella sua stanza e lasciando i due totalmente di sasso.

 

-Possibile che appena mi vedono un po’ più allegro devono fare trecento domande?! Draco Malfoy felice come una pasqua è così strano?! Beh.. lo ammetto forse un po’…-

“Draco. Nel mio ufficio. Subito”

- Ecco, ora ci si mette Piton  a rovinare tutto.. lo sapevo!- “Arrivo”

 

L’ufficio di Piton era posizionato nei sotterranei, subito affianco all’aula di pozioni. Era un luogo lugubre e scuro, non un filo di luce entrava dalle finestre incantate, e grandi scaffali pieni di bottigliette con strani liquidi riempivano tutte le pareti. La scrivania era di legno scuro con il ripiano in pelle verde.. su di essa vi erano appoggiate diverse pergamene che sembravano scritte col sangue.. anzi, probabilmente lo erano…

“Volevi vedermi Severus?” Draco entrò nella stanza con il suo solito portamento fiero ed altezzoso.

“Siediti Draco” il professore gli indicò una poltrona davanti alla scrivania e poi lanciò un incantesimo alla stanza per sigillarla ed insonorizzarla.

“Ci sono forse novità?”

“Non fare lo sbruffone con me! So bene che sei stato avvertito tu stesso di quello che accadrà.. o meglio non accadrà”

“Questo lo pensi tu. Ma dato che lo sai. Dov’è il problema?”

“Sciocco! Io non sono d’accordo! Assolutamente!”

“Ma Severus.. mi pare che proprio tu mi dicesti quelle parole.. quella sera in cui io e Potter stavamo per duellare seriamente…o sbaglio?” 

Piton notò che gli occhi di Draco brillavano di una strana luce. Che fosse veramente convinto?  “So quel che ti ho detto allora e lo ribadisco adesso… ma-”

“Ma cosa? Ora che è venuto il momento hai paura?”

“Non fare così con me. Non ce n’è  motivo. Vuoi saperlo? Sì, ho paura per te. Perché non è una cosa semplice quella che ti chiedono..”

“Severus… loro dicono che io posso diventare grande, proprio come hai detto tu… e se supero questa prova che il Lord in persona mi ha assegnato, sarà lui stesso a marchiarmi e a farmi entrare tra i suoi fedelissimi”

Quelle parole erano state come una coltellata in pieno petto per il professore dal naso adunco e l’aria cinica. Aveva sempre saputo che il suo protetto era molto determinato ma sarebbe arrivato sul serio a tal punto per entrare a far parte di quella cerchia così ristretta?

“Draco, ti voglio parlare sinceramente. È vero, io stesso ti ho detto che saresti diventato grande e ti saresti preso più che una rivincita su Potter. Ma ti sembra questo il modo? Vuoi davvero fare una cosa del genere per il signore oscuro? Potresti diventare mangiamorte anche se non compissi ciò che Lui ti ha chiesto…”

“Ma lo deluderei. Non sarei più ‘il migliore’.  E questo non mi va”

“Secondo te il signore oscuro ha davvero a cuore la tua vita? Se non porti a termine la missione con successo non gliene importerà nulla! Manderà un altro al tuo posto!”

“Dove vuoi arrivare Severus? Vuoi che tradisca il mio signore?”

“MA NON è ANCORA IL TUO  SIGNORE DRACO!” Piton era alterato, furioso,  e forse, per la prima volta, terrorizzato da quegli occhi di ghiaccio che non ne volevano sapere di lasciarsi convincere.

“Da che parte stai? Me lo vuoi spiegare? Mi vuoi convincere a passare sotto Silente per caso?”

“No Draco. Anche se in passato sono stato con Silente è stato per convenienza. Sono fedele all’Oscuro.  Volevo solo che ti rendessi conto dei rischi che corri. Tutto qui”

“Bene allora. Grazie per l’avvertimento. Ma ho già risposto che accetto la missione. Mi è stato detto che le altre istruzione saranno consegnate a te.. è più sicuro”

Il professore si limitò ad annuire e poi congedò il ragazzo.

 

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Capitolo 4
*** Hogsmede II parte ***


La settimana seguente fu uguale alle altre tranne per il fatto che l’allegria di Draco si era trasformata in tensione allo sta

La settimana seguente fu uguale alle altre tranne per il fatto che l’allegria di Draco si era trasformata in tensione allo stato puro.  Durante la settimanale lezione di difesa contro le arti oscure, divenute sempre più difficoltose dati gli incantesimi piuttosto avanzati che stavano affrontando, il biondo caposcuola era particolarmente assente.

“Hei Malfoy! Non è la mia felicità duellare con te.. ma almeno potresti fare qualcosa?” Brenda, che faceva coppia con Draco quella sera, lo stata risvegliando dal suo stato catatonico.

“Cosa hai detto Slyte?” non era una provocazione. Ma una pura domanda.

“Draco qualcosa non va? Sei così assorto nei tuoi pensieri che non ti sei accorto che sono 10 minuti che non lanci un incantesimo!”

“Eh?  No, tutto.. tutto bene.”  Quegli occhi di ghiaccio continuavano a guardarsi attorno frenetici, gli sembrava di impazzire.. ancora una settimana in quel modo e avrebbe dato di matto!

“Allora riprendiamo ok?”

Il serpeverde annuì distrattamente. Avrebbe dovuto rispondere all’attacco della Slyte con il contro-incantesimo che era? –Per la barba di Merlino.. non l’ ho sentito!-

Aspetta Sly-”

“SPECTRA NIGRUM!” Troppo tardi. Brenda aveva già scagliato l’incantesimo e un’aura nera avvolse Draco che cadde per terra svenuto.

 “Oddio!! DRACOO!”  la mora era scioccata per l’accaduto “PROF SILENTEE!!! VENGA PRESTO!!”

Subito Silente, Piton e la McGranitt le si avvicinarono e si adoperarono per portare Draco in infermeria.

Ron, Hermione e Harry se la ridevano di gusto. Brenda non riuscì a tollerarlo.

“Ma bene, vi siete divertiti?!”

“Ah.. bello… il furetto è caduto come un sacco di patate.. i miei complimenti ragazzina!”

“Brutto pel di carota! Innanzi tutto ragazzina ci chiami tua sorella. Il mio nome è Brenda Slyte. Secondo, chi sei tu per fare lo sbruffone?! Ringrazia che il tuo avversario non sappia tenere una bacchetta in mano se no contro un serpeverde saresti già morto!”

Stava  straparlando e se ne rendeva conto. Ma perché sentiva quel bisogno di “difendere” Draco?

“Signorina Slyte io sono un caposcuola e le ricordo che-”

“Dio Granger sei noiosa!!! Cambia registro ogni tanto! E tu Potter hai qualcosa da aggiungere?” il suo sguardo era scuro, le pagliuzze dorate erano praticamente scomparse da quegli occhi, Brenda era davvero furiosa, o forse solo preoccupata per Draco, ma in quel modo, urlando contro il magnifico trio si sfogava ampiamente.

“No, non devo aggiungere nulla. Tranne che stai facendo la bambina esagerata!” Potter aveva parlato quasi ridendo, con un ghigno stampato in faccia che sparì subito vedendo la reazione di Brenda: aveva tirato fuori la bacchetta e gli aveva lanciato una fattura gambe molli.

Dopodiché la ragazza senza aggiungere altro se ne andò a vedere come stata il compagno atterrato dal suo incantesimo. In infermeria notò che madama Chips stava portando un calice fumante al letto del paziente.

“Hem.. madama..?”

“Oh, salve..”

“Come sta Malfoy?”

“Beh.. è stato colpito in pieno ma nulla di grave. Silente non vi fa fare mica incantesimi con cui potreste rischiare sul serio… deve solo bere questa pozione appena si sveglia”

“Meno male. Mi sono presa un bello spavento! Ora dorme?”

“Sì. Cara saresti così gentile da rimanere con lui e in caso svegliasse fargli bere questa? Vedi Silente aveva bisogno di alcune pozioni medicinali e non posso proprio passare la notte di fianco al signorino Malfoy!”

“Certo..” Brenda prese il calice fumante contenente la pozione e lo poggiò sul comodino affianco al letto di Draco. Poi  prese una sedia e si sedette lì vicino.

Il biondino era addormentato profondamente. –Certo Malfoy che mentre dormi sembri persino normale... niente aria altezzosa, niente spavalderia, sei solo… tu-

La mora si sciolse i capelli che quella sera erano raccolti in una coda alta e lasciò i boccoli liberi di ricaderle sulle spalle. Poi tornò a guardare quei lineamenti così fini del viso del ragazzo. Era così bello, così particolare e così dannatamente Draco Malfoy.

Passarono diverse ore,  Brenda, che si era appisolata un attimo, si svegliò di colpo.

Draco, ancora addormentato, si stava contorcendo dal dolore, la sua fronte era imperlata di sudore… freddo.  La ragazza si avvicinò e gli prese la mano stringendola forte. Fu un gesto improvviso.

Draco spalancò di colpo gli occhi chiari. Aveva il fiato corto, il cuore gli tamburellava il petto. Poi si accorse di una sensazione di calore giungergli dalla sua mano, che era stretta tra quelle di un’altra persona. Risalì con lo sguardo la figura al suo fianco. Brenda Slyte era accanto a lui e gli teneva la mano come si fa con un bambino. Questo non avrebbe giovato certo alla sua reputazione. Allontanò subito quei pensieri troppo superficiali dalla sua testa e richiuse gli occhi per cercare di riprendere il controllo della situazione.

“Draco..” la sua voce era un dolce sussurro “Madama Chips mi ha fatta rimanere per farti bere questa non appena ti fossi svegliato”

Draco riaprì gli occhi e li puntò sulla ragazza – Così sei stata costretta a rimanere qui eh?-

“Tieni.. bevi”  la bruna gli porse il calice con la pozione dividendo le loro mani da quella stretta.

“Grazie” il malato bevve tutto il preparato non dicendo una sola parola per il gusto orribile che aveva quella roba.  “Bene Slyte, hai fatto ciò che dovevi. Penso che ora sarai libera di andare” il suo tono sembrava più duro che mai, non che un Malfoy potesse esprimere la sua delusione.

“Ok. Me ne vado. Stammi bene Malfoy” Brenda non era stata da meno, dopo quella frase detta gelidamente, si era voltata ed era andata dritta a letto.

 

Draco rimase ancora in giorno seguente in infermeria,  più perché non aveva voglia di andare a lezione perché per il resto si era rimesso completamente.

“Salve Draco!” Blasie entrò in infermeria per vedere come se la cavava l’amico.

“Ciao”

“Come stai?”

“Bene bene”

“Sai, hai fatto proprio una bella performance ieri sera.. ma che ti è saltato in testa a non lanciare il contro-incantesimo? volevi vedere quanto avevi la pelle dura?”

Il biondo rispose solo con un’occhiata.

“Malfoy hai intenzione di dirmi cosa c’è?”

“Lo farò. Durante la gita ad Hogsmede”

Blasie Zabini rimase di sasso. “Co.. cosa? N-no.. è tra una settimana… non può essere…”

“L’ ho saputo la settimana scorsa. Piton ha cercato di farmi cambiare idea. Ma io ho resistito”

“Lo vedo come hai resistito!! Sei perso nei tuoi pensieri.. hai i nervi a fior di pelle.. stai dando di matto! Così ti farai uccidere!” il moro stava alzando la voce. Possibile che il suo amico fosse così, tutto ad un tratto, completamente impazzito?!

“Zitto. Sono solo un po’ teso.”

“Solo??!  Piton ha ragione!”

“Blasie. Io lo farò. Non so nemmeno perché te l’abbia detto. Ora mi faresti un piacere se andassi via. Vorrei riposare”

 

 

“Bre, tu vieni ad Hogsmede domani vero??”

“Non so Pansy.. non ho molta voglia”

“Ma dai.. vieni..!!”

“Anche dovessi farlo scordatelo che verrei con te! Mica voglio fare la candela tra te e Theo..”

“ah.. Theo… sono agitatissima!!”

“Mica è la prima volta che esci con un ragazzo” le fece notare Brenda mentre si truccava leggermente prima di andare a fare colazione.

“Sì, lo so.. ma lui è speciale…” Pansy aveva un’aria sognante.

“Su.. andiamo a fare colazione.. mica puoi vivere d’amore alice nel paese delle meraviglie… o nel paese di Theo.. vedi tu!”

La sala grande era addobbata già a tema di Halloween. Zucche, candele, festoni e ragnatele ricoprivano le pareti e  aleggiavano a mezz’aria.

“ ‘giorno!” disse riferita a Blasie , Theodore e Draco, pur non incrociando lo sguardo di quest’ultimo, ancora non le era andata gi la sua mancata riconoscenza per essere stata a vegliarlo per quasi un’intera notte.

Al loro tavolo si avvicinò il professor Piton. “Draco. Nel mio ufficio.”

Il biondo incrociando gli occhi di Blasie seguì il professore.

 

“Draco, siediti prego” Piton indicò la poltrona davanti alla scrivania.

“Severus, finalmente è arrivato qualcosa?” era impaziente di sapere.

“Sì. Ecco. Questi sono tuoi” con un movimento di bacchetta fece apparire un mantello nero e una maschera argentata sulla scrivania. “Naturalmente, poiché non sei ancora un mangiamorte a tutti gli effetti, dopo la missione questi abiti si autodistruggeranno”

Il ragazzo si rigirava nelle mani quella maschera argentata. Il solo tenerla in mano gli provocava i brividi.

“Ho pensato, e già comunicato all’Oscuro, che, data la tua inesperienza, venissi accompagnato”

Draco alzò lo sguardo verso il professore che cercava di non far trapelare tutta la sua preoccupazione “Chi ha questo compito dunque?”

“Io”

“Ma come? Tu non devi rimanere di guardia e-”

“Sciocco. Useremo un giratempo”

“Ma nel piano non c’era scritto che avrei usato oggetti dovevo solo-”

“Draco Malfoy, credi che ti lascerei agire come un pazzo?!! Ti prenderebbero subito! Così non corriamo il rischio di essere incolpati!”

“Ma le interferenze di tempo…?”

“Tranquillo ragazzo. Domani mattina tu andrai ad Hogsmede con i tuoi compagni. Ci incontreremo là. Puoi tornare alle tue lezioni”

 

Il caposcuola passò tutta la giornata a pensare a quel colloquio con Piton. Se prima aveva paura, ora era terrorizzato. Non ascoltò nulla di nessuna lezione e fece perdere addirittura punti a serpeverde per le sue disattenzioni durante l’ora di trasfigurazione.

“Malfoy, è tra noi oggi? O ha già la testa nel ballo?”

-Ballo? Ma di che parla la McGranitt?! – poi si ricordò.. ad Halloween si teneva sempre un ballo.. ma ora era l’ultima cosa a cui pensava.

 

 

 

Ore 4 e 53 del mattino di quella giornata che avrebbe rivissuto per ben 2 volte.. e facendo cose del tutto diverse. Se ne stava lì, nella sua camera da caposcuola,  a fissare il soffitto bianco. Non aveva sonno. Come poteva? Quel giorno si sarebbe decisa la sua vita, il suo futuro…

Decise di alzarsi, andare a fare  due passi. In quella stanza si sentiva soffocare. Si mise una vestaglia grigia de seta sul pigiama rigorosamente scuro e andò in sala comune. Il fuoco si stava spegnendo però la illuminava ancora un poco. 

Si accorse che non era il solo a non riuscire a dormire, seduta su un divano c’era Brenda.

“Hei Slyte, che ci fai sveglia a quest’ora?”

Brenda alzò lo sguardo e incrociò la figura imponente di Draco a pochi passi da lei “Potrei farti la stessa domanda”

“Ma io sono un caposcuola! Posso fare ciò che voglio… tu invece… ah! Potrei anche indagare su ciò che fai di notte mentre tutti gli altri dormono” Il biondo si sedette vicino a lei che si limitò a guardarlo incredula che lui stesse scherzando e cercando un dialogo.

“Vuoi bere qualcosa?” 

“Mh.. a quest’ora dubito che in sala grande ci sia la colazione”

“Brenda mica parlavo di andare in sala grande!” la ragazza notò con piacere che il serpeverde l’aveva chiamata per nome.. che fossero finite le loro ostilità?

“E allora dove?”

“Vieni con me!” Draco la prese per mano e la trascinò fuori dal dormitorio serpeverde e poi attraverso alcuni corridoi fino a ritrovarsi davanti ad un quadro con della frutta.

“Fai il solletico alla pera” le disse lasciandole la mano

“Cosa?!”

“Ho capito, faccio io” il ragazzo passò il dito sull’effige della pera che iniziò a ridere e fece apparire una maniglia.

“Signorina Brenda.. benvenuta nelle cucine!”

La mora era sbalordita. In quella cucina erano presenti 4 tavoli uguali a quelli della sala grande e già tanti elfi domestici si affaccendavano ai fornelli.

“Dobby!”

“Oh.. ex padroncino salve… Dobby può fare qualcosa per lei, ex padroncino?”

“Potresti darmi qualche brioche e qualcosa di caldo, per favore?” Draco non era mai stato cattivo con quell’ esserino, anzi gli stava anche simpatico. Peccato che suo padre era un vero mostro e lo puniva in tutti i modi possibili… Per fortuna era stato liberato. Da Potter. Però almeno era libero di lavorare per Silente ora.

“Oh! Certo signore! Dobby fa tutto per voi! Voi sempre bravo! Voi un po’ come il signor Potter signore!”

Il biondo assunse un’espressione al quanto disgustata “Per favore, non fare paragoni!”

“Certo signore, Dobby chiede scusa! Ora Dobby va e torna con quello che il signore ha chiesto… ma cosa vuole di caldo di preciso signore?”

“Per me una tazza di caffè. Tu Brenda?”

“Oh! Dobby chiede immensamente scusa signorina. Dobby non vi aveva vista prima! Chiedete pure!”

“Per me un tea grazie”

L’elfo tornò poco dopo con un vassoio con sopra merendine, brioche calde e due tazze fumanti.

“Ecco signore! Arrivederci signore! Dobby sempre al servizio per voi!”

“Grazie. Arrivederci Dobby” dissero i ragazzi mentre uscivano dalla cucina.

“Era al tuo servizio?” chiese Brenda mentre tornavano al dormitorio.

“Sì.. poi Potter l’ ha liberato. Ora lavora per Silente. Qui mi è molto utile!”

“ Ah, lo vedo”

Nel dormitorio i ragazzi presero a parlare del più e del meno facendo un’abbondante colazione alle 6 del mattino.

“Beh.. Brenda.. devo ricredermi su una cosa” i suoi occhi ghiaccio non erano più così impenetrabili in quel momento ma esprimevano un senso di pace e tranquillità. Felicità quasi.

“Dimmi Draco. Parla pure alla tua coscienza!”

“Volevo innanzi tutto scusarmi con te…”

-Draco Malfoy che si scusa??!! Con me? Ma che mondo sta diventando? E il prossimo passo magari è metterci insieme!- sorrise a quel pensiero.

“Perché sorridi?”

“eh? Nulla.. è solo strano che tu ti scusi… con me”  Brenda arrossì. Sembrava una bimba colta a rubare delle caramelle.

“Davvero tutto questo mondo mi vede come il freddo, duro, egoista  Malfoy?”

“Beh… sì”

“Mh.. poco male” era compiaciuto che la sua immagine fosse così impeccabile “Comunque.. dicevo che mi dispiace perché ti ho giudicata male… e poi volevo ringraziarti per avermi mandato in infermeria” il suo ghigno si allargò nel vedere la faccia di Brenda irrigidirsi a quel ricordo “Hei Slyte. Sto scherzando.  Ti ringrazio per avermi assistito.. anche se obbligata da madama Chips!”

“Non mi ha obbligata”  sussurrò lei.

“Ah sì?! Comunque se ti fai scappare che ti ho chiesto scusa… sarò costretto a ucciderti.. quindi attenta!”

“Sempre altezzoso e superiore no Malfoy?” la mora gli lanciò un’occhiata che si poteva definire “complice” prima di tornare in camera sua.

 

La mattina seguente tutti gli studenti si ritrovarono davanti al grande portone della scuola per fare l’appello di quelli che sarebbero andati in gita ad Hogsmede. Alla fine Brenda aveva deciso di andare con Blasie e Draco dato che rimanendo al castello non avrebbe concluso nulla.

“Bene ragazzi. Il ritorno è previsto per le ore 6. Buona giornata” la McGranitt gli diede il permesso di allontanarsi.

“Buon giorno ragazzi… avete due facce degne di un fantasma!”

“Ciao Blasie…”

“Mh..  ciao„ bofonchiò Draco coperto fin sotto al naso dalla sciarpa grigia/verde.

“Andiamo va! Una tazza di caffè spero vi svegli un po’!”

“sono perfettamente d’accordo Bla!”disse Brenda chiudendosi meglio il mantello per non far passare l’aria, che quel giorno era gelida.

“BLA??! Brenda cara, io ti voglio bene ma non chiamarmi Bla!!!!”

I tre scoppiarono a ridere.

Hogsmede era stupenda quel giorno: tutta a tema di Halloween, case, locali, strade.. tutto sembrava addobbato con la massima cura! Maghi e streghe di ogni genere passeggiavano tranquilli svolgendo le loro commissioni o solamente passeggiando.

I tre ragazzi, poco dopo pranzo, incontrarono il professor Piton. Draco sembrò tutt’un tratto cambiare atteggiamento e diventare estremamente teso.

“Buon pomeriggio ragazzi… giornata tranquilla. Non è vero?”

“Salve professore!” Brenda sembrava essere l’unica a non accorgersi degli sguardi che avevano assunto i due ragazzi e il professore. Poi sentì un rumore fortissimo, urla.. tanta gente che urlava.. qualcuno la strinse e la scostò dalla strada giusto in tempo per vedere passare due mangiamorte completamente vestiti di mero e con delle maschere argentate a coprirgli il volto.

Stavano creando il panico, schiantesimi volavano ovunque facendo cadere a terra maghi, streghe e studenti senza distinzione. Poi vide avanzare tre studenti, grifondoro. Naturalmente il magico trio era lì per salvarli tutti. I mangiamorte si bloccarono. Uno, con una voce che sembrava familiare gridò “MORSMORDRE!” , l’altro lanciò uno schiantesimo molto potente che atterrò i tre grifoni. Poi scomparvero.

Brenda si rese conto di essere stretta da un Draco che guardava la scena con gli occhi sbarrati. Blasie invece fissava Draco. Piton era affianco a loro. Impassibile.

“Presto. Correte al castello!” disse ai tre ragazzi.

 Brenda non accennava a muoversi, continuava a stare aggrappata alle braccia forti del biondo.

“Brenda, Draco.. andiamo!” Blasie sembrò risvegliarli da quel loro stato.

Nella strada che fecero per andare al castello videro i danni che quei due mangiamorte avevano fatto. Alcune case bruciavano, gente riversa a terra, soprattutto studenti. Brenda non resse l’emozione. Svenne tra le braccia dell’amico Blasie.

 

 

Si risvegliò nel suo letto. Sola. Doveva essere stato tutto un’allucinazione…

Si alzò a fatica, perché ancora intorpidita dal sonno, andò in sala comune e la trovò vuota… si diresse allora nella Sala Grande… rimase scioccata. I tavoli erano spariti, vi erano tanti lettini come se fosse un’infermeria. I professori passavano da un letto all’altro indaffarati.

Buona parte degli studenti di Hogwarts era stata colpita dagli incantesimi dei mangiamorte.  Inconsapevolmente si ritrovò a girare tra quei letti.

“Oh.. Slyte!”

Brenda si voltò con aria interrogativa verso il letto in cui c’era la persona che la chiamava.

“Potter..”

“Tu eri con Malfoy?”

“Anche se fosse?”

“Volevo solo cominciare a scartare i potenziali re-”

“Era con me, Zabini e il professor Piton.”

“Ah.. grazie.” Il moro si contorse in una smorfia di dolore.

“Siete stati dei pazzi ad avvicinarvi così a quei due” il suo sguardo corse ai due letti vicini in cui c’erano Ron ed Hermione addormentati.

“Noi eravamo i più preparati… dovevamo tentare”

“Signor Potter ora riposi!” madama Chips si avvicinò e gli diede da bere una pozione per aiutarlo a dormire.

Brenda si allontanò con ancora quegli occhi verdi stampati nella sua testa.

Si ritrovò a girovagare senza meta per la scuola, finché sentì delle voci provenire da una stanza, l’ufficio della McGranitt.

“Albus! Non è possibile! Dopo tutti i controlli sono arrivati ad Hogsmede! E ora quel marchio sta lì in cielo!”

“Minerva, calmati. Lo sapevamo che la guerra sarebbe arrivata, sono non pensavamo così presto…”

-Allora siamo già in guerra?! No, non è possibile…non ci credo”

 

La mora tornò nel dormitorio. “Brenda! Ma dov’eri finita? Ero in pensiero!”

Pansy la abbracciò. “No, sto bene…”

C’erano anche Draco, Blasie, Theo e altri serpeverde che non erano stati colpiti.

“Ma come può essere successo?”

“Sveglia Slyte. La guerra è alle porte. L’Oscuro sta lanciando degli avvertimenti”

“Blasie ne sei sicuro?!”

“Sì, Pansy. Lo sono”

Per due giorni furono sospese le lezioni. Tra gli insegnanti alcuni si adoperavano per rimettere in piedi tutti gli studenti, altri aiutavano a ricostruire le parti rovinate di Hogsmede.

In poco tempo tutto tornò alla normalità, persino il marchio che era apparso sul cielo del villaggio era svanito del tutto. Non vi erano stati ulteriori attacchi o apparizioni di mangiamorte.

La vita ad Hogwarts tornò quella di sempre, tra le lezioni,  i pomeriggi studio e l’avanzare dell’inverno, nonostante nel cuore di tutti albergasse una grande paura per la guerra che sarebbe presto giunta.

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Capitolo 5
*** Natale I parte ***


Brenda entrando in sala comune si accorse di essere sola, anche se continuava a guardarsi intorno non capacitandosene

Brenda entrando in sala comune si accorse di essere sola, anche se continuava a guardarsi intorno non capacitandosene.

“Ah… un po’ di relax…”disse ad alta voce ma sempre rivolta a se stessa, mentre si sdraiava comodamente sul divano di fianco al camino e un allegro Lunayt, il suo micio dagli occhi viola, le si acciambellava di fianco. Ricordava ancora quando aveva comprato quel cucciolo.. era successo 5 anni prima..

 

 

“Wow!” esclamò ad un tratto  Brenda,  vedendo un gatto nero come la notte con due occhi violetti scintillanti nella vetrina di un negozio di animali.

“Devo assolutamente comprarlo. Ma guardalo Kaysha, non è stupendo?!” disse  senza staccare gli occhi dal vetro.

“Si…ma io preferisco quello a destra lo vedi? Ecco, sì , proprio quello laggiù che ha gli occhi verde smeraldo…Ho deciso lo prendo”

“Sì, anch’io. Dopotutto non avevamo ancora un animale da portare a scuola!”

“Hai perfettamente ragione!”.

Le ragazze entrarono nel negozio. Era molto particolare: c’erano molti animali tra cui gufi, civette, barbagianni ma anche topi, rospi, strane lucertole, serpentelli, tutti nelle rispettive gabbiette di ogni forma e dimensione poi, al centro del negozio, c’era un bancone di legno in stile antico, dietro il quale una donna grassottella dall’aspetto simpatico dava da mangiare a delle creaturine appena nate, forse  dei cuccioli di gufo.

“Buon giorno” disse timidamente Kaysha.

“Buon giorno” ripeté Brenda.

“Salve ragazze, desiderate qualcosa?” chiese gentilmente la donna riponendo il piccolo volatile insieme ad altri in una gabbietta.

“Noi abbiamo visto quei gattini in vetrina e...” cominciò Brenda.

“E ve ne siete innamorate! Non è così?”.

“Sì, precisamente... potremmo vederli?”

“Ma certamente!”. La donna andò a prendere la gabbietta con i micetti che era in vetrina e la poggiò sul bancone.

“Ecco, guardate che carini che sono i miei tesori!” disse aprendola. “Prego, prendeteli pure in braccio se volete...”

Brenda non se lo lasciò ripetere due volte: prese il cucciolo dagli occhi viola e lo coccolò tra le braccia. Kaysha fece lo stesso con quello dagli occhi verdi.

“Che piccolo...” commentò quando lo ebbe in mano.

“Sì, hai ragione, quei due gattini sono gemelli e sono nati da poco... da un mesetto circa! Pensate che li ho messi in vendita solo da un’ora! Sapete, non me ne vorrei separare...”. La vecchia signora  sembrava parlare tra sé e sé, poi si interruppe e lasciò parlare le ragazze.

“Che fortuna, solo da un’ora! Io lo prendo, è  un amore.” Comunicò Brenda all’amica.

“Sì, sono perfettamente d’accordo!”.

“Bene, vi vado a prendere delle gabbiette adatte per quei tesori e mi raccomando, sono animali molto intelligenti, fate attenzione a ...”. La signora  fece una lista lunga 300 metri su ciò che avrebbero dovuto fare per tenere bene i cuccioli, poi diede loro delle pergamene che ricordavano i bisogni di questi piccoli animali, i cibi, praticamente tutto ciò che aveva detto lei.

Finalmente uscirono dal negozio con i loro nuovi amici a quattro zampe; erano contentissime.

 

Brenda sorrise al ricordo... Kaysha era stata una sua grande amica d’infanzia. Ora però frequentava la scuola di Beauxbatons in Francia poiché i genitori si erano trasferiti lì per lavoro, e la sentiva rare volte via gufo.

 

“Oh..Ma guarda un po’… la Signorina Slyte!” esclamò una voce alquanto sarcastica alle sue spalle.

“Per tutte le barbe di Merlino! Dimmi che hai dimenticato qualcosa prima di partire per Malfoy Manor! Ti prego!”

“Spiacente… per quest’ultimo anno… mi sa che me ne resterò ad Hogwarts”

“Ti hanno messo sotto controllo Malfoy?” un ghigno le apparve sul volto. Dopotutto non le dispiaceva la compagnia di Malfoy da quando erano riusciti a non battibeccarsi per ogni cosa.

“Simpatica, ma sarebbe impossibile… nessuno mi può controllare! Se ci tieni a saperlo mia madre avrebbe fatto visita a mio padre e io in quella topaia non ho intenzione di mettere piede. E poi volevi che ti lasciassi tutta sola?!” –Da quando in qua devo dare delle giustificazioni per quello che faccio??! Ridicolo… sto diventando ridicolo!-

“Quindi saremo solo noi due a Serpeverde?” Brenda non sapeva se essere preoccupata o meno se la risposta fosse stata affermativa.

“No, è rimasto Nott con la cozza di Pansy e 4 o 5 dei più piccoli che io sappia… dopo Halloween hanno preferito tutti andare a casa per le vacanze..”

“Capisco… e io che volevo rimanere sola soletta!”

“Se vuoi butto fuori tutti e ti accontento!”

“No, va beh, vorrà dire che sopravvivrò!” disse facendo le spallucce e poi alzandosi avvicinandosi al biondino.

“Che ne dici di andare a cena?”

“Direi che sono d’accordo… dopo di lei signorina” Drago si spostò elegantemente permettendo a Brenda di uscire dal dormitorio e poi seguendola.

La gente presente in Sala Grande era davvero poca tanto che i tavoli erano stati sostituiti da uno unico cui sedevano professori, gli 8 serpeverde, una decina di grifondoro tra cui Potter, –figuriamoci se si allontanava dalla scuola…- pensava Draco lanciandogli sguardi poco amichevoli, poi Ron e la sorella Ginny con altri grifoni più piccoli, 4 corvonero e 2 tassorosso.

La cena fu abbastanza rapida, Draco e i grifoni continuavano a lanciarsi continue battutite e occhiate che non avrebbero portato a niente di buono, soprattutto sotto gli occhi dell’intero corpo insegnanti, perciò Brenda si alzò in fretta  da tavola si fece accompagnare in sala comune dal biondo.

-Atteggiamento equivoco Slyte… - “Qualcosa non va?”

“No, volevo solo evitare un altro screzio tra te e Potter…” –Anche se l’idea di poter parlare semplicemente con te.. come quella mattina… oh! Ma cosa vado pensando!- “E poi la sala grande, così vuota.. sembra quasi deprimente…”

“Mh.. sarà…  deprimente hai detto? Bene, so io quel che ci vuole!”

Brenda fissava il ragazzo con aria interrogativa, diffidente.

“Dai! Mica ti voglio far fare qualcosa di male… vieni con me..”  e proprio come tempo prima l’aveva trascinata nelle cucine… la condusse nella sua stanza da caposcuola.

Una camera stupenda, ampia, ben arredata, un letto a baldacchino matrimoniale era posizionato al centro, di fianco a questo vi era un comodino basso di legno scuro,  e poco distante un armadio della stessa tonalità,  un tavolino basso con due poltrone rigorosamente di color verde/argento, poi vi era un’ampia finestra incantata come il soffitto della sala grande e una porta che dava in un bagno privato.

“È stupenda… ma perché a te tocca tutto questo??”

“Sono un caposcuola… e un Malfoy! Non potrei avere trattamento migliore… magari se il prossimo anno  ti nominano caposcuola… sarà tua!” l’altezzosità di Draco era tornata a farsi strada nei comportamenti del ragazzo che aveva assunto, di nuovo, il suo solito ghigno.

“Draco… e ora che siamo qui? Che si fa?”

“Bre.. siediti e calmati!”

-Se prima ero solo incuriosita più che agitata ora sono terrorizzata… Bre?? Da quando sei passato ai nomignoli.. tu mi stupisci sempre di più…- la mora si sedette su una poltrona mentre il bel biondino con un movimento di bacchetta fece apparire sul tavolino di marmo scuro bottiglie di burrobirra, whisky incendiario, altri liquori babbani probabilmente e poi patatine, salatini, pop-corn…

“Si festeggia qualcosa?” gli occhi di Brenda si posarono su quelli di Draco, il loro sguardo era incatenato, le pagliuzze dorate brillavano come non mai riflesse in quello specchio che sembrava scrutarle l’anima, scendendo nel profondo della sua mente, dei suoi desideri. Draco, dal canto suo, trovava estremamente sensuale, accattivante  la vista di quegli occhi marroni, con quelle venature così particolari, era uno sguardo così vero, così innocente… al contrario del suo. Ma avrebbe mai potuto confidarsi con quella ragazza? L’avrebbe capito? E perché avrebbe dovuto?

A Brenda sembrò per un attimo che quello sguardo metallico tremasse, distolse i suoi occhi da quelli del biondo che allontanò i suoi pensieri.

“Si può festeggiare a tante cose…”

“Tipo?”

“A delle vacanze natalizie tranquille”

“Mh..  Chissà perché con te qui mi sa che non saranno tranquille… guarda cosa hai fatto apparire!”

“Allora si brinda a una nuova ‘amicizia’… va meglio?”

“La nostra?” Brenda era perplessa.

“Ma figurati Slyte!  Quella di Nott e Pansy! Così lei non mi stressa più!”

La  mora non colse la provocazione, sapeva, anche se solo in cuor suo, che loro due insieme si trovavano bene, a parlare, scherzare… non era forse definibile come una sorta di amicizia?

“Allora, cin- cin!”   Brenda stappò una bottiglia di burrobirra “Che sono quelle altre bottiglie?”

“Mai provato roba babbana?”

“No”

“Ah! Pivellina! Assaggia questo” Draco maneggiò con qualche bottiglia e alla fine pose un bicchiere da cocktail con una bevanda trasparente all’interno.

“Che roba è?”

“Un Manhattan”

La bruna  assaggiò con un po’ di diffidenza la bevanda.

“Oddio ma è fortissimo!però è buono… dove hai imparato? Eh Malfoy?! ”

“Si vede che sei ancora una bambina… possibile che non sia mai stata a tutti quei ricevimenti con tutte le famiglie purosangue, ministri e tutta gente così??”

“Sì certo..  ma non mi attaccavo certo al banco delle bevande…”

“Allora le tue riunioni erano meno noiose delle mie…”

I ragazzi continuarono a parlare, scherzare, bere e stuzzicare quei salatini che Draco aveva fatto apparire per tutta la serata. C’era sintonia tra loro, una pura sintonia. Mentre parlavano tutto sembrava fermarsi intorno a loro, intorno a quelle risate così limpide, vere… inutile dire che l’atmosfera era delle più particolari… due ragazzi, due serpeverde, Brenda e Draco, che chiacchieravano allegramente senza preoccuparsi di ciò che accadeva nel mondo attorno a loro.

 

 

Nel frattempo: Riddle Manor

 “Codaliscia!!

“Mi ha chiamato mio Signore?” un omino basso, grasso, grinzoso, con il naso puntuto e gli occhietti acquosi, in mezzo alla testa c’era una chiazza calva, si avvicinò quasi strisciando al trono scuro dove sedeva il suo padrone.

“Mio buon servo… ho bisogno che contatti Severus… ha fatto un ottimo lavoro con quel ragazzo. Davvero un ottimo lavoro” la sua voce era poco più di un sibilo e gli occhi iniettati di sangue erano animati da appagamento allo stato puro.

“Devi consegnargli questo” con un gesto di bacchetta fece apparire un rotolo di pergamena sigillato con il simbolo Riddle.

“M-ma m-mio Signore… Piton è ad Hogwarts… co-come po-posso  avvicinarmi.. con tutti i controlli…”

“Codaliscia… stai dicendo che sarei uno stolto a chiederti una cosa del genere?”

“NO! Mio Signore i-io.. non…”

“Sai che odio che qualcuno replichi ai miei ordini! CRUCIO!”

L’uomo si contorse per il dolore cadendo sul pavimento gelido e prendendo a singhiozzare. Nessuno poteva osare a contraddire Lord Voldemort.

“Ora vai. E guai se ti fai scoprire. Non saresti nemmeno degno di farmi da servo!”

Ancora in preda da forti spasmi muscolari Codaliscia si smaterializzò.

 

 

 

 

“Credo di essere un po’… come si dice… ‘brilla’…”

“Ma Slyte.. hai bevuto appena” Draco si divertiva a beffeggiare la mora che leggermente su di giri metteva un graziosissimo broncio.

“Senta mio caro furetto non è in condizioni di sfottere… tutto spettinato.. e con la cravatta slacciata addirittura!”

“Cos’ hai detto?”

“Che sei tutto spettinat-”

“No,  prima…”

“Mio caro furetto… ah già!! Ti da fastidio…. Ah ah ah”

“Appunto” il biondo aveva assunto un cipiglio arrabbiato

“Quante storie… dovresti riderci su… ormai è leggenda il signor Drachetto-furetto in levitazione…..”

Draco la freddò con il suo peggior sguardo, che però non sortì assolutamente nessun effetto

“Però sei stato il più bel furetto che abbia mai visto sai? Oh.. Draco.. mi gira la testa!” la mora si era alzata dalla poltrona per avvicinarsi a Draco e sussurrargli quelle parole, però poco mancava che cascasse per terra. Il ragazzo si avvicinò per sorreggerla e la fece stendere sul proprio letto.

“Stanotte stai qui. E, tranquilla, non muoverò un muscolo.”

“No.. ora io..”

“Quello che decido non si discute. Chiaro?”

Con fare premuroso il biondo sistemò la ragazza sotto le coperte, poi le si sdraiò vicino, e prese ad accarezzarle i dolci boccoli facendola addormentare tra le sue braccia.

La guardò prima agitarsi nel sonno, tipico di chi si assopisce con una dose troppo alta di alcool in corpo, per poi tranquillizzarsi, regolare il respiro e stringersi a quelle braccia che anche nel sonno infondevano sicurezza. Era bella. Quel profumo, quel respiro riuscivano a dargli un senso di tranquillità che ultimamente trovava molto difficile raggiungere.

Dopo che si convinse che Brenda fosse addormentata e stesse bene, si rilassò anche lui, addormentandosi poco dopo.

 

Essendo festa la mattina seguente, il ragazzo non si preoccupò di regolare la “sveglia” magica, così quando si destò era quasi l’ora di pranzo.

Draco sentì che vi era qualcosa di diverso dal suo solito risveglio mattutino. Ci mise un po’ a capire, anzi, a ricordare il perché: Brenda giaceva ancora addormentata di fianco a lui. Gli venne spontaneo avvicinarsi con il suo corpo a quello di lei, che gli dava le spalle, cingerla in vita con le braccia e tuffare il viso in quei boccoli castani scompigliati. Si assopì di nuovo.

Brenda si risvegliò con un gran mal di testa e con due braccia che la tenevano stretta.

-Aspè.. due braccia che mi stringono?!per Merlino che ho combinato??-

La ragazza cercò di riordinare le idee sulla sera prima… -Stavamo ridendo.. scherzando per…. per… perché? Ah già.. l ’ho chiamato furetto.. poi tutto è diventato nero… spero di non aver fatto nessun danno… però… è bello sentire il suo respiro solleticarmi il collo…. Draco… sì, è bello averti vicino! Oddio, ma che sto pensando??!- si alzò cercando di fare il minimo rumore per non svegliare il bell’addormentato, almeno avrebbe evitato l’imbarazzo di dover parlargli, e di non ricordarsi bene ciò che era successo la notte.

“Ottima nottata  Slyte! Sei un po’… ‘fiacca’ però!”

Brenda si blocco a due assi dalla porta del bagno e arrossì violentemente “Eh?” –ma che vuole dire?-

Il biondino notò lo sguardo vago e preoccupato della ragazza e, anche se in realtà non avrebbe voluto essere malizioso ma solo prenderla in giro per la sbornia, decise di farsi due risate. “Già, già.. spero che tu non faccia sempre così con i tuoi ‘amanti’…” un ghigno divertito gli apparve sul volto.

“Draco ma di che stai parlando?” nella sua voce si poteva notare una leggera increspatura dovuta dalla paura e dall’imbarazzo, che il serpeverde non mancò certo di notare.

“Ma non ti ricordi nulla? Mi deludi…” e si finse offeso.

“NO! Io.. cioè.. mi se-sembra strano che… e poi.. ho bevuto…” si lasciò cadere sulla poltrona, era nel più totale imbarazzo, possibile che ci fosse qualcosa che si stava proprio dimenticando???

“E io che pensavo significasse qualcosa..” il ragazzo riusciva a stento a trattenere le risate “Non ricordi nemmeno questo??” dettò ciò le si avvicino, la fece alzare in piedi e le baciò lievemente le labbra.

Era stato solo un istante, eppure quel leggero tocco con le labbra così sottili e sensuali di Draco l’aveva mandata su un altro pianeta. Ora era sicura, non era successo nulla… non lo avrebbe certo dimenticato altrimenti, nemmeno se fosse stata ubriaca come non mai!!

“E questo era solo un assaggio Slyte” sorrise beffardo.

“Ah sì? Beh, è impossibile mio caro Malfoy!”

“Oh no.. te lo assicuro… vedi stan-”

“È  impossibile perché me la ricorderei la mia prima…” le parole le morirono in gola. Perché mai doveva farlo partecipe di cose così intime? “Me lo ricorderei e basta” .

“Ok.. ok.. non ti scaldare… stavo solo scherzando!” intuendo nel suo sguardo le parole che non aveva pronunciato.

“Ti uccido Malfoy!! Per un attimo mi hai fatto passare un inferno!”

“Esagerata…”

-SBAM- una cucinata lo colpì in pieno viso. Guardò la ragazza con aria di sfida, il suo sopracciglio si era alzato formando il suo ghigno più sexy. La mora ricambiò lo sguardo afferrando un altro cuscino. Sembravano due felini in procinto di attaccare…una piccola mossa dell’altro e si sarebbe scatenata una guerra. E così avvenne.

“Ok , ok… mi arrendo! Ah! Giu-giuro che non lo farò più!” Draco aveva bloccato i polsi di Brenda con una mano e con l’altra le faceva il solletico.

“Mh.. per questa volta mi posso ritenere abbastanza soddisfatto” si sdraiò esausto sul letto.

“MA CHE ORE SONO??”

“Sarà ora di pranzo suppongo…”

“È  meglio che vada a cambiarmi nella mia stanza… e poi magari Pansy sarà in pensiero…”

“Non penso… da quando sta con Theo, non si preoccupa di altro”

Era la pura realtà,  Pansy era fatta così, non ci poteva fare nulla: era egocentrica e se lei stava bene, allora tutto il mondo era perfetto e i problemi altrui diventavano solo capricci. Però le voleva bene lo stesso.

Brenda si avviò verso la porta della stanza. Appena prima di uscire si voltò verso il biondo  “ Draco?”

“Mh?”

“Grazie”

“Ho solo ricambiato il favore. Noi Malfoy non vogliamo essere debitori a nessuno. Non pensare che l’abbia fatto per altri motivi.”

La ragazza si richiuse la porta alle spalle dopo essere uscita. –Chissà perché non ti credo… Malfoy in fondo il tuo atteggiamento duro è solo una maschera…non mi prendi certo in giro…-

 

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Capitolo 6
*** Natale II parte ***


-Toc-Toc-

-Toc-Toc-

-Ma chi diavolo è che mi sveglia al mattino così presto??! – un’arruffata Brenda che non si voleva muovere da sotto il suo adorato piumone cercava di ignorare la persona che bussava alla porta.

-Toc-Toc- questa volta più forte.

-IO ODIO ESSERE SVEGLIATA AL MATTINO!! LO ODIO! CHIUNQUE TU SIA SPERA SIA PER UN BUON MOTIVO ALTRIMENTI NON RISPONDO DI ME!-

Si alzò dal letto stizzita, sentendo il pavimento di pietra freddo rabbrividì e il suo nervoso crebbe a dismisura, non preoccupandosi di indossare una vestaglia si diresse verso la porta, decisa a ‘sbranare’ il malcapitato.

“Slyte… mh..” una risatina odiosa partì da quelle labbra sensuali.

Brenda richiuse la porta.

-Toc-Toc- “Dai.. giuro che non lo dirò a nessuno” ancora quella risatina.

-Odioso! Odioso!!!- “Draco Malfoy che vuoi a quest’ora?? Sono le –Brenda guardò la sveglia sopra il suo comodino: le 7 e 13- SONO LE 7 E UN QUARTO!!!”

“Insomma mi puoi aprire?!”

“Mh..” la porta si aprì cigolando quel tanto da permettere ai due di guardarsi in faccia.

“Dimmi che vuoi… Io stavo dormendo!”

“Lo vedo… sono solo passato a dirti ‘Auguri di Buon Natale ’… e ad avvisarti che in sala comune ci sono diversi pacchi per te. Ci vediamo dopo!”

La mora si passò una mano tra i capelli spettinati rimanendo ad osservare la figura di Draco allontanarsi con solito fare elegante.

  Natale!- tutto il suo nervosismo passò quando ebbe elaborato quelle parole. Si preparò accuratamente… dopotutto il pranzo di Natale, anche se a scuola, era un’occasione importante e sua mamma le aveva insegnato le buone maniere da tenere in tali occasioni.

Si fece una doccia, almeno scacciò  gli ultimi residui di sonno, si asciugò i capelli dandogli una piega liscia. Raramente li portava così anche se stava molto  bene perché mettevano in risalto i suoi occhi. Sotto il mantello serpeverde, che avrebbe lasciato aperto naturalmente, indossò un abito semplice ma elegante di un colore verde smeraldo, mise un filo di trucco ed era pronta. Intanto si erano già fatte le 9 e 20 del mattino. Si diresse verso la sala comune sorridendo quando vide Draco rimanere quasi a bocca aperta dopo la sua apparizione. Anche Theo, stretto all’inverosimile dal “polipo-Pansy”  era sbalordito.

“Brenduccia… ma sei stupenda!! Se volevi fare colpo sul mio Thedduccio ci sei quasi riuscita, peccato che lui mi ami alla follia!”

Il biondo e la mora si scambiarono uno sguardo complice e disgustato allo stesso tempo per quella scena. Theo non poté fare altro che sospirare.

“Ce  ne hai messo di tempo eh?” Draco aveva di nuovo il suo ghigno stampato in faccia “Ma il risultato è stato buono. Devo ammetterlo”

La ragazza arrossì ricordandosi di come gli si era presentata quella mattina… Ma cosa poteva pretendere? Che andasse a letto truccata e ben pettinata?!

“Allora apriamo i regali?” prima cosa sensata che avesse detto la vocietta stridula di Pansy.

Brenda prese a scartare i suoi pacchetti. I suoi genitori le avevano regalato un abito da cerimonia che doveva essere molto costoso… era completamente in seta nero, con un’ampia scollatura sulla schiena. Sua nonna, la sua adorata nonna, invece le aveva mandato un antico tomo di incantesimi, sapeva bene quanto la nipote amasse leggere e imparare. Pansy  al contrario aveva pensato all’aspetto prettamente estetico comprandole una serie di ombretti veramente belli. Pensava che i suoi doni fossero terminati. Dopotutto gli zii non le  avevano mai fatto regali natalizi, si limitavano giusto al compleanno.  Così si voltò verso gli amici che stavano ancora guardando i loro presenti.

Draco aveva ricevuto: dalla madre, Narcissa, un costosissimo orologio babbano, a cui era stato fatto un incantesimo per poter funzionare anche a scuola, e dagli amici delle magliette e dei boxer intimi di ottima qualità, come se ad un Malfoy si potessero regalare cose di seconda scelta.

“Brenda.. c’è ancora un pacchetto per te” Theo si era avvicinato all’albero sotto cui un attimo prima c’erano i loro regali e aveva raccolto una piccola scatolina rimasta inosservata.

“Ma…” la ragazza si rigirò il pacchetto tra le mani pensando chi potesse averlo mandato

“Insomma lo apri?? Sono curiosa!” Pansy , lasciando perdere i suoi regali si avvicinò all’amica. Gli occhi di tutti e tre i serpenti erano puntati su di lei.

Aprì la scatolina. Dentro c’era un bigliettino.

 

 

Ad una nuova amicizia”

 

“Tutto qui?? E di chi è?” la mora non badò all’amica, lei sapeva bene di chi fosse quel biglietto, e di conseguenza il mittente di quel magnifico braccialetto in argento a forma di serpente. Appena sollevato dalla scatola il serpente si attorcigliò al braccio della “padrona” destando lo stupore di tutti i ragazzi tranne quello di Draco, che, facendo finta di nulla, si allontanò nella sua stanza.

 

 

 

 

 

“Pansy, vado un attimo in camera… tu vai pure avanti con Theo.. ci vediamo in Sala Grande tra poco!”

“Come vuoi… guarda che è già mezzogiorno…”

“Tranquilla, faccio in un attimo”

Brenda aspettò che i due piccioncini lasciassero il dormitorio e poi si diresse nella camera del caposcuola serpeverde.

“Draco…” bussò piano alla porta.

“Entra… è aperto” il ragazzo era seduto su una poltrona intento a leggere un libro. “Dimmi…”

“Volevo… ringraziarti…non… non dovevi!” la mora sembrava una bambina al primo giorno di scuola, era emozionata. Il duro e impassibile Malfoy si stava rivelando un vero ragazzo adorabile… il ricordo del lieve bacio che si erano scambiati qualche giorno prima, anche se per uno stupido scherzo,  la fece arrossire ancora di più.

“Di nulla” gelido. Anzi, peggio. Glaciale. Non si era scomodato nemmeno di alzare lo sguardo verso l’interlocutrice. Aveva continuato a leggere il suo libro.

“Insomma… non è che siamo poi così amici e io mi chiedevo..”

“Mi piaceva e ho pensato che ti sarebbe stato bene. Tutto qui.”

“Ok. Comunque grazie. E se non te ne fossi accorto è ora di pranzo” Se ne andò sbattendo la porta. Quel ragazzo riusciva ad essere estremamente odioso se voleva. E sembrava lo volesse molto, molto spesso!

 

-Dio!!! Ma possibile che debba essere sempre un così perfetto idiota? – Draco si alzò dalla poltrona e scaraventò il libro per terra. –Ma che bisogno c’era di fare così? Prima faccio il romantico e poi l’idiota. Ma che diavolo mi prende??? Questo non è Draco Malfoy! No!-

 

 

 

La Sala Grande era più bella che mai: tante candele galleggiavano a mezz’aria, neve magica scendeva sull’albero gigantesco che era stato addobbato e posto ad un lato della stanza.

Gli insegnanti erano tutti molto eleganti, persino Piton che sembrava avere i capelli meno unticci del solito e la sua tunica nera era molto più raffinata di quella che portava di solito.

Seduti al tavolo vi erano già i corvonero, i tassorosso, e poi Harry, che parlava fitto fitto con Silente, Ron e la sorella Ginny, tutti e tre con indosso un maglione di lana fatto ai ferri che raffigurava un grifone che vince un serpente.

“Evviva la collaborazione fra le case…” commentò a mezza voce passando di fianco a Harry e Ron e sedendosi nel posto libero vicino a questo. Proprio non le andava di stare vicino a quell’altezzoso di Malfoy. Lo sfregiato, finita la sua conversazione, osservò la mora.

“Fuggi di nuovo da Malfoy eh?” il suo era solo un sussurro… appena udibile da Brenda.

“Non sono fatti tuoi” rispose secca versandosi del succo di zucca.

“Tsk… non ti sciogli mai eh? Eppure così arrabbiata sei ancora più bella”.

Ron gli scoccò una strana occhiata ma Harry non ci fece nemmeno caso, era divertito dal  comportamento della ragazza, dal suo carattere ed era rimasto ammaliato dalla sua bellezza. Magari il gusto del proibito, magari la fissazione che quella era una delle pochissime ragazze che gli resisteva… non sapeva neanche lui cosa avesse la Slyte da interessargli tanto, però era così. Avrebbe voluto parlarle, capire se sotto quell’apparenza gelida c’era un cuore caldo.

Draco entrò poco dopo nella Sala e, senza guardare nessuno ma accennando solo un vago saluto, si sedette vicino all’amico Theo.

Il pranzo fu uno dei più sontuosi e prelibati che le cucine di Hogwarts avessero mai offerto.

“Signorina Slyte, mi è giunta notizia che i suoi genitori stanno avendo molto successo con le trattative estere… non è così?”

“Sì, prof Silente… papà è molto soddisfatto” Brenda era imbarazzata, probabilmente il vecchio preside, cui non sfuggiva mai nulla,  aveva notato che la ragazza era persa nei suoi pensieri. Ma come poteva distogliere la sua attenzione da quegli occhi glaciali stampati nella sua mente? A volte proprio non lo capiva quel vecchio… voleva sempre saper tutto ciò che passava nella testa dei suoi studenti,  doveva essere sempre lui a decidere ciò che era giusto e cosa, invece, sbagliato. Era un ottimo, anzi superbo, mago, dotato di grande intelligenza ma, dopo cinque anni ad Hogwarts, quel monismo eccessivo, iniziava a darle sui nevi.

Finito il banchetto e brindato con una bottiglia di ottimo spumante –unica occasione in cui per gli studenti, solo degli ultimi due anni, era permesso bere un alcolico- la mora si congedò.

 

 

-Ah… magari mi sono fatta troppe illusioni…solita sentimentale che sono!- strinse forte il cuscino… in fondo non era successo niente di così eccezionale per farla rimanere tanto male… eppure era una persona sensibile, si affezionava troppo velocemente alle persone.  Guardò il serpente avvolto sul suo polso…che si fosse immaginata tutto? Tutta la sintonia che le sembrava di percepire quando erano insieme? Le risate e i dialoghi divenuti sempre più frequenti potevano non significare proprio nulla? 

Rivolse lo sguardo fuori dalla finestra. Stava cominciando a nevicare, piccoli cristalli ghiacciati si posavano sul davanzale della finestra. Si mise il mantello pesante decisa ad andare a vedere dal vivo la danza di quei fiocchi di neve.

 

Il vento era gelido. Ma nulla poteva distogliere i suoi occhi da quei fiocchi che cadevano leggeri fino a posarsi su ogni cosa, ricoprendo con un leggero velo la realtà. Aveva sempre adorato quel paesaggio, candido, soffice, puro.

Sentì dei passi, era inconfondibile lo scricchiolio dei passi sulla neve. Qualcuno le si era avvicinato ma non parlava. Non aveva dubbi su chi fosse. Si voltò fino ad incontrare quegli occhi resi ancora più chiari del normale a causa del riflesso della neve candida. Brillavano. Osservavano i cristalli scendere piano. Di nuovo si trovavano in completa sintonia. Senza bisogno di parole. Nulla poteva rovinare quel momento.

Finalmente quelle iridi splendenti incrociarono quelle castane di Brenda. Vive. Le sfumature dorate sembravano danzare e animare quegli occhi. Tutto successe senza pensarci.

Draco passò un braccio attorno alla vita della ragazza attirandola verso di sé. Le spostò dolcemente una ciocca di capelli che le si era fermata sul volto. Un brivido attraversò entrambi. Quel brivido li unì. Le loro labbra si sfiorarono, si cercarono… fino ad approfondire un bacio che esprimeva più di tutte le parole, scuse, pensieri che si sarebbero potuti pronunciare in quel momento.

 

“Ti stai congelando piccola…” la voce di Draco era dolce e melodiosa mentre stringeva ancora più a sé Brenda per ripararla dal freddo.  Lei sorrise stupita da tutta quella gentilezza.  “Vieni rientriamo…”.

 

Non sembrava per nulla imbarazzato. Era sicuro di sé, di ciò che voleva. Aveva già indugiato troppo  con quella ragazza. Da quando un Malfoy si lasciava trasportare così dalle emozioni?

La guardò. I suoi capelli inumiditi erano tornati a disporsi in boccoli che le ricadevano sul volto. Nei suoi occhi vi era un nuovo brillio. Draco non poté fare a meno di accrescere la propria autostima. Otteneva sempre ciò che voleva. Fossero oggetti o sentimenti  non faceva differenza. Aveva desiderato Brenda, ed ora eccola lì animata da una luce nuova, un bagliore di cui solo lui avrebbe potuto godere.

Però dentro la sua testa cominciarono a formularsi strani pensieri.

-E se mi lasciassi trasportare da tutto ciò? Da questa sensazione di calore che, per la seconda volta, ho avuto sfiorando le sue labbra? No.. ciò non deve succedere… non può succedere. Io ho la mia vita e i miei schemi. Sono pur sempre un Malfoy!-

Vero. Draco aveva sempre avuto tutto sotto controllo. Prima era suo padre che gli diceva ciò che doveva fare. Poi, da solo, aveva capito qual’era la sua via e si era ripromesso di percorrerla come lui avrebbe deciso, con le sue regole e con i suoi schemi. Nulla, nemmeno i sentimenti, aveva giurato a sé stesso, gli avrebbero fatto cambiare idea.

 

“Va tutto bene?” Brenda si staccò da quell’abbraccio e guardò il faccia il biondino che sembrava perso nei suoi pensieri.

Erano le prime parole che diceva dopo ciò che era successo.

Draco si ridestò dal suo stato quasi trance e si accomodò meglio sul divano davanti al caminetto, tornando a stringere Brenda.

“Certo piccola…”

“Sembravi pensieroso… forse non..volev-”

“Un Malfoy fa e ottiene sempre ciò che vuole…”

“Evviva la modestia!”

“Sai cosa intendo. Non  faccio una cosa per poi pentirmene. Mai e poi mai”

“Capisco…”

“Tu te ne sei pentita Slyte?” aveva alzato un sopracciglio in maniera sarcastica.

“Per ora no furetto! Poi vedremo….”

Inutile dirlo. Quella ragazza scherzava col fuoco. E ci provava anche gusto.

“Allora toccherà a me fartene pentire!” sussurrò , accogliendo la sua istigazione  e catturando le sue labbra in un bacio provocante.

 

 

 

 

Mancavano pochi giorni alla fine delle vacanze di Natale. La scuola incominciava pian piano a popolarsi nuovamente facendo perdere a Brenda e Draco quell’intimità nel trovarsi quasi soli in un castello. Con l’inizio delle lezioni avrebbero dovuto rinunciare a parlare fino a tarda notte per svegliarsi direttamente all’ora di pranzo, di commentare ad alta voce tra loro i libri in biblioteca, dove si ritrovavano a passare quasi tutti i pomeriggi a meno che non fossero a fare delle passeggiate per il parco di Hogwarts osservando il lago ghiacciato e la foresta proibita totalmente innevata.  Preferivano estraniarsi dalle altre persone… in particolare da Pansy che ormai rivolgeva la parola ai due quasi per obbligo. Come poteva darle pieno torto però? La sua migliore amica che si era messa con il suo ex amore… teoricamente non aveva nulla di male il fatto in sé… ma Brenda sapeva bene quanto Pansy era stata fissata con Draco… e non sopportava le occhiatine maligne che le lanciava quando la incontrava… E poi c’era Potter. Strano a dirsi… ma era diventato molto più irascibile nei confronti del biondo caposcuola. Avevano rischiato di trovarsi a duellare o di prendersi a botte più volte se non fosse sempre intervenuto, per fortuna, qualche professore a fermarli.

 

 

 

 

Piton  era appena entrato in Sala Grande quando un gufo entrò planando dalle finestre fermandosi proprio davanti a lui. Silente gli rivolse uno sguardo incuriosito attraverso gli occhialini a mezza-luna. Severus cercò di non  far notare il leggero tremore che aveva colto le sue dita mentre sfilava una pergamena dalla zampa dell’animale che ripartì senza attendere la sua ricompensa.

 

 

Gent. Severus Piton la informiamo gentilmente che gli ingredienti da lei richiesti

ci perverranno in data 8/gennaio. La preghiamo di ritirarli il prima possibile.”

 

La pergamena si concludeva con un indirizzo di Diagon Alley e una firma identica a quella del fornitore di ingredienti per il suo laboratorio.

Piton però capì subito che non poteva trattarsi di lui… in quanto non aveva ordinato proprio niente. Guardò Silente. Nulla, non si era accorto di nulla, parlava allegramente con la professoressa Sprite. Si affrettò a mettere via quella missiva come se nulla fosse. Il solo che si accorse di gesto fu Draco che si era appena seduto a fare colazione con gli altri alunni, ma senza staccare lo sguardo da Severus.

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Capitolo 7
*** Gelosia ***


Appena finita la colazione Draco non aveva perso tempo a seguire il professore nel suo ufficio

 

Appena finita la colazione Draco non aveva perso tempo a seguire il professore nel suo ufficio.

“Severus…”

“Dimmi Draco” Piton faceva finta di nulla… scartabellava con pergamene varie senza guardare negli occhi il ragazzo che si era accomodato nella poltrona davanti alla scrivania e aveva pronunciato l’incantesimo per isolare la stanza.

“Come lo conosci?” alzò lo sguardo sul giovane.

“Cosa?”

“L’incantesimo che hai appena pronunciato…” il professore era stupito, quell’incantesimo non lo conoscevano i semplici studenti.

“Imparo in fretta Severus… te l’ ho visto fare due volte… ricordi?” Draco aveva puntato i suoi occhi argentati in quelli corvini del suo padrino che cercavano di evitarlo in ogni modo

 “ Allora hai delle nuove per me?”

“No” risposta troppo affrettata… avrebbe sicuramente capito che mentiva poiché quel ragazzo stava dimostrando sempre di più di avere la stoffa del mangiamorte.

“Sev.. dai.. ti ho visto in Sala Grande!”

“Signorino Malfoy!! Io esigo che mi porti rispetto!!! Non usi quel tono con me!”

Professor Piton, va meglio?” Il nervosismo di Piton era più che tangibile nell’aria e Draco voleva capire che cosa gli stesse nascondendo, perché sicuramente centrava lui. “Allora? Mi puoi informare??” si stava scaldando, il professore continuava a evadere il suo sguardo.

“Draco non sono cose che ti riguardano…”

COSA?! È solo il mio futuro! No? Certo che mi riguarda Severus! E con queste parole hai appena ammesso che siano arrivate novità in questione!” si era alzato,  le mani chiuse a pugno erano state poggiate poco aggraziatamente  sulla scrivania, nel suo sguardo si leggeva una nota molto forte d’ impazienza.

“Draco insomma… mi è solo stato mandato un biglietto per un incontro… e suppongo, data la stupidità e precarietà con cui sono stato avvertito,  sia stato mandato da Codaliscia… ci è mancato poco che Silente sospettasse qualcosa.. mi chiedo perché l’Oscuro tenga servitori del genere!” la sua voce tremava un po’ per la paura di essere scoperto, un po’ per l’odio più puro che provava per quell’uomo… Peter Minus…

“Un incontro? Bene.. voglio essere presente”

“Non è stato chiesto il tuo intervento”

“Ma dato che sono il diretto interessato e non mi piace che si parli di me e di ciò che mi riguarda in mia assenza, verrò. Severus insomma la vuoi smettere di proteggermi??!”

“Vai incontro a cose che non immagini neanche!”

“Sono io che scelgo questa via. Lo vuoi capire??”

Il professore dovette cedere a quelle parole.. stavolta non l’avrebbe avuta vinta… sapeva che Draco avrebbe preso parte a quell’incontro con o senza il suo assenso.  Non poteva più proteggerlo e metterlo in guardia da un destino che si era scelto da solo. Ormai era grande.. il piccolo ragazzino dai capelli biondi tiranti indietro che amava pavoneggiarsi davanti ai suoi amici , che seguiva il volere del padre  e lo cercava come conforto ormai non c’era più. Al suo posto un giovane ma molto abile mago dagli occhi di ghiaccio e i capelli un po’ ribelli che decideva da solo il suo destino. Solo ora gli sembrava così palese quel cambiamento.

Lo osservò risedersi sulla poltrona sempre senza distogliere lo sguardo dal suo… anche se i suoi occhi erano diventati ormai due fessure per il nervoso che lo divorava.

“L’8 gennaio… vieni nel mio ufficio… dovrò ancora vedere come poter far passare inosservata la tua assenza…” sembrava parlasse a se stesso, la sua voce era un sussurro.

“Bene. Dov’è previsto l’incontro?”

“Diagon Alley”

“Useremo una passaporta?”

“Non saprei… sono controllate…”

“Possiamo passare attraverso il platano picchiatore per arrivare fino alla stamberga e lì smaterializzarci… e non mi chieda come so del passaggio perché non ho intenzione di rivelarglielo” il ragazzo, intuendo negli occhi del professore la domanda gli servì già la sua risposta. Non gli avrebbe certo detto che usavano quel passaggio sin dal 3° anno di scuola per fare delle passeggiate notturne o, prima che lui imparasse a far apparire gli alcolici e le altre cose, per fare i rifornimenti per le feste del dormitorio… dopotutto era un insegnante!

“Mi sembra un buon piano…”

“Bene.. allora arrivederci Severus!”

Draco, senza attendere la risposta dell’interlocutore sciolse l’incantesimo alla stanza e vi si allontanò.

 

 

“Bre.. ti va di andare in biblioteca? Devo finire alcune pergamene per quella megera della McGranitt…”

“Sì.. prendo la borsa” la mora si alzò dal divano della sala comune su cui si era accoccolata a giocare con Lunayt.

“Ma dov’eri finito?” gli disse prendendo la mano di Draco nella sua.

“In giro”

“Dove?”

“Perché mi fai l’interrogatorio? Non ti devo dare spiegazioni su ciò che faccio!” la voce del serpeverde era risuonata nel corridoio vuoto che conduceva alla biblioteca.

“Draco vedi di calmarti hai capito?” Brenda era stata glaciale. Draco era il suo ragazzo, anche se da poco, e non voleva certo che le si rivolgesse così!

Entrò nella biblioteca, sistemò le sue pergamene e prese alcuni tomi di pozioni decisa a terminare i compiti assegnatele da Piton, senza degnare di uno sguardo il biondo che le si era seduto di fianco.

“Brenda… insomma hai finito di fare così?” i suoi occhi puntavano da un po’ la ragazza che non faceva altro che tormentarsi una ciocca di capelli e scrivere una pergamena con aria assorta.

“Così come?” gli occhi sempre puntati sul foglio…

“Guardami… ti sto parlando!”

“Ah.. ti sento ti sento!”

“Brenda guardami per la barba di Merlino! Non sopporto che quando parlo non mi si guardi in faccia!” era alterato. Quella ragazza se voleva riusciva proprio a fargli saltare i nervi. Finalmente alzò lo sguardo, sbuffando. Fissò i suoi occhi scuri cui le pagliuzze colorate davano una nota luminosa in quelli ghiaccio di lui.

“Dimmi Draco.. che c’è?”

-quando ci si mette è peggio di Piton a farmi imbestialire… ma un Malfoy non chiede mai scusa!! Ricordalo Draco!! Mai  chiedere scusa!!!-  “Non mi va che tieni il broncio” disse semplicemente…

La mora lo guardò stupita… “E quindi?”

“Quindi cosa? Non mi va e basta.. quindi  smettila di non guardarmi nemmeno!”

“Tsk… se sono delle scuse fanno schifo sai!?”

NON sono scuse… è solo che non mi piace vederti con quell’espressione da bambina scontenta sul viso… non rende onore alla tua bellezza” – Punto debole delle donne… ho colto nel segno- ghignò nella sua mente.

-Pensi che mi sciolga per un complimento mio caro Draco? Sbagli persona…- “Strano… molti ragazzi dicono che da arrabbiata sono ancora più bella…”

Il ghigno mentale sparì, la luce dei suoi occhi tremò per un secondo “Chi ha detto questo?!”

“Bah… Potter… se non ricordo male” ora era lei che se la rideva di gusto. Quella era la prima volta che vedeva su Draco gli effetti della pura gelosia.

Potter?”  ora le mani divennero prudevano, il sangue saliva alla testa… “E quando?”

“Al banchetto di Natale… perché?”

I suoi occhi erano divenuti due piccole fessure che sembravano dover lanciare un incantesimo per disintegrare il mondo intero… Potter… sempre lui a mettersi in mezzo in ogni cosa della sua vita! Tutte!! Ma Brenda no.. non la doveva nemmeno pensare!!! Si alzò con fare molto poco garbato facendo ruzzolare la sedia per terra.

“Dove vai?” la voce della ragazza riecheggiò vagamente nella sua testa… “Amore… aspetta…” lo aveva fermato. Aveva un sorrisetto stampato in faccia… si divertiva.. Ah! Ora il nervoso era alle stelle.

“Sei geloso?”

-che domande… certo che no… odio solo che quel verme lurido di Potter ronzi intorno a ciò che è mio… e poi non si può permettere di farti certi complimenti… insomma…-

“Allora… sei così geloso che non riesci nemmeno a rispondermi!?” con le braccia gli cinse il collo, gli sussurrava quelle parole a fior di labbra. Draco scosse la testa per riordinare i pensieri.

“No”

“No?!” un ghigno divertito. Molto divertito le incurvò le labbra. “allora torna a sederti con me…”

“Torno più tardi… devo… andare a fare una cosa…”

“Draco…”

“Che c’è?!” i suoi occhi si  spalancarono e fissarono quelli della mora che lo stringeva.

“Mi piaci quando fai il geloso sai?!”

IO    NON    SONO    GELOSO!!!!  Chiaro?” aveva scandito bene quelle parole… quasi volendo convincere anche se stesso.

“Ok… sarà.” Brenda liberò il biondo dalla sua presa e si riavvicinò al tavolo “Comunque se cerchi Potter è andato via stamattina con Silente… L’avevi dimenticato?”

Il ragazzo si fermò a quelle parole… non poteva nemmeno rompergli il naso! Che nervi! Uscì lo stesso a prendere un po’ d’aria. Gli avrebbe fatto sicuramente bene.

 

 

-Tsk..quando serve non c’è mai… Potter sei proprio inutile… - Draco stava passeggiando sulla riva del lago completamente ghiacciato. Alla fine, lui che doveva essere il ‘duro’ della situazione, si era fatto prendere da una crisi di gelosia. 

-Certo che si deve essere divertita Bre… ma che mi succede?? Io con le crisi di gelosia?? Ma figuriamoci…. Se il Lord sospettasse anche solo una minima debolezza come questa non mi farebbe certo entrare nella sua cerchia più ristretta di fedeli… e finirei come Severus… a fare la spia! Che squallore…- i suoi pensieri divennero molto più seri… la preoccupazione per l’incontro che sarebbe avvenuto tra tre giorni cominciò a salire piano piano…

Una palla di neve lo colpì in pieno volto riscotendolo dalle sue riflessioni.

“Bre… oggi hai deciso di farmi innervosire al massimo livello??” c’era una nota sarcastica nella sua voce… ormai si era tranquillizzato.

“Spiacente mio caro… ma non sono stata io!” la mora si avvicinò al suo ragazzo e gli tolse quella poca neve che gli era rimasta tra i capelli… inutile. Un'altra palla lo colpì… stavolta sulla nuca.

“Ahia!! Ma chi?? BLASIE! Sei tornato!”

Il moretto era appena arrivato ad Hogwarts e non si era lasciato scappare l’occasione di riempire il compagno di palle di neve vedendolo tutto assorto nei suoi pensieri!

“Ciao Drac-” una palla di neve lo colpì proprio in mezzo alla faccia non facendogli nemmeno terminare il saluto.

I due serpeverde cominciarono a bombardarsi come dei bambini. Brenda si era fatta da parte. Non amava mettersi in lotta con loro, si sarebbero coalizzati contro di lei sicuramente!! Però guardarli era uno spasso… erano arrivati addirittura ad incantare le palle di neve in modo che inseguissero l’obiettivo…

Dopo che si furono inzuppati per bene, decisero che sarebbero stati meglio a chiacchierare davanti al camino della sala comune o a pranzo!

 

 

 

 

“Beh… buonanotte ragazzi… sono distrutto.. e domani rincominciano le lezioni…”

“Buonanotte Blasie…” Brenda gli scoccò un bacio sulla guancia prima che questo si alzasse dal divano su cui era seduto con la ragazza e Draco.

“Hei.. da quando tutta sta confidenza?!” il biondo si finse offeso, l’amico fece le spallucce e sparì per il corridoio che conduceva alle stanze da notte.

“Dra..”

“Mh”

“Smetti di fare l’offeso! Andiamo a parlare un po’ camera tua… qui l’aria sta diventando un po’ pesante…” la mora accennava al fatto che erano rimasti solo loro due con tre o quattro studenti  del primo o secondo anno che provavano disperatamente a fare degli incantesimi che proprio non gli riuscivano… e Pansy che continuava a lanciare occhiate al di sopra del libro che stava leggendo.

“Ok.. andiamo”

 

Brenda si buttò sul letto, Draco le di sdraiò accanto. Era pensieroso… il giorno successivo era il giorno dell’incontro… era l’8 gennaio… avrebbe fatto buona impressione? Ci sarebbe stato lui in persona? O un semplice servo some Codaliscia?

“Hei… tutto bene?” la mano della ragazza disegnava ampi cerchi sulla schiena perfetta e muscolosa del biondo “Sei un po’ teso…”

“Sono solo stanco…” mentì. Ma poteva dirle veramente ciò che pensava? No, era troppo presto. Troppo.

“Dai.. togli la maglietta che ti faccio un massaggio così ti rilassi un po’…”

Draco ubbidì. In effetti un bel massaggio gli poteva fare solo bene.

La mora non era molto brava ma se la cavava… e poi massaggiare quella schiena così perfetta era anche stimolante… il ragazzo sembrava su un altro pianeta… ad ogni tocco o pressione di quelle mani sentiva una sensazione di benessere nascergli dentro… le sue preoccupazioni scivolarono via per lasciare spazio solo alla tranquillità.

Draco voltò la testa fino ad incrociare quelle pagliuzze dorate… “Vieni qui” un sussurro. Una supplica. Un desiderio.  Il desiderio di tenerla stretta a sé.

Brenda si accoccolò in quell’abbraccio ed entrambi si addormentarono.

 

 

 

 

 

Sera del 7 gennaio. Riddle Manor

“Mio Signore…”

“Codaliscia… Codaliscia… sai che ti dovrei uccidere…?”

L’uomo inginocchiato sul pavimento prese a tremare visibilmente, gli occhi acquosi gli si sbarrarono dalla paura. “M-mio Si-Ssignore i-io…”

“Non balbettare. Mi dai sui nervi!” Voldemort si alzò dal suo trono scuro e si avvicinò al servo scrutandolo con i suoi occhi rossi “un gufo… hai mandato un gufo! Che incapace…. Ma perché ti tengo ancora qui a strisciare ai miei piedi?!”

Codaliscia cominciò a singhiozzare.

“Zitto! Ho detto silenzio!”  Ma i singulti dell’uomo non ne volevano sapere di terminare.

CRUCIO!!” . il respiro gli si mozzò in gola… prese a contorcersi dal dolore.

“Così va meglio… comunque… per questa volta è andata bene… e domani presiederò io stesso all’incontro.. sono stato chiaro?”

“Sì, sì Padrone…”

“E ringrazia che non ti ho ancora ucciso… stupido verme!”

“Gra-grazie Mio Signore”

“Ora sparisci dalla mia vista…” Codaliscia si smaterializzò.

 

 

 

 

Brenda si sveglio di soprassalto. “Che ore sono??!”

“Bre, calmati.. sono le 6 e 15” Draco accanto a lei era perfettamente sveglio.

“Uf! Pensavo già di essere in ritardo per la lezione della McGranitt… perché non dormi?”

“Non ho sonno… e poi mi piace guardarti mentre stai dormendo”-Mi dai una sensazione di pace sconosciuta sai piccola?!-

“Ah sì? Non deve essere molto divertente però…”  la mora fissò quegli occhi che la facevano rabbrividire ogni volta che incontravano i suoi… erano celati da un’ombra scura… qualcosa lo preoccupava, lo teneva sveglio… ma evidentemente non si sentiva ancora sicuro di parlargliene… non importava. Avrebbe aspettato. Era una persona paziente. Poggiò la testa sul suo petto permettendogli di giocare con i suoi boccoli. Lei si riaddormentò.

 Draco continuava a fissare il soffitto del suo letto a baldacchino… proprio non riusciva a chiudere occhio. 

7 e 20. Decise di prepararsi. Facendo attenzione a non svegliare Brenda, andò nel suo bagno e si preparò.

Baciò la fronte della ragazza che dormiva ancora rima di uscire dalla sua stanza e dirigersi nell’ufficio di Piton.

 

 

 

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Capitolo 8
*** Rivelazioni ***


“Buon giorno Severus”

“Buon giorno Severus”

“Draco… sei stato puntuale… bene. Andiamo” Piton era agitato, anzi, preoccupato, glielo si leggeva negli occhi neri come il carbone.

“Professore per quanto riguarda la mia assenza?”

“Ho già provveduto a mandare un gufo a Silente dicendo che tuo padre aveva chiesto di vederti e io ti accompagnavo mentre ero fuori. Tutto a posto”

“Ottimo… certo che potevi inventare una scusa migliore! Mio padre… come se davvero mi mandasse a chiamare e come se a me fregasse qualcosa”

“Draco Malfoy non è il momento di essere sarcastico! Andiamo…”

Erano entrambi avvolti in ampi mantelli neri che gli lasciavano scoperto solamente il volto. I due cominciarono ad incamminarsi nello stretto cunicolo segreto sotto il platano picchiatore che conduceva alla stamberga strillante. Lì si smaterializzarono per apparire davanti all’indirizzo fornitogli nella pergamena.

Era una delle zone decisamente poco frequentate di Diagon Alley, era una casa molto vecchia, apparentemente disabitata e lasciata preda delle intemperie. Molti vetri erano rotti, così come parte delle mura che la componevano che giacevano in ampi blocchi in quello che una volta era il giardino.  Il vecchio portone di legno devastato dalle termiti era solo accostato. Piton lo aprì lentamente provocando uno scricchiolio sinistro. Entrarono cautamente in quello che probabilmente, tempi addietro, era stato il soggiorno. La luce che entrava dalle finestre rotte gli permise di vedere un topo che si era fermato proprio davanti a loro.

“Codaliscia…”  Piton aveva assunto un’espressione di puro disgusto vedendo la bestiola tramutarsi nell’omino basso e grassoccio del servo di Lord Voldemort.

“Salve Severus… oh.. Signorino Malfoy… è venuto anche lei…” Gli occhi di Draco si soffermarono su quelli acquosi del mangiamorte che aveva di fronte. Non disse nulla, gli fece solo un cenno con la testa.

“Ma bene sono arrivati i miei ospiti!” una voce simile ad un sibilo gelido li colsi alle spalle. Piton si piegò quasi dal dolore al braccio sinistro che stringeva convulsamente, Draco perse un battito… quella voce… Lui era lì… in persona.. finalmente avrebbe guardato in faccia il mago divenuto leggenda. Sì voltò lentamente, non un suo muscolo sembrava mostrare paura, guardò la figura avvolta in un mantello color porpora, proprio come i suoi occhi. Inchinò la testa in segno di rispetto.

“Bene Draco… sapevo che saresti venuto…al giorno d’oggi i servitori così determinati come te sono così rari…” pronunciando quelle parole lo sguardo di fuoco si posò su Codaliscia e Piton.

“Ragazzo… voglio farti i miei complimenti… ottimo lavoro ad Hogsmede… quei fessi auror del ministero stanno ancora cercando di identificare i due mangiamorte che hanno creato tutto quello scompiglio!” il suo sibilo si trasformò in un’ acuta risata che fece rabbrividire tutti i presenti… a parte Draco, che ormai pendeva dalle labbra di quel Lord Oscuro.

Voldemort fece apparire una comoda poltrona in pelle nera e vi si accomodò.

“Codaliscia!”

“Ordini pure Mio Padrone”

“Dammi la pergamena” l’omino consegnò il foglio arrotolato e sigillato con lo stemma Riddle che aveva il compito di consegnare a Draco. “Voglio che la legga qui. Di fronte a me”. L’ Oscuro passò la pergamena al ragazzo.

Il più piccolo dei Malfoy spezzò con sicurezza il sigillo e aprì il documento. Lesse rapidamente e man mano i suoi occhi si illuminavano sempre di più.  Severus gli si avvicinò lentamente per visionare anch’egli ciò che vi era scritto.

Terminata la lettura alzò i suoi occhi di ghiaccio su quelli di fuoco dell’Oscuro. “Vi ringrazio di tale onore”.

Il professore di pozioni sbarrò gli occhi. “Qualcosa non va Piton?”

“No, Mio Signore. Mi chiedevo solamente il perché di-”

“Perché in lui vedo un fedele servitore. È potente, spietato, sicuro di sé… è un degno serpeverde. Perciò ho deciso di marchiarlo Io stesso. E prima che ciò avvenga, sarà sottoposto a degli allenamenti da parte dei miei mangiamorte più di fiducia che gli insegneranno tutto ciò che deve. Mi aspetto grandi cose dal giovane Draco.”

Il padrino del ragazzo era sottoshock. Diventare uno dei fedeli di Voldemort voleva dire rischiare ogni giorno la propria vita… eppure lui sembrava consapevole e volenteroso di accettare tutto ciò. “Quando…?”

“Non ho ancora deciso… penso nel mese di Aprile.. Ora, ho molte cose da pianificare. È stato un piacere” il Lord sparì lasciando dietro di sé solo una nube rossastra. Anche Codaliscia si era smaterializzato. Erano rimasti solo loro due.

 

 

 

Brenda si svegliò “all’alba” delle 8 e 30… cavolo! Era in ritardo! Imprecando contro Draco che non l’aveva svegliata e che per di più era sparito, arrivò alla lezione di trasfigurazione con 15 minuti di ritardo, senza aver fatto colazione e con un nervosismo da far invidia persino a Piton!

Finalmente arrivò l’ora di pranzo.. non vedeva l’ora! Un po’ di relax! La mora si stava incamminando verso la Sala Grande quando notò due persone con un mantello nero proprio davanti alla porta della Sala. Non faticò a riconoscerle: i capelli neri e unticci con un naso adunco, e quegli occhi di ghiaccio con una chioma dorata erano caratteristici di poche persone. Piton e Draco.

“Dra… ma dove sei sparito?”

“Ciao Bre… sono stato.. a… trovare mio padre” le schioccò un bacio sulla fronte. Aveva uno strano ghigno in volto che alla ragazza non passò certo inosservato. “Professore… ora vado a pranzo. La ringrazio per avermi accompagnato. Arrivederci”

Il biondo si diresse verso il suo tavolo seguito da Brenda.

 

 

 

 

“Draco…”

“Vieni Bre.. è aperto” era tutta la giornata che il biondo sembrava troppo strano.. troppo.. ma Brenda aveva deciso di aspettare la sera per parlargli.. almeno potevano discutere tranquillamente e non tra una lezione e l’altra di sfuggita in un corridoio…

Draco era a torso nudo e aveva appena finito di radersi la poca barba bionda perché si asciugava il viso con asciugamano bianco. Brenda non poté che rimanere ad osservare il ragazzo poggiata contro lo stipite della porta del bagno.

“Vieni qui bella…” la tirò verso di sé. L’abbracciò stretta. Poi la voltò in modo che vedesse il riflesso nello specchio. La differenza di altezza era notevole… così come il contrasto che facevano i boccoli castani vicino a quei ciuffi biondi chiarissimi… sorrise. Non per un motivi preciso. Ma sorrise.

La voce di Draco si fece seria, così come i suoi occhi un poco si scurirono… “Piccola… noi siamo così” le passò un braccio intorno alle spalle… stringendola sempre di più a sé.

“Non dimenticarlo mai e poi mai. Noi siamo così.”

“Cosa vuoi dire Draco? Perché mi dici questo?”

come unica risposta ottenne un bacio. Un lungo bellissimo bacio. Quel bacio li coinvolse come prima non era ancora successo. I loro corpi furono scossi da un brivido. La passione e l’amore che esplodono tutto d’un colpo. 

Volevano stare insieme. Con le loro menti, con il cuore, con l’anima e con il corpo.

Fu dolcissimo. Draco sapeva, o almeno aveva intuito, che Brenda fosse vergine… e proprio per questo avrebbe voluto aspettare molto di più, voleva aspettare il momento giusto.

Ma quale momento è più giusto di quando una cosa ti viene assolutamente naturale? I loro corpi si sfiorarono come lo avessero già fatto milioni di volte. Erano in completa sintonia. Come sempre.

Si addormentarono insieme. Stretti l’uno alle braccia dell’altro.

 

Il biondo si svegliò si soprassalto… stava tremando. Brenda non sembrava essersi accorta di qualcosa… sfiorò quella pelle candida. Di nuovo quell’immagine del sogno. Terrore.. Come poteva continuare a non dirle nulla? Lui aveva già deciso il suo futuro e lei ne era totalmente ignara. Si rese conto solo in quel momento di quanto fosse stato sciocco a non pensare a lei… era così pieno di sé che non si era reso conto di essere innamorato…

Sentendolo agitarsi nel letto Brenda si svegliò. Spalancò i suoi occhioni in quelli del ragazzo. Lei era felice. Forse dubitava persino di essere mai stata più felice di così.

Draco invece aveva gli occhi sbarrati… si stava riscoprendo e ciò gli faceva una paura terribile. Aveva programmato tutto. E se lei non avesse accettato? La ragazza che amava si sarebbe allontanata da lui?? Amava… sì. L’amava. Se n’era reso conto in quel momento.

La guardò svegliarsi e fissarlo con quegli occhi innocenti e felici. No, non era il momento per dirle la verità. Non avrebbe rovinato quel momento magnifico. Le baciò la spalla nuda.

“Ti amo…” solo un sussurro.

“Ti amo Draco.”

Due frasi appena sussurrate. Un mondo di significati.

 

 

 

 

I giorni si seguirono veloci scacciando il gelo del mese di gennaio. Così arrivò febbraio. “Il mese degli innamorati” dicevano tutti. Ma che aveva poi di così romantico?  Era la festa del consumismo e delle frasi già preconfezionate da altri che le persone continuavano a scambiarsi solo per il gusto di far vedere che erano come dei cupidi in amore.

Questa era l’opinione comune di Brenda e Draco…

Però, la mattina del 14 febbraio la mora si alzò e trovò ai piedi del letto un mazzo enorme di rose rosse.

-Ah Malfoy.. alla fine ti sei piegato…anche io del resto…- osservò la scatoletta poggiata sul suo comodino… qualche giorno prima c’era stata l’uscita ad Hogsmede, molto più tranquilla della precedente, ed era andata con Blasie a comprare un regalo per Draco. “smielata” si era sentita dire dall’amico… però alla fine anche lui aveva fatto il regalo alla ragazza di corvonero con cui stava!

Raccolse le rose da terra…un biglietto…

 

 

“Ricorda sempre chi siamo.

Ti amo”

 

-mai di troppe parole… ma cogli sempre nel segno… ti amo Draco-

 

La giornata trascorse normalmente, anche se ogni tanto una lettera incantata entrava svolazzando in qualche aula creando il più totale imbarazzo del destinatario.

La sera, come sempre, Brenda e Draco si ritrovarono a parlare nella camera singola di lui.

“Grazie dei fiori.. non te l’ ho detto prima se no avrei rischiato di rovinarti la reputazione.. no Malfoy?” la mora amava canzonarlo per la storia della sua temibile nomea all’interno della scuola. Ma lui non ci badava un granché…

“Figurati…sono contento che ti piacciano” le baciò la nuca

“Anche io ho una cosa per te…”

Branda gli porse il pacchetto. Lui alzò un sopracciglio, curioso e scartò la scatolina. Conteneva due anelli d’oro bianco, sottili.  Due fedine. In una vi era inciso ‘Draco’ e nell’altra ‘Brenda’.

“è stupenda… vieni qui che te la infilo…” quasi come fosse un gesto sacro il biondo le infilò l’anello all’anulare.

Da quando avevano fatto l’amore la prima volta Draco era profondamente cambiato con tutti, ma con Brenda in particolare. Era premuroso, non le faceva mancare nulla e non si era dimostrato altezzoso o sbruffone mai più nei suoi confronti. La mora pensava che non ci potessero essere giorni migliori per loro.

Erano sul letto a parlare come ogni sera del più e del meno finché non si addormentavano… infatti erano rare le sere in cui Brenda tornava a dormire in camera sua. Giusto se uno dei due doveva  studiare. Perché insieme, di sera, non andavano molto avanti con le pergamene che gli assegnavano i professori… preferivano passare il tempo in altri modi più piacevoli. Parlare era uno di questi.

“Brenda… non sono stato del tutto sincero con te!”

Il biondo serpeverde non sopportava più vivere con quel peso sullo stomaco. Il loro era uno splendido rapporto ed era venuto il momento di essere del tutto sincero…

La mora lo guardò non capendo cosa volesse dire e rimanendo ancora più stupita quando lo vide prendere la bacchetta e pronunciare un incantesimo sulla sua stanza.

“Devo spiegarti molte cose di me… e chiederti scusa se in altre circostanze ti ho mentito” il suo sguardo sembrava vuoto. Fissava un punto imprecisato della stanza cercando di farsi forza per trovare le parole giuste.

“Draco ma cosa stai dicendo? Su cosa non sei stato sincero?” una nota d’impazienza e di preoccupazione le fece vibrare la voce.

“Su di me… su ciò che sono, o meglio sarò. Innanzi tutto ho messo un incantesimo di protezione alla stanza in modo che nessuno a parte noi due possa venire a conoscenza di ciò che ti sto dicendo…”

“Mi fai preoccupare così…”

“Tranquilla.. è solo una cosa che riguarda me.. e la mia vita.” Draco raccontò ogni particolare di ciò che aveva tenuto nascosto alla ragazza… tutto, la richiesta che gli era stata fatta, l’incontro con Voldemort, ciò che sarebbe successo tra poco tempo. La ragazza ascoltò ogni parola in silenzio.

“Brenda… parlami… dimmi qualcosa… il tuo silenzio è uno strazio per me” incrociò i suoi occhi con quelli castani della mora, in cui si aspettava di veder risplendere come sempre le pagliuzze dorate… invece nulla. Erano vuoti. La ragazza sembrava svuotata di ogni sentimento. Dopo un tempo che sembrò infinitamente lungo parlò. Ma non erano parole di conforto quelle che gli diede.

“Solo ora capisco gli occhi di Blasie puntati su di te ad Hogsmede… e l’ironia di Piton… che ingenua sono stata. Tutto quello scempio l’ hai fatto tu…per di più prendendomi in giro… mi tenevi stretta!!! E ora mi vieni a dire che grazie a quello hai un posto nelle file più vicine di quello che tutti chiamate Signore Oscuro… e ne sei felice… ti brillano gli occhi come ad un bambino… non so cosa dirti Draco. Non ti rendi conto che sei immensamente stupido a cercare di ottenere la gloria in questo modo… non si ottiene nulla schierandosi da una parte o dall’altra… solo dolore per le perdite che subisci in una lotta tanto assurda”

“Non si può rimanere nel mezzo…”

“E perché no? Chi me lo vieta?”

“Brenda ho bisogno di sapere cosa pensi in proposito…”

“Draco se pensi che sia felice di saperti mangiamorte preferito di Voldemort la mia risposta è no. No e poi no. Non tollero che tu possa rischiare la vita così. È stupido”

“Non sai quel che dici. Non è stupido. Sarebbe stupido rimanere in mezzo, cambiare a seconda di come gira il vento. Quello sarebbe da stupidi”

“Mi dai della stupida quindi?”

“No perché so che ti schiererai con me” aveva azzardato troppo. La sua altezzosità era tornata e non certo in grande stile.

“Sei troppo convinto Malfoy. Io non piego le mie idee.  Non accetto il fatto che tu sarai un mangiamorte. Non riesco”

“Ma è quello che sarò. Perciò non so cosa dirti.”

“Per te è semplice? Mi butti addosso una tale cosa e cosa pretendi che faccia? Vuoi che mi faccia marchiare anche io per dimostrarti come sono contenta??”

“Da quando avrei dovuto decidere la mia vita a tavolino con te?!” Draco si stava alterando. Sapeva con tutto se stesso che la ragazza aveva ragione. Non poteva pretendere nulla da lei. Non dopo ciò che le aveva rivelato. Però il suo orgoglio, il suo maledetto orgoglio gli impediva di accettare una cosa del genere. Non la tollerava. Ammettere di aver sbagliato? Un Malfoy? Draco Malfoy? No. Mai.

“Cosa stai facendo?” le bloccò il braccio mentre la mora si stava alzando dal letto.

“Vado via”

“Scappi da me? Se esci da quella porta non tornare più da me” aveva interpretato male quelle parole. Brenda non scappava da lui, voleva solo pensare. Da sola.

“Stai sbagliando tutto Draco” altro fraintendimento.

“è la mia vita!!! E non la passo certo all’ombra di chi si schiera e combatte al posto mio! Prima o poi ti ritroverai a dover scegliere Brenda! Devi affrontare la realtà!” la sua voce era ad un livello molto elevato, i suoi occhi di ghiaccio mandavano scintille.

“Stai tranquillo. Non dirò nulla a nessuno né di te né di Piton. Non sono mai stata una spia… e non ho intenzione di diventarlo adesso. Io non rinuncio alle mie idee. Se non puoi accettarlo allora addio Draco.” La porta si chiuse con un tonfo sordo dietro di lei.

Era finita così? Possibile che il solo amore non riusciva a mantenerli insieme ugualmente? Draco dovette trattenersi dal distruggere l’intera stanza. Era furioso. Con Brenda, con se stesso, con il suo orgoglio, con la guerra… con il mondo intero.

 

Brenda corse via lontana da quelle parole che le avevano ferito il cuore, che l’avevano fatta soffrire. Che la facevano soffrire. Si può arrivare a tanto per orgoglio e ideali?

Trovò rifugio tra le braccia dell’amico Blasie che la cullò tutta la notte senza bisogno di chiederle il perché di tante lacrime e disperazione. Sapeva già tutto.

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Capitolo 9
*** Di male in peggio ***


- Delusione, rabbia, incomprensione… non so nemmeno io cosa provo realmente

- Delusione, rabbia, incomprensione… non so nemmeno io cosa provo realmente. Penso a tutto ciò che è successo e non posso fare altro che domandarmi Perché? Perché le opinioni e gli ideali su questa guerra ci hanno separato? O forse è stato il nostro orgoglio? Io non potrei certo vivere sapendo che tra un mese o due sarai il servo più importante di Voldemort e che potresti essere catturato e spedito ad Azkaban… ma ti sembra una cosa semplice da digerire? Forse avrei preferito non saperlo mai…

Ma che  sto dicendo??!! Certo che dovevo saperlo.. anzi.. forse se lo avessi saputo prima… prima di Hogsmede.. prima dell’incontro… avrei  potuto fargli cambiare idea…

Cambiare… ma chi realmente cambia? E perché poi avrebbe dovuto farlo? Per amore? A quanto vedo i suoi ideali sono più forti… quindi…

Cambiare… tutti ci diciamo di dover cambiare… chi il carattere, chi il comportamento… che entrambi… ma chi realmente lo fa??? Non è forse vero che diveniamo ogni giorno di più ciò che siamo?! Che seguiamo solo e solamente noi stessi, il più delle volte, come se l’intero mondo non esistesse intorno a noi??

In fondo è giusto così… che diritto ho io di interferire con la vita di Draco quindi?? Nessuno. Nemmeno l’amore che provo per lui potrebbe servire a qualcosa…

Accettarlo? Accettare il suo essere mangiamorte e uccidere a piacimento per un pazzo che non vuole saperne di andare all’altro mondo? No. È più forte di me. Non posso, non riesco ad accettarlo. Va contro tutto quello in cui credo. Tutto.

Ma che senso ha allora continuare a stare qui? In questa scuola?? Ora come ora vorrei solo andarmene… scappare via da quegli occhi di ghiaccio che cerco di evitare in tutti i modi… ma che vorrei incrociare sempre nei miei…

Mi manchi… mi sento sola qui nel mio letto adesso… mi sento dannatamente sola… non riesco a dormire se non c’è il tuo corpo vicino al mio… se non ci sono le tue braccia che mi stringono, le tue mani che giocano con i miei capelli… il suo respiro che mi solletica il collo… Merlino come mi fa impazzire!

Draco.. in questo momento ti odio e ti amo. Non chiedermi come faccia. So solo che è così… e ciò mi fa stare male-  A fatica, persa nei suoi pensieri Brenda si addormentò.

Erano passati pochi giorni dalla sera della rottura… e da allora i due cercavano di incrociarsi il meno possibile. Era troppo doloroso. Vedersi, incrociare gli sguardi, sentire il proprio cuore battere per l’altro… eppure essere divisi.

Blasie in tutta quella storia non esprimeva una sua opinione… in quanto avrebbe dato torto ad entrambi. Si limitava a parlare semplicemente con i suoi due amici, cercando di farli svagare, di farli sorridere… che altro poteva fare?

 

Draco, nonostante fosse già molto tardi, era seduto su una roccia vicino al lago…

-Tsk… sentimentale che non sei altro… vieni sempre qui dove l’ hai baciata la prima volta… quant’era bella…

Ed ora te ne stai qui ad aspettare.. ma cosa? Cos’è che aspetto?? Che il mio futuro si compia? O che lei cambi idea? No. Dubito che mai lo farà. In fondo è un po’ come me… io non rinuncerei certo a ciò che il Lord Oscuro mi ha offerto.. Mai. È ciò che ho sempre desiderato…

Strano.. tutti i bambini sognano di diventare guaritori, di fare successo al ministero, di diventare giocatori di quiddich e andare in nazionale… e io? Io ho sempre sognato di indossare il mantello nero e la maschera argentata… come mio padre in fondo… ma a differenza di lui io voglio essere stimato dall’Oscuro… non solo una pedina… ma lui, il mio caro paparino, era un incapace… io sono molto più potente… e il Signore Oscuro ha grandi progetti per i servitori come me… e io non posso deluderlo. Se Brenda non lo accetta… alla fine non posso farci niente. Evidentemente il destino bastardo ha voluto giocare con noi… con i nostri sentimenti… per poi dividerci così…

Sì. ‘destino crudele’ dicono tutti no? Con me è stato proprio stronzo allora… perché io amo Brenda… l’unica persona che io abbia mai amato… non accetta ciò che sarò…

Ma come pretende che mi comporti? Che passi sotto gli ordini di San sono-io-il-salvatore-del-mondo -Potter?? Preferisco la morte!

Rimanere nel mezzo dice… ma dov’è il mezzo il questa guerra? Dov’è il mezzo nel mondo?

Non esiste… ecco dov’è… da nessuna parte! È solo un’illusione che si fanno gli uomini che non vogliono scegliere perché hanno paura delle conseguenze…

Non ti do della stupida Bre… perché non lo sei… anche tu sceglierai dove stare. Prenderai una posizione, ne sono certo. Ho solo paura a pensare quale…-

“Draco.. che fai qui fuori?” una voce lo ridestò dai suoi pensieri.

“Ah.. Blasie sei tu…”

“Ti fai cogliere alla sprovvista? Una volta mi riconoscevi dal passo…”

“Ero soprappensiero…”

“Pensavi a… lei?”

“Già…” Draco si passò una mano tra i capelli biondi per spostare i ciuffi che, ricadendo sugli occhi, gli davano fastidio. Pensava sempre a lei , in quei giorni era la sua ‘ossessione’… come poteva non esserlo? Era come essere diviso in metà.. una parte la voleva… a tutti i costi… e l’altra invece no, guardava al futuro… al suo futuro. “E tu che fai qui?”

“Io, Theo, Vincent e Gregory stavamo andando a fare una capatina ad Hogsmede per bere qualcosa… ti aggiungi a noi?”

Gli occhi di Draco corsero al gruppetto di ragazzi che li stava osservando un po’ più lontano… “Ok.. per stasera sono dei vostri!”

“Bene!! Un’ uscita come ai vecchi tempi allora! Andiamo…” gli diede una pacca sulla spalla sorridendo e poi si avviarono verso il passaggio sotto il platano picchiatore.

 

 

Tornò al castello che era quasi mattina… era fradicio… sia per la pioggia che aveva iniziato a cadere incessantemente, sia  per tutto l’alcool che aveva buttato giù… a mala pena si reggeva in piedi eppure non voleva l’aiuto degli amici, anche loro erano un po’ ‘brilli’ ma nettamente più sani di lui.

Tiger e Goyle andarono subito a letto, Blasie rimase in sala comune con un quasi delirante Draco.

“Draco.. insomma fatti aiutare, non riesci a reggerti in piedi…”

“No. IO, MALFOY, NON MI FACCIO AIUTARE DA NESSUNO!” gli aveva urlato contro quando il moro stava cercando di non farlo cadere a terra.

“Allora fammi andare in infermeria a prendere qualcosa… non dirò nulla però…”

“No.. Blasie mi credi veramente così ubriaco?” si accasciò stanco su una poltrona, i gomiti poggiati sulle ginocchia, le mani che tenevano il capo…

“Draco, per la barba di Merlino! Riprenditi.. dai, ti accompagno nella tua stanza… così riposi un poco…”

“NO! Quella stanza è così piena… di lei  non riesco a stare lì…” un sussurro… un’ammissione triste di un amante privato di ciò che ha di più caro… l’amore.

Erano amici da tanto, tantissimo tempo, erano cresciuti insieme, sapevano tutto l’uno dell’altro, ma mai come in quel momento il biondo gli sembrava così distante, così perso nei suoi pensieri e doveri… Non riuscì a trattenersi oltre… cominciò ad urlare tutto quello che pensava su quell’ assurda situazione…

“Oh, amico mio… ma perché vi comportate così da stupidi?? Perché ti ostini a pensare che la cosa giusta sia stare separati?? Per quello che vuoi far tu poi… andiamo.. non ti sembra di esag-… AHIA.. MA SEI PAZZO?”

Blasie si teneva il volto con la mano… perdeva sangue dalla bocca… aveva il labbro rotto. Draco gli aveva tirato un pugno non indifferente per essere totalmente ubriaco. Stava davvero male, era fuori di testa. “TU!! SEI UN TRADITORE SE PARLI COSì!!!”

“Io non tradisco nessuno perché non ho fatto patti proprio con nessuno caro mio!! Ora ti porto in camera tua che tu lo voglia o no!” il moro si era avvicinato al biondo caposcuola che gli si era praticamente accasciato addosso, perdendo i sensi. “Amico mio… perché ti sei cacciato in questi guai mi chiedo… perché altro non sono…” ormai parlava a se stesso… Portò Draco nella sua stanza e lo depositò sul letto. Si sarebbe ripreso… era forte… aveva avuto modo di vederlo in molte altre occasioni. 

Sbadigliò avviandosi nella sua stanza, anche lui aveva bisogno di riposare: aveva passato una nottata piuttosto difficile e si era anche beccato un pugno. Cosa toccava fare per amicizia!!

 

Draco si risvegliò con un mal di testa allucinante. Ricordava ben poco sulla sera precedente… probabilmente aveva colpito Blasie… ma non si ricordava il motivo… inoltre non aveva idea di come fosse arrivato in camera sua… odiava non ricordare, odiava il mal di testa e quella nausea post-sbornia… decise che per quel giorno avrebbe saltato le lezioni… proprio non gli andava di alzarsi in quelle condizioni! Si rigirò nel letto, deciso a cercare di riprendere sonno…

 

 

“ Blasie!! Merlino.. che hai fatto??” Brenda era appena entrata in Sala Grande e si era avvicinata al moro quando aveva notato il suo labbro tagliato e la guancia gonfia che il ragazzo tentava di nascondere, senza risultato, con la sciarpa verde/argento.

“ ’Giorno Bre… niente… nottata un po’… beh.. movimentata…”

“Cosa intendi dire?? Hai avuto un duello alla maniera babbana?!”

“Più o meno…”

“Ma insomma mi dici che hai fatto??” la mora era spazientita, l’amico le nascondeva qualcosa era chiaro…

“Mi sono beccato un pugno tutto qui…”

“Ma da chi??”

la risposta non le sarebbe mai più interessata perché in quel momento stavano entrando nella Sala Grande i Signori Slyte accompagnati da Silente. Brenda li guardò avanzare verso di lei stupita… che ci facevano i suoi genitori lì???

Blasie le prese la mano e la strinse forte… la ragazza cominciò a tremare vedendo Silente guardarla con aria sconsolata, grave, gli occhi della madre velati dalle lacrime puntati su di lei, suo padre Orpheus  stringeva il braccio della moglie sotto il suo, come volesse sorreggere il suo peso.

-No, no… non può essere no….-

Non c’era bisogno di parole… le lacrime iniziarono a rigarle il volto, scuoteva la testa, incredula, non poteva essere vero… non doveva essere vero! L’amico, senza capire a pieno ma intuendo la tragicità della situazione l’abbracciò forte… poteva sentire le sue lacrime bagnargli il collo…

“Brenda…vieni con noi… ti dobbiamo parlare” Silente aveva parlato, la sua voce sembrava quasi una supplica.

La ragazza si ritrovò a seguire il terzetto, gli occhi erano sempre puntati su di lei… come quelli di tutte le persone che erano presenti in Sala Grande quella mattina… eppure non sentiva nulla… tutto era ovattato, le sembrava di essere in un sogno… un terribile sogno…

Giunsero nell’ufficio di Silente. “Signori prego accomodatevi.. Brenda.. siedi anche tu.. prego” sempre dannatamente gentile… quel vecchio era sempre bonario. Chissà se lo era veramente o se la sua era solamente una maschera ipocrita.

Gli occhi della ragazza si posarono su quelli scuri e vuoti della madre… non era uno sguardo interrogativo. Sapeva sin troppo bene cosa le stavano per dire… non c’era una vera e propria spiegazione… lo sapeva e basta.

“Piccola…” Sylvia si inginocchiò ai piedi della sua bambina prendendo le mani tra le sue

“Non dirlo…non voglio che tu lo dica mamma…. No!” le sue parole erano rotte dai singhiozzi…

“Piccola mia…”  ora anche dagli occhi della donna dai capelli corvini boccoluti scendevano copiose le lacrime

“Ti prego… no.. non voglio sentire….” Implorazione, preghiera, supplica… qualsiasi cosa rappresentassero quelle parole erano piene di dolore… il dolore della consapevolezza di chi sa ma non vuole farsene una ragione… dolore di chi vorrebbe allontanare il presente da sé… dolore. Semplicemente dolore.

“È… mo-morta…”

Gelo… quelle due parole pronunciate tra un singulto e l’altro le tolsero il fiato, il suo cuore sembrò rallentare pericolosamente per poi ricominciare a tamburellare il suo petto ad un ritmo incessante… sentì come se le fosse calata intorno una cortina ghiacciata… non percepiva più nulla intorno a sé… sua madre che la stringeva e piangeva aggrappata a lei… sparita. I due uomini che le fissavano scotendo il capo… spariti. L’ufficio ricco di stramberie del preside… sparito. Nulla. Non c’era più nulla… solo quel freddo intenso che le pungeva l’anima… che le riempiva la mente… e il cuore…che batteva talmente forte da farle quasi male… sentiva solo quello…  forse le importava solo di quello…

“Brenda… puoi seguire i tuoi genitori e… Brenda…” Silente aveva ripreso a parlare per poi bloccarsi subito dopo aver notato gli occhi della ragazza svuotarsi… divenire come due buchi scuri… che fissavano, seppur non vedendo, ciò che avevano di fronte… le lacrime avevano smesso di scendere su quel viso candido, le mani, strette e accarezzate da quelle della madre, giacevano immobili in grembo alla ragazza…

“Brenda…” Orpheus richiamò la ragazza, era estremamente dolce la sua voce… esattamente come la sua personalità… era un padre attento ed affettuoso… a veder soffrire la figlia soffriva egli stesso… da bambina glielo diceva sempre… “Piangi tu.. piango io.. sorridi tu.. sorrido io.. perciò non piangere mai bambina mia…”  ma in quella situazione non poteva evitare che la figlia soffrisse…

Sentendosi chiamare la ragazza si riscosse… tutto riapparve davanti ai suoi occhi… anche se la sensazione di gelo che la dominava non accennava a diminuire, anzi… diveniva sempre più pungente.

Rivolse il suo sguardo prima al padre, poi al preside che le disse di avere il permesso di allontanarsi dalla scuola per seguire i genitori… naturalmente sarebbe stata giustificata per tutte le lezioni… poteva partire immediatamente… i suoi effetti sarebbero stati mandati a casa sua in giornata, ci avrebbero pensato gli elfi domestici.

Sylvia durante il breve discorso tenuto da Silente si era ripresa leggermente ed era tornata a sedersi sulla sua poltrona.

“Le mie più sincere condoglianze Signori Slyte”  la famiglia si congedò dal vecchio.

Brenda non si preoccupò né di avvertire Pansy o Blasie o… no, Draco ormai non faceva più parte della sua vita… non era più su di lui che avrebbe potuto contare in momenti come quello.

Strinse la mano di sua madre mentre annullavano la distanza che li separava dal grande portone di quercia della scuola.

Una carrozza li attendeva appena fuori il cancello di Hogwarts.

 

Un lieto ringraziamento va a tutti i lettori… in particolare a Nikaido, mia commentatrice di fiducia…

Altri commenti, sia positivi che negativi, ricordo che sono SEMPRE bene accetti!!!!! Perciò non fatevi pregare!!!

 

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Capitolo 10
*** Momenti Bui ***


Si svegliò di soprassalto

Si svegliò di soprassalto. Il fiato era corto. Il cuore gli martellava il petto. La fronte era imperlata di sudore. Si alzò e si diresse in bagno velocemente… la testa gli girava ancora. Aprì l’acqua del lavandino e vi buttò la testa sotto. Era gelata. Dopo poco richiuse il rubinetto. Si guardò allo specchio. Le goccioline scendevano dai suoi capelli biondi ricadendogli sul collo per poi continuare la loro corsa lungo il torace e la schiena, il viso diafano era leggermente arrossato sia per lo spavento sia per la reazione con la frescura dell’acqua, gli occhi, più chiari del ghiaccio, fissavano il suo riflesso nello specchio.

Si passò una mano nei capelli spostando i ciuffi da sopra gli occhi… decisamente erano cresciuti molto ed erano divenuti troppo ribelli… ma gli piacevano così.

Si sedette sul pavimento del bagno.

-Di nuovo… non è possibile… no… non di nuovo!!!-

Per l’ennesima volta aveva fatto quell’incubo… da quando aveva fatto l’amore con Brenda la prima volta quei  sogni continuavano a tormentarlo… lo terrorizzavano… e per spaventare Draco Malfoy a quel livello doveva qualcosa di essere veramente terribile…

Sentì bussare alla porta

“Avanti… è aperto” rimase seduto lì per terra…ancora troppo scosso per alzarsi.

“Draco… dove..? Che fai lì per terra?!” Piton lo guardava con un’aria vagamente preoccupata. Non era solo, c’era Silente in persona con lui. I suoi occhietti azzurri brillavano dietro gli occhiali a mezzaluna.

Il ragazzo si alzò… fece un cenno con il capo in segno di saluto“Professor Piton, Silente…”

“Signor Malfoy… come si sente?”

“Bene… cioè meglio.. grazie preside…”

Piton continuava a guardare con aria di sufficienza il ragazzo, i suoi occhietti neri sembravano voler dire molto più di quanto potesse… Doveva essere molto preoccupato per lui per aver avvertito Silente.

“Il Signor Zabini ha detto al professor Piton che sei stato poco  bene…  lui ha provveduto ad avvertirmi…  hai bisogno di qualcosa ragazzo? Vuoi andare in infermeria?” la voce pacata  era sempre gentile

“No… la ringrazio… non c’è bisogno di preoccuparsi. Sto già nettamente meglio”

“Bene… allora io torno nel mio ufficio.. arrivederci Draco.”

Il mago lasciò i sotterranei con un fruscio dall’abito blu notte.  Nella stanza da caposcuola rimasero solamente il professore di pozioni e il biondino.

“Severus va tutto bene… non è il caso di mobilitare tutta la scuola se per un giorno non mi presento a lezione”

“Draco non puoi vietarmi di preoccuparmi per te. In questo periodo specialmente. È quasi ora di cena comunque. Dovresti mangiare qualcosa” senza aspettare la risposta del suo figlioccio si chiuse la porta alle spalle, lasciandolo solo.

 

 

 

 

Vuota. Ecco come si sentiva. Terribilmente vuota. Una delle cose più care che aveva al mondo le era stata portata via… sua nonna era morta. La donna che la coccolava quando i suoi genitori la sgridavano. La donna che le faceva i regalini per farla sorridere. La donna che si lasciava truccare solo per gioco e che la faceva divertire quando la aiutava in cucina… sua nonna era una cuoca stupenda, e tutto senza magia… era una cosa che aveva nel sangue! Una donna magnifica nel suo genere… pronta ad aiutare tutti senza volere nulla in cambio. Quella donna che amava da morire le era stata strappata a causa di una patologia cui né maghi né babbani avevano saputo trovare rimedio… una malattia che l’aveva  consumata piano piano… atrofizzandole tutti i muscoli uno dopo l’altro… ma il suo cuore e la sua mente non si perdevano d’animo… continuava ad amare i suoi cari e a trasmettere loro una voglia di vivere da fare invidia ad un bambino…

Ma ora non c’era più. Nessuno più l’avrebbe viziata regalandole libri di incantesimi rari da trovare, non le avrebbe più raccontato aneddoti di quando era piccola… nulla.

Non ci sarebbe stato più niente di tutto quello che le ricordava il suo essere bambina…

La carrozza si fermò davanti al viale che conduceva al cancello in ferro battuto della sua tenuta. Brenda prese a camminare lungo quello stradone sterrato e polveroso… il quel posto regnava il silenzio più totale. Poteva distinguere il rumore di ogni sassolino che si muoveva sotto i suoi passi e quelli dei suoi genitori. Arrivata davanti all’entrata di casa rimase sorpresa… Sylvia aveva già fatto scendere dalla balconata principale uno stendardo nero con lo stemma di famiglia, costituito da una specie di drago grigio, in segno di lutto. Era terribile vederlo così… Brenda non lo aveva mai visto appeso a casa sua… le era capitato, quando era molto piccola, di notarlo a casa di parenti lontani… per uno zio… ma ora.. lì… per sua nonna… i suoi occhi si velarono di lacrime… trattenute. Non si poteva permettere di piangere. Doveva essere forte. 

Salì nella sua stanza… le pareti si colorarono di un grigio molto cupo… triste, malinconico. Questa era la particolarità della sua camera: i muri cambiavano colore a seconda dell’umore che aveva. Era stata proprio sua nonna ad incantarla un po’ per divertire, un po’ per capire la nipote…

Si buttò sul letto, incapace di pensare… tutto le scivolava addosso… ricordi, emozioni… tutto era troppo doloroso. Si addormentò in un sonno irrequieto…

 

Una mano le carezzava dolcemente i boccoli che le ricadevano sulle spalle, sentì il calore di un corpo, di un respiro vicino al suo… -Draco…-  era lì per coccolarla e starle vicino in quel momento così brutto e triste per lei??

Senza aprire gli occhi si avvicinò… ora poteva sentire anche il profumo che circondava quella persona… un misto tra bergamotto e vaniglia… No. Non era Draco… era sua madre. Usava la stessa essenza sin da quando Brenda era piccina… ormai era divenuto il suo profumo…

Che stupida era stata a pensare, anche solo per un attimo, che ci fosse stato Draco vicino a lei…

“Piccola… vieni a mangiare qualcosa… è ora di cena…” la voce era stanca, quasi atona… molto strano per una donna come Sylvia, sempre allegra e spensierata ma che quando si arrabbiava con i suoi strilli poteva tirare già la vetrata di una chiesa… non aveva mezze misure…

In risposta la ragazza si strinse al petto della madre… le sembrava davvero di essere tornata bambina… solo che ora era lei che cercava di dare forza alla donna che sembrava sull’orlo di un abisso… Brenda sentì la madre cominciare a singhiozzare piano… per poi scoppiare in un pianto liberatorio stringendo sempre più a sé la figlia che si imponeva di essere forte… doveva farlo per sua madre, ne aveva bisogno. Non si poteva permettere di abbandonarsi anche lei a quel dolore così profondo… non poteva.

 

 

 

 

 

“Draco… ti sei ripreso?”

Draco Malfoy aveva fatto il suo ingresso nella Sala Grande, già quasi del tutto gremita per la cena… Era un po’ più pallido del solito e sotto i suoi occhi si potevano intravedere due occhiaie appena accennate… ma stava nettamente meglio.

“Sì.. va nettamente meglio… tu?”  gli occhi di ghiaccio si posarono sul labbro spaccato e sulla guancia gonfia dell’amico…-Allora lo avevo davvero colpito… Dio se ero ubriaco!!-

“Tranquillo amico… è tutto ok…”

“Blay davvero… io.. mi.. non…”

“Draco, davvero. È tutto ok. Dovevo solo starmene zitto. Non intromettermi nelle tue scelte… di qualsiasi tipo”

Ecco. Ora ricordava… Blasie gli aveva detto qualcosa sulla sua stupidità nel seguire Voldemort e lasciare Brenda… solo per quei motivi lo avrebbe mai colpito… strano che non lo avesse capito prima.

“Bene…”

Gli occhi castano intenso del moro incontrarono per un attimo quelli argentati dell’amico… non lo riconosceva proprio… era divenuto una maschera fredda, insensibile pieno solo dei suoi ideali… e del suo nome cui questi erano legati: Malfoy. Sembrava che anche intorno ad esso aleggiasse quell’aura scura… maligna, capace solamente di ferire le persone per arrivare ai propri scopi.  Che poi, qual’era questo ‘scopo’ che il biondino si era prefisso?? Essere il migliore al fianco di Voldemort… ma ne valeva davvero la pena? Rischiare tutto? Persino rinunciare alla propria felicità per un fine del genere??

Ma dopotutto Zabini la pensava diversamente da Draco, era sempre stato così. Prese a mangiare in silenzio…

 

 

 

 

 

“Sylvia. Brenda. Venite a mangiare qualcosa… su..” Orpheus si era affacciato nella camera della figlia per cercare di convincerle a scendere a cena.

“Sì caro… è andato via il Signor… Signor… non…ricordo il no-”

“Melwin cara… sì, è andato via” gli occhi dell’uomo incontrarono quelli vuoti e spauriti della donna “Ho pensato a tutto io… tranquilla” il marito si era occupato di tutta l’organizzazione dei funerali e di avvertire i parenti lontani di quella perdita… la moglie sicuramente non avrebbe retto un simile peso…

“Mmh… va bene. Andiamo di sotto”

La cena si svolse quasi nel più completo silenzio… tolte le continue apparizioni di teste, nel camino, che dovevano concordare con il sig. Slyte le modalità del funerale.

Sarebbe avvenuto il mattino del giorno seguente… Brenda s’incupì all’idea di dover presentarsi alla cripta di famiglia… con tutte quelle persone che nemmeno conosceva e che forse nemmeno sua nonna conosceva, ma che andavano lì, a far finta di disperarsi solo  per far bella figura davanti ad una famiglia nobile come quella degli Slyte. Ridicolo. Lo giudicava a dir poco ridicolo. Come anche era assurdo tutto quello sfarzo delle tombe che sembravano monumenti… ma nella morte che senso poteva avere??

Non se lo era mai spiegato e forse non lo avrebbe mai fatto.

Quella notte dormì pochissimo… tra che aveva già riposato durante il giorno, tra che si era persa in mille ricordi… alle sei del mattino era ancora sveglia a sfogliare un suo vecchio diario…

 

Caro diario,

oggi sono andata a cavallo con papà e la mia amica Kaysha… mi sono divertita tanto!!! Poi c’era la nonna che mi ha fatto fare le frittelle con lei…[…] le voglio tanto bene…

 

Sorrise rileggendo quelle parole scritte quando poteva avere appena sei anni…la calligrafia tutta sgangherata, macchie di inchiostro che sembrava formassero dei disegni.. 

Prese un altro quadernetto…doveva essere del suo primo o secondo anno ad Hogwarts…

Caro diario,

quella megera della McGranitt mi ha dato un tema lungo 2 pergamene su come trasfigurare un topo in un posacenere… uffa che noia. Non ho proprio voglia!! Io e Pansy siamo in sala comune e ci sono i suoi compagni che fanno un casino tremendo… Zabini, Malfoy e Nott… certo che Blasie è proprio carino…

 

No!! Si era dimenticata della brevissima cotta che si era presa quando era piccola per Blasie…  certo che le cose erano davvero cambiate da allora… adesso quel moretto che era diventato proprio carino era divenuto quasi come un fratello… e il biondino che prima non considerava invece… beh.. la stava facendo soffrire… tutto sembrava così irreale, ingiusto.

 

 

Draco se ne stava seduto in sala comune a fissare il fuoco… Il suo nervosismo era più che palpabile nell’aria… infatti nessuno osava avvicinarlo per paura di venire sbranato o peggio fulminato all’istante dai suoi occhi.

 Blasie non sapeva se avvertirlo dell’assenza di Brenda oppure no… Si sedette nella poltrona di fianco a quella del caposcuola.

“Draco..”

“Blasie. Te lo dico subito: io non cambio idea… ho scelto la mia strada e la seguirò. Quindi finisci subito ciò ch-”

“Volevo solo dirti che Brenda è andata via stamattina… non tocco il tuo mondo.. tranquillo!”

Gli occhi di Draco si ghiacciarono…-Andata via?? Che cazzo è successo??  Perché non capisco più nulla di questo mondo??!-

Non riuscì a dire nulla… si limitava solo a squadrare Blasie. Lui sapeva tutto di Brenda da quando si erano lasciati, e ora si limitava a dire che lei se n’era andata?? Ma per quale motivo?? Eppure il suo orgoglio gli impediva di chiedere direttamente della ragazza… Dio! Ma perché doveva essere così orgoglioso??

“Tzk… ma come sei diventato Draco? Non te ne frega proprio nulla di lei che nemmeno mi chiedi il perché della sua assenza?? Sei solo nel tuo mondo. Davvero, io non ti riconosco proprio più.” Gli occhi del moro esprimevano una sola cosa… disgusto. Repulsione per quello in cui l’amico si stava trasformando… un uomo che vive da solo nel proprio mondo non preoccupandosi di tutto ciò che lo circonda e che non sa cosa siano i sentimenti.

Non poteva certo immaginare quello che realmente Draco provava… dall’esterno si vedeva solamente una maschera fredda totalmente indifferente a tutto e tutti…

Draco si alzò e, senza degnare di uno sguardo il brunetto, (probabilmente perché questo vi avrebbe letto un’ espressione ferita… e a lui certo non andava) uscì dal dormitorio serpeverde.

 

 

Era mattina. Il sole stava cominciando a cacciare la sua scura nemesi, rendendo il cielo di un color arancione intenso. L’aria era molto fredda ma non più ghiacciata come in Gennaio… Brenda era affacciata alla sua finestra a guardare il paesaggio… la mente sgombra… anche se per molto poco… tutta la notte non aveva chiuso occhio. Aveva viaggiato nei suoi ricordi… e aveva fissato le sue sensazioni con poche righe sul suo diario attuale…

 

Sulle ali del tempo volo in un posto lontano

che pare solo un vecchissimo ricordo,

un sogno ormai sbiadito.

E mi tornano in mente fatti, luoghi, persone

che ora non ci son più.

Vorrei afferrare tutto e tenerlo con me

per non dover lasciarlo mai.

Vorrei che il tempo e lo spazio si bloccassero

in modo da non tornare alla realtà,

così che possa rimanere nel mio ricordo

senza essere costretta a veder sbiadire ciò che fu:

ovvero ciò che amavo e amo ricordare.

 

 

Solo poche righe ma che esprimevano ciò che desiderava veramente… vivere di ricordi. Rintanarsi in un passato felice perché il presente era troppo doloroso. Troppo.

 

 

Alla 9 in punto tutta la famiglia Slyte era riunita davanti alla cripta della loro casata. Oltre ai familiari vi erano amici, personaggi importanti come alcuni membri del ministero, poi vi era Silente…

Tutti restavano in un silenzio quasi surreale rotto solo da qualche singhiozzo.

La cerimonia avvenne in maniera molto tradizionale: un prete disse la messa e poi chiunque volesse  parlare per ricordare che grande donna era stata Arleen Edwhen poteva farlo liberamente.

 Brenda, cui la madre aveva chiesto se se la sentisse di dire qualche parola al posto suo per la nonna, al momento di salire sul pulpito si bloccò… non riusciva a condividere i suoi sentimenti e il suo dolore con altre persone… era suo. Come suoi erano i ricordi dei sorrisi di sua nonna. Non voleva condividerli… disse uno “Scusatemi” appena sussurrato e si avvicinò alla bara. Era di un nero lucente, semplice, proprio come lo era lei. Vi posò sopra un tulipano rosso acceso… scelta insolita dato che tutti i fiori presenti  erano bianchi…ma la piccola sapeva bene che alla sua nonna piaceva il colore… la vita… e quello era un suo piccolo gesto per ricordare quel lato di lei. Dopo aver depositato un bacio su quel legno lucido si allontanò dal cimitero… non era certo questo che voleva ricordare di quella donna magnifica. Mai e poi mai.

 

 

 

 

Kiaretta: penso che ora sia abbastanza chiaro… J comunque continua a commentare…. Te ne sarei grata!!

Nikaido: zia… lo so.. sono un po’ tragica… ma era una cosa che dovevo mettere… un bacio

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Capitolo 11
*** Ricordi e decisioni ***


Si svegliò di soprassalto

“Severus.. sono Draco”

“Entra pure.. c’è qualcosa che non va??” Piton lo guardava con il solito cipiglio preoccupato…

“Mi dispiace disturbarti adesso…”

“Draco.. ci stai ripensando?” chiese a bruciapelo.

“Severus! Per l’ennesima volta no…” I suoi occhi si alzarono al cielo… stava arrivando all’esasperazione, tutti che volevano imporgli le proprie idee, convincerlo a cambiare… non capivano che era tutto tempo perso? Draco Malfoy se decide una cosa la fa… non ci sono santi che tengano! “Volevo solo sa-”

“Voglio mostrarti una cosa. Seguimi” il professore non basò per nulla a ciò che il suo figlioccio stava dicendo…

Draco sospirò… aveva sbagliato a rivolgersi a Piton. Doveva prevedere che avrebbe cercato ancora di convincerlo…

“Voglio che tu veda questi miei ricordi…”

Il biondino alzò un sopracciglio perplesso.

“Sì.. voglio che tu veda parte delle cose cui vai incontro… Vieni… avvicinati”

Draco si ritrovò a fissare una specie di bacinella di pietra, poche incisioni… era molto essenziale; dentro vi galleggiava uno strano liquido argenteo… d’un tratto, sfiorando inconsapevolmente la sostanza, questa iniziò a vorticare e lui si sentì sbalzato da terra per ricadere in un luogo sbiadito, osservando persone che pareva non lo vedessero… era nei ricordi di Severus.

 

Faticò un po’ a riconoscere la stanza scura in cui si trovava… poi notò un caminetto quasi spento e gli inconfondibili colori verde/argento… era la sala comune serpeverde… -com’era spoglia una volta… non sembra neanche lo stesso posto…-

Vide entrare un ragazzo dall’aria provata e i capelli un po’ lunghi neri… inconfondibile… Piton rimaneva uguale anche da giovane.  Severus-ragazzo si sedette su una poltroncina e prese a leggere una pergamena. Draco si avvicinò allo schienale della poltrona per essere in grado di vedere cosa era scritto su quel foglio… c’era solo una data e una frase..

 

27/08

Severus Piton tale data ti unirai a me e sarai per sempre un mio servo…

 

Dopo la pergamena bruciò… autodistruggendosi.

Il biondo sorrise… in fondo il suo padrino aveva preso una decisione proprio come lui… allora però non c’era nessuno a stressargli la vita se la via scelta fosse giusta o sbagliata…

 

 

Il luogo intorno a lui si sfocò, perse colore e quando tutto ritornò nitido Draco si ritrovò alle porte di una casa bianca e apparentemente sudicia e fredda. Era notte fonda, davanti al portone c’erano due incappucciati con una maschera argentata –Mangiamorte… probabilmente è un luogo di ritrovo… sembrano sorvegliare la casa però… magari è proprio Riddle Manor…- non fece in tempo a terminare i suoi pensieri che un tremante Severus si avvicinava alle due figure ammantate che gli aprirono il portone. Si affrettò a seguirlo. La casa era immersa in una luce fioca di candele probabilmente… si ritrovò in un salone al cui centro era posto un trono con Voldemort in persona sedutovi sopra. Piton si era inginocchiato di fronte a lui e ad altri mangiamorte schierati dietro l’Oscuro.

“Bene… un nuovo servo per le mie file…” il ghigno era ancora più temibile di quello che gli aveva visto stampato in faccia all’incontro che aveva avuto con lui…

“Severus Piton vuoi divenire un mio mangiamorte ed essermi fedele per tutta la tua vita portando con grandissimo onore il mio marchio?” l’oscuro si era alzato in piedi e il suo tono era diventato autoritario.

“S-Sì mio signore… lo-lo desidero” il ragazzo dai capelli neri un po’ unticci tremava.

“Bene… Lucius… vieni avanti. Sarai tu a marchiare il nostro giovane acquisto. Scopri il braccio sinistro. Adesso”

Draco rimase sbalordito… suo padre… aveva marchiato il suo padrino… non lo sapeva… non ne aveva idea… si sorprese ancora di più quando la bacchetta di Lucius si posò sul braccio del ragazzo che si contorse in una smorfia di dolore.

Gli urli riempirono la sala per qualche minuto colmando di gioia Lord Voldemort…

poi Malfoy senior tornò al suo posto nella schiera dei maghi. 

Il marchio nero era apparso sul braccio di Severus Piton.

Era divenuto un mangiamorte a tutti gli effetti.

Come era successo prima tutto divenne  scuro… si ritrovò in una stanza molto piccola, buia.. anche se da una finestra che cui erano inchiodate delle assi di legno filtrava della luce… notò subito che rannicchiato su un letto alquanto spoglio c’era Severus… sembrava stare molto male.. tremava… sudava… si rigirava nel letto e stringeva all’inverosimile il braccio con il marchio, accuratamente fasciato.

-Possibile che comporti un tale dolore…? Merlino.. o Piton è un debole… o la marchiatura devastante… propenderei per la prima.. da quanto sto vedendo dal suo comportamento… Tsk, non crederà mica che mi faccia fermare per un po’ di dolore??-

Dopo pochi istanti fu gettato in un altro ricordo. Draco sperava ormai che fosse l’ultimo.. non ne poteva più, tanto non avrebbe cambiato idea. Questa volta si trovo nel pieno di un tumulto: dovevano essere gli anni in cui Voldemort metteva a soqquadro Londra. Il biondo si apprestò a seguire un uomo dal mantello nero e la maschera argentata che riconobbe come suo padrino. Entrò in una casa. Urla. Una donna aveva cominciato a gridare, maledire il mangiamorte, a chiamare aiuto. Piton era stato subito affiancato da un compagno  che gli aveva sussurrato gelidamente “Fallo. Il gusto della prima volta non si scorda mai”. Al suono di quelle parola aveva alzato il braccio che tremava leggermente… (Fallo Severus. Lui ne sarà felice”

Piton osservò un po’ la donna, che implorava come una bestia braccata dal proprio predatore, restando qualche attimo in quella posa alquanto innaturale… il braccio destro alzato che brandiva la bacchetta… pochi secondi e due parole gelide scaturirono dalle sue labbra “Avada Kedavra”. Una luce verde colpì la donna in pieno petto. Cadde a terra. Gli occhi ancora rivolti al suo uccisore. Il compagno mangiamorte gli diede una pacca sulla spalla e uscì dalla casa… Severus rimase immobile. Lentamente si portò una mano al volto e si sfilò la maschera. Con passi molto lenti si avvicinò al cadavere. Vi si inginocchiò di fianco e le chiuse le palpebre con un gesto gentile. Con un movimento di bacchetta spostò il corpo su un divano vicino. Così sembrava solamente una donna che riposava.

 

Il ricordo svanì in quel momento.

Draco doveva ammetterlo: l’unico frammento della vita di Severus mangiamorte che lo aveva colpito veramente era stato quell’ultimo… vedere la morte incombere così.. su un’innocente per il solo gusto del Signore Oscuro era stato sconcertante. Una voce lo riportò alla realtà.

“Draco.. dimmi che da ciò che hai visto ti sei reso conto… che… non è la tua via” gli occhi neri del professore erano animati da un barlume di speranza che si spense non appena incrociò i suoi occhi con quelli del ragazzo.

“Cosa te lo fa credere?”

“Tu non ti puoi sporcare le mani di sangue… di persone innocenti. Draco tu non devi”

“Non lo farò infatti”

“Vuoi dire che… hai cambiato idea?” il tono era quasi euforico

“No. Dico che non ucciderò persone che non saranno miei diretti nemici.” Rispose molto pacato il ragazzo.

“Tsk.. anche io dicevo così sai?” un sorriso amaro increspò le labbra sottili dell’uomo “poi hai visto cosa ho dovuto fare… e non crede a chi ti dice che solo la prima volta che punti la bacchetta  e uccidi qualcuno sarà dolorosa… perché non è così. Tutte le volte. Tutte le maledette volte provi la stessa cosa. La stessa pena. Un po’ per la vittima… un po’ per te stesso” queste ultime parole  erano state poco più di un sussurro… quasi come se in realtà non avesse voluto comunicarla al suo interlocutore.

Draco, d’altra parte, era scosso di sentire pronunciare tali parole… non aspettò di venir congedato, uscì dalla  quella stanza. Aveva bisogno d’aria.

 

 

 

Brenda era a casa ormai da 4 giorni… passava la maggior parte del tempo in camera sua a sfogliare vecchi album di fotografie. Ed ecco che si rivedeva neonata nelle braccia di una bella donna dai capelli corvini e gli occhi lucidi… e poi con la stessa donna in spiaggia… e così via per tutta la sua vita. Si era chiusa in se stessa. Mangiava poco e niente. Parlava ancora meno.

“Mamma…”

“Brenda dimmi… e mangia ancora un po’ di purè.. stai scomparendo piccola”

“Io..” la ragazza fissava intensamente il suo tovagliolo. Non riusciva a guardare negli occhi la madre, aveva paura di ciò che vi avrebbe potuto leggere dopo le sue parole. Rabbia? Delusione? Sconforto?

“Tesoro… sai puoi che puoi parlare con noi.. ti ascoltiamo” era intervenuto Orpheus a dare un po’ di coraggio alla figlia.. qualsiasi cosa avrebbe dovuto dire.

“Io non voglio più tornare ad Hogwarts. Voglio lasciare la scuola”

“…”

“…”

Tutto si aspettavano meno che quelle parole.

“So che vi può sembrare assurdo ma…”

“Ma cosa?”

“Papà, lì non c’è nulla che mi faccia star bene… almeno qui.. ho i suoi ricordi più stretti. A scuola non c’è più nulla che io voglia rivedere. Nessuno”

Dolore. Qualcosa oltre alla perdita della nonna gravava sul cuore della sua bambina… Orpheus poteva solo immaginarlo da quelle poche frasi uscite a stento dalle sue labbra. Eppure non poteva accettarlo. Brenda era  forse ancora immatura per capire che stava parlando del suo futuro. Ora era sconvolta, ma una volta che avrebbe reagito? No. Sua figlia avrebbe continuato gli studi. Magari avrebbe pianto, avrebbe passato un brutto momento, ma poi si sarebbe ripresa. Ne era certo. Stava a lui prendere in mano la situazione. “ No.”

“Papà.. io-” i suoi occhi emanavano rabbia per quella parola che aveva sentito

“Non voglio che aggiungi nient’altro. Tu dopodomani tornerai a scuola. Ti accompagnerò io.”

“Ti odio. Tu non capisci!”

Il cuore nel petto dell’uomo si era fermato per un attimo.. che parole crudeli. Ma un giorno avrebbe capito. Ne era certo.

“Tesoro papà ha ragione…” Sylvia non aveva fatto in tempo a pronunciare quella frase che Brenda si era alzata da tavola e si era diretta in camera sua.

 

 

 

Nella settimana che seguì l’incontro con Piton e la visita dei suoi ricordi Draco era rimasto molto silenzioso e in disparte. Parlava con pochissime persone… con Blasie soprattutto i ponti stavano crollando… Ma un’amicizia così profonda poteva davvero crollare così??

Draco non riusciva a concentrarsi nelle lezioni, aveva troppi pensieri in testa… ma lei  occupava gran parte delle sua mente. Aveva saputo, ascoltando parlare la McGranitt, che era tornata a casa per un lutto… Merlino come avrebbe voluto stringerla a sé per non farla star male… invece lui, e il suo futuro, non facevano alto che causarle altre sofferenze.

-Ma che pensieri faccio… magari per lei non conto già più nulla… come darle torto??-

 

 

 

 

“Brenda… lo faccio per te. Non voglio vederti soffrire”

“Papà.. riportandomi qui soffiò solamente di più.” La bruna si chiuse la porta della carrozza alle spalle e prese a risalire la stradina che conduceva all’ingresso della scuola.

 Era una bella giornata di sole ma Brenda non sentiva altro che il gelo intorno a sé.

 

 

Mi scuso per il capitolo un po’ più corto rispetto agli altri… e per il grande ritardo nel postarlo… ç__ç SORRY…

Un ringraziamento speciale alla mia zia… Nikaido…

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 12
*** L'aiuto di un estraneo ***


PREMESSA: Allora… prego di riporre coltelli e oggetti che potrebbero essere scagliati alla sottoscritta… (zia

 

 

PREMESSA: Allora… prego di riporre coltelli e oggetti che potrebbero essere scagliati alla sottoscritta… (zia.. questo vale per te!!) a tutto ci sarà una spiegazione….

BUONA LETTURA

 

 

 

 

Draco si voltò sentendo cigolare il pesante portone di Hogwarts. 

Un’esile figura in abito scuro, con i capelli castani riccioluti  e uno sguardo spento era appena entrata  a scuola.

Il loro occhi si incrociarono per un momento… quelli chiarissimi, glaciali di lui in quelli castani… e vuoti di lei.

-Piccola… ma che ti è successo?? Non sembri neanche più tu… sembra che un dissennatore di abbia tolto l’anima…  ti abbia portato via la felicità… Merlino! Ti stringerei!ma sei scappata via da me… non sei più mia-  rimase immobile…con i libri in mano a fissare la “non-più-sua” Brenda.

-Draco. Quanto ho sperato che tu mi cercassi per consolarmi… per poter aggrapparmi alle tue spalle… ma anche adesso che mi hai davanti non mi sai dire una sola parola. L’unica cosa che ti interessa è la tua vita… e avevi detto di amarmi…- distolse lo sguardo da quegli occhi capaci di darle così tanto… amore e sofferenza… entrambe dalla stessa persona. Ma come è possibile? Con passo deciso si diresse nei sotterranei, in sala comune.

 

 

 

 

Nei giorni successivi Brenda e Draco non si incontrarono per nulla. Passavano tutto il tempo a lezione o nelle loro stanze… frequentavano raramente la sala comune e durante i pasti sedevano ai poli opposti del lungo tavolo grigio/verde.

-Io impazzirò a stare dietro a sti due… così chiusi.. introversi.. sui loro volti non c’è più nemmeno la parvenza di un sorriso… si sono estraniati da tutto.. lasciandomi fuori dai loro mondi.. la chiamano insicurezza? Paura di esporsi? Cazzate.. per me è stramaledetto orgoglio…così dannatamente uguali…così serpeverde!!- il povero Blasie non sapeva più cosa pensare o fare vedendo i suoi due amici così.. ormai parlare era inutile… forse solo il tempo avrebbe risolto le cose. Si voltò a guardare prima Draco, che mangiava in silenzio seduto vicino  a dei compagni del loro anno, e poi Brenda…toccava pochissimo cibo, era dimagrita molto da quando si era allontanata con i suoi genitori una quasi due settimane prima, era pallida… assente. Non stava per niente bene.

 

 

 

 

Brenda dopo cena era andata subito nel suo dormitorio trovandolo ancora vuoto, per fortuna. Si sentiva stanca… non fisicamente… ma della situazione con Draco, della mancanza di sua nonna, della  scuola… non sopportava nulla. Si addormentò coccolando il suo micio che in quei giorni era l’unica “persona” che volesse vicino.

Un incubo la svegliò a notte inoltrata. Ormai non riusciva più a fare sogni tranquilli… era troppo agitata interiormente. Non faceva altro che vedere la sofferenza di sua nonna, lo stendardo nero a lutto appeso alla sua casa e Draco-mangiamorte che metteva in pericolo la vita per cause secondo lei folli… ogni volta si svegliava piangendo.

Si alzò facendo attenzione a non svegliare le sue compagne di stanza… si infilò una vestaglia scura e, sempre seguita dal suo micio Lunayt che la guardava con i suoi occhietti viola, uscì dal dormitorio serpeverde. Aveva bisogno di aria.

Si ritrovò a girare in Sala Grande… davanti al portone della scuola che si stava aprendo da solo… si stava aprendo e riaccostando da solo???

“Ah!!” l’urlo uscì naturale dalle labbra della ragazza

“Shh!!! Zitta!”

“Ma.. ma… da dove diamine esci fuori??”

“È un mantello dell’invisibilità. Ero io ad aprire il portone” Harry Potter sembrava totalmente a suo agio… come se fosse la cosa più normale del mondo avere un mantello dell’invisibilità e usarlo per andare in giro di notte…

“Capisco”

Niente sfrecciatine del tipo –ma non puoi essere normale Potter?-  oppure –vedi che sei sempre tu che poi ti vai a cacciare nei guai…-. Nulla. Brenda si era limitata ad un cenno con la testa e una parola appena sussurrata. Si voltò per andarsene.

“Dove vai? È notte.. non dovresti stare in giro… sai, il coprifuoco” ora il bambino sopravvissuto era sicuro che la risposta sarebbe stata acuta e sprezzante come le tante volte in cui si erano trovati faccia a faccia.

“Lo so…  io… io …vado solo in giro” si era bloccata come una bambina colta a rubare delle caramelle e sgridata da una madre severa.

Il moro capì subito che quella ragazza doveva stare poco bene e, naturalmente, il suo istinto da salvatore del mondo gli impose di non lasciarla andare in giro per Hogwarts così da sola… Poteva rischiare una punizione se l’avessero scoperta… e visto lo stato in cui era non gli sembrò il caso.

“Slyte, non puoi andare in giro da sola… ti scoprirebbero. Vieni con me… conosco un posto tranquillo”

Brenda si lasciò trascinare per i vari piani e stanze… ogni tanto si fermavano e Potter controllava una mappa strana.. poi accennava un movimento con la testa e ripartiva per corridoi e scalinate.

Arrivarono a quello che doveva essere il settimo piano. Entrarono in una stanza molto semplice ma confortevole: un camino illuminava e riscaldava l’ambiente, divani e tappeti lo rendevano accogliente.

“Che posto è questo?” la bruna sembrava essersi risvegliata dalla sua specie di trance

“Si chiama stanza delle necessità… bello eh? A seconda di cosa uno ha bisogno si trasforma…” si soffermò a guardare gli occhi di Brenda. Erano diversi da quando avevano parlato sull’espresso di Hogwarts… e a Natale… erano scuri e tristi.

“Sediamoci… ah..avrei proprio bisogno di scaldarmi con un latte bollente!”

sul tavolino basso davanti al divano apparve una tazza fumante di bianco latte. “Vedi?? Questa stanza è spettacolare! L’ ho scoperta un po’  di tempo fa quando… Hei Slyte.. ma mi … stai ascoltando?”

La ragazza era ancora affianco alla porta, il gatto acciambellato ai suoi piedi.

“Slyte… Brenda… che ti prende?”

La ragazza guardò Harry… ne aveva passate tante eppure aveva voglia di sorridere… di vivere… a lei sarebbe mai tornata quella voglia? I suoi occhi si colmarono di calde lacrime che cominciarono a ricaderle sulle guance. Il dolore stava avendo la meglio su di lei…

“No.. non devo.. non devo…” più cercava di ripetersi quelle parole e di asciugarsi le lacrime più quelle correvano veloci dagli occhi lungo il viso. Si lasciò cadere a terra, tremando…

“Non posso.. devo essere forte.. non posso… non devo…” ormai singhiozzava molto forte.

Harry le si avvicinò, si sedette vicino a lei e la strinse tra le braccia… “Chi è che ti dice che non puoi sfogare il tuo dolore? Butta fuori tutto piccola…”

Brenda si abbandonò in quell’abbraccio. Aveva bisogno di quel calore, non poteva negarlo… pianse. Pianse tutte quelle lacrime che precedentemente si era imposta di trattenere per essere forte… forse credendo di soffrire meno… ma l’effetto sortito era stato totalmente quello opposto.

Il moro la tenne stretta, senza dire nulla… accarezzandole solamente i capelli. Dopotutto non sapeva nemmeno ‘cosa dovesse o potesse ’ dirle in una situazione come quella… si accorse di non sapere nulla di quella ragazza il cui sguardo magnetico lo aveva attratto per la prima volta sul treno…

Dopo un bel po’ di tempo i singhiozzi si placarono. Il capo si era poggiato contro il petto di Harry. Questo la sollevò dolcemente e la stese su un divano… certo che era una ragazza proprio particolare… un miagolio distolse la sua attenzione da quei lineamenti perfetti…

“E tu chi sei?? Ma che bel micino… vieni.. qui c’è un po’ di latte… a me ormai non va più”

Lunayt bevve allegramente e poi saltò sul divano dove la sua padrona riposava e si addormentò affianco a lei.

 

 

 

 

Draco si svegliò di nuovo completamente sudato e con il panico ancora addosso… ormai quei sogni erano diventati abituali… ma lui non riusciva proprio a non spaventarsi. Ogni volta era sempre peggio.. dei particolari andavano ad arricchire la scena… e ogni volta la paura gli contorceva sempre di più le viscere.

Senza pensarci si buttò sotto l’acqua gelata della doccia… voleva scacciare via le immagini di morte… di quella morte…

Rivedeva tutto nella sua mente… 

Doveva essere la grande battaglia in cui, finalmente, Potter e Voldemort si affrontavano apertamente ponendo fine a quella guerra…

L’atmosfera era strana… spessa… tetra…dava presagi di morte.

Senza capire come, tutto diventava caotico… duelli tra mangiamorte, auror, maghi normali, studenti si combattevano anche con incantesimi e maledizioni mai visti… corpi senza vita riversi a terra… sangue…

E poi quello sguardo… la paura di Draco che lei fosse lì… che potesse essere colpita da qualche fattura terrificante… che potesse morire nella furia cieca di quella battaglia.

La folle corsa… verso i suoi occhi in cui, anche se da lontano, aveva visto brillare  le pagliuzze dorate… per lui.. quello sguardo si era rianimato per lui.. ne era certo..

Lei sorrise… ma poi qualcosa lo faceva  svanire di colpo… il suo viso s’irrigidiva… per Draco tutto diveniva buio e si svegliava…

Ogni volta però sembrava che il sogno gli facesse vedere qualcosa di nuovo… quella volta era riuscito a vedere un mangiamorte proprio dietro di lei…

-Se fosse stato lui ad ucciderla?? E come??  Non ricordo sangue.. non ricordo lampi di luce verde… Merlino! Vedo la sua morte e non so come salvarla… o almeno… suppongo di vedere la sua morte… Oh!Brenda!!! –

Chiuse l’erogatore della doccia… la sua pelle diafana era arrossata dal getto freddo dell’acqua. Si legò un asciugamano in vita e uscì dal bagno.

Si avvicinò alla finestra… il sole stava sorgendo… illuminava tutto il cielo di un caldo rosso acceso che sfumava poi in arancione e rosa… era uno spettacolo… un vero incanto.

Per un attimo la sua mente fu sgombra. Poi, come avvoltoi su carcasse,  i suoi pensieri tornarono ad accanirsi su di lui.

Voldemort avrebbe provveduto alla sua marchiatura e alla sua istruzione di lì a breve.. quanto tempo sarebbe rimasto ancora a scuola? Una settimana? Due? Un mese??

 

 

 

 

“mh…” Brenda si stava svegliando e prese a stropicciarsi gli occhi “dove .. dove sono?”

“Stanza delle necessità eccetera eccetera… come ti senti?”

“Meglio… grazie…Pot… Harry”

“Almeno siamo ai nomi… Brenda”

Harry era rimasto sveglio… aveva paura che la ragazza potesse svegliarsi e spaventarsi… o avere un’altra crisi come quella di poche ore prima…

“Che ore sono?”

“Saranno le 5… puoi ancora riposare… o se vuoi ti accompagno in dormitorio o…”

“Va bene così.. vorrei stare ancora un po’ qui… se non ti dispiace…”

“Figurati…” si passò una mano nei capelli lunghi e molto ribelli… “Allora… sei sicura di stare meglio?”

“Sì… ti ringrazio molto… ero… cioè.. io non so .. che mi sia preso” si tormentava insistentemente una ciocca di capelli… era imbarazzata… si era sfogata praticamente con un estraneo…

“A volte pensi che non ci siano ragioni per vivere… che tutto quello che una volta avevi di bello ormai ti sia stato strappato via e non potrà mai tornare di nuovo… ti senti solo. Nessuno può realmente capire cosa provi perché il dolore è solo tuo. Tuo e di nessun altro.

Il mondo sembra sparire di fronte al dolore… tutto perde di significato”

Harry stava parlando chiaramente anche della sua vita. Brenda si andò a sedere di fianco a lui.  Inconsciamente aveva ancora bisogno quel calore che l’aveva scaldata e tranquillizzata poche ore prima.

Il ragazzo riprese a parlare “Però ci sono alcune persone per cui vale la pena lottare… per cui vale la pena alzarsi ogni giorno con la speranza che sarà un giorno migliore… ci sono persone per cui sei importante.. che ti vogliono bene e sono sempre affianco a te..”

“Il magnifico trio immagino…”

“Eh?”

“Nulla… parlavo di te, lenticchia e so-tutto-io… voi.. il magnifico trio…”

“Sempre serpeverde …”

“Dai… scherzavo… alla fine era un complimento… era per dire che è bello che siate sempre insieme… che ti aiutino…”

“Sì.. è bello… Slyte.. cioè Brenda… io ti consiglio di parlare con i tuoi amici.. con Malfoy… loro potrebbero capirti molto più di me…” Harry si era dimenticato che non stavano più insieme… (o aveva voluto la conferma… boh! Nda)

“Chi? Draco? No… ormai è un capitolo chiuso…”

“Posso chiederti perché? Eravate così affiatati…”

Un sorriso ironico e malinconico apparve su quel viso stropicciato dalla stanchezza “Storie vecchie… e sinceramente ora non ho voglia di parlarne…”

“Malfoy… immagino che sia sempre lo stronzo che conosco io… come fa a far soffrire un dolce fiore come te??”

-Dolce fiore? Nessuno mi ha mai chiamata così…-

Harry si avvicinò a Brenda e le depose un lieve bacio sulle labbra… “Vieni… è meglio se torniamo ai nostri dormitori prima che qualcuno si svegli ed inizi a girare per la scuola…”

La ragazza un po’ scioccata dal gesto di Harry-il-grifondoro-sopravvissuto-ma-non-ancora-a-lungo-se-draco-avesse-scoperto -cosa-aveva-appena-fatto-Potter, prese in braccio Lunayt e lo seguì fuori dalla stanza delle necessità.

 

Eccoci qui.. allora.. vorrei precisare solamente una cosa… Brenda si trova in un momento critico… ed è portata ad accettare l’aiuto che le viene porto da Harry… cercate di capirla…

Nei prossimi capitoli capirete meglio la situazione tra Brenda-Harry, Brenda-Draco…

Grazie a tutti… (soprattutto alla zia…)

Angelroy

 

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Capitolo 13
*** Scontro di gelosia ***


“Potter

“Potter...”

“Malfoy…”

I loro sguardi esprimevano esclusivamente odio e disprezzo reciproco… un sentimento coltivato da ben 7 anni e che non accettava minimamente a diminuire… anzi!

“Mi aspettavi come una fidanzatina per caso?”

Draco era appena uscito dal suo dormitorio e si era trovato davanti lo sfregiato ad attenderlo…

“No. E comunque posso stare dove mi pare!”

“Sfregiato… non direi proprio.. vedi di non starmi in mezzo alle scatole perché potrei anche innervosirmi…”

“Tremo di paura…”

“Non mi provocare. È meglio per te” gli occhi grigio perla si erano ridotti pericolosamente a due fessure “Cosa vuoi da me? Ancora manie ossessive nei miei confronti??”

“Non voglio nulla”

“E allora che cosa ci fai qui davanti??” iniziare la giornata vedendo Potter era brutto… ma farsi addirittura saltare i nervi per colpa sua era  assolutamente un’idea riprovevole.

“Ripeto, posso stare dove mi pare, ma se proprio ci tieni a saperlo sto aspettando una persona…” un sorrisetto molto poco grifondoro si era aperto sulle sue labbra.

Draco sentì la rabbia montargli lentamente… non sopportava proprio quel ragazzo…

“Malferret… speravi aspettassi te?”

“Potter… non ti permettere più a rivolgerti a me in quel modo!” il biondo aveva sibilato quelle parole all’orecchio del bambino-sopravvissuto che si era ritrovato braccato contro la parete di pietra e con un Malfoy alquanto inferocito davanti.

“Minacci sporco mangiamorte?”

Pur essendo caposcuola, Draco non ci pensò due volte a tirare un pugno nello stomaco a Harry… in fondo se l’era voluta… era stato avvertito di non istigare… ma quando mai Potter fa qualcosa che gli dice un’altra persona che non sia il suo Silente??

In quell’istante, mentre il bruno si piegava su se stesso per il dolore e il biondo che ancora lo teneva inchiodato al muro di pietra, Brenda uscì dal dormitorio serpeverde.

“Ma che succede qui??”

Draco di scatto aveva lasciato andare Harry… -Possibile che debba solamente vedere i miei lati negativi?? Merlino!!-

“Harry stai bene?” la bruna si era chinata sul ragazzo a terra.

“ Sì.. ma dovresti dire al tuo ex di starsene un po’ più calmo…”

Brenda lanciò un’occhiata a Draco che era diventato un blocco di pietra – “Harry stai bene?” da quando in qua lei si preoccupa per lui?? Merlino.. sto uscendo di testa…- era fermo, immobile… sguardo fisso sulla ragazza che era chinata verso Harry, seduto a terra… non riusciva a muovere un muscolo…

“Ti stavo aspettando… sai volevo sapere come stavi… ieri notte eri molto scossa…”

Non seppe se era il fatto che la stesse aspettando o l’aver intuito che la notte precedente fosse successo qualcosa di cui lui non era a conoscenza… ma tutta la rabbia che aveva in corpo esplose in quel momento……… contro Potter.

Con un braccio spostò Brenda da un lato, con l’altro tirò in piedi Potter e senza dargli il tempo di connettere gli diede una ginocchiata nello stesso punto del pugno…

Potter si ritrovò di nuovo a terra contorcendosi dal dolore come vittima di una cruciatus… Draco era livido di rabbia.

“Draco smettila” la sua voce era pacata ma estremamente decisa. Il ragazzo al suono di quelle parole si bloccò mentre stava per tirare l’ennesimo calcio al salvatore del mondo…

I loro occhi si incrociarono e si incatenarono di nuovo in un turbinio di sensazioni…

Gli occhi metallici si abbassarono per primi. Draco si allontanò da quel sotterraneo…

La mora invece si apprestò a soccorrere Harry…         

 

-Merlino!! Ma che idiota che sono!!! Come potevo anche solo lontanamente pensare che lei mi amasse ancora?? Che in un modo o nell’altro saremmo stati di nuovo  insieme??

Che un Avada Kedavra mi colpisse in questo istante per la stupidità che attanaglia il mio cervello!!

Potter.. figuriamoci… San Potter… Colui che un giorno avrò il piacere di vedere rantolare morente di fronte a me… quando il Lord vincerà la guerra soprattutto per merito mio!! Sì.. peccato che voglia essere lui ad ucciderti Sfregiato… io in questo istante lo farei molto volentieri…

Grifondoro?? Ma quale animo grifondoro aleggia dentro di te?? A parte quello di essere un perfetto deficiente?? Aspettare la mia Brenda… PASSARE LA NOTTE CON LEI??? Ha detto che l’ ha vista scossa…. Sicuramente  è successo qualcosa tra loro… oh.. ma aspetta che io venga a sapere una cosa del genere e vedi che ti faccio… oh sì… ti servirò al mio Signore su un piatto d’argento come un maiale  con un contorno di patate!!! Se solo verrò a sapere che l’ hai sfiorata… Io.. io… ti uccido!!!! LEI è MIA!!! SOLO MIA!!-

Draco era corso sulla riva del lago. Aveva bisogno di aria.. da quando aveva visto Potter aspettare Brenda, nel sotterraneo sembrava fosse svanito tutto l’ossigeno.

Come una furia stava sfogando la sua rabbia su ogni cosa si trovasse davanti a lui… aveva già tirato calci e pugni terribili a pietre, alberi… le mani gli sanguinavano ma non se ne rendeva nemmeno conto… era furioso… con Potter in primis… con Brenda, come poteva aver già smesso di amarlo?? Era passato più di un mese.. anzi quasi due.. ma sembrava si fosse ripresa molto molto in fretta… in ultimo era arrabbiato con se stesso… se la sua moretta si era allontanata alla fine era colpa sua. Ma questo era un pensiero che non avrebbe mai accettato. Lui voleva diventare mangiamorte, cioè, quello era il suo futuro… stava a Brenda capire.  Un Malfoy non può stare dietro ad una ragazzina… e allora perché il solo pensiero che lei non lo pensasse più lo faceva bruciare dentro?

 

“Draco per l’amor di Dio fermati!”

Blasie dalla sala comune serpeverde aveva solo sentito che nel sotterraneo stava succedendo qualcosa di insolito… ma solo quando uscì e si trovò davanti un Potter rantolante per terra, Brenda che tentava di farlo alzare, comprese che era stato Draco a fare quel casino…

Intuendo dove si trovasse l’amico e in che condizioni potesse essere, corse subito in direzione del lago. Era da quando era stato con Brenda che Draco si rifugiava a riflettere, o solamente per allontanarsi dalla realtà,  vicino al lago nero…

“TU LO SAPEVI???”

I suoi occhi erano più chiari di quanto li avesse mai visti, ed erano animati da uno stano scintillio.

“Di cosa stai parlando?” in effetti il moro non aveva idea a cosa si riferisse l’amico, poteva solo immaginare che centrassero Brenda e Potter…

“COME COSA?? POTTER CHE ASPETTA BRENDA PERCHÈ LEI ERA TURBATA DOPO LA LORO NOTTE INSIEME… TI DICE NULLA???”

Draco sferrò un altro calcio al masso aveva di fronte… il solo pensare e dire quella frase lo rendeva furibondo…

Blasie invece era abbastanza allibito… non era possibile che Brenda stesse con Potter… no.. da come l’aveva vista ultimamente, cioè chiusa in se stessa, triste… era impossibile che stesse con qualcuno che non fosse Draco.. lei lo amava….

“Secondo me hai frainteso tutto…” disse con semplicità… “Draco.. smetti di tirare calci e pugni a tutto.. o non ti rimarrà nessun osso integro…”

“NON MI DIRE COSA DEVO FARE!! –un altro calcione fu sferrato al povero masso vicino al lago- IO LO UCCIDO POTTER!!” si accasciò a terra.

Era stanco.

Stanco delle sue urla… stanco di prendere a calci tutto… sentiva un doloro fortissimo farsi spazio nel suo corpo…

Era stanco di amare una donna e non averla al suo fianco…

Era stanco di quella scuola.. in cui non poteva essere se stesso…

“Lei non mi ama più Blasie” delusione… per la prima volta il tono di Draco Malfoy esprimeva chiaramente il suo stato d’animo…

Il moro sorrise tra sé… vedere una persona così dura e spesso crudele andare fuori di testa per delle supposizioni abbastanza assurde… era abbastanza inusuale.. se poi quella persona era Draco Malfoy!!

“Amico mio.. secondo me ti sbagli di grosso…” era l’unica consolazione che poteva dargli…

 

Rimasero in silenzio per un po’… le lezioni probabilmente erano già iniziate, ma non importava…

Il lago, il sole primaverile che si rifletteva sulla sua superficie calma, i fiori che tornavano a colorare qua e là il paesaggio… tutto sarebbe stato magnifico se non fosse stato per la situazione in cui vivevano… la guerra…

“Blasie…”

“Mh..?” il moro che si era sdraiato comodamente sull’erba aprì gli occhi.

“Beh.. mi rendo conto.. di… essere stato un po’ freddo e… insomma…”

“Ah.. Un Malfoy che farfuglia!! Draco.. so bene che sei stato molto preso da te stesso… e dai tuoi ideali. Non voglio delle scuse. Ma sappi solo che io non sono d’accordo con te. In ogni caso sai che siamo amici e mi viene naturale preoccuparmi per te… in fondo sono troppo buono!” concluse il suo discorso con un gran sorriso ricco di modestia che fece ghignare Draco. “Allora, se sei così buono… che ci fai tra le serpi… grifone?”

“Ehi.. ora non insultiamo… ho detto che con te, dato che purtroppo siamo amici da troppi anni,sono buono… mica sono come i grifoni! Per carità!” il moro mise un broncio come per fare l’offeso…

Il biondo, invece, rideva ancor di più… era ancora furioso ma la vicinanza dell’unica persona che, oltre a Piton, ancora si preoccupava di lui, lo aveva fatto sentire un po’ meglio… si sentì uno stupido per averlo allontanato in maniera così brusca nel mese passato… ma la vita ha i suoi alti e bassi…

Qualcosa gli fece divenire il volto serio… un gufo stava sorvolando la superficie del lago diretto perso di loro.

 

 

 

 

“Harry… riesci ad alzarti?”  Brenda era in ginocchio per terra cercando di far alzare il grifone, ancora raggomitolato a terra.

“Bre.. ma che…??” Blasie era appena sbucato fuori dal dormitorio serpeverde e si era trovato davanti quei due… gli bastò un’occhiata della ragazza per capire e correre fuori.

“Dai Harry… alzati… così ti porto da madama Chips..”

“No”

“Ma sei matto? Se non ti ha spappolato lo stomaco sei già fortunato” la ragazza fece passare il braccio del moro attorno al suo collo e con non poco sforzo lo tirò in piedi.

“Io non vado in infermeria. Non sono un debole”

“Potter non mi fare alterare. Tu vai in infermeria.” Il suo tono non ammetteva repliche.

Facendo non poca fatica arrivarono da madama Chips che dopo aver fatto stendere su un letto il ragazzo e avergli fatto bere uno strano intruglio, se ne andò nel suo ufficio dicendo che aveva da fare.

-Certo che ogni volta che vengo qui mi lascia sempre da sola con il paziente.. non è possibile… - Brenda sorrise malinconicamente pensando a quando aveva assistito Draco… dopo che lei lo aveva colpito con l’incantesimo “spectrumnigra” durante la lezione di difesa contro le arti oscure…

Una voce la riscosse dai suoi pensieri.

“Brenda…”

“Va meglio Harry?”

“Sì… quell’intruglio è miracoloso… anche se fa schifo…”

“Bene.. cosa ci facevi stamattina davanti al mio dormitorio?”

“Ti aspettavo..”

“L’ho capito… ma perché?”

“Volevo sapere come stavi… ieri sera eri parecchio sconvolta…”

“Ah…sì.. lo so.. scusa” la ragazza si fece scura in volto. Era da quando si era alzata al mattino che cercava di non pensare alla notte prima… aveva avuto un cedimento terribile… che però in fondo gli era servito per reagire… per tornare a ‘vivere’. Ma preferiva non pensarci… il dolore era troppo grande… e capiva che doveva superarlo a piccoli passi.

“Brenda… -Harry prese la mano della ragazza tra le sue- tu puoi contare sempre su di me.. tra di noi c’è una sintonia speciale.. lo so.. io voglio esserti d’aiuto… voglio essere il tuo sostegno… so che potrebbe sembrarti assurdo ma quando ieri sera ci siamo baciati… io mi sono sentito in balia di te… non faccio che pensarti… io.. voglio stare con te!” aveva parlato senza quasi prendere fiato. Brenda lo fissava con un’aria indecifrabile… si morse un labbro. Quelle parole le avrebbero donato una nuova vita… se solo fossero state pronunciate da un’altra persona.

“Harry sei molto dolce e mi sei stato davvero prezioso ieri sera… devo dire che ho cambiato opinione su di te… però non penso che tra noi ci sia tutta questa sintonia che dici tu… insomma… tu sei un grifone e io un serpente… inoltre.. beh… nonostante tutto continuo ad essere innamorata di Draco –negli occhi castani per un attimo tornarono a brillare le pagliuzze dorate… ma quando riprese a parlare erano già scomparse- Sei  un ragazzo davvero speciale… non finirò mai di ringraziarti per quello che hai fatto per me… ma spero che tu capisca”

“Non c’è possibilità di farti cambiare idea… vero?”

“Non penso…”

“Allora mi accontenterò di averti come amica… almeno questo posso averlo?”

“Ma certo!” Brenda gli schioccò un bacio sulla guancia.

“Ma permettimi di dirti che ti sei scelta proprio un ragazzo insopportabile e che spero con tutto me stesso di catturare come mangiam-”

“Ti sarei grata se cambiassi discorso…”

“Ok.. scusa”

 

“Potter? Si sente meglio?!”

“Certo madama.. e grazie a lei!”

“Bene… Silente la vuole nel suo ufficio… e anche lei signorina Slyte”

“Madama ha riferito a Silente di…?”

“Dello scontro tra il Signor Malfoy e il Signor Potter… ovviamente. Un tale comportamento è inammissibile!” la donna rispose stizzita, dopodiché tornò nel suo ufficio.

 

 

 

 

“Draco.. è una lettera di Piton? Dice qualcosa …riguardo a-”

“No. È Silente. Mi vuole nel suo ufficio. Adesso”

“Mh.. trattieniti dall’uccidere Potter...”

“Ci proverò… ma non assicuro nulla”

 

 

 

 

“Ragazzi… è con sommo dispiacere che sono stato avvisato di un vostro screzio stamani…”

Il preside aveva fatto accomodare i tre studenti in sedie davanti alla sua scrivania; ora scrutava da dietro agli occhialini a mezza luna, con i suoi occhi azzurro intenso, prima Draco e poi Harry … sempre loro… sempre l’uno contro l’altro… sarebbe mai riuscito a farli vivere in pace??

“penso che arrivare a duelli… babbani… con calci e pugni sia una cosa inammissibile Signor Malfoy…- lo sguardo si fece grave posandosi sul volto imperscrutabile di Draco- però, sapendo bene che uno non reagisce in tale maniera a meno che non sia provocato – ora guardava Harry- trovo che sia giusto che entrambi veniate puniti a seconda della gravità di ciò che avete fatto…”

“Ma Silente!! Io non o fatto nulla!!! Ero solo  nei sotterranei ad aspettare Brenda!! Lei può testimoniare…”

Brenda sprofondò nella sedia.. non aveva la minima voglia di mettersi in mezzo a quelle discussioni… non riusciva a dare torto a Draco… in fondo aveva avuto un attacco di gelosia… magari lei era ancora importante per lui… -tsk… sto di nuovo viaggiando con la fantasia… se ci tenesse a me mi sarebbe affianco.. e non alla mercé di un pazzo che si fa chiamare Voldemort…-

“Harry… ho già deciso… e tale rimane il mio verdetto… vi comunicherò le punizioni in giornata. E ora siete pregati di andare tutti a lezione”

Mentre si alzavano e si avviavano verso l’uscita dell’ufficio Brenda urtò il braccio del caposcuola serpeverde… un brivido percorse i due serpenti… i loro occhi si incrociarono… si incatenarono.

Non una parola uscì dalle labbra di uno dei due…

Silenzio…

Brenda chinò il capo per nascondere le lacrime che le stavano riempiendo gli occhi…

Quello sguardo riusciva a farla bruciare dentro, le faceva ricordare i momenti belli in cui riusciva a guardare il mondo con un’aria positiva… ora invece tutto le sembrava grigio.. anche se aveva scoperto un nuovo amico.. Potter..

 

Draco guardò la ragazza abbassare la testa e oltrepassare la porta…

Non poteva ancora credere che stesse o flirtasse con lo sfregiato…  i suoi occhi sembravano ancora appartenergli…

Sospirò…

Vederla, giorno dopo giorno, era troppo doloroso…

Sperava vivamente che l’Oscuro lo chiamasse per la sua iniziazione… almeno avrebbe avuto altro cui pensare.

 

 

 

Un ringraziamento ai lettori.. anche se potreste commentare un po’!!!!

Zia… hai visto che non ho combinato nulla di così catastrofico???

Un bacio grande a tutti!!

 

 

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Capitolo 14
*** Troppo tardi? ***


“Hai capito benissimo Malferret

“Draco… com’è andata?” Blasie gli si era avvicinato al biondo affiancandolo  mentre si dirigevano entrambi verso l’aula di pozioni.

“Draco.. allora?”

“Blay non me ne frega nulla di quello che possa decidere Silente come mia punizione. La cosa non mi tocca assolutamente. Anzi, sono contento di aver sistemato almeno in parte Potter”

Draco era molto pensieroso e irascibile, quel pizzico di “gioia” che aveva provato poco prima mentre parlava con l’amico, stesi sull’erba davanti al lago, era totalmente svanito quando aveva visto Brenda uscire dall’ufficio di Silente. Forse lo capiva solo ora… forse… non l’avrebbe mai più riavuta. Il pensiero lo fece rabbrividire mentre, entrato nell’aula grigia e tetra di pozioni, posava i suoi libri su un banco. Si sedette e si prese la testa fra le mani ignorando gli sguardi apprensivi di Piton e dell’amico che prese posto al suo fianco.  Poco dopo nell’aula arrivarono anche i grifondoro, Potter compreso. Ma perché diamine dovevano avere sempre lezione insieme?? Possibile che Silente riuscisse ad essere così sadico certe volte??

Vedendo entrare il magnifico trio, Draco riacquistò la sua posa composta e austera. Magari quei tre avrebbero addirittura potuto pensare che stesse male per aver litigato con Potter e preso una punizione… per Merlino sia mai!

La lezione iniziò e tutti si prepararono per preparare la pozione del giorno: Distillato della morte vivente.

 

 

Suonò la campana delle 12 e mezza… era ora di pranzo. Gli studenti si precipitarono fuori dal sotterraneo per raggiungere la Sala Grande e fare una meritata pausa.

“Draco. Devo parlarti. Aspettami qui.” Piton uscì dall’aula con un fruscio del mantello.

-Severus stai diventando noioso…e fin troppo prevedibile… non riuscirai a convincermi… come te lo devo spiegare??- Draco si accomodò dietro la scrivania del professore, sulla sua morbida poltrona di pelle scura.

“Eccomi.” Il suo volto appuntito e incorniciato dai lunghi capelli neri era piuttosto teso e duro. Assicurandosi che in corridoio non ci fosse nessuno, chiuse la porta dell’aula e la sigillò con un incantesimo in modo che la loro conversazione potesse essere totalmente privata.

Negli occhi del ragazzo si accese come una scintilla… forse non avrebbe dovuto subire l’ennesima paternale sul suo futuro… forse…

“Ci sono delle novità?” chiese con un fil di voce.

“Sì.”

“…” finalmente era arrivato quel giorno… finalmente si sarebbe allontanato da quella scuola dove faceva finta di essere ciò che non era… finalmente pensava che allontanandosi, avrebbe smesso di soffrire per Brenda.

“Tra due settimane”

“Cosa…?”

“Fra due settimane….”  La sua voce si interrompeva per lo sconforto…quel ragazzo non aveva idea di cosa avrebbe passato…

“Severus mi vuoi spiegare?” il biondo si era alzato dalla poltrona e fronteggiava il professore.

“Fra due settimane ci sarà l’uscita ad Hogsmede…nei paraggi della Stamberga strillante un servo del Signore Oscuro ti aspetterà e ti porterà da lui”

“L’iniziazione… fra due settimane avrà inizio…”

“No. Prima di essere marchiato, come ti era già stato detto, verrai sottoposto ad un addestramento speciale… per il ruolo che ti competerà”

“Già… me ne ero scordato”

L’uomo lo guardava con aria di rimprovero… ma non avrebbe potuto dirgli nulla per fargli cambiare idea.. aveva provato ed era stato inutile… e in ogni caso ormai era troppo tardi. Troppo tardi.

 

 

 

 

“Signorina Slyte vuole dirmi lei le caratteristiche di un Diricawl?” la professoressa Caporal, che avrebbe sostituito Hagrid nel periodo della sua assenza (era in missione per conto dell’Ordine),   guardava la ragazza persa nei suoi pensieri…

“Signorina Slyte… è tra noi oggi?”

“Eh.. sì.. scusi…”

“Bene, allora ci dica le caratteristiche di un Diricawl. Stiamo aspettando”

“Un Diricawl è un uccello grassoccio e che non sa volare, ma è molto abile nello sfuggire ai pericoli. Può apparire in uno sbuffo di piume e riapparire poi da altre parti.. come le fenici.”

“Ottimo.. 10 punti a serpeverde… ora guardate queste creature.. le ho dovute mettere in questa teca incantata perché altrimenti sarebbero potute scomparire…”

l’insegnante continuava a parlare di quegli strani animale che tra i babbani erano comuni come i dodo ma Brenda non le prestava la benché minima attenzione…

-O nonna.. sono sicura che se tu fossi sapresti consigliarmi cosa fare… i suoi occhi… quello sguardo… quel brivido… tutto di lui mi manca terribilmente. Nessuno, nemmeno Harry Potter alias salvatore del mondo, il ragazzo con cui ogni adolescente si sentirebbe al sicuro, può farmi sentire così viva solo sfiorando le mie labbra con le sue. Mi chiedo se questa guerra finirà abbastanza in fretta per permetterci di ritrovarci… ma anche se finisse… lui non rimarrebbe pur sempre un mangiamorte? Non verrebbe processato e condannato ad Azkaban come era già successo una volta ai seguaci di Voldemort? – la ragazza inorridì al pensiero che il suo amore avesse potuto rischiare di essere rinchiuso dentro una cella di quella prigione per maghi… rischiando per di più il bacio del dissennatore… no. Non poteva accadergli una cosa simile.

-Amore… Draco… io ti vorrei stare vicino.. ma come faccio? Forse ormai è troppo tardi per far tornare ad incontrarsi le nostre strade… Ricordo come fosse ieri quel maledetto giorno di San Valentino in abbiamo detto di amarci… e in cui ci siamo separati per le nostre scelte di vita… tu nero.. io grigio.. forse è troppo tardi per provare a convincerti… anche se avevo giurato a me stessa che non ci avrei provato.. perché in cuor mio ho sempre saputo che tu non ti saresti lasciato convincere…

Cosa devo fare??

Mi sento persa senza te…

Ma ormai è tardi…

Abbiamo preso le nostre decisioni… e dobbiamo seguirle.-

 

 

 

 

“Scordato?” Severus aveva alzato un sopracciglio con aria interrogativa.

“Sì.. me ne ero scordato…” rispose stizzito “ e non gliel’ ho nemmeno detto…” concluse più per sé che rivolto al professore… che in risposta lo guardava con uno sguardo  inquisitorio più del precedente.

-Le ho detto che partivo… sarei stato marchiato… ma non dell’allenamento. Non sa che mi assenterò da scuola… non sa nulla.. ma anche se sapesse??cosa cambierebbe? Tsk.. meglio così.. tanto chi la consola ce l’ha già… perché dovrei farmi dei problemi proprio adesso? Io ora mi sto incamminando verso la gloria… La gloria che mi darà il mio Signore Oscuro.-

“Draco..” l’uomo richiamò il ragazzo che gli sembrava perso nei propri pensieri.

“Severus c’è altro che devo sapere?”

“No. Ricorda solo il massimo della riservatezza”

“Ma… se io sparisco… Silente-”

“Silente non saprà nulla esattamente come me.. anzi, io sarò con lui… nemmeno i tuoi amici dovranno sapere nulla.”

“Blasie.. nemmeno?”

“No. Se mai li interrogassero devono essere puliti”

“SEV!! Non posso non dire nulla a Blasie…”

“Draco..verrebbero a sapere tutto… e non deve succedere. Nes-su-no saprà nien-te.” Quelle parole scandite con molta sicurezza risuonarono quasi come una minaccia.

Ma tanto a cosa sarebbe andato Draco?

Cosa avrebbe perso?

Nulla..

Non sarebbe cambiato assolutamente niente… anzi.. almeno così avrebbe avuto l’occasione di salutare il suo amico.

 

 

 

Quando arrivò al tavolo serpeverde per il pranzo molte persone avevano già terminato e si apprestavano a rientrare nei loro dormitori per terminare la pausa prima dell’inizio delle lezioni pomeridiane. Si sedette vicino a Blasie che stava parlando animatamente con una ragazza. Il profumo di questa lo investì e gli fece perdere un battito… conosceva sin troppo bene quell’essenza… si voltò lentamente a guardare con più attenzione la ragazza con cui Blasie parlava…

Ma come aveva fatto a non notarla prima??

La notava anche al fondo di un corridoio affollato e quel giorno non l’aveva proprio vista… era troppo perso nel pensiero di lei  da non accorgersi di averla vicino…

Era la prima volta, da quando si erano lasciati, che si trovavano così vicini…

Brenda sentendosi fissare si voltò verso il ragazzo che si era appena seduto vicino a Blasie ad un posto di distanza da lei…

Vuoto.

Il suo volto si bloccò a fissare quello diafano di lui che non accennava a voler abbassare lo sguardo…

Occhi negli occhi…

Ghiaccio e fuoco animavano quegli sguardi.

“Hei Bre, stavi dicendo?? Ma che ti è…- anche il moro si voltò in direzione di quello che guardava Brenda- ah! Draco… ce l ’hai fatta… beh.. non mangi?”

doveva ammettere che la situazione era piuttosto imbarazzante… si sentiva di troppo in mezzo a quei due…

“Scusate non volevo disturbarvi… Blay, più tardi ti devo parlare” il biondo aveva abbassato la testa e si stava alzando dal tavolo.

“Aspetta…”

Un brivido gli ghiacciò il sangue bloccandogli il cuore per quelli che sembravano momenti infiniti…

“Perché devi andare a mangiare da un’altra parte? Se volevi parlare con Blasie…  vado via io…” Anche Brenda si alzò dal tavolo, pronta ad andarsene ma con lo sguardo ancora incatenato al viso del ragazzo che tornò a guardarla senza riuscire a proferire parola.

Blasie, che era rimasto seduto ad osservare la scena, decise che era il suo turno di intervenire. “Ragazzi… se rimaneste qui entrambi? Così tu Draco - qui si era voltato verso il biondo ancora imbambolato- mangi qualcosa… eh direi che tu ne abbia proprio bisogno… e tu Brenda – ruotò di 180° per guardare in faccia la ragazza- mi finisci di raccontare… siamo tutti d’accordo no?”

Si risedette sulla panca con aria soddisfatta… dopotutto c’era il 50 per cento  di possibilità che stessero tutti e tre al tavolo come facevano tempo addietro… magari avrebbero anche parlato quei due… c’era anche il 50 per cento negativo… ovvero quei due se ne sarebbero andati entrambi lasciandolo solo.. doveva solo aspettare….

……

……

……

Draco con un movimento molto lento tornò a sedersi. Brenda accennò un lieve sorriso e si accomodò anche lei

Blasie sfoggiò una dei suoi migliori sorrisi a trecento denti e mentre augurava buon appetito a Draco tornava a parlare con Brenda.

 

 

“Davvero ha fatto lezione sui Diricawl? Bah.. non pensavo si potessero catturare….”

“Ma infatti-”

“Se li metti in una teca di cristallo non si possono spostare” precisò Draco in tono piatto

“Ecco. È quello che stavo per dire…” replicò la mora un po’ infastidita.

“Scusi.. signorina… non volevo interrompere la lezione…” la guardava con un’aria strana… la sfidava seppur con freddezza.. ma non aveva il suo solito ghigno… era semplicemente strano…

“Oh.. per questa volta eviterò di tagliarle la lingua… solamente perché apprezzo che le sue conoscenze da mangiamorte le fruttino qualcosa”

Blasie si sentì morire per le parole dell’amica… Ma perché diavolo doveva tirar fuori la storia del mangiamorte??

“La mia è cultura generale… ad un mangiamorte non serve saper catturare un piccione…”

“Cultura generale dici?? E da quand’è che tu studi…???”

“Hai già dimenticato i miei ottimi voti?”

“Ottimi?” la mora sapeva bene quanto Draco fosse permaloso riguardo alla sua rendita scolastica. Voleva essere tra i migliori…

“Sì. Ottimi” il suo ghigno era apparso sul volto diafano.

“Tsk.. accettabili se mai”

“HO DETTO OTTIMI”

“Scadenti… rispetto ai miei poi”

“Ci credo… sei un topo da biblioteca!”

“OHI!! Ha parlato il furetto platinato!” Brenda ormai rideva di gusto…

 

Blasie guardava i suoi due amici a bocca aperta… Ma che diavolo si era perso?? Sembrava di essere tornati all’inizio della scuola quando non facevano altro che battibeccarsi… no.. era impossibile.. o stava sognando o si era perso qualcosa… di certo.

 

 

“Come mi hai chiamato??”

“Hai capito benissimo Malferret!” la mora si era sporta in avanti con fare provocatorio.

Blasie era sempre più allibito e anche Draco aveva alzato un sopracciglio stupito

“Non sai con chi stai scherzando piccola impertinente…” la sua voce era scesa di tono… cercava (con scarsi risultati ndBrenda) di essere minaccioso…

“Oh.. invece sì… ed è per questo che mi permetto di parlare…” gli fece la linguaccia.

Draco non sapeva cosa dire… o meglio non gli andava di rovinare tutto azzardando qualche altra risposta…

-Mi sembra un sogno.. tutto come prima… i tuoi occhi brillano di nuovo per me…di nuovo mi prendi in giro e ci battibecchiamo come cane e gatto… ti sento mia… di nuovo. È stupendo.-

 

“Vedo che ti sei arreso.. Ah! Vinco sempre io!”

-Draco… quanto mi mancavi! Mi sembrava impossibile tornare a scherzare con te… il mio cuore batte a mille… forse ora le cose cambieranno… ne sono certa. Tutto cambierà! Tutto questo tempo perso a soffrire sembra essersi dissolto nell’attimo in cui i nostri sguardi si sono incrociati di uovo… ho i brividi se penso che… potresti essere di nuovo mio…-

 

Bene, in quella situazione, con Brenda e Draco che sembravano attirarsi come delle calamite Blasie si sentiva di troppo… lì, in mezzo… non centrava proprio nulla!!

“Ragazzi.. io vado…” sperava di rompere quell’incanto che si era ricreato tra i due…

“Dove vai Blay?”

Blasie strabuzzò gli occhi -Draco ma che te ne frega!!! Sei qui che di nuovo parli con Bre per chissà quale grazia divina e mi chiedi dove vado???-  “In sala comune… devo prendere dei libri”

“Vengo anche io.. tra poco ho lezione” Brenda si alzò e si apprestò a seguire l’amico.

-Certo che anche tu Brenda… ma cosa vieni con me?? Merlino.. ma che amici deficenti che ho!!-

“Vi seguo anche io…” Draco si accodò ai due mentre si dirigevano nei sotterranei serpeverde.

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Capitolo 15
*** Riconciliazione ***


“Blay… devo andare a prendere dei libri per pozioni e poi rimango a studiare in biblioteca stasera… mi raggiungi lì

“Blay… devo andare a prendere dei libri per pozioni e poi rimango a studiare in biblioteca stasera… mi raggiungi lì?”

“Bre… ma stai sempre a studiare?! Non ho voglia…”

“Non eri tu che dovevi terminare due pergamene per la lezione di trasfigurazione di domani??” la ragazza aveva incrociato le braccia al petto e guardava intensamente il moretto con un’aria di rimprovero.

“Sì ma… Draco mi farà copiare la sua!”

“Cosa??” Draco, comodamente seduto su un divano della sala aveva ascoltato la conversazione con aria disinteressata, era troppo preso ad ammirare la perfezione dei boccoli castani che ricadevano sinuosamente sulle spalle della serpeverde seduta di fianco al suo amico, di fonte a lui, per prestare attenzione a ciò che si stavano dicendo.

“E dai Draco… tanto so che tu l’ hai già fatto… mi fai dare solo un’occhiata…”

“Va bene…”

“Non dovresti incoraggiarlo… così non studierà nulla per i suoi esami M.A.G.O.!” Brenda guardava torva il biondino che stava passando una pergamena a Blasie..

“Slyte… mi ricordi molto la Granger alias Zannuta sai?? Per favore.. non trattarci come lei tratta Lenticchia e lo Sfregiato…” –Già… lo Sfregiato-Potter… ma si può sapere in che rapporti sono??Merlino… non riesco a capirlo!!- il biondo aveva assunto un’espressione pensierosa… fissava il vuoto…

“Si chiama Harry… ed è un bravo ragazzo…”

Colpo micidiale al petto… -Lo difende… lo difende… Potter-Spotty… giuro che se ti trovo davanti a me quelle dell’altra volta saranno solo delle carezze in confronto a quello che ti farò…lo giuro… avrò il piacere di rompere ogni tuo ossicino in mille pezzettini… molto molto pic- -

“Però non vi posso dare torto… voi due siete molto più intelligenti degli sgryfoni… per questo vi dovete impegnare e far vedere quanto valgono veramente i serpeverde…” aveva incontrato lo sguardo di Draco che si era distolto dai suoi pensieri per fissarla freddamente… che stesse pensando che lei difendeva Potter?  Quegli occhi erano così freddi… così assenti…

“OH! Ma che cara ragazza… ti preoccupi per noi… ma è ovvio che noi siamo meglio dei gryffindor…!” Blasie aveva abbracciato Brenda che aveva ricambiato con un sorriso… anche Draco sorrise…

-Strano… se sorride vuol dire che non si preoccupava affatto di Harry… meglio così…- “Vado… vi saluto.. ciao”

“Ciao Bre…” salutò cordialmente il moro“Ciao” più sottovoce Draco.

 

 

Passarono pochi minuti…

“Blay… devo parlarti” Draco si era alzato e aveva posato i suoi occhi ghiacciati sull’amico intento a leggere la sua pergamena

“Draco… tranquillo.. insomma… per una volta che non faccio trasfigurazione…”

“Ma chi se ne frega di trasfigurazione… seguimi” con passo deciso si era diretto verso la sua stanza da caposcuola; una volta entrato con Blasie al seguito si richiuse la porta alle spalle e isolò la camera.

“Draco.. ma che diamine stai facendo??” il moro sembrava molto perplesso… come mai tutte quelle precauzioni per ciò che doveva dirgli?? Un’idea cominciò a balenargli nella testa… e venne confermata nell’udire le parole del biondo

“Mi ha chiamato”

“Cosa? Quando??”

“Tra due settimane andrò da Lui”

“Ma non puoi!!! Draco! La scuola…” Zabini aveva gli occhi sgranati… il suo migliore amico allora era deciso…

“Cosa vuoi che me ne importi della scuola?! Con quel Silente che non fa altro che strami col fiato sul collo… tsk.. chissà che punizione si è inventato poi… comunque Blay… è deciso… Volevo solo che lo sapessi… non mi andava di sparire senza salutarti…”

“Sparire??!”

“Siediti. Datti una calmata e ti racconto tutto…”

Dopo che si furono accomodati sulle poltroncine di pelle Draco riprese a parlare e gli raccontò ogni cosa che Piton gli aveva comunicato poco prima di pranzo.

“Capisco..”

“Brenda non sa niente dell’allenamento…”

“Come? Sevi siete lasciati proprio perché tu saresti diventato…”

“Mangiamorte… appunto. Ma non le avevo parlato del mese prima della cerimonia, in cui mi avrebbe allenato…”

“Perché?”

“Non lo so…” un brivido gli percorse la schiena… se pensava a quella ragazza aveva un mix di emozioni indescrivibili: al mattino nell’ufficio del preside era convinto che il suo cuore ormai fosse di Potter… poi quello sguardo, mentre si allontanavano da quella stanza, aveva messo in crisi quei pensieri… l’aveva sentita di nuovo sua… poi a pranzo avevano parlato facendo finta di niente… ma com’era possibile?? Che situazione era?? Come si doveva comportare?? Cosa doveva fare??  Non lo sapeva… e “non sapere qualcosa” ad un Malfoy faceva male… molto.

“Non voglio che sappia nulla… non le dirò nulla… non adesso che ci siamo parlati… non adesso”

“E quando allora Draco??!”

“Non adesso…” rispose con un’aria un po’ malinconica. La sua decisione era sparita… del tutto. “Blay… abbiamo parlato! Sai cosa significa? L’ho guardata negli occhi… e l’ho sentita mia… non di Potter! Mia!! Tutta mia!!”

“Amico… ho capito cosa vuoi dire, ma pensi sia giusto farle del male così? Farvi del male…”

“Dovrei rivelarle che tra due settimane lascerò Hogwarts per la mia preparazione?? Cosa cambierebbe? Nulla.. te lo dico io.. che sappia o no dell’allenamento non modificherà certo cosa voglio diventare… e lei non accetta”

“Almeno dille quando andrai via…” il moro sapeva benissimo che per la “scomparsa” dell’amico Brenda sarebbe stata malissimo… doveva essere informata… a pranzo avevano fatto un passo avanti, ora non potevano farne dieci indietro!

“No… non insistere.. o sarò costretto ad usare l’incantesimo della memoria su di te…” parole dure pronunciate una freddezza quasi irreale.

“A volte mi sembra di non conoscerti…Vado a lezione”

Blasie Zabini uscì dalla stanza da caposcuola altamente sconfortato… sapeva che Draco non scherzava… non avrebbe detto nulla a Brenda… anche se non era giusto.

 

 

 

“Signorina… la biblioteca sta per chiudere…”

-Oh.. Merlino! Sono già le 22 e 45! Sono stanchissima…- “Oh.. certo Madama.. vado via subito”

-Altro che studiare stanotte… io dormo… e Piton, beh, pazienza… non ci può caricare di cose da fare così… dovrei scrivere ancora due pergamene… non ho voglia….-

Brenda, mettendo su un broncio da bambina al pensiero di tutti i compiti assegnateli dal professor Piton , tornò nel suo dormitorio serpeverde non stupendosi di trovarlo quasi del tutto vuoto… c’era solo… Draco.

-Merlino… ora che faccio…? Oggi abbiamo parlato… ma ora.. da soli… non è così semplice….-

 

Draco stava sorseggiando una burrobirra e leggeva una pergamena: la  punizione  che gli era stata assegnata da Silente

 

Gentile Signor Malfoy ,
ho il piacere di comunicargli che, dopo un’attenta analisi su cosa sarebbe stato meglio
per far capire a Lei e al Signor Potter l’importanza della “collaborazione” all’interno
della nostra scuola, la sua punizione è quella di dover lavorare con Harry  come “aiuto-insegnati”, dando lezioni di recupero agli studenti più piccoli. Avrete a vostra disposizione l’aula del professor Vitious.

                        Distinti saluti e Buona notte

                                       Albus Silente

 

 

-Infame di una Preside… sa benissimo che appena io e lo Sfregiato ci troviamo davanti non resistiamo alla tentazione di un duello… non vede l’ora di sbattermi fuori da sta scuola… ma non ti preoccupare Albus… me ne andrò da solo e tra poco…. – Sentì una presenza alle sue spalle… -Ma chi ci sarà a quest’ora…? Brenda…-

“Hai intenzione di passare la notte sulla porta con tutti quei libri e pergamene in mano?”

doveva rompere quella strana tensione in qualche modo…

Lei avanzò verso di lui… posò i suoi libri sul tavolino e si sedette sul divano poco distante dal biondo… -Merlino.. sembro una bambina… in fondo ora parliamo… cosa potrebbe mai andare male??- “Non mi offri niente?” disse, recuperando tutta la sua sicurezza e sfrontatezza, accennando alla bottiglia di burrobirra che Draco teneva in mano.

“Certo signorina… dimenticavo che lei fosse… -ubriacona non posso certo dirlo… ora come ora la offenderei…-  che tu apprezzassi…” fece materializzare nella sua mano una bottiglia e la porse alla ragazza.

“Caro.. dopo una sera di studio, bere una burrobirra, non fa di me un’ubriacona!” –e se non ricordo male eri tu quello che bevevo di tutto e di più…-

“Studi così tanto perché sei secchiona…” –una bellissima secchiona…-

“Di nuovo sto discorso?? E comunque tengo solamente alla mia media…” –e poi se tu non sei con me… studiare è l’unica cosa che mi aiuta a non pensarti… ma ultimamente non funziona molto-

“Certo… ah! Ricordami di ringraziare il tuo amico…”

“Chi?”

“Sfregiato…” –Devo saperlo… devo sapere se è successo qualcosa con Spotty… devo saperlo… ora che ci stiamo ‘riavvicinando’…-

“E perché mai?” –E se mi chiede se è successo qualcosa con Harry?? Non potrei mai dirgli della Stanza delle Necessità… di quel bacio che io non volevo neppure… no.. non glielo dirò.. alla fine non era nulla.. non sono stata io…-

Draco passò la pergamena che Silente gli aveva mandato a Brenda… che dopo averla letta scoppiò in una sonora risata!

“Tu e Harry insegnanti??! Ahahahahahahah… Merlino!! Poveri piccoli che verranno da voi… ahahahahahah!”

Il biondo si stava irritando… aveva stretto nervosamente il pugno destro al solo pronunciare il nome “Harry”, la sua gelosia stava di nuovo salendo… ma doveva contenersi… puntò i suoi occhi su Brenda che rideva ancora –Sei così bella quando ridi… ecco… se non penso allo sfregiato forse riesco ancora a stare calmo… devo riuscire a mantenere il mio autocontrollo… -

“Non è molto divertente invece”

“Sì che lo è!”

“No che non lo è!”

“Sì invece!”

“Ti dico di no!” mise su quel broncio da bambino arrabbiato che forse solo Brenda e Narcissa gli avevano mai visto…

“Va bene… forse per te no.. ma per me sì!” –oh.. Draco… mi mancava quella tua smorfia da finto bambino… sembri quasi tenero… non freddo e impenetrabile come sei sempre… sembri essere di nuovo il mio Draco…-

“Sei una degna Slytherin sai?” –ma mai quanto me ovviamente-

“Mai quanto te…”

“Ovvio… ci vuole un bel po’ di tempo per diventare una perfetta serpe raffinata  come me” –A volte mi leggi nel pensiero e non te ne rendi nemmeno conto… sei fantastica… ma come abbiamo fatto ad allontanarci?-

 

Silenzio…

Brenda e Draco si fissavano… non pronunciando nessuna parola…

Non era imbarazzo. Era la consapevolezza di aver “ritrovato” l’altra persona…

Una sensazione di pace e tranquillità che non provavano da tanto, forse troppo tempo, pervase  le loro membra…

Continuavano a fissarsi… occhi di ghiaccio persi in quelli castani di lei…

 

 

“Era tanto che non parlavamo…” Draco abbassò lo sguardo e prese un altro sorso di burrobirra

“Veramente da pranzo…” –no.. non sono pronta per affrontare il discorso… ti prego…-

“Sai a cosa mi riferisco”

“Sì” anche Brenda aveva chinato il capo e bevevo la burrobirra esattamente con gli stessi gesti di Draco. Non sapeva cosa avrebbe dovuto dire… che era dispiaciuta? Che non accettava il fatto che divenisse mangiamorte? Avrebbe dovuto dirgli che lo aveva quasi odiato perché non era vicino a lei quando era morta sua nonna?

Troppe… troppe erano le cose da dire… ma che non avrebbe mai detto… non in quel momento.

“Mi mancava. Mi mancavi tu” –ecco… l’ho detto… ora sta a te Bre… io ho già fatto il primo passo, cosa che un Malfoy non avrebbe dovuto fare… ma… sei tu…-

 

Brenda si bloccò al suono di quelle parole… sguardo perso nel vuoto… occhi che si riempivano di lacrime…  il cuore che batteva un ritmo insostenibile….- Mi mancavi tu… Mi mancavi tu… Mi mancavi tu…io… gli manco… Merlino… non capisco più nulla…-

 

Si sentì cingere in vita da due braccia forti… Draco tirò la ragazza verso di sé… la circondò con le braccia… e le sussurrò all’orecchio “Brenda…io-” –come dirti che ti amo ma che il mio destino è quello??-

“Sh.. anche tu mi sei mancato… non immagini quanto…” –Non voglio rovinare questo momento con inutili parole sul futuro… ci penseremo Draco… ci penseremo…-

 

 

Le loro labbra si incontrarono in un turbinio di emozioni…

Brividi invadevano i loro corpi scotendoli fin dentro l’animo…

Si addormentarono così… stretti, abbracciati… sul divano della sala comune…

 

Bene bene…. Finito anche questo capitolo… non mi soddisfa pienamente… secondo me manca ancora qualcosa… ma non so cosa!

Va beh… un ringraziamento a tutti coloro che leggono (pur non commentando!! -___-’’’) e alla mia carissima Nikaido… invito tutti a leggere la parodia del sesto libro di HP che stiamo scrivendo insieme… si intitola “Harry Potter e la sua ossessione palesemente gay per Draco Malfoy”

Un bacio… e al prossimo cap!!

Angelroy

 

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Capitolo 16
*** Un notte di pensieri ***


“Blay… devo andare a prendere dei libri per pozioni e poi rimango a studiare in biblioteca stasera… mi raggiungi lì

Draco si svegliò nel cuore della notte…

Aveva di nuovo fatto quell’incubo…  questa volta aveva visto chiaramente che il mangiamorte dietro Brenda era Bellatrix… sarebbe stata lei ad ucciderla??

 Sospirò… 

Guardò la ragazza che poggiava il capo sul suo torace…

Gli dava un calore quasi innaturale… una sensazione di tranquillità sconosciuta… era perfetto… lei era perfetta… prese a carezzarle i boccoli che le scendevano spettinati sulle spalle…

-Piccola mia… quanto sei bella! Non sai quante mattine mi sono svegliato e ho maledetto me stesso e il mondo per non trovarti al mio fianco… non immagini neanche quante volte, vedendoti passare per i corridori abbia avuto la tentazione di fermarti… solamente per far incrociare il mio sguardo con il tuo… quanto mi mancano quelle venature dorate nel castano dei tuoi occhioni.. dov’e sono finite?? Chi ti ha portato via quella felicità? Non voglio credere di essere stato io piccola… non voglio. Eppure so che in parte, in buona parte è stato così… maledetto me! Ma cosa sono diventato? Ho lasciato che i miei ideali venissero sopra a tutto… amore.. amicizia…

Per prima cosa ho allontanato te perché non condividevi la mia scelta… ho sempre avuto questo vizio dannatamente Malfoy: chi non è dalla nostra parte non ci può stare vicino.

Mai, mai nella mia vita ho sbagliato così tanto… Avevo  allontanato persino Blasie… il mio amico di sempre… il mio “fratello di spirito”… speravo che almeno lui mi appoggiasse, mi dicesse che stavo seguendo la via giusta. Ma non è stato così.

Eppure perché io continuo ad essere convinto che il mio posto sia quello? Che essere il primo fra i mangiamorte mi renderà gloria e giustizia?

Ma ora che ci penso… ne sono ancora così convinto?-

Draco si passò una mano tra i capelli ribelli sospirando, poi facendo attenzione a non svegliare Brenda, si alzò dal divano. Si avvicinò alla finestra incantata della sala comune… una notte senza stelle… buia… alquanto insolita per la stagione primaverile…

-Nemmeno la notte porta luce su ciò che sento dentro di me…

Bre..ma guarda come sei bella… anche mentre dormi… ogni più piccola parte di te esprime grazia… sei tu. Sei solamente tu. Sei la mia Brenda… come ho fatto a pensare anche solo per un attimo che potessi aver qualcosa a che fare con Potter?? Te lo leggo negli occhi…

Amore… desiderio… solo per me.

Non ho più bisogno di conferme…

Mi è bastato il tuo sguardo stamattina nell’ufficio di Silente… le tua battutine come tanto tempo fa a pranzo… i nostri sguardi si sono incatenati come la prima volta… quando sull’espresso per Hogwarts difendevi Pansy dalle mie dure parole… anche allora… sostenevi il mio sguardo senza problemi…

Per questo… per la tua forza… per la tua dolcezza… per la tua intelligenza… per come sei tu… io ti amo.

Non avrei mai pensato di essere tanto felice nel pronunciare due semplici parole ‘ti amo’…

Solo una volta ce lo siamo detti… ricordi? il giorno in cui abbiamo fatto l’amore… magnifico… non potevo chiedere di meglio…

E poi siamo riusciti a rovinare tutto…

Ma ora le cose andranno meglio… ne sono certo…-

Il biondo appoggiò la fronte contro il vetro fresco della finestra appannandolo leggermente con il suo respiro.

-Meglio… andranno meglio… ma come possono andare meglio se tra due settimane io sarò con l’Oscuro??  Brenda… non capisco più il mio destino.. è una cosa che devo fare… ormai è deciso… non mi posso tirare indietro. Lo capisci?? Non posso.. è un patto che ho suggellato con Lord Voldemort in persona… Lui ha fiducia in me.. nelle mie potenzialità… si aspetta grandi cose da me… me lo ha detto Lui..

Però come faccio a deluderti di nuovo…?

Perché sono sicuro di averti delusa quel giorno…  Te lo leggevo negli occhi mentre lasciavi la mia stanza, te lo vedevo scritto in fronte mentre ci incontravamo in sala comune o a pranzo… ma oggi no..

Oggi sul tuo candido viso non c’era ombra di alcun sentimento avverso nei miei confronti…

Ti ho vista sorridere…

Ti sei stretta a me stasera… beh.. in verità sono io che ti ho stretta… non resistevo…

E meno male che avrei dovuto fare solo il primo passo… tsk.. un Malfoy che prende per ben due volte l’iniziativa…  Prima ammetto che mi eri mancata… e poi ti avvolgo con le mie braccia…

Sai.. penso che tempo fa,  prima di conoscerti, non lo avrei fatto… troppo orgoglioso… troppo puntato su quello che voleva dire il nome ‘Malfoy’… mio padre diceva sempre che Noi dovevamo essere rispettati, riveriti, onorati da tutti… ‘non dovevamo mai chiedere’… ‘prendevamo’ e basta…

Sbagliato..

Totalmente sbagliato…

Ora lo capisco…

Tu me lo hai fatto capire…

Brenda Slyte ti ringrazio…  

Adesso… solo adesso capisco veramente quante cose nella mia vita ho sbagliato…

Piccola… sei mia.

Non ti lascerò andar via… non voglio. Non ora che ti ho ritrovata…

Non so come farò…

Non so nulla…

A parte che tra due settimane dovrei di nuovo separarmi da te…. E non voglio.-

Draco  cercò di scacciare la malinconia dei suoi ultimi pensieri… non voleva pensare al futuro in quel momento…

Si riavvicinò a Brenda… aveva appena sbuffato nel sonno… sembrava una bambina.

Passò la mano sui suoi boccoli castani… erano morbidi…

Sorrise.

La sua attenzione fu poi catturata dalla mole di pergamene e libri poggiati sul tavolino davanti al divano… 

Aprì una pergamena… era un tema di pozioni lasciato a metà… e la data di consegna, scritta appena sotto l’intestazione, era del giorno seguente.

-Piccola… ma non hai nemmeno finito i compiti? Ah… sei proprio la mia piccolina…-

il biondo fece un incantesimo alla sua mano e terminò il tema per il professor Piton esattamente con la calligrafia di Brenda… -So che non è molto.. ma voglio cominciare a fare qualcosa per farti capire che io sono con te… nonostante il mio destino… io sono vicino a te piccola ‘vipera’ mia…-

Quando terminò il lavoro di Brenda erano quasi le quattro del mattino.

Si riaccoccolò vicino alla ragazza che era ancora profondamente addormentata. La strinse tra le sue braccia e tuffò il viso nell’incavo del suo collo… sentiva il suo profumo inebriargli i sensi… si assopì poco dopo.

 

 

 

 

-Mh.. ma che strano… sono tutta intorpidita…- Brenda si svegliò sentendo dei rumori provenire dal luogo intorno a lei…

Aprì gli occhi…   si trovò dei capelli biondi scompigliati davanti al viso…

-Draco…-  con una mano carezzò quei fili dorati…

Il ragazzo si svegliò… spalancò quegli specchi argentati e guardò la ragazza…

“Buon giorno Brenda…”

In risposta ricevette un bacio… tenero… a fior di labbra… vero.

 

 

 

 

“Ragazzi non vorrei disturbarvi ma fareste meglio ad alzarvi da lì… è mattina!” un Blasie sorridente era in piedi di fronte ai due abbracciati sul divano… “State destando un po’ di stupore sapete?? Ammetto che anche io sono un po’ esterrefatto dal ritrovarvi così… comunque-”

“Blay… non rompere dai… ho sonno!” la mora si era messa a sedere e si stropicciava gli occhi… Draco si era alzato in piedi… le occhiaie violacee erano in contrasto con la sua pelle diafana… “Io devo andare…” scompigliò i capelli di Brenda dopo averle baciato la fronte… e si allontanò verso la sua stanza.

Brenda, ancora sul divano, sbadigliava sonoramente… Blasie le si sedette accanto:

“Allora?”

“Allora cosa?” sorrideva

“Dai…. Non è possibile che vi lasci che a mala pena vi guardate e poi vi ritrovo addormentati in sala comune stretti… c’è qualche passaggio che mi manca!!”

“Ma Blay… sei una pettegola!”

“COSA??!! Io, serpeverde fino al midollo, mi sono dovuto preoccupare per voi due… e ora mi dai della pettegola?? È un mio diritto essere informato!” il moretto aveva messo su un broncio degno di un bambino offeso… Brenda gli gettò le braccia al collo e lo abbracciò come un fratello

“Ma quanto ti voglio bene Bla!!”

“Non chiamarmi Bla”  il broncio rimaneva ma la voce si era già addolcita…

“Dai.. cosa vuoi sapere…?”

“Come cosa?? Tutto… cioè: di cosa avete parlato.. di come siete rimasti… e tutto il resto! Mi sembra ovvio!”

Brenda tornò a sedersi sul divano… si cinse le gambe, rannicchiate contro il petto, con le braccia …

“Beh… è stato tutto molto strano…”

“Cioè?”

“In effetti… non abbiamo parlato del futuro…”

“Non ne avete parlato?” era perplesso… se non si erano chiariti… come sarebbero andate le cose fra loro?

“No…” –Non ho pensato minimamente al futuro… ero troppo presa dai sentimenti… Quando mi sono svegliata e ho sentito il suo corpo stringermi…e ho visto i suoi capelli biondi un po’ scompigliati… mi è sembrato che tutto questo tempo separati non sia mai esistito… siamo sempre stati così.. io e lui.. insieme… sospesi nel tempo, al di sopra di tutto…

Al di sopra di tutto… magari lo fossimo realmente… Nulla turberebbe il nostro stare insieme.. né la guerra né altro.

Guerra… Draco ma allora hai rinunciato ad essere un mangiamorte?? Il mio cuore spera in un sì.. ma la mia testa.. quella mi dice di no.. di non illudermi..

Eppure ora non voglio ascoltarla.

Non ne ho voglia.. mi farebbe solo pensare al futuro.. e non riuscirei a vivere bene il presente..

Il mio presente con TE!-

“Bre..?”

“Mh?” la ragazza, che fino ad un attimo prima fissava un punto imprecisato della stanza, fissò l’amico.

“Non pensi che dovreste……… parlarne?” la sua voce tentennava un po’

“Non lo so… non penso di volerlo…”

“Non vorresti chiarire le cose?!”

“Blasie non essere stupido… sai bene che lo vorrei… ma ora sento che non è il momento.. romperei l’incanto che si  è ricreato ieri sera…”

“Capisco… allora dimmi almeno cosa è successo ieri sera… o devo credere che vi siate addormentati abbracciati per puro caso?!”

“Quando sono tornata dalla biblioteca dove stavo facendo il tema…”

“… Bre?”

IL TEMA DI POZIONI PER PITON!!!!!!!!!!! ” Brenda era saltata il piedi colta dal panico…

“Che tema?”

“AVEVO.. DA  CONSEGNARE 2 PERGAMENTE PER OGGI!! E NE HO FATTA SOLO MEZZA!! E TRA 20 VINUTI… I FOGLI DEVONO ESSERE SULLA SUA SCRIVANIA!!”

“20 minuti?? È già così tardi?”

“BLAY!! Piton mi ucciderà…”

“Ma figurati.. dov’è sta pergamena? scrivi ancora qualcosa adesso!”

“Hai ragione…”

La mora serpeverde si era messa a frugare tra la marea di fogli che aveva sul tavolino…

“Eccola.. vedi.. l ’ho interrotta proprio…”

Stupore.

Il tema era completamente svolto nelle due pergamene assegnatele… era perfetto… con grafici e didascalie annesse…

“Ma… ma…”

Blasie alternava  lo sguardo sull’amica e sul foglio del compito “Dov’è il problema?”

“Non c’è più…”

“Ottimo.. allora io vado.. ciao Bre!”

“Ciao”

 

 

Fissando ancora il pezzo di carta tornò a sedersi sul divano… com’era possibile? Eppure era scritto da lei… anche se si ricordava perfettamente che non l’aveva mai terminato…

Poi, d’un tratto, tutto le fu chiaro: -Draco…grazie-

 

 

Corse a prepararsi per non fare tardi a lezione… aveva un compito assolutamente perfetto da consegnare… e non voleva fare tardi!!!

 

 

 

 

 

 

 

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