Living Together di Lady_Firiel (/viewuser.php?uid=62849)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Gettin' Pregnant ***
Capitolo 2: *** Bedroom (Love Songs) Medley ***
Capitolo 3: *** Little sisters’ troubles ***
Capitolo 4: *** Love confessions of a drunk mind ***
Capitolo 5: *** On sex and abstinence (About a strange bond) ***
Capitolo 6: *** Breakfast, coffee, kiss ***
Capitolo 7: *** Knockin’ on Hell’s doors ***
Capitolo 8: *** Girlfriend? ***
Capitolo 9: *** Bondage and Cross-dressing ***
Capitolo 10: *** Cerulean Paradise ***
Capitolo 11: *** Nightmere ***
Capitolo 12: *** Cinderella sex ***
Capitolo 13: *** Childishly cute ***
Capitolo 14: *** High School lovers drama ***
Capitolo 15: *** Was it a dream? ***
Capitolo 16: *** Heartbreaking, Heart beating ***
Capitolo 17: *** Lust kiss ***
Capitolo 18: *** The “Talk” ***
Capitolo 19: *** Kiss in vain ***
Capitolo 20: *** Little Miss Puppet ***
Capitolo 21: *** Lullaby ***
Capitolo 22: *** November snow ***
Capitolo 23: *** Missing Moment ***
Capitolo 24: *** Living Together ***
Capitolo 1 *** Gettin' Pregnant ***
01.Gettin' Pregnant
Living Together
01.Gettin’ Pregnant
«Che diavolo stai facendo?»
Quando quel pomeriggio Andrew Wrath aveva fatto ritorno
all’appartamento che divideva con il suo fidanzato, l’aveva
trovato immerso in un pazzesco stato di caos: scatole e pile di libri
ricoprivano il pavimento, mentre vestiti spiegazzati foderavano la
mobilia.
Matthew Lust fece il suo ingresso nel soggiorno stringendo tra le
braccia un considerevole numero di vecchi volumi polverosi: aveva un
fazzoletto legato in testa, a mo’ di bandana, e un grembiule
color panna.
«Mai sentito parlare di “pulizie”, mon chère?» ironizzò, posando il carico in una zona ancora sgombra del tavolino da caffè con uno sbuffo.
«Certo che sì, ma non mi spiego perché ti sia
venuta questa voglia improvvisa di ripulire l’appartamento dopo
sei mesi che abbiamo sistemato la mia roba…»
Il castano gli si avvicinò, gli prese le mani e, guardandolo negli occhi con serietà, disse.
«Drew, io… Aspetto un bambino»
Il biondino arrossì, imbarazzato, mentre l’altro scoppiava a ridere.
«Scusa scusa scusa, ma non riesco a trattenermi! Oh, la tua
faccia è uno spettacolo!» e si tenne il ventre dolorante
per lo sforzo.
«Stupido! Per un attimo, io…» e girò il capo,
imbarazzato dal dover ammettere di averci sperato, in quelle parole.
Per un folle istante.
Lust smise di ridere, guardandolo con rinnovata austerità.
«Tu… Vorresti avere un bambino?»
«B-Beh… Penso solo che non sarebbe male avere un figlio, ecco…» borbottò, le gote in fiamme.
«Oh, Drew…»
«M-Ma non farti strane idee! È solo che la mia concezione
di famiglia comprende anche… Degli “eredi”, ecco!
Non pensare che io voglia…» ma era un discorso troppo
assurdo da continuare. Con un sorriso falsamente innocente, Matt gli
gettò le braccia al collo, cinguettando:
«Oh, amore mio! Mi hai convinto con le tue parole piene di sentimento! Facciamo questo bambino assieme!»
«Eh?! Matt, smettila di prendermi in giro! E staccati!»
«Amore mio, ti prego, prendimi!»
«Non ci penso neanche!»
«Fammi tuo!»
«Te lo puoi scordare!»
«Non vuoi sentirmi gemere sotto di te e pregarti di non smettere?!»
«Sto bene anche così!»
«Non vuoi sentire la mia voce languida chiamare il tuo nome mentre vieni nel…»
«Basta così!» sbraitò, al colmo della
sopportazione, imbarazzato come mai in vita sua. Prese il castano in
braccio come una novella sposina, mentre quello rideva come un matto,
soddisfatto del suo stupido scherzo, e lo portò in camera,
chiuse la porta con un piede e lo posò sul letto.
Matt continuava a sbellicarsi, coprendosi la bocca con le mani.
«L’hai voluto tu, Matthew Lust. Ora sei nei
guai…» ghignò, da sopra il suo corpo, stando a
quell’assurdo gioco improvvisato.
«Oh, cielo, che vuoi farmi adesso, pervertito?»
domandò, falsamente spaventato, con la voce che grondava
divertimento.
«Vedrai…» sussurrò, direttamente al suo
orecchio «Ti farò godere a tal punto che l’intero
palazzo ti sentirà gemere!» aggiunse, malizioso.
Il castano gli schioccò un bacio alla francese e gli soffiò nel condotto uditivo:
«Non vedo l’ora»
Konnichi wa, minna! ^^
Questo è il capitolo 1/24, inizio di questa "avventura" che
vedrà protagonisti i miei adorati Drew e Matt per ventiquattro
flash/shot (ogni capitolo conta tra le 400 e le 600 parole), comiche,
sentimentali/romantiche e, immancabilmente, allusive, maliziose e con
(non pochi) riferimenti sessuali.
Nonostante l'assenza di descrizioni dettagliate inerenti ai loro
"accoppiamenti", ho scelto il rating arancione perché, beh...
Non hanno peli sulla lingua, i miei tesori, quindi... Non si fanno
problemi a dire sconcezze ^^ E poi sì, c'è qualche flash
di quei momenti, ma nulla di particolarmente alborato (non saprei da
dove partire per scriverlo... Ok, lo saprei, ma non darebbe dei buoni
risultati ^^)
Ho scelto di scrivere ventiquattro capitoli perché tante sono le
ore di un giorno, di conseguenza è come se la raccolta
descrivesse, in un'unica giornata, l'intera routine dei due
protagonisti. "Living Together", tradotto con "Vivendo Inisieme",
è appunto dovuto al fatto che si racconto la loro vita di
compagni, di amanti, chiamateli come preferite.
Quasi ognuno dei titoli, tutti inglesi, contiene un gioco di parole o
qualche rferimento semi-parodistico ad un film o ad una canzone. Questo
dovrebbe essere uno dei pochi a giocare sulla trama, che accenna all'
MPreg (Male Pregnacy, gravidanza maschile).
"Gettin' Prengant" si tradcuce con "Rimanere (o Restare) Incinta"
Beh, per questa flash non dovrebbero esserci grandi spiegazioni o
chiarimenti da fornire, quindi chiudo qui; naturalmente, se avete
domande ponetele pure, sarà mia cura rispondervi come meglio mi
sarà possibile. ^^
Nonostante metà dei capitoli siano già pronti, gli
aggiornamenti non saranno regolari, tutt'altro. Lo diventeranno quando
tutti i capitoli saranno completati.
Spero apprezziate anche questo mio ultimo progetto, mi auguro lo
seguirete con piacere e interessMatthew Lust è una parte di me,
mi farebbe piacere sapere che pensate di lui e di tutto il resto, sono
molto affezionata a questi frammenti di vita, particolamente
perché sono LORO. ^^
Ma poi fate come volete ^^
Oltre ai commenti, anche crithiche e/o consigli sono ben accetti ^^
Alla prossima! ^^
Lady_Firiel
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Capitolo 2 *** Bedroom (Love Songs) Medley ***
02.Bedroom (Love Songs) Medley
02.Bedroom (Love Songs) Medley
«Non capisci niente di musica, tu» protestò Matthew,
sistemandosi a pancia in giù e reggendosi il viso con i palmi.
«Beh, scusa se mi rifiuto di fare sesso ascoltando rock»
«Cos’hai contro il rock?!» s’infiammò, voltandosi con celere furia verso l’interlocutore.
«Nulla, solo che preferisco il pop»
«Mpf, il tuo pop non mi fa effetto»
«E a me non ne fa il tuo rock…»
«Come fa a non eccitarti?! È hard rock…» e sottolineò maliziosamente l’aggettivo.
Andrew sbuffò, rigirandosi fino a trovarsi supino e portando le mani dietro la testa.
«Sarà come dici tu, ma, di questo passo, il tuo rock rimarrà l’unica cosa hard della serata. In tutti i sensi…» ghignò.
«Mpf» bofonchiò il castano, indispettito,
poggiandosi al materasso e sprofondando la fronte nel cuscino;
sospirò, poi voltò il capo verso il biondino.
«L’amore è tale sciocco che, dei tuoi capricci, qualsiasi cosa tu faccia, egli non pensa male» sussurrò, con aria assorta.
Wrath si voltò, sorpreso. Sorrise, con un sospiro esasperato.
«Sei davvero incredibile: anche in un momento simile citi Shakespeare?» ridacchiò, bonario.
«Non ridere, stolto mortale! Will è il mio mentore! Grazie
a lui è nata la mia passione per la letteratura!»
sbottò, sentendosi offeso ed incompreso.
Il biondino si sporse a baciargli la punta del naso.
«Che scemo sei, Matt. E poi, dovresti saperlo che adoro quando
citi le sue opere, mi piace la passione che ci metti nel
farlo…»
«Dici davvero?»
Gli scostò una ciocca castana dalla fronte, fermandogliela dolcemente dietro l’orecchio.
«Certo. Sembri un bambino che legge il suo tema, risultato il
migliore della classe, ai genitori, dopo la merenda con pane e
nutella…»
«Ma te le studi mentre dormi certe similitudini?» ridacchiò il castano.
«No, mi vengono spontanee. Mi basta guardarti in viso…»
«Guarda che puoi andare in bianco per il resto della tua vita, lo sai questo?»
Questa volta fu Wrath a sghignazzare, rigirandosi nel letto e stendendosi parzialmente sopra al compagno, petto contro schiena.
«Non prendermi in giro, non resisteresti neppure mezza
giornata» gli soffiò, maliziosamente divertito,
all’orecchio.
«Stupido, di chi credi che sia la colpa?» recriminò.
«Tua. Sei perennemente arrapato» lo punzecchiò, sempre più allegro.
«Ha parlato! Mi hai svegliato tu perché “avevi una voglia…”!» e gli fece una linguaccia.
«Sei davvero un bambino, allora!» rise, baciandogli il collo.
«Antipatico. Sei antipatico. E io che volevo farlo a ritmo di musica…»
«Oh, beh… Allora metto quella classica. Se seguissimo il ritmo del tuo
rock, al primo assolo di chitarra mi verresti e finirebbe già
tutto!» lo schernì, abbandonando, seppur di malavoglia, il
giaciglio e il corpo tiepido del compagno, per avvicinarsi allo stereo.
«Ah ah, divertente. Vogliamo parlare di cosa succederebbe se andassimo a tempo del tuo pop?» insinuò, fissandolo malizioso mentre sceglieva il cd.
Drew arrossì, ricordando quell’avventura: effettivamente,
quella volta aveva un po’ esagerato, gasandosi al primo acuto del
vocalist. Matt non era riuscito a sedersi per almeno tre giorni.
«Ok, forse è meglio di no… Comunque, cosa
preferisci? Mozart, Beethoven, Strauß, Tchaikovsky…
?»
«Tartini»
«Non di nuovo il trillo del diavolo!»
«Sì, invece! La sua storia, il nome, il fatto che sia
così difficile… Mi eccitano…» soffiò,
con tono languido e sguardo seducente, sbattendo le ciglia.
Andrew deglutì e obbedì, inserendo nell’impianto il
cd deciso e premendo il tasto play; poi si voltò a guardare il
castano, che gli sorrideva malandrino.
«Matt, per caso hai mai letto Lolita?» gli domandò, accostandosi al materasso.
Quello sorrise sornione e lo baciò, tirandoselo contro.
Di certo non gli avrebbe mai detto che era proprio da quel personaggio
che aveva preso certe “tattiche” di seduzione.
Salve!
Beh, immagino non vi interessi, ma... Beh, questo è un
"regalino" per tutti coloro che, come me, oggi hanno iniziato la
scuola, ma anche per l'hai già iniziata e per chi lavora.
Sì, sto perdendo tempo, ma pazienza. ^^
Dunque, non dilunghiamoci in ciance: il titolo si ispira a quello della
canzone "Elephant Love (Songs) Medley", una delle canzoni che
compongono la -meravigliosa- colonna sonora del mio film preferito
(Moulin Rouge! <3). Come già vi avevo detto, i titoli di
questa raccolta "ironizzano" quelli di film e canzoni, come in questo
caso, dove la locazione (L'elefante, nel caso del film, la camera da
letto, nella fic) viene modificata.
"Bedroom (Love Songs) Medley" significa "Medley (di Canzoni
d'Amore) della Camera da letto". Contorto ma efficace, io credo.
Un medley è un mix di diverse canzoni (ecco perché
"songs" è tra parentesi) che ne compongono una "nuova". In
questo caso, anche "love" è tra parentesi perché non si
tratta di canzoni d'amore, ma non potevo omettere la parola per non
perdere il riferimento alla canzone "originale".
Sì, ho dei problemi, ma non preoccupatevi ^^
Bene, spero sia stato di vostro gradimento anche questo capitolo ^^
Commenti, consigli, critiche... Tutto "fa brodo" ;)
Alla prossima! ^^
Lady_Firiel
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Capitolo 3 *** Little sisters’ troubles ***
03.Little sisters’ troubles
03.Little sisters’ troubles
«Che ci fai, tu, qui?»
Rientrare da un colloquio con un editore particolarmente pesante e che
ci aveva provato numerose volte con lui e trovare la propria adorata nonché adolescente sorellina seduta sul divano –sul quale la sera prima se l’era spassata con il suo ragazzo-, non era esattamente uno dei desideri di Matthew Lust in quel pomeriggio.
«Non sei contento di vedermi, fratellone? Era un po’ che
non passavi a casa della zia, così sono venuta io a
trovarti!» disse Amanda, allegra.
Amanda Lust aveva sedici anni, capelli castani, occhi blu, e una
passione per quel nuovo genere di storie in voga da un po’ di
tempo a quella parte: i cosiddetti boys love.
Matt sospirò, ringraziando che Drew non fosse ancora rientrato
da suo tirocinio, e si diresse in cucina, per prendere dal frigo
qualcosa da bere; la sedicenne lo seguì, saltellando
allegramente.
«Fratellone, quando me lo presenti?»
Il maggiore sussultò.
«Chi?»
«Ma come chi, scemo! Il tuo ragazzo! Il tuo amante, il tipo con cui fai sesso, chiamalo come vuoi…»
Avvampò: sua sorella era l’unica persona sulla faccia della terra capace di farlo arrossire come una scolaretta.
«Hai mai sentito parlare di privacy, sorellina? Comunque non
c’è bisogno che te lo presenti, vive qui. Lo conoscerai
quanto tornerà a casa…»
«Eh?! Vivete già assieme?! Wow! Da quanto tempo?!»
«Sette, otto mesi…» sospirò, aprendosi una lattina d’aranciata.
«Wow! E quante volte l’avete già fatto?»
«Ma mica le ho contate!»
«Così tante?!»
«Non farmi domande così imbarazzanti, stupida! Tornatene dalla zia, non ho voglia di averti tra i piedi!»
«Spiacente, la zietta è fuori per il weekend. Non posso
stare a casa da sola, ha detto che vorrebbe ritrovarla al suo
rientro…» ridacchiò.
«Come darle torto… In ogni caso non ha importanza, ti pago un albergo!»
«E chi ci faccio da sola in albergo! Almeno avessi un ragazzo a tenermi compagnia…»
«Ma tu sei figlia del lattaio? Oppure ti hanno adottata? Mamma e
papà si staranno rivoltando nelle tombe… Gioventù
sprecata…»
«Ma sentitelo… Hai aspettato i diciotto anni solo
perché se la zia avesse saputo che ti eri scopato un uomo ti
avrebbe preso a calci nel sedere…» e scoppiò a
ridere senza ritegno.
«Dici che se ora ti soffoco la zia sentirà la tua
mancanza?» ed allungò le braccia sul tavolo, nel tentativo
di afferrarle il collo, mentre lei gli sfuggiva sbellicandosi.
In quel momento la serratura scattò e Andrew Wrath fece il suo
ingresso in quello che oramai poteva definire suo appartamento. Nella
mano sinistra, assieme ad una cartella con dei documenti importanti
inerenti il suo lavoro ed i suoi studi, stringeva un mazzo di rose rosa.
Sentì urla e schiamazzi provenire dalla cucina e ci si diresse,
curioso, avendo riconosciuto la voce del fidanzato assieme ad una
inequivocabilmente appartenente ad un esponente del sesso femminile.
«Matt, sono torna…» non finì la frase,
trovando il castano che brandiva una padella -quella antiaderente con
cui gli preparava le frittelle il sabato mattina-, sventolandola
malamente all’indirizzo di una ragazzina che non tratteneva
neppure le lacrime dal troppo divertimento.
«Che diamine stai facendo con quella padella?!» strillò.
«Ah, Andrew! Sei già a casa?» e arrossì,
nascondendo l’oggetto incriminato e ridacchiando nervosamente. Il
biondo sbuffò, incrociando distrattamente lo sguardo color
zaffiro di Amanda e avvicinandosi al fidanzato, porgendogli il bouquet.
«Tieni, stupido, ti ho portato dei fiori…» e gli
scoccò un bacio sulla guancia, sospirando con divertita
esasperazione.
«Oh, Drew… Sei così dolce!» e lo abbracciò, stritolandolo.
«Ehm ehm… Scusate?» li riscosse la piccola Lust,
tossicchiando. I due si voltarono, il castano ancora appeso al collo
del suo compagno.
«Oh, giusto. Andrew, questa è la mia sorellina Amanda, te ne ho parlato, no? Amanda, lui è Andrew Wrath… Il mio compagno»
Aveva pronunciato l’ultima parte con un moto d’orgoglio e
il biondino si era sentito soddisfatto, mentre la ragazza aveva
sorriso, felice per il suo fratellone, prima di porgere la mano al
ragazzo.
«Piacere, Andrew. Mi raccomando, prenditi cura del fratellone…»
Lui le fece l’occhiolino con aria complice, stringendo l’arto portogli.
«Puoi contarci»
«Cosa state tramando voi due?»
«Ma niente, fratellone, sta’ tranquillo. Gli ho solo chiesto un favore. Vero Andrew?»
«Ma certo. Un favore che sarò lieto di farle»
«Perché ho l’impressione che alla fine di questa
specie di rendez-vous, quello che ne uscirà peggio sarò
io?» protestò Matt, incrociando le braccia mentre Wrath lo
abbracciava e gli schioccava un bacio sullo zigomo e Amanda sorrideva,
radiosa, pungolandosi sui gomiti poggiati al tavolo.
«Semplice, fratellone» iniziò, tranquilla
«Perché, essendo passivo, sei sempre tu quello che la
prende nel…»
[Lascio il seguito, compresa la risposta/reazione di Matt, alla vostra immaginazione ^^’ Nda]
Salve a tutti!
Ecco qui il terzo capitolo di "Living Together", tutto per voi, con la
comparsa di un "nuovo" ma fondamentale personaggio, la cui
personalità, già sufficientemente delieneata in questo
"sketch", per così dire, verrà meglio approfondita e
conosciuta col susseguirsi dei capitoli: Amanda Lust.
Ha quattro anni meno del fratello. ha i capelli castani comi i suoi ma gli occhi blu, come quelli della madre.
Incarna un po' l'ideale di sorella che la "yaoista/slasher" desidererebbe. Con le dovute eccezioni, s'intende ^^
Il suo rapporto col fratello è molto complice, ma non voglio
impedirvi di scoprirne la natura con i prossimi capitoli, quindi non
aggiungo altro.
Il finale è volutamente tronco, la conclusione della frase di
Amanda penso sia chiara a tutti, ma, come scritto sopra, lascio alla
vostra discrezione la reazione di Matt.; a questo proposito, mi
piacerebbe sapere che ne pensare, quindi, sempre se vi va, potete
aggiungerlo alla recensione. Ma anche no ^^
"Little sisters' troubles" si traduce con "Problemi delle sorelline",
inteso come da esse causate. Generalizza un po' la situazione, nel
senso che mi sembra abbastanza comune, per questo è al plurale.
Oh, ma se avete letto alcune delle mie fic, oramai dovreste essere
avvezzi alle mie manie, no? Se no... Beh, avrete occasione di
abituarvici ^^
Bene, spero che vi sia piaciuto, il prossimo arriverà... Boh, chi lo sa.
Siate pazienti e, forse, verrete ripagati ;)
Grazie a tutti.
Commenti, critiche e/o consigli, altamente graditi
Lady_Firiel
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Capitolo 4 *** Love confessions of a drunk mind ***
04.Love confession of a drunk mind
Salve,
so che non è mia consuetudine inserire delle note pre-lettura,
ma questa volta l'ho ritenuto necessario: assieme al numero 10, e forse
al 13, questo è, uno dei pochi capitoli definibili FLUFF.
Non è un genere per cui nutro grande passione, spesso
perché quando mi ci cimento mi sfugge di mano cadendo
-rotolandosi- nel ridicolo e nella melensaggine; Tuttavia, questa volta
ho vluto provarci, sperando di aver ottenuto un risultato quanto meno discreto.
Il titolo è vagamente spoiler, quindi potete provare ad
immaginarvi la conlusione, ma se non lo fate magari è meglio;
Poi sta a voi ^^
Buona lettura (spero) ^^
04.Love confessions of a drunk mind
«Drew, hai mai pensato che, forse, abbiamo iniziato troppo presto a convivere?»
Accoccolato al petto del suo biondo compagno mentre, seduti sul divano,
guardavano con passivo interesse un vecchio film, Matthew Lust pose
questa domanda che gli girava in testa da un po’.
«Cosa stai dicendo?»
«Non lo so, è un po’ che ci rifletto…
Praticamente ti ho costretto a trasferirti qui, a convivere con me,
nonostante tu avresti preferito aspettare ancora. Insomma, non è
che dovremmo… Prenderci una pausa?»
Andrew sussultò, prendendo il ragazzo dalle spalle e fissandolo negli occhi color nocciola.
«Tu… Tu mi vuoi scaricare?» chiese, allarmato. Il
suo interlocutore chinò il capo, sviando quello sguardo
spaventato.
«Io non voglio che tu debba amarmi solo perché vivi a casa
mia, non desidero che tu lo faccia per un debito. Questa
situazione… Non l’hai voluta tu, è stata una mia
imposizione, ti ho buttato addosso le mie decisioni senza tener conto
di quel che pensavi. Non sto dicendo che dobbiamo rompere, mentirei se
dicessi che lo desidero, ma… Forse dovremmo prenderci
una… pausa di riflessione…»
Le braccia di Wrath, tese a reggere le spalle dell’altro, si rilassarono di colpo, ricadendo inerti sul divano.
«Lo sai che non è possibile. Se ci prendessimo questa
pausa, noi…» aveva paura di dirlo, non voleva che
diventasse reale.
Sospirò, per poi preoccuparsi quando sentì un lieve
singhiozzo provenire dal corpo seduto davanti a lui. Lo
abbracciò, stringendolo con forza.
«Sei proprio uno stupido, Matt. Come hai potuto pensare che
io… Che io potessi amarti solo perché vivo sotto al tuo
tetto? Pensi davvero che sia una persona così
superficiale?» sorrise dolcemente, carezzando la zazzera castana
premuta contro il suo petto.
«Sciocco, io ti amo perché sei tu: il pazzo, il
pervertito, l’adorabile… Matthew Lust, la persona che amo
con tutto me stesso» e gli baciò la fronte; poi lo
scostò da sé, prendendolo dalle spalle e lo fissò
negli occhi, che però continuavano a fuggire i suoi.
«Matt… Matt ascoltami…» iniziò,
scuotendolo appena «Non provare a ripetere mai più una
cosa simile, ok? Perché io… Se dovessi passare anche un
solo giorno con la consapevolezza di non sentirti più dire che
sono un pervertito, che amo un tipo di musica insulso, che potrei
risolvere un’equazione difficilissima ma non sarei capace di
scrivere una storia breve senza commettere almeno una ventina di errori
di sintassi, che, per quanto mi sforzi, non riuscirò mai a
cucinare le frittelle come tua madre, che adori il mio sedere quando
tiro fuori l’insalata dal cassetto del frigo… Se dovessi
vivere anche un solo giorno senza sentirti dire che mi ami per la
persona che sono, con tutti i miei incalcolabili difetti… Io
impazzirei»
Lust lo fissava, gli occhi grandi e lucidi come quelli di un cucciolo, le gote arrossate e l’espressione semi-estasiata
«Drew, tu… Tu pensi davvero queste cose?» domandò con vocina sottile.
Il biondo rise, scioccandogli un bacio a fior di labbra.
«Ma certo che le penso davvero, stupido! Come ti è venuto
in mente che io…» e poi ebbe un flash
«Matthew?»
«Sì?»
«… Hai finito tu il Gin che c’era nella credenza?»
Il leggero borbottio da parte del castano, che si era nuovamente
accoccolato al suo petto, gli fece intuire che, molto probabilmente, la
sua ipotesti era esatta.
E rieccomi qua, vi sono mancata? XD
Dunque, immagino l'aveste già intuito, però... Beh,
doveva finire così. Loro non sono persone da sentimentalismi
gratuiti, e si sa, Matt regge bene l'alcool, ma quando parte...
è la fine, almeno per Andrew ^^
Mi diverte penasre che, in qualche modo, Matt cercasse di sputtanare un
po' l'usuale distacco del partner, pizzicando un "nervo scoperto",
ciè quello dei suoi sentimenti per lui: nonostante siano essi da
sempre ben chiari ad entrambi, Drew è spesso estremamente restio
ad ammetterli, questo spinge un, seppur consapevole, Matt a
punzecchiarlo per obbligarlo a confessarli. Di conseguenza, in
verità, quest'ultimo non era propriamente ubriaco, come avevamo
pensato, bensì si finge tale, per "corrompere" l'amante.
Sì, è adorabilmente subdolo <3 ^^
"Love conseffions of a drunk mind" si traduce con "Confessioni d'amore
di una mente ubriaca", gioco di parole col titolo del film "Confessions
of a dangerous mind" ("Confessioni di una mente pericolosa"), la cui
trama non ha nulla a che vedere con qulla della shot.
Bene, direi che è tutto.
Spero sia stato di vostro gradimento ^^
Saluti a tutti, al prossimo capitolo! ^^
Lady_Firiel
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Capitolo 5 *** On sex and abstinence (About a strange bond) ***
05.On sex and abstinence (About a strange bond)
05.On sex and abstinence (About a strange bond)
«Dici sul serio?»
Amanda, seduta in cucina con i capelli in disordine e il pigiama ancora
addosso, aspettava, puntellandosi sui gomiti come sua consuetudine, che
Andrew Wrath, l’unico commensale disponibile prima delle undici,
finisse di cuocere le frittelle del sabato mattina nella padella che il
pomeriggio precedente quel dormiglione del fratello le aveva brandito
contro.
«Ma certo. Niente promesse d’amore eterno o cose simili, un
semplice “va bene finché dura”…» disse
il biondo, rivolgendole un sorriso fugace.
«Capisco. Ma vi va bene così? Cioè, senza promesse
né legami “ufficiali”, non avete
garanzie…»
«All’interno di un rapporto che si basa sul rispetto e
sulla fiducia, sulla comunicazione, non sono necessari vincoli esterni,
ognuno sa qual è il proprio limite…»
«Wow… Com’è bello questo vostro legame… È così profondo…»
«Sono tutti gli utopici ideali di tuo fratello, è stata
tutta una sua idea. Non che io non fossi d’accordo, intendiamoci,
ma… Ecco, io me la sarei immaginata in maniera
più… Tradizionale»
«Cioè? Avresti voluto vederlo con un vaporoso abito bianco
mentre attraversava la navata di una gotica chiesa di campagna?»
sghignazzò la ragazza, imitata dal più grande.
«Ora non esageriamo, ma… In effetti una specie di
promessa, o giuramento… Non l’avrei
disprezzato…»
«Vuoi dire qualcosa come le promesse del matrimonio? Cose tipo
"in salute e in malattia", "in ricchezza e in povertà"... "in
sesso e in astinenza"...?»
«L'ultima parte di solito non la dicono, ma suppongo possa avere
un senso...» rise Wrath: la piccola Lust era decisamente simile
alla versione più grande.
«Sì, va be’…»
«Ho capito cosa intendi. Beh, sì, qualcosa di simile…»
«Il fratellone è una testa dura, ma se gli facessi notare
che è un tuo desiderio, penso sarebbe felice di
esaudirlo…»
«Lo so, ma non è così importante. Vedi, tuo
fratello mi ha aperto gli occhi su un nuovo modo di relazionarsi con
gli altri: nella sua concezione di interazione sociale non è
previsto un legame, per così dire, “annotato”; lui
sostiene che i rapporti con le altre persone siano tanto più
profondi quanto più ci sia libertà di
scegliere…»
«Non riesco a seguirti…»
Andrew spense il fornello, togliendo le ultime frittelle dalla padella
e sistemandole nel vassoio che poi posò in tavola, accomodandosi
di fronte ad Amanda. Sospirò, passandole il piatto.
«Vedi, Matt è assolutamente persuaso del fatto che sia un
libero diritto delle persone quello di scegliere di trascorrere il loro
tempo con te piuttosto che con un passante qualsiasi. Per questo la sua
filosofia è quella del “non serve stare assieme se almeno
una volta al giorno ci pensiamo a vicenda”…»
«Ma non è una follia?»
«Beh, non proprio, seppure possa a tutti gli effetti sembrarlo:
se ci pensi bene, un concetto simile prevede comunque una qualche
intesa spirituale…»
«Questo è vero» rispose Lust, poggiando sul tavolo
la stoviglia «Ma non tutti sono in grado di portare avanti un
simile tipo di relazione…»
«Appunto per questo. Credo che sia uno “strumento di
selezione”, per lui: ha pochi legami seri perché poche
persone possono accettare delle condizioni del genere; ma quando
incontra qualcuno che le comprende e le condivide o, comunque, le
accetta, allora sa di potersi fidare ciecamente di quella
persona…»
«Wow. Non immaginavo che avesse tutti questi pensieri nella sua testaccia, il mio fratellone…»
Il biondino annuì, ridacchiando a sua volta.
«Non ne hai idea, Amanda. Neppure un pallida idea…»
Hola gente! ^^
Come va, vi siamo mancati? *silenzio*... Ok, va bene, come non detto
Dunque, questo capitolo è dedicato al rapporto tra Matt e Drew,
come sempre, ma anche a quello, da poco inziato, tra "cognati". Questo
capitolo, inoltre, spiega anche la natura del legame tra i due ragazzi,
il motivo per cui non si sono mai sposati nonostante abitino in
California, dove i matrimoni omosessuali sono legali e tante altre
piccole cose.
Il titolo, "On sex and abstinence", traducibile come "In sesso e in
astinenza", ironizza sulle promesse del matrimonio, citate dalla stessa
Amanda durante il dialogo con Andrew. Dopotutto è nella sua
natura di Lust, dire cose del genere. ^^
Beh, io avrei finito
Come sempre, commenti e quant'altro, tutto fa brodo, quindi fate un po' come vi pare ^^
Alla prossima!
Lady_Firiel
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Capitolo 6 *** Breakfast, coffee, kiss ***
06.Breakfast, coffee, kiss
06.Breakfast, coffee, kiss
«Farò di nuovo tardi!»
Matthew era un gran dormiglione, con un sonno tanto pesante che delle
cannonate lo avrebbero infastidito appena; per questo, per
l’ennesima volta, quella mattina non aveva sentito la sveglia e
poiché il suo compagno aveva le proprie cose da fare prima di
uscire, non aveva pensato a svegliarlo.
«Matt, ma perché non compri una sveglia che funzioni
meglio su di te?» disse il biondo, abbottonandosi la camicia. Con
un sorriso malandrino, il castano gli si avvicinò.
«Perché, invece, non mi svegli tu con un bacio, mio sexy
principino?» e gli fece l’occhiolino, come a sottolineare
la questione. Andrew avvampò.
«Stupido! Non hai tempo da perdere in simili ciance, va’ a
vestirti! Devi uscire di casa tra un quarto d’ora e sei ancora in
mutande!»
«Sì mamma!» lo schernì, facendogli una
linguaccia e correndo in bagno. Wrath sospirò: dove trovava
tanta energia a quell’ora di lunedì mattina?
Un po’ lo invidiava. Ma solo un po’.
«Drew, prepareresti il caffè? Se non lo bevo vado su di giri…»
“Come se ora fossi calmo e tranquillo” pensò, rispondendo affermativamente e riempiendo la caffettiera.
Tirò fuori due tazzine ed altrettanti piattini dalla credenza, posandoli sul tavolo accanto alla zuccheriera.
Nonostante sapesse che il suo ragazzo beveva il caffè solamente
corto e rigorosamente amaro mentre lui lo allungava col latte, non
riusciva a non mettere a tavola quell’inutile contenitore.
Scosse la testa, erano questioni inutili.
Nell’istante in cui si udì il familiare gorgogliare, Matt
irruppe in cucina, la maglietta che gli copriva quasi del tutto i
boxer, i jeans infilati di fretta e non abbottonati che, di
conseguenza, gli erano scivolati sino alle ginocchia, rischiando di
farlo inciampare, e la cintura in spalla.
«Matt, ti serve una mano a vestirti, per caso? Non ti sei neppure
allacciato i pantaloni e porti la cintura come fosse una
tracolla…»
«Sta’ zitto! Non riesco a piegare la schiena, ho delle fitte atroci se solo mi chino un po’!»
«Oh, mi spiace…» ridacchiò, spegnendo il gas e prendendo la caffettiera.
«Di chi credi che sia la colpa, stupido!» inveì,
additandolo con stizza mentre quello continuava a sghignazzare,
versando il caffè nelle tazze.
Frattanto che aspettava si freddasse, si avvicinò a Lust e gli
tirò su i pantaloni, sollevandogli la maglietta, sfiorandogli il
sedere da sopra la stoffa dell’intimo e schioccandogli un bacio.
«Sono più bravo a toglierli che a metterli, ma dovrei
comunque far meglio di te…» sorrise, abbottonando alla
cieca la chiusura dei jeans del castano, che era arrossito giusto un
po’.
«Dai, ora mettiti la cintura. Pensi di farcela?»
«Certo che posso, stupido!»
Wrath gli scompigliò i capelli intanto che il compagno armeggiava con la cinta.
«Sei proprio un bambino, Matt…»
«Se io sono un bambino, tu sei un pedofilo» ribatté,
piccato, riuscendo nel suo intento. Sorrise, soddisfatto, ravvivandosi
i capelli all’indietro.
«Hai la lingua biforcuta»
«Ma quando te l’infilo in bocca –per non dire altrove- mica ti lamenti»
In quel momento, Andrew Wrath si rese conto che l’unica
alternativa a conversazioni simili sarebbe stata svegliare la sua bella
principessa con un bacio.
L’unica domanda era… E se poi si fosse trasformata in rospo?
Oh beh… Avrebbe fatto l’abitudine al viscidume.
Salve gente! ^^
Ed eccoci di nuovo qui, con un nuovo capitolo e nuove storielle bizzarre da raccontare su questa... "strana coppia" ^^
Ma quanto sono buffi, voi non trovate? ^^
Bando alle ciancie, passiamo a cose serie:
"Breakfast, coffee, kiss",
traducinbile con "Colazione, caffé, bacio", per una volta non
ironizza su alcun film o canzone; è una semplice sequenza delle
quotidiane azioni mattutine della coppia. Ma va bene lo stesso, no? ^^
Per rispondere alle domande emerse
a seguito dello scorso capitolo: si dopano. Ecco perché la
mattina sono così lucidi e brillanti ;)
E sì, Andrew e Matthew sono
i protagonisti della one-shot "Insolitamente piacevole", una specie di
prequel di questa raccolta, e della raccolta "Just vampire stories"
dove sono vampiri, con una storia ed un rapporto quasi completamente
diverso. Se vi interessa, dateci un'occhiata ^^
Beh, per oggi direi che basta così. Se avete domande ponetele e vi risponderò.
Grazie a tutti, come sempre un commento, un consiglio, una critica, ma anche un semplice "Buonsalve" è gradito ^^
Alla prossima! ^^
Lady_Firiel
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Capitolo 7 *** Knockin’ on Hell’s doors ***
07.Knockin’ on Hell’s doors
07.Knockin’ on Hell’s doors
«È permesso?»
Nei primi tempi della loro convivenza, nonostante Matthew gli avesse
consegnato una copia delle chiavi -«Dopotutto è anche casa
tua, ora»-, si ostinava a bussare, prima di far scattare la
serratura ed entrare nell’appartamento del suo ragazzo.
«Ah, Andrew! Hai fatto presto stasera»
La voce gioviale del padrone di casa gli offrì il benvenuto,
accompagnata dal corpo del suo proprietario che gli si slanciava
addosso, allacciandogli le braccia al collo ed avvinghiandosi a lui
come un polpo.
A fatica chiuse la porta alle proprie spalle, quel peso che gli gravava
ancora sulla cervicale, e abbracciò goffamente il compagno.
«A-Anch’io sono felice di vederti, Matthew… Ma ora
non è che mi lasceresti andare? Sai, non pesi proprio due
chili…»
Ma il suo interlocutore strusciò la testa sotto al suo mento, come un gatto in cerca di coccole.
«Mm… No, non ti lascio finché non mi dai un bacio…» miagolò, languido.
Con un sospiro, il biondino posò le proprie labbra su quelle
dell’altro che però si strinse di più a lui ed
approfondì il contatto, persuadendole, con fugaci ma sensuali
sfioramenti di lingua, a dischiudersi.
«Oh, mon Dieu, non li sai proprio dare i bisous, tu» lo schernì Matt, quando si separarono per riprendere ossigeno.
«Ah sì? Beh, allora insegnami, maestro…» lo provocò, riavvicinandosi a lui e baciandolo alla francese esattamente come desiderava.
Lasciò scorrere le mani al di sotto della felpa
dell’altro, carezzando quella pelle che iniziava a bruciare,
sulla schiena, sui fianchi e poi oltre l’orlo dei jeans,
sfiorando appena l’elastico dei boxer.
Il castano gemette quando quelle mani gli assestarono una decisa
palpata alle natiche e si spinse ancor di più contro il corpo
dell’amante, facendo involontariamente sfiorare i loro bacini.
«Ah! Tu… Se continui così, non arriveremo neanche
alla camera da letto…» ansimò Drew, riprendo fiato.
Matt intrecciò le dita dietro il suo collo.
«E allora che aspetti ad accompagnarmici?» lo provocò.
Il biondino non se lo fece ripetere due volte, sollevandolo dalle cosce e dirigendosi verso la stanza da notte.
Stese il suo ragazzo sul materasso, sfilandogli gli abiti con urgenza e
facendo la medesima cosa con se stesso, iniziando poi a baciargli il
collo, il petto, il ventre e ancora più giù. Quando, tra
numerosi gemiti e grugnii inarticolati, il castano lo pregò di
prenderlo –e di farlo subito- obbedì con gioia.
Mentre si muoveva con sicurezza nel corpo di Matt, pensò che
quella porta, quella con il numero 1845, fosse l’ingresso
dell’Inferno.
Ma non c’era nulla da fare: adorava bussare a quella porta.
Hola people! ~
Siamo di ritorno, con un capitoletto un po'... "così". Chi vuole
intendere... Intenda. Gli altri in camper (sì, è vecchia
^^)
Ma passiamo a cose serie:
"Knockin' on Hell's door"s, "Bussando alle porte dell'Inferno",
è un omaggio alla canzona "Knockin' on Heaven's doors", di Bob
Dylan.
Ricordo che il numero dell'appartamento, 1845, corrisponde all'anno in
cui, nella raccolta "Just vampire stories", inizia la relazione tra i
due.
Un "bisous" non è altro che un bacio alla francese. Sapete, quelli con la lingua ^^
Mi pare non ci sia altro ^^
Grazie a tutti, come sempre... Se lasciate una recensione mi fate contenta ^^
Alla prossima! ^^
Lady_Firiel
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Capitolo 8 *** Girlfriend? ***
08.Girlfriend?
08.Girlfriend?
«Andrew!»
Quando scese dall’aereo, recuperò i bagagli ed uscì
dall’aeroporto, ricordandosi di essere stato via solo tre giorni
per una conferenza, le ultime cose che Andrew Wrath si sarebbe
aspettato di ricevere davanti al parcheggio dei taxi erano
l’abbraccio con stritolamento ed una sfilza di baci dal suo
fidanzato.
«Mi sei mancato così tanto…» miagolò
Matthew, senza dar ad intendere di volerlo lasciare libero dalla
propria appiccicosa presa.
«Anche tu mi sei mancato, Matt, ma sono stato via solo tre
giorni, non ho combattuto una guerra dall’altra parte del
mondo…»
«Non ridere, stupido! Mi sono sentito così solo che ho
chiesto ad Amanda di stare da me per il finesettimana!»
confessò, aggrappandosi al suo braccio libero mentre si
avviavano alla fermata dell’autobus. Il biondino detestava i taxi.
«Tu e tua sorella a casa da soli per l’intero weekend?! Non
oso immaginare lo stato in cui verserà
l’appartamento…» ridacchiò Wrath.
«Mpf, e io che volevo darti un caloroso bentornato…»
«Oh beh, in questo caso…» e si chinò
leggermente verso il compagno, per schioccargli un bacio a fior di
labbra.
«Matt?!»
Una voce fastidiosamente penetrante li fece irrigidire e voltare verso
la fonte: vedendo una ventenne con un corpo modellato da favola, grandi
occhi grigi e una cascata di boccoli color grano, il castano
impallidì.
«C-Chralotte?!» gemette, stringendo di più l’arto del suo ragazzo.
«Allora sei proprio tu! Oh, che bello rivederti!»
cinguettò, correndogli incontro e abbracciandolo, incurante del
biondino al suo fianco –cui era ancora disperatamente aggrappato-.
«Ehm ehm…» tossicchiò quest’ultimo, attirando l’attenzione su di se.
«Oh, e questo tuo amico chi è? Non me lo presenti?» cantilenò, gioiosa.
«Non è un mio amico…» iniziò Lust.
«Ah, ecco, tu non hai mai annoverato molti ragazzi tra le tue amicizie e così…»
«È il mio ragazzo» concluse, senza ascoltare alcuna delle parole della ragazza.
«Eh?»
«Lui è il mio ragazzo» ripeté, orgoglioso.
«Vuoi dire… Che sei gay?!»
«Esatto, vedi che quando vuoi le capisci le cose?»
«Perché non me lo hai mai detto?!»
«Ma sei scema? Cioè, per te era normale che non volessi
fare sesso con te a diciassette anni?! Perché credi che abbia
rotto con te?»
«Voi due stavate assieme?!» s’informò Andrew, sconvolto.
«Sì. Al liceo siamo stati insieme per tre anni. Poi,
quando la cosa ha iniziato a “farsi seria” ed ho iniziato a
parlargli di sesso, mi ha scaricata e non mi ha più rivolto la
parola» delucidò Charlotte, pratica.
«Esatto. All’epoca ero molto confuso riguardo la cosa,
ma… Immaginarmi il tuo corpo nudo che… Brr, ti prego, non
farmi continuare. Comunque, anche solo pensare di fare sesso con te mi
dava i brividi. Non perché fossi tu, sia chiaro. Ho provato ad
immaginarmelo con un’altra donna, ma mi ha fatto ancora
più schifo. Per questo ti ho lasciata, non volevo deluderti come
amante, ma non potevo neppure dirti “Sai, l’idea di far
sesso con te mi repelle!”. Pochi mesi dopo ho conosciuto un certo
Richard Watton, un giovane editore, e tra una cosa e l’altra ho
realizzato di essere gay, perché non solo ne ero chiaramente
innamorato, ma lo desideravo dal punto di vista fisico e la cosa non mi
faceva affatto lo stesso effetto tuo –senza offesa-. È
stata la mia prima storia, è durata quasi tre anni…»
«Wow, Matt… Mi dispiace di averti trattato così
male, quella volta, ma sai… Ti rifiutavi di farlo con me, la tua
ragazza, e quando mi hai scaricata ho pensato che avessi
un’altra. Ero così arrabbiata e delusa, tu eri così
sensibile con tutti, non ci potevo credere…» Charlotte era
seriamente dispiaciuta. Il castano sorrise, scompigliandole gentilmente
i capelli.
«Charlotte, sei una ragazza dolcissima, sono sicuro che troverai
un uomo che ti meriti. Lo sai, saresti stata l'amore della mia vita, te
lo giuro... Se solo fossi stata uomo»
«Grazie, Matt. Ti, anzi, vi auguro tutta la felicità di
questo mondo» e si rivolse a Wrath «Prenditi cura della
nostra Lussuria» e gli sorrise dolcemente, ricambiata dal
biondino.
«Tranquilla, lo farò» e dopo aver annuito e salutato
calorosamente i due, Charlotte se ne andò, correndo sul
marciapiede come quand’era ragazzina.
Hola! ~
Scometto che la ex fidanzata di Matt non ve l'aspettavate, vero? Eheh...
Invece c'è. E vi dirò, mi è anche simpatica.
Perché è l'amica tettona e solare. Non che io abbia
un'amica così, però... Non sarebbe male. Ma questo non
c'entra nulla col capitolo.
Come già sarà stato detto, il legame tra Drew e Matt va
oltre la fisicità: lo stesso Lust, infatti, in "Insolitamente
piacevole" dice: «Per me non cambia nulla, uomo o donna: io amo la persona che sei, sono
attratto inesorabilmente da quello che ho visto in te. Se anche tu fossi di un
altro sesso, d’un’altra razza o chissà che altro, sarei in ogni caso
perdutamente innamorato di te…»
Per
questo è assolutamente possibile che Matt amasse Charlotte
"spiritualmente", come persona in sè, ma non riuscisse a
trovarla fisicamente attraente in quanto gay.
Da
qui il titolo: "Girlfriend?", "Ragazza?", inteso come fidanzata,
omaggio all'omonima canzone di Avril Lavigne, ma posto come domanda,
come espressione di sorpresa. Chiaro, no? ^^
Bhe, non mi pare ci sia altro ^^
Grazie a tutti, le recensioni fanno sempre piacere, sapete? ;)
Alla prossima! ^^
Lady_Firiel
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Capitolo 9 *** Bondage and Cross-dressing ***
09.Bondage and Cross-dressing
09.Bondage and Cross-dressing
«Fratellone?»
Quando un Matthew Lust imbarazzato sino alla radice dei capelli e con
indosso una graziosa vestaglia rosa decisamente trasparente le
aprì la porta, Amanda, dopo un primo momento di sconcerto,
dubitò seriamente della sanità mentale del suo fratellone.
«Beh, che cavolo vuoi?!» le chiese, brusco e imbarazzato.
Lei soffocò una risata con la mano.
Sbuffando, la tirò all’interno dell’appartamento,
chiudendo la porta con un colpo secco; a quel punto, la ragazza non si
trattenne più ed iniziò a sbellicarsi rumorosamente.
«Fratellone, ti sei dato al cross-dressing?» lo schernì, le lacrime agli occhi.
«Stupida! Certo che no, è Andrew che…»
«Oh, certo. E dove sarebbe adesso il tuo ragazzo?»
«È… È uscito a fare delle commissioni» deglutì, le gote in fiamme.
«Ovvio. Come ho fatto a
non pensarci da sola?» ironizzò, scettica «Volevi
fargli una sorpresa? O è una specie di regalo per una ricorrenza
particolare?»
«N-Non sono affari che ti riguardano!» balbettò
«E comunque, nulla di ciò che hai detto. È
solo…»
«Un esperimento?» suggerì.
«Esatto!»
«Ovvio» ripeté, arcuando un sopracciglio.
Sospirando, andò a sedersi sul divano, lasciandocisi cadere
sopra con un tonfo.
«Uff, che noia…» sbuffò.
«Scusa? Che sei venuta a fare qui?» la interrogò il fratello, accomodandosi al suo fianco a gambe larghe.
«Fratellone, non puoi indossare una vestaglia e sederti
così. Non è sexy!» lo rimproverò e il
castano arrossì nuovamente, chiudendo di scatto le gambe.
«In ogni caso, che cosa volevi?»
«Ah, giusto. Avrei un favore da chiederti…»
Matt liberò un leggero espiro, prima di annuire.
«Dimmi»
«Ecco, mi sono iscritta ad un contest, un concorso di scrittura “amatoriale”, sul tema porn yaoi…»
«Ho un po’ paura del seguito, ma va’ avanti…»
«Beh, una delle regole è quella di affrontare un
particolare tipo di pratica sessuale, da scegliere tra quelle proposte.
Sai, cose come BMSD, sadomaso, 24/7…»
«Ma che razza di siti frequenti?! E il 24/7 non è unicamente una pratica sessuale!»
«Fammi finire! Insomma, io avrei scelto il bondage, visto che mi
sembrava offrisse più spunti di partenza. Il punto è che
io non ho la minima idea di cosa si provi durante un rapporto del
genere!»
«E quindi…»
«Fratellone, ho bisogno di te: ti supplico, compra una corda e fatti legare al letto!»
«Eh?! Ma sei matta?! Scordatelo! E poi, non pensare che sia
così semplice: serve una buona mobilità fisica, certe
volte le costrizioni lasciano segni sul corpo a causa della prolungata
posizione forzata, se non sei allenato ti si indolenziscono tutti i
muscoli e non riesci a muoverti per alcuni giorni. Il bondage richiede
un pazzesco grado di esperienza ed una totale fiducia nel partner»
«Sembri molto informato su questa storia… Come mai?»
E il maggiore dei Lust arrossì per la terza volta nell’arco di venti minuti.
«Io… Ho solo letto su internet, ecco…»
«Oh, c’era scritto anche dei muscoli indolenziti e dei segni dei legacci?» lo punzecchiò.
«E-Ecco…»
«E che mi dici del “prolungata”?» proseguì, imperterrita.
«Zitta! Non ho mai fatto cose del genere!»
«Oh, magari non con Andrew –lui è più tipo da
cross-dressing, eh?-, ma con Rick… Scommetto di sì! A
proposito… Com’era lui a letto? Meglio di Andrew?»
«Zitta, non farmi domande del genere!»
«Ma fratellone! Noi siamo così “intimi”, dobbiamo raccontarci tutto!»
«Non ci penso neppure, preferirei firmare un patto col diavolo!»
«Ah, ma tanto è la stessa cosa! Dai, giuro che lo
terrò per me, ok?» e gli strizzò l’occhio,
complice. Matt sospirò, rassegnato.
«E va bene, come al solito hai vinto tu. Beh, a letto Rick
era… Oh, era fantastico. Lui… Ma che lo dico a fare,
certe cose non le puoi capire finché non le vivi. Comunque, il
sesso che ho fatto con lui è diametralmente diverso da quello
con Andrew: mentre il primo era selvaggio, passionale, intenso, il secondo è coinvolgente, dolce, condiviso. Non saprei come spiegarti meglio questo aspetto della questione, è che… Devi viverlo»
Amanda sorrise dolcemente, schioccandogli una bacio sulla guancia.
«Accidenti, fratellone, come sei profondo. E del bondage che mi dici?»
«Ci abbiamo provato, una volta, ma fu un disastro totale: mi
facevano male braccia e gambe, soffrivo come un cane a causa dei segni
delle costrizioni e, vedendomi in quelle condizioni, Rick non è
neppure riuscito ad avere un’erezione. Sono stato steso a letto,
e senza sesso, per quasi una settimana, prima che passassero tutti i
vari dolori…»
«Wow, tu sì che hai avuto una vita avventurosa» ridacchiò.
«Tsk. Ne riparleremo quando ti prenderai uno strappo per aver tentato una posizione del kamasutra»
Hola people! ~
Ed eccola qui, nuovamente tra noi, la piccola Amanda. ^^ Vi mancava? ^^
Ancora una volta, questa adorabile ragazzina non si limita ad irrompere
nella vita del fratello come un uragano, no: lei è come Attila,
dove passa non cresce più l'erba. E Matt se ne sta rendendo
conto -dopo sedici anni, ma meglio tardi che mai, no?- a sue spese.
Perché le domande di Amanda riguardano SEMPRE e SOLO... Il
sesso. E lo yaoi, inutile dirlo. Per quelli di voi che se lo
chiedono, ammesso che qualcuno lo faccia, non temete, anche lei
avrà la sua piccola sconfitta. Più o meno.
"Bondage and cross-dressing" direi che non necessita di traduzione.
Inutile dire che la descrizione del bondage fornita da Matt alla
sorella sia del tutto immaginaria, fatta eccezione per quei dettagli
presi da wikipedia. Il 24/7, come precisato dal ragazzo, non è
unicamente una pratica sessuale -quella se non sbaglio ha qualcosa a
che fare con una "meistress" o qualcosa del genere-, ma bensì
una forma di rapporto dominante/sottomesso che si estende all'intera
vita quotidiana.
Il cross-dressing differisce dal travestitismo per il fatto che chi lo
pratica non dev'essere necessariamente omosessuale, se ho capito bene.
Beh, direi che non c'è altro.
Spero sia stato di vostro gradimento, ricordate che un commento fa sempre piacere ^^
Alla prossima !
Lady_Firiel
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Capitolo 10 *** Cerulean Paradise ***
10.Cerulean Paradise
WARNING: this is FLUFF.
Ok, più evidente di così direi che non è necessario, voi non credete? ^^'
In ogni caso, questo capitolo è ESTREMAMENTE FLUFF. E temo che
la cosa mi sia sfuggita di mano nel finale, quindi, beh... Quando
iniziate a sentirvi male, andate direttamente alle note finali. Non vi
preoccupate, ci penseranno esse a rincarare la dose ^^
No, sto scherzando. Forse.
Comunque, questo per ora è tutto, ci si risente a fine fic! Buona fortuna! *evil laugh*
10.Cerulean Paradise
«Drew?»
C’era qualcosa, in quella stretta calda, che lo faceva sentire a casa.
Certo, effettivamente era lì che si trovava, sul grande balcone
su cui si affacciava il salotto, le narici stuzzicate dal tenue olezzo
delle piante che il suo compagno aveva portato con sé quando si
era stabilito in quell’appartamento, ma non era importante.
Con un braccio di Andrew attorno alle spalle e il capo poggiato sulla
sua clavicola, avvolto dal tepore leggero di quella presenza,
indipendentemente dal luogo in cui si fosse trovato, Matthew Lust si
sarebbe sentito al suo posto.
Insieme, i due ragazzi fissavano il cielo limpido di metà agosto, alla ricerca delle stelle cadenti.
«Mm?»
«Se vedessi una stella… Che desiderio vorresti esprimerle?»
«Non si può dire, altrimenti non si avvera» e sorrise, con dolcezza.
«Hai ragione»
«Però…» e si smosse un po’ da quell’abbraccio, fissando il compagno negli occhi.
«Cosa?»
«Lo sai, in realtà un desiderio ci sarebbe. Tuttavia, nessuna stella sarebbe in grado di esaudirlo…»
«Di cosa stai parlando?» s’informò il castano, a metà tra il curioso e l’apprensivo.
«Matthew Lust, il mio più grande e profondo desiderio, in
questo momento, è poterti amare per tutto il tempo possibile,
vorrei poterti restare accanto finché sarò in grado di
sostenerti, proteggerti e comprenderti…» e gli prese le
mani tra le sue, guardandolo «Ti amo, e il mio desiderio è
che questo sentimento duri il più a lungo possibile» e gli
schioccò un bacio sulle labbra, piegate in un sorriso affettuoso.
«Andrew, non c’è bisogno di essere così
sentimentali. In questo momento puoi desiderare che questo duri per
sempre, e magari domattina potresti aver cambiato idea. Non esistono
garanzie, in amore, bisognare vivere alla giornata. Lo sai, è
questo il vero segreto di un rapporto: non essendoci vincoli od
obblighi a tenerci uniti, ogni mattina, svegliandoci assieme nello
stesso letto, ci sentiremo felici e ringrazieremo il destino per averci
concesso quella presenza ancora per un giorno. Non pensi che sia
meraviglioso iniziare la giornata con questa gioia in mente?»
Wrath era senza parole: il discorso del suo amante era romantico, a modo suo.
«Matt, tutto questo è davvero…»
«Ah, lascia perdere. Sono solo un cumulo di sciocchezze…»
«No, no, anzi!» lo contraddisse, scuotendolo dalle spalle
«Tu, tu hai delle idee magnifiche sul modo di rapportasi al
prossimo, io… Non riesco a credere che un rapporto del genere,
basato su fiducia e desiderio, possa davvero funzionare, eppure…
Tu mi stai dimostrando che è possibile, che basta volerlo
davvero, che è sufficiente guardasi negli occhi e raccontare le
proprie paure, senza bisogno di mettere in mezzo il muro della routine.
Matt, dopo averti conosciuto, non solo sono riuscito ad immaginare che
una simile relazione fosse realizzabile, ma ho persino iniziato a
desiderarla… E a desiderarla con te…»
Il ragazzo dagli occhi nocciola era sorpreso, piacevolmente sconvolto
dalle parole accorate del biondino. Gli sorrise, sfiorandogli una
guancia.
«Lo sai che hai degli occhi bellissimi? Se credessi nel Paradiso,
dopo la morte, pur non avendo la certezza di finirci… Sarebbe
bello che fosse di quel colore. Ceruleo…»
«Ma che cosa stai dicendo, sciocco? Non hai bisogno di morire, per avere il tuo ceruleo Paradiso»
Hola people! ~
Se siete arrivati fin qui leggendo tutto, beh... Avete davvero un bel coraggio. E un fegato robusto XD
A parte tutto... Niente, era tutto qui. Oh, beh.
"Cerulean Paradise", "Paradiso Ceruleo", si ispira a non mi
ricordo cosa, forse mi piaceva solo come titolo, si riferisce
naturalmente agli occhi di Drew. L'ultima, lamentosissima frase, non
è altro che una diabetica perifrasi per dire "So che mi ami, sii
felice guardandomi negli occhi perché tanto ti amo anch'io"; ma
vi rendete conto che, detta così', vi avrebbe risollevato un po'
l'atmosfera e non sarebbe andato bene *evil laugh*
Scherzi a parte, non abbiate paura, il peggi è passato con
questo capitolo. Alcuni dei prossimi saranno sentimentali, ma nei
limiti dell'accettabile e digeribile, tranquilli ^^
Spero di non aver perso tutta la vostra stima con questo inutile episodio XD
Alla prossima!
Lady_Firiel
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Capitolo 11 *** Nightmere ***
11.Nightmere
11.Nightmere
«Fratellone?»
I passi leggeri di Amanda erano impercettibili sulla moquette, coperti
dal fragore dei tuoni proveniente dall’esterno. La pioggia
scrosciava con impeto, quasi volesse riversare sulla città furia
e disperazione per chissà quale torto subito dagli uomini.
Nonostante la voce della sedicenne fosse risultata un flebile sussurro,
troppo fioca per essere udita in mezzo a quel frastuono, le sensibili
orecchie di Matthew Lust lo captarono, destandolo e facendolo mettere a
sedere sul letto, di malavoglia e trattenendo dei mugolii doloranti.
«Amanda… Che succede?»
Non fu necessario spiegarlo: l’ennesimo rombo la fece tremare d’un’infantile paura.
«Hai… Paura?»
«Non è vero! Ho… Avuto un incubo…» borbottò, debolmente, le gote vagamente arrossate.
Matt sorrise con tenerezza: era ancora una bambina, dopotutto, quella
stessa che nelle notti di vento o tempesta sgattaiolava nella sua
stanza cercando compagnia.
«Dai, vieni…» le disse, picchiettando col palmo il materasso da sopra le coperte.
Con puerile gioia, la ragazza lo raggiunse, abbracciandolo ed
infilandosi al suo fianco, tra il suo corpo seminudo e quello assopito
del suo compagno. Il castano le scostò una ciocca ribelle dalla
fronte, posandovi sopra un bacio affettuoso.
«Sta’ tranquilla, sorellina. Era solo un brutto
sogno…» e le carezzò il capo, mentre lei scivolava,
ora più serena, in sonno quieto.
«Mm, Matt… Con chi stai parlando?» bofonchiò
Andrew, con voce impastata, rigirandosi verso di lui e aprendo gli
occhi appannati dalla stanchezza.
«Scusa, Drew. Amanda non riusciva a dormire…»
Il biondino lo fissò come se non avesse capito alcunché
della sua spiegazione, per poi sgranare gli occhi e chinare lo sguardo
sulla figura dormiente della piccola Lust. A differenza di
quand’era sveglia, periodo in cui poteva risultare una perfida
strega, in quel momento era perfettamente calma e la sua espressione
innocente le conferiva un’aria estremamente tenera. Sorrise,
affettuoso.
«Quando dorme, tua sorella è veramente adorabile…» sussurrò al compagno, che annuì.
«Perché credi che le permetta di dormire con me ancora oggi?»
Andrew liberò una risata leggera e flebile, che solamente Matt udì e ricambiò.
«Mi spiace per questo “inconveniente”, Drew. Sarei
dovuto andare io in camera sua…» si scusò, ma il
suo ragazzo scosse la testa.
«Non importa, va bene così. Sai, sembra quasi di
essere… Una famiglia. È come se fosse una bambina
impaurita che è venuta a cercare il conforto della sua
mamma…»
«Mi stai dando della mamma?!» s’alterò, pur senza alzare la voce più del dovuto.
Wrath sghignazzò, posandogli un bacio a fior di labbra.
«Rallegrati, tesoro:
saresti una mamma incredibilmente sexy…» e gli
pizzicò bonariamente il naso, che l’altro si
massaggiò, indispettito.
«Mpf. Mi spiace deluderti, mon chère,
ma per quanto mi “impegni” nel cross-dressing, le
giarrettiere di pizzo nero e il reggicalze non s’intoneranno mai
alla mini di pelle…»
«Pazienza. Ne farò a meno, tanto non è che coprisse un granché…»
«In effetti…»
«E poi, come dici sempre tu, l’abito con cui ti preferisco,
è quello con cui “tua mamma ti ha fatto”» e
gli strizzò l’occhio, stuzzicando la sua maliziosa
ilarità.
«Aveva buon gusto, vero?»
«Per quanto riguarda te… Non ci sono dubbi. In ogni caso,
non preoccuparti di minigonne e reggicalze…»
soffiò, prima di risistemarsi sotto le coperte «Per ora,
sono solo un tuo spaventoso incubo»
Hola people! ~
E così, abbiamo conosciuto anche il lato tenero di Amanda. Non ve lo aspettavate, eh? Già ^^
Era ora di aggiornare, non vorrei che finiste per dimenticarvi di questi tre simpaticoni ^^
Ma passiamo al capitolo:
"Nightmere", "Incubo", che anche stavolta non è un "parodico
omaggio" a qualcosa, ma un'ironia sul capitolo stesso. Sì,
perché, come spesso in questa fic accade, c'è il rovescio
della medaglia: un po' per cattiveria mia, un po' perché Amanda
non perde mai del tutto e un po' così vuole il pubblico (so che
lo volete, non mentite ^^), l'incubo della piccola Lust è finito
per diventare quello di suo fratello.
No, Amanda non ha sognato minigonne di pelle e reggicalze. O meglio,
potrebbe averle sognate addosso al fratello ed aver avuto la nausea, ma
ne dubito. Cosa l'avrà spaventata a tal punto (tuoni a parte)?
Lo lascio alla vostra fantasia ^^
Se vi va, aggiungetelo alla recensione, se non vi va non fatelo. Le paure di Amanda sono un tabù "qui" ^^
Spero vi sia piaciuto almeno un po' ^^
Come al solito, un commento fa sempre piacere ^^
Alla prossima!
Lady_Firiel
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Capitolo 12 *** Cinderella sex ***
12.Cinderella sex
WARNING: this is TOTALLY NONSENSE
Non chiedetemi perché in inglese, forse fa più figo; o forse sono scema io, non è importante ^^
Perché ho messo l'avviso? Ah, già, perché questo
capitolo è... Beh, è. Non ha senso, nessuna
delle sue vicende hanno senso, i dialoghi sono stupidi e anche i
due protagonisti. Sono due bestie in calore che passano il tempo a
studiare, pulire pavimenti piegati a 90° o a fare altre cose nella
medsima posizione.
Ma, ehi, non è anche per questo che siete qui? ... Scherzavo! ^^
Più nonsense di così c'è solo... Boh, non lo so, ma qualcosa ci deve pur essere!
Prendetelo per quello che è, il frutto di una mente malata e perversa che non aveva di meglio da fare.
12.Cinderella sex
«Matt, lo sai che adoro quando ripulisci il pavimento della cucina?»
Andrew Wrath aveva avuto una giornataccia: il tirocinio in una terza
superiore come assistente dell’insegnante di matematica si era
rivelato terribile, le allieve avevano fatto battutine allusive e
maliziose alla sua persona e i ragazzi lo avevano fissato con palese
idiosincrasia, mentre la professoressa faceva la svenevole
sventolandogli i capelli davanti al naso e ammiccando con lascivia al
suo, imbarazzato, indirizzo.
Era finito in una classe di arrapati, solo che, da ingenuo studioso e
bravo ragazzo dedito ad una regolare vita
“università-casa-lavoro”, se n’era accorto
troppo tardi per sfuggire illeso: era stato, infatti, quasi molestato
da quella perfida strega, nonché dalle sue tette abnormi.
Sì, decisamente era, quella, una giornata da dimenticare.
Ma se, tuttavia, quell’inferno era lo scotto da pagare per
tornare a casa e trovare il proprio compagno a gattoni in terra,
intento a lustrare il parquet con gli appositi prodotti, godendo
così di una pratica e gratuita visuale sul suo bel
sedere… In fondo poteva anche imparare a conviverci.
«Mpf, tutte scuse. Guarda che se volevi fissarmi il culo bastava
dirlo…» lo avvisò Lust, ammiccando con malizia.
«Of course, I know it, sweetheart…» soffiò, chinandosi verso di lui e schioccandogli un bacio a fior di labbra.
«“Sweetheart”?» gli chiese, ridendo.
«Beh? Ti dona…»
«In tre anni che stiamo assieme, non mi avevi mai
chiamato così… Hai fatto qualcosa per cui sentirti in
colpa? Che so, hai fatto pensieri sconci sulle tette della prof di
matematica?»
«Come sai di quelle tette?!» s’informò, preoccupato e vagamente imbarazzato.
«Parli nel sonno, scemo. E comunque… Oh, i bravi studenti
non fanno queste cose…» disse, sensualmente. E Drew
comprese dove desiderasse andare a parare con quel discorso.
«Hai ragione. Vuoi pensarci tu a farmi scontare la mia punizione?»
«Non vestito da maid, te lo puoi scordare…» lo
prevenne, intuendo il formarsi di pensieri perversi nella mente
dell’amante
«Oh, via, ti sta così bene!»
«Quello che ho fatto in quell’occasione, è una cosa
che ti capiterà una sola volta in tutta la vita, almeno con
me…»
«Sei crudele, così mi ferisci…»
«Non attacca. Se vuoi farlo, datti da fare, devo finire di pulire l’appartamento…»
«Sweetheart, ma cosa paghiamo a fare un colf, se poi pulisci tu? Ti è presa la “sindrome di Cenerentola”?»
«Ah ah ah… Sei divertente quanto un’erezione ad una convention di astenuti…»
«Perché le tue metafore hanno sempre un background di perversione?»
«Well, mon chère» iniziò «in certe occasioni mi sento profondamente… Ispirato»
«Oh, così sarei la tua musa?»
Matt rise, drizzando la schiena e voltandosi, rimanendo in ginocchio davanti al biondino.
«Mm… Sì, possiamo dire così…»
Con un ghigno malizioso e perfido stampato in viso, Andrew lo
raggiunse, si flesse sulle gambe e prese in braccio il compagno,
sollevandolo come una novella sposa. Quello si avvinghiò al suo
collo, lanciando gridolini ilari mentre si rialzava a lo accompagnava
in camera da letto e lo posava con scarsa grazia sul materasso. Lo
fissò con gola e orgoglio, slacciandosi la cravatta ed iniziando
a sbottonare la camicia, prima di ghignare con aria perversa e salire
sul letto posizionandosi a cavalcioni sul suo bacino.
«Lo sai, sweetheart?»
disse, chiamandolo con quello che, oramai, più che un
appellativo affettuoso era diventato una provocazione, frattanto che
gli baciava il collo e le sue mani vagavano al di sotto di quegli
inutili e fastidiosi strati di tessuto.
«Co- ah! Cos- ah!, mo- ah! –n cère?» domandò a sua volta, gemendo.
«Non avevo mai fatto sesso con Cenerentola, prima d’ora»
Hola people! ~
Sinceramente, non mi piace un granché questo capitolo.
Ma non mi va di riscriverlo, quindi accontentatevi. Il prossimo sarà migliore, ve l'assicuro ^^
Come ho già specificato nelle note per-lettura, questo capitolo
non ha senso. Possiamo definirlo una forma di PWP, solo più
leggera.
Ma solo se vogliamo.
"Cinderella sex", "Cenerentola sesso", che ironizza sul titolo del film
"Cinderella man", "Cenerentola uomo" (sì, tradotti non hanno
senso e suonano male, ma tant'è), ironizza anche sulla
già citata "passione" di Andrew: il cross-dressing (naturalmente
se fatto da Matt).
A questo dettaglio stupido (la vestaglia rosa, ve la ricordate, no?),
aggiungiamo quello che si potrebbe chiamare "roleplay" nell'ambito del
rapporto sessuale, ovvero uno o entrambi i partner che, con costumi e
trvestimenti vari, impersonano un personaggio alternativo. In questo
caso Cenerentola e una Maid.
Non chiedetemi perché. 1, perché non lo so (o non me lo
ricordo) e 2, perché anche qualora lo sapessi, presumibilmente
per voi sarebbe meglio ingnorare le fondamenta della questione.
Bene, non fucilatemi e sopportate.
Come sempre, una recensione, anche piccola piccola, non può che fare piacere ^^
Alla prossima!
Lady_Firiel
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Capitolo 13 *** Childishly cute ***
13.Childishly cute
Questo
è il capitolo più lungo, almeno per ora; oscilla sulle
1000 e passa parole, ma mi risulterebbbe estremamente difficoloso
tagliarlo. E poiché non sono la Mediaset e sono contro la legge
bavaglio e la censura -cosa che non vi importava, ma già
che ci siamo...-, non mi è sembrato gentile nei loro confronti
tagliare i dialoghi. Infondo, loro ci mettono impegno ^^
Buona lettura ^^
13.Childishly cute
«Ti sei perso, tesoro?»
Non era stata una giornata particolarmente pesante, quella, per Andrew
Wrath: gli studenti nella classe dove praticava erano stati più
tranquilli del solito, la professoressa non lo aveva molestato e
l’esame della settimana passata era andato meglio di quanto si
fosse aspettato.
Era stato lungo la via di casa, quando per chissà quale arcana
ragione aveva imboccato una via ad un paio di isolati da quella che era
solito prendere, ritrovandosi così a dover passare per il parco
in cui sua madre lo portava a giocare quand’era bambino.
Le aiuole gremite di fiori profumati e colorati non c’erano
più, l’immenso roseto che circondava e ricopriva le arcate
di legno della zona pic-nic e relax erano completamente scomparsi, ed
ora al loro posto c’erano chioschi di panini e gelati, circondati
da bambini festanti e genitori dai sorrisi un po’ annoiati
intenti a pagar loro la merenda.
I vecchi giochi d’acciaio e con la vernice mezza scrostata erano
stati rimpiazzati con più moderne costruzioni in plastica,
mentre la terra brulla era stata coperta da un pavimento gommato, per
la sicurezza degli sfruttatori delle attrezzature; persino le vecchie
altalene di legno e corda, con le schegge che ti si infilavano nei
pantaloni pizzicandoti la pelle attraverso la stoffa erano svanite per
lasciar posto a quelle più morbide e classiche di gomma nera,
con catene robuste appesa ad un’impalcatura di ferro lucido e
nuovo.
Con un sospiro vagamente nostalgico, vedendo che erano libere, si
andò a sedere su una delle due, ignorando le occhiate malevole
delle madri.
Strinse le mani attorno le catene, iniziando a dondolarsi appena,
lasciando vagare la mente ai ricordi della sua infanzia: alle rose
rosse che tanto piacevano a sua mamma, ai gelati alla fragola
rovesciati in terra ed alle conseguenti lacrime disperate, alle
sbucciature sulle ginocchia dovute alle cadute ed ai sorrisi
rassicuranti della genitrice che, paziente, gli dava un bacino sulla
ferita affinché guarisse ed il dolore sparisse.
Sorrise con tenerezza, ripensando a tutto quello.
Fu una voce conosciuta a riportalo alla realtà: Matthew Lust, il
suo compagno, con una borsa che doveva contenere vecchi libri polverosi
presi a prestito alla biblioteca del campus, lo fissava con affettuoso
divertimento, nessuna traccia di scherno nei suoi occhi nocciola.
«In un certo senso… Che ci fai tu qui?» domandò il biondino.
«Ho fatto un salto al negozio di dolci dell’angolo
perché avevo voglia di bomboloni alla crema, e poiché
questa è la via più breve per arrivare a casa da dove mi
trovavo, sono passato dal parco. Mi sono fermato quando ti ho visto
seduto sull’altalena con aria assorta»
«Scusami, è che mi sono tornati in mente ricordi d’infanzia…»
«Capisco. Tua madre ti portava qui dopo la scuola praticamente tutti i giorni, vero?» e sorrise, indulgente.
Drew non gli chiese come lo sapesse o da cosa l’avesse intuito:
dopo quasi tre anni che stavano insieme, aveva imparato che il castano
era dannatamente bravo a scavare nella mente delle persone.
«Già. Mi comprava sempre il gelato alla fragola, per
merenda; ed io puntualmente lo rovesciavo, nella foga di mangiarlo.
Allora iniziavo a piangere, lei scoppiava a ridere e mi diceva
“Si vede che non voleva farsi mangiare da te. Non era un buon
gelato”. Ripensandoci dopo dodici anni, forse era
ridicolo…»
«Eri un bambino, Drew, era normale»
«Sì, lo era» e tacque. Matt sbatté le
palpebre un paio di volte, come cercasse di intuire cosa affollasse i
pensieri del ragazzo di fronte a lui, poi sospirò, sedendosi
sull’altra altalena.
«Matt, hai mai pensato a come sarebbe avere dei figli?» domandò Wrath, d’un tratto.
Il castano lo fissò, gli occhi sgranati.
«Dei figli?! Beh, no, non direi, io… Da bambino ero molto
più occupato ad essere un alunno modello, un bravo nipote ed un
fratello esemplare. E poi, quando venne l’età in cui fu
necessario che provvedessi a me stesso, beh… Sono sempre stato
gay, non ho mai pensato che avrei avuto figli…»
«Quand’ero al liceo ero convinto che un giorno mi sarei
innamorato di una donna straordinaria, ci saremmo sposati ed avremmo
avuto dei figli; ero sicuro che sarei stato un buon padre. Non
fraintendermi, Matt, non intendo dire che rimpiango di aver scelto te
come amante, Dio non potrei mai, però… Beh, a volte penso
che mi piacerebbe avere un bambino da spingere sull’altalena o
cui comprare il gelato; una piccola creatura a cui raccontare le fiabe
della buonanotte o cantare una ninnananna… Penso che sarebbe
qualcosa di splendido, poter avere tutto questo, tornare dal lavoro e
trovare mio figlio che mi corre incontro, abbracciandomi e
raccontandomi festante le sue nuove scoperte…»
Matt continuò a fissarlo, mentre il biondino parlava, guardando con un sorriso malinconico il vuoto dinnanzi a sé.
«Drew, io non posso donarti quel che desideri, in quanto uomo non
posso rimanere incinto, però… Però potremmo
trovare una soluzione alternativa»
Andrew voltò la testa verso il suo interlocutore, a metà tra l’esterrefatto e lo speranzoso.
«Dici sul serio?»
«Sì. Potremmo provare con l’inseminazione
artificiale, troveremo una donna che accetti di “prestare”
il proprio utero e…»
«Non voglio che sia figlio di qualcuno che non sia tu» lo interruppe.
«E allora cosa vuoi fare? Non siamo in una fanfic yaoi, non esiste l’Mpreg…» lo avvisò.
«Adozione»
«Vuoi adottare un bambino?»
«Perché no? Sarebbe figlio nostro ma non avrebbe i geni di
uno solo di noi. Non potrei sopportare che somigliasse solo a me e non
avesse la forma del tuo viso, sweetheart…» gli disse, con dolcezza.
«Non fare il melenso, mon chère,
non attacca. In ogni caso… Drew, adottare un bambino non
è come cambiare casa o fare il bucato, bisogna ragionarci per
bene, cambierà per sempre le nostre vite ed è un impegno
non indifferente. Poi, lavoriamo, anzi, studiamo ancora entrambi, non
siamo neppure sposati e siamo gay. Ci pensi alle prese in giro dei
compagni? Vorresti davvero una cosa simile per tuo figlio? E poi, il
bambino che puoi spingere sull’altalena non resterà tale
per sempre: diventerà un adolescente con tutti i suoi problemi,
poi un adulto, un giorno magari si sposerà ed avrà dei
figli, potrebbe decidere di trasferirsi a Tokyo con Amanda e famiglia e
noi che faremo? Ingoieremo l’amarezza e ci rassegneremo al fatto
che nostro figlio è cresciuto a capace di decidere per
sé. E se un giorno litigassimo e decidessimo di separarci? Non
avendo legami chi ce lo impedirebbe. E del bambino che ne sarà?
Resteremmo insieme pur litigando per amor suo? Oppure dovrebbe vivere
con due famiglie diverse? Drew, io posso capire il tuo desiderio,
ma… Crescere un figlio non è un gioco, pensaci bene»
Il biondino lo guardò con aria pensierosa per qualche istante,
poi sospirò e si alzò in piedi, tendendo una mano al
ragazzo accanto a lui. Lust la strinse, sollevandosi a sua volta.
«Non ho bisogno di pensarci così tanto, sweetheart.
Io ti amo, e se devo allevare un figlio voglio che sia tu colui che mi
aiuterà a farlo. Quando il bambino crescerà
affronterà la vita come tutti e nel momento in cui se ne
andrà di casa non è vero che non ci rimarrà nulla
di lui, avremo sempre i bei ricordi della nostra vita insieme: i suoi
primi passi, la sua prima parola… Il suo primo bacio, il ballo
della scuola… Il primo approccio con la follia di tua
sorella…» e qui il castano rise «Tutto questo
apparterrà a noi per sempre e solo l’Alzheimer
potrà privarcene. Voglio davvero, Matthew Lust, avere una
famiglia con te…» e gli baciò la dorso della mano
che ancora stringeva.
«Tu… Lo desideri davvero così tanto?»
Il suo sguardo ceruleo parlò per lui ed il castano cedette.
«E allora d’accordo, my beloved one,
adotteremo questo bambino. Ma voglio che sia femmina, con il tuo colore
di occhi, più piccola di un anno… E che tu mi aiuti a
cambiarle i pannolini!» aggiunse, con l’espressione
corrucciata di un bambino che non può mangiare il lecca-lecca
prima di cena, suscitando l’ilarità del compagno, che gli
schioccò un bacio sulla guancia.
«Alright, sweetheart» acconsentì «E vedrai: sarà adorabile, come te. Infantilmente adorabile»
Hola people! ~
Dunque, come ho già detto, questo è il capitolo
più lungo della raccolta, ma era seriamente impossibile tagliare
i dialoghi, perché ogni proposizione ha il suo significato e
nessuna è del tutto trascurabile, sono tutti e elementi che, in
questo particolare contesto sono quasi fondamentali.
Per cui non lamentatatevi, era il volere della storia ^^
Ma passiamo a cose più importanti, come il titolo:
"Childishly cute" significa "Infantilmente adorabile", come lo stesso
Andrew dice nell'ultima battuta del capitolo, ed ha un riferimento
psicologico al carattere impetuoso e gioioso di Matt, ma anche al suo
essere uke, quindi "adorabile" per definizione.
E poi, beh, dopo averlo "visto" con una vestaglia rosa, vogliamo negare che sia, in qualche modo, adorabile? ^^
Il suo lato infantile emerge molto spesso durante gli scambi verbali
con la sorella, che, si può dire, tira proprio fuori il suo lato
peggiore ^^
Beh, direi che non c'è altro da dire.
Come sempre, commenti, critiche e/o commenti sono ben accetti ^^
Alla prossima!
Lady_Firiel
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Capitolo 14 *** High School lovers drama ***
14.High School lovers drama
14.High School lovers drama
«Secondo me non avrebbe funzionato»
Discutere di “cosa sarebbe successo se…” col proprio
fidanzato, non era esattamente quel che Andrew Wrath aveva voglia di
fare in quel momento.
Subito dopo pranzo, appena finita la scuola, Amanda Lust era piombata a casa loro –interrompendo un certo discorso-
ed implorando aiuto. Avevano scoperto che aveva disperato bisogno di un
accompagnatore per il ballo; tentarono di persuaderla che un coetaneo
fosse meglio, ma lei sostenne di non averne trovato alcuno di suo
gradimento. Con un sospiro, Matt si offrì di accettare, ma venne
“liquidato” prima ancora di terminare la frase, con un
«Ma tu sei mio fratello, ed è da sfigati portarsi la
famiglia!».
Allora si era offerto Andrew di farlo e lei aveva acconsentito con un
ghigno malefico, dicendo «Ci vediamo stasera, passa a prendermi
per le otto e mezza, puntuale!» prima di fiondarsi fuori casa.
Così, con un sospiro rassegnato, mentre il castano si lagnava,
offeso, il biondino decise di prepararsi, o, se non altro, di trovare
qualcosa da indossare.
Dopo del sesso “consolatorio” sotto la doccia -«Non
l’avevo mai fatto in uno spazio così stretto.
Nell’acqua sì, ma si stava un po’ più…
Comodi»-, frugarono l’armadio alla ricerca di un completo
decente. Era stato più o meno allora che un Lust steso a pancia
in giù sul letto, con le gambe a dondolare per aria, gli aveva
chiesto: «E se ci fossimo fidanzati al liceo?»
«Perché no? Voglio dire, cosa sarebbe cambiato nel nostro modo di rapportarci?»
«Ero estremamente possessivo, a diciassette anni, e tendenzialmente… Poco fedele»
«Capisco. A diciassette anni avevo appena rotto con la mia
ragazza ed ero sessualmente confuso. Se ti avessi incontrato
allora… Sai, credo che avremmo fatto scintille»
ghignò.
«Oh, non ne dubito. Ma sai, non mi attiravano proprio, gli uomini, a quei tempi»
«E spero per te che, oltre a me, non ti attiri sessualmente nessun’altro uomo!»
«Ovvio che no, sweetheart: sei troppo sexy perché mi stanchi di te…» e gli rubò un bacio a fior di labbra.
«Mpf, meglio per te» ribadì il castano, sorridendo soddisfatto.
Wrath sospirò, cercando di annodarsi la cravatta, quando
sentì due mani posarsi sulle sue, trattenendole dolcemente; due
labbra si posarono sul suo collo e, poco dopo, una voce sussurrò
al suo orecchio: «Mon chère,
al ballo della scuola nessuno indossa la cravatta; e i primi bottoni
della camicia si lasciano aperti, per essere più sexy» gli
suggerì, sensuale, il compagno, tirando via la cravatta e
sbottonando il colletto. Drew si girò verso l’amante, che
passò la stoffa tra le proprie mani dietro la gola del biondino,
attirandolo a sé per schioccargli un passionale bacio, mentre
l’altro gli cingeva la vita con le braccia.
«Sei geloso?» soffiò Wrath.
«Da morire…» rispose con lo stesso tono il ragazzo tra le sue braccia, ri-baciandolo.
«Matt, oh!, Matt, ti prego, smettila di stuzzicarmi... Devo
uscire tra un quarto d’ora, non abbiamo tempo…»
gemette.
«Allora muoviti, stupido» gli sussurrò nell’orecchio, mordendone poi il lobo.
Finirono sul letto a fare sesso, senza neppure spogliarsi del tutto.
«Sei il solito, adesso sono in ritardo»
«Le donne sono sempre in ritardo. Non lo noterà, vedrai»
«Io non sono una donna, nel caso l’avessi scordato»
annotò, arcuando un sopracciglio, vagamente offeso, mentre si
riallacciava la cinta dei jeans.
«Oh, come dimenticarlo, me l’hai appena
ricordato…» rispose, allusivo, ancora steso sul materasso
con indosso solo la camicia. Il biondino arrossì.
«Piantala, sei un pervertito»
«Non mi sembra ti dispiaccia»
«In questo momento, un po’ sì»
«Oh, via» iniziò, gioviale, sorridendo a trentadue
denti «Cerca di goderti la serata, tieni d’occhio mia
sorella e, beh… Fai girare la testa a tutta la scuola, che poi
voglio che mi racconti tutti gli apprezzamenti che hanno fatto al tuo
bel cu…»
«Ho capito, grazie! Vedrai, mi fisseranno tutti»
«Perché sei un pezzo di figo»
«No, perché sono ventunenne di un metro e settantotto che
balla con una diciassettenne di uno e sessantasette»
Matt fece un gesto di noncuranza con la mano.
«Mi spiace solo di una cosa…»
«E sarebbe?»
«… Non ballerò mai col mio cavaliere» ammise, con un sorriso malinconico.
Drew stirò le labbra in una smorfia affettuosa e fece la cosa
più stupida che un uomo –gay- in ritardo ad un
appuntamento con la sorella diciassettenne del proprio ragazzo possa
fare: iniziò a cantare.
Porse una mano al castano, che lo fissava con occhi increduli; la
strinse, alzandosi in piedi e stringendosi al compagno, una mano sulla
sua spalla e l’altra ancora avvinta a quella un po’
più grande del biondino. Sorrise, mentre iniziavano a
volteggiare per la camera da letto come due idioti, cantando.
Si guardarono negli occhi per almeno un minuto, prima di scoppiare a ridere e abbracciarsi, sentendosi due stupidi.
«Grazie di aver accontentato questo sciocco sognatore…» disse Matt.
«Grazie a te di aver scelto me per realizzare i tuoi sogni…» fu la risposta.
Hola people! ~
Dunque, questa volta siamo andati su un argomento meno serio, cioè il ballo della scuola.
Perché quando una diciassettenne come Amanda fa parte della tua
vita, non incappare in un evento simile è praticamente
impossibile.
Il titolo "High School lovers drama", cioè "Il dramma degli
amanti liceali", prende spunto dalla canzone "High School never ends",
"Il liceo non finisce mai", dei Bowling for Soup, e fa particolare
rifermito alla prima parte del capitolo, quella in cui Matt e Drew
discutono di come sarebbe stata la loro relazione se si fossero
incontrati al liceo.
Questo mi spinge a rigirare a voi la domanda: Secondo voi, se si fossero conoscoiuti al liceo, come sarebbero andate le cose?
Mi piacerebbe sapere che ne pensate, sempre se vi va di dirmelo ^^
Bene, direi che per oggi è tutto ^^
Penso che ci vedremo il prossimo fine settimana ^^
Alla prossima!
Lady_Firiel
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Capitolo 15 *** Was it a dream? ***
15.Was it a dream?
15.Was it a dream?
«Quello stupido»
Matt sbuffò, guardando fuori dalla finestra del proprio appartamento a braccia incrociate.
Aveva sempre saputo che la sua relazione con Andrew non sarebbe sempre
stata come un dolce limbo di utopica felicità, ma si era
quantomeno augurato di potersi risparmiare qualche mal di pancia.
Interminabili discussioni sull’adozione della bambina, sul nome,
sugli accessori per la stanza, su chi sarebbero stati padrino e
madrina, su come dirlo alla zia di Matt o al padre di Drew senza causar
loro un infarto, come educarla e di che colore desiderarne gli occhi; e
poi su chi si sarebbe occupato di lei durante il giorno, dato che
entrambi studiavano e lavoravano, chi sarebbe stato la
“mamma” e chi si sarebbe occupato dei suoi bisogni.
Erano finiti, poi, a litigare per chi avrebbe fatto la spesa, lavato i
piatti e cucinato, chi sarebbe a tutti gli effetti diventato una
casalinga disperata; e ovviamente nessuno dei due era particolarmente
allettato dall’idea. Si erano urlati in testa, sostenendo
bruscamente le loro idee, ostinati come muli, senza concludere
alcunché.
Matt aveva accusato il compagno di essere un egoista, di preoccuparsi
unicamente dei propri bisogni senza curarsi di cosa passasse per la sua
mente, lui che puliva la casa, pagava l’affitto, lavava i piatti,
cucinava e faceva la spesa come una brava mogliettina. E Drew aveva
ribattuto che era stato il castano a volere tutto quello, che se non
glielo avesse chiesto lui, certamente non l’avrebbe fatto di sua
iniziativa. Anzi, molto probabilmente se non fosse stato per Lust non
si vedrebbero che tre volte alla settimana per una scopata. E stavano
insieme da tre anni.
A quel punto, il compagno aveva ribattuto con brusca freddezza che, se
quella situazione non gli andava a genio, poteva anche andarsene.
E così il biondo aveva fatto: aveva afferrato il cappotto
dall’attaccapanni dell’ingresso ed era uscito sbattendo la
porta.
Due ore prima.
Matthew non era propriamente dispiaciuto, perché anche il suo
amante aveva la sua parte di torto, ma aveva detto indubbiamente cose
che non pensava: non era vero che faceva tutto lui, in casa; e neppure
che l’altro non lo aiutasse mai e non si curasse dei suoi
sentimenti. Lo faceva eccome, pensava almeno tre volte alle cose che
voleva dirgli, prima di esporle, assicurandosi di porle in modo da non
causargli alcun problema.
Guardando la pioggia scrosciare irritata sulla città, il castano sospirò.
Iniziava a sentirsi male, un tremendo mal di stomaco che identificò come ansia, preoccupazione,
quella maledetta strega che si faceva viva ogni volta che discuteva con
Andrew, assillandolo fino a che non avessero fatto pace, seminudi
contro la prima superficie piana che avessero incontrato.
«"L'amore non è bello se non è litigarello"...
Stronzate. Ogni volta che litigo con la persona che amo mi viene un
tremendo mal di stomaco…» si lagnò, sbuffando
nuovamente.
Infilò il cappotto, prese l’ombrello… Poi lo
fissò e lo riposò, pensando che una riconciliazione al
freddo e bagnati fradici fosse molto più romantica –e
scenografica, nonostante non fosse previsto un pubblico di sorta- e
uscì chiudendo a chiave l’appartamento.
Non ebbe il minimo dubbio su dove andare a cercare il suo ragazzo,
bagnato come un pulcino, tremante e infreddolito, intento a dondolarsi
su un’altalena cigolante.
Gli sorrise, con affettuosa comprensione, quando il biondo alzò
lo sguardo, gli occhi cerulei annacquati da pioggia e da lacrime -Matt
era sicuro ci fossero entrambe, sul quel viso abbattuto-. Wrath si
alzò e gli andò incontro, abbracciandolo, sentendo le
braccia, anch’esse grondanti d’acqua, dell’altro
stringersi attorno al suo corpo.
Non dissero nulla, rimasero sotto la pioggia in silenzio, l’uno avvinto all’altro.
Quando non resistettero più al gelo ed all’umidità penetrata nelle ossa, tornarono a casa, la loro casa,
fecero una doccia e, avvolti da caldi maglioni di lana a dolcevita,
delle tazze di the caldo strette tra le mani, si strinsero sul divano
del salotto, quello di stoffa blu su cui avevano fatto l’amore la
prima volta, quella lontana sera di più di tre anni prima.
Matt poggiò la testa sulla clavicola del biondino, che gli
passò un braccio attorno alle spalle, tirandoselo contro ancor
di più.
Non dissero nulla per tutto il pomeriggio, fissarono la pioggia persi nella presenza, calda e reale, dell’altro.
Poteva, quello, essere solo un sogno?
Hola people! ~
Scusate il ritardo, ma questo fine settimana non ho proprio avuto tempo per postare ^^
Comunque, eccovi il capitolo 15, uno, se non IL, dei miei preferiti.
Il titolo, "Was it a dream?", cioè "È stato un sogno?",
è il titolo della canzone dei 30 Seconds to Mars, che ne
posseggono i diritti; questa volta non l'ho modificato, perché
non avrebbe avuto senso col contesto della storia in alcun altro modo.
Ho scelto questa canzone per il tema del sogno e perché
all'inizio ed alla fine del brano si sente rumore di pioggia che cade.
Tutto chiaro, no? ^^
La quasi totale assenza di dialoghi è voluta, nella mia mente
malata doveva contribuire a rendere l'atmosfera vagamente surreale e il
clima ovattato tipico dei sogni. Spero di esserci riuscita ^^
Adoro la frase di Matthew:
«"L'amore non è bello se non è litigarello"...
Stronzate. Ogni volta che litigo con la persona che amo mi viene un
tremendo mal di stomaco…»
Riassume
molto bene alcuni degli ideali miei -e di conseguenza suoi- che mi
stanno più a cuore. E poi è una frase della mia adorata
Lussuria, quindi basta e avanza per amarla ^^
Bene, direi che ho finito.
Commenti, critiche e/o commenti, come sempre, graditi ^^
Alla prossima! ^^
Lady_Firiel
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Capitolo 16 *** Heartbreaking, Heart beating ***
16.Heartbreaking, Heart beating
Drabble di 100 parole esatte (ve' che brava, eh? ^^), solo dialoghi per scelta voluta.
Just a bit of FLUFF, e un po' di "sadness", tanto per gradire ( e variare un po' ^^)
Chiarimenti e tutto il resto a fine fic, cioè e tra poco ^^
Buona lettura ^^
16.Heartbreaking, Heart beating
«Se mi vedessi piangere, cosa faresti?»
«Asciugherei le tue lacrime»
«Mi baceresti per cancellare il dolore?»
«No. Ti bacerei perché ti amo. Nulla cancella il dolore»
«Mi abbracceresti stretto?»
«Sì. Ascolterei paziente il tuo cuore che batte, impazzito, in silenzio»
«Se il mio cuore si spezzasse, che faresti?»
«Sarò lì per te, con te, a ricordarti che ogni ferita brucia, ma prima o poi cicatrizza»
«E sarai lì per sempre?»
«Un per sempre non dura che istanti. Ma io sarò lì quando ne avrai bisogno»
«E il tuo cuore si spezzasse, cosa vorresti?»
«Null’altro che un bacio»
(100 parole)
Hola people! ~
Beh, questo è l'altro capitolo che mi piace di meno.
Non so perché, è così e basta.
Ma in fondo lui è piccolo e caruccio, quindi voletegli almeno un po' di bene ^^
Il titolo, "Heartbeaking, Heart beating" è in realtà un
gioco di assonanze, difficilmente traducibile in italiano; il senso
comunque è "Cuore infranto, battito cardiaco", che poi sono i
due temi centrali della drabble ^^
Lascio ogni eventuale interpretazione a voi.
Commenti, critiche, consigli... Come al soiito, tutto è gradito ^^
Al prossimo capitolo!
Lady_Firiel
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Capitolo 17 *** Lust kiss ***
17.Lust kiss
WARNING: this is LEMON.
Credo
che, almeno per ora, questa sia la fic più YAOI che abbia
scritto. Di seguito, anche se, tutto sommato, all'acqua di rose,
viene descritta una scena di sesso. Vi avviso perché magari,
sapete com'è, non è porpio il massimo pensare di leggere
dei dibattiti esistenziali di una coppia gay e trovarseli intenti a far
sesso. Insomma, sempre meglio avvisare prima, no? Non vorrei turbare certe giovani ed innocenti menti (quelle certe menti sanno che parlo di loro, vero? ^^)
Beh, a tutti gli interessati... Buona lettura ^^
Ci si risente a fine fic ^^
17.Lust kiss
Senti il cuore che batte impazzito nel tuo petto, martella furioso contro il costato, ti mozza il respiro già corto.
Brucia, la pelle si scalda sempre di più, ansimi, cerchi aria fresca senza trovarla.
Inarchi la schiena, stringi le dita attorno le sue spalle.
Respiri, cerchi di restar calmo e fermo, di non muoverti proprio ora, anche se è difficile.
Poggi la fronte contro la pelle delle sue clavicole, sperandola fresca,
ma è bollente a sua volta; odora d’amore e sudore, profuma
del buono di Marsiglia, l’olezzo delle lenzuola cambiate solo la
mattina e già da lavare.
Rimarresti così per sempre, il tuo petto contro il suo, il tuo cuore in risonanza al suo;
Lui dentro di te, in tutti i sensi.
L’hai accolto con gioia e piacere, bramando con la caratteristica che sei che non andasse più via da dov’era arrivato.
L’hai voluto per te ed ora lo hai, non lo lascerai più andare.
Aspiri l’aroma della sua cute, ne impazzisci; poi ti stende con
la schiena contro al letto, le tue braccia allacciate dietro al suo
collo.
Ti bacia, ti forza le labbra con quella lingua che poi, curiosa, si fa
strada nella tua bocca, ancora una volta la accogli con calore.
E poi spinge. Una, due, tre, innumerevoli volte, finché non
senti qualcosa di caldo e denso scivolarti tra le gambe e con un urlo,
inarcando la schiena di nuovo, gemendo e imprecando, vieni a tua volta.
Esce da te e ti abbraccia, accasciandosi sul tuo corpo sudato ed ansante, ti bacia tutto il viso men che le labbra.
Lo cingi come un bambino, lui poggia l’orecchio sul cuore e lo
ascolta battere, calmarsi un po’, finché
s’addormenta. Gli sorridi, dolce, scostandogli dei ciuffi quasi
dorati dalla fronte e posandovi un bacio, prima di chiudere gli occhi e
assopirti a tua volta, senza lasciarlo andare.
Hola people! ~
Chiedo scusa per il leggero ritardo, mi è passato di mente di postare ^^
Dunque, questo è un capitolo particolare: perché
sì, è una sorta di PWP, ma non è troppo spinta.
E comunque, era un momento della loro vita che bisognava raccontare.
Il titolo, "Lust kiss", "Il bacio della Lussuria", omaggio alla canzone
"Last kiss", "L'ultimo bacio" di Taylor Swit (ce ne sono diverse con
questo titolo, io ho pensato a quella perché la conosco bene),
non è solo un gioco di assonanze con il titolo originale, ma
è anche un riferimento al cognome di Matt: nel caso l'aveste
dimenticato, infatti, lui si chiama Matthew Lust, italianizzabile in
Matteo Lussuria. Converrete con me nel dire che questa seconda versione
è veramente squallida.
Non c'è molto altro da dire, lascio ogni cosa alla vostra interpretazione.
Al prossima capitolo! ^^
Lady_Firiel
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Capitolo 18 *** The “Talk” ***
18.The “Talk”
18.The “Talk”
«Ma quando fate sesso, li togliete i calzini?»
Alla domanda di Amanda, Matthew Lust sussultò, rischiando di
perdere la presa sulla teglia contenente la cena che stava preparando
per il fidanzato.
Arrossì, infilandola nel forno e chiudendo lo sportello con un gesto secco ed impacciato.
«C-che domanda è?!»
La ragazzina sospirò, tamburellandosi l’indice della mano
sinistra con la bic blu con cui stava scrivendo sino a poco prima.
«Ho letto un sacco di fic yaoi lemon NC-18, di quelle dove i
protagonisti scopano allegramente e la scena viene descritta con
meticolosità. Eppure, mai una volta che scrivano “tolsero
i calzini”. “Sfilò, la maglia, slacciò i
pantaloni e li gettò sul pavimento, facendoli seguire dai
boxer”, questo è un cliché, per quanto almeno
qualcosa vada tolto per farlo, ma i calzini? Non faranno sesso coi
calzini? Sarebbe orrendo! Quindi non li hanno…» concluse,
più rivolta a se stessa che al fratello. Scosse la testa.
«Comunque non hai risposto alla domanda: quando fate sesso, voi li togliete i calzini?»
«Certo che sì! Dio, sai che schifo farlo avendo sotto gli
occhi le calze a romboidi colorati di Andrew?» gracchiò,
in un momento di defaillance, cedendo alle richieste della sorella.
«Ah, quindi siete proprio nudi-nudi, no? Bene…» annuì, compiaciuta.
«Scusa la domanda, ma com’è che tu, all’età di sedici…»
«Quasi diciassette!»
«È lo stesso! Dicevo, all’età di quasi diciassette anni, ti interessi di cose che non ti riguarderanno praticamente mai?»
«Tsk, hai mai provato a scrivere PWP senza conoscere un minimo il
soggetto? Non è mia facile, sai? Tsk…»
sbuffò, riprendendo a scrivere.
Matt sospirò, poggiandosi al piano della cucina con entrambe le mani.
«Non starai lavorando ad una di quelle, adesso?»
domandò, inquisitore, arcuando con scetticismo un sopracciglio.
«Ma no, no… Sono solo appunti»
Il ragazzo fece un respiro profondo: no, non poteva ucciderla così, a sangue freddo, doveva controllarsi.
«Per una storia?»
«Ovvio»
Voleva dare capocciate al muro: perché, per quale oscura ragione
si ostinava a porle domande di cui era sicuro di non voler conoscere la
risposta?
Sospirò, mescolando il soffritto di tritata e cipolla per il ragù.
«Fratellone?»
«Sì?»
«Ma quando Drew ti penetra, tu cosa provi?»
Strinse la presa sul mestolo: non glielo lanciò unicamente
perché era sporco d’olio e cipolla e non gli andava a
genio l’idea di dover ripulire la cucina dall’unto.
«Tu… Ti sembra una cosa da chiedere?!»
«Ma come faccio a scrivere una storia realistica se non so nulla del sesso anale, scusa?!» si difese.
«Oh, allora ok, errore mio. Ma ti sembra una buona ragione?!»
«Sì»
Se fosse stato possibile, a Matt sarebbero cadute entrambe le braccia.
«Co-come sarebbe a dire “sì”?! Sono affari nostri, anzi miei!»
«Oh, andiamo fratellone! Certe cose vanno condivise tra fratelli!
Prometto che ti racconterò i dettagli del mio primo rapporto
sessuale completo, va bene?»
«Come se mi importasse minimamente di cosa ti succede quando un
ragazzo ti… Lì sotto…» farfugliò,
rosso come una ciliegia.
«Si chiama anche quella penetrazione, fratellone. Sei grande,
chiama le cose col loro nome…» lo redarguì,
annoiata.
«Non è questo il punto! Ci sono cose che devono rimanere personali o, quantomeno, all’interno della coppia»
«Ma dai, fratellone! Dimmi almeno se fa male!»
«Certo che fa male, cazzo! Ma non saprai altro da me, Amanda» e la sua espressione era tremendamente seria.
«Ma sei serio?»
«Serissimo. Amanda, mi fa piacere che tu voglia avere un rapporto
intimo e complice con me, ne sono sinceramente felice, ma non esiste
nessuna relazione, di alcun genere, che non abbia dei segreti. Ci sono
cose che ad Andrew non racconto, non perché penso non possa
capirle, ma perché, in quanto mio compagno, non può darmi
un certo tipo di indicazioni per risolvere i problemi. E lo stesso vale
tra di noi: posso parlarti di cosa si prova in generale durante il
sesso, di come “funziona” il rapporto e delle precauzioni
da prendere; ma non puoi chiedermi di raccontarti ogni singola emozione
che provo quando lo faccio col mio ragazzo. È diverso per ognuno
di noi e per ogni partner, te l’ho già raccontato no? Ci
sono cose che bisogna vivere, per comprendere, e le sensazioni che il
sesso dà sono tra quelle. Hai un’idea generale, no? Fidati
di quella, per ora, e un giorno magari deciderai di provare e capirai
di più» le scostò una ciocca di capelli dalla
fronte, fermandoli dietro l’orecchio, sorridendole con affetto.
Amanda sospirò.
«Forse hai ragione. Posso dire solo un’ultima cosa?»
«Certo» la incoraggiò, tirandosi indietro e
poggiando i gomiti sul tavolo. Amanda liberò un leggero espiro,
scosse la testa e disse:
«Sei proprio un uke!»
Hola people! ~
Dunque, come disse qualcuno in passato, questo è IL CAPITOLO, quello della "disfatta" di Amanda.
O, per meglio dire: "Nel quale Matthew ottiene una piccola rivincita sulla sorella". XD
Però Amanda è sempre Amanda. Per questo lei non perde mai completamente al gioco.
Ma bando alle ciancie:
Il titolo, The "Talk", cioè Il "Discorso", ironizza sul famoso
"Discorso", cioè quello "delle api e dei fiori", per così
dire. O, per essere più chiari, quello sul sesso. Un momento che
molti genitori temono XD
L'ironia sta ne fatto che in realtà non c'è nessun vero e
proprio discorso da fare ad Amanda, che sembra saperne fin troppo; Ma
come reistere a stuzzicare il povero Matt? ^^
Vabbé, io avrei finito ^^
Spero sia stato di vostro gradimento ^^
Per motivi logistici, il prossimo capitolo verrà postato con qualche giorno di ritardo.
Alla prossima!
Lady_Firiel
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Capitolo 19 *** Kiss in vain ***
19.Kiss in vain
19.Kiss in vain
«Sono a casa, sweetheart!»
Dopo una mattinata di lezione all’università ed un pesante
pomeriggio di tirocinio con la solita, molesta professoressa, quello
che Andrew avrebbe tanto gradito sarebbe stato rientrare a casa e
trovare il proprio compagno con qualcosa da stuzzicare già in
tavola e pronto per una sveltina sul solito divano.
Quel che si trovò invece davanti fu un appartamento quasi
scintillante ed un Matt che si spostava freneticamente da una parte
all’altra, con scopa, stracci e secchio in mano.
«Matt, cosa stai…»
«Ciao, honey, scusa ma ho da fare!» cianciò, sorridendo e sparendo nel suo studio.
«Cosa stai facendo nel mio
studio, Matt!» strillò, seguendolo a grandi passi e
trovandolo intento a lucidare ogni superficie, sgombra o meno, della
stanza.
«Pulisco, honey, non lo vedi? Quest’appartamento è un vero disastro!» cinguettò, gioviale.
«Ma cos- Attento a quei fogli, sono la bozza della mia
tesi!» strepitò, allungando le braccia per salvare il
frutto dei suoi studi.
Lust lo ignorò, scostandolo con un braccio per spolverare il
piano della scrivania, liberandolo con maniacalità da quanto lo
ricopriva.
«Matt, mi spieghi cos- No, quello no!» gemette, allarmato,
quando il castano cercò di gettare nella spazzatura una rivista
erotica.
Matthew lo ignorò, gettandola nel cestino.
«Non ti servirà mica quella roba, honey, vero?» cantilenò, fissandolo di sottecchi con malcelata cattiveria.
«M-ma no, sweetheart,
ce-certo che no…» e ridacchiò nervosamente,
prendendo la saggia decisione di sparire dalla stanza; si lasciò
cadere fiaccamente sul divano, iniziando poi a leggere un libro mentre
il suo amante seguitava a pulire ossessivamente ogni stanza.
Quando, circa tre ore dopo, il biondino ne ebbe abbastanza di quel
continuo «Alza i piedi» e «Muovi il culo», con
un sospiro si rivolse a Matt.
«Si può sapere da dove ti è uscita, così
d’un tratto, questa ossessione per la pulizia? Sembri una donna
incinta nel suo nesting period*…»
Il castano sbuffò, liquidando la questione con un gesto noncurante della mano e riprendendo il proprio lavoro.
«Matt, che diamine! Rispondimi!» strepitò, offeso
dalla mancanza di attenzioni del compagno, che però
proseguì imperterrito nelle proprie faccende.
Con uno sbuffo irato, Andrew s’alzò in piedi,
afferrò Lust caricandoselo in spalle come un sacco di patate e,
mentre quello scalciava e gli prendeva a pugni la schiena, lagnandosi
perché lo lasciasse tornare alle sue pulizie, lo portò in
camera, per poi farlo ricadere sul materasso e sistemarsi carponi sopra
di lui, trattenendogli i polsi contro il letto.
«Lasciami!»
«No. Prima spiegami che ti prende»
«Sto benissimo! E ora lasciami!» protestò ancora, scalciando.
«No che non stai bene! Non mi hai neppure baciato quando sono tornato a casa! Da quando sei diventato mia moglie?!»
Il castano si calmò, fissando gli occhi cerulei dell’amante.
«Moglie?»
«Esatto, moglie. Non mi baci più per salutarmi, non
facciamo l’amore da due settimane e ora impazzisci per la
pulizia. Dio, sembriamo sposati e tu sembri… Beh, decisamente
una checca isterica»
«Checca isterica io?!» strillò Lust, istericamente appunto.
«Lo vedi? Mi spieghi che c’è che non va?»
Il castano distolse lo sguardo, arrossendo: e da quando la Lussuria arrossiva?
«La verità è che ti ho sentito, l’altro
giorno, mentre parlavi al telefono con quel tuo amico del liceo: ti ho
sentito fargli le congratulazioni per il suo matrimonio, dirgli che eri
felice che avesse trovato una brava donna
da amare per quello che potrebbe essere il resto della sua vita. Quando
hai riattaccato il telefono e ti ho chiesto chi fosse, hai risposto
semplicemente “Un vecchio amico”, e non hai detto altro per
tutta la sera.
Poi, la mattina successiva, sei uscito di casa tanto in fretta che non
ho fatto in tempo a salutarti come al solito e quando sono rientrato,
tu eri addormentato sul divano, con un’espressione tanto quieta
che non ho voluto disturbarti. Hai dormito in salotto, quella notte,
mentre io ti ho aspettato in camera da letto, sveglio, sperando che
arrivassi e mi chiedessi di far sesso. Per i due giorni successivi mi
hai evitato il più possibile, così… Ho iniziato a
pensare che forse, quello che desideravi anche tu fosse una brava
moglie che si curasse di te e della casa…» concluse, quasi
in un sussurro.
Wrath sgranò gli occhi, incredulo: come aveva potuto pensare una cosa del genere, quello scemo!
«Tu… Ma quanto sei scemo, sweetheart» e gli schioccò un bacio sulla guancia.
«Il motivo per cui cercavo di evitarti sai qual era? Io…
Io stavo pensando all’eventualità di chiederti di
sposarmi. Ho passato un’intera settimana a domandarmi se fosse la
cosa giusta da fare, senza giungere ad alcuna conclusione; ho sempre
desiderato qualcuno che mi rimanesse accanto per quello che potrebbe essere il resto della mia vita,
ma quando ho trovato te… Ho capito che i miei piani erano stati
scombinati, che i miei sogni non si sarebbero avverati come avevo
preventivato. Non fraintendermi, non rimpiango alcuna delle mie scelte,
però… Però sai, io vorrei sposarti. Sono
possessivo e geloso, vorrei che esistesse un contratto che ti legasse
solo ed esclusivamente a me…» sospirò, posando il
capo sul petto dell’altro e liberandogli i polsi. Matt sorrise,
affettuoso, e gli carezzò i capelli, baciandoglieli.
«Andrew, quel contratto esiste già, io ti appartengo
così come tu appartieni a me. È un accordo che abbiamo
firmato al momento del “Ti amo”»
Drew lo guardò negli occhi, luminosi, color nocciola, colmi
dell’intera intensità del loro quanto mai bizzarro legame.
E sorrise.
Non aveva bisogno di altro.
*nesting period: purtroppo
non conosco l'esatta traduzione in italiano del fenomeno, comunque
è detto tale quel perido della gestazione degli animali, tra cui
anche l'uomo, durante il quale la femmina prepara il proprio "nido" per
il neonato, cercando di renderlo il più accogliente possibile.
Ancora una volta, si tratta di un accenno all'Mpreg, con cui Drew si diverte tanto a deridere il nostro piccolo Matt ^^
Hola, people! ~
Vi mancavamo? *silenzio*
Ok, d'accordo...
Scherzi a parte, beh, ecco anche questo capitolo.
Il titolo, "Kiss in vain", cioè "Baciare invano", è un
gioco di parole con la canzone "Kiss the rain", "Bacia la pioggia";
Invano, non solo perché aveva assonanza con il titolo originale,
ma anche perché i dubbi dei due ragazzi li conducono a
trascurare il semplice gesto del bacio (del buongiorno, del
bentornato...) e il discorso che fanno ricorda che questo gesto non
è affatto vano, ma ha anzi una fondamentale importanza.
Il discorso sul matrimonio è già stato toccato,
precisamente nel capitolo cinque, da Drew e Amanda, e infatti qui
l'argomento centrale è l'omosessualità e il rapporto
"seme/uke" dove quest'ultimo assume il ruolo della "donna"; ed è
proprio su questo ruolo, che in realtà non esiste, all'interno
della loro coppia, che Matt si concentra.
E direi che ho detto fin troppo, vi starete annoiando quindi chiudo qui ^^
Se avete domande, ponetele che vi risponderò ^^
Commenti, critiche, consigli... Come sempre, ben accetti ^^
Alla prossima!
Lady_Firiel
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Capitolo 20 *** Little Miss Puppet ***
20.Little Miss Puppet
20.Little Miss Puppet
«Andrew, Andrew, guarda!»
Matthew Lust irruppe nel proprio appartamento con la camicia
spiegazzata, la cravatta storta e la giacca infilata solamente in un
braccio, l’aria stravolta ma estremamente felice.
Il biondo alzò il proprio sguardo ceruleo su di lui.
«Che succede, sweetheart?» domandò, con un mezzo sorriso stanco.
Il castano lanciò la parodia di soprabito che… Beh,
“indossava” sul divano, poi porse al ragazzo un foglio.
«Cos’è questo?»
«Non lo capisci? È un contratto, mi hanno dato una
possibilità! Devo scrivere un romanzo e se piacerà loro
verrà pubblicato da una casa editrice seria! Capisci, Drew,
è un’occasione unica!» quasi saltellava sul posto
dalla gioia.
«Ma è fantastico Matt!» si unì alla sua festa, felice.
Lust si accovacciò sul tappeto, accanto alla bambina di appena
un anno con i capelli castano chiaro e grandi occhi azzurro cielo
–più chiari e luminosi di quelli di Wrath-, carezzandola e
schioccandole un bacio sulla guancia paffuta.
«Sei contenta anche tu, Lili? La “mamma” ha trovato un lavoro» le disse, sorridendo dolcemente.
Elisabeth Lois Wrath era stata adottata dalla coppia quasi dieci mesi
prima, quando dall’orfanotrofio presso cui avevano fatto
richiesta d’adozione era arrivata una lettera che li avvisava
dell’arrivo di un infante con le caratteristiche che cercavano. I
genitori della piccola erano morti tragicamente in un incidente
d’auto e poiché non erano stati rintracciati i parenti, la
bambina era stata data in adozione a soli due mesi.
Elisabeth posò sul tappeto il pupazzo con cui lei ed il suo
“papà” stavano giocando sino a poco prima,
allungando le braccia per farsi prendere in braccio dal castano che la
accontentò di buon grado.
«Allora, cos’hanno fatto oggi i miei tesori?»
domandò, scostandole un ciuffetto ribelle dalla fronte. La
piccola si limitò a ridere, colpendo con uno schiaffo affettuoso
la guancia di Matt; quando l’occhio del ragazzo cadde sul pupazzo
abbandonato sul tappeto, una delle sopracciglia si arcuò,
scettica.
«Drew?»
«Sì?»
«E quello da dove esce?»
Il biondino osservò il gattino di peluche poi si voltò verso il compagno con aria colpevole.
«Beh, ecco… Tornavamo a casa dal parco e, beh…
Siamo passati davanti ad una vetrina, l’abbiamo visto e siccome a
Beth piaceva tanto, ecco… Gliel’ho preso»
«Oh, Andrew…» sospirò Lust, con divertita esasperazione.
«Non è colpa mia, Matt! Lo sai che non resisto ai suoi
occhioni azzurri…» arrossì un po’, chinando
il capo.
«Questo deve averlo imparato da me, vero tesoro?» chiese
alla bambina, che annuì, ridendo con i suoi versetti
inarticolati.
«Non posso farci niente, tu e lei siete il mio punto debole…» ammise il biondino.
«E sarà meglio!» lo rimproverò il castano, divertito.
«Allora, come si chiama il nostro nuovo “coinquilino”?» domandò.
«Miss. L’abbiamo chiamata Miss. Visto che è il primo
pupazzo che le regaliamo, beh… Sarà un po’ la
“principessa” dei peluche, no?»
Matt scoppiò a ridere.
«Miss peluche 2015? Mi piace…» scherzò.
Andrew raccolse Miss, porgendola alla bambina tra le braccia del
compagno, che la strinse convulsamente a sé, come un prezioso
tesoro.
Ora, anche loro avevano una personalissima Little Miss Puppet.
Hola, people! ~
Ma quanto sono carini, due venticinquenni innamorati con una bimba per casa ^^
Poi boh, Elisabeth è un amore <3
Il fatto che Matt la chiami Lili e non Beth come fa il compagno,
è una cosa che non si può spiegare: c'è tutta una
storia dietro, che però sono certa qualcuno capirà ^^
Ma passiamo a cose che possono essere capite dal un pubblico più vasto ^^:
Il titolo, "Little Miss Puppet", che non si può propriamente
tradurre, ma che sinifica più o meno "Piccola Miss Pupazzo",
è un gioco di parole con la filastrocca inglese "Little
Miss Muppet".
E poi boh, stranamente non c'è molto altro: i dovuti chiarimenti
sull'adozione mi pare di averli forniti in qualche capitolo precedente,
quindi non mi ripeto ^^
Come al solito, una recensione fa piacere ^^
Alla prossima! ^^
Lady_Firiel
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Capitolo 21 *** Lullaby ***
21.Lullaby
21.Lullaby
«…Baby don't you cry
Gonna make a pie
Gonna make a pie with a heart in the middle
Baby don't be blue
Gonna make for you
Gonna make a pie with a heart in the middle.
Gonna be a pie from heaven above
Gonna be filled with strawberry love
Baby don't you cry
Gonna make a pie
And hold you forever in the middle of my heart…»
Cullando la propria bambina tra le braccia mentre camminava avanti e
indietro per la stanza, Matthew Lust canticchiava a mezza voce una
ninnananna, nel tentativo di conciliare il sonno alla piccola.
Elisabeth, dal canto suo, aveva già da un po’ chiuso i
suoi occhi azzurri ed era sprofondata nel mondo dei sogni, popolato da
utopiche fantasie inerenti balocchi, animali e chissà
quant’altro.
Quando il castano, abbassando lo sguardo, se ne accorse, sorrise,
tacendo; le baciò la fronte e la poggiò delicatamente
nella culla. Poi, senza abbandonare l’aria materna che gli si era
dipinta in volto, poggiò i gomiti sui bordi del lettino e la
fissò dormire, si riempì le orecchie del suo flebile
respiro, pensando che fosse uno dei suoni più belli del mondo.
Chiuse gli occhi soltanto un momento e non pensò a nulla, si
beò semplicemente di quella piccola pace che aleggiava nella
stanza.
Fu una mano poggiata sulla spalla a riscuoterlo: il suo compagno era venuto a chiamarlo.
«Matt, sweetheart, è tardi, non pensi sia il caso di andare a dormire?» gli sussurrò, per non svegliare Elisabeth.
«Sì, hai ragione…» rispose il castano, drizzandosi ed uscendo dalla stanza seguito del biondino.
Si prepararono per andare a dormire, e si infilarono sotto le coperte;
Matt si accoccolò conto Drew, poggiando la testa sul suo petto,
all’altezza del cuore, mentre il biondino lo stringeva a
sé circondandogli le spalle con il braccio sinistro.
In quella posizione, il castano poteva sentire il battito regolare
dell’altro e cullato da quel suono familiare, stanco per la dura
giornata che l’università, il part-time e il ruolo di
madre gli avevano procurato, si assopì, con in viso
l’espressione serena di chi sa di essere in un luogo sicuro.
Drew sorrise, scostandogli un ciuffo dalla fronte e baciandogli il
capo, continuando poi a carezzargli i capelli. Chiuse gli occhi,
ascoltando il respiro dell’amante, e scivolò a sua volta
nel sonno.
Ognuno ha la sua ninnananna, in questo mondo. La loro era un semplice respiro.
Hola people! ~
Rieccoci qual col capitolo ventuno; oramai siamo in dirittura d'arrivo,
ancora tre capitoli e la raccolta sarà conclusa ^^
So di averlo già detto, ma Lili è semplicemente adorabili <3
Ma bando alle ciance:
"Lullaby" significa "Ninnananna", e penso sia chiaro che è
questo l'argomento centrale del capitolo. La frase più
importante, quella che dà senso all'intera vicenda, è
quella finale.
La strofa in corsivo all'inizio del capitolo è tratta da una
ninnananna di Quincy Coleman, intitolata "Baby don't you cry".
Dieri che è tutto. Se avete domande fatele.
Ricordate che un recensione fa sempre piacere ^^
Alla prossima!
Lady_Firiel
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Capitolo 22 *** November snow ***
22.November snow
22.November snow
«Guarda, fratellone, guarda! Nevica!»
Matt scosse la testa, divertito: neppure col compimento dei vent’anni la sua piccola
Amanda era cresciuta sul serio. Prova ne era il fatto che, mentre lui
metteva Elisabeth a sedere sul tappeto, la sopracitata ragazza urlasse
come una pazza indicando fuori dalla finestra.
«Sì, sì, ho visto, non c’è bisogno di urlare. Piuttosto, a che punto sei con gli studi?»
Amanda sbuffò, lasciandosi cadere stancamente sul divano.
«Mpf…» bofonchiò, non volendo rispondere alla domanda.
«Amanda, hai l’esame tra due settimane! Voglio sperare che tu abbia almeno aperto il libro!»
«Ma sì, ma sì! Non stressarmi così tanto
fratellone, non sono proprio completamente irresponsabile…»
«Quando si tratta di te non so mai che pensare…» si difese Matt, piccato.
«Fratellone, non sei mia madre, ma la sua» precisò, seccata, indicando la nipote «Preoccupati di lei»
«Non usare quel tono seccato, signorina, chi pensi si sia preso
cura di te in questi anni, eh? Fino ai diciotto anni, quando ho potuto
legalmente metter mano al lascito di mamma e papà, ero io che
lavoravo part-time dopo la scuola per aiutare la zia, lo sai questo?
Ero io che ti leggevo le favole quand’eri piccola, che ti cantavo
una canzoncina e ti rimboccavo le coperte, ero io che, nelle notti di
temporale, ti cullavo finché non prendevi sonno. Non
scordartelo» puntualizzò, con tono serio.
Amanda rimase sorpresa: da quando quel ragazzo dall’aria svagata
e coi capelli ribelli aveva quell’espressione seria e parlava
alla gente in quel modo maturo?
«La maternità ti ha fatto crescere, fratellone?» ridacchiò, ricevendo in risposta uno sbuffo annoiato.
«Spero solo che Drew torni presto: sono distrutto…»
«La neve e il freddo ti impigriscono, fratellone? E come va con il… “Tu-sai-cosa”?»
domandò, trattenendosi quasi a fatica dal dire la parola
“sesso”: era diventata tabù da quando la prima volta
l’aveva incautamente pronunciata davanti ad Elisabeth, ricevendo
un cazziatone epocale da un infuriato Matt.
«Secondo te? Con una bambina piccola che si sveglia ogni tre-quattro ore, non è mica facile…»
«Perché, scusa? Mica ci impiegherete più d’un’ora per farlo…»
«Non è questo il punto!» ribatté il castano, imbarazzato.
«E allora?»
«Dorme accanto a noi: e se si sveglia? Chi ci pensa, con un’erezione tra le gambe, a farla riaddormentare?»
«Mm, questo è potenzialmente problematico. Perché non…»
«Scordatelo»
«Ah, che cattivo! Non ti fidi di me?!»
«Decisamente no. Piuttosto che affidarti mia figlia in fasce, faccio voto di castità»
Amanda scoppiò a ridere senza ritegno, mentre il fratello e la
nipote la fissavano seduti sul tappeto, chi infastidito chi
semplicemente curioso.
«Fratellone, se non vuoi che io ti faccia da baby-sitter, puoi
anche farlo il voto di castità: non penso che il
“problema” si risolverà in fretta…»
«Lo so, ma è un sacrificio che sono disposto a fare: un
giorno, quando Elisabeth sarà grande, sarà una donna
soddisfatta della vita che conduce, ed io non potrò che
compiacermi delle scelte che avrò fatto per lei. Se
perché un giorno lei possa essere felice» aggiunse,
prendendo Elisabeth in braccio e baciandole una tempia mentre la
piccola allungava le manine per afferrare le ciocche castane della mamma
«io devo rinunciare a divertirmi col mio compagno…
Così sia. Glielo rinfaccerò quando compirà
diciott’anni, come tutti i genitori»
Hola people! ~
E con questo capitolo potete salutare la piccola Elisabeth che, con la
tenerosità con cui l'abbiamo conosciuta, ci saluta... *si
commuove*
Ok, ok, torniamo a fare i seri ^^
Il titolo, "November snow", "Neve di novembre", così intitolato
perché scritto a novembre, durante una bella nevicata, si
rifà alla -bellissima- canzone dei Guns N' Roses, "November
rain", cioè "Pioggia di novembre". Se vi capita ascoltatela,
chissà... ^^
Direi che non c'è altro da dire, lascio le eventuali supposizioni a voi ^^
Ricordate che un commento fa sempre piacere ^^
Alla prossima!
Lady_Firiel {e la piccola Elisabeth}
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Capitolo 23 *** Missing Moment ***
23.Missing Moment
23.Missing Moment
«Una Tequila Sunrise, per favore»
Aveva sempre trovato un po’ triste sedere al bancone di un bar da solo a bere. Eppure, ora lo stava facendo.
Matthew Lust sospirò, sentendosi come il povero nerd del liceo che non rimorchia mai.
Era infastidito e, come al solito, la colpa era tutta sua.
Sì, perché se solo la persona che stava aspettando fosse
stata puntuale, ora lui non avrebbe dovuto sedere al bancone di un bar
da solo a bere.
Quando il barista gli posò sotto al naso la sua ordinazione,
iniziò a berla come se non ingerisse liquidi da un paio di
giorni.
«Ehi, tesoro, sei solo?»
Si voltò e alla sua sinistra vide una giovane donna, con lisci
capelli neri, sottili occhi castano scuro, un rossetto rosso ciliegia
matura e un vestito scuro, probabilmente del medesimo colore dei
capelli, corto e scollato.
Sorrideva maliziosa mentre si accomodava sullo sgabello al suo fianco e accavallava le lunghe gambe.
«No, sto aspettando una persona…» fu la lapidaria risposta.
«Oh, la tua ragazza?» chiocciò.
«No» sbuffò, seccato.
«Un’amica?» insisté lei.
«No»
«Allora posso tenerti compagnia per un po’?» domandò.
Il castano si strinse nelle spalle, noncurante, mente lei ordinava uno Scotch liscio con ghiaccio.
«Allora, cosa fai nella vita?» s’informò, curiosa, sorridendo gioviale.
«Studio letteratura all’università e lavoro in una
libreria per pagarmi gli studi ed aiutare mia zia a mantenere mia
sorella…»
«Oh, ma che bravo ragazzo che sei… E quanti anni hai?»
«Ventuno»
«Wow, sei più giovane di me! Però sei così carino…» cinguettò lei, esultante.
Matt la scrutò con la coda dell’occhio arcuando un sopracciglio: gli ricordava Amanda davanti allo slash.
«E com’è che qualcuno come te è ancora single?» cantilenò, sempre più curiosa.
«Io… Non sono single»
«Eh?! Oh, non sarai fidanzato! Sarebbe un peccato…»
«No, non sono fidanzato, però ho una relazione con una
persona… Il problema è che lei è incostante, non
sa cosa vuole e non ha ancora fatto chiarezza dentro sé.
È insicura, ha bisogno di certezze che io non posso darle e
così tende a fuggire i problemi, senza neppure provare ad
appoggiarsi a me. È molto sensibile e fragile, a modo suo, ma
è anche la persona più forte e decisa che io conosca; sa
essere passionale e dolce, ma non si lascia mai andare al piacere. Mi ama,
di questo ne sono sicuro, nello stesso modo e con lo stesso ardore con
cui io amo lei, però… Non è capace di
trasmettermelo attraverso i suoi gesti e le sue parole. Sono abituato
ad essere coccolato, mi manca qualcuno che mi sfiori, mi baci e mi dica
semplicemente “Mi sei mancato”»
La ragazza sorrise, affettuosa.
«Sei proprio un tipo strano, lo sai? Tu capisci le emozioni
dell’altra persona, ma sembra quasi che non voglia accettarle. Se
lei è così speciale, per te, tanto da farti battere il
cuore ogni volta che la vedi, da farti sentire ogni giorno come se
fosse il primo, allora dovresti perdonarle le sue incertezze ancora per
un po’. E hai provato a parlarle, a dirle che può fidarsi
di te? Oppure l’hai solo sedotta col tuo corpo?»
ironizzò, divertita, facendolo arrossire.
«I-io…»
«Stavo solo scherzando!» rise, dandogli un colpetto di incoraggiamento sulla schiena.
«In ogni caso, io dico che devi parlarle. Perché se tu sei
il primo a non menzionare i tuoi problemi a lei, beh, non puoi
aspettare che lei agisca diversamente, no? Fa’ il primo passo,
sei un uomo, no?»
Matt sorrise, per poi voltarsi verso l’ingresso quando lo
scacciapensieri appeso sulla porta tintinnò, segnalando
l’entrata di qualcuno, in questo caso un ragazzo con biondi
capelli ordinati e grandi occhi azzurri.
Il viso del castano si illuminò e salutò il ragazzo con
entusiasmo. Quello sorrise e si avvicinò, gli poggiò una
mano sulla spalla e lo baciò dolcemente sulle labbra.
Quando si separarono, noncurante di quanto lo circondasse gli sussurrò:
«Mi sei mancato»
Hola people! ~
E la fine si avvicina sempre più... Quanto mi mancheranno questi due adorabili idioti.
Ma bando alle ciancie, passiamo alle solite delucidazioni.
"Missing Moment", cioè "Momento Mancanate", è stato
scelto, con non poche difficoltà, perché è di un
momento mancante che Matt parla con la donna (che, tra parentesi, mi
piace un sacco <3).
Direi che posso lasciare il resto alla vostra discrezione ^^
Come sempre, una recensione fa piacere ^^
Al possimo, e ultimo, capitolo!
Lady_Firiel
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Capitolo 24 *** Living Together ***
24.Living Together
24.Living Together
«Ti amo»
Non era una cosa che Andrew diceva spesso.
«Lo so. Ti amo anch’io»
In fondo era strano sentirselo dire.
Perché erano un banalissimo pronome ed uno sciocco verbo, due
semplici parole che potevano sfuggirti quasi per sbaglio dalla bocca in
un istante di debolezza.
Eppure facevano battere il cuore, ogni volta.
La loro relazione era sempre stata strana; e non perché fossero
due uomini, ma perché non era mai transitata sui sentieri che si
sarebbero immaginati di intraprendere.
Perché quando esci per una passeggiata in montagna, mano nella
mano col tuo fidanzato, non ti aspetti di finire tra il fogliame secco
del bosco, a fare l’amore tra i larici, le querce e qualche
sparuto abete verde scuro.
Ne consegue che, quando capita, non puoi che accettarlo e goderne al meglio che puoi.
E in riva al mare, chiunque penserebbe ad abbronzarsi sulla sabbia, a
nuotare od a rilassarsi, accanto alla propria metà; di certo
nessuno si metterebbe a rincorrere la suddetta metà lungo il
bagnasciuga, ridendo incurante delle minacce di venire affogato che gli
vengono urlate dietro.
Gli schizzi d’acqua salata su tutto il corpo, il caldo e il
fresco della brezza, un peso che ti si aggrappa alle spalle, ti
sbilancia in avanti spingendoti in acqua, un corpo, anch’esso
zuppo, proprio sopra di te che sorride compiaciuto e dice
«Finalmente ti ho preso», per poi baciarti lì,
davanti a tutti, senza curarsi di nulla.
Per non parlare di sua sorella,
quella tenera peste un po’ ninfomane e fissata con le storie gay
che piombava loro tra capo e collo nei momenti più inaspettati,
stravolgendo il loro già scombussolato mondo ancora di
più.
Andrew Wrath studiava matematica, quindi era una persona
tendenzialmente razionale e con i piedi per terra, con una scarsa
predisposizione al fantasticare.
Poi aveva incontrato lui, Matthew Lust, l’unico uomo
che potesse amare ed il solo di cui potesse fidarsi completamente,
con cui poteva abbandonarsi a quei piaceri cui la sua mente,
imbrigliata in schemi e funzioni, non riusciva ad abbandonarsi mai del
tutto.
Era stato con delle donne, prima di mettersi con lui, alcune le aveva
amate, altre le aveva trovate solo una piacevole compagnia per il
sabato sera.
Ma mai nessuna di loro gli aveva cambiato la vita come aveva fatto quel
ragazzo che in quel momento era seduto sulle sue ginocchia e gli
abbracciava il collo, poggiando la testa sulla sua spalla sinistra.
Andrew abbandonò a sua volta il mento sulla clavicola destra del
suo compagno, cinse quel corpo con le braccia, carezzandogli
distrattamente la schiena e sorrise, chiudendo gli occhi ed inspirando
il profumo di quella pelle, di quel corpo che gli faceva perdere la
testa.
Sapeva di buono, di dolce.
Ma anche di passione, di piacere e complicità.
In quel momento, si aggrappava al castano come fosse l’ultimo scoglio prima del mare aperto e lui non sapesse nuotare.
Non voleva lasciarlo, voleva restare con lui.
Per sempre, forse.
Oppure per un anno, un mese, un giorno…
Non lo sapeva, non voleva saperlo.
Erano lì, insieme, ed era sufficiente.
Un attimo congelato nel tempo fino a quello successivo.
Un passato da condividere, un futuro per cui fremere ed un presente in cui vivere.
Questo era quello che Andrew Wrath e Matthew Lust avevano imparato vivendo insieme.
The end
Hola people! ~
Dunque, eccoci alla fine *soffia il naso, commossa*
Inutile dire che mi mancherà questa raccolta, ma passiamo al resto:
Il titolo, che dà nome all'intera raccolta, "Living Together",
cioè "Vivendo Insieme", non ha bisogno di chiarimenti: si spiega
da solo con l'ultima frase del capitolo.
Sono molto orgogliosa di questo finale, perché è
perfetto: mette un punto ad un periodo, ma non conclude il paragrafo
che lo contiene.
È così che le cose dovevano finire, non c'era altro modo,
e di ciò sono molto soddisfatta. Vi dirò, questo è
il mio capitolo preferito dell'intera raccolta.
Non ho altro da dire, se non GRAZIE
A chi a recenzito, a chi ha 'preferito', 'ricordato' e/o'seguito',
sperando che almeno stavolta mi faccia sapere cosa pensa di tutto
questo, a chi ha solo letto.
E infine, grazie chi ha imparato ad amare Matt e Drew.
Grazie <3
Lady_Firiel
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