Deidara e Tobi a Wonderland

di Sparrowhawk
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo disastro ***
Capitolo 2: *** Secondo disastro ***
Capitolo 3: *** Terzo disastro ***
Capitolo 4: *** Quarto disastro ***
Capitolo 5: *** Quinto disastro ***
Capitolo 6: *** Sesto disastro...e ultimo! ***



Capitolo 1
*** Primo disastro ***


Titolo: Deidara e Tobi a Wonderland
Fandom: Naruto
Personaggi Primari - Secondari: Deidara; Tobi - Il resto dell'Akatsuki
Rating: Verde
Genere: Comico; Demenziale
Altro: AU
Note: Che coppia scoppiettante la loro. Non ho potuto fare a meno di pensarli in una situazione ai limiti del possibile. Deidara ce lo vedo molto vestito da Alice, vi dirò. Che smacco per la sua reputazione però.


Deidara uscì di corsa dalla sua stanza e, con in mano l'ennesimo stupido giocattolo di Tobi (una di quelle idiotissime action figure raffiguranti un idiota dai capelli rossi vestito di nero), raggiunse quello che, per sua enorme sfortuna, era il suo compagno di avventure.
Pain gliela aveva fatta grossa appioppandoli quell'idiota di Tobi, ma questo era un altro discorso.
Durante il pomeriggio Deidara faceva sempre un pisolino, giusto per recuperare le forze (che spendeva più che altro nel menare Tobi a sangue) e, anche se aveva cercato di spiegare mille volte a quel buzzurro che la sua stanza era il suo angolo sacro in cui nessuno poteva entrare, alla fine della giornata ci ritrovava sempre qualcosa che Tobi aveva dimenticato dopo esserci entrato senza dirgli niente.
Questa volta era toccato alla sua nuova action figure.
Mezzo assonnato si era svegliato per andare in bagno ma, siccome non ci vedeva un accidenti senza gli occhiali o le lenti a contatto, si era inciampato in quell'oggettino appuntito cadendo di faccia sul pavimento e portandosi dietro le mensole alle quali si era aggrappato.
Una miriade di libri su “come costruire copie esatte delle star in cera” lo aveva travolto seppellendolo per almeno un'oretta buona. (La cosa assurda era che nessuno si era accorto della sua assenza o del rumore dei libri che cadevano...o delle sue urla disumane).
Ovviamente, risvegliandosi, aveva già bene in mente di chi era la colpa, il che ci riporta al punto di inizio.
Deidara trovò Tobi di fronte alla televisione intento a seguire un programma chiamato “Caramelldansen show!”.
Quell'idiota stava ballando a ritmo della musica senza pensare che era uno spettacolo abominevole vedere un cattivo ballare una sciocchezza del genere.
Subito gli tirò in testa l'action figure attirando la sua attenzione e piombandogli addosso.
Lo scrollò per bene urlando improperi a destra e a manca prima di decidersi ad ascoltare con quale assurda scusa stavolta Tobi si sarebbe tirato fuori dalla situazione.
-Deidara ma sei impazzito?- piagnucolò questo osservandolo attraverso il buco della sua maschera arancio vivo -Se fai così mi si frulla il cervello!!!!!!!
lo scrollò ancora giusto per fargli capire che tanto lui il cervello non lo aveva.
-Smettilaaaaaaaaaaaa! Si può sapere che ho fatto adesso?!
Deidara prese di nuovo in mano l'action figure cominciando a picchiarlo in testa con quell'arnese -Ecco cosa hai fatto! Quante volte ti ho detto di non mettere piede nella mia stanza?! Quante?!
Tobi fece un minuto di silenzio prima di alzare le braccia dicendo -Mah...sono sicuro che sono tante però!- e accendendo nuovamente l'ira di Deidara.
-Questa è la millesima, idiota patentato!!
Deidara lasciò andare la presa e cercò di calmarsi: quello stupido aveva il potere di farlo agitare enormemente. Di quel passo gli sarebbe venuto un ictus, ne era certo.
Tobi gli mise una mano sulla spalla -Cavolo, se me lo hai ripetuto tutte quelle volte ne hai di tempo da perdere...
Gli occhi di Deidara si accesero sprizzando scintille qua e la e, preso da una mania omicida, massacrò nuovamente il povero Tobi -IO TI DISTRUGGOOOOOOO!
In quel momento arrivò Conan che, oramai abituata alla scena, tentò di attirare l'attenzione.
-Ehm ehm...- disse calma senza però ottenere un risultato.
-EHM EHM...- ripeté speranzosa.
Niente, la scena era immutata: tutta quell'agitazione le dava un po' sui nervi.
-EHM EHM!!- strillò, spaccando i timpani dei due e sbalzandoli contro il muro.
-Sono qui perchè c'è una nuova missione per voi due...Pain vuole che andiate a catturare per lui un animale molto raro nei dintorni del villaggio della Foglia. Esige la massima discrezione perciò niente colpi di testa.
Deidara si rialzò e le andò davanti.
Conan gli diede in mano due retini -Questi vi saranno utili.
Tobi si avvicinò contento -Wiiiiiii! Degli scolapasta!- disse allegramente -Pasta, Pasta, Pasta! Io voglio le pennette alla matricia_
Deidara gli tirò una gomitata nello stomaco rispedendolo nel mondo dei sogni per qualche tempo se non per qualche ora.
-...scusami Conan...ma mi spieghi che genere di animale dovremmo catturare con dei retini?
Ci fu un minuto di silenzio.
-...vuole che voi catturiate la sputacchina.
Un altro minuto di silenzio.
-La cosa...?
-La sputacchina.
Terzo minuto di silenzio.
-La...?
-Sputacchina.
Un'erbaccia secca passò in mezzo al soggiorno scandendo l'ennesimo minuto che passava.
-La...sputacchina...
-Esatto.
-E di grazia...- disse Deidara cercando di restare calmo -...cosa sarebbe una sputacchina?
-Non ne ho idea, ma Pain dice che è l'ultimo insetto che gli manca per completare la collezione.
Omise il fatto che Pain stava tentando di fare il remake dell'Arca di Noè servendosi degli insetti. Per non parlare poi del fatto che quello che interpretava Noè era uno scarafaggio schifoso che lui stesso aveva addestrato a ballare il Tip Tap dopo anni di duro lavoro.
Conan si era chiesta mille volte se in realtà il loro capo non veniva dal clan Aburame.
Li lasciò lì con un palmo di naso e, di conseguenza, Deidara si andò a vestire.
Tornato in soggiorno afferrò l'orlo del vestito di Tobi e se lo trascinò giù per le scale facendogli sbattere la faccia contro tutti gli scalini che, per di più, erano uno più sporco dell'altro.
Tobi si girò su se stesso lasciandosi trascinare di schiena “Almeno così pulisco meglio le scale! Because Tobi is a good boy!” si disse allegro tirando fuori una banana dalla tasca della mantella dell'Organizzazione.
Si mangiò immediatamente la banana e dopo tirò la buccia davanti a se, proprio dove Deidara stava per mettere un piede.
SWISSSSSS!
Deidara cadde in avanti urlando e, siccome aveva la mano stretta intorno alla mantella di Tobi, se lo trascinò dietro. In meno di mezzo secondo i due si tramutarono in una palla umana che correva giù per le scale ad enorme velocità.
-Frenaaaa! FRENAAAAA!- urlò Tobi.
-Vedi un freno per casooooooo?!- gli rispose Deidara poco prima che si sfracellassero contro il muro.


N.B: La sputacchina è un insetto che esiste sul serio. Se non erro dovrebbe somigliare ad una cicala o comunque fa lo stesso suono.
Controllate su Animal Crossing se non mi credete XD

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Capitolo 2
*** Secondo disastro ***


Deidara sentì qualcosa di caldo e bagnato sulla faccia: aveva un sapore strano.
Non lo aveva mai sentito prima, ne era sicuro.
E poi era caldissimo! Se Hidan fosse stato al suo posto sicuramente avrebbe pensato che si trattasse di...
Spalancò gli occhi schifato e, sputacchiando qua e la, si chiese chi diavolo fosse stato quel pervertito che aveva osato fargli la pipì in faccia.
Voltandosi non si stupì nel vedere Tobi.
Se era stato lui questa volta non si sarebbe limitato a pestarlo.
-Tobiiiiiiiiiii....!!
-Aspetta cerca di capire! In mancanza di acqua dovevo pur inventarmi qualcosa!- Deidara lo afferrò e cominciò a percuoterlo violentemente -...sooooolooo cheeee aaaa meeeee noooooon scappaaaaaaava e alloooooora ho chieeeeesto a qualcuuuuuno di aiuuuutarmiiiiiiiii...
Si bloccò quando notò che vicino all'idiota c'era un gatto con una faccia strana.
Aspetta, una faccia? I gatti non hanno mica la faccia, cioè sì ce l'hanno, ma non è quella di Hidan!!!
Si nascose dietro all'albero più vicino portandosi dietro anche Tobi.
-Cosa è successo a Hidan?! Perché è un gatto??
Tobi si sporse leggermente osservando il gatto bianco e nero mentre si faceva la toletta.
-Dici che assomiglia a Hidan?
Deidara urlò -Ma cos'hai, adesso oltre che stupido sei anche cieco?! È la sua copia sputata santo cielo!!
-Ah sì?- rispose Tobi -...non mi sembrava che avesse la pelliccia...uhm...
Deidara si mise una mano sulla faccia. Rimaneva sempre stupito dalla stupidità che ostentava il suo compagno.
Si accorse solo in quel momento che gli abiti di Tobi erano cambiati (maschera a parte).
Aveva due orecchie da coniglio bianche ed era vestito come un signorino: frac nero con delle code lunghe fino ai piedi che toccavano praticamente terra, panciera rosso magenta e un orologio da taschino che sbucava fuori dalla tasca della giacchetta.
Rimase silenziosamente perplesso.
-...scusa ma perché ti sei messo questi vestiti? Sei assurdo vestito così...
Tobi si guardò un istante e, un po' risentito da quell'affermazione, incrociò le braccia sbuffando. Lui si trovava discretamente elegante invece con quel tipo di vestiti, pur non sapendo come o quando se li era messi.
-Io sarei strano?- chiese poi osservando Deidara -E tu allora? Da quand'è che ti diverti a fare il cosplay della bimba piccola vestita di azzurro?
Deidara rabbrividì notando che Tobi non aveva tutti i torti.
AVEVA INDOSSO DEGLI ABITI DA DONNA!!
Urlò con tutta la voce che aveva in gola prima di lasciarsi cadere a terra piangendo come un poppante: sembrava un fiore accidenti. Se qualcuno di Alba lo avesse visto ridotto così sai le risate? Era azzurro, AZZURRO!!
Per di più un colore che non si intonava per niente con lo smalto nero che aveva sulle dita, pensò stizzito prima di rialzarsi con l'aiuto di Tobi.
-...ti prego dimmi che è solo un brutto sogno...
-Mi dispiace dirtelo ma non lo è signorina.
Il gatto, che aveva appena fatto al sua comparsa alle loro spalle, si beccò un calcio dritto nel muso da parte di Deidara -Sono un uomo idiota!
Per tirare quel poderoso calcio però la gonna si sollevò e mostrò a tutti i boxer a cuori del ragazzo.
-Ah! Copri le tue vergogne scostumato!
Anche Tobi si ritrovò con il tacco di Deidara sulla faccia.
-...per essere un uomo hai strani gusti nel vestire...- bisbigliò il gatto in disparte facendo incavolare ancora di più Deidara che infierì senza alcuna pietà sul povero Tobi per scaricare la tensione.
Dopo aver riacquistato la ragione si mise in un angolo ad ascoltare il gatto che lo informò su dove si trovavano mentre si fumava un gigantesco sigaro cubano che faceva un odore orrendo.
-...Wonderland?- chiese Deidara incredulo.
-Certo, Wonderland!- rispose il gatto prima che Deidara gli ficcasse il sigaro in bocca.
-E ti aspetti che ci creda?!- strillò lui -Andiamo Hidan basta con gli scherzi e tira fuori i miei vestiti!
-Ma quale Hidan?! Perché ti ostini a chiamarmi così?! Io sono lo Stregatto-Hidan!
Tobi si intromise.
-Visto?- disse -Te lo avevo detto che non era Hidan. Lui è lo Stregatto-Hidan!
La testa di Deidara divenne enorme mentre urlava a Tobi -Ma è la stessa cosa idiota!!
Tobi si sconvolse -Deidara! Non pensavo che fossi così lento a capire le cose. No che non è la stessa cosa: il nome di Hidan si scrive così...
Prese un bastoncino e lo trascinò nel terriccio scrivendo la parola: HIDAN.
-Mentre Stregatto-Hidan si scrive così!
STREGATTO-HIDAN
-...forse non hai fatto le elementari?
Deidara cercò di ignorarlo mentre si adeguava alle capacità cerebrali dei presenti.
-E di grazia signor Stregatto-Hidan...- farfugliò arrabbiato -...come si fa per uscire da questo posto?!
Lo Stregatto-Hidan lo guardò -...non capisco che vuoi dire figliola.
Un altro pugno dritto in muso.
-Come si esce?!- strillò.
Lo Stregatto lo fissò con un viso da ebete.
Deidara capì che doveva abbassarsi ancora di qualche livello per raggiungere quello stupido di un gatto.
Cominciò a gesticolare facendo il mimo, notando con sconforto che tra Tobi e lo Stregatto si poteva fare a mala pena un quarto di cervello.
Improvvisamente vide il viso di Tobi illuminarsi.
-Credo che voglia andare al bagno, sai per caso dove si trova quello più vicino?
Deidara cadde a terra stile manga.
-Ma quale bagno idiota!- urlò -VOGLIO SAPERE COME SI ESCE DA WONDERLAND ACCIDENTI A TE!!
Lo Stregatto fece segno si seguirli con la zampetta -E perchè non lo hai detto subito??
Deidara prese la rincorsa e tirò un calcio alla sua testa come se fosse un pallone da calcio aspettandosi che il corpo del gatto seguisse la traiettoria della zucca vuota.
Quando invece vide la testa dello Stregatto partire verso una meta indefinita lasciando a terra il resto si mise ad urlare abbracciandosi a Tobi pieno di ribrezzo.
Entrambi urlarono come delle donnicciole.
-MA CHE VI PRENDE?! VI SEMBRA IL MODO DI STRILLARE??!
Calò nuovamente il silenzio mentre i due si chiedevano chi stesse parlando.
Quando la testa di Stregatto-Hidan ricomparve a qualche metro di distanza dal corpo con un dolcissimo PUF! però, ricominciarono ad urlare entrambi.
-BASTAAAAAAAAAAAAAAAA!!
Arrivò una sberla in faccia ai due che smisero di parlare lasciando che lo Stregatto si ricomponesse.
-Bene...stavo per dirviiiiiiiiiii!!
Lo Stregatto saltò in testa a Tobi e cominciò a fissare le mani di Deidara schifato.
-ORRORE E RACCAPPRICCIO!! COSA DIAVOLO HAI SULLE MANI! SEI ORRENDO NON TI AVVICINARE A MEEEEEEEEE!!
Deidara tirò un altro calcio al gatto mettendo in mezzo anche Tobi -Senti chi parla, uno a cui vola la testa!

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Capitolo 3
*** Terzo disastro ***


-Maledetto gattaccio rognoso...
Deidara cominciava ad essere sempre più irritato.
A quanto pareva il suo ictus non era poi così lontano come sperava.
-...dalle indicazioni che ci ha dato non si è capito nulla.
Ignorò Tobi che, dal canto suo sembrava molto a suo agio in quel bosco.
Stava saltellando di qua e di la come un emerito rimbambito in gita nel regno delle caramelle. Solo che lì non c'erano le caramelle...c'erano solo funghi alti almeno mezzo metro, alberi ancora più alti dei funghi e insetti che potevano battere il record del millennio in quanto a peso.
Ricordò con raccapriccio quando, sulla strada indicata dallo Stregatto, si erano ritrovati di fronte ad un verme verde delle dimensioni di un aereo.
Tobi lo superò con slancio continuando a saltellare.
La sua felicità innaturale gli metteva l'ansia.
-Deidara mi dispiace che tu non te la stia spassando come me! Cosa darei per poterti aiutare a sorridere!
Improvvisamente si ricordò delle code del vestito di Tobi, così assurdamente lunghe e, con in viso stampato un sorriso gigante e maligno, mise un piede su una delle code facendo cascare Tobi con le mani avanti.
Questo era un ottimo modo per tirarlo su di morale.
Rise come un matto camminando sopra al corpo di Tobi.
Continuando a camminare arrivarono in un giardino immenso pieno di ogni tipi di fiori: Girasoli, Campanule, Rose (rosse, bianche, blu, gialle...), Gigli Tigrati e Margheritine carine fra tutti. La cosa assurda era che anche quei fiori erano innaturalmente grandi.
A Deidara vennero i sudori freddi e fece per fare marcia in dietro quando Tobi, completamente ripreso dalla caduta, lo afferrò per un braccio e lo portò in mezzo al parco.
-Scusate non è che potreste dirci come si fa ad uscire dal bosco?
Deidara tirò un coppino a Tobi -Ti sembra possibile che dei fiori possano risponderti? Cos'hai al posto del cervello?! Segatura??
-Noi sappiamo parlare signorina e anche molto meglio di te se è per quello!
La Rosa rossa vicino a loro li stava guardando severamente attraverso due occhialini rotondi.
La Rosa parlava! Si nascose subito dietro a Tobi spingendolo in avanti come a volerlo offrire per un sacrificio umano al posto della sua preziosa persona.
“Io detesto i fiori...” si disse guardando a terra e facendo finta di non notare che anche gli altri fiori stavano cominciando ad osservarli con occhi e visi di ogni genere.
-Mi perdoni, Signorina...
La rosa arrossi (per quanto sia possibile intuire se una rosa rossa arrossisca o no) e, con una foglia a forma di mano, fece segno di smetterla.
-Su su, non sia così precipitoso...- disse innocentemente -...sono una Signora non una Signorina!
-Oh ma come? Avrei giurato che lei e quella Rosa Blu vicino a lei foste sorelle!
Entrambe le Rose sghignazzarono mentre invece Deidara si avvicinò al suo orecchio incredulo -Ti rendi conto sì che stai facendo delle avance a due Rose?
Tobi si voltò leggermente verso di lui.
-Certo che me ne rendo conto. E sono anche due Rose molto graziose!
Poi bisbigliando -Se vuoi ti lascio la più giovane (quella Blu) perché a me piacciono le vegliarde (ovvero le vecchie).
Parlando del più e del meno per qualche tempo, finalmente riuscirono a farsi dire da che parte andare per raggiungere l'uscita del bosco. Deidara ringraziò il cielo per aver fatto sì che almeno quelle piante avessero un minimo di sale in zucca (sebbene lo avessero scambiato per una donna anche loro).
In pratica, dopo il loro giardino, ce n'era un altro pieno di piante carnivore da cui dovevano tenersi accuratamente alla larga e, dopo ancora, si sarebbero ritrovati di fronte ad un fungo dalle dimensioni normali.
Se lo avessero mangiato, avrebbero finalmente capito da che parte andare.
Deidara non sapeva bene perché ma la cosa gli puzzava.
Solo quando riuscì a trascinare via Tobi da una delle piante carnivore che lui aveva soprannominato Zetsuccia -vista l'enorme somiglianza con il loro compagno Zetsu-, capì perché aveva percepito odore di fregatura: il fungo non solo non era poi di dimensioni normali (arrivava circa all'ombelico di Tobi, lo avevano misurato) ma assomigliava anche ad uno di quei funghi rossi a pallini bianchi che sono tra i più velenosi.
Rimase lì di fronte riflettendo sul da farsi.
Le opzioni erano tre: o mangiava il fungo e trovava l'uscita, o lo mangiava e moriva sul colpo...o non lo mangiava e si rassegnava a vivere in quel tugurio di bosco con l'allegra compagnia di Stregatto-Hidan e di due Rose ninfomani.
Pensando a quella possibilità si convinse immediatamente e ingurgitò di botto un pezzo del fungo seguito a ruota da Tobi.
Lì per lì non accadde niente.
Rimasero in silenzio per un po'.
PROT!
Tobi si prese un bel pugno in faccia dopo la grande ideona di mollare un petto così puzzolente.
Ancora niente.
-...forse questo non è il fungo giusto- sentenziò Tobi.
-...è l'unico fungo qui in giro quindi ne deduco che è quello giusto Tobi...
Il compagno fece segno di no con il capo.
-E allora questo come me lo chiami?
Tobi si spostò di un poco lasciando che anche Deidara vedesse il fungo ai suoi piedi.
Un cartello diceva “Per uscire mangiare il fungo”.
La sua faccia divenne blu e, andando dietro ad un cespuglio, cominciò a vomitare con Tobi alle spalle che gli teneva i capelli sollevati.
Non appena ebbe finito però toccò a Tobi stare male che, dal canto suo, se la vide molto peggio rispetto a Deidara vista la diarrea fulminante che lo aveva colpito.
Mentre Tobi stava male dietro al cespuglio, Deidara si mise seduto su un masso e si levò le scarpe gettandole lontano incavolato nero -Se becco il buzzurro che ha inventato i tacchi giuro che lo strozzo...ma guarda te, ora si capisce perché le donne sono sempre così nervose.
Si massaggiò i piedi assumendo subito un volto sereno e felice.
-Che goduria!
-Uh uh, rimettiti le scarpe fanciulla perché con il tanfo che emanano i tuoi piedi potresti battere quello del formaggio!
Lo Stregatto-Hidan comparve di fronte a lui facendolo sussultare.
Come cavolo faceva ad essere lì? Li aveva seguiti?
-Guarda che non sono assolutamente i miei piedi a puzzare è Tobi dietro a quell'agglomerato di foglie che sta dando fondo a tutte le sue forze per stapparsi...
Mentre lo Stregatto si voltò si annusò un piede.
Per poco non svenne.
-Sarà...- disse lo Stregatto tornando a guardarlo -Avete mangiato questo benedetto fungo?
Deidara si alzò di scatto -Sapevi del fungo e non ci hai detto niente?!
-Ovvio che non ve l'ho detto...- esordì Stregatto-Hidan indignato -...voi non me lo avete mica chiesto!
Deidara lo prese e tentò di strozzarlo con tutta la forza che aveva, solo che si rese conto ben presto che c'era un motivo se la sua testa si staccava: non aveva neanche il collo!
Indietreggiò e tornò a sedersi.
Voleva uscire da lì. Se era uno scherzo aveva smesso di divertirlo.
Insomma, gli sembrava di essere rinchiuso nella mente di Tobi!
Lì tutto era troppo assurdo e fuori dal normale.
-DEIDARAAAAAAAAA!
La voce di Tobi lo riportò a quell'infausta realtà.
-...MI PASSI LA CARTA IGIENICAAAAAAAAAA??
Il ragazzo fece il mimo dell'arakiri prima di spingersi di fronte al cespuglio (tenendosi ad una ragionevole distanza) e urlare -Da dove la tiro fuori la carta igienica? Dal culo di Tarzan?!
-Ah per me va bene, però digli di sbrigarsi perché ho idea che gli ci vorrà un po' per tirarla fuori da lì...
-Tobi sei un'idiota...

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Capitolo 4
*** Quarto disastro ***


Dopo aver mangiato il fungo sia Deidara che Tobi divennero altissimi.
O meglio, ritornarono alla statura che ogni persona normale possiede. Stando alle parole dello Stregatto fino a quel momento tutti gli oggetti e gli animali erano più grandi di loro solo perché erano loro due ad essere più piccoli del solito.
“Finalmente una spiegazione ragionevole” si era detto Deidara assaporando di nuovo il fatto di aver ritrovato la sua statura.
Almeno adesso vedeva le cose da una prospettiva di versa e, sopratutto, poteva prendere a calci qualcosa senza temere che poi questa lo divorasse in un boccone unico.
Si guardò in giro e vide subito un altro cartello: “Sempre dritto”.
Sollevò le spalle prima di rassegnarsi. O si abituava ai segnali insulsi di Wonderland o rimaneva là come un ebete, il che non era esattamente la cosa più bella da fare.
Proseguirono per la strada, a volte interrotti dalle ricadute del povero Tobi, senza grandi problemi fino a che non raggiunsero un bivio.
Da una parte la strada proseguiva tranquilla, dall'altra finiva quasi subito per incontrare lo steccato di una piccola casetta storta e coloratissima.
Fece decidere a Tobi dove andare -Bene Tobi. Tu da che parte andresti?
Lo vide pensarci su seriamente: forse stava usando il suo mini cervello per la prima volta da quando lo aveva conosciuto, il che era un valido motivo per festeggiare già di per se.
-Io andrei di qua...- disse poi indicando la casetta.
-Allora io andrò di qua...
Deidara prese convinto la strada normale e senza distrazioni ignorando completamente il piagnucolio di Tobi che lo accusava di chissà quale atrocità.
Stava per mettere un altro piede davanti a se per raggiungere la stradina quando questa scomparve di fronte ai suoi occhi ed un cartello la venne a sostituire.
“Siamo spiacenti ma la strada è in fase di manutenzione, vi preghiamo di scegliere l'altra via”.
Deidara esplose -Ma così non valeeeee!!- urlò lasciandosi trascinare da Tobi verso la casetta -Non capisco perché questo posto mi odia a questo modo dannazione!
Entrarono nel giardino e, subito, sentirono delle voci provenire dal retro.
Le raggiunsero giusto in tempo per trovare le copie di Itachi e Kisame cantare allegramente (almeno Kisame era allegro) una stupida canzone sul “Non Compleanno”.
Deidara rimase con la bocca spalancata nell'osservarli mentre invece Tobi si unì subito a loro salendo sul tavolo e cominciando a bere anche lui il Tè che gli continuavano ad offrire.
Deidara era l'unico che manteneva un atteggiamento dignitoso in quel posto assurdo...
Non che Tobi si fosse mai comportato dignitosamente, ma c'era un limite ad ogni cosa.
Gli tirò una scarpa forandogli la testa con il tacco e riportò il silenzio fra i presenti.
-Da dove si esce?
-Ma dalla porta, che domande!
Tirò uno schiaffo a Tobi per farlo stare zitto e ripropose la domanda -Da dove si esce?
-Sei maleducato...- disse Kisame drizzandosi con Itachi che gli faceva l'eco (-...ato ato ato ato) -...non ci hai neanche fatti accomodare prima di chiederci qualcosa! Ti sembra il modo di trattare i tuoi ospiti (-...iti iti iti iti)??
-MA SE QUESTO è IL VOSTRO GIARDINO!- scoppiò Deidara incredulo.
Kisame si guardò in giro.
-Ah davvero...? (-...ero ero ero ero?)
Tirò anche la seconda scarpa giusto per controllare se così facendo gli ritornava il senno.
Si misero tutti comodi intorno all'enorme tavolo pieno di sedie (a dire il vero alcune erano poltrone mentre altri solamente sgabelli) e ricco di biscotti e Tè cercando di discutere come persone adulte e vaccinate.
Cosa molto ardua visto con chi aveva a che fare Deidara.
-Salve io sono Deidara...- cominciò allora incavolato nero ma stando al loro gioco.
-Deidara? Bel nome per una ragazza!!- esordì Kisame tutto eccitato.
-...non lo so io avrei preferito un nome più esotico...Alice per esempio!- gli rispose allora Itachi (stupendo i presenti).
-Bello Alice!
Tobi si prese un altro dei pugni di Deidara solo per il semplice fatto di essersi aggiunto a quella conversazione inutile senza il suo permesso.
-...e lui è Tobi. Siamo qui perchè vogliamo uscire...sapreste indicarci la via??
-Da dove?- chiese Kisame dubbioso.
-Da dove cosa?- rispose Deidara.
-Cosa cosa?
-Tu hai detto cosa!
-Ho detto cosa?
-Ma sì hai detto cosa!
-E perché mai??
-Ma che vuoi che ne sappia io scusa!
-Oh certo ti scuso...
Pausa ad effetto prima di riprendere.
-...ma per cosa ti devo scusare tu non mi hai fatto niente!- disse Kisame dondolando la testa.
Deidara si portò una mano sulla faccia. Questa volta poteva essere persino più difficile che con lo Stregatto il che era tutto dire.
-...da dove si esce??- chiese ancora speranzoso.
Kisame fece una faccia da idiota -...come da dove si esce, dalla porta no? Il tuo amico te lo ha già detto.
Tobi stava per ribattere ma si beccò un ceffone ancora prima che parlasse -...non intendo questo!!
-Questo cosa??
-ARGH!!!!!
-Argh?? Non lo conosco mi dispiace...
Dopo alcuni tentativi finalmente si raggiunse una conclusione.
Se volevano uscire da Wonderland, Deidara e Tobi non dovevano fare altro che andare al castello della Regina di Cuori Conan.
Salutarono così il Cappellaio Matto (di nome e di fatto) Kisame e il suo silenzioso amico (seppure cerebro leso quanto il compagno) Itachi il Leprotto Marzolino, lasciandosi alle spalle la loro stramba casa storta con quel Tè a dir poco vomitevole che per Deidara aveva uno strano retrogusto.
I suoi sospetti si accentuarono quando notò la strana andatura di Tobi.
Sperò che non avesse una ricaduta e che non dovesse nuovamente chiamare lo Stregatto per usarlo come carta igienica. Anche perché dubitava che lo avrebbe fregato ancora.
-...stai bene Tobi??
Era una domanda retorica visto che era evidente che non stava bene.
In quel momento si era messo a parlare con un sasso (non che fosse la prima volta).
-Beneeeeeeeeeeee!- disse Tobi stordito.
-Seeeeeeeeeeeeee come no! No quello non lo toccare!
Deidara spostò Tobi da una pianta carnivora appena in tempo, prima che venisse divorato per intero.
-O come ti voglio bene Deidara cara...sei così dolce e femminile...
Gli occhi di Deidara divennero fiammeggianti e si mise a rincorrere Tobi per tutto il parco, senza rendersi conto che, dopo un po', finirono in un labirinto.
Ovviamente, quando finalmente aveva preso Tobi e lo aveva pestato, si rese conto del suo errore madornale e cominciò a correre qua e là come un pazzo cercando la via di uscita e lasciando che Tobi se la cavasse da solo.
Si arrese solo quando, dopo circa sei ore di camminata si ritrovò di nuovo nel punto in cui aveva abbandonato il compagno.
-Oh ma guarda!- disse quest'ultimo contento -Sei tornato!
Deidara cascò a terra stremato -...non ci posso credere...- esclamò disperato -...tutto questo tempo e non ho neanche trovato l'uscita...
-...ma scusa...se cercavi l'uscita perché non hai seguito le frecce in cielo?
Deidara fissò il cielo e notò che in effetti c'erano delle strane frecce con su scritto “USCITA” grande come una casa. E lampeggiavano pure!
Senza più dire niente cominciò a sbattere la testa a terra depresso e in preda alla pazzia con Tobi che gli faceva compagnia giusto perché pensava che fosse un nuovo giochetto.

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Capitolo 5
*** Quinto disastro ***


Quando finalmente Deidara si riprese, cosa che accadde dopo dei lunghi minuti di agonia, i due uscirono insieme dal Labirinto seguendo le freccie rilucenti che avevano sopra la testa.
In men che non si dica raggiunsero così il giardino di Rose del castello della Regina di Cuori Conan. Il giardino era enorme, sebbene non fosse nulla al confronto del castello, ma Deidara non ci faceva molto caso. Aveva preso la decisione di non stupirsi più di nulla, anche perchè era certo che, una volta allarmatosi per qualcosa, di lì a poco ne avrebbe vista un'altra che molto probabilmente lo avrebbe fatto sentire anche peggio.
In quel mondo non c'era spazio per un tipo razionale come lui, proprio no, e quindi tanto valeva farsi trascinare dalla marea nella speranza che prima o poi qualcuno gli avrebbe teso una mano per tirarlo fuori da quel tugurio.
«Deidara, come mai mi sento osservato?» chiese Tobi, avvicinandosi di più a lui.
Deidara lo scacciò malamente.
«Ma cosa vuoi che ne sappia io.» rispose, indispettito, cercando però di non dare troppo a vedere che anche lui cominciava a sentirsi un po' tenuto d'occhio «Forse le Rose hanno gli occhi...non sarebbero neanche le prime che incontriamo con una faccia.»
Ricordò al Rosa rossa che aveva di buon grado accettato le avance di Tobi con enorme disgusto, rabbrividendo perfino.
Solo allora si accorse di stare camminando su qualcosa di molle e appiccicoso. Abbassò lo sguardo, in tempo per notare il letame presente più o meno in tutto l'enorme giardino.
«No, cavolo, no!» strillò, portandosi le mani sulla testa.
«Così queste scarpe saranno irrecuperabili!» gli fece eco Tobi.
«Ti preoccupi delle scarpe? Stiamo affondando nel letame dio santo! Capisci? NEL LETAME!»
Tobi si portò una mano sul mento, massagiandoselo.
«Letame, letame...» mormorò, perplesso «...uhm...letame...»
Deidara lo fissò, sospirando, la fronte che si corrugava da sola giusto per dimostrare la sua totale disapprovazione dinanzi alla demenza del compagno. Come cavolo aveva fatto ad entrare in Alba? Per corrispondenza? Aveva pagato qualcuno? Ci doveva essere un motivo per cui lo avevano preso, e quello non era di sicuro l'intelletto.
«Stiamo sprofondando nella numero due Tobi...» disse, scrollando la testa.
«Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!»
«Ecco, ero certo che così avresti capito.»
Doveva usare il linguaggio dei bambini per parlare con lui! Robe da non crederci!
Ad ogni modo, visto che ancora stavano sprofondando in quella orribile pozza di puzzo e appiccicume, Deidara abbandonò ben presto ogni interesse verso Tobi e tornò a dimenarsi come un matto urlando a squarciagola in cerca di un aiuto che, molto probabilmente, non sarebbe neanche arrivato.
Figurarsi, sarebbe stato troppo bello!
E poi aveva chiesto aiuto talmente tante volte da che era piombato a Wonderland che si sarebbe sentito preso in giro se fosse comparso qualcuno solo ora: a saperlo subito si sarebbe ficcato in pericolo mortali molto, ma mooooooooolto prima.
«Aiuto!»
«Help!»
«Aiutooooo!!»
«SOS!»
«Aiut-...»
«May day, may day!»
«A-...»
«Hustone, abbiamo un problema!»
«...»
«UN PROBLEMAI HAI CAPITO?! UN PROBLEMAAAAAA!»
«MA PORCA MISERIA, COME CAVOLO FAI A SEMBRARE IDIOTA ANCHE MENTRE CHIEDI AIUTO?!»
Ci fu una pausa, lasso di tempo in cui Deidara riprese un po' di respiro e lasciò che il suo cuore si calmasse, così come attese che la vena pulsante sul collo cessasse quel continuo puls puls.
«Credo che mi venga naturale.»
«Ma lascia perdere...»

Una buon'ora dopo se ne stavano ancora là, leggermente più nei guardi di prima ma ancora con la testa fuori dal letamaio in cui erano caduti.
Mille mosche ronzavano loro attorno, alcune delle quali si insinuavano nei loro nasi senza alcun ritegno, aumentando il nervosismo del povero Deidara minuto dopo minuto.
Arrivò a desiderare di affogare il prima possibile in quello schifo, risparmiandosi così le continue urla di Tobi (che ancora non si era arreso ed urlava con tutta l'aria che aveva nei polmoni) e i fastidi causati dai vari pruriti al viso per colpa degli esserini ronzanti.
Avrebbe voluto tirare un calcio all'amico, ma non sapeva neanche con estrema esattezza dove fosse il suo corpo sotto alla cacca che li sovrastava.
«Piantala.» ordinò, sibilando quella parola.
«Cosa?»
Deidara alzò un sopraciglio. «Eh?»
«Mi hai detto di piantarla» spiegò Tobi «...ma cosa?»
«Stai scherzando vero?»
«No, se mi dici che pianta piantare io la pianto.»
«Non devi piantare una pianta, devi piantarla punto!»
«Appunto, quindi qualcosa devo piantarlo no?»
«Ma no!»
«Come no?!»
«DIOOOOOOOOOOOOOO!»
Si dimenò così forte da far sì che il suo corpo venisse del tutto inghiottito dal terreno-letame: quando riuscì a riaprire gli occhi e anche a respirare, Deidara si ritrovò a pancia in giù in una grandissima stanza chiusa, con una sola porticina grande quanto il suo piede e neanche un po' di ventilazione. Sentiva la puzza della sua persona e la cosa non gli piaceva molto a dirla tutta.
«Attenti là sottooooooooo!»
Tobi gli piombò addosso, a cavalcioni.
«Quanto ti odio.»

Quando si furono tirati in piedi entrambi, esaminarono la porticina con molta attenzione.
Era l'unica via di uscita, ma sapere come aprirla e, sopratutto, come passarci attraverso rimaneva un mistero.
«Forse dovremo rimpicciolire per passare...»
«No, mi rifiuto di tornare alto come un puffo.»
«Peccato però, sei anche azzurro come loro!»
Gli mollò l'ennesimo ceffone della giornata, felice di poterli rifare di nuovo.
«E poi come dovremmo fare? Non abbiamo dietro un pezzo di quel fungo.»
«Beh, c'è sempre quella bevanda là.»
Tobi indicò un tavolino in cristallo poco distante e, sopra di esso, una piccola bottiglietta in vetro blu contenente un liquido nero come la pece.
Si avvicinarono entrambi.
«Avanti...» mormorò Deidara «Bevilo tu per primo.»
«No no.»
«Come mai fai il fifone adesso? Oggi hai fatto anche di peggio.»
«Appunto! Sarò anche stupido ma non casco nei guai più di una volta!»
Tobi incrociò le braccia al petto, deciso.
«Su, tu vuoi berlo.»
«No che non voglio.»
«Vuoi.»
«Non voglio.»
«Vuoi.»
«Non voglio.»
«Non vuoi.»
«Voglio.»
«Non vuoi.»
«Voglio.»
«Non vuoi.»
«Insomma Deidara, se dico che voglio vuol dire che voglio!»
Il giubilo della vittoria per Deidara durò poco visto che, non appena Tobi si azzardò anche solo a sfiorare la boccetta, un allarme assordante li investì costringendoli a coprirsi le orecchie.
La porticina divenne enorme in un solo secondo e, da essa, entrarono in scena cento milioni di carte da gioco nere e rosse con i visi stampati di Pain al centro.
Li circondarono.
«Vi siete macchiati di alto tradimento!» urlò una carta a caso nel mucchio.
«Avete osato toccare il tesoro della Regina di Cuori!» strillò una seconda.
«Tesoro? Un po' d'acqua?!»
«Non è acqua qualsiasi! È quella che il sommo Cappellaio Matto Kisame le ha regalato, prelevandola dalla sua toilette!»
«CHE COSA?!» esordì Deidara mentre veniva trascinato via dalle guardie assieme a Tobi.
Eccola là, lo aveva detto no che a Wonderland non avrebbe mai smesso di stupirsi...



N.B: Siamo vicini alla fine! Finalmente questo viaggio giungerà ad un termine XD ci abbiamo messo molto tempo, ma siamo vicini!
Ancora poco miei prodi! Riuscirà Deidara a non dare di matto dopo questa inaspettata avventura?

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Capitolo 6
*** Sesto disastro...e ultimo! ***


Al cospetto della Regina di Cuori Conan le cose non andarono meglio.
Tralasciando il fatto che Deidara ancora seguitava a spiegare il suo punto di vista -ovvero che l'acqua di un water qualsiasi in nessun modo poteva essere scambiata per un bene prezioso- aggravando la sua situazione minuto dopo minuto, non era solo il fatto di aver toccato la boccetta a mettere i due amici nei guai, ma il semplice fatto che la stessa Regina non sembrava poi molto di buon umore.
Più il tempo passava più il suo viso diventava rosso, adirato.
«Sai, forse dovresti smetterla di parlare Deidara.» suggerì allora Tobi, bisbigliando.
«Oh certo, parla quello che non sta mai zitto un secondo. Andiamo, quella pensa che l'acqua del gabinetto valga qualcosa!»
«Beh, che ne sai che non sia così scusa?»
Deidara si morse le mani, letteralmente.
«Per il crimine dai voi commesso conosco una sola punizione adatta!» strillò allora la Regina, alzandosi in piedi e additandoli con un dito pieno di anelli di diamanti. Deidara alzò le spalle, guardandola di sbieco come se nella realtà dei fatti non avesse la benchè minima paura di ciò che poteva dire la donna: in fondo, in un mondo del genere, cosa cavolo poteva succedere di peggio del solo fatto di essere in quel mondo?
«Ah, voglio proprio vedere cosa mi tirerà fuori adesso...» disse, sfidandola «...il massimo che mi aspetto è...venire messo a penzolare sopra ad una piscina di panna montata.»
«Panna! Panna!»
Tobi si beccò un ceffone.
«E piantala, non è che perchè lo dico magicamente compare una piscina di panna, demente!»
«Peccato però, mi sarebbe piaciuto fare il bagno nella panna...»
«La sentenza è...» continuò Conan la Regina «AI DUE EFFERATI LADRI VERRA' TAGLIATA LA TESTA!!»
«COSA?!»
«No, la mia testolina! A lei piace molto stare attacata al collo!»
«Non siamo mica come Hidan, non possiamo permetterci di perdere la testa!»
«Come chi?»
«Come Hid-...come lo Stregatto-Hidan.» biascicò Deidara, nervoso «Ma il punto non è quello! Non ci tengo a farmi tagliare la testa, grazie tante!»
Fece per andarsene, ma le carte da gioco versione Pain gli ostruì la via d'uscita impedendogli di muoversi ancora di un singolo passo.
«Non potrete fuggire, ormai è deciso.»
«Col cavolo!»
Deidara saltò sulla testa di Tobi, fiondandosi sul trono della regina -e ficcando i tacchi nella guancia dell'amico-: si arrampicò come meglio poté su fino alla cima e, una volta raggiunta la grande finestra che stava dietro al sedile rivestito, la aprì con un calcione urlando a Tobi di seguirlo.
Quando furono fuori corsero come dei matti, a perdifiato, come se dietro avessero una moltitudine di cani rabbiosi a seguirli...anche se, a pensarci bene, qualcuno a seguirli c'era e perciò non serviva a molto immagirnarsi chissà che.
La punta di un'asta per poco non colpi il sedere di Tobi che, urlando, corse anche più veloci di prima con una miriade di lacrime ad uscirgli dall'unico buco della maschera.
«Corri corri corri corri corri corri corri corri!»
«Ma perchè mi sono ritrovato in questo casino, cosa ho fatto di male dannazione?!»
«Corri corri corri corri corri corri corri corri!»
«Non dovrei essere qui, NON DOVREI ESSERE QUI!»
«Corri corri corri corri corri corri corri corri!»
«E tu piantala di dire corri! Non vai mica più veloce se lo strilli!»
«Non...importa...»
«Sì che importa, mi stai rincoglionendo!»
«Lì...c'è...scritto...di...urlare...corriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!»
«Lì dove?!»
Tobi segnò un cartello volante che fluttuava poco distante dalla zucca di Deidara. L'altro lo fissò, incredulo, quasi mezzo inciampandosi nei suoi stessi piedi mentre correva.
C'era scritto di urlare corri con tutto il fiato che si aveva in gola e poi di...
«...schiacciare un pulsante? Che pulsante?! Ma perchè ci sono regole così assurde in questo accidenti di postaccio!?»
«Quel pulsante! Quel pulsante!»
Di fronte a loro comparve piano piano un pulsante rosso enorme, grande come una casa, ma a dividerli dalla salvezza (?) c'erano lo Stregatto-Hidan, il Cappellaio Matto Kisame, il Leprotto Marzolino Itachi, le carte versione Pain e pure la Regina di Cuori assieme a qualunque altro fenomeno da barracone incontrato a Wonderland da Tobi e Deidara.
Stavano correndo loro incontro e tutti indossavano delle tute da Football con caschi e spalloni annessi.
«Erano dietro di noi poco fa!»
«Ci stanno venendo addosso!»
«ADESSO BASTA!» urlò Deidara «Non voglio rimanere in questo posto un secondo di più, se vogliono la guerra, ebbene, l'avranno! Quel pulsante è miooooooooooooooooo!»
Aumentò l'andatura, portandosi dietro Tobi, e quando riuscì a sfuggire dai placcaggi dei presenti si schiantò contro al bottone con tutta la forza che aveva.
Si sentì un clack e il tempo sembrò fermarsi per un po' quando, finalmente...

Una nube di panna montata cadde in testa ai presenti.
Tutti cominciarono a danzare e mangiare contemporaneamente, sorridenti e felici come non mai.
Tutti tranne, come sempre, il nostro Deidara. Lui si stava tenendo la testa tra le mani, sconvolto.
«Basta, basta, bastaaaaaaa!!»

Hidan cominciò a prendere a schiaffoni Deidara, con la sua solita faccia impassibile stampata addosso.
Lui e Tobi, come i due cretini che erano, se ne stavano a dormire in mezzo all'entrata da ore ostruendo il passaggio degli altri componenti di Alba. Ancora non gli era chiaro come mai avessero mandato lui a svegliarli, ma tant'era.
«Avanti, porca miseria, non ho tutto il giorno io!» disse, mollando un pugno nel naso al ragazzo, il quale si svegliò di soprassalto con le mani premute sul muso.
«AHIA! Ma che cazzo fa-...»
Deidara si guardò attorno, un poco perso.
«...»
«Non hai mai visto l'entrata della nostra base?»
Il biondo scoppiò a piangere, lanciandosi fra le braccia di Hidan.
«?!»
«Sono a casa! SONO A CASA!»
«E lasciami!»
«Casa!»
«Lasciami!»
«Oh, ma che carini, un abbraccio di gruppo? Anche io voglio partecipare!»
Tobi, che si era svegliato da neanche tre secondi, si unì al gruppo ignorando le proteste di Hidan che, dal canto suo, non avrebbe mai potuto capire il motivo di tanta gioia.


Nota dell'Autrice: FINALMENTE. Sono arrivata ad un dunque...e il bello è che mi sono resa conto che questa fanfic non vuol dire assolutamente NULLA XD
Che ne sp, magari poteva avere una morale no? ..no. Anche perchè non avrei saputo che morale inserire quindi ù.ù
Spero che vi sia piaciuta comunque! Alla prossima!

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