Il disonore dei Samurai

di Il vecchio Totosai
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. - Parte prima ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3. - Parte seconda ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


Il disonore dei Samurai

Il disonore dei Samurai

 

Capitolo 1.

 

Mercoledì 26 Novembre 1941 – Isole Kurilii

 

Abbiamo appena ricevuto l’ordine di salpare, qualcosa deve essere andato storto ai piani alti. Circa 400 aerei, sicuramente non è una vacanza quella che ci aspetta alle Hawaii. Qui in camerata si dice che il Generale sia ancora disposto al dialogo, ma sono sicuro che quegli yankees non cambieranno posizione. Orgogliosi.

Abbandonare l’accogliente base di Kagoshima per stare qui in questa isola dimenticata dal mondo è estremamente frustrante, il tempo fa schifo, piove a catinelle, e probabilmente mi sono pure preso l’influenza. Dannata guerra…

 

Miroku, sempre lì a perdere tempo con quello stupido diario?” Una voce maschile seguì lo sbattere di una porta.

E tu sempre a rompere eh?” Rispose il ragazzo alzando la testa dalla piccola scrivania di metallo.

 

Miroku, ventidue anni, Sergente dell’aeronautica militare giapponese, nato a Tokyo, residente a Tokyo. Abile macchinista, specializzato nella meccanica aerea. Soprannominato da tutti ‘Miroku no huoshi’ per le sue popolari invocazioni ai Kami mentre è in battaglia. Sempre allegro e spensierato, ma al momento giusto sa tirare fuori un coraggio e un controllo eccellenti, già dimostrati nella guerra in Cina. Finite le scuole, si arruolò quasi per gioco.

 

“Dai vieni su, c’è uno Zero che fa i capricci. Disse chi era entrato in fretta e furia nella camera di Miroku, andandosene altrettanto velocemente.

‘Caccia Mitsubishi A 6 M1 ‘Zero’,  motore Nakajima Sakae 12 da 925 HP,  raggiunge una velocità di 540 km/h, estremamente maneggevole, armato con due cannoncini alari da 20 mm. Oerlikon  e due mitragliatrici da 7,7 mm., eccezionale velocità di salita, circa 1400 metri il minuto fino a seimila metri di quota. Si, è roba mia.’ Miroku si alzò di malavoglia, chiudendo il suo diario e riponendolo in un cassetto. Maledisse comunque Inuyasha per averlo interrotto.

 

Inuyasha, vent’ anni, Caporale maggiore dell’aeronautica militare giapponese, nato a Yokohama, residente a Tokyo. Pilota molto dotato, si occupa soprattutto di bombardieri, ma non disdegna qualche pericolosa missione a bordo di uno Zero, dopotutto è famoso per la sua determinazione e testardaggine. Orfano fin da piccolo, di natura scontrosa, irascibile e introversa. Arruolatosi per disperazione, non essendo stato accolto da nessuna università in quanto ‘non conforme alle tradizionali abitudini dell’istituto’. Vuol dire che non accettavano hanyou.

 

Inuyasha riprese il suo posto accanto agli altri piloti, che gia si stavano accordando sulle possibili manovre di attacco da effettuare nel posto. C’era gia chi si illuminava, sicuro che quella volta sarebbe riuscito a dimostrare il suo valore, la sua fedeltà all’impero.

‘Balle…’ Pensò Inuyasha sentendo quei discorsi ultrapatriottici. L’impero, la politica, la guerra… a lui non importava nulla, doveva solo guadagnarsi da vivere.

Finalmente Miroku emerse dal corridoio che conduceva al vano portaerei. Si sedette accanto a Inuyasha, avvicinandosi al suo orecchio canino.

Perché non lasciamo questi idioti e andiamo a farci una birra?” Sussurrò.

Perché non hai così spesso queste ottime idee?” Sorridendo i due si alzarono, dirigendosi con indifferenza al bar dell’enorme nave.

“La sai una cosa? Credo che ci stiamo proprio cacciando in un bel guaio…” Disse Miroku ordinando due birre dal vecchio oste.

Che vuoi dire?” Chiese Inuyasha appoggiando i gomiti al bancone di ferro.

“Lo sai che voglio dire. Dopo questo, sarà guerra vera… brutto affare.” Sospirò Miroku.

“Tu pensa a fare il tuo lavoro. Alla diplomazia ci pensano i pezzi grossi. Rispose Inuyasha afferrando con le mani artigliate il boccale davanti a sé.

Proprio in quel momento passò di lì un gruppetto di ragazzi, soldati semplici a giudicare dalle divise, che cantavano a squarciagola un inno all’imperatore, meritandosi un occhiataccia del Caporalmaggiore.

“E’ questo che mi preoccupa…”  Disse infine Miroku, bevendo un generoso sorso di birra.

“Ma bravi, date proprio l’esempio a tutti.” Una bella donna sui ventuno anni ammonì da dietro i due militari, gelandoli sugli sgabelli. Indossava una stretta divisa che lasciava poco spazio all’immaginazione, evidenziando tutte le sue qualità fisiche, e aveva in mano un blocco di appunti. Doveva essere appena tornata da una riunione importante.

“Tenente Kikyou…!” Sbuffò Miroku soffocandosi. Inuyasha si girò dandole le spalle.

“Tu, fila in sala motori, c’è bisogno di una manutenzione nel reparto 2-D. Kikyou ammiccò in direzione del sergente Miroku.

“Sissignora!” Rispose lui, accennando un breve saluto di rigore e avviandosi verso il reparto 2-D.

E tu Caporale…”

“Me ne torno al mio alloggio…” Anticipò Inuyasha alzandosi. “…Tenente.” Si allontanò a lunghi passi senza neanche degnarla di uno sguardo.

“…” Kikyou prese mentalmente nota di riferire al Capitano la cattiva disciplina e lo scarso patriottismo di cui era dotato il Caporalmaggiore Inuyasha.

 

Fine Capitolo.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


Grazie per i commenti… allora si continua

Grazie per i commenti… allora si continua

 

 

Capitolo 2.

 

Lunedì 1 Dicembre 1941 – Oceano Pacifico

 

Stamattina la Conferenza Imperiale ha dato la definitiva conferma all’azione militare. Ci stiamo dirigendo verso Pearl Harbor, Hawaii, con l’unico scopo di annientare la flotta aeronavale americana. Un piano ben congegnato, ho saputo della precisione quasi maniacale con cui i Generali hanno lavorato a questa missione:  rotte di ogni singolo aereo calcolate al millimetro, designati obiettivi principali e secondari scrupolosamente. Molto del merito è dato a una spia dei servizi segreti giapponesi che si trova nella base americana, non ne conosco la vera identità (come non la conosce nessuno in effetti), che ha inviato dati sufficienti per farsi un idea precisa di cosa ci aspetta laggiù. E’ stata questa spia inoltre a suggerire di attaccare di domenica, affermando che in quel giorno la guardia è meno severa, le navi sono tutte in porto e non ci sono esercitazioni programmate.

 I giorni qui stanno passando tranquilli, la vecchia Soryu solca le onde che è una bellezza, ma sono un po’ preoccupato per Inuyasha; neanche una settimana e già ha fatto irritare non poco il Tenente Kikyou. So che c’è stato qualcosa tra loro, frequentavano la stessa scuola, ma Inuyasha non me ne ha mai voluto parlare…

 

E mai lo farò, baka.” Una leggera manata andò a colpire la nuca di Miroku.

“Ancora? Ma non hai niente di meglio da fare?” Miroku si voltò rabbiosamente verso quell’hanyou che lo aveva percosso.

“…No.” Rispose Inuyasha guardandolo negli occhi. Poco dopo i due scoppiarono a ridere, era sempre così.

“Lo sai che Kikyou mi vuole fare rapporto?” Disse Inuyasha, calmandosi e prendendo posto su una rozza sedia.

“Che novita!, sarà la quarta volta in sei giorni…” Miroku assunse un aria preoccupata. Era molto influente, Il tenente Kikyou. Conosceva le persone giuste.

“…Arpia. Ma sicuramente non sa chi è a capo della Soryu. Aggiunse Inuyasha beffardo.

“Perché, di chi si tratta?”  Chiese curioso il Sergente.

“Del Colonnello Totosai.”  

Miroku sorrise rilassato. Il Colonnello Totosai… si stiracchiò le braccia, posando uno sguardo alla squallida e piccola camera che gli era stata assegnata, completamente rivestita di grigie placche di metallo.

 

Si fermò davanti ad una porta, leggendone la targa appesa.

 

-Capitano-

Colonnello O.J. Totosai

 

Alzò gli occhi al cielo, questa proprio non se l’aspettava. Totosai era famoso per la sua eccentricità. Si diceva fosse sbadato e con la testa fra le nuvole, che non gli importasse nulla delle operazioni militari. Ma il suo lavoro lo faceva diligentemente, dopotutto, per essere arrivato al grado di Colonnello doveva avere una grande esperienza e capacità. Dunque si decise a bussare.

“Avanti.” Gracchiò una voce da dentro la stanza.

“Colonnello.” Salutò una volta entrata. “Sono il Tenente Kikyou, volevo parlarle.

Il piccolo uomo di fronte a lei non rispose subito, prese posto dietro la sua scrivania, sedendosi su una logora poltrona di pelle. Si accese un sigaro in tutta tranquillità, sbuffando le prime boccate di fumo.

Avrà avuto minimo cinquant’anni, portava i pochi capelli grigi raccolti in una coda dietro la testa, taglio tipico dei vecchi Samurai.

“Mi dica Tenente.” Disse poi, alzando lo sguardo verso Kikyou.

“Vengo a fare rapporto sul Caporalmaggiore Inuyasha. Ho qui tutte le documentazioni e i miei appunti personali. Kikyou si sedette di fronte alla scrivania, posando una cartella scura colma di fogli. Notando che il Colonnello si limitava a continuare a fumare, riprese la parola.

“Ho riconosciuto nel Caporalmaggiore una scarsa disciplina comportamentale, per non parlare dell’impegno e della motivazione: sa quanto si sforza l’Impero per incoraggiare i soldati, il patriottismo e la fedeltà sono componenti essenziali per un buon miliziano, e a quanto pare il Caporale Inuyasha non rientra in questo modello.” Sembrava quasi un discorso imparato a memoria.

“Capisco.” Totosai dette le spalle a Kikyou, girando la poltrona e osservando il cielo che si affacciava dalle ampie finestre del suo ufficio.

Kikyou, non sapendo bene cosa fare, o cosa dire, si alzò e fece per andarsene, lasciando la cartella con il rapporto sulla scrivania del Colonnello.

“Provveda al più presto.” Disse lei, sulla soglia della porta.

Questa, Tenente, è una decisione che spetta a me.” Concluse Totosai, dalla spalliera fumante della poltrona.

Kikyou sbattè la porta, allontanandosi in fretta. ‘Colonnello TotosaiTzè’

Totosai afferrò la cartella che le aveva lasciato Kikyou. Lesse alcune righe.

 

Dopo attenti esami ho constatato che…scarsa cooperatività…cattivo esempio…perditempo…infedele…Non dimostra di saper…

 

Ne aveva abbastanza. Ripose con cura la cartella in un cassetto, dove c’era una targhetta che diceva:

Da cestinare

Aveva tirato su il Caporalmaggiore e quell’altro disgraziato del Sergente con le sue mani, sapeva che erano due ottimi ragazzi.

Portò ancora una volta il sigaro alla bocca. Sbuffò il fumo grigiastro, che venne subito catturato dalle prese d’aria della camera. Osservò fuori dalla finestra: Mare e cielo, cielo e mare.

Era consapevole che tra breve l’oceano Pacifico non sarebbe stato più all’altezza del suo nome.

 

Fine Capitolo.

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. - Parte prima ***


Capitolo 3

 

 

 

Capitolo 3. - Parte prima

 

Ore 6:47

Domenica 7 Dicembre 1941 – Nei pressi delle Isole Hawaii

 

Ormai siamo giunti in prossimità dell’arcipelago delle Hawaii. Poco fa uno dei nostri sommergibili è stato attaccato da un cacciatorpediniere americano e affondato, ma siamo sicuri che non è stato identificato. Benedetti americani, come vorrei anch’io far finta che non stia accadendo proprio niente…

 Non avevo mai visto un tale spiegamento di forze: Con la nostra Soryu, in tutto contiamo sei portaerei, due corazzate, due incrociatori pesanti, nove cacciatorpediniere più altre navi in appoggio e 27 sommergibili per arrestare la fuga prevista delle navi americane.

Qui c’è un grande fermento, la prima ondata offensiva la guiderà il Maresciallo Koga*, lo youkai lupo sarà a capo di un battaglione di 183 velivoli, spetterà a lui il compito di dare il via all’operazione. Koga e i suoi uomini sono gia partiti, alle sei in punto, saranno lì verso le otto, scatenando l’inferno.

La seconda e ultima ondata sarà guidata da Inuyasha. Morte certa.

 

Si guardò furtivo alle spalle, come per aspettarsi un colpo improvviso o un rumore, che però non venne.

 

Io e Inuyasha, tra dieci minuti circa, saliremo a bordo di un bombardiere, probabilmente un vecchio B 5 N, accompagnati da un terzo uomo. Con noi, prenderanno parte alla seconda ondata altri 166 aerei, speriamo bene. Purtroppo (la solita sfiga) è stato preveduto che la seconda ondata sarà quella che correrà più rischi, in quanto ci si aspetta una qualche forma di resistenza americana.

Forse queste sono le ultime righe che scriverò…

 

Avrebbe voluto dire tante cose, ringraziare tante persone.

L’eco di una sirena lontana gli giunse alle orecchie. Non c’era più tempo.

 

…Grazie di tutto.

 

Mise il quadernino nello zaino, alzandosi. Forse l’aveva buttata troppo sul drammatico…

Si avviò al ponte della nave, dove ad attenderlo con una sigaretta in bocca appoggiato ad un aereo, c’era Inuyasha. I due si guardarono un attimo.

“Paura?” Chiese Miroku, sistemandosi il piccolo zaino in modo da non interferire con la sua mobilità.

“No, oggi no.” Rispose Inuyasha con un ghigno, buttando la cicca a terra e schiacciandola con il tallone. Miroku sorrise tra se e sé, Inuyasha era sempre così orribilmente sarcastico nei momenti delicati.

“Caporalmaggiore, Sergente, sono il soldato semplice Shippou, lieto di unirmi a voi nella missione, Signori.” Uno youkai volpe, al massimo di diciassette anni, apparve rigido di fronte a Inuyasha e Miroku, rimasti impressionati dalla giovinezza del militare.

“Devi essere il secondo pilota.” Non era una domanda.

“Esatto Signore. Disse Shippou pomposo.

“Ascoltami bene tu.” Inuyasha si avvicinò con fare minaccioso al soldato semplice, incutendogli non poco timore. “Abbandona questo ‘Signore’ o ti spacco la faccia intesi?”

Sissign…volevo dire…Si, intesi.” Miroku sorrise alla vista di uno Shippou spaventato a morte. Ricordò le parole di Inuyasha come se fosse ieri.

“Tutti questi ‘Signore, Signore…’ mi sento un vecchio!” Aveva detto l’hanyou, il giorno dopo aver ricevuto la nomina di Caporale.

 

Ore 6:59

 

Erano pronti a partire, avevano preso posto nell’aereo, un bombardiere in picchiata Mitsubishi Nakajima classe B 5 N, fedele alle forze aeree Imperiali fin dal 1937.

Inuyasha mosse a fatica il busto, stretto com’era in quella piccola cabina di pilotaggio, piegandosi per afferrare la ricetrasmittente.

“Qui Shikon pronto al decollo. Ripeto: Shikon pronto al decollo, passo. Avvertì Inuyasha alla radio. Shikon era il suo nome di battaglia. Buffo. Lo aveva sentito nominare in qualche antica leggenda ascoltata chissà dove e gli era piaciuto.

“Qui Torre di comando. Confermato decollo per Squadrone Shikon. Che l’Imperatore sia con voi. Rispose una voce metallica.

“Come no...” Inuyasha tese le braccia, e sganciò i fermi. L’aereo si mosse, prendendo a vibrare all’ accensione dell’unico motore. Una volta staccato dalla portaerei, Inuyasha appoggiò la testa al sedile, rilassandosi.

“Abbiamo due orette di viaggio davanti, prendiamocela comoda. Disse l’hanyou, sbadigliando vistosamente.

Shippou era a dir poco rimasto incredulo dall’atteggiamento di quel Caporale, sembrava che non gliene importasse nulla di cosa faceva, e perché.

Nonostante il palese menefreghismo di Inuyasha, nessuno parlava. Miroku si sentiva le budella attorcigliate ed era un po’ pallido. Guardò giù, stormi di piccoli uccelli volavano sotto di loro. Ad un tratto cambiarono direzione, mirando più a est. Quanto avrebbe voluto seguirli…

 

Fine Capitolo.

 

* Koga è un personaggio reale. Abile stratega, nel maggio del 1943 Mitachi Koga prese il posto di capo della flotta a causa della morte dell’ammiraglio Yamamoto. Muore un anno dopo precipitando con un aereo diretto a Singapore. Naturalmente non c’entra nulla col nostro youkai lupo…  Ma che caso eh? 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3. - Parte seconda ***


Ringrazio chi ha commentato, dal primo all’ultimo

Ringrazio chi ha commentato, dal primo all’ultimo.

Per rispondere ad alcune cose, dico:

bea, grazie per i complimenti, li apprezzo soprattutto perché ho un alta opinione delle tue ff. comunque hai azzeccato, gli aerei all’epoca avevano cabine piccole e scomode. Sul film… beh naturalmente so che esiste e l’ho visto, ma più che altro l’idea mi è venuta paragonando Inuyasha a Tom hanks inSalvate il soldato Ryan’ hehe… poi dopo ho pensato a Pearl Harbor. Ciau!

 

Lisachan, sono felice che consideri questa ffqualcosa di godibile’. Grazie. Come ti sei accorta, dei personaggi ancora non hanno preso parte alla storia, quindi si capisce che la fic è più complicata di quello che sembra…

Solo una piccola cosa: preveduto e previsto, come perduto e perso, e altri, sono sinonimi. Certo non si usano molto, sono parole alquanto arcaiche, ma sono grammaticalmente corrette^^

 

 

 

Capitolo 3. - Parte seconda

 

 

Ore 8:02 am

 

“A tutti gli aerei, è il Colonnello che vi parla. Ripeto: è il Colonnello Totosai che vi parla. Annuncio che la prima parte dell’operazione è andata a buon fine. Ripeto: la prima parte dell’operazione è riuscita, siamo riusciti a coglierli di sorpresa. Tora, Tora, Tora.*” Gracchiò una voce alla radio. “Bene…ora… mi scusi potrebbe dirmi che cosa… Aha…Si… Si ricordo! L’obiettivo primario è stato modificato in quanto le tre portaerei americane non si trovano più nella baia. Ripeto: obiettivo primario cambiato, colpire e distruggere le otto corazzate.

“E bravo lupastro…” fu il commento di Inuyasha.

“Tra poco tocca a noi…” Disse mesto Miroku, appoggiando la testa allo schienale del sedile.

Che hai Miroku? Sei un veterano tu… hai affrontato missioni molto più difficili di questa.” Disse Inuyasha senza staccare gli occhi dal radar.

Si ma…Questa volta è diverso.” Proferì. “Non mi piace attaccare alle spalle.”

“Per i principi morali ci sarà tempo una volta tornati sulla Soryu, ora dobbiamo darci da fare. Concluse Inuyasha.

Che i Kami ci assistano…” Miroku abbassò lo sguardo, sconsolato.

 

Ore 8:54 am

 

“Ci siamo. Ecco Pearl Harbor.” Inuyasha afferrò l’apparecchio.

Shikon a squadrone, Shikon a squadrone: Obiettivi in vista, continuare a volare in formazione fino a nuovo ordine. Ai caccia Zero il compito di coprire i bombardieri dal fuoco nemico, sembra che la battaglia infuri laggiù, passo e chiudo.

Una distesa di fuoco e fiamme occupava quella che una volta era la tranquilla baia di Pearl Harbor. Il Maresciallo Koga come da ordini si era ritirato, lasciando dietro di sé morte e distruzione. Molte navi erano state colpite, due corazzate erano completamente distrutte, rottami di aerei americani lasciati imprudentemente ala contro ala ancora fumavano. Inuyasha vide però che alcuni caccia USA erano operativi, e volavano verso di loro. Testardi…

Shikon a squadrone, obiettivi agganciati, abbandonare la formazione, prepararsi all’attacco. Inuyasha posò la radio e mosse il collo lateralmente, stirandolo.

L’hanyou virò in alto, lasciando ai caccia i pesci piccoli. Subito si buttò in picchiata, evitando per un pelo i colpi di una batteria antiaerea di una nave ancora in piedi.

Fanculo  Inuyasha sganciò la bomba siluro di cui era armato, colpendo in pieno la Torre della corazzata Oklahoma.

“Si!” Urlò Shippou da dietro.

“Soldato, raddrizza quel maledetto alettone!” Ringhiò Inuyasha.

“Mi scusi…” Shippou tornò ai suoi compiti.

Inuyasha mirò ancora in alto, da lì poteva avere un quadro generale della situazione. Il suo squadrone era nettamente in vantaggio, ma stavano subendo comunque delle perdite. Con un colpo d’occhio l’hanyou si accorse di un particolare importante:  gli enormi serbatoi di petrolio del porto erano totalmente incustoditi. E nessuno dei suoi uomini se ne stava occupando.

Shikon a squadra: ma che vi passa per la testa? Distruggete quei serbatoi!” Gridò Inuyasha alla radio.

Ryokotsusei a Shikon: Signore, dobbiamo attenerci agli obiettivi primari. Rispose un uomo.

Ma quel petrolio è di fondamentale importanza! Rifornisce le navi di mezza America!” Miroku riflette sulle parole dell’amico. In effetti poteva aver ragione…

“Caporale, noi abbiamo il compito di eliminare le corazzate e gli incrociatori, non ci è stato ordinato di…”

“Al diavolo!” Inuyasha gettò via il ricevitore. “Se nessuno se la sente, ci vado io.”

Nessuno parlò. Sapevano per esperienza che era meglio non contraddire il Caporalmaggiore in questi casi.

L’hanyou virò a sud-est, dove si trovavano gli impianti petroliferi. Mossa azzardata.

“Dannazione…” Alcuni caccia americani Curtiss P- 40bTomahawk’ gli erano dietro.

Shippou dammi più spinta al motore.” ordinò Inuyasha.

“Ma Caporale abbiamo compiuto già un lungo viaggio e…”

“Fallo e basta!” Un tono che non ammetteva repliche.

“…Subito.” Eseguì Shippou.

L’aereo accelerò, ma anche così riusciva a malapena a tenersi a qualche decina di metri dai vicini caccia. Troppo vicini.

In pochi istanti, dei colpi precisi da dietro raggiunsero l’ala destra del bombardiere.

Cazzo no!” Inuyasha sudava freddo. Stava cercando con tutte le sue forze di rimanere in quota.

Con una forte esplosione, il motore andò in pezzi.

Miroku cerca di contenere i danni! Ce la facciamo a restare su?” Gridò l’hanyou sovrastando il rumore del vento che penetrava nell’aereo.

“E’ gia tanto se siamo vivi!” Miroku slacciò la sua imbracatura, alzandosi, e tentò di riparare alla meglio l’ala destra, quasi completamente distrutta.

Un'altra raffica dei Tomahawk, e la fragile fusoliera si staccò completamente dal resto del bombardiere, facendo sbalzare via Miroku, che batté forte la testa sul cruscotto.

“Non ce la faccio!” Gridò Inuyasha. Il motore danneggiato davanti a lui gli impediva di vedere qualcosa oltre al denso fumo nero, stavano precipitando.

Il bombardiere B5N, ridotto ad un missile aria-terra, perdeva quota vertiginosamente. Diventato ormai una scia di fuoco nel cielo, si schiantò vicino al serbatoio petrolifero principale, sfiorandolo di poco.

Un boato precedette l’incendio che divampò nei resti dell’aereo.

MerdaMiroku!” Inuyasha era ancora cosciente, aveva una brutta ferita alla tempia, e il polso sinistro probabilmente slogato, ma era vivo, dopotutto era un hanyou.

Si tirò via a stenti e si guardò attorno. Schiacciato sotto le lamiere fuse dell’ala, c’era Miroku, svenuto. Lo trascinò per la divisa lontano da quella trappola.

Poi tornò nella parte posteriore, o meglio ciò che ne restava, per trovare il secondo pilota.

Shippou!” Urlò l’hanyou, prendendo a calci le lastre di metallo ardente.

S-sono qui…” Una flebile voce da sinistra.

“Ti tiro fuori.” l’hanyou afferrò le braccia di Shippou, tirandolo.

Ahhh! La gamba…” Imprecò Shippou contorcendo il volto per il dolore.

Inuyasha se lo caricò sulle spalle, allontanandosi. Con un ultimo sbuffo di fiamme, il bombardiere esplose, scagliando in aria una miriade di frammenti carbonizzati.

L’hanyou si nascose ai piedi di una Torre di controllo di uno dei quattro piccoli aeroporti di Pearl Harbor, l’Ewa. Era stremato. Ma non c’era tempo per riposare. Un piccolo gruppo di soldati americani attirati dal rumore si stava dirigendo proprio verso di lui. Era in trappola, c’era solo spesso cemento intorno, un vicolo cieco. Si alzò in piedi a fatica, nonostante fosse stanco e disarmato, si preparò allo scontro. Con un leggero movimento del braccio destro, contrasse le dita artigliate, allargò le gambe e abbassò la testa.

“Non è una buona idea…”  Un uomo incappucciato sbucò dietro Inuyasha, prendendolo per una spalla.

Seguimi.” Disse l’uomo, infilandosi in una stretto passaggio al lato del muro, che l’hanyou non aveva notato.

Che altro poteva fare? Afferrò Miroku portandolo sulla schiena, poi guardò Shippou seduto poco più in là.

“Ce la faccio.” Disse lo youkai con un gemito.

Entrarono in un buio e piccolo corridoio, seguendo quello sconosciuto.

 

Fine Capitolo.

 

*Gli alti comandi giapponesi comunicavano alle truppe tramite dei messaggi cifrati. Il 1° Dicembre l’ammiraglio disse al colonnello, che a sua volta ripeté ai soldati,Si scali il monte Niitaka’, che stava a significare la conferma dell’operazione militare. Il 7 Dicembre lo stesso colonnello, per indicare la riuscita dell’attacco a sorpresa, trasmise alla radio il famoso messaggio ‘Tora, tora, tora.’ (Tigre)

 

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