La Combriccola delle C

di Allegra Yep
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Camilla ***
Capitolo 2: *** Carlo ***
Capitolo 3: *** Cecilia ***



Capitolo 1
*** Camilla ***


Ciao a tutti!!
Questa storia è divisa in tre parti, ognuna narrata dal punto di vista di uno dei ragazzi della Combriccola delle C: Camilla, Carlo e Cecilia, in quest'ordine. L'avevo iniziata a scrivere per una sfida di Maridichallenge (Cow-t - orgogliosamente TeamMaghi), ma il computer si è rotto prima che potessi finirla nei tempi previsti: è una storia diversa dal solito come stile, ma ci tengo particolarmente proprio per questo, in quanto scriverla è stata una vera e propria sfida!

Ringrazio fin da ora chiunque la leggerà/commenterà/seguirà/preferirà.... GRAZIE DI CUORE! ♥

LA COMBRICCOLA DELLE C

CAMILLA

Stavo sognando di stare ricevendo il Premio Nobel per la Scienza quando sono stata svegliata dal beep-beep di un messaggio sul cellulare. Imprecando, ho cercato a tentoni gli occhiali sul comodino e li ho inforcati per riuscire a vedere che ora fosse: le due e sette minuti. Cazzo, vi pare un'ora per mandare sms?
Il primo istinto è stato di nascondere la testa sotto il piumone, soprattutto considerando che fra poco meno di otto ore ho simulazione di Terza Prova, ma il timore che qualcuno mi avesse scritto a quell'ora perchè aveva davvero bisogno di me mi ha spinta a riemergere sbadigliando e ad afferrare il cellulare per vedere di chi fosse l'sms.


17/4/2010 02.07

CECILIA

Cam? Scusa per l'ora, ma volevo dirti che... questa sera sono stata a letto con uno... te l'ho scritto perchè sono sicura che domani non troverò il coraggio di confessartelo senza morire d'imbarazzo. Ti voglio bene, Cece ♥


Per prima cosa mi sono assicurata di avere gli occhiali sul naso e di aver letto bene, per seconda ho riletto messaggio e mittente un paio di volte, infine ho deciso che doveva trattarsi di uno scherzo, assolutamente. Conosco Cecilia da quando eravamo dei soldi di cacio che passavano i loro pomeriggi a giocare con le Barbie e lei ha sempre sostenuto che avrebbe aspettato il principe azzurro per farlo la prima volta.
Sbadigliando mi decido a chiamarla: non mi può scrivere simili cose e sperare che io riesca a tornare a dormire beata e serena!

"Pronto?"
"Ciao, Cece... Mi spieghi cos'è questa storia?"
"Veramente stavo andando a dormire e..."
"Ah-ah! Domani poi dovrò cavarti fuori le parole di bocca con le pinze! Racconta tutto ora!"
"Dannata, mi conosci troppo bene! Sai, sono andata in disco con Carlo, visto che tu volevi studiare a tutti i costi e non sei voluta venire-"
"Abbiamo terza prova domani, anzi oggi, Cece!"
"Si, si, solita storia... In ogni caso, eravamo in disco e li ho incontrato il ragazzo dei miei sogni! Alto, biondo, occhi azzurri,... una favola, davvero! Ci ho ballato un po e poi mi ha proposto di uscire per fumare una sigaretta e -"
"TU? Tu hai fumato? Guarda che non mi potrai più fare la predica d'ora in poi, sappilo!"
"Ma che centra, Cam? Era così fantastico che non ho potuto dirgli che non fumavo, chissà quale sgualdrinella se lo sarebbe accaparrato! Così abbiamo condiviso una sigaretta e poi... beh, mi ha proposto un giro in macchina ed è accaduto il tutto!"
"CECILIA!"
"Si, tesoro?"
"E ti sembra questo il modo di raccontarmi certe cose? Ti ho sentita parlare per anni del tuo principe azzurro, di come tu lo stia aspettando, di come la prima volta sia una cosa importante... ed ora lo fai con un tipo assolutamente a caso... in macchina?!"
"Ma era il principe azzurro! Quello che aspettavo da anni! Chissene frega se non lo vedrò più! La mia prima volta è stata fantastica, con un tipo fantastico, e... beh, ammetto che sulla location avrei preferito qualcosa di meglio di una vecchia Panda scassata, ma almeno era azzurra anche lei!"
"Rinuncio a capirti, Cece, sul serio... Ora me ne andrò a dormire per riprendermi da questa notizia. E non sperare di farla franca da un doppio interrogatorio Cam-Carletto, eh!"
"Sigh, proprio quello che temevo di più! Notte, tesoro"
"Notte, un bacio"

Inutile dire che mi sono rotolata nel letto per una mezz'ora buona prima di riuscire a prendere sonno, continuando a ripensare alla conversazione con Cece. Era stata talmente surreale che non mi sarei stupita scoprendo, la mattina dopo, che era stata semplicemente un sogno e che la mia migliore amica era ancora innocente come l'avevo lasciata a scuola.
Quando mi sono svegliata alle 5.30 per via della sveglia ho avuto di nuovo la forte tentazione di tornare a dormire: fra una cosa e l'altra avevo dormito nemmeno cinque ore quella notte! Però studiare mi è sempre piaciuto, e se voglio essere ammessa nell'Università dei miei sogni devo riuscire a mantenere la media dell'8 se non più alta anche per quest'anno, quello della quinta; diciamo che si tratta di compiere l'ultimo sforzo e poi potrò studiare Fisica in una delle Università più prestigiose – se passerò l'esame, certo. Così ho trovato la forza per buttarmi giù dal letto, trascinarmi in bagno, indossare jeans e maglietta ed affrontare latino, il mio incubo più grande.


Quando alle sette e mezza sono arrivata al bar dove io e "La Combriccola delle C" ci siamo dati appuntamento, non c'era ancora nessuno. Per farla breve, "La Combriccola" è formata da me, Cecilia e Carlo, che in classe occupiamo la quinta fila fin dal primo anno e a forza di stare vicini era impossibile che non diventassimo amici! Io sono la secchiona, Cece la ragazza d'altri tempi, o almeno era quello che credevo fosse prima della telefonata di questa notte, e Carletto è il nuotatore figo che ama spassarsela in discoteca.
Inizio ordinando un caffè nero doppio e tirando fuori i libri di fisica e astronomia, per dare un'ultima ripassata veloce. Temo davvero che ci possano mettere entrambi, dopo averci illuso che è l'ultima possibilità sulla faccia della Terra! Ma le nostre proff possono essere davvero stronze se vogliono, come hanno già dimostrato ampiamente negli anni.
- Hei, ricciola! -
Mi giro e vedo Carlo che si lascia cadere su una sedia. Ha la faccia stravolta, con delle occhiaie che per una volta fanno seriamente concorrenza alle mie...
- Carlo! - esclamo sorridendo. - Che è quella faccia? Per una volta ti sei degnato di aprire un libro di testo? -
La sua risata è una risposta abbastanza eloquente, penso. - Ma che, stai scherzando? Sono stato in discoteca con la Cece, ma poi a un certo punto lei se l'è svignata con un tipo e così mi son lasciato andare alla pazza gioia anch'io. Cazzo, sapessi quanto ce le aveva grosse quella che ho rimorchiato! -
- Guarda, ti assicuro che al momento è l'ultima cosa che potrebbe interessarmi – dico sfogliando che le pagine del libro alla ricerca di qualche concetto fondamentale che potrebbe essermi sfuggito. So perfettamente che Carlo ha detto quest'ultima frase perchè si trova solo con me e non con Cecilia, che potrebbe imbarazzarsi alquanto ad un'uscita del genere, e perchè ama l'idea di avere un'amica bisessuale a cui piacciono le tette tanto quanto a lui, ma in questo momento trovo difficile interessarmi a qualcosa di rotondo diverso da un pianeta o da una stella.
- Dai, Cam! Tanto saprai sicuramente tutto fino all'ultima virgola, come sempre! - si lamenta lui, chiudendomi il libro. Non è decisamente giornata: prima Cece, adesso Carletto... Devo stare calma e ricordami che l'omicidio è punito in maniera molto severa nel nostro stato.
- Ok, hai vinto... Raccontami tutto! – dico arrendendomi ad aver concluso con questo il mio studio supplementare. Sarò una secchiona di classe A++ come mi definisce qualcuno malignamente, ma questo non vuol dire che non sia in grado di capire quando uno dei miei migliori amici abbia bisogno di sfogarsi.
- Grazie, Cam! Sei la migliore! - dice stritolandomi in un abbraccio e baciandomi su una guancia. Vedo che però invece che iniziare a raccontarmi tutto esaltato della sua conquista tentenna, e non riesco proprio ad interpretare questo suo strano silenzio: di solito sono io quella taciturna, mentre lui parla abbastanza per entrambi.
- Allora, Casanova? - gli chiedo ammiccando, sperando di farglielo sciogliere un po'. - Questa tipa con le tette grossissime? -
- Beh... - inizia guardando insistentemente per terra. Io lancio un'occhiata all'orologio, meditando se fare o meno uno squillino a Cecilia: ormai sono già le sette e tre quarti, è quasi ora di andare.
- Siiii? -
- Non era proprio lei di cui ti volevo parlare. Cioè, era figa e tutto il resto, ma è stata un... ripiego – mi spiega Carlo, pronunciando l'ultima parola quasi con disgusto. - Quando Cece se n'è andata ho visto una che non era nulla di speciale, piuttosto grassa anzi, però... mi ha incantato il modo in cui ballava. Così mi sono avvicinato e ho ballato un po' con lei e... mi ha stregata con i suoi occhi grigi. Era fantastica, Cam! -
Ok. Il mondo ha iniziato a girare alla rovescia. Cece diventa una poco di buono e Carletto si prende una sbandata per una tipa che non sembra una top-model uscita da una rivista patinata. Manca solo che io oggi prenda tre quindicesimi in terza prova ed abbiamo fatto Tombola... Ma questo non accadrà mai ovviamente.
- Non riesco a capire quale sia il problema, Carletto. Ci hai ballato, no? Non dirmi che non ci hai provato con lei? - chiedo perplessa.
- Non... Non ci è stata, cazzo! Appena ho provato anche solo a ballarle un po' più vicino si è dileguata nella folla, neanche fosse una cazzo di Cenerentola a mezza notte in punto! - dice Carletto, strappando il tovagliolino di carta blu in un misto di rabbia e disperazione. Ammetto che non mi è difficile capirlo: è un bel ragazzo – e persino simpatico! - e per lui deve essere stato un bello smacco essere rifiutato da una che da quel che ho capito è pure bruttina.
- Capita a tutti almeno una volta, Casanova! - dico ridendo, dandogli una pacca d'incoraggiamento su una spalla, sperando che va prenda bene, ma purtroppo la cosa non va così.
- Ma lei mi piace davvero! - mi risponde Carlo, lamentoso. Poi si mordicchia un po' il labbro inferiore, incerto su come proseguire. - Però... Oggi potresti accompagnarmi tu in disco, così forse la rincontro, eh? -
Sospiro. Non mi è mai piaciuto particolarmente andare in discoteca: più che altro odio sentire i corpi sudati degli sconosciuti che ti si premono addosso e la musica a palla che ti impedisce di scambiare anche sola mezza parola, però... per gli amici...
- Va bene, Carl... Farò questo enorme sacrificio per te, ma sappi che ti chiederò qualcosa in cambio prima o poi! - risponde ghignando, pregustandomi già il piacere della scelta. Finalmente Cecilia ci degna della sua presenza: la vedo arrivare di corsa dietro le spalle di Carlo, con la gonnellina bianca svolazzante ed i capelli scompigliati dal vento.
- Era ora! Sono già le sette e tre quarti e abbiamo la Finazzi alla prima ora! - le urlo, infilando la giacca e la tracolla blu. La nostra professoressa di lettere è nota per due motivi: perchè le sue lezioni sono estremamente soporifere e perchè si arrabbia da morire con chi arriva in ritardo in classe.
- Cazzo! - urla lei, seriamente sconvolta. Sono davvero poche le volte che l'ho sentita pronunciare le parolacce, perchè una brava bambina come lei non può dire certe parole!
- Ahi, ahi! Ti sembrano parole da dire? Ti dovrò lavare la bocca col sapone! - dico ridendo, baciandola sulle guance per salutarla.
Carletto ci prende entrambe per mano e ci trascina via, sostenendo che non ci possiamo perdere in queste scemate, quando fino a poco fa mi ha assillata con i suoi problemi di cuore e non si è preoccupato minimamente che potessimo essere in ritardo. Mentre ci incamminiamo verso scuola, dopo che Cecilia si è scusata del ritardo dicendo che aveva dimenticato a casa uno dei costumi che ha cucito per la compagnia di teatro, entrambi si fanno però misteriosamente silenziosi rimuginando ognuno sui loro problemi, senza rendersi conto della stranezza dei loro comportamenti: tocca a me invece meditare sulla situazione di entrambi e preoccuparmi per loro. Beh, preoccuparmi sì, ma anche dare un po' una scossa a questa situazione.
- Ragazzi? - domando per attirare la loro attenzione, ripetendolo una seconda volta quando mi accorgo che nessuno dei due si è girato verso di me. - Vi devo fare un annuncio, anzi due! Cecilia questa notte è andata a letto con un tipo a caso e Carlo si è preso una sbandata per una tipa bruttina che, tra parentesi, l'ha rifiutato! - svelo con tono brillante. Capitemi, non sono stronza come potrebbe sembrare, ma conosco questi due come le mie tasche! Siamo migliori amici quindi non è un problema rivelare cose così intime e private, ma so perfettamente che Cece si vergogna da morire ad ammettere cos'ha combinato e che Carletto preferirebbe morire che confessare di essere stato scaricato così.
Immediatamente ottengo la reazione desiderata e godo nel sentire il chiacchericcio che mi allieta quotidianamente mentre andiamo a scuola. Entrambi sono assolutamente sconvolti della rivelazione e per una volta hanno anche deciso di sorvolare sul fatto che entrambi non hanno detto niente in proposito all'altro, e che probabilmente non avrebbero saputo nulla per molto altro tempo se non fosse stato per la mia boccaccia larga.
Quando entriamo in classe stanno ancora discutendo animatamente e non cessano nemmeno quando la Finazzi entra nell'aula. Inutile dire che la nota sul registro parte immediatamente, mentre i miei due amici si prodigano nel migliore dei loro cori di lamento. Saranno due ore molto lunghe, prima della terza prova, credetemi.

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Capitolo 2
*** Carlo ***


CARLO

So che sono un ragazzo e che quindi non dovrei essermela presa così tanto con Cecilia perchè non mi ha raccontato nulla su come sia finita la sua serata, ma capitemi! Sono cinque anni che passo tutte le mie giornate a stretto contatto con due ragazze della peggior specie, tranne le ore di allenamento dove grazie al cielo siamo tutti uomini, perciò è scontato che ormai mi abbiano attaccato il Virus del Pettegolezzo!

"E poi, stronzetto, nemmeno tu mi hai detto di esserti preso una sbandata colossale per una tipa, quindi siamo pari!"

Almeno avesse una mira decente, Cece! Invece i suoi bigliettini del cazzo mi colpiscono sempre in testa... tra un po' inizierò a pensare che lo faccia apposta! Anche perchè così poi vanno a finire regolarmente sul banco di Camilla, che si arrabbia un sacco! Guai a chi non la lascia seguire le lezioni in pace! Una volta - eravamo in terza se non sbaglio - è arrivata a tapparmi la bocca con lo scotch marrone, quello per i pacchi! È una strega, quando ci si mette!
Quando suona la campanella, mi alzo svogliatamente e vado fuori a fumarmi una sigaretta. Tutti gli altri invece tirano fuori libri e quaderni per ripassare un'ultima volta, ma io proprio non li capisco: quello che non hanno studiato, mica spereranno di farselo entrare in testa in così pochi minuti! A parte Camilla, perchè lei ne sarebbe in grado, ma d'altra parte sono sicurissimo che sappia già tutto alla perfezione.
- Ciao, Lu'! - esclamo sedendomi accanto a un mio compagno di nuoto, su una panchina. - Cazzo se è gelata però, 'sta cosa! -
- Eh, che pretendi? È già tanto che sia intera in questa scuola che ci ritroviamo! Non è che c'hai una sigaretta? Son proprio a corto - mi chiede implorante, ed io – da buon samaritano – tiro fuori il pacchetto e gliene do una. Alla fin fine mi fa un favore a farmi fumare di meno, visto che dalla prossima settimana iniziano le gare e farei meglio a smettere... e lui pure. Fumare mi piace perchè mi svuota la testa e il gesto meccanico del portarsi la sigaretta alla bocca, aspirare ed espirare il fumo mi rilassa tantissimo. Di solito lo faccio in privato, per evitare rompicoglioni che rovinino il mio attimo di pura pace, ma prima di questa dannata simulazione di Terza Prova ci stava tantissimo!
- Ci sei oggi ad allenamento? - mi chiede Luca, stiracchiandosi. La domanda è quasi ridicola fatta lui, visto che non perde mai un'occasione per saltarli, soprattutto quando abbiamo preparazione atletica. Io invece solitamente ci sono sempre, principalmente perchè più tempo passo fuori da casa mia e dal suo Inferno meglio è.
- Certo! Anche perchè ho passato fin troppi pomeriggi a studiare ultimamente... non vedo proprio l'ora di essere in acqua! - rispondo con tono vivace. Poi mi alzo per andare a buttare il mozzicone e passare a bere un po' d'acqua, considerato che per le prossime tre ore non potremo muoverci dal banco nemmeno per andare in bagno. Che ingiustizia del cazzo!

La proff ci distribuisce i compiti ghignando e in quest'istante – per la prima volta – sento un brividino lungo la schiena. Poi, guardando i fogli del compito, vedo che i miei peggior timori si sono avverati: Matematica, Latino, Storia ed Arte! Mi accascio sul banco preso dallo sconforto e vedo Cecilia poco distante da me fare lo stesso, mentre Camilla – alla mia destra – è già assolutamente assorta e concentrata in quello che sta scrivendo. Finchè sta con la bocca chiusa e non lancia le sue provocazioni del cazzo, è davvero stupenda con i suoi riccioloni biondi, anche se Paola... lei è stupenda, ecco. È morbida, come il suo nome: provate a ripeterlo Pa – o – la, sembra rotolare sulla lingua come una pallina di zucchero. La parte finale della serata non l'ho raccontata a nessuna delle due iene perchè è stata troppo umiliante, per me: non solo mi ha rifiutato facendomi sentire una merda, ma mi ha spinto addirittura a chiedere a mezza sala se potessero dirmi qualcosa in più su di lei! Non avevo mai fatto una cosa del genere, nemmeno per Sibilla, la ragazza con cui sono stato più di un anno, con la quale ci siamo cornificati a vicenda innumerevoli volte, e che a detta di tutti era davvero stupenda. Capelli lunghissimi, biondi, magra e un sorriso da favola, anche se un po' troppo tirato la maggior parte delle volte. Comunque, non sono riuscito a ricavarne molto: ha 2o anni, si chiama Paola e studia Medicina. La mia unica consolazione è che mi hanno detto che frequenta abbastanza spesso la discoteca dove eravamo ieri, così ho deciso di provare a tornarci oggi, che c'è una grande serata a tema.
- Psss! Carlo! - sibila Cecilia, dal mio fianco. Mi ridesto all'improvviso dai miei pensieri e mi giro verso di lei con nonchalance, sperando che la proff non mi veda.
- Cosa ti serve? - le chiedo, rendendomi conto che non ho ancora letto le domande e non sono così sicuro di poterla aiutare in un qualche modo.
- Dovresti iniziare a scrivere, sai? È già passata più di mezz'ora! - risponde lei facendomi l'occhiolino, prima di tornare a concentrarsi sui suoi fogli.
Cazzo. Non mi ero accorto di aver passato così tanto tempo a pensare alla Paola: tra un po' inizierò anche a fantasticare sul nostro matrimonio da favola, su quanti figli avremo e che nomi gli potremmo dare! Santo Cielo! Sono proprio messo male! Se poi Cecilia mi fa la predica, non è che una conferma: dei tre, Camilla è la Secchiona, Cece la Capra ed io quello che si barcamena tentando di strappare un sei in ogni materia studiando il meno possibile.
Salto a piè pari Arte, che in questi giorni non ho degnato nemmeno di uno sguardo. È una materia che proprio non mi piace, per cui vedrò di inventarmi qualcosa e sperare di avvinarmi abbastanza alla risposta corretta! Anche perchè io mi aspettavo che ci sarebbe stato Inglese, com'è ovvio, ma invece le proff hanno deciso di fare le stronze sul serio questa volta! In quella materia vado anche abbastanza bene, considerato che non serve studiare molto se te la sai cavare con la lingua... uffa! Ero addirittura andato a fare una passeggiatina di nascosto nella Sala Professori per vedere se per caso nei loro stipetti ci fosse qualcosa che ci potesse dare un indizio sulle materie, se non addirittura tutte le domande, com'era successo l'anno scorso. Evidentemente però qualcuno di loro deve aver mangiato la foglia, anche se non l'hanno mai ammesso davanti a tutti: e in effetti lo scorso anno gli splendidi voti di tutta la classe , persino miei e di Cece, devono aver destato più di qualche sospetto... Cam era stata l'unica a non voler sapere niente e a urlare come un'isterica ogni volta che ne parlavamo, tappandosi le orecchie con le mani per tenersene fuori e riuscire a cavarsela da sola. Non la capirò mai!
In matematica me la cavo abbastanza, invece... come si dice? Ah già! Ho un dono di natura per questa materia, per cui non ho grosse difficoltà neppure coi teoremi: Cecilia invece – poveretta – proprio non riesce a mandarli a mente. Le ho dato una mano per studiare per il recupero del primo quadrimestre e mi sono reso conto allo stesso tempo di quanto sia difficile per lei come materia e di quanto la stimi. Io se non riesco in qualcosa perdo totalmente la voglia di applicarmi, mentre lei no! Cece si intestardisce finchè non riesce a capire le cose almeno in minima parte: così la sera prima del compito di recupero siamo stati alzati fino alle quattro di mattino, credo, ma poi è riuscita a passare con un bel nove! Purtroppo adesso è di nuovo da capo, ma come ha detto più volte quello che le basta è passare l'anno, per poi eliminare totalmente la matematica dalla sua vita.
- Psst! Cece! - dico sibilando per richiamare la sua attenzione. Lei si gira verso di me, attendendo che finisca il mio discorso. - Tieni! - sussurro lanciandole un bigliettino appallottolato con le risposte di matematica e facendole l'occhiolino. La vedo arrossire quasi dall'emozione e – lo ammetto – non posso non sentirmi un minimo orgoglioso di essere riuscito a rendere felice una mia amica. Poco mi frega che non sia corretto copiare: è solo una stupida Simulazione di Terza Prova, che non ha nessun valore. All'esame di Maturità penso mi farei maggiori scrupoli di coscienza, perchè è pur sempre un esame ufficiale, ma alla fin fine so perfettamente che se Cece mi sorriderà speranzosa non riuscirò a non fare il possibile per darle una mano. Ho il cuore tenero io!
Guardo indeciso i fogli di Latino e Storia, per decidermi per il primo. Per le proff sono il classico ragazzo che "potrebbe fare molto meglio se si applicasse di più" – cosa che non ho assolutamente intenzione di fare finchè riesco a tirare avanti così! -  e perciò si meravigliano fin dalla prima del mio amore per il Latino. Quando sono passato in triennio la nuova insegnante mi ha interrogato ogni settimana per tre mesi prima di rassegnarsi al fatto che non copiassi in tutti gli scritti per avere voti così alti... che donna stupida! All'inizio mi sono applicato solamente perchè lo trovavo molto matematico: una serie di regole da mandare a memoria e saper applicare nel modo giusto, tutto qua. Poi, quando abbiamo iniziato letteratura non so bene cosa sia successo, ma ho iniziato ad appassionarmi sempre di più, forse per il mondo così vicino e allo stesso tempo così lontano dal nostro, per le regole di metrica, forse per nessuno di questi motivi. Fatto sta che ho continuato a studiarlo, affrontando persino argomenti che non si riescono a mettere nel programma... è per questo che riesco a rispondere in fretta alle tre domande in cinque righe!
La finestra non mi è mai sembrata così interessante come in questo periodo. Siamo a metà aprile e l'idea di dover passare ancora tre mesi sui banchi di scuola mi deprime davvero tantissimo. Così passo la maggior parte delle mie ore di lezione a guardare fuori dalla finestra. Potrebbe sembrare noiosa come attività, ma se lo fate per circa cinque ore al giorno per tanti giorni di fila si possono notare tanti cambiamenti interessanti: le foglie agitate dal vento, un gatto che ogni tanto sbuca sul ramo vicino alla finestra e che ha dato vita al mio desiderio più grande, ovvero vederlo saltare in classe e creare scompiglio! Che idea! Potrei provare a mettere dei croccantini appena fuori dalla finestra e vedere se abbocca!
Infervorato, inizio a scrivere immediatamente un bigliettino e lo mando a Cecilia, restando a pregustarmi la sua reazione. In un primo istante vedo le sue sopracciglia corrugarsi perplesse, poi invece si preme una mano sulla bocca, cercando di trattenere le risate. Mitica Cece! Questa è una di quelle cose che apprezzerebbe pure Cam,  ma adesso è in modalità barbosa e non posso condividere questa piccola perla con lei! Uffa! Cecilia nel frattempo si è ricomposta e mi ha indicato l'orologio... Ok! Sono ufficialmente nella merda! Non so come, ma queste due ore e mezza sono letteralmente volate, ed io ho solo mezz'ora per scrivere scrivere scrivere e sperare di avere abbastanza fantasia da strappare dieci quindicesimi sia in Storia che in Arte! Ma cazzo, non potevano proprio capitare altre materie, eh? Anche solo Filosofia lascia più spazio alla fantasia!

Il venerdì è un giorno speciale per la nostra Combriccola delle C perchè ci fermiamo tutti e tre a pranzare a scuola. Infatti Cecilia ha riunione col gruppo di Teatro, del quale è costumista, Camilla da ripetizioni ad un paio di mocciosi, ed io ho allenamento alle tre e mezza e non farei in tempo a passare da casa. D'inverno solitamente ci concediamo un panino del Bar della scuola seduti ad uno dei pochi tavolini, che occupiamo dopo dure lotte contro primi orgogliosi; da quando invece fa più caldo andiamo a sederci sotto il famoso albero che guardo dalla finestra e – soprattutto – invece di mangiare panini prefatti Cecilia ci delizia con la sua cucina strepitosa!
- Che ci hai fatto di buono, oggi? - le chiedo guardando con curiosità le scatole che sta tirando fuori dallo zaino. Inizio ad avere una fame!
- Pasta con mozzarella e pomodoro, carote da sgranocchiare  e torta al cioccolato! - ci rivela, mentre io e Cam ci scambiamo uno sguardo d'intesa. La sua torta è qualcosa di speciale... fantasmagoricissima!
Abbiamo fatto appena in tempo a mangiare qualche forchettata di pasta, che Camilla getta una bomba delle sue...  e per fortuna non riguarda me!
- Cecilia, tesoro – inizia con voce zuccherosa ed ammaliatrice. - Che ne dici di raccontarci più nei dettagli la tua... esperienza notturna? -
Cecilia, poveretta, rischia di soffocarsi con il boccone ed arrossisce tantissimo. Probabilmente solo per via di questo interrogatorio si sta pentendo tantissimo di quello che ha fatto!
- Camilla! - esclama quasi indignata. - Ti ho detto che non volevo più parlarne! Mi vergogno un sacco a raccontare queste cose! -
- Ma dai, non c'è assolutamente niente di cui vergognarsi! Anche io e Carletto ti abbiamo raccontato la nostra esperienza, no? - fa notare la riccia sorridendo serafica.
- Si, ed io ero traumatizzata e non volevo ascoltare! Se non ricordo male tentavo di tapparmi le orecchie e tu mi bloccavi! - ribatte lei, stizzita. Non ho capito bene perchè ma Cecilia ha sempre tentato di conservare assolutamente casta e pura la sua reputazione, rifiutandosi addirittura di nominare la semplice parola s-e-s-s-o.
- Dai, Carlo! Dammi una mano! - mugugna Camilla, iniziando a sgranocchiare una carota. Cecilia si sta rivelando un osso ben più duro del previsto! Non aveva mica immaginato che sarebbe stata così ritrosa!
- Quanto ce l'aveva grosso? - chiedo quindi, ridendo. È più o meno l'unica cosa che mi possa interessare in un discorso del genere: che le sia piaciuto e che non si è pentita della sua decisione l'ho già capito questa mattina, quindi non posso fare a meno di buttarla sul ridere, per tentare di sciogliere un po' di tensione.
- Carletto! - urla Cecilia, rossissima. - Non ti ci mettere pure tu o... niente torta al cioccolato!
- No, Cece! Non puoi farmi questo! Dai! - esclamo disperato. Tutto, ma non privatemi della mia torta!
- Posso posso, se non la smetti! Sai che mi imbarazzo... e posso pure rincarare la dose: o la smetti o non solo non ti dò una fetta di torta, ma inizio a fare domande a mia volta sulla bella bionda che non ti ha cagato neppure di striscio! - ribatte lei, con un luccichio battagliero negli occhi. Quando vuole sa tirare letteralmente fuori le palle.
- Mi arrendo, mi arrendo... Anzi, non è che potresti darmi due fette di torta in un tovagliolino, eh? - chiedo speranzoso. Non ero sicuro che avrei trovato il fegato per farlo, ma ieri sera prima di buttarmi a dormire ho dato una sbirciata agli orari di Medicina del secondo anno e ho visto che dovrebbero finire alle due... e già che l'Università è solo a dieci minuti di distanza...
- Due? Come mai? E poi non è presto per andare in piscina? - chiede Camilla con fare inquisitore. Che palle di donna che è talvolta! Anche se oggi Cecilia non è da meno e mi chiede la stessa cosa con lo sguardo.
- Prometto solennemente di raccontarvi tutto dopo! Cece, dai che ci guadagni pure, così io e le mie domande imbarazzanti ci togliamo di torno! - le dico speranzoso, anche se sono certo che non mi negherà due belle fette di dolce.
- E va bene... Ma voglio sapere tutto tutto tutto! Alle dieci davanti alla disco, ok? - afferma sorridendo, tagliando la torta ed incartandola con cura. È sempre estremamente precisa e puntigliosa!
- Ci sarò! - esclamo, chinandomi a baciare sulla guancia prima una e poi l'altra. Infilo la tracolla nera e lascio la scuola a passo svelto, diretto verso l'Università. In verità non sono troppo sicuro di volerla incontrare, così poi... Potrei semplicemente aspettare questa sera, però non sto più nella pelle!
Mi appoggio ad una delle colonne della maestosa entrata della nostra Università, sperando di vederla comparire. Ho pure controllato scrupolosamente che le sue lezioni si tenessero in questa sede e pure non in una delle sedi distaccate, eppure dopo venti minuti non l'ho ancora vista comparire. Sconfortato, vado dall'altra parte della strada per prendere l'autobus che mi porta in piscina – ed arriverò tremendamente in ritardo! - pensando a quanto sarò apparso ridicolo impalato lì davanti come uno stoccafisso per tutto questo tempo agli altri ragazzi. Almeno così facendo mi sono guadagnato una razione doppia di torta, ma sinceramente avrei preferito riuscire ad incontrare Paola.

Scendo dall'autobus correndo all'impazzata e mi fiondo su per le scale della piscina, incurante delle urla del custode. Di solito sono abbastanza posato da queste parti, lasciando la parte degli scansafatiche ad altri, quella che io di solito adotto a scuola.
In spogliatoio non mi aspettavo di trovare nessuno, e invece c'è Nicola che si sta spogliando in fretta.
- Ehi! Ciao! - saluto, iniziando a cambiarmi a mia volta. È il ragazzo con cui ho legato di più in piscina, e che conosco da quando eravamo dei nanerottoli di otto anni.
- Carlo! Tutto a posto? - chiede lui, trovando il tempo di rivolgermi un sorriso.
- Guarda, mi sono preso una sbandata per una ragazza... poi ti racconto! - rivelo infilandomi il costume bianco.
- Ci conto, eh! Ho anch'io qualche novità, sai? - mi dice strizzandomi l'occhiolino. Riesco a leggere il sollievo nei suoi occhi, quando gli racconto di essermi preso una cotta per Paola. A distanza di quattro anni, si sente ancora tremendamente responsabile per i problemi che continuo ad avere in casa con la mia famiglia: dovete sapere che Nicola è gay e che quando eravamo ragazzini un giorno che eravamo a casa mia mi ha chiesto se per caso ero disposto a baciarmi con lui, che quel pomeriggio aveva il primo appuntamento con quello che in seguito era diventato il suo primo ragazzo e non voleva sfiguare. A me la cosa un po' incuriosiva, un po' non mi dispiaceva perchè era un modo per dare una mano ad un amico e poi era stato un bacio fantastico! Uno dei migliori, devo ammetterlo. Anche se sarebbe stato meglio se mio padre non avesse avuto la malaugurata idea di entrare in camera e di trovarci con le labbra ancora incollate... Da quel giorno, per quanto abbia cercato di spiegare alla mia famiglia che non sono gay, non mi hanno più considerato come prima, ma d'altra parte la cosa mi sta bene, anche se non posso fare a meno di soffrirci: il loro comportamento dimostra la loro pessima tolleranza, che nemmeno mi piace come parola, e non posso sopportare una cosa simile, considerando che Nicola è il mio migliore amico. Sì, perchè quelle due pagliacce di Camilla e Cecilia sono le mie migliori amiche e degne compari, ma ogni tanto ho l'assoluta necessità di stare in compagnia maschile. Sono pur sempre un ragazzo!

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Capitolo 3
*** Cecilia ***


CECILIA

Oggi tutto quello che desidero è potermi buttare su un letto e dormire, dormire, dormire! Tra Terza Prova e la riunione del Gruppo Teatro mi sento letteralmente distrutta: la prima mi ha sfiancata decisamente dal punto di vista psicologico, ma la seconda... Mamma mia! Per dirindindina! È stata tremendo! Oggi ci sarebbe dovuta essere la prima prova in costume e già solo per portarli tutti a scuola ho fatto una faticaccia! Ma poi ho pure dovuto saltellare su e giù da un attore all'altro perchè sono degli impiastri totali, senza il minimo senso pratico, e proprio non sanno fare da soli quei minimi aggiustamenti affinchè i vestiti gli stiano alla perfezione. Piccole cose, come appuntare una spilla da balia, nemmeno gli chiedessi di accorciare orli o fare pience!

Così adesso che sono le sei, io sono finalmente sulla soglia di casa e vorrei davvero tantissimo poter dormire un poco, considerando poi che questa sera abbiamo promesso a Carletto di accompagnarlo in disco! In verità, dovrei appena riprendermi dalla mia magnifica nottata di ieri sera, però... la discoteca è il mio punto debole! Penso che nessuna delle persone che conosco a malapena lo potrebbe anche solo immaginare, ma è il mio vizio personale: Camilla, per esempio, fuma tantissimo. Io invece preferisco ballare, mescolarmi agli altri, sentirmi parte di un unico enorme organismo pulsante.

Apro la porta e stranamente non trovo nessuno: di solito c'è sempre la mia sorellina più piccola, Adelaide, guardata da mio fratello maggiore Tommaso. Vado in cucina e vedo un foglio sul tavolo:

 

"Siamo andati a fare una passeggiata e a mangiare la pizza fuori! Gne gnee! Ciao! Tommaso e Valeria"

 

Che fetidi! Vanno sempre a mangiare la pizza – che io adoro anche se attenta un sacco alla linea! - quando io non posso! E lo fanno apposta ne sono sicura! Se fosse stato un altro giorno mi sarei arrabbiata davvero un sacco, però oggi non posso fare a meno di accogliere la notizia con un po' di sollievo dopo la rabbia iniziale.

Canticchiando, mi vado a buttare sul divano ed accendo lo stereo, facendo partire un cd di Chopin. Ho rinunciato all'idea di dormire perchè sono sicura che finirei per svegliarmi domani mattina, ma un po' di riposo non me lo può negare nessuno. Ascoltando il Notturno Opera 9 numero 2 mi viene sempre da rimpiangere di non avere continuato con le lezioni di pianoforte, ma la mia maestra era una vera strega! Una vecchia carampana che aveva una casa che puzzava sempre di minestra e mi sgridava con un vocione da uomo... ed aveva persino i baffi!

 

Quando mi riscuoto dal torpore in cui ero caduta, noto con orrore che sono già le otto! Mi fiondo in cucina a mangiare quello che è avanzato dal pranzo di oggi, servendomi direttamente dalle scatole di plastica che uso per portare il cibo a scuola. Poi volo a razzo sotto la doccia, pensando nel frattempo se darmi o meno una rapida passata col silk-epile sulle gambe... Non c'è tempo!

So che potrebbe sembrare che io abbia ancora un sacco di tempo, ma il pulmino che mi porta in discoteca ci sta circa un'oretta e soprattutto non ho ancora deciso come vestirmi. E qui, ragazzi, devo ammetterlo, ci potrei stare delle ore per scegliere. Come mi rimproverano sempre mia mamma e Camilla ammetto di avere un armadio di dimensioni leggermente spropositate, ma quello che adoro è poter avere sempre il look perfetto per ogni occasione!

Ieri per esempio, manco a farlo apposta, avevo scelto un abbinamento proprio da cacciatrice e non avrei potuto scegliere di meglio, visto chi sono riuscita ad accalappiare! Non me lo sarei mai perdonata penso, se un'altra sciaquetta fosse riuscita a soffiarmelo da sotto il naso. Oggi invece penso che mi vestirò in modo da sentirmi abbastanza carina, ma anche a mio agio, in modo da riuscire a scatenarmi per bene! Devo festeggiare per bene la serata di ieri. Indosso quindi un vestitino azzurro, corto e fatto di una stoffa leggera e svolazzante, e delle scarpe in pelle marrone col tacco alto in coordinato con la borsetta.

Quando arrivo alla fermata del pullman, mi sento gelare. Che ci fa Lui qua?! Con Lui intendo il mio Principe Azzurro di ieri sera. Sono sicura che non sia solito frequentare questa zona perchè uno del genere l'avrei notato prima, su questo non ho dubbi. E invece è a nemmeno cinquanta metri da me, che mi fa cenno di muovermi perchè il pullman sta per partire... Onnonnonnonnò! Non ho la minima intenzione di rivederlo, nè tanto meno di iniziarci una storia assieme! È stato il mio Principe di una notte, con il quale ho avuto una prima volta (quasi) perfetta e tanto basta.

Con pochissima nonchalance, rallento sempre di più il passo, finchè non concludo la mia sceneggiate chinandomi per allacciare le scarpe... che essendo delle plateu senza nemmeno il cinturino è un'opera assolutamente impossibile! Indugio il più possibile, coperta da miei capelli castani che mai smetterò di ringraziare di non aver praticamente tagliato per cinque anni! Quando sollevo lo sguardo, noto con sollievo che il pullman se n'è andato: poco importa che ora mi toccherà aspettare per più di mezz'ora qua e che col calare della sera inizierà a fare freschino! Mando un sms sia a Carletto che a Camilla, avvisandoli che arriverò in ritardo, e mi lascio cadere su una panchina, afflitta. Questa settimana sembrava essere assolutamente fantastica, perchè si deve rovinare proprio alla fine?

 

Quando arrivo in discoteca incontro subito Camilla, che mi aspettava fuori dall'entrata. Non faccio nemmeno in tempo ad accennarle del mio incontro che mi prende per mano e mi trascina dentro.

- Dobbiamo fare un piano! - esclama urlando spingendomi contro una colonna. - Appena entrati ho subito perso Carletto perchè ha avvistato la Paola! Sono avvinghiati in pista da un'ora, che sussurrano fitto fitto e io voglio sapere cosa si dicono! -

- Vuoi? - chiedo ridendo. Mica è il genere di cose che si vanno a spiare! Intanto getto un'occhiata oltre la spalla di Cam, ma sembra essere tutto a posto: mmm... niente Principi Azzurri in vista, solo meravigliosi baristi! Tutto nella norma insomma!

- Si! Anzi, pretendo! - ribatte ridendo a sua volta. Poi me li indica: sono a poca distanza da noi, che si guardano negli occhi scambiandosi baci leggeri. Sarebbe una scena davvero romantica se non fosse che la mano di Carletto è scivolata sul sedere della sua bella, ma posso vedere la scena solo per poco perchè una coppia di ragazzi si piazza proprio fra noi e loro! Accipicchia! Però...

- Ho trovato Cam! Facciamo finta di essere una coppietta anche noi e avviciniamoci ballando! - esclamo esaltata dall'idea. Tanto le coppie gay qua sono tante e non attireremo molto l'attenzione, e la gente e le luci soffuse ci aiuteranno a non farci notare! - Guarda, per questa volta ti concedo anche di sprofondare la faccia nelle mie tette! -

Cam si lascia sfuggire un gridolino di gioia e mi trascina contro una colonna proprio dietro di loro. Incespico sui tacchi e non faccio in tempo a riprendere l'equilibrio che mi ritrovo con le sue labbra che poggiano piccoli baci sulla scollatura. Si interrompe solo per un istante per sussurrarmi: - Sh, ascolta! -.

Ma come faccio ad ascoltare se non solo c'è questa musica folle ma se anche sono distratta in questo modo plateale? Non è certo il momento per iniziare a fare pensieri lesbo per la prima volta in vita tua, Cecilia!

Accarezzo i morbidi ricci di Cam, biondi, e mi azzardo a sollevare lo sguardo verso Carletto e Paola: per fortuna lui mi da la schiena e non può accorgersi del nostro stalkeraggio! Parlano abbastanza piano, ma se tendo l'orecchio riesco a cogliere abbastanza della conversazione!

- Si non ero interessata tanta all'inizio, pensavo ci provassi con me solo per il sesso, visto che la tua amica si stava facendo un tipo praticamente in mezo alla sala! - la sento bisbigliare e non posso fare a meno di arrossire fino alla punta delle orecchie. L'amica in questione sono io! Per una volta che faccio le cosaccie!

- Però poi ho saputo che mi hai cercato, un amico ti ha visto fuori dalla facoltà... E allora ho deciso di darti una seconda possibilità! - Paola finisce dandogli un bacio, e a quel punto decido che è meglio smetterla di guardarli e tornare a concentrarsi su Cam...

- Tesoro? - la chiamo.

- Si? - risponde lei battendo le ciglia incorniciate dal mascara. Cavoli, che occhioni che ha! Sento dei brividini...

- Penso che nel nostro accordo non fosse compreso anche tentare di attentare al mio reggiseno, sai? - dico ridendo e scrollandomela di dosso.

- Che noioosa! - esclama dandomi un pugno scherzoso nel fianco. - Tanto lo facevo per attirare l'attenzione di quella rossa laggiù! Non è una delizia? -

Ah, adesso si che mi tornano le cose! La ragazza che Cam ha puntato non è proprio niente male, e poi è rossa e con le lentiggini! Mi chiedo solo che strana tecnica di abbordaggio stia sperimentando, se per farci stare una ragazza la fa vedere mentre seppellisce il viso nelle tette di un'altra! Vabbè, andrò al bar a bere qualcosa, che il barista non è niente male!

- Un Long Island, grazie! - chiedo al suddetto, sporgendomi leggermente in avanti per mettere in mostra – nuovamente – il seno.

- Ecco qua! - fa lui, porgendomelo, guardandomi con aria perplessa.

- Mbeh? - chiedo sulla difensiva, bevendo un sorso. Non mi piace proprio essere osservata, mi agito e mi imbarazzo, è per questo che anche alle interrogazioni non vado tanto bene!

- Non vorrei fare il guastafeste, ma credo che la tua ragazza si stia facendo un'altra! - mi confessa lui avvicinandosi, per non farsi sentire dalla tipa seduta sullo sgabello vicino al mio. Che carino, è imbarazzato!

Io rido, e lui si fa sempre più perplesso. - Camilla non è la mia ragazza – spiego sorridendo. - E' solo un'amica di ampie vedute, mentre io sono etero! Vedi quel tipo là in fondo, quello abbracciato alla ragazza dalle tette stratosferiche? È il terzo della nostra combriccola e ieri lei non l'aveva cagato di striscio! Volevamo capire come ha fatto a convincerla a cambiare idea e ci serviva un diversivo! -

- Magari facessero tutte così! - ride allora lui. - E il ragazzo di ieri? Niente anche lui? -

Ops. Questa è più difficile da spiegare... Se non mi capisce questo mi prende per pazza e sarebbe davvero un peccato!

- Riesci a prendere una pausa? E' un po' lunga da spiegare... - dico, decidendo che questa sarà la prova del nove. Se gli interesso per più di una scopata, proverà almeno a riuscire a strappare cinque minuti.

- Certo! Dieci minuti e ho finito il turno! -

 

Ah, che bella l'aria fresca! Si sta bene finalmente, rispetto a tutta la ressa che c'è dentro la disco. Sarebbe stato meglio se potessimo vedere le stelle, invece che questo cielo reso rossastro dall'inquinamento, ma... Almeno c'è un possibile uomo al mio fianco!

- Allora? Questa lunga storia? - chiede mettendomi una mano sulla spalla. - O almeno il tuo nome! Io sono Massimo intanto! -

- Cecilia! - dico porgendogli la mano. Ah, sono questi gli uomini che mi piacciono, dalla stretta forte! Se devo dire, un difetto del Principe Azzurro era proprio questo, la sua stretta debole e quasi viscida.

- Sai, io ho sempre detto che avrei aspettato il Principe Azzurro! - esordisco schiettamente, per poi spiegarmi meglio: - Per il sesso, intendo! -

Massimo mi guarda con occhi spalancati. Non so bene come interpretare la sua reazione. Forse è meglio andare avanti...

- Vedi, volevo semplicemente che fosse perfetta. Con un bel ragazzo, in una bella serata... Una notte e via! Senza poi dovermi pentire che fosse successa con un tipo che poi ho lasciato dopo mesi o magari anni perchè ha fatto lo stronzo e di cui non voglio più sentire il nome. Mi hanno cresciuta un po' hippie, convinta dell'importanza di una sana sessualità, e così a tredici anni ho preso questa decisione... - spiego, facendo spallucce. Non mi stupisce che gli altri non capiscano questi miei vaneggiamenti, d'altra parte io ci ho rimuginato sopra per anni!

- E il tipo di ieri sarebbe questo fantomatico Principe Azzurro? E non lo vuoi vedere mai più? - mi chiede facendo scivolare la mano dalla spalla alla schiena, in una specie di abbraccio poco invasivo..

- Oh, assolutamente no! Mi rovinerebbe il ricordo! Pensa che oggi, dopo non averlo mai visto in tutta la mia vita, lo stavo per incrociare di nuovo! Allora mi sono nascosta e ho preso il bus dopo per venire qua – racconto ridendo, sospirando di sollievo quando mi rendo conto che Massimo sta ridendo assieme a me. Ha un proprio un bel sorriso.

- Sei tutta strana te! - esclama scompigliandomi i capelli. - Ma se le cose con lui e con la tua amica stanno così... che ne dici di un caffè assieme domenica? -

- Un misero caffè? - ribatto, quasi offesa. - Per nulla! Facciamo piuttosto un caffè da Gianni, la pasticceria in viale! Così ci prendiamo anche un dolcetto! -

L'ho fatto ridere di nuovo! Che bello! - Non avevo osato proporlo perchè voi ragazze siete sempre così attente alla linea... Ma è uno dei miei posti preferiti! Facciamo così, tu prendi la pasta che ti piace di più, io quella che piace di più a me e facciamo a metà, così iniziamo a conoscerci dai lati più dolci! -

- Affare fatto! - esclamo stringendogli la mano forte come piace a me. E con questo appuntamento dell'ultimo minuto, visto che mancano nemmeno cinque minuti a mezzanotte, posso dire che la Combriccola oggi ha fatto colpo alla grande!

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