Do you remember the time? di Christine_ (/viewuser.php?uid=79877)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo; ***
Capitolo 2: *** e non chiamarmi capo! ***
Capitolo 3: *** no, non ci siamo mai visti! ***
Capitolo 4: *** Do I Care? Of Course Y.. NOT! ***
Capitolo 5: *** I want to break free. ***
Capitolo 6: *** So strange. ***
Capitolo 7: *** you found me. ***
Capitolo 8: *** the right time. ***
Capitolo 1 *** prologo; ***
Prologo
- Può andare, le faremo sapere -
Ergo: no, ciccio. Mi dispiace, davvero. Sei fantastico e prenderei te
ad occhi chiusi ma il boss ha già scelto, purtroppo. Ha
scelto quel... Gisele, contieniti.
Gary, l'assistente di Mike, mi lancia un'occhiata espressiva.
Aspettiamo che Rafael esca dalla stanza e poi mi parla. So che mi
aspetta la solita tiritera.
- Gisele, cosa fai? Mike ha già scelto. Perchè ti
ostini a provinarli di nuovo tutti? -
Che palle.
- Gary, è la milionesima volta che te lo dico. Mike ha
scelto, io no. Sono l'aiuto regista di questo cavolo di film e, in
quanto tale sono liberissima di suggerire al regista un altro attore -
O meglio, non ho intenzione di dirti il vero motivo, chiaro?
Sì, lo so che ho risposto acidamente ma voi non sapete cosa
significa sopportare Gary. Fidatevi di me. Prendo il foglio con la
lista e metto un asterisco vicino ad Rafael,
massìì, mi sei troppo simpatico, ci metto davvero
una buona parola anche se so che non servirà.
E adesso.. adesso è il momento. Ringrazio Serena che mi
appoggia sul tavolo un bicchiere di coca cola fresca. La vendetta va
gustata fredda, no?
- Scusa - mi dice di nuovo Gary. Vedete che è odioso? Mi
stavo preparando psicologicamente e lui si intromette.
- Dimmi - dico, senza mostrare il nervosismo.
- Ma Cristobal non doveva essere l'ultimo? - mi dice mentre si aggiusta
quegli odiosissimi occhialetti alla Harry Potter.
- Ho spostato io i nomi, io posso, Gary - gli rispondo. Okay, adesso il
nervosismo si fa sentire.
- Scusami, è che... niente, sono stanca -
Per quanto mi riguarda l'aggettivo "stanca" si va a sostituire a troppi
stati d'animo. E questo è uno di quelli da sostituire. Qual
è? Non lo so neanche io a dirvi la verità. E' un
misto fra nervosismo, agitazione e voglia di vendicarsi di uno stronzo.
Fate un pò voi.
- Anche io. Dai, che questo è l'ultimo... e poi è
anche il prescelto. Lo dovremo vedere per i prossimi mesi, quindi
provino breve -
Oddei, non mi ricordare che devo vederlo per tutto questo tempo che mi
sento male. Ecco, adesso partono le pippe mentali. Spero siate pronte.
Io mi auguro che il tizio in questione non mi provochi una morsa allo
stomaco, seguita da un celere arrossamento delle guance,
perchè sono fritta.
Ei, Gisele! Sei
cambiata.. sono passati anni. Respira, su. Puoi farcela, sei Gisele
Lewis, l'aiuto regista del nuovo film di Mike Gallagher.
Grazie vocina.
- Serena, fai entrare il prossimo. Dovrebbe essere il signor Samuels. -
Okay, so già che mi pentirò di questo scempio che
qualche malcapitato sarà costretto a leggere.
Però lo faccio.
Non vogliatemi male, vi prego.
Mi sono dovuta violentare psicologicamente per pubblicarla.. ma sono un
tantino fifona!
Bene, le mie ciance sono davvero finite.
Spero vi abbia incuriosite un po'... e che continuerete a sopportarmi
anche con questa storia!
Un abbraccio stritolante,
Rachele.
P.S. Si ringrazia Sarè alias BlackPearl per il blend!
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Capitolo 2 *** e non chiamarmi capo! ***
Osservo il cartoncino dai colori chiari, sotto lo sguardo ansioso di
Audrey.
- Dai, è per
una sera soltanto. Ed è per il tuo corso. Una notte di
passione in cambio dell'ultimo anno dello stage.- Mormora convincente.
La guardo titubante, ma so già che accetterò.
Dai, quando mi capita un'altra occasione del genere? Sono adulta e
vaccinata, e dopotutto che sarà mai. Nessuno
saprà il mio nome, indosseremo delle maschere e non
è detto che debba anche finirci a letto con questo tizio, se
mi fa schifo.
- Chi tace acconsente - dice sbrigativa e mi toglie il foglio dalle
mani.
- Ma non so a cosa vado incontro. Potrebbe essere un cancro brufoloso
con gli occhiali -
- E fa l'attore? Non farmi ridere. Muovi il culo e prendi la borsa, e
la carta di credito. It's Shopping Time -
Lei ha già preso la borsa e mi guarda con un sorriso a 32
denti dalla porta, la mano sulla maniglia.
Se non le faccio adesso queste cazzate, quando le faccio?
- Aspettami in macchina -
- Aaaaaaaaaaaaudreeeeeey -
Guarda se questa scema arriva. Io questo vestito non posso metterlo,
gliel'avevo già detto in negozio. E l'ho anche pagato un
occhio della testa, per giunta.
- Che ti url- ommiodio! Sei uno schianto! - dice entrando in camera e
facendomi voltare verso lo specchio. Ei, un attimo, forse ci sto bene
davvero. Audrey prende da sopra il letto una maschera bianca e me la
appoggia in mano.
- Non ti resisterà nessuno, stasera -
Mi infilo la maschera e continuo a fissarmi mentre stringo la mano di
Audrey. Guarda cosa mi tocca fare per quel corso di regista!
Okay, adesso mi sto pentendo, lo giuro. E sto torturando le mie povere
mani che non c'entrano nulla. Ma come mi è saltato in
mente?? Sento la voce di Audrey che mi tormenta "E'perilcorsodiregia,
perilcorsodiregia". Respiro e mi ripeto ancora una volta quelle parole.
- E' per il corso di regia - sussurro e un bicchiere di champagne mi
compare davanti.
- E' la tua prima volta? - alzo gli occhi e vedo la proprietaria della
mano. Una mora, occhi celesti e alta non so quanti metri.
- Ehm, sì - e anche l'ultima oserei dire. Porto il bicchiere
alle labbra e ne bevo un sorso.
- Devi stare più tranquilla, tesoro. Devi farti vedere
serena -
Parla facile lei, sarà la milionesima volta che fa da
accompagnatrice a questi party after premiere.
Le sorrido e annuisco, facendo un altro sorso. Serena, ha detto, no?
Respiro e cambio tutt'ad un tratto. Ci sono, devo dare il meglio di me
anche adesso se voglio arrivare a realizzare il mio sogno. E ci
arriverò. Costi quel che costi.
La tizia mi sorride vedendo che sono più calma e mi indica
un posto della sala, dove si sta già riempiendo di persone.
- Grazie - le sussurro e mi incammino, sicura di me. Non credo di aver
mai camminato così bene su questi cavolo di trampoli,
davvero! Mi guardo attorno e vado verso il tavolo con i flute.
- Prego, signorina - mi dice una voce appena mi avvicino al tavolo e,
per la seconda volta questa sera, una mano mi tende dello champagne. Ma
questa volta la mano è diversa, non è femminile.
Due occhi scuri mi colpiscono, e un sorriso stupendo mi fa perdere un
battito.
- Prego - mi dice e afferro il flute dalla sua mano.
- Grazie - sussurro e lui mi tende subito la mano.
- Ben -
- Gisele - gli rispondo chiedendomi se doveva davvero dare il mio vero
nome. Massì, che male c'è?
Mi perdo in questi occhi piccoli e scuri. E già so come
andrà a finire questa serata.
Incrocio
il suo sguardo ed è come tre anni fa. Niente è
cambiato.
E' addirittura più bello. Con la sua camminata sicura si
avvicina verso di me e mi tende la mano.
- Ho finalmente l'onore di conoscere la pupilla di Mike -
dice portandosi le mie dita alle labbra per baciarle. No, Austin caro
.. stavolta no. La sfilo prima che la sua bocca si sia appoggiata e lo
guardo fisso.
- Sì, sono io. E dato che potrei diventare il tuo capo, ti
avverto che non tollero questi comportamenti - gli dico
sorridendo. Uh, non pensavo di poter diventare così
velenosa. Mi complimento con me.
- Scusi - mi dice ridendo e tirandosi indietro con le mani alzate.
Guarda che faccia da schiaffi! Non ti ricordi quello che mi hai fatto e
non capisci che facendo così aumenti solo la mia rabbia,
idiota.
- Allora signor Samuels - inizio infilandomi gli occhiali e cercando di
ignorare il cuore che sta per uscirmi dal petto.
Professionale, sii professionale.. mi ripeto mentre sfoglio la
sceneggiatura davanti a me. Sì, sto facendo finta di leggere
e so anche che non mi sta togliendo gli occhi di dosso, mentre continua
a sorridere.
Quando alzo lo sguardo lo trovo esattamente come l'immaginavo, con un
sorriso beffardo al centro di quella faccia meravigliosa che .. Gisele,
professionale.
- Mi dica cosa devo fare .. capo - mi dice accentuando l'ultima parola.
- Vedo che ha voglia di fare lo spiritoso e che sente la parte
già sua .. Bene. Vedremo -
Gli stesi il copione e lo prese con il solito sorriso.
- Agli ordini, capo -
Io gli spacco la faccia. Gary mi allontana il bicchiere di Coca Cola
che stavo agguantando.
- Troppa caffeina ti rende nervosa - mi sussurra.
Vorrei dirgli che la caffeina non c'entra nulla con questo nervosismo e
questo battito del cuore accelerato. Vorrei, ma non posso, e allora
annuisco e gli sorrido. Austin fa un colpo di tosse e mi volto a
guardarlo.
- Sono pronto, capo -
Sì, vuole che gli spacchi la faccia; è ufficiale.
Me lo sta praticamente chiedendo! Ma farò di meglio, caro
mio. Questo lavoro te lo devi guadagnare.
- Bene, sono tutta orecchi - dico appoggiando le braccia sul tavolo,
dopo essermi sfilata gli occhiali.
Lui chiude gli occhi e quando li riapre è come trasformato,
ha un'altra luce negli occhi. Inizia a recitare il monologo finale del
protagonista e tutto intorno si ferma.
Mi sveglio dal mio stato di catalessi solo grazie ad una gomitata di
Gary.
- Mike ha ragione come sempre, questo ragazzo è perfetto per
la parte -
Mi giro a guardarlo e mi fa un sorriso fin troppo ambiguo.
- Non me la racconti giusta, Gary -
- Bè, diciamo che è anche un gran figo oltre ad
essere bravo. Peccato che sia totalmente etero -
Ah, mi ero scordata di dirvi che Gary è gay. Ma credo
l'abbiate capito. Mi scappa una risatina e faccio cenno ad Austin di
smettere. Cavolo, l'ha recitata alla stra grande, devo farmi venire in
mente qualcosa adesso. La deve pagare, che diamine.
- Scusi, e se le chiedessi qualcosa di .. diverso? - dice ad un tratto
Gary e lo guardo con gli occhi sbarrati. Che cosa ha intenzione di
fare. Gli tiro un pizzicotto sul ginocchio e si volta verso di me.
- Non ti preoccupare -
Ecco, non so voi, ma quando mi dicono 'non ti preoccupare' mi sale
l'ansia.
- Allora, perchè non-
Il rumore di una porta che si spalanca blocca le parole di Gary sul
nascere e io faccio un salto dalla sedia. Mi volto verso l'entrata dove
vedo un meraviglioso Edward Anderson. Camminata sicura, più
basso di Austin, ma con un fascino capace di far cadere ogni donna ai
suoi piedi. Gli occhi piccoli diventano quasi fessure quando mi guarda,
e mi fa impazzire, lo ammetto. E' l'eterno rivale di Austin e
c'è stata una dura lotta fra i due per il ruolo di
protagonista. E ha vinto Austin, tzè.
Edward si avvicina con il suo cipiglio e un bicchierone Starbucks in
mano e sento che Gary sta morendo quanto me.
- Questo è per te, splendore - mi sussurra, passandomi
dietro e appoggiando il bicchiere sul tavolo davanti a me. Poi la sua
mano si appoggia sulla mia spalla e alzo gli occhi per guardarlo.
Quando uno è bello, è bello forte.
- Grazie mille, Ed - dico, sorseggiando il mio maxi caffè.
Sa già come prendermi il ragazzo.. farà strada!
Austin tossisce e mi riporta alla realtà.
- Capo, non aveva detto che non sopporta questo genere di
comportamenti? - mi dice velenoso.
-Lo decido io cosa mi dà fastidio, quando mi dà
fastidio e da parte di chi mi dà fastidio - gli rispondo.
- Puoi andare, Austin. Ci mettiamo in contatto con il tuo manager -
aggiunge Gary mentre mi appoggia la mano sul ginocchio.
- E finiscila di chiamarmi capo! - aggiungo io mentre lo vedo andare
via. Neanche si volta a guardarmi, mi fa solo un segno con la mano.
- Gisele, te la prendi troppo. Che hai? - mi chiede Gary mentre Ed si
è allontanato per rispondere al telefono.
- Non lo so, è che .. non lo sopporto. E' irritante -
- E non lo conosci -
- A pelle è irritante, va bene? - rispondo scazzata mentre
riordino i fogli sul tavolo.
- Aaah, a pelle - mi dice sorridendo mentre si alza.
- Gary, evita di prendermi in giro -
- Io? Prenderti in giro? Tzè - dice prima di uscire dalla
stanza.
Che nervi, cavolo. Non sono neanche riuscita a tagliarlo fuori dal
film. Aah, ma ci sarà un altro modo per vendicarmi, no?
- Piccola, allora che ne dici di quel famoso pranzo insieme? Facciamo
.. ora? -
Non mi ero neanche accorta che Ed si fosse avvicinato, persa com'ero
nelle mie pippe mentali. Lo guardo in quegli occhi scuri e sapete che
vi dico? Accetto. Tanto, nervosa come sono andrei solo a stressare
Audrey a casa.
- Perchè, no? - gli rispondo con un sorriso. Magari lo sta
facendo per ottenere una parte migliore nel film, magari no. Io tento,
alla fine mi piace. Mi sfila la giacca da dietro la sedia e me la
tende. E' anche un pò gentleman, mica come quel cretino di
Austin!
Ed ecco che torno a pensare a lui. E' che non riesco a capacitarmi che
molto probabilmente dovrò passarci i prossimi mesi insieme.
Mi infilo la giacca e tiro fuori l'i phone dalla borsa.
< Vado a pranzo con Ed. Ci risentiamo per il pomeriggio da
Mike> scrivo e invio a Gary. Tanto andremo solo a confermarli
tutti, ma è bene andarci insieme.
Oddei, aspettate un attimo. Sto davvero andando a pranzo fuori con
Edward Anderson. Audrey ne morirà.
Eccoli i Pro del mio stressantissimo lavoro.
E Austin è un contro.
Gis, cavolo, piantala di pensare a lui. Edward, che diamine!
Edward. Giusto! Ce la posso fare!
Lo guardo sorridermi dalla porta. Lui sì che è
quello che cerco.
Non mi tratterà come gli altri.. come Austin.
Giusto?
Eccomi qua, meraviglie!
Ringrazio tutti quanti, davvero, per la fantastica accoglienza per
questa storia. Non sapete quanto mi avete fatta contenta!
Ringrazio chi ha recensito, chi ha messo la storia fra le
preferite/seguite/da ricordare. Insomma, vi adoro comunque!
So che questo capitolo non è molto.. ma è entrato
Edward, altro personaggio mooooolto importante. E si inizia a scoprire
qualcosina in più su Gisele e Austin.
Chi lo sa! :D
Spero continuerete a seguirmi. Non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate!
Un abbraccio stritolante,
Rachele.
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Capitolo 3 *** no, non ci siamo mai visti! ***
no, non ci siamo mai visti
no,
non ci siamo mai visti!
Oh, che bella giornata! Mi sento davvero bene, oggi! Ieri il pranzo con
Edward è andato benissimo e oggi mi aspetta prima una
riunione
con Martin e poi-
- E così lui può e io no - faccio un salto di
quasi un metro e mi giro spaventata. Austin, dovevo sospettarlo.
- Che vuoi? - dico
stizzita voltandomi di nuovo.
- Ho saputo che sei
uscita a pranzo con Edward, ieri - dice afferrando la sigaretta che ho
fra le dite e facendo un tiro.
- E con questo? -
rispondo riprendendomi la sigaretta dalle sue mani.
- Mi chiedevo
perchè lui
poteva e io no - mi chiede, stavolta non troppo beffardo. Ci sono
caduta una volta, non sono così scema.
- Ci sono tante cose
che non sai -
dico tirando fuori l'i phone. Gary, cazzo muoviti! Faccio l'ultimo tiro
alla sigaretta e la butto, mentre lui con il piede la spegne.
- Ad esempio non so
dove ci siamo
già visti, perchè sento di averti già
visto -mi
dice piazzandosi davanti. Oh, no! Non se lo può ricordare
davvero! Con uno scatto prendo gli occhiali da sole appoggiati in testa
e me li infilo.
- E' perchè
non ci siamo mai
visti, ecco perchè - dico sbrigativa, iniziando a guardare
un
punto fisso alla fine della strada. Gary non è mai stato in
ritardo, mai. Proprio oggi? Cavolo!
- Invece io credo
proprio di
sì. Se ti sfilassi gli occhiali, magari - dice e avvicina la
sua
mano al mio volto, non riesco a muovermi. Cavolo, Gisele, scansalo! A
farlo spostare però è il suono del clacson della
macchina
di Gary.
- Devo .. andare. E
comunque ti ripeto che non ci siamo mai visti - gli dico mentre salgo
in macchina.
- Mi
ricorderò, vedrai - lo sento dire mentre Gary preme
sull'acceleratore e partiamo.
Sbuffo, sprofondando
nel sedile. Non posso andare avanti così per i prossimi
mesi, cavolo.
- Q-qualcosa non va? -
mi chiede Gary titubante.
- Non lo so - rispondo
sfilandomi gli occhiali.
- Ti sei praticamente
lanciata in
macchina - mi fa notare. Eh, una parola a spiegartelo. Senza rispondere
apro la borsa e tiro fuori lo specchietto per vedere se sono
presentabile. Bah, posso andare.
- Gisele, non mi hai
risposto -
Oddei,
quant'è precisino questo ragazzo!
- Non c'è
nulla da rispondere, Gary - dico attaccando il cavo dell'i phone alle
casse della macchina.
- Sicura? -
- Sicura, Gary. Sicura
-
- Non me la racconti
giusta -
Eccone un altro da
strozzare. Ma
perchè nessuno si fa una flebo di fatti suoi? Austin che non
crede che non ci siamo mai visti - a ragione; Gary che non crede che
sia tutto okay - a ragione. Bè, a ogni modo vivranno bene
tutti
e due senza sapere la verità. Mentre scelgo canzone arriva
un
messaggio di Edward < Ti rapisco anche per il pranzo di domani.
Un
bacio> Ah, tu puoi rapirmi quando vuoi. Mi scappa un sorriso e
subito Gary interviene.
- Austin? -
Ma allora è
testardo!
- Ma che Austin e
Austin. Capisco che ti piaccia ma tiri sempre in ballo lui -
- Non è a
me che piace. E' a qualcun altro qui -
Lo guardo con la
faccia più scettica possibile.
- Sei proprio sulla
strada
sbagliata. E poi al telefono era Edward. Sto a pranzo con lui anche
domani - dico risoluta prima di mettere i Coldplay e di incrociare le
braccia sul petto.
- Quindi Austin ti
è praticamente indifferente -
- Bravo, indifferente
è la parola perfetta -
Gary sorride e sospira
mentre riparte al verde di un semaforo.
- Quel sospiro? -
- Prima o poi
scoprirò cosa
c'è stato fra voi due - non finisce di dire che preme sul
volume
del telefono e alza la musica. Chris Martin mi inonda le orecchie con
la sua Fix You. E mi ritrovo a pensare alle parole di Gary. Mannaggia a
lui e ai troppi pensieri.
- Sono a casaaaaa -
urlo aprendo la porta e gettando la borsa a terra.
La voce di Audrey mi arriva soffusa, e deduco che sia sotto la doccia.
Infatti, avvicinandomi alla camera, sento lo scrosciare dell'acqua.
Mi sfilo i tacchi e infilo le mie amate pantofole, prima di
spogliarmi e mettermi una comodissima tuta. Il tempo di accendere lo
stereo che Audrey piomba in camera mia in accappatoio mentre si
friziona i capelli. Bè, dire che è camera MIA
è un
eufemismo. Abbiamo provato le prime settimane ad avere due camere
separate, ma non è servito a nulla. La metà della
sua
roba si è trasferita in camera mia, stessa cosa per la mia
roba.
Poi, d'inverno abbiamo iniziato a dormire insieme nel mio lettone, e da
lì è andata a puttane l'idea delle due camere.
Viviamo in
simbiosi continua, in effetti ho pensato di non resistere quando ho
dovuto fare uno stage di dieci mesi dall'altra parte dell'America.
- Allora, vendicata? -
mi chiede.
- Magari. E' troppo
bravo a recitare per poterlo incastrare - dico iniziando ad accendere
il pc.
- Quindi gli renderai
la vita un inferno nei prossimi mesi -
- Tu sì che
mi conosci - dico e le tendo un paio di scarpe appena prese dalla
scarpiera.
- E queste? - mi
chiede afferrandole.
Le indico il vestito
appoggiato sul letto - hai tirato fuori quello, me le avresti chieste -
le dico sorridendo.
- Eeh, tu
sì che mi conosci - mi dice alzandosi e dandomi un bacio
sulla guancia.
- E non ti preoccupare
che gliela farai pagare a quello stronzo. Se riesci a resistergli -
- Ovvio che - inizio a
dire prima di sentire le sue ultime parole.
- Ciccia, io gli so
resistere -le dico mentre le inseguo per la casa.
- Dove hai messo il
phon? - mi risponde entrando nella "sua" camera.
- Audrey, non cambiare
discorso - le urlo entrando in bagno e prendendo il phon.
- Aah, dove l'avevi
messo? - mi chiede afferrandolo e entrando in bagno di nuovo.
- Al suo posto.
Audrey, rispondimi -
Lei di tutta risposta
accende l'aggeggio malefico e canticchia ridendo. Che dite, la strozzo?
- Audrey - faccio
ringhiando mentre le sfilo il phon dalle mani.
- Gigi, se te lo dico
mi dici che non è vero. Sprecherei il fiato -
- Tu provaci - le dico
con ancora l'aggeggio acceso.
- Guardati le mani -
mi dice appoggiando le sue suoi fianchi.
Dò uno
sguarda alla mia mano destra e prima di poter parlare lo fa lei.
- Hai le unghia
mangiate. E da come
sono conciati i capelli credo proprio che tu li abbia tormentati. Ergo,
stavi morendo mentre ti stava davanti -
Mi sfila soddisfatta
il phon dalla mano sinistra che cattura la mia attenzione. Cavolo, le
ho mangiate anche lì.
- Guarda che non sono
nervosa solo per quello. E' il mio primo lavoro importante e .. -
Audrey spegne il phon
e mi regala
la faccia più scettica che abbia mai visto. Vi stavate
chiedendo
qual è il lato negativo di vivere con la persona che
più
vi conosce? Eccolo. Non potete convicerla di cose che non pensate
neanche voi, perchè non vi crede, e ve lo legge negli occhi.
- Okay, magari mi ha
fatto un effetto strano - ammetto abbassando lo sguardo.
- Era quello che
volevo sentirmi dire - dice riaccendendo il phon, per poi scoppiare a
ridere.
Io mi appoggio al muro
davanti a lei, con le braccia incrociate sul petto.
- Non sei d'aiuto - le
dico.
- Scusa, more -
risponde spegnendo
per l'ennesima volta questo coso - magari ti fa ancora uno "strano
effetto" ma tu sei Gisele Lewis, cavolo! Ne hai fatta di strada da lui
.. fagli vedere chi sei - mi dice stringendomi la mano.
- Dici che ce la
faccio? -
- Ovvio - mi urla e
mentre vedo che lo sta per accendere ancora, la blocco.
- Ferma. Adesso ti
devo raccontare del pranzo di ieri - le dico con un sorriso a
32 denti.
- Cosa ha sparato
Gary, stavolta? -
- Non Gary. Edward mi
ha invitata a pranzo -
Ad Audrey si srotola
la mascella.
- E io che esco ancora
con Josh! Sapevo di aver sbagliato lavoro! Ma perchè esco
ancora con lui? -
- Perchè ti
piace da morire? -
Ci riflette un attimo
e poi annuisce. - Dai, racconta -
Ecco, adesso potete
scommetterci che i capelli si asciugheranno da soli.
Eccomi qua!
So che magari sarebbe stato meglio un bel capitolone corposo, ma volevo
dedicare un solo capitolo all'amicizia con Audrey.. che è
molto
importante.
Sarà che è un sentimento a cui credo tantissimo..
l'amicizia quella vera. Quella fatta di litigate, di amiche che fanno
notare gli errori, le cose che non vanno.. per crescere insieme.
Le amiche che si consolano e quella che sono in grado di condividere la
gioia dell'altra anche se non stanno passando proprio il migliore dei
periodi.
Credo che sia una delle cose più importanti nella vita di
una persona!
Con questo, vi lascio.
Non vedo l'ora di leggere cosa ne pensate!
Un abbraccio stritolante dei miei,
Christine.
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Capitolo 4 *** Do I Care? Of Course Y.. NOT! ***
chap 3
Do I Care?
Of Course Y.. NOT!
Quando apro gli occhi, l'odore del caffè mi inonda le
narici. Faccio un respiro profondo e mi stiracchio, prima di mettermi a
sedere sul letto. Sposto il mio peluche a forma di Nemo per vedere
l'orario sulla sveglia: sono le sette e mezza e Audrey stranamente
è già sveglia.
Inizio a fissare l'armadio aperto, quasi in coma .. ma non riesco a
decidere cosa mettere.
- Dormigliona, buongiorno - mi dice Audrey entrando in camera con una
tazzina di caffè in mano.
- Mi sono svegliata prima per farti trovare il caffè pronto,
devi essere al massimo, oggi! -
La guardo e le regalo il sorriso più radioso che abbia mai
fatto. Le voglio un bene che neanche io riesco a spiegare, il che dice
tutto.
Lei si siede sul letto accanto a me e iniziamo a scegliere cosa devo
mettere. Un'ora e mezzo dopo, sono sulla porta. La mia Vuitton in mano,
le Jimmy Choo che mi uccideranno i piedi e una voglia pazza di
vendicarmi su Mister Austin Sono Un Coglione Samuels.
Mentre mostro il pass alla boydguard, che mi fa entrare, con la coda
dell'occhio trovo Gary e vado a parcheggiare la macchina vicino alla
sua.
- Sei bellissima, dolcezza - mi saluta lui appena scendo dalla macchina.
- Grazie mille, Gary - gli dico mentre mi ributto in macchina a
prendere la borsa. Oggi c'è un caldo infernale, neanche il
deserto del Sahara.. giuro. Mi sfilo la giacca e la lascio in macchina,
non ne avrò bisogno oggi.
Vado verso Gary e gli schiocco un bacio sulla guancia.
- Dov'è Mi- - mentre sto per fargli questa domanda mi
blocco, perchè scopro di avere un nuovo messaggio sull'i
phone.
"Gisele, per oggi puoi perfettamente cavartela da sola. Credo che
potrò arrivare solo per domani pomeriggio .. mi fido di te,
sai cosa fare".
Per poco non mi prende un infarto. Da sola? Okay, respiriamo. Ce la
posso fare. Saluto velocemente Gary e corro verso Sean, lo scenografo,
aspettando che arrivi il cast al completo.
Circa mezz'ora dopo sono sulla mia sedia da regista mentre il copione
mi serve solo per cercare di rinfrescarmi.
Gary è in piedi dietro di me e loda il biondo dei miei
capelli .. beato lui che è così tranquillo. Io
credo di stare per svenire. No, non posso stare ferma, è
più forte di me. Mi alzo e vado a fare due passi, da sola.
Devo riordinare le idee, devo ricordarmi tutto quello che ho imparato
in questi anni .. Diamine, ho studiato fino alla nausea per arrivare
qui, non posso farmi prendere dal panico proprio ora!
Stringo il copione fra le mani e lo fisso. Ce la posso fare. Vado a
passo spedito verso Gary che però mi prende per le spalle e
mi fa sedere, smorzando il sorriso che c'era sulla mia faccia.
- Okay, Gisele, siediti.-
- Cosa?- Guardo Gary sfilandomi gli occhiali. Lui si agita e mi fa
girare, per poi costringermi a sedermi.
- Gary ma che..?-
Alzo lo sguardo e sono costretta a reggermi ai braccioli della sedia.
- Appunto.- Fa Gary, passandosi una mano sul viso.
- Quel figlio di put..- Mi blocco mordendomi la lingua. No, no. Non mi
interessa. Gisele, ti interessa che Austin Samuels sia
appena arrivato sul set con una bionda strafighissima che gli sta
avvinghiata addosso come una cozza? No, certo che no.
Austin mi passa davanti, sorridendo strafottente. - Capo - Fa un cenno
con la testa, e io faccio finta di non aver sentito. Non
avrà un solo dannato sorriso da me.
- Vuoi un po' d'acqua e zucchero? Sei bianca come la morte - Gary mi
sventola il copione in faccia.
- Fanculo. Fanculo. Fanculo.-
- Chi mandi a fanculo?- Una voce mi fa sussultare.
Oh, buon Dio, io ti amo.
Edward in tutto il suo splendore si fa largo tra la folla,
compreso Austin, che se non ho visto male ha anche ricevuto una
spallata da sua figheria reale, e si avvicina schioccandomi un bacio
sulla guancia.
- Hun', stai bene? Ti vedo un po'..-
- No, sto benissimo! Sarà il sole. Sembra il Sahara, oggi.-
Sorrido come un'ebete cercando di essere convincente. Ed sembra
bersela. Gary intanto scuote la testa sorridendo sotto i baffi.
- Caldo o non caldo, sei bellissima oggi - Eccoli i commenti che
possono uccidermi se detti con quella voce.
Non faccio in tempo a rispondere che una testa nera mi compare davanti,
e accanto a lui un incrocio fra una Barbie e una Bratz.
- Allora, capo. Siamo già in ritardo .. quando si comincia?
-
Io lo uccido, ve lo giuro. Ma una morte lenta e sofferente.
- Samuels, senza il mio permesso non puoi portare estranei sul set.
Chiaro? -
Sento un pizzicotto di Gary sul braccio ma non mi scompongo.
- Ogni suo desiderio è un ordine, capo - mi dice con un
sorriso bastardo dipinto su quella faccia da schiaffi e si porta via la
strafiga che ride come un'oca.
- Io .. vado a prepararmi - mi dice Ed mentre mi fa l'occhiolino.
- Vai vai - rispondo con un sorriso e mi risiedo appena lui gira
l'angolo. Stavolta è Gary che mi fa aria con il copione.
- Tesoro, devi stare più tranquilla o ti crolleranno i nervi
- mi dice con voce pacata.
- Io non posso stare calma se quello stronzo fa di tutto per farmi
saltare i nervi - ringhio.
Lo vedo da lontano mentre passa la sua mano su qualsiasi angolo del
corpo della bratz, quando poi quella di lei finisce dove non deve
finire mi alzo e adesso sì, che avrò una crisi
isterica.
- Tienimi, o lo ammazzo - dico a Gary mentre corro a prendere un
megafono dall'altro lato della stanza.
- SIAMO PRONTI PER INIZIARE LE RIPRESE. TUTTIII - urlo e guardo verso
di lui, che si gira e mi fa l'occhiolino mentre tira un pizzicotto sul
culo della Barbie.
Ah, non sai contro chi ti sei messo.
- NO, NO, NO. Austin, ma che
diamine stai facendo? - Urlo dal megafono, spaventando tutti i presenti.
Gary mi sussurra
qualcosa che ignoro.
Austin mi guarda
sconvolto, alzando le braccia. - Che ho fatto? -
- Gis. Sta provando a
malapena da mezz'ora. Sta andando bene! - Gary cerca di farmi
ragionare, ma tutto quello che la mia mente vede è la mano
di Austin che pizzica il culo di quella battona mentre mi fa
l'occhiolino. Non ho pensato ad altro tutto il tempo.
- No che non sta
andando bene. - Mormoro, prima di riaccendere il megafono.
- Austin. Un po' di
sentimento. Lo so che ti è molto difficile, visto che
probabilmente non ne hai, ma sei un attore, o almento dovresti esserlo.
Quindi, concentrati e NON FARMI ESASPERARE. -
Chiudo il megafono
fiera di me mentre tutti mi guardando più sconvolti di prima.
Gary sta per
disconoscermi, me lo sento.
- Okay. Tu ora chiami
la pausa pranzo o pausa spuntino o quel che cazzo è e ti
CALMI. Non puoi lanciare le frecciatine personali, GISELE. -
Sbuffo. Vabè magari ha ragione. Mi sciolgo il foulard
intorno al collo e riaccendo il megafono.
- PAUSA PRANZO, GENTE! -
Faccio un sorrisino tirato a Gary mentre si porta il cellulare
all'orecchio. Mi giro e vedo Austin che mi viene incontro, leggermente
alterato. Okay, devo fare qualcos'altro! Audrey!
Afferro velocemente l'iphone e inizio a far squillare il cellulare
mentre volto le spalle a Austin.
- Mi dici cosa c'è che non va? - mi dice proprio mentre
Audrey risponde al telefono, santa donna!
- Audrey, scusa un attimo - dico appoggiando il display del telefono
sulla spalla.
- Ho detto pausa pranzo, Austin. Vale anche per te .. vai a mangiare
qualcosa e magari andrà meglio, eh? - gli dico mentre
afferro la borsa e mi allontano dandogli le spalle.
- Okay, raccontami ogni attimo -
Inizio a raccontare con una voce talmente bassa che sospettano mi
sentano solo i cani. Racconto tutto. Anche il famoso pizzicotto.
- Ma che stronzo! E tu? -
E gli spiego la mezz'ora infernale che gli ho fatto passare.
- Sono fiera di te, cavolo! -
- E adesso devi aiutarmi a partorire qualcos'altro.. oltre al
copione smarrito, intendo. Quello è previsto per domani. -
- Solo domani? -
- Okay. Magari anche la settimana prossima. -
- Due giorni di fila. -
- Perfida! -
Audrey sghignazza.
- Uhhh, senti qua, hai confidenza con la sarta?-
- Ehm.. no. Ma è amica stretta della sorella di Gary. Stiamo
uscendo a parenti sul set, giuro. -
- Beh, comunque. Un buco nei pantaloni. Piccino, sai. Una cucitura
fatta male. Gli chiedi di raccogliere una cosa a terra e straaap, il
bel culo da fuori! Muahauahauha! Ti direi di non fargli indossare
l'intimo, quel giorno, ma poi morirebbero tutte.-
- Sei un fottuto genio! Daidai, sfornane un altro paio! -
- Ehm.. beh, la classica 'ti faccio provare la stessa scena 80 volte
nella giornata più calda della settimana' mi sembra
d'obbligo.-
- E direi che questo posso continuarlo oggi, dovrei buttare
giù una lista, credo -
- Con chi confabuli? -
Getto un urlo e sbianco. Grazie a Dio, è solo Gary. Mi porto
una mano al petto ricominciando a respirare.
- Dì un pò, vuoi uccidermi? - gli dico mentre si
siede accanto a me e mi ruba una patatina dal piatto.
- Non proprio, voglio capire cosa c'è fra te e Samuels.
Prima di uscire pazzo anche io -
- E' Gary? Dovresti dirglielo. Magari gli viene qualche idea.- mi dice
Audrey dal telefono. Ma neanche morta!
- Come no. Piuttosto mi fa buttare giù da un ponte.-
Gary punta le mani sui fianchi e mi guarda truce. - Dai, rendimi
partecipe. Non lo dirò a nessuno! -
Sbuffo. E va bene. Saluto Audrey e spiego tutto (o quasi) a Gary.
- Ho capito. Vuoi farlo impazzire. Ma.. perchè? -
- Questo non ti è concesso saperlo. -
Ora è lui a sbuffare.
- E va bene, Donna Dei Misteri. Oggi la passi liscia. Ma se non mi
racconti tutto un giorno o l'altro spiffero tutto a Mike. -
Spalanco la bocca indignata. - Non oseresti!-
Lui ghigna. - Ti soffierei il posto.-
Ciondola avanti e indietro per la roulotte, gonfiando il petto. - Gary
Carroll, il nuovo aiuto-regista di Mike Gallagher. -
Che dite lo sopprimo?
- Gary, dai.. Non ti cambierà la vita, saperlo. Anzi -
- Amo il rischio - mi sussurra sedendosi di fronte a me, a 5 centimetri
dal mio naso.
- Davvero, non importa -
Gary continua a guardarmi fisso negli occhi. Dai, che l'ho convinto,
dai che l'ho convinto..
Si alza dalla sedia senza togliere gli occhi dai miei.
- Per questa volta la scampi. Ma non riuscirai a tenerti dentro
quest'enorme segreto ancora per molto.. o perderai il complice
più importante - mi dice prima di farmi l'occhiolino e
scendere dal camper.
Appena la porta si chiude sospiro, nessuno e ripeto nessuno
verrà mai a sapere quello che è successo
prima.
E ora che la fase A. 'ti faccio provare la stessa
scena 80 volte nella giornata più calda della settimana'
abbia inizio.
Lo vedo roteare gli occhi per l'ennesima volta. Ah, queste
sì che sono soddisfazioni.
Mi sento Malefica in
Sleeping Beauty, adoro essere cattiva.
- Adesso cosa
c'è ancora? -mi urla.
Accendo il megafono e
sento che gli occhi si illuminano.
- Quel tono non voglio
più sentirlo. E poi la risposta devi dartela da solo.. ti
sembra di star recitando? Il mio gnomo da giardino è
più sciolto di te -
- Magari non riesco a
essere sciolto perchè sto girando sotto questo sole da
stamattina? -mi dice facendosi ombra con la mano e riuscire a mettere a
fuoco.
- Non ti ho obbligato
io a fare l'attore, nè tantomeno accettare questo lavoro.
Quindi.. Aaaaazione -
Spengo il megafono e
mi siedo. Lo osservo mentre si muove, recita.. cavolo, è
proprio bello. Ed è davvero perfetto per questo ruolo.
Guardo l'orologio e mi accorgo che sono le quattro spaccate.
Effettivamente deve stare per friggere. Dai, Malefica per oggi
può passare in modalità: OFF.
La scena finisce e lui
guarda verso di me, scoraggiato.
Accendo lentamente il
megafono e lo porto davanti alla mia bocca, lo vedo che pende dalle mie
labbra.
- Può
andare per oggi, bravo -
Lui sorride e si butta
a terra a pancia in giù. Neanche avesse segnato un goal al
94esimo durante una finale di Champions League. Mi scappa un sorriso e
lui se ne accorge.
Subito torno seria e
mi volto. Gisele, okay che non sei più in fase Malefica ma
non puoi cadergli ai piedi, non puoi..
No, non posso...
- Non puoi,
cosa? -
Una voce, la Sua, mi
fa trasalire.
- Niente, niente..
pensavo ad alta voce -
- Anche io pensavo che
magari.. non abbiamo iniziato con il piede giusto - mi dice mentre
gesticola con le mani.
Giiiisele. Ricorda
quello che ti ho detto un attimo fa.
- Non è
colpa mia, Samuels. Devi collaborare al meglio -
- Io invece credo che
sia colpa di entrambi, veniamoci incontro tutti e due e passeremo dei
mesi più sereni. Prometto che eviterò di
pizzicarti ogni tre secondi - mi dice sorridente mentre si porta la
mano destra sul cuore e alza la sinistra.
No, Samuels. Una sola
volta ti ho creduto, ora basta.
- Io.. -
- Austinuccio adorato
-
Ossignore, ho le
carie.
La Bratz/Barbie si
abarbica a Austin e gli sussurra tutta maliziosa qualcosa all'orecchio,
e lui sorride. Perchè non voglio sapere cosa gli ha detto?
- Dai, orsacchiotto,
andiamo - sussurra staccandosi e trascinandolo per la maglia.
- Un attimo - dice
rivolgendosi a lei per poi girarsi verso di me - dico sul serio, io ..
- e la stronza lo strattona di nuovo.
Fermatemi, che
l'ammazzo. Ma io non faccio Malefica, niente punture.
- Dai, lupacchiotto
mio - dice di nuovo e lo trascina via, anche se non lo vedevo troppo
convinto.
Stronza, stronza,
stronza.
- Finalmente
è andato via, volevo parlarti da sola -
eccone un altro che
non può fare questi agguati alle spalle!
- Che ne dici di una
cenetta solo io e te, stasera? Così ti riposi, eh? - mi dice
mentre una sua mano va a posarsi sul mio fianco e l'altra sul mio viso.
Con la coda dell'occhio vedo Austin e la Bratz accanto alla macchina,
lui si gira verso di me e io subito distolgo lo sguardo, tornando su Ed.
- Perchè
no?! - e ricevo un bacio sulla guancia.
Perchè non
va via quel pensiero fastidioso? Quello che ti pizzica quando meno te
l'aspetti, come quando presa dalla felicità afferri la rosa
che ti stanno regalando e ti pungi. Il pensiero con su scritto che
sulla mia guancia volevo altre labbra.
Scuoto
la testa come a voler scrollare via il pensiero, devo finirla. La nuova
Gisele può.
Scusate
l'immane ritardoo!
E' che tra esami, viaggi in Tedeschia, ancora esami e casini amorosi
vari è tutto un caos!
Ma finalmente ho trovato un momentino per aggiornare.. spero vi piaccia!
Adesso devo scappare, come sempre .-. che l'esame di letteratura
italiana si avvicina INESORABILE!
:D un bacione a tutte.. e fatemi sapere cosa ne pensate, pliiiiiiiis!
Un abbraccio stritolante,
Christine.
|
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Capitolo 5 *** I want to break free. ***
chap
I want to break free.
- Vuoi parlare? -
E continua a insistere.
- Avrò il diritto di sapere, che dici? -
Continua.. ti prego, vai via.
Le prime due settimane sono andate avanti avanti tra un dispetto e
l'altro, tra un'uscita con Ed e una nuova ragazza di Austin dopo la
"lupacchiotta", la "cricetina" e un'altra di cui fortunatamente ho
dimenticato il nomignolo.
Certo, io li chiamo dispetti.. ma sono state delle vere e proprie
bastardate, anche da parte sua. E per giunta in presenza di Mike.
- Gisele, cavolo! Mi spieghi perchè mi tratti
così? -
Prima però è il caso che vi racconti cosa sta
succedendo ora.
E iniziamo con le bastardate che ci siamo fatti l'un l'altro.
E' stato bravo ad aspettare che arrivasse Mike, in modo che non potessi
fargliela pagare così palesemente.
Ma forse ho esagerato. A voi l'ardua sentenza.
Bastardata N° 2.
Austin 1 - 1 Gisele
- Gisele, hai fatto un ottimo lavoto in questi giorni, a quanto mi
hanno detto -
Eccole, le parole che hanno il potere di farmi camminare ad un metro da
terra.
- Grazie, Mike -dico, con riverenza. Per poco non gli faccio un
inchino, gli bacio i piedi e mi metto a piangere.
- Ho visto che anche il rapporto con il cast è molto buono,
nonostante i due giorni -
Sorrido come una scema e vedo Austin che arriva sorridente con un
caffè in mano. Cosa. diavolo. vuole. fare.
- Mike, è un piacere vederti finlamente sul set - dice e
stringe la sua mano.
- Gisele vi ha mica trattato male - dice Mike sorridendo, aspettandosi
una risposta positiva che Austin DEVE dare. O lo ammazzo.
Più di quanto non desideri già farlo.
- Ma certo, Gisele è fantastica, professionale.. - e mette
un pò troppa enfasi nell'ultima parola.
Continuo a tenere il mio sorriso il più naturalmente
possibile.
- A proposito, ti ho portato un pò di caffè,
Gisele - e allunga la mano stendendomi il bibitone, con un sorriso che
mi puzza fin troppo.
Che faccio? Diamine, Gisele, prendi questo benedetto caffè.
Sta facendo il gentile, dai.
- Grazie mille, Austin - rispondo afferrandolo e portandolo
alle labbra.
- Eh, attento Samuels che Gisele non è facile da
conquistare, anche se è una donna meravigliosa -
Divento violacea e inizio a bere davvero per non f- ma che
cos'è questo schifo?
E'.. qui dentro c'è del sale! Maledetto bastardo!
- Meravigliosa, lo so - mi dice con un sorriso da schiaffi stampato su
quella faccia tosta.
Gisele devi ingoiare questo schifo.. ommiodio, non posso. Devo. Devo
far vedere che non lo odio. "rapporto con il cast molto buono" ha detto
Mike.
Ingoio a fatica e quasi mi salgono le lacrime per quanto è
stomachevole.
- Dai, Gisele, finisci svelta il caffè che fra due minuti
iniziamo con le riprese - mi fa Mike prima d'andare via e Austin subito
aggiunge uno "svelta" mentre lo segue. Mi auguro che sia stato
eloquante lo sguardo assassino che gli ho rivolto.
Non è finita qui, Samuels. E' appena iniziata.
Bastardata N°3
Austin 1 - 2 Gisele
- Audrey, sei sicura che funzioni? -
- Senti, è perfetto. Gliela vuoi far pagare, no? -
Se gliela voglio far pagare?! Deve pentirsi di tutto.
- Vado -
Chiudo la telefonata con Audrey, il mio genio del male, e mi incammino
con disinvoltura verso Kristen, la sarta. La pagherà, oooh,
certo che la pagherà.
- Siete tutti pronti? Motore, aaaaazione - Mike spegne il megafono e
l'appoggia a terra, accanto a lui. Io mi alzo dalla mia sedia e mi
metto in un posto dove possono vedere tutti meglio lo spettacolo.
Quando ci sarà.
Nel frattempo guardo Austin mentre si muove con disinvoltura, come solo
lui sa fare, trasformandosi in un altro mentre recita.
- Stooooooop - dice Mike, riaccendendo il megafono e fa cenno a Gary di
avvicinarsi, parlandogli all'orecchio.
Ecco il momento, perfetto.
- Austiiin, puoi venire un secondo? -
Lo vedo venire subito da me, mentre cerco tra i miei fogli qualcosa da
dirgli. Cavolo, potevo pensarci prima.
- Allora, non so se ti è già stato detto, a ogni
modo domani solo tu cambi location che dobbiamo girare un paio di
monologhi per il finale e.. -
- Lo sapevo, Gisele. Me l'hai già detto ieri -
- Ah, giusto. Vabè, era per ribadire il concetto .. -
Con maestria faccio scivolare la matita dalle dita e la sento che cade
a terra.
- Me la raccoglieresti? -chiedo con un sorrisone. Sì, sono
una regista, non un attrice.
Senza fare una piega però Austin si abbassa e tre, due, uno
.. STRAAAAP. Il suono della vittoria.
Le cuciture allentate sono state una pensata geniale, santa Audrey.
Tutto il cast inizia a ridere a ruota libera e Mike e Gary si girano
verso di noi.
- Austin, potresti anche far controllare i pantaloni, prima di iniziare
a girare le scene, su - fa Mike mentre Gary mi guarda scuotendo
sconsolato la testa.
- Eh, Austin. Potresti controllare prima - ripeto, da eco.
- Eravamo pari, questa me la paghi - mi sibila all'orecchio mentre si
alza.
- Vedremo - gli sibilo di risposta mentre sorrido trionfante. Non
usciremo mai da questo circolo vizioso, lo so.
Bastardata N°4
Austin 2 - 2 Gisele
- E il problema è proprio questo. Sai cosa significa un
ritardo del genere? -
- Non possiamo pensare al ritardo, purtroppo. La location deve essere
quella, e deve essere preparata al meglio - guardo lo scenografo per un
attimo e so che vuole uccidermi.
- Giseeeeele - ecco, la voce della salvezza. Non so di chi sia ma posso
scappare da qui.
- Sìì? - dico voltandomi.
- C'è un problema con il completo di Anderson della prossima
scena. Mike mi ha detto di cambiarlo ma è praticamente
impossibile che mi riesca ad arrivare il materiale in tempo -
Bene. Come risollevare una giornata.
- Kristen, devi provare di tutto -
- Ho provato di tutto, davvero -
Sbuffo e mi massaggio le tempie. Pensa, Gisele, pensa.
- Nessuno può passare a prendere queste stoffe? Sono
così lontane? - chiedo. Deve esserci una soluzione. So come
diventa Mike se qualcosa non è come vuole lui. E dato che
tutti lo sanno, chiedono tutti aiuto alla sottoscritta.
Morirò prima della premiere, me lo sento.
- Non è molto lontano da qui, ma ho altro lavoro. Troppo
lavoro da fare ancora -
E mi guarda. Con quello sguardo che significa "Ti prego, Gisele,
Salvami!". E io cosa faccio? Non posso cedere, non posso.
- Vado io, tanto il lavoro posso farlo anche per telefono, io -
Ecco, appunto. Prendo la borsa, tiro fuori le chiavi e mi guardo le
scarpe, Jimmy Choo. No, non posso guidare con queste. Mi cade l'occhio
sulle converse che Audrey mi ha fatto portare ieri.
"Prima o poi implorerai di toglierti dai piedi quelle meraviglie di
scarpe, fidati"
E menomale che mi sono fidata! Come farei senza di lei, non so.
Velocemente cambio scarpe e lascio le Choo dietro la sedia.. chi vuoi
che le prenda?! Okay, ho mezz'ora. Ce la posso fare.
Torno trionfante con la stoffa in esattamente 27 minuti. WonderGisele
dovrebbero chiamarmi, al diavolo la modestia.
- Tesoro, e queste converse?! - una voce quasi mi spacca i timpani.
Gary.
Mi volto e lo vedo con una mano sul petto.
- Tesoro, le converse fanno a botte con questa camicetta e questo
pantalone, lo sai, vero? - mi dice abbassandosi gli occhiali.
Eeeeh, eccolo il mio stylist.
- E' stato per guidare. Non ti far venire l'asma.. Riprendo subito le
mie adorate scarpe - gli dico sorridendo e mi cambio ancora.
- Gisele, dove sei stata fino ad ora? - la voce di Mike mi fa
sobbalzare.
- Piccolo problemino, risolto con facilità, però
-
- Eeeh, con collaboratori come voi è tutto più
facile -
Mike sì che sa trovare le parole per annullare la stanchezza.
- Giseeeeeeeeeele -
Annulare la stanchezza, non i nervi che può farmi venire
l'essere chiamata di continuo. Voglio cambiare nome, diamine.
- Sìì?! - mi giro e trovo Austin che mi guarda
sconvolto dall'altro lato del set.
- Cosa c'è? - urlo.
- Ho bisogno di te - il cuore batte più forte. Gisele, per
favore. Datti un contegno.
Gary mi pizzica il braccio e faccio finta di non sentirlo, vado verso
Austin. Chissà cosa v- AHIA!
Non volete sapere cosa è successo. Sono con il culo per
terra. E in mano.. in mano ho il tacco della mia scarpa. Della mia
adoratissima Jimmy Choo. Sinistra, per la precisione.
- Gisele, cosa ti prende? Non hai controllato le scarpe? - ghigna,
prima di tornare in camerino.
Maledettissimo. Maledettissimo ancora una volta.
Ci sono poche cose che non permetto che si tocchino. Audrey al primo
posto, poi il mio lavoro, e poi ci sono loro. Attento Samuels.. il
prossimo sarà un colpo basso. Molto basso.
Bastardata N° 5
Austin 2 - 3 Gisele
Questa location è molto meglio di quello che mi aspettassi.
Lo scenografo è davvero un genio.
Accanto a me c'è Audrey, quasi a bocca aperta.
- Gis, ma è meraviglioso, qui -
Assolutamente d'accordo con lei. Questo giardino è davvero
qualcosa di speciale.
- Buongiorno, Gisele -
Stavolta non mi volto neanche. La sua voce la riconoscerei su milioni.
- Samuels - gli sussurro e poi trascino Audrey un pò
più lontano.
- Marò, è troppo figo, davvero. Ma come si fa..
quel culetto è .. - un mio sguardo la ferma.
- Stronzo, un grandissimo stronzo. E bastardo - si corregge.
- Ecco -
Non ho bisogno di sentirmi dire quant'è figo, purtroppo lo
ammetto. E anche troppo spesso, a dire il vero.
- Ma non c'è nessun'altro? - mi chiede Audrey ad un tratto,
per distrarmi.
- Altri due. Dobbiamo girare il finale. Che lui non ancora sa - mi
lascio scappare con un sorriso.
Audrey ride e mi dà uno schiaffo sul braccio.
- Sei tremenda, lo sai?! -
- Mi ispiro a te, carissima - le dico ridendo e adesso chi la smette
più se lei mi imita?
- Un suono celestiale, oserei dire -
La voce soffiata di Ed zittisce immediatamente Audrey che mi pizzica il
braccio.
- E tu, cosa ci fai qui? - gli chiedo dolcemente mentre mi lascia un
bacio sulla guancia.
- Per questo - dice e mi mostra due buste del McDonald's.
- Dopo la mattinata passata a girare quelle scene avrai bisogno di una
bella carica per arrivare a stasera -
Posso morire, lo so.
- Mi spiace aver preso solo due Big Mac, non sapevo della tua amica che
si chiama.. - dice rivolgendosi a Audrey, che sta perdendo diversi
battiti, lo sento.
- Audrey - dice decisa e lui le stringe la mano.
- Piacere, Ed -
- Ehm.. io vado al buffet con Gary, che a proposito, prima mi stava
anche chiamando -
In men che non si dica, Audrey è sgusciata via e mi ha
lasciata sola con tanto ben di Dio. No, non mi riferivo ai Big Mac.
- Giseeeele -
ToH, mi è sembrato di sentire il mio nome. Non me
l'aspettavo proprio.
- Scusa tesoro, mi vogliono - Sorrido grata a Ed, mentre
dentro già sto ridendo come una pazza per quello che sta per
accadere.
Audrey si siede accanto a Gary, proprio dietro le telecamere, e io li
raggiungo e prendo il megafono.
Mike mi dà il via e urlo - Azione! -
- Non avevo idea che ci volesse così tanto - Fa Paul,
spazientito a dovere. Noto che Austin mi lancia uno sguardo strano.
- Avevo detto a Jack di avvisarti, dov'è? - Chiede Mary,
guardandosi attorno. A questo punto dovrebbe entrare Austin.
- Eccolo lì, Jack! Dov'eri finito? - Gli chiedono, e Austin
fa una faccia ebete.
- Ehm.. io.. - Sento Audrey che trattiene una risata ma uno sbuffo la
tradisce.
- STOOP! - Urla Mike, e io mi siedo accanto a lei, implorandola di
smettere di sghignazzare o qualcuno se ne accorgerà.
- Sei perfida! Povera anima, hai visto che faccia ha fatto? - Mi dice,
mordendosi un labbro per non ridere.
- Lo so, e questo è solo l'inizio -
- Ehi, dove l'hai lasciato Ed? A proposito, gli dai un'extra per le
consegne a domicilio o fa tutto di sua spontanea volontà? -
Le do una leggera spinta sulla spalla come a dire - ma fammi il
piacere! - e torno da Mike, prima che licenzi Austin.
- Mike, Austin dev'essere stanco. Sono due settimane che giriamo senza
pause - dico abbassandomi a parlare al suo orecchio.
- Gisele, non voglio finire in ritardo, lo sai - Senza neanche
guardarmi, Mike raccoglie il megafono e urla di nuovo AAAAZIONE.
Afferro il copione e mi vado a mettere dietro Austin, sperando riesca a
sentirmi.
La scena si ripete come prima.
- Troppo lungo da spiegare - sussurro non appena tocca a lui. Dai,
cretino.
- Troppo lungo da raccontare, ora -
Si prende anche le licenze poetiche! Finchè non cambia il
senso però va bene.
- No, Jack. Adesso devi spiegarci tutto. Siamo i tuoi genitori -
- Non posso spiegarvi tutto, non capireste.. devo andare. Vi prego, lo
sto facendo per voi - sussurro ancora.
- Non posso spiegarvi tutto.. Adesso.. - e si ferma.
Dai, hai la memoria di un bradipo rosa, diamine! Senza offesa per Sid,
per carità.
- STOOOOOOOP - tuona ancora Mike io sgattaiolo di nuovo accanto a
Audrey.
- Mike, scusa.. io .. -
- Per oggi abbiamo finito. Ma domani vi voglio al meglio - risponde a
megafono spento.
Vedo Austin voltarsi e mettersi le mani fra i capelli.
Che cretina che sono, cosa ho combinato?
- Gisele - una mano mi sfiora il braccio e mi riporta alla
realtà.
- Andiamo? non chiudono gli operatori? -
- Io.. sì, chiudono loro. Aspettami fuori, un attimo
però, che devo.. aspetta - le dico e mi volto, per
raggiungere Austin.
- Piccola - mi chiama Ed e mi volto.
- Tesoro, puoi aspettarmi un attimo fuori? Devo.. -
- GISELE - l'urlo di Austin mi fa perdere diversi battiti.
- Voi andate fuori.. arrivo subito -
Sapevo si sarebbe accorto che c'ero io di mezzo. Cavolo,
però io non l'avevo pensata così grossa.. ma non
posso neanche pentirmi adesso. Niente lacrime sul latte versato,
Gisele. Lo sai.
- Mi spieghi questo cosa significa? - mi dice venendomi incontro con il
copione. Quello vero, il nuovo.
- Cosa? - chiedo, facendo finta di nulla.
- Perchè non so nulla di questo copione? -
Bella domanda.
- Come fai a non sapere nulla? Martin ha voluto dei cambiamenti e Eric
l'ha riscritto - dico, in tono fin troppo professionale.
- E perchè non ne sapevo nulla? E' un'altra delle tue, lo
so.. Mi spieghi perchè? -
Adesso mi sta a due centimetri dal naso. Ma posso resistere.
- Le mie Jimmy Choo ti dicono qualcosa? - domando, acida.
Lui rimane in silenzio, guardandomi negli occhi. Cercando di leggermi
dentro. Non si ricorderà mai, come può. Sono una
delle troppe che sono passate tra le sue lenzuola.
Inizia a scuotere lentamente la testa ma io non gli tolgo gli occhi di
dosso, reggo il suo sguardo.
- Non mi prendere in giro. Lo sappiamo tutti e due che non è
per quell-
- E per cosa, altrimenti? - lo interrompo.
- Gisele, prima del tacco tu mi hai allentato le cuciture dei
pantaloni, prima ancora ti avevo salato il caffè
perchè mi avevi torturato sotto il sole, anche se la scena
era perfetta. Ma prima.. prima io non ti avevo fatto nulla. Hai sempre
avuto quest'atteggiamento con me e voglio sapere il perchè..
Perchè, Gisele.. perchè? -
Non rispondo. Sento le lacrime che salgono insieme alle mille parole
che vorrei dirti, insieme a tutto quello che vorrei raccontarti. Ma le
ho perse quelle parole.. perse chissà dove mentre mi ritrovo
ancora ad annegare nei tuoi occhi. Che cercano una risposta nei miei..
risposta che non avranno. Nè ora, nè mai.
- Vuoi
parlare? -
E continua a insistere.
- Avrò il diritto di sapere, che dici? -
Continua.. ti prego, vai via.
- Gisele, cavolo! Mi
spieghi perchè mi tratti così? -
Restiamo ancora a fissarci. Senza parlare. Per secondi che mi sembrano
tante eternità.
- Gisele! Dove ti sei cacciata? -
La voce
di Ed ci fa voltare entrambi.
- Devo andare - sussurro in un lampo, giusto in tempo per evitare alla
mano di Austin di bloccare il mio braccio.
Corro via, fino ad arrivare alla macchina e trovare lì Ed e
Audrey, a parlare.
- Tesoro, cosa c'è? - mi chiede subito Audrey.
- Niente, andiamo - rispondo secca e apro la macchina.
- Ed, ci.. sentiamo domani. Scusa ma sono stanca - dico, voltandomi
verso di lui che mi aveva afferrata per il braccio.
Mi chiudo in macchina al posto accanto al guidatore e Audrey in men che
non si dica sta partendo.
- Ti va di parlarne? - mi chiede dopo un pò, quasi a bassa
voce.
- Dopo - bisbiglio e lei mi accarezza il ginocchio.
- Ti voglio bene - le dico e le dò un bacio sulla guancia.
- Anche io, tesoro mio. Tanto - mi risponde, guardandomi.
Come farei senza di lei? Me lo domando ogni giorno, sempre. E la
risposta è la stessa, non lo so. Non farei, credo. Non sarei
qui dove sono, di questo sono sicura. Siamo cresciute insieme.. e lo
facciamo ancora adesso. E lo faremo per molto ancora.
Per tutto il viaggio di ritorno è regnato il silenzio in
macchina, solo la musica dalla radio cercava di spezzarlo invano. Era
un silenzio troppo fitto, denso da poter andare via così
facilmente. Ci è voluta infatti una vaschetta di gelato e un
film strappalacrime accanto a Audrey per far sì che parlassi.
- Non sono riuscita a
parlare - sono le mie prime parole, mentre ancora guardo Shane West in
tv.
- Lui ha capito
qualcosa? - mi risponde lei, senza togliere gli occhi dallo schermo
anche lei.
- Ha capito che sono
una cretina. Ma non sa perchè -
Dal televisore partono
le note di Only Hope e mi giro a guardare Audrey.
- Ho esagerato, ho
davvero rischiato di fargli perdere il lavoro per una schiocchezza -
ammetto, quasi con un filo di voce.
- Tesoro, non
è una schiocchezza. Ti ha usata, senza pensarci su due
volte, senza pensare al male che poteva farti - mi risponde Audrey,
dolce, sedendosi a terra accanto a me.
Io abbasso lo sguardo
e appoggio la vaschettona di gelato accanto a me.
- Ma è
passato del tempo, ora stiamo lavorando insieme. Devo essere superiore,
dimenticare -
- Su questo sono
più che d'accordo. Lui è un uomo piccolo, ma
piccolo così - e con pollice e indice me lo mostra - e
quello che si meritava adesso gliel'abbiamo dato. Ora si
arrovellerà cercando di capire perchè l'hai
fatto, ma non lo saprà mai, il che è un'altra
punizione, ma che durerà in eterno. Tanto se non l'ha capito
fino ad ora, non lo capirà mai. Sai com'è, il
cromosoma y offusca certe facoltà -
Rido. Rido di cuore.
Ecco cosa mi serve per andare avanti e tornare me. Le parole di
un'amica sono molto più efficaci di una seduta da uno
psicologo, non costano nulla e ti riempiono dentro. Non si dimenticano
così facilmente.
La abbraccio e le
sussurro - Grazie - all'orecchio.
- Ma di cosa, tesoro.
Le amiche sono fatte per questo -
Ha ragione lei. E io
ho trovato la migliore che potessi mai desiderare.
Lo so, mi odio anche
io. E' passato tanto tempo, e sono imperdonabile ma vi prego non
linciatemi!
Questo capitoletto mi piace un sacco, stranamente.. perchè
è un bel mix. E sta uscendo davvero la vera Gisele.. vedremo
come andrà a finire.
Io in questo momento non dico di sentirmi come lei.. ma ci andiamo
vicino. Potrei anche avere un Ed.. ma Austin, è dannatamente
Austin.
Bon, a nessuno intereassano i miei immensi casini sentimentali, quindi
vi lascio stare. Ditemi cosa ne pensate.. qualsiasi cosa.. io sono qui.
Qui sommersa dai libri e dall'ansia.
No, non solo per l'esame di Letteratura.
Anche per il 13. Finirà la saga che mi ha fatto compagnia
per anni.. La saga che non dimenticherò mai.. e che in
realtà non finirà mai! <3
I Stuck With Harry Until The Very End.
Okay, finito il momentino delirio dell'autrice slerata.
A voi l'ardua sentenza.
Un abbraccio stritolante, Chris.
|
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Capitolo 6 *** So strange. ***
chap 5
So
strange.
- Cosa significa che Allison non è ancora qui?! -
Gisele, devi respirare. Anche se Mike si incazzerà come una
iena. Oh, Gosh, perchè a me?
Prendo velocemente il cellulare e cerco il suo numero, squilla a vuoto.
Mi nascondo in un angolo appena vedo Gary.
- Dai, Allison, cazzo, rispondi - sussurro a mezza bocca, ma non serve
a nulla.
Riaggancio e inizio a pensare a tutti i vari metodi di tortura per
ucciderla. Non c'è neanche Ed che mi calma un pò.
Ma come si fa a fare mezz'ora di ritardo? Soprattutto con un tipo come
Mike che è preciso fino alla nausea.
- Gisele - Parli del diavolo e spuntano le corna.
Dietro di me Mike e Stephanie, la costumista.
- Dov'è Allison? Ha bisogno di fare gli ultimi ritocchi al
vestito -
Eh, domanda da un milione di dollari. Posso chiedere l'aiuto del
pubblico?
- Ehm, non so dove sia finita. Non risponde neanche al telefono, Mike..
non so che fare -
Vedo il suo viso incupirsi.
- Sono stufo di lavorare con degli incompetenti! Qui rischiamo di
andare fuori tempo, cosa devo fare io? - inizia ad urlare e io non so
che fare.
Continua a blaterare e a interrompere il suo monologo è
Stephanie.
- Scusa, Mike .. Potrebbe indossare Gisele il vestito..
Cioè, sono praticamente identiche fisicamente. Tanto mi
mancano solo gli ultimi ritocchi.. e non perdiamo troppo tempo nel
frattempo che Allison arriva -
Vedo il volto di Mike distendersi e fare cenno di sì con la
testa.
- Vada così per questa volta. Ma esigo che non si coprano
più le disattenzioni a questo modo.. Devono prendersi le
loro responsabilità -
Dieci minuti dopo sono dentro ad un vestito meraviglioso, che mi sembra
di aver già indossato, non so perchè.
Stephanie si abbassa ad aggiustare l'orlo, mentre un altra ragazza mi
aggiusta una cucitura sulla vita. E' sempre stato il mio sogno stare
così, cavolo! Non dev'essere troppo male questo lavoro,
dopotutto. Sicuramente meglio del mio, senza dubbio. Butto un occhio
sull'i phone e, niente.. Non mi richiama quella cretina.
Incompetente .. almeno avvisasse! Oh, God, sto iniziando a parlare come
Mike. E' un buon segno?
Sento la porta aprirsi, sarà sicuramente un'altra delle
costumiste. Ehi, ma perchè non sento altre due mani che mi
aggiustano il vestito? Mi giro e vedo Austin, quasi a bocca aperta.
God, che vergogna.
- Austin .. cosa c'è? - la mia voce sembra quasi
risvegliarlo da uno stato catatonico. Chissà cos'ha fatto
ieri sera per stare in queste condizioni.
- Eh?! - mi chiede e mi faccio più seria, anche se sto per
diventare viola per la vergogna.
- Cosa c'è? - ripeto.
- Allison? - giusto, cerca Allison. E' sconvolto perchè ci
sei tu in questo vestito e non quello splendore di Alli. Calma, Gisele,
non ricominciare.
- E'
in uno stra maledetto ritardo e, per non perdere tempo sto aiutando
Stephanie -
E' la verità. Detta con un tono amaro, ma è la
verità. Austin continua a fissarmi.. ma che diavolo gli
prende?
- Austin, sicuro di stare bene? -
- A dire il vero ho un pò di mal di testa .. un'aspirina e
passa tutto - mi dice sbrigativo e si volta.
- Bè, vedi di stare bene perchè po- e chiude la
porta. bene, neanche mi sta a sentire quell'idiota.
- Deve essere rimasto folgorato da questo sei bella, tesoro - la voce
di Gary alle spalle mi fa prendere un colpo.
- Gary! La prossima volta avverti! - gli dico fulminandolo con lo
sguardo.
- Mi sono goduto la scena da qui dietro - risponde. Non ha capito
proprio nulla e io continuo a non rispondergli, prima o poi
finirà.
- Non ti ha mai vista così .. deve riprendersi - Oh,
sì che mi ha vista così, anche più
nuda se è per questo. E non mi pare di averlo colpito tanto,
dato come è andata a finire.
- Steph, c'è qualcosa che mi dà fastidio qui
dietro - dico ignorando la voce assilante di Gary.
- Cambia argomento.. buon segno -
- Buon segno di cosa, Gary? - gli dico stizzita.
- Sei persa, ormai. E lui anche -
- Non sono persa. E lui neanche. Smettila di ipotizzare sentimenti che
non esistono, nel modo più assoluto -
O perlomeno da parte di Austin.
Gary mi sorride beffardo, senza rispondere.
- Io ti leggo dentro, non riuscirai mai a raccontarmi una cazzata, Gis -
-
GARY, BASTA - urlo e tutti si immobilizzano a guardarmi.
Sì, ho sbottato. Ma non ce la faccio più.
- Avete finito? - sussurro, ma non alzo gli occhi su Gary.
- Sì - sento di risposta e scendo dalla pedana. Mi chiudo in
camerino e mi cambio velocemente, prendendo dalla borsa solo le
sigarette.
Esco fuori e Gary è ancora nella stessa posizione.
Lo guardo e gli faccio cenno di venire fuori con me. Non si merita quel
trattamento.
Accendo la sigaretta proprio mentre Gary esce fuori.
- Scusa per lo sbotto di prima. Meriti una spiegazione - dico, buttando
via un po' di fumo, ma lui non risponde.
- Conoscevo Austin già da prima. Ma non è stata
una
conoscenza piacevole.. o perlomeno lo era solo all'inizio. Anni fa,
feci l'accompagnatrice ad un party after premiere.. e c'era lui -
Faccio un profondo tiro alla sigaretta mentre risprofondo in quei
ricordi come non facevo da anni.
- Dovevo pagarmi l'ultimo anno dello stage, dovevo. E in fondo era solo
una notte.. o perlomeno così credevo. Austin
iniziò a
flirtare con me. Finimmo a letto.. lui mi coccolò tutta la
notte, poi -
Mi fermo e Gary mi si avvicina toccandomi il braccio.
- Parlammo per il resto del tempo. Eravamo a casa sua e mi
preparò la colazione.. fu davvero un bel risveglio. Mi disse
che
voleva continuare a sentirmi.. di lasciargli il mio numero.. e
così feci. Uscii dalla porta che ero già cotta -
- E poi? -
- E poi.. la sua chiamata è arrivata la settimana dopo. Ci
vedemmo a casa sua.. cena e poi a letto. Non si fece sentire per
settimane, fino a che non ottenne una parte importante. Lo chiamai per
congratularmi.. e mi disse che -
La voce mi si rompe e la sigaretta cade a terra.
Gary mi abbraccia e mi sussurra all'orecchio - Capito, tesoro -
Quando mi sciolgo, mi schiarisco la voce e dico - In pratica mi disse
che di me non se ne fregava nulla. Che credeva che anche per me fosse
solo sesso -
- Adesso capisco tante cose. Però anche tante cose sono
cambiate -
Ascolto le sue parole e sorrido, ha ragione.
- Ora è il caso che rientriamo o ci danno per dispersi - gli
dico prima di lasciargli un bacio sulla guancia.
- Sei una meraviglia, bimba - la voce di Ed mi fa perdere diversi
battiti mentre le sue mani si vanno ad appoggiare sui miei fianchi. Io
appoggio la mia mano sinistra sulla sua e faccio per voltarmi. Lui mi
fa girare senza staccarsi da me e si avvicina sempre di più
a me, mi stringe.
- 'giorno, Ed - sussurro e lui si avvicina al mio collo, annusandomi.
- Questo profumo mi fa impazzire, lo sai - mi dice guardandomi
malizioso e io scoppio a ridere, scanzandolo via.
L'occhio mi scappa però sull'altro lato del set, dove vedo
Austin entrare nei camerini, in silenzio. Chissà cosa
diavolo gli prende.. non è possibile che stia ancora
pensando a me. Gisele, sii razionale. Pensa a Ed, ora.
- Ci avrei scommesso, lo sai? - gli rispondo ancora ridendo e provoco
la sua di risata, il malizioso cade.
- Allora, come vanno le riprese? Stai meglio? -
Meglio? Lui come fa a sap- aah, mi ha vista in quelle condizioni.
- Sì, sto bene. E' stato un pò di cedimento..
sai, la stanchezza e tutto. Fra due giorni allora torni sul set, eh -
rispondo, cercando di cambiare discorso.
- Già ti manco, eh - mi risponde e mi scappa ancora una
risata. Adoro quando fa così. E allora perchè non
riesco a lasciarmi del tutto andare con lui? La risposta te l'ha data
Gary prima, sei persa dietro a Austin e non riesci ad ammetterlo.
Oh, sdoppiamento della personalità del cavolo, và
a rompere qualcun'altro. Claro?
Oh, ma non è mica possibile che NESSUNO risponde al telefono
oggi?! C'è uno sciopero e io non lo sapevo? Diamine, Audrey.
Che fine hai fatto? Sbuffo, stanca. Ho bisogno di parlare con qualcuno.
Gary è morto sotto le grinfie di Mike. Le hair-stylist.. non
ci penso nemmeno! Dov'è Ed?
Sono tutti spariti? Quasi mi trattengo dal prendere il megafono e
chiamare qualcuno.
Mi siedo al centro del set, su una sedia, e aspetto che Mike riprenda a
girare.
Sempre che riesca fuori da qualche parte, dato che mi sembra di
trovarmi nel deserto dei tartari. Cavolo, ho un dannato bisogno di
sfogarmi con qualcuno, maledizione.
Ma.. cosa sta- Vedere Austin che viene a passo spedito verso di me mi
riscuote dalle solite pippe mentali.
- Austin? Che c'è? -
- Gisele, senti, devo dirti una cosa.. tu.. lui.. oh, lo farei a pezzi-
- Ma di che cavolo stai parlando?- Gli chiedo, confusa. La smorfia
sulle mie labbra si apre in un sorriso quando vedo Ed raggiungerci,
tutto gongolante. Sembra felice. Chissà che è
successo...
- Zuccherino mio - Non fa neanche in tempo ad avvicinarsi che
già è steso a terra.
Austin si è girato e gli ha rifilato un destro degno di
Mohammed Ali, così, senza dire una parola!
- MA SEI IMPAZZITO O COSA, STRONZO?! - Urla Ed tenendosi il naso dal
quale esce un rivolo di sangue.
Austin senza emettere un solo suono se ne torna nella roulotte, mentre
accorrono due ragazze dell'infermeria.
Ed continua a tenersi una mano sulla faccia, sporca di sangue. Ma si
può sapere cosa diavolo gli è preso? Cosa stava
per dirmi? Cosa voleva dirmi? Continuo a guardare il punto dove
è sparito mentre una ragazza mi chiede cosa è
successo.
- Se solo lo sapessi.. Ed, tesoro.. cosa è successo? -
chiedo, inginocchiandomi per guardarlo negli occhi.
- Ma che cazzo ne so, quello sta totalmente fuori! - mi urla, mentre
gli occhi si assottigliano sempre di più.
- Tu giuro che se lo prendo lo crepo quello stronzo - e fa per alzarsi,
ma per fortuna lo blocco in tempo.
- Tu non crepi nessuno, chiaro. E adesso cerca di
riprenderti.. e che questa cosa non arrivi alle orecchie di Mike -
- Mike è il primo ch-
- Ed, per favore - lo supplico, interrompendolo, mentre lo guardo negli
occhi.
- Solo perchè sei tu a chiedermelo - mi dice prima di bere
un sorso d'acqua da un bicchiere che gli hanno appena messo in mano.
Devo parlare con Austin, adesso.
- Gisele, sei qui - la voce di Gary però interrompe la mia
marcia trionfale.
- Cosa succede? - mi chiede, venendomi accanto.
- E' volato un pugno. E non si sa perchè - rispondo,
guardando ancora la porta della roulotte di Austin.
- E scommetto che è volato da Samuels -
Non è che ci voleva arte a intuirlo.
- Ma non si sa perchè - rispondo, continuando a non
guardarlo. E' vero che mi legge dentro.
Il telefono mi inizia a squillare proprio mentre sento Gary dire - Il
cavaliere Anderson probabilmente non sa che il cuore della bella Gisele
Lewis appartiene a Lord Samuels che cerca di difenderlo, anche se
ancora riesce a dichiarare il suo amore alla sua bella -
Gary si becca una gomitata fra le costole mentre mi allontano per
rispondere ad Audrey che, finalmente, è resuscitata.
- Si può sapere che fine avevi fatto? - sussurro,
appoggiandomi alla mia Audi.
- Ti.. spiegherò - vai con i segreti, oggi.
- Allora, cosa è successo? - aggiunge subito lei.
- Di tutto.. e di più. Siediti e mettiti comoda -
Continuando a fare giri attorno alla macchina le racconto tutto. Della
prova vestito, della strana reazione di Austin, di quello che stava per
dirmi prima del colossale cazzottone sul naso di Ed.
- Ha picchiato Ed? - mi urla stridula nell'orecchio.
- Sì, un cazzottone in piena faccia e lui dice di non sapere
il perchè. E naturalmente non ho avuto occasione di parlare
con lui -
- Giseeeeeeele - la voce di Mike, al megafono, mi richiama al rapporto.
- Che palle, devo andare, love. Ti richiamo appena finisco - le dico e
senza neanche darle il tempo di rispondere riaggancio e corro verso
Mike. Ti prego, fà che non è venuto a sapere del
cazzotto.
- Dai Gisele, manchi solo tu - mi sussurra appena gli arrivo accanto.
Menomale, non sa nulla. Mi volto e vedo Austin, al centro del set, come
se niente fosse successo. Gli devo parlare, cavolo se gli devo parlare.
E lo devo fare entro oggi, per forza.
Mi giro intorno e non vedo neanche Ed. Lo chiedo a Gary, con il labiale
e mi fa cenno che è andato via.
Ecco, un altro con cui devo parlare. Deve pur sapere qualcosa.. Austin
non può aver dato di matto a questa maniera senza un motivo
razionale. No?! E il motivo non è sicuramente quello che ha
detto Gary/Mr so tutto io.
E non chiedetemi come faccio a dirlo. Lo.. percepisco, okay?
- STOOOOP. Bene, Samuels.. ti trovo particolarmente in forma - dice
Mike, svegliandomi dai miei pensieri.
In forma sicuramente, non c'è dubbio.
A fine riprese Mike mi trattiene ancora un pò, per spiegarmi
tutto quello che ci manca da girare e i vari cambi di location. Prendo
nota assieme a Gary. Bene, mancano altri tre mesi da paura e il mio
primo pseudo figlio vedrà la luce. Ce la farò? Ai
posteri l'ardua sentenza.
Dopo aver salutato tutti mi incammino verso la macchina in silenzio e
noto qualcosa di bianco sotto il tergicristallo. Ecco, una multa ci
mancava. Il coronamento della giornata perfetta.
Tolgo via il foglio e lo apro, per vedere cosa ho combinato stavolta.
Ma questa.. no, non è assolutamente una multa. E' una
lettera.. per me. Da.. Austin.
Sempre io, sempre qui.
Le cose si muovono un pochino.. spero questo capitolo possa piacervi
davvero!
Ora devo scappare.. alla prossima!
Un abbraccio stritolante.
Ps lasciate una recensione. per chi scrive significa tanto, davvero..
non immaginate. Potete anche lasciar scritte solo due parole,
criticarmi, farmi notare cosa c'è che non va.. ma fatelo.
Voglio
davvero capire dove ho sbagliato con questa storia e cercare di
migliorare.. grazie a voi.
|
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Capitolo 7 *** you found me. ***
chap 6
you
found me.
"Why'd you have to wait?... Where were you? Where were you?
Just a little late... you found me,
you found me."
The Fray
La chiudo. Ho paura di leggere quelle righe, troppa paura. Entro in
macchina con il cuore in gola e, con le mani che tremano appoggio il
foglio nel sedile accanto.
So che prima o poi
devo aprirlo, ma.. e se c'è scritto che in realtà
ha capito chi sono? E che sono un'infantile? Ma questo non spiega
assolutamente il cazzotto. Cavolo invece di farmi tutte queste pippe
mentali potrei aprirla e leggere, magari.
Proprio mentre lo sto
per fare arriva Gary al finestrino per darmi un bacio sulla guancia.
Subito il foglio finisce di nuovo sul sedile accanto al mio.
- A domani, tesoro. E
dormi stasera, che ti vedo stressata - mi dice prima di partire con la
macchina davanti a me.
Eh, dormire
sarà proprio un'impresa. Dò un ultimo sguardo
alla lettera.
- Ti leggo a casa,
okay? - le dico. Come se potesse rispondermi.
Arrivata sotto casa,
parcheggio e mi sgancio la cintura. Torno a guardare lei. E' ancora
piegata in quattro, come aveva fatto lui.
Adesso devo leggerla,
non ho più scampo.
Gisele,
devo scriverti, sfogarmi. Tirare fuori tutto quello che ho dentro o
scoppio.. o peggio finisco di spaccargli il muso.
Passo
l'indice su quelle parole. Ha scritto con furia... si capisce dalla
scrittura, da come ha calcato con la penna sul foglio.
Dovrei
iniziare a raccontare dall'inizio... ma un inizio non c'è. O
meglio l'inizio c'è ma sono parecchi anni fa, alla premiere
di Stardust. Non ti ho riconosciuta subito, lo ammetto. Ma so che tu
invece sì... dal primo provino che ho fatto con te.
Ho ricollegato tutto quando ti ho vista con quel vestito, quello di
Allison. Ho avuto un deja-vù, ti ho rivista fasciata in quel
vestito bianco... sono tornato indietro nel tempo, ho rivussuto ogni
momento. E mi sono risposto alla domanda che ti avevo fatto io stesso.
Ho finalmente capito perchè... volevi farmela pagare
perchè sono stato uno stronzo. Sì, ammetto di
esserlo stato. Ero un coglione e non posso dire che non è
vero. Ti chiedo di perdonarmi Gis, chiedo scusa per tutto quello che ti
ho fatto passare. Ti chiedo scusa a nome del coglione che ero allora, e
dell'uomo che sono ora. Sì, perchè sono
cambiato... è per questo che voglio spiegarti il
perchè del mio gesto verso Ed. Oggi vi ho visto baciarvi, ho
capito che stavate insieme... Sono stato contento che avevi superato
l'odio che avevi verso di me per amare lui.
Vedo
quest'ultima frase tutta cancellata, riscritta. Parole barrate, altre
nuove scritte sopra.
E
quando oggi sono venuto da te stavo per dirti che l'ho sentito parlare
con un'altra al telefono. Non sono così scemo, capisco come
si comporta un uomo quando parla al telefono con una donna che gli
piace. E lui aveva quegli occhi mentre parlava al telefono... e non era
con te. Sono scattato, non ci ho visto più. Non so
perchè ma non ho sopportato l'idea che ti facesse soffrire..
soprattutto se grazie a lui stavi superando tutto quello che ti ho
fatto io. Non so se è da codardi dirti tutto qui, ma non ce
la faccio a dirtelo in faccia, mi dispiace, Gisele, davvero. Ma ti
avrebbe presa in giro ancora, e non sopportavo l'idea.
Bene, quello che dovevo dirti te l'ho detto.
Austin.
Mi fermo
a guardare la sua firma. Sopra ci sono due righe completamente
cancellate.
Ora mi tocca
riordinare le idee. Mi ha visto baciarmi con Ed...?! Non c'è
mai stato nessun bacio! Possibile che... oh, Dio, dev'essere stato
quando mi ha detto del profumo... dannazione.
Ma... di che
telefonata di Ed sta parlando? Lui è sempre stato con me...
e poi no, non è possibile che si stia sentendo con un'altra.
Noi... io credevo lui volesse stare con me. Forse gli sono sembrata
fredda.
Oh, al diavolo! Come
può insinuare una cosa del genere?! Magari Ed stava davvero
parlando con me! Ed non è il tipo che farebbe una cosa del
genere, e chi è Austin per metterlo in dubbio?!
Cavolo, ma
perchè ogni volta che Samuels ci mette lo zampino io finisco
per starci male?
La rabbia e la
confusione mi guidano dritta dritta davanti alla porta di Austin. Busso
tre volte di seguito, mentre respiro a fatica.
*Perchè sei
tanto arrabbiata? E' stato un gesto carino*
Sì, peccato
che abbia torto marcio! Come può insinuare una cosa del
genere su Ed?!
*Forse dovresti
parlarne prima con Ed*
Troppo tardi.
Guardo Austin che ha
aperto la porta e mi osserva sorpreso.
- Gisele - Sussurra, e
non dice altro. Ha capito che ho letto la lettera.
- Chi cazzo ti credi
di essere, Samuels? - Urlo entrando a forza in casa sua.
- Di che stai
parlando? -
- Della tua sparata
con Ed, di quello che mi hai scritto... non hai prove, non hai niente,
non hai il diritto di dire quelle cose! Potevi fargli male davvero,
DOVEVI CONTROLLARTI! - Prendo fiato ansimando, scossa dalla rabbia e
dalle emozioni che mi provoca quest'uomo.
- Ti ho scritto una
lettera confessandoti quello che provo e tutto quello che ricordi
è che quel porco ti tradisce?! - Mi rinfaccia adeguandosi al
mio tono di voce.
- NOI NON STIAMO
INSIEME! - E' tutto quello che riesco a dire. Rifletto sulla sua frase,
e la verità mi colpisce come un pugno in faccia.
Sto facendo una
scenata per nulla.
- Non state...
insieme? Ma... -
- Non mi stava
baciando, ti sei sbagliato. Sei un coglione, Samuels - Dico, con una
nota dolce nella voce.
Lui sorride e si
avvicina.
- Gis... ho sbagliato
tutto con te, ma almeno adesso sai perchè l'ho fatto - lo
vedo avvicinarsi, prendermi la mano. Non mi muovo, lascio che si
avvicini e me e mi passi la mano attorno alla vita.
- Perchè
l'hai fatto, Samuels? - gli sussurro e lui con il suo naso sfiora il
mio, poi sorride.
- Non credo di aver
mai provato una cosa del genere, davvero... non so dirti cosa sia.
Però... - e si ferma riafferrandomi la mano e poi le guarda
mentre si intrecciano.
- Sento che voglio
stare con te. Mi sono scoperto a guardarti spesso... ad avere voglia di
starti vicino. Mi sono accorto che non capivo cosa mi prendeva se c'eri
accanto a me. Poi, dopo la reazione con Ed ho capito che era vero.
Io... Ti amo, Gisele -
Queste parole le dice
guardandomi negli occhi, nessuno l'aveva mai fatto. Faccio la prima
cosa che d'istinto riesco a fare. Gli passo una mano dietro la nuca e
lo bacio, senza pensarci. La sua mano dietro la mia schiena mi stringe
ancora di più.
Mi allontano di scatto
e mi sfioro le labbra con le mani.
- Io... devo andare,
Austin - sussurro e scappo via.
Ho il cuore che
tamburella come un pazzo mentre salto in macchina, mentre guido verso
casa. Adesso sei capace di ammetterlo? Avevano ragione tutti... come
hai fatto a non accorgertene? Lo ami Gis, ammettilo.
- Sì, lo
amo. Lo amo davvero, diamine - urlo in macchina a chissà
chi. Il ragazzo nell'auto accanto alla mia mi ha visto e ride.
Starà pensando che sono una pazza. Ma chi se ne frega! In
questo momento non credo ci sia donna più felice di me. E
c'è una persona che devo immediatamente informare.
Saltello per le scale
e apro la porta di casa con un sorriso che mi parte da un orecchio e
arriva all'altro.
- Audreeeeeeeeeey -
Lei sbuca dal
corridoio con un'aria strana. Colpevole. Ma sono troppo felice per
pensarci.
- Non indovinerai mai
che è successo! Siediti vieniii - Le dico, battendo una mano
sul divano. Lei mi raggiunge con un sorriso appena accennato.
- Gis, aspetta..
devo.. -
- No, senti! E'
successo un casino,
Austin mi ha scritto una lettera, dicendomi che mi aveva riconosciuta..
e mi ha spiegato il motivo del cazzotto. Austin era arrivato alla
conclusione che io e Ed stavamo insieme, e che lui mi tradiva. Io non
ci ho visto più e sono andata da lui. Mi ha detto che vuole
stare con me.. che solo dopo il cazzotto a Ed ha capito che mi ama. Dio
Santo, mi ha detto che mi ama.. guardandomi negli occhi e.. ci siamo
baciati. Oh, Dio. Solo che non ho avuto il coraggio di rispondergli. Ma
lo so che lo amo. Insomma, lo sappiamo tutti, no? non fate altro che
ripetermelo! - Attendo una risposta, mentre prendo un respiro, ma
quello che vedo è un mezzo sorriso e un paio di occhi
lucidi. E
non di gioia.
- Gis... senti...
Austin non aveva tutti i torti - Incalza, tirando su col naso. Sta per
piangere? Oh Dio, che è successo?
Mentre sto cercando di
capirci qualcosa, vedo una figura farsi strada nel corridoio. E' Ed.
Improvvisamente, tutti
i tasselli del puzzle vanno al loro posto.
- Eri... tu? - Le
dico, aggrottando la fronte. Oh, cielo. Ho sclerato con Austin per
colpa della mia migliore amica. Che non si è degnata di
dirmi che si vedeva con ED?!
- Gisele, ti prego.
Volevo dirtelo, ma ogni volta c'era questo o quello che me lo impediva!
E' successo da poco, quella telefonata è stata la prima! Ed
non ha mai finto con te -
- Ma... -
Lei mi prende le mani,
sorridendo. - Non permettere che questa scemenza ti butti
giù. Sembri il ritratto della felicità, amore mio
-
Guardo Ed che le sta
stringendo la spalla per incoraggiarla.
*Stanno proprio bene
insieme, però*
Stai zitta tu.
*Uff.*
- Hai ragione. Ed
è stato solo un errore di percorso. Che mi ha portata a
Austin. - Ritrovo di nuovo il sorriso, e mi dico che c'è una
persona in modo particolare che deve saperlo.
Bon, eccoci qua!
Avete scoperto sia il contenuto della lettera che il perchè
del cazzottone Austiniano... Che capitolo rivelatorio, eh?
E i nostri piccioncini meraviglioserrimi (quanto li amo) si sono
finalmente avvicinati davvero... Si sono trovati. Come il titolo della
splendida canzone che ho messo come titolo. E' una canzone a cui tengo
molto, la ascolto spesso e... Insomma la voce di Isaac Slade mi fa
davvero emozionare.
Credo che piangere anche se mi leggesse la lista della spesa in
acustico!
You
Found Me, The Fray <-- Questo è il link
della canzone, per chi non la conoscesse... E' la versione acustica, la
migliore, a mio parere.
Bè, dopo queste ciance tocca a voi cianciare... Susu, voglio
sapere da tutti quello che ne pensate.
Sì, anche te che stai leggendo queste righe e scuoti la
testa ridendo perchè non volevi recensire! :D Ci tengo ;)
Un abbraccio stritolante!
Piesse: Dovete ASSOLUTAMENTE passare a leggere questa opera d'arte
--> Hey,
Soul Sister è una fic su Johnny Depp che
sto scrivendo con altre nove meravigliose ragazze... Ci terrei se
passaste a leggere e lasciaste un parere anche lì ;)
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Capitolo 8 *** the right time. ***
chap 7
the right time.
Non
so per quante ore siamo rimaste a parlare ieri sera, dopo che Ed
è andato via. Abbiamo parlato di loro due, di come sono
andate realmente le cose. Almeno so che lui non mi hai mai presa in
giro, volevano dirmelo e glielo leggo negli occhi che è la
verità.
E poi gli dico di Austin. Di tutto quello che mi ha detto, di quanto
sono stata stupida a non rispondergli. Ho anche lasciato il telefono
spento.. voglio parlargli a quattr'occhi. Come ha fatto lui con me.
La mattina mi sveglio più agitata che mai, neanche il primo
giorno di lavoro ero così. Audrey si alza come sempre prima
di me e mi prepara il solito caffè, con un cioccolatino
accanto alla tazzina.
- Hai bisogno di energie stamattina, splendore - mi dice con un
sorriso.
- e ho anche bisogno di non morire di crepacuore prima di arrivare sul
set - le rispondo facendole un sorriso a 32 denti.
- Ce la farai, miss Lewis. E vedi ti tornare a casa con Samuels, oggi -
mi dice pizzicandomi la guancia.
Mi stiracchio e bevo il caffè, prima di lasciarmi andare al
sapore meraviglioso di questo cioccolatino Lindt. Ma come si fa a farli
così buoni? Mah. Scelgo velocemente cosa mettere - evento
più unico che raro - ed esco. Esco con il cuore che sta per
scoppiare, con le gambe che tremano, e con dei colibrì
assassini nello stomaco. Però sono uscita.
Esco dalla macchina solo dopo aver tirato un respiro profondo. A
braccarmi però c'è subito Gary.
- Rimboccati le maniche, sarà una giornata assurda, oggi -
Oggi, giornata assurda? No, oggi ho di meglio da fare, ciccio. Non
faccio neanche in tempo a formulare il pensiero che mi ha trascinata
via, da Mike. Mentre lui parla cerco Austin con lo sguardo, ma non lo
trovo.
Gary mi tira una gomitata e mi indica il foglio dove sta scrivendo.
'Austin è dallo sceneggiatore, mi ha raccontato tutto
stamattina. è arrivato un'ora in anticipo che non riusciva a
dormire e voleva vederti'
Alzo gli occhi e incontro quelli di Gary, che mi fa l'occhiolino. Gli
disegno un sorriso accanto alla scritta e sorrido anch'io.
Poi, il suono di Mike che si schiarisce la gola mi riporta alla
realtà.
- Quindi bisogna che ci focalizziamo di più su Allison, via
quei colori -
Annuisco e ripeto 'via colori', tanto per fargli capire che
più o meno lo sto ascoltando. Poi però vedo Eric
entrare sul set con Austin accanto che è perso con lo
sguardo a cercare qualcosa. E lo so io cosa!
Sono qui, scemo! Ma non credo che mi riesca a leggere nel pensiero.
- E poi, cosa importantissima - dice Mike alzando la voce. Questo qui
adesso si ricorda delle cose importantissime e mi tocca starlo a
sentire.
Scambio un'occhiata veloce con Austin e lui viene catturato dalla
costumista. Ma allora ci tramano contro, è una congiura!
- Capito tutto? - Meno della metà, a dire il vero.
- Certo - alla faccia della sincerità.
- Confido in voi, ragazzi -
Mike va via e mi volto verso Gary.
- Tranquilla, tesoro. Ho preso appunti su tutti, vai a cercarlo,
muoviti - sussurra velocemente e mi spinge via.
Sto per aprire la porta quando mi sento chiamare da Eric. Ma un fulmine
quando serve, no, eh?
- Dimmi - dico, voltandomi.
- Ho fatto le modifiche che mi ha chiesto Mike. Ma dice che devi essere
tu a controllare -
Ora? Damn!
- Certo - rispondo con il sorriso più falso che esista. Vedo
Gary passarsi una mano fra i capelli e io di risposta alzo le spalle.
Che ci posso fare?
Passo almeno mezz'ora a rianalizzare tutto, il tutto perchè
mi tocca alzare la testa ogni dieci secondi. Maledettissima me.
- Adesso è perfetto - dico sorridente, guardando Eric.
- Grazie mille, Gisele - mi risponde e scatto subito verso Gary, per
chiedergli dove si è cacciato Austin.
- TUTTI IN SCENAA! - urla Mike, dal megafono.
Come in scena? Mi sto per arrendere, adesso ho i nervi a fior di pelle.
- Dai, c'è tutta la giornata - mi sussurra Gary.
- Avrò un esaurimento nervoso prima, lo so -
Poi lo vedo conquistare il centro del set e guardarmi, finalmente per
più di tre secondi. Ma prima che possa succedere
qualcos'altro Mike urla AZIONE e lui si trasforma.
Non gli tolgo un attimo gli occhi di dosso, in silenzio seguo ogni suo
più piccolo movimento. Ma come ho fatto a non capire prima
cosa mi stava succedendo? Lo vedo sorridere alla protagonista.. quel
sorriso che.. devo dirglielo, devo parlargli. Urgentemente.
Sono alla fine della giornata e ho il fegato a pezzi.. e il mio sistema
nervoso ha certamente riportato lesioni inguaribili.
La ragione penso sia chiara. Non siamo riusciti ad avvicinarci.. e
adesso io sono nelle mani di Stephanie e lui in quelle di Mike. Gary
cerca di calmarmi, invano. Molto invano.
Sono un fascio di nervi.. vederlo così vicino e non poter
fare nulla mi fa innervosire ancora di più. E lo vedo che mi
cerca, cavolo! Il che aumenta ancora di più la mia
percentuale di nervosismo.
- Quindi dovrebbe andare così. Gisele, mi stai ascoltando? -
- Sì, sì. Va .. benissimo, così -
rispondo, guardando Stephanie.
- Okay, allora credo che per oggi possa andare, ci vediamo domani -
Se non ho un crollo nervoso, volentieri.
- Certo - traduco, sorridendo. Alzo gli occhi per vedere se si
è liberato da Mike e.. non lo vedo. Non lo vedo
più.
Dove diavolo si è cacciato quell'imbecille adesso che gli
posso parlare?! Calma Gisele, respira. Mi volto e non vedo
più neanche Gary. Abbandonata anche dalla mia sentinella. E
adesso?
*Adesso inizi a cercare in giro, no?*
Grazie per il consiglio, ci ero già arrivata.
*Non credo*
Piantala.
Inizio a camminare quasi da agente segreto, per paura che qualcuno mi
chiami, o mi veda. E non posso neanche chiamarlo, altrimenti mi sentono.
Non può essere andato così lontano, no? Dove ti
sei cacciato, grandissimo i-
Una mano mi prende il braccio e mi spinge indietro, vedo la porta
chiudersi e rimanere al buio.
- Ma cos-
La stessa mano si mette sulla mia bocca per farmi stare in silenzio.
Sento la voce di Mike fuori dalla porta svanire piano piano, stava
sicuramente passando qui davanti.
Con la mano accendo l'interruttore per vedere chi è che si
diverte a fare questi scherzi idio-
- Austin - dico, e un peso si toglie dal cuore.
- Scusa la brutalità, ma credo sia l'unico modo per parlare
- sussurra, per non farsi sentire.
- Beh, in fin dei conti, lo stanzino dell'oggettistica ha un suo non so
che - dico ridendo e spostando con il piede una lampada per arrivare
più vicina a lui.
- Io.. ti devo delle spiegazioni più precise - inizio
appoggiando una mano sul suo petto e, con un gesto delicato, lui
appoggia la sua sulla mia.
- E' vera. La storia della premiere di Stardust, intendo. Volevo
davvero fartela pagare, mi avevi distrutto non sapendolo.. Rivedendoti
pensavo che avrei provato solo odio per te.. ci è voluto
quel bacio, e millemila persone a dirmelo, per capire che l'odio era
l'ultimo dei sentimenti che provavo per te. Io.. credo di essere
davvero innamorata di te, Samuels - e alzo gli occhi per tuffarmi nei
suoi. Ci vorrei annegare in quel color cioccolato, davvero.
Lui mi passa la mano dietro la schiena e mi avvicina a lui.
- Per colpa mia abbiamo perso.. uhm.. Tre anni, all'incirca - e ridiamo
- credo sia il caso di recuperare, capo - mi dice con un ghigno.
Mi avvicino a lui e lo vedo chiudere gli occhi. Gli mordo delicatamente
il labbro inferiore e lo vedo sorridere.
- Non.. chiamarmi.. capo.. Samuels - gli dico lentamente e lui mi
prende il viso tra le mani.
- Ieri sera ci eravamo fermati più o meno qua - sussurra e
mi bacia. Un bacio più bello di quello di ieri sera.
Più bello di tutti quelli che abbia mai ricevuto.
- No, no, aspetta - gli dico staccandomi e lui, quasi spaventato
risponde con un - Cosa c'è?! -
- Ci eravamo fermati, qui - gli dico sorridendo e stavolta lo bacio io.
Lui mi mette una mano sulla coscia e mi fa salire in braccio,
appoggiandomi al muro.
Dio, ti prego, fà che non entri nessun-
La porta si spalanca e c'è Gary.
- Dei dell'Olimpo, ce l'avete fatta! - sussurra e poi chiude la porta.
- No, Mike. Gisele e Austin non sono neanche qui - dice, una volta
chiusa e scoppiamo a ridere.
- Che ne dici di riprendere in luogo più calmo? - chiedo io.
- E comodo soprattutto - mi dice facendomi scendere e scansando ancora
la stessa lampada.
Apro la porta, non lasciando mai la sua mano. Appena usciamo mi
abbraccia da dietro e mi dà un bacio sul collo.
- Gisele .. - mi dice dolcemente.
- Non è che potrei.. come dire, non girare ancora l'ultima
scena.. ti prego, odio Miles -
Mi giro e rido.
- Non credere che puoi rigirarmi come vuoi adesso, sono pur sempre il
capo -
- Quando ti conviene, eh! Allora vorrà dire che
chiederò a Mike di rigirare la scena di sesso con Allison,
sai posso fare di meglio - mi risponde con un ghigno.
- Non puoi fare di meglio, Samuels. E poi, decido io -
Lo vedo ridere e.. quanto sono fortunata, che diamine.
- Come vuoi tu, capo - mi dice baciandomi.
- Ah, eccovi voi due -
Mike. Cazzo.
- Ce ne avete messo di tempo. Vi tengo d'occhio dall'inizio delle
riprese - dice sorridendo e tiriamo un sospiro di sollievo.
Adesso ditemi: ero solo io l'unica a non essersi accorta di quello che
c'era?
A quanto pare, sì.
Sono pronta al
linciaggio.
Sono passati millenni, lo so. Ma a malapena trovo il tempo per
respirare tra università e quant'altro... e so che potete
capirmi.
Però su, tutto è bene quel che finisce bene, no?!
Ce l'hanno fatta... Anche Mike dà la sua benedizione, che
volete di più!
Però magari dovrei anche smetterla di commentarmi il
capitolo da me... tocca a voi, lo sapete! Fatemi sapere ogni lettera
che vi ha fatto schifo, cosa vi è piaciuto, qualsiasi cosa
vi sia passata per la testa, sapete che ci tengo molto!
Adesso devo abbandonarvi di nuovo. Spero di poter pubblicare spesso
l'epilogo e sappiate che sto lavorando ad una nuova originale.
E' quasi pronta... mancano solo gli ultimi ritocchi. E promettete di
sopportarmi ancora, vi prego!
Un abbraccio stritolante,
Rachele.
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