Forever With You

di Kat Logan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** Capitolo I ***
Capitolo 3: *** Capitolo II ***
Capitolo 4: *** Capitolo III ***
Capitolo 5: *** Capitolo IV ***
Capitolo 6: *** Capitolo V ***
Capitolo 7: *** Capitolo VI ***
Capitolo 8: *** Capitolo VII ***
Capitolo 9: *** Capitolo VIII ***
Capitolo 10: *** Capitolo IX ***
Capitolo 11: *** Capitolo x ***
Capitolo 12: *** Capitolo XI ***
Capitolo 13: *** Capitolo XII ***
Capitolo 14: *** Capitolo XIII ***
Capitolo 15: *** Forever with you ***
Capitolo 16: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologue ***



Dedicata a tutti voi, che con il vostro entusiasmo e il vostro sostegno siete la mia ispirazione.
 
- Kat Logan -
 
 

Un forte odore di zolfo impregnava l'aria rendendola irrespirabile.
Le tenebre regnavano sovrane in quel luogo fuori da ogni dimensione.
Una fila di occhi gialli e rossi dall'espressione inanimata, risaltavano in quel buio come i gioielli preziosi di una collezione inquietante.
Il circolo dei demoni si era riunito.
"Cari colleghi, sarete d'accordo con me, che bisogna mettere fine o quanto meno arginare questa situazione una volta per tutte. Non ho mai visto nulla di simile da quando esisto."
Una voce profonda e cupa come quel buio che avvolgeva tutti i presenti senza svelarne la loro forma aveva riempito quel silenzio a cui seguì un vociare concitato e confuso.
Una fiammata calda accese di una luce fioca quel posto.
"Silenzio! Ordine, per la miseria!" 
La voce apparteneva a quello che sarebbe stato scambiato ingenuamente per un normale essere umano.
I suoi occhi però sembravano inniettati di sangue, delle scintille color cremisi attraversavano le sue iridi rendendolo ancora più inquietante.
"La morte non sta svolgendo al meglio la sua funzione di guardiano dell'oltretomba. Fa troppo avanti e indietro dal regno dei vivi a quello dei morti...tutto questo, per un'umana!"
Un verso di sorpresa e disgusto riempì quel luogo.
I presenti erano contrariati da quella rivelazione.
"E' urgente prendere dei provvedimenti, ci riuniremo qui al più presto, con il soggetto in questione, chiamate la sua segretaria per un appuntamento!"
Fu con quella frase che la luce tremolante della fiamma si spense e tutti i presenti si smaterializzarono.
 
Anche la morte non poteva sfuggire ai guai.



Note dell'autrice:

Eccomi di nuovo qui!! Vi avevo promesso che non vi avrei fatto aspettare a lungo.
Sono poche righe, per la prima volta ho deciso di iniziare con un prologo anzichè direttamente con un capitolo, spero che l'idea non via sia dispiaciuta.
Che dire...spero di ritrovarvi qui con la vostra carica contagiosa che mi ha permesso di scrivere una cosa come "All we are", di cui vado davvero fiera.
Un bacione :D
 

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Capitolo 2
*** Capitolo I ***




Le note di un pianoforte danzavano nel vento che portava con se il gelo pungente dell'inverno.
Una soffice coltre di neve candida ricopriva tutto il paesaggio.
Hotaru aprì gli occhi, si guardò le mani pallide lasciandole volteggiare piano sopra la sua testa per poi stiracchiarsi.
Accanto a lei c'era Jack, sdraiato su un fianco che con uno strano sguardo la guardava incantato.
"Ben alzata!"
"Hai dormito?"
"Io non ho bisogno di dormire!"
"Oh...giusto..."
La ragazzina si strinse a lui, nonostante avesse il cappotto addosso incominciava a sentire il freddo, l'illusione della morte, quel posto che aveva creato per loro si stava dissolvendo piano piano.
"Devo andare Hotaru!" le sussurrò all'orecchio.
"Tornerai sta notte?" 
"A mezzanotte, come sempre!"
Ormai da un mese Hotaru e il peggior nemico della sua famiglia passavano di nascosto il tempo insieme.
Allo scoccare di ogni mezzanotte lui la raggiungeva sulla terra e ogni volta creava un illusione perfetta per loro.
Jack la baciò.
Il bacio della morte.
Hotaru si sentì persa, smarrita, ogni volta era come cadere. Fare un lungo volo nel vuoto e nel buio.
Appena riaprì gli occhi si trovò sola, nel bel mezzo del giardino con la neve che le arrivava alle caviglie.
Scaricata in mezzo alla neve.
La musica si fermò violentemente. I tasti lisci del pianoforte sembrarono essere stati aggrediti ed ecco che un attimo dopo apparve sulla soglia di casa Michiru.
"Ma dove sei stata, Hotaru?" i suoi occhi accompagnarono l'apprensione che colorava la sua voce.
"A fare un giro."
"Tutta notte?"
"Si, poi mi sono addormentata!"
"dove?"
Nessuna risposta.
La mora entrò in casa lasciandosi alle spalle sua madre che continuò "Se ti fosse successo qualcosa..."
"Non sarebbe successo, con me c'è Saturn!" la interruppe lei.
Da quando Haruka e Michiru l'avevano divisa dalla morte, la loro bambina era diventata fredda e sfuggente.
Il suo carattere dolce e affabile sembrava essere sepolto sotto quella coltre fredda che aveva imbiancato il loro giardino.
"Maledizione Hotaru, porta rispetto a tua madre!" Haruka aveva alzato il tono di voce ed era comparsa dalla cucina nel corridoio rincorrendola.
La porta le si chiuse in faccia con un rumore sordo.
"Quando finirà questa situazione?!" 
La bionda sembrava sull'orlo di una crisi di nervi. 
Se Michiru sembrava ferita e paziente lei aveva l'aria di essere un toro infuriato e scalciante.
"Forse ci vuole..."
"Ancora un pò di tempo, si amore lo so..." la sua voce finì la frase ammorbidendosi un pò.
Sorrise dolcemente a Michiru che le scatenava ad ogni sguardo una tenerezza incredibile.
"Chiudi la porta, prenderai freddo!"
Le si avvicinò piano, con passo felpato, spinse la porta e poi le cinse i fianchi da dietro appoggiando il viso sulla sua spalla e respirando il profumo dei suoi lunghi capelli color verde acqua.
Come farei senza di te, Haruka?
Quella ragazza continuava ad essere il suo punto fermo, la sua ancora di salvezza. Il suo vento caldo che soffiava dolce su di lei e riusciva a consolarla ogni volta.
Viveva per lei, per ogni sua risata, ogni suo gesto, ogni sua parola.
Se qualcuno gliel'avesse strappata, portata via, allontanata, la disperazione sarebbe stata tale che lei sarebbe morta.
E se Hotaru provasse queste cose e noi le avessimo provocato questa disperazione lancinante?
I pensieri di Michiru correvano veloci nella sua testa, provocandole dei piccoli sussulti e un tormento che l'avrebbe accompagnata tutto il giorno.
"A che stai pensando?" le domandò con voce flebile Haruka senza staccarsi da lei.
"A quello che proverei se ti portassero via da me..."
"Non succederà..."
"Ma se..."
"Non è possibile, ti ritroverei ovunque, non puoi liberarti di me."
La presa di Haruka si fece più salda, voltò Michiru verso di lei e la guardò negli occhi.
"Smettila di pensare di esser colpevole del comportamento di Hotaru, abbiamo fatto la scelta che avrebbe compiuto ogni buon genitore".
Occhi blu in occhi del medesimo colore che si perdevano e annegavano oltremare.
Il respiro caldo della ragazza le solleticò il collo per poi accarezzarle le guance rosee.
Le loro labbra si avvicinarono, per poi scontrarsi violentemente e morire in un bacio che poco a poco si fece morbido, dolce e lento.
Il mio vento irriverente.
Michiru sorrise a quel pensiero.
Il mare che sa cullare la mia anima e far affondare ogni mio malessere.
Haruka fece lo stesso accarendole un braccio delicatamente.
 
"Affrontiamo anche questa giornata!"
 
 
 
Note dell'autrice:
 
Ciao a tutti! Eccomi qui con il primo vero e proprio capitolo della nuova storia.
Innanzi tutto grazie mille per le 251 recensione di All we are, e per quelle che mi avete lasciato qui al prologo, è stato emozionante iniziare così bene! :D
Spero che questo capitolo iniziale vi sia piaciuto, ho voluto lasciare un pò di spazio alle nostre Haruka e Michiru che di certo non abbandoneremo.
Non pensavo mi sarebbe venuto così, avevo pensato a un capitolo del tutto diverso, ma come al solito prendiamo quello che viene ;) 
A questo punto lascio a voi i commenti!!

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Capitolo 3
*** Capitolo II ***


 
 
Miyuki era seduta alla sua scrivania.
Si rigirò sulla sedia sbuffando e battendo nervosamente la penna sul piano del tavolo.
Il lavoro nell'oltretomba era decisamente calato negli ultimi tempi, le anime non mancavano di certo, il via vai era sempre lo stesso, ma la sua figura sembrava essere meno utile del solito.
Era come se il suo padrone non s'interessasse più a lei.
Come se non volesse più farla ammattire facendola correre da una parte all'altra con assurde richieste o lavori di ogni genere.
E' quasi noioso. Pensò mentre si tirava dietro all'orecchio una ciocca di capelli scuri.
Sembrava aver perso un pò della sua follia e questo le rendeva l'eternità un pò troppo monotona per i suoi gusti.
Alzò gli occhi vitrei al cielo, stiracchiandosi, quando il trillo metallico e freddo del suo centralino squillò echeggiando insistente.
Una lucina rossa s'illuminò a intermittenza sul display.
La linea per le comunicazioni d'emergenza.
Avvicinò la mano alla cornetta con gesto indeciso.
Era la prima volta che quella linea veniva usata da quando lei era li.
"Pronto?! Qui parla Miyuki, la segretaria della morte, come posso esserle utile?" 
Alla sua domanda pronunciata con voce sottile seguì un momento di silenzio.
Un sospiro caldo, dall'altra parte dell'apparecchio sembrò raggiungerle il timpano.
"Pronto?!?" riprovò più decisa.
In quel momento vide la morte davanti a lei che la guardava con sguardo interrogativo.
Ha ancora quegli odiosi capelli rossi.
Ma i suoi pensieri si bloccarono per quello che udì dalla cornetta del telefono "Qui parla il consiglio dei demoni, il suo capo è sotto processo. Dovrà presentarsi qui tra due ore."
"Riferirò".
Sotto processo. Consiglio dei demoni. Cosa significa?
"Miyuki ma sei sveglia?!"
"Si. Certo!"
"Allora?!"
"Ehm...era il consiglio dei demoni..."
L'espressione della morte rimase invariata in attesa del resto.
"Tra due ore..." continuò "dovrà presentarsi per il...uhm processo."
La morte scattò verso di lei sbattendo i pugni alla scrivania e facendola sobbalzare.
"Che cosa significa?!" La sua voce era un ringhio.
"Io...non lo so signore! Hanno detto solo quello."
"MIYUKI! NON PRENDERTI GIOCO DI ME!" il ringhio aveva lasciato posto al rimbombo di un tuono.
"Il consiglio dei demoni mette sotto processo in base a fatti concreti stupida morta! COSA SEI ANDATA A RACCONTARE?"
Il viso del ragazzo era a pochi centimetri dal suo, dei lampi accesi dal colore indefinito attraversavano quelle iridi color ghiaccio.
A Miyuki sembrò di sentirsi gelare il sangue.
"Non...ho detto...nulla a nessuno. Mi sono limitata a riferire i dati mensili come sempre a chi di dovere." Deglutii nervosa.
Per la prima volta aveva paura di lui da quando era morta.
La morte scoppiò a ridere istericamente.
"Non ci credo..." s'interruppe preso da un'altra risata che lo costrinse a piegarsi in due tenendosi stretta la vita con le mani prima di continuare "Devi essere proprio...una piccola personcina inutile Miyuki...tu...hai mandato i dati...a chi di dovere...A CHI DI DOVERE SONO IO IDIOTA! GLI HAI MANDATI AL CONSIGLIO DEI DEMONI! HAI MESSO LA MIA TESTA SU UN PIATTO D'ARGENTO A QUEGLI ANIMALI!"
Jack scaraventò la scrivania con un gesto convulso contro la parete distruggendola e costringendo la donna a scattare in piedi per poi rintanarsi in un angolo della stanza.
Ha usato il termine "animali" per qualcuno che è esattamente come lui.
"Io non ho la mail Miyuki! Tu stampi a me i dati chiaro? Hai mandato una stupida mail con tutte le mie uscite tra qui e il mondo dei vivi al circolo dei demoni, complimenti."
Ormai la segretaria non lo stava più ascoltando persa nei suoi pensieri.
Si ritiene umano? Si ritiene migliore? Cosa diavolo...
"COMINCIA A PREGARE!"
A quelle parole urlate contro di lei tornò alla realtà.
"Se questo tuo stupido sbaglio porterà delle conseguenze ad Hotaru...ti renderò l'eternità...la tua tortura peggiore."
Si sta preoccupando per un'umana. Una ragazzina. La causa dei suoi guai è lei, non certo io! La difende. La ritiene più importante di se stesso? Preoccuparsi per qualcun altro in questo modo vuol dire essere migliori?
 
Il volto della morte si rilassò lasciando spazio ad un ghigno che impreziosiva quel volto di marmo.
Ecco la vena di follia che per un pò aveva abbandonato quell'uomo.
Anche il suo aspetto originario riapparve.
Il mio...vero...padrone...
Un sorriso affiorò sulle labbra di Miyuki a quella visione.
Una strana sensazione la pervase, qualcosa di simile al calore.
Eppure non poteva sentire nulla. Non poteva provare niente. Lo sapeva bene, la morte ti portava via tutto. Ogni emozione.
Abbandonandosi all'istinto, allungò la mano affusolata e pallida verso i capelli color pece dell'uomo. Moriva dalla voglia di passarci le dita, accarezzarli, come se fosse qualcosa che appartenesse a lei.
La stretta al polso della morte però la bloccò, lasciandole la mano a mezz'aria.
"Non farmi pentire di averti legata a me quel giorno..." sussurrò prima di voltarsi di spalle e allontanarsi.
"Dove va?!" La domandà suonò quasi disperata.
 
"Ho un appuntamento con della gente grande, grossa e cattiva" disse prima di scomparire sotto ai suoi occhi.
 
 
 
Note dell'autrice:
 
Vi assicuro che non sono sotto l'effetto di droghe eppure il capitolo sembra scritto da una in fattanza. Forse sono le orecchie chiuse, il raffreddore...non lo so. 
Non mi convince, speravo di tirare fuori qualcosa di meglio, chiedo scusa.
La mia scaletta per la trama era diversa, il capitolo che doveva riguardare Miyuki non era questo, ma...al diavolo schemini e scalette, tanto la mia testa cambia sempre le carte in tavola, perciò è inutile fare previsioni xD
Più che altro ho deciso di "rimandare" ad un altro capitolo la storia di Miyuki, è un pò cruda e anche terribile se ci si pensa. Quasi da un pò fastidio pure a me.
Scriverla? non scriverla? E voi direte "cambiala se ti crea tutti sti problemi..." Il fatto è che...me la vedo solo con quella storia alle spalle XD
Evidentemente la pazzoide qui sono io. Ok, basta delirare! Alla prossima!
 

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Capitolo 4
*** Capitolo III ***



 
Per tre giorni terrestri Setsuna aveva dimorato tra quattro mura di pietra scura e fredda. 
Al di là delle sbarre che si era trovata davanti, prima di subire il suo processo dalla corte del tempo, aveva visto solo buio. Un buio profondo e nero che le aveva messo un senso di angoscia permanente.
"Ha abusato dei suoi poteri più di una volta, ha violato i tabù del tempo a scopo personale, per questo la corte del tempo la dichiara colpevole".
Le parole del giudice le rimbombavano in testa come una fastidiosa cantilena.
"Inizierà a scontare la sua pena da ora. Procedete con l'accecamento."
Quella frase era l'utlima cosa che aveva udito prima di venir accecata da una figura incappucciata di nero.
Non era stato doloroso. Non era quella la parte difficile.
Dal momento in cui aveva deciso di aiutare con tutti i mezzi le sue amiche, la sua famiglia, aveva preso atto del fatto che sarebbe andata incontro a conseguenze più che spiacevoli.
Ricordava le mani gelide appoggiarsi sulle sue tempie, sotto la sua lunga e folta chioma di capelli scuri, poi...solo buio.
Oltre a non avere più visioni aveva perso anche la vista.
Le era stato portato via il suo dono e con quello tutte le sue certezze.
Non poteva più veder nulla, ma nella sua testa continuava a scorrere una sottospecie di film senza immagini. 
Sentiva ancora la voce degli avvenimenti, ma di quei flash non poteva avere le scene vivide davanti ai suoi occhi.
Era come una televisione rotta.
Inutile.
Riconobbe la voce di Haruka e Michiru più volte nella sua testa, ma il non capire a cosa si riferissero, il non poter captare particolari visivi la rendeva nervosa e ansiosa.
Quella era la parte dolorosa per lei. Il non poter essere d'aiuto alle sue amiche.
L'essere costantemente confusa da messaggi che così non sembravano aver alcun senso o che ne aquistavano magari uno estremamente sbagliato.
L'essere impotente in quel modo non poteva sopportarlo.
La voce della morte rimbombò ancora una volta nella sua testa. 
Setsuna gridò tentando di liberarsi dalle catene che la tenevano legata al muro di pesanti mattoni dalle sfumature bluastre.
Delle piccole goccie di sudore le perlarono la fronte.
Quel personaggio sinistro era molto presente nella sua mente ultimamente e lei non poteva capire se avrebbe potuto nuocere ad Hotaru o ai suoi genitori.
Diede un altro strattone alle catene, ma l'unico risultato fu quello di farsi male ad un braccio.
"Maledizione!"
Un altro grido, questa volta di frustazione però, le sfuggì dalle labbra.
Da quanto tempo sono qua sotto? Sono ancora in quella prigione? o in un altro posto?
Si ricompose mettendosi in silenzio. 
L'unico suono che riconobbe furono dei passi pesanti avvicinarsi, poi il cigolio appartenente alle sbarre che si aprivano davanti a lei.
Un tocco deciso le toccò la mano per liberarla da quelle catene.
"Dove mi portate?" domandò presa dal panico.
"Alle porte del tempo, dove sei sempre stata" rispose distratta la voce maschile che si occupò di guidarla.
"Se mi dessi il mio bastone potrei cavarmela da sola..."
"Se mai mi caveresti un occhio. Non si può fare mi dispiace!" 
Quel modo di fare le ricordò Haruka. I loro piccoli battibecchi.
Fu in quel momento che venne assalita dalla malinconia, dalla mancanza di stare accanto alle persone che amava, di cui si fidava.
Il panico di poco prima che aveva dipinto la sua voce, non era altro che la paura di non essere più ritrovata da quelle persone, non mancanza di coraggio.
Spero potremo ritrovarci e che siate salve, amiche mie.
 
 
***
 
Haruka era appena rientrata in casa scrollandosi la neve di dosso.
"BBBBBBRRRRRRR!!!!"
Michiru accorse da lei con una serie di passi leggeri.
"Non importa rabbrividire così rumorosamente per farti notare!" disse sorridendole e dandole un leggero bacio sul naso gelato.
"E' che così corri prima da me!" disse battendo i denti per il freddo, sembrava una bambina in quel momento.
"Convinta tu...comunque ti aspetta una bella cioccolata calda in cucina, miss freddolosa rumorosa!"
"Sei la migliore!"
"Non ho dubbi su questo!"
Michiru aiutò con la giacca la bionda che sembrava aver dei problemi a liberarsi da tutti quegli strati di vestiti.
"Era necessario uscire con questo freddo?" domandò riuscendole a scastrare alcuni bottoni che fino a quel momento sembrava non ne volessero saperne di liberare Haruka.
"Ho fatto un pupazzo di neve!"
La ragazza dai capelli lunghi la guardò stranita, lasciandosi scappare una risata argentina che scaldò Haruka all'istante.
"Era un'esca per Hotaru..." spiegò l'altra "Magari così usciva dalla sua stanza!" 
"Come sei dolce amore! Peccato non abbia più cinque anni!"
La bionda sbuffò all'istante "Uffa..."
"Le passerà!" Ora era lei a confortarla.
Le due si diressero in cucina e si sedettero al tavolo.
"A volte immagino di trovarmi Setsuna qui all'improvviso, mi manca litigare con lei!"
"Manca anche a me, chissà dove sarà..."
Haruka appoggiò la mano su quella della compagna.
"Io non posso dirti né quando né come, ma la ritroveremo...è una promessa. E poi in fin dei conti glielo dobbiamo!"
Gli occhi blu di Michiru s'incatenarono silenziosi ai suoi. 
Credeva in Haruka.
Anche nelle situazioni più impossibili sapeva che quando lei prometteva, avrebbe trovato il modo di mantenere la parola data.
 
 
 
 
 
Note dell'autrice: 
 
Eccomi qui con il capitolo che comprende Setsuna, per la gioia di chi era impaziente di capire che fine avesse fatto!
Avete visto che oltre al circolo dei demoni esiste anche una corte del tempo. Che è la responsabile delle pene di Sailor Pluto.
Volevo ringraziare tutti quelli che mi hanno aggiunto come autore preferito e hanno inserito le mie storie nelle seguite e nelle preferite, chi mi scrive, mi recensisce e segue la pagina fb, sono tutte cose che mi fanno davvero piacere e apprezzo :)
Spero che anche questo capitolo non vi abbia annoiato e che vi piaccia nonostante sia saltato fuori molto corto. Buona notte a tutti!

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Capitolo 5
*** Capitolo IV ***



 

E poi dicono che a casa mia c'è puzza. Senti qua che schifo!

La morte aveva appena varcato la soglia del luogo oscuro in cui il consiglio dei demoni lo stava attendendo impaziente.

L'odore di zolfo rendeva l'aria irrespirabile tanto da provocare fastidio al signore dell'oltretromba.

Rinnegato. Voltafaccia. Traditore. Quelli erano alcuni degli appellativi che riuscì a captare nel chiacchericcio generale che si sollevò non appena tutti si accorsero della sua presenza.

Li nessuno lo temeva. Erano tutti allo stesso livello, o almeno fino a quando qualcuno non si comportava a dovere.

E a quanto pare lui non si trovava in una buona posizione al momento.

"Vi dispiace se cominciamo? Avrei da fare!" disse con tutta tranquillità guardando l'orologio da taschino con le lancette ferme,che sfilò velocemente per poi riporlo nella tasca della propria giacca.

"Qui i tempi li decidiamo noi" Il capo del consiglio aveva parlato per poi esigere silenzio assoluto dagli altri membri del circolo con un cenno della mano.

"Ehi, ehi...acido muriatico a colazione?"

"Monsieur la mort, nella sua posizione io non farei dell'ironia..." la frase questa volta era stata pronunciata da una voce diversa, suadente.

Un paio di occhi verdi smeraldo brillarono nell'oscurità.

"Gelosia...da quanto tempo..."

Ecco l'esemplare più viscido che io conosco.

Il demone che incarnava il sentimento della gelosia. L'unico con gli occhi di quel verde paralizzante. Veniva ingaggiato da tutti quelli che la provavano e si nutriva di quel sentimento, alimentandolo a dismisura nelle sue vittime fino a portarle a compiere i gesti più impensabili.

Andrebbe bene per Miyuki questo tizio.

"Senti, tra me e te c'è un bel pò di differenza, lascia pur che il mio posto si sia abbassato nella scala sociale, ma sarò sempre un gradino al di sopra di te. Vuoi mettere il mio potere e il tuo?! Tanto prima o poi...se qualcuno vi fa fuori, finite tutti da me! Perciò non credo che tu possa zittirmi!"

"SILENZIO!"

Una fiammata si alzò violenta irradiando un calore disumano.

La morte sbuffò emettendo un versetto di disapprovazione per quel caldo che sembrava aver effetto su di lui, lanciò un imprecazione cambiando aspetto e facendo comparire tra le sue mani un ventaglio.

"Ecco, ora ci siamo..."

La sua figura ora era quella della donna dai lunghi capelli rossi che tempo prima aveva tentato di sedurre Haruka.

"Il consiglio è venuto a conoscenza dei numerosi viaggi che hai compiuto ultimamente tra terra e oltretomba...i motivi non sembrano certo lavorativi"

Dannata Miyuki. E' proprio vero che i morti sono stupidi, sarà che morendo l'attività celebrale cessa!

I suoi pensieri gli impedivano di seguire il discorso del capo del consiglio.

Terribilmente noioso.

Oh ma guarda c'è anche Vendetta! Sempre seduta accanto a Gelosia, van sempre a braccetto a quanto pare...

"...La cosa inammissibile è che uno di noi provi dei sentimenti! E che per questo trascuri i suoi doveri! Non è mai accaduto che un demone provasse amore! Non possiamo tollerare che la morte sia innamorata! Perdi pure di credibilità!" Il tono di voce era alto e infervorato, quelle parole provocarono una sorta di scossa nella morte.

"Lei si dichiara..." intervenne Gelosia con un ghigno sghembo.

"Non colpevole! Mi pare ovvio!" rispose la morte indispettita e impettita, scuotendo la lunga chioma rosso acceso.

Non ho deciso io di provare queste cose. E' accaduto.

"Le sue movenze distraggono, potrebbe gentilmente tornare alla sua forma originaria?" domandò ancora una volta il demone dagli occhi verdi.

"Non sono io che dico ai tuoi occhi da playboy di fissare le mie curve! Comunque..." uno schiocco di dita e la morte tornò ad assumere le sembianze da uomo "Eccoti accontentato!"

"Voi due, volete finirla?!"

"Con tutto il rispetto...signor...uhm...giudice..." La morte compì un'elegante piroetta spolverandosi la giacca elegante gessata per poi continuare "potremmo procedere?"

Non toccate Hotaru.

"Si, credo sia il momento"

Tutto ma non Hotaru.

"Dunque?" domandò impaziente Gelosia, iniziando a battere insistentemente le dita ossute. Se avesse potuto si sarebbe messo a ballare pur di non star fermo.

Hotaru, devo andare da lei. Non posso mancare.

Gli occhi cremisi del giudice sembrarono risplendere di uno scintillio improvviso.

"Dato che non possiamo sollevarti dall'incarico di Re dell'oltretomba...e la cosa più cara che hai è quell'umana..."

La morte scoprì i canini bianchi soffocando un ringhio.

Vi faccio fuori se la fate qualcosa.

"Puoi tenerti i tuoi bei sentimenti, ma ti assicuro che non ti piaceranno più tanto da ora in poi!"

Un coro soffocato emise un "oooh" di sorpresa a quelle parole.

"Di che si tratta? Accetterò qualsiasi cosa a patto che non le accada nulla!"

La morte che tiene a qualcuno, uno spettacolo senza pari. Pensò scuotendo la testa il demone della vendetta.
 

***
 

Haru corse scodinzolante in camera di Hotaru in cerca di qualche affettuosa attenzione.

"Hey piccolino ciao!" disse con voce allegra la ragazza, chinandosi per accarezzare il morbido pelo bianco del cagnolino.

"Quelle due son troppo intente a farsi le coccole tra loro eh?!"

E tu troppo intenta a farti bella.

La voce di Sailor Saturn echeggiò nella testa della morettina che si portò le mani alle tempie.

Era come avere una terribile emicrania quando la guerriera spuntava all'improvviso con la sua loquacità.

Nessuno ti ha invitata!

Hei, hai idea della noia che sia stare dentro a qualcuno e non poter far nulla?

Oh lo so bene, mi capita quando prendi il sopravvento e magari decidi anche di far fuori il mio fidanzato!

La guerriera della distruzione si agitò a quella parola. Probabilmente avrebbe contorto il viso in una smorfia di disgusto o scosso la testa in modo da marcare la sua disapprovazione.

Oh ora si che stai zitta eh?

Senti, ma non ne potremmo scegliere uno migliore? Di comune accordo magari...

Ad Hotaru scoppiò una fragorosa risata.

"Aspetta e spera bella!" disse ad alta voce ponendo fine a quella discussione.

Haru si sedette sul pavimento, drizzò le orecchie e inclinò la testina.

"Si, piccolo, tra poco arriva!" disse emozionata Hotaru saltellando sul posto.

I suoi occhi viola brillarono per l'entusiasmo.

Il cane abbaiò di rimando come a voler partecipare alla gioia della padroncina.

Mezzanotte.

Hotaru era seduta composta sul letto, vestita in un abito semplice color malva che si adattava perfettamente ai suoi grandi occhi viola.

A jack sarebbe piaciuto.

Un lampo illuminò la stanza.

"Entrata in grande stile!" esclamò coprendosi gli occhi per la troppa luce.

Haru andò a nascondersi sotto il letto. Quel comportamento non era più da lui.

La ragazza sbattè le palpebre più volte.

Davanti a lei una Miyuki piegata in due dal dolore si appoggiò a fatica con una mano alla parete accanto.

Dov'è Jack?

Lo sguardo perplesso di Hotaru parlò per lei.

"Non verrà." Disse fredda come il ghiaccio la donna.

"Cosa è successo?" domandò la ragazza in preda al panico.

"Non verrà più, fattene una ragione!"

Un sorriso si tirò sul viso pallido della segretaria, sembrava soddisfatta per quelle parole.

Hotaru non riuscì a ribadire che la donna scomparì nel nulla, così com'era apparsa.

Non verrà più.

Il pensiero che tolse le forze ad Hotaru.

 

Note dell'autrice:

Buonaseraaaa!! anche se ormai per l'orario sarebbe più consono un Buona notte! XD

Ebbene...questo capitolo è stato iniziato all'una di notte di sabato, domenica ho distrutto il mio pc e solo ora son riuscita a finirlo (perchè sono corsa come una disperata a prendermi un portatile XD).

A me è piaciuto molto scriverlo, spero quindi vi piaccia leggerlo :)

Sulla pagina fb avevo fatto una statistica di circa 17 capitoli, posso dirvi già che penso saranno di più, dato che ho stravolto tutto un'altra volta! Ok, mi scuso se queste righe non hanno un senso ma il cervello è finito in modalità off - line!

Sogni d'oro.

Kat 


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Capitolo 6
*** Capitolo V ***



Setsuna era seduta alle porte del tempo.
La schiena era dritta e le mani s'incrociavano in mezzo alle ginocchia ricoperte da un lungo abito rosa antico.
Una strana sensazione alla bocca dello stomaco aveva preso possesso di lei.
Non era solo il fatto di non poter vedere quel luogo in cui aveva abitato a lungo, c'era qualcos'altro. 
Un indizio le arrivò sentendo la voce di Hotaru nella sua testa.
Avrebbe pagato oro per poter vedere quelle immagini. 
Sentire il pianto della ragazza senza capirne la causa era angosciante.
Che ti è successo, cosa deve accadere?
Domande senza una risposta.
- E' l'unico modo per raggiungerlo -
Panico nella voce di Michiru.
Caos nella mente di Sailor Pluto.
"Cosa diavolo accadrà?!" la guerriera si portò le mani alle tempie e inclinò la testa.
Diventerò pazza se continuo così.
 
***
 
Haruka leggeva una rivista sportiva distesa nel letto accanto a Michiru.
Questa donna mi distrae, come faccio a concentrarmi su motori e macchine quando ho vicino a me una cosa così bella?
Lo sguardo le cadde furtivo sulle spalle vellutate di Michiru.
Era una visione in quella camicia da notte blu di seta con le e spalline che le scivolano dispettose sulle braccia candide.
Ok, al diavolo le riviste!
Pensò posando il giornale sul comodino e scivolando sotto la coperta più vicina a lei.
Haruka posò le labbra su quelle spalle che avevano attirato la sua attenzione, lasciandoci un bacio delicato.
Il respiro lento e regolare di Michiru non subì variazione a quel tocco.
Chissà cosa stai sognando...
La bionda fece morire un altro bacio leggero sul collo della ragazza per poi stringerla delicatamente a sé, appoggiò il viso alla sua schiena e inspirò profandemente il profumo delicato della sua pelle.
Fiori e acqua salata.
Michiru sorrise nel sonno.
Un sorriso silenzioso che non sfuggì alla sua ragazza.
Magari adesso un altro sta con te, se potessi ucciderei tutti i tuoi sogni..
Gelosa di un sogno.
Quando dormi non sei mia.
Haruka sbuffò piano. Si sentiva una stupida per tutti quei pensieri eppure pretendeva che anche nei sogni la sua amata Michiru non fosse di nessun altro.
L'abbaiare di Haru la fece sobbalzare distogliendola dalle sue fantasie.
Gli occhi blu di Michiru si spalancarono.
"mmmh..." 
"Che sognavi di bello? Ti ho vista che sorridevi!"
"Sognavo di te!"
Un altro sorriso disarmante. 
Se Haruka fosse stata un gelato si sarebbe sciolta all'istante sotto il suo sole personale.
Un altro lamento del cane echeggiò nel corridoio.
"Ma che ha?! Haru, zitto!" protestò la bionda nascondendo la testa sotto il cuscino.
"Vado a vedere..." disse Michiru, ancora mezza addormentata, facendo per alzarsi.
L'altra l'afferrò per una mano "Resta qui dai!"
"Torno subito te lo prometto, amore."
"D'accordo..." si arrese l'altra con tono lamentoso.
Michiru avanzò a passi leggeri e silenziosi, il corridoio era illuminato in parte dalla flebile luce proveniente dalla porta semi aperta del bagno.
Hotaru avrà dimenticato di spegnerla.
Haru le corse tra le gambe agitato.
"Ssht, buono! buono è solo la..."
Quando aprì la porta si trovò con i piedi scalzi in una pozza.
Il suo sguardo corse lungo le piastrelle bianche del pavimento per poi soffermarsi sulla vasca da bagno, dalla quale stava uscendo l'acqua.
Notò solo in quel momento che una massa di capelli mori ondeggiava sotto la superfice trasparente.
"Hotaru!"
Michiru si lanciò rischiando di cadere verso sua figlia.
La tirò fuori prendendola da sotto le braccia, mentre Haruka la raggiunse di corsa a causa del grido che aveva sentito.
"Ma cosa è successo?!"
Il suo sguardo era allucinato per la scena. Sua figlia era inerme tra le braccia di Michiru che si trovava sul pavimento bagnato.
"Andiamo..." disse Michiru tra sé e sé cercando di rimanere calma e lucida, ignorando la domanda della bionda e cominciando a rianimare la ragazzina.
"Lo sai fare?" domandò l'altra chiudendo il rubinetto e mettendosi a terra accanto a lei.
"A scuola con i manichini si. Il primo soccorso, lo ricordi?"
Haruka vagò con lo sguardo, le lezioni che ricordava erano ben poche"Ok, ce la farai!"
"Ok, allora conta eh?!"
Michiru avvicinò la sua bocca a quella di Hotaru per respirarci dentro.
"Ha le labbra fredde..."
"Non perdere la calma, dai..."
"Conta i quindici secondi"
Il tempo sembrò fermarsi. Quegli attimi furono i più lunghi e angosciosi che le due guerriere si trovarono a vivere dopo tanto tempo.
Stavano combattendo ancora una volta contro la morte. Stavano combattendo per riportare indietro un altro membro della famiglia.
Non mollare Hotaru.
Haruka prese a farle il massaggio cardiaco.
Andiamo, Saturn se sei li dentro fa qualcosa!
"Respira Michi! Non svenire non è il caso!"
"Ok, ok..."
Michiru stava sudando freddo, quando qualcosa simile a un sibilo provenì dalla ragazza.
"E' viva!" gridò tirando un sospiro di sollievo.
Un altro mugolio accompagnò un paio di occhi viola che si sbarrarono tossendo.
Le due ragazze le alzarono la testa per aiutarla a respirare meglio.
"Dannata ragazzina! Vostra figlia è una pazza!" Disse rantolando Sailor Saturn.
"Cosa diavolo è successo?!"
Haruka non poteva aspettare, doveva sapere.
Cosa avrebbe potuto spingere Hotaru a cercare di uccidersi?
"Era l'unico modo..." sibilò Sailor Saturn prima di restituire ad Hotaru il suo corpo.
Zitta. Devo dirglielo io.
"Hotaru, piccola?!" Michiru strinse a sé sua figlia accarezzandole i capelli.
"Era l'unico modo per cosa bambina mia?"
Le dita di Hotaru s'intrecciarono al collo di sua madre mentre iniziò a piangere "E' l'unico modo per raggiungerlo".
Haruka le porse un asciugamano in silenzio. 
Aveva già capito a chi si riferiva.
In amore lo scegli tu il tuo assassino. E lei aveva scelto il peggiore.
"Mamma, papà...devo raccontarvi un pò di cose".
 
***
 
La morte aveva visto nell'acqua scura del fiume il riflesso di Hotaru.
Alla visione dell'immagine il suo cuore sobbalzò. Poteva battere come se fosse vivo, grazie a lei.
Ma a quella sensazione, al pensiero che ogni volta sfiorava la ragazza che amava seguiva la sua punizione.
Il consiglio dei demoni sapeva il fatto suo.
"Puoi tenerti i tuoi bei sentimenti, ma ti assicuro che non ti piaceranno più tanto da ora in poi!" Il giudice con quella frase non aveva certo mentito.
"Ogni volta che penserai a lei, che proverai amore nei confronti di quell'umana sarà come bruciare, proverai le pene dell'inferno. Goditi il tuo stupido amore."
Sentì le ossa sgretolarsi all'interno del suo corpo.
Maledizione.
La morte strinse i denti.
Come mai Hotaru è apparsa nell'acqua? E' stata per un momento in bilico tra il mondo dei vivi e quello dei morti?!
"MIYUKI!!!" la sua voce rimbombò.
"Sissignore!"
"MALEDETTA!! Cosa diavolo hai fatto?!"
Gli occhi color ghiaccio sembrarono volergli schizzare fuori dalle orbite.
"Nulla."
"Stai mentendo idiota!"
Hotaru. Cosa ti è successo mia piccola Hotaru?
La morte urlò di dolore a quel pensiero.
Dentro di lui una fiammata stava ardendo violentemente bruciando tutto ciò che trovava sulla sua strada.
 
Il buio e la scintilla, la musica che cresce e di colpo tace e sarai per me...guerra e pace.
 
 
 
 
Note dell'autrice:
 
Miei cari lettori eccomi di nuovo qui con un altro capitolo. Ho una smania di scrivere questa storia...sarà che ho le idee da un pò in testa e non mi ci stanno più li, così sono "costretta" a trascriverle.
A me ha angosciato questo capitolo, santo cielo faccio danni da sola!
Mi hanno ispirata due canzoni che oltretutto non sono il mio genere, ma ben venga l'ispirazione insomma!
Il capitolo precedente personalmente mi è piaciuto molto di più, ma forse perchè è un pò meno "caotico" rispetto a questo che mostra varie scene.
Spero si capisca qualcosa, a volte mi sembra di scrivere davvero in modo confuso. Nelle ultime righe abbiamo scoperto la punizione della morte. (Lo puntualizzo perchè è lì che ci trovo molto caos XD Ma voi siete intelligenti e avete capito!lo so!).
Prima di lasciarvi, ne aprofitto per dirvi che ho pubblicato la mia prima ff originale fantasy. Se a qualcuno  può interessare o è curioso la trova qui su Efp. S'intitola "I Prescelti."
Vi ringrazio ancora una volta per le vostre recensioni.
Un bacio.
Kat
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 7
*** Capitolo VI ***


 
Avvertimento:
L'intero capitolo è su Miyuki e comprende anche la sua storia. Alla fine l'ho scritta senza filtri. Se a qualcuno può dar fastidio (considerando i fatti crudi) lo invito a fermarsi qui o al limite a non procedere più avanti dell'ultimo pensiero della morte scritto in corsivo. -Kat-

 
 
Miyuki si trovò a terra.
La morte l'aveva scaraventata al suolo senza toccarla, con solo un gesto veloce della mano.
"Potrebbe smetterla?" domandò quasi implorante. 
Sul suo viso era dipinta una smorfia di dolore.
"Dovrei...fare qualcosa...per te?"  Lo sguardo sul volto della morte mentre pronunciava lentamente quella frase era accigliato.
"Senza di me, saresti un'anima in pena che vaga tra la terra e l'aldilà, poco più di un fantasma, tu, mia cara sei insignificante...non sei niente!"
La segretaria tremò.
Il suo padrone era in piedi davanti a lei, nei suoi occhi poteva vedere una furia animale, una rabbia intensa che di umano non aveva nulla.
"Te lo ripeto un'ultima volta, cosa credevi di fare? eh?"
La mia pazienza è al limite.
La donna scoppiò a ridere senza muoversi dalla sua posizione.
Un sentimento malsano la spingeva a sghignazzare davanti al dio della morte, che per giunta era su tutte le furie.
"TI FACCIO RIDERE?!"
Questo è troppo.
La morte la prese per i capelli e la sollevò. Portò il viso verso il suo orecchio e le sussurrò "Ora vediamo se hai ancora voglia di ridere..."
Tirò le labbra in un sorriso sadico e portò la mente altrove. Il suo pensiero andò a posarsi sulla pelle liscia e profumata di Hotaru, sui suoi dolci lineamenti, sui suoi occhi grandi abitati da lampi violacei che si accendevano quando si posavano su di lui.
Ed ecco il fuoco bruciare. 
La fiammata che lo logorava mentre il suo cuore batteva all'impazzata come se fosse stato nel petto di un uomo vivo.
Le urla di Miyuki lo distaccarono di poco da quel sogno ad occhi aperti.
"La smetta!"
Stava implorando.
La voce di Hotaru.
"Ho detto basta! La prego! La smetta!!"
Il suo sorriso.
Le grida della donna si fecero più intense, si accasciò tenendosi con una mano lo sterno e tossì violentemente. Lui la seguì scivolando al suolo senza dare segno del dolore lancinante che stava provando, rimase tutto d'un pezzo, senza fiatare.
"Allora..." cominciò con voce flebile "vuoi dirmi cosa diavolo hai combinato, o vuoi soffrire ancora un pò in mia compagnia?"
Le mani magre e pallide si contrassero sul pavimento, stringendo tra le dita dei piccoli granelli di sabbia scura.
Miyuki rimase un attimo in silenzio, come a prendere fiato. Delle piccole gocce di sudore le perlarono la fronte scivolando veloci e silenziose sulle sue guance come fossero lacrime.
"Le ho detto..." 
Tentò di alzarsi raccogliendo le forze.
"Le ho detto che non sarebbe più andato da lei" pronunciata quella frase la voglia di ridere le risalì prepotente dentro, ma questa volta si trattenne.
"Io non ti avevo detto di riferirle questo!"
"Lo so".
"Vuoi proprio soffrire vero?!"
La donna deglutì nervosa.
"Ho già abbastanza problemi, non ti ci mettere anche tu!"
La voce della morte era diventata piatta. Inespressiva.
Il suo sguardo gelidò non la sfiorò, vagò altrove. Lontano come non era mai stato da lei.
Preferisce pensare a una stupida ragazzina e provare le pene dell'inferno piuttosto che guardarmi.  Ormai il suo sguardo è sempre per lei, ovunque lui sia.
Si portò una mano al petto stringendo la camicetta bianca.
Un dolore la stava invadendo, ma non era solo ciò che sentiva la morte in quel momento, era qualcosa che apparteneva a lei. Una fitta.
La gelida fitta della gelosia.
Era come una morsa di ghiaccio che le avrebbe congelato le arterie di lì a poco.
"Lei..." si bloccò intimorita prima di porre la sua domanda.
"Lei è convinto sia così bello provare dei sentimenti per qualcuno, nonostante tutto ciò?"
La morte senza girarsi rispose con un chiaro e limpido "E' stupefacente" per poi allontanarsi.
 
Sia maledetto il giorno della tua morte Miyuki. Sia maledetto il fatto di averti legata a me.
 
La donna barcollò.
Si trascinò al suo ufficio dove tirò un sospiro di sollievo sprofondando sulla sedia.
Con un gesto lento della mano si tolse gli occhiali dalle sottili lenti rotonde, lasciandoli cadere sulla scrivania.
Chinò il capo e chiuse gli occhi, annullando ogni rumore attorno a lei.
Un pianto.
Le sembrò di sentirlo distintamente nelle sue orecchie.
Un pianto di bambino disperato e in un attimo fu di nuovo a quel giorno.
 
Era a terra, i capelli corvini lunghi spettinati sul viso.
Le mani bagnate di un liquido che non era acqua.
Rosso cremisi.
Rosso sangue.
Il sangue del suo unico bambino.
Il piccolo esserino che le aveva rubato la sua vita.
Piccolo e maledetto.
Fino a quel momento era stata una donna in carriera, di successo.
Aveva avuto un matrimonio combinato dalla propria famiglia con un ricco imprenditore, ma tutta via non le importava. Erano entrambi impegnati con i rispettivi lavori, s'incrociavano di rado in casa, era come vivere soli infondo, fino a quando non rimase incinta.
Una gravidanza inaspettata che non fu interrotta e che la portò ad una psicosi post partum.
 
Iniziò con l'insonnia.
Il bambino piangeva. Piangeva disperato tutta la notte e lei non riusciva a calmarlo, non si rendeva nemmeno conto fosse suo.
Non poteva essere suo qualcosa che l'aveva relegata lì in casa.
"Deve cullarlo così vede? ecco che si calma subito il suo piccolino..." diceva con un sorriso la balia che suo marito aveva assunto per darle una mano.
"Non è mio..." rispondeva Miyuki con l'aria sempre più stanca e assente ogni volta.
"Ha preso il sonnifero che le ha prescritto il medico signora?" 
Nessuna risposta.
Lei i sonniferi li aveva buttati via. Non aveva bisogno di quelli.
"ssht, la senti Sachi?"
"Co..cosa dovrei sentire signora?"
"E' lei..."
"Lei chi? E' molto stanca dovrebbe riposarsi!"
"Shhht! E' la voce"
Allucinazioni.
La voce di qualcuno che le ripeteva di stare attenta. Che il bambino non era altro che un demone da uccidere immediatamente.
E' il male.
E fu così che una notte, durante un temporale Miyuki si alzò in preda al panico.
Un tuono rimbombò nel cielo scuro facendo tremare i vetri.
Di nuovo la voce.
Di nuovo il pianto del bambino.
Vuole farmi impazzire.
In punta di piedi attraversò il corridoio, arrivò alla cucina e prese un coltello.
Si avviò lentamente verso la stanza da cui provenivano i singhiozzi.
Una figura era china sulla culla.
Sachi tentava di calmare il neonato.
"Allontanati dal male!" Le aveva gridato la donna.
"Signora, torni a letto! Me ne occupo io, metta via quello, non serve!"
Nel giro di pochi giorni la neo mamma era decisamente peggiorata. Sachi né era sicura, era necessario il ricovero ospedaliero.
La giovane dipendente non riuscì a dissuadere la donna, che si scagliò verso di lei.
 
L'ho uccisa. Ho ucciso lei e poi...poi è toccato al bambino.
Miyuki si coprì gli occhi con le mani fredde a quel ricordo.
Era stata una pazza. Una pazza assassina.
E poi...
Un altro flash.
 
Riusciva a vedere il soffitto bianco su di lei.
Provò ad alzare le braccia come per toccarlo, ma il dolore allo stomaco glielo impedì.
Si portò le mani tremanti e insanguinate sul ventre piatto.
La lama del coltello le aveva lacerato la carne.
Si fece scappare un flebile mugolio e poi li vide.
Due occhi ghiaccio la stavano fissando.
La morte in persona era venuta a prenderla. Qualcuno era li per lei.
"Che scena pietosa...una delle peggiori degli ultimi tempi!" 
La morte si chinò vicino a lei.
"Hai fatto un bel macello. Ho sentito i tuoi urli fino a sotto terra lo sai?"
La mano gelida e scarna le lasciò una carezza sulla fronte bagnata.
"Mi...mi porterai con te?" Domandò tremante.
"Ma certo piccola sciocca!"
Quel sorriso che le doveva apparire inquietante la scaldò. La rassicurò.
"Ti dirò di più..." Aggiunse l'uomo guardandosi intorno.
"Ti sono venuto a prendere io perchè mi annoiavo e...ti legherò a me. Potrebbe essere interessante!"
 
"BASTARDO!" La voce le uscì di getto echeggiando nell'ufficio dell'oltretomba.
I pugni erano stretti sulla scrivania e le unghie conficcate nella sua stessa pelle.
Da quel giorno abbiamo condiviso tutto.
 
 
Note dell'autrice:
 
Se siete arrivati fino a qui posso solo ringraziarvi e dedurre che avete stomaco.
Spero di non aver turbato nessuno, se secondo voi dovrei alzare il rating o far qualcosa di preciso comunicatemelo mi raccomando!
Che sono sadica si sapeva, macabra ci potevate arrivare. Non so cosa avevate pensato voi per Miyuki, la prima volta l'avevo immaginata come una semplice assassina ma poi nella mia testa me la sono vista in una pozza di sangue all'arrivo della morte, dopo di chè mi è partita l'idea della psicosi post partum. Terribile secondo me. Non sapevo nemmeno come descrivere tutta la cosa, non è stato semplice, spero sia leggibile...
[E' vero che sono fissata con i demoni (Gelosia, Vendetta...Demone gatto della nuova ff...) Ma in questo caso è realmente così. Spesso le donne colpite da questa psicosi pensano al proprio figlio come ad un demone.]
Di certo ora avete capito cosa intendeva in uno dei capitoli la morte quando diceva di averla legata a sé e probabilmente avete avuto la risposata alla scena di All we are, in cui lei aveva una ferita dopo che la morte fu trafitta da Saturn.
Sono collegati.
Se alla morte viene fatto qualcosa ne paga anche lei le conseguenze. La morte come sappiamo è stramba quindi per noia quando se l'è andata a prendere ecco che ha deciso di fare questo legamento.
Aspetto di sapere la vostra, mi scuso ancora una volta se ho disturbato qualcuno!
 
Un grazie speciale anche a chi ha letto e commentato il prologo della mia originale che aggiornerò presto!
Un bacio.
Kat

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Capitolo 8
*** Capitolo VII ***




Un fascio di luce leggera e tremolante andò a posarsi sul viso di Hotaru che dormiva tranquilla stretta tra le braccia di Michiru.
Era sdraiata su un fianco, alcune ciocche di capelli neri le ricadevano scompigliate sul viso, l'unico suono in quella stanza era il suo respiro, ora calmo e regolare.
Sembrava una bambina accorsa nel cuore della notte nel letto dei genitori per trovare riparo da qualche terribile incubo.
Haruka mugugnò qualcosa rigirandosi nelle lenzuola e avvicinandosi alla figlia.
Dopo la notte tremenda che avevano trascorso avevano deciso di rimandare le spiegazioni alla mattina seguente.
 Mattina, che silenziosa era giunta.
Il mugolio lamentoso di Haru svegliò le tre, a quanto pare il cane aveva deciso di fare le veci della sveglia.
"mmpf!" grugnì la bionda coprendosi gli occhi ancora chiusi con la mano.
"Buongiorno..." disse piano Michiru allungando alla cieca il braccio libero tentando di accarezzare il viso di Haruka.
"Vedremo se sarà un buon giorno..." sbuffò l'altra rispondendo alla carezza mattutina.
Hotaru sgranò gli occhi, si tirò su, puntando i gomiti sul materasso, guardandosi attorno con aria assonnata e confusa.
"Che ore...? ciao Haru!" disse accarezzando il batuffolo bianco che aveva preso a leccarle le mani per poi passare al viso pallido e dalla pelle liscia.
"Vado a preparare la colazione, su zuccherini! vi aspetto in cucina!" esclamò Michiru scompigliando i capelli delle due prima di lasciare la stanza indossando la sua vestaglia in seta nera e seguita dal cucciolo trotterellante.
"D'accordo mamma."
"mmpf, si! uff"
Non appena fu calato nuovamente il silenzio nella camera da letto Haruka lo spezzò.
"Per qualunque ragione, non far mai più una cosa simile a quella di ieri a me e a tua madre".
Il tono non ammetteva repliche.
La ragazza rimase un pò spiazzata, era la prima volta che le si rivolgeva così.
"Mi dispiace." Si limitò a rispondere abbassando lo sguardo sotto la frangia scura e ricacciando indietro le lacrime che volevano scendere prepotenti sul suo viso.
Haruka si alzò dal letto stirando le sue lunghe braccia e sbadigliando rumorosamente "Non hai idea di cosa ci hai fatto passare questa notte. Non voglio più vedere tua madre in quello stato."
Gli occhi azzurri di Michiru, attraversati da un lampo di paura e sgomento rimbalzarono tra i ricordi di Haruka.
"Adesso andiamo, su!" aggiunse sorridendo e ammorbidendo il tono.
 
 
La televisione accesa sulla top ten delle canzoni più ascoltate in Giappone dava un tono di allegria alla colazione che si stava consumando nell'ampia cucina tirata a lucido.
Haruka addentò famelica una fetta biscottata ricoperta di una marmellata dal colore arancione acceso.
Michiru sorseggiava il suo té caldo non staccando gli occhi da Hotaru, intenta ad inzuppare nel latte alcuni biscotti al cioccolato che di li a poco sarebbero affogati sul fondo della tazza senza venir recuperati dal cucchiaio.
"Non hai fame?" domandò con voce sottile alla ragazzina.
Hotaru scosse la testa, lo sguardo perso nel latte che assumeva una colorazione marroncina sbiadita.
"E' stato a causa nostra il gesto di ieri?" Ora la voce di Michiru era incrinata, tremolante come la mano che andò a posare immediatamente la tazzina sul tavolo per non rischiare di farla cadere.
La ragazzina sospirò.
Ti tocca parlare Hotaru.
Zitta Saturn! lo so anche io.
"No, è per quello che ha detto Miyuki."
Haruka tossì violentemente cercando di non affogarsi con le briciole di ciò che stava mangiando, si diede un colpo deciso allo sterno e mandò giù per poi gridare "COSAAA? CHE CENTRA LA SEGRETARIA DEL PAZZO?!"
Il tatto, Haru, cavolo! Pensò Michiru inarcando il sopracciglio.
"Io e Jack..." Hotaru si fermò un momento, esitò prima di finire la frase "abbiamo continuato a vederci. Non è venuto ieri, Miyuki ha detto non tornerà più ed io devo capire il perchè, lui ha promesso."
"Mi stai dicendo..." Haruka mantieni la calma. "Che voi..." Calma. Niente urli. Non risolveresti. " vi siete frequentati, di nascosto..." Come diavolo ho fatto a non accorgermene?!  
La ragazza annuì col capo. Lo sguardo ero incatenato a quella di Haruka e non intendeva posarsi altrove.
"Quel disgraziato è entrato in casa mia?"
"Nostra." puntualizzò Michiru "Comunque non credo sia il succo della questione tesoro!"
Gli occhi verdi smeraldo della bionda sembrarono ingrandirsi fulminando la compagna.
"Non tecnicamente in casa...a volte..."
"Quindi quando la notte rimanevi fuori eri con lui?!" Ora la voce di suo padre era quasi stridula.
Se scopro che ci ha fatto qualcosa...che l'ha insidiata...io...LO FACCIO FUORI!
Haruka tentò di soffoccare la rabbia che stava provando.
Hotaru si alzò da tavola, facendo strisciare la sedia dietro di se con un suono fastidioso.
"Lo so siete contrarie. L'ho capito, capisco anche che vi preoccupiate per me, ma lui...lui non mi farebbe del male!"
Michiru s'irrigidì sulla sedia, il suo sguardo vagava da sua figlia al viso di Haruka che sembrava contratto per lo sforzo di non far trapelare ciò che stava pensando realmente.
"Cerca di capire che noi..."
"Cercate di capire voi! Dovete smetterla di concentrarvi solo sul vostro amore! Non potete essere contente se anche io ho trovato il mio?!"
Senza accorgersene Hotaru stava gridando. Aveva perso la calma e si era ritrovata con i pugni serrati sul tavolo bianco ad interrompere sua madre.
Allora il caratterino ce l'hai anche tu, forse non siamo poi così diverse. Commentò Sailor Saturn ironica nella sua testa.
"Ha cercato di ucciderci tutte per averti" 
Le parole di Haruka colpirono la ragazza con un brivido.
"E' pur sempre la morte"
"Non ha colpa per essere ciò che è!"
"Non è intenzione di Haruka giudicare..."
"Oh si lo è!" Hotaru interruppe nuovamente sua madre.
Spara sentenze.
"L'amore è cieco Hotaru, i genitori no!" Haruka rincarò la dose. 
Michiru sospirò alzando gli occhi al cielo. Probabilmente era un'inguaribile romantica e lei voleva proprio crederci nell'amore, voleva credere che in qualche modo la morte potesse provare qualcosa per Hotaru e che lei fosse finalmente felice. Di certo non avrebbe retto a un altro tentato suicidio della figlia.
"Piccola...tuo padre è solo molto preoccupato per te, tu sei tutta la notra vita perciò ci comportiamo in questo modo..." la sua mano si era posata piano sulla spalla della giovane, mentre i suoi occhi blu erano incatenati a quelli di Haruka.
"Io non posso chiedere di meglio se qualcuno ti ama, puoi darci un pò di tempo però?"
"Michiru!"
"Haruka su..."
La bionda non fece in tempo a protestare che un rumore simile ad un tuono provenì dal salotto.
"Cosa è stato?" Domandò Hotaru.
"Vado io." Haruka si alzò stringendo tra le dita sottili il lip rod che fino ad un istante prima giaceva su uno dei ripiani della cucina.
Una figura incappucciata era al centro della sala in piedi.
Ma chi diavolo...
"Ehi?! Non si bussa più? La mamma non ti ha insegnato che è maleducazione entrare in casa delgi altri senza chiedere il permesso?!"
La figura non sembrò turbata da quelle parole, si limitò a far scivolare sulle spalle il capuccio nero senza abbandonare la propria posizione.
Hotaru impaziente raggiunse Haruka.
"Oh eccola qui!" Un'uomo dagli occhi verdi brillanti posò il suo sguardo sulla ragazzina.
"Lo dicevo che non poteva essere il maschiaccio quello che ha fatto diventare così stupida la morte."
"Chi cazzo sei?!" Sbottò Haruka.
"Gelosia!" disse in un ampio sorriso.
"Che vuoi?" domandò la mora.
Ha nominato Jack.
"Solo vederti, ero curioso!"
"Bene mi hai vista, ciao! Sono impegnata!"
Haruka fissò sua figlia.
 Ma sentila, proprio questo modino doveva prendere da me?! Forse Michiru è seriamente una santa.
Nessuno udì alcun rumore, le due ragazze notarono solo lo sguardo dell'ospite indesiderato cambiare e divenire sorpreso.
Hotaru si sentì prendere la mano. Sobbalzò al tocco e alzando lo sguardo vide accanto a sé la morte.
Sentirsi rassicurati dalla presenza della morte, da pazzi.
"Sei qui..." sussurrò.
Haruka trattenne un urlo quando si accorse della sua presenza.
"La fiera degli indesiderati..." sbiascicò.
"Cosa fai qui Gelosia?"
"Ho fatto visita alla tua ragazza!"
"Avevamo detto, che ne sarebbe rimasta fuori dalla mia punizione."
"Quale punzione? Di che sta parlando Jack?" domandò Hotaru.
Michiru raggiunse il gruppetto.
Lanciò un'occhiata interdetta ad Haruka alla vista dei due ospiti che si affrettò a dire"Ne so quanto te"
"Non centra col consiglio dei demoni, era curiosità, sono appena stato assunto!" si apprestò a rispondere Gelosia ravvivandosi i capelli.
"Tu piuttosto, hai fatto un altro viaggio inutile tra terra e oltretomba mio caro!"
Una smorfia appena impercettibile di dolore attraversò il viso della morte. Aveva posato lo sguardo su Hotaru senza ricordarsi degli effetti che ora provava nel vederla o nel solo immaginarla.
"Non preoccuparti per me! pensa ai tuoi bei clienti!"
"Traduzione leva le tende da casa mia o ti faccio il culo a strisce" aggiunse Haruka spazientita.
Michiru cercò di trattenere una risatina. Haruka era irrecuperabile.
Che caratteraccio!
Il demone svanì nel suo mantello nero.
"Stai bene?" mormorò la morte rivolgendosi all'amata.
"Si. Però vorrei capire un pò di cose!"
"Miyuki è una stupida."
"Cos'è una sorta di triangolo? Questo poi no!" intervenne Haruka.
"Credo debbano parlare..." disse schiarendosi la voce Michiru.
"Oh io rimango, non me ne vado!" 
La bionda si sedette sul divano, accavallando le gambe e incorciando le braccia.
"Non devo nascondervi nulla, Miss!"
"Tanto meglio, perchè non mi schiodo! Ah e...ti tengo d'occhio!" lo minacciò indicandolo con il Lip Rod.
E ci sono io!  Saturn ricordò la sua presenza nella testa della ragazzina.
Michiru alzò gli occhi al cielo, fece per andarsene sentendosi in imbarazzo quando la morte la fermò, con sorpresa di tutti.
"Mia cara, vorrei restassi...vorrei chiedere una cosa ad Hotaru, prima di affrontare la questione in sospeso."
La donna accettò in silenzio.
"Hotaru..." Jack sospirò. 
Un'altra fitta lo colpì.
S'inginocchiò, tenendole la mano e baciando la sua pelle candida.
"Vuoi sposarmi?"

Note dell'autrice:
La morte fa il grande passo u__u 
Potete immaginarvi le cene in famiglia tra la morte e Haruka? Secondo me Michiru avrebbe un crollo nervoso xD
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 9
*** Capitolo VIII ***


 
E' uno scherzo vero? Uno scherzo di pessimo gusto.
Se Haruka fosse stata seduta su una sedia anziché sul divano si sarebbe ribaltata.
Michiru si voltò di scatto verso di lei, l'aveva sentita sobbalzare.
La guardò sbiadire in viso, il colorito la stava abbandonando di colpo.
Speriamo non le venga un attacco di cuore!
Pensò stringendole la mano.
La presa dell'altra divenne ferrea. 
Il cervello era come inceppato, non riusciva a formulare le parole per poi farle uscire dalla bocca.
Mi oppongo!
 
Hotaru era rimasta con le labbra schiuse dallo stupore.
Un guizzo di vita attraversò gli occhi di Jack che ancora era inchinato davanti a lei e tenva la sua piccola mano tra le sue più grandi.
Sembrava sofferente.
"Jack..."
Haruka al suono della voce di Hotaru s'irrigidì e Michiru con lei al suo fianco.
"Jack, per favore alzati ora dai!"
"Non hai risposto." il tono della morte era tranquillo e fermo allo stesso momento.
"Dimmi che ti sta succedendo...prima..."
Si è accorta del dolore?
Il ragazzo si sforzò di tirare gli angoli della bocca in un sorriso.
Il fuoco lo stava divorando.
"Prima rispondimi ti prego..."
"Si Hotaru rispondi, coraggio!" Il tono della bionda risultò minaccioso.
Non voglio un cognato squilibrato, non lui, lui no! No! NO!
Nella sua testa sperava che Hotaru riufitasse, conscia che in una decisione del genere non poteva metterci becco anche se avrebbe comunque provato ad opporsi.
"Si!"
La parola accompagnata da un sorriso che attraversò l'intero viso della ragazza.
Jack scoprì i canini, si alzò come un fulmine e la strinse a sé.
Il dolore lo stava logorando era lancinante ma lui cercò di fare leva su quella gioia intensa che allo stesso tempo provava. 
Gioia bruciante.
"Michiru è uno scherzo, vero? vero che c'è una telecamera nascosta?!" Haruka pronunciò la frase in una risata isterica torturandosi con una mano i capelli corti color miele e con l'altra la mano esile di Michiru.
"Tesoro respira, mi fai paura!"
"Oddio l'abbraccia, devo vomitare. Quello svitato punk l'ha fatta diventare un'anarchica!"
"Haruka..."
"Una sovversiva!"
"Haruka..."
"Saboterà la famiglia, ci farà sterminare!"
"HARUKA!" Michiru gridò.
"Mi stai rompendo la mano!"
"ops."
 
Hotaru sentì la morte emettere un sibilo. Come se stesse soffocando un gemito di dolore, si staccò dalla sua presa e lo fece accomodare vicino ai genitori.
Haruka si spostò subito alzandosi in piedi come se il ragazzo avesse la lebbra.
"Sta lontano da me!"
"Su, bionda saremo parenti non hai sentito?!" il tono era provocatorio.
"Alle mie condizioni!"
Michiru e Hotaru trasalirono, quando la ragazza la interruppe.
"Papà...aspetta un attimo con la lista ok? Vorrei sapere..." si voltò verso il futuro marito che la interruppe "l'anello non l'ho con me, ma incaricherò..." 
"Sssht" lo interruppe Hotaru "Chissene frega dell'anello!"
"HOTARU!" la riprese Michiru.
Haruka scosse la testa "La influenza negativamente il soggetto...mmh..." sembrò pensarci un momento riprendendo "negativo"
"Uffa!"
"Non sono contenta Hotaru!"
"Lo so papà, rassegnati!"
"E' una decisione affrettatata e lui! Oh andiamo! Non è normale quello!"
Michiru sprofondò nel divano.
Devo sopportarmeli tutti io.
Le voci dei tre sovrapposte che discutevano cercando di sovrastarsi l'una con l'altra come dei bambini capricciosi.
"ADESSO BASTA!" Michiru si alzò spazientita.
"Haruka siediti!"
"Mi piaci autoritaria!"
Il sopracciglio inarcato della ragazza del mare fece intendere che non era il momento delle battute.
"Innanzi tutto..." cominciò disegnando con l'indice nell'aria qualcosa di astratto.
"Congraturazioni!"
Haruka sgranò gli occhi incredula, stava per dire qualcosa quando la sua compagna la fulminò prima che potesse proferire parola.
"Voglio credere nel vostro amore, voglio credere che tu non recherai altri danni alla nostra famiglia, perchè se così fosse..." Il tono estremamente serio "provvederemo a farti fuori grazie a Saturn!"
Quelle parole suonarono quasi irreali pronunciate dalla bocca di Michiru, ma il suo sguardo blu trasmetteva la serietà di quella frase.
"Mia figlia non è un gioco. Non sarà una tua proprietà, sarà semplicemente quella che amerai, vorrei che strappassi il nostro contratto."
La morte non esitò un istante. Voleva che credessero in lui. 
Quello che provava per la ragazza era vero, le pene dell'inferno che stava provando erano un ulteriore conferma al suo sentimento per Hotaru.
Il documento che Haruka aveva firmato promettendo il loro primo figlio per liberare Michiru apparve tra le mani del ragazzo che lo fece bruciare come una fiammata all'istante.
"Mi auguro fosse l'unica copia" commentò a bassa voce Haruka.
"Ora...risolvi i dubbi di Hotaru per favore!"
"Si che poi dobbiamo parlare!" s'intromise ancora una volta la bionda, costringendo Michiru a sospirare rumorosamente e a portarsi una mano alla fronte.
"Che succede?" incalzò Hotaru appoggiando una mano alla spalla della morte, che sembrò sobbalzare lievemente al contatto stringendo quasi impercettibilmente gli occhi.
"Ho avuto dei guai..."
"Con chi?" chiese divertita Haruka.
Ora si che è interessante!
"Esiste il circolo dei demoni, un consiglio che si riunisce per discutere importanti questioni legate al nostro mondo".
Sulla parola nostro il personaggio indugiò un momento.
"Mi hanno punito perchè amo vostra figlia"
"Se avessi potuto l'avrei fatto anche io..." borbottò Haruka a cui venne tirato un leggero scappellotto da parte di Michiru.
Manesca!
Lo sguardo di Hotaru si fece preoccupato "mi dispiace io potrei..."
"No" La morte era risoluta.
"Devi star fuori da questa faccenda mia cara. E' tutto a posto, provo solo..." deglutii "un pò di dolore!"
"Forse sposare la distruzione non è una grande idea!" disse amareggiata la ragazza.
Non voglio distruggere chi amo.
"Non hai nessuna colpa e non sei..."
"Si lo sono! Saturn lo è!"
Ehi, distruzione e rinascita prego! Non farmi passare per la cattiva! 
La guerriera intervenì nella sua testa per dire la sua.
"Mi dispiace per l'altra notte. Mi hanno intimato di non far più avanti e indietro da un mondo all'altro e per non farti passare dei guai non sono venuto, ho incaricato Miyuki di avvertirti ma..." La rabbia lo assalì ripensando al viso di Hotaru apparso nel riflesso dell'oltretomba "E' stata una stupida a dirti che ti avrei abbandonata!"
"Sarei venuta da te" disse a bassa voce.
"Ti ho detto che non voglio tu muoia!"
Quella confessione rassicurò Michiru che si portò una mano al petto, ora più tranquilla.
Hotaru si fece scura in viso. 
Non poteva sopportare l'idea che lui soffrisse per lei. Era convinta che Jack avesse sminuito il problema.
"Ora, devi atteneri alle mie condizioni" 
La voce di Haruka era ferma. I suoi occhi verdi puntati in quelli ghiaccio della morte.
"Cosa numero uno, Hotaru non verrà con te."
"Ma..." la ragazza provò a ribattere.
"Hotaru no!"
"Non è necessario morire, io posso portarla nell'aldilà anche da viva!"
"Oh si! TU vorresti farla stare in quel posto orribile?! PAZZO!"
Michiru si mise in mezzo per abbassare i toni della discussione.
"ASCOLTATEMI TUTTI!" 
Il silenzio calò. Quando era seria incuteva timore.
"Dovremo diventare una famiglia, che ci piaccia o no! Quindi dobbiamo venirci incontro, chiaro?!" Lo sguardo si spostò su tutti quanti a turno.
"Potrebbe..." incominciò la morte.
"Cosa?!" domandò ruvida Haruka.
"Potrebbe stare un pò con me, un pò qui...farò in modo di aprire ogni volta un passaggio dimensionale."
"Non può rischiare sempre venendo qui!" intervenì la ragazza, aggiungendo "per me va bene andare là ogni tanto!"
"Hotaru non è una gita! Quel posto fa schifo!"
"Voglio solo star con Jack!"
"Posso cambiarlo con le mie illusioni" sostenne la morte.
Haruka non trovava una via d'uscita da quella decisione, pensò che forse al momento era meglio patteggiare.
"Di questo ne parleremo ancora..." Hotaru l'abbracciò di getto.
"Ehi non ho detto di si!" puntualizzò accarezzandole la testa piena di capelli neri.
"Secondo...devi ritrovare Setsuna!"
La morte rimase un momento interdetta "Sailor Pluto?! La guardiana del tempo?"
"Esatto"
Michiru intervenne "Non sappiamo dove sia, lei è l'unica che può viaggiare da una dimensione all'altra di noi..."
"Farò in modo di trovarla!" le rassicurò Jack.
"Ci sarà anche zia Setsuna! Che bello!" Gli occhi viola di Hotaru sembrarono ingrandirsi e illuminarsi dalla gioia.
"Hai finito con le condizioni amore?" domandò Michiru sorridente abbracciando la ragazza.
"Per ora!" sbuffò l'altra aggiungendo "Comunque sei bella quando perdi la pazienza lo sai?"
Michiru arrossì e rise stringendosi a lei.
"E comunque, giù le mani da mia figlia!"  disse rivolgendosi a Jack che stava posando un bacio sulla nuca della ragazzina.
 
Sempre la solita Haruka!
 
 
Note dell'autrice:
Dopo una giornata colma d'impegni sono riuscita a tirar fuori qualcosa. Spero possa piacervi. 
Grazie a tutti quanti per le recensioni che mi lasciate ogni volta :D
Buona serata!! 

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Capitolo 10
*** Capitolo IX ***




 
 
Alle porte del tempo, Setsuna stava provando senza successo ad aprire un portale dimensionale.
I gesti scordinati vennero interroti quando udì un rumore di passi provenienti dalla sua sinistra.
"Chi sei?" Domandò sulla difensiva.
"Buongiorno mia cara!"
Setsuna sobbalzò nel sentire quella voce.
Cosa ci fa la morte qui?
"Dovresti gentilmente farti scortare via da qui, dal sottoscritto!" 
"Non penso di potermi fidare di te!"
"Credo dovresti invece. Alla luce degli ultimi avvenimenti poi..."
"E' successo qualcosa alle guerriere?!" La frase le scappò fuori dalle labbra tutta d'un fiato, un timbro di preoccupazione si udiva nella sua voce.
"A quanto pare i tuoi poteri non funzionano più a dovere..."
La conversazione venne interrotta da un altro rumore di passi. Questa volta più veloci e pesanti.
"Che sta succedendo qua?!" La voce era quella dell'uomo che era andata a recuperarla nella prigione in cui era stata precedentemente. 
"La signora dovrebbe lasciare questo posto!" La morte rispose cordialmente e sorridendo al ragazzo che apparteneva alla corte del tempo.
"Temo non sia possibile, questo è il luogo a cui appartiene e deve finire di scontare la sua pena..."
"Forse non ha capito!" La morte fece qualche passo nella sua direzione interrompendolo e continuando il suo discorso "la guardiana del tempo deve partecipare ad un matrimonio! E la sposa non sarà molto contenta se non sarà presente!"
"Chi è che si sposa?!" La voce di Setsuna si fece leggermente stridula per la sorpresa.
"Io ed Hotaru."
Sono rimasta molto indietro. Perfetto.
Nella sua testa si materializzò la smorfia di Haruka nell'apprendere la notizia. Dovette soffocare una risata.
"Temo che la signora dovrà rinunciare alla sua ospite." Il tono era fermo e autoritario.
Jack emise uno sbuffo, si stava spazientendo. 
Si strofinò le mani una contro l'altra e fissò i suoi occhi a quelli del carceriere "Non mi sono spiegato forse...la mia non è una richiesta. E' un dato di fatto. Lei - verrà - con - me!"
"E' una sfida?"
"No affatto. Non ho tempo da perdere! Devo trovare un anello. E' un ordine!"
L'altro provò a replicare quando Jack lo prese per il bavero sollevandolo da terra. Il ragazzo scalciò tentando di liberarsi dalla stretta che lo stava quasi soffocando.
"Hai idea di chi sia o devo spiegartelo?"
Scoprì i canini bianchi senza lasciare la presa per poi continuare "Io sono la morte in caso non lo avessi capito, quella che sarà la mia sposa è anche la guerriera della distruzione, credi di poter sopravvivere se fai andare storto il giorno che dovrebbe essere il più bello della sua vita? Ora..."  Gli permise di toccare il suolo "Restituisci a Sailor Pluto ciò che le appartiene!"
Il ragazzo venne scaraventato sul pavimento.
Setsuna non sapeva bene come comportarsi in quella situazione, cercò per un momento di ricordare tutte le voci nella sua testa per provare a ricollegare e a dare un senso alle frasi che aveva potuto ascoltare precedentemente a quella visita inaspettata.
Quando un tocco freddo e leggero si posò sulle sue tempie facendola indietreggiare di riflesso.
"Devo toccarti per restituirti la vista..."
Setsuna deglutì annuendo con la testa. Qualunque cosa fosse successa peggio di così non poteva andare.
Sentì come una scarica, un pizzicore, delle immagini iniziarono a comparire veloci nella sua mente, da prima in bianco e nero e poi a colori, strinse le palpebre perdendosi in quel turbinio scintillante che aveva preso il posto del buio a cui ormai era abituata.
Aprì lentamente gli occhi, la luce sembrava accecante.
Riprovò ancora una volta e pian piano la sua vista tornò nitida e chiara.
Per un attimo si sentì spaesata e l'assalì un capogiro. Tornare a vedere ciò che la circondava era una strana sensazione, aveva tutto un pò dell'irreale.
"Ben fatto! Ora vattene e non crearmi grane o vi mando un esercito di angeli neri che non credo gradirete!"
Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte e scappò a gambe legate. Probabilemente ad informare l'intera corte del tempo.
La morte prese a braccetto Setsuna "Vogliamo andare?" domandò con tono pacato e cordiale.
La donna annuì decidendosi di porre la sua fiducia in quello strambo personaggio.
 
***
 
"Oh Miyuki..."
Gelosia camminava da una parte all'altra dell'uffico della donna.
"Non puoi certo competere con quella ragazza..." continuò puntando i suoi occhi verdi smeraldo in quelli vitrei della donna che non accennava ad alzarsi da dietro la sua scrivania.
"L'ho vista."
"Sei andato da lei?"
Il demone annuì.
Un largo sorriso gli tirò gli angoli della bocca "il tuo padrone ha fiutato la mia presenza vicino alla sua amata, mi ha trovato lì. E' un buon segugio..."
"Non gli avrai mica detto..."
"Cosa? Che sei la mia nuova cliente?!"
Miyuki annuì nervosa, il piede sbatteva a intervalli regolari sulla moquette che ricopriva il pavimento freddo.
"Non lo sa...rispetto la privacy io! Comunque...mi domando come tu faccia ad essere gelosa. E' singolare, non dovresti provare nulla. Sei morta! Stecchita!"
Gelosia si fece scappare una sonora risata e le appoggiò le mani sulle spalle avvicinandosi all'orecchio della donna impreziosito da un paio di orecchini di perle.
"Non puoi competere...è giovane, bella...ed è potente. E' alla sua altezza!"
La matita che la Miyuki stringeva tra le dita si spezzò in due.
Quel sentimento che stava provando, bruciava più della maledizione che era stata inflitta anche a lei.
"Perchè...dici queste cose?" La voce era rotta dalla rabbia.
"E' il mio lavoro, mia cara."
 
 
Note dell'autrice:
Eh lo so, lo so, questo capitolo è più breve degli ultimi. Sono in un periodo di studio ed esami e poca ispirazione che mi rende difficoltoso scrivere, quindi vado a rilento! Abbiate pazienza! Tuttavia non volevo lasciarvi senza almeno un capitolo questa settimana! 
Ho deciso di far recuperare Setsuna direttamente dalla morte. L'idea originale era totalmente diversa. In teoria era Haruka che doveva convincere la corte del tempo, ma alla fine ho optato per questa soluzione per complicarmi meno la vita XD
Alla prossima bella gente! :D

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Capitolo 11
*** Capitolo x ***


 
 
L'aria si fece più densa, come se stesse prendendo forma all'improvviso.
Un tuono seguito da un ronzio arrivò alle orecchie di Michiru fino a che davanti ai suoi occhi non si aprì uno squarcio che fece intravedere una cascata di capelli scuri, muoversi nel vento.
Setsuna.
Una stretta al cuore fu la prima reazione alla vista dell'amica che usciva dal portale temporale.
"Setsuna! Oh mio Dio! Stai bene, stai bene!" Michiru le si lanciò contro stringendola a sé. Le lacrime d'emozione le scivolarono copiose sul viso.
La donna rispose all'abbraccio accarezzandole i capelli e abbassandosi leggermente "Ora sto bene!stai tranquilla!"
"Noi non sapevamo come fare! Come raggiungerti!" Riuscì a dire tra un singhiozzo e l'altro la ragazza del mare.
"Ehy, Ehy! Giù le mani dalla mia donna Setsuna!" La voce di Haruka rimbombò nel salone.
La bionda era spuntata dalla cucina con un sorriso che le attraversava da parte a parte il viso nell'aver rivisto l'amica.
Per una volta devo ringraziare la morte.
Si avvicinò a passo svelto per abbracciarla in un gesto che sicuramente aveva meno slancio di quello compiuto da Michiru.
"Haruka, assomiglia più a una pacca sulla spalla il tuo abbraccio!"
La bionda sbuffò alle parole di Michiru che aveva ripreso a sorridere asciugandosi le lacrime.
"JAAAAAAAAACK! ZIAAA!!" Hotaru non sapeva più da che parte guardare così si lanciò in una corsa sfrenata che terminò con un grande abbraccio che comprese entrambi i personaggi.
Le Outer Senshi erano finalmente riunite dopo un tempo che era sembrato loro interminabile.
"Grazie, Jack! Grazie per avermela riportata!" saltellò Hotaru con gli occhi che le brillavano dall'emozione.
"Piccola..." Setsuna la guardò con uno sguardo carico di tenerezza "mi hanno detto che ti sposi..."
"Eccola che arriva e rigira subito il coltello nella ferita!" esclamò Haruka alzando gli occhi al cielo.
"Zitta tu! parlo con mia nipote!"
"Oh si, ignorami dopo due secondi che ci rivediamo! Ah Jack sei qui non ti avevo visto puoi andare ora che hai compiuto il tuo dovere!"
La morte si crogiolò nel vedere come Hotaru fulminò Haruka con solo lo sguardo ed evitò di rispondere.
La ragazza fece accomodare quella che riteneva sua zia sul divano "Sono innamorata, è vero tutto ciò che ti ha detto Jack!"
A Setsuna bastò lo sguardo felice e sincero della giovane per darle la sua benedizione. Non aveva bisogno di ulteriori spiegazioni.
"A proposito di questo..." la morte si sedette incorciando le gambe sul divano.
"Tieni giù i piedi! Non è casa tua!" lo riprese Haruka che venne leggermente spintonata da Michiru.
L'uomo continuò ignorandola, con lo sguardo che vagava sul soffitto "Non possiamo mica sposarci con un prete!"
"Giusto..." disse Michiru in un soffio mentre si apprestava ad offrire qualcosa ai suoi ospiti e prestando attenzione a quella riflessione.
"Hotaru, se sei d'accordo e se lo è anche Setsuna..." venne interrotto da Haruka che sbiascicò qualcosa di incomprensibile tra sé e sé che assomigliava ad un "nessuno chiede mai se va bene a me" sbuffando rumorosamente e incrociando le braccia al petto.
"Dicevo..." riprese il discorso "se vi va bene..." posò lo sguardo sulla guardiana del tempo che si drizzò come per sentire meglio quell'idea "pensavo potrebbe sposarci Sailor Pluto, la nostra unione avrebbe la benedizione del tempo!"
Gli occhi viola di Hotaru vennero attraversati da un guizzo di gioia e sorpresa "Sarebbe bellissimo!"
"Io...ho l'autirità per questo?" domandò la donna bevendo un sorso di succo ai frutti rossi da un bicchiere in vetro che le porse Michiru.
"Noi abbiamo l'autorità per tutto!" disse con un sorriso la morte.
Setsuna ripensò alle minacce che aveva usato poco prima per liberarla, scrollò le spalle e accettò quell'incarico.
"Tutta questa cosa meravigliosa..." Cominciò Haruka sottolineando l'ultima parola con una punta di sarcasmo mentre addentava un biscotto nervosamente "avrà luogo qui, su questo pianeta. Tra i vivi. Non certo dove abiti tu!" concluse con tono autoritario "Non si accettano compromessi su questo!"
"Per me va bene mia cara. Non ho obbiezioni di alcun tipo, mi basta che Hotaru sia felice" accompagnò quelle parole  stringendo le mani piccole e pallide della fidanzata.
"Facciamolo ora!"
Tutti si girarono verso la mora con sguardo interrogativo.
"Facciamo tutto adesso! Lui non ha tempo di stare qui! Ha già abbastanza problemi! E ovviamente zia dopo ci racconterà ogni cosa!"
"Hotaru non ti ho preso nemmeno l'anello!"
"Ancora con questa storia?!"
"Beh sono un tradizionalista per certe cose!"
Tutti si lasciarono scappare una risata divertita quelle parole.
"Non lo voglio l'anello! Voglio te!" ridacchiò dandogli un bacio veloce sulle labbra.
No Hotaru non davanti a me!! I tratti di Haruka s'irrigidirono. Il voltastomaco non riusciva a controllarlo. Non ancora.
 
 
***
 
 
Poche ore dopo la morte ricomparve con Miyuki al suo fianco.
Per sposarsi doveva avere un testimone che appartenesse all'oltretomba.
Chi meglio della sua fedele assistente? Aveva deciso di affidarsi a lei nonostante gli screzi degli ultimi tempi e senza tener conto di quella gelosia che aveva intravisto nei suoi occhi.
Michiru aveva raccolto i capelli verdi acqua in un elegante chignon sulla testa, adornato da un fiore blu notte che riprendeva il colore dell'abito che indossava.
Haruka era al suo fianco vestita in un elegante smoking nero, senza cravatta. Si era concessa il lusso di non indossarla dicendo a Michiru che quel nodo l'avrebbe soffocata più di quanto lo stesse già facendo l'ansia in quella situazione che non riusciva ad appoggiare in pieno.
Batteva il piede nervosamente sul pavimento stando appoggiata alla parete che dava sulla vetrata del giardino in attesa della figlia.
La morte con una delle sue illusioni aveva pensato ad allestire il giardino per l'occasione.
Prima di recuperare Miyuki, Hotaru gli aveva consegnato un giornale sul quale aveva visto una foto bellissima.
Così era comparso sul prato verde un tappeto di rose rose che portava ad un arco nuziale fiorito e profumato con fiori intrecciati del medesimo colore.
Ai lati del percorso che dovevano compiere si trovavano delle poltrone bianche per gli ospiti e l'orchestra dell'oltretomba, vestito non a lutto per la prima volta che avrebbe suonato la marcia nuziale.
"Miyuki, cerca di sorridere" La riprese la morte.
La donna non accennò un minimo di entusiasmo e lo fissò con la stessa espressione vacua da dietro le lenti degli occhiali.
"Bene, ho capito! Togliamo questo taileur tristissimo che indossi! mmh vediamo..."
Jack schioccò le dita facendole comparire indosso un abito dello stesso blu di quello di Michiru, le sciolse i capelli e fece scomparire gli occhiali da sopra al suo piccolo naso.
"Oh andiamo decisamente meglio! Cara Miyuki su, sfodera un sorriso!"
"Oh signorina Michiru!" la segretaria sorrise alla ragazza stringendole la mano.
"Salve Miyuki, per lo meno ci si incontra di nuovo in circostanze migliori!"
Non direi.
La segretaria sviò il discorso portando l'attenzione su Haruka "E' molto affascinante vestita così la signorina Ten'ō!"
Michiru si voltò a guardarla, gli angoli della bocca le si tirarono in su "Si, devo ammetterlo! Anche se per me lo è sempre!"
Seguì un momento di silenzio in cui Michiru cercò con lo sguardo Setsuna e posò lo sguardo sul giardino in cui si sarebbe svolta la cerimonia.
"Jack ma tutto questo rosso..." 
"E' tua figlia che lo ha deciso!"
"Oh beh in questo caso...è che io avrei optato..."
"Non fare la maniaca del controllo tesoro!" intervenì Haruka "La situazione è già stramba così, a me serve che tu sia pacata e tranquilla perchè io sto per avere un esaurimento! Non fissarti su dettagli inutili!" le disse trascinandola in un angolo.
"Senti, ma...vale se io urlo come nei film, Mi oppongo!?"
Michiru rise appoggiandole una mano sulla spalla "No, Haruka! Non vale! E poi è tutto molto simbolico qui! Setsuna ti pare un prete?"
La bionda scoppiò a ridere a quel pensiero, abbracciò Michiru e le sussurrò nell'orecchio "Mi viene voglia di sposarti..."
Un brivido percorse la schiena di Sailor Nettuno. Un mare di emozioni a quelle poche parole la pervase.
Le note dell'orchestra riempirono l'aria.
Miyuki venne spinta da Jack alla sua destra vicino all'arco fiorito.
Michiru si mise dalla parte opposta e da dietro Haruka comparve Hotaru.
Una cascata di capelli neri leggermente mossi cadevano sulle sue spalle coperte da un leggero pizzo bianco. L'abito era semplice, senza fronzoli ma Jack parve la cosa più bella che avesse mai visto in tutta la sua esistenza.
Una fitta di dolore lo pervase, ma quel suo pensiero non mutò minimamente.
Hotaru a piccoli passi prese a braccetto Haruka che la baciò sulla testa guidandola sui petali verso il suo futuro sposo.
Il giorno più bello della mia vita, dove finalmente posso amarti!
Lo stesso pensiero attraversò la mente della morte e di Hotaru mentre si guardavano negli occhi, con la sola differenza che il primo venne divorato da una fiammata e la seconda dalle farfalle.
 
 
Note dell'autrice:
Eccomi qui con un nuovo capitolo! Solitamente il lunedì è la giornata per "I prescelti", ma per farmi "perdonare" dello scorso capitolo ho aggiornato prima qui!
Spero che non vi deluda. Non so se riuscirò a postare in questa ff ancora questa settimana, dato che ho un altro esame e voglio aggiornare tutti i racconti. Vedrò come posso fare! Sono tempi duri u___u
Intanto un bacione ai miei lettori preferiti.
Kat

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Capitolo 12
*** Capitolo XI ***


 
 
Per un momento Haruka giurò di aver visto negli occhi di Miyuki qualcosa di poco rassicurante nell'attimo in cui aveva accompagnato la propria figlia all'unione con la morte.
La donna per tutto il tempo era stata rigida, i tratti del viso tirati da un'emozione che era ben lontana dalla felicità o la commozione e lo sguardo sembrava appartenere ad un cannibale che si pregustava la sua vittima.
"Haruka, a che pensi?"  La voce cristallina di Michiru la sradicò dai suoi pensieri.
La bionda la guardò tirandola più vicina a sé, rimanendo seduta sul divano.
"Dove sono tutti?" chiese distrattamente appoggiando il viso al suo ventre e socchiudendo gli occhi chiari.
"Terra chiama Haruka! Dolcezza dove sei stata con quella testolina tutto il tempo?" Michiru era divertita, una risata leggera le uscì dalle labbra.
"Setsuna ha accompagnato Hotaru e la morte nell'oltretomba, dopodomani tornerà qui da noi..."
"E' stata una buona scelta Michiru?" La voce di Haruka era diventata un soffio mentre con le mani si ancorava sempre di più al suo corpo.
"Non possiamo imporci a vita sui suoi sentimenti...la nostra bambina ha deciso di seguirli e quindi, si, è stata una scelta buona." Fece una pausa, passando le dita affusolate nei capelli dorati dell'altra "Credo che Jack non menta...ha dato dimostrazione di amarla veramente."
Haruka mugugnò qualcosa pretendendo le sue labbra.
Andrà tutto bene. Una promessa silenziosa che l'oceano stava facendo al vento prima di divenire ancora una volta la sua preda.
 
***
 
Oltretomba.
"Oooh Jack qui non si respira però!"Hotaru si tappò il naso assumendo una smorfia talmente buffa che anche la morte non poté fare a meno di ridere.
"Io non sento nulla di così terribile!"
"Forse perchè non respiri!" scherzò la ragazza.
"Dobbiamo tenercela qui? E' petulante!" sbiascicò Miyuki.
Porta rispetto vecchiaccia! Noi siamo al di sopra di te in questa stramba gerarchia! Saturn si era sentita ferita nell'orgoglio e si era risvegliata dentro ad Hotaru piuttosto nervosa.
Ehi...signorina... Aggiunse la guerriera della distruzione.
Parli con me Saturn?
Si! Questa me la paghi! Come tutti i baci che io devo subirmi!
Hotaru rise di gusto tenendosi lo stomaco con le mani.
Setsuna si guardò intorno "Sei sicura di voler rimanere qui? Non mi sembra un posto molto adatto..."
"Zia, va benissimo...Ovunque è il posto adatto se Jack e con me!"
La donna sorrise lievemente, nel guardare Miyuki però si sentì turbata. Qualcosa in quella donna era diverso.
Setsuna sospirò pensando che in fin dei conti, con Saturn, la ragazza se la sarebbe cavata. Inoltre poteva di nuovo vedere gli eventi e questo giocava a loro favore.
Abbracciò la nipote lasciandole un bacio sulla testa ricoperta di capelli corvini "Mi raccomando...non dimenticarti di tornare a casa o a papà scoppierà un esaurimento nervoso!"
La ragazza annuì col capo.
"Ciao! Eh Jack!"
"Si?!"
"Prenditi cura di lei, se le succede qualcosa Haruka ti prenderà a calci..."
"Nel culo si! Lo so!"
"E non solo lei." Concluse la guardiana del tempo mentre un portale si apriva davanti a lei per riportarla nel mondo dei vivi.
 
Hotaru non semrò turbata di rimanere in quel posto "sola".
In mezzo secondo era partita in quarta apportando modifiche a quel luogo intermezzando le sue rischieste ogni volta con un "Vero che possiamo Jack? vero?" e il suo consorte aveva pazientemente esaudito tutte i suoi desideri.
Miyuki nascosta dietro le sue pratiche sbuffava chiedendosi se amare significasse accettare anche di far diventare la propria dimora una sorta di paradiso fantasy.
Mancano solo gli unicorni.
Sul suo volto si dipinse una smorfia di disgusto e pregò di non vedere ancora una volta uno scambio di effusioni tra i due.
Vomiterò lo so.
"Jack, non la fai lavorare un pò troppo?"
La voce della ragazza che pronunciava quella domanda attirò la sua attenzione.
Lo sguardo vitreo si spostò dai fogli sulla figura longilinea della giovane che la indicava preoccupata.
"Miyuki è abituata..."
"Ma le ha le ferie?"
La morte rise. L'ingenuità della sua giovane moglie riusciva sempre a fargli fare una gustosa risata.
"E' bello quando ridi!" disse timidamente Hotaru.
Le fiamme dell'inferno bruciarono dentro di lui divorandolo ancora una volta mentre guardavano quel viso angelico impreziosito dai grandi occhi viola che lo facevano sentire vivo.
Miyuki emise un gemito di dolore, le sembrò di impazzire. 
Un elettroshock sarebbe meglio.
Non seppe se era più il dolore per quella maledizione o la visione che aveva davanti agli occhi.
La morte strinse tra le sue braccia Hotaru per poi baciarla passionalmente.
La ragazza allacciò le sue braccia a quel collo marmoreo, alzandosi sulle punte per non perdersi nemmeno un istante di quell'oblio in cui cadeva ogni volta.
 
***
 
"Ooh no! No! No!"
Setsuna sventolò le mani davanti al suo viso prima di coprirsi gli occhi.
Come apparve nel salotto e nella sua visione periferica entrò la figura del vestito di Michiru a terra capì cosa stesse succedendo su quel divano.
"Setsuna esistono i campanelli!" La riprese Haruka coprendo Michiru sotto di lei che rideva come se avesse appena sentito la barzelletta più esilarante del mondo.
La donna si voltò dirigendosi verso la cucina per non vedere altro.
"Dovresti trovarti un uomo!" le gridò Haruka.
Michiru le diede una pacca sulla spalla come rimprovero alla battuta.
"Scusala, Setsuna! E' una rozza!"
"Le rozze però ti piacciono!" disse maliziosa la bionda alzando un sopracciglio.
 
Le due si rivestirono in fretta raggiungendo l'amica.
"Allora?!" Esordì Haruka sedendosi al tavolo con aria incuriosita.
"Esprimiti come una persona normale, Haruka...che vuol dire Allora?!"
"Hai uno spasimante?" 
Setsuna ebbe l'istinto di lanciarle un mestolo in testa ma si trattenne.
"Come sei acida!! Dai scherzavo...volevo dire..."
"Voleva chiederti di Hotaru!" intervenì Michiru.
"Grazie per avermi completato la frase tesoro, non sono dislessica però!"
"Mai detto questo!" 
"Era decisa..." iniziò Setsuna "E contenta!" aggiunse.
"Torna Hotaru però vero? Cioè non è che preferisce il pazzo a noi per sempre no?!"
La solita, solita Haruka.
"Le ho ricordato di venir qui, ma tanto le aprirò il portale, non si scorderà di certo!" la rassicurò Setsuna.
 
"Bene...allora, troviamoti un fidanzato adesso!"
 
 
Note dell'autrice:
E un altro capitolo l'abbiamo scritto! Non mettetevi comode perchè vi anticipo che inizieranno i guai nel prossimo! 
Mi scuso ancora per i ritardi nel postare, come sapete sono tempi di fuoco...posterò una volta a settimana perchè devo aggiornare quattro fanfiction e spesso una delle quattro ne risente e rimane indietro. Ci vuole pazienza lo so!
Ringrazio nuovamente tutti quanti per le belle recensioni! Buon weekend!

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Capitolo 13
*** Capitolo XII ***


 
Setsuna respirò l'aria fresca del mattino.
Guardò il sole pallido risplendere nascosto solo da piccole nuvole bianche nel cielo terso.
Si sedette sugli scalini della veranda con un gesto lento e rilassato mentre con lo sguardo vagò per il giardino per poi seguire i movimenti di Haru.
Da quando Hotaru era andata via con la morte il cucciolo non sembrava darsi pace. Girava e annusava l'aria, girava e trovava un'altra pista da seguire per poi finire sfinito nel punto in cui la guardiana del tempo aveva aperto l'ultimo portale per far andare Hotaru nell'oltretomba.
Che segua le sue tracce incessantemente?
Sospirò godendosi la calma dovuta all'assenza momentanea di Haruka che era ancora a dormire nel letto, probabilmente avvinghiata a Michiru.
"Non mangi niente tesoro? Non è buono?" Michiru s'imbronciò fissando il piatto della compagna ancora pieno.
Haruka scosse la testa "No scommetto è buonissimo" la forchetta stretta in una presa ferrea che picchiettava sul tavolo fissando quello che doveva essere suo genero.
"E allora perchè non mangi?" La incalzò Michiru non comprendendo il punto del problema.
"Quell'individuo mi toglie l'appetito!"
"L'individuo suppongo sia io Miss!"
Hotaru rise alla voce di Jack che sfidava con lo sguardo Haruka.
"Ti controllo...non ti perdo di vista io!"
"E' tutto molto buono Michiru complimenti!" La evitò lui rivolgendosi alla madre della propria sposa.
"Ehi cos'era?"
"Cosa?"
"Quello sguardo da porco! Ti ho detto che ti osservo!"
"papà..." Hotaru girò gli occhi cercando di trattenere suo padre.
"Papà niente! fa il marpione con tua madre!"
"Su Haruka! Mangia non è vero!" Michiru lo disse in una risata limpida, risata che soffocò poco dopo con una mano sulla bocca nel vedere Haruka saltare sul tavolo per attaccare la morte.
Setsuna tornò alla realtà.
"E' ora di aprire il portale e goderci un altro pranzo in famiglia!" Disse tra sé e sé, disegnando col bastone del tempo un cerchio perfetto.
Meglio di quando Haruka mi fa i profili in internet per trovarmi un uomo!
Il cerchio s'illuminò di una luce bianca accecante e brillante, Haru si mise su due zampe scodinzolando felice.
Haruka comparve sulla soglia con faccia assonnata mentre Michiru era già vestita e pettinata di tutto punto pronta ad accogliere la figlia.
Il portale sprigionò energia facendo diventare l'aria elettrica per un breve istante.
Una figura elegante dai capelli neri lasciati sciolti sulle spalle comparve.
"Mh che belle visioni di prima mattina..." sbiascicò Haruka spettinandosi un pò i capelli biondi riferendosi alla comparsa della morte.
"Buongiorno Jack!" sorrise leggermente Michiru aspettando impaziente la comparsa di Hotaru.
La morte uscì dalla luce, chiudendo con un gesto il portale di Sailor Pluto. 
Lo sguardo basso e il viso trasformato in una maschera di dolore.
L'uomo si accasciò al suolo, sulle ginocchia, esausto.
"Dov'è Hotaru? Cos'è questa storia?" Haruka era irritata e subito prese a gridare.
"Buongiorno Michiru" disse in un soffio la morte aggiungendo a fatica un "buongiorno a voi bionda e..." deglutì "guardiana del tempo..."
Il silenzio calò nella stanza.
Haru abbassò le orecchie sdraiandosi a terra con gli occhietti tristi.
"Non è un buongiorno..." Jack si alzò. Lo sguardo vaquo.
"Che è successo ad Hotaru?" Michiru si portò una mano al cuore visibilmente preoccupata. Aveva paura della risposta, aveva paura di cosa la morte poteva pronunciare.
"Ti prendo a pugni se non parli..." la rabbia aveva assalito Haruka che stava stringendo le mani lungo i fianchi con le dita serrate pronta a colpire con un destro in caso di risposta non gradita.
"Hotaru è scomparsa!"
"Spiegati." Il tono di Sailor Pluto era piatto. Lo sguardo attento.
"Fino a ieri sera Hotaru è stata con me, poi ha deciso di andare nell'ufficio di Miyuki. Se l'è presa a cuore..." un lieve sorriso amaro gli piegò le labbra all'insù "dice la faccio lavorare troppo..." una fitta di dolore lo colpì ripensando al viso dell'amata.
Il fuoco era sempre in agguato. Pronto a divorarlo.
"L'ho lasciata fare e mi sono messo a controllare alcuni documenti relativi alla mia attività, volevo essere sicuro che il consiglio dei demoni non si potesse attaccare a nulla. I conti delle anime tornavano..."
"Non m'interessa del tuo sporco lavoro, voglio sapere di mia figlia!" Lo interruppe Haruka.
Michiru le posò una mano sulla spalla, al suo tocco la bionda si rilassò appena.
"Poco più tardi ho chiamato Miyuki. Quell'idiota non aveva firmato una carta importante...non mi ha risposto, il che è singolare. Sono andato nel suo ufficio e non era nemmeno lì, l'ho cercata senza risultato e non ho più trovato Hotaru"
Maledetta Miyuki, lei e il suo sguardo da cannibale! Lo sapevo che nascondeva qualcosa.
Haruka sentì una scarica attraversarla. I suoi occhi cobalto si puntarono sulla morte e gli si scagliò contro bloccandolo al muro.
"MALEDETTO! MA CHE COMPAGNO SEI?! IMBECILLE! IMBECILLE IO CHE HO MESSO LA VITA DI MIA FIGLIA NELLE TUE MANI!"
"Haruka lascialo!" Michiru la intimò di calmarsi.
"Diventa sorda quando si arrabbia..." Le disse Setsuna.
"Ce ne sono anche per te Setsuna, sta mattina gira male!" ringhiò Haruka accecata dalla rabbia che la stava mangiando viva.
La morte sembrò non reagire. Avrebbe potuto liberarsi in meno di un secondo da quella stretta, ma per la prima volta si trovò a capire quella che stava cercando con tutta la sua forza di schiacciarlo contro una parete.
"Ora me la riporti..." 
"Non so dove sia ma..." Lo sguardo di Jack si posò su Setsuna "Puoi aiutarci ad attraversare le varie dimensioni?"
"Per mia nipote mi gioco la vista e quant'altro!" 
"Allora si parte. La troveremo Haruka."
"Si Michiru, la troveremo...ma quando l'avremo fatto questo individuo dovrà sparire dalla mia vista!"
Setsuna guardò la morte e il suo sguardo s'incupì a causa della confusione che le colorò le iridi "Ma come ha fatto Miyuki a portarla via da li?"
"E' legata a me...e con questo legame, ha molte capacità."
"Fantastico" sbottò Haruka guardando il soffitto.
Le tre sailor Impugnarono i loro lip rod e con la benedizione dei loro pianeti assunsero l'aspetto di guerriere Sailor.
"Pronte per la missione?"
"Che domande, viviamo per questo!" Il sorriso beffardo di Haruka tornò ad illuminarle il viso per un breve istante.
"Prenderò a calci quella segretaria!" aggiunse prendendo per mano Michiru.
La ragazza del mare fece qualche passo avanti stringendo la mano della compagna "Andiamo!" 
Il portale venne aperto nuovamente dalla guardiana del tempo, questa volta era un buco nero da cui soffiava un vento forte e freddo "Destinazione sconosciuta!" disse grattandosi leggermente il mento.
"Uhm..prima le signore anziane e zittelle!" la invitò Haruka con una mano.
"Hai perso proprio coraggio! Gli anni passano anche per te!"
"Ma io non perdo fascino!"
Setsuna si portò le mani ai fianchi fissandola severa.
Haru fu il più svelto e si buttò all'interno dell'abisso scuro.
"Ha più fegato di te il cucciolo!" osservò Setsuna prima di concludere "credo ci sarà utile! Sente l'odore di Hotaru, ne sono certa!"
"Certo è un segugio infernale!" intervenne Jack come se fosse una cosa ovvia la frase appena espressa.
"Anche il cane poco normale doveva capitarci!"
L'uomo si strinse nelle spalle "Allora signore?!"
"Fai il gentiluomo e buttati!" 
Ammazzati!
Michiru sbuffò, si portò dietro l'orecchio una ciocca verde acqua e si buttò trascinando con sé Haruka.
 
 
In un luogo fuori da tempo e spazio il consiglio dei demoni si era riunito nuovamente.
A fianco del giudice che aveva inflitto la maledizione alla morte c'era un posto vuoto.
Vendetta non era in compagnia di Gelosia.
Qualcuno mormorò qualcosa d'incomprensibile.
"Ci siamo tutti?"
"Gelosia no." Comunicò una voce proveniente dalla folla.
"Gelosia ha un incarico." Precisò Vendetta come a difenderlo.
La folla si zittì.
Il capo del consiglio prese un lungo respiro dell'aria intrisa dall'odore di zolfo.
"L' oltretomba è stata lasciata a se stessa. Non possiamo più fidarci della morte."
Una pausa lunga.
Pesante.
Un silenzio che annunciava una decisione indiscutibile. A cui nessun demone poteva opporsi.
"Bisogna ristabile l'ordine!"
Tre parole che significavano una cosa sola.
Il consiglio dei demoni era pronto a partire per una spedizione punitiva.
 
 
Note dell'autrice:
Eccomi qui! Puntuale sulla tabella di marcia! Ormai siamo agli sgoccioli, tre, massimo quattro capitoli e anche quest'avventura giungerà al termine. 
I prossimi capitoli saranno pieni d'azione come avete potuto intuire!
Vi auguro in anticipo un buon weekend :D Da sabato sarò occupata ai seggi per il referendum perciò non so bene quando aggiornerò, ma sicuro la prossima settimana non mancherò con "il nostro appuntamento" u__u
Ricordo a chi seguiva il blog di forumfree che non è più aggiornato e mi sono spostata a questo qui!
Un bacio.
Kat

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Capitolo 14
*** Capitolo XIII ***




“Ben fatto Miyuki!”
Il demone della Gelosia posò le sue mani scarne sulle spalle esili della donna.
“Ricorda…lei è la cosa più importante per lui, tu non sei nulla…è lei che ama, è lei che cerca…Hotaru è ciò che lo rende umano e lo allontana dall’essere un mostro come te. Senza di lei però, voi due sarete di nuovo così simili, così uniti…” Gli occhi verdi elettrici si fecero più sottili a pronunciare quelle parole sottovoce all’orecchio della segretaria.
Miyuki era stata soggiogata dalla gelosia, dal sentimento più distruttivo al pari con l’odio che esista.
Il mio padrone è come me, siamo uguali, con lei non centra nulla…
Quel pensiero rassicurava la donna, il cui unico scopo era riavvicinarsi alla sua amata morte, a colui che si era preso cura di lei, a cui era legata, che le faceva provare qualcosa, anche se era un sentimento marcio ed insano.
Gli occhi a mandorla vitrei guardarono la piccola figura davanti a sé.
Hotaru era incatenata ad un grande albero bianco, che brillava sotto un fascio di luce proveniente da un sole pallido e freddo.
I capelli scuri le ricadevano spettinati sul viso creando un forte contrasto con la pelle candida così simile a quella pianta che era la sua prigione.
L’aveva ingannata e catturata alla sprovvista, senza dar tempo a Sailor Saturn di prendere il sopravvento.
“Cos’hai tu? Non sei altro che una piccola lucciola tristemente imprigionata.”
Gelosia sorrise alle parole di Miyuki e scomparve.
“Non hai i requisiti per essere la regina dell’oltretomba. E’ un posto che non ti spetta!”
 
***
 
La caduta nel vuoto sembrò durare un’eternità a Michiru, che non aveva smesso un istante di stringere la mano di Haruka, che alle volte sembrava scivolarle via a causa dei guanti candidi della divisa da senshi.
Quello era un distacco che non avrebbe potuto sopportare, in quel momento la vicinanza dell’amata era più indispensabile dell’aria stessa.
Hotaru è già troppo lontana. Tenuta in ostaggio chissà dove.
Il vortice si chiuse con un rumore flebile alle loro spalle.
Haru davanti alle guerriere seguiva deciso una pista che solo lui poteva sentire.
“Che vuol dire che è un segugio infernale?” Domandò alla morte Haruka osservando il cagnolino tutto intento ad annusare l’aria.
L’uomo guardò l’animale, poi posò il suo sguardo sulla bionda “Lui può trovare Hotaru ovunque, attraverso ogni dimensione ne sente l’odore!”
“Sarà meglio seguire il piccoletto allora!” disse decisa Setsuna avviandosi davanti al gruppetto.
Haruka fece spallucce seguendo l’amica, prestò attenzione al suolo che scricchiolava sotto i loro passi. Sembrava stessero camminando su dei frammenti di vetro.
Intorno a loro regnavano le tenebre, illuminate flebilmente solo dai riflessi provenienti dagli specchi rotti sotto i loro piedi.
“Che razza di posto…” borbottò stringendo la presa di Michiru che avanzava silenziosa dietro di lei con le dita intrecciate saldamente alle sue.
“Oh non lamentarti! Al tuo ego non fanno bene tutti questi vetri rotti? Ti ci puoi specchiare!” scherzò Sailor Pluto.
“Simpatica! Te l’hanno mai detto che potresti far la comica? Magari rimorchieresti!”
“Io un uomo non lo voglio!” la riprese la donna continuando ad avanzare.
“Ah giochi nella mia squadra allora! Non c’è problema troveremo una donna!”
“Smettila di blaterare con questa storia!”
“Magari una bella comica attraente! Così può insegnarti il vero senso dell’umorismo!” Haruka sorrise compiaciuta per la sua ultima battutina pungente.
“Haruka, zitta!” disse improvvisamente Michiru.
“Zitta a me? Ma che ti prende? Dovresti essere dalla mia…”
“sssht!” la intimò Michiru parandosi davanti a lei e tappandole la bocca con una mano.
Lo sguardo blu mare vagò attento intorno a loro.
Tutti si fermarono e Haruka capì al volo che la compagna aveva percepito qualcosa.
“Sembra una mandria…” sibilò la morte.
Haruka lo guardò storto poi un rumore raggiunse il suo udito.
“Si avvicinano…” constatò Sailor Pluto sull’attenti.
“Sembrano parecchi…”
Dal buio dietro di loro sembrò alzarsi una nuvola di polvere.
Qualcosa brillò
“Ma cosa…?”
Un gruppo di occhi rossi popolò l’oscurità avvicinandosi a grande velocità a loro.
“Il circolo dei demoni! Correte!” esclamò Jack.
“Che hai combinato?” chiese Haruka indagatoria.
“Amo tua figlia!”
“Non è una risposta valida!”
“Beh questo sentimento è stato la causa dei miei guai che tu lo voglia o no!”
“Oh fantastico! Scarica la colpa a chi non è presente!”
“Piantatela!” Michiru si parò tra i due.
“Smettetela di discutere, non mi pare il momento!” concluse dopo una breve pausa.
“Qui nessuno scappa!” aggiunse Sailor Pluto puntando il suo bastone argenteo verso i nemici.
“Perché dovremo aiutarlo? Sono problemi suoi!” Disse con disappunto la bionda.
“Sono anche problemi di Hotaru ora, quindi direi nostri!” le spiegò Michiru.
Haruka boffonchiò per poi dire a denti stretti “non ti farò mai più un favore, bello!”
La morte sorrise.
“Dead Scream!” La voce di Sailor Pluto tuonò scagliando senza pietà un’onda violacea di energia contro i nemici.
Le figure incappucciate uscirono illese dall’attacco appena subito e contrattaccarono con delle sfere di fuoco che sembrarono apparire dal nulla.
“Ci è mancato poco!” Michiru era finita a terra per schivare l’attacco. Haruka l’aiutò ad alzarsi quando notò una smorfia di dolore sul suo viso.
“Che ti succede?”
“Niente…”
“Non direi, fammi vedere!” insistette la bionda preoccupata.
“Attente!” Gridò la morte innalzando uno scudo che deviò le sfere di fuoco lontano da loro.
“Mi tocca ringraziarti sta volta!”
“Non farlo, basta che la pianti di distrarti troppo, non ho intenzione di salvarti la vita troppe volte, visto come mi tratti!”
Haruka provò a ribattere ma il gemito di Michiru la distrasse nuovamente.
La divisa assunse un colore rossastro che Setsuna notò immediatamente sulla schiena di Sailor Nettuno.
“Credo sia colpa dei vetri!” sentenziò.
“Gettandoti a terra ti sei ferita…”
“Meglio che venire bruciata viva da una di quelle!” disse indicando il fuoco che ora le stava accerchiando.
“Ci vuole un po’ d’acqua!” le fece l’occhiolino la morte continuando con un “pensi di farcela?”
Ecco che ammicca!
Haruka si diede un freno per non malmenare il marito di sua figlia.
Le fiamme scoppiettarono danzando nel buio.
“Deep submerge!” la potenza dell’oceano spense il fuoco che le aveva messe alle strette.
Le figure incappucciate avanzarono silenziose.
“Consegnateci la morte!” disse la voce proveniente dall’individuo a capo del gruppo di demoni.
“Chiari e concisi, è proprio te che vogliono!” rise Haruka beffarda.
“Non ho intenzione di seguirvi.”
“Hai abbandonato il tuo regno, il tuo dovere…”
La voce della morte tuonò assalito da un moto di rabbia “L’HO FATTO PER UNA GIUSTA CAUSA!”
“Nessuna causa è giusta se manchi ai tuoi doveri. L’oltretomba è la tua priorità!”
“Hotaru lo è!” A quel nome l’uomo dai capelli corvini sentì il dolore pervadere ogni angolo del suo corpo. I canini appuntiti si scoprirono in una smorfia sul viso che sottolineava ciò che stava provando in quel momento.
“Guardati come sei ridotto…” quella frase venne pronunciata con un non troppo velato disgusto.
“Senta signor…” Haruka s’interruppe un momento per poi riprendere il discorso non capendo come poteva chiamare il soggetto inquietante che le si parava davanti “signor non so chi tu sia…In altre circostanze le avrei lasciato volentieri questo individuo psicologicamente instabile, ma si da il caso che mia figlia non possa aspettare, è la mia prima priorità perciò ora noi togliamo il disturbo con il cadavere dolorante qui!”
“Guerriere, non mettetevi contro di noi!”
“Se è una minaccia non funziona!” intervenì Sailor Nettuno con fare deciso.
“Se non volete collaborare…” Il demone non finì la frase che altre sfere fiammanti comparvero sul palmo delle sue mani invisibili pronte a scagliarsi su di loro.
“Tira su un bel vetro mr. Mago!” Haruka incitò la morte che ubbidì all’istante.
“Ascoltatemi bene, li terrò a bada io…”
Haruka, perché parli al singolare?
Michiru sbiancò lievemente in volto a quelle parole.
“Dovete andare, qui perderemmo troppo tempo, ci si divide! Seguite Haru, presto!”
“Sono troppi è un suicidio!” la voce di Michiru uscì incrinata. I suoi occhi erano sbarrati dal terrore di quella separazione.
I colpi dei demoni si abbattevano incessanti sullo scudo della morte provocando dei forti boati.
“Devi trovare la nostra bambina…”
“Ma…”
“Michiru dammi retta! Non si discute!” il tono di Sailor Uranus era risoluto e non ammetteva repliche.
Michiru aveva sempre confidato in lei, la conosceva più di se stessa ormai, sapeva di cos’era capace, conosceva la sua potenza e i suoi colpi micidiali ma abbandonarla li era la cosa più difficile che le stesse chiedendo di fare.
“Non fare cose stupide…” una lacrima rigò il volto dai lineamenti fini ed eleganti della ragazza.
“Fidati di me e non temere…hai un’ottima squadra con te!” le sorrise posando lo sguardo su Setsuna e soffermandosi sulla morte “certo lui non è un gran che…ma ammettiamolo, sa il fatto suo!”
Un altro colpo fece tremare la barriera che le stava proteggendo.
Michiru venne colta dall’istinto irrefrenabile di abbracciare la guerriera di Urano, stava per gettarsi tra le sue braccia, quando Haruka lo capì e fece segno a Jack di dividerle.
Per quanto quella scelta le stesse provocando dolore era necessaria, sapeva che il tocco di Michiru l’avrebbe fatta cedere e che non sarebbe riuscita a lasciarla andare.
Una barriera di vetro le divise all’istante.
La ragazza del mare singhiozzò sobbalzando per la sorpresa.
“Haruka…”
Appoggiò il palmo della mano destra sulla superficie trasparente e dall’altra parte la bionda fece lo stesso.
Per un momento pensò di sentire il calore della sua mano.
E’ un illusione…
“Portala a casa, Michiru…riportala al sicuro!”
Lo sguardo cobalto s’incatenò a quello blu mare affogando lentamente.
“Ti amo”
Haruka sorrise scuotendo la testa “anche io piccola…”
“Devi ritornare tutta intera, mi hai capita?”
“Tornerò di sicuro, devo ritornare per sposarti!”
Il cuore di Michiru sobbalzò violento nel suo petto.
“Non vorrei interrompere il momento ma non so quando durerà lo scudo che la protegge!”
“Andate!” ordinò Haruka voltando le spalle ai compagni.
Andate prima che questi bastardi ci facciano tutti fuori!
 
Haru abbaiò girando su se stesso in un punto poco lontano dalle guerriere.
“Ha trovato dove aprire il prossimo portale!” Setsuna compì il suo dovere aprendo l’ennesima porta.
Il cucciolo si lanciò senza paura nel vortice temporale seguito dalla morte.
Michiru si voltò un’ultima volta.
Haruka le dava le spalle, in posizione per scagliare un attacco ravvicinato. Poteva sentire i demoni sempre più vicini a lei.
Sembrava senza paura.
Hai promesso Haruka.
Il suo cuore perse un battito, immaginò il sorriso beffardo e strafottente della guerriera di Urano pronta a deridere i suoi avversari e con quell’immagine nella testa raggiunse gli altri in un’altra dimensione.
Haruka vide l’illusione dissolversi davanti a suoi occhi nel momento in cui la morte e le sue compagne scomparvero alle sue spalle.
L’odore pungente di zolfo la colpì e i demoni si scagliarono su di lei.
 
L’ultima cosa che Michiru udì fu un rumore sordo accompagnato da un potente “Wolrd Shaking!” e un grido di battaglia disperato.
 
 
Note dell’autrice:
Eccomi qui in anticipo sulla tabella di marcia. Ho deciso di dare la precedenza a questa fanficition invece che alle altre.
Mi sono un po’ dilungata ma in fondo mancano solo due capitoli alla conclusione finale di questa saga…Spero che il capitolo vi piaccia anche questa volta!
Vi ringrazio tutti quanti per le numerose recensioni e per aver seguito il tutto fin qui. Siete fantastici!
A questo punto non mi rimane che dire “Go Haruka! Gooo!” :P

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Capitolo 15
*** Forever with you ***


 

The grace you gave to me
Now I see what you see
Your beautiful life forever in me


Forever with you - Decyfer Down

 

Una luce bianca ferì i suoi occhi chiari.
La mano candida si parò davanti alle iridi per permetterle di recuperare la vista appannata e confusa da piccole macchie colorate.
Un capogiro pervase la testa di Michiru che ebbe la sensazione di essere sopra una di quelle giostre con i cavalli del luna park.
Emise un mugolio flebile e girò la il capo verso destra.
Era distesa sulla schiena su un prato verde sgargiante e accanto a lei giaceva Setsuna che si stava riprendendo dalla “caduta”.
La morte si avvicinò a Michiru tendendole una mano, che la ragazza accettò volentieri per poi alzarsi.
“Come va la ferita?”
“Non preoccuparti…non fa poi così male…” disse la frase sorridendo. Conscia del fatto che quello era davvero il male minore.
Ciò che bruciava era di sapere Haruka sola in battaglia contro un esercito che sembrava inarrestabile.
Setsuna si spolverò di dosso un po’ di polvere stiracchiandosi e cercando con lo sguardo Haru, gli occhi rubino saettarono sul paesaggio e la smorfia sul suo viso rivelò che non aveva la minima idea di dove fossero capitati.
“Signore…” cominciò Jack allungando una mano verso il ramo di un albero bianco “Benvenute nel giardino delle anime!”
“Sai dove siamo?” domandò Setsuna per capire meglio.
Un cenno positivo del capo espresso dalla morte accompagnato da ciò che stava dicendo fece tacere ogni dubbio.
“Questo posto, l’ho creato io!”
 
***
 
“Appena mi libero ti prendo a calci!!” Sailor Saturn si era risvegliata prendendo il sopravvento su Hotaru.
“il fatto è…ti libererai?” Miyuki alzò un sopracciglio e parlo con tono arrogante.
“Non preoccuparti che ci riuscirò! Eccome! E se dovessi impiegarci anni e tu te ne sarai andata, ti verrò a cercare!”
“Oh…” Miyuki fece una pausa.
“E’ un peccato non poterti uccidere!”
Sailor Saturn con uno strattone cercò di liberarsi nuovamente, ma ogni suo tentativo aveva scarso successo.
“Se morissi, mi staresti comunque tra i piedi, nell’oltretomba..”
“Oh credimi! Se fosse per me non ci sarei mai venuta!”
Miyuki sorrise “Perché concedi ancora ad Hotaru di avere la meglio su di te?” domandò incuriosita.
Saturn sembrò non capire e ignorò quella domanda.
“Se tu la sopprimessi con la tua…incessante e fastidiosa presenza, lei non avrebbe più voce in capitolo, ci guadagneresti tu e ci guadagnerei io!”
La mora rise di gusto e scosse la testa “Sei proprio come lui…sempre a contrattare per tutto!”
Quelle parole Miyuki le prese come un complimento, sentirsi dire che assomigliava alla sua adorata morte le dava un piacere immenso.
 
***
 
Le due guerriere e la morte camminavano alla ricerca di Haru in quel posto che aveva l’aria di essere incantato.
Si aveva la strana sensazione che il tempo li fosse fermo. Una pace irreale regnava. La luce calda e chiara irradiava tutto il paesaggio composto da alberi bianchi spogli o vestiti di bellissime foglie di cristallo che sembravano brillare.
“E’ un posto magnifico…” sentenziò Michiru.
Le trasmetteva un senso di pace stare li.
“Hotaru mi fa sentire umano, ho avuto la folle idea che forse mi ci aveva fatto realmente diventare e ho pensato che…se in qualche modo morissi, non scomparirei e basta ora. Non diventerei solo cenere.” La morte sospirò continuando “così, ho creduto che in questo posto la mia anima avrebbe potuto vivere serenamente con quella di Hotaru, un giorno lontano…”
Il suo viso apparì sconsolato.
Michiru gli posò una mano sulla spalla fermandolo “Guarda che…tu sei umano”
Setsuna si bloccò silenziosa interdetta da quell’affermazione.
“Ami Hotaru. Questo ti rende umano in tutto e per tutto…perciò sono sicura. Che un giorno…se dovessi, si insomma.”
“Morire Michiru.”
“Esatto. Beh, avrai il tuo bellissimo paradiso” Sorrise gentile, come solo lei sapeva fare.
In lontananza l’abbaiare di Haru, ruppe la quiete di quel momento.
Setsuna ascoltò attentamente “da quella parte!” disse affrettandosi seguendo il richiamo dell’animale.
 
***
 
Haru, che ci fai qui!
Hotaru sei sveglia!
Si, Saturn!
Stai bene?
Nulla di rotto! Vorrei però riavere il controllo del mio corpo.
Non posso…non ora!
Ma…
Ascoltami Hotaru. Sono quasi pronta.
Pronta per cosa?
Per lasciarti andare.
 
“Cosa ci fa il tuo cane qui?!” la voce stridula di Miyuki interruppe la conversazione mentale tra Hotaru e la guerriera della distruzione.
Dei passi veloci le raggiunsero e davanti ai loro occhi apparvero le guerriere accompagnate dalla morte che guardò inferocito Miyuki.
“Come hai osato?!”
“Venire qui, o rapire lei?” chiese ingenuamente la donna.
“Entrambe le cose”
Miyuki sospirò “gelosia mi ha aperto gli occhi…”
Ecco chi era la sua cliente!
“Ti sei lasciata raggirare da un demone infimo come quello, per lo più inutile Miyuki!”
“Non mi ha…”
“TACI!”
“Saturn stai bene? E lei come sta?” domandarono Michiru e Setsuna all’unisono correndole incontro cercando di liberarla da quella prigione.
“Tutto bene grazie! Starei meglio se…se riusciste a liberarmi da qui! Ho un tremendo male ai polsi! E una voglia di ridurre quella donna in poltiglia, ve lo assicuro!”
“Cosa speravi di ottenere?” lo sguardo minaccioso che i due occhi ghiaccio stavano riservando a Miyuki la fecero rabbrividire.
“Non potevi tenerla prigioniera per sempre!”
“PERCHE’ UN’ UMANA?!” la donna gridò frustata.
“Non scegli di chi innamorarti. E sicuramente tu non saresti capace di amarmi come fa lei…”
Miyuki si avvicinò a Jack sfiorandogli il viso “non puoi saperlo se nemmeno ci provi e…ti risparmieresti tante pene.”
La morte sorrise. “Sei pronta a farla finita?” un sorriso sadico che impietrì la donna visibilmente confusa.
Aumentò la presa sul suo polso facendola gemere di dolore.
“Allora mia cara, rispondimi…sei pronta?”
“lasciami, lasciami subito!”
“Non volevi starmi accanto?”
“Signore lei…”
“NON INTERROMPERMI E RISPONDI ALLA DOMANDA!”
 
Setsuna con un rumore sordo riuscì a liberare Sailor Saturn dall’albero che si accasciò per terra faticando a respirare.
“Che ti succede?” Michiru preoccupata le si avvicinò tenendole una mano sulla schiena.
“Mamma sei ferita…” per un momento la voce di Hotaru uscì dalla bocca della guerriera.
“Non preoccuparti per me…Saturn che sta succedendo?”
“La sto lasciando libera Michiru, mi serviva solo un po’ di tempo e della sua energia per poter rinascere.”
La guerriera della distruzione fece appena in tempo a finire quelle parole. Una luce viola brillante irradiò tutto quanto e quando si spense ne uscirono Hotaru e Saturn per mano.
Due entità distinte.
Due persone diverse che avevano convissuto in unico corpo ora erano divise.
Michiru abbracciò la figlia che chiese del padre.
“Tornerà.” Fu l’unica risposta che ricevette.
“Bene…” la guerriera della distruzione e della rinascita camminava avanzando minacciosa verso Miyuki che veniva strattonata dalla morte “ora ci penso io a te…”
La donna gridò scaraventandola lontano da lei con solo un gesto degli occhi liberandosi dalla presa del suo padrone.
“Puoi anche scappare, ma non ti servirà!”
La morte si rivolse alle guerriere e cercò lo sguardo di Saturn, consapevole che le parole che stava per pronunciare avrebbero ferito Hotaru.
“Colpiscimi, devi…”
Miyuki cercò di fermarlo distraendolo.
Lanciò un colpo indirizzato ad Hotaru che però venne fermato da Michiru che le si parò davanti.
“Non dirglielo! Te ne pentirai!”
“Stai zitta morta!”
“morta come te!”
“non definitivamente!”
Setsuna si lanciò verso Miyuki “Dead scream!” il colpo non andò a segno ma continuò ad attaccarla in modo da tenerla occupata.
 
“Saturn devi uccidermi! Sei l’unica che può farlo!” tagliò corto la morte.
“Cosa stai dicendo?!” Hotaru si gettò fra le sue braccia stringendolo a sé.
“E’ così che deve andare, non finirà mai se no…” il tono della morte era dolce ed incrinato per il dolore della maledizione che lo stava attanagliando.
“E chi prenderà il tuo posto?” domandò Michiru.
“Sailor Saturn è la più indicata. Ora non è più Hotaru…se non mi uccidi Miyuki non le darà mai pace.”
“NON IMPORTA! NON FARLO SATURN!” gridò la ragazzina parandosi davanti alla morte.
“Deve…”
“No!” I grandi occhi viola si riempirono di lacrime e facendola singhiozzare “non…deve…” la voce era rotta dal pianto, il viso abbassato ricoperto in parte dai capelli neri e le braccia ancora aperte davanti a lui a fargli da scudo.
“Siamo stati come stelle cadenti, brevi…” Jack le cinse i fianchi facendo aderire la sua schiena al suo petto e inspirò il dolce profumo dei suoi capelli “credimi, vorrei che questo momento potesse durare per sempre…”
Hotaru si girò, gli cinse le braccia al collo, si alzò sulle punte e lo baciò con tutta la forza che aveva in colpo. Voleva perdersi in quell’oblio sapendo che sarebbe stata l’ultima volta.
Miyuki a quel gesto si fece distrarre, tanto che Saturn riuscì a colpirla con un pugno per poi bloccarla sotto il suo peso.
La morte si staccò da quelle labbra che non avrebbe mai più voluto abbandonare, “adesso Saturn!” sorrise spingendo lontano da lui Hotaru e in quello che se fosse stato vivo sarebbe stato il suo ultimo respiro le gridò “sarò per sempre con te!”
Sailor Saturn non se lo fece ripetere due volte, corse verso Jack che rimase immobile per farsi colpire, mentre sentiva Miyuki gridare e Hotaru piangere tra le braccia di Michiru.
“Sailent Glaive!” la falce apparve tra le sue mani candide e impugnandola gridò con tutta la sua forza “Sailent Glaive, surprise!” trafiggendo la morte che si accasciò con un sorriso e gli occhi puntati sull’unica che era riuscito ad amare.
Setsuna si ritrovò un mucchio di polvere tra le mani, Miyuki era stata annientata.
Hotaru fece per correre verso Jack, ma all’improvviso rallentò mentre lo vedeva scomparire in un fascio di luce nera sotto ai suoi occhi.
 
Non rallentò per il suo volere, ma perché le sua gambe si fecero più corte ed inciampò nei vestiti troppo grandi che scivolarono a terra.
In pochi istante tornò ad essere una neonata.
 
 
Note dell’autrice:
Nessuno ha licenza di uccidere l’autrice. Detto questo…ecco il penultimo capitolo! Ora avete capito perché nel racconto precedente quando la morte venne colpita Miyuki era ferita? Perché essendo collegata alla morte era stata colpita anche lei!
Saturn a quanto pare ha ospitato Hotaru solo per il tempo necessario da diventare abbastanza forte per essere un’identità distinta da lei.
Insomma…il tag drammatico era per questa vicenda. Mi è dispiaciuto da morire uccidere Jack, però non tutti i “buoni” vincono sempre e non tutte le storie d’amore finiscono bene.
Hotaru torna bambina, la sua crescita velocizzata era dovuta alla guerriera di Saturno, secondo me così le ho lasciato un po’ un occasione per una nuova vita! :D
Insomma…vi saluto e mi auguro di trovarvi all’ultimo capitolo la prossima volta!
Kat

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Capitolo 16
*** Epilogo ***



La luce calda e bianca del sole s’infranse luminosa sulle onde.
Michiru sedeva sulla sabbia, nella spiaggia deserta che era solita visitare con Haruka stringendo al petto la piccola Hotaru che dormiva serena tra le sue braccia.
Avrai dimenticato ogni cosa?
Si augurò che tornare neonata per la figlia potesse essere una nuova opportunità, un’altra chance per una vita felice e normale.
Normale per quanto potesse essere avendo due madri dotate di poteri straordinari.
Michiru sospirò.
Erano ancora in due? Erano ancora lei e Haruka?
Dov’era lei? Come stava? Era sopravvissuta?
Se così non fosse Saturn lo sarebbe venuta a sapere e me lo avrebbe detto.
Dopo la morte di Miyuki e Jack, Michiru aveva insistito per tornare indietro a cercarla, ma Setsuna l’aveva fermata facendole presente che con la sua ferita non sarebbe andata molto lontana.
A quel ricordo si portò automaticamente una mano sulla fasciatura stando attenta a non far cadere con l’altro braccio la piccola.
Sono proprio una sbadata.
La ragazza del mare trattenne un gemito di dolore rimproverandosi di essere più forte e con quel gesto trattenne anche le lacrime.
Strinse le palpebre nascondendo le iridi azzurre e quando le riaprì in lontananza, verso il faro vide una figura avanzare verso di lei.
Inclinò leggermente la testa come se le potesse d’essere d’aiuto per capire meglio di chi si trattasse.
Il suo cuore perse un battito rendendosi conto che la figura zoppicante e bionda era Haruka.
Oddio, Haruka!
Michiru scattò in piedi cominciando a correre verso di lei.
Haruka alzò la testa e da sotto i ciuffi biondi spettinati il suo sguardo cobalto si posò sull’altra accompagnando un sorriso che le illuminò il volto sfinito e ferito.
“Haruka” la voce di Michiru si soffocò nel momento in cui gettò la testa ricoperta dai lunghi capelli contro di lei e le si buttò tra le braccia.
“Ehi principessa, vacci piano!”  un sorriso sghembo accompagnò quelle parole mentre un braccio le cinse la vita.
“Stai bene?”
“Un po’ ammaccata ma sono qui, sei prevedibile lo sai? La spiaggia…”
“Appena tornata e già ti lamenti!” scherzò Michiru sorridendo tra le pieghe dell’abito strappato dell’altra.
Seguì un attimo di silenzio interrotto solo dal rumore del mare e dal canto dei gabbiani.
“Sei qui…”
“Ti avevo fatto una promessa! Di un po’…volevi sbarazzarti di me? Nessuno batte Sailor Uranus!”
Michiru si alzò sulle punte baciandola e quando si allontanò dal suo viso sorrise felice.
“L’ego non è cambiato!”
La sua risata limpida diede un senso di pace alla bionda che si staccò un po’ da lei tornando a tenersi la spalla col braccio sano.
“Dovremmo darti una sistemata” aggiunse Michiru apprensiva.
“Cos’è quello?” sviò l’altra facendo un cenno con la testa in direzione a ciò che l’amata stringeva con tanta cura e protezione.
Michiru scosse la testa e scostò la copertina bianca che avvolgeva Hotaru “anche io mantengo le promesse!”
“E’ Hotaru!” il viso di Haruka assunse un’espressione incredula, ancora dopo tanto tempo riusciva a sorprendersi di cose fuori dell’ordinario.
Si avvicinò alla bambina dandole un bacio sulla fronte e sussurrandole “E’ stata proprio brava la tua mamma…ti ha riportata a casa!”
*** 
 
“Il pranzo è pronto!” Setsuna sentendo la porta aprirsi fece capolino dalla cucina nel suo grembiule verde acceso, con in mano una pentola che appoggiò al tavolo apparecchiato con tanta cura.
“Eh no! Ancora qui tu! Ti sei stabilita in casa mia? Papà è tornato! Puoi andare!” disse Haruka alla donna ridendo di gusto.
“Sono felice di vederti anche io Haruka!” rispose l’altra per poi farle notare con un gesto della mano che aveva messo un piatto anche per lei.
“Oh gentile da parte tua…questo però non ti da punti bonus, hai sbirciato nel futuro! Non sei leale!”
“Si sentiva che non c’eri, mamma mia quanto baccano fai!” la riprese Setsuna agitando il mestolo in aria.
“Quando hai saputo sarebbe tornata?” domandò Michiru interrompendola.
“Mentre stavo cucinando, una ventina di minuti fa…questa bionda da strapazzo mi è apparsa in una visione, ci mancava poco che mi faceva andare a fuoco tutta la cucina! Volevo farti una sorpresa!” Setsuna sorrise sincera e a Michiru si scaldò il cuore.
Erano tutte li. Erano tutte insieme.
Avere quella che riteneva la sua famiglia accanto a lei era tutto ciò che desiderava.
“C’è un piatto in più però!” osservò Haruka alzando un sopracciglio “Hai trovato il fidanzato mentre lottavo contro quei demoni schifosi?”
Setsuna si portò le mani ai fianchi e s’impettì.
“Quando la smetterai con questa storia?”
“Ooh mia cara, rassegnati!”
“E’ per Sailor Saturn, ha preso il posto della….”
“morte, si lo so!” sorrise Haruka senza lasciare che Michiru finisse la frase.
Michiru la guardò con sguardo interrogativo, come faceva a sapere quel particolare?
“L’ho incontrato Michi…”
Un sorriso comparve sul viso di entrambe e Haruka continuò “sembra che il bastardo, abbia trovato il suo paradiso in fin dei conti…tornando indietro per le dimensioni, sono capitata nel giardino delle anime, lui era li…e si gode la sua pensione!”
“L’avevo detto che in fin dei conti era umano anche lui!”
 
“Su, lasciami la mia nipotina e dai una sistemata a quella donna che non è presentabile!” sentenziò Setsuna ricevendo come risposta uno sguardo minaccioso da Haruka che stava venendo trascinata in un’altra stanza da Michiru.
 
“Siediti” le ordinò Michiru mentre si apprestava a prendere garze e disinfettante.
“Guarda qui come ti hanno ridotta…” sibilò mentre le ripuliva una piccola ferita sulla guancia.
Haruka le prese un polso senza stringerlo ma fermandone il gesto “mi sposerai lo stesso anche tutta malandata vero Michi?”
I suoi occhi incontrarono quelli dell’altra.
Michiru sobbalzò leggermente cercando di mantenere un certo controllo mentre dentro di lei si stava agitando uno tsunami di emozioni.
“Non vorrei sposarmi con nessun altro”
Quella frase sussurrata scaldò il cuore di Haruka che sorrise beatamente, lasciando che continuasse ad occuparsi di lei.
Si sarebbe fatta colpire all’infinito dai demoni più feroci se la ricompensa fosse stata la stessa ogni volta.
“Li hai stesi tutti eh?” domandò Michiru spostandole una ciocca ribelle dorata dal viso.
“Tutti tranne i demoni delle emozioni…”
Gelosia quindi è ancora piede libero. Ma il pensiero fu interrotto dalla voce di Haruka che continuava a parlarle.
“Le emozioni e i sentimenti, sono l’unica cosa che non si può uccidere”.
 
Michiru la baciò passionalmente mentre l’altra si lasciò cadere sul letto.
Haruka aveva ragione.
Ci sono cose che non si possono uccidere, cose che ci rendono umani, nel bene e nel male.
Lo avevano imparato a loro spese.
Perdendo degli amici, combattendo fino allo stremo e ritrovandosi.
Michiru in quell’attimo amò la sua vita e Haruka con tutta se stessa, così intensamente come non aveva mai fatto prima.
Lo fece per aggrapparsi a quella felicità, lo fece per aggrapparsi alla vita che non avrebbe mai scambiato con nessuno per quanto piena di guai fosse stata e lo fece per rimanere con Haruka per sempre.
 
 
 
Note dell’autrice:
Oggi è una giornata che ha del surreale. Il concerto che ho aspettato per anni è stato posticipato a data indefinita e ho finito la serie su cui ho scritto per mesi. Non mi sembra possibile!
Voglio ringraziarvi tutti quanti, dei lettori migliori non mi potevano capitare! E’ stato importante il vostro sostegno ed è stato bellissimo trovare le vostre opinioni e vedervi con me fino alla fine! (suona un po’ drammatico, ma ormai ci siamo abituati no?!).
Nonostante questa serie sia giunta al termine mi ostino a non voler abbandonare questo fandom. Perciò per chi volesse rimanere in mia compagnia o a chi interessasse ho iniziato a pubblicare sulla coppia Haruka e Michiru una nuova fan fiction “Stockholm Syndrome” ( di cui al momento su EFP trovate il prologo perché il primo capitolo devo ancora completarlo).
Inoltre non ho inserito qui il matrimonio di Haruka e Michiru perché ho pensato magari di scriverlo in una one shot a parte.
Un bacio a tutti quanti, grazie ancora!
La vostra Kat

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