Hogwarts 1997

di AlexBlack
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio ***
Capitolo 2: *** Sogni, speranze e Arti Oscure ***
Capitolo 3: *** Libri oscuri e serpenti tra i capelli ***
Capitolo 4: *** Salvati dal Marchio Nero ***
Capitolo 5: *** Il ritorno dell'ES. ***
Capitolo 6: *** Brutti ricordi ***
Capitolo 7: *** Fuga. ***
Capitolo 8: *** Il segreto della Serpe. ***
Capitolo 9: *** Gorgosprizzi e persone dimenticate. ***



Capitolo 1
*** L'inizio ***


HOGWARTS 1997

1.L’INIZIO

L’Espresso per Hogwarts sferragliava veloce nelle campagne inglesi, lasciandosi alle spalle solo una lunga scia di fumo grigio.
Io guardavo come ipnotizzato il paesaggio stupefacente che si estendeva sotto il mio sguardo. Mai avevo apprezzato tanto quella vista, sapevo che quella sarebbe stata l’ultima volta che avrei potuto bearmi di quella campagna. Era l’ultimo mio anno ad Hogwarts, la mia casa. Ma sarebbe stato davvero un anno come tutti gli altri? Con il ministero caduto e Voldemort al potere? Certo io non ero al pericolo, sono un purosangue, Grifondoro, ma pur sempre purosangue, ma tutti i miei amici? Harry? Ron? Hermione? Dean? Non avevo loro notizie dalla fine dell’anno scorso.                                                                            
 « Notizie di Dean? » chiese Seamus, interrompendo il mio flusso di pensieri, a Luna che leggeva calma una rivista, probabilmente il Cavillo.
« No, la Gazzetta non pubblica più notizie di Nati Babbani » rispose lei con tono sognante, ma serio.
« Non stai leggendo il Cavillo? » si intromise veloce Ginny.
« Non penso che Piton sia felice di vedermi con in mano la rivista alleata all’ Indesiderabile Numero Uno, Ginny » rispose tranquilla lei e continuò a leggere.
Già, l’Indesiderabile Numero Uno: Harry Potter; ecco come si chiamava agli occhi del mondo il mio compagno di stanza, il mio amico.
« Hogwarts non sarà più la stessa quest’anno, » disse in tono grave Ginny « su questo non c’è dubbio ».
« Ginny ha ragione » intervenni io solennemente, feci una breve pausa in cui guardai tutti, uno ad uno, e poi proseguii: « questa guerra è stupida e inutile.
L’unica nostra salvezza è Harry e, ne sono sicuro, ora non si è nascosto per paura o non sta per scappare dal paese, è l’unico che può fermarlo e lo sta già facendo, lo so, e noi dobbiamo aiutarlo ». La sola idea che Harry fosse scappato dal suo destino, come un codardo, mi sembrava stupida e irrealizzabile.
« Chi te lo assicura? » mi chiese Seamus con tono di sfida « chi te lo dice? Tua nonna forse? C’è gente che soffre, gente che viene arrestata, gente che muore, e lui? Dov’è? Non si hanno più sue notizie da quest’estate! »
« Seamus, non litighiamo, almeno fra di noi. Sono sicuro che Harry non è fuggito e poi meglio che non si abbiano sue notizie o i Mangiamorte gli saranno addosso da un momento all’altro, e tu non vuoi questo vero? » gli risposi acido; litigare fra noi era l’ultima cosa che volevo. « Fino a che non si farà sentire, però, noi dobbiamo sostenere una grande resistenza… » conclusi con un ghigno non da me: avrei lottato con tutte le mie forze, sarei morto se necessario, perché gente innocente non fosse incarcerata, uccisa o non facesse la fine dei miei genitori.
 

***

 
« Piton preside. Immaginate? »
« Sì, basta che la smetti di dirlo, non ne possiamo più »
« Ma, insomma, è così eccitante! Ci farà fare tutto quello che desideriamo e punirà a non finire i Grifondoro, e, credetemi pulire i vasi da notte dell’infermeria sarà una passeggiata in confronto a quello che avrà in serbo per quegli schifosi Mezzosangue. Senza quel Filobabbano di Silente sarà tutto migliore ».
« Ok, lo sappiamo Blaise è la quinta volta che lo dici. Ora BASTA »
Le voci di Pansy e Blaise che litigavano mi arrivavano smorzate e non avevano senso, semplicemente non gli ascoltavo. Nonostante questo anche io pensavo ad Hogwarts, sotto il governo di Piton. Sarebbe cambiato tutto per il meglio, sì, Piton e i Carrow che insegnano, cosa volevo di meglio?
Una scarica di eccitazione e felicità si impadronì di me. Hogwarts senza Silente, già, per merito mio, nient’altro che mio. Ma avevo fatto la cosa giusta?
Introdurre nel castello tutti quei Mangiamorte e lasciar uccidere il preside, ne è valsa la pena?
Ora il mio Signore è salito al potere, ma i Malfoy non hanno ottenuto molta più gloria di prima, anzi, quel serpente ha pure preso la bacchetta di mio padre.
È un segno di debolezza.
In più tutti quei babbani che muoiono o che vengono arrestati, non capisco perché mi importa del destino di tale feccia.
Prima non ero così, non provavo compassione per loro, ma forse è perché se muore tutta questa gente è anche merito mio, come ho potuto?
Hai fatto la cosa giusta Draco, per la tua famiglia, per il tuo Signore…
Ma ho davvero fatto la cosa giusta?
Basta sensi di colpa goditi questo maledetto anno che è l’ultimo…
Sì, penso che farò così; darò ragione a quella mia vocina che mi sussurra dall’interno della mia testa, così paurosamente simile a quella di zia Bella.
 
***
 
Il viaggio passò veloce, senza altre discussioni. Cercammo di parlare il meno possibile della guerra o di Harry, così, in quello che parve poco tempo, ci ritrovammo nella stazione di Hogsmead. Prendemmo una carrozza solo per noi quattro e in un attimo io, Neville e Seamus fummo al tavolo di Grifondoro e Luna a quello di Corvonero.
Istintivamente lanciai uno sguardo al tavolo dei professori: il trono che per tanto tempo era appartenuto a Silente ora era occupato da un unticcio Severus Piton e la tovaglia del tavolo era ricamata rigorosamente di verde e argento.
Tolsi in fretta lo sguardo e mi venne l’impulso di vomitare tutto in fretta, ma fui costretta a riposarlo su Piton perché quest’ultimo si era alzato, con l’intenzione di tenere il discorso di inizio anno e di ottenere silenzio. Con mio profondo entusiasmo l’ultimo intento non fu soddisfatto, infatti Piton dovette aspettare un bel po’ di tempo prima che tutti si zittirono. Quando finalmente ebbe ottenuto quello che voleva parlò:
« Benvenuti e bentornati » disse con un tono che era tutt’altro che dolce. « Come avrete visto e sentito quest’anno sono state effettuate alcune modifiche e questa scuola, prima ritenuta scadente.
« Prima di tutto abbiamo inserito Babbanologia come materia obbligatoria, insegnata dalla nostra cara Alecto Carrow » e indicò una donna sulla quarantina che si alzò e saluto velocemente con un cenno di capo gli studenti; da il tavolo di Serpeverde si alzò un coro di applausi e io li guardai disgustata.
« In più Difesa Contro le Arti Oscure sarà rimpiazzata semplicemente da Arti Oscure, insegnata dal fratello della signorina Carrow, Amycus Carrow.
« Le punizioni quest’anno saranno, come dire, più diverse  da quelle degli altri anni, non disobbedite e non le proverete. Ora a letto » detto questo si sedette e aspettò che tutti fossero usciti dalla sala.
Io mi avviai da sola al dormitorio, dove mi misi subito a letto senza rivolgere parola alle mie compagne di stanza.
Rimuginai per ore sulle poche parole dette da Piton: Hogwarts non sarebbe più stata Hogwarts, sarebbe stato solo una sorta di campo di addestramento per piccoli Maghi Oscuri, nulla sarebbe stato come prima, questo era sicuro. Mi girai dall’altra parte e guardai fuori dalla finestra, pensando a Harry, Ron ed Hermione.
Anche loro sotto lo stesso cielo, anche loro a lottare contro Voldemort, anche loro a dare il loro contributo per riavere il nostro mondo.
Diedi il via mentalmente alla ribellione: Piton e i Carrow avrebbero avuto molto filo da torcere.



*Spazio Autrice* (...fa molto professionale XD)
Alloooora, come capitolo lo so che non è un granché, ma è l'inizio e non sapevo cosa scrivere u.u
prometto che il capitolo dopo sarà più interessante (spero XD), quindi se volete seguitemi :)
Beh, non c'è molto altro da dire del capitolo, visto che non succede tanto, ci sono più pensieri di vari personaggi ...
fatemi sapere cose ne pensate, 
Un bacio 
Alex :)

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Capitolo 2
*** Sogni, speranze e Arti Oscure ***


  1. SOGNI, SPERANZE E ARTI OSCURE
 
Una casetta contorta, con il tetto rosso e un’insegna che recitava “La Tana”, mi apparì davanti agli occhi. Casa. Allora era tutto finto? Io non ero andata davvero ad Hogwarts? Probabile, con tutte le scemenze che ho sentito in un solo giorno poteva essere benissimo un sogno.
Mi incamminai verso la porta d’entrata con un sorriso gigante stampato in faccia. Appena entrai mi accolse Percy che mi salutò con entusiasmo.
« Perce! Che cosa ci fai qua? Non eri a Londra? » chiesi rammentando la sfuriata che avevano avuto lui papà. C’era qualcosa di sospetto…
« Oh, sono venuto a trovare Bill »
« Beh, lui è a Villa Conchiglia con Fleur »
« Grazie, cara » la sua voce non suonava più dolce e gentile, era più fredda e ansiosa, simile ad un ringhio. Qualcosa non quadrava… all’improvviso si sentì un’esplosione e Percy si trasformò in Greyback. Il suolo incominciò a tremare, quadri e dipinti caddero a terra frantumandosi. Io mi sentii chiamare da lontano.
« Ginny! Ginny, svegliati! »
« NO! Cane bastardo non toccare mio fratello! »
« Ginny, GINNY! »
Un’ondata di acqua gelata mi investì in pieno volto. Mi svegliai di soprassalto, sudata, e fissai Helen, una delle mie compagne di stanza, stralunata.
« C- Che cosa è successo? Che ci faccio qua? Mio fratello, Bill… » sussurrai intimorita. Era la prima volta che non mi sentivo felice di essere ad Hogwarts.
« Stavi sognando Ginny, continuavi ad agitarti e a gridare il nome di tuo fratello » mi spiegò calma Helen. Mi misi seduta, ancora ansante.
Era tutto un sogno… Calma Ginny, un sogno, un incubo. Forse avrei preferito trovarmi a casa e lottare contro Greyback, che stare qua, imprigionata in questo castello, con le mani in mano.
Mi vestii e scesi a fare colazione senza fiatare: ero ancora turbata dall’incubo.
In Sala Grande incontrai Neville e Seamus seduti in un angolo, più lontano possibile dai professori, che si parlavano a bassa voce, concitati.
« Posso? » gli domandai veloce, loro mi annuirono e Neville mi fece spazio di fianco a lui. Presi una fetta di pane tostato e della marmellata, ma non avevo fame.
« Tutto bene Ginny? » mi chiese gentilmente Seamus « Ti vedo agitata.. »
« Brutti sogni » replicai semplicemente.
« E anche brutti orari » mi annunciò Neville « Guarda che cosa abbiamo alla prima ora! » lanciai un’occhiata al foglietto che mi porse: sotto “Lunedì” apparivano due righe che recitavano “ Arti oscure x2”
« Buona fortuna, poi mi racconterete » gli dissi e feci un sorriso incoraggiante. In quel momento arrivò la professoressa McGranitt  che mi chiese che materie avrei affrontato quest’anno.
« Tutte quelle in cui ho preso un voto sufficiente al G.U.F.O., professoressa » se dovevamo lottare contro Voldemort dovevo essere preparata al meglio.
La McGranitt, che sembrava molto più vecchia e stanca, non ribatté e mi diede un foglietto compilato: avrei avuto Babbanologia alla prima ora.
 

***

 
Presi le mie cose da terra, salutai Ginny e io e Seamus ci avviammo verso la classe di Arti Oscure. Era ripugnante sapere che eravamo obbligati a studiare incantesimi Oscuri, per tutta la durata dell’anno. Magari la guerra sarebbe finita prima di giugno, ma non volevo illudermi e darmi false speranze, anche se nel profondo speravo ardentemente che fosse tutto un sogno e che da un momento all’altro mi sarei ritrovato nel mio letto, con mia nonna che mi urlava  che non ero all’altezza di mio padre e mia madre. I miei genitori. Erano loro che mi tenevano ancorati alla realtà e che, nello stesso tempo, mi davano forza di ribellarmi, perché la loro sorte sarebbe potuta toccare a molte altre persone e questo non doveva assolutamente  accadere, io non l’avrei permesso.
« Neville ci sei? » mi riscossi dai miei pensieri e guardai alla mia destra, da dov’era provenuta la voce.
« Calì, Lavanda, che piacere, ieri non vi ho viste » le salutai. Ero proprio felice di vederle.
Entrammo nella classe di Arti Oscure. Era spoglia e buia, delle candele viola rischiaravano un poco l’ambiente, i banchi erano tutti separati e alle pareti erano appesi dei quadri raccapriccianti. Io e Seamus ci scambiammo un’occhiata triste: sarebbe stato un anno molto lungo…
Dopo aver fissato ancora un po’ l’aula io e lui ci sedemmo in fondo all’aula, subito imitati da Michael Corner, Terry Steeval e Anthony Goldstein, di Corvonero. Michael si sedette al mio fianco e mi fece un sorriso incoraggiante, che io ricambiai, ma aveva un’aria afflitta e ribelle.
« Zitti » una voce fredda arrivò dal fondo dell’aula. « Mettete pure via le bacchette, oggi farò un’introduzione alla materia ».
Non ero certo che quell’introduzione ci sarebbe piaciuta…
« Le Arti Oscure, sono molto varie e solitamente eterne, servono per far male, far soffrire, ma anche per difendersi. » proseguì Amycus Carrow camminando verso la cattedra  « Ora, voi siete totalmente ignoranti in materia, ma cercherò di far di voi dei buoni maghi Oscuri entro la fine dell’anno »
« Come se volessimo diventarlo… » soffiai in un bisbiglio che fece sorridere Seamus e Michael.
« Ha qualcosa in contrario signor Paciock? » mi interpellò acido Carrow.
« Certo che no, stavo solo dicendo che le Arti Oscure per me sono una gran cagata! » ribattei più bruscamente possibile e intorno a me si sentirono dei bisbigli.
« Bene, vedo che ha tanta voglia di scherzare Paciock, sarai la mia prima cavia, allora»
« Cavia? » domandai, mentre un brivido mi percorreva la schiena. Non mi ricordavo che qualcuno aveva parlato di cavie, che cosa mi avrebbe fatto?
« Sì, cavia, Paciock, vuol dire che sperimenterò su di te alcuni incantesimi, giusto per far vedere alla classe la grandezza delle Arti Oscure. Ora, se non ti spiace, vieni qua »
Mi alzai senza fiatare e percorsi il corridoio di banchi, pensando ad un attimo fa: ma chi me l’aveva fatto fare? Volevo tornare indietro nel tempo e cancellare tutto quello che avevo detto. Ero talmente arrabbiato che non avevo avuto il controllo di me stesso, ora tutta quella ribelle euforia era sparita.
Dai Neville, ci vuole coraggio, sarai finito a Grifondoro per qualcosa, no?
Esatto, ci vuole coraggio.
« Bene, ora vediamo se vorrai fare ancora lo spiritoso. Dopotutto ti sarai sempre immaginato cos’hanno provato mammina e paparino, no? »
« Non parli di loro. » sibilai; ecco che la rabbia stava tornando.
« E chi me lo impedisce?, tu forse? Non penso proprio, no… »
« Stia zitto » feci scivolare la mano sulla bacchetta, ma Carrow fu più veloce:
« Crucio »
Sentii dei mormorii spaventati e poi più nulla. Un male accecante si prese possesso del mio corpo; mi dimenavo e più mi muovevo più il male aumentava.
Basta, basta, qualcuno lo faccia smettere.
Il male aumentava, non ne potevo più. Era come se le mie ossa e i miei muscoli avessero deciso inaspettatamente di strapparsi.
E all’improvviso, come tutto era arrivato, tutto finì e mi ritrovai ansante sul pavimento.
Una cosa era certa: questo non era un sogno.


*Spazio Autrice*
Ecco il secondo capitolo, ho deciso di postare anche questo oggi visto che ce l'avevo già pronto; spero vi piaccia!
Allora, in questo capitolo succedono un po' più di cose che in quello scorso. (per fortuna...XD)
Prima di tutto, il sogno di Ginny non è messo lì a caso, anche se sembrerebbe così. Beh, ovviamente è turbata e il sogno è l'ho messo anche per evidenziare questo fatto, ma sarà utile in futuro... XD
Poooi, la reazione di Neville era solo per la rabbia, infatti dopo si pente già di aver detto quello che ha detto (e via con i discorsi intricati ù.ù), e questa situazione diventerà un po' un'abitudine...
In questo capitolo, in teoria, doveva esserci anche Draco ma poi ho cambiato idea, ma prometto che nel prossimo sarà moolto presente *.* 
non dico altro...
Ho cercato e cercherò di rispettare il più possibile quello che dice la Row, quindi se sbaglio qualcosa ditelo :)
Fatemi sapere cosa ne pensate di questa... ehm... Fan-fic.. (?)
Un Bacio a tutti
Alex :D

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Capitolo 3
*** Libri oscuri e serpenti tra i capelli ***


  1. LIBRI OSCURI E SERPENTI TRA I CAPELLI
 
 
« Non è giusto, tu non hai fatto nulla! Devi dirlo alla McGranitt! »
« No, Seamus, non importa »
« Neville, cavolo, ha usato una Maledizione Senza Perdono su di te, come può non importarti? »
Ogni tanto Neville non lo capivo. È stato Cruciato da un pazzo invasato, ma si chiude nel suo dolore da solo, non vuole aiuto, non vuole dirlo a nessuno, o semplicemente non gli importa.
« andiamo in sala comune ora abbiamo un’ora buca »
« No Seamus, io ho un’ora buca, tu hai Trasfigurazione! Vai pure » mi disse in tono autoritario. Ecco, speravo che non se ne accorgesse, ora sarebbe stato difficile convincerlo.
« Ma se vuoi sto con te Neville… » tentai, ma lo sguardo che mi lanciò non ammetteva repliche, così partii alla volta di Trasfigurazione.
Appena entrai in classe fui lieto di vedere un’aula familiare e, soprattutto, illuminata. Mi sedetti di fianco a Calì, in seconda fila.
« Buongiorno ragazzi, bentornati » la professoressa McGranitt era già in classe, ci salutò con più dolcezza degli altri anni, ma il suo volto aveva un’aria cupa che, per quanto si sforzasse, non riusciva a nascondere interamente.
Era un periodo buio, per tutti.
« Bene, anche quando il signor Zabini ci degnerà della sua attenzione incominceremo»
Fece una breve pausa, tempo in cui, il richiamato si girò e poi riprese:
« Come tutti saprete questo è l’anno dei M.A.G.O., ma non siamo sicuri, date le circostanze, che l’esame verrà effettuato. Ad ogni modo è mio dovere istruirvi per questo, quindi fuori le piume e prendete appunti » decretò, tornando al normale tono di sempre e lanciandosi in un discorso sull’importanza dei M.A.G.O..
Io tirai fuori di malavoglia il block-notes e incominciai a scrivere alcune parole a casaccio, giusto per far vedere che ero attento; ma chi me l’aveva fatto fare di mettermi in seconda fila?!
Pensavo a Neville. Ci potevo scommettere tutto quello che volevo, ma ero sicuro che ora Neville non fosse in Sala Comune, dovevo cercarlo. Avrei potuto fingere di star male, di dover andare in infermeria, ma la McGranitt non era Ruf e non penso che se la sarebbe bevuta. Però tentar non nuoce…
Al 5 mi alzo e glielo chiedo… uno, due, tre, quattro…
« Professoressa! »  
Mhm… non mi ricordo di aver parlato… soffro di perdita della memoria a breve termine, a quanto pare… buono a sapersi…
Mi stampai una bella espressione sofferente sul viso e guardai la McGranitt che però… un momento, perché non stava guardando me?!
« Professoressa, non sto bene, devo andare in infermeria » questa volta ero sicuro di essere stato zitto. Mi voltai curioso verso la persona che mi aveva fatto perdere il mio momento di gloria e quello che vidi mi lasciò basito.
« Ne è sicuro, signor Malfoy? Sta davvero male? »
« Sì professoressa, mi spiace, se no non gliel’avrei chiesto »
« Certo, certo, si faccia dare i compiti mi raccomando »
« Va bene, arrivederci »
Non aveva proprio l’aria di chi deve andare in infermeria, no. A quanto pare è un piano usato molto spesso, allora.
 

***

 
Non ha parlato altro che dei M.A.G.O. e quella megera ha anche intenzione di darci i compiti?
Pensai sbalordito mentre mi avviavo fuori dall’aula. Non stavo davvero male, chiaro, ma pensavo che quella lezione sarebbe stata di una noia mortale oltre che una grande perdita di tempo. Avrei preferito impiegare il mio tempo in qualcosa di più, come dire, costruttivo.
Vagai per il corridoio del settimo piano, davanti alla Stanza delle Necessità.
Quel posto mi faceva male. Mi tornarono in mente tutti i ricordi dell’anno passato, quando io avevo esplicitamente espresso di fregarmene.
Non potei più far finta di nulla, però, allora decisi di entrare; non era quello il passatempo costruttivo che avevo sperato, ma camminai avanti e indietro per tre volte lo stesso, non sapendo bene che posto avevo cercato e che stanza mi fosse apparsa. Quando entrai nella stanza rimasi sbalordito: c’era una poltrona imbottita, rossa, davanti ad un camino e più nulla.
Cosa voleva dire? Mi sedetti tranquillo, fissando il fuoco danzare nel camino, ma i pensieri mi investirono e mi ritrovai a ricordare quella fredda notte sulla torre di Astronomia. Vedevo il mio volto, contorto in una smorfia di paura, fissare Silente, a terra, senza forze. Mi sentii un gran bastardo, ma d’altronde non avevo avuto scelta, o quello o la morte.
Non continuerò un anno – o una vita – con i rimorsi, no, non è proprio il mio concetto di ‘divertimento’.
Mi serve qualcosa per distrarmi, qualcosa di interessante…
Non feci neanche in tempo a finire il mio pensiero che un librone nero mi comparse vicino ai piedi.
Lo presi e incominciai a sfogliarlo. Era intrigante, oscuro e misterioso, sentivo un grandissimo bisogno immergermi a pieno nel libro e di scovarne il mistero.
Lo feci.
 

***

 
« Sei uno stupido Neville Paciock! »
« e tu sembri mia nonna… »
« Non sei spiritoso! Ha usato la Maledizione Cr… »
« Grazie, Ginny, ma lo so da solo che Carrow mi ha Cruciato » la interruppi velocemente io. Non avevo voglia di sorbirmi anche la ramanzina di Ginny solo perché non ero andato a piagnucolare dalla McGranitt. Sembrava davvero mia nonna.
Certo, la Maledizione Cruciatus era una cosa grave, ma in questo periodo a chi potrebbe interessare se un diciassettenne la subisce? Che potere avrebbe mai avuto la direttrice della mia casa in confronto a Lord Voldemort? Nessuno, quindi era meglio tacere e cavarsela da soli.
Salii lentamente le scale del mio dormitorio, al pomeriggio avremmo avuto Babbanologia e questa volta non dovevo assolutamente perdere la calma o sarei stato nei guai. Infastidire tutti e due i fratelli Carrow in un solo giorno non sapevo quanto poteva essere grave, ma qualcosa mi diceva che era meglio non provare a scoprirlo. Rimasi a guardare il soffitto, come inebetito, per una buona ventina di minuti. Non avremmo sopportato un anno così, non potevano imporcelo, dovevamo fare qualcosa, ma cosa? La resistenza sì, ma come e in che modo?
« Ci sei Neville? Dobbiamo andare… »
La voce di Seamus mi arrivò affievolita alle orecchie. Mi alzai a sedere, lo guardai: aveva un’espressione mista tra il preoccupato e lo stanco. Annuii e mi avviai verso la porta con lui.
« Dove sei andato mentre io ero a Trasfigurazione? » mi chiese curioso Seamus mentre attraversavamo il terzo piano.
« In Sala Comune te l’ho detto… » gli risposi tranquillo.
« Oh, non penso » mi disse e mi guardò con uno sguardo penetrante « Che ti succede, Neville? L’anno scorso eri sempre pronto a ricevere l’aiuto di qualsiasi persona, perché quest’anno sei così… diverso? »
« Forse perché un certo Lord Voldemort ha preso il potere su tutto il mondo magico » soffiai secco, Seamus fece una smorfia al suono di quel nome, ma non ci badai.
« Non fa una piega… comunque, dove sei stato all’ora di Trasfigurazione? »
Ma non feci in tempo a rispondergli - non che volessi, sia chiaro - perché entrammo nell’aula, dove un’Alecto Carrow, alquanto arrabiata, stava sbraitando verso i pochi alunni presenti, con i capelli per aria, letteralmente.
« ALLORA?! VI PARE DIVERTENTE? » stava urlando.
« Ripensandoci, sì, proprio divertente, professoressa! » le rispondeva un Ernie Macmillan un po’ troppo divertito.
Oh, no, non ribattere Ernie…
Un momento, Ernie Macmillan, uno di quei Prefetti-Perfetti  stava sghignazzando e rispondendo ad una professoressa, indicandole i capelli, che in quel momento stavano diventando stile rasta e per di più di un blu elettrico? Il mondo stava girando al contrario, non c’era un’altra spiegazione…
« Che succede Hannah? » chiesi a Hannah Abbott, una nostra compagna di corso, anche molto carina e dirla tutta.
« Oh, Neville, Ernie ha lanciato non so quale incantesimo sui capelli della Carrow più o meno verso metà lezione, e lei se né accorta solo ora! » le sorrisi e mi misi a ridere anche io guardando la professoressa di Babbanologia – ora con dei piccoli serpenti a posto dei capelli – che sbraitava come un’ossessa.
« BASTA! Punizione, signor Macmillan! Sta sera alle sette nel mio ufficio e AAARGH! Toglietemi dai capelli questi cosi! AAAAAH »
« Signora forse non ha capito che quei cosi sono i suoi capelli, se vuole diventare pelata poteva dirlo subito… » annunciò Ernie tra una risata e l’altra.
« BASTA, la lezione è rimandata, e cosa avete da guardare voi? » sbraitò la Carrow rivolgendosi a noi e a un’altra folla di curiosi che si erano riuniti fuori dall’aula, attirati dalle urla.
Quando la professoressa, tra un urlo e l’altro, ebbe svoltato l’angolo caddi a terra dalle risate, tenendomi la pancia.
« Che fine ha fatto il Prefetto-Perfetto, eh, Ernie?! » sghignazzò sonoramente Seamus dandogli una pacca sulla spalla.
« Oh, ci vuole più vita in questo posto, senza più Silente non trovo il motivo per cui dovrei starmene buono… »
« Giusto così si parla, amico » ribattè il suo interlocutore.
Io mi rialzai a fatica e presi da parte Ernie:
« Stai attento, lo sai cosa mi ha fatto il suo caro fratellino sta mattina? »
« Si me l’hanno detto, ma ero troppo arrabbiato, ho dovuto fare qualcosa»
« Direi che ti capisco pienamente » rivelai, facendogli un grandissimo sorriso.
Ero felice di sapere che non ero l’unico pazzo che aveva degli scatti d’ira improvvisi.
Dev’essere stato proprio un bellissimo primo giorno per i Carrow…
Sorrisi tra me e me e io e Seamus tornammo in Sala Comune a raccontare ai pochi che non l’avevano visto, ciò che era successo nell’aula di Babbanologia.
Di sera non potei che pensare a Ernie – e alle torture che, sicuramente, stava subendo in quel momento - e a ringraziarlo perché era riuscito a cambiarmi la giornata per il meglio. 


*Spazio Autrice*
Per prima cosa scusate se ci sono errori, di qualsiasi genere, ma oggi non ho avuto tempo di riguardare la storia.
Pooi, il libro che Draco sta leggendo è, per chi non l'avesse capito, un libro sulle Arti Oscure. Per il resto mi sembra tutto abbastanza chiaro, se avete qualsiasi dubbio chiedete :)

Infine volevo ringraziare tutti quelli che hanno recensito gli scorsi capitoli e chi ha messo la storia nelle seguite.
Grazie, grazie, grazie *.*
Le recensioni sono sempre ben accette XD,
Un bacio,
Alex

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Capitolo 4
*** Salvati dal Marchio Nero ***


4. SALVATI DAL MARCHIO NERO...

 

Bussai piano su una vecchia porta nera, nei sotterranei, una voce mi accolse dall’interno ed io accedei all’ufficio di Alecto Carrow.

« Buonasera signor Macmillan »

« Buonasera professoressa »

« Allora, le è passata la voglia di scherzare? »

« Mi faccia pensare... no, direi proprio di no, professoressa » mi finsi pensieroso.

« Questo lo vedremo dopo la punizione » mi disse melliflua lei
Non c’era rimorso nelle mie parole, non stavo rimpiangendo il mio gesto come un bambino piagnucolone, anzi ne andavo fiero.
Non ero neanche preoccupato, nulla mi avrebbe fatto creare rimorsi. Ormai quello che è successo non si poteva cambiare e io non volevo farlo.
Non risposi, ma mi guardai intorno: il suo ufficio era a dir poco spaventoso, tuttavia non mi lasciai intimorire. 
« Bene, se vuole chiedere scusa la punizione sarà leggermente meno dolorosa; ha cinque secondi per farlo » annunciò e poi incominciò a contare, alzando un dito ad ogni parola. Io la guardai con aria ribelle fino a che non arrivò al numero prestabilito.
« Ottimo » si alzò fece il giro della scrivania, mi invitò ad alzarmi a mia volta e quando fummo uno di fronte all’altro mi sferrò un pugno sul naso.
Ricambiai.
Non avevo mai dato un cazzotto a nessuno, ma in quel momento la rabbia mi fece muovere autonomamente il braccio.
Nel buio della stanza intravidi i suoi occhi: parevano essersi incendiati.
« Come ti permetti? » trillò, « Io sono una tua professoressa! » lo disse con una voce talmente stridula che per poco non mi misi a ridere, ma mi trattenni: non era il caso di peggiorare la situazione.
« Non mi lasci scelta, moccioso; l’Oscuro Signore non vuole che sparga sangue puro, quindi passeremo alla tortura più efficace, una che non lascia neanche un graffio » decretò con una vocetta infantile e poi mi guardò con una nota di follia negli occhi che mi fece quasi rabbrividire, poi riprese: « Sai già di cosa sto parlando vero? Uno studente sveglio come te ci dovrebbe essere arrivato…» non mi lasciò neanche tempo di rispondere che sfilò la bacchetta dalla veste e: « Crucio »
Caddi a terra, un dolore sovrumano invase ogni minima parte del mio corpo. Mi contorsi sul pavimento polveroso stando, però, attento a non gridare o a piangere: non volevo darle alcuna soddisfazione.
All’improvviso abbassò la bacchetta, il dolore si bloccò e lei mi sbatté contro al muro, premendomi una mano sul collo.
« Chiedi scusa! » sibilò la Carrow.
« No » ribattei deciso e lei mi sferrò un altro pugno, molto più forte di quello scorso. Sentii la bocca riempirsi di un liquido caldo e dolce: fortuna che non doveva sprecare il sangue puro.
Lasciò la presa sulla mia gola, mi prese per la collottola a mi scaraventò a terra.
« Ah, no? Bene… Crucio! »
La tortura riprese. Le ossa e i muscoli rincominciarono ad infiammarsi, a bruciare, sembrava che si stessero lacerando dal dolore. Mi ci volle tutta la mia forza di volontà per non urlare. Ricaddi a terra, mi appoggiai sul gomito destro e tossii, dalla mia bocca uscì del sangue.
« Allora? Che fai? » mi chiese convinta che mi sarei arreso, ma mi limitai a guardarla con odio: non avevo intenzione di cedere.
« Ah, beh se la metti così… » disse con tono noncurante giocherellando con la punta della sua bacchetta. Si girò un’altra volta ad osservarmi, come se fossi solo un giocattolo. Un’ondata di odio mi investì, sarebbe stato impossibile continuare così per tutto l’anno, dovevamo fare qualcosa, questo era chiaro.
« Crucio »
E il dolore tornò. Non gridai né mi dimenai, ma il supplizio continuò, il male aumentò e io chiusi gli occhi per non piangere.
All’improvviso si sentì un urlo, non il mio. Mi ritrovai ancora una volta a terra, con la faccia premuta sul pavimento; guardai curioso la Carrow che era piegata in due e si teneva il braccio sinistro con l’altro.
« Macmillan, devo andare. Sei stato fortunato, il mio Signore mi vuole vedere, devi solo ringraziarlo… o saresti morto » si abbandonò ad una risata malvagia e sparì fuori dalla porta invitandomi, o meglio, ordinando di andarmene. Non me lo feci ripetere due volte.
Appena fuori presi a correre, per quanto le mie gambe doloranti me lo permettevano, verso la sala comune di Tassorosso.
Basta, un’altra esperienza così e sarei davvero morto, ma sarei riuscito a trattenermi dal risponderle?
Attraversai la Sala sotto lo sguardo curioso degli altri ragazzi a mi fiondai in dormitorio, per fortuna era vuoto. Lanciai uno sguardo verso l’orologio: erano solo le nove; andai a lavarmi: ero tutto sporco di sangue sulla bocca, i capelli erano spettinati e in più avevo il resto della faccia pieno di fuliggine, a quanto pare la Carrow non teneva l’ufficio molto pulito.
Dopo essermi lavato per bene andai a sdraiarmi e mi addormentai subito: come primo giorno potevo dire che era stato davvero stancante.

 

***

 

« Draco, tutto bene? Draco? Mi stai ascoltando?! »

Mi girai lentamente verso il mio scocciatore e vidi il viso di Pansy che mi guardava preoccupato. Le feci un grande sorriso: era fastidiosa, vanitosa, rompiballe, impicciona e chi più ne ha più ne metta, ma era una delle poche persone che aveva mai avuto fiducia in me e che mi voleva veramente bene.
« Scusa Pansy, stavo leggendo » le risposi tranquillo.
« E’ da questa mattina che non fai altro che leggere quello stupido libro! » mi ribeccò lei.
Ok, forse, alcune volte era davvero troppo fastidiosa.

« Almeno io sono capace di leggere… » replicai acido.
« Ah-ah, spiritoso » disse con ironia « Poi non mi convince quel libro… »
« Beh, mi sembra di capire che a te non convince nessun libro »
« Non sto scherzando, Draco! Quello è un libro sulle Arti Oscure, ne sono sicura »
« Posso sapere che ti succede? Sembri la Granger… »
« Non mi paragonare a quello scempio babbano » rise malignamente e poi riprese « E soprattutto, non cambiare discorso! »
Per Salazar, è davvero l’incarnazione della Granger!
Non avevo voglia di litigare, così le scoccai un veloce bacio sulla guancia e uscii di corsa dalla Sala Comune.
Non sapevo dove volevo andare precisamente, ma sapevo soltanto che desideravo rimanere solo, lontano da tutto e da tutti, a leggermi il mio nuovo libro in santa pace. È pazzesco come la gente non si faccia mai gli affari suoi.
E poi che le importava a Pansy cosa leggevo? E se anche era un libro Oscuro? 
Solo perché lei non ha mai sfiorato un libro, non significa che leggere è diventato un reato…
Pensai infastidito. Corsi più velocemente per i sotterranei, volevo andare all’aria aperta, uscire ed isolarmi.
« Chiedi scusa! »
« No »

« Ah, no? Bene… Crucio! »
Mi fermai all’istante. Qualcuno veniva Cruciato… forse ne era valsa la pena uscire, allora.
Sarà qualche stupido Grifondoro che ha fatto troppo lo sbruffone, tipico…
Non urlava, però, il ragazzo. O la ragazza. Aveva la mia stima, chiunque persona essa fosse. Sapevo cosa voleva dire la Maledizione Cruciatus, l’avevo provata già un paio di volte, con l’Oscuro Signore come padrone era prevedibile. Sapevo a cosa andavo in contro quando mi sono unito ai Mangiamorte. O forse no…
« Crucio » Alecto Carrow aveva colpito ancora, ma ancora niente urla.
All’improvviso il mio braccio sinistro incominciò a bruciare.
Era il segno, Lui ci voleva radunare, ci voleva parlare.
La porta dell’ufficio della Carrow si spalancò e quest’ultima gracchiò:
« Vattene a dormire Macmillan… Subito! …Per Merlino, Malfoy cosa ci fa qua? »
« Mi scusi io stavo… »
« Sì, sì, va bene, ho capito. Vieni, il nostro Signore vuole anche te ».


*Angolino Alex*
Avevo per caso detto che avrei postato il capitolo ieri? Beh, no, scherzavo... u.u Chiedo perdono! XD
Comunque, ecco qua il capitolo! Spero che sia di vostro gradimento! :)
Sono stata un stata un po' troppo sadica nei confronti di Ernie, secondo voi? ù.ù  
poveretto, non vorrei essere nei suoi panni... comunque...
Non penso di dover spiegare nulla riguardo al capitolo, ma se avete dubbi chiedete :)
Finally, volevo ringraziare tutte le persone che hanno messo la storia nelle seguite/ricordate e in particolare chi ha recensito! Grazie Mille *__*
Ricordate che le recensioni sono sempre ben accette XD,
Un bacio,
Alex :)

 

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Capitolo 5
*** Il ritorno dell'ES. ***


5.IL RITORNO DELL’ES.

 
Scattai a sedere sul mio letto, terrorizzata. Mi guardai intorno e riconobbi le solite tende del mio baldacchino rosso. Mi tranquillizzai a malapena: avevo fatto ancora quel sogno terribile, ma questa volta lui, Greyback, l’aveva preso, aveva preso mio fratello, Bill.
Mi alzai dal letto, tremante, e vidi che erano solo le 4 di mattina di venerdì, così andai in bagno a sciacquarmi la faccia: ero terribilmente sudata, come le scorse notti. Quel sogno era sempre più terribile, ogni notte il lupo mannaro si avvicinava sempre di più a Bill e la mia agitazione, di conseguenza, aumentava ogni giorno.
Mi sciacquai il viso con l’acqua gelata, non volevo riaddormentarmi, avevo paura di dormire, ormai.
Quando tornai al mio baldacchino non mi rimisi a letto, ma mi vestii e scesi in Sala Comune. Non volevo stare ferma, non volevo far vagare i miei pensieri sul sogno o in zona Harry -che avevo pensato anche troppe volte in questa settimana-, volevo tenermi impegnata.
Scesi le scale facendo meno rumore possibile, non sapevo che cosa avrei fatto, ma qualsiasi cosa era meglio di stare immobile nel mio letto.
Mi sedetti su una delle poltrone vicino al camino, ormai spento, e presi una copia della Gazzetta del Profeta che era abbandonata su di essa e incominciai a sfogliarne le pagine svogliatamente.
« Cosa ci fai qui Ginny? » una voce curiosa mi giunse all’orecchio. Mi voltai nella direzione da cui era provenuto il suono e scorsi ben quattro persone che parlottavano nell’ombra.
« Ginny, siamo noi, vieni » era la voce di Neville. Mi avvicinai cauta e mi sedetti su l’unica poltrona libera. Quando raggiunsi le quattro persone rimasi sbalordita: « Seamus, Neville… » salutai e poi aggiunsi in direzione degli altri due: «Ernie, Michael… come mai siete qua? » sussurrai « voi non siete dei Grifondoro…».
Guardai il viso di Ernie Macmillan, per quanto si vedesse nell’ombra, si riuscivano a distinguere ancora i segni della punizione della Carrow.
Dall’angolo mi giunsero quattro sorrisi.
« Penso che sia ora di darci una mossa, l’Esercito di Silente deve tornare » emanò Neville.
« Volevamo invitare anche Luna, ma non sapevo come salire nel suo dormitorio… sai ai maschi è proibito l’accesso » spiegò Michael Corner.
« Lo stesso vale per te, ma vedo che sei scesa di tua spontanea volontà. Meglio, così dovremo ripetere le cose solo una volta » concluse Seamus con un ghigno. Io li guardai un attimo spaesata, perché nessuno ci aveva pensato? L’ES, ovvio, L’Esercito di Silente, le persone più indicate per tener testa al regime di Piton. Ora era tutto più chiaro…
« Bene, ora iniziamo la “riunione”. » disse Neville in tono autoritario. « Per prima cosa ci deve essere qualcuno che prenda il posto di Hermione, cioè che tenga il conto dei presenti ad ogni riunione e scriva anche il giorno di essa »
« Lo faccio io » lo interruppi. Ernie tirò fuori dalla borsa un foglio di carta e una piuma e me li porse. Io incominciai a intestare il foglio e a scrivere i nostri nomi.
« Bene, poi non ci serve più un insegnante, no? Dobbiamo solo fare resistenza e far impazzire i Carrow, giusto? » chiese Seamus, sogghignando.
« Certo Seamus; ora, dobbiamo ricapitolare i vecchi membri e vedere chi è ancora ad Hogwarts e chi no, a quelli rimasti a scuola dobbiamo mandargli un messaggio con la moneta, » proseguì Neville « per chi l’ha persa faremo in modo di avvertirlo a voce, d’accordo? » tutti annuirono e incominciammo a scrivere i nomi dei vecchi componenti dell’ES e a catalogarli in vari gruppi. Questo lavoro durò molto più del previsto e ci tenne occupati fino alle sette, quando incominciarono a scendere altre persone dai dormitori.
Per tutte le lezioni del giorno fui distratta e distaccata con tutti, oltre al sogno che mi turbava, ora c’era un nuovo pensiero: l’ES. Ero eccitata e preoccupata allo stesso tempo. Potevano scoprirci e sottoporci alle più temibili torture, ma nello stesso tempo non mi importava di essere scoperta purché dessimo abbastanza filo da torcere a Piton.
 

***

 
« Be’… benvenuti! »
Guardai tutte le tredici persone sedute davanti a me: eravamo riusciti, in un solo giorno, a avvisare ogni ex componente dell’ES rimasto a scuola e a dirgli della riunione, che avevamo fissato per quella stessa sera.
« Un altro anno è incominciato.» esordii « Vi sarete accorti che qualcosa è cambiato, sia dentro che fuori Hogwarts… »
« Sì, ce ne siamo accorti Neville, chissenefrega del discorso dì le cose importanti! »
Sbuffai. Seamus non era mai felice se non si metteva in mezzo. Cavolo, mi aveva appena rovinato il mio bel discorso che mi ero preparato, e, non so se mi spiego, ma io, Neville Paciock, che mi preparo un discorso è una cosa più unica che rara!
Gli lanciai un’occhiataccia e ripresi: « Vabbè, visto che qualcuno non apprezza le mie parole, vi dirò subito perché siamo qua, nella Stanza delle Necessità » feci un sorriso, li guardai tutti, uno per uno. Un po’ di suspense non sarebbe guastata.
« Nessuno di noi ha intenzione di farsi mettere i piedi in testa da qualcuno, men che meno da dei Mangiamorte, quindi, siamo qua per ribellarci a Piton e ai Carrow… d’altronde, siamo o no l’Esercito di Silente?! » quasi gridai le ultime parole e un urlo di ovazioni si levò dai miei ascoltatori.
« Beh, vedo che siamo tutti d’accordo con Neville, no? » s’inserì Ginny, sorridendo e riportando la tranquillità « però, va bene ribellarsi, ma dobbiamo farlo con cautela, dobbiamo stare attenti e soprattutto dobbiamo tenere le nostre riunioni, e tutto il resto, segreto ».
« Ginny ha ragione, » proseguii io « gliene faremo passare delle belle a Piton&Co, ma dovremo stare attenti a non farci scoprire. Non vogliamo che qualcuno di voi subisca quello che ha sopportato Ernie » dissi, gli lanciai un’occhiata e vidi che si era rabbuiato all’improvviso. Era stato sottoposto alla Maledizione Cruciatus per più volte e non aveva neanche urlato, davvero ammirevole.
« Vogliono cambiarci le menti, vogliono comandarci e farci alleare con loro, sono cattivi… ma noi non lo diventeremo, dico bene? » disse Seamus con un ghigno di sfida.
« Ci manca solo che incomincino a sfornare Decreti Didattici a destra e a manca… » borbottò Michael Corner di rimando, scatenando risate generali.
Ero felice di vedere così tanta gente arruolarsi e voler combattere contro i Piton, o meglio, contro il Lato Oscuro.
Sicuramente sarebbero anche aumentati i volontari vedendo le atrocità che commettevano i Carrow, ma non tutti avrebbero avuto il coraggio di schierarsi in prima fila contro Voldemort, come noi.
« Bene, vedo che avete tutti voglia di cominciare, » esordii io « non mi rimane altro da dire, quindi, che la rivoluzione abbia inizio! »
 
 

 
*Note dell'autrice*
e finalmente l'ES si riunisce! :)
Questo capitolo è molto più soft di quello precedente, per fortuna, spero  solo che sia di vostro gradimento! :)
se volete fatemi sapere che ne pensate di questa schifez... ehm... storia, sì! :)
Infine, volevo ringraziare tutti quelli che seguono/ricordano/preferiscono questa storia e sopratutto quelli che hanno recensito!
Grazie mille,

Alex :)

S

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Capitolo 6
*** Brutti ricordi ***


6. Brutti ricordi.

 
Camminavo insieme a Seamus, Lavanda e Calì verso il limite della Foresta Nera, velocemente: quella mattina avremmo avuto Cura delle Creature Magiche con Hagrid, finalmente un po’ d’aria fresca.
« Neville, sai con chi avremo lezione?» Mi chiese curioso Seamus appena uscimmo dal portone.
« Non ne ho idea, spero solo non con Serpeverde.»
« Tranquillo, quello mi sembra Ernie » si intromise Lavanda indicando un punto lontano  « e quella sembra proprio Hannah, oh sì, non poteva andarti meglio, eh Neville?!»
« Ehm… ma che cosa…? » provai a ribattere, ma riuscii solo a balbettare leggermente e a rabbrividire; per il freddo, ovvio.
« Non credere che non ce ne siamo accorte, vero Calì?! » soffiò Lavanda e le due ragazze presero a ridacchiare forte.
Guardai interrogativo verso Seamus, il quale mi lanciò un sguardo comprensivo e mi sussurrò all’orecchio « Donne » con il tono di chi la sa lunga. In effetti erano proprio un bel mistero.
Raggiungemmo in fretta il piccolo gruppetto di studenti di fianco alla figura massiccia di Rubeus Hagrid, erano davvero i Tassorosso.
« Ciao Neville! » mi girai verso il mio interlocutore e mi sentii stringere piacevolmente lo stomaco nel vedere due trecce bionde e due grandi occhi blu che mi fissavano, cosa voleva dire?
« Ehm… ciao Hannah » borbottai disorientato, quella ragazza mi faceva uno strano effetto. « Tutto… tutto a posto? »
La vidi arrossire un attimo prima di rispondermi: era molto carina anche tutta rossa.
« Sì, sì, tutto bene, tu?»
« Ehm, certo anche…» ma non potei finire la frase che fui subito interrotto dal possente vocione del guardiacaccia.
« Bentornati ragazzi » ci guardò tutti con un grandissimo sorriso, ma, sia nella voce che nello sguardo, c’era un’ombra di tristezza. Non potei fare a meno di notare che, in quel periodo, quasi tutti celavano il loro vero stato d’animo dietro una possente maschera di sorrisi. Tutto era sempre più falso.
« Oggi vorrei… sì insomma, non io, ma il ministero mi ha imposto di… di farvi studiare le caratteristiche dei Dissennatori » Proseguì Hagrid con un tremito. « e… e di avvisarvi che chi ci sorpasserà il limite, beh, verrà sottoposto al… Bacio»
Tra gli studenti si sparsero mormorii spaventati.  Erano arrivati fino a questo punto?
E di quanto uno doveva sorpassare il limite per essere sottoposto al Bacio, la cosa più terrificante che esista? Di certo non sarei stato io a sperimentarlo.
« So che avete già studiato queste creature, ma il Ministero vuole che ci approfondite meglio… gli effetti »
Detto questo, Hagrid ci voltò la schiena e ci indicò un punto tra gli alberi. Notai che faceva di tutto pur di non guardare verso il luogo da lui indicato.
Ci sporgemmo tutti per vedere meglio e alcuni non poterono fare a meno di lanciare qualche gridolino spaventato. Avrei urlato anche io volentieri, se solo avessi avuto ancora voce: tra i cespugli giaceva un corpo, all’apparenza immobile; la pelle era cinerea, gli occhi erano infossati, i capelli e il corpo molto sporchi: sembrava che non si lavasse, da mesi. All’improvviso l’uomo voltò il capo verso di noi e molti del gruppo arretrarono spaventati. Sembrava un cadavere, un cadavere vivo. Gli occhi erano vitrei e spenti e non guardavano direttamente noi, sembravano persi in una realtà lontana anni luce dalla nostra, una realtà triste, fatta solo di pianti, sofferenze, lacrime e morte.
Si poteva capire che non era privo di vita solamente perché aveva fatto un movimento. Era spaventoso.
Mi venne un conato di vomito che respinsi a fatica, al contrario di altri nostri compagni. Quello non era vivere, era ingiusto.
« Ehm, sì, avete visto abbastanza » decretò il guardiacaccia, dopo alcuni minuti, sorreggendo Lavanda: era stata una tra quelli che non si erano riusciti a trattenere dal vomitare.
Il mio sguardo vagò automaticamente su Hannah: era lì, che fissava rigida l’uomo  –se così si poteva chiamare- con i pugni chiusi e una smorfia di dolore sul viso. Non aveva né vomitato né urlato: era il ritratto puro della sofferenza.
Avvertii un’incredibile bisogno di andare da lei, di abbracciarla, consolarla e dirle che tutto andava bene, ma qualcosa di più forte di me mi teneva i miei piedi inchiodati a terra e i miei occhi fissi sul suo volto.
Sentii una forte pacca sulla spalla e finalmente mi decisi distogliere lo sguardo da Hannah. Seamus mi stava trascinando via dall’uomo, premendo leggermente la mano sulla mia scapola.
« Ti ricordi che sua madre era morta lo scorso anno? Avevano incolpato ingiustamente Stan Picchetto, ma in realtà era stata Baciata e successivamente uccisa» mi sussurrò all’orecchio tutto d’un fiato. « è terribile, lo so ».
In quel momento mi sentii più vicino che mai a lei: sapevo cosa voleva dire perdere i genitori.
 

***

 
Correvo velocemente per i corridoi secondari di Hogwarts, non volevo incontrare nessuno. La lezione di Cura delle Creature Magiche era stata terribile, se solo pensavo a cosa era successo a mia mamma l’anno scorso.
Una lacrima mi scorse furtiva sulla guancia, ma l’asciugai velocemente: non volevo mostrarmi debole nemmeno a me stessa, soprattutto in quel periodo.
Dovevo lottare e non stare a rimpiangere il mio passato, ma ciò mi pareva impossibile.
L’immagine di quell’uomo, più morto che vivo, mi aveva distrutto.
Corsi ancora più velocemente e mi ritrovai sulla torre di Astronomia, vuota fortunatamente.
Mi appoggiai stanca sul parapetto, guardando il parco: era sempre la solita Hogwarts, fantastica, magica, misteriosa… ma purtroppo quest’anno si sentiva nell’aria  molta tensione, una tensione che non c’era mai stata, una tensione che si aggrappa al cuore e ti accompagna per il resto della vita, una tensione semplicemente cupa e tenebrosa. Feci un sospiro: volevo indietro la mia vita. Tutto era cambiato da quando mia madre se n’era andata, tutto per colpa sua, per colpa di Lord Voldemort. A quel punto un’ondata d’odio e di vendetta mi investì: dovevo fare qualcosa, qualsiasi cosa, pur di lottare  per un mondo migliore e per riscattare la morte di mia mamma. Ce l’avrei messa tutta, questo era chiaro.
Ad un tratto sentii dei passi veloci e affannati salire le scale. Solo Susan Bones sapeva che quando ero turbata venivo qua a pensare, ma quest’anno lei non era tornata. Che ci fosse una lezione di Astronomia? Impossibile, era pieno giorno. E allora…?
« Ciao Hannah » mi voltai di scatto.
« Neville! Mi hai spaventata » replicai, come faceva a sapere dov’ero?
« Ehm, scusa… non era mia intenzione » azzardò un sorriso «Anch’io vengo qua quando voglio pensare in pace » finì lui, sembrava avermi letto nella mente.
Lo guardai un po’ stranita, in fondo ero felice di vederlo, il suo passato era stato tormentato tanto quanto il mio, forse anche di più.
Si guardò intorno, come per verificare che non ci fosse nessuno e in seguito si avvicinò a me e si appoggiò anche lui al parapetto della torre sospirando con lo sguardo perso nel parco.
« E’ stato terribile » mormorò piano prima di voltarsi a guardarmi.
Gli restituii lo sguardo.
« Non dirlo a me » dissi acida, lo scrutai un attimo, forse non ero poi così felice di vederlo. « Ascolta, non ho alcuna intenzione di parlare della lezione di prima, quindi, se sei qui per questo puoi anche andartene » sbottai tutta d’un fiato, avevo parlato quasi automaticamente.
« No, non sono qui per parlare di questo, anzi non voglio proprio parlare ».
Ma cosa gli era preso? Allora che ci faceva qui? Era forse impazzito?
« Sai, » riprese « probabilmente il Neville dell’anno scorso non sarebbe venuto qua. Non sono mai stato bravo, né con le parole né con i gesti, e non dico di esserlo neanche adesso »
Ok, era ufficiale, era impazzito. Che voleva da me? Perché mi diceva queste cose?
Forse mi lesse nella mente perché restò in silenzio per dieci buoni minuti e io gliene fui grata. Infondo la sua compagnia non era poi così male; non voleva sapere di mia madre, voleva solo starsene lì, fermo, a scrutare il vuoto, dandomi lo spazio per crogiolarmi nel mio dolore, ma nello stesso tempo consolandomi con la sua sola presenza.
Era una sensazione strana. C’era, ma non c’era.
Scrutai di nuovo il parco: aveva un nuovo colore con lui a fianco… cosa significava?
Era quasi rilassante. Stavo bene, tutte la mie pene sembravano scomparse…
« Alohomora » si sentì un lieve sussurro e poi il rumore di una porta che gira sui cardini poco elegantemente. Mi voltai di scatto. Amycus Carrow era fermo sull’uscio con la bacchetta puntata verso di noi.
« E così vi divertite a saltare le lezioni, a quanto pare » disse con voce strascicata il Mangiamorte. Eravamo nei guai. « Provvederò perché questo non succeda più »
Guardai Neville terrorizzata. Cosa ci sarebbe capitato? Ci avrebbe fatto la stessa cosa che era capitata a Ernie? Lui si voltò a sua volta verso di me, ma non fui abbastanza lesta a capire quello che mi disse perché un raggio di luce rossa mi colpì in pieno petto.

 
 
 
Ma Buonasera! XD
Tutto a posto voi? Sì, rispetto ai miei standard sono in ritardo, lo ammetto… XD
Allora che dire di questo capitolo?
Per prima cosa la madre di Hannah non si sa come sia morta, si sa solo che era stato incolpato Stan Picchetto per l’omicidio, così ho inventato un po’, giusto per essere un tantino melodrammatica XD
Finalmente Neville e Hannah si avvicinano ma vengono interrotti da quello schifoso rompi pluffe da Amycus Carrow, che ovviamente non gliela farà passare liscia, ma non sarò cattiva come con Ernie, anzi, anche troppo buona… non dico altro XD
Intanto grazie mille a tutti quelli che hanno recensito, mi fate davvero felice :D e anche a tutti quelli che seguono/preferiscono/ricordano questa storia. Grazie davvero.
Alla prossima
Alex :)
 

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Capitolo 7
*** Fuga. ***


7. Fuga.

« Bene, bene » una voce fredda e ansiosa mi giunse alle orecchie da molto lontano. « Vedo che ti piace giocare col fuoco, Paciock ».
Conficcai le unghie nella moquette sporca della torre di Astronomia. Buffo, pensavo che nella Torre non ci fosse la moquette. Eppure qualche secondo fa ero lì… molto probabilmente ho preso una bella botta.
Un dolore lancinante dalle parti dello stomaco, mi fece capire che qualcuno doveva avermi sferrato un bel calcio. Hannah... possibile? Avevo forse detto qualcosa che non andava? Non mi sembrava di aver parlato molto.
« Alzati »la stessa voce fredda mi chiamò. Non sembrava Hannah, decisamente no.
« Alzati, ti ho detto »
Ma che volevano?
Finalmente mi decisi ad aprire gli occhi. Tutta la luce della Torre che mi ero aspettato non arrivò: ero al chiuso.
Guardai istintivamente verso Hannah: giaceva al suolo in una posizione scomposta, ignara di tutto. Cosa diavolo ci era successo?
« Allora sei sordo! » sentii qualcuno che mi tirava su a forza dal braccio e mi trovai faccia a faccia con Amycus Carrow.
Ecco cos’era successo: avevamo saltato la sua lezione.
« Pensavate di svignarvela, eh?» ringhiò il Mangiamorte «Peccato che io sia più furbo di voi »
Su quest’ultima affermazione avevo da ridire.
Senza aspettare risposta Carrow continuò impassibile: « Sai cosa succede ai ragazzi che vogliono scappare? »
« Noi… non… » provai a rispondere, ma avevo la bocca incredibilmente impastata.
« Vedremo...»
All’improvviso Carrow mi lasciò andare e si scaraventò su Hannah, incominciando a percuoterla.
« No! Lasciala… andare…» le parole mi uscirono automaticamente dalla bocca. Carrow mi guardò un attimo con ribrezzo prima di incominciare a parlare:
«Oh, è la tua ragazza Paciock?» chiese in un ghigno. «Perché, vedi, io non voglio perdere tempo con due ragazzini, quindi, dimmi cosa stavate facendo sulla Torre, o la signorina Abbott proverà sulla sua pelle qualche paio di Cruciatus»
No.
Non gli lascerò neanche sfiorare la sua pelle.
« Non è la mia ragazza…» chiarii io « e non stavamo facendo proprio nulla sulla torre.»
«Perché avete saltato la lezione? Volevate scappare?» ringhiò, e riprese a scuotere Hannah per le spalle.
«La lasci… stare…»
Farfugliai disconnesso, ma all’improvviso lei apri gli occhi e Carrow lasciò cadere a terra il suo busto, come se si fosse scottato. « Allora? Sa perché è qui Abbott?»
Vidi che era spaesata, si guardava intorno, come per capire dov’era, e si soffermò su di me. Le lanciai un’occhiata preoccupata, ma lei sorrise.
Mi fece cenno di guardare alle mie spalle:la porta dell’ ufficio era socchiusa, forse avevamo una possibilità.
Appena lei fu in piedi Carrow incominciò a farle le stesse domande che aveva posto a me, ma urlando molto di più. Da quando si faceva una questione di stato se due studenti non si presentavano a lezione?
Velocemente le presi la mano e lei sembrò non accorgersene minimamente.
La spostai leggermente verso la porta dello studio. Come potevamo uscire senza farci scoprire? Era impossibile.
Mi guardai bene intorno alla ricerca di un diversivo, ma nulla mi sembrava abbastanza adatto a far distrarre Carrow.
« Professore! » esclamò all’improvviso Hannah indicando la finestra «Un gufo! Guardi!»
Sentii un picchiettio debole e guardai rapidamente la finestra. Siano benedetti i gufi, la fortuna oggi gira dalla nostra parte!
Appena il Mangiamorte si girò per dare retta al pennuto, senza far rumore aprii la porta e appena l’uscita fu abbastanza larga da poterci passare, incominciai a correre trascinandomi dietro Hannah. Sentimmo le grida del professore giungerci alle orecchie come se si trovasse di fianco a noi. Era furente.
Vidi uno Schiantesimo sfiorare la guancia della mia compagna, ma non ci fermammo. Corremmo a perdifiato per tutto il settimo piano, Carrow si avvicinava sempre di più: a momenti ci avrebbe preso, dovevamo trovare un nascondiglio efficace. Mi bloccai  di scatto.
 

***

 
« Neville, ma sei impazzito?» urlai infuriata: c’era un Mangiamorte che ci rincorreva scagliando Schiantesimi a destra e a manca e lui che faceva? Si fermava in mezzo al corridoio? Pazzo.
«Muoviti! Sta arrivando!» gridai di nuovo, ma lui stava lì, impalato. Gli presi un braccio e incominciai a strattonarlo con forza, ma niente.
«Siamo al settimo piano, no?» chiese poi lui farfugliando «La stanza…»
«Neville? Cosa ti succede?» domandai inviperita «Stai bene? Dobbiamo andarcene, per le mutande di Merlino, non lo capisci?»
«No! La stanza, ma sì Hannah, la stanza!»
Non capii che cosa volesse dire e lui non mi lasciò tempo per farlo perché mi prese l’avambraccio e incominciò a correre verso l’arazzo di Barnaba il Babbeo. Ma certo! La Stanza delle Necessità! Come avevo fatto a non pensarci? Ci avevamo passato tutto il quinto anno e ci eravamo andati anche per la prima riunione dell’ES quest’anno, era ovvio.
Appena arrivati di fronte al magico muro incominciammo a correre avanti e indietro per tre volte.
«Eccovi mocciosi!» una voce fin troppo familiare gridò dall’inizio del corridoio «Pensavate di sfuggirmi, eh? Stupeficium!» e sta volta fece centro: il corpo di Neville si accasciò inerme di fronte ad una porta di legno scuro. Una porta…
Presa dalla paura e dal terrore, lo afferrai da sotto le ascelle e incominciai a trascinarlo con tutte le mie forze dentro alla stanza delle Necessità. Non so a che cosa aveva pensato Neville mentre camminava davanti ad essa, ma sicuramente ogni posto era meglio che quel corridoio ora.
Lo tirai con uno sforzo enorme, finché i suoi piedi non furono totalmente dentro alla Stanza e quando entrambe fummo in salvo chiusi velocemente la porta alle nostre spalle.
«Dove sono Amycus?» farfugliò una voce all’infuori delle pareti.
«Io… sono spariti…»
«S-spariti dici? Dove possono essere andati?»
Alecto Carrow aveva raggiunto il fratello. Se ci avessi messo un attimo di più a trascinare Neville ora saremmo stati preda della Cruciatus. Ogni tanto anche la fortuna gira dalla nostra parte!
«Che ci fate voi qui?»
Un momento.
Questa non era la voce di uno dei due Carrow…
E soprattutto, questa voce proveniva da dentro la Stanza.
Cosa, anzi, chi aveva parlato?
Mi girai adagio verso la persona che aveva proferito quelle parole: c’era un uomo seduto su una poltrona, teneva in mano un libro all’apparenza molto pesante, ma nella semioscurità si riusciva a scorgere solo il suo profilo.
«Chi sei?» chiesi con voce ferma e autoritaria. Non volevo farmi notare impaurita.
Una roca risata di scherno si levò dall’uomo sulla poltrona: «La questione è un’altra…» disse «Cosa ci fate qua? La Stanza non dovrebbe funzionare se c’è già all’interno qualcuno…»
In effetti aveva pienamente ragione ed io non seppi cosa rispondere.
Sentii un rumore provenire dal corpo abbandonato di Neville: si era svegliato. Gli sorrisi raggiante, ma prima che potessi fare qualsiasi domanda lui si voltò verso la misteriosa figura e la fissò torvo. All’improvviso sogghignò: «No, non se desideri la stessa cosa, Malfoy»

 
 
 
 
Ed ecco un nuovo capitolo :)
Premetto che non sono capace di scrivere scene di “azione”, ma spero che non sia stato un totale disastro… u.u
Hannah e Neville riescono a scappare (non so voi ma io adoro questa coppia^^), entrano nella Stanza delle Necessità, ma ci trovano uno scombussolato Malfoy… che ci farà lì?
Spiegazioni al prossimo capitolo XD
Mi scuso per il grandissimo ritardo e ringrazio tutti quelli che recensiscono, ma anche quelli che seguono/preferiscono/ricordano questa storia, grazie davvero :D
E se volete recensite, fa sempre piacere :)
Alex.

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Capitolo 8
*** Il segreto della Serpe. ***


 08. Il segreto della Serpe.

 



«No, non se desideri la stessa cosa, Malfoy»


Guardai in direzione della Serpe. Cosa ci faceva lì?
Mi tirai a sedere con fatica: Schiantandomi Carrow mi aveva fatto battere la testa contro il pavimento ed ora mi doleva come non mai.
« Ma non è possibile… voi non potete sapere cos’ho desiderato io…» biascicò Malfoy, spaventato.
Lo scrutai un attimo: aveva un'espressione intimorita e stanca; non l'avevo mai visto così prima d'ora, eccetto forse per qualche fugace momento durante lo scorso anno.
« No, è vero, ma per qualche strana coincidenza, io e te abbiamo chiesto di eseguire la stessa cosa alla Stanza.» risposi con voce ferma. Mi trovavo molto bene ad interagire con questo posto del castello. Da quando l'avevo conosciuta, la Stanza, mi ha sempre trasmesso calma e fiducia, e forse è per questo che ero così in sintonia con lei.
Tornai a fissare Malfoy, che mi restituì lo sguardo con rinnovato spavento, ma, questa volta, si era aggiunto un lieve cenno di disgusto.
« Mi sembra una cosa stupida, Paciock. Tu non  puoi aver desiderato quello che ho desiderato io »
« Mi dispiace deluderti, ma è così, Malfoy » ribattei.
« Certo... » sbuffò con poca convinzione «Ma ora ve ne dovete andare »
« No, finché non ci dici per quale motivo ti nascondi, noi non ci muoveremo di qui! » stavolta non ero stato io a parlare, bensì Hannah. Quando voleva aveva davvero un tono autoritario e io, se fossi stato in Malfoy, avrei già risposto senza rigiri di parole. Ma non fu così semplice.
« Che cosa vi fa pensare che mi sto nascondendo, di grazia? »
« Su Malfoy, tutti sanno che non hai mai avuto un cuor di leone » lo schernì Hannah e aveva anche piuttosto ragione.
« Vi potrei fare la stessa domanda, Abbott » disse lui brusco, con una smorfia infastidita. 
« Allora faccela Malfoy, noi non abbiamo nulla da nascondere » ribatté lei, coraggiosa e sfacciata.
Il Serpeverde rimase zitto, non sapendo che rispondere. Hannah era stata geniale.
In effetti noi non avevamo davvero nulla da nascondere, stavamo solo scappando dai Carrow, ma a quanto pareva Malfoy aveva qualcosa di segreto in serbo.
Notai che teneva in mano un vecchio libro logoro e pesante, probabilmente un libro sulle Arti Oscure… forse era quello che l’aveva spinto a nascondersi. Ma per quale motivo?
«Che cos’hai in mano?» chiesi, curioso di scoprire il suo segreto.
Lui nascose il libro dietro la schiena di scatto e si mise sulla difensiva. Da quando Malfoy si difendeva e non attaccava?
« Allora? Hai paura, Malfoy? Tanto so già cos’è…»
« No che non lo sai! » esclamò lui, quasi urlando. A quanto pare avevo toccato un tasto dolente « E ora andatevene! »
« Non prendo ordini dai Carrow, non capisco perchè dovrei ubbidire a te
Malfoy sbuffò forte. 
Se  davvero pensava che noi ci fossimo arresi così facilmente, non aveva proprio capito un tubo. Ma anche lui non avrebbe rinunciato a mantenere il suo segreto, soprattutto se c'era la sua reputazione in ballo.
« Allora Malfoy? Cosa ci dici? »
« Bene. » borbottò « Bene. Se proprio voi non volete andarvene me ne andrò io »
« Non che non lo farai » esclamai deciso. Non poteva scappare ora, sarebbe stato davvero un gesto di infinita codardia. Ma, d'altronde, cosa ci si poteva aspettare da Draco Malfoy?

***


Guardai Paciock, sfidandolo. Davvero lui mi avrebbe impedito di andarmene? 
Un Grifondoro non potrebbe mai fermare un Serpeverde. Soprattutto un Grifondoro come Paciock.
Riposi con cura il mio prezioso libro nella borsa e mi alzai dalla poltrona guardando gli altri due occupanti della stanza: la Tassorosso  stava aiutando Paciock ad alzarsi, mentre gli sussurrava qualcosa all'orecchio. Probabilmente qualcosa per fermarmi.
Appena mossi qualche passo verso l'uscita mi si piazzarono davanti entrambe, bacchette alla mano.

« Cosa volete? » gracchiai in loro direzione, estraendo anche la mia.
« Tu ti stai nascondendo » disse la Abbott, con il suo solito tono odioso « E l'ultima volta che l'hai fatto, esattamente in questa stanza, sappiamo tutti com'è andata a finire » proseguì decisa lei.
E così la notizia che ero stato io a condurre i Mangiamorte all'interno di Hogwarts aveva raggiunto qualche orecchia in più del dovuto. Ma ora non c'era da preoccuparsi: con Voldemort al potere nessuno mi avrebbe punito per questo, anzi, nessuno avrebbe neanche provato ad alzare un dito contro di me.
Insieme a tutto questo senso di sicurezza, però, arrivò anche una forte stretta allo stomaco; una stretta che mi fece più male delle altre, un male morale. Tutte le volte che qualcuno incominciava a parlare di Silente o di quello che era successo alla fine dell'anno scorso io mi sentivo oppresso da mille rimpianti e tormenti. Venivo schiacciato da un senso di colpa che, solitamente, un Mangiamorte non avrebbe dovuto avere.
Allora sentivo l'incredibile bisogno di leggere, ma non una cosa qualsiasi. Avevo bisogno di leggere il mio libro, il libro che avevo scovato l'altro giorno, proprio in questa stanza, sulle Arti Oscure. Per leggere, però, avevo bisogno di calma e tranquillità ed era per quello che venivo sempre nella Stanza delle Necessità.
« Allora, Malfoy? »
Mi riscossi dai miei pensieri e abbassai lo sguardo. Cosa gli avrei detto ora? Non la verità, mi dissi. Non era il motivo, per cui venivo qua, che mi vergognavo a dire, non c'è nulla di male nel leggere un libro, bensì mi vergognavo del perché ero spinto a farlo. Non volevo che mi pensassero debole. Perché un Malfoy non è debole
« Lasciami andare, Paciock » ringhiai.
« No, direi proprio di no... » disse con un tono canzonatorio lui.
Non so se mi fece scattare quello che  aveva detto o il modo in cui l'aveva fatto. Avevo subito abbastanza, abbastanza per un Malfoy. Era ora di reagire. Presi a correre verso l'uscita mentre uno Schiantesimo della Abbott mi sfiorava la guancia. 
« Impedimenta! » gridai colpendola in pieno petto. D'altronde, questo incantesimo aveva funzionato con Potter, perché non avrebbe dovuto funzionare con una Tassorosso?
Un raggio di luce rossa uscì dalla bacchetta di Neville, ma, ovviamente, si andò a schiantare contro la parete alle mi spalle. Paciock si catapultò ad aiutare la Abbott, così io ebbi il tempo necessario per arrivare alla porta tranquillamente.
Appena fuori tirai un sospiro di sollievo. Vidi Alecto e Amycus Carrow confabulare in un angolo del corridoio, li salutai distrattamente e presi la strada per i sotterranei. 

« Draco! »
Non feci quasi in tempo a mettere piede nella Sala Comune che una vocetta squillante invase le mie orecchie senza ritegno.
« Ciao, Pansy. Cosa c'è? »  le risposi svogliatamente io.
« Sei stato via tutta la lezione, dovresti dirmelo tu che cosa c'è! » squittì indignata, mentre io mi lasciavo cadere sul divano e lei si sedeva, con le gambe accavallate, accanto a me.
« Allora? » ribatté.
« Allora niente, Pansy.»
Ogni tanto riuscivo a capire perché, in sei anni di scuola, avevo sempre preferito stare in compagnia di Tiger e Goyle. Loro non facevano maidomande, si limitavano a prendere ordini. Pansy, invece, era leggermente più invasiva.

« Draco, non provare ad imbrogliarmi. So che centra con quel libro.»
« Chi te lo dice? E anche se fosse ora hai qualcosa contro le Arti Oscure? » dissi bruscamente. Non capivo per quale motivo fosse così preoccupata.
« No, ma quello non è un libro come gli altri... insomma, è strano »
« Cosa ne puoi sapere tu? Sei tu che lo leggi? No, bene, quindi lascia stare »
Vidi una lacrima veloce scorrere sulla sua guancia. Ero consapevole che non la trattavo nel migliore dei modi, ma lei ogni tanto esagerava.

« Vado a pranzo » decretai infine, liberandomi dalla presa stretta di Pansy. « Vuoi venire? »
Lei fece cenno di sì con il capo e mi seguì, prendendomi la mano. Non dissi nulla, ma avrei di gran lunga preferito che si fosse limitata a camminarmi al mio fianco.



Eccomi!
Questo capitolo non è molto lungo, lo so >.< ma in questi giorni sono stra impegnata e mi scuso anche per gli eventuali errori. T_T
Allora, qua si mette un po' in ordine la situazione. O, perlomeno,  si capisce perché Malfoy si nasconde nella stanza delle Necessità.
Vi chiederete perchè lui può saltare la lezione, mentre Hannah e Neville no, ma lui, oltre essere un Malfoy Mangiamorte, non sarà mai sospettato di voler ribaltare i Carrow. 
E poi Draco non me lo sono mai immaginata tenero, neanche con Pansy (come si nota da quello che ho scritto XD), e soprattutto codardo in fondo. Uno che si è pentito per quello che ha fatto e che ora ha costantemente paura. Spero di non venir fucilata dalle sue amanti, ma questo è quello che penso :)
Ed è anche per questo che ho scritto il pezzo in cui parla con Pansy.
Sono consapevole della schifezza che è questo capitolo e chiedo perdono T_T il prossimo spero sarà più lungo...
Ora, ringrazio tantissimissimo chi ha recensito lo scorso capitolo, davvero, grazie! *-* (ora risponderò alle vostre bellissime recensioni^^)
e ovviamente anche chi ha messo la storia tra le seguite preferite e ricordate :D
Recensite, ve ne prego! XD

Al prossimo capitolo!
Alessia :)

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Capitolo 9
*** Gorgosprizzi e persone dimenticate. ***


9. Gorgosprizzi e persone dimenticate.

 
Saltellavo allegra attraverso i corridoi del settimo piano.
Era una giornata soleggiata, calda e confortevole. Le ombre create dal sole giocavano con le antiche finestre, fino a formare le più buffe ed interessanti forme. In poche parole, era una giornata perfetta per cercare Gorgosprizzi, ed era proprio quello che stavo facendo.
Mi sistemai gli Spettrocoli sul naso e rincominciai la mia interessante ricerca. Sembrava strano, ma  Hogwarts era quasi infestato di quei buffi esemplari.
« Signorina Lovegood? » una voce roca mi giunse alle orecchie.
Mi girai incuriosita, e quello che vidi non poté che farmi felice: « Oh, professore! » proprio dietro l’orecchio del professor Carrow si trovava l’esemplare di Gorgosprizzo più grande che io avessi mai visto. « Professore, si sposti di lì immediatamente! C’è un Gorgosprizzo dietro di lei! »
Il Mangiamorte rimase un attimo interdetto, come molte altre persone persone davanti a questa esclamazione.
« Insisto, professore. Oh, e anche lei professoressa! » aggiunsi, non appena vidi anche la sorella del signor Carrow. Sinceramente non gli apprezzavo molto come professori, ma, dopo aver subito l’attacco del Gorgosprizzo, sarebbero potuti essere anche peggio; lo feci per la salvaguardia della scolaresca.
« Smetti di sparare cavolate e dicci dove si trovano i tuoi grandi amichetti! » sbraitò all’improvviso lei, con un diavolo per capello.
« No, prima si sposti da lì, potrebbe confonderle seriamente la testa un'esemplare così enorme! E, tra l'altro, io non so proprio nulla… di chi poi? »
« Di Paciock e la Abbott, ovvio »
Così, i due fratelli cercavano i miei amici. Un’immagine di una stanza ben conosciuta, si delineò nella mia mente. Sicuramente erano lì, erano nella Stanza-va-e-vieni, che, tra l’altro, si trovava proprio a pochi passi da loro. Ne ero certa.
« La vicinanza con i Gorgosprizzi non fa bene professore, lo sa? » dissi allegra, come se  non mi avessero detto nulla riguardo ai miei compagni.
« Senti ragazzina, non ho tempo da perdere con queste cavolate. Dimmi dove sono i tuoi amici e non ti faremo nulla » ringhiò inviperito Carrow, fissandomi intensamente negli occhi.
Un’idea, però, mi balenò nella mente; seppur a grande vicinanza con i Gorgosprizzi, ero rimasta lucida, a differenza del professore.
« Signore… ha detto Paciock e Abbott? » chiesi fintamente interessata.
« Sì, Lovegood, almeno venti volte l’ho ripetuto! »
« Sa, io non sono immune dal potere dei Gorgoprizzi, anche se sicuramente sono più abituata di voi. Papà dice sempre che le Radigorde, oltre ad allontanare i Plimpi Ghiottoni, hanno anche una particolare influenza su queste creature affascinanti. Dovrebbe assaggiarle, signore, le farebbero sicuramente bene… »
«  LOVEGOOD! Senti, non mi interessa di queste Radiogorghe… »
« Radigorde »
« Sì, dicevo, non mi interessa nulla di questi affari! Dove sono… »
« Paciock e Abbott? »
« SI! » sbottò lui, più infuriato – e confuso - che mai: avevo fatto il mio dovere.
« Da quella parte » dissi tranquilla, indicando un punto infondo al corridoio « Là c’è un passaggio segreto, lo usano spesso »
« Ne è sicura? »
« Certo ».

I due fratelli partirono alla volta del punto da me indicato: un passaggio nascosto dietro una statua argentea che celava una ripida rampa di scalini, che con un semplice colpo della bacchetta si potevano trasformare in uno scivolo « Glisseo! », sotto al quale si poteva porre una gran quantità di Incantesimo Collante.
Era stato più facile del previsto.
Le urla soffocate dei Mangiamorte mi arrivarono tempestose alle orecchie, ma non ci feci caso.Scacciai irritata un Gorgosprizzo a pochi centimetri dal mio orecchio: ora non mi rimaneva altro che informare Neville.
 

***

 
Ero seduto su una comoda poltrona della Stanza delle Necessità; continuavo a rigirarmi in mano la mia bacchetta, aspettando che una qualsiasi idea su come uscire dalla Stanza senza procurarsi una punizione a vita, risplendesse nella mia mente. Erano passate quasi due ore da quando Malfoy se ne era andato, e io e Hannah eravamo rimasti chiusi dentro senza fare nulla.
« Possibile che tu non abbia una sola idea su come uscire da questo maledetto posto? » sbraitò lei per l’ennesima volta, continuando a camminare avanti e in dietro per la Stanza e agitando concitata le braccia.
« Non mi sembra che tu abbia fatto qualcosa, però » dissi aspro, ogni tanto riusciva davvero a innervosirmi. « Non fai altro che misurare la stanza a grandi passi»
« Mi aiuta a pensare! Tu, invece, cosa stai facendo per trovare una buona idea? » ribatté secca, e sicura di sé.
Rimasi zitto a fissarmi le dita che stringevano forte la bacchetta: cosa stavo facendo? Essenzialmente nulla. Forse nemmeno pensare. Ero sicuro che prima o poi l’idea giusta fosse arrivata all’improvviso, ma ancora dopo due ore non avevo prodotto nulla di intelligente.
Ricominciai a rigirarmi la bacchetta in mano, ignaro degli sguardi di fuoco che Hannah mi lanciava. Era stata colpa mia, dopotutto: l’avevo raggiunta io sulla torre, facendo così pensare ai Carrow che stavamo organizzando qualcosa per ribaltarli, da quanto avevo capito. Se fosse rimasta lei in cima alla Torre, da sola, non avrebbero mai temuto un attacco unicamente da lei, un innocua ragazza Tassorosso.
Evidentemente, non sapevano di che cosa è capace.

« Ahi! »
Sentii un urlo strozzato provenire dall’angolo in cui stava camminando Hannah. Mi girai inquieto e vidi che si stava tenendo la pancia, all’altezza della tasca della felpa.
«Tutto bene? » chiesi leggermente intimorito, dopo la sua ennesima sfuriata, ma anche preoccupato.
« Sì! Neville siamo salvi! » si girò verso di me con un sorriso che le spiccava sul volto felice. Mi corse incontro e, presa dall’ignota euforia del momento mi abbracciò con slancio. « Siamo salvi! » ripeté nel mio orecchio, quasi urlando.
Divenni inspiegabilmente tutto rosso, e quando lei si allontanò da me, feci finta di essere molto interessato alle mie scarpe.
« Perché siamo salvi? » chiesi, tenendo ancora la testa bassa.
« Il Galeone, Neville! Luna mi ha appena mandato un messaggio, dice che possiamo uscire senza problemi, i Carrow sono innocui al momento »
« Ne sei sicura? » non sapevo quanto fidarmi del ‘sono momentaneamente innocui’ di Luna, ma d’altronde era una nostra compagna – anche molto in gamba -, nonché una mia cara amica, quindi decisi di assecondare Hannah. Forse avevamo davvero una chance.

Nel frattempo, quest’ultima aveva già raggiunto l’uscita e aveva aperto la porta.
« Oh, finalmente! Ce ne avete messo di tempo »
Una voce allegra e sempre un po’ distaccata dal mondo reale, mi fece apparire un enorme sorriso sulla faccia: non ero mai stato così felice di vedere Luna.
Uscii anche io dalla Stanza e, appena fuori, l'abbracciai forte e lai mi sussurrò all’orecchio una frase che suonava all’incirca come: “lo sapevi che nella Stanza-va-e-vieni è pieno di Gorgosprizzi?”
Gorgosprizzi? Avevo sentito bene?
In ogni caso, costatai che nulla era impossibile quando si parlava di Luna Lovegood, nemmeno scappare dai Carrow. Questo, però, mi fece tornare in mente una cosa, che mi preoccupò molto:
« Luna, dove sono esattamente ora i professori? »
« Sono al sicuro, però dobbiamo trovarli e modificare loro la memoria prima che lo faccia qualcun altro di non gradito » disse molto semplicemente, facendo spallucce. « Ho aspettato voi, perché penso di non essere capace di fare Incantesimi di Memoria, non vorrei creare danni»
« Hai fatto bene » sentenziò Hannah « Se riducessimo i Carrow come il povero Allock, penso che non riusciranno a passare inosservati mai più, e neanche noi » aggiunse con un sorrisetto rilassato.
Luna ci guidò verso il luogo in cui erano bloccati i professori, ci raccontò quello che aveva fatto e aggiunse anche che Amycus Carrow non sapeva cos’era una Radigorda. Io e Hannah ci guardammo stupiti in quel momento, ma non volemmo ribattere; meglio fare scena muta, che dire una grande quantità di cavolate, me lo ripetevo ormai da sei anni.
Arrivati al luogo precedentemente descritto da Luna, facemmo fatica a non scoppiare a ridere: i due Carrow erano stesi a terra, con la pancia e le guance premute sul pavimento che, magicamente, li teneva ben attaccati a sé. Ero sicuro che se fossero riusciti a parlare avrebbero imprecato pesantemente, e io non volevo sentirli lamentarsi.
« Bene, ora c’è qualcuno che sa modificare la memoria? » chiese Luna e dal basso si levarono dei mugugni di protesta. Ovviamente non ci badammo.
« Certo! » annuì Hannah « Ricordo di aver letto molto a riguardo; modificare la memoria, in ogni caso, è più semplice di annullarla del tutto. Dovrei farcela senza problemi »
La mia adorazione nei suoi confronti crebbe, se possibile, ancora di più. Era anche intelligente, oltre che carina, simpatica e un altro milione di qualità.
« Penso che prima dovremmo Schiantarli, però » aggiunse pensierosa « Se si svegliassero dall’Incantesimo di Memoria attaccati ad un pavimento e con noi tre davanti, penso che saremmo più in punizione di quanto non lo siamo ora »
Luna annuì velocemente e io le rivolsi un cenno d’assenso, sfoderai la bacchetta e Schiantai i due Carrow, che finalmente smisero di lamentarsi.
Hannah pronunciò lentamente alcune formule, facendo ondeggiare la bacchetta sopra le loro teste.
Finito l’incantesimo ci guardò soddisfatta e disse: « Ho modificato la loro memoria. Ora pensano che sono accidentalmente caduti dalle scale, perché si stavano dirigendo velocemente a lezione e il loro Signore li ha chiamati. Non ricordano nulla di noi o di Luna»
«Ottimo lavoro! » le dichiarai, ammirato. « Ora dobbiamo solo terminare questi due incantesimi che ha fatto Luna: prego. »
Quest’ultima estrasse la bacchetta dalla veste e sussurrò “Finitem Incantem” sullo scivolo, che presto tornò ad essere una scalinata normale, e ripeté l’incantesimo anche sul pavimento sottostante ai due fratelli, che rilasciò i loro abiti e la loro pelle a contatto con esso con un sonoro ‘blop’.
« Quando si risveglieranno? » domandò curiosa finiti gli incanti.
« Non saprei, non ho fatto un incantesimo molto potente. In ogni caso, muoviamoci! » sentenziai.
 
Ci allontanammo velocemente e, raggiunta la Sala Grande, ci salutammo.
Luna si avviò verso la Torre di Corvonero, lasciando me e Hannah soli.
Lei mi guardò seria e disse, abbastanza secca, ma pentita: « Beh, scusami ».
« E di che cosa? » le sorrisi e la guardai. In ogni momento della giornata non potevo fare  a meno di notare quanto fosse bella. Perché quest'effetto?
«Ti ho risposto male quando eravamo nella Stanza, mi dispiace » disse quasi sussurrando.
« Figurati, anche io ero nervoso » la tranquillizzai.
Lei mi lanciò un’occhiata furtiva, si alzò in punta di piedi e mi scoccò un bacio sulla guancia bisbigliando: « Ci vediamo domani, allora! »
« Sì… a domani… » fu tutto quello che riuscii a rispondere, prima che lei sparisse. Rimasi un attimo a fissare il vuoto, come un ebete: non ci potevo ancora credere.
Hannah mi aveva dato un bacio sulla guancia.
Hannah!





Ehm... Eccomi qua, sì.
Sono in ritardo, troppo T____T
Ma  capitemi, non avevo ispirazione, era come se fossi ad un punto morto della storia. Insomma ero in crisi u.u

Per questo capitolo ho solo qualche precisazione da fare: innanzitutto, per l'incantesimo di memoria non ho scelto di scrivere 'Oblivion', come formula, semplicemente perché non ero sicura che l'incantesimo per MODIFICARE, non cancellare, la memoria sia quello corretto, così ho inventato. ^^'

Poi, voi non avete neanche idea di quanto mi sia divertita a scrivere il POV di Luna. u.u
Penso che ce ne sarranno di simili abbastanza presto. XD

Infine, siamo quasi arrivati alla Hannah/Neville. Li adoro, letteralmente <3

Non mi posso dilungare molto, così ringrazio quelle quattro anime che hanno commentato il capitolo precedente, ma soprattutto ClaireTheSnitch, che, senza le sue GENTILI richieste di aggiornare, forse il capitolo non sarebbe qui. Quindi ringraziate lei. O prendetevela con lei, dipende dai punti di vista. u.u

In sostanza grazie! Anche e chi segue/preferisce/ricorda questa storia. Vi adoro tutti!  :D
Ora rispondo alle recensioni. :D
Al prossimo capitolo - che prometto sarà postato in tempi consoni. u.u

Un abbraccio, Alex.

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