Parodia: Il sole di mezzanotte

di Clodie Swan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A prima svista ***
Capitolo 2: *** Libro in testa ***
Capitolo 3: *** Tamponata ***
Capitolo 4: *** Consiglio di famiglia ***
Capitolo 5: *** Benservito ***
Capitolo 6: *** Happy Hour ***
Capitolo 7: *** Pianoforte ***
Capitolo 8: *** Lume di candela ***
Capitolo 9: *** Leggenda metropolitana ***
Capitolo 10: *** Primo appuntamento ***
Capitolo 11: *** Terzo grado ***
Capitolo 12: *** Ti presento i miei ***
Capitolo 13: *** I nomadi (non il gruppo) ***
Capitolo 14: *** La resa dei conti ***
Capitolo 15: *** Epilogo: e vissero felici e contenti. Più o meno... ***



Capitolo 1
*** A prima svista ***


Parodia: Il sole di mezzanotte

"Come era possibile che il sole stesse sorgendo nel bel mezzo della mia mezzanotte?
Alla fine non mi cambiava molto: tanto io a mezzanotte non dormo uguale!"
Edward Cullen
 

Ero a scuola e avrei tanto voluto dormire. Ero nella mensa ma non mangiavo perchè il cibo mi disgustava. Mi annoiavo a morte e pensavo che la scuola fosse il Purgatorio.Lo so, fin qui sembra la giornata tipo di un ragazzo normalissimo, eccetto che io non sono un qualunque adolescente. Sono un vampiro.
Tranquilli non vi faccio niente! Sono vegetariano e mi nutro solo di animali!
Si lo so, in una dieta vegetariana dovrebbero esserci cose come le verdure ma non posso proprio mangiarle quelle perché per noi vampiri il cibo umano fa schifo. A dire il vero i broccoli, la cicoria ecc mi facevano schifo anche prima...ma sorvoliamo.

Dunque dicevamo... ero nella mensa e la giornata mi prendeva malissimo. Per passare il tempo fino alla prossima lezione mi misi a guardare le crepe nel soffitto. Pensate voi com'ero messo. Ohhh lassù ce ne era una nuova! Beh con l'umidità di Forks non c'era da stupirsi. Forks è un paesino sperduto nel nulla dove 360 giorni l'anno piove e gli altri 5 grandina. Manco ci fosse la nuvoletta di Fantozzi sopra.
Con il giochetto delle crepe cercavo di tenere a bada i pensieri degli altri. Tra le altre cose sono pure un telepate e posso farmi i cavoli di chiunque mi capiti a tiro. Sono più informato di Gossip girl con la differenza che le storie di questa massa di sfigati mi fanno venire la depressione. Quel giorno erano tutti ringalluzziti per un grande evento: una nuova alunna! Evvai! Sai che spasso. Sarete cinque gatti invece di quattro. Contenti voi!
Accanto a me c'erano i miei fratelli e le mie sorelle adottivi ed ero costretto a sorbirmi pure i cavoli loro. Rosalie, alias Miss Universo, se la tirava una cifra, si specchiava su tutte le superfici dotate di riflesso, fosse pure la stagnola che incartava i panini, e pensava solo a quanto fosse bionda e figa.
Il suo compagno Emmett, forte e muscoloso come un campione di body building, stava ancora rosicando di brutto perchè l'altro fratello Jasper, un tipo secco come un chiodo e che aveva due di pressione, lo aveva messo al tappeto la sera prima durante un loro amichevole incontro di wrestling. Jasperino aveva l'esperienza dalla sua. Era un reduce di guerre civili, faide vampiresche e aveva la faccia di uno appena uscito da un centro per tossici. Era in grado di trasmettere le sue emozioni a chi gli stava intorno e ad assorbire quelle degli altri. In particolare donava pace e serenità. Inutile dire che lo sfruttavamo tutti senza ritegno, come fosse una canna, per tirarci su il morale e illuderci che la vita a Forks fosse piacevole.
Con scarsi risultati...
Quel giorno però Jazz era in preda alla sete più atroce e fissava una ragazzina roscia  dall'aria succosa, leccandosi i baffi con l'occhio malandrino.
"Fammi sapere se peggiora." pensò Alice, l'altra mia sorella nonchè compagna di Jasper.
(Si lo so ho una famiglia piena di inciuci.)
"Tranquilla, sta solo per commettere un omicidio." avrei voluto dirle "Peggio di così..."

Con il mio potere telepatico ero una specie di vedetta. Oltre a fare la baby sitter a Jasper controllavo che nessuno scoprisse la nostra vera identità. In quel caso sgombravamo a tempo di record e ricominciavamo tutto daccapo in un'altra città, tipo programma di protezione testimoni. Che stress!
Alice aveva la capacità di vedere il futuro. Ci era molto utile per gli investimenti in borsa, le previsioni del tempo e per giocare al lotto. La sua dote ci faceva sopportare il suo carattere spiritato e vivace che rompeva le balle a tutte le ore.
"Non le farai del male, Jasper. L'ho visto." gli disse accennando alla mocciosa pel di carota.
Sarà, ma non lo aveva tranquillizzato per niente. Jasper era assetato quanto prima con la differenza che ora si vergognava come un cane.
"Vedere gli umani come persone, aiuta." disse Alice tutta premurosa e prese a raccontargli tutti gli affari privati della roscia, che si chiamava Whitney, che gli era nata la sorellina, che le nostre mamme erano amiche.
"Ma chi se ne frega!" rispose Jasper cupo. Ai suoi occhi la ragazzina era ancora un cosciotto d'agnello con contorno di patate. Ma lo vogliamo portare a caccia sto povero figliolo prima che faccia merenda con qualche compagno di scuola? Pure io avrei sete tra l'altro...
Poco dopo sentii qualcuno che pensava il mio nome. Edward Superfigo Cullen. Non era una novità. Ero molto popolare tra le pischelle. A nominarmi era stata quella cornacchia pettegola di Jessica Stanley, quel giorno in veste di guida turistica. Jessica per un periodo aveva avuto una fissa assurda per me. Fantasticava noi due insieme, a sbaciucchiarci,  a correre mano nella mano sulla spiaggia e altre smancerie stile Harmony talmente  disgustose che ogni volta che incrociavo i suoi pensieri dovevo farmi dare un secchio in cui vomitare. Quel giorno faceva tanto la splendida perchè aveva un'amichetta nuova su cui si erano subito fiondati, con la bava alla bocca, tutti i maschi della scuola. A quei poveracci non gli pareva vero di vedere una nuova creatura di sesso femminile, in quel paesello dove la densità media era di 0,1 abitanti per km quadrato.

La ragazza era la figlia dello sceriffo e si chiamava Isabella, ma si faceva chiamare Bella. (Modesta, eh.) Era di una timidezza mostruosa, non voleva nemmeno che le dedicassero due righe sul quella sottospecie di giornalino della scuola dove le notizie pricipali erano: "Comprata una nuova lavagna per la 5°B" oppure "Trovato un capello nella minestra". Immaginatevi che scoop in prima pagina sarebbe stato: Una nuova iscritta!
Bella mi aveva appena dato uno sguardo interessato, (e come darle torto, modestamente sono un figo, scusate un attimo che mi aggiusto i capelli) che subito Jessica l'aveva avvisata di metterci una pietra con me perchè ero una specie di eremita che non si filava di pezza nessuna. In effetti preferivo la mia vita da single centenario all'idea di uscire con una di quelle racchie. Mentre aspettavo la reazione di quella povera derelitta mi accorsi che non sentivo nessuno dei suoi pensieri.
Avevo la frequenza disturbata? Mi sintonizzai meglio e per un attimo sentii i cavoli di tutta la scuola contemporaneamente dentro la capoccia. No, basta, mi viene l'emicrania!  Ok, funzionavo alla grande come sempre. La nuova ragazza evidentemente aveva l'encefalogramma piatto. Doveva essere lo shock del suo arrivo a Forks.

Rimurginai su quello strano fenomeno mentale mentre andavo a lezione di biologia. Un'altra palla mortale. Il professor Banner poi era una vera pippa a spiegare e mi conciliava il sonno. Avrei potuto farla tranquillamente io la lezione. Avevo due lauree in medicina, conoscevo le materie a memoria, potevo riciclare i compiti degli anni passati o copiare leggendo nella mente dei compagni più secchioni. Tanto non mi avrebbero mai beccato. Ihihihi!
Quel giorno, tò guarda chi si rivede, la nuova ragazza si aggiunse alla classe di biologia. Evvai. Il prof la mandò a sedersi nel posto accanto al mio. Che pizza. Mi piaceva avere il banco tutto per me ed ora dovevo condividerlo con quella scopa vestita?Grrr!  Magari standole vicino avrei appurato se i neuroni le funzionavano.
Non appena Bella Swan si avvicinò, sentii l'odore del suo sangue e per poco non feci un balzo per aria. Ahhhh! In quello sgorbietto scorreva il sangue più buono che avessi mai odorato al mondo! Tutti i suoi globuli rossi sbattevano le ciglione e mi invitavano col ditino: “Edward! Edward! Mangiaci! Mangiaci!” In meno di un secondo riaffiorarono tutti i miei istinti omicidi. Cominciai a farmi degli schemi mentali su come uccidere lei ed il resto dell'aula per non lasciare testimoni. Prima la ragazza o gli altri alunni? La cosa più logica sarebbe stato uccidere prima il prof garantendomi l'appoggio di tutta la classe. Dopo tutto stava per interrogare...in cambio non solo i ragazzi mi avrebbero sicuramente permesso di dissanguare Bella ma mi avrebbero perfino regalato una cannuccia. Stavo per attuare il mio piano quando la vocina della mia coscienza, un grillo con la faccia del buon Carlisle, apparve sulla mia spalla.
 “Edward non farlo! Non uccidere questa povera disgraziata! Altrimenti non diventerai mai un bambino vero!”
 “Guarda stupido grillo che hai sbagliato storia! Io non sono Pinocchio.”
“Ah giusto...comunque non puoi farlo!!! Tu non sei un mostro, sei un bravo ragazzo...pensa al dolore che daresti ai tuoi poveri genitori!!”
“Ma chi se ne frega. Non sono neanche i miei veri genitori! Sparisci grillo altrimenti ti spiaccico”
Il grilletto si spazientì. “Accidenti Edward! Aspetta almeno dopo la scuola quando sarà sola...così non ti farai beccare e farai meno vittime.”
Giusto. Buona idea. Passai l'intera ora in apnea lanciandole sguardi malvagi.
Bella tutta impaurita si fece piccina piccina e si nascose sotto la massa dei suoi capelli, tipo il cugino It. Alla fine dell'ora mi rintanai in macchina e lontano dall'effetto allucinogeno del suo sangue tornai lucido. Buuuuu! Non volevo essere cattivooooo! Non volevo fare del male a nessunoooooooo. Volevo diventare un bambino verooooooo..ehm ma che stavo dicendo??

Mi ripresi a fatica da quell'incontro traumatico. Ma dov'era Alice quando avevo bisogno di lei? Possibile che non avesse visto nulla nella sua sfera di cristallo?
La cosa migliore che potessi fare con quella ragazzina dal sangue appetitoso era evitarla come la peste nera. Per prima cosa cercai di sedurre la vecchia in segreteria affinché mi aiutasse a lasciare il corso di biologia. Mi sistemai i capelli, feci lo sguardo suadente e partii all'attacco.
"Salve, Signora Cope. Com'è carina oggi. Quel golfino infeltrito le sta un amore...Posso cambiare corso?"
La Cope si asciugò la bava e cercò di balbettare una risposta. Ci mise qualche minuto a connettere tutta presa dai pensieri sconci su di me ma poi mi disse che non era possibile. Le feci gli occhioni dolci, sporsi il labruccio ma la magera nonostante mi avrebbe steso volentieri sulla sua scrivania, non potè aiutarmi. I corsi erano al completo e se me ne andavo rischiavo di perdere crediti per il diploma. Capirai...Avevo  già accumulato due lauree, quattro master, quindicimila diplomi al prossimo vincevo l'orsacchiotto! Ma se volevo restare credibile come liceale  dovevo starmene zitto e buono. In pratica dovevo restare accanto a quell'involtino primavera caldo e invitante senza  dargli nemmeno un assaggino. Che tortura!
Mentre uscivo dalla segreteria mi imbattei di nuovo in Bella. Ahhhhh! Era una persecuzione! Ma con tutti i posti al mondo proprio qui doveva venire questa?
Mi misi a discutere con la mia coscienza."Senti grillo, e se mi pappassi Bella e uccidessi solo la signora Cope come testimone scomoda? Tanto non sta simpatica a nessuno..."
Il grilletto scosse la testa. "Un secolo di abengazione gettato al vento così? Suvvia Edward, torna in macchina e ascolta un cd."
Scappai letteralmente a velocità supersonica ed entrai nella mia Volvo dove mi raggiunse il resto della ciurma. Alice diede un'occhiata al mio futuro. "Allora opzione numero uno: Edward, fai buon viaggio."
"Dove dovrei andare scusa?"
"Opzione numero due. Guarda il filmato." Nella mente di Alice vidi un thriller dove io ero l'assassino e andavo ad uccidere Bella nella sua cucina. Perchè proprio in cucina? Così dopo la faccio arrosto e me la mangio? Mamma mia che orrore! Quei mobiletti gialli fanno proprio schifo!
"Che cosa scegli Edward?"mi chiese Alice. "Comunque mi mancherai. Anche se tornerai presto."
Alice a sto punto dicci direttamente come finisce il libro!
"Mi sa che vado a parlare con papà e chiedo un consiglio a lui" annunciai.
Chissà, se dovevo partire magari mi facevo prestare il macchinone...

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Capitolo 2
*** Libro in testa ***


 

CAP 2

Libro in testa

 

Per liberarmi dal pensiero di Bella provai ad andare in Alaska qualche giorno a casa di tre vampirone fighe. Erano diventate vegetariane anche loro quando avevano scoperto che gli uomini era meglio portarseli a letto piuttosto che mangiarseli. Una di loro, Tanya, mi sbavava dietro da qualche decennio ma non me l'ero mai filata neanche di striscio.

Come vi ho detto ero felicemente single e intendevo rimanerci.

Dopo una settimana passata a fare pupazzi di neve, a guardare il cielo stellato, con quell'accollo di Tanya che ci provava con me a tutte le ore, conclusi che Denali era un mortorio quanto Forks e decisi di tornarmene a casa.

La versione ufficiale era che avevo deciso di fare l'uomo che affronta le situazioni di petto mentre in realtà stavo in crisi da astinenza dall'odore del sangue di Bella. Di notte vedevo il suo volto, i suoi occhioni color cioccolato nella volta del cielo e mi sembrava una confezione di Pan di Stelle del Mulino Bianco. Slurp!

Prima di tornare a scuola però mi dovetti pappare come minimo una mandria di alci giusto per calmare la sete. I miei fratelli mi scortarono iperprotettivi come dei bodyguard. "Andrà tutto bene Edward, comportati da umano." mi disse Emmett e si mise a tirare palle di neve dentro la mensa. Dovevo fare l'umano o il deficiente? 

Bella arrivò in mensa pallida e malaticcia e si prese solo una soda per pranzo. Ma che era pure anoressica? Mi preoccupai molto: non doveva rovinare quel suo sangue prelibato! Avrebbe dovuto mangiarsi una bella bistecca e mettersi in carne! Visto che i suoi pensieri mi risultavano ancora inaccessibili mi misi a frugare nelle menti degli altri per vedere se aveva raccontato in giro che l'ultima volta l'avevo guardata come il pazzo di Shining. Ma niente di sospetto. Con chi avrebbe dovuto confidarsi in caso, Bella tra quella massa di babbei? Con quella falsa di Jessica? Quella pettegola si stava mangiando il fegato perchè stavo guardando Bella mentre a lei non me l'ero mai calcolata.

"Non credo di piacergli..." mormorò Bella intimorita

Se magari. Quel bocconcino prelibato mi piaceva pure troppo.

Quando suonò la campanella i miei fratelli cominciarono a darmi una sfilza di consigli.

"Su Edward, hai il 93% di possibilità di farcela." mi disse Alice che dal futuro aveva ricavato solo statistiche. Quasi quasi chiedo l'aiuto del pubblico.

"Torna a casa." disse Jasper. Incoraggiante. Ma spruzzami qualche emozione utile, tipo l'autocontrollo, ammesso tu sappia cosa sia...

"Non la uccidere ti prego." mi disse Rosalie. "Non voglio traslocare ancora."

Ti faccio traslocare adesso con un calcio nel didietro, biondina infame.

"Tranquilli ragazzi." aggiunse Emmett tutto sorridente. "O la ammazza o non la ammazza. In un modo la risolve." Mi sentii cadere le braccia.

Rinfrancato in quella maniera spedii quei quattro dementi a lezione e presa una bella boccata d'ossiggeno, entrai in classe a quella pallosa lezione di biologia. Quel giorno il prof Banner ci avrebbe fatto fare gli esperimenti al microscopio con le fette di cipolla. Evviva. Ma le aveva portate dalla sua cucina? Ce lo vedevo intento a sbucciarle per noi tutto eccitato.

Bella era già seduta al nostro banco tutta assorta a fare gli scarabocchi su un foglio. Per palesare la mia presenza spostai rumorosamente la sedia facendo un fracasso assurdo. Mi sentirono pure nella classe accanto ma quella timidona non alzò neanche la testa. E che era pure sorda?

Decisi di fare il bravo ragazzo perbene (con una settimana di ritardo) e mi presentai. "Ciao, io sono Edward Cullen." dissi con sorrisone falso come pochi cercando di ricacciare in bocca l'acquolina. "Tu devi essere Bella Swan."

"Solo gli amici mi chiamano Bella. Tu come fai a saperlo?" mi chiese sospettoso. Ahia. Uno a zero per lei. In effetti non potevo dirle che origliando i pensieri di tutta la scuola mi ero visto tremila repliche della sua presentazione.

"Vabbè mettiamoci al lavoro sennò il prof ci mette una nota." dissi facendo il vago. "Comincia tu."

E così passammo il tempo tra un profase ed un anafase. A cosa servirà mai nella vita sapere sta roba? Anche Bella era bravina e finimmo il  test in cinque minuti mentre il resto della classe si stava ancora scervellando. Mike Newton, uno degli spasimanti di Bella, invece di fare il compito mi guardava rodendosi il fegato dalla gelosia. Ah Mike, stiamo guardando fette di cipolla al microscopio sai che divertimento...

"Senti un pò, ma per caso porti le lenti a contatto?" mi chiese di colpo Bella.

"No" risposi trattenendomi dal ridere. Avevo una vista migliore di Superman e dovevo pure mettermi le lenti?

"I tuoi occhi hanno un colore diverso."osservò la ragazzina con un fiuto da ispettore Colombo. Oh cavolo. Due a zero per Bella. Grrrr! Quella ragazza era un pò troppo sveglia per i miei gusti.

E' vera la sua osservazione sui miei occhi. Se ho sete di sangue le miei iridi diventano nere. Una sorta di segnale, come la spia della benzina che si accende quando la macchina è a secco. Non ci aveva mai fatto caso nessuno in tanti anni... Mi venne da chiedermi se era  intelligente lei o se erano totalmente cretini tutti gli altri. Optai decisamente per la seconda ipotesi.

Il professor Banner venne ad ammirare il nostro lavoro tutto commosso all'idea di avere un'altra secchiona in classe. "Penso che voi due dovreste lavorare insieme." disse con le lacrime agli occhi. Chissà se era l'emozione o per aver passato la notte a sbucciare cipolle.

In sostanza avrei passato l'anno appiccicato a Bella e al suo profumino letale. Non avevo scampo. Quando odiavo quel patetico prof!

Per evitare altre domande imbarazzanti cominciai a parlare del tempo come un qualunque cretino che non sa di cosa parlare. Infatti non avevo idea di cosa dirle. Voi di cosa conversate con il vostro cibo?

"Hai visto si è sciolta la neve che peccato!"

"Non direi. Non mi piace la neve, nè la pioggia, nè il freddo e l'umidità."rispose acida.

"Caspita, hai scelto proprio la città giusta allora."commentai.

Bella fece una faccia da cane bastonato e sporse il labbruccio.

"Ma che ci sei venuta a fare scusa, se il clima qui fa così schifo?"chiesi perplesso.

"E' complicato..."rispose. Oltre saporita, era pure complicata. Di bene in meglio, proprio.

"Farò uno sforzo." dissi preparandomi ad ascoltare la sua biografia. In sostanza la sua dolce mammina, che era scappata terrorizzata da Forks tanti anni prima con Bella ancora in fasce, si era risposata con un aitante giocatore di baseball.

"Tua madre ha capito tutto della vita. Quindi per potersela spassare con il suo Joe Di Maggio ti ha detto di toglierti dalle balle e ti ha spedito qui dal babbo."

"No, mi ci sono spedita da sola." mi rispose. Ci capivo sempre meno.

In pratica Santa Isabella martire, per far piacere alla mamma, aveva accettato di buon grado di lasciare la grande e soleggiata Phoenix, la sua casa, e tutti i suoi amici (ammesso che ne avesse) e andare nella città degli alluvionati per fare la colf al padre, lo sceriffo di Forks, una tristezza d'uomo per cui il massimo del divertimento era pescare le trote e sfondarsi di cibi precotti davanti al televisore. Cominciai a pensare di aver di fronte una pazza complessata autolesionista.

"La vita non è sempre giusta." mi disse a conclusione di quella storia deprimente. Ma parla per te! Io sono ricco, figo, immortale con i super poteri. Andava tutto bene finchè non sei spuntata tu a risvegliarmi la sete!

"Vabbè, scusa se ti ho asfissiato con tutte le mie domande." le dissi scocciato.

"Non è colpa tua. Sono io che sono facile da leggere come un libro aperto."

Facile un corno! Stavo sudando sette camicie per capire qualcosa della sua personalità contorta. Un libro aperto glielo avrei tirato in testa.

Finalmente la campanella suonò e fuggii dall'aula boccheggiando. Avevo passato l'intera ora in apnea per non respirare il suo odore parlando con una voce più nasale di quella di Ramazzotti. E bastava un filino del suo odore per farmi andare la gola a fuoco.

"Ma suvvia Eddie." mi disse Emmett a lezione di spagnolo. "Uccidila pure, alla fine che sarà mai" Forse avrei davvero dovuto ascoltare il suo consiglio.

Mi prendeva talmente male quel giorno che finsi di stare male e mollai la lezione. La professoressa non mi disse nulla. Tanto parlavo spagnolo venti volte meglio di lei, avrei potuto tranquillamente andare a vivere a Madrid.

Rimasi nel parcheggio controllando che Bella non fosse in agguato. Per fortuna era in palestra con Mike Newton che rosicava ancora perchè avevo parlato con Bella. Ma questo era malato proprio! Ma pigliatela, ma sai quanto me ne importa! Sperai proprio che Bella gli tirasse una palla in fronte.

Finalmente la vidi uscire fuori e salire sulla sua macchina. Macchina forse era un complimento. Si era messa alla guida di un vecchio pick up, un rottame arrugginito che si reggeva per scommessa e quando lei accese il motore fece un baccano assurdo sputando fumo nero dalla marmitta. Quando si accorse che la stavo guardando Bella per la sorpresa tamponò tre auto in retromarcia e ripartì portandosi via tutti gli specchietti che le capitavano a tiro. Bella non si accorse di nulla e andò via tutta seria su quel catorcio malridotto che procedeva a scossoni. Un pericolo pubblico ambulante. Ero pronto a scommettere che il primo palo era suo.

Beh Bella, se ci tieni così poco alla tua incolumità io sono disponibile. Ihihihi!

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Capitolo 3
*** Tamponata ***


CAP 3
Tamponata

 

La mia situazione con Bella rimaneva invariata. Il suo sangue mi faceva ancora girare la testa a mille e mi costringevo a cacciare anche quando non avevo sete tanto per stare sul sicuro. Mi stava venendo una pancia gonfia  con tutte quelle caccie notturne...accidenti a lei! Che stress!
"Coraggio, Edward" mi diceva Carlisle "Alla fine si tratta di resistere  solo un anno o due fino a quando la ragazza non andrà all'università."
Un anno o due? Solo?? Mi chiedevo sinceramente come avrei fatto visto che faticavo ad arrivare al giorno dopo. Forse l'alternativa migliore era quella di partire di nuovo, magari per un posto più divertente, da solo senza familiari a rompere le balle. Potevo andare a farmi una settimana bianca in qualche bella località invernale, vicino ad una foresta ben rifornita di bestie, magari stabilirmi lì e godermi la vita. Alla faccia di Bella -sangue sopraffino!

"Mi mancherai!" mi disse Alice tutta triste. "Anche se non vedo dove vai." E questa da dove era spuntata? La privacy a casa mia era un optional.

"Mi guardi le offerte last minute già che ci sei?"le chiesi irritato.

"Vuoi che io e Jasper veniamo con te?"

Ma manco morto!"No, Alice, senza di me, sarai tu la vedetta della famiglia."Così la pianti di impicciarti dei fatti miei.

In quel momento Alice ebbe una visione su di me. Speravo mi vedesse in un posto tipo St. Moritz o Cortina invece mi vide sdraiato sull'erba in uno squallido praticello dietro Forks che per motivi turistici veniva chiamato radura. Ammazza! Ma un posto più bello no? Nella visione c'era anche un'altra figura ma non si vedeva bene. Alice aveva qualche interferenza sull'antenna.

"Non ho capito molto bene ma ti posso dire che la tua vita è a una svolta." mi disse tutta assorta.

"Molto affidabile come previsione. A sto punto mi leggo l'oroscopo."Mollai quella sola per andarmi a vestire per la scuola. Un ultimo giorno per annusare quel profumino sublime e poi avrei tolto le tende.
A scuola mi misi ad annusare l'aria come un cane da caccia per cercare Bella quando il rumore  insopportabile di una carcassa cigolante in avvicinamento mi ruppe i timpani. Ecco Bella con il suo pick up. Bella scese tutta traballante e impaurita per la strada ghiacciata muovendosi aggraziata quanto un pinguino. A momenti mi aspettavo di vederla scivolare sulla pancia. Ma quando ci metteva a fare anche solo due metri? In quel momento Alice ebbe una visione catastrofica che interruppe le mie grasse risate su quell'imbranatona di Bella. Un ragazzino deficiente avrebbe perso  il controllo del suo furgone e sarebbe andato a sbadare in direzione di Bella. (Ma  adesso dico io, apriamo una parentesi...chi sono i genitori che mandano i figli a scuola su un  furgone tipo traslocatore?
E' vero che i libri pesano, però...Perchè non gli compravano un motorino o la tessera dell'autobus? Non mi dicessero che non avevano tempo di accompagnarli perchè dovevano andare al lavoro! Bastavano dieci minuti a fare il giro di Forks. Vabbè...chiudiamo la parentesi). Non potevo poermettere che quel cretino neopatentato la spiaccicasse come una polpettina, mandando sprecato tutto quel sangue prezioso e come Micheal J Fox, decisi di cambiare il futuro. Correndo a velocità supersonica, in un flash mi buttai tra Bella e il furgone, la afferrai facendole da scudo e bloccai il furgone con una mano causandogli un bozzo sulla carrozzeria. Che classe eh? Modestamente...

Mentre la ragazza mi guardava con aria da ebete io la lasciai cadere sull'asfalto e ne approfittai per svignarmela prima che il conducente,  vedendo la tamponata, venisse a cercarmi per fare il CID. Delle cinquanta persone intorno alla macchina nessuno si era accorto di niente. Niente da fare:  gli adolescenti di prima mattina stanno proprio in coma farmacologico.

In ospedale, indovinate un po', fu Carlisle in persona a visitare Bella. Dalle lastre scoprì che era ridotta peggio di un colabrodo. Nella sua vita doveva essere caduta 250 milioni di volte ed essersi fratturata un osso almeno due volte l'anno. Altro che calamità per le disgrazie: se fosse caduto un meteorite sulla Terra l'avrebbe centrata in pieno! Bella era l'unica aveva capito qualcosa sulla mia paranormale operazione di salvataggio e a dispetto del bernoccolo in testa che le si gonfiava come un cocomero, incominciò ad inseguirmi per tutto l'ospedale per farmi il terzo grado: "Come hai fatto! Come hai fatto!" Per non farmi scoprire mi atteggiai a cattivo. Veniva naturale vicino a quella rompiscatole.

"Ero vicino a te scema! Sei tu che hai gli occhi foderati di prosciutto e non mi hai notato." Poverina ci era rimasta male. Quell'impiastro adesso mi faceva pure sentire in colpa. Dovevo ucciderla assolutamente.

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Capitolo 4
*** Consiglio di famiglia ***


Dopo l'incidente avevamo tutti i nervi a fior di pelle. Bella avrebbe potuto farci scoprire se avesse raccontato quello che aveva visto. Aveva già compreso che c'era qualcosa di strano in me.
In effetti non ci voleva una cima per capirlo! Mi aveva visto fermare un furgone con una mano, non era proprio una cosa di tutti i giorni! Io , però, le avevo dato della pazza allucinata e l'avevo mandata a quel paese. Tanto chi le avrebbe creduto?
A casa mia, quel giorno,  la "famigghia" si riunì per decidere cosa fare della ragazza. Troppo sapeva! I miei erano abbastanza agitati. Rosalie mi inceneriva con lo sguardo e nella sua mente mi urlava parolacce in tutte le lingue. Sia lei che Jasper proponevano di mettere a tacere Bella per sempre. Rosalie aveva già una decina di omicidi sul suo cv e si era già messa la tutina da ninja. "Ci penso io. Farò un lavoretto pulito. Basta che non mi fate traslocare e ricominciare la scuola daccapo."
Il buon Carlisle però era assolutamente per la non violenza e poi, grazie a Bella ed ai suoi incidenti, l'ospedale stava guadagnando una barca di soldi.
Anche Jasper, con la scusa che voleva proteggere Alice, si disse disposto ad accoppare la poveretta. Seee tutte scuse per potersi pappare qualcuno in santa pace.
Io ringhiai protestando che nessuno avrebbe fatto del male a Bella Swan. Nessuno tranne me, ovviamente. Ihihihi!
Proprio in quel momento, con il suo solito tempismo, Alice ebbe una visione: "Guarda Edward." Nella sua mente vidi lei e Bella che si abbracciavano tenendosi per la vita, tutte sorridenti come due oche giulive.

"Cos'è la finale di Miss Italia? Di Veline?" chiesi perplesso.

"No!Edward significa che tu sei destinato ad amarla e che lei ed io diventeremo grandi amiche." 

Che futuro orribile. «Puah! Fidanzatici te allora!”

Non avevo nessuna intenzione di diventare un piccioncino melenso come le tre coppiette felici della mia famiglia che passavano le giornate a guardarsi negli occhi e a mandarsi i bacini. Bleah! Non doveva accadere! Avrei cambiato il futuro.

"Sono rimaste solo due alternative per lei, Edward." aggiunse la mia sorella stramba  mostrando due visioni: si trattava sempre del trailer di Bella e Alice a braccetto, stavolta però il dvd era disponibile sia in versione umana che vampira. Ce l'avevano anche in blu ray. Non potevo permettere che Bella diventasse dannata come me! Quel sangue squisito perso per sempre! Ma se l'alternativa era mettermici insieme, a  quel punto preferivo prosciugarle le vene!

I miei familiari reagirono in maniera diversa. A Carlisle - ama-il tuo-prossimo-anche se vorresti succhiargli -il sangue,  bastava che nessuno si facesse male ed era contento. Esme-cuore di mamma, all'idea che anch'io mi innamorassi era tutta commossa.  "Oddio! Il mio bambino che si fidanza!"Alice saltellava tutta contenta e non vedeva l'ora di conoscere la sua futura amica del cuore. Aveva già programmato dove portarla a fare shopping. Jasper-muoio di sete, per far contenta Alice aveva abbozzato. Emmett-living la vida loca, rideva e sghignazzava come un cretino. Rosalie-sono troppo figa,  era disgustata all'idea che mi potessi prendere una cotta per quella scialba ragazzetta umana. Sotto sotto la biondona rosicava perchè nonostante tutta la sua figaggine io, contrariamente al resto della popolazione maschile, non avevo mai sbavato ai suoi piedi. E ti credo! Solo quel fesso di Emmett-tutto muscoli e niente cervello, poteva sopportare quella sciaquetta narcisista.
Io ormai ne avevo piene le tasche di quell'atmosfera angosciante e visionaria, ignorai tutto e tutti e presi il fugone correndo via dalla città il più lontano possibile, come Forrest Gump, fino ai confini dello stato. Cominciavo a stressarmi di brutto.
Una cosa era certa: dovevo fare tutto il possibile per sfuggire a quel destino che stava in agguato e che mi vedeva insieme a Bella.

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Capitolo 5
*** Benservito ***


CAP 5

 

Nei giorni seguenti, durante le lezioni, dovetti evitarla come la peste nera nonostante il suo invitante profumino mi facesse l'effetto del pifferaio magico.
Stava diventando difficile. Ero Swan-dipendente.

Bella era molto arrabbiata con me. Non aveva tradito il mio segreto e si aspettava che io in cambio le svelassi l'arcano sui miei super poteri. Fossi scemo! Comunque cominciava a farmi pena con quella patetica faccia da cane bastonato e un giorno che ero in vena di magnanimità le feci l'onore di rivolgere la parola.

"Mi dispiace."le mormorai con voce roca ed uno sguardo cupo.

"Di cosa? Di non avermi lasciato mettere sotto dal furgone?"

In effetti...

"Tu non sai niente di me, testa di rapa!" le dissi minaccioso. Era vero. Non sapeva nulla dei casini che lei e il suo sangue delizioso stavano facendo passare alla mia povera gola. Avevo certi bruciori alla gola che non se ne andavano nemmeno col tantum verde!
Bella intanto era occupata a mandare in bianco metà dei ragazzi della scuola che la volevano portare al ballo. Apriti cielo! Quella deficiente era in grado di inciampare su una superficie piana, si muoveva con la grazia di un pachiderma e solo l'idea di ballare la mandava nel panico. Quindi quei poveri ragazzi ricevettero il benservito in meno di mezzo secondo. Mi divertii molto a vedere le facce afflitte di quei poveretti e sentire il rumore dei loro cuoricini che andavano in mille pezzi. Tra questi c'era anche quella mezza cartuccia di Mike Newton che sporse il labbruccio tutto afflittò ma si consolò pensando che tanto aveva Jessica come riserva. Sai che consolazione! Portati i tappi per le orecchie Mike!
Ragiondandoci sopra, non mi sarebbe dispiaciuto, in fondo, se anche Bella avesse trovato un ragazzo che me la tenesse lontana dalle balle e così parcheggiai la macchina di fronte al suo catorcio ambulante per bloccarla nel parcheggio e permettere all'ennesimo corteggiatore di raggiungerla e di invitarla. Era Tyler, il pirata della strada che quasi l'aveva spiaccicata col furgone. Che faccia tosta: prima a momenti l'ammazzi e poi la inviti a ballare. Vallo a capire!

"Mi dispiace tanto, ma quel giorno, tò guarda, devo andare a Seattle." disse Bella con la sua vocina delicata da gattino impaurito.

"Si lo so me lo ha detto Mike ma pensavo che fosse solo una scusa per scarlicarlo." rispose Tyler.

Però, quel broccolo di Newton era molto stimato tra gli amici!

"No, ci devo andare davvero e non posso farne a meno." insisté Bella e ripartì lasciando Tyler con un bel due di picche. Il ragazzetto non si scoraggiò e decise di ritentare per il ballo di fine anno. Mancano circa sei mesi, Tyler. Aspetta e spera...

Bella mi guardò infuriata con uno sguardo omicida negli occhi. Cominciava quasi a starmi simpatica. Badate, che ho detto quasi.

Quella notte visto che non c'era niente in televisione, nemmeno sul digitale terrestre, decisi di andare a casa sua per spiarla. Non si sa mai che la sua sfiga proverbiale colpisse di nuovo. Poteva ruzzolare giù dalle scale, inciampare nello zerbino, affogare nel water e roba simile. Ne sarebbe stata capacissima secondo me. Scalai facilmente la parete della casa - Eh eh eh! Spiderman a me mi fa il solletico - ed entrai nella camera da letto di Bella. Pure guardone mi aveva fatto diventare! Come stavo cadendo in basso!  Appena entrai manco a dirlo, mi sembrò di trovarmi in una camera a gas. La stanza era talmente satura del suo odorino invitante da causarmi capogiri e nausee  che mi facevano sputare fuoco. Mi sa che non avevo avuto una buona idea ad andare lì. Per distrarmi  diedi un'occhiata intorno.
Che bordello di stanza! Ma non metteva mai a posto questa?
Guardaii Bella addormentata con invidia mentre la sentivo russare pensando a quanto avrei voluto farmi anche io una sana ronfata sbavando il cuscino.  La visione di Alice mi aveva preoccupato.  Io e la piattola insieme? Per fortuna Bella non mi avrebbe mai visto come qualcuno da amare. Mai.
Mentre guardavo quella povera imbranatona
pensando al poveraccio che un giorno avrebbe dovuto sposarsela quando lei nel sonno mormorò il mio nome. "Edward. Edward non andartene" Ahia. Mi stava sognando? O aveva solo mangiato pesante prima di andare a letto?Bella dormiva tutta scoperta con le cosce al vento. Mmh non era mica male svestita. I miei ormoni dopo ottant'anni cominciarono a scongelarsi.

La mia vita era un'eterna mezzanotte... o roba simile..Come era possibile che il sole stesse sorgendo nel bel mezzo della mia mezzanotte? Alla fine non mi cambiava molto: tanto io a mezzanotte non dormo uguale.

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Capitolo 6
*** Happy Hour ***


CAP 6

Happy hour

 

Nei giorni seguenti valutai diverse opzioni.

A: trasformavo Bella in vampiro ( il che significava niente più sangue prelibato ed avercela tra i piedi per tutta l'eternità. Mmmh, ma anche no!)

B: la uccidevo e mi scolavo tutto quel sangue appetitoso. (Ma il grillo parlante sarebbe tornato a tormentarmi e senza di lei poi avrei ricominciato ad annoiarmi a morte)

C: l'avrei lasciata vivere e e le avrei dato una sniffatina ogni tanto senza farle del male. Mi sarei messo una museruola tipo Hannibal. Forse se le avessi conquistato il cuore, mi avrebbe fatto assaggiare un goccetto.

Alla fine scelsi la terza soluzione.  La peggiore. Quanto ero diventato sadico con me stesso. Stavo frequentando troppo Bella..accidenti.

Decisi di ricominciare a parlare con lei e la osservai mentre parcheggiava il suo bidone. Come scese a terra fece cadere le chiavi in una pozzanghera. Ecco ti pareva. Indovinate chi era lo scemo che andava a raccoglierlele in mezzo alla melma? In qualche modo dovevo conquistarmi la sua amicizia. Bella come mi vide si prese un infarto. "Come fai ad apparire così all'improvviso?"

"Sei tu che hai sempre la testa per aria. Tonta che non sei altro! Tò piglia ste chiavi zozze."

Poi mi ricordai che dovevo entrare nelle sue grazie e feci tutto il carino sorridente.

"Ma che hai la doppia personalità?" mi chiese lei perplessa."Che cavolo vuoi?"

Dovevo cambiare tecnica. Con una voce soave e tenera le dissi. "Senti visto che devi andare a Seattle il giorno del ballo che ne dici se ti do un passaggio, casualmente ci devo andare anche io." Qui l'avevo sparata proprio grossa. Qualcuno mi deve spiegare che c'è a Seattle di interessante? La casa di Hendrix? 

Bella mi guardò sospettosa.

"Dai non dirmi che ci vuoi andare su quel rottame? Quello ti lascia per strada!"

"Fatti gli affari tuoi" disse quell'acida "E poi credevo che non volessi essermi amico."

Questo era ieri quando guardandoti non vedevo altro che un sofficino ripieno. "Ho detto che sarebbe meglio non essere amici ma non che non voglio esserlo." A sentirmi parlare così chiunque mi avrebbe detto di andare dall'analista.

Bella infatti era piuttosto confusa. Forse avrei voluto farle un disegnino.

"Sarebbe meglio per te non essermi amica" cercai di spiegarle dissi scandendo le parole come se stessi parlando con una deficiente. Poi conclusi la frase con un tono passionale da macho "Ma sono stanco di cercare di starti lontano, Bella!" Finii la frase pettinandomi un ciuffo all'indietro. Eh...quando uno ha fascino!

"Insomma Bella, lo vuoi o no sto passaggio?! Mica c'ho tutto il giorno."

Lei mi guardò arrossendo tutta, col cuore che le faceva bumbudibum e annuì.

"Ohhh ce l'hai fatta. Bene, ci vediamo in classe." le dissi mollandola lì. Appena in tempo. A causa del suo invitante profumo avevo la gola così in fiamme che dovetti ingoiarmi un pacchetto di Halls balsamiche.

Spiai Bella per il resto della giornata e la vidi inciampare e cadere a destra e a manca. Cominciai a fare una lista di tutte le volte che in un giorno si faceva male e poi stavo a vedere se batteva il record. Ogni giorno dava il meglio di sè. Ma proprio con quell'impedita ero destinato a mettermi?!

"Alice ma non c'è un finale alternativo?"chiesi alla mia sorella veggente o quasi.

"No, ma posso andare a parlare con lei? Voglio la mia amichetta!" piagnucolò.

"Ma vattene!" le risposi ed andai a sedermi tutto solo per non avere rompiballe intorno.

Ero a mensa e vidi Bella, mogia mogia, seduta ad un tavolo con Jessica che ciarlava a tutto spiano. La mia broccolona non mangiava niente nemmeno oggi. Aveva solo una bibita. Ma vive d'aria questa? Non ha i soldi per il pranzo? Fa così schifo la cucina della scuola? Quando si accorse che ero seduto da solo e che la guardavo, la poveretta si rianimò e abbandonò senza rimpianti Jessica per venirsi a sedere vicino a me. Cioè venne dopo essere inciampata nei suoi lacci ed aver rovesciato qualcosa come quindici sedie e quattro vassoi. Mi nascosi la faccia. Quasi quasi esco dalla porta sul retro...
Impossibile. La tonta, con il suo aroma micidiale, mi aveva già inchiodato alla sedia e mi aveva rincretinito. Bella mi guardò ancora confusa ma piuttosto soddisfatta.

"Insomma adesso siamo amici?" Che dire...per forza, se volevo avere qualche speranza di inalare il più possibile quel profumino fantastico.

"Possiamo provarci, anche se, in teoria, se fossi furba mi dovresti stare alla larga."

"Facciamo che finché non divento furba allora siamo amici." concluse lei.

Sarebbe stata una lunga amicizia allora.

"Mi fai un favore? La prossima volta che decidi di ignorarmi mi puoi avvisare in anticipo?"mi chiese alla fine.

Alla signorina non era piaciuto il mio comportamento dei giorni scorsi. Va bene tesoruccio, la prossima volta ti mando una raccomandata! Un sms! Metto in giro i cartelli: da domani faccio il bastardo. Bella preparati! 

Nonostante si scervellasse notte e giorno, Bella non aveva capito la mia vera identità; pensava fossi un supereroe. Cominciò a paragonarmi a Spiderman e a Superman. Mica male però come idea: SuperEdward!
“E se fossi il cattivo?” le chiesi in tono minaccioso.
 “Naaaaaaaaa” rispose lei con una matta risata. Uff stavo perdendo colpi, non riuscivo a spaventare nemmeno quella ranocchietta!
Bella mi salutò per andare in classe memtre io mi rintanai in macchina.

Quel giorno a scuola c'era un cocktail party. Ok, forse dovrei chiamarlo prelievo del sangue ma l'idea era quella...Ovviamente io e i miei fratelli facevamo sega a quell'ora se non volevamo trasformare la lezione di scienze in un happy hour per vampiri. Accesi lo stereo e cercai di rilassarmi ascoltando un pò di musica classica quando venni interrotto dai pensieri sconvolti di Mike Newton che piombò nel parcheggio trascinando il corpo inerme di Bella. Oh cielo! Ma possibile che non si potesse stare tranquilli una mezz'oretta? Andai a vedere cosa avesse combinato quella sciagurata e il povero Mike con la tachicardia a mille mi spiegò che era svenuta durante i prelievi. Fermi tutti. Per caso c'era il suo sangue che fluisce da qualche parte? Mi leccai i baffi. Non dovevo neanche morderla. Un succhiottino magari riuscivo a darglielo.

"E' svenuta prima che la pungessero. La stavo portando in infermeria."

Ma tu guarda che disdetta! "Vabbè dai Mike. La porto io. Torna in classe."

Quel fesso cominciò a sbraitare. "No devo farlo io!" protestò. Seee tutte scuse per poter palpare Bella.

"Ci si aspetta che lo faccia io."insisté. Che stress questo! E chi era un boy scout? Per un attimo pensai di spiaccicarlo con un manrovescio contro la facciata della scuola. Lo mandai a quel paese e sollevai con cautela la mia piccola bomba ripiena di nutella facendo attenzione a non papparmela per strada mentre la portavo in infermeria.

"E così svieni alla vista del sangue?" le dissi sfottendola. Ma tu guarda l'ironia della sorte. Ad avercelo io sto problema morirei di fame.

"Non sopporto l'odore. Sa di sale e ruggine." mi spiegò lagnandosi.

Mmm per me sa di fragole con panna. Specie il tuo.

Poco dopo arrivò anche Mike Newton portando un altro ragazzo svenuto. Ma faceva l'infermiere questo? Newton mi guardò ostile, rosicando di brutto perchè gli avevo tolto Bella dalle mani e subito si mise a fare il gradasso con lei.

"Bella, allora ci vieni al mare, dolcezza?"le chiese tutto ganzo.

"Si certo" rispose lei gentilmente.

"Hai visto Cullen. Lei esce con me. Tiè!" pensò quel miserabile tutto borioso.

Nella sua mente però vidi che l'appuntamento in questione era un'uscita di gruppo di una decina di persone a bordo di un pullmino. Guarda Mike, sto morendo dalla gelosia! Mò mi taglio le vene!

Quando il fesso fu uscito Bella invitò anche me al mare con i suoi amici. Ve lo immaginate un vampiro al mare a prendere il sole? Tra le altre stranezze noi non possiamo esporci alla luce in pubblico. Non prendiamo fuoco, tranquilli, solo riflettiamo la luce come i cristalli del lampadario di Pollyanna e facciamo splendere tutto intorno l'arcobaleno...
Per un attimo pensai di accettare, magari se mi portavo l'ombrellone riuscivo a godermi la vista di Mike che tentava di fare surf e andava a schiantarsi contro uno scoglio.

"Dov'è che andate di preciso?"

"A La Push, nella riserva dei Quileutes." mi disse tutta contenta.
 Ammazza che sfiga! Con tutti i posti che ci sono al mondo proprio da quegli indiani del cavolo dovevano andare?

Torniamo indietro di settant'anni. Io e la mia famiglia eravamo nella foresta per un allegro pic-nic a base di Bambi, quando arrivano "augh augh" i pellerossa che ci trovarono con il boccone in bocca. "Volete favorire?" proponemmo offrendogli una coscetta di cervo. Silenzio imbarazzante. Toro Seduto alias Ephraim Black, furioso, ci intimò di levare le tende a tempo di record dalla loro terra e non metterci più neanche un piedino. In caso contrario si sarebbero trasformati in lupi e ci avrebbero ridotto uno spezzatino. In cambio avrebbero mantenuta segreta la nostra identità e  non ci avrebbero denunciato al WWF. "Ok, d'accordo affare fatto, tanto la vostra selvaggina fa schifo. "E così venne stipulato l'accordo tra i vampiri e i Quileutes.

"Mi dispiace tanto Bella, ma ho promesso a mio fratello Emmett di accompagnarlo in montagna e se non ci vado gli si spezza il cuoricino."

Bella rimase male e per consolarla le feci marinare la lezione di educazione fisica. Piano piano l'avrei portata sulla cattiva strada...Andai dalla Cope e facendole gli occhioni dolci ( di nuovo) ottenni la giustificazione per Bella.Non le pareva vero di potersi sottrarre alla ginnastica. Scoordinata com'era, nella palestra era una mina vangante.

"Vieni ti porto a casa, sei ancora fiacca."le dissi. In effetti era pallida come un morto. Pallida come me per capirci. Anzi, in confronto a lei sembrava che io mi fossi fatto la lampada.

"Ma io sto benissimo."disse lei vacillando.

"Eh, si vede! Hai visto cosa succede ad andare avanti a bibite? Ora monta in macchina." le ordinaii.

"Non c'è bisogno. Ho la mia." protestò Bella-barcollo ma non mollo.

"Lascia qui il catorcio. Te lo faccio riportare da mia sorella Alice. Tanto chi se lo ruba?"

Alice diceva che erano amiche per la pelle? Si rendesse utile almeno. Mi divertii ad immaginarla tutta elegantina e perfettina alla guida di quel rottame arrugginito. Ihihihihi!

Dopo tre ore di suppliche e minacce alla fine Bella si convinse a salire sulla mia bellissima Volvo. Che stress! In un attimo spanse il suo profumo in tutta la macchina come un abre magique. Urgh! La gola! Provai a respirare dal naso. Bruciore! Manco mi fossi spruzzato il Vics Sinex! Quasi quasi le pago un taxi...
In qualche modo misi in moto e accesi lo stereo. Bella riconobbe il brano e disse che anche lei amava la musica classica. Andiamo bene, avevamo pure i gusti in comune. Qui il fato incalzava.
Mentre guidavo mi feci raccontare di sua mamma. Non che mi importasse sto granché ma dovevo pur distrarmi dai miei istinti mangerecci. E così scoprii che Bella da quando era nata aveva fatto da balia ad una madre sbandata, irresponsabile, piena di sè che andava ancora appresso ai ragazzi e non sapeva cucinare manco un toast. Che infanzia traumatica! Questo spiegava perchè Bella fosse diventata una paranoica asociale, complessata, tendente all'autolesionismo che non sapeva manco camminare in linea retta. Per fortuna ero arrivato sotto casa sua e non dovevo più sorbirmi quella storia lagnosa. 

"Passa un buon week end mia cara! E cerca di non andarti ad ammazzare." le dissi salutandola.

Lei mi diede un'occhiataccia tutta offesa mentre io ripartivo sghignazzando. Ihihihihi!

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Capitolo 7
*** Pianoforte ***


Capitolo7

Pianoforte

 

Mi chiesi cosa fare con quella ragazza tanto maldestra quanto succosa. Cominciavo a vergognarmi di farmi vedere in giro con lei ma decisi che comunque un'altra sniffatina notturna ci stava tutta.

Appena tornai a scuola i miei fratelli montarono in macchina tranne Alice che aveva già previsto che dovevo darle le chiavi del furgone scassato di Bella. Tieni cara divertiti. Emmett e Jasper fiutarono per la prima volta l'odore che Bella aveva lasciato sui sedili.

"Slurp! Buona!" pensarono con l'occhietto goloso.

"Giù le mani!" protestai. "Non si mangia!"

Ci dirigemmo verso casa di Bella per riportarle quel cassonetto di pick up  e tornammo nel nostro bel villozzo miliardario. Sapeste che roba: otto televisori, un garage pieno di macchinoni, ed un pianoforte a coda stratosferico di quelli che si vedono solo al conservatorio. Era mio modestamente anche se ultimamente con tutto lo stress che mi aveva causato Bella avevo accantonato la musica da un pò di tempo. Comincia a strimpellare qualche nota giusto per sgranchirmi le dita che tutti si radunarono intorno al mio piano manco fossi Beethoven. Eh eh eh!  Jasper ed Emmett avevano interrotto una partita a scacchi per ascoltarmi (tanto vinceva sempre Jasper perchè quella barona di Alice gli suggeriva tutte le future mosse di Emmett).Esme era commossa e mi guardava tutta contenta perchè il suo bambino aveva ricominciato a suonare. Rosalie invece rosicava ancora di brutto perché ero io, cuore di ghiaccio, insensibile alla bellezza suprema, (cioè lei?), avevo cominciato ad andare appresso ad una scialba ragazzetta umana. Era talmente furiosa che si mise a spaccare il telecomando. Ma meglio lei di te! Bella almeno ogni tanto dorme. Alice si mise accanto al mio piano e cominciò a cinguettare come un usignolo per aiutarmi a comporre la melodia romantica. Eh?  Ma dove era uscito quel brano melenso? Guardate che io non sto componendo niente...non volevo far scordare il mio povero piano, l'avevo trascurato troppo e a momenti se lo magnavano i tarli!

"Vedrai che anche Bella ricambierà il tuo amore! La conquisterari." pensò mia madre tutta incoraggiante. Ma speriamo di no! Ma perchè nessuno capiva che non c'era nulla di romantico in quella storia e se dedicavo tanto tempo a Bella era perchè avevo dei secondi fini?

In quel momento Alice ebbe una piccola visione, una di quelle che usava al posto delle mail e degli sms. "Peter e Charlotte verranno a trovarci prossimamente."

Ahia! Peter e Charlotte erano due vampiri amici di Jasper che, guarda caso, cacciavano alla maniera tradizionale. E di chi altro poteva essere amico Jasper l'affamato? Con la fortuna che aveva Bella se li sarebbe trovata sotto casa. Ci avrei scommesso. Nessuno doveva avvicinarsi al mio piccolo mon cherie. Ma che mi stava

"Tranquillo Edward, nessuno toccherà Bella." mi rassicurò Alice scrutando l'ignoto.

"Ah, ok!" dissi tranquillizato. "Vieni Emmett, andiamo in montagna." Volevo partire subito in modo da tornare prima che arrivassero quei due rubamerenda. Che stress.

 

Mi divertii molto a vedere Emmett che vinceva un incontro di lotta libera con un orso. Emmett amava fare a botte e stava sempre in fissa di menar le mani ma purtroppo non aveva molti partner con cui combattere. Rosalie lo avrebbe fatto a strisce se la spettinava. Io e Alice con i nostri superpoteri potevamo batterlo col dito mignolo. Non poteva nemmeno combattere con Jasper perchè mammina sennò si metteva a piangere.

"E insomma, bello mio." mi disse Emmett rammendandosi la maglia strappata. "Come va questa ragazza?" Ecco mi era passato il buon umore.

"Ti dirò, Emmett, comincio a pensare da un pò di tempo che questa sia parente di Fantozzi o qualcosa del genere. Si trasferisce in una città infestata di vampiri, con un sangue dal profumino invitante come un piatto di pastasciutta, e a momenti finisce spiaccicata sullo le ruote di un furgoncino impazzito. Chissà cosa le sta capitando adesso..." Nella mia mente mi feci una serie di disaster movie in cui Bella finiva annegata nell'oceano, sbranata dalle belve, spazzata via da un uragano, carbonizzata in un incendio, e chi più ne ha più ne metta. Mamma mia che ansia!

"Vabbè trasformala, così perde quell'aroma da braciola e ti passa la paura."

Perdere quel preziosissimo sangue così appetitoso? Mai!

"Scusa ma se non la vuoi mangiare, non la vuoi trasformare, mi spieghi che cavolo ci farai con questa visto che non te le potrai mai spupazzare? Ci giochi a carte?" mi chiese Emmett scettico.

Non aveva mica tutti i torti. Ma come facevo a dire a mio fratello che ormai ero diventato un drogato? Dovevo tornare a casa al più presto.

 

Quella notte quando mi arrampicai (di nuovo) sulla facciata della casa di Bella constatai che la pollastra era nel suo letto tutta intera. Fiuuu. Gliel'ha fatta a sopravvivere. Mi ero portato dell'olio perchè la volta scorsa la finestra cigolava. Pure i lavoretti in casa gratis le facevo! Come mi ero ridotto! Tra poco le avrei pure riverniciato lo steccato.

Osservai la bella addormentata e cominciai a contarle le rughe. Gli umani invecchiavano a vista d'occhio. Forse avrei dovuto decidere cosa fare con Bella prima che entrasse all'ospizio. Per ora era ancora fresca con una pastarella appena uscita dal forno...mmmh meglio evitare certi pensieri. Forse se avessi cominciato a guardare Bella come donna, se avessi desiderato baciarle quella boccuccia di rosa, forse la sete mi sarebbe passata. Le guardai per qualche quelle labbra rosse invitanti...ma niente! Non funzionava!

Per distrarmi mi chiesi come fosse andata la gita al mare. Chissà se aveva incrociato qualche indiano. Gli anziani sapevano chi eravamo ma avevano promesso di tenere la bocca chiusa. Nei prossimi capitoli scoprirete quant'ero ingenuo.

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Capitolo 8
*** Lume di candela ***


CAP 8

Lume di candela

 

Quelle settimana, come preannunciato da Alice, avemmo come ospiti il vecchio compagno d'armi di Jasper e la sua ragazza, due carnivori vecchio stampo ma che avevano promesso di non fare spuntini nei dintorni. Io però non stavo per niente tranquillo con quella combinaguai di Bella che, affetta dalla sindrome di Cappuccetto Rosso, se ne andava tranquillamente nel bosco da sola. Dovetti cominciare dei turni di sorveglianza speciale stando a debita distanza da lei perchè in quei giorni c'era il sole ed non potevo espormi.
Ma tu guarda la sfiga: vivevo nel posto dal clima più schifoso del mondo, con la pioggia che cadeva tutti i giorni dell'anno, e proprio ora che erano arrivati quei due rompiballe il sole aveva deciso di tornare a splendere? Vabbè, dire che splendeva forse è un pò troppo...ma a Bella non le pareva vero, dopo tutte quelle settimana al buio sotto la pioggia scrosciante, manco fosse Gene Kelly, e tutta contenta si mise sdraiata su una panca fuori dalla scuola cercando di prendere un pò di tintarella .Se sperava di abbronzarsi a Forks avrebbe dovuto restare su quella panca come minimo per dieci anni.
Quel giorno, oltre al sole,  rispuntò come un'erbaccia quel provolone di Mike Newton che decise di tornare al contrattacco con Bella per chiederle di uscire. Mi chiesi che scusa avrebbe tirato fuori lei per dargli un altro bidone. Quel viscido osò perfino toccarle i capelli. Ehi Mike, non si tocca! Quella è la mia futura... (ragazza/cena non ho ancora deciso). Bella gli allontanò la mano schifata e spiegò a Mike che non poteva uscire con lui per non ferire i sentimenti di Jessica. Seee vabbè, come se gliene importasse qualcosa a qualcuno di quella rana dalla bocca larga. Il biondino scialbo però si ringalluzzì tutto pensando che se da una parte c'era Bella che non sarebbe uscita con lui neanche in un milione di anni, dall'altra parte c'era Jessica che era cotta a puntino di lui. "Meglio di niente" pensò cominciando a farsi una serie di pornazzi nella sua testa sul premio di consolazione. Mamma che schifo! Qualcuno mi ricorda da che parte è il bagno?
Il resto della giornata per Bella fu piuttosto deprimente: a mensa passò il tempo a guardare il tavolo dei Cullen mogia mogia e nel pomeriggio si sedette in giardino a leggere un libro. Fu l'apice della giornata. Il protagonista del romanzo si chiamava Edward e ciò le causò dei sospironi strazianti. Ehi pupa, ma stai pensando a me? Bè modestamente...fatemi pettinare il ciuffo. Questo spionaggio mi cominciava ad intrigare.
Feci pure il turno di notte per vedere se Bella avrebbe detto altro nel sonno. Magari le strappavo qualche altro segretuccio. Ma quella notte non disse niente tranne "Torna". Che voleva dire? Torna a casa Lassie? Torna a Surriento? O voleva che io tornassi nella sua vita? Provai ad immaginarne i pensieri. "Oh Edward ritorna le colline sono in fiore...."Mmm vediamo... qui quando ricomincia a piovere?

Il giorno dopo Bella decise di accompagnare Jessica e Angela a comprare dei vestiti per il ballo a Port Angeles. Cosa ci andasse a fare visto che lei al ballo non ci sarebba andata neanche in foto, non si sa. Doveva essere una scusa per uscire un pò da Forks anche se non è che Port Angeles fosse chissa quale botta di vita. Già che c'ero, comunque, decisi di andare a pedinarla mentre faceva  shopping con le sue amiche, non si sa mai, magari trovavo qualcosa da comprarmi pure io. Ma come mi distrassi un secondo a guardare una vetrina ecco quella disgraziata scomparve nel nulla. Dove cavolo era andata? Frugai nella capoccia di Jessica e vidi che secondo lei Bella era andata in una libreria mistica piena di roba indiana. Ma che cavolo ci era andata a fare in quel posto? Non leggeva i romanzi di Jane Austen, questa? Corsi fin laggiù a cercarla e cominciai a fiutare l'aria come il commissario Rex in cerca della sua inconfondibile scia, perlustrando le menti di tutti i passanti, e alla fine la vidi riflessa dentro dei pensieri moltooo cattivi. Indovinate un pò dove si era andata a cacciare la sfiga fatta persona? Ma ovviamente in un vicolo buio circondata dall'unica banda di stupratori in tutto lo Stato di Washington! Ci avrei scommesso. E dire che Port Angeles aveva il più basso tasso di criminalità degli Stati Uniti. Ma con Bella in giro...Non potevo permettere che quei quattro drogati la toccassero; potevano attaccarle qualche brutta malattia e contaminare il suo sangue delicato, così decisi di intevernire, stile il Giustiziere della Notte. Non appena frenai la macchina e parcheggiai vicino a Bella, però, quei teppisti mi rigarono la fiancata della macchina...Nooooooooo! Cosa ho fattooo? Ma perchè non mi sono fatto gli affari miei e sono andato a comprarmi un giubbotto in saldo?!!!
Scesi dalla macchina ringhiando come un cane rabbioso e quelli vedendo il mio sguardo assassino se la diedero a gambe levate. Scappate bastardi prima che vi trasformi in un frullato! Bella intanto era zompata dentro la mia auto e si era accomodata tutta soddisfatta. Ero il suo eroe! Eroe un cavolo, mò ti mando il conto del carrozziere! Mi misi al voltante in preda all'ira pensando alla mia bellissima Volvo!!! Come avevano osato!!! Accidenti a Bella!
«Dovrei tornare indietro e aprirgli la testa come un cocomero.» dissi pieno di istinti omicidi.
«Non farlo.» Bella mi guardava allarmata.
"Ehm...Non sai che brutti pensieri avevano su di te...» dissi rabbioso fingendo di avercela con quella feccia per causa sua. Avrei fatto meglio a sostenere la parte dell'eroe, dopotutto, per deviare i sospetti.
«Perchè tu si?» chiese lei sospettosa. Ahia. Avevo detto una parola di troppo. «Parliamo di qualcos'altro? Non torno indietro se riesci a distrarmi.» Così non avrei pensato alla mia povera auto. Sigh..
"Tyler va in giro dicendo che vuole portarmi al ballo di fine anno e io sto pensando di metterlo sotto con la macchina!" disse con uno sguardo minaccioso peggio del mio. Se cominciava a investire tutti i suoi corteggiatori di questo passo avrebbe fatto una strage. La mia rabbia cominciò a scemare. Cominciavo ad ammirarla. "Brava! Spiaccicalo!" avrei voluto dirle. "E già che ci sei fai un'inversione a U sopra Mike Newton." Mi limitai però a fare una risatina. Stavamo entrando in sintonia, sta a vedere che eravamo spiriti affini...Non non doveva accadere. Quella sera avrei dovuto mettere Bella in allarme e convincerla a stare lontano da me.

La portai dalle sue amiche fingendo di averla incontrata casualmente. (Eh si proprio casualmente, sono tre mesi che le faccio la posta sotto casa come un maniaco! )
"Posso unirmi a voi, signorine?" chiesi con la mia classe da gentleman. Jessica non appena mi vide iniziò a sbavare come se non vedesse un uomo da dieci anni. Angela, arrossì tutta tenerona e con molta gentilezza, disse che avevano già mangiato e si beccò una gomitata nelle costole da Jessica.

"Non vi dispiace se l'accompagno io a casa?Vorrei assicurarmi che Bella mangi qualcosa." Così voi potete levarvi dalle balle.
Angela annuì sempre gentilmente e, sempre arrossendo, andò a prendere un rimorchiatore per trascinare via Jessica che rosicava come una matta.
Io e Bella così andammo al ristorante e come entrai si scatenò il panico. "E chi è sto figo stratosferico?"pensavano tutte le creature di sesso femminili presenti nel locale. Ehhhh...modestamente. La capo sala si mise a mangiarmi con gli occhi mentre tutte le camieriere iniziarono a fare a botte su chi doveva venire a prendere la mia ordinazione. La cameriera che riuscì a mandare al tappeto le colleghe, corse al nostro tavolo e  ricacciando indietro la bava ci chiese cosa volessimo mangiare fissandomi diritta negli occhi come un'assatanata. "Ehm è possibile cucinarmi questa ragazza a fuoco lento con contorno di patate? Non troppo cotta però. Facciamo al sangue." Ecco cosa avrei voluto ordinare. Invece non presi niente e rimasi a guardare Bella che si scofanava un piatto di pasta. Era ora che si facesse un pasto decente. Aveva un bell'appetito quella sera. Anzi sembrava vispa e allegra come non mai.
 "Grazie di avermi salvato la vita. E' la seconda volta."mi disse piena di gratitudine.
"Già, che stress."le risposi severamente "Alla terza ti regalano l'orsacchiotto." Lei invece di offendersi mi fece una carezza sulla mano con le sue ditine morbide e calde. Wow! Non me l'aspettavo. Che tocco caliente! La guardai affascinato: aveva una deliziosa camicetta blu tutta attillata... cominciavo a capirli quei maniaci. Mi accorsi che Bella tremava di freddo. Colpa mia? Vabbè che sono freddo come un ghiacciolo ma adesso solo perchè mi hai toccato la mano non mi sembra il caso di mettersi i guanti. Aveva paura? Finalmente aveva capito con chi aveva a che fare!
"Ho lasciato la giacca nell'auto di Jessica."mi spiegò battendo i denti. Eccola la mia super iellata! Scampa ad un'aggressione di gruppo e muore di bronchite.
"Ti presto la mia. Non me la macchiare o ti mando pure il conto della tintoria!" mi tolsi la mia bellissima giacca che come aveva notato una cameriera costava quanto uno stipendio medio. Certo mettersi una giacca indossata da me era come entrare nel freezer ma a Bella fece piacere e se la strinse addosso tutta contenta. Ci credo, era firmata.

Tra un boccone e l'altro cominciò il suo interrogatorio. La piccola Einstein per ora aveva solo intuito che ero telepatico (solo?) e voleva altre spiegazioni. Bene, goditi quei ravioli, fin che puoi, che adesso ti metto paura. "E' da un pò di tempo che ti spio e seguo ogni tua mossa." le confessai. Invece di spaventarsi quella sorrise tutta orgogliosa.
"Ho paura che con la sfiga colossale che c'hai ti possa succedere qualcosa. Da quando sei qui capitano tutte a te"le spiegai.
"Parli dell'incidente?" chiese.
"Parlo del giorno che mi hai incontrato.Te lo ricordi?" Non poteva dimenticare lo sguardo feroce che le avevo rivolto. L'avevo guardata come un goloso costretto a dieta forzata guarda una fetta di Sacher Torte. Bella aveva pure gli occhi color cioccolato e la pelle color panna montata. Slurp. "Cameriera?"avrei voltuo chiedere "Ha della panna fresca ed una ciliegina da mettere su questo bocconcino seduto al mio tavolo?" I miei istinti erano più all'erta che mai e la mia gola bruciava come un caminetto.
"Ah si, mi ricordo." disse Bella tutta tranquilla, ripensando alla faccia che avevo quel giorno. Non sembrava tanto impaurita però. Bella ma l'hai capito che ti volevo sgozzare come una gallina? Ma questa non aveva paura di niente o ero io che devo aggiornare il mio look da cattivo?
Bella insistette sulla storia della telepatia e mentre le spiegavo come ero riuscito a trovarla, Nervi d'acciaio, mi ascoltava tutta affascinata.
Non battè ciglio nemmeno quando le raccontai che volevo ancora uccidere quei teppisti.
Insomma era seduta al tavolo con un aspirante omicida e si sentiva perfettamente al sicuro, tranquilla e fiduciosa. Comiciai a pensare che tanto normale non doveva essere.
"Comunque ho notato che quando hai gli occhi chiari sei di buon umore." mi disse con suo intuito infallibile.
"Ah si?" dissi ansioso per la piega che stava prendendo la conversazione.
"Ho un'altra teoria in proposito ma te la dico dopo in macchina!" continuò Bella tenendomi sulle spine.
"Il conto, grazie!" La cameriera tutta eccitata mi portò il conto insieme al suo numero di telefono dove aveva scritto, stile 144, "Chiamami quando vuoi, sono tutta tua." Ma anche no! Ignorai il bigliettino e lasciai una lauta mancia a quella disperata per consolarla del due di picche che le avevo appena mollato. Bella mi seguì fuori dal ristorante beccandosi tutte le occhiatacce fulminanti da parte di cameriere, cuoche, clienti tutte invidiose. "Che ci troverà in questa racchietta?" si chiedevano. Ehhh sapeste signore...litri di motivi!
Mi avviai verso l'auto con Bella chiedendomi quale fosse la sua nuova teoria e quanto si fosse avvicinata alla verità. Adesso ero io quello impaurito!

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Capitolo 9
*** Leggenda metropolitana ***




Ero curioso di sapere della teoria di Bella e se in qualche modo si sarebbe avvicinata alla verità. Prima di confessarmela però mi asfissiò con altre domande sui miei poteri telepatici. Ma era entrata in fissa co' sta telepatia?
"Vabbè per farla breve sappi che posso leggere la mente di chiunque tranne la tua."
Bella sporse il labbruccio. "Che ho che non va?" chiese tutta umiliata con i lacrimoni agli occhi. "Sono un mostro?"
Buona questa. Adesso il mostro era lei. Si come no, ed io ero Biancaneve.
Ad un tratto Bella cacciò un urlo! Stavo andando troppo veloce per i suoi gusti e la figlia dello sceriffo, ligia alle regole, mi intimò di rallentare. Mamma mia! Ma stavo andando solo a 160!

"Devi andare piano, altrimenti ci andiamo ad ammazzare!"aggiunse con uno sguardo severo.
 "Tu forse ma non io. Ihihihii! " pensai malvagiamente. Ecco una buona idea. Incidente d'auto! Ragazza morta dissanguata. Si salva solo il conducente...Oppure potevo pure fingermi morto tanto il morto lo faccio benissimo. Ancora una volta però la vocina della mia coscienza mi impedì di farle del male. Quanto lo odiavo quel dannato grillo! Comunque non volevo certo che Bella mi vomitasse in macchina, aveva fatto già abbastanza danni, e misi il piede sul freno, tappandomi il naso perchè il suo profumo da cotoletta panata, mi stava di nuovo mandando su di giri.

"Va bene adesso sto andando a due all'ora? Contenta? Dimmi la tua ultima ipotesi, Sherlock."

"Ehm...l'altro giorno alla spiaggia ho incontrato un mio vecchio amico."

"Il bagnino? Chissà quante volte ti avrà ripescata"

"No, Jacob Black. E' un indiano della tribù dei Quileutes, hai presente?" Porco cane! Ce li ho presenti sì. Jacob Black...sarà mica parente di...? Ahia.

In pratica, mentre Bella era su quella spiaggetta schifosa a guardare gli amici che fingevano di fare surf, una delle pettegole l'aveva presa in giro perchè io non avevo accettato il suo invito al mare. Sentendo il nome Cullen uno degli indiani aveva rizzato le orecchie e pronunciato l'ermetica frase: "I Cullen non vengono qui..." Una persona normale avrebbe pensato che fossimo semplicemente dei ricchi snob con la puzzetta sotto al naso. E infatti, a prescindere dal patto...ma chi ci voleva andare in quel cesso di spiaggia? Ma Bella, col suo infallibile fiuto, si era incuriosità come una scimmia ed aveva deciso di scoprire che cosa ci fosse sotto. Aveva fatto gli occhioni dolci a quel fesso indiano amico suo che subito, in preda alla tempesta ormonale, le aveva rivelato tutte le leggende metropolitane della sua tribù alle quali però, come ci tenne a precisare, era il primo a non credere. Aspetta il prossimo libro, caro Jacob, e vedrai come ci crederai....
"Comunque ho fatto anche delle ricerche su Internet. Ho messo insieme alcuni elementi ed ho capito" disse Bella serenamente. Eh? Che ci faceva allora nella mia macchina?
"Sei incredibilmente forte e veloce"cominciò tutta assorta.
"Prendo multicentrum."risposi guardando la strada
"La tua pelle è gelida."insistè Bella
"Sono freddoloso." ribattei
"Parli come se provenissi da un'altra epoca."Ahia. Da domani cominciò parlà da coatto.
"Ho studiato a Oxford." le dissi con la erre moscia.
"Quanti anni hai?"chiese fissandomi negli occhi.
"Diciasette."Ti mostro pure la patente se vuoi.
"Da quanto hai diciasette anni?"Ehhhhhh....e chi si ricorda?
"Da un botto!" esclamai spazientito. "Senti signorina, mi hai rotto co'ste domande. Vieni al dunque"
"So cosa sei" annunciò tutta seria
"Dillo. A voce alta." Vediamo se ha il coraggio.
"Un vampiro." Lo ha detto!
"E' la tua risposta definitiva? La accendiamo?"

Porca miseria! Ero stato sgamato da una ragazzina indifesa con quattro chiacchere intorno al falò e due cliccate su google! Ma si può cadere più in basso? Facevo disonore alla categoria! Bram Stoker si starà rivoltando nella tomba.
"Comunque ho deciso che non mi importa" annuncio Bella tutta tranquilla e serena. Ma questa soffre di qualche malattia mentale? Dovevo chiedere a mio padre di rispolverare la sua laurea in psichiatria e farla internare. Magari travestito da infermiere potevo andare a prelevarle qualche goccetto...
"Non ti importa se sono un mostro?" le chiesi stupito.
"Ma chi se ne frega cosa sei? Sei bono come il pane!" Modestamente. Mi pettinai i cappelli da un lato ammirandomi nello specchietto retrovisore.
"Senti ma come fai ad uscire di giorno?" chiese tutta eccitata. Cominciò a farmi un assillante terzo grado su tutti i cliché tipici vampireschi.
E se mi scioglievo al sole. E se dormivo in una bara. E che palle. Magari avessi potuto dormire! Mi sarei potuto rifugiare in un mondo beato dove non c'era lei a darmi il tormento. La gola mi stava andando a fuoco.
"Senti ma non sei curiosa di sapere di cosa ci nutriamo? Hai presente il binomio vampiri/sangue?"le chiesi come se stessi parlando con una scema.
Anche su quello l'indiano le aveva già spiegato tutto. "Mi ha detto che cacciate le bestie. Ma come fate?"
Che tasto dolente!!! "Isomma si cerca di fare i bravi ma non è sempre facile." Specie se resti due ore chiuso in macchina con un bocconcino così appetitoso. Quanto manca a casa ancora? Ci mancava solo questa andatura da nonnetto!
"Quindi in montagna ci eri andato a cacciare? E come è andata ti sei divertito?"mi chiese tutta amorevole.
"Così così" dissi facendo il vago. Meglio non dirle che a causa sua avevo fatto una capoccia così a mio fratello per tutto il week-end.
"Ero preoccupato per te, che finissi incidentata come al solito da qualche parte." m'inventai con fare fascinoso.
Lei s'illuminò tutta. "Potevi chiamarmi. Anche tu mi mancavi." Oh santo cielo. Stavamo iniziando a tubare come due piccioni! Anche lei mi voleva bene! In cosa mi ero andato a cacciare? Povero me! Avrebbe potuto avverarsi una delle previsioni di Alice e sarei finito a fare il fidanzatino mieloso!
"Bella, io sono pericoloso. Dovresti starmi lontano."
"No! Ormai ho scritto il tuo nome sul mio diario. Sei troppo figo. Chi ti molla più?"
"Eh parliamo d'altro...che mi dici di quegli stupratori? Che avresti fatto se non fossi arrivato?"
Bella con la faccia da dura simulò una mossa di karate. "Gli avrei fatti a pezzi!" Seeee lei? Con quelle manine di ricotta? Mi trattenni per non sbellicarmi dalle risate. Stava messa proprio male sta poveraccia. Eravamo arrivati a casa sua. Peccato proprio ora che mi cominciavo a divertire?
"Ci vieni a scuola domani?" mi supplicò Bella coi lacrimoni prima di scendere dalla macchina.
"Si, aridammi la giacca."le dissi con un sorriso mentre lei non si decideva a staccarsi da me. Tu non lo sai ma tanto tra poco ti rivedo in camera tua. Ihihihi! "Un ultima cosa signorina. Non andare nel bosco da sola. C'è sempre la concorrenza in giro." Non potevo mica rischiare che se la pappasse qualcun altro. "Promesso" mi assicurò Bella. Ahhhh! Qualche turno di guardia in meno. "A domani, allora." mi sussurrò dolce dolce. Inspirai di nuovo quel profumo e ripensai al tocco caldo della sua mano. E' troppo presto per il bacio della buonanotte? Mi limitai a salutarla. "Dormi bene." Tu che puoi!
Bella frastornata con gli occhi a cuoricino scese dell'auto e quasi si cappottò. Eccola là. Poi finalmente riuscì ad entrare a casa sana e salva. Per il momento...

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Capitolo 10
*** Primo appuntamento ***


Primo appuntamento

 

Lasciata a casa Tontabella decisi di dedicarmi ai miei problemi e filai diritto da mio padre.
Incrociai Alice in corridoio che disse di avermi provato a chiamare sul cellulare. "Ho avuto una visione su quello che stava per succedere a Bella e ti volevo avvisare. Non hai ricevuto la chiamata?"
Che chiamata? Guardai il cellulare ma non vidi nulla sotto le chiamate perse.
"C'era il chiama ora di Tim. Non è colpa mia. Comunque ho visto che saresti intervenuto in tempo."
Ma in tempo di che, brutta sola! Adesso me la ripaghi tu la macchina!
Alice trotterellò via tutta contenta ed andò a scocciare Jasper. "Amoreeeee grazie!!!"
Lui la guardò stranito. "Grazie di che?"
"Ho visto che mi farai un bel regalo per l'anniversario. E' bellissimo."
Jasper si sentì mancare la terra sotto i piedi. "Ma quale regalo?"pensava confuso.Se lo dice lei...Mò ti tocca farglielo, fratello. Ti sei voluto mettere con una sensitiva! Quanto ti costa, eh!
Lasciai Jasper, disperato, alle prese con il suo libretto degli assegni ed entrai nello studio del buon Carlisle.
"Papà è successa una cosa terribile stasera! Un gruppo di teppisti mi ha rigato la fiancata della macchina!"
"Edward, ma cos'è successo a Bella? Alice ha avuto una visione in cui la ragazza rischiava di venire aggredita."
"Si anche quello...comunque voglio trovarli e ucciderli. Posso fare il vampiro cattivo stasera?"
"Edward, non bisogna fare del male a nessuno anche se sono persone malvagie." Che palle!
"Comunque pà, se non li fermiamo potrebbero nuocere a qualche altra ragazza." O qualche altra macchina.
Mio padre fece un rapido bilancio tra la vita dei delinquenti e quella di ragazze innocenti e mi autorizzò a neutralizzarli. Si! "Vengo con te però. So cosa fare."mi disse tutto serio.
Che bello! Andare a fare strage insieme al proprio paparino nel cuore della notte. Che c'è di più divertente. Ma quando arrivammo di fronte alla catapecchia dove viveva il bruto capobanda, Carlisle mi spedì a casa come un ragazzino.
"Ti prego fammi assistere! Faccio il bravo!" sporsi il labbruccio ma senza impietosirlo.
"Torna da Bella, figliolo. E lasciami la macchina. "
Rosicando di brutto tornai a casa a fette, furioso perchè per una volta che c'erano botte, paparino non mi faceva partecipare. Andai a vedere se la mia polpettina stava dormendo e la trovai immersa in un sonno profondo con le coperte buttate all'aria. Ma si scopre sempre questa? Che ha già le vampate? Non volevo che si ammalasse, la febbre le avrebbe indebolito i suoi globulini, e le misi sopra una coperta per farla stare calda. Bella si mosse socchiudendo le labbra e mormorò il mio nome "Edward"in un sospiro sensuale. Sembrava quasi un film erotico...cominciai a pensare che oltre al suo sangue sopraffino Bella avesse altre potenzialità da offrire. Mi sa tanto che l'avrei lasciata campare un altro pò. Mi sedetti su una sedia a dondolo e la guardai dormire annusando quell'aria gustosa a pieni polmini come se facessi l'areosol.  Mi piaceva stare nella sua camera di notte e godere di tutte quelle nuove sensazioni. Anche perchè in quei momenti Bella non mi rompeva con le sue chiacchiere.

Il giorno dopo accesi la televisione e scoprii che avevano arrestato il tipaccio di Port Angeles. Ma non lo aveva fatto secco mio padre, ieri notte? Il buon Carlisle tutto soddisfatto mi spiegò che aveva drogato il truzzo ubriacone, lo aveva portato via in un posto dove la polizia poteva trovarlo e siccome era ricercato in quattro stati, quel maniaco - ladro di macchine si era svegliato in cella.
"Visto cosa si può fare senza usare la violenza?" mi disse. Mamma mia, ancora quella solfa! Posso cambiare libro? Ero così di malumore quella mattina che mi rifiutai di scarrozzare tutti fino a scuola come al solito e per ripicca andai a fare l'autista a Bella. Tanto le macchine nel nostro garage abbondavano. Bella uscì di casa con un maglione orrendo in cui navigava dentro e senza giacca. Ma che ne aveva solo una? Era proprio una morta di fame. Vabbè non parliamo di fame nè di sete che è meglio.  "Gradisce un passaggio signorina" le chiesi con un tono galante stile Ambrogio. Ma ero Ambrogio che si voleva pappare i ferrero roche. Comunque a Bella la notte non aveva portato consiglio. Era più cotta che mai, senza neanche l'ombra della fifa. Bene, speriamo che non mi si accolli troppo.
Appena arrivati a scuola trovammo Jessica che aspettava Bella al varco e con la scusa di ridarle la sua giacca si preparava a farle un terzo grado sul nostro appuntamento della sera prima."Auguri Bella."le dissi lasciandola con la megera. Me la svignai di corsa ma con le antennine alzate. Mica volevo perdermi la scena.
In pratica Jessica la tartassò su noi due. Se ci vedevamo di nascosto. Se uscivamo insieme. Se ci eravamo baciati. E sotto sotto la regina del gossip rosicava come una matta mentre Bella era rossa come un peperone. La poverina era pensierosa perchè pensava di non piacermi. "Sapessi quanto mi piaci mio piccolo cioccolatino ripieno..." pensai sognando di darle un assaggino.
Tutto quello che rimediai  invece fu uno schifoso pezzo di pizza che Bella mi costrinse a mangiare per vedere se noi vampiri eravamo capaci di farlo. Non mi stuzzicare sul cibo, ciccia, o sulla pizza invece dei wurstel ci metto te! Per cambiare argomento le chiesi cosa avremmo fatto il famoso week-end del ballo.
"Volevi andare davvero a Seattle o era una scusa per scaricare tutti?"
"Verrò dove vorrai. Ma ad una condizione."
La condizione era che andassimo con la sua macchina o meglio quel rottame ambulante che perdeva fumo nero dalla marmitta.
"Ma manco morto!"protestai scandalizzato.
"Sei già morto Edward." mi fece notare Bella.
E così quel sabato mi ritrovai al volante del vecchio catorcio, sospirando perchè costretto a lasciare a casa quel gioiellino della mia Volvo. Cosa si fa per conquistare una ragazza...
"Vai piano mi raccomando" mi disse lei. Rosicando di brutto scesi ai venti km all'ora. Due lumache ci sorpassarono facendomi una pernacchia.

Mi diressi alla famosa radura che Alice aveva visto nella sua visione. Forse stavo assecondando il destino. O forse  andavo lì perchè non avevo idea di dove altro portarla. Al cinema no, troppi umani seduti vicino in uno spazio chiuso; al ristorante no, basta, mi rompevo troppo a stare seduto vedendo lei che mangiava; al centro no, perchè c'era il sole ed avrei brillato come una sfera stroboscopica. La gente avrebbe cominciato a ballare per strada sulle note di All night long.
Quello sperduto pezzo di prato poi lo conoscevo solo io, ci andavo a sotterrare le carcasse degli animali morti ecco perchè era tutto fiorito e lussureggiante quando arrivammo, pronti a dichiararci il nostro amore. Chissà...forse potevo installarle un rubinetto sul braccio tipo birra alla spina e farmi un goccetto ogni tanto, senza doverla accoppare. Meglio di niente. Nonostante la ragazzina fosse ormai persa per me, mi chiesi  se era il tipo da accettare un simile compromesso e decisi di farle una serie di domande psico-attitudinali tipo: colore preferito, pietra preferita, la sua infanzia, i suoi traumi infantili...sì, sì, mi sa che ci sta.
Arrivati alla radura decisi di mostrarmi alla luce del sole. "Pronta Bella? Adesso ti mostro qualcosa di speciale." le dissi sbottonandomi la camicia. Bella spalancò la bocca e mi guardò tutta eccitata.
"Non è quello che pensi! Calma i bollori. Ti mostro cosa succede quando un vampiro esce alla luce del sole." Detto questo uscii dall'ombra e cominciai a sbrilluccicare.
"Wow!"esclamò Bella con la lingua di fuori. "Quanto sei figo!"
"A' Bella sto brillando come uno swarosky! Non ti fa impressione?!"le sue reazioni erano sempre anormali.
"Tanta! Vieni qui bonazzo!"disse lei allungando i tentacoli "Sei pure trendy con tutti quei brillantini!" Aiuto. Qui il mio autocontrollo viene messo a dura prova! Se questa mi si avvicina troppo io non rispondo di me. Bella -istinto-suicida non aveva la minima paura e dovevo provare a farla ragionare.
"Io sono il predatore più feroce del pianeta" inziai a spiegarle con un tono alla Piero Angela. "Il vampiro predilige climi piovosi per evitare la luce del sole. E soprattutto si nutre di sangue umano. Nessuno può sfuggirgli o difendersi." Sradicai sei pini, quattro querce e un monolite da una tonnellata con dito mignolo per mostrarle quanto fossi pericoloso. Ma lei, capa tosta, non era terrorizzata da me. Non le importava che fossi un mostro. Non le importava che avessi appena disboscato il parco Nazionale.
"Preferirei morire piuttosto che starti lontano!" Bella mia magari potessi accontentarti!
Decisi di passare alla conquista definitiva per farla capitolare. Ripassai alcune frasi dei baci Perugina e con uno sguardo seducente le dissi. “Non ti farei mai del male." Seeee contaci! "Sei tutta la mia vita adesso.”

Vidi Bella fare gli occhioni da cucciola che voleva le coccole e decisi di provarci. Perchè no? Diamo una controllatina alla merce.
Posai le miei mani sulla pelle del collo, soffice come una ciambella e piano pianino appoggiai la testa sul suo petto per palparle una tetta, pardon, volevo dire per ascoltare i battiti del suo cuore. Ma chi voglio prendere in giro? Col superudito, il suo cuore lo sento pure a tre chilomtri!
Bella non protestò anzi cominciò a palparmi anche lei con entusiamo, anche se toccare me era come accarezzare un blocco di marmo di Carrara. Tra gli ormoni e la sete cominciò a girarmi la testa e decisi di fare una pausa.
"Senti che ne dici di fare un pò di joggin?" Bella delusa per l'interruzione mi imbruttì con lo sguardo. "Ti porto sulle mie spalle a velocità vampira." All'idea di potermisi spalmare addosso lei si alzò di scatto e si aggrappò come un koalino alla mia schiena. "Pronta? Via!" In meno di un nanosecondo avevamo ripercorso tutta la storia del ritorno ed eravamo arrivati vicino al furgone. Posai Bella in terra coi capelli ritti manco fosse scesa dalle montagne russe.  E che sarà mai? Era solo una corsettina. Visto che Bella era mezza rintronata, ne approfittai per fare qualche altro esperimento e tentai di baciarla.
Perchè no? Dopotutto, Edward, o ti fai una bella pomiciata o una bella bevuta. In entrambi i casi sarà molto piacevole. Wow. Non sapevo più a chi dare retta: se al bruciore che mi segava la gola o a quel nuovo fremito che  si agitava nel mio stomaco. Perlomeno lei era ancora viva. E così l'agnello cretino si era innamorato del leone pazzo e masochista... Chi di noi due era chi?

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Capitolo 11
*** Terzo grado ***



Mentre tornavamo a casa Bella cominciò a farmi tremila domande su vita, morte e miracoli di me e della mia famiglia.
Per prima cosa volle sapere la mia vera età.
"Cafona, non è educato chiederlo."
"Ti pregoooooooooo muoio dalla curiosità!"
"E va bene, ne ho centodieci. Sono del 1901. Contenta?"
"Wow mi piacciono gli uomini maturi!"  Questa non era proprio normale.
"Sono stato trasformato dal buon Carlisle nel 1918 all'età di diciasette anni." Continuai ripensando alla mia vita da umano. Tutto quello che mi ricordavo era che scalpitavo per arruolarmi ed andare in guerra. La Prima Guerra Mondiale mica una bazzecola. Immaginavo che con la divisa sarei stato ancora più figo. Ma un'epidemia di febbre spagnola mandò all'aria tutti i miei piani. Sai che piani...a quest'ora sarei morto e sepolto dentro una trincea e il mio nome sarebbe finito su qualche monumento ai caduti. Brrrr!!!! Invece grazie alla febbre finii in ospedale dove incontrai il Dottor Stranamore, ovvero Carlisle Cullen, l'unico medico vampiro della storia. Il buon Carlisle quando vide che ero rimasto orfano e in fin di vita, mi prese con sè, per alleviare il peso della solitudine che da secoli opprimeva la sua vita. Aggiungiamo anche il fatto che mia madre prima di morire lo aveva afferrato per il camice e gli aveva estorto la promessa di prendersi cura di me. "Ascolti bene, Dottor Fighettone. Edwarduccio mio non deve morire. Io l'ho notata, dottò. Lei non è solo bello come Rodolfo Valentino: lei non mangia, non dorme, non si ammala e non si stanca. Non lo so come fa, se fa ginnastica al mattino, se fa parte del cast di Grey's Anatomy, se usa Olio cuore, ma qualunque cosa sia, deve far diventare così anche mio figlio. La prego!" Carlisle commosso, ed anche terrorizzato dalla mia astuta mamma, mantenne la promessa e mi portò via nel cuore della notte. Tanto all'epoca c'erano tanti malati e pochi dottori, un pò come oggi, e non se ne sarebbe accorto nessuno. Manco adesso forse. E così mi ritrovai con 42 di febbre in braccio al dottor Freezer, che correva alla velocità della luce verso casa sua.
"Sarà una nuova terapia."pensavo"Dottore senta, non crede che dovremmo rientrare?" gli chiesi con un filo di voce. "Fa un pò freddino. Lei poi sembra la borsa del ghiaccio."
Carlisle mi guardò pieno di compassione e sempre pieno di compassione mi diede un mozzico come fossi un cheesburger. Subito cominciai a gridare come se mi stessero dando fuoco."Mi dispiace!"disse tutto affranto. A lui dispiaceva?  Ma che te possino! Dottorucolo dei miei stivali! Passato il dolore però mi accorsi che non avevo più la febbre ed ero diventato un figo pazzesco. "Fantastica questa cura! Quanto le devo, Dottore? Accetta il ticket?"  Poco dopo mi accorsi che non avevo neanche più il battito cardiaco. Carlisle mi spiegò tutto e disse che da allora mi avrebbe fatto da padre. Colsi la palla al balzo.
"Che mi compri la macchina, paparino?"
Qualche anno dopo Carlisle prese moglie. All'inizio non ne ero molto entusiasta. "Ma non stavamo tanto bene da soli nel nostro appartamento da scapoloni? Vabbè che non possiamo fare feste e invitare belle pupe, però..." Esme però, era una donna adorabile che mi si affezionò subito come se fossi il figlio che non aveva mai avuto e capii che come mamma non era male. Da quel giorno poi, presi doppia paghetta. Qualche anno dopo, Carlisle trasformò un bella ragazza in fin di vita sperando di farne la mia compagna. Figa era figa, ma con un caratterino che ve lo raccomando.
"No grazie, meglio single che passare l'eternità con questa."protestai. Come avrete capito era Rosalie. Rosalie non rimase zitella per molto. Un giorno uscì per una battuta di caccia e tornò con un quarto di bue tra le braccia.
"Cos'è la tua cena?" chiesi incuriosito.
"No, è il mio futuro ragazzo. Papà, me lo trasformi?"chiese la biondina a Carlisle, tenendosi il naso tappato. Non si sa come era riuscita a farsi cento chilometri con quella bisteccona sgocciolante tra le braccia. E così paparino lo trasformò in un megafusto strafigo ed io mi ritrovai con un altro fratello, Emmett. Un armadio a due ante, forzuto e manesco ma sotto sotto anche un gran giuggiolone, un buontempone dalla battuta sempre pronta, con la tessera dello stadio in tasca. Peccato che lui e Rose tubassero come piccioncini dalla mattina alla sera, con la testa piena di pensieri sconci sotto la mente del sottoscritto. Avrei tanto voluto un elmetto tipo quello di Magneto.
Poi arrivarono Alice e Jasper. Non erano stati trasformati da Carlisle perchè il pover uomo aveva capito che di danni ne aveva fatti troppi e aveva deciso "basta figli". Tre bastavano e avanzavano.
Un bel giorno però si presentò una coppetta di vampiri-barboni con gli occhioni imploranti ed un pezzo di cartone con sopra scritto col pennarello nero "Non sappiamo dove andare." Allora Carlisle ed Esme si commossero nel profondo. "Venite piccini! Vi aiuteremo noi." Alice fece un sorriso furbo. "Io sono una veggente ed ho visto nel futuro che ci adotterete. Dov'è la mia stanza?" Come contraddirla? Alice grazie al suo potere, si  assunse il compito di tuttofare nella casa, nei traslochi, nei viaggi, nell'organizzazione di eventi, nel rompere le balle...ma nessuno poteva replicare o prenderla a calci. Lei poteva prevedere anche quello. Jasper si limitò a fare il pezzo d'arredamento, piangendosi addosso perchè faticava a seguire la dieta vegetariana. Così la famiglia si allargò ulteriormente con un'altra coppietta in amore. Povero me. Capii che se volevo qualche possibilità di essere felice per me era meglio essere solo che male accompagnato.
Invece adesso mi ritrovavo a fare il puccioso con una ragazzetta umana che inciampava nei suoi stessi lacci. Alla fine Bella non era tanto male. Aveva due grandi occhi di cioccolata, due labbra di ciliegia, una pelle di pesca, un profumo di fragole...ci mancava solo un pò di panna sopra...Si lo so pensate che sono fissato. Ma che devo fà?
Dopo aver terminato la storia della mia famiglia, parcheggiai il catorcio sotto casa di Bella, ma lei rifiutò di lasciarmi. "Non te ne andare!" mi supplicò piagnucolando. Che stress. Mi rimangio tutto. Mi rimangio pure lei. Ihihihi!
"Ma devi cenare adesso, Bella." ribattei.
"Nooo, non ho fame." mentì lei con i crampi allo stomaco.
" Almeno entra a casa con me." Io e lei in cucina? Mmmhhh. Ebbi appena il tempo di vederle aprire il micronde che sentii rincasare il babbo.
"Meglio che non mi trovi qui." dissi a Bella preparandomi ad andarmene.
"Si, ma torna dopo!!!" mi disse con le lacrime che le solcavano le guance. "Non posso stare lontana da te per più di cinque minuti!!!"  Che lagna! Promisi di restare nei paraggi e me la svignai alla velocità della luce. Ti saluto ciccia. Mi hai ammorbato tutto il pomeriggio! Dammi un pò di privacy ora.
Mentre correvo via però valutai che in effetti, standole accanto tutto il pomeriggio, la sete era diventata sopportabile. Il giorno dopo mi sa che sarebbe ricominciato tutto daccapo. Feci dietrofront e mi infilai nella cameretta di Bella. Lei appena ebbe finito di mangiare salì le scale con un passo da tirranosaurus rex e come entrò si affacciò alla finestra.
"Edwarduccio, dove sei?"
"BU!" le feci io alle sue spalle. Bella fece un salto per aria e si aggrappò ad una trave del soffitto.
"Ops. Scusa." A momenti le causavo un infarto. Bella si ricompose, e corse in bagno a farsi bella (scusate il gioco di parole) per me. Mica tanto. Uscì con un pigiama sbrindellato pieno di buchi manco ci avessero fatto il nido le tarme. Però si era fatta una bella doccia col  bagnoschiuma alla frutta che la rendeva dissetante come un cocktail tropicale. Bella si accoccolò tra le mie braccia e continuò a tartassarmi di domande sui noi vampiri. Ancora? E come avevamo fatto ad avere i nostri poteri, e da dove aveva avuto origine la nostra razza. Ma per chi mi aveva preso? Per l'enciclopedia vampira? Poi volle sapere, visto che i vampiri si sposavano, se era prevista anche una luna di miele...Il mio bocconcino mi guardò con l'occhietto malizioso.
"Frena, ormone impazzito. Ricorda che potrei stritolarti con un abbraccio, sfondarti la testa con una carezza, spappolarti la mandibola. Hai afferrrato il concetto? Niente sesso, piccola."
L'idea del suo corpicino che si disintegrava tra le mie braccia e del suo sangue che finiva sulla lenzuola senza alcuna speranza di recuperarlo mi resa inflessibile.
Alla fine minacciai di andarmene e lei mi si aggrappò come una cozza.
"No ti prego! Resta!" E restiamo. Mi vergogno a dirlo ma mi ritrovai a cullarla e a cantarle la ninna nanna, ovvero quella palla melodica che avevo composto al pianoforte tempo prima. Me l'aveva ispirata lei per l'appunto! Bella alla fine si addormentò abbracciata a me come fossi il suo orsacchiotto. Però era bella calduccia. Meglio della borsa dell'acqua calda! La strinsi a me dandole una bella sniffata e  tra il suo calore ed il suo profumino di primavera, passai piacevolmente il resto della nottata.

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Capitolo 12
*** Ti presento i miei ***


Ti presento i miei

 

Ora che io e la Tonta facevamo coppia fissa, scoprii che avrei dovuto percorrere una serie di obblighi che il fidanzamento comportava. Prima di tutto portarla a conoscere la mia famiglia. Cosa???? Ma dove stava scritto? Era troppo rischioso! Temevo che qualcun altro volesse papparsi il mio tenero bocconcino di manzo e non me ne avrebbe lascito neanche un pezzetto.
"Edward, ho già visto che la porterai, quindi non rompere." mi disse Alice.  "La voglio conoscere."
Borbottai qualcosa contrariato e andai a chiedere alla mia ragazza se voleva venire a pranzo dai miei.
Bella si terrorizzò, non perchè sarebbe entrata in una casa piena di vampiri, per carità, ma perchè quella sottospecie di complessata si sentiva un essere inferiore di fronte ad una famiglia di belli e dannati come la nostra. In effetti...
Mia madre era tutta felice di poter fare finalmente qualcosa in casa. A differenza di tutte le altre mamme non doveva cucinare, perchè non mangiavamo, non doveva rifare i letti, perchè non dormivamo, non doveva fare il bucato perchè avevamo dei vestiti firmati usa e getta (ehm sapete il sangue non va via dal cashmire). Al massimo dava una spolveratina ogni tanto...e a velocità vampira non ci metteva più di trenta secondi. Il sogno di tutte le casalinghe!
Quando arrivammo a casa Cullen, i miei erano tutti ai fornelli con ciotole e pirofile in mano davanti alla TV per imparare a cucinare  seguendo la Prova del cuoco. Avrebbero usato Bella come cavia per i loro esperimenti culinari. Dal momento che non uccidevamo gli umani dovevamo sfogare in qualche modo la nostra crudeltà!
Io mi feci avanti e presentai la mia (ancora non volevo crederci) fidanzata.
"Vi presento Bella, badate bene è la mia ragazza e non una confezione di pastarelle."
"Bella stiamo facendo un bel piatto italiano in tuo onore" disse Esme tutta contenta
"Grazie a te abbiamo tolto le ragnatele dalla cucina." disse Carlisle sorridente.
"Veramente, ha già mangiato..." spiegai io.
Rosalie offesa cominciò a spaccare i piatti,  i bicchieri, e tutto il servizio di pentole Mondial casa.
"Vabbè dai Rosalie! Non fare così! La faccio mangiare due volte. Non c'è problema. Tanto è secca..."
In quel momento entrarono da una finestra (che famiglia normale eh?) Alice e Jasper. Tanto per rassicurare Bella, Alice le diede una bella annusata di apprezzamento e Jasper, convertito da poco alla dieta vegetariana, si leccò i baffi. "Jasper a cuccia!" gli ordinai.
Dopo la scena imbarazzante feci fare a Bella il giro turistico della casa. Quasi quasi comincio a vendere i biglietti all'ingresso. Venghino venghino signori e signori. Da questa parte potete ammirare il mio pianoforte. Più avanti ci sono le stanze da letto dei miei fratelli, ma non vi consiglio di entrarci. E questo è lo studio di Carlisle, dove conserva i quadri che raffigurano la sua giovinezza. Roba del seicento per capirci. E il pezzo forte: la mia camera da letto senza il letto. In compenso ho più cd di un negozio e un divano figo di pelle nera.
Quanto rimpiangevo i giorni in cui me ne potevo stare da solo, bello spaparanzato in camera a sentire i cd!
Vabbè dal momento che avevo una ragazza meglio approfittarne. "Vieni qui piccola" le dissi afferrandola e saltando sopra il divano con lei. Eravamo lì sul più bello quando Alice bussò alla porta. "Che, disturbo?"
"Ma
non vedi che sto pomiciando? Non eri tu la veggente?"le sussurrai arrabbiato.
"Infatti  ho previsto un temporale. Vi va di fare una partita di baseball?" chiese tutta eccitata.
"Mi sono portato una ragazza in camera per la prima volta in cent'anni, ma sai quanto me ne importa del baseball in questo momento?"le risposi seccato.
A quel punto Alice fece entrare Jasper tutto euforico all'idea di farsi una partitina così si distraeva dalla sua sete perenne. "Andiamo a fare due tiri ragazzi che dite?" disse influenzandoci col suo potere. In meno di due minuti eravamo su di giri, col sorriso a trentadue denti, manco fossimo i Red Sox alle World Series.
"Ma si dai! Una bella partita! Prendo il guantone" esclamai contento.
"Si che bello!" strillò anche Bella contagiata. "Farò la ragazza pon pon!"
"Ma devo proprio portarmela dietro?" chiesi disperato.

Quando pochi minuti dopo riaccompagnai Bella a casa per cambiarsi, feci la conoscenza del suo simpatico paparino, Charlie, amichevole come un orso disturbato nel letargo. Il buon uomo, moltooo felice di vedermi,  mi accolse con fucile in mano ed uno sguardo intimidatorio del genere : riporta sana e salva la mia bambina o ti faccio saltare le cervella. Nonostante fossi immortale e avessi un giubbotto antiproiettili al posto della pelle, mi tremarono lo stesso le ginocchia. E poi ero io che avevo i familiari spaventosi?

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Capitolo 13
*** I nomadi (non il gruppo) ***


 

I Nomadi ( non il gruppo, eh)

 


E così per svagarci un pò,  quel giorno avevamo deciso di fare una partita a baseball.Ovviamente misi Bella in panchina. Con la fortuna che si trovava si sarebbe beccata una palla nell'occhio. La affibbiai ad Esme e me ne andai a giocare tutto contento.
Mia madre tutta felice la prese a braccetto e, tanto per farle sentire una di famiglia, prese a raccontarle di quando le era morto un figlio e aveva tentato il suicidio. Giusto per rompere il ghiaccio. Considerate che era la seconda volta che la vedeva. 
Andammo in un campo gigantesco fuori della foresta dove potevamo giocare indisturbati mentre sopra di noi si scatenavano tuoni e fulmini.
Si, lo so non vi aspettavate di vedere dei vampiri giocare a baseball e state pensando di andare in libreria a farvi cambiare il libro. Mi immagino già la vostra faccia quando andate dal libraio e gli dite: "Ma che razza di libro mi ha dato? Io volevo un libro sui vampiri, un horror thriller e invece mi ritrovo un pastrocchio romantico, con una sottospecie di vampiro innocuo come una pecora in gabbia, che si strugge per una piagnucolona imbranata!"
Non avreste tutti i torti a lamentarvi, ma prima che facciate causa a quel poveraccio alla cassa che non centra niente e si sta solo guadagnando la pagnotta, aspettate e vedrete. Tra poco inizia il bello.
Dunque eravamo lì tra una palla curva e una battuta quando avvenne qualcosa.

"Stanno arrivando i nomadi" annunciò Alice con lo sguardo spiritato.
"Chi il gruppo? Non sapevo facessero tourneè in America. Ci canteranno Io Vagabondo?"
"Ma no, Edward, intendevo dire tra vampiri nomadi, brutti e cattivi." sbuffò lei.
Ancora meglio. Finalmente un pò di vita!

Tre vampiri carnivori e senza fissa dimora, infatti, stavano per uscire dal bosco e si sarebbero diretti verso di noi. Alice era riuscita a prevedere quell'invasione di campo con solo cinque minuti di anticipo.
 "Non è colpa mia! Hanno cambiato idea all'ultimo minuto perchè ci hanno sentito giocare."
 Ovvio che ci avessero sentito, quando giocavamo facevamo un tale casino che sembravano i botti di capodanno. Ma la cosa importante era mettere in salvo il mio piccolo pasticcino prima che arrivassero quei guastafeste. Cercai di nascondere l'odore di Bella coprendola con la sua folta chioma a fungo. Pensai anche di coprirla di letame ma avrebbe dato troppo nell'occhio.

I tre vampiri truzzi, intanto, che sembravano appena usciti da un rave party, ci raggiunsero e ci osservarono tutti incuriositi. Si stavano chiedendo cosa facessero sette vampiri tutti vestiti e acchittati per bene in mezzo al bosco a giocare a baseball come degli scemi. Uno di essi dalla pelle scura ed i rasta alla Bob Marley, disse di chiamarsi Laurent e facendo tutto il simpatico presentò i compari e chiese se potevano giocare con noi. Carlisle lo salutò educatamente e con molta prudenza spiegò che avevamo appena finito la partita ma che se volevano potevano venire a casa nostra per un tè con i pasticcini. Quelli sgranarono gli occhi all'idea che dei vampiri avessero una casa e si comportassero in modo così civile ma accettarono l'invito in curiositi. Pensai che avremmo fatto bene a mettere sotto chiave l'argenteria.

In quel momento ( guarda caso, proprio mentre stavo per svignarmela con Bella) una brezza di vento sparò il profumino invitante della mia ragazza in faccia a James, il coatto col codino che girava a petto nudo. Ahia. Quel viscido si voltò con uno sguardo famelico e pensò che Bella fosse il mio pranzo al sacco. Il tipo era un segugio e coadiuvato da Victoria, la sua ragazza roscia, adorava dare la caccia alle persone come un cane con i tartufi. Eh no! Non avevo resisitito tutto quel tempo per farla pappare ad un altro! Io e i miei circondammo Bella come sette bodyguards con una vip e ringhiammo contro quei tre barboni. Per fortuna il buon Carlisle con le sue abilità diplomatiche riuscì a convicerli ad andare via. Doveva fare il politico invece del medico.
Fuggimmo a gambe levate pensando a un modo per mettere in salvo Bella. Lei, ovviamente,  non poteva dire al padre che un vampiro voleva trucidarla ma che a  proteggerla c'erano altri sette vampiri ma, vegetariani. Charlie le avrebbe chiesto chi fosse il suo spacciatore. Così il premio Oscar-Bella gli fece una scenaggiata napoletana dicendo che con lui moriva di noia, che era stanca di scongelargli la pizza, passare l'aspirapolvere in quellla bettola di casa e che in quel paesino schifoso usciva fuori di testa. Tutte cose vere tra l'altro. Che c'era bisogno di James per dirgliele? Laurent intanto era venuto a casa nostra per metterci in guardia "Attenti a James non lo sottovalutate. E' molto pericoloso." Sai che aiuto! A quello ci eravamo arrivati da soli. E chi lo sottovalutava? 
Ci eravamo già caricati una tanica di benzina per dargli fuoco.  Belle treccine, si dichiarò neutrale e decise di andare a trovare il clan di Denali, dopo aver saputo che ci vivevano tre belle vampirone tutte single. Chiamalo scemo!

Prima di partire all'attacco del segugio, spedii la mia dolce metà a Phoenix con Alice e Jasper, quello che fino al giorno prima voleva affondarle i canini nel collo. L'avevo messa proprio in buone mani! James però riuscì a farci perdere le sue tracce e con l'aiuto della roscia riuscì a trovare Bella. In effetti l'avevamo portata nel posto dove lei abitava prima non ci voleva un genio a scoprirlo. Gran bel piano che avevamo preparato non c'è che dire.
James con l'aiuto di un cellulare e di un videoregistratore, finse di aver rapito la madre di Bella e quella cretina,  ovviamente, ci cascò in pieno. Bella accettò di recarsi all'appuntamento con quel sadico per salvare la mammina e riuscì ad aggirare le visioni di Alice. Dovevo farmi insegnare come si faceva.
Tutto quello che la mia sorellina veggente (o quasi) riuscì a vedere, fu una sala circondata da specchi. 

"Una scuola di ballo? Che significa che mi devo iscrivere ad Amici?" le chiesi perplesso

"No quello era il luogo dove James ha attirato Bella. "

"Ma vuole ucciderla o farsi insegnare a ballare la salsa? Poveretto, Bella gli pesterà i piedi..." Alice mi tirò un pugno e mi disse "Devi andare a salvarla perchè tu sei  l'eroe e lei é la tua amata. E' scritto che devi andare!"

"Alice, ma possibile che quando incombe una tragedia  non vedi un tubo e quando ti devi impicciare dei fatti miei ste visioni ricompaiono in HD? Ti mando a leggere i tarocchi in televisione di questo passo!"

"Corri presto devi salvare Bella!"mi gridò la pazza dandomi uno spintone.

Salvare Bella era diventato il mio sport quotidiano ormai. Non potevo più dire che mi annoiavo. Che stresss!

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Capitolo 14
*** La resa dei conti ***


La resa dei conti

 

Con uno scatto da centometrista arrivai in un lampo nella scuola di ballo. Con mio grande sollievo  vidi che James non si  stava scolando Bella come un succo di frutta ma la stava semplicemente massacrando di botte. Due calci glieli avrei mollati anche io a quella disgraziata con tutto quello che mi aveva fatto passare. Quel truzzo  sghignazzava e la riprendeva con una telecamera così avrebbe mandato il video su You Tube. Il suo gruppo di vampiri su Facebook ne sarebbe stato entusiasta.  In quel video, come scoprii in seguito, James raccontava di aver conosciuto molti anni prima mia sorella Alice, quando era ancora umana, e che aveva cercato di papparsela.
All'epoca Alice era stata rinchiusa in un ospedale psichiatrico, per i suoi poteri paranormali e le avevano fatto la lobotomia, l'elettroshock o roba simile. Adesso si spiegavano molte cose!
A salvare la ragazza interotta fu un anziano vampiro, innamorato di lei, che lavorava nel manicomio. (E mò chi era quest'altro svitato? Un collega di Carlisle? Chissà se si erano incontrati in quache riunione del sindacato...) Adesso non so quanto fosse lei attraente con la camicia di forza, ma fatto sta che il vampi-infermiere-paramedico-bidello-chiunquefosse, la portò via da Shutter Island e la trasformò in un'immortale indistruttibile. James rosicò come un matto, uccise il nonnetto e se ne andò con le pive nel sacco lasciando quella Beatiful Mind di Alice a vagare da sola per il mondo. Tanto lei aveva già previsto che si sarebbe rimorchiata Jasper.
James sghignazzando concluse il racconto dicendo che al posto di Alice si sarebbe preso Bella.
Sai che affare! Io ci avevo sicuramente rimesso nello scambio.
Mi dispiaceva mettere fine a quella piccola opera di cinema indipendente ma a malincuore mi feci avanti.

"Ehmm, scusa se ti disturbo James, ma dovrei salvare questa ragazza. Mi hanno dato la parte dell'eroe...sai com'è.."

James furioso mi prese per il collo e mi sbattè al muro. Avevo interrotto la scena madre. Cominciai a risentirmi e tanto per impressionarlo gli dissi:  "Sono abbastanza forte da ucciderti."

Quello si fece una matta risata invece e per distrarlo gli strappai di mano la videocamera che aveva rubato a casa di Bella e gliela ruppi in testa. Quel vecchio catorcio lo stordì per qualche minuto e fui io stavolta a spiaccicarlo contro il muro. Stavo per staccargli la testa a morsi quando sul più bello arrivò il buon Carlisle per dirmi di fermarmi.

 "Noi non siamo dei mostri, Edward."

Ah no? E chi eravamo l'Esercito della Salvezza?

"Bella ha bisogno di te." mi disse mio padre. "E' ferita." In effetti sentii un profumino celestiale spandersi nell'aria come una torta appena uscita dal forno.

"Vado subito" esclamai leccandomi i baffi.

Quanto a James, arrivarono i miei fratelli che gli tirarono il collo come un tacchino e, dopo averlo smembrato, fecero un bel falò in mezzo alla palestra. Dopo averlo bruciato per benino,  come un ceppo natalizio, si sedettero in cerchio, tirarono fuori le chitarre e si misero a cantare un brano riveduto di Vasco Rossi (Respiri piano perchè sei un vampiro, esci solo la sera e non puoi andare al sole. Sei bianco come un morto...sei freddo come il ghiaccio...")
Come mi avvicinai a Bella mi accorsi che oltre ad avere tremila fratture e lesioni multiple, era stata morsa e si stava trasformando. Nooooo? Tutti i miei sforzi per salvare quel liquirino prelibato per niente?
Mio padre mi disse di aspirarle via il veleno della ferita sul polso. Ohhhh alla fine dopo tutte quelle rotture che mi aveva procurato potevo almeno farmi un goccetto col suo sangue!
Mi infilai un tovagliolo, presi l'oliera e felice come una pasqua mi chinai per assaggiare quella prelibatezza tanto ambita. Mammaaaaaaaaaaaaa! Quanto era buono! Valeva proprio la pena aver resistito tutti questi capitoli. Dopo qualche minuto di quella degustazione sentii un colpettino sulla spalla.

"Edward? Puoi anche smettere. Il sangue deve essere pulito ormai."disse Carlisle.

"Nooo, io direi che ci vuole un altro lavaggio con risciaquo. Ci penso io, pà."

"Bello di papà tuo, così la uccidi." disse affranto mio padre.

"E allora? Facciamola smettere di soffrire questa poveraccia." protestai.

Carlisle fece gli occhioni tristi e non potei resistere. La mia coscienza, inoltre,  rispuntò fuori e mi diede due pizze in faccia.

"Ok la mollo" dissi a malincuore.

Raccolsi Bella da terra e la portai via. Era ancora viva, ancora umana e ancora in grado di rompere le scatole. Bella fu portata in ospedale, con una frattura, alla testa, tre costole rotte,  un taglio alla testia ed un polso fasciato.E con un litro di sangue in meno. Per nascondere agli umani cos'era accaduto, inscenammo una finta scena del crimine in un hotel, con la collaborazione di Alice che rotolò su tutti gli scalini e frantumò sedici  finestre.  Peccato che non si fosse fatta male davvero. Raccontammo come alibi che  ero venuto a Phoenix con la mia  famiglia per convicere Bella a tornare nella città del nubifragio in mezzo agli aghi di pino.  Lei  era venuta al mio albergo per discuterne con me ma era inciampata ed caduta da due rampe di scale, aveva sfondato una finestra ed era finita di sotto. Ci credettero tutti senza problemi. Chissà come mai...

Credete che tutto questo sia bastato a far ragionare quella demente fuori di testa? Manco per sogno!
In ospedale, non appena Bella aprì gli occhi e mi vide, s'illuminò come una lampadina e cominciò a mandarmi i bacetti con gli occhi a cuoricino.Possibile che dopo tutto quello che le avevo fatto passare mi vedesse ancora come il principe azzurro? Forse James l'aveva colpita in testa troppo forte.

"Era buono il mio sangue, amore? Hai gradito?" Avevo gradito pure troppo, bella mia, fosse stato per me a quest'ora non saresti qui a chiacchierare su questo lettino, con la flebo attaccata.

"Senti, cara. Sta arrivando tua mamma. Che ne dici se vado a farmi un giro al reparto prelievi? Magari rimedio un altro goccetto..."

Bella si mise a strillare e il monitor cominciò a suonare come un antifurto. Che stress!

"Ok, calmati resto. Fingerò di dormire." le risposi sbuffando. Com'è che si fa a dormire? Basta chiudere gli occhi? Magari potessi farmi una pennica...Rimasi lì con le palpebre abbassate e dovetti sorbirmi tutta la chiacchierata madre e figlia.
Reneè era arrivata dalla Florida tutta sconvolta non appena aveva saputo che la sua bambina si era fatta male. Ma se succedeva un giorno sì e l'altro pure? Si vede che la signora  in tutti quei mesi, stando sdraiata a prendere il sole, in mezzo alle palme, aveva perso l'abitudine di avere intorno quella figlia perennemente accidentata.
La mammina, piena di sensi di colpa per aver lasciato che Bella andasse a vivere con il paparino, le propose di trasferirsi in Florida, così non avrebbe più avuto crisi di nervi.
Bella con i lacrimoni agli occhi protestò, dicendo che Forks alla fine non era così male e non poteva lasciare il suo babbo sfigato tutto solo davanti alla tv, nutrendosi solo di quattro salti in padella.
Reneè si girò a guardarmi e si fece due conti. "Non centra niente il fatto che quello sia un figo pazzesco?" La mammina cominciò a temere che Bella facesse la sua triste fine e si sposasse troppo giovane. Se preferisce che gliela dissangui signora non c'è problema.
Alla fine Bella spedì a casa la madre con la scusa che doveva riposare e ci tenne a precisare quanto profondo fosse il suo amore per me. Mi amava più di prima e diceva che senza di me sarebbe morta  "Anche con me non è che te la passi molto meglio." le feci notare.
Speravo tanto andasse da sua madre in Florida dove c'era il sole tutti i giorni così me la sarei tolta dai piedi una volta per tutte. Per il problema della dipendenza dal suo sangue...vabbè sarei andato in un centro di recupero per vampiri a   disintossircarmi...Invece lei no!  Guai a parlare di separarsi o si faceva venire una crisi isterica.

"Perchè non mi trasformi? Così risolviamo tutti i problemi e non dovrai farmi da balia in continuazione."propose.

Dovevo ammettere che sarebbe stato un bel vantaggio. Ma rinunciare al suo odorino così gustoso, ora che l'avevo pure assaggiato era una cosa troppo dolorosa per me.

Bella continuò ad insistere"Ma ogni giorno mi avvicino alla morte. Invecchio."

Mmmh interessante. Chissà se il suo sangue sarebbe migliorato con gli anni come succede col vino. Slurp. Mi immaginai Bella a novant'anni, con un'ottima annata dentro le vene ed io che per alleviarle le pene della vecchiaia le toglievo dolcemente la vita e mi scolavo tutto quel ben di Dio.

"Non metterò mai fine alla tua vita"protestai con foga. Non adesso, almeno.

"Ma Alice dice di avermi visto trasformata in vampira nel futuro."

Ma quella grandissima rompiballe sensitiva, possibile che non si facesse mai gli affari suoi?

"Non ci si può fidare di Alice, Bella. E' una mezza sola."ribattei e poi per metterla a tacere le feci prendere un massiccio antidolorifico in grado di causarle sonnolenza. Bella subito cominciò a sbadigliare come un ippopotamo.

"Resta però, amore. Non mi lasciare. Non mi lasciare mai..." piagnucolò mentre si addormentava

"Va bene, va bene. Non ti mollo più" le dissi  sconfitto. Ormai ero in trappola.

"Io punto tutto su Alice" disse prima di cominciare a russare.

"Perchè corre all'ippodromo? Ma che stai a dì Bella?!" Dopo qualche minuto capii che Bella le avrebbe provate tutte pur di farsi trasformare.
La fissai dormire, imbronciato per quei farmaci che guastavano il suo bouquet, e decisi che  da parte mia, mi sarei impuntato come un'ariete, per farla restare umana. Avremmo fatto a gara a chi era il più testardo.

Dopottutto, io avevo il tempo dalla mia. Ihihihi!

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Capitolo 15
*** Epilogo: e vissero felici e contenti. Più o meno... ***


Siamo alla conclusione cari lettori.

Grazie a tutti quelli che hanno seguito e commentato questa storia. Grazie a chi l'ha letta soltanto.
Vi annuncio che la parodia continuerà in una saga sempre con il sadico Edward come protagonista.
Vi va di leggerla? Quanti si prenotano per la prossima fan fiction?
A presto

EPILOGO - E vissero felici e contenti - più o meno.

 

Dopo qualche mese le cose erano tornate alla normalità e visto che avevo fatto il bravo ragazzo per troppo tempo decisi di portare Bella ancora convalescente al ballo della scuola. Portare a ballare una con la gamba rotta? Che cosa sadica degna di me. Ihihihi. Datemi il cinque!
Alice aveva acchiappato quella povera impedita, l'aveva portata nel suo bagno che era grosso quanto un beauty center ed aveva cercato di darle una sistemata. Le ci era voluto tutto il giorno per domare quella massa intricata di capelli, dare una restaurata a quelle guanciotte pallide e metterle addosso qualcosa di femminile. Il risultato fu piuttosto sconvolgente. Bella era uno schianto.
"Ma siamo sicuri che sia la stessa ragazza? Non avrò sbagliato casa?"
La feci salire sulla volvo mentre suo padre ci guardava accigliato. Non aveva tutti i torti pover'uomo. L'ultima volta che ero uscito con sua figlia gliela avevo riportata con l'autoambulanza.
Guidai verso la scuola combattuto tra la sete e i miei istinti da maschio che quel bel vestitino aveva risvegliato. Quando Bella si rese conto che non la stavo portando in qualche missione impossibile o in qualche avventura horro ma ad un banalissimo ballo scolastico nella palestra della scuola, si mise a piangere terrorizzata.
"Polpettina mia, smettila di frignare che ti cola il rimmel!"

Bella mise su un muso lungo e si lasciò trascinare fino alla palestra. I miei fratelli erano già sulla pista da ballo che ballavano disinvolti come John Travolta nel Febbre del sabato sera.
"Volete che spranghi le porte e spenga le luci? Così voi vampiri potete cenare?" propose prima di entrare.
Io mi illuminai e la guardai commosso. "Dove sei stata tutta la mia vita?"
Finalmente riuscii a portarla sulla pista da ballo e facendola appoggiare sui miei piedi con tutta la gambona ingessata. Cominciò a piacermi tenerla così vicino vicino, bloccata per benino senza rischi che facesse danni, quand'ecco che rispuntò fuori l'amico pellerossa che mi rubò la dama. Ma chi lo aveva fatto uscire dalla riserva a quel moccioso?
Il suo babbo, nipote di Toro Seduto, lo aveva corrotto con i pezzi di ricambio per la sua macchina nuova per mandarlo a romperci le scatole. In pratica il vecchio Billy voleva convicere Bella a scaricarmi perchè ero pericoloso.  Il ragazzetto non era proprio l'ambasciatore ideale, pensava che il padre di fosse bevuto il cervello.  Oltrettuto era più goffo di Pippo e ballava con la grazia di un rinoceronte. Lui e Bella facevano una perfetta accoppiata d'imbranati. Balla coi lupi recapitò il messaggio e se ne andò dopo aver avvertito Bella che LORO l'avrebbero sorvegliata molto da vicino. Anche sotto la doccia? Che stress, adesso mi sarebbe toccato proteggere Bella anche da quegli indiani guardoni.

Uscimmo fuori in giardino e Bella fece di nuovo il broncio. "Quando mi hai fatto vestire così non immaginavo che mi portassi al ballo." E dove saremmo dovuti andare a Forks tutti acchittati con lo smoking? Al torneo di bocce? "Credevo che avessi cambiato idea e mi volessi trasformare." spiegò Bella sporgendo il labbruccio. Per tutti i canini insanguinati! Ma che mente malata aveva questa? Adesso per diventare un'anima dannata era di rigore l'abito da sera?

Lei provò di nuovo a convincermi a trasformarla in vampira perchè voleva stare con me per l'eternità. E rompere le balle per l'eternità. Che stresss!

"Saresti pronta anche adesso?" le chiesi avvicinando la bocca al suo collo. Lei tremò tutta e annuì eccitatissima. Io arrivai a sfiorarla con le labbra ma poi le feci la finta, limitandomi a darle un bacino. Tiè! Prrrr!  Bella non gradì molto lo scherzetto e passò il resto della serata a imbruttirmi.

"Non ti basta una vita lunga e felice con me?" le chiesi spazientito.

"Si mi basta, per ora." precisò lei. Ma vaff...adesso la mozzico per davvero!

Ma che vuoi di più dalla vita? Un lucano? 

Alla fine, profondendomi un mille promesse di eterno amore riuscii a tenerla a bada. Per quella sera.

Avevo la strana impressione che i miei guai con Bella fossero solo all'inizio...Che stressss!

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