Istrice

di Favols
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non c'è vita oltre noi. ***
Capitolo 2: *** 7 Aprile. ***
Capitolo 3: *** #Stupidamente dolorosamente dimenticare d'amare. ***



Capitolo 1
*** Non c'è vita oltre noi. ***


#Non c’è vita oltre noi.

 

E’ stato facile, non lo è stato mai.

-Istrice. Subsonica.

 

Sentì la sua anima scivolare verso il basso, andando a frantumarsi sul pavimento freddo, lasciando il suo corpo privo di significato. Lei lo avrebbe definito vuoto, ma soltanto perché non era in grado di sentire l’eco che lo riempiva.
Restando il più possibile immobile sulle proprie gambe tremanti, implorò il suo interlocutore con lo sguardo. Aveva sempre funzionato, sin da quando era bambina.
Occhi dolci a sistemare ogni pasticcio.
Ma la vita da adulti cambia, e i pasticci si trasformano in esorbitanti casini, al quale servirebbero mille parole non ancora inventate, per essere perdonati.
Trattenne il respiro, e guardò la mano di lui, così tesa da sembrare di plastica, ingoiò quel poco di se stessa che l’era rimasto, e allungò il braccio con l’intento di catturarla fra le proprie. Il tocco caldo della pelle però, la fece sentire una peccatrice, così fece vari passi indietro, e rimase a guardare.
Fu in quel momento che la stanza cominciò a girare vorticosamente, proprio quando lui si morse il labbro, e tentò di parlare, inutilmente. Quelle parole, tenute celate fra l’orgoglio e la nostalgia, misero fine alla loro passione.
Indietreggiò ancora, trovando appoggio contro il muro. Non respirava, non pensava, forse neanche viveva.
-Non andare.- Biascicò, senza però versare alcuna lacrima. -Che farai una volta uscito di qui?- Gli domandò, cercando in qualche modo di spaventarlo, ponendolo davanti a quella che in quel momento, le sembrava l’unica verità esistente. Non c’è vita oltre noi.
-E qui, che potrei fare?- Ribatté, senza prontezza.
Arianna si lasciò spostare dal desiderio, e a passi leggeri lo raggiunse. Affondò le braccia sotto la maglietta di lui, e l’avvolse con le braccia, tremando. Quel calore tanto familiare non poteva diventarle estraneo. Si sporse per cercare le sue labbra, ma lui alzò il capo verso l’alto, privandola di quel piacere. Non era mia stata arrendevole, ma bensì vendicatrice. Gli morse il collo, con l’intento di ferirlo, facendolo sobbalzare e gemere per il dolore, poi leccò quello stesso punto, mutando ogni intenzione.
Marco si arrese, le strinse il volto con entrambe le mani, la guardò negli occhi, e lei poté scorgere il desiderio mischiato alla disperazione. Si baciarono come non avevano mai fatto, con una violenza che mai avrebbero immaginato di poter manifestare.
Scivolarono sul pavimento gelido, e si accovacciarono l’una fra le braccia dell’altro.
Non fecero l’amore, incomprensibilmente si accorsero di non saperlo più fare. Avevano la loro piccola casa intorno, non più fredda e soffocante.
Si addormentarono ingenuamente, consapevoli che l’indomani nessuno dei due se ne sarebbe andato.

 
La mia prima raccolta, ispirata ad “Istrice” dei Subsonica.
Il tema sarebbero i problemi fra le coppie, che talvolta si divideranno, ma non in questo primo capitolo.
Niente di impegnativo, soltanto il frutto di un’eccessiva, quanto strana, ispirazione.
Spero possa essere piaciuto a qualcuno. Alla prossima shot (:
 

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Capitolo 2
*** 7 Aprile. ***


#7 Aprile.
[129 parole]


Chi ci ricorderà? Chi ti farà ridere?
Per chi ti smarrirai?
Chi userà lo sguardo tuo?
Chi lo fa al posto mio?
Io dove sarò?
-Istrice. [ Subsonica.]


C’ero io, e lei insieme a me. Avrei voluto privarmene.
E’ solo pelle oscura, lei, nascosta sottoforma di nei. E’, ed era.
Catturava i tuoi movimenti prima di me, senza alcuna eccezione.
Ne ero gelosa, la temevo.

“Non voglio essere solo una voce per te.”

Sciocco. Non lo saresti stato mai, e già n’eri a conoscenza.
La rinchiusi dentro di me. Fu l’amore a farlo.
Una prigione di passione in vetro.
Andò in pezzi d’Aprile, scivolando su scalini di pietra, mischiandosi all’odore del giardino che ci circondava.
Lei fu libera.
Eri mio. In un bacio veloce, all’interno delle mani calde, curiose di sfiorarmi.
Ci avvolse, ormai libera. Trasparente iniziò a stringere la sua morsa.
Ci distrusse. Lei sono io.
Sono autodistruzione.
E tu. Tu eri la vita.


Emh emh. Una nonsense a tutti gli effetti. Voleva essere una drabble, ma ho sforato con le parole.
Spero con tutto il cuore che possa piacere a qualcuno. Era da molto tempo che non riuscivo a scrivere con tanto cuore.
L'avevo già postata, ma siccome questa è una raccolta che comprende anche questa shot, ho deciso di cancellarla e di ripostarla all'interno di questa. :)
Ringrazio chi ha letto la scorsa Shot, e "
mary028" per averla inserita a le storie da ricordare (:

Favole.



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Capitolo 3
*** #Stupidamente dolorosamente dimenticare d'amare. ***


#Stupidamente dolorosamente dimenticare d'amare. 

E' così facile, e non lo è stato mai.

-Istrice. Subsonica.

Darsi delle regole, ecco di cosa necessita il nostro cuore.
Spegnere il cellulare più spesso, e sostituire l’attesa di un sms, così snervante e poco produttiva, alla lettura di un libro. E’ uno speciale calmante, trovarsi qualcosa da fare. Quando hai milioni di passioni, ed io possiedo questa grande fortuna, è semplice.
Taglia, incolla, cuci, balla, balbetta parole spezzate al telefono con un’amica. Concediti lacrime, senza limiti, tanto prima o poi ti stuferai di avere il naso che cola.
Non ci vorrà una specie di guida contro il dolore per farti stare meglio, vero?
Stai leggendo il libro sbagliato. Gne.

 

Drabble strana. Una specie di burla a noi stessi. Quando soffriamo per amore, raggiungiamo dei livelli di stupidità assurdi, così ho provato a riprodurre un po’ di quell’assurda scemenza da sofferenza, rivoltandola però contro il lettore.
Non è molto sensata, però è stato divertente scriverla.

:)

Favole.

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