I sogni di una ragazzina diventano realtà.

di Joliesloveisasinger
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno : Basta sognare. ***
Capitolo 2: *** Capitolo due : Ma voi chi siete? ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno : Basta sognare. ***




I sogni di una ragazzina diventano realtà.

Capitolo uno : Basta sognare.

10/05/09

“Caro diario, oggi m’è capitato di ascoltare una canzone, non so come si chiami, ma il ragazzo che la cantava, messo che sia un ragazzo, avendo una voce molto dolce che si avvicina a quella di una ragazza, beh, mi è piaciuta molto, non so chi la canta, so solo che le parole che sono uscite dalla bocca di “quell’essere vivente” sono davvero belle, la canzone l’ho sentita mentre passavo davanti alla casa dei vicini, sai sono appena tornata da danza, ho le costole quasi come molle, ho ballato tanto e non so per quale fine, mi fa star bene ballare, muovi piedi, bacino, testa, mani, gambe, muoviti, movimento, 5,6,7,8,1,2,3,4, numeri, che mettono insieme una coreografia. Ho il ritornello di quella canzone in testa, come faceva? ‘I’m still stuck in the moment with you?’, boh. Diceva di Romeo e Giulietta, beh che il loro amore era grande, non so quale amore, ma questa canzone di cui non conosco nemmeno il titolo mi è piaciuta, sembravo un ebete fuori casa dei Brodweens, mi sono fermata lì fuori con la borsa che cadeva sul mio fianco ad ascoltare le note di quella canzone, non so perché ma m’ha attirato, forse la dolcezza con la quale quelle parole sono state pronunciate, oppure la voce di quel ragazzo,ammesso che sia un ragazzo, voglio scoprire cosa c’è, anzi, chi c’è sotto quella tempesta di emozioni. Voglio capire, chi c’è, chi è quella persona che canta? Boh, che quattordicenne strana che sono.”



10/05/11

“Caro diario, sono sempre io, quella rompipalle alla quale sei capitato tra le mani, ti scrivo sempre per lo stesso motivo, per parlarti di lui. Oggi, stava quasi per prendermi un infarto quando ho scoperto che verrà qui, anzi, ritornerà qui, a Stantford, il suo piccolo paese, ho avuto un colpo al cuore, qualcosa dentro di me ha smesso si funzionare, che fosse il cuore? No, sarei morta. Beh con un po’ di fortuna potrei incontrarlo, sarebbe il momento, ma con la sfiga che ho, ne dubito. Cosa faccio ora? Piango, non lo so perché, ma piango forse per felicità? o ancora una volta perché mi manca? Per entrambe le cose, per la speranza, e per la mancanza, se avrei una di quelle scatolette dove spesso le ragazze ripongono i fogliettini con scritto tutto quello che provano invece di chiuderci dentro i miei sentimenti, ci richiuderei dentro direttamente il cuore, me lo strapperei dal petto e lo appoggerei con cura in una di quella scatolette, così almeno non avrei sentimenti. Mi sarebbe piaciuto nascere cattiva, per non avere amore, per poter negare a quel cantante che giusto due anni fa, quando ero ancora una ragazzina, mi ha rubato il cuore, me lo ricordo come se fosse ieri la prima volta che ho ascoltato le dolci parole di ‘Stuck in the moment’, mi ricordo anche quanto sono stata felice di sapere che lui viveva nella mia piccola cittadina e che aveva solo un anno in più a me, sono solo le piccole contentezze di una quattordicenne innamorata di un sogno, un sogno che da troppo tempo le ha rubato il cuore e non glielo restituisce, non vuole ridarglielo indietro, proprio come face Luke, il suo papà, che è volato via senza chiedere se poteva andarsene, se ne andato via senza dire niente, portandole il cuore in un posto ghiacciato. Si mi sentivo il cuore ghiacciato quando ero una semplice quattordicenne senza amore, poi è arrivato lui e mi ha portato un po’ di calore, pronto a scaldarmi il cuore, dolci parole sussurrate ad un albero non possono descrivere ciò che sento, non può essere così che l’amore prende le persone, non può essere un furto : il cuore è proprietà privata. Ma quel cantante è un criminale. M’ha preso il cuore e se l’è portato in carcere con lui. Guarda come ti parlo, come se conoscessi quel Bieber che oggi pomeriggio arriva di nuovo a Stantford, dopo due lunghi anni è tornato,l’ho conosciuto solo quando è diventato famoso e questa mi sembra una colpa, sembra che tutto il mondo stia contro di me, ho visto i suoi nonni un paio di volte, sono due persone che stanno sempre insieme e quasi mi ci immaginavo me e lui a quell’età, che ancora ci scambiavamo parole dolci. Sembra stupido, ma io me la sono immaginata una vita accanto al Bieber, anche se non lo conosco. Piccolo angelo, mi farai morire un giorno. Ora devo andare, mentre lui arriverà, io starò a fare esercizi accanto ad una sbarra.”



-Mamma! Vado a danza!- grido dalla mia camera mentre metto ‘Drew’ sotto il cuscino, beh, l’ho chiamato ‘Drew’ il mio diario, non mi sa tanto di un nome da diario, ma mi piace far finta che una parte dell’essenza di quel cantante è con me che mi ascolta, anche se so che è tutta una finzione. -Cassie, ma non ti piacerebbe andare all’aeroporto, nel caso incontrassi .. – una figura alta, snella e bionda entra nella mia stanza e si siede sul mio letto, accarezzandomi il viso, Jolie, mia madre. -No, mamma, vado a danza.. – le dico sorridendo. So nascondere bene i miei sentimenti? No perché mia madre annuisce e va via dicendomi che va a lavoro. Geniale.. e stupido, nascondere i miei sentimenti. Sono fatta così, non voglio che gli altri si accorgano che sto male, non mi va che abbiano pena per me, mi convinco di stare bene, anche se so che sto male.

Esco da casa e tiro fuori dalla borsa il mio Mp3 ..viola, Play, ‘Stuck in the moment’ compare sul display, passo avanti, non ho voglia di piangere, non ancora. ‘Wish you were here-Avril Lavigne’, beh questa si, un’altra parte della mia vita, Avril Lavigne, l’adoro, la considero MERAVIGLIOSA CREATURA. Sto ancora camminando, s’intravede la scuola di danza in lontananza, un edificio che mi accompagna da quanti anni? Uhm .. dieci; sono dieci anni che ballo, che spremo i neuroni per inventare nuovi passi e che fatico per rendere semplici movimenti, qualcosa di bello, meraviglioso, impeccabile, da condividere con le persone. Un edificio che adoro, l’amo forse.

Eccomi qua, nella MIA scuola. Sbarra, relevè. Comincio una lunga serie di relevè, non so perché ma mi sembra che mi aiutino, sono in anticipo di 15 minuti e il tempo sembra passare velocissimo, sembra che la sala da ballo stia ballando con me, Chopin mi sta aiutando, riesco perfettamente a sfogare la mia rabbia sulle note di Nocturne, un ballo, una danza che viene interrotta dal suono delle altre ballerine che entrano in sala, comincia la lezione e il mio cuore continua a battere in modo regolare, le lacrime si son fermate, spaventate della troppa emozione della musica di Chopin.



La lezione è finita, il sole ormai si è oscurato, è sera, una dolce sera di maggio, guardare le stelle sembra quasi un sacrificio, mi ricorda tanto una di quelle stelle, la più grande, che brilla tanto, fin troppo, una di quelle stelle che un giorno di diciassette anni fa decise di cadere qui sulla terra. -Mamma, vado un po’ al parco,penso che ci saranno i miei amici, è sabato oggi- dico fuggendo via per non sentire dalle labbra di mia madre un altro, no.

C’è una aria frizzantina, mi sento la pelle gelare, al parco come pensavo non c’è nessuno, tutti sono in quegli stupidi locali che hanno costruito anche qui, tutti, tranne me. Non ho voglia di stare con quelle persone, persone che vogliono godersi la vita ma che in realtà, soffrono. Almeno penso. Soffrono. Peggio di me? Non so, non riesco a rispondere a tutti i mille interrogativi che mi sorgono nella mente ogni due secondi, non si scoccia di domandarsi sempre le stesse cose questa mente? Ecco la mia panchina, la panchina dove da piccola giocavo, e dove oggi scrivo. ‘Ama, ama finché puoi’ questo è il mio motto, ma sembra che il mondo lì fuori vuole far si che sia il contrario, ma non lo sarà. MAI. Sento gli occhi pizzicarmi mentre penso che lui forse respira la mia stessa aria, e in un certo senso sono felice. Scorgo in lontananza un’ombra, alta, ho paura. Paura che quel mondo voglia portarmi via l’amore, ho paura che questo accada, ma quell’ombra dai dolci contorni si fa viva, ed ecco che non mi si accelerano i battiti, il cuore? Dov’è andato? S’è fermato forse? Un’immagine che pensavo avesse vita solo nei miei sogni, è lì a pochi metri da me, sono sicura, è lui.



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Spazio autrice: Questo è il primo capitolo, ci ho messo impegno e spero che il primo piacerà, non lo so, ma ci ho messo me stessa qui. Grazie e se volete lasciate una recensione. Grazie. A presto -A

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Capitolo 2
*** Capitolo due : Ma voi chi siete? ***




I sogni di una ragazzina diventano realtà.

Capitolo due : Ma voi chi siete?

Lui? No, non può essere,è ancora una volta che questa mente viaggia con accanto il cuore e riesce a farsi dei film mentali che potrebbero vincere un premio, ancora una volta il cuore prende un elicottero per sorvolare vette molto alte, ancora una volta sembra che i miei occhi vogliano andare al di là dell’immaginazione, ancora una volta, ancora, ancora e ancora. Mi sento le gambe molli; non riesco ad alzarmi dalla panchina, proprio non ce la faccio, mi sento che le gambe ad un certo punto possano crollare come un castello di sabbia invaso dall’acqua del mare. Una tempesta d’emozioni mi assale mentre quel ragazzo si avvicina, gli assomiglia, ma non può essere lui, il mio sogno, non è altro che un ragazzo che vuol farsi un giro in parco, uno dei pochi stupidi che vuole tranquillità? Lo guardo avvicinarsi e mi sento il cuore bloccato, e se fosse lui? Si domanda la mia mente impaurita, paura di cosa? Non lo so, paura che forse sia tutta un’illusione, paura che qualcuno sta giocando con la mia vita, paura che quel qualcuno sia lui. Distolgo lo sguardo da quella figura di un ragazzo, un ragazzo qualunque, forse, e comincio a guardare il cielo, punteggiato da alcune stelle,anzi, tantissime stelle, ma altrettante nuvole, sembrano quasi i pezzi della mia vita, quando c’è il sereno, compare sempre qualche nuvolone nero pronto a buttarmi giù di nuovo. Tira un leggero vento, non ho preso la giacca, mi sento i brividi, ma forse non sono solo per il leggero venticello che s’è levato, ma per la paura che quel ragazzo sia solo un miraggio, una figura che viene da un sogno, sarebbe uno strappo al cuore sapere che in realtà quel ragazzo è solo un semplice adolescente che ha avuto bisogno di una boccata d’aria fresca. S’è seduto, su una panchina che sta a pochi metri dalla mia, ma sul lato opposto, sento il cuore velocizzare i battiti, quasi sta per esplodere, mi vengono in mente i fuochi d’artificio, forse è questo che capita dentro di me, fuochi d’artificio. Il ragazzo con le ray ban nere che luccicano sotto l’effetto della luce di uno dei tanti lampioni e il cappuccio della felpa alzato sulla testa abbassa il capo, sembra quasi che stia riflettendo sul da farsi. Come se stesse ascoltando i miei pensieri, si leva il cappuccio e scuote i capelli, è lui. E’ lui, quasi mi manca il respiro, ma perché fare tutte queste storie per un semplice ragazzo? Oh no, lui è il mio sorriso, non è un semplice ragazzo. Sfila le ray ban dai suoi occhi e mi è venuta voglia di andarli a guardare più da vicino per scorgere la loro profondità, per capire se sono dei piccoli diamanti presi da un luogo nascosto, per percepire la loro profondità e per capire se sono veri. Mi sta a pochi passi e mi sento mozzare il fiato, sono paralizzata, vedo il suo sguardo posarsi dal mio lato, non guarda me, è impossibile, infatti, guarda dalla parte di una ragazza, mora, bella, non molto alta, ma nemmeno bassa, magra e estremamente attraente, lei? La sua metà, le corre incontro e la bacia, mi sento crollare tutto il mondo addosso, ogni piccolo pezzo della mia vita sembra ripassarmi nella mente e tutto ha un senso, tutti i piccoli pezzi della mia inutile esistenza si racchiudono in lacrime, inutili e feroci lacrime, stupide lacrime, che assalgono il cuore e lo chiudono in un luogo oscuro, quasi non mi sento la faccia per quanto piango, mi inginocchio sulla terra e sembro implorarlo di venire e prendermi tra le braccia, passarmi le sue calde mani sulla schiena e consolarmi con il suo grande affetto, ma resta lì abbracciato a lei, che ride.

-No no no no no! Justin!- urlo nella mia stanza, sola senza nessuno, nessun parco, nessuna mora. Era un sogno, solo un sogno, uno stramaledetto sogno che mi stava uccidendo l’anima.

-Tesoro cosa succede?- mi chiede mia madre entrando nella mia stanza; in pigiama, con i capelli arruffati, è buffa, e preoccupata.

-Nulla, un incubo-

-Ah .. hai urlato il suo nome- mi dice mentre si siede sul letto accanto a me. Quindi non sono uscita e mi sono addormentata, vestita.

-Ah .. beh ..- non riesco a pronunciare altro, sillabe, suoni, il pensiero mi riporta a lui.

-Dormi piccola- mi raccomanda mia madre capendo che ho bisogno di restare sola, sola con me stessa, finché il pensiero di quel ragazzo non viene a disturbarmi. Guardo mia madre mentre esce dalla stanza chiudendosi dietro la porta, mi accascio nel letto e il pensiero delle sue mani calde che potrebbero sfiorare le mie braccia si fa sempre maggiore, Cassie,Cassie, la realtà è come un abisso, non te ne accorgi di esserci dentro prima di vedere il buio. Con un’emozione simile alla paura mi riaddormento e sogno il suo viso,stretta a Mister Bubble.





-Buongiorno mamma- dico mentre prendo una mela dal frigo.

-Giorno Cassie, come stai?- mi domanda preoccupata,mentre scende le scale.

-Bene ..- dico incerta, pensando al sogno di quella notte.

-Sicura?- prova a chiedermi di nuovo, mia madre non s’impiccia troppo, preferisce che mi sbrighi tutti i problemi da sola, ma lo fa per il mio bene, per farmi diventare una persona forte, pronta ad affrontare anche le sofferenze, sa tutto di ‘Lui’, e preferisce che io stia sola a pensare e che lei non si preoccupi.

-Sono un po’ sorpresa del sogno di stanotte, ma per il resto va tutto bene- le dico sorridendo- devo sbrigarmi le lezioni iniziano tra dieci minuti e io sono ancora qui- continuo mentre prendo la borsa e mi dirigo verso la porta; vedo che mia madre mi segue.

-Riguardati tesoro, oggi non ci sarò, questa sera ho il turno in ospedale- mi dice mentre mi bacia la guancia.

-Ciao mamma- le dico, chiudo la porta e mi dirigo verso la scuola.



Un altro giorno di lezioni finito, oggi la scuola mi è sembrata più scocciante del solito e i professori sono stati ancora più scoccianti, ora mi aspetta la danza, muovi quel culo e balla.

5,6,7,8, hip-hop, ballo Usher, e il mondo mi sembra più bello. Giro,salto,slancio, due passi in avanti, uno indietro,testa,mani,gambe,sedere e si riparte da capo. Ballo,ballo per me, per sentirmi bella, per sentirmi me stessa, per amare qualcosa che non sia quel cantante, per avere uno scopo nella vita da raggiungere, per sentirmi attratta e per attrarre. La canzone finisce e anche la lezione. Esco dalla sala da ballo pronta per andare negli spogliatoi e m’imbatto in un ..ragazzo.

-Scusa..-pronuncio a testa bassa.

-Scusami tu – mi dice. Continuo per la mia strada, con un certo calore nella spalla, esattamente il punto dove ho toccato quel ragazzo, mi volto a guardarlo, jeans, supra e una felpa, normale. Non l’ho visto in faccia, penso sotto il getto d’acqua calda eppure la sua voce. Che strani pensieri.

Sono in strada con l’Mp3 nelle orecchie, quasi non sento il mondo esterno, quasi mi sento il cuore battere, non so come, forse sento la mia anima che sussurra le parole di ‘Remember me-Avril Lavigne’, è sera. Attraverso,senza guardare, sicura che non c’è nessuno sulla strada, ma vedo una macchina, un auto che corre e i fari mi accecano gli occhi, mi blocco, non so cosa fare, sento solo due mani calde spingermi, spingermi in avanti e poi.. poi non vedo più nulla.

Sento gli occhi pesanti, provo ad aprirli, li apro, ma la luce mi acceca, li richiudo, mi sento strana, come se un’intera voragine m’abbia inghiottito, come se un abisso non mi permetta di guardare la luce del sole,sole? Non era sera? Provo a riaprire gli occhi, questa volta ci riesco, vedo un ragazzo, biondo, alto e bello. Molto bello, dagli occhi nocciola profondi e un viso che mi sembra familiare, scolpito da un angelo, di fianco a lui vedo una signora, alta, snella e bionda, sua madre? Non so.

-Tesoro come ti senti?- mi dice la signora. Ma chi è? Mi domando. Questa signora, chi è? Io non la conosco, non so chi sia, cosa vuole?

- Ma voi chi siete? -



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Spazio autrice: Questo è un altro capitolo della mia storia, penso che vi piacerà, non so, beh, lasciate una recensione :)

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