A feeling I can't hide

di DazedAndConfused
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Something in his smile he knows ***
Capitolo 2: *** He had followed the Sun ***
Capitolo 3: *** In the middle of a cloud, he calls her name ***



Capitolo 1
*** Something in his smile he knows ***


A feeling I can’t hide


La gente diceva sempre che aveva il sorriso storto, e credo che alle spalle osasse anche insinuare che non fosse vero.
Loro, però, non potevano sapere come i miei sguardi si incastrassero alla perfezione tra quei denti, che parevano gettati lì a casaccio.
Non potevano sapere quanto ogni suo singolo sorriso potesse essere capace di farmi ribollire il sangue, di incendiarmi le guance.
Chissenefrega se loro discutevano sull'autentica solarità di quei piccoli pezzetti di Sole: 
non era a loro che sorrideva, ma a me.

 

 

 

Angolo autrice

Orbene, ordunque, orsono: nuova stronzata appena partorita!

L’altro giorno stavo sistemando le foto dei Fab che pubblico su Facebook, ho visto questa e le parole son venute da sé.

Penso che creerò una raccolta (nulla d’impegnativo, s’intende), che aggiornerò ogni tanto, con le foto che m’ispirano.

La maggior parte saranno scritte in prima persona, in quanto voglio far narrare questi piccoli attimi di vita a donne che sono apparse nella vita dei Beatles, magari brevemente, oppure a persone comunque vicine a loro.

Bene, abbiate pietà e see ya.

 

Dazed;

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Capitolo 2
*** He had followed the Sun ***




Dedicata a Francesca: tanti auguri!

 

Ogni tanto mi ritorna in mente quel ragazzo dagli occhi grandi che m’intimava di seguire il Sole, a qualunque costo.

Passavamo interi pomeriggi a discutere sul fatto che io dovessi avere delle ambizioni da rincorrere, e lui si arrabbiava da impazzire ogni volta in cui gli confessavo di non averne nessuna.

Gli occhi gli si facevano ancor più grandi, e incominciava a predicare sull’importanza dei sogni e di come volesse raggiungerli, dovunque essi fossero stati.

Poi, un giorno, mi confessò che la mattina seguente sarebbe partito per Amburgo: sapevo che voleva cercare quel dannatissimo Sole ma, allo stesso tempo, ero consapevole che questo l’avrebbe portato via da me.

Non poteva saperlo, ma l’unico Sole che volevo inseguire era solo lui.

Avevo paura che non tornasse più ma, con la morte nel cuore, lo lasciai andare.

Tornò. Vorrei dire che tornò da me, ma in realtà tornò alla routine di tutti i giorni: era più magro, e i suoi occhi spiccavano ancor di più sul viso sparuto, ma il suo sorriso mi rassicurò: era Paul, ed era finalmente tornato.

Non entrammo più nell’argomento “sogni”, e una sola volta mi parlò di come ad Amburgo il Sole fosse freddo, un disco di plastica gelida.

I mesi passarono, finché un giorno non si presentò davanti alla mia porta con un girasole in mano, un sorriso sforzato.

Aveva capito.

Gli sorrisi e lui fece altrettanto, e giurai di averlo visto sospirare di sollievo non appena ebbe finito di dirmi che presto sarebbe andato a Londra. Ammise di sentire il richiamo dell’astro da quella città, ma ripeté fino allo sfinimento che sarebbe tornato al più presto. Io lo lasciai fare, posandogli una mano sulla sua per fargli capire che non m’importava, che non avevo più paura.

Si allontanò sorridendo e ci rivolgemmo uno sguardo d’intesa, finché lui non sparì dall’orizzonte.

Non lo vidi mai più.

 

 

 

Angolo autrice

Geeente, sono tornataaa! Dai, ‘sto giro è il turno del Macca (;

Come narratrice di questo nuovo capitolo ho immaginato un’amica d’infanzia di Paul, segretamente innamorata di lui.

Non so, non è un granché ma comunque in questa storia c’è qualcosa che mi piace, e dunque ho deciso di tenerla ^^

Ringrazio in anticipo chi recensirà e anche chi si limiterà a leggere e basta (:

Bacioni,

 

Dazed;

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Capitolo 3
*** In the middle of a cloud, he calls her name ***



Aveva iniziato ad insinuarsi nella sua vita con frasi secche e coincise: "sanguina", "dipingi fino a crepare", "danza", "guarda la luce fino all'alba", "respira".
Lui rimase senza fiato e, una volta lontano, prese a scriverle lunghissime lettere, a cui lei si limitava a rispondere con un "sono una nuvola: cercami nel cielo".

Non gli scrisse nemmeno una volta "amami", perché sapeva che lo stava già facendo.

 

 

Angolo autrice

Ladies and gentlemen, The Beatles riecco la sottoscrittaaaa!

Ebbene sì, son tornata: vi sono mancata vero?

Ma ciancio alle bande (WTF?), voglio spiegarvi questa cosuccia di 66 parole che non mi andava di ampliare, perché me gusta così: nel libro Shout! di Philip Norman (è una gran cagata, a parer mio), uno dei pochi pezzi gradevoli è quello in cui parla, attenendosi o meno alla realtà, della complicità che già scorreva tra John e Yoko. Racconta di un libro che lei gli aveva spedito, composto da schede su cui lei aveva trascritto vari messaggi immediati, e in seguito gli inviò parecchi altri consigli scritti.

La parte più significativa è però, a mio parere, quella in cui Norman parla del soggiorno dei Beatles a Rishikesh, a cui Yoko ovviamente non partecipò, e racconta di un John che le scriveva lunghissime lettere profonde, a cui lei aveva risposto con quella frase dolcissima “Sono una nuvola, cercami nel cielo”.

E io devo ammettere di esserci rimasta dimmerda, perché è ormai risaputo quanto ‘sta tizia mi stia sui maroni (anche ieri sera ho sclerato su una cosa che ho saputo sul suo conto), ma non potevo immaginare che fosse perfino capace di gesti così… belli, cazzo. Mi fa fatica dirlo, ma è un gesto meraviglioso.

E fanculo se Norman se l’è magari inventato: a me piace credere che sia veramente andata così, in barba ad un libro merdoso che s’inventa un sacco di cazzate sul conto dei Fab Four (e m’hanno detto che la sua biografia su John è pure peggio, quindi voglio sperimentarla!).

Il finale non so, m’è venuto così, trainato dalla dolcezza del messaggio.

Beh, non so che altro dirvi, se non salutarvi e ringraziare in anticipo chiunque leggerà questa cosuccia :3

Bacioni,

 

Dazed;

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