E se ciò che detto non bastasse?

di D a p h n e
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #1 Piratessa ***
Capitolo 2: *** #2 Profumo di sale [Jasper] ***



Capitolo 1
*** #1 Piratessa ***


Avete mai pensato che ciò che zia Steph abbia scritto in Twilight sia troppo poco?
Avete mai avuto l'impressione che la storia sia un po' troppo il manifesto della "Bellamania"?
Non avete mai desiderato sapere qualcosa in più sui personaggi minori?
Beh, se la pensate come me, eccovi serviti!! :)


Ah dimenticavo!! :) E' parallela alla storia E se ciò che detto non bastasse? - Volterrae :)

Come una stella.


Non ce l’avevo più fatta. Mio padre era morto da poco d’infarto e io avevo solo voglia di restare sola. Ero diventata aggressiva con tutti e stavo cominciando a perdere i miei amici. Se quelli che avevo potevo davvero chiamarli amici però, sinceramente non so dirlo. Erano più dei conoscenti che frequentavo solo perché mi facevano ridere e perché erano le uniche persone che conoscevo a LaPush –la minuscola riserva indiana dove vivevo-. Con loro non ero mai riuscita a parlare di ciò che ero veramente, dei miei sogni, delle mie paure, del viaggio in Italia che progettavo di fare sin da quando ero una dodicenne e di quanto fossi felice con Sam.
Già, Sam. Era l’unica persona che mi capiva e con cui riuscivo davvero a sfogarmi. Era la persona che più amavo al mondo e che mi rispettava come fossi una piratessa. E’ un po’ strana come similitudine devo dire, ma odiavo sentirmi chiamare principessa o fiore. Io non ci assomigliavo ad una principessa, erano dolci e delicate loro, aspettavano che il bel principe azzurro le piombasse nella vita e l’avrebbero accettato comunque, magari lo immaginavano anche biondo con gli occhi azzurri. Io non ero dolce, io non ero delicata e Sam era moro con gli occhi neri, decisamente non potevo nemmeno immaginare di essere una principessa. Se proprio avrei dovuto, sarei stata più che altro Fiona, la moglie di Shrek. Sam però, non ne voleva sapere di essere fare la parte di Shrek, e dopo una splendida giornata sulla spiaggia avevamo mediato con “Leah, la piratessa regina del mare”. Ovviamente però, i guai non vengono mai da soli, e lui mesi prima della morte di mio padre aveva cominciato a inventare scuse, a ricoprirmi di bugie e a scomparire per giorni e giorni senza dirmi nulla. Io lo amavo, lui mi amava, ma mi raccontava solo bugie. Il perché non l’avevo mai capito, ma poi, tutto d’un tratto aveva conosciuto Emily e addio alla povera sfigata –io- che era stata con lui tanti anni. Si era preso una sbandata per lei, aveva lasciato me e i due piccioncini innamorati si erano messi immediatamente insieme.
E come se non bastasse, in quel momento stavo litigando anche con mia madre. Cosa potevo chiedere di meglio?
Non sopportava più il mio comportamento diceva, ero diventata troppo suscettibile pensava. Mi stava sbraitando contro che lei aveva perso il marito, ma che non si comportava come facevo io. Si, era vero, ma cosa poteva saperne lei? Lei aveva ancora Seth e me, aveva ancora i suoi amici e il suo lavoro, aveva tante cose da fare. A me invece cosa restava? Avevo perso tutto ed ero condannata a rimanere in quella stupida riserva per molti anni ancora. Non poteva certo capire come mi sentivo!!
Così ero implosa. Era successo all’improvviso e nemmeno me ne ero resa conto. Ero implosa, e proprio come una stella dopo l’implosione avevo creato il mio personale buco nero attira infelicità.
Poi però, implosi davvero. Non era una metafora questa, ero diventata un lupo. Un lupo? Come potevo essere diventata un lupo? In quel momento non me ne curai, non me ne resi nemmeno conto e poi, saltai addosso a Sue. Saltai addosso a mia madre!!! Vedevo il suo sguardo spaventato e vedevo anche un lupo color sabbia che addentava il collo di un lupo grigio per difenderla.
Quelli non erano i miei pensieri però. Quello non era ancora successo, o se era successo, non era successo a me. Cosa ci facevano degli altri pensieri nella mia testa? Poi, sentì un dolore al collo: il lupo sabbia aveva attaccato. Ero io il lupo grigio dunque? No, non poteva essere. Mi guardai attorno: mia madre era terrorizzata e mio fratello? Dov’era mio fratello? “sono qui” eh? Quella era indubbiamente la voce di Seth, ma non l’avevo sentita con le orecchie. Era come se avesse parlato direttamente nella mia testa. Mi voltai e il lupo color sabbia mi latrò contro, indubbiamente era ancora pronto a difendersi.
Seth?” il lupo color sabbia era Seth? Oh, bene. Ero finita in un film di fantascienza, stupendo.
“Non credo sia fantascienza sorellina”
“E tu che ne sai che io penso sia fantascienza?”
“Non lo so” mi guardava spaventato, l’adrenalina aveva smesso di scorrere e si stava accasciando a terra, per poco non cominciò a tremare.
“Io non tremo” disse “e comunque, ti sento nella mia testa. E anche tu mi senti nella tua.”
“Si, ma come? Tu ne sai qualcosa?”
“Si.” Non era stato Seth a parlare. Era stato Jacob, lo conoscevo solo di vista, sapevo solo che era il figlio di Black. Che ci faceva anche lui nella mia testa?
“Che ci fai nella mia testa, tu? Sei stato tu a farmi questo? Cosa vuoi da me?” la mia vita non era già andata abbastanza in malora?
Lui latrò, e storse la bocca, sentii nella sua testa che voleva essere una specie di sorriso malinconico. “Aspetta un attimo, chiamo Sam. Ti spiegherà tutto lui”
Sam? C’entrava anche lui adesso? Aveva deciso di rovinarmi completamente la vita? Prima mi illudeva, poi mi lasciava e ora mi faceva diventare anche un lupo? Quella che avrebbe dovuto vendicarsi ero io! Era lui il bastardo! Jacob sentì i miei pensieri, ma disse semplicemente “no”. Poi, lui ed i suoi pensieri scomparvero.
No? Cosa voleva dire, no? Ora lo difendeva anche?
“Tu ci stai capendo qualcosa?” dissi rivolta a mio fratello.
“No, ma hai presente le leggende che raccontano sulla nostra tribù?”
“Pensi che siano vere?”ovvio che lo pensava, lo sentivo anche nella mia mente: chiaro e forte, come se lo pensassi anche io. Non poteva essere!! Pura follia!! Eppure, io mi stavo ritrovando ad ululare.

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Capitolo 2
*** #2 Profumo di sale [Jasper] ***


Paura.



    Ogni sentimento ha il suo profumo, almeno per me. O meglio, solo per me. Solo io posso distinguere quell’odore di sale che in questo momento si sta espandendo per miglia. Il profumo dalle mie narici si sposta nel mio cuore, lo percepisco come un animale avverte il pericolo. Mi invade il corpo e mi attraversa l’anima.
    E’ come me l’aspettavo: pura e semplice paura. Mi attraversa come se la stessi provando io stesso, ovviamente, non è così. Di cosa dovrei aver paura io? Cosa dovrebbe temere un vampiro forte come me?
    Eppure, anch’io ho la mia paura: io temo solo per la sua vita, per la vita della mia musa. Lei è unica, profuma di rose, ciliegie, sale e miele. Ma per me invece, lei ha il profumo di casa. Insieme siamo gioia, amore, dolcezza. Mi sembra assurdo dirlo, proprio io che sono un mostro. Un corpo senz’anima, un viaggiatore senza meta, un morto che provoca morte.
    Poi è arrivata lei. Mi impedisce di uccidere, si è fatta amare dal primo secondo in cui i miei occhi rossi incontrarono i suoi color dell’ambra. Lei ha trasformato una bestia come me, in qualcuno di dolce, di quasi umano. Fino a sei mesi fa, a sentire le mie parole avrei sghignazzato, mi sarebbe venuto il diabete e poi avrei continuato a sganasciarmi. Fino a sei mesi fa ero nessuno, e soprattutto, fino a sei mesi fa non sapevo cosa significasse la parola amore.
    Assurdo come una persona sia in grado di farci cambiare così in fretta. Sono diventato dolce. Io, che di dolce non ho mai avuto nulla. Sono diventato gentile, io che mi nutrivo di sangue. Sono tornato a ridere, io che conoscevo solo la parola morte.
    E ora, devo tutto a lei. Ad Alice. La stessa ragazza che ha aspettato in quel bar e mi ha detto semplicemente che doveva stare con me. Alice che ha detto che il nostro futuro era insieme e mi aveva spinto in quel vortice.
    Alice, che ora era il pericolo. Voleva uccidere. Era pronta e fra pochi secondi si sarebbe gettata sulla sua vittima. Il suo profumo era così invitante, che neppure lei era riuscita a resistere.
    Neppure gli anni passati con i Cullen l’avevano preparata a questo. A tanti aromi era riuscita a sfuggire, tante fragranze non la toccavano neppure più. Ma quello... il sangue di quell’uomo la chiamava, l’attirava come fosse Ulisse al canto delle sirene. Si sarebbe gettata su di lui e l’avrebbe dissanguato, ma non voleva. Desiderava fermarsi e scappare, ma l’istinto la bloccava. L’istinto le ordinava di nutrirsi, le ordinava di uccidere.
    Dovevo fermarla. Aiutarla e allontanarla dai sensi di colpa che l’avrebbero colpita appena si sarebbe avventata su quel corpo. Sensi di colpa che però, non sarebbero bastati a fermarla. Era un vampiro. Era inarrestabile.
    E io, io la guardavo e non potevo far niente. Se mi fossi avvicinato di un solo passo in più, sarei rimasto imprigionato da quell’odore. Non ero mai stato così vicino ad un umano. Cercare di portare via lei, sarebbe stato come firmare la condanna a morte di quell’uomo. Non ero pronto a respirare l’odore di un umano senza rischiare di ucciderlo. Salvarlo da Alice sarebbe significato bere il sangue dell’uomo al posto suo e questo avrebbe comportato l’ira del predatore, distolto dalla caccia.
    Ma io dovevo provare. Dovevo cercare di salvare la vita di quell’uomo, salvare Alice da se stessa. Dovevo prenderla e portarla via, miglia e miglia ci dovevano separare da quell’uomo.

    Fuggire, ecco cosa potevo fare.

    Pochi istanti e quelle considerazioni mi avevano riempito la testa. Non ci pensai, smisi di respirare e presi in braccio Alice. Mi picchiava, mi mordeva. Voleva il sangue dell’uomo, ma io dovevo portarla lontano. Non importava se nel tragitto avessi perso un braccio, dovevo allontanarla da quel posto e impedirle di avvicinarsi a Little Italy per sempre. E non importava quante volte mi avesse implorato di portarla in quei fantastici negozi. Non importava se perdere quelle scarpe di Prada sarebbe stato un sacrilegio. Lei sarebbe stata lontana di lì, punto e basta. E i suoi occhioni dolci da cucciola non mi avrebbero scalfito.
    Attraversammo i tetti di tutta New York. Arrivammo in centro ed Alice non riusciva più ad avvertire l’odore dell’uomo, aveva smesso di mordermi e correva al mio fianco. Continuammo a fuggire per ore, fino ad arrivare in Canada. Solo allora, mi concessi finalmente di respirare.


 

Ebbene si! Jasper Hale è un dolce romanticone! Solo Alice può essere capace di trasformare un soldato come Jasper in uno schiavetto porta-buste. Ve lo immaginate sommerso di buste di scarpe e vestiti?? :)

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