Prologo
Rabbia.
Gioia.
- Aaaaaah!!!-
Un ragazzo si contorceva ai suoi piedi, sotto la mira della
sua bacchetta.
Rideva sentendo quelle urla di dolore, così meritate.
Il ragazzo era scosso da violenti spasmi, sembrava al
limite, e lui abbassò la bacchetta. Non certo perché gli facesse pena!
- Pa..Padrone…anf- il biondo torturato si mise in ginocchio
a supplicarlo - Ti prego…non esiterò più, io ti sono fedele, te lo giuro!-
- Mi hai deluso profondamente, di nuovo, come tuo padre del
resto…la vostra famiglia non pare capire i miei ordini…-
- No! No, Mio Signore, non è così, lo giuro…non accadrà
più!-
- Sarà meglio per te…e per tua madre naturalmente. – prese
il mento del ragazzo e lo sollevò a incontrare i suoi occhi – Anche perché ho
un altro compito per te, e stavolta i fallimenti non sono accettati!-
Harry Potter si svegliò di soprassalto nel suo letto.
Era accaduto di nuovo.
La cicatrice doleva ancora, ma il ragazzo era ormai talmente
abituato a quel familiare dolore, che riusciva a ignorarlo senza grandi sforzi
e inoltre non era certo quello a preoccuparlo.
Da quando Voldemort aveva scoperto della loro connessione,
aveva utilizzato tutte le sue profonde conoscenze di Occlumanzia per tenere
Harry fuori dalla sua mente, e se lui aveva potuto vedere quella scena c’ era
una sola spiegazione: Voldemort voleva che la vedesse.
Ma perché? Cosa c’ era di tanto interessante nell’ assistere
alla tortura di Draco Malfoy?
D’ altronde sapeva già perfettamente che il Serpeverde era
un Mangiamorte; Voldemort lo stava punendo per qualcosa che non aveva fatto,
possibile che si trattasse ancora di Silente? Eppure era passato più di un mese
da…Harry scacciò via quei pensieri e solo allora gli venne in mente un articolo
del Profeta del giorno prima: era stata attaccata la casa di una famiglia
Babbana. Non c’ era stato nessun morto, però… “non esiterò più” gli tornarono in mente le parole di
Malfoy…quindi c’ era lui dietro a quell’ attacco, ma alla fine non ce l’ aveva
fatta a uccidere.
Niente di nuovo neanche qui, Harry aveva visto coi suoi
stessi occhi il raggazzo abbassare la bacchetta che puntava su Silente, non
voleva ucciderlo.
Poi c’ era la storia del nuovo incarico. Forse era quello
che Voldemort gli mostrava, ma ancora non capiva il perché: credeva di
mettergli paura facendogli sapere che Malfoy doveva fare qualcosa che
evidentemente lo riguardava, che si sarebbe spaventato di Malfoy?
Voldemort stava perdendo colpi, se era davvero ciò che
pensava; ovviamente Harry aveva parecchi dubbi, in fondo il Signore Oscuro
non era così stupido e lui lo sapeva bene…decise che ne avrebbe parlato con Ron
ed Hermione e con l’ Ordine forse.
Già, l’ Ordine. Sospirò voltando lo sguardo sulla scrivania,
dove era poggiata una lettera dalla scrittura molto curata.
Caro Harry,
non ci siamo dimenticati di te, non preoccuparti, ti
verremo a prendere la mattina del tuo compleanno! Come sai la tua protezione
nella casa dei tuoi zii finirà esattamente con la mezzanotte del 31, e non
possiamo lasciarti così esposto al pericolo.
Arriveremo alle 7.30, tieniti pronto e mi raccomando stai
attento fino a quell’ ora e non fare niente di avventato.
A presto
Remus Lupin
Era incredibile, lo trattava ancora come un bambino! Davvero
Lupin lo riteneva così sciocco da scappare di casa allo scoccare della mezzanotte
per andare a cercare l’ uomo, se ancora si poteva definire tale, che lo odiava
più di chiunque altro al mondo?
Non che non volesse farlo davvero, ma un po’ di cervello ce
l’ aveva, tanto da capire perfettamente che sarebbe stato un autentico suicidio.
Harry Potter era cresciuto. Non era più il bambino impulsivo
e un po’ troppo spavaldo, nel suo coraggio, che era una volta. Ora nei suoi
occhi verde smeraldo c’ era un a luce adulta e responsabile.
Eppure non era un adulto a tutti gli effetti, la sveglia sul
suo comodino segnava ancora le 23.47 del 30 luglio.
Mancavano 13 minuti e sarebbe diventato maggiorenne…e
totalmente vulnerabile.
Mancavano 12 minuti e la potente magia di Silente sarebbe
svanita, lasciandolo solo con la sua bacchetta e il suo potere, niente a
confronto.
Si alzò dal suo letto, il sonno era passato completamente e
si affacciò alla finestra.
Il silenzio era assoluto: nessun rumore proveniva da Privet
Drive, neanche il vento soffiava, Edvige era uscita e la gabbia vuota, persino
Dudley non russava!
Tutto quel silenzio turbava Harry profondamente, sembrava la
classica calma pre-tempesta. E,
sinceramente, sperava che le acque non si agitassero più di quello che
già erano.
Fu risvegliato dai suoi pensieri dalla sveglia, che con un
leggero suono aveva annunciato il cambio di data.
Era il 31 luglio.
- Buon compleanno, Harry -
Sussurrò
all’ aria.
Note
dell’ autrice:
Salve!!!^_^
Scusate il breve capitolo, è solo il prologo!In realtà non
so esattamente come si svilupperà, anche se ho una mezza idea, ma mi picerebbe
sentire anche le vostre opinioni perché purtroppo non so cosa succeda nel
settimo libro…me tapina!!
So che questo chap è davvero una noia, ma vi prometto che la
storia si farà più interessante^^
X Chii: Sorpresina!!Ti piace? Spero che commenterai
tesora adorata!!
X Joy: Non so se stai leggendo dato che non hai
ancora letto il 6, perché qui ci sono moooolti spoiler, però ti ringrazio per
la mail, mi ha fatto molto piacere^^Un bacione grande grande
A tutti un grazie di stare leggendo e una supplica di
commentare!!
Al prossimo capitolo Baci
Acchi