The Social Network

di syssy5
(/viewuser.php?uid=3471)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'Asta ***
Capitolo 2: *** Il Video ***
Capitolo 3: *** Il Segreto ***



Capitolo 1
*** L'Asta ***


                    L'Asta

Ventunesimo secolo. L'era del digitale. L'era di Facebook.
Erano le 16. Quella era l'ora in cui accendevo il computer e controllavo i messaggi che mi erano stati inviati. Era diventata un'abitudine, ogni giorno dovevo controllare il computer. Siamo sinceri: dovevo controllare Facebook.
Attesi impaziente che il computer si accendesse. Grazie alla mia rete wireless era già connesso. Aprii un programma di navigazione, il mio preferito. Lì avevo salvato i dati del mio account, così non dovevo fare il login ogni volta.
Per prima cosa controllai la “Home”: niente di interessante.
Le notifiche mi davano un appuntamento tra gli “Eventi”: qualcuno mi aveva invitata in un gruppo dal nome “Imperdibile”. Incuriosita aprii il gruppo per sapere cosa c'era di imperdibile. E non potei credere ai miei occhi, un'asta di eBay? Ma per chi mi avevano presa? E soprattutto chi mi aveva invitata?
Stavo quasi per chiudere tutto e spegnere quando la mia curiosità mi spinse ad aprire anche la successiva pagina. Non sopportavo eBay, si prendono un sacco di fregature e non mi ero mai iscritta per questo. Ma quello che trovai risultò proprio corrispondere al vero: era davvero qualcosa di imperdibile. L'asta sarebbe scaduta a breve, probabilmente per non far andare il prezzo alle stelle: era l'ultima console da gioco uscita sul mercato, mai usata, a un prezzo da regalo.
Probabilmente qualcuno aveva saputo della mia passione per i videogiochi e soprattutto della mia venerazione per quella console in particolare. Ma come fare per averla, non mi andava di partecipare a un'asta con la possibilità di non aggiudicarmi l'oggetto?
Tornai indietro alla pagina di Facebook per trovare qualche indizio che potesse essere utile. E fortunatamente trovai quello che stavo cercando: il gruppo era stato creato dalla stessa persona che aveva creato l'asta, lo si capiva da quello che aveva scritto nelle “Informazioni”. Non lo facevo mai ma avevo deciso di tentare il tutto per tutto per quella console: lo aggiunsi ai miei contatti. Non mi restava altro che aspettare che accettasse la mia richiesta e poi gli avrei detto dell'asta.

Nella giornata successiva feci fatica a concentrarmi, pensavo di continuo a quello che avrei fatto nel pomeriggio.
Incrociai le dita mentre il computer si avviava come al solito. Corsi subito a controllare se aveva accettato la mia amicizia. Ed eccolo lì il suo nome, Gianluca Monti, tra la lista dei miei amici.
Non resistetti, iniziai subito a scrivergli un messaggio. Gli parlai dell'asta, che ero interessata e gli chiesi se poteva vendere a me la console, al prezzo che decideva lui, anche maggiore rispetto al prezzo di partenza dell'asta, ma fuori dal circuito di eBay. Poco prima di inviare il messaggio vidi comparire il suo nome in chat. Così, invece di attendere ancora per una risposta, lo contattai subito.

Ciao, ho visto la tua asta.
Scrissi. Poi attesi la sua risposta che arrivò non molto dopo.
Ciao, ti piace? Hai già fatto un'offerta?
Nota dolente. Cercai di rispondere solo alla sua prima domanda glissando sulla seconda.
Oh sì, molto. E' da tanto che cerco quella console. Perché la vendi?
La sua risposta arrivò dopo un po', bella lunga.

Ne ho ricevuta una in regalo; ci tengo molto alla persona che me l'ha fatta, solo che ne avevo già comprata una da me. Così ho deciso di vendere quest'ultima e tenere con me solo il regalo. In fondo che me ne faccio di due console, potrei tenere il controller (che fa sempre comodo) ma per il resto...

Poi aggiunse:
In ogni caso vendo anche il controller, non ti preoccupare.
Mi chiesi chi fosse questa persona così importante, ma in fondo non erano affari miei, così continuai:

Quindi deduco che è nuova. Fai bene a darla via e tenerti quella regalata. Scommetto che te l'ha fatta la tua ragazza...

Buttai lì. Non che mi interessasse particolarmente, volevo solo fare un po' conversazione prima di fargli la mia offerta e da come parlava di quella persona mi faceva pensare a una bella ragazza che era più di un'amica.

Cos'è, un modo per chiedermi se sono fidanzato? Tu invece non mi hai ancora detto se hai fatto un'offerta... potrei farti un favore e terminare prima l'asta per darla a te...

Ecco, avevo fatto una figuraccia.
Scusa, non volevo farmi gli affari tuoi. E' che mi è parso essere così da come ne parli.
Poi aggiunsi:
No, non ho ancora fatto un'offerta. E a questo proposito volevo farti una proposta.
Attesi una risposta trepidante.
Sentiamo.
Disse solo.

Come ti ho già detto mi interessa molto, ma non mi piace comprare tramite eBay... non puoi vendere a me la console privatamente? Decidi tu il prezzo, fosse anche il doppio di quello che hai messo come base d'asta a me va bene, basta che sia fuori da eBay.

Speravo in una sua risposta positiva. L'icona corrispondente alla sua attività ricomparve, sapevo che stava scrivendo una risposta. Pregai davanti al computer.

Mi dispiace, non è possibile, una volta avviata l'asta bisogna aspettare che finisca. Se nessuno ha fatto offerte l'oggetto non è venduto e posso farci quello che voglio, ma purtroppo ci sono già state offerte.

La mia felicità sparì.
Però dai, fai un'offerta... ti agevolo io se vuoi...
Non mi piaceva partecipare a un'asta, ma la voglia di avere quella console era molto forte.
Ci devo pensare...
Dissi solo. Lui capì e cambiò discorso.

Se non ho capito male volevi fare due chiacchiere. Allora, a parte quello che puoi leggere nel mio profilo cosa posso dire di me? E a parte quello che leggo nel tuo, cosa puoi dire di te?

Mi fece sorridere.
Mi piace cantare. Ho caricato alcuni video, se vuoi vederli te li condivido...
Mi piaceva parlare delle mie passioni, se mi avesse dato corda non avrei più smesso di assillarlo.
Ma il tuo ragazzo non sarà geloso?
Risi, aveva fatto il mio stesso gioco.
Cos'è, un modo per chiedermi se sono fidanzata?
Scrissi copiando la domanda che mi aveva fatto poco prima. Lui mi inviò prima una risatina e poi una linguaccia.
Beh, cosa dovrei risponderti...
Temporeggiai continuando a scherzare proprio come stava facendo anche lui.
Dai, già te lo sei dimenticato? Non ti ricordi più che sei la mia ragazza?

Rise. Io ringraziai che ci fosse uno schermo tra noi, perché arrossii senza che io capissi perché. Gli inviai anch'io una faccina sorridente, ma non riuscii più a dire nulla. Dopo un po' comparve un altro messaggio.

Ti sei ammutolita? Tranquilla, sto scherzando, non voglio mica provarci...
A dire il vero non ci avevo pensato; gli risposi continuando quel gioco.
Certo che no, tu ce l'hai già la ragazza...
Ma forse avevo esagerato, la mia risposta era solo una forzatura.

No, sono solo. A dire il vero sono single da un po', ma non sento la mancanza di qualcuno. Sto bene così.

Non so perché, ma leggere quelle cose mi fece sentire meglio, più felice. Ma s'era fatto tardi e avevo bisogno di uscire a fare spese.

D'accordo, gioco finito. Quindi siamo single entrambi... senti, ora non voglio che tu capisca male, non sto scappando via, ma devo proprio andare a fare la spesa. Ti condivido i miei video e la prossima volta mi dici se ti sono piaciuti, d'accordo?

Iniziai a cambiare le impostazioni per consentirgli di accedere alla mia cartella. Poi arrivò il suo messaggio.
Va bene, alla prossima.
Salvai le impostazioni.
Ciao.

Dissi e poi chiusi il browser. Ma a differenza delle altre volte mi sentivo diversa.

Da un paio di settimane ho una nuova abitudine: accendo il computer dove mi aspetta Gianluca. Ci facciamo lunghe chiacchierate, scherziamo spesso e anche se sembra strano ci stiamo conoscendo sempre di più. Il tempo con lui passa piacevolmente anche se, devo ammetterlo, il nostro rapporto risulta un po' freddino con uno schermo di mezzo.
Gli ho raccontato della mia vita come lui mi ha raccontato della sua. Abbiamo parlato spesso dei nostri hobby e lui mi ha fatto i complimenti per la mia voce; oltre alle canzoni gli ho parlato della zona dove vivo che per me è la più bella del mondo. Mi piace un sacco parlare della mia città e di quelle limitrofi. Gliene ho parlato così tanto che a volte lui fa delle battutine del tipo “Stai per andare al Centro Commerciale SoleGiallo?” o “Dai, è troppo che parliamo, sarai stanca. Vai a prendere un caffè al Bar Primavera.” come se sapesse dove stavano quei luoghi.
Ma la sorpresa più grande accadde esattamente un mese dopo la fine dell'asta, che riuscii a vincere dopo essermi iscritta mio malgrado. Stavamo chattando come al solito su Facebook quando lui se ne uscì con una delle sue battutine. Faceva finta di passeggiare tra le strade della mia città, sembrava quasi che ce l'avessi sotto casa; io gli dissi che dovevo passare un attimo in farmacia, quella che sta in piazza, e se poteva aspettarmi sarei tornata subito.
Lasciai il computer acceso, scesi in garage e presi la bicicletta. Era una bella giornata di sole, non ancora così caldo come in estate. La lieve brezza provocata dal mio pedalare mi accarezzava i capelli facendoli volare dietro la nuca così che ero libera di seguire meglio la strada. Ecco che ero quasi arrivata, quando sentii una voce che non riconobbi ma che aveva una cadenza che mi pareva di conoscere.
«Marta!»
Smisi di pedalare e mentre la bicicletta continuava ad andare da sola e mi voltai. Dapprima non vidi nessuno, poi un volto familiare attirò la mia attenzione. Per un attimo mi chiesi chi fosse, poi capii perché non riuscivo a ricordare: non l'avevo mai visto di persona, ma solo in foto.
«Gianluca?» chiesi fermandomi definitivamente. Lui stava già camminando nella mia direzione. Attesi.
«Hai ragione, è proprio un bel posto dove vivere.» disse poi quando fu vicino a me. In mano teneva un cellulare con cui probabilmente mi stava scrivendo. E a quanto sembrava stava veramente passeggiando per le strade della mia città.
«Cosa ci fai qua?» fu l'unica cosa che riuscii a dire.
«La tua voce è dolcissima anche quando parli.» replicò lui senza rispondere alla mia domanda. Arrossii. E stavolta non c'era uno schermo a proteggermi.
«E sei bellissima anche quando arrossisci.» aggiunse allungando una mano verso il mio viso per scansarmi una ciocca di capelli.
Chiusi gli occhi e abbassai leggermente lo sguardo. Lui indugiò sul mio viso. Allungai una mano e la poggiai sulla sua assaporando il calore della sua pelle.
«Grazie.» dissi solo, quasi sussurrando.
Lui si avvicinò e col braccio libero mi strinse a sé. Mi sporsi verso di lui mentre scendeva a baciarmi le labbra.
«Ti amo.» vidi le sue labbra muoversi, a due passi dalle mie, mentre teneva la fronte appoggiata alla mia.
«Anch'io ti amo.» ripetei.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Il Video ***


                    Il Video

Ogni giorno controllavo la posta elettronica. Era un'abitudine, se qualcuno aveva qualcosa di importante da dirmi mi contattava in quella maniera. Ovviamente lì ricevevo anche le notifiche di Facebook, ma le facevo arrivare in una cartella a parte così non erano visibili tra le ultime mail arrivate.
Il caso volle però che proprio quel giorno decisi di controllarle e magari eliminare quelle inutili o le più vecchie. Trovai tra le ultime notifiche un messaggio di una cara amica; ci sentivamo spesso per telefono ma a volte utilizzavamo anche il computer per qualche breve messaggio.
Aprii la mia bacheca per leggere quello che mi aveva scritto e trovai un video che lei mi aveva condiviso. Tuttavia non riuscii ad avviarlo.
Mi dispiaceva non poter vedere qualcosa che la mia amica mi aveva gentilmente invitato a guardare e credendo fosse un problema del proprietario cercai un modo per riuscire nel mio intento. Possibile che bisognasse essere amici di chi aveva caricato il video? Provai, non avevo nulla da perdere.
Trovai che il video apparteneva a un certo Sandro Martinelli, così gli chiesi l'amicizia sperando che accettasse e che quindi sarei riuscita finalmente a vedere il video. Ci volle qualche giorno perché lui lo facesse. E guarda caso mi inviò anche un messaggio, anche se a me non interessava parlare con lui.
Tornai dal video, ma anche in quella circostanza non riuscii ad avviarlo, così approfittai del messaggio che Sandro mi aveva mandato per chiedergli come mai il video non funzionasse. In attesa di una risposta spensi il computer.
La sua risposta non tardò ad arrivare, ma io la vidi solo il giorno dopo. Si dispiaceva per il video, ma aveva avuto dei problemi dopo il caricamento e non era riuscito a toglierlo. Il video era rimasto visibile per meno di mezza giornata prima del danneggiamento. Rimpiansi per un attimo di non aver aperto prima il messaggio della mia amica, ma oramai era fatta. Non gli chiesi nemmeno cosa ci fosse nel video, avevo fatto mio il motto “Inutile piangere sul latte versato”, gli dissi solo che mi dispiaceva e cercai di chiudere lì il discorso.

Era passato un po' di tempo da quando la mia amica mi aveva condiviso quel video che non funzionava, anche se continuavo a leggere la posta elettronica non ero più passata su Facebook. Forse era anche un po' colpa di quel filmato, non ero arrivata in tempo per vederlo e non volevo ricadere in un errore del genere continuando a frequentare quel social network.
Stavo leggendo una newsletter di un sito cui ero iscritta quando mi arrivò una telefonata sul cellulare.
«Sonia?»
«Ciao Carla.» era un'amica.
«Ehi, che fine hai fatto?» mi chiese.
«Sono sempre qui... cosa intendi?» non riuscivo a capire di cosa stesse parlando.
«Non ti si vede più su Facebook...»
«E' vero... al momento non mi interessa...» le dissi. Era la verità.
«Ma dimmi un po'» continuò lei con aria da chi vuole spettegolare un po' «chi è questo Sandro che ti scrive tutti quei messaggi in bacheca?»
«Chi?» in quel momento non capivo di cosa stesse parlando, persa in altri pensieri.
«Sandro Martinelli... ti scrive sempre un sacco di frasi... ma non le leggi?»
«Beh, se non passo da un po' è ovvio che non ho letto nulla» ammisi «ma ora mi hai incuriosita. Ho qui il PC a portata di mano, ora vedo.»
Aprii la pagina di Facebook e andai alla mia bacheca per leggere queste famose frasi. E rimasi a bocca aperta quando vidi praticamente la pagina intasata di messaggi di ogni tipo.
«Che hai, sei ammutolita?» mi chiese la mia amica ancora al telefono.
«Eh, sì... sono senza parole.»
In bacheca figuravano frasi del tipo:

Un mito, un campione, un uomo! Per te, mai alte cime sono state create: esse si inchinavano al tuo passaggio e davanti ai tuoi occhi si aprivano valli incantate.
Anche la brezza ti reggeva per portarti vigore e tono.
Mai altezza fu più docile per la tua potenza e per il tuo grande cuore!

O anche:
Viviamo giorno dopo giorno
cercando un pensiero buono,
scoprendo che solo l'amicizia
può farci questo bel dono.

Ce n'era una per ogni giorno da quando gli avevo chiesto del video, una per tutte quelle volte in cui non sono passata a controllare il mio profilo. Qualcuno tra i miei amici aveva anche messo la loro preferenza su alcune di queste frasi, ma il mio ignorarle aveva spinto qualcuno a pensare che io non amassi quei messaggi e si era permesso di minacciare Sandro di lasciarmi in pace. Allora intervenni. Salutai la mia amica al telefono e inizia a rispondere a ogni singolo messaggio, facendo valere la mia posizione e mettendo il mio gradimento per ogni messaggio o commento positivo.
Infine scrissi come messaggio per tutti:

Desidero ringraziare per le belle parole che ho trovato in bacheca... grazie a tutti...

Fu allora che iniziai a controllare Facebook tutti i giorni, cioè aprivo la mia pagina, rispondevo a Sandro e poi chiudevo. Mi scriveva sempre cose dolci e non sempre mi limitavo a rispondere; a volte andavo nella sua bacheca e lasciavo lì un messaggio, proprio come lui faceva ogni giorno.
Iniziò così la nostra amicizia on-line, amicizia che durò fino al giorno in cui mi chiese di incontrarci. Il destino volle che avessi un appuntamento di lavoro proprio nella sua città, così colsi al volo l'occasione e gli chiesi se poteva aiutarmi a trovare un posto per la notte, dato che dovevo stare su per almeno un paio di giorni, e in cambio avrei accettato di passare del tempo con lui. Una volta messi d'accordo ci demmo l'arrivederci fino al giorno del nostro incontro.

Il viaggio in treno fu lungo e stancante e arrivare a destinazione fu una liberazione. Alla stazione trovai Sandro. Lo riconobbi dalle foto che avevo sbirciato nel suo profilo.
«Ciao!» mi salutò.
«Ciao, piacere.» dissi stringendogli la mano. In fondo, anche se ci conoscevamo già, era la prima volta che ci vedevamo di persona, e io ero abituata a quel modo di fare quando incontravo qualcuno.
«Hai da fare ora?» mi chiese.
«No, l'appuntamento che ho è per domani.» risposi appoggiando a terra il borsone che avevo con me.
«Allora permettimi di farti da cicerone e portarti un po' in giro per la città.»
Accolsi il suo invito dopo avergli fatto promettere di accompagnarmi all'hotel dove avrei passato la notte. Ero un po' provata dal viaggio, ma non lo detti a vedere. Anzi, ero anche contenta di stare con lui di persona. Dopo tutte le ore passate al computer sembrava quasi strano.
Il giro fu breve, sembrava quasi che a Sandro non interessasse veramente farmi vedere qualcosa. Quando mi chiese se volevo andare in albergo, io accettai.
«E' che ho pensato volessi rilassarti un po' dopo il viaggio.» si giustificò.
«Grazie.» risposi.
L'albergo dove alloggiavo era in pieno centro, proprio a due passi dove il giorno dopo avrei avuto l'appuntamento di lavoro. Compilai il modulo per il check-in alla reception e andai verso le scale che portavano ai piani superiori.
«Non prendere impegni per stasera, ti porto a fare un giro.»
Mi buttai subito sotto la doccia. Avevo proprio bisogno di rilassarmi sotto un getto di acqua calda. Indugiai a lungo nel prepararmi per la cena, volevo prendermela calma su tutto per una volta.
Quando scesi per la cena trovai Sandro ad aspettarmi al tavolo del ristorante. Sorrisi e gli sedetti di fronte. Era stato un sacco gentile con me per tutto il giorno e dovevo proprio ammettere di essermi trovata bene con lui.
A metà cena, quando tornai a tavola dopo essere andata in bagno, mi fermai un attimo al suo fianco. Lui si girò verso di me senza capire cosa volessi e io ne approfittai per abbassarmi e baciarlo sulle labbra. E fu proprio in quel momento in cui nel mio cuore decisi che non l'avrei più lasciato.





Dimenticavo: grazie di cuore ha chi ha letto la prima one-shot (di cui non sono soddisfatta, lo ammetto, come anche le altre storie della raccolta; so che potevo fare meglio, mi sono accorta troppo tardi che non sono riuscita a gestire bene il tema), in particolare a:
vero15star: grazie mille per la simpatica recensione ... quella di un'asta ebay pubblicizzata su FB è stata un'idea azzardata, ma avevo già scelto Facebook come filo conduttore delle tre one-shot, ognuna con un elemento obbligatorio e ho scelto i tre che risultavano essere i più familiari (ebbene sì, io compro su ebay, non ho paura delle fregature perchè compro sempre cose poco costose e fin'ora m'è andata sempre bene); in ogni caso non credo ci sia qualcuno così pazzo da unire ebay e FB (poi mai dire mai, il mondo si sa è pieno di matti)...

Alla prossima one-shot (che poi è anche l'ultima)... ^_^
syssy5

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Il Segreto ***


                    Il Segreto

Ero ossessionata dai giochini di Facebook. Avevo sempre un sacco di regali da parte dei miei amici e puntavo ad avere la prima posizione su tutti. Spesso aggiungevo altre persone, limitando loro le mie info personali, per avere più regali e più opportunità di primeggiare sugli altri. Ovviamente ignoravo completamente i loro profili, non mi interessava sapere cosa facevano nella loro vita. Mi limitavo a fare loro solo gli auguri di compleanno.
E fu proprio in uno di quei giorni in cui stavo scrivendo un messaggio di auguri prima di dedicarmi alle richieste dei miei giochi preferiti, che notai una scritta che mi incuriosì. Recitava semplicemente “Ho un segreto” ma in qualche modo era come se ci fosse qualcosa dietro quelle poche righe, come se riuscissi a leggere un altro messaggio nascosto in quelle tre parole che solo io riuscivo a comprendere.
Iniziai a tenere d'occhio quel messaggio leggendo i commenti dei suoi amici e cercando di decifrare qualcosa dalle sue risposte. Sapevo che quella frase detta in modo scherzoso racchiudeva in sé qualcosa di vero. Cercavo di distrarmi coi giochi in attesa di scoprire qual'era questo segreto, ma a differenza delle altre volte non riuscivo a rilassarmi come dovevo.
Dopo qualche ora tornai a leggere i commenti e trovai il segreto finalmente svelato: a quanto pare era stata organizzata una festa e solo in quel momento ne era stata data notizia agli altri amici. Trovai anche un ringraziamento al mio messaggio che apprezzai. Ma ancora non ero convinta che quello fosse il famoso segreto che lui aveva.
Scelsi come approccio quello che mi era più familiare: lo contattai attraverso i giochi, mandandogli regali e chiedendogli quello che mi serviva. Sapevo che ci sarebbe voluto tempo, ma non avevo fretta. Dopo qualche mese eravamo proprio in sintonia, tanto che ci scambiavamo messaggini tramite le notifiche dei giochi. Fu allora che decisi mi mandargli un messaggio.

Scusa se ti disturbo, hai bisogno di qualche regalo in particolare? Se ti serve qualcosa chiedi pure...

Lui rispose con gentilezza e dato che era stato rotto il ghiaccio, ne approfittai e continuai:

A me serve tanto materiale da costruzione, non qualcosa di particolare, diciamo un po' di tutto... te lo dico così al prossimo regalo sai cosa mandarmi...
Ma dimmi un po', è tanto che giochi?

Iniziando a parlare di giochi cercai di scoprire di più su di lui senza sembrare invadente. Dal suo profilo leggevo che lavorava in un negozio di elettronica, aveva frequentato l'università e aveva una fidanzata in America. Tuttavia aspettai che mi parlasse lui spontaneamente della sua vita privata senza chiederglielo esplicitamente.
La mia pazienza portò i suoi frutti quando lui mi scrisse:

Sei proprio una buona ascoltatrice, mi sento come se a te potessi dire tutto...

Mi sentii lusingata, ma anche in quel caso non affrontai la questione. Cercai solo di mettermi dalla sua parte con poche semplici parole.

Anche se non ci conosciamo se non tramite computer, sappi che a me puoi dire davvero tutto. Sono qui, non ti giudico e sono brava a dare consigli.

Non so bene se furono quelle parole a scioglierlo o se quello che aveva dentro era diventato troppo grande.

Sai, credo che a te posso confidare il mio segreto: la mia ragazza in America mi ha lasciato. Sono quasi due anni ormai. Lei si è trovata qualcuno là. Non l'ho mai detto a nessuno perché la gente non sa farsi gli affari suoi; e dopo una storia di 9 anni puoi ben capire...
Comunque grazie...

C'ero riuscita, avevo scoperto il fantomatico segreto. Fui felice e triste allo stesso tempo, in fondo non è piacevole sentire di una storia finita dopo 9 anni. E poi da come ne parlava si capiva che per lui la ferita era ancora aperta. La mia prossima missione diventò quella di confortarlo come meglio potevo senza fare accenni alla sua ex.
Poi dovetti trasferirmi. Per un po' di tempo non ci siamo più sentiti e io speravo che nel frattempo non si dimenticasse di me. Fortuna volle che la mia nuova casa si trovava a due passi dalla sua città.
Riaccesi il computer e trovai diversi messaggi in posta e in bacheca, segno che non mi aveva dimenticata. Gli dissi che il trasloco era terminato, che mi erano mancate le nostre chiacchierate e che anch'io ora avevo un segreto. Lui cercava di scoprire cosa nascondevo, ma in maniera esplicita, non come avevo fatto io; nel frattempo io cercavo di scoprire quali fossero i luoghi che frequentava.
Tutti i giorni, dopo pranzo, scendeva al bar dove vedeva gli amici. A volte prendeva un caffè, a volte faceva una partita a carte con qualcuno. Decisi che mi sarei fatta trovare lì uno dei prossimi giorni, poi gli dissi:

Se vuoi veramente scoprire il mio segreto ti perderai una sorpresa. Aspetta ancora un giorno e sarai accontentato.

Il giorno dopo lo attesi al bar. Lui non tardò ad arrivare. Lo vidi entrare, salutare gli amici e chiedere un caffè al bancone. Attesi che si voltasse verso il mio tavolo e alzai un braccio in segno di saluto. I miei occhi erano coperti dagli occhiali da sole e il mio sorriso lo lasciò basito; di sicuro si stava chiedendo chi fossi.
Prese il caffè e si avvicinò al mio tavolo. Io mi tolsi gli occhiali e gli dissi:
«Te l'avevo detto che sarebbe stata una sorpresa, Carlo. Ora sai il mio segreto.»
«Ma... Marina?» chiese sorpreso.
«Sì, sono io... ti avevo detto che mi sono trasferita; ebbene: vivo nella città affianco. Sei contento?» gli chiesi.
«Molto, è davvero una bella sorpresa.» disse ora palesemente contento.
«Così almeno ora potrai corteggiarmi non solo sul web.» e risi.
Lui lasciò il caffè sul tavolo, si avvicinò e mi baciò. E io da quando mi ero seduta a quel tavolino non avevo aspettato altro.





Dimenticavo: grazie di cuore ha chi ha letto la primaQuesto è l'ultima one-shot della raccolta... grazie mille a chi ha letto, vi lascio con la valutazione finale del contest (che condivido in pieno; come avevo già espresso nel topic, non sono soddisfatta della raccolta):
Originalità della trama: 3/5
Stile narrativo: 6/10
Sfruttamento del tema proposto: 5/5
Caratterizzazione dei personaggi: 6/10
Grammatica e sintassi: 9/10
Giudizio personale: 6/10
Totale: 35 su 50

Cara syssy, da alcuni messaggi che hai lasciato nella discussione ho intuito che tu non sia molto soddisfatta di questo racconto. Secondo me, i problemi sono principalmente due: il primo riguarda l'assenza di conflitto e il secondo riguarda la gestione del punto di vista. Ma procediamo con ordine.

Prima di tutto, mi è piaciuta la struttura che hai scelto per la raccolta. Tre episodi, tutti e tre dedicati a protagoniste femminili, tutti e tre orbitanti attorno a Facebook. L'idea di suddividere il racconti in episodi è a mio parere molto felice, perché ti permette di gestire i vari satelliti come singole parentesi per poi considerare tutto l'insieme. È interessante anche la scelta di focalizzare l'attenzione sulle utenti di sesso femminile, che dà un senso di unità in più all'intera raccolta.

Tutti e tre i racconti sono impostati nello stesso modo: c'è una protagonista femminile che, per un motivo o per l'altro mai dichiaratamente finalizzato alla ricerca di nuove amicizie, si mette in contatto con un utente di Facebook che non conosce nella vita reale e di cui alla fine si innamora. Scegliere sempre la stessa struttura di per sé non è un male, è come avere tre forme di pan di spagna dalle quali ricavare tre torte: devi puntare perciò tutto sulla farcitura per distinguerle. Con "farcitura" alludo ovviamente a tutto ciò che arricchisce l'architettura semplice di un racconto: la caratterizzazione dei personaggi, la gestione dei dialoghi, i colpi di scena e via discorrendo. Uno dei problemi della tua raccolta è, purtroppo, che la tua farcitura è sempre la stessa. Il tutto è riconducibile, secondo me, all'assenza di conflitto e alla gestione del punto di vista.

Il conflitto è il motore primo di tutte le storie. Il tuo personaggio deve avere un desiderio (di qualsiasi tipo) ma deve esserci qualcosa che gli impedisce di realizzarlo. Ti faccio un esempio: un uomo e una donna si conoscono su una nave da crociera, si innamorano e quando termina il viaggio decidono di sposarsi. Qui non c'è alcun tipo di conflitto: ci sono due personaggi, c'è un desiderio (quello di stare insieme) e c'è la realizzazione di quel desiderio. Aggiungiamo il conflitto: lui è povero in canna, mentre lei viene dalla buona società, quindi è sconveniente che si frequentino. Ecco, la storia diventa più interessante: ci sono due personaggi, c'è un desiderio, ma c'è un ostacolo alla sua realizzazione. Rendiamo le cose più difficili? Aggiungiamoci anche un bell'iceberg che cozza contro la nave da crociera dove si trovano i nostri due personaggi: la nave comincia ad affondare. Ecco che abbiamo "Titanic" di James Cameron. Ora, il film può piacere come non piacere, ma di certo non si può dire che manchi di conflitto. Senza conflitto, la storia rischia di essere banale. Questo non perché lo dico io, perché a me piacciono le storie piene di colpi di scena, ma perché si tratta di un vero e proprio meccanismo della mente umana. Noi stessi, per primi, abbiamo bisogno del conflitto per crescere e cambiare. Non c'è bisogno di iceberg e di navi che affondano, il conflitto può anche essere, non so, cercare lavoro e non trovarlo, può essere avere una voglia matta di merendine al cioccolato ma avere il frigo vuoto, qualsiasi cosa!, ma deve esserci, altrimenti la storia non procede. Ovviamente non basta solo il conflitto, perché a questo punto tu potresti dirmi "Sì, beh, in Beautiful praticamente spunta fuori un conflitto a puntata, e Beautiful non è certo quella che si definirebbe una bella storia". Verissimo. Infatti non basta avere il conflitto (Tizio ama Caia, ma Caia ama Sempronio): servono personaggi ben caratterizzati e interessanti, che ci spronino a seguire le loro vicende, e serve una struttura coerente e interessante dove inserire il conflitto, che altrimente se ne starebbe a galleggiare in aria senza attecchire da nessuna parte. Servirebbero anche altre cose, ma adesso stiamo parlando del tuo testo e io non voglio annoiarti.

Ora, i tuoi tre episodi di per sé hanno una struttura corretta, ma che manca quasi totalmente di conflitto: un uomo e una donna si incontrano, si piacciono e decidono di stare insieme. Anche quando il conflitto c'è, è poco sfruttato, non approfondito. Certo, c'è l'elemento dell'incontro virtuale, ma non è così determinante per i due protagonisti.

Altro problema è la gestione del punto di vista. Tu hai scelto di raccontare in prima persona, il che di per sé non è sbagliato: il problema, però, è che la narrazione dei tre episodi risulta essere assolutamente monotona, nel senso di "un solo tono". Tutte e tre le protagoniste parlano con la stessa voce, una voce per altro troppo distaccata per adattarsi a una prima persona. Mi ha ricordato un po' lo stile della Posta del Cuore. Questa uniformità delle voci ti ha penalizzata moltissimo dal punto di vista della caratterizzazione dei personaggi, il che è un peccato, perché ho visto che hai cercato di dotare ogni protagonista di una piccola particolarità che la rendesse diversa dalle altre (una ama cantare, l'altra è fissata con i giochini di Facebook e via discorrendo).

Lo stile narrativo è formalmente corretto, ma poco appassionante. Non l'ho trovato adeguato al genere della raccolta.

La mia impressione è che la tua raccolta abbia molto potenziale, ma che sia ancora, in un certo senso, acerba, che abbia bisogno di una revisione generale. A mio parere di materiale su cui lavorare ce n'è quanto ne vuoi: l'idea della struttura della raccolta è molto buona, i personaggi hanno molto potenziale, la continuità narrativa femminile è secondo me uno spunto molto interessante. Il mio consiglio è quello di variare la voce delle tre protagoniste, in modo da caratterizzarle in modo più approfondito, e di inserire un po' di conflitto, della natura che preferisci. Ovviamente non è necessario essere catastrofici come in Titanic :-), la vita quotidiana offre tantissimi spunti di conflitto verosimili e più adeguati al genere della commedia romantica.


syssy5

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=699561