My first kiss

di cuoredpanna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Casa Waldorf (part 1) ***
Capitolo 2: *** Casa Waldorf (part 2) ***
Capitolo 3: *** Casa Waldorf (part 3) ***
Capitolo 4: *** Casa Waldorf (part 4) ***
Capitolo 5: *** Casa Waldorf (part 5) ***
Capitolo 6: *** Qualche ora più tardi ***
Capitolo 7: *** Qualche ora più tardi (part 2) ***
Capitolo 8: *** Qualche ora più tardi (part 3) ***
Capitolo 9: *** Casa Waldorf - l'indomani mattina ***
Capitolo 10: *** Central Park ***
Capitolo 11: *** Central Park - qualche giorno dopo ***
Capitolo 12: *** Per le vie di New York ***
Capitolo 13: *** Qualche giorno dopo ***
Capitolo 14: *** Qualche giorno dopo (part 2) ***
Capitolo 15: *** Quel pomeriggio a casa si Chuck ***
Capitolo 16: *** Quel pomeriggio a casa di Chuck (Part 2) ***
Capitolo 17: *** Casa Van Der Woodsen ***
Capitolo 18: *** Casa Van Der Woodsen - qualche giorno più tardi ***
Capitolo 19: *** Casa Van Der Woodsen ***
Capitolo 20: *** Palace Hotel - Camera i Chuck ***
Capitolo 21: *** Casa Van Der Woodsen ***
Capitolo 22: *** Qualche settimana dopo ***
Capitolo 23: *** Palace Hotel 20:00 ***
Capitolo 24: *** Diverse ore più tardi davanti il Palace ***
Capitolo 25: *** Quella sera - in ospedale ***
Capitolo 26: *** Ospedale - otto ore dopo ***
Capitolo 27: *** L'indomani mattina ***
Capitolo 28: *** Ufficio Bass ***
Capitolo 29: *** Giorni a seguire ***
Capitolo 30: *** Casa Bass ***
Capitolo 31: *** Due giorni dopo ***
Capitolo 32: *** Qualche ora dopo ***
Capitolo 33: *** Qualche ora dopo (part 2) ***
Capitolo 34: *** Casa Van Der - Bass ***
Capitolo 35: *** Qualche ora più tardi ***
Capitolo 36: *** Qualche ora più tardi (part 2) ***
Capitolo 37: *** Casa Waldorf ***
Capitolo 38: *** Un mese dopo ***
Capitolo 39: *** Un nuovo arrivo ***
Capitolo 40: *** Un nuovo arrivo (part 2) ***
Capitolo 41: *** Giorni a venire ***
Capitolo 42: *** Passeggiate ***
Capitolo 43: *** Passeggiate (part 2) ***
Capitolo 44: *** L'indomani mattina ***
Capitolo 45: *** Casa Van Der - Bass ***
Capitolo 46: *** Matrimonio Bart e Lily – due mesi dopo ***
Capitolo 47: *** Matrimonio Bart e Lily – quella sera (part 1) ***
Capitolo 48: *** Matrimonio Bart e Lily – quella sera (part 2) ***
Capitolo 49: *** Matrimonio Bart e Lily – quella sera (part 3) ***
Capitolo 50: *** Dieci anni dopo ***



Capitolo 1
*** Casa Waldorf (part 1) ***


Casa Waldorf

Eleanor Waldorf era molto agitata, come ogni sabato sera nelle sfarzose case dell’UES si organizzavano delle cene per riunire gli amici, per sapere qualche nuovo pettegolezzo o semplicemente per mostrare agli altri l’agio acquisito durante gli anni di carriera. Quel sabato toccava a Eleanor ospitare i suoi vecchi amici e come sempre tutto doveva essere perfetto. Un’indaffarata e quasi impazzita Dorota correva per tutta casa Waldorf per soddisfare tutte le richieste di Eleanor ma i guai non mancavano mai, Dorota corse dagli addetti del catering per fermarli prima che entrassero in casa e che Eleanor si accorgesse che avessero sbagliato menù. Una piccola Blair di undici anni osservava tutto quel trambusto dall’alto delle scale, le piaceva vedere sua mamma, suo padre e Dorota indaffarati, le piaceva soprattutto quando i suoi amici erano ospiti a casa sua, sapeva che mentre gli adulti cenavano loro erano liberi di giocare per casa. Non vedeva l’ora di giocare insieme alla sua migliore amica Serena, ma soprattutto non stava più nella pelle al pensiero che Nate, l’amore della sua vita avrebbe passato l’intera serata con lei. Aveva deciso che subito dopo la cena avrebbe chiesto a sua madre se i suoi amici potevano restare per un pigiama party, adesso era impossibile chiederle qualsiasi cosa, durante i  preparativi di una cena, Blair sapeva che era intrattabile. Dopo due intense ore di tira e molla, in cui Dorota aveva cercato di spiegare agli addetti al catering che il menù da loro scelto era diverso da quello consegnato, finalmente tutto era sistemato, mancava poco all’arrivo degli ospiti ma per qualche minuto Dorota poté sedersi per riposare i piedi e cercare di calmare la forte emicrania che le era venuta. Blair la raggiunse saltellando, le sorrise, sapeva che la sua tata era stremata non doveva essere facile soddisfare i mille capricci di sua madre. “Salve Miss Blair” la salutò la cameriera, Blair le si avvicinò e cominciò a massaggiarle le tempie sperando di farla rilassare un po’ prima della grande messa in onda. Quando Harold si affacciò oltre la cucina per cercare Dorota, restò affascinato da quell’immagine che gli si presentò davanti, la sua piccola Blair che massaggiava le tempie della sua tata e le raccontava delle barzellette per farla ridere e distrarre. Restò così per un po’, poi silenziosamente fece cenno a Eleanor di raggiungerlo, anche lei sorrise davanti a quella scena, sapeva di aver allevato una brava figlia, era orgogliosa di lei. Blair perse interesse per Dorota quando vide il suo adorato padre aspettarla sulla porta. Corse verso lui e si lanciò tra le sue braccia, adorava suo padre più di qualsiasi altra cosa, lo adorava anche più di Nate..suo padre era pur sempre suo padre. Harold la sollevò da terra e la fece volteggiare per aria, “Allora principessina non sei contenta che i tuoi amichetti verranno qui stasera?” ecco il momento adatto per chiedere del pigiama party sapeva che suo padre non gli avrebbe detto di no. Harold la posò per terra. “Papà i miei amici posso restare a dormire dopo la cena?” chiese Blair portandosi le mani dietro la schiena per nascondere le dita incrociate e guardando suo padre con degli occhioni da cerbiatto supplicante. Nell’attesa il suo piede destro roteava per terra come se schiacciasse una formichina immaginaria. Harold la guardò cercando di fare lo sguardo da padre severo “Non farete chiasso vero? Sai che Dorota e la mamma sono molto stanche” “No papi te lo prometto” disse lei speranzosa “Allora si” disse Harold tornando ad essere dolce “Evviva” urlò Blair entusiasta “Sei il padre migliore del mondo” aggiunse Blair stringendolo forte. Poi corse in camera sua, doveva scegliere il pigiama adatto per quella notte, in fondo l’amore della sua vita avrebbe dormito a casa sua. Chiamò Dorota dalla sua camera anche lei sarebbe stata contenta di quel pigiama party a sorpresa. Aveva accuratamente scelto il vestitino adatto per quella serata, e per la notte aveva scelto una vestaglietta rosa con le sue iniziali al centro, quello era un regalo portatogli da suo padre dalla Francia.

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Capitolo 2
*** Casa Waldorf (part 2) ***


Il suono del campanello la fece sobbalzare, qualcuno era già arrivato. Corse sulle scale per spiare chi fosse. Il suo fu uno sconforto immediato..quel diavolo di un Chuck Bass era sempre il primo ad arrivare. “Blaaair viene ad accogliere gli ospiti” le urlo sua madre dal salotto. Blair scese controvoglia ma sapeva che accogliere gli ospiti era un gesto di classe ed eleganza. Si stampò sul viso uno dei suoi sorrisi finti e scese le scale. “Salve signore e signora Waldorf, mio padre arriverà tra qualche istante” disse lui “Ciao Chuck” disse Blair, lui si voltò sbatté più volte gli occhi, nel vederla, provò una strana sensazione come un tuffo al cuore, era la prima volta che provava una cosa del genere, ma quella sera era particolarmente bella. Aveva un vestitino nero con delle balze di velo, abbinate alle spalline in velo nero, i suoi capelli erano raccolti in uno chignon color nocciola con alcuni punti luce che le facevano luccicare la testa ogni volta che si muoveva. Tutto sparì quando si ricordò che se si era vestita così bene non era solo perché aveva degli ospiti ma per conquistare quello stupido di Nate che non aveva occhi che per Serena. Scosse la testa e quasi ringhiando disse “Sera Waldorf”. Prima che la salutasse con quel tono sgradevole Blair aveva notato un cambiamento in lui la guardava con occhi diversi, quasi umani. Sorrise tra se e se per quell’affermazione. “Blair va in camera tua con Chuck fino a quando non arrivano gli altri” disse Harold ingenuamente. Blair lo trascinò con se quasi sbuffando, sapeva che oltre ai tetti Chuck era fissato con le camere da letto, nonostante avesse undici anni..era molto precoce, aveva già fatto sesso con quella sgualdrina di Georgina, Blair sorrise soddisfatta ricordando il modo in cui i suoi genitori l’avessero portata via da scuola per rinchiuderla in collegio, dato lo stile di vita che aveva intrapreso. “Adesso puoi toglierti quello stupido sorriso finto dalla faccia, forse i tuoi non se ne accorgono ma io so distinguere quando menti” disse Chuck superandola per le scale, Blair rallentò ‘perché è sempre così scontroso? Eppure prima un cambiamento in lui c’era stato’ facendo spallucce entrò nella sua camera. Blair sedette di fronte lo specchio e continuò a sistemare i suoi capelli pensierosa, mentre Chuck si sfilava il lungo trench blu notte, ripiegò accuratamente la sua sciarpa preferita quella era la sua firma, il suo marchio. Sotto nascondeva un elegante completo color pastello e il suo immancabile papillon, questa volta rosa a pois bianchi, Blair sorrise era sempre così impeccabile, aveva sempre l’abito adatto ad ogni occasione e ad ogni completo era abbinato un papillon, per un istante Blair pensò a come sarebbe stato da grande..chissà quante ragazze avrebbero perso la testa per lui e dentro lei una sensazione strana, diversa, si fece spazio, sentì il suo stomaco punto come da milioni di spilli, rapidamente posò le mani su questo senza farsi notare da Chuck che gironzolava per la camera, poi spalancò gli occhi sbalordita, quella era gelosia! Aveva provato la stessa sensazione quando Serena aveva abbracciato Nate e lui era arrossito, ma allora era stata diversa, molto più lieve, adesso aveva la potenza di toglierle il respiro, non poteva essere, era impossibile, non poteva essere gelosa di Chuck Bass, scosse la testa forse quella era solo fame. “Cosa ti prende Waldorf?” disse Chuck osservandola “N..on..non..non..” balbettò, Chuck inclinò la testa verso sinistra per osservarla meglio “E’ solo che una forcina per capelli mi da fastidio, vado da Dorota per toglierla” “Fa vedere” disse Chuck avvicinandosi “Dorota è già indaffarata” aggiunse lui sfilandole la forcina che Blair aveva indicato fingendo che fosse quella la causa del suo cambiamento improvviso. “Grazie Bass” disse sorridendo, si chinò per raccogliere la forcina caduta per terra, quel movimento mostrò a Chuck le mutandine rosa a pois bianchi di Blair, lui sorrise “Le tue mutandine si abbinano al mio papillon” Blair si alzò velocemente arrossendo, “Sei un pervertito Chuck” disse spingendolo e facendolo cadere sul letto, lui scoppiò in una fragorosa risata, Blair si bloccò e lo fissò non lo aveva mai sentito ridere così, era una risata spontanea contagiosa, lei rideva in quel modo quando suo padre giocava con lei, ma per Chuck non era la stessa cosa. Suo padre non c’era mai e quelle poche volte che era presente tendeva ad allontanare Chuck come se quasi non fosse suo figlio. Anche lei cominciò a ridere di gusto restarono così per un po’ fino a quando la voce di Eleanor non risuonò per le scale “Blair vieni ad accogliere Nate e Serena” entrambe si fecero seri “Va ad accogliere il tuo futuro maritino” disse lui prendendola in giro, lei si voltò e cominciò a scendere le scale con uno dei suoi soliti magnifici sorrisi, sapeva che c’era Nate che l’attendeva ma questa volta il suo sorriso non era naturale doveva usarne uno dei suoi finti, avrebbe voluto restare in camera a ridere di gusto con Chuck. Ma cosa diceva, li c’era il suo Nate. Accelerò il passo andando verso Serena alzò lo sguardo verso le scale Chuck la stava studiando, le tornarono alla mente le sue parole quando le aveva detto che sapeva quando mentiva, distolse lo sguardo, ma fu troppo tardi Chuck aveva capito che stava adoperando uno dei suoi falsi sorrisi, lui invece sfoggiò uno dei suoi vittoriosi “Stravolgerò i tuoi piani Waldorf” sussurrò e cominciò a scendere le scale. Aveva avuto la conferma che Blair mentiva davanti a Nate, sarebbe voluta restare con lui a ridere.

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Capitolo 3
*** Casa Waldorf (part 3) ***


Quando furono tutti e quattro insieme Blair diede loro la bellissima notizia, Serena cominciò a saltellare da una parte all’altra felice di restare con i suoi amici, poi chiese a Blair se anche Eric fosse invitato, lei annuì energicamente tutti avevano un debole per Eric, lo coccolavano e lo proteggevano quando qualcuno lo prendeva in giro. Nate corse dai suoi genitori per chiedere il permesso, tirando con se il suo migliore amico. Il campanello suonò ancora, Dorota corse ad aprire ed accolse Bart Bass, Chuck gli corse incontro per informarlo del pigiama party, seguito da alcuni nuovi amici di Harold. Quest’ultimo si fece spazio tra gli ospiti per presentare i nuovi arrivati. “Scusate, un attimo di attenzione” il resto degli invitati si voltò verso Harold. “Questo è Rufus Humphrey, l’ho conosciuto in una galleria d’arte, si è da poco trasferito in città e mi farebbe piacere se entrasse a far parte della nostra cerchia di amici” tutti gli si avvicinarono assalendolo di domande e portandolo nell’altra stanza a bere dei drink. Dietro di lui comparvero i suoi due figli, Dan e Jenny Humphrey, Blair li accolse espandendo l’invito per il pigiama party. Dopo una breve chiacchierata i piccoli furono chiamati a tavola per la cena, furono date le disposizioni, c’erano i Waldorf seduti a capo tavola, seguiti da Lily Van Der Woodsen seduta accanto a Rufus Humphrey, seguito subito dopo dal Capitano e dalla signora Archibald, accanto a loro era seduto Bart Bass, mentre per i piccoli le disposizioni erano diverse da come aveva immaginato Blair. Serena era seduta tra Nate e Dan, mentre Eric era accanto a Jenny e a lei era toccato stare accanto a quel diavolo di Chuck Bass. Trattenne la rabbia, il suo pigiama party sarebbe stato diverso. La cena andò benissimo e la rabbia di Blair sparì pian piano poiché si stava davvero divertendo. Mentre gustavano il dessert Chuck cominciò a stuzzicare Blair. “Guarda il tuo maritino si diverte con la Van Der Woodsen” e iniziò a farle il solletico per farla ridere “Smack smack smack smack tu e Nate” ripeteva, “Smettila Chuck” disse lei colpendo le sue mani che continuavano a farle il solletico. “Tu e Nate non vi siete ancora baciati?” disse lui sottovoce trattenendo un ghigno. “No” disse lei abbassando lo sguardo, “Ma quando ci baceremo per la prima volta sarà tutto speciale, come in uno di quei film che guardo con Dorota” aggiunse sognante. “Ah ah ah” rise lui “Credo che quel tanto famigerato primo bacio lo darai a qualcun altro” disse ghignando. “Mai Bass, mai” “Vedremo Waldorf..hai paura che io abbia ragione?” “Non avrai mai ragione, Bass” “Vuoi scommettere Waldorf? Ti innamorerai di me, gli altri saranno insignificanti, annegherai nei miei occhi e al tuo fianco vorrai solo me”  ghignò sicuro di ciò che diceva“Vincerò io, e non accadrà nulla di quello che hai detto” disse lei in tono di sfida. Chuck le si avvicinò “Sai che vincerò io Waldorf perderai la testa per me” “Ti odio Chuck Bass” urlò Blair e proprio in quell’istante tutti tacquero guardando Blair che quasi sprofondò nella sedia per l’imbarazzo.

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Capitolo 4
*** Casa Waldorf (part 4) ***


Dopo alcuni minuti la cena si concluse e tutti abbandonarono la tavola per andare a rilassarsi in salotto. Mentre Blair si dirigeva nella sua camera, vide Bart Bass che sgridava Chuck. “Sei la solita delusione, in qualsiasi posto veniamo invitati hai bisogno di dare spettacolo e mettermi in imbarazzo, questa sera non resterai con i tuoi amici, ti farò accompagnare a casa e resterai da solo in camera tua a riflettere su ciò che hai fatto. Io uscirò con gli adulti presenti in questa casa, sono stato chiaro?” Chuck lo fissava in silenzio, Blair colse nel suo sguardo una nota di sofferenza, di tristezza, provò l’impulso di ribellarsi a quella scena, provò tenerezza per Chuck. Si fece coraggio e spuntando alle spalle di Bart gli tirò delicatamente la giacca per richiamare la sua attenzione. In tutta la sua solennità Bart la fissò, quell’uomo incuteva terrore. “Signor Bass non dia la colpa a Chuck è stata colpa mia, stavamo solo scherzando ed io ho alzato un po’ troppo la voce, la prego lo faccia restare per il mio pigiama party” e sfoderò uno dei suoi sguardi da cerbiatto supplicante, vide Bart scrutarla, lo stesso sguardo che assumeva Chuck quando studiava le sue espressioni, se era bravo quanto Chuck avrebbe capito che in quel momento lei non fingeva. Poi si rese conto di quello che stava davvero facendo, non stava fingendo, voleva davvero che Chuck restasse per il suo pigiama party, eppure gli aveva dato così fastidio prima, ma poi sentendo le parole di Bart e guardando l’espressione di Chuck aveva provato affetto per lui. “Va bene Blair, Charles resterà, ma non appena creerà qualche problema non esitare a chiamarmi” Blair annuì contenta. “Ringrazia la tua amica se resti qui stasera” disse Bart in tono severo guardando Chuck. Blair fissò il pavimento aspettando che Chuck la ringraziasse, ma questo passandole accanto le disse “Non ho bisogno del tuo aiuto Waldorf” sollevò lo sguardo e lo fissò incredula, lo aveva appena aiutato e lui la trattava così? Gli corse incontro, “Ma io..volevo solo che..” Chuck la fissò, “Volevi che restassi, ammettilo Waldorf in fondo tra noi c’è feeling” ghignò soddisfatto, sapeva che Blair non avrebbe mai ammesso che lui avesse ragione, tra loro c’era una complicità particolare, si stuzzicavano e provocavano fino ad odiarsi, ma se uno dei due si trovava nei guai l’altro non poteva fare a meno di aiutarlo; Chuck sapeva perfettamente che tra Nate e Blair quella complicità non esisteva né sarebbe mai esistita i loro discorsi, se così potevano chiamarsi, non duravano più di cinque minuti e per lo più riguardavano la scuola o Serena, era inevitabile in un modo o nell’altro tra loro c’era un legame particolare e sebbene Blair non lo ammettesse Chuck sapeva che ne fosse consapevole. Blair lo fissò “Non è per quello Bass, volevo che restassi solo perché devi tenere d’occhio Eric sai che ha un debole per te” sorrise aveva sempre la risposta pronta, “Sono tutte scuse Waldorf non mi incanti” sorrise, “Ti piace aiutarmi” lei lo fissò con aria di sfida “Facciamo un patto Bass, d’ora in poi io non aiuterò te, tu non aiuterai me, neanche in casi estremi” tese la sua manina per suggellare l’accordo, Chuck ghignò nuovamente “Se infrangerai questo patto il tuo primo bacio sarà mio” Blair lo guardò stupefatta, poi aggrottò la fronte come poteva ricattarlo? “Se vincerò io mi regalerai la tua sciarpa e il tuo set d papillon” sorrise, quello era il suo inestimabile tesoro ne era talmente affezionato che neppure suo padre poteva toccarli,venivano direttamente dall’Italia cuciti a mano da Valentino in persona, avevano un valore inestimabile, erano stati l’unico regalo lasciatogli da sua madre, e in quell’occasione Bart lo aveva baciato su una guancia dicendogli di volergli bene, era l’unica volta in cui Bart Bass si fosse esposto così tanto con suo figlio. Erano edizioni uniche e per Chuck era il segno che lo rendeva unico come la sua sciarpa. Chuck la fissò quella Waldorf sapeva dove colpire. “Vincerò io, non avrai mai il mio primo bacio, sarà di Nate” lui le strinse la mano per suggellare l’accordo e poi con un elegante baciamano fece per congedarsi, sollevò i suoi piccoli occhi e vide Blair arrossire, non fece commenti sarcastici ne la prese in giro, gli piaceva sorprenderla e osservare le sue reazioni.

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Capitolo 5
*** Casa Waldorf (part 5) ***


Blair restò li a fissarlo mentre spariva nell’altra stanza, avevano fatto un accordo e doveva vincere, sapeva che per lei sarebbe stato molto difficile, era molto più emotiva di Chuck, e quando qualcuno era in difficoltà compreso quel diavolo, non resisteva alla tentazione di correre in suo soccorso. Scrutò meglio Chuck cercando di studiarlo come lui faceva con lei, era sempre così fastidioso, la provocava in qualsiasi situazione e la prendeva in giro per la cotta che aveva per Nate, eppure in certe occasioni lui la stupiva, come quel delicato baciamano, l’aveva fatta arrossire, nessuno aveva mai usato un gesto tanto elegante con lei, l’aveva fatta sentire importante come una delle protagoniste di quei film che la faceva tanto sognare, seppure Chuck fosse fastidioso aveva sempre quel lato nascosto che può stravolgerti la mente in un secondo, le piaceva quando si prendevano in giro, era l’unico con cui scherzava così, con Nate invece tutto era sempre tranquillo, con Serena era diverso lei era una ragazza e con lei parlava di abiti o di Nate, mentre con Chuck lei si divertiva, ma cosa stava dicendo? Lei odiava Chuck Bass e non gli avrebbe mai permesso di vincere. Chuck la guardò arrivare in salotto avrebbe tanto voluto ringraziarla per prima ma sapeva che quello sarebbe stato un segno di debolezza, aveva avuto un grande coraggio ad affrontare suo padre, aveva studiato la sua espressione mentre parlava e fissava Bart aspettando una sua risposta e proprio come era accaduto prima quando ridevano, lei non mentiva, le sue parole erano vere e anche il suo sguardo di supplica, allora qualcuno ci teneva davvero a lui?! Blair lo fissò e sorridendo lo spinse sul divano per poi sparire in cucina, mentre si rialzava sorrise, quella Waldorf stava cambiando la sua giornata..e perché no anche la sua vita.

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Capitolo 6
*** Qualche ora più tardi ***


Qualche ora più tardi

Quando gli adulti uscirono di casa i piccoli furono lasciati sotto la custodia di Dorota. Blair sapeva che la sua tata fosse molto stanca e con l’aiuto degli amici la convinse a riposare, promettendole che non avrebbero fatto chiasso. Blair aveva pianificato tutto, il suo pigiama party si sarebbe suddiviso in diversi passi. Il primo passo era condurre i suoi amici in camera e sistemare i diversi sacchi a pelo procurati da Harold poco prima, il secondo passo era indossare i loro pigiami, diligentemente portati da Eleanor, e il terzo ed ultimo passo era divertirsi come non mai. Cominciarono con lo stare tutti in cerchio a raccontarsi storie di paura, in questo campo nessuno batteva Chuck, ogni qualvolta ne raccontasse una tutti urlavano in preda al panico. Lui si divertiva e rideva come un matto vedendo Jenny stringere Dan quasi da togliergli il respiro, mentre Serena e Blair si abbracciavano a vicenda e Eric e Nate ridevano di gusto con lui. Finite le storie horror scesero tutti in salotto per divertirsi giocando con la X-box 360 di Blair, a turno si sfidarono a Guitar Hero, dove vennero tutti stracciati da Serena, giocarono a Mario Cart, dove il campione fu Dan Humphrey, le ragazze giocarono a Mall World creando abiti e sfilate di moda e qui, naturalmente, fu Blair Waldorf a vincere, e chi sennò, se non la figlia di Eleanor Waldorf. Nate e Chuck vinsero le partite di box contro Dan e Jenny, mentre Jenny e Eric giocarono in continuazione a Crash Bandicot. Anche l’ora dei giochi passò tra molte risate. Serena, Blair e Jenny ridevano guardando la faccia di Chuck mentre era concentrato sui colpi da sferrare per vincere la partita di box contro Nate. Blair osservandolo rise ancora di più, il suo viso assumeva un espressione davvero buffa, ogni volta che sferrava un colpo la sua lingua si affacciava oltre le sue labbra, spostandosi da sinistra verso destra concentrandosi di più. Blair rise più forte, poi lo osservò ancora, aveva indosso un pigiama blu notte, che faceva risaltare i suoi occhi caramello, i capelli erano spettinati su un lato,rise di nuovo guardando la sua espressione buffa. Il suo sguardo passò su Nate, indossava un pigiama color avorio, i suoi capelli erano perfettamente pettinati verso destra e lasua espressione restava immutata nonostante fosse concentrato. Sospirò pensando che lui sarebbe stato l’uomo della sua vita, eppure il suo sguardo continuava ad andare verso Chuck, verso il suo pigiama blu notte, verso quei capelli spettinati eppure così perfetti allo stesso tempo, verso quell’espressione buffa, ma cosa diceva? Quello era Chuck e lei era sempre stata innamorata di Nate. Fissò nuovamente il suo futuro marito, era sempre così perfetto, sbuffò, Chuck invece.. “Basta!” urlò, era più riferito a se stessa che agli altri, ma i suoi amici la fissarono perplessi. “V..volevo dire, su su facciamo qualcos’altro” sorrise, evitò lo sguardo di Chuck avrebbe capito che mentiva.

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Capitolo 7
*** Qualche ora più tardi (part 2) ***


Buona lettura!!!

Per alimentare il divertimento Blair propose un gioco chiamato ‘obbligo o verità’,se si sceglie verità qualcuno fa una domanda e risponde sinceramente,obbligo s è obbligati a fare quello che l’altro ti dice. Tutti si sedettero in cerchio per terra in salotto, e lì cominciarono a volare domande imbarazzanti di bambini di undici anni, c’è chi chiese a Serena se le piaceva Dan, e lui arrossì, c’è chi obbligava Eric a mangiare un piatto di spaghetti scotti con dell’olio di seppia,c’è chi obbligò Chuck a baciare Dorota su una guancia, tutti sapevano quanto Chuck odiasse le sdolcinerie,e tutti risero rischiando di svegliare la tata quando questa nel sonno attirò Chuck a se,  c’è chi chiese a Nate se era innamorato di Serena e questo arrossì  facendo irritare Blair, c’è chi chiese a Jenny Humphrey di bere un frullato di piselli congelati, tonno, coca cola light e succo di limone. Jenny tappò il suo piccolo nasino e bevve tutto d’un sorso per poi correre in bagno a svuotare il suo stomaco di quella paccottiglia che aveva bevuto. Infine toccò a Blair, Chuck la fissò, “Perché hai usato quel sorriso mentre scendevi le scale e guardavi Nate?” Blair si guardò attorno per fortuna gli altri erano di là ad aiutare Jenny, solo loro due erano in salotto. Blair lo fissò, “Non ho mentito” disse guardando altrove, lui rise, “Io non ho detto questo”  quella risposta gli bastava come una prova certa. Gli altri tornarono in salotto ed aspettarono che Blair scegliesse obbligo o verità, per evitare che Chuck dicesse qualcosa di sbagliato, disse “Obbligo” e lo guardò con fare altezzoso, solo quando Chuck usò il suo solito ghigno capì che aveva già pensato la sua prossima mossa. “Dovrai bere una bottiglia intera di vodka allo stato puro, una della collezione privata di tuo padre” sorrise diabolicamente. Sapeva che Blair odiava l’odore di qualsiasi bevanda alcolica, con la vodka poi aveva un rapporto bruttissimo poiché, una volta, scambiandola per acqua ne aveva buttato giù un gran sorso, questo le era costato tre giorni interi di vomito ininterrotto. Blair fu sia sollevata sia sconfortata. Sollevata poiché Chuck non le avesse chiesto il suo primo bacio, sconfortata perché avrebbe dovuto bere la bevanda alcolica che più odiava e come se non bastasse, della collezione privata di suo padre, se se ne fosse accorto sapeva che sarebbe andato su tutte le furie. Si fece coraggio, non poteva perdere contro quel mostro di Chuck Bass, fissò i suoi ospiti e poi lentamente e in punta di piedi, per non svegliare Dorota, si diresse verso la cristalliera che conteneva quelle pregiate bottiglie. Chuck ne scelse una, dove c’era scritto vodka allo stato puro, sorrise porgendola a Blair. Blair la stappò e l’odore inconfondibile di quella bevanda disgustosa la colpì in pieno. “Se non te la senti non berla” disse Serena preoccupata, Blair la guardò sorridendo, ma poi si fece nuovamente coraggio doveva tenere testa a Chuck. Avvicinò il bordo della bottiglia alle sue piccole labbra e schiudendo la bocca ne avvolse l’estremità buttando giù i primi sorsi. Chuck osservò il movimento delle sue labbra e sentì il cuore accelerare i battiti. Aveva delle labbra sottili e piene allo stesso tempo, queste creavano una forma perfetta quasi a forma di cuore. Desiderò per un momento di trovarsi al posto di quella bottiglia, avrebbe tanto voluto assaggiare il sapore di quelle labbra, avrebbe voluto che Blair desse a lui, di sua spontanea volontà, il suo primo bacio. Ma in cuor suo sapeva che lei non lo avrebbe mai fatto, aveva una cotta per Nate sin dall’asilo e sapeva che Blair aveva progettato che le sue prime esperienza sarebbero state con Nate, l’amore della sua vita e suo futuro marito. Osservò il suo viso aveva un espressione disgustata , odiava la vodka, ma sapeva che il suo orgoglio non le avrebbe permesso di rinunciare a quella prova, le sue guance erano di un rosso acceso, tipico colore che da l’alcool, sorrise. Se solo Blair avesse saputo che anche lui provava qualcosa per lei sin dall’asilo, sin da quando sua madre Eleanor, il primo giorno d’asilo l’aveva accompagnata davanti il cancello per poi lasciarla li con dei grandi lacrimoni che le solcavano il viso. “Blair sorridi” le aveva detto sua madre e fingendo aveva mostrato un sorriso degno di chi recita da anni, Chuck le si era avvicinato e le aveva detto che si sarebbero divertiti, lei aveva sfoderato uno dei suoi sorrisi più belli e si era avvicinata stando con lui tutto il giorno, poi era arrivato Nate a guastare tutto e lei aveva perso la testa per lui soltanto guardandolo. Ma Chuck ricordava ancora il suo sorriso aveva imparato in quel momento a capire quando mentiva, e quando Chuck le si era avvicinato facendola smettere di piangere il suo sorriso era vero, diverso da quello che aveva usato quando Eleanor le aveva chiesto di sorridere. Ritornò a guardarla era arrivata a metà bottiglia, il viso era ormai in fiamme, si avvicinò e sfilandole la bottiglia disse “Può bastare” e le sorrise. Gli altri cominciarono a sbadigliare e rimettendo perfettamente a posto la bottiglia andarono in camera di Blair.

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Capitolo 8
*** Qualche ora più tardi (part 3) ***


Accennando il primo passo Blair sentì il suo corpo leggero, la testa le girava e le veniva da ridere, barcollò ma Chuck la sorresse, “Vieni ti accompagno io in camera” le sorrise “Hai preso la tua prima sbronza” rise di gusto, Blair lo guardò nonostante fosse brilla capì che Chuck era divertito ma allo stesso tempo preoccupato per lei. Usando la scusa dei giramenti di testa si appoggiò a lui e si fece condurre in camera, era sicura che quello fosse l’effetto dell’alcool oppure quel Chuck Bass aveva ragione? Si stava innamorando di lui? Scosse la testa, l’alcool faceva davvero brutti scherzi. I sacchi a pelo erano stati sistemati diversamente da come aveva previsto Blair, Eric e Jenny che già ronfavano erano vicini, Dan e Nate erano nell’altro angolo della stanza, Serena era alle spalle di Jenny, mentre i loro sacchi a pelo erano vicini. Blair non se ne curò anzi in quel momento quella disposizione era perfetta, Chuck l’aiuto a stendersi e la coprì diligentemente, stendendosi accanto a lei avvicinò ancora di più il suo sacco a pelo. Blair lo fissò mentre a pancia in su guardava il soffitto, gli altri dormivano tutti, e in quel momento la sbronza di Blair cominciò a fare effetto. Il silenzio le provocava una ridarella incontrollabile, schiacciò la coperta contro la bocca ma continuava a ridere, Chuck si voltò ad osservarla, nell’oscurità vedeva il suo sacco a pelo sobbalzare ogni qualvolta ridesse, cercava di trattenersi ma l’alcool non glielo permetteva. Chuck ricordò la sua prima sbronza. Era da solo a casa, aveva otto anni, Bart era uscito da poco ed aveva lasciato una bottiglia di scotch su un tavolino poco distante. Chuck l’aveva fissata per ore, aveva visto suo padre berne di tanto in tanto e quando lo sorseggiava la sua espressione gli aveva fatto capire che doveva essere gustoso. Si era avvicinato ed aveva riempito il bicchiere, l’aveva bevuto di colpo. Il bruciore che aveva sentito all’interno del suo stomaco era stata una cosa indescrivibile, aveva creduto di andare  a fuoco. Ma quando l’alcool aveva cominciato a fare effetto aveva riso per ore. Quello che accadde dopo era tanto mal di stomaco e ore intere di vomito. Suo padre aveva pensato ad una gastroenterite, e lui aveva annuito dicendo di aver mangiato delle ostriche. Aveva mentito, non avrebbe mai potuto dire a suo padre di aver bevuto dello scotch. Adesso guardando Blair sapeva che domani le cose sarebbero state critiche. Ma ora quella risata era contagiosa, anche lui non riuscì più a trattenersi e schiacciando la copertina contro il viso rise insieme a Blair per ore. D’improvviso Blair smise di ridere Chuck la fissò sapeva che ora avrebbe vomitato. La condusse in bagno e le resse la testolina mentre tutto l’alcool ingerito veniva fuori. Scese e senza svegliare Dorota preparò un caffè amaro con una goccia di limone, questo avrebbe calmato lo stomaco di Blair, l’avrebbe pulito dagli ultimi residui e dopo si sarebbe sentita meglio. L’aveva visto fare a suo padre mentre aiutava un amico ubriaco. Blair lo bevve ed immediatamente eliminò gli ultimi residui di alcool. Chuck la sorresse mentre l’accompagnava in camera una volta distesi Chuck le mise la sua copertina addosso. “Mi stai aiutando” disse Blair sottovoce, ripensando al loro patto, lui scosse la testa, “Questo è al di fuori del patto, solo io so come farti passare una sbronza e poi non vuoi mica che tua madre ti trovi ubriaca?” sorrise, Blair gli si avvicinò, sentiva il cuore quasi scoppiarle nel petto. Il cuoricino di Chuck aumentò velocemente i battiti, “Ti posso tenere la mano?”  chiese Blair timidamente, non sapeva da dove fosse nata quella richiesta, sentiva solo che in quel momento aveva voglia di stringere la sua mano. Chuck annuì, la sua gola era inaridita, quasi tremava pensando al contatto che avrebbero avuto tra qualche istante. D’improvviso la porta della cameretta si aprì loro chiusero istintivamente gli occhi senza fare alcun movimento fingendo di dormire, Harold e Eleanor salutarono Blair con un bacio e poi richiusero la porta alle loro spalle. “Non hanno sentito l’odore dell’alcool, il caffè serve anche a quello” disse Chuck senza aprire gli occhi, sapendo che Blair era preoccupata per quello. Blair non disse nulla, non aprì gli occhi, Chuck pensò che si fosse addormentata, deluso dal contatto che non avevano avuto. Poi udì un flebile rumore sotto la copertina pensò che Blair si stesse voltando, poi la sua manina fu afferrata da quella di Blair, il suo cuore si bloccò, “Grazie” sussurrò Blair. Chuck sorrise a trentadue denti sicuro che nessuno l’avrebbe visto, sapeva che Blair adesso era lucida, l’alcool ormai era stato del tutto eliminato e i suoi gesti e le sue parole venivano dettati dal cuore, sapeva che stava stravolgendo la vita di Blair, non aveva programmato tutto ciò, stava succedendo tutto così naturalmente che ne fu entusiasta. Blair sorrise e poi richiuse gli occhi, avrebbe voluto restare così per sempre.

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Capitolo 9
*** Casa Waldorf - l'indomani mattina ***


Casa Waldorf – L’indomani mattina

Dorota andò a svegliare dolcemente Blair e i suoi amici per fare colazione, una volta svegliata si vestì indossando una gonnellina alla marinara con sopra una camicetta bianca con delle ballerine rosse ed il suo immancabile cerchietto, abbinato alle scarpine. Quando anche gli altri furono pronti scesero per fare colazione, Blair salutò Harold ed Eleanor e cominciò a mangiare un croissant cercando di ignorare la forte emicrania provocata dalla sbronza del giorno prima. Chuck sorrideva guardandola, sapeva che cercava di mantenere un espressione seria e composta, quando invece avrebbe voluto restare a letto per il giorno intero. Finita la colazione, Chuck, Serena, Eric, Nate, Dan e Jenny andarono in salotto a guardare la tv aspettando i loro genitori. Harold chiamò Blair in disparte. “Blair, questa mattina mentre offrivo da bere ad un mio collega mi sono reso conto che la mia bottiglia di vodka era metà vuota” la guardò severamente, Blair cercò di pensare ad una scusa plausibile, sapeva che qualsiasi cosa avrebbe detto non sarebbe stata credibile, abbassò lo sguardo cercando di nascondere i suoi occhi ormai lucidi. “Blair Cornelia Waldorf” disse sua madre in tono solenne, sapeva che quando pronunciava il suo nome per intero, non voleva dire niente di buono. Blair sprofondava sempre più nell’imbarazzo, cercando qualcosa da dire. “Scusate signori Waldorf ma è stata colpa mia, Blair mi aveva detto di non giocare vicino la cristalliera, ma non le avevo dato retta ed urtandola la bottiglia si è inclinata versandone metà per terra” una vocina coraggiosa si fece spazio dietro Eleanor. Loro si voltarono a fissare quell’ometto vestito di tutto punto che difendeva Blair. Harold annusò il pavimento e ne restò sorpreso, questo odorava davvero di alcool. “Ok, Chuck vi credo, ma non giocate più qui vicino potrebbe essere pericoloso” disse Harold accarezzando il volto di Chuck. Eleanor e il marito si allontanarono per fare colazione, Blair asciugò le lacrime e tirando su col naso chiese a Chuck dove avesse pescato quella scusa, “Ieri mentre bevevi, un po’ di vodka è caduta sul pavimento, e quindi ho giocato quella carta, non avrei mai pensato che tu padre avrebbe fatto come un cane da tartufo” sorrisero entrambe. “Però questa volta mi hai aiutata” disse Blair fissandolo, “Diciamo solo che ora siamo pari” disse lui voltandosi per dirigersi in salotto, Blair corse accanto a lui e velocemente gli stampò un bacio sulla guancia “Io so ringraziare” disse scappando via. Chuck restò immobile al centro della stanza da bar, il suo cuore era diventato un martello pneumatico, le sue guance erano ormai una vampata di fuoco, sentiva le gambe tremargli, alzò lentamente una manina e toccò il punto un cui Blair lo aveva baciato, sorrise..quella Waldorf sapeva come muoversi. Una parte del suo corpo si ribellava a quelle emozioni, continuava a sentire una voce che gli ripeteva sei Chuck Bass tu non pensi queste cose, ma in quel momento decise di farsi cullare da altre emozioni, da quella vocina profonda che gli diceva che Blair Waldorf sarebbe stata la donna della sua vita.

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Capitolo 10
*** Central Park ***


Central Park

Blair sedette sulla panchina di pietra e posò il sacchetto con all’interno il pane, sulle sue gambine. Fissò il piccolo stagno e spezzando un po’ di pane cominciò a lanciarlo alle anatre affamate. Quella mattina era uscita presto di casa, aveva deciso di recarsi da sola al parco, di solito Dorota l’accompagnava, ma in quel momento preferiva di gran lunga essere immersa nel silenzio totale, ascoltava solo lo starnazzare delle anatre che le chiedevano altro pane. Quello era il suo posto preferito, si recava lì ogni volta che qualcosa la rendeva triste o la preoccupava. Ma in quel periodo dentro lei aveva cominciato a farsi spazio una preoccupazione più grande di quanto credesse. Sentiva spesso i suoi genitori litigare, ma negli ultimi due mesi  le cose erano diventate ingestibili. Quella mattina li aveva sentiti urlare più del solito, e suo padre era andato via sbattendo la porta e urlando che sarebbe partito per la Francia non sapendo quando sarebbe tornato. Blair si rattristò maggiormente pensando che suo padre non l’avesse salutata. “Sapevo di trovarti qui principessa” disse Harold comparendo alle spalle di Blair. Sul suo viso improvvisamente apparve un sorriso radioso, sapeva che suo padre non sarebbe andato via senza salutarla. “Vieni piccola sediamoci” disse Harold indicando la panchina. “Sai Blair quando avevi qualche anno mi piaceva portarti qui e dar da mangiare alle anatre, tu ti divertivi un sacco ad inseguirle, e a me piaceva guardarti. Adoravo osservare la tua eleganza nonostante fossi piccolina, sapevo che crescendo saresti diventata una donna di classe, e non mi sbagliavo” disse ammiccando “Adoravo, ed adoro tutt’ora questo posto, poiché dona tranquillità e ti permette di riflettere. Mi dispiace per lo spettacolo di questa mattina” aggiunse rattristandosi “Sai che io e te non abbiamo segreti, e ammetto che ultimamente le cose con tua madre non vanno molto bene, ho deciso di prendermi un po’ di tempo per riflettere. Andrò a Parigi per un po’, ma ricorda che tu sarai sempre nel mio cuore, ti manderò tantissime e-mail e ti invierò milioni di regali. Mi raccomando non far arrabbiare la mamma” concluse Harold trattenendo le lacrime. Per tutto il tempo Blair era stata in silenzio sentiva la gola farle male, poiché il groppone di lacrime che doveva mandare giù era molto pesante. Annuì quando suo padre concluse e senza aggiungere niente lo abbracciò rifugiandosi sul suo petto. Harold la strinse forte e lasciò che diverse lacrime gli accarezzassero il viso. “Blair ricorda sempre che il tuo papà ti vuole un’infinità di bene e soprattutto che tu sei la mia principessina” Blair si strinse più forte a lui “ E tu ricorda sempre che sei il papà migliore del mondo” disse piangendo. Harold la salutò ancora una volta, il suo jet l’attendeva. Blair restò lì a dar da mangiare alle anatre, immersa nel silenzio totale, ascoltando il loro starnazzare mentre le lacrime le solcavano il viso.

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Capitolo 11
*** Central Park - qualche giorno dopo ***


Central park – qualche giorno dopo

Blair saltellava qua e là giocando con Serena avevano deciso di passare un intero pomeriggio tra donnine, e Blair aveva preso coraggio e raccontato a Serena dell’imminente separazione tra i suoi genitori. La sua migliore amica per distrarla l’aveva portata al parco per giocare e rincorrersi contente. Blair passò davanti una panchina e senza rendersene conto colpì un ragazzo che gustava la sua Coca  cola. La lattina gli scivolò dalle mani per poi versarsi sulla camicia bianca macchiando anche i suoi libri. Blair continuò a giocare non curante di quello che aveva appena fatto. Serena si nascose dietro un grande albero aspettando che l’amica passasse per poi farla spaventare. Blair era finalmente felice, la separazione dei genitori aveva abbandonato la sua mente, si sentiva bene ogni volta che passava un intero pomeriggio sola con la sua migliore amica. D’improvviso qualcuno l’afferrò dai capelli. La stretta con cui furono afferrati  fece molto male, Blair incespicò su qualche passò e poi si portò le mani sulla testa urlando di dolore. “Oh oh ma chi abbiamo qui? Blair Waldorf?” “Ahi lasciami andare” urlò lei in preda al dolore mentre lui stringeva la presa. “Abbiamo ancora un conto in sospeso io, tu e i tuoi amici, sai? Per colpa vostra Georgina è stata chiusa in collegio io in un accademia militare” ringhiò lui alzando di qualche livello il braccio con cui aveva afferrato la lunga chioma di Blair. Lei urlò più forte tanto da spaventare Serena che corse in suo aiuto. “Carter lasciala stare!” tuonò Serena.  Avevano conosciuto Carter Beizen qualche tempo prima, era il migliore amico di Georgina e quando fu punita lei, venne punito anche lui. Aveva giurato a tutti loro che gliel’avrebbe fatta pagare e sapeva benissimo che Blair e Serena da sole erano un bersaglio facile. Carter rise, “Cosa vuoi Van Der Woodsen? La tua amica mi ha versato una coca cola addosso e ora deve essere punita” sottolineò l’ultima parola avvicinandosi all’orecchio di Blair. “Lasciala stare” tuonò un’altra voce poco distante da loro, Carter si immobilizzò, “Chuck” disse Blair speranzosa, “Quella è la mia ragazza” ringhiò Nate furioso, Carter tornò minaccioso, Nate non gli faceva paura. Blair s’irrigidì, aveva detto che era la sua ragazza, Nate l’amava? E lei aveva sperato che fosse Chuck, poi Carter tirò ancora più forte i suoi capelli e Blair pianse in silenzio. “Archibald ma che piacere, non sapevo che tu e la Waldorf vi foste fidanzati” rise “Ma a me non interessa le posso fare ancora più male e qualunque cosa tu faccia non mollerò la presa” rise più forte strattonando più volte i capelli di Blair che urlò facendo spaventare dei passanti. Nate parve sconfitto, Serena lo fissò scoraggiata e gli sussurrò di fare qualcosa, Nate scosse la testa privo di idee. “Ehi” disse una voce tranquilla oltre loro. Carter raggelò, conosceva quella voce e sapeva che le cose non sarebbero state più tanto semplici. “Beizen, ti stai divertendo?”. L’altro restò immobile fissando il suo interlocutore “Lasciala andare” come se fosse radio comandato Carter aprì la mano e lasciò andare i capelli di Blair, pulì la sua mano da alcuni ciuffi color nocciola. Blair corse tra le braccia dell’amica che la strinse forte. “Beizen, sapevo che in accademia ti insegnano ad essere rispettoso delle altre persone, e a difendere il sesso debole, senza offesa” disse guardando Blair e Serena, Carter lo fissava muto, non aveva paura di nulla, ma l’unica cosa che temeva era incontrare per la sua strada Chuck Bass. Di questo se ne vergognava profondamente, in fondo lui era sei anni più grande di Chuck, eppure ogni qualvolta sentiva la voce di Chuck raggelava. L’aveva conosciuto tempo prima, ed era stato lui a farlo chiudere in quell’accademia militare, lo odiava fortemente, ma non riusciva mai a batterlo e sapeva che in fondo non ci sarebbe mai riuscito. Non era capace di opporsi ad un suo ordine, e diventava una schiappa quando Chuck lo fissava con quel suo ghigno diabolico. “B..” si schiarì la voce “Bass quale onore, sei venuto a difendere la tua mandria?” ridacchiò, “La tua amichetta mi ha versato della coca cola addosso..” “D..dovevo fargliela pagare” Carter cominciò a balbettare, Chuck lo fissava in silenzio sapeva che Carter non avrebbe retto il suo sguardo e il suo farfugliare cose senza senso ne era una prova. “Va via” disse Chuck “Non è finita qui” ringhiò Carter puntando l’indice verso Blair, Chuck le si parò davanti “E’ finita quando lo dico io” ghignò fissandolo, Carter si voltò afferrò velocemente le sue cose e corse via. Gli amici si strinsero intorno a Chuck per ringraziarlo, Nate lo abbracciò e Serena gli baciò una guancia. Blair restò indietro, e approfittando del fatto che Nate e Serena fossero qualche passo più aventi e commentassero il gesto eroico di Chuck, lui le si avvicinò. “Sei sempre perfetta” le disse mentre lei cercava di aggiustare i capelli scompigliati. Blair avrebbe voluto abbracciarlo, l’aveva salvata da quel mostro, ma decise di giocare al suo stesso modo. “Sapevo cavarmela da sola” disse Blair cercando di fare la seria, Chuck la fissò “ E come Waldorf? Perdendo il parrucchino?” rise, “ Non so come, ma c’è l’avrei fatta, e comunque ho vinto la scommessa” ghignò soddisfatta, Chuck si bloccò, Blair aveva ragione l’aveva aiutata, ed aveva perso la scommessa. Poi riprese a camminare, non era ne dispiaciuto ne turbato, anzi si sentiva bene, aveva salvato Blair da quel viscido e sapeva che lei gliene era grata, “Ok ti darò i miei papillon questa sera” le disse, gli sarebbe piaciuto vedere i suoi papillon indossati da Blair. Mentre le avvolgeva la sciarpa intorno al collo i loro sguardi si incrociarono, Blair fissò quegli occhi caramello e proprio come aveva detto lui vi annegò dentro, erano così grandi ed espressivi, e non riusciva a non fissarli, stava annegando in quel mare di caramello e avrebbe voluto che nessuno la salvasse. Restarono così a fissarsi per un po’, Blair capì in quell’istante che chi voleva al suo fianco non era Nate ma Chuck, lui le accarezzò il viso “Quel verme ti ha fatto male?” Blair annuì “Grazie Chuck” disse mentre una lacrima le accarezzava il viso, istintivamente Chuck le si avvicinò e la strinse forte tra le sue braccia. Di colpo Blair si sentì bene, si rifugiò in quell’ abbraccio e assaporò il profumo di Chuck. Lui le accarezzò i capelli, “Sei sempre perfetta” le ripeté sciogliendosi da quell’abbraccio e camminando mano nella mano l’uno accanto all’altra.

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Capitolo 12
*** Per le vie di New York ***


ciao ragazzeeee...scusate l'assenza ma il carnevale qui prende troppo!!!
vi lascio un altro capitolo..baciiii


Per le vie di New York

Blair e Serena passeggiavano tranquillamente per le vie di New York, entrambe sommerse da buste piene di abiti, scarpe, sciarpe e cerchietti. Ridevano ricordando la faccia spaventata di Carter, Blair istintivamente si toccò i capelli ricordando il dolore provato, Serena l’abbracciò “Tranquilla B, non ti darà più fastidio” sorrise “Guarda questo cerchietto B, sembra fatto apposta per te” urlò Serena eccitata guardando la vetrina “Su su andiamo dentro” tirò Blair per una mano “Te lo regalerò io” sorrise, guardando l’amica contenta. Blair osservò il cerchietto ancora esposto in vetrina era tutto nero, sovrastato da un fiocco color avorio e sopra questo le iniziali di Blair erano decorate con degli Swarovski, Blair se ne innamorò subito, adorava l’amica conosceva i suoi gusti ed aspettava con ansia che Serena glielo porgesse per indossarlo. “Senta vorrei comprare quel cerchietto esposto in vetrina” Serena e Blair si voltarono furiose, avevano visto per prime quel cerchietto. La commessa avanzò qualche passo “C’eravamo prima noi” ringhiò Serena restando di stucco quando riconobbe chi aveva parlato, “Non mi interessa, adesso lo compro io” “Non sono neanche le tue iniziali quelle” replicò Serena, ma l’altra non ascoltandola pagò il cerchietto. Blair si fece coraggio, “Ei quello è il mio cerchietto” disse strappando all’altra il pacchetto dalle mani, poi afferrò Serena per un braccio e la trascinò via correndo. Si nascosero in un vicolo poco distante da casa Waldorf per depistare chi le inseguiva, trattennero il fiato quando anche l’ombra di quell’essere sparì ormai lontana. Serena rise nervosa, Blair la fissò e in un secondo le loro risate divennero incontrollabili. Avevano avuto il loro cerchietto che era stato anche pagato da qualcun altro. Quel cerchietto sarebbe stato speciale, anche se guardandolo Blair pensò.. Georgina è di nuovo in città.

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Capitolo 13
*** Qualche giorno dopo ***


Qualche giorno dopo

Blair sfoggiava il suo nuovo cerchietto, sedeva accanto a Serena e continuava a stirare la sua gonna con le mani. “Sei nervosa?” chiese Serena curiosa, “Io? No ma cosa dici, perché dovrei essere nervosa? Non c’è motivo per cui io dovrei essere nervosa, forse un po’, ma no non sono nervosa” sorrise, Serena la fissò e pensò che forse era meglio lasciarla stare. Blair continuava a fissare il cancello della scuola, era decisamente nervosa aspettava l’arrivo di Georgina da un momento all’altro. Sapeva che avrebbe visto il cerchietto che sfoggiava e che avrebbe ricordato l’inseguimento fallito, un sorriso smagliate comparve sul suo viso quando anche Nate e Chuck si sedettero accanto a loro. “Che bel cerchietto che hai Blair” disse Nate sorridendo, Blair ricordò quando Nate aveva urlato che fosse la sua ragazza e lei invece aveva desiderato che fosse Chuck. “Glielo ho regalato io” disse Serena soddisfatta raccontando anche la loro avventura. Per la prima volta Blair fu davvero grata a Serena per aver indirizzato l’attenzione di Nate su se stessa. “Georgina è tornata in città?” chiesero stupiti Chuck e Nate all’unisono. Blair li guardò, Nate era sconvolto, ma Chuck era.. la sua espressione era un misto di sconforto e piacere. “Sei contento che sia tornata?” chiese a Chuck, lui si voltò “No” “Stai mentendo” disse Blair scrutandolo “A te fa piacere che sia tornata” Chuck la fissava incredulo, non poteva dire quelle cose davanti agli amici e fargli fare la figura dello scemo, si stava comportando come una fidanzatina gelosa. “E se anche fosse Waldorf? A te che interessa?” chiese Chuck ghignando mettendo lei in imbarazzo, adesso il gioco si era capovolto era Chuck a fare le domande e Blair ad essere imbarazzata. “Non m interessa Bass, pensavo solo che voi due fate davvero una bella coppia” disse Blair ringhiando, di scatto si alzò e andò via pestando volontariamente la mano di Chuck, che trattenne un urlo di dolore. Attraversò il corridoio dell’istituto non guardando chi ci fosse al centro di questo, era furiosa, aveva scorto nelle parole e nell’espressione di Chuck qualcosa che non le andava bene. Ma cosa diceva? A lei di Chuck non interessava niente, quello stupido di un Bass l’aveva incantata, lei era innamorata di Nate e adesso aveva la conferma che anche lui lo fosse. Aveva urlato a Carter che lei era la sua ragazza e quel Bass gliel’avrebbe pagata cara. Sorrise continuando a urtare chi fosse tra i suoi piedi. “Ciao Blair” disse una voce famigliare alle sua spalle, Blair finse un sorriso contento, “Ciao Georgina”  disse voltandosi, “Ti hanno dato libera uscita da quel collegio psichiatrico? O scusa istituto di recupero per ragazzi insani” disse Blair vincendo il primo round contro Georgina. Questa la fissò “Sono scappata” disse quasi ringhiando “Tu hai qualcosa che mi appartiene” “Questo cerchietto ha le mie iniziali non l’avrai mai, dovrai passare sul mio corpo prima di possederlo” disse Blair vincendo anche il secondo round, le bastava un’altra risposta pronta e avrebbe vinto ancora una volta lo scontro epocale che aveva con Georgina. Tutto era iniziato anni prima quando per la prima volta avevano conosciuto Georgina  e Carter. Li avevano incontrati per caso a Central Park mentre si divertivano a torturare delle povere ragazzine, Georgina le prendeva in giro mentre Carter le spaventava correndogli dietro. Loro si erano avvicinati e gli avevano intimato di andare via. Da quel giorno Georgina e Carter avevano cominciato a torturare chiunque incontrassero, Georgina si divertiva a deridere le ragazzine e nei casi più estremi a tagliare loro i capelli e strappare i vestiti, rubava loro le borse, le scarpe e i cerchietti, e fuggiva in sella alla moto di Carter. Un giorno sul loro cammino avevano incontrato Blair e il suo esercito, avevano cominciato a battibeccare e Blair aveva fatto fuori Georgina con alcune delle sue risposte, Chuck invece insieme a Nate e Serena si era occupato di informare i genitori di Georgina e contattare l’accademia militare per rinchiudere Carter che diverse volte aveva cercato di far del male a Blair e Serena. Quando i genitori di Georgina erano apparsi all’improvviso lei era diventata un agnellino e loro si erano divertiti da morire a guardarla piangere e supplicare i genitori di non chiuderla in collegio. Mentre per quanto riguardava Carter, Chuck se ne era occupato personalmente, odiava quel ragazzo, aveva terrorizzato tutte le ragazzine della sua scuola e cercato di fare del male alle sue migliori amiche. Si era presentato a casa sua con il colonnello dell’accademia militare che aveva portato via Carter che continuava a ribellarsi e pregare il padre di tenerlo con lui. Aveva giurato a Chuck che gliel’avrebbe pagata ma Chuck sapeva che quella era solo una frase di rito, Carter non l’avrebbe mai sconfitto.

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Capitolo 14
*** Qualche giorno dopo (part 2) ***


Nel frattempo Serena, Nate e Chuck avvertiti dagli altri erano arrivati alle spalle di Blair. “Non mi riferivo al cerchietto, puoi anche tenerlo, io mi riferivo a qualcos’altro, o meglio qualcun altro”. Blair la fissò non capendo il senso di quelle parole, poi seguì lo sguardo di Georgina, si voltò e incontrò lo sguardo di Chuck. Abbassò gli occhi in segno di sconfitta poi ghignò contenta, l’avrebbe fatta pagare a quel Bass. Blair si affiancò a lui e poggiandogli una mano contro la schiena lo spinse più avanti “Ecco è tutto tuo, formate davvero una bella coppia, prendetevi per mano e tornate in quel centro di recupero per ragazzi insani, o dovrei dire il vostro nido d’amore? Non c’è posto più perfetto per voi due! E’ solo un amico, Nate è il mio ragazzo” sottolineò l’ultima frase guardando Chuck, “Aspetta” disse Blair dopo qualche secondo, facendo credere a Georgina che avrebbe fermato Chuck, lui si voltò e la fissò, “Mi devi ancora i tuoi papillon” disse vittoriosa Blair. “Questo pomeriggio a casa mia” disse Chuck non facendo trasparire alcuna emozione. Blair passò accanto a Georgina “E’ roba mia” disse lei, “Non credere di essere speciale, non sei l’unica per lui, lui non è fatto per una sola ragazza” disse Blair vincendo il terzo round. Scese quei gradini a testa alta aveva sconfitto ancora una volta Georgina, cercato di allontanare con tutte le sue forze Chuck, e con l’ultima risposta aveva cercato di convincere più se stessa che quella strega. Prese per mano Serena e Nate, seguiti da Dan e Jenny,  fissò Nate e gli sorrise, si lui era l’uomo della sua vita.

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Capitolo 15
*** Quel pomeriggio a casa si Chuck ***


Quel pomeriggio a casa di Chuck

Mentre l’ascensore saliva Blair sentiva il cuore scoppiarle nel petto. Sapeva che doveva avere la voce ferma e tanto, tantissimo coraggio per affrontare Chuck. Quella mattina a scuola non aveva lasciato trasparire nessuna emozione ma lei aveva colto al volo il suo tono di sfida, “Questo pomeriggio a casa mia” si era limitato a dire e con quella frase aveva lanciato il suo guanto di sfida. Lei aveva letto tra le righe e in quell’affermazione aveva colto “Questo pomeriggio a casa mia, ci sarà il secondo round” Blair tremava all’idea di dover affrontare Chuck, continuava a espirare ed inspirare per calmare il suo cuore e per raccogliere tutto il coraggio. L’ascensore terminò la sua corsa e le porte si aprirono sul lungo corridoio. Arrivata alla camera 1812 Blair bussò con un tocco quasi impercettibile, nessuno rispose. Toccò la maniglia e la porta si schiuse lentamente. “C’e nessuno?” chiese Blair affacciandosi nella zona bar. ‘Dove è quello scemo di un Chuck Bass?’ si chiese, avanzò qualche passò e poi decise di sedersi sul lucido divano di pelle nera. ‘L’aspetterò qui, arriverà prima o poi’. Si accomodò osservando l’ambiente circostante. La zona bar si trovava in penombra rispetto alle altre stanze, un piccolo bancone in legno faceva pensare all’entrata di un bar, poi seguiva un grande salone dove vi erano posizionate uno schermo al plasma, il divano lucido di pelle nera dove sedeva lei, un tavolino in cristallo con delle bottiglie di scotch, e un pc grigio. Più in la vi erano la camera di Bart Bass e la camera di Chuck, ancora più in là la camera degli ospiti e un immenso bagno. Blair ammirava affascinata quella suite immensa, Bart Bass aveva davvero buon gusto per l’arredamento ma si vedeva che mancava un tocco femminile, Blair avrebbe aggiunto un tappeto persiano, qualche dipinto, un paio di vasi, avrebbe cambiato la pittura, e si! Avrebbe fatto l’arredatrice e la stilista da grande. Sorrise compiaciuta, poi sbadigliò ma quel diavolo di Chuck Bass dove era? Sentì alcuni rumori provenire dal grande bagno si alzò e vi si avvicino. “Aaaaaaaa” urlò Blair quando un Chuck Bass bagnato e in accappatoio sbucò dal grande bagno, Chuck sobbalzò, “Ehi Waldorf se volevi raggiungermi in bagno potevi dirmelo mi facevo trovare sotto la doccia” ghignò, lei lo colpì sul braccio e si affrettò a raggiungere il salone. “Sono solo venuta per ritirare ciò che ho vinto” disse lei guardandolo mentre si asciugava i capelli. “Si si Waldorf trova delle giustificazioni” rise lui, poi si diresse nella sua camera e tornò da Blair porgendole un cofanetto di legno sul quale era intagliato il nome di Chuck per intero, sulla parte superiore un coperchio di vetro mostrava a tutti i bellissimi papillon unici al mondo. “Trattali bene” disse lui guardandola, Blair si aspettava di trovare un Chuck Bass furioso, invece l’aveva trovato calmo tranquillo impegnato in una doccia. Si strinse nelle spalle. “Charles Bartholomew Bass” ridacchiò Blair, “Blair Cornelia Waldorf” replicò lui, e lei si fece seria, “Ok Bass, li tratterò bene, li indosserò ogni tanto” fece per andarsene quando un altro rumore la fece voltare. “Waldorf” Blair restò pietrificata da quella visione, strinse più forte il cofanetto che aveva tra le mani, sorrise “Che piacere vedere la coppia felice trascorrere un pomeriggio insieme, scusate ma ho cose migliori da fare che disgustarmi  al pensiero di quello che avete appena fatto in quella camera” con fare regale e altezzoso Blair si voltò e andò verso la porta. Chuck la seguì, “Blair aspetta” lei chiamò l’ascensore e senza voltarsi disse “No Chuck, non devi giustificarti noi non siamo niente, non lo saremo mai, meglio che me ne convinco adesso che ho undici anni e non quando avrò ormai speso tutta la mia adolescenza a correrti dietro” le porte dell’ascensore si aprirono “Tieni” disse lei porgendogli il cofanetto, “E’ troppo per me, dallo a lei” “No tienilo hai vinto la scommessa” Blair avanzò qualche passo e cercò di sparire all’interno dell’ascensore, Chuck la fissò “Mi dispiace” le disse, “Non è vero” disse Blair trattenendo le lacrime “Non è da Chuck Bass dispiacersi” fu la sua ultima frase prima che le porte si chiudessero dividendoli. “Io non..” sussurrò lui, ‘A cosa serve ormai l’ho ferita, stupido Bass’ tornò in casa, Georgina l’aspettava poggiata allo stipite della porta, “Allora? Ha pianto?” chiese soddisfatta “Non sono affari tuoi vestiti e vai via” ringhiò lui “Oh poverino,  Chuck Bass è innamorato?” lo canzonò lei “Io non amo Blair” “Dimostramelo” lo sfidò lei Chuck le si avvicino e afferrandola dai fianchi la spinse nuovamente all’interno della stanza.

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Capitolo 16
*** Quel pomeriggio a casa di Chuck (Part 2) ***


scusateee so che questo pezzo è minuscolo ma ho postato al volo!!! un bacione!!!

Nell’ascensore Blair cercò di cacciare via quelle lacrime che le facevano bruciare gli occhi, strinse più forte sul petto il cofanetto di Chuck, vedere quella strega uscire dalla sua stanza e sapere ciò che avevano fatto poco prima le faceva ribollire il sangue nelle vene.  Come aveva potuto pensare che Chuck potesse sostituire Nate? No! Lei al suo fianco voleva Nathaniel Archibald. Accarezzò il nome intagliato nel legno, quella Georgina gliel’avrebbe pagata, anche Chuck. Tirò su con il naso, doveva studiare un piano. Chiamò la sua limousine e si fece accompagnare a casa di Serena aveva bisogno della sua spalla per sconfiggere quella strega.

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Capitolo 17
*** Casa Van Der Woodsen ***


Casa Van Der Woodsen

Blair e Serena erano sdraiate sull’enorme tappeto persiano in camera di Eric. Si erano procurate diversi fogli e parecchi pennarelli per creare un piano che distruggesse Georgina. Eric le aiutava inserendo di tanto in tanto qualche suggerimento che comprendeva draghi sputa fuoco o macchine transformer. Avevano deciso di agire insieme, sapevano che le loro menti unite erano infallibili. “Blair posso chiederti una cosa?” chiese Serena timidamente “Certo S dimmi pure” la fissò interessata l’amica “Ma.. a te.. piace..” “Non mi piace Chuck cosa te lo fa pensare?” si affrettò a rispondere Blair, l’amica ridacchiò, le piaceva decisamente Chuck in fondo lei non aveva neanche pronunciato il suo nome. Eric corse in camera loro per avvisarle che qualcuno le attendeva in salone. Le due ragazzine si fissarono non aspettavano nessuno. Corsero nell’altra stanza, Chuck e Georgina sostavano sulla porta. “Ci siete entrambe” disse sprezzante Georgina fissandole. Blair non proferì parola, fissò Chuck ma distolse lo sguardo per non piangere, l’incontro di qualche ora prima le riaffiorò alla mente. “Va via da casa mia Georgina” ringhiò Serena “Non sei la benvenuta” “E’ stato Chuck ad invitarmi” disse lei altezzosa “Questa non è casa di Chuck” rispose la biondina furiosa, “Ehi Waldorf il gatto ti ha mangiato la lingua?” disse ridendo di Blair che non parlava. Quest’ultima furiosa le si avvicinò senza aprire bocca chiamò l’ascensore e vi spinse dentro Georgina che non ebbe il tempo di opporsi. Chuck fissò la scena ammutolito “Vado via anche io” disse dopo qualche secondo, “Va dalla tua ragazza” sussurrò Blair sconfitta, Chuck le si avvicinò pericolosamente “Che c’è Waldorf ti da tanto fastidio vedermi con lei? Avevi detto che di me non ti importava nulla” “Chuck..” lo rimproverò Serena, Blair lo fissò furiosa, “Puoi fare quello che vuoi, mi fai schifo!” urlò correndo verso l’ascensore. Le parole di Blair lo colpirono come schiaffi in pieno viso, Blair lo odiava e senza che se ne rendesse conto lui continuava a ferirla, scosse la testa, cosa gli stava capitando? Eric lo fissò sconcertato, Serena sparì nella sua camera perplessa. Chuck si avviò verso l’ascensore ma cambiando idea decise di restare con Eric, giocare con lui l’avrebbe distratto un po’.

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Capitolo 18
*** Casa Van Der Woodsen - qualche giorno più tardi ***


Casa Van Der Woodsen – qualche giorno più tardi

Serena piangeva disperata mentre abbracciava Eric, ancora una volta sua madre aveva deciso di sposarsi. Era stanca di vedere entrare uomini nella vita di sua madre, nella sua e in quella di suo fratello. Fino a quel momento nessuno di quegli uomini gli aveva fatto da padre, tutti miravano ai soldi di sua madre e se ne infischiavano di lei e di Eric. Chiamò la sua limousine e portò con se il fratellino confuso. La lunga macchina nera arrestò la sua corsa dinnanzi casa Waldorf. Arrivata a casa di Blair, Serena l’abbracciò piangendo e tra i singhiozzi spiegò all’amica che sua madre aveva deciso di sposarsi ancora. Blair strinse forte lei ed Eric, li invitò a stare da lei. Sapeva che l’amica aveva bisogno del suo aiuto, sapeva che dopo il matrimonio un altro uomo avrebbe fatto da padrone in casa di Serena e che dopo qualche mese la madre l’avrebbe lasciato, continuava così  a collezionare innumerevoli matrimoni e altrettanti divorzi. Dorota preparò una cioccolata calda ai due nuovi ospiti e finalmente davanti a questa i singhiozzi di Serena si calmarono. “Allora chi ha scelto questa volta?” chiese Blair curiosa “Non ci crederai mai” disse l’amica stringendo la tazza fumante “Bart Bass” “Cosa?” urlò stupita Blair. Lily non si era mai spinta tanto oltre, aveva sposato uomini ricchi ma non al livello di Bart Bass, e questo comportava anche Chuck. Serena e Chuck sarebbero diventati fratelli, quando Blair avrebbe voluto incontrare l’amica ci sarebbe stato sempre Chuck. I pensieri scorrevano velocemente, mostrandole il futuro e quasi trattenne un urlo di disprezzo. Cercò di abbandonare quei pensieri per sostenere l’amica. “Le cose questa volta sembrano serie” disse Serena pensierosa “Ha parlato di vivere insieme, adottare Chuck trasferirci da loro” continuò Serena, “S quando vuoi casa mia è a disposizione” disse Blair, sapendo che tantissime volte l’amica sarebbe corsa a casa sua. Eric sorrise, adorava stare da Blair adorava Dorota però non gli dispiaceva avere 24h su 24 Chuck a sua diposizione, aveva sempre desiderato un fratello come lui. Blair li guardò, la loro famiglia era quasi peggio della sua.

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Capitolo 19
*** Casa Van Der Woodsen ***


Casa Van Der Woodsen

Rufus le si avvicinò accorciando la distanza tra loro. Lily sbatté contro il piano colazione decisa a sottrarsi da ciò che stava per accadere. “Lily tu sei stata il mio grande amare” sussurrò lui, “Rufus, avevamo sedici anni, adesso ne sono passati molti di più” scostandolo disse “Per favore, ho promesso hai miei figli che questa volta il mio matrimonio sarebbe durato per sempre” “So che non vuoi sposare Bart, lo fai solo per interesse” lei lo colpì con un sonoro ceffone “Non ti permetto di dire queste cose, io amo Bart, ed ho deciso di fare questo grande passo con lui” quasi urlò. Rufus era stato il suo primo amore, avevano sedici anni quando le loro strade si erano incontrate, eppure adesso averlo così vicino non gli faceva più quello starno effetto, anzi quel formicolio piacevole lo provava all’avvicinarsi di Bart. Aveva promesso a Serena e a Eric che questo legame sarebbe durato per la vita, avrebbe adottato Chuck e sposato l’uomo più affascinante dell’Upper Est Side. Doveva ammettere che nella sua collezione di matrimonio e divorzi non si era mai spinta così oltre, ma questa volta quello che provava era forte, amava Bart, e voleva urlarlo a Rufus. “Lily ragiona, tu non ami Bart, vuoi solo convincerti di questo, forse perché può dare quella sicurezza ai tuoi figli che gli altri non hanno dato, ma io..io ti amo e darei qualsiasi cosa per un tuo bacio e per portarti via da qui” Lily lo fissava sconvolta, diceva sul serio? A dire il vero forse una volta avrebbe lasciato tutto e sarebbe scappata con lui, ma ora no, rispettava Bart e voleva sposarlo. Scosse la testa ed allontanò Rufus, “Per favore esci dal mio appartamento” disse con il tono più tranquillo che avesse. Indietreggiava verso la porta sperando che Rufus la seguisse. Poi improvvisamente urtò qualcosa..o meglio qualcuno. “Lily ti ha gentilmente chiesto di uscire dal suo appartamento” la voce di Bart Bass troneggiò imperiosa oltre Lily. Rufus intimidito, si diresse verso l’ascensore “Vado via con i ragazzi, lontano da qui” disse sconfitto aspettando che lei corresse da lui. Lily lo fissò poi si voltò a guadare Bart “Posso spiegarti tutto” disse cercando di non tremare, Bart la strinse a se, “Ho assistito alla maggior parte del litigio, e mi basta come spiegazione” sorrise, Lily a sua volta allacciò le sue braccia intorno al suo collo, Bart la baciò orgoglioso e innamorato più che mai. Lei gli afferrò la cravatta e maliziosa lo spinse nella sua camera, lo baciò più volte sussurrandogli “E’ te che voglio Bart Bass”.

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Capitolo 20
*** Palace Hotel - Camera i Chuck ***


Palace Hotel – Camera di Chuck

“Charles questa sera ceniamo a casa di Lily, ti prego di non farmi fare figuracce, ci tengo a fare buona impressione” disse Bart sistemandosi la cravatta “Perché vuoi sposare quella donna? Tu puoi avere tutte le donne che vuoi” disse Chuck cercando di intraprendere un discorso da adulti. “Charles” disse Bart chinandosi verso lui “Mi dispiace che tu abbia questa considerazione dell’amore, so di poter avere tutte le donne che voglio, ma nessuna può darmi davvero ciò che desidero e quello che desidero è avere accanto a me una donna che mi ami fino alla fine dei miei giorni” disse Bart fissando Chuck negli occhi. Suo padre doveva essere davvero innamorato, non gli aveva mai parlato così, allora anche lui aveva un cuore. “Figliolo spero che un giorno anche tu possa trovare una donna per la quale valga la pena di lottare, e che ti ami con tutta se stessa, naturalmente anche tu dovrai amarla con tutto te stesso, ti accorgerai di essere innamorato quando non farai altro che pensare a lei, vorrai stare solo con lei, e qualsiasi cosa ti accadrà avrai voglia di condividerla solo con lei e nessuna donna al mondo potrà darti le stesse emozioni che proverai con lei” Bart sorrise. Chuck lo fissò era la prima volta in undici anni di vita che lo vedeva sorridere, adesso suo padre gli sembrava umano, e non così tanto lontano. Bart scelse per Chuck un completo nero lucido cercò di abbinare un papillon ma Chuck lo fermò prima che si rendesse conto che il suo cofanetto non ci fosse. Bart gli porse una cravatta nera con le sue iniziali al centro “L’ho fatta fare per te figliolo spero ti piaccia” disse Bart prima di baciare Chuck sulla fronte. Chuck restò immobile, solo una volta suo padre l’aveva baciato ed era stato quando gli aveva consegnato il cofanetto con i papillon, lo fissò e istintivamente gli gettò le braccia al collo. Bart sembrò impacciato ma dopo qualche secondo strinse suo figlio a se, in tutti quegli anni non gli aveva mai dimostrato affetto, ma sapeva che suo figlio stava crescendo, lo vedeva assumere i suoi stessi atteggiamenti, cercare di imitare gli adulti, non sorridere mai, avere un comportamento freddo e distaccato con tutti e questo in fondo a Bart faceva male. Non voleva che suo figlio diventasse un lupo solitario come lui, voleva vederlo felice e spensierato come un ragazzino della sua età. In quell’istante in cui Chuck si era lasciato andare e gli aveva gettato al collo le sue piccole braccine il cuore di Bart si era fermato per alcuni secondi, era ancora in tempo per salvare il figlio da una vita triste e solitaria. Per la prima volta in quell’istante aveva sentito davvero Chuck come suo figlio l’aveva stretto a se per non perdere neanche un secondo di quell’abbraccio spontaneo. Accarezzò la testolina di Chuck e gli sussurrò che gli voleva bene, Chuck lo strinse più forte e disse “Ti voglio bene papà, non ho mai desiderato un altro padre” quelle parole fecero piangere Bart. Capì davvero in quell’istante che nonostante tutto suo figlio lo adorava, imitava i suoi atteggiamenti parlava e si muoveva come lui, tutto gli sembrò più chiaro, era il suo idolo il suo modello, Chuck voleva essere come lui. Si sentì lusingato e promise a Chuck che avrebbero trascorso più tempo insieme. Decisero di fare una passeggiata sino a casa di Lily, in quel lungo tragitto Bart chiese innumerevoli cose al figlio, riuscì anche a far confessare a Chuck che forse in fondo provava qualcosa per Blair. Fu una passeggiata ricca di confessioni, Bart si aprì totalmente con Chuck e lui fece lo stesso, e in quel momento entrambe scoprirono qualcosa di nuovo:  il piacere di stare tra padre e figlio.

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Capitolo 21
*** Casa Van Der Woodsen ***


Casa Van Der Woodsen

Lily correva da una parte all’altra della casa, aveva sistemato tutto alla perfezione, eppure trovava sempre qualcosa fuori posto. Serena la fissava sorridendo, per tutte le volte che sua madre aveva invitato degli uomini a cena quella era la prima volta che la vedeva così agitata, forse davvero a sua madre interessava Bart Bass. Per sicurezza e per avere sostegno morale Serena aveva chiesto a Lily di invitare Blair, aveva bisogno della sua migliore amica in un momento così delicato. Il campanello trillò più volte, Lily sistemò un ultima volta il suo vestito, toccò nervosa il suo chignon  dorato e corse ad accogliere gli invitati. Bart preceduto da Chuck salutò Lily con un elegantissimo baciamano, Serena e Blair osservarono incantate la scena dall’alto delle scale. Bart poteva incutere terrore ma era pur sempre un galantuomo per eccellenza. Chuck salutò Lily con un bacio sulla guancia, Blair lo fissò aveva un espressione nuova, era.. felice. Anche Serena notò il cambiamento contenta che Chuck non odiasse quella riunione. Lily fece segno alle ragazze di raggiungere gli ospiti, Blair aggiustò la sua gonnellina nera e stirò con le mani la camicetta bianca, Serena si specchiò per aggiustare la folta chioma dorata ed insieme raggiunsero Bart e Chuck. “Buonasera signorine” disse Bart sorridendo, entrambe restarono incantate era raro veder sorridere Bart Bass, alcuni dicevano di averlo visto sorridere solo quando era fidanzato con la defunta mamma di Chuck. “Salve signor Bass” recitarono in coro le ragazze, “Ciao Serena, ciao Blair” disse Chuck poco dopo, le ragazze lo salutarono e lo accompagnarono a lasciare il lungo trench portando con loro il soprabito di Bart. “Vado a chiamare Eric è ancora in camera sua” disse Serena cercando una scusa per lasciare da soli Chuck e Blair. “Sai Blair..” esordì Chuck all’improvviso, poi si bloccò, suo padre aveva ragione aveva voglia di raccontare solo a Blair ciò era accaduto tra lui e il padre, allora davvero provava qualcosa per lei? Scosse la testa per ignorare quei pensieri, Blair era una sua cara amica ecco perché voleva raccontarle tutto. Blair lo fissava aspettando che continuasse, “Io e mio padre abbiamo avuto una conversazione normale” disse lui felice, e le raccontò della chiacchierata, dell’abbraccio, delle lacrime di Bart, della lunga passeggiata e dell’innamoramento di suo padre. Blair lo guardò contenta “Sapevo che in fondo Bart era un uomo buono” sorrise, “Sono contenta che vi siate ritrovati e spero davvero che sia felice con Lily” Chuck la guardò nessuno lo capiva meglio di lei, provò l’impulso di avvicinarsi e strapparle quel tanto famigerato primo bacio ma trattenne quell’istinto e  si limitò a dirle “Grazie Blair sentivo il bisogno di raccontarlo a qualcuno ed ho pensato subito a te” disse sorridendo per poi dirigersi verso l’altra stanza “Ah quasi dimenticavo” la guardò ancora “Il mio papillon ti sta benissimo” si voltò e sparì in cucina. Blair sorrise a trentadue denti  arrossendo, aveva indossato il papillon nero a pois bianchi, l’aveva usato come cerchietto e quel fiocco le dava quel tocco in più. Quando quel pomeriggio Serena l’aveva avvisata della cena Blair non aveva esitato, aveva subito detto all’amica che lei ci sarebbe stata in qualunque caso, sapeva che quello era un momento davvero delicato. Aveva passato ore davanti l’armadio per scegliere cosa mettere, poi aveva optato per quella gonnellina nera, la camicetta bianca e le ballerine anch’esse nere. Le mancava un cerchietto adatto e guardando il cofanetto di Chuck aveva deciso di usare uno dei suoi papillon a mo di cerchietto, l’aveva regolato in base alla circonferenza della sua testolina si era guardata e riguardata e quella sera si sentiva perfetta. Aprendo quel cofanetto di legno il profumo di Chuck l’aveva investita in pieno era stata un’ora abbondante con il piccolo nasino infilato tra i suoi papillon per assaporare quella fragranza che le piaceva tanto. Quando era arrivata da Serena l’amica aveva fissato il papillon ma non le aveva chiesto niente, Blair era sicura che Serena avesse capito qualcosa, ma non avrebbe mai ammesso che le piaceva Chuck. Si sistemò ancora una volta la gonnellina e si diresse verso la cucina. Serena aveva osservato e ascoltato tutta la conversazione dall’altra stanza, adesso sorrideva contenta, quei due insieme facevano davvero una bella coppia.

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Capitolo 22
*** Qualche settimana dopo ***


Qualche settimana dopo

La cena a casa Van Der Woodsen era andata benissimo, Bart e Lily continuavano a frequentarsi, sembravano due adolescenti innamorati e Blair e Serena li guardavano incantati. Blair non vedeva Chuck da quella sera o per meglio dire lo aveva visto in giro qualche volta al braccio di quella sgualdrina di Georgina. Odiava vederli insieme e ogni qualvolta si incontravano Georgina sfoggiava uno dei suoi sorrisi vittoriosi. Blair la odiava, ma non doveva fargliela vincere, avrebbe sfoggiato anche lei uno dei suoi sorrisi vittoriosi e sapeva come fare. Sorrise soddisfatta. Si avviò verso il grande cancello della scuola andando incontro a Serena. Nate le raggiunse poco dopo, subito seguito da Chuck a braccetto con Georgina. “Chuck che ne dici se stasera invitiamo anche i tuoi amici al Palace, sai una serata tutti insieme” sorrise, Blair l’ascoltava stranita, quella strega aveva qualcosa in mente. “Ragazzi che ne dite se stasera ceniamo insieme al Palace?” gli altri discussero un po’ poi acconsentirono si sarebbero visti quella sera alle otto. Blair sorrise sapeva come vendicarsi.

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Capitolo 23
*** Palace Hotel 20:00 ***


Blair ricordò quel pomeriggio al parco

[Flashback]

Quel pomeriggio Blair aspettava Nate entusiasta di trascorrere un po’ di tempo con lui. Avevano passeggiato silenziosi per Central Park, Blair sapeva che quel pomeriggio qualcosa di tanto importante sarebbe accaduto. Sedettero vicino il suo laghetto preferito, Nate le prese la mano e fissandola dritta negli occhi, senza proferir parola, le si avvicinò..Blair chiuse gli occhietti sognante..e dolcemente accadde.
Blair sentì il cuore batterle più forte ricordando l’accaduto, sorrise soddisfatta e vittoriosa,  finalmente aveva dato il suo primo bacio all’amore della sua vita.
 
Palace Hotel 20:00

La lunga limousine di Serena si fermò davanti l’hotel, vi scesero lei e Blair, Serena indossava una gonnellina nera con una camicetta rossa e la folta chioma bionda lasciata ribelle sulle spalle, Blair indossava un tubino blu notte , i suoi capelli erano lasciati sciolti sulle spalle tanti boccoli color nocciola. Dopo qualche minuto anche la limousine di Nate arrivò, indossava un completo celeste pastello e i suoi capelli erano gelatinati su un lato, Blair lo guardò era incantevole. Serena entrò per prima, Blair si avvicinò a Nate, “Ti va se entriamo tenendoci per mano?” sorrise, Nate annuì contento e strinse la mano di Blair. Sentì una strana sensazione all’interno del suo stomaco, non era piacevole, sentiva che tenere la mano di Nate non la faceva stare bene, ma si fece forza doveva fargliela pagare, attribuì quella sensazione allo stonare dei loro completi. Oltrepassarono la soglia dell’hotel entrambe sorridenti, Chuck sedeva vicino la reception indossava un completo blu con le gradazioni di colore uguali a quelle di Blair, aspettava i suoi ospiti. Salutò Serena e si avviò verso il loro tavolo, si voltò per accogliere Blair e Nate, il suo sguardo seguì le loro dita intrecciate, poi fissò Blair,poi ancora una volta fissò le loro mani. “Ciao Chuck” disse Nate tranquillamente, “Vado a sedermi” disse a Blair baciandola sulla guancia. Blair restò dinnanzi a Chuck “Allora..state insieme” disse Chuck quasi sussurrando “Si” disse Blair soddisfatta “E..vi siete anche ..” “Si Chuck, gli ho dato il mio primo bacio, oh è stato fantastico proprio come immaginavo” sorrise sognate raccontando a Chuck di quel momento “Eravamo al parco sedevamo su una panchina di pietra, proprio vicino il mio stagno, lui mi teneva la mano poi piano si è avvicinato e mi ha baciata, oh Chuck è stato bellissimo, proprio come l’avevo immaginato, il rumore delle ondicelle, lo starnazzare delle anatre. Era proprio da film” Chuck non replicò si voltò sconfitto, Blair lo guardò andare via, poi guardò il suo completo e sbuffando pensò ‘perché scegliamo gli stessi abiti?’ scosse la testa, adesso doveva sfoggiare il suo sorriso vittorioso. Dopo qualche secondo arrivò Georgina, si avvicinò a Chuck e lo baciò sulla fronte, lui si scostò pulendosi. “Ho in mente una cosa stasera, piangerà vedrai” sorrise, ma Chuck non ascoltò, perso nei suoi pensieri, con l’immagine di loro due che si baciavano. Sedettero a tavola e mangiarono tutto quello che Chuck aveva ordinato, passarono diverse ore seduti a quel tavolo a ridere, mangiare, scherzare e lanciarsi frecciatine. Blair e Chuck si fissavano per interi minuti i loro sguardi erano tristi, sconfitti, inconsapevoli di dirsi ciò che sentivano. Georgina fissò Blair, sorrise soddisfatta, si avrebbe pianto.

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Capitolo 24
*** Diverse ore più tardi davanti il Palace ***


Diverse ore più tardi davanti il Palace

Chuck parlava e rideva con Serena e Nate, Blair era poco distante che aggiustava le sue ballerine, Georgina le si avvicinò, “Blair posso parlarti un attimo?” “Cosa vuoi strega?” “Stai sicura, dopo che avremo parlato non sarai più tanto sarcastica” sorrise, Blair la fissò ora cosa voleva? “Sai sono stata un po’ in Francia prima di arrivare qui” sghignazzò “E non indovinerai mai chi ho incontrato” rise ancora più forte tanto da far zittire e voltare gli altri tre. “Ho incontrato qualcuno che si chiama Harold Waldorf” Blair lo fissò, suo padre? “E sai con chi era? Questo ti farà ridere davvero” rise ancora “Baciava un uomo” strillò, Blair raggelò, la borsetta le cadde dalle mani gli altri fissavano la scena ammutoliti, “Non..non è vero” urlò Blair, la rabbia non le fece capire più nulla e si scagliò contro Georgina, la graffiò, le tirò i capelli e la prese a schiaffi gli altri cercarono di separarle ma Chuck li trattenne “Lasciatela sfogare”  Georgina cercò di liberarsi ma Blair la colpì ancora più forte, Chuck si avvicinò consapevole che adesso le cose sarebbero andate peggio. Tirò via Blair prendendola di peso, continuò a dimenarsi, Georgina sghignazzò ancora guardandola arrabbiata. “Oh si Blair tuo padre baciava un uomo ne ho la prova” le lanciò un cellulare che mostrava suo padre immortalato mentre baciava un uomo, Blair la fissò ammutolita smise di dimenarsi, suo padre baciava davvero un uomo, non poteva crederci, era andato via perché amava un uomo, pianse, pianse in silenzio, Chuck schiacciò il cellulare sotto i piedi cancellando una volta per tutte quell’immagine. Blair stretta ancora tra le sue braccia lo fissò e tra le lacrime gli sorrise grata. Georgina lo fissò “Bass tu sei mio devi essere dalla mia parte” gli si avventò contro, Chuck lasciò andare Blair e spingendo Georgina gli urlò contro “Io non sono tuo, e non sto dalla tua parte, ora sparisci” ringhiò. Georgina fece qualche passò per andare via, poi accucciandosi dietro la limousine strisciò alle spalle di Blair e l’afferrò per un braccio “E adesso come la mettiamo Bass? La tua amichetta è in pericolo” lo canzonò “O dovrei dire la ragazza di cui sei innamorato, oh si Chuck Bass è innamorato” rise “Tu sei mio Bass, non sarai mai di questa bambina” rise più forte, Blair posta di fronte a Chuck lo fissava i suoi occhi erano lucidi, non aveva paura, ma le parole di Georgina la facevano tremare, Chuck era davvero innamorato di lei? “Vieni a salvare la tua donnina” disse trascinando Blair al centro della strada “Georgina non fare scemenze vieni via di li, potreste farvi male” urlò Chuck “Non mi interessa” ringhiò lei, spinse più forte Blair quando un taxi arrivò a tutta velocità, “Nooo” urlò Chuck ma l’impatto fu inevitabile. Corsero tutti verso il corpo inerme di Blair, Georgina incapace di capire cosa aveva fatto restava immobile al centro della strada Serena la colpì così forte che Georgina svenne, quando si risvegliò era in una centrale di polizia.

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Capitolo 25
*** Quella sera - in ospedale ***


Quella sera – in ospedale

Chuck aveva immediatamente chiamato suo padre, che aveva avvisato Lily, Eleonor e i signori Archibald. Adesso tutti sostavano nel corridoio dell’ospedale. Serena in lacrime cercava di spiegare a sua madre cosa fosse accaduto, Bart cercava di tranquillizzare Eleanor che singhiozzava convulsamente, e i signori Archibald stringevano Nate ancora sconvolto. Chuck fissava il muro celeste sbiadito, rivedeva la scena dell’impatto e il fragile corpo di Blair scagliato oltre la strada. Il taxista era sceso di corsa in lacrime per soccorrere Blair urlando di non averla vista, Nate aveva cercato di tranquillizzarlo spiegandogli la situazione e di corsa aveva portato tutti in ospedale. Adesso Blair era sotto intervento, le sue condizioni non erano buone, l’impatto era stato molto violento e Chuck si incolpava per quello che era accaduto. Scivolò con le spalle contro il muro, sentiva il fiato corto e gli occhi bruciargli, Bart gli sedette accanto, non appena Chuck lo vide cercò conforto in un suo abbraccio, Bart lo strinse a se e milioni di lacrime inondarono il piccolo viso di Chuck. Bart lo accarezzò “Charles vedrai, Blair ce la farà” disse cercando di rassicurarlo. Chuck continuava a singhiozzare aveva bisogno di piangere, di sfogarsi, di far cadere quelle lacrime, aveva bisogno di credere che Blair ce l’avrebbe fatta. Eleanor si avvicinò a Chuck e accarezzandolo gli chiese cosa fosse accaduto. Lui tirò su col naso poi ricomponendosi spiegò a tutti come fossero andate le cose, disse della sicurezza che aveva Georgina ad affermare quelle cose, delle prove che aveva, sapevano tutti che Blair era molto forte ma se qualcosa riguardava suo padre cambiava totalmente. Eleanor si fece forza “Sai Chuck, Georgina non ha tutti i torti” lui la fissò incredulo, “Non ho avuto il coraggio di dire a Blair perché io e suo padre abbiamo deciso di separarci” distolse lo sguardo, neanche lei riusciva a reggere lo sguardo di Chuck. “Suo padre, è andato via perché si è innamorato di un altro uomo, un modello francese” pianse, Chuck la fissò, allora Georgina aveva ragione, sentì una fitta allo stomaco come se qualcuno lo avesse colpito, pensò a Blair in sala operatoria, a cosa avrebbe dovuto sopportare una volta ripresa. Sentì ancora una volta le lacrime bruciargli gli occhi, ma questa volta le ricacciò. “E’ colpa mia se adesso mia figlia si trova in sala operatoria, avrei dovuto dirle tutto” “Signora Waldorf so che per lei non è una cosa facile, non lo è per nessuno ammettere che il proprio marito è innamorato di un uomo, Blair non avrebbe retto lo stesso, anche se a dirglielo fosse stata lei, purtroppo Georgina non è stata delicata come lo sarebbe stata lei, ed ha approfittato di quel momento di debolezza per farle male, ma non se ne faccia una colpa, non è colpa sua” Eleanor lo fissò, parlava come un adulto e nonostante fosse un ragazzino di undici anni le sue parole ebbero il potere di calmarla.

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Capitolo 26
*** Ospedale - otto ore dopo ***


Ospedale  - otto ore dopo

Finalmente dopo otto lunghe ore di intervento il primario si avvicinò a Eleanor, “Salve signora Waldorf sono Frederic Mayer primario dell’ospedale, ho operato personalmente sua figlia, le sue condizioni non sono ancora stabili, l’impatto è stato molto violento, e c’è la probabilità che non cammini più, mi dispiace signora” Eleanor singhiozzò più forte, Chuck sentì il cuore fermarsi, Blair poteva non camminare più? Non poteva crederci, Serena pianse più forte, la sua migliore amica, non poteva finire così, Nate era ancora sconvolto tra le braccia della madre. “Tra qualche minuto potrete vederla” disse il primario congedandosi. Lily abbracciò più forte l’amica assicurandole che sarebbe andato tutto bene. Bart strinse Chuck a se, questo non riuscì neanche a piangere, quella notizia l’aveva stravolto maggiormente. Finalmente fu possibile vedere Blair, Eleanor andò a baciare la figlia, dopo qualche secondo uscì di corsa piangendo. Chuck lentamente aprì la porta della camera dove Blair riposava. La guardò e il suo cuore perse colpi, faceva male vederla così. Era distesa su quel letto d’ospedale un braccio ingessato, le gambe sollevate e ingessate, il collare, un occhio nero e le labbra gonfie e viola. Un grande macchinario al suo fianco respirava per lei e un elettrocardiogramma segnava i suoi battiti. Chuck le accarezzò il viso e la macchina alle sue spalle accelerò i battiti, si voltò e fissò il macchinario, possibile che Blair l’avesse riconosciuto? Provò ancora una volta ad accarezzarla e il macchinario ancora una volta accelerò i battiti, sorrise, Blair sapeva che lui era lì. “Andrà tutto bene Blair, vedrai, camminerai ancora, faremo intere passeggiate a Central Park, correremo e giocheremo e ci divertiremo, vedrai Blair” le strinse la mano “Non sarai sola, io sarò con te” una lacrima scese sul viso di Blair lui l’asciugò con un baciò e il macchinario alle sue spalle suonò ancor più velocemente Chuck sorrise “Anche in queste condizioni riesco a farti arrossire” rise contento per qualche secondo. Dopo qualche minuto anche Serena e Nate andarono a salutare l’amica, Serena la strinse a se piangendo “Ce la faremo Blair” e sorrise contenta quando i battiti di Blair aumentarono. Nate la fissava incredulo “Non..ce la faccio a vederla così” Chuck gli si avvicinò “Dobbiamo essere forti per lei” quasi ringhiò contro l’amico. “Devi sostenerla, specialmente tu che sei..il suo ragazzo” Chuck fece fatica ad aggiungere quell’ultima frase, non sopportava che quel pappamolle di Nate fosse il ragazzo di Blair, si lui era il suo migliore amico, ma non aveva la stoffa del duro, come lui. Blair non era fatta per uno come Nate, al suo fianco aveva bisogno di qualcuno che la proteggesse che fosse forte e rispettato da tutti, uno come lui, o forse proprio lui. Nate non era così, era abituato ad essere difeso da Chuck, molte volte Chuck aveva preso qualche pugno per lui, ma non gliene faceva una colpa sapeva che l’amico era molto sensibile, al primo ostacolo crollava. Lui invece era abituato alla durezza, suo padre era cambiato solo adesso, e l’aria da duro che aveva gli permetteva di essere temuto e rispettato, e questo da grande gli sarebbe servito. Sapeva anche che avrebbe sempre dovuto difendere Nate, era il suo migliore amico e non l’avrebbe mai lasciato da solo, era come se Nate vivesse all’ombra di Chuck, se qualcuno gli dava il tormento bastava fare il nome di Chuck che tutti scappavano a gambe levate. Si, lui era fatto per Blair, lei aveva bisogno di quel feeling che c’era solo tra loro. Sedettero accanto a Blair e piano si addormentarono.

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Capitolo 27
*** L'indomani mattina ***


L’indomani mattina

Eleanor dormiva accanto a Lily in una stanza d’ospedale, lentamente Bart le svegliò per dare loro i caffè che aveva portato, Lily gli sorrise, era cambiato così tanto e non solo con lei anche con Chuck, aveva visto come la sera precedente aveva stretto a se il figlio in lacrime, e come l’aveva rassicurato che le cose si sarebbero messe a posto, le piaceva pensare che era lei a procurare quei cambiamenti sorrise e dolcemente lo baciò. Eleanor ringraziò Bart e chiese dei ragazzi, dormivano ancora tutti accanto a Blair, sorrise ripensando a quando da piccoli anche loro erano così uniti. Lily, Bart, Eleanor e Harold, erano proprio come loro quattro, giocavano, scherzavano ed uscivano sempre insieme erano inseparabili e piano piano crescendo erano sbocciati anche i primi amori, Eleanor e Harold si erano trovati da piccoli adesso guardando Lily e Bart era contenta che anche loro alla fine si fossero trovati. I figli erano molto simili a loro da piccoli, Chuck era la copia spiccicata di Bart, Serena era come Lily e Blair era tutta sua madre, ma quando voleva mostrare il lato sensibile di se ecco che usciva la parte di Harold. Sorrise al pensiero di quei ricordi. “Eleanor mi sembra giusto chiamare Harold cosa ne dici?” Bart aveva ragione, non lo aveva ancora avvisato, “Se vuoi posso chiamarlo io” si offrì volontario “Grazie Bart, non c’è la faccio a dirgli cosa è accaduto” sorrise grata all’amico. Mentre Bart avvisava Harold, Eleanor e Lily andarono a rinfrescarsi e a svegliare gli Archibald. Nella stanza di Blair tutti dormivano ancora, Blair aprì lentamente gli occhi e guardandosi attorno trattenne le lacrime, cosa le era accaduto? Si voltò e vide Chuck, Serena e Nate dormire vicino a lei, si sporse oltre il letto e con una manina accarezzò il viso di Chuck che spalancò subito gli occhi. “B..Blair” disse con la voce ancora assonnata “Ti sei svegliata” sorrise contento, “Come ti senti?” Chuck voleva farle una raffica di domande, ma decise di restare in silenzio le si avvicinò e l’abbracciò, Blair sparì in quell’abbraccio piangendo quelle lacrime trattenute a lungo. “M..mio padre..” pianse più forte adesso ricordava tutto, la risata di Georgina, la menzogna su suo padre, la rissa, la foto, Chuck che la distruggeva sotto i piedi, Georgina che l’afferrava e la scaraventava contro quel taxi in corsa. Chuck l’accarezzò “Tranquilla Blair, so per certo che anche se tuo padre ama un uomo, non amerà mai nessuno più di te, lui ti vuole bene, sei la sua principessina ricordi?” sorrise guardandola “Sta tranquilla lui ti vuole bene e te ne vorrà per sempre” Blair lo fissò asciugandosi le lacrime, “Come fai ad esserne certo Chuck?” “Non ho mai visto un padre volere così bene a sua figlia, nell’Upper East Side le effusioni non sono il pane quotidiano, ma tuo padre non  se ne è mai interessato molto, ti ha sempre abbracciata in pubblico, fatto mille complimenti quando provavi un vestitino, e se ti facevi male  ti portava in braccio baciandoti la guancia più e più volte, Blair qui nell’Upper East Side, tutti volevano un padre come il tuo, anche io alcune volte ho desiderato quelle attenzioni, ed adesso che mio padre è cambiato capisco cosa mi è mancato in tutti questi anni” sorrise guardandola “Grazie Chuck, grazie per tutto quello che hai fatto per me, grazie per aver distrutto il telefono sotto i piedi” sorrise, lui si avvicinò e la baciò sulla fronte “Ora sta tranquilla vado a chiamare tua madre” sorrise andando via. Blair lo guardò uscire dalla porta, poi guardò Nate dormire poggiato a Serena loro erano fatti per stare insieme, lei al suo fianco forse non voleva Nate.

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Capitolo 28
*** Ufficio Bass ***


Ufficio Bass

Pur avendo undici anni Chuck Bass aveva già il controllo dell’intera New York. Non appena alzava la cornetta del telefono e pronunciava il suo nome, tutta New York scattava sotto i suoi ordini. In quei giorni aveva fatto almeno un migliaio di telefonate. Si era assicurato che Blair fosse ricoverata nel migliore degli ospedali, che avesse il migliore dei fisioterapisti, e che avesse qualsiasi cosa desiderasse quando lo desiderasse. Si lasciò cadere sulla poltrona nera dello studio di suo padre. Era sfinito, aveva cercato di offrire a Blair la migliore convalescenza che si potesse desiderare. Sentiva gli occhi pesanti e la testa pulsargli per il mal di testa. Erano giorni che non dormiva, era preoccupato per Blair, e cercava di aiutarla in tutti i modi. Era soddisfatto per il duro lavoro e sorrideva all’idea che non appena udivano il suo nome a telefono la gente s’irrigidiva, come se in un certo senso si sentissero osservati da lui. Era consapevole di avere undici anni, ma in fondo quell’aria che incuteva terrore, ereditata dal padre, non gli dispiaceva affatto, sapeva che in quel modo tutti gli avrebbero portato rispetto. Mentre seguiva il filo dei suoi pensieri cadde in un profondo sonno, sfinito da tutte quelle preoccupazioni. Bart Bass pieno di scartoffie da firmare entrò nel suo ufficio e restò qualche secondo a fissare quell’ometto addormentato. Sorrise e dolcemente lo coprì con la sua giacca. Sedette alla scrivania e tirò fuori tutto il lavoro che aveva da fare, tra una scartoffia e l’altra posava il suo sguardo su Chuck che raggomitolato nella giacca del padre dormiva sonni tranquilli. Era fiero di quell’ometto, si stava prodigando tanto per dare a Blair il meglio che potesse offrirle, sapeva della cotta di suo figlio lo conosceva molto bene e seppure cercasse di nasconderla lui aveva scorto nei suoi atteggiamenti quotidiani qualcosa di diverso. Continuò a firmare carte e approvare progetti, ma dopo alcuni fascicoli decise di portare Chuck a casa. Lo sollevò tra le braccia e come mai aveva fatto prima lo strinse a se. Quel bambino era la sua eredità, la cosa più preziosa che avesse, e non c’era giorno in cui non ringraziasse il cielo di averlo con se. Accarezzò il capo di Chuck che gli allacciò le braccia al collo, decise di non prendere la limo, una passeggiata con suo figlio tra le braccia non gli avrebbe fatto male. Arrivato a casa Lily lo osservò dalla cucina, Bart stava cambiando e questo le riempiva il cuore, lo osservò mentre dolcemente portava Chuck a letto. Lily lo raggiunse e subito gli stampò un bacio sulla guancia, Bart le sorrise e poggiato allo stipite della porta continuava ad osservare orgoglioso il suo piccolo ometto.

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Capitolo 29
*** Giorni a seguire ***


Giorni a seguire

I giorni in quel letto d’ospedale sembravano non passare mai. Blair sbuffava aspettando il fisioterapista. Non aveva ben capito a cosa le servisse, ma un colloquio con lui le avrebbe chiarito le idee. “Ciao Blair sono Gerard il tuo fisioterapista” un uomo sulla cinquantina le sorrise presentandosi, Blair ricambiò il sorriso e aspettò che l’uomo le desse qualche spiegazione. “Sai Blair dopo un incidente del genere gli effetti collaterali possono essere tanti, e penso che tu abbia notato che non riesci a muovere le gambe”, Blair non ci aveva fatto caso fino a quel momento, aveva pensato che fossero intorpidite visto la posizione in cui fossero, ma cominciò a preoccuparsi quando cercando di muovere le dita dei piedi queste non reagirono. “Il forte impatto che hai avuto” continuò Gerard “Ha portato qualche piccolo cambiamento, spero che con la fisioterapia tu possa tornare ad usare le gambe altrimenti..” lasciò cadere la frase a metà, Blair lo fissò sconvolta, poteva non camminare più? Doveva essere costretta su una sedia a rotelle? Poteva non correre più per Central Park con Serena? Scosse più volte la testa in segno di protesta, non poteva essere vero tutto quello, non doveva essere vero. “Blair mi dispiace averti dato questa terribile notizia, pensavo che tua madre ti avesse messo al corrente di tutto ciò, ora ti lascio riflettere un po’, domani cominceremo la fisioterapia” la salutò sorridendole. Blair continuava a fissare le sue gambe, ordinava loro di muoversi, di aiutarla a scendere da quel maledetto letto, poi sentì sua madre parlare al cellulare. “No Thomas mia figlia non potrà più posare per voi, ha subito un brutto incidente e se indossasse i vostri vestitini la cicatrice dell’intervento verrebbe fuori, e poi non sappiamo se potrà camminare o no, spero non mi mandi in banca rotta” rise allontanandosi e continuando a discutere con lo stilista. Come poteva sua madre pensare alla sua carriera in un momento del genere? Come poteva non curarsi di ciò che provasse lei in quel momento? Era costretta a letto inerme e lei pensava ai suoi affari? Poi ancora una volta la sentì parlare a telefono “Si Thomas, e poi è ancora sconvolta per quella notizia, si mio marito si è innamorato di uno dei miei modelli, non potevo dirglielo io avrebbe perso lo spirito per posare..” allontanandosi ancora diede modo a Blair di attutire quelle parole. Suo padre amava davvero un altro uomo? E sua madre ne era al corrente? Non le aveva detto nulla per non permetterle di essere triste e di venire triste sulle foto? Non poteva crederci, le sembrava di essere in un incubo, si tirò un pizzicotto e il dolore provocato da questo le dimostrò che quella era un orribile realtà. Cercò di scendere dal lettino ma il peso inerme delle gambe la fece cadere. Pianse in silenzio, come potevano accadere quelle cose una dopo l’altra? Era un susseguirsi di vicende orribili che le stavano rendendo la vita un incubo. Aveva sempre avuto paura che suo padre l’abbandonasse e che sua madre la considerasse solo un peso, adesso tutto quello che temeva stava accadendo davvero..uno specchio dinnanzi a lei le mostrò la sua figura spaventata. Aveva i capelli spenti, gli occhi tristi, le occhiaie marcate e si vedeva terribilmente vuota. Afferrò il vassoio dei toast e ne mandò giù uno dopo l’altro adesso si sentiva enorme, brutta e insignificante, strisciò verso il bagno e infilò due dita in gola. Mandò giù tutto quello che aveva mangiato, poggiò la testa contro il muro, adesso aveva trovato una nuova amica, nessuno le dava quel senso di appagamento, dopo aver messo due dita in gola tutti i suoi pensieri cattivi le sue preoccupazioni e le paure andavano via premendo lo sciacquone del water. Si, aveva trovato un rimedio che le permetteva di buttar via tutto ciò che non le andasse bene.

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Capitolo 30
*** Casa Bass ***


Casa Bass

Serena sedeva ai piedi del suo nuovo letto, piangeva in silenzio ripensando a ciò che aveva scoperto. Lily e Bart facevano davvero sul serio, lei, Eric e sua madre si erano trasferiti a casa Bass. La sua nuova stanza si trovava proprio di fronte a quella di Chuck, se ci pensava non era poi così male vivere con lui tra i piedi, anzi negli ultimi giorni erano anche usciti a fare due passi, e Chuck le era sembrato divertente. Avevano aiutato Lily e Bart a decidere la data del matrimonio e Serena sperava davvero che questa volta questo matrimonio durasse per sempre. Stava conoscendo meglio Bart, le piaceva uscire con lui ed Eric, era molto premuroso e poi li faceva divertire e gli raccontava tante storie interessanti, qualche volta erano andati a cena fuori, tutti insieme, come una vera famiglia e sia Serena sia Chuck si erano davvero divertiti, in fondo quella nuova parte della famiglia le piaceva. Adesso seduta in lacrime al buio della sua stanza aveva bisogno di parlare con qualcuno, ma pensava, in continuazione, che se avesse raccontato qualcosa a qualcuno quella storia sarebbe stata vera. Trattenne a stento il respiro quando udì alcuni passi nel piccolo corridoio che separava le camere. Quando la porta fu richiusa, riprese a singhiozzare questa volta più forte, cercando di buttare via tutta l’amarezza che le faceva pesare il cuore. Chuck aprì lentamente la porta della camera di Serena, aveva capito che qualcosa non andava da diversi giorni. L’aveva vista triste, sempre sovrappensiero e si chiudeva spesso in camera sua. Sapeva che quello era il momento buono per chiederle cosa fosse accaduto, entrò piano nella sua stanza e accese la luce. “Serena cosa c’è?” le chiese dolcemente, lei singhiozzò più forte nascondendo il suo faccino tra le mani. Chuck piano le si avvicinò sedendole accanto. Aspettò calmo che Serena sfogasse tutti i suoi singhiozzi e quando finalmente il suo respiro tornò regolare le chiese ancora una volta cosa fosse accaduto. “Chuck, non dovrai farne parola con nessuno” sussurrò lei, e Chuck annuì curioso. “Qualche giorno fa sono andata in ospedale a trovare Blair. Un infermiere mi ha detto che suo padre, non è potuto venire a causa di uno sciopero prolungato di tutti i mezzi di trasporto, non avendo con se il suo jet è rimasto lì. Quando Blair lo ha saputo, ha pensato che suo padre non volesse andare a trovarla, come se non bastasse ha visto sua madre piangere, ha ricordato le parole di Georgina, le hanno comunicato che forse non camminerà più, insomma una notizia brutta dopo l’altra.” Si asciugò una lacrima e continuò “Quando sono entrata nella sua camera, lei non c’era ho guardato in corridoio ma niente, allora ho deciso di aspettarla lì. Mi sono seduta, poi dopo qualche secondo ho sentito dei rumori provenire dal bagno, mi sono avvicinata senza fare rumore e l’ho vista..” riprese a piangere questa volta poggiata sulla spalla di Chuck. Istintivamente le accarezzò i capelli e le disse di continuare “Chuck, l’ho vista.. l’ho vista vicino al water, che mandava giù tutto quello che aveva mangiato, ho pensato che si sentisse poco bene, ma poi l’ho vista mangiare freneticamente diversi toast e poi mandarli ancora una volta giù nel water” pianse ancora stringendo più forte Chuck, “Sono andata a sedermi sconvolta, quando è uscita dal bagno era aggrappata alle stampelle, non potevo crederci usava le gambe,e non mi aveva detto nulla, poi mi ha chiesto se aveva sentito qualcosa e mi ha fatto promettere di non dirlo a nessuno, sono uscita di li in lacrime, Chuck dobbiamo aiutarla non possiamo fare finta di niente” era disperata, chiedeva l’aiuto di Chuck che in quel momento fissava attonito l’armadio che aveva di fronte, Blair soffriva di bulimia?! Non poteva crederci, la Blair forte che conosceva non poteva diventare così debole all’improvviso, strinse più forte Serena e le promise che avrebbe fatto qualcosa. Uscì dalla stanza spaesato, come poteva a undici anni Blair soffrire di bulimia?! Ancora non riusciva a crederci, non poteva cercare di eliminare tutti i mali in quel modo brutale ed assurdo, si! Doveva assolutamente fare qualcosa.

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Capitolo 31
*** Due giorni dopo ***


Due giorni dopo

Chuck si svegliò presto quella mattina, indossò l’abito migliore che avesse ed abbinò la sua cravatta preferita, aveva deciso di passare l’intero giorno assieme a Blair e cercare di farla ragionare. Per fortuna Blair era stata dimessa il giorno precedente quindi non avrebbe avuto impicci di infermieri o visite indesiderate. Compose il numero di Dorota ed aspettò che la cameriera lo assicurasse che tutti fossero usciti, poi le diede il giorno libero, naturalmente pagato da lui. Salutò Serena e fece di corsa le scale per raggiungere la limousine che l’attendeva. Ordinò ad Arthur di portarlo a casa Waldorf, prima però decise di comprare i dolci preferiti di Blair. Quella giornata doveva essere perfetta. Scese dalla limo e prima di entrare nell’enorme palazzo, fece un bel respiro, sentì il suo cuore battere a mille. Come poteva provare certe emozioni? Non riusciva ancora a dare una risposta concreta ai suoi pensieri, scosse la testa e chiamò l’ascensore. Attese che Dorota andasse via e poi silenziosamente si diresse in camera di Blair. Schiuse leggermente la porta e l’ammirò dormire. I suoi boccoli color nocciola erano delicatamente poggiati sul cuscino, aveva la bocca un po’ schiusa e il viso rilassato, provò l’impulso di baciarla mentre dormiva, ma lo represse, desiderava che Blair di sua spontanea volontà lo baciasse. Sospirò, era sempre impeccabile, anche quando dormiva era elegante, indossava una vestaglietta verde pastello con dei riccetti sulle maniche, e una fascia abbinata a questa le reggeva i capelli. La guardò oltre la porta per diversi minuti, poi Blair si voltò dandogli le spalle coprendosi in parte con il grande piumone verde acqua, sorrise, anche le coperte erano abbinate a quello che indossava. Immaginò per un momento come sarebbe stata da grande, magari sposata con lui, immaginò lei che sceglieva l’arredamento, i colori perfetti abbinati tra loro, sorrise. Poi si bloccò, ma a cosa stava pensando? Quelli erano pensieri di una femminuccia e lui era Chuck Bass. Poi la guardò ancora, sorrise, come sempre, quasi fosse un gioco del destino, i loro completi erano abbinati, lui indossava un completo verde pastello e la vestaglietta di Blair era perfettamente abbinata, ghignò ‘E tu Waldorf vuoi negare che siamo fatti l’uno per l’altra?’ disse soddisfatto tra se e se. Poi in punta di piedi entrò in camera sua e adagiando dolcemente la confezione di amaretti sul comodino, le lasciò un biglietto e si diresse verso il salotto. Prima di richiudere la porta alle sue spalle, sorrise. Accanto a Blair, sul suo letto, c’era il suo cofanetto con i papillon, sorrise soddisfatto.

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Capitolo 32
*** Qualche ora dopo ***


Qualche ora dopo

Blair aprì gli occhi svegliata dall’odore di qualcosa che conosceva molto bene. Sapeva di aver dormito più del solito, ma quella sera era andata a letto tardi e per di più sfinita. Dopo aver cenato aveva salutato sua madre e si era diretta in camera sua decisa a farsi compagnia con uno dei suoi film preferiti, sicuramente avrebbe scelto ‘Colazione da Tiffany’ ma le piaceva maneggiare per un po’ quei dvd tra le mani e poi scegliere sempre lo stesso. Si era chiusa in camera e sedendosi sul letto aveva afferrato, come di rito, i tre dvd, li osservava e la sua mente viaggiava e mentre si immaginava vestita come Audrey in ‘Colazione da Tiffany’ aveva sentito dei rumori provenire dalla stanza d sua madre. Si era alzata e aprendo leggermente la porta l’aveva vista, per l’ennesima volta, piangere. Aveva sentito quel macigno premerle il cuore e ancora una volta i sensi di colpa l’avevano fatta correre in bagno a consolarsi con la sua nuova “amica”. Attribuiva il dolore della madre a quello che stava passando lei, tutto quello che accadeva era a causa sua, sua madre era triste per lei, suo padre era andato via per lei, era solo colpa sua e solo quella nuova “amica” sapeva aiutarla. Dopo intere ore di pianto sua madre si era addormentata, lei aveva richiuso la porta e si era sdraiata sul letto, a quel punto anche lei era crollata in un profondo sonno, sperando che almeno i suoi sogni l’avrebbero fatta stare meglio.  Stropicciò i suoi occhietti per poi mettersi a sedere, seguì l’odore e si voltò verso il comodino, afferrò lo scatolo di amaretti non notando il biglietto che cadde sotto al letto. Ne assaporò l’odore, chissà da parte di chi fossero, decise di fare una doccia ed indossare un vestitino verde acqua molto comodo. Scese le scale ancora in pantofole. Chuck sedeva sul divanetto dandole le spalle, Blair gli si avvicinò senza fare rumore, Chuck dormiva. Lo osservò, manteneva la sua eleganza nonostante dormisse, aveva le braccia conserte, e la testa poggiata contro lo schienale del divanetto, il suo viso sembrava diverso, quasi angelico, provò l’impulso di accarezzarlo ma a mezz’aria forzò il suo braccio a tornare lungo i fianchi, la sua bocca era perfettamente chiusa, rossa come una rosa e carnosa come un canotto, per la prima volta provò il desiderio di assaporare quelle labbra sapere come fosse il suo tocco, se fossero morbide e dolci, o dure e fredde. Poi scosse la testa, lei era fidanzata con Nate! Guardò il suo completo e fissò il suo vestitino, non riusciva a spiegarsi per quale scherzo del destino erano sempre vestiti in coordinato, accennò qualche passò verso le scale doveva cambiarsi, “Che c’è Waldorf anche tu hai notato che ci vestiamo allo stesso modo?” Chuck sorrise senza aprire gli occhi, era stato sveglio per tutto quel tempo, compiaciuto del fatto di avere gli occhi di Blair addosso che lo scrutassero e che magari pensasse a come sarebbe stare con lui. Ghignò. “Io non vesto come te, io vesto meglio di te” disse inviperita e gli sorrise di rimando. Lui si alzò e la raggiunse vicino le scale, “Non voglio che litighiamo oggi, dobbiamo solo divertirci, ricordi? Te l’ho promesso, e un Bass mantiene sempre le sue promesse” sorrise dolcemente. Blair sentì un fremito scuoterle il corpo, ricordava le parole di Chuck e quel dolce sorriso le mise il buon umore, corse a mettere le scarpe e indossò un papillon di Chuck come cerchietto ‘Questo lo farà contento ‘ sorrise. Finita la rampa di scale, Chuck notò subito il suo papillon, “Stanno meglio a te che a me” sorrise porgendole il braccio, “Oggi sei in mio possesso” le disse sorridendo, e la condusse alla limousine, aveva già deciso tutto quello che avrebbero fatto.

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Capitolo 33
*** Qualche ora dopo (part 2) ***


Per prima cosa decise di portare Blair dove non avrebbe mai immaginato. Scesero e le commesse del negozio accolsero subito Chuck, portarono Blair in un camerino porgendole un tubino nero con guanti e scarpe abbinati, una collana di perle, le raccolsero i capelli in un lucente chignon e lo decorarono con un piccolo cerchietto incastonato di diamanti, le porsero un paio di occhiali da sole neri e una lunga sigaretta di liquirizia, la commessa le sorrise guardandola “Sei Audrey Hepburn in miniatura, sei la sua copia perfetta” esclamò entusiasta del risultato. Quando Blair tornò da Chuck lui la guardò incantato, il giorno prima era stato costretto a guardare Colazione da Tiffany per seguire alla lettera l’abbigliamento di Audrey , in fin dei conti quel film gli era piaciuto ma non l’avrebbe mai ammesso, adesso guardando Blair vestita come Audrey, deglutiva a fatica, Blair era così bella da mozzare il fiato. Sentiva il suo cuore galoppare, avrebbe voluto stringerla tra le braccia e ammirarla per ore. Blair assunse la stessa posizione di Audrey sulla copertina del film, si portò una mano sulla spalla destra ed afferrò tra i denti la lunga sigaretta spostando lo sguardo di lato e poggiandosi su un solo fianco, Chuck sorrise, avrebbe fatto invidia anche ad Audrey Hepburn in persona. La commesse li condussero in un salottino privato arredato per loro. Blair guardava tutto incantata non poteva crederci Chuck stava realizzando il suo sogno, non aveva mai parlato a nessuno di quel desiderio imbarazzante, ma lui sapeva leggerle dentro. Le spostò la sedia e la fece accomodare, una commessa portò loro un vassoio con dei croissant fumanti e due cappuccini caldi “Benvenuti da Tiffany” esordì la cameriera e poggiato tutto sul tavolino sparì oltre il separé. “Chuck.. io.. non so che dire.. quanto ti è costato fare tutto questo? Io.. oh.. sono senza parole” Chuck sorrise, era proprio la reazione che si aspettava di vedere, era contento aveva distratto Blair dalle sue preoccupazioni e sperava che mangiasse tutto con gusto e che poi non.. scacciò quel pensiero, gli faceva ancora male pensare a quello che Serena gli aveva confessato. “Be vedi sapevo che tu e Dorota siete due romanticone, e sapevo quale fosse il film che guardavi in continuazione, così ho deciso di avverare il tuo desiderio.. come vedi stiamo facendo Colazione da Tiffany” sorrise, Blair lo fissò. Era quello ciò che le piaceva di Chuck sapeva stupirla al momento giusto, sapeva dove colpire, sapeva farle dimenticare i problemi. Lo fissò e gli sorrise come mai aveva fatto, gli fu grata davvero di aver allontanato quei brutti pensieri dalla sua mente. Mangiò con gusto quel croissant assaporando anche il cappuccino caldo. Chuck la guardò gustare tutto, era contento aveva distratto Blair e lei gli sorrideva diversamente, grata per quello che stava facendo, sentì il cuore riempirsi di qualcosa di diverso.. era amore quello? Allora era questa la sensazione che donava l’amore? Era così che si sentiva suo padre? Be non aveva tutti i torti, quel sentimento lo faceva stare bene. Non appena finirono la colazione Chuck invitò Blair nella parte anteriore del negozio, “Ho qualcosa per te” disse dandole un pacchetto azzurro, “No Chuck non posso accettarlo, hai già fatto molto per me organizzando tutto questo” disse lei imbarazzata “Prendilo Blair” le disse lui fissandola con uno sguardo dolcissimo. Blair arrossì, poi aprendo l’azzurro pacchetto restò ammaliata da quel braccialetto fantastico. Era ricoperto di diamanti, con su incastonate due lettere, C e B. Fissò quel regalo bellissimo, quella giornata andava sempre meglio, Chuck glielo legò al polso e le sorrise, lei lo guardò e i suoi occhi non tardarono a diventare lucidi, poi non appena la commessa sparì oltre il separé lei gli si lanciò addosso e lo strinse in un forte abbraccio, Chuck restò pietrificato per alcuni secondi poi la strinse a se, “Grazie Chuck non so davvero come ringraziarti” “Non devi ringraziarmi Blair, questa giornata è per te” sorrise e lei lo strinse più forte “Adoro questo bracciale”, accarezzò le lettere e lo guardò “Anche queste iniziali” disse sorridendo, Chuck la fissò, avrebbe portato per sempre quelle lettere legate al polso, le loro iniziali, segno di quella mattinata perfetta. Segno che quella fosse la sua Blair.

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Capitolo 34
*** Casa Van Der - Bass ***


Casa Van Der - Bass

Serena fissava il traffico dall’alto del suo appartamento. Pensava a ciò che avesse organizzato Chuck per distrarre Blair e sorrise, stava lentamente cambiando idea su Chuck, era divertente passare le giornate con lui, e poi si stava impegnando così tanto con Blair. Sorrise ancora, quei due si piacevano davvero e forse quell’intera giornata insieme li avrebbe avvicinati quanto bastava. Aveva chiamato Nate qualche ora prima per fare qualcosa insieme quel pomeriggio, o meglio per impedire che si presentasse da Blair e rovinasse i piani di               Chuck. Aveva notato le occhiate che Nate lanciava a Chuck, sapeva che anche lui aveva capito qualcosa e si era ripromessa di tenere i due lontani. Erano successe molte cose in quegli ultimi mesi. Il papà di Blair, l’imminente matrimonio di sua madre, un nuovo fratello, la cotta di Blair per Chuck, l’incidente di Blair e..quella nuova “amica” da cui Blair non voleva allontanarsi. Ripensando a quello sperò che davvero Chuck la facesse ragionare. Il fluire dei suoi pensieri fu interrotto dal trillare del campanello. Corse ad accogliere Nate con un sorriso diverso, colmo di speranza. Nate la fissò, era più bella che mai. Si chiedeva per quale motivo quel giorno al parco avesse urlato che Blair fosse la sua ragazza, si era vero, Blair era bellissima, ma Serena.. Serena era fantastica. Arrossiva quando la guardava e desiderava strapparle il primo bacio. Se ne era innamorato dal giorno in cui Blair gliel’aveva presentata. Erano al parco persi nei loro giochi quando Blair aveva cominciato a correre verso un punto indefinito, Nate si era affacciato oltre l’altalena per guardare dove andasse, e da quel momento non aveva capito più nulla. Aveva incontrato il sorriso radioso di Serena e i suoi capelli dorati l’avevano stregato, se ne era innamorato in quel momento ed aveva capito allora che la cotta per lei non gli sarebbe mai passata. Adesso quando l’aveva accolto con quel sorriso diverso, aveva sentito il cuore accelerare i battiti e il desiderio di darle un bacio avvampare dentro lui. Deglutì a fatica, quel pomeriggio sarebbe stato tutto per loro. Si sentiva un po’ in colpa a non voler includere Blair e Chuck, ma quel pomeriggio l’aveva desiderato da quel giorno al parco e finalmente ora aveva Serena tutta per se.

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Capitolo 35
*** Qualche ora più tardi ***


Qualche ora più tardi

Dopo aver passeggiato per le vie di New York ed aver pranzato in uno dei ristoranti più prestigiosi della città, Chuck chiese ad Arthur di portarli a Central Park, una bella camminata gli avrebbe fatto bene. La fisioterapia di Blair si era conclusa qualche giorno prima, per fortuna non aveva riportato danni seri alle gambe e al bacino ed ora camminare un po’ le avrebbe fatto bene. Scesero e parlando del più e del meno camminarono lungo quei viali arancioni, l’autunno era cominciato da un po’ e i vialetti di Central Park avevano assunto tonalità calde tra l’arancione e il giallo, a Chuck piaceva molto guardare quelle sfumature sugli alberi sembrava opera di un pittore che accuratamente con i colori giusti avesse creato quelle gradazioni calde. Adesso camminando e scherzando con Blair quelle tonalità, quei colori quei viali assumevano un aspetto fiabesco. Decisero di sedere ad una panchina, parlando del più e del meno. Blair fissò Chuck e sentì l’impulso d raccontargli cosa le stesse accadendo. “Chuck..” sussurrò, lui si voltò e la fissò “Ho..bisogno di parlare con qualcuno” disse facendosi coraggio, lui la incitò con lo sguardo e Blair con la voce rotta dal pianto gli raccontò le paure che aveva. Gli parlò del padre e del suo ‘fidanzato’, dell’incidente, delle conseguenze di questo, del continuo piangere della madre, di tutte le pressioni che sentiva nell’ultimo periodo, della paura di restare sola, pianse quelle lacrime che le facevano male, quelle lacrime che aveva cercato di soffocare con la bulimia. Di questo non parlò a Chuck se ne vergognava troppo. Lui la rassicurò, le ricordò che suo padre l’amava più di qualsiasi altra cosa, che a sua madre sarebbe passata, che lei non era sola, c’era lui e Serena e Nate. Poi l’abbracciò e la rassicurò con la sua dolce stretta. Ripresero a camminare e finalmente Blair si sentì più leggera più libera, aveva raccontato a qualcuno le sue paure, aveva condiviso qual fardello con lui. Svoltando in un vialetto incontrarono Serena e Nate, Chuck sperò che non si unissero a loro, e Serena comprese il suo sguardo li salutò e cercò di trascinare via Nate. “Ei amico che ci fai con la mia ragazza?” Nate si maledì per aver detto quella frase, perché mai continuava a chiamare Blair la sua ragazza?! Per lei non provava ciò che sentiva per Serena, lo sguardo di Chuck si rabbuiò all’improvviso, per quell’intera giornata aveva dimenticato che Nate e Blair si fossero fidanzati, avrebbe voluto prenderlo a schiaffi e urlargli di guardare Blair. Come poteva non essersi accorto che i suoi occhi chiedessero aiuto? Anche il migliore dei correttori non avrebbe coperto quelle profonde occhiaie provocate da giorni interi di pianti ininterrotti, e le sue labbra lesionate dal vomito continuo? Eppure affermava di essere il suo ragazzo. Chuck controllò la collera quello era il suo migliore amico e in fatto di dettagli era terribilmente negato. “Ho chiesto io a Chuck di portare Blair a fare due passi” mentì Serena, poi Nate guardò Blair “Ti va di camminare un po’?” le chiese, continuava a fare un errore dopo l’altro, ma se ci pensava bene gli piaceva avere Blair e Serena per se, poi scacciò quei pensieri doveva fare la parte del fidanzatino geloso, in fondo era stato lui ad urlare che quella fosse la sua ragazza. Chuck sentì che quella giornata era finita lì, sconfitto guardò Serena, “Veramente..io..” balbettò Blair guardando Chuck, gli bastò sentire quelle parole, Blair aveva voglia di restare con lui, non poteva crederci davanti alla scelta tra lui e Nate, l’amore della sua vita, lei aveva scelto lui. Sorrise, questa volta non con le labbra ma con gli occhi, Serena lo guardò aveva voglia di abbracciare l’amica e il suo fratellastro. Erano perfetti insieme. Nate li guardò furioso “Non avrai intenzione di fregarmi la ragazza” ringhiò contro Chuck, lui lo fissò “La chiami ragazza adesso è? Non ti sei accorto che aveva bisogno di staccare un po’ la spina?” urlò Chuck furioso, Nate scomparve imbarazzato trascinando via anche Serena. Ripresero a camminare ma i guai non tardarono ad arrivare.

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Capitolo 36
*** Qualche ora più tardi (part 2) ***


Nate corse verso loro “Chuck..” gridò “Corri..Serena..” aveva il fiatone, non riusciva a raccontare all’amico cosa fosse accaduto, Blair e Chuck corsero verso il vialetto parallelo. Carter Beizen rideva soddisfatto tenendo a mezz’aria Serena sollevata dai capelli, lei piangeva disperata cercando di liberarsi dalla stretta di quel mostro. “Beizen” ringhiò Chuck. “Ti avevo detto che non era finita, la mia amica è finita in un carcere minorile per tentato omicidio, ci state rovinando la vita voi quattro” urlò lui furioso. Nate era in preda al panico, fissava Serena in lacrime, Blair gli si scagliò contro “Lasciala” urlò colpendolo al petto, Carter reagì istintivamente spingendola con un calcio. Blair cadde più in la con le mani sullo stomaco per il forte dolore. Chuck guardò Blair dolorante e Serena in lacrime, fissò Carter e se lo sguardo avesse potuto uccidere Beizen sarebbe morto in quell’istante. Carter continuava a ridere fissando Blair che annaspava, poi si voltò gli bastò guardare Chuck per qualche secondo, che quel sorriso gli morì sulle labbra. Chuck furioso decise che non avrebbe più parlato gli si avvicinò e spingendolo gli fece urtare il tronco di un albero. Carter non lasciò andare Serena, Chuck lo fissò “ Lascia andare mia sorella” gli ordinò usando un tono tranquillo ma allo stesso tempo letale. Carter lasciò i capelli di Serena che corse accanto a Chuck. “Non osare mai più toccare mia sorella, Blair o il mio migliore amico” disse in cagnesco, Carter lo fissava, “Fatti sotto bamboccio” gli disse canzonando Chuck. Quest’ultimo rise poi all’improvviso gli si scagliò contro. La rissa durò per un quarto d’ora abbondante, poi Chuck stendendo Carter gli posò il piede sul petto. “I tipi come te li uso come lustrascarpe” disse ghignando. In quel momento fece paura persino ai suoi amici. “Ti ripeto, e spero che sia l’ultima volta, non toccare mai più mia sorella o Blair o Nate, altrimenti andrà peggio la prossima volta” sollevò il piede ed aspettò che Carter si rialzasse leggermente, poi posandogli ancora il piede sul petto lo schiacciò al suolo “Dimenticavo, è finita quando lo dico io” fissò gli amici, guardò nuovamente Carter e sentenziò “A d e s s o” scandì quella parola come se fosse la più brutta del mondo, usò un tono così profondo che sentì Carter raggelare sotto la sua presa, rise soddisfatto. Pulì la sua scarpa sul torace di Carter e si avvicinò a Blair aiutandola ad alzarsi, la sorresse e insieme agli amici si allontanarono da quel vialetto. Carter restò per terra per almeno altri venti minuti. Quello stronzo di un Bass l’aveva sconfitto ancora, e quello che gli aveva dato era un ultimatum, non doveva più avvicinarsi agli amici. Aveva avuto davvero paura ascoltando il suo tono di voce, decise che un'altra capatina all’accademia militare non gli avrebbe fatto male. Chuck cercò di ripulire il suo completo ormai rovinato. Una manica era strappata, all’altezza delle ginocchia il pantalone era consumato, e la camicia strappata e sporca. Serena gli si avvicinò asciugando il sangue che gli colava dal naso. Poi lo abbracciò forte. Chuck la fissò stupefatto “Grazie Chuck, nessuno avrebbe fatto quello che hai fatto tu questa sera” sorrise “Gli hai detto che sono tua sorella” sorrise di più. A Chuck quelle parole erano nate spontanee, considerava Serena una sorella, stavano condividendo la stessa casa e poi il loro rapporto era cambiato, avevano una complicità diversa da quella che hanno due amici, loro si sentivano davvero fratello e sorella, Serena era corsa da lui per aiutare Blair, e vederla tra le mani di quel mostro l’aveva fatto infuriare. Si quella era sua sorella, a lei ci teneva davvero e nessuno avrebbe dovuto farle del male. Chuck sorrise “Non devi ringraziarmi, sei davvero mia sorella” Serena lo strinse forte e poi pianse, “Chuck ti ha fatto un occhio nero, per colpa mia” lui la rassicurò “Mi sarei fatto anche uccidere nessuno tocca mia sorella” sorrise abbracciandola. Blair lo guardò, Chuck era diverso aveva difeso Serena a denti stretti, adesso il suo vestito era rovinato, aveva un occhio nero e il suo naso sanguinava eppure non gli importava, aveva salvato sua sorella. Nate accompagnò Serena a casa e finalmente loro due restarono ancora da soli. Entrarono in limousine Blair gli sedette vicino. Asciugò un altro rivolo di sangue e sorrise, “Tu stai bene?” chiese Chuck preoccupato, ricordando il calcio di Carter, lei annuì e si massaggiò lo stomaco “Grazie Chuck, ti sei preso un occhio nero per Serena e ti sei azzuffato per noi” sorrise “Blair nessuno deve toccarvi, soprattutto se si tratta di..” stava per finire la frase, guardava dritto davanti a se ricordando il suo piede sul torace di Carter, quando Blair gli allacciò le braccia intorno al collo e gli sussurrò di tacere “Grazie” aggiunse infine, poggiando la testolina sulla spalla di Chuck. Si sorprese nel vedere come la sua testa si incastrasse perfettamente con la spalla di Chuck, sembrava come se qualcuno avesse preso le misure, sorrise stringendogli la mano. Quella giornata era stata perfetta. in quel momento avrebbe urlato al mondo intero che lei era innamorata di Chuck Bass.

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Capitolo 37
*** Casa Waldorf ***


Casa Waldorf

Blair e Chuck uscirono dall’ascensore ancora tenendosi per mano. A Blair quella stretta faceva uno strano effetto, sentiva il sangue fluire dolcemente e il cuore scandire ogni battito, quella stretta sembrava donargli la tranquillità di cui aveva bisogno. Blair aveva intrecciato le sue dita a quelle di Chuck non appena erano entrati in limo e da allora non l’aveva più lasciato andare, Chuck l’aveva vista stringere la mano di Nate solo una volta, nonostante avesse affermato che fosse il suo ragazzo. Quelle parole percorsero ancora una volta la mente di Chuck “Veramente..io..” con quella frase aveva declinato l’invito dell’amore della sua vita, continuando invece a stare con chi, qualche mese fa, odiava. Blair gli disse di aspettarlo in salotto voleva prendergli qualcosa per medicarlo, Chuck sedette sul divano di pelle bianca guardando Blair sparire per le scale. “Harold glielo dirai tu..” singhiozzava Eleanor in camera sua “Non posso dirle così su due piedi che non tornerai più, aspetta il tuo arrivo da quel maledetto giorno” urlò più forte “Ora basta non chiamarmi più mi rifarò una vita” disse sbattendo il telefono e piangendo con la testa tra le mani. Chuck che aveva udito tutto corse su per le scale per vedere come stesse Blair. Si affacciò oltre il bagno, ma di lei nulla, si recò in camera sua e in quell’istante Blair uscì dal bagnetto adiacente la sua camera, singhiozzando e pulendosi le labbra. Chuck la fissò sconvolto, non poteva averlo fatto ancora, non oggi, non dopo tutti quegli avvenimenti, allora tutti i suoi sacrifici per organizzare quella giornata non erano serviti a nulla?! Fissò Blair “Cosa hai fatto in quel bagno?” gli chiese sussurrando “Niente” disse lei asciugandosi le lacrime, “Blair lo so cosa hai fatto li dentro, ho organizzato tutto questo per distrarti ma i miei tentativi sono stati vani” disse sconfitto “Tu non puoi capire Chuck..tutte queste pressioni e poi mio padre non vuole più vedermi..” pianse “Smettila” urlò così forte che Blair sussultò, “Hai avuto un intero pomeriggio per parlarmene, non hai solo tu delle pressioni in questo mondo Blair, mio padre è stato distante tutta una vita, solo ora si ricorda di avere un figlio, tuo padre ti ama, ma se solo tornasse sai quanti pettegolezzi su di lui? Quante volte devo ripetertelo che nessun figlio dell’Upper East Side è stato mai così amato da un padre” ringhiava contro Blair, perché sapeva che in fondo quello era l’unico modo per farle entrare in testa quelle parole. “Ho passato una settimana intera a organizzare tutto questo, e tu cosa fai? Ti infili due dita in gola e mandi giù le tue sofferenze? Sono stanco Blair, stanco di cercare di aiutarti, perché tutto risulta vano una volta tornati qui” abbassò lo sguardo in segno di sconfitta e andò via lasciando Blair che singhiozzando lo chiamava, aveva urlato trattenendo quell’istinto di spaccare qualsiasi cosa, doveva essere duro con lei, doveva usare quel tono brutale per permettere alle sue parole di fare effetto. “Cara, cosa  succede?” chiese Eleanor entrando in camera d Blair, “E’ tutta colpa tua” ringhiò lei voltandosi “Sono anni che cerchi di rendermi perfetta, mi addossi le colpe dei tuoi fallimenti, e perché no anche del tuo matrimonio andato  male” continuò “Basta sono stanca di tutto questo devo essere forte, e non permettere ad una mia debolezza di allontanare Chuck da me” la madre la fissò “Chuck?” chiese perplessa “Non era Nate l’amore della tua vita?” “Vedi mamma, tu pensi solo alle cose futili, non ti rendi neanche conto di quello che mi accade” urlò Blair “Va via” disse fissandola, Eleanor abbandonò la stanza di Blair confusa, lei si sedette con le spalle contro il letto ripensando a quella giornata frenetica, un angolino bianco che spuntava da sotto questo la fece voltare. Lentamente estrasse quel foglietto e lesse quelle semplici parole. “Tu sei Blair Waldorf non scordarlo mai..” Blair singhiozzò più forte, lesse e rilesse quelle parole migliaia di volte, lui quell’ometto di undici anni ma con la maturità di uno di quaranta aveva cercato con quella semplice frase di infonderle quella sicurezza che le mancava,”Io sono Chuck Bass” era la sua risposta preferita e ora su quel foglietto con quella frase lui voleva infonderle la stessa sicurezza che aveva lui. Aveva cercato di ricordarle chi davvero fosse, aveva cercato di ricordarle che lei era Blair Waldorf e una stupida malattia non poteva distruggerla. Si addormentò con quel foglietto poggiato sul cuore e ancora mille lacrime che le solcavano il viso.

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Capitolo 38
*** Un mese dopo ***


Un mese dopo

Era passato un mese da quella giornata fantastica trascorsa insieme a Chuck, in quei lunghi trenta giorni Blair era stata lontana dalla sua New York. Aveva seguito i consigli di Chuck e facendosi coraggio era andata a trovare suo padre in Francia. Aveva conosciuto il suo compagno, un modello francese di nome Roman,che impazziva per lei, non appena era atterrata all’aeroporto suo padre le era corso incontro stringendola a se e non lasciandola andare per l’intero mese. Roman si era presentato timidamente e passati due giorni aveva cominciato a portare Blair in giro per i negozi parigini, riempiendola di regali di ogni genere. Suo padre aveva parlato molto con lei, le aveva spiegato che si era reso conto che per sua madre non provava più niente e per non farla più soffrire aveva deciso di andare via. Le aveva chiesto ogni giorno scusa, per tutto quello che era accaduto, la riempiva di baci e carezze e passava ogni secondo della sua giornata con lei. Una sera era seduta in veranda e mentre suo padre preparava la cena Roman la raggiunse con due tazze di cioccolata calda. “Non farla vedere a tuo padre altrimenti ci mangerà” esordì sorridendo, parlarono del più e del meno e all’improvviso Blair lo fissò e decise di confessargli qualcosa che non voleva ammettere nemmeno a se stessa. “Roman..posso dirti una cosa?” “Dimmi tutto piccola” “Io.. beh.. nell’ultimo periodo ho avuto alcuni problemi.. sai per tutto quello che è successo” esitò un attimo,Roman la fissava curioso, “Ho cercato di affogare i miei problemi con la.. bulimia” sussurrò l’ultima parola, era la prima volta che confessava a qualcuno ciò che aveva fatto, Roman la fissava incredulo, quella bambina con l’aspetto principesco, con il caratterino tutto pepe, era ricorsa alla bulimia per sentirsi meglio?! Non riusciva a crederci, poi ingerì un sorso di cioccolata calda e la fissò “Blair quello che mi hai confessato è davvero un grande segreto, spero che tu abbia capito quanto male possa causarti quella malattia, altrimenti io e tuo padre possiamo aiutarti ad uscirne” “Ti prego Roman non dirlo a mio padre” lo supplicò lei “Non dirò nulla piccola, ma adesso..” lasciò la frase a metà sperando che lei dicesse che erano tempi lontani quelli. Blair lo fissò, assaggiò la cioccolata e poi prese a raccontargli tutto, gli parlò di quel giorno in ospedale, gli raccontò delle attenzioni di Chuck, dei suoi consigli, dell’ultimo litigio prima di partire,raccontò di come si sentiva con lui, e che grazie a lui aveva capito cosa davvero la bulimia le stava provocando. Roman ascoltò ogni minimo dettaglio di quella storia perso nell’immenso mondo di quella bambina di undici anni, le diede qualche consiglio, la pregò di non ricorrere mai più alla bulimia per sentirsi meglio ma di parlare con Chuck, le disse di ascoltare le parole di quel ragazzino e tenere stretti i suoi amici, infine le diede il suo numero di cellulare assicurandogli che ci sarebbe stato sempre per fare due chiacchiere. Blair posò la cioccolata e andò a stringere forte Roman, le attenzioni di un adulto e soprattutto i suoi consigli gli erano davvero mancati, Roman la strinse forte a se, Harold li fissò con gli occhi lucidi, era orgoglioso di sua figlia non l’aveva giudicato anzi aveva stretto davvero un bel rapporto di amicizia con Roman, asciugò una lacrima e andò ad abbracciare entrambe. Un mese era passato, Roman aveva aiutato Blair a dire addio del tutto alla bulimia, avevano contattato un centro di Parigi, Blair aveva fatto qualche colloquio con lo psicologo e questo le aveva consigliato di sfogare le frustrazioni con una bella passeggiata e perché no anche qualche sano urlo liberatorio. Contenti dei risultati si erano dati allo shopping sfrenato, adesso dopo trenta giorni in Francia Blair sarebbe tornata nella sua amata New York. Strinse forte suo padre che le ripeteva in continuazione che lei fosse la sua principessina, abbracciò Roman e stampandogli un bacio sulla guancia gli disse “Grazie” lui pianse e promise di mantenere il segreto, salutarono Blair che sarebbe tornata a trovarli in estate. Mentre era sull’aereo Blair sentiva il cuore batterle come un martello pneumatico, non vedeva l’ora di incontrare Serena ma non stava più nella pelle al pensiero di dover tornare da Chuck, era pronta ad ammettere che fosse innamorata di lui. Non vedeva l’ora di raccontargli tutto,sorrise guardando la sua immagine riflessa nel finestrino,aveva i capelli splendenti e gli occhi di una luce nuova,splendevano di felicità. Arrivata all’aeroporto di New York, Blair corse tra le braccia di Serena che l’aspettava poco distante, strinse forte l’amica e le diede diverse buste contenenti altrettanti regali per lei. Si diressero alla limousine e cominciarono a raccontarsi le ultime novità. In quel lungo mese tante cose erano cambiate, il matrimonio tra Bart e Lily ormai era alle porte, Chuck, Serena e Eric uscivano sempre insieme come fratelli e Nate e Serena erano usciti molto spesso insieme in quel periodo. Serena non sapeva come dirlo a Blair, Nate era l’amore della sua vita eppure lei aveva una cotta per Chuck, non sapeva proprio come dirle che in quell’ultimo periodo Serena si era innamorata di Nate. Blair la guardò incuriosita, Serena seguiva il fluire dei suoi pensieri fissando il finestrino, Blair aveva intuito che ci fosse qualcosa di strano , ma l’amica non accennava nulla. “S cosa c’è?” “Eh..” sobbalzò Serena “C’è qualcosa che non va?” chiese Blair “No è che.. Blair io devo dirtelo.. in questo mese io e.. Nate siamo usciti insieme e..io mi sono resa conto che..”Blair era stupefatta, non era sconvolta o arrabbiata era felice, abbracciò l’amica  “Oh S sono così felice per te,ti piace Nate e allora? Va bene così” Serena la fissava incredula “Ma tu..” “Oh lascia perdere me.. adesso abbiamo una coppia da formare e tanto shopping da fare” abbracciò più forte l’amica, adesso Serena e Nate sarebbero stati insieme e lei poteva avere.. non riusciva a crederci, non smetteva di sorridere, lei poteva essere la ragazza di Chuck, sentì il cuore battere più forte, non vedeva l’ora di abbracciarlo.

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Capitolo 39
*** Un nuovo arrivo ***


Un nuovo arrivo

Dopo intere ore di shopping Blair e Serena erano sfinite, si diressero a casa Bass dopo aver avvisato Eleanor che Blair avrebbe passato la notte da Serena. Lily accolse Blair con un grande abbraccio le era mancata tantissimo, in fondo la considerava una seconda figlia. Bart salutò entrambe le bambine che si diressero in camera di Serena e si gettarono sul grande letto. Crollarono entrambe in un sonno profondo sommerse da buste intere di vestiti, scarpe, borse e accessori a non finire. Verso le quattro del mattino Blair si alzò per prendersi un bicchiere d’acqua. “B..Blair” sobbalzò “Chuck” disse in un sussurrò lo guardò da capo a piedi, spettinato e assonnato era ancora più bello. “Che ci fai qui?”chiese lui “Sono tornata oggi da Parigi e Serena mi ha invitato a stare qui..è tanto che non ci vediamo”sorrise, lui continuava a fissarla, non riusciva a toglierle gli occhi di dosso, Blair era bellissima e dopo un mese di lontananza era tornata con una luce nuova, sembrava rinata come una fenice rinasce dalle sue ceneri. “Io.. vado a dormire” si voltò e sparì nella sua camera, Blair restò li a fissare quella porta chiusa, incapace di credere a quello che avesse appena detto e fatto. Bevve il suo bicchiere d’acqua e ancora perplessa tornò a letto. ‘Io..vado a dormire? Stupido, stupido Bass,ma da dove ti è venuto io vado a dormire?’ Chuck non riusciva a credere a quello che aveva detto, non vedeva Blair da un mese e lui diceva io vado a dormire? Non era possibile. Era rimasto incredulo a fissare Blair l’aveva vista più bella che mai, avrebbe voluto abbracciarla, chiederle come stesse, cosa avesse fatto, invece aveva detto io vado a dormire? Si diede un buffetto sulla fronte e continuò a rigirarsi per l’intera nottata pensando alla frase ‘io vado a dormire’. L’indomani mattina arrivati a scuola Blair salutò tutti i suoi amici, abbracciò Nate ripensando a lui e Serena “Sono contenta per voi” si limitò a dire e Nate colto il senso di quella frase la strinse forte a se. Dopo qualche minuto arrivò anche Chuck che imbarazzato ancora per l’affermazione di quella mattina scappò via, con lo sguardo fisso sulla strada non vide una ragazzina che travolse in pieno. “Ehi..” sentenziò lei, “Scusa non..volevo” disse lui voltandosi e fissando la brunetta che adesso sorrideva, “Ti perdono solo perché sei carino” rispose e voltandosi andò via. Chuck continuò a fissarla, aveva i capelli nero corvino, dei grandi occhi verdi profondi e uno stile impeccabile di chi sa davvero di fare colpo. Deglutì sentendo un formicolio piacevole all’interno del suo stomaco, quella ragazza era davvero carina. Sorrise e con una nova espressione si allontanò.

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Capitolo 40
*** Un nuovo arrivo (part 2) ***


Finite le lezioni, i quattro amici si ritrovarono nel cortile della scuola per darsi appuntamento quel pomeriggio a Central Park, Blair voleva assolutamente passare un po’ di tempo con Chuck, sorrise all’idea di quel pomeriggio insieme. Finiti i compiti Blair si preparò per quel pomeriggio al parco, indossò un leggings  nero con una magliettina lunga sopra e un paio di stivaletti di camoscio molto comodi, sfoggiò uno dei papillon di Chuck abbinato al suo abbigliamento e raggiunse Serena in limousine. Lei indossava un jeans scolorito dalle ginocchia in giù e una magliettina nera con tante scritte, erano sempre in simbiosi loro anche sui vestiti. Raggiunsero Central Park dove Nate e Chuck le attendevano, entrambe indossavano vestiti casual Nate indossava una camicia a quadri con un pantalone nero, mentre Chuck aveva un jeans strappato all’altezza delle ginocchia e una magliettina dello stesso colore di quella di Blair. Lei sorrise come sempre vestivano uguali. Raggiunsero i ragazzi e salutandoli si incamminarono per le vie di Central Park, restavano tutti in silenzio ognuno imbarazzato per qualcosa, “Ehi ma tu sei quello carino di stamattina” disse una voce alle loro spalle, Chuck sentì il cuore accelerare i battiti e voltandosi le sorrise. “Ciao” disse timidamente lui, poi voltandosi verso gli amici disse “Ragazzi ci vediamo più tardi” e congedandosi si diresse verso quella brunetta interessante. Blair fissò l’accadere dei fatti ammutolita, non sapeva chi fosse ma già sentiva di odiarla, non diede a vedere nulla e senza salutarlo si voltò continuando a camminare. “Non mi hai ancora detto il tuo nome” disse Chuck prendendo il coraggio a due mani, “Io sono Stephanie e tu?” disse fissandolo con uno sguardo che fece scorrere un brivido lungo la sua schiena, “Io sono Chuck Bass” sorrise lui sicuro di colpire con la sua risposta, Stephanie arrossì, aveva visto Chuck quella mattina a scuola e se ne era perdutamente innamorata si era ripromessa che sarebbe stato suo, sorrise vittoriosa sapendo di fare un certo effetto su di lui. Camminarono per un bel po’ parlando del più e del meno, poi Stephanie raccontò a Chuck che era appena giunta in città, che era figlia di un Lord inglese e che il suo cognome era Beaton. Sarebbero restati in città per qualche mese disse guardando Chuck con uno sguardo accattivante che ancora una volta fece scorrere un lungo brivido lungo la schiena di lui. “Mi farebbe piacere visitare la città” disse “Magari in compagnia di qualcuno che la conosce..bene” aggiunse sorridendo, Chuck deglutì “Quando vuoi” sussurrò lui e questa volta fu Stephanie a sentire quel lungo brivido lungo la schiena, si quel Chuck l’aveva stregata. Camminarono per l’intera giornata, Chuck le mostrò le meraviglie di New York anche se Stephanie non sembrava interessata ai monumenti, continuava a fissare Chuck, il suo viso, il suo stile, la sua camminata, era pazza di lui ed era sicura che gli avrebbe fatto perdere la testa. Nate e Serena camminavano l’uno accanto all’altro scambiandosi sguardi dolci e sorrisi imbarazzati, Blair era stanca di quelle smancerie lei era stata piantata in asso perché quell’odiosa brunetta le aveva portato via Chuck. Sbuffò e voltandosi salutò i due innamorati e si diresse verso casa sua. Guardava annoiata le vetrine dei negozi, poi all’improvviso urtò qualcuno “Scusami” si affrettò a dire, “Attenta a dove metti i piedi” disse la brunetta guardandola dalla testa ai piedi, Blair la fissò con il suo sguardo altezzoso “Sta lontana da Chuck” sorrise soddisfatta la brunetta “Gli farò perdere la testa” “Sta sicura che si stancherà presto di te, sei solo un’infatuazione passeggera” Blair sorrise guardando la brunetta abbassare lo sguardo, aveva colpito nel segno come sempre, dopo qualche secondo Chuck comparve alle loro spalle, “C..ciao Blair” disse lui ancora in imbarazzo, “Bass” si limitò a dire lei, poi voltandosi  andò via, Chuck la fissò, adorava la camminata di Blair, la guardò finché non divenne un puntino, adorava Blair e nessuno avrebbe mai avuto il suo stile, eppure Stephanie lo ammaliava, si voltò e la guardò aveva uno sguardo strano, spento, pensieroso immaginò che Blair avesse colpito nel segno come sempre. Stephanie si congedò e pensierosa andò via. Blair era soddisfatta, aveva affossato quella brunetta con una sola risposta, adesso doveva riprendersi Chuck. Decise di dare un occhiata ad alcuni cerchietti, adesso le era tornato il buon umore. “Ahi” urlò quando un ragazzino le pestò il piede “Mi..mi dispiace” disse voltandosi lui “Non preoccuparti” rispose lei arrossendo, quel ragazzino era davvero carino. “Posso presentarmi?” sorrise, Blair guardò quel sorriso bianco, così puro, le labbra si curvarono in un gesto così elegante che Blair ne restò incantata. “Sono Marcus” le tese la mano e Blair stringendola disse “Blair Waldorf, io sono Blair Waldorf” e in quell’istante l’immagine del foglietto scritto da Chuck le ritornò alla mente, si sentì piena di sicurezza, forte e fiera di essere se stesse, ancora una volta ringraziò Chuck, lui le stava cambiando la vita.

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Capitolo 41
*** Giorni a venire ***


Giorni a venire

In quei giorni Nate e Serena uscivano molto insieme e altrettante volte avevano incontrato Chuck e Stephanie e Blair e Marcus. Entrambe li fissavano curiosi, quei due nonostante mostrassero le loro nuove fiamme continuavano a lanciarsi occhiatine e guardare furiosi il partner dell’altro. Stephanie aveva più volte afferrato la mano di Chuck, ma questo l’aveva ritratta imbarazzato, ogni volta la paragonava alla mano di Blair, la sua era piccola e affusolata e sembrava che le sue dita si intrecciassero perfettamente a quelle di Chuck, mentre la mano di Stephanie sembrava non aderire perfettamente, anzi creava più che altro disagio. Blair dal canto suo provava la stessa cosa quando Marcus le stringeva la mano, sentiva il cuore battere irregolarmente e il sangue non fluire dolcemente, preferiva di gran lunga camminare accanto a lui senza stringergli la mano. Molte volte al parco avevano incontrato Chuck e Stephanie, la sorella di Marcus, e sia lei che lui di spontanea volontà avevano afferrato la mano dell’altro. Si erano scambiati sguardi di fuoco ma nessuno dei due avrebbe mai ammesso all’altro che fosse geloso. Quel pomeriggio al parco Marcus sedeva accanto a Blair e le raccontava della sua casa regale, del suo titolo, dei gran gala che ogni sera ospitavano, Blair lo fissava sognante aveva sempre desiderato vivere una vita del genere, indossare abiti lussuosi abbinati a collane e orecchini tempestati di diamanti, imparare tutti i balli più importanti e partecipare a  ricevimenti con persone con grandi titoli. Seppure la stretta di Marcus non le piacesse, ogni qualvolta lui parlasse Blair ne restava incantata, le piaceva ascoltare tutto ciò che Marcus avesse da raccontare e ogni volta che terminava una frase sorrideva ammaliando Blair. Finiti i lunghi racconti Blair si offrì di andare a prendere una granita per entrambe, lui le sorrise aspettandola sulla panchina. Blair saltellava contenta stava passando un pomeriggio incantevole e si stava accorgendo che in fondo la compagnia di Marcus non era così brutta, forse quel piccolo lord inglese stava allontanando Chuck dai suoi pensieri. “Due granite alla menta” disse sorridente Blair al ragazzo del chiosco, ammirava il paesaggio circostante, nel mese di Novembre era ancora più fiabesco. Qualche nevicata aveva imbiancato le strade, montagnette di neve creavano un bordo artificiale lungo i viali bagnati, gli alberi spogli erano adornati di fiocchi di neve accuratamente adagiati su ogni singolo ramo, Blair guardava incantata Central Park, amava la sua New York e giurò sullo splendore che l’inverno donava alla sua città che non l’avrebbe mai lasciata. Afferrò le due granite e si voltò per tornare da Marcus ma uno spettacolo inaspettato cambiò improvvisamente il suo umore. Stephanie rideva divertita alle battute di Chuck e lui sorrideva, guardandola, Blair, provò una fitta di gelosia, accennò qualche passo ma un movimento di Stephanie la fece voltare nuovamente, aveva allacciato le sue braccia intorno al collo di Chuck e ora lo guardava negli occhi strinse più forte i bicchieri e pregò che non facesse ciò che stava immaginando. Stephanie lentamente avvicinò il suo viso a quello di Chuck sino a quando le loro labbra non si unirono in un dolce bacio, i bicchieri le caddero dalle mani versando il contenuto sui suoi stivaletti di camoscio. Blair sapeva che Chuck aveva dato il suo primo bacio, ma saperlo era una cosa, vederlo con i suoi occhi era un’altra. Aveva deciso, tornando dalla Francia che avrebbe detto a Chuck che si era innamorata di lui, ma quella Stephanie aveva sconvolto i suoi piani adesso, giurava a se stessa che nemmeno sotto tortura avrebbe confessato ciò che provava per lui. Non riusciva a staccargli  gli occhi di dosso, vedeva Stephanie che stringeva quelle braccia intorno al suo Chuck, aveva gli occhi chiusi e un sorrisetto contento sulle labbra, Chuck aveva gli occhi spalancati eppure le cingeva la vita. Odiò Stephanie con tutta se stessa, voleva scappare, correre lontano da quei due che si baciavano eppure non riusciva a non guardarli e morire di gelosia. Una lacrima calda fece capolino scivolando piano sul suo viso freddo, Blair si destò dai suoi pensieri e accennò qualche passo lontano da loro. Sapeva che Chuck non l’aveva vista era troppo lontana, ma purtroppo lei aveva assistito a tutta la scena, camminò accelerando il passo, raggiunse Marcus e frettolosamente lo salutò “Ma.. Blair e le granite?” chiese lui stranito “Oh..si..mi sono cadute..adesso devo andare devo cambiare le scarpe sono tutte bagnate” ancora una volta lo salutò scappando via. Ogni passo era più freddo dell’altro, gli stivaletti, ormai impregnati di granita, le ghiacciavano i piedi eppure Blair correva, via lontano da qual parco, amava la sua New York eppure in quel momento la odiava profondamente.

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Capitolo 42
*** Passeggiate ***


Passeggiate

Blair era stesa prona sul grande tappeto di casa Bass, era impegnata a risolvere un quesito di matematica mentre Serena preparava la merenda. Chuck appena entrato nell’appartamento fissava incantato Blair tutta presa dai suoi compiti, Serena lo guardò sorridente. Fissava Blair, aveva i capelli davanti agli occhi le gambe che giocherellavano in aria e mordicchiava il tappo della penna mentre si concentrava. Lei era sempre stata la più studiosa tra tutti e quattro, aveva la fissa della scuola, dei voti, soprattutto perché era sicura che con una media alta l’avrebbero accolta senza esitazioni all’università di Yale. Finito il quesito si alzò agitando le braccia in aria contenta del risultato esatto “Evviva ho finito, ho finito, ho finito. Blair uno, matematica zero!” urlò felice saltando e ballando, poi voltandosi si accorse che Chuck la guardava ridendo a crepapelle, Blair arrossì imbarazzata non si era accorta della presenza di Chuck e Serena non l’aveva avvisata, scostò i capelli dinnanzi agli occhi e lo guardò ridere, rideva di gusto come quella sera a casa sua, adorava sentirlo ridere così, aveva una risata contagiosa e poi il suo volto si illuminava di una luce diversa. Ogni volta che rideva le sue labbra formavano una mezza luna perfetta, sulla guancia sinistra una piccola fossetta rendeva irresistibile quella mezza luna, Blair lo guardò e non controllando più le sue gambe corse verso lui lanciandosi tra le sue braccia. Non seppe spiegarsi il motivo di quell’abbraccio ma ne sentiva fortemente il bisogno, lo strinse a se e assaporò il suo profumo che tanto le piaceva, Chuck smise di ridere ma non di sorridere poi strinse a se Blair, era tanto che non la stringeva tra le braccia assaporò il profumo di pesca che emanavano i suoi capelli e accarezzandole la testa le baciò la fronte. Adorava Blair e nonostante Stephanie l’avesse stregato era sicuro che nessuno avrebbe mai sostituito Blair Waldorf. Serena li guardava sorridente quei due scemi non riuscivano a dirsi cosa provavano eppure non riuscivano a stare lontani. Blair non avrebbe mai voluto sciogliersi da quell’abbraccio, la stretta di Chuck le donava tranquillità ma soprattutto sicurezza, la faceva sentire bene sapeva di essere dipendete degli abbracci di Chuck. Lentamente slacciò quell’abbraccio ma Chuck l’attirò ancora a se, non ne aveva abbastanza, non voleva lasciarla andare voleva restare con lei stretta tra le braccia. Blair si stupì di quel gesto inaspettato e nuovamente si rifugiò tra le sue braccia, non servivano le parole quel gesto valeva più di milioni di spiegazioni. Serena sorrise, Chuck aveva dimostrato a Blair ciò che sentiva davvero. Chuck le accarezzò ancora i capelli, poi guardandosi negli occhi le sorrise accarezzando il braccialetto di Blair, “C e B” disse sorridente, lei accarezzò le lettere e lui le afferrò la mano stringendola e seguendo il contorno delle lettere incastonate, poi le baciò il braccialetto prima di andare in camera sua, Blair lo guardò sparire e sorrise. Serena si affacciò e spalancando le braccia aspettò che Blair andasse a stringerla, “Blair tu e lui siete fatti per stare insieme, quel braccialetto ne è la prova” Blair strinse Serena sognante, forse la sua migliore amica aveva ragione. Blair e Marcus passeggiavano molto in quel periodo, lei cercava di non pensare a Chuck , lui cercava di conquistare il cuore di Blair. Aveva fissato geloso il braccialetto che Blair portava al polso, incastonate in questo c’erano le lettere C e B e lui sapeva che quella C stava per Chuck. Odiava quel ragazzino, aveva visto le occhiate che si lanciavano lui e Blair ed era geloso di quella sintonia che percepiva anche quando si guardavano semplicemente, aveva deciso di regalare a Blair un braccialetto più bello, voleva conquistarla a tutti i costi, ma per farlo doveva prima eliminare quello che portava al polso. Aveva discusso a lungo con sua sorella del rapporto che c’era tra lei e Chuck ed era contento che piano piano lui stava perdendo la testa per lei. Marcus si allontanò un attimo non dando una giusta spiegazione a Blair che l’attese confusa sul marciapiede.

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Capitolo 43
*** Passeggiate (part 2) ***


Fissava i passanti immaginando a cosa pensassero, alle loro vite, dove si dirigessero o da dove venissero, poi una mano all’improvviso la voltò. “Ti avevo detto di stare lontana da Chuck” ringhiò Stephanie fissandola, Blair la guardò furiosa “Come osi mettermi le mani addosso, non credere che il tuo titolo ti dia il diritto di toccare una Waldorf” “Non illuderti dell’abbraccio dell’altro giorno” ghignò soddisfatta, Blair la guardò come sapeva del loro abbraccio? “Chuck ti ha detto dell’altro pomeriggio?” “Si lui mi racconta tutto” disse altezzosa, Blair non credeva alle sue parole conosceva bene Chuck e non raccontava a nessuno ciò che faceva o cosa gli accadesse, eppure il dubbio persisteva come sapeva dell’abbraccio? Blair non poteva farsi schiacciare doveva risponderle a dovere “Non credo proprio visto che ha detto a me che l’unica con cui vuol parlare sono io” disse di rimando, Stephanie la fissò ora era davvero furiosa le si scagliò addosso mirando precisamente al suo polso, con uno scatto felino le strappò il braccialetto che cadde sul marciapiede frantumandosi in mille pezzi “Nooo” urlò Blair furiosa e disperata, ne aveva davvero abbastanza di quella Stephanie si voltò e con tutta la rabbia presente nel suo corpo le diede un pugno centrando l’occhio destro che non tardò a diventare violaceo. Blair sorrise soddisfatta “Non metterti mai contro Blair Waldorf, altrimenti presto quell’occhio nero non si sentirà più solo” raccolse il braccialetto trattenendo le lacrime, recuperò ogni singolo pezzo poi guardando Stephanie seduta per terra le si avvicinò e le tese la mano, l’altra l’afferrò e Blair la tirò su, poi con tutta la forza la spinse in una pozzanghera mista di acqua e fango, si voltò e prendendo bene la mira tirò un calcio all’acqua piovana e inzuppò Stephanie dalla testa ai piedi ghignò soddisfatta “Chuck non sarà mai roba tua, lui è fatto per una come me che non si fa schiacciare da un’inglesina qualunque e ora..PIANGI”  urlò Blair fissando Stephanie spaventata, quest’ultima a comando scoppiò in lacrime e lei voltandosi si allontanò da quel marciapiede. Marcus la raggiunse poco dopo chiedendole cosa fosse accaduto, Blair gli racconto tutto dall’inizio stringendo nel pugno il suo braccialetto in frantumi. Guardò l’espressione di Marcus, non era ne arrabbiato ne dispiaciuto lui..lui era contento. Blair scosse la testa, l’ira gli faceva davvero dei brutti scherzi, si congedò doveva parlare con Serena. Marcus guardò Blair sparire nella sua lunga limousine nera, quando fu ormai lontana sorrise vittorioso, doveva assolutamente ringraziare sua sorella strinse a se il pacchetto che aveva nascosto per tutto quel tempo doveva trovare il momento giusto per regalarlo a Blair.

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Capitolo 44
*** L'indomani mattina ***


L’indomani mattina

“Blair posso parlarti un attimo?” la voce di Chuck fece sobbalzare Blair, si scusò con Serena e sorridente si diresse con lui verso il muretto che costeggiava il cancello della scuola. “Blair, Stephanie mi ha raccontato di ieri” esordì lui, lei lo guardò “Ha rotto il mio braccialetto” disse abbassando lo sguardo “Blair io e Stephanie usciamo insieme da un po’ so che sei gelosa, ma picchiarla per questo non è troppo?” lei lo fissò sbigottita “Chuck ma cosa farnetichi? Lei si è scagliata su di me dopo che le hai raccontato dell’abbraccio dell’altro giorno, ha rotto il mio bracciale cosa avrei dovuto fare?” “Io non le ho raccontato nulla dell’altro giorno anzi sei stata tu a dirlo a lei e ti sei lanciata furiosa su di lei dopo che ti ha detto del nostro bacio” Blair deglutì e cercò di cancellare l’immagine di quel pomeriggio al parco “Non mi ha raccontato nulla del vostro bacio, possibile che credi a lei e non a me?” alzò la voce furiosa, come poteva farsi abbindolare da quell’inglesina da quattro soldi? “Non alzare la voce con me” ringhiò lui “Chuck non ti riconosco più, basta vado via, non mi interessa cosa ti abbia detto ho reagito per legittima difesa, aveva già premeditato di rompere il mio bracciale, ha mirato al polso Chuck” sentenziò lei “Basta Blair sono stanco delle tue storielle e della tua gelosia, devo portare un po’ di ghiaccio a Stephanie, per colpa di chissà chi ha un occhio nero” Blair sentì il sangue ribollirle nelle vene, “Non puoi davvero credere a lei, io non sono gelosa tu puoi avere chi vuoi, ma so che non ha importanza tu credi solo a quella sciacquetta”, Chuck la fissò furioso non voleva urlare ma la voce uscì forte e imperiosa allo stesso tempo “Tu non sei la mia ragazza, lei lo è” Blair s’irrigidì, all’improvviso tutto le era chiaro, lei era la sua ragazza ecco perché credeva a lei, la difendeva a denti stretti e non gli importava nulla del suo bracciale e del gesto di Stephanie, Blair lo fissò sconcertata, gli occhi di tutti gli studenti erano su di lei, Serena la guardava triste, e gli altri si ponevano milioni di domande, aveva gli occhi lucidi, carichi di pianto, ma l’orgoglio non le permise di crollare davanti a tutti quegli spettatori, aprì lentamente la mano e fece cadere al suolo il braccialetto in frantumi “Non mi serve più” sussurrò, poi sfilandosi la sciarpa e il papillon glieli porse, non aggiunse nulla si voltò per andare via “Blair..io..non..volevo urlare” disse lui per giustificarsi “Avrebbe fatto male comunque” aggiunse lei, poi lentamente andò via lasciando la scuola caduta nel silenzio con mille sguardi che incrociandosi cercavano delle spiegazioni.

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Capitolo 45
*** Casa Van Der - Bass ***


scusate il ritardo ragazze...capitolo piccolino..prometto d aggiorna presto =)

Casa Van Der - Bass

“Signorino Bass c’è un pacco per lei” disse il portinaio porgendo un pacco a Chuck, lui lo ritirò e prendendo l’ascensore cominciò a chiedersi da dove venisse. Arrivato in salotto si sedette sul grande divano e cominciò a scartare il pacco, tolta la pellicola protettiva restò dapprima di sasso poi deluso, “Cos’è?” chiese Serena sbucando dalla sua stanza, guardò il pacchetto che Chuck stringeva tra le mani, e subito capì da chi provenisse. Il cofanetto di papillon era stato diligentemente impacchettato e rispedito al proprietario, Blair gli aveva restituito i suoi papillon, quella mattina aveva davvero esagerato, aveva visto il suo sguardo diventare di ghiaccio e trattenere le lacrime. Aveva aperto la mano e lasciato cadere i pezzi del braccialetto che lui le aveva regalato, dopo che Blair era andata via lui li aveva recuperati e conservati nella tasca del suo trench,l’espressione di Blair era ancora un’immagine fissa nella sua mente, strinse forte il cofanetto tra le mani e lo riportò nella sua camera. Quando fu sicuro di essere solo sollevò il coperchio in vetro e annusò la fragranza di pesca che emanavano i papillon che erano stati a contatto con i capelli di Blair. Serena lo spiò sorridente dalla sua camera, Chuck non voleva ammettere che provava qualcosa per Blair, per lui era più facile ferirla che dirle ciò che sentisse, voleva far tornare la pace tra i due e adesso sapeva come fare, prese il cappotto e si diresse a casa di Nate, lasciando Chuck con il nasino immerso tra i suoi papillon mentre assaporava il profumo di Blair.

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Capitolo 46
*** Matrimonio Bart e Lily – due mesi dopo ***


siamo quasi alla fine ragazzeeee...=)

Matrimonio Bart e Lily – due mesi dopo

Erano passati ben due mesi dall’ultima volta che Blair e Chuck avevano davvero avuto un contatto o uno scambio di parole. Serena aveva atteso impaziente quel giorno, aveva organizzato tutto alla perfezione, quei due finalmente avrebbero chiarito. Era agitata, sua madre si sarebbe sposata davvero, e sembrava che questa volta tutto sarebbe durato per sempre. Lily fissava la sua immagine riflessa in quello specchio da quasi un ora, era perfetta eppure trovava sempre qualcosa che non andasse, Serena entrò nella sua camera e restò incantata per quanto fosse principesca sua madre. Il vestito era stato creato e disegnato interamente da Eleanor Waldorf, aveva una coda lunghissima e pieno di punti luce che mettevano in risalto l’acconciatura dorata. Serena e Blair facevano da damigelle indossavano degli abitini glicine abbinati al bouquet e ai fiori, entrambe bellissime ammiravano Lily innamorata più che mai. Bart indossava uno smoking nero lucido, che mettevano in risalto il celeste mare dei suoi occhi. La marcia nuziale fece alzare tutti gli invitati che guardarono incantati lo sfilare di Serena e Blair seguite da un’incantevole Lily. Chuck seduto in prima fila indossava un completo glicine abbinato a quello di Blair e Serena e dopo tanto tempo indossava i suoi papillon. Fissava lo sfilare elegante di Blair, erano due mesi che non parlavano ne si guardavano, accanto a lui era seduta Stephanie, la sua fidanzatina, era lei il motivo del loro allontanamento, sapeva di aver esagerato quel giorno ma non riusciva a digerire il fatto che frequentasse Marcus, e quel giorno gli era sembrato impossibile trattenere l’ira. Posò il suo sguardo su Lily, la guardò incantato, suo padre era innamorato e sperò di avere finalmente la mamma che non aveva mai avuto. Finita la cerimonia tutti si diressero nella grande sala addobbata per festeggiare, “B posso parlarti?” “Certo S dimmi” “Sai chi ha detto a Stephanie del vostro abbraccio?” Blair scosse la testa “E’ stato Marcus” “E lui come faceva a saperlo?” chiese lei confusa “Ha parlato con Nate e a lui l’avevo raccontato io, mi dispiace B, ma lui ha progettato tutto” spiegò dispiaciuta Serena, Blair lo guardò confusa, Marcus aveva progettato tutto quello per allontanare Chuck da lei, aveva premeditato di rompere il suo braccialetto? Non poteva crederci, Serena voleva farle fare pace con Chuck, scosse la testa perplessa e si allontanò raggiungendo Marcus. Ripensava alle parole di Serena e alla mente le riaffiorò l’espressione che Marcus aveva quando lei gli aveva raccontato del braccialetto, no forse erano solo coincidenze, se Serena aveva ragione tutto doveva combaciare. Chuck camminava tra i tavoli osservando gli invitati “Chuck posso parlarti un attimo?” chiese Serena oltre le sue spalle, lui si voltò curioso “Chuck, Stephanie e Marcus hanno premeditato di rompere il braccialetto di Blair, entrambe volevano farvi allontanare” spiegò sperando di avere più successo con lui. Chuck la fissò perplesso, quel pensiero gli era balenato nella mente qualche volta ma sentirlo pronunciato da un'altra persona faceva un effetto diverso. Serena aveva ragione? Doveva scoprirlo, si allontanò pensando alle sue parole, poi incontrò Blair e Marcus mano nella mano, le parole di Serena non aveva più significato, Blair rideva con Marcus era felice con lui, e adesso lui doveva esserlo con Stephanie. Serena li fissò sfidarsi con lo sguardo, quei due erano più cocciuti ed orgogliosi di quanto credesse. Marcus stringeva la mano di Blair sfilando tra i tavoli, Chuck la fissava, seduto al tavolo degli sposi, odiava quel piccolo Lord, si pavoneggiava stringendo la mano di Blair, la sua Blair, lui avrebbe dovuto sfilare tra quei tavoli stringendo la sua di mano. Stephanie gli sedeva accanto sorseggiando un bicchiere d’acqua fresca, il suo occhio era tornato di colore normale, Blair aveva un corpo esile e delicato ma Chuck aveva capito che era meglio non farla arrabbiare, Stephanie aveva sperimentato su se stessa cosa voleva dire sfidare Blair Waldorf. Marcus invitò Blair a sedere, lei si guardava intorno, osservando Chuck che rideva con Stephanie, provava ogni volta una fitta di odio e gelosia, doveva esserci lei seduta li a ridere con Chuck, non con quell’inglesina odiosa. Scacciò quei pensieri dalla sua mente mangiando tutto quello che portarono al tavolo. Chuck la osservava mangiare, aveva scacciato quell’ “amica” fastidiosa e ora gustava tutto sapendo di essere ugualmente bellissima, anche lui assaporò tutte le portate, poi guardò suo padre parlare e ridere con Lily, finalmente lo vedeva davvero felice.

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Capitolo 47
*** Matrimonio Bart e Lily – quella sera (part 1) ***


inizio penultimo capitolo...

Matrimonio Lily e Bart – quella sera

Lily stringeva Bart in un dolce lento, sentiva che quella storia d’amore sarebbe durata per sempre, Bart stringeva Lily forte a se, sentiva che quella donna gli avrebbe cambiato la vita e sperava che quella storia durasse per sempre. Chuck, Eric, Serena, Nate e Blair fissavano la scena ammaliati, erano super felici per loro due, si amavano ed erano la prova vivente della felicità che dona l’amore. Serena li guardava sognante sua madre aveva scacciato Rufus giurando amore eterno a Bart, Bart era cambiato, era dolce e premuroso ed amava sua madre, era felice di quella nuova parte della famiglia, era felice di avere il padre che le era mancato per tutto quel tempo. Nate le afferrò la mano e la invitò a ballare, Marcus fece lo stesso con Blair e Chuck invitò Stephanie, ballarono quel lento lanciandosi occhiatacce d’odio “Blair possiamo trovare un posto isolato dove possa parlarti?” lei annuì e lo condusse in un corridoio della grande sala “Blair, è un po’ che ci frequentiamo e io vorrei..”arrossì poi continuò “Vorrei darti il mio primo bacio ma prima prendi questo” Blair prese il pacchetto curiosa, aprendolo restò di sasso. Un braccialetto identico al suo rotto mostrava le lettere M e B, le sembrava uno scherzo poi d’improvviso la sua espressione di quel giorno, quella che aveva adesso, le occhiatacce a Chuck, e le parole di Serena combaciarono alla perfezione, Blair divenne all’improvviso furiosa “Tu..tu.. tu eri d’accordo con quella strega, tu.. hai organizzato tutto questo” Blair spingeva Marcus furiosa, possibile che si era fatta prendere in giro per tutto quel tempo, accecata dalla gelosia non si era resa conto che chi tramava contro lei era proprio Marcus. Lui furioso reagì spingendola contro il muro, “Ora indosserai quel braccialetto e mi darai quel bacio” ringhiò furioso, bloccandole le braccia al muro.

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Capitolo 48
*** Matrimonio Bart e Lily – quella sera (part 2) ***


Chuck ballava con Stephanie che continuava a lanciare occhiate oltre la spalla di Chuck lui cercava di seguire la traiettoria del suo sguardo con scarsi successi, approfittando del valzer la fece voltare dando le spalle a ciò che fissava, scrutò meglio oltre gli invitati danzanti e si accorse che Marcus stava per baciare Blair, non aveva più importanza chi baciasse ormai il suo primo bacio l’aveva dato a Nate, poi il valzer richiese lo scambio di dama. Chuck si trovò a ballare con Serena “Chuck cosa guardi?” “Marcus che bacia Blair” ringhiò lui geloso “Gli ha dato il suo primo bacio?” chiese lei stupefatta “Come il suo primo bacio? Lei non aveva baciato Nate?” chiese lui confuso “No Chuck, Blair non ha ancora dato il suo primo bacio, Nate ha baciato me per la prima volta” arrossì pensando a quel pomeriggio a Central Park dove sotto un salice piangente si erano scambiati il loro primo bacio. Poi aggiunse “Non riesco a credere che voglia darlo a Marcus” disse lei sconfitta, come poteva dopo quello che le aveva comunicato voler baciare quell’imbroglione? “Chuck ma sei sicuro di quello che vedi?” chiese lei preoccupata “Beh veramente no, non si vede molto bene” “Chuck va da lei, corri” lui lasciò Serena sulla pista correndo verso il corridoio poi uno sgambetto lo fece cadere “Non posso permettertelo” disse Stephanie guardandolo. Stupefatto del gesto di Stephanie le parole di Serena gli tornarono alla mente, allora sua sorella aveva ragione si rialzò aggiustando la sua giacca e molto delicatamente spinse Stephanie che cadde dentro una grande pianta, poi velocemente si diresse verso il grande corridoio. Serena si lanciò su Stephanie che cercava ancora una volta di bloccare Chuck, le si lanciò addosso bloccandola al suolo. Chuck corse verso il grande corridoio, quando arrivò fu troppo tardi Marcus baciava Blair, lo afferrò da una spalla e quando questo indispettito si girò, lo colpì con un gancio destro sul naso, sentì l’odio per quel lord dei sui stivali arrivare dalla parte più profonda di se. Marcus pianse per il dolore accasciandosi a terra, Blair aveva il viso rigato di lacrime ed era terrorizzata, Chuck la strinse a se e lei affondò la testa sulla sua spalla singhiozzando spaventata. “Sono stata una stupida a fidarmi di lui per tutto questo tempo” “Blair non sapevi cosa stesse progettando, anche io mi sono fidato di Stephanie, ci hanno anche allontanato” disse lui accarezzandole la schiena, “Su calmati, andiamo di la, prendiamo un bicchiere d’acqua” disse afferrandole la mano. Non appena le loro dita si intrecciarono la tranquillità si impossessò di Blair, le dita di Chuck avevano quel potere.

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Capitolo 49
*** Matrimonio Bart e Lily – quella sera (part 3) ***


quasi finito ragazze...

Serena, portò loro, due bicchieroni d’acqua mentre Nate fece cacciare i due dalla sala. Mentre le acque tornavano tranquille Blair andò a sedersi su una panchina di pietra in un grande roseto,nel giardino fuori la sala, adorava i fiori e assaporando quell’odore cercava di tranquillizzare il suo animo. Chuck la raggiunse poco dopo sedendole accanto, “Come stai?” le chiese poggiando la sua mano su quella di Blair “Adesso bene” disse lei, chiudendo gli occhi e catturando anche la più piccola essenza di quel profumo meraviglioso. Era scesa ormai la sera e i grandi lampioni di quel roseto davano un aspetto magico a quel posto incantato. Chuck coprì le spalle di Blair con la giacca del suo smoking, cercando di riscaldarla, la guardava mentre lei con gli occhi chiusi assaporava quei momenti “Chuck devo dirti una cosa” “Ti ascoltò” sussurrò lui “Quel pomeriggio al parco, quando ero con Nate, quando voleva baciarmi, lui si è avvicinato e io ho chiuso gli occhi, quando ho sentito il suo respiro quasi sul mio viso, ho spalancato gli occhi e..non eri tu” respirò pensierosa “Ho detto a Nate di fermarsi, non volevo dare il mio primo bacio a lui” si fece coraggio, mentre Chuck ascoltando le sue parole sentiva il suo piccolo cuoricino traboccare di qualcosa di nuovo.  “Ho paura Chuck” “Di cosa Blair?” chiese lui perplesso “Di..essermi innamorata di te” disse tutto d’un fiato, Chuck sentì il suo cuore battere come non mai, raggiungendo i tremila battiti al minuto, quell’affermazione l’aveva lasciato senza parole “Di qualcosa Chuck” lo incitò lei “B..Blair non so cosa dire, io..si..anche io sono innamorato di te” Blair sentì il cuore bloccarsi, Chuck era innamorato di lei e glielo aveva appena confessato? Si voltò sorridendogli poi senza proferir parola gli si avvicinò e dolcemente lo baciò. Fu un baciò dolce e intenso, le loro bocche suggellarono la promessa di quell’amore giovane. Chuck sentì il suo cuore quasi esplodere, Blair lo aveva baciato di sua spontanea volontà, e questo davvero era una prova di ciò che sentiva. Blair sentì quelle labbra carnose contro le sue, quel toccò fu dolce e forte allo stesso tempo, lo aveva baciato di sua iniziativa perché davvero sentiva che per Chuck provava qualcosa. “Come secondo bacio non è stato male” disse lui arrossendo, Blair lo guardò “Veramente..questo è il mio primo bacio” Chuck la fissò, “Allora Marcus non ti ha baciata?” “No Chuck, sei arrivato giusto in tempo” sorrise per poi baciarlo nuovamente. Serena li scrutò oltre il roseto contenta che quei due si fossero finalmente trovati.

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Capitolo 50
*** Dieci anni dopo ***


Dieci anni dopo

Serena aiutava Blair a traslocare a casa di Chuck, si erano sposati da qualche mese ed ancora non aveva finito di sistemare tutto, nel frattempo Nate e Chuck stabilivano le ultime cose per il matrimonio tra lui e Serena. “S credo che questo sia l’ultimo” urlò Blair dal piano superiore, Serena ringraziò il cielo, l’amica conservava di tutto ed aveva armadi interi di vestiti, scarpe ed accessori di ogni genere. Arrivati a casa Bass – Waldorf, cominciarono a sistemare tutto negli armadi. Blair aprì un grande scatolone e tirò fuori i papillon di Chuck che guardò sorridendo, ricordando quando li aveva indossati lei, poi piegando i pantaloni di Chuck fu attirata dal tintinnare di qualcosa, anche Serena l’aveva udito ed avvicinandosi cominciarono la caccia al tesoro di ciò che fosse caduto. “B vieni un momento” disse Serena oltre gli scatoloni, Blair la raggiunse fissando la sua mano “Ecco cosa era” dalla tasca del piccolo trench di un Chuck Bass undicenne erano venuti fuori i resti del suo braccialetto in frantumi, Blair li recuperò per poi adagiarli accuratamente nel suo portagioie, accanto ad un piccolo foglietto incorniciato che portava le parole scritte dalla mano sicura di un ragazzino di undici anni, quel braccialetto era stato il primo vero regalo di Chuck. Avevano incontrato ancora Marcus e Stephanie, ma questa volta nessuno dei due aveva provato a mettersi contro loro. Finito di sistemare il tutto Serena e Blair si erano distese sul grande tappeto persiano crollando in un profondo sonno. Arrivati a casa, Nate e Chuck avevano recuperato le loro consorti portandole a letto. Presa tra le braccia di Chuck, Blair si rannicchiò in quella stretta che per tutti quegli anni le aveva donato tranquillità e sicurezza. Chuck l’adagiò dolcemente sul letto baciandole la fronte, poi mentre slacciava il suo orologio notò i resti di quel braccialetto nel portagioie di Blair e subito un’idea si fece spaziò nella sua mente. L’indomani mattina Blair si svegliò pimpante e riposata, quello sarebbe stato il loro terzo mesiversario, non poteva crederci da tre mesi era diventata la signora Bass. Preparò la colazione per tutti e quattro dato che Nate e Serena erano rimasti a dormire da loro, poi mentre sorseggiava il suo caffè aspettò che Chuck le facesse gli auguri ma lui la baciò semplicemente dicendole “Ci vediamo dopo piccola” Blair annuì non mostrando la sua delusione, Chuck aveva già dimenticato il loro mesiversario? Avrebbe provveduto presto. Dopo essersi lavata e vestita trascinò Serena in uno shopping sfrenato, comprò un tubino nero così stretto da mettere in risalto anche la più piccola forma, poi arrivata in un negozio Victoria Secret comprò, su ordine di Serena, delle autoreggenti a rete piccola e un babydoll di pizzo nero. Tornate a casa si diedero da fare in cucina preparando una cenetta a lume di candela, finito il tutto Serena si congedò augurandole buona fortuna. Quando Chuck rincasò trovò un tavolino tutto addobbato nei minimi dettagli e una Blair fasciata dal tubino nero che l’aspettava vicino questo. Chuck deglutì, Blair sapeva come fargli perdere la testa, si accomodò e durante tutta la cena non poté fare altro che guardarla e desiderarla. Finito il tutto Blair condusse  Chuck in camera da letto, lentamente si spogliò sotto i suoi occhi desiderosi, poi restando con le autoreggenti e il babydoll gli augurò la buonanotte. Chuck dapprima restò incredulo, poi trattenne una risata, era riuscito a far arrabbiare Blair fingendo di essersi dimenticato di quella ricorrenza. Si spogliò anche lui e baciandole la fronte le diede le spalle coricandosi. Lentamente contò “Uno, due , tre” e come se fosse automatico Blair lo colpì con un buffetto sul braccio “Come hai potuto dimenticarti che oggi sono tre mesi di matrimonio? Ti sei già stancato di me?” lui trattenne un risata poi voltandosi, quasi le si lanciò addosso baciandola. Blair non seppe resistere e si lasciò andare a quel bacio fantastico, non si era mai pentita di aver dato a lui il suo primo bacio, ne di aver fatto con lui tutte le sue esperienze, aveva progettato che Nate sarebbe stato suo marito e avrebbe fatto tutto con lui, ma quando si era innamorata di Chuck tutto era cambiato. Lui le accarezzò il viso e senza dire nulla le porse un pacchetto, Blair lo fissò confusa, poi aprendolo delicatamente, pianse. Il braccialetto che Chuck le aveva comprato quando avevano undici anni, lui l’aveva fatto riparare e ora glielo allacciava ancora una volta al polso. “C e B” disse lui sorridendo “Segno che sono la tua Blair” aggiunse lei lanciandosi addosso e baciandolo “Non mi avevi augurato la buonanotte?” chiese lui stuzzicandola “Credi che abbia comprato tutto questo per dormire?” lo provocò lei, e senza continuare a parlare, piano la baciò. Fecero l’amore tutta la notte, baciandosi di continuo. Da quando quella sera Blair aveva regalato a Chuck  il suo primo bacio si era resa conto che non avrebbe più potuto fare a meno delle sue labbra.
THE END!!!


Angolo autrice

ecco qui la conclusione ragazze..spero davvero che vi sia piaciuta grazie mille a chi ha seguito questa storia e mi ha incoraggiato con le sue recensioni...un ringraziamento speciale a:

Drama Queen
Asya
Binca


grazie ragazzeeeee =)

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