Two weeks notice - Due settimane per innamorarsi

di Lils__L7
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduction ***
Capitolo 2: *** First day ***
Capitolo 3: *** Second day ***
Capitolo 4: *** Third day ***
Capitolo 5: *** Fourth day ***
Capitolo 6: *** Fifth day ***
Capitolo 7: *** Sixth day ***
Capitolo 8: *** Seventh day ***
Capitolo 9: *** Eighth day ***
Capitolo 10: *** Ninth day ***
Capitolo 11: *** Tenth day ***
Capitolo 12: *** Eleventh day ***
Capitolo 13: *** Twelveth day ***
Capitolo 14: *** Thirteenth day ***
Capitolo 15: *** Fourteenth day ***



Capitolo 1
*** Introduction ***


Two weeks notice
-      Due settimane per innamorarsi –
 
«..Con degli effetti particolari, straordinari direi, paragonabili a quelli della nota Felix Felicis!», stava dicendo a gran voce il professor Lumacorno, cercando di attirare l’attenzione dei suoi studenti; dopotutto, le lezioni di Pozioni erano già una noia di per sé, ma questa volta egli aveva da fare i conti con uno dei più pericolosi deterrenti delle ore scolastiche: il primo, tiepido sole primaverile, che filtrava dalle piccole finestre dei sotterranei.
Erano infatti i primi di marzo, e per quanto potesse sembrare strano anche in Inghilterra il tempo quell’anno si stava dimostrando clemente: i primi fiori si preparavano a sbocciare, con sommo piacere della professoressa Sprite, le nuvole si allontanavano verso l’Irlanda spazzate via dai venti da sud e gli studenti, come tutti gli anni, perdevano la loro già carente attenzione.
C’era anche da dire, però, che le ultime due ore del venerdì erano pesanti, per una materia come Pozioni. Ma che poteva farci? Fosse stato per lui, avrebbe sicuramente apportato grandi modifiche agli orari. Per esempio, cominciando a dividere categoricamente i Serpeverde e i Grifondoro del settimo anno, in modo che non si incontrassero mai.
In quel momento, infatti, risultava difficile persino a lui non ridere di Severus Piton, suo alunno brillante quanto schivo, bersagliato da numerosissime palline di carta viscida e appiccicosa che gli venivano lanciate da ogni direzione, anche se era più che ovvia la loro reale malandrinesca provenienza.
«Signori, per favore..» cercò di dire, per sedare il coro di risatine che si stava alzando dai banchi dei Grifondoro. «Lasciamo perdere il signor Piton, sì, Severus, sei pieno di schifose gelatine verdognole, e concentriamoci sulla Pozione che avete da preparare entro due settimane.»
La piccola e agile mano di Lilian Evans, Caposcuola di Grifondoro nonché tra le migliori pozioniste che Hogwarts avesse mai avuto il piacere di conoscere, saettò in aria. «Ma professore,» cominciò, titubante, «l’Odium Liquidum è una pozione molto complicata. Avremmo bisogno di più tempo!».
«Mia cara Lily», cominciò bonario Lumacorno, sorridendo alla sua studentessa preferita. «Sono certo che due settimane saranno più che sufficienti per ottenere un’ottima pozione dell’odio. Piuttosto.. non vorrei incappare nelle sue ire, ma temo proprio che il difficile non sarà preparare materialmente la pozione, quanto riuscire a collaborare col proprio compagno».
«Oh», rispose semplicemente lei, scostandosi una ciocca di capelli rossi dal viso e sorridendo alla sua compagna di banco, Alice Longbottom, nonché migliore amica e secolare compagna di lavori di coppia.
«Purtroppo no, cara, per stavolta la signorina Longbottom non potrà essere la sua compagna.» disse il professore, guadagnandosi gli sguardi carichi di risentimento delle due e l’attenzione di tutti gli altri studenti: non capitava mai che Lumacorno decidesse le coppie di sua volontà.
Soddisfatto di aver recuperato l’interesse dei suoi alunni, proseguì: «La pozione dell’odio è qualcosa di molto complicato, come ci ha giustamente detto poco fa la cara Lily.. e i suoi effetti dipendono molto da come essa viene affrontata. Non so se mi spiego?».
«In effetti, no.» intervenne Sirius Black, che aveva smesso da qualche secondo di incantare palline di carta.
«Beh, signor Black, è presto detto: per preparare una corretta Odium Liquidum c’è bisogno che tra i due compagni non intercorra buon sangue.» spiegò Lumacorno, generando sguardi di puro disgusto tra i banchi delle due casate, da sempre in contrasto tra loro. «Ora, so che tutti voi avete delle.. antipatie, ecco, chiamiamole così. Ad esempio, credo proprio che da lei e il signor Piton verrà fuori una gran bella pozione dell’odio!».
«CHE COSA??!?» ruggirono entrambi gli interessati, scattando in piedi sulle loro sedie e rischiando di rovesciare i rispettivi banchi per la foga.
Lumacorno ridacchiò, sadico. «Cosa non si fa per una E in Pozioni!».
«Io non la voglio una E in Pozioni!» si lamentò Sirius.
«L’avrà, Black, se ha intenzione di passare gli esami alla fine dell’anno.».
«Ha intenzione di chiederci questa pozione agli esami?!» esclamò Remus Lupin, piuttosto sconcertato.
«Sì, signor Lupin.» rispose il professore, gongolando. «E penso di aver individuato il miglior compagno per lei nel signor Mulciber. Che ne dice?».
Nella classe cominciarono a diffondersi bisbigli indignati di rabbiosa rassegnazione; che razza di idea era, farli lavorare con persone che odiavano? Stava mettendo in pericolo l’integrità fisica della scuola!
«Mi scusi, professore,» intervenne di nuovo Lily Evans, incrociando le dita di entrambe le mani sotto il suo banco. «chi.. chi pensa dovrebbe essere il mio compagno?».
Horace Lumacorno si mostrò in quel momento crudele come non mai agli occhi degli studenti del settimo anno. Non rispose, semplicemente rivolse il suo sguardo verso l’ultimo banco, dove Sirius Black continuava a lamentarsi e a inveire contro di lui, tra le risatine soffocate del suo migliore amico lì accanto.
«Professore..!» sussurrò Lily, spalancando gli occhi terrorizzata. «Non..».
«Esattamente, cara. Lei e il signor Potter farete di certo grandi cose insieme!».
 
Gli studenti Grifondoro della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts si domandarono tutto il giorno cosa fossero quei rumori provenienti dai dormitori degli studenti del settimo anno. Da entrambi, infatti, fuoriusciva un continuo brusio quasi isterico, e, a tratti, esplosioni di urla.
Che tipo di urla?
Lily Evans camminava a passo di marcia avanti e indietro nella sua stanza, incenerendo con lo sguardo (e con la bacchetta; fortuna che non era sola!) tutto ciò che incontrava sul pavimento che calpestava, fossero vestiti, libri o parti del corpo delle sue compagne di stanza. Definirla furiosa era poco, davvero poco; Lumacorno era decisamente precipitato sul fondo della sua classifica personale di gradimento degli esseri umani che conosceva, davanti solo alla sua Casata prediletta di viscide serpi, a sua sorella Petunia e, ovviamente, a quello stupido pallone gonfiato egocentrico vanesio imbecille di James Potter. Dannazione, perché aveva dovuto scegliere proprio quella pozione?!
Perché aveva deciso di farla portare agli esami?!
E soprattutto, perché aveva scelto James Potter come suo compagno?!?
«Quel decerebrato boccinofilo!».
«Lily, calmati..».
«Quella prima donna mancata! Con quegli stupidi capelli spettinati!».
«Lils..».
«Quel cervello di Kneazle!».
Tutti ad Hogwarts sapevano che tra i due Capiscuola – perché, ahinoi, anche lui lo era, - non c’era un bel rapporto. Anzi, non c’era proprio alcun rapporto escluso quello di feroce odio, come Lily amava specificare.
Dal primo anno infatti professori, studenti, quadri e fantasmi avevano dovuto fare l’abitudine ai battibecchi che scoppiavano tra i due ad ogni incontro, cosa purtroppo abbastanza frequente dato che frequentavano lo stesso anno nella stessa Casa. Non che a loro dispiacesse così tanto, sia chiaro: era sempre uno spasso guardarli litigare fino ad alzare le bacchette o proprio le mani.
Fino alla fine del sesto anno, infatti, Hogwarts era stata teatro delle peggiori marachelle da parte di James e suoi compari, i cosiddetti Malandrini; e tutte le volte, nessuna esclusa, la fiera Lily Evans aveva scoperto e punito i loro tiri mancini, scontrandosi per questo con loro. Il fatto che lei fosse l’unica a non aver ceduto al fascino del mitico James Potter poi non aveva fatto altro che aumentare le sue estenuanti proposte d’amore, d’appuntamenti, perfino di matrimonio.
Inutile dire che Lily piuttosto che sposare James Potter avrebbe preferito vivere sul fondo del Lago Nero con la Piovra Gigante, cosa che gli ricordava ogni volta prima di decretare per loro le più terribili punizioni.
Suo malgrado, la Caposcuola doveva però riconoscere quanto il suo acerrimo nemico fosse cambiato durante quell’ultimo anno: niente più appostamenti dietro le colonne, niente più imbarazzanti inviti ad uscire di fronte a tutta la Sala Grande, neanche un biglietto a San Valentino o un casuale incontro sotto il vischio in periodo natalizio; si poteva dire che James Potter era maturato di botto, per un motivo, a suo parere, impossibile da scoprire.
Non era così impossibile in effetti per i compagni di stanza di James, i fidati Malandrini e Frank Paciock, che in quel preciso momento stavano cercando il modo migliore per affatturarlo, stanchi delle sue grida di giubilo.
«La Evans in coppia con meee!».
«Non è stata una scelta sua, Ramoso..».
«Io amo Horace Lumacornooo!».
«Te lo faccio scrivere e ti ci ricatto, Jam, ora smettila..».
«Si innamorerà di me in queste due settimane!».
«Come no!».
«Che ne dite del classico Pietrificus Totalus?!».
L’esaltata figura possente di James Potter cadde rovinosamente per terra, tra gli sguardi soddisfatti dei suoi compagni di stanza; quando si parlava di Lily Evans, James era davvero impossibile da sopportare! Si perdeva nei suoi sogni di gloria d’amore eterno in cui lei cullava i loro sette figli maschi (un’ottima squadra di Quidditch dagli occhi verdi) giurandogli fedeltà fino alla morte. Qualcosa di disgustoso, insomma, soprattutto per il suo migliore amico Sirius Black, per il quale le donne non erano altro che passatempi da cambiare a intervalli regolari di una notte; eppure James non poteva farci niente: se ne era innamorato - «Proprio come un salame!» - alla fine del quinto anno, ma il suo carattere da sbruffone strafottente non gli aveva fatto accumulare molta credibilità e affidabilità ai suoi occhi.
Per questo, secondo lui, quella della pozione era un’occasione geniale per far capire alla Evans quanto lui desiderasse davvero nient’altro che lei.
Ci sarebbe riuscito?




Un grazie in anticipo a chi leggerà la storia.. e, se ci saranno (come spero vivamente xD), alle anime pie che recensiranno!

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Capitolo 2
*** First day ***


First day.

«Risulta evidente quanto siam diversi,
quanto son diversi i tempi del percorso,
ma sono giorni in cui suona più vicina
tutta quella tua incazzatura..»
[L.Ligabue - Caro il mio Francesco]


Il soffitto della Sala Grande quel giorno era di un nero spaventoso, come se il peggiore degli incubi del mondo magico si fosse realizzato. E in un certo senso era proprio così.
Gli studenti del settimo anno (ebbene sì: Lumacorno aveva assegnato lo stesso ingrato compito anche a Corvonero e Tassorosso) si erano presentati quella mattina a colazione come se fossero invece diretti al patibolo, e squadravano ringhiando tra i denti ora il professore di Pozioni ora l’odiato compagno con il quale avrebbero dovuto lavorare per ben quattordici giorni.
Silente, quasi a farlo apposta, era stato talmente divertito da quella bislacca idea di Lumacorno da decidere di fondere gli stemmi delle quattro Case a coppie proprio come nel compito: e così, sui tavoli rossi e verdi spiccavano grifoni dalla lingua e le zampe serpentesche, e su quelli gialli e blu animaletti rotondeggianti con orecchie da tasso e becco da corvo.
«Mooolto simpatico!» sibilò Sirius Black digrignando i denti, sedendosi al suo solito posto sulla panca vicino a James. Il quale, dal canto suo, sembrava davvero essere l’unico studente del settimo anno di buon umore.
«Non trovate sia una giornata fantastica?» esclamò infatti rivolto ai suoi amici mentre si serviva di succo di zucca. «Oggi dovremo metterci d’accordo con il nostro compagno per la pozione di Lumacorno!».
«Proprio per questo è una giornata di m..» sbraitò Sirius, ingozzandosi di bacon e marmellata.
«James, facci il favore di smetterla!» lo interruppe Remus, stropicciandosi gli occhi con le mani. «Ho la luna piena tra una settimana e Mulciber da tenere alla larga, non infierire!».
«Ooh, come sei pesante, Lunastorta! Dovresti essere orgoglioso del tuo James che presto conquisterà la sua bella!».
«Non vedo proprio chi dovresti conquistare, Potter.».
I Malandrini si voltarono insieme verso la persona che doveva aver parlato, individuando con poca sorpresa la rossa Caposcuola, che batteva un piede contro il pavimento a braccia serrate.
«Ehi, Evans!» esclamò James, passandosi una mano tra i capelli corvini. «Sei qui per il compito di Lumacorno?».
«Sicuramente non per piacere, Potter. Allora, ci vediamo oggi pomeriggio alle tre nell’ultima aula dei sotterranei. Puntuale!» rispose lei, categorica.
«Va bene,» annuì lui, «a dopo!».
La bella rossa girò sui tacchi e a passo spedito tornò a sedersi al tavolo, accanto ad Alice.
«Ramoso, smettila di fare quella faccia da ebete.».
«Oh avanti Pete, non vedi com’è bella?!» sospirò James, appoggiando il mento sul tavolo con fare teatrale. «Non funzionerà mai, vero?».
Remus, il più comprensivo dei Malandrini, si intenerì a guardarlo e assestò una gomitata ben piazzata nelle costole di Sirius che stava per rispondergli con un violento “NO!”. «Se parti scoraggiato, Jam, non raggiungerai mai il tuo scopo!».
Gli occhi del moro si illuminarono di gioia. «Hai ragione Rem! Sono o non sono il magnifico James Potter?!».
Remus dovette ammetterlo: a volte avrebbe davvero fatto meglio a starsene zitto.

«Sei qui, Evans?».
James entrò nell’ultima aula del corridoio dei sotterranei in cui agli studenti era permesso riunirsi; effettivamente Lily non aveva specificato in quale direzione del corridoio dovesse cercarla, perciò lui le aveva provate tutte.
«Sì, Potter.».
Ed era lì, infatti. James ebbe il terrore di essere rimasto per due minuti buoni a fissarla imbambolato come quella mattina a colazione, ma come avrebbe potuto evitarlo? La Caposcuola aveva raccolto i capelli rossi in una larga treccia laterale fermata da un laccetto dello stesso verde dei suoi bellissimi occhi, e arrotolato le maniche della camicia fino ai gomiti, in modo che non la impicciassero. Il maglione della divisa giaceva abbandonato su un banco in fondo all’aula, con la cravatta; non ricordava di aver mai visto Lily Evans così poco perfetta.. e così dannatamente bella.
Era stupenda mentre sistemava gli ingredienti per la pozione sul tavolo in ordine di come le sarebbero serviti, storcendo le labbra se qualcosa non era esattamente dove avrebbe voluto che fosse.
Era meravigliosa mentre si scostava con uno sbuffo scocciato alcune ciocche di capelli che le erano ricadute sugli occhi, mentre sfogliava il libro alla ricerca del procedimento da eseguire.
Era fantastica anche con le sopracciglia aggrottate e le labbra serrate così strette da sembrare unite, in una smorfia di pieno disappunto.
..Disappunto?
«Potter, ma sei diventato sordo, oltre che scemo?! Ti sto chiamando da tre ore!».
«Merlino, scusa Evans, scusa. Mi ero distratto.».
«Ho notato! Sbrigati, vieni qua; mettiti a sbucciare queste radici e dopo tagliuzzale in parti uguali.».
«Sì, Lily.».
«Evans, Potter. Sono Evans per te.».
«Hai ragione Evans, scusa.».
Passarono almeno dieci minuti in silenzio, mentre lui sbucciava quelle maledette radici e lei preparava nel calderone uno strano intruglio che avrebbero dovuto aggiungere alla pozione in seguito.
«Perché non posso chiamarti Lily?» chiese James all’improvviso.
Lei lo guardò come se avesse visto Ruf ballare un valzer con Morgana in persona. «Perché dovresti chiamarmi Lily, Potter?».
«Gli amici si chiamano per nome.».
«Dici bene, gli amici. Ti risulta che noi due siamo amici?».
«Beh no, ma.. potremmo diventarlo. Che male ci sarebbe?».
«La nostra pozione non varrebbe uno zellino in quel caso, Potter. Zitto e sbuccia.».
James rise. «Quando vuoi Evans, sei simpatica.».
«Oh, che onore, Potter. Detto da te poi, che sei la simpatia fatta persona!» disse lei sbuffando, contorcendosi nelle smorfie più buffe per convincere un ciuffo di capelli a togliersi da davanti ad uno dei suoi occhi, avendo le mani impegnate e non potendole assolutamente spostare dal mestolo.
«Aspetta,» sussurrò James, «ti aiuto».
Non aspettò una sua risposta (non sarebbe sicuramente stata affermativa) e le si avvicinò in due falcate, raggiungendola e afferrando la ciocca di capelli che era sfuggita al suo controllo; con un movimento lento, le mani tremanti per la vicinanza al suo viso, gliela portò dietro l’orecchio sinistro, sfiorandole uno zigomo col pollice in una sorta di carezza improvvisata.
Lei scosse la testa, piano, per allontanare la sua mano. Era arrossita. «Grazie.», disse, abbassando lo sguardo.
Passarono altri dieci minuti senza dire una parola e senza guardarsi. James aveva finito ormai di tagliuzzare tutte le radici e aveva preso ad affettare uno degli altri ingredienti, triste per come stavano andando le cose tra loro due.
«Anche tu quando vuoi non sei così male».
Era sicuro di aver capito male. «Come, scusa?!».
«Hai capito benissimo, Potter. Sei in silenzio da quindici minuti. Non sei poi così male, quando ti impegni.», disse Lily, abbozzando un sorriso.
«Attenta alla pozione, Evans.. se vuoi una E, non devi dirle certe cose.» cercò di sdrammatizzare lui.
Lei ridacchiò. «Giusto. Beh, in questo caso, ti odio.».
Lui le sorrise, teso. Toccava a lui dire qualcosa, adesso. «Dai, parlando seriamente. Perché ce l’hai così tanto con me?».
«E me lo chiedi, Potter? Sei sempre il solito buffone!».
«No, sono cambiato!» ribatté lui, spalancando le braccia e urtando il contenitore delle radici, che cadde.
«Accio radici,» disse Lily, ricomponendo l’ingrediente. «E’ vero, ma solo esteriormente. Sono sicura che dentro sei ancora il solito bambino.».
«Sono cambiato, ti dico, ho fatto come volevi! Dammi una possibilità, Lily, una sola.».
«Non ci penso neanche, Potter! Merlino, finiamo questo lavoro in fretta così posso continuare ad evitare di rivolgerti la parola.».
«Oh, avanti.. l'ultimo desiderio si nega solo ad Azkaban!» gemette lui facendo gli occhioni dolci.
Lily alzò gli occhi al cielo, cercando di mantenere un'espressione accigliata nonostante la faccia ridicola che James aveva messo su.
«Ho detto no, Potter. Qui è molto peggio di Azkaban.».
«Tu sei molto peggio di Azkaban!».
«Con te sicuramente! Vuoi finire di affettare quella roba o no?!».
«No, per la barba di Silente!» esclamò lui, esitando poi un attimo nel timore che l'onnisciente e onnipresente Preside l'avesse sentito. «Non fino a quando non mi spiegherai perchè ce l'hai così tanto con me!».
«Perchè sei pedante, Potter! Appena ti do un briciolo d'attenzione ritorni appiccicoso come la colla!».
«La.. che?!» chiese lui, dimenticandosi per qualche secondo del discorso che avevano intavolato. «Oh, insomma, come sarebbe a dire 'pedante'?».
«Potter, io e te siamo diversi; troppo diversi. Quando qualcuno dice "no, Lily", io smetto di insistere, mentre tu non hai la minima idea di cosa questa parola voglia dire.. perchè sei viziato, sbruffone e prepotente!» urlò la rossa, diventando dello stesso colore dei suoi capelli per la foga.
James parve rabbuiarsi.
«Non ti sei neanche accorta di quanto sono cambiato.», biascicò.
«Ti sbagli Potter, me ne sono accorta. E' per questo che ho accettato di venire qui; ci sono altre persone che non sopporto all'interno di questa scuola, sai? Non sei l'unico!» ribatté Lily, puntandogli un dito contro. «Ma mi stai dimostrando ancora una volta che mi sbagliavo su di te!».
Detto questo, la Caposcuola radunò tutti gli ingredienti usati e non con un incantesimo, e li fece sparire ordinatamente all'interno di un armadio. Spense il calderone in assoluto silenzio, ringraziando Morgana e gli altri maghi che la proteggevano dall'alto che Potter stesse finalmente zitto, e con un incantesimo di Appello richiamò a sé maglione e cravatta.
Si voltò verso di lui, corrucciata.
«Domani alla stessa ora, Potter.».
«Allora ci rivediamo!» esclamò lui contento, riesplodendo nel suo sorriso aperto. «Buon pomeriggio, Evans!».
Lily girò sui tacchi e se ne andò a passo svelto, non riuscendo a trattenere un mezzo sorrisetto; tenace, quel Potter! Ma aveva trovato in lei pane per i suoi denti, quello era sicuro!


Capitolo 2 rivisto e modificato, mi era uscita una Lily credo troppo OOC che mi ha tormentato per tutte le vacanze di Pasqua! xD
Grazie mille a chi ha recensito, a chi ha aggiunto la storia tra le preferite/seguite e anche a chi ha solo letto.. Al prossimo capitolo! :D
L7!

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Capitolo 3
*** Second day ***


Second day.

«Ho provato a non amarti, ma è impossibile per me.
Ci sei tu, e io m'illumino, dirtelo non funziona più..
Se t'amo forse perdo, se non ti amo però non vinco mai!»
[Nek - Ci sei tu]


«Insomma, ti rendi conto?! Ho passato un'ora del mio tempo a sbraitargli addosso, dato che si comportava come sempre come uno stupido bambino viziato, e neanche lavorava alla pozione, capisci?, prenderò un voto orribile per colpa sua e Lumacorno mi boccerà all'esame, senza contare che mancano altri tredici giorni prima che la pozione possa essere imbottigliata, ma dannazione, proprio a me una cosa del genere?!».
«Lil, non ho capito niente.
Alice Longbottom fissò con attenzione e un misto tra divertimento e apprensione la sua migliore amica che delirava sdraiata sul suo letto, la faccia immersa nel cuscino; capiva perfettamente come doveva sentirsi Lily: dopotutto, lei aveva passato un'ora e mezza del suo tempo con Christine Parkinson, una delle Serpeverde più vanitose e insopportabili nella storia di Hogwarts. Davvero una pessima idea, quel Lumacorno!
«E' tardi, che ne dici di andare a letto?» chiese all'amica che ancora mugugnava, per farla smettere. «Domani ci aspettano due ore di Storia della Magia di prima mattina, e..».
«E una con Potter di primo pomeriggio!» concluse Lily interrompendola, con voce lamentosa.
«Ancora? Potter sta diventando la tua ossessione, Lils!»
scherzò Alice.
«Ali, fai ancora qualche battuta del genere e giuro che ti sostituirò con la Parkinson!» minacciò la rossa, alzando la testa dal cuscino.
«Fai pure!» la prese in giro Alice, e, tra una risata e l'altra, si addormentò esausta.

«Potter.».
«Evans!».
Lily entrò nella solita aula in fondo al corridoio, sorpresa di trovare James Potter lì ad aspettarla; se ne stava seduto buono buono su un banco, con un bel - bel?! Che c'entrava l'aggettivo "bello" con Potter?! Semmai, ebete - sorriso stampato in faccia. La Caposcuola constatò con piacere che aveva già sistemato gli ingredienti e il calderone sui banchi.
«Com'è andata la giornata, Evans?».
«Lo sai benissimo, Potter, c'eri anche tu in aula con me.».
«Direi, Evans. Siamo nella stessa Casa!».
«Con mio sommo dispiacere, Potter. Ora, potresti tacere e cominciare a togliere le spine da quelle piante?».
Lily si godette quei brevi cinque minuti in cui non sentì altro se non il rumore di coltelli che tagliuzzavano; ma, come aveva previsto, quel silenzio paradisiaco non durò per molto.
«Sei ancora arrabbiata per ieri?».
«No, Potter. Ma..».
«Ottimo!» la interruppe lui, sorridendole. «Quindi, se non sei arrabbiata, possiamo fare due chiacchiere.».
«Credo che ricomincerò ad essere arrabbiata, Potter. Da ora.».
«Dai, Lily! Raccontami qualcosa!».
«Non costringermi a zittirti con la magia.».
«Com'è andato il pomeriggio di Alice con la Parkinson?».
«Ti vuoi.. oh, beh. Male, direi. Povera Alice.» rispose lei, sorpresa da quella domanda. Si fermò un attimo per arrotolare le maniche della camicia della divisa, scrutando James con attenzione.
«Già, poverina.» annuì lui. «Che oca, quella Parkinson. Te lo ricordi Malfoy, quel biondo platinato che si è diplomato qualche anno fa? Beh, ci ha provato con lui, e ha tentato anche di far lasciare lui e la Black, te la ricordi la Black?, quella cugina di Sirius, bionda, carina, un po' troppo altezzosa che..».
«Potter, sei peggio di una donna!» lo interruppe Lily, lasciandosi sfuggire una mezza risata. «Come mai sai così tante cose di gente che neanche conosci?».
«Peggio di una donna, io?!» rise James, facendole una linguaccia. «Evans, io osservo.».
«Osservi, Potter?» ripeté la rossa, facendogli una smorfia di rimando. «Inquietante. Chissà quante cose sai di me, allora.».
«Neanche ti immagini quante, Lily.» mormorò lui, con un sorriso appena accennato. Si spettinò i capelli con una mano, come faceva sempre quando era in imbarazzo, e vedendo che lei non accennava a proseguire il discorso, riprese: «Comunque il più sfortunato è stato Sirius. Lumacorno l'ha messo con Mocc.. con Piton!».
Lily sorrise mestamente al ricordo della sua amicizia con Severus Piton, terminata due anni prima. «Lo credo bene. Come farà a sopportare quei capelli così unti?».
James rise divertito. «Ti dico solo che ieri ha passato due ore intere sotto la doccia!».
Anche Lily rise insieme a lui per un minuto buono. In fondo, doveva ricredersi: non era poi così tremendo stare in coppia con Potter quando ci si impegnava!
«E Remus con Mulciber?! Anche lui è capitato proprio male!».
«Puoi dirlo forte! Ieri è tornato in dormitorio arrabbiato come nelle notti di luna piena!» rispose James con una risata, rischiando quasi di soffocare appena si rese conto di quello che aveva combinato. Cominciò a tossire.
Lily si precipitò a battergli una mano sulla schiena, continuando a ridere come se niente fosse. «E che c'entra la luna piena, Potter? Non è mica un lupo mannaro!» disse. Si fermò un attimo in silenzio, riflettendo su quello che aveva appena detto sotto gli occhi di un James Potter più che terrorizzato. Poi, inaspettatamente, ricominciò a ridere. «Dai, te lo immagini Remus lupo mannaro?! Mai sentita una cosa più assurda!».
James si accorse di aver trattenuto il respiro per tutto quel tempo; si appoggiò al banco che aveva davanti per non barcollare e abbozzò un sorriso divertito. «Assurda, proprio assurda!».
Passarono almeno dieci minuti in silenzio, durante i quali James si ripropose di punirsi come facevano gli elfi domestici; aveva appena deciso che si sarebbe stirato un dito appena tornato in dormitorio, quando si stupì di sentir Lily intavolare un discorso con lui.
«Diventerai Auror dopo la scuola, vero?» gli chiese.
«Sicuramente!» rispose lui, tirando un sospiro di sollievo. «Anche i miei genitori lo sono. Voglio aiutare maghi e Babbani contro Voldemort. Tu che farai? Diventerai pozionista?».
Lily sorrise. «Dopo questa pozione disastrosa, dubito che Lumacorno approverebbe quella scelta!» rispose, facendolo ridacchiare. «Credo che diventerò Auror anch'io. Sai, i miei sono Babbani, quindi la mia famiglia sarà tra le prime ad essere in pericolo.».

«Sono sicuro che li proteggerai benissimo. Piuttosto, a quanto pare ci troveremo a frequentare gli stessi corsi anche dopo Hogwarts!».
«Già. Che peccato, e io che pensavo di sbarazzarmi di te tra qualche mese!».
«Mi spiace per te, Evans!».
«A me più per te, Potter; ti umilierò in ogni cosa che faremo. Pensa se dovessero mandarci a svolgere delle missioni insieme, che disastro!».
«Almeno in quei casi, mi chiameresti per nome?».
Lily distolse l'attenzione dal calderone, rischiando quasi di bruciarsi con gli schizzi che ne fuoriuscivano; sorrise, colpita dalla domanda pronunciata quasi con ingenuità, priva di malizia o sarcasmo: James era veramente curioso di sapere se prima o poi qualcosa sarebbe potuto cambiare tra di loro, qualcosa di piccolo, anche. Come un nome.
«Credo proprio di no, Potter. Mai.» rispose.
Il ragazzo sorrise, stavolta col suo solito ghigno malandrino. «Facciamo una scommessa, Evans?».
«Scommessa, Potter? Io e te? Non ci penso proprio, tu imbroglieresti.».
«Giuro sui capelli unti di Piton che sarò leale!» esclamò James, portandosi una mano sul cuore con fare teatrale.
Lily ridacchiò, per l'ennesima volta nell'arco di un'ora che volgeva ormai al termine.
Peccato, pensò, stupendosi subito di quel pensiero.
«E che cosa vorresti scommettere?» chiese, cominciando a raggruppare tutto il materiale che avevano utilizzato.
«Scommettiamo che mi chiamerai per nome entro queste due settimane che dovremo passare insieme.» rispose lui con tono solenne. «In effetti parti avvantaggiata, hai un giorno in meno per perdere.».
«Potter, non ha senso!» ribatté Lily aprendosi in un sorriso di scherno e incrociando le braccia al petto. «Non ti ho mai chiamato per nome in quasi sette anni, perchè dovrei farlo ora?!».
«Perchè ora che sai che devi starci attenta, finirai sicuramente per tradirti!» disse il ragazzo moro con un'altra linguaccia e un occhiolino.
Lily aggrottò la fronte, colta nell'orgoglio. «Mi credi così sprovveduta, Potter?».
James sorrise, stavolta senza tracce malandrinesche nel volto. «Affatto, Lily. Mi fido di me, diciamo.».
«Il solito egocentrico, Potter.».
«Come ti pare, Evans. Avanti, ci stai o no?».
«Ci sto!» rispose lei, stringendogli la mano e fissandolo fiera. «Che ci scommettiamo?».
James era rimasto sorpreso da quel gesto; Lilian Evans che si avvicinava a lui di sua spontanea volontà?! Ringraziò mentalmente Merlino di essere riuscito a vivere abbastanza per assistere coi propri occhi ad una scena del genere.
«Se vinco io, un'uscita ad Hogsmeade.» propose, risultando abbastanza scontato agli occhi della rossa, che sospirò divertita.
«Se invece vinco io, Potter, prometti che non me lo chiederai mai più e mi lascerai vivere in pace questi ultimi mesi di scuola!».
«Prometto, purtroppo.».
«Bene.».
«Bene.».
I due rimasero a fissarsi per qualche secondo, senza sapere realmente cosa fare. Fu Lily a spezzare il silenzio.
«Ok, Potter.» disse, marcando il cognome e fissandolo con aria di scherno. «Ci vediamo domani qui.».
«Buona serata, Lily.» rispose lui, con un sorriso e l'immancabile mano tra i capelli.

«Allora, Ramoso, racconta! Com'è andata oggi con la Evans?».
I quattro Malandrini presero posto al loro tavolo in Sala Grande, affamati; Sirius, Remus, Peter e un annoiato Frank Paciock in attesa di Alice si voltarono verso James.
«Bene,» rispose solamente lui, «abbiamo fatto una scommessa.».
«Hai scommesso qualcosa con la Evans? Ma sei scemo, Jam?!» esclamò Sirius, tra gli sguardi perplessi quanto divertiti degli altri.
«Ho scommesso che mi chiamerà per nome.» disse lui.
«E.. Ramoso.. posso chiederti che senso ha?» gli domandò Remus pacato.
«Se vinco esce con me!» rispose James entusiasta, sorridendo a tutti quasi come se avesse appena detto che Piton era stato rapito e lavato da un branco di centauri.
La sua affermazione fu però seguita da un silenzio alquanto deprimente.
«E' ufficiale: non ce l'ha, un senso.».
«Ramoso si è bevuto il cervello.».
«Sei sicuro di aver sbucciato radici e chiacchierato tutto il pomeriggio?».
«Ooh, fatela finita!» esclamò James cercando di fingersi serio e offeso. «Sono sicuro di poter vincere! Begli amici che siete! ..E adesso mettiamoci a mangiare, che ho una fame tremenda!».
I quattro risero con lui e si avventarono sulla cena, certi che nell'arco delle seguenti due settimane ne avrebbero viste delle belle.



Buon pomeriggio a tutti! Eccomi tornata con un nuovo capitolo dopo queste deludenti e piovose vacanze di Pasqua..
Vi ricordo che il secondo capitolo, per chi non vi avesse fatto caso, è stato modificato, e rinnovo i ringraziamenti a chi ha letto, legge e leggerà! Baci!
L7!

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Capitolo 4
*** Third day ***


Third day
Third day.

«T'ho detto "Amore!" e tu m'hai messo in gabbia;
t'ho detto "Eccomi!"
e volevi cambiarmi..
Mi hai lanciato una scarpa col tacco e poi abbiamo fatto pace,
ma tanto già lo sapevi che tornavo da te,
senza niente da dire, senza tante parole,
ma con in mano un raggio di sole per te, che sei lunatica.»

[Jovanotti - Un raggio di sole]


La prima ora di Trasfigurazione di lunedì mattina era una delle poche cose che Lilian Evans avrebbe cambiato di Hogwarts; poteva affermare con tranquillità di amare quel posto con tutta se stessa - le aveva dato una casa e degli amici, sebbene a volte le facesse rimpiangere le sue origini Babbane - , ma si era ripromessa numerosissime volte di attuare una violenta riforma scolastica quando sarebbe diventata l'indiscussa padrona del mondo. Prima cosa, via la McGranitt alle otto di mattina: per carità, donna meravigliosa, ma quando ci si metteva sapeva essere davvero noiosa e snervante!
«Vi eserciterete con questo esercizio per tutta quest'ora, non voglio vedere feriti gravi, Black sarei molto contenta invece se lei fosse costretto a passare il resto delle mie lezioni in infermeria, e desidero riottenere l'aula in buone condizioni. Sono stata chiara?» stava dicendo atona in quel momento.
La classe di Grifondoro e Tassorosso si perse in risolini alla battuta della professoressa per una manciata di secondi, il tempo di essere interamente fulminata da una sola sua occhiata assassina; Lily sospirò annoiata sfogliando lentamente le pagine del libro, cercando indicazioni per svolgere l'incantesimo. Accanto a lei, l'immancabile Alice Longbottom finiva di mandare un lungo bacio al suo ragazzo Frank Paciock, seduto due banchi più avanti.
«L'hai trovato?» chiese poi rivolgendosi alla rossa.
«Eh?» biascicò lei, la voce impastata dal sonno e gli occhi semichiusi.
«Lil, ma che razza di ora hai fatto ieri?!».
«Le nove.» rispose Lily, facendo spallucce. «Stamattina mi sono dovuta alzare prima, c'era una riunione con i Capiscuola.».
«Oh, e cos'hanno detto?».
«Non farmici pensare, Ali. Da stasera ricominciano le ronde serali!» mugugnò.
«Ah, è vero, le avevano sospese per colpa di quello stupido incantesimo di Avery che aveva impiastricciato di fango tutta la scuola, no?».
Lo stupido incantesimo di Avery, in effetti, aveva davvero riempito quasi tutta Hogwarts di fango magico: una roba viscida e puzzolente insensibile agli incantesimi di pulizia di maghi ed elfi domestici, che aveva costretto professori e alunni a spostarsi nei modi più fantasiosi per raggiungere le loro mete; e per quanto si dichiarasse innocente (
«L'ho fatto per sbaglio, professoressa! Lo giuro! Volevo solo colpire un paio di Tassorosso alle spalle!»), quella Caccabomba di Avery era ancora in punizione dopo tre settimane, e probabilmente lo sarebbe stato fino alla fine dei suoi giorni.
«Già.» rispose Lily. «Quasi quasi preferivo la Hogwarts fangosa.».
«Ma che sei scema?!» esclamò Alice, procurandosi un'occhiataccia dalla McGranitt seduta alla cattedra.
«Alice, ti è sfuggito chi è l'altro Caposcuola di Grifondoro?!» sibilò Lily, assottigliando gli occhi al limite del possibile.
«Oh,» fece Alice. «Potter.».
Esatto; proprio James Potter. Evidentemente quell'anno una congiunzione astrale piuttosto rara da vedersi aveva scatenato numerosi avvenimenti negativi per le nate ad aprile di nome "Lilian Evans"; purtroppo per lei, era sempre stata negata in Divinazione, e non aveva saputo prevederlo al terzo anno.. altrimenti, col cavolo che ci tornava, in quella scuola di matti!
Purtroppo per lei, mentre prima costringeva Potter all'assoluto silenzio a colpi di bacchetta e lo spediva a pattugliare l'ala della scuola diametralmente opposta alla sua, adesso era più che certa che quell'egocentrico boccinofilo avrebbe usato la scusa della collaborazione in Pozioni per starle addosso. Ancora più di quanto non facesse normalmente, insomma.
L'incantesimo si risolse con ben poca soddisfazione della McGranitt: James, il solito genio in Trasfigurazione, si avvicinò più di tutti alla corretta esecuzione, seguito da una Lily più che decisa a superarlo e da un diligentissimo Remus; fortunatamente, la campanella suonò salvandoli da una probabile ramanzina.
«Signorina Evans.» chiamò la voce della McGranitt, avvicinandosi alla rossa nel momento in cui stava per varcare la porta dell'aula.
«Sì, professoressa?» rispose lei, preoccupandosi lievemente. Che avrebbe mai potuto rimproverarle? L'esercizio non era riuscito quasi a nessuno e..
«Volevo esprimerle il mio più sentito supporto per quanto è costretta a passare in questi giorni.» le disse.
Lily spalancò gli occhi, non capendo.
«Mi scusi?».
«Sa, a volte il professor Lumacorno ha delle idee un po' bislacche. Ma sono certa che uscirà viva e fortificata da due settimane di vicinanza obbligata con James Potter.».
«Oh!» esclamò Lily, trattenendosi a stento dal ridere. La McGranitt che le faceva le condoglianze per i suoi pomeriggi con Potter! Sperò con tutto il cuore che Alice, appiattita dietro la porta con Frank ad aspettarla, avesse sentito: non ci sarebbe mai stato lo stesso gusto a raccontarlo! «Lo spero, professoressa. Grazie mille.».
La rigida Minerva McGranitt assottigliò le labbra in quello che doveva essere l'accenno di un sorriso e diede le spalle alla Caposcuola, che poté finalmente uscire e sfogarsi con una bella risata liberatoria.

«Potter, la McGranitt mi ha fatto le condoglianze per la nostra vicinanza obbligata.».
«Davvero?! Quella donna non finirà mai di stupirmi!» rispose James chinandosi ad accendere il fuoco sotto il calderone, tra le risate. «E' tutta invidia, la sua!».
«Invidia? E di cosa?».
«Beh, di te Evans! Il cinquanta per cento della popolazione di Hogwarts farebbe follie per essere al tuo posto, credimi.».
«Il solito egocentrico sbruffone, Potter!» ribatté lei con un sorrisetto ironico, calcando sul soprannome: il ricordo della loro scommessa del giorno precedente l'aveva lasciata più combattiva che mai.
Lily lanciò con violenza un mortaio al ragazzo, che lo acciuffò al volo schivandosi un bernoccolo certo in piena fronte.
«Schiaccia quei semi, Potter!».
«Dai Evans, lo sento che stai per ridere!».
«Solo perchè sei un completo idiota!».
«Che però ti fa ridere!».
«Per la sua stupidità, Potter, e non ti fa onore!».
«Oh, e che m'importa?! Sei così bella quando ridi!».
Nell'aula riecheggiò ancora per una manciata di secondi la risata di James, seguita poi da uno dei soliti imbarazzanti silenzi che si creavano tra loro due. Il ragazzo alzò la testa dai semi che stava malamente spappolando per osservare la reazione di Lily: la Caposcuola era arrossita, e per evitare di darlo a vedere aveva messo su un tenerissimo broncio; James non poté fare a meno di sorridere.

Lily se ne accorse, e interpretò male la cosa.
«Bravo, prendimi pure in giro. E dire che cominciavi a starmi simpatico!».
«Lily, aspetta, non ti stavo affatto prendendo in giro!» si affrettò a spiegare lui, urtando per la foga un paio di barattoli di vetro che si infransero sul pavimento. Incassò la testa nelle spalle per il colpo e il suono che ne fuoriuscì. «Credo davvero che tu sia bellissima, quando ridi. Anche quando non ridi, in effetti. Anzi, direi che sei bellissima sempre.».
La rossa incrociò le braccia al petto e inarcò un sopracciglio.
«Bugiardo.» disse. «E imbranato! Reparo!».
I barattoli e i loro contenuti tornarono ai loro posti, con grande sollievo di James che si aspettava già una bella lavata di capo. Accennò un sorriso in direzione della ragazza e poi si concentrò sui suoi semi, che avevano cominciato a contorcersi e a germogliare velocemente: un altro ottimo motivo per mantenere un po' di silenzio.
In realtà il suo tentativo di arginare la crescita di quei semini risultò piuttosto vano: infatti, quelli cominciarono a gemere allungandosi sempre di più, fino a raggiungere le dimensioni di un dito indice umano e lo stesso impatto sonoro di un allarme antincendio impazzito; James cominciò ad armeggiare con la bacchetta tentando di risolvere la situazione senza che Lily se ne accorgesse, arrivando a un breve passo dalle Maledizioni senza Perdono e sudando copiosamente nel suo maglioncino grigio della divisa.
«Shh, shh, zitti, in nome di Silente!» bisbigliò, sperando che la rossa fosse troppo impegnata per sentirlo - o forse, solo troppo sorda.
«Potter,» sillabò invece lei, che lo stava fissando perplessa già da qualche minuto. «Che accidenti stai combinando?!».
«Io.. non.. ecco.. sistemo tutto, tranquilla!».
«Non sono affatto tranquilla, Potter! Come diavolo hai fatto a far imbizzarrire dei semi morti?!».
«Morti?! Ma non sono affatto morti questi cosi!» urlò lui, mentre si scrollava di dosso uno di quei semi che aveva inaspettatamente cacciato fuori dei dentini niente male. «Mordono!».
«Potter, razza di imbecille. Hai preso i semi sbagliati, certo che mordono!».
«E allora aiutami a togliermeli di dosso, no?!».

«Dai Evans, toglimi quel broncio! La ronda è appena iniziata, non puoi evitare di parlarmi per tutta la notte!».
Erano le nove e quaranta di quella stessa sera, e i due Grifondoro stavano salendo al terzo piano per controllare che fosse tutto a posto; sarebbe stata una ronda come tutte le altre, se solo i due si fossero comportati da normali Capiscuola.
O meglio, se solo i due fossero stati dei normali due.
Lilian Evans camminava a passo di marcia per i corridoi, un cipiglio che avrebbe fatto invidia ad un toro infuriato e due dita della mano destra fasciate insieme in una benda bianca; James Potter la seguiva quasi correndo per non essere seminato, zoppicando leggermente da un piede e più spettinato del solito.
«Eeeevaaaans, aspettami!».
«Potter, cuciti la bocca di tua spontanea volontà o provvederò ad ucciderti con le mie stesse mani!» gli ringhiò.
«Avanti, ti ho già detto che mi dispiace per la tua mano!».
«..».
«E mi dispiace anche di averti quasi causato un infarto rischiando di rovesciare un paio di boccette nel calderone..».
«..».
«E di esserti caduto addosso quando quel coso mi ha azzannato una gamba.».
«Sicuro di non dimenticare altro, Potter?» sibilò Lily tra i denti, stringendo il pugno sano e fronteggiandolo con sguardo omicida.
«E.. e.. e mi dispiace, ovviamente, anche di averti per sbaglio bruciato un paio di ciocche di capelli nel tentativo di incenerire quell'assassino!».
Lily riprese a camminare, passandosi una mano sugli occhi come per dimenticare tutto ciò che aveva dovuto passare quel pomeriggio per colpa di quell'idiota. E come se non bastasse, anche la ronda insieme! Sperava solo che capisse quanto era stanca e rimanesse in religioso silenzio per tutto il resto della ronda; non avrebbe sopportato neanche uno solo dei suoi soliti..
«Evans?».
«Aaaargh!» esclamò, alzando gli occhi al cielo. «Che altro vuoi, Potter?!».
«..Ammettilo.» disse lui con fare malandrino.
«Cosa, Potter?».
«Avanti, ammettilo.» ripeté James.
«Potter non ho tempo per questi giochetti! Dimmi cosa vuoi che ammetta e poi preparati, perchè se emetti anche solo un altro fiato giuro che ti pietrifico e ti lascio qui alla mercè di Gazza!» sbraitò lei, gli occhi quasi fuori dalle orbite e ciuffi di capelli rossi che le schizzavano da ogni parte.
Bellissima come sempre, pensò James.
Ma non lo disse; non era proprio il caso.
«Ammetti che ti sei divertita.» disse solo.
Lily non credette alle sue orecchie e sbatté un paio di volte i grandi occhi verdi.
«Divertita?!».
«Da matti, Evans!» confermò lui, sorridendole come un bambino contento del suo giocattolo nuovo.
La rossa lo guardò come se fosse matto, aprendo e chiudendo la bocca come se non le uscisse alcuna parola adatta da dire; poi optò per una smorfia incomprensibile e vergognosamente comica, e si passò una mano tra i capelli bruciacchiati.
James ridacchiò.
Lily assunse un colore via via più simile a quello dei suoi capelli man mano che cercava di mantenere un'espressione (secondo lei) seria: strinse le labbra da perfetta allieva della McGranitt, storse il naso dilatando le narici, le sopracciglia presero a tremare; fino a quando, non riuscendo più a nascondere neanche a se stessa la comicità di tutto quel pomeriggio, scoppiò in una fragorosa risata assieme al ragazzo che fino a pochi giorni prima avrebbe giurato di odiare col cuore.
«Da matti, Potter!».



Ooolè, anche il terzo giorno è andato! Povera povera Lily! :P
Ancora grazie a chi ha recensito il capitolo precedente (vi sto amando sempre di più ogni giorno che passa *____*) e anche a chi continua a seguire in silenzio questa storia.. spero di non avervi deluso con questo capitolo! ;D
A presto, spero - mi aspetta un'estenuante settimana di compiti in classe, me tapina! :'(
Baci!
L7!

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Capitolo 5
*** Fourth day ***


Fourth day.

«Cause you had a bad day,
you're taking one down,
You sing a sad song just to turn it around.
You say you don't know,
you tell me don't lie,
you work at a smile and you go for a ride.
You had a bad day
..»
[Daniel Powter - Bad day]



Quella mattina il soffitto della Sala Grande era meraviglioso: non una nuvola, alcun segnale di maltempo, solo un sole splendente che illuminava i cucchiai con cui studenti e professori facevano colazione e il sorriso spensierato di Lilian Evans.
«Oh, sì, davvero pessima,» stava dicendo in quel momento ad Alice Longbottom, versandosi un bicchiere di succo di zucca e addentando voracemente quanto con classe un glassato, zuccheroso croissant. «ma divertente, devo ammetterlo.».
Alice quasi si soffocò con il suo tè e cominciò a tossire. «Una serata divertente con James Potter?!».
«Assurdo, vero? Non volevo crederci neanch'io, ma ho scoperto un lato nuovo di Potter: è quasi simpatico, insomma, non proprio tutto da buttare.».
«Lily, tu sei ubriaca.».
La rossa ridacchiò, consapevole di quanto tutta la situazione fosse surreale. Lei che rivalutava Potter?! «Può essere, Ali.».
«Quindi è vero che ieri avete fatto la ronda insieme?» si intromise nel discorso Margaret Brown, la brunetta seduta di fronte a loro con cui condividevano il dormitorio. «E avete incontrato Nick-quasi-senza-testa?».
«Sì,» rispose divertita e un po' perplessa Lily. «Perchè?».
La Brown sgranò gli occhi incredula, lasciando cadere l'ultimo pezzo di toast con la marmellata sui pantaloni della divisa del suo vicino di posto, il fratello Eric, che proruppe in uno sdegnato «Ehi!» senza però ricevere uno sguardo.
«Pensavo scherzasse, mentre lo diceva!» rispose, porgendo distrattamente il suo tovagliolino macchiato al fratello, contribuendo ad aumentare la superficie macchiata sui suoi calzoni - «Per Morgana!» - .
«Già, incredibile.» commentò ancora la rossa ridendo apertamente della buffa scenetta. Poi, adocchiato alla sua sinistra il ragazzo che cercava, finì di bere il suo succo di zucca e si alzò. «E' arrivato Potter, gli do appuntamento per oggi e poi scappo a prendere il libro di Difesa che ho lasciato di sopra. A dopo!».
Alice e Margaret si scambiarono uno sguardo eloquente e sconcertato, e seguirono con gli occhi la sagoma della Caposcuola che raggiungeva i Malandrini seduti due posti accanto, accennando un sorriso.
«Ehi, Potter,» chiamò Lily. 
«molto divertente ieri, ma spero che oggi riusciremo a combinare qualcosa. Hai gli allenamenti di Quidditch?».
«Sì, Evans,» rispose James sfoderando un sorriso sornione e bianco di zucchero. «finisco alle cinque e mezza. Un'oretta prima di cena?».
«D'accordo. A dopo, Potter.».
Quasi tutta la Sala Grande si ammutolì per osservare quella scena così inaspettata; erano stati davvero fortunati, constatarono: Lilian Evans che scambiava un paio di battute con James Potter senza urlargli contro non era tra quelle cose che si vedono in tutte le generazioni!
Meno fortunato fu senza dubbio Eric Brown, seduto accanto a Remus Lupin, che non pago delle macchie procurategli dalla sorella si ritrovò in un attimo tutto il caffelatte del vicino, trasalito quasi soffocandosi, proprio come Margaret, rovesciato sulla camicia bianca; eh già: quella era proprio una giornata strana!


Lily Evans non era una persona ritardataria, e a maggior ragione odiava chi lo era; e quel giorno a quanto pareva James Potter aveva proprio deciso di farla infuriare. La Caposcuola sedeva su un banco nella solita aula nei sotterranei, le gambe incrociate e le mani a tormentarsi delle ciocche di capelli; di tanto in tanto lanciava degli sguardi assassini all'orologio che portava al polso, constatando che il ritardo accumulato da quel pallone gonfiato privo di cervello aveva raggiunto limiti spropositati.
«Ma dove cavolo si sarà cacciato quell'idiota?!» sbuffò a bassa voce, stizzita, cominciando a raccogliere gli ingredienti inutilizzati che aveva avuto premura di sistemare sui banchi.
A passo svelto, la fronte corrucciata, sbatté la porta dell'aula e si diresse verso il campo da Quidditch, dov'era sicura l'avrebbe trovato a fare sfoggio delle sue grandi capacità in sella a quel manico di ramazza che portava sempre con lui. Senza curarsi di nulla, si piazzò al centro del campo con una mano sugli occhi, cercando il più in alto possibile la sagoma del Cercatore; tuttavia, James non era da nessuna parte: né lui, né alcuno dei suoi compagni.
Cominciando seriamente a spazientirsi, Lily incrociò le braccia di scatto con l'ennesimo sbuffo, preparandosi mentalmente il discorso che gli avrebbe fatto su quanto fosse dannatamente stupido e immaturo.
«Hai perso il tuo amichetto, Mezzosangue?».
La rossa girò la testa lentamente, dopo aver riconosciuto la voce di un Serpeverde del suo anno; lui e - Lily cominciava proprio a pensare che quella fosse la sua giornata più sfortunata - Severus Piton stavano fermi qualche passo dietro di lei, l'aria soddisfatta e strafottente di due che avevano architettato qualcosa di molto divertente.
«Anche se fosse, non verrei a chiedere a te dove cercarlo.» rispose lei, cercando di ricordare come si chiamasse; dannazione, era talmente insignificante che di lui non le era rimasto impresso neanche il nome. E dire che uno così brutto non si dimenticava facilmente! Alto, smunto, l'espressione arcigna, le sopracciglia foltissime e le labbra così pallide da confondersi col resto del viso; e poi, quel ghigno che non faceva altro che peggiorare la sua situazione..!
«Peccato, Mezzosangue,» rispose. «perchè io so dov'è.».
«Ah sì? E dove sarebbe, di grazia?» ribatté Lily, alzando gli occhi al cielo scocciata.
Il Serpeverde gongolò, contento di sapere qualcosa in più di Lily Evans per una volta nella sua vita; tergiversò per una manciata di minuti, convinto di tenerla sulle spine.
Inutile dire che la Caposcuola non solo non era affatto sulle spine, ma cominciava proprio ad averne abbastanza di quella situazione.
«Ok ok, forse la domanda era troppo difficile. Lo troverò da sola. Grazie comunque!» disse, facendo per andarsene.
«Ehi,» esclamò quello ostacolandole la strada. «non penso proprio ti muoverai da qui, Mezzosangue. Abbiamo avuto ordine di non..».
«Zitto, Parkinson!» lo interruppe Piton, assestandogli una gomitata - Ah, è vero, Parkinson! - .
«Avete avuto ordine di non, cosa?» domandò Lily alzando la voce.
«Di niente, Mezzosangue.» rispose Piton, guardandola torvo.
«E se sei così brava, scoprilo da sola!» aggiunse l'altro, guadagnandosi un'occhiata del compagno se possibile ancora più truce di quella rivolta a Lily.
«Bene, vedremo cosa ne pensano i professori di tutto questo.» sentenziò la rossa. «Intanto venti punti ciascuno in meno a Serpeverde, e ora toglietevi di mezzo se non ne volete perdere altri!».
Detto questo, cercò nuovamente di oltrepassarli per raggiungere il castello, cominciando a sospettare qualcosa di brutto; ma di nuovo, Parkinson le sbarrò la strada, estraendo la bacchetta.
«Rimettila a posto, Parkinson,» lo ammonì Lily, «prima che ti faccia male da solo.».
«E' proprio simpatica miss So-tutto-io, non è vero Severus?» ribatté quello facendole il verso e sghignazzando della sua stessa voce. «Chissà se tra un attimo avrà ancora voglia di scherzare..».
«Niente di divertente, Fabian.» masticò Piton sottovoce, dando le spalle alla scena.
«Ooh avanti, Severus! Facciamole passare per sempre la voglia di mettersi tra i piedi..».
«Ho detto di no, Parkinson.» replicò quello, a voce più alta. «Non dobbiamo metterci nei guai.».
«Non vorrei farvi notare che ci siete già, nei guai!» intervenne Lily. «E se non metti subito via quella bacchetta scommetto che saranno molto grossi!».
«Ma chi ti credi di essere, Mezzosangue?!» esclamò Parkinson, brandendo la bacchetta. «Ora ti faccio fare la fine dei tuoi amichetti! Cru..».
«NO!».
Lily fissò senza parole Severus Piton che abbassava con uno schiaffo la mano di Fabian Parkinson che stava per cruciarla; non si chiese perchè quei due avrebbero dovuto tenerla occupata per un po' di tempo, non si chiese cosa fosse successo intanto a James, non si chiese come facesse il Serpeverde a conoscere e saper usare una Maledizione senza Perdono, e non si chiese cosa sarebbe successo se l'incantesimo fosse andato a segno.
L'unica cosa a cui riusciva a pensare era che Severus l'aveva fermato per non fargli fare del male a lei.
Rimase impietrita a fissarli, improvvisamente senza parole. Vide le labbra di Piton muoversi velocemente e lo sguardo di Parkinson farsi corrucciato, poi entrambi le voltarono le spalle e corsero via senza girarsi mai indietro.
Cadde sulle ginocchia, senza accorgersi che intanto si era fatto buio e che una pioggia leggera aveva cominciato a cadere sul castello.

L'infermeria era uno dei posti che Lily odiava di più ad Hogwarts: puzzava di disinfettante e di malattie, e le ricordava terribilmente gli ospedali Babbani in cui era stata da piccola quando lei o Petunia si erano ammalate seriamente. E si ritrovò a pensare che da quel momento l'avrebbe odiata ancora di più: metà squadra di Quidditch dei Grifondoro, Sirius Black e Remus Lupin erano stesi su quei letti bianchi, doloranti e scapigliati.
Madama Chips le si fece immediatamente incontro.
«Signorina Evans! Che ci fa qui?» sussurrò. Poi, non ottenendo risposta, «Signorina Evans, lei è completamente zuppa! E' stata attaccata anche lei?».
Lily scosse la testa, con un altro brivido di freddo.
«Che cosa è successo?».
«Oh, un giochino innocente tra compagni di scuola!» rispose la donna, tentando una finta risata. «Stando alle parole di alcuni suoi compagni dei Serpeverde, voleva essere solo uno scontro verbale. Ma a quanto pare qualcosa è andato storto, come vede! Lì, il signor Lupin,» fece indicando Remus, «è stato chiaramente Schiantato. La signorina Light ha il naso rotto, credo da un Bolide stregato. E il signor Potter, lo guardi, è conciato proprio male. Sembra sia caduto dalla scopa, ma.. uno bravo come lui, chi ci crede!».
La rossa si avvicinò lentamente ai letti dove giacevano i suoi compagni, senza curarsi di Madama Chips che borbottava
«Ragazzacci!».
Remus mugolava massaggiandosi lo sterno, dove evidentemente era stato colpito; quando la vide spalancò gli occhi per la sorpresa e abbozzò un sorrisetto di saluto.
«Lily.» mormorò.
«Remus, che avete combinato?» gli chiese lei.
«Oh, niente di grave.» rispose lui ridacchiando per sdrammatizzare, tradito da una smorfia di dolore. «Hanno attaccato briga..».
«E ci siamo difesi come dei veri Grifoni!» intervenne Sirius, sdraiato sul letto accanto, alzando il pugno combattivo. Lily notò numerosi e profondi tagli su tutto il corpo del ragazzo. «Ci avresti fatto i complimenti, Evans! A te com'è andata la giornata?».
«Non c'è niente da ridere Black, potevate farvi davvero male!» lo rimbeccò lei.
Ignorando il suo borbottare, Lily oltrepassò il suo letto per andarsi a sedere su quello di James. Il Cercatore era macchiato un po' ovunque di terra, ricoperto di fasciature e graffi da capo a piedi, e teneva gli occhi semichiusi.
«Potter.» chiamò, per fargli aprire gli occhi. James li spalancò per un istante, arrossendo, per poi richiuderli dopo una fitta di dolore.
«Evans.» la salutò. «Scusa per la pozione, rimedierò domani.».
«Domani lei non si muove di qui, signor Potter!» strillò Madama Chips, affacciandosi con la testa dal suo stanzino.
Lily ridacchiò.
«Come ti senti?».
«Una meraviglia.» rispose lui con un sorriso tirato. «Tu?».
«Non sono io ad avere tre quarti di corpo fasciati, Potter..».
«Sembri scossa però. E' successo qualcosa? Ti hanno attaccato?» replicò James, preoccupato.
«No,» rispose la rossa, sorridendo intenerita: Potter si stava allarmando proprio come prima aveva fatto lei. «Ti ho aspettato al sicuro nei sotterranei per un'ora buona. Pensavo fossi morto.».
«Beh.. quasi!».
«Non dirlo neanche per scherzo, Potter!».
«Perchè, ti dispiacerebbe?».
«Affatto, direi.» gli disse Lily, con una smorfia distrattamente pensierosa. «Ma ho bisogno di te per la pozione di Lumacorno. Quindi vedi di non farti ammazzare prima, ok?».
James rise stringendo le coperte del letto per il dolore.
«Provvederò, Evans. Ora torna in dormitorio, sicuramente si staranno chiedendo tutti dove sei finita.».
«Passo a salutarti domani.» disse lei d'un fiato, stupendosi di se stessa per tanta iniziativa.
«Volentieri. Buonanotte, Lily.» rispose lui sorridendo, davvero contento. Poi chiuse gli occhi.
E in effetti, una bella dormita avrebbe fatto più che bene anche a lei.



Oddio, questo è venuto molto più lungo! :S
Spero sia comunque leggibile e scorrevole, qualità che mancava al precedente (lasciatemi ringraziare anche qua Selene Lightwood e DetectiveMary che continuano a recensirmi e a riempirmi di complimenti e felicità *_____*) :) ..
Come andrà a finire questa brutta faccenda?! E la nostra povera pozione??
Il tutto.. nel prossimo capitolo! xD
L7

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Capitolo 6
*** Fifth day ***


Fifth day.

«Che or'è? Scusa, ma che or'è?!,
che non lo posso perdere l'ultimo spettacolo!
..A che ora è la fine del mondo?!»

[L.Ligabue - A che ora è la fine del mondo?!]



Quella mattina il professor Ruf era davvero sorpreso: era abituato ormai da secoli ad insegnare ad alunni dormienti o quantomeno completamente disinteressati e distratti, ma non si aspettava certo che la Caposcuola Grifondoro Lilian Evans passasse tutte e due le sue ore di Storia della Magia a scribacchiare furiosamente su un pezzo di pergamena ridacchiando malefica con la sua inseparabile compagna di banco. Che stesse architettando qualcosa ai danni di qualcuno?! No, impossibile! E' di Lily Evans che stavano parlando!
Quella stessa Lily Evans trascorse il resto della mattinata a rimuginare qualcosa tra sé e sé, non intervenendo nemmeno una volta durante le lezioni lasciando perplessi tutti i professori. Che le fosse successo qualcosa? Solo Lumacorno, impiccione e malizioso come pochi, optò per una motivazione meno preoccupante: che si fosse innamorata?!

«Allora, è tutto chiaro?».
«Chiarissimo Lils. Aspettiamo il segnale!».
Il quadro della Signora Grassa si aprì per far passare una decina di studenti dalle cravatte rosse e oro che si sparpagliarono per i corridoi per non dare nell'occhio; a coppie o a gruppetti di tre si spostarono fingendo assoluto disinteresse per l'ambiente circostante, tutti diretti verso i sotterranei.
Alice Longbottom passeggiava mano nella mano col suo ragazzo Frank Paciock, scambiando teneri sguardi con lui ad ogni angolo del castello; il ragazzo portava su una spalla uno zainetto logoro, l'aria festante di uno che stava andando a fare un picnic. Insieme scesero gli ultimi gradini della scala che portava al lungo corridoio dei sotterranei. Un paio di ragazzini vestiti di verde e argento che uscivano dalla Sala Comune delle Serpi per andare a pranzare rivolsero loro uno sguardo sprezzante prima di girare l'angolo, mormorando qualcosa di molto simile a 
«Feccia».
«Allora, amore.. domani sono otto mesi.» esordì Frank, fermandosi e poggiandole le mani sui fianchi; la sua voce riecheggiò lungo il corridoio.
Alice gli sorrise gettandogli le braccia al collo.
«Sì! Com'è volato il tempo..».
I due si persero in tenere effusioni per una manciata di minuti, durante i quali dall'esterno non volò una mosca.
«Pss, piccioncini! Ora!».
Frank si staccò immediatamente dalla sua ragazza, appiattendosi in un istante contro la porta della Sala Comune. Alice si ravviò i capelli biondi con una mano e bussò con forza contro il legno della porta.
Il ritratto si aprì e dal buco uscì Fabian Parkinson, il Serpeverde che aveva tentato di attaccare Lily; aggrottò la fronte, sorpreso di trovare lì proprio Alice.
«Che vuoi?» le chiese seccato.
«Sto cercando tua sorella, Parkinson.» rispose Alice. «Dovevamo vederci per il compito di Lumacorno ma non è ancora arrivata.».
«Dentro non c'è. Prova in Sala Grande.» ribatté quello facendo per girarsi.
«Non ci penso proprio!» lo fermò lei. «Dovrei perdere tutto il pomeriggio a cercarla secondo te? Ora vado da Lumacorno a dirgli che per colpa sua non posso svolgere il mio compito.».
«Aspetta, ehi! E' l'ultimo voto dell'anno in Pozioni, le farai prendere una T!».
«E che m'importa? E' lei che non si è presentata all'appuntamento!».
«Va bene, va bene, facciamo così, vado a cercarla io. Forse so dove trovarla. Aspetta qui!».
Fabian Parkinson squadrò con aria truce Alice, colpevole di averlo disturbato mentre si riposava per mandarlo a cercare sua sorella, neanche fosse il più infimo degli schiavi. Con uno sbuffo di disapprovazione si allontanò dal buco del ritratto e corse su per le scale, salendo i gradini due per volta.
Alice poggiò con falsa distrazione una mano sul bordo del ritratto, impedendogli di chiudersi, mettendosi a fischiettare il motivetto di una canzone Babbana che le aveva fatto conoscere una sua compagna di stanza.
«Tutti fuori!».
Quel sussurro di dubbia provenienza provocò un effetto inaspettato: il gruppo di Grifondoro che era uscito poco prima dalla loro Sala Comune sbucò fuori dagli angoli più impensati del corridoio e dalle classi vicine; Frank riemerse dal suo nascondiglio dietro la porta, strizzando l'occhio ad Alice.
«Sei stata grande!».
Lily Evans saltò fuori per ultima, accartocciando un foglio di pergamena che si era fatta prestare - con molta riluttanza di quello - da Peter Minus e porgendolo ad un ragazzo accanto a lei.
«Bene. La mappa indica che non c'è nessuno dentro. Adesso.. tutti nei dormitori degli ultimi anni!» mormorò.
Margaret Brown fu la prima ad entrare, in qualità di sorella del povero Eric che il giorno prima (come se non gli fosse bastato il trauma della colazione) era stato attaccato dai Serpeverde mentre giocava a Quidditch. Si fece strada in quella stanza verde e argento, seguita dagli altri, mentre Thomas McMillan rimaneva a fare il palo fuori dal buco del ritratto con la Mappa dei Malandrini tra le mani.
Paul Finnigan entrò nel dormitorio maschile del settimo anno insieme a Frank; i due si scambiarono un'occhiata complice e fecero per aprire gli zaini che avevano portato.
«Dove le mettiamo?» chiese il primo afferrando un paio di Caccabombe.
«Io direi sotto le lenzuola e tra i vestiti!» gli rispose l'altro, mettendosi subito all'opera per impiastricciare i bianchissimi letti della stanza..
Lily e Alice, intanto, stavano aprendo ogni boccetta che trovavano nel dormitorio femminile del loro anno per sostituirne il contenuto con quello di disgustose fiale puzzolenti che avevano rimediato da Zonko grazie alla collaborazione degli ignari Malandrini.
«Bleah!» commentò la biondina.
«Immagino che davvero non potrai più lavorare con la Parkinson, dopo che avrà usato questo sapone!» replicò la rossa scoppiando a ridere.
«Che schifo!» esclamò Alice, ridendo con lei. «Con quest'idea ti sei superata, Lily. La Caposcuola Evans che infrange ogni regola per vendicare l'affronto al suo amato!».
Lily arrossì furiosamente, dandole uno schiaffetto sul braccio.
«Alice! Come ti viene in mente!».
«Ragazzi!» esclamò Margaret dal dormitorio maschile del sesto anno. «Qui è tutto pieno di rospi parlanti! Scommetto che si divertiranno da morire a sentirli gracchiare «Sporco lurido Mezzosangue!» per tutta la notte..».
«Ehi, venite fuori!» urlò Thomas McMillan affacciandosi al buco del ritratto per richiamare i compagni. «I primi Serpeverde stanno cominciando a lasciare la Sala Grande!».
Il gruppo di Grifondoro si fiondò fuori dalla Sala Comune verde e argento preoccupandosi di non lasciare tracce. In fretta, lasciarono che il ritratto si chiudesse e si precipitarono su per le scale, dividendosi poi nei gruppetti che avevano formato all'andata dopo essersi scambiati uno sguardo complice e divertito.
Vendetta era stata fatta!

«Evans, davvero, così mi fai preoccupare!».
«Smettila Black! Non è stato niente di che..».
«L'irreprensibile Caposcuola Lilian Evans che si intrufola nel dormitorio dei Serpeverde per combinargli un bello scherzetto, me lo chiami niente di che?! Questa è la fine del mondo!».
Quella sera l'atmosfera nell'infermeria era decisamente più piacevole del giorno precedente; i ragazzi si erano ripresi e sarebbero stati dimessi la mattina successiva, per non saltare troppe lezioni. Lily era andata a trovarli per portar loro di nascosto un po' di torta al cioccolato, sapendo quanto l'apprezzassero: Sirius e Remus se ne stavano infatti ingozzando voracemente, rapiti e divertiti dal racconto della rossa; James masticava lentamente, impegnato com'era a mangiare con gli occhi la sua futura mogliettina.
«Insomma ti sei data da fare oggi, Caposcuola.» riprese Sirius, continuando a prenderla in giro. Era così innaturale per lui parlare con la Evans senza fare battute!
«Black!» lo rimbeccò lei, alzando gli occhi al cielo.
«Così però hai saltato per due giorni di fila la pozione con Jam!» continuò. «Come farete?».
«Per una volta hai ragione. Beh, l'unica soluzione sarebbe passare tutta una notte al lavoro..».
«Facciamo dopodomani?» propose James.
«NO!» intervenne Remus, lanciando un'occhiataccia all'amico. «Venerdì sera hai già da fare!».
«Ah, cosa?» chiesero insieme Lily e James, non riuscendo ad interpretare lo sguardo assassino del ragazzo.
Remus si lasciò andare sui cuscini del letto, noncurante delle briciole di torta che gli cadevano sul pigiama. Perchè si era andato a trovare un amico così stupido?! Eppure gliel'aveva detto solo qualche giorno prima che avrebbero dovuto fare i conti col suo piccolo problema peloso nel weekend!
«Devi ripassare con me, Sirius e Peter tutta la notte.».
«Ripassare? E cosa?» domandò ancora James, perplesso.
«Ramoso, ha proprio ragione il caro vecchio Lunastorta!» intervenne Sirius, utilizzando i soprannomi in modo che capisse.
James lo guardò stralunato per una manciata di secondi, come se lo vedesse per la prima volta nella sua vita. Poi, come colto da un improvviso lampo di genio, si ricordò dell'impegno.
«AH! Già, mi dispiace Evans, ma è tutto programmato da tempo. Possiamo rimandare?».
«Vedrò cosa posso fare, Potter.» rispose Lily. «Anche se ho come la sensazione che mi nascondiate qualcosa..».
«Ma ti pare, Lil? Ci sono io con loro, sono in buone mani.» le disse Remus, esibendo il suo miglior sorriso da angioletto.
«Da quando so che c'è il tuo zampino in ogni loro mossa, Rem, mi fido di meno!» ribatté lei, con una linguaccia. «A proposito, quella mappa stregata è fantastica! Ma l'avete davvero creata voi?».
«Certo Evans! Tu non sai proprio con chi stai parlando!» esclamò Sirius gonfiando il petto, fiero di sé.
Gli altri ridacchiarono.
«Con un pavone che stasera perde il consueto appuntamento con l'amichetta di turno!» intervenne Eric Brown, facendo ridere tutti gli altri.
«Dannazione, non ci avevo pensato! Speriamo non decida di andare da Peter per consolarsi, bleah..».
«Black, accidenti!» esclamò Rebecca Light dal suo letto, storcendo le labbra disgustata.
«Ehi Lily, ma dei Serpeverde che ci hanno attaccato si è saputo qualcosa?» domandò all'improvviso Eric.
«Nulla di certo, si vocifera siano in punizione per il weekend..» rispose lei incerta.
«Ben gli sta!» commentò Remus.
«Avranno il resto appena usciremo di qui!» gli fece eco Sirius.
«Black, non parlarne davanti a una Caposcuola, dovrei punirti!».
«Evans, devo ricordarti che meno di dodici ore fa sostituivi profumi con intrugli puzzolenti?».
«Non succederà più e lo sai!».
«Come no! Sposerai James e diventerai più Malandrina di noi!».
«SIRIUS!».
«Che c'è Jam?».
«Ok ok, è meglio che torni in dormitorio, qui la situazione sta degenerando!» esclamò Lily, tra le risate degli altri. «Black, eviterò di portarti altra torta se dovesse ripetersi una situazione del genere.».
«Gentilissima!» ribatté lui, ridacchiando.
«Buonanotte, Lily.».
«Buonanotte ragazzi, a domani.».
«Sogni d'oro Lily.».
«Sogni d'oro anche a te.. Potter.».
La rossa lasciò un ultimo sorriso ai ragazzi nella stanza e uscì dall'infermeria, chiudendosi piano la porta alle spalle. Madama Chips controllò rapidamente che stessero tutti a posto e spense la luce, intimando loro di fare silenzio e dormire, e tornò nel suo stanzino. Calò il silenzio: l'unico rumore era quello delle coperte che si agitavano e dei respiri regolari dei ragazzi.
«Jam?».
«Sì, Sir?».
«Tu quella scommessa non la vincerai mai!».


Povero James! xD
Ecco il quinto giorno, forse un po' cortino, ma mentre scrivevo sentivo il libro di letteratura inglese farmi tanta, tanta pressione :(.. quindi vi chiedo perdono! :)
Lasciatemi ancora ringraziare Selene Lightwood e DetectiveMary, che continuano imperterrite a seguire 'sta roba, e a Writer96 e Irezz97, le mie new entry davvero troppo gentili! :D
Alla prossima! ;D
L7!



«Ehi! Che diavolo è questa puzza infernale?!».
«Le mie lenzuola sono macchiate di Caccabomba!».

«Da dove accidenti viene questo gracchiare, per Merlino?!».

«Oh no! Il mio profumo all'ultima moda, perché puzza di pesce marcio?!»
«Anche tu puzzi di pesce marcio! Ma dove hai cenato, al porto?».

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Capitolo 7
*** Sixth day ***


Sixth day.

«Ma io ti prometto che
fino a quando sarai con me
da ogni cosa ti proteggerò
e non permetterò mai a niente e nessuno
di portarti via da me..
»
[Modà - Mia]



«Potter, ma sei tutto scemo o cosa?! Non puoi giocare oggi!».
«Oh avanti Evans, non essere pesante! Io..».
«Non sono affatto pesante, Potter! Sono prudente!».
«E io sono il Capitano della squadra di Quidditch, quindi non posso non giocare!».
James Potter sollevò con forza il calderone calciando l'anta dell'armadietto da cui l'aveva preso con un piede per farla chiudere; contrasse il volto in una smorfia di dolore: dopotutto, neanche otto ore prima era ancora in infermeria a soffrire per tagli e contusioni varie.
Erano le due di pomeriggio, orario davvero pessimo per dedicarsi a una qualsiasi attività che non fosse il dormire, e James e Lily preparavano come al solito tutti gli ingredienti che avrebbero dovuto utilizzare per portare a termine quel maledetto compito assegnato loro da Lumacorno; la rossa Caposcuola sembrava parecchio irritata, a giudicare dal cipiglio e dal tono di voce con cui si rivolgeva al compagno.
«Potter, razza di imbecille, non ti reggi in piedi!» esclamò infatti. «Giocando stasera rischi non solo di tornare da Madama Chips, ma anche di far perdere la squadra!».
«Evans, la squadra non perderà mai con me in campo.» replicò lui, rivolgendole uno sguardo strafottente.
«Stupido vanitoso!».
«Ehi Caposcuola, vacci piano coi complimenti! Abbiamo una pozione dell'odio da preparare.».
«Simpatico!».
«Ok ok, basta così.» disse infine James alzando le mani e accostandosi alla ragazza. «Prometto che non farò l'incosciente come mio solito, eviterò spericolate acrobazie e quant'altro, ma giocherò Evans. E' l'ultima partita dell'anno!».
Lily si morse il labbro inferiore, esitando. «Non puoi evitare? I Corvonero sono delle schiappe rispetto a voi..».
«Ma se non gioco chi prenderà il boccino? Flinn è scoordinatissimo, neanche riuscirebbe a salire sulla scopa.».
La rossa alzò gli occhi al cielo di fronte all'ennesima manifestazione di vanitosa onnipotenza del Cercatore.
«Cos'è, Evans? Ti stai preoccupando per me?».
Lily arrossì all'istante di fronte al tenero sorriso di James; come al solito, era diverso da quelli che rivolgeva ai suoi amici e a tutti gli altri: era aperto, sincero, rassicurante, belliss..
«Chi, io?!» ribatté lei, riscuotendosi dagli stupidi pensieri che stava facendo. «Abbiamo perso abbastanza tempo con questa pozione, Potter, non vorrei dover finire il compito in infermeria.».
«Tutto qui?».
«Tutto qui, Potter. E adesso al lavoro, per recuperare dovremo lavorare anche sabato sera.».
«Cosa? Ma.. sabato c'è l'uscita ad Hogsmeade!» protestò James, cominciando a tirar fuori il solito coltello ed esaminando i semi che avrebbe dovuto bucherellare.
«Ho detto di sera.» rispose Lily, facendo spallucce. «Verremo qui dopo cena e.. smettila di fare quella faccia sofferta, se tu non ti fossi fatto attaccare dai Serpeverde..!».
«Se io non mi fossi fatto attaccare?! Sono stati loro a cominciare!».
«Beh, potevate semplicemente andarvene!».
«E che gli vado a dire poi al Cappello Parlante?! Sì, mi hai smistato tra i coraggiosi ma davanti ai nemici preferisco darmela a gambe!».
«Oh avanti, i nemici? Sono studenti del tuo stesso anno..».
«..Che fanno uso di incantesimi progettati per ferire e Maledizioni senza Perdono! Sirius ha evitato per poco qualche Cruciatus, e non lo stavano attaccando certo per vedere se riuscivano a metterle in pratica!».
Lily rabbrividì al nome della Maledizione e per un attimo fu davvero spaventata per quello che avrebbero potuto fare a Black. James aveva ragione, fuori da Hogwarts imperversava la guerra e gli studenti stavano cominciando a scegliere da che parte stare, e lei, che sarebbe diventata Auror, era sicura che avrebbe incontrato gran parte dei suoi compagni di scuola a combattere tra le prime file.. dei nemici, però.
«Va bene, hai ragione tu.» ammise. Gettò disordinatamente degli ingredienti all'interno del calderone, come per prendere tempo prima di parlare. «Spero vinciate.».
James sorrise lievemente, ora di nuovo sereno dopo il piccolo battibecco. «Verrai a vedere la partita?».
«Solo per assistere al momento in cui ti sfracellerai da quella mazza di legno, Potter.».

Il campo di Quidditch era stracolmo di studenti vestiti di blu, dato che tutti i Serpeverde tifavano spudoratamente per i Corvonero; la parte di campo occupata dai tifosi Tassorosso era gialla e nera, perfettamente neutra, e dall'altro lato del campo spiccava la tifoseria Grifondoro, rossa e scalmanata. Madama Bumb ripeté per forse la millesima volta nella sua vita che voleva una partita onesta, poi si allontanò dal campo pronta a liberare le palle da gioco.
Lily Evans, seduta tra Alice e Mary, passò in rassegna con lo sguardo tutti i giocatori della sua squadra, augurando mentalmente buona fortuna ad ognuno di loro; aveva accettato controvoglia di farsi dipingere la faccia di rosso e oro, ma esibiva soddisfatta la sua sciarpa di lana di quei colori, aggrovigliata attorno al collo.
Sirius, Remus e Peter Minus sedevano dietro di lei, dipinti e gasati come non mai.
«Black, attento a quei popcorn, accidenti!» lo rimbeccò, togliendosi dai capelli quelli che gli erano caduti per un saltello euforico da fischio d'inizio.
«Scusa Caposcuola! Niente Caccabombe nel mio letto stanotte, ok?» rispose lui, sogghignando.
Lily alzò gli occhi al cielo, nascondendo a stento una risatina e concentrandosi sulla partita. I giocatori avevano cominciato a svolazzare per il campo contendendosi la Pluffa, e sembrava proprio che i Grifoni sarebbero passati presto in vantaggio. James si aggirava aggraziato da un punto all'altro senza una meta precisa, cercando con lo sguardo il Boccino d'Oro.
Il pubblico intonava cori indefiniti per incitare i giocatori; i Corvonero erano già sotto di qualche decina di punti dopo solo venti minuti dall'inizio della partita.
Davvero delle schiappe, pensò Lily cercando James con lo sguardo. Il Cercatore continuava ad esultare ad ogni tiro della sua squadra e si esibiva in capriole di gioia quando venivano assegnati loro i punti. Il solito egocentrico vanesio! Pensasse ad afferrare al più presto quello stupido Boccino!
All'improvviso il Cercatore dei Corvonero, un occhialuto bradipo secchione, si gettò in picchiata verso la parte del campo in cui sedevano i Serpeverde; l'intero stadio perse completamente d'occhio gli altri giocatori per seguire lui, incitandolo a gran voce. Solo una persona continuò a comportarsi esattamente come prima: James Potter.
«POTTER! Che stai guardando, le farfalle?!» sbraitò un'infuriata Minerva McGranitt dagli spalti, agitando il pugno contro di lui.
«James, va tutto bene?» urlarono i suoi amici, non capendo cosa stesse facendo.
Il Cercatore dei Corvonero era sempre più vicino agli studenti solitamente verde-argento, un esaltato luccichio negli occhi; gli altri giocatori Grifondoro ripresero velocemente possesso della Pluffa e intrapresero un'altra azione vittoriosa, cercando di fare abbastanza punti per supplire all'idiozia del loro Cercatore che in quel momento sorrideva alla professoressa di Trasfigurazione salutandola con la mano.
Mentre i Corvonero strillavano entusiasti a vedere il loro Cercatore così determinato - e così maledettamente vicino - , James scattò in avanti verso un punto piuttosto imprecisato, quasi diametralmente opposto a quello in cui si stava dirigendo il suo rivale.
Lily osservava la scena ad occhi spalancati, incredula; ma dove accidenti stava andando?! Oh, lo aveva detto lei che non era in condizioni di giocar..
«Aaaaaah!» strillò la rossa, quando il suo Cercatore le passò a neanche un metro di distanza, guidando la sua scopa verso l'alto. «Potter, ma che ca..».
L'attenzione degli spettatori si spostò immediatamente dal Corvonero (che aveva frenato improvvisamente la sua corsa, accortosi di star inseguendo il bagliore di un orologio) a James, e i cori si zittirono in meno di due secondi: il Cercatore impennò verticalmente, virò con forza all'indietro fino a compiere una paurosa rovesciata e infine indirizzò nuovamente la scopa verso Lily Evans.
Le frenò davanti esibendo il sorriso che riservava solo a lei, divertito dall'espressione sconcertata che stava ricevendo di rimando.
«Pott..» tentò lei.
James si portò un indice alla bocca mimandole di fare silenzio; l'intero stadio pendeva ormai dal suo dito. Che stesse per farle una dichiarazione d'amore, in barba alla partita di Quidditch?!
Lentamente, stese il braccio verso di lei, a pugno chiuso; poi, notando che nessuno ancora cominciava ad esultare, ridacchiò e portò la mano in alto, sopra la testa, dopo averle fatto l'occhiolino.
Schiuse un poco il pugno.
Lo stadio esplose in un boato di gioia.
James Potter aveva preso il Boccino.

«Sei stato grande, James!».
«Che spettacolo, Potter! Credevamo fossi impazzito!».
«Come hai fatto a capire che Patil non stava inseguendo il vero Boccino?».
«Che idea, porgere il Boccino a Lily Evans!».
«Fino a che ora si festeggia, Jam?».
La Sala Comune dei Grifondoro risuonava di voci festanti; la stanza era stata addobbata con gli striscioni che ormai venivano appesi tutti gli anni, qualcuno aveva trasfigurato i tavolini in grossi banchi su cui appoggiare il cibo preso nelle cucine e qualcun altro aveva stregato le candele appese alle pareti in modo che cantassero in continuazione. La Casata era nel pieno dei festeggiamenti, e dopo due ore ancora non erano finiti gli elogi a James; il Cercatore sedeva su una poltroncina accanto alle finestre con i suoi Malandrini e continuava a ricevere pacche sulle spalle da tutti quelli che passavano di lì per congratularsi con lui.
Nemmeno lui sapeva come aveva fatto a distinguere il bagliore di quell'orologio da quello di un vero Boccino, e soprattutto non sapeva come aveva fatto a scorgere quello vero. Sapeva solo che era riuscito, nel contempo, a vincere la Coppa di Quidditch anche per quell'anno e a stupire e zittire insieme Lily Evans. Sentiva che quella vittoria poteva essere solo dedicata a lei, e sperò di non averla messa in imbarazzo; in effetti, in Sala Comune ancora non si era vista.
Addentò qualche popcorn e cominciò per quella che doveva essere la ventesima volta a raccontare il flusso di pensieri che aveva accompagnato le sue azioni tanto impreviste all'ennesimo gruppetto di ragazzine sognanti, divertito. «Così, quando ho visto il Boccino che svolazzava proprio sopra la testa della Evans, ho pensato: deve essere proprio un segno! Fortunatamente non si è allontanato molto da lì, quindi ho potuto acchiapparlo e..».
«E porgermelo, Potter. Veramente tenero da parte tua.».
Le ragazzine ai piedi del Cercatore fulminarono con gli occhi la figura della ragazza che era comparsa alle loro spalle e che aveva interrotto il racconto di James, ottenendo tutta la sua attenzione in men che non si dica.
«Sono contento che tu abbia apprezzato il gesto, Evans.» commentò James, dimentico di fan e popcorn.
«Non l'ho apprezzato, Potter.» replicò Lily, le mani sui fianchi e lo sguardo tra il serio e il divertito.
«Lo so.» rispose lui. Le sorrise.
Se non la smette con questa faccia da ebete lo Schianto qui, nel pieno della festa, pensò la Caposcuola.
«Avresti potuto farti male.».
«Hai ragione, la prossima volta ti darò questa soddisfazione.».
La ragazza non potè fare a meno di sorridere. Non era poi così ebete in effetti.
E' anche carino, infatti.
Che?!?
Non puoi negarlo!
«Beh, complimenti allora. Sei.. sei stato bravo a prendere il Boccino.» disse.
«Oh, tutto regolare. I Boccini sono sempre così, con me.» rispose lui, senza smettere di sorridere.
«Così come?».
James ridusse il suo sorriso, senza perdere però l'aria serena. «Sono i Boccini a venire da me.».
«Oh, li attrai come una calamita? Devo pensare che ci sia qualcosa di illegale sotto?» scherzò Lily, spiazzata dalla serietà con cui aveva detto quella frase.
«Non esattamente Evans.» puntualizzò il Cercatore. «Prendere il Boccino d'Oro è tutto quello che voglio, durante le partite. Lui lo sa, è per questo che si lascia sempre prendere da me.».
Lily non rispose, preoccupata per la sanità mentale del ragazzo.
«E non solo nelle partite di Quidditch. Presto anche il Boccino che inseguo da anni si lascerà afferrare da me.. e stanne certa, non permetterò a nessuno portarmelo via.» continuò James.
Lily boccheggiò. Lui riprese a sorridere divertito, come se non fosse successo niente.
«Popcorn, Evans?».


Ooh, ecco andato anche il sesto giorno!
Questa povera pozione ci manderà al manicomio, adesso anche di sabato sera!
Mi scuso per il ritardo (solo altri 22 giorni di scuola! FORZA!) e ringrazio ancora una volta chi ha recensito lo scorso capitolo, davvero, siete meravigliose ragazze *______*, grazie!
A presto spero! Bacioni,
L7!

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Capitolo 8
*** Seventh day ***


uuu
Seventh day.

«So bene come andrà a finire, ed i pensieri miei vanno..
io sento dentro "Puoi fidarti!", mentre la testa mia: "Non lo fare!"
Certo sei curiosa, tu nascondi l'evidenza: noi ti conosciamo,
non ti arrabbieresti tanto senza una ragione se
non fossi tanto presa dall'eroe!
»
[Ti vada o no - Hercules]



«Signorina Evans, posso domandarle come mai la sua pozione tende verso un tenero rosa caramella?».
Horace Lumacorno aveva passato in rassegna tutti i calderoni delle coppie di studenti coinvolti nel suo piano sadico e suicida nelle ultime due ore; sapeva, ovviamente, che il colore della pozione dell'Odio liquido poteva variare di persona in persona, fino a raggiungere le tinte più disgustose (come aveva potuto orgogliosamente constatare esaminando quella di Black e Piton) e per questo non si era affatto stupito di notare le peggiori sfumature di verde rancido e marrone porridge ammuffito. Quello che davvero non si sarebbe mai aspettato era di trovare un intruglio rosa pallido vagamente odoroso di erba appena tagliata nel calderone della sua alunna migliore.
La ragazza in questione rivolse al professore il suo migliore sguardo da pesce lesso; davvero, non riusciva proprio a capacitarsene. Com'era possibile che da quel miscuglio di radici puzzolenti non fosse uscito niente che trapelasse il suo tremendo odio per James Potter?!

«Io.. io proprio non lo so, professore.» rispose, «Eppure le garantisco che abbiamo seguito alla lettera le indicazioni del libro!».
«Oh non ne dubito, signorina Evans.»
replicò Lumacorno sorridendole bonario. «Sono certo che si tratta solo di un caso, probabilmente dovuto ai due giorni di pausa che vi siete dovuti prendere..».
«Giusto, come abbiamo fatto a non pensarci!» intervenne James, picchiandosi la fronte con il palmo di una mano.
«Anche se..» continuò però il professore, storcendo la bocca per l'interruzione.
«Anche se?».
«Anche se potrebbe essere che lei e il suo compagno abbiate dimenticato l'ingrediente principale della pozione, signorina Evans..».
«Cos.. quale..?» cominciò James boccheggiando.
«Impossibile, professore!» esclamò invece Lily, molto più perspicace. «Io e Potter ci odiamo.».
Fu stavolta il turno di James di rimanere turbato come il più brutto dei pesci. Dannazione.. e lui che si era illuso che sarebbe potuto cambiare qualcosa!
Lumacorno sorrise pacioso alla sua allieva preferita.
«In questo caso sono certo che i risultati si vedranno al più presto, signorina Evans!».
La campanella trillò segnando la fine delle lezioni della settimana: in un colpo di bacchetta il professore di Pozioni sgomberò l'aula dai calderoni e gli altri oggetti che i suoi studenti avevano utilizzato per quelle due ore, salutando allegramente i ragazzi che si dirigevano vociando verso l'uscita. Osservò Sirius Black lanciare di sottecchi un incantesimo all'odiato compagno dai capelli unticci, Alice Longbottom fare il verso alla bionda Christine Parkinson, e James Potter tentare l'ennesimo approccio con una quanto mai scontrosa Lily Evans, fallendo miseramente come tutte le altre volte, e aspettò che uscissero tutti per tirar fuori da una tasca del mantello le chiavi per chiudere l'aula. Ridacchiò sonoramente, facendole tintinnare.
Quel compito si stava rivelando più divertente del previsto!

«Avanti Lily, devi mangiare qualcosa!» sbuffò Alice irritata.
«Non ho fame.» rispose la rossa, incrociando le braccia come una bambina capricciosa.
«Lily, per Morgana! E' solo una pozione, e poi hai sentito Lumacorno, no? Tutto si sistemerà nei prossimi giorn..».
«Accidenti Ali, è questo il problema!» esclamò Lily stizzita, abbassando la voce ad un sussurro.
Alice le si avvicinò per permetterle di parlare senza essere ascoltata dal resto della Sala Grande e, in particolare, i quattro Malandrini, seduti a un paio di posti di distanza da loro; fece finta di nulla servendosi di patate arrosto e protese l'orecchio verso l'amica.
«Parla.».
«Io.. io..» cominciò la Caposcuola, esitante, mordicchiandosi le labbra.
«Prima che svuoti tutto il piatto di patate, per favore!».
«Io non so se odio ancora Potter!» bisbigliò Lily in fretta masticando le parole.
«CHE COS.. Ouch!» esclamò l'altra in seguito ad una gomitata ben assestata dell'amica.
«Abbassa la voce Ali!».
«Sì, scusa, scusa.. Come sarebbe a dire che non sai se lo odi più?!».
«Che.. insomma, che.. beh, che non è poi così male come sembra!» confessò la rossa.
«Solo a te James sembra male..».
«Non rendermi le cose più difficili!».
«Sarebbe a dire quindi.. che James ti piace?» sussurrò Alice, con gli occhi sgranati per la sorpresa e tutto il vassoio di patate nel piatto.
«Ma che dici!» si affrettò a rispondere Lily, agitando concitatamente le mani. «Ho solo detto che non è male.. Avanti Ali hai capito! E'.. è.. simpatico!».
«E te ne sei accorta adesso?».
«Ricordami perchè ti rivolgo ancora la parola, dannazione!».
«Perchè sono la tua migliore amica!».
«Ne dubito!» esclamò Lily, alzandosi da tavola e facendo per lasciare la tavolata rosso-oro.
«Dove stai andando?» le domandò Alice.
«A schiarirmi le idee!» rispose lei, incamminandosi verso l'uscita della Sala Grande.
Alice rimase a fissarla mentre andava via, scuotendo la testa rassegnata. Non lo ammetterà mai..
«Ehi Alice!» la chiamò James brandendo una forchetta. «Due cose: dove sta andando Lily?».
«Davvero non lo so!» rispose la biondina, alzando le spalle.
«Ah, ok.. e..» replicò lui, perplesso. «Le patate le mangi proprio tutte?».

A giudicare dal brontolio lamentoso del suo stomaco doveva essere pressappoco ora di cena
, ma non aveva alcuna voglia di alzarsi dal letto e uscire dal dormitorio. E se l'avesse incontrato? Era stata sgarbata con lui per tutto il giorno, dopo una settimana in cui si era trattenuta dall'urlargli contro i suoi soliti insulti. Che cosa le era successo? Possibile che quei pochi giorni di vicinanza le avessero fatto cambiare opinione su di lui?
Era vero, era cambiato: non era più lo sbruffone degli anni prima - sebbene rimanesse ancora il solito boccinofilo egocentrico - e spesso riusciva ad esserle persino molto simpatico con le sue battute; riusciva a farla ridere con la sua semplicità e più di una volta si era mostrato gentile e premuroso con lei. Simpatia e gentilezza: potevano bastare solo quelle due qualità appena scoperte nel suo ex peggior nemico per rovesciare completamente il loro rapporto?
E se alla fine anche lei fosse caduta nella trappola di James Potter?
Lo sapevano tutti nella scuola: lei era l'unica che non si era arresa al mitico Cercatore, lei era il premio più ambito, il Boccino più prezios..
«Oh Godric, il Boccino!» esclamò tra le lenzuola, affondando la testa nel cuscino.
Ecco che cosa aveva voluto dire il giorno prima con quella stupida mossa alla partita e con quella frase banale e scontata alla sua irritante festicciola! Ma certo, lei era il Boccino dorato tanto sfuggente che lui ricercava da anni, l'unica partita che ancora non era riuscito a vincere! Ah ma se era quello che desiderava, faceva meglio a mettersi il cuore in pace! Certo, era carino, divertente e tanto tenero, ma lei non poteva permettersi di farsi prendere in giro!
Anche se.., bisbigliò maligna una vocina nella sua testa.
Anche se, cosa?! E' solo un approfittatore, vuoi che mi tratti come ha fatto con la Johnson?
E se invece facesse sul serio, con te? E' più di un anno che non cerca
compagnia da altre ragazze, ti dimostra continuamente che ci tiene a te, fa di tutto per farti stare bene..
Lily si rigirò sul letto, fino a ritrovarsi a pancia all'aria. Tutti quei pensieri le avevano fatto aumentare a dismisura la fame.. e poi, per il momento il problema ancora non si poneva: a lei Potter non piaceva affatto!
Si alzò, dando uno sguardo all'orologio che portava al polso; troppo tardi per andare a cena in Sala Grande, oramai anzi stavano sicuramente cominciando a tornare tutti nelle Sale Comuni. Decise di andare a fare un giretto nelle cucine: per una volta, che male c'era?
Uscì velocemente dal dormitorio e attraversò il buco del ritratto della Signora Grassa sperando di non incontrare nessuno, dirigendosi verso le cucine con passo felpato. Una volta che fu sulle scale che portavano nei sotterranei, però, cominciò a sentire un leggero vociare proveniente dalla direzione in cui si stava dirigendo; si appiattì dietro una colonna augurandosi che il suo stomaco non brontolasse proprio in quel momento, e tese l'orecchio in ascolto.
«Non capisco ancora come fai a farti amare da tutte le elfe, Ramoso!».
«Merito dei miei deliziosi occhi dolci, Pete, ancora non l'hai capito?».
«Abbassa la voce stupida renna!».
«Razza di cane pulcioso puzzolente, come osi?! Io sono un magnifico cervo!».
«In tutto e per tutto Ramoso: infatti hai anche un gran bel paio di corna!».
«Brutto..!».
Si sentì un tonfo seguito da una serie di schiamazzi e risate; Lily trattenne il fiato. Dannazione, ma proprio i Malandrini doveva beccare?! E.. che ci facevano lì?
«Sbrigatevi, ragazzi! La fame da lupo è passata, tutto il resto no!».
Lily sentì altre risate seguire alla frase pronunciata dalla voce di Remus, ma non capì la battuta. Si premette una mano sulla pancia per zittire il brontolìo che ne proveniva e si sporse leggermente per osservare la scena: James era saltato in groppa a Sirius che cercava di scrollarselo di dosso ben poco elegantemente, come un cane bagnato che si agita per asciugarsi, mentre Peter divertito dalla scenetta teneva tra le mani il Mantello dell'Invisibilità; Remus, ridacchiando scuotendo la testa, precedeva i tre incitandoli a camminare più in fretta. James, scendendo dalla schiena di Sirius, si voltò improvvisamente indietro costringendo Lily a nascondersi in fretta e furia dietro una tenda provvidenziale, per poi rigirarsi lentamente e rincamminarsi dietro gli altri.
I quattro scesero velocemente le scale fino all'ingresso del castello; poi, Peter coprì alla meno peggio tutti e quattro col Mantello, e uno di loro aprì il pesante portone cercando di non fare troppo rumore.
Completamente dimentica della fame che l'aveva spinta fin lì, Lily decise di seguire le punte delle scarpe di Sirius (troppo alto per essere coperto per bene) e scoprire dove andavano: accidenti, Potter era Caposcuola e Remus il più responsabile del gruppo! Che cosa avevano in mente?!
La rossa afferrò la maniglia del portone e la tirò piano verso di sé, aprendola quanto bastava per farla passare; uscì fuori rimpiangendo il suo pesante mantello o quantomeno la sua sciarpa di lana, fermandosi solo per un attimo a contemplare la luna piena quasi alta nel cielo, circondata da un meraviglioso manto di stelle.
Si riscosse scuotendo la testa, e impiegò una buona manciata di secondi a ritrovare i piedi di Black nel buio.
Vanno verso la Foresta Proibita, pensò. Ma sono completamente andati?!
Decisa a non fargliela passare liscia, si diresse a passo di marcia verso il limitare della Foresta; non era tuttavia neanche arrivata a metà strada che un fruscìo tra gli alberi e i cespugli la fece trasalire e fermare.
«Che diavolo..».
Rimase immobile ad aspettare, fin quando la cosa che aveva prodotto il rumore non uscì allo scoperto, zampettando lentamente verso di lei.
«Ma che..!» bisbigliò sorpresa, riconoscendo la figura elegante e fiera di un cervo.
L'animale trotterellò intorno a lei a muso basso, inspirando il suo profumo di fragole; era grande e bello, di un marrone dorato che riluceva sotto la luna, con un maestoso paio di corna e due tenerissimi occhi nocciola. Fece una strana smorfia col muso, qualcosa tra uno sternuto e una pernacchia, e tirò fuori la lingua per leccarle una mano.
«Ehi!» rise Lily, ritraendo la mano e accarezzandolo tra le orecchie.
Il cervo le si strusciò contro contento per un paio di minuti, fino a che un lancinante lamento proveniente dai meandri della Foresta non fece sobbalzare entrambi.
«Merlino!» sussurrò la rossa spaventata. Doveva trovare James, Remus e gli altri due prima che la cosa si facesse pericolosa!
Il cervo abbassò la testa quanto bastava per riuscire a spingerla senza farle male con le corna, e cominciò a farla avanzare a ritroso sulla strada che aveva percorso fuori dal castello.
«Aspetta, aspetta!» disse Lily, prendendogli la testa tra le mani nel tentativo di fermarlo. Il cervo emise un suono molto simile a uno sbuffo. «Devo andare a cercare degli amici, non posso tornare dentro adesso!».
L'animale scalpitò battendo forte le zampe per terra, cominciando ad agitarsi. Un altro lamento squarciò il cielo: era molto più vicino di prima.
«Smettila di spingermi, devo trovare Potter!» riprese lei, cercando di liberarsi dalla spinta del cervo che ormai era riuscito a farla tornare a pochi passi dal portone del castello. «Avanti, lasciam.. ehi!».
Lily si asciugò con veemenza la faccia che il cervo le aveva leccato.
«Come ti salta in mente!».
All'improvviso il lamento tornò a farsi sentire, accompagnato dall'abbaiare di quello che Lily pensò fosse un cane; e a giudicare dal rumore che i due versi produssero, dovevano essere arrivati al limitare della Foresta.
La Caposcuola rabbrividì, schiacciata tra il portone d'ingresso e il cervo. Spostò lo sguardo verso dei cespugli che si stavano agitando con forza, aspettando di vedere che cosa sarebbe comparso, mentre l'animale continuava a fare pressione su di lei, uggiolando, affinchè entrasse nel castello.
Dai cespugli emersero due grosse sagome che si mossero veloci verso di loro; una doveva appartenere all'animale che aveva abbaiato, e in effetti somigliava ad un enorme cane nero, di quelli che la professoressa Cooman chiamava Grami. L'altro invece era più simile ad un orso e correva svelto su due zampe, ululando ferocemente.
Lily aprì la bocca per gridare, ma non riuscì ad emettere alcun suono. Illuminato dalla luce della luna, vide l'animale per quello che era davvero: un lupo mannaro.
Di scatto spalancò la porta d'ingresso al castello ed entrò, spostandosi per far passare anche il cervo. Ma quello, abbassando il capo come in segno di saluto, galoppò verso il mostro e in un balzo gli saltò sopra, facendolo cadere a terra.
«NO!» urlò Lily, stendendo una mano verso la scena che aveva di fronte, convinta che il lupo avrebbe sbranato il cervo.
Al contrario tuttavia, i due animali si rotolarono l'uno sopra l'altro come se fosse un gioco, senza però risparmiarsi zampate e calci; il grosso cane nero si unì a loro, latrando vivacemente.
Rimase a fissarli per almeno cinque minuti, finchè non avvertì qualcosa che le si muoveva lungo una gamba; terrorizzata, spostò lo sguardo sui suoi piedi e vide un grosso topo grigio che zampettava sulle sue scarpe.
Era definitivamente troppo per lei. Improvvisamente perse i sensi, e cadde sul freddo pavimento del castello.
Il topo ai suoi piedi spinse il portone con forza e lo chiuse, dopo aver agitato la coda in segno di saluto verso i tre animali che si rincorrevano sulla strada per la Foresta.
Peter Minus si trasformò da grosso topo a ragazzo cicciottello; sbuffò sonoramente, e, caricatasi la rossa in braccio, si diresse silenziosamente verso la Sala Comune dei Grifondoro: quella sera, per lui, era finita.


Ciao a tutti! *si copre la testa con un libro mooolto spesso per evitare le bastonate*
Lo so, lo so, sono vergognosa :S una settimana per un capitolo così banale.. E non ho neanche scuse (a parte, ormai, la solita della scuola, uff!)!! Chiedo quindi umilmente perdono :(
Ne approfitto poi per ri-ringraziare le persone che hanno recensito il capitolo precedente, davvero, mi riempite di felicità *_____*, non so proprio che dire!!
Spero di non avervi deluso con questo capitoletto di fine-prima-settimana.. Dannazione, cosa succederà "domani"?? Lo scopriremo nella prossima puntata (presto spero xD)!
Bacioni!,
L7!


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Capitolo 9
*** Eighth day ***


uuu
Eighth day.

«Lo so che la tua strada l'hai già disegnata,
ma io ti ho messo in mano una gomma e una matita:
tu dici che non si può tra noi due mai.. ma non dire mai!
Perchè le regole non sono oracoli in fondo, sai!
»
[Matteo Branciamore - Un mare di guai]


Lilian Evans si svegliò rimpiangendo la morbidezza del suo letto a baldacchino, costretta in una posizione più che scomoda da quelle che ormai dovevano essere ore; aprì gli occhi, riconoscendo il familiare aspetto della Sala Comune dei Grifondoro illuminata dalle prime luci dell'alba. Che ci faceva lì?
Passandosi una mano a spostare indietro delle ciocche di capelli rossi che le ricadevano sugli occhi, notò qualcosa sul tavolo accanto alla sua poltroncina di stoffa rossa. Lentamente si alzò stiracchiandosi e si inginocchiò accanto al tavolino, accompagnata dall'insistente e quanto mai giustificabile brontolìo dello stomaco.
Allungò una mano per afferrare il piatto appoggiato sul tavolo, contenente un sandwich al prosciutto, dei tovagliolini di carta, un bicchiere di succo di zucca e un bigliettino ripiegato con su scritto il suo nome in una calligrafia disordinata che avrebbe riconosciuto tra mille; non esitò neanche un attimo ad addentare il panino, affamata come non era mai stata prima, poi aprì il bigliettino.

Ehi, Evans,
sei proprio carina quando dormi.
Non ti ho visto a cena, pensavo avresti avuto fame. E' al prosciutto, lo so che ti piace, e posso giurarti che non contiene veleno o - peggio - filtri d'Amore.
Se non ci becchiamo tra i corridoi, ci vediamo alle 19 al solito posto per la Lumaconata, ok?
Divertiti ad Hogsmeade oggi (neanche te lo chiedo se verresti con me, immagino la risposta).
A dopo,
              James

Lily si stropicciò gli occhi, abbozzando un sorriso. Che carino, si era preoccupato per lei.. aveva come la sensazione che presto avrebbe dovuto sostenere un colloquio alquanto imbarazzante con la sua coscienza su quel Potter, cominciava a pensare che davvero l'aveva sottovalutato durante quei sei ann..
«Godric!» esclamò, facendo un balzo all'indietro.
Ma allora era vivo! Il lupo mannaro non l'aveva sbranato, né lui né i suoi inseparabili amichetti!
Tirò un sospiro di sollievo, rassicurata sulla sorte dei suoi compagni di Casa, sperando ardentemente che anche il cervo della sera prima si fosse salvato dalle grinfie di quel mostro. Certo, strano in ogni caso: cervi e lupi mannari ad Hogwarts?! Qualcuno avrebbe dovuto avvertire Silente, per Morgana. Qualcuno come.. un Caposcuola, ecco. Dove accidenti si cacciavano quando servivano?!
«Oh, ma io sono una Caposcuola.» si disse, ricordandosi in quel momento di essere Lily Evans.
Si diede un buffetto sulla testa per riscuotersi e addentò l'ultimo pezzo di sandwich; da quando era così tarda?! Beh, comunque anche Potter era un Caposcuola, e non sembrava aver avuto problemi, la sera prima, ad addentrarsi nella Foresta Proibita coi suoi compari ben sapendo quanto fosse pericolos..
«Merlino!» trasalì, strozzandosi col panino che aveva ingoiato e cominciando a tossire sputacchiando - bene, aveva quasi finito la lista di maghi a cui appellarsi.
Come colpita da un'illuminazione divina, improvvisamente collegò varie immagini che fino a quel momento le avevano vorticato per la testa senza riuscire ad incontrarsi.
Potter che si apostrofava come un bellissimo cervo.
Potter che si faceva chiamare Ramoso e riceveva continue battutine di scherno per le sue presunte corna.
Potter che paragonava un Remus arrabbiato ad un lupo mannaro nelle notti di luna piena.
Potter che rideva alla battuta di Remus, o Lunastorta, come lo chiamavano i suoi Malandrini, che diceva per le scale che l'unica cosa 'da lupi' che gli era passata era la fame.
Potter che accusava Black di essere un grosso sacco di pulci dalla risata simile ad un latrato.
Potter che..
«POTTER!».

«Esigo una spiegazione convincente, ora!».
James Potter sorrise nel cuscino, allietato dai toni soavi di quella voce che aveva sempre desiderato sentire come primo suono al mattino; si rigirò su se stesso godendo del tepore delle sue coperte e chiedendosi cosa mai doveva aver sognato quella notte per far sbraitare in quel modo la Lily della sua immaginazione, e si stropicciò gli occhi con le mani prima di decidersi ad aprirli.
«Evans, per le mutande di Silente!» esclamò, trovandosi faccia a faccia con una Lilian Evans livida di rabbia, spettinata ed assonnata ma senza dubbio alquanto vera.
Frank Paciock si strofinava gli occhi, assonnato e perplesso. Peter osservava la scena terrorizzato, coperto quasi interamente dal lenzuolo che lasciava intravedere solo i suoi occhietti acquosi; Remus boccheggiava come un pesce lesso, non meno spaventato e sorpreso dell'amico cicciottello. Sirius.. beh, Sirius continuava placidamente a ronfare, coperto soltanto da un paio di boxer neri. James arrossì pudicamente; dannazione, non era lui che la Evans avrebbe dovuto vedere in mutande!
«L-Lily..» balbettò, mettendosi a sedere e cercando con gli occhi la maglietta del suo pigiama verde e boccinoso. «Cosa.. cosa ci fai qui?».
«Cosa ci faccio qui?!» sbraitò lei puntandogli la bacchetta al petto. «Mi devi delle risposte, Potter! Parla o ti affatturo, e sai che lo farei!».
Remus si schiarì la voce, provando senza molto successo ad attirare l'attenzione su di sé.
«Lily, ehm, posso spiegarti tutto io..».
James gli lanciò un'occhiata di fuoco, come per intimargli di rimanere in silenzio.
«Non capisco di che parli, Evans.. ti ha per caso fatto male il sandwich?» domandò, fingendosi ignaro di tutto.
«Potter,» scandì la rossa, «o mi dici subito cosa facevate ieri notte tutti e quattro nella Foresta Proibita o sarò costretta a saltare a delle conclusioni poco convenienti!».
«Ehi, ehi, Caposcuola! Con calma e per piacere, che qui c'è gente che vorrebbe dormire.» intervenne Sirius tra il lamentoso e l'irritato, svegliato dalla voce della ragazza.
«Black, smettila di fare il simpatico!».
«Ehm, ragazzi, io vado, ok?» mormorò Frank, infilandosi le ciabatte e dirigendosi alla porta del dormitorio. «Avevo proprio pensato di vedere Alice alle.. ehm.. cinque di mattina, sì.. Ciao!».
La porta sbatté dietro di lui, lasciando la stanza nel silenzio.
«Lily, James non c'entra.» riprovò Remus. «In effetti avrei qualcosa da spiegarti..».
«No Remus, voglio che sia lui a spiegarmelo!» ribatté Lily, continuando a minacciare James con la bacchetta.
«Non c'è niente da spiegare, Evans.» disse atono Sirius, mettendosi a sedere sul suo letto. «E ora, se per favore ci lasci dormire..».
«Black, accidenti! Il parco di Hogwarts si riempie improvvisamente di cervi, cani e lupi mannari dopo la vostra casuale scomparsa, e non c'è niente da spiegare?!».
Sirius sbiancò, ma mantenne il suo cipiglio fermo.
«Evans, dovresti mangiare la sera. Andare a letto senza cena gioca brutti scherzi!».
«Adesso basta, Felpato.» intervenne Remus. «Lily non è una stupida e tantomeno una visionaria. C'è qualcosa che devi sapere Lily, ma riguarda solo me: io.. non ti biasimerò se deciderai di dirlo in giro o decidere di evitarmi, davvero. Lily, io sono un licantropo.» ammise, lo sguardo basso.
La rossa sbuffò, incrociando le braccia, incassando la confessione non senza vacillare; povero Remus, che aveva fatto di male per meritarsi un tale destino? Era proprio come aveva pensato.. ma a quello avrebbe pensato in un altro momento.
«Beh Remus, mi dispiace molto per te,» replicò. «ma non è questo il mio problema!».
I quattro la fissarono interdetti. Remus aveva appena ammesso di essere un licantropo e lei non faceva una piega?!
«Potter, non osare mentirmi.» cominciò, fissandolo dritto negli occhi nocciola. Lui deglutì, quasi tremante.
Che viso tenero che ha, senza occhiali..
Ah no, non adesso per favore!!
«Eri tu il cervo di ieri sera?».
James aprì la bocca per negare, come gli suggeriva Sirius che sbucava da dietro Lily scuotendo con decisione la testa, quando incontrò lo sguardo sereno e fiducioso di Remus; il modo in cui la ragazza aveva accolto la notizia gli aveva fatto ricordare quanto fosse leale e onesta: era sicuro che tutto si sarebbe risolto per il meglio.
Il Caposcuola aprì e chiuse la bocca un paio di volte prima di decidersi a rispondere; abbassò lo sguardo, colpevole, incassando la testa tra le spalle pronto ad una lavata di capo sui rischi che avevano corso e che correvano tuttora nella trasformazione in Animagi.
«Lily.. io.. sì.».
Lily trattenne il fiato per una manciata di secondi, sgranando gli occhi, poi aggrottò nuovamente la fronte in un'espressione arrabbiata e risfoderò la bacchetta.
«E come hai osato leccarmi la faccia?!».

«A che ora devi vedere Potter?».
«Alle 19, perché?».
«Oh beh, mancano dieci minuti alle 19, non credi sia il caso di cominciare a prepararti?».
«Come sarebbe a dire dieci minuti?!».
Alice osservò ridacchiando la sua migliore amica che si precipitava in bagno a darsi una sistemata; il pomeriggio ad Hogsmeade era stato davvero divertente, passato tra un dolcetto da Mielandia - ancora non riusciva a spiegarsi da dove venisse tutta la fame di Lily - e uno scherzo da Zonko, dove avevano ovviamente incontrato i Malandrini. Frank aveva scambiato una strana occhiata con James che non era riuscita ad interpretare e che aveva catalogato tra gli sguardi di solidarietà maschile, anche se era sicura che si fosse trovato molto bene con lei, Lily, Mary e Margaret. La rossa, dal canto suo, aveva rivolto al Cercatore una finta occhiata di rabbia, tradita dal sorriso sbieco che premeva per allargarsi sul suo viso; Frank le aveva raccontato che quella mattina i due avevano avuto una piccola discussione, che dai loro sguardi non poteva che essersi conclusa con qualche battuta di James che Lily doveva aver trovato stranamente divertente.
La Caposcuola uscì dal bagno con la divisa scolastica perfettamente sistemata, ravviandosi i capelli rossi con le mani e mandando un bacio frettoloso alle sue amiche, avvertendole che sarebbe tornata di lì ad un'oretta.
Lily si sentì rispondere un vivace «Ciao!» dalle sue compagne di dormitorio e si precipitò giù per le scale; erano le 19 precise quando imboccò il corridoio che portava all'aula in cui erano soliti incontrarsi, quando all'improvviso sentì la voce inconfondibile di un paio di Serpeverde provenire dalla direzione verso cui si stava dirigendo. Troppo stanca per prendere parte al dibattito in cui era sicura l'avrebbero coinvolta si appiattì nella nicchia tra due statue, appuntandosi mentalmente di ringraziare i fondatori di Hogwarts per aver riempito il castello di posti in cui nascondersi.
«Sì, li ho visti entrare da Zonko anche oggi.. staranno senza dubbio architettando qualcos'altro per vendicarsi del nostro scherzetto.».
«Non gli sono bastati quei diavolo di rospi parlanti? Ancora non li ho scovati tutti!».
«Non preoccuparti, avranno quello che si meritano.».
«Abbiamo un piano?».
«Beh no, non ancora. Ma l'avremo presto, e si pentiranno di averci riempiti di Caccabombe!».
Lily ridacchiò silenziosamente, aspettando che le voci e i passi dei Serpeverde si allontanassero per uscire allo scoperto. L'aveva combinata grossa, in un certo senso era anche colpa sua se si sarebbero vendicati.. ma ne era dannatamente valsa la pena, e se fosse successo ancora qualcosa lei sarebbe stata in prima fila a duellare contro quegli scimmioni, al fianco di James!
Di Potter, si corresse arrossendo. I pensieri non valevano per la scommessa, vero?
Entrò nell'aula in fondo al corridoio, sorridendo per la presenza del ragazzo moro occupato a sistemare gli ingredienti necessari sul grosso tavolo al centro della stanza.
«Ehi,» lo salutò.
James si voltò di scatto, facendosi male al collo.
«Lily, ciao.».
«Scusa il ritardo, ho incontrato dei Serpeverde che progettano vendetta per i nostri scherzetti.».
«Non ti preoccupare, noi non saremo da meno!» le rispose lui ridendo.
Lily arrossì, afferrandosi una ciocca di capelli.
«Sì, lo so, ma.. state attenti, ok?».
«Sei preoccupata per me, Evans?» chiese James sorridendo, pronto all'ennesima risposta negativa.
«Un po', Potter, un po'.» ammise invece lei.
Lui sgranò gli occhi, stupito.
«Pensavo che ti avrei trovato tra loro a cospirare per la mia morte.» sdrammatizzò.
«Non prima di restituirti il favore.» rispose Lily ridacchiando.
«Che favore?».
«Non sei stato tu ad impedirmi di andare verso la Foresta, stanotte?».
«Oh,» fece James. Si mordicchiò un labbro per una manciata di secondi, cercando le parole giuste da dire. «Lily, senti, io.. mi dispiace non averti detto niente prima, noi..».
Lily alzò una mano per zittirlo, brandendo un coltellaccio imbrattato del liquido rosso che era sgorgato da alcune radici violacee; il ragazzo si interruppe subito, fingendosi spaventato. Risero insieme.
«Non c'è bisogno di scusarsi, l'avete fatto per Remus dopotutto. Anzi.. siete stati davvero fantastici, non me lo sarei aspettato da voi tre.».
«Ehi!» la riprese scherzoso lui.
«Ammettilo, non sembrate tipi premurosi.» ribatté lei, facendogli la linguaccia.
«Non ci conosce bene allora, signorina Evans.» replicò James, imitando il tono di Lumacorno e gonfiando le guance per sembrare più paffuto.
Lily rise, e per alcuni secondi non sentirono altro rumore all'infuori dei loro respiri e delle lame di coltello che torturavano le radici.
«Mi racconti tutto dall'inizio?» gli chiese infine, vinta dalla curiosità.
James sorrise, scodellando delle fettine sanguinanti nel calderone - che sprigionò un delizioso profumo di mentina - , e si apprestò a cominciare il suo racconto.
«Beh, tutto è cominciato quando Remus aveva solo pochi anni. Si era addentrato in un bosco per dimostrare a suo padre che era un ometto coraggioso, e.. è successo. Ricorda ancora perfettamente il dolore che gli causarono le ferite inferte da quel mostro, e il morso.. certe notti lo sogna ancora.» fece una pausa, stringendo i pugni. «Silente ha sempre creduto in lui; ha fatto piantare il Platano Picchiatore l'anno che arrivammo ad Hogwarts, per permettere a Lunastorta di arrivare alla Stamberga Strillante senza farsi notare.».
«Il Platano Picchiatore è un passaggio segreto verso la Stamberga?» lo interruppe Lily incredula.
«Esatto.» rispose James. «Noi l'abbiamo scoperto al secondo anno, quando la nostra amicizia cominciava a consolidarsi; credo che la cosa che ci abbia stupito più di tutto sia il fatto che non ce l'aveva detto. Sirius la prese malissimo, non gli parlò per una settimana!».
Si fermò per ridacchiare al ricordo dei suoi migliori amici che non si rivolgevano la parola.
«E quando siete diventati Animagi?».
«Al quinto anno, non senza difficoltà in effetti. Anche se per un mago della trasfigurazione come me..» si fermò per farle l'occhiolino, e Lily rise alzando gli occhi al cielo. «Eravamo parecchio preoccupati per Peter, temevamo avrebbe combinato qualche pasticcio, ma..».
«Cosa? Aspetta, anche Minus è un Animagus?».
«Non sei sveglia come sembri, Evans.. Pete è il topo che ti ha trascinato in Sala Comune ieri notte!».
La rossa ammutolì, ricordando disgustata l'animale che le zampettava addosso a ridosso della porta del castello.
«Gran bell'animale..».
«E' vero, c'è da ammetterlo: il più bello sono sempre io!».
«Nessuno lo mette in dubbio..» ribatté distrattamente lei con un sorriso.
James sgranò gli occhi, incredulo. «Per Godric Grifondoro, Evans, quello era un complimento?!».
E che cos'altro doveva essere, tonto?!
Lily, che accidenti stai combinando! Riprenditi, lui è James Potter!
«Scherzavo, Potter, scherzavo!» si affrettò a rispondere, arrossendo fino alle punte dei capelli.
Il ragazzo sghignazzò di sottecchi, fingendo di essere preoccupato per la loro pozione - che nel frattempo aveva assunto una tinta alquanto somigliante a quella di un papavero appena sbocciato - per non farsi beccare col sorriso sulla faccia.
«Smettila di ridere!» lo rimbeccò Lily. Poi, notando che non accennava affatto a smettere, «Ah Potter, comunque devo ammettere che Black ha un gran bel fondoschiena. Magari comincerò a venire più spesso nel vostro dormitorio..».
«EVANS!».


Buonasera!
Ecco un altro capitolo, anche l'ottavo giorno è andato! Ne mancano solo sei, riuscirà James a vincere la scommessa? E la pozione smetterà di sembrare un profumo per ambienti o farà prendere ai nostri una bella T?! Lo scopriremo.. nei prossimi capitoli! :D
Io.. io.. ç____ç.. davvero non so che dire, 7 recensioni anche per il capitolo precedente, IO VI AMO *_______________* !!! Vi dedico questo capitolo, spero proprio che vi piaccia! Grazie!!
Alla prossima!
L7!
(Ah, passatemi la canzone xD..)

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Capitolo 10
*** Ninth day ***


nove
Ninth day.

«Dentro ho un'immagine di te che non parla:
l'ho fatta per guardarla e non voglio rovinarla.
Tengo solo il buono, come il tuo profumo
che mi ha sballato
più d'ogni cosa abbia bevuto o fumato.
E mai nessuna foto renderà giustizia
al tuo sorriso
quando esplode all'improvviso sul tuo viso..
»
[Domani - Articolo 31]


Un gemito, uno sbuffo e il suono vellutato delle coperte che si muovono.
Lily nascose la testa sotto il cuscino, maledicendo in tutte le lingue che conosceva l'insistente raggio di sole che aveva pensato di andarla a svegliare di domenica mattina, penetrando dall'unico spiraglio che le tende del suo letto non avevano coperto.
Mugugnò, scocciata. Stupido Potter - oh sì, era sempre colpa sua.
Senza riuscire a trattenere un sorrisetto, ripensò alla notte prima: il Cercatore dei Grifoni e i suoi compari l'avevano convinta (con non poca riluttanza di Black) a passare un po' di tempo con loro per
«farsi perdonare per lo spavento della sera precedente», e tra le chiacchiere erano riusciti a farle totalmente perdere il senso del tempo; risultato? Era tornata in camera alle due di notte, ridendo come una stupida per le cose buffe che aveva scoperto sui Malandrini e sul resto della scuola e finendo per beccarsi uno scappellotto in piena nuca da una preoccupatissima Alice.
Per cui, odiandosi con tutto il cuore per aver trascurato ben due materie ed aver quindi accumulato centoventi centimetri complessivi di pergamena da scrivere, si costrinse a mettersi a sedere sul morbido baldacchino e si stiracchiò, facendo per alzarsi; controllò l'orologio: le nove. Beh, almeno non avrebbe trovato nessuno a disturbarla mentre studiava.. no?

«Che ci fai qui alle nove di mattina?».
Un assonnato Remus Lupin si voltò di scatto al sentire la voce della ragazza; lasciò cadere la piuma con cui stava scrivendo per il balzo che fece, e poi, sorridendo, si chinò a raccoglierla ai piedi del divano su cui era seduto. «Lily, buongiorno. Sto.. finendo il tema di Trasfigurazione.» rispose.
«Ma non l'avevi già fatto?» gli chiese lei, accomodandosi al suo fianco sul divano e srotolando il suo foglio di pergamena.
«Oh, sì, beh, sto sviluppando delle linee guida..» cominciò lentamente, imbarazzato. «..per quelli di James e gli altri.».
Lily inarcò un sopracciglio, senza capire. «E perchè lo fai? Te l'hanno chiesto loro?».
«Affatto, anzi.. Sirius e James si lamentano tutte le volte. Ma direi che val bene quello che loro fanno per me, non trovi?» le disse il biondino con un sorriso.
La rossa non rispose; aprì il libro di Trasfigurazione che aveva portato giù con lei e cominciò il suo tema, non riuscendo in realtà a concentrarsi. Quei quattro erano davvero incredibili; non avrebbe mai immaginato che la loro amicizia fosse così profonda, sincera e altruista; erano sempre pronti ad aiutarsi l'uno con l'altro, volesse questo dire trasformarsi in Animagi a quindici anni o scrivere quattro temi anzi che uno solo per far risparmiare agli altri tempo da passare insieme.
«Mi sono divertita molto ieri sera.» disse infine, concludendo i primi quindici centimetri del tema con un grosso punto. «Quei tre sono meglio di quanto pensassi. Grazie.».
Remus si aprì in un sorriso vero, mettendosi ad avvolgere una delle tre pergamene che aveva terminato di riempire di schemi e freccette.
«Grazie a te, Lily. Non avevo mai visto James così contento.».
«Come?» fece lei, arrossendo lievemente. Era stato contento perchè c'era lei?
«Più di quattro ore a ridere e scherzare coi suoi migliori amici e la ragazza che ama! Che altro avrebbe potuto desiderare?».
Lily divenne dello stesso colore dei suoi capelli e sentì un sorriso salirle spontaneo alle labbra; che razza di reazione era quella?! Una settimana prima se la sarebbe presa a morte per una frase del genere: James-sono-il-più-figo-di-Hogwarts-Potter che amava qualcuno? E per di più.. che amava lei e gioiva della sua presenza? Che stava succedendo al mondo?!
«Che si svolgesse tutto a cavallo di una scopa, immagino..» bisbigliò per sdrammatizzare, abbozzando un sorrisetto e facendo ridere Remus.
«Forse!» concordò lui, chiudendo con forza la sua boccetta d'inchiostro. «Allora, procede bene la vostra pozione?».
«Assolutamente no, per Morgana! Non so cosa ci sia di sbagliato, ma dopo aver passato due ore a lavorarci sopra ieri aveva un dolcissimo odore di menta..» rispose Lily, contenta di aver cambiato argomento ma a dir poco disperata per il suo lavoro.
Remus ghignò.
«Lilian Evans che sbaglia qualcosa in una pozione? Impossibile!».
«Sicuramente sarà colpa del tuo amico, infatti!» ribatté lei facendogli la linguaccia, ridendo. «Sul serio, non so proprio..».
«Sicura che non sia davvero per colpa del vostro odio, Lily?» la interruppe il biondino, sorridendole da vero Malandrino.
Lily sgranò gli occhi dalla vergogna e dallo stupore.
«Che dici, Rem? Io e Ja.. io e Potter ci odiamo davvero! Cioè, non so se lui mi odia nel vero senso del termine, ma io, insomma, non lo sopporto sul serio! Dai, vorresti dire che non si vede? Stiamo sempre a litigare, non passa giorno che..».
«Ne sono passati sette credo, in realtà.» la fermò di nuovo Remus, interrompendo il suo delirio imbarazzato. «Avanti, ammettilo Lil. Non voglio dire che deve per forza piacerti, ma sono sicuro che ormai stai imparando quantomeno a volergli bene.».
La rossa sospirò, portandosi una mano ai capelli per tirare indietro le ciocche rosse più ribelli in un gesto che somigliava davvero tanto a quello del Cercatore. Fece una smorfia tesa e dubbiosa che suscitò immediatamente le risate del ragazzo, poi si lasciò cadere tra i morbidi cuscini del divano.
«Hai mai cambiato drasticamente opinione su qualcuno in così poco tempo?» gli domandò, chiudendo gli occhi.
Remus sorrise intenerito.
«Mi è capitato, sì.» ammise, pensando a come era cambiata la concezione di lui stesso da un momento all'altro dopo che i Malandrini avevano scoperto chi era davvero. Quella sera, quando aveva trovato James e Sirius ad aspettarlo svegli in dormitorio, si era sentito pessimo, falso, uno straccio; ricordava ancora l'espressione divertita del ragazzino con gli occhiali che lo rassicurava dicendogli che il suo era solo un piccolo problema peloso, e quella glaciale dell'altro moro che gli rimproverava di aver tenuto un segreto con loro.
«E come ti sei sentito?».
Il ragazzo biondo attese qualche secondo prima di parlare, cercando di riassumere tutte le emozioni che aveva provato in una sola parola. Alla fine, mormorò semplicemente
«Bene. Davvero bene..».
Lily aprì gli occhi e gli sorrise dolcemente, forse immaginando quello che passava per la testa dell'amico. Dopo qualche istante però Remus perse tutta la tenerezza che aveva messo in mostra e ghignò di nuovo, voltandosi a guardarla negli occhi.
«Dovresti dirglielo.» sentenziò.
«Non ci penso neanche!» ribatté lei. «Si pavoneggerebbe come la prima volta che ha acchiappato un Boccino, oh no, no no no. E tu» continuò puntandogli un dito contro con fare minaccioso, «non provare a dire una parola! Questa conversazione non è mai esistita!».
«Tutto ha un prezzo, Evans..».
Era decisamente possibile cambiare opinione di una persona in un arco di pochi minuti: Lily Evans, da quel momento, provò un odio sviscerato e feroce nei confronti del placido, onesto e leale Remus Lupin.

«Ciao Potter.».
«Ciao Lily. Tutto bene?».
«Andrebbe meglio se la nostra pozione non fosse così dannatamente rossa, ma.. sì, tutto bene.».
James fece una smorfia divertita, non riuscendo tuttavia a sentirsi in colpa per come stava procedendo il loro lavoro insieme: a lui, in effetti, sembrava davvero un gran bel segno che quell'intruglio non fosse diventato verde e puzzolente.. e non gli importava proprio nulla della E in Pozioni!
Si mise al lavoro, cercando quantomeno di impegnarsi per non incappare nelle ire della Caposcuola.
«Potter?» chiese però lei, sedendosi su un banco.
«Sì?» replicò lui, smettendo di strappare le foglie ad una pianta piena di pustole e spine che già un paio di volte gli avevano graffiato le mani.
«Hai già pensato ad una buona scusa da rifilare a Lumacorno per questo?» domandò Lily indicando con una mano il calderone.
«Oh» fece lui, «beh, diremo che ho sbagliato verso di mescolatura, così la colpa sarà solo mia..».
«Sarebbe carino da parte tua, ma non mi sembra giusto. Metà della colpa è anche mia!».
James sorrise abbassando gli occhi, sentendosi improvvisamente molto felice; Lily Evans che prendeva le sue difese a costo di rovinarsi la media scolastica, e chi l'avrebbe mai creduto? Quando l'avrebbe raccontato ai Malandrini l'avrebbero sicuramente preso per pazzo, e Sirius..
«Sirius!» esclamò ad un tratto, facendo sobbalzare la rossa. «La pozione di Sirius è fatta maledettamente bene, Evans! Potremmo prendergliene un po'!».
Lily sgranò gli occhi verdi, incredula.
«E secondo te non si accorgerebbe di niente, Potter?!».
«No, perchè saremo noi a versare gli ultimi ingredienti! Dati i precedenti, rovineremo anche quella pozione.. ma non abbastanza da meritarci una T!».
«Potter, tu sei fuori di testa!».
«Oh avanti Evans, è un'idea geniale!».
«Ma non è leale! E' una cosa da Serpi, e noi Grifondoro non..».
«Noi Grifondoro non siamo così petulanti!» la interruppe James, fingendosi scocciato e agitando la bacchetta per far sistemare gli oggetti al loro posto negli armadi. «Avanti, andiamo a cercare Felpato!».
Detto questo prese per mano Lily facendola scendere, tra le velate proteste, dal banco su cui si era accomodata poco prima e spalancò con forza la porta dell'aula in fondo ai sotterranei, dirigendosi di corsa verso la Sala Comune dei Grifondoro, dov'era certo avrebbe trovato Sirius.
«Potter, il merito di quest'idiozia sarà tutto tuo, te lo garantisco!» sbraitò Lily correndo a perdifiato dietro di lui.
«Lumacone ne sarà contento!» rispose semplicemente lui, reprimendo una risata.
Travolgendo un gruppetto di Tassorosso che puntavano il portone del castello e beccandosi non pochi rimproveri da parte del Barone Sanguinario e della Dama Grigia che fluttuavano per i corridoi, i due arrivarono fino al quadro della Signora Grassa, che li squadrò divertita.
«Amor vincit omnia!» esclamò James sorridendo.
La Signora Grassa si spostò facendo l'occhiolino e guadagnandosi un'occhiataccia da Lily, che seguì il ragazzo attraverso il buco del ritratto.
La Sala Comune era quasi vuota, fatta eccezione per un gruppetto di ragazzi del quinto anno che studiavano in vista dei loro G.U.F.O.; la rossa si piantò al centro della stanza a braccia incrociate, uno sguardo ben poco arrabbiato dipinto sul viso.
«Ottima idea Evans, aspetta qua.» le disse James imbarazzato, passandosi una mano tra i capelli. «Non si sa mai che quel casanova abbia deciso di divertirsi un po', oggi..».
«Il solito allupato!» commentò Lily, senza riuscire ad evitare di arrossire lievemente.
James abbozzò un mezzo sorriso e si avviò con una corsetta su per le scale del suo dormitorio, bussando forte prima di entrare; Lily non riusciva a credere, invece, a quello che stava facendo: davvero stava permettendo a Potter di imbrogliare per ingannare un professore e scansarsi un votaccio?! Certo, Lumacorno se lo meritava dopo quello stupido compito che aveva deciso di assegnare!, ma.. insomma, lei era Lilian Evans, Caposcuola, ex Prefetto, studentessa modello, fedele - e rabbrividì al pensarlo - imitazione della McGranitt, fonte di ispirazione di tutti gli student..
«Evans, ti hanno pietrificato?».
Lily sbatté un paio di volte le palpebre prima di realizzare che James la stava osservando abbastanza perplesso, sventolandole una mano davanti la faccia per richiamare la sua attenzione.
«Potter! Già.. già fatto?».
«Oh sì, Felpato era alquanto.. accondiscendente, in quel momento.» rispose lui, annuendo con un ghigno e mostrando soddisfatto una fialetta contenente un liquido denso e color acido. «Adesso non ci resta che ingrandirla a dismisura, gettarla nel nostro calderone, mescolarci un paio di radici puzzolenti rovinando il tutto e sperare in una misera A!».
«Sei proprio un genietto del male, Potter.» commentò sarcastica la rossa. «Andiamo, avanti..».
Tornarono nei sotterranei quasi senza parlare, limitandosi a occhiatine tra il divertito e lo scocciato; giunti nell'aula in fondo al corridoio presero dall'armadio dei tuberi da sbucciare e dei grossi coltellacci, una fiala vuota e il loro calderone, magicamente di nuovo pieno di quell'intruglio rossastro.
«Comincia a sbucciare quella roba, io faccio sparire la nostra pozione.» disse Lily, stappando la fialetta vuota che aveva tra le mani e facendo per riempirla del contenuto del calderone.
«Perché ne vuoi tenere un po'?» le domandò James.
Lei arrossì incassando la testa tra le spalle.
«Ha un buon odore.».
«Vero?» concordò lui. «Non so di preciso cosa mi ricorda, ma sono sicuro di aver già sentito un profumo simile..».
«Amortentia.» sussurrò Lily.
«Come?».
«E' simile ad uno dei profumi che sento nell'Amortentia.» spiegò.
«Che odori senti?» le domandò James, curioso.
«Erba, libri appena comprati. Poi cioccolata al latte, e.. fragole. Tu?».
«Legno, menta, biscotti. E fragole.».
«Non sapevo ti piacessero le fragole!».
«Non ne vado matto, in effetti. Ma adoro il loro profumo.» ammise lui, tentando un sorriso imbarazzato.
Sorrise anche lei.
«Anch'io. Ne compro boccette intere e me ne spruzzo un po' ogni mattina.».
«Appunto.».
Lily aggrottò la fronte, colpita da quella risposta così secca, e si girò a fissarlo negli occhi; James era arrossito fin sopra i capelli, e per non darlo a vedere aveva chinato la testa sui tuberi che aveva poggiato sul tavolo. Era così carino, tutto imbarazzato..
La Caposcuola impiegò una manciata di secondi a capire cosa potessero significare le parole del ragazzo, finendo inevitabilmente per arrossire a sua volta.
Era il suo profumo che sentiva nell'Amortentia?
Che buffo, e pensare che anche lei..
«Io invece non sapevo che a te piacesse così tanto la cioccolata al latte.» buttò lì lui, interrompendo quel silenzio che avevano creato.
«Oh, ehm, già.» replicò Lily, chiedendosi ardentemente se Potter fosse un maledetto Legilimens.
«Non ti vedo quasi mai mangiarla, però.».
«Mm.» mugugnò, cercando una scusa il più velocemente possibile. «La preferisco fondente. Per.. per la dieta.».
James emise un verso divertito molto simile a uno sbuffo.
«Tu non segui una dieta, Evans!».
«Cosa.. cosa ne sai?».
«So così tante cose di te, Lily..» mormorò.
«Sai quello che sanno tutti, e basta.» ribatté lei, piccata. «Sai che la mattina bevo del succo di zucca, che odio quando i capelli mi coprono gli occhi e che quando ho voglia di stare sola vado a sedermi in riva al Lago. Quindi spiegami come fai a sapere che non seguo una d..».
«So che bevi il succo di zucca ma odi il tè con il limone,» la interruppe, «e che la sera, quando fai tardi, ti piace bere una tazza di latte freddo con la menta. Odi avere i capelli davanti agli occhi ma li metti sempre in modo che ti coprano le orecchie, per nascondere quel piccolo neo che hai che, a dirla tutta, a me piace un sacco. Quando hai voglia di stare sola vai in riva al Lago perchè era lì che vedevi Mocc.. Piton quand'eravate amici, e ancora oggi sotto sotto speri di vederlo arrivare a consolarti. Cerchi sempre di farti crescere le unghie ma te le mordicchi tutte prima di un compito in classe. Ti piace sederti sulla poltrona di fronte al camino a leggere libri di Shakespeare, anche se non so chi sia, e devo confessarti che una volta ti ho preso un libro senza il tuo permesso per sapere com'era, e mi è piaciuto, davvero. Come mi piace il tuo profumo, e sapevo molto prima di preparare la mia prima Amortentia che avrebbe odorato di fragole.. So tante cose di te, Lily, e vorrei che mi dessi la possibilità di farti capire quanto sei importante per me, per Godric!».
Lily rimase in silenzio, sconvolta; le parole di James l'avevano colpita e commossa
come nient'altro mai. Ma che cosa avrebbe dovuto fare adesso? Buttargli le braccia al collo e giurargli amore eterno, come le stava poco amabilmente suggerendo la sua perversa vocina interiore? E poi, perchè?! A lei non piaceva affatto Potter!
Sì che ti piace. Altrimenti non staresti qui a boccheggiare come un pesce fuor d'acqua!
Ok, ok, chiudo la bocca. Ma ero stupita, tutto qui: lui non mi piace!
Beh, allora diglielo, no? Digli chiaramente che lui per te non conta niente!
James si costrinse a rimanere fermo dov'era e a non correre verso la Torre di Astronomia per tentare il suicidio; che accidenti gli era passato per la testa?! Stava andando tutto così bene, tra loro due, e come sempre aveva rovinato tutto!
Si sforzò di sostenere lo sguardo di Lily per qualche altro secondo, sapendo di non poter resistere a lungo; ma poi, inaspettatamente, fu lei ad abbassare il viso, arrossendo.
Immerse la fialetta che ancora teneva tra le mani nella pozione di un rosso ora tendente al fucsia, cercando di respirare il meno possibile quello stupido profumo di fragole; richiuse la provetta in silenzio, raccolse il maglione che si era tolta poco prima e, senza voltarsi verso James, aprì la porta dell'aula e uscì, chiudendosela alle spalle.
Ottimo lavoro, James, pensò il moro, scivolando lentamente a sedere sul pavimento, la testa tra le mani. Ottimo lavoro.

Codarda. Vigliacca. Cacca di vermicolo. Unto dei capelli di Piton. Codarda!
Lily si appoggiò allo stipite della porta, incapace di muoversi oltre. Era scossa, molto scossa. Ma non abbastanza da scappare come la più vile delle streghe d'Europa!
Non sei riuscita a dirgli che non ti piace.
E' stato solo un momento. Ora rientro e glielo dico.
Avanti, non aspetto altro!
Infuriata con se stessa: ecco come si sentiva. Infuriata perchè si sentiva maledettamente attratta da quell'aula, infuriata perchè non aveva trovato niente da rispondergli, infuriata perchè avevano ragione gli altri, aveva ragione Remus - che l'avrebbe uccisa, e a ragione - , aveva ragione Alice, solo lei non l'aveva mai capito, per Morgana!
Picchiò con forza un pugno contro il muro, facendosi male e odiandosi anche per questo.
Entrare o non entrare?
Poggiò una mano sulla maniglia della porta, indecisa. Che stava facendo Potter lì dentro? Non sentiva nessun rumore..
Maledizione Lily, sei o non sei una Grifondoro?! Abbassa quella maniglia ed entra!
Inspirò profondamente e si decise a spingere la porta, facendo capolino nell'aula solo con la testa; James era seduto dove l'aveva lasciato, la testa nascosta tra le braccia e i pugni serrati.
Sentì come un tuffo al cuore che la fece sussultare. Era colpa sua se stava male.

«P-Potter?» chiamò, esitante, con voce spezzata.
James alzò la testa di scatto, sorpreso, gli occhi rossi e una lacrimuccia che gli era rimasta in bilico sul naso che l'avrebbe fatta ridere, se solo non fosse stata così tesa.
«Lily..» sussurrò lui. «Lily, io..».
«La nostra pozione sarà un disastro in ogni caso, Potter.» lo interruppe, cercando di dare alla sua voce un tono sicuro. Poi, un attimo prima di girarsi e correre via, sussurrò «Volevo solo ricordarti che la prima volta che abbiamo parlato, mi hai offerto della cioccolata al latte.».
 

Sbem! - no, non era il suono della mia testa fracassata sotto tutto ciò che mi state tirando dietro (e fate bene), quella farà più un rumore del tipo CRASH!
Che dire? Ho quasi ufficialmente terminato la luuunga lista dei miei impegni scolastici, quindi a breve.. sarò tutta per voi! E giuro che finirò quest'epopea xD.. anche se mi mancherà un po', lo sapete?! *_* amo questa coppia, e ancora di più amo le persone che mi riempiono di complimenti ad ogni capitolo, grazieee *w* !
Spero vi sia piaciuto anche questo, la situazione comincia a smuoversi!
Alla prossima! Bacioni,
L7!


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Capitolo 11
*** Tenth day ***


dieci
Tenth day.

«Beautiful girls all over the world,
I could be chasing but my time will be wasted:
they've got nothing on you, baby, nothing on you.
They may say "hi" and then may say "hey",
but you shouldn't worry about what they say,
'cause they've got nothing on you, baby, nothing on you.
»
[Nothing on you - B.o.B. ft Bruno Mars]



«James?».
«Ramoso?».
«Jam?».
«E' morto?».
Oh, sì. Sono morto.
«Ehi James, rispondi! Che ti è successo?».
Te l'ho detto Sir, sono morto. Precisamente da.. una dozzina di ore, credo. Ma è inutile che ti racconti, non capiresti: sappi solo che non avrei potuto desiderare morte migliore. Oh, beh, in effetti sarei stato più contento di schiattare dopo un bacio, ma mi accontento. Sai, con certe donne non si sa mai come si va a finire..
«Secondo voi è sotto un incantesimo? Guardate come muove gli occhi e la bocca.. sembra stia cercando di parlare!».
In fondo la Evans è un'ottima strega. E una bellissima ragazza. Nonché la mia futura moglie e madre dei miei numerosi pargoli..
«Io direi di chiedere alla Evans. Ieri sera stavano lavorando insieme alla loro pozione, no?».
Oh sì. E' lei il centro di tutto. Sapete, uno dei profumi che sente nell'Amortentia dipende da me, dalla cioccolata che le ho offerto al primo anno! Ve lo ricordate? Ma certo, è stato la causa del mio primo viaggio in infermeria..
«Giusto! Qualcosa deve essere andato storto e lo ha affatturato. Tutto torna.».
Ma che accidenti vi salta per la testa, ha chiaramente ammesso di amarmi alla follia! Cioè, non proprio chiaramente e nemmeno alla follia, ma insomma, mi ha fatto capire che in realtà non mi odia poi così tanto! Gioite, finalmente smetterò di assillarvi!
«Poverino, è ridotto proprio male. Ha un aspetto orribile..».
Ehi ehi, un attimo! Sono semisvenuto su un divano della Sala Comune, probabilmente un po' sciupato per la notte in bianco, ma sono pur sempre il bellissimo e fantastico James Potter! Un po' di rispetto! E poi Pete, parli proprio tu: quando ti deciderai a buttare giù quei rotolini di pancetta?!
«Sentite, io vado a chiamare Alice in dormitorio. Sicuramente scenderà anche Lily, così la obbligheremo a sciogliere quest'incantesimo.».
Ecco, bravo Frank. Tu sì che ci sai fare, con le donne e con le situazioni spinose. Se mi affidassi a questi qua, probabilmente rimarrei qui fino all'arrivo di Silente in persona. Adesso verrà qui Lily e mi giurerà amore etern.. Oh no, no no no! Fermi tutti! Col cavolo che mi giurerà amore eterno, piuttosto mi urlerà contro tutti gli insulti che conosce per compensare la pseudodichiarazione di ieri. Eh no, non potete rovinare tutto così! Fermi!
«Aspettate, si sta muovendo!».
«Io direi.. contorcendo!».
«Starà soffrendo tanto?».
«Conoscendo quella strega della Evans, sarà sotto una Cruciatus a distanza!».
Razza di idioti, non vedete che mi sto alzando?!
«Secondo me è in preda ad un attacco di convulsioni! Per Godric, poniamo fine alle sue sofferenze!».
«Le sofferenze di chi?!».
Oh no. Soavissima voce che riconoscerei tra mille e che purtroppo non promette nulla di buono.
«Lily, menomale! Cercavamo proprio te.».
«Evans, che razza di incantesimo gli hai fatto?».
«Ma che accidenti stai dicendo, Black? Oddio, ma è Potter quello?! Sembra morto! Che ha?».
«Ce lo stiamo chiedendo tutti!».
«Sarà tutta scena. Potter è solo un buffone egocentrico!».
Ecco, adesso sì che sono morto..
«Si sta riafflosciando sui cuscini!».
«Ha chiuso gli occhi!».
«Ecco, adesso sì che è morto.».

«Insomma non gli hai fatto niente.».
«Te lo ripeto, Ali, non ho alzato la bacchetta!».
«E le mani?».
Lily sbuffò, infilzando con forza una coscia di pollo e cominciando a squartarlo con violenza, riversando sul povero volatile già morto tutta la rabbia che provava nei suoi confronti; aveva passato tutta la notte a pensare alla frase che aveva detto a James prima di scappare a nascondersi dietro le tende del letto del suo dormitorio. Per Morgana, ma come le era saltato in mente di dire una cosa del genere?! Dov'era finita tutta la sua proverbiale riflessività? Aveva agito in preda ad un impulso inspiegabile e adesso non riusciva a scacciare i rimorsi.. e, soprattutto, la vergogna e l'irritazione per aver scoperto di essere innegabilmente attratta da James Potter.
«Per quanto io voglia tuttora, no. Lo giuro.» rispose, ingollando un boccone enorme di pollo.
«E allora perchè sei così nervosa?» insistette la biondina seduta al suo fianco, infilzando una manciata di patatine fritte. «Non provare a dirmi che è per la pozione, Evans: con me non attacca!».
La rossa sospirò; purtroppo, una migliore amica è sempre una migliore amica.
«Gli ho detto che il profumo di cioccolata che sento nell'Amortentia è dovuto ad un ricordo che lo riguarda.» ammise, fingendo un'inesistente tranquillità.
«CHE COSA???» esclamò Alice con un urletto isterico, saltando in piedi dalla panca e facendo cadere un bicchiere sulla tavola, che si rovesciò neanche a farlo apposta sulla divisa di Eric Brown - «Perchè sempre a me!».
«Ali non urlare!» sussurrò imbarazzata Lily, constatando che gli occhi di tutta la Sala Grande erano puntati su di loro.
«Sì, ehm, scusa.» concordò l'amica rimettendosi a sedere come se non fosse successo nulla. «Dicevamo.. come sarebbe a dire che gli hai detto che uno dei profumi che sent..».
«Ok Alice, ok!» la interruppe la rossa prima che potesse continuare e rendere le cose ancora più imbarazzanti di così. «Gli ho detto proprio quello che hai capito. Io credo che..».
«Oh no no no, aspetta carina!» la fermò stavolta Alice, sgranando gli occhioni marroni all'inverosimile. «Stai per ammettere che lui ti piace e io non ho neanche una letecamera per registrarti!».
Lily rise malgrado una fastidiosa sensazione di chiuso allo stomaco.
«Si dice telecamera, Ali..».
«E, per i costumi da bagno della McGranitt, hai pensato prima alla telecamera che non a negare che ti piaccia! Quindi.. ti piace davvero!».
La rossa spalancò la bocca dallo stupore.
Oh dannazione, l'aveva fregata!


Come volevasi dimostrare, era già lì ad aspettarla seduto sul suo solito banco a dondolare le gambe in attesa; Lily fece un respiro profondo e si decise ad entrare nella stanza, ripassando mentalmente tutti i punti dell'elenco di atteggiamenti che avrebbe dovuto tenere durante quell'ora.
«Potter..» salutò, abbozzando un sorriso ma evitando il suo sguardo.
«Lily!» esclamò lui di rimando, saltando giù dal banco e dirigendosi verso di lei. «Credevo non saresti venuta, è tutta la mattina che cerco di avvicinarti senza alcun risultato, volevo solo..».
«Potter, prima che tu dica qualsiasi altra cosa,» lo interruppe decisa, «sappi che dopo ieri non cambierà nulla tra di noi. Tra due mesi finirà la scuola e noi non ci rivedremo mai più.».
James trattenne il fiato per qualche secondo colpito dalla freddezza delle sue parole, poi sospirò abbassando lo sguardo sulle sue scarpe e sgonfiandosi come avrebbe fatto un palloncino bucato.
«Io.. io pensavo che tu..».
«Non pensare. Si vive molto meglio senza troppe paranoie, fidati.».
«Da che pulpito, Evans. Una come te che invita qualcuno a vivere senza paranoie, che assurdità!» sbottò lui, ferito.
«Una come me?» ripeté Lily seccata, non riuscendo a capire cosa intendesse il ragazzo.
«Una che si rifiuta di accettare i suoi sentimenti perchè sarebbe troppo imbarazzante ammettere che valeva la pena ricredersi su un buffone egocentrico come me!» replicò James, citando le parole che le aveva sentito dire quella mattina.
La rossa sussultò, colpita dal tono alto ed evidentemente furioso del compagno; la stava accusando di essere una codarda che non aveva il coraggio di ammettere di provare qualcosa per lui?
E fa bene: lo sei.
Non sono una codarda! Non voglio essere il premio per essersi impegnato tanto in qualcosa!
Svegliati, Lily! Se fosse stata solo una sfida per lui, credi che avrebbe pianto ieri dopo averti aperto il suo cuore?!
«Se lo faccio, sempre ammesso che io davvero provi qualcosa per te,» ribatté a voce bassa e strascicata, cercando di non fargli capire che mentiva, «ci sarà un motivo, Potter. E il motivo è che tu sei davvero un buffone egocentrico, e non esiteresti a trattarmi come hai fatto con tutte le altre prima di me!».
Fu il turno di James di sussultare. Allora era solo per questo che continuava a comportarsi così con lui?
«Lily, per la miseria, credimi: io ci tengo a te, tu non sei come tutte le altre.. tu sei.. tu sei l'unica!».
«E questo a quante l'hai detto?».
«A nessuna! A nessuna Lily, a nessuna!» sbraitò il moro, con tanta veemenza da farla rabbrividire. «Io voglio te, voglio solo te, perchè non lo capisci? Sono anni che te lo ripeto, e devi credermi! Probabilmente non sono molto credibile, e ti capisco, non mi sono mai comportato da persona seria in vita mia.. ma per una volta, per una sola volta, prova a fidarti delle mie parole!».
«Così quando mi avrai spezzato il cuore avrò la conferma che non avrei mai dovuto farlo!» gli urlò lei di rimando, serrando i pugni e avvicinandosi; erano ormai a neanche mezzo metro di distanza.
«Preferirei cruciarmi con la mia stessa bacchetta piuttosto che farti soffrire, Lily, e lo dovresti sapere!» sbottò prendendola per le spalle, arrossendo lievemente per il contatto e sperando con tutto il suo cuore che lei non si spostasse.
Non lo fece.
«Lo dovrei sapere solo perchè non hai fatto altro che urlarmi dietro di venire con te ad Hogsmeade negli ultimi tre anni?».
«Lo dovresti sapere perchè ci sono sempre stato, quando ne hai avuto bisogno! E' sulla mia spalla che hai pianto quando Piton ti ha chiamata tu-sai-come, è con me che hai cercato il tuo stupido gatto quando si era perso, è a me che hai passato tutta una notte a raccontare di quanto tua sorella Petunia ti odi, con conseguente punizione perchè ero stato fuori dal dormitorio oltre il coprifuoco!» esclamò, con una lieve nota divertita ed esasperata nella voce. «Io ci sono sempre stato per te e vorrei continuare ad esserci per sempre, perchè..».
Abbassò lo sguardo, non riuscendo più a reggere il contatto con i suoi occhi verdi; il cuore gli batteva all'impazzata e la voce stava cominciando a tremargli, e temeva che presto le avrebbe fatto male con quella salda presa che aveva sulle sue spalle. Ma non era il momento di cedere, non proprio adesso!
Si costrinse a riportare con non poca fatica lo sguardo negli occhi di Lily, che trovò con sorpresa umidi e attenti. Respirò profondamente e deglutì a vuoto sperando che la voce riuscisse ad uscirgli dalla gola.
«..Perchè ti amo, Lily.».
Gli occhioni smeraldo di Lily si spalancarono per lo stupore, e le guance le si tinsero di rosso rivelando la spruzzatina di lentiggini che aveva sul naso; la rossa schiuse le labbra, senza parole, limitandosi a fissare in silenzio il ragazzo di fronte a lei in preda alle peggiori crisi isteriche.
Che cosa avrebbe fatto adesso? L'avrebbe respinto di nuovo o avrebbe provato a credergli?
James allentò la presa sulle spalle di Lily, senza smettere però di tenerla stretta a sé; le si avvicinò impercettibilmente, seguendo con un dito la cucitura della camicetta della divisa fino al colletto; decise di tentare il tutto per tutto e prese ad accarezzarle lievemente la guancia con il dorso di una mano, stupendosi dell'assenza di reazioni da parte sua.
Digli di smetterla Lily. Tanto non ti piace, no?
No.. no, lui non.. non mi piace..
Assolutamente. Non trovi però che sia tenerissimo in questo momento?
James si chiese per una buona manciata di secondi dove fosse finito il suo cervello; lo immaginava nel suo letto a baldacchino, rannicchiato sotto le coperte con le tende chiuse, che faceva l'offeso perchè era stato di nuovo messo da parte a vantaggio del cuore: quello stupido concentrato di muscoli e sangue aveva preso un'altra volta il sopravvento su di lui, come il Cercatore poteva facilmente notare in quel momento dalla totale assenza di pensieri coerenti nella sua testa. Non riusciva a fare caso ad altro che non fosse la sua mano che carezzava la guancia destra della ragazza più bella che avesse mai visto, ed era impossibile per lui prendere una decisione sul da farsi: smetterla di fare il pesce lesso e aspettare una mossa di lei, o fare finalmente ciò che bramava da quelli che erano anni - una scelta difficile, in effetti.
Ma tutti quelli che avevano visto anche solo una volta James Potter avrebbero potuto scommettere l'osso del collo sulla sua prossima mossa.. e non ne sarebbero stati delusi.
Il moro avvicinò anche l'altra mano al viso della ragazza che aveva di fronte, prendendole con dolcezza il mento perchè lo sollevasse; si avvicinò a lei con una lentezza esasperante, gli occhi color cioccolato fissi in quelli verdi di lei, il cuore che batteva all'impazzata e il respiro già mozzato in gola. Lily inclinò impercettibilmente la testa, incapace anche lei di formulare un qualsiasi pensiero intelligente, vinta dai sentimenti che non aveva più paura di mostrare; socchiuse gli occhi, preparandosi ad essere baciata da James Potter..
«RAMOOOOSOOO!».
James sobbalzò, emettendo un buffo suono spaventato e lasciando Lily più che interdetta. Si guardò attorno confuso, chiedendosi da dove mai sbucasse quella voce e soprattutto perché proprio in quel momento.
«Che accidenti..».
«Jaaam, sono Sirius! Prendi lo specchio, mi servi!» continuò la voce.
Il ragazzo moro sbiancò in viso, spalancando gli occhi e la bocca in un'espressione che a Lily sarebbe risultata molto divertente se solo non fosse stata furiosa. James prese a tastarsi all'altezza dello sterno, estraendo poi da una tasca interna della divisa un frammento di specchio apparentemente normale; lanciò uno sguardo disperato e implorante alla ragazza, consapevole che probabilmente non avrebbe mai più visto un momento come quello, poi si allontanò di qualche passo.
«Sir, che diavolo vuoi!» sussurrò stizzito, serrando le mani attorno allo specchio tanto forte da farsi male.
«Ehi Jam, ti disturbo?» gli rispose la voce del suo migliore amico, mentre l'immagine del suo viso sorridente si faceva sempre più nitida nello specchio.
«Sì Felpato, mi disturbi parecchio!» sbottò lui, sbuffando. «Che c'è?».
«Che mi stavo perdendo? Ma sei con la Evans?».
«Sirius, o mi dici cosa vuoi da me o giuro che spacco lo specchio sul primo banco che trovo!» sbraitò James, facendo il gesto di urtare lo spigolo più vicino.
«Ok, ok, quante storie! Senti, Rem dice che aveva appuntamento con Codaliscia un'ora fa e quel topastro non si è ancora presentato, il nostro cucciolotto si sta preoccupand.. ahio, Lunastorta!».
«Più forte Rem, più forte!» bisbiglio Lily ad occhi stretti, suscitando una risatina da parte di James.
«Beh, io non l'ho visto.» tagliò corto il Caposcuola, interrompendo i gemiti di Sirius che dall'altra parte dello specchio veniva preso a pugni da Remus.
«Ovvio che non l'hai visto, Ramoso.» ribatté Sirius, spingendo lontano l'amico offeso. «Prendi la mappa e dicci dov'è, così io e Lunastorta possiamo andare a recuperare la mucchetta smarrita.».
«Si dice pecorella, idiota!» masticò Remus tra i denti, fuori dall'immagine nello specchio.
«Non ce l'ho io, me l'aveva chiesta Peter oggi pomeriggio..» rispose James, cominciando ad essere in pensiero: non capitava mai che Minus decidesse di andare in giro da solo per i corridoi con la Mappa del Malandrino tra le mani.
«Accidenti!» esclamò Remus. «Va bene, va bene. Scusa il disturbo James, salutami Lily. Io vado a cercarlo!».
«Vengo anch'io.» concordò Sirius, comprendendo finalmente la gravità della situazione. «Ciao!».
James abbozzò un sorriso ai suoi amici e guardò Sirius riporre lo specchio nella tasca in cui lo teneva; l'immagine al suo interno era ormai tutta buia, e le voci apparivano fioche e lontane. Si voltò verso Lily, che fingendo un'innaturale distrazione si stava tormentando una ciocca di capelli.
«Lily, mi dispiace..» tentò.
«Evidentemente non è destino, Potter.» replicò lei, alzando gli occhi al cielo e arrossendo lievemente. «Ma meglio così. Magari ce ne saremmo pentiti..».
«Come potrei pentirmene, Lily? Devo ripeterti che..».
«No, per favore risparmiami.» lo interruppe. «Magari io me ne sarei pentita. Adesso sbrigati, va' a cercare Minus prima che si cacci in guai troppo seri. Ci vediamo domani.».
Lily si alzò dal banco su cui era seduta e afferrò la borsa, ringraziando Merlino di non dover nemmeno perdere tempo a sistemare calderone ed ingredienti negli armadi appositi; aprì la porta dell'aula e si girò verso James, che la guardava triste a testa bassa.
«A domani..» le disse mestamente.
La rossa sbuffò, le mani sui fianchi.
«Andiamo Potter, ho detto magari. Magari no!» disse, e, scambiando con lui un mezzo sorrisetto, arrossendo uscì dall'aula diretta verso i dormitori.
Appunto per la giornata di domani: uccidere Sirius Black!



Lo so. Lo so, non dite niente. Avevo promesso di aggiornare al più presto e invece è passata una vita. Non ho scuse e chiedo perdono, spero nella vostra infinita clemenza!
Un mare di grazie per le QUATTORDICI recensioni ricevute, per Godric, voi sì che siete meravigliosi!
Alla prossima! Bacionissimi,
L7!

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Capitolo 12
*** Eleventh day ***


dieci
Eleventh day.

«Io e te, che facemmo invidia al mondo
avremmo vinto mai contro un miliardo di persone?
E una storia va a puttane,
sapessi andarci io..!
..E non capire mai cos'è, se c'è stato per davvero
quell'attimo di eterno che non c'è..
»
[Mille giorni di te e di me - Claudio Baglioni]



«Pss, Lily!».
Lily Evans odiava essere svegliata mentre dormiva, soprattutto quando aveva in corso uno di quei sogni lunghissimi e insensati che le lasciavano, al risveglio, un sorriso sulle labbra; e questo purtroppo per lei era uno di quei casi - considerando che l'ultima immagine che ricordava era la faccia di Sirius Black spiaccicata per terra - , per cui si costrinse a socchiudere gli occhi e rinunciare al suo meritato riposo e si girò verso la fonte della voce che l'aveva chiamata.
«Ali, mm.. che ore sono?» biascicò, stropicciandosi gli occhi con le mani.
«Non importa. Ascoltami, ho una notizia da darti!» rispose la sua migliore amica sedendosi sul letto accanto a lei, in un sussurro eccitato. «Ci sei?».
«Ci sono..» mugugnò Lily facendole spazio sul materasso.
«Tieniti forte. Frank mi ha chiesto di sposarlo dopo la scuola!».
«Che cosa?!» esclamò la rossa rischiando di svegliare le sue compagne di stanza, ora completamente lucida. «Ali, è.. è.. è fantastico! Merlino, sono così contenta per te!».
Alice sorrise nel buio, abbracciando l'amica con le lacrime agli occhi; Lily era stata la prima persona a saperlo dopo loro due, ma già non vedeva l'ora di spedire il gufo più veloce di Hogwarts ai suoi genitori.
«Ovviamente..» azzardò, sciogliendo l'abbraccio. «..tu mi farai da testimone, vero?».
Lily sorrise raggiante, prendendole le mani.
«Ma certo!» rispose solo.
«Beh, adesso torniamo a dormire.» disse Alice dopo qualche istante.
«A dormire? Ma non è già tardi?».
«Non sono neanche le quattro di notte, Lil. Anzi, perdonami di averti svegliato..».
«Le.. cosa?! Tranquilla, hai fatto benissimo.. va' a letto adesso.» bisbigliò la rossa maledicendo l'euforia della sua migliore amica.
Alice si alzò dal letto di Lily e tornò al suo; entrambe si riavvolsero nelle coperte, sorridenti e sonnolente.
«Lil?». 
«Sì Ali?».
«Ti voglio bene.».
«Anch'io, tanto.».
«E, Lily..».
«Dimmi, Alice.».
«L'hai baciato poi, James?».
«Buonanotte!».

Lily sedeva al suo solito posto al primo banco nell'aula dove il professor Ruf era solito tenere le sue noiosissime lezioni; generalmente la rossa prendeva appunti per tutta la durata della spiegazione del fantasma, ma già dall'ultima volta il suo quaderno babbano per gli appunti era rimasto desolatamente vuoto e la sua mano tristemente adagiata sul banco anziché pronta, come sempre, a scattare in aria per un intervento.
Nelle ore di Storia della Magia Alice sedeva sempre accanto a Frank, per niente desiderosa di passare le ore di lezione in cui erano più liberi in silenzio, mentre lei affiancava il diligente Remus; ed era proprio lui, in effetti, la causa della svogliatezza di Lily: da che ricordasse, il ragazzo biondo non aveva mai saltato una lezione che non fosse strettamente vicina alle notti di luna piena, e quella decisamente non lo era. Il che non spiegava, quindi, la sua assenza; e non aiutava affatto il fatto che neanche Sirius e Peter fossero a lezione.
E, men che meno, Potter.
Che fosse successo qualcosa a Minus? Le facce preoccupate dei tre la sera prima non presagivano niente di buono.
La campanella suonò dopo due interminabili e strazianti ore; Lily si alzò velocemente radunando tutte le sue cose nella borsa e fece un frettoloso gesto di saluto verso Alice, sapendo che sarebbe arrivata tardi a pranzo. Ma costi quel che costi, doveva trovarlo.
Ehm, trovarli
.
Non per niente, ma ne andava della loro pozione, insomma!
Maledetto Potter, per una volta che si decide di dargli una possibilità, lui sparisce! Oh ma questa Minus me la paga, eccome..
Corse verso il loro dormitorio, sperando di trovarli lì sani e salvi - e vestiti, possibilmente - con un'adeguata spiegazione da fornirle: insomma, non era educato da parte loro portarle via J.. Potter a poche ore dal loro mancato bacio, dannazione!
Biascicò frettolosamente la parola d'ordine alla Signora Grassa e si diresse a passo di marcia verso il dormitorio dei ragazzi del settimo anno, sperando che tutti gli altri a parte loro fossero scesi a pranzo; bussò con decisione due volte, per poi aprire la porta dopo un chiaro 
«Avanti» esclamato dall'interno.
«Remus, sei qui!» disse Lily entrando, un po' sorpresa.
«Lily! Che ci fai qui?» ribatté lui.
Si alzò dal letto su cui era seduto e chiuse le tende del baldacchino; le andò incontro, impacciato.
«Io.. tu.. non eri a lezione stamattina. E neanche gli altri..» disse lei.
«Peter non si sentiva bene, siamo rimasti con lui.» rispose il biondino, accennando con la testa al letto dietro di lui.
«Oh.» fece lei, scuotendo le spalle. «Carino da parte vostra. Allora l'avete ritrovato, poi.».
«Già.» tagliò corto Remus, evitando il suo sguardo. «In ogni caso, Sirius e James erano diretti nelle cucine per prendere qualcosa da mangiare qui. Torneranno presto, puoi aspettarli fuori.».
«Posso aspettarli qui, anch'io non ho pranzato e..».
«Puoi aspettarli fuori.» ripeté Remus, calcando sull'ultima parola e guardandola implorante ma deciso. «Sono certo che torneranno con talmente tanta roba che ne avanzerà molta. Io e Pete dobbiamo parlare.».
Lily trasalì, spiazzata dall'insolito comportamento di Remus; boccheggiò ridicolmente cercando qualcosa da dire che però non trovò, quindi abbozzò un sorriso e uscì richiudendosi la porta alle spalle, maledicendo i Malandrini e tutto ciò che le impediva di avere una vita lontana dalle stranezze.
Si sedette sulla prima poltrona che trovò, scaricando la pesante borsa che si trascinava dietro sui cuscini rosso cremisi e tirando un lungo sospiro; non era affatto da Lily Evans aspettare che qualcosa succedesse, non era un tipo molto paziente: ragion per cui, dopo neanche cinque minuti, si alzò e marciò svelta fuori dalla Sala Comune diretta al terzo piano.
Vorrei proprio sapere chi me l'ha fatto fare di preoccuparmi per quell'idiota di Potter! No dico, Alice si sposa con un uomo serio e io invece devo rincorrere un boccinofilo nelle cucine invece che pranzare come Godric comanda!
Imboccò rabbiosamente il corridoio che conduceva al ritratto che portava alle cucine, quando improvvisamente sentì la voce di James ridere imbarazzata; si rilassò all'istante, dimenticando tutti i propositi di vendetta che nutriva nei confronti del mondo, pronta ad ammettere che sì, avrebbe voluto davvero baciare James Potter la sera precedente, e sì, era irrimediabilmente cotta di l..
«Potter!».
James si staccò all'istante dalla biondina che gli si era avvinghiata addosso, voltandosi verso Lily con un'espressione di puro disgusto e un enorme sbafo di rossetto rosso in viso; sbiancò come se davanti a lui ci fosse stato un sostanzioso gruppo di Dissennatori imbufaliti e cominciò a balbettare parole senza senso, spingendo quella stupida oca lontano da lui.
«Lily, per Morgana! Io.. lei.. non è come sembra, davvero!» esclamò, gesticolando furiosamente e correndo verso di lei.
«Stammi lontano!» gridò la rossa, furiosa e delusa come non era mai stata, allontanandosi. «Mi fai schifo, e io che ci credevo a quello che dicevi!».
«Lily no! Aspetta, non è andata come credi, mi è saltata addosso, ma non avevo intenzione di..».
«E' sempre colpa degli altri, vero Potter? Mai che qualcosa succeda su tua iniziativa! Non voglio vederti mai più!» sbraitò Lily, gli occhi pieni di lacrime.
Si girò per andarsene dopo aver rivolto un'occhiata di puro disgusto alla biondina che sbatteva le ciglia con finta ingenuità, evidentemente soddisfatta, ma James la fermò prendendola per un polso.
«Lily ti prego devi credermi!» disse. «Non so proprio come le sia venuto in mente, ma ha fatto tutto da sola! Lo sai che non vorrei nessun'altra, io ti..».
«Smettila di dire queste sciocchezze! Tu non provi alcun sentimento, sei un verme! Portatela a letto quanto ti pare, continua a divertirti così! Con me però hai chiuso!» urlò lei divincolandosi dalla sua presa.
Lo guardò dritto negli occhi, fiera e orgogliosa, ricacciando indietro le lacrime; non l'avrebbe vista piangere per lui, questo era certo.
Corse via senza voltarsi, diretta chissà dove, ripetendosi per farsi coraggio che no, lui non la meritava.

«James, eccoti! Ma dove sei stato tutto questo tempo? E' passata Lily prima, ti cercava, e..».
«Non voglio parlare con nessuno, ok?».
Sirius e Remus guardarono spiazzati il loro migliore amico chiudersi in bagno con le lacrime agli occhi. Era sera tardi, e non avevano avuto sue notizie da quella mattina; Sirius ricordava di averlo mandato indietro nelle cucine a prendere della cioccolata - Remus si era raccomandato di prenderne tanta - e da quel momento era sparito. E ora tornava in dormitorio in lacrime.
«Che accidenti è successo ora anche a lui?» domandò Remus, più a se stesso che a Sirius.
«Non lo so,» rispose l'amico, «ma giuro che se ti fai venire qualcosa anche tu ti sbrano, ok?».
Remus sorrise e accennò un sì con la testa alla muta domanda di Sirius su chi dei due dovesse andare da James; il ragazzo moro si alzò dal suo letto gettando una rapida occhiata alle tende chiuse del baldacchino di Minus, poi si affiancò alla porta del bagno e prese a bussare.
«Ramoso, apri.».
Non ottenne risposta; dall'altra parte della porta provenivano solo dei singhiozzi silenziosi e un rumore d'acqua che scorreva.
«Non stai cercando di annegarti, vero Jam? Sarebbe stupido, ce ne accorgeremmo.» disse, gli occhi al cielo. «Avanti, apri.».
«Lasciami in pace!» singhiozzò James con voce strascicata e attutita da un qualcosa che doveva avere davanti alla bocca.
«James, conto fino a tre. Se non apri di tua spontanea volontà sfondo la porta!» urlò Sirius.
Il ragazzo moro estrasse la bacchetta da una tasca dei pantaloni e si appoggiò allo stipite della porta mimando con le labbra un conto alla rovescia, ignorando le proteste ben poco velate del suo migliore amico; contò davvero fino a tre prima di decidersi a puntare la bacchetta contro la serratura, ma proprio in quel momento James spalancò la porta e gli si parò davanti livido in volto.
«Ehilà!» salutò Sirius aggrottando la fronte in quel modo buffo che solo lui sapeva fare. «Ti sei deciso a confidare tutto a tuo fratello?».
«Sai dove te lo metto, il fratello?!» sbottò quello dandogli un buffetto sulla spalla e buttandosi a peso morto sul suo letto.
«Da quando sei così volgare?» finse di indignarsi Sirius.
«Da quando la mia vita va a rotoli, Felpato.».
«James,» intervenne Remus per salvare la situazione, che si sarebbe sicuramente invece risolta con qualche grosso livido, «che cosa è successo?».
Il ragazzo con gli occhiali gli lanciò un'occhiata di pura disperazione che lo fece rabbrividire; non aveva mai visto James così, in tutti gli anni di rifiuti di Lily: ogni volta che lei gli rispondeva in malo modo, lui trovava sempre il più piccolo motivo per continuare a passare la giornata allegramente senza obbligare i suoi amici a sentirsi tristi per lui. Ma stavolta.. negli occhi nocciola di James c'erano solo tanta tristezza e troppe lacrime, oltre ad una rassegnazione che mai aveva visto in lui; si era come spento, privato della forza di volontà e della voglia di vivere. Remus sentì qualcosa nello stomaco che si contraeva e provò il forte impulso di gettargli le braccia al collo.. ma non quando c'era Sirius nei paraggi!
«Lily mi ha beccato mentre baciavo un'altra.» sussurrò mestamente James.
«CHE COSA?!» ruggirono i due insieme, trasalendo.
«Ma sei scemo?!».
«Come ti salta in mente di mandare tutto all'aria così?!».
«Ehi, ehi, calma!» li interruppe il moro. «Non è stata colpa mia! Avete presente Allison Cameron di Tassorosso?».
«Certo che ce l'ho presente, pensa che una volta mi ha..».
«Sirius, per favore!» esclamò Remus alzando gli occhi al cielo. «Sì Jam, ti muore dietro dall'anno scorso. Beh? L'hai baciata?».
«Lei ha baciato me!» ribatté lui con veemenza, sbattendosi il cuscino sulla faccia. «E Lily è passata proprio in quel momento, per la barba di Silente!».
«Brutto affare!» commentò Sirius. «E ora?».
«E ora non vuole più vedermi.» rispose James tirandosi le coperte fin sopra i capelli. «Quindi o tirate fuori una soluzione brillante per farci riappacificare, o ve ne tornate a letto e lasciate che mi uccida da solo..».
«Oh avanti Ramoso, dov'è finito il tuo spirito Grifondoro? Abbiamo già Peter che sembra non avere intenzione di schiodarsi da quel letto fino al giorno dei M.A.G.O., non mettertici anche tu!» lo riprese Remus.
«Tu la fai facile, Lunastorta!» replicò James. «La ragazza che ami non ti ha appena visto appiccicato ad un'altra!».
«Grazie a Godric no, ma anche se mi fosse successo avrei trovato il coraggio per andarle a parlare e spiegarle come sono andate davvero le cose!».
«Mi ha urlato che non vuole più vedermi e che le faccio schifo!».
«Beh, conciato così con questi occhi..» intervenne Sirius strappando un mezzo sorriso a Remus.
«Non c'è da scherzare! Non mi vorrà mai ascoltare e..».
«Ramoso,» intervenne una voce impastata dal sonno e attutita dalla presenza delle tende tirate sul letto a baldacchino, «che ne dici se intanto che ti autocommiseri abbassi la voce? Io vorrei dormire..».
I tre ammutolirono spostando lo sguardo verso il letto di Peter, ancora intatto: segno che il ragazzo cicciottello non si era mosso di un millimetro; si guardarono negli occhi e si alzarono di tacito accordo, dirigendosi verso la porta.
«Scusa Pete, andiamo in Sala Comune.» disse James prima di richiudersi la porta alle spalle. «Buonanotte.».
Insieme scesero silenziosamente le scale e si tuffarono su tre poltroncine rosse vicine.
«Dite che si riprenderà?» azzardò James, raggomitolandosi su se stesso e poggiando il mento sulle ginocchia.
«Beh, non può restare in quel letto per sempre.» rispose semplicemente Sirius.
«Il piccoletto sa il fatto suo, troverà il coraggio per tornare a lezione.» aggiunse Remus.
«Ovviamente questa ce la pagano.» asserì James dopo qualche istante di silenzio.
«C'era da dubitarne?».
«Avete già qualcosa in mente?».
«Io direi di riciclare il caro vecchio scherzo del lassativo nell'Idromele..».
«Ottima idea. Fa sempre la sua gran bella figura quello scherzo!».
«Sei d'accordo Jam?».
James non aveva ascoltato lo scambio di opinioni tra i due, perso com'era a fissare le lingue di fuoco che volteggiavano nel camino, dello stesso colore dei fiammanti capelli di Lily; Lily.. avrebbe accettato di ascoltare la vera versione dei fatti? Non poteva credere che fosse davvero finito tutto così, quand'era solo ad un passo da lei! Maledetta Cameron, avrebbe trovato un modo per vendicarsi anche di lei, se l'era promesso: nessuno può portar via Lily Evans al grand.. a James Potter (e basta).
«Jaaam?» lo chiamò Sirius sventolandogli una mano davanti agli occhi.
«Uh, eh, Sir.. sì, certo, grande idea.» mormorò trasalendo lui, realizzando che doveva aver perso abbastanza tempo coi suoi pensieri.
«Andiamo a dormire adesso, che ne dite? James mi sembra abbastanza stanco.» propose Remus, alzandosi dalla sua poltrona.
Gli altri due lo imitarono e lo seguirono su per le scale del dormitorio; Sirius entrò per primo, cercando di fare meno rumore possibile.
«Ramoso?» sussurrò Remus prima di entrare, fermando l'amico con una mano sulla spalla; James lo guardò, ancora abbattuto. «Si risolverà tutto, vedrai.».

L'ennesimo foglio di quaderno babbano cadde svolazzando sul pavimento della stanza, strappato in più punti e umido di lacrime; Lily non se ne curò, continuando a far violentemente a pezzi un'altra pagina bianca, godendo del rumore duro e soffocato degli strappi.
Non era possibile; dopo quasi sette anni a ripromettersi che mai, mai sarebbe cascata nella trappola di James-sono-un-playboy-Potter, era lì a piangere per lui. Lui che l'aveva illusa con le sue parole dolci e i suoi occhioni da cerbiatto, per poi metterla in ridicolo davanti ad una delle ragazze più oche della scuola che sicuramente non aveva perso tempo a raccontare tutto ad Hogwarts intera, fantasmi compresi: l'irreprensibile Caposcuola Lilian Evans umiliata dal grande James Potter! Incredibile a dirsi, e ancor di più a credersi; eppure, era proprio così. Lily non poteva crederci; che cos'aveva fatto quello stupido boccinofilo di tanto speciale da meritarsi il suo affetto e le sue lacrime?
Proprio niente!, si disse con rabbia, strizzando gli occhi per far cadere le ultime due lacrime che avrebbe pianto per lui; strappò un'ultima pagina di carta babbana dal suo quadernetto rosso sotto gli occhi tristi e affettuosi di Alice, Mary e Margaret, che se ne stavano buone buone sui loro letti senza sapere cosa dire per consolarla.
Scaraventò a terra il quaderno e si gettò a peso morto sui cuscini del suo letto a baldacchino, tirando su col naso e chiudendo gli occhi, cercando di scacciare l'immagine di James e quella biondina con le labbra appiccicate. Che schifo!
«Lil..» azzardò Alice.
«Andate a dormire, ragazze. Domani sarà tutto passato..» sussurrò Lily maledicendo la voce lamentosa che veniva da quelle interminabili ore di pianto.
«Lily, so che ti sembrerà impossibile dopo quello che hai visto, ma sicuramente ci sarà una spiegazione!» disse Mary, agitando la bacchetta per raccogliere dal pavimento tutti i brandelli di carta.
«Sicuramente!» le fece il verso Lily cercando di risultare ironica, con ben pochi risultati. «L'unica spiegazione è che Potter ha finalmente capito che non sarò mai come le sue amichette oche, e ha deciso di lasciarmi perdere!».
«Lily..» la rimproverò Alice, alzandosi dal suo letto per dirigersi verso quello dell'amica.
«Lasciatemi dormire, per favore..» mugugnò la rossa in tono lamentoso, raggomitolandosi sotto le coperte e tirando le tende del suo letto dopo un ultimo singhiozzo.
Alice e le altre rimasero in silenzio a guardarsi sconsolate. Che dovesse davvero essere questa la fine di tutto?


Sono tornata! Sembra impossibile, vero? Eppure sono qua! :)
Stavolta avreste davvero tutti i motivi del mondo per decidere di smettere di leggere la mia FF xD, ma spero nella vostra infinita magnanimità per ottenere l'ennesimo perdono! ^^
Ringrazio di cuore chi ha recensito lo scorso capitolo: quindici commenti, siete fantastici, davvero! :D mi lasciate ogni volta senza parole! *w*
Questa volta però vi sorprenderò anch'io: il prossimo capitolo è già in cantiere! :) dobbiamo ancora scoprire cos'è successo a Peter, a chi vogliono farla pagare i nostri Malandrini, e soprattutto.. come finirà tra Lily e James! C'è ancora una scommessa in ballo, ricordate? ;)
Che altro aggiungere? Alla prossima! :D
Bacioni!
L7!

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Capitolo 13
*** Twelveth day ***


dieci
Twelveth day.

«Ma perché quel giorno che t'ho vista
fui così cretino?!
Se potessi tornare indietro
ti butterei dal finestrino..!
Però mi piaci! Che ci posso fare? Mi piaci!
»
[Mi piaci - Alex Britti]

A GianAuror,
che non ha letto il capitolo in anticipo :P



Neanche quel giorno Minus si fece vedere a lezione; durante l'ora di Cura delle Creature Magiche che i Grifondoro dovettero passare con i Serpeverde, sembrò che Remus stesse facendo parecchia fatica a trattenere James e Sirius dal saltare addosso agli sghignazzanti studenti verde-argento e prenderli a pugni alla babbana.
Infine, al suono della campanella che annunciava l'ora del pranzo, i tre Malandrini recuperarono quell'aria soddisfatta e strafottente che li contraddistingueva e si diressero con tracotanza in Sala Grande, prendendo posto nella solita zona del tavolo.
Ovvero, di fronte a Lily Evans.
«Lily, ti devo parlare.» esordì James appena la rossa si sedette.
Lei ostentò un'innaturale tranquillità e finse di non vederlo neppure, mentre sotto il tavolo stringeva furiosamente una pallina di gomma babbana che aveva utilizzato come antistress nel periodo dei G.U.F.O.
«Lily, avanti, non fare la bambina!» sbuffò ancora James contorcendosi sulla panca per tentare di entrare nel suo campo visivo.
«Bambina io?!» sibilò lei voltandosi di scatto a guardarlo, furiosa come quella volta in cui le aveva incenerito i capelli - ma questa è un'altra storia.
«Ehm,» esitò lui, «nel senso, non.. non ignorarmi, insomma. Devo spiegarti..».
«Non c'è proprio niente da spiegare, Potter! Tu per me sei morto schiacciato da una grossa, pesante e puzzolente cacca di troll!» sbottò Lily, scattando in piedi e rovesciando con una manata la brocca dell'acqua fredda sulla divisa del ragazzo seduto accanto a lei.
«Basta, voglio cambiare Casa! La volete smettere di prendervela con me ogni volta che c'è qualcosa che non va?!» sbottò Eric Brown, lanciando il suo tovagliolo bagnato in faccia a James e allontanandosi dalla tavolata dei Grifoni a passo di marcia, i pantaloni della divisa completamente bagnati.
Seguì qualche istante di silenzio, durante il quale coloro i quali stavano assistendo all'ennesima sfuriata della Evans contro Potter - dovevano ammetterlo: quelle scenate mancavano un po' a tutti! - non seppero se ridere per la sventura del povero Eric o restare muti ad aspettare una risposta di James.
Il ragazzo moro lanciò una rapida occhiata perplessa a Brown che si allontanava imprecando e poi tornò a concentrarsi sulla rossa che aveva di fronte.
«Capisco che tu possa avercela con me, Evans, ma addirittura della cacca di troll?».
«E' quello che ti meriti, Potter!» sputò lei incrociando le braccia al petto, non mostrando alcuna intenzione di sedersi (e neanche alcun rimorso per il povero Eric).
«Non me lo merito affatto, perchè non è stata un'idea mia quella di saltare addosso alla prima ochetta che ho trovato tra i corridoi!» ribatté lui, mentre nel tavolo dei Tassorosso Allison Cameron grugniva di disappunto.
«Certo, perchè non è mai colpa tua!».
«Esatto! E sai, Evans, secondo me sei stata tu ad architettare tutto: così non avrai il peso della responsabilità di dirmi di no!».
«Potter ma hai bevuto?! Quand'eri piccolo qualcuno ti ha insegnato che la Terra ruota intorno al Sole e non intorno a te? Non credo, altrimenti non saresti così disgustosamente egocentrico!».
«Ah, disgustoso io?» esclamò James alzandosi in piedi per fronteggiarla.
«Sì, disgustoso!» ripeté Lily. «Per fortuna che non sono debole di stomaco, perchè mi fai vomitare!».
«Ehm, Lily, James, che ne dite di continuare questa discussione lontano da qui?» suggerì Remus dopo aver dato una rapida occhiata al tavolo dei Serpeverde, dove sembrava proprio che ci fosse qualcosa che non andava; ovviamente, venne ignorato.
«Ah sì? Beh devo dirti che anche la tua aria da secchiona so-tutto-io mi fa vomitare!» continuò James, incurante dei versi lamentosi che venivano dalla tavolata verde-argento alle sue spalle.
«La mia aria da secchiona so-tutto-io?!» sbraitò Lily. «Sai che ti dico, a me di te fa vomitare tutto! Tu mi fai vomitare, esattamente come.. esattamente come sta facendo ora Avery, per Merlino, che schifo!».
Tutta la Sala Grande trasferì immediatamente l'attenzione da quei due al tavolo dei Serpeverde, totalmente in preda ai peggiori conati di vomito mai visti prima; dalle tavolate delle altre tre case si alzarono risate e gridolini disgustati, persino i professori sembravano spiazzati dalla scena. Silente ridacchiava scuotendo la testa.
«Jam, secondo me abbiamo sbagliato qualcosa con le dosi.» commentò Sirius tra le risate, indicando con una mano Piton con la faccia scavata riversa su un piatto.
«Siete stati voi?» esclamò Lily rivolta a Remus, sgranando gli occhi per la sorpresa. «Remus, ma tu..».
«Stavolta se lo meritavano davvero, Lily.» disse lui alzando le mani come per discolparsi.
«Serpeverde vomitanti a parte, io devo ancora parlarti, Evans.» intervenne James.
«Potter, ti ho già detto che..».
«Alle quattro nella solita aula dei sotterranei, d'accordo?» la interruppe lui, prendendo la sua borsa appesa alla sedia e cominciando a riempirla di cibo. «Io porto questo a Pete, a dopo!».
«Potter!» gridò Lily. «Non ci vengo alle quattro nella solita aula, al diavolo tu e la pozione! Potter, fermati accidenti! Oh, stupido idiota!».

Lily controllò per la centesima volta l'orologio che portava al polso. Le sedici e quindici.
Eh no, così non andava proprio bene! E sperava di essere perdonato presentandosi in ritardo ad un appuntamento che lui le aveva dato e che lei aveva caritatevolmente accettato?!
Eh no Potter! Eh no!
Stavolta si era davvero stufata; raccolse la borsa che aveva malamente appoggiato sul pavimento dell'aula e ne uscì sbattendo la porta, diretta all'ufficio di Lumacorno: gli avrebbe detto che Potter era un pessimo compagno, che non si presentava agli appuntamenti, che faceva di tutto per rovinare il loro lavoro, che penzolava a testa in giù nel vuoto, che..
Che penzolava a testa in giù nel vuoto?
Lily si arrestò bruscamente al centro del corridoio che stava percorrendo e si affacciò ad una finestra, strofinandosi gli occhi verdi con una mano per essere certa di averci visto bene: e così era. James Potter penzolava a testa in giù nei pressi della Foresta Proibita, divincolandosi come un matto per cercare di afferrare la bacchetta che era rimasta a terra; Sirius Black e Remus Lupin si contorcevano accanto a lui.
«Che accidenti..» sussurrò Lily, sporgendosi di più per vederci meglio.
Quello che notò le raggelò il sangue nelle vene: i tre Malandrini erano stati presi di mira da un sostanzioso gruppo di Serpeverde che li stava attaccando probabilmente con incantesimi di magia oscura, e, a giudicare dalle urla di Black, anche con Maledizioni Senza Perdono.
Lily emise un grido strozzato e cominciò a correre per i corridoi, travolgendo chiunque incontrasse, diretta verso l'uscita del castello; stava facendo tutto senza pensare, senza chiedersi cosa avrebbe potuto fare lei da sola per loro: il suo unico pensiero, in quel momento, era salvare James. Continuò a correre a perdifiato fino a trovarsi davanti al portone d'ingresso, che fece per spalancare velocemente.
«Signorina Evans, che cosa le prende?».
La rossa si girò di scatto riconoscendo la voce della professoressa McGranitt, promettendosi di farle erigere una statua in oro massiccio; la guardò con il terrore negli occhi, agitata.
«Professoressa, dei Serpeverde stanno attaccando Potter con la magia oscura! La prego, faccia qualcosa!».
La McGranitt corrugò la fronte, incredula. Lily non aspettò una sua risposta e corse fuori, a rotta di collo, verso la Foresta Proibita.
Avery stava torturando Sirius con una maledizione Cruciatus, mentre Mulciber e Parkinson attaccavano Remus senza sosta; un gruppo di tre Serpeverde continuava a scagliare incantesimi contro James appeso a testa in giù, ridacchiando crudelmente.
«Questa è la punizione per chi gioca coi Serpeverde, Potter! Ho passato tutto il pomeriggio in bagno, e non è stato divertente!».
«Non vi era bastato lo scherzetto a Minus, vero?».
«Qui c'è bisogno di qualcosa di molto convincente che ricordi a questi tre con chi hanno a che fare..».
Uno dei tre alzò la bacchetta con uno strano ghigno in faccia, pronto ad attaccare, mirando dritto al petto di James.
«Serpensort..».
«Non ci provare!» urlò Lily con tutto il fiato che aveva in gola.
Il ragazzo abbassò lievemente il braccio e si girò su se stesso, lentamente, allargando il suo brutto ghigno nel riconoscere la persona che aveva parlato. Anche gli altri verde-argento abbassarono le bacchette, concedendo un attimo di tregua alle loro due vittime.
«Oh.. guarda chi abbiamo qui! La Mezzosangue.. sei venuta a vedere come si fa male il tuo amichetto?».
«Non toccarlo!» ribatté Lily, evitando però di guardare James negli occhi. «Ho già avvertito la McGranitt, stavolta per voi finisce male!».
«Ah davvero, hai già chiamato la vecchiaccia? Beh, allora dobbiamo fare in fretta!» replicò lui ridendo apertamente, tornando a puntare la bacchetta al petto di James. «Serpensortiahio!».
Il Serpeverde incassò la testa nelle spalle, colpito sulla nuca da una borsa di pelle sintetica ma molto pesante; il braccio si mosse incontrollato, deviando l'incantesimo dal centro del petto di James al suo braccio sinistro, arrivando però non con meno decisione: la carne dell'arto si squarciò immediatamente, facendone fuoriuscire densi fiotti di sangue che fecero girare la testa al Grifondoro.
«JAMES! NO!» gridò Lily, correndo a soccorrerlo mentre il Levicorpus che lo teneva sospeso in aria si interrompeva e lui cadeva rovinosamente a terra tenendosi il braccio ferito.
«Stupida ragazzina, adesso vedrai..!» sbraitò il ragazzo Serpeverde alzando nuovamente la bacchetta, stavolta su di lei.
«Zac, no!» lo fermò Avery, tirandolo per un braccio. «Sta davvero arrivando la McGranitt, scappiamo, svelto!».
Il gruppo di Serpeverde tagliò la corda in fretta, entrando nella Foresta Proibita.
Lily si tolse velocemente la cravatta della divisa e fasciò il braccio di James, che continuava incessantemente a sanguinare; il ragazzo era ormai pallidissimo, e scuoteva lentamente la testa. Gli issò la nuca su un suo braccio, cercando di tenerlo dritto e abbastanza scomodo perchè rimanesse sveglio.
«Sta' sveglio, sta' sveglio Potter, sta' tranquillo, sta arrivando la McGranitt, oh Godric..» sussurrò Lily, le mani tremanti e gli occhi lucidi. «Dimmi qualcosa Potter, dimmi qualcosa..».
«Evans..» mormorò lui ad occhi chiusi, facendo una smorfia per il dolore.
«Potter! Parla, avanti, non chiudere gli occhi, ecco, sta arrivando Madama Chips!» disse lei frettolosamente, mentre la McGranitt urlava ordini ai professori che erano dietro di lei.
«Evans, ho.. ho vinto io..» biascicò James, abbozzando un sorriso dolorante, in procinto di svenire.
Lily, tutto sommato, aggrottò la fronte non riuscendo ad afferrare il messaggio del ragazzo. Che fosse completamente andato?
«Che.. ehm, che cos'è che hai vinto, Potter?».
«Non fare la finta tonta, Evans.. mi hai chiamato James, poco fa..».
Lily boccheggiò, spalancando bocca e occhi. Oh Godric. Questo proprio non l'aveva previsto.
«Signorina Evans! Devo portare Potter in infermeria, si sposti!» intervenne in quel momento Madama Chips, strappandole James dalle braccia e issandolo su un lettino che fece correre verso il castello con la magia.
La rossa la ringraziò mentalmente per essere arrivata al momento giusto, in tutti i sensi. Sentì la testa farsi pesante e vide tutto attorno a lei capovolgersi pericolosamente, e si appoggiò al prato con entrambe le mani sporche di sangue per non cadere.
«Professoressa,» chiamò rivolta alla McGranitt, che si guardava attorno cercando tracce dei ragazzi Serpeverde; la donna si voltò verso di lei, preoccupata. «Professoressa, starà bene, vero?».
L'insegnante fece segno alla professoressa di Erbologia, accorsa in quel momento, di scortarla nel suo dormitorio; la donna la prese per le braccia per farla alzare in piedi, la fece appoggiare a lei e le sorrise rassicurante, incamminandosi verso il castello.
Tutto sommato, nonostante quello che era appena accaduto, la McGranitt sorrise; a volte, sono proprio le avversità a rendere più forte il legame tra due persone.

«Mi faccia entrare, la prego Madama Chips, non li disturberò!» pregò Lily.
La donna incrociò le braccia al petto, sbarrandole il passaggio.
«Ho detto di no, signorina Evans. I suoi compagni stanno riposando, non è questo il momento delle visite!».
«Oh, andiamo, Poppy! Senza di me sarebbero già morti, voglio solo vederli! Mi lasci entrare, la prego!».
«E va bene, va bene! Ma solo per cinque minuti!».
Lily sorrise alla donna a mo' di ringraziamento ed entrò a passo svelto ma silenzioso nell'ala dell'infermeria dov'erano stati sistemati i Malandrini, compreso anche Peter che era stato fatto uscire dal suo dormitorio con la forza e sul quale avevano riscontrato un paio di tagli profondi e qualche grosso livido, sempre opera dello stesso gruppo di Serpeverde.
Si accostò al letto di Remus per fargli una carezza; il biondino dormiva apparentemente tranquillo, sotto l'azione di qualche potente sonnifero somministratogli da Madama Chips. Il suo viso già pieno di cicatrici era stato malamente rovinato da ulteriori tagli ed ematomi, e il braccio destro era evidentemente rotto, data la fasciatura che gli era stata applicata. Sirius sembrava davvero morto, e per la prima volta provocò in Lily un forte moto di compassione: su di lui, traditore delle sue origini purosangue, i Serpeverde si erano accaniti con violenza con la Cruciatus - cosa che gli avrebbe provocato sicuramente l'abbandono di altri neuroni, pensò Lily - e gli avevano lasciato dei terribili segni su tutto il corpo.
James riposava con un tenero sorriso in volto; braccio sinistro fasciato a parte, sembrava, tra i tre, quello che aveva subito meno danni: sul viso aveva solo un lieve taglietto che si sarebbe rimarginato a breve, e neanche l'attacco era riuscito a domare i suoi stupidi capelli.
Lily si sedette accanto a lui, sul letto, accarezzandoglieli per la prima volta nella sua vita e scoprendoli incredibilmente morbidi e setosi; sorrise, continuando a passare la mano sulla sua testa e sulle sue guance. Non voleva immaginare cosa sarebbe successo se non fosse arrivata in tempo a deviare quell'incantesimo: sarebbe.. morto? Rabbrividì, spaventata dalla prospettiva di un'esistenza completamente priva di James Potter; buffo, no? Fino a neanche due settimane prima l'idea di non vederlo mai più dopo la scuola l'avrebbe fatta ridacchiare di soddisfazione: niente più battibecchi nei corridoi, niente più imbarazzanti inviti ad uscire, niente più complimenti nei momenti in cui sentiva di meritarli di meno, niente più battutine stupide, niente più Potter; e niente più dolcezza, niente più disponibilità, niente più sorrisi, niente più James.
E così, era questo che significava prendersi una cotta in grande stile? Ridacchiò; una cotta degna del grande James Potter.
«Hai dei bei capelli.» sussurrò, più a se stessa che a lui. «E sei stato molto coraggioso. E.. e non è vero che mi fai vomitare.» aggiunse con una smorfia divertita.
Restò per un'altra manciata di minuti ad osservare il sorriso soddisfatto sul volto del Cercatore, poi si alzò dal letto dopo un'ultima carezza; si chinò lentamente su di lui e gli stampò un lieve bacio su una guancia.
Si voltò, incamminandosi verso l'uscita dell'infermeria, quando un leggero bisbiglio la sorprese agghiacciandola.
«Neanche tu mi fai vomitare, Evans. E non credere di scamparmi, ti ho sentito: ho vinto io.».
Si girò di scatto, scoprendo un James Potter a dir poco sorridente e alquanto sveglio. Arrossì furiosamente mentre lui rideva.
«Razza di.. di..» cominciò, non riuscendo a trovare un insulto da affibbiargli.
Sbuffò sonoramente, per poi correre indietro da lui e gettargli le braccia al collo, facendolo ridere.
«Evans, siamo in pubblico!» esclamò divertito, abbracciandola con il braccio sano.
«Stupido!» disse lei, stringendolo. «Godric, per fortuna stai bene..».
«James, Lily, mi chiamo James, non Godric! Eppure prima l'hai detto così chiaramente..».
«Potter! Ricordami perchè non ti ho lasciato a quei Serpeverde!».
«Perchè sei pazza di me, Evans!».
Sirius e Remus, altrettanto svegli, si scambiarono complici un occhiolino divertito mentre la rossa prendeva a pugni il petto del loro migliore amico, mai stato più felice nonostante gli insulti che lei gli stava rivolgendo.
«Il tuo cervello è grosso quanto un Boccino!».
«Beh, almeno è d'oro!».
«Aaaargh, Potter!!».


Come promesso.. ecco un altro capitolo, ormai siamo agli sgoccioli!
Dunque dunque: come avevate ben capito tutti, James ha vinto la scommessa e ora Lily dovrà uscire con lui! A me tuttavia non sembra poi così scontenta, voi che dite? :)
Ringrazio sempre le persone che mi recensiscono e tutti quelli che seguono la storia in silenzio: siete meravigliosi! *w*
A presto quindi! ;D baci,
L7!


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Capitolo 14
*** Thirteenth day ***


dieci
Thirteenth day.

«Well, you done done me and bet I felt it,
I tried to be chill but you're so hot that I melted.
Before the cool done run out I'll be giving it my bestest,
and nothing's gonna stop me but divine intervention.
I reckon it's again my turn to win some or learn some.
But I won't esitate, no more,
no more it cannot wait,
I'm yours..»

[I'm yours - Jason Mraz]




Horace Lumacorno era un tipo affabile; non era uno di quei professori che ama spargere terrore tra i suoi alunni, anzi: era persino convinto di saper riconoscere anche solo dall'espressione dei suoi alunni cosa passava per le loro testoline distratte.
Non che fosse difficile capire a cosa stesse pensando Lilian Evans; in qualità di sua alunna preferita continuava a sedersi al primo banco, nonostante il terribile imbarazzo che provava da un paio di giorni a quella parte nel mostrare a chicchessia - il professore, ma anche Alice stessa - il risultato di quell'orribile pozione, giunta ormai all'ultimo giorno di preparazione. Ed era sola, quel giorno: Potter era stato obbligato suo malgrado a restare in infermeria fino a quella sera assieme ai suoi compari, ragion per cui era anche priva d'alibi; e il lento, quasi sadicamente soddisfatto, camminare di Lumacorno attorno al suo calderone di certo non aiutava.
«Signorina Evans..» esordì bonario, trattenendo un risolino.
«Lo so professore, lo so.» tagliò corto lei, agitando una mano come per scacciare una mosca e stringendo nell'altra la solita pallina antistress, lanciando sguardi di fuoco ora a lui, ora alla sua pozione color mou al ribes.
«Mi era sembrato di capire che negli ultimi giorni ci fossero stati dei miglioramenti. Qualche giorno fa ho notato il signor Potter sventolare allegramente una provetta dal contenuto disgustoso, credevo si trattasse della vostra pozione..» proseguì.
Lily arrossì e trattenne una smorfia divertita.
«Già, era proprio la nostra pozione, quella. Evidentemente dobbiamo aver sbagliato qualcosa successivamente..».
«Che peccato, non crede? Proprio la pozione più importante dell'anno..».
«Non mi ci faccia pensare, professore.».
«Eppure credevo che lei e il signor Potter sareste potuti essere due compagni perfetti!».
Lo sta facendo apposta a rigirare il dito nella piaga?
«Infatti, professore.» replicò Lily, distrattamente, concedendo all'insegnante un tenero sorriso. «Infatti.».

«Quindi sono stati tutti espulsi?».
«Per fortuna! Pare si siano avventurati troppo nella Foresta e si siano persi, li ha trovati Hagrid che vagavano!».
«Ed è vero che uno di loro è stato assalito da un ragno gigante?».
«Sapete che il giorno prima Minus li ha affrontati da solo? Certo, non ne è uscito bene.. ma che coraggio!».
«A me avevano detto che Mulciber si è fatto inseguire dai centauri!».
Lily ridacchiò versandosi dell'acqua nel bicchiere mentre origliava i discorsi dei suoi compagni di Casa e non solo: i Serpeverde del giorno prima erano sulla bocca di tutta la Sala Grande, e, come si sa, le voci corrono; la rossa poteva giurare di aver sentito Margaret Brown parlare addirittura di un esercito di Dissennatori che li aveva attaccati al limitare della Foresta.
«Allora stasera si festeggia?» esordì Alice dandole di gomito.
«Si festeggia? E cosa?» ribatté lei allungandosi per prendere un piatto al di là di Margaret seduta alla sua destra.
«Il salvataggio in extremis di James Potter da parte di Lily Evans!» rispose Alice facendola ridere. «E ovviamente il vostro amore appena sbocciato!».
Il piatto, inevitabilmente, cadde.
«Ali ma che dici!» esclamò Lily arrossendo, mentre la tavola dei Grifondoro stentava a trattenere le risate per la divisa di Eric Brown, imbrattata di pomodori e foglie d'insalata.
«Ooh, avanti! In ogni caso verrai lo stesso, è in camera loro.».
«Non sono neanche usciti dall'infermeria e già organizzano festini illegali in camera loro?!».
«Festini illegali.. non ti sembra di esagerare? E' una semplice chiacchierata tra compagni di classe, tanto per riprendersi dagli ultimi giorni..» disse Alice con nonchalance. «In fondo, guarda il povero Eric: di recente è così nervoso durante i pasti!».
«Una semplice chiacchierata a base d'alcool!» puntualizzò Lily, degnando solo di una brevissima occhiata Eric, ormai sull'orlo di una seria crisi di nervi.
«Ti hanno mai detto che l'alcool rilassa, Evans? E poi che male c'è a berne un po'? Hai segreti da nascondere, Lilinuccia?».
«Non ho nessun segreto!» rispose frettolosamente lei arrossendo. «E non chiamarmi Lilinuccia!».
«Evans?».
Lily e Alice si voltarono insieme verso la persona che doveva aver parlato, ferma alle loro spalle che tamburellava con mani e piedi su qualsiasi superficie trovasse, scuotendo i riccioli biondi in un'aristocratica smorfietta snob.
«Cameron.» sputò Lily, rimpiangendo di non essersi soffocata prima di vederla. «Che vuoi?».
La biondina tirò su col naso, fingendo una tranquillità ridicolmente smentita dalla voce incrinata. 
«Cosa voglio io? Tu mi hai rubato il ragazzo, Jamie non mi guarda nemmeno più!» piagnucolò.
«James non ti ha mai guardato, Allison.» intervenne Alice, squadrando dall'alto al basso il suo fisico non propriamente snello e slanciato.
«Pfff.» commentò la ragazza. «In ogni caso Evans, sappi che me la pagherai. Non dovevi permetterti di comprargli quello stupido ciondolo!».
«Quale stupido ciondolo? Io non gli ho..».
«E non fare la finta tonta con me! Chi altri avrebbe mai potuto regalargli un boccino con le vostre iniziali incise sopra?!».

«Ramoso, smettila di ossessionarti quei capelli, per Godric! Tanto la Evans non verrà.» esclamò Sirius stizzito cercando di guadagnarsi uno spazio anche minimo davanti allo specchio, totalmente occupato dal suo migliore amico.
«Sei veramente un asso a motivare le persone, Felpato. Grazie, grazie di cuore!» ribatté James fingendosi profondamente grato e facendo ridacchiare Peter.
«Volete smetterla di comportarvi da prime donne? Gradirei una mano a trasportare tutte queste bottiglie!» intervenne Remus sbucando con due grosse bottiglie di Idromele tra le mani dall'armadio che condivideva con Sirius, all'occorrenza ampliato a dismisura per contenere tutta la loro scorta di cibo e bevande.
«Quando Sua Altezza Potter si sposterà dal mio specchio..!».
«Non è tuo quello specchio!».
«Beh, neanche tuo se è per questo!».
«Ma io ci sto da prima di te!».
«Appunto, ora togliti!».
Remus non riuscì a trattenere una risata, rinunciando a chiedere ai due un aiuto per sistemare la camera per il pigiama party; gettò un incantesimo di insonorazione alle pareti e diede ordine a Peter di prendere dal suo baule lo stereo babbano e le cassette di musica, poi con un colpo di bacchetta indossò il suo tenero pigiama rosso ricoperto di buffi lupetti neri, regalo dei suoi Malandrini.
«Ehi, bussano!» esclamò Peter, richiamando l'attenzione dei due contendenti allo specchio che si sistemavano nei loro pigiami.
«Vado io!» gridarono insieme James e Sirius, catapultandosi sulla porta nello stesso istante e finendo per darsi una forte capocciata.
La porta venne aperta dall'esterno.
«Ehi, Frankie!» salutò James massaggiandosi una tempia, spingendo via Sirius per far spazio al loro compagno di stanza. «Hai portato Alice, ehi Longbottom, bel pigiama! E.. Evans, non ti aspettavamo!».
Remus sorrise sornione all'immagine di Lily e James l'uno di fronte l'altra coi pigiami dello stesso verde bottiglia, il volto di lui dello stesso colore dei capelli di lei.
«Se vuoi me ne vado.» ribatté lei, squadrandolo da capo a piedi con un risolino divertito e notando che al collo portava davvero un ciondolo a forma di boccino.
«NO!» esclamò lui in fretta, passandosi una mano tra i capelli già abbastanza spettinati. «Cioè, voglio dire, affatto. Entra, accomodati.».
Lily si sedette ai piedi del letto di James, salutando con un gran sorriso gli altri Malandrini che facevano gli onori di casa a lei e Alice.
«Allora, raccontateci di questa noiosissima giornata senza i vostri Malandrini preferiti e della punizione che devono aver dato a quei Serpeverde!» esordì Sirius, avviando il discorso.
«Potter, ti devo parlare.» sussurrò Lily all'orecchio di James, seduto sul letto con lei ma a distanza di sicurezza.
«Ehm.. dimmi Lily.» rispose lui avvicinandosi contento.
«Allison Cameron mi ha fermata in Sala Grande per dirmi che non avevo alcun diritto di regalarti quel ciondolo.» continuò la rossa. «Ci.. ci sono davvero le nostre iniziali incise?».
James arrossì fino alla punta dei capelli. 
«Ecco.. sì, ma.. ovviamente le hai detto che non è un tuo regalo, vero?».
«No, non gliel'ho detto.».
«Cos.. e perchè no? Adesso penserà che lo è davvero, e pettegola com'è domani tutti..».
«James?».
James dovette ammettere che il suo nome non gli era mai sembrato così bello; sorrise, non potendone fare a meno. 
«Sì?».
«Lasciamoglielo credere..» propose lei, arrossendo a sua volta e abbozzando un occhiolino divertito.
Fu il turno di Lily di ammettere che non aveva mai visto un sorriso così bello; sorrise anche lei, lanciando un'occhiata di sbieco agli altri che continuavano a chiacchierare come se nulla fosse.
«Beh allora?» continuò, sicura che l'espressione di James rappresentasse un assenso abbastanza convinto. «Chi te l'ha regalato?».
«Oh, nessuno.» rispose lui scrollando le spalle, sfilandoselo per farglielo vedere. «In realtà è il primo boccino che ho preso in questa scuola; l'ho incantato in modo che non mi possa scappare e l'ho rimpicciolito, altrimenti sai che scomodo girare con un boccino vero appeso al collo? E poi.. e poi ci ho inciso sopra le lettere.».
«Da quant'è che lo porti?» domandò lei curiosa, restituendoglielo e osservandolo mentre se lo rimetteva.
«Da.. ehm.. dal quarto anno, mi sembra..».
«Oh.» disse solamente Lily, abbassando lo sguardo con un ennesimo sorriso. «Beh, ehm.. ecco, la.. la pozione, sta andando male lo stesso. Domani Lumacorno ci ucciderà.».
«Naaa! Gli piaci troppo per metterti una T. Sono sicuro che combinerà qualcosa per non rovinarti la media.» replicò James strizzandole l'occhio. «Piuttosto.. sabato allora..».
«Ehi, piccioncini!» intervenne Sirius, beccandosi una sonora botta in testa da Remus. «Ahio, Lunastorta! Li stavo solo invitando a venire a bere con noi!».
«Black, tu intanto smettila. Sei già mezzo ubriaco!» lo rimproverò Mary, che nessuno aveva visto entrare.
«Non è vero! Lascia quella bottiglia, McDonald!».
«Se la fate cadere sul mio pigiama giuro che prima di trasferirmi a Durmstrang vi affatturo tutti, d'accordo?».
«Sta' calmo Eric.. in questi giorni sei troppo nervoso, dovrestops! Dai è solo qualche goccetto..».
«Qualche goccetto?! Mi hai bagnato tutta una gamba!».
«Ehi Brown, che hai combinato lì per terra? Il bagno è di là!».
«Black adesso io ti..!».
«Alza il volume, Pete! Questa canzone mi piace da morire!».
«Bello il tuo pigiama, Rem! E' fatto su misura?».
«Vieni qua Black, razza di..!».
«Sì, me l'hanno regalato James e gli altri a Natale del quarto anno!».
«Peter, hai alzato il volume? Ma che fai, dormi?! E' ubriaco anche lui!».
«E gli è anche caduto un po' di Idromele dal bicchiere.. Eric, attento che potresti scivol..».
«Aaaargh! Ahio! Black, comincia a correre!!».

«Buonanotte ragazzi!».
«Ehi ehi, fermi tutti.. io non ci dormo vicino a Black! Russa e puzza d'alcool!».
«Remus scalcia durante la notte.».
«Scusa ma che c'entra?».
«E' rimasto ancora Idromele?».
«Sirius!».
James ridacchiò, tirando un calcio nel vuoto che prese in pieno il suo migliore amico sbronzo e seminudo che Remus si stava preoccupando di coprire dagli sguardi - fintamente - disgustati delle ragazze; era stata una serata meravigliosa, doveva ammetterlo: fino a quel momento non avrebbe mai potuto sperare in un pigiama party a base di Idromele e Whisky Incendiario seduto tra i suoi migliori amici e la sua futura quanto inconsapevole moglie.
Si sistemò alla bell'e meglio sul fianco destro, contorcendosi per cercare di coprirsi con le coperte che un movimento maldestro di Peter aveva spedito fin sotto le sue ginocchia.
«Aspetta, faccio io.».
Lily afferrò un lembo di coperta con le dita e si preoccupò di coprire ogni centimetro del corpo di James; speranza vana, certo, dato che il più piccolo gesto di Sirius avrebbe spostato non solo la sua, quanto quelle di tutti gli altri. Gli sorrise nel buio e gli scostò dalla fronte un ciuffo di capelli corvini più ribelle degli altri ridacchiando silenziosamente.
«Grazie.» mormorò lui, strizzando gli occhi nocciola per mettere a fuoco quell'immagine paradisiaca.
«Buonanotte James.» sussurrò lei accoccolandosi al suo fianco rivolta verso di lui.
«Buonanotte Lily.».
«Ah, e.. Potter?».
«Sì?».
«Gran bel pigiama!».
«Ah-ah-ah.» finse di ridere James, abbozzando una linguaccia.
«Dai.. buonanotte.».
«Buonanotte. Ah, e.. Evans?».
«Sì?».
«Io non farei tanto la spiritosa se fossi in te. Ti ricordo che ho vinto la scommessa, sabato verrai ad Hogsmeade con me.».
«Ah-ah-ah.» lo imitò Lily, cercando di trattenere un enorme sorriso - più per lei che per lui.
«Che ti ridi, Evans? Ramoso ha raccontato la sua solita barzelletta sul troll, il goblin e.. ahio!».
«Buonanotte Sirius!».
 

Beh, siamo arrivati alla fine ormai! Domani è il grande giorno: cosa dirà Lumacorno della loro disastrosissima pozione??
Lo scoprirete nel prossimo capitolo :3
Grazie a quelli che continuano a recensire, vecchi e nuovi! :D
Bacioni, a prestissimo!
L7!

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Capitolo 15
*** Fourteenth day ***


dieci
Ehilà, salve a tutti! Eccoci qui all'ultimo capitolo!
Volevo porre l'attenzione sulla prima scena che comparirà in questo capitolo: la foto che fa Remus. Credo di aver letto il 95% delle fanfiction su James e Lily, e mi sembra che qualcuno avesse già scritto di qualcosa di simile; ovviamente non c'è nessun intento da parte mia di copiare l'autrice/autore dell'altra storia, ma se dovesse dar fastidio a qualcuno provvederò a modificare il capitolo :)
E poi, tutto sommato, volevo anche spendere due parole su di voi, che state seguendo questa fic fin dal primo capitolo e che mi avete riempito di gioia (davvero, non immaginate quanta!) con le vostre stupende recensioni o anche solo semplicemente dimostrando di apprezzare la storia aggiungendola nelle seguite-preferite-ricordate: essendo la mia prima fic, davvero non mi aspettavo tutta questa partecipazione e per questo, ancora una volta, vi ringrazio di cuore <3.
Detto questo.. buon capitolo a tutti! :D

Fourteenth day.


«Altro che il lunapark, altro che il cinema,
altro che il sabato, altro che America, altro che nevica!
Il più grande spettacolo dopo il Big Bang
siamo noi: io e te,
che abbiamo fatto a pugni
fino a volerci bene!»

[Il più grande spettacolo dopo il Big Bang - Jovanotti]



Remus era sempre il primo a svegliarsi, la mattina; non metteva sveglie o allarmi di nessun genere, non si faceva influenzare dai raggi del sole che facevano capolino dalle tende del baldacchino: semplicemente avvertiva che era il momento buono per aprire gli occhi e dare il suo buongiorno al mondo. In genere dava la colpa di quell'istinto alla sua natura animale, ma quella mattina era sicuro che si trattasse di qualcos'altro; pur sempre qualcosa d'animalesco, certo, ma aveva piuttosto a che fare con delle muscolose braccia avvinghiate al suo corpo e una cospicua quantità di capelli neri che gli lambiva le guance.
«Dannato cagnaccio..» sussurrò il biondino, scostando di malo modo il busto di Sirius e realizzando di aver incassato parecchi colpi da lui durante quella notte, dati i dolori diffusi in tutto il corpo.
Si alzò cercando di non fare troppo rumore per non svegliare gli altri, stiracchiandosi; diede un'occhiata ai suoi compagni per osservare il bilancio di quella notte d'alcool e risate, e non riuscì a trattenere un ghigno malandrino. Zampettò silenziosamente verso il suo letto e si chinò sul comodino, aprì l'ultimo cassetto e ne trasse fuori una macchina fotografica magica, regalo di sua madre per il suo primo anno ad Hogwarts; non l'aveva usata troppo spesso, a Sirius non piacevano tanto le foto. James invece ne andava matto, e Remus sorrise al pensiero di quella che stava per scattargli.
Si posizionò a gambe larghe tra Alice e Frank - forse dopo avrebbe scattato una foto anche a loro, erano così carini! - e con un lieve click immortalò la scena, pregustando le espressioni che avrebbero messo su Lily e James a vedersi stesi l'uno accanto all'altra, le braccia e le gambe intrecciate e la testa rossa di lei sul petto di lui.

«Come sapete, ragazzi, oggi è il grande giorno! Immagino lo abbiate atteso trepidanti, posso già vedere alcuni di voi che sistemano con cura le etichette bianche con i loro nomi sulle provette che mi consegnerete tra qualche istante; eccellente! Ma prima di procedere al ritiro del compito e alla conseguente valutazione che ne seguirà, lasciatevi ricordare che questa pozione sarà il vostro biglietto da visita per gli imminenti M.A.G.O. E ora.. Accio provette!».
Lily sospirò osservando mestamente la sua provetta che finiva dritta dritta nella borsa aperta del professore, creando un inguardabile contrasto cromatico con tutte le altre: dal giorno prima, infatti, era diventata nuovamente di un terribile rosso acceso tendente all'arancione e aveva cominciato a sprigionare un fortissimo odore di frutti di bosco.
«Abbiamo fatto il possibile.» esordì James, accasciandosi su un banco al suo fianco. «Sono sicuro che troverà uno strategemma per portarti comunque agli esami con il massimo dei voti.».
Lily sorrise; per la prima volta - e ancora non riusciva a capacitarsene - non le importava poi tanto del brutto voto che avrebbe preso. Anzi, era addirittura grata al professore: senza di lui dopotutto non avrebbe mai avuto l'opportunità di stare a stretto contatto con James e forse non si sarebbe mai accorta del ragazzo d'oro che era!
«Certo che l'odore di mora poteva evitarselo.» commentò con un sorrisetto sbieco.
James ridacchiò.
«E' lampone, Evans.».
«Non ti facevo così esperto di profumi.» ribatté lei facendogli la linguaccia.
«Adoro il lampone.» disse lui con un'alzata di spalle. «E' dolce, ma mi lascia un tremendo retrogusto amaro che mi spinge a mangiarne sempre di più. Un po' come te.».
«Come me?».
«Beh, il contrario in realtà. Tu sei.. amara, e non fare quella faccia perché quando ti ci metti sai essere davvero acida!, ma sotto sotto sai essere dolce, a volte. E mi fai venir voglia di passare sempre più tempo con te, vorrei che queste due settimane non fossero mai finite.».
«James..» mormorò Lily, ad occhi sgranati. Merlino, ma che accidenti..!
«Scusa, non volevo farti, ehm, arrossire mostruosamente davanti a tutta la classe!» si affrettò a dire lui, trattenendo una risata e passandosi una mano tra i capelli.
Lily rise di cuore, cercando di nascondere il rossore ai compagni.
«Sei davvero pessimo Potter!».
«Signor Potter, signorina Evans?».
Insieme si voltarono verso il professore, a pochi passi da loro col suo solito sorriso bonario in volto.
«Credo, e a ragione, che la vostra pozione non sia risultata un granché. Anzi, dal colore e l'odore azzerderei più che si trattasse di Amortentia venuta male se non fossi al corrente dell'odio viscerale che corre tra voi due.. o sbaglio?».
«No, affatto, noi..» cominciò James.
«In effetti non è proprio odio, professore.» intervenne Lily, parlando sopra James. «Purtroppo credo che l'esperimento avrebbe funzionato meglio se ci avesse affidato due compagni diversi.».
«Sono certo che non si è trattato di qualche vostro sbaglio, ovvio. Vedrò cosa posso fare con la commissione d'esame ai M.A.G.O..» replicò lui accennando un occhiolino verso Lily.
«Grazie mille professore.» disse lei aprendosi in un sorriso tanto largo quanto falso.
La campanella suonò, segnando la fine delle ore di lezione di quella settimana e lasciando James semplicemente senza parole per lo scambio di battute avvenuto sotto i suoi occhi.
«Ragazzi, ragazzi! Aspettate un attimo, devo dirvi una cosa importante.» esclamò Lumacorno richiamando difficoltosamente l'attenzione dei suoi studenti su di sé. «Domani riceveremo la visita di uno specialista dal Ministero che terrà un incontro per parlarci di quanto è successo un paio di giorni fa ad opera di, ahimè, alcuni vostri compagni di corso.».
«Pfff!» sbottò Sirius, facendo ridere un paio di ragazze. «E quindi?».
«E quindi, mio caro Black, mi spiace annunciarvi che dovrete saltare la vostra settimanale uscita ad Hogsmeade.».
«CHE COSA?!» ruggì James, guadagnandosi gli sguardi sbigottiti di tutti - e una linguaccia da Sirius, che aveva attirato l'attenzione di meno persone di lui.
«Aveva già dei programmi, signor Potter?» commentò sorridendo Lumacorno, per poi girarsi e fare per uscire. «Beh, temo dovrà rimandarli. Buon weekend!».

«Accidenti!».
«Avanti Lily, sono solo sette giorni!».
«Sono troppi Ali! Dannati Serpeverde, ma proprio la settimana della mia uscita con Potter dovevano farsi venire in mente di attaccare briga?!».
«Oddio Evans ma ti senti? Dov'è finita la Lily toglietemi-di-torno-Potter-quando-ho-la-bacchetta-in-mano?!».
Le ragazze nel dormitorio scoppiarono in una sincera risata alla battuta di Alice, Lily compresa; era vero, dopotutto: neanche lei si riconosceva più, adesso addirittura se la prendeva perchè non poteva uscire con Potter! Roba dell'altro mondo!
Qualcuno bussò alla porta della stanza e le ragazze esclamarono un 
«Avanti!» ridacchiante; nessuno entrò.
«Chi cavolo..» cominciò Margaret, alzandosi dal suo letto e andando ad aprire la porta. «Oh!».
«Mar, chi è?» domandò Mary dal suo letto, intingendo un pennellino in una boccetta di smalto fucsia.
«Ehm.. Lily, è per te.» disse quella, sorridendo maliziosa e invitando con un gesto l'amica ad avvicinarsi alla porta.
«Cioè?» fece Lily, avanzando verso la porta; si affacciò sul pianerottolo che dava sulle scale e vide James in piedi ai piedi della rampa. «James!».
«Lily.» salutò lui, mentre il suo cuore perdeva un battito semplicemente per il suo nome detto da lei. Stupido idiota, non è il momento! «Siccome, ehm.. domani non possiamo uscire.. ti va di fare una passeggiata in riva al Lago?».
La rossa si sforzò per contenere un
«Ma certo!» di slancio, e si impose di sorridere cordialmente sebbene si stesse a stento trattenendo dal saltare per la gioia. Calmati, Lily! Ma sei impazzita?! «Ok, dammi un attimo, arrivo subito!».
James guardò la porta richiudersi; inspirò profondamente tentando di calmarsi: il grande momento era arrivato! Sentì confusamente delle voci concitate e dei sonori tonfi provenire dall'interno del dormitorio femminile, ma non vi badò troppo; all'improvviso la porta si riaprì con uno scatto e ne uscì una Lily ridacchiante e scarmigliata, che scese le scale a due a due.
«Eccomi.» disse semplicemente, e James poté constatare che doveva essersi spruzzata del profumo fruttato durante quella manciata di secondi.
«Bene, ehm.. andiamo allora!» replicò lui, sorridendole e precedendola attraverso il buco del ritratto.
«Che peccato che domani ci tocchi restare qui.» esordì lei.
«Già.» commentò James, voltandosi a guardarla eloquentemente. «Secondo me sei stata tu ad architettare l'incontro, volevi evitare il nostro appuntamento!».
Ma sei scemo?!
«Per Morgana Potter, tu sì che sei un ottimo detective! Come hai fatto a scoprirmi?».
«Facile Evans. So leggere il tuo sguardo meglio di chiunque altro!».
«Come no! E sentiamo, cosa starei pensando in questo momento?» lo sfidò.
James si fermò a due passi dal portone d'ingresso del castello e si voltò verso di lei, guardandola negli occhi verdi; la vide arrossire lievemente ma sostenere il suo sguardo con decisione - dopotutto, era pur sempre Lily Evans!. Le sorrise con una smorfia che sembrava più un ghigno malandrino.
«Non vorresti saperlo Evans. Credimi!» bluffò, fingendo di ridacchiare.
Si stupì di vederla ridere e superarlo andando a spalancare il portone.
«Stupido!».
Si avviarono silenziosamente verso la riva del Lago, non sapendo bene cosa dirsi; l'atmosfera che si era creata tra loro negli ultimi giorni era tesa, incerta, elettrica: entrambi aspettavano che a fare la prima mossa fosse l'altro, non sicuri di provare gli stessi sentimenti e anche un po'  scoraggiati dalle occasioni che per un motivo o per l'altro avevano perso. Una sola cosa era certa: nessuno dei due si era mai sentito così prima.
«Allora,» esordì James accomodandosi in riva al Lago a gambe incrociate, la schiena appoggiata ad un grosso tronco nodoso. «forse oggi riusciremo a parlare senza imprevisti né incomprensioni.».
«Da quando sei così ottimista? Stiamo parlando pur sempre di noi due, potrebbe benissimo comparire la tua amichetta Cameron da un momento all'altro per farmi saltare in aria..» ribatté Lily ironica, sedendosi accanto a lui.
«Non è la mia amichetta e lo sai.» puntualizzò lui.
«Fingiamo che ci credo, dai.».
«Simpatica, Evans. Quando fai del sarcasmo poi sei davvero irresistibile!».
«Io sono sempre irresistibile, Potter!» scherzò lei, fingendo superiorità e addrizzando la schiena come per altezzarsi.
James ridacchiò, guardandola di sbieco e rigirando tra le mani un sassolino che aveva appena raccolto. «Lo so, Evans..».
Ci fu un momento di imbarazzante silenzio durante il quale entrambi rimasero fermi a fissare il Lago, cercando le parole giuste da dire; poi, esattamente come nei film di seconda categoria, presero la parola nello stesso istante.
«James, senti..».
«Ah, Lily! Io..».
Si guardarono negli occhi e ridacchiarono, allontanando da quei due metri quadrati di spazio tutte le tensioni che c'erano state fino a quel momento. Questi erano loro: non Potter lo sbruffone sciupafemmine né Evans l'irreprensibile Caposcuola; soltanto James e Lily, gli insicuri, timidi ma allo stesso tempo schietti e concreti studenti di Hogwarts che da due settimane a questa parte avevano scoperto di provare l'uno per l'altra lo stesso identico, stupendo sentimento.
«Prima tu.» disse Lily, annuendo come per incoraggiare James a parlare.
Il ragazzo moro arrossì e prese a frugare nelle tasche della divisa, in cerca di qualcosa.
«Sì, ecco, avrei qualcosa da darti.. ah, ecco.».
Ne estrasse una foto spiegazzata e gliela porse, passandosi una mano tra i capelli.
«Remus l'ha scattata stamattina..».
Lily allungò la mano per prenderla e la lisciò per ricomporla, arrossendo furiosamente al vederla; raffigurava lei e James che dormivano beatamente abbracciati, i loro petti che si abbassavano e alzavano a ritmo dei loro respiri lenti come unici movimenti. Sorrise, tornando a guardare James negli occhi nocciola.
«E' bellissima, sembriamo quasi teneri.» commentò.
«Vero? Non pensavo che saremmo riusciti a stare così vicini tanto tranquillamente, noi due!».
«Sono successe molte cose in queste due settimane..».
«In un certo senso, anche se ha maledettamente compromesso la mia già altalenante media in Pozioni, devo ringraziare Lumacorno.».
«E' vero, anch'io!» concordò Lily annuendo tra le risate.
«Beh, molto più io che te.» la contraddisse James.
«Non so Potter, non so.» ribatté lei. «In queste due settimane ho scoperto che a volte le apparenze ingannano. Ho creduto per quasi sette anni di odiare la persona per cui a meno di tre mesi dalla fine della scuola ho preso una cotta pazzesca..».
James sgranò gli occhi, perdendo un - ma anche due, tre, quattro - battito.
Lily sfoderò la sua migliore espressione di finta ingenuità.
«Che, ovviamente, non sei tu!».
«Evans!» esclamò incredulo il ragazzo tirandole un mazzetto di fili d'erba, facendola ridere. «Sei.. sei..!».
«Seriamente,» lo interruppe però lei, smettendo di ridere e cercando di assumere uno sguardo consono a quello che stava per dire. «non penso più che tu sia un imbecille. Cioè, molto spesso ti comporti da tale, ma fondamentalmente sei una gran bella persona. Quello che hai fatto per i tuoi amici, quello che hai fatto per me, quello che..».
«Evans non cercare di cambiare discorso!» la fermò. «Hai appena ammesso di avere una cotta per il grande James Potter!».
«No,» disse lei decisa, «non per il grande James Sono-Figo Potter. Per James.. e basta. Non per quello che mostri agli altri, ma per quello che c'è dietro.».
«Rinunciare alla mia maschera da pagliaccio per compiacere mia moglie non sarà facile..» buttò lì lui scherzando.
Lily capì l'allusione al discorso molto più profondo che quella frase celava.
«James, non ti chiederei mai di cambiare e smettere di essere Potter. Sei sempre il solito sbruffone vanitoso dopotutto, e i tuoi amici non sanno vivere senza quella parte di te; e.. sotto sotto, a volte mi fai divertire anche se sei stupido.» lo rassicurò, con una linguaccia. «Ma c'è dell'altro oltre a quel Potter. C'è il James che.. che a me piace.».
James abbozzò un sorriso stentato, seriamente colpito da quella dichiarazione.
«Non mi sarei mai aspettato delle parole del genere da te, Evans. Nei miei sogni, io mi dichiaravo e tu ti lasciavi placidamente baciare acconsentendo a sposarmi!».
«Hai sognato questo momento?!» gli chiese lei ridacchiando.
«Quasi ogni notte.» ammise lui, avvicinandosi a lei fino a sfiorarle le guance con il naso. «Ma devo dire che questa versione mi piace di più.. ed è tutto schifosamente vero.».
«Quello "schifosamente" ha rovinato tutto, Potter.» replicò Lily voltandosi verso di lui, carezzando il naso di lui col suo, i battiti del cuore a mille.
James sorrise trattenendo una risata, gli occhi ancora fissi nei suoi e il respiro mozzo; portò una mano su una guancia di Lily, seguendo con le dita il suo profilo, il mento, la curva del naso, quella timida fossetta che le spuntava all'angolo della bocca quando rideva. Socchiuse impercettibilmente gli occhi, notando che lei faceva lo stesso, e le si avvicinò fino a quasi sfiorare le sue labbra; avrebbe potuto contare ad una ad una tutte le lentiggini che aveva sulle guance..
Godric, fammi vivere abbastanza da chiederle di sposarmi e prometto che darò il tuo nome al nostro primo figlio!
Lily chiuse gli occhi, inclinando la testa di lato; non era buffo? Finalmente era lì, contro il tronco di un albero, pronta a baciare James Potter e il suo inseparabile cervello aveva scelto proprio quel momento per fare una passeggiatina; aveva lasciato al suo posto quel simpaticone del suo cuore, che non faceva altro che aumentare il ritmo dei battiti. Bum bum, bum bum, bum bum..
E poi finalmente, dopo un'interminabile attesa, la baciò.
James non avrebbe mai pensato che le labbra di Lily fossero così morbide e buone; e così stupidamente perfette per lui. E Lily schiuse le labbra, arrossendo, approfondendo il bacio più bello della sua vita con il ragazzo che mai, mai avrebbe sognato di baciare..
«NON CI CREDO!».
Sull'orlo di una crisi isterica per l'ennesima interruzione, i due si staccarono riluttanti, trasalendo. James estrasse sconfitto lo specchio da una tasca interna della divisa, scoprendo due sconcertati Sirius e Mary incollati al vetro ad occhi spalancati, seguiti da un imbarazzatissimo Remus che tentava di staccarli da quell'affare.
«Potter, pensi che mi chiederai di diventare la tua ragazza?» chiese Lily ad occhi serrati.
«Ehm, credo di sì Lily. Perchè?» replicò lui.
«Perchè accetto,» disse lei, generando nuovo scalpore negli amici al di là dello specchio. «ma ad una condizione.».
«Cioè?».
«Cioè fai sparire quello specchio!!!».


Povera, povera Lily! Ma cosa deve andare a sopportare?!
Spero che questo capitol.. eh?


«Non capisco proprio come sia possibile. La signorina Evans è la strega migliore di tutta Hogwarts!».
«Proprio per questo: soltanto lei avrebbe potuto trovare tante qualità in Potter da baciarlo in riva al Lago Nero!».
«Ma non dopo solo due settimane, per la barba di Silente! ..Oh Merlino, speriamo non mi abbia sentito..».
«Beh Minerva, quel che è fatto è fatto: avevamo un accordo, sbaglio?».
«Ooh avanti, era una stupida scommessa da studentelli di terzo anno, Horace! Non vorrai davvero..».
«Oh sì che voglio! Devo giustificare in qualche modo il fatto che sto per perdere distrattamente il compito di tutti gli studenti del settimo anno, non ti pare?».
«Io.. io..! Tu..!».
«Non farti ricattare Minerva, sai che ho delle ottime armi..».
«E va bene, e va bene! Ma questa era l'ultima volta che scommettevo con te, chiaro?!».
«Mi sbaglio o questa storia dell'ultima scommessa va avanti da quando quei due hanno messo piede ad Hogwarts?».
«Per il mantello blu di Silente, Horace!».
«Qualcuno mi ha chiamato?».
«Preside, che arrivo tempestivo! Stavamo giusto organizzando qualcosina per stasera, Minerva stava per..».
«Accidenti, è sempre colpa sua.. maledetto James Potter!!».


Ecco, io Lumacorno e la McGranitt me li immagino così :P
Spero di sapere presto cosa ve ne pare! Bacioni! :3
Adieu :')
Lils__L7!

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