Loro due

di _Li_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1- Coppia perfetta ***
Capitolo 2: *** 2- Sorpresa pasquale ***
Capitolo 3: *** 3- Dieta ***
Capitolo 4: *** 4- S. Valentino ***
Capitolo 5: *** 5- Ragazze e videogiochi ***
Capitolo 6: *** 6- Lotta all'ultimo sangue ***
Capitolo 7: *** 7- Serendipità ***
Capitolo 8: *** 8- Notte insonne ***
Capitolo 9: *** 9- Fiori ***
Capitolo 10: *** 10- Si va in scena ***
Capitolo 11: *** 11- L'unica cosa giusta ***
Capitolo 12: *** 12- Incoraggiamento ***
Capitolo 13: *** 13- Come Peter Pan ***
Capitolo 14: *** 14- Piccoli incontri ***
Capitolo 15: *** 15- Gelosia ***
Capitolo 16: *** 16- Intuito femminile ***



Capitolo 1
*** 1- Coppia perfetta ***


COPPIA PERFETTA
 

“Professor Oak! Buongiorno! Ho una sorpresa per lei!”
Una donna con lunghi capelli castani si affacciò alla porta dello studio
“Buongiorno Delia! Che piacere rivederti. Di che sorpresa stai parlando?”
“Vieni avanti.” disse semplicemente lei, facendo un cenno a qualcuno nascosto dietro lo stipite della porta.
Nello studio entrò un ragazzino, con corti capelli neri e un buffo cappello. Accanto a lui zampettava allegramente un Pikachu.
Oak si alzò e gli andò incontro, le braccia spalancate e il viso radioso.
“Ash, ragazzo mio! Che gioia rivederti! E anche te, Pikachu!” aggiunse, dando un buffetto sulla testa del piccolo Pokemon che sorrise felice.
“E non è solo.” intervenne Delia, sorridente.
Alla porta si affacciarono anche Brock, Vera e Max.
“Preparo il the, così potremmo parlare comodamente.”aggiunse poi, lasciando i ragazzi a salutare il professore e muovendosi rapidamente in quella casa, ormai familiare.
 
“Caspita!” esclamò il professore, posando sul tavolo la sua terza tazza di the. “E così avete visto tutti questi Pokemon? Sono fiero di voi ragazzi!”
“A proposito di Pokemon...” intervenne Ash “Sarebbe possibile dare un saluto anche a loro?”
“Certo! Seguitemi!”
 
“Squirtle!” esclamò Vera, abbracciando il piccolo Pokemon tartaruga. “Come stai amico mio?”
L’animaletto le sorrise felice.
Accanto a loro apparve improvvisamente un altro Pokemon identico che saltò subito in braccio ad Ash.
“Anche tu mi sei mancato, Squirtle!” esclamò l’allenatore ridendo.
“I vostri Squirtle si sono allenati molto insieme.” intervenne il professor Oak “E il tuo, Vera, è cresciuto molto. Combinano molti disastri, ma devo dice che formano proprio una bella coppia.”
Ad un tratto si sentì un rumore alle spalle dei due ragazzi. Due piccoli Pokemon verdi li stavano fissando, in attesa.
“Bulbasaur!” esclamarono contemporaneamente i due allenatori, prima di fiondarsi ad abbracciare gli amici ritrovati.
“Anche loro vanno molto d’accordo.” spiegò ancora Oak “Il Bulbasaur di Ash ha molto da insegnare a quello di Vera e quest’ultimo si è dimostrato un ottimo allievo. Posso dire che sono una coppia davvero affiatata.”
“Bulbasaur!” esclamò Vera, contenta “Lo sapevo che eri un Pokemon fenomenale!”
“Beh, dopotutto con un maestro come il mio Bulbasaur...” replicò Ash, tranquillamente, rialzandosi da terra.
“Cosa vorresti dire?” esclamò la coordinatrice fissandolo arrabbiata.
“Che il tuo Bulbasaur non sarebbe così fenomenale senza il mio. Dopotutto è l’esperienza quella che conta.”
“Ne sei così convinto? Scommetto che il mio Bulbasaur potrebbe battere il tuo ad occhi chiusi!”
“Non credo proprio!”
“Io invece credo di si! È così agile, scattante. Ed è anche molto carino!”
“E questo cosa c’entra?”
“C’entra, c’entra caro mio!”
I due ragazzi continuarono a battibeccare, con Delia e Oak che li fissavano a bocca spalancata.
“Ma fanno sempre così?” chiese la donna a Brock.
“Oh no. Di solito sono anche peggio!” rispose lui, sorridente.
 
Delia e il professore salutavano i quattro ragazzi, guardandoli camminare illuminati dalla luce del tramonto.
“Sa una cosa, professor Oak?”
“Si Delia?”
“Credo che Bulbasaur e Squirtle non siano gli unici a formare una bella coppia.”
 
 

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Oddio! L’ho fatto veramente!
(rullo di tamburi)  
Ho pubblicato la mia prima storia su EFP!
Devo dire che sono rimasta nel dubbio un bel po’. Pubblicare o non pubblicare? Questo è il dilemma.
Poi però ho preso coraggio ed ora eccomi qua, ad iniziare questa raccolta di one-shot!
 
L’idea è nata cercando qualche storia da leggere su questo sito. Spulciando qua e là ho visto che Ash veniva accoppiato con molti personaggi: Misty, Lucinda, Gary, perfino James! Purtroppo non ho trovato nulla che riguardasse Ash e Vera, uno dei miei personaggi preferiti.
Magari ho cercato male io, può essere... Fatto sta che invece di aspettare che qualcuno scrivesse qualcosa sull’argomento (magari indovinando telepaticamente i miei desideri) ho deciso di pensarci io!
Le storie di questa raccolta saranno tutte (credo) incentrate su Ash e Vera, con la partecipazione speciale di molti altri personaggi.
Non che io abbia qualcosa contro Ash e Misty, specifichiamo, o contro Drew e Vera. Semplicemente volevo scrivere qualcosa su una coppia poco considerata.
Che altro dire?
Ah si. Scrivendo spesso mi immagino le scene quindi forse alcuni discorsi o eventi che nella mia mente sono chiarissimi ad un lettore esterno potrebbero risultare molto confusi. Se ci sono problemi (o errori) ditemelo e provvederò a sistemare!
Bene. Ora, prima che il mio commento diventi più lungo della storia, vi lascio, sperando che qualcuno possa apprezzare questa raccolta!
Un saluto a tutti!
_Li_ 

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Capitolo 2
*** 2- Sorpresa pasquale ***


Buongiorno a tutti!
Prima di lasciarvi alla storia volevo solo dire una cosa: GRAZIE!!
Grazie a tutte le persone che hanno letto la mia storia, grazie a tutte quelle che l’hanno anche solo considerata per un momento. Grazie soprattutto a coloro che hanno recensito!
Mi avete reso davvero felice!

 
 
SORPRESA PASQUALE
 

Ash si era allenato duramente tutto il giorno ed ora l’unica cosa che voleva era dormire.
Salutò velocemente i suoi compagni ed assieme a Pikachu si diresse verso la sua stanza.
Il piccolo Pokemon, esausto, si rannicchiò in un angolo del letto e, dopo pochi minuti, si ritrovò già nel mondo dei sogni.
Ash lo guardò sorridendo.
Poi spense la luce e si buttò sotto le coperte.
 
Aveva appena appoggiato la testa sul cuscino quando qualcuno bussò alla porta.
Cercò l’interruttore della luce e, dopo molti tentativi, riuscì ad accenderla.
Pikachu, infastidito, si rifugiò al buio, sotto le coperte.
Lo sconosciuto bussò di nuovo.
Maledicendo mentalmente il molestatore notturno Ash si alzò, strofinandosi gli occhi, e si diresse lentamente alla porta.
“Ciao Ash! Posso entrare un attimo?”
Dal corridoio Vera lo guardava, imbarazzata.
L’allenatore la fissò un istante, valutando velocemente se mandarla al diavolo o lasciarla entrare.
Scelse la seconda opzione e, sospirando, si fece da parte, richiudendo la porta dietro di lei.
 
La ragazza guardò prima il letto sfatto, poi l’allenatore, che con i capelli arruffati e gli occhi assonnati stava in piedi di fronte a lei.
“Mi dispiace di averti svegliato.”
“Figurati... Dovevo ancora addormentarmi.” replicò lui, sbadigliando.
Vera sorrise.
“Il fatto è che non riuscivo più a resistere. Non vedevo l’ora di farti vedere la mia sorpresa pasquale.”
“Sorpresa pasquale?” ripeté lui, confuso.
La ragazza annuì.
“Chiudi gli occhi.”
Ash continuava a fissarla, sempre più stupito.
“Avanti, chiudi gli occhi!”
Finalmente obbedì.
Dopo un minuto Vera parlò di nuovo.
“Ora puoi aprirli.”
 
Ash aprì gli occhi. Inizialmente non capì. Poi arrossì di botto ed iniziò ad indietreggiare.
“Vera? Che... che vuol dire questo?”
In quei secondi di buio Vera si era cambiata: non indossava più il suo solito completo, ma un costumino da coniglietta sexy, rosa, con tanto di orecchie e codina bianca.
La ragazza portò le mani dietro la schiena e sorrise.
“Buona Pasqua, Ash!”
Iniziò a camminare verso il povero ragazzo che, rosso come un peperone, indietreggiava sempre di più.
Improvvisamente Ash si trovò con le spalle al muro.
Vera continuava ad avvicinarsi mentre l’allenatore spostava lo sguardo a destra e a sinistra, cercando una via di fuga.
“Vera aspetta! Io...”
I loro volti erano ormai a pochi centimetri.
Vera avvicinò le sue labbra a quelle del ragazzo.
Ash chiuse gli occhi, il cuore che batteva all’impazzata.
Sentì il fiato della ragazza spostarsi lungo il suo viso e fermarsi vicino al suo orecchio.
“Le sorprese non sono finite qui.” sussurrò maliziosamente.
 
La porta si aprì di colpo.
Ash sentì Vera allontanarsi e socchiuse leggermente gli occhi.
Sollevato vide Brock sull’uscio. Spalancò gli occhi, felice di vederlo, ma impallidì non appena notò il suo abbigliamento: stesso vestitino rosa da coniglietta sexy, stesse orecchie, stesso sguardo malizioso.
Sorridendo Brock si avvicinò al ragazzo.
“Buona Pasqua Ash!”
 
“NOOO!”
Ash si svegliò con un urlo, agitato e sconvolto.
Si guardò attorno: si trovava all’aperto, nel suo sacco a pelo. Accanto a lui Pikachu lo fissava con sguardo interrogativo.
Sospirando di sollievo si passò una mano sulla fronte.
“Era solo un sogno.”
 
“Buongiorno ragazzi.”
“Buongiorno Ash!”
Vera lo guardò preoccupata.
“Che ti succede? Stai male?”
“No no tranquilla. Ho fatto solo un brutto sogno...”
Rabbrividì al solo pensiero.
Brock gli porse una ciotola di cereali.
Poi lanciò un’occhiata a Vera ed entrambi si piazzarono davanti a lui, le mani dietro la schiena.
“Siamo contenti che tu ti sia svegliato.” iniziò Brock.
“Già!” continuò la ragazza “Non riuscivamo più a resistere. Non vedevamo l’ora di farti vedere la nostra sorpresa pasquale. Chiudi gli occhi!”
Ash lasciò cadere il cucchiaio, guardandoli spaventato.
Poi, con un urlo, fuggì via.
 
“Che gli è preso?”
“Non lo so...”
I due ragazzi guardarono perplessi le uova che tenevano in mano.
“Forse non gli piace il cioccolato.”

 
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BUONA PASQUA A TUTTI!
Spero che abbiate ricevuto molte uova e che vi siate goduti al meglio questi giorni di festa!
Volevo solo chiarire un ultimo particolare riguardo alle mie storie: ho detto che tutte saranno incentrate su Ash e Vera, ma questo non significa sulla coppia Ash e Vera.
Io li adoro come personaggi, li vedo benissimo assieme, ma li vedo altrettanto bene come semplici amici.
In alcune storie ci saranno momenti romantici, è vero, ma in molte altre il loro rapporto, di amore o amicizia, dipenderà esclusivamente dalla fantasia dei lettori.
L’unica cosa che conta è che le mie storie riescano a strapparvi un sorriso!
Ci sono riuscita? Bene!
Non ci sono riuscita? Peccato... cercherò di migliorare!
Detto questo vi lascio!
Un bacione a tutti
_Li_

  

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Capitolo 3
*** 3- Dieta ***


DIETA
 
Vera sedeva su una panchina con Eevee che dormiva beatamente sulle sue gambe. Accanto a loro stava una scatola di cioccolatini quasi vuota.
“Hey sorellona. Da dove arrivano quei cioccolatini?”
“Questi?” chiese la ragazza scartandone un altro e mettendoselo in bocca. Buttò poi la carta nel cestino, a fare compagnia a molte altre.
“Me li ha regalati una ragazzina dopo la gara di ieri. Ha detto che sono il suo idolo!” aggiunse  sorridendo e prendendone un altro.
“Non ti farà male tutto quel cioccolato?” domandò Brock passando di là con in mano un sacco di croccantini per Pokemon.
Vera lo fissò un secondo.
“Naaa!” esclamò scuotendo la testa ed assaporando quella prelibatezza.
“Non ti conviene esagerare.” aggiunse il ragazzo prima di andare.
“Già!” intervenne Ash, spuntato da chissà dove “Se continui così diventerai grossa come uno Snorlax!”
“Impossibile!” replicò la ragazza, sbuffando.
“Dici?”
Ash le si avvicinò rapidamente e le toccò la pancia con un dito.
“Senti qua. Secondo me hai già messo su qualche chiletto!”
“Come ti permetti?” sbottò Vera, scostandogli la mano ed alzandosi di scatto, facendo cadere a terra il povero Eevee.
“Sei proprio un idiota!” gli urlò dietro prima di andarsene.
Max lo fissò severo.
“Che c’è?” chiese Ash con un’alzata di spalle.
Si lasciò poi cadere sulla panchina, la braccia incrociate dietro la testa.
“Le ragazze. Non sanno proprio stare al gioco.”
 
“Quello stupido... Gli farò vedere io se sono ingrassata...”
Da quando Ash le aveva detto quelle parole Vera non aveva fatto altro che pensarci. Aveva perciò deciso di stare più attenta alla sua dieta; aveva perfino iniziato ad alzarsi prima degli altri e ad andare a correre nel boschetto lì accanto.
Non essendo allenata si stancava molto e spesso, alla sera, crollava addormentata a terra, stanca e dolorante.
Non aveva però intenzione di mollare.
 
Anche quella mattina si era alzata presto ed aveva deciso di fare il suo solito giretto in mezzo al bosco.
Era rilassante correre da sola in mezzo al verde, circondata da alberi e Pokemon semiaddormentati, accompagnata solo dal fruscio delle foglie mosse dal vento.
Intanto pensava alla faccia che avrebbe fatto Ash vedendola in ottima forma. Le avrebbe dovuto fare i complimenti e si sarebbe prostrato ai suoi piedi per chiederle scusa.
Sorrise a quel pensiero.
Purtroppo, troppo presa nei suoi sogni ad occhi aperti, non si accorse di una radice che sporgeva dal terreno.
Inciampò e cadde di faccia.
“Dannazione!” urlò, sostenendosi con le braccia e massaggiandosi il naso.
Provò poi a rialzarsi, ma quando appoggiò il piede ricadde pesantemente a terra, gemendo di dolore.
Toccò la caviglia, gonfia e dolorante, e non riuscì a trattenere un altro gemito.
“Maledizione. Sono persa in questa foresta e nessuno sa dove mi trovo. Avessi almeno portato i miei Pokemon con me...”
 
“Hey Ash. Hai visto Vera?” chiese Max, raggiungendo gli altri due ragazzi che sedevano al tavolo facendo colazione.
“No. Perché?” rispose lui, addentando un pezzo di pane.
“Quando mi sono svegliato il suo sacco a pelo era già al suo posto e il suo marsupio e le pokéball erano lì accanto.” disse prendendo un panino anche lui.
“Sarà andata a farsi una passeggiata prima di colazione.” propose Brock.
Ash continuò a mangiare in silenzio, pensieroso.
 
Era già passata mezzora e il dolore alla caviglia non accennava a diminuire.
Vera era ormai sull’orlo delle lacrime.
Provò a rialzarsi un’altra volta, sostenendosi ad un albero, ma non appena fece un passo ricadde a terra.
Esasperata scoppiò a piangere.
“Serve una mano?”
Rialzò la testa di scatto.
Ash era in piedi davanti a lei, un enorme sorriso stampato in faccia.
“Ash? Ma come...?” balbettò.
Il ragazzo per tutta risposta indicò il piccolo Pokemon accanto a lui.
“Eevee ha seguito il tuo odore e io ho seguito lui.” spiegò semplicemente.
L’animaletto le si avvicinò e le leccò una guancia. Vera lo abbracciò di slancio, singhiozzando ancora più forte.
“Dai ormai è finita!” esclamò Ash, dandole un’affettuosa pacca sulla testa.
Si accovacciò, invitandola a salirgli sulle spalle.
Lei cercò di rifiutare ma lui la interruppe.
“È colpa mia se ti sei fatta male. Mi dispiace di averti detto quelle cose. Stavo solo scherzando: non hai bisogno di dimagrire. Vai benissimo così come sei!” aggiunse sorridendo.
Vera arrossì e finalmente si lasciò portare in spalla.
Si accoccolò sulla sua schiena e sorrise felice, con Eevee che trotterellava davanti a loro.
“Grazie.” gli sussurrò all’orecchio.
Ash la guardò con la coda dell’occhio e le sorrise nuovamente, continuando a camminare.
 
Giunti al campo Ash la appoggiò delicatamente a terra.
Poi si sedette, esausto.
“Effettivamente, però, forse è il caso di eliminare qualche dolcetto.”

 
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Buonasera a tutti!
Per vostra fortuna (o sfortuna a seconda dei punti di vista) ho trovato un momento libero e sono riuscita ad aggiornare!
Spero che pure questa storiella possa piacervi!
Aggiungo solo che la parte iniziale dei cioccolatini è presa da una vicenda realmente accaduta. Ah se non ci fossero i padri a prenderci in giro per la pancetta e a darci l’ispirazione per le fanfiction...
Un enorme grazie a chi continua ancora a seguire! Probabilmente deve ancora rendersi pienamente conto di quello che sta facendo :)
Un saluto a tutti!
_Li_ 

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Capitolo 4
*** 4- S. Valentino ***


S. VALENTINO
 

“Tra due giorni è S. Valentino e io non faccio altro che pensarci.”
Il piccolo Pokemon inclinò la testa di lato e fissò stupito il suo allenatore.
“È giunto finalmente il momento di rivelarle i miei sentimenti. E quale giorno migliore se non questo. Vero Pikachu?”
Il topolino annuì, poco convinto.
Il ragazzo strinse la mano a pugno e fissò convinto un punto indefinito dell'orizzonte.
“Si! Sono sicuro che finalmente riuscirò a farla cadere ai miei piedi!”
 
“Sai Brock. Tra due giorni è S. Valentino...”
“E allora, Vera?”
“E allora volevo chiederti se per caso tu potevi... beh ecco...”
“Si?”
“Volevo chiederti se per caso potevi insegnarmi a preparare dei cioccolatini!”
Un secondo di silenzio seguì questa affermazione.
Vera, rossa come un peperone, si guardava i piedi mentre Brock la fissava stupito.
Il ragazzo sospirò.
“D’accordo.”
 
“Ora devo buttare il cacao?”
“No, prima devi metterci il latte. Attenta! Il fuoco è troppo alto!”
Brock si fiondò verso la pentola, prendendo il cucchiaio e tentando di rimediare.
Vera lo fissò mortificata.
“Scusa. Sono una frana in cucina.”
Attese un attimo, poi aggiunse “Per favore, non dire nulla ad Ash.”
“Perché?” chiese Brock stupito.
“Hem... Perché...” Vera sembrava imbarazzata.
“D’accordo, d’accordo... Non importa.” disse, continuando a mescolare al posto suo.
 
“Pronti!”
La ragazza esultò e gli mostrò dei cioccolatini mezzi bruciacchiati. Inizialmente avrebbero dovuto essere a forma di cuore, ma ora assomigliavano più ad un gruppo di Grimer ammalati.
Brock ne prese uno e lo esaminò attentamente, sospettoso.
Poi lo addentò.
“Allora?” chiese Vera speranzosa “Come sono?”
Il ragazzo la fissò un istante.
“Orribili.” disse solo, non riuscendo a trattenere una smorfia di disgusto.
Vera si sedette per terra, sconsolata.
“Lo sapevo. Sono una frana!”
Brock le appoggiò una mano sulla spalla.
“Tranquilla. Possiamo sempre comprarne una scatola domani. Non saranno fatti in casa ma almeno saranno commestibili!”
 
Dopo averlo ringraziato e avergli dato la buona notte, Vera andò a letto, più sollevata.
Ash e Pikachu entrarono nella piccola cucina del centro Pokemon mentre Brock stava finendo di sistemare. Il ragazzo annusò l’aria.
“C’è puzza di bruciato. È successo qualcosa qui?” chiese sospettoso.
“Assolutamente no!” replicò Brock, forse un po’ troppo velocemente.
Ash lo fissò un secondo. Poi alzò le spalle e si voltò per andare a dormire.
Per caso guardò nel cestino, dove vide un mucchietto di quelli che sembravano cioccolatini carbonizzati.
Ignorandoli, si diresse nella sua camera.
 
La mattina dopo Vera si svegliò di buon’ora. Dopo essersi preparata andò nella camera dei ragazzi, a cercare Brock.
Bussò e, non ricevendo risposta, entrò.
Non c’era nessuno.
Improvvisamente notò sul tavolo una piccola scatola rossa.
Si avvicinò e guardò dentro: erano cioccolatini.
“Ma certo! Brock deve averli comprati al posto mio, per farmi una sorpresa!”
Prendendoli corse verso il giardino, cercando Brock.
Quando lo vide lo raggiunse, raggiante.
“Grazie mille Brock! Sei un vero amico!”
“Di cosa stai parlando?” chiese lui confuso.
“Dei cioccolatini! Quando sei andato a prenderli?”
“Veramente non sono miei.”
“Come?” la ragazza si bloccò. “Ma allora chi...?”
“Ash!” esclamò Brock.
“Ash? Sapeva dei cioccolatini?”
Vera sembrava preoccupata.
“No! Però ieri sera è entrato in cucina ed ha sentito l’odore di bruciato e allora forse...”
Non riuscì a finire la frase che Vera era già scappata.
 
“ASH!”
Il ragazzo si stava allenando con Pikachu quando si sentì chiamare da Vera.
Si voltò e la ragazza gli gettò le braccia al collo.
“Grazie Ash!”
“Come? Di cosa...” chiese lui, senza fiato.
“Dei cioccolatini!” lo interruppe lei “È stato un pensiero così carino!”
“Ma io...”
“Sei entrato in cucina e hai visto il mio fallimento. Scusa se non te l’ho detto prima, ma mi vergognavo...”
“Beh ecco...”
“Comunque grazie! È solo merito tuo se finalmente ho qualcosa da regalare a Drew!”
“Drew?” balbettò il ragazzo confuso “Ma veramente...”
“Si Drew! Finalmente potrò dirgli quello che provo, proprio il giorno di S. Valentino! Grazie ancora Ash!”
“Ma io in realtà...”
Troppo tardi.
Vera era già fuggita via, felice come una pasqua.
 
Ash rimase immobile, solo e spiazzato.
“Ma veramente quelli erano i cioccolatini che dovevo dare a Misty!”

 
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Altro capitolo, altra corsa!
Come potete notare la voglia di cioccolato non è ancora sparita del tutto... Vabbè. Fortuna che mi rimane ancora qualche frammento delle uova di pasqua :)
Spero che la storia risulti comprensibile (lo ammetto: è totalmente incasinata. Quindi se non capite qualcosa fatemi sapere).
Ah, aggiungo solo che non ho la più pallida idea di come si preparino dei cioccolatini e non so se davvero si debbano mettere latte e cacao. A caso...
Grazie ancora a tutte le persone che continuano a seguire e soprattutto a commentare!
Bacioni a tutti e BUONA FESTA DELLA MAMMA!
_Li_ 

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Capitolo 5
*** 5- Ragazze e videogiochi ***


RAGAZZE E VIDEOGIOCHI 
 

Le gocce di pioggia cadevano incessanti e tamburellavano leggere sul vetro.
All’interno del centro Pokemon Vera osservava tristemente il paesaggio esterno.
Sbuffò.
Oggi avrebbe voluto uscire, allenarsi, divertirsi.
Ed invece quella stupida pioggia aveva rovinato tutto.
Sbuffò nuovamente e si alzò.
 
Stava camminando per il corridoio del centro quando improvvisamente sentì delle voci provenire dalla sala principale.
Sembravano quelle di Ash e Brock.
“Avanti, attacca!”
“Ti prego resisti! Non puoi mollarmi adesso!”
“Un altro piccolo sforzo...”
Non riusciva a crederci.
Quegli incoscienti stavano combattendo all’interno del centro Pokemon.
E non l’avevano chiamata!
“SIII! Ho vinto!”
Basta. Questo era troppo.
Infuriata Vera spalancò la porta.
Ash, in un angolo, stava facendo uno strano balletto mentre Brock, trattenuto da Max, imprecava contro la Tv su cui lampeggiava la scritta “ASH is the winner. BROCK try again.”
“Che sta succedendo qui?”
I tre ragazzi si voltarono di scatto udendo la voce di Vera.
Ash sorrise vittorioso.
“Succede che ho appena ucciso Brock!”
 
“Non capisco come voi ragazzi facciate a divertirvi con un giochetto così stupido.”
Ash e Max la fissarono sconvolti. Brock invece prese il gioco tra le mani e lo accarezzò dolcemente.
“Tranquillo piccolino. Non sa quello che dice. Nessuno pensa che tu sia stupido.” sussurrò.
Vera sbuffò, irritata, e fece per andarsene.
“Sorellona. Prima di parlare dovresti provare.”
Max le si avvicinò porgendole un joystick.
“No grazie.”
Ignorandolo continuò a camminare. Improvvisamente la voce di Ash la bloccò
“Probabilmente ha paura di non essere in grado.”
Voltandosi con sguardo assassino si avvicinò al fratello e gli tolse il joystick di mano, sedendosi di fronte alla Tv.
“Sia chiaro che farò solo una partita, giusto il tempo necessario per mostrarvi la mia bravura.”
 
“Dai, dai, dai!!"
“Vera?”
"Avanti, muori maledetto!!"
Max si avvicinò cautamente alla sorella. La ragazza lo ignorò, continuando ad urlare contro lo schermo ed a premere furiosamente i tasti del controller.
“Ormai sono le 6 di sera. Ha smesso di piovere. Non possiamo uscire?”
Provò a prenderle il joystick di mano ma un’occhiata della sorella bastò per farlo indietreggiare.
Sconsolato, ritornò da Ash e Brock e si sedette accanto a loro.
 
Improvvisamente si udirono dei rumori provenire dall’esterno.
La porta principale si spalancò e l’infermiera Joy entrò trafelata.
Ash, Brock e Max, preoccupati, si avvicinarono alla donna che spiegò loro la situazione.
“Era ferito ed ho cercato di curarlo. Lui però ha pensato che volessi aggredire i suoi piccoli e così mi ha attaccato!”
"Di chi sta parlando?"
L'infermiera indicò un punto alle loro spalle: un Salamence furioso era appena entrato nella stanza, spaventando i vari ospiti e facendoli fuggire da tutte le parti.

Mentre Brock consolava la sua “amata infermiera Joy”, Ash si preparò ad affrontare il nuovo avversario.
Salamence volava per la stanza, ruggendo e schivando gli attacchi elettrici di Pikachu.
Il frastuono causato dagli attacchi dei due Pokemon si mescolò alle urla della gente ed al rumore degli oggetti in frantumi.
In quella confusione l’unica persona tranquilla sembrava Vera.
Improvvisamente Salamence si avventò su Ash, colpendolo e facendolo finire addosso alla Tv, poco lontano da Vera.
Pikachu, preoccupato, corse subito dal suo allenatore.
La ragazza fissò l’amico, steso accanto a lei.
Poi poggiò il joystick a terra e, sotto gli sguardi attoniti e spaventati dei presenti, si diresse verso il grande Pokemon.

Salamence ruggì e, volteggiando, atterrò poco distante da Vera.
“Come hai osato?” mormorò quest’ultima.
Il Pokemon avvicinò il suo muso al volto della ragazza e ruggì.
Per nulla intimorita la coordinatrice continuò a parlare.
“Posso capire tutto. Ma lui non dovevi toccarlo.”
Salamence vacillò. Lo sguardo della ragazza era furioso. 
Per la prima volta ebbe paura.
Ringhiando iniziò ad indietreggiare lentamente, voltandosi ed uscendo poi dal centro Pokemon.
 Il silenzio pervadeva la stanza.
Ash, come tutti, fissava a bocca aperta la giovane ragazza.

Vera sorrise trionfante.
“Nessuno può permettersi di fare del male al mio adorato videogioco!”
Poi, come se nulla fosse, si avvicinò alla Tv e riprese la partita da dove l’aveva interrotta.

 
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Buongiorno!
Lo so che dovrei studiare... Ma questa pioggia mi ha fatto passare totalmente la voglia! E così mi sono messa a scrivere ed ora eccomi qui a postare un nuovo capitolo!
Spero che voi possiate apprezzarlo, visto che a me sinceramente non convince molto.
L’unica cosa che mi piace è il tema: ragazze e videogiochi appunto!
Da quello che vedo, infatti, molti credono che le ragazze siano delle frane con i videogiochi.
Questo non è affatto vero!!
Se vogliamo sappiamo essere anche più brave (o, come in questo caso, più fanatiche) di voi!
Lo dimostra il fatto che la sottoscritta, sfidata da un amico a Tekken, sia riuscita a batterlo velocemente e lasciarlo con un palmo di naso! (Ovviamente il fatto che io abbia perso le tre partite successive è solo un dettaglio insignificante).
Ok. Dopo questa piccola polemica posso anche andare a studiare (spero).
Ciao e buona domenica a tutti!
_Li_  

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Capitolo 6
*** 6- Lotta all'ultimo sangue ***


LOTTA ALL’ULTIMO SANGUE
 
L’aria era immobile.
Brock e Max, ammutoliti, sedevano ai piedi di un albero e fissavano la scena nel più assoluto silenzio.
Pikachu e Torchic dovevano aver capito l’importanza del momento perché non saltellavano allegramente in giro, ma stavano rintanati in un angolo, le orecchie tese e le code frementi, pronti a nascondersi al minimo segnale di pericolo.
Niente si muoveva. Tutto sembrava ruotare attorno ai due protagonisti che, immobili, si scrutavano dai due lati opposti della radura.
Ash fissava Vera.
Vera fissava Ash.
Le fronti erano bagnate da stille di sudore; le sopracciglia erano aggrottate per la concentrazione; le mani, tese, stringevano quasi spasmodicamente l’oggetto metallico, appuntito e lucente.
 
Bastò un secondo, un impercettibile gesto.
Senza alcun preavviso i due ragazzi partirono all’attacco, contemporaneamente.
I piedi si muovevano rapidi, gli occhi saettavano da una parte all’altra, pronti a cogliere il minimo segno di distrazione.
Gli unici rumori che si udivano erano il fruscio delle scarpe sull’erba e il cozzare metallico degli oggetti.
Brock e Max trattenevano i respiro, intimoriti ma allo stesso tempo ammaliati dai loro movimenti rapidi e precisi.
Persino i Pokemon rimanevano immobili, senza fiatare.
La lotta era dura e cruenta, ma improvvisamente finì.
Fu un attimo. Ash si distrasse, e Vera ne approfittò per colpire.
Il metallo si piantò nella carne.
“Mi dispiace.” disse la ragazza con un ghigno “Hai perso.”
Già. Ash aveva perso. Ash era crollato.
Un’ombra di sofferenza passò sul suo volto, mentre la ragazza sfilava il metallo dalla carne tenera.
Brock e Max si fissarono un secondo. Poi si avvicinarono al perdente che fissava sconsolato l’avversaria.
“Mi dispiace molto.”
“Stai bene Ash?”
Il ragazzo non rispose. Si limitò a rintanarsi in un angolo.
 
Pikachu gli si avvicinò, sfregando il musetto sulla sua mano.
“Tranquillo Pikachu.” disse l’allenatore accarezzandogli la testa “La prossima volta sarò io a prendere l’ultima bistecca!”
Osservò un’altra volta Vera che, soddisfatta, si portava la forchetta alla bocca.
Sorrise.
Anche questa volta l’aveva lasciata vincere.

 
------
Hola!
Lo so lo so che questa storiella è corta ed anche che è un'emerita cavoltata... Però non potevo non pubblicarla! Soprattutto perché è stata la prima fic di “Loro due” che ho scritto :)
È da qui che tutto è iniziato, una sera per caso (anche se sinceramente non so da dove sia venuta fuori un’idea del genere!).
Spero comunque che risulti comprensibile:)
...
Ok oggi non ho altro da aggiungere, anche perchè il caldo mi sta togliendo ogni forza.
Grazie ancora a tutte le persone che continuano a seguire!
Ciao ciao
_Li_

  

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Capitolo 7
*** 7- Serendipità ***


SERENDIPITÀ
 
“Cosa significa serendipità?”
Brock e Ash smisero per un istante di mangiare e fissarono Vera a bocca spalancata.
“Che??” esclamò l’allenatore di Pokemon, stupito.
“Serendipità!” ripeté lei, scandendo bene la parola.
“E da dove l’hai tirata fuori?” domandò Brock, sempre più confuso.
“L’ho letta per caso su un libro. Allora sapete o no che significa?”
I due ragazzi si guardarono un istante, perplessi. Poi ripresero a mangiare.
“Come non detto...” sospirò Vera, allontanandosi.
 
La biblioteca? Certo! Esci dal centro Pokemon e giri a sinistra. È l’edificio giallo sulla destra.
Vera ripensò alle parole dell’infermiera Joy. Si guardò intorno, cercando tra le case, ed infine la notò: era enorme, di un giallo splendente.
Salì i gradini di corsa ed entrò nell’immenso edificio, mettendosi subito alla ricerca.
“Allora vediamo un po’... Storia... Geografia... Grammatica!”
Vera si fermò di fronte ad un immenso scaffale stracolmo di libri. Scorse con lo sguardo i titoli dei libri ed infine notò dei grossi volumi sull’ultimo ripiano: dei dizionari.
Salì sulla scaletta e si alzò in punta di piedi, cercando di afferrarne uno.
“Vera!”
Una voce alle sue spalle la chiamò, rischiando di farle perdere l’equilibrio.
“Ash! Volevi uccidermi o cosa?” esclamò arrabbiata, tenendosi saldamente alla scala.
“Scusa non volevo spaventarti.” replicò il ragazzo, sorridendo imbarazzato “Ma che ci fai lassù?”
“Cerco di prendere il vocabolario.”
Si sforzò ancora una volta tentando di raggiungerlo.
“Ancora per quella stupida parola? La serpentipità? Non potevi chiedere aiuto a tuo fratello?”
“Intanto è serendipità. E poi no. Max mi avrebbe presa in giro a vita.”
Finalmente riuscì ad afferrare l’enorme libro. Tirò un sospiro di sollievo e si mise a sfogliarlo subito.
“Non sarebbe meglio scendere prima dalla scaletta?” chiese Ash, fissandola preoccupato.
“Ecco qua!” lo interruppe lei puntando il dito su una pagina “Ascolta. Serendipità: Scoprire qualcosa di imprevisto ed inaspettato casualmente, mentre si sta cercando altro.
“Perfetto." replicò lui velocemente "Ora scendi.”
La ragazza gli lanciò un'occhiataccia e sbuffò.
Prima di scendere si sporse, cercando di rimettere al suo posto il libro.
Cercò di inserirlo nello spazio giusto, dandogli dei piccoli colpetti, ma improvvisamente perse l’equilibrio e scivolò dalla scaletta con un urlo.
Il vocabolario cadde a terra con un tonfo. Vera invece atterrò tra le braccia di Ash, accorso in suo aiuto.
Lo fissò per un istante, stupita.
“Te l’avevo detto  di scendere, ma tu non hai voluto darmi retta.” la rimproverò Ash “Certe volte sei così testarda.”
Sospirò e la rimise a terra.
Vera cercò di balbettare qualcosa, mortificata.
Ash invece sorrise.
“Ma devo dire che questo è un altro dei motivi per cui mi piaci.”
Uscì poi dalla biblioteca, lasciando Vera imbambolata ed imbarazzata.
 
Brock la salutò non appena la vide tornare.
“Allora Vera. Hai scoperto che cos’è questa serendipità?”
La ragazza lo fissò un secondo. Poi sorrise.
“Si Brock. Credo proprio di averlo scoperto.”

 
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Bonjour à tout le monde!
Oggi sono allegra! Sarà che ho dormito praticamente per tutto il pomeriggio, dovendo recuperare sonno arretrato... E così ora eccomi qua, affamata ed iperattiva (più o meno)!
Tornando alla storia... Vi è mai capitato di svegliarvi un giorno e di avere in testa una parola, che neanche sapevate esistesse, e di non riuscire proprio a levarvela dalla mente? E di volere a tutti i costi scoprire il suo significato?
Ecco. Questo è quello che è successo a me quando ho scritto questa storia :)
Mi sono svegliata, quel giorno, e nel mio cervello ha iniziato a risuonare la parola SERENDIPITÀ (anzi SERENDIPITY, visto che il mio cervello malato me l’aveva pure messa in testa in inglese).
Che, sinceramente, non è una brutta parola! Cioè: serendipity! È musicale non trovate?
Però dopo 3 ore che non fai altro che pensare serendipity, serendipity, serendipity, SERENDIPITY! la cosa diventa un po' fastidiosa...
Quindi evviva i dizionari online!
Cercando in internet ho infatti scoperto il significato delle parola  e sono così riuscita a levarmela di dosso!
Tralasciando il commento un po' pazzo spero comunque che la storiella vi sia piaciuta! Anche perché sinceramente è una delle mie preferite per ora (assieme a S. Valentino) :)
Tranquilli ora me ne vado!
Ciao a tutti, alla prossima!
_Li_

 
                                  
 
 
 
 
  

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Capitolo 8
*** 8- Notte insonne ***


NOTTE INSONNE
 
Vera e Ash stavano camminando nel folto della foresta, scivolando silenziosi tra alberi, arbusti e cespugli.
Improvvisamente, tra le foglie, qualcosa si mosse.
I due ragazzi si scambiarono un’occhiata d’intesa. Poi, pokéball alla mano, saltarono oltre al cespuglio.
“Ti abbiamo trovato!” urlò Ash “Ora non puoi più scappare Ralts!”
Fece per lanciare la pokéball ma si bloccò improvvisamente.
Al posto del piccolo Pokemon di tipo psico c’era una buffa pallina rosa.
“Ma quello è Jigglypuff!” esclamò Vera stupita, il braccio ancora fermo a mezz’aria.
 Il Pokemon li salutò allegro, contento di avere finalmente compagnia.
“Già...” disse l’allenatore, sospirando e rimettendo via la pokéball.
I due ragazzi, delusi, si voltarono verso la direzione da cui erano venuti, pronti a ritornare all’accampamento.
Non avevano fatto però i conti con Jigglypuff.
Offeso per essere stato ignorato così apertamente, si mise a cantare la sua dolce melodia.
In un attimo i due ragazzi crollarono a terra, addormentati.
Infuriato il Pokemon iniziò a scarabocchiare i loro volti. Se ne andò poi soddisfatto, lasciando i due malcapitati a dormire beati.
 
“Max! li ho trovati!”
“Era ora! È tutto il pomeriggio che li cerchiamo e stavo iniziando ad avere fame!”
Il bambino scavalcò con difficoltà l’ultimo cespuglio per raggiungere Brock, ma quando arrivò rimase spiazzato.
“Che è successo alle loro facce?”
“Jigglypuff!” disse solo Brock, sospirando.
 
“Ah che bella dormita!” esclamò Vera, stiracchiandosi ed aprendo gli occhi.
Stranamente si trovava ancora nel bosco anche se, a giudicare dal colore del cielo, doveva essere già il tramonto.
“Finalmente ti sei svegliata!” disse una voce accanto a lei.
“Brock? Che ci fai qui? E soprattutto che ci faccio io qui?”
“Vi siete addormentati in mezzo al bosco.”
“Addormentati?” chiese Ash, svegliandosi in quel momento e sbadigliando sonoramente.
“Già. Tutto merito del caro, dolce Jigglypuff.”
“Jigglypuff?” esclamò il ragazzo balzando in piedi.
Corse verso il ruscello lì vicino.
“Ancora lui? Nooo!!”
 
“Beh sorellona, io vado a letto.”
“Di già?”
“Si. Io e Brock,a differenza vostra, non abbiamo passato tutto il pomeriggio a dormire. Buonanotte!”
Detto questo si infilò nel sacco a pelo e le voltò le spalle. Brock lo seguì poco dopo come pure il piccolo Pikachu.
Vera sospirò.
Raggiunse poi Ash, disteso sul prato poco distante dagli altri due.
“Hey. Sei sveglio?” sussurrò.
“Certo.” rispose lui voltando leggermente la testa per guardarla “Non ho sonno.”
“Già.” concordò la ragazza, stendendosi accanto a lui.
Rimasero così, in silenzio per un po’, persi ognuno nei propri pensieri.
Improvvisamente Vera puntò un dito verso l’alto.
“Sai” iniziò “non sono mai riuscita a trovare l’Orsa Minore.”
“È facile.” rispose il ragazzo dopo poco “Basta trovare l’Orsa Maggiore. È là, vedi? Quella che assomiglia ad un enorme Ursaring.”
Iniziò poi ad indicare con il dito “Lì c’è la testa, le zampe e quella è la coda. E se ti sposti più in là troverai l’Orsa Minore, una sorta di piccolo Teddiursa addormentato.”
Vera lo ascoltava ed intanto osservava il cielo affascinata.
Ash continuò a parlare.
“Quella lì è la Costellazione dei Gemelli. Quelle due stelle rappresentano un Minus ed un Plusle che giocano in cielo. Quello invece è il grande Krabby, ovvero la Costellazione del Cancro. E lì in fondo ci sono il Cane Minore ed il Cane Maggiore. Si dice che rappresentino i due fedeli amici del cacciatore Orione, un Growlithe ed un Arcanine.”
Vera seguiva le sue indicazioni, ammaliata dalle migliaia di puntini luminosi che avevano così tanto da raccontare.
Ascoltava rapita tutte le storie che Ash le narrava, tutte le leggende che erano legate a quei Pokemon, per sempre immortalati nella volta celeste.
 
“Ash? Posso chiederti una cosa?”
“Certo!”
“Come fai a sapere tutte queste cose?”
Il ragazzo la fissò. Poi sorrise malinconicamente.
“È stato mio padre.” disse, tornando a guardare il cielo “Lui adorava le stelle. Quand’ero piccolo mi portava spesso all’aperto e mi spiegava la storia delle varie costellazioni. È stato grazie a lui che è nata la mia passione per i Pokemon. Mi dispiace solo di non avere fatto in tempo a dirgli grazie.”
Rimase poi in silenzio, lo sguardo perso nel vuoto, l’espressione triste e pensierosa.
Improvvisamente sentì una mano calda sulla sua. Si voltò e vide Vera che lo fissava, sorridendo dolcemente.
“Tu gli hai già detto grazie, Ash. Gli hai detto grazie amando i Pokemon e vivendo questa magnifica avventura. E soprattutto gli hai detto grazie insegnando a me ad amare i Pokemon. Scommetto che tuo padre sa già tutte queste cose mentre ci guarda da lassù.”
L’allenatore la guardò stupito un istante. Poi le strinse la mano, sorridendole riconoscente.
Ricominciò quindi ad illustrarle le meraviglie del cielo.
 
La mattina dopo, quando Brock si svegliò, trovò i due ragazzi ancora distesi sul prato.
Sorridendo silenziosamente prese una coperta e poi se ne andò, lasciandoli dormire mano nella mano.

 
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Buonasera!!
Scusate l’ora tarda ma in questo weekend di relax (per modo di dire) ho avuto un sacco da fare.
Perciò, lo ammetto, mi sono dimenticata che dovevo aggiornare...
Quindi, a tutti quelli che ancora continuano a seguire, scusate!
Fortunatamente però sono riuscita a recuperare questo capitolo che avevo scritto tempo fa.
L’ispirazione è nata vedendo il film Jirachi wish maker.
Alla fine del film, infatti, i ragazzi osservano le costellazioni e le associano ad alcuni Pokemon (ad esempio l’Orsa Minore e Maggiore con Teddiursa e Ursaring).
Io adoro le stelle, adoro le costellazioni e tutte le leggende legate ad esse. Quindi non potevo non scrivere una storia al riguardo!!
E se poi in mezzo ci mettiamo pure il caro, vecchio Jigglypuff e Ash e Vera (in questo caso immaginati solo in un rapporto di amicizia) ben venga!
Solo tre precisazioni:
1- Ho scelto le costellazioni più famose e che maggiormente mi piacevano. Non è detto però che siano vicine tra loro o visibili nello stesso periodo. Consideriamola una sorta di licenza astronomica :)
2- Tutto ciò che riguarda il padre di Ash è puramente inventato. Ma penso che questo l’aveste capito da soli.
3- Come certamente ricorderete Vera, nelle prime puntate dell'anime, non amava i Pokemon. La sua passione è nata in seguito, proprio grazie ad Ash. Ma penso che aveste capito pure questo :)

Bene. Dopo tutte queste disquisizioni vi lascio andare.
Ciao ciao, anzi, buonanotte!
_Li_ 

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Capitolo 9
*** 9- Fiori ***


FIORI
 
“Hey Ash! Posso farti una domanda? Quali sono i tuoi fiori preferiti?”
 

Ash fissò perplesso Max che, in piedi di fronte a lui, aspettava impaziente una risposta.
Pensò un secondo e disse il primo fiore che gli veniva in mente.
“I papaveri.”
Il bambino lo fissò sorridente e poi, ringraziandolo, scappò via a cercare Brock.
 
I papaveri.
Perché aveva risposto così?
Fin da piccolo i suoi fiori preferiti erano sempre stati i girasoli.
Gli erano sempre piaciuti. Sono così grandi, forti, belli: è impossibile non notarli.
Spiccano alti verso il cielo, con quei petali arancioni e gialli, quel gambo verde acceso.
Sono fiori diversi dagli altri. Danno un senso di fierezza, di indipendenza.
Tutte le piante vivono grazie al sole: aspettano con impazienza il suo arrivo ed aspettano fiduciose che la sua luce si posi su di loro.
I girasoli no.
I girasoli si muovono, girano seguendo la traiettoria solare.
Non è la luce ad andare da loro. Sono loro che prendono la luce.
Sorrise.
Forse era una stupidaggine ma era anche per questo che apprezzava Misty.
Trovava che quella ragazza assomigliasse in modo incredibile ai girasoli: forte, bella, indipendente. I capelli arancioni come la corolla e gli occhi verdi come il gambo.
Già probabilmente i suoi fiori preferiti erano i girasoli.
Eppure lui aveva detto papaveri.
 
Sedette sotto un albero e si mise ad osservare il panorama.
Era maggio. Il sole splendeva ed una brezza leggera rinfrescava l’aria.
Gli ritornarono in mente momenti della sua infanzia, quando da piccolo correva in mezzo ai prati con la madre ed assieme raccoglievano mazzi di papaveri.
Dopotutto anche quei fiori avevano la loro bellezza.
Erano così semplici e fragili eppure, nonostante tutto, mostravano una certa determinazione.
Nascevano in mezzo ai prati o ai campi, nascosti da spighe ed erbacce. Sembravano così indifferenti e deboli ma quando arrivava il loro momento lottavano con tutte le loro forze per emergere dalla massa, per mostrare al mondo le loro qualità.
Alla fine con la loro caparbietà e la loro testolina rossa riuscivano sempre a spiccare su tutto il resto.
Ora che ci pensava, però, anche i papaveri gli ricordavano qualcuno.
Qualcuno con una buffa testolina rossa.
Qualcuno di altrettanto semplice e determinato.
 
“Hey Vera! Posso chiederti una cosa?”
 

Sorrise nuovamente.
Forse aveva capito perché aveva dato quella risposta.

 
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Buongiorno a tutti!
Purtroppo ieri, essendo stata fuori di casa tutto il giorno, non sono riuscita a postare un nuovo capitolo.
E quindi eccomi qui, ad aggiornare di lunedì! (la rima non era voluta)
In realtà mi sto rendendo conto che questa storiella non ha molto un senso... Perchè poi Max dovrebbe fare una domanda del genere? Boh.
Vabbè. Comunque sia mi piace.
Volevo scrivere qualcosa legato ai fiori (boh, ispirano bene) e così ho pensato di associare i personaggi ad una pianta. Inizialmente pensavo ad Ash e Vera, ma dopo 20 minuti di buio assoluto per qualsiasi abbinamento ci ho rinunciato.
Così è venuta fuori l’idea di Misty che, secondo me, è azzeccata! Voi che dite?
In quanto a Vera ci ho riflettuto molto ma non mi veniva in mente nulla. Cercavo qualsiasi appiglio ed alla fine ho puntato sul rosso che contraddistingue il suo abbigliamento. E così: papaveri!
Ho cercato di renderli simili anche “caratterialmente”. Bah... Speriamo di esserci riusciti.
In più (queste mi sono venute in mente dopo) papavero ricorda il nome Vera ed inoltre il periodo in cui si vedono questi fiori è maggio che in inglese diventa May, proprio come il nome della ragazza.
Si, lo ammetto, mi sono divertita :)
Vabbè, spero abbiate apprezzato.
Ringrazio chi continua a seguire e chi ha messo la storia tra le seguite o le preferite (cosa scoperta 2 giorni fa. Tralasciamo.)
Ciao ciao alla prossima!
_Li_

     

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Capitolo 10
*** 10- Si va in scena ***


SI VA IN SCENA
 

Ash fissò stranito le centinaia di persone attorno a lui.
“Brock... Vuoi cortesemente spiegarmi che ci facciamo qui?”
Il ragazzo sospirò sonoramente, ma rispose comunque alla domanda.
“Te l’ho già detto Ash. Dobbiamo partecipare a questo corso su...” guardò il depliant che aveva in mano e lesse a voce alta “La mediazione e la comunicazione tra allenatori e Pokemon.
Ash sbuffò.
“Questo lo so.”
 Si sedette poi su una sedia, incrociando le braccia.
“Intendo dire: perché non abbiamo solo finto di venire? Dopotutto nessuno si sarebbe accorto della nostra assenza! E invece di perdere tempo così, a quest’ora potremmo essere nella città più vicina ad allenarci per battere il capo palestra.”
“Lo sai benissimo anche tu che non avremmo potuto scamparla.”
La voce di Vera gli giunse da dietro.
L’allenatore osservò con la coda dell’occhio la ragazza avvicinarsi e prendere posto accanto a lui.
“Il professor Oak si è raccomandato con Max di controllare che noi fossimo presenti. E lo sai che a mio fratello non si sfugge!”
Represse anche lei un sospiro ed appoggiò sconsolata il mento sulle mani.
“Andiamo!”
Brock si posizionò davanti a loro e li fissò con un sorriso.
“Vedrete che sarà interessante! Ok ok, forse non sarà interessante.” si corresse subito vedendo l’occhiataccia dei due “Però sono sicuro che durerà poco. Dovremmo solo stare qui seduti ed aspettare pazientemente la fine. Vedrete che non sarà poi così traumatico!”
 

“Max! Quanto manca?”
“Poco poco. Questo è l’ultimo discorso.”
“L’hai detto anche due ore fa.”
“Insomma Ash piantala di comportarti come un bambino! E fai silenzio, che voglio ascoltare.”
Ash sbuffò e si riappoggiò allo schienale della sedia.
Farsi dare del bambino da un bambino. Questo si che era il colmo.
Vera gli si avvicinò e, sussurrando, gli chiese: “Allora quanto manca?”
“Secondo tuo fratello questo è l’ultimo discorso.”
“L’ha detto pure due ora fa!”
“Lo so. Ma speriamo che questa volta abbia ragione.”
 
Due ore dopo...
“Prima di concludere, signori e signore, vorrei fare un’ultima cosa.”
“Finalmente! Era ora!”
Ash non riuscì a trattenere un’esclamazione di gioia, beccandosi un’occhiataccia truce da tutti coloro che gli stavano attorno.
“Una prova pratica di MPCI, ovvero Mentalità Pokemon e Comunicazione Improvvisata. C’è qualche volontario?”
Vera si sporse nuovamente verso il ragazzo.
“Chi sarebbe così scemo da accettare?”
Ridacchiarono entrambi.
Improvvisamente un fascio di luce li colpì in pieno, accecandoli.
“Perfetto! Ecco i nostri volontari!”
Sconvolti i due si girarono contemporaneamente verso il piccoletto del gruppo che, ancora con la mano alzata, li fissava sorridendo.
“Ci siamo appena offerti come volontari! Non siete contenti?”
La loro occhiata assassina bastò come risposta.
 
“Benvenuti ragazzi!”
Il presentatore strinse loro calorosamente la mano e li trascinò, letteralmente, sul palco.
Si rivolse poi nuovamente verso la platea.
“Bene, signori e signore. Come ormai saprete, tutto quello che i nostri volontari dovranno fare sarà interpretare una scenetta seguendo le mie indicazioni.”
Ash sussultò.
Recitare? Di fronte a tutti?
No.
Questo non andava affatto bene.
“Mi scusi?” si schiarì la voce e si avvicinò al presentatore “Noi dovremmo recitare?”
“Certo!”
“E cosa c’entrerebbe una scenetta con il PCMI?”
“È MPCI.” lo corresse Max.
“Stessa cosa.”
“Ma è ovvio mio caro ragazzo!”
Il presentatore ridacchiò un istante. Poi riprese a spiegare.
“La comunicazione improvvisata sta nel fatto che voi dovete recitare adesso, senza copione. La mentalità Pokemon, invece, nel fatto che voi dovrete obbedire ai miei ordini, a TUTTI i miei ordini, come farebbe un Pokemon con il proprio allenatore. Solo in questo modo riuscirete a valutare la vostra bravura come allenatori.”
Gli cinse poi le spalle con un braccio e riprese a parlare.
“Vedrete, sarà un’esperienza veramente divertente! Da quella parte c’è il camerino. Andrete di là ed indosserete degli abiti di scena, così riuscirete ad immedesimarvi maggiormente nel personaggio. Tu, mio caro ragazzo, sarai un principe.”
Si voltò poi verso gli altri tre con un ghigno malefico.
“Tu sarai la principessa, tu il mago cattivo e tu il suo aiutante.”
“Mi scusi ma è sicuro? Non sarebbe meglio...?”
“No!”
L’uomo interruppe sul nascere ogni sorta di protesta.
“Dovete sottostare ai miei ordini, e ormai ho deciso. Forza andate a cambiarvi che lo spettacolo deve cominciare!”
 

Ash si sentiva un idiota con quella calzamaglia verde e quel buffo cappello. Più che un principe sembrava Peter Pan.
“Avanti, che aspetti?”
La voce del presentatore giunse forte e squillante da dietro le quinte.
“Devi galoppare verso l’antro del malefico stregone e sconfiggerlo per liberare la principessa!”
Ash iniziò a camminare di malavoglia.
“Non ho detto camminare. Ho detto: galoppare!”
Il ragazzo sbuffò irritato.
Questa volta il professor Oak gliel’avrebbe davvero pagata cara.
 
“Stregone! È il tuo turno! Esci assieme al tuo aiutante.!
Dalle quinte uscì una figura vestita di nero accompagnata da un’altra incappucciata.
Il vestito da mago, enorme, era troppo grande per il piccolo Max che infatti inciampò e cadde a terra.
Il presentatore sospirò.
“Rialzati! Che razza di stregone sei?”
Ash però non riuscì a trattenere un sorrisetto malefico: la caduta era la giusta punizione per averlo coinvolto in quella situazione.
Max si rimise subito in piedi e, massaggiandosi il naso, disse la sua battuta, inventata al momento.
“Cavaliere, ora tocca a te. Sguaina la spada e gettati addosso a lui! Tu, assistente, proteggi il tuo maestro!”
I due ragazzi fecero come era stato loro ordinato.
Ash prese la spada, ma prima ancora che potesse fare un gesto l’assistente si gettò a terra.
“Ah! Sono stato ferito! Mi dispiace padrone, non potrò proteggervi.”
“Ma se non ti ho neppure sfiorato?
L’assistente gli lanciò un’occhiataccia.
“HO DETTO: sono stato ferito! Quindi, purtroppo, sono morto e non potrò più recitare. Ciao ciao!”
Detto questo si fiondò nuovamente dietro le quinte.
Ash lo maledì mentalmente per la sua furbizia. Poi puntò la spada verso il mago.
“Avanti, libera la principessa e facciamola finita.” disse spazientito.
“NO, NO, NO!”
Il presentatore iniziò ad urlare, furioso.
“Più enfasi! Più pathos!”
“Più che?”
“Pathos! Avanti, mettici più emozione!”
Ash sbuffò.
“Libera subito la principessa, vile marrano, o dovrai vedertela con la mia spada.”
Questa volta doveva essere andato bene, perché non sentì nessuna voce.
Max alzò le mani e si arrese, andandosene dietro le quinte.
“Perfetto! E ora che entri la principessa!”
 

“Oh prode cavaliere! Grazie per avermi salvata!”
Ash non riuscì a resistere e scoppiò a ridere.
Quel vestito rosa confetto, con nastri e pizzi ovunque, era orribile. Per non parlare della parrucca di boccoli biondi!
La ‘dolce donzella’, rossa di vergogna, iniziò ad inveire contro di lui.
“Basta, basta!”
La voce del presentatore riportò ancora una volta la calma.
“Forza, recitate l’ultima scena e poi finalmente la faremo finita!”
Poverino, era disperato. Aveva capito anche lui che non era stata una buona idea scegliere quei quattro come attori.
“Principe, prendi tra le braccia la principessa e dichiarale il tuo amore.”
Ash si avvicinò alla donzella e la prese tra le braccia, rischiando più di una volta di scoppiarle nuovamente a ridere in faccia.
“O mio amor, ti ho trovata! Ora non ti lascerò mai più.”
Si girò poi verso il pubblico e sorrise.
“E per immortalare per sempre questo momento prego chiunque abbia una macchinetta fotografica di scattare una foto!”
“NO!”
Un sonoro ceffone fece cambiare idea al povero principe.
Uno sbuffo sconsolato giunse da dietro le quinte.
“E ora, principe e principessa, scambiatevi un bacio d’amore! Così che finalmente finisca questo supplizio...” aggiunse non troppo sottovoce il presentatore.
Ash e la principessa si guardarono per un istante. Poi entrambi si voltarono nel punto da cui proveniva la voce.
“Sta scherzando vero??”
“No.”
Il ragazzo era sempre più disperato.
“Ma io non riesco... Non posso! Andiamo, non può parlare sul serio!”
“Si.”
“Ma la guardi bene! Solo l’idea mi fa schifo!”
La principessa si intromise nel discorso.
“Hey! Come ti permetti? Con questi boccoli biondi sono irresistibile!”
“Certo certo... Comunque io non ti bacio!”
Il presentatore era spiazzato.
“Ma... non potete disubbidire ai miei ordini! Io sono il vostro allenatore! Dovete baciarvi!”
I due attori si guardarono un istante. Poi, assieme, si allontanarono dal palco.
 
Finalmente il presentatore ritornò sul palco.
“Inaudito. Inaccettabile!”
Sembrava veramente sconvolto per quello che era appena successo.
Max, con indosso i suoi normali vestiti, si avvicinò a lui sorridente.
“Allora, come siamo andati?”
L’uomo lo fissò un istante, adirato e sfinito.
“Lo sapevo!” il ragazzino continuò, imperterrito “L’abbiamo lasciata senza parole! Non vedo l’ora di seguire un altro dei suoi corsi e partecipare alla prossima scenetta!”
A quelle parole il povero presentatore sbarrò gli occhi, spaventato.
Poi sussurrò qualcosa ad un uomo nascosto dietro le quinte.
Improvvisamente quattro enormi buttafuori arrivarono e sollevarono il bambino e i suoi tre amici appena giunti sul palco, trascinandoli di peso fuori dalla stanza e scaraventandoli in mezzo ad un corridoio deserto.
 
Max fissò sconvolto la porta che si era appena richiusa di fronte a lui.
Poi iniziò a piangere.
“Su Max, non è poi così grave!” cercò di consolarlo sua sorella.
“Esatto!” aggiunse Ash, nascondendo un sorrisetto soddisfatto “Semplicemente non potremmo mai più partecipare a questi stupid... ehm... interessantissimi corsi.”
A quelle parole il bambino si voltò ed iniziò a fissarlo infuriato.
“È tutta colpa tua se ci hanno cacciato!”
“Mia??”
“Si! Per colpa tua non abbiamo concluso la scenetta!! E tutto per uno stupido bacio!”
Ash lo fissò incredulo.
“Perché insistete tutti?” ribatté “Mi sembrava abbastanza chiaro che non avrei mai potuto fare una cosa del genere. Capisco tutto, ma Brock proprio non sarei riuscito a baciarlo!!”

 
------
Buongiorno a tutti!!
Ed evviva la puntualità!
Come avrete notato oggi abbiamo una storia più lunga del solito (a voi decidere se è un bene o un male) per festeggiare il traguardo dei 10 capitoli!! WEE!
...
Ok, ok, 10 non sono tanti. Però per me sono una vera soddisfazione!
In quanto alla storia, scusate l’emerita cavolata, ma la storia principe-principessa era un classico e non potevo non metterla. Inizialmente pensavo a Vera, ma poi mi è venuto in mente Brock e così addio serietà.
Che posso farci... Brock vestito da ragazza mi ispira troppo!!
A voi giudicare se il risultato fa schifo o è accettabile! :)
In ogni caso grazie a chi si fermerà a leggere.
Ciao alla prossima!
_Li_
 

            

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Capitolo 11
*** 11- L'unica cosa giusta ***


L’UNICA COSA GIUSTA
 
Ash era seduto in mezzo al prato.
Solo. Stanco. Annoiato.
Sospirò.
Pikachu era andato a farsi un giro per il bosco lì vicino. Brock e Max erano andati in paese, a comprare pozioni e a cercare il centro Pokemon. Vera si stava allenando. Voleva migliorare, diceva, e dimostrare a qualcuno quanto valeva.
Qualcuno.
Certo.
Sospirò nuovamente.
Da quando era tornata dall’ultima gara non aveva fatto altro che allenarsi.
Gli aveva perfino chiesto di darle una mano, ma lui aveva rifiutato.
Non che gli dispiacesse combattere. Semplicemente non sopportava il fatto che lei volesse migliorare per far bella figura con Drew.
Sospirò per la terza volta.
Si distese e si mise a fissare il cielo. Le nuvole si muovevano lente, tranquille.
Sbadigliò e chiuse gli occhi.
 
Vera si trovava al centro di una palestra, un fascio di luce la illuminava. Si stava preparando a combattere contro qualcuno. Ash non riusciva a vedere il suo avversario, era troppo buio.
Improvvisamente un altro fascio di luce illuminò l’allenatore misterioso e il suo Pokemon, appena mandato in campo: era verde, con due rose al posto delle mani.
Velocemente Vera ordinò al suo Torchic di attaccare. In poche mosse Roselia fu sconfitta.
La luce ora si diffuse a tutta la palestra.
Drew stava richiamando il suo Pokemon, sconsolato.
Vera invece stava esultando assieme al piccolo pulcino. Entrambi erano felici per la vittoria.
Improvvisamente la ragazza si voltò. Sorrise ad Ash e poi lo raggiunse.
Senza dire nulla lo baciò.
 
Ash si svegliò di colpo, il cuore che batteva all’impazzata.
Le nuvole si erano ormai tinte di rosso e in lontananza, illuminato dalla luce del tramonto, stava volando uno stormo di Murkrow.
Qualcosa gli sfiorò la mano: Pikachu era finalmente ritornato dalla sua gita.
Il ragazzo lo accarezzò.
Poi si alzò e si incamminò assieme al piccolo topo.
 
“È delizioso!”
Come al solito Brock si era dimostrato un asso in cucina.
Si mise a sistemare tutto e a preparare l’occorrente per passare la notte al centro Pokemon, mentre Max e Pikachu giocherellavano in mezzo al prato.
Ash sedeva accanto al fuoco. Fissava distrattamente le fiamme, la mente ancora persa nel sogno di poco prima.
“Che succede?”
Il ragazzo sobbalzò. Si voltò di scatto ed arrossì leggermente, trovandosi la testa di Vera a pochi centimetri dalla sua faccia.
“N-nulla!” balbettò.
La ragazza prese posto accanto a lui.
“Ti va se ci alleniamo un po’ prima di dormire?” chiese lei, sorridente.
“Mi dispiace. Stasera sono molto stanco.” rispose fintamente dispiaciuto.
Fece per rialzarsi ma fu bloccato da Vera.
“Aspetta!” esclamò “Cos’hai?”
“Niente! Te l’ho detto, sono solo stanco.”
“Andiamo! Ash Ketchum non rifiuterebbe mai un incontro di Pokemon!”
Ora anche la ragazza si era alzata in piedi e lo scrutava preoccupato.
Ash cercò velocemente una scusa da dirle.
“È solo che mi sembra inutile il tuo allenamento. Dopotutto non si tratta di vere lotte Pokemon!”
Un secondo di silenzio seguì questa affermazione. Il ragazzo iniziò ad incamminarsi, pensando di essersela cavata, ma la scusa ebbe l’effetto opposto.
 “COSA??” esclamò Vera, furibonda.
Ash si voltò. La coordinatrice di Pokemon lo fissava con sguardo truce, le mani strette a pugno.
Si avvicinò al suo volto ed iniziò ad urlargli in faccia.
“Le lotte tra coordinatori sono a tutti gli effetti vere lotte di Pokemon, né più né meno di quelle che affronti tu, mio caro Ash! Ti vanti tanto perché hai conquistato qualche medaglia? Beh i fiocchi sono le mie medaglie! Ho lottato duramente e mi sono impegnata molto per conquistarli! Tu sei migliore di me, lo so questo. Ma io mi sto allenando e riuscirò a dimostrarti quanto valgo; perciò non venirmi a dire che...”
Ash la baciò.
Non pensò a nulla. Non si curò di Brock, che dallo stupore lasciò cadere un piatto, né di Max e Pikachu, che, fermi in mezzo al prato li fissavano a bocca spalancata. Non si curò neppure della possibile reazione di Vera.
Semplicemente la baciò.
 
Durò solo qualche secondo.
Quando si staccò Vera era ancora nella stessa identica posizione di prima, le labbra leggermente dischiuse e gli occhi spalancati. Le guance erano diventate però rosse come le fiamme che crepitavano lì accanto.
Ash la fissò imbarazzato.
“Io...” iniziò a dire, ma uno schiaffò lo colpì in pieno viso.
Vera lo fissò un istante ancora, poi si voltò.
Il ragazzo non poté far altro che fissarla mentre si allontanava.
“Me lo sono meritato. Non dovevo baciarla.” pensò, passandosi una mano sulla guancia arrossata e sospirando per l’ennesima volta.
Improvvisamente però Vera si fermò.
“Comunque lo schiaffo era per la scemenza che hai detto prima, non per il bacio.”
Riprese poi a camminare verso il centro Pokemon.
 
Ash sorrise.
Quel giorno aveva fatto molti ragionamenti sbagliati.
Ma forse una cosa l’aveva azzeccata.

 
------
 
In realtà questa è una delle prime storie che ho scritto. E mi era pure piaciuta! Eppure per qualche motivo ho aspettato un bel po’ prima di pubblicarla...
Non so, forse perché è più romantica delle altre. Mah...
Spero comunque che a voi possa piacere! :)
Ah, spero anche che si siano capiti i "ragionamenti sbagliati" di cui parlo (ad esempio il fatto che Vera volesse migliorare per Ash e non per Drew).
Ciao a tutti e grazie a chi ancora continua a seguire o a leggere!
_Li_ 

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Capitolo 12
*** 12- Incoraggiamento ***


INCORAGGIAMENTO

“Torchic! Usa azione!”
“Mudkip schivalo! Usa pistolacqua!”
Il getto d’acqua colpì in pieno il piccolo Pokemon.
“E ora Mudkip, azione!”
Torchic, indebolito dall’attacco precedente, non riuscì a schivarlo.
Cadde a terra con un tonfo.
Una voce risuonò nell’arena.
“Torchic è esausto. Vera non è più in grado di combattere. Il vincitore della sfida è Jeremy.”
Il ragazzo sorrise vittorioso, abbracciando il suo Mudkip.
Vera invece si avvicinò velocemente a Torchic. Lo prese in braccio e controllò le sue condizioni.
“Grazie.” sussurrò prima di farlo rientrare nella sfera poké.
Si alzò e, tentando di sorridere si avvicinò a Jeremy.
“Bella sfida!” esclamò lui, stringendole la mano.
“Già. Complimenti per la tua vittoria.”
Uscì poi dall’arena, lasciando il ragazzo a godersi i festeggiamenti.
 
Vera stava seduta sul bordo della fontana.
Un raggio di luna illuminava la superficie dell’acqua, producendo un meraviglioso gioco di luci e riflessi.
Ma la ragazza non ci badava: lo sguardo era perso all’orizzonte, la mente troppo presa dalla recente sconfitta.
“Sorellona...”
Max si avvicinò timidamente a lei, accompagnato da Ash, Brock e Pikachu.
Lei si voltò a guardarli.
“Mi dispiace per la tua sconfitta.”
La ragazza sorrise, sforzandosi di apparire serena.
“Tranquillo Max. Non è nulla.”
“Noi andiamo a mangiare qualcosa.” intervenne Brock “Vieni con noi?”
Vera spostò lo sguardo, fissando nuovamente l’orizzonte.
“Non ho fame. Andate pure. Vi raggiungo dopo.”
I ragazzi si scambiarono un’occhiata preoccupata. Poi, sospirando, si diressero verso il ristorante più vicino.
Vera aspettò qualche secondo, finchè non udì più il rumore dei loro passi.
Poi iniziò a piangere sommessamente, con la testa appoggiata alle ginocchia.
 
“Vera.”
La ragazza alzò la testa di scatto, gli occhi ancora bagnati di lacrime.
Da quanto tempo Ash era lì a fissarla, immobile? Era convinta che fosse andato anche a lui a mangiare, ma a quanto pare si era sbagliata.
Silenziosamente il ragazzo prese posto accanto a lei.
Vera appoggiò di nuovo la testa sulle gambe e non disse nulla.
Fu Ash a rompere il silenzio.
“Mi dispiace per quello che è successo stasera.” disse tranquillamente “So come ti senti. Anche a me è capitato di perdere. Molte volte.” aggiunse poi amaramente.
Fece una pausa e guardò la luna.
“Ma non devi abbatterti. Considerala come... un’esperienza formativa, si, come un modo per migliorare.”
Il suo sguardo si spostò sulla testa della ragazza.
“Devi continuare a combattere e a lottare per migliorare sempre di più. E ricorda che io sono qui per te, che noi siamo qui per te, per sostenerti ed aiutarti!”
Vera alzò la testa e lo guardò. Poi si asciugò le lacrime con le mani e gli sorrise.
Non servivano parole. Con quel sorriso Vera aveva espresso tutta la sua riconoscenza e la sua volontà di andare avanti.
Ash ricambiò il sorriso. Poi ritornò a guardare la luna e continuò a parlare.
“Dovrai lottare al massimo per guadagnare tutti i fiocchi. Dovrai impegnarti senza sosta, soffrire, sudare. Dovrai allenarti duramente per sconfiggere le centinaia, che dico? le migliaia di allenatori che viaggiano in questa regione. Per non parlare poi di quelli nelle altre regioni!”
Il sorriso di Vera iniziò a scemare ma Ash continuò, imperterrito.
“Alcuni sono fortissimi, è vero, e spesso potrai trovarti svantaggiata per i tipi di Pokemon o per le mosse che conoscono. E spesso ti capiterà di perdere. Lo so, è triste, ma capiterà di venire sconfitti, di ritrovarsi faccia a terra, di venire umiliati, calpestati, derisi. Ma potrai sempre provare ancora e ancora e anco...”
Si bloccò notando l’espressione perplessa di Vera.
 
“Grazie per il tentativo, Ash. Ma, se fossi in te, io lavorerei ancora un po’ sull’incoraggiamento finale.”

 
------
Buongiorno bella gente!
Stanchi di vedermi qui? Eh lo so... Però finchè la mia mente continua a sfornare nuove storielle non posso fare a meno di pubblicarle!
Spero che anche questa sia di vostro gradimento. Se così fosse, fatemelo sapere! In caso contrario... fatemelo sapere!
Grazie ancora a chi continua a seguire, a commentare, a mettere la storia tra le preferite, seguite o quello che è e anche a chi semplicemente legge.
Ora è meglio che mi muova e vada a studiare (anche se già so che non studierò nulla).
Ciao a tutti!
_Li_            

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Capitolo 13
*** 13- Come Peter Pan ***


COME PETER PAN
 

Ash si trovava al centro Pokemon assieme ai suoi amici.
Aveva appena chiamato Misty e stava chiacchierando allegramente con lei.
“Sai Ash,” disse ad un tratto la ragazza “domani mia sorella Daisy deve venire da quelle parti. Siccome resta una settimana, potrei chiederle un passaggio e farmi accompagnare lì.”
Arrossì improvvisamente ed aggiunse “Così potremmo trovarci.”
Il ragazzo sorrise apertamente.
“Sarebbe stupendo! È da una vita che non vedo i tuoi Pokemon. Chissà come sta Psyduck...”
La ragazza ammutolì di colpo.
“Psyduck?”
“Certo!"
Poi, colpito da un'illuminazione improvvisa, aggiunse "Potrei anche chiedere a Vera di accompagnarmi! Sai, domani vado a vedere una sua gara Pokemon. Poi andiamo a prendere un gelato e dopo possiamo venire a salutarti!”
Misty era impietrita.
“Non capisci nulla...”
Respirò a fondo un paio di volte. Poi scoppiò.
“ASH KETCHUM! SEI UN IDIOTA!”
“Eh? Ho detto qualcosa che ti ha offeso?”
“Hai detto TUTTO che mi ha offeso! Ti odio e non voglio vederti mai più!”
“Ma Misty...”
“NIENTE MA!”
Sbuffò irritata. “Non capisco come un idiota come te riesca sempre a farmi perdere la pazienza. Certe volte vorrei proprio ucciderti!”
Detto questo chiuse la comunicazione, lasciando Ash confuso davanti al telefono.
 
Vera e Max erano seduti sui gradini del centro Pokemon.
D’un tratto il bambino sbadigliò. Poi, posando il libro che stava leggendo, diede la buonanotte a sua sorella e si diresse nella sua camera.
La ragazza lo salutò e ritornò poi con lo sguardo al cielo.
Improvvisamente qualcuno si sedette accanto a lei.
“Che succede Ash?” chiese, senza distogliere lo sguardo dalla volta celeste.
“Misty ha detto che mi odia. E che non vuole vedermi mai più. E che sono un idiota. E che vorrebbe uccidermi. E che sono un idiota.”
“Questo l’hai già detto.”
“Me l’ha ripetuto due volte.”
“Oh... E come mai si è arrabbiata?”
“Non lo so! Mi ha detto che forse sarebbe venuta a trovarmi e io le ho detto che ero contento...”
“Bene!”
“... di vedere i suoi Pokemon.”
“Non bene. E poi?”
“E poi le ho detto che prima dovevo fare il tifo per te alla tua gara e che quindi ci saremmo incontrati dopo, tutti e tre assieme.”
“Di male in peggio.”
Vera sospirò sonoramente appoggiandosi una mano sulla fronte. Poi fissò il ragazzo.
“Sei un idiota.”
“Inizi anche tu adesso?”
La ragazza sospirò nuovamente.
Poi si massaggiò le tempie con aria pensierosa.
“Allora, vediamo. Come posso spiegartelo senza essere totalmente esplicita?”
“Spiegarmi cosa?”
Lo sguardo della ragazza si posò sul libro che stava leggendo Max: Peter Pan.
“Perfetto!”
 
“Allora Ash. Tu conosci la storia di Peter Pan, vero?”
“Certo!”
“Ok. Allora fai finta di essere Peter Pan.”
“Io... Peter Pan?”
“Si. E Misty è... Trilly!”
“Misty è Trilly?”
“Esatto. E io invece sono Wendy.”
“Tu sei Wendy?”
“La pianti di ripetere tutto quello che dico??”
“Scusa.”
“Allora, inizialmente Peter conosceva solo Trilly. Giocava, scherzava e rideva con lei. Lei si era affezionata a lui e gli voleva molto bene. Poi però è arrivata Wendy.”
“Cioè tu.”
Vera annuì col capo.
“Peter voleva bene a Trilly, ma Wendy era appena arrivata e lui voleva conoscerla meglio. Così per un po’ aveva lasciato da parte la fatina. E lei allora era diventata gelosa, proprio perché voleva molto bene a Peter Pan.”
Ash fissò Vera pensieroso.
“Quindi vuoi dire che Misty è gelosa perché mi vuole bene??” esclamò dopo un po’.
Vera sospirò. Le sembrava di avere a che fare con un bambino piccolo. Perfino suo fratello sarebbe giunto a quella conclusione senza bisogno di esempi.
“Ma se mi vuole bene come mai ha detto che mi odiava e che voleva uccidermi?”
La ragazza ci pensò un po’ su.
“Hai presente quando Trilly, arrabbiata, decide di andare via e così abbandona Peter e va dal suo nemico numero uno, Capitan Uncino?”
“Nemico numero uno? Un po’ come il Team Rocket!”
“Si, d’accordo. Il Team Rocket può essere considerato una sorta di Capitan Uncino. Comunque non è questo il punto.”
“Ah no?”
“NO!”
Respirò profondamente e continuò a parlare.
“Il punto è che Trilly non odia veramente Peter. Ha detto quelle cose solo perché era arrabbiata e gelosa di Wendy. Infatti quando Capitan Uncino cerca di uccidere Peter, lei fa di tutto per salvarlo, proprio perché gli vuole molto bene.”
Vera fissò poi il ragazzo, fiera del suo discorso.
“Hai capito allora perché Misty si è arrabbiata?”
Lui la guardò confuso.
La ragazza roteò gli occhi, sospirando.
“Prima o poi giungerai ad una conclusione.”
Si alzò e rientrò nel centro Pokemon, lasciandolo da solo a riflettere.
 
“Vera. VERA! Svegliati!”
La ragazza alzò la testa dal cuscino e fissò la sveglia.
“Ash.” disse con la voce impastata di sonno “Che vuoi alle 2 di notte?”
“Ho finalmente capito perché Misty ha detto quelle cose!”
“Era ora!”
Vedendo l’esaltazione del ragazzo non riuscì però a negargli il piacere di esporre la sua scoperta.
“Allora, sentiamo. Cosa avresti capito?”
“Misty ha detto che mi odia e che vuole uccidermi. Un po’ come Trilly che è andata da Capitan  Uncino per dare una lezione a Peter.”
“Esatto. E quindi questo cosa vuol dire?”
Ash sorrise vittorioso.
“Vuol dire che Misty in realtà è in combutta con il Team Rocket!”

 
------
Buongiorno a tutti!!
...
Ma quanto caldo fa!! Voglio le vacanze! E il mare! E la montagna! E invece mi tocca stare in casa a studiare! Ma vi sembra giusto??
...
D’accordo... Torniamo alla storia... Una cavolata, lo so, però mi piaceva troppo l’idea di un Ash ingenuo (forse un po' troppo ingenuo, in effetti... Pazienza!) e di una Vera maestrina e di una Misty fatina! E poi il paragone con Peter Pan mi è venuto quasi spontaneo!
Beh insomma... Spero che vi sia piaciuta! :)
Non mi dilungo oltre, anche perché non ho molto tempo.
Quindi aloha a tutti!
_Li_ 

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Capitolo 14
*** 14- Piccoli incontri ***


PICCOLI INCONTRI

Un bambino di 6 anni sfrecciava tra le case di un piccolo villaggio, schivando agilmente persone e pozzanghere.
Una zazzera di capelli neri come l’ebano spuntavano da un cappellino rosso ed un grande sorriso, anche se privo di qualche dente, si apriva sul visino arrossato dalla fatica.
Finalmente raggiunse il parco giochi e lì si fermò, ansimante.
Un altro bambino, all’incirca della stessa età, lo stava aspettava con le mani poggiate sui fianchi.
“Ash!” lo sgridò severamente “Dovevamo trovarci alle tre. Sei in ritardo di un’ora!”
Il moro lo guardò mortificato.
“Scusa Gary, ma la mamma...”
“D’accordo lasciamo stare.” lo interruppe l’altro “Andiamo a giocare piuttosto!” Sul suo viso si aprì un sorriso furbo.
“Scommetto che riesco ad arrivare alle altalene più velocemente di te!”
Si voltò e partì in quarta, diretto verso il centro del parco.
Ash lo fissò per un istante, stupito. Poi, urlandogli di aspettarlo, si fiondò al suo inseguimento.
 
“Hai perso, hai perso!” continuava a gridare Gary, dondolandosi sull’altalena.
Ash, imbronciato, strisciava i piedi per terra, brontolando a mezza voce.
“Non vale però. Tu sei partito prima.”
“Tutte scuse. Avresti perso comunque.”
Rimasero così, in silenzio, per alcuni minuti, dondolarsi pigramente.
Improvvisamente Gary saltò dall’altalena ed atterrò di fronte all’amico.
“Vado a casa.” annunciò.
“Come? Di già?” Ash lo fissò stupito “Ma siamo appena arrivati!”
Tu sei appena arrivato.” lo corresse l’amico “Io devo andare. Il nonno mi ha chiesto di dargli una mano al laboratorio.”
Non riuscì a nascondere una punta d’orgoglio in quest’ultima frase.
“Ma...”
Troppo tardi.
Dopo un breve saluto l’altro era già partito di corsa, lasciando Ash, solo e perplesso, sulle altalene.
 
“Uffa. Quell’antipatico... Lasciarmi qui da solo...”
Ash camminava per il boschetto del parco, borbottando rimproveri rivolti all’amico e calciando ogni tanto i sassi del sentiero.
Uno di questo volò oltre un cespuglio, producendo un rumore sordo.
Stranamente assomigliava di più ad un lamento che ad un tonfo.
Incuriosito il ragazzino corse verso l’arbusto e, spostando le foglie, vide una bambina inginocchiata per terra che si massaggiava delicatamente la testa.
Ash si avvicinò a lei, preoccupato.
“Hey ragazzina! Scusa per il sasso. Ti sei fatta male?”
Lei alzò i suoi occhioni azzurri, ora pieni di lacrime, e fissò quelli scuri di lui, annuendo lentamente.
Il bambino si inginocchiò alla sua altezza e le posò una mano sulla testa.
“Scusami! Non volevo colpirti.”
La bimba tirò su col naso un paio di volte. Poi si passò le mani sugli occhi, asciugando le lacrime.
Ash le sorrise e si rialzò.
“Ti va di giocare con me?”
 
Ormai era il tramonto e i due bambini stavano ancora giocando assieme, rincorrendosi e ridendo felici in mezzo al prato. Non avevano parlato molto, ma si sa: i bambini di 6 anni non hanno bisogno di tante parole per conoscersi.
Stanchi ma soddisfatti, i due si sedettero infine sulle altalene, iniziando a dondolarsi lentamente.
Fu Ash a rompere il silenzio.
“Tu non abiti qui a Pallet, vero? È la prima volta che ti vedo.”
La bimba annuì.
“Io abito dall’altra parte del mare, e sono venuta qui in vacanza con la mia famiglia.”
Si fermò un attimo, dondolandosi più forte. Poi riprese a parlare.
“Era da tanto che la mamma voleva vedere Kanto e finalmente il papà è riuscito ad accontentarla. Sai, lui è sempre occupato. È un capo palestra!” spiegò orgogliosa.
Ash la fissò entusiasta.
“Un capo palestra? Che fortuna! Chissà quante lotte e quanti Pokemon puoi vedere!”
La bambina sbuffò, rallentando lentamente con i piedi.
“A me non piacciono le lotte. E non mi piacciono neanche i Pokemon.”
Il moro la guardò con occhi spalancati.
“Non ti piacciono i Pokemon? Ma è impossibile!”
“No che non lo è!” replicò lei “A me non piacciono.”
“E allora cosa ti piace?”
La bimba ci pensò un po’ su. Poi i suoi occhi si illuminarono.
“Mi piace viaggiare!”
“Anche a me piace viaggiare!” aggiunse Ash allegro “E tra qualche anno finalmente potrò farlo.”
Si spinse più forte sull’altalena e continuò a parlare.
“La mamma dice che a 10 anni si diventa allenatori di Pokemon. Io sceglierò il mio Pokemon e poi inizierò a viaggiare e girerò tutto il mondo e alla fine diventerò il miglior maestro di Pokemon di Kanto. Anzi, diventerò il miglior maestro di Pokemon di sempre!”
La bimba lo guardò stupita.
Poi gli sorrise decisa.
“Io non so se diventerò un’allenatrice. So però che inizierò a viaggiare e visiterò tutta Hoenn. Anzi, visiterò tutto il mondo!”
Ash scoppiò a ridere.
“Ma se tu viaggi e io viaggio allora alla fine ci troveremo di nuovo da qualche parte! Giusto?”
La bambina sorrise convinta.
“Certo!”
“E quando ci troveremo scommetto che riuscirò a farti piacere i Pokemon!” aggiunse il moro “È una promessa ragazzina!”
Lei lo fissò imbronciata.
“Non mi chiamo ragazzina!”
“Ah no? Allora qual è il tuo nome?”
“È...”
 
“Tesoro!”
Una voce femminile interruppe la conversazione.
I due bambini si voltarono e videro una donna che li fissava sorridendo, tenendo in braccio un bimbo più piccolo.
La bambina si voltò sorridendo verso l’amico.
“Ora devo andare, la mia mamma mi sta aspettando.”
Lui ricambiò il sorriso.
“Allora ciao ragazzina! Ricordati la promessa che ti ho fatto!”
Lei annuì e si alzò dall’altalena.
Poi, salutandolo con la mano, iniziò a correre verso la madre.
“Hey, ragazzina!”
La bimba si voltò nuovamente, sentendosi chiamare.
“La prossima volta ricordati di dirmi il tuo nome!”
Lei annuì e sorrise un’ultima volta.
Poi riprese a correre.
 
Ash la guardò allontanarsi assieme alla donna.
Quella ragazzina gli piaceva. E proprio perché gli piaceva era sicuro di una cosa.
Un giorno si sarebbero rivisti.
 


“Ciao! Non mi sono ancora presentata. Mi chiamo Vera!
“Io sono Ash Ketchum e vengo da Pallet.”

 
------
Hola chicos! Ammettetelo, un po’ vi sono mancata. Vero??
Oh beh, anche se non vi manco io torno lo stesso, di questo potete starne pur certi! (a voi decidere se esserne contenti o terrorizzati)
Spero comunque che il capitolo vi sia piaciuto :)
Ah, quasi dimenticavo.
Le due frasi finali (fonte d’ispirazione, per così dire, del capitolo) provengono dal primo episodio di Pokemon Advanced, in cui Ash incontra per la prima volta Vera. 
Altro da aggiungere?
...
Nada!
Quindi saluti e besos a todos!
_Li_
 

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Capitolo 15
*** 15- Gelosia ***


GELOSIA
 
Ash non era mai stato una persona gelosa.
Lui si legava alle persone ed ai Pokemon, voleva loro bene, ma non si era mai dimostrato possessivo nei loro confronti.
Quando Butterfree aveva trovato la sua compagna ed era volato via assieme a lei, Ash non si era arrabbiato o disperato. Era triste, è vero, ma sapeva che quella era stata la scelta giusta.
Lo stesso era successo con Misty.
Quando lei era dovuta tornare alla sua palestra lui ne aveva sofferto, ma anche in quel caso aveva accettato la sua decisione senza obbiettare.
 
Ma con loro era diverso. Il solo vederli assieme gli procurava una fitta di gelosia, e più di una volta avrebbe voluto correre da loro e separarli con la forza.
Ma sapeva che questo non era possibile.
E così doveva rimanere in un angolo ad osservare.
 
E lui osservava, borbottando parole incomprensibili e trattenendo le lacrime.
Osservava lei abbracciarlo dolcemente, accarezzando teneramente la sua morbida testolina.
Osservava lui sorridere apertamente, felice per tutte quelle attenzioni.
lui!
Osservava lei raccontargli tutti i suoi segreti ed i suoi pensieri, quasi fossero amici da una vita.
amici da una vita... ma se si conoscono da così poco??
Osservava lui correrle incontro felice, emanando quasi scintille di gioia.
come hai potuto farmi questo?
Osservava loro dormire sereni, uno accanto all’altra.
 
E quella sera, come tutte le altre sere, Ash si sedette in un angolo.
Ed osservò.
 
“Avanti, apri la bocca!”
Vera sorrideva felice, tenendo in mano una forchetta con un pezzetto di cibo.
Lui la fissava gioioso, con la bocca spalancata.
 
Ma quella sera, a differenza di tutte le altre sere, Ash non si limitò ad osservare.
Agì.
 
“Basta! Questo è troppo!”
Entrambi si voltarono stupiti a fissare il ragazzo che li guardava con occhi di fuoco.
Lei aveva ancora la forchetta a mezz’aria. Lui rimaneva con la bocca spalancata, aspettando il pezzetto di cibo.
“Io mi fidavo di te!”
Le lacrime iniziarono a bruciare agli angoli degli occhi ma Ash le ricacciò coraggiosamente indietro.
“Da quando ci siamo conosciuti siamo sempre rimasti assieme, non ci siamo mai separati. L’inizio è stato un po’ disastroso, è vero. Ma poi le cose sono migliorate ed io ho iniziato ad affezionarmi a te, a volerti bene.”
Si fermò un istante, cercando di calmarsi.
Poi ricominciò.
“Ed ora, ora che tutto andava così bene... Tu mi fai questo??”
“Ash, cosa...?”
Vera tentò di parlare ma Ash la interruppe con un gesto.
“Non importa. Va bene così. Voglio solo sapere una cosa...”
Li fissò deciso ed i due si scambiarono un’occhiata perplessa.
“Perché non mi vuoi più bene? Cos’ho fatto? Avanti dimmi dove ho sbagliato. Perché davvero io non riesco a capire...”
Prese fiato e poi urlò.
 


“Pikachu! Perché preferisci stare con Vera anziché con me??”

 


------
Ehm ehm... C’è nessuno?
Purtroppo per voi le mie vacanze sono finite e così, dopo alcune settimane, torno a pubblicare un nuovo capitolo!
Lo so, lo so... È corto, stupido e demenziale.
Ma che volete farci? Anche la mia ispirazione s’è presa un periodo di ferie.
Oh beh... Almeno ho pubblicato.
E piuttosto di niente è meglio piuttosto, no?
Grazie ancora a chi continua a seguire (se ancora qualcuno continua a seguire).
Alla prossima!
_Li_ 

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Capitolo 16
*** 16- Intuito femminile ***


INTUITO FEMMINILE
 
 
“Basta! Non ce la faccio più!”
Lamentandosi per l’ennesima volta, Max si lasciò cadere a terra, sfinito.
Ash, Vera e Brock si fermarono di fronte a lui, fissandolo comprensivi: dopotutto stavano vagando per quel bosco da più di tre ore e non erano ancora riusciti a ritrovare il sentiero.
“Andiamo Max.” provò ad incoraggiarlo Ash “Vedrai che manca poco!”
“L’hai detto anche un’ora fa.” replicò il ragazzino fissandolo con sguardo accusatorio.
“Si, ma adesso siamo sicuramente più vicini!”
Per tutta risposta ricevette un’occhiataccia truce.
“Ragazzi...”
Vera, leggermente allontanatasi dal gruppo, interruppe la loro discussione. “Andiamo da questa parte.”
Gli altri tre la fissarono confusi.
“Perché proprio da quella parte?” chiese Brock.
Lei si strinse nelle spalle.
“Non lo so.” rispose “Chiamatelo intuito femminile.”
I tre si scambiarono un’occhiata perplessa.
Ash sospirò sconsolato.
“Tanto peggio di così...”
 
 
“Non ci posso credere!”
I ragazzi fissavano a bocca aperta il largo sentiero di terra battuta che, inoltrandosi tra gli alberi, conduceva direttamente alla città.
I loro occhi si spostarono poi su Vera.
“Come diavolo facevi a saperlo? Sono tre ore che vaghiamo nel nulla!”
Lei sorrise trionfante.
“Ve l’ho detto! Intuito femminile.”
Incamminandosi, li precedette lungo il sentiero.
“E l’intuito femminile non sbaglia mai!” aggiunse con una strizzatina d’occhi.
 
 
“Brock, sei il cuoco migliore del mondo!” esclamò Ash, massaggiandosi lo stomaco pieno. Dal suo angolino anche Pikachu annuiva soddisfatto.
Brock sorrise, iniziando a sistemare utensili e cibarie.
Stiracchiandosi leggermente, Ash si alzò dalla sedia e raggiunse Max, seduto all’ombra di un albero. I due rimasero lì, tranquilli, osservando i Pokemon che giocavano tra loro.
Fu Max a rompere il silenzio.
“Non riesco ancora a crederci...”
“Credere a cosa?” domandò Ash, assonnato.
“A quello che ha fatto mia sorella. Voglio dire aveva ragione! È perfino riuscita ad orientarsi all’interno di un bosco!”
Ash ridacchiò divertito.
“Non essere così sorpreso, Max.” replicò poi “Dopotutto anche lei ha molte qualità!”
Il bambino lo fissò scettico.
“Tipo?”
L’allenatore fu preso in contropiede.
“Beh... Lei è molto... Si. E poi è... Ecco...”
“Vedi?” Max sorrise “Non ne ha.”
“Non è vero!”
Ash, finalmente sbloccato, iniziò a parlare a ruota libera.
“Vera è una ragazza molto gentile e disponibile. Non si tira mai indietro quando si tratta di dare una mano agli altri. E poi è solare e sempre piena di energia! È pure molto carina e...”
“Sbaglio o questi sono dei complimenti?”
La voce di Vera lo bloccò improvvisamente.
Voltandosi di scatto trovò la ragazza in piedi alle sue spalle che lo fissava divertito.
Ash arrossì di colpo.
“Se non ti conoscessi bene, Ash Ketchum, sembreresti quasi innamorato di me!”
Il volto dell’allenatore divenne, se possibile, ancora più rosso.
Prima che potesse controbattere, però, la ragazza scoppiò in una dolce risata.
“Tranquillo! Stavo solo scherzando.”
E, sorridendo, si allontanò tranquillamente.
 
 
Ash rimase immobile qualche secondo.
“Ash. Tutto bene?”
La voce di Max lo riportò alla realtà.
Girandosi verso di lui annuì velocemente. Poi, con il volto ancora arrossato, ritornò a fissare l’orizzonte.
 
Dannato intuito femminile.
Perché doveva avere sempre ragione?
 

 
 
 
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Ebbene si. Non sono morta :)
E dopo 8 mesi di assenza torno a postare un nuovo capitolo di questa piccola raccolta.
Lo so... Sembrava ormai dispersa per sempre, dimenticata in qualche angolo nascosto di EFP...
E invece no!
Perché se osservate bene, riuscirete a vedere la piccola scritta [in corso], segno evidente che questa raccolta (nata senza alcuna pretesa e continuata senza alcuna pretesa) non è stata abbandonata al suo triste destino, ma è semplicemente rimasta lì, in paziente attesa che la sua autrice trovasse un po’ di tempo libero, o un’idea geniale o semplicemente la voglia per scrivere qualcosa.
E come potete notare l’idea/tempo/voglia è arrivata(o)!
Quindi ora non mi resta altro che ringraziarvi per essere giunti fino a qui :)
E non temete... Perchè finchè quell’[in corso] non si trasformerà in [completa], io sarò sempre qui, pronta a postare un nuovo capitolo (anche se in tempi apocalittici).
Un bacio
Linda
 
 
Lo so, è solo una stupida raccolta...
Ma che volete farci? Ormai ci sono affezionata :)


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