Torrid

di jkio
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Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A Perfect Day ***
Capitolo 2: *** Moments through time ***
Capitolo 3: *** The Honeymooners ***
Capitolo 4: *** The End of Innocence ***
Capitolo 5: *** Begin the Beguine ***
Capitolo 6: *** Acute Triangles ***
Capitolo 7: *** Rock the Boat ***
Capitolo 8: *** You were all yellow ***



Capitolo 1
*** A Perfect Day ***


Note dell'autrice: salve a tutti! La storia che vi presento è la traduzione dell'omonima fanfiction di KageKitsuneXXX che potete trovare in lingua originale su FanFiction.net: http://www.fanfiction.net/s/5643284/1/Torrid

L'autrice mi ha gentilmente dato il permesso di pubblicarla.

Vorrei precisare poi che le incongruenze che potreste notare tra le due storie sono dovute all'adattamento non sempre letterale del testo inglese in lingua italiana. Spero che questo non sia un problema!

 Detto questo vi lascio finalmente alla lettura di TORRID, sperando che sia di vostro gradimento. :D

 Disclaimer: questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro, i suoi personaggi non mi appartengono; sono proprietà di Masashi Kishimoto. Purtroppo.


 

Si era rivelata una mattinata perfetta e ora un altrettanto perfetto pomeriggio avrebbe avuto inizio. Sakura si sentiva come se stesse fluttuando. Tre mesi di preparativi avevano finalmente dato i loro frutti. L'intero evento avrebbe dovuto simboleggiare il nuovo credo del Clan Uchiha: una tradizione nuziale accompagnata da progresso e lungimiranza, rappresentata dalla semplice, privata cerimonia cha andava svolgendosi nel tempio. Alle nervose aiutanti era servita quasi un'ora per allacciarle l'obi, ma ne era valsa la pena. Il kimono di seta da sposa, l'uchikake, era esattamente come se l'era immaginato.

Il ricevimento nuziale, d'altra parte, era moderno e ispirato al gusto occidentale a conferma del fatto che il clan non fosse imprigionato nel passato e indifferente all'evoluzione moderna. Tutti i loro amici e colleghi si erano assicurati di parteciparvi. Luci appese riempivano il grande capannone, donando un tenue ed etereo bagliore alla foresta circostante, durante le ore del tramonto. Sakura si spostò e il suo morbido, griffato abito da sposa frusciò lieve. L'intero ricevimento era tutto classe e spese, così come era previsto che fosse. Simbolismo Uchiha...a Sakura veniva da ridacchiare. Non le importava, era sempre il suo giorno, e comunque ora faceva parte della famiglia.

 La sua attenzione si rivolse al presente quando Naruto si allontanò dal suo tavolo per rivolgere le personali congratulazioni. L'amico stette davanti al microfono per pochi secondi, fissandolo con sguardo vitreo, pensando palesemente a qualcosa da dire. Così tipico..Naruto non pianificava mai, a dispetto della situazione.

 A Sakura quasi sfuggì un'altra risatina. Anche questo era perfetto, non l'avrebbe voluto in nessun altro modo.

"Non vi ho comprato nulla."

Tutti i presenti sbatterono le palpebre in un gesto collettivo di fronte alla frettolosa e schietta confessione del nervoso biondino. Naruto sorrise imbarazzato, tentando di provare che sarebbe arrivato ad un punto con quella strana confessione.

"Non è che non volessi, cioè ci ho provato, ma non so mai cosa prendervi quando dovreste ricevere dei regali. Stavo per comprarvi una pianta ma poi-" Si guardò intorno, dove dozzine di rose rosse e bouquet floreali riempivano la scena. Gli opiti ridacchiarono piano.

"Ma penso che sia una cosa buona che siate persone a cui è difficile comprare dei regali perché credo che significhi che non desiderate nulla, e oggi, ufficialmente, vi avete a vicenda. Quale regalo più grande di questo potrebbe mai esserci?"

La sposa sorrise, sentendosi addolcire ancora di più mentre il suo amico alzava il calice per il brindisi. Instintivamente piazzò la sua mano inguantata sopra quella dell'uomo che amava da praticamente tutta una vita. Sasuke la guardò, ricambiando con un piccolo sorriso.

"Quindi alla coppia che ora penso abbia tutto, auguro felicità, soddisfazione e bambini con capelli normali. Brindiamo alle anime gemelle."

 

 

"Allora posso ballare con te o cosa?"

 "Sei sempre un tale seduttore Naruto."

Sakura si spostò facilmente nelle braccia di uno dei pochi uomini che sapeva l'amava incondizionalmente. Gli sorrise, sentendosi quasi le vertigini mentre Naruto appariva semplicemente divertito.

"Sentiti libera di salire sulle mie punte e lasciarmi fare tutto il lavoro; devi essere stremata ormai."

La donna rise, trovando il pensiero assurdo. "Nessun dolore, nessuna stanchezza. Potrebbero spararmi e non me ne accorgerei. Tu come stai? Ti senti bene?"

"Non dovresti chiedere alle persone come si sentono il giorno del tuo matrimonio. Quanto sei strana? Dovresti trovarti in modalità  'fottetevi tutti'."

"Non posso farci nulla. In questo momento sono una grande palla morbidosa di amore che vuole solo diffondere gioia. Inoltre so di averti visto piu felice; e non accetterò un mediocre sentimento di felicità il giorno del mio matrimonio."

 Naruto sorrise all'amica. "Okay, d'accordo, mi sento un pochino depresso in questo momento, ma non è cosa di tutti i giorni vedere il tuo miglior amico portarsi via l'amore della tua vita."

"Oh per favore, non sono l'amore della tua vita dall'estate in cui Hinata tornò in città tutta 'sviluppata'."

"Oh sì, quello è stato un grande anno per le gemel-ow!"

"Non ti è permesso fantasticare su donne dal seno grosso il giorno del mio matrimonio."

Naruto sospirò mentre continuava a volteggiare con la sposa al tempo di musica. "Ugh, tu e Sasuke siete così adulti ora. Vi siete sposati e convivete, ponendo fine ai tempi dei tre moschettieri e lasciando me nella mia...'non-adultezza'."

"Non essere stupido, siamo ancora qui, e tu sei un adulto. Hai un vero lavoro da adulto."

Naruto sbuffò derisivo. "Scrivere storie di fantasmi per Ero-sennin è nell'industria per adulti, non è un lavoro da adulti. Anche un bambino pervertito di dodici anni potrebbe farlo."

La coppia rimase in silenzio per un po' mentre la mente di Naruto non cessava di correre, registrando a malapena ciò che gli succedeva intorno. I suoi pensieri si fermarono quando si accorse della voce di Sakura, soffocata dalla spalla contro la quale era poggiata.

"Pensi che sia felice, Naruto? Voglio dire, è questo ciò che vuole? "

Naruto si scostò leggermente da Sakura, guadagnandosi un' occhiata dalla giovane donna.

"Nessuno può forzare Sasuke a fare qualcosa che non desidera. Lui vuole essere qui, ha voluto sposarti. Ha scelto te, è questa la verità. Può anche avere dei modi di dimostarlo completamente ritardati, ma lui tiene a te; non dubitarlo mai."

Sakura si rilassò, tentando di lasciarsi dietro quell'ultimo persistente dubbio che l'affliggeva. Sorrise radiosa all'amico, che sapeva sempre cosa fare e dire per sollevarle il morale. Ad un tratto percepì Naruto irrigidirsi un po', e lo guardò curiosa.

"Oh, questa è nuova. Credo che sia l'occhiata 'togli le mani di dosso mia moglie'"

Prima che Sakura potesse avere l'opportunità di chiedere a Naruto di cosa stesse parlando, Sasuke le si materializzò accanto. Naruto prontamente indietreggiò e senza pronunciare parola abbandonò la mano della sposa in quella del marito. Con un saluto canzonatorio e un occhiolino rivolto a Sakura, Naruto girò i tacchi e si allontanò. Sakura arrossì quando Sasuke se la avvicinò per un semplice waltz e lei gli sorrise timida.

"Uhm, pensi che stia bene?"

Sasuke alzò un sopracciglio in un gesto di domanda. "Sta bene chi?"

"Naruto, sembrava un po' svagato."

Entrambi si guardarono intorno e avvistarono Naruto al bar, che flirtava palesemente con una compiaciuta barista. Poco dopo la giovane ragazza passò furtiva un paio di bottiglie di champagne al biondo, accompagnate da un pezzo di carta con su scritto indubbiamente il suo numero di telefono. Naruto flirtò un altro po' prima di scomparire dal tendone insieme all'alcool.

"Sembra che stia bene..." Sasuke rispose asciutto mentre Sakura soffocava una risata.

 

 

Per loro sarebbe giunto a breve il momento di andare. La coppia sgattaiolò dall'area ricevimento e si diresse verso l'alloggio poco distante dal capannone. Le damigelle di Sakura l'accompagnarono in camera mentre Sasuke entrava velocemente nella propria. Suppose di avere a disposizione tra i trenta e i quarantacinque minuti di tempo prima che lei fosse riemersa, pronta ad andare. Si tolse di dosso l'abito da sera e si mise una maglietta e dei pantaloni kaki. Senza curarsi di riordinare la camera uscì dalla porta dopo meno di cinque minuti che vi era entrato. Trovò velocemente l'uscita passando per la porta collocata sul rentro dell'alloggio, prestando attenzione a non farsi vedere da qualche parente o invitato. Una volta fuori prese dei profondi respiri, grato di essere uscito dai confini della suit e di trovarsi lontano dalle persone. Camminò lungo la foresta circostante, evitando veloce i confini del party e curandosi di tenersi fuori dal raggio visivo degli ospiti. Non ci volle molto prima che raggiungesse la meta.

Naruto era premuto contro un albero, e tracannava copiosi sorsi di champagne. Venne allertato della presenza di Sasuke dal rumore scrusciante delle foglie prodotto al passaggio dell'amico. Lo sguardo cupo che rivolse all'intruso frenò l'uomo nella sua avanzata.

"Che cosa vuoi?" Suonava arrabbiato e amaro, ma non gli importava. Rifletteva ciò che provava dopotutto.

"Cosa stai facendo esattamente?" Lo interrogò Sasuke, alzando un sopracciglio alla scena che gli si svolgeva di fronte.

La domanda suonava moderatamente divertita e condiscendente e non fece altro che accrescere l'incazzatura di Naruto.

"Sto cercando di ubriacarmi; cosa piuttosto difficile da fare considerando che nonostante il suo costo questo champagne resta comunque una merda. Ho bisogno di prendermi una sbronza così più tardi potrò tornare dentro e continuare a essere l'anima della festa, perché è questo ciò che fanno i testimoni di nozze."

"Sei così bambino."

"Fottiti."

Non era passato un secondo da quell'esclamazione che Naruto si ritrovò premuto contro un albero con Sasuke addosso, le sue mani nei capelli biondi. Il bacio che gli tolse il respiro venne accompagnato dalla sensazione di un paio di labbra premute contro le proprie e il suo corpo iniziò a rispondere. Per un momento si dimenticò di dove si trovassero, le note della musica proveniente dal party a malapena percepibili...

Il bacio si approfondì, Sasuke trascinò la lingua lungo il labbro inferiore di Naruto prima di infilargliela in bocca. Entrambi gemettero, catturati dal momento, e Sasuke iniziò a liberare la maglietta del biondo dai confini dei pantaloni. L'esuberante azione fece rinsavire un poco Naruto che cominciò a voltare la faccia nel tentativo di spezzare il bacio. Imperterrito Sasuke spostò l'attenzione sul collo di Naruto, succhiando affamato mentre allargava la mano libera contro la calda pelle del suo addome. A quel punto Naruto cominciò a resistere con convinzione e Sasuke, sbuffando la sua frustrazione, colse di sorpresa l'amico portandosi improvvisamente sulle gionocchia.

"Che diavolo stai facendo?"

Sasuke ignorò il sibilo intimorito e sbottonò svelto i pantaloni di Naruto. Qualsiasi pensiero di resistenza evaporò quando Sasuke cominciò a succhiare leggermente la sua turgida erezione.

"non..non possiamo farlo." Naruto protestò debolmente, nonostante la presa delle sue dita sui capelli scuri di Sasuke e il modo in cui arcuò la schiena per l'attenzione rivoltagli suggerissero il contrario.

Come prevedibile Sasuke lo ignorò beatamente, prendendo velocità mentre aggiungeva alla bocca il tocco delle mani, riuscendo in quel modo a rompere ogni tentativo di resitenza rimasto. Naruto gemette, perversamente eccitato dal mix di senso di colpa e piacere che si rifletteva sui tratti del suo viso. Ormai al limite, Sasuke abbassò la cerniera dei propri pantaloni.

Questo era stupido. Era più che stupido. Sasuke conosceva il grado di idiozia delle sue azioni ma non riusciva a fermarsi. Si trovavano solo a un centinaio di metri dal banchetto, a malapena coperto dall'abbondante vegetazione della foresta, e lui non riusciva a darsi un freno. In qualsiasi momento qualcuno sarebbe potuto apparire cogliendoli nell'atto. Naruto ormai gemeva forte, ansimando pesantemente mentre Sasuke continuava a far scorrere la bocca lungo il suo pene. Gemette anche Sasuke, distratto dai suoni che Naruto emetteva e dalla sensazione delle dita nei suoi capelli; nel frattempo trascinava a scatti la mano lungo la propria erezione.

Più che stupido...

All'improvviso sentì il corpo di Naruto irrigidirsi, dunque percepì gli spasmi che lo avvertivano di un imminente rilascio che non fece altro che accelerare il proprio. Presto si ritrovò a pulirsi la bocca mentre Naruto lottava nel tentativo di ricomporre se stesso e i suoi vestiti.

"Sei impazzito? Qualcuno avrebbe potuto vederci!"

Sasuke lo sapeva. Certo che lo sapeva, non era stupido. Ciò che era appena accaduto non era colpa sua comunque, era di Naruto. Era colpa di Naruto perché il biondo era testardo, ostinato e infuriante. Durante tutto il mese precedente il matrimonio Naruto aveva rifiutato di toccarlo e passare del tempo da solo con lui. Sasuke aveva raggiunto il limite della sopportazione settimane fa e se Naruto fosse stato più ragionevole questo non sarebbe accaduto.

Sasuke alzò la cerniera e si aggiustò i pantaloni, tentando di coprire ogni evidenza dei fatti che avevano appena avuto luogo. Poi stappò una seconda bottiglia di champagne e cercò di liberarsi del sapore di Naruto.

"Questo non accadrà mai più."

Sasuke non rispose, mulinò il liquore e lo inguirgitò. Stava ancora tentando di soffocare l'impulso di spingere Naruto nelle profondità della foresta e soddisfare del tutto i suoi desideri, ma era rimasto poco tempo e non poteva rischiare di allarmare Sakura.

"Sono serio Sasuke, è finita."

Sasuke passò a Naruto lo champagne rimasto e cominciò ad allontanarsi. "Ne riparleremo al mio rientro."

"Non c'è niente di cui parlare." Si disse Naruto. Guardò con aria stanca Sasuke scomparire dalla vista, quindi inguirgitò un altro sorso di champagne.

 

 

Sasuke ritornò all'alloggio giusto in tempo per vedere Sakura uscire dalla camera.

"Sei pronta?"

Lei sorrise alla domanda "Sempre."

Ritornarono insieme al capannone per salutare e ringraziare gli ospiti e si prepararono a raggiungere l'aereporto. Mentre seguiva il marito verso l'uscita, Sakura adocchiò Naruto sul retro del capannone. Lo salutò con la mano e lui ricambiò sorridendole, mimando distintamente con la bocca le parole 'ha scelto te' mentre le rivolgeva un cenno di saluto. Sakura si irradiò, una rassicurazione dell'ultimo minuto non aveva mai fatto male a nessuno dopotutto.

 

 

Un paio di ore dopo erano seduti nei posti offerti dalla prima classe. Sasuke aveva resistito all'idea di aspettare il giorno successivo per la partenza o di servirsi del jet della compagnia di famiglia. Meno tempo avrebbe trascorso con Sakura, meglio sarebbe stato. Chiaramente la questione era quella di postporre l'inevitabile. Un'assistente di volo si avvicinò un momento dopo il decollo dell'aereo, chiedendo cosa avrebbe potuto offrire loro.

"Champagne, in abbondanza. E' la nostra luna di miele dopotutto."

L'assistente di volo mormorò le sue congratulazioni e si allontanò per prendere le loro ordinazioni.

"Stai cercando di farmi ubriacare."

Parole più veritiere non furono mai pronunciate. Era esattamente ciò che Sasuke stava tentando di fare, consapevole del fatto che Sakura manifestasse il perfetto tipo di sbronza. Quel tipo di sbronza che ti fa ridacchiare e addormentare in pochi minuti. Infatti, dopo un paio di bicchieri di champagne Sakura aveva perso conoscenza, e con un po' di fortuna sarebbe rimasta in tale condizione per l'intera durata del volo verso Parigi. Mentre lei dormiva Sasuke aprì il suo bagaglio a mano e recuperò i fogli che descrivevano i termini dell'acquisizione delle industrie farmaceutiche Haruno da parte della corporazione Uchiha. Sarebbe stato un lungo volo ed avrebbe fatto meglio ad applicarsi per la compagnia per la quale aveva buttato al vento, con una firma, la propria vita.

 


    

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Capitolo 2
*** Moments through time ***


Note dell'autrice: awwwwww! Ringrazio di cuore tutte le figherrissime ragazze che hanno commentato (c'è qualche maschietto che legge yaoi?), invogliandomi a tradurre e postare questo capitolo il più velocemente possibile! :) Grazie a draco potter,kagchan,chibikitsune,ryanforever e MXI!!! Tradurrò i vostri commenti in inglese e li invierò all'autrice. :D

 Un grazie anche a tutte le persone che l'hanno inserita tra le storie preferite e quelle da seguire! :)

Ecco a voi il secondo capitolo!

 

 Aveva bisogno di trovare un modo creativo di zittire Naruto. Il progetto andava consegnato entro un paio di giorni, e lui si era ridotto a dover svolgere il lavoro di due persone. A Sasuke non importava del carico di lavoro, anche perché era stato appurato tempo fa che meno Naruto aiutava, più alti erano i voti delle loro ricerche. Tuttavia ciò non giustificava il fatto che Naruto si fosse trasformato in una distrazione a tempo pieno.

Il suo amico in quel momento era stravaccato sul letto, farfugliando non-stop le vicende di un qualche manga appena uscito, e quel che era peggio, Sasuke lo stava addirittura ascoltando.

Il moro sospirò e cancellò l'ultima schifosa frase che aveva appena digitato: le parole di Naruto si intrufolavano nel documento. Voleva completare la maggior parte del compito entro quella sera, approfittando del fatto che i suoi genitori stessero partecipando a un qualche galà di beneficienza, o a un qualsiasi altro evento sociale che avevano deciso di onorare con la loro presenza quel pomeriggio. Vagliò l'idea di avvicinarsi al suo miglior amico e colpirlo in testa con un cuscino, ma quella mossa avrebbe portato soltanto a una rissa. Naruto stava vincendo i loro combattimenti più spesso di quanto li perdesse ultimamente, sfruttando totalmente il suo nuovo vantaggio in altezza e in peso. No, Sasuke doveva trovare un altro modo.

 Avrebbe potuto dire qualcosa di offensivo, ma poi Naruto si sarebbe profondamente incazzato o profondamente offeso, e nessuna di quelle opzioni era particolarmente invitante agli occhi di Sasuke. Il college, però, era praticamente dietro l'angolo e ogni singolo voto era importante, soprattutto per il biondo idiota che non riusciva a smettere di parlare. Ancora insicuro su come procedere per completare 'l'operazione silenzio', Sasuke si allontanò dalla sua scrivania e si diresse verso il letto.

Naruto sembrò completamente indisturbato dal minaccioso approccio, lanciandosi in un'altra descrizione del meraviglioso individuo che era la star del manga shounen. Sasuke guardò in prossimità del letto in cupa contemplazione, ascoltando la ridicolaggine che era il mondo ninja. Improvvisamente, senza pensare, Sasuke si piegò in avanti e piazzò un bacio direttamente sulla bocca mezza aperta del suo idiota compagno.

 Accidenti se non funzionò.

Quando Sasuke si discostò, si rese conto che Naruto lo fissava, ammutolito e a bocca aperta, mentre entrambi cercavano di capire cosa diavolo era appena accaduto. Naruto si riprese più velocemente di lui.

"Che diavolo è stato quello?"

Sasuke non aveva idea di cosa si fosse impossessato di lui per arrivare a fare una cosa simile. Non era stato brutto comunque, infatti era stato l'esatto opposto di brutto. Guardando il suo stupefatto amico, Sasuke decise che un qualcosa che non era stato per niente male, meritava un secondo tentativo. Senza esitazione, si inginocchiò sul letto, tirando Naruto verso di sè.

Baciare l'idiota era bello, veramente bello. Non era una sopresa dal momento che Naruto eccelleva in qualunque attività fisica. Quel che era meglio, il biondo era preso dall'atto tanto quanto lui. Il baciò venne approfondito, acquisendo fervore e intensità, mentre i ragazzi si toccavano a vicenda con movimenti impacciati. Poco tempo dopo avrebbero realizzando quanto fosse stato maldestro e imbarazzante quel primo tentativo di fare l'amore. In quel momento, però, fu la cosa più eccitante che avessero mai fatto.

Così eccitante infatti che un paio di minuti più tardi, avevano raggiunto entrambi l'orgasmo senza nemmeno il bisogno di togliersi i pantaloni. Trascorsero qualche istante sdraiati sul letto, respirando con affanno, tentando di capacitarsi di ciò che era appena successo, di ciò che stava succedendo. Ancora una volta fu Naruto a rinsavire per primo.

"E' stata un'esperienza...diversa. E' stato piuttosto bello, strano...gay, ma bello. C'è molto di più che questo vero? Non abbiamo fatto tutto ciò che c'è da fare, non è così?"

La voce di Sasuke era molto più calma di quanto si aspettasse. "No, non abbiamo fatto tutto; e io odio fare le cose a metà."

"Ho sempre ammirato questa parte di te."

"Sta' zitto."

Naruto rise al secco comando anche quando Sasuke si portò a cavalcioni su di lui, trascinandolo in un altro bacio. Era incredibile quanto frenetica e intensa quell'effusione divenne nel giro di pochi minuti. Razionalmente Sasuke immaginò che avrebbero completato l'operazione con maggior successo se avessero entrambi rallentato un poco. Solo che erano adolescenti e il verbo "rallentare" non esisteva nel loro vocabolario.

Rotolarono qua e là, grugnendo mentre tentavano di strattonare e strappare via i vestiti dell'altro. Quando furono quasi del tutto nudi, realizzarono che non avevano la più pallida idea di cosa stessero facendo.

"Che diavolo facciamo adesso?" Sasuke rivolse a Naruto l'impertinente domanda, mentre il biondino si sfilava i calzini e li buttava sul pavimento.

 "Che diavolo dovrei saperne io? Improvviso mentre agisco. Di solito funziona."

"Ho sempre ammirato questa parte di te." Era la la verità.

Naruto sorrise, spingendo Sasuke sul letto e spostandosi a leccargli sperimentalmente i capezzoli. "Sta' zitto."

Sasuke sogghignò e rantolò quando sentì il proprio corpo entrare interamente in sintonia con quello di Naruto. Era una bella sensazione, follemente bella; perché non aveva pensato prima a zittirlo con un bacio?

 Continuò a essere una magnifica sensazione fino a quando in Naruto non affiorò la brillante idea di dove avrebbe potuto infilare il pene, senza avvertire Sasuke. Le imprecazioni che riempirono la stanza durante i successivi secondi, furono sufficienti a far venire i capelli bianchi al biondino.

"S-scusa..." Naruto ansimò, cercando di non muoversi.

"Che diavolo hai appena fatto! Chi ti ha detto di farlo?"

"Scusa, scusa! Immagino che dovevamo usare un qualche tipo di lubrificante o che so io."

Avrebbe ucciso quel deficiente, dio solo sa se non l'avrebbe ammazzato. Santo cielo non sarebbe mai più stato normale.

"Vuoi che...vuoi che mi tiri fuori?"

Sasuke dubitò fortemente che si sarebbe sentito meglio se si fosse ritratto. "Stai solo zitto per un minuto; lasciami pensare."

Con suo immenso orrore però, Naruto cominciò a muoversi.

"Scusami Sasuke, non riesco più a restare fermo. E' davvero bello starti dentro. Davvero, davvero bello..."

Sasuke avrebbe ucciso e castrato Naruto, sempre se non fosse morto prima. Si morse le labbra, stringendo forte gli occhi nel tentativo di soffocare il dolore che si stava diffondendo per tutto il suo corpo. Decise che tra un secondo se lo sarebbe tolto di dosso ma poi il biondino cambiò posizione e tutto ciò che è bello e meraviglioso al mondo si condensò in un'unica, intensa sensazione di piacere. Il suo corpo si arcuò,scontrandosi contro quello di Naruto.

"Lì, continua a mirare lì..."

Naruto annuì al soffocato comando. Si mossero insieme, resistendo per altri pochi momenti prima che entrambi esplodessero.

Ci misero molto più tempo a riprendersi da quell'esperienza, e quando Sasuke finalmente riemerse dallo stato inconscio in cui era caduto, la notte era ormai calata; l'unica luce della stanza proveniva dal computer che era stato lasciato inattivo per tutto quel tempo. Ad un certo punto Naruto doveva essersi alzato, doveva aver pulito se stesso e Sasuke, per poi ritornare a letto e addormentarsi. Sasuke fissò il soffitto,cominciando ad acquisire consapevolezza dell'enormità di ciò che era appena successo. Alla realizzazione seguì il panico, e le sue mani cominciarono a stringere in pugno le lenzuola.

"Hey, Sasuke..."

La voce di Naruto lo colse di sorpresa; pensava che il ragazzo stesse dormendo. La crescente sensazione di panico si arrestò per un instante, e lui guardò in direzione dell'amico, i suoi occhi grandi visibili anche nell'oscurità.

"Che c'è?"

"Sembra come che tu stia entrando in paranoia. Non pensi che ti abbia messo incinta, vero?"

Sasuke eruttò in una risata maniaca nel silenzio della camera. Narutò lo seguì, entrambi ridacchiando come i bambini che erano.

"Sei proprio un cretino." Sasuke respirò, il panico completamente dissolto. Il mondo finalmente tornò a essere quello di prima.

"Sì, ma hai sempre ammirato questa parte di me, non è così?"

"Sta' zitto."


 

Sembrava come se non fosse mai accaduto. Quando venne mattino, tutto sembrò tornare alla normalità. Le settimane passavano e Sasuke non riusciva a comprendere come potessero comportarsi con tanta disinvoltura. Naruto ancora trascorreva del tempo in camera sua, violava il suo spazio personale e lo distraeva quando c'erano dei compiti da svolgere. Era davvero come se niente fosse mai successo. Solo che la verità era un'altra, e Sasuke non riusciva a smettere di ripercorrere quei momenti con la mente. Fingeva che non fosse così, ma in realtà era tutto ciò a cui pensava.

Trovò Naruto nella palestra della scuola, impegnato ad eseguire alcune trazioni, mandando in visibilio alcune ragazzine del primo anno che non facevano altro che squadrare il suo torso nudo. Sasuke si incamminò verso di lui e si fermò vicino alla sbarra, quindi si guardò intorno per assicurarsi che nessuno potesse origliare.

"Voglio farlo di nuovo."

Naruto abbandonò la presa sulla sbarra e improvvisamente si lasciò cadere a terra. Guardò Sasuke, stringendo gli occhi mentre si grattava il naso e si voltava alla ricerca di un asciugamano. Sasuke si rilassò, avendo capito che Naruto sapeva perfettamente a cosa alludeva. Anche lui doveva averci pensato.

"Abbiamo già ucciso la nostra amicizia, Sasuke. Vuoi davvero rischiare di complicare ulteriolmente le cose andando a letto insieme?"

"Questo non ha niente a che vedere con la nostra amicizia. E' solo sesso; un qualcosa senza significato."

Naruto lo guardò incredulo.

"E' solo un atto fisico che aiuta a rilasciare un po' di energia accumulata."

"Proprio come il Judo o il Karate; forse dovremmo limitarci a quelli."

"Il nostro rapporto non cambierà. Nessuno deve saperlo. Sarà solo sesso, senza impegni, senza sentimenti."

Naruto grugnì derisivo a quella baldanzosa dichiarazione. "Tu sei un robot, io no."

"Quando crescerai?" Sasuke lanciò un'altra occhiata furtiva per tutta la palestra, ormai vuota, prima di avvicinarglisi. "Voglio dire, ti è piaciuto, no? Farlo con me è stato bello, giusto? perché non goderselo di nuovo?"

"La situazione potrebbe incasinarsi, Sasuke."

"No, invece." Era così vicino che poteva annusare l'odore di Naruto e percepire il calore che irradiava il suo corpo. "Finchè restiamo con la testa sulle spalle e lasciamo fuori le emozioni, come potrebbe incasinarsi?"


 

"Ti amo."

La semplice, quieta dichiarazione arrestò per un momento il rumore dello schioccare delle dita sui tasti. Naruto guardò, con un leggero senso di impotenza, Sasuke che riprese a digitare, ignorando completamente la sua confessione.

"Non hai intenzione di dire niente?"

"Dire cosa? devo finire questa ricerca per il bene di entrambi, dal momento che stai dimostrando che in questo sei inutile al college tanto quanto lo eri al liceo."

"Ti ho appena detto che sono innamorato di te!"

Sasuke smise di battere sui tasti della tastiera per massaggiarsi stancamente il ponte del naso. Gettò un'occhiata al di sopra della spalla, in direzione del suo sempre passionale migliore amico, prima di riportare l'attenzione al computer.

"Non sei innamorato di me, Naruto; ma se lo sei, fattelo passare."

Non aveva bisogno di voltarsi per sapere che il viso di Naruto si fosse acceso di rabbia.

"Quale diavolo è il tuo problema?" L'urlo di Narutò risuonò per tutte le pareti della camera del dormitorio di Sasuke e il ragazzo immaginò che sarebbe stato meglio se avesse soffocato il resto dell'attacco prima che avesse attratto l'attenzione dei passanti.

"Non sei innamorato di me. Lo pensi solo perché hai una sorta di bisogno patologico di giustificare il fatto che ti piace scoparmi. Ora ciò che devi fare è darti una regolata, perché se non riesci a gestire questa situazione, troverò qualcun altro che sarà in grado di farlo!"

Naruto si impietrì, momentaneamente zittito dallo shock. Guardò senza parole Sasuke rigirarsi verso lo screen e riprendere il lavoro. Decise allora che sarebbe stato più prudente andarsene, cosa che fece, sbattendo la porta così forte da rimuovere il simbolo della famiglia Uchiha dal muro. Sasuke smise finalmente di digitare, sospirò e si stropicciò la faccia con frustrazione. Evidenziò le ultime due pagine del testo per poi cancellarle, avendo buttato giù nient'altro che frasi incomprensibili dal momento in cui Naruto aveva iniziato a dichiararsi.

Sentì le tempie pulsargli, avvertendolo dell'inizio di un mal di testa. Naruto sarebbe stato oltremodo furioso con lui per un bel po'. Suppose che sarebbe passato un altro paio di settimane prima che fosse ritornato nelle buone grazie dell'amico...e nel suo letto. Sasuke sospirò una seconda volta e si spostò per sdraiarsi sul letto. Le settimane successive sarebbero state tempestose, ma era sicuro del fatto che sarebbe riuscito a calmare Naruto e a farsi perdonare. Dopo tutto, non si perdonano sempre le persone che si amano?


 

Haruno Tsuchi ascoltò attentamente Uchiha Fugaku descrivere a grandi linee l'offerta riguardante l'unione delle loro compagnie. Fugaku parlava di investire, di pompare più capitale all'interno della compagnia farmaceutica, dandole l'occasione di crescere e fiorire per alimentarne le potenzialità economiche e trasformarla in un'industria potente. Tsuchi non era un idiota. Riusciva a leggere tra le righe. Le corporazioni Uchiha stavano eliminando un'ondata di ostili competitori e compagnie più forti e stabili della sua erano già cadute nella loro rete. Le aziende farmaceutiche Haruno sarebbero state le prossime e Tsuchi sapeva che non c'era scampo. L'unico dilemma era come avrebbe ceduto la sua compagnia, la sua eredità, la cosa per la quale aveva versato sudore e sangue.

Fugaku, che sedeva bevendo così tranquillamente dalla sua tazza di tè, non rappresentava altro che una cortesia per un amico di famiglia, offrendo un modo al patriarca di salvare la faccia di fronte a una situazione che non presentava alternative. La palla era in mano a Tsuchi ora, il quale era ben consapevole di non essere in grado di restare in gioco.

"Mi ha dato molto a cui pensare Fugaku-san. Una tale decisione, tuttavia, non può essere presa consultando unicamente i miei membri del consiglio. Devo parlarne con la mia famiglia, discuterne con loro; Solo allora potrò darle una risposta."

"Ma certamente, si prenda tutto il tempo di cui necessita."

All'incontro successivo, Tsuchi si armò di coraggio per proclamare sconfitta, si armò di uno stratagemma con il quale mantenere la compagnia, entro una certa misura, all'interno della gestione famigliare. Uno stratagemma che era destinato al fallimento, dal momento che Fugaku non avrebbe mai accettato.

"Questa compagnia, Fugaku-san, non appartiene unicamente a me. Avevo pianificato di viverla fino alla fine, per poi passarla nelle mani di mia figlia con la speranza di continuarne la linea ereditaria. In verità, la compagnia è di mia figlia. Speravo che sarebbe rimasta sua fino al giorno in cui si fosse sposata, cedendola solo allora al marito, come richiede la tradizione. Una disposizione che mi conforta, se lei comprende, Fugaku-san."

Tsuchi attese, aspettandosi di ricevere una risata in faccia. Il patriarca Uchiha pensava indubbiamente che Sakura non fosse all'altezza del figlio, e l'idea di usare il matrimonio come un mezzo per coprire l'acquisizione del controllo della compagnia, avrebbe incontrato lo sdegno. Eppure, Fugaku non rideva. Il capo famiglia Uchiha sorseggiò il tè e puntò lo sguardo su Tsuchi con aria contemplativa.

"Sakura, uh...Sasuke ne parla piuttosto con affetto."


 

Sasuke puntò gli occhi sul pavimento senza vederlo realmente, mantendosi in una posizione ingionocchiata di fronte al padre. La stanza pareva volteggiare e lui doveva disperatamente riprendere un contegno. Suo padre gli sedeva di fronte, un basso tavolo a separarli, ed eseguiva la cerimonia del tè con gesti calmi e metodici.

"Le aziende farmaceutiche Haruno sono un diamante grezzo e il loro trust di cervelli è uno dei migliori al mondo. Con un giusto sostegno finanziario, potranno portare le corporazioni Uchiha in prima linea in campo medico. Troveremo cure, avremo rialzi dal punto di vista produttivo; Il nome Uchiha sarà cementato negli annali della storia medica e la nostra eredità troverà consolidamento nella scena mondiale. Tsuchi ha lasciato che quel tesoro stagnasse. Non aveva idea di come far maturare il suo enorme potenziale.

Tuttavia, la famiglia Haruno mantiene rapporti d'amicizia con il clan Uchiha da anni ed è nostro dovere dar loro l'opportunità di salvare la faccia agli occhi dei nostri colleghi. La compagnia passerà ufficialmente di mano con il tuo matrimonio con Sakura. Haruno Tsuchi ti ha affidato le cure di sua figlia e tu tratterai questa responsabilità con il dovuto rispetto e merito."

Fugaku attese una qualsiasi risposta dal figlio, ma Sasuke rimase in silenzio e immobile, con la testa bassa e le mani strette in pugno contro il pavimento. Fugaku sospirò, mentre spingeva una tazza di tè in direzione del secondogenito e annuiva alle domestiche per far sì che uscissero dalla stanza.

"I matrimoni combinati non sono cosa facile, Sasuke. Io sono stato fortunato ad aver trovarto tua madre, una donna che incontrò facilmente l'approvazione di mio padre e degli anziani. So che quello che ti chiedo di fare è difficile, ma se non avesse riscontrato dei successi, il sistema dei matrimoni combinati sarebbe crollato molto tempo fa. Inoltre non hai mostrato nessun interesse nel portare a casa qualche ragazza, che fosse adeguata o meno. La familiarità genera amore, e tu sei fortunato ad esser unito in matrimonio con una persona a cui tieni. Dovrebbe essere più facile."

Sasuke alzò brevemente lo sguardo, tentò di parlare ma fallì, optando alla fine di riportare lo sguardo al suolo. Fugaku incrociò le braccia e guardò il figlio. Sospirò di nuovo.

"Sasuke..."

Di fronte al cambiamento del tono di voce del padre, Sasuke alzò gli occhi. Fugaku fissò i suoi in quelli del figlio, non volendo essere frainteso o incompreso.

"Sasuke, molto spesso, se provi con abbastanza convinzione, l'amicizia può trasformarsi in amore. Voglio che tu ci provi, e lo farai. Tuttavia, ciò non è sempre possibile; a volte, l'amore non sboccia a dispetto delle condizioni più ideali e favorevoli. Farai del tuo meglio, onorerai e rispetterai tua moglie, e tenterai di trovare la felicità con lei. Se questo dovesse rivelarsi impossibile, se tutto fallisce, cercherai la tua felicità altrove. La cercherai con discrezione e decoro, in piena considerazione dei sentimenti di tua moglie e tenendo a mente la tua posizione sociale e le tue responsabilità. Non fingerò di averti sistemato in una situazione ideale, ma Sasuke, promettimi che ci proverai."


 

"Stai dando di matto."

Naruto sbuffò la sua incredulità mentre continuava ad andare su e giù per l'appartamento come un animale in gabbia. "Dare di matto? DARE DI MATTO? non ho ancora iniziato a dare di matto, Sasuke!"

"Questo matrimonio è una misura d'affari; non ci riguarda."

Naruto scoppiò a ridere, sicuramente doveva trattarsi di una sorta di scherzo colossale. Guardò Sasuke incredulo: il moro si ergeva in tutta la sua disinvoltura e impertubabilità, come se non avesse appena annunciato la fine del mondo.

"Non ci riguarda? Ti presenti qui, mi dici che stai per sposare la mia migliore amica, e questo non ci riguarda?"

"Sono io il tuo miglior amico. Non Sakura." Sasuke tentò di togliersi di dosso i sentimenti di irritazione e gelosia che divamparono al brusco commento.

"No, tu sei un sociopatico che si è impossessato del corpo del mio migliore amico e si sta sposando con l'altra mia migliore amica!"

Sasuke emise un sospiro di estrema pazienza. "Te l'ho già detto: è un arrangiamento d'affari."

"Già, e Sakura questo lo sa?"

Sasuke si intromise nella traiettoria del frenetico Naruto, bloccandolo. Portò le mani a coppa sul viso del biondino, forzandolo a guardargli in faccia.

"Questo non cambierà nulla. Niente cambierà ciò che c'è tra me e te."

"Oh?" Naruto rispose flebile. "E cosa c'è esattamente tra me e te?"

"Per favore, non ricominciare."

"No, hai ragione. Non ho motivo di turbarmi perché, tecnicamente, non abbiamo una relazione."

Sasuke indirizzò gli occhi al cielo e si allontanò dall'uomo iracondo. "Quanto tempo è passato Naruto, sette anni? Dovresti aver memorizzato le regole base ormai."

"Capisco; non pensare che non abbia capito Sasuke. Intendo dire, noi siamo amici, migliori amici, che scopano di tanto in tanto. Bè, molto più che di tanto in tanto. Ormai dovrei averci fatto l'abitudine."

"E' davvero troppo chiederti di smetterla di comportarti come un moccioso viziato riguardo tutta questa faccenda? Dovresti essere un uomo, comportati come tale."

Guardando Sasuke in quel momento, Naruto ebbe l'illuminazione.

"Sai cosa? vai a farti fottere." Agguantò il suo cappotto e si diresse verso la porta, fermandosi brevemente per aggiungere un ultimo commento. "Oppure puoi andare a fottere la tua fidanzata, qualsiasi sia la cosa che ti riesce meglio."


 

Una zona turbolenta scosse Sasuke dal suo sogno ad occhi aperti. Alzò il viso e si accorse, nella sua momentanea confusione, che Sakura gli stava sorridendo.

"Stavi sognando ad occhi aperti da un po'. A cosa pensavi?"

"Ah, niente; tendo a staccare la spina durante i lunghi voli come questo."

"Bè, arriveremo a Parigi tra un'oretta; la nostra luna di miele sta per avere ufficialmente inizio."

Sakura gli prese la mano, sorridendo con eccitazione mentre si sistemava contro la sua spalla. Sasuke chiuse gli occhi, si reclinò contro il poggiatesta e desiderò disperatamente di trovarsi in qualche altra parte. L'inizio ufficiale della sua luna di miele...

Non vedeva l'ora.

 

 


 

 


 

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Capitolo 3
*** The Honeymooners ***


Note dell'autrice: arghhhh!!! Perdonatemi il tremendo ritardo con cui posto ma questo capitolo mi ha causato non pochi problemi! Una traduzione faticosissima per...ehm...vedrete! ^__^ 

Ringrazio tutte le persone che commentano, seguono con passione o anche solo leggono la storia! Non esitate a farmi notare altri eventuali errori, mi aiutate a migliorare la storia. :)))

Grazie a Elea Vi Britannia, Lorelei95, kagchan, ryanforever, chibikitsune e frida_E! Leggendo i vostri commenti non solo mi sono commossa, ma sono stata anche persuasa dalla tentazione di anticiparvi i prossimi avvenimenti...cosa che ovviamente non farò! xD

Mi limito a suggerirvi di non perdervi i prossimi capitoli, l'autrice originale è veramente geniale e ne vedrete delle belle... oh oh oh *risata maligna*

 

 Non poteva che essere un paradosso il fatto che un volo così lungo potesse concludersi tanto rapidamente. Prima che avesse l'opportunità di orientarsi, Sasuke, insieme a Sakura, si era già lasciato alle spalle la dogana e si guardava intorno alla ricerca dell'autista della Limosine. Ben presto si ritrovarono in strada diretti verso l'hotel. Sakura era incollata al finestrino e si godeva il panorama, i suoni e gli odori della Francia.

"Tutto questo è meraviglioso Sasuke-kun, ehm, Sasuke. Tutto e tutti sembrano così...francesi!"

Sasuke alzò brevemente lo sguardo e le sorrise indulgente, mentre sul suo Blackberry rispondeva velocemente ed efficientemente alle email di lavoro. Quando si trovarono al lussuoso ingresso dell' hotel, vennero accolti da una ricezionista dall'aspetto gradevole e dall'abbigliamento curato. 

"Benvenuti alle 'Quattro Stagioni', Signor e Signora Uchiha. Il mio nome è Claudia e vi assisterò nel miglior modo possibile."

Sakura ridacchiò, meravigliata di quanto incredibile quel titolo suonasse in quell'inglese enfatizzato da un raffinato accento francese. La giovane donna seduta dietro il banco accettazione sorrise con condiscendenza. Sakura arrossì leggermente, consapevole del fatto che le sarebbero stati rivolti altri sorrisi indulgenti se non si fosse calmata e abituata alla presenza del marito. Sapeva di come si stesse comportando, ma non poteva farci nulla.

Sicura che la giovane sposa avesse ripreso il controllo sulle proprie emozioni, Claudia continuò il discorso.

"Congratulazioni per le nozze. Siamo onorati della vostra decisione di spendere questo speciale momento con noi, e ho il piacere di informarvi che la vostra suit per luna di miele è pronta e vi attende." Parlò senza riprendere fiato, quindi tirò fuori diverse brochures da sotto il banco. " L'hotel e i suoi affiliati offrono un'ampia gamma di attività e attrazioni turistiche che potrebbero interessarvi: gite, località termali, visite in carrozza..."

"Daremo un'occhiata a tutto ciò che offrite."

Sakura e la ricezionista furono entrambe sorprese dall'improvvisa esclamazione di Sasuke.

"E' la prima volta che visiti Parigi e dovresti approfittare di ogni esperienza possibile. Perchè spendere l'intera luna di miele rinchiusi in una camera d'hotel?" Sasuke sorrise in modo ammaliante alla nuova moglie.

Francamente, a Claudia venne in mente almeno un buon motivo per cui rimanere rinchiusi in camera, ma suppose correttamente che quella domanda dovesse essere ipotetica e frugò velocemente alla ricerca di altre brochures.

"Se potesse procurarci una mappa con evidenziati tutti i luoghi collocati nelle vicinanze in cui è possibile fare shopping, sono sicuro che mia moglie lo apprezzerebbe." Si voltò nuovamente in direzione di Sakura. "So che qui viene data enorme importanza alla moda."

Sakura sorrise raggiante.

"Ti amo tanto." Rivolgendosi poi alla ricezionista riaffermò. "Lo amo tanto."

Claudia l'aveva senza dubbio notato. Aveva anche notato il disagio e l'imbarazzo che avevano attraversato per un momento il viso di Sasuke, prima che fossero rimpiazzati da una calma impassività. Non era niente che non avesse già visto. Incollandosi in volto un luminoso sorriso, passò nelle mani di una radiosa Sakura una manciata di brochures, e disse loro di seguire il fattorino fino alla suit.

La camera era splendida. Sakura si era sentita come una principessa durante le ultime due settimane, e la suit non contribuiva di certo a sfatare l'illusione. Sbarrando le ante che aprivano al terrazzo, Sakura boccheggiò di fronte al magnifico panorama che offriva la vista della Torre Eiffel, e urlò a Sasuke di raggiungerla e godersi lo spettacolo. Lui invece preferì frugare nel suo bagaglio alla ricerca di un cambio d'abiti. Necessitava assolutamente di una doccia, Parigi non lo intrigava avendo visitato la città così tante volte prima. Prese mentalmente nota della decisione di portare Naruto a Parigi, un giorno; l'amico aveva un'abilità innata nel farlo divertire nelle situazioni più disparate.

"Torno subito; ho bisogno di farmi una doccia...o vuoi andare prima tu?"

La reazione imbarazzata e ammutolita di Sakura lo avvertì di ciò che aveva involontariamente implicato. Sakura scosse la testa, indicando che aveva intenzione di cercare delle cose nel suo bagaglio. Sasuke annuì e si ritirò nella spaziosa e ben illuminata toilette. Guardando l'enorme vasca, si chiese se sarebbe stato rude da parte sua chiudere la porta a chiave, nell'eventualità in cui la moglie avesse deciso di iniziare i festeggiamenti nella doccia. Alla fine decise di lasciare la porta schiusa. Stette sotto la doccia, lasciando che la calda acqua scivolasse lungo tutto il suo coro. Sapeva di avere una decisione da prendere e che avrebbe dovuto prenderla in fretta.

Riemerse dal bagno con un asciugamano avvolto intorno alla vita, suscitando lo sguardo timido e appassionato della moglie. Le indicò il bagno ormai libero e si spostò di lato, permettendole di chinarsi ed entrare con alcuni prodotti per l'igiene in mano e chissà cos'altro. Sasuke si accomodò sul letto e aspettò, ancora avvolto nell'asciugamano. Tecnicamente, il matrimonio sarebbe stato valido una volta consumato, e ormai non avrebbe avuto senso inventarsi delle scuse. Si chiese se Sakura fosse il tipo di sposa che per uscire dal bagno aveva bisogno di essere persuasa.

Non molto tempo dopo la porta si aprì come in risposta ai dubbi di Sasuke. Lentamente, ma senza esitazione, Sakura si fece avanti. Sasuke guardò la moglie, incorniciata dal vano della porta, avvolta in una camicia da notte di pizzo nera. Gurdandola, ferma lì in tutta la sua gloria e circondata da un'atmosfera piena di aspettativa, Sasuke giunse ad una conclusione:

Non avrebbe funzionato.

Sasuke deglutì convulsamente, la sua mente iniziò a mettersi in moto nel tentativo di capire quali fossero le sue opzioni e se il suo piano d'azione avrebbe comportato la fuga o la rassegnazione. Ormai sedeva immobile sul letto da troppo tempo e la conseguenza fu che il timido ma speranzoso sorriso di Sakura iniziò a vacillare. Toccava a lui.

"Farai del tuo meglio; onorerai e rispetterai tua moglie..."

Sasuke si alzò e allungò la mano in direzione della nervosa donna. Sakura fece scorrere con ansia la lingua lungo le labbra improvvisamente secche, il suo palmo era caldo e umidiccio nella mano di Sasuke.

"Sei bella, Sakura."

Lei si afflosciò letteralmente dal sollievo. "Ti piace davvero? avevo intenzione di comprarne uno rosa, ma poi mia madre mi ha rimproverato dicendo che la notte del suo matrimonio una donna non indosserebbe il rosa neanche morta. Bè, tecnicamente, non è la notte del nostro matrimonio; è il giorno dopo, tuttavia se consideriamo l'ora legale e la durata del volo-"

Sasuke a quel punto la baciò, interrompendo clemente quel farfugliare terrorizzato. Quando Sakura si ritrasse, era rossa in viso, inebetita e soprattutto ammutolita. Sasuke la guidò verso il letto e le si sdraiò accanto, tentando di capire come avrebbe messo in pratica quell'arduo compito. Lentamente le sbottonò la camicia da notte, approfittando della sua sbalordita immobilità. Ben presto si ritrovò completamente nuda agli occhi di lui, e Sasuke venne travolto dal primo fremito di terrore. Lentamente, quasi con pigrizia, Sasuke trascinò un dito giù per la lunghezza del suo corpo. Sakura tremò e rantolò, portando l'attenzione di Sasuke sul suo viso. La cruda emozione che lesse sul volto della moglie lo imbarazzò più di qualsiasi altra cosa. Distolse velocemente lo sguardo.

Continuò a muovere la mano lungo il suo corpo, sorpreso dalle reazioni che riceveva e da quanto fosse facile soddisfarla. Le fece scivolare la mano in mezzo alle gambe, sorpreso pochi minuti dopo dalla forza del suo orgasmo. Stava temporeggiando ed era certo che presto se ne sarebbe accorta. Troppe erano le cose che non andavano in Sakura in quel momento: i capelli, gli occhi, gli odori e i suoni che emetteva. Sentendosi addosso una sensazione di oppressione, cercò di porre un freno alle emozioni per lasciare spazio alla concentrazione.

"Sei così patetico..." Anche quando era solo un frutto della sua immaginazione, Naruto tendeva ad essere difficile.

L'apparizione era appostata al lato del letto, e mentre si sbottonava la camicia guardava la coppia con profondo disprezzo. Era arduo ed estenuante focalizzare l'attenzione su Naruto quando i movimenti, le mani e i suoni continuavano a riportarlo alla realtà. Goccioline di sudore gli pizzicavano il collo mentre si concentrava a stimolare e distrarre la donna. Immaginò Naruto portarsi in ginocchio dietro di lui e quasi gli parve di sentire la familiare sensazione del materasso che affondava sotto il suo peso.

"Sei proprio strano," Il fantasma mormorò mentre trascinava la mano lungo la schiena di Sasuke, bloccandosi a massaggiargli il fondoschiena. "E non intendo in senso buono."
 
Sasuke ansimò, immaginando Naruto bagnarsi le dita di saliva, pronto a prepararlo. Sakura gemette forte sotto di lui, e l'immagine baluginò per un istante. Non era più conscio delle sue azioni, era solo sollevato del fatto che qualsiasi cosa stesse facendo alla moglie, stava avendo successo. Sasuke gemette e si morse il labbro inferiore, mentre dita abbronzate lo penetravano.

"Non dire il mio nome..."

Sakura si arcuò, contorcendosi contro il movimento delle dita di Sasuke. Quando lo sentì finalmente gemere si azzardò ad aprire gli occhi. Fino a quel momento, il suo silenzio l'aveva intimorita, l'aveva quasi convinta di stare vivendo in un'illusione che ben presto si sarebbe dissolta. Lo guardò, ipnotizzata dal piacere che animava i suoi tratti, e desiderò che aprisse gli occhi per guardarla e accorgersi di quanto bene la facesse sentire e di quanto lo amasse. Isintivamente sussurrò il suo nome, stendendo le braccia per accarezzargli il viso. Quasi per risposta automatica, Sasuke le catturò entrambe le mani e gliele bloccò sopra la testa. Quando Sasuke le si strusciò contro, Sakura gemette di piacere, completamente incerta di cosa stesse facendo per procurargli tanto appagamento. Il marito ansimò, la presa sui suoi polsi si strinse e la mano libera artigliò le lenzuola.

Proprio nel momento in cui desiderò che Sasuke la toccasse ancora una volta, vide il suo viso colorarsi di rosso e le sue labbra mimare qualcosa di incomprensibile. Senza avvertirla, si spinse dentro di lei. Quando la presa sulle mani si sciolse, lo strinse veloce a sè e gli avvolse le gambe intorno alla vita mentre lui continuava a spingersi dentro. Infine un brivido li percosse fino all'orgasmo e l'amplesso si concluse. Erano entrambi madidi di sudore ed esausti.

Sasuke rotolò di lato e si stravaccò sul letto, mentalmente e fisicamente provato. Ancora una volta si ritrovò solo in presenza della moglie. Sakura si spostò, gli allacciò le braccia intorno al torace e gli appoggiò la testa sul petto.

 "E' stato meraviglioso, Sasuke..."

Lui le rivolse un debole suono gutturale in risposta mentre si abbandonava all'oblio del sonno. Avrebbe continuato a lavorare sul suo piano d'azione il giorno seguente. Adesso aveva solo bisogno di dormire.


 

Nell'appartamento di Naruto il telefono squillò senza ricevere risposta. Chiunque stesse chiamando non demordeva, attaccava e ricomponeva il numero diverse volte, sempre senza successo. Alla fine la persona attese l'attivazione della segreteria telefonica, seguita dalle istruzioni e dal beep.

"Naruto, so che ci sei. Smettila di restare lì immobile a guardare il telefono come una sorta di statua di marmo e alza la cornetta...no? Perfetto, richiamo più tardi."

Appollaiato sul divano di Naruto, Kiba non riuscì a trattenersi dal fare un commento o due.

"Dì quello che ti pare di Sasuke, e io potrei dire un sacco di cose, ma quello ti conosce come le sue tasche. Hai intenzione di rispondere la prossima volta che richiama?"

Naruto spostò il peso da un piede all'altro, aggrontando la fronte in direzione della lucetta provenienta dalla segreteria telefonica.

"Rispondere cosa? Si trova in luna di miele."

Mentre guardava l'amico fissare il telefono, Kiba iniziò a mangiare rumorosamente del ramen. "Bè, non starà sempre in luna di miele. Tornerà presto a casa, e allora cosa succederà?"

Naruto guardò per un altro istante la luce lampeggiante proveniente dal telefono, dopodichè si girò e si afflosciò su una sedia. Cio' che era successo al matrimonio era stato un terribile errore; una mancanza di giudizio che non poteva più permettersi di avere-che non avrebbe più permesso a se stesso di avere.

"Sasuke è mio amico, solo questo, niente di più. Se ha altre aspettative, mi dispiace per lui. Il nostro "affare" si è concluso il minuto in cui si è fidanzato."

Kiba annuì e fece spallucce, senza sforzarsi troppo di mostrare fiducia nelle parole dell'amico. A Naruto non importava se Kiba gli credeva o meno; era risoluto nella sua scelta e non avrebbe avuto ripensamenti.

Per quanto gli riguardava, lui e Uchiha Sasuke avevano chiuso. 

 

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Capitolo 4
*** The End of Innocence ***


Note dell'autrice: accidenti che faticaccia! Gli esami mi stanno prosciugando le poche forze vitali rimaste, c'ho due di pressione, un calo di zuccheri e spero che in tutto questo non ne risenta la traduzione! D: Meno male che hanno inventato Death Note, l'unica consolazione in questo periodo di cacca aw aw awwwwww! Noooo in realtà ci siete anche voi a consolarmi! Voi che commentate, seguite e aggiungete la storia tra le preferite e le seguite! Grazieeeeeee, continuate così che mi gasate alla grande!!! xD 

 ginevrasux, kagchan, chibikitsune, ryanforever, frida_E, giorgiayna grazieeee dei bellissimi commenti!!!! *__* 

Ditemi mo che pensate di Sakura...eh?? xD

 

Sollievo.

Quando Sasuke infilò la chiave nella serratura della porta, gli sembrò quasi tangibile. Non era mai stato così felice di ritornare a casa. Sapeva che la vera sfida doveva ancora iniziare, tuttavia, in quel momento, desiderò solo di gioire di quel piccolo frammento di normalità rimastogli, prima che complotti e caos prendessero vigore. Entrando nell'appartamento di Naruto pensò a quanto volesse ristabilire un po' di equilibrio nella sua vita.

Un equilibrio che non avrebbe avuto.

La donna mezza nuda si allarmò visibilmente al rumore della porta che si chiudeva. Sasuke notò che i suoi capelli erano ancora umidi per la doccia appena fatta e che addosso portava una delle sgargianti magliette arancioni di Naruto.

 Il ruomore dell'acqua proveniente dalla doccia lo informò della presenza del biondino. Sasuke considerò la donna squadrandola, fissandola come fosse una sorta di insetto offensivo che era strisciato fuori da una fogna...cosa che effettivamente era, per quanto gli riguardava. La ragazza cercò di ricomporsi e si profuse in un veloce, nervoso inchino.

"Ah, Uchiha-sama..."

"Mi sei familiare." Sasuke parlò con disinvoltura, posando le chiavi sul tavolo del salone come se fosse la cosa più naturale del mondo. Rivolse poi la sua completa attenzione alla giovane donna, visibilmente agitata, che stava chiaramente cercando di capire come comportarsi in quella situazione tanto particolare.

"Ho prestato servizio al suo ricevimento nuziale. Ah, congratulazioni per il matri-"

"Sei la barista." Alzò un sopracciglio e la ragazza annuì agitata. "Mmm, non ero a conoscenza del completo servizio offerto dall'industria della ristorazione. Se avessi saputo fino a che punto saresti arrivata per intrattenere i miei invitati, ti avrei pagata considerevolmente di più."

La ragazza, scioccata, arrossì vistosamente e boccheggiò di fronte a quella cattiveria apparentemente ingiustificata. La freddezza emanata dal pallido e alto giovane uomo erose ulteriolmente la sua compostezza. Non pensava di aver fatto nulla di sbagliato. Si era cacciata in qualche guaio? Era stato un atteggiamento non professionale il suo? Tentò di dire qualcosa, di rispondere in qualche modo, ma le riuscì solo di balbettare parole incomprensibili.

Non era mai una buona idea far incazzare un membro del Clan Uchiha, ancora peggio se si trattava dell'erede; e sicuramente lei ci era riuscita.

"Di solito non mi comporto in questo modo. E' solo che Naruto è una così brava persona e-"

"Non ho alcun interesse ad ascoltare questi miseri dettagli. I servizi offerti da te e dai tuoi colleghi mi erano stati altamente raccomandati e speravo di poter dare una soddisfacente recensione ai vostri supervisori. Dovrebbero essere entusiasti di sapere quanto ti mostri devota ai doveri lavorativi tanto da oltrepassarli. Sarei felice di riferirlo, con il tuo permesso."

Ammutolita dalle implicazioni e dal fatto che Sasuke non aveva nessuna intenzione di andarsene, la ragazza raccolse i suoi averi e borbottò altre scuse, sconcertata. Senza prendersi nemmeno il tempo di rivestirsi, si azzardò a chiedergli di scusarsi con Naruto per lei. Non era nemmeno sicura del perché se ne stesse andando, ma sentì per istinto che quella era la cosa migliore che potesse fare.

"Già te ne vai? Peccato...Assicurati di restituire quella maglietta, non ti appartiene." Le rivolse un sorriso di cortesia mentre le chiudeva la porta in faccia.

Dieci minuti dopo Naruto, avvolto nel suo asciugamano, entrò in salone. La ragazza era sparita, sostituita da Sasuke, il quale sedeva ozioso sul divano. Il biondo si fermò, i suoi pensieri come sparpagliati al vento.

"Dove diavolo è finita Kichi?"

"Chi? Ah, la barista...è dovuta andare. Una ragazza carina comunque."

Naruto si affrettò infuriato verso la porta, spalancandola, sperando che non fosse andata lontano. In corridoio non c'era segno di lei, e non si azzardò ad avanzare oltre nel suo stato di nudità. Ritornò quindi nel suo appartamento e chiuse la porta. Puntò uno sguardo acuminato su Sasuke, che sedeva guardandolo innocente.

"Che cosa hai fatto?"

"Cosa avrei potuto fare? Ha detto che doveva andare e così ha fatto, una mossa assolutamente coerente da parte sua, se lo vuoi sapere."

Naruto ruotò gli occhi in segno di esasperazione prima di dirigersi in camera alla ricerca di un po' di vestiti. Sasuke lo seguì, guardandolo mentre frugava tra le sue cose e tirava fuori dei boxers, dei pantaloni da ginnastica e una cannottiera sportiva. Quando Naruto gli passò accanto a caccia del cellulare, finalmente si decise a parlare.

"Incredibile. Il tuo amico torna da Parigi e nemmeno un misero 'bentornato, come è andata?'"

"Già Sasuke, sono rimasto qui seduto tutta la settimana, morendo dalla voglia di sapere come è andata la tua luna di miele." Naruto compose il numero di Kichi, ascoltando il cellulare squillare invano. Attaccò e riprovò, mentre si dirigeva verso la cucina con Sasuke alle calcagna.

"Sei il mio testimone di nozze. Non è un tuo dovere, a parte ubriacarti e scopare, chiedermi tutti i luridi dettagli?"

Naruto rimase in silenzio, ignorando di proposito Sasuke mentre ritentava di chiamare il numero della giovane donna.

"Non capisco perchè hai scelto di portarti a casa la barista; Pensavo di aver dato ai nostri invitati abbastanza bomboniere. Veramente, la barista? Perchè non scegliere un attaccapanni invece?"

Naruto chiuse gli occhi e contò fino a dieci. Tra i tentativi puerili di Sasuke di farlo cedere e il monotono ronzio delle chiamate senza risposta, sentì di stare giungendo molto velocemente al limite della pazienza.

Sasuke, d'altro canto, condivideva il suo stesso sentimento. Guardò Naruto, irritato dalla sua indifferenza. Si morse l'interno della guancia mentre l'amico sospirava e si riportava il cellulare all'orecchio.

"Pensavo che saresti stato curioso, almeno per quanto riguarda i risultati della comparazione. E' stato davvero illuminante per me. Sakura è sempre stata brava nello studio, intelligente, ma non ha mai avuto molto talento in altri campi. Ha dimostrato abbastanza esperienza comunque, e di certo ha fatto le sue ricerche. Non vuoi sapere se è stata all'altezza delle mie aspettative? Potrebbe insegnarti un po' di cose."

Aveva esagerato.

Sasuke sapeva di essere andato oltre ogni limite il momento in cui Naruto sbattè il cellulare sul tavolo. L'intento di buttare Sasuke fisicamente fuori dall'appartamento era palese. Ciò che non era chiaro era se lo avrebbe sbattuto fuori dalla porta o dalla finestra del terzo piano in cui viveva. Naruto girò intorno al tavolo così velocemente che Sasuke non ebbe tempo di mettersi sulla difensiva. Si portò contro il muro mentre Naruto gli afferrava la maglietta.

"Non ho potuto farlo."

La concisa dichiarazione bloccò i movimenti potenzialmente violenti del biondo, che si fermò in preda alla confusione. Guardò Sasuke, la cui maglietta ancora teneva stretta in pugno in una presa d'acciaio.

"Voglio dire, ho potuto farlo, l'ho fatto...ma non senza aiuto. Il tuo aiuto."

Sasuke premette la mano sull'addome di Naruto, facendola scorrere lungo i muscoli tesi che sporgevano da sotto lo stretto tessuto di cotone a coste. Naruto colse il senso della confessione piuttosto rapidamente. Si discostò, insicuro di come avrebbe dovuto sentirsi del fatto che Sasuke fosse riuscito a consumare il matrimonio, nonostante la difficoltà e la necessità di ricorrere al pensiero di lui. Per il momento, optò per il divertito.

"Se fossi in te non andrei in giro a dire che ci vuole un lavoro di squadra per scopare tua moglie. Comunque non sono sorpreso delle tue difficoltà a farlo con una ragazza, Sasuke. Forse non te ne sei accorto, ma sei solo un po' gay."

"Tu non sembri avere questi problemi." Non era un'osservazione di elogio, ma Naruto decise comunque di trattarla come tale.

"Questo è perchè sono molto più aperto di mente rispetto a te, che sei così esigente. Credo che le ragazze abbiano altrettanto da offrire. Il che mi ricorda..."

Naruto recuperò il cellulare e chiamò Kichi, dando le spalle a Sasuke. Quel movimento di congedo fu sufficiente a far andare Sasuke su tutte le furie. Naruto terminò la chiamata di riflesso al suono dell'esplosione verbale del moro.

"Pensi che stia facendo tutto questo giusto per il gusto di farlo? Che ho voluto sposarmi e andare in una luna di miele forzata, in una città abbandonata da Dio? Sto facendo il meglio che posso."

Naruto lo schernì, il disprezzo era evidente. Riprese in mano il telefono ancora una volta. "Non illuderti dei tuoi sforzi, Sasuke."

"Che cosa vuoi da me?"

La domanda fu a dir poco scioccante. Dopo tutto quel tempo, la risposta avrebbe dovuto risultare ovvia. Naruto fissò l'amico con aria incredula, chiedendosi se l'uomo fosse veramente serio. La sua risposta iniziò con toni piuttosto pacati. Tuttavia, più si dilungò con il discorso, e più si trovò a usare toni alti e concitati.

"Che cosa voglio? Stai scherzando vero? Cosa voglio? Quello che voglio è che tu non sia sposato con Sakura. Voglio che tu non sia sposato affatto! Quello che voglio è che tu faccia almeno finta di considerarmi qualcosa di più di un-"

Naruto si bloccò e sospirò, portandosi la mano in viso e facendola scorrere tra i capelli con frustrazione. "Sai cosa, lascia perdere. Non ha importanza ormai."

Naruto si voltò, sentendosi esausto oltre ogni modo. Forse era una buona cosa, almeno l'attesa e l'incertezza avrebbero conosciuto una fine. Sasuke aveva fatto la sua scelta, e quella scelta non era lui.

Sasuke rimase in silenzio per un po', limitandosi a guardare la schiena di Naruto mentre tentava di trovare le parole giuste da dire, nonostante il fallimento a cui erano destinate.

"Tu desideri una sorta di confessione d'amore passionale da parte mia, una solenne promessa di devozione eterna. Questo non accadrà. Ti dissi fin dal primo momento cosa saremmo stati."

Naruto annuì, ma non si girò. "E' vero, e ora qualsiasi cosa fosse, è finita."

"Hai la più pallida idea del danno a cui verrei esposto, non solo io ma anche la mia famiglia, se qualcuno venisse a sapere che sono...che io sono..." Sasuke sospirò. "Ciò che mi dai, so di poterlo trovare anche altrove. Ma non è questo ciò che voglio. Tu sei il mio miglior amico, la persona che mi è più cara. Tu hai tutti i miei segreti. So che posso fidarmi di te."

Naruto sbuffò, sentendosi come intrappolato in una sorta di sequenza horror surreale.

"Quindi essenzialmente sono una confortabile convenienza, proprio come un bagno in casa?"

"Naruto, non può funzionare senza di te. La luna di miele me l'ha dimostrato."

Il biondo rise esausto, e alla fine si voltò per trovarsi di fronte a Sasuke. Incrociò le braccia e si appoggiò sul piano di lavoro della cucina.

"Stai cercando di farmi accettare l'idea che starei facendo un favore a Sakura scopando con te?"

Sasuke si avvicinò e si appoggiò al corpo di Naruto, mentre si sporgeva ad accarezzargli il viso. Fu appagato e sollevato del fatto che il biondo non si fosse ritratto. Gli guardò negli occhi, non volendo che l'amico dubitasse della sua sincerità.

"Voglio te. Può non essere abbastanza, ma almeno è la verità. Voglio te, Naruto."

Non era nulla una confessione del genere. Nel grande disegno universale era una merdata di parole troppo fuori luogo e schifosamente inadeguate. Razionalmente Naruto era consapevole del fatto che quella semplice ammissione non avrebbe dovuto avere importanza, non avrebbe dovuto significare nulla per lui. Solo che la verità era un'altra, e lo stomaco gli si attorcigliava alla realizzazione di quanto gli importasse e di quanto si sentisse debole per questo.

"Naruto, ti prego. Posso sistemare le cose, farle funzionare; lo sai che posso."

Non era mai una buona idea guardare Sasuke negli occhi quando cercava di convincerti di una qualunque cosa. Nei suoi occhi era annidato il potere, e anche in quel momento Naruto sentiva di stare per cedere. Era così debole, patetico e sbagliato. Il Naruto razionale ne era consapevole, sapeva che avrebbe fatto meglio a voltargli le spalle. Ma il Naruto razionale sapeva anche che quella era una battaglia persa in partenza. In quell'istante non voleva pensare a nient'altro che a loro. Sasuke voleva Naruto, non poteva essere sufficiente?

Sasuke sentì un fremito scorrergli lungo tutto il corpo quando le loro labbra si incontrarono. Naruto gli circondò la vita con un braccio e se lo portò più vicino. Quando finalmente si separarono, l'Uchiha si sentì un poco inebetito. Sospirando Naruto appoggiò la fronte contro quella del moro.

"Come posso fare una cosa del genere? E' mia amica."

"Chi?" Sasuke rispose apatico, momentaneamente spogliato di ogni emozione mentre godeva del calore emanato dalla pelle di Naruto.

"Oh...ma noi non la feriremo Naruto." Si spostò per lasciare una scia di baci lungo la gola abbronzata del biondo, consapevole di aver vinto. "Ci siamo solo noi. Solo noi."


 


Più tardi, quando Sasuke si svegliò, si trovò disteso al letto con Naruto, la testa sul suo petto caldo. Sorrise tra sè e sè, si stiracchiò e leccò veloce il muscolo addominale che gli era vicino al viso. Lentamente baciò e carezzò con la lingua il corpo del biondino, su fino alla gola. Davvero, Naruto doveva essere trasformato in un gusto gelato. Alzò il viso e notò che un paio di intensi occhi azzurri lo stavano guardando fisso.

"Sei stato sveglio tutto questo tempo?"

"Stavo pensando, stavo seriamente sperando di trovare un modo per mettere fine a questa situazione, invece di essere la tua sporca amante."

Sasuke sorrise genuinamente e baciò Naruto con intensità, facendo scivolare la mano lungo il suo torso fino ad accarezzargli la coscia. Non ci sarebbe stata fine alla loro storia, nessuna fine per loro. E prima Naruto l'avrebbe capito, meglio sarebbe stato per tutti e due.

Grugnì debolmente quando Naruto ruotò di lato per portare il moro sotto di lui. Sasuke avviluppò le dita nei biondi capelli e sentì il mondo sfuggirgli di mano ancora una volta. Non si sarebbe mai arreso, si sarebbe aggrappato con i denti e con le unghie alla sua felicità. Era il loro sporco, piccolo segreto; e quanto danno avrebbe potuto provocare uno sporco, piccolo segreto?


 


Sakura, accompagnata da Ino, sorrise raggiante mentre entrava nella casa dei genitori. La madre si alzò e abbracciò la figlia senza darle tempo di posare i bagagli.

"Oh Sakura, come vanno le cose? stai bene?"

Sakura sorrise e strinse forte l'ansiosa madre, mentre lottava per togliersi di dosso il peso delle valigie.

"Mamma, va tutto bene, è stato meraviglioso. Ho portato a te e a papà dei regali!"

L'anziana donna sbirciò incerta il viso della figlia, senza trovare tracce di menzogna. Azzardò quindi un sorriso mentre afferrava le mani di Sakura e salutava Ino, guidando entrambe le ragazze al tavolo della cucina.

"E Parigi?" Cominciò imbarazzata, affrontando un delicato discorso tra madre e figlia. "Come è andata a Parigi?"

Sakura si scambiò un sorriso con Ino prima di rivolgere l'attenzione alla madre, accarezzandole la mano. "Mamma, ti preoccupi troppo. Sasuke è splendido, è l'uomo più premuroso sulla faccia della terra, e non sarebbe potuto andare meglio. Parigi è la città più bella che esista. TU, Ino ed io dobbiamo andarci per fare shopping. Ho completamente perso la testa e comprato così tante cose per tutti voi. Papà sicuramente mi rimprovererà. A proposito, dov'è?"

"E' in giardino. Spende la maggior parte del tempo là ultimamente."

Sakura notò il cambiamento d'espressione sul volto della madre, e le si affievolì il sorriso. "Perchè, cosa non va?"

"Oh Sakura, non è stato un periodo facile per lui. Nell'arco di pochi mesi ha perso la compagnia e la figlia, entrambe cedute al Clan Uchiha." Perse la voce, consapevole della presenza di Ino. "E' stato un passaggio importante e in questo momento non si sente bene con se stesso. Gli passerà comunque, ha solo bisogno di tempo per metabolizzare."


 


Sakura fece scorrere la porta che apriva al giardino e vi si addentrò. Si prese un momento di pausa per godere della bellezza della casa della sua infanzia, prima di mettersi alla ricerca del padre. Alla fine lo trovò nella zona rocciosa del giardino, profondamente intento a rastrellare la ghiaia. Lo chiamò, catturando la sua attenzione. Tsuchi si avvicinò veloce alla figlia, stringendola in un abbraccio.

"Come stai, va tutto bene?"

"Cosa vi prende a tutti e due? Va tutto alla perfezione!"

Tsuchi sospirò e guardò la figlia con attenzione. "Il ragazzo Uchiha ti tratta bene?"

"Come una principessa papà."

L'uomo sospirò una seconda volta, lasciò cadere le mani lungo i fianchi e se le portò dietro la schiena. Cominciò a camminare e Sakura lo seguì da dietro in quel rituale informale che erano stati soliti osservare nei giorni della sua gioventù.

"Anche se dici così, sono lo stesso in apprensione, Sakura. Sento sempre di più che avrei dovuto bocciare questo tuo piano. Gli uomini di quel clan possono essere freddi e inflessibili."

Al tentativo di protesta della figlia, Tsuchi scosse la mano con l'intento di zittirla.
 
"So che lo ami da quando eri una bambina, Sakura; Tuttavia ho continuato a sperare in una tua rinuncia. Volevo mantenere la compagnia all'interno della gestione familiare e la tua offerta di sposare Sasuke-kun per questo...non voglio che ti fai carico di un sacrificio tanto enorme, Sakura."
 
Sakura lo interruppe, poggiandogli una mano sul braccio. "Papà, andrà tutto bene. Non sono un'ingenua ragazzina che si illude che le cose siano semplici. So che Sasuke non mi ama ancora; ma lui tiene a me e mi tratta bene. Ora che siamo insieme, non ci vorrà molto prima che ricambi il mio amore."


 


"I tuoi genitori sono a dir poco apprensivi."

Ino intrappolò Sakura con uno sguardo fisso mentre entravano nel negozio di gnocchi(1) privo di clienti. Sakura buttò fuori un respiro di esasperazione e si fece scivolare sulla sedia.

"Vorrei che lasciassero a me le preoccupazioni. E' la mia vita dopotutto."

Ino scosse la testa, tentando, come aveva fatto nei mesi passati, di iniettare nell'amica una dose di realtà. "Credo che sia giusto che si preoccupino. Sakura, questa cosa potrebbe esploderti in faccia."

Sakura sospirò e rivolse all'amica un'occhiata irritata e insofferente. "Oh, non di nuovo, Ino. Per favore non ricominciare."

"Ricomincio invece. Come posso non 'ricominciare'? Non c'è persona più gelosa di me del fatto che sei riuscita a prenderti Sasuke, ma allo stesso tempo sai quanto spero che tutto questo funzioni per te..."

"E funzionerà. Ino, avresti dovuto vederci durante la luna di miele. Lui è stato così romantico e-"

Ino scosse la testa scettica.

"Sasuke ti tratta così bene perchè è convinto che tu sia stata trascinata in questo matrimonio come un agnello al macello tanto quanto lui. Se venisse a sapere che hai orchestrato tutto, cosa credi che-"

Sakura scosse le mani, interrompendo l'amica per tentare di dissiparne le paure. "Non farebbe nessuna differenza."

"Sakura, hai venduto la compagnia di tuo padre a Uchiha Fugaku in cambio delle nozze con Sasuke. Credi davvero che se lo venisse a sapere non cambierebbe la considerazione che Sasuke ha di te? Per non parlare di tuo padre, se lo sapesse..."

"Era praticamente inevitabile, Ino. Qualsiasi persona con un briciolo di cervello avrebbe capito che si trattava di una questione di tempo prima che le corporazioni Uchiha prendessero il sopravvento sulla nostrsa compagnia-"

"Sì, un inevitabile processo che hai accelerato esponenzialmente passando a Fugaku tutte le informazioni della compagnia."

Sakura si sfregò con agitazione le mani sul viso. Ormai era fatta, voleva solo che Ino lasciasse stare.

"Solo tre persone sono al corrente di tutto, Ino. Fugaku ed io non diremo nulla, per cui Sasuke e mio padre lo potrebbero venire a sapere solo da te. Ci sto male, e lo sai, ma ciò che è fatto è fatto. Quindi, te ne prego, se la mia migliore amica; lascia perdere e mantieni custodito il mio sporco, piccolo segreto."

Ino sospirò e annuì, stringendo la mano di Sakura per rassicurarla. Il loro sporco, piccolo segreto...quanto danno avrebbe potuto procurare uno sporco, piccolo segreto?

 

 

(1) esatto, negozio di gnocchi (dumpling). Perchè di gnocchi? Bhò, non chiedetelo a me.  

 

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Capitolo 5
*** Begin the Beguine ***


Note dell'Autrice: wow nonostante gli esami ho aggiornato in fretta, non è vero? ^_^

Volevo dirvi che per ora ho tradotto i commenti dei primi due capitoli e li ho inviati all'autrice, la quale è rimasta piacevolmente colpita dalla vostra calorosità e dal vostro entusiasmo. Vi ringrazia tutti di cuoreeeeee. :)

Quanto al capitolo precedente ringrazio Panda_chan, giorgiayna, ryanforever, Lorelei95, kagchan, chibikitsune, frida_E!!!!! Come al solito siete fantastiche!!!

Commentate commentate commentateeeeeee e vi invio per email tanti biscottini preparati in casa da me. :3

 

"Non potevi resistere un maledetto giorno?"

Naruto non era in vena di sentire Kiba. L'amico non appena era entrato nell'appartamento, con una sola occhiata aveva perfettamente capito la situazione. Naruto rimase in silenzio e si diresse in cucina con Kiba alle calcagna.

"No, seriamente! Non potevi resistere un'altra settimana o due? Immaginavo che avresti ceduto, sì, che avresti avuto una ricaduta o due..o quattro; ma lo stesso maledetto giorno in cui è tornato?"

Naruto sospirò e si fece pesantemente cadere sulla sedia del tavolo da pranzo. Come se tutta quella vicenda non lo stesse già facendo a pezzi. Si sentiva logorato e triste, completamente impreparato all'assedio di Kiba.

 Lanciò uno sguardo stanco e cupo all'amico, mentre questi prendeva posto sulla sedia nella direzione opposta.

"E' complicato..."

"No vedi, non lo è. Non vi capisco, te e Sakura, e la stretta che ha su voi due. Beh, diciamo che capisco Sakura; sembra che le ragazze siano attratte dall'intera faccenda del bastardo dal cuore di ghiaccio, ma dovrebbe esserci passata sopra ormai. Davvero Naruto, quell'uomo è uno stronzo!"

Kiba scosse la testa con decisione mentre il biondino si preparava a protestare. "Non puoi negarlo! Lo conosco da quando lo conosci tu e posso tranquillamente affermare, senza timore di una valida smentita, che quell'uomo è un coglione. Era un coglione quando aveva cinque anni; E' diventato un gigantesco coglione da adolescente. Ora è un gigantesco coglione che è anche una specie di cazzone. E non mi importa se queste sono le tue parti del corpo preferite (1); Non va bene!"

"Tu non capisci. E' diverso con me, lui è diverso-"

"E raccoglie margherite, salva cuccioli e saltella con te per i prati. E' uno stronzo! E di sicuro non ne vale la pena. Stai cominciando a suonare come quelle donne con la Sindrome delle Donne Maltrattate. Questa storia finirà male per tutti voi. Quando hai intenzione di svegliarti e rendertene conto?"

Naruto aprì la bocca, la chiuse e la riaprì di nuovo, incapace di citare qualcosa che difendesse Sasuke o il suo comportamento. Kiba guardò l'amico fissarlo senza parole, triste e sconfitto. Naruto si lasciò cadere sul tavolo di legno, appoggiandovi sopra la testa.

Kiba si sentì immediatamente in colpa, sapeva di essere stato troppo duro con lui. Le sue intenzioni però erano buone, pensava a Naruto e alla sua felicità. Qualcuno doveva pur farlo, perché il biondo di sicuro si stava trascurando. Kiba si fece scivolare sulla sedia, posizionandosi accanto alla testa bionda. Cominciò a grattargli dietro le orecchie, dimenticando che il gesto probabilmente non era efficace sugli esseri umani come lo era sui cani.

"Naruto, sto solo cercando di aiutarti. Sasuke non farà la cosa giusta. Ce l'ha già dimostrato. Sta con Sakura e ci resterà a dispetto di quali possano essere le sue inclinazioni. Se non stai attento, diventerai il caro dolce Zio Naruto, che gironzola per casa loro tutto il tempo, ed è sempre solo. Ogni volta che tenti di avere una sana relazione con qualcuno e cerchi di andare avanti, Sasuke arriva e distrugge tutto. Non sarà lui a tirarsi indietro e lasciarti andare. Devi essere tu a farlo. Hai bisogno di mettere fine a questa storia con Sasuke."


 


Sasuke starnutì forte, spaventando la segretaria che gli stava porgendo alcune relazioni.

"Qualcuno sta parlando di lei, Uchiha-sama."

Non lo dubitava, e probabilmente stavano complottando la sua rovina. Sasuke mischiò mogio le carte che aveva di fronte, sembrava che la testa gli si stesse spaccando in mille pezzi. Gli bruciava la gola e si sentiva soffocare dai vestiti, dall'ambiente circostante e dalla matronale segretaria che lo guardava con evidente preoccupazione negli occhi.

"Sembra che le sia venuta l'influenza, Uchiha-sama."

"Sto bene." Sasuke snocciolò laconico. Era probabilmente malato. Con tutte quelle distrazioni e gli sforzi di prendere il sopravvento, intrappolato com'era in un insopportabile matrimonio, e i tentativi di tenersi stretto un volubile amante tormantato dai sensi di colpa, il suo sistema immune stava prendendo una bella batosta; Stava chiaramente crollando sotto tutta quella pressione.

"Dovrebbe tornare a casa, prendersi un giorno di riposo e ricevere cure amorevoli e tenere attenzioni da chi la ama di più."

Gli sorrise mentre inclinava la testa in direzione dell'unica fotografia incorniciata sulla scrivania di Sasuke. Era una foto che lo rappresentava con Naruto e Sakura, un ricordo dei loro giorni passati in accademia. La segretaria stava parlando senza dubbio di Sakura e il moro si schernì. Guardò la donna mentre gli rivolgeva un cenno di incoraggiamento, poi riportò l'attenzione sulla fotografia. Improvvisamente non gli sembrò poi una cattiva idea. Si sentiva parecchio male dopotutto.


 


Naruto aveva appena messo su l'acqua per il ramen quando sentì qualcuno aprire la porta di casa. Un minuto dopo Sasuke si stava lasciando cadere su uno sgabello davanti al bancone della cucina. Appoggiò la testa accanto ai pacchetti di tagliatelle ancora chiusi.

"Di solito non lasci il lavoro per il pranzo. che ti succede?"

"Niente..."

Quel 'niente' lo disse in un modo che indicò che si trattava sicuramente di qualcosa, ed era dovere di Naruto determinare che cosa vi si nascondesse dietro. Il biondo sollevò un sopracciglio, sempre divertito dalla teatralità ostentata da Sasuke. Si avvicinò all'uomo e gli si fermò accanto, allontanandogli con delicatezza dagli occhi gli scuri capelli che gli coprivano il viso.

"Ti senti bene?"

"No..." Sasuke tirò un po' sul con il naso, facendo sorridere Naruto. "Lavoro con degli idioti che non riescono a compilare una presentazione comprensibile, il mio computer portatile ultimamente è pieno di problemi tecnici e avvertimenti, e la testa non smette di farmi male."

Naruto si piegò in avanti e appoggiò la fronte contro quella di Sasuke. Si tirò indietro e continuò ad accarezzare l'uomo febbricitante. "Stai avendo una cattiva giornata...e l'influenza."

Naruto lo lasciò per occuparsi del bollitore che aveva cominciato a fischiare. Rovistando nella credenza, tirò fuori un barattolo di vetro colmo di pacchetti di tè arrotolati a mano. Intrise nell'acqua uno dei pacchetti per pochi minuti, dopodichè fece scivolare la tazza fumante verso Sasuke. Il pungente odore bastò a fargli alzare la testa dal bancone.

"Uh, cos'è?"

"Uno dei rimedi casalinghi di Baa-chan per il raffreddore e l'influenza. Chiunque l'abbia mai provato lo assicura. Non lo so per certo però, visto che non mi sono mai ammalato veramente. Non credo di esserlo mai stato comunque."

"Sì, sei un perfetto, genetico scherzo della natura." Sasuke borbottò prima di annusare la tazza con profondo sospetto. "Cosa c'è dentro?"

"Le lacrime amare di vedove e orfani di guerra...come diavolo faccio a saperlo? Bevilo e basta."

Intimorito, Sasuke odorò il tè ancora una volta prima di sorseggiarlo cauto. Non era la cosa più buona che avesse mai assaggiato, ma almeno non era cattivo come aveva lasciato intendere l'odore. Finì il tè mentre Naruto si alzava in piedi, torreggiandogli sopra. Fece una smorfia per mostrare il suo disappunto. Naruto alzò gli occhi al cielo mentre gli poggiava la mano sulla fronte umida. Il tè caldo e la febbre avevano iniziato a farlo sudare.

"Sei proprio un marmocchio, un marmocchio che ha bisogno di un pisolino."

"Cosa?" Era evidente che Sasuke non si aspettava che gli eventi avrebbero preso quella piega.

"Mi piacerebbe proprio sapere perché sei venuto qui. Sei malato e imbronciato e tra un minuto quel tè spazzerà via il resto delle tue energie. Andiamo..."

Prendendo Sasuke per mano trascinò l'uomo scontroso dietro di sè, in direzione della camera da letto.

"Non sono stanco."

"Sì, lo sei." Naruto ignorò le sue proteste e gli tolse di dosso la giacca, la cintura e i calzini. Spinse poi l'amico sul letto senza tante cerimonie e si allontanò per procurarsi dei panni freddi e umidi.

"Sai, non me l'ero immaginata così questa visita. Bhe, più o meno...fino a questo punto sì, ma ora stai andando fuori strada." Sasuke diede voce alle sue preoccupazioni mentre Naruto gli premeva il panno umido sulla fronte e sul petto.

"Oh, vedi di stare zitto."

Naruto si alzò per andare a riordinare la cucina, ma una calda mano afferrò la sua, fermandolo. "Resta con me."

"Dormi, sono proprio qui fuori."

Sasuke gli tirò la mano e gli rivolse il suo sguardo più pietoso, uno sguardo che ebbe piuttosto effetto visto che era in procinto di addormentarsi. Naruto espirò rumorosamente e salì sul letto. Non appena si sistemò sotto le coperte, Sasuke gli si accucciò subito contro.

"Sembri proprio un bambino quando sei malato, lo sai?"

"No, non lo sembro." rispose con una voce impiastricciata, proveniente da qualche parte nelle vicinanze della sua clavicola. Sasuke avrebbe protestato contro quella calunnia più vivacemente, ma nel bel mezzo della discussione si addormentò. Naruto sorrise e guardò Sasuke dormire mentre gli accarezzava i capelli.

Immaginò che anche gli dei dovessero avere brutte giornate. 


 

Sasuke al suo risveglio realizzò di avere la parte sinistra del corpo completamente addormentata. Naruto era accucchiaiato contro la sua schiena, e dormiva indisturbato con un braccio avvolto intorno a Sasuke nel tentativo si stringerlo forte a sè.

Il moro si sporse in avanti e gli graffiò leggermente la guancia, un trucchetto che aveva scoperto ai tempi del college. Naruto in conseguenza al gesto, si girò dall'altra parte senza svegliarsi o liberare Sasuke dalla sua stretta, capovolgendo effettivamente entrambi. Funzionò, permettendo a Sasuke di recuperare un po' di sensibilità alla mano sinistra.

Guardò l'orologio collocato sul comodino di Naruto, sorpreso di accorgersi che erano quasi le otto di sera. Aveva dormito per quasi sette ore e sembrava che Naruto fosse rimasto tutto il tempo con lui. Sentì un brontolio provenire dallo stomaco del biondino, probabilmente non si era nemmeno alzato per andare a mangiare qualcosa. Ricontrollò l'orologio, c'era qualcosa in quell'orario che lo preoccupava, ma non riusciva a realizzare il perché. Trasalì a una sensazione come di spilli e di aghi che si muovevano lungo tutto il suo braccio.

Aveva bisogno di fare una capatina in cucina per preparare un po' di ramen e dare qualcosa da mangiare al biondo prima che quel buco nero che l'amico chiamava stomaco si espandesse con conseguenze catastrofiche. Flettè il pugno, sorpreso dalla sensazione di costrizione che avvolgeva una delle sue dita. Sbatté le palpebre...non era un nervo teso, era la sua fede. Portava una fede al dito, ed erano quasi le otto.

Merda.

Quasi a farlo apposta, sentì il basso ronzio della vibrazione del suo cellulare che si trovava ancora nella tasca della giacca. Si liberò rapidamente dalla presa di Naruto e si scapicollò sul telefonino. "Pronto?"

"Oh grazie a Dio, Sasuke! Dove sei? stai bene?"

"Sì, sto bene."

Sakura tirò un sospiro di sollievo. "Tuo padre ha chiamato oggi pomeriggio, voleva parlarti. Mi ha detto che hai lasciato il lavoro prima del dovuto perché stavi male. Ho chiamato tutti e dappertutto per sapere dov'eri!"

"Non mi sentivo abbastanza bene da guidare per il ritorno. Mi sono fermato da Naruto, e credo di essermi addormentato per un po'."

"Oh mio Dio, sei sicuro di stare bene?"

"Avevo solo bisogno di riposarmi un po' e di bere quell'intruglio che Naruto mi ha preparato. Dovrei rubargli un pacchetto per i tuoi esami di laboratorio."

"Non capisco. Devo aver chiamato Naruto almeno dieci volte nel tentativo di cercarti!"

"Ora va tutto bene. Sto per tornare."

Sasuke attaccò senza dare a Sakura un'ulteriore possibilità di replica. Si guardò alle spalle e vide che il biondino si stava mettendo seduto, ancora assonnato e disorientato.

"Che ore sono?" Naruto sbadigliò e si stropicciò gli occhi con aria addormentata mentre tentava di mettere a fuoco i dettagli della buia camera.

"Tardi." Rispose Sasuke mentre si avvicinava all'amico e gli poggiava una mano sui capelli selvaggi e irti. Questo era sempre stato uno dei momenti preferiti di Sasuke: Naruto che tentava di svegliarsi, ancora mezzo addormentato e piacevolmente confuso.

Il biondo alzò lo sguardo, la sua attenzione catturata dalla leggera pressione sulla sua testa. Si sporse automaticamente in avanti, ricordandosi dell'influenza di Sasuke, e gli accarezzò dolcemente la parte bassa della schiena. "Il tè ha funzionato? Ti senti meglio?"

Sasuke annuì e gli accarezzò il viso, mentre finiva di sbottonarsi la camicia con la mano libera. "Mai sentito meglio. Vuoi che te lo provi?"

Piegò la testa di Naruto, baciandolo con ardore mentre lo premeva contro il letto.

Che diavolo, tanto era già in ritardo.


 


Naruto grugnì quando il telefono prese a squillare senza tregua. Si coprì il viso con il cuscino e voltò la schiena al comodino, desiderando che chiunque stesse chiamando la smettesse e sparisse. Quel telefono ostinato però si rifiutava di calmarsi e alla fine cedette e rispose.

"Beh, era ora che rispondessi!"

"Baa-chaaaan, sono-" Naruto controllò velocemente l'orologio. "-le sette del mattino qui. Non sono ancora sveglio. Dovresti stare buttando via il tuo salario giocando d'azzardo a Las Vegas."

"Prendi in giro quanto ti pare, ma sto inanellando una serie vincente di giocate (2)! Come stai, Gaki?"

"Stanco e privato del sonno; non mi stai chiamando solo perché ti manco. Che succede?"

"Beh, di certo non mi manca quest'atteggiamento. Continua così e non mi preoccuperò di portarti quella ballerina di fila che ho trovato. Mi risento anche dell'insinuazione secondo la quale chiamerei solo quando ho bisogno di qualcosa."

"Quindi non hai bisogno di niente?"

"Non ho detto questo. Ho bisogno che tu sia il mio delegato e firmi alcuni documenti per me."

"Okay, non suona nemmeno lontanamente come una cosa legale."

"Oh vuoi stare zitto? E' solo una formalità; Ciò che c'è di legale è stato concluso tempo fa, prima che iniziassi la mia vacanza. Si tratta solo di firmare in buona fede questo documento con il mio nuovo partner."

Tsunade non era un'idiota. Quando Fugaku aveva dato inizio alla furia per la presa di potere, sapeva che la sua compagnia, pur non essendo un obiettivo primario, figurava comunque sulla 'lista della spesa'. Non aveva intenzione di negoziare e perdere la compagnia che aveva costruito dal nulla con una forza di volontà e un talento naturale unici. Si era rapidamente isolata dal blitz Uchiha, firmando un accordo con le corporazioni Hyuuga. Le era costato un bel pezzo della compagnia, ma alla fine era ancora l'azionista di maggioranza e soprattutto era ancora al comando. La famiglia Hyuuga aveva accettato di rimanere alleati in segreto. Era rimasta sorpresa dal fatto che Haruno Tsuchi non avesse agito con una simile mossa per proteggere se stesso e la sua compagnia, soprattutto dal momento che aveva insegnato alla sua giovane protetta, a sua figlia, molto più che un paio di metodi di ricerca.

"Non si incazzeranno che a farlo non sia tu?"

"Hey, nemmeno Hyuuga Hiashi si presenterà. Fanno affari in questo modo tutti i giorni e di certo non sono più io il pesce grosso del laghetto. Non invierà chiunque gli capiti a tiro come delegato, quindi nemmeno io lo farò. Tu sei il mio ragazzo adesso, e sei il meglio che c'è."

Naruto sospirò, consapevole di non avere speranza di vincere questa battaglia. I grandi affari lo rendevano nervoso, ma quello non aveva niente a che fare con la sua madre adottiva. "Bene, cosa devo fare?"

"Te l'ho detto, non è niente di che. Devi solo firmare un paio di carte, sorridere e annuire mentre il delegato di Hiashi ti spiega come procedere. Oh, credo che non ti farebbe male sapere un po' di cose su di lui e su questo affare. Quindi ecco cosa devi sapere su Hyuuga Neji..."

 

 

(1) In inglese Kiba parla di Sasuke usando i termini dispregiativi "asshole" e "dick": è un gioco di parole, in quanto hanno un doppio significato: uno letterale, ovvero rispettivamente si traducono con, scusate il francesismo, "buco del culo" e "pisello", e uno metaforico e in questo caso possono essere tradotti con "stronzo" e "cretino-cazzone". Ovviamente in inglese la battuta è più efficace ed esilarante rispetto alla controparte italiana, in cui ho cercato di adattare al meglio la traduzione. ^_^'

(2) Qui Tsunade parla di una giocata vincente a cui l'autrice si riferisce usando il termine tipico del casinò "hot streak". Sinceramente non so come si usa, "fare hot streak"?, quindi ho leggermente modificato la frase. 

 

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Capitolo 6
*** Acute Triangles ***


Note dell'autrice: beeeene direi che questo è stato, almeno per ora, il capitolo più difficile da tradurre (e anche il più lungo). Accidenti, mi ci sono volute due settimane per completarlo! Però c'è da dire che è stata anche colpa dei maledetti esami, che grazie al cielo sono andati bene....peccato che ne ho altri tre a fine Luglio. Ma sono normali secondo voi i professori? A fine Luglio, cribbio???

Lasciando da parte questo sclero, assolutamente fuori luogo e inopportuno, ringranzio di cuore tutte le persone che leggono e aggiungono la storia nei vari archivi. Un ringraziamente speciale va a tutti coloro che hanno recensito il capitolo precedente (sono particolarmente contenta che la storia sia riuscita a catturare anche l'attenzione di alcune lettrici del mondo SasuNaru! :3 ): ryanforever, blackberry, lorelei95, Panda_chan, chibikitsune, maraman, kagchan e giorgiayna!!! Continuate a recensire, è soprattutto grazie a voi se riesco a tradurre la storia in tempi relativamente rapidi...mi gasate troppo!!! *__*

Per quanto riguarda le domande che mi sono state fatte, Itachi e Kakashi potrebbero comparire ad un certo punto della storia...anzi, uno di loro lo farà sicuramente! Ma chi sarà? E perché? Ehhhh non faccio spoiler. xD

Infine ho una tragica notizia da darvi: nel tentativo di fare i biscottini che vi avevo promesso, mi è andata a fuoco casa, quindi temo che non potrò più inviarveli!! ç___ç Però, ehm...vi mando un bacetto virtuale in cambio? Un bacetto virtuale e un capitolo nuovo! Leggete e ditemi che ne pensate, please? :)


Per come stavano le cose Naruto desiderò essere ovunque tranne che in quel luogo. Scosse la testa e si chiese come fosse possibile che le persone che conosceva potessero incastrarlo in quelle ridicole situazioni. Mentre entrava nell'ascensore che l'avrebbe portato all'ufficio di Hyuuga Neji, contemplò tutti i possibili piani di fuga. Prima che potesse formularne uno, le porte dell'ascensore si aprirono e senza poter avere l'occasione di fare retromarcia e tagliare la corda, una segretaria davvero efficiente lo aveva già accompagnato in ufficio.

Neji corrispondeva esattamente alla descrizione che Tsunade aveva fatto di lui e a come Naruto se l'era immaginato. Era alto, pallido e dall'aspetto austero, con gli occhi intensi e distintivi tipici del clan Hyuuga. Erano il loro marchio di fabbrica dopotutto. Naruto si meravigliò di come una chioma tanto fluente potesse essere così ordinata, non un singolo capello era fuori posto. La persona di Neji era sicuramente destinata a risultare intimidatoria, ma per qualche motivo fu ciò che mise Naruto a suo agio. Era familiare con quel tipo di persona; era un tipo di persona che Naruto conosceva come il palmo delle sue mani.

Si scambiarono i saluti d'obbligo e si inchinarono. Neji offrì a Naruto una sedia e si prepararono a parlare di affari.

"E' un piacere riuscire finalmente a conoscerla, Naruto-san. Tsunade-sama ha parlato frequentemente di lei durante i nostri negoziati."

Neji si espresse con freddezza e distese una montagna di carte di fronte al biondino, il quale dal canto suo cominciò a impallidire sia all'idea di Tsunade che parlava di lui, sia per la vasta documentazione che aveva cominciato ad accumularsi sulla scrivania. Quale parte di tutto questo avrebbe dovuto essere una 'semplice formalità'?

"Davvero?"

"Sì, e ci ha intrattenuti con le immagini e le storie dei suoi anni da adolescente. E' stata una piacevole sorpresa."

Il modo impassibile con cui Neji gli si rivolse, indicò che era stata tutt'altro che una piacevole sorpresa. Naruto avrebbe ucciso quella donna. Tsunade l'aveva adottato a tredici anni e per la prima volta fu sollevato del fatto che non l'avesse fatto prima. Per lo meno non giravano fotografie imbarazzanti di quando era stato un bebè. Almeno così sperava, non osava chiedere.

"Ancora una volta, ci piacerebbe avere l'occasione di ringraziare Tsunade-sama per averci dato l'opportunità di essere suoi partner e di poter investire nella sua compagnia. Le corporazioni Hyuuga confidano nel fatto che entrambe le parti trarranno immenso beneficio da questo accordo."

"Sì, certo..."

Questo non era il campo di Naruto, non aveva idea di cosa dire. L'intero, vasto mondo delle trattative aziendali e dei grandi affari era per lui completamente ignoto e di certo non se ne rammaricava. Ogni volta che Sasuke lo coinvolgeva farneticando su un certo affare andato male o su un qualche problema d'ufficio, Naruto si limitava a sorridere e annuire, aspettando che il moretto la smettesse da sè, sfiancato dalla sfuriata.

Questo era il piano di cui si servì anche per quell'incontro.

"Tutti i campi che richiedono la sua firma sono stati evidenziati. Posso offrirle qualcosa da bere o da mangiare?"

Naruto fu tentato di andare alla ricerca del cavo di alimentazione collegato a Neji, ma immaginò che sarebbe stato scortese da parte sua. Un uomo tanto robotico doveva per forza usufruire di un qualche tipo di alimentatore. Probabilmente funzionava ad energia solare, dopotutto quello degli Hyuuga era un clan molto pratico e avanzato. Naruto annuì mentre fingeva di leggere i documenti. Decidendo che di qualsiasi cosa si trattasse non valeva la pena di farsi venire un'aneurisma, Naruto si decise a firmare.

Neji guardò il biondino, assorto com'era nel suo incarico di firmare le carte, con minuzia. Aveva di certo conosciuto un picco di crescita rispetto ai tempi rappresentati nelle immagini che Tsunade-hime gli aveva mostrato. Il biondo non era il suo tipo, non lo era affatto. Neji preferiva che i suoi uomini fossero calmi, composti, spassionati ed avversi ad attacchi di iperattività. Gli piaceva che riflettessero il più accuratamente possibile la sua personalità, così da scongiurare potenziali separazioni complicate.

Sulla base di ciò che Tsunade aveva così appassionatamente raccontato durante i negoziati e sulla base di quel poco che Neji aveva avuto modo di osservare fino a quel momento, aveva concluso che il biondo era il suo esatto opposto.

In quel momento Naruto girò una pagina, arricciò il naso e ridusse gli occhi a due fessure. Poi scrollò le spalle e firmò dove vi era indicata una 'X', accettando apparentemente di unirsi al clan Hyuuga nella sua prossima ricerca del Santo Grail.

Neji non potè evitare di sorridere tra sè e sè. Naruto non era chiaramente la persona più arguta di questo mondo, almeno per quanto riguardava gli affari. Tuttavia l'uomo era bello e non c'era modo di negarlo. Con quei capelli d'oro selvaggi, gli occhi azzurri e la pelle abbronzata, il biondo era un dio del Sole.

Percependo di essere fissato, Naruto alzò lo sguardo e sollevò un sopracciglio in segno di domanda a Neji.

"Per favore, presti particolare attenzione all'articolo 37, paragrafo 3; mi dica se è tutto di suo gradimento. Non possiamo che sforzarci per la completa soddisfazione di entrambe le parti." Neji coprì facilmente la sua assente valutazione di Naruto.

"Sì...certo." Naruto strizzò gli occhi in direzione del paragrafo in questione, il quale sembrava affermare che in caso di emergenza, avrebbe scambiato il suo regno per un cavallo. Aveva senso per lui; i cavalli erano creature molto utili.

Neji trattenne un altro sorriso e continuò a fissare il biondino. Definitivamente non il suo tipo, sarebbe stato saggio non provarci. Di fronte ad un altro paragrafo Naruto si bagnò lentamente il labbro inferiore in costernazione e Neji si ritrovò a dover riconsiderare la sua precedente decisione. Dopotutto cos'era la vita senza questi momenti al sole?


Dopo quella che sembrava un'eternità e un grave caso di Sindrome del Tunnel Carpale, Naruto si alzò per andarsene, riuscendo a sfuggire a quel calvario relativamente illeso. Aveva quasi raggiunto la porta e assaporato la dolce, dolce libertà, quando la voce di Neji lo bloccò.

"Naruto-san, c'è un'altra cosa di cui vorremmo discutere con Tsunade-sama. E' una banalità, ma sarebbe gradito se si potesse arrivare subito ad un chiarimento. Dal momento che Tsunade-sama non è disponibile e ha nominato lei come suo rappresentante, l'onere ricade su di lei."

Il cuore di Naruto sprofondò sotto terra. Avrebbe ucciso quella donna. Si voltò per affrontare Neji.

"Ehm, sì...certo."

"Purtroppo mi sono stati prenotati altri appuntamenti per il resto della giornata..." Neji sfogliò distrattamente la sua agenda per gli appuntamenti, completamente vuota, che si trovava sulla scrivania solo per esposizione. "Forse potremmo incontrarci dopo il lavoro. C'è questo ristorante di curry che un amico mi ha sempre consigliato di provare."

"Intende dire quello in periferia? La Bottega del Curry della Vita?"

"Ne ha sentito parlare? Perfetto. Ci vediamo lì, diciamo per le otto?"

Naruto annuì mesto. Non c'era modo di entrare in contatto con Tsunade prima di allora e già sapeva che non avrebbe avuto la minima idea di come affrontare un qualsiasi tipo di problema che Neji gli avrebbe presentato. Avrebbe dovuto fingere di sapere come comportarsi.

Neji sorrise e scosse la testa mentre Naruto si chiudeva la porta alle spalle. Definitivamente non la persona più arguta di questo mondo.


Neji avrebbe ucciso Lee la prossima volta che l'avrebbe incontrato. La 'Bottega del Curry della Vita' non era altro che un largo capannone di legno costruito in mezzo al nulla, quasi completamente circondato dalla vegetazione del bosco. Aveva dovuto parcheggiare in uno spiazzo ad almeno un mezzo miglio di distanza dalla meta e proseguire a piedi lungo il sentiero che l'avrebbe portato al ristorante. Poteva solo immaginare cosa Naruto doveva aver pensato di lui quando aveva suggerito quel posto. Sbuffò la sua frustrazione e cominciò a camminare lungo il sentiero buio del bosco, pianificando di uccidere Lee fino a che non fosse morto per mezzo dei suoi soli progetti di morte mentali. Dopo aver coperto a piedi circa tre quarti del sentiero, si accorse che Naruto lo stava aspettando, appoggiato pigramente contro uno degli alberi che avviluppavano il percorso desolato.

"Ho pensato di aspettarti. Indossi abiti e oggetti costosi e non volevo che qualcuno ti aggredisse o cosa. Non c'è praticamente nessuno da queste parti."

Neji si sforzò di non arrossire di imbarazzo. "Ti devo le mie scuse. Quando questo posto mi era stato descritto, non mi era stato menzionato quanto...bucolico fosse."

Naruto sembrava genuinamente divertito.

"Non preoccuparti. E' il posto perfetto per un misero incontro clandestino, giusto?"

Allo sguardo sorpreso di Neji, Naruto si strinse nelle spalle. "L'ho capito mentre scendevo in ascensore. So che me ne sarei dovuto accorgermene immediatamente, ma a volte ci metto un po' più di quanto dovrei a capire le cose. Nessun Hyuuga concluderebbe mai degli affari in un ristorante di curry, e quale posto migliore di questo potrebbe mai esserci per non farsi vedere da nessuno dei propri colleghi?"

"Non ti ho chiesto di incontrarci qui per nasconderti. Ho scelto questo luogo nel costante spirito di provare qualcosa di nuovo."

Era il turno di Naruto ostentare un'espressione stupefatta, mentre tentava di capire dove Neji volesse andare a parare. "Qualcosa di nuovo?"

"Tu non sei il mio tipo." Neji rabbrividì di fronte al terribile modo in cui le parole gli uscirono di bocca. Da qui il suo sollievo quando Naruto scoppiò effettivamente in una risata.

"Davvero? Perché la cosa non mi sorprende? E' ironico comunque, dal momento che tu sei assolutamente il mio tipo invece."

Neji si raddrizzò un poco, la sua curiosità era stata pienamente catturata. Naruto sorrise, lento e sexy, e la risposta fisica di Neji fu immediata e scioccante. Era una così cattiva idea e Neji si ritrovò inchiodato sul posto.

"Lo sono?"

"Oh sì, assolutamente. Hai l'intero fascino dell'uomo alto, pallido e intenso dalla tua. Hai anche l'attrattiva del distaccato principe di ghiaccio e un senso, non del tutto fuori luogo, di superiorità accompagnato a una tendenza a credere di avere diritto a tutto. Scommetto che hai anche frequentato tutti i corsi avanzati della tua scuola."

"Credo di aver saltato un paio di classi." Neji rispose automaticamente, incantato dall'uomo che aveva di fronte.

"Certo che sì, e scommetto che sei anche pieno zeppo di problemi con la figura paterna, eh?"

"Senza essere specifico in modo allarmante, i miei di problemi sembrano abbastanza insopportabili."

"Incredibilmente insopportabili," concordò Naruto, annuendo saggiamente, "e assolutamente indispensabili. Cosa posso dire; mi piace ciò che mi piace..."

Il bacio colse entrambi di sorpresa. Neji non sapeva cos'era accaduto nello spazio di tempo tra l'ascoltare Naruto distruggere la sua esistenza e l'afferrarlo per le braccia. Non abbe più importanza comunque quando lo spinse contro un albero, percependo il calore delle sue labbra asciutte contro le proprie e godendo del calore che aveva cominciato ad attraversare il suo corpo in vertiginosa crescita. Quando Neji finalmente realizzò ciò che stava facendo, si tirò indietro, stordito e turbato.

"E questa è un'altra caratteristica del mio tipo," Naruto continuò ininterrottamente, come ignaro del fatto che Neji l'avesse appena assalito, "voi ragazzi puntate sempre dritti all'oro, vero? Cosa c'è che non va in voi arrivisti e nei vostri tentativi di saltare tutti i preliminari?"

"Mi dispiace, non avrei dovuto farlo. Non so cosa mi sia preso."

Naruto alzò leggermente le spalle e continuò con le sue riflessioni. "Non è colpa tua. E' salvato qualcosa nel mio DNA che suggerisce alle persone di farmi cose inappropriate nei boschi."

"Cosa?"

"Senti Neji, sembri un bravo ragazzo; sei eccitante e tutto, ma sono...impegnato."

Neji riconobbe il discorso del 'chiudiamola qui', tuttavia venne particolarmente colpito dall'interessante pausa nella sua dichiarazione. "Lo sei? Non ne sembri molto sicuro."

Naruto sospirò e si infilò le mani in tasca, tentando di inquadrare i suoi pensieri con attenzione. "E' complicato."

"Quindi non sei disponibile a causa di un rapporto complicato?"

"Sì, direi di sì."

"Ah..." Neji puntò lo sguardo su Naruto per un momento, ancora attraversato dai fremiti del bacio appena condiviso. Inoltre fu eccessivamente divertito da quel secco rifiuto per sentirsi abbattuto. "Ti dispiace elaborare meglio?"

"Sì, in verità."

"Mi sembra giusto. Beh, visto che ormai ci troviamo qui, tanto vale andare a mangiare; o forse questo tuo rapporto complicato non te lo permette?"

Naruto guardò Neji con profondo sospetto, immaginando con successo che il suo educato tentativo di deragliare le lascive intenzioni dell'uomo fosse stato sommariamente ignorato.

"Perché mi guardi in quel modo? E' solo cibo. Un uomo deve pur mangiare, no?"


"Quindi Hiashi-sama non ha problemi con il fatto che sei..."

"Gay? Non ne ho mai discusso con lui. I miei affari personali non devono interessare mio zio."

Naruto sollevò un sopracciglio di fronte a quella malcelata ostilità. "Voi uomini di clan non fate altro che intrigarmi."

"Ne deduco che far parte di un clan aumenta il mio fascino?"

Naruto non potè che sorridere alla domanda di Neji, mentre sedevano su una delle panchine di legno del ristorante di curry. Neji stava chiaramente tentando di propinargli la sua versione di flirting e limitarsi a sorridere fu tutto ciò che Naruto potè fare per evitare di ridergli in faccia. L'uomo era certamente più adatto ad approcciarsi alle questioni d'affari che non al romanticismo, dunque aveva palesemente poca esperienza con l'essere respinto dopo aver avanzato una proposta, che fosse stata fatta all'interno della sala del consiglio o meno.

"Beh, se mi avessi lasciato finire prima di tentare di deflorarmi nei boschi, ti avrei detto che essere un uomo di clan è una delle cose più eccitanti di te." Se Naruto fosse stato completamente onesto con se stesso, avrebbe ammesso di non aver fatto del suo meglio per respingere le avances di Neji; il motivo era da ricercarsi nel fatto che quello era stato un anno difficile e quindi aveva bisogno di distrarsi, anche solo per un po'.

"Davvero?"

"Sì, dico sul serio. Quando ero al college una delle mie amiche di psicologia mi disse che sono attratto dalla struttura, dalla diciplina e dal profondo senso di appartenenza, tratti caratteristici del far parte di un clan. La mia attrazione deriva dal fatto che sto cercando di compensare tutte quelle cose che mi sono mancate nella vita. Almeno credo fosse questo ciò di cui mi parlò. A quel tempo ero ubriaco e incazzato con il mio ragaz-con un mio amico."

Neji sbattè le palpebre di fronte alla cruda e onesta rivelazione di Naruto. Con poche frasi aveva scoperto più cose del giovane uomo di quante ne sapesse di qualsiasi altra persona di sua conoscenza, con l'eccezione di qualche amico stretto. Naruto cambiò immediatamente discorso, mettendo da parte quel momento rivelato come se non avesse mai avuto luogo e cominciando a commentare sulla qualità del cibo.

C'erano dei problemi, dei problemi seri; se ne accorse anche quando Naruto tentò volutamente di alleggerire l'atmosfera dopo quella rivelazione così inaspettatamente gravosa. Neji sapeva che probabilmente sarebbe stato meglio per entrambi se non si fosse più fatto vedere. Purtroppo però non si era mai sentito così vicino a qualcuno come in quel momento.

"Chiedile di fartelo assolutamente poco piccante..."

"Come scusa?"

"Il tuo curry, chiedile di fartelo leggero. Lo fa piccante...veramente troppo piccante."

"Posso sopportare un po' di bruciore." Neji replicò pieno di boria, traducendo l'avvertimento in una sfida.

"Eh, vedi, stai cercando di flirtare e pronunciare frasi a doppio senso. Non ti sto sfidando; sto tentando di salvarti la lingua!"

Prima che Naruto potesse esporre più a lungo le sue considerazioni, la piccola rugosa proprietaria del negozio si materializzò davanti a loro. Ancora prendendo le parole di Naruto come una sfida, Neji ordinò il piatto speciale. Naruto roteò gli occhi e ordinò una delle pietanze poco piccanti della casa. In poco tempo, la donna piazzò sul loro tavolo due piatti fumanti di cibo.

Odiava doverlo ammettere, ma Neji aveva iniziato a sentirsi nervoso. Non gli erano mai stati particolarmente a cuore i cibi piccanti e il curry che aveva di fronte aveva già cominciato a fargli lacrimare gli occhi. E perché mai aveva quel super lucido colore rosso? Naruto non stava nemmeno mangiando, aveva deciso invece di osservarlo in trafelata attesa. Ormai non c'era modo di tirarsi indietro. Ingoiando convulsamente, Neji afferrò il cucchiaio.

"Itadakimasu..." Mormorò prima di prendere con la posata una generosa dose di curry e infilarsela in bocca.

Neji masticò pensieroso. Non era male...era piccante, sì, ma non in modo insopportabile. Naruto aveva chiaramente esagerato. Lanciò un'occhiata trionfante al compagno, che sembrava più confuso che deluso.

Poi accadde.

Era come se qualcuno gli avesse acceso un fiammifero in gola; sembrava che una fiamma gli si fosse estesa per tutta l'area della lingua e del palato, pervadendo la sua bocca come lava infernale.

Naruto guardò con stupore Neji ingoiare il suo curry senza accusare nessun effetto negativo. 'Beh, che sia dannato; suppongo che a qualcuno debba pur piacere piccante!' Stava per concedergli di fronte alla sua ovvia superiorità nel sopportare il curry piccante. Stava anche per rivolgere l'attenzione al suo piatto quando si accorse che l'uomo aveva cominciato a colorarsi rapidamente di un rosso acceso. Un'eruzione cutanea sembrava che si fosse diffusa per tutti i tratti del suo viso e perle di sudore avevano iniziato a punteggiargli la fronte. Naruto non era un dottore, ma era abbastanza sicuro del fatto che le vene che gli circondavano gli occhi non avrebbero dovuto essere tanto pronunciate. Prima che Naruto potesse spingergli un bicchiere d'acqua in mano, Neji boccheggiò e senza tante cerimonie rovinò a terra.

"Oh caro dolce dango, il curry l'ha ucciso." Naruto si portò rapidamente sulle ginocchia e tentò di far rivivere l'uomo svenuto. "Non entrare nella luce, Neji! Non entrare nella luce!"


Neji sedeva sulla panchina e tentava di ingurgitare il suo gelato al tè verde con tutta la poca dignità che gli era rimasta. Almeno pensava che fosse gelato al tè verde. Non aveva idea di cosa stesse mangiando dal momento che le sue papille gustative erano state bruciate in un feroce attacco al curry. Seriamente, se quella donna non fosse stata così decrepita e così palesemente mezzo squilibrata, le avrebbe avuto già fatto causa. Era un segno. Da quando Naruto gli era piombato in ufficio, era stata una successione di umiliazioni una dietro l'altra. Era un messaggio dei cieli: scegli il buon senso agli ormoni e lascia perdere i biondi idioti.

La nuova rovina della sua esistenza era seduta in silenzio accanto a lui, mangiava un gelato alla menta e cercava disperatamente di tenere sotto controllo la contrazione delle labbra. Neji ignorava fermamente il tutto.

"Allora...non hai detto nulla da quando abbiamo lasciato il ristorante. Stai bene?"

Naruto soffocò una risata e Neji leccò il suo gelato, continuando a ignorarlo volutamente.

"Senti, prima mi hai fatto cagare sotto dalla paura. Ancora non so bene cos'è accaduto. Quindi, se non apri la bocca e non mi convinci del fatto che stai bene, ti trascinerò letteralmente per i capelli all'ospedale più vicino. Perciò te lo richiedo, Neji, stai bene?"

"Di, do bene..."

"Scusa, ehm, cosa hai detto?"

Neji raddrizzò la schiena e, chiamando a raccolta quanta più dignità possibile, tentò di soffocare con la sola forza di volontà la sua momentanea blesità.

Neji provò. Neji fallì.

"Ho deddo che do bene!"

Niente potè impedire a Naruto di scoppiare in una risata tanto fragorosa da fargli abbandonare la presa sul cono gelato, che rovinò a terra. Si piegò in avanti per la forza delle sue urla divertite e Neji si girò bruscamente, ammassando tutta la fredda furia del clan Hyuuga sulla testa del biondo. Un'anima più sensibile l'avrebbe finita lì, ma Naruto rise ancora più sguaiatamente di prima. Era bello ridere; non ricordava l'ultima volta che l'aveva fatto.

Neji si alzò impettito e cominciò ad allontanarsi. Naruto gli corse dietro e gli frenò davanti, tentando coraggiosamente di ridarsi un contegno.

"Mi dispiace, mi dispiace. Non sto ridendo di te. E' solo che...sono stati una serata e un paio di mesi strani e...mi dispiace."

Neji non riuscì a incontrare il suo sguardo, sentiva che gli equilibri di potere si erano troppo sbilanciati dalla parte di Naruto in una relazione che non era nemmeno ancora iniziata. Questo doveva essere uno dei giorni più sconvolgenti della sua vita, il che era assurdo, dal momento che aveva una svastica tatuata al centro della fronte. Naruto sorrise di fronte all'evidente difficoltà dell'uomo di gestire il suo imbarazzo. Era davvero accattivante. Era meglio lasciarlo in pace.

"E' stato un piacere conoscerti, Hyuuga Neji."

Neji non rispose, ancora concentrato a fissare un punto oltre la spalla sinistra di Naruto.

"Guarisci presto." Naruto urlò con disinvoltura mentre si allontanava, lasciando Neji congelato sul posto.

Se solo le cose non fossero state così complicate.


Naruto, mentre si incamminava verso il suo appartamento, si ritrovò a ghignare al ricordo della giornata davvero strana che aveva vissuto. Il sorriso però si affievolì quando, girato l'angolo, trovò Sasuke seduto sul bancone della cucina.

"Finalmente, pensavo che non saresti più tornato a casa."

"Che ci fai qui, Sasuke? Sono le dieci passate! Non puoi venire quando ti pare, cosa hai detto a Sakura?"

"Non le ho detto niente. E' stata chiamata d'urgenza al laboratorio, così sono venuto quando se n'è andata. Sai quanto a lungo si trascinano le sue emergenze; probabilmente resterà a lavoro fino al mattino, quindi rilassati."

Naruto sospirò e si rilassò leggermente.

"Allora, dove sei stato?"

"Fuori." Naruto rispose laconico, un invito a Sasuke a lasciar perdere l'argomento.

"Ti ho comprato la cena." Sasuke offrì ingenuamente, indicando le buste della spesa dietro di lui.

"Mi hai comprato la colazione; ho già cenato."

Sasuke si sporse in avanti, afferrò la maglietta di Naruto e se lo portò vicino fino a farsi sormontare dal biondino, che lo guardò dall'alto in basso. "Che sia colazione allora. Non avevo fame comunque."

In piedi tra le gambe di Sasuke, Naruto si lasciò alle spalle la giornata appena passata, un ricordo ormai sfocato e dissolto, che sembrava non avesse mai avuto luogo. Era come se si fosse appena svegliato da un sogno.

Raggiunse automaticamente il viso del moro ancora seduto, accarezzandolo. Si piegò leggermente in avanti, sfiorando appena le labbra di Sasuke con le proprie, facendo rizzare la peluria della parte posteriore del collo di Sasuke per la tensione sessuale.

"Hai un buon odore," Naruto sussurrò contro la guancia di Sasuke, sentendo il corpo dell'uomo rispondere alla vicinanza del proprio. "Ti sei già fatto la doccia?"

Sasuke annuì silenziosamente, spostandosi a sbottonare la maglietta di Naruto e distraendo inavvertitamente il biondo con il riflesso della luce sulla sua fede d'oro. Naruto si allontanò bruscamente, lasciando Sasuke momentaneamente spiazzato.

"Io no, e ho bisogno di farmene una. Puzzo di curry." Naruto si allontanò, si tolse la maglietta e si diresse verso il bagno, lasciando in cucina l'uomo sbalordito. Sasuke buttò fuori un respiro carico di frustrazione. Odiava quando Naruto faceva così, quando lo eccitava e poi se ne andava, lasciandolo insoddisfatto. Si morse l'interno della guancia e si alzò per riporre il cibo nel frigorifero.


Naruto lasciò che l'acqua fredda gli scivolasse lungo il corpo. Chiuse gli occhi e cercò di risolvere il guazzabuglio di idee nella sua testa. Si chiese se sarebbe stato sempre così difficile, sempre così arduo fare ordine tra i suoi pensieri. Doloroso com'era il dilemma, non potè evitare di chiedersi cosa ne sarebbe stato del suo spirito, della sua anima, il giorno in cui non gli avrebbe più comportato una crisi di coscienza.

Rimase immobile sotto l'acqua anche quando sentì il pannello divisorio della doccia scivolare lungo il pavimento e aprirsi per opera di Sasuke. Forse stava solo prendendo in giro se stesso. Dopotutto, un dilemma non era tale fino a che l'esito non si fosse rivelato?

Sasuke rimase per un minuto sotto la doccia, intento a fissare i rivoli d'acqua scendere lungo il corpo dell'amato. Era davvero bello, lo era sempre stato. Era stato il primo pensiero coerente che avesse mai avuto di Naruto, la cui avvenenza aveva apprezzato sin da quando erano stati dei piccoli bambini. Il sentimento era cambiato, era maturato e aveva acquisito un significato più ampio. Naruto era bellissimo e, ancora più importante, gli apparteneva. Si spostò per premere il suo pallido corpo contro la lunghezza di quello abbronzato, apprezzando il contrasto tra le due carnagioni e amando la sensazione che lo pervase. Mordicchiò gentile la spalla del biondino e fece scorrere le mani lungo gli addominali del suo stomaco scolpito.

"Pensavo che te la fossi già fatta la doccia?" Naruto gli chiese piano, boccheggiando quando Sasuke fece scivolare la mano lungo l'asta della sua già piena erezione.

"Hmm, non c'è nessuna legge contro l'essere troppo puliti, no?"

Era un dilemma solo se si era costretti a una scelta per la sua risoluzione. Naruto sapeva come sarebbe andata a finire. Tra un attimo si sarebbe voltato e avrebbe intrappolato Sasuke contro il muro della doccia, adulandolo di baci e palpeggiandolo fino a che entrambi non avessero varcato i confini della pazzia. Presto sarebbe affondato nel corpo del moro, dimenticandosi di tutto e tutti fino a che entrambi non fossero di nuovo riemersi nel mondo della razionalità. Allora sarebbero rimasti solo turbinanti sentimenti di soddisfazione, rimpianto e struggimento, fino alla prossima volta che Sasuke avrebbe avuto bisogno di lui.

Gemette, ogni singolo suono del suo nome pronunciato dalle labbra di Sasuke lo portava a una nuova vetta di beatitudine. Si strinse forte ai fianchi stretti del moro, affondando dentro il suo corpo con sempre più velocità e ardore fino a che entrambi non esplosero. Poi si afflosciarono contro le bagnate mattonelle del muro, mentre l'acqua si riversava su di loro. Naruto ansimò e appoggiò la testa contro la spalla del suo amato, la sanità gli ritornò.

Si può essere troppo puliti, ma cosa si può fare quando non ci si sente puliti abbastanza?





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Capitolo 7
*** Rock the Boat ***


Note dell'autrice:...ehm...non vorrei fare la particella di sodio, che tra l'altro mi sta pure sulle balle, della situazione ma...c'è nessuuuuuno?!

Qualcuno ancora segue questa storia o vi siete tutti dimenticati della sua esistenza (e te credo, questo ritardo è scandaloso!)? SIGH. PERDONATEMI. ç_ç

Spero di riuscire a farvi ritornare l'interesse con questo aggiornamento; ditemi che ne pensate! :)

 

Neji sapeva che avrebbe fatto meglio a dedicarsi ai suoi allenamenti a casa. Invece aveva deciso di fare una passeggiata, ritrovandosi a un certo punto in una qualche libreria delle tante a giocare a nascondino, con la speranza che Naruto non si accorgesse di lui. Fortunatamente, quando Neji lo aveva adocchiato, il biondino si era trovato voltato di spalle, con l'attenzione completamente rivolta a una piccola bambina ridente. Neji, che era rimasto fermo a guardare, riflettè sul fatto che quella ragazzina avrebbe avuto un complesso per i biondi per tutto il resto della sua vita. La madre della piccola rise quando la figlia spinse con forza il suo pregiato lecca-lecca nella bocca di Naruto. L'uomo sorrise e la bambina lo guardò adorante. Sì, un'altra morde la polvere.

Neji non pensava di essere pronto ad affrontare Naruto dal momento che ancora soffriva per il loro 'appuntamento' della settimana prima. Era stato inorridito dalla scoperta di poter passare, nell'arco di poche ore, da uno stato di calore a uno di gelo assoluto-era rimasto agghiacciato dai tentatativi di Naruto di confortarlo. Il biondo probabilmente pensava che fosse una sorta di psicopatico ormai. Quando gli era parso che Naruto si fosse girato, Neji si era infilato in fretta in uno degli edifici più vicini, una libreria, sperando che l'oggetto dei suoi pensieri se ne andasse.

Si addentrò più in profondità nell'edificio, volendo mettere quanta più distanza possibile tra loro. Strizzò gli occhi, cercando di vedere se Naruto si trovasse ancora all'esterno. Nel frattempo, seppure si sentisse ridicolo, indietreggiava sempre di più, vivendo per poter continuare a combattere e a flirtare.

"Alla ricerca di un libro di cucina dal titolo 'Il delicato non è necessariamente insipido'?"

Neji saltò quasi fuori dalla pelle per lo spavento, quindi si voltò per affrontare la fonte di quella voce canzonatoria.

"Aspetta...come hai...quando sei...NON STAVI FUORI POCO FA?"

Naruto leccò il suo lecca-lecca con aria pensierosa. "Ero fuori-ora sono dentro. Abbi timore delle mie abilità di ninja d'élite."

Neji sospirò. 'Alla faccia della ritirata di classe.' "Come mi sei arrivato alle spalle? Stavo osservando la porta."

"Ah, ti stavi nascondendo da me. Socialmente ritardato-un altro segno distintivo del mio tipo. Sono entrato dall'ingresso laterale, quindi non c'è bisogno di chiamare la NASA per investigare."

'Maledizione.'  Neji socchiuse gli occhi in esasperazione prima di crollare sgraziato nella sconfitta. Naruto gli sorrise sereno, chiaramente consapevole di quanto fosse infuriante e, allo stesso tempo, irresistibile. Ringraziando per quelle piccole misericordie - almeno Naruto usava il suo carisma per risultare sciocco invece che maligno - Neji decise di rinunciare a qualsiasi scusa per il comportamento adottato verso la parte conclusiva del loro ultimo incontro. Quest'ultimo pezzettino di imbarazzo li pareggiava. Erano pari, almeno, fino a che Naruto non aprì di nuovo bocca.

"Hey, ti è sparita la blesità!"

Neji roteò gli occhi. "Infatti; mi dispiace deluderti."

Naruto mutò l'espressione in un broncio delizioso, sperando di poter strappare una risata di più. "E' completamente andata?"

"Al pozzo dei pazzi una pazza lavava le pezze."

"Accidenti!" Mormorò Naruto, infilandosi velocemente il suo regalo fruttato in bocca.  L'atto catturò la completa attenzione di Neji, il quale guardò con un interesse spudorato venato di sessualità Naruto che leccava e si rigirava tra le mani il lecca-lecca.

"Per amor di decenza, siamo nel reparto bambini. Non ti è permesso avere pensieri sporchi su di me e il lecca-lecca che Natsuki-chan mi ha dato."

Le labbra di Neji si distesero in un sorrisetto, sentendosi sollevato del fatto che fosse ritornato sulla terra ferma e in azione per l'offensiva.

"Al contrario, stavo solo cercando di essere semplicemente riconoscente. Durante la mia convalescenza mi sono reso conto di che organo straordinario è la lingua..."

Gli occhi di Neji si trascinarono volutamente sulle labbra di Naruto e sulla punta della rosea lingua che di tanto in tanto faceva capolino dalla bocca.

"...Capace di fare così tante cose meravigliose."

Naruto alzò un sopracciglio, le labbra furono colte da uno spasmo, il divertimento stampato su tutto il viso. Si tolse il lecca-lecca di bocca e iniziò a sugerlo lentamente, tenendo Neji ipnotizzato. Si inserì poi il dolciume profondamente in bocca e lo trascinò lungo la lingua, osservando le labbra di Neji socchiudersi in attesa e ascoltando il suo respiro farsi irregolare. Con la sua attenzione completamente catturata Naruto sorrise, quindi ruppe volutamente e rumorosamente il lecca-lecca con i denti.

"Sei stato insensibile. Sei stato così...insensibile."

Naruto rise prima di scuotere un dito davanti al naso di Neji. "Nessun pensiero sporco nel reparto bambini. Inoltre, te l'ho già detto. Sono-"

"'Impegnato', lo so. Sei impegnato in una relazione complicata, e sai, io potrei impegnarmi parecchio per scomplicare le cose."

"Heh-" Naruto stava per rispondere quando il cellulare gli squillò. Sbattè le palpebre per la sorpresa del numero che lesse sullo screen e aprì velocemente il messaggio.

"Un messaggio dalla complicazione, immagino?"

'No, un messaggio dalla moglie della complicazione'. Naruto si fece riscivolare il telefono in tasca e rivolse un sorriso a Neji.

"Felice che la tua lingua stia meglio. Ci vediamo in giro Neji."

Neji sogghignò mentre Naruto gli passava accanto e usciva dal negozio. Odiava ammetterlo ma di certo la caccia lo intrigava. Gli intrighi romantici avrebbero dovuto aspettare, comunque. Per ora aveva solo bisogno di andare via da quel diavolo di reparto per bambini.


Sakura sedeva sul letto ed era intenta a fissare in cagnesco il vestito da uomo nero innocentemente appeso sulla parte frontale dell'armadio. L'abito, in quel momento, rappresentava Sasuke: bello, inflessibile e bisognoso di essere cambiato al più presto. Il party di beneficienza per la raccolta fondi per la cura del cancro avrebbe avuto inizio tra poche ore e quello sarebbe stato il primo evento in cui si sarebbe presentata come Uchiha Sakura. 

Organizzato per raccogliere fondi principalmente per i bambini affetti da leucemia, era uno degli eventi sociali della stagione; uno dei tanti in cui la classe ricca e d'affari del Giappone poteva alleviare un poco dei suoi sensi di colpa facendo del servizio sociale, mentre beveva vino e mangiava cibo di lusso. Quell'anno, l'incontro di beneficienza avrebbe preso la forma di una crociera serale su un transatlantico di lusso, e Sakura sarebbe stata sfoggiata come uno dei più recenti acquisti del Clan Uchiha. Era ancora tutto da confermare, ma Fugaku aveva menzionato che probabilmente a lei e a Sasuke sarebbe stato chiesto di presentare una donazione ad alcuni bambini e alle loro famiglie per conto delle corporazioni Uchiha; una mossa da parte del patriarca senz'altro calcolata. Il suo matrimonio stava per apparire sotto i riflettori, e suo marito sembrava intento a presenziare vestito come la Grande Falciatrice.

Tamburellò le dita sulle ginocchia in costernazione, esasperata dai tentativi di cercare un modo di attenuare la rigidezza del vestito, avendo tranquillamente suggerito dei piccoli cambiamenti invano. Sasuke l'aveva liquidata con fermezza e gentilezza, assicurandole che il vestito era più che adeguato per l'occasione. Aveva considerato di prendere un approccio autoritario e ordinargli di cambiarlo, facendo leva sui suoi diritti di moglie. Ma poi era rabbrividita pensando alla carneficina che ne sarebbe derivata. Ancora non si era nemmeno lontanamente avvicinata a quella fase.

Sospirò e considerò delle alternative. Se non riusciva nemmeno a fargli cambiare un semplice abito, come avrebbe fatto a convincerlo ad accettare lei e il loro matrimonio? Doveva trovare un modo di vincere questa piccola sfida; le avrebbe dato speranza per quella molto più feroce che ben presto si sarebbe presentata. Chi voleva prendere in giro, non era un compito da poco. L'unica persona in grado di fargli cambiare idea era-

Sakura sbattè le palpebre. Perché cavolo non ci aveva pensato prima? Doveva trovare il cellulare, e in fretta. 


Naruto esitò prima di bussare alla porta dell'appartamento. Non aveva messo piede nella casa coniugale da quando era stata acquistata e non era sicuro di esserne in grado, ora. Alla fine, armandosi di coraggio, bussò piano, quasi in modo impercettibile, alla porta, dalla quale fu quasi colpito quando venne spalancata da una frenetica Sakura. La ragazza, infatti, appena lo vide si lanciò su di lui.

"Naruto! Mi sei mancato." Sakura ridacchiò e strinse Naruto in un abbraccio così forte da togliergli l'ossigeno dai polmoni. " Non posso crederci che non ti vedo dal matrimonio."

Finalmente lo lasciò poco prima che cominciasse a colorarsi di blu, quindi lo trascinò nell'appartamento senza dargli la possibilità di rispondere o riprendere il senno.

"Non hai visto per niente la casa, vero? Devo farti fare il gran tour-non è straordinaria?"

Era straordinaria; Naruto dubitava che sarebbe stata niente di meno che straordinaria. Il condominio da tre camere da letto era arredato e decorato con gusto, riuscendo così a bilanciare l'amore di Sasuke per l'oscuro stile minimalista con l'inclinazione di Sakura per i fiori e il colore. Sulla sinistra era collocato un salotto incassato, collegato, tra le altre cose, allo studio di Sasuke. Quasi come fatto apposta, la porta dello studio si aprì e vi uscì proprio il moretto, attirato dallo strillare di Sakura e dal suono distinto della voce di Naruto.

Per Sakura era già una piccola vittoria. Generalmente, quando si trovava a casa, solo il suono d'allarme del rilevatore di fumo lo avrebbe fatto uscire da quella camera, e lei lo aveva già azionato due volte.

"Cosa ci fai qui? Non sei mai venuto da quando abbiamo comprato casa." Sasuke gli chiese sommessamente mentre recuperava una lattina di tè dal frigorifero.

"Sakura-chan mi ha chiamato chiedendomi di venire. Non sono sicuro ancora del perché..."

"Ti ho chiesto di venire perché mi mancavi e perché non ti vedevo da settimane!"

"Lo avresti visto stasera all'incontro di beneficienza in ogni caso," sottolineò Sasuke, guardando Sakura con un pizzico di sospetto. 
    
Sakura rise nervosamente, odiando quanto percettivo Sasuke potesse essere e il fatto che l'unica volta che la guardasse fosse per tentare di capire cosa avesse intenzione di fare.

"Hey, è anche mio amico, e volevo vederlo. Andiamo; lascia che ti mostri il resto della casa."

Almeno non gli stava dando abbastanza tempo per farlo sentire in imbarazzo: Naruto era grato di questo. Ne fu grato, sì, almeno fino a quando non lo tirò nella camera da letto principale.

"Allora, cosa ne pensi? Non è fantastica?"

Naruto deglutì convulsamente, sentendosi come un miserabile intruso. Sakura gli sorrise e lui annuì, distendendo le labbra in un sorriso impercettibile mentre tentava di ricordare quale sarebbe dovuta essere la sua reazione normale.

"E' meravigliosa, Sakura-chan." Le sparò un ghigno sfacciato mentre si allacciava le mani dietro la testa. "Se queste mura potessero parlare, eh?"

Naruto sentì un tuffo al cuore quando Sakura arrossì, fraintendendo completamente la sua reazione. Sakura, da parte sua, si sentì imbarazzata per l'errata insinuazione. Se quelle mura avessero potuto parlare, non avrebbe avuto niente da dire, a parte dichiarare quanto fossero annoiate. Il Sasuke con il quale viveva era una persona completamente diversa da quella che era stata durante la luna di miele. Da quando erano tornati, sembrava che non avesse più alcun interesse a rivolgerle la parola, tantomeno toccarla; e lei era in alto mare su come procedere per poter recuperare il Sasuke del viaggio di nozze.

Guardandosi intorno alla camera da letto, Naruto finalmente fece ciò che Sakura si aspettava da lui, e scorse l'abito nero appeso nell'armadio.

"E' questo l'abito che Sasuke indosserà stasera?"

Sakura si diede un cinque mentale per il tono incredulo di Naruto. "Ehm, sì. E' quello che ha scelto."

"Sul serio? Sta per andare ad un incontro di beneficienza per bambini malati sembrando il dio della morte?"

"Beh, sai com'è Sasuke; ho provato a suggerire alcuni cambiamenti ma..." Sakura si strinse nelle spalle, riassumendo l'inutilità dei suoi sforzi con quel semplice movimento. Naruto sbuffò e si diresse in cucina, dove Sasuke era ora seduto a imprecare piano contro il suo malfunzionante portatile.

"Hey, Sasuke, quell'abito appeso in camera tua è davvero ciò che hai intenzione di indossare stasera?"

Sasuke non alzò lo sguardo, aspettava che il portatile si riavviasse. "Sì, e allora?"

"Stai andando ad un incontro di beneficienza per bambini malati sembrando la morte. Sei serio?"

"Non c'è niente che non vada nell'abito, non lo cambio."

Naruto riusciva a capire quando si impuntava. Era ciò che Sasuke faceva sempre quando veniva criticato.

"Cambia il dannato abito. Sembra che stai andando ad un funerale, e non darai una bella impressione. Alla fine, è tutta una questione di pubbliche relazioni con te, giusto? Di mantenere l'immagine?"

Sasuke alzò lo sguardo, e Sakura si ritirò ancora di più sullo sfondo, percependo l'atmosfera della camera caricarsi improvvisamente di scintille. Aveva assistito a scene del genere milioni di volte nel passato: Di come riuscivano ad essere tranquilli un minuto per poi cercare di spaccarsi il culo in quello successivo. Non capiva sempre cosa succedesse in quei momenti, come ora del resto, ma aveva sperato che Naruto, almeno per questa volta, avrebbe convinto Sasuke a cambiare l'abito senza troppe scenate. Invece cominciò a sentire la preoccupazione iniziare a montarle dentro nel momento in cui gli occhi del marito si fissarono in quelli di Naruto.

"Non cambio nulla. Non la camicia, non la cravatta, nulla." Sasuke enunciò l'ultima parola quasi con fatica. "Non so come ti viene in mente di offrire la tua opinione quando non è voluta, ma non cambio; non per te, non per nessuno."

Sakura si morse il labbro inferiore, sperando di poter porre fine alla scenata che stava avendo luogo, specialmente quando vide Naruto raddrizzare la schiena. Attese l'esposione trattenendo il respiro, dunque aspettò ancora un po'. Sbalordita guardò il biondino stringersi nelle spalle. Evidentemente il gesto sorprese anche Sasuke, che stava palesemente anticipando un prolungarsi della discussione.

"Va bene, Sasuke, come vuoi. Continua a fare quello che fai sempre. Continua ad essere la persona che sei sempre. Semplicemente non me ne importa più nulla. Stai seriamente cominciando a stufarmi a morte, cazzo."

Sakura aveva assistito anche a tutte quelle milioni di volte in cui Sasuke diceva qualcosa di così terribile e schiacciante da zittire immediatamente le persone. Riusciva a comportarsi in modo orribile a volte, soprattutto nei confronti di Naruto. Ma comunque, da bambini, la maggior parte delle persone era solita trattare Naruto come un reietto. Crescendo poi, in lei maturò un senso di vergogna per la parte che vi giocò, ma comunque non raggiunse mai un livello in cui riuscì a farsi avanti con Sasuke. Poteva solo essere grata del fatto che nessuna di quelle parole terribilmente velenose fosse stata rivolta a lei, essendo consapevole che probabilmente non sarebbe riuscita a riprendersi nel modo in cui Naruto sembrava poter fare. Era lieta che il biondino avesse l'abilità di perdonare e dimenticare, che facesse quello invece di lasciarsi cadere nello sconforto.

Quel che non aveva visto un milione di volte, invece, era la capacità di Naruto di ricambiare le battute taglienti. Non ve ne era il veleno in lui, e in ogni caso era sempre più propenso a colpire fisicamente piuttosto che a parole. Di tanto in tanto però, succedeva che Naruto dicesse a Sasuke qualcosa che lo colpiva, e lo colpiva forte. Quando succedeva si capiva facilmente perché Sasuke non aveva la pratica di Naruto nel mascherarlo.

Proprio come in quel momento.

L'ultima frase di Naruto era stata pronunciata a bassa voce, non era quindi chiaro se avesse voluto che fosse udita o meno. Ma Sasuke l'aveva sentita, e così Sakura. La ragazza notò come un'espressione di dolore si dipinse sul volto di Sasuke per poi sparire in un flash mentre sedeva immobile e osservava Naruto camminare in direzione della porta. Sasuke lanciò un'occhiata verso Sakura per poi ricomporre velocemente i lineamenti del viso in un'impassibilità levigata, dunque rivolse nuovamente l'attenzione allo screen del computer. La mancanza di una risposta all'insulto e quell'espressione la dicevano lunga. Incerta su quel che era appena accaduto, Sakura seguì velocemente Naruto alla porta.

"Naruto..."

"Tutto ciò mi ha appena ricordato che anche io devo prepararmi. Non ho ancora avuto modo di guardare nel mio armadio." Naruto si strofinò la nuca imbarazzato e si infilò velocemente il giacchetto.

"Naruto, che cosa è successo? Va tutto bene?"

Naruto sembrò sorpreso della domanda. "Va tutto bene, Sakura-chan. Cambierà l'abito, non preoccuparti. Ora devo andare. Ci vediamo stasera."


Sakura finì di farsi la doccia e tornò in camera da letto. Si fermò sulla soglia della porta e guardò Sasuke fissare con uno sguardo così carico di disperazione e estraneità dentro l'armadio, che si dispiaque di cuore per lui. Sasuke si accorse della presenza della moglie e cercò di riconquistare il suo solito stoicismo.

"Io, uhm, ho deciso di cambiare...l'abito, intendo. Ma tutti i miei vestiti sembrano uguali. Non me ne ero nemmeno accorto finchè non ho guardato, ma tutti i miei vestiti sembrano uguali. Come è possibile? E' piuttosto ridicolo, non è vero?" Le rivolse un rapido e nervoso sorriso, e il cuore le si strinse nel petto.

Sasuke reindirizzò lo sguardo alla fila di abiti scuri e continuò a parlare sommessamente, rivolto più a se stesso che a lei. "Voglio cambiare, ma non so se posso...non potrei nemmeno se ci provassi. E tutti i miei vestiti sembrano uguali."

Sakura gli si mise di fianco e guardò dentro l'armadio, facendo scorrere le mani lungo la fila di vestiti.

"Non tutti i tuoi vestiti sembrano uguali, e l'abito non è male. Ha solo bisogno di qualche aggiustamento per sembrare meno rigido. Posso sistemarlo io."

Sasuke allora si volse verso di lei, e Sakura non potè fare a meno di sentire che quella era la prima volta da quando erano tornati da Parigi che la vedeva veramente.

"Farai questo per me? Mi fido di te, Sakura. Sei una delle poche persone di cui mi possa fidare."

Lei gli sorrise e distolse velocemente lo sguardo, lo stomaco le si strinse a quelle flebili parole. Dopo che Sasuke ebbe abbandonato la camera, si mise subito a lavoro.


Lo scenario era bellissimo, la nave risplendeva dei raggi lunari riflessi nell'acqua e tutte le celebrità del Giappone erano presenti al party. Sakura si sentiva un po' come Cenerentola al suo primo ballo. Sì, come Cenerentola, tranne che il principe al suo fianco era cupo e malinconico. C'erano volute un paio di manovre intelligenti da parte sua per tenere le persone lontane dal parlare con suo marito, che quando era di quell'umore tendeva a essere molto rude e sprezzante. Bè, ancor più del solito, comunque. Sasuke aveva passato gli ultimi tre minuti a lanciare con gli occhi pugnali di ghiaccio in direzione di Naruto, il quale, da parte sua, sembrava completamente ignaro di tutta quella fredda furia in cui stava incorrendo.

Naruto doveva ammettere che questa storia del delegato aveva di sicuro i suoi benefici. Anche se tutto era un po' troppo lussuoso per i suoi gusti, l'allestimento era stato adibito con cura, per non parlare del cibo, che era incredibile e sorprattutto gratis. Stava per avventarsi sul tizio con gli antipasti, quando una voce familiare lo fermò.

"Non mi aspettavo di vederti qui."

"Sì, bè, Baa-chan tiene molto agli eventi di beneficienza ed è ancora bloccata a Las Vegas. Così sono in modalità delegato-pronto-al-salvataggio."

Neji sbuffò facendogli capire di aver compreso la situazione, poi si guardò intorno. "Quindi la tua complicazione si trova qui o cosa? O forse non ti piace che le tue complicazioni si trovino su un navone...la tua complicazione riguarda un caprone?"

Naruto quasi sputò lo champagne che stava bevendo. "Si può essere più strani di così? E come osi tirare fuori Dr. Seuss in tutto questo?"

"Credo che questo è ciò che accade quando vieni lasciato a bocca asciutta nella sezione per bambini di una libreria. Devo tenere a mente che ci sono intorno bimbi malati e impressionabili."

"Sì, a proposito...è stata davvero una buona idea quella di aver invitato un gruppo di ragazzini malati in una crociera notturna? Di chi è stata l'idea?"

Neji fece spallucce e lanciò uno sguardo significativo alla nave. "Devi capire cosa c'è dietro. E' molto più toccante per la stampa che vengano passati grossi assegni direttamente ai bambini e ai loro riconoscenti genitori piuttosto che a qualche appropriata istituzione. Direi che sono fortunati se non vengono spediti su un gommone dopo lo scatto delle foto".

Naruto sbuffò e scosse la testa, definitivamente quello non era il suo mondo. Stava per fare un nuovo tentativo con gli antipasti quando Sakura gli si materializzò accanto. La ragazza salutò Neji educatamente, quindi chiese di poter avere un minuto con Naruto. Neji, insinuante e con fare interrogativo, alzò un sopraccigliò non appena Sakura gli voltò le spalle, e Naruto scosse la testa alla domanda implicita. Ci era andato vicino...anche se, tecnicamente, Sakura era un fattore importante che contribuiva alla 'complicazione'.     
 

"Sakura-chan, sei bellissima! Non è incredibile la stazza di questa nave e la quantità di gente presente? Non ho nemmeno ancora avuto la possibilità di venirvi a salutare." Le cose non stavano essattamente così; aveva evitato gli sposi novelli come la peste da quando erano saliti a bordo. Per fortuna, dovendo giocare la parte del delegato, era stato obbligato a parlare con la maggior parte delle persone presenti sulla nave, approfittando in questo modo di una scusa perfetta.

"Grazie". Sakura sorrise graziosamente. "Il mio vestito si sposa perfettamente con quello meraviglioso che mio marito ha deciso di indossare."

"Eh, te l'avevo detto che l'avrebbe cambiato. Come se la sta cavando con il party?"

"Bè, diciamo che questo era ciò di cui volevo parlarti. E' piuttosto malinconico."

Naruto ne fu sorpreso. Non pensava che Sasuke fosse ancora incazzato riguardo gli eventi del pomeriggio. "Sul serio?"

"Sì, ed è stato anche rude con una delle mamme beneficiarie di questa sera. Fortunatamente, era troppo felice per accorgersene."

"Cielo, bisogna stargli così tanto appresso a volte che non ci si crede. Dov'è adesso?"

"E' uscito fuori. Sul ponte, intendo. Ha detto che sarebbe tornato tra un po'."

"Non preoccuparti, ci penso io".

Il problema era quello: Sakura non voleva che ci pensasse lui. Voleva essere lei ad alleviare i malumori di Sasuke. Sebbene lei avesse potuto aiutarlo poco più di quanto avrebbe potuto fare Naruto stesso, da lui voleva semplicemente dei consigli su come agire. Tuttavia, Naruto se n'era andato prima che potesse chiarire l'equivoco, già alla ricerca del suo amico ribelle.


Nel momento esatto in cui Naruto avesse messo piede in casa avrebbe aperto Google per ricordarsi del perché navi gigantesche come quella non affondassero. Ci stava mettendo una vita a trovare Sasuke, il quale, quando si metteva in testa di nascondersi, era dannatamente bravo a farlo. Proprio quando stava sul punto di perdere ogni speranza di rivedere mai più famiglia e amici, trovò il moretto sulla poppa della nave, adagiato contro un muro.

"Oh grazie agli dei, ti ho trovato. Stavo cominciando a pensare che fossi caduto in mare."

Sasuke non rispose, mantenendo un silenzio gelido mentre Naruto gli si avvicinava.
 

"Sakura dice che sei arrabbiato. Per quale motivo lo sei ancora?"

Sasuke a quel punto lo guardò con quell'unica miscela di incredulità e disgusto che solo lui riusciva a esibire. Quindi roteò gli occhi prima di accennare ad andarsene. Naruto, sorpreso, sbattè le palpebre mentre Sasuke si allontanava. Ora determinato a scoprire quale fosse il problema, lo raggiunse velocemente e gli afferrò il braccio.

"Hey, che ti prende?"

Sasuke se lo scrollò di dosso, sibilandogli in faccia di togliersi dai piedi mentre se ne andava. Naruto, ora incazzato, gli afferrò la spalla e lo spinse contro il muro, con l'effetto di farsi guardare acidamente da Sasuke.

"Quale diavolo è il tuo problema, Sasuke?"

"Toglimi le tue cazzo di mani di dosso".

"Non so perché diavolo sei così furioso, ma non ti puoi arrabbiare...non con me, non adesso! Non ti puoi arrabbiare, quindi cerca di calmarti, cazzo!"

Probabilmente fu la richiesta più ridicola mai fatta: Ordinare semplicemente a qualcuno di smetterla di essere arrabbiato era di sicuro destinato al fallimento. Comunque, nonostamente la logica errata di Naruto, Sasuke si ammansì. Durante tutta la serata era stato governato da quell'unico sentimento di rancore e ora ne fu privato da Naruto. Non seppe di quale emozione si dipinse il suo volto allora, ma quale che fosse fu sufficiente a spogliare anche Naruto della sua rabbia. Il biondo gli accarezzò il viso, visibilmente allarmato da quel cambiamento.

"Cosa c'è che non va? E' successo qualcosa? Dimmelo..."

Sasuke non disse nulla, decise invece di trascinare Naruto contro di sè, tirandolo in un bacio. Naruto si ritrasse immediatamente.

"Cosa stai facendo? Qualcuno potrebbe vederci."

Sasuke, che non lo stava ascoltando, lo riportò contro di sè. "Non m'importa. Non m'importa più."

"Hai davvero scelto il luogo sbagliato per dare in escandescenze", mormorò Naruto mentre si scostava da Sasuke e lo trascinava lontano dall'area trafficata.

Fortunatamente riuscì a trovare uno degli stanzini preposti alla manutenzione e vi spinse dentro Sasuke, il quale non perse tempo nel cercare di continuare ciò che aveva precedentemente iniziato. Naruto, però, lo tenne a bada.

"Hai intenzione di dirmi che cosa ti sta succedendo o cosa?"

"Niente, non sono più arrabbiato...!"

Sasuke soffocò la sua frustrazione per la mancanza di cooperazione del compagno e rallentò le sue movenze, ingentilendo l'approccio mentre con le braccia cingeva il collo di Naruto. Ammorbidì il bacio e sospirò quando finalmente ricevette la reazione che stava cercando. Fece poi scorrere una serie di baci lungo la mascella di Naruto e fece scivolare la mano su per la sua coscia fino ad avvolgergli l'inguine a coppa.

"Vedi?" sussurrò Sasuke. "Ti sta già venendo duro. So cosa ti piace. Come puoi stufarti di questo?"

Naruto si tirò indietro così bruscamente da far quasi sbilanciare Sasuke in avanti. "E' QUESTO il problema?"

Sasuke, scoperto, annaspò un poco in agitazione e tentò di schernirsi facendosi beffe di quell'accusa; ma ormai era troppo tardi.

"Non so di cosa tu stia parlando-"

"Non posso crederci che ti ha turbato così tanto." Naruto volse il viso di Sasuke nella sua direzione, forzandolo a guardarlo negli occhi.

"Ero arrabbiato quando ho detto quelle cose, e credo di aver esagerato. Tu sei molte cose Sasuke, ma noioso non è sicuramente una di quelle. Mi dispiace."

"Non scusarti, idiota..."

Naruto gli sorrise e tentò di lisciare le piume arruffate. Sasuke aveva l'aspetto di un cane bastonato, e Naruto avrebbe scelto la sua solita espressione arrogante a quella in ogni momento.

"Perché no? Come faresti a sapere che mi dispiace se non mi scuso? Cosa c'è di male se ti chiedo perdono almeno per questa volta?"

Di male c'era che Sasuke si sentiva una merda. Sapeva di stare esagerando, di stare prendendo quella provocazione troppo a cuore. Non era una donna isterica bisognosa di conforto, e sapeva comunque di non meritarselo. Quella richiesta di perdono gli fece ricordare tutte quelle volte che aveva detto o fatto qualcosa di cui sapeva avrebbe dovuto scusarsi, senza effettivamente averlo mai fatto. Le scuse di Naruto non ebbero che l'effetto di farlo sembrare una persona ancora pìù splendida, allargando il filo rosso che li univa ancora più vicino al punto di rottura.

"Smettila di scusarti. E' così stupido."

"Non sto cercando di allontanarti, Sasuke. Lo sai che ti seguirei fino in capo al mondo." Naruto non era sicuro del perché sentì l'esigenza di chiarirlo, ma lo fece. Apparentemente, fu la cosa giusta da dire, in quanto la triste espressione sul volto di Sasuke si dissipò. In un baleno il moretto si scaraventò nuovamente su di lui, sfregando il proprio corpo contro quello di Naruto, ricostruendo la passione.

Non potevano permettersi di farlo, non in quel momento, non con Sasuke che aveva una presentazione da fare chi sa quando. Mentre Naruto tentava ancora una volta di liberarsi dal suo abbraccio, si rese conto che non poteva nemmeno rimandarlo alla cerimonia in quelle condizioni.

Quinsi fece girare Sasuke, il quale, premuto contro la fredda porta del ripostiglio, vi poggiò sopra la fronte, ansimando e tremando mentre Naruto gli slacciava i pantaloni e lo prendeva in mano.

"Fai una cosa rapida, altrimenti..." Un'altra minaccia comica di Naruto, per quanto gli riguardava. Ma comunque, per come si sentiva in quel momento, con quelle forti e veloci carezze lungo la sua asta dura, Sasuke non sarebbe duranto a lungo.

"Non hai intenzione di-?"

"No, non ti scopo. Mi prendo cura di te e basta. Ti prego, non dirmi che ti sei fatto venire una perversione nel farlo in tutti i posti sbagliati, perché ti butto in acqua, lo giuro."

Sasuke si mosse nella stretta di Naruto, gemendo mentre sentiva montare l'orgasmo. Quell'erotico momento però venne sostituito dal panico al suono dei passi di Uchiha Takeru, un cugino di famiglia e amico di Fugaku, che senza dubbio aveva abbandonato il party per fumarsi uno dei suoi sigari disgustosi. Naruto sentì Sasuke irrigidirsi e zittirsi mentre cercava di soffocare il suono della voce. Naruto ci mise un momento a individuare la fonte dell'allarme di Sasuke.

"Pochi minuti fa non ti importava se ci scoprissero o meno," Naruto sussurrò sensuale nell'orecchio di Sasuke mentre gli si sfregava contro, accarezzandogli la punta della calda e dura erezione con movimenti lenti. "Vuoi che mi fermi?"

'Bastardo'. Sasuke tremò nello sforzo di trattenere l'orgasmo. Ancora poteva sentire Takeru dall'altra parte della porta, e Naruto era implacabile. Non riuscì più a frenarsi. Incapace di urlare, affondò i denti nella carne della mano che il biondino teneva appoggiata contro la porta per sostenersi mentre poggiava il peso del corpo contro Sasuke, il quale gemette rauco mentre veniva nella mano che ancora lo teneva in una stretta salda.

"Veramente di gran classe, Sasuke." Naruto osservò con divertimento sardonico mentre il compagno cercava di risistemarsi. Alla fine la voce di Takeru si affievolì, e dopo essersi ordinato, Sasuke si avventurò al di fuori del ripostiglio. Si guardo intorno per un minuto, quindi diede al biondino il via libera, e subito tornarono al party.


Neji bevve un sorso del suo champagne mentre guardava la scena che stava avendo luogo sul ponte sotto di lui. Sembrava che Naruto non avesse esagerato.

Le cose apparivano senza dubbio complicate.


Sakura non fu per niente sorpresa del cambiamento d'umore del marito. Come aveva fatto Naruto, non lo sapeva, ma ne fu assolutamente sollevata. L'amico le aveva di sicuro salvato la serata e quando riemerse nella sala da ballo, gli rivolse un ghigno riconoscente.

Naruto la contraccambiò con un debole e rapido sorriso prima di allontanarsi di tutta fretta.

"Siamo diversi, sai? Molte persone pensano che siamo uguali- guardano alle evidenti analogie, tracciano le solite parallele- ma siamo completamente differenti."

Naruto sbattè le palpebre di fronte alla strana dichiarazione di Neji, il quale gli si fermò affianco. Neji continuò senza esitazioni nonostanze l'evidente preoccupazione di Naruto.

"Il clan degli Uchiha e quello degli Hyuuga sono rivali da secoli. La gente pensa che il motivo di ciò sia da attribuire alle troppe somiglianze che ci portano a degli attriti. Non possono essere più lontani dalla verità. Gli Uchiha ci odiano perché siamo migliori di loro; noi degli Hyuuga li odiamo perché a loro piace considerarsi nostri superiori, nonostante noi siamo sempre stai i più veloci, i più forti e i più intelligenti. Soprattutto noi abbiamo occhi migliori."

"Non capisco dove vuoi arrivare con questo..."

"La conclusione a cui voglio arrivare è che tu stai facendo la stessa cosa. Tu non hai un tipo; sei semplicemente alla ricerca della sua copia carbone". Neji parlò con disinvoltura, inclinando la testa in direzione di Sasuke, il quale si trovava dall'altra parte della stanza impegnato a parlare con un politico. "Capisco le parallele che hai tracciato, ma non lo prendo bene il paragone perché, francamente, io sono migliore di lui..."

Era la prima volta che Neji aveva l'opportunità di vedere Naruto arrabbiarsi, chiaramente offeso da parte del suo amante. Fu l'inizio di una gloriosa trasformazione, ma Neji non aveva il tempo per esserne intimorito nè affascinato; aveva un discorso da fare.

"Sono migliore di lui. Non sono un ragazzino viziato, tormentato dai privilegi e da tutte le responsabilità che mi competono. Oh, e anche i miei problemi con il paparino sono molti più interessanti dei suoi. Sono migliore di lui perché ho occhi migliori dei suoi. Ti ho appena incontrato e già so che vali molto più di qualche incontro clandestino in un ripostiglio per le scope."

Naruto a quel punto impallidì di fronte alla realizzazione che fossero stati visti. "Non è come pensi, è-"

"Non ti sto giudicando, Naruto. Posso solo immaginare che tipo di storia avete voi due. Non preoccuparti, nessun altro vi ha visti; dovresti comunque dire all'Uchiha che la prossima volta che trasgredisce, non dovrebbe guardarsi solo intorno, ma anche sopra. Quello che voglio dire è che ti meriti più di questo...più di lui. E io sono migliore".

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Capitolo 8
*** You were all yellow ***


Note dell'autrice: diciamo che il senso della frase "aggiornerò presto" va un po' interpretato...oh, 'sto capitolo non finiva mai!  

BUONA PASQUA fanciulle! Questo capitolo è il mio regalo 'easterino' per voi :D

 

 

Un giorno, fiduciosamente in un futuro non troppo lontano, le persone sarebbero state in grado di dotare i loro telefoni dell'abilità di non squillare mentre cercavano di dormire. Naruto grugnì e affondò la testa sotto il cuscino, tentando di ignorare il suono stridulo proveniente dal suo cellulare, che non voleva saperne di spegnersi. Alla fine fu costretto a rispondere, desiderando che i dovuti scienziati movessero il culo e si mettessero al lavoro.

"Che c'è?" Naruto di solito era una persona mattiniera. Infatti, era generalmente un persona mattiniera a tutte le ore del giorno; ma quando erano costrette ad accontentarsi di un paio d'ore di sonno agitato come ultimamente avveniva con Naruto, anche le migliori persone tendevano ad essere irascibili.

"Cosa stai indossando?"

'Mi prende in giro'. "Il mio costume da Sailor Moon - che ti frega? E' dannatamente troppo presto per le telefonate oscene, Neji."

"Lo ammetto, ma poi, esistono momenti appropriati per le telefonata oscene?"

Naruto sbadigliò e controllò la sveglia. Erano quasi le nove; non aveva realizzato quanto fosse tardi. Si stroppicciò stancamente il viso e cercò di mettersi a sedere. Forse era il caso di chiedere a Tsunade di consigliargli una qualche erba dall' effetto sonnifero, perché la sua insonnia stava decisamente peggiorando. 'Ciò di cui hai bisogno è una coscienza pulita, allora dormiresti.' Necessitando di una distrazione da quella voce provocatrice, Naruto rivolse l'attenzione al problema in questione.

"Come hai avuto il mio numero? Non ricordo di avertelo dato." La sua mattinata venne disturbata ulteriolmente quando Naruto sentì bussare alla porta. Continuò a parlare mentre cercava di uscire dalla camera da letto.

"Non è difficile ottenere informazioni personali su qualcuno, Naruto. Infatti, è assolutamente vergognosa la facilità con cui si riesca a violare la privacy delle persone."

Naruto gli attaccò il telefono in faccia senza tante cerimonie, senza nemmeno un briciolo di rimorso, avendo notato come l'uomo in questione si trovasse in piedi di fronte alla sua porta di casa.

"Questo è stalking. Sono sicuro che sia stalking. Ho superato il corso obbligatorio di educazione civica al college, e so che questo è stalking. Al limite, questa è una molestia sessuale."

Neji sembrò pensarci su per un momento. "Mentre ammetto che potrebbe trattarsi di stalking, penso che si possa parlare di molestia sessuale solo nel caso in cui l'aggressore sia di aspetto sgradevole."

"Potrei farti arrestare..."

"In questo villaggio? Avresti più possibilità di essere eletto Papa."

Naruto roteò gli occhi e si allontanò dalla porta, permettendo a Neji di entrare nell'appartamento. Quest'ultimo avanzò rapidamente e iniziò a guardarsi intorno, notando come tutto fosse sorprendentemente ordinato. Per qualche ragione, Neji si era aspettato che il caos sarebbe stato l'elemento predominante della casa. Comunque, per lo più, era come se l'era immaginata: spaziosa e colorata. Le piante costituivano un'altra sorpresa; ve ne erano molte ed erano piazzate in punti strategici per tutto l'appartamento, aggiungendo un tocco di colore e profumo all'ambiente, tutto vita ed energia. Neji ammise che si adattava perfettamente al biondino.

"Hai il pollice verde. Non l'avrei mai detto."

"Quindi non sai tutto ciò che c'è da sapere su tutti e tutto. Guarda un po'..."

Neji non potè evitare di essere divertito del tono burbero di Naruto "Sei ancora arrabbiato con me per quello che ho detto l'altra notte sulla nave. Forse avrei dovuto trovare un modo più diplomatico di esprimere il mio pensiero, sebbene intendessi ogni singola parola. Sono dolorosamente schietto, ma pensavo che avresti apprezzato questa qualità."

"Non sono arrabbiato, e di solito l'apprezzo, ma tu non conosci Sasuke, non conosci il nostro rapporto e non hai a disposizione tutte le informazioni."

"Illuminami, allora."

Naruto decise che non valeva la pena litigare, incerto comunque di avere a disposizione degli elementi che smentissero l'opinione di Neji. Inolte, si trovava in una posizione di svantaggio. Si era appena alzato ed ancora soffriva un poco dei postumi di una notte in bianco, e una persona necessitava di tutte le proprie facoltà mentali se voleva essere abbastanza acuta da difendere Sasuke sotto ogni aspetto. Naruto scosse semplicemente la testa e cominciò i suoi rituali mattutini.

"Allora, cosa facciamo oggi?"

Naruto sbadigliò mentre si dava da fare in cucina per prepararsi toast e ramen. "Non facciamo niente. Io ho delle commissioni da sbrigare. Tu puoi buttarti di sotto."

Neji sedeva al bancone, nemmeno minimamente scoraggiato da quella risposta secca. "Posso occuparmi delle commissioni. Sono grande nelle commissioni."

Come risolvere un problema come Neji? Naruto doveva ammettere che rispettava quella sua sicurezza quasi esasperante. "Sei abituato ad averla vinta, non è vero?"

"Al contrario, sono molto abituato a non ottenere ciò che voglio. Sono inarrestabile negli allenamenti fisici e nello studio, ma negli altri campi non mi sforzo con abbastanza convinzione. Quando si tratta di relazioni, di solito non mi sforzo per niente. Non so perché mi stia comportando in questo modo. Divento una persona imbarazzante e terrificante allo stesso tempo quando ti sono intorno, ma divento anche una persona disposta a sforzarsi, a sforzarsi molto. Ho pensato che questa sarebbe stata un'altra qualità che avresti apprezzato."

Naruto fissò Neji mentre mordeva il suo toast. Era convinto che i Neji e i Sasuke di questo mondo sarebbero stati la sua rovina. Controllò l'orologio e realizzò tre cose: avrebbe fatto tardi se non si fosse sbrigato, non c'era modo di liberarsi di Neji e terzo, non voleva fare tardi nè voleva liberarsi di Neji. Naruto sospirò forte e si strinse nelle spalle, mettendo in chiaro che stava agendo sotto costrizione. Davvero, la sua rovina assoluta.

"Allora, quanto sei bravo in agricolutura?"


Quell'Uzumaki sarebbe stato la sua rovina. Prima portava il principe Uchiha per i lavori del giardino, poi il prodigio Hyuuga. Cosa avrebbero pensato i suoi vicini del fatto che mettesse a lavoro i reali di Konoha nella sua piccola fattoria? La prossima volta le avrebbe portato la Regina D'Inghilterra a pulirle il bagno.

"E non esitare a far lavorare Neji," il marmocchio audace le stava dicendo. "Non sembrerebbe, ma non ha problemi a farsi una sudata, vero, Neji?"

Neji sbattè le palpebre e fece un cenno di rassicurazione. Era convinto che Naruto stesse scherzando per spaventarlo e levarselo di torno; invece, in piedi in un piccola cucina sotto la nervosa ispezione di 'Yuina Baa-chan', si rese conto che avrebbe dovuto toccare molto probabilmente una mucca.

"Beh, ci sono le solite cose da fare, Naruto, ma forse Hyuuga-sama potrebbe aiutarmi con alcune composizioni floreali e-"

La piccola anziana si interruppe quando Naruto incrociò le braccia al petto e la guardò in cagnesco dall'alto della sua imponente statura. "Hey, hey, perché 'Hyuuga-sama' si becca i fiori seduto al fresco in casa mentre 'Naruto' si becca tutto il duro lavoro al sole? Non pensi che Neji sia migliore di me, vero?"

"Certo che no! Io-"

"Non pensi che sia una specie di buono a nulla, vero?"

"Non direi mai una cosa-"

"Beh, è tutto sistemato allora!" Le labbra di Naruto si spalancarono in un sorriso, quindi salutò con la mano e si tirò dietro Neji mentre usciva di fuori.

"Assicurati di prepararci una limonata, Baa-chan!"

Yuina sospirò mentre guardava un impotente Neji essere trascinato via. Non c'era speranza di averla vinta con quel ragazzo. Questo era esattamente ciò che era successo quando si era portato dietro Sasuke, ma almeno si era abituata alla presenza del principe Uchiha; ora sembrava che si sarebbe dovuta abituare anche al ragazzo Hyuuga. Sbirciò dalla finestra collocata sul retro della casa e rise quando Neji, stordito, venne presentato alla sua mucca migliore. I Clan Hyuuga e Uchiha erano sempre stati intoccabili, nonostante la loro benevolenza e il loro spirito di comunità, e non pensava che i tempi avessero apportato dei cambiamenti in quel senso. Poi, però, c'era Naruto e il suo straordinario potere di avvicinare le persone, anche le intoccabili. Yuina scosse la testa mentre si allontanava dalla finestra per preparare il pranzo. Non aveva intenzione di rischiare un altro rimprovero.


L'occhio di Neji si contrasse in un tic mentre fissava la montagna di tronchi che gli si presentava davanti. Perché le persone continuassero a tagliare la legna di questi tempi e giorni rimase per lui un mistero. Aveva il vago sospetto che il motivo era da ricercarsi nell'aspetto tradizionale e bucolico dell'attività. Guardò Naruto con aria di sospetto mentre l'uomo gli passava un'ascia.

"E tu fai questo ogni volta che vieni qui?"

"Già."

"Cosa se ne fa di tutta questa legna?"

"Non ne ho idea. Ho il sospetto che faccia parte del commercio clandestino della fabbricazione della carta. Penso sempre di aver tagliato abbastanza legna da durarle per un po', ma quando torno, è sempre già tutta sparita."

Neji contemplò nuovamente la montagna di ciocchi e si voltò verso Naruto. "Perché lo fai? Per penitenza o qualcosa del genere?"

Naruto rise all'idea. Avrebbe dovuto fare molto di più che tagliare un mucchio di tronchi, per quello.

"Eh, no. Lei e suo marito sono sempre stati buoni con me. Quando lui morì, Yuina per non perdere la fattoria decise di occuparsene da sola. E' sorprendente. Le do solo una mano quando posso."

Neji sbuffò sommessamente e lanciò un'altra occhiata a quel massiccio mucchio di legna. "E' tutto molto dolce e nobile da parte tua, ma non pensare per un secondo che non abbia capito le tue intenzioni. Stai cercando di prosciugare il nostro appuntamento di tutto il suo erotismo." Neji si zittì quando Naruto cominciò a togliersi la maglietta. "Ma ripensandoci, potrei aver parlato troppo in fretta."

"Hai la tendenza a farlo, e questo non è un appuntamento. Mi sto occupando di una commissione, e tu mi stai dando una mano."

Neji sedette su un ceppo e guardò i muscoli del corpo di Naruto flettersi e rilassarsi. "Mi ritrovo a star svilluppando una rivalutazione dell'arte del tagliare la legna."

Le labbra di Naruto si distesero in un ghigno e riprese il lavoro. "Se pensi che questo sia figo, aspetta a quando dovrai aiutarmi a passare il letame."

"Hmm, aspetta...cosa?"

Naruto si limitò ad allargare il sorriso. Entrambi lavorarono per un altro po' in silenzio, poi Neji parlò di nuovo.

"Quindi non hai intenzione di dirmelo?"

"Dirti cosa?"

"Di te e Sasuke...non hai intenzione di raccontarmi la vostra storia?"

"Non c'è niente da raccontare."

Neji si concesse una pausa, riprendendo il suo posto a sedere sul ceppo. "Sto per passare il letame; non mi merito una storia?"

"Nessuno ti ha chiesto di venire, sai."

Naruto continuò a lavorare mentre Neji rimaneva seduto a guardalo, aspettando con pazienza Zen. Naruto si sforzò di ignorare quello sguardo inquisitore per un po', alla fine capitolò sgarbato. Non resisteva mai a lungo nemmeno quando era Sasuke a guardarlo in quel modo.

"Ero solito essere un fantasma, okay?"

Di tutti gli incipit che si era immaginato, Neji non si era aspettato un inizio del genere. Piegò la testa di lato e guardò curiosamente Naruto che, sospirando, si voltò verso di lui e finì di spiegare.

"Ero solito essere un fantasma; è l'unico modo in cui riesco a descriverlo. Quando era un ragazzino, era come se non esistessi. Voglio dire, potevo vedere le persone, ma era come se non mi trovassi lì con loro. Non so del perché fosse così, nè so cosa avessi fatto per meritarmi un simile trattamento, ma venivo trattato come se non esistessi, come se non avessi importanza. Anche se mi esibivo con comportamenti esagerati, non faceva differenza, così immaginai che dovessi essere una sorta di fantasma. Avevo cinque anni; aveva senso per me."

Naruto si strinse goffamente nelle spalle, tentando di opprimere i sentimenti cupi di quei tempi che avevano iniziato a fare capolino tra i suoi ricordi. "Poi ricordo Sasuke; ero solito guardarlo tutto il tempo. Le ragazzine gli stavano continuamente intorno, dandogli il tormento tutto il giorno, cercando di convincerlo ad assaggiare i cibi preparati dalle loro mamme per il pranzo. Anche gli insegnanti e le madri gli giravano intorno, volevano che facesse amicizia con i loro figli. Quanto mi faceva incazzare! E mi faceva incazzare lui, quando lo guardavo. Voglio dire, come si può non volere tutta quell'attenzione? Lo odiavo con tutto il cuore. Aveva sei anni ed era un tale stronzo."

Naruto rise di quel ricordo. Lui e Sasuke erano sempre stati passionali, anche da ragazzini. "Di tanto in tano, però, mi capitava di vederlo al lago; era solito starsene lì seduto tutto da solo a guardare l'acqua. Aveva questo sguardo negli occhi - e mi era familiare quello sguardo, perché lo vedevo riflesso nei miei occhi ogni volta che mi trovavo di fronte ad uno specchio - come se forse anche lui fosse un fantasma. Ma non aveva senso, lui era Sasuke, lui è il principe Uchiha.

Poi arrivò quel giorno. Si stava svolgendo una delle tante cerimonie dell'accademia ed io ero seduto sull'altalena e guardavo i genitori andarsene con i loro figli. Quelli di Sasuke non si erano presentati - credo che se ne fossero dimenticati o qualcosa del genere - quindi era lì che aspettava. Questo è ciò che fai quando sei un fantasma: aspetti. Rimase seduto accanto a me, sull'altalena, per un po', senza dire nulla. Poi, fece una cosa stupidissima. Il bastardo mi tirò i capelli; e so che eravamo solo dei bambini, ma seriamente, quanto puoi essere infantile? Il bastardo mi tirò i capelli," Naruto ripetè piano, completamente trasportanto indietro a quei tempi.

"E quello fu tutto ciò che bastò. Quell'unico gesto idiota, e improvvisamente non ero più un fantasma. Certo, spesi i primi minuti della mia ritrovata consapevolezza a cercare di prenderlo a calci nel culo, ma il punto è che ero vivo e Sasuke fu la prima persona a farmi sentire così. Da allora non siamo mai stati veramente separati, non per troppo tempo comunque, e non per nostra volontà."

Naruto guardò Neji intensamente, come se stesse cercando di trasmettere la comprensione in lui.

"Lui mi ha sempre visto, anche quando nessun altro lo faceva. Ha riconosciuto la mia esistenza, e non mi aspetto che tu capisca quanto sia importante per me...quanto sia tutto per me. Non sto dicendo che fu la mia unica ancòra di salvezza, perché sono cresciuto con un sacco di dolore e un sacco di rabbia, e se le giuste persone non fossero intervenute al momento opportuno, chissà che ne sarebbe stato di me. Ma Sasuke mi ha riportato alla vita; e per un lungo tempo, fu l'unica persona a tenermici. Come faccio ad allontanarmi da tutto questo? Come faccio a rinnegare la persona che mi ha dato consapevolezza della mia esistenza?"

Neji sedeva in silenzio, cercando di elaborare una risposta. Aveva intuito che i legami che univano Naruto e Sasuke fossero forti, ma non si era aspettato tanta profondità. Eppure...

"Non hai più bisogno che Sasuke convalidi la tua esistenza, Naruto."

"Lo so. Ma non è questo il punto."

"Non sono sicuro che tu lo sappia. Dici che non conosco Sasuke, e forse è vero. Posso, in ogni caso, dirti ciò che penso. Penso che Sasuke sia ancora quel bambino di sei anni che ti tira i capelli al parco giochi, e tu sei andato oltre questo molto tempo fa."

Naruto non potè che sorridere, beffandosi di quel commento. "Tu non l'hai ancora incontrato..."

"Chi? Sasuke?"

Naruto scosse lentamente la testa. "No, quel qualcuno di importante- quello che diventerà l'altra parte della tua anima...quando lo incontrerai, capirai che non ti è dato scegliere; non sempre. Non ti è dato scegliere il suo modo di essere, bastardo o meno, buono o cattivo. Non ti è dato scegliere se va bene che non ti ami. Sai solo che avrai bisogno di lui come hai bisogno dell'aria nei polomoni, e che farai di tutto, rinuncerai a tutto, sanguinerai fino a prosciugarti se sarà necessario, per tenerlo con te."

Neji aveva iniziato a rendersi conto che cercare di far aprire gli occhi a Naruto sarebbe stata una corsa in salita. Era incredibile quanto una persona che sembrasse essere tanto concreta, potesse essere così disperatamente irrazionale quando si trattava d'amore. Neji chiuse gli occhi, e tentò di organizzare i pensieri con cautela. Alla fine li riaprì.

"Tsunade-hime pensa che un giorno cambierai il mondo. Lo crede fermamente. Alla fine dell'incontro d'affari è riuscita a convincere anche gran parte di noi. Ci disse che sebbene avessi avuto il peggior inizio che un bambino potesse avere, sei sopravvissuto e hai saputo trarne il meglio. Ci ha raccontato di come tu sia in grado di ispirare le persone a cambiare le loro vite, a diventare migliori, allo stesso modo in cui ispirasti lei. Non riesco proprio a riconciliare quella persona di cui mi ha parlato, con l'uomo che si è convinto dell'adeguatezza di ciò che Sasuke gli dà. Non è abbastanza, Naruto."

Naruto sospirò stanco, non volendo dicutere ulteriolmente. "Sì? Che altro c'è?"

Neji non ne era sicuro e non aveva pensato che ci fosse altro al di là di quello a cui si era già abituato. Ma stando fermo lì, a guardare Naruto, sentendosi in quel modo, Neji fu sicuro della sua risposta come poche altre volte nella sua vita.

"C'è di più, Naruto, e tu meriti di meglio."

Naruto sbuffò, riprese in mano l'ascia e tornò a tagliare i ceppi. "Chissà...forse. Immagina che mondo sarebbe se tutti ottenessero esattamente ciò che meritano."


Sakura riempì il contagocce e guardò il topino bere avidamente. Lo aveva soprannominato Napoleone, dal momento che era il più piccolo della cucciolata, ma comunque capace di farla franca a tutti prima che venisse isolato. Controllò il blocco-appunti di Napoleone, soddisfatta che tutti i test del giorno fossero stati completati; alla fine venne distratta dal suo amico roditore quando udì il suono di un picchiettare sulla finestra del laboratorio. Ino sollevò il piccolo cesto contenente i loro pranzi e indicò con impazienza l'orologio che portava al polso. La sua amica diventava irritabile quando era affamata o quando era obbligata ad aspettare. Presto si ritrovarono sedute su una delle panche del curato edificio delle aziende farmaceutiche Haruno, ora filiali delle corporazioni Uchiha.

"Allora, come va la vita nel meraviglioso mondo degli inganni?"

Sakura ignorò la domanda tagliente ed accettò il bento.

"Ho un piano."

"Oh?"

"Sono stata distratta dalla luna di miele. Pensavo che per il fatto che fosse stata così meravigliosa, sarebbe automaticamente continuata anche al nostro rientro e che non sarebbe stato necessario fare nulla. Ora mi rendo conto che non è questo il caso. Sasuke ha bisogno di essere guidato verso l'accettazione di me e del nostro matrimonio, cosa che fino ad ora ho ignorato."

Ino masticò pensierosa, chiedendosi quanto potesse illudersi una persona. "Ed hai un piano?"

"Sì."

"Che sarebbe?"

"Naruto."

Ora questa le giungeva nuova. Ino sollevò un sopracciglio, curiosa di vedere dove l'amica volesse arrivare. "Vai avanti."

"Me ne sono resa conto la notte della cerimonia di beneficienza. L'unica persona a cui Sasuke è legato sotto ogni punto di vista è Naruto, giusto? Lascia cadere le sue barriere quando gli è intorno, confida in lui, lo ascolta - tutta roba tipica dei grandi rapporti. Ora, immagino che tutto quel che devo fare è semplicemente capire come Naruto riesca a fare ciò e poi...sostituirmi a lui nel farlo."

Ino si soffocò con un pezzo di sushi. "'Tutto quel che devi fare?' Esattamente, come hai intenzione di capire come fa?"

"Li osserverò, ovviamente. Qualche volta chiederò a Naruto di venire a trovarci, così potrò vedere come si relazionano e come Naruto si comporta nei suoi confronti. Poi unirò i dati raccolti alla mia precendente conoscenza e comprensione dei loro comportamenti e decifrerò il codice. Sono sempre stata ad osservarli, Ino, ma non ho mai avanzato un tentativo di capire come funzionano."

Ino si trovava di fronte ad un interessante dilemma. Come si fa a dire ad una persona che sta andando fuori di testa?

"Permetti che sia diretta con te. Vuoi sistemare Naruto e Sasuke in un ambiente controllato come se fossero un paio dei tuoi topi di laboratorio, vuoi guardarli interagire per poi sviluppare una serie di osseravazioni che dovrebbero guidarti verso deduzioni documentate, alla fine delle quali saresti in grado di arrivare ad una degna conclusione, recuperando così una qualche sembianza di un matrimonio?"

"Sono un discepolo del metodo scientifico, okay? E' quel che so. Non smontarmelo prima ancora di averlo provato."

Ino posò le bacchette del cibo e congiunse le mani. Sakura aveva bisogno di una qualche sorta di intervento, ed era ovviamente compito suo farsi avanti.

"Permettimi, se vuoi, di sottolineare un paio di cose. Prima di tutto, vuoi che il migliore amico di Sasuke - il suo migliore amico molto maschio, molto mascolino, tra l'altro - ti insegni come essere sua moglie. E termino questo punto qui, perché non ha bisogno di ulteriori spiegazioni. Secondo, vuoi 'decifrare il codice' del rapporto tra Sasuke e Naruto? Perché? E' il loro rapporto, Sakura. E' unico ed inimitabile, e funziona in quel modo per come sono. Tu vuoi essere sua moglie, non il suo amico. Per amor di dio, fino al loro ultimo anno d'accademia, una settimana sì ed una no, facevano a cazzotti tra loro. E sono abbastanza sicura che non vuoi relazionarti con Sasuke, fisicamente, allo stesso modo in cui fa Naruto. E il mio punto finale? Si tratta di Naruto. O lo ami o lo odi, e odiarlo lo fa diventare doloroso e fisicamente estenuante. Il fatto che Sasuke lo ami fa di lui semplicemente una persona umana come noi, non desiderosa di dolore o esaurimento fisico."

"Sei ridicola."

"No, non lo sono! Conosci Naruto? E' tipo questa palla bionda iperattiva e piena di carisma che va in giro ad assorbire gli animi della gente. Ovviamente, Sasuke, per tutta la sua particolarità, non ne è immune. Nessuno è in grado di resistergli a lungo. Sono sicura che tra una ventina di anni o giù di lì, il mondo intero prenderà la forma di una nazione unita sotto l'egida di Naruto. Il ramen sarà dichiarato cibo perfetto e i fannulloni saranno convertiti e allontanati dai loro sentieri oscuri con un discorso appassionato...probabilmente ci chiederà di indossare tute arancioni, ma sono sicura che possiamo convincerlo a desistere dal farlo. Mi piace pensare che Naruto sarà un benevolo dittatore che-"

"DI CHE DIAVOLO STAI PARLANDO?"

Ino sbattè le palpebre e tossì. "Scusa, quando parli con le piante tutto il giorno, tendi a sviluppare una sorta di flusso di coscienza, ed è difficile fermarsi. Il punto è, non è plausibile formare un modello di relazione basandosi su quella che hanno Sasuke e Naruto. E' destinato a fallire."

Sakura era consapevole del fatto che il suo non fosse un piano perfetto, ma in quel momento era tutto ciò che aveva.

"A meno che non hai un'idea migliore, Ino, Naruto potrebbe essere la mia unica speranza."


Naruto era  in piedi fuori dalla porta da cinque minuti. Non voleva trovarsi lì, e pregò intensamente che Sakura non avesse intenzione di farla diventare un'abitudine, invitarlo da lei. Sentì lo stomaco attorcigliarglisi in una morsa mentre bussava lievemente alla porta, perfettamente disposto a fare retromarcia e ritornare dritto a casa se non gli avessero aperto nell'arco di venti secondi.

Ne passarono dieci e Sakura gli aprì, tirandolo subito dentro. "Eccoti qui. Ci hai messo abbastanza ad arrivare. Puoi aiutarmi a finire la cena, e convincere Sasuke a fare altrettanto."

"Senti, Sakura-chan, non devi chiedermi di venire da voi ogni volta. So che sei preoccupata del fatto che mi possa sentire escluso e tutto, ma sto bene, davvero."

Sakura gli rivolse un sorriso nervoso e scosse la testa. "Ti voglio qui. Non è solo per te, è anche per me. A volte mi manca il Team 7 e...averti intorno mi fa sentire meglio. Quindi non sentirti in colpa di venire qui, okay?"

"Sì, okay."

Il senso di colpa attraversava loro, che stavano lì a sorridersi a vicenda, come una lama a doppio taglio. Alla fine furono distratti da quell'imbarazzante momento quando Sasuke uscì dal suo studio, borbottando stizzato.

"Perché sei così arrabbiato?" Naruto alzò un sopracciglio mentre Sasuke lo sfiorava, superandolo, per dirigersi in cucina.

"Questo stupido coso continua a bloccarsi nel bel mezzo dei download..."

"Sasuke, vivi nella capitale tecnologica del mondo. Smettila di andare fuori di testa per uno stupido portatile e buttalo nella spazzatura."

Sasuke guardò Naruto in cagnesco e borbottò di come voleva che i suoi file e le sue impostazioni rimanessero esattamente come voleva che fossero. Naruto non si scompose.

"Esegui il backup di tutti i file e duplica le tue preziose impostazioni in un nuovo sistema. Devi fare sempre un caso federale di tutto?"

Sakura non potè che ridacchiare dell'occhiata imbronciata che Sasuke rivolse all'amico. "Ho provato a dirgli di comprarsene uno nuovo, ma penso che quel portatile abbia un volore sentimentale per Sasuke."

Il moretto arrossì immediatamente, segno che Sakura ci aveva preso in pieno.

"Non ha un valore sentimentale! E' solo una seccatura trasferire tutti i dati e doversi abituare ad un nuovo sistema. Me ne sarei sbarazzato molto tempo fa se non fosse per questo."

Naruto strizzò gli occhi e si grattò la nuca mentre Sasuke tentava di difendersi senza successo dalle calunniose accuse della moglie.

"Aspetta...quello è il portatile che ti ho comprato io dai miei proventi dei diritti d'autore?"

Si riferiva ai diritti d'autore dovutigli dall'aver scritto storie di fantasmi per Jiraiya. A sedici anni quei soldi erano stati più di quanto Naruto avesse visto, e avuto, nella sua vita; il lavoro, poi, era stato del tutto accidentale. Naruto aveva chiesto al vecchio pervertito di insegnargli il taijustu, ma l'uomo era stato più interessato a buttarsi nelle ricerche per il prossimo romanzo. Agendo di sua iniziativa, Naruto, aveva completato un paio di capitoli quando Jiraiya era crollato svenuto dopo una delle sue bevute, per poi inviarli per email al suo editore. Jiraiya non sapeva cosa lo inorridì di più: il fatto che Naruto si fosse adoperato in una cosa del genere, o il fatto che l'editore fosse stato completamente ingannato nel pensare che fossero stati scritti da lui. Ma fu l'inizio di un accordo redditizio, dal momento che pochi mesi dopo Jiraiya aveva ufficialmente inlcuso Naruto nel contratto. L'unica cosa che inorridì Naruto fu il dover scoprire di avere il talento di un pervertito di cinquant'anni. La prima cosa che fece con i soldi ricavati, fu comprare dei regali ai suoi amici più stretti. Gli stivali firmati di Sakura li aveva pagati quasi tanto quanto il computer portatile e la cuccia per Kiba, figuariamoci...

"Sasuke, quel portatile ha più di otto anni, e non era nemmeno il migliore che si potesse trovare in giro. Buttalo."

Sasuke si imbronciò ancora di più, non contento della leggerezza con cui Naruto gli stava suggerendo di gettare via quel pezzo di hardware.

"Te l'ho detto Naruto, ha un valore sentimentale."

Prima che Sasuke potesse spezzare l'osso del collo di Sakura, Naruto intervenì proponendo un compromesso. "Te ne comprerò uno nuovo allora; che ne dici? Eseguiremo il back up dei file, copieremo le impostazioni e tu non soffrirari più di pressione alta. Va bene?"

"Va bene, come ti pare, i soldi sono tuoi." Mormorò Sasuke stizzosamente, cedendo al suggerimento di Naruto proprio come Sakura aveva immaginato che avrebbe fatto.

Fu più facile di quanto avessero potuto prevedere, ritornare alla vecchia routine del Team 7. Non solo fece scivolare liscio il piano di Sakura ma, per la prima volta dopo tante settimane, Sasuke si comportò nei suoi confronti nel modo in cui era stato solito fare nel passato. Per un po' di tempo Sakura si dimenticò dei suoi disperati tentativi di far funzionare il loro matrimonio, Naruto non era più uno sporco amante e Sasuke non era intrappolato nel mezzo cercando di tenere tutto insieme.

Sakura offrì al marito alcuni Daigaku Imo preparati da lei, dimenticandosi momentaneamente di quanto Sasuke odiasse i cibi dolci. Il moretto rifiutò cortesemente le patate dolci candite prima che Naruto ne prendesse una e gliela infilasse bruscamente in bocca. Il viso di Sasuke si rabbuiò in un'espressione comica per la dolcezza eccessiva del cibo.

"Mangia e non essere scortese. Sakura-chan ha lavorato sodo per prepararle. Non so come una persona possa odiare i dolci, comunque. Sono abbastanza sicuro del fatto che sia questa la causa di tutti i tuoi problemi di personalità." 

Sakura nascose la sua espressione divertita mentre Sasuke rivolgeva a Naruto uno sguardo maligno, finendo di ingoiare il dolcetto. Non riusciva ad immaginare il giorno in cui sarebbe stata in grado di fare una cosa tanto sfrontata, ma si trattava di procedere per piccoli passi. Alla fine quel momento venne interrotto dal suono della suoneria del cellulare di Sakura.

"Haruno-sensei! Deve venire al laboratorio!"

"Dannazione, Karin, e ora che succede?"

"Il soggetto campione # 26 è tachicardiaco e mostra segni di sofferenza. I numeri 17 e 31 sembrano anch'essi reagire all'ultimo dosaggio di antibiotici."

Il soggetto campione # 26 era Napoleone, che sembrava stesse avendo una reazione avversa agli antibiotici sperimentali dei suoi laboratori. Snocciolò subito delle istruzioni a Karin, assicurandole che era in procinto di venire. Con un po' di fortuna avrebbe fatto rientro a casa prima che Naruto se ne fosse andato.


"Quanto ancora ha intenzione di farmi aspettare Sakura-chan? E cosa le sta succedendo, in ogni caso?" Naruto si lasciò cadere sul divano del salotto, si strofinò stancamente gli occhi e aspettò obbediente il ritorno di Sakura.

"Chi lo sa? Non pretendo di capire le donne."

Sasuke guardò Naruto mentre si sistemava sul divano e si trascinava stanco le mani sul viso. Sapeva che l'amico non stesse dormendo bene. Continuò a guardarlo intensamente e Naruto sospirò.

"Che hai?"

"Ho un blocco."

"Hn, hai bisogno di più fibra nella tua dieta."

Naruto si tolse lentamente le mani dal viso e guardò incredulo Sasuke che gli sedeva, con aria seria, accanto. "Cosa?"

"Dico sul serio. Fai una dieta di merda e si sta facendo sentire. Un'adeguata quantità di fibre farà la differenza. Non ho problemi di stitichezza da prima che fossimo all'ultimo anno d'accademia...ma ripensandoci, forse non è merito delle fibre; forse dovrei semplicemente ringraziare te."

L'occhio sinistro di Naruto aveva preso a contrarsi in un tic durante la tiritera di Sasuke. "Intendevo il blocco dello scrittore, schifoso bastardo! Oh mio dio, sai essere così disgustoso a volte, ugh!"

"Oh scusa." Le labbra di Sasuke si distesero in un sorrisetto di fronte alle convulsioni di Naruto. "Non sapevo che l'industria dei romanzi porno fosse così stressante."

"Non sono le cosiddette parti porno che mi stanno dando problemi; è la storia. I capitoli kinky sono solo la ciliegina sulla torta; le persone comprano Icha-Icha per la storia d'amore, l'eroismo e il dramma, e io non riesco a sentire niente di tutto ciò. Il termine ultimo si sta avvicinando e il nostro editore mi ucciderà se non sono in tempo. Peccato che ormai sia in grado di capire chi sia a scrivere cosa dallo stile, o chiederei a Ero-sennin di coprirmi."

Alla menzione del nome dell'editore di Naruto, Sasuke sbuffò il suo disprezzo. "Non so come nè perché tolleri quel tizio. E' irritabile, irragionevole e probabilmente troveresti di meglio altrove."

Naruto si sporse ad accarezzare dolcemente la guancia di Sasuke con il dorso della mano. "Perché, nonostante tutto, tira fuori il meglio di me. Non riesco a immaginare di essere con nessun altro."

Sasuke non disse nulla, trovandosi intrappolato tra la dolce espressione del volto di Naruto e il tocco delicato della mano lungo il suo viso. Gli catturò il pollice tra i denti e lo succhiò leggermente per un po', mentre guardava gli occhi blu scurirsi nel modo in cui facevano sempre. Alla fine, Naruto si ritrasse, non volendo che Sakura potesse scoprirli se si fossero concessi quel momento di passione.

"Bene, allora, ciò di cui hai bisogno è una musa. E' la fibra della creatività. Dal momento che sei qui bloccato, e il gioco di parole è voluto, suppongo che dovrò offrirmi io."

"Scusami?"

"Ho detto che sarò la tua musa." Sasuke si sedette con la schiena dritta, incrociò le braccia al petto e annuì con aria saggia. "Guardami e sentiti ispirato."

Naruto alzò gli occhi al cielo e sbuffò rude. "Sei proprio un idiota. Ti informo che essere una musa è molto di più che stare seduti sul proprio culo, sembrando carini. Se vuoi il lavoro, devi lavorare. Vuoi essere la mia musa, fai qualcosa di musicale. 'Musicale', capito? l'hai capita?"

Ora fu Sasuke a roteare gli occhi. "Così velocemente riesci a reclamare il tuo titolo di 'idiota'. Ma va bene, andiamo."

Naruto seguì Sasuke nel suo studio e si sedette sul divano nero in pelle. Guardò curiosamente il moretto aprire l'armadio e tirarvi fuori una grossa e ingombrante custodia. I suoi occhi si illuminarono improvvisamente quando la riconobbe.

"Betsy!"

"E' un violoncello di classe. Per favore smettila di chiamarlo Betsy!" In realtà, era 'Betsy il secondo', essendo Sasuke cresciuto troppo per 'Betsy il primo' anni fa.

"Non ti sento suonare da mesi ormai." Naruto si mise a sedere con entusiasmo mentre Sasuke prendeva posto sulla sedia che aveva davanti e sistemava il violoncello nella giusta posizione.

"Questo perché non vieni più a trovarmi a meno che qualcuno non ti forzi a farlo," borbottò Sasuke, appena udibile. "E non ho intenzione di trascinarlo fino al tuo appartamento."

Naruto aveva scoperto delle lezioni di violoncello di Sasuke subito dopo che erano diventati amici, prendendolo in giro senza pietà. Lo aveva preso in giro senza pietà, sì, fino a quando non lo sentì suonare. Fu uno dei suoni più belli che avesse mai udito, e ovviamente Sasuke, nonostante l'imbarazzo, aveva un talento naturale. Sasuke era bravo in tutto e già dalle prime note che gli sentì suonare, Naruto ne fu affascinato, innamorandosi di quel genere improbabile di musica classica e del violoncello. Sembrava essere un altro modo che Sasuke era riuscito a trovare per sopprimere quella bestia che Naruto aveva sempre pensato gli fosse intrappolata dentro, ed ogni occasione era buona per convincerlo a suonare per lui.

"Cosa hai intenzione di suonare, Bach?"

"No, ho imparato una nuova canzone per t-" Sasuke si fermò in tempo. "Ho imparato una nuova canzone. Uno di quei pezzi classici crossover. Si chiama 'Esplosione'."

Sasuke cercò di sistemarsi meglio, pervaso dalla familiare sensazione di timidezza che lo accompagnava ogniqualvolta che si esibiva per Naruto. A volte si sentiva più esposto quando suonava il violoncello per lui che quando era sdraiato nudo sotto il suo corpo. Inalò, quindi passò l'archetto lungo le corde nell'attacco d'apertura.

Naruto osservò e ascoltò, ipnotizzato dalla musica che si impennava in un crescendo e si diffondeva per tutta la camera. Sasuke sembrava fondersi perfettamente con in violoncello, suonando con velocità e precisione quasi inumane. La musica rendeva giustizia al suo nome, selvaggia e tempestosa; Aumentava di intensità e lo investiva mentre il moretto vi versava dentro l'anima. Quando la musica raggiunse il suo crescendo, calò improvvisamente di intensità, addolcendosi fino ad arrivare ad una soave stasi, per poi riprendere di nuovo bruscamente vigore, rispecchiando l'inizio. Quando Sasuke finì l'esecuzione in bellezza, Naruto lo acclamò e applaudì.

"Ti è piaciuto?"

"Piaciuto? Mi ha fatto impazzire! E' stato fantastico."

Sasuke sorrise al complimento, raggiante e genuino; un sorriso che era riservato eslusivamente ad un pubblico particolare, il biondino. "Davvero? Pensavo di aver sbagliato verso metà esecuzione..."

Era palesemente alla ricerca di complimenti e Naruto non si trattenne certo dal fargliene. "Non saprei. So solo che mi sono dovuto trattenere dal lanciarti addosso la mia biancheria intima."

Sasuke esibì un sorriso ancora più ampio, cercando di nascondere l'evidente piacere che gli avevano procurato quelle parole grattandosi il naso con l'archetto che teneva in mano. Il ragazzino dentro di lui, affamato d'approvazione, si riempì dei raggianti sorrisi e delle parole di apprezzamento di Naruto.

"E' la nostra canzone."

Sasuke lo guardò confuso. "Huh?"

"'Esplosione', giusto? Siamo noi...suona sicuramente come noi. E' la nostra canzone."

Sasuke guardò Naruto per diversi minuti, chiedendosi quale corso di azione adottare per una simile affermazione. Infine, sorrise nuovamente e annuì lento.

"Sì, siamo noi di sicuro. Credo sia la nostra canzone. Vuoi che la risuoni?" Voleva prendersi a calci per quanto timido e riservato suonasse, ma in quei momenti, non poteva farci nulla.

"Non so...ti sei sottoposto ad uno sforzo fisico non trascurabile. Sei sicuro di riuscire nuovamente nell'impresa?"

Sasuke tirò su con il naso con alterigia, sentendosi adeguatamente sfidato e spronato verso l'azione. "Hn, guardami."

Naruto si sistemò contro lo schienale, sospirando mentre Sasuke si trasformava ancora una volta in un virtuoso. Avrebbe voluto essere in grado di tradurre in parole questi momenti, perché allora sarebbe stato più facile spiegare il motivo per cui amasse tanto Sasuke, e perché non sopportasse l'idea di lasciarlo. Ma alla fine, non importava se fosse in grado di esporre i suoi pensieri adeguatamente o meno, perché lui sapeva cosa provava. E ad ogni modo, non poteva preoccuparsi della gente che non riusciva a capirli, ora; si sentiva ispirato e Sasuke stava suonando la loro canzone.


Napoleone ed i suoi amichetti erano riusciti a trattenere Sakura per ore e fu sorpresa di vedere la macchina di Naruto ancora ferma nel parcheggio quando rientrò a casa. Ricordò di avergli ordinato di rimanere e si sentì in colpa del fatto che il suo primo tentativo d'osservazione non avesse avuto successo, ma piuttosto l'effetto di tenere Naruto in ostaggio a casa sua. Aprì la porta di casa aspettandosi di vedere i due uomini giocare ai video games, o a chattare, ma udì solo il suono di una leggera melodia di musica classica provenire dallo studio del marito.

Si avvicinò alla porta, che era socchiusa, in punta di piedi, e sbirciò all'interno della stanza. Naruto dormiva sul divano tanto profondamente che sembrava a malapena respirare. Sasuke le mostrava la schiena e fortunatamente non si era accorto della sua presenza. Guardò la scena con sorpresa mentre Sasuke suonava, seduto, la ninnananna di Brahms; la dolce melodia riempiva la camera. Sakura aveva scoperto di questa sua passione ai tempi delle elementari attraverso le prese in giro di Naruto, ma non lo aveva mai sentito suonare, e pensava che avesse smesso di farlo anni fa.

Rimase a guardare un po' più a lungo, fino a che una strana sensazione di intrusione la pervase. Alla fine indietreggiò in silenzio e si diresse nella sua stanza. Era stata una lunga giornata, ma si ritrovò con una nuova risolutezza: suo marito suonava il violoncello, e forse, un giorno, lo avrebbe suonato per lei.

 

 

 

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