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Lista capitoli: Capitolo 1: *** I. Prima Parte *** Capitolo 2: *** Lentamente nel blu *** Capitolo 3: *** Nulla di intentato *** Capitolo 4: *** Raccogli i pezzi di porcellana, Yoh Asakura *** Capitolo 5: *** Moda d'autunno *** Capitolo 6: *** Uccidere con dignità. *** Capitolo 7: *** Un problema insignificamente grande. *** Capitolo 8: *** Novantanove. *** Capitolo 9: *** Una lacrima per due. *** Capitolo 10: *** Ottimamente male. *** Capitolo 11: *** Lettere ai Dannati. *** Capitolo 12: *** Polvere negli angoli della stanza. *** Capitolo 13: *** Fuoco alle polveri! *** Capitolo 14: *** Quando l'incendio divampa *** Capitolo 15: *** Killer whale in Wonderland *** Capitolo 16: *** Erba fresca e tanto sapone *** Capitolo 17: *** Credere nelle stelle [in primis, la danza] *** Capitolo 18: *** Quae moerebat et dolebat. *** Capitolo 19: *** L'Inferno che fugge - Guardare il futuro negli occhi *** Capitolo 20: *** Il sentire, come il trapassare. *** Capitolo 21: *** Quattro stelline ho visto passare... *** Capitolo 22: *** Perchè ti ho amato. ***
Diciamo che nonostante tutto, ho deciso di imbarcarmi in questa storia
un po’ folle… Spero di riuscire ad aggiornare una volta
Diciamo che nonostante tutto, ho deciso di imbarcarmi in
questa storia un po’ folle… Spero di riuscire ad aggiornare una volta a
settimana, ma non ci giurerei…
Per chi ha letto Schiena Dritta e Testa In Alto, questo
può essere considerata una long-fic di proseguo, oppure no.
Che dire, la tanto promessa long fic! Dico subito che nn è
mia prerogativa scrivere capitoli lunghi^^’’’ Spero mi perdonerete e spero
anche di essere alla vostra altezza!
Decidete voi^^
Baci baci
Lady Antares
Capitolo primo
Strangolerò l’amicizia e mi mostrerò estraneo,
mi assenterò da dove passeggi, e sulla mia lingua
il tuo dolce e amato nome non avrà più dimora,
perché io, troppo profano, non gli faccia torto,
e non racconti per caso della nostra vecchia amicizia.
Sonetto 89
**°**
A dire il vero, non mi sono mai sentita debole.
Essere un’itako comporta anche una certa sicurezza.
Non ho mai provato il desiderio di essere protetta da
qualcuno. Di sentirmi sicura tra le braccia di un uomo.
Se lo facevo, era solo per mio piacere personale.
In compenso, una cosa che non mi deve mai mancare è la
libertà.
La libertà di andare e tornare da un luogo quando voglio,
con i miei orari e i miei ritmi.
Nessuno ha mai osato privarmi di questo desiderio che mi
si riversa nelle vene.
Nemmeno Hao. Nemmeno lui, che sarà il futuro Shaman King.
Ogni volta che lui mi voleva, doveva sottostare ai miei
desideri, e non hai suoi.
Sono fatta così. Lui mi ha accettata per quello che ero.
Non so perché.
So solo che ora, adesso, sono molto più potente.
E so che nessuno, mai, potrà più farmi del male.
*°*
“Schiena dritta e testa in alto, Yoh.
Il biglietto per
il futuro è sempre da scrivere…”
Yoh Asakura tormentò per l’ennesima volta quel pezzo di
carta vergato con l’elegante grafia di Anna. Le sue mani, irrequiete,
stringevano la carta, la lisciavano, per poi tornare a piegarla.
Maledizione.
Gli sembrava di impazzire.
Se voleva fargli male, provocargli dolore, ci era riuscita
alla perfezione.
Una lacrima cadde sulla scrivania, bagnandone il legno.
Un’altra si posò silenziosa sulla coperta del suo letto.
Un’altra ancora, l’ultima, si giurò Yoh, si perse nella
stoffa del suo cuscino, mentre lo sciamano premeva forte con il viso contro il
guanciale.
Proprio non aveva voglia di tenere la testa in alto, ora.
Non sentiva il bisogno di sembrare forte.
Voleva solo essere lasciato in pace.
Aveva bisogno di tempo.
“Non ho bisogno di amare per essere felice”
Allora quel mese non era valso a nulla?
Tutti quei < Ti amo > si erano persi nella
profondità degli occhi della ragazza?
-Maledizione…- sussurrò, rigirandosi a pancia in su,
passando le mani sul viso stanco.
-Non sei nata per provare pietà, vero…?-
**°**
-Anna, amor mio, mi vuoi proprio far disperare, vero…?-
Hao Asakura, abito scuro e sorriso indecentemente accattivante, sorrise ad Anna
Kyoyama.
Per tutta risposta l’itako si girò nel letto, voltandosi a
guardarlo. Negli occhi color cenere aleggiava qualcosa.
Qualcosa che lo sciamano non riuscì a leggere, perché
troppo debole e troppo nascosto.
Come dolore, dolore che la ragazza riversava nelle sue
vene, nella sua testa.
-Prego…?- domandò lei fingendo interesse, sollevando la
testa dal cuscino.
-Ah, Anna, Anna… ricordi per caso la cena di stasera,
nella quale ti avevo pregato di intervenire…?- chiese con un’ombra di un
sorriso sul volto.
-Può darsi…- replicò la ragazza sfuggente, alzandosi dal
giaciglio e ponendosi di fronte a lui.
Come un gatto che gioca con la sua preda preferita.
Che si pone di fronte a lei.
Che la fronteggia.
E poi, solo poi, la uccide.
-A volte penso proprio che tu stia qui solo perché vuoi
imparare da me…- sussurrò dispiaciuto, avvinghiandole la vita con le braccia e
stringendola a sé possessivo.
-E a volte io penso che tu mi tenga qui solo perché sono
dannatamente bella.- replicò lei a tono, attorcigliando una ciocca dei suoi
capelli scuri intorno al suo dito.
-Oh, così mi ferisci… lo sai che non potrei mai…- le disse
assumendo un’aria sorpresa, alla quale la ragazza rispose con una semplice
risata. Si staccò dall’abbraccio, aprendo l’armadio.
Scrutò con attenzione l’interno del guardaroba.
Tutti vestiti che lei non aveva mai indossato.
Volse lo sguardo verso Siberya, la bambola che Marion le
aveva regalato.
Lei aveva sempre lo stesso abito nero, funebre.
Eppure, sembrava contenta.
Questo Hao non lo aveva mai capito.
Quando alla fine ebbe trovato quello che cercava, si tolse
il vestitino nero che era solita indossare, rimanendo in intimo. Sentì due
braccia stringerla possessive da dietro.
Abbandonò la testa all’indietro, facendo in modo che si poggiasse
nell’incavo del collo del ragazzo.
-Hao…- sospirò –Mi devo vestire.-
-Lo so. Ma ti preferisco così, lo sai…?- la ragazza
sorrise, scuotendo la testa. Si girò all’interno del suo abbraccio,
ritrovandosi faccia a faccia con lui.
-Anche io ti preferisco in altra sede.- si limitò a
rispondere accattivante, alzandosi in punta di piedi per baciarlo. Lasciò che
il ragazzo le divorasse gentilmente e con abilità la bocca, mentre le sue mani
salivano ad intrecciarsi dietro al suo collo.
-Quasi quasi rimando la festa…- disse scherzoso,
carezzandole la schiena. –Ah, Anna, vedessi come sei diventata bella…- le
sfiorò con un dito le labbra, chinandosi poi a baciarle.
I loro occhi cenere si scontrarono, possessivi ed
affamati.
Oscurità dentro buio, tenebre dentro tenebre.
-Lo so.- gli rispose sicura, poggiando la mano sul suo
petto.
-No, invece… non te ne accorgi, perché sei sempre troppo
critica con te stessa…- sussurrò con la bocca nei suoi capelli, stringendola a
sé e facendo aderire le sue forme al petto.
-Hao, la festa…-
-Al diavolo la festa, Anna!-
-No. Mi sei venuto a disturbare e adesso ne paghi le
conseguenze.- proferì, staccandosi per la seconda volta da lui, infilando un
abito nero lungo fino ai piedi.
La sua schiena flessuosa si inarcò leggermente.
Il collo niveo seguì la naturale curva della spina
dorsale, portando la testa a piegarsi leggermente indietro.
Le labbra rosee si schiusero in un leggero sorriso.
-Maledetta…- sussurrò –Vestiti più decentemente. Mi farai
diventare matto.-
-Silenzio.- ordinò l’itako, attraversando la stanza e
fermandosi davanti alla soglia. –Allora Hao…? La tua festa ci attende…-
-Arrivo…- mugugnò lui, incamminandosi con un’alzata di
spalle, fremente di delusione.
Maledetta…
Anna Kyoyama lasciò che l’aria le carezzasse elegantemente
la schiena e il volto una volta uscita all’aria aperta. Socchiuse gli occhi
scuri d’ossidiana.
Forse non avrebbe dovuto farlo.
Che diritto aveva lei, di entrare nella vita di Yoh e
sconvolgerla?
Certo, ne era stata parte per un paio di anni, ma aveva
scelto lei stessa di uscirne.
Lo aveva fatto di sua volontà.
-Anna, forza, la sala ci attende. Coraggio mio regina,
sono mesi che abiti da e non ci hai mai beato della tua presenza.- la richiamò
Hao, con una faccia un po’ stizzita in volto.
-Sono timida.- rispose semplicemente lei, con un’elegante
gesto della testa ad accompagnare la frase.
-Ho visto l’altra sera, quanto eri timida.- dichiarò
ironicamente, guadagnandosi un’occhiataccia da parte della ragazza, che lo
precedette verso la porta della sala.
-No dai, aspetta…- troppo tardi.
La ragazza, con un gesto secco e preciso aveva spalancato
la porta principale del salone del ricevimento.
Tutta la sala si era voltata a fissarla, curiosa e allo
stesso tempo impietrita, chiedendosi chi mai avesse l’autorità di fare un gesto
simile.
Gli spiriti, per risposta, subito si inchinarono.
Potere.
Gli occhi brace della ragazza mandavano lampi e fulmini in
tutte le direzioni, e mentre gli uomini si interrogavano sulla sua identità,
approfittando per fare qualche commento, le donne arrossivano di fronte a
quello sguardo di fuoco.
-Ah, signori e signore… vi presento la mia dama…- le cinse
la vita con un braccio a se la strinse vicino, posandole poi un bacio sul collo
delicato.
Numerosi mormorii si diffusero nella sala, mentre la
ragazza squadrava tutti con un’aria di sufficienza che avrebbe incenerito anche
l’imperatore della galassia.
-Lei è Anna Kyoyama. Diventerà la mia compagna dopo che
avrò vinto il torneo. È un’itako come me, ed ha il mio stesso potere, quindi…
evitate di essere inopportuni.- sulla sala calò il silenzio.
Anna si voltò a fissarlo.
Non le aveva mai detto di volerla come compagna fissa dopo
la vittoria.
Era piacevolmente sorpresa, almeno quanto erano sconvolti
i presenti.
Dopo una pagina di fatti attuali, ho impostato un flash di due capitoli
in cui spiegherò bene chi è Siberya, e il momento dell’arrivo da Hao
Dopo una pagina di fatti attuali, ho impostato un flash di
due capitoli in cui spiegherò bene chi è Siberya, e il momento dell’arrivo da
Hao. il flash si protrae per i prossimi due chap^^ Bacio!
-Anna.- l’itako si voltò lentamente, in una sorta di
rassegnazione. Sapeva chi l’aspettava alle sue spalle.
Sguardo fiero, orecchi pelose e una coda buffa, oltre che
una straordinaria forza d’animo.
Matamune di Nekomata stava là, a fissarla, proprio come un
padre fissa la figlia che ha perso la retta via.
Tuttavia questo non l’infastidiva, anzi.
Il gatto era un piacevole diversivo alla vita tetra nel
castello, dove stanze nere e grigie si susseguivano come in un tunnel senza
uscita, che a volte faceva mancare il respiro. Le tende nere o rosse, a seconda
della zona in cui stava il salone, non erano mai tirate, e lasciavano che ogni
cosa cadesse nella penombra, lontana dall’abbraccio del sole.
Quadri tristi e senza movimento ornavano i muri, tranne
quello della sua stanza, dove la ragazza aveva richiesto l’unico dipinto che
l’avesse colpita nei suoi continui giri per il castello.
Naturalmente Hao l’aveva subito accontentata.
Un’itako tendeva la mano ad uno spirito in un prato di
fiori di ciliegio, tant’è che il dipinto si chiamava ‘L’itako Sakura”*
Era bello, delicato ed armonioso, e lasciava trasparire
una tristezza che la ragazza coglieva in ogni sua sfumatura. La ragazza tendeva
la mano non come gesto di pace, ma come una muta richiesta di aiuto. E l’Oni
stava lì a fissarla, immobile, osservando la sua aria ferita.
-Sei ancora triste, Anna?- le chiese lo spirito sceso dal
Nirvana.
Non una volta aveva accennato ad un rimprovero nei suoi
confronti, non una volta le aveva lanciato sguardi di disapprovazione.
-Non sono mai stata triste, Matamune…- gli rispose la
bionda, chinando il capo evitando di incontrare il suo sguardo.
-Sei nata anche tu con dei sentimenti, Anna… non illuderti
di essere immortale…- le consigliò bonario, mentre la ragazza si aggirava
inquieta nella stanza di colore blu.
Blu alle pareti, blu sulle tende, blu sulle lenzuola.
Quel colore era ovunque. Si rifletteva perfino nelle iridi
scure dell’itako, che ora sembravano più lucide del normale.
Solo Siberya sembrava esserne immune, ornata di tenebre.
-Lo so.-
-Non ti manca mai
Yoh?- ella sorrise mesta, scuotendo il capo.
-Non ho più il diritto di amarlo. L’ho perso tempo fa,
quando l’ho lasciato.- una lacrima colò silenziosa sulla sua guancia color
pesca, e lei fu lesta a cancellarla con un gesto veloce della mano. Si sedette
calma sul letto, poggiando i palmi sulle ginocchia.
-Non mi vuoi mai dire perché lo hai lasciato…- insisté il
gatto, osservandola mentre si alzava e scostava le tende dalla finestra,
osservando la luna coperta da un leggero strato di nubi.
Due strisce di acqua e sale le scendevano fino al collo,
ma il petto della ragazza si abbassava ritmicamente al suono dei suoi respiri.
Era calma. Sempre maledettamente calma. Non vi era nulla
che sembrava potesse turbarla.
-Non te lo dico perché non c’è una ragione al mio gesto,
Matamune. Non posso dirti che a volte non me ne sono pentita, ma adesso basta.
Non amo più Yoh Asakura. Amo solo un riflesso di ciò che vedevo anni fa.- nella
sala scese il silenzio, mentre il felino tese le orecchie.
-Sta arrivando…- sussurrò solo, prima di scomparire e tornare
al Nirvana.
-Ciao Matamune.-
-Ciao Anna… e smetti di piangere.-
La ragazza sorrise, proprio mentre Hao entrava nella
stanza.
-Con chi stavi parlando?- chiese curioso, scrutando di qua
e di là nella stanza alla ricerca di una qualche presenza.
-Con nessuno.- Anna sapeva che Matamune non voleva farsi
vedere da Hao, dal suo vecchio padrone. Sebbene fossero passati molti anni, la
ferita era ancora troppo fresca.
-Non è che mi tradisci?-
-Non più di quanto potresti fare tu.- replicò seccamente
ed a tono, metritandosi un pugnetto sulla testa che si affrettò a restituire.
-Ahio!- piagnucolò lo sciamano.
-Ben ti sta.- dichiarò la ragazza fredda.
-Non sei cambiata una virgola da quando sei arrivata qui.-
protestò lui, massaggiandosi la testa con aria offesa.
Lei sorrise accattivante; -E questo per caso ti da
fastidio, Hao?-
Mai sperare che Anna ti lasciasse l’ultima parola, mai….
Hao Asakura scosse la testa in segno negativo, ricordando
divertito la volta che ella si era presentata al suo palazzo, valigie al seguito.
-Unannoprima-
Dall’oscurità di cui amava bearsi emerse una figura.
Alta e scomposta. Vi riconobbe subito Kanna.
-Kanna…- mormorò stupito, era piuttosto raro che la
ragazza uscisse dalle sue stanza per quell’ora.
-Hao…- contraccambiò svogliata il saluto o constatazione
che fosse, ponendosi di fronte a lui. Schiacciandolo quasi con la sua figura
longilinea e forse eccessivamente slanciata.
-Ti serve qualcosa?- una domanda piuttosto strana in un
momento che non diceva niente.
-Penso serva piuttosto a te. Un estraneo si è intrufolato
nel nostro territorio.- chiarì lei secca, scrutandolo. Era impossibile scorgere
qualcosa che non fosse rispetto nei suoi occhi freddi. Neanche un gesto che
tradisse confusione, o terrore.
-è veloce?-
-Lo è abbastanza per uccidere due dei nostri sorveglianti
di alto livello. Sai che sono piuttosto abili nei movimenti.- considerò,
esprimendo una velata approvazione verso quell’essere che correva puntando il
loro castello.
-Sarà uno dei soliti amici di mio fratello. Dovresti
saperlo, ormai, che non ha ancora capito come funzionano le cose qui. Pensavo
fossi capace di cavartela da sola.- il suo viso si incupì, solo per un attimo,
tanto che a Kanna sembrò solo un’ impressione.
-Lo pensavo anche io.- poi tacque, e in un gesto che
valeva più di mille parole mostrò il suo braccio destro.
Completamente pieno di abrasioni e scottature.
-Mi ha scagliato addosso una maledizione molto forte. E mi
ha colpito con un oggetto moderatamente grande e spigoloso.-
Hao berciò nell’ombra. Chi diavolo poteva avere la forza
di disarmare così Kanna, una delle sue migliori combattenti…?
Qualcosa non andava.
-E va bene, mi hai convinto. Vediamo in volto chi ci
attacca con tale potenza.- disse non senza nascondere un’ombra di ironia nella
frase appena pronunciata.
La ragazza digrignò i denti. Il suo nervosismo era
palpabile.
Ad un gesto dello sciamano, le due enormi porte si
spalancarono su una scena che fece rabbrividire Kanna e sorridere Hao.
Qualsiasi cosa li stesse attaccando, aveva stile, pensò egli,
seppure i suoi movimenti fossero nascosti da un mantello bordeaux.
Dietro di lei, una decina di corpi svenuti e degli
ingombranti oggetti a forma di parallelepipedo.
-Ma tu guarda, Kanna…- rise egli, con le lacrime quasi
agli occhi per il divertimento. –Sembra che tu sia stata attaccata da un paio
di valigie…-
La perplessità che attraversò il volto della sciamana si
mostrò in maniera piuttosto palese.
-Ma cosa…?- boccheggiò, riconoscendo con più attenzione
quello che Hao aveva affermato.
-E sono valigie costose, tenderei a precisare. Il sangue
dei tuoi sottoposti tende a volerle macchiare, Hao. Pertanto, ti pregherei di
richiamare questi incapaci.- la voce sotto il mantello li colse abbastanza
impreparati e divertiti.
-Ma certo, Anna Kyoyama.- ridacchiò il ragazzo, mentre
ella si toglieva il pesante mantello ansimando per il caldo.
L’occhiata che lei gli lanciò avrebbe sterminato una massa
di Oni in un solo secondo.
I suoi occhi incredibilmente liquidi sembrarono prendere
fuoco all’istante.
-Buongiorno a te, Hao Asakura. Mi domando cosa si debba
fare, per chiedere dieci minuti per colloquiare con te. Forse uccidere la metà
dei tuoi guardiani e strisciare come una ladra?-
-Di certo per te non è stato un problema.-
L’ itako si abbandonò ad un ghigno compromettente.
-Ah, sei sempre pieno di sorprese. Fai largo, devo
entrare.- ad un suo gesto, i bauli presero a volteggiare, proiettandosi dentro
l’atrio del castello.
-Non mi pare di averti dato il permesso di entrare.-
chiarì dubbioso lui. –Non mi pare di averne bisogno.- controribatté lei, con
una smorfia sul bel viso.
Improvvisamente i suoi capelli biondo cenere vennero mossi
da un vento innaturale.
-Stai calma Kanna, te ne prego.- chiese Hao, scuotendo la
testa.
Lei lo guardò in maniera interrogativa. –è la promessa
sposa di Yoh Asakura, la sua prima alleata.-
-è qui che fai un errore di fondo, mia cara.- la corresse
l’itako, freddandola sul posto. –Sono la promessa sposa dello shaman king. A
quanto pare il vento sta cambiando.- constatò con un sorriso enigmatico,
inoltrandosi nella penombra della stanza.
Il suo volto apatico ed altamente pragmatico tendevano a
portare Hao verso un punto di non ritorno. Si sentiva a disagio, come
sottoposto ad un esame da quegli occhi così scuri che sembravano oltrepassare
la carne e puntare direttamente all’anima.
Lei parve accorgersene, perché un sorrisino irriverente
stirò le sue labbra in una piega maliziosa. –Disagio eh?-
-Trovo la tua presenza qui alquanto scomoda, itako. Il mio
adorato fratello potrebbe aversene drammaticamente a male.-
Tra i due sembrava scorrere una corrente altamente carica
di emozioni.
Lei fece una smorfia, arricciando irriverente il delicato
naso.
Lui si limitò ad osservarla attentamente: forse non era
poi un male che lei si trovasse lì, ammise a se stesso, occhieggiando i tratti
del suo corpo a volte nascosti e a volte esaltati dal suo vestito scuro.
-Mi rincresce dirti che io e Yoh non facciamo più i teneri
ragazzi innamorati.- sussurrò lei, contrita.
Si spazzolò in un gesto nervoso la tunica, tenendo però lo
sguardo ben fisso sulla figura dello sciamano.
La bocca di Hao si abbandonò poco elegantemente alla forza
di gravità, formando una O perfetta. –è un trucco per carpirmi informazioni,
vero?- chiese diffidente, aggrottando un sopracciglio.
-Non lo è, sai benissimo che non mi abbandono a simili
sciocchezze. Preferirei morire.-
Nulla sembrava capace di smuoverla, neppure un improvviso
crollo del palazzo o l’ ipotetica dipartita della persona a lei più cara.
-E tutte le scenette di poco tempo fa, in stile ti amo, ti
adoro, ti sarò sempre fedele?- fu la sua volta di esibirsi in un sorrisino
ironico, calcando con particolare cattiveria sui particolari.
La comparsa dei suoi spiriti shikigami lo convinse a
desistere rapidamente.
-Ti basti sapere che non sono affari tuoi.- dichiarò aspra
e concisa, cominciando a camminare per la stanza. –Voglio solo che tu mi
istruisca.-
-E chi mi dice che non te ne andrai improvvisamente con
tutte le mie più importanti informazioni? Devi riconoscere che è un rischio.-
Lei gli lanciò un’occhiata affilata e fredda.
-Va bene, ma c’è un problema. Come pretendi di imparare le
mie tecniche se non sei uno sciamano…?- si domandò lui, sporgendosi verso di
lei e verso quel grazioso visetto imbronciato. –Ammetti che non lo avevi considerato.-
Un vento improvviso lo fece ammutolire.
Labile come un’ombra, ma dalla palpabile presenza,
qualcosa si mostrò alle spalle di Anna, per poi scomparire insieme al vento che
l’aveva accompagnato.
-E tu ammetti che a volte dovresti stare zitto.- lo precedette
lei, con un ghigno trionfante in volto. Il mento era tornato in alto,
caratteristica principale della sua andatura.
-Cosa… diavolo era…?- mormorò lo sciamano dubbioso.
Sentiva ancora su di sé, come colla, la potenza e la grazia di quell’improvvisa
apparizione.
-Il mio spirito. Lei si chiama Rubra.-
-Rubra… rossa in latino.- dichiarò Hao, sorridendo.
-Già, rossa… come il sangue che le piace versare e bere.-
mormorò lei di rimando. Un’aura inquietante l’avvolgeva completamente. –Dove
metto le valigie?-
-Sopra, poi scendi. Ti aspetta una prova per essere
ammessa.-
Un sorriso dannato le si dipinse sul volto. Lo stesso che
l’accompagnò mentre saliva le scale, e anche quando le scendeva.
*Sakura, ogni parola riconducibile a questa radice ha a
che fare con il ciliegio.
Prima o poi farò fare dei disegnucci alla Light, ma lei
non lo sa ancora, quindi per favore non diteglielo XD
Oh mia sadica musa, ci sentiamo presto!
Ringraziamenti!!
Anna Kyoyama: ti ringrazio tantissimo, mi ha
fatto molto piacere ricevere i tuoi complimenti^^ Per Anna, beh, non posso
prometterti un mega cambiamento, ma aspetta e vedrai! Yoh e Hao ti mandano un
bacione affettuoso insieme!!
BPM: giuro che ci proverò, parola di scout!! Devo
ammettere, purtroppo, di non aver mai fatto neanche un solo giorno di scout,
quindi.. eheh, a te se credermi oppure no! Un grazie affettuoso, Anna dice che
eviterà di mandarti Oni almeno per stanotte, vista la recensione!!
Miyu chan: che bello, una tua
recensione!! No, non esattamente, non sono le storie riscritte. Ho utilizzato
alcuni pezzi delle vecchie storie, che però erano scritte per questa fic! Il
prossimo capitolo arriverà prestissimo, un inchino da tutti i personaggi di SK.
Ultimo capitolo dedicato ad Anna ed a quello che è successo, dopo di che
farò un salto per occuparmi dell’allegra combriccola e di un paio di problemi,
tra cui… eheh^^
Ultimo capitolo dedicato ad Anna ed a quello che è
successo, dopo di che farò un salto per occuparmi dell’allegra combriccola e di
un paio di problemi, tra cui… eheh^^
*°*
-Nulla di
intentato.-
3°
capitolo
Lo spalancarsi della porta della sua nuova camera mosse un
quantitativo di polvere che Anna Kyoyama inalò contro la sua volontà.
-Kami!- borbottò, scuotendo la mano davanti al viso.
Dopo un paio di starnuti e altrettanti colpi di tosse, la
sua situazione le fu più chiara.
Una stanza blu.
Hao Asakura le aveva affidato una stanza blu. Tutto di
quel noioso e poco divertente colore, partendo dal letto, alle tende, fino alla
tappezzeria.
E i pizzi! Diamine, persino i pizzi! C’era un che di
stomachevole in quel posto.
Con secco gesto della mano li fece sparire, lasciando un’ unica macchia di bianco contro la parete. Vi si
avvicinò, incuriosita, procedendo a grandi passi.
Tutto quello che vide fu una bambola.
Una bambola vestita di nero e pizzi bianchi che sembravano
rincorrersi in un gioco di luci attraverso i campi di stoffa.
Era alta poco più di 30 cm, ma di fattura notevole, i
capelli biondi e gli occhi cerulei a contorno di un viso che sembrava
nascondere qualcosa di estremamente inquietante.
-Sei bella e maledetta, proprio come me… giochiamo a
nasconderci dietro finte espressioni, ma alla fine siamo che quello che siamo,
vero?- le sfiorò il viso gotico, di porcellana, trovandolo ghiacciato.
-Nessuno ci potrà mai cambiare, mia adorata padrona.- le
rispose in un sorriso storto la bambola, facendola istintivamente rabbrividire
per un freddo che si era impossessato, vivo, della sua
spina dorsale.
Nell’ immensità azzurra di quella stanza, le due si
confrontarono, squadrarono.
Decisero che si, erano simili, e che potevano comprendersi
a vicenda.
L’ atmosfera parve rilassarsi.
-Hai bisogno di un nome misterioso, che si adatti alla tua
finta parvenza di bambola.- sussurrò l’ itako,
osservandola attentamente.
Un muto silenzio le avvolse, entrambe, posandosi sulle
loro teste e sui loro pensieri.
-Siberya. Perché sei fredda come la terra di cui porti il
nome.- concluse interrompendo quasi lo scorrere del tempo.
-Così sia, mia padrona. È un nome che sono onorata di
portare. Ne affiderò uno anche a te, con cui a te mi rivolgerò. Parlerò quando ce ne sarà di nuovo la necessità. Cioè fra
molto tempo.- trillò con voce di bambina.
Le sue labbra pallide tornarono immobili, e lo sguardo
fisso verso la parete.
-Allora a presto, Siberya.- le diede le spalle, ma solo
dopo averla accomodata meglio sopra il suo letto, di fianco al cuscino.
-Padrona.- la vocetta squillante fece vibrare nuovamente
l’aria della sala.
-Pensavo saresti stata immobile per molto tempo.- dichiarò
ironicamente la ragazza, fissandola con occhi
brillanti e neri, tanto che la bambola sembrò arrossire di fronte a quello
sguardo.
-Mi ero dimenticata di un regalo che avevo intenzione di
farvi. Prego, avvicinatevi.- in un gesto incredibilmente fluido si levò in
piedi, facendo sprofondare i piedini dentro il materasso di piume.
La ragazza annullò le distanze, limitandosi a
fronteggiarla, mare nella terra e lava nel cielo.
-Si, dimmi.-
-La vostra collana, e il vostro colore preferito.-
canticchiò meccanicamente ma sempre con grazia. Le sue mani, perfettamente
lavorate nella fredda porcellana, si protesero verso di lei.
Le porse la sua milleottanta, fidata compagna di molte
avventure, mormorando la parola –Nero.-
-Si, si, nero, come avevo previsto.- il tono di voce della
bambola si fece più profonda di colpo.
-Collana. Nero. Potere. Spirito. Rubra.- le cinque parole appena
pronunciate volteggiarono in aria nella stanza, stringendosi attorno ad Anna ed
alla collana, che si scompose in due frammenti separati, di colori diversi.
Nero.
Rosso.
Questi le si strinsero attorno ai
due polsi, adornandole le braccia fin quasi alle spalle.
-Usateli come veicoli per la vostra Rubra. Confido, mia
padrona, che saprete sfruttarli al meglio.- squittì sofficemente, inclinando la
testa di lato.
-Grazie.- balbettò lei, osservandola
mentre Siberya tornava al suo freddo stadio di porcellana.
-Grazie mille, Siberya.- rimarcò la parola, decidendosi
alla fine ad abbandonare la stanza.
-Noto con piacere che sei tornata sana e salva dal regalo
di Marion.- ridacchiò Hao osservandola scendere le scale.
-Mentre tu non sei ancora affogato nella tua boria
galleggiante. Provvederò al più presto.- dichiarò acida lei, agitando le due
braccia in fare minaccioso contro di lui.
Il suo sguardo di lava entrò nel cervello dello sciamano,
oltrepassandolo, scorrendogli lungo la schiena, e tornando di nuovo dentro la
sua testa.
Dannata, e dannati i suoi occhi.
-Ma davvero…?- sghignazzò lui, le braccia incrociate al
petto.
Improvvisamente, il suo viso si fece di pietra. Scattò in
avanti, saettando lungo le scale.
-Fire!!!- tuonò, stringendo un’
antica katana in pugno. Il suo corpo muscoloso si gettò rapidamente su quello
esile di Anna, cercando di ghermirla, la mano destra tesa davanti a lui per
prendere la mira.
Due fili di perle rosse e nere si strinsero attorno alla
lama, bloccandone l’avanzata e smorzandone la potenza.
-Ti sarebbe piaciuto, ammettilo…- digrignò i denti lei,
cercando di opporsi al potere dell’altro.
-Avanti, richiama il tuo spirito, la tua Rubra.- sibilò
lui, cercando di sbloccarla.
La mano di lei partì veloce, e fu un gesto tanto
improvviso che lo sciamano non poté fare nulla: un sonoro schiaffo lo prese in pieno sulla guancia destra, mentre fissava in
primo piano le pozze di ossidiana, ora ardenti, della ragazza.
-Sarai accontentato, Hao Asakura, ma sappi che lo farò
solo per essere ammessa qui. Lei non si rivedrà per molto tempo.- acconsentì,
scontrandosi in una muta lotta col suo desiderio di rivalsa.
-Rubra… Rubra!- chiamò a bassa voce, e il suo spirito si
palesò, ghiacciando l’atmosfera, quasi congelando il fuoco di spirit of fire.
Egli spalancò la bocca, di fronte a quello spirito, quasi
rimanendone scosso.
Gli occhi si sgranarono oltre il normale, e il cervello
smise di funzionare.
Sentì solo una botta al delicato fondoschiena, segno che
la lotta era conclusa.
-Mi hai sorpreso.- annuì compiaciuto.
-Mi ritengo ammessa.- ghignò lei, voltandogli le spalle.
Sei ore dopo, nel buio della sua stanza, Anna Kyoyama
rifletteva sull’avventatezza del suo gesto. Forse non avrebbe dovuto mostrarla ad Hao.
Forse lui si era insospettito.
Poi una voce gracchiante la sorprese, scuotendola.
–Atharsìa. Come l’arte di ritrarre sul metallo incisioni gotiche e perfette.
Incisioni che non spariscono mai.-
-Grazie Siberya. Ma tu non dovresti stare sempre zitta…?-
Nessuno le rispose.
BPM:Don’ t worry, da come hai potuto constatare Anna farà sempre
la parte di “schiaffeggiatrice ufficiale” dei gemelli Asakura!! Anche tu adori
gli Oni? Farei di tutto per averne un paio… groan!
Spero che questo capitolo non ti abbia
deluso, ti mando un bacione!
Shark
Attack: ma grazie, cara!! È bellissimo
leggere una tua recensione. Toglimi una curiosità… e il tuo nick da dove viene
fuori? Un bacio!!
Didith: fidati
del mo auto-lesionismo, quei due si incontreranno presto ^.-!! E posso dirti
che voleranno scintille!! Ti ringrazio per i complimenti, un abbraccio!
Anna: Smak!! Che bello leggere recensioni
così! Scaldano il cuore^^ ti ringrazio, e mi scuso se questo capitolo è un po’ corto, ma conto di rimediare col prossimo… e vedrai che
casini!
Miyu: hai
ragione, col tutto il tempo che me la sono tirata, non potevo aspettare di
più^^ Sono contenta che ti piaccia, vuol dire che alla fine qualcosa lo so fare
anche io!!
Capitolo 4 *** Raccogli i pezzi di porcellana, Yoh Asakura ***
Yoh Asakura torna sugli schermi
Yoh Asakura torna sugli schermi. Un capitolo di ragguaglio
sulla situazione della comitiva!
Bacio
*°*
-Raccogli
i pezzi di porcellana, Yoh Asakura!-
4°
capitolo
La scodella col latte cadde, infrangendosi al suolo. Un
sommesso borbottio uscì dalla bocca del moro, che posò pigramente lo sguardo
sulle rovine bianche.
-Cavolo…-
Sbadigliò pigramente, fissando sconsolato i pezzi di
porcellana buttati senza logica sul pavimento. In questa settimana, era la
terza.
Si portò una mano fra i capelli, la vista annebbiata da
tutto quel bianco per terra. Poi alzò le spalle con fare sconsolato, facendo
per dirigersi nel salone del kendo.
-Non pulisci…?-
La voce tagliente dal tono vagamente cinese del suo
migliore amico lo colpì alla schiena, con forza. Si fermò in mezzo alla stanza,
lo sguardo assente. Voltò se stesso, come se il corpo non fosse il proprio, con
lentezza inesorabile.
-Non ne ho voglia, Ren…- gli disse. –Ci penserà qualcun
altro.-
-Raccogli i pezzi di porcellana, Yoh Asakura!- sibilò il
ragazzo, assottigliando gli occhi d’ambra. –E già che ci sei, cerca di
raccogliere anche i pezzi di te stesso.-
Ci fu un momento di sospensione, quasi di paura. Poi l’ex
fidanzato di Anna ebbe un guizzo negli occhi. Urlando, si lanciò contro Ren,
che venne colpito da un destro ancora mezzo in carica,
che non gli arrecò danni.
-Non ne sai nulla, di me e dei miei pezzi!!- gridò accanendosi contro di lui con ferocia. –Cosa sai
di quello che ho provato?!!?-
Lo sguardo di Ren divenne distante, quasi lontano, di un
giallo spento.
-Non credere di essere l’unico che ha
sofferto, Yoh.- gli disse, colpendolo improvvisamente con un ginocchio.
–Non credere di essere l’unico che Anna ha lasciato da
solo!!- urlò nel suo orecchio, stordendolo.
-Tu non stavi con Anna!!- ribatté
il moretto, ancora stordito. –Tu non l’amavi!!-
-Cosa ne sai, tu!!! Cosa sai del
fatto che io non l’amavo!!- sfiatò il cinese con rabbia.
Lo sciamano rimase inebetito. Fissò Ren quasi dubbioso,
incapace di rispondere. –Tu… non amavi Anna…- non era più un’
affermazione. Era quasi una richiesta, una conferma.
-Io amo Anna Kyoyama. Sono sempre rimasto indietro perché
c’eri tu, Yoh… ma adesso… adesso lei non ti ama… cosa,
cosa mi trattiene adesso?!?- il suo volto, da sempre abituato a rimanere
imperturbabile. Yoh fissava il suo volto, cercando di scorgervi una menzogna.
Quella che lui voleva vedere.
Ren Tao non poteva amare Anna Kyoyama, perché tutto ciò
sovvertiva quello a cui aveva sempre creduto.
Ren e Anna. Che litigavano sempre, nel salone. Per il
turno del bagno. Per la cena.
Ren e Anna. Erano solo una pia
illusione, vero?
Lei vinceva sempre, lui si arrabbiava, non le rivolgeva la
parola, poi interveniva Yoh, e allora era tutto a posto. Forse, allora, la
situazione non era così semplice.
-Lei… lei lo sapeva, vero? Anna sapeva che tu eri
innamorato di lei, per questo ti evitava ogni volta che vi incrociavate. Non vi
ho mai visto parlare insieme, da soli… c’ era sempre qualcuno con voi… tu avevi
paura, in un certo senso, che lei capisse… eppure già
sapeva.-
Il silenzio che Ren lasciò dietro di sé, andandosene,
sapeva di amaro.
Nell’ assoluta immobilità dell’ aria,
nella cucina, aleggiava un timore misto a sorpresa che Yoh Asakura continuava a
respirare. E a rigettare all’ esterno, ogni volta
maggiormente condensato.
Forse, in realtà, lui aveva sbagliato tutto. Adesso si
sarebbe svegliato. Si, e avrebbe scorto il viso familiare, ostico, della sua
fidanzata, lei lo avrebbe sgridato.
In un momento come questo, ne avrebbe persino tratto
sollievo.
-Voglio vederla. Voglio vedere Anna.- il suo rauco
sussurro non trovò risposta o proibizione. –Io VOGLIO vedere la mia fidanzata.-
La stilettata che si aspettava nel cuore arrivò. Non era
più la sua fidanzata. Lo aveva lasciato. Lo aveva persino tradito con suo
fratello gemello.
La razionalità non l’ abbandonava mai. Aveva fatto quello
che riteneva giusto per lei.
-Devo incontrarla. Non ha senso stare qui. Amidamaru?-
Nella improvvisa follia che gli stravolgeva il viso, l’ alito fresco della venuta dell’ amico suonò come un balsamo
sulla pelle secca e contorta.
-Yoh.-
-Trovami Anna. Aggrappati a qualsiasi cosa, a qualsiasi
soluzione tu possa ricorrere.-
-Non garantisco nulla.- il samurai
sorrise, dolcemente. Il ragazzo restituì una smorfia.
-Mi spiace. Non sono molto allegro oggi. Evidentemente,
non è giornata per combattere.- poi prese, e uscì all’ aria
aperta.
E se Amidamaru avesse saputo cosa sarebbe successo quel
giorno, probabilmente avrebbe annuito di rimando.
-Anna Kyoyama!!! Io dico, è mai
possibile che ogni volta che tu pretendi di allenarti da sola il MIO palazzo
finisca rivoltato come un calzino?-
-Conosci persino il significato della parola calzino?
Accidenti, Hao, non pensavo arrivassi a tanto.- lei contò uno,
due, tre, quattro secondi, poi Hao Asakura, mandate alle ortiche tutti i
precedenti dubbi, esplose.
E lo fece con stile.
Provate voi a disintegrare mezzo palazzo lasciando intatta
la vostra stanza e quella della vostra ragazza. Difficile, se non impossibile.
-Che tu sia maledetta, itako!!-
Una prima sfera di fuoco, che aveva il sentore di un
avvertimento, le passò sotto l’ orecchio destro,
facendola sorridere. Un’ altra in mezzo alle gambe. Poi sopra la testa.
-Io l’ ho sempre detto, Hao, che degli occhiali ti
donerebbero. Oltretutto, la tua vista peggiora… e se li prendessi
a forma di stella?-
L’ ululato di guerra parve non avere fine.
Con una rabbia che era ben lungi dal provare lo sciamano
centrò in pieno la ragazza. Questa cadde al suolo, come se il corpo si fosse
improvvisamente svuotato di ogni energia.
Hao sorrise. Povera, piccola, ingenua.
-Certo Anna… non sono così scemo da cascarci un’ altra volta.-
Alludeva allo scontro di tre giorni fa durante il quale l’ itako aveva fatto finta di cadere per terra
svenuta, per poi prenderlo di sorpresa.
Lei però rimaneva a terra, ripiegata in maniera innaturale
contro il pavimento in marmo.
Faceva quasi paura, gli occhi ossidiana sbarrati e una
smorfia innaturale sul volto.
Decisamente, qualcosa non andava.
Sempre sulla difensiva, corrugò la fronte. –Anna? Ti
sembra il momento di scherzare? Ti sembra il momento per scherzare?? ANNA?-
E al diavolo la sfida, pensò. Le si
avvicinò cautamente, per paura di danneggiarla ulteriormente.
Poi però sorrise, chinandosi contro di lei, quando una
mano pallida gli si posò sul petto.
-Stai bene?-
Lei ghignò. –Io si… per quanto ti riguarda… non so per
quanto potrai dire la stessa cosa.-
Sul volto di Hao non fece nemmeno in tempo a comparire una
smorfia di sorpresa.
Con una rapidità impressionante, fulminea, lei aveva
congiunto le mani vicino al collo del ragazzo. Aveva di nuovo sorriso. –Sei un
idiota, Hao.-
E via. Un fiotto di luce calda e densa lo fece volare
attraverso la stanza. Sembrava stesse danzando.
Purtroppo, atterrò con ben poca grazia.
-ARGH!! Che diavolo…-
-Ho studiato bene la lezione. Tu continua pure a perdere
tempo a mangiare, poi vedrai. Verrà il giorno in cui io e Rubra ti impartiremo
la lezione che meriti.-
-Non ti fa… male, Anna?- socchiuse gli occhi. –Non ti fa
male vedere il tuo spirito che si consuma e tu sei così immobile e impotente?-
Le iridi si fusero in lava ardente, ira. Strinse i pugni.
-Questo non deve interessarti.-
Era così bella, intoccabile…
-Sono il tuo ragazzo, Anna. Sei la mia futura moglie. Non
pensi sia giusto condividere qualcosa con me?-
La ragazza d’ ombra sembrò
addolcirsi, tanto che sul suo volto fece capolino un sorriso. –Lo so,
perdonami. È solo che è una cosa a cui sono abituata…
ormai ho imparato a non sentirmi più a disagio per questo.-
-Eppure… sai cosa vuol dire, vero? Puoi saperlo con certezza.
Se solo ti recassi alla Fonte…- la sua voce era
implorante, quasi disperata.
-No, Hao, sai bene cosa ne penso. Ne abbiamo discusso
abbondantemente negli ultimi mesi. Se io non soffro…- fu prontamente zittita da
un bacio prepotente, che si smorzò sulla sua bocca.
-Se tu non soffri, non vuol dire che io non faccia lo
stesso. Cerca la Fonte.-
-Yoh, l’ ho trovata.-
-Davvero?- se era stupito, non lo dava a vedere.
-C’è qualcosa che collega questa casa con il castello di
Hao.-
-Il castello di Hao… è lì che si trova?-
BPM: ma
cara^^ sempre onorata delle tue recensioni!! Gelato è
in fase di costruzione, mi sono bloccata davanti ad un piccolo problemino tecnico…
Anna: ti
ringrazio tantissimo, mi sei sempre fedele XD Un bacio
Miyu:et voilà Miss, soddisfatta? Io si, non avevo mai scritto
tanti capitoli insieme… un bacio!
Ed eccoci
di nuovo qui!! Nuovo capitolo, nuova vita^^
Un bacio!!
*°*
-Moda d’ autunno.-
5° capitolo
Se Yoh
Asakura, sei anni prima di questa storia, l’ avesse letta su un libro o su un
fumetto avrebbe pensato che il protagonista era
estremamente sfortunato.
Lasciato
dalla ragazza, che lo ha tradito col fratello gemello di lui.
In crisi
nera col suo migliore amico.
Da favola. O da incubo, a
seconda dei casi.
In ogni
caso, le prospettive non erano delle più rosee.
Proprio
rimuginando su questo camminava per le vie deserte della città. Un pensiero un
passo, e poi un sospiro. Nessuno lenitivo per la realtà che si accaniva crudele
contro di lui.
Nessun
indizio che quello fosse veramente un incubo.
-Yoh…?-
un granello di polvere s’ infilò nel suo occhio destro, facendolo lacrimare.
Colpa del vento improvviso.
Si volse
verso la voce.
-Si, sei
proprio tu!! Come stai?- e prima che potesse capire cosa stava succedendo un turbine si attaccò
al suo braccio, strattonandolo felice.
-Ta…
Tamao…?- certo, era inconfondibilmente lei, i capelli rosa e gli occhi
rossastri che gli sorridevano con calore. Era… più carina del solito.
-Che
bello rivederti…! Sono tornata da poco, sai? Oh no, Yoh, non c’ è bisogno che
tu pianga per me…- il ragazzo non ebbe la forza per spiegarle che in realtà
piangeva per un granello di sabbia troppo grande per non essere fastidioso.
Lei passò
un dito sotto il suo occhio e raccogliendo come fosse
una gemma preziosa quella lacrima. La osservò con venerazione, poi scosse il
capo e riportò lo sguardo sul ragazzo.
-Eh già…
allora, dove sei stata tutto questo tempo?- lei sorrise. Ancora. Era proprio
più graziosa, più sciolta, leggermente meno timida.
Carismatica.
Non come Anna, ma faceva di certo la sua figura.
-Un po’
qui, un po’ là… mi sono dedicata più che altro allo studio di varie leggende
riguardanti gli sciamani.- cercò nella borsa a
tracolla, almeno quella era rimasta sempre la stessa. Troppe novità lo disorientavano.
Non era
più la vecchia Tamao, quella che gli portava la colazione a letto con le guance
rosse come il fuoco. Ora sembrava una giovane donna nata troppo presto.
Infine
lei, esultante per la vittoria, estrasse un libro estremamente consumato dalla
copertina blu e la costa in quello che sembrava essere oro massiccio.
-Sembra
antico.-
-Lo è. Mi
è costato giorni di ricerca e una cospicua donazione alla popolazione egiziana.
Spassionata e del
tutto arbitraria.- il tono di
ironia che aveva impostato nella voce fece sorridere Yoh. –E non ridere!-
-Scusa,
scusa… e insomma, per quale motivo vale così tanto?-
Gli
sembrò che gli occhi di Tamao si illuminassero di un’ insano
desiderio, ma fu un attimo, o lei fu lesta a nasconderlo. Scrollò le spalle.
–Sono solo leggende, ma qui si parla di una Fonte.-
-Una
Fonte? E di preciso a noi cosa servirebbe?-
-Sto
cercando di scoprirlo, ma temo di non essere a conoscenza della giusta chiave
di lettura. Sembra tutto così assurdo. Oh, si è fatto tardi!!
Mi staranno aspettando!!- richiuse di scatto il
volume, facendolo precipitare con foga dentro alla borsa.
Poi gli sorrise.
Ancora?!?
-è stato bello rivederti Yoh. Ci
rincontreremo presto!!- al ragazzo quella, più che una
frase formulata con speranza, sembrò una velata minaccia.
-Certo,
Tamao. Ti ho trovata bene, spero le tue ricerche di portino
dove vuoi arrivare.-
-Ovviamente.-
rise. –Ho mai fallito?-
Non
rispose. Poteva elencare centinaia di volte in cui Tamao non era riuscita a
portare a termine il suo compito.
Sembrò
accorgersene, tanto che tossicchiò impaziente saltando da un piede all’ altro.
-Oh… beh,
allora arrivederci, Yoh!-
E corse
via, lasciandolo se non perplesso, stupito al massimo livello che potesse
raggiungere per quel giorno.
-Ciao
Tamao!!- urlò. Forse non lo aveva sentito. Era già
troppo lontana.
Scosse la
testa e poi sparì all’ interno di un bar.
-Anna!!
Anna, anna!! Aspettami!!-
Marion cercava di richiamare la ragazza dall’ alto dei bastioni del castello di
Hao, sventolando la mano come una forsennata.
-Dolly…- ridacchiò, facendole capire con
un gesto che non capiva. –Ti serve qualcosa?-
Per tutta
risposta l’ altra si agitò sempre di più, rischiando
di cadere dalle mura. Le fece cenno di aspettare.
Anna
Kyoyama attese, se non proprio entusiasta almeno paziente. Ma quanto ci metteva
quella benedetta ragazza?
-ANNA
KYOYAMA!! Non permetterti mai, MAI, di chiamarmi Dolly!- infine sbucò dal portone,
trafelata.
Sembrava infuriata.
No, lo
era.
-È così
carino… come fa a non piacerti?-
-Fa
schifo!!!- ululò, facendo voltare tutti i guardiano
appostati sul perimetro della zona.
-Vero.-
-E allora
perché, perché continui a chiamarmi così?-
-Non lo
so.- sembrò pensarci un attimo. –Suppongo sia l’ ispirazione
del momento.-
-Se fossi
lesbica non ti vorrei mai come ragazza.- considerò quella, mettendo il broncio.
-Marion,
tu non sei lesbica.- sospirò pazientemente.
Lei
rifletté un secondo, poi sparò la cavolata del secolo.
-Ma Hao
si.-
Anna
inclinò un sopracciglio, scoraggiata. -Hao è… lesbico…? Dimmi che ho capito male, ti prego…-
-Perché
no?- Marion le agitò davanti il dito indice. –In fondo tu gli piaci.-
Rimasero
tutti in silenzio, indecisi se ridere o piangere.
La futura
Shaman Queen berciò. –Tutto questo per dire che Hao è eterosessuale e che non
capisci per quale motivo continui a farmi la corte e stare con me?-
-Esatto.-
-C’ è
altro…?-
Marion si
concentrò, poi annuì. –Si, volevo ricordarti di usare l’ unguento
che ti ho dato per Siberya. Te ne ricorderai, vero?-
-Certo.-
ops, se ne era dimenticata. –Cosa credevi, che fossi così tonta come te?-
L’ altra
sembrò sorvolare leggera sulla battuta, per poi ammonirla nuovamente. –Mi
raccomando non sprecarla, è acqua della Fonte.-
Anna
sospirò, quella dannata Fonte cominciava a infastidirla, fra i vari discorsi di
Hao e le ripetute raccomandazioni di Marion.
-A
proposito, Marion… stavo andando a fare una passeggiata in città. Vieni con
me?-
Doll
master annuì e entrambe si materializzarono al centro della città, a meno di
dieci metri da Yoh Asakura che in quel momento beveva spassionato una bella
aranciata gelata, come era di moda quel autunno.
Ancora
non sapeva che gli sarebbe andata tutta
di traverso.
Allora,
ringrazio infinitamente coloro che hanno commentato, e quindi….
Shark:
Capito^^ In effetti, anche il mio nick ha una storia lunga e tormentata che
preferirei non narrare, vista la magra figura che ne
ricaverei^^’’’ Grazie mille per aver commentato, un bacione enorme.
Anna: Ren… ahhh, è bello poter gestire
così tutti i personaggi che voglio… e i fuochi artificiali arriveranno presto!!
Un
bacione
Miyu:
non è affatto vero, anche se per carenza di tempo non riesco a leggere quasi
nulla di altri… conto di avere due o tre settimane di
pausa per farmi una cultura come si deve. Ti ringrazio moltissimo per i
complimenti [esagerati] che mi fai!!
Aya_chan:
ma di nulla, anzi, è un vero piacere avere tanta gente che recensisce^^ Mi
raccomando, continua a leggere! Un bacio!
Ammetto
di essere stata leggermente cattivella a lasciare lo scorso capitolo un pochino
a metà, ma che ci volete fare? Ispirazione del momento!
Un bacio!
*°*
-Uccidere con dignità.-
6° capitolo.
Se Anna
Kyoyama rimase sconvolta da quel incontro non lo diede troppo a vedere.
Vederlo dall’ altro lato della strada, lui, così vicino. Eppure così
assurdamente inavvicinabile.
I suoi
muscoli si tesero leggermente.
Marion si
volse a guardarla. –Ehi ma… Hao si è tagliato i capelli?-
-Non
credo proprio, Marion. Penso piuttosto che ci troviamo davanti a…- si interruppe, non riuscendo a pronunciarne il nome.
-Yoh
Asakura.- completò la sciamana per lei.
-Esatto.
Il mio ex fidanzato, nonché flagello della mia esistenza e tuttora incubo
ricorrente. In fondo, però, lo amavo.-
Marion
non era stupida, tutt’ altro. Sapeva bene cosa nascondeva quello sguardo
imperturbabile. Lei stessa lo aveva provato sulla pelle, come un marchio di
fuoco che piano piano perde luminosità ma che continua a bruciare.
Il primo
amore di Anna.
Colui che
lei prima di tutti aveva sostenuto, incoraggiato, magari in maniera originale.
Eppure c’
era, sempre. A vegliarne il sonno, di nascosto, o a proteggerlo da trappole,
ponendosi lei stessa in pericolo.
Ora
sembrava aver dimenticato la ragione per cui aveva fatto tutto quello. Si
disprezzava.
Aveva
passato i primi otto anni da sola in una capanna arrangiata alla bell’ e
meglio, un solo bastone di ferro per difendersi dalle aggressioni di animali selvatici.
Gli occhi dei lupi a volte si riflettevano ancora dentro le sue iridi fumo. L’
aggressività con cui spesso lei stessa parlava, tutto nato da un’ infanzia non degna di essere chiamata con questo nome.
Poi era
arrivata Kino, e la ragazza si era scontrata con qualcuno di molto simile a
lei, per certi versi. Ostica, assolutamente non rinunciataria e testarda.
Un’
itako, come lei. Lei che aveva imparato a leggere dentro i pensieri dei lupi
per carpirne le strategie ed i pensieri. Anna Kyoyama finalmente sapeva perché
era stata rifiutata da tutti, abbandonata e odiata dalla comunità.
Era solo
colpa sua, del mostro che era diventata. Colpa dei poteri che ne avevano
plasmato il carattere. E dopo un periodo di crisi e un tentato suicidio, era
finalmente cambiata.
Yoh, per
certi versi, era stata la sua prova finale. Quello di cui difettava era la
capacità di comunicare verso l’ esterno. Ben presto la giovane aveva compreso
che era il metodo per ottenere quello che voleva, e
senza sforzo. Col passare del tempo, ne aveva avuto ragione.
Hao
Asakura era il massimo a cui poteva aspirare, anche se
c’ era voluta una certa dedizione e un impegno fuori dal comune. Potere,
ricchezza e bellezza.
E una
nuova luce negli occhi. Fredda.
Per
questo quando Yoh Asakura scorse la sua figura, dopo un anno che non aveva più
avuto modo di vederla, esitò un attimo.
Era lei?
Quella donna cresciuta in un battito di ciglia?
Poteva
essere cambiata così tanto?
Osservò
con sorpresa quegli occhi così magnetici, e i capelli setosi, lunghi fino a
sotto le scapole, scalati.
Ma il
portamento la tradiva sempre. Unico, inconfondibile. Anche se adesso portava
dei piccoli tacchi e una gonna svolazzante sopra il ginocchio. E un’ assurda maglietta a righe. Troppo colorata per essere
Anna.
Non dubitò
un attimo, tuttavia, che fosse lei, perché il sorriso
così calamitante era solo il suo.
-Anna
Kyoyama!- esordì. –Mi onora della sua presenza per il tempo di bere qualcosa?-
Evidentemente
si era bevuto il cervello e non lo sapeva. Perché era sicuramente così, e non
era sua la voce che l’ aveva fatta voltare verso di lui.
Eppure lo
stava fissando, come una donna sposata fissa un’ amante
ormai privo di attrattiva, scaduto. Da buttare.
-YOH-
la sua voce lacerò i pensieri che scorrevano impietosi nella sua testa, simili
ad un fiume in piena. –Non ti facevo così stupido.-
Continuava
ad avvicinarsi, e insieme a lei quella ragazza di cui
non ricordava il nome.
-E io non
ti pensavo così avventata da farti scorgere in zona nemica. Che fine ha fatto
la persona che ricordavo?-
-Finita
seppellita sotto terra. Senza nessuno che piangesse
per lei.- erano così vicini che avrebbero potuto toccarsi. Non lo fecero.
-Io avrei
pianto, se solo avessi potuto vederti sotterrare quella parte di te.- e l’ odio così palese e mal celato che la ragazza si ritrovò a
sorridere.
-Non
credo, Yoh. nessuno avrebbe pianto per quella
ragazzina così incapace e priva di volontà.- lisciò le pieghe della gonna con
la mano.
-E invece
quella che ho di fronte è perfetta, non è vero?-
-Credi
come ti pare.-
-Io vedo
solo una puttana che non sa ragionare con la testa.-
Marion,
vicino ad Anna, poté sentire il respiro di lei arrestarsi per un breve istante.
Colpita, colpevole. Ridicolo.
-Sei
ridicolo. Sei come un bambino che vuole il suo giocattolo anche dopo che si è
rotto.-
-Appunto
Anna. Ti sei rotta da sola, ti sei strappata ogni piuma sulle ali che avevi. E
poi sei corsa, come un cagnolino, da chi aveva il potere. Io le chiamo solo in
un modo, le persone che si comportano così.-
-Puttane,
vero Yoh?- la risata uscì violenta, come ricacciata nella gola a forza. Scosse
il capo, mestamente divertita, spettatrice incredula di colui che aveva amato.
–Ma non ti preoccupare, questa puttana… questa, che amavi
proteggere… avrà ben cura di starti lontana, di non cercarti e vederti…-
Marion
sorrise, perché predatrice era e mai sarebbe diventata preda. Quella era l’ Anna che aveva imparato a rispettare, ad accettare
nonostante le divergenze di partenza.
-Chissà,
amore mio, e se poi Hao decidesse di ordinarti di uccidermi…-
-Allora,
Yoh, lo farei con stile, senza urlare o insultare, perché solo chi è inferiore
si concede il lusso di farlo… Ti ucciderei piano, con amore.-
Si voltò.
Poi riprese a camminare, piano, tranquilla, come se
nulla l’ avesse sconvolta.
Yoh la invidiava,
perché lui dentro si sentiva bruciare. Voleva urlarle di fermarsi, dirle che
avrebbero potuto ricominciare da capo.
E non
capiva perché l’ amava, e in fondo non era cosa da tutti farlo.
Allora
perché tutto quel dolore, che sembrava lacerarlo in due, tre, mille parti,
mentre lei sorrideva tranquilla e senza rimorso?
La
odiava, la odiava perché non poteva essere come lei, perché non ne sarebbe mai
stato capace. E adesso voleva ucciderla.
-Torna
qui, vigliacca!!-
Ma lei,
senza che lui se ne accorgesse, se ne era già andata.
-Mia
Signora…- le tende rosse si aprirono. Scoprirono una finestra, sola
comunicazione con il sole di quella stanza.
-Mia
Signora, e adesso?-
-E
adesso… daremo inizio al nostro piano.- e gli occhi rossi, come le tende, come
il sole che tramontava in quel momento, sorrisero. Di una gioia nuova,
ritrovata, che aveva l’acre sapore della vendetta.
Che brava
che sono, vero?
Grazie
mille a tutti quelli che hanno commentato^^
Anna: grazie mille, sono felice che la
storia ti piaccia!! Per la scuola ho messo le pezze,
ma mi viene una rabbia quando la gente nn commenta… Un
bacione!!
Rinoa: ne discutevo giusto l’altro
giorno con una mia amica, sono molto combattuta! In ogni caso garantisco che
non sarà proprio catastrofica, va là! Mi raccomando, continua a seguirmi!!
Aya: tu adori Marion? Io me la
sposerei, insieme ad Anna, Hao, Ren, e un paio di
centinaia di personaggi… ehm!! E tu cara, chi vorresti sposare? Via, facciamo una inchiesta!! Devo dirti che nemmeno io pensavo di
dipingere Tamao così… ma sai, ispirazione del
momento!! Spero di non averti deluso XD
BPM: i personaggi sono maggiorenni e
vaccinati^^ Ren… beh, una delle mie tante [troppe] perversione della mia mente
malata… ehm… spero di non essere stata lontana troppo tempo!!Un bacione bella!!
Miyu: devo dirtelo… io e la modestia
non ci conosciamo nemmeno^^’’ sono estremamente vanesia, e non perdo occasione
per farmi dei complimenti!! Insomma, sono veramente
contenta che la storia ti piaccia! Eppoi… tamao, vedrai cosa ti combino cara!! SMAK
Capitolo 7 *** Un problema insignificamente grande. ***
E siamo già al capitolo sette… e io prevedo una fanfic molto lunga…
E siamo
già al capitolo sette… e io prevedo una fanfic molto
lunga…
Ahia…
Ringrazio
la socia Light che NON mi farà da sostituta scrittrice (perché è una persona
intelligente), ma che in compenso disegnerà qualche scenuzza per me. Grazie
bella, e ricordati, sempre e comunque, che tu mi adori. [da notare il vago riferimento alla
tua Amica con la M
maiuscola]. Che nessuna Lady Oscar possa rovinare la nostra bella amicizia^^
*°*
-Un problema insignificamente
grande.-
7° capitolo.
Sulla
schiena della veste rossa spiccava la scritta H.F.C.
Tutti
sembravano essere orgogliosi di questo, api operaie che pazienti e rumorose
veneravano la loro regina, creatrice del tutto e detentrice del potere.
E la
regina, in questo caso, stava al centro dell’ attenzione,
in quel enorme sala. Rideva, scherzava, a tratti diventava seria impartendo
ordini a sottoposti che solerti si avvicinavano.
Quindi
annuiva, la consapevolezza della prossima vittoria. E poi la musica, degna
accompagnatrice di quella serata, sfarzosa, a tratti ridondante.
-Maestra…
ora che abbiamo ottenuto i potere… cosa possiamo fare?-
-Abbi
pazienza, mio caro Ospite. Le Sacre Scritture ci diranno verso che direzione
proseguire. Bisogna solo avere fede in quello che abbiamo fatto fino ad adesso.-
L’ uomo
fece un profondo inchino, quindi si girò camminando fino al buffet, carico di
vini pregiati e di prelibate vivande.
La Maestra, compiaciuta di se stessa, fece
vagare gli occhi rossastri lungo tuttala Sala, osservando compiaciuta
tutti i progressi che aveva svolto in quegli ultimi anni.
Progressi
che le avevano richiesto innumerevoli soldi, e lacrime, e dolore.
Ma questa
era la realizzazione di un sogno, un sogno meraviglioso.
Un sogno
che era destinato ad interrompersi.
Dal
portone principale giunsero grida e voci soffocate. Le persone si guardarono
intorno, confuse e spiazzate. Poi tutto degenerò.
La Maestra, ancora bloccata col fiato
sospeso per la sorpresa, vide il cancello accartocciarsi su se stesso, come
sciolto. E poi una figura minuta, piccola, quasi leggera.
Aveva i
capelli viola e anche se non riusciva a scorgerne gli occhi, avrebbe giurato
che questi bruciavano. D’ ira, di disprezzo.
Di quel
sentimento di rivalsa che molte volte la Maestra aveva creduto di poter realizzare.
Vendetta.
-Genève…-
si morse il labbro inferiore, torturandolo a sangue. –Pensavo di averti
distrutto una volta per tutte.- e se fosse stata saggia, sarebbe rabbrividita
davanti al gelido sorriso che l’ altra le aveva
lanciato.
-La Maestra… quale onore! Mi
dispiace infinitamente di aver distrutto la vostra serata…-
Il suo
spirito, nero come l’ ombra più scura, tese un’ altra
volta l’ arco, riducendo in mille pezzi il prezioso mobilio della sala. –Ma mio
padre non merita nulla di meno.-
Gli occhi
rossi si assottigliarono. –Tuo padre è morto, e tu sei l’ ultima
erede dei D’ Aubuen, Genève Light.-
-E come
ultima erede della famiglia gloriosa che tu hai distrutto… io devo portare a
compimento tutto quello che mio padre non ha potuto fare. Ricordatelo, quando
guarderai le macerie di questa villa ormai senza vita, piangendo sangue per la
tua sventura.- e quella era una promessa, si disse la Maestra, mentre osservava
Genève fare cenno al suo spirito perché caricasse una nuova freccia.
Quindi un
rumore fortissimo, una deflagrazione estremamente potente.
Dei
mantelli e della scritta H.F.C.
rimase ben poco.
E non vi
furono più occhi per piangere. E la
Maestra sorrise, perché adesso sapeva chi aveva di fronte. E
poteva finalmente giocare le sue carte.
Kanna
emise un rantolo. Il cuscino ne attutì il rumore, senza tuttavia assorbirlo
completamente. Kanna non piangeva, perché non aveva mai pianto.
E allora,
si disperava, corrosa da quella voglia insana che da tempo le percorreva il
sangue, avvelenandolo.
La
odiava. La odiava perché sapeva di non poter essere come lei.
Disgusto.
In fondo,
avrebbe davvero voluto assomigliarle,
assumerne il nome, l’identità.
Avere
quello che lei aveva. Quello che a Kanna era proibito.
Mathilda
poggiò una mano tremante sul suo capo, scompigliandone i capelli azzurrini.
Sorrise
lievemente. –Vedrai, Kanna, ancora poco e la nostra vendetta sarà conclusa. E
tutto tornerà come prima.-
Kanna
rise. –Non è vero, Mathilda, non è vero.- non era stupida, non lo era mai
stata. –Lui capirà tutto, e ci detesterà per il resto della vita.-
-Però ci
sbarazzeremo di lei.-
-Hao avrà
cura di fare altrettanto con noi, sorellina.- Mathilda sorrise. Quando le
parlava così, Kanna sembrava una bimba cresciuta troppo in fretta, grazie ai
frutti dell’odio e dell’invidia.
Avrebbe
voluto trovare un modo per consolarla.
-Facciamo
una cosa, Kanna. Acceleriamo i tempi. Facciamo stasera.-
L’altra
rizzò velocemente il capo, meravigliata per la proposta. Sorrise leggermente
all’indirizzo della rossa, poi scosse il capo.
-Non
importa, dobbiamo stare attente a non farci scoprire.-
-Non
possiamo più rimandare, Kanna. È già stato fatto.-
Sbarrò
gli occhi, la consapevolezza di una scelta che ormai non si poteva più
discutere.
I suoi
occhi vagarono inquieti lungo il perimetro della stanza viola. Si posarono, infine,
stanchi, su una vecchia foto in bianco e nero.
-Così
sia, Mathilda. Una volta per tutte, ci libereremo di Tamao Tamamura. E
finalmente la allontaneremo da Yoh.-
serrò i denti, assumendo un’aria che di rassicurante aveva ben poco. La rossa
annuì, gli occhi rossastri, come il sole al tramonto, velati di divertimento.
-Si va
alla guerra, sorellona.-
-Puoi ben
dirlo, Mathilda.-
Il
vestito di Anna Kyoyama, quella sera, era particolarmente provocante. Cosa
peggiore di tutte, lei lo sapeva
benissimo. Sembrava giocare con le zone scoperte, mettendole in evidenza
attraverso pose flessuose e ricercate.
Hao
deglutì per la ventesima volta in
cinque minuti.
-Dimmi,
Anna, c’è qualcosa che vorresti dirmi?- per risposta la ragazza sorrise
condiscendente, limitandosi a scrollare la testa. I capelli biondi, finissimi,
andarono ad accarezzare le gote rosate del volto truccato.
Gli occhi
scuri mandarono lampi ad un ben preciso scopo.
-Nulla,
Hao, stavo solo pensando a quanto sei affascinante stasera.-
Eccola
che partiva all’attacco, pensò lo sciamano. Come una
belva che punta la preda.
Qualunque
cosa volesse, era ovvio che l’avrebbe ottenuta.
-Altettanto,
mia cara. Se c’è una cosa che mi stupisce, è la tua abilità di apparire sempre
più affascinante, ogni giorno che passa.-
D’altra
parte, non che ad Hao dispiacesse mostrarsi
accondiscendente verso quel desiderio.
Era
bella, intelligente, ed aveva tattica. Nessuna donna che fosse
passata per casa sua poteva vantare un simile ascendente su di lui.
Lei sapeva anche questo.
Si portò
il bicchiere di vino alla bocca, e lei fece altrettanto. Poi però decise di non
bere, fissandosi ad osservarla mentre beveva il
liquido in piccoli sorsi.
Affascinante.
Provocante.
Ci fu un
minuto di silenzio, in cui i due si scrutarono nel profondo degli occhi.
Poi lo
sciamano notò che Anna aveva leggermente tremato nell’afferrare la forchetta.
-Va tutto
bene?-
-Certo.-
Ma sapeva
che comunque si fosse sentita, la risposta sarebbe stata la stessa. Non avrebbe
mai rivelato una sua debolezza.
-Anna, sei
diventata pallida.-
-Sciocchezze.
Ti fissi su un’idea e ti fai un sacco di impressioni errate.-
-Dico sul
serio.-
- Hao, mi
hai stancato. Vado a prendere una boccata d’aria.- si tirò in piedi, poggiando
il tovagliolo di fianco al piatto.
Fece un
passo, i tacchi tremolanti sotto le caviglie.
Forse in effetti non stava così bene.
-Anna…-
-Zitto!-
-Anna,
stai tremando.-
-Quante
sciocchezze.-
-Guarda
che non…-
Quando la
vide accartocciarsi come un foglio di carta sul
pavimento, pensò che forse lo aveva fatto per farlo stare zitto.
Non
respirava. C’era del sangue vicino alla bocca e alla testa.
-Anna, se
è il tuo solito scherzo…- la sua voce tremava. Il terrore di non vederla
rialzarsi.
-Avanti,
alzati…-
Ma aveva
la pelle leggermente bluastra, e continuava a non respirare.
Special
thanks to:
Aya: Hai pienamente ragione, anche Faust è assolutamente da inserire nel elenco dei personaggi
da sposare!! Beh, io sposerei Anna, la amo troppo, e
soffro da morire perché è un personaggio secondo me poco approfondito? Tu che
ne dici? Dammi un parere!! Un bacio e grazie per il
commento!
Miyu: te lo annuncio… Tamao avrà un
paio di “piccoli” problemi… ehhe!!
Tesine d’esame? Oh mia diletta, in quale nobile facoltà ti cimenti? Ti
ringrazio da morire, anche se per il carattere di Yoh devi mandare una mail a quella santa della LightAngel,
che mi ha suggerito di dipingerlo così. E tu avresti preferenze su altri
personaggi? Un bacione!!
Shark: ma ovviamente cara, come fare
senza di voi? Non ho saputo resistere un solo giorno di più!!
Ho finalmente capito il trucco… ho salvato tutte le storie che avevo iniziato
su un disco e l’ho dato ad un mio amico, dicendogli di ridarmelo solo quando avrei avuto più tempo… e così posso concentrarmi
solo su questa storia e poche altre. Ti capita mai di voler scrivere ottocento
cose contemporaneamente… a me si… Un bacio!!
Rinoa: sono contenta che tu sia contenta!! Anche io, a dirla tutta, non avrei potuto sopportare un
giorno di più senza di voi… come avrei fatto? Scrivi una
bella mail di ringraziamenti alla LightAngel,
che mi ha furbamente suggerito come far comportare Yoh… non so come farei senza
le sue idee!! Un bacione e grazie mille per aver commentato!
Anna:Tadaaam…!! Sono di nuovo qui! Non importa se sei in
ritardo cara, è bellissimo anche solo il fatto che commenti!!
Un
bacione
Inuyashalove: sul caratteraccio di Anna non
prometto un granché… ehm, come dire, mi piace descriverla come una persona
dispotica!! Grazie per i complimenti *ride* Mwuahah,
come sono brava!! Un bacione
“Discendente
esterno sarà colui che aprirà le porte del sacro mondo.
La Fonte regalerà eterna conoscenza e potere a
chi ne varcherà per primo le soglie.
Discendente esterno del principe delle stelle
a cinque punte, ne basterà solo una lacrima.”
Suonava
approssimativamente così, si disse la Maestra. Stava seduta su un masso ornato di
stucchi dorati orientaleggianti. Probabilmente qualche ora prima aveva fatto
parte del soffitto della grande sala da ballo.
Sentiva
un gran bisogno di piangere, tuttavia non lo fece. Con occhi febbrili scorreva
lungo il testo in aramaico antico, cercando un qualunque indizio che
confermasse l’esattezza della sua traduzione. Guardò sconsolata la boccetta di
cristallo che aveva avuto dentro di sé quello che le serviva. L’aveva raccolta
come ricordo, e invece si era rivelata una cosa preziosa.
Ora era
di nuovo vuota. A causa dell’ onda dell’esplosione il contenuto si era disperso
per terra, filtrando dentro le crepe del pavimento in antica pietra.
Scacciò
di nuovo le lacrime, contando fino a novantanove. Mai fino a cento.
Cento era
la perfezione che lei era lungi dall’ottenere.
Prese un
sospiro e si allontanò velocemente da quelle macerie ormai senza vita,
lanciando un ultimo sguardo alle proprietà di sua madre.
Erano
state sacrificate per un scopo più che legittimo.
Quindi
addio mamma, adesso la tua tomba è più al sicuro di quanto non sia mai stata.
Un ultimo
sospiro ed era già sparita.
Genève
non l’aveva abbandonata per un solo secondo. Gli occhi argento la guardarono
attraversare faticosamente, intralciata dalla tunica, attraverso la foresta, e
poi giù, fino alla pianura, in brevissimo tempo.
L’ultima
dei D’ Aubuen scosse la testa, meravigliata.
-Sulahna…
pensi che ce la farà ad arrivare in tempo?-
Lo
spirito scuro della ragazza, ornato da un velo tempestato da rubini, scosse la
testa con fare sconsolato. La bambina che teneva per mano sorrise a Genève,
agitando la manina.
-Ciao Raushana.
Hai dormito bene stanotte?-
La
ragazzina di nove anni annuì scuotendo il capo.
La madre,
Sulahna, era stata figlia di uno dei più famosi sultani della Persia nel XV
secolo. Aveva occhi blu zaffiro e capelli neri, lucenti come la notte più
limpida. La pelle zafferano era talmente priva di imperfezioni da sembrare di
marmo lavorato.
Ma
neppure la sua bellezza aveva saputo salvare lei e la figlia dall’ accusa di
adulterio che le era improvvisamente piovuta addosso, come la grandine in un
bel giorno di sole.
La
figlia, chiaro segno della sua colpa, aveva ereditato gli occhi verdi come
l’erba dei prati del padre.
Ed erano
morte insieme, abbracciate, fino a che Genève e il padre avevano scoperto la
loro tomba. Nascosta, dimenticata, nelle sabbie della loro nazione.
Maximilian
D’ Aubuen non era uno sciamano, ma aveva certamente intuito il legame che sua
figlia aveva stabilito con le entità che vivevano all’interno del ritrovamento.
Fu così
che Genève imparò il significato della parola sciamano, e come conversare con
quello che lei aveva capito essere due spiriti di alta classe.
E aveva
cominciato ad amarli. Lei, ragazzina cresciuta nei viaggi con suo padre,
solitaria ed ambiziosa, autodidatta. Bella, orgogliosa, fortemente indipendente
eppure adoratrice del padre sempre affettuoso con lei che non aveva mai avuto
madre.
E Sulahna
era diventata questo. La mamma di Genève, la sorella maggiore.
E
Raushana era diventata la sua piccolina, la minore da proteggere.
Combattevano
insieme, insieme avrebbero vinto.
Ren Tao
scriveva febbrilmente su un diario in pelle verde.
La penna
antica vergava con caratteri precisi, cinesi, la carta leggermente invecchiata.
Gli occhi
color dell’ oro erano febbrili, ardenti, mentre osservava le parole rimanere
senza risposta.
Un rumore
nel corridoio lo fece sobbalzare, tanto che richiuse di scatto la copertina
consumata.
Yoh si
affacciò alla porta. –Ren, la cena è quasi pronta… vieni?-
Si limitò
a brontolare di spalle un assenso, per poi scrivere alcuni ultimi ideogrammi.
“Dove
sei? Perché non rispondi…?
Con affetto.
Ren”
-Anna…?-
Niente.
Ancora non rispondeva, anche se il respiro si era leggermente regolarizzato.
-Signor
Hao… pensate che si riprenderà…?-
Il moro
volse lo sguardo posandolo su Opacho, che timidamente si affacciava sulla
sponda del letto in cui giaceva la ragazza.
Il
bambino la adorava. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei, e le lacrime che
prepotenti spuntavano sui suoi occhi ne erano la conferma.
Poi
sorrise. –Certo Opacho, la conosciamo bene. Farebbe di tutto per poter tornare
a romperci le scatole. Ho ragione, vero?-
-Vero,
signor Hao.- il volto del ragazzino si distese leggermente. Asciugò le lacrime
sul copriletto, e tirò su col naso. –Cosa la fa star male…?-
La bionda
si rigirò sofferente sul materasso, il viso di un raccapricciante color
azzurrino. I capelli erano madidi, e si schiacciavano sotto il peso della sua
testa, assumendo una piega irregolare.
-Un
veleno, Opacho… un veleno molto potente. Penso sia mandragola, ma ho bisogno di
alcuni risultati che stanno per arrivare.- e spostò lo sguardo su alcune
ampolle dal contenuto in ebollizione.
Infine
tutte assunsero lo stesso identico colore, un azzurro molto intenso.
-Si,
Opacho… avevo ragione. Allora vado.-
Sul volto
del piccolo sciamano si dipinse l’ ombra di un dubbio. Poi di terrore. –Come,
signor Hao… come va via?-
Come a
supporto di quella domanda, Anna emise un rantolo, che sembrò accentuare il
pallore mortale della sua carnagione. La ragazza, involontariamente, cominciò a
piangere.
Lo
sciamano sembrò leggere la sua perplessità. –Mi serve un ingrediente speciale,
per farla guarire.-
-E cosa,
signor Hao…?-
-Mi serve
una lacrima del suo primo amore. Mi serve una lacrima di Yoh Asakura.-
E
nell’istante stesso in cui lo diceva, seppe che per ottenerla avrebbe dovuto
fare appello a qualcosa che il fratello sembrava aver dimenticato.
Era sera.
Il sole,
da poco scomparso, andava ancora a colorare di rosa tenue alcune nuvole.
Tamao era
rossa. Come il sangue che la ricopriva.
E aveva
una notizia importante con sé.
Un
brandello di stoffa, con sopra scritto H.F.C.
E quando
Yoh la vide, pensò subito ad una cosa.
Hao Fun
Club.
Era
evidente che la guerra non era ancora finita.
Ben sette recensioni^^
So, special thanks to:
BPM: mwuahahh, grande Musa non mi era
mai capitato di sentirlo, anche se sono molto onorata da questo tuo
complimento^^ E se io dico che Tamao avrà problemi, puoi star certa che ne avrà
[anche se dovrai aspettare il prossimo capito XD]. Ospitarti? Nessun problema!
Casa mia ormai è un hotel, quindi, comincia a preparare le valige!! Di che sei
contenta, eh? Ah, una cosa!! Forniscimi la tua mail, grazia cara^^ Un bacio
Maochan: ti dirò, anche io all’inizio pensavo che ce l’avessero con
Anna. Poi a metà del pezzo mi sono fermata a mi sono detta… na, troppo banale!
Facciamoci venire in mente qualcosa di più complicato [ e qui la mia amica
Light si è messa le mani nei capelli]. Hao… beh, Hao deve proteggere tamao
perché… ahah, penso lo scoprirai molto presto. Un bacio
Ayako: ma che bello il tuo nuovo nick,
hai scelto un nome che a me personalmente piace tantissimo!! Anche tu ti
aspettavi che Kanna e Mathilda volessero attaccare Anna? Che bello, allora sono
brava a scasinare le cose!! Ma che bello^^
Non
dirmelo, l’altro giorno stavo guardando un pezzo dell’anime e ci sono rimasta
malissimo!! Cioè, Anna è una strafiga intergalattica e loro me la fanno
sembrare un mostro… per il suo passato, spero tanto che Takei ci dia qualche
dritta nel fumetto… mah!! Grazie mille per i complimenti, un bacio.
Rinoa: Yoh preoccupato per Anna? Don’t
worry and be happy, che ci penso io!! Sono contenta che la storia ti piaccia, è
una soddisfazione stupenda!! È una cosa fantastica vedere come ormai i
personaggi si muovano quasi da soli, e a me non resta niente altro che
scrivere!!
Ti
ringrazio moltissimissimo per i complimenti!! Un bacione
Miyu: non sai più come dirmi che ti
piace la mia storia? * gongola * Oh ma che bella cosa che hai scritto, sniff!!
Me molto commossa!! Già, povera Tamao * ghigna * mi spiace davvero tantissimo
di quello che sto per combinarle. Ieri ho sognato che Tamao cucinava a Yoh un
pesce schifoso… bleah, che cavolo di sogni..!! Dimmi che anche tu vorresti una
portata di quella prelibatezza, eh? Pesce lesso per tutti!! Un bacio! App, sto
finendo di leggere la tua ff… prima o poi ce la faccio!! Ti farò sapere^^
Shark: hai ragione [aria decisa] io ce
la farò!! (se, convinta ndRen). Ma ovviamente, io cerco sempre di fare il
meglio, anche se ehm, come dire, non che a volte sia propriamente soddisfatta
del mio lavoro (e si capisce perché, credimi ndRen). Zitto tu!! Comunque hai
ragione, Hao è super affascinante, e io lo devo difendere dalla Light che cerca
di attentare alle sue virtù, ecco!! Mai che si possa stare tranquilli un
attimo!! Un bacio
Anna: grandissima, io non riesco mai a
commentare per prima, chissà perché, uffa!! T.T
Ecco qui
il nuovo capitolo, spero ti piaccia!! Grazie mille per i complimenti, miss^^ Un
bacio!!
Quando mai ho deciso di scrivere un capitolo del genere…
Quando
mai ho deciso di scrivere un capitolo del genere…
Un
casino, un enorme casino!!! Troppi personaggi…. ARGH
Un bacio
a tutti
*°*
-Una lacrima per due.-
9° capitolo.
[I
try to laught
about it, cover it all up with lies, I try to laught about it, hiding the tears
in my eyes because boys don’t cry]
[Ho provato a riderci sopra,
coprendolo completamente con delle bugie… Ho provato a riderci sopra,
nascondendo le lacrime nel miei occhi perchè I ragazzi non piangono…]
The Cure, Boys don’t cry.
Quando
Yoh Asakura si vide comparire Tamao davanti, pensò ad un fantasma.
Era
terrea, dannatamente spaventata e stava per piangere.
No,
piangeva.
Il sangue
colava insieme alle lacrime, in un misto di rosa e azzurro che attirò lo
sguardo del moro in maniera quasi magnetica.
Nell’istante
in cui lei sollevò gli occhi sui suoi, ebbe una sensazione di rimorso che non
seppe contenere. Tamao, la ragazzina di cui aveva sempre riso, divertito, alle
spalle.
Lei che
gli serviva arrossendo la colazione ogni mattina.
Piccola
ragazza, bambina adulta, un’ anima sensibile chiusa
dentro una mente condizionata dal terrore. Il terrore di uno sbaglio,
qualunque, che l’avrebbe fatta precipitare in un abisso di rimproveri senza
fine.
Ora Yoh
Asakura aveva paura. La prima volta che aveva incrociato il suo sguardo,
l’altro giorno, vi aveva letto qualcosa.
Un odio,
oppure un sentimento che non aveva mai provato.
Anche
adesso. Nel fuoco delle sue pupille, incendiate e fiammeggianti, non seppe
scorgere altro che una vena di passione irrefrenabile e terribile.
-Tamao!!- eppure sapeva ancora fingere, si disse. Fece una faccia
preoccupata, tirata, ed accorse in suo aiuto. –Tamao,
cosa ti è successo?-
Lei
rimase in silenzio, come una falena attirata dal fuoco.
-Tamao?-
La
ragazza sembrò tremare per un secondo, poi urlò a pieni polmoni. –PIANGI!!-
Yoh
rimase basito, fermo, incapace di trovare una risposta all’improvviso urlo
della ragazza. Aveva cominciato ad avanzare verso di lui, che di riflesso aveva
fatto un paio di passi indietro. Toccò la staccionata con la schiena. Si volse
in una sorta di rassegnazione, cominciando ad osservarla.
Aveva
quel brandello di stoffa scarlatta nella mano che sembrava consumarsi a causa
della stretta che esercitava. Eppure la scritta H.F.C. era chiaramente visibile.
Hao Fun
Club…. Questa volta il suo gemello aveva davvero passato il limite.
-PIANGI!!
Perché non piangi?? È solo perché non sono Anna? Devo
essere morta per farti piangere?? Mi hanno attaccato!
Stavo per morire!!- l’urlo era ormai rauco, isterico,
addirittura forzato. Continuava a picchiarlo buttando pugni sul suo torace
muscoloso.
-Cosa
diavolo ti prende?- la scosse prendendola per le
spalle. Gli occhi della ragazza si alzarono verso il cielo, rimanendo fissi.
Spaventosa,
agghiacciante Tamao, ombra di quello che era stata.
Ora
sembrava respirare a fatica l’aria torbida di quel pomeriggio inoltrato, le
narici frementi e dilatate dal terrore.
-Anna…
lei non ti merita… hanno cercato di uccidermi, Yoh…-
-Chi,
dimmi chi!!-
Si
ritrovò davanti al naso quella stoffa a brandelli.
-Si
chiamano H.F.C.C’erano
Mathilda… loro la chiamavano maestra…-
-Hao,
vero?-
Annuì
provata, gli occhi colmi di lacrime. –Sono sicura che le abbia mandate lui…-
Yoh
Asakura deglutì sonoramente. Inutile dirlo, aveva paura.
Eppure sapeva
che, in perfetto stile da romanzo d’avventura, quella giornata non era ancora
finita. Lo aveva intuito dal colore del cielo, dall’aria che si respirava.
E
difatti, a realizzazione del suo peggior incubo, la sua copia gli si presentò
davanti.
Irrazionalmente,
pensò che con quel taglio di capelli forse sarebbe stato meglio.
Magari
Anna non lo avrebbe lasciato.
Sarebbe
rimasto a ragionarci per molto tempo, se solo il gemello non lo avesse
chiamato.
-Yoh
Asakura.-
-Hao.-
rimase immobile, esposto al freddo, fasciato solo da una leggera tuta.
Hao
Asakura avrebbe voluto cominciare a urlare.
Urlargli
che la ragazza che aveva amato stava morendo, che solo lui avrebbe potuto
salvarla, e che ora lui l’amava più di se stesso.
Non lo
fece.
Sfoderò
un sorrisino irriverente e gli si fece ancora più vicino, tanto che poté
sentire il suo respiro accarezzare il proprio volto. –Mi serve una cosa.-
-Prenditela.
Mi sembra sia quello che fai di solito.- il tono era volutamente duro, eppure
si sentiva assolutamente fuori luogo.
-Questa
volta temo di dover fare un’eccezione.-
Il grido
stridente di Tamao ruppe in mille pezzi l’atmosfera che si era creata. Il suono
si insinuò fra le crepe, filtrando nella mente dei due ragazzi, che sconvolti
si voltarono a fissarla.
-Tamao…?-
-Tu sei
Hao!! Hao Asakura!!- gli
occhi rossastri di lei mandarono lampi di odio, i capelli sconvolti e la bocca
poco elegantemente spalancata. –Tu… tu sei fra quelli che mi hanno attaccato!!- e fece un passo indietro, e poi un altro. E un altro
ancora.
Il principe
degli sciamani strabuzzò gli occhi di rimando.
-Ha
ragione, Hao. Esci immediatamente da questa storia.-
-Cosa…?-
-Lo
riconosci QUESTO?- e gli sbatté in faccia la scritta H.F.C. senza che lui ne capisse il motivo. Hao lo guardò interrogativamente, scuotendo
la testa.
Tutti
rimasero basiti, incerti se credergli o meno. Poi il
passato prevalse.
-Tu
credi….- il gemello buono lo osservò sprezzante. –Che dopo quello
che hai fatto io possa ancora accettare quello che dici? Che dopo i tranelli,
gli omicidi… e tutto il resto, io possa ancora rimanere impassibile
mentre una mia amica viene picchiata a sangue?-
A questo
punto la ragazza scoppiò nuovamente a piangere, nascondendo il viso fra le mani
delicate.
-Non mi
interessa.- replicò il padrone di Spirit of Fire mentre
incrociava le braccia al petto.
-Ti deve
interessare!! Tu me lo devi, Hao! Ti sei portato via
tutto. Horo horo, la mia vita, Anna…. Non puoi non negarmi questa risposta…-
-Anna sta
morendo.-
-Non…-
rimase completamente fermo. L’aveva amata, forse ancora l’amava, e aveva sempre
creduto che prima o poi sarebbero potuti tornare insieme. E adesso se ne andava
così, senza salutarlo, senza dargli uno schiaffo, senza nemmeno avergli rivolto
un sorriso?
-Sta
morendo avvelenata da una potente pozione alla mandragola. Mi serve una tua
lacrima per guarirla. Mi serve una lacrima del primo uomo che abbia amato.-
Stranamente
Yoh sorrise, perché quel ricordo, seppur sfumato e impalpabile, aveva ancora un
posto speciale nel suo cuore. Ma il dolore era tanto e insieme al dolore venne
anche la rabbia, che acuta gli sferzò la mente.
-Stai
mentendo.-
-Non è
così.-
-Yoh, non
dargli ascolto!!- la ragazza corse verso di lui,
prendendogli le mani. –Siamo sicuri che non gli servano ad altro…? Sta solo
usando il tuo sentimento verso Anna…-
Anna.
Anna, e
ancora Anna. Se aveva pensato di potersela dimenticare, allora aveva sbagliato
tutto.
E difatti
una lacrima, e un’altra ancora… mille lacrime dolorose come il sangue caddero
sugli zigomi leggermente arrossati.
-Io
voglio solo che sia salva… voglio solo vederla ridere….-
L’aveva
definita una puttana, ma era la sua
puttana. Non l’avrebbe concessa a nessuno.
Poi una
scossa. Il terreno tremò. Gli occhi di Hao scattarono nervosi alla sua destra.
Quella strana
aura…
Una crepa divise in un due il giardino, la terra si ruppe seccamente in
mille parti.
Una
fessura larga più di un metro.
Tamao
perse l’equilibrio, e cercò di aggrapparsi al moro.
-Yoh…- il
viso sorpreso e quasi perplesso della ragazza lo avrebbe tormentato per molti
mesi a venire, mentre la presa sulla sua tuta veniva a mancare.
In un
ultimo tentativo disperato ella cercò di prendere fra le mani il suo volto,
graffiandogli a sangue il viso.
Assurdamente,
sorrise come in trionfo.
Poi
cadde.
-TAMAO!-
E la
terra cominciò a richiudersi, fino a che nulla poté testimoniare quei due
minuti di panico.
Se Hao
aveva programmato tutto, pensò Yoh, era bravo a fingere, perché l’aria
ammutolita che aveva stampata in volto diceva più di mille parole.
-Che
diavolo state combinando?-
E poi…. E
poi Anna Kyoyama comparve improvvisamente nel giardino, la pelle fresca e gli occhi ardenti.
-Volete
rispondere, uomini degeneri?-
E decisamente, non sembrava morta.
OTTO!!! Oh ma come sono emozionata!!
Special
thanks to:
BPM: tu
non hai l’idea del tempo che ci ho messo per inventarmi una profezia che non
volesse dire nulla!! Mica semplice, che pensavi?
Credimi, l’aramaico è parecchio ostico, per esperienza personale [non che
quando sono ubriaca parlo aramaico, cmq… ecco, solo per informarti^^].
E adesso
che ho la tua mail… Bwuahah, ragazza mia, ti sei messa
nei guai da sola!! Un bacio!
Anna:
dai, la volta scorsa ti sei assicurata il primato, lo riconquisterai!! Hai fatto un account! Bello^^ Ti ringrazio per i
complimenti, fa sempre molto piacere riceverli!! Un
bacione
Miyu:
ebbene si, ormai mi potreste definire come una novella “ragazza velocità”! scherzi a parte, visto che ho i capitoli già pronti, non mi
costa nulla.
Io ancora
mi chiedo come mi sia uscito fuori ‘sto Hao Fun Club…. Mah!! Ti ringrazio per i
complimenti e un grosso bacio!
Inuyashalove:
e ti sei persa solo adesso? Ma io ti faccio una statua!!
Io mi sono persa al… mh, vediamo, terzo capitolo? Massì, pressappoco lì!! Un bacio
Shark: in effetti la mandragola… ma ci sarà in Giappone…? Oddio,
spero di si!! Guarda, se dai il la
per questo club io ti seguo assolutamente a ruota!! Ti ringrazio per i
complimenti!! Kiss
Mao: shi,
evviva i pon-pon tutti pucciosi!! Io comincio a
progettarli, che ne dici? Spero che il capitolo ti sia piaciuto!!
Un mega
bacio
Rinoa: mi
vuoi far arrossire, vero? Dillo che il tuo scopo è unicamente quello!! Credimi, non sei l’unica a cui
scoppia la testa!! Me nessun problema, presto un paio di cose verranno chiarite!! Kix^^
Ayako: Hao
alchimista è diciamo una “fantasia” per cui i cattivi
debbano essere bravi con alambicchi e menate varie. Direi che sono molto d’accordo
con te per quanto riguarda l’anime, io prego con tutto
il mio cuore!! Takei non ci deluderà! Ti ringrazio tantissimo per i complimenti
che mi fai, sono molto contenta del fatto che la mia ff ti piaccia!! Spero che qst capitolo non abbia deluso le tue
aspettative!
[There
is no terror in my heart
Death is with us all.
[…]
I don't need your "us
or them"
As the only way this ever ends is "me"]
[Non c’è terrore
nel mio cuore
La morte ci accompagna, noi tutti.
[…]
Non mi servono i tuoi “noi o loro”
Dato che l’unico modo in cui tutto questo sempre
finisce è un “me”]
The Cure, Us or Them
-Avete
visto la Fata Turchina?
Asakura!!- il tono imperioso di Anna sferzò le menti
dei due ragazzi che, sussultando, dissero entrambi –Si?-
L’ itako
fece una smorfia irritata. –Non tu, l’altro!-
-Ah…-
ridissero in coro i due ragazzi, guardandosi a vicenda. –Sta parlando di te,
Hao.-
-Ti
sbagli fratellino, sta parlando di te.-
-Adesso
basta!- sibilò la terza, ponendosi esattamente in mezzo ai due litiganti,
agitando minacciosa una mano cinta da uno dei due fasci di perle. –Hao, mi è
preso un colpo quando Opacho mi ha detto che stavi
venendo qui. Che diavolo ti è balzato in testa, razza di idiota che non sei
altro?-
Yoh non
poté fare a meno di esibirsi un sorrisino divertito. Per una volta, era bello
vedere Anna che infuriava contro un Asakura che non fosse lui.
L’altro,
stizzito, arricciò il naso. -Pensavo stessi morendo, scusa tanto se ho cercato di salvarti la vita.-
-Dovresti
sapere che non posso morire.-
Al che
l’altro aguzzò l’udito, improvvisamente attento alla conversazione fra i due.
Un
piacevole tepore, al sentire ciò, si spanse per tutto il suo corpo. Poi però, la
sua razionalità ebbe la meglio. Nessuno era immortale. Anche Hao, seppure ci
andasse molto vicino, era legato al concetto classico di morte e resurrezione.
Oltretutto, tra uno stato e l’altro occorrevano parecchi anni di transito nel
mondo sotterraneo.
-Me l’ero
scordato.-
-Ti pare
possibile che tu ti presenti dal mio ex-fidanzato così?-
-Ehi! È
anche mio fratello!!-
Non ci
poteva credere. Stavano litigando. Come due vecchietti sposati da un secolo e
mezzo.
-Hao, sei
incredibile!!-
-Che
colpa ne ho se tu ti ostini a non cercare quella benedetta Fonte?-
La Fonte… anche Tamao ne aveva parlato, qualche giorno prima. Già… Tamao.
-Scusate…-
il poveretto cercò di inserirsi nella conversazione.
-Sono
fatti miei!!- sibilò Anna.
-Sono il
tuo futuro sposo!! Ho il diritto di sapere.-
Alcuni
uccellini volarono dagli alberi circostanti. Probabilmente, pensò Yoh, anche
loro erano alquanto infastiditi dal
frastuono che quei due stavano provocando.
Il cielo
rosso come il sangue infiammava i capelli di Anna, stridendo però con il suo
vestito viola chiaro. Le stava alla perfezione. Ne fasciava i fianchi con
leggerezza.
-LA VOLETE SMETTERE?-
I due
litiganti smisero, voltandosi improvvisamente verso lo
sciamano.
-Qualcuno
sa dirmi che fine ha fatto Tamao?-
Anna
Kyoyama, scrutandolo con un viso sconvolto, inclinò finemente un sopracciglio.
–Cosa centra Tamao adesso?-
Hao le si affiancò, cingendole la vita con il braccio sinistro.
Yoh ebbe un moto di stizza, ma fu lesto a nasconderlo. –Poco
prima che arrivassi tu, Anna, Tamao è stata inghiottita da una crepa nel
terreno.-
Era
evidente che la ragazza stava cercando, con scarsi
risultati oltretutto, di non scoppiare a ridere per una situazione così
assurda. –Spiegatemi… la terra si è aperta e lei è… scomparsa…?-
-Ho
cercato di trattenerla… purtroppo non ci sono riuscito. Lei mi ha graffiato il
viso per sostenersi ma…- ed indicò i segni rossastri che spiccavano ben
visibili sul volto.
-E io che
pensavo che finalmente ti fossi trovato una ragazza capace di tenerti al tuo
posto. A quanto pare devo essere stata io l’unica
scema a finire nella tua trappola.-
Il suo
fidanzato si agitò irrequieto. –Anna…-
-Lascia
stare, Hao. Per quanto mi riguarda, Yoh, Tamao può essere stata fagocitata dal
primo gnomo che passava di qui. Non infastidirmi con inutili domande di cui
oltretutto non conosco la risposta.-
E sparì
nel nulla, lasciando solo un fresco aroma di giglio che tiepido carezzava
l’olfatto di Yoh.
-Ci si vede,
fratellino.- anche il suo gemello scomparve, lasciando il terzo da solo.
Si accasciò
sull’erba, improvvisamente debole. Come aveva fatto a non accorgersi del
profondo cambiamento di Anna…? Del profondo odio che era cresciuto silenzioso
dentro di lei.
Diceva di
amarla.
Forse, se
il suo sentimento fosse stato vero, avrebbe potuto
accorgersene.
-Horo
Horo… dove sei quando c’è bisogno di te…?-
Ma sapeva
che il suo amico non avrebbe più risposto.
-Horo
Horo…?-
E il suo corpo riverso per terra…
-Ehi
amico, guarda che abbiamo vinto…-
E continuava a stare sdraiato,
scompostamente, vicino al corpo di Luchist…
-Dai, lo
abbiamo capito tutti che sei un cretino!-
E niente che muovesse il suo
petto, nessun respiro ad animarlo…
-Guarda
che poi Ren si inquieta, poveretto. Lo sai che ha lo stomaco debole!-
E il sangue che cadeva a piccole
gocce vicino alla sua bocca…
-Aha… i
tuoi tentativi di farci ridere sono peggio di quelli di Chocolove.-
E allora cosa aspetti ad alzarti
con quella faccia da pirla che ti ritrovi sempre…?
-Horo
Horo?!-
Horo Horo…
-Tu sei
Yoh Asakura…?- il diretto interessato rimase immobile, ancora inchiodato al
suolo dal ricordo opprimente che era tornato vivo nella sua memoria.
-Sei Yoh
Asakura?-
Questa
volta alzò lo sguardo. Era una ragazzina minuta, eccessivamente gracile, dai
capelli viola e due profondissimi occhi di un argento molto scuro. Eppure c’era
una fierezza indomita, in quello sguardo da ragazza.
-Sono io.
E tu…-
-Mi
chiamo Genève Light D’ Aubuen. E suppongo che tu non
sappia cos’è la Fonte.-
E a
quegli occhi così scuri andò ad aggiungersi anche un sorriso breve, quasi studiato,
che ebbe la forza di scaraventarlo prepotentemente di nuovo nella realtà.
-Scacco
matto!- il vincitore sorrise. –Che genio.-
L’altro sorrise vagamente compiaciuto. –Diventi più bravo ogni giorno
che passa.-
-O forse
sei tu che ti rimbambisci…- insinuò il primo, vagamente ironico.
-KKLE!!- Kororo si mostrò offesa, volgendo le spalle al suo
sciamano.
-No,
Kororo!!- la supplicò piangendo. –Ti prego, ovviamente
scherzavo… diglielo anche tu, Matamune!!-
Il gatto
annuì bonario. –Certo. Su Kororo, Horo Horo non voleva
affatto offendermi… fagli un bel sorriso!-
-KKLE!!-
-Ti
ringrazio Matamune.-
Quello sorrise
dolcemente. Si accarezzò, pensieroso, in un gesto ricercato, i lunghi baffi.
L’aria
del centro della Terra era un misto di rimpianto e di aspettative infrante.
-Ho
notato che da un po’ non fai più visita ad Anna… il motivo?-
Un geyser
di fianco a loro sfiatò vapore bollente misto a fuoco, aggiungendo all’aria già
carica un’essenza di zolfo appena bruciato. Entrambi lo fissarono, incerti, per
qualche secondo. Poi tornarono a guardarsi, come due confidenti che si studiano a vicenda. Alla fine, quello che un tempo era stato
lo spirito di Hao riprese a parlare, la voce più distante.
-Temo
sempre di condizionarla nelle sue scelte.-
Lo
sciamano del nord, morto da pochi mesi, scosse il capo. –Da lei non me lo sarei
mai aspettato. C’era qualcosa di strano in quella ragazza, è vero…
ma mai avrei pensato ad un tale cambiamento.-
-Ci sono
cose che non conosci, Horo Horo. Fidati dell’istinto,
del lupo che c’è dentro di te. Cosa ti dice?-
-Non
capisco. Mi sono sempre fidato di Anna, nonostante i suoi… beh, ecco, cambi
d’umore.-
Il gatto
si lasciò sfuggire una risatina breve.
-Diamine,
Matamune, dovrai pur darmi ragione!! Aveva un
carattere talmente lineare, sempre irritabile…- si interruppe. –O forse… forse
il mio è solo un giudizio affrettato.-
-I
caratteri che ci sembrano i più facili da comprendere nascondono segreti ben
nascosti. Hai mai provato a comprendere Anna nel profondo?-
L’altro
scosse il capo. –Quasi nessuno ci ha mai provato.-
asserì il micio.
-Hao si?-
-Hao è
conforto. Entrambi si stimano e si riconoscono come simili.-
Il
silenzio venne in soccorso della mente affollata di pensieri del ragazzo.
-Matamune…
tu vuoi ancora bene ad Hao?-
-Tu vuoi
ancora bene ad Anna?-
-Penso di
si.-
-Allora
non ho nemmeno bisogno di risponderti.-
Detto ciò
si alzò in piedi, altezzoso nei suoi 60 cm scarsi. –Vado alla
Fonte, Horo Horo. Che il tuo viaggio possa essere
propizio.-
-Cosa…?-
Ma
purtroppo per lui, era già scomparso.
Ancora 8!! Girls, I’m too happy!!
Kirax: Una
nuova lettrice!! Oh ma come sono contenta!! Ti dirò, la storia diventerà sempre più un casino…. In ogni
caso, sono molto contenta che ti piaccia!! Un bacio
Ayako: Anna moribonda…? Figurati, non la stenderebbe nemmeno uno
schiacciasassi… povero Hao e povero Yoh, se la sorbiscono sempre^^… (ecco,
protesto! NdHao)(Ma davvero…? E sai cosa potrebbe capitarti…? Nda)(vado! ndHao) Un bacio!!
Shark: no
davvero, 8 recensioni è ben oltre mia rosea prospettiva, e non penso di
meritare id più, anche se ovviamente le recensioni sono sempre ben accette XD. Mi
fa molto piacere che ci siano delle frasi che ti
colpiscano… e poi mi dai la conferma che riesco a fare dei personaggi non
troppo OOC… grazie mille per il commento!! Un bacio
BPM: non
potevi darmi notizia migliore, o divina!! Scriverò prestissimo
un mail, diciamo entro domani… si, leggo il manga, lo adoro a dir poco!! Ma piuttosto.. quand’è che ti trasferisci
qui? Il letto è già bello che pronto!! Un bacione
Anna: se
hai problemi con l’HTML, fai fischio che sarò ben disposta a darti una mano^^. Nonostante
la mia spiccata capacità di uccidere personaggi, specialmente i protagonisti,
per il momento mi comporta da brava bimba e cerco di salvare quante più anime
mi riesca! Spero che questo cap ti sia piaciuto!! Un
bacione
Inuyashalove:
sono contenta che ti piaccia!! Smak
Miyu: ahh
basta, ormai è deciso… regina della velocità diventerà il mio appellativo^^ Che
bello! Hao fun club, cacchio, tra un po’ mi viene fantasticamente voglia di
crearlo sul serio!! Sono moooolto
contenta del fatto che la storia continui a piacerti!!
Un bacione
Rinoa:
certo… eh, come no!! Non volevi farmi arrossire ma ci riesci puntualmente ogni volta che mi scrivi
dei commenti così…!!! Insomma, sei troppo adulatrice, ecco… e poi mi vergogno…
Ok, la verità è che adoro che mi si facciano dei complimenti, quindi… XD
Il fatto
che salti di gioia quando aggiorno mi fa veramente
diventare color estintore, perché è una cosa che succede anche a me con fic che
stimo molto, quindi…
Farti
scoppiare la testa? Per carità, aggiorno subito!! Un
bacione
Allora!! Il capitolo 11, che di solito mi porta una sfortuna incredibile! Speriamo di no^^
Un bacio.
*°* -Lettere ai Dannati.-
11° capitolo
[No angels no stairway no welcome no sanctuary
So evil so empty no place no stay
This is not my heaven but it's closer than too far
And it's not forever 'cos it's burning
This is no place like home
Persistance of time.]
[Né angeli, né scale, nessun benvenuto, nessun santuario
Così dannato, vuoto, non c'è posto dove stare
Questo non è il mio paradiso, ma è più chiuso che troppo lontano
E non è per sempre, perché sta bruciando
Non c'è posto simile alla tua casa
Che resista al tempo.]
Balance of Power, No Place Like Home
Non aveva mai avuto il coraggio di chiamarla casa. Sebbene fosse bella, elegante e raffinata.
Consona al suo grado, insomma.
Forse perché vi aveva incontrato quella ragazza così speciale, così inizialmente simile a lui. Aveva imparato a conoscerla, mentre i giorni passavano, simili come le perle di una collana, eppure ugualmente preziosi ed unici fra loro.
Il suo sguardo d'ambra l'aveva inchiodata, misurata, spogliata a volte.
Eppure, nonostante tutte le precauzioni che la sua natura diffidente gli aveva imposto di prendere, lei se ne era accorta.
Anna Kyoyama aveva capito che Ren Tao desiderava baciarla, accudirla, tenerla fra le sue forti braccia. Così se ne era tenuta ben lontana.
E quelle stanze erano diventate tutte grigie, i fiori erano pari ad umili erbacce.
Poi, lei se ne era andata.
E improvvisamente, era arrivato un aiuto insperato a riempirgli la giornata.
Aveva una copertina verde consumata dal tempo, eppure nulla pareva dargli maggiore sensazione di freschezza.
"Dove sei stata per tutto questo tempo?"
"Scusami, avevo da fare. Lui mi ha tenuta impegnata. Inoltre…"
"Mi sei mancata."
"Anche tu.
"
"Oggi ti ho visto. Sei sempre più bella."
"Grazie, Ren."
"Però eri insieme a lui. Non mi è piaciuta questa cosa. Insomma… dopo tutto, lui sta abusando di te."
"Adesso non esagerare. Devi credermi."
"Sei sicura che non sospetti di nulla? Non potrei mai batterlo in un combattimento."
"Non avere paura. So giocare bene le mie carte."
"Non saprei…"
"Devo andare. Mi aspetta a cena."
"Ciao."
"A presto, Ren."
-Non pensi di giocare troppo col fuoco?-
-Oh sta zitta Siberya.-
La bambola compose il visetto di porcellana in un sorriso storto. -Dico sul serio. Non pensi che Hao disapproverebbe?-
-Non più di quanto già disapprovi io.- chiarì secca mentre riponeva un libro verde all'interno del suo baule.
-Allora dovresti farglielo sapere.-
-Non approverebbe.-
La bambina immortale scoppiò in una risata vagamente ironica. -Allora ti contraddici, Atharsìa.-
-Sto dicendo…- disse lei concisa -Che non approverebbe dicendomi che è troppo pericoloso.-
Siberya l'osservò mentre si sedeva sul letto, massaggiandosi le tempie in uno studiato movimento circolare.
-In effetti ogni volta che riemergi da quella trans in cui entri non sembri essere molto in forma.-
-Oddio. Mi sembra di parlare con Hao.- brontolò, cercando di farsi passare il mal di testa che aveva improvvisamente deciso di attanagliarle la mente. Chiuse gli occhi, lasciando calare su di lei un buio confortante.
-Siamo tutti preoccupati per te.-
-Maledico Marion quando mi ha regalato una bambola dicendomi che sarebbe stata sempre zitta.- replicò stizzita, aumentando il massaggio.
-Anche Hao è preoccupato.-
-Hao si preoccupa anche quando spalmo la marmellata su una fetta di pane. Dice che il cucchiaino, che so, potrebbe cadermi su un piede rompendolo.-
-E ti sei mai chiesta il motivo di tutta questa ansia?- la ragazzina socchiuse gli occhi color cielo sporco, cercando di capire se la sua padrona cercava di non vedere la verità che ai suoi occhi appariva così evidente.
-Si. E sono giunta alla conclusione che è paranoico.-
Si alzò, leggermente barcollante, attraversando tutta la stanza in un passo leggero. Aprì l'armadio e ne scrutò l'interno con occhio scettico.
-Cosa mi metto?-
-Stai cambiando discorso, Atharsìa. Perché non metti quello bianco?-
-C'è una cena importante stasera. Non sto cambiando discorso, ho solo fatto una lista delle priorità. Quale bianco, Siberya…? Io non ho un abito bianco.-
-E il fatto che Hao ti ami è meno importante di un vestito?-
Anna smise di cercare all'interno del suo enorme guardaroba, raddrizzando la schiena. -Non…-
-Smettila di comportarti come una bambina! Tu hai solo paura.-
-Siberya, non provare a…-
-Non dirmi quello che devo fare.- sibilò la bambola, inchiodandola al posto con i suoi occhi azzurri. -Lo so benissimo da sola.-
-Avanti, allora.- replicò Anna con un sorriso beffardo, mentre incrociava le braccia con fare scettico. -Illuminami.-
-Tu hai paura, perché Hao ti appare ogni giorno che passa più simile a Yoh. Tu vuoi essere indipendente da tutti. Hai un carattere che ti impone continuamente di confrontarti con te stessa. Eppure, quando hai conosciuto l'altro Asakura, il gemello buono, diciamo, lui ti ha involontariamente bloccato a terra. Perché tu lo amavi, Anna, e lui ti amava. Ed è qui che hai cominciato a spaventarti. Una famiglia, una famiglia vera. Tu non potevi permetterti di essere legata in maniera così indissolubile a qualcuno. Così, facendo appello al tuo carattere solitario ed egoista, sei riuscita a non amarlo più. E sei venuta da Hao. All'inizio, la vostra era una relazione qualsiasi, banale, basata solo sul contatto fisico di cui entrambe necessitavate.
Ma poi… beh, Hao ha cominciato a pensare che tu eri speciale. Di riflesso, visto quello che era successo con Yoh, hai cominciato ad allontanarti. E anche adesso, Anna, ti stai affogando dentro allenamenti e libri, al costo di uscirne al limite delle tue possibilità.-
Anna scosse la testa vigorosamente, ma le sue guance erano rigate da moltissime lacrime.
Una, due, tre… non riusciva a smettere.
-Credi che non sapessi, Anna, che aspettavi un bambino? Io e te siamo legate da un filo invisibile… quello che percepisci tu scorre involontariamente anche dentro di me.-
Per l'altra fu impossibile contenersi un secondo di più. Si accasciò a terra, poggiando la fronte sul prezioso tappeto persiano dai toni di rubino, scoppiando in un pianto dirotto.
-Siberya io… io… mi dispiace.-
Ci fu uno schiocco secco, e la bambola si alzò dal letto, arrivando fino a lei strascicando i piedi con dei movimenti lenti. Posò la piccola mano sul suo capo.
-Scusami Anna, non avrei dovuto dirti tutte quelle cattiverie. È solo che… siamo tutti molto preoccupati per te. Specialmente Marion, dopo il bambino, non sapeva più come fare a parlarti.-
-Ormai è tutto finito.- si rialzò in piedi, leggermente barcollante. Prese la bambola in braccio, con fare delicato. -Prima parlavi di un abito. Bianco. Non ne ho mai avuto uno.-
Siberya sorrise. -Mi sembra una buona occasione per cominciare.-
Due secondi dopo che aveva terminato di parlare, un abito di un bianco panna stava mollemente adagiato sul letto.
Aveva un profondo scollo, quasi fino all'ombelico, e le due fasce che coprivano il seno andavano ad allacciarsi dietro il collo. La stoffa della gonna, vide mentre lo indossava, si accasciava lungo le gambe in morbide pieghe, come un torrente di seta pura.
-Sembri un angelo.- era stata Marion a parlare. Chissà da quando la stava osservando, si chiese Anna. Tuttavia non ne fu offesa, tanto che rispose con un grazie.
Si guardò allo specchio.
Lei non sarebbe mai stata simile ad un angelo.
Però quei momenti, così difficili, tormentati, la fecero sentire tranquilla.
Sorrise ad entrambe e si diresse verso le scale, inconsapevole di illuminarle tutte mentre le scendeva con un bel sorriso sul volto.
Forse non sarebbe mai stata un angelo, pensarono in molti.
Ma di certo, quella sera sembrava volare.
Rinoa: ehm, ovvio che si, ho certamente notato che ti sei trattenuta… Beh insomma, cominci davvero a convincermi con tutti questi comlimenti^-^.
Sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo scorso, dimmi che te ne pare di questo!
Vanchan: commento assurdo…? Questo commento era davvero strepitoso, credi a me! Mai letto niente di più divertente in tutta la mia vita, ecco! Tamao… non lo so. In realtà non mi sta antipatica o cosa… però… ecco… bho!! *sdeng* E poi… Horo Horo, non ti preoccupare cara! Ho grandi piani per lui! Un bacio
Kirax: avrei aggiornato anche prima, se solo EFP non mi avesse fatto le bizze! Grazie e un bacione!
Mao: ma certo che si mia cara, io amo Horo Horo, non posso assolutamente lasciarlo così!! Ti ringrazio tantissimo per i complimenti *me arrossisce* Un Bacio!!
Miyu: avrei voluto anche io far dire di più, ma considerato tutto non mi era possibile… diciamo che avrei svelato troppo. Un bacione!
Shark: ti ringrazio… dopotutto Matamune è uno dei miei personaggi preferiti, anche se temo dovrò mettere una nota per spiegare chi è… Comunque si, Horo caro è morto ma… beh, non crederai mica che lo lasci così, verooo? Un abbraccione!
Anna: hai ragione, Anna è davvero cambiata… insomma, un pers decisamente OOC. Però mi piace da impazzire così, non trovi?
Un bacione!