L'unico angelo

di corysvoice
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Quale profezia? ***
Capitolo 3: *** La mia profezia ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo
Mi ricordo ancora quel giorno, quella morte. Ero piccola, avevo solo otto anni quando ho perso i miei genitori, io sono sopravvissuta, per miracolo. Ricordo quella scena eravamo appena usciti da un ristorante, quando siamo stai travolti da un tornado. Quando mi ero risvegliata, c’era un volto angelico, poi subito dopo era diventato un volto demoniaco. Aveva dei canini lunghi pieni di sangue, aveva succhiato quello dei miei genitori. Poi stava per arrivare a me, ma un uomo lo fermò e gli disse queste parole: “ Abbiamo finito oggi, Damon. Lei puoi lasciarla, è piccola”. Mi ricordo la sua smorfia e la sua risposta: “ solo un goccio, ha un odore troppo buono”, ma quando si avvicinò a me ero protetta da qualcosa. La mia collana ha fatto uno scudo. Da quel giorno non l’ho più tolta. Ricordo che loro sono stati travolti da uno tsunami che gli ha portati via. Prima di essere portati via avevano detto che io ero un angelo. Quei occhi erano pieni di odio che non dimenticherò mai.


Spazio di Quinn_Amy_Rose
questo è un piccolo prologo, spero che vi piaccia, così potrò continuare. Grazie in anticipo. Un bacio Quinn_Amy_Rose

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Capitolo 2
*** Quale profezia? ***


Capitolo uno
Riguardo la mia collana spartana, che mi ha salvato la vita. Mia zia quando gli ho raccontato della morte dei miei genitori e come mi sono salvata mi ha mandato subito dallo psicologo. Il suo volto era diventato pieno di rabbia e mi disse: “ Non devi dire cose del genere, Esperanza! I tuoi genitori sono morti in un incidente automobilistico! Devi andare subito dal signor Pattinson ( peccato che non è quel Pattinson, non è Robert Pattinson, perché se fosse stato lui gli avrei chiesto di presentarmi Kellan). Ora ormai ogni martedì alle sei in punto, dopo gli allenamenti con le cheerleaders, vado da quel Pattinson, è una noia mortale parlare con quel tizio. Si scaccola! È maleducato e poi dorme mentre io parlo. Centoventisei dollari sprecati!. Ma quel giorno è stato molto più interessante andare dal signore morbo di Pattinson! Mentre io parlo della mia vita e come al solito, lui si scaccola e poi si pettina i capelli ormai bianchi, entra un ragazzo. Ha i capelli neri e corti, con degli occhi color ghiaccio, il viso scolpito alla perfezione, assomiglia molto all’omicida dei miei genitori. Forse è lui. Io credo a quegli esseri, non sono vampiri, ma sono dei demoni, persone a cui hanno risucchiato l’anima. Apre la sua bocca rosso sangue e dice:
-      Signor Pattinson, deve venire un attimo qui da noi- si alza dalla poltrona color bordò e mi dice con la sua voce sgarbata

Aspettatemi qui signorina Rinaldi-  io aspetto intanto che potrà mai succedere. Dopo ben quaranta minuti mi inizio a preoccupare per lo psicologo morbo di Pattinson. Mi alzo dalla Corbusier Chaise Longue in pelle nera.

-      Signor Pattinson -  lo chiamo preoccupata. D’un tratto blackout. Non c’è più luce, sento dei rumori strani. Come una corsa silenziosa di un felino. Sento qualcosa di freddo toccarmi il collo e poi vengo di nuovo protetta dalla mia collana. Uno scudo gigantesco che mi protegge, è la stessa scena della morte dei miei genitori. Sento nuovamente quella voce fredda e imperativa:
-      Cavolo, Damon! Come te lo devo dire che lei è protetta, è un angelo-
-      Un giorno riuscirò ad avere un goccio del suo sangue- fingo di sentire, ma ho capito tutto, in filo e per segno. Io un angelo? Io non ho mai creduto in queste cose, mia mamma Paz, mi ha sempre detto che sono speciale, che un giorno avrei capito chi sono. Mi aveva trasmesso tutte le sue passioni. Era una donna bellissima, con dei bellissimi capelli biondi che io ho preso da lei e degli occhi angelici di color verde, i lineamenti del suo viso perfetti, con poche lentiggini che le coprivano il volto. Era nata in spagna, in Andalusia. Invece mio padre si chiamava William Rinaldi. Origini Italiane, precisamente Trentino- Alto Adige. È nato a Londra, ho i suoi stessi occhi azzurri, anche lui aveva un volto angelico dai lineamenti angelici. Mia zia mi dice sempre che assomiglio molto a loro, come se io non mi ricordassi dei loro volti e della loro morte!. Ritorno a terra e apro la porta. Ritorna la luce, di fronte a me trovo il signor morbo di Pattinson morto dissanguato. Sento con il mio udito che la polizia è a venti metri di distanza dal posto dell’omicidio. Non so come faccio a sentirlo, ma ho tutti i cinque sensi molto sviluppati. Mi faccio prendere dalla paura di essere trovata di fronte al cadavere. Potrebbero pensare che sono stata io!. Tocco il suo corpo per dargli l’addio e vedo uscire la sua anima dal suo corpo dissanguato. Una buona, stranamente e mi dice:
-      Lo sapevo signorina Rinaldi, tu sei un angelo, quindi verrò portato su, in paradiso da te- Rimango sconvolta, possibile che tutti credano che io sia un angelo?!
-      Ma io non lo sono!- si avvicina a me e risponde
-      Prova a toccare la tua collana- faccio come mi dice il signor morbo di Pattinson, la tocco e mi spuntano delle ali molto morbide e bianche. Ci ritroviamo all’ingresso per il paradiso. Un posto molto bello, con tutto ciò che desideri, si trasforma a seconda di quello che tu ami. Il suo era tutto pieno di alberi. Mi dice con voce tranquilla:
-      Puoi venire quando vuoi a farmi visita- e se ne va
-      Aspetta, signor Pattinson, come faccio a tornare a casa?!- ora come faccio?! Penso tra me e me. mi giro e vedo un altro angelo con degli occhi azzurri e bellissimi, i suoi capelli color nocciola, le sue ali così candide e rosate. Il suo sorriso angelico. Rimango a bocca aperta
-      Sei nuova, vero?- ritorno sulla terra
-      Si, credo di si- mi prende la mano e sorride
-      Classica frase di quelli che hanno appena scoperto che sono degli angeli. Per tornare devi toccare la tua collana-
-      Oh, grazie- sorride di nuovo, ha dei denti bianchissimi
-      Sei figlia di quale angelo? Io sono figlio di Justin e Emily, gli angeli più importanti qui, ma non mi do tante arie. Siamo tutti uguali-
-      Io in realtà sono figlia di…- mi prende la mano e risponde
-      Voglio indovinare da solo, adoro scoprire i misteri delle persone- mi guarda negli occhi e si vede la sua aria sorpresa – ma, ma tu non sei figlia di angeli! Tu sei la figlia di Paz e William! Mi avevano detto che saresti arrivata, la profezia si è avverata!- rimango di nuovo a bocca aperta, e chiedo
-      Quale profezia?-

 
 
 

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Capitolo 3
*** La mia profezia ***


- Quale profezia?-  sorride, mi prende per mano. Mi dice

- Tocca la tua collana- sospiro e la tocco. Ci ritroviamo in una caverna, è umida, con al centro una roccia e una luce. Quel ragazzo mi prende la e mi porta fino a quella roccia. C’è sopra un libro e mi dice con delicatezza

- Aprilo, Esperanza, scoprirai, la profezia- lo guardo un po’ rimbambita e rispondo

- Come faccio ad aprirlo? – punta il dito verso la collana e risponde:

- Con quella!- la prendo e la metto sul libro. Si apre ed esce una luce. Inizio a leggere ad alta voce

- La sacra profezia, dalla quale nascerà una bambina. Da due umani, lei sarà la più forte, la sopravvissuta ai demoni della notte, sono angeli caduti, le loro ali sono andate disperse, la loro anime sono state risucchiate, dalle loro operazioni crudeli. Questo angelo avrà il potere di ucciderli, la sua collana è la più potente come i suoi poteri- 

- Hai capito ora, chi sei?!- dice chiudendo il libro

- Si, ma ora che devo fare?- si avvicina a me, prendo la collana e la rimetto al collo con delicatezza. Quel ragazzo di cui non so ancora il nome mi guarda con molta attenzione, come se mi stesse scrutando in ogni minimo particolare. Poi mi prende la mano e dice

- Piacere, io sono Harry-  mi sorride e mi porta sulla terra. Di fronte al portone di casa mia.  

- Ora prova ad aprire la porta- 

- Ma non ho le chiavi!- si mette una mano sulla fronte in segno di disperazione e risponde

- Fallo e basta!-  metto la mano sulla porta e si apre. 

- Forte!- mi sorride e mi fa entrare. Le luci sono spente. Tocco la mia collana e si accendono. Per terra vedo il cadavere di mia zia. Tutto insanguinato. È morta pure lei! Non posso crederci. Harry tocca con delicatezza il suo corpo ed esce fuori la sua anima. La guardo con le lacrime negli occhi e l’abbraccio:

- Zia, ma ora?- mi tocca i capelli

- Sono morta, devo andare lì su- Harry la porta via e prima di andarsene mi dice

- Hope ( un altro modo per chiamare Esperanza, un soprannome),  aspettami qui, vai in camera tua. Scoprirai qualcosa-

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