Blaine Anderson presents: the Pips!

di Chemical Lady
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #01 Who are the Pips? ***
Capitolo 2: *** #02 I need to understand myself… ***
Capitolo 3: *** #03 Paint in pink your enemy. ***
Capitolo 4: *** #04 Kurt Hummel…. Who? ***
Capitolo 5: *** #05 Rumors and laxative… ***
Capitolo 6: *** #06 Wrapped Fate plays with dudes. ***
Capitolo 7: *** #07 Nobody is most important than you for me…. ***
Capitolo 8: *** #08 Do you remember our first kiss? ***
Capitolo 9: *** #09 part 1: Have Yourself a Merry Little Christmass ***
Capitolo 10: *** #09 part 2 : Have Yourself a Merry Little Christmass ***
Capitolo 11: *** #10 Not an ordinary type… ***
Capitolo 12: *** #11 Blaime it (on Blaine and Fireworks)…. ***
Capitolo 13: *** #12 Thaddy Daddy makes plans too. ***
Capitolo 14: *** #13 Friends are forever. ***
Capitolo 15: *** #14 A night of secrets…. ***
Capitolo 16: *** #15 Are you kidding me? ***
Capitolo 17: *** #16 100% me. ***
Capitolo 18: *** #17 Mr Wilson’s sexual education ***
Capitolo 19: *** #18 part 1: You know you’re in love when reality is better then your dreams. ***
Capitolo 20: *** #18 part 2: You know you’re in love when reality is better then your dreams. ***
Capitolo 21: *** #19 part 1: Sing it loud. ***
Capitolo 22: *** #19 part 2: Sing it loud. ***
Capitolo 23: *** #20 : A Cristal jail. ***
Capitolo 24: *** #21 : If you have a minute…. ***
Capitolo 25: *** #22 pt 1.: The Dalton Daily Rumors. ***
Capitolo 26: *** #22 pt II.: The Dalton Daily Rumors ***
Capitolo 27: *** #22 pt III.: The Dalton Daily Rumors ***
Capitolo 28: *** #23: Just a reflection. ***
Capitolo 29: *** #24 Part I: Killing me softly with this sounds. ***
Capitolo 30: *** #24 Part II: Killing me softly with this sounds. ***
Capitolo 31: *** #25 Inside/Outside. ***
Capitolo 32: *** #26 part I: Just closed your eyes and sing for me… ***
Capitolo 33: *** #26 part II: Just closed your eyes and sing for me… ***
Capitolo 34: *** #27: Anything you can be, I can be greater! ***
Capitolo 35: *** #28: Once a Warbler, always a Warbler. ***
Capitolo 36: *** #29 pt I: Different kind of chances… ***
Capitolo 37: *** #29 pt II: Different kind of chances… ***
Capitolo 38: *** #30 Look at your Business. ***
Capitolo 39: *** #31 You could be more Bi-sexual instead Bi-polar. ***
Capitolo 40: *** #32 In the Still of the Night. ***
Capitolo 41: *** #33 Big Plans brings Big Responsibilities. ***
Capitolo 42: *** #34 Forever. ***
Capitolo 43: *** #35 Epilogue. ***



Capitolo 1
*** #01 Who are the Pips? ***


BLAINE AND THE PIPS 1

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

#01 Who are the Pips?

 

 

“Qualcuno ha visto Blaine?!”
Il caos che veniva a crearsi nella sala ricreativa ogni qualvolta le lezioni finivano spazientiva Thad al punto tale da spingerlo all’esaurimento nervoso. David accanto a lui camminava molto più tranquillo per il semplice fatto che lui, a dispetto dell’amico, era certo che non avrebbero mai trovato Blaine Anderson a meno che lui non si fosse materializzato alla Dalton in quello stesso istante.
“Vuoi arrenderti?” gli disse dopo qualche minuto di straziante ricerca “Non penso sia al campus... Se controlliamo al parcheggio vedrai che la sua auto manca”
“Potrebbe essere ovunque visto quanto è basso!” sbottò irritato Thad  passandosi nervosamente una mano tra i capelli mentre, giusto per scrupolo, controllava uno dei vasi posti davanti all’aula d’arte “Ok, cambiamento di programma” si schiarì la voce “Qualcuno ha visto Wes?”
“No davvero, tu sei troppo ottimista” il ragazzo di colore gli batté la mano sulla spalla, guardandolo come se deficitasse di una decina di migliaia di neuroni “Wes sarà sicuramente o nel letto, o sul divano, o nella macchina di Lily in questo momento…” gli ricordò: da quando conoscevano Wes non aveva mai fatto passare un solo giorno senza parlare al telefono per ore o senza passarne altrettante con la sua ragazza.
Ma quel giorno la fortuna gravitò nella loro direzione: l’oggetto dei loro pensieri comparve alle loro spalle, impegnato a sistemarsi il nodo della cravatta “Uomini di malafede! Sono qui!”
“Che mi venga un colpo! Sei proprio tu, Wesley Montgomery?” esclamò David portandosi una mano al cuore e fingendosi sconvolto mentre il ragazzo asiatico ridacchiava.
Thad, però, era ancora spazientito “Quando avete finito di fare i salami vorrei che vi concentraste sull’improvvisa sparizione di Blaine Anderson…”
“Dici che chiederanno un riscatto?” chiese Wes rivolgendosi a David, che fece spallucce frugandosi in tasca.
“Io ho solo un paio di dollari per il caffè e un chewingum…. Ma credo bastino per riscattare Blaine”
Thad ringhiò frustrato, dirigendosi a grandi passi verso la sala prove.
“Se quel... Quel... Nano infame non si presenta alla prove anche oggi è fuori!” tuonò con enfasi, facendo irruzione nella stanza.
Gli altri due si guardarono negli occhi un istante prima di scoppiare a ridacchiare: adoravano quando il loro compare si arrabbiava a tal punto da trovare difficoltà ad esprimersi in modo corretto.
Si sbrigarono a seguirlo notando che, puntualmente come ogni giorno, tutti gli Wablers -eccetto Blaine- erano già seduti ai tavoli  o accasciati sui divanetti della sala prove.
Wes, David e Thad erano una sorta di istituzione all’interno del gruppo e tutti portavano loro un sincero rispetto -scherzi notturni a parte-. Erano dell’ultimo anno e quindi avevano quell’anzianità che bastava a garantire loro una posizione di privilegio rispetto al resto del gruppo.
Inoltre erano stati eletti a capo del consiglio e loro, solo loro, avevano l'ultima parola sulle decisioni da prendere per le sorti dei Warblers: canzoni, coreografie, tutto doveva passare al loro vaglio prima di essere autorizzato.
Dietro questa facciata impeccabile ed omogenea, però, si nascondevano tre personalità diverse e interessanti.
Wesley Montgomery, per esempio, poteva essere considerato il motore centrale del gruppo. Riusciva a tenerli tutti uniti come nessun altro era in grado di fare, con un atteggiamento pacato da vero leader, carismatico e mai troppo invadente.
Tutti, persino gli altri due, facevano riferimento a lui per qualsiasi cosa.
“Chiamalo” Thad si trattenne dal prendere a schiaffi qualcuno per sfogarsi, ma solo per evitare denunce o ritorsioni varie: fulminò poi Wes con un'occhiata particolarmente omicida “Chiamalo e fatti dire dove diavolo è! Non possiamo fare le prove senza il solista!”
Il ragazzo asiatico prese il cellulare dalla tasca dei pantaloni grigi prima di scusarsi e uscire dalla sala per chiamare Blaine.

Thad Harwood sembrava leggermente isterico e…. In effetti lo era.
Secondo gli altri Warblers quella sua paranoia non poteva che derivare da un trauma infantile, perché a volte rasentava l’assurdo. Si scaldava per un nonnulla e, inevitabilmente, iniziava a straparlare di catastrofi imminenti, perdite di capelli, apocalissi…
Cercava sempre di sembrare più composto di quanto fosse in realtà e di darsi un ‘tono’ perché, secondo lui, "un buon capitano sa tenere insieme i suoi uomini con la disciplina".
...Solo lui trovava il senso di tutto ciò.
Nessuno lo riteneva davvero un capitano, anzi, tutti lo prendevano in giro scommettendo su quanto tempo gli rimanesse prima che gli partisse un embolo.
David Thompson era invece tutto l'opposto: era l’icona mondiale della pacatezza e della tranquillità.
Non a caso persone come Jeff e Nick sostenevano che in realtà lui fosse una sorta di santone indù e che ‘defecasse’ arcobaleni durante il ‘momento pupù’... Ma della loro stupidità se ne parlerà in seguito.
Tornando a David, lui era realmente al di fuori di tutto, osservava imparziale senza giudicare ed era sempre pronto a dare consigli.
E poi era l’ombra di Wes: non solo migliore amico, non solo compagno di stanza... Era proprio la sua ombra.
Dove c’era uno c’era anche l’altro, quello che sapeva uno lo sapeva anche l’altro.
Ovviamente Thad si faceva paranoie anche su questo e alternava costantemente frasi come ‘Voi mi discriminate’ ad altre come ‘Mi sento escluso’.
Quando Wes tornò nella stanza tutti gli occhi furono su di lui, che però sorrise tranquillo “E' in viaggio, a momenti sarà qui e potremo iniziare le prove, addirittura in perfetto orario”
“Ti ha detto dove è andato?” chiese Thad mentre l’altro prendeva posto accanto a lui, al tavolo rettangolare posto in fondo alla stanza.
“Sì, ha detto ‘sto tornando ora da Lima’ e ha riagganciato” sorrise malizioso a David “Lima, mmh?”
L’altro ridacchiò “Te l’avevo detto... Lo abbiamo perso.”
Thad passava gli occhi da uno all’altro come se stesse seguendo una partita di ping pong particolarmente avvincente, poi ringhiò frustrato “Voi e i vostri segreti!” e fece per alzarsi, ma fu velocemente trattenuto.
“Ora ti spieghiamo” disse Wes ammiccando, ma fu interrotto da David.
“Però devi giurare di startene zitto!”

Mentre loro tre si appartavano per mettere al corrente Thad della situazione, un gruppetto di ragazzi li osservava poco lontano.
“Secondo me sanno qualcosa su Blaine che noi non sappiamo” disse sospettoso un ragazzo moro, non tanto alto, e con un naso decisamente pronunciato.
Il suo amico, che sembrava essere tutto il suo opposto almeno fisicamente, si appoggiò alla sua spalla sporgendosi un po’ per spiare i tre capi del consiglio e annuì “Sicuramente… Forse il motivo di tutti questi ritardi… Anzi, ieri Blaine non c’era proprio e non  è da lui!”
Era impossibile trovare Nick senza Jeff o Jeff senza Nick.
Il primo non era proprio una bellezza, però vantava di un cervello particolarmente attivo nella scatola cranica. Infatti era risaputo che Nick Duvall, almeno nove volte su dieci, fosse la mente criminale del gruppo, colui che architettava i peggiori sotterfugi per far sì che gli altri potessero organizzare scherzi e feste…
Come se non bastasse, era un piccolo genio dell’informatica: riusciva a criptare un account facebook o un qualsiasi altro sito per soli nove dollari l’ora (prezzo più che abbordabile per quelle 'prestazioni di alto livello').
Il compagno di stanza era l’opposto: tutti sapevano infatti che Jeff S. Sterling non fosse esattamente una volpe.  Non che fosse stupido, tendeva semplicemente a perdersi in un bicchiere d’acqua, qualche volta. Spesso. Molte volte....Insomma, sempre.
Alto come un pertica, magrissimo e con i capelli biondo platino era perennemente con la testa sulle nuvole, ma era molto stimato in quanto genio musicale. Cantava, suonava un po’ di strumenti (non era versatile come Blaine, ma poco ci mancava) e era anche noto per essere di indole particolarmente buona.
Ed era pigro, veramente pigro.
Ballava benissimo, aveva studiato hip hop e si vedeva, ma appena trovava una superficie piana libera, che fosse un divano, un letto, un tavolo o una mensola, non poteva resistere e ci si sdraiava sopra.
Solo la musica sembrava riuscire a scuoterlo. La musica e Flint Wilson.
Ma questo era uno pseudo-segreto che conosceva solo Nick.
Jeff non sapeva se quella sua attrazione per un altro ragazzo derivasse dall’inalazione delle spore che forse Blaine secerneva quando saltellava in giro, o se fosse l'estrema conseguenza di quando aveva picchiato troppo forte la testa contro la grondaia, precipitando dal tetto della scuola a quello del capanno del giardiniere. 
Sapeva solo che, quando aveva aperto gli occhi, si era immerso in uno sguardo blu, preoccupato, appartenente a un ragazzo chino su di lui.
E sbam!
Si era innamorato.
Lo aveva tenuto per sè, non avendo alcuna intenzione da andare da Flint e dichiararsi soprattutto perché non avrebbe saputo cosa dirgli... O cosa dire a se stesso.

Passando al signorino Wilson, di lui non si sapeva molto. Sorrideva un sacco ma parlava poco.
Anzi non parlava quasi per nulla, se non con il suo compagno di stanza.
Era però un attentissimo osservatore, come se quei grandi occhi di un azzurro chiarissimo non gli fossero stati dati a caso.  Piccolo di corporatura, appariva e scompariva con la stessa abilità di un prestigiatore, forse perché non amava attirare molto l’attenzione, preferendo passare del tutto inosservato.
La sola persona che vagamente poteva dire di conoscerlo era il suo compagno di stanza, ovvero il buon Trent Nelson: era un ragazzo dall’aria coccolosa, un po’ corpulento (per non dire mastodontico), famoso per le sue razzie nella mensa -soprattutto con il favore delle tenebre- e per avere un cuore grande almeno quanto il baricentro.
“Ragazzi, ecco Blaine” disse Wes  indicando fuori dalla finestra la figura di un ragazzo che camminava a passo spedito verso la Dalton.
“Coraggio, disponevi per le prove” invitò, anzi, ordinò Thad avvicinandosi alla porta, pronto a prendersela con Anderson per essere in ritardo di addirittura una manciata di secondi.

“Se arrivassi io perennemente in ritardo verrai spedito alla voliera a scrostare cacche di canarino dal pavimento” borbottò con una certa nota di disappunto James Kirk, sistemandosi gli ondulati ondulati capelli color miele mentre guardava con disappunto quelli di Jeff che, imbambolato a fissare il vuoto, aveva preso posto davanti a lui.
“Tutto bene?” gli chiese Flint e lui sorrise appena.
“Si stavo solo pensando che…”
“Eccolo il nostro uomo!” tuonò Wes indicando la porta, dalla quale era appena entrato un ragazzo basso (Thad aveva tutte le ragioni per controllare i vasi, probabilmente si sarebbe potuto dare un'occhiata anche sotto i tappeti) che si esibì in un inchino scherzoso.
“Scusate il ritardo...”
“Sempre a Lima, vero Anderson?” disse David, ammiccando.
L’altro fece finta di non aver nemmeno sentito e con molta nonchalance si avvicinò agli altri.
“Ahia, ora non hai nemmeno più la lingua? Come farei a cantare?” chiese Thad spingendolo appena.
“Ma che succede?” Chiese James, con una certa curiosità nella voce.
Non che si aspettasse che Blaine venisse punito, anzi, era in una botte di ferro visto che sembravano amarlo tutti alla follia manco fosse il Papa in persona…. Solo che il sarcasmo con cui gli altri lo avevano accolto lo aveva insospettito.
C’era qualcosa sotto.
Il cantante solista guardò un po’ storto il biondo prima di sospirare “Non succede proprio nulla”
“Blaine si diverte a salvare le principesse in pericolo” ghignò Thad, beccandosi una scarpata da Wes che sibilò un ‘avevi giurato di star zitto!’.
“Ma non eri… Ehm…” Trent si guardò attorno cercando un appoggio, che però non trovò “Come dire... Omosessuale?”
Blaine ridacchiò “Si, infatti” confermò battendo una pacca sulla spalla del ragazzo.
“Ti sei trovato il ragazzo, Anderson?” domandò a quel punto Nick e l’altro scosse il capo.
“Ok, racconta anche a loro a questo punto! Richard! Rullo di tamburi!”
Un ragazzo alto, dai capelli chiari, si sollevò in piedi e si portò una mano alla bocca, iniziando ad emettere una serie di suoni che sembravano provenire per davvero da una grancassa.
Blaine alzò le braccia “Ok, va bene! Sto aiutando un amico a far fronte ad una situazione spiacevole."
Tutti, nessuno escluso, alzarono un sopracciglio.
Non che Blaine fosse un opportunista, o che si tirasse indietro davanti ai problemi sociali, anzi: era una vera e propria crocerossina.
Ma qualcosa comunque non tornava. Perché andare fino a Lima, poi?
Senza contare che non avevano nessuno a cui chiedere perché Blaine aveva la stanza da solo.
Eh sì, tutti si chiedevano chi mai avrebbe potuto sopportare la sua esuberanza (e il suo cantare a tutte le ore del giorno e della notte) senza diventare un pluriomicida.
Tutti gli volevano bene, ma nessuno sarebbe mai riuscito a conviverci.
Nemmeno Flint, forse.
“Ragazzi davvero, non c’è nulla da dire. È solo un amico che si trova nei guai…”
“E tu puoi capirlo meglio di altri perché…?” James lo guardò sempre mantenendo ben alto il sopracciglio: solo a quel punto Blaine iniziò a scaldarsi.
“Non credi che non siano affari tuoi, Kirk?” chiese tentando di suonare educato, quando invece parve quasi minaccioso.
Wes come suo solito prese in mano le redini della situazione, intervenendo prima che si arrivasse ad usare le poltrone come armi illecite “Coraggio, proviamo! Non c’è tempo da perdere, le Provinciali sono alle porte…”
Blaine lo guardò con gratitudine prima di iniziare a scaldarsi la voce.
“Non prendertela” gli disse sottovoce David.
Quello per risposta scrollò le spalle “Avere una vita privata in questa scuola è pressoché impossibile…”
Wes a quel punto ammiccò muovendo le sopracciglia “Fa già parte della tua vita privata, la piccola spia delle New Direction?”
In tutta risposta Blaine gli diede le spalle, ignorando il senso di vuoto all’altezza delle stomaco e, dopo essersi schiarito rumorosamente la voce, esclamò “Coraggio Warblers, le Provinciali ci aspettano! Rick, dacci il tempo!”

 

Continua…

 

 

NdA (Necessarie/Obbligatorie per introdurvi alla mia mente malata):

Eccomi qui con la mia prima FF riguardante il magico (e gaio) mondo di Glee!
Avrete immaginato che la mia storia sia incentrata sul personaggio di Blaine e sulla sua storia…. Ecco, non esattamente!
Io sono una fan accanita del telefilm e una fiera sostenitrice dei Warblers, così ho pensato di scrivere questa storia per dare una voce a quelli che, nonostante siano solo personaggi secondari, sono a mio parere soggetti molto interessanti!
Caratteri (e potenziali tendenze sessuali) sono del tutto derivanti dalla mia fantasia!
Spero che almeno in parte questo incipit vi abbia incuriosito... Se sì lasciatemi una piccola recensione, di apprezzamento o critica che sia!
Spero di essere costante nell’aggiornamento e questo -ahimè- dipenderà anche un po’ da quanto la storia interesserà o meno (se c’è entusiasmo a leggere ce ne sarà anche a scrivere!!)
Detto questo vi saluto,
a presto!

Jess

 

Ps: questa storia è dedicata alla mia migliore amica Greta (ElfoMikey) che mi supporta sempre quando scrivo boiate e si presta sempre a scriverne con me! Un bacio tata! <3

Pss: Questo capitolo è stato betato (e quindi reinserito) grazie all’aiuto di Mistica^^ ci tenevo a sottolinearlo.

 

 

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Capitolo 2
*** #02 I need to understand myself… ***


bananissima

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

#02 I need to understand myself… 

 

 

La mattina, alla Dalton Academy, è sempre stata una fase della giornata particolarmente  problematica,.

Un po’ perché alla fine si finisce sempre per far tardi la sera, praticamente ogni sera… o per studiare (la mole di lavoro è davvero ampia) o perché bisogna festeggiare qualcosa.

E c’è sempre qualcosa da festeggiare.

La sera precedente per esempio avevano festeggiato il centenario dell’acquisto di un bellissimo armadio in stile barocco.

Ok, il compleanno dell’armadio non era proprio il massimo della scusa ma alla fine bastava aver un’argomentazione da esporre a Thad.

“Sobrio non è un gran che” diceva sempre Jeff proprio parlando del capo-consiglio Harwood “Ma ubriaco ha quel suo perché”

Nick ridacchiò, prendendo posto accanto a lui e sospirando stanco “Quando vorrei fingermi  malato…. Ma poi chi spiega a Suor Genevieve che in realtà ho solo bevuto troppo ieri sera?”

Jeff scrollò piano il capo, prima di guardarsi attorno “Allora, sei certo che non ho detto o fatto nulla di, come dire…. Compromettente?”

L’altro alzò un sopracciglio “Beh hai chiesto a Blaine se poteva darti qualche dritta sull’essere gay” disse vago mentre il biondino impallidiva “Ma lui ti ha risposto che non ha mai visto un emù in vita sua, e questa mancanza lo distruggeva…. Ergo, fossi in te starei tranquillo”

Jeff sospirò appoggiandosi con la schiena alla sedia della sala  da pranzo proprio mentre l’oggetto del suo desiderio entrava per consumare la colazione. Li salutò entrambi con un cenno del capo prima di prendere posto solo, ad un tavolo un po’ appartato, e iniziando a leggere un libro dalla copertina di pelle scura mentre girava lentamente il cucchiaino nella tazza.

“Jeff chiudi la bocca, o entrano le mosche” lo prese in giro il suo amico e subito il ragazzo avvampò, drizzandosi sulla sedia e prendendo a mangiare un po’ forzatamente il suo cornetto al cioccolato “Ma perché non ci parli, scusa? Tu gli stai simpatico”

Il biondo alzò gli occhi al cielo “Tutti gli stanno simpatici”

“Non ha tutti sorride…

“Beh ha sorriso anche a te no?”

Nick sospirò, cercando di mantenere la pazienza perché, dopotutto, quello era il suo migliore amico e se l’avesse ucciso ci avrebbe rimesso di certo. Anche se, pensandoci bene, la balia tra i due era lui….

“Buongiorno ragazzi” Blaine, come chiamato dal cielo, si appoggiò alla sedia libera davanti a loro, sorridendo raggiante.

“Tu hai fatto le tre del mattino” disse Nick alzando le sopracciglia “Come diavolo fai ad essere così riposato, scusa?”

“A dire il vero ho aiutato Thad a pulire il vomito, quindi ho fatto quasi le quattro e mezzo…. Onestamente non saprei! È una così bella giornata!”

“Torni a Lima oggi? Per questo tutta questa allegria?” chiese Wes passandogli accanto, e proseguendo fino al suo tavolo senza fermarsi.

Le guance di Blaine si imporporarono appena, poi sorridendo ai ragazzi si sbrigò a seguire l’amico.

“Che palle, tutti hanno intrallazzi tranne me” constatò Duvall scocciato “Forse dovrei seguire il consiglio di James…

Jeff alzò un sopracciglio “La rinoplastica?”

Già…

Al tavolo imbandito del buffet Trent prese un paio di brioches (e con un paio intendo sei), impilandole con precisione sul piattino e infilandosene una in bocca per sicurezza, prima di avvicinarsi al tavolo in cui Flint leggeva con apprensione un libro.

Mhp prche stoi sompro solo?”

Il ragazzo alzò gli occhioni azzurri sui suoi e, sfilandogli la pasta dalla bocca, chiese con garbo “Eh?”

“Perché stai sempre solo, Flint?”

L’altro si lasciò scappare un sorrisetto prima di chiudere il libro e appoggiarlo con eleganza sul tavolo. Ogni movimento che quel giovane compiva sembrava irreale, tanto fini erano i suoi modi.

No, doveva senza dubbio essere gay, almeno secondo il parere del compagno di stanza.

Il morettino gli fece segno di sedersi davanti a lui e appena questo l’ebbe fatto con un sorriso disse “La solitudine è la dieta dell’anima, Trent

Ah, dimenticavo: Flint Wilson era dannatamente filosofico.

Trovava aforismi per tutto, persino per la colazione a quanto pare.

“Dici che dovrei stare un po’ solo io?” chiese divertito l’altro, toccandosi la pancia e fancendolo ridere.

“Non intendevo offenderti….”

“Oh non l’hai fatto” prese a mangiare  osservandolo curioso mentre l’altro guardava con falsa non chalance qualche tavolo più in là.

Flint era alla Dalton da circa due mesi ed era da poco uscito dal suo involucro di mutismo, quindi Trent non intendeva essere indelicato con lui e chiedergli se per caso fosse gay, onde evitare che quello smettesse di nuovo di parlare.

Ma decisamente lo era.

Poteva scommetterci la pausa pranzo…

Beh, si disse, si possono sempre estrapolare informazioni in modo indiretto, no?

“Flint tu hai la ragazza?”

Il morettino lo guardò curioso prima di rispondere “Uh? No.”

Ok, non aveva dedotto un accidente ma poteva sempre riprovare…

“Nessun tipo di…. Relazione?”

L’altro scosse piano il capo come se avesse capito qualcosa, poi finì il caffè e si alzò “Ci vediamo alle prove!” lo salutò con un sorriso tirato prima di fuggire letteralmente.

Hey Flint aspetta! Non volevo farmi gli affari tuoi e…

Era sparito di nuovo.

Trent si alzò dal tavolo notando che il suo coinquilino si era come al solito Smaterializzato, stavolta dietro ad un paio di ragazzi del primo anno che erano comunque più alti di lui. fece per uscire dalla saletta quando notò sul tavolo che Flint si era dimenticato il libro…

Lo raccolse chiedendosi se lo avrebbe mai beccato prima delle lezioni….

Ma poi la soluzione gli passò davanti.

Hey Jeff!”

Il biondo si voltò sorridendo all’amico “Ciao Trent.”

Il ragazzotto fece un cenno anche a Nick prima di rivolgersi al biondo “Tu frequenti storia con Flint, giusto?”

A quelle parole il biondo smise di pensare del tutto, visto che i pochi neuroni che aveva in testa continuavano ad inciampare tra loro invece che far la sinapsi. Ci pensò Nick a rispondere “Già, alla prima ora…”

“Bene allora potete per favore dargli questo? L’ha dimenticato…. Lo lascerei in camera ma non so…. Magari gli serve”

Il moro lo prese sorridendo “Certo, nessun problema!”

Si salutarono e appena i due uscirono dalla mensa Nick diede il libro a Jeff con enfasi “Vai! È il tuo momento!”

Il biondo arrossì violentemente “Ma…. Non puoi darglielo tu?” chiese mentre passavano per il dormitorio.

“No, a me non piace.”

Si avvicinarono alla classe lentamente mentre Nick sbuffava con tanto entusiasmo da sembrare un vulcano in eruzione. Jeff dal canto suo pareva un condannato a morte, sì uno di quelli ‘Uomo in marcia nel miglio verde’ per intenderci. Camminava a passettini così piccoli che per un attimo Nick si chiese come fosse possibile, visto la spataffia di gambe che si ritrovava. Si aspettava di vederlo sudare sangue, ma purtroppo non avvenne.

“Se ci metti un altro po’ iniziano le vacanze di primavera…

“Ma è novembre…

“Eh appunto….” Nick si portò una mano al viso “Come fai a non riconoscere il sarcasmo? È un problema che va risolto…

“Ora ho altro per la testa” fu la risposta stizzita di Jeff mentre si portava il libro al naso, sfogliando le pagine per carpirne il profumo. Quando notò cosa aveva appena fatto era troppo tardi. Nick lo guardava come se fosse pazzo “Che c’è?” disse provando a recuperare quel poco di dignità ormai andata a puttane “Io annuso sempre le pagine dei libri…. Lo trovo rilassante…

“Oh ti prego! Non ti ho mai visto con un libro in mano in tutta la vita, eccetto quelli di scuola!” si portò una mano al viso “Sei uno di quei ragazzi che annusano la biancheria usata, lo sapevo!”

“Io non ce la faccio Nick…

“Dai non fare così. Alla fine a parte lo shock iniziale è solo feticismo…

No…. Non ce la faccio a parlare a Flint…. È troppo ovvio!”

Nick alzò un sopracciglio “Troppo ovvio se gli restituisci un libro?”Ma il biondo gli diede le spalle percorrendo veloce il dormitorio al contrario “Jeff non puoi scappare quando sei già nella trincea!”

Cameron si avvicinò a Duvall preoccupato, mentre Jeff girava l’angolo in fretta e furia andandosene “Ma che succede? Non si sente bene?”

“Non è mai stato bene in vita sua, mi sa….” Sospirò prima di aggiungere sottovoce, più a se stesso che all’altro “Poteva almeno lasciarmi il libro, così lo restituivo io….”

 

James Kirk non odiava Blaine perché era il cantante solista.

Lo odiava perché tutti lo amavano e lui voleva distinguersi. Letteralmente.

Odiava il fatto che qualsiasi cosa dicesse fosse oro colato per Wes e David in particolare, e anche se Thad faceva il riottoso alla fine pendeva sempre dalle sue labbra….

Odiava il fatto che tutti gli sorridessero come un branco di idioti che non ce la possono fare a capire che è solo un ragazzo come molti altri. Anzi a lui mancava qualcosa: una ventina di centimetri in altezza.

Cosa aveva di tanto speciale alla fine? Una bella voce?

Oh andiamo, quella ce l’avevano praticamente tutti! Nick era un tenore, un tenore rediamoci conto! E Wes? Flint? Oh Flint faceva sognare ad occhi aperti quando prendeva la chitarra classica e si metteva a strimpellare, anche a caso.

Sapeva forse ballare?

Ok, non era un tronco, ma non era paragonabile a Jeff e i suoi passi hip hop oppure ai salti di David.

Era simpatico? La risposta era sempre la stessa….

Non più di chiunque altro.

Quale era quindi il suo segreto? Faceva servizietti a tutti tranne che a lui? Non che ne volesse, per carità, la sua ragazza lo avrebbe linciato….

Forse la sua forza stava in una cosa sola…. Il carisma.

E forse nei capelli.

Insomma, quella sottospecie di barriera architettonica che aveva in testa doveva essere molto ammirata dagli altri, dopotutto era costruita con dovizia mattina dopo mattina, doccia dopo doccia….

Secondo Kirk dovevano esserci circa tre strati di gell, uno di lacca per uniformare, un paio di strati in cemento armato e almeno due passate di stucco nero per pareti. In una struttura di quel tipo anche Hitler sarebbe sopravvissuto al bombardamento degli alleati…..

Ethan Moore, il suo compagno di stanza, non condivideva molto le sue vedute anti-Blaine, ma aveva notato anche lui che quando si parlava di Mr porto-occhiali-rosa-e-nessuno-mi-discrimina Anderson il consiglio smetteva di essere imparziale e iniziava a vomitare cuoricini da ogni orifizio “Non è molto giusto, in effetti”

“No, Ethan. Non lo è affatto…. Dannazione questo sfigato arriva dal nulla e prende tutti gli assoli, tutti lo venerano…. Sai… dovremmo fare qualcosa”Kirk si portò una mano al mento mentre l’altro trascriveva gli appunti di Letteratura Americana, poi lo guardò alzando un sopracciglio.

“Tipo dobbiamo organizzare qualcosa che faccia capire a tutti che Blaine Anderson non è affatto un modello….”

Ethan annuì lentamente “Hai in mente qualcosa?”

“Per ora no” ammise il biondo spostandosi il ciuffo con un gesto veloce dal viso “Però direi che uno dei soliti scherzi da galera, che si organizzano per umiliare qualcuno, sia la retta via…

Moore sgranò gli occhi “Vuoi umiliarlo? Addirittura?!”

Kirk sogghignò “E pesantemente, anche….”

 

Thad aveva un brutto vizio.

Lui non era cattivo, anzi tutti lo trovavano anche più che accettabile (Meglio se ubriaco, ma anche sobrio poteva starci) solo che aveva un bisogno impellente di rompere le palle in qualsiasi momento della giornata.

E per qualsiasi cosa.

Per questo quando trovò Jeff con lo sguardo assente, seduto su una panchina in giardino si sentì in dovere di andare a dirgli di filare a lezione.

Non si era nemmeno posto il problema che potesse star poco bene, o avere una giornata no. Non gliene fregava di meno, doveva rompere i coglioni con la sua solita aria da rispettoso delle regole.

E l’avrebbe fatto, senza alcun rimorso.

Warbler Sterling che ci fai fuori durante l’orario scolastico?”

Il biondino alzò gli occhi su di lui facendosi esattamente la stessa domanda: -Thad perché sei qui? Mi perseguiti per caso? Perché anche tu non vai a lezione e impari a tacere?-

Ma Jeff, essendo di natura bonaria e maledettamente educato, troppo, sorrise appena “Scusami, Thad, ma oggi non sono molto in vena…

“Questa è una scuola…. Se non sei in vena per seguire i corsi che ci stai a fare?”

Ok, non aveva tutti i torti, ma non si poteva sopportare.

Thad tu non ti sei mai sentito diverso? Nel senso…. Ti sei mai accorto di essere diverso da ciò che in realtà pensavi di essere?”

Questa domanda stupì moltissimo il capo del consiglio Harwood, tanto che abbassò il blocco per appunti su cui segnalava le infrazioni e, con placida calma, prese posto accanto al biondo.

Jeff…. È successo qualcosa?”  il biondo scosse il capo, continuando a fissare con insistenza la ghiaia “Sicuro? Qualcosa ti ha turbato o magari qualcuno ti ha dato fastidio?”

“No, davvero…. È una cosa tra io, me e me stesso” disse con un sorrisetto per tranquillizzarlo il più giovane “Solo che mi sto ponendo delle domande e spesso non trovare le risposte è un problema”

“Posso capirlo, sai?” Thad appoggiò una mano al ginocchio del biondo guardandolo attentamente nelle iridi cangianti “Ti posso dare solo un consiglio: non ti tirare mai in dietro. Se senti di dover fare qualcosa, falla. Se pensi che qualcosa possa più danneggiarti che farti del bene, evita…. Ok?” il biondo annuì.

Grazie…

Thad sorrise per un istante, un sorriso sincero.

Poi drizzò quel maledetto block notes alzandosi in piedi e controllandolo “Bene, per stavolta lascio correre…. Ma ora fila a lezione!”

Jeff sorrise di nuovo, alzandosi e salutandolo alzando una mano poi lentamente si incamminò verso la scuola.

Era giusto in tempo per algebra…

 

…. Sì, algebra.

Flint non sopportava quella materia, la trovava fondamentalmente inutile.

Continuava a guardare quell’equazione logaritmica chiedendosi perché mai il risultato non tornasse, anche se, in effetti, il procedimento era giusto.

Lo aveva copiato pari dal libro! Non poteva continuare a sbagliare.

Pensava già di essere spacciato, già la vedeva nitida davanti a se quella F rossa a fine anno….

Ad interrompere questo deflusso di pura disperazione furono un paio di belle mani che appoggiarono davanti a lui, sul banco, il suo libro. Lo guardò da prima sorpreso, chiedendosi come aveva fatto a non notare di averlo perso, poi alzò con calma gli occhi sulla figura che glielo aveva restituito, scontrando i suoi grandi occhioni azzurri con quelli cangianti di Jeff, che arrossì lievemente.

Sperava che Flint non lo avesse notato, ma invece lo notò eccome, arrossendo a sua volta di riflesso.

“L’hai….” il biondino sentiva la gola innaturalmente secca “L’hai lasciato sul tavolo…. Trent mi ha chiesto di portartelo ma…. Non ho fatto la prima ora e….”

Flint gli sorrise, appoggiando il volume di Orwell nel sottobanco “Grazie Jeff, sei stato molto gentile….”

“Di nulla…” fece per allontanarsi ma poi, per la prima volta da quando militava alla Dalton Academy, decise di dar retta ad un consiglio di Thad. E no, non stava impazzendo. O forse si? Non era ben chiaro “Senti, posso?” chiese indicando il post accanto al morettino che un po’ stupito gli fece cenno di sì.

Il biondo si sedette velocemente, urtando anche la sedia e facendo sorridere l’altro che nel mentre ancora cercava di risolvere quella dannata equazione.

No, niente da fare….

Doveva essere sbagliato il risultato del libro….

Osservò con la cosa dell’occhio Jeff mentre, impacciatissimo, prendeva fuori dalla tracolla un quaderno dalla copertina blu e un astuccio nero, pieno di scritte col bianchetto, appoggiandoli poi sul banco.

“Jeff?” chiamò facendolo sussultare “Posso chiederti se per caso hai svolto gli esercizi che ci erano stati assegnati pero oggi?” il biondo annuì “E…. per caso ti sono riusciti?” ancora una volta annuì, aprendo il quaderno sulla pagina giusta. Flint sospirò frustrato, portandosi una mano tra le ciocche corvine.

Jeff intuì il suo disagio così schiarendosi la voce disse “Posso darti una mano? Io ecco…. Sono bravino  in matematica…
“Te ne sai davvero grato….”

Con il cuore che martellava a mille Jeff si avvicinò con la sedia al compagno, appoggiando praticamente la sua spalla a quella dell’altro

Si impegnò a concentrarsi sull’esercizio e miracolosamente ci riuscì. Flint osservò attentamente il viso di Jeff contorcersi in una sorta di smorfia concentrata che poco gli si addiceva, poi prendendo la penna del compagno, appoggiata al banco disse “Ecco…. Hai sbagliato qui…. Gli esponenti sono invertiti…” corresse “Ecco…. Ora è giusta…

“Accidenti sei davvero bravo…” mi morse le labbra “Ti andrebbe di aiutarmi?”

Jeff annuì “Certo, posso correggerle tutte prima che arrivi la Cooper…

“Io intendevo un aiuto più consistente. Ecco….” Si imbarazzava moltissimo e, nonostante si fosse stupito da solo per quanto stava parlando, fu comunque difficilissimo azzardare quella proposta “Ti andrebbe di trovarci qualche pomeriggio per fare esercizi?”

Jeff avvampò, staccandosi da lui, poi lentamente acconsentì a quella richiesta.

Doveva essere una sorta di sogno, o qualcosa di simile….

L’arrivo della Cooper lo salvò dal collasso appena in tempo.

Alcuni posti dietro di lui Nick osservava la scena, seduto accanto a Cameron che però non prestava attenzione, e sogghignando iniziò a prendere appunti mentali su come aiutare Jeff ad uscire da quel blocco fiabesco in cui si era cacciato da solo.

 

Continua….

 

 

 

Nel prossimo capitolo:

Kirk osservava con un sorriso sadico i gavettoni che pulsavano di acqua colorata, reggendone con attenzione uno fra le mani.

“Ethan…Questo è il giorno che tutti ricorderanno come l’umiliazione pubblica di Blaine Anderson…

L’altro ridacchiò appena, prima di guardare critico il compagno di stanza “Ma non pensi che sia un po’…. uhm, esagerato? Questo colorante non se ne andrà mai via dalla camicia…

“Gli piace il rosa, no? E poi l’umilizione deve essere evidenziata nel modo più marcato possibile…

 

 

 

 

 

NdA :

 

Sette recensioni, quattro persone hanno messo la storia tra le preferite, una tra le ricordate e otto tra le seguite e più di cento ottanta letture**

Che dire? Come inizio niente male davvero!!

 

Faccio un paio di precisazioni che mi sono totalmente dimenticata di fare nel primo capitolo!

-      Innanzitutto io con Flint Wilson intendo Brock Baker (per chi non lo conoscesse questo bel tipino qui) perché la storia è nata quando io credevo che fosse lui e non Luke Edgemonde come in realtà sarebbe per davvero! Mea culpa per questo scambio di persone, ma penso di tenerlo così perché alla fine per Brock mi sono affezionata al nome Flint!

-      Luke apparirà ma, per proprietà transitiva, avrà il nome di Nicholas Madison.

-       Per tutti gli amanti del Klaine posso affermare che esso arriverà dal prossimo capitolo in avanti.

Passando ai ringraziamenti veri e proprio grazie mille a coloro che mi hanno recensita, ovvero: Miry, Safelia22, HachikoGiuls, JCriss, ElfoMikey (♥) Nix e Heven Helphas!

 

 

A presto!

Jessika

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Capitolo 3
*** #03 Paint in pink your enemy. ***


bananissima

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

#03 Paint in pink your enemy.

 

 

“Come sta Kurt?”

Blaine alzò gli occhi dal piccolo schermo della tv che aveva in camera e li portò in quelli a mandorla di Wes.

Bene…. Cioè…” si grattò dietro a un orecchio “Le cose nella sua scuola peggiorano sempre di più…. Quel Karofsky lo terrorizza, glielo leggo negli occhi…. E non posso farci nulla da qui…

Wes e David si scambiarono un’occhiata appena captarono nella voce dell’amico una nota frustrata “Perché non gli proponi di venire qui?”

Blaine alzò gli occhi così di scatto da farli sussultare “No.  Non so se i suoi genitori potrebbero mai permettersi la Dalton e, cosa più importante, scappare non aiuta.”

“Si ma…. Potrebbe essere in pericolo”

“David ha ragione” Wes si drizzò a sedere, spegnendo la televisione “Non puoi aspettare di andarlo a trovare in ospedale per proporgli di cambiare scuola…

“L’ho già fatto” Blaine strinse appena i pugni prima di sospirare “Ma non è giusto che lasci la sua vita, i suoi amici a causa di un bullo. Non deve commettere il mio errore”

“Non è la tua guerra, Anderson!” insistette Wes “Se sei suo amico devi aiutarlo a preservasi! Non spingerlo in prima linea!”

“Non lo spingo da nessuna parte!” inveì Blaine, alternandosi a sua volta “Io semplicemente voglio aiutarlo!”

Ragazzi…. Calma…” David si mise in mezzo, appoggiando una mano sulla spalla di entrambi mentre si sedeva in tre loro due “Quel ragazzo non mi sembra scemo, nonostante ho avuto a che vedere con lui solo una volta…. Ma evidentemente tu hai già un certo ascendente su di lui” disse guardando Blaine che distolse lo sguardo “Pensa anche a questo…. Pensa a come ti sei sentito meglio qui, quando sei arrivato. A come era bello girare i corridoi senza sussultare ad ogni minimo rumore o a come fosse gratificante sentirsi accettato…

“Si ma io mi sono pentito di essermene andato così, senza lottare”

Wes assottigliò gli occhi alzandosi in piedi “Bene, per me puoi benissimo tornartene da dove sei venuto…

Blaine si alzò a sua volta “Aspetta Wes, mi sono espresso male io intendevo che…

“Tu non sei pentito, Anderson” lo interruppe l’altro “Tu stai bene qui, sei la star della scuola quando prima venivi spinto contro i muri…. Ti ricordi quando ci siamo conosciuti? Io ti ho detto della Dalton nel momento in cui ti ho aiutato ad uscire dal lago in cui quel tizio ti aveva spinto…. Io ti ho detto che potevi venire qui e tu sei stato ben felice di trovare sicurezza…. Ora non fare l’ipocrita pensando di sfatare questa tua codardia nello spingere Kurt al suicidio. Ti renderebbe pessimo” e detto questo uscì rapidamente dalla stanza sistemandosi il colletto della divisa.

Il ragazzo allora si voltò verso David “Io…. Io non sono così…. Non lo farei mai”

Il ragazzo di colore annuì “Lo so. Solo che avvolte sei così ingenuo che sembra che lo fai apposta…”E detto questo lasciò solo Blaine a rimuginare.

Non per molto almeno.

Il suo cellulare squillò e quando lesse il messaggio di Kurt i suoi occhi si sgranarono fino all’inverosimile.

-Il consiglio di istituto ha revocato la sospensione di Karofsky…. Cosa faccio ora, Blaine? K.-

Forse aveva ragione Wes….

“Vieni qui Kurt…

 

 

Wes arrabbiato non era un bello spettacolo.

Per questo appena Thad vide che era nero di collera repressa avrebbe tanto voluto evaporare o mandare al diavolo i problemi degli altri.

Però si fece coraggio perché infondo il suo compito era importate! Andava fatto quel che andava fatto, senza rimandare…

Wes?” il ragazzo asiatico lo fulminò ma Thad mantenne un’espressione sicura “Senti, non so cosa ti è successo ma sembra che ti abbiamo appena investito la nonna senza portarla dal veterinario prima di restituirtela agonizzate ma…. Uno dei nostri ragazzi non sta bene…

Wes e David lo guardarono “Chi?” chiese poi il secondo, un po’ preoccupato.

“Jeff” si limitò a rispondere Thad “Lui dice di non sentirsi a posto con se stesso…. Secondo me dovresti parlarci tu”

“Io non sono sua madre” sbottò Montgomery “Ne lo psicologo della scuola! Ragazzi davvero…. Oggi non è giornata. Andateci voi” e detto questo lasciò nel corridoio David e Thad, chiudendosi in camera.

“Ma che ha?” domandò a quel punto Harwood.

“Ha litigato con Blaine” rispose l’altro, tranquillo “Mi dicevi di Jeff che…?”

“Oggi non è andato a lezione e quando gli ho chiesto il motivo ha iniziato a parlare in modo strano…. Non so ma mi è parso che avesse una voglia malata di parlarne, ma qualcosa lo ha trattenuto dal farlo"

David ci pensò su per qualche istante “Penso che a quest’ora lui e Nick siano fuori a provare a far esplodere qualcosa….” Thad sgranò gli occhi “Perché non prendi Blaine e lo fai parlare con lui? è molto bravo a risolvere problemi non suoi….” Per questo con Kurt fallisce, pensò solamente senza dirlo ad alta voce.

Ok…. Allora vado” gli diede una pacca sulle spalle “Tu vai li dentro a dire a Wes che la sua principessina non lo odia e che dopo faranno pace…

David ridacchiò mentre lui si allontanava alla volta della stanza di Anderson, situata nel corridoio del terzo anno.

 

L’accademia Dalton era stata collocata all’interno di un bellissimo palazzo di tratto barocco, fedele a quelle belle mason francesi che si vedevano nei documentari,ed ogni ambiente era finemente decorato in stile belle epoque.

Ma la cosa che di certo colpiva maggiormente era il bellissimo giardino interno, curato sino all’inverosimile e con una doppia fila di porticati, uno a livello del terreno e uno al secondo piano della struttura, tutto fatto in bellissimi archi con colonnine di marmo.

Proprio da questo spazio sopraelevato Kirk osservava con un sorriso sadico i gavettoni che pulsavano di acqua colorata, reggendone con attenzione uno fra le mani.

Ethan…. Questo è il giorno che tutti ricorderanno come l’umiliazione pubblica di Blaine Anderson…

L’altro ridacchiò appena, prima di guardare critico il compagno di stanza “Ma non pensi che sia un po’…. uhm, esagerato? Questo colorante non se ne andrà mai via dalla camicia…

“Gli piace il rosa, no? E poi l’umilizione deve essere evidenziata nel modo più marcato possibile…

Moore non era particolarmente convinto di tutto ciò. Non gli stava antipatico Blaine e quindi gli dispiaceva un po’…. Ma poteva dire di no alla persona che copriva le sue fughe notturne per vedersi con chissà quale ragazza di Westernville?

No non poteva.

Stava per avvicinarsi all’amico quando dalle piccole finestrelle della parete vide Blaine camminare dal parcheggio fino alla scuola “Arriva!”

Bene…. Quando passa sotto all’arco gli tiriamo addosso un paio di questi…. E appena si sarà immobilizzato, stravolto, lo finiamo con i rimanenti…

Ethan raccolse un palloncino titubante e con l’amico rimase in attesa, pronto a colpire il povero solista dritto su quei capelli stuccati…

Blaine nel frattempo trotterellava inconsapevole, passando sotto l’arco e mentre stava per entrare nel giardino interno qualcuno lo chiamò, facendolo fermare li sotto.

“Ciao Thad” disse con un sorriso all’amico.

“Dove ti eri cacciato?” domandò il capo del consiglio, affannato “è un’ora che ti cerco! Sono stato in camera tua, in sala prove, in tutti i bagni pensando ti fossi tagliato le vene per aver litigato con quell’altro la…

Blaine ridacchiò “Avevo lasciato il caricabatterie del cellulare in macchina….” Disse alzandolo “Mi cercavi? Come mai?”

“Senti, Jeff Sterling…. Credo abbia qualcosa che non va” Blaine lo ascoltò attento, incrinando appena il capo di lato “E David mi ha detto che magari potresti parlarci tu….”

L’altro annuì “Certo…. Sai dove posso trovarlo?”

“Sì, qui in giardino e…

Thad si interruppe appena la suoneria di Blaine partì assordandolo e stordendolo appena.

Il moro lesse il nome sul display prima di sbrigarsi a rispondere “Kurt?”

-B-Blaine….-

Al ragazzo salì in cuore in gola “Kurt cosa è successo? Perché stai piangendo?”

-Perché ho dovuto farlo…. Io ho dovuto….- lo sentì tirar su col naso prima di schiarirsi la voce, tentando inutilmente di tenerla ferma –Ho detto addio al Glee del McKinley…-

Blaine sgranò gli occhi “Cosa? Come mai?”

-Perché vengo lì, Blaine. Mi trasferisco alla Dalton…-

Puff.

E il cervello di Blaine Anderson implose così come il cuore e lo stomaco.

Non riusciva a capire cosa succedesse, non sapeva se era felice o triste o se quell’agitazione era dovuta al gelato che aveva mangiato prima di uscire dalla sua stanza, e che era dentro al congelatore decisamente da troppo tempo….

-Blaine….?-

“Sì! Scusami…. Ecco io…. Arrivo subito”

-D’accordo, ti aspetto qui a scuola-

Il moro salutò velocemente rimettendo poi il cellulare al sicuro nella tasca dei pantaloni prima di rivolgersi a Thad “Devo scappare, ma ti prometto che appena torno stasera vado diritto da Jeff!”

Ma…. Aspetta!”

Thad sospirò mentre l’altro correva verso la sua macchina, nella direzione opposta a quella in cui avrebbe dovuto recarsi con lui “Come dice il proverbio: se vuoi che una cosa venga fatta bene, falla da solo!” disse a voce alta, deciso a recarsi dal biondo.

Il gatto e la volpe intanto erano ancora in attesa di ricoprire Blaine di palloncini…

“Mi fa male il braccio Kirk” si lamentò Moore, appoggiandosi contro alla colonnina dell’arco e guardando l’amico, che invece teneva fisso lo sguardo verso il basso.

“Ma che diavolo sta facendo li sotto?!”

“Non lo so ma io sono stanco…. Che cavolo ci stiamo a fare qui come due idioti che…

“Eccolo! Vai!”

Come due cretini lanciarono i gavettoni alla prima persona che uscì da lì sotto, convinti si trattasse di Blaine.

E invece no.

Invece era Thad.

Soltanto quello lanciato da Kirk lo colpì, tra l’altro di striscio, su un braccio, ma appena si fermò stranito guardandosi attorno e poi verso l’alto una pioggia di palloncini lo colpirono in faccia, sul petto e sulle spalle, riempiendolo di tintura rosa e bagnandolo da capo a piedi.

“Preso!” urlò Kirk prima di correre alle scale con Ethan al seguito per raggiungere la loro ‘vittima’ in cortile. Il biondone esplose a ridere mentre Nick e Jeff li raggiungevano, con gli occhi sgranati “Avete visto?!” rise di gusto mentre si avvicinava alla figura, chinata in avanti nel vano tentativo di levare il colorante dagli occhi e non perdere così l’uso della vita. Solo Moore notò che qualcosa non quadrava. Da quanto Blaine era così alto? E così magrolino? E poi…. Nonostante il colore rosa quei capelli sembravano troppo poco scuri…

Lentamente realizzò.

Prese per la giacca Kirk, tremolante “Andiamo via” disse con voce strozzata, ma quello non avevando ancora capito chi aveva colpito si strattono dalla presa e andò a chinarsi davanti al ‘omino rosa’.

“Allora, sfigato…. Come ci si sente a non essere più la star? Ad essere umiliato?”

“Ma è pazzo” disse senza fiato Jeff mentre Nick si parava dietro di lui con un ghigno, pronto a vedere Harwook esplodere.

Non dovette aspettare molto per godersi un tale spettacolo.

Thad si alzò di nuovo in tutta la sua altezza e immediatamente Kirk sbiancò fino a diventare del colore di una bella mozzarellina.

Guardò Kirk assottigliando gli occhi per metterlo bene a fuoco e poi spostò lo sguardo su Ethan.

Il silenzio era così pesante che Jeff poteva giurare di sentire le bestemmie che Kirk stava sbraitando dentro alla sua testa, insieme ai piani suicidi che stava escogitando Ethan nella sua...

“James Kirk e Ethan Moore…. Voi due…Thad si portò i capelli indietro, con la mano che tremava per la rabbia repressa “Siete in punizione…. Anzi, siete morti!!! Ma che cazzo fate?!?! Siete impazziti?!”

“A mia discolpa” disse Kirk “Era solo uno scherzo innocente e tu… non eri previsto…

Thad assottigliò ancora di più gli occhi, cattivo “Sai una cosa?! Tante sono le cose che non avevi previsto….”

 

Trent scoppiò a ridere ancora più forte, tanto che per poco rischiò di veder uscire la cocacola che stava bevendo dal naso.

Nick si appoggiò al ripiano della scrivania mentre Jeff, steso sul letto dell’amico osservava davvero incuriosito la parte della stanza di Flint.

Era così pulita e ordinata da fargli impressione, mentre invece quella di Trent era piena zeppa di carte e cartine di dolci e merendine varie.

Non che lui e Nick fossero ordinati.

La pila dei vestiti sporchi che avevano accanto alla doccia parlava da se, ma prima si era appoggiato al cuscino ed era rimasto appiccicato ad un marshmallow.

“E poi…” continuò Nick tra una risata e l’altra “Thad era tutto rosa! Si è fatto tre docce ma ancora deve levare tutto il colorante! Sembra che sia stato avvelenato col monossido di carbonio!” gli lacrimavano gli occhi a forza di ridere “Ha costretto Kirk a smacchiargli la camicia dicendo che se non tornava bianca l’avrebbe tinta col rosso del suo sangue!”

“Non mi perdonerò mai di essermi perso questa scena” disse Trent portandosi una mano alla pancia, ormai gli dolevano le costole a forza di ridere “Ma Flint aveva bisogno di una mano in algebra…. E quindi ho passato il pomeriggio con lui. Cheppalle…

A quelle parole Jeff sentì lo stomaco sprofondargli.

“Ma dai, sembra simpatico”

Trent sospirò “Sì lo è! Ma dice una parola ogni due ore e poi non so…. Non mi dice niente di lui, parliamo sempre di cazzate…. È avvilente”

Nick alzò le spalle prima di spostare gli occhi in quelli cangianti del biondino e notare subito che qualcosa non andava. Gli lanciò un’occhiata significativa ma quell’altro non gli rispose, limitandosi a fissarsi le mani.

Allora Nick ricordò.

Le ripetizioni di matematica Flint le aveva chieste a Jeff.

Cosa centrava Trent in tutto questo?

Stava cercando ancora qualcosa da dire ma il cellulare del biondo prese a squillare e quello rispose “Si?.... ciao…. Ah, sì ok…. Vengo io da te?.... ok arrivo. Ciao” riattaccò guardando confuso il cellulare “Blaine…” disse rispondendo così allo sguardo interrogativo di Nick “Dice che deve parlarmi” si infilò la giacca della divisa “Ci vediamo dopo” e uscì.

Trent e Nick si guardarono e poi il primo disse “In questa scuola sono quasi tutti omosessuali…

Nick lo guardò trucemente “e allora?” chiese forse un po’ aggressivo.

Quello subito capì male “Scusa! Non volevo offenderti, non lo sapevo e…

“No, io non sono gay!” Nick si portò una mano al viso “Ma…. Blaine lo è” gli chiarì, senza fare però il nome di Jeff “e mi urta che tu ne parli male”

“Ma non ne parlo male! A me non disturba, anzi, lo sai che voglio molto bene a Blaine…. Però è strano…. Insomma…. È come se ci fosse un’aria molto gay certe volte….”

Nick si grattò il mento “A me non sembra”

“Perché hai un compagno di stanza indubbiamente etero” disse Trent alzandosi mentre Nick nascondeva un sorrisetto. Certo, proprio lui “Flint invece….”

A quelle parole Nick si drizzò sulla sedia “Flint cosa?” chiese incuriosito ma non eccessivamente.

Non ce l’aveva con i gay, anzi…. Ma non voleva passare per uno  di loro.

“Beh secondo me è del partito di Blaine…. Insomma….”

“Ma solo perché ha dei modi un po’ raffinati o hai le prove?” domandò Duvall cercando di sembrare disinteressato. In realtà stava facendo dello spionaggio industriale per conto di Jeff.

“Svicola il discorso e poi…. Non so solo a me sembra così ovvio?”

Nick annuì “Beh…. Se scopri qualcosa fammi sapere. Io vedo a buttarmi sotto la doccia prima di cena!”

“Ok, io ti dico di Flint ma tu dimmi se Blaine ora sta facendo la proposta a Jeff!”

Nick annuì ridendo prima di andare verso la sua camera soddisfatto.

Non parlando mai con Flint non aveva mai pensato che anche il ragazzino potesse essere gay ma pensandoci davvero bene, aveva ragione Trent.

Era così ovvio….

 

Jeff si trovò a fissare un po’ titubante la porta della camera di Blaine, molto combattuto tra il bussare e il darsela pesantemente a gambe.

Alla fine si fece coraggio bussando alla porta.

Immediatamente, manco lo aspettasse subito li dietro Blaine aprì con il solito sorriso scintillante “Prego accomodati” disse al ragazzo facendogli spazio.

‘Ora si che ragioniamo’ pensò Jeff guardandosi attorno.

Era decisamente un ragazzo ordinato, Blaine, e la stanza profumava di pulito.

Non era mai entrato nella stanza di Anderson ma doveva ammettere che pareva parecchio più grande della sua. Forse perché il ragazzo aveva unito i due lettini insieme formandone uno solo matrimoniale.

E la cosa lo mise un po’ a disagio.

Molto.

Iniziò a sudare freddo.

Si era scoperto omosessuale da troppo poco e in quel momento temeva che Blaine si sarebbe avvicinato a lui sussurrandogli con fare sensuale che era il ragazzo perfetto per lui. Si immaginò per un istante il moro prenderlo per il mento e baciarlo fino a spingerlo sul letto e iniziare a toccarlo…

Ok, non era male come visione, quindi era decisamente gay.

Ma lui voleva Flint!

“Jeff lascia che ti spieghi perché ti ho chiamato….”

“Ma io non sono ancora pronto!”

Blaine lo guardò spiazzato mentre il biondino arrossiva, spostandosi il più lontano possibile dal letto, fino ad affiancarsi al comò dove stava la televisione “Ma…. io volevo solo chiederti se ti andava di parlare con me di quello di cui hai parlato oggi con Thad” disse stranito.

Jeff sospirò sollevato, dandosi dell’idiota.

Era così logico che non ci aveva manco pensato.

Sentiva le orecchie incandescenti, così come le guance e….

Lasciamo perdere.

Ma…. Pronto a far cosa?” domandò poi Blaine, senza capire.

Jeff decise di riportare velocemente la conversazione sul binario giusto “Non volevi parlare di quello che ho detto a Thad?” si morse la lingua.

No, pensandoci era una pessima idea parlare anche di quello.

Blaine si sedette sul letto “Posso fare qualcosa per metterti a tuo agio?” chiese senza sapere esattamente cosa fare.

Non era da Jeff fare così.

Da quando lo conosceva avevano sempre riso e scherzato apertamente, senza problemi…. Ma in quel momento gli sembrava così chiuso verso di lui da non capire.

Jeff invece stava combattendo una sorta di guerra verso se stesso.

Poteva fare due cose, fondamentalmente: dirlo a Blaine e levarsi così un pensiero, ricevendo anche qualche consiglio o inventare la prima scusa, anche poco plausibile.

Blaine intanto credeva a tutto.

Per cominciare andò a sedersi vicino – ma non troppo- a lui, poi torturandosi le mani disse “Tu come ti sei accorto di essere…. Uhm, quello che sei?”

In un certo senso poteva considerarsi una confessione, no?

Per tutti, tranne che per Blaine Anderson, perché non ci arrivò “E questo cosa centra con te?”

Jeff prese in esame una terza ipotesi: prendere a testate la parete fino alla morte.

Oppure sostituire la sua testa a quella di Blaine e aprirgliela, per vedere cosa contenesse.

Di certo non un cervello.

“E poi quello tonto sono io” disse il biondino portandosi una mano al viso “Senti Blaine…. Io sto vivendo una crisi esistenziale come quella che penso abbia vissuto anche tu…. Ora mi capisci? Se no passami una lavagnetta e ti faccio un disegnino….”

“Ma Jeff cosa…” poi si fermò,  i suoi occhi si allargarono lentamente e la consapevolezza finalmente si fece strada “Oh…. Jeff, scusami sono un’idiota!”

“Nessuno è perfetto…

Blaine rimase in silenzio pensando seriamente a cosa dire. Fino a ieri non conosceva praticamente nessun omosessuale, e poi dal nulla si trovava per le mano non uno, bensì due neo-gay…

Doveva ammettere che era strano.

Non sapeva nemmeno se Kurt era gay da poco, non sembrava, ma Jeff era decisamente confuso.

Sai…. Io me ne sono accorto gradualmente…” ammise il moro “Non c’è stato un momento preciso in cui o detto ‘! Sono gay!’ dal nulla…. Non funziona così”

“Per me si”

Ah…

Jeff era gay e stava sfatando tutte le sue idee in materia.

Bene.

“E come…

“Uno dei ragazzi” rispose velocemente Jeff, sentendo la faccia bruciargli per l’imbarazzo. Non sapeva come spiegarselo, ma stava davvero confessando tutto a Blaine “Mi sono accorto che mi piace davvero tanto. Ma…. Non so, anzi non credo sia gay…

Blaine sospirò sollevato, escludendosi “Su questo è difficile darti un parere…. Potresti chiederglielo ma così ti scopriresti e qualcosa mi dice che tu vuoi rimanere ancora un po’ nell’ombra”

“Oh si!” Jeff si aggrappò alla giacca dell’altro “Non dirlo a nessuno, ti prego. Non sono pronto a fare coming out”

Blaine si passò una mano sulle labbra, come a chiudere una cerniera lampo, poi sorrise all’amico “Il tuo segreto è al sicuro…. So cosa si prova ma ricordati: per star bene con te stesso devi essere ciò che sei apertamente…

“Lo so ma…. Non so bene cosa sono…. Preferisco rimanere nell’ambiguità che proclamarmi gay”

Blaine sorrise ancora “Dimmi un po’…. è Nick vero?”

C-cos…. No! Blaine no ti prego! È come se fosse mio fratello” Jeff scosse il capo allontando quel pensiero “Preferisco tacere su questo particolare”

“Ok, va bene…. Ora sarà meglio che tu vada a sistemarti per la cena….”

Il biondo si alzò “Blaine grazie per…. Si insomma…. Mi sono un po’ sfogato. Tenerlo solo per me e Nick era…. Un peso”

Blaine sorrise abbracciandolo brevemente e poi lo accompagnò alla porta “Quando vuoi parlare, bussa”

Jeff rispose al sorriso prima di allontanarsi a grandi passi, fischiettando.

Blaine fece per chiudere la porta ma qualcuno si mise in mezzo “Allora?”

Uhn niente di che, dice che è stanco per via dei corsi e cose così…. Senti ma perché sei rosa, Thad?”

“Taci, tu sei basso”

Blaine alzò un sopracciglio “E che centra?”

“La mia situazione è reversibile. La tua no”

 

Kurt Hummel non è una persona facilmente impressionabile.

Vive immerso in riviste di bellissime dimore, castelli e casali europei, ville sull’oceano della Florida e splendide baite nel Vermon.

Ma la Dalton lo aveva lasciato senza parole dalla prima volta che era entrato, tanto da farlo perdere in elucubrazioni in cui lui indossava camice di pizzo e nappe e facendolo così distrarre dalla sua missione di spiare la concorrenza.

Ma ora quella concorrenza sarebbe diventata la sua realtà quotidiana, e non sapeva se esserne felice o meno. Gli mancavano già tutti, prima fra tutti Mercedes, e il suo neo fratello Finn che non gli rivolgeva nemmeno la parola.

Sapeva che anche se capivano, i suoi amici non avrebbero mai accettato quell’allontanamento.

Ma non poteva vivere nella paura costante!

Non potevano capirlo…

Blaine invece sembrava un angelo caduto dal cielo pronto a proteggerlo. Lui lo capiva veramente, e Kurt si stava aiuto convincendo che sì, Blaine fosse la perfezione personificata.

Non vedeva in lui la benché  minima macchia: era bello, intelligente, un ottimo cantante…. Era tutto quello che lui si aspettava dal suo ragazzo insomma. Peccato che questa sua decisione di far di Blaine la sua prima vera storia non fosse condivisa dal morettino per il semplice fatto che ancora non lo sapeva.

Kurt si sistemò la tracolla sulle spalle prima di prendere con decisione la sua trolley di Vouitton e entrare deciso nella scuola, salutando con un gesto della mano suo padre, ancora in macchina.

Camminò sotto l’arcata principale, oltrepassando il grande giardino interno e ritrovandosi così nell’ingresso dell’istituto.

Quando vide Wes venirgli incontro cordiale si sentì un po’ deluso: si aspettava un benvenuto regale da Blaine.

“Ciao Kurt” disse il ragazzo asiatico porgendogli la mano, che subito venne strinta “Benvenuto fra noi, è un piacere averti qui….”

“Grazie mille” rispose lui un po’ titubante guardandosi attorno, come per verificare che Blaine non uscisse da un armadio delle scope, o dal sottoscale. Ma nulla.

Wes, che ci vedeva lungo, gli appoggiò una mano sulla spalla sorridendo “Blaine ora è a lezione, e ti raggiungerà appena terminato” Kurt arrossì notevolmente, altra cosa che non sfuggì al ragazzo, che però sorvolò per non metterlo ulteriormente in imbarazzo e con un cenno della mano gli indicò il corridoio “Se ora vuoi seguirmi ti indicherò personalmente la tua stanza….

Kurt lo seguì su per le scale, ringraziando l’altro per l’accortezza che aveva avuto prendendo personalmente la sua valigia.

Quando arrivarono al corridoio del terzo anno però il ragazzo non si fermò, continuando a salire e lasciando visibilmente stranito Kurt.

Wes perché il piano del quarto anno?” chiese di punto in bianco Hummel “Deve esserci un errore, io frequento..”

“Si lo so” rispose l’altro sorridente “Solo che al momento non ci sono stanze libere al terzo anno, eccetto quella di Blaine…” Kurt sgranò gli occhi “Uno dei membri del consiglio trovava sconveniente che due ragazzi omosessuali dividessero la stanza così si è offerto lui stesso di ospitarti” aprì una porta, appoggiando poi la valigia accanto a un lettino “Questa è la stanza che dividerai con il capo consiglio Thad Harwood

Kurt annuì appena, non sapendo se esserne o meno felice. Insomma, dividere la stanza con Blaine era decisamente prematuro…. Ma sarebbe allo stesso tempo stato parecchio interessante… “Grazie Wes…

“Di nulla, ora ti lascio a disfare i bagagli. Lì ci sono due o tre cambi di divisa” disse indicando l’armadio “Prima di scendere a pranzo ti prego di cambiarti e indossarla. Per oggi puoi saltare le lezioni, per ambientarti, ma da domani dovrai serguirle tutte salvo problemi. Sarà dura all’inizio ma credo che ti troverai bene…. Se sei interessato ad entrare nei Warblers nessun problema: le prove sono domani pomeriggio alle cinque. Chiederò a Blaine di farti avere gli orari delle sue lezioni così potrete seguirle assieme. Per qualsiasi problema vieni da me, David o Thad

Kurt cercò di immagazzinare quella mole di informazioni poi sorrise ringraziandolo ancora. Wes lo lasciò solo e il ragazzo andò subito alla finestra, aprendo gli scuri e guardando fuori un gruppo di ragazzi del primo anno con le tute che correvano durante l’ora di educazione fisica.

Sarebbe stata dura, come aveva preannunciato prima Blaine e poi Wes, ma lui ce l’avrebbe fatta. Se avesse avuto sempre al suoi fianco il solista dei Warblers tutto sarebbe andato bene.

Ne era certo.

 

 

NdA :

 

La storia è entrata nel pieno dell’azione! Al momento quale è il personaggio che maggiormente vi piace?

Vi chiederei anche quello che meno vi piace ma credo che Kirt vincerebbe con poco ahaha!

Grazie mille a chi ma recensito, ovvero: Miry, Safelia22, Nix, LuckyLu, JCriss, HachikoGiuls e FridaKahlo!

Grazie anche a chi ha aggiunto la stora alle preferite e alle seguite! Al prossimo capitolo!

 

A presto!

Jessika

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Capitolo 4
*** #04 Kurt Hummel…. Who? ***


bananissima

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

 

#04 Kurt Hummel…. Who?

 

 

Kurt si stava ambientando benissimo alla Dalton.

Ovunque guardasse vedeva sorrisi e persone ben disposte nei suoi confronti. Grossa novità.

Camminare per i corridoi senza guardarsi costantemente alle spalle e sfoggiare nel contempo una divisa che pareva disegnata per fargli risaltare i tratti gentili del suo viso era un vero miraggio.

Anche il suo compagno di camera non gli dispiaceva….

Avrebbe preferito Blaine, imbarazzo a parte, ma anche Thad non era male, nonostante ogni tanto avesse dei comportamenti un po’, come definirli….

Da pazzo.

Senza contare che quando era entrato in stanza la prima volta dopo il trasferimento di Kurt era tutto rosa. Sembrava che l’avessero evidenziato in rosa shocking.

Se togliamo le litigate nel sonno con chissà chi (Kurt aveva distintamente sentito un paio di nomi che però non gli dicevano nulla tra i delirii onirici di Thad, ma poi era apparso anche quello di Blaine poco prima dell’alba) Kurt trovava il capo consiglio Harwood una persona piacevole.

Alla fine erano piuttosto simili nel complesso.

Sembravano entrambi fissati con l’igiene e la pulizia della stanza e, cosa più importante, entrambi avevano la sveglia naturale alle sei e trenta del mattino: Kurt per iniziare la tanto amata ‘fase risveglio’ che consisteva nell’applicazione di sei tipi diversi di crema per il viso, mentre invece Thad andava a correre tutte le mattine insieme a Wes, David e Blaine.

Quando Kurt aveva aperto la porta ai ragazzi si era pesantemente vergognato di trovarsi davanti Blaine mentre indossava ancora il pigiama, per quanto potesse vergognarsi di un pigiama di seta argento firmato da Victoria Secret (for men). Poi i suoi occhi erano caduti sui pantaloncini di Blaine e tutto aveva perso di significato per lui….

Non ricordava nemmeno l’ordine delle creme.

Tornando alla sua integrazione alla Dalton, doveva ammettere che la scuola valeva tutti i soldi che era costata ai suoi: i pasti erano ottimi, la pulizia delle stanze puntuale ogni giorno durante le lezioni, i professori molto qualificati e quel posto era a dir poco magico.

E poi c’era Blaine! Lo vedeva ogni giorno, tutti i giorni.

Un sogno.

Ma, già il primo pomeriggio, iniziarono le prime note dolenti…

Dopotutto nulla è perfetto no?

La prima cosa a demoralizzarlo era stata la pila di compiti di recupero e libri che Blaine gli aveva portato (faticando non poco) prima di pranzo. Per un attimo Kurt pensò seriamente di scappare in Nicaragua dove di certo gli avrebbero dato asilo politico dopo aver visto che doveva studiare il greco antico.

Il greco!

Cosa diavolo centrava con la sua lingua con il greco che parlavano un botto di tempo prima?!

E poi la bastonata finale verso sera, quando si era presentato ai Warblers.

All’inizio sembrava tutto perfetto (se togliamo il fatto che avrebbe fatto il warbler-sitter senza nessun motivo davvero logico), ma quando si era accorto di non aver voce in capitolo su nulla si era abbattuto.

Come potevano aver detto di no alla sua proposta di fare ‘Rio’ dei Duran Duran?

Volevano perdere per caso?!

“Beh è il Consiglio che sceglie le canzone” gli aveva detto David con un sorriso che, per quanto cordiale, non aveva affatto fatto piacere a Kurt.

“Ma apprezziamo il tuo entusiasmo, Kurt” aveva poi aggiunto Wes “Sarà sicuramente utile quando sarai tu a sedere dietro questa scrivania…. Ora proporrei che tutta la scaletta per le Locali sia cantata in ottave e abbiamo già un paio di idee per le canzoni”

Thad fece cenno a Kurt di accomodarsi e subito il ragazzo prese la gabbia contenente il canarino di nome Pavarotti, per poi appoggiarla sul tavolino e sedersi sul divano tra altri due ragazzi, vergognoso.

Quello che Wes gli aveva detto in modo carino lui lo aveva tradotto con un ‘non decidi tu quindi smettila di metterti in mostra’. Chiunque non conoscesse Wes l’avrebbe intesa così, come dargli torto. E questo Blaine lo capì al volo guardandolo mentre se ne stava zitto con lo sguardo fisso a terra per tutto il resto della riunione.

Mentre il solista lanciava occhiatine a Kurt lo stesso faceva un altro ragazzo.

Flint non capiva come mai Jeff ora gli negasse anche il saluto, visto che appena lo avvistava abbassava gli occhi scappando. Solo che non era bravo a sparire quanto lui e quindi faceva figuracce dal mattino alla sera.

“Prima di chiudere questa riunione ci tengo a dare il bentornato al Warbler Madison, che è appena tornato dal suo stage in Inghilterra” disse Thad mentre Nicholas alzava un mano, arrossendo appena.

Tutti applaudirono mentre Cameron iniziava a parlargli nell’orecchio raccontandogli chissà cosa.

“Domani si terranno come ogni martedì le prove…. Ora potete andare” Wes sorrise, sistemando i fogli e il suo martelletto nel cassetto della scrivania mentre Kurt associava quell’immagine a quella di un giudice di pace che ha appena confermato un divorzio.

Prese Pavarotti e decise di correre in camera subito, ancora rosso a causa della pessima figura fatta, e mentre usciva Blaine provò a rincorrerlo, ma subito venne fermato da David che dopo aver scambiato un’occhiata con Wes disse “Vogliamo parlarti di una cosa…. Hai tempo un paio di secondi?”

Kurt stava giusto uscendo dalla porta quando un ragazzo corpulento gli porse la mano con un sorriso “Trent Nelson. Benvenuto fra noi!”

“Kurt Hummel” disse stringendogli la mano “Grazie mille per il benvenuto…. Senti…. Mi sapresti dire dove si trova la biblioteca? Ho una marea di cose da studiare e non so da dove iniziare…

“Si certo non c’è problema!”

Jeff osservava il nuovo arrivato davvero interessato.

La scuola non parlava d’altro se non del trasferimento di questo ragazzo così speciale, almeno a detta di Thad che aveva spiattellato la sua storia a grandi linee a Nick.

Bullismo scolastico.

Perché è omosessuale.

Sapeva solo questo, il biondino, ma gli bastava per sentire un nodo allo stomaco.

Non sapeva perché anche lui aveva così tanta paura…. Dopotutto alla Dalton Academy non c’erano mai stati episodi di bullismo, e Blaine non ne aveva mai subiti….

Però il vedere che c’era chi era costretto a scappare a causa di quello che lui considerava un bel problema, lo abbatteva e non poco…

Hey Jeff…

Il biondo sussultò voltandosi verso Flint “Ehm…. Ciao…. Ecco io dovrei…” fece per darsela a gambe in un modo che manco Speedy Gonzales sarebbe riuscito, ma Flint lo trattenne per la manica della divisa.

“Hai ancora voglia di darmi ripetizioni di matematica?” chiese spiazzandolo. Non l’aveva già aiutato Trent?! Senza nemmeno pensarci Jeff si ritrovò ad annuire “Allora domani pomeriggio ci troviamo in biblioteca alle tre, se non è un problema”

O-ok…

Flint si limitò a sorridere, prima di incamminarsi con calma per il corridoio lasciandolo lì un po’ sconvolto, almeno fino a che il suo viso si aprì in un sorriso.

Sentiva il cuore battergli così forte che sentiva quel rumore martellante forte, dentro alle orecchie….

Poi rosso in viso si incamminò verso la sua stanza, con la faccia di uno che stava camminando a due metri dal pavimento…

 

“Com’è che si chiama?”

“Kurt Hummel

“Kurt Hummel chi?”

“Il nuovo ragazzo! Ma dov’eri quando il consiglio l’ha presentato?”

“Qualcuno mi passi le lattine di Redbull che inizio a preparare la Vodka per tutti!”

“Jeff passami le patatine!”

Il bussare alla porta diffuse per la stanza un silenzio spaventato.

Nick si alzò lentamente lanciando un’occhiata al coinquilino e poi a tutti gli altri, prima di andare ad aprire.

Da accordo le feste si potevano tenere solamente il venerdì, il sabato e la domenica. Durante la settimana erano tassativamente vietate e nel caso in cui uno dei professori si fosse imbattuto in una di esse…. Meglio non pensarci.

Dovevano quindi stare attenti, anche a Thad.

Il ragazzo tirò però un sospiro di sollievo quando vide che era solo Blaine, che però con se aveva…

“Perché l’hai portato qui?” chiese Nick sgranando gli occhi “E se Thad se ne accorge?!”

Il solista sorrise rassicurante “Ci ho pensato, per questo ho detto a Thad che aiuterò Kurt a mettersi avanti con gli studi…. Quando tornerà in camera sarà già addormentato da un pezzo…. Wes e David?”

“Stasera non vengono” disse Jeff stiracchiandosi, steso a pancia in giù su suo letto “A me hanno detto che hanno da studiare un sacco per un test della Harper…. Non ci sono nemmeno gli altri dell’ultimo anno”

Blaine si guardò attorno notando solo in quel momento la mancanza di Kirk e di Ethan “La cosa non mi disturba affatto” commentò con una punta di ironia andandosi a sedere proprio accanto alla carcassa mezza addormentata del biondo e salutando Flint, seduto sulla soffice moquette fra i due lettini. Solo allora notò che Kurt era rimasto fermo nell’ingresso, vicino al bagno, imbarazzato “Fai pure come se fossi a casa tua” disse sorridendo.

Nick gli porse un bicchiere “Scusa, io e Jeff non siamo molto ospitali…. Prego serviti pure”

Ecco….” Kurt arrossì di più “Non ci sarebbe qualcosa di non alcolico?”

Jeff alzò un braccio “Sulla scrivania ci sono delle diet coke, serviti pure!”

Il nuovo arrivato di certo non se lo face ripetere, prendendo tra le mani una lattina e sedendosi sul letto di fronte a Blaine con un sorrisetto “Dovresti scioglierti un po’” disse un ragazzo veramente alto, seduto alla sedia della scrivania “Noi siamo tutti così alla mano”

“Questa è la creme della creme dei Warblers” gli disse Nick appoggiandogli gentile una mano sulla spalla mentre si sedeva accanto a lui guardando negli occhi Jeff come per esortarlo a tirarsi su.

Ma sembrava in procinto di addormentarsi.

Dalla terrazza entrarono un altro paio di ragazzi e Blaine iniziò le presentazioni ufficiali, schiarendosi la voce “Il padrone di casa che ci ha accolti è Nick” il ragazzo alzò il bicchiere ricolmo di vodka prima di passarne uno anche a Blaine che prese un piccolo sorso prima di proseguire dando una sonora pacca sul sedere del biondo, che aprì gli occhi di soprassalto alzandosi appena “Questo bradipo è Jeff, l’altro abitante di questo pertugio puzzolente che si ostinano a chiamare camera”

“Colpa vostra che vi siete tolti le scarpe” disse velocemente Duvall mentre Jeff tornava a stendersi, scambiando uno sguardo con Flint che si sorrise appena “A noi non puzzano i piedi di gorgonzola”

Tutti ridacchiarono poi Blaine indicò il ragazzo alto seduto alla scrivania “Lui è Nicholas, ultimo anno…. Che ci fai qui?”

“Sono tornato ieri dallo stage, sono esonerato dai test per due settimane” disse con un sorrisetto facendo alzare un coro di ‘buh’,

“Lui è Cameron” disse indicando un ragazzo che sorrise luminoso “E parla così tanto che arriverà a stordirti”

“Non è vero! Io non parlo molto!” fu la difesa del giovane “Sì insomma…. Di tanto in tanto mi piace perdermi in un paio di chiacchere tra amici, sai no? Quando si ci scambia opinioni su diverse cose. Che poi non so perché si dice cose, infondo sono pensieri, non è che io ti do qualcosa di materiale e tu ricambi, no?”

“Signore zittitelo!” disse Trent spingendolo “Noi ci conosciamo già” aggiunse poi prima che Blaine potesse presentare anche lui, poi il ragazzotto corpulento prese un paio di biscotti da una busta sul comodino, prima di indicare Flint “E questo soprammobile vivente è Flint, lui non parla molto, ma pensa anche troppo”

Wilson alzò gli occhi in quelli di Trent guardandolo con rimprovero prima di sorridere a Kurt e stringersi le ginocchia al petto.

“Perché sei seduto in terra?” gli chiese Blaine spostandosi verso i piedi del letto “Vieni qui no? Jeff può anche mettersi si lato per dormire!” aggiunse poi dandogli un’altra pacca, stavolta sulla schiena.

“Basta Blaine!” mugugnò l’altro con voce impastata cercando di metterlo a fuoco “Non mi devi maltrattare, uffa…

Altre risate generali “Nessuno ti maltratta, cane” disse Nick lanciandogli una pantofola in testa “Stai anche troppo bene al mondo”

Flint, che intanto aveva preso posto accanto a Blaine sul letto, sospirò.

La sua posizione tattica per guardare Jeff e non essere visto era saltata a causa del solista degli Warblers.

Cameron prese posto accanto a Hummel iniziando a raccontargli cose  senza senso riguardo il suo cane che si mordeva la cosa e cose affini….

“Ma voi cosa fate qui, la sera?” domandò a quel punto Kurt, cercando di coinvolgere anche altri nella conversazione.

Parliamo…. Di solito guardiamo la televisione ma stasera Blaine non ci ha dato la camera” disse Nick bevendo quello che pareva essere il terzo bicchiere di vodka.

Il terzo da quando Kurt era entrato.

Blaine, sentendosi tirato in caso alzò un sopracciglio “Non me l’avete mica chiesto, e poi perché anche voi non prendete una televisione? L’abbiamo tutti quanti eccetto voi due!”

“Si è fulminata” fu la risposta di Jeff, che parve arrivare dall’oltretomba. Tutti si voltarono a guardarlo, steso sempre a pancia sotto con il capo fra le mani.

Solo quando l’una era già passata da un po’ e il biondo era ormai nel mondo dei sogni, con qualcun altro pronto a raggiungerlo, tutti decisero di ritirarsi a letto. Nick si diresse in bagno sbandando appena mentre Blaine si stiracchiava, aiutando Trent a buttare via i bicchierini usati e nascondere le prove, ovvero le bottiglie, sotto un asse, sotto alla moquette.

“Che posto tattico” commentò Kurt mentre gli occhi iniziavano a chiudersi anche lui.

Blaine annuì con un sorrisone, non pareva affatto stanco anche se la palpebra pesante un po’ lo tradiva “Eh sì, questi due sono come Cip e Cop: organizzatissimi. Mi dai una mano?” chiese poi indicando il biondo.

Kurt si avvicinò senza capire e vide Blaine levare le scarpe e Jeff poi portargli le mano sotto alla pancia “Sollevi le coperte? Così lo copriamo…. La notte spengono i termi quindi avrà freddo sopra…

 Kurt annuì eseguendo mentre Cameron sollevava le coperte a Nick, che tornò in stanza con la maglietta al contrario segno che aveva bevuto un po’ troppo.

Blaine nel frattempo aveva appena finito di sistemare il biondo, e poi aver salutato tutti (Compreso Trent che stava cercando di convincere Nick che quella era la sua stanza e non quella di un Umpaumpa come sosteneva lui) uscirono.

Kurt avvampò appena sentì la mano di Blaine afferrare la sua “Blaine ma….”

Shht” l’altro lo interruppe portandosi un dito alle labbra.

Se li beccavano erano guai e Kurt doveva arrivare addirittura al piano superiore…

Quando arrivarono davanti alla stanza che il giovane divideva con Harwood Blaine gli lasciò la mano, che Kurt subito di asciugò nella giacca della divisa.

Non sapeva se aveva sudato lui oppure Blaine, ma uno dei due di certo…. E un sacco.

“A domani” gli disse il moro avviandosi alla scale, ma Kurt lo fermò.

Blaine aspetta” aspetta cosa? Bravo Kurt che fermi la gente senza una reale motivazione! Mentre lui si dava dello scemo da solo intanto Blaine lo guardava in attesa. Decise a quel punto di sparare la prima cosa che gli venne in mente “Sono simpatici…. Gli altri Warblers…

“E stasera mancavano Wes e David” sottolineò sorridendo Anderson “Andrà meglio, presto ti godrai una festa vera e propria…. Dormi bene”

“Anche tu”

Kurt lo guardò allontanarsi giù per le scale e sparire, ma non prima di dedicargli un’ultima occhiata e il solito sorriso che mozzavano il fiato ad Hummel.

Il giovane si portò una mano al petto, sentendo sul sui viso un sorrisino ebete incipiente, poi entrò in camera trovando, come da previsione, Thad già addormentato con tanto di mascherina sugli occhi.

 

Il mattino successivo per Kurt fu davvero dura alzarsi.

Il suo orologio biologico si era evidentemente rotto perché Thad e gli altri erano già usciti a correre e lui si era svegliato che erano quasi le sette.

Un’importantissima mezzora era andata.

Si buttò sotto la doccia alla velocità della luce e poi corse a darsi le principali tre creme: per la lucentezza della pelle, la morbidezza e soprattutto quella profumata che Quinn gli aveva regalato il natale precedente e che usava con parsimonia.

Adorava quel profumo perché, e non si spiegava il motivo, era lo stesso che sentiva ogni qualvolta infilava il viso dentro all’armadio di sua madre.

Si alzò con un sorrisetto al solo pensarci ma esso scomparve non appena si accorse di aver ancora i capelli bagnati.

Stava ancora cercando il phone quando la porta si aprì e insieme a Thad entrarono anche gli altri ragazzi. 

Kurt si chiese, imbarazzato, se loro non avessero delle stanze.

Hey buon giorno!” gli disse Blaine spostandogli una ciocca umida dalla fronte con fare naturale, che però destabilizzò Hummel “prima dormivi come un ghiro quando siamo usciti”

Lui arrossì se possibile ancora di più prima di rifugiarsi in bagno, dal quale non uscì sino a che non fu del tutto pronto, con anche i capelli accuratamente tenuti indietro col gel.

Stare in compagnia di Blaine gli stava facendo decisamente male….

E, parlando proprio del solista, Kurt si domandò quando potesse ritenerlo pazzo per non averlo nemmeno salutato, solo che diamine! Lo aveva visto in pigiama e tutto spettinato! Con i capelli bagnati!

BAGNATI!

Mentre usciva dalla stanza con la tracolla sulla spalla si sentii incredibilmente stupido, ma davanti a Blaine voleva apparire sempre bellissimo.

Perfetto.

Doveva ancora impressionarlo, se voleva ottenere la sua totale attenzione e…. non solo quella.

Quando arrivò nella sala mensa per la sua prima colazione da Warbler vide che l’oggetto del suo desiderio sedeva al tavolo assieme a David e Wes, e ancora scottato dalla figuraccia, si avvicinò al buffèt afferrando una pasta alla crema e un cappuccino prima di ritirarsi in un tavolino nell’angolo, solo come un cane.

Era meglio così, lo avrebbe visto a lezione, no?

Non fece in tempo ad addentare la sua colazione, comunque, che un paio di ragazzi presero posto davanti a lui con un paio di sorrisi un po’ inquietati.

“Ciao Kurt” disse il primo, un biondone dalla mascella squadrata che, senza ombra di dubbio, era quello che metteva più ansia ad Hummel “Io sono James Kirk e lui è Ethan Moore…. Siamo anche noi due Warblers e vorremmo darti il nostro personale benvenuto alla Dalt….”

Non fece in tempo a finire la frase che Kurt si buttò di lato, cadendo dalla sedia e attirando così l’attenzione di Jeff e Nick, seduti al tavolino accanto. I due subito squadrarono attentamente gli altri due ragazzi al tavolo con Hummel, ma non fecero nulla, decidendo comunque di rimanere in ascolto…

“Scusate” disse piano il novellino tornando a ricomporsi, rosso in viso “Ma quando al McKinley dicevano così ecco…. Mi arrivava una granita in faccia e ormai ho sviluppato una sorta di istinto di sopravvivenza…

Kirk scambiò un’occhiata col morettino alla sua sinistra che subito si sbrigò a rispondere “Qui alla Dalton stai pur certo che non succederà…. Noi volevamo solo presentarci visto che ieri non ne abbiamo avuto l’occasione…. Dimmi, come ti trovi?”

Kurt sorrise, un po’ più rilassato anche se quei due li trovava un po’ strani, a dirla tutta sembravano il Gatto e la Volpe, con quei sorrisetti “Bene…. c’è una bella atmosfera qui”

“Stasera ci saranno le tue prime prove con gli Warblers… Siamo tutti curiosi di sentire la tua voce”

Kirk si intromise “Sempre se la sentiremo, caro Ethan” elargì fingendosi affranto “Visto che ovviamente la parte da solista è di Blaine….”

Kurt alzò un sopracciglio “Blaine è molto bravo…

“Sicuramente” proseguì il biondo sempre fingendo di assecondarlo “Ma insomma…. È frustrante no? Quello lì” indicò col pollice Anderson intento a ridacchiare con Wes della faccia di Thad, non più rosa per lo meno “è la diva della scuola, l’equivalente della capo cheerleader nel tuo vecchio istituto” fece una pausa cercando di capire se il discorso piacesse o meno a Kurt.

No, non gli piaceva per nulla.

Finì il cappuccino con un unico sorso e poi guardò  cercando di non essere troppo malevolo Kirk “Scusa ma ora devo andare” si alzò dalla sedia prendendo la sua tracolla e poi con un ultimo sussurro disse “E poi Blaine è molto meglio di una cheerleader”

Ethan  lo guardò allontanarsi prima di sospirare pesantemente “Lo sapevo che il tuo piano di tirare tra le nostre file il novellino si sarebbe rivelato un fiasco totale…. Voglio dire…. È Blaine che l’ha portato qui”

James però sembrava abbastanza soddisfatto.

Ethan…. Mi sa che abbiamo fatto di meglio.”

“Ovvero?”

“Abbiamo appena scoperto che Kurt è pazzo di Blaine” sussurro pianissimo, guardando appena Jeff e Nick che erano chiaramente in ascolto.

Ethan alzò un sopracciglio “E anche se fosse?”

“Beh rende tutto più semplice” mormorò soddisfatto, dando un morso alla crostata di prugne prima di pulirsi la bocca nel tovagliolo “E se questo sentimento fosse anche in minima parte corrisposto?”

“Non ti seguo”

“Guarda che è facile: per colpire e affondare Blaine Anderson dobbiamo usare Kurt…

E persino a Ethan quell’idea parve un’autentica stronzata.

Peccato che Kirk fosse deciso, sicuro di far centro come se avesse un’enorme bazzuka e Blaine nel mirino.

Aveva capito dove colpire, però, su quello non sbagliava di certo…

 

Quando Kurt entrò in classe essa era ancora parzialmente deserta.

Decise di sedere nei primi banchi che, stranamente rispetto a quelli del McKinley, erano stati occupati dai pochi arrivati….

L’unico posto rimasto a vuoto era quello dell’altra parte della stanza accanto ad un morettino completamente assorto nella lettura.

Ehm… scusami?” Flint alzò gli occhi in quelli di Kurt che gli sorrise “Ciao! Tu sei Flint giusto?” l’altro annuì “Ti dispiace se mi siedo qui con te?”

Flint tolse la sua borsa dalla sedia facendo quindi posto a Kurt.

Kurt si accomodò lanciando occhiatine al libro del ragazzo ma non capendo di che diavolo potesse trattarsi “Scusa…. Posso chiederti cosa stai leggendo?”

Flint annuì, senza staccare gli occhi dalle pagine che stava letteralmente divorando “L’Utopia, di Thomas More…

“Ah capito, l’abbiamo studiata al McKinley” disse Kurt prendendo il diario  “Mi piace molto come quest’uomo di quanti? Più di quattrocento anni fa? Abbia ideato una struttura sociale perfetta…. Peccato che chi ha intuizioni geniali non venga mai ascoltato e poi” si interruppe quando, voltandosi di nuovo verso Flint, lo vide con gli occhi sgranati e la bocca lievemente socchiusa, intento a guardarlo “Ho detto qualcosa di sbagliato?”

“Ti piace la filosofia?”

Kurt incrinò appena il capo.

Gli aveva sempre dato fastidio chi rispondeva a una domanda con un’altra domanda, come faceva sempre Finn per esempio, ma Flint lo incuriosiva.

Non aveva praticamente spicciato parola la sera prima e in quel momento pendeva del tutto dalle sue labbra “Non particolarmente, a dire il vero” ammise “però alcune cose le trovo molto interessanti…. Come anche Bacone o Giordano Bruno o…

“Wow, sei la prima persona che mi dice queste cose” lo interruppe Wilson, sorridendogli come se avesse fatto un complimento a lui personalmente.

Da li iniziarono a parlare del più e del meno, dei loro interessi e quant’altro….

Non si accorsero che la classe si stava riempiendo e che più o meno tutti li guardavano straniti.

Flint non parlava mai con nessuno, leggeva fino a che la lezione iniziava e poi si alzava e raggiungeva solo la classe successiva. La sola persona con cui aveva frequenti scambi di opinione era Trent, ma solo perché dividevano la stanza.

La situazione quindi era strana.

E lo era soprattutto per Jeff che, quando entrò in classe, si diresse verso il posto accanto a Flint, trovandolo però occupato.

Lievemente stranito e al contempo abbattuto si spostò nei posti dietro accanto a Blaine, che aveva più o meno la stessa espressione.

Solo quando Jeff cercò un po’ disperato gli occhi del suo compagno di stanza questo capì che qualcosa non quadrava affatto.

“Ahia” sussurrò Nick appoggiando una mano sulla bocca di Cameron per farlo smettere di parlare “Qui la vedo male…

 

Continua….

 

 

NdA :

 

Ecco a voi il capitolo di oggi!

Dopo una giornata di studio sono quasi esaltata a postarlo, mamma mia xD

Come vedete adoro complicare le situazioni…

Innanzi tutto abbiamo Kirk che ha fatto una scoperta davvero di sperssore e, adesso, inizierà davvero a diventare più pesante.

E poi…. Cosa succederà ora tra Flint e Kurt? E tra Flint e Jeff? E ce la farà Trent a mangiare ancora di più? Lo scoprirete nella prossima puntata!

Ringrazio tutte le persone che mi hanno recensito (che sono un sacco! Grazie mille mi farete piangere**) ovvero:

Safella22, JCriss, Lola_Glee, miry, Klaineek, HachikoGiuls, Nix, aspasia88,  GingerKinomiya, heyitsgeorgia13,  Elfomikey e GleeKinn!!!

Spero di non aver dimenticato nessuno!!

Grazie anche alle 8 persone che mi hanno aggiunta alle preferite, le diciannove alle seguite e la ragazza che mi ha messa tra le ricordate^^

Inoltre ci tengo a ringraziare anche chi legge solamente (Mai viste tante letture in vita mia per i primi tre capitoli!).

A presto! un bacione!

Jessy.

 

 

Ps: come mi è stato chiesto ecco le foto con i nomi dei nostri Warblers, per  chi non li ha proprio presenti:

WARBLERS

Allora, partiamo dalla pagina di sinistra, in ordine dall’alto abbiamo Cameron, Trent, Jesse (Non ancora apparso nella FF), Andrew e John (neanche loro ancora apparsi), il mitico Richard (o ‘quello dei rumori’).

Nella pagina di destra abbiamo: David, Jeff, Wes, Nick, Thad, Blaine, Nicholas (ricordate vero che li ho scambiati vero? xD), Kurt, Kirk, Ethan, Luke (non ancora apparso) e Flint (stupendo come sempre)

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Capitolo 5
*** #05 Rumors and laxative… ***


bananissima

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

 

#05 Rumors and laxative…

 

 

Trent aveva una missione.

Tutti pensavano che passasse i pomeriggi ad oziare o rimpinzarsi di pastine dai nomi impronunciabili e con il carico calorico che avrebbe potuto nutrire un intero villaggio dell’Africa con una sola scatola, ma no. Faceva ben altro.

Lui si poneva degli obbiettivi che intendeva raggiungere.

Trovava le prove e univa i tasselli come in un puzzle, così come CSI gli aveva insegnato in anni e anni di giovedì sera davanti al satellite.

In quel momento doveva scoprire se Flint fosse o meno omosessuale.

Non perché volesse discriminarlo o perché avesse paura a dividere la stanza con lui, assolutamente. Gli avrebbe voluto bene come prima, senza ombra di dubbio, solo che voleva levarsi questa curiosità il prima possibile.

E come si fa per trovere le prove? Si interrogano i sospettati.

Il primo sospettato? Blaine, ovviamente.

La risposta del solista era stata un equivoco “Chi Flint? Non saprei lui non mi ha detto nulla….”

“Perché qualcun altro si?”

La risposta di Anderson era stato un sorriso pragmatico, prima di incamminarsi verso la classe di Storia dell’Arte lasciandolo lì a rimuginare su chi potesse essere omosessuale, tolto Flint e ovviamente tolti il solista e il nuovo arrivato.

Ma una cosa per volta.

Prima Flint poi, se avesse avuto voglia, gli altri.

“Sai qualcosa tu?” chiese con voce accusatoria al ragazzo che camminava veloce accanto a lui.

Jeff sbuffò, a causa di Trent stava facendo tardi all’appuntamento con Flint, non che poi avesse così tanta voglia di andare dopo averlo visto cincischiare tutto il giorno, tutte le ore, con Hummel… “Non so se Flint è gay o no. So solo che devo insegnargli matematica….” E vorrei sapere anche io se è o no gay, aggiunse mentalmente.

Trent sembrò pensieroso “Oggi sembrava giù di corda a pranzo…. Ha preso un’insufficienza?”

“No, è stato solo ripreso da Suor Genevieve…

Il ragazzotto si bloccò un istante, appoggiando una mano sul braccio di Jeff “Ripreso?! Perché?!”

Il biondo sospirò “Parlava troppo”Il silenzio attonito di Trent era eloquente “Con Kurt Hummel, comunque. E sì, lo so…. Strano eh?”

Sterling, ma non capisci? Questa è una prova!”

“Prova?”

“Si! È un caso per te che stia legando con un altro ragazzo omosessuale?”

Un pugno investì Jeff in pieno stomaco, ma si contenne “Ma che ne so io….”

Beh…. Potrebbe essere solo sintonia per via della loro…. Eh…. natura?”

“Ma che dici! Non puoi speculare così su una persona!”

Trent lo guardò attentamente. Jeff la stava prendendo un po’, uhm, sul personale “Amico, relax…. Dico solo che potrebbe scoppiare la scintilla”

Il biondo riprese a camminare veloce, decidendo che Trent andava liquidato velocemente prima di iniziare a prenderlo a pugni, e poi pentirsi amaramente “Vado a studiare! Ci vediamo dopo!”

“Io continuo le indagini!”

Jeff scosse il capo contrariato mentre un senso di nausea lo coglieva.

Ok, lui si era innamorato di Flint complice anche il fatto che sentiva che l’altro era gay ma…. Immaginarlo con un ragazzo che non fosse lui gli faceva venir voglia di buttarsi dal balcone della sua stanza, diritto sull’asfalto.

Magari, mentre raschiavano via i suoi poveri resti da lì, Flint si sarebbe sentito in colpa….

In colpa per cosa poi? Non sapeva nemmeno che Jeff era gay!

Si chiese se fosse cambiato qualcosa facendolo presente, ma velocemente eliminò quell’ipotesi.

Anche se, appena messo piede in biblioteca, l’immagine di Flint seduto a un tavolo accanto alla vetrata e quindi illuminato dai tenuti raggi del sole autunnale, lo fecero cadere in catalessi.

Se si fosse scritto in faccia con l’indelebile ‘ok, I’m gay’ sarebbe stato meno evidente.

E forse meno imbarazzante, visto che Cameron lo guardava stranito “Tutto ok?”

Lui si riscosse arrossendo, e poi aver annuito e salutato con un cenno, andò a sedersi davanti a Flint.

Hey ciao” disse il morettino, chiudendo il libro di Storia Americana e sorridendogli appena.

“Scusa il ritardo” sussurrò Jeff, già imbarazzato, mentre faceva per prendere il libro dalla borsa “Ma ecco…. Sono stato trattenuto”

“Ah si?” domandò curioso Flint “E…. da chi? Se posso saperlo?”

Trent…. Lui pensa che tu sia….” Si bloccò appena in tempo, dandosi dell’idiota da solo. Stava davvero per dire a Flint che il suo compagno di stanza stava chiedendo a mezzo mondo se lui fosse gay?!

“Io cosa?” chiese lievemente allarmato l’altro, mentre il biondo cercava qualcosa da rispondere.

“Sostiene che tu sia abbastanza bravino in matematica…. Pensava che queste ripetizioni fossero inutili”

Flint si accigliò “Ma se l’altro giorno ha provato ad aiutarmi e ha costatato lui stesso che non ero in grado di fare una semplice disequazione di secondo grado?”

“Boh io…. non so forse…” Iniziava a sudare pesantemente, Flint sarebbe arrivato a crederlo pazzo se non avesse iniziato a calmarsi. La salvezza sembrò arrivare come un fulmine a ciel sereno, pronto a salvarlo “Oh c’è Blaine! Ciao Blaine!”

Il solista si voltò nella sua direzione, camminando poi velocemente sino a raggiungerli al tavolo dove tuttavia non si sedette “Ciao ragazzi” disse loro con un sorriso “Cercavo proprio te, sai?” si rivolse al biondo che lo guardò stupito “Tu e Nick siete interessati a fare il vostro annuale provino per un assolo alle Locali, immagino….” Il biondo annuì, pendendo letteralmente dalle sue labbra “Bene, allora domani pomeriggio alle prove tu, Nick e Kurt avrete la possibilità di esibirvi in un assolo…. Vado a comunicarlo agli altri due. Buono studio!”

“Ciao Blaine e grazie!” il moro sorrise avviandosi alla porta ma poi si bloccò, tornando a voltarsi ancora una volta.

Guardò un istante Flint poi si voltò verso Jeff e, con un gran sorrisone gli fece l’occhiolino.

Perfetto, aveva capito anche di chi si fosse innamorato!

Il biondo si voltò verso Wilson, che grazie a Dio leggeva crucciato un problema algebrico, poi si rivoltò verso il solista per fulminarlo, ma quello era già sparito.

Tornò a dedicarsi al morettino “Allora, cosa ti perplime nell’ambito matematico?” chiese cercando di darsi un tono.

Flint scosse piano il capo “Tutto….” Mormorò abbattuto “Avvolte penso di sbagliare anche le tabelline….”

Jeff ridacchiò un istante interrompendosi bruscamente quando Flint si alzò di scatto con in mano il suo quaderno “Dove vai?” chiese nel panico, temendo che potesse andarsene per una semplice risatina.

Non voleva di certo prenderlo in giro!

Il moro però indicò con un cenno la sedia accanto alla sua “Vengo più vicino, per cercare di capire meglio….”

Jeff avvampò mentre l’altro prendeva posto davvero molto più vicino.

Troppo perché le povere coronarie del biondo avessero speranza di resistere.

La prima oretta la passò cercando di spiegargli gli esercizi poi capì che la situazione era davvero più tragica del previsto, così ripartì dalle basi: equazioni di primo grado, come risolverle….

Quelle cose così stupide e banali che davvero Sterling non comprendeva come Flint non riuscisse a svolgerle. Eppure era davvero bravo nelle altre materie…

Quando glielo chiese la risposta lo spiazzò un attimo “Io e mia madre ci siamo trasferiti otto volte in dieci anni” spiegò brevemente “Quindi seguire i programmi di materie complesse come chimica o matematica è stato impossibile…. Senza una continuità o perso mezzi i programmi e non sono mai riuscito a recuperare…. Sono una frana vero?” chiese poi, imbarazzatissimo, incassando appena il collo nelle spalle.

L’altro gli sorrise appena “No dai, devi solo metterti in pari…. Ora mi sembra che queste cose basilari ti siano entrate in testa no?”

Si…. Magari qui in biblioteca c’è un libro del primo anno da cui posso prendere qualche esercizio….”

Jeff si grattò il mento “Se vuoi posso inventarmene alcune io….”

Flint allargò gli occhi “Vuoi dire che sei in grado di farlo?”

“Beh sì…. Insomma, non verranno dei risultati perfetti ma posso sempre provare…

Flint gli porse il quaderno e l’altro prese subito a scrivere,  cercando di ignorare il fatto che il viso di Flint era così fottutamente vicino al suo.

Sarebbe bastato voltarsi verso di lui e sporgersi di poco per annullare del tutto la distanza fra loro due. Ma non lo fece, non ne aveva il coraggio nonostante la tentazione fosse molta.

Flint dal canto suo, nonostante si fosse avvicinato per vedere così Jeff si sarebbe inventato per torturarlo, non riusciva a fissare il suo quaderno, bensì fissava perso il profilo del biondo, così attentamente da temere di poterlo consumare.

Era da un pochetto che non si prendeva una cotta del genere per qualcuno, e la cosa lo terrorizzava a morte contando quanto era stato male l’ultima volta….

Aveva giusto iniziato a riprendersi qualche settimana prima, eppure ci era ricascato di nuovo…

Non aveva capito come era successo, semplicemente trovava Jeff davvero interessante, dolce e goffo al punto giusto da risultare adorabile.

Solo che non era gay, o almeno lo sosteneva lui.

Si staccò dal ragazzo, appoggiandosi allo schienale della sedia fino a che il quaderno gli venne restituito “Mi dispiace di averti fatto perdere un pomeriggio”

“Non preoccuparti, è allenamento anche per me”  fu la risposta pronta dell’altro “E poi, tra l’altro, stavo pensando che sarebbe molto meglio rivederci…. Nel senso, per studiare!”

Flint sorrise “Penso che tu abbia ragione. Dobbiamo proseguire queste ripetizioni ora che hai praticamente ricominciato il programma….” Prese la borsa, estraendo il portafoglio e poi guardando gli occhi confusi di Jeff chiese “Allora professore…. Quanto le devo?”

Il biondo lo guardò come se fosse scemo “Scherzi vero? Non voglio essere pagato!”

“Ma le ripetizioni si pagano…

“Non le mie, e non tu!” Jeff scosse il capo, mettendo i libri in borsa “Non voglio un centesimo, davvero”

“Ma Jeff…. Ti ho fatto perdere tutto il pomeriggio!”

“Non mi importa” sorrise “Va bene così….”

Flint sorrise di rimando, abbassando gli occhi sulla tracolla e pensando a quanto fosse bello quando sorrideva. Questo pensiero gli costò un arrossimento esteso sino alle orecchie, poi con eleganza raccolse il suo libri e si alzò in piedi “Allora grazie…. Davvero…. A quando la prossima lezione?”

“Se ti va domani sera, dopo le prove…

Il morettino annuì “Facciamo dopo cena?” fu il turno del biondo di asserire “Allora ti aspetto in camera mia…

Sterling sgranò appena gli occhi “In…. Camera…. Eh?”

“Sì, non penso che a Trent dispiacerà se mi dai ripetizioni. Dopotutto sei un professore molto migliore di lui” gli sorrise ancora, prima di salutarlo e uscire dalla biblioteca, sempre con la solita eleganza.

Jeff si appoggiò allo schienale della sedia, sospirando “Io morirò.” Si voltò verso la finestra e vide un piccolo uccellino che lo fissava come interessato, così si rivolse a lui sperando lo capisse“Davvero, non arrivo a natale…

 

“Possiamo davvero riprovare per l’assolo? Wow figo!”

Nick sorrise a Blaine, mentre si avviavano verso il giardino esterno “Concorre anche Kurt, insieme a voi due…. L’ho appena avvertito e mi pare entusiasta…

Nick annuì lentamente “Canta bene?”

“Non l’ho mai sentito, sinceramente…. Ma nelle ND so che era una punta di diamante”

Duvall sbuffò “E ti pareva? Lo assegneranno a lui e io e Jeff verremo scartati per l’ennesima volta…

“Non è mica detto” Blaine sorrise fermandosi, con le mani in tasca “Senti il segreto della Dalton lo sai quale è no? Trovare un pezzo che ti valorizzi, ma senza esagerare mai o esaltarsi troppo…. Sono certo che ci poterai una bella canzone domani”

Nick annuì appena, poi si ricordò una cosa “Blaine senti…. Devo dirti una cosa un po’ delicata”

Il solita lo guardò serio, sedendosi con lui su una panchina e affondando il naso nella sciarpa per evitare che la brezza dell’autunno inoltrato lo facesse raffreddare.

“Oggi a colazione io e Jeff abbiamo sentito Kirk parlare a Kurt” disse con torno basso, facendo una pausa mentre alcuni ragazzi del secondo anno passavano lì vicino salutandoli  brevemente.

“Ah si?” domando stupito –ma per nulla preoccupato- Anderson.

“Sì e hanno parlato male di te…” sussurrò appena percettibile “Sostenendo che ti metti in mostra come solista nascondendo le altre voci…. Insomma la morale è una: hanno provato a metterti contro Hummel.”

Blaine rimase zitto un istante, corrugando le sopracciglia, ma poi sorrise, appoggiando una mano sulla spalla dell’altro “Non mi importa, e sai perché? Kurt ha una testa e capisce quando qualcuno straparla o meno…. Immagino che non abbia contribuito al mio infossamento”

“No, se n’è andato…

“Ecco, appunto”

“…. Dopo averti difeso” Nick si zittì un istante, domandandosi se fosse lecito parlare con Blaine di una cosa o meno…

Alla fine decise di lasciar perdere e sorridendo a Blaine si alzò.

“Bene, allora a più tardi!”

“Salutami Jeff!”

Mentre faceva retrofront fino alla sua stanza lasciando il solista sulla panchina a riflettere si chiese se Blaine si fosse offeso nel sentirsi porre la seguente domanda: Ma c’è qualcosa tra te e Hummel?

 

Kirk osservava con scarso interesse Ethan mettere dentro a una bottiglietta di acqua naturale un paio di cucchiaini di purga.

Ma non una purga normale, una di quelle da premio Nobel, di quelle che riuscivano a fare andare in bagno anche suo nonno, nonostante fosse un veterano del Vietnam e deficitasse di mezzo intestino.

Moore prese a scuotere la bottiglietta per miscelare il tutto mentre l’altro sbuffava sonoramente “Beh? Che ti prende?”

“Mi prende che è una cazzata” disse annoiato “Blaine beve l’acqua, sta sul bagno una notte…. E poi? Gli facciamo anche un favore visto che magari è la volta buona che perde qualche chiletto

Ethan lo guardò confuso, visto che Blaine di certo non era grasso, poi appoggiò la bottiglietta sul tavolo della saletta e sbuffò a sua volta “Idee? Io non voglio far star male nessuno…. E appena propongo una cosa innocente che alla fine nuoce poco tu la bocci”

“Il fatto è proprio che nuoce poco…. Blaine va polverizzato, non depurato con il purgante!”

“Tu hai idee?”

Il biondo scosse il capo “No, per ora. So solo che devo usare Hummel per farlo stare male…. Ma prima devo essere certo che si piacciano no?” Moore annuì “Bene, dobbiamo farli innamorare seriamente….”

“E come? Scoccandogli la freccia di cupido dritta in fronte?”

No…. Ma dopo le locali c’è Halloween no?”

L’altro lo guardò senza capire “Non ti seguo…

“Non ce n’è bisogno” Kirk si alzò, uscendo dalla stanza “Ho un piano infallibile in testa!”

Ethan sospirò chiudendo un attimo gli occhi prima di alzarsi a sua volta e andare a fare un giro per la sala mensa, sperando di trovare qualcosa di commestibile per merenda…

La bottiglietta rimase lì, incustodita per parecchio fino a che un Wes particolarmente affaccendato entrò nella saletta sperando di trovarvi Thad.

Ma niente.

Si sedette pesante sul divano cercando di recuperare il respiro visto che aveva corso e adocchiando quella bottiglia così invitante davanti a se la prese, stupidamente, prendendo un sorso generoso.

Non l’avesse mai fatto.

 

Jeff era in camera quando Nick tornò, dopo aver parlato con Blaine a proposito dell’assolo, e stava scegliendo la canzone da cantare ai Warblers.

Wes mi è passato accanto di corsa, per poco mi butta a terra” disse irritato Duvall “Qui stanno impazzendo davvero tutti….”

“Si lo credo anche io” ammise il biondo senza staccare gli occhi dal pc “Tu sai già cosa cantare domani?”

No…. Ma pensavo qualcosa di semplice come suggerito da Blaine…. Tu?”

“Pensavo a qualcosa di Pink” ammise il biondino alzando le spalle “Anche io punto sul facile…. Secondo te Kurt è bravo?”

“Per Blaine era una colonna portante nel Glee della sua scuola…. A proposito” si sedette davanti a lui chiedendogli il pc “Sai che secondo me tre Hummel e il nostro solista c’è del tenero?”

“Scherzi?” chiese il biondino.

Nick sorrise, contento di aver catalizzato l’attenzione dell’amico che pendeva a dir poco dalle sue labbra “Secondo me si….”

Wow…. Effettivamente se ci pensi Kurt è di Lima, no? Blaine non ci ha speso un sacco di tempo lassù?”

Gli occhi di Duvall si allargarono “Non ci avevo pensato! È vero!” ridacchiò mentre Jeff riapriva il pc leggendo un paio di testi “Senti ma…. Come è andata con Flint?”

“Bene credo…. Domani sera gli do ancora ripetizioni….” Arrossì violentamente “In camera sua, dopo cena…

Nick lanciò un lungo fischio “Amico quello fa sul serio eh…. altro che innocentino. Senti piuttosto…. Ti tengo lontano Trent così lei libero di toccare con mano?” chiese poi dandogli una pacca sulle spalle.

Questo non fece altro che aggravare ancora di più l’imbarazzo del biondo “No meglio se c’è qualcuno…. È poi Flint non farebbe nulla…. Dovevi vedere come eravamo entrambi imbarazzati oggi”

Trent dice che è gay”

“Sì lo so, me ne ha parlato e mi ha messo in guardia” concluse mentre l’altro scoppiava a ridere come un pazzo “Secondo me gli piace Kurt…. Stavano tutti appiccicati a lezione….”

“Secondo me no…. Poi se a Kurt piace Blaine

Jeff sospirò “Non lo so ma non voglio illudermi con Flint. Dopotutto non mi ha dato materiale su cui illudermi”

Ma….”

“Nick!”

 

Quando Kurt tornò alla Dalton dopo aver parlato con Rachel si sentiva un po’ malinconico.

Tornare al McKinley gli aveva ricordato che lui, in quel posto, non poteva più far nulla.

Aveva perso le New Directions e per quanto si sarebbe impegnato per integrarsi e diventare un elemento centrare degli Warblers non sarebbe mai stata la stessa cosa.

Stava per dirigersi in camera per provare Dont Cry for me Argentina quando vide un ragazzo seduto in corridoio, intendo a ridere come un pazzo assieme a Blaine. Provò ad raggiungerli, ma il solista voltò le spalle al ragazzo e, non notando Kurt, si allontanò su per le scale dopo una pacca sulla spalla amichevole.

Hummel sospirò convinto che intanto lo avrebbe rivisto a cena, quando il ragazzo castano attirò la sua attenzione presentandosi con un sorriso.

“Io sono Cameron”

“Piacere, io Kurt”

“Oh lo so” disse scrollando le spalle.

E poi iniziò a parlare….

Sembrava una macchinetta, non la smetteva più…

Kurt non se ne rese nemmeno conto, ma si ritrovò in saletta sul divano con quella sottospecie di Grillo Parlante a blaterare come un pazzo su tutti gli argomenti più disparati.

Poi arrivò su un argomento che toccò un secondo Kurt.

“…. Senza contare che alla fine io sono di serie B.” il sorriso mesto che gli riserbò lo fece gelare “Quindi non sono tenuto molto in considerazione e non ho molti amici…

Kurt incrinò il capo “Di serie B?”

Già… rispetto a molti altri ragazzi sono ritenuto…. Ehm… Diciamo inferiore”

Hummel lo guardò impressionato “Ma Wes mi ha detto che non esistono discriminazioni alla Dalton!”

“Infatti è così. Non esistono discriminazioni ma questo non significa che nella sua testa la gente non se ne faccia, no?”

Kurt ci pensò su poi si ritrovò ad annuire. La politica di tolleranza zero su qualsiasi tipo di discriminazione era applicata in modo rigido, ferreo, ma ognuno era libero di pensarla come voleva.

“Scusa se te lo chiedo…. Ma come mai ti avrebbero catalogato come di serie B?”

Cam si guardò attorno, poi con voce bassa disse “Alla Dalton esistono due tipo di persone: chi ha i genitori che possono permettersi questa scuola, e quelli che non ce li hanno”

Kurt ci rimase di sasso.

Non pensava che i soldi fossero così importanti per i ragazzi…

Forse non per tutti….

“E tu….”

“Io sono di serie B perché mio padre a chiesto un mutuo per mandarmi qui” ammise Cameron, tormentandosi le mani “Lui è un operaio, e così anche mia mamma…. Essendo figlio unico hanno deciso di darmi la migliore istruzione possibile e in questo la Dalton offre grandi opportunità. Non credo ci sia un posto più qualificato in Ohio…. E per loro questo basta per giustificare tutti i sacrifici che fanno….”

“Ti capisco” gli disse Kurt “Mio padre ha un’officina e la mia matrigna, che tra l’altro ha un figlio della mia età, non ha mai avuto un lavoro fisso, occupandosi di tanto in tanto di lavoretti…. Hanno rinunciato al viaggio di nozze per permettermi di venire qui e…. salvare la pelle…

Cameron annuì sorridendo, segno che sapeva già e non c’era bisogno di raccontare altro.

Kurt a quel punto però divenne curioso “Hai detto serie A e B…. posso chiederti chi….”

“Chi appartiene alle varie categorie?” lo incalzò quello, sempre sorridendo “Certo! Io so tutto di tutti…. per questo sono scomodo e molti mi evitano….. dicono che parlo troppo ma a me non sembra proprio! È così bello scambiare due chiacchiere di tanto in tanto e…

Cam calma!” gli appoggiò le mani alle  braccia, trattenendosi dallo schiaffeggiarlo. Era davvero simpatico, ma quando partiva, non lo si fermava più.

“Tornando alle tua domanda…. Beh se pensiamo solo ai Warblers, visto che hai conosciuto bene solo loro, sono quasi tutti figli di gente da soldi…. Tanti soldi. Pensa che Thad Harwood è figlio del Vice Senatore dell’Ohio!” Kurt spalancò la bocca incredulo, anche se meditandoci si vedeva che Thad non era di certo nato in una stalla “Hai presente la megavilla che si vede quando esci dal raccordo della statale, per arrivare qui da Lima?” Il ragazzo annuì, allucinato “Ecco: è casa sua…

“Oh mio Dio…. E poi?” domandò, assetato di curiosità.

Wes e David sono piuttosto ricchi…. So che i genitori di Wes sono dentisti mentre il padre di David è un bancario, non un dipendente, ma un proprietario…. Ho reso l’idea?.”

“Eccome” Kurt scrollò le spalle “Ho quasi paura a chiedertelo ma…. Blaine?”

“La famiglia Anderson è una delle più altolocate di Westerville” lo informò, mentre Kurt abbassava il capo sconsolato, sentendo come se l’ultima speranza di far colpo su Blaine si stesse velocemente oscurando. Non gli mancava proprio nulla e anche se sapeva che i soldi non facevano una persona migliore o peggiore di certo attiravano: Blaine aveva quindi un’ampia scelta sui ragazzi, figurarsi se avrebbe guardato lui, sporco dell’olio della automobili che suo padre riparava per tenerlo alla Dalton….”Però il caro Blaine è molto meno evidente di tanti altri. A dire il vero nessuno di loro fa davvero notare il gonfiore dei loro portafogli eccetto James Kirk” Cameron storse il naso “Presto parlerà anche a te della sua villa in Italia, dello yacht di suo padre e delle feste che ci fa sopra, dei banchetti col sindaco e blah, blah, blah….”

“Che persona irritante” constatò Hummel “Sarò prevenuto ma dalla prima impressione non è proprio Mr Gentilezza”

“No, non lo è affatto…. Al contrario invece degli altri. anche Trent so che è messo molto bene, suo madre ammaestra cavalli di razza….” Si grattò il mento “Nick Duvall è nipote di non ho capito bene nemmeno io di che tipo di nobile…. Suo nonno era tipo un barone, duca o una stronzata così…. Ma non chiedermi niente perché non ho capito molto bene…

Kurt rise “Sul serio? Non sembra molto nobile”

“No, infatti…. Poi c’è Flint Wilson…. Di lui so poco per non dire nulla ma ho visto passando casa sua, a poca distanza da quella di Thad e visto che vive nel quartiere alto in una villa in stile vittoriano con sua madre non credo che i soldi gli manchino…. E anche Nicholas Madison è messo bene: suo padre è un chirurgo estetico…. Pensa che ha rifatto le tette alla Cooper”

“La prof di matematica?!”

Esatto…

“Sei una miniera di gossip…” constatò Kurt con una risatina e l’altro ne parve quasi lusingato “E…. per quanto riguarda la serie B?”

“Beh direi che quello messo peggio in assoluto sia Jeff: suo padre per mandarlo qui ha aperto qualcosa come un’ipoteca sulla casa…” Kurt sgranò gli occhi “Eh già…. Anche su di lui so poco, tipo che si è trasferito qui dalla California due annetti fa e che suo padre l’ha spedito in questa scuola…. Girano voci strane, ma nessuna autentificata.”

“Del tipo?”

“Tipo che si era messo nei casini e che se rimaneva a Los Angeles gli facevano la pelle…. Ma ripeto, cose sentite per il corridoio, lui non ha mai ammesso nulla…

Wow….”

“Anche Ethan,  nonostante stia attaccato a Kirk come se fosse un fazzolettino usato appiccicato alla suola delle sue preziosissime Prada, non è proprio messo  bene” Cam fece una pausa “So che i suoi genitori hanno un negozietto di alimentari a nord di Kenton…. Ma nulla di più…. E poi va beh queste sono le divisioni massime…. Ma ci sono anche le mezze vie, persone che non sono riccastre ma si possono permettere la scuola come John, o Nelson, o Jesse, o Andrew….”

Kurt non conosceva la metà di quelli citati alla fine, ma annuì ugualmente, facendo per ribattere. Stava per dire qualcosa ma si sentì chiamare e voltandosi vide Flint appoggianto alla porta “Ti cerca Thad” gli disse salutando Cameron.

“Arrivo” Kurt si voltò verso il suo ‘compagno da chiacchiere stile parrucchiera’ “Allora ci vediamo Cam, grazie della chiacchierata”

“Grazie a te!”

Gli sorrise prima di voltarsi e seguire Flint “Sai che vuole Thad da me?” domandò chiedendosi se avesse fatto qualche disastro in stanza. In un attimo di panico non ricordò se aveva abbassato o meno la tavoletta del water….

“Oh nulla…” Flint gli sorrise un po’ impacciato “Ma so che Cameron James può essere pesante così ho pensato di salvarti….”

Kurt pensò di regalargli qualcosa, per premio, visto che sì era stato pesante.

Ma era una vera miniera di informazioni…

“Grazie mille, molto carino da parte tua!”

Arrivarono alle scale dei dormitori e Flint si voltò a guardarlo negli occhi“Senti Kurt io stasera vado a cena in un locale qui vicino…. Se ti piace mangiare all’italiana potresti unirti a me” propose Wilson stupendolo.

Kurt annuì “Più che volentieri”

“Vorrei parlati di…. Una cosa” disse, senza guardarlo negli occhi “Allora a più tardi! Alle otto nell’ingresso!”

Kurt lo guardò allontanarsi un po’ perplesso, ma poi scrollò le spalle dirigendosi verso la sua stanza, decisamente curioso.

 

Blaine aveva deciso di aiutare David a girare le camere perché se fosse rimasto altri dieci minuti nella camera del ragazzo di colore sarebbe stato linciato.

Non era carino ridere di chi sta male, ma sentire Wes lamentarsi per dolori alla pancia e saperlo seduto sulla tazza da circa quattro ore no stop lo faceva scompisciare.

Chi non avrebbe riso, dopotutto?

David era certo che gli avesse fatto male qualcosa, ma per non peccare di superficialità aveva pensato di indagare se qualcun altro si fosse sentito male, forse a causa di un virus intestinale o una cosa così.

Appena bussò alla stanza di Thad e Kurt quest’ultimo gli aprì la porta, invintandolo ad entrare.

“Wow come siamo eleganti” disse alludendo alla camicia scura e ai pantaloni neri aderenti del ragazzo “Senti…. Tu o Thad vi siete sentiti male oggi?”

Kurt scosse il capo, sedendosi sul letto “No…. Perché?”

Beh…. Wes ha contratto una sorta di virus e…” si morse dentro le guance per non riprendere a ridere come un bastardo davanti a Kurt “Non riesce a uscire dal bagno…

“E questo ti causa ilarità perché…

Blaine, sapendosi scoperto non trattene più le risate “Dio non l’hai sentito imprecare!” si sedette accanto a lui “Ormai ha preso la città dinanza in bagno…. Non si muove di lì dalle due e mezzo del pomeriggio credo!”

“Che cattiveria” gli disse Hummel dandogli una piccola spinta sul petto.

“Senti” proruppe Anderson “Visto che ti sei cambiato…. Ti va di andare a mangiare un pezzo di pizza fuori? C’è un posto qui vicino dove la fanno semplicemente favolosa!”

Kurt si morse un labbro “A dire il vero devo andare a cena con Flint….” Disse con un tono bassissimo, come se temesse che Blaine potesse sentirlo. Cosa che ovviamente accadde e subito Anderson si irrigidì “Però puoi unirti a noi due!”

Il moro si alzò di scatto, ostentando un sorriso calcificato sulle labbra (almeno quanto i capelli sulla testa) e avvicinandosi alla porta “Mi ero dimenticato di dover fare una cosa con David e….” si interruppe, non era mai stato capace di mentire. Sospirò velocemente abbassando un attimo il capo “Buona serata, Kurt. Ci vediamo domani mattina”

Kurt lo guardò uscire, prima di alzarsi per seguirlo ma, anche chiamandolo, quello non si fermò, camminando a passo spedito verso il suo piano.

Kurt rimase appoggiato allo stipite della porta, sperando seriamente che Blaine non si fosse fatto un’idea sbagliata…

Il solista nel frattempo era arrivato in camera sua.

Si chiese perché era scappato in quel mondo….

Soprattutto perché non gli andava affatto a genio che Kurt uscisse con Flint Wilson.

Ma non riuscì a trovare una risposta a quella domanda, decidendo di non pensarci e buttarsi sotto la doccia.

Ovviamente non fece altro che interrogarsi tutta la sera, senza successo.

 

Nick entrò nella camera mentre Jeff si stava ancora allacciando la camicia e lo guardò con espressione spiritata “è successo qualcosa?” chiese tranquillamente il biondo.

Nick annuì “Flint…. E Kurt” disse solamente.

Il biondo aprì di poco la bocca, poi con uno sguardo lo invitò a proseguire.

“Escono a cena, vanno al ristorante italiano vicino al Bingo…. Me l’ha detto ora Trent….”

Jeff abbassò gli occhi osservando tristemente la moquette ed emettendo solo un pallido ‘oh’ che però arrivò come una fucilata alle orecchie di Nick.

“Cambiati”

Jeff lo guardò senza capire “Perché?”

“Non puoi fare dello spionaggio in divisa…

Jeff spalancò appena la bocca “No, davvero…. Non mi pare il caso….”

“E invece si, muoviti, dobbiamo appostarci!”

 

Continua….

 

 

NdA :

 

Eccomi tornata con l’aggiornamento odierno^^

Come avete visto questo capitolo è parecchio movimentato e, cosa più importante, scava un po’ più a fondo nelle storie dei vari Warblers grazie alla collaborazione di quel chiacchierone di Cameron!

Ma non preoccupatevi; le impressioni che vi siete fatti ora sono solo l’inizio!

 

Ci tengo a ringraziare tutti coloro che continuano a seguire la storia, in particolare chi la recensisce, ovvero:

DracoPotter (Una new entry J ), Klaineek, Safella22, Ransei86,  HachikoGiuls, JCriss, Nix, Lola_Glee, heyitsgeorgia13,  LuckuLu GingerKinomiya!!!

Ringrazio inoltre le 23 persone che seguono la storia e le 9 che l’hanno inserita tra i preferiti**

Grazie davvero, ho postato solo i primi cinque capitoli e sono state superate le cinquecento letture per il prologo**

Grazie, grazie, grazie!

A prestissimo!

Jessy.

 

 

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Capitolo 6
*** #06 Wrapped Fate plays with dudes. ***


bananissima

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

#06 Wrapped Fate plays with dudes.  

 

 

 

Kurt non poteva crederci….

“Non ero mai salito su una macchina del genere” ammise imbarazzato mentre Flint guidava con nonchalance verso il famoso ristorante italiano di cui tanto elogiava la cucina.

Il morettino si fermò al semaforo, guardandolo un istante “Dici che è troppo vistosa?”

Kurt lo guardò eloquentemente sgranando appena gli occhi.

Flint…. Hai una Pochè Carrera….” Disse alzando un po’ il volume della voce, che raggiunse note davvero acute “Voglio dire…. È una Porchè!”

“Peccato che piove, con il tettuccio abbassato è molto più bella”

L’occhiata che ricevette in risposta gli bastò per chiudere la bocca e riprendere a guidare, con un sorrisetto divertito sulla faccia. Parcheggiò con la stessa fluidità con cui si muoveva, facendo sentire Kurt come un impedito al volante, visto che invece lui passava le ore a pensare a tutte le varie manovre.

Forse, si disse da solo, dipendeva molto anche dal velivolo…. Per parcheggiare il suo SUV ci voleva di certo di più!

“Come ti ho anticipato qui si mangia molto bene…. ma cosa più importante di tutte non verremo disturbati” disse Flint entrando per primo mentre Kurt allargava appena gli occhi.

Di…. Disturbarci?”

Flint annuì voltandosi a guardarlo mentre si allentava la sciarpa “Sì, ti ho detto che volevo parlarti di una cosa…

Un cameriere dall’aria cenciosa venne verso di loro chinando appena il capo “Buona sera signorino Wilson, ben trovato” disse poi con un accento italiano nel tono mellifluo, lanciando un’occhiata anche a Kurt.

“Ciao Alberto.” Rispose il ragazzo tranquillamente “Non ho avuto il tempo di prenotare…. Hai un tavolo per me e il mio amico?”

“Certamente, per lei c’è sempre un tavolo, signorino Wilson”

Ossequioso li portò fino al tavolo, lasciandoli con un paio di menù in mano.

Flint iniziò a scorrere gli occhi grandi e azzurri sull’elenco di squisitezze mentre Kurt rimaneva del tutto impressionato da quell’accoglienza assurdamente regale, manco fosse entrato il Senatore dell’Ohio.

Ad un certo punto il morettino puntò quei grossi fari coccolosi su Kurt, e sorridendo rispose a quel quesito che, a quanto pare, sembrava essersi stampato sulla sua faccia attonita “Mia mamma mi porta qui spesso…. Siamo di casa” disse semplicemente, tornando al menù per non mettere a disagio Kurt ancora di più “Scegli pure quello che vuoi, stasera offro io”

“Ma no dai…” disse Hummel scuotendo piano il capo mentre lo sguardo correva sui prezzi e –cavolo- rischiava di avere un mancamento.

“Insisto” proseguì Flint “Sei mio ospite stasera, non vorrai fare il maleducato e declinare questa mia gentilezza, vero?”

Kurt sospirò, ancora un po’ imbarazzato “Solo se la prossima volta posso ricambiare”

“Aspetto il tuo invito, tanto sono sempre alla Dalton” gli sorrise prima di appoggiare il menù al lato del tavolo “Scelto?”

“A dire il vero sono un eterno indeciso….” Mormorò Kurt continuando a leggere “Beh , visto che sei di casa hai consigli?” domandò poi sorridendo.

Flint annuì “Se ti piacciono i ravioli te li consiglio…. Le porzioni sono immense, ma se poi ai ancora fame possiamo prendere qualcos’altro”

“Non ho la minima idea di cosa siano i ravioli” mormorò Hummel “Mi fido di te!”

Flint ordinò prima di tornare a dedicarsi al suo interlocutore al quale, per quanto trovasse carino quel ragazzo, spaventava molto la scintilla che scorgeva in quei grandi occhioni chiari.

Un po’ troppo.

“Kurt voglio essere davvero onesto con te…” disse sospirando Wilson “Io non sono affatto estroverso…. Ma a tenermi tutto dentro sto letteralmente impazzendo….” Prese a spezzettare nervoso un pezzo di pane, riducendolo in briciole.

Kurt temette seriamente che il ragazzo stesse per dichiararsi, così arrivò a stringere così forte il tavolo da sentire le mani dolergli.

Flint era davvero molto carino ai suoi occhi ma….

Ma lui aveva il pensiero fisso su Blaine in quel momento e non c’erano possibilità che un altro ragazzo potesse rimpiazzarlo all’interno dei suoi pensieri. Forse se lo avesse conosciuto in un altro contesto….

“Io sono come te….” Il mormorio di Flint gli fece rialzare gli occhi sull’altro che, grazie al cielo, fissava altrove, rosso in viso “Se mi capisci…

Hummel deglutì “Temo…. Di sì…” sospirò “Senti Flint io…

“So che non sono problemi tuoi” lo incalzò il morettino “ma avevo bisogno di dirlo a qualcuno perché…. Davvero…. È troppo difficile tacere e tenerselo dentro”

“Ti capisco” Kurt annuì, ancora un po’ teso “io non credo che sia saggio nascondere ciò che si è…

“Poi penso che tra poco diventerà molto più…. Evidente” Flint sospirò, arrossendo ulteriormente “Senti voglio essere del tutto onesto con te: abbiamo parlato molto oggi e mi sembri una persona intelligente…. Ma se non vuoi scocciature o se pensi che il mio sia…

Kurt appoggiò una mano su quella dell’altro senza quasi pensarci. Vederlo impanicarsi in quel modo…. Gli sembrava di trovarsi davanti a uno specchio “So cosa significa sentirsi incompresi” lo rassicurò “Sentiti libero di aprirti quanto vuoi con me….”

“Io pensavo di…. Potermi gestire” ammise Flint “Non credo che sarebbe diventato un problema nascondere la mia omosessualità visto che me ne sto spesso per i fatti miei ma…. Io credo di essermi preso una cotta…

Oh….” Kurt rimase un attimo in silenzio “Posso…. Posso sapere chi…?”

“Jeff Sterling” Il moro lo aveva detto così veloce che aveva praticamente attaccato fra loro il nome ed il cognome e Kurt ci mise un attimo a capire, poi lentamente i suoi occhi si aprirono di comprensione e, sollevato, sorrise “So che sto combattendo contro un mulino a vento perché è indubbiamente etero ma…. Il fatto è che è già successo con Derek, quando un ragazzo mi piace si vede…

Kurt alzò elegantemente un sopracciglio poi sporgendosi in avanti curioso mormorò “Derek?”

Flint sorrise tristemente “Era il mio ragazzo…. Quando vivevo ancora New York, l’anno scorso. Ci siamo lasciati dopo l’ennesimo trasferimento…

Kurt lo guardò comprensivo “Mi dispiace…

Flint mosse una mano come per scacciare un brutto pensiero “Non importa, ormai penso di averlo somatizzato sai? Ci sentiamo ancora di tanto in tanto ma…. È difficile comunque”

“E ora ti piace Jeff?” il rossore persistente fu un sì sufficiente.

“Solo che ripeto…. Lui non credo sia gay…

Hummel sembrò pensarci su, poi scrollando le spalle disse “Possiamo sempre scoprirlo…. No?” domandò affabile prima di levare la mano dalla sua e prendere in mano il bicchiere dell’acqua e bere.

“A te piace Blaine vero?” domandò poi intenerito il moro. Per poco Kurt gli sputò tutta l’acqua sul viso, per lo stupore.

“Si nota molto?” chiede quindi, vergognoso.

“Un po’…” rispose Flint “… tanto”

Kurt si lasciò andare in una risatina liberatoria da stress da imbarazzo.

Perfetto…. Proprio perfetto….

“Non preoccuparti…. Non credo lui ci sia arrivato” ammise il morettino mentre il piatto arrivava facendo venire subito la colina in bocca ad entrambi “Penso sia un po’…. ecco, non è una cima”

Kurt incrinò di lato il capo “In che senso?”

“Credo lo scoprirai da solo…. Buon appetito!”

 

Jeff ne aveva decisamente abbastanza.

Buttò via i rametti che Nick gli aveva messo in testa, legandoli strategicamente con degli elastici, per mimetizzarsi con la siepe e si allontanò a grandi passi da quel posto strategico, posto vicino alla vetrate del ristorante, che gli aveva concesso di osservare indisturbato l’intera scena.

Con addosso la divisa della Dalton tutti i ragazzi sembravano uguali, come provenienti da uno stesso ambiente.

Ma in quel momento il distacco netto tra il biondo e Duvall era ben evidente, tanto che Sterling non poteva far altro che amare la divisa per evitargli di sentirsi costantemente a disagio.

I pantaloni lisi che indossava, la felpa sbiadita con il cappuccio sollevato a coprirgli il capo e gli anfibi  un po’ usurati erano decisamente in netta contrapposizione con l’abbigliamento di Nick che, seppur sobrio e scuro, era evidentemente che aveva decisamente le tasche più piene.

Beh, in quel momento non si sentiva affatto a disagio per quello.

Le insicurezze e il sentirsi inadeguato accanto a Nick era passato del tutto in secondo, terzo, ventesimo piano.

Nick si sbrigò ad imitarlo, seguendolo per qualche metro prima di chiamarlo “Aspetta!” lo raggiunse davvero a fatica, prendendolo per un braccio che però il biondo strattonò, prima di pentirsi per l’essere stato tanto sgarbato e guardare dispiaciuto l’amico “Aspetta…” ripeté  quindi Duvall “Non arriviamo a conclusioni affrettate e…

“Ma cosa?!” Jeff lo guardò disperato, attaccandosi alla sua camicia nera, visibile da sotto il giubbotto scuro, e scuotendolo appena “Hai visto no? I sorrisi, i sussurri, i momenti imbarazzati con le gote arrossate…. Gli ha preso la mano Nick!”

Il morettino si grattò il capo, non poteva negarlo “Si ma forse…. Non lo so ok? Ma non possiamo arrivare alle conclusioni!”

“Smetti di ripeterlo…” il biondo sospirò, chiudendo un istante gli occhi “Non importa…

“Jeff, mi dispiace davvero…

“Non importa” ripeté ancora, cercando di sorridere anche se quello che ne uscì fu la smorfia triste di un pagliaccio depresso “Va bene così tanto me lo sono sempre sentito che non avrebbe mai funzionato tra me e Flint.”

Nick non seppe cosa aggiungere, se non una pacca fraterna sulla spalla “Vieni dai…. Andiamo a dormire…. Domani ci sono i provini per l’assolo…

Jeff annuì, seguendolo mesto fino all’auto dell’altro.

 

Blaine intanto aveva passato la serata  camminando velocemente, come una trottola, per la Dalton, cercando qualcuno con cui parlare e con cui aspettare alzato.

Ma aspettare cosa?

Se lo chiedeva anche lui, nonostante fosse troppo inetto per arrivarci da solo.

Non sarebbe mai andato a letto, riuscendo ad addormentarsi, sapendo che Kurt e Flint non erano ancora tornati. Mentre tormentava il povero Thad, che stava facendo la consueta ronda serale delle aule per verificare che nessuno stesse formicandovi all’interno (Con chi poi? Thad dava per scontato che fossero tutti potenziali omosessuali e che potessero avere storie clandestine, supponendo combinazioni che manco i Forrester si sarebbero mai avvicinati) vide tornare Jeff e Nick, il primo molto sconsolato e l’altro molto….

Disgustato?

“Ciao ragazzi!” disse allegro il solista mentre Thad salutava con un cenno, sgattaiolando via e sperando di non essere seguito “Dove siete stati di bello?”

“A cena fuori, ma non abbiamo cenato” disse Nick.

Jeff sospirò “Già…. Stomaco chiuso”

Blaine chinò di lato il capo “Successo qualcosa Jeffy?”

Il biondino annuì lentamente prima di guardare tristemente (dall’alto al basso) il piccolo solista “Penso che Flint abbia una relazione con Kurt”

Se un mattone avesse impattato con la faccia di Blaine sicuramente il ragazzo avrebbe avuto un’espressione meno stravolta “Cosa?”

“Li abbiamo visti al ristorante” disse Nick, evitando di dire però che li avevano spiati in modo abbastanza abusivo da dentro una siepe “Si sono presi per mano…. Parlavano vicini. Erano così dolci che stavo vomitando e soffocando insieme: stavo soffomitando” ammise toccandosi un fianco sofferente “Dovranno pagarmi l’insulina a vita ora…”

Blaine sgranò ancora di più gli occhi “L’intera faccenda mi perplime” Ammise “Siete sicuri di quello che avete visto?”

I due annuirono “Blaine, non potremmo mai scherzare su una faccenda del genere” concluse Duvalle appoggiando entrambe le mani sulle spalle del biondino (e sporgendosi sulle punte per arrivarci bene) “Noi ora ci ritiriamo a letto…. È quasi più divertente osservare Thad ballare la colonna sonora di Febbre del Sabato Sera con tanto di camicia di pailette che non si sa dove abbia preso, completamente ubriaco del vino che prima ha vomitato nel bicchiere e poi ribevuto….”

Sia Blaine che Jeff fecero una smorfia disgustata e, mentre Blaine stava per salutarli e augurargli la buona notte, dal corridoio apparvero Kurt e Flint, ridendo e scherzando come amici di infanzia.

E si conoscevano da due giorni, senza contare che si parlavano da meno di 24 ore, secondi i processi mentali di Blaine. Jeff si tirò su il cappuccio strategicamente per evitare che gli vedessero il viso sconsolato e diede loro le spalle, prendendo a cancetti qualcosa di inesistenti sulle pregiate mattonelle di marmo del corridoio.

“Ciao!” trillò allegramente Kurt mentre li raggiungeva.

Nessuno dei tre rispose.

Nick aveva gli occhi iniettati di sangue, Jeff si era dissociato del tutto dal mondo e Blaine…. Manco lui sapeva a che stava pensando.

Flint indietreggiò appena, senza capire poi Duvall ostentò un sorriso falsissimo e salutando velocemente prese Jeff per una manica trascinandoselo dietro come se fosse una bambola di pezza. Non aveva nulla contro di loro ma il suo istinto da mamma chioccia vero Jeff lo portava a difenderlo in tutti i modi.

Dopotutto lui sapeva cosa aveva passato il biondino, e vederlo star male a causa dell’ultima bambola di porcellana arrivata lo faceva incazzare.

“Ricordati di guardare il sito che ti ho passato stamattina!” strillo Blaine dietro a Jeff che alzò un pollice affermativo, mentre tutti, Nick compreso, si chiesero di che diavolo stesse parlando.

Hummel li guardò allontanarsi poi si voltò interrogativo verso Anderson “Abbiamo detto o fatto qualcosa di sbagliato?”

Il solista si riscosse, dedicandogli un sorrisetto smorzato prima di spostare gli occhi sulla parete “No, penso che siano solo tesi per la selezione di domani sull’assolo…. Io ora vado…. Notte…

Kurt se lo vide passare accanto rapidamente “Blaine!” provò a chiamarlo, ma non ottenne risposta ne quello si voltò. Dedicò uno sguardo crucciato a Flint, domandandosi se tutti fossero improvvisamente impazziti o se avevano sperimentato qualche psicofarmaco nella cena.

Camminarono in silenzio, entrambi immersi nei loro pensieri fino alle scale del terzo piano e poi Kurt si fermò per salutare Flint prima di proseguire verso la sua stanza.

“Allora a domani” disse con un sorrisetto, mentre con la mente tornava al comportamento strano di Blaine “Senti ma…. Posso chiederti perché hai deciso di aprirti così con me?”

Flint sorrise alzando le spalle “Ti ho guardato negli occhi e per un attimo ho sentito…. Affinità….” Kurt rispose al sorriso e fece per salire le scale, ma si bloccò appena l’altro richiamò la sua attenzione “Blaine si sveglierà e capirà i suoi sentimenti per te…. È solo questione di tempo”

Hummel rimase imbambolato per qualche istante, solo sulle scale, prima di arrossire moltissimo e correre in camera sua.

Entrambi ebbero il loro bel da pensare tutta notte comunque: Kurt non poteva cancellare le parole di Flint dalla sua testa e l’altro non chiuse quasi occhi pensando che, prima di andare a dormire, Jeff non gli aveva permesso di guardare neanche per un istante i suoi occhi cangianti.

 

Il giorno successivo le cose non erano di molto cambiate.

Kurt si chiedeva perché Blaine lo stesse evitando come la peste.

“Per caso puzzo?” domandò sentendosi l’alito mentre faceva colazione con Trent e Flint, entrambi scossero il capo “Ho un brufolo che non ho notato?!” ancora risposta negativa, così il ragazzo sconsolato aggiunse “Se sono perfetto come al solito allora perché mi evita?”

Trent lo guardò inclinando di lato la testa “Aveva ragione mio nonno.La modestia, amico mio, non si trova al banco del pesce…

Gli altri due lo guardarono cercando di trovare in tutto ciò un senso, poi Kurt sorrise falsamente dicendo “Dovrei presentarti la Coach Bestie. Avete aforismi simili”

Lanciò una rapida occhiata al tavolo prima di tornare a dedicarsi al cornetto, convinto che la sua esibizione l’avrebbe colpito.

Detto fatto: nonostante lo avesse continuato ad ignorare per tutta la durata delle lezioni non poteva non rimanere colpito dalla sua esibizione di Dont Cry for Me Argentina.

Certo, sembrava oro colato rispetto alla canzoncina che Nick aveva cantato poco prima (sempre con una gran voce, però) ma se Kurt avesse anche solo vagamente immaginato che doveva volare basso allora avrebbe cantato qualcosa di molto più semplice, come Twinkle Twinkle Little Star.

Solo che quella canzone, e Kurt lo sapeva, metteva in risalto la sua voce e senza modestia (che come aveva saggiamente detto Trent, non si trovava al banco del pesce e nemmeno a quello della carne, volendo) nessuno sano di mente l’avrebbe mai scartato….

 

Don't cry for me Argentina
The truth is I never left you
All through my wild days
My mad existence
I kept my promise
Don't keep your distance…

Blaine era totalmente preso da Kurt, tanto da non riuscire a staccargli gli occhi di dosso.

Ma nessuno se ne accorse visto che erano tutti più o meno catturati allo stesso modo.

Thad lanciò un’occhiatina agli altri due in più di una occasione, ma quelli non lo notarono troppo concentrati su neo-Warbler.

Doveva ammetterlo anche Harwood: aveva davvero una gran voce quel ragazzo.

Kirk sedeva sul divano, tra Blaine e Flint, chiedendosi seriamente da dove diavolo provenisse Kurt. Sicuramente non era terreno, una voce del genere l’avrebbe attribuita giusto ad un angelo. Lo stesso stava pensando Wilson, che per alcuni istanti chiuse anche gli occhi lasciando che quelle note soavi toccassero le corde più profonde della sua anima.

Jeff lo fissava del tutto attonito, stringendo appena la sedia su cui era seduto e capendo almeno in parte perché Flint dovesse sentirsi attratto.

Era un soprano! Un soprano cazzo!

 

They are illusions
They are not the solutions they promised to be
The answer was here all the time
I love you and hope you love me


Il biondino abbassò gli occhi sulla sua chitarra chiedendosi, insicuro, se quando fosse toccato a lui Flint avrebbe capito che la canzone era indirizzata a lui.

Stava quasi per lasciar perdere e tornare a Pink quando scambiò uno sguardo con Nick, e negli occhi scuri dell’altro trovò un po’ di coraggio che a lui mancava del tutto.

Blaine non riusciva a stare fermo, così preso dai gesti di Kurt, con la voglia di alzarsi e imitarlo, unendosi a lui….

Ma forse non era il caso….

Cercava inoltre di fargli capire che non doveva esagerare, cosa che invece gli altri notarono a pieno, ma con poco successo.

E mentre lui pensava al cantare con giovane Hummel, Kirk si chiedeva se sarebbe diventato anch’egli una minaccia….

Avrebbe dovuto neutralizzarlo, dopo essersi occupato di Blaine?

Beh, sembrava un obbiettivo facile, almeno lui…

Kurt tornò verso la finestra con fare molto teatrale mentre Trent lo guardava con un sopracciglio inarcato. Bravissimo, pensò, ma era necessario far tutta quella scena? Si guardò attorno e vide che anche Flint si stava chiedendo la stessa cosa.

Cameron era comico.

Fissava Kurt con la bocca del tutto spalancata e gli occhi sgranati. Cosa che fece ridacchiare Wes.

Quando il ragazzo finì con una nota alquanto lunga tutti applaudirono convinti, e Blaine gli dedicò uno sguardo orgoglioso, si era già dimenticato il motivo per cui non gli parlava.

“Molto bene” disse Wes con un sorriso mentre Thad alzava un pollice verso il suo compagno di stanza “Prego Jeff, tocca a te…

Lui si alzò con calma, sistemandosi la chitarra a tracolla e camminando lentamente fino al centro della stanza, con un sorrisetto nervoso.

Appoggiò le dita alle corde, scambiando uno sguardo prima con Duvall e poi con Blaine, che gli sorrisero incoraggianti.

Jeff iniziò a suonare, tenendo gli occhi chiusi e sperando davvero di non fare errori. Era terrorizzato dalla possibilità di poter sbagliare, stonare o versi la corda della chitarra saltarli in faccia.

Non sarebbe stato carino.

Poi con un sospirò iniziò a cantare, con la voce sicura e calda come quasi mai faceva sentire, essendo di indole davvero molto timida…

 

No one knows what it’s like…To be the bad man…
To be the sad man..
Behind blue eyes….
And no one know what it’s like, to be hated
To be fated…
To telling only lies…

 

Kurt alzò gli occhi di scatto dalle scarpe firmate di Kirk e li puntò sul profilo di Jeff, guardando poi velocemente verso Flint.

Ma l’altro non ricambiò lo sguardo, visto che era completamente assuefatto dal biondo e dalla sua voce, tanto che Kurt si chiese se almeno stesse provando a respirare….

Gli occhi da Bambi gli brillavano come due pezzi di cristallo sotto i raggi del sole, mentre con la bocca socchiusa osservava l’altro.

Hummel sorrise appena prima di voltarsi e incontrare gli occhi di cioccolato di Blaine, che lo fissavano assorti. Arrossì, tornando a guardare Sterling, mentre questo trovava coraggio improvvisamente, e deciso camminava guardando i compagni e continuando a cantare e suonare, fino ad andare a sedersi sulla cattedra dei tre membri del consiglio.

Wes si sporse appoggiandosi a Thad, mentre con un sorrisetto lo guardava.

Jeff emergeva sempre molto quando aveva la possibilità di cantare un assolo…

 

But my dreams they aren’t as empty…
As my concience seems to be…

I have hours, only lonely, my love is vengeance…. That’s never free

 

Era una canzone decisamente inusuale, non da Jeff insomma.

Tutti si chiesero il motivo per cui l’aveva scelta eccetto tre persone: Nick che lo sapeva perfettamente, Blaine che (non si sa come) ma ci era arrivato (solo nelle sue cose è un mongoloide, evidentemente) e Kurt che non era scemo e capiva forte e chiaro quando uno metteva in piazza i suoi sentimenti come stava facendo in quel momento Jeff…

Poi anche in Flint piano piano nacque la consapevolezza che, forse, quella canzone era dedicata a lui….

E non solo per via dei suoi occhi chiari, ma soprattutto per quella strofa che Jeff cantò guardandolo, come se fosse indirizzata solo a lui.

 

No one knows what its like, to feel these feelings
Like i do, and i blame you!
No one bites back as hard, on their anger
None of my pain woe…Can show through

 

I loro occhi erano così calamitati che Kurt aveva paura che se avesse provato ad alzare una mano in quella traiettoria se la sarebbe bruciata fino all’osso.

Per questo non ci provò ma anzi, osservò soddisfatto la scena mentre iniziava già a premeditare il suo abito per il matrimonio Wilson-Sterling: il biondo era pazzo di lui almeno quanto Flint.

Quando la canzone finì Jeff arrossì un botto agli applausi degli amici, e correndo a nascondersi dietro a tutti, sulla sedia di prima, ripose la chitarra nella custodia.

“Ok potete uscire mentre deliberiamo” disse David sorridendo “Complimenti a tutti e tre….”

“Molto bravo Jeff” aggiunse Wes facendo l’occhiolino a Jeff per incoraggiarlo, ma la cosa lo imbarazzò ancora di più e il biondo uscì velocemente.

“Bene” disse David appena la porte si chiusero “Come solito si procede per alzata di mano per la votazione ma prima facciamo un paio di constatazioni…. Wes? Vuoi avere tu l’onore?”

Il ragazzo asiatico annuì “Che dire? Tre validissime voci ma su un paio ho da fare qualche appunto….” Si schiarì la voce “Jeff è bravissimo, nulla da dire, ma…. È troppo insicuro. Dovrebbe assolutamente acquisire sicurezza, non possiamo piazzarlo su un palco davanti a tante persone e sperare che non entri in paranoia” disse dispiaciuto mentre tutti annuivano, eccetto due o tre persone.

Poi toccò a Thad “Kurt è bravissimo, una voce così l’ho sentita in rarissime occasioni e, onestamente e senza cattiveria alcuna, mai da un ragazzo. Solo che è decisamente troppo…. Troppo. Senza contare che è tra noi da poco…

“Dovrebbe ambientarsi un po’ meglio prima, diventerà una delle nostre punte ma al momento meglio di no” concluse David

“Nick è molto bravo” ammise Wes “Ma canta in modo molto lirico ed è un rischio mandarlo avanti…. Senza contare che se canta a pieni polmoni molti cori vengono coperti….”

“Detto questo, ora che immagino avrete le idee chiare votiamo” disse Thad con sarcasmo.

“Come al solito pensate a due nomi…. Ovvero i due ragazzi  più meritevoli, a vostro parare. Starà poi a noi tre decidere chi è che ci rappresenterà alle Locali” sorridendo Wes diede il via alla votazione.

Praticamente tutti, eccetto Blaine (a malincuore), Flint e altri due alzarono la mano per Nick, compresi i tre capi del consiglio.

“Chi vota per Kurt?” chiese Thad mentre David annotava tutto con cura.

Blaine, Cameron e Flint alzarono la mano e, con stupore del solista, furono assolutamente i soli.

Wes e gli altri due seduti alla scrivania, infatti non lo fecero sbalordendo notevolmente anche Flint.

“Ma è bravissimo”provò a dire infatti Wilson “Cioè…. È… Ma lo avete ascoltato bene?”

“Si ma come abbiamo detto non è ancora integrato” disse David, prima di rivolgersi a Blaine “Starà a te spiegargli il motivo…

Il solista annuì appena, chiedendosi perché doveva essere sempre lui a fare questo tipo di cose.

Quando Harwood chiese chi volesse alzare la mano per Jeff quelle di Flint schizzò su, seguito da Blaine e da molti altri.

“Molto bene…. Blaine chiama pure Jeff e Nick e dai loro la bella notizia….” Il moro si alzò con un sorriso poco convinto per eseguire quella sorta di ordine prima che Wes si voltasse verso Thad e poi David chiedendo “Quante volte ci ha provato Jeff? Sei?” loro annuirono, zittendosi però appena i due entrarono, sorridenti.

Il resto della giornata la passarono a provare Soul Sister, ovvero la canzone di Blainem e ad accordarsi per i cori da posizionare dietro alla voce di Nick che alla fine venne scelto per cantare l’assolo.

“Sono contento per te, davvero” gli disse il biondo, senza alcuna invidia. Era contento veramente per Nick, era da tanto che ci provava ed era giusto così. Si abbracciarono brevemente poi Duvall venne rapito da Wes che iniziò a spiegargli come si sarebbe svolta l’esibizione, come se fosse un ritardato e non avesse mai cantato con loro, poi…

Flint si avvicinò a Jeff, attirando la sua attenzione con un sorriso radioso “Sei stato davvero bravissimo…. Mi piace molto quella canzone…. Chi la canta?”

“Originariamente è dei The Who…” disse sottovoce il biondo, imbarazzato e ancora un po’ sconsolato per la storia del Flurt (Sì, aveva unito i nomi di Flint e Kurt e aveva creato quel nome così irritante da dargli la nausea) “Ma l’hanno rifatta i Limp Bizkit….”

“Magari potresti passarmela dopo” disse ancora il morettino “mentre ripassiamo matematica”

A Jeff si chiuse lo stomaco “A dire il vero sono stanco…. È meglio rimandare”

A data da destinarsi, pensò, ma non lo disse…

Qualcosa nella voce del biondo fece capire a Flint che non era vero, e ci rimase male “Oh….” Sussurrò scoraggiato “Ok…. Non importa….” Abbassò gli occhi sulle scarpe di vernice nera dall’altro.

“Ci vediamo in giro…” e detto questo Jeff si allontanò, sedendosi accanto a Blaine.

A Wilson non rimase altro da fare che tornarsene in camera, a abbattersi da solo.

Non gliene fregava nulla di matematica: era vissuto benissimo quasi diciassette anni senza saperla… Voleva solo passare del tempo con Jeff.

Ma evidentemente l’altro no.

Aveva anche pensato che quella canzone fosse dedicata a lui! si diede dell’idiota mentre camminava per il corridoio, verso il dormitorio.

“Sei una testina quadra” sussurrò Anderson al biondo, dandogli uno scappellotto sulla nuca che però pareva più una carezza.

“Hai origliato?”

“No, ma non sembrava contento di andarsene…Blaine capì al volo che non era il caso di parlare di Flint con Jeff “allora dimmi…. Hai guardato il sito che ti ho detto?”

Jeff annuì “Sì mi sono iscritto ieri sera…. E sono stato attaccato al pc fino alle tre…. Nick che russava di sottofondo non era piacevole, ma ho trovato un sacco di belle cose interessanti…

Blaine aveva pensato di aiutare l’amico passandogli un sito piuttosto famoso fra i giovani omosessuali: non serviva per fare incontri o trovare il ragazzo, assolutamente non era quella funzione primaria. Doveva servire come valvola di sfogo per la frustrazione, per aiutare ragazzi confusi attraverso la condivisione delle esperienze che li aveva portati a ritenersi gay.

Ed effettivamente a Jeff era servito.

“Sai che, tra l’altro, ho conosciuto un ragazzo di Lima lì sopra?”

Blaine lo guardò sorpreso “Ma dai, sul serio?”

Jeff annuì “Si firma D.K…. Abbiamo esperienze comuni…. Anche lui come me non si è mai sentito così…. Se non per un ragazzo e…. ora naviga in una mare di confusione e frustrazione. Come me….”

Blaine annuì comprensivo “Ti capisco…. Mi fa piacere! Cioè…. Non che tu sia frustrato…. Quello non mi piace! Ma che tu possa condividere le tue esperienze con qualcuno…

ridacchiò prima di guardarlo “Tu invece? Come va con quel ragazzo che hai conosciuto lì?” domandò poi Jeff picchiandogli dentro col gomito. Erano rimasti soli, potevano quindi parlare liberamente.

Jeremiah?” Domandò Anderson arrossendo appena “Diciamo tutto ok…. Ci siamo visti un paio di volte. Gli ho mentito sai?” Jeff incrinò il capo “Gli ho detto di essere gay da poco e di non capire di esserlo o meno…. Lui si è ‘offerto’ di darmi qualche dritta”

Il biondo rise “Blaine ma giochi sporco!”

Anche l’altro rise “Devo farmi le mie esperienze no?” gli diede una pacca sulla coscia “Ora fila a studiare per domani! Se prendi pessimi voti non potrai più cantare con noi e provare inutilmente per gli assoli…. Imperterrito!”

“Divertente, Anderson! Divertente!”

 

Il tempo, come si sa, vola sempre nei momenti sbagliati.

Il giorno delle Locali, per esempio, era arrivato troppo presto per Kurt.

Essendo un istituto privato non avevano un pulmino scolastico, così decisero di andare nel luogo prestabilito per l’esibizione dividendosi in alcune auto.

I piloti desegnati furono coloro che avevano in primo luogo l’auto indipendente dai genitori (fatto non scontatissimo, anche per dei riccastri) e soprauttutto chi aveva voglia di guidare e di certo non avrebbe bevuto (ancora più difficile!).

Alle fine gli sfigati decisi dal consiglio furono Thad, Ethan, Kurt e Flint.

La mattina, prendendosela con comodo visto che era un viaggio di circa un’oretta e mezzo fino a Lima, se la presero con calma, trovandosi tutti alle dieci e mezzo davanti alla Dalton.

“Tu però sei un pirla” disse Wes, guardando Kurt mentre aspettavano gli altri “Potevi aspettarci su…. Così ti tocca fare mille giri…

Blaine ha detto che se si vince si fa festa, quindi mi fermo alla Dalton anche se è sabato” lo informò Hummel “E se si perde…. Beh ha detto che si beve per dimenticare...”

Dopo loro due, che furono i primi a scendere in cortile, arrivarono anche tutti gli altri, prendendo le auto fuori dal garage interno e parcheggiandole accanto a quella di Kurt.

Stavano aspettando Thad e Jeff quando un rumore fortissimo si diffuse per tutta l’aria disturbandoli.

Al parcheggio interno uscì Thard a bordo di quella che –porca puttana- era una BMW serie 3 bianca immacolata, dalle cui casse veniva sparata una musica insopportabile che Kurt immaginò essere tecno.

“Nessuno vorrà mai salire in auto con lui” disse David scuotendo piano il capo mentre Kurt notava che Blaine era già salito su sul SUV dopo avergli sfilato le chiavi dalla tasca dei jeans (e Kurt poteva giurare di sentire ancora le mani di Blaine così vicine alla sua zona pelvica di rischiare un’erezione), pronto a collegare l’impianto stereo al suo Ipod.

“Sei la cosa più tamarra che abbia mai visto” disse Wes a Thad, che intanto si era affiancato a loro con la musica sempre a palla, i bassi insopportabili, guardandoli da dietro le lenti scure mentre si sistemava il collo della giacca di pelle nera “Non è un po’ fresco per una decappottabile?”

Thad ammiccò abbassandosi gli occhiali e guardarlo al di sopra della linea delle lenti “Io non ho mai freddo, Montgomery…

“Sembri scemo, sai?”

“Nick, dove è Jeff?” chiese David interrompendo quell’assurda pantomina.

L’altro scrollò le spalle “Non saprei…. Spero non si sia addormentato di nuovo sulla tazza del water…

Era successo più di una volta: il biondo non usciva dal bagno così Duvall era entrato bussando e lo aveva trovato abbandonato con la testa appoggiata sul rotolo della carta igenica…

“Intanto organizziamo le macchine?” domandò David e tutti lo fissarono, così alzando gli occhi al cielo disse “ok! Ok! Vado io con Thad!”

“Viaggerai in prima classe amico” disse Harwood strizzandogli l’occhiolino.

Alla fine sgomitarono tutti per andare con Kurt, visto che era la macchina più capiente e quella in cui far più casino….

Blaine aveva già il posto assicurato accanto all’autista, e gli altri prescelti furono Wes, Cam e Nick.

Jeff venne mandato con Kirk e Ethan mentre Trent sarebbe salito a Lima col suo compagno di stanza…

Ma si sa, quando Kurt Hummel ci mette lo zampino… “Perché noi intanto non ci avviamo? Magari potrebbe rimanere qui Flint ad aspettare Jeff…..”

Thad fu il primo ad appoggiare la mozione visto che diede appena il tempo a David di salire che partì di bestia, carichissimo a causa dell’eccitazione per la competizione, mentre l’altro urlava che voleva la capotta della macchina alzata, perché alla cervicale ci teneva ancora.

Trent, riluttante, salì nell’auto di Ethan con Kirk e a loro volta si avviarono.

Anche Kurt fece segno ai suoi di montare, ma venne un attimo trattenuto da Flint “Non so se amarti o odiarti” disse sottovoce.

“Amami, e non sbaglierai mai”

L’altro alzò gli occhi al cielo “Non ci parliamo da una settimana!”

Kurt fece spallucce “è un bel modo per riprendere a parlarsi no? Spera anche che ci sia un incidente sulla strada…

Flint scosse il capo mentre lo guardava salire in auto e partire, con Blaine che lo salutava eccitatissimo, prima di provare a tornare composto come di suo solito. Flint non credeva ci sarebbe riuscito, nemmeno Thad ci riusciva, quel giorno.

Si voltò verso la scuola guardandola con apprensione, il cuore che gli batteva a mille e una pessima sensazione.

E non centrava nulla la competizione…

 

 

Continua….

 

 

 

 

NdA :

 

ciao a tutti, eccomi tornata!

Questo capitolo è davvero lunghissimo!

Ma visto che ieri non ho postato mi sembrava il minimo!

Che ne pensate? Il prossimo capitolo sarà incentrato sulle Locali, e se volete uno spoiler…. Nick renderà felici molte di voi xD

 

La canzone cantata da Jeff è ‘Behind Blue Eyes’ dei Limp Bizkit, per chi non la conoscesse la trovate QUI

Che ne dite? Vi è piaciuta? A me sembrava davvero molto appropriate ;)

 

QUINDICI RECENSIONI!? Davvero!?

Wow non sapete quanto mi rendete felice! Fa sempre piacere vedere l’interesse ma questo va anche oltre** senza di voi non avrebbe lo stesso sapore scrivere, così ci tengo a ringraziare:

Miry, JCriss, heyitsgeorgia13,  Nix, love mojito, Safella22, GingerKinomiya, xperjoiceandlove13, Ransei86, GleenKinn518, HachikoGiuls, Klaineek, _beliveinpeace, Driz e ElfoMikey (<3) !!!

Se ho dimenticato qualcuno scusatemi, ma tanto rispondo sempre singolarmente a ciascuna recensione :D

Vorrei ringraziare, come sempre anche i 15 che mi hanno aggiunta alle preferite e i 27 alle seguita! Senza dimenticare le 3 persone che mi hanno inserita tra le ricordate (gioco di parole pessimo ahahah scusate)

Nel prossimo capitolo avremo del DEVASTO e del DISAGIO veri e propri…

Thad vi piacerà un sacco xD

A presto!

 

Jessy.

 

 

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Capitolo 7
*** #07 Nobody is most important than you for me…. ***


bananissima

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

#07 Nobody is most important than  you for me….

 


Il giovane Hummel trovava qualche difficoltà a guidare, quella mattina.

Non solo perché l’agitazione per le locali era a mille, non solo perché nei sedili posteriori parlavano di sesso eterosessuale in termini che avrebbero fatto arrossire anche una porno star….

Ma soprattutto perché non aveva mai visto Blaine in ‘borghese’, ovvero con un abbigliamento che non fosse la sua solita divisa scolastica….

Quando l’aveva visto scendere quella mattina, con quei dannatissimi jeans scuri attillati, la maglietta rossa con sopra una felpa abbastanza normale e il solito cappotto aveva quasi rischiato l’embolo.

E il suo cervello continuava a gridare a tutto fiato: CHE FIGO.

Come Blaine potesse non avvertire quella carica sessuale che Kurt provava nei suoi confronti era un vero e proprio mistero…. Il solista si limitava a guardare il paesaggio muovendo il capo a ritmo e di musica e aprire la bocca solo per esternare una qualche vaccata insieme a quelli seduti dietro oppure per sorridere a Kurt.

Hummel si chiese, inoltre, perché quella strada che compiva almeno due volte la settimana, minimo, sembrava improvvisamente così infinita.

Gli serviva aria, e gli serviva il prima possibile….

“Secondo voi Jeff è riuscito a scendere dal water?” chiese poi proprio Blaine, grattandosi dietro ad un orecchio con non chalance.

Wes scosse piano il capo mentre Cam si sporgeva in avanti, visto che stava seduto fra i due sedili “Ragazzi sapete che voci di corridoio sostengono che Sterling è omosessuale?”

Blaine si voltò così velocemente che per poco di mozzò la testa con le cinture di sicurezza.

Wes lo guardò appena stupito, socchiudendo la bocca prima di iniziare a ridacchiare e Nick, che in un primo momento si era irrigidito disse “Ma sei scemo o reciti bene?” con tono irriverente e un po’ scocciato “Chi ha detto questa stronzata, scusa?!”

Cameron lo guardò inclinando appena la testa di lato “Hey amico non ti scaldare! Io l’ho sentito dire da Jesse Martin… Anzi no! Credo Luke!”

“Strapperò ogni singolo rasta a quell’idiota” mugugnò Duvall estraendo l’ipod dalla tasca della giacca a vento, deciso ad isolarsi dal mondo. Ma non prima di scambiare uno sguardo con Blaine….

E Kurt non aveva perso ne una sillaba e una singola espressione facciale di uno dei suoi amici, nonostante guidasse. Vantava lo spirito di osservazione di un vero criminologo quando voleva e grazie allo specchietto retrovisore nulla poteva sfuggirli.

Un sorrisetto gli incurvò le labbra mentre allungava la mano pensieroso, cercando di cambiare marcia che però non si cambiava…

“Non credo che tu riuscirai a mettere la quarta se continui a muovere la mia rotula!” la risata divertita di Blaine lo riportò nel velivolo con la testa e, dopo aver notato che effettivamente la sua mano stringeva il ginocchio del solista, arrossendo chiese scusa.

Non doveva distrarsi su nulla.

Doveva guardare l’asfalto o la sua mente avrebbe continuato a produrre elucubrazioni mentali e immagini che li avrebbero fatti finire contro ad un muro.

 

Jeff scese la scale dopo aver ripiegato con cura la divisa per non stropicciarla e averla riposta con la massima attenzione nel solito zaino che usava quando si spostava.

Scese le scale e le risalì tre volte, prima perché aveva dimenticato il cellulare, poi l’mp3 e alla fine perché, quando era salito per prendere l’mp3 aveva dimenticato il cellulare sul comò!

“Sono un autentico disastro” si disse, correndo velocemente un cortile, mentre i compagni di scuola che non erano tornati a casa per il fine settimana gli davano il loro personale in bocca al lupo.

Non poteva crederci di essersi appisolato in piedi sotto la doccia! Come diavolo era possibile?

Certe volte credeva che la vita lo prendesse per il culo…

E quando vide che gli altri non erano nel parcheggio ad aspettarlo per un attimo entrò nel panico. Pensò che si fossero dimenticati di lui, o che fossero già a Lima e l’avessero scaricato velocemente come punizione per i suoi numerosi ritardi.

Stava già per iniziare ad insultare un po’ tutti quanti –sottovoce ovviamente- quando qualcuno attirò la sua attenzione chiamandolo. E non era di certo il primo pirla a caso…

C-ciao Flint….” Abbassò gli occhi sulle sue scarpe “Si sono dimenticati anche di te?”

Flint sorrise appena, intenerito “Nessuno si è dimenticato di te, Jeff…” disse aprendo il bagagliaio della macchina prima di sfilare dolcemente lo zaino dalle mani del biondo che lo guardò sorpreso “Solo che Thad aveva fretta di andare a Lima così sono semplicemente partiti un po’ prima…

“Da quanto?”

“Un ventina di minuti, più o meno….”

Jeff lo guardò chiudere il baule mentre l’occhio gli cadeva il sedere del morettino, avvolto da un paio di aderenti pantaloni neri. Sempre più rosso si avvicinò alla portiera aprendola e sedendosi si guardò attorno “Bella macchina” commentò davvero colpito mentre l’altro si allacciava la cintura pensando che il biondino era decisamente la cosa più bella che lui avesse mai visto. La macchina era giusto accettabile…

Grazie…” mise in modo uscendo dal parcheggio “Se vuoi mettere la musica fai pure…

“No, fa lo stesso…

Flint non capiva cosa non andasse.

Il viaggio iniziò nel più totale silenzio, che non sembrava intenzionato ad andarsene. Jeff se ne stava chiuso nel più assurdo mutismo mentre il morettino cercava un argomento di conversazione che potesse anche solo vagamente parere intelligente.

Fallì su tutta la linea.

Mentre pensava un nuovo problema però si manifestò.

Jeff alzò gli occhi non appena avvertì la macchina rallentare e fermarsi in una piazzola “Tutto ok?” domandò guardando davanti a se. Non ricevendo una risposta si voltò verso Flint e trovandolo con le mani sul viso iniziò a farsi prendere dal panico “Che succede?!”

L’altro rialzò gli occhi un po’ annebbiati “No niente…. Mi si è annebbiata un po’ la vista” disse stropicciandosi gli occhi grandi, prima di sospirare e rimettere in moto. Jeff continuava a fissarlo un po’ preoccupato mentre notava che un pallore malsano si stava allargando a macchia d’olio sulla palle di per se già chiara di FIint.

La suoneria del suo cellulare lo costrinse a distogliere per un istante lo sguardo dal viso dell’altro, e, dando per scontato che fosse Nick, prese il cellulare dalla tasca dei jeans per leggere l’sms appena arrivato.

Erano due a dire il vero, il primo del suo amico che lo avvertiva di guardarsi le spalle perché Cameron aveva detto che qualcuno metteva in giro chiacchiere su di lui (e che gli avrebbe spiegato meglio appena arrivato) e l’altro di un numero sconosciuto.

Lo lesse velocemente corrugando le sopracciglia.

-Ciao, sono Dave. Scusa se ieri non ti ho più risposto ma il computer non collaborava. Grazie per avermi lasciato il numero di telefono. Comunque, perché stai venendo a Lima?. D.K.-

Ci mise un altro paio di letture prima di riuscire a capire chi gli avesse inviato quel messaggio criptico, visto che la sola presenza di Flint e il suo buon profumo che permeava in ogni centimetro dell’auto di lusso lo aveva del tutto stonato.

Era quel ragazzo di Lima, D.K. (a quanto pare Dave) che aveva conosciuto sul sito che gli aveva raccomandato Blaine.

Scrisse rapidamente la risposta senza pensarci troppo –Sì! Per le gare di canto corale…. Le locali! Comunque io sino Jeff :). JS-

Poi riprese l’sms di Nick per rispondere anche al suo migliore amico ma non prima di aver lanciato un’altra occhiata preoccupata a Wilson “Non sarà meglio che ci fermiamo? Magari una boccata d’aria fresca ti farà bene….”

“No grazie, sei davvero gentile ma ce la faccio” sussurrò l’altro un po’ imbarazzato “è da quando sono nato che lotto contro l’anemia e i cali di pressione…. Ormai è routine”

Il biondo lo guardò incerto “Non posso fare proprio nulla?” chiese rispondendo a Nick prima di intascare il cellulare.

“Una cosa sì…. Ti dispiacerebbe guidare?”

 

-Stiamo arrivando! Flint non si sente bene però…. J.-

Nick rilesse l’sms per essere certo di aver letto bene poi ridacchiò.

Cameron era troppo concentrato a guardare Blaine che giocava a con un elastico per notare qualcosa, grazie a Dio, o sarebbe diventato tutto di dominio pubblico entro trenta secondi.

Il fatto era che Duvall era certo che quella di Flint e Jeff fosse solo una scusa.

Dava per scontato l’happy ending e che quindi credeva che avessero già fatto pace, che si fossero parlati e che, nel contempo, avessero già iniziato a pomiciare da qualche parte….

Forse non erano neanche partiti dalla Dalton!

Era davvero troppo positivo il ragazzo…

Quando arrivarono all’auditorium di Lima dove si sarebbe tenuta l’esibizione gli altri erano già tutti lì, ad attenderli, compresi coloro che vivevano vicini alla città e che, al contrario di Kurt, avevano preferito alzarsi di gran lunga dopo.

Persone come Nicholas per esempio, o Jesse che sorridevano beatamente guardando i ‘desperatos’ come li avevano definiti, che arrivavano direttamente da Westernville.

“Siete carichi?!” chiese Thad saltellando sul posto e urtando parecchio i nervi di Wes, che si rivolse a David.

“Come l’hai sopportato?!”

Il ragazzo di colore rise “Sai come funzionano queste cose no? Basta ignorarlo! E poi è tutta scena…. Pensa che dopo la prima curva a tirato su la capotta dell’auto rabbrividendo e ha messo su la musica classica perché iniziava a venirgli mal di testa!!”

Wes alzò gli occhi esasperato “è il fake di se stesso….”

Thad però non stava affatto seguendo la conversazione, troppo impegnato a sentire gli ultimi pettegolezzi da Cameron, che glieli sussurrava in un orecchio.

“Quindi Nick ha negato che Jeff sia…. Hai capito no?” chiese Harwook curioso come un bambino in un negozio di giocattoli.

Era la peggiore comara sulla faccia della terra, forse peggio anche di Cam.

“Sai cosa penso?” disse il capo del consiglio, tirando da parte l’altro e sussurrandogli in un orecchio, divertito “Che abbiano una storia…

“Ma chi?!”

“Jeff e Nick…

Cameron sgranò gli occhi fino all’inverosimile “Beh…. Bisogna indagare!”

Thad annuì “Mi affido come sempre a te…. Non deludermi”

Mentre farneticavano Blaine osservava interessato Kurt che parlava al cellulare con Mercedes. Gli piaceva rimanere a guardare Kurt anche per ore….

Aveva un modo di muoversi armonioso, pareva danzare mentre rideva al telefono con la sua amica, tingendo di rosa i coniglietti…

Anderson si riscosse improvvisamente…. Tingendo di cosa i cosa?!

Stava decisamente impazzendo…

“Stanno arrivando anche loro” Hummel si appoggiò alla sua auto, accanto al solista e gli sorrise appena “Sai…. Sono un po’ nervoso all’idea di gareggiare contro le New Direction…. In un certo senso mi sento un po’ un traditore….”

Blaine gli sorrise appena, dandogli una leggera spallata, che pareva più una scusa per appoggiarsi a lui “Ma che dici…. La tua è stata una necessità…. Non ci saresti mai venuto alla Dalton se non avessi avuto paura per la tua vita…

Kurt sorrise, come ringraziamento.

Blaine era fantastico ai suoi occhi, non aveva una peccata che fosse anche la più insignificante. Riusciva sempre a farlo sentire a suo agio, lo consolava come nessun altro era capace….

Era davvero perfetto.

L’amore l’aveva reso un po’ cieco, e un po’ cretino, però…

Ma quando si è persi come lo era Kurt per Blaine difficilmente si arriva a comprendere i limiti di una persona…. E Hummel si sarebbe poi ricreduto.

Ma è ancora presto per questo.

Mentre si godeva il calore del contatto con Anderson vide arrivare da lontano la Porchè scura di Flint (ormai era convinto che i suoi compagni avessero intenzione di allestire un salone dell’auto visto che apparte quella di Wilson c’era anche –ricordiamo- la BMW serie 3 di Thad l’R8, si proprio quell’audi costosissima da riccastro che ostenta, che Wes gli aveva raccontato che aveva Kirk) arrivare nel parcheggio e poi parcheggiare con lentezza esasperante che non era da Flint.

Questo perché al volante c’era Jeff, terrorizzato anche solo all’idea di fare un graffiettino a quel bolide.

Quando Kurt vide il biondino uscire dalla parte del guidatore si crucciò “Secondo te è successo qualcosa?” domandò a Blaine che subito si voltò a guardare nella sua direzione.

“Boh non so, forse…. Andiamo a vedere” Non appena il solista si spostò dal suo corpo sentì immediatamente freddo.

Si sbrigò a seguirlo, notando che anche Nick si stava avvicinando “Cosa gli hai dato perché lui ti permettesse di guidare l’auto?” chiese ammiccando all’amico che andò dalla parte del passeggiero per aiutare Flint a scendere

“Te l’ho detto che stava male” mormorò il biondo arrossendo assurdamente mentre Flint si appoggiava a lui con una mano alla fronte “Cosa ti senti?”

“Mi gira tutto…” sussurrò Flint appoggiandosi al suo petto, sempre tenendo gli occhi chiusi.

Kurt gli appoggiò una mano sulla schiena preoccupato “Ma cosa è successo?”

“Nulla di che…. Calo di pressione” disse Flint cercando di rassicurarlo “Mi capita spesso quando non prendo le pastiglie per l’anemia…

“E perché non le hai prese scusa?” chiese Nick come se avesse a che fare con un vero cretino, mentre Blaine correva a chiamare Wes.

Flint intanto rimaneva fermo, contro il petto di Jeff che pregò che l’altro non avvertisse quanto il suo cuore andasse veloce, e disse con voce flebile “Ha la testa nel pallone ultimamente…

Wes arrivò di corsa, preoccupato, scansando Kurt e portando una mano sul viso di Flint trovandolo insolitamente gelato “Hey Flint, coraggio che oggi bisogna esibirsi” disse sorridendogli prima di guardare Jeff “Bisogna portarlo dentro…” il biondo annuì ma non si mosse, così il ragazzo asiatico alzò un sopracciglio “Ce la fai a prenderlo in braccio o devo chiamare Richard?”

Jeff tentennò un po’ rosso prima di annuire e far leva sulle gambe per prendere in braccio Flint che nel frattempo si lamentava che poteva benissimo camminare. Come se stare in braccio a Jeff gli desse fastidio poi. Senza contare che questo non costava alcuno sforzo all’altro, visto quando piccolo e magro fosse il morettino.

Tutti gli altri lo guardarono con tanto d’occhi iniziando a chiedere cosa stesse succedendo a Wes, che ignorava tutti camminando veloce accanto al biondo, come una mamma preoccupata per uno dei suoi bambini.

La giornata non iniziava proprio benissimo.

 

Kurt era uscito  dal loro camerino già cambiato per prendere qualcosa di zuccherato da portare a Flint, ma poi aveva incontrato Rachel e si era perso a parlarle fino all’arrivo di Blaine che con gentilezza l’aveva ricondotto dai Warblers.

“Mi dispiace” mormorò Hummel rosso in viso ma l’altro sorrise scuotendo il capo.

“Non preoccupati, Trent ha tirato fuori dallo zainetto tanta di quella roba che mi pareva di trovarmi davanti Willy Wonka in persona!” ridacchiò, prima di farsi serio “Abbiamo trovato un dottore e ha detto che non c’è nulla di cui preoccuparti, ma non può assolutamente esibirsi con noi….”

Kurt aprì la bocca, basito “Scherzi?”

L’altro scosse il capo affranto prima di fermare Kurt che stava per aprire la porta del camerino “Aspetta” gli appoggiò le mani sulle spalle, guardandolo intensamente. A l’altro mancò la terra sotto i piedi e già pregustava il bacio che quell’espressione decisa avrebbe portato ma…. Si sbagliava “Prima di entrare ti avverto che lì dentro c’è il delirio più assoluto…. Non spaventarti ok? È normale…. Circa.” Kurt chiuse la bocca delussissimo ma sorrise come se nulla fosse, Blaine lo trattenne ancora “Thad sostiene di non averne bisogno ma…. Ecco diciamo che se le cose peggiorano Wes è pronto a mette del Valium nel suo teh caldo….”

Kurt alzò le sopracciglio “addirittura?” ridacchiò.

L’altro però era così serio da spaventarlo “Non conosci ancora Thad in tutte le sue sfaccettature: è pazzo”

Kurt entrò un po’ timoroso e se Blaine non l’avesse avvertito di certo avrebbe immaginato di aver scambiato un ospedale psichiatrico per il camerino dei Warblers…

Direi delirio era dir poco….

Nick faceva dei vocalizzi così profondi che sembrava sul punto di cantare l’intera aria dell’Aida, in un angolo della stanza opposto a quello dove si trovava Kurt, ma pareva che lo stesse facendo urlandogli in un orecchio.

Kirt si lamentava con Ethan del camerino (così come ogni anno, a detta di Blaine) perché ne voleva uno privato, cambiarsi davanti agli altri lo metteva a disagio.

“Perché ce l’ha piccolo, magari?” replicò tagliente Nick, smettendo di cantare e avvicinandosi a Blaine, sospirando “Senti solista…. Hai qualche dritta per me?” domandò poi timoroso.

Blaine sorrise dandogli una pacca sulla spalla “Vieni, un bicchierino di fragolino è il miglior consiglio che posso darti” gli disse accompagnandolo fino al tavolo infondo alla stanza sul quale stava sdraiato Thad.

“Che sta facendo?” chiese Kurt avvicinandosi a Jeff e Wes, seduti vicino a Flint. Quest’ultimo stava sul divano, con le gambe stese e la schiena appoggiata al bracciolo, con addosso una coperta e in mano una tazza piena di qualcosa di fumante. Dall’odore una tisana.

Wes sbuffò mentre piegava  con cura la giacca di Flint, appoggiandola ad una sedia “Fa sempre così, prima di esibirci impazzisce e inizia a dar di matto…

Jeff sospirò mentre afferrava la tazza che Flint gli porgeva, appoggiandola sul tavolo “Ti ricordi quando si è vestito da gatto e sbronzo si è messo a pisciare contro la parete di quel locale? Il buttafuori pensavo lo uccidesse!”

“Perché è sbronzo?” chiese Kurt cercando di ignorare il resto della frase.

“Tra poco lo sarà” concluse Wes allontanandosi in cerca di David, mentre Thad si alzava in piedi sul tavolo.

Kurt guardò il capo del consiglio Harwood schiarirsi la voce e aprendo la bocca…. Ruttare.

Flint sgranò gli occhi mentre Jeff, Nick, Blaine, Cam e Trent scoppiavano a ridere in maniera disumana seguiti poi da tanti altri tra cui Wes.

Kurt e Wilson si guardarono davvero poco convinti mentre Jeff si stava davvero scompisciando lì accanto.

Decisamente non era una cosa molto…. Uhm Kurt pensò ‘appropriata’ quando in realtà NON ERA DA THAD!

Gli tremava una palpebra tanto era perplesso e stravolto.

Quando si pensa di conoscere una persona…

“Ragazzi, prima di iniziare voglio dirvi solo che vi voglio bene” Thad li guardava con una strana commozione negli occhi. Ricapitolando, era passato dal dormire sul tavolo, al ruttare come un camionista, al guardarli dolce come un agnellino. No, non stava bene “E che ognuno di voi ha qualcosa di speciale: che siate grassi o magri, belli o brutti, simpatici o merde camminanti, bianchi o di colore, asiatici o…. non asiatici…. Biondi naturali o tinti” strizzò l’occhiolino a Jeff “Con o senza la patente o con gusti sessuali ambigui voi siete tutti…” si zittì un istante “Ho perso il filo…

La luce del camerino iniziò a lampeggiare assieme ad uno strano ticchettio e Blaine si alzò dalla sedia, porgendogli una mano “Non importa, sei stato comunque illuminante! Ora andiamo, il palco ci aspetta”

“Dio sto per vomitare…” disse Nick bianco in viso mentre Trent gli dava delle pacche sulla schiena per rincuorarlo.

Tutti uscirono in fila e Flint sorrise a Kurt, che però si sbrigò ad andarsene per stare solo con biondo “Sicuro che non vuoi nemmeno provarci? Potresti cantare su una sedia…

Flinti gli sorrise “Sei davvero dolcissimo” gli disse facendolo arrossire “Ma rovinerei la corografia…. Sarete favolosi anche senza di me….”

Jeff fece per alzarsi ma il morettino, in un moto di coraggio, si sporse verso di lui e lo abbracciò.

L’altro rimase immobile per un istante, prima di ricambiare titubante quella stretta.

Quel profumo…

La macchina ne era pregna ma sentirlo direttamente dalla sua pelle era tutta un’altra cosa.

“Vai ora” disse Wilson staccandosi “E dimostra che la tua insicurezza è un elemento del tutto trascurabile…. Così la prossima volta l’assolo dopo Blaine sarà tuo”

Jeff si alzò “Stasera canterò solo per te” e detto questo raggiunse gli altri, dandosi dell’idiota per l’ultima frase uscita da chissà dove, mentre il cuore di Flint batteva così forte che si sentì svenire.

Non per la pressione di certo..

 


Hey soul sister,
ain't that Mr Mister
on the radio, stereo
The way you move ain't fair you know
Hey soul sister,
I don't wanna miss
a single thing you do tonight …

 

“FESTA!”

Kurt si portò le mani sulle orecchie, anche se non per il fastidio ma solo per salvare i timpani da Thad, mentre filava dentro alla Dalton con un sorriso a trecento denti sul viso.

Erano appena tornati e con loro avevano portato l’entusiasmo della vittoria.

Il pareggio con le ND era arrivato come una manna dal cielo per il piccolo soprano, che sinceramente non poteva sperare in un risultato migliore.

Il solo pensiero di ritrovarli con lui alle regionali…. Un sogno.

Nessuno ne era uscito sconfitto, erano tutti vincitori.

Il ritorno in auto era stato un vero delirio. Jeff si era ritrovato con loro al posto di Wes (che secondo Nick non voleva controllare che Flint stesse bene, ma solo guidare la sua macchina fino a Westernville) e aveva largamente contribuito ai cori da stadio, fino ad arrivare ad un livello di casino alquanto alto.

Blaine era sceso dall’automobile saltellando come un pazzo, abbracciando tutti quanti non riuscendo più a contenere l’entusiasmo. Kurt praticamente tremava, complice l’adrenalina che gli scorreva ancora dentro le vene, e la cosa degenerò appena Blaine gli portò un braccio attorno alle spalle, sorridendogli “Adesso si festeggia! Flint ti unisci a noi vero?!”

Il morettino lo guardò, aveva ancora il viso parecchio smunto e con lentezza si aprì in un sorrisetto “Non chiederei di meglio ma…. Penso che andrò a letto….”

“Sicuro che non ce la fai?” chiese Trent mentre si avviavano insieme su per le scale, verso la loro stanza.

“Mi sento distrutto…. Come se avessi fatto praticamente il lavoro di tutti e tre i cori messi insieme” mormorò entrando e sedendosi di peso sul letto mentre dalla porta aperta vedeva i suoi compagni passare salutandolo e raccomandandogli di rimettersi al più presto. Quando passò Jeff sembrò quasi rallentare un attimo mento alzava la mano in un goffo ed imbarazzante saluto.

Trent si perse la scena, rimanendo quindi senza risposta….

Jeff intanto arrivò in fondo al corridoio insieme a Nick e Blaine (che aveva la stanza davanti alla sua) e il solista disse “Ora Wes ordina una vagonata di pizza…. Ci cambiamo e ci vediamo al piano di sotto tra una decina di minuti?”

Nick annuì mentre Jeff entrava in camera “Il tempo di cambiarci e ci siamo!” Blaine sorrise entrando il camera e consentendo a Duvall di iniziare la tortura del biondo“Allora? Hai qualcosa da racconatarmi?” domandò.

Jeff alzò le spalle, spogliandosi della divisa e prendendo un paio di pantaloni neri e una camicia viola a mezze maniche “Niente di che a dire il vero….” Ammise lui, visto che in effetti non aveva molto da aggiungere…. Anche se “Forse mi sono dichiarato indirettamente…

Nick alzò un sopracciglio, togliendosi la cravatta “E questo sarebbe niente?! Che gli hai detto?? E lui che ti ha risposto?!”

“A dire il vero la mia ‘circa dichiarazione’ è stata una risposta…. Nel senso” si infilò gli anfibi mentre l’altro prendeva un paio di jeans “lui mi ha abbracciato…. Dicendomi che dovevo andare lì fuori e cantare bene…. per dimostrare che non sono insicuro” arrossì notando il sorrisetto di Duvall “E io gli ho detto che avrei cantato solo per lui….”

“Oh che cosa tenera” ironizzò Nick “Siete davvero dolci e …. Patetici” gli diede una pacca sulla fronte, allacciandosi una felpa rossa “E sai perché? Secondo me siete entrambi pazzi uno dell’altro…. Perché non glielo dici chiaro e tondo?”

“Ma perché è difficile” si grattò la testa “Io ho davvero un sacco di paura…. Insomma…. Vorrei passare un po’ più di tempo con lui prima. Ho solo paura di non essere davvero gay e che tutto quello che sto provando è frutto della mia fantasia…. E poi magari lui è stato solo dolce con me e basta! Se sta  con Hummel?”

“Non sta con Hummel, a lui piace Blaine

Il biondo lo guardò sorpreso “Sei serio?”

“Come quando gioco a poker….” Ammiccò “In auto lo guardava di striscio come se avesse accanto un dio greco…. È perso. ma Blaine non mi pare collaborativo”

Jeff prese il cellulare facendo per intascarlo ma prima lesse un sms “Vedremo come andrà a finire…. Secondo me finiremo tutti in bianco!”

“Secondo me finirete tutti a letto” Duvall lo spinse verso la porta “Ora andiamo a festeggiare!”

Jeff si lasciò guidare mentre con  un sorrisetto rispondeva al sms –Come è andata la competizione? Hanno vinto i loser della mia scuola o voi? D-

-Abbiamo vinto tutti, bello vero? : ) J-

 

Thad era tornato serio il tempo strettamente necessario per rompere le palle per l’assurdo quantitativo di alcool che si stava accumulando sul tavolo.

“Sembra di essere in una distilleria abusiva dei tempi del proibizionismo” disse infatti un tanti nello critico, guardando una bottiglia di vino.

Trent gliela tolse dalle mani “Immagino che quel periodo tu lo abbia vissuto pienamente” gli disse ironico, prima di sospirare “C’è tanto vino perché Nick e Wes vogliono fare il vin brulè.

“Il che?!” chiese Harwood stranito.

“Non so cosa è…. So solo che stanno preparando un falò qui fuori dove scaldano il vino e ci mettono dentro della roba…. Si sono arrampicati su un albero ieri pomeriggio per rubare le arance al vecchio che vive qua davanti…

“Quindi si beve… fuori? Ma siamo alla fine di ottobre fa freddo!”

Trent alzò gli occhi al cielo “Senti, non dirlo a me, dillo a loro, io sono solo il gregario che controlla che nessuno si beva il vino!”

Blaine scese le scale velocemente, sorridendo “Ciao ragazzi…. Avete visto Kurt per caso?”

Trent gli indico la porta che dava sul cortile esterno, prima di strappare il cavatappi dalle mani di Thad che approfittava della distrazione dell’amico per rubare un po’ di vino “Bevi la birra!!”

Il solista uscì smettendo di guardarli e nella semi oscurità della notte che ormai stava scendendo vide il falò che i due amici stavano preparando, aiutati da David e –Scioccante!!- da Kirk che armeggiava con dei paletti.

Poco lontano da loro, seduto su una panchina, c’era un Kurt particolarmente assorto. Si avvicinò, sedendosi in parte a lui e stringendosi nella felpa blu “Brr fa fresco, vero?” gli sorrise, trovando di rimando lo stesso sorriso forse un po’ forzato.

“Diciamo che non possiamo mettersi in costume da bagno e fare un salto in piscina!”

“Ma non c’è la piscina alla Dalton…

Kurt alzò un sopracciglio “Lo so, Blaine…. Ero ironico…

Oh….” Il moro si zittì, guardandosi le mani mentre si chiedeva da quando non riusciva più a parlare con Kurt. Poi improvvisamente si ricordò: si era allontanato da lui quando sospettava che avesse una relazione di Flint e Kurt doveva ancora chiedersi perché non lo avesse considerato la sera prima…Kurt…. Io….” non sapeva precisamente cosa dirgli, probabilmente la sincerità lo avrebbe ripagato come sempre “Posso chiederti una cosa…

Kurt lo guardò sorpreso, prima di ridacchia “Da quando hai bisogno di chiedere se puoi farmi una domanda?”

Blaine sorrise appena “Diciamo che è molto…. Personale…

“Spara!”

Blaine arrossì lievemente, sapendo che non aveva il diritto di impicciarsi degli affati di Kurt ma, erano amici no? Era solo una domanda innocente “Tu e Flint…” disse lentamente “Voi siete…. Insomma…. Avete una relazione?”

Hummel era ufficialmente senza parole…

Blaine…. Hai già iniziato a bere sottobanco?”

“No io…. Me lo chiedevo visto che sembrate così…. Intimi”

Kurt ci pensò su senza trovare una risposta sensata visto che il ragazzo aveva passato la giornata con Jeff e non con lui….

Poi lentamente sgranò gli occhi “Dici perché siamo usciti a cena?” chiese senza fiato, chiedendosi se quella fosse la motivazione per lo strano comportamento di Blaine durante tutta la settimana.

Blaine si trovava nella situazione più imbarazzante che avesse mai vissuto da quando conosceva Kurt “Scusa non sono fatti miei e poi…

“No” la risposta secca di Kurt, ma al contempo parecchio divertita, gli fece rialzare gli occhi in quelli chiarissimi del ragazzo “Non ci frequentiamo, siamo solo diventati buoni amici e, francamente, abbiamo entrambi altro per la testa….” L’ultima parte la sussurrò quasi, come timoroso di dirla davanti a Blaine.

L’altro lo guardò non capendo assolutamente nulla come al solito, ma solo con quello che voleva sentirsi dire “Quindi…

“Quindi, Blaine, no….”

“Scusa se te l’ho chiesto ma penso che tra noi due non dovrebbero esserci segreti…. Non ti pare?”

Kurt corrugò le sopracciglia “tanti amici hanno segreti…

“Ma io non voglio che ce ne siano….” Blaine sorrise, prima di abbassare ancora gli occhi sorridendogli “Scusami sono stato inappropriato ma mi sono un po’…. ecco…. Diciamo che non capivo perché andassi a cena con lui”

Kurt sentì il cuore battergli fortissimo. Era geloso? Non lo sapeva ma non era il caso di chiederlo, non sarebbe stato delicato “Sto legando anche con altre persone…. Non ti dispiace vero?”

“Assolutamente no! Anzi, ne sono felice!”

Kurt iniziava seriamente a non capirci più nulla, ma decise di non indagare oltre, facendo capire a Blaine che non sembrava affatto felice della cosa, ma solo turbato. Ok non avere segreti fra di loro, ma non aveva intenzione di tradire la fiducia di Flint dicendogli che il ragazzo gli aveva confessato non solo di essere gay, ma anche innamorato di Jeff, e che tutta quella loro vicinanza non era altro che supporto morale visto che anche Kurt era in pene d’amore.

Decisamente era meglio non dire nulla….

Ma qualcosa glielo voleva dire…

Blaine…. Al momento nessuno è più importante di te, qui…. Per me…

Anderson rimase molto colpito da quella frase, così spontanea. Sorrise a Kurt, sporgendosi verso di lui abbracciandolo mentre l’altro sentiva una fitta piacevole allo stomaco.

“Anche se io sono qui da molto più tempo” gli disse staccandosi “lo stesso vale per me….”

“Ragazzi è arrivata la pizza! Basta pomiciare!” L’urlo di Thad li riscosse da quella sorta di locus amemus mentale in cui si erano chiusi e crollarono rovinosamente nell’imbarazzo totale. Kurt lo odiò un po’.

Si alzarono in silenzio, tornando in casa un po’ rossi in viso.

Jeff guardò Blaine sedersi accanto a lui, sul divano, ma decise di non dirgli nulla su quello che Nick gli aveva detto sull’infatuazione di Kurt.

Se non ci arrivava da solo era scemo.

“Sai, oggi mi sono sentito tutto il giorno con Dave, via sms” lo informò in biondino mettendo alcuni pezzi di pizza nel piatto.

“Il ragazzo di Lima?”

“Sì lui…” Jeff si fermò un attimo “Chissà perché non è venuto in auditorium a salutarmi”

“Quasi tutti i ragazzi su qual sito vogliono tenere un profilo basso…. Sono confusi e sinceramente non mi aspetterei una vera amicizia ma un appoggio mentale” lo guardò mentre continuava a servirsi riempiendo un paio di piatti “Hai fame?” chiese poi divertito

L’altro ridacchiò “Ma no! Porto qualcosa anche a Flint…. Insomma…. Avrà fame prima di dormire, no?”

Blaine sorrise, malizioso “Allora sbrigati prima che si freddi….”

Il biondo gli fece la linguaccia prima di sparire, intascando anche un paio di lattine di cocacola.

“Dove va?” chiese Kurt, trovando il coraggio di riavvicinarsi al solista nonostante la pessima figura di prima.

“Da Flint….” Rispose Anderson “e non so se lo rivedremo prima di domani mattina…

Kurt sorrise, battendo le mani felice, prima di prendere un grosso pezzo di pizza e andare a sedersi accanto a David, al tavolo.

 

Quando  Flint aprì la porta e si trovò davanti Jeff con in mano due piatti ricolmi di pizza e un paio di lattine gli sorrise, raggiante “Sei una vera apparizione” gli disse facendogli spazio per farlo entrare “stavo giusto pensando che sarei morto di fame!”

Jeff appoggiò tutto sulla scrivania e subito fu raggiunto dall’altro che arrossì “Cosa c’è?”

“Sono in pigiama…

Il biondo ridacchiò “Non penso che questo influirà negativamente sul giudizio che ho di te….” Anche perché quell’opinione personale era tutta un ‘sei bellissimo, simpatico, coccoloso e sinceramente faccio fatica a non fare pensieri su di te quando Nick mi fa vedere i porno’.

Mangiarono mentre Jeff raccontava per filo e per segno cosa era successo sul palco. Quando finirono Flint buttò via i piatti di carta e le lattine vuote, poi si mise a sedere sul letto “Grazie per avermi tenuto compagnia…. Ora sarà meglio che tu vada o perdi la festa…

Jeff però si sedette accanto a lui, con le mani in tasca “E tu cosa fai?”

Il morettino scrollò le spalle “Penso che guarderò un film…. Fino a che non mi addormenterò”

“Posso farti compagnia anche in questo se vuoi” disse un po’ vergognoso il biondo, fissandosi le punte degli anfibi.

Flint sorrise, arrossendo appena. Lui voleva tenerlo con se (per sempre, se possibile) ma la sua coscienza lo spinse a dire “Ma così ti perderai tutto il divertimento…

Jeff alzò le spalle, sempre senza guardarlo negli occhi “Non importa…. Mi dispiacerebbe lasciarti solo e poi non ho molta voglia di bere…

“Allora non ti caccerò…” Flint prese il portatile, prendendo poi alcuni cuscini per appoggiarli all’altiera del letto. Ci si appoggiò con la schiena, invitando Jeff a fare lo stesso prima di appoggiare il pc sulle gambe “Che di va di vedere?”

Ma l’altro non era molto attivo, a causa del profumo del moro, ancora più buono di come lo ricordava da quel pomeriggio. Si limitò ad alzare le spalle mentre Flint ponderava cosa guardare, celando l’eccitazione per averlo lì accanto in candidi sorrisi infantili.

 

Al piano di sotto intanto la festa stava iniziando palesemente a degenerare….

Kurt sedeva accanto a Cameron davanti al falò mentre gli altri stavano tutti attorno alla fiamme, ridendo e facendo casino.

Fortunatamente il campus era quasi vuoto…

Sai…. Non credo sia molto saggio stare con delle bottiglie ricolma di alcool così vicini a delle fiamme vive…” disse Kirk, sedendosi in parte a Cam con un mano una bottiglietta di acqua naturale.

“Anche tu astemio come noi due?” chiese il ragazzo indicando se stesso e Kurt, ma l’altro scosse piano il capo.

“Adoro un bicchiere di vino bianco durante un buon pasto in qualche ristorante francese…. Ma fare tutto questo” indicò il calderone di rame rubato dalle cucine, ricolmo di vino rosso quasi in fase di ebollizione, poi storcendo il naso disse “Cioè…. È un vero disastro! Poi ubricarsi col vino è da zotici…

Cameron alzò gli occhi al cielo mentre Kurt li spostava su Blaine.

Il suo viso, illuminato solamente dalla luce danzante delle fiamme vive sembrava ancora più bello del solito….

Lo ammirava attentamente mentre si portava la bottiglia di birra alle labbra prendendone un sorso generoso, per poi voltarsi  e ricambiare il suo sguardo.

I loro occhi rimasero incatenati per alcuni minuti prima che Hummel li abbassasse sull’erba. Non sapeva ancora il grado di ubriacatura del solista, sapeva solo che le cose che si erano detti prima lo avevano un po’ smosso.

E iniziava a sperarci davvero, in lui e Blaine…

A interrompere quel flusso di pensieri fu una risata di Kirk, che stava vantandosi di qualcosa che Kurt non colse subito “…. Nei posti più disparati…. Senza contare che, anche se non mi piace mettere in piazza la mia vita privata, mi piacerebbe raccontarti, caro Cam, di quando siamo stati alle Seiscelle e…

Non riuscì a finire la frase perché Nick, avvicinandosi velocemente, gli vomitò precisamente sulle scarpe con una sorta di precisione che nemmeno in un geometra si poteva trovare così precisa.

Tutti si ammutolirono, guardando la scena prima che un’esplosione di risate (Partite proprio da Duvall) indispettisse il biondone che velocemente andò verso l’interno della scuola, sparendo alla vita.

Anche Ethan ridacchiava, dal suo posto accanto a Jesse.

“Ho davvero vomitato su James Kirk?” chiese sedendosi accanto a Wes che un po’ schifato gli tolse qualche chiazza di vomito dalla giacca.

“Sì, e in un certo senso nessuno è davvero addolorato” replicò l’asiatico, prima di tornare a bere.

Kurt sospirò, notando che di li a poco solo lui e Cam sarebbero rimasti in piedi.

“Si prospetta una lunghissima notte….”

 

Un raggio di sole bastardo si insinuò tra le intercapedini della finestra e le spesse tende blu, andando a colpire il povero Jeff proprio in mezzo agli occhi.

Quando li aprì, infastidito si accorse di essere ancora steso sul letto ad una pizza e mezzo di Flint, esattamente come la sera precedente. Doveva essersi addormentato durante il film (era impossibile per uno come lui stare steso e sperare di non crollare) e in seguito il morettino aveva levato il pc da sopra le loro gambe e li aveva coperti entrambi con  un panno in pile.

Proprio Flint gli stava appoggiato ad una spalla, rannicchiato su un fianco accanto al suo corpo. Senza contare che, dulcis in fundo, Jeff aveva portato, sospettava sempre nel sonno, un braccio attorno alle sue spalle.

Arrossì di nuovo, prima di sorridere appena e appoggiare il viso sul capo dell’altro fra le lisce ciocche corvine, prima di provare ad alzarsi senza svegliarlo.

Tentativo vano.

Il ragazzo aprì i grandi occhi azzurri come se fosse da poco sveglio e strizzandoli lo guardò sedersi “Buongiorno…

“’Giorno” rispose lui con un sorrisetto imbarazzato “Dormito bene?”

Flint annuì, alzandosi a sedere e stiracchiandosi “Sto anche meglio, ma prima di tutto…” prese dal cassetto del comodino un flaconcino contenente le sue pastiglie al ferro e ne prese un paio prima di bere un po’ “Se mi aspetti mi vesto e vediamo chi è ancora vivo…

Il biondo annuì, rimanendo seduto sul letto fino a che l’altro uscì dal bagno con addosso un paio di pantaloni neri, una camicia bianca con sopra un maglioncino beige.

Si avviarono lentamente e quando arrivarono nella saletta dei Warbler trovarono la carneficina: Nick fu il primo che trovarono, visto che stava sdraiato scompostamente davanti a loro.

Dopo averlo scalcato si avvicinarono ai divani, trovando sopra a uno di essi Kurt, steso a pancia in su e ancora addormentato. Appoggiato con la testa alla sua pancia e con le gambe stese sulle poltrona davanti a lui c’era Blaine, spettinatissimo e con la bocca mezza aperta. Flint ridacchiò vedendolo così mentre Jeff alzava delicatamente la testa a Nick e ci piazzava un cuscino anche se ormai era tutto inutile: auguri con  i reumatismi Duvall!

Trent e Wes dormivano sul tappeto mentre Jesse e Andrew stavano spremuti su un altro divanetto.

Su quello dall’altra parte della stanza dormiva poi Thad, a pancia sotto e con un secchio pieno di vomito accanto, in caso di necessità.

Ethan dormiva sul divano davanti a quello di Thad.

Cameron arrivò in quel momento, con un bel paio di occhiaie ma sorridente.

Fece segno di seguirli fino alla mensa e lì iniziò a raccontare le prodezze della sera precedente “Thad era ubriaco marci” disse ridendo a crepapelle mentre facevano colazione, sedendosi ad un tavolo sotto all’ampia vetrata della sala mensa “Io non credo di averlo mai visto ridotto così…. Urlava che aveva voglia di scoparsi chiunque, poi ha iniziato a chiamare Kurt Allison, come la sua ragazza, chiedendogli se aveva voglia di andare di sopra in camera….”

Jeff rise mentre Flint alzava le sopracciglia “Oddio… poi?”

“Nick ha vomitato su Kirk, che poi è andato a letto imbufalito”

Jeff alzò le braccia al cielo “Ammiro Nick più che mai….”

Blaine ha cantato una canzone a Kurt…. È anche andato a prendere la chitarra” proseguì Cam mescolando il caffè “Ma poi Ha quasi fatto rissa con Thad che sosteneva che doveva smetterla di provarci con la sua ragazza…

Ormai anche Flint rideva “Vi siete divertiti, insomma”

Cam annuì prima di guardarli indagatore “E voi? Perché tu sei sparito?” chiese poi rivolto al biondo.

Jeff non riuscì a mettere insieme una sola frase a causa dell’imbarazzo, mentre Flint con tranquillità sorseggiava il suo the “Jeff è stato gentile a non lasciarmi solo così ci siamo visti un film e abbiamo finito per addormentarci prestissimo…

Cameron non pareva molto persuaso, ma l’arrivo di Thad e Nick, totalmente devastati, seguito poi da un Wes decisamente più vivo, lo interruppe da qualsiasi pensiero.

“Dio sono devastato” disse Harwood tenendosi pigiato gli occhiali da sole sul naso mentre Nick appoggiava la fronte al ripiano ligneo del tavolo, incapace di parlare “non berrò mai più in vita mia…

“Lo dici tutte le volte Thad” informò Wes, passando un caffè nero ad entrambi gli amici in pieno post sbornia.

Jeff rise, e dai due morti viventi si levò un gemito di dolore “Fai piano…” gli disse il compagno di stanza, guardandolo negli occhi, mentre il biondino studiava i capelli di Duvall: erano sparati verso l’alto in un modo che non gli aveva mai visto.

“Ti dona questo look” ironizzò infatti Jeff, beccandosi una pacca sul braccio “Pensa che abbiamo vinto le locali e ora ci aspettano ore e ore di prove estenuanti per le regionali!”

Thad sbuffò “Work in progress”

Wes alzò un sopracciglio “Ovvero?”
“Prima mi riprendo poi se ne parla…

Flint lanciò uno sguardo a Jeff, che lo intercettò sorridendo.

Per la prima volta non abbassò gli occhi, arrossendo imbarazzatissimo e Nick sorrise soddisfatto prima di tornare a pensare alla sua povera testa che batteva…

Arrivò anche David con un sorriso “Tu dove hai dormito?” gli chiese Jeff.

“Nel mio letto, come i più furbi ancora sobri” rispose quello sorridendo.

“Furbi? Ma che furbi?! Voi non sapete divertirvi!” ringhiò Thad e tutti si trattennero dal ridergli in faccia.

“Quando sei in post-sbornia sembri un animale ferito: attacchi tutto e tutti” gli fece notare Wes prima di voltarsi e vedere che arrivava anche Trent, che si lasciò cadere senza forze accanto a Nick “Non vi sembra la mattina dopo lo sbarco in Normandia?” chiese poi rivolto ai pochi sobri.

“Solo che al posto dello spargimento di sangue abbiamo uno spargimento di vomito” ridacchiò David.

Thad fece una faccia stomacata mentre Duvall soffocava malamente un conato “Non dire quella parola…

Mentre in sala mensa coloro che potevano prendevano in giro coloro che invece dovevano tenere la bocca chiusa (per dignità e per non dare di stomaco) in saletta accadde un fatto alquanto curioso: Blaine, che dormiva come già detto con la testa sulla pancia di Kurt e le gambe appoggiate alla poltrona, cadde a terra, guardandosi a torno del tutto spaesato.

Come un cervo colpito dagli abbaglianti….

Si alzò in ginocchio e per un istante osservò il viso di Kurt, ancora nel mondo dei sogni beati (decisamente più dei suoi)

Con un sorrisetto si alzò, stendendosi sul divano accanto a lui a dopo aver fatto aderire le loro fronti si riaddormentò.

Così li trovarono gli altri, e il risveglio non fu proprio il massimo…

 

 

Continua….

 

 

 

 

NdA :

 

Sono tornata!

Con un giorno di ritardo rispetto al solito, è vero ma…. Avete visto quanto è lungo il capitolo, vero?

Immagino che questo mi faccia perdonare^^

 

Allora un paio di appunti:

iniziamo con il Klaine e il Jint!

Spero che questo lieve spartiacque vi sia piaciuto anche perché da qui in poi le cose inizieranno a muoversi più velocemente per uno delle due coppie (chissà quale eh xD) mentre l’altra diciamo che avrà un po’ più da fare (ringraziate Blaine!) prima che si arrivi al dunque….

 

Passo a ringraziare chi ha recensito!! Ovvero:

Draco Potter, HachikoGiuls, Nix, LuckyLu, Safella22, GleeKinn518, heyitsgeorgia13, love mojito, heltenD, beliveinpeace_, GingerKinomiya, Dumbledore Fan, DasyDrop, JCriss, e Klaineek!!

Grazie davvero siete tutti eccezionali** Adoro leggere tutte le vostre recensioni, mi gratificano moltissimo^^

A presto con il primo vero colpo di scena ;)

Un bacione!

Jessy.

 

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Capitolo 8
*** #08 Do you remember our first kiss? ***


bananissima

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

#08 Do you remember our first kiss?

 

 

Dopo le Locali (e la conseguente sbronza madornale che si erano presi la metà dei Warblers) la vita alla Dalton aveva ripreso il suo pacato corso.

La flemma di Jeff era tornata esattamente la stessa, ovvero quella di un bradipo fatto, mentre l’entusiasmo di Thad si era smorzato drasticamente catapultando il ragazzo in quello stato di stronzaggine latente tipica del suo carattere da rompi-noci.

Wes e David erano tornati a pianificare canzoni e stratagemmi per far sembrare i Warblers più fighi e più perfetti di quello che in realtà erano, carichi per le Regionali come non mai.

Blaine era sempre Blaine; Con il sole o la pioggia era una persona solare e esuberante…. Quindi la differenza tra quella settimana e quella della Locali era pressoché inesistente.

Flint e il suo bel biondino si stavano decisamente avvicinando.

Nonostante i due non si fossero ancora scoperti nei confronti uno dell’altro passavano moltissimo tempo insieme e le lezioni di matematica che Jeff gli impartiva aumentavano sempre di più di numero man mano che il tempo passava. E le chiacchere di un possibile triangolo amoroso con Nick correvano per la scuola….

Per Kurt invece ormai tutto si stava stabilizzando.

Ormai non erano più le prima settimane di scuola, ormai conosceva la maggior parte dei ragazzi e quindi non aveva più scusanti per fare l’outsider.

E saltare le ore di educazione fisica, per intenderci….

“Mi renderò ridicolo, ne sono certo…” Mugugnò disperato mentre la Cooper scriveva alla lavagna i colpi di matematica. In cuor suo Hummel non voleva che quella lezione finisse…

Blaine, accanto a lui, ridacchiò “La nostra allenatrice, la signorina Silver, non è sadica. Non ti costringerà a fare cose che non sei in grado di fare…. Flint passa le lezioni sulle tribune a guardare gli altri che corrono”

“Correre?” chiese Kurt inorridito “La cosa mi consola…. In parte….”

Blaine si appoggiò con il capo alla sua spalla, e tutto il corpo di Kurt venne scosso di brividi “Senza contare che è un buon modo per scaricare lo stress: io adoro educazione fisica!”

Kurt non era in grado di intendere e volere in quel momento, e la sola cosa che riuscì a fare fu scambiare un’occhiata a Flint, che sorrise prima di prendere nota degli esercizi di matematica.

“Mi aiuterai a farli, vero?” domandò il morettino rivolto verso Jeff, che sorridendo annuì. Poi tornò a voltarsi verso Kurt, che sembrava del tutto inebriato dal profumo dello shampoo di Anderson.

Il suono della campanella arrivò come una fucilata e Kurt si riscosse, un po’ anche perché Blaine si era alzato di scatto buttando tutta la sua roba dentro alla tracolla, chinandosi poi per prendere il piccolo zainetto con dentro la tuta da ginnastica della Dalton “Bene Kurt, sei pronto?”

“Direi proprio di no…

Passò dalla segreteria per ritirare la tuta e poi con la forza di volontà di un Kamikaze per nulla persuaso si recò lentamente verso lo spogliatoio “Sai almeno cosa dobbiamo fare con precisione? Sai…. Mi piacerebbe sapere di che morte devo morire!”

“Oggi penso un po’ di atletica leggera” ammise Anderson aprendo la porta dello spogliatoio “Ma non sono sicuro…

Kurt si immobilizzò alla vista di Wes in boxer “Ma…. Ci cambiamo…. Tutti insieme? E poi perché c’è anche l’ultimo anno?”

Blaine scrollò le spalle prima di andare verso il suo armadietto ed aprirlo “Fanno lezione con il loro professore, il signor Simmons, in parallelo con noi…

“Voi avete quella stragnocca della Silver…. Noi abbiamo quel cavernicolo di Simmons…. Se questa è giustizia!” borbottò Thad sbottonandosi la camicia mentre Kurt arrivava all’armadietto con sopra il suo nome, rosso in viso.

Di solito aspettava che tutti se ne andassero per cambiarsi, ma alla Dalton non c’era il tempo materiale. Al solo pensiero di cambiarsi davanti agli altri e a Blaine.

Sempre tenendo gli occhi bassi prese la tuta in dotazione dalla scuola notando che era a dir poco scabrosa. I pantaloncini corti rossi, la maglietta a maniche corte blu notte con lo stemma della dalton sul petto e una giacca a vento che richiamava i colori della divisa giornaliera, blu con lo stemma e i bordi rossi.

Le scarpe da ginnastica bianche furono il colpo di grazia al buon stile, secondo Hummel.

Si voltò verso BlaineInsomma…. Io dovrei indossare….” Si bloccò quando notò Blaine, a petto nudo con addosso solo quei pantaloncini rossi che stava ridendo e scherzando con Jeff, già cambiato.

Un colpo durissimo per i neuroni.

E soprattutto per gli ormoni.

Non riusciva a staccare gli occhi da quelle deliziose fossette che aveva sui fianchi e che dovevano portare inesorabilmente all’inguine del ragazzo e sperava davvero che non se ne accorgesse ritenendolo un maniaco.

A salvarlo ci pensò Flint che si mise davanti a lui “Pronto? È due ore che ti parlo” gli disse divertito mentre Kurt arrossiva “Sbrigati o faremo tardi….” Si avvicinò a lui sussurrandogli a un orecchio le ultime parole “E a te verrà un’evidentissima erezione…

“FLINT!” Hummel arrossì mentre si sfilava i jeans aderenti e con rapidità si infilava quei ridicolissimi pantaloncini, che gli parevano anche troppo corti nonostante arrivassero di un pelo sopra al ginocchio.

Quella malizia del tutto inaspettata, insita nel morettino, l’aveva stravolto in più di un’occasione, ma in quel momento si parlava di lui! e non voleva sentirsi dire quelle cose imbarazzanti….

Si infilarono anche la giacca visto che fuori il cielo era coperto, poi uscirono.

Ginnastica si teneva sempre in una piccolissima arena, fuori dalla Dalton a pochi metri dalla scuola, che fungeva da pista per l’atletica leggera, la corsa e campo da qualsivoglia football o calcio.

C’era anche la rete per la pallavolo. Nel caso  in cui il tempo non consentisse loro di star fuori (Solo in caso di pioggia o neve) avevano una palestra interna alla Dalton ma era decisamente piccola per far qualsiasi cosa e le partite a palla avvelenata avevano fatto già delle vittime.

Kurt camminava con le mani nelle tasche della giacca a vento mentre cercava di non battere i denti a causa del freddo. Dopottutto era la fine di ottobre, di lì a un paio di giorni ci sarebbe stata la festa di Halloween….

“Fa un freddo bastardo” disse Trent affiancandosi a lui e Flint “Non credete?”

Kurt annuii infilando in naso nel bavaro della giacca, mentre il morettino batte i denti “Non capisco come fanno loro!” si lamentò poi quest’ultimo indicando con un cenno Jeff, Blaine e Thad che camminavano davanti a loro senza la giacca.

“Evidentemente i loro ormoni sono è più attivi dei nostri….” Mormora Trent e a Kurt basta quello per ricordare il petto nudo di Blaine.

Non aveva più freddo alle gambe.

Non aveva più freddo a nulla.

“Forza signorine!!! Correre subito qui voi del quarto anno!!”

Kurt guardò il grosso allenatore dell’ultimo anno ringraziando Dio di averlo graziato.

Ma si pentì velocemente.

Una ragazza mingherlina ma dal fisico tonico li aspettava al delimitare del campo con in mano il registro da cui depennava i presenti.

“Tu sei Kurt vero? Finalmente ci conosciamo…. Pensavo fossi scappato visto che non ti sei mai presentato” gli disse lievemente sarcastica prima di scrivere il nome sul registro e voltarsi verso la classe “Oggi voglio parlare di quelli che non hanno voglia di fare questa materia…” guardò velocemente Flint e Trent “Da oggi nessuno sarà esonerato dalle normali attività…. Tutti correrete, salterete e rotolerete al mio volere esattamente quando ve lo dirò… ora fatemi cinque giri di campo! Ah, Hummel? Benvenuto”

Kurt non sapeva se piangere, vomitare o ridere istericamente.

Blaine lo prese a braccetto, trascinandoselo quasi dietro lungo la pista “Dai, non è difficile”

Dopo due secondi gli dolevano già le gambe “Si ma… rallenta! Sto già per morire…

Blaine rallentò l’andatura per tre volte.

“Kurt non voglio ferirti ma tu sei in affanno e noi stiamo solo…. Camminando?”

Fortuna…. Che …. Non …. Era… Sadica, Blaine!” ansimò Hummel, aggrappandosi disperatamente all’altro e fermandosi.

Blaine non era minimamente stanco “Beh in effetti è la prima volta che si comporta così…. Strano! Di solito è così buona!”

“Perché sono così sfigato Blaine?! Perché?!”

Blaine ridacchiò “Dai…. La stai facendo troppo lunga…

“Se devo scappare o ballare posso anche sembrare atletico…. Ma io ODIO correre!” disse sedendosi a terra “Io da qui non mi sposto…. Ok? Non mi importa… dovranno prendere un muletto!”

Il moro alzò gli occhi al cielo prima di chinarsi e prendere l’altro in braccio “Oddio ti prego non fare il peso morto o mi uccidi!” Kurt si attaccò con le braccia al collo dell’altro.

“Ma che fai?”

“Corriamo”

“Ma sei pazzo?!” non fece in tempo a finire la frase che Blaine era già partito.

In meno di due secondi superarono almeno Trent, e Flint assistito da Jeff e Nick.

Peccato che dopo tre metri non riusciva più a tenere il passo.

Cadde praticamente inginocchio “Oddio non dirmi che ti sei fatto male!!”

L’altro però ridacchiava, nonostante non avesse più fiato “Mi dispiace Kurt ma questo è troppo mi sa…

L’altro gli diede una pacca in testa, appoggiando il sedere a terra per non gravargli in braccio “Sei uno scemo e…

“Anderson! Hummel! Volete anche i pasticcini, della via che ci siete?! Appena avete finito di fare i cretini riprendere a correre!”

Thad passò lì accanto, dando una mano ad entrambi a rialzarsi prima di sfotterli.

“Invitatemi al matrimonio”

Loro ignorarono –come sempre- con molta nonchalance prima di riprendere a correre un po’ più silenziosi di prima.

Kurt finì i suoi giri poco dopo Flint, felice di non essere stato il più lento.

Povero Trent, pensò, ma non voleva essere quello che fa più schifo su tutti.

“Oggi faremo qualcosa di carino e nuovo” disse l’allenatrice prendendo un’asta lunga e mostrandola ai ragazzi *Salto in alto”

Ossignore…. Ditemi che è un incubo e ora esce il serial killer con il motosega e apre in due l’allenatrice Silver…” il mormorio di Kurt fece ridacchiare anche Flint, che si era appoggiato a lui con le guance arrossate dalla corsa.

“Ognuno di voi prenda un’asta e poi vi spiegherò come fare la rincorsa…. Sappiate che sarete valutati”

Kurt prese una di quelle aste come se fosse fatta di sterco e poi guardò significatamente BlaineMa…. Non ha senso valutarci”

“Come mai?” chiese quello.

Kurt lo guardò ovvio “Perché a Jeff basta che alza una gamba e ha già scavalcato, tanto è alto e tu….” Si interruppe, prima di offendere Blaine “E io, Flint… siamo svantaggiati!”

Blaine ridacchiò prima di osservare attentamente la spiegazione della rincorsa.

Tutti la provarono almeno un paio di volte, eccetto Kurt, Trent e Flint che parevano davvero i soli negati.

“Io, personalmente non voglio sudare” provò di giustificarsi Wilson, ma gli altri due non gli credettero, ovviamente. Cameron era davvero atletico, tanto che fu il primo a provare un salto ed eseguirlo perfettamente.

Idem Blaine, che nonostante la natura lo avesse svantaggiato per quanto riguarda l’altezza sembrava abbastanza sportivo.

Flint passò sotto l’asta e della cosa non si preoccupò più di tanto.

La Silver non sembrò apprezzare invece “So che non sei una cima in matematica, Wilson…. Vedi di impegnarti o avrai due insufficienze invece di una sola…

Il moro non la degnò nemmeno di una risposta, limitandosi in un sorrisetto di circostanza per non sembrare maleducato prima di andare a sedersi a terra.

Sterling facci sognare!” disse con entusiasmo l’allenatrice, puntando sul sicuro. Se non ci riusciva lui che aveva le gambe chilometriche….

Kurt si alzò scocciato “Io non voglio nemmeno provarci…. Passò sicuramente sotto anche io, o cado molto prima e mi rovino a vita le gambe, scartavetrandomele con violenza!!”

“Ti da una F se non provi nemmeno” Lo avvertì Cameron, sedendosi a terra accanto a Flint.

Kurt roteò l’asta tra le mani prima di batterla in terra.

Stava per dire qualcosa ad alto tasso sarcastico (Nick ormai lo stimava e lo reputava al pari di un fratello) quando, a causa della sua imprudenza a muovere a casa oggetti del genere, fece incimpare Jeff, infilandola tra i suoi piedi.

Il ragazzo cadde all’indietro, col sedere a terra, gemendo appena e prendendosi il polso destro nell’altra mano.

Sterling ti sei fatto male?” chiese la professoressa che aveva assistito alle scena.

“Scusami!” Kurt si inginocchiò vicino a lui “Sono un autentico disastro! Non dovrebbero permettermi di stare qui sono un pericolo per me stesso e per gli altri!”

“Non preoccuparti” disse il biondo con noncuranza “è solo che mi ci sono seduto sopra e quindi fa un po’ male…. Ma non è nulla! Davvero!”

“Duvall, accompagnalo a metterci un po’ di ghiaccio” ordinò la professoressa ma Jeff fu irremovibile e chiese di continuare la lezione. Afferrò solo la mano del migliore amico per alzarsi e poi chiese di poter fare un altro tentativo con la sbarra più in alto.

Fino alla fine della lezione Kurt rimase seduto a margine del campo con Flint e solo alla fine fece un rocambolesco tentativo che si concluse con lui che colpiva di culo l’asse facendola cadere e beccandosi la prima D di Dalton, come lo prese in giro la Silver.

“Posso portarti in infermeria per favore?” chiese poi, rivolto verso il biondo che ancora si teneva il polso evidentemente dolorante.

Gli sorrise “No dai, è solo una botta…. Passa subito!”

 

“Credo sia rotto”

Flint teneva delicatamente il polso di Jeff tra le mani, ispezionandolo come se fosse fatto di cristallo per paura di far male all’altro.

Jeff sbuffò “No dai… non è possibile. Da che lo deduci?”

“Beh, è gonfio e…. sta diventando viola. Mi piace molto come colore ma non ti dona particolarmente sai?”

Jeff sorrise appena, abbassando il viso “Magari è solo slogato”

“Contando che ci sei caduto sopra con tutto il peso io propendo per l’ipotesi più drammatica” proseguì l’amico “Posso portati al pronto soccorso?”

Jeff scosse piano il capo, senza alzare gli occhi in quelli dell’altro “No davvero…. Non importa”

“Sì che importa” Flint gli portò due dita sotto il mento per poterlo guardare “Senti…. Peggiorerà solo il dolore e potresti comprometterti l’uso dell’arto a vita…

“Sembri un dottore…

Flint sorrise “Non mi dispiacerebbe diventarlo, ma prima punto sulla mia voce” tornò serio, guardando deciso Jeff “Io ti porto all’ospedale”

“No!”

Il moro lo guardò male, per quella presa di posizione da testardo “Ma lo vuoi capire che devi farti medicare?”

“Flint non posso!”

“E perché mai scusa?!”

“Perché non ho l’assistenza sanitaria”

Flint si zittì immediatamente, sentendosi un vero coglione. Non aveva pensato a una simile ipotesi in primo luogo perché gli pareva inconcepibile che una persona non potesse garantire di una cosa fondamentale come un’assicurazione sanitaria, ma soprattutto di come qualcuno che frequenta la Dalton non potesse averla.

“Jeff ma…

“I miei genitori non hanno un lavoro fisso” lo interruppe il biondo, decidendo di spiegargli tutto “Mio padre aveva un’azienda di materiali edilizi, a Los Angeles, che fruttava davvero bene. Avevamo una casa bellissima a Santa Monica, tutte le mattine mi svegliavo con il suono delle onde a farmi da sottofondo….” Si interruppe, nostalgico, prima di sospirare e continuare a raccontare con gli occhi fissi a terra “Avevamo un giardino bellissimo, la piscina…. Poi tre anni fa la ditta è entrata in fallimento e abbiamo perso tutto. Io ho tre fratelli e una sorella, e ci siamo ridotti a dormire tutti in una stanza quando prima ne avevamo una a testa, a casa di mia zia. Mia mamma è passata dal letto a baldacchino dei suoi sogni al divano letto di sua sorella in meno di un mese…. Abbiamo iniziato a frequentare la scuola pubblica perché papà non poteva più permettersi le scuole private ne per me ne per i miei fratelli. Mentre papà provava a rimettersi in piedi proponendo i suoi progetti ad altre agenzie, mamma iniziava a lavorare come bidella. Non aveva mai lavorato in vita sua…. Poi io ho fatto un casino.”

Flint rimase in silenzio per un istante, poi prese la mano sana di Jeff, stringendola forte “E come mai siete venuti in Ohio? Tuo padre ha trovato lavoro qui?”

Il biondo scosse il capo “Te l’ho detto…. Ho fatto un casino”

L’altro lo guardò senza capire “Vuoi raccontarmi?”

Jeff annuì “Mi sono fatto le amicizie sbagliate…. A Los Angeles funziona così: o ti fai i fatti tuoi e vivi la tua vita oppure enti in una gang sperando di rendere l’esistenza più divertente. Io e mio fratello Jack abbiamo pensato bene di scegliere la seconda opzione e quando ci siamo accorti che non faceva davvero per noi…. Beh lui ne è uscito subito mentre io mi sono messo nei casini seri….” Si interruppe “Uno di noi ha rubato una macchina e ha fatto ricadere la colpa su di me. Io ho spiattellato tutto quello che sapevo sui loro crimini alla polizia, come mi aveva consigliato l’avvocato e mi sono fatto solo un paio di mesi di riformatorio…. Solo che se fossi tornato sulla strada, beh, non sarei arrivato a compiere sedici anni”

Flint ascoltava in religioso silenzio tutto quel racconto, sentendolo così distante dalla realtà in cui era cresciuto lui.

Jeff proseguì “Sembravano non esserci soluzioni però. Diciamo che con un colpo di fortuna non sono morto, forse perché anche se di solito sono pigro ho dei buoni riflessi…” tolse la mano da quella di Flint e sfilò la camicia dai pantaloni, rivelando una cicatrice lucida sul fianco che l’altro guardò scioccato “E così siamo venuti in Ohio, dove i mie nonni sono cresciuti, e siamo tornati nella loro vecchia casa che ormai era ridotta ad una baracca. Ho lavorato per alcuni mesi, aiutando i miei a rendere vivibile quel posto prima dell’arrivo dell’inverno e poi poco prima di natale abbiamo ripreso la scuola decidendo di far finta che tutto andasse bene…. Mamma ha deciso di mandarmi alla Dalton, usando i soldi per l’università che aveva messo da parte per evitare che potessi ricaderci…. Il fatto che le avessi spiegato che non ci sarei più caduto, che avrei scelto con più attenzione le amicizie…. Non mi ha ascoltato.”

“Mi dispiace tanto…

“Direi che è solo colpa mia” alzò gli occhi un po’ umidi in quelli di Flint “Ora è un casino perché siamo in recessione e i miei genitori non trovano un lavoro decente…. Così fanno tanti piccoli lavori, pagati in nero, e nessuno ha diritto all’assicurazione sanitaria perché non possiamo permettercela. Portano a casa lo stretto necessario per sfamare i miei fratelli, mentre mia sorella vive praticamente da un’amica…. È davvero umiliante.” Sospirò “Io sono venuto qui pronto a vergognarmi di me stesso più che mai, ma poi ho visto le divise, che ci rendono tutti uguali, ho conosciuto Nick che è diventato prima il  mio migliore amico e poi grazie a uno scambio con Cam il mio coinquilino, ho detto tutto solo a lui e beh…. Blaine sa qualcosa ma non tutta la storia.”

 Flint si alzò in ginocchio, abbracciandolo.

Jeff rimase in silenzio, ricambiando la stretta e trattenendo le lacrime che quei ricordi decisamente poco piacevoli gli facevano salire agli occhi.

Poi il morettino, mentre gli accarezzava lentamente i capelli, disse “I tuoi genitori devono volerti davvero molto bene…

Jeff si lasciò sfuggire un sorrisetto “Siamo tutti molto uniti…. Mia mamma e mio papà vivono per i loro figli e tra di noi ci vogliamo molto bene. Se non avessi avuto loro non credo ne sarei mai uscito….”

“Io vedo mio padre tre volte l’anno” Jeff alzò il capo, a quella rivelazione, chiedendosi un po’ stupito dove Flint volesse andare a parare “Mia madre mi trascina con se da quando hanno divorziato, ovvero da undici anni più o meno. Ho cambiato otto stati, e ho solo sedici anni. Non ho mai avuto un vero amico o che potesse considerarsi tale abbastanza a lungo e mi ritrovo spesso a casa solo a chiedermi perché i miei genitori mi hanno messo al mondo se poi mi ignorano….” Fece una pausa, sedendosi sui talloni e appoggiando il mento sulla spalla di Jeff “Quando mio padre viene a trovarmi, se va bene una volta d’estate, una volta nel periodo invernale dopo capodanno e per il mio compleanno, mi riempie di soldi e di regali costosi…. Insistendo per andare a pescare insieme per poi piantarmi in asso il giorno prima dicendomi che ha un impegno di lavoro improrogabile…. Io non li voglio i suoi soldi, o i suoi regali. Non me ne faccio di nulla di queste stronzate materiali…. E glielo ho detto. Sai cosa ho ricevuto in cambio? La macchina” ridacchiò amaramente “Preso in giro fino in fondo….”

Jeff cercò la sua mano, intrecciando le dita a quelle del moro “Non è piacevole nemmeno la tua situazione”

“Non credo sia paragonabile alla tua…

“Sì invece. Se ti rende infelice è paragonabile alla mia…

Nick decise di irrompere nella stanza (con un paio di sacchetti di ghiaccio) proprio in quel momento e i due, colti alla sprovvista, sciolsero velocemente l’abbraccio, lasciandosi la mano.

S-scusate.” Disse sorpreso, arrossendo “Io…. non volevo interrompere nulla o almeno…. Ecco…” chiudete a chiave, pensò nella sua testa.

“No va beh non hai interrotto nulla” disse Jeff portandosi una mano fra i capelli rosso in faccia, tanto da sembrare un pomodoro maturo “è anche la tua stanza…. Poi ho raccontato a Flint la mia situazione e…. c’è stato una sorta di momento commozione…

Nick lo guardò sempre più sorpreso “Oh…. Se volete continuare a commuovervi io posso anche andarmene…

“No vai tranquillo” Flint si alzò sorridendo, anche lui un po’ imbarazzato “Io devo andare a fare qualcosa di produttivo per Storia dell’Arte…. Ci vediamo più tardi per un caffè?”

Gli altri due annuirono e, prima di uscire Wilson, lanciò un’occhiata eloquente a Duvall che non seppe però interpretarla.

“Glielo hai detto davvero”

Jeff annuì “Già…. Volevo fargli capire perché portarmi all’ospedale è inutile” Nick gli passò il ghiaccio e lui lo mise sul polso con una smorfia “Forse però ha ragione lui ed è rotto…. Dici che devo steccarlo io?”

Nick alzò gli occhi al cielo mentre nella tasca gli vibrava il cellulare “Vuoi che vado a prenderti dei rametti?” chiese sarcastico prima leggere l’sms appena arrivato.

Corrugò le sopracciglia, prima di voltarsi verso la porta e riguardare ancora il cellulare.

“Qualcosa non va?”chiese il biondo.

“No, tutto ok…

Lo rilesse ancora….

-Pensi di potermi aiutare a far avere a Jeff l’assicurazione sanitaria che gli serve per un gesso? Non dirgli nulla! F.-

Confuso, ma decisamente incline, rispose velocemente.

-Cosa devo fare? N.-

 

Blaine si guardò allo specchio, sistemando un ricciolo che era sfuggito al gel, poi velocemente allacciò la cravatta e infilando cappotto e sciarpa uscì dalla sua stanza, correndo giù per le scale.

Nell’ingresso incontrò Thad che, mentre gli passava accanto si bloccò “Blaine? Hai un appuntamento?”

L’altro si bloccò, voltandosi a guardarlo “Cosa te lo fa pensare, Thad?”

“Hai messo così tanta colonia che stanno morendo tutte le mosche attorno a te…

Blaine lo guardò un po’ scocciato “Se anche avessi un appuntamento a te cosa importa?”

L’altro alzò gli occhi al cielo “Kurt?”

“Cosa centra Kurt?”

“Hai l’appuntamento con lui?”

Blaine arrossì vistosamente “No! Perché?!”

“Perché ci sono i suoi amici fuori che vogliono salutarlo e lo sto cercando…

Blaine non riusciva a non continuare ad arrossire come un idiota, e velocemente liquidò Harwood dicendo un “Credo sia in camera a cantare con Pavarotti” prima di uscire velocemente dalla scuola.

“Quando è stupido” disse Thad a voce alta, parlando a se stesso “tutta questa fatica a farsi figo e uscire quando la persona di cui è innamorato sta cantando con un uccello” si interruppe, ridacchiando al doppio senso della frase fino a che notò un ragazzo del primo anno che lo fissava impietrito e preoccupato “Fila a studiare tu!” disse con tanto di movimento del braccio teatrale, prima di andare alla ricerca di Hummel.

Blaine intanto si era ritrovato davanti proprio il gruppetto di ragazzi del McKinley, riconoscendoli visto che si erano visti alle Locali.

Il più alto di tutti lo guardò attentamente e Blaine gli sorrise, sapendo che era il fratello di Kurt “Ciao” disse fermandosi a salutarli “Non ne ho avuto l’occasione prima ma…. Ci tenevo a congratularmi per le Locali, siete molto bravi”

“Grazie” disse Puck compiaciuto “Anche voi non siete male”
“Siete stati eccezionali” riparò velocemente Artie mentre Sam annuiva con un sorriso.

Blaine gli fissò un attimo le labbra costatando quanto fosse grande la bocca del biondo prima di sentire il cellulare vibrare. Era in ritardo.

“Grazie davvero” disse sorridendo ancora “A presto allora!”

Gli altri lo guardarono allontanarsi, prima che Mike dicesse a voce bassa “è una mia impressione o quel ragazzo ha fatto un bagno nella colonia?”

“E pareva davvero interessato alle labbra di Sam” ridacchiò Puck.

“Penso sia del team di Kurt” lo informò Finn alzando le spalle “Sono anche molto amici…

Kurt arrivò proprio in quel momento “Che bella sorpresa!” disse allegramente, ma ci pensò Puck a stroncarlo sul nascere.

“Il solista dei Warblers è il tuo ragazzo?”

Kurt arrossì vistosamente, guardando sospettoso Puck “Cosa ti ha detto Mercedes?”

Finn lo guardò allargando gli occhi per lo stupore “State insieme veramente?!”

“No, non stiamo insieme….” Rispose con calma Hummel “Ma lei lo conosce così…. Sentite ma perché stiamo parlando di Blaine? Siete venuti a trovare me o lui?”

Sam rise mentre Noah continuava ad infierire “Te ma…. È appena passato e il tanfo del suo dopobarba ci ha uccisi tutti…. Così volevamo sapere che avete appena avuto un incontro erotico o meno!”

Kurt rimase un silenzio in istante “Aspettate…. Mi state dicendo che è uscito dalla Dalton tutto profumato ora?” domandò attento a non dire nulla di sconveniente mentre il suo cuore si stringeva un attimo.

Finn gli passò un braccio attorno alle spalle “Non dovevamo parlare di te?”

Kurt sorrise “Non c’è molto da dire…. Ho ucciso un mio compagno ad educazione fisica oggi…. Per il resto vivo di inerzia!”

“Sabato torni a Lima, vero?” di informò Artie “Facciamo una uscita di massa in stile ND?”

“Potremo fare anche dolcetto o scherzetto!” aggiunse Mike sorridendo.

Kurt scosse piano il capo “C’è la festa di Halloween qui alla Dalton…. Devo rimanere…

Gli altri si zittirono, poi Abrams sorridendogli disse “Beh dai possiamo sempre rimandare!”

Kurt sorrise timido “Scusatemi….”

“E di cosa? Sono i tuoi nuovi compagni” Sam gli battè una mano sulla spalla “E penso sia normale che tu voglia passare più tempo con loro che con noi”

“No davvero, sabato prossimo usciamo tutti insieme!” Kurt annuì alle sue stesse parole “Lo giuro, cadesse il mondo, torno a Lima!”

Parlarono ancora un po’ del più e del meno poi i ragazzi decisero di ritornare a Lima.

Finn spettinò Kurt che si lamentò non poco, poi Puck lo prese fa parte guardandolo serio “Senti, io so che adesso ti metterai a ridere ma…. Se dovesse succedere qualcosa anche qui…. Beh hai il mio numero. Chiamami e correrò qui a prendere a calci le chiappette aristocratiche di questi damerini!”

Kurt ridacchiò “Come mai questa gentilezza, Noah?”

“Diciamo che ancora mi rode il fatto di non essere riuscito impedire il tuo trasferimento”

Kurt gli sorrise “Sei davvero gentile ma questa è una piccola oasi felice, non succederà nulla e in caso contrario so dove trovarti….”

Si salutarono e poi Hummel tornò allegro dentro, davvero rincuorato dal fatto che i suoi amici non lo avessero dimenticato.

Ma l’allegria passò in fretta, quando trovò Thad ad aspettarlo con un sorrisetto infame sul viso “So che forse non è il momento visto che sembri così spensierato ma…. Dobbiamo parlare di una tradizione della Dalton”

“Un’altra?” chiese depresso Kurt, sentendo i nervi saltare come i punti ad una sciarpa di scarsa qualità trovata ad una bancarella cinese.

“Per Hallowen dovrai mascherati e…

“NON ESISTE!”

Harwood lo guardò male “Tutti ci mascheriamo, questo è obbligatorio ma…. Tu non puoi scegliere il costume…

“Oh no…

“Dovrai travestirti da canarino! Sei felice?”

…. Solo a quel punto Kurt sembrò producente avere il numero di Puck, magari se lo avesse chiamato inventandosi che Thad lo discriminava lo avrebbe picchiato a sangue….

 

Quando Jeff entrò in caffetteria teneva ancora, saldo sul polso, del ghiaccio.

Flint aveva dannatamente ragione, anziché migliorare peggiorava man mano che il tempo passava e di irradiava a tutta la mano e al braccio.

Si stupiva anche del fatto che a Nick non importasse nulla, senza sapere che il morettino faceva finta di nulla per non insospettirlo.

Appena entrati si diressero alla ricerca di un tavolo e, a uno di essi, videro Blaine intanto a parlare con un ragazzo abbastanza carino, con una massa di capelli biondo scuro e riccissimi.

“Non sapevo che Blaine avesse il ragazzo” disse Duvall guardandosi attorno mentre Jeff alzava un sopracciglio.

“Non è il suo ragazzo, escono solo insieme. Si chiama Jeremahia penso…. Una cosa del genere”

Appena Nick vide Flint smise di pensare a Blaine.

Jeff non aveva idea di cosa stesse succedendo, soprattutto perché non capiva il motivo per il quale i suoi amici lo avessero appena preso sottobraccio, trascinandolo lentamente verso l’uscita del bar.

“Cosa state-“

“Ti porta in ospedale” disse Nick alludendo a Flint.

Jeff provò a dimenarsi “Ho detto di no! Non voglio fare la figura del morto di fame…. Mollate! Aiuto! Blaine!! Blaine aiutarmi!”

Anderson che non si era perso nemmeno un frammento di quella ridicola pantomina voltò la testa nella direzione opposta appena si sentì chiamare.

Jeremahia lo guardò perplesso “Ma…. Conosci quei tre pazzi?”

“Chi, quelli la?” disse il solista indicando verso la porta “Mai visti in tutta la mia vita…

“Ma ti hanno chiamato per nome” proseguì l’altro, stranito “E poi hanno la tua stessa divisa e…

“Saranno della Dalton anche loro” provò a salvarsi in extremis “E forse sanno il mio nome perché sai…. Io sono la prima voce dei Warblers” ammiccò con un sorriso “Non so se te ne ho mai parlato ma questo forse mi rende popolare…. Non saprei”

“Parlato di ciò? Non credo che abbiamo parlato di qualcosa di differente, a dire il vero…

Mentre al tavolo Blaine arrivava a toccare ogni gradazione del rosso, passando anche dal magenta, fuori Jeff saliva sulla Porchè di Flint sbuffando, mentre l’altro prendeva il posto di guida.

Nick si appoggiò un attimo al finestrino aperto “Non fare quella faccia…. Wilson ha un piano”

Jeff lanciò un’occhiata al morettino e sbuffò ancora “Ovvero? Non mi curano se non ho i soldi per pagarli! Siamo in America, Nick!”

“Tu pensi  troppo e male…. Fai pensare lui per favore, che è un po’ più sveglio” e detto questo Duvall si rivolse a Flint “Se vi beccano…. Chiamami. Mio zio è un avvocato che non hai idea…

Jeff sgranò gli occhi mentre guardava Flint annuire, prima di mettere in moto e dirigersi all’ospedale. Visto traumatologia era situata poco fuori il centro di Lima Jeff ebbe più di un’ora e mezza per sperare di estorcere qualcosa all’altro che però non gli disse assolutamente nulla.

Arrivati lì Flint si diresse alla ricevitoria per prenderei classici moduli per segnalare l’infortunio.

“Io non ce li ho 400 dollari solo per le lastre e altri 350 per il gesso…. E visto che non ho l’assicurazione per coprire questo costi… Hai sprecato benzina per nulla!”

Flint gli prese i moduli di mano e, dopo aver appoggiato sotto di essi una rivista, prese a compilarli velocemente…

Il biondo lo guardò stranito “Flint…. Non vanno compilati con i tuoi dati”

“Sì invece” replicò l’altro, senza alzare gli occhi dai fogli.

No…. C’è scritto ‘modulo del richiedente di un servizio medico’…. Teoricamente sarei io”

“Sì ma l’assicurazione sanitaria è la mia…

Jeff lo guardò stranito, mentre l’altro prendeva dal portafoglio la tessera sanitaria iniziando a trascriverne i dati nelle caselle.

Poi capì “Aspetta, fermo!” gli prese la mano con quella che non gli faceva male “Questa si chiama frode assicurativa…” sussurrò a qualche millimetro dal viso dell’altro “Rischi grosso….”

Flint gli sorrise “Mia madre mi paga l’assicurazione da quando sono nato e non mi sono mai rotto nemmeno un’unghia…. Almeno così non saranno soldi buttati, no?”

“Flint, è illegale…

“Zitto, lasciami finire”

La mano di Jeff si sollevò lentamente da quella dell’altro, che finì di compilare i moduli consegnandoli a un’infermiera che fece un veloce controllo al pc “Qui dice che l’assicurazione è valida signor Wilson”

Jeff non alzò gli occhi, ma con una gomitata di Flint capì che avrebbe dovuto recitare lui la parte dell’amico “Ah…. Perfetto… no?”

“Certo” rispose lei con un sorriso “Se si vuole accomodare al terzo piano le faremo subito la lastra al polso….”

In meno di un’ora e mezza stavano già uscendo di nuovo dall’ospedale.

Distorsione…. Poteva andarti peggio” gli disse Flint mentre l’altro guardava con apprensione le bende “E…. l’abbiamo fatta franca”

“Non so come ringraziarti….”

Flint si morse le labbra, mentre fissava con insistenza il volante pensando che qualcosa di starebbe.

Sarebbe stato così di cattivo gusto chiedere un bacio a Jeff? Un semplice contatto di quelle labbra sulle sue?

Si, decisamente si, perché Flint era un romantico convinto che i baci non si chiedessero, così con un sorriso rispose all’altro “Tu perdi le ore a provare ad insegnarmi la matematica…. Facciamo che siamo pari?”

Jeff sorrise “Non penso che saremo mai pari, sai?”

“Secondo me si….”

Jeff si slacciò la cintura, sporgendosi verso l’altro e abbracciandolo.

E decisamente quel abbraccio spontaneo era molto meglio di qualsiasi bacio forzato.

 

“Halloween baby!”

La Dalton perse del tutto la sua facciata di serietà e rispetto il trentuno di ottobre.

Non tanto perché quello che pareva il detentore delle leggi divine in terra (Thad) camminava per i corridoi con una tutina aderente nera con disegnate sopra le ossa, sì si era mascherato da scheletro perché sosteneva che gli faceva il pacco più grosso, ma soprattutto perché teneva fra le mani almeno una decina di dvd e rideva come un cretino, visto che aveva in corpo già un paio di birre.

Ed erano le tre del pomeriggio.

Appoggiò tutto nella saletta, dove i divani e le poltrone erano state strategicamente disposte per favorire al meglio la visione del tradizionale film horror pomeridiano. Ciò dava il via alla tradizionale festa di halloween dei Warblers, esclusivissima, in cui c’era solo l’obbligo di mascherarsi e portare qualcosa da bere.

Mentre tornava verso la sua stanza incrociò Blaine e David con ancora addosso la divisa scolastica e almeno sei rotoli di carta igienica in mano…

“Ma ragazzi!” disse scontento “è ora di vestirsi su! Tra poco iniziamo!”

Blaine annuì sorridendo “Dobbiamo prima incartare Wes!”

David rise “Sarà la nostra mummia!”

“E voi che fate?” domandò Harwood passandosi una mano fra i capelli.

“Io il vampiro, che fa sempre la sua figura” disse Blaine “E David il diavolo”

“Ho pensato di incarnare un personaggio che solitamente non mi appartiene così da migliorare le mie doti attoriali” confidò il ragazzo di colore mentre salivano le scale lentamente, fino al quarto piano dove Thad si fermò davanti alla porta della sua stanza “Non vieni con noi a avvolgere Wes nella carta igienica?”

“Seppur ritengo che Wes verrà chiuso dentro qualcosa che davvero è fatta per lui, per una volta” disse sarcastico “Devo assicurarmi che il novellino si sia vestito da canarino”

Blaine lo guardò un po’ male “Povero Kurt…. Ha avuto tanti problemi nella sua vecchia scuola…. Era davvero necessario fargli fare il Pavarotti della situazione?”

Thad scrollò le spalle appoggiando la mano sulla maniglia della porta “Massì dai…. Mica verrà preso in giro. È solo tradizione…. Poi alla fine mi sembrava abbastanza deciso…

Deciso a non mettere il gigantesco costume che Harwood gli aveva procurato, se mai.

Aveva preferito arrangiarsi mettendo insieme un costume tutto suo…

Aveva cercato come un pazzo dei jeans gialli e una camicia del medesimo colore per giorni, riuscendoci in extremis all’ultimo minuto, e con i suoi stivali giallo limone si sposavano da Dio.

Aveva poi l’impermeabile del medesimo colore nel caso in cui si fossero recati fuori del campus (e onestamente sperava di no) e un boa di piume sempre giallo che…. Beh dava quel tocco chic che per Kurt rendeva quel disastro più scenico.

“Sei davvero…. Giallo”

Guardò Thad con odio “E tu sei dimagrito?” ironizzò “Sai che lo scheletro è il costume più usato per Halloween?”

L’altro rise “Si ma almeno io non sono tutto giallo!” gli sorrise “non odiarmi…. Quando mio padre veniva qui avevano le stesse identiche tradizioni di oggi…. E poi ti dona” Kurt lo fulminò “Dai vieni di sotto? ci vediamo un film”

Hummel alzò un sopracciglio”Posso evitare? Non amo i film dell’orrore”

“Ma è una trad-

“Ok ho capito!! andiamo!!”

Quando arrivarono in saletta lì c’erano già Nick, Jeff, Trent e Flint.

Il primo si era vestito da Zombie della Dalton, visto che aveva maciullato una vecchia divisa anche un po’ sbiadita, macchiandola di colorante rosso, mentre la faccia era truccata forse con meno perizia, ma rendeva comunque bene l’idea.

Jeff era vagamente inquietante come spaventa passeri. Kurt pensò che alle persone così alte andassero impediti certi costumi visto che decisamente mettevano ansia. E poi la salopette di jeans era fuori moda.

Trent era rimasto sul classico, bucherellando un vecchio lenzuolo e, con l’ausilio di qualche catena, era riuscito a tramutarsi in un bel fantasma.

“Ottimo uso del cerone” gli disse Kurt sorridendo prima di guardare truce Flint, vestito come ogni giorno, con un paio di jeans, una maglietta bianca, le bretelle nere, una camicia sempre nera e un cappello in testa“E tu?! Perché puoi non vestirti?!”

L’altro lo guardò con un sorrisetto , aprendosi la camicia già di per se sbottonata e rivelando un cartellino dentro che indicava la parola ‘God’.

“Ti sei mascherato da… Dio?”

Flint rise “Geniale vero? L’ho preso da una puntata di Buffy

Thad alzò gli occhi al cielo “Perché non ti sei mascherato per davvero?!”

“Il mio è un costume” si difese Wilson “E poi fai più bella figura tu, no?”

“No” ammise Jeff scuotendo piano il capo “La tua idea è davvero figa” concluse guadagnandosi un sorrisone mentre nella stanza entravano anche Kirt e Ethan, il primo vestito come un Lord inglese, in veste da camera, con tanto di capelli gellati e baffetti finti, mentre l’altro da stregone con tanto di cappello.

“Ho paura per il costume di Blaine” disse Jeff “L’anno scorso era un pipistrello.... molto credibile, tanto che mi ha morso. Non c’è nulla di peggio, credo”

“Invece si” disse Thad “Adesso è un vampiro, si è trasformato nella sua forma umana…. Chissà se si sono mascherati anche i piccoli Gremlins che dimorano le sue sopracciglia?” chiese poi con espressione concentrata mentre nella stanza arrivavano velocemente anche tutti gli altri.

Wes, David e Blaine furono gli ultimi.

Il primo era completamente ricoperto di garze e carta igienica, tenuta insieme con qualsiasi cosa per evitare che cadesse, David alla fine era semplicemente vestito di nero con la cravatta rossa, il mantello del medesimo colore e un paio di corna sul capo rasati.

Ma Blaine….

Appena Kurt lo vide desiderò di ricevere un morso…

Aveva una camicia bianca con delle nappe sul davanti, lievemente aperta, un paio di pantaloni neri aderentissimi, scarpe di vernice lucida, il mantello nero lungo fino alle caviglie, gli occhiali da sole sugli occhi e i canini finti in bella vista.

“Amico sei un vero figo” gli disse Thad mentre si avvicinava, affiancandosi a Kurt.

“Anche tu non scherzi Thad! Molto meglio di quando l’anno scorso eri praticamente nudo con solo una zucca finta a coprirti il sedere e il davanti” gli disse ridendo Blaine prima di guardare attentamente Kurt e prendere fra le mani il boa di piume, accarezzandolo lentamente “Sei il canarino più carino che abbia mai visto….”

Hummel arrossì moltissimo prima di ringraziare con un timido sorriso e guardarsi attorno per vedere i costumi degli altri.

Cameron era decisamente il più carino, tutto vestito di nero con in testa delle orecchiette da gatto e i baffi disegnati sul naso.

Mentre Nicholas vestito da Frankestein era decisamente quello più inquietante di tutti…

Alla fine come film si decise di guardare i primi tre della saga di Saw, e già a metà del primo Kurt aveva la nausea.

Seduto ai piedi del divano, accanto a Blaine, si coprì gli occhi con il boa di piume “ma perché?! È una film da pazzi! Stanno morendo tutti in modo orribile! Dio gli ho visto le budella!”

Blaine ridacchiò, passandogli un braccio attorno alle spalle e coprendolo con il mantello senza farlo a posta “Pensa che è solo un film…. E che gli attori ora si stanno godendo i soldi guadagnati con le riprese in qualche luogo esotico!”

Kurt, avvertendo il calore del corpo caldo di Blaine accanto a lui reagì all’opposto di quello che pensava: anziché irrigidirsi si rilassò, appoggiandosi appena al fianco dell’altro e passandogli attorno al collo il boa di piume ridacchiando.

Jeff, sa sopra al divano, lanciò loro un’occhiata divertita prima di tornare a concentrarsi sul film. Sussultò poco dopo, quando sentì una mano calda stringersi alla sua.

Girò il capo sorpreso, fissando nel buio della stanza il profilo di Flint che però non ricambiò lo sguardo.

Quella mossa tattica, fatta grazie al favore delle tenebre visto che tutte le serrande erano abbassate e la sola luce proveniva dallo schermo del televisore, non gli era di certo costata poco; Flint poteva sentire il suo cuore battere così forte che per un istante ebbe il timore che anche gli altri potessero avvertirlo…

Ma appena anche l’altro ricambiò la stretta, allora sospirò, rimanendo così, con le loro mani intrecciate.

Alla fine della visione Trent dormiva placidamente sul divano, e Thad trovò particolarmente divertente svegliarlo con un urlo disumano nell’orecchio che costò all’altro un paio di anni di vita…

Dopo aver mangiato velocemente le torte che le mamme e le nonne (O Kurt) avevano preparato per la serata si diede in via alla vera festa: musica a tutto volume, alcool e….

“Ci vorrebbero delle ragazze” disse Thad di punto in bianco, prendendo il cellulare “Ora chiamo la mia e le chiedo di portare qualche amica…

Wes fece lo stesso, uscendo dalla stanza mentre Jeff sbiancava.

Ragazze ubriache = ragazze facili….

Se le avesse rifiutate allora….

Tutti avrebbero scoperto che era gay…

Stava ancora facendosi tremila pare mentali quando Flint gli mise sotto il naso un bicchiere ricolmo di vodka, che quello prese di buon grado.

“Ti va di fare un giro fuori?!” chiese poi a voce alta per contrastare la musica. Il biondo annuì, seguendolo fino all’esterno “Mi sta venendo mal di testa con la musica tamarra che mette su Thad” ammise il morettino con un sorrisetto, mentre camminavano per il cortile interno.

“In effetti non è il massimo” disse l’altro, prendendo un sorso di vodka prima di lasciarsi cadere sulla panchina “Non fa nemmeno tanto freddo, ti pare?”

“Sarà l’alcool che abbiamo in corpo che ti scalda” rispose l’altro, sedendosi in parte a lui e appoggiando a terra il bicchiere.

Si guardarono negli occhi per un istante, prima che anche il biondo appoggiasse il suo bicchiere e si avvicinasse di più a Flint “Perché mi hai preso la mano, prima?”

Il morettino arrossì, abbassando gli occhi sulla panchina. Non se lo aspettava, di solito Jeff non era così diretto…

“Sei ubriaco?” gli chiese.

“No, penso di essere solo ‘allegro’, ma non ubriaco” gli rispose Jeff, avvicinandosi ancora di più “Non hai risposto alla mia domanda, Wilson” disse con un sorrisetto.

Non era ubriaco ma decisamente qualche sorso di alcool gli aveva dato quel poco di coraggio che gli serviva.

“Perché mi andava di farlo” rispose Flint, con un’alzata di spalle.

“Ah sì?”

Già…. Le persone dovrebbero fare più spesso le cose che vogliono fare, senza pensarci troppo su…

Jeff lo guardò un istante prima di puntare gli occhi sulla labbra del moro.

Gli portò due dita sotto al mento, per costringerlo a guardarlo negli occhi e poi, sfilandosi il cappello di paglia dalla testa sorrise “Lo credi davvero?”

Flint non rispose, iniziando a fissare a sua volta le labbra dell’altro, che lentamente si abbassò su di lui, baciandolo dolcemente.

Rimase fermo un istante, aspettando di vedere se l’altro lo rifiutasse o meno, ma quando anche Flint rispose al bacio, portandogli una mano fra le ciocche bionde, non si trattenne più accarezzandogli piano le labbra con le sue…

 

Blaine!”

Il morettino si voltò verso Kirk “Sì?”

Wes vuole che tu vada in cantina a prendere qualcosa per asciugare il vomito di Nick…. È un problema?”

Anderson scosse il capo “Assolutamente no!” rispose, con un sorriso, avviandosi verso la cantina e alzandosi gli occhiali da sole dal viso per evitare di uccidersi per le scale.

Quando vi arrivò trovò Kurt intento a cercare qualcosa “Che ci fai qui?” gli chiese curioso, accostando la porta e scendendo gli ultimi gradini.

“Cerco uno straccio per tirare su il vomito” disse l’altro, senza smettere di setacciare un ripiano.

Blaine alzò il sopracciglio “Ti ha mandato Wes?”

Già…

“Strano, l’ha detto anche a me” alzò le spalle, aiutando l’altro “Sta impazzendo anche lui, oppure è già ubriaco…

Sentirono la porta agganciarsi ma non ci diedero molto peso…

“Oh eccolo!” Kurt lo prese, mentre Blaine afferrava un secchio pieno di ragnatele da un angolo “Torniamo su? La luce soffusa di questa lampadina e il quantitativo mostruoso di ragni mi sta mettendo ansia…

Blaine annuì salendo i cinque gradini e facendo per aprire la porta ma….

Kurt….”

“Cosa?”

“Credo sia chiusa a chiave…

Hummel lo spinse di lato lasciando cadere lo straccio e iniziando a strattonare la porta, in presa al panico “No, no, no…. Ti prego no!”

“Ma sei claustrofobico?”

“No! Odio solo i ragni!” si guardò attorno vedendone uno enorme sulla parete, e squittendo spaventato, tentò dinuovo di aprire la porta, in vano “Ossignore perché mi punisci in questo modo? Ho fatto qualcosa che ti ha offeso?” chiese guardando una trave sul soffitto.

Pregò sinceramente che non fosse riguardo i pensieri sui morsi sul collo che Blaine avrebbe anche potuto dargli. Aveva pregato per un singolo morso, e visto che non era successo pensò in una punizione divina.

Peccato che non era nemmeno credente!

Blaine prese il cellulare dalla tasca “Non preoccuparti, andrà tutto bene…. tu hai segnale?”

Kurt controllò, prima di farsi prendere definitivamente dal panico “No! Non ce l’ho! Blaine! Voglio uscire subito!” prese a pugni la porta per due o tre secondi gridando aiuto, prima che l’altro lo abbracciasse da dietro facendolo pietrificare.

“Va tutto bene” gli disse con la sua voce così calda e rassicurante che, per Kurt, uccise tutti i ragni in un istante “Ci sono io qui…. Ora aspettiamo che qualcuno scenda per prendere una scopa o dei bicchierini di plastica…. Ok?”

Kurt annuì piano, e l’altro si staccò sedendosi a terra e facendogli segno di sedersi accanto a lui “Beh,  parliamo a questo punto” disse Hummel ancora un po’ rosso in viso “O se no il tempo non passerà mai…

Blaine annuì, sorridendo, iniziando quindi una conversazione sulle cose più sceme che gli venivano in testa per tenere distratto l’altro e impedire un’altra crisi di nervi.

Dell’altra parte della porta Kirk diede il cinque a Ethan.

“Pensi che così si innamoreranno?” domandò quest’ultimo osservando la porta.

“Io lo spero” ammise il biondo “Se no come facciamo a spaccare il cuore di Anderson in tanti piccoli pezzettini?”

 

Jeff intanto non riusciva proprio a staccarsi da Flint.

I loro corpi si erano avvicinati gradualmente, e ora il bacio si era trasformato in qualcosa di più profondo, tanto che le loro lingue continuavano a contrarsi dolcemente, accarezzandosi ed esplorando la bocca dell’altro lentamente.

Le loro mani erano di nuovo intrecciate come se fosse la cosa più naturale del mondo mentre i loro cuori ancora faticavano a rallentare i battiti, ancora emozionati….

Sarebbe stato tutto perfetto, se non fosse stato per qualcuno che li stava osservando con attenzione che, con un sorrisetto, tornò dentro alla ricerca di Thad, veloce e silenzioso come il gatto nero che voleva impersonare…

 

 

Continua….

 

 

 

 

NdA :

 

DARADADAN! È tempo di JINT!

Che ne pensate di questo bacio così atteso?

Ho cercato di renderlo il più naturale possibile…

Senza contare il finale con Kurt e Blaine che, però, vi anticipo che siamo ancora tanto lontani dalla dichiarazione da vederla piccolissima all’orizzonte xD

 

 

Come solito ci tengo a ringraziare coloro che spendono qualche secondo per recensirmi e mi rendono tanto felice!!!

Nix, KlaineFurt, Beliveinpeace_, Dasy Drop, HeltenD, xoAlicexo (*__*), DunbledoreFan, JCriss, Klaineek, LuckyLu, Ginger, heyitsgeorgia13 e Sandra Pattinson

Grazie davvero siete tutti eccezionali** Come sempre adoro leggere tutte le vostre recensioni, mi gratificano moltissimo^^

Un bacione!

Jessy

 

Ps. Se qualcuno di voi è bravo a disegnare e vuole cimentarsi in una fanart sulla FF io non posso che esserne felice!

(amo le fanart ma sono una pena a disegnare L )

Se si mandatela via messaggio privato (con l’url di un’imagine postata in interne) o alla mia email che vi darò sempre via messaggio privato J

A prestissimo! Un bacione!

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Capitolo 9
*** #09 part 1: Have Yourself a Merry Little Christmass ***


bananissima

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

#09 part 1: Have Yourself a Merry Little Christmass

 

Quando Wes, la mattina del primo novembre, scese in cantina per prendere alcune cose per mettere in ordine il casino che gli altri avevano scatenato la notte prima, rimase abbastanza sorpreso nel trovare, addormentati sulle scale, Blaine e Kurt.

La testa di Blaine appoggiava sulla spalla di Kurt, che a sua volta appoggiava la testa a quella del solista.

Li scavalcò pensando se svegliarli o meno, e alla fine lo fece soprattutto perché sembrava una posizione parecchio scomoda in cui dormire.

Hey…. Buon giorno principessa, è ora di alzarsi” disse ridacchiando mentre scuoteva Blaine per una spalla, il più dolcemente possibile.

Questo aprì gli occhi guardandosi attorno disorientato, mentre alzava il capo dalla spalla di Kurt “Oddio…. Ma…. Abbiamo dormito qui?” chiese portandosi una mano agli occhi per grattarseli

Wes annuì “Posso chiederti come mai, almeno?”

“Ci siamo chiusi dentro quando siamo scesi a prendere le cose che tu ci hai detto….”

L’asiatico corrugò le sopracciglia “Io non vi ho mandati a far nulla…

Blaine lo guardò perplesso prima di scuotere il capo “Dai aiutami a prenderlo in braccio”

Fu il turno di Montgomery di rimanere perplesso “Perché semplicemente non lo svegli?”

“Ma dai… è mattino”

“Sono quasi la quattro di pomeriggio…. Ed effettivamente è un po’ che Thad vi cerca”

Blaine sbuffò contrariato “Ad andare bene è lui che ci ha chiusi qua” guardò Kurt per un istante poi tornò a fissare Wes “Lo sveglio e arriviamo…

L’altro gli sorrise appena “Ma…. Posso chiederti una cosa?”

Ovvio…

“Sei innamorato di Kurt?”

Per Blaine quella domanda era paragonabile ad uno schiaffo in faccia per la violenza con cui aveva colpito i suoi poveri neuroni che già non avevano voglia di fare la sinapsi….

Dopo questa non c’era speranza.

Ci pensò su un attimo, poi sospirando disse “Devo ammettere che non mi sta assolutamente indifferente, anzi…. Io tengo moltissimo a Kurt dall’istante in cui l’ho conosciuto.” Spiegò più a se stesso che all’amico “Ma, per rispondere alla tua domanda, direi di no. Insomma, non vedo Kurt in quel…. In quel senso”

“Sicuro?”
“Penso sia quasi come un fratello, per me. E senza dubbio è il mio migliore amico ma…. Non credo che tra noi potrebbe mai funzionare”

Wes lo guardò negli occhi per qualche istante, come per capire se dicesse o meno la verità. Quando fu abbastanza convinto fece un sorrisino “Questa me la lego al dito: credevo di essere io il tuo migliore amico” lo scavalcò di nuovo, salendo fino alla porta.

“In realtà ti amo” ironizzò Blaine “Non puoi essere mio amico se sei in realtà l’uomo della mia vita”

“Dai chiudi quel pertugio di stronzate che chiami bocca e sveglialo…. Rischia di rimanere paralizzato con il gradino di cemento infilato nella schiena” e detto questo uscì, lasciando Blaine solo a ridacchiare.

Il moro si voltò verso Kurt per svegliarlo, ma prima si concesse il lusso di perdersi un attimo nei suoi pensieri.

E il fatto che Blaine Anderson pensa troppo è un dato di fatto.

Osservò i tratti del viso di Hummel, che ancora dormiva, rilassati e angelici e per un istante si chiese come un ragazzo potesse essere così bello e perfetto senza suonare banale.

Pensava che la bellezza stesse anche nelle piccole imperfezioni ma in Kurt non riusciva a trovarne.

Con delicatezza alzò una mano, sfiorando il viso dell’altro e tracciando con i polpastrelli la linea della mascella. Quando Kurt si mosse, inconsapevole, nel sonno, smise all’instante sorridendo appena.

Quel ragazzino all’apparenza così fragile ma che, in realtà, sapeva avere anche più carattere di lui, gli scaldava il cuore: dalla prima volta che aveva scontrato il suo sguardo aveva capito che erano in qualche modo legati, affini.

Non aveva mai conosciuto nessuno che sapesse comprenderlo come faceva Kurt, e il pensiero di rovinare quell’equilibrio imbarcandosi in una relazione….

Non era il caso, decisamente.

Lo voleva al suo fianco per il resto della sua vita, e vedendo gli amici che chiudevano le relazioni in modo drammatico…. Voleva assolutamente evitarlo.

Perdere Kurt, a quel punto, sarebbe stato come smarrire una parte di se stesso.

E poi Kurt meritava qualcuno di perfetto almeno quanto lui, e Blaine era certo che un ragazzo del genere non lo avrebbe mai nemmeno notato.

A quel pensiero una morsa gli attanagliò lo stomaco, ma non ci fece caso. Si limitò a sorridere e chiamare l’altro.

“Kurt? Svegliati…

Il ragazzo ci mise un po’ ma alla fine aprì gli occhi mettendo fuoco a fatica prima la stanza e poi altro.

“No ti prego…” mormorò con la voce arrochita dal sonno “Non dirmi che abbiamo dormito qui, con i ragni grossi come cani…

Blaine rise apertamente “Eh si! Wes ci ha aperto ora…”

“E ci ha preso in giro molto?”

“Non può del dovuto. È un vero signore”

Kurt ridacchiò, alzandosi in piedi e sentendo la schiena dolorante “Ora so come si sente mio nonno!”

Blaine sorrise, precedendolo su per le scale fino alla saletta, dove più o meno tutti si erano svegliati.

Thad ascoltava morbosamente il racconto di Cameron prima di esclamare un ‘Lo sapevo!’ che fece sobbalzare i due ragazzi, intenti a tornare.

“Sapevi cosa?” chiese Anderson sorridendo, mentre l’altro si imbarazzava appena

“Ecco, nulla di che solo….”

“Flint è del vostro stesso partito politico” disse velocemente Cam, guardando sia Kurt che Blaine “L’ho visto baciarsi in cortile con Jeff…. Per un bel po’”

Blaine li guardò incerto mentre Kurt si stizziva “E questi sarebbero affari vostri perché…?!” chiese, scaldandosi “Una persona non può essere quello che vuole?!”

Thad abbassò gli occhi mentre Cameron ci rimaneva un po’ male.

Blaine invece, capendolo perfettamente, portò un braccio attorno alle sue spalle con fare protettivo “Va tutto bene, Kurt…. Non credo che volessero offenderci. Erano semplicemente curiosi…” sospirò tornando a parlare agli altri due “E posso sapere dove sono adesso Jeff e Fl-

“ECCO TRENT!” Cameron lo assordò, correndo verso Trent, che si avvicinava con la flemma di un malato di cancro alla fase terminale, guardando scioccato Cam “Sai la news?”

“Ovvero?”

“Flint se la fa con Jeff!”

“LO SAPEVO!” Kurt alzò gli occhi al cielo incrociando le braccia “Aspetta… Jeff?! Sul serio?! Ma non aveva la ragazza?!”

Blaine andò a sedersi pensante sul divano mentre Kirk entrava “Chi aveva la ragazza?” si informò,aggiustandosi la camicia scura di Dolce&Gabbana.

Il fatto che la domenica i ragazzi potessero non mettere la divisa era solo una scusa per poter mostrare ancora di più il proprio conto in banca. O almeno James Kirk faceva così….

Kurt si mise a sedere sul bracciolo del divano, accanto a Blaine, guardando con gli occhi assottigliati Trent, Thad e Cam.

“Ma si può essere così pettegoli?! Nemmeno io sono così!” sbottò esasperato scambiando uno sguardo con Blaine.

Non sapevano bene se offendersi o meno.

“Ora dove saranno i neo innamorati?” chiese Thad maliziosamente, muovendo le sopracciglia con fare ammiccante “Nick mi ha dormito addosso, qui in saletta, quindi la camera era libera…

“Mi dispiace smontarti” lo interruppe Trent “Ma Flint ancora dorme nel suo letto, accanto al mio.... tra l’altro è andato a dormire prima di me!”

Kirk alzò un sopracciglio “Ma di chi parlate?!”

“Jeff e Flint stanno insieme!” disse Cameron, appoggiando le mani sulle spalle del biondo e iniziando a saltella eccitatissimo.

Ossignore quanto corrono” Kurt alzò gli occhi al cielo “Appena entra il prossimo sono già sposati…

Blaine sospirò “Beh questa è la legge dello sparlare, no? Ogni volta che passa di bocca in bocca il fatto si arricchisce…. Si parte da un gatto, si passa per la tigre e alla fine è un drago”

“Molto filosofico, Anderson. Ma sta parlando solo Cam.”

“Basta e avanza….”

Kirk intanto fissava immobile gli amici, scioccato per la notizia “Ma…. Sul serio? È ufficiale?!”

Thad sbuffò “Non credo che abbiano già messo lo stato su Face o la relazione ma direi di si….”

“Speculare sulle persone è una cosa pessima” Una voce dietro di loro li fece voltare e trovarono un Nick particolarmente scocciato a fissarli “Lo sapete che chi si fa i suoi campa cent’anni?”

“Cazzo Cameron non arrivi ai venti!”
“Senti chi parla, Harwood!”

“Adesso zitti tutti!” tuonò minaccioso Duvall ignorando l’emicrania incipiente “Jeff sta scendendo…. Il primo che emette suono è morto…

I tre dell’apocalisse si guardarono in faccia mentre Kirk faticava ancora ad assimilare la cosa.

Il biondino entrò rilassato e con un sorriso a trecentocinque denti sul viso, parlando del più e del meno con Nicholas. Come poteva essere altrimenti? Lui e Flint avevano passato quelle che gli parevano lunghe ore a scambiarsi baci, carezze, sorrisi.

Se non fosse stato per l’alcool non avrebbe mai avuto il coraggio di farsi avanti e baciarlo… ma così era stato facile! E ora? Doveva parlargli? Chiedergli se per caso anche Flint aveva sentito il cuore esplodergli con lo stomaco fino a formare una poltiglia putrida ma color arcobaleno?

Stava ancora pensandoci quando si ritrovò a guardare gli altri, perplesso “Qualcosa non va?” chiese immediatamente visto che tutti lo fissavano. Istintivamente si portò una mano al viso, palpando la pelle per sentire se era nato un brufolo orribile e purulento mentre scendeva le scale. Ma non c’era nulla.

“Niente” disse sbrigativo Trent, mentre Cameron fremeva dalla voglia di dire qualcosa.

Thad si sedette sul divano, accanto a Blaine, guardando con astio Nick.

Duvall sapeva essere davvero inquietante e sfidarlo era poco saggio.

Sterling alzò le spalle, per nulla persuaso ma deciso a non indagare. Poteva rivelarsi controproducente….

“Ieri sera sei andato a letto presto, Jeff” disse Harwood “Ti annoiavi?”

“Nono! È solo che ho bevuto un po’ troppo e mi girava la testa” Di certo non poteva dire che era così felice che, una volta tornato in stanza Flint, non aveva saputo trattenersi.

Lo aveva seguito ma poi, davanti alla porta della stanza del ragazzo, si era fermato, decidendo di andare a dormire. Non intendeva essere assillante.

Thad non gli credeva, logicamente.

Fece per aggiungere altro ma l’ingresso di Flint lo interruppe. Stessa scena.

Il morettino guardò un po’ allarmato tutti quanti, mentre con gli occhi sgranati, lo osservavano. Scontrò lo sguardo con quello di Kurt e quello che vide non gli piacque affatto…

Eppure Jeff sembrava così rilassato…

“Buongiorno a tutti” disse avvicinandosi cauto, già sulla difensiva in caso di attacco.

Trent si affiancò a lui, sorridendogli maliziosamente e per un attimo Wilson credette di svenire.

Sapeva che loro sapevano.

Voleva uscire velocemente dalla stanza, perché sapeva che era solo questione di minuti, ma venne trattenuto dall’arrivo di Jesse che sorridendo iniziò a raccontare il sogno che aveva fatto portandogli un braccio attorno alle spalle.

Perché si sentiva in trappola?

E soprattutto, perché Jeff non fiutava il pericolo?!

Cameron tremava.

Non per modo di dire, non fremeva: tremava letteralmente.

Sembravano spasmi muscolari i suoi, a dirla tutta.

Mentre si parlava di come Nick, per una volta, non si fosse ubriacato sino alla morte fisica e al vomito, Cameron esplose definitivamente.

E Flint non era pronto, pur sapendo che sarebbe accaduto a momenti.

“Ok non mi importa se mi ucciderai” disse Cam guardando Nick negli occhi, mentre questi lo fissava con lo sguardo iniettato di sangue “Ma è successo un fatto di rilievo dopo mesi che qui non succedeva un cavolo di niente! Bisogna parlarne o mi verrà l’orticaria!”

Jeff lo guardò confuso prima di voltarsi verso Flint che però non ricambiò lo sguardo. Teneva le iridi di cristallo fisse sul pavimento, sentendo una morsa allo stomaco.

“Cosa è successo?” chiese Richard, sedendosi su una sedia, fingendo interesse mentre nella sua testa immaginava che si trattasse della classica cazzata.

Si sbagliava, per una volta.

“Io, Cameron James” alzò una mano per farsi notare, come se gli altri non lo conoscessero o potessero confonderlo con qualcun altro “ho visto Flint Wilson e Jeff Sterling limonare come due adolescenti in calore su una panchina in giardino, stanotte!”

Tutti trattennero il respiro,eccetto Kurt che ringhiò frustrato “Ma loro sono adolescenti! Come lo sei anche tu!”

Cam lo guardò, offendendosi “E anche tu!”

“Lo so!” Hummel si portò una mano al viso, chiedendosi perché ogni qual volta si muoveva una foglia in giardino dentro all’accademia si toccassero picchi di stupidità sempre più alti.

Blaine intanto spostava lo sguardo, teso, da Jeff che sembra avesse appena ingoiato un’ape ancora viva, a Flint che invece era semplicemente pietrificato.

Tutti, a dire il vero, li stavano guardando.

Il morettino stava cercando di auto convincersi ad alzare il capo e, con un sorriso, dire qualcosa di figo tipo ‘Eh già, e bacia alla grande’, ma non ci riuscì.

Jeff stava per iperventilare.

In un certo senso aveva paura. Un conto era sentirsi attratto, anche innamorato, di un ragazzo come lui…. un altro era ammetterlo.

La parola gay lo spaventava ancora e faticava ad ammetterlo a se stesso, figurarsi ai suoi compagni.

Si guardò attorno, nel panico più totale, non sapendo come reagire alle occhiate degli altri.

“Quindi?” chiese Thad mentre Wes arrotolava un giornale “Volete dirci cosa…. AHIA! WES! Sei pazzo?”

L’asiatico lo guardò assottigliando gli occhi a mandola (e riducendoli quindi a due linee) prima di voltarsi verso Jeff e Flint “Sappiate che non ci dovete nessuna spiegazione..”

“Ma se ce la date non la disprezzeremo” concluse Cam, mentre Wes brandiva il giornale contro di lui.

Nick sospirò, con la scusa già pronta “Ci penso io…

“No!” tutti si voltarono verso Jeff, anche Flint alzò gli occhi sorpreso su di lui uscendo da quello stato di trans mistica in cui era caduto “Centro io, non tu…. Spiego io cosa è successo…” Duvall annuì, sedendosi sul bracciolo della poltrona mentre Kirk persisteva in quel cipiglio traumatizzato che aveva da quando aveva appreso la notizia “Noi… Cioè…. Dovete sapere che io e Flint….” Alzò gli occhi in quelli chiari dell’altro e dentro vi lesse qualcosa che era ben lontano dalla paura…. Sembrava quasi aspettativa, come se volesse che smettesse di parlare e andasse lì a baciarlo. Ma non si mosse di un passo perché quello sguardo non gli diede forza ma, anzi, lo buttò parecchio più giù “Eravamo ubriachi” si morse un istante le labbra mentre il mutismo generale persisteva “Non sapevamo quello che stavamo facendo e io ho solo qualche ricordo vago…. Me l’ha raccontato Nick stamattina per bene.”

Blaine abbassò gli occhi sul tappeto mentre Kurt apriva la bocca, sconcertato.

Flint spostò bruscamente gli occhi, appoggiandosi con i fianchi al tavolo, non potendo davvero crederci.

Trent alzò un sopracciglio “Dice la verità?” chiese poi con dolcezza al suo coinquilino, appoggiandogli una mano alla spalla “Insomma…. Per te…. È stato lo stesso?”

Wilson riportò gli occhi in quelli del biondino per un istante poi annuì lentamente “Sì…. È stato lo stesso”

Kurt si portò me mani al viso soffocando un rantolo frustrato mentre tutti prendevano a mormorare, credendoci chi più e chi meno.

Thad li guardava serio, per nulla persuaso “Ragazzi lo sapete che potete anche dircelo no? Come non giudichiamo Kurt e Blaine per la loro omosessualità non giudichiamo nemmeno voi due…” disse con calma, guadagnandosi un’occhiata di approvazione da Wes che però, per sicurezza, brandiva ancora il giornale arrotolato.

“Non c’è nulla di cui vergognarsi” aggiunse David “davvero ragazzi e poi…

“Apprezzo molto quello che state cercando di dire, ma non è il caso” Flint lo interruppe, staccandosi dal tavolo e percorrendo la stanza verso la porta. Davanti ad essa però si fermò voltandosi a guardarli tutti uno ad uno, soffermandosi su Jeff “Una cosa però posso dirvela: io non ho problemi ad ammettere di essere omosessuale, sono sempre stato a posto con me stesso e questo fatto non cambierà di certo la mia natura. Mi piace quello che sono, e mi ritengo fiero di me stesso perché ho le palle di dirlo…” le sue iridi deluse si incollarono a quelle cangiati di Jeff “E mi stimo molto di più di coloro che si negano a loro stessi per paura di non si sa nemmeno cosa. Ora se potete scusarmi, mi manca l’aria”

E detto questo uscì velocemente dalla saletta, lasciandoli tutti attoniti.

Cameron abbassò gli occhi colpevole “Ho…. Ho fatto un casino?”

“No, non più di Osama Bin Laden” disse Kurt con sarcasmo feroce prima di guardare Sterling intensamente “Pensi di seguirlo?” ma quello non rispose nemmeno, abbassando solo gli occhi a terra. Kurt sospirò uscendo dalla stanza e camminando verso l’ingresso dell’edificio, sparato.

Dopo qualche istante anche Jeff uscì dalla stanza, lasciando tutti in silenzio, mentre lo guardarono correre nella stessa direzione in cui erano spariti Flint e Kurt.

Flint si era diretto verso il parcheggio, convinto che scappare a casa sua a piangere fosse molto più intelligente che farlo nel campus. Peccato che le chiavi della sua auto stavano dentro al cappotto, accuratamente sistemato sull’attaccapanni in camera sua.

Si appoggiò alla carrozzeria nera del velivolo, sedendosi a terra, poi si portò il viso fra le mani iniziando a pregare tutti i Santi del Paradiso affinchè nessuno lo vedesse piagnucolare come una ragazzina.

Hey piccola bambina, perché piangi? Ti hanno rubato la bambola?’ gli pareva ancora di sentire quegli stronzi della sua vecchia scuola che lo chiamavano con epiteti femminili, riducendolo in lacrime nei bagni….

Era fiero di se stesso, ma un po’ meno di quella sua sensibilità troppo sviluppata.

Era il classico stereotipo di omosessuale? Che piange per un non nulla?

Beh, forse il cuore infranto non è proprio un non nulla, si disse da solo mentre sentiva che qualcuno si stava avvicinando.

Pregò che fosse Kurt, o Blaine…. Gli sarebbe andato bene anche Thad ma non lui….

E invece eccolo lì, bellissimo come sempre, mentre si avvicinava con titubanza.

S-scusami…” mormorò con quel tono insicuro che solitamente faceva sorridere Flint, rendendolo adorabile. In quel momento però al morettino parve insopportabile.

“Scusa di cosa?” disse cercando di tirarsi un po’ si, asciugandosi gli occhi grandi con la manica della felpa grigia che indossava “Non importa, non mi aspettavo nulla da te” mentì, senza guardarlo.

Io…. non volevo ferirti…. Solo che…

“Solo che cosa?!” Jeff fece un passo indietro, non aveva mai visto Flint così arrabbiato e si sentì davvero intimidito da lui “Non mi importa cosa hai da dirmi, ok? Non mi importa se mi hai baciato perché volevi fare un’esperienza nuova” si alzò in piedi “Mi importa solo che tu mi piacevi molto…. E mi hai spezzato il cuore” gli diede una spallata contro al braccio, visto che Jeff era troppo alto, e camminando veloce lungo il vialetto svoltò l’angolo continuando a piangere lacrime amare, senza vedere quella singola che aveva rigato il viso del biondo.

Perché doveva sempre essere così dannatamente insicuro?! Perché non lo aveva fermato?!

Sapeva che era solo colpa sua, e si sarebbe volentieri pestato a sangue per questo…

Aveva rovinato la sua occasione per uscire con il solo ragazzo che gli avesse mai rubato il cuore, ferendolo…

 

Dicono che il tempo risana ogni ferita.

Jeff ne era seriamente convinto visto che per lui, in passato, era stato così.

Peccato che a quanto pare non voleva diventare un clichè, perché Flint non gli rivolse più la parola e novembre era volato in modo impressionante.

Mancavano solo tre giorni a natale.

Dopo la prima nevicata dell’anno, a metà di novembre, la neve li aveva letteralmente sommersi, e per la prima volta in vita sua Jeff non ne fu entusiasta. Il suo amore per quella ‘brodaglia bianca’ così definita da Nick, così definito, probabilmente perché Jeff era nato in uno stato in cui non nevicava, era stato soppiantato dalla tristezza per la delusione amorosa.

E non c’era verso di tornare a stare bene.

Flint navigava più o meno in alto mare come il biondo, anche se alla tristezza si sommavano gli insuccessi scolastici visto che in matematica stava sprofondando in acquee sempre più torbide e l’assenza totale di concentrazione l’aveva portato a non capir più nulla nemmeno in chimica e fisica.

Era nello sterco fino al collo.

La sola nota positiva: tutti lo trattavano esattamente come prima se non meglio, segno che quel suo rivelarsi alla fine aveva portato solo a qualcosa di positivo.

Era proprio un bel posto, la Dalton, non c’è che dire.

Jeff sospirò, mentre con la matita tamburellava sul libro di astronomia, chiedendosi un po’ a che diavolo servisse quella materia, e un po’ come potesse trovarsi benissimo in alcune occasioni e assolutamente a disagio in altre.

Non aveva senso…

Thad si era scusato davvero molte volte, garantendogli che non era sua intenzione metterlo a disagio ne con se stesso ne con gli altri.

Aveva accettato le scuse nonostante si sentisse solo un po’ offeso per il fatto che nessuno, e sottolineo nessuno (eccetto Kirk) sembrava sorpreso dalla sua omosessualità.

E dopo quella spiacevolezza lo davano per scontato.

Per fare un esempio…. Un pomeriggio si era trovato con Kurt e Blaine per ripassare greco in vista di un’interrogazione di tutti e tre, quando era apparso Richard con un sorrisone.

“Che è successo?” aveva chiesto Blaine, già di per se curioso di natura.

“Ho conosciuto una ragazza” disse l’altro mentre Kurt si esprimeva in un lungo ‘uuuh’, contento per l’amico “Solo che adesso sono nei casini”

“Come mai?” aveva chiesto il biondo alzando gli occhi dal dizionario.

“Perché ha un’amica oscena e ecco…. Vuole che trovi qualcuno per lei se voglio uscirci” sospirò.

“Non puoi chiedere un favore ad un amico?” Blaine scrollò le spalle e l’altro sorrise.

“Devo solo trovare la persona giusta!”

Poi l’aveva fatto: aveva passato gli occhi su tutti e tre, prima di voltare loro le spalle….

Hey Las! Posso chiederti un favore?”

Nicholas annuì avvicinandosi mentre Jeff si spazientiva “E perché non posso farlo io?”

Rich aveva abbassato gli occhi, a disagio, prima di sparire senza dir nulla.

“Perché sei gay…” replicò con nonchalance Hummel prima di iniziare a cercare un verbo.

Il vero problema non era l’accettazione, beh anche….

Ma il peggio era altro….

Era Kurt.

Si era messo in testa di fargli ammettere che era omosessuale e avrebbe fatto di tutto per ottenere quel risultato. Non voleva che lo gridasse al mondo, con  addosso un’orribile tutina di lattice rosa sopra le note di YMCA…

Ma almeno cavolo, ammetterlo a se stesso e magari a Flint….

Sbucava da tutte le parti e in qualsiasi momento tirando fuori in discorso in modo improprio ed imbarazzante.

Insomma…. Non è mica impossibile sai?” Jeff alzò gli occhi al cielo “Io posso aiutarti!”

“Kurt aiutami levandoti dalle scatole!”

“Perché rifuggi il mio aiuto? Io posso indicarti i modi più semplici per accettarti!”

Wes scosse piano il capo, seguendo la scena prima di prendere posto accanto a Blaine “Ma perché Kurt lo assilla?”

Il solista scrollò le spalle “Vuole aiutarlo…

“Sembra un testimone di Geova…

Ormai il biondo era così esasperato da non cercare nemmeno più di scappare: ascoltava i sermoni di Kurt, che riuscivano sempre a farlo sentire una cacca di emù. Gli mancava Flint, i pomeriggi passati a parlare o studiare insieme.

Gli mancava molto ma non doveva pensarci o si sarebbe di certo impiccato con la cravatta della Dalton.

Solo su una cosa Hummel aveva ragione…

La situazione andava risolta.

Solo non sapeva come fare….

“Che intenzioni hai ora?”

“Smettere di ascoltarti Kurt…

 

Blaine salutò cordialmente Mr Schuester, il Vocal Coach delle New Direction, prima di dirigersi deciso verso la saletta dei bidelli dove riconsegnò il radiolone.

Adorava cantare con Kurt, le loro voci sembravano fatte apposta per essere unite….

A quel pensiero si bloccò un istante, riscuotendosi, prima di dirigersi verso lo stanzione dei bidelli per lasciare lì lo stereo.

Stava ancora pensando a Kurt quando, attraversando il corridoio diritto al dormitorio si trovò sequestrato da Thad e Cam che lo trascinarono fuori, infilandolo letteralmente nella neve.

“Freddo!” sbraitò alzandosi e scrollandosi i capelli da tutto quel gelo, ridacchiando. Una persona normale li avrebbe uccisi, ma lui si limitava a ridere.

Per questo lo avevano scelto, non volevano ritorsioni.

In suo soccorso arrivò Wes che lo spedì a prendere la giacca, come minimo, promettendo in cambio di prenderlo in squadra.

Motivazione: partitella serale a palle di neve, prima che riprendesse a nevicare.

Quella che era iniziata come una semplice partita divenne in vero una vera e propria mattanza. Wes, David, Jeff e Nick si schierarono in una combo letale contro Thad, Cam e Trent. Nonostante la loro minoranza numerica però diedero la paga agli altri, fino a che Blaine colpì accidentalmente Schuester che stava tornando alla macchina nel tentativo di prendere Thad.

Quello sorrise, salutandolo con un cenno, mentre Anderson voleva sotterrarsi.

Le sue preghiere vennero esaurite visto che sentii una cascata di neve giù per la schiena, nel cappotto e voltandosi vide Nick con la pala in mano che rideva.

La partita saltò, ovviamente, con una netta sconfitta per il team di Wes e un armistizio onde evitare il congelamento.

Blaine fu il primo a cambiarsi e scendere per la cena, trovandosi innanzi a una scena da romanzo. Flint sedeva con eleganza e compostezza su una poltrona accanto al caminetto acceso, reggendo fra le mani un libro.

Blaine gli si avvicinò con un sorrisetto “Scena molto poetica” sussurrò per paura di disturbarlo troppo. Quello però sorrise sollevando gli occhi dalle pagine e mettendoci un dito per non perdere il segno, prima di ridacchiare.

“Tu dici?”

“Il focolare, una buona lettura…. È una cosa tipicamente da te”

Flint lo guardò un istante, e non si perse un piccolo dettaglio agli occhi di molti insignificante, ma per chi conosceva Blaine Anderson affatto trascurabile “Sbaglio o non ti sei ingellato i capelli?”

Quello arrossì appena “Non ho avuto tempo! Thad mi ha infilato nella neve e…. ho fatto la doccia ma se mi fossi messo anche a fare i capelli sarei arrivato a cena conclusa!”

L’altro ridacchiò, cristallino “Stai meglio così”

“Grazie ma mi permetto di dissentire…. Come stai Flint? Ultimamente non ti vedo molto in giro e dopo le lezioni o le prove scappi in camera”

“Non è un bel periodo” ammise Wilson “E ai miei casini personali di si aggiungono anche le preoccupazioni natalizia: non so che regali fare”

“Io devo prendere solo quello di Jeremahia” Flint sorrise intenerito, facendolo arrossire.

“Idee?”

No…

Flint ci pensò su “Una…. Sciarpa?”

Blaine rise apertamente “Posso fare di meglio, non credi?”

L’altro annuì “E senti…. A Kurt? Farai il regalo?”

“Sì certo, a dire il vero l’ho già fatto” Si mise sulla poltrona davanti a quella di Wilson, captando quello che l’altro stava pensando e imbarazzandosi appena  “A dire il vero non è nulla di speciale…. Solo…. Un pensierino”

“Del tipo?”

Blaine sospirò “Ho inciso una canzone di natale e intendo mettergli il cd nella valigia, quando lo riaccompagno a Lima. Ha paura di guidare con la neve…

Flint sorrise “Penso sia un pensiero molto dolce, sai? Credo proprio che lo apprezzerà….”

Blaine rispose al sorriso, prima di cambiare argomento a causa del piccolo disagio che provava “Con Jeff ancora nulla?”

“Assolutamente no” disse lapidario, sbattendosi il libro sulla coscia.

“Magari se parlate….”

“No, davvero…” Flint sospirò prima di alzarsi “Non farò assolutamente nulla….. Starò seduto ad aspettare che il karma lo fotta….”

Blaine lo guardò duramente “Dai…

Blaine mi ha ferito…. Non credo potrò perdonarlo facilmente…. Ti prego di non giudicarmi”

Il solista si alzò a sua volta, battendogli una mano sulla spalla “Non lo farei mai…. Ora andiamo a cena”

 

In sala mensa intanto si erano radunati quasi tutti gli altri e a un tavolo Jeff discuteva con Nick “…Ti ho detto di no, davvero”

“Ma ti pago il biglietto io!”

“Il punto non è quello…

Duvall sospirò “Non sarà la stessa cosa senza di te…. Dai, ripensaci”

Il biondo scosse il capo “Ci ho pensato anche troppo, davvero Nick. Va bene così”

Si alzò, appoggiando il tovagliolo sul tavolo e poi si avvicinò al tavolo dei capi del consiglio, attirando l’attenzione di Thad.

“Scusami davvero ma non penso verrò a Capodanno….”

Harwood sgranò gli occhi.

Era tradizione che i alcuni di Warblers, quelli più vicini a Thad, si incontrassero tutti insieme nella grande baita di montagna di proprietà dei genitori del ragazzo, ad Aspen in Colorado per una settimana l’insegna dell’insensatezza, dell’alcool, della follia collettiva e, se c’era tempo, dello scii.

Senza contare che festeggiando insieme il nuovo anno credevano che esso sarebbe stato fortunato…

Il fatto che Jeff si stesse tirando indietro lo atterrì al punto tale da zittirlo.

L’anno precedente si era appena trasferito alla Dalton e quindi non aveva partecipato. Non vedeva l’ora di andare ma dopo quello che era successo non se la sentiva per davvero.

“Se è per Flint non dovresti sacrificarti così” disse saggio Wes.

Il biondo scosse il capo “Scusate davvero ma preferisco non parlarne.”

Thad sospirò “Posso fare qualcosa per farti cambiare idea? Vuoi la camera da solo?”

“No davvero io…. preferisco sorvolare… grazie per l’invito però” e detto questo uscì velocemente dalla mensa, dispiaciuto.

Flint, che aveva ascoltato brandelli della conversazione ne aveva però colto l’essenziale, dispiacendosi. Forse doveva rinunciare anche lui, ma sarebbe suonato ipocrita.

Non poteva però sentirsi in colpa per Jeff, contando che in quella situazione ci si era messo da solo.

Teoricamente, almeno.

 

 

 

 

NdA :

 

NON ODIATEMI!

La fine della FF è ben lontana e quindi si svilupperà ancora e parecchio xD

Non potevo mica farla facile, no? U.u

Per Jeff non lo è xD

 

Ringrazio come sempre chi recensisce, ovvero:

Klaine1, LuckyLu, tonksremus4ever, Draco Potter, Nix, Ginger, JCriss, HeldenD, SandraPattinson, Angel666, heyitsgeorgia13, Lithi, Danisy Drop,  Klaineek, Safella22.

A presto con l’aggiormento^^

Un bacione!

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Capitolo 10
*** #09 part 2 : Have Yourself a Merry Little Christmass ***


bananissima

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

#09 part 2 : Have Yourself a Merry Little Christmass

 

 

“Buon Natale Finn!”

Il venticinque di dicembre Kurt si svegliò nel suo letto, e guardando dalla sua finestra aveva visto la distesa Bianca della neve davanti a casa sua.

Non aveva saputo trattenersi, e come ogni mattina di natale era uscito dalla sua stanza ancora in pigiama, correndo per una volta  non dal padre ma dal fratellastro, buttandosi sul letto per svegliarlo.

Quello però non sembra apprezzare, ne capire, l’entusiasmo dell’altro e quando si rimise a dormire dopo averlo guardato con la vitalità di un lombrico, aveva lasciato Kurt visibilmente deluso.

Si era preparato velocemente per quella giornata casalinga indossando un maglioncino rosso con i bordini bianchi di velluto che gli aveva regalato Flint prima di scendere in cucina e trovarvi già Carole al lavoro per il cenone di quella sera.

L’aveva aiutata, preparando anche una torta e alcuni biscotti, prima di andare a svegliare suo fratello con alcuni di essi e un bicchiere di latte.

“Sono troppo gentile con te” aveva poi mormorato mentre quello guardava il piattino piano di quei simpatici omini di marzapane, deliziato “Ora alzati e fai qualcosa della tua vita!”

Detto fatto.

Avevano fatto l’albero di natale aiutati da Burt e,nonostante fossero già  grandicelli, avevano appeso le calze con i loro nomi sul camino.

A Kurt piaceva quell’atmosfera famigliare, quel primo natale passati tutti insieme sembrava perfetto.

Dopo pranzo si erano messi tutti e quattro sul divano a guardare uno di quei classici film natalizi di almeno vent’anni prima, che certamente Carole e Burt avevano visto con i loro precedenti coniugi, ed erano rimasti così, sul divano, con un’unica coperta a coprirli.

O almeno era stato così, almeno fino a che le note di Cry me a River si erano sparse nella stanza “Scusate è il mio cellulare” aveva detto Kurt alzandosi.

“Non l’avrei mai detto” suo padre stoppò il film “Dai vai a rispondere, ti aspettiamo.”

Il ragazzo aveva annuito, lanciando un’occhiata allo schermo.

Blaine.

Il cuore prese a martellargli in petto come ogni volta mentre entrava in cucina e si sedeva su uno sgabello. Chiuse un attimo gli occhi sospirando, prima di rispondere “Pronto?”

-Ciao Kurt, Buon Natale-

“Anche a te…” il ragazzo trattenne un sospiro deliziato “Come stai?”

-Non mi lamento…. Solo che a casa con mio padre che passa le giornate a chiedermi per quanto ancora sarò ‘confuso’ non è il massimo- Kurt avvertì una nota amara nella voce dell’altro ,e se ne dispiacque –Grazie mille per il cappello…. È davvero bellissimo. L’hai fatto tu, vero?-

Kurt arrossì e ringraziò il cielo che Blaine non potesse vederlo “Beh diciamo che me la cavo ai ferri…. Sono contento che ti piaccia.”

-Piacermi? È fantastico! E poi tiene caldo…. Perfetto direi!-

Quando aveva dato il suo regalo a Blaine era nervoso al solo pensiero della reazione del ragazzo a trovarvi all’interno quel cappellino di lana nero con incise sopra le sue iniziali…

Ma quando aveva visto che Blaine non gli avrebbe dato nessun regalo, bhe…. Ci era rimasto male e si era dimenticato di preoccuparsi di cosa il moro avrebbe pensato di lui.

In un primo momento aveva creduto di aver sbaglio, non doveva fargli nulla visto che si conoscevano da poco….

Ma poi, pensandoci bene, passavano praticamente tutto il giorno, tutti i giorni insieme e quindi, per natale, un pensiero ci stava.

Forse per Blaine non era ancora così importante?

Lo aveva visto dare il regalo a Thad, e sapeva che l’aveva portato anche agli altri.

Tranne che a lui…

-Kurt sei ancora lì?.-

Il ragazzo si riscosse, giocherellando con delle briciole “Si! Sono sempre qui….”

-Ti ho chiesto cosa ne pensi del mio…-

Hummel rimase in silenzio “Il tuo cosa?”

-Il mio regalo!-

Kurt rimase del tutto spiazzato cercando di ricordare se, per caso, si fosse perso un passaggio.

B-Blaine ma cosa…

La risata di Anderson lo confuse ancora di più –Ma come? Non l’hai ancora trovato? Allora sono stato bravo a nasconderlo!- Kurt era sempre più senza parole. Rimase in silenzio tombale mentre l’altro continuava a ridacchiare, divertito da quella reazione –Nella tasca laterale della tua trolley- disse solamente, facendo scattare Hummel che uscì dalla cucina correndo nella sua stanza e passando anche davanti alla sua famiglia che lo guardò spiazzata.

Arrivò fino in camera, buttandosi in ginocchio accanto alla valigia e aprendo frettolosamente la zip con le mani tremanti.

Blaine gli aveva fatto un regalo….

Sì, lo aveva fatto veramente!

Tra le mani reggeva ora una busta rossa,con un fiocco bianco e la calligrafia ordinata del solista dei Warbler che recitava un semplice For Kurt, with love B.

La reggeva emozionato “Blaine non dovevi, davvero…

-Non te l’ho data di persona perché ero convinto che non sarebbe arrivata alla mattina di natale- disse allegramente l’altro. Kurt fece per rispondergli che era un infame (anche se aveva ragione) ma un vociare dall’altra parte della cornetta lo impedì –Scusami Kurt ma ora devo andare…. Natale in famiglia!-

“Ti capisco….”

-Vedi se il mio pensierino ti piace…. Poi dimmi che ne pensi mi raccomando!-

Kurt sorrise “Certamente…. Ci vediamo presto….”

-Passerai un capodanno da pazzi, preparati- Blaine rise prima di tornare serio e, con voce calda dire –Ancora Buon Natale…-

“Anche a te….”

Quando Anderson riattaccò Kurt lanciò il cellulare sul letto, aprendo la busta con calma per non distruggerla, visto che ci teneva a conservarla.

Al suo interno trovò un cd, con nulla scritto sopra.

Afferrò il portatile, rimanendo seduto a terra e dopo averlo acceso e inserì il cd trovando al suo interno un singolo brano.

Senza riuscire a trattenersi lo aprì, bramoso di sentire che canzone Blaine gli avesse dedicato…

Le note di un pianoforte si sparsero per l’aria mentre Kurt chiudeva gli occhi, capendo di che canzone si trattasse. Have yourself a Marry Little Christmass era una delle sue canzoni natalizie preferite e il fatto che Blaine avesse scelto proprio quella…. Beh lo fece sorridere.

Attese che partisse la voce, per sapere quale versione avesse scelto, se quella di Bob Dylan, o quella di Judy Galard…

 

Have yourself a merry little Christmas,
Let your heart be light
From now on,
our troubles will be out of sight

 

Spalancò gli occhi di colpo non appena quella meravigliosa voce lo investì.

Era calda, rassicurante, sensuale ma dolce allo stesso tempo.

Amava quella voce, perché era la voce di Blaine, e per lui era la più bella di tutte…


Have yourself a merry little Christmas,
Make the Yule-tide gay,
From now on, 
our troubles will be miles away.

Si portò una mano alla bocca mentre vedeva la vista appannarsi e lo schermo del pc diventare sempre più sfocato.

Aveva inciso una canzone per lui…. Lo aveva fatto veramente!

Si era scomodato così tanto… per lui?

Qualcosa si mosse nel suo petto, come se dell’oro fuso fosse stato versato sul suo cuore impazzito.

Blaine aveva fatto tutto questo per lui…


Here we are as in olden days,
Happy golden days of yore.
Faithful friends who are dear to us
Gather near to us once more.

Cosa doveva dedurne?

Forse….

Mentre una paio di lacrimoni scendevano lungo le sue guance si portò una mano sul maglione, stringendolo all’altezza del cuore.

Forse aveva una possibilità con Blaine.

Insomma, era così dolce con lui, lo accompagnava sempre a prendere il caffè o andavano a pranzo/cena insieme….

Avevano cantato Baby it’s Cold Outside in modo così flirtoso che gli sembrava inequivocabile…

E ora questo, si era preso la briga di incidergli una canzone.


Through the years 
We all will be together,
If the Fates allow
Hang a shining star upon the highest bough.
And have yourself A merry little Christmas now.

 

Sorrise appena la canzone finì, e lui la fece ripartire immediatamente.

Doveva davvero dire a Blaine cosa ne pensava?

Dio, l’amava! Amava lui, e ne era sempre più convinto!

Stava piangendo dalla felicità!

Si alzò sulle ginocchia sporgendosi sul letto e prendendo il cellulare e scrivendo un sms, che cancellò.

Non poteva scrivergli che lo amava!

Sospirò facendo mente locale prima di scrivere un altro messaggio e rileggerlo, inviandolo poi con soddisfazione.

-Blaine è il regalo più bello che mi abbiano mai fatto. Grazie :D K.-

Si appoggiò il cellulare al petto mentre arrossiva, sentendo le orecchie calde. Dio, sembrava un’adolescente in piena crisi ormonale ma non riusciva a contenersi.

Blaine lo smuoveva davvero.

Finn scelse proprio quel momento per entrare trovando suo fratello steso sul tappeto con gli occhi fissi al cielo, il pc accanto e l’aria di chi si è appena fatto una dose.

Ma…. È successo qualcosa?”

“Eh? cosa?” lo guardò disorientato, arrossendo “No, nulla….”

Finn corrugò le sopracciglia guardando il pcMa…. Questa voce….”

Finn vai di sotto! vi raggiungo tra poco!”

“…. Non è per caso…

“Voglio vedere la fine del film!”

“… Blaine?”

“ESCI!”

Lo sospinse fuori (Diciamo che Finn glielo consentì) e poi tornò a sedersi a terra, viola di imbarazzo.

Finn aveva capito che era Blaine? Avrebbe nevicato per settimane e non sarebbero riusciti ad andare in Colorado!

Decise di tornare al piano di sotto, così raccolse il cellulare, che però ricevette un sms.

Sorrise, leggendolo.

-Non sai quanto mi rende felice la cosa : ) B-

“Credo proprio che il film può aspettare il tempo giusto per ascoltare altre dieci volte la canzone….

 

Jeff stava male.

Appena aveva messo piede a casa il giorno precedente, tutti se ne erano accorti guardandolo semplicemente in faccia. Primi fra tutti i suoi fratelli.

Non aveva saputo mentire loro così, ne dubbio, era rimasto zitto rassicurando solo sua madre che non era accaduto nulla.

Non voleva spaventarla.

“Jeff vieni a fare una battaglia a palle di neve?” chiese suo fratello Jack, con già addosso la tuta da scii di un verde ormai sbiadito.

Quando il maggiore scosse il capo scambiò uno sguardo con gli altri, e Joelle intervenne “Dai sarà divertente!”

“No davvero ragazzi…. Non è il caso”

Loro si guardarono negli occhi un istante poi Jim fece segno di uscire e lasciarlo solo con Jeff. Appena la porta della camera si fu chiusa alle loro spalle il più piccolo di loro guardò attentamente il fratello negli occhi “Mi dici che ti prende?!”

Jeff scrollò le spalle “Non è nulla, davvero….”

Jim alzò un sopracciglio “Ti prego dai…. Sembra ti sia morto il gatto che non abbiamo mai avuto….” Sospirò, grattandosi i capelli biondi “Senti, tra noi due non ci sono mai stati segreti, no?”

L’altro annuì lentamente “Già…

“E allora?!”

“Ok, va bene hai vinto!” sbottò scocciato mentre l’altro sorrideva radioso, guardandolo in attesa “Allora c’è questa persona…. Che mi piace molto…

“Ma non te la da?”

“Fammi parlare!”

“Jeff hai la ragazza?!”

“Zitto!” il maggiore di portò una mano al viso. Stava davvero impazzendo, non era facile parlarne ma se veniva anche interrotto.. “Senti, è andata così: questa persona mi piaceva, ci siamo baciati, poi io  ho fatto un casino e gli ho spezzato il cuore. Adesso lui mi odia e io mi sento in colpa da morire, non so come rimediare e questo rende il mio natale una merda! Ok?”

Il fratello ci rimase piuttosto male e quando Jeff realizzò il motivo si portò istintivamente una mano alle labbra.

Aspetta… ‘Lui’? Stai cercando di dirmi che…. Tu….?”

Aveva appena fatto coming out e non se ne era nemmeno reso conto.

Aveva ammesso davanti a qualcuno che non era innamorato di una banale ragazza, bensì di un ragazzo. Anzi, il ragazzo più bello, dolce e simpatico per lui. semplicemente unico.

Io… Ecco lui si chiama Flint e…

Jim scosse il capo, velocemente “No… Non  devi giustificarti con me” disse con un sorrisetto “Solo… non me lo aspettavo ma…. Perché non me l’hai detto prima?! Sei scemo a tenerti tutto dentro, idiota?!”

Jeff sorrise tristemente “Beh, sto un po’ meglio ma…. Non  è cambiato nulla”

Il fratellino ci pensò su “Gli hai mandato gli auguri di buon natale?”

“Scherzi?!”

“Smettila di fare l’imbecille!” si portò una mano al viso “Avrò anche solo tredici anni ma, amico, ne capisco il doppio di te!”

Jeff sbuffò, anche se non riuscì a trattenere un sorrisetto “Ma che vuoi saperne, scusa?”

“Deve essere circa come con le donne, no? Gli scrivi un sms carino e in parte ti avrà perdonato, dai! Alla fine se ti ha baciato qualcosa sotto ci sarà no?”

“Beh sì…” Jeff arrossì “Quando mi ha detto che gli ho spezzato il cuore ho presupposto che allora dovevo piacergli davvero molto…

“Ma posso sapere che hai fatto?” l’altro annuì raccontandogli velocemente l’accaduto e alla fine Jim scosse piano il capo “Ouch. È un bel casino…. Inizia ad essere carino” disse indicandogli con un cenno il cellulare, prima di alzarsi e avviarsi verso il salotto “Poi sei pregato di raggiungerci, maledetto asociale!”

“Jim! Deve rimanere fra noi!”

L’altro non rispose, ma Jeff lo diede per scontato.

Passando all’altro problema…. Cosa doveva scrivere a Flint?

Buttò giù qualcosa, pregando che andasse bene prima di inviarlo e aspettare qualche minuto.

Non vedendo arrivare la risposta si alzò un po’ depresso, anche se, scrivendogli e parlando a suo fratello, si era levato un bel peso dallo stomaco…

Ora doveva solo sperare nella clemenza di Wilson..

 

Penso che ormai tutti abbiano capito che Blaine Anderson non è un’aquila.

Anche un idiota lo capirebbe, arrivati a quel punto.

Ma non è ancora abbastanza…. Perché la sua stupidità è così totalizzante da disarmare chiunque (NdA persino me).

“Sei proprio un mongolo” mentre lo diceva Wes ne era davvero certo. Era passato a casa di Blaine per portargli il portafoglio che aveva dimenticato da lui la sera precedente, quando aveva pensato bene di invitarlo con Thad e David per un aperitivo che si era trasformato in un incubo onirico di alcool e qualche ‘piccola canna così tanto per provare’ portata da Harwood, e si era sorbito il racconto della telefonata con Kurt.

“Perché lo pensi?” aveva chiesto l’altro, stupito.

“Perché sì! A te piace lui e tu piaci molto a lui! perché non la smettete con queste menate e passate la sodo, scusa?!”

Blaine lo guardò in tralice  Ma…. Il fumo di ieri ti ha compromesso il cervello?!” chiese imbarazzato

“No, mi ha lasciato solo una gran chimica che ha fatto preoccupare mia nonna oggi, a pranzo” rispose seccato l’asiatico “Blaine perché non la smetti di giocare con Kurt? Non è un giocattolo, smettila di illuderlo o mettevi insieme per favore prima che sia troppo tardi e iniziate a litigare!”

Anderson scosse il capo piano “Io…. Io penso di essere innamorato di Jeremahia” rispose lasciando spiazzato  Wes “E potrei essere ricambiato, sai? Mi ha anche ringraziato per il regalo!”

“La sciarpa?” domandò Wes sbuffando “Perché non ammetti che Kurt è più importante e la finisci?!”

“Ma Kurt è più importante…” sussurrò il solista, esasperando l’altro “E fra noi tutto è perfetto così…. Per questo non vedo il motivo per il quale dovrebbe cambiare….”

Montgomery lo guardò prima di risalire in auto, sconsolato “Senti, gli hai inciso una canzone di natale, tutta per lui…. fossi in te avrei paura delle sue aspettative ora, se davvero intendi tenere tutto così come è ora” mise in moto prima di guardandolo attentamente “Blaine pensaci bene…. Non vuoi fargli del male immagino….” Blaine scosse il capo, orripilato alla sola idea di ferire Kurt “Allora metti le cose in chiaro con lui. Posso solo consigliarti questo” e detto questo sollevò il finestrino facendo manovra e uscendo dal cortile di casa Anderson.

Blaine rimase immobile per qualche secondo prima di tornare in casa e sedersi sulla poltrona, con lo sguardo perso.

Forse Wes aveva ragione, stava illudendo Kurt.

Solo che il suo modo di fare nei confronti del giovane non erano per nulla dettati dal raziocinio….

Per lui naturale essere carino con lui, forse dolce, comprensivo….

Non lo faceva a posta, e di certo non voleva ferirlo. Wes aveva aggiunto una cosa, poi: aveva detto che Kurt era preso di lui.

Il suo cuore accelerò mentre sul suo viso si disegnava una smorfia ironica: era impossibile.

Riprese il cellulare fra le mani, leggendo gli ultimi sms in arrivo. Il primo era di Jeremahia, un veloce ‘Grazie per il regalo, Buon Natale e felice Anno Nuovo’ che in effetti lo aveva lasciato un po’ così.

Forse il ragazzo non era da smancerie, poteva starci….

E poi quello di Kurt…

-Blaine è il regalo più bello che mi abbiano mai fatto. Grazie :D K.-

Sorrise, rileggendolo, prima di sospirare e portarsi una mano al viso.

Quel calore che sentiva dentro tutte le volte che pensava al giovane Hummel era l’avvisaglia di qualcosa di più grande, ormai iniziava a percepirlo….

Ma dentro di lui vigeva la convinzione che avrebbe potuto seppellire quei sentimenti appena nati sotto il cemento…

Wes però aveva ragione:non lo avrebbe più illuso in nessun modo anche se gli pareva assurdo che Kurt potesse provare qualcosa per lui.

 

-Mi dispiace, sono un idiota e mi dispiace molto. Voglio solo che tu sappia che so di aver sbagliato e che mi manchi…. Buon Natale, divertitevi a Capodanno. J-

Quando aveva ricevuto questo sms, Flint ci aveva messo due secondi a contattare Nick per farsi dare l’indirizzo di Jeff. In un certo senso aspettava di ricevere qualcosa del genere da più di un mese e mezzo, e gli era bastato per scattare.

Si era levato gli occhiali da vista grattandosi gli occhi, pensando a una risposta. Non gli era venuto nulla di così sintetico da poter essere espresso in un sms visto che ciò che voleva che Jeff sapesse era che anche lui sentiva molto la sua mancanza, che aveva esagerato enormemente e che, una volta passata la rabbia, aveva capito quanto per lui potesse essere difficile….

Che aveva capito che quello che pensava di provare per lui era una parte infinitesimale del tutto….

Era arrivato alla conclusione che, quindi, doveva vederlo.

Non gli importava se era Natale ma, anzi, forse si sarebbe sentito un po’ più sollevato visto che era a casa solo come un cane da dopo pranzo.

Stava guidando da una ventina di minuti buona quando arrivò finalmente a Gray, una piccola periferia di Westernville un po’…. squallida era il termine adatto anche se, per cavalleria, non lo usò.

Quando arrivò davanti al una vera e propria baracca che stava cadendo a pezzi si ritrovò costretto a rileggere l’indirizzo che gli aveva inviato Nick, pronto a chiamarlo per chiedergli se fosse uno scherzo….

Le finestre erano inchiodate con delle assi, forse per non far passare il freddo in assenza di vetri, la porta sembrava in piedi per miracolo e dal cancello sembrava esserci passato un tir mentre esso era ancora chiuso.

Stava per chiamare Duvall quando vide una ragazza carina uscire dalla porta con un cagnolino piccolo e bianco in braccio, evitando di depositarlo fra la neve, e si avvicinò al ciglio della strada per percorrere il marciapiede.

Tanto valeva chiedere direttamente, no?

“Scusami?” disse scendendo dalla Porchè (che la giovane guardò con tanto d’occhi) e avvicinandosi a lei “Posso chiederti un’informazione?”

Lei sorrise e quel sorriso così simile a quello dell’amato gli tolse quasi ogni dubbio “Jeff Sterling…. Abita qui?”

“Sì!” disse solare, indicando la barac-….. la casa “Sei un suo amico?”

Lui annuì ricambiando il sorriso “Già…. Sono passato per salutarlo”

“Penso che ne sarà felice” gli disse, precedendolo lungo il vialetto che conduceva all’ingresso.

Notò che la porta era accostata e che non si riusciva a chiudere.

Doveva essere assurdo vivere così! Non avevano paura di essere derubati?

Solo una volta entrato capì che quella paura era inesistente…

Sembrava non esserci nulla di valore in quella casa…

“Io sono Joelle, comunque” disse fermandosi nell’ingresso ed invitandolo a darle il cappotto.

Lui lo fece sorridendole “Io sono Flint”

“Vai alla Dalton vero?” chiese lei, appoggiandolo delicatamente sull’attaccapanni. Lui annuì “Beh si vede… la tua macchina costa più della nostra casa, credo!”

Il modo innocente, allegro e per nulla invidioso con lui lei lo disse lo spiazzò lievemente. Non c’era davvero un briciolo di cattiveria in quell’affermazione…

Si chiese come fosse possibile, mentre la seguiva fin in cucina.

Una signora sui cinquanta non tanto alta stava cucinando e il profumino che fuoriusciva da quelle pentole lo fece per un attimo pentire di essersi presentato verso l’ora di cena….

Ora oltre al nervosismo aveva anche fame…

Seduto su uno sgabello c’era poi un ragazzino con un cesto di capelli biondi ribelli, che lo guardò incuriosito inclinando la testa di lato.

“Mamma abbiamo un ospite!” disse Joelle facendo voltare immediatamente la donna che, appoggiando un mestolo, porse la mano a Flint.

“Sono Flint Wilson, signora Sterling” disse sorridendo “Sono passato a salutare Jeff, siamo compagni di classe e….”

Si bloccò perché il ragazzino era sceso dallo sgabello, parandosi davanti a lui meravigliato “Jim? Cosa stai facendo?” chiese la donna stranita, ma quello non la ascoltò

Tu…. Sei Flint?”

Il ragazzo annuì, e Jim scappò su per le scale in tutta fretta “Ignoralo” disse zuccherosa Joelle “è un po’ scemo…

“Signorina, non ti permetto di parlare così di tuo fratello!” la ribeccò la madre prima di sorridere al morettino “Credo sia andato a chiamare Jeffree….intanto se vuoi, accomodati pure in sala…

Lui annuì mentre Joelle lo prendeva a braccetto portandolo nel salotto dove sedevano altri due ragazzi e un signore con in braccio un bambino.

Appena video lo sconosciuto tutti lo fissarono, ma ci pensò la ragazza a presentarlo “Lui è Flint, un compagno di classe di Jeff!” disse indicandogli una poltrona, anche se lui si sporse per stringere le mani a tutte, compreso il bimbo che lo guardava incuriosito “Loro sono Josh, Jack e il piccolo Jonas, i miei fratelli, e questo è mio padre Abram.”

“Benvenuto Flint” disse con un sorriso il padrone di casa mentre si sentivano dei passi veloci per le scale.

Jeff si affacciò in salotto, guardandolo incredulo mentre l’altro sorrideva.

“Ciao Jeff, Buon Natale” disse tranquillo mentre il biondino iniziava a boccheggiare, smettendo solo dopo una poderosa gomitata di Jim.

C-ciao…. Ma…. Cosa…?”

“Contavo di salutarti e…. Parlarti. Non ho pensato che è quasi ora di cena, scusami…

Jeff trattenne un attimo il respiro prima di iniziare a torturarsi le mani “Ma no, figurati….” Si voltò poi verso la signora “mamma, questo è il ragazzo che mi ha dato l’assicurazione sanitaria…

Alla signora Sterling si illuminarono gli occhi e subito si alzò dal bracciolo del divano sul quale si era appoggiata, avvicinandosi a Flint e abbracciandolo come se fosse uno dei suoi figli “Oh, grazie! Grazie! Quello che hai fatto per Jeff…. Non ci sono parole!” si staccò con gli occhi lucidi mentre anche il marito stringeva la mano a Flint, ringraziandolo.

Poi Jeff riattirò la sua attenzione “Di cosa volevi parlarmi?”

Il morettino lanciò un’occhiata ovvia a Sterling, arrossendo appena “Possiamo farlo in privato?”

Il biondo annuì chiedendo semplicemente a Flint di seguirlo.

Lui salutò tutti e poi andò con Jeff nell’ingresso, infilandosi il cappotto e la sciarpa. Uscirono fuori alzando gli occhi al cielo, poi si incamminarono lungo il vialetto con le mani in tasca.

Camminarono per un po’ allontanandosi dalla casa “Scusami se ti ho portato fuori” disse sottovoce Jeff guardandolo con la coda dell’occhio “Ma devi sapere che anche i muri hanno le orecchie, lì”

Flint gli sorrise, alzando le spalle “Non importa…. Va bene così” il silenzio calò mentre si fermavano appoggiandosi a una staccionata, ormai lontano da occhi indiscreti “Ho letto il tuo sms” iniziò Wilson “…. E…. diciamo che volevo risponderti di persona perché ho capito che le cose da dire erano troppe…

Jeff sospirò, e Flint osservò con interesse il suo fiato reso evidente dalla temperatura gelida “Sono davvero mortificato….”

Il morettino gli sorrise ancora di più, mettendosi davanti a lui e affondando appena nella neve “Quello l’ho capito….” si guardò attorno un attimo, prima di puntare di nuovo gli occhi in quelli cangianti dell’altro, facendogli stringere la bocca dello stomaco. Quanto erano belli, con quell’azzurro limpidissimo “Se posso inizio a dirti quello che avrei voluto scriverti….”

“Sì”

Si avvicinò appena “Mi sei mancato da morire anche tu, non è passato giorno che mi sono pentito della mia reazione decisamente esagerata in pieno stile Drama Queen. Quando mi è passata la collera ho capito che per te non deve essere semplice accettare di essere omosessuale, non lo è stato nemmeno per me…. Non penso che lo sia per nessuno a causa di questa società che ci addita come mostri….” Prese una pausa, abbassando gli occhi “Tirando le somme… Sono io a chiederti scusa…

Le espressioni di Jeff mutarono velocemente da intimidito, a sorpreso, a raddolcito “Sei davvero adorabile, lo sai?” chiese, arrossendo immediatamente dopo e facendo arrossire anche l’altro “Diciamo allora che ci perdoniamo a vicenda?”

Il morettino annuì “E…. ora? Cosa siamo? Di nuovo amici?”

Jeff si morse le labbra trattenendosi un istante e cercando un bel modo per formulare quella domanda che alla fine rimase un semplicissimo “Solo?”

L’espressione tesa di Flint si aprì in un bel sorriso sollevato “Per me non sei mai stato solo un amico….” Jeff lo guardò sorpreso “Secondo te perché c’ero io quando se caduto dal tetto, scusa?”

“Mi seguivi?”

“Non proprio…. Diciamo che per caso ti ho visto e ho deciso di accompagnarti senza avvisarti”

Jeff ridacchiò “Allora? Cosa siamo?”

Il morettino scrollò le spalle, prima di sporgersi sulle punte e appoggiare le mani sulle spalle di Jeff “Tu a me piaci molto…. E se io piaccio a te, beh…. Direi che sappiamo già cosa siamo”

“Tu mi piaci?” chiese il biondo “Amico io sono gay per colpa tua”

Anche Flint si concesse una risatina “Diciamo che ti ho aperto gli occhi?”

“Diciamo violentemente…” portò una mano fredda sulla guancia altrettanto ghiacciata di Flint “Allora vuoi essere il mio primo ragazzo?”

“Assolutamente si”

Le loro labbra si incontrarono a metà strada, visto che si erano avvicinati entrambi nello stesso momento, scambiandosi un bacio tenero, poi un secondo….

Dopo qualche minuto fu il moro a staccarsi, controvoglia “Sarà meglio tornare, non credi? Farai tardi per la cena…

Il biondo annuì, incamminandosi accanto a lui e chiedendosi se fosse legittimo prendergli la mano….

Alla fine lasciò perdere decidendo di fare le cose con la massima calma “Farai tardi anche tu, no?”

Flint ridacchiò “Penso che mi prenderò una pizza da asporto passandoci davanti, mentre rientro.”

Jeff si fermò “Perché?”

Il morettino scrollò le spalle con insofferenza “Mia mamma è partita dopo aver mangiato un tramezzino con me, a pranzo. Ora è già a cuba con una sua amica….”

Il biondo sgranò gli occhi “Cioè…. Ti ha lasciato solo…. Per Natale?!”

“Come ogni anno” abbassò gli occhi azzurri velati di una lieve tristezza sulla neve, sospirando “Io non ho mai avuto quello che hai tu: una famiglia calorosa attorno per le feste…. Sono spesso a casa solo”

“Rimani con noi!”

Wilson arrossì.

Era un po’ prematuro rimanere a cena dai genitori di Jeff, no?

Il biondo lo intuì così si affrettò a dire “Non dobbiamo dirgli ancora nulla…. Solo, non mi va che il mio ragazzo resti solo a Natale….”

Flint sorrise “A tua mamma non dispiacerà?”

“Ti pare? Ti adora dopo che ha saputo cosa hai fatto per me….” Camminarono fino alla porta di casa ma lì il biondo si bloccò “So che è un vero squallore” mormorò sottovoce “Ma…. È il massimo che possiamo permetterci”

Flint gli prese un istante la mano, stringendola “Io trovo che sia un posto bellissimo. Io pagherei per avere una famiglia come la tua….” Sciolse le loro dita, continuando però a guardarlo “I soldi non danno la felicità…. L’amore si”

“Allora credo che sarò molto felice, d’ora in poi…

Flint entrò per primo, e Jeff alzò gli occhi al cielo un istante, sorridendo.

Aveva ripreso a nevicare, piano, e per la prima volta dall’inizio della stagione sentì che il suo amore per la neve era ritornato, più forte che mai.

Cos’altro poteva desiderare per Natale?

 

Continua….

 

 

 

 

 

NdA:

Ecco qui questo capitolo dolcissimo così non mi odierete più!

Che ne pensate?

Non odiate Blaine, piuttosto! È una testa calda ma ci darà delle gioie in futuro ;)

 

La canzone da cui è preso il titolo del capitolo è la seguente, cantata per davvero dal nostro DC**

http://www.youtube.com/watch?v=edGIB-U-1so

 

 

Ringrazio le diciotto persone che hanno recensito ma non ho il tempo di segnalrvi tutti! scusate lo faccio nel prossimo!

 

A prestissimo con le follie del Capodanno!

Un bacione Jessy

 

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Capitolo 11
*** #10 Not an ordinary type… ***


bananissima

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

#10 Not an ordinary type…

 

 

 

Kurt sospirò sognante, sedendosi sulla sua valigia e guardando Flint con gli occhietti appena lucidi, un po’ per il freddo un po’ per la commozione.

L’amico gli aveva appena quello che era successo a casa Sterling la sera di Natale, e ora gli occhi di Kurt mandavano stelline da tutte le parti.

Blaine invece aveva sentito la versione (più  imbarazzata ma comunque estasiata) del biondo, e sorrideva sornione all’amico, soffiandosi più nelle mani e sfregandole tra di loro per il freddo “Sono davvero felice per voi” disse sincero il solista dei Warbler mentre David dava una pacca sulla spalla a Jeff e Nick ammiccava.

“Anche io” intervenne Wes, da vicino a Flint, mentre Trent e Cam sorridevano allegramente “Ma sarò molto più felice di risentire tutta la storia al caldo…. Dove cavolo è Thad?!”

Kurt sospirò, guardando l’orologio. Erano quasi le undici del mattino e loro erano lì da un’oretta, fuori dall’aeroporto di Aspen, ad aspettare il padrone di casa.

Si presentò dopo un’altra mezzoretta, parcheggiando un piccolo pulmino proprio davanti a loro “Hai la patente per guidare un velivolo con più di sei posti?” chiese scettico Wes prima ancora di dirgli ciao.

L’altro sorrise raggiante alzandosi gli occhiali da sole e mostrando il viso lievemente abbronzato “No!” fu la sua risposta “Ma ho i miei santi in paradiso, diciamo” strizzò l’occhietto al’asiatico che invece non sembrava molto persuaso. Lo abbracciò di slancio prima di sorridere a tutti “Che bello avervi qui! Ho passato un Natale pallosissimo con i miei!”

“Grazie mille, simpatico il mio ragazzo” Kurt si voltò lentamente verso i sedili davanti al piccolo pulmino scontrando gli occhi di cristallo con quelli verdi di una ragazza mingherlina con addosso una tuta da scii rosa e bianca. I capelli le arrivavano alle spalle, tutti della stessa noiosa lunghezza ed erano di un biondo anonimo, forse un castano chiaro meschato, ipotizzò Hummel. Sembrava una fighettina.

E lo era

“Amore tu sei stata la sola stella in un cielo oscuro” le rispose poetico Thad mentre lei salutava con un sorriso un po’ tirato Lily, la simpatica ragazza di Wes che invece aveva fatto una buona impressione al giovane Hummel.

Dopo un abbraccio stritolatore da parte di Harwood si allontanò un po’, risedendosi sulla trolley visto che le cose sembravano tirarsi per le lunghe.

“Le vedi?” sussurrò nel suo orecchio Wilson, indicando le uniche due ragazze che stavano parlando poco distanti dai ragazzi “Vanno entrambe alla Crawford, che è la scuola femminile gemellata alla Dalton, e non si parlano mai. MAI. Non credo nemmeno che si salutino per il corridoio…. Ma tutte le volte che si trovano a causa di Thad e Wes” lo guardò eloquente “Diventano migliori amiche….”

Kurt ridacchiò “Penso sia supporto femminile”

“Io pensavo ipocrisia” replicò l’altro, prima di riprendere a ridere.

Thad gli portò un braccio attorno al collo, muovendo ammiccante le sopracciglia “Ho saputo che ti sei fidanzato…” disse con voce lasciva facendolo arrossire “Facebook non mente mai, eh?”

“Avete già messo la relazione su Face?” chiese allucinato BlaineMa…. E i tuoi problemi di coming out?”

Jeff alzò le spalle “Il novanta percento della persone pensa che sia una cavolata…. E le sole persone a cui avevo ‘paura’ di informare erano mio padre e mia mamma…

“Che hanno detto?” chiese Trent.

“Niente” sorrise il biondo “Erano un po’ sorpresi, molto direi ma…. Accettano”

“E tu?” chiese Cam mentre caricava la valigia nel baule del van, guardando attentamente Flint “l’hai detto a tua madre?”

Il morettino scosse il capo senza aggiungere nulla, così gli altri compresero che era meglio non indagare la cosa.

Presero posto e nonostante la guida di Thad lasciasse un po’ a desiderare (Cinque minuti scarsi di auto fecero venire la nausea a Wes), arrivarono vivi alla baita di montagna del giovane rampollo degli Harwood.

“Certo che ti tratti bene” commentò Jeff scioccato, osservando la casa. Thad afferrò sia lui, che Flint che Kurt, visto che  nessuno dei tre era presente l’inverno precedente e li portò in un tour della casa che li scioccò ancora di più.

“Questa è una delle stanze….. il salone principale…. La cucina nuova in muratura che mamma ha fatto mettere quest’estate…. La veranda coperta…. Il camino di marmo…. E questa è la piscina riscaldata al coperto!”

Flint alzò un sopracciglio, passando lo sguardo da Jeff a Kurt e dicendo vago “Io ho la piscina sotto casa ma…. Non di certo nella villa di montagna”

“Anche tu hai una villa di montagna?” si informò Kurt e quello annuì “Ma tutti quanti apparte me? Comunque sia…” si voltò verso Jeff “O lo sposi tu o ci penso io….”

Thad rise “Kirk ha casa la mare… In Florida. Infatti in estate tutti lì!”

Jeff scosse piano il capo “Scusatemi ma io sono ancora scioccato dal laghetto artificiale nell’ingresso… una trauma per volta, per favore”

“Altro trauma per te, amico” disse Nick raggiungendoli “abbiamo fatto le camere in vostra assenza”

Kurt alzò un sopracciglio mentre il biondo chiedeva la disposizione.

Non  era esattamente quello che si aspettavano.

Di certo non credevano che i ragazzi avrebbero messo insieme la neo coppia.

Ma, cosa ancora più sorprendente, non si aspettavano di dover dividere la stanza con Blaine e Kurt….

“State allontanando l’omosessualità per paura di venir contaminati?” chiese sagace Hummel, mentre imbarazzato si avviava con la sua enorme valigia verso la stanza che Thad gli aveva invitato.

“No” rispose veloce Duvall “Solo che nessuno vuole il diabete a causa di questi due” fece un cenno a al migliore amico e il ragazzo, che si stavano tenendo la mano.

“E perché non li mettitete in camera soli?” chiese Kurt ovvio, facendoli arrossire entrambi “Come te e la tua ragazza, o Wes e la sua” insistette poi rivolto verso Thad.

“Oh piccolo canarino coccoloso” rispose quello, abbracciandogli le spalle “So che vorresti stare solo in camera con Blaine per poterlo toccare, leccare, baciare…. Ma non ci sono abbastanza stanze e la coppia che sta insieme da meno…. Paga!”

“Ragazzi la smettete di parlare di noi come se non fossimo presenti?” chiese il morettino, mentre si fermavano davanti alla porta della stanza. Nick gli diede una pacca sulla spalla prima di continuare verso la porta dopo la loro.

Thad spalancò la porta, rivelando la bellissima stanza in cui avrebbero alloggiato con Blaine. Quest’ultimo poi si era già accomodato, spaparanzato sul letto matrimoniale con il viso affondato in un cuscino.

Kurt fece cadere un istante l’occhio sul suo fondoschiena prima di essere risvegliato da ThadBlaine ma sei scemo? Non lasci il matrimoniale a Jeff e Flinty?!”

Il solista si alzò di scatto, rischiando di cadere “Oh! Si scusate mi ero solo appoggiato e…

“Nono guarda, stai pure!” Flint appoggiò la valigia su uno dei lettini piccoli mentre Kurt si sbrigava ad accaparrarsi l’altro, lasciando Jeff al centro esatto della stanza, un tanti nello confuso “Io sto bene qui!”

Ma…

“Non preoccuparti Blaine!” continuò Wilson imbarazzato “Va bene così….”

Thad alzò gli occhi al cielo “Siete appena arrivati e già fate casino? Comunque sia infilatevi le tute da scii… Mangiamo una cazzata al volo e poi andiamo a fare un paio di piste. È una giornata stupenda… Ah Anderson? Fai mettere i cappottini anche ai piccoli Gremlins che hai nelle sopracciglia, non voglio che starnutiscano lustrini nel mio spumante domani”

Blaine lo guardò rassegnato mentre il padrone di casa usciva, lasciandoli lì ancora un po’ imbarazzati, poi di voltò verso gli altri “Ma…. Ho fatto qualcosa di sbagliato?” domandò poi rivolto al biondo, visto che gli altri due si stavano seppellendo nelle reciproche valige.

Quello alzò le spalle, stendendosi nel letto al suo fianco poi ridacchiando disse “Sei troppo intelligente per questo posto, amico…

 

Kurt non si era mai sentito tanto a disagio in vita sua….

No va beh, forse è un po’ eccessivo detto così visto che era stato anche costretto a cambiare scuola, amici e vita a causa della sua omosessualità e di come la prendevano gli altri (non benissimo visto che non l’hanno mai difeso, eccezion fatta per i pochi militanti del Glee).

Si sentiva un totale idiota, però, perché non aveva mai sciato in vita sua.

Blaine l’aveva accompagnato al noleggio, assicurandogli che era facilissimo e che lui sciava dalla tenera età di tre anni.

“Tutti ci riescono, con calma….”

Kurt non pensava che quel ‘con calma’ comprendesse numerose cadute, lividi, neve nelle mutande e, soprattutto, le risate degli altri eccetto Blaine. Se avesse anche riso lo avrebbe ucciso.

Sperava di non essere il più scarso, ma invece era così. Persino Jeff era bravo nonostante lui, Nick e Cam preferissero lo snowboard o, come lo chiamava Thad, quell’assurda tavola di legno con poca eleganza.

Il biondo aveva raccontato a Kurt che prima del fallimento il padre li portava ogni anno a sciare e lui si era dato anche all’agonismo per un po’…. solo che poi complici tanti fattori che aveva preferito non raccontare aveva smesso di fare tutto.

Guardò i tre ragazzi scendere velocissimi la pista (Nick e Cam si stavano addirittura dando della spinte) e appena arrivarono lì vicino a lui subito Sterling lo notò.

La giacca rossa, i capelli elegantemente pettinati all’indietro, il paraorecchi di pelo bianco così come i pantaloni della tuta e gli scii abbandonati accanto a lui.

“Come mai sei fermo?” chiese il biondo lasciandosi cadere accanto a lui e slacciandosi lo snow, portandosi via un rivolo di sudore dalla fronte.

“Sono caduto così tante volte che non mi sento più la parte inferiore del corpo” si limitò ad informarlo Hummel, sospirando “Gli altri hanno deciso di fare la pista un’altra vota poi rientriamo…. Io ho preferito lasciar perdere per oggi”

Arrivarono anche Thad e Flint. Il signorino Wilson con la solita eleganza, fermandosi accanto a loro e alzandosi gli occhiali mentre Harwood prendeva la curva particolarmente larga e con molta dolcezza lanciava addosso ai due ragazzi seduti a terra un po’ di neve.

“Ciao lavativi” disse sorridendo, sganciandosi poi gli scii con la racchetta e sfilandosi poi il guanto per controllare l’ora nel cellulare “Tra poco chiudono gli impianti…. Gli altri?”

“Arrivano” si limitò a dire Kurt a denti stretti, togliendosi la neve dai capelli.

“Non sapete cosa vi siete persi” disse Flint ridacchiando, mentre Thad lo fulminava come ad intimarlo di tacere “Thad ha appena litigato con un bambino di sei o sette anni!”

“Mi ha fatto cadere!” si difese il capo consiglio, sbracciandosi “Voglio dire…. Ma siamo scemi?! Lasciare un bambino inutile ed incompetente in mezzo alla pista?!”

“Non sarai tu che non sai sciare?” chiese tagliente Duvall beccandosi un’occhiata indignata.

“Otto trofei, sopra al caminetto, ti smentiscono” lo ribeccò “E comunque gli ho dato una lezione, al mocciosetto…

Kurt lo guardò sbalordito “Cosa hai fatto a quel bambino?!”

“Gliele ho cantate!” disse fiero Harwood “Mi voleva anche rispondere male ma penso che il mio discorso sulla sicurezza sulle piste lo abbia fatto ragionare per la prima volta nella sua misera vita…

“Per questo ti ha dato un calcio?” domandò con falsa innocenza Flint, facendo ridere tutti quanti “Perché lo hai colpito dentro e lui voleva ricambiarti fuori?”

“Divertente” rispose sarcastico l’altro “E, per tua informazione, lo stinco mi da male davvero! Aveva gli scarponi di plastica dura!”

Mentre Nick iniziava a rotolarsi a terra con le lacrime agli occhi arrivarono anche Kirt e Blaine, seguiti poi da Nicholas, Trent e gli altri.

Subito vennero messi al corrente della situazione,logicamente, e tornarono tutti insieme alla baita ridendo alle spalle del padrone di casa, sempre più stizzito.

“Non ti sei divertito per nulla?” chiese Blaine a Kurt, dopo una doccia veloce, mentre apparecchiavano il tavolo lunghissimo per la cena.

Hummel alzò gli occhi verso il lampadario di cristallo, poi sorrise “Sì ma…. Non credo di essere molto portato … sono caduto sul sedere duecento volte..”

“Non abbatterti, è normale” gli rispose Anderson, con dolcezza.

“Per il culo rotto ti ci abituerai” gli disse sagace Thad, ammiccando “Devi, no?”

Per risposta Kurt gli tirò un coltello, che però lo mancò, arrossendo “Ma tu…. Tu sei…. Tu sei un…

“Un Thad” concluse David, sospirando rassegnato “Non ci sono altre definizioni…

“Che facciamo di bello stasera?” chiese Trent “Usciamo?”

Thad scosse il capo “Domani sarà delirante arrivare vivi a mezzanotte per salutare come si deve il 2011…. Ergo stasera ci rilassiamo a casa…. Con un po’ di marsala!”

“Io eviterei di bere, stasera” intervenne Kirk, distribuendo i piatti che Ethan sorreggeva a fatica “domani saremo tutti così ubriachi da non capire nemmeno dove diavolo siamo!”

“Io crederò di essere finito a Wonderland, ne sono certo” proruppe Jeff, guardandoli appena oltre l’orlo del divano.

“Torna a pomiciarti Wilson tu, e vergognatevi, non ci state aiutando” lo prese in giro Wes e il biondo subito eseguì con un ‘agli ordini’ che suonava troppo come una presa per i beneamati fondelli “Comunque appoggio Kirk, meglio evitare…

Il biondone sorrise soddisfatto, poco abituato a vedersi appoggianto, mentre il padrone di casa borbottava sottovoce controllando poi l’ora “Cazzo mi sono dimenticato di prendere…. Arrivo”

Kurt lo guardò salire velocemente le scale poi David gli strappò le parole di bocca “Si è dimenticato la pillola?”

Wes non rispose, facendosi improvvisamente serio “Ragazzi, il primo che tocca l’alcool stasera lo uccido ok? Astinenza forzata pre-capodanno!”

Nick si fermò a metà scala, facendo retrofront “Dopo aver sentito questa torno in camera…

Jeff lo chiamò ridendo ma quello non lo ascoltò, così tornò a dedicare le sue attenzioni al suo ragazzo, che gli sonnecchiava placidamente su una spalla.

“Comunque non ha senso” disse il biondo appoggiando il capo su quello dell’altro che, senza aprire gli occhi mugugnò interrogativo “Insomma…. Un camino bellissimo no c’è che dire…. Ma ci starebbe un televisore per guardare i playoff sopra…. Guardare le fiamme dopo un po’ stanca”

Flint sorrise, sistemandosi più comodo contro il petto del ragazzo “Ma è così rilassante lo scoppiettare del fuoco…. E poi se inizi a saltare sul divano ad ogni fuoricampo mi scoccio e me ne vado….”

Jeff ridacchiò, mentre la mano del morettino andava a cercare la sua per incrociare le loro dita “Ma sei davvero così stanco?”

“Ho sciato tutto il pomeriggio” rispose socchiudendo gli occhi un istante per poi strizzarli immediatamente, disturbato nonostante la luce soffusa del salotto, “Penso sia umano essere sfiniti”

“Io ho ancora un sacco di energie” replicò il biondo, stringendolo a se.

Un sorriso malizioso increspò le labbra dell’altro “E…. con questo cosa intendi scusa?” disse aprendo finalmente gli occhi per permettere ai loro sguardi di incrociarsi.

Il biondo arrossì di colpo “Ma perché devi sempre interpretare tutto in quel senso?” domandò imbarazzatissimo.

Flint lo deliziò con la sua risata cristallina prima di appoggiare una mano alla sua gamba per sollevarsi a scontrare le sue labbra in un bacio “Perché sei troppo sexy Mr Sterling” gli rispose prima di baciarlo di nuovo.

Meglio così, penso Jeff, non avrei saputo che rispondere.

Ad interrompere l’idillio ci pensò Ethan che si avvicinò un po’ imbarazzato “Scusate ragazzi, è pronto…

Flint annuì alzandosi prima di porgere la mano a Jeff e aiutarlo a tirarsi su.

Il morettino andò poi a sedersi accanto a Kurt, guardandolo divertito mentre questo fissava totalmente rapito Blaine.

Anderson sembrava troppo occupato a parlare con Wes per accorgersi delle attenzioni di Hummel, che nella sua testa stava cercando di imprimersi l’immagina di Blaine con addosso quel maglioncino nero a collo alto perché, no davvero, stava troppo bene.

“Dovrebbe essere illegale” gli sussurrò all’orecchio Flint facendo sussultare e arrossire di colpo “Crea troppa dipendenza al nostro piccolo Kurt.”

“Ma che dici?” borbottò l’altro, appoggiandosi il tovagliolo sulle gambe.

Flint lo guardò ovvio prima di spostare lo sguardo sul suo ragazzo che, in fondo alla tavolata, stava già iniziando a fare casino con Nick e Cam, versandosi però solo cocacola.

Quando anche Thad ritornò fra loro, sotto lo sguardo sospettoso di un paio di Warbler iniziarono la cena.

Kurt pensava che senza alcool la serata sarebbe stata tranquilla…

Evidentemente non aveva ancora compreso la portata della pazzia  dei suoi amici..

 

“No! No! NO!”

Kurt aprì gli occhi scocciato, stroppicciandoseli per poi ringhiare frustrato.

Venir svegliato dalle urla di Thad Harwood non era nella lista delle cose che preferiva.

Si alzò lievemente, facendo leva sui gomiti e guardando Flint che con passo incerto si muoveva nella penombra della stanza per raggiungere la porta ed aprirla per vedere che diavolo stesse facendo.

Dal letto matrimoniale non arrivò nessun segno di vita.

Thad entrò nella stanza non appena Flint aprì la porta di pochissimo, sbraitando “Cazzo, è un vero casino!”

Flint lo guardò senza una reale espressione, del tutto neutro, da sotto al ciuffo che solitamente era pettinato con dovizia ma che in quel momento gli ricadeva mollemente sugli occhi “Cosa succede?” domandò un po’ forzato mentre Kurt si alzava a sedere sul letto.

“Cosa succede?! Te lo dico io!” Thad si incamminò, isterico come suo solito, verso la finestra, spalancandone le imposte e facendo entrare un po’ di freddo assieme ad una luce bianca accecante.

Sai Flint che Kurt strizzarono gli occhi, infastiditi mentre Blaine mugugna e Jeff si esprimeva con eleganza.

Vaffanculo…” bonificò il biondo arrotolandosi nel piumone e nascondendovi dentro il viso.

Il solista si alzò a sedere a sua volta, guardandosi attorno con i capelli più sconvolti di quelli di Flint e quelli di Kurt sommati.

Hummel lo guardò per un istante rapito, desiderando di affondare le mani in quei ricci così definiti e scuri da sembrargli perfetti. Odiò Blaine e la sua mania di cementarli.

Cazzo…” Il sussurro di Flint lo riportò alla realtà così si alzò in piedi, rabbrividendo al contatto fra le mattinelle gelide e i suoi piedi nudi. La scena che si trovò davanti era a dir poco agghiacciante.

In tv aveva visto spesso, soprattutto al telegiornale, le famosissime tormente di neve che costringevano le persone a casa per giorni e giorni, bloccando il traffico aereo per non parlare delle strade…

Ecco, pensava che quella che si stava abbattendo su Aspen in quel momento, davanti ai suoi occhi, fosse la peggiore mai vista.

“E ora?! Che facciamo!?” chiese con un po’ di panico nella voce mentre anche Blaine si avvicinava per vedere.

Thad sbuffò, scocciatissimo “Non possiamo fare nulla. Possiamo solo andare a prendere più legna possibile prima che la neve cancelli del tutto il sentiero per andare in garage…. Senza contare che Cam non si sente bene….”

“Come mai?” chiese preoccupato Blaine.

Thad scrollò le spalle “Diarrea…. È tutta la notte che fa avanti e indietro per il bagno”*

“Deve essere una sorta di punizione divina” asserì pensieroso Flint “Dovrebbe farsi i fatti tuoi per evitare simili ripercussioni….”

“Il Karma non perdona mai” evidenziò Kurt scambiando un’occhiata complice con l’altro.

“Scusatemi ma è l’ultimo dei miei problemi…. Non voglio nemmeno pensare a cosa succederà se va via del tutto la luce” Thad camminò veloce per la stanza, uscendo e sbattendosi  la porta alle spalle.

“Mi vedo e vado ad aiutare con la legna” disse Blaine afferrando le tuta da scii ed entrando in bagno mentre Flint andava a sedersi sul letto per svegliare il biondo.

Kurt rimase in piedi al centro della stanza “Thad renderà l’ultimo giorno dell’anno interminabile, vero?”

Jeff spuntò dalle coperte guardandolo assonnato ma cosciente “Possiamo sempre ucciderlo e occultare il cadavere in un bosco”

 

Come da predizione Thad non accennava a calmarsi.

Lo costrinsero a forza verso le quattro del pomeriggio a fare un bagno nella piscina coperta, o sarebbe scoppiato come un barattolo di dinamite.

Solo quattro persone evitarono di unirsi al bagno.

Kurt e Blaine da una parte e Flint e Jeff dall’altra.

I primi due se ne rimasero rintanati in stanza tutto il santo giorno, non tanto per fare quello che tutti sospettavano stessero facendo, ma solo perché Kurt non voleva che nessuno lo vedesse in costume e Blaine si era offerto di fargli compagnia.

Hummel in un primo momento aveva provato a far funzionare internet, almeno per mandare gli auguri a casa e tranquillizzare tutti ma si era poi arreso all’evidenza. Avevano anche il telefono staccato, peggio di così….

Aveva quindi preso un libro, stendendosi sul letto matrimoniale dall’altro lato rispetto quello di Blaine, sorridendogli un po’ imbarazzato.

Non avevano parlato molto, e non sapeva nemmeno come fosse successo ma si erano ritrovati vicinissimi, così tanto da sentire il fianco del solista sfiorare il suo.

Non era molto concentrato sul libro e di certo quegli ultimi capitoli sarebbero stati da rileggere ma…. Il profumo del bagnoschiuma di Blaine era così buono da mandarlo in estasi.

Sentiva le pagine girare con sempre più lentezza fino a che la testa di Blaine si appoggiò al suo braccio e il libro gli sfuggì di mano, cadendo sul materasso con un piccolo tonfo.

Kurt si immobilizzò e tutto si fece più buio.

Letteralmente.

“Cazzo è andata via anche la luce!! No! No! NO!”

Kurt pregò che l’urlo di Thad non avesse svegliato Blaine e, grazie a Dio, non fu così.

Il solista dei Warbler continuava a sonnecchiare contro il suo braccio mentre la stanza, immersa nella semioscurità. Kurt sentiva il cuore battergli nelle orecchie mentre il profumo di Blaine lo rincoglioniva….

Appoggiò il libro e lentamente scivolò un po’ sul letto per sistemarsi più comodo sempre spostare Blaine.

Poi, con un sorrisetto, appoggiò la testa a quella dell’altro, sorridendo.

Jeff e Flint intanto stavano vagando per casa cercando un posto, uno solo, in cui gli altri potessero non trovarli. Non tanto perché volevano appartarsi come due ragazzini sfigati con gli ormoni a mille a proprio perché non ne potevano più….

Di Thad, ovviamente.

Trent li aveva coperti, tenendo impegnato il capo consiglio Harwood mentre sgattaiolavano via dal salotto fino alle scale a chiocciola che portavano in qualche altra stanza nel seminterrato.

“Dici che ci sono dei ragni lì?” chiese Flint attaccandosi alla felpa del biondo che sembrava in procinto di aprire una bella porta di legno massello.

Il biondo rise fermandosi un attimo “Questa è la casa di un miliardario! Puoi leccare il pavimento e non solo lo troverai pulito, ma anche zuccherato!”

Il moro lo guardò senza capire prima di scoppiare a ridere “Ma non ha senso!”

“Ti fidi di me?”

“Siamo in Titanic?” Flint fece finta di guardarsi attorno “E l’iceberg è rappresentato dalla marea di stronzate che ognuno di noi sta dicendo?”

Il biondo rise, aprendo la porta e tirando dentro anche Wilson. Era buio così prese una delle torce che Thad aveva dato loro e accendendola… “Oh ma porca…” si guardò attorno meravigliato.

Jeffy, abbiamo trovato la tavernetta….”

“Abbiamo? Tu non volevi nemmeno entrare” fecero qualche passo nella stanza, mentre il moro abbracciava i fianchi dell’altro da dietro.

“Sei schifosamente alto…. Abbassati”

Jeff rise, piegando le ginocchia “Sei adorabilmente basso, lo sai?”

Flint sorrise, avvicinandosi al divano “Smettila di puntarmi la torcia sul sedere e indicami il pavimento, se no non serve”

L’altro ridacchiò “Guarda ci sono delle candele su quel ripiano…. Romantico non trovi?”

“Aspetta che vengano accese no?” prese il candelabro, appoggiandolo sul tavolino di cristallo davanti al divano di pelle nera ad angolo.

“Ma solo per me questa casa è allucinante?” chiese Jeff afferrando un accendino da sopra un ripiano e porgendolo a Flint che accese le candele prima di sedersi accanto al biondo “Voglio dire… la piscina è un conto ma la taverna grande come tutta la casa….”

L’altro alzò le spalle “Non mi agita, è il classico specchietto per le allodole secondo me … Non hai visto la casa di mio padre…

Jeff abbassò gli occhi “Io dormo in una stanza con quattro fratelli…. Capiscimi…

Flint si morse le labbra, appoggiando le mani su quelle del biondo “Scusa io…. sono un vero insensibile…

Jeff sorrise lievemente scuotendo il capo “Nah…. Sono io che sono un poveraccio e tu non sei abituato a trattare con gente come me”

Flint lo guardò attentamente “Tu hai una ricchezza che quasi nessuno ha…. Davvero….” Gli sorrise, avvicinandosi “E poi sei il mio ragazzo, e questo ti rende molto più figo di Thad a prescindere”

“Oh beh spero di essere più figo di Thad, o sono davvero una persona triste” ridacchiò il biondo prima di chinarsi appena e congiungere le labbra con quelle soffici del moro.

Sentii la mano di Flint appoggiarsi al centro del suo petto, tirandolo appena per la felpa mentre l’altra andava ad accarezzargli i capelli chiari, passandoci le dita attraverso.

Wilson sorrise nel bacio appena avvertì la lingua di Jeff premergli leggermente le labbra, tracciandone il contorno e chiedendo così il permesso di poter accarezzare la sua.

Permesso accordato, naturalmente.

Continuarono a baciarsi così per un po’, fino a che, bramosi di aria, si staccarono sorridendosi, appoggiandosi allo schienale del divano.

Sai…. Pensavo che dobbiamo fare qualcosa”

Jeff corrugò la fronte “Qualcosa per cosa?”

“Per Kurt e Blaine

E bastò affinché l’altro capisse “Difficile eh…. Wes sta impazzendo per far aprire gli occhi ad Anderson….”

“Si piacciono tanto” disse semplicemente il moro, alzando le spalle “E penso che Blaine sia un idiota a non lasciarsi andare…. Kurt non aspetta altro”

“Ma come fai a dirlo?”

“Beh me ne ha parlato lui….”

Ah….”

Rimasero un attimo in silenzio, mentre le mani di Flint accarezzavano il petto dell’altro.

Il biondo nel contempo non riusciva ancora a capacitarsi della fortuna che aveva avuto. Stava con Flint, stavano insieme per davvero e se prima gli sembrava stupendo…. Alla tenue luce della candela il suo viso diventava in assoluto la cosa più bella mai esistita.

Gli baciò ancora le labbra “Hai qualche idea allora?”

“Per quei due?”

Ah-ah

Flint sorrise “Diciamo che…. La sera di Capodanno è magica” lo attirò a se, sfiorandogli il naso con il suo “Ci sarà da divertirsi…

Ripresero a baciarsi placidamente, decidendo di continuare farlo per tutto il pomeriggio, mentre al piano di sopra qualcun altro tramava per rovinare la festa a Blaine e Kurt.

“Credo che non dovremo farlo” Ethan si morse le labbra, mentre sussurrava piano nell’orecchio di Kirk  “E se lo facciamo stare male?”

“Non è mai morto nessuno su” rispose l’altro.

“Forse si!”

Kirk alzò gli occhi “Fidati di me…. Ci sarà da divertirsi stasera…

 

Continua…

 

 

 

 

*Ginger questa è tutta tua xD

 

 

 

 

NdA:

ecco qui il capitolo^^

scusate il ritardo IMBARAZZANTE ma sto studiando come una pazza!

Ecco la prima parte del capodanno….

La dose massiccia di cazzate non si ferma di certo qua!

 

Un paio di appunti:

 

·        Come immagino casa di Thad in montagna: ULALA ; ULALA2 se scorrete le pagine ci sono altre foto…. È troppo da Thad xD

·        ho visto che su Facebook qualcuno ha iniziato a usare i personaggi della FF (prima di tutto del telefilm, ovviamente) all’interno dei GdR così con un paio di amiche ho pensato di crearne uno di solo Warblers! Che ne dite? Se abbiamo almeno i personaggi principale si potrebbe anche fare^^ io pensavo di fare Kurt, una mia amica Blaine e un’altra ancora si è prenotata Jeff, per il resto sono tutti liberi! Quindi se qualcuno vuole prendere uno degli altri personaggi (Thad, Nick, Trent, Kirk, Ethan, Richard, Wes, David ecc) lo scriva nella recensione e vediamo di organizzarci :D

 

Grazie mille a tutti coloro che recensiscono sempre! :D

E anche ai nuovi arrivati!

A presto!

Farò il possibile per scrivere nonostante la mole di studio!

Un bacione Jessy.

 

 

 

 

 

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Capitolo 12
*** #11 Blaime it (on Blaine and Fireworks)…. ***


bananissima

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

#11 Blaime it (on Blaine and Fireworks)….

 

 

Se qualcuno avesse messo piede nel salotto della baita lussuosa degli Harwood alle dieci e venti di sera, la sera di Capodanno, sarebbe rimasto del tutto attonito.

Non tanto perché tutto era ancora parzialmente intatto ma soprattutto perché la scena era molto inquietante.

La luce non era ancora tornata quindi l’intera stanza era piena di candele, che i ragazzi avevano impiegato quasi due ore a disporre.

“Sembra di essere in un cimitero” disse Kurt, seduto accanto a Flint sul tappeto, mentre entrambi stringevano fra le mani un paio di lattine di Diet Coke.

A dirla tutta erano i soli che dovevano ancora iniziare a bere e, ad essere totalmente onesti, probabilmente sarebbero stati gli unici a poter fare il brindisi, se gli altri continuavano così.

Trent se ne stava seduto al tavolo, con la testa appoggiata alle braccia e accanto un bicchiere di vino che era stato riempito già parecchie volte.

Thad ciao.

Era già ubriaco marcio e nessuno aveva dubbi sul fatto che sarebbe successo.

La vera sorpresa era stato Nick ancora perfettamente sobrio.

Così come Blaine.

Wes e Jeff iniziavano ad essere un po’ troppo allegri.

David li teneva sotto controllo.

“Non controlli il tuo ragazzo?” Kurt si voltò verso il morettino che, nel frattempo, aveva preso la bottiglia di vodka e lo sciroppo alla fragola, versandone un paio, abusando della fragola e stando attendo a non metterci troppo alcool.

Nah, può cavarsela e poi vorrei anche io sballarmi un po’….” gli passò il bicchiere mentre Kurt lo guardava scettico “Dopo mezzanotte però”

Thad si lasciò cadere con un tonfo in ginocchio tra i due e li guardò ridacchiando divertito.

Kurt lo osservò attentamente e si chiese come fosse possibile che l’alcool potesse cambiare così tanto una persona: la camicia mezza aperta, i pantaloni neri ed aderenti sporchi di chissà cosa, i capelli spettinati.

Quello non era Thad!

“Mi stavo chiedendo una cosa” brontolò con la voce distorta dai fumi dell’alcool, abbracciando le spalle di Kurt.

“Preoccupati” sussurrò Flint mentre Hummel stava zitto in attesa.

…Ma voi gay” proruppe Harwood “Guardate molto alle dimensione? Insomma io quando vedo una ragazza punto subito il culo e le tette anche se poi dico che sono un romantico e noto il colore degli occhi…. È una cazzata” scoppiò a ridere mentre Wilson sorrideva divertito a un Kurt scioccato “E voi? Guardate molto alle dimensioni del cazzo?”

Flint scoppiò a ridere mentre Kurt si irrigidiva iniziando a boccheggiare come un pesce rosso “T-Thad…. Ma …. S-sei impazzito o…

“Non devi vergognarti di me, sai?” continuò a vaneggiare l’altro dando un bacio a Kurt sulla guancia “Io ti voglio bene! Sei il mio compagno di stanza…. So che mi fissi quando esco dalla doccia!”

“Ma non è vero!” se lo staccò di dosso e quello cadde per terra, steso, mentre il morettino si scompisciava “Fai qualcosa invece di ridere, tu?”

“Fare cosa? È ubriaco marcio!” indicò Thad che cercava di rialzarsi “E poi non prendertela con me se ti ha beccato a guardarlo nudo…

“Ma è una bugia! Non è vero!”

Il capo consiglio si rialzò traballante prima di andare ad abbracciare da dietro Blaine per fargli la stessa identica domanda.

“Ascolta con attenzione la risposta” disse Flint dando una gomitata a Kurt.

Questi sbuffò, imbarazzato ed irritato, guardandolo male “Non mi interessa, grazie…

“Non ti interessa perché sai di essere un superdotato e quindi vai sul sicuro o perché invece non lo sei e temi un sì?”

Hummel lo guardò con la bocca socchiusa “Questo tuo lato perverso che emerge così, fuori luogo, mi turba sai?”

“Non sono fuori luogo, anzi! È quello di cui si parlava!”

Kurt si portò le mani al viso, cercando di calmarsi. Non era colpa sua ma tutte le volte che si parlava di sesso o argomenti strettamente connessi lui….

Impazziva.

Non perché gli piaceva fingersi pudico ma…. Perché lo era veramente!

Era fiero di essere quello che era, ma l’argomento sesso lo spaventava.

Parecchio.

Non sapeva cosa fare e non voleva nemmeno saperlo. Non gli importava di essere gay, sarebbe stato così anche da etero, ne era certo.

Flint gli sorrise “Kurt ti sta andando a fuoco la faccia?”

“Cambiamo argomento! Ti prego!”

Wilson ridacchiò ancora un po’ prima di prendere la bottiglia della vodka e versandone un bel po’ nel bicchiere di Kurt “Ti serve qualcosa che ti sciolga amico, o ti verrà un infarto…. Vedrai cose che non immagini nemmeno stasera…

“Per esempio?” domandò spaventato Hummel.

“Beh a me l’hanno solo raccontato ma… L’anno scorso a metà serata Wes si è vestito da donna, truccandosi anche malissimo  tanto da sembrare una prostituta stuprata….  E Blaine e Thad hanno limonato per un po’ prima che gli altri iniziassero a preoccuparsi di dove le mani del solista di stessero dirigendo…

Kurt sgranò gli occhi mentre Flint ricambiava lo sguardo un po’ malizioso “Cosa ha fatto Thad?”

“Hai capito bene…. l’alcool libera le persone dalle… oh!” Non riuscì a finire la frase perché Jeff gli si buttò praticamente sopra, spingendogli la schiena contro il pavimento prima di avventarsi con ardore sulle labbra del morettino lasciando Kurt visibilmente a disagio.

Si alzò velocemente, sentendo però la testa girare appena per via della vodka. Con passo instabile si sedette sul divano, lasciando il bicchiere sul tavolo “Mi sa che se continuo così… Non capirò nulla in una decina di minuti”

Nick, che era lì vicino, gli sorrise “Astemio?”

“A quanto pare” disse Kurt sedendosi pesante sul divano con una mano sulla fronte.

“Se ti gira solo la testa in poco ti passa, non agitarti” gli diede una pacca sulle spalle prima di andare ad alzare il volume dell’orribile musica tecno che Thad aveva scelto per l’occasione.

Kurt sospirò, guardandosi attorno.

Non stava andando esattamente come si era immaginato….

Quando aveva pensato a quel Capodanno si era fatto mille castelli di carte, immaginandosi in qualche romantica scena idilliaca con Blaine, mano nella mano a guardare i fuochi artificiali.

Ascoltava la canzone che aveva inciso per lui tutti i giorni almeno una ventina di volte, credendola una sorta di pre-dichiarazione d’amore ma…

Non gli si filava per nulla.

Addirittura a Kurt sembrava che fosse molto più distaccato con lui.

Si era addormentato sul suo braccio quel pomeriggio, quando si era offerto di fargli compagnia, ma dopo essersi svegliato aveva cambiato del tutto atteggiamento nei riguardi di Hummel.

Lo aveva guardato disorientato, poi aveva in primo tempo sorriso leggero, prima di sgranare gli occhi un istante e diventare freddo.

E poi basta, alla festa sembrava addirittura che si stesse comportando come se Kurt non esistesse nemmeno.

Kurt non lo sapeva ma quel assurdo comportamento era una mossa tattica studiata da Blaine (e dal suo cerv…. No ok, non si sa precisamente da cosa) perché, nell’esatto istante in cui aveva aperto gli occhi e si era trovato davanti Kurt che lo guardava quasi deliziato, aveva appreso importante e nuova verità mistica: avrebbe voluto incontrare quegli occhi limpidi ogni qualvolta si fosse svegliato.

E non andava bene.

Non poteva innamorarsi di Kurt! Non doveva!

E cosa fare quindi? Evitare di guardarlo negli occhi poteva essere già un inizio, per il metro di giudizio di Anderson.

Magari però avrebbe evitato questo comportamento, se avesse saputo che esso dava terreno libero a Kirk e Ethan e ai loro piani.

I due si avvicinarono a Kurt sedendosi ai suoi due lati.

Il biondone sorrise passandogli un bicchiere ripieno di Dio sa solo cosa “Allora novellino, ti stai divertendo?”

Kurt storse la bocca “Insomma…. Cambiare musica sarebbe già un buon inizio…

Ethan scambiò uno sguardo con Kirk prima di picchiare il bicchiere contro quello di Kurt “Brindiamo a una serata migliore allora!” poi bevve un sorso, imitato da Kirk e Hummel.

Il più giovane prese a tossire forte, portandosi poi una mano alla gola che sembrò andargli a fuoco “Ma cosa c’è qui dentro?” chiese guardando il liquido nei bicchieri degli altri due che pareva il medesimo del suo.

Kirk fece spallucce “Gin lemon…. Non è pesante” disse poi con un tono che Kurt non riuscì a confutare.

Si sentiva uno scemo, visto che gli altri due bevevano con naturalezza mentre lui rischiava la morte.

Non sapeva che il suo drink, al contrario degli altri due, era per tre parti gin e una parte succo di limone…

Ne bevve un altro paio di sorsi, mentre sentiva che già iniziava a dargli alla testa. Avrebbe smesso subito se non fosse stato per Kirk.

Anzi, per quello che Kirk gli disse.

“Mi dispiace che tu stia così male amico….”

Kurt alzò gli occhi (non molto lucidi) nei suoi “Io non sto male”

“Si invece” intervenne Ethan portandogli un braccio attorno alle spalle “Per Blaine…

Kurt sgranò gli occhi, pregando di essere così ubriaco da non aver capito. Peccato che invece ancora era in grado di ragionare, e anche molto bene.

C-cosa….?”

“Amico non preoccuparti” lo rassicurò Kirk “Si vede lontano un miglio che sei cotto del nostro solista” gli disse il biondone, guardandolo prima di voltare lo sguardo verso Blaine “Solo che lui fa il difficile….”

Kurt provò a negare in un primo momento, iniziando a pensare a chi mai potesse averlo tradito. Flint era fuori discussione, non poteva aver parlato…

Thad nemmeno.

E allora chi….

“A me non piace Blaine.”

“No infatti ne sei innamorato” quest’ultima affermazione lo gelò del tutto, e la sola cosa che riuscì a fare fu bere un paio di sorsi generosi mentre Ethan si alzava per preparare un altro bicchiere “Davvero è evidente, ti si illuminano gli occhi ogni qualvolta che lui fa o dice qualcosa… Penso che persino lui se ne sia accorto…

Kurt si morse il labbro mentre gli veniva passato un altro bicchiere e, dopo aver bevuto disse “Io lo amo…

Ok, presupponendo quanto è astemio era logico che dopo un bicchiere pieno di puro gin sarebbe già iniziato ad uscire di testa, il secondo serviva per mandarlo del tutto in orbita.

Kirk sorrise soddisfatto “Beh è un bel ragazzo” ci pensò su, storcendo il naso in una smorfia “Circa….”

“Ma lui non mi vuole…” il tono traballantemente triste di Kurt fece spostare lo sguardo a Ethan che, per la prima volta, si sentì davvero un verme. Molto peggio della vernice rosa sulla camicia e la testa di Thad. Molto peggio di sapere che Wes era sulla tazza del water ad evacuare anche l’anima.

Kirk…. Basta”

Il biondo però lo ignorò, avvicinandosi all’orecchio di Kurt che si stava appropinquando a svuotare anche il secondi bicchiere “Perché non vai a dirglielo?”

Hummel prese a ridacchiare “Tu sei pazzo…. Non posso farlo”

“Allora perché non vai a baciarlo? Non devi dirgli nulla se lo baci…

Ethan si portò una mano al viso “Penso sia ubriaco, non stupido…

Kurt però sembrava di un’altra opinione visto che si alzò traballante appoggiandosi alla spalla di Moore, prima di partire con passo fa marinaio ubriaco su di una nave durante una tempesta, cercando di attraversare la stanza per raggiungere il punto in cui si trovava Blaine.

Kirk si appoggiò con la schiena al divano, allargando le braccia sullo schienale e osservando la scena con aria soddisfatta mentre Ethan alternava occhiatacce a lui a sguardi preoccupati verso la schiena di Hummel.

L’attraversata non fu semplice: dovette scavalcare Flint e Jeff, ancora stesi sul pavimento a baciarsi, e questo gli costò quasi una caduta.

Flint lo guardò preoccupato, ma la sensazione della labbra di Jeff sul suo collo lo costrinsero a riportare tutta la sua attenzione al biondino.

Blaine non lo vide arrivare, in un primo momento.

Era impegnato a parlare con David, mentre guardavano Wes sulla poltrona accanto al camino, baciare la sua ragazza, poi la ragazza di Thad, e poi esortare le due ragazze a baciarsi fra loro.

David sembrava parecchio interessato mentre Blaine solo molto sorpreso “Dici che dobbiamo intervenire?”

“Non lo so” rispose il ragazzo di colore guardandolo “Non stanno facendo niente di male…. Solo che se arriva Thad forse da di matto”

Blaine alzò le spalle “Manco li nota…. Prima parlava con un candelabro…. È più ubriaco di loro tre sommati, credo e poi…”si interruppe appena vide Kurt che, traballante, stava provando a raggiungerlo scavalcando il divano e finendo per rotolare su di esso fino a terra “Oh no…. Non anche lui ti prego…

David voltò il capo in tempo per vedere Hummel provare a rialzarsi prima di cadere sulle ginocchia, ed esplose a ridere “Lo credevo una fortezza, e invece è caduto anche lui vittima degli alcolici! E sono solo….” Controllò l’orologio alzando la manica della camicia bordoux “le undici e dieci..”

Blaine si avvicinò aiutandolo ad alzarsi e subito Kurt gli lanciò le braccia al collo, stringendosi contro di lui.

A Blaine mancò un attimo il respiro, un po’ per la stretta e un po’ perché sentiva il naso di Kurt sfregare contro al suo collo e quel respiro sulla sua pelle rischiava di mandarlo all’obitorio.

Embolo, diretto.

“Kurt, mi capisci?” provò a chiedere, cercando di staccarselo di dosso, ma fu tutto inutile.

Il ragazzo sembrava incollato.

David sorrise, prendendo poi il cellulare dalla tasca e scattando una foto ai due ragazzi.

“No dai, ti prego” Blaine arrossì di colpo, appoggiando una mano sulle costole di Kurt mentre con l’altra  si allungava per prendere il cellulare di Thompson “Domani si imbarazzerà molto se gli fai vedere quella foto.”

“Ma siete così carini” si limitò a rispondere David, lasciandolo senza parole.

Così come quello che gli sussurrò Kurt, sempre continuando a stare appiccicato a lui.

“Hai un profumo così buono, Blaine….” Sentì le labbra di Kurt appoggiarsi delicate sotto all’orecchio e una scarica di brividi lo pervase. Non riuscì a far nulla, eccetto abbracciare i fianchi di Kurt mentre questo pareva rilassarsi, appoggiandosi alle sue spalle e smettendo di soffocarlo.

“Se fai un’altra foto di uccido” disse il solista, mentre David prendeva di nuovo il cellulare ridendo come un pazzo.

“Non la faccio a te…. Ma a lui” fece un cenno con il capo oltre le spalle di Blaine, così il ragazzo fece un mezza piroetta su se stesso, sempre mantenendo Kurt, e si trovò davanti lo spettacolo più inaspettato di tutti….

Thad Harwood che camminava, con i capelli bagni, per il corridoio.

Ah, dimenticavo, era totalmente, incondizionatamente, inequivocabilmente nudo.

Come mamma l’aveva fatto.

Blaine arrossì spostando lo sguardo “Caz…. David! Smettila di fotografarlo e fai qualcosa!”

Il ragazzo di colore annuì, afferrando un panno da sopra il divano e andando ad avvolgerci il padrone di casa, fino a portarlo sul divano davanti al camino.

“Posso sapere perché eri nudo, Thad?” gli chiese David sedendosi accanto a lui e sfregandogli le braccia, visto che il ragazzo tremava.

“Tu fai mai il bagno vestito?” domandò ovvio quello.

“Sei stato in piscina?” domandò sgranando gli occhi “Ubriaco come sei potevi annegare.

Blaine scosse il capo, mentre Kurt si voltava a guardare Thad, appoggiandosi al petto del solista mentre continuava ad abbracciarlo.

“Ti sembro scemo?” domandò Harwood “Sono andato in mezzo alla neve….”

Blaine sgranò gli occhi, mentre inconsciamente appoggiava la guancia alla fronte di Hummel che chiuse gli occhi cullato dai battiti del cuore dell’altro “Ti sei buttato in mezzo alla neve?! Come minimo domani avrai la polmonite”

“Come sei drastico…. Pensavo che voi Hobbit foste dolce e simpatici…Thad lo guardò male “Non mi hai nemmeno offerto l’erba pipa! Ingrato!”

David ridacchiò, appoggiandogli una mano alla fronte “Per ora non è nemmeno caldo”

“Grazie, per forza! Ha fatto il bagno in mezzo alla neve! Hai visto quanto nevica?” chiese Blaine irritato mentre Kurt apriva gli occhi di nuovo, disturbato.

“Nevicava” lo corresse Harwood “Solo che ha smesso e io volevo nevicasse ancora…. È meno divertente così…

“Ma se prima ti lamentavi che non c’era nemmeno la luce?”

“Ma ormai è andata…. Tanto vale che continui a nevicare così io posso saltellare sotto alla neve!”

“Tu sei pazzo” Blaine lo guardò allucinato, chiedendosi quanto potesse essere ubriaca una persona per fare una cosa del genere.

“Sei invidioso perché sono più alto di me” ribeccò Harwood mentre David filmava la scena.

“Di quanti?” chiese Blaine ironico “Due millimetri?”

Thad ammiccò muovendo velocemente le sopracciglia e passandosi la lingua sulle labbra “Due millimetri di puro splendore…

“Due millimetri di puro squallore…

Kurt alzò gli occhi in quelli di Blaine, per poi avvicinare il viso al suo tanto da sentire i loro nasi sfiorarsi “Blaine sai che hai davvero dei begli occhi? E delle belle labbra e…

Thad scoppiò a ridere “Perché non gli dai il culo invece di essere così fallosamente romantico?! Te lo dico tutte le sere, Hummel!”

Blaine prese Kurt per i polsi, staccandolo dal suo corpo e avvertendo immediatamente freddo “Siediti qui, Kurt” disse facendolo accomodate accanto ad Harwood “Ok vediamo di farli rinsavire…. Nick! Sei sobrio?”

Duvall smise di parlare con Richard, voltandosi verso il solista “Sì perché?”

Blaine lo guardò stranito, così come Thad e David, poi disse “Beh è un miracolo…. Comunque, faresti del caffè?”

Il ragazzo annuì andando verso la cucina con Cam (che parlava a rovescio tanto era cotto) e Rich.

“Bene ora aspettiamo solo…” David smise di parlare, attirando così l’attenzione di Blaine che si stava guardando attorno per fare il punto della situazione. Abbassò gli occhi di caramello sul viso del ragazzo di colore, che stava fissando Kurt “Ma… Kurt stai piangendo?”

Blaine fissò gli occhi cristallini di Kurt, appena arrossati dal pianto e poi corse da lui, inginocchiandosi lì accanto “Kurt…. È successo qualcosa?”

Kurt si alzò in piedi, traballante, guardandolo con gli occhi pieni di lacrime e rancore “Perché fai così?”

Anderson lo guardò senza capire, alzandosi a sua volta “Faccio cosa?”

“Mi allontani da te….” Un singhiozzo gli ruppe la voce, “Non ti capisco Blaine…

Con un’agilità che non è solita di un ubriaco riuscì ad allontanarsi, rischiando solo di cadere una volta. Nicholas lo prese al volo appena in tempo guardando poi stranito Blaine.

Tutti stavano guardando Blaine, anche Wes con le due ragazze in braccio.

Tutti avevano sentito e ora lo stavano guardando in attesa.

Come è logico pensare, fu Thad a rompere quella situazione di stallo “Senti pensi di seguire a parlarci o sei così pieno di te e con così tanta mania di protagonismo da farti guardare un altro po’?” chiese mentre Nick gli porgeva il caffè.

Anderson non se lo fece ripetere, partendo velocemente nella direzione in cui era scomparso Kurt.

“Ma si può essere tanto idioti?” chiese Thad “io sono così ubriaco da non ricordarmi nemmeno i vostri nomi ma so che è un idiota quello la!”

David si ritrovò a dar ragione all’ubriacone, prima di aiutarlo ad alzarsi per andare a vestirsi.

 

Blaine continuava a vagare per i corridoio bui chiamando Kurt.

La luce della luna era la sola fonte di luce e, dopo tutto quel nevicare, era quasi un miracolo vederla così grande ed argentata nel cielo.

Si stava quasi per arrendere, chiedendo aiuto a Flint magari, quando da una stanza gli arrivarono le note di un pianoforte.

Arrivò fino ad essa e trovò Kurt chino su di esso, mentre suonava piano una melodia triste, utilizzando solo la mano destra mentre con la sinistra si sorreggeva il capo, sbagliando di tanto in tanto per la quantità di alcool che aveva in circolo.

Kurt….” Andò verso di lui, appoggiandogli le mani sulle spalle “Io non volevo offenderti….”

Kurt non gli rispose nemmeno, tirando su col naso mentre continuava a suonare una melodia bassa e lenta.

Appena Blaine si mise a sedere accanto a lui, il giovane Hummel si spostò del tutto verso sinistra, sulle ottava più basse, iniziando una melodia triste che fece stringere  il cuore a Blaine.

“Kurt ti prego parlami…. Piuttosto insultami ma parla…

Ma quello niente, continuava a suonare in silenzio, facendo scale sempre uguali.

Di punto bianco anche Blaine portò una mano sul piano ripetendo la stessa scala di una paio di ottave più alta.

Kurt la ripeté bassa, aggiungendo qualche nota per complicare la melodia, alzando appena gli occhi cristallini ancora un po’ offuscati dall’alcool in quelli chiari e lucidi di Blaine, che continuava a seguirlo sulle note alte senza difficoltà…

Il solista dei Warblers lo guardava rammaricato, sorridendo però lieve convinto che la musica avrebbe convinto Kurt a rilassarsi e magari tornare a parlare con lui senza rancore. Sapeva che la causa di tutto era l’alcool, che gli bastava aspettare la mattina successiva e il post sbornia ma, non ce la faceva.

Voleva vederlo sorridere in quel momento, a qualunque costo.

Non avrebbe dormito sapendolo arrabbiato con lui, anche senza motivo.

Kurt appoggiò anche l’altra mano sul piano, suonando ancora una melodia più ricca, subito copiata da Blaine.

Il ragazzo ricciolino decise di prendere in mano la situazione iniziando a suonare una melodia molto più veloce prima di voltarsi a guardare con la coda dell’occhio Kurt che gli voltò le spalle, appoggiandosi con il gomito hai tasti e facendo un rumoraccio.

Blaine ridacchiò continuando a suonare e chiudendo gli occhi.

Solo quando sentì Kurt suonare con lui li riaprì incontrando quelli del ragazzo accanto a lui e sorridendo.

Kurt ricambiò il sorriso, prima di farsi prendere dall’entusiasmo e iniziare una lunga serie di scale, occupando la zona in cui stava suonando Blaine e appoggiando così una mano sulla sua.

Si appoggiò con la spalla al suo petto per non cadere e chiuse gli occhi, sospirando, mentre l’altro sorrideva intenerito, abbracciandogli i fianchi con un braccio.

“Non sapevo che fossi così bravo al pianoforte” gli disse mentre l’altro si accoccolava contro di lui, ad occhi chiusi.

“Non sei il più bravo del mondo, Anderson” gli rispose quello sbadigliando e intenerendolo, se possibile, ancora di più.

“Pensi di essere più bravo di me?” lo stuzzicò.

“No” fu la risposta tranquilla di Kurt “ma di sicuro sono più modesto…

Blaine rise “Sei più impertinente quando sei ubriaco lo sai?”

Kurt però non rispose, limitandosi a tenere gli occhi chiusi.

Blaine lo sistemò meglio contro il suo petto girandolo, così da potergli passare un braccio attorno alla schiena .

“Vuoi che ti metta a letto?”

Kurt aprì gli occhi per incontrare quelli di BlaineMa… senza nemmeno un appuntamento prima non è romantico…” gli disse con la voce lievemente impastata dal sonno.

“Cos…” Blaine lo guardò senza capire per un istante, poi ricordandosi di quello che aveva detto, arrossì di colpo “Kurt, sei perdonato solo perché hai bevuto….”

Fece per prenderlo in braccio e portarlo in camera, ma quello si lamentò “No…

“Cosa c’è che non va ora?” chiese paziente, guardandolo negli occhi socchiusi.

“Questo capodanno fa schifo, non è come lo volevo…

Blaine lo guardò inclinando di poco il capo “E come lo volevi?”

Kurt esitò un istante, e per quella manciata di secondi a Blaine parve almeno un po’ lucido. Ma ovviamente doveva ancora smaltire la sbornia “Io volevo guardare i fuochi artificiali…. Con te”

Il solista lo fissò sorpreso, prima di aiutarlo ad alzarsi “Mancano ancora cinque minuti a mezzanotte, se vuoi possiamo ancora vederli….”

A Kurt brillarono gli occhi “Dici davvero?”

“Certo! Andiamo dai” Gli prese la mano, incamminandosi verso la loro stanza dove presero le giacche della tuta da sci e una coperta, prima di avviarsi fino alla terrazza esterna.

Li Blaine fece sedere Kurt su una sedia prima di prenderne un’altra e mettersi accanto a lui, avvolgendo entrambi con la coperta e portando un braccio attorno alle spalle per scaldarlo “Se hai troppo freddo possiamo rientrare”

Hummel però scosse piano il capo “Sento la sbronza passarmi…. Lentamente….” Sussurrò.

Blaine ridacchiò “Il freddo aiuta, sai? Ora rilassati e prega che i fuochi siano davanti a noi o ci toccherà andare dall’altra parte della casa”

Kurt eseguì alla lettera, appoggiando il capo a quello di Blaine mentre ignorava la nausea che gli stava salendo.

Non avrebbe mai vomitato davanti a Blaine, tanto meno ora che stava tornando lucido…

Il destino per una volta giocò dalla loro parte e a mezzanotte precisa i fuochi di artificio iniziarono ad esplodere davanti a loro in una marea di linee colorate e dipingevano di luce il cielo nero.

Blaine le fissava incantato, come un bambino stregato da quei giochi sgargianti mentre Kurt alternava guardi al cielo a occhiatine al ragazzo.

Resistette quasi mezzora, sino a che l’ultimo scoppio infranse la notte, prima di lasciare la mano di Blaine che non sapeva nemmeno di aver afferrato e correre al corrimano della terrazza, vomitando anche l’anima.

 

Quando il primo gennaio si era svegliato, Kurt si era ritrovato steso nel suo letto, avvolto con cura nelle coperte e con un discreto ma non letale mal di testa.

Si alzò a sedere notando che erano ormai le tre del pomeriggio.

Spostò gli occhi ancora pesanti a causa del sonno sul lettino accanto a lui, dove si aspettava di trovare Flint ma che, invece, era occupato da Blaine.

Scese piano da letto, incapace di trattenere oltre la pipì, e si incamminò verso il bagno lanciando un occhio al letto matrimoniale dove, abbracciati, trovò Sterling e Wilson ancora addormentati.

Erano molto dolci, così stretti.

Controllò se fossero vestiti e appena notò la manica della camicia di Jeff sospirò, indeciso se essere deluso o sollevato.

Anche lui era vestito ancora come la sera precedente, e mentre faceva pipì e apriva l’acqua calda per farsi una doccia ripensò a quello che era successo scoprendo di non ricordare poi molto.

Si ricordava di Kirk sul divano con lui e Ethan ma non di che avevano parlato, aveva un vago miraggio di Flint e Jeff a terra a pomiciare e poi un buco di almeno un’ora, prima dei fuochi d’artificio.

Del braccio di Blaine attorno alle sue spalle.

Della sua mano grande e calda a scaldare la sua….

Arrossì immediatamente, mentre tornava in stanza furtivo a prendere un cambio per poi richiudersi a chiave in bagno.

Si spogliò velocemente entrando nella vasca piena di acqua calda e si rilassò, chiudendo gli occhi.

Decisamente, sbronza a parte, era stato un bel capodanno e un ottimo inizio 2011.

Ora doveva solo rilassarsi e cercare di capire se aveva detto o fatto qualcosa di compromettente.

Quando si ritrovarono tutti (ovviamente c’erano state delle vittime) Blaine gli sorrise chiedendogli come si sentisse, così sollevato si convinse che non era successo nulla.

Peccato che Anderson, nonostante la nonchalance, la pensasse diversamente.

Gli aveva preso la mano, guardandolo con quegli occhi offuscati non solo dall’alcool ma anche da qualcosa che…

No.

Non doveva pensarci.

Si autoimpose di non pensarci mentre un Thad assurdamente attivo per aver fatto il bagno nella neve e essersi sbronzato e vomitato non una, non due, bensì tre volte, proponeva di andare a pattinare.

Non tutti accettarono; Trent per esempio stava ancora a letto, più morto che vivo e Flint per quanta voglia ne avesse decise di rimanere un po’ solo con Jeff, in camera, a ‘curargli il mal di testa’, o come diceva Thad, ad appurare quanto davvero profonda fosse la sua gola.

Inutile dire che si beccò un cazzotto.

Wes e la sua ragazza preferirono evitare mentre Allison girava alla larga da tutti. forse le avevano raccontato che aveva chiamato Wes ‘paparino’ tutta la sera infilandogli chilometri di lingua nella trachea.

Alla fine erano in pochi quelli che erano ben felici di pattinare….

“Tu non eri ubriaco?! Cioè io si e tu no?!” Kurt si tolse gli stivali, prendendo i pattini e iniziando ad infilarsi mentre guardava sconvolto Nick che rise.

“No, io ho aiutato i caduti di guerra”

David gli battè una mano sulla spalla “Devo ammettere che hai stupito tutti…

“Sei un idiota!” esordì Thad mentre finiva di allacciarsi un pattino “Insomma… sei ubriaco tutti i giorni dell’anno….. e a Capodanno passi!? Ma sei scemo o mangi i sassi?”

Duvall lo guardò male “Io almeno non morirò di cirrosi epatica! Tu sei un caso perso!”

“Ma cazzo era Capodanno! Anche Hummel era marcio e annusava il collo di Blaine davanti al camino!”

Kurt sgranò gli occhi osservando Thad mentre Anderson alzava gli occhi al cielo dicendo “Ma era proprio obbligatorio dirglielo?”

Harwood rise “Non hai visto il video e le foto di David?” domandò poi rivolto ad Hummel.

“No! E non voglio vederle!”

“Io si!” intervenne Cam, prendendo al volo l’iphone di David per poi sgranare gli occhi.

“Non vuoi vedermi nudo?”ammiccò Thad passandogli un braccio attorno alle spalle “Sono sexy sai?” continuò come se non lo turbasse il pensiero che qualcuno potesse vederlo nudo.

Non gliene fregava nulla.

Kurt arrossì spingendolo via, prima di alzarsi e incamminarsi verso la pista borbottando a bassa voce e lasciando l’altro a scompisciarsi.

Blaine guardò incerto la pista “Non ho mai pattinato in vita mia” disse sottovoce a Las, che lo guardò sorpreso “So che farò delle cadute oscenamente imbarazzanti”

“Nessuno nasce imparato, amico” gli disse Nicholas sorridendo e entrando con eleganza sulla pista lasciando Blaine ancora più abbattuto. Kurt lo raggiunse, esibendosi anche in una piccola piroetta, e appoggiandosi al parapetto.

“Non entri?” gli chiese sorridendo.

“Mi prendi in giro se ti dico che con questi cosi non so andare da nessuna parte?” gli rispose, indicando i pattini che aveva ai piedi.

Kurt alzò le spalle “E…. allora? Io non sapevo andare sullo snow e tu hai provato ad insegnarmi…. Ora lascia che io aiuti te”

Anderson annuì, facendosi il segno della croce in modo molto drammatico prima di provare ad entrare in pista.

Si aggrappò subito al parapetto per non cadere “Ma si scivola!”

“Wow! Non lo avrei mai detto!” gli disse Thad entrando con David e pattinando con molta meno eleganza degli altri “Blaine dici che si scivola sul ghiaccio?” chiese poi, falsamente stupito e beccandosi un bel vaffanculo “Sei scontrosetto…. Iniziato male l’anno? Non sembrava vai?” lo prese in giro Harwood facendo anche l’occhiolino a Kurt, prima di venire portato via a forza da David prima di beccarsi un calcio.

Mentre Blaine lo fulminava Kurt spostava lo sguardo imbarazzato, incontrando quello chiaro di Kirk dietro al parapetto “Tu non pattini?”

“No” rispose il biondone facendo spallucce “Non voglio levarmi le Prada e lasciarle incustodite e poi…. Sono qui solo per guardare voi cadere.”

Blaine lo guardò alzando un sopracciglio mentre Kurt analizzava con cura gli stivaletti bassi che indossava il biondone, di un beige molto tenue da cui usciva del pelo bianco.

“Molto gaia come cosa” concluse Blaine “Sicuro di non voler passare dalla nostra parrocchia per un saluto?”

“No guarda Anderson, sto bene da questa parte del fiume…. Ora datti da fare e cadi con dignità”

Kurt rise, appoggiando le mani sui polsi di Blaine “Perché non mi dai le mani e ti fai trascinare? Così magari capisci come muoverti….”

“Ecco vai, dagli le mani e lasciti trascinare!”

“Taci Thad!” Kurt sospirò portando indietro un ciuffo ribelle prima di staccarsi appena e allungare le mani verso BlaineFidati…

Il solista lo guardò un istante negli occhi prima di staccarsi dal parapetto, dove Kirk osservava la scena come se fosse al cinema davanti ad una scena particolarmente avvicente, e prese le mani di Kurt.

Hummel sorrise, tirandolo un po’ più verso di se “Ecco vedi? È facile…. Tieni le gambe più rilassate o cadi…” gli disse  trascinandolo verso il centro della pista.

Blaine si iniziò ad agitare “No dai, rimaniamo ai margini almeno per i primi giri?”

“Ma così non impari!”

“No Kurt! Aspetta!” si mosse scattoso, barcollando ed aggrappandosi a Kurt sperando di non cadere.

Ma tutto quello che ottenne fu finire su di lui.

Appoggiò le mani guantate al ghiaccio sollevandosi appena “S-scusa, sono un disastro” i loro nasi si sfiorarono per un istante mentre i loro occhi rimanevano calamitati.

Durò qualche secondo, poi si riscossero un po’ imbarazzati.

Kurt lo guardò ridacchiando “Non preoccuparti solo…. Non avevo mai battuto il sedere prima. Grazie eh”

“Vedi?” Thad si fermò accanto a loro, aiutando Blaine ad alzarsi dal corpo dell’altro “TI ha rotto il culo…. In un modo differente da quello che credevo ma il risultato è lo stesso!”

“ADESSO BASTA!” Blaine si sporse per prendere Thad che, velocemente, schizzò dall’altra parte della pista. Il solista appoggiò le mani sul ghiaccio per non cadere e poi raddrizzandosi e iniziare ad arrancare da prima malamente e poi sempre più veloce e diritto verso Thad per prenderlo e fargli male.

David nel frattempo aiutò Kurt che rise di gusto “Blaine stai pattinando!” gli urlò, ma quello non lo sentì nemmeno, troppo impegnato a spingere Thad rischiando di ucciderlo.

“Ti sei fatto male?” gli chiese il ragazzo di colore, aiutandolo a tagliersi il giacchio dalla giacca.

Kurt scosse il capo, divertito.

“No, tutto a posto….” Tornò a rivolgere gli occhi a Blaine mentre Thompson lo guardava intenerito.

Forse il Capodanno non era stato perfetto, ma quello e il primo giorno di quel nuovo anno accesero ancora di più la speranza in Kurt che quello sarebbe stato davvero un anno speciale….

 

Continua…

 

 

 

NdA:

 

Ok lo so….

Sono tutte cazzate xD Non c’è un solo momento serio, eccetto uno che non è nemmeno mio ma un piccolo plagio riadattato per amore di Tim Burton, ovvero:

La mia idea del duetto di piano tra Blaine e Kurt è qualcosa di molto simile a quello presente nel capolavoro di Tim Burton, La Sposa Cadavere, tra Emily e Victor.

Per chi non lo conoscesse:

Corpse Bride - Piano Duet  

Ci vedo molto Blaine a fare il figo per farsi perdonare.

Ps: suono il piano da anni e per questo avvolte tendo ad esser un po’ ‘tecnica’. Spero che la scena sia scorrevole e non noiosa!

 

Ora un po’ di numeri e di grazie…

Grazie mille a:

v Alle 18 persone che hanno commentato (e a cui mi piace sempre rispondere ** davvero grazie!)

v Alle 34 persone che hanno inserito la storia tra le preferite.

v Alle 6 che hanno messo la storia nelle ricordate

v Alle 50 che mi hanno aggiunta ai preferiti **

v Alle ragazze (E IL CARO HELTEN xD) del GDR  con cui passerei la vita, siete la mia fonte di ispirazione maggiore, soprattutto la mia Gin/Blaine.

v A Greta (BFF per dirla alla Bimbominkiese) mi legge sempre la storia in anteprima, betandola senza saperlo xD

 

Ci terrei molto ad avere un parere, anche piccolo :D

 

Basta ammorbarvi con le mie note dell’autrice, vi lascio al vostro sabato sera!

Un bacione e a presto!

Jessy.

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 13
*** #12 Thaddy Daddy makes plans too. ***


bananissima

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

#12 Thaddy Daddy makes plans too.

 

Da Capodanno Kurt ebbe poco tempo per pensare a Blaine.

Non si era illuso di quello che era successo fra loro per il semplice fatto che non era successo proprio niente.

Da quel che si ricordava, aveva visto nelle foto e i video di David e che gli avevano raccontato gli altri, Blaine non aveva fatto nulla per assecondare quelle vaghe avance che Kurt gli aveva fatto.

“Eri marcio” gli aveva spiegato Thad, in un momento in cui se ne stavano in camera a guardare la prima nevicata dell’anno nuovo sulla Dalton, mentre ripuliva la gabbietta di Pavarotti “non poteva mica farti stendere sul divano e farti provare cosa si sente ad avere tanti piccoli Gremlins che ti corrono sulla faccia! Non sarebbe stato decoroso!”

Kurt si ritrovò a sorridergli, e Thad gli rispose alzando appena gli occhi dal libro per poi rituffarsi a capofitto in Lettere Moderne. Osservando l’amico dell’ultimo anno oberato di lavoro non si sentiva però da meno…

Altro motivo per il quale non aveva perso molto tempo a pensare a Blaine: la chiusura del primo quadrimestre si avvicinava e lui doveva sopportare la mole di studio che la Dalton scaricava sui poveri studenti.

Non era facile, ma ci stava lavorando...

Non ci furono feste (o altri motivi per far baldoria) per un po’ a causa della quantità esorbitante di studio collettiva. Questo ,almeno fino al cinque di febbraio, ovvero il compleanno di Blaine.

Nonostante le lamentele di Nick che sosteneva che diciassette anni andavano festeggiati alla grande, Blaine chiese come regalo di non mettere mano all’alcool almeno per una volta.

Thad e Nick avevano giusto atteso che –a metà serata- l’effetto dei sonniferi che avevano messo nella cocacola del festeggiato facessero effetto per metter mano alla cantina dei vini pregiati che la Dalton custodiva da secoli, rischiando l’espulsione e ripagando a peso d’oro ogni singola bottiglia (sette) che si erano scolati da soli.

Blaine non si era accorto di essere stato drogato e i due ragazzi si erano ben guardati dal dirlo in giro. Non sarebbe stato molto soddisfatto della cosa. Sembrava invece soddisfatto della sua amicizia con Kurt, col quale perdeva interi pomeriggi a studiare mentre l’altro lo guardava con la coda dell’occhio, continuando ad alternare sempre le stesse due domande: Perché non mi fa capire cosa prova per me? Perché si mette così tanto gel?

Attendeva con così tanta speranza il giorno in cui Blaine si sarebbe avvicinato a lui che quando accadde quasi rischiò il collasso.

Non gli aveva solo detto che San Valentino era la sua feste preferita (facendo sciogliere Hummel che, anche se la odiava, adorava i ragazzi romantici) ma gli aveva anche fatto capire che aveva intenzione di dedicare una canzone ad un ragazzo di cui si era infatuato e che Kurt dava per scontato essere proprio lui.

Insomma, chi altro poteva essere il ragazzo che conosceva da poco e con cui si stava inoltrando in un rapporto più profondo?

Si erano tenuti per mano tante di quelle volte da essere presi in giro da Thad, che li definiva due bambini dell’asilo in gita.

Cantavano duetti flirtosi o si trovavano nella stanza del moro, che suonava la chitarra per farlo cantare per ore fino a che Nick non iniziava a lanciare scarpate alla parete per farli tacere

Passavano insieme tutto il giorno e, avvolte, anche i weekend.

Era senza dubbio lui, ne era convinto.

Kurt sospirò sognante al pensiero che Blaine gli avrebbe cantato una canzone (decisamente troppo convinto ed ottimista, il ragazzo) mentre con un pennarello rosso scriveva nella prima pagina della sua agenda i loro due nomi dentro ad un grande cuore.

Stava per tracciarlo quando Flint si sedette sul bracciolo della poltrona sulla quale era seduto, facendolo sobbalzare e facendogli chiudere con uno scatto tutto.

Il risolino del morettino gli fece capire che doveva aver letto “Sei davvero romantico Kurt, ma dovresti alzarti e infilargli la lingua in gola piuttosto che perdere tempo a scarabocchiare il diario come una ragazzina da poco sviluppata…”

Kurt lo guardò male “Stando con te perdo tutta la mia innocenza. Ti preferivo quando ancora non ci conoscevamo bene e ti prendevi meno libertà…”

Wilson rise, appoggiandogli una mano alla spalla, in un gesto fraterno “Stavo scherzando, non ti agitare!” sorrise “Mi cercavi, comunque?”

Kurt prese un respiro prima di guardare Flint con un sorrisone “Credo che Blaine possa essere interessato a me…”

L’altro alzò un sopracciglio “Eh…. l’hai capito ora perché….?”

“Ha detto che intende cantare una canzone al ragazzo di cui si sta innamorando!”

Flint lo guardò in silenzio un istante “E credi di essere tu?”

Kurt lo guardò ferito “E chi altri dovrebbe essere, scusa?”

Per un istante Wilson si ricordò di quel ragazzo biondo e ricciolino con cui Blaine si vedeva qualche mese prima ma, non avendo avuto più sue notizie, preferì lasciar stare.

Infondo era possibilissimo che, finalmente, il solista dei Warblers avesse deciso di smetterla di cazzeggiare per dichiararsi ad Hummel.

“Sono felice per te” sorrise il morettino “Spero di assistere all’esibizione”

Jeff entrò dal portone principale, avvicinandosi ai ragazzi con il cellulare in mano, abbracciando poi le spalle di Flint “Che fate?”

“Parliamo di Blaine e Kurt” rispose il suo ragazzo, guardandolo con gli occhi innamorati prima di ridacchiare all’espressione omicida di Hummel “Non mi hai detto che non potevo dirlo eh…”

“Mi sembri Cam” sbuffò quello, sistemandosi meglio sulla poltrona mentre il biondo sorrideva

“Siete una coppia ora?”

“No ma presto lo saranno, da quel che ho capito Blaine si è pseudo dichiarato e finirà l’opera con una canzone…”

“Flint!”

“Ok ok mi tappo la bocca” Wilson si voltò divertito ma felice verso il suo ragazzo, che si  era già staccato da lui con nonchalance. Un conto era ostentare la loro relazione in una baita di montagna insieme a quelli che, alla fine, potevano benissimo venir giudicati i suoi migliori amici…. Un altro era dover amoreggiare davanti all’intera Dalton e per entrambi, specialmente Jeff, era decisamente troppo presto.

Jeff lo guardò con le mani in tasca, rispondendo al sorriso “A cosa stai pensando?”

“Al fatto che sei sexy in divisa” rispose con naturalezza il morettino, mettendo in imbarazzo non solo il biondo, ma anche Kurt “…. E pensavo di chiederti se hai finito di tradirmi telefonicamente.”

Hummel li guardò ridere senza capire, domandandosi se fossero o meno scemi, ma poi il biondino lo aggiornò “Ho un amico a Lima che si è scoperto omosessuale, come me, da poco” gli disse a bassa voce “E ci sentiamo spesso per raccontarci come vanno le cose…. Peccato che non so nemmeno che faccia abbia! So solo che si chiama Da…”

“Si ma io sono geloso” gli disse Flint, fingendo solamente di esserlo “se a parli con un altro invece di pianificare con me San Valentino! Mancano pochi giorni!”

Jeff rise, avvicinandosi “Andiamo di sopra da me? Così ti faccio vedere con chi passerò e come San Valentino e…”

“Ragazzi, non davanti a me vi prego” Kurt si coprì il viso con l’agendina, anche se le orecchie rosse erano dannatamente evidenti.

Flint e Jeff gli sorrisero prima di salutarlo e avviarsi a passo sostenuto (dannatamente sostenuto) verso la stanza del biondo, pronti a cacciare via Nick per avere un po’ di intimità.

A Kurt non rimase altro da fare se non riprendere in mano l’agenda e finire quel maledetto cuore.

Suonavano così bene i loro nomi insieme o si stava solo auto celebrando? Kurt e Blaine… Blaine e Kurt….

Sì, suonavano decisamente bene. Il suo nome era forse eccessivamente duro e virile per un carattere come quello che si ritrovava ma accanto a quello del giovane Anderson si ammorbidiva, accostato l’eleganza e la sinuosità del nome dell’altro.

Era totalmente immerso nei suoi pensieri quando fu costretto a nascondere di nuovo l’agenda, stavolta dall’arrivo di Blaine in persona.

“Hei! Cosa stai facendo?”

“Niente!” Cercò di essere convincente, con tanto di sorrisetto di circostanza di chi è appena stato beccato a rubare in una chiesa “Stavo solo sognando ad occhi aperti…. Pensando a come vestirmi nel weekend…”

Blaine sorrise, sembrava teso “Bene allora, andiamo. Queste non devi perdertela…” fece una pausa sospirando, come se si fosse fatto la strada tutta quanta di corsa “Ho richiesto un incontro di emergenza del Consiglio…”

“Oh, sembra una cosa seria” gli disse Kurt, afferrando la tracolla mentre si alzava e reggendo ben stretta l’agenda.

“Speriamo di no” fu la risposta del solista mentre lo affiancava per andare verso la saletta delle prove, con le mani appoggiate alla spalle di Kurt “Ho solo bisogno di chiedergli un piccolissimo favore….”

Entrarono nella saletta e subito Kurt andò a sedersi sul divano, accanto a Kirk e Trent che non sembravano poi così interessati.

“Blaine indice un consiglio d’emergenza una volta ogni tre o quattro giorni quando si avvicinano le Regionali” gli confidò Nick, appoggiandosi con le braccia al divano mentre e sporgendosi verso di lui.

“Normale amministrazione” rispose alzando le spalle Jeff, seduto sul divano davanti a loro. Flint andò invece a sedersi infondo alla stanza, non sembrava molto felice e Kurt pensò che, forse, doveva essere perché erano stati interrotti da questa riunione eccezionale mentre si stavano… ehm… godendo San Valentino.

Thad, Wes e David entrarono sedendosi al loro posto, poi il ragazzo asiatico afferrò il dannato martelletto, iniziando a picchiarlo a più non posso come al solito, per richiamare la loro attenzione nonostante tutti lo stessero già fissando “Questo incontro d’emergenza è richiamato all’ordine” Kirk  sbuffò, guardando Kurt di sottecchi ma questo non lo notò.  Lanciò poi un’occhiata ad Ethan e un mezzo sorrisetto gli increspò le labbra “Membro Junior Blaine Anderson, a te la parola” proseguì formale Wes, sorridendo appena al solista che si alzò in piedi guardando i suoi compagni.

Kurt applaudì ma, appena si accorse di essere il solo, smise all’istante.

Ethan incrociò un attimo il suo sguardo prima che lo abbassasse imbarazzato e si chiese per quale motivo quel ragazzo non riusciva assolutamente ad integrarsi fra loro.

“Stimato consiglio, sarò breve” proruppe Blaine mentre tutta l’austerità di cui si circondavano i Warblers durante le assemblee dilagava per la stanza.

Aveva poco senso fare i seri solo per mettere a verbale una condotta impeccabile se poi si rubava il vino pregiato dalle cantine, ma passiamo oltre… “Detto semplicemente…” Blaine passò gli occhi sui compagni “Sono innamorato…”

Lo disse guardando negli occhi di Kurt che, per un istante, si sentì mancare.

Si sparsero delle esclamazioni contente per la sala, mentre Nick ridacchiava sporgendosi in avanti e sussurrando a Kurt qualcosa che però non fu colto.

“Congratulazioni” gli disse Wes a denti stretti, come se si aspettasse già qualcosa di drammatico.

Scambiò uno sguardo con Thad che, lentamente, sospirò tornando a fissare Blaine.

“Non sono molto bravo a parlare dei miei sentimenti, sono molto più bravo a cantarli…. Ma mi serve un piccolo aiuto…” Kurt si drizzò più ritto a sedere mentre sentiva parlare Blaine. Voleva quindi fargli fare una serenata da tutti quanti? Non era un po’…. eccessivo? Oh ma cosa gli importava! Blaine stava per cantargli una canzone! “Ecco perché sto chiedendo l’appoggio dei Warblers per cantare una serenata a questa persona…” Kurt si trattenne a stento da lanciare un urletto “…. Fuori dal campus.”

Un mormorio concitato si sparse per la stanza mentre Wes ci dava giù pesante di martelletto, scuotendo sconsolato il capo. Se fosse stato sicuro che quella serenata fosse stata per Kurt avrebbe accettato di farla anche sul tetto della chiesa ma sapeva, conoscendo Blaine, che non poteva essere così semplice.

“Cosa?”

“Fuori dal Campus?”

“Ma è impazzito?”

Flint si guardò attorno prima di calamitare i suoi occhi a quelli cangianti del suo ragazzo che,nonostante fosse lontano da lui, afferrò al volo il suo sguardo non capendo perché negli occhi grandi del morettino ci fosse tanta angoscia.

Semplicemente perché non ci voleva molto a capire che non era più per Kurt la serenata….

Non l’era mai stata.

“Lo so che è un tantino…. Inusuale” provò a dire Blaine, sperando di riuscire nel suo intento.

Peccato che Wes lo interruppe cercando di aggrapparsi a qualche cavillo tecnico “I Warblers non si esibiscono in modo informale sin dal lontano 1927, quando lo Spirit of Saint Louis attraversò la pista d’atterraggio falciando sette Warbler, durante un’ambientazione estemporanea di ‘Welcome to Ohio, Lucky Lindy’” concluse poi, drammatico.

“Perché dovremmo anche solo prendere in considerazione la tua proposta?” chiese irritato David, guardandolo come se nemmeno lo riconoscesse tanto gli sembrava idiota.

Thad si passò una mano sugli occhi, schiarendosi la voce.

“Credo sinceramente che la nostra reticenza ad esibirci in pubblico ci sia quasi costata le Regionali” Kirk scosse il capo, guardando Ethan come per segnare che Blaine era un totale deficiente. Più o meno tutti lo pensavano. Jeff intanto doveva ancora arrivare al fulcro di tutto “Stiamo diventando piccolo uccellini fatti di porcellana di lusso, appoggiati su una mensola dorata.”

Ok, quello era troppo per i nervi di tutti.

Wes alzò le mani rassegnato, chiedendo al buon Dio perché doveva sopportare tutto ciò.

“Ma chi ti credi di essere?” domandò David lanciando la penna “Stai per caso impazzendo, Blaine?”

“Perché dobbiamo dare gli assoli a una persona che pensa questo di noi?” intervenne Kirk.

“Portate della grappa, dobbiamo assolutamente farlo rinsavire” mormorò Nick.

Jeff ancora non aveva capito.

“Coglione…” mormorò sottovoce Trent, seriamente offeso.

“Ci sta prendendo in giro, ‘signore’!” brontolò Thad mentre Blaine lo guardava stranito.

Perché gli dava del lei?

Cameron intanto non si perdeva una battuta, parlando sottovoce con Richard che invece sembrava stravolto dalla piega che l’assemblea stava prendendo. Non aveva mai visto Blaine così, nessuno lo aveva mai visto così combattivo.

“Thad! David!” Wes riprese a martellare a tutto spiano prima di puntarlo con fare minaccioso verso gli altri, scandendo le parole “Io avrò ordine!”

“Per favore, posso dire una cosa?”

La mano di Kurt scattò in alto e Wes gli diede il permesso di parlare con un cenno del capo.

Thad sospirò scambiando un’occhiata con l’asiatico e, per sbaglio, incontrando anche i fanali chiari di Wilson.

Ma avevano capito tutti tranne Hummel?! ….E Sterling, ovviamente.

“Con tutto il rispetto, credo che Blaine abbia ragione” disse Kurt una volta che si fu alzato in piedi.

“Che scemo” sussurrò Harwood nell’orecchio di Wes “stanno bene insieme: due tardi” guardò poi scoraggiato il compagno di stanza, conscio che poi avrebbe dovuto consolarlo.

Blaine guardò Kurt sollevato che qualcuno lo appoggiasse “Gli Warblers sono così legati all’immagine e alla tradizione che a volte credo che perdano l’occasione di affrontare situazioni che non ci pongano del tutto a nostro agio…”

Thad prese a fissarlo chiedendosi se poteva una persona muovergli così tanta pena in così poco tempo. Si stava battendo per consentire al suo amato di cantare per un altro.

“Quando ero nelle New Directions” continuò, imperterrito “ci esibivamo davanti ad un pubblico ostile praticamente ovunque andassimo e dico, negozi di materassi, centri commerciali…. Una vecchietta mi ha tirato un gatto in uno ospizio” si sparsero delle sporadiche risate per la sala mentre Jeff ridacchiava e David tendeva le labbra in un sorrisetto. Wes guardò di striscio Thad, per nulla contento di tutto ciò “Ma questo ci ha dato fiducia e…. fatto rilassare!”

Wes sospirò, se Kurt voleva quello…. “E dove si terrebbe questa esibizione?”

Kurt si sedette, curioso di sapete dove…

“Al Gap, del centro commerciale di North Hills” dichiarò il solista, lasciando perplesso Hummel “Mi piacerebbe chiamarlo ‘the Warblers Gap Attack’” dichiarò poi facendo ridere tutti quanti, mentre Kirk lanciava degli sguardi prima a Kurt, poi a Blaine e poi per ultimo ad Ethan che per tutto il tempo non aveva ne riso ne si era alterato.

“Perché il Gap?” chiese Kurt, ancora stranito dall’inusuale scelta del luogo.

Blaine gli sorrise raggiante e questa, sicuramente, fu la pugnalata più pesante una volta appreso che… “Il ragazzo che mi piace è vice manager.”

Il sorriso si spense immediatamente sul viso di Kurt mentre sentiva le pareti della Dalton crollargli sulla testa.

Flint si portò una mano al viso mentre Jeff si voltava a guardarlo, illuminandosi all’improvviso.

Thad alzò gli occhi al cielo cercando di attirare l’attenzione di Kurt che, però, fissava come una statua di cera dagli occhi vitrei la figura di Blaine. Non si accorse nemmeno che Wes aveva ripreso a martellare…

“Quanti sono a favore?” domandò il ragazzo asiatico con già la mano alzata.

Ormai non poteva non appoggiare l’amico e così anche David. La mano di Jeff scattò in aria mentre, a pochi metri di distanza Flint lo inceneriva con lo sguardo. Ethan rimase a braccia incrociate e nemmeno Thad appoggiò la mozione.

“Siamo d’accordo allora proviamo questa maledetta canzone ma prima…. Hummel seguimi…” Harwood fece il giro della scrivania uscendo velocemente con Kurt prima di vederlo avere una crisi isterica e premurandosi di urtare ‘accidentalmente’ la spalla di Blaine mentre usciva. Tutti si alzarono iniziando a chiedere del pezzo scelto da Blaine mentre Kurt seguiva mesto il capo consiglio.

Kirk si alzò, andando verso Ethan “Questa non ci voleva….” Sussurrò “ci manda a monte tutto il piano…”

L’altro non rispose, ricordando velocemente la conversazione avuta quella mattina con Blaine, quando l’avevano convinto a fare la serenata al suo Valentino, dicendogli che l’avevano visto innamorato….

Peccato che loro credevano fosse innamorato di Kurt, non di certo di un altro!

“Come facciamo a spezzargli il cuore se non possiamo usare Hummel?” domandò il biondo bisbigliando.

Moore però ne aveva piene le tasche “Non lo so come farai, a me non importa più.”

Il biondone lo guardò stranito “E…. perché scusa?”

“Perché non intendo aiutarti a fare del male a delle persone in questo modo infame” Ethan abbassò gli occhi sulle sue scarpe “Sai che ti dico, Jimmy? Sei insopportabile.”

Detto ciò gli voltò le spalle, sparendo tra gli altri, già carichi per l’imminente esibizione, lasciando l’amico in piedi accanto al camino.

 

 

“Spero che vada da schifo!”

Jeff spostò gli occhi su Flint, seduto su una panchina con le mani in tasca e il viso affondato nella sciarpa di lana blu scuro che indossava. Erano passati qualche giorni, e anche San Valentino era arrivato. Faceva ancora freddo, forse sarebbe tornata presto la neve e a causa di questi pensieri meteorologici e della sciarpa non aveva capito quello che il ragazzo gli aveva detto.

“Cosa fa schifo?” domandò prendendo a posto accanto a lui con le mani in tasca.

Flint alzò il volto, scandendo bene “Spero che a Blaine vada da schifo…. Quindi, impegnati poco” il biondo sospirò e per giusta misura gli arrivò uno scappellotto che lo fece rimanere male “E poi che fai?! Hai votato per questa pagliacciata?! Ma sei pazzo?!”

Jeff si massaggiò il capo guardando con un labbro in fuori il suo ragazzo “Avevo Blaine praticamente accanto! Se non gli appoggiavo la mozione ci sarebbe rimasto male!”

“E chi se ne frega?!”

Jeff abbassò di poco la sciarpa del morettino lasciandogli un bacio sul collo e facendolo rabbrividire (probabilmente per il freddo) prima di appoggiarsi alla sua spalla. Gli altri li raggiunsero velocemente e gli ultimi ad arrivare furono Kurt e Blaine.

“Il tanfo della colonia di Blaine è assurdo” disse Jeff mentre Flint storceva il naso, provato “Sta appestando l’aria comune”

“Ok, entriamo e ci disponiamo come secondo prove” disse Wes autoritario prima di rivolgersi a Thad “ancora non ho capito come hai avuto le planimetrie del Gap, ma sono state davvero utili….”

Harwood incrociò le braccia, guardandolo amareggiato “Di certo non l’ho fatto con piacere” lo bruciò velocemente, prima di portare un braccio attorno alle spalle di Kurt e portalo dentro. Blaine li seguì, torturandosi le mani nervoso mentre Duvall si accostava al compagno di stanza.

“Ma perché stiamo facendo tutto questo?” chiese togliendosi i guanti e guardando anche Flint “Insomma dopo capodanno…. Ero abbastanza sicuro che Blaine fosse preso di Kurt”

“Oh ma lo è” gli rispose saccente Wilson.

“Allora perché siamo qui?”

Flint prese la porta che Las gli stava gentilmente tenendo aperta e poi si voltò appena verso Nick, lasciando la mano di Jeff “Perché è un idiota”

Guardò ovvio i due ragazzi, prima di entrare e aprirsi il cappotto.

“Nick?”

“Si, Jeff?”

“Perché Blaine è così scemo?”

“Perché è innamorato e l’amore rende idioti…”

“Ma lui…. ha sbagliato persona a cui fare la serenata…. Non dovremmo dirglielo?”

“Sarebbe come parlare al muro…”

“O con Thad quando è fumato?”

“Esatto Jeffy, vedo che hai afferrato…”

 

So does she want me
to buy her things
On my house on my job
On my loot shoes my shirt
My crew my mind
my father's last name
When I get you alone
When I get you you'll know baby
When I get you alone
When I get you alone now
Come on…

 

Come è andata a finire poi….

Lo sanno tutti.

Era abbastanza prevedibile, durante l’intera esibizione, arrivare alle conclusioni visto che ‘capelli di fata’, come era stato soprannominato DA TUTTI, non aveva fatto altro che scappare da Blaine.

In un certo senso la pena che tutti provavano nei suoi confronti aveva impedito ai ragazzi di infierire pesantemente sulla pessima figura fatta dal ragazzo che, tra l’altro, sembrava non essersi accorto di avere un filino (ma proprio poco) esagerato.

“Vi aspettiamo in caffetteria, pronti a consolarlo” aveva detto in un orecchio Wes a Kurt mentre il giovane si sedeva accanto a Blaine attendendo l’arrivo dell’amato.

Kurt non sapere se avere paura di essere contento: aveva paura che Blaine si beccasse un pugno ma in cuor suo aveva capito che tutto ciò non aveva funzionato.

E di fatti, un Jeremahia amareggiato aveva largamente spiegato a Blaine che aveva fatto una ‘boiata’, come direbbe Harwood, e che non solo non aveva la minima intenzione di mettersi con lui ma anche che aveva disprezzato l’esibizione, arrivando addirittura a definire Blaine un ragazzino visto che aveva tirato anche in ballo la sua età.

Il moro era rimasto immobile a boccheggiare per circa dieci minuti dopo che l’altro si fu allontanato con un sorrisetto da presa in giro che Kurt notò. Se fosse stato un po’ più piazzato, tipo Puck, sarebbe arrivato a pestarlo per come aveva trattato Blaine, ma era meglio evitare…

Kurt non riusciva nemmeno ad esserne contento visto che, a conti fatti, le delusioni d’amore bruciano ed essere rifiutati rende le persone troppo vulnerabili….

Lo sapeva bene, la scottatura per Finn (che ormai lo faceva giusto ridere) ci aveva messo tanto per guarire del tutto. Fino a che non era diventato praticamente suo fratello e ora, al pensiero di un possibile ‘incesto’, rischiava di vomitare.

Dopo quei fatidici dieci minuti si alzò con grazia, avvicinandosi a Blaine e intrecciando le dita alle sue, stringendogli la mano e conducendolo, senza scambiare sguardi o altro, alla macchina.

Appoggiò il capo alla sua spalla durante il tragitto, sentendo la presa di Blaine farsi più salda e non riuscendo così a trattenere un sorrisetto.

Avrebbe voluto  gridargli che non aveva bisogno di quel tizio dai capelli a nuvola per stare bene, che lui lo avrebbe reso felice arrivando a fare l’assurdo per lui ma…. Pensò che il parcheggio di un centro commerciale non fosse romantico a sufficienza. Così come il Lima Bean.

“…Non hanno niente che non sia ricoperto di stupidi cuoricini? Che schifo.”

Kurt smise di salutare Thad e gli altri al tavolo, tornando a guardare Blaine e la sua -poco -incantevole smorfia.

“Hai decisamente cambiato registro” gli rispose Hummel, incrociando le braccia.

“Non credo di essermi mai messo tanto in ridicolo” proseguì Anderson, in un misto tra l’incredulità assoluta e il disgustato totale “e detto da me significa davvero molto perché mi sono esibito nei parchi a tema!” Si bloccò un istante, sospirando prima di avanzare verso la cassa “…. È solo che…. Non posso credere che fosse tutto solo nella mia testa…”

E in un certo senso era così. Credeva di piacere davvero a Jeremahia o, almeno, l’altro gli aveva fatto intendere questo.

A Kurt scappò un sorrisetto a quest’ultima affermazione di Blaine e, riaffiancandosi a lui, disse “Ok posso chiederti una cosa? Visto che siamo sempre stati totalmente onesti uno con l’altro…” Blaine lo guardò negli occhi e Kurt si sentì legittimato a continuare a parlare. Sapeva che in un modo o nell’altro si sarebbe pentito di quella confessione che stava per fare ma ormai non ce la faceva più a tenerlo per se…. “Io e te… Usciamo spesso. Cantiamo duetti flirtosi insieme. Sai come prendo il caffè…. Dovevo pensare che tutto questo non significasse nulla?”

Blaine lo guardò per un istante senza capire. O meglio, capì perfettamente ma, nella sua testa, non poteva essere così “Cosa vuoi dire?”

“Pensavo che il ragazzo a cui volevi chiedere di uscire a San Valentino…” Kurt, che teneva gli occhi abbassati, li alzò di colpo “… fossi io”

Distolse lo sguardo da quello dell’altro non appena notò che Blaine sembrava decisamente troppo sorpreso. E lui si sentiva troppo stupido per quello che aveva detto.

Il problema di base non era il fatto che Blaine non si aspettasse quelle parole ma che, in cuor suo, sapeva benissimo che Kurt si sarebbe posto quelle domande. Solo non credeva che gliene avrebbe mai parlato.

“Wow” sussurrò lievemente scosso “Sono davvero uno sciocco….” Proseguì, parlando più a se stesso che a Kurt, ma facendolo ad alta voce per evitare che una patina di silenzio imbarazzante portasse Hummel a chiudersi. Decise, per la prima volta, di dire a Kurt quello che davvero pensava, ma solo in parte senza esporsi troppo “Guarda, Kurt. Io non so cosa sto facendo…. Pretendo di saperlo…” Lo guardò sinceramente, cercando di non far trasparire troppo il rammarico che quella rinuncia gli portava “E so come esprimerlo quando canto ma…. La verità è che….” Fece un’ulteriore pausa, notando che il ragazzo pendeva dalle sue labbra “Non sono mai stato il ragazzo di nessuno…”

“Nemmeno io…” sussurrò piano Kurt, forzando un sorriso mentre immaginava a dove Blaine volesse arrivare. Ogni discorso che iniziava con un ‘Guarda Kurt…’ e blah blah blah non poteva concludersi positivamente.

“Lascia che io sia davvero chiaro riguardo una cosa” gli disse il solista e in un istante gli occhi di Kurt si velarono appena, diventando più umidi. Dettaglio che a Blaine non sfuggì, facendogli avvertire un piccolo tuffo all’altezza del cuore “Io ci tengo davvero a te…. Ma come tu e una ventina di acquirenti mortificati del Gap avete visto…. Non sono molto bravo nella storia d’amore…” Lo guardò negli occhi intensamente, cercando di trasmettergli tutto quel sentimento forte che provava verso di lui “Non voglio rovinare tutto”

“Allora sarà proprio come in ‘Harry ti presento Sally’, ma io voglio fare la parte di Meg Ryan” ironizzò subito Kurt anche se la voglia di spaccarsi la testa prendendo di mira il muro si faceva impellente.

Blaine sorrise, appena un po’ sollevato “Affare fatto” Si scambiarono un’occhiata davvero molto significativa in cui, ad entrambi, arrivarono le esatte emozioni dell’altro. Insicurezza e rimorso da parte di Blaine e tristezza e delusione di Kurt. Si spostarono, arrivarono fino al bancone e lì un dubbio lo assalì “Ma…. Non si mettono insieme alla fine?”

Kurt si limitò a sorridergli pragmatico, rivolgendosi poi alla cassiera “Posso avere un cappuccino scremato e un caffè medio-forte per il mio amico Billy Crystal?” quella annuì.

“Ah sai come prendo il caffè” constatò Blaine con un sorrisetto mentre Kurt annuiva.

Poi una lampo attraversò il viso del giovane Hummel e, dopo aver pagato disse “Sai cosa? Credo di sapere cosa possiamo fare per San Valentino…”

Si sbrigò a prendere i sue caffè mentre Blaine lo guardava in modo inequivocabile.

Si diressero al tavolo dove sedevano Thad, Nick, Wes, Cameron e Ethan, e subito Kurt prese posto tra il suo coinquilino e Montgomery lasciando a Blaine il posto dall’altra parte del tavolo.

Aveva bisogno di non guardarlo per qualche istante dopo aver saputo che non poteva più sperare nella loro ‘storia’ mai iniziata….

Non voleva rovinare tutto ma, rovinare? Era pazzo per caso?!

Kurt era convinto che qualsiasi cosa avessero costruito insieme non sarebbe mai potuta essere sbagliata.

Ma forse era stato un modo elegante per fargli capire che i suoi sentimenti non erano corrisposti…

Si stava perdendo in quel dedalo di seghe mentali e solo un forte odore di bruciato lo riportò alla realtà. Iniziò a cercarne la fonte e rimase stravolto quando si accorse da dove provenisse…

Blaine parlava tranquillo con Cam, ignaro di Thad che stava bruciandogli il blazer con un accendino verde acido, in un atteggiamento di assoluta non chalance.

Lo sguardo del tutto stravolto del semi-soprano attirò l’attenzione anche di Wes che, notando quello che stava succedendo, afferrò la sua bottiglietta d’acqua lanciandola sulla fiamma libera.

“Ma sei impazzito?!” chiese poi, mentre Anderson scattava in piedi accorgendosi finalmente di quello che stava facendo Thad “Gli hai presi li psicofarmaci oggi o li hai dimenticati ancora?”

Tutti passavano gli occhi da Wes a Thad, stravolti, mentre Blaine si spostava sedendosi accanto a Nick “Si certo” rispose Harwood in tutta tranquillità, prima di spiegarsi “Io condanno sempre la stupidità e quindi volevo, uhm, punire Blaine”

“Dandogli fuoco?” domandò stravolto Duvall.

“Un modo come un altro…”

Calò il silenzio, mentre il capo consiglio Harwood continuava a sorseggiare indisturbato il caffè come se tutto ciò fosse normale. Bruciare il proprio solista è normale?

“Posso chiederti almeno per cosa volevi punirmi?” chiese Anderson a quel punto.

Thad fece spallucce “Dalla faccina sconsolata di Kurt ho intuito che tu, stronzo senza cuore, gli hai appena dato picche” rispose leggero, mentre Blaine impallidiva e Kurt riabassava gli occhi “E così hai distrutto anche ogni mia speranza di fare una cosa a tre con voi due”

Cameron spalancò la bocca mentre Wes e Nick ridacchiavano.

Smisero notando l’espressione ambigua di Thad. Non si capiva se scherzasse o meno…

Blaine sbuffò “Tu stai partendo per la tangente, amico”

“Non vuoi provare i miei cinque mentri, Anderson?” chiese ammiccando Harwood.

“Vuoi dire i tuoi cinque centimetri?”

“Quanto ti prendono da dietro li senti bene, questi cinque centimetri”

Blaine sbuffò, mentre Kurt arrossiva immergendo il viso nella tazza di caffè.

“Che volgarità” disse ridendo Nick “dovrei filmarle queste scene…. Passi da ‘Lei ci offende, signore’ a ‘Te lo butto in culo’ nel giro di una giornata! Bravo pazzoide!”

Thad sorrise appena, prima di voltarsi verso Blaine che pareva quasi offeso “Dio Anderson, ma hai il ciclo?”

Quello lo fulminò “E tu sei sempre in gravidanza isterica?!”

“Basta bimbi o dovrò dividervi” intervenne Wes dando uno scappellotto leggero a Thad prima di intavolare l’ennesimo discorso sulle Regionali.

Kurt notò che Ethan sembrava abbattuto, teneva gli occhi bassi sul tavolo e sembrava del tutto estraneo alla conversazione.

Poi però non riuscì ad indagare oltre perché Thad lo chiamò “Allora? Mi accompagni?”

“Dove?”

“A prendere David” gli rispose quello, infilandosi il cappotto “Mi ha scritto ora che non ha la macchina e dobbiamo passarlo a prendere…”

“Prima vorrei proporre una cosa…” disse Kurt “Stasera al Breadstix di Lima si esibiscono liberamente le persone al karaoke alla classica serata dei Cuori solitari…. Potremo cantare una canzone” Guardò speranzoso Wes che annuì lentamente.

“Dopo il Gap possiamo andare ovunque, anche nei servizi igienici del McDonald”

“Solo se facciamo Silly Love Songs” proruppe Thad “La canto da giorni e giorni sotto la doccia e lui può testimoniare” disse indicando poi con un cenno del capo Kurt “Facciamo la doccia insieme….”

Hummel aprì la bocca, scioccato “Ma…. Non è assolutamente vero!”

“Dai ammettilo! Non c’è nulla di male” sottolineò Thad abbracciando le spalle del ragazzo e conducendolo verso la porta.

“Non è vero!” urlò Kurt verso il tavolo dove quasi tutti, e sottolineo quasi, erano scoppiati a ridere.

Eccezione fatta per si sa chi, ovviamente.

Nick scrollò il capo “Vanno avvertiti anche Jeff e Flint…. Si saranno chiusi come solito in camera a fare porcate….” Prese il cellulare scrivendo velocemente un sms.

“E anche tutti gli altri” sottolineò Cam “Manda un sms collettivo”

Wes guardò con la coda dell’occhio Blaine prima di appoggiargli una mano sul braccio “Non ti sei offeso, vero? Thad scherza, lo sai”

Blaine annuì “Penso solo che questa sia la giornata peggiore della mia vita…” abbozzò un sorrisetto “Ma passerà…”

 

“Cosa ne pensi della performance di oggi?”

Kurt voltò il capo verso Thad, che stava guidando con gli occhiali scuri calati sugli occhi nonostante non ci fosse un raggio di sole in cielo, prima di scrollare le scale “Perfetta come sempre. Tu te la tiri troppo mentre canti…. E non volevi nemmeno farlo….”

Thad con assoluta naturalezza prese le sigarette dal cruscotto davanti a Kurt accendendosene una “Ci vuole stile, fratello! Io so muovermi e non posso rovinarmi l’immagine perché non volevo farlo. Nello starsistem bisogna sapersi adeguare…”notò che Hummel lo fissava a bocca aperta così guardò il pacchetto “Oh scusa!” glielo porse “Ne vuoi una?”

“Tu fumi?! Ma sei scemo?! Fa male alla voce....”

Harwood sospirò, stringendo il volante “Che importa? Finirò a fare il notaio….” Kurt notò quella nota triste nella voce dell’amico ma non gli fu concesso di scorprirne il motivo perché quello si riscosse un istante “Ma parlavamo di te…. Ti ha dato il ben servito, vero?”

Kurt abbassò gli occhi “Già….” Disse senza bisogno di aggiungere altro.

Se aveva finto bene davanti a Blaine poteva anche evitare con THad.

Sentì la mano del più grande stringergli appena il ginocchio, come a rassicurarlo, prima di cambiare marcia.

Alzò gli occhi e vide il viso di Thad contratto in una smorfia vagamente crudele, di chi ha avuto un’idea malsana.

“Non temere…. Ho un piano”

 

Continua….

 

 

 

 

NdA:

questo capitolo non finisce più D:

davvero ho scritto troppo, dovrei contenermi se no è un disastro betarlo ecc ecc!

 

passiamo subito alle solite noticine:

·        Prima di tutto grazie a il mio dolce Kirk (??) del GDR dei Warblers che mi ha fatto le prime FanArt** eccole qui per chi volesse vederle:
Thad sbronzo:

http://www.facebook.com/photo.php?fbid=206327442738025&set=a.206327372738032.46212.198217516882351&type=1&ref=nf

Wes vestito da donna/battona stuprata:

http://www.facebook.com/photo.php?fbid=206327442738025&set=a.206327372738032.46212.198217516882351&type=1&ref=nf#!/photo.php?fbid=206327409404695&set=a.206327372738032.46212.198217516882351&type=1&pid=481542&id=198217516882351

PS: iscrivetevi tutti al gruppo, perché se amate i Warblers  è perfetto :D

·        Continuando così, sulla via della pubblicità occulta, ecco un FF che sto scrivendo con la mia migliore amica,  un a Klaine allegra e leggera, molto comica e un po’ (tanto) demenziale:
 The ten times that I've escaped and the only one that I've stepped forward

I commenti sono sempre ben accetti :D

 

Grazie mille a chi legge e soprattutto a chi recensisce. Vi amo follemente per questo :D

Grazie anche alle ragazze (E FLINT) del nostro GDR che mi influenzano in negativo spingendomi a scrivere queste cazzate soprattutto su Thad (le docce con lui le faccio solo io, ovvero Kurt) e sulla nascita di pairing strani che non so se proporre o meno!

PS: per chi volesse unirsi a noi:

GDR Warblers

Ci sono ancora molti posti liberi tra cui David, Cameron….

Il divertimento è assicurato e la pazzia dilaga!

 

 

Al prossimo capitolo!

Un bacione Jessy.

 

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Capitolo 14
*** #13 Friends are forever. ***


bananissima

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

#13 Friends are forever.

 

Le mani di Jeff scivolarono via dalle spalle del morettino andando a depositarsi sul suo fondoschiena, mentre le loro labbra rimanevano calamitate.

Più che un bacio era un succhiarsi le labbra reciprocamente.

Flint andò ad allentargli il nodo della cravatta, così da riuscire ad aprire i primi bottoni della camicia per poter baciare il collo del biondo che si tese, chiudendo gli occhi e trattenendo qualche sospiro troppo lascivo.

Decisamente la situazione stava sfuggendo di mano ma…. Lo pensavano ogni volta che si ritrovavano sul letto di Nick a pomiciare in modo davvero estremo.

Non sapevano nemmeno loro perché si ritrovavano sempre sul letto di Duvall visto che quello di Sterling si trovava ad appena tre metri…. Forse perché era il più vicino alla porta.

Non riuscivano a coprire la distanza sino  al letto del biondo, e non se ne preoccupavano molto.

Jeff sentiva la lingua calda di Flint disegnare dei piccoli cerchi umidi sul suo collo e la cosa lo stava facendo diventare una sorta di budino, eccetto per una parte specifica del suo corpo che faceva di tutto tranne che ammorbidirsi.

Quando le mani del morettino si azzardarono ad alzargli la camicia per poter accarezzargli i fianchi però qualcosa nel suo cervello si mosse, spingendolo a porre una domanda davvero banale “Flint…. Che stai facendo?”

Ovviamente non ottenne alcuna risposta e presto le labbra dell’altro tornarono a coprire le sue per impedire la fuga di ulteriori stronzate.

Jeff stava quasi per lasciarsi andare, deciso a postare le mani, che erano ancora intente a palpare il fondoschiena del suo ragazzo, per tutto il resto del corpo del morettino quando il suo cellulare prese a squillare.

Fece per alzarsi ma Flint si appoggiò con tutto il peso su di lui, guardandolo lievemente male “Non vorrai rispondere, vero?”

“Non mi stanno chiamando, è un sms” rispose Jeff tentando di alzarsi ma l’altro lo trattenne ancora.

“Altro buon motivo per non rispondere!”

“Ma potrebbe essere importante!”

Si alzò andando verso la scrivania e lasciando l’altro a pancia sotto sul letto, parecchio scocciato “Allora? È urgente?”

“Beh sì” risposte il biondo sempre tenendogli le spalle “Nick dice che stasera cantiamo al BreadStix di Lima…” si voltò a guardarlo, ancora indeciso se esserne felice o piangere e aggrapparsi a qualcosa per non andarci.

Flint affondò il viso nel cuscino, gemendo frustrato “Blaine deve dichiararsi a qualche cameriere dall’assurda capigliatura?”

Nah, qui c’è scritto che è un idea di Kurt…

Il morettino alzò subito gli occhi “Una ritorsione?”

Forse…” Jeff fece qualche passo verso il letto, senza rispondere a Nick “Non mi va…. E poi dovremo spostare la prenotazione al ristorante…

Flint annuì “Della via che ci siamo annulliamola proprio e ceniamo a Lima…

Il biondo si sedette pesante, sospirando un po’ sconsolato “Cheppalle non possiamo vivere in funzione del coro scolastico anche per San Valentino…

Il moro non rispose, limitandosi a mettersi in ginocchio dietro di lui e iniziando a massaggiargli le spalle.

Jeff chiuse gli occhi, piegando appena il collo di lato e lasciando fare al ragazzo, stupendosi di quanto fosse bravo “Wow Flint…. Ma dove hai imparato a farlo?” chiese, con un tono che fece sorridere l’altro.

Sembrava in pace con i sensi.

“Sono tante le cose di me che ancora non sai…” gli sussurrò in un orecchio, facendolo rabbrividire mentre continuava quel massaggio che stava diventando qualcosa di molto più pornografico.

Forse era troppa l’eccitazione per essere anche solo vagamente nascosta, fatto sta che Jeff non resse e si alzò di scatto, prendendo a …. Saltellare per la stanza.

Saltellando, letteralmente.

Flint lo guardò perplesso “Piccolo…. Tutto a posto?”

Quello scosse il capo “Non proprio….”

E…. Vuoi spiegarmi?”

“Io non so come reagire a tutto questo” disse, evidentemente a disagio, smettendo di saltare ma continuando comunque a camminare per la stanza, non riuscendo a quietarsi “Io…. Non lo so, ma non so ancora gestirmi in questo senso”

Flint lo guardò un secondo senza capire, poi abbassò gli occhi sul cavallo dei suoi pantaloni e li rialzò per guardarlo intenerito “Jeff…

“No ti prego non compatirmi” disse il biondo, arrossendo di botto “Ora devo solo fare mente locale… Dammi un attimo”

“Calma” Flint si mise a sedere sul bordo del materasso guardandolo tranquillo come se non ci fosse nulla di male nella sua ansia. Infondo non ce n’era “Io non mi aspetto che tu sia totalmente a tuo agio…. È normale che tu ti senta strano! Non sei mai stato con un ragazzo, no?”

Jeff annuì lentamente avvicinandosi a lui e accarezzandogli i capelli neri “Già…. È tutto nuovo e un po’ spaventoso…

Flint gli prese una mano “Ti posso aiutare io…. ma faremo con calma” aggiunse poi notando l’espressione vagamente terrorizzata dell’altro.

Si risedette accanto a lui, a gambe incrociate sempre tenendogli la mano, pensieroso. Poi si decise a porre quella domanda che decisamente gli stava traforando il cervello “Tu quanti ragazzi hai avuto?”

“Uno solo” rispose l’altro a voce vagamente bassa “Per tua sfortuna non sono questo pozzo di esperienza visto che non ci siamo mai avventurati troppo in là…

Sembrava intristito da quella storia “Ed è finita male?” provò a chiedere il biondo, stringendo appena la mano.

“Non sarebbe finita se io non fossi venuto qui” ammise Flint “Ma, ora come ora, va bene così…. Senza fare comparazioni posso affermare che lei, signor Sterling, è un fidanzato modello”

Jeff sorrise arrossendo appena “Ma sono imbarazzante…

Flint si sporse verso di lui, baciandolo dolcemente sulle labbra “Diciamo che questa tua inesperienza tu rende…. Uhm, dolcissimo.”

“Tu invece sei troppo spinto” lo riprese divertito Jeff, pizzicandogli il fianco e facendolo ridacchiare “Certe volte mi metti davvero in ansia…

“Io?” provò a fare l’innocente Wilson.

“Oh ti prego…. Con questi occhioni da Bambi sembri così puro, invece dentro di te si nasconde un animo perverso!”

Flint sorrise ancora prima di ammiccare “Come se ti dispiacesse” Jeff si limitò a ridacchia “Ci faremo una maratona di Queer as Folk, così imparerai qualcosa”

“Sono porno?” chiese stranito Sterling e, a dirla tutta, vagamente preoccupato”

“No ma… quasi…

Jeff si chinò ancora su di lui per baciarlo ma il bussare alla porta li distrasse.

“Ragazzi posso entrare? Siete nudi?” la voce di Nick arrivò attenuata  dalla porta chiusa.

“No siamo vestiti” gli disse il biondo “entra pure!”

“Allora posso anche andarmene” scherzò Duvall prima di entrare con un sorrisetto “Questa battuta me la segno…. Comunque, pronti per le prove?”

Cheppalle!” Jeff si lasciò cadere sul letto, scocciato.

“Ci siamo tutti?” domandò Flint, alzandosi.

Nah, stiamo aspettando Thad e Kurt che sono andati a prendere David… a dire il vero è da un po’ che sono andati…

Jeff e Flint si scambiarono uno sguardo “Sono equivoci Thad e Kurt assieme” asserì poi il moro.

“Prima parlavano di cose tipo fare la doccia assieme…” affermò Nick, sedendosi sul letto accanto a loro e raccogliendo la giacca di Jeff, abbandonata miseramente a terra. I due fidanzatini si scambiarono uno sguardo poco convinto, ma il discorso cambiò all’improvviso “Perché siete sul mio letto?!”

 

“Ma sei scemo Thad? Queste cose non funzionano nemmeno nei telefilm!”

Harwood sbuffò parcheggiando sotto una bella serie di palazzine, buttando poi la sigaretta ormai finita dal finestrino “Ma è un classico: farlo ingelosire!”

“Se gli dico che tu mi hai baciato e lo abbiamo fatto sotto alla doccia non mi crederà mai! Nessuno ci crederebbe Thad!” Kurt si portò le mani ai capelli, allucinato “E la cosa assurda è che tu ci credi sul serio che potrebbe funzionare!”

“Ma perché Blaine è un impulsivo…. Fa tanto il moderato ma in realtà non lo è per nulla” Il ragazzo si voltò gli occhiali da sole sul capo guardando poi negli occhi Kurt “Senti, lui è pazzo di te…

Hummel lo guardò male “Certo, come no…. Tutte le persone pazze di me mi dicono che non vogliono rovinare la nostra amicizia trasformandola in qualcosa di profondo…

“Siete due idioti” concluse Thad sbuffando e passandosi una mano tra i capelli corti prima di prendere il cellulare, abbandonato sul cruscotto assieme alla sua cravatta.

Kurt rimase in silenzio, a fissare fuori dal finestrino le piccole gocce di pioggia che, con lentezza, iniziavano a scendere dal cielo.

Bel San Valentino…

Poi si sentì in colpa: dopotutto Thad voleva solo aiutarlo e lui lo stava liquidando in malomodo…

“Non credo sia il caso” gli disse, senza guardarlo negli occhi.

L’altro però si voltò verso di lui, slacciandosi la cintura di sicurezza “E perché no, scusa? mal che vada la figura dell’imbecille la faccio io…. e ormai ci sono abituato”

“Non voglio metterti in imbarazzo…

“Oh, non preoccuparti. Sono bravo a limonare con i ragazzi”

Kurt si voltò all’improvviso, con gli occhi sgranati verso il compagno di stanza “T-Thad…. Cosa…?”

“Mi piace sperimentale” fu la risposta veloce di Harwood “Anche se sono etero questo non significa che io non possa essere curioso no?” Kurt iniziò a pregare che David scendesse velocemente di casa, per salvarlo da quella situazione orribilmente stressante e imbarazzante “Kurt io ti voglio davvero bene, sai credo di essermi affezionato a te come al mio criceto Spike…. Beh lo amavo prima che mamma lo prendesse su con l’aspirapolvere” fece una pausa mentre Hummel lo guardava sempre più attonito “Il punto è che io davvero voglio che tu stia bene, almeno alla Dalton” concluse, memore dei racconti del giovane.

E Kurt lo apprezzò perché, nonostante Thad sembrasse un pazzo psicopatico in realtà lo stava stupendo in positivo “Grazie…. Sei davvero molto carino con me”

“Per forza, con i tuoi atteggiamenti da checca isterica non sai difenderti da solo, Hummel” alzò una mano per spettinarlo ma quello glielo impedì, proteggendosi con le braccia “Mi sento molto protettivo nei tuoi confronti, sai? Se vuoi puoi chiamarmi papà”

“Non ti chiamerò mai papà, Thad!” gli rispose quello, tenendolo fermo per i polsi per evitare che potesse attentare ancora alla sua capigliatura.

“Fratellone?”

“Ne ho già uno e mi avanza!”

Thad non disse altro e la cosa spaventò un po’ Kurt. Non era il tipo da lasciar perdere così facilmente ma, anzi, era peggio di un cane: non mollava mai l’osso.

Seguì lo sguardo di Harwood oltre il parabrezza della decapottabile sino dall’altra parte della strada dove sostava una figura non del tutto sconosciuta, con il cappuccio calato sul capo e intento a frugarsi le tasche, sicuramente in cerca delle chiavi di casa.

Quando, con un moto irritato, quella persona si abbassò con un movimento repentino il cappuccio Kurt capì subito chi fosse e perché non gli era affatto nuovo: Jeremiah.

Accidenti…” sussurrò mentre lo guardava “abita a Westernville?”

“A quanto pare” Il ghigno di Thad non era molto rassicurante. Aprì la portiera con un movimento veloce “Andiamo”

“Andiamo dove?” Chiese Kurt sgranando gli occhi.

“Devi ringraziarlo per aver scaricato Blaine

“Cosa?!” Lo afferrò per la manica della giacca “Tu sei un pazzo drogato e alcolizzato se pensi che io andrò a fare una cosa così mostruosamente crudele!”

“Ma ci hai goduto no?” domandò Harwood scendendo dal velivolo e guardandolo attentamente, chinato verso di lui “Quando gli ha dato quel due di picche epico…. Ti è piaciuto…. Ammettilo”

Kurt si morse le labbra, senza rispondere e poi sbuffò “Si ma non lo ringrazierò”

“Oh, sì invece” Thad chiuse la portiera voltandosi verso la strada “Hey! Capelli di fata! Aspetta un po’!”

Kurt si portò le mani al viso, sperando di morire in quel esatto momento per un ictus o qualcosa di vagamente simile.

Non poteva essere vero.

Quando Hummel guardò di nuovo davanti a se vide Jeremiah dall’altra parte della strada guardare stranito Thad “Parli con me?”

“Vedi qualcun altro con i capelli alla Riccioli d’Oro qui attorno?” domandò saccente Harwood facendo per attraversare la strada.

Kurt lo raggiunse afferrandolo per la giacca a vento “Ti prego andiamo via….”

“No, devi fare quello che ti ho detto!” Fece una pausa guardandolo negli occhi “Ora possiamo andare da lui invece di stare in piedi sulla linea bianca per favore?”

Hummel lo seguì sbuffando fino a ritrovarsi davanti a Jeremiah che lo guardava attentamente “Ci siamo già visti per caso?”

“Si, nei tuoi incubi” gli disse Thad incrociando le braccia.

“Ma si può sapere cosa diavolo…. Oh…” Gli occhi del biondo si fermarono sul collo di Thad, da cui si intravedeva la cravatta della Dalton e poi sul viso di Kurt arrivando a capire dove lo aveva già visto “Vi siete presi il disturbo di seguirmi solo per farmela pagare per aver dato il ben servito a Blaine?”

“Non sputtano benzina per uno come te” disse acido Thad “Siamo qui per una fortunata serie di casi ma il mio amico qui presente vorrebbe dirti qualcosa…

Kurt lo guardò malissimo mentre tutta l’attenzione di Jeremiah si spostava sulla figura del ragazzo “Ebbene?” domandò sempre più irritato.

Io…

Kurt guardò Thad negli occhi chiedendosi perché gli desse retta.

Doveva essere più scemo di lui.

Poi con lentezza allungò la mano verso Jeremiah che la guardò interdetto prima di afferrarla titubante.

Kurt la strinse velocemente prima di lasciarla e mugugnare un velocissimo “Grazie”

Il biondo lo guardò stravolto mentre Hummel gli dava le spalle, riattraversando la strada “Aspetta…. Tu e Blaine…?”

“Le nozze si terranno ad Agosto” disse Thad seguendo l’altro che lo guardò malissimo, montando in auto.

“Smettila e muoviti!”

Al povero Jeremiah non rimase altro se non entrare velocemente in casa, ancora attonito da quel incontro.

Thad sorrise ad Hummel, salendo in auto a sua volta “Non ti senti ganzo?”

“No, mi sento un coglione Thad

L’altro sorrise, appoggiandogli una mano sul ginocchio e piegandosi appena verso di lui “Sei così dolce e zuccheroso che sto per avere un attacco glicemico” gli appoggiò un bacio sulla guancia, e quando tornò a sedersi comodamente sul suo sedile esplose in una risata calda nel vedere il viso stravolto di Kurt “Ora rilassati, prenditi il tuo tempo e preparati: stasera faremo i fuochi d’artificio sul cielo di Lima…

David aprì la portiera dietro, sedendosi e mettendosi tra i due sedili, curioso “Venendo qui mi è parso di aver interrotto qualcosa…

“Si bello, ci hai messo così tanto che abbiamo avuto un rapporto completo” asserì secco Harwood mettendo in moto “Prossima tappa: sala prove della Dalton”

 

“Prova uno, due, tre. Prova uno, due, tre. Buon San Valentino a tutti!”

Flint sistemò la cravatta a Jeff prima di prendere un respiro e salire, seguito dal resto dei Warblers, sul piccolo palco improvvisato al BreadStix, dove Kurt stava già introducendoli.

“Per i clienti del BreadStix che non sanno chi io sia, sono Kurt Hummel e benvenuti alla mia prima cena del Club Cuori Solitari. Che siate single con una speranza, perdutamente innamorati o felicemente fidanzati e qui perché io vi ho obbligati a supportarvi,  rilassatevi e divertitevi.” Sorrise alla platea mentre Trent lanciava una veloce occhiata a Blaine, alla sua sinistra. Occhiata che venne accuratamente evitata, mentre il solista si chiedeva se grazie a Thad e Cam ormai tutti sapessero tutto. “E a tutti i single la fuori…. Questo è il nostro anno”

Sorrise tornando tra i ragazzi che iniziarono a cantare senza attendere che lui raggiungesse la sua posizione e, nella fretta, urtò inavvertitamente la spalla di Blaine che si voltò verso di lui con un sorrisetto.

Kurt si chiedeva se qualcosa sarebbe cambiato dopo il loro discorso di quel pomeriggio e se prima sperava di sì beh….

Aveva cambiato rapidamente idea…

Nonostante facesse male non poteva più fare a meno di Blaine nella sua vita, a costo di sacrificarsi e vivere per sempre il loro rapporto come una semplice amicizia…

 

I can't explain the feeling's plain to me; say can't you see?
Ah, she gave me more, she gave it all to me
Now can't you see, what's wrong with that
I need to know, 'cause here I go again
I love you, I love you.

Love doesn't come in a minute,
Sometimes it doesn't come at all
I only know that when I'm in it
It isn't silly, no, it isn't silly, love isn't silly at all

 

A esibizione conclusa tutta la sala esplose in un applauso.

Kurt scambiò un breve sorriso con Blaine prima di scendere i gradini e andare da Mercedes e Rachel. Per tutta la durata della canzone non aveva fatto altro che dondolare sui suoi stessi piedi fissando Blaine e accompagnandolo con i ridicoli coretti che doveva fare, chiedendosi perché continuava a guardarlo mentre intonava il famoso ‘I love you’ del ritornello.

Doveva essere una qualche forma di sadismo inconscio quella del solista, Kurt rifiutava qualsiasi altra ipotesi.

Wes prese posto nella sedia vuota davanti a Santana, iniziando a chiacchierarci amichevolmente mentre il resto degli Warblers si disponeva in alcuni tavoli. Thad e Blaine si avvicinarono a quello di Flint e Jeff con un sorrisetto “Ci tenevamo a scusarci” iniziò Harwood.

“Avevate piani, immagino, e ve li abbiamo sconvolti” proseguì Anderson con espressione colpevole.

Il biondo scrollò le spalle, tenendo la mano di Flint vicino alla ciotola del pane “Non preoccupatevi, è stato divertente”

“E poi abbiamo solo spostato il luogo della cena” concluse Flint sorridendo, prima di indicare le sedie vuote “Se volete unirvi a noi…

Kurt apparve proprio mentre i due ragazzi stavano per declinare la proposta e con un sorrisetto si rivolse a Thad “Io ho salutato tutti…

Harwood annuì “Ok allora andiamo”

Blaine, Jeff e Flint li guardavano perplessi poi quest’ultimo disse “Avete un appuntamento anche voi due?”

“Io voglio solo andare a letto” rispose con un sorriso tirato Kurt “Sono stanco, è stata una giornata impegnativa con due esibizioni e…. non credo di riuscire a reggere altro…

“TI posso accompagnare io” si offrì Blaine sorridendogli ma Kurt scosse il capo, facendolo rimanere male.

Io…. preferisco andare con Thad…

Anderson spostò lo sguardo a terra, ferito, prima di stentare un sorriso “Oh…. Ok, allora a domani”

Thad prese la giacca “Ciao ragazzi e voi due” indicò Flint e Jeff “Usate delle protezioni…. Non voglio bambini che piangono disturbando la placida calma notturna della Dalton!”

“Certo, cercherò di non farmi mettere incinta” rilanciò sarcasticamente Wilson, arrossendo appena “Spero di non essere in ovulazione!”

Li guardarono uscire, poi il biondo si rivolse a Blaine “Amico, sei certo che vada tutto bene?”

Anderson scosse piano il capo “No, non va tutto bene” sospirò guardandoli tristemente “Vi lascio alla vostra cena, ci vediamo dopo” e senza dar modo a loro di poter rispondere andò a sedersi accanto a Trent.

Nick gli fece un cenno “Perché Thad e Kurt se ne sono andati?”

“Hanno sonno” rispose semplicemente il solista.

“Oh, è così che si dice ora?” sghignazzò Cameron prima di ammiccare a David che sospirò “Tanto lo so che hai qualcosa da dirci….”

“Non dirò nulla”

Las lo guardò curioso “Qualcosa da dirci… su cosa?”

“Ha visto Thad dare un bacio a Kurt, l’ho sentito mentre lo diceva a Wes” buttò fuori Cameron mentre Blaine sentiva una pietra gravargli sullo stomaco. Forse avrebbe vomitato di li a poco.

“Sulla guancia” evidenziò il ragazzo di colore “Un bacio sulla guancia. E comunque non sono affari tuoi, Cameron. Dovresti imparare a tacere”

Blaine appoggiò il pezzo di gressino che stava sbriciolando con un tonfo, facendo voltare tutti verso di lui.

Nick lo guardò stravolto prima di spostare lo sguardo verso Flint che strofinava il piede contro la gamba di Jeff “La tensione sessuale in questa scuola la farà esplodere…

 

Thad finì di lavarsi i denti prima di prendere un po’ di acqua fredda tra le mani e buttarsela sul viso, per sciacquarlo.

L’immagine che si ritrovò davanti allo specchio non gli piacque molto visto che preferì lanciare l’asciugamento contro il vetro e voltarsi verso la porta, prendendo un respiro e fingendo un’espressione allegra mentre tornava in camera.

“Kurt, hai avuto tutto il tempo per scegliere il film!  Però vorrei farti una proposta indecente: hai mai visto Apocalipse Now?”

Si fermò davanti al letto dell’amico, visto che quello era steso in posizione fatale e del tutto deciso a non dargli risposta.

Thad rimase un attimo fermò, poi con un sospiro andò a sedersi accanto a lui, lasciandosi cadere con un piccolo tonfo.

Gli prese un polso, provando a fargli alzare il volto nascosto tra le braccia ma fu costretto ad usare entrambe le mani per poter vedere gli occhi di Kurt, arrossati dal pianto.

Kurtie…” Sospirò, prendendolo praticamente di peso e appoggiandoselo al petto, per poterlo abbracciare “Nessuno merita le tue lacrime…

“Mi sono illuso così tanto….” La sue voce, più lieve e acuta del normale, arrivò alle orecchie del capo consiglio tagliente.

Era…. Dolorosa.

E Thad troppo sensibile.

“Lo so…. Lo so che ti eri illuso, e  non ti biasimo. Tutti ci siamo illusi che Blaine avesse almeno due neuroni in grado di fare una pseudo sinapsi…. Ma è stupido” lo strinse un po’ di più, mentre i singhiozzi di Kurt si spargevano sempre più sporadici per la stanza “Kurt ora non voglio suonare come il solito uomo vissuto ma…. L’amore fa schifo.”

Hummel si scostò appena un po’ da lui, asciugandosi gli occhi e guardandolo attentamente. Aveva la ragazza, e sembrava decisamente preso da lei quindi Kurt proprio non riusciva a capirlo “Se lo dici tu allora io che dovrei dire, scusa?”

Allison mi ha lasciato stamattina con un sms.”

Kurt rimase a bocca aperta “Ti ha lasciato il giorno di San Valentino con un sms?” domandò, incapace di capacitarsi di ciò.

Già…

Hummel gli buttò le braccia al collo “Mi dispiace Thad. L’amore fa davvero schifo”

“Sì, ma solo se te la prendi troppo…Harwood si alzò dal letto, avvicinandosi alla piccola televisione posta sul comò davanti ai due letti e accendendola “Io preferisco pensarla così: gli amori vanno e vengono e quando trovi quello vero avvolte non te ne accorgi nemmeno” si voltò verso Kurt guardandolo attentamente negli occhi “Solo gli amici restano tutta la vita….”

Kurt sorrise appena, tirando su col naso prima di abbracciarsi le ginocchia “Io volevo solamente che Blaine mi ricambiasse…. Ma sono un cretino o tra noi c’era quella tensione che c’è di solito tra due persone che si piacciono?”

“Lui è folle di amore per te ma è troppo facile accettarlo e smetterla di rompere le palle a noi” Thad prese un dvd prima di metterlo nel lettore e mettersi sul suo letto “Scommettiamo che quando si accorgerà di te verrà mandato al diavolo da tutti?”

“Dici?”

“Cazzo, sì”

Kurt sbuffò “Perché a me?”

“Perché sei il più sfigato” Una ciabatta colpì la spalla di Thad, facendolo ridacchiare “Ora basta! Guardiamoci questo film e K? Ti prometto che tutto si risolverà….”

Kurt lo guardò alzando un sopracciglio mentre l’altro spegneva la luce, facendo partire il film. Poi sorrise, capendo che, come compagno di stanza e amico fidato, Thad era il migliore.

 

Blaine si ritrovò nella sala prove dei Warblers senza sapere il motivo.

Si sedette stranito sul divanetto, sistemandosi la giacca.

Si guardò attorno vedendo che sì, era solo e che, stranamente, nessuno degli altri ragazzi camminava per il corridoio nonostante fosse pieno giorno. Il silenzio regnava sovrano ed inquietante per tutta la scuola e la cosa gli piaceva relativamente.

Mentre era immerso nei suoi pensieri sentì un rumore alle sue spalle e una voce suadente che lo fece sobbalzare “Pensavo che non saresti mai venuto….”

K-Kurt?”

Si voltò e rimase del tutto basito, trovandolo in piedi a pochi passi da lui con addosso una corta, che arrivava poco sotto al sedere, vestaglia rossa.

Con solo quella addosso.

Non riuscì a staccare gli occhi dal ragazzo fino a che quello finì di fare il giro del divano, mettendosi davanti a lui con un sorriso furbetto “Ciao Blaine….”

“Cosa stai facendo?” domandò titubante Anderson mentre quello si avvicinava di qualche passo, slacciando il cordoncino di seta che teneva chiusa la vestaglia.

“Quello che so che ti piace…” rispose lascivo Hummel, ancheggiando appena prima di abbassare la vestaglia lasciando nude le spalle.

Blaine si chiese se stesse sbavando. Strinse con forza il bracciolo del divano, incapace di staccare gli occhi da quella visione.

Poi Kurt aprì la vestaglia facendola cadere a terra e….

 

…. Blaine si alzò di scatto, con la fronte sudata e stringendo in modo compulsivo le coperte.

Si guardò attorno spaesato riconoscendo immediatamente la sua stanza immersa nella bassa luce della prima mattina.

Poi realizzò tutto, ricordandosi del sogno. Anzi, la fantasia erotica per essere precisi.

Aveva appena sognato Kurt nudo, in atteggiamenti decisamente eccitanti davanti a lui e la cosa l’aveva svegliato bruscamente.

Lentamente alzò le coperte osservandosi il bassoventre.

Decisamente seccante.

Si alzò di scatto buttando all’aria lenzuolo e trapunta volando in bagno e aprendo l’acqua fredda.

Una doccia gelata lo avrebbe aiutato a riprendersi.

Mentre si tratteneva dal urlare sotto il getto di acqua ghiacciata iniziò a farsi delle domande come, ad esempio, quando sarebbe riuscito a resistere se addirittura sognava Kurt in quelle vesti.

Anzi, senza vesti.

Doveva parlarne con Wes.

Uscì dal bagno vestendosi a caso e velocemente con ancora i capelli gocciolanti uscì in corridoio rischiando di scontrarsi con Nick.

“Attento Anderson!”

“Scusa Nick” fece per andarsene ma l’altro lo fermò.

“Io mi sono alzato perché Flint ha dormito con noi e io mi rifiuto di assistere al risveglio della coppietta ma tu…. Cosa ci fai in giro alle sette, scusa?”

“Devo parlare con Wes!” disse liberandosi e camminando velocemente verso le scale “Scusa ma devo andare! A dopo!”

Arrivò davanti alla stanza che l’asiatico divideva con David e prese a bussare fino a che Montgomery aprì stroppicciandosi gli occhi.

“Ma che sta succedendo? Una guerra?”

“Cosa si fa quando si fa un sogno erotico su un amico?” domandò sull’orlo di una crisi di panico Anderson prendendolo per la parte superiore del pigiama e aggrappandosi molto drammaticamente.

Wes rimase zitto un attimo “Io di solito rido…. Ma…. Visto che tu sei omosessuale direi che la masturbazione seguita da un esame mentale sia quello che fa al tuo caso…

“Kurt, io ho sognato Kurt” bisbigliò visto che l’oggetto dei suoi pensieri dormiva nella stanza davanti.

Wes lo guardò malissimo prima si spingerlo via da lui “Idiota”

E gli sbattè la porta in faccia, esprimendo in modo eloquente il suo pensiero.

Blaine rimase immobile davanti alla porta per alcuni minuti prima di decidere che Wes aveva ragione. Non sulla masturbazione, sul fatto che era un’idiota.

Tornò al piano di sotto, deciso a provare a rimettersi a letto senza pensare a scene pornografiche quando si trovò davanti alla porta Ethan Moore. Il ragazzo stava bussando un po’ titubante e, appena lo vide, sorrise storto a Blaine “Scusami se ti disturbo…. Speravo di non svegliarti ma dovrei parlarti di una cosa.”

Anderson annuì facendogli cenno di entrare “è successo qualcosa?”

“Sì ma…. Parliamone con calma dentro”

Andarono a sedersi, Blaine prese posto sul letto mentre l’altro sulla sedia della scrivania “Che succede?”

“Kirk sta provando a boicottarti dall’inizio dell’anno…Blaine lo guardò senza capire “Non…. Non te ne sei accorto?” lentamente scosse il capo “La vernice che è caduta su Thad, il purgante a Wes…. L’ubriacatura di Kurt a capodanno…. Siete rimasti chiusi tutta la notte di Halloween in uno sgabuzzino…

Blaine rimase a bocca aperta “Siete stati voi!?”

Ethan annuì “I piani erano di Kirk e…. io lo aiutavo a metterli in atto solo che ora mi sento parecchio in colpa…. Per Kurt”

E in quel momento qualcosa nella testa di Anderson funzionò…. Male “Non dirmi che….”

“Lo abbiamo fatto innamorare di te…. Kirk voleva spezzarti il cuore anche se non ho ben capito il motivo”

Blaine rimase così sconvolto da perdere per un attimo il contatto con la realtà “Io non ce l’ho con te…

“Mi dispiace tanto Blaine è solo che…
“Devo parlarne con Kurt….”

E uscì nuovamente dalla stanza, correndo ancora più veloce al piano di sopra.

Doveva sentirselo dire dalle labbra di Hummel che non era preso di lui solo per colpa di uno stupido piano.

Doveva dirgli che non era così o…. non lo sapeva nemmeno lui come avrebbe reagito.

Ethan rimase seduto sul letto, abbassando gli occhi sul pavimento e ringraziando il cielo che Blaine non gli avesse chiesto il motivo per il quale era lì, o perché avesse assecondato Kirk. Non era pronto a rivelare a tutti che era innamorato del suo migliore amico.

Arrivò davanti alla porta trovando Thad con in mano un paio di libri, pronto per passare una domenica mattina piacevole (non molto) a studiare.

Thad!” lo fermò, beccandosi un’occhiata stranita dal capo consiglio Harwood, molto stranita “Devo parlare con Kurt…. Sta ancora dormendo?”

L’altro rimase zitto un istante e poi con una nota indisponente nella voce disse “Scusi, io la conosco?”

Blaine rimase senza parole, prima di scuotere il capo “Non ho voglia di giocare con te, Thad, devo parlare a Kurt”

“Credo che lei abbia sbagliato persona, signore. Buona giornata” e detto questo si dileguò scendendo le scale, con un sorrisetto perfido.

Col cavolo che lo avrebbe aiutato.

Blaine rimase solo ponderando su quello che era successo in dieci minuti che si era svegliato…

Quella giornata era partita male e rischiava solo di finire peggio.

Pensandoci bene, Blaine non poteva presentarsi davanti a Kurt dicendogli che la sua infatuazione era dovuta ad un piano di Kirk perché con un’ipotesi molto alta Hummel avrebbe dato di matto.

Gli restava una sola cosa da fare….

Parlare ancora con Wes.

 

Continua….

 

 

NdA:

Stavolta sono breve perché ho poco tempo!

Ringrazio chi mi ha recensito (venti recensioni** grazie!)

E a Greta che mi beta.

E alle ragazze (e D) del GDR che mi danno spunti (stavolta Nick docet xD).

Abbiamo postato il terzo capitolo della FF comunitaria con la mia migliore amica ;)

A prestissimo un bacione

Jessy.

 

 

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Capitolo 15
*** #14 A night of secrets…. ***


bananissima

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

#14 A night of secrets….

 

 

Thad abbassò la visiera del cappellino, fissando gli occhi in quelli determinati di Blaine. La sua bocca si piegò in una virgola strafottente mentre si preparava.

“Sei pronto a ricevermi, Anderson?”

L’altro si preparò meglio, piegando appena la gamba destra “Sono nato pronto, Harwood.”

Thad sghignazzò, caricando il colpo e…

“STRIKE TRE! Eliminato!”

Thad esultò assieme a tutti i compagni del quarto anno mentre Blaine buttava la mazza a terra, in un gesto di stizza.

Harwood non si lasciò scappare l’occasione per prenderlo in giro “Anderson non maltrattare la mazza! Credevo ti piacesse….”

“Oh! Va al diavolo Thad!”

“Moderiamo il linguaggio” la Silver lo guardò severamente, visto che odiava il pensiero di perdere non di certo per il linguaggio di Blaine di solito ineccepibile. “Hummel alla battuta”

Kurt si alzò tentennante andando a raccogliere la mazza che Blaine aveva lanciato e sistemandosi davanti a Trent, che lo fissava dubbioso dietro alla maschera grigliata.

Era uno schifo anche nel baseball, se qualcuno se lo stesse chiedendo.

“Sii buono, ti prego..” disse rivolto verso al compagno di stanza che sorrise.

“Sarò dolcissimo con te, Kurt” rispose, caricando il lancio, alzando appena una gamba e lanciando la palla molto più piano, rispetto a come aveva fatto con Blaine.

Ovviamente Kurt non la prese, ma apprezzò parecchio la gentilezza.

“STRIKE UNO!”

Kurt non si era mosso, limitandosi a stringere la mazza e chiudere gli occhi, con la paura di beccarsi una palla sulle gengive.

“Posso darti un consiglio?” gli disse a voce alta Nick, in piedi accanto a Kirk, giocherellando con guantone “Guarda la palla!”

“Avvolte funziona” ricantò ironico Thad prima di prendere un’altra pallina dalla tasca e mostrandola a Kurt “Ora la tiro ancora più piano, ok?”

“Non avvantaggiarlo! È negli avversari!” disse Kirk allargando le braccia mentre guardava l’amico.

Jeff lo guardò male “Ma se è terrorizzato dalla palla! Non lo sta avvantaggiando, se mai lo sta calmando!”

“Kurt non ascoltarli e guarda me” disse Thad guardandolo negli occhi “Io ora ti tiro di nuovo la palla…. Tu guardala e cerca di colpirla ok?”

Hummel annuì lentamente, sospirando “Ok….”

Harwood lanciò la palla pianissimo e, in un moto di audacia, Kurt fece scattare la mazza prendendo la pallina.

Peccato che la presa non fu molto salta e la mazza di legno, sfuggendogli dalle mani, andò a colpire il ginocchio di Thad “Ahia!”

“Scusa!” disse mortificato Kurt portandosi le mani alla bocca.

“Corri alla base, corri!” lo esortò Thad sedendosi a terra, mentre si teneva la gamba.

“Corri Kurt! Corri!”  urlarono con sincronicità Jeff dal campo e Flint dalla panchina, accanto a un Blaine lievemente scocciato.

“Prendete quella pallina, porca miseria!” sbraitò Kirk buttando a terra il cappellino “Smettetela di provare compassione per Hummel! Eliminatelo!”

Ethan, con molta calma, si mosse per prendere la palla e quando lo fece Kurt era al sicuro già nella seconda base.

“Della via che ci siamo facciamolo andare subito in casa base, no?” proseguì il biondone.

Wes sbuffò “Siamo così in vantaggio che possiamo anche permetterci di fargli fare un punto, no?”

“Quando avete finito di fare salotto” disse il coach Simmons guardandoli male prima di rivolgersi affabile alla collega “Chi mandi alla battuta ora, per perdere meglio?”

La donna lo fulminò prima di guardare la panchina e sospirare rassegnata “Manca solo Wilson?” il morettino alzò le sopracciglia “Dai muoviti su! O vuoi un invito scritto, piccolo lord?”

Flint sbuffò prendendo una mazza e andando a disporsi davanti a Trent.

“Non fissare il culo del mio ragazzo!” gli urlò il biondo, mentre il ragazzo corpulento lo invitava a recarsi altrove, alzando il dito medio.

Thad non fu clemente con lui e al terzo strike la partita fu dichiarata vinta dal quarto anno.

Harwood è un bastardo…. Non le vedevo nemmeno arrivare” disse Flint appoggiando il cappellino sulla tribuna sulla quale era salito, mentre Jeff prendeva posto accanto a lui seguito da Duvall e Kurt.

“Fa lo stesso Pookie, tanto avremmo perso comunque” gli disse il biondino, stravaccandosi per bene e accogliendo sul viso i malati raggi del suole di quegli ultimi pomeriggi di febbraio.

Anche Trent li raggiunse, insieme a Cameron e iniziarono a parlare di come i lanci di Thad fossero impossibili da ricevere, di come Kirk avesse rotto tutto il giorno indicando il pessimo umore e di come le mutande rosa di Wes fossero equivoche.

 Kurt non riusciva però a togliere gli occhi da Blaine, intendo a fare un po’ di piegamenti per stendere i muscoli.

E soprattutto dal suo fondoschiena che si muoveva quasi ipnotico davanti a lui.

Nick lo notò, e ridacchiando gli battè piano sulle costole con il gomito “Amico sembri un maniaco”

Hummel arrossì immediatamente “Ma cosa vai a pensare? Ero solo sovvrapensiero

“E chissà che pensieri” disse maliziosamente Flint, appoggiandosi a Jeff per potersi sporgere verso di lui.

Kurt lo guardò male “Flint o la smetti oppure…. Beh la smetti!”

“Minaccioso il ragazzo” disse Jeff dando un bacio sulla tempi al suo ragazzo prima di ridacchiare “Kurt perché non vai a fare gli esercizi di riscaldamento con Blaine?”

“Dio, non anche tu…

“Perché non porti Blaine con te sabato?” chiese Flint, attirando gli sguardi di tutti.

“Sabato, dove?” chiese curioso Cam.

“A una festa da un’amica delle New Direction” lo informò Kurt “Perché siete tutti d’accordo con Thad? Non è deciso che io chieda a Blaine di venire con me perché nemmeno io sono invitato….”

“Beh” Trent scrollò le spalle “Imbucatevi con qualche tuo amico”

“Tuo fratello ci va no?” chiese Flint e Kurt annuì rassegnato “Vai con lui e portati anche Blaine…. E nel caso in cui non voglia ricattalo!”

Beh…. Ci sarebbe la cronologia del suo pc…” affermò Kurt pensieroso prima di alzarsi “Ok avete vinto, vado a parlarne a Blaine

I ragazzi non riuscirono a scrollare lo sguardo dalla schiena del loro amico mentre con la spinta di un condannato ai lavori forzati andava da Blaine, interrompendo così i suoi allenamenti.

Videro Kurt gesticolare mentre Blaine lo guarda annuendo appena prima di sorridere luminoso e pronunciare qualcosa.

“Ha detto che ne sarebbe felice” disse Flint stupendo un po’ tutti “Che c’è? Oggi ho le lenti a contatto, quindi ci vedo bene, e so leggere labbiale” li guardò tutti  uno per uno prima di sbuffare “è una cosa che sanno fare molto persone!”

Kurt tornò da loro, afferrando la borsa e la giacca “Dove scappi? L’ora non è finita” disse Jeff alzando un sopracciglio.

“Mancano cinque minuti e la Silver che ha dato il permesso per andare a cambiarci” Li avvertì fretto solo il ragazzo “Vado a prepararmi poi vado con Blaine a prendere un caffè”

“Bella scusa per chiudervi da soli nello spogliatoio” disse saccente Trent facendo ridacchiare Nick, Cam e Jeff mentre Flint sorrideva malizioso.

Kurt alzò con molta grazia ed eleganza il dito medio, prima di scendere i gradini degli spalti e sparire con Blaine nello spogliatoio.

“Ragazzi, se quei due non si mettono insieme presto succederanno dei casini epici” asserì Wilson con tono saggio, mentre Jeff si chinava per lasciargli un bacetto umido sul  collo.

“Lo credo anche io” Annuì Nick, fissando il punto in cui Blaine e Kurt erano appena spariti “Dovremo iniziare a chiuderci in camera a chiave…

 

Quel sabato arrivò più in fretta del previsto, gettando nello sconforto più totale Hummel che, con molta impulsività, lasciò il campus della Dalton alle prime luci della mattina per fuggire a Lima.

Doveva fare shopping, era il solo modo per sentirsi sicuro quella sera quello di comprare qualcosa di nuovo e chic.

Blaine era tranquillo invece quando si alzò, gettando all’aria le coperte e specchiandosi in bagno, trovandosi sul viso un sorriso a trecento denti.

L’idea di una festa con le New Direction lo incuriosiva molto, sembravano dei ragazzi  posto. Iniziò a pensare a come vestirsi mentre si lavava i denti, decidendo di rimanete sul classico con un paio di jeans e un maglioncino.

Ma prima di progettare altro doveva risolvere una cosa….

Parlare con Kirk dei suoi piani contro di lui.

Seguendo un consiglio di Wes (che era arrivato doloroso assieme a quel manuale di diritto, direttamente sul capo) aveva evitato con cura di riferire a Kurt le sue scoperte per evitare di ferirlo.

Ciò non toglie che, comunque, lui volesse farci chiarezza.

Soprattutto perché in mesi e mesi si scherzi ai danni di altri non si era accorto di nulla.

L’aveva trovato dopo molte ricerche in biblioteca, con il capo biondo chino su un vecchio libro di araldica.

“Un vero signore medioevale” aveva commentato con un sorriso, sedendosi accanto a lui.

“Cosa vuoi Anderson?” aveva domandato Kirk senza alzare gli occhi dal volume, senza una particolare inclinazione della voce “Sto leggendo…

“Lo vedo ma, scusa devo farti una domanda importante”

Il biondone alzò gli occhi un istante prima di rifondarli nel libro con uno sbuffo “Se vuoi chiedermi il numero del mio parrucchiere mi dispiace ma non lo so. Viene tutte le domeniche pomeriggio direttamente a casa mia a farmi il taglio e…

“Perché stai cercando di umiliarmi?”

Nonostante il tono tranquillo che il solista aveva utilizzato, per Kirk quella domanda arrivò forte come una fucilata in mezzo agli occhi.

Alzò di scatto il capo, poi, cercando di stare calmo, domandò, cauto “E questa eresia da dove viene?”

“Dalla bocca di qualcuno che, e lo so per certo, non ha alcuna motivazione per mentirmi” Chiuse il libro di Kirk con un movimento fluido “Quindi parla…

Blaine guardò per nulla turbato la mascella del biondo contrarsi, prima che questi gli rispondesse con voce bassa, tanto da sembrare che gli stesse ringhiando contro “Non-so-di-cosa-stai-parlando” scandì chiaramente.

Blaine sogghignò appena “Mi ha molto turbato il fatto, che, a causa mia, tu abbiamo fatto dei dispetti a Thad e Wes che non centrano molto ma, quello che mi ha fatto uscire dai gangheri è stato il fatto che tu abbia messo in mezzo anche Kurt provocando, forse, dei danni” Continuava a parlare con la solita calma e gentilezza, anche se le sue iridi si erano fatte più scure, segno che dentro di se era decisamente arrabbiato.

“Senti non so cosa stai dicendo, non perdo tempo a stupidi complotti” si alzò, prendendo il libro “Lo scherzo a Thad è stata una bravata innocente per farlo impazzire, non so cosa sia successo a Wes e con Hummel quasi non ci parlo…. Ora se non ti dispiace vado ad impiegare il mio tempo in modo più proficuo. Ti consiglio di seguire il mio esempio”

E uscì.

Deciso come non mai a spaccare la faccia a Ethan visto che poteva essere il solo ad averlo tradito, passando dalla parte del nemico.

Ad Anderson non rimase altro da fare che andare in camera sua a prepararsi, conscio che tanto non era finita lì.

 

Vicino alla Dalton c’era un piccolo pub, gestito da una coppia di coniugi irlandesi, che non si facevano poi tanti problemi a servire una birra o due anche a chi i fatidici ventuno anni non li aveva ancora compiuti.

Ecco perché Thad e Nick erano sempre lì, riuscendo a trascinarsi dietro mezza scuola.  Quella sera però il capo consiglio Harwood non si era presentato, ma ci pensava l’altro a fare gossip sfrenato.

“E quindi, fatemi capire” Duvall appoggiò il boccale stranito, leccandosi le labbra per levare la schiuma “Kirk ha messo su un piano diabolico per fare innamorare Kurt di Blaine?” Davidi e Wes si scambiarono uno sguardo rimanendo in silenzio, poi Duvall sbuffò “Ragazzi io non sono Cameron, ok? Se mi dite qualcosa rimane nobiscum

“Si dice inter nos”lo corresse Nicholas ridacchiando e beccandosi la prima occhiataccia della serata.

“Ti sembro latino?”

“Dal naso mi ricordi vagamente Giulio Cesare” ricantò Las, incrociando le braccia e scambiando uno sguardo divertito con gli altri due.

Nick forzò una risata esagerata “La smettiamo di parlare del mio naso e torniamo alle bazze sentimentali nella Dalton, per cortesia? Ormai Jeff e Flint non sono più divertenti, serve materiale nuovo…. Qualcosa di… Klaine, se mi capite” concluse ammiccando “Ditemi quello che sapete.”

“Non dovevi origliare la nostra conversazione” sbuffò scocciato Montgomery mentre David si portava le dita alle tempie “è molto maleducato da parte tua”

“Ma io non ho origliato…. Passavo casualmente di lì. Io sono un povero ragazzo senza stanza, capitemi” si appoggiò con la schiena alla panca, prendendo un altro sorso di birra “Devo tenermi impegnato in qualche modo, no?”

“Perché non compri una tenda canadese e vivi lì?” domandò il ragazzo afro-americano.

“Perché a terra non ci dormo, mi viene mal di schiena. Avete finito di cambiare argomento?”

Richard prese posto a capotavola, seguito poi da Ethan che si aprì il cappotto “Di che parlate?”

“Del Klaine” lo informò Nick.

Moore annuì appena “Il Jint è passato di moda?”

“A me piace l’Hummerwood….” Tutti si voltarono verso Las come se avesse appena detto un’eresia “Sono carini insieme e forse Kurt salverà Thad dalla cirrosi epatica”

“E chi salverà me?” chiese lacrimoso Nick, ma venne ignorato “begli amici…

“Novità su Blaine e Kurt?” chiese curioso Rich, passandosi una mano tra i capelli, schiacciati dal cappellino.

“Sì, è tutta colpa di Kirk a quanto pare” rivelò Duvall schifato.

Ethan si irrigidì senza darlo a vedere.

“In che senso?” chiese Richard stranito.

“Nel senso che Kirk ha macchinato qualcosa di strano, da quel che mi ha spiegato Blaine” disse Wes guardandoli tutti severamente “Se esce qualcosa da qui io…

“Tutto resta a questo tavolo” disse velocemente Nick “Ma spiegati bene”

“Secondo Anderson, Kirk a condotto Kurt ad innamorarsi di lui…

Ad un silenzio attonito seguirono lo scrosciare di quattro risate.

David, Nick, Rich e Las erano letteralmente piegati in due.

“Penso sia impossibile” ne convenne Nicholas, asciugandosi una lacrimuccia.

“A meno che Kirk non ha iniziato tutta questa macchinazione quando Kurt era ancora al suo vecchio liceo” disse David, drizzandosi sulla sedia “Per la piccola spia delle New Direction è stato un autentico colpo di fulmine”

“Io credevo che…. Si insomma” Ethan fece una pausa “Dopo capodanno credevo che Blaine ricambiasse ma…. Non sembrava anche a voi?”

“Oh no ricambia eccome” intervenì Nick “Solo che è un idiota…

“Ora sono ad una festa alcolica insieme, spero succeda qualcosa ma secondo me mi illudo” Wes sospirò, scrollando le spalle rassegnato “Non lo sopporto più…. Davvero…. Non lo sopporto più”

“Ma è davvero così pesante?” chiese Las stranito.

Il fatto che Wes fosse paziente e saggio come un santone indù era una verità mistica per tutti gli Warblers, ma Blaine riusciva sempre a stravolgere le loro certezze.

“Dio mio sembra Ned Flanders” Montgomery sbuffò “Sempre lì a chiedermi cosa è giusto e cosa no…. Secondo il mio parere poi!”

“Tipo il reverendo Lovejoy?” chiese ridacchiando Rich.

“Cazzo si…Wes sembrava davvero sconsolato “sembra mongo-para-plegico certe volte…. L’amore rende idioti”

“A proposito di Simpson…. E mongo-para-plegici…. Thad?” chiese Ethan, cercando di spostare la conversazione su qualcosa che non lo facesse sentire in colpa.

Nick sbuffò “Prima mi ha detto ‘ho una cosa fondamentale da fare, vai senza di me e bevi per entrambi’…. Quando fa così non so mai che aspettarmi”

“Il peggio” disse David saggio “Aspettati sempre il peggio da Thad, quando dice queste frasi altisonanti”

 

 Jeff smise di sgranocchiare i popocorn nell’esatto momento in cui la scena nel telefilm si fece più spinta “Ma fammi capire…. Lui ha ventinove anni e si fa un diciassettenne?” Flint annuì lentamente, incapace di staccare gli occhi dallo schermo nonostante quell’episodio lo conoscesse a memoria “Ma lo sa che è illegale?”

“Chiamalo scemo, Jeffy. Io ho diciassette anni fra un paio di mesi, eppure una passatina da Brian…” il morettino mise a terra la ciotola ormai vuota prima di spostarsi di più verso il suo ragazzo che lo guardò poco convinto prima di tornare a fissare lo schermo. Flint si allungò versi di lui, abbracciandogli i fianchi e guardandolo con un sorrisetto malizioso “Vedo che ti interessa il telefilm….”

“Diciamo che mi fa un po’ di chiarezza” mormorò il biondo passandogli un braccio attorno alle spalle senza però staccare gli occhi dallo schermo.

Flint sorrise di più “Ho notato sai?” La sua mano scivolò sul ventre di Sterling fino a fermarsi sui cordoni che tenevano chiuso il pigiama “Queer as Folk è molto interessante e fa molta chiarezza…” passò le labbra sul suo collo, e subito l’altro smise di guardare il telefilm, sentendosi avvampare.

Flint lo spinse più in basso, togliendo i cuscini da dietro la sua schiena per farlo stendere e in un attimo gli fu sopra, mettendosi a cavalcioni su di lui.

“Ti trovo decisamente meno tentennante” gli sussurrò in un orecchio mentre l’altro tratteneva il respiro, accarezzandogli un fianco “Non dobbiamo per forza bruciare le tappe ma, forse, potrei farti provare qualcosa di nuovo che…

La luce nella stanza si accese di colpo, abbagliandogli.

“Basta scopare, complici, ho un lavoretto per voi!”

“THAD!”

Harwood si sedette sul letto di Nick, lasciato per decenza libero quella sera, e li guardò attentamente “Mi serve qualcuno di fidato per fare una cosa…. Ci state?”

“Dipende da cosa” disse cauto Flint, alzandosi a sedere sul bacino di Jeff che mugugnò insoddisfatto.

Non voleva essere interrotto.

Thad sorrise beffardo spiattellando il suo piano alla coppietta. Quando terminò li guardo soddisfatto “Non è geniale?”

“Penso sia una stronzata atomica” si espresse il morettino, portandosi le mani al viso e gemendo frustrato “Thad non metterti tra la freccia di cupido e quei due, per favore…

Blaine ha costruito una barriera indistruttibile utilizzando i suoi capelli, quella freccia non arriverà mai a destinazione” disse serio Thad “A meno che io non intervengo”

“Ma chi sei tu scusa?” Flint lo guardò a bocca aperta, cercando il sostegno del biondino sotto di lui “Ma ti rendi conto come trama?”

“Ecco io…

“Ok Wilson non ci stai” Thad lo guardò scocciato prima di piantare gli occhi in quelli di Jeff “E tu Sterling, mi aiuterai?” domandò poi fissandolo, deciso.

Sapeva che Jeff era molto semplice da manipolare, rispetto al suo ragazzo.

Bastava solo essere persuasivo.

E infatti il biondino crollò “Si…. Ok va bene…. Ma non voglio essere preso in mezzo”

“Certo che no” sorrise Harwood alzandosi “Mi serviranno solo le tue mani…. Che ora, per il momento, possono tornare sul culo di Wilson!” si avvicinò alla porta contento, sorridendo “A domani, buon divertimento”

Jeff lo guardò uscire sospirando “Credevo che non se ne sarebbe mai andato, quando attacca questi discorsi di solito non molla mai…”con un movimento fluido Flint scese dal bacino del ragazzo, lasciandolo perplesso “Ma… Perché? Non hai voglia di…. Proseguire con la pomiciata?”

“No” rispose quello, secco, mettendosi sotto le coperte e tirando i telecomandi al biondo “Voglio dormire” spense di nuovo la luce, dando le spalle a Jeff.

“Mi dici che hai?” chiese stranito.

“Mi hai deliberatamente scavalcato!” sbottò il moro “Hai dato ragione a Thad! Perché lo assecondate tutti, scusa?! sai che ha torto!”

“Dai piccolo” Fece leva su un gomito alzandosi appena per poter sussurrare nell’orecchio all’altro “Non potresti passarci sopra?”

“A Thad? Certo! Dammi un camion!” Flint per risposta lo spinse via da lui “Io sono imbufalito con te, Jeffree. Ora guardati il telefilm e toccati da solo! Io dormo. Ciao”

E basta.

Per Flint Wilson il caso era archiviato e se era archiviato per lui lo era per tutti.

Le moine, le carezze quant’altro non sarebbero servite a nulla….

A Jeff non rimase altro da fare se non spegnere la tv e voltarsi verso Flint, abbracciandolo da dietro e sperando che, la mattina successiva, si sarebbe già dimenticato di tutto quello screzio.

Illuso.

Ancora non sapeva che Flint poteva serbare rancore per giorni…

 

Un totale, colossale, mastodontico disastro.

Ecco come Kurt avrebbe catalogato la festa a casa di Rachel Berry. Come se poi una festa della Berry sarebbe potuta rivelarsi l’opposto, pensò amareggiato mentre, seduto a terra nel seminterrato dell’amica aspettava il ritorno di Finn. Il poveraccio, infatti, stava portando a casa un po’ tutti, e mancava ancora Blaine alla fine dell’elenco…

Quando FInn arrivò con lo stesso entusiasmo di un internato di un campo di sterminio, guardò il fratellastro stravolto “Sono stanco Kurt…. Fino a Westerville non ci vado…. Come facciamo?”

Kurt sorrise amabilmente “Ma io so esattamente cosa fare e, caro Finn, non ti avrei mai chiesto di guidare fino a Westerville alle quattro del mattino…

In un primo momento aveva accarezzato l’idea di lanciare Blaine già dalla macchina in corsa, solo peri l fatto che aveva baciato Rachel con entusiasmo finendo poi per cantare una canzone in cui il main verse recitava un osceno ‘Don’t you want me’…

Aveva scartato l’ipotesi desolato, convinto che se ne sarebbe pentito.

Poi ecco, l’illuminazione: avrebbe tenuto Blaine a casa sua.

Non era molto saggio perché A) suo padre lo avrebbe ucciso e B) Blaine non era in grado di intendere e volere ma…. Al solo pensiero di passare una notte a guardarlo dormine nel suo letto a Kurt si era inceppato il circuito celebrale.

“Cosa pensi di fare?” chiese Finn, grattandosi il capo.

“Lo portiamo da noi” rispose con semplicità Kurt, mentre Mercedes resuscitava dalle nebbie lisergiche  della vodka, sorridendo maliziosamente nonostante fosse assonnata.

“Kurt che hai intenzione di fare con Blaine?”

Finn sgranò gli occhi “Kurt cosa hai intenzione di fare con Blaine ubriaco?” ripetè calcando sull’ultima parola.

Il ragazzo arrossì di botto “Ma che cavolo state insinuando? Voglio solo verificare che stia bene e che…. Non stia in giro…. Visto che non possiamo portarlo a casa….”

Mercedes ridacchiò, ancora un po’ offuscata dall’alcool e poi Finn sospirò “Andiamo su, voglio solo andare a dormire”

“Rachel?” domandò Hummel alzandosi e seguendolo fino ai divanetti.

“L’ha messa a letto Puck prima di andare via” si fermarono insieme, fissando intensamente il ragazzo abbandonato sul divano, a pancia sotto e con un bicchiere ancora in mano.

“Non l’ho mai visto ridursi così e lui è uno che beve spesso alle feste alla Dalton” commentò Kurt sospirando, prima di chinarsi ad accarezzargli i riccioli neri “Non è bellissimo?”

Finn storse il naso “Vuoi davvero la mia opinione Kurt?”

“No” con dolcezza Kurt tolse il bicchiere di mano a Blaine, prima di voltarsi verso Finn in attesa.

“Cosa c’è ora?”

“Prendilo no?”

Il fratellastro sgranò gli occhi “In braccio? Col cavolo!”

“Ma sarà leggerissimo” gli disse scocciato Kurt “Non vedi che è alto un metro e un uovo?”

“Si ma…. Mi fa senso l’idea di prendere in braccio un uomo. Sveglialo”

Cheppalle, sei davvero inutile Finn!” Kurt si rivoltò verso il solista dei Warblers e poi, dispiaciuto, lo chiamò scuotendolo appena per una spalla “Blaine? Blaine, coraggio svegliati…

Il ragazzo brontolò nel sonno prima di aprire gli occhi e, appoggiando le mani sul divano, alzarsi seduto, trovando Kurt inginocchiato davanti a lui. Sorrise appena “Ciao Kurt, è già ora di andare a lezione?”

“Bene è ancora in botta” commentò Mercedes ridacchiando.

“Senti chi parla” le disse Finn con un sorriso prima di chinarsi e passarsi un braccio di Blaine attorno alle spalle “Oddio mi verrà un mal di schiena tremendo, ce la fai a prenderlo tu Kurt? Sei più alla sua altezza…. Alla sua bassezza…” si corresse, mentre Hummel annuiva guardandolo male, passandosi l’altro braccio dell’amato attorno alle spalle.

Quello si appoggiò del tutto a lui, mettendogli una mano aperta sul petto e ridacchiando “Kurt non fare così dai, è solo una fetta di torta…

Finn e Kurt si guardarono negli occhi un istante, poi scuotendo il capo salirono le scale seguiti da una traballante Mercedes, con Blaine molto precario, attaccato a Kurt.

Il tragitto fino a casa di Mercedes, che era sulla strada del ritorno dei ragazzi, fu costellato dalle risatine alternate della ragazza seduta accanto al guidatore, e di Blaine, del tutto appoggiato a Kurt.

A un certo punto, anche quando Finn prese a ridacchiare dal divertimento, Kurt diede di matto “Ma ti rendi conto?! Tutti ubriachi eccetto noi due! Ma che ragazza di Glee Club è?! Degli alcolisti anonimi! Brave New Direction!”

“Da quel che mi dici dei Warblers non sono poi meglio” lo ribeccò Finn parcheggiando davanti casa dell’amica che scese senza nemmeno salutare, tanto era in stato comatoso. La guardarono cercare le chiavi di casa nonostante le avesse già in mano e poi, una volta che fu dentro, ripartirono.

“Sai che la tua pelle profuma moltissimo?” Kurt sgranò gli occhi nell’udire quell’affermazione di Blaine e si irrigidì ulteriormente quando questi prese e sfregare la punta del naso contro la sua guancia e poi contro al suo collo “Mi piace tanto il tuo profumo Kurt….”

“Oddio ti prego non farmi assistere a un porno gay” commentò lamentoso Finn dai sedili davanti, storcendo lo specchietto retrovisore per non vederli.

“Mi piace tanto anche come ti vesti…. Sei sempre così bello….”La mano di Blaine si appoggiò sulla coscia del ragazzo, pericolosamente in alto. Kurt non seppe se essere sollevato o meno nel momento in cui il fratellastro inchiodò nel cortile di casa.

“Ti aiuto a portarlo su, ma poi lo gestisci tu” disse sbrigativo ed imbarazzatissimo mentre aiutava Blaine a scendere “Io non voglio entrarci…. Non voglio che Burt mi minacci di nuovo col fucile…

“Va bene, grazie Finn…” A fatica lo portarono in casa, non prima di raccomandarsi di star zitto. Lui ovviamente ridacchiò per tutto il tragitto e poi entrò traballante nella stanza di Kurt lasciandosi cadere sul letto matrimoniale, in una posizione che a Kurt ricordava tanto una stella marina.

“Attento a non far casino” Finn lo guardò appoggiandogli una mano sulla spalla, “E attento anche a…. insomma attento a potenziali aggressioni sessuali…. Hai ancora il fischietto antistupro che ti ha preso Santana?”

Kurt sbuffò “Sì…

“Se succede qualcosa usalo e io provo a svegliarmi e a soccorrerti, a domani”

Kurt lo guardo uscire, ponderando se fosse il caso o meno di accoltellarlo con una matita sulla schiena, ma poi si disse che la primavera stava arrivando, il cambio di stagione era imminente, che gli scatoloni con i vestiti erano davvero pesanti e  che Finn poteva ancora servire.

Si voltò verso Blaine, convinto di trovarlo sul letto, e lanciò un gridolino soffocato nel trovarselo davanti, in piedi.

Blaine sembrava maledettamente serio e la cosa lo metteva in ansia.

Pavarotti li guardava stranito da dentro alla gabbietta, e Kurt per un istante pregò di far cambio col canarino.

Bella vita la sua, bere, mangiare, dormire e grattarsi le piume!

Il ragazzo più basso gli passò le braccia dietro al collo, stringendosi a lui “Sei il mio migliore amico Kurt e ti voglio tanto bene….”

Ad Hummel scappò un piccolo sorrisetto  mentre ricambiava per un istante l’abbraccio, prima di portare le mani sui fianchi dell’altro per staccarlo “Anche io ti voglio bene Blaine ma ora siediti” Lo fece accomodare sul letto, prendendo poi posto accanto a lui e portandosi un dito alle labbra “Ora però fai piano che se mio padre ti sente ci uccide entrambi…. Hai capito?.... Blaine?”

Il morettino però non lo stava minimamente ascoltando e teneva gli occhi fissi sulle labbra del ragazzo. Kurt sentì il cuore battergli in gola mentre considerava tutte le varie opzioni….

Poteva dargli una serie degli schiaffi, due a due, fino a vederli diventare pari, oppure poteva portarlo in bagno e buttarlo sotto la doccia. Poteva anche soffocarlo con il cuscino di piume d’oca, purché  la smettesse di fissarlo in quel mondo..

Blaine mi stai ascoltan… Blaine!” Non voleva gridare, non era il caso visto che era notte fonda e che suo padre aveva un bellissimo fucile da caccia nell’armadio, ma ritrovarsi addosso Blaine lo aveva un po’ stupido.

Kurt postò lo sguardo verso la porta, controllando che dal corridoio non provenissero rumori, e quando se ne fu sincerato alzò gli occhi su Blaine che lo stava sovrastando, appoggiandosi totalmente a lui.

“Spostai, dai…” Kurt provò a rialzarsi ma, nonostante l’amico fosse ubriaco, aveva una forse presa su  di lui, al punto tale che per lui fu impossibile staccare la schiena dal materasso.

Anderson lo guardava in modo strano, con un’espressione intensa sul viso tanto che, per un istante, Kurt si illuse che fosse tornato in se. Ma quella leggiera ombra alcolica nei suoi occhi lo tradiva….

Hummel lasciò cadere le braccia stanche sul materasso, visto che sembrava inutile provare a spostarlo. Tanto valeva farlo ragionare “Blaine, ti prego, alzati…. Mi fai male, non sei poi così leggero come credevo…. Senza offesa”

Ancora nessuno risposta.

Almeno non verbale.

Il solista dei Warblers si abbassò verso il viso di Kurt lentamente, fino ad arrivare a sfiorare con naso quello del controtenore.

Quando Hummel avvertì il respiro caldo e lievemente alcolico dell’altro sulle labbra iniziò a fremere, di paura ed eccitazione unite, deglutendo rumorosamente “Cosa stai…. Cosa stai facendo?” chiese tentennate.

Blaine si avvicinò ulteriormente, tracciando il contorno delle labbra di Kurt con la punta della lingua, prima di alzarsi appena e guardarlo negli occhi.

Kurt rimase del tutto senza fiato da quel gesto e per un istante si perse nell’immensità delle iridi color caramello degli occhi di Blaine.

“Voglio baciarti…” sussurrò a voce bassa il solista dei Warblers, passando un paio di dita sulla guancia di Kurt per accarezzarla. Attese ancora qualche secondo prima di riabbassarsi, ma questa volta Kurt ci mise più forza.

Lo spinse piantandogli entrambe le mani sul petto e spostando di lato il volto.

Non lo avrebbe mai permesso.

Non avrebbe mai accettato che Blaine lo baciasse solo perché ubriaco, era assolutamente fuori da ogni logica per lui. Desiderava Anderson con ogni fibra del suo corpo da quel giorno, da quando lo aveva incontrato sulle scale della Dalton e per la prima volta i loro sguardi si erano incatenati e pretendeva che il loro primo bacio avvenisse perché entrambi lo desideravano, non perché uno dei due era così ubriaco da parlare a sproposito di torte e fragranze della pelle.

Quando sentì Blaine spingere per tornare su di lui provò ad opporsi solo per alcuni minuti, poi si arrese togliendo le mani e lasciando che un paio di lacrime scorressero sulle tempie e poi sul copriletto.

Blaine però non provò a baciarlo di nuovo, bensì nascose il viso nel suo collo stringendolo in un caldo abbraccio, più stretto del precedente.

“Farei tutto per te Kurt….”

Hummel appoggiò le mani alla sua schiena, ricambiando l’abbraccio, fino a che Blaine si lasciò cadere con la schiena sul materasso, in coma.

A quel punto Kurt si alzò a sedere e, dopo essersi asciugato gli occhi, sorride appena nel vederlo ad occhi chiusi e la bocca lievemente aperta.

Si alzò, sfilandogli le scarpe e poi prese il pigiama andando in bagno a cambiarsi.

Solo quando si trovò davanti alla specchiera, solo come un cane a guardare affranto le occhiaie che stavano nascendo sotto i suoi occhi cristallini, iniziò a pensare alle parole di Blaine.

Farei tutto per te, Kurt…

Aprì l’acqua, lavandosi velocemente il viso e ponderando con attenzione quella frase cercando di trovarvi diversi significati.

Solo uno però gli andava bene…

Per un  fugace istante ripensò al discorso che Blaine gli aveva fatto a San Valentino, ovvero che lui non voleva rovinare tutto tra loro…

Kurt pensava, credeva, di piacergli eppure il solista aveva anteposto la loro amicizia a qualsiasi altro sentimento, pur di non perderlo.

Per un istante lo aveva odiato ma ora, ripensandoci bene, lievemente condivideva il pensiero di Blaine. Solo che non gli sarebbe mai bastato quel rapporto basato solo sulla fiducia reciproca se non avrebbe mai potuto assaggiare le labbra di Blaine dopo il solito caffè, dopo le riunioni con i Warblers.

Si infilò il pigiama e poi tornò in camera, convinto di trovare Blaine addormentato su tre quarti del letto, ma non fu così.

Il ragazzo sedeva sull’orlo del materasso, con il capo fra le mani “Stai bene?” gli chiese appoggiandogli una mano sulle spalle.

Credo….” Blaine fece una pausa guardandolo in viso “Credo di dover vomitare…

Kurt sgranò gli occhi, afferrando il cestino della spazzatura e passandolo all’altro appena in tempo. Infatti, appena questi lo ebbe afferrato, si chinò in avanti iniziando a rimettere anche l’anima.

“Ecco una cosa che non avrei mai voluto vedere” commentò Kurt, inginocchiandosi sul letto dietro all’amico e tenendogli una mano sulla fronte mentre questo continuava a vomitare.

Ci mise un po’ a finire, ma poi appoggiò a terra il secchio, passandosi una mano sulla fronte, finalmente cosciente di ciò che gli accadeva attorno.

K-Kurt?”

“Si sono qua, ora tieni la bocca chiusa non vorrei uscisse altro” Sorrise dolcemente accarezzandogli il collo prima di afferrare il secchio del pattume e appoggiarlo sulla piccola terrazza, chiudendo poi con cura la porta-finestra.

Portò Blaine in bagno, nonostante questo faticasse a stare dritto, e gli fece sciacquare la bocca col colluttorio prima di riportarlo in camera.

Per quanto lo infastidisse il pensiero di farlo dormire con i vestiti con i quali si era rotolato in terra nel suo letto, doveva ammettere che non era saggio farlo cambiare e, di certo, lui non sarebbe mai riuscito a spogliarlo senza collassare.

Avrebbe cambiato le lenzuola il mattino successivo, non era poi così grave.

Lo coprì per bene, andando poi a prendere posto dalla sua parte.

Prese un respiro prima di stendersi, non riuscendo a conservare un sorrisetto al pensiero che Blaine era proprio lì.

“Come ti senti?” gli domandò una volta che si fu steso, voltando il viso verso il suo. Sorrise, quando vide che Blaine aveva già gli occhi chiusi, stordito dalla stanchezza e dall’alcool.

Allungò la mano verso la guancia del solista, accarezzandola delicatamente, e per un attimo gli parve di vederlo sorridere.

Gli diede poi le spalle, spegnendo la luce e sospirando, rilassato.

Poteva sentire il profumo della colonia di Blaine (decisamente ne metteva troppa ma a Kurt piaceva molto) misto a quello dell’alcool e del sudore (aveva ballato come un pazzo tutta la sera) ma a Kurt non infastidiva, anzi….

Devo essere davvero innamorato, pensò prima di chiudere gli occhi, del tutto intenzionato a calmarsi e dormire.

Sussultò quando sentì il braccio dell’altro avvolgergli il fianco, e poco dopo il capo del solista si appoggiò vicino al suo.

“Buonanotte Kurt…

Sorrise, e in un attacco di audacia prese la mano di Blaine portandosela sul petto e stringendola.

“Buonanotte Blaine…

 

Continua….

 

 

 

NdA:

scusatemi per il piccolo ritardo ma è stata una settimana molto impegnativa, scolasticamente!

Ora prometto di essere più celere negli aggiornamenti^^

 

Ecco il capitolo di oggi!

Questa è la mia personale interpretazione del post festa a casa di Rachel.

Spero vi sia piaciuto^^

 

Ringrazio tutti coloro che hanno recensito**

Ventuno recensioni, wow!

E ringrazio anche per le quasi 2000 letture del prologo!

Sono scioccata, sul serio!

A prestissimo!

Jessy

 

 

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Capitolo 16
*** #15 Are you kidding me? ***


bananissima

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

#15 Are you kidding me?             

 

 

“Hey Kurt! Vieni a darmi una mano con questa uova!”

“Arrivo tra un minuto!”

Burt Hummel camminava per i corridoi di casa sua tenendo in mano un vecchio ricettario e leggendolo come se si trattasse di un’antica bibbia in aramaico. Prese a salire le scale verso la stanza del figlio senza staccare gli occhi dalle pagine scritte in piccolo e ricche di immagini che non gli dicevano decisamente nulla “Che diavolo sono le uova in camicia? Sono la stessa cosa delle uova strapazzate, no?” arrivato davanti alla porta del figlio non pose nemmeno per un attimo il problema di bussare e si stupì parecchio di trovarlo ancora a letto “Hey ma che succede? Oggi devi insegnarmi tutto quello che sai sul bunch

“Scendo tra un secondo”

Burt alzò gli occhi sulla figura del figlio, nascosta dall’angolo della stanza che conduceva alla sua specchiera e al piccolo bagno indipendente.

Ma quindi? Nel letto…?

Un ragazzo moro alzò il capo da sotto il cuscino, guardando confuso attorno a se “Oh… Dove sono?”

Burt rimase del tutto attonito, a bocca aperta a fissarlo per un po’ prima di riuscire a formulare una frase “Oh mi dispiace…. Colpa mia…

Uscì lentamente dalla stanza mentre Blaine ricacciava la testa sotto al cuscino per evitare così che la luce del sole potesse ucciderlo. Kurt fissò il padre uscire per poi capire il motivo di quell’espressione…

Si alzò velocemente, finendo di spalmarsi la crema, e dopo essersi tolto il pigiama velocemente indossò un paio di pantaloni neri e un maglioncino del medesimo colore, lanciando uno sguardo all’amico che però pareva essersi riaddormentato.

Si avvicinò coprendolo meglio prima di andare alla finestra e tirare i tendaggi per far entrare meno luce possibile, poi scese in cucina.

“Papà?”

“Kurt spiegami immediatamente perché quel ragazzo stava nel tuo letto!”

“Siamo rientrati tardi e non potevamo riportarlo a Westerville così…” La voce di Kurt fu coperta dallo squillare insistente del telefono di casa. Quando Burt tornò, dopo aver risposto, prese la giacca “Mi hanno chiamato, un’emergenza in officina….”

“La domenica mattina?” domandò stranito Kurt.

“Deve essersi sfasciata di nuovo un delle ambulanze…. Comunque sia, il discorso non è finito” lo guardò severamente prima di uscire.

Kurt sospirò, ringraziando il Karma per aver fatto uscire suo padre così in fretta. Era quasi dispiaciuto di aver chiesto a Wes di andare a recuperare Blaine, visto che ormai aveva la certezza assoluta che sarebbe ritornato al dormitorio della Dalton prima del rientro del padre.

Prese un respiro profondo, prima di andare a versarsi del caffè e iniziare a sorseggiarlo con calma, tornando con la mente a quello che era successo quella notte.

‘Farei tutto per te, Kurt…

Quella frase continuava a tornargli in mente come una litania infinita.

Strinse fra le mani quella tazza sospirando, e chiedendosi per quale motivo Blaine l’avesse detta. A sentire Finn, che nonostante non bevesse era una grande intenditore di ‘amici in sbronza’, esistevano due scuole di pensiero riguardo alle parole degli ubriachi: alcuni sostenevano che l’alcool desse troppo alla testa per poter rendere affidabili le parole di un branco di adolescenti….

Altri invece, e Kurt sperava in questa alternativa, sostenevano che da ubriachi i freni inibitori non sussistessero proprio e che, quindi, una persona ubriaca dice esattamente quello che pensa. E fa quello che vuole.

E Blaine voleva baciarlo.

Un sorrisetto si increspò sulle sue labbra a quel pensiero, ma subito scosse piano il capo. Sapeva di piacere, forse nemmeno molto, a Blaine ma il ragazzo non aveva intenzione di trasformare la loro amicizia in qualcosa di diverso.

Quindi prese per vera la seconda ipotesi, ovvero che Blaine avesse fatto e detto qualcosa che realmente desiderava, ma si convinse anche che non sarebbe successo nulla.

E nulla sarebbe cambiato….

Sospirò pesantemente a quel pensiero, ma ad impedire l’ennesima giornata passata ad auto commiserarsi ci pensò Wes, che arrivò in quel momento a prendere l’amico…

 

“…. Poi mi sono messo su facebook sperando in un uscita con Mercedes o Rachel, ma niente. Sono rimasto a casa fino alle cinque e sono venuto qua” Kurt finì il racconto, chiudendo il cassetto nel quale aveva riposto la biancheria pulita.

Thad lo guardava dalla scrivania e in un attimo di stizza chiuse con un piccolo tonfo il portatile “Quindi fammi capire…. Era nel tuo letto ubriaco?* Kurt annuì andando a sedersi sul suo letto “Ha provato a baciarti e si è praticamente dichiarato?”

“Beh corri un po’ troppo ma…. Sì”

Thad lo guardò come se, al posto di Kurt, ci fosse un cretino “Ma sei scemo?? Potevi approfittarne!”

Hummel lo guardò indignato “Io sono cotto di Blaine, come dici sempre tu…. Pensi che un bacio rubato a un ubriaco mi soddisfi?”

“No ma magari lo sbloccavi” Harwood riaprì il portatile commentando in modo osceno un link di Trent prima di tornare a rivolgersi a Kurt “Sei troppo romantico, sai?”

“No sono realista” Hummel sospirò sfilandosi le scarpe per stendersi sul materasso “Anche se, oggettivamente, non c’è nulla di cui spaventarsi no? Anche per il fatto che ha baciato Rachel…. Non devo preoccuparmi vero?”

Amico…Thad si alzò andandosi a sedere sul letto dell’altro, accanto al lui, e prese a guardarlo ovvio “è così gay che i Gremlins nelle sue sopracciglia sono costretti a votare repubblicano..” aggiunse prendendo il cellulare per mandare un sms.

“Hai ragione….” Kurt prese un respiro “Allora mi rilasso un po’….”

“Si fai bene o ti scoppierà la testa” Harwood lesse un sms, poi si alzò prendendo la giacca “E onestamente non ho voglia di scrostare il tuo cervello dalle pareti…

“Dove vai?”

Thad sorrise misterioso “A organizzare un colpo di stato” disse strizzando l’occhiolino a Kurt prima di sparire fuori dalla porta lasciando l’altro abbastanza preoccupato.

Thad doveva portare a termine il suo piano, e il suo unico collaboratore, a cui aveva chiesto udienza (manco fosse il Papa), gli aveva risposto con il nome di una palestra e un indirizzo. Prese quindi l’auto recandosi nel posto che Jeff gli aveva indicato.

Il posto era abbastanza lontano dalla Dalton e, per i canoni di Thad, abbastanza squallido.

Parcheggiò la BMW nel piccolo parcheggio sul retro, accanto ad una bella Porchè che gli fece presagire che non aveva sbagliato posto. Entrò con calma misurata, chiedendosi in quale delle molte sale, dalle quale provenivano le più svariate melodie, si nascondesse l’amico.

Lo capì poco dopo quando notò una figura bassa e vestita di nero che, in piedi e a braccia incrociate, guardava attraverso un vetro cosa accadeva nella quinta sala sulla sinistra.

“Ciao Flint”

Harwood…

Thad si affacciò a sua volta riconoscendo subito la figura alta e slanciata di Jeff, del tutto concentrato sui passi di una coreografia hiphop che sembrava tutt’altro che semplice.

“Beh è bravo” disse semplicemente il capo consiglio lanciando un’occhiatina all’amico che fissava il fidanzato serio “Ma scommetto che a te non interessa il grado di bravura, bensì di guardartelo mentre si sbraccia e si muove tutto sudato, eh?” chiese poi malizioso, picchiandogli dentro con un gomito.

Wilson sbuffò spostandosi di lato “Senti Thad l’altra sera abbiamo discusso per colpa tua, quindi, se non ti dispiace andartene mi faresti un favore…

“Dai non fare il permaloso….” L’altro alzò un sopracciglio guardandolo duramente “Mi serve una mano e lui ha accettato…. È un piacere tra amici, tutto qui”

“Non puoi fare quello che hai in mente! Tu non sai idea di quanto Blaine si arrabbierà con Kurt a causa tua!” sbottò il morettino, irritatissimo, attirando un paio di sguardi da alcune ragazze in tutù che stavano per entrare nella sala adiacente “Non farlo, davvero Thad, mi appello al tuo buonsenso… se c’è.”

“Invece ti sbagli…. Blaine penserà che tra me e Hummel c’è qualcosa e allora mi affronterà ammettendo almeno a me la sua cotta…. Una volta fatto ciò lo indirizzerò dal mio compagno di stanza. Non posso fallire”

“Invece fallirai, e farai casini che poi io dovrò rimediare”

Stavolta toccò ad Harwood alzare un sopracciglio “Tu?”

“Si io!” proseguì con ardore Flint “Qui in mezzo sono il solo con un brandello di buon senso!”

Thad sbuffò, prima di attirare l’attenzione del biondo che chiese una pausa uscendo dalla sala “Sentimi bene Nureyev, domani alla riunione dei Warblers va fatto ok?”

Jeff annuì, prendendo un sorso d’acqua ed evitando accuratamente di guardare negli occhi il suo ragazzo “Va bene…. hai trovato il violinista che ti serviva?”

“No” rispose Thad ammiccando “Ma ho una certa ideuzza…

Jeff aggrottò la sopracciglia e per un istante anche Flint parve confuso, ma poi spalancò gli occhi “Oddio non vorrai….” Thad si espresse con un sorrisetto, prima di riprendere a camminare verso l’uscita “Questo si chiama sadismo, Harwood!”

Jeff sospirò “Non vedo l’ora che questa storia sia finita…

Flint lo fulminò con gli occhi, prendendo l’asciugamano dalle spalle del biondo e attorcigliando per poterlo usare come arma contro di lui “Non sarà la sola storia a finire a causa vostra..”

“Ma che diavolo stai… Ahia! Flint, mi hai fatto malissimo!”

 

Kurt sapeva che quella settimana sarebbe iniziata come si era conclusa la precedente: da schifo.

Solo che, sinceramente, non si aspettava di ritrovarsi al solito caffè con Blaine  per berne uno prima delle prove e soprattutto non si aspettava quello che sarebbe successo di li a pochi minuti.

Guardò l’amico riporre il cellulare nella tasca, prima di guardarlo stupito e ridacchiare dicendo “Rachel mi ha chiesto di uscire…

Anche Kurt esplose a ridere “Oddio è incredibile! Ha una cotta per te!” Kurt prese a sorseggiare il caffè mentre Blaine andava a prendere un paio di bustine di zucchero “Oh aspetta un secondo, perché hai detto di si? Non puoi prenderla in giro”

“Chi ha detto che voglio prenderla in giro?”

Kurt rimase del tutto spiazzato da quell’affermazione, sperando di aver recepito male il messaggio “Non puoi essere serio…

“Quando ci siamo baciati…. Mi è piaciuto!”

Kurt iniziò a sudare freddo e si convinse che Blaine o stava scherzando oppure era del tutto impazzito. Forse era di nuovo ubriaco… “Ti è piaciuto perché eri ubriaco”

Iniziava a provare il desidero fortissimo di prendere a schiaffi il bel faccino di Anderson.

“Cosa c’è di sbagliato in un piccolo appuntamento innocuo?”

La risposta di Kurt era una sola: tutto, tutto era sbagliato.

“Tu sei gay Blaine” sussurrò ovvio, mentre l’altro iniziava ad agitarsi.

Io…. credevo di esserlo. Ma…. Non ho mai avuto un ragazzo” Non riusciva a spiegarsi molto bene, cosa che irritò maggiormente Hummel “Forse è il momento migliore per capire chi sono…

“Oh mio Dio non posso crederci…” sussurrò Kurt a se stesso.

“Forse sono bisessuale” tentò Blaine “Non lo so…

“Bisessuale è il termine che usano i gay al liceo quando tengono una ragazza per mano e vogliono sentirsi normali almeno per una volta!”

“Aspetta, aspetta….” Blaine mise avanti una mano guardandolo attentamente negli occhi “Perché ti arrabbi tanto?”

“Perché per me sei un modello!” Gli sputò in faccia l’altro “Perché ammiro l’orgoglio nell’essere quello che sei!” Blaine distolse lo sguardo, incapace di reggere quello severo di Kurt “Io so cosa significa nasconderti, ed eccoti qui a fare un passo indietro!”
“Mi dispiace di ferire i tuoi sentimenti, o il tuo orgoglio o quello che è” Lo interruppe il solista con una risatina amara mal contenuta “Ma per quanto la cosa possa farti sentire confuso, quello davvero confuso sono io” La cosa che maggiormente stava irritando Anderson era l’espressione di Kurt di totale incomprensione e, quel piccolo dolore che parve di leggervi negli occhi lo stava facendo impazzire “Tu sei sicuro al cento per cento di te stesso. È fantastico. Beh… non siamo tutti così fortunati”

“Già sono stato molto fortunato Blaine” disse Kurt con un tono da presa in giro tipico del suo essere “ad essere inseguito fuori scuola da un bullo che minacciava di uccidermi”

“E perché lo avrebbe fatto?”             

“Perché non gli piaceva chi io fossi”

“Ed è esattamente ciò che mi stai dicendo tu ora… Non è vero?” domandò quindi Blaine con un tono da rimprovero che, se possibile, fece ancora più male a Kurt, come se il resto non bastasse “Io sto…. Facendo una ricerca dentro di me, ok? Sinceramente sto solo cercando di capire chi sono e sentirmi rimproverare da te, su tutte le persone, per questo…. Non credevo che tu fossi così” Kurt lo guardò alzarsi, mettersi la sciarpa rossa e prendere il caffè fra le mani prima di fulminarlo un’ultima volta con gli occhi “Ci si vede in giro. Ti direi che passo al piano Bi, ma ti arrabbieresti” e fatta questa pessima battuta prese su tutto e lasciò velocemente la caffetteria lasciando solo Kurt a incanalare la rabbia e la frustrazione.

Hummel sospirò, abbassando gli occhi sul pavimento e prendendo una boccata di cappuccino che, per un istante gli parve molto amaro. Storse la bocca, aprendolo e vedendo che nella fretta Blaine aveva scambiato i due bicchieri prendendo il suo…

“Successo qualcosa?” La voce di Richard lo fece trasalire, mentre lui e suo fratello minore Cameron si sedevano al suo tavolo.

“Diciamo che Blaine apprezza molto la mia opinione” disse sarcastico Kurt, bevendo a fatica un sorso di caffè nero “Ma non importa è solo un piccolo disguido…. Andiamo alle prove?”

Cameron annuì prendendo un sorso di cioccolata calda “Si è meglio… Oggi è l’ultima riunione di febbraio… Penso si parlerà del Festival dei Fuochi e delle Regionali, come sempre”

“Che festival è?”

“Una cosa che si fa tutti gli anni a metà maggio” spiegò Rich “Cantiamo davanti ai turisti e agli abitati di Westerville…. Ci sono le giostre, le bancarelle…. È figo

“E ci sono i fuochi artificiali” Puntualizzò Cam.

Kurt sorrise appena “Sembra divertente…

“Meglio che le case di riposo e i Gap” Richard si alzò facendo segno ai ragazzi che era ora di andare. Camminarono fino alla macchina dei fratelli James e Kurt chiese loro un passaggio visto che Blaine lo aveva gentilmente mollato li.

Arrivarono che ormai tutti i Warblers si erano accomodati suoi divani e si sorpresero molto di trovare qualcosa di anomalo al centro della stanza.

“Perché il pianoforte a coda è qui, oggi?” chiese Kurt prendendo posto accanto a Wilson, osservando incuriosito il bellissimo strumento laccato di nero.

“Non ne ho idea” borbottò acidamente Flint, ma Kurt non vi diede peso. Sapeva, nonostante non conoscesse le ragioni, che aveva litigato con Jeff e quindi preferì non indagare oltre.

Wes entrò insieme agli altri due capi consiglio lanciando al pianoforte uno sguardo perplesso, ma decise di non chiedere nulla a nessuno

Non aveva voglia di scenate inutili.

Nemmeno David disse nulla e lo stesso valeva per Thad che, tra l’altro, appena preso posto aprì il suo quaderno e strizzò l’occhiolino a Kurt. A nessuno sfuggì questa cosa, tra l’altro abbastanza normale per i due….

Eppure qualcosa nell’espressione di Thad era… insolita.

Blaine evitò accuratamente di voltarsi verso Hummel ma capì benissimo a chi si era rivolto Harwood. Decise di limitarsi a sistemarsi il blazer, mettendosi a sedere ritto sul bracciolo del divano.

“Bene oggi all’ordine del giorno abbiamo la preparazione del Festival dei Fuochi….” Lesse Thad tra i suoi appunti “Anche se prima vorrei chiedere a voi, esigui colleghi, la licenza di dilettarvi con un piccolo assolo che ho preparato ieri sera”

Si diffuse uno mormorio stranito.

“Non è una nostra usanza” disse Wes, prima di alzare le spalle “Vuoi diventare primo solista per le Regionali?”

“Nono” disse Harwood alzandosi in piedi “Non poterei mai nulla via a Blaine” aggiunse con un sorrisetto malizioso guardando verso Wilson.

David e Wes scambiarono uno sguardo poi il ragazzo di colore disse “Perché no? Infondo io apprezzo molto la tua voce, e non tutti l’hanno sentita bene quindi…. Prego”

Thad sorrise “Grazie. Ho bisogno di un paio di aiutini…. Ehm, Jeff? Prego al piano. Ricordi la canzone no?” Domandò al biondo che annuì alzandosi dalla sedia e prendendo posto sullo sgabello del pianoforte. Tutti capirono a cosa serviva, quindi “Poi…Thad prese un paio di spartiti da dentro il suo quaderno, prima di chinarsi sotto la scrivania e prendere una custodia rigida dalla quale estrasse una violino “Blaine tu sai suonarlo, no?” domandò poi rivolto al solista.

Kurt si voltò verso Flint che rantolò frustrato “Ma che hai?” il morettino non gli rispose.

“Si certo” Blaine si alzò prendendo lo strumento e gli spartiti “Oh conosco questa canzone” sorrise a Thad.

Quindi…. Non ti dispiace?”

“Certo che no, se posso aiutarti lo faccio volentieri!”

Thad sorrise amabilmente prima di voltarsi verso Kurt “Hummel vieni qui per favore?”

Kurt si alzò titubante “Thad io so suonare solo il pianoforte…. E nemmeno così bene…

“Oh no tu sarai la mia musa” gli rispose, stupendo tutta la sala e facendo sedere Kurt sulla scrivania, davanti a Wes che per vedersi si sporse di lato.

Anche Blaine rimase abbastanza sorpreso, ma al cenno di Thad si sistemò il violino sulla spalla.

“Signori” disse Thad rivolgendosi ai due collaboratori “Possiamo iniziare….”

Jeff iniziò a muovere la mani sul pianoforte, mentre Blaine non riusciva a staccare gli occhi da Thad che non li staccava da Kurt.

“Lo sapevo che quei due se la facevano” mormorò Trent nell’orecchio a Nick che alzò gli occhi al cielo “Era evidente che…

Accadde.

Thad iniziò a cantare e la sua voce calda e coinvolgente zittì tutti quanti lasciandoli davvero sorpresi in quanto essa non era mai stata valorizzata all’interno dei cori dei Warblers…

 

I can't believe it's over
I watched the whole thing fall
And i never saw the writing that was on the wall
If i only knew
The days were slipping past
That the good things never last
That you were crying

Summer turned to winter
And the snow it turned to rain
And the rain turned into tears upon your face
I hardly recognized the girl you are today
And god i hope it's not too late
It's not too late



Kurt sentiva il cuore martellargli a mille mentre guarda Thad cantare con tutto quell’entusiasmo davanti a lui. Per lui.

Nessuno gli aveva mai dedicato una canzone in quel modo.

Nemmeno ci pensava alle motivazioni di quel gesto, si limitava solo a tenersi un pugno davanti alla bocca e ad osservare l’altro con commozione mentre un rossore diffuso si spargeva sulle sue guance di porcellana.

Poi attaccò col ritornello, lasciandolo ancora di più a bocca aperta.

Quella voce se la sarebbe di certo ricordata.

 

'Cause you are not alone
And i am there with you
And we'll get lost together
Till the light comes pouring through
'Cause when you feel like you're done
And the darkness has won
Babe, you're not lost
When the world's crashing down
And you can not bear the thought
I said, baby, you're not lost
I said, baby, you're not lost
I said, baby, you're not lost



Solo a canzone conclusa il silenzio tombale nella stanza si infranse in uno scrosciare di applausi e congratulazioni. Molti saltarono in piedi, battendo pacche fraterne sulle spalle di THad che sorrideva raggiante.

Kurt si rilassò, prendendo un respiro e battendo a sua volta le mani per Thad con entusiasmo.

Nessuno si accorse che Blaine non si era mosso e non aveva assolutamente mosso un muscolo, dimenticandosi di suonare il violino.

Nessuno, eccetto Flint che lo fissava preoccupato dal suo posticino sul divano.

“Bene, torniamo a ricomporci!” Wes tornò al suo posto iniziando a battere il martelletto con vigore “Kurt ti dispiacerebbe scendere? Hai una schiena bella diritta che non mi consente di vedere gli altri…

“Oh scusami Wes” Il ragazzo scese imbarazzato avvicinandosi a Thad e sorridendogli “Se era per me…. Grazie…. Ma…” si avvicinò al suo orecchio, affinchè gli altri che stavano cercando di risistemarsi non sentissero “Tu non sei…. Vero?”

“No” ammise Thad con un sorrisetto “Non lo sono, ma sei la cosa più simile ad una ragazza nella stanza”

Kurt lo guardò male “Sei sempre il solito str…
“Seduti!” esortò nuovamente Wes e Thad si sbrigò a riprendere velocemente il suo posto accanto a lui “Brillante esibizione, Thad, ma ora basta scherzare… Allora, tornando a noi….” Gettò un occhio agli appunti di Harwood “Il Festival dei Fuochi…. Come da tradizione decidiamo sempre i pezzi sa portare tutti insieme in modo che tutti abbiano più o meno l’occasione di cantare un pezzo…. Warbler Blaine, tu hai qualche idea visto che sei il solista desegnato?”

Quando nessuna risposta tornò indietro a Wes tutti iniziarono a guardarsi attorno.

“Ma Blaine?” domandò David.

“Se l’è svignata prima” disse acidamente Flint alzandosi a sua volta e andando verso la porta “E anche io sono stanco di progettare tutto…. Cantate voi, decidete voi e poi ditemi quanti gorgheggi devo fare sullo sfondo” e detto questo uscì lasciando spiazzati tutti quanti.

Ok…. Direi di rimandare l’assemblea” disse cautamente l’asiatico scatenando le ire di Trent.

“Eh certo” disse, infatti, Nixon in tono sarcastico “Manca la grandissima diva del palco: Blaine Anderson! Rimandiamo tutto! Posso dirti una cosa Wes?” puntò un dito grassoccio verso il capo consiglio che lo fissava stranito “Io mi sono stufato che il mondo ruoti attorno alla testa scolpita di Anderson!” e se ne andò anche lui.

“Io devo studiare storia, quindi….” Nick provò ad alzarsi ma Jeff gli mise una mano sulla spalla, consigliandogli caldamente che era meglio evitare.

“Sono tutti molto stressati” disse annoiato Thad, sbadigliando “Ci riaggiorniamo a domani alle quattro, ok? Inutile parlare se manca qualcuno”

Wes battè la mozione e tutti si alzarono iniziando ad uscire dalla stanza.

Jeff e Nick si avviarono dentro alla loro stanza, parlando già del fatidico tema di storia da consegnare l’indomani.

Salutarono Ethan, che aveva camminando accanto a loro per tutto il tragitto, sul pianerottolo del terzo piano prima che il ragazzo si incamminasse verso il quarto entrando in camera e trovandovi già Kirk.

Da quando si era dissociato dai suoi piani malvagi per distruggere Anderson dalle fondamenta il biondone viveva ogni giornata come se l’altro non esistesse.

Evitava i suoi sguardi, non gli rispondeva e di certo non parlava.

Un bambinone offeso, ecco come lo chiamava Ethan.

Moore però rimase parecchio sorpreso quando entrando in stanza Kirk interagì con lui per la prima volta da settimane: lo prese, sbattendolo di forza contro il muro.

“Dimmi per quale bieca ragione hai detto tutto a Blaine!”

Moore lo spinse via, mettendogli le mani sul petto “Non mettermi mai più le mani addosso, Jimmy, o ti spacco la faccia”

“Dimmelo, hai capito, bastardo traditore!” sbraitò ancora il biondone, puntando un dito contro di lui “Anche tu sei innamorato dello charme di quello gnomo saltellante, immagino. Mi fai pena come tutti gli altri”

“Non hai capito proprio nulla, sai?” lo ribeccò arrabbiato Ethan.

“A no? Dici?” Kirk alzò le mani “Sai che ti dico, maledetto stronzo? Per ora passa, ma solo perché se no ti romperei un braccio” prese velocemente la giacca e le chiavi dell’auto “Il discorso lo finiremo, contaci.”

Ethan si lasciò cadere sul letto dopo averlo visto uscire sbattendo la porta e iniziò a tirare cazzotti al cuscino, chiedendosi il motivo per il quale doveva sempre andare a finire così con quello zuccone di Kirk.

E, soprattutto, cosa si sarebbe inventato per nascondergli la verità…

 

“Scusa se te lo dico, Blaine, ma io non sopporto questa cosa!”

Flint sbuffò, accomodandosi meglio sul letto di Anderson mentre Trent girovagava per la stanza come una trottola impazzita, delirando.

“Posso capirti, davvero” gli disse il solista, portandosi una mano sul cuore e sedendosi a gambe incrociate sulla scrivania in modo così naturale che Flint si domandò da dove derivasse questa mania di scalare sempre i mobili.

“Ragazzi basta parlare di quel branco di rincoglioniti” disse Wilson, guardando BlainePiuttosto…. La serenata di Thad? Che mossa patetica di prendersi le grazie degli altri Warblers è stata?”

“Secondo me a Thad, Kurt piace parecchio” si limitò a dire Trent, sedendosi accanto a lui mentre Blaine si fossilizzava con lo sguardo a terra “Sono settimane che lo dico ma nessuno mi considera”

“Oh ma andiamo, Thad è etero” disse sbrigativo Flint, cercando di sfatare il compagno di stanza che, inconsciamente, stava aiutando Thad.

“Quello la è imprevedibile” rispose Nixon “Non si sa mai cosa gli passa per la testa…. Non mi stupirebbe se si fosse riscoperto gaio. E poi Kurt è un bel ragazzo…

“Boh non so che pensare…. Tu che dici, Blaine?”

Anderson si riscosse, alzando gli occhi tristi in quelli azzurri di Flint. Poi si fece coraggio “Dico che ho un appuntamento con una ragazza, quindi se uscite mi cambio”

Trent lo guardò stupito mentre Flint alzava gli occhi al cielo.

Una…. Ragazza?”

“Si Trent, qualcosa di strano?”

“Ma era un uomo prima?!”

Blaine alzò gli occhi al cielo, prima di avviarsi all’armadio e prendere un paio di cose da esso “Fuori, su!”

“Che modi” disse Flint non appena Blaine si premurò di alzarlo dal letto, spingendolo con insistenza fino alla porta che Trent aveva appena aperto “E comunque sei stupido Anderson…. Perché è davanti a te non lo cogli”

“Non so di cosa stai parlando” gli rispose per i toni Blaine.

Flint lo guardò sospirando “Si che lo sai…. Spero solo che non deciderai di muoverti quando sarà troppo tardi” lo guardo attentamente, prima di chiudersi la porta alle spalle e avviarsi verso la sua stanza accanto a Nixon “…idiota…

Blaine?”

Già…

“Oh! Pensavo di essere il solo ad averlo capito!” Trent ridacchiò facendo sorridere l’amico “Hey ciao Jeff” salutò poi il biondo “Avete bisogno della stanza? Vado a trovare Duvall”

“Grazie, molto carino da parte tua Trent” gli sorrise Jeff, avvicinandosi a Flint e lasciandogli un bacio sulla guancia.

Nixon li lasciò lì, proseguendo verso la stanza che il biondo divideva con Nick.

Jeff invece seguì il suo ragazzo in camera, in cerca di coccole. Peccato che aveva capito proprio male…

Infatti appena fece per avvicinarsi Flint scattò “Sei un vero idiota, lo sai?”

Jeff spalancò gli occhi “Che cosa ho fatto, ora?” domandò stranito.
“Grazie a te e Thad ora Blaine si crede etero!” Si portò una mano sugli occhi, cercando di reprimere altri insulti “Perché non vi siete fatti i fatti vostri?! Perché tu non hai impedito questa cosa invece di darvi corda?!”

Il biondino lo guardo davvero stupito “Mi stai dando la colpa??”

“Si, accidenti a te!” Flint si chinò tirandogli una ciabatta “Forse se evitavi di dare appoggio a Thad forse…

“Flint sai una cosa? Mi hai davvero scocciato!”

Il morettino rimase a bocca aperta “Come, prego?”

Jeff lo guardò, arrabbiato, incrociando le braccia “Non puoi dirmi cosa fare o meno…. Per me il piano di Thad era buono ed è difficile dirne gli effetti ora…. Quindi smettila di insultarmi, di chiamarmi idiota, scemo o cretino! Non è carino nei tuoi confronti sai?”

“Ma io lo penso!”

“Ah si?! Bene!” Jeff appoggiò una mano sulla maniglia della porta, facendo per andarsene.

E Flint capì che aveva esagerato “In questo caso…. Intendo che in questo caso ti sei comportato così…

“Senti, stai solo peggiorando le cosa” Lo interruppe, con un movimento brusco del braccio nella sua direzione “Ci vediamo eh, quando magari sarai un po’ più gentile verso il tuo ragazzo”

“Jeff aspetta…

Lo sbattere della porta lo zittì.

Decisamente era la giornata delle uscite drammatiche, pensò mentre si lasciava cadere sul letto con un sospiro.

 

Continua…

 

 

NdA:

Scusate se il capitolo non solo è più breve del solito ma è anche in ritardo. Posso solo dire che la colpa è mia solo in parte: si è cancellato per ben due volte e ho dovuto riniziare ç___ç

Ringrazio coloro che hanno commentato i capitoli precedenti, promettendo che nel prossimo capitolo risolverò almeno il problema Kirk/Ethan!

Ci tengo a ringraziare la mia migliore amica Grè (con la quale scrivo una storia, vi ricordo) che si è presa l’onere di postare visto che io sono attualmente in viaggio per Barcellona e quando ho provato a postare prima il sito era in manutenzione per il cambio di Server!

Tornò martedì dalla bella Spagna e mi rimetterò subito al lavoro ;)

A presto e grazie a tutti coloro che commenteranno questo capitolo da pazzi!

Un bacione Jessy

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 17
*** #16 100% me. ***


bananissima

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

#16 100% me.

 

Si passò il pettine sui capelli ricci e neri ancora una volta prima di abbondare di lacca e decider che aveva finito di prepararsi.

Blaine si guardò nel riflesso della specchiera della sua stanza prima di chiudere un paio di bottoni della camicia e infilare un maglioncino semplice e grigio. Non aveva voglia di uscire con Rachel, eppure trovava stimolante quell’incontro, come se da esso dipendesse sul serio la sua sessualità futura. Era curioso di concludere quell’indagine in se stesso, provare a se stesso che non si era sbagliato: che era omosessuale e fiero di esserlo.

Prese il cappotto e la sciarpa scarlatta prima di uscire in corridoio e trovarvi, con sorpresa, quasi tutto il suo anno lì raccolto.

“Che succede?” chiese a Jeff dopo essere avvicinato e quello, per risposta, scrollò le spalle.

“Hanno chiuso la mensa…. Avranno trovato un altro topo. Ci stiamo organizzando su dove andare a mangiare…”

Blaine lo guardò stranito a causa del tono spento che il biondo aveva usato “Ma…. È successo qualcosa Jeffy?”

Lui rispose lapidario “Litigato con Flint”

“Ops…”

“Ed esigo delle scuse decenti, oppure….” Fece una pausa, abbassando gli occhi con espressione triste “Oppure non lo so…”

Blaine annuì, dandogli una paio di pacche fraterne sulla spalla “Flint è intelligente, sono certo che ti chiederà scusa…”

“Io ci conto”

Il solista gli sorrise “Ti consolerei con una lattina di birra e un film demenziale ma ho un appuntamento…. E penso che Nick sia meglio di me in questo”

“A domani B…”

Blaine lo guardò allontanarsi con passo pesante fino ad affiancarsi al migliore amico, poi iniziò a percorrere il corridoio fino alle scale, allacciandosi il cappotto nero, e su di esse incontrò Kurt e Thad che le stavano scendendo, ridacchiando fra loro.

Istintivamente si irrigidì osservandoli mentre si avvicinavano, Harwood cordiale e Kurt abbassando appena il capo.

“Ciao Big B dove vai di bello?” domandò solare il primo prendendo dalla tasca della giacca di pelle il cellulare, mentre Kurt rimaneva al suo fianco con le mani ben piazzate nelle tasche del maglione grigio e l’espressione di chi si sente ancora offeso per qualcosa.

Sicuramente la lite al Lima Bean di quel pomeriggio.

“Ho un appuntamento con una ragazza” gli rispose Blaine, stando bene attento a calcare sull’ultima parte.

La reazione di Thad fu storica. Lo guardò inebettito per un istante prima di scoppiare a ridere fragorosamente “Una ragazza? E come si chiama, Fernando? È per caso brasiliana?” disse piegandosi in due.

“Sai Thad, passerei la vita a farmi prendere in giro da te” gli disse tagliente Blaine “Ma mi faresti far tardi quindi, se non vi dispiace, mi aspettano…”

“Sisi veloce” gli disse Harwood portando un braccio attorno alle spalle di Kurt che lo guardò perplesso “Se no l’effetto del viagra svanisce…”

Blaine alzò il dito medio “Ciao Kurt”

“Salutami Rachel” rispose ironico Hummel, forzando un sorrisetto.

Quando Blaine fu sparito lungo la scalinata Kurt sbuffò staccandosi da Thad “Ma conosci la tizia con cui esce B?”

Kurt annuì “Si è una mia amica, la solista delle New Direction”

Sul viso di Thad si dipinse una smorfia divertita e poi prese la mano di Kurt “Vieni, andiamo!”

Kurt avvampò a causa di quel contatto “Andare dove?”

“Come dove? Pediniamo Blaine e lo spiamo!”

 

“Sembrano le Grotte del Vento!”

“Jeff smettila di parlare del mio naso!”

“Ma Nick è immenso…. Più lo guardo più si allarga!”

“Si guarda… è un  effetto ottico…”

Duvall sospirò cercando di capire per quale mero arcano tutti amassero tanto parlare del suo naso, manco fosse una delle sette meraviglie del mondo.

Jeff poi era famoso per gli apprezzamenti strambi che gli faceva…

“Ma quando hai il raffreddore usi molti fazzolettini?”

“Passo direttamente alle tovaglie, per far prima”

“Ma è davvero così poderoso?”

“Con uno starnuto di levo la tinta, Jeffy”

Il biondino alzò le sopracciglia “Guarda che io sono biondo naturale….”

“Ovvio, e io sono Cenerentola!”

“E la scarpetta te la metti su per il naso invece che al piede?” sghignazzò l’amico.

“Vuoi sapere dove te la metterei su a te? No guarda, poi mi dici che sono omofobo se lo dico….”

Jeff gli tirò un tovagliolino di carta addosso, ridacchiando “Sempre il solito coglione…. Non ti smentisci mai”

Nick alzò una mano e il corpulento proprietario irlandese della locanda passò con un boccale in avorio e legno massello, riempiendo le pinte dei ragazzi fino a zoppicare di li al bancone “Mi mancavano le nostre uscite” disse Duvall guardando negli occhi cangianti l’amico “Il passare ore a dirci stronzate senza senso, mangiare cose indigeribili  per il resto dell’umanità,  guarda film che non fanno ridere o porno ambigui…”

“Anche a me” ammise il biondino sorridendo.

“Solo che il tuo bello ora verrà a chiederti scusa e tutto tornerà come prima… tu continuerai ad ignorarmi per qualche strusciatina con lui sul mio letto, lasciandomi solo in una vecchia tenda canadese…”

“Il venerdì sera” disse Sterling quasi sovrappensiero.

“Il venerdì sera… cosa?”

“La nostra serata” disse semplicemente Jeff “In cui fare le nostre cazzate…. Ci stai?”

Nick alzò il boccale sorridendo “E sia”

Jeff lo fece cozzare col suo prima di prendere un sorso generoso.

“Wow Sterling ai deciso di ubriacarti stasera?”

“Onesamente? L’idea era quella! Facciamo un altro brindisi?”

 

“Non credo che una cena a base di biscotti sia molto salutare…”

Trent alzò le spalle, prendendone altri tre dal sacchetto e iniziando a mangiarli con gusto “Non ho voglia di uscire…. E da quel che mi è parso di capire…. Nemmeno tu…”

“Touchè, Nixon”

Prese un biscotto al cioccolato pocciandolo nella tazza piena di the, prima di sospirare “Che palle..”

“Lo so che ti manca Jeff, ma così mi offendi” Trent lo guardò con gli occhietti porcini, mentre l’altro sorrideva

“Ma che hai capito?” Domandò lanciandogli il cuscino “Cheppalle è riferito al fatto che non parlo con Jeff…”

“Perché non gli canti una canzone? Va tanto di moda farsi perdonare e far colpo così…”

Flint ridacchiò “Nah, non è nel mio stile. Preferisco parlargli e dirgli che sono un idiota”

“So che è vero” proseguì Trent beccandosi una linguaccia come risposta “Ma non starà incazzato con te ancora per molto… dopotutto avete discusso per una cosa nella quale nessuno dei due centra per davvero….”

“Eh si…”

“Tu potevi essere più elastico e lui meno tonto….”

“Hai finito?” Flint lo guardò per un istante prima di sospirare “Hai ragione ma così non mi aiuti a sentirmi meglio”

“Si ma ti faccio prendere coscienza…. Tieni un marshmallow” gliene passò uno già infilato in un piccolo bastoncino prima di prendere dal nulla un accendino e iniziare ad arroventare il suo.

“La tua passione per il cibo spazzatura mi demotiva…”

Trent scrollò le spalle “Kurt mi ha scritto una dieta su misura…. Ho buttato il foglio nel cesso…”

Flint ridacchiò “Oddio che ti  aveva consigliato?”

“Ho letto solo i quattrocento grammi di insalata al giorno…. E mi ero già stomacato"

Il morettino rise più forte prima di mangiare il mashmallow e poi stendersi sul letto “Domani gli parlo…. Ora lo lascio un po’ in pace, sarà in giro con Nick…”

“Spero che non scoppi la scintilla fra loro..”

Flint sgranò gli occhi prima di pensare seriamente alle parole dell’amico “Ma dai… Nick è etero…”

“Anche Thad lo era….”

“Ma Thad lo è ancora…. Sta solo facendo il coglione”

Trent scrollò le spalle “Tutte scuse: è gay e vuole Hummel…. E Jeff e Nick non me la dicono giusta…. Pensavo stessero insieme l’anno scorso, sai? Sono sempre vicini a cincischiare… Mah, tienili d’occhio”

Flint tolse le cibarie dal letto, turbato, e le passò a Trent prima di stendersi sotto le coperte “Non credo ci sia nulla… Ora mi sa che dormo…”

“Va bene, ti disturba si sgranocchio?”

“No…. Mi metto le cuffie…”

Si sistemò meglio a letto, dando la buona notte all’amico e iniziando ad ascoltare Taylor Swift, sperando di non sognare Jeff fra le braccia di Nick.

Era convinto che quella paranoia l’avrebbe accompagnato per un po’….

E aveva ragione, come sempre.

 

Blaine prese il bicchiere di vino che Rachel gli porgeva e la ringraziò con un sorriso “Spero sia di tuo gradimento…. È Chardonnay invecchiato sei anni della scorta personale dei miei papà….” Gli spiegò sorridente, prendendo posto accanto a lui sul divano, stringendo tra le mani un bicchiere riempito con lo stesso liquido dorato.

“Delizioso” la accontentò lui appoggiando poi il calice cristallino sul tavolino lì davanti,ben intenzionato a rimanere sobrio.

“Mi è piaciuto moltissimo venire a teatro con te” Rachel si avvicinò maggiormente a lui, guardandolo negli occhi con una certa aspettativa, prima di sorridere maggiormente “Love Story è uno dei miei musical preferiti e il Revival Tearther stasera era pienissimo…. Come hai ottenuto i biglietti?”

“Oh beh ecco….” Blaine si morse un istante le labbra prima di sorridere appena, grattandosi il capo imbarazzato “In realtà li ho da un po’…. dovevo andarci con Kurt ma…. Diciamo che non è proprio giornata….”  

Se n’era dimenticato, aveva accettato l’invito di Rachel dimenticandosi del tutto di quel impegno che si erano presi lui e Kurt e ne era certo: il rancore del ragazzo dipendeva in minima parte anche da quello….

Gli dispiaceva sprecare i biglietti e così ci aveva portato Rachel, domandandosi se fosse più o meno la stessa cosa. Beh la risposta era no, andare a teatro con Kurt è come andarci con un vero intenditore vista la sua cultura illimitata .

Andarci con Rachel equivaleva a perdere più della metà delle battute a causa di lei e del suo chiacchiericcio molesto.

Senza contare che, dopo aver detto alla ragazza le sue intenzioni per sms, lei gli aveva proposto di vestirsi come i due protagonisti e lui non aveva saputo dir di no a questa richiesta un po’ malata.

Si era divertito, certo,ma nulla di più di una serata passata con un’amica.

Rachel lo guardò un po’ dispiaciuta “Dovevi andarci con… Kurt?”

“Già andiamo spesso a teatro” ammise il ragazzo con un sorrisetto, prima di iniziare a raccontarle esagitato un paio di aneddoti “Il mese scorso siamo stati ad una riproduzione di Rent a Westerville…. Era all’aperto faceva così freddo che ho dovuto passare a Kurt la mia sciarpa per evitare che si ammalasse, ma ne valeva la pena…. Il nostro sogno è prendere l’auto e andare a New York” le disse ridendo “so che sarebbe meglio l’aereo ma visto che servono soldi per l’aereo lui ha pensato che l’auto fosse il mezzo più economico…. Come se la benzina costasse poco poi…. E poi…”

“Scusa se ti interrompo…. Ma non ho molta voglia di parlare di Kurt ora” gli disse la ragazza con un sorriso un po’ forzato ed inquietante “Parliamo di noi due…. Ti va?”

Blaine arrossì lievemente “Sì scusami….”

“Allora Blaine…. Cosa mi racconti di te?” Rachel gli sorrise, avvicinandosi sempre più e lui si accorse di essersi spostato il più possibile in modo del tutto inconscio solo quando arrivò ad urtare il bracciolo del divano.

Ok, forse non era stata una buona idea quella di uscire con lei….

 

Kurt prese un paio di patatine fritte, mangiandole da prima titubante e poi sempre più di gusto “Genericamente certo di evitare questo tipo di cibo spazzatura ma…. Devo ammettere che è dannatamente buono!”

“Amen, Hummel” gli rispose Thad facendo un gesto solenne con la mano.

“Oh! Maledetto te!”

Harwood ridacchiò, prendendo un sorso generoso di Coca-Cola “Io da quando hanno messo il McDrive vicino alla scuola ho messo su circa quattro o cinque kg….”

Kurt sospirò, prendendo un’altra forchettata di quella che sperava fosse solamente una banale insalata “Fa malissimo al fegato sta roba…”

“Lo so, se no che gusto ci sarebbe scusa?”

“Oh si, vivere sani è così noioso” ironizzò Hummel guardando Thad mentre questo affrontava il secondo panino.

Il tempo che Kurt spendeva con il compagno di stanza era da considerarsi piacevole, nonostante Thad riuscisse a sconvolgerlo sempre sia nelle abitudini che nel comportamento. Era strano quel loro rapporto, erano passati dal non conoscersi quasi per nulla a un’amicizia stretta senza quasi rendersene conto. Senza pensare che erano davvero diversissimi caratterialmente ed eticamente…

Non avevano molti punti in comune e forse Kurt non riusciva ancora a trovarne per il semplice fatto che spendeva tutte le sue energie cercando di impressionare Blaine, perdendosi così tutto il resto.

Doveva prestare più attenzione all’amico anche se, spesso, non era molto vantaggioso assecondarlo. In quel momento, ad esempio, stavano mangiando la roba del McDonald parcheggiati nel grande spiazzo davanti a casa Berry, nella BMW di Thad, aspettando che Blaine uscisse.

“Quando esce tu vai dentro e chiedi alla tua amica come è andata” gli ordinò Harwood, finendo il secondo panino e iniziando con le patatine mentre Kurt buttava via tutto quello che era rimasto, anche troppo sazio.

“Non è un po’…. da sfigati?”

“Amico, la dignità è un optional…. O no?”

“No”

“Esatto, quindi entrerai”

Kurt sbuffò, decidendo di lasciar perdere e far felice l’amico. Finirono di mangiare ascoltando la musica sparata fuori da una radio locale e poi uscirono a gettare le buste vuote in un piccolo pattume. Kurt strinse in mano il bicchierone di carta ancora pieno di diet coke (Thad, in modo molto dolce e paterno gliene aveva comprati due capendo quanto il ragazzo era drogato di quella bevanda) e bevendola piano.

“Dobbiamo star qui fuori?” domandò imitando l’amico e appoggiando i fianchi al cofano dell’auto.

Thad si accese una sigaretta prima di rispondere “La macchina puzza di fritto in modo raccapricciante ora…. Facciamole prendere un po’ d’aria poi risaliamo…”

Kurt annuì lievemente, riprendendo a bere la bibita mentre con la mente vagava dentro casa di Rachel, chiedendosi cosa stessero facendo lei e Blaine, se si stessero baciando o magari….

Peggio.

La sua espressione divenne triste mentre i suoi occhi insistevano sul freddo asfalto davanti a lui. Più il tempo passava più si convinceva che forse Blaine davvero non era gay e la cosa lo faceva sentire male. Ferito, preso in giro….

Thad lo notò immediatamente e sospirò, buttando fuori il fumo dalle labbra strette in un’espressione vagamente contrariata.

Poi, con lentezza, alzò una mano sistemando il bordo della sciarpa di Kurt e alzandolo appena “Attento a non prendere freddo, o ti andrà via la voce…”

Hummel gli sorrise appena, sospirando “Come mai sei così apprensivo nei miei confronti?”

“Sembri un pulcino in difficoltà” gli rispose semplicemente Harwood, alzando le spalle e stupendo non poco Kurt “Così goffo da non capire che sei straordinario quando vuoi e che se ti fossi approcciato in modo differente con B a quest’ora sarebbe già ai tuoi piedi… altro che cazzate della serie ‘non roviniamo la nostra amicizia’….”

“Dici che mi sono posto male io?” domandò lentamente, arrossendo.

Thad ci pensò bene prima di rispondere “Sembri una piccola statua in cristallo, posta su un piedistallo così alto da sembrare irragiungibile…. Penso che Blaine ragioni così, per metafore, e sa che il più piccolo tremore potrebbe far cadere quella statua…. Lui non vuole vederti mentre vai in mille pezzi a causa sua così preferisce trattenere i suoi sentimenti”

“Oh…” Kurt sgranò appena gli occhi, guardandolo esterrefatto “Potrebbe essere…. Cioè non lo so…. Io non so che pensare….”

“Fidati, è così”

Il più giovane rimase un istante in silenzio prima di appoggiare la diet coke sul cofano e voltarsi verso Thad “Non so come ringraziarti”
“E per cosa?”

Kurt alzò le spalle “Non lo so… il supporto credo…. Il fatto che ti sei fatto un’ora e mezza di strada per venire a Lima e spronarmi….”

Thad sorride lievemente “Lo faccio con piacere, io tifo per te” gli diede un leggero buffetto sulla guancia prima di farsi serio e guardarlo con attenzione negli occhi cristallini “A dire il vero…. Vorrei chiederti un favore…. Ma forse è meglio di no”

Kurt inclinò il capo di lato, calamitandosi agli occhi di Thad, così scuri da sembrargli quasi neri “Dimmi cosa posso fare”

“Posso baciarti?”

Kurt rimase zitto per istanti infiniti domandandosi se, per caso, avesse capito male. Thad, dopotutto glielo aveva chiesto con una naturalezza tale da stordirlo, manco gli avesse appena chiesto se per caso volesse un gelato.

“T-Thad…. Scusa credo di aver equivocato… che hai detto?”

“Se posso baciarti”

“Oh…” Kurt sentì il viso bruciargli improvvisamente mentre cercava di dare un senso a quella richiesta. Non ci riuscì “Ma…. Perché?”

“La Dalton mi confonde” confessò con tranquillità l’altro, alzando le spalle e guardandolo negli occhi “Alle volte mi sento attratto dalle ragazze, avvolte dai ragazzi…. E da te. Quindi, ti chiedo questa piccola cortesia..”

“Ma…” Kurt si zittì, mordendosi le labbra prima di abbassare gli occhi un tantino confuso “Baciarti…”

“Se non vuoi non importa ma…. Mi faresti un enorme piacere. Non saprei a chi altro chiedere…” Thad fece una pausa, sospirando “è solo un piccolissimo bacio Kurt…. Non ti chiedo molto, non credi?”

Hummel prese un respiro profondo, guardando di nuovo Thad “Io non ho mai baciato un ragazzo…. Il mio primo bacio se l’è preso un grassone malefico e…. io non ho nemmeno risposto…. Non credo di essere in grado di aiutarti…”

Harwood si scostò dalla macchina, mettendosi davanti a Kurt e spingendolo a sedere sul cofano prima di appoggiarsi ad esso e chiuderlo fra le sue braccia, posizionandosi tra le sue gambe “Invece sei il solo che può farlo, pensa un po’…” gli confermò, sorridendo appena.

Kurt avvampò nuovamente trovandosi il  viso dell’altro così vicino al suo da sentire il respiro caldo sulle labbra. Thad rimase immobile in attesa, poi non vedendo nessun gesto restio da parte di Kurt si avvicinò ulteriormente, sfiorandogli il naso col suo e socchiudendo gli occhi.

“Devo spostarmi?” domandò con la voce lievemente arrochita mentre Kurt rimaneva fermo.

Non gli rispose, chiudendo gli occhi e aspettando di sentire le labbra di Thad appoggiarsi alle sue.

Quando accadde Kurt rimase del tutto immobile, mentre le labbra morbide di Thad accarezzavano delicatamente le sue, facendogli assaggiare il suo sapore di Coca-Cola mista a tabacco. Le mani del più giovane andarono a depositarsi istintivamente sulle spalle di Harwood mentre inclinava di poco il viso per permettergli di baciarlo meglio.

Appena Thad chiese silenziosamente il permesso di approfondire quel contatto Kurt si lasciò andare concedendogli di esplorare delicatamente la sua bocca con la lingua, sentendo una mano accarezzargli il fianco.

Quel bacio durò per alcuni minuti, poi Thad si staccò lentamente dal viso di Kurt guardandolo negli occhi. Prese ad annuire lentamente mentre un sorrisetto si apriva sul suo viso “Sì, decisamente…. Sono etero” sorrise maggiormente mentre Kurt sospirava lievemente sollevato “Cento per cento etero….”

“Sono contento di averti aiutato” ammise con voce piccola piccola Kurt, mentre sentiva la faccia andargli a fuoco.

Thad rise battendogli una mano sulla spalla “Chiamo i pompieri? Il pronto soccorso?”

Kurt lo spinse via “Non fai ridere!”

“Oh sì invece, solo che sei permaloso….” Su riaccostò a lui, facendo toccare i loro fianchi e poi sorrise “Grazie Kurtie…. Davvero. Posso dire di essere uno dei rari etero della Dalton”

“Raro come un pavone bianco” ammise divertito Hummel “Figurati…”

“Bacio bene eh?”

“Oh, piantala Thad!”

“Sì, bacio bene..”

Kurt alzò gli occhi al cielo, sospirando rassegnato anche se sì, doveva ammettere che baciava davvero bene.

“Oh ecco il tuo lui” Immediatamente Kurt alzò gli occhi sulla casa di Rachel, dalla quale stava uscendo un Blaine piuttosto trafelato. Non li notò, limitandosi a salire in auto e andarsene velocemente “è un bel segno sai? È praticamente fuggito. Ora vai a parlare con la tua amica, io ti attendo qua”

Kurt annuì avviandosi alla porta con le mani in tasca mentre Thad rientrava in auto mettendo su un cd e alzando il riscaldamento.

Ok, aveva mentito, non era certo di essere etero.

Sapeva di non essere gay, quindi doveva essere bi…

Una cosa era certa: per lui Kurt sarebbe stata la sola eccezione.

 

Kurt aprì la porta principale della Dalton Private High School guardandosi attorno circospetto, prima di far cenno a Thad di seguirlo.

Se li avessero beccati, beh, erano nei guai seri visto che avevano sforato di brutto il coprifuoco delle serate fra la settimana.

Senza contare che quando Kurt era ritornato alla macchina aveva trovato Thad un po’ verde, segno che aveva mangiato qualcosa che gli aveva fatto male.

Lo guardò arrancare nel salone principale, mentre si avvicinavano sempre di più alla scala dei dormitori “Ti avevo detto che quella roba è mortale”

Thad si portò una mano allo stomaco, appoggiandosi alla parete “Dio sto per morire…”

Hummel si guardò attorno preoccupato “Andiamo in infermieria, ora”

“No, scopriranno che siamo stati in giro e saremo nella….” Si bloccò, strizzando gli occhi e fissando il pavimento prima di chinarsi in avanti e vomitare anche l’anima a terra.

Kurt, per evitare di vedere le sue scarpe piene del vomito dell’amico, fece uno scatto di quelli che non si vedono manco alle olimpiadi, cacciando un grido che svegliò mezza scuola.

E la Cooper.

La prof di matematica, infatti, arrivò di corsa stringendosi la vestaglia addosso e guardando preoccupata Thad “Harwood… Hummel! Avete bevuto!”

“No prof non è come crede…. Io…. Thad….”

“Dal preside, ora!”

Sospirò seguendo la prof e sostenendo Thad che cercava con tutte le sue forze (scarse) di far cambiare idea alla professoressa. Lei però fu irremovibile e appena aprì la porta esordì con un “Preside? Ne abbiamo altri due….”

“Altri due?” chiese Kurt entrando e, solo allora, notò Jeff e Nick seduti davanti alla scrivania della signora Lynch, l’anziana preside.

Il primo  sembrava in uno stato catatonico mentre Nick rideva sguaiatamente.

Decisamente ubriachi entrambi.

“Si mette male” sussurrò Thad deglutendo “Grazie per il bacio, potrebbe essere l’ultimo della mia vita…”

 

“P-proibizionismo?” Wes sgranò gli occhi leggendo il foglio nella bacheca scolastica poi con vigore lo strappò, correndo in sala mensa.

Il chiacchiericcio diffuso gli fece capire che tutti gli altri studenti sapevano già cosa era successo, ma decise comunque di farsi sentire.

Salì in piedi su un tavolo attirando così l’attenzione generale e prese a leggere le prime righe “Si comunica agli studenti che, a causa di un paio di ragazzi che si sono attardati fuori dagli edifici scolastici e che hanno, senza alcun pudore, introdotto alcolici presentandosi ubriachi, che la scuola applicherà una politica di proibizionismo molto rigida da ora in avanti: verranno effettuate perquisizioni e qualsiasi cosa non tollerata (alcool, droghe e cibo) verrà sequestrata provvedendo a serie sanzioni disciplinarie. Inoltre ci saranno controlli serali a sorpresa per verificare che tutti si trovino all’interno del dormitorio entro e non oltre le 22 durante la settimana e entro e non oltre le 24 nei weekend (per coloro che decidono di passare da interni anche questi ultimi) Le punizioni vanno da ore di servizi resi alla scuola alle sospensioni. Verranno, inoltre, informati i genitori.” Alzò gli occhi lentamente su tutta la sala poi con forza tuonò “CHI è STATO?!”

Nick e Jeff si alzarono molto lentamente, sotto lo sguardo scuro del resto della scuola.

“Addosso!” Urlò Richard facendo per assalirli in un raptus di rabbia ma Thad si mise in mezzo, sistemandosi la cravatta.

“Anche io e Kurt siamo coinvolti” disse togliendosi il blazer e alzandosi le maniche della camicia “Coraggio fatti sotto, non ho paura di tirarti un cazzotto sul naso e…”

“Thad, calmati” proruppe David mettendosi in mezzo e dividendoli mentre Kurt stringeva la giacca del compagno di stanza in mano, spaventato “Nessuno farà a pugni con nessuno… solo che cazzo ragazzi! Ma che combinate?” chiese fuori di se dalla rabbia “Ci avete messo tutti nella merda!”

“Abbiamo un piano” Nick alzò la manina lentamente, un po’ timoroso.

Wes lo guardò alzando un sopracciglio mentre Blaine entrava nella stanza guardando tutti, anche lui arrabbiato.

“Che piano, nasone?” chiese Nelson ironico “Voglio proprio sentire cosa pensate di fare, stupidi ritardati che vi fate beccare…”

“Senti, coglione, hai dei problemi?” Jeff si fece avanti mostrando il pugno, ma Kurt lo bloccò prendendolo per un braccio e tirandolo a sedere.

“Ieri sera, dopo aver parlato per ore con la preside Lynch e la Cooper riguardo questo proibizionismo ci siamo trovati tutti e quattro nella stanza di Thad e Kurt” spiegò Duvall, cercando di essere paziente mentre Thad guardava Nelson con in mano il coltellino di plastica della macedonia “E abbiamo pensato anche alla storia…. Sapete cosa è nato con il proibizionismo americano degli anni venti?”
“Il contrabbando” rispose affabile Kurt “Così è nata la Three-Six Mafia”

Tutti rimasero in silenzio.

“Aspettate…. Contrabbando? Come pensate di fare?” chiese Las, grattandosi il capo confuso.

“Penso sia troppo rischioso” disse Flint, preoccupato, guardando negli occhi Jeff “Se vi beccano verrete sospesi a vita…”

“Non importa” gli rispose il biondo “abbiamo fatto il casino? Paghiamo….”

“Il nome è stato una mia idea” sottolineò Kurt “Tre e Sei sono i numeri di volte in cui loro hanno provato ad avere un assolo e…. una delle prime cose che ci siamo detti quando sono arrivato qui. Mi sembrava simpatica come idea…”

“Nome a parte” di mise in mezzo Blaine “Come pensate di fare?”

“Lo zio di Jesse ha un negozio di liquori” rispose Thad “Ci aiuterà….”

Jesse annuì “Ha già accettato, è di larghe vedute…”

“Poi lo paghiamo” sottolineò Nick.

“Ma…. Ma…. Il cibo!” sbottò Trent alzandosi di scatto “io vi ammazzo tutti e quattro!”

Subito Las e Ethan scattarono a trattenerlo mentre Kirk li guardava annoiato, sospirando “Ragazzi siete davvero dei coglioni, appoggio Nelson…”

“Kirk vuoi sentire quanto fa male un cazzotto tirato da un coglione?” chiese Jeff guardandolo con gli occhi fiammeggianti mentre Nick lo esortava a risedersi.

“Potrebbe funzionare” disse prudente Wes, prima di sospirare “Non che abbiamo molta scelta….” Scese dal tavolo “Ma vi avverto…. Le feste e tutto devono esserci lo stesso e deve esserci da bere…. O verseremo il vostro sangue nei boccali” e detto questo uscì dalla stanza lasciando tutti a bocca aperta.

“Merda…” disse Thad scambiando uno sguardo con Kurt “Siamo sommersi…”

 

A Ethan piaceva parecchio estraniarsi dal mondo salendo sul tetto della Dalton e guardando il campus da lassù.

Per questo quando Kirk gli aveva chiesto di poter parlare lo aveva invitato a raggiungerlo lassù.

Quando il biondo arrivò vide amico appoggiato con le mani al parapetto di rete, il cappotto nero aperto e il viso verso l’alto, deciso ad accogliere i primi ragazzi di sole di inizio marzo.

“Ti senti poetico oggi?” domandò Kirk affiancandosi a lui “Per questo mi hai chiamato qua su?”

“Diciamo di si…” sospirò, senza guardarlo.

“Allora Et? Hai delle risposte da darmi?”

Moore annuì lentamente, passandosi una mano tra i capelli castano chiaro “Cosa volevi sapere di preciso? Perché ho detto quelle cose a Blaine?”

“Sì, esatto. Voglio sapere perché hai fatto tanto lo stronzo, dicendo tutto ad Anderson…. Ti sei innamorato di lui?” lo prese in giro.

“Non esattamente….” Ethan prese un respiro profondo, guardando negli occhi chiari l’amico “Io ho detto tutto a Blaine per pararti il culo. Se il tuo piano fosse andato in porto…. Tutti lo avrebbero scoperto e tutti ti avrebbero odiato. Volevo evitarlo così ho deciso di parlarne al diretto interessato che, conoscendolo, non ha fatto nulla…. Si è solo incazzato perché ci tiene a Kurt”

“Apparte il fatto che non mi avrebbero mai scoperto…. Perché diavolo mi hai parato il culo, scusa? cosa te ne importa? Non volevi far soffrire l’amato solista?”

“No” rispose sicuro il ragazzo “Perché mi piaci un sacco e non voglio vederti star male per vendicarti del nulla…”

Kirk rimase immobile, analizzando per bene quella frase “Nel senso… che tu…. Sei mio amico e…”

“Nel senso che sono tuo amico, ma vorrei qualcosa in più, Jimmy” finì per lui la frase, sicuro, tenendo però gli occhi fissi sul panorama davanti alla scusa e sulle montagne ancora innevate “Non so perché te lo sto dicendo…. Forse perché sono stanco di tenermelo dentro…. Scusami”

“No io penso che…. Tu…” Kirk prese un respiro profondo, imponendo a se stesso di calmarsi “Hai fatto bene a dirmelo Et, davvero…. Anzi, dovevi farlo prima. Va avanti da molto questa storia?”
Ethan scosse piano il capo “Meno di un anno…. O almeno, da quando l’ho capito…. inconsciamente penso da più tempo”

James annuì nuovamente, cercando le parole giuste “Io ti voglio molto bene….” gli disse poi, guardandolo negli occhi con espressione affranta “Te ne voglio davvero moltissimo e  essere arrabbiato con te, non parlarti…. È stato davvero difficile. Mi sono sentito tradito e mi sono chiuso a riccio solo perché, e di questo sono certo, senza di te non sono in grado di farne una giusta…. Ma…. Non voglio illuderti”

Moore sorrise tristemente “Lo immaginavo…”

“Mi dispiace ma non sono gay e…. non posso ricambiarti”

A Ethan si strinse il cuore, ma comprese. Infondo dentro di se lo aveva sempre immaginato che quell’amore utopistico che provava per Kirk non sarebbe mai stato ricambiato.

Non erano Flint e Jeff.

Non erano nemmeno Blaine e Kurt.

“Non cambia nulla fra noi, vero?” domandò con voce incerta, alzando gli occhi lucidi in quelli dell’amico.

James sorrise lievemente, abbracciandolo “Sì che cambia…. Tu non sei il mio schiavo e questo devo capirlo…. Da oggi la smetterò di pretendere da te qualsiasi cosa…”

Si staccarono velocemente, e Ethan tirò su col naso “Grazie, davvero”

Kirk gli porse un fazzolettino sorridendo lievemente “E di che?”

Si misero a sedere a terra, continuando a guardare avanti a loro le montagne bianche poi Moore si schiarì la voce “Posso chiederti una cosa io, ora?”

“Certo…”

“Perché tanto accanimento verso Blaine?”

Kirk rimase zitto per così tanto che Et pensò non volesse parlarne, così tornò a guardare l’orizzonte, concentrandosi sui suoi pensieri.

Quando finalmente il biondone aprì bocca sussultò stupito “Sai, me lo sono chiesto anche io.  Di Blaine mi irrita tutto…. Il suo essere così buono con tutti, il suo preoccuparsi per gli altri…. e tutti lo amano, si interessano a lui…. non lo trovo giusto perché mi ricorda molto mio fratello”

Ethan corrugò le sopracciglia confuso. Con tutte le volte che era stato a casa di James, tutte le volte che avevano parlato della loro famiglia l’amico non gli aveva mai rivelato di avere un fratello “Pensavo fossi figlio unico”

“Ora lo sono” Kirk si voltò verso di lui “Mio fratello è morto quasi sei anni fa” Et rimase a bocca aperta “Leucemia fulminante, in otto mesi se ne è andato…. E Blaine è davvero molto simile a lui per molti aspetti: carismatico, buono, gran voce…. Mamma e papà l’hanno sempre preferito a me perché era il più grande, bravo in tutto…. Andavano a sentirlo cantare tutte le volte che si esibiva ed erano davvero fieri di lui. Lo ero anche io, dopotutto era mio fratello. Solo che morendo non se n’è andato solo lui ma anche l’interesse dei nostri genitori per me. Hanno smesso di considerarmi e se prima erano meno di Thomas poi sono diventato uno zero totale. Non mi sopportano mentre canto, per questo mi hanno messo in camera dall’altra parte della villa….”

Ethan gli appoggiò una mano sul braccio “Prendertela con Blaine non è come vendicarti di tuo fratello, lo capisci vero?”

“Sì, lo so…. Ma almeno non me ne sto fermo con le mani in mano….” James si portò una mano tra i capelli mentre una lacrima solitaria gli rigava il viso squadrato “Io non sono invisibile…. Io esisto e voglio solo far sentire ai miei genitori la mia voce…. Forse se diventassi il solista dei Warblers sarebbero fieri di me….”

“Dovrebbero esserlo a prescindere dal tuo ruolo nel coro….”non sapendo bene come affrontare quel discorso, Ethan sospirò prima di alzarsi in piedi e porgere una mano a Kirk “Andiamo Jimmy, non possiamo portarel l’alcool a scuola ma un frappuccino corretto lo possiamo prendere in caffetteria”

Il biondo afferrò la sua mano, alzandosi e battendosi i pantaloni con una mano per levare la polvere “Sai Moore? Questa idea mi piace” gli sorrise, battendogli una pacca sulla spalla e avviandosi verso le scale.

Ethan gli sorrise di rimando, lanciando un ultimo sguardo alle montagne prima di seguirlo.

Quando arrivarono lì trovarono Kurt, seduto ad un tavolo con una ragazza mora. Li salutarono cordialmente prima di fare le ordinazioni.

Parlarono moltissimo di quello che era capitato loro in quelle settimane di distacco e quando Ethan tornò a portare gli occhi sul tavolo in cui sedevano Kurt e l’amica notò che la giovane non c’era più e che, sulla sedia vuota, stava prendendo posto un Blaine un po’ incerto.

“Posso sedermi, Kurt?”

Hummel sorrise lievemente “Certo che puoi…”

“Secondo me quei due se la fanno…. Il nostro piano è andato in porto in positivo per loro” disse James, soffiando sul caffè mentre Moore scuoteva piano il capo.

“Secondo me si sarebbero innamorati a prescindere” disse versandosi dello zucchero lanciando un’ulteriore occhiatina  ai due “Sono fatti per stare insieme….”

Kirk annuì, con un sorrisetto “Sembrano usciti da una favola, non credi? Sono tutti e due troppo perfetti per essere veri”

“Secondo me non lo sono affatto, e per questo staranno bene insieme, appena Anderson si sbriga” Ethan sorrise all’amico, prima di riprendere il loro discorso esattamente dove lo avevano lasciato.  

 

 

Continua….

 

 

 

 

 

NdA:

eccomi tornata qui!

Questo capitolo è la vera ragione per la quale io amo Kirk….

Non è perfetto?**

Ditemi che ne pensate mi raccomando! ;)

E anche dell’Hummerwood!

 

Un paio di appunti:

ho notato che nel capitolo precendente non ho segnalato quale fosse la canzone che Thad canta a Kurt. Beh è Lost di Micheal Bublè, ecco a voi la versione cantata dall’attore che impersona Thad Harwood nel tele film.

Eddy Martin (Lost)

 

Grazie mille a chi ancora recensisce** siete splendidi!

Anche a chi legge solamente e ha aggiunto  la FF alle seguite e preferite! **

Grazie anche alle ragazze del GDR e a D per essere fonte di ispirazione (soprattutto Gaia e Ginn per questo capitolo!)

 

A presto con  il prossimo capitolo sulla base dell’episodio sexy!

Un bacione Jessy.

 

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Capitolo 18
*** #17 Mr Wilson’s sexual education ***


bananissima

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

 

 

#16 Mr Wilson’s sexual education

 

Jeff contò un’altra volta i soldi prima di darli a Nick.

Duvall si passò le banconote fra le mani, prendendo poi un respiro profondo “Siamo minorenni, fuori dal dormitorio oltre orario e stiamo per comprare due casse di alcool…. Se ci prendono siamo morti.”

“Peggio” sospirò Sterling “Siamo incarcerati e mamma non li sborsa i soldi della cauzione…. Dovrò star lì tutta notte e, una volta uscito” si portò una mano alla gola, e con un gesto eloquente fece intendere all’amico che non sarebbe sopravvissuto all’esperienza.

Nick si fece coraggio “Però, se ci riusciamo, saremo degli eroi”

“Abbiamo fatto noi il casino.” Lo corresse subito il biondo “Coglioni siamo e coglioni rimaniamo…. Ma almeno non ci odieranno più del dovuto”

“Hai ragione…. Ok andiamo” Nick si infilò gli occhiali da sole nonostante fossero passate le due del mattino e scese dalla sua auto, mentre Jeff lo imitava alzandosi il cappuccio sui capelli chiari.

“Mi sento figo” gli disse mentre si avviavano verso la porta del locale gestito dallo zio di Jesse “Tu no?”

“Hai appena detto che siamo dei coglioni” gli fece notare Duvall, mentre appoggiava una mano alla porta spalancandola e sfilandosi al contempo gli occhiali da sole.

Il locale era deserto, naturalmente, eccezion fatta per qualche caso umano, abbarbicato ad un tavolino o al bancone. Dietro di esso si trovava poi un uomo sulla quarantina, alto e ben piazzato con una stempiatura incipiente e un sorriso rassicurante. Appena li vide fece un cenno di saluto invitandoli a sedersi e servendo loro uno strano liquido ambrato dall’odore pungente.

Liquore di giovedì sera.

“Voi siete i ragazzi della Dalton vero? Jesse mi ha parlato di voi…. La roba è pronta sul retro”

“Grazie mille per la disponibilità” disse sorridente Nick buttando giù velocemente il bicchierino mentre Jeff era ancora intento ad annusarlo.

“Oh di nulla! Solo, se vi beccano, non dite chi ve lo ha dato o rischio la gattabuia” rispose ridacchiando l’uomo, servendone subito un altro a Nick “E questi ovviamente li offre la casa”

“Molto gentile” rispose il moro mentre Jeff prendeva il primo sorso, iniziando a tossire convulsamente e scatenando le risate di quelle poche anime lì presenti “Scusi lo screzio, signor Martie, ma dobbiamo fare in fretta”

Nick prese il bicchiere dalle mani dell’amico e finì anche il suo drink mentre il barista annuiva comprensivo “Capisco…. A questo punto… McKenzie! Porta le due casse che ti ho fatto preparare prima!”

La voce squillante di una ragazza arrivò da dietro una piccola porta di legno che doveva portare sul retro del locale “Arrivo papà!” introducendo così una giovane dai capelli castani con i riflessi biondi, lunghi fino circa le spalle.

Nick osservò quel angioletto minutino trasportare la prima cassa per poi tornare indietro e prendere la seconda, appoggiandoli sul bancone e sorridendo ai due ragazzi.

Duvall passò i soldi –raccolti nel corso di una assemblea straordinaria dei Warblers- al proprietario che andò a riporli nella cassa lasciando così la figlia con i due ragazzi.

Nick doveva ancora staccargli gli occhi di dosso, e lei lo notò immediatamente.

Anche Jeff lo notò, vista l’espressione da triglia dell’amico.

“Così siete damerini della Dalton?” domandò interessata “Non sembra sapete? Io comunque sono McKenzie

Il moro le prese la mano “Io sono Nick, e lui è gay e fidanzato”

Subito la giovane scoppiò a ridere “Beh, piacere Nick e ‘gay con fidanzato’” disse divertita porgendo la mano anche al biondo.

“Piacere mio. Gli amici mi chiamano Jeff” ironizzò, guardando male Duvall.

L’altro gli lanciò uno sguardo eloquente della serie ‘Devo rimorchiare, stronzo. Vattene in auto, essere inutile’, così con un ultimo sorriso disse “Io inizio a caricare…. Ci vediamo McKenzie, è stato un vero piacere”

“Piacere mio, Jeff” rispose lei divertita prima di tornare a guardare Nick con un sorrisetto “E quindi tu sei uno studente…

“Già. Tu invece aiuti tuo padre anche durante la settimana? Non vai a scuola?”

Lei, per risposta, scoppiò a ridere “No io sono un po’ più grande di te. Ho finito qualche annetto fa e ora lavoro con papà visto che l’università non fa per me….”

Duvall rimase un attimo zitto “Ma…. Quanti anni hai?”

“Non lo sai che non si chiede mai l’età ad una signorina?” domandò lei ironica, facendolo arrossire “Ne ho ventudue…

Oh…. Non sembra” mormorò spiazzato “Io comunque ne ho diciotto, sai…. Sono dell’ultimo anno”

Ok, aveva mentito, ma era per un buono scopo.

Lei sorrise “Capisco…. Ora sarà meglio se vai, non vorrai lasciare ‘gay con fidanzato’ in auto da solo…

“Non sono io il fidanzato.”

“Lo immaginavo!”

“Il suo fidanzato è basso e ha gli occhi azzurri” Nick le sorrise, prendendo la cassa “Allora…. Alla prossima….”

McKenzie prese un pennarello, iniziando poi a scrivere sull’unica zona scoperta di Nick: il collo “Ti ho scritto il mio numero…. Chiamami”

“Oh, fidati che lo farò” rispose lui, sorridendo “Ma era necessario sul collo?”

“Così lo vedi bene”

Si avviò alla porta, aprendola con un piede e voltandosi per sorriderle un’ultima volta nel modo più affascinate possibile. Peccato che così si tirò la porta in testa e la ragazza dovette davvero trattenersi per non ridergli in faccia.

Con il viso rosso per l’uscita di scena da sfigato mise la cassa in auto, coprendola con una coperta e chiudendo il bagagliaio prima di sedersi al posto del guidatore e voltarsi verso l’amico già pronto per andare.

Peccato che non era solo….

“Quello è un gatto?”

Jeff sorrise felice, facendo un grattino al micio dietro all’orecchio mentre questo faceva le fusa felice “Sì…. Non è bellissimo?”
“No. Sembra un ammasso di stracci…. E puzza come mia nonna”

Jeff lo guardò severamente “Smettila dai…. E metti in moto. Dobbiamo arrivare alla Dalton prima che il giardiniere accenda gli innaffiatoi”

“Credo siano automatici. E sto aspettando che tu metta via quel coso”

Il biondo sbuffò “Ma viene con noi”

“No, assolutamente no. Questo Mocho Vileda con i baffi non viene alla Dalton” sbottò Duvall mentre il gatto lo guardava, miagolando nella sua direzione come per implorarlo.

“Ma, povero, è randagio! Sei senza cuore Nick! E poi voglio tenerlo….”

Jeff…. Un gatto fra i Warblers è un controsenso….”

Sterling non si diede per vinto e avvicinando la palla di pelo al viso guardò l’amico supplichevole, con tanto di occhi umidi “Ti prego Nicky…. Lui mi vuole già bene e non puoi separarci così!”

Dopo un attimo di esitazione Duvall sospirò pesantemente mettendo in moto mentre l’amico esultava silenziosamente “Ma ti avverto: sta sul tuo letto chiaro? Non voglio peli sui miei vestiti visto che sono allergico. Non devo nemmeno sfiorarlo!”

“Ok, ok! Promesso!” Jeff iniziò a gongolarsi, continuando ad accarezzare il micio “Se ci beccano siamo nella cacca, ma so dove portarlo durante le lezioni mentre puliscono la stanza….”

“Dove?”

“Nel capanno degli attrezzi vecchio dove nasconderemo l’alcool ovviamente! Lì non ci va mai nessuno e potrà godersi un po’ di aria fresca…

“Con il tanfo di muffa?” domandò schifato Nick “è già qualcosa se non subisce mutazioni genetiche lì dentro…. E non ha bisogno di diventare più brutto”

“Ma solo perché è magrolino…. Vedrai quanto sarà bello pieno di cibo per gatti!” Jeff sorrise raggiante, prima di voltarsi verso l’amico “Perché hai due numeri sul collo?”

“Beh  è il mio bancomat” disse sarcastico “così me lo ricordo se ce l’ho segnato, no Jeff?”

“Oh, non l’avrei mai detto”

“È il numero di McKenzie, imbecille!”

Il biondo ridacchiò “Carina, eh?”

Molto…. Peccato che tu non puoi apprezzare visto che sei perso di occhioni da Bambi” Nick sogghignò poi però un’ombra gli oscurò il viso.

“Che hai?” chiese Jeff stranito.

“Ho che le ho mentito” rispose Duvall, dando una pacca al volante “Le ho detto di avere diciotto anni fatti”

Jeff aprì un po’ la bocca, stupito “Ma se sei di giugno e devi ancora fare i diciassette!”

“Lo so, dannazione…. Ma lei ha ventidue anni e un minorenne manco lo avrebbe guardato.” Prese a mordicchiarsi l’unghia del pollice “Penso di aver fatto un casino”

“Beh provaci, vedi come va…. Se si fa seria la cosa le dirai la verità”

Nick annuì lentamente “Hai ragione”

“Ora calmati o il sudore cancellerà il numero”

“Cavolo, non ci avevo pensato!”

Mentre guidava Jeff segnò sul cellulare del moro il numero della ragazza e lo costrinse a scriverle prima ancora di parcheggiare di soppiatto davanti alla Dalton.

“Ha già risposto” disse gasato Nick, leggendo avidamente la risposta prima di intascare il cellulare per prendere una cassa di alcool “è già mia…

“Certo, Romeo, tutta tua” lo schernì il biondino chiudendo il baule mentre sorreggeva l’altra con una gamba “Ok ora raggiungiamo il retro senza farci vedere, ok?” domandò, mettendo il gatto dentro la cassa e sorridendo intenerito.

Il moro annuì seguendo l’amico dietro le siepi della Dalton e infilandosi di straforo in un piccolo buco, graffiandosi anche con i rami sporgenti.

Ma infondo si fa di tutto per introdurre nella scuola dell’alcool illecitamente, no?

Raggiunsero i soci in affari, ovvero Thad e Kurt, seduti vicini sulla staccionata accanto al piccolo capanno. Hummel non alzò nemmeno il capo dalla spalla dell’altro per salutarli, tanto era stanco e desideroso di dormire.

“Eccoci con la refurtiva” disse vittorioso Nick, ammiccando.

“Era ora!” esclamò Flint saltando fuori dal capanno e spaventandoli “Iniziavo a credere che la polizia vi avesse fermati o peggio!”

Il biondo sorrise, chinandosi e azzerando la distanza dalle labbra dell’altro.

“Hanno fatto pace?” Chiese Thad a Duvall mentre i due innamorati proseguivano l’apnea.

Sì…. Non chiedermi come, però.”

“Come?”

Nick lo guardò male poi prendendo un respiro disse “Flint si è scusato, gli ha detto di essersi comportato male e Jeff lo ha perdonato subito. Io non lo sapevo che erano in stanza così sono entrato e… Beh. Diciamo solo che Jeff mi dava le spalle e Flint era in ginocchio davanti a lui….”

Thad fischiò mentre le guance di Kurt si tingevano di rosso vermiglio, segno che non stava dormendo….

“Bene,  mettiamoci all’opera prima che ci scoprano e ci sbattano in galera per contrabbando di sostanze alcoliche” Harwood portò entrambe le mani sulle spalle di Kurt, scostandolo da “Coraggio Pookie, tu sei il cardine della nostra operazione: non potremmo mai nascondere le bottiglie senza un buon palo a coprirci e, visto che è qui, chiediamo allo spompinatore folle di aiutarti”

“Non chiamarlo così, ti prego”sussurrò Kurt rosso in viso, con la voce leggermente arrochita dal sonno. Scesero dalla staccionata e subito Thad si mise tra Jeff e Flint, separandoli.

“Visto che ti piace tanto stare in ginocchio, mettiti così fuori dalla porta del capanno mentre controlli che non arrivi nessuno” disse maliziosamente al morettino, prendendo la cassa dell’altro.

Subito la coppietta si voltò verso Duvall “Avevi detto che non lo avresti raccontato a nessuno!”

Kurt sbadigliò sonoramente, lasciando i tre amici all’esterno e seguendo Thad dentro “Ti prego posso andare a dormire? Domani avrò le borse sotto gli occhi…

Harwood gli sorrise appoggiando la cassa a terra e avvicinandosi a lui “Sveglia Pookie!” Gli disse scuotendolo dolcemente per le spalle “Devi fare il palo!”

“Fallo fare a Flint ti prego…” borbottò Hummel lasciandosi cadere in avanti e appoggiandosi al petto di Thad, chiudendo gli occhi.

Questi lo prese al volo, stringendolo a sé e ridacchiando “Su, coraggio! È questione di pochi minuti e poi…. Sbaglio o le bottiglie di vodka hanno appena miagolato?”

Kurt si raddrizzò incuriosito e appena vide, nascosto dentro alla cassa, un gatto grigio dal pelo lungo, si chinò subito per poterlo accarezzare “Un gattino”

“Ma sul serio?” anche Thad si avvicinò, osservando gli occhi gialli del micio e grattandosi il mento “E questo?”

“L’ho trovato io!” Jeff entrò contento “Non  è un amore? Si chiamerà Caporale!”

“Ma che cazzo di nome è?” Nick sbuffò “Dio, odio i gatti!”

“Sei serio?” domandò Thad passando una mano sul dorso della bestiola che miagolava, felice di tutte quelle attenzioni “I gatti sono fantastici”

“Molto meglio dei cani” sottolineò Kurt.

“Nono, ha ragione Nick” Flint storse il naso “Ma hai davvero intenzione di tenerlo?” Guardò timoroso Jeff, che gli rispose con un sorriso ampio.

“Certo che si!”

“Approvo” sottolineò Thad, prendendolo in braccio e passandolo a Jeff “Ma ora pensiamo a nascondere questa roba prima che sia troppo tardi e qualcuno, tipo la Coper, ci scopra.”

Nick annuì, chinandosi a terra e alzando su assi del pavimento vecchio e marcio, rivelando così un comodo nascondiglio, fresco e discreto, che aveva provveduto lui stesso a trovare.

“Perché hai dei numeri sul collo?” chiese Thad mentre prendeva tra le mani una bottiglia di Jack Daniels.

“Nick ha conosciuto una ragazza” disse ammiccante Sterling, facendo voltare anche Flint e Kurt, intenti a svolgere il ruolo dei pali.

“Chi è?” domandò subito Wilson.

“Dimmi, è carina?” rilanciò Thad malizioso.

“Fate presto? Voglio andare a letto” concluse lamentoso Hummel.

Duvall ridacchiò “Carina? Decisamente troppo…. È la cugina di Jesse, comunque”

“E lui ha detto di avere diciotto anni” Jeff strinse di più il gatto al petto, mentre lo diceva cupamente.

Harwood lo guardò alzando un sopracciglio “Ma lo sai che le bugie hanno le gambe più corte di Blaine?”

Kurt alzò gli occhi al cielo con un sorrisetto divertito appena sentì la battuta di Thad poi si intromise “Perché l’hai fatto?”

“Lei ha ventidue anni” scrollò le spalle Duvall, appoggiando un paio di bottiglie di vodka sotto alle assi del pavimento “Ho pensato di avere più chance così”

“Spero ti vada bene” Thad sorrise appena “Devi anche tu scoprire le gioie del sesso, amico mio”

“Tu sei un esperto, immagino” Fece notare Flint, sistemandosi gli occhiali da vista con un movimento ampio della mano.

“Oh si, chiedilo a Kurt”

Tutti si voltarono verso Hummel, che avvampò all’istante “Non facciamo sesso! Non è vero!”

“Credo a Kurt” confermò Flint guardando l’amico, accanto a lui “Glielo si legge in faccia che a parte il suo non ne ha visto manco uno…

Con questa conclusione non scatenò solo le risate generali, ma anche la stizza di Hummel che gli tirò uno schiaffo sul braccio “Non sei simpatico!”

“Queste sono le ultime” Thad appoggiò due lattine di birra sul fondo del nascondiglio prima di prenderne una che aveva tenuto da parte “La smezziamo?”

Nick annuì e appena Thad gliela passò prese un sorso “Forse sono innamorato”

“Ti batte forte il naso?” Domandò sagace Harwood, facendo andare di traverso la birra a Flint.

“Simpatico, davvero” Duvall sospirò rassegnato “La tua ignoranza mi perplime

“Non si dice perlime mi sa” gli fece notare il biondo, ma il suo migliore amico lo ignorò.

“Solo che non so…” Si alzò in piedi battendosi i jeans per togliere la polvere il più in fretta possibile “Mi fa battere forte il cuore….”

“Che carino” Kurt gli sorrise, prima di sbadigliare “Posso andare a dormire ora?”

Thad ridacchiò, abbracciandogli le spalle “Da andiamo Pookie, prima che crolli a terra…

Jeff prese di nuovo in braccio il gatto che stava vagando per la stanza, seguendo i due amici, mentre Flint e Nick si tenevano appena un po’ distanti.

“Per te stanno insieme?” domandò Nick al morettino.

Thad e Kurt?”

“No, guarda, Jeff e il gatto!”

L’occhiataccia di Flint lo zittì “Comunque non credo…. Oddio, no! Kurt è innamorato di Blaine

“Ma Thad è interessato a lui….”

“Dici?”

Nick annuì “Penso sia palese…

Wilson non aggiunse nulla, pensando tra sé e sé a quali guai sarebbe incappato Kurt se, per davvero, si fosse preso una sbandata per Thad.

 

 

“Ti va una partita a tennis?”

Ethan alzò gli occhi dal manuale di algebra, guardando quelli del suo migliore amico un po’ confuso “Non dobbiamo studiare? Domani ci sono le simulazioni delle prove scritte…

“Si ma abbiamo studiato per una settimana no stop” il biondone si passò una mano tra le ciocche chiare, sbuffando “Onestamente non ce la faccio più!”

Ethan ridacchiò, chiudendo il libro ma lasciando dentro di esso l’indice, per non perdere il segno “Se non ci ammetto agli esami il prossimo anno saremo ancora qui…

“Sai che pacchia senza Thad che smatta in giro? O Wes e il suo amore morboso per quel martelletto?”

“Si ma ci sarà un altro anno di studio e a me non va” Moore sorrise, facendo per riprendere il suo ripasso da dove si era fermato, ma Cameron li intercettò.

“Ragazzi, assemblea straordinaria dei Warblers, ora” disse velocemente prima di allontanarsi spedito verso suo fratello e Nicholas.

Kirk sbuffò mettendo i libri nella cartella “Ormai facciamo un’assemblea straordinaria a ogni minima cavolata…

Ethan sospirò, alzandosi e camminando affiancato dal biondone “Sarà una cosa seria?”

“Oh ti prego…. Serietà alla Dalton?” entrarono nel salone già pieno e si sedettero con ordine su un divanetto.

Trent entrò in quell’istante salutandoli con un sorriso prima di dirigersi da Nick, Jeff e Flint.

Il discorso che captò veniva direttamente dal pertugio orale di Duvall, e non sembrava felice “…. Apro l’armadio e cosa trovo!? Tutti i miei blazer pieni di pelo di gatto! Ora mi sembra di indossare la pelliccia di Chewbecca e…. e…” si esibì in un potente starnuto “Io sono allergico al pelo dei gatti!”

“Ma perché l’hai messo nell’armadio?” fece notare Wilson, titubante.

“Perché magari riuscivo a spedirlo a Narnia, e ce lo levavamo via dalle balle” rispose Duvall, come se questa fosse la cosa più logica del mondo.

“Sei un vero stronzo” disse Jeff sbuffando “Caporale è così dolce e tenero….”

“Mi guarda storto…

“Non è vero!”

Trent si sentì in dovere di mettersi in mezzo “I gatti… guardano storto?”

Duvall annuì energicamente “Quel Mocho Vileda con i baffi si e….” si interruppe sentendo una vibrazione nella tasca della giacca e non appena lesse l’sms subito un sorriso ebete si dipinse sul suo viso.

“La tipetta?” domandò Flint, conoscendo la risposta anche senza bisogno di riceverla.

I tre membri del consiglio entrarono  velocemente, andando a prendere posto.

Thad si guardò attorno “Bene! Blaine chiama per fare una maledetta riunione di emergenza interrompendo il mio pisolino pomeridiano e poi non si presenta?!”

Quasi non terminò la frase che il solista arrivò, seguito da Kurt che teneva in mano un piccolo stereo.

“Ragazzi, sarò breve” disse subito il moro, mentre Kurt si avvicinava a Thad appoggiando lo stero poco convinto davanti a lui e scambiando uno sguardo obliquo.

Wes lo fissava impaziente, e subito Hummel notò che si stava probabilmente facendo la barba visto che aveva metà viso rasato e l’altro no.

“Dobbiamo essere più seducenti per vincere le Regionali” spiegò il solista, sovreccitato, andando verso lo stereo.

“Seducenti?” chiese Trent, guardandolo stranito.

“Appoggio in pieno la cosa” si intromise Flint lasciando la mano del suo biondo solo per esultare.

“Io no” disse Kirk storcendo il naso “Conoscendo Anderson, sarà una cafonata…

“Caro James, non lo è affatto” lo riprese Blaine “Chi conosce i Neon Trees?”

Alcuni alzarono le mani, anche Kirk seppure riluttante.

Blaine sorrise appena, soddisfatto “Kurt, fai partire la canzone…

 

Here we go again
I kinda wanna be more than friends
So take it easy on me
I’m afraid you’re never satisified.
Here we go again
We’re sick like animals
We play pretend
You’re just a canible
And I’m afraid I wont get out alive
No I won’t sleep tonight…

 

…. E dopo aver cantato Animal, Kurt si convinse che lui era l’antisesso in persona.

A dire il vero se ne convinse dopo aver cacciato Blaine dalla sua stanza con un ‘Credo sia meglio che tu vada’, dovuto all’imbarazzo per l’umiliazione subita (metterlo davanti allo specchio a fare facce sexy!? Ma scherziamo?!) e per il tema che il suo amico voleva arrivare a toccare: il sesso.

Lo aveva turbato soprattutto il fatto che, e ne era certo, Blaine lo trovasse attraente e voluttuoso come un manico di scopa.

Che poi non era nemmeno certo di sapere che significasse con esattezza ‘voluttuoso’.

Poteva fare due cose: starsene zitto a disperarsi oppure chiedere aiuto.

Ma a chi?

Thad forse….

Il ricordo del bacio, però, era ancora troppo vivido nella sua mente e non voleva che l’amico fraintendesse….

Flint?

Si, era di certo il gay più esperto che conoscesse!

E, ovviamente, Wilson, non si fece pregare presentandosi a casa sua con la velocità di un razzo.

“Quale è il problema?” chiese un po’ ansioso “prima sembravi molto serio, al cellulare”

Il controtenore annuì lievemente “…. È per Blaine…. Vedi lui non mi trova…. Sexy”

“Si, nessuno ti trova sexy” sottolineò il morettino sedendosi sul letto dell’amico che lo guardò scocciato “come posso aiutarti?”

“Tu sai qualcosa sul. Sesso?” chiese rosso “Io non voglio parlarne ma…. È come se dovessi! Questa lacuna mi imbarazza e mi pesa allo stesso tempo!”

Flint sorrise, facendo segno a Kurt di accomodarsi con lui, e quello subito eseguì “Ti aiuto io, non temere” sorrise confortante, ma poi appena riaprì bocca riuscì ad impanicare di nuovo Kurt “Sesso anale, orale…. Non so dimmi tu”

Il controtenore sussultò diventando ancora più rosso Io…. non so…. Esistono vari tipi?”

“Beh si…. Dipende dove lo vuoi mettere….”

Kurt deglutì lentamente “Ecco, io..”

“Sesso anale, eh?” Flint gli picchiò dentro col gomito ridacchiando “Lo so che pensi a quello, è un po’ il pallino di tutti i gay. Ed è logico che lo sia….”

I-io mi s-sono sempre chiesto s-se….” Kurt prese un respiro profondo, mentre cercava di calmarsi “Fa male secondo te?”

“Da morire” ammise il morettino facendolo impallidire “Cambi colore velocemente eh?”

“Molto male quindi?” riprese Kurt torcendosi le mani.

“Eh beh…. Far passare un cammello dove non passa un cincillà è dura…

Hummel prese a mordersi un unghia “E tu lo sai perché…?”

“Perché io ho provato con il mio ex ad inserire solo un paio di dita e già lì ho visto…

“ZITTO!” Kurt si tappò le orecchie, scattando in piedi “No davvero! Io non ce la faccio! È troppo per me!” andò in iperventilazione.

“Calmati, e pensa a quanto è piacevole…” Flint cercò le parole adatte, per non turbare troppo l’amico “Prima ti devi trovare un ragazzo e poi…. Parti sempre con le mani! Pensa che, essendo un altro ragazzo la masturbazione funziona allo stesso modo di quanto ti tocchi da solo e…

“Io non lo faccio, Wilson”

Il Warbler alzò un sopracciglio “Ma per favore, Hummel…. Ok essere pudici, ma le stronzate no, eh”

“Penso sia meglio che tu vada…

Ok lo aveva detto anche a Blaine, ma rischiava davvero di cacciarlo via a calci in culo se no.

Flint ignorò l’invito “Poi c’è la bocca, il sesso orale per un gay è appagante come tutto il resto e poi….” Kurt lo prese di peso facendolo alzare e spingendolo velocemente per il corridoio e le scale “Non puoi scappare, Kurt! Se conquisterai B o qualsiasi altro ragazzo, a lui non basteranno le frasi smielate e romantiche!”

“Sei una persona orribile!”

Arrivarono alla porta e lì Flint si sistemò la sciarpa “La passione, carino, è importante come tutto il resto. Se in una relazione non c’è la voglia di fare l’amore, toccarsi, esplorarsi beh…. Non c’è amore!”

Kurt lo guardò saccente “Lo pensi tu che sei ninfoname…

Il moro scosse piano il capo “No è un dato di fatto”

“Beh, io non farò mai sesso in vita mia! Ora a domani!” chiuse l'uscio lasciandolo sullo zerbino a contemplare la superficie lignea della porta.

Oh…. Povero, povero Blaine…. Le paga tutte quando si mette con questo!”

 

 

Kurt non passava molti weekend alla Dalton.

Di solito tornava a Lima, passava il sabato sera con Mercedes, Rachel e gli altri (spesso accompagnato anche da Blaine) e poi la domenica in famiglia.

Ma quella volta era decisamente un’altra questione.

Non poteva uscire con le New Direction perché Mr Schue aveva fissato una sessione di prove per tutto il sabato pomeriggio in vista delle Regionali, che sarebbero state la settimana successiva. Voleva, inoltre, evitare il padre dopo la storia del sesso gay e degli opuscoli.

“Vorrei solo sapere come gli è venuto in mente…” Kurt sospirò mentre si infilava la vestaglia, voltandosi poi verso Thad che stava leggendo gli opuscoli incriminati con interesse “Mi stai ascoltando?”
Decisamente no.

“Oh questo sembra divertente” disse Harwood immerso nella lettura “Questo assolutamente no…. Ma questo si!”

Kurt si sporse in avanti strappandoglieli dalle mani “ Non mi aiuti così!”

“Scusa Pookie” si ricompose quello, sedendosi a gambe incrociate e fissandolo negli occhi “sono tutt’orecchi: sfogati”

Kurt prese posto accanto a lui “Non ti pare strano? Insomma…. Cantiamo Animal provando ad essere sexy…. Parlo di sesso con Blaine e la sera stessa mio padre se ne viene fuori con questo discorso….”

“Tempismo?” domandò il più grande, accarezzandogli i capelli dietro alla nuca con un sorrisetto “Avete un bel rapporto tu e tuo padre…

Kurt annuì lentamente mentre leggeva negli occhi una certa malinconia…

Voleva chiedergli il motivo ma gli venne in mente qualcos’altro “Sai, ho chiamato Flint, dopo aver mandato via Blaine e ora sono…

“Sei?”

“Ancora più terrorizzato…

“Ok, Kurt, ascoltami bene” Lo costrinse a guardarlo bene prima di proseguire, cercando di calmarlo con lo sguardo, confortarlo “Io non sono bravo con i discorsi seri…. Lo sai come sono fatto, dopo un po’ inizio a fare lo scemo… Ma se posso aiutarti riguardo questo argomento delicato io ci sono”

Kurt prese un respiro, reprimendo almeno in parte l’imbarazzo “Allora il fatto è questo: Io non sono riuscito a parlarne con Blaine perché mi piace e quindi mi ha imbarazzato troppo. Soprattutto perché mi vede sexy come una vecchia ciabatta” abbassò lo sguardo sul pavimento mentre lo diceva “So di non esserlo ma cavolo! Mettermi davanti a uno specchio e umiliarmi in quel modo è stato…. Pessimo. Davvero pessimo”

“Sappiamo che Anderson è un idiota” mormorò Harwood con leggerezza “Va avanti”

“Ho chiamato Flint e lui mi ha raggiunto a Lima…. Visto che lui ha un  po’ più di esperienza gli ho chiesto di parlare di sesso e, beh…. Insomma non so ma lui è stato molto esplicito e io mi sono sentito violato!” prese a gesticolare, e Thad abbozzò un sorrisetto divertito “Insomma, sembrava di essere dentro all’unico porno che ho visto in vita mia…. Mi sono sentito male, ho cacciato anche lui e quando papà è arrivato con gli opuscoli sono impazzito del tutto” prese un respiro “Mi ritieni pazzo, giusto?”

“Secondo me sei semplicemente dolcissimo….”

Kurt abbassò gli occhi fortemente imbarazzato “Smettila di guardarmi così per favore…

Harwood sorrise di più tirandosi a sedere “Quindi sei ancora turbato?”

“Sì ma non per molto…. Infondo ho detto anche a Flint che non farò mai sesso in vita mia”

A quel punto il maggiore dei due esplose in una risata “Ma smettila” lo spinse delicatamente, prima di scuotere il capo “Senti ti dico come la vedo io? tu sei troppo sensibile per vedere un porno o parlarne con Wilson. Non puoi affrontare il discorso così…. Gli opuscoli sono meglio no?”

Beh…. Lì è tutto più tecnico quindi…

Appunto…. Senti Kurt, il sesso è una cosa meravigliosa se fatto con la persona che ami. So che è una frase da cioccolatini ma…. È così, cazzo se è così!” Kurt lo guardò, più convito di prima “Devi stare tranquillo perché nessuno ti mette fretta, ok? Devi prenderti il tuo tempo e quando sarai pronto vedrai che non mi sbagliavo”

“L’ha detto anche mio padre, questo”

Thad lo guardò complice “Vedi? Perché è la verità…. Tu sei la persona più pudica che abbia mai visto, giuro!”

Hummel si chiese il motivo per il quale tutte le volte che Thad faceva un riferimento a quando fosse dolce, pudico o altro lui rischiasse di sentire la faccia andare in autocombustione spontanea “S-scusa….”

“Perché ti scusi? Sei un amore, Hummel. Io vorrei essere come te invece che uno stronzo come in realtà sono” si alzò da letto, stiracchiandosi “Senti, io vado un secondo al bagno poi andiamo in camera da Blaine ok? Noi che rimaniamo nel weekend ci troviamo sempre a vedere film…

“Chi c’è a parte noi tre?” domandò Kurt curioso, prendendo in mano un quaderno sul quale erano segnate le pagine da studiare per il lunedì mattina. Visto che sarebbe rimasto lì intendeva passare la domenica a portarsi avanti.

“Beh sicuramente Kirk, non va mai a casa, Flint…. E Nick penso. Forse anche Trent e Ethan…” rispose Harwood incamminandosi verso la toilette, grattandosi svogliatamente la pancia.

Kurt prese una penna, iniziando a cerchiare le materie che avrebbe poi studiato il giorno seguente ma da essa non uscì inchiostro. Sbuffò stizzito lanciandola sul suo letto “Hai una penna da prestarmi?”

“Guarda sul comodino!” gli rispose l’altro, che come suo solito aveva ben pensato di andare al gabinetto lasciando la porta aperta.

….

 

“Guarda sul comodino!” gli rispose l’altro, che come suo solito aveva ben pensato di andare in bagno lasciando la porta aperta.

Kurt buttò le gambe dall’altra parte del letto per voltarsi e controllare, non trovando nulla. A suo rischio e pericolo decise di aprire il cassetto, frugando tra confezioni di fazzolettini, pacchetti di sigarette e, oddio, sì, quelli erano proprio profilattici.

Stava per arrendersi quando notò un astuccio nero, abbastanza gonfio. Lo prese fuori appoggiandoselo in grembo e constatando che era davvero leggero per essere così pieno.

Ma a lui interessava solo una penna,non della massa di un astuccio, così lo aprì trovando, invece, qualcosa di inaspettato.

Di un rilucente color arancione, facevano bella nostra di sé cinque piccoli contenitori arancioni contenenti non si sa quante pastiglie e pillole diverse fra loro. Kurt ne prese una in mano, stupito, leggendovi sopra un nome che non gli sembrava nuovo ma nemmeno  così tanto famigliare.

X… Xanax..” sussurrò cercando di ricordare qualcosa. Perché gli venivano in mente i telefilm? Perché gli veniva in mente solo un aggettivo se pensava quella medicina?

Matto.

Non era un bel aggettivo così scrollò via quel pensiero, scuotendo velocemente il capo.

Lo Xanax, all’interno dei telefilm polizieschi che suo padre guardava tutti i giovedì sera, era la medicina dei pazzi….

Era così immerso nei suoi pensieri da dimenticarsi di Thad, che nel frattempo era tornato dal bagno e fissava con gli occhi vuoti il piccolo contenitore nella mani del compagno di stanza.

Cosa stava pensando di lui?

Ovvio, che era matto.

Con lentezza esasperante si sedette accanto a lui, prendendo l’astuccio e tenendo lo sguardo basso, per non scontrare nemmeno per errore quello cristallino di Kurt.

Hummel sussultò per la sorpresa, sgranando gli occhi “Thad…?” voltò il viso verso il bel profilo dell’altro e, notando quanto fosse serio, capì di aver sbagliato a farsi gli affari suoi in quel modo “M-mi dispiace tanto! Io cercavo una penna, non volevo frugare nelle tue cose…

Lamotrigina” lo interruppe Harwood con voce bassa ma decisa, prendendo in mano uno dei contenitori e versandosi sul palmo delle piccole pastiglie gialle, per mostrarle all’amico “è un farmaco utilizzato contro il disturbo bipolare per stabilizzare l’umore…. Agisce meglio del litio perché aiuta a tenere controllati i diversi cambi di stato emotivo durante le varie fasi del disturbo bipolare e, soprattutto, è un potente antidepressivo.” Kurt lo ascoltava, incapace di alzare gli occhi dalle sue mani, anche mentre esse riponevano con cura una per volta le piccole pasticche nel contenitore “Una al giorno, la mattina appena alzato…” prese il secondo tubicino da dentro all’astuccio, aprendolo e mostrando a Kurt delle pillole lunghe, blu elettrico “Capsule di litio. Sono Sali, quindi non esattamente medicinali o comunque non sono aggressivi, e fanno parte della terapia basilare contro la depressione da disturbo bipolare…. Quando una persona è pazzo come me” Alzò finalmente gli occhi in quelli chiari di Kurt, ma il più giovane non trovò la tenacia e la forza che era abituato a leggere nelle iridi scure di Thad “ha carenza di Litio nel suo organismo, e svalvola. Così lo integro prendendo una di queste pastiglie dopo ogni pasto…. Mi da dei problemi, per esempio continui tremori alle mani e sete costante…. Questa è la ClorpromazinaThad appoggiò il litio per poter prendere il terzo contenitore, pieno di piccole pastiglie lilla “Sono microscopiche ma sono in assoluto le più devastanti. Originariamente servono per curare la schizofrenia…. Ma io le prendo quando sono nel pieno della fase maniacale, e mi consentono di superarla senza farmi del male o farne agli altri dando fuori di testa.” Fece una pausa, sospirando, mentre Kurt permutava nel suo mutismo “Durante le crisi ho vomito, tremori continui, difficoltà a capire cosa mi sta intorno…. Con una di queste riesco a scongiurare le allucinazioni e i deliri tipici della fase maniacale, nella quale entro solo se molto stressato o stanco. Ma c’è il rovescio della medaglia anche qua: gli effetti collaterali sono distruttivi, soprattutto la tachicardia e la febbre alta che mi bloccano letteralmente in un letto per giorni”

P-per questo manchi da scuola per giorni?” Kurt ritrovò la voce, deglutendo silenziosamente.

Harwood annuì “Capita raramente, ma quando succede e prendo queste medicine so che esse mi impediranno di stare male sul momento, ma che starò male il giorno dopo, e quello dopo ancora. Questo è Acido Valproico” in una boccetta bianca e rossa, Kurt osservò un liquido bianco “Sono gocce, sempre usate per la terapia contro il disordine bipolare…. È molto utile perché non solo riduce l’attività recettiva del cervello, evitando così gli attacchi maniacali ma evita le emicranie. Ora veniamo al mio preferito, ovvero quello che stringi tra le mani.” Kurt abbassò gli occhi sullo Xanax, passandolo poi a Thad che lo prese in mano “Questa droga, perché non posso definire medicinale una cosa che mi crea una dipendenza così elevata, mi serve per calmare l’ansia, e l’ansia è il primo step per tutto il resto. Ne prendo continuamente e non scherzo, anche quattro o cinque volte nell’arco di una giornata…. Da una dipendenza così elevata che se non l’assumo con regolarità vado in astinenza. Crampi allo stomaco, sudorazione, febbre. Bella merda” Thad smise di parlare, prendendo tutte le medicine, infilandole nell’astuccio e buttandolo senza troppe cerimonie dentro al cassetto “Ora sai che non sono solo un coglione alcolizzato, ma che principalmente sono un pazzo tossico dipendente. Bella persona vero?”

Kurt sentì il cuore stringersi mentre un sorriso triste si dipingeva sul volto dell’altro “Ma…. Non ti fanno male tutte queste cose?”

“Sono certo che mi stiano fottendo il cervello…

…E assumerle e bere così tanto alcool… Non è pericoloso?”

“Ho già fatto tre o quattro lavande gastriche a causa dell’avvelenamento, sì”

Hummel abbassò gli occhi a terra, mentre sentiva il forte impulso di tirare uno schiaffo a quella sorta di autolesionista “Perché ti fai tutto questo?”

Harwood passò lentamente le dita tra i capelli di Kurt, continuando a sorridere malinconico “Soffro di Disturbo Bipolare dall’età di undici anni. Mi curo da allora…. Se smettessi di prendere tutta questa roba mi ritroverei a breve con una camicia di forza”

A Kurt, per un istante, venne in mente la signorina Pullstbury e tutti i suoi attacchi compulsivi ma non gli sembrava nemmeno paragonabile a quello che aveva passato e stava passando Thad “…. È così brutta? Questa malattia dico…

Harwood annuì lentamente “Devi sapere che il Disturbo Bipolare si divide in due categorie: tipo I e tipo II. I pazienti affetti da tipo I soffrono di continui cambiamenti di umore, altalenanti…. Mentre nel secondo caso si parla di cambiamenti di personalità. È un alternarsi di fasi maniacali e depressiva e le prime sono davvero devastanti. onestamente…. Non so chi sono” tolse la mano dal capo de più giovane “Io non so chi sono…. Questo non posso essere io perché prendo così tanti psicofarmaci che mi alterano il carattere, non solo l’umore. Per questo cambio velocemente modo di fare, per questo rispondo male. E ti capisco se ora deciderai di cambiare stanza, io avrei paura di una persona così… Dovresti trasferirti da Anderson”

Un paio di lacrimoni solcarono le guance di Hummel.

Si sentiva così impotente, così inutile innanzi alla sofferenza di Thad che non sapeva cosa fare. Aveva sempre preso le medicine sotto al suo naso…. Non si era mai accorto di nulla. Era un idiota.

Stava male, e lui non si era mai reso conto di questo dolore interiore.

E vivevano insieme, cazzo!

T-Thad….”

Il maggiore alzò gli occhi lucidi in quelli cristallini e bagnati di Kurt, alzando lentamente una mano e raccogliendo una lacrima del ragazzo sulla punta di un dito “Sono un mostro….”

Kurt scosse velocemente il capo prima di buttarsi tra le braccia dell’altro, abbracciandolo stretto “No, non lo sei…. E io non vado da nessuna parte!”  dichiarò risoluto, stringendosi a lui.

E Thad sorrise, sincero, mentre sentiva il cuore sul punto del collasso.

Era quella, quindi, la vera gioia?

Strinse Kurt a sé per alcuni minuti, accarezzandogli piano la schiena mentre questi si sentiva stupido a farsi consolare così, invece di essere lui a sorreggere Thad.

Poi il più grande, molto delicatamente, lo fece scostare da sé, spingendolo con dolcezza misurata sul cuscino del suo letto. Prima ancora di rendersene conto Harwood che lo sovrastava, accarezzandogli dolcemente il viso.

“Non ne ho mai parlato a nessuno” sussurrò fissandogli con desiderio assorto le labbra “avevo paura del giudizio della gente ma tu sei così buono con me…

Thad…

Le parole gli morirono sulle labbra mentre queste venivano catturate da quelle dell’altro per la seconda volta.

E di nuovo lui rispose, portando una mano sulla nuca dell'altro e passando le dita tra i capelli scuri del ragazzo molte volte.

La mano di Harwood si fermò sul fianco di Hummel mentre l’altra insisteva sul materasso, evitando così di gravargli addosso.

I respiri si fecero affannati mentre le lingue si cercavano e i loro cuori battevano forte, confondendo Kurt. Da una parte sentiva l’emozione di quel gesto avventato e dall’altra non capiva cosa lo spingesse a ricambiarlo.

Per Thad invece era tutta un’altra storia; lui aveva bisogno di Kurt, doveva sentirlo per poter stare bene.

Era dipendente da lui come dallo Xanax e il sollievo per non averlo visto allontanarsi impaurito o disgustato da lui lo aveva condotto a cercare di nuovo il suo dolce sapore sulle labbra.

Sarebbe rimasto così tutta la vita, se la porta non si fosse aperta permettendo a Nick e Flint di godersi la scena.

“Oh ma puttana la..” Duvall si bloccò prima di degenerare in un’imprecazione ben peggiore mentre Wilson spalancava la bocca attonito “…. Avevo ragione…

Kurt si alzò a sedere mentre Thad si posizionava in ginocchio sul letto guardando furente i due intrusi “Voi non avete visto nulla! Sono stato chiaro?!”

S-sì…. Scusate…. Non abbiamo bussato e…” Nick si grattò la nuca imbarazzato.

Flint cercava, intanto, gli occhi chiari dell’amico. Ma Kurt li teneva fissi sul pavimento “Potevi dirmelo, ieri pomeriggio, che stavi con Thad” borbottò offeso e ferito.

“Noi non stiamo insieme” disse velocemente Harwood.

“Si infatti” ironizzò Duvall “era evidente che gli stavi solo facendo una gastroscopia…

“A dire il vero lo stavo aiutato” sottolineò il ragazzo, mentre Kurt alzava lo sguardo su di lui “Non sapevo come aiutarlo a essere molto più sciolto riguardo i discorsi sessuali così…. Ho pensato che un bacio potesse aiutarlo. Nulla di più, lui ama Blaine

Hummel rimase di sasso davanti alla freddezza in cui Thad aveva esposto velocemente il fatto, e lo stesso valeva per gli altri due.

Oh…” disse lentamente Nick mentre Wilson li guardava con un’espressione della serie ‘non mi incantate’ “Vi aspettiamo da B allora…

Kurt annuì mentre Thad si alzava dal letto, così i due amici se ne andarono, Duvall decisamente sconvolto e Flint per nulla persuaso…

Rimasti soli, anche Kurt si alzò, abbracciando da dietro l’amico.

Thad? Grazie…

Questi abbassò gli occhi sul pavimento, sorridendo lentamente “Grazie a te. Ora sbrighiamoci, Blaine ti aspetta…

 

…. Se ne sarebbe mai accorto, Kurt, di quanto male facesse il cuore di Thad spezzandosi, ogni qualvolta lo spingeva di un passo verso Blaine?

 

 

 

Continua…

 

 

 

 

NdA:

 

lo so, sono in ritardo ma questo capitolo è stato davvero il più difficile da scrivere, per me xD

Penso lo capirete….

Insomma, il tormento di Thad non è stato per nulla facile da rendere, spero che questo traspaia in positivo nella storia :3

Prima di lasciarvi un paio di note, solite:

 

-grazie mille a chi ha recensito, letto la storia (il prologo ha più di 3500 letture =*), chi ha inserito tra i preferiti (76 persone) e nelle seguite (92)

 

-Mille grazie anche ad H (JCriss), ovvero la mia favolosa beta**

 

-I medicinali di Thad non sono un’esagerazione, questa è una vera terapia contro il Disturbo Bipolare di Tipo II

 

-Parliamo di Spinnoff?**

Se amate (o anche solo apprezzate) questa storia correte a lettere questi spinoff ad essa dedicata (che io amo)

 

Hummerwood stupenda e molto romantica, dal mio punto di vista:

The Little Mermaid (Hummerwood) di braver than Nana

 

Una Jint strappalacrime:

 See no more/Jealous guy di HeltenD_

 

E per chi ama Kirk ed Ethan (per ora solo loro) un intera raccolta (composta al momento da tre bellissime one**):

{Different Songs From Dalton. di JCriss

 

…. Esorto chiunque a scriverne una (Io amo l’Hummerwood ma mi va bene tutto) e linkarmelo o con un mp (se no può essere che non me ne accorga!) o nel mio Facebook del GDR (http://www.facebook.com/kurtkb.hummel )

 

 

Alla prossima con…..

ORIGINAL SONGS!!!

 

Un bacione

Jessy

 

 

l

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Capitolo 19
*** #18 part 1: You know you’re in love when reality is better then your dreams. ***


bananissima

…Senti Blaine, alle volte non mi sembra di far parte dei Warblers…. Ma piuttosto nei ‘Blaine and the Pips…

 

 

 

 Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

 

#18 part 1: You  know you’re in love when reality is better then your dreams.

 

 

 

I am in misery!
There ain't nobody
Who can comfort me!
Oh yeah!
Why won't you answer me?
Your silence is slowly killing me!

 

Jeff smise di canticchiare, iniziando così a lavarsi i denti.

Le regionali erano davvero alle porte e l’ansia e il nervosismo che stavano ammorbando i più sensibili e isterici come Trent e Kirk, nel giovane Sterling si mutavano in pura adrenalina.

Erano quasi le nove e mezzo di sera, avevano provato Misery tutto il pomeriggio e la maggior parlare dei Warblers era già a dormire, ma lui proprio non ci riusciva.

Si infilò nel pigiama primaverile, visto che la seconda settimana di Marzo era appena iniziata, e dopo essersi osservato per bene il mento allo specchio in cerca di qualche brufolo, tornò nella sua stanza.

Sorrise dolcemente vedendo il suo ragazzo già steso sotto le coperte del suo lettino da una piazza e mezzo, con il viso appoggiato ad una mano e un braccio sulla fronte, forse nel vano tentativo di aspettarlo sveglio.

Solo che i suoi occhi erano chiusi e, tenendo conto del suo respiro regolare, doveva essersi addormentato già da qualche minuto.

Il biondino prese Caporale in braccio, mentre questo si sfregava facendo la fusa contro le sue gambe, e fece per raggiungere Flint ma una bussata decisa alla porta lo fece sobbalzare, svegliando anche Wilson.

“Non stavo dormendo, stavo pensando” disse il morettino con voce impastata mentre schizzava seduto.

Jeff ridacchiò, appoggiando Caporale sul letto di Nick e aprendo la porta trovandosi davanti Wes con un mano ottocento fogli “Hey ciao.”

“Ciao Jeff” rispose questo entrando e guardando Flint “Ciao Wilson ma…. Duvall?”

“È uscito con la sua ragazza” rispose Sterling mentre Montgomery prendeva dal plico di carta dei fogli con i cognomi dei tre interessati sopra.

“Lo dai tu al tuo compagno di stanza, ok?” il biondo annuì “E spero rientri per tempo, la Cooper farà dei controlli credo”

“Ora lo avvisiamo noi” Jeff riaccompagnò alla porta il ragazzo dandogli la buona notte e chiudendo poi a chiave “Gli scrivo un sms, non vorrei che sospendessero il mio migliore amico…

Flint sorrise, afferrando il suo foglio che il fidanzato gentilmente gli porgeva “Come sei dolce…

“No, è solo che lui e Caporale mi fanno ridere” 

Il morettino sorrise mentre il ragazzo prendeva posto accanto a lui sul letto, alzando il piumone rosso e infilandosi sotto di esso “Raise your Glass di Pink?” chiese Flint alzando un sopracciglio “Non so che tipo di favori fa al consiglio, ma questa l’ha scelta Blaine!”

Il biondino sorrise scorrendo gli occhi sul pentagramma e cercando di capire quali note il consiglio gli avesse affidato prima di prendere sia il suo foglio sia quello di Flint e appoggiarli sul comodino “Sei crudele…

Facciamo sempre queste canzoncine del cavolo…” borbottò il morettino sfilandosi gli occhiali da vista e passandoli al biondo che li ripose con cura nella scatolina “Io vorrei qualcosa di nuovo…

Si stesero entrambi e subito Sterling portò il braccio attorno alle spalle del fidanzato, stringendolo a sé “Qualcosa di nuovo?”

Questi annuì “Già….” Si accoccolò contro il suo petto sospirando poi Jeff iniziò a tirare in ballo un discorso strano, che lo risvegliò.

“Kurt e Thad…” Disse semplicemente, assorto, prima di aggiungere “…. Secondo te cosa c’è dietro?”

Wilson sospirò, appoggiando il mento contro la spalla del suo ragazzo per potergli guardare il viso “Sabato scorso li abbiamo visti…. Io e Nick…. Mentre si baciavano” Sterling sussultò facendo cigolare il letto “Non dirlo a nessuno mi raccomando, Harwood non mi fa paura ma non mi va di averlo attorno a minacciare la mia pace interiore…

“E come hanno reagito?!”

Thad ha detto che sta aiutando Kurt ad essere più sensuale” Il morettino alzò un sopracciglio in segno di sdegno “Pensa di prendere in giro me?”
“Potrebbe anche essere?”

“Gli stava scopando la bocca, Sterling, non può essere altro che una bella limonata…. Altro che aiuti”

Jeff lo guardò pensieroso, scostando un ciuffetto di capelli corvini dalla fronte del compagno “Perché qualcosa mi dice che Blaine si incazzerà di brutto?”

“Non lo verrà mai a sapere” Flint sospirò “O per lo meno non da me e Duvall….”

Passarono alcuni minuti di silenzio mentre entrambi ponderavano sulla situazione.

“…. Dici che quei due passeranno presto in seconda base?” chiese eloquente Jeff, col solo risultato di far sbuffare Flint.

“Nelle relazioni omosessuali non esiste la seconda base, Sterling. Una volta che hai la mazza in mano la vittoria è già garantita…

Il biondo corrugò le sopracciglia “E tu pensi che Thad abbia già in mano la mazza di Kurt? …Oddio è troppo ambigua questa cosa” Istintivamente si portò una mano alla fronte mentre Wilson ridacchiava.

“Secondo me no, comunque…. Voglio dire” il ragazzo si sistemò meglio sul petto dell’altro “Kurt è così pudico che mi fa quasi paura…. Anzi, mi fa sentire un predatore sessuale! L’altro giorno mi ha chiesto una mano e io gli ho detto un paio di cose…. Dovevi vedere come mi guardava! Come se fossi un maniaco, o un assatanato!”

Jeff sorrise dolcemente, guardandolo nei grandi occhi celesti, granati sino all’inverosimile e, con un sospiro si lasciò scappare un pensiero.

“Ti amo….”

Il morettino schiuse lentamente la bocca sorpreso mentre Sterling iniziava a chiedersi se avesse messo troppa carne al fuoco.

Stavano insieme da più di due mesi, e quel sentimento era seriamente convinto di provarlo sul serio, quindi no: non aveva affatto esagerato.

E questo lo sapeva anche Flint.

Lentamente rispose al sorriso, sporgendosi verso di lui e baciandolo dolcemente sulle labbra.

“Ti amo anche io.”

 

Thad non era un grande amante della storia, perché sapeva di non poterla segnare lui stesso.

Date passate, esperienze distanti.

Non gliene poteva fregare di meno.

Sfogliava il libro senza voglia, reggendosi il capo contro il punto e sbuffando di tanto in tanto. Mancava poco ai pre-esami, doveva tenersi al passo con tutte le materie, cosa che solitamente gli veniva facile…

Solo iniziava ad essere stanco.

Una mano candida come il latte appoggiò davanti a lui una piccola capsula blu e un bicchiere ricolmo di acqua cristallina, lasciandolo un attimo interdetto.

Alzo gli occhi scuri in quelli azzurri di Kurt “Ho già preso il litio, stasera” disse senza capire, e subito il più piccolo scosse piano il capo abbozzando un sorriso.

“Ho fatto una ricerca” spiegò appoggiandosi con i fianchi alla scrivania, e spostando di poco la gabbietta di Pavarotti per farsi spazio“E ho scoperto che di litio ne puoi prendere anche più compresse in poco tempo…. E che se prendi più litio puoi evitare di assumere la Lamotrigina tutti i giorni…

Harwood sorrise intenerito prima di prendere la pillola e far così felice il compagno di stanza “Non dovresti essere così apprensivo verso di me”

“E tu non dovresti assumere le medicine a caso…” Kurt sospirò, prima di chiudergli il libro “Sono due giorni che non ti alzi da questa sedia…. Di questo passo ti si appiattirà il fondoschiena”

Thad ammiccò “E immagino che ti dispiaccia, visto quanto ti piace il mio perfettissimo culo…

Hummel alzò un sopracciglio scettico, ma non riuscì ad impedirsi di arrossire appena, così spostò gli occhi lievemente imbarazzato su Pav che stava cinguettando. “Smettila”

Harwood ridacchiò prima di alzarsi in piedi e stirarsi la schiena, portando in alto le braccia “Ok, allora usciamo”

“Eh?”

“Usciamo” ripeté il più grande, prendendo qualcosa con cui cambiarsi dall’armadio “Andiamo a…. Non so…. Farci una birra”

“Tu bevi la Diet Coke come me…. E non dire che sono troppo apprensivo!” Sbottò Kurt prendendo a sua volta un cambio.

Thad ridacchiò “Ai suoi ordini, Madame…

Lo guardò sparire oltre la porta del bagno con espressione decisamente irritata e sorrise, sfilandosi la tuta con la quale dormiva e infilando un paio di jeans stretti e scuri.

Ormai considerava le loro uscite al pari di appuntamenti, visto il modo in cui gli si scombussolava lo stomaco ogni volta.

 

 McKenzie guardò con espressione dubbia la rosa rossa che Duvall le stava porgendo, poi la prese con un sorriso “Sembri un ragazzo di altri tempi, sai? È passato un sacco di tempo dall’ultima volta che un ragazzo mi ha comprato dei fiori”

Duvall sorrise porgendole il braccio, che lei subito afferrò, iniziando così a camminare con lui lungo il marciapiede, a braccetto.

“Se voi io posso regalartene ogni giorno…” le rispose dolcemente lui.

E la giovane gli credette subito, visto che si era presentato a prenderla a casa con una Lamborghini Reventor, della quale non aveva ancora capito bene come aprire le portiere….

“Cosa ti va di fare ora?” domandò la ragazza sorridendo, mentre si stringeva di più al braccio del moro.

Nick buttò un occhio all’orologio notando che sì, era tardi.

Ecco…. Io”

“Devi tornare alla Dalton, eh?” chiese la giovane mentre lui cercava un modo per giustificarsi “Non preoccuparti, la zia mi ha raccontato tutto. Jesse le ha spiegato come sono diventati severi con voi…. Beh possiamo vederci sabato, che dici?”

“Ci sono le Regionali sabato” rispose prontamente Duvall “Ma dopo mi piacerebbe molto uscire con te…. Magari dico che torno a casa così non ho limiti di orario…

Si fermarono davanti alla macchina del ragazzo e lei portò una mano sul suo collo, accarezzando dolcemente i capelli arricciati dietro alle orecchie “Sei davvero carino, sai? Quasi non ci penso che hai quattro anni meno di me…

Lui sorrise un po’ teso, pensando che in realtà erano quasi sei….

“Mi trovo bene con te…

La ragazza continuò a sorridere mentre avvicinava il viso al suo “Mi sono divertita stasera, quindi vada per sabato”

Nick sentì un brivido salirgli lungo la colonna vertebrale mentre le labbra di McKenzie sfioravano le sue, facendogli assaggiare il suo lucidalabbra alla ciliegia.

Nella sua testa prese a ballare la ‘danza della vittoria’ che aveva inventato con Jeff qualche mese prima, mentre appoggiava le mani sui fianchi della giovane.

Stava ancora chiedendosi se fosse troppo azzardato metterci un po’ di lingua quando uno strombazzare fastidioso li fece staccare, mentre un paio di fari anabbaglianti li accecavano.

Un'auto si accostò al marciapiede e Duvall avrebbe riconosciuto ovunque quella BMW bianca da tamarro.

Gay, tamarro gay.

“Guarda Kurt” disse Thad abbassando il finestrino dalla parte del passeggero e sporgendosi su Hummel per guardare Nick e McKenzie “Il piccolo Duvall è entrato in pubertà!”

Fanculo Harwood” rispose Nick sbuffando mentre la giovane guardava ammaliata la macchina di Thad. Decisamente avevano stile, quei ragazzi “ E dimmi, ti pare il caso di interrompere così due persone?”

“Io ho provato ad impedirlo” puntualizzò Kurt.

“Ciao io sono Thad” Il ragazzo porse la mano a Kenzie, che subito la strinse con un sorrisetto “E lui è Pookie

“Kurt Hummel” sottolineò questo, stringendole a sua volta la mano.

“Piacere mio, sono McKenzie

“Sentite, culattoni” li interrupe Nick “Io sarei nel mezzo di un appuntamento”

“Domani abbiamo il compito di latino, non ti conviene far tardi” gli disse Kurt.

“Siete dello stesso anno?” domandò curiosa la ragazza, mentre Nick iniziava a sudare freddo.

“Loro due si, io no” rispose Thad.

“Oh strano, non sembri più piccolo…

Nick sgranò gli occhi, e Kurt lo capì, ricordandosi di quello che aveva detto Jeff, ovvero che Nick aveva mentito sulla sua età.

Evidentemente Thad si era dimenticato…

“Più piccolo? Io sono…

Non ebbe l’occasione di finire la frase perché Kurt prese il suo viso fra le mani, appoggiando un veloce bacio sulle sue labbra.

Quando tornò ad appoggiarsi al sedile, rosso di vergogna, Thad si era già dimenticato quello che stava per dire.

Kenzie li guardò intenerita e subito Nick prese in mano le redini della situazione, prima che fosse troppo tardi “Ti riaccompagno a casa, ok?” disse sorridendole.

Stava ancora sudando freddo.

Lei annuì con un sorrisetto “Sì è meglio, non voglio farti far tardi…. Voi ragazzi che piani avete?”

“Porto Kurt al cimitero e lo spavento” disse senza troppi giri di parole Thad, ridacchiando mentre il compagno di stanza alzava gli occhi al cielo, ancora imbarazzato “Divertente, eh?”

“Certo che ha te le idee ti escono come peti dal cervello, eh Harwood?” ribatté  sarcastico Duvall, facendo ridere la ragazza.

“Ci vediamo a scuola” Lo salutò Thad un po’ offeso.

Tirò su il finestrino, mentre controllava che la strada fosse libera per andarsene.

Kurt salutò la coppietta con la mano, mentre si allontanava in auto con Harwood e solo a qual punto Nick disse “Scusalo, credo che Thad sia caduto dal seggiolone mentre era piccolo, per questo è così”

Lei sorrise, intrecciando le sue dita con quelle del ragazzo mentre si avviavamo alla Lamborghini lentamente “ È simpaticissimo…. E mi piace molto anche il suo ragazzo! Sono molto dolci insieme”

Nick strabuzzò gli occhi.

Ok, la cosa stava sfuggendo di mano.

 

“Kurt è un cimitero! Non c’è nulla, è tutto morto per definizione lì dentro!”

Thad io dalla macchina non scendo…

Harwood si appoggiò con teatralità alla portiera aperta della sua aiuto, sbuffando sonoramente “I fuochi fatui, Hummel…. Sono uno degli spettacoli più belli della natura!”

Kurt lo fissò disgustato “Sei macabro fino alla morte!”

“Per questo amo Edgar Allan Poe, Tim Burton e riesco a sopportare la puzza dei piedi di Wes quando usciamo in  tenda d’estate…” gli porse la mano, invitandolo a seguirlo “Se ti va, ti mostro una cosa…

Kurt scosse il capo “Davvero Thad, no…. Ho dei problemi con i cimiteri”

“Fidati”

Ma…

“Cazzo, Kurt! Devi fidarti di me, come io mi fido di te….” Protese ancora di più la mano guardando l’altro negli occhi “Tua madre è venuta a mancare che eri ancora un bambino, vero?”

A quelle parole, il più giovane lo guardò stupito “Come…. Chi ti ha….?”

“Fidati di me, e ti risponderò….”

Solo a quel punto, scosso da un turbinio di emozioni contrastanti, Kurt afferrò la mano di Thad uscendo dal veicolo.

Harwood chiuse la portiera, chiudendo poi a chiave prima di incamminarsi verso l’alto cancello di nero ferro battuto del cimitero di Westerville.

“L’ho capito dopo poco, Kurt” ammise alzando le spalle, mentre Hummel lo seguiva con il capo chino. Non alzò gli occhi nemmeno quando le dita affusolate dell’altro si intrecciarono alle sue “Parli sempre di ‘papà e Carole’, non chiami mai Finn mio fratello in modo naturale e so che tuo padre non può essere solo divorziato oppure un minimo accenno a tua mamma lo avresti fatto….” Camminava veloce, come se avesse una certa urgenza, arrivando sino ad una piccola cappella in granito rosa, sulla quale si leggeva, scolpito sulla facciata sopra alla porta, il cognome degli Harwood.

Hummel notò che era una delle più sfarzose, ma la cosa non lo stupì poi più di tanto.

Senza mai lasciare la mano di Kurt, Thad si chinò raccogliendo da sotto un vaso una piccola chiave argentata e aprendo così la cripta della sua famiglia.

Il più giovane si strinse istintivamente a lui, ancora chiuso nel suo mutismo, e questi con un sorrisetto strinse di più la presa sulla sua mano.

“Non c’è di che aver paura…. Vieni”

Entrando, Kurt si stupì molto di quanto fosse spaziosa. Sarebbe potuta tranquillamente diventare un monolocale, se non si trattasse di una tomba famigliare.

Era ancora intento a guardare le colonnine e il soffitto affrescato, e nemmeno si accorse che Thad si era fermato davanti alla parete di fronte alla porta, fissando impassibile una lunga lapide muraria.

Quando Kurt portò lì la sua attenzione, lentamente i suoi occhi si allargarono.

Thad lei è….”

“Sì, è la mia mamma…

Kurt rimase in silenzio per alcuni istanti, osservando la foto di Odette Taylor in Harwood, ovvero una bella donna, ancora nel fiore degli anni, con un paio di occhi neri e profondi come quelli di Thad, un caschetto di lucidi capelli neri e una pelle lattea che gli fece capire che il color olivastro Thad lo aveva ereditato dal padre.

“Come è successo?”

Thad sospirò “Ti sembrerà assurdo ma…. È morta di parto”  Kurt si voltò di scatto, guardando il profilo del compagno di stanza “Io non l’ho mai conosciuta, Kurt…. Di lei ho solo un paio di album fotografici, i video del matrimonio e il profumo che usava quando era viva. Nient’altro…. Ma l'idea che questa donna è morta per mettermi al mondo…. Non lo so cosa pensare”

Hummel sospirò “Io ti capisco in parte Thad…. So cosa significa perdere una persona”

“Il punto è che io non l’ho mai avuta…. Quindi non posso dirti di averla persa. Posso solo affermare che io e te siamo così simili sotto certi aspetti che la cosa mi inizia un po’ a spaventare”

Istintivamente Kurt portò entrambe le braccia attorno al collo di Thad, abbracciandolo stretto, staccandosi solo molti minuti dopo.

“Andiamo a scuola ora, ok?” disse deciso, prendendo la mano del più grande e portandolo fuori, trascinandolo come Thad prima aveva fatto con lui.

…. E Harwood si chiese se quel legame che sentiva di provare con il più piccolo fosse solo una sensazione sua o, se, in un remoto angolo del suo cuore, anche Kurt lo sentisse forte.

 

 

Il giorno successo, alla riunione dei Warblers, tutto erano parecchio su di giri.

Era la penultima prima delle Regionali e visto che, in programma, era stato deciso di discutere sui dettagli tecnici dell’esibizione, Wes la vedeva male.

Malissimo.

Tutti gli anni ci mancava poco che i vari componenti del Glee arrivassero alle mani per difendere le loro idee, numerose e tutte diverse.

“Hai portato i guantoni?” gli chiese Thad ridacchiando, mentre aspettavano David per poter entrare tutti insieme.

“Spero non servano” disse ovvio l’asiatico ma subito l’altro lo guardò eloquente.

“L’anno scorso hai tirato il martelletto in testa a Duvall”

“Aveva esagerato! Il suo naso mi da le fobie quando inizia muoversi a causa dei muscoli facciali che si contraggono mentre urla!”

Thad rise, mentre il ragazzo di colore li raggiungeva di corsa.

“Scusatemi ragazzi, ma Tara mi ha appena scaricato…” disse grattandosi la nuca.

Wes lo guardò comprensivo “Uscivate solo da una paio di settimane, sono certo che se le parli lei…

Sissì certo!” Thad li spinse verso il portone “Senti David, voglio evitarti anni e anni di ambiguità sessuale…. Visto che questa è solo la prima di una lunga serie di donne che ti lasceranno, diventa direttamente gay. Wes ti farà da ‘prima volta’ e dopo ti sentirai completo. Ora abbiamo una riunione da arbitrare.”

Montgomery lo guardò serio mentre Thompson arricciava il naso “Sei più idiota del solito…. Successo qualcosa?”

“Mi sono alzato nervoso” ribatté Harwood “E sinceramente devo tornare a studiare quindi, andiamo” fece loro strada, entrando nella sala già piena di borbottii “Buon pomeriggio a tutti”

“Iniziamo bene” sussurrò David all’orecchio di Wes, notando le occhiate omicide rivolte verso Anderson.

“Ordine del giorno: preparazione alle Regionali” Lesse Thad dal suo quaderno, e subito David prese nota nel verbale.

“Passiamo quindi a discutere i dettagli più tecnici” Informò Wes annuendo e guardandoli tutti quanti “Ci sposteremo come sempre con le nostre auto e dobbiamo essere lì, come solito, la mattina stessa per provare i vocalizzi.”

“Introduciamo una novità” disse Thad girandosi fra le mani una penna “Questa volta ci sarà un…

“Dov’è Kurt?” domandò Nick a Thad, guardandolo in modo penetrante.

Questi sostenne lo sguardo “Duvall, gli affari di Hummel non ti riguardano. Comunque sia è passato a casa, a Lima, per pranzare con suo padre oggi. Mi ha chiesto di aggiornarlo più tardi. Bene, come stavo dicendo prima, ci serve un delegato per il progetto ‘Sveglia a Sterling in orario’…. Io propongo Wilson visto che è sempre nel suo letto. È di certo il più comodo a svolgere questo ingrato compito”

Flint alzò le spalle “Ci sto” disse semplicemente, appoggiandosi alle gambe del suo biondino, seduto sul braccio del divano al suo fianco. Blaine, lì in parte, li guardò sorridendo.

Ma ci pensò Trent a riportarlo sulla terra “Veniamo ora alle cazzate di Anderson?! Ha una cosa a dir poco abominevole da proporre al consiglio!”

Blaine lo guardò un po’ male, prima di rivolgersi ai tre capi “Io pensavo solo che dovremmo rinnovare il nostro abbigliamento, tutto qui!”

“Ma noi abbiamo la divisa…. No?” chiese confuso Sterling, guardandosi il petto e le braccia, ma subito Flint lo zittì scuotendo piano il capo.

“La divisa della Dalton è la medesima da secoli, Membro Junior Anderson!”

“Appunto per questo va rinnovata!” insistette Blaine, cercando di farsi sentire sopra alla moltitudine di gente indignata.

Thad si appoggiò con i gomiti ai braccioli della seria, guardando stralunato Anderson come se fosse del tutto impazzito.

Sembrava lo pensassero tutti.

Warblers! Warblers!” B si alzò in piedi, mettendo le mani avanti e alzando il tono per coprire tutti gli altri “Sto solo suggerendo, che invece di indossare blazer blu con bordi rossi, potremo indossare giacche rosse e bordi blu per la competizione!”

Wes prese a sbattere con violenza il martelletto scuotendo il capo.

Thad rimase apatico con quell’espressione maniacale mentre David cancellava quello che aveva scritto, convinto di essersi confuso.

“Vedi? Sta impazzendo. È tutto il gas della lacca che gli da al cervello” disse Kirk portandosi una mano alla fronte mentre Flint sospirava, appoggiandosi con i gomiti alle gambe.

“Questa è anarchia!” sbottò indignato Trent, mentre le porta della sala si spalancavano placando anche il martellare scellerato di Wes.

Nick si spose in avanti, per dire qualcosa a Flint, ma l’entrata in scena di Kurt Hummel, completamente vestito di nero e con le lacrime agli occhi zittì tutta la sala.

Thad lo guardò entrare ma, prima ancora che riuscisse ad aprir bocca, Blaine lo precedette “Kurt, che succede?”

“ È per Pavarotti…” disse il ragazzo, con la voce lievemente incrinata dalle lacrime “Pavarotti è morto, sospetto per un ictus…

Tutti iniziarono a guardarsi dispiaciuti.

“Oh mio dio, Kurt, mi dispiace tanto…

Jeff si chinò sul fidanzato “Dici che centra il fatto che ieri sera Caporale si era attaccato alla gabbietta?” sussurrò basso ricevendo come risposta un ‘secondo te?’ che gli tolse i dubbi.

“So che è stupido stare male per un uccellino, ma” proseguì con la voce rotta Hummel, mentre nuove lacrime si formavano nei suo occhi chiari, arrossandoli ulteriormente  “Lui mi ha ispirato…. Con il suo ottimismo e il suo amore per il canto… Era un mio amico. Ora, so che oggi so che oggi dobbiamo fare le prove del nostro coretto mentre Blaine canta tutte le canzoni del medley di Pink ma…. Mi piacerebbe cantare una canzone per Pavarotti oggi…

Tutti annuirono lentamente e subito Kurt passò a Nelson una cassetta che lui inserì nel mangianastri.

Una chitarra iniziò a risuonare nell’aria…

Blaine si risedette, ascoltando Kurt, dispiaciuto per la dipartita del piccolo canarino.

 

Blackbird singing in the dead of night
Take these broken wings and learn to fly
All your life
You were only waiting for this moment to arise.

 

Kirk fu il primo a dare il via ai cori, subito seguito da Flint e tutti gli altri.

Anche Blaine, per la prima volta, si unì ai suoi gutturali degli altri lasciando la parte solista al piccolo Hummel.

Solo Thad non cantò, ma rimase immobile, a osservare come perso Kurt.

E di certo non pensava a Pavarotti in quel momento….

 

Blackbird singing in the dead of night
Take these sunken eyes and learn to see
All your life
You were only waiting for this moment to be free.

Blackbird fly Blackbird fly
Into the light of the dark black night.


Persino Trent, messo da parte il nervosismo, si era lasciato andare cantando a sua volta in memoria di un uccellino.

Thad si stava chiedendo se fossero tutti stupidi, a pensare a Pavarotti mentre la voce così bella di Kurt rendeva lui così felice.

Kurt stesso era bellissimo….

Poi lentamente i suoi occhi si spostarono sul viso di Blaine e notò che aveva smesso di cantare…

 

Blackbird singing in the dead of night
Take these broken wings and learn to fly
All your life
You were only waiting for this moment to arise

Sul viso del solista era dipinta un’emozione così intensa e unica.

Eppure non era successo nulla di insolito, si era limitato a guardare Kurt esibirsi, ascoltarlo come era solito fare molte volte, visto che Hummel spesso cantava in sua presenza.

Eppure si sentiva strano, diverso, come se prima di quel momento non lo avesse mai ascoltato per davvero.

Come se quella voce celestiale fosse per lui nuova.

Lo guardò camminare lentamente verso la cattedra del consiglio e scambiare un’occhiata veloce con Harwood che accennò un sorrisetto per incoraggiarlo.

Poi Kurt si voltò nuovamente nella sua direzione e gli consentì di guardare il suo viso di porcellana, intarsiato di lacrime.

E in quel momento il petto di Blaine si infiammò drasticamente, mentre il suo cuore e il suo cervello per la prima volta gli mandavano la stessa medesima informazione….

Non poteva più trattenersi dall’amare quel ragazzo favoloso.

 

You were only waiting for this moment to arise
You were only waiting for this moment to arise

“Grazie” Kurt li guardò tutti con sguardo appannato, poi prese posto sulla sedia che Trent gli aveva gentilmente preparato affianco a Thad.

Per il resto dell’assemblea (nella quale, logicamente, non si arrivò da nessuna parte), Hummel rimase in silenzio, fissando con apprensione i piedi della scrivania.

Thad passava lo sguardo da lui a Blaine, trovando quest’ultimo completamente segregato da tutt’altra parte.

Almeno col cervello.

Ad assemblea conclusa, Harwood fu il primo ad alzarsi “Vieni K, devi metterti la divisa…. E cerchiamo qualcosa in cui mettere Pav…

“C’è sempre Caporale” disse Trent facendo un paio di passi e guadagnandosi alcune occhiatacce.

Blaine fece per alzarsi ma Flint glielo impedì, guardando negli occhi Jeff.

“Che succede?” chiese il solita mentre il biondo attendeva che tutti uscissero per chiudere la porta.

“Succede che ho notato come guardavi Kurtie” disse Wilson sorridendo malizioso “E so che pensavi”

Blaine arrossì “Non dire assurdità”

“A noi puoi dirlo” diede man forte Jeff, sedendosi sul tavolino davanti a lui.

Anderson sospirò, conscio che era una battaglia persa in partenza “Io sono innamorato di Kurt…. O almeno credo…

Jeff sorrise mentre Flint dava un sonoro scappellotto in testa al solista “Amore ma che fai?!”

“Penso sia anche poco!” sbottò il morettino mentre Blaine si massaggiava la zona colpita “Ci hai messo una vita, idiota…

“Si ma non è una buona ragione per prendermi a schiaffi” si difese Anderson.

“Vorrei pestarti con un piede di porco, in realtà…. Ma mi trattengo!” Wilson prese un respiro, prima di guardarlo negli occhi con serietà “Allora, cosa pensi di fare?”

“Dite che dovrei dirglielo?”

“Non so, se vuoi aspettare altri due anni fai pure eh…

Jeff ridacchiò “Sei peggio di me in amore! Assurdo!”

“Negazione totale, Anderson”

“Allora consigliami tu, grande intenditore” disse Blaine irritato.

Flint sorrise “Ho un piano…. Ma non dovrai parlare a Kurt dei tuoi sentimenti fin dopo il prossimo consiglio dove proporrai un duetto…. Con lui…

“Alle Regionali” concluse il biondo stupendo anche il suo ragazzo.

“Piccolo ti amo quando sei così geniale….”

Jeff rise gongolandosi mentre Blaine ci pensava su “Dite che dovrei far così?”

“Se ci vai ora, minimo ti sputa.” Gli fece notare Wilson “L’hai rifiutato a San Valentino dopo averlo illuso anche senza renderti conto, hai baciato la sua amica nasona…. Fatti due domande Blaine

“Ora pensiamo a una canzone?” Domandò Jeff.

“Ho già qualcosa in mente” rispose con un sorrisetto Blaine, prima di sospirare “Temo mi rifiuterà, dopotutto io gli ho detto che volevo solo un’amicizia”

Blaine…” Flint gli appoggiò una mano alla spalla “Non ti rifiuterà mai, ok? È pazzo di te da così tanto tempo che ormai manco lui si ricorda più! Ora inizia a pensare a cosa dirgli per non rovinare tutto, chiaro?”

Thad si scostò dalla porta.

Aveva decisamente sentito abbastanza e aveva già deciso come agire…

 

Prese la pastiglia di Xanax, sorreggendola tra due dita e fissandola prima di buttarla giù con un sorso di birra.

No, decisamente non era il massimo, ma faceva comunque effetto.

Era salito prima dalla cena con la scusa di dover usare il bagno, ma in realtà lo aveva fatto per prepararsi psicologicamente a quello che di lì a pochi minuti sarebbe successo.

Si passò una mano sul viso, facendo mente locale su tutto quello che era accaduto in quelle ventiquattro ore.

Solo la notte precedente si trovava al cimitero con Kurt appoggiato a sé, davanti alla lapide di sua madre, iniziando a intravedere all’orizzonte un barlume di speranza per se stesso e una sua ipotetica storia seria con il piccolo Hummel.

E ora arrivava Blaine con il suo tempismo….

La porta si aprì lentamente e Kurt entrò reggendo in mano un paio di bottigliette d’acqua.

Gli sorrise, appoggiandole sulla scrivania “Le avevamo finite…. Ti servono per prendere il medicine dopo e poi…

“Kurt tu per me non significhi nulla, lo sai vero?”

Hummel si ritrovò spiazzato per quell’uscita assolutamente fuori luogo del suo compagno di stanza, tanto che si voltò con lentezza verso di lui, fissandolo con gli occhi sgranati “Thaddy, hai preso il Lithium stasera?”

“Quello non centra” Harwood sospirò, alzandosi ed avvicinandosi a lui, accarzzandogli poi la guancia con una mano “Tu per me sei come un fratellino Kurt, ci tenevo a sottolinearlo. I nostri baci…. Erano sfoghi ormonali credo. Io per te non provo altro se non affetto profondo, dettato da una sincera amicizia.”

Kurt continuava a non capire, fissandolo confuso “Perché mi dici queste cose?”

Thad sorrise “Perché ti voglio bene e voglio solamente che tu sai felice…

Il più piccolo non aveva affatto colto il nocciolo della questione, ma dolcemente rispose al sorriso, avvicinandosi a Thad e abbracciandolo “Anche io ti voglio bene….”

Harwood portò entrambe le braccia dietro al suo collo, stringendolo forte a sé. Thad non aveva mai pianto in tutta la sua vita, e non ci riuscì nemmeno quella volta anche se avrebbe tanto voluto.

Semplicemente era incapace di lasciar che le lacrime lavassero via il suo dolore. O forse aveva paura di fare del male a Kurt, mettendolo davanti alla sua sofferenza….

Lo strinse ancora per poco poi si staccò, sorridendogli nel modo più credibile possibile “Vado a prendere un libro da Wes, torno subito”

Kurt annuì, con gli occhi un po’ lucidi e lo guardò aprire la porta “Thaddy?” il maggiore si voltò “Sono davvero felice di averti conosciuto…

“Anche io Pookie, davvero”

Uscì chiudendo piano la porta, ma una volta che la sua mano lasciò la fredda maniglia prese a correre a perdifiato per il corridoio.

Kirk e Et che stavano tornando al dormitorio se lo videro passare in mezzo, come una furia e il capo chino.

Thad!” provò a chiamarlo Moore, scambiando poi uno sguardo con Kirk, senza celare una certa preoccupazione “Dici che sta male?”

James sospirò “Chiamiamo Wes, per sicurezza…

Harwood, nel frattempo, era giù uscito in cortile e, sferzato dalla fredda brezza di inizio Marzo, aveva preso una sigaretta con le mani tremolanti, accendendola e mettendo mano al contenitore dello Xanax per la sesta volta dopo quella stupida assemblea.

Il più è fatto, pensò, è passata Thad….

Ma non era vero, e lo sapeva benissimo.

Ingoiò la pastiglia bianca senza niente e poi prese un tiro di Chesterfiel, lasciando che il fumo guidasse lo Xanax in profondità.

Accese anche l’Ipod infilandosi una cuffia e prese a camminare a vuoto per il piccolo cortile.

Sigaretta uno, due, tre….

Perse il conto, tanto era perso per i tuoi pensieri….

Kurt, le sue labbra, i suoi occhi, le sue lacrime, la sua voce….

Dove accettare di lasciare tutto ad Anderson perché il solo pensiero di legarsi a lui sapendolo innamorato di un altro era molto peggio che farsi da parte….

Non credeva ad una singola parola che aveva detto a Kurt, eccetto che gli voleva bene e il saperlo felice gli sarebbe bastato, in qualche modo.

Ritornò alla realtà per un istante, controllando l’orologio e vedendo che era fuori da circa un’ora e mezza e che si era allontanato così tanto dalla Dalton da aver scatenato il panico nella scuola.

Se conosceva Kirk, dopo averlo visto fuggire era corso da Wes, che era andato da Kurt, che era entrato in paranoia.

Un copione.

Peggio, un cliché.

Si appoggiò ad un muretto, portando indietro la testa e cambiando a caso un paio di canzoni. Sbuffò intascando l’Ipod, visto che non gliene andava bene nessuna, e quando ne partì una scelta dalla riproduzione causale rimase in silenzio un secondo, da prima non riconoscendola e poi sorridendo, chiedendosi se il caso lo stesse prendendo per il culo…

 

Remember me…

Remember me…

Remember me…

(The Only Hope For Me is You, My Chemical Romance)

 

Salì in piedi sul muretto, togliendosi la giacca della divisa scolastica e, chiudendo gli occhi iniziò a fantasticare a caso.

Adorava isolarsi dal mondo pensando a cosa voleva davvero dalla sua vita….

Voleva diventare una rock star, solcare i palchi mondiali…

Far conoscere al mondo la sua voce.

Così chiuse gli occhi….

Where, where will we stand
When all the lights go out across these city streets?
Where were you when all of the embers fell?
I still remember them
Covered in ash
Covered in glass
Covered in all my friends
I still think of the bombs they built

 

E non esistevano più scrivanie da notaio, lo sguardo severo di suoi padre, i libri scolastici che lo inghiottivano per ore.

Sono migliaia e migliaia di persone che allungavano le mani verso di lui sognando di poterlo toccare.

Si sentiva figo con la sua Les Paul bianca con le meccaniche in oro, il suo chiodo di pelle aperto sul petto nudo e un paio di jeans aderenti che finivano negli anfibi firmati Dottor Martines.

Arrivato al ritornello non poté fare a meno di alzare ulteriormente la voce, cantando con tutta l'aria che aveva quelle parole così vere da ferirlo….

 

If there’s a person I could be
Then I’d be another memory
Can I be the only hope for you?
Because you’re the only hope for me
And if we can find where we belong
We’ll have to make it on our own
Face all the pain and take it on
Because the only hope for me is you
Alone…

 

Voltando il capo di lato poteva vederlo, nascosto da una cassa, nel backstage. Una mano appoggiata al petto mentre guardava con occhi ammirati ed emozionati il suo uomo cantare per lui sul palco.

E Thad ne era certo, perdendosi negli occhi umidi di Kurt, anche ventimila persone sarebbero sparite tranquillamente nella folla.

Perché Kurt sarebbe stato la sua sola speranza, e Thad a sua volta l’unica per il piccolo Hummel…

 

How we should be
Many is after the disasters that we’ve seen
What have we learned?
Other than people burn in pure fire and flame
I’ll say it’s okay
I know you can tell
Although you can see me smile
I still think of the guns they sell

 

“Se è vivo, stavolta lo ammazzo io!” Wes camminava veloce per le strade illuminate solo dalla luce dei lampioni. Avevano lasciato Hummel, Wilson e Sterling a buttare all’aria la Dalton mentre gli altri si erano organizzati a cercare Harwood a piedi attorno alla scuola, visto che la macchina era ancora nel parcheggio.

David sospirò “Lontano non è andato di certo”

“ È uno scattista nato, quando facciamo atletica ci da sempre la paga nella staffetta” sottolineò l’asiatico, pronto anche ad aggiungere altro ma udì una voce in lontananza “Hai sentito?”

Thompson annuì piano “Viene da quella laterale, no?”

Anche Montgomery la sentiva provenire da là, e affrettandosi a seguirla si trovò davanti lo spettacolo più bizzarro che avesse mai visto, assurdo anche per Harwood.

“Perché canta su un muretto con la cravatta in fronte, Wes?”

“Non lo so David, ma è inquietante…

 

If there’s a person I could be
Then I’d be another memory
Can I be the only hope for you?
Because you’re the only hope for me
And if we can find where we belong
We’ll have to make it on our own
Face all the pain and take it on
Because the only hope for me is you alone


La mano di Thad che si allungava verso Kurt, mentre compiva qualche passo verso di lui con la chitarra abbandonata su un fianco, gli occhi stupiti di Hummel che lo guardavano avvicinarsi prima di appoggiare la mano su quella del compagno…

La folla che esultava, urlando, mentre timoroso il più piccolo si lasciava tirare sullo stage di quel enorme concerto…

E ancora la voce di Thad a cantare solo per lui.

Per la loro speranza

 

The only hope for me is you
The only hope for me is you
The only hope for me is you
The only hope for me is you alone

 

La canzone cessò, il palco, il pubblico e Kurt si dissolsero come una nube di fumo da davanti ai suoi occhi, lasciandolo con una mano a mezz’aria e l’amaro in bocca.

Era stato bello, finché era durato.

Ma era ora di tornare alla realtà, e non ci sarebbe stato nessun concerto o grande amore nella sua patetica vita.

Vita che gli sarebbe anche andata bene, se solo avesse avuto Kurt con sé, pronto a sostenerlo e a preparargli tutte le sere le medicine, aiutandolo a curarsi.

Allora a che gli servivano i fans? A nulla…

Istintivamente le sue labbra si incurvarono in un sorrisetto quando capì che quella più tangibile realtà sarebbe stata migliore di qualsiasi fantasia o sogno.

Ma aveva scelto lui stesso di non rivendicarla per sé, ma lasciarla Blaine….

Scese dal muretto, sistemandosi la cravatta che nemmeno si era accorto di aver spostato e infilandosi di nuovo il blazer.

Si voltò per tornare alla Dalton e vide venire verso di lui Wes e David, scuri in volto.

Hey ragazzi!” Harwood sorrise, era davvero un grande attore “Ho finito le sigarette ma non trovo un distributore automatico….. ne avete visto uno o mi tocca andare fino in centro?”

Montgomery gli portò una mano sulla spalla, stringendo la presa “Non attacca, Thad. Ora parliamo seriamente di cosa ti sta succedendo….”

 

Continua….

(Forse)

 

 

 

 

 

Nda:

il forse, come avrete immaginato, è dovuto al fatto che se passa la legge di oggi, 6 luglio 2011….

Chiuderanno EFP e tutti i siti di FanFiction.

Niente più Pips, quindi….

Niente di niente.

 

 

Spero sinceramente che non passi, ci tengo a concluderla con tutti voi.

Se dovessero chiudere su tutto sappiate che vi ho amati davvero tanto per aver letto e commentato la storia.

Spero sinceramente che il nostro viaggio non sia finito.

 

Sono troppo tesa e depressa per dire altro, scusatemi.

 

Un bacione

Jessy.

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Capitolo 20
*** #18 part 2: You know you’re in love when reality is better then your dreams. ***


bananissima

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

 

#18 part 2: You  know you’re in love when reality is better then your dreams.

 

 

“Allora? Mi dici che ti prende?”

Harwood teneva gli occhi bassi, sui gradini di pietra dell’ingresso posteriore della Dalton.

Thad, sto parlando con te!”

“Davvero Wes?” inveì sarcastico questi “Pensavo parlassi con qualcun altro guarda” continuò alzando lo sguardo al cielo.

In quello spiazzo erano rimasti da soli, dopo che l’asiatico aveva gentilmente domandato a David di lasciarli a parlare in privato.

“Sono preoccupato, Thad” disse Wes, sospirando “Molto. Ti ricordi cosa è successo l’anno scorso quando hai iniziato a dare segni di squilibrio? Io me lo ricordo molto bene”

“Anche io, Montgomery. Ho ancora i segni dei punti sulla spalla…

“Le stai prendendo le medicine?”

“Si cazzo si!” il ragazzo sbottò “Io sto bene, ok? Avevo solo voglia di cantare…

Wes lo guardò, per nulla convinto “La tua cotta per Kurt centra con la tua voglia di cantare in un centro abitato alle undici di sera?”

Thad lo guardò una frazione di secondo negli occhi prima di scoppiare a ridere, senza colore “Io non ho una cotta per Kurt”

“Hai ragione, sei proprio innamorato.”

Harwood fu veloce come una lince.

Prese Wes per il collo della giacca, facendolo cozzare contro la parete “Io-non-sono-innamorato-di-Kurt. Chiaro?”

Thad lasciami, ora” L’ordine autoritario e fermo dell’altro arrivò chiaro alle orecchie di Harwood che immediatamente fece scivolare le braccia lungo i suoi stessi fianchi.

“Se non hai altro da dire…. Io me ne vado”

“Non voglio che ti fai del male. Kurt è innamorato di Blaine, che lo ricambia in un modo o nell’altro. È solo questione di tempo prima che Anderson lo accetti e…

“Che cazzo vuoi dalla mia vita?! Sbattermi in faccia che non lo avrò mai?!” Gli occhi di Thad mandavano fiamme, nonostante il petto gli dolesse “Vuoi farmi notare ancora una volta che Blaine può avere tutto e facilmente mentre io resto il povero pazzo sfigato?!”

L’asiatico continuò a guardarlo serio “Un ragazzo che è stato pestato a sangue solo perché omosessuale, con un padre che non lo capisce, che sta cercando disperatamente di capire chi è…. Lo chiami uno che ha ottenuto tutto facilmente?!” La rabbia permeava la sua voce, mentre difendeva come al solito Anderson.

Thad lo fissò duramente, sbuffando una risata sarcastica “Ma parli di me o di Anderson? No perché praticamente questa è la descrizione della mia vita” rispose acidamente, spiazzando Montgomery. “Ora, mentre tu tifi Klaine con tanto di bandierine arcobaleno io vado a letto, la tua vista mi da la nausea ora…” detto questo gli diede le spalle, sparendo oltre le scale, verso i dormitori….

 

….Thad faticava a smettere di pensare a quella discussione.

Era impossibile per lui.

Wes era sempre stato uno dei suoi migliori amici e mai si sarebbe aspettato di vederlo contro di lui….

Non sapeva un cazzo, non sapeva che Thad ci aveva rinunciato in partenza e non sapeva quanto ci stava male ma si sentiva in diritto di parlare comunque.

Di dirgli di smetterla per non soffrire….

Diede un pugno alla superficie di legno, prima di afferrarsi il capo e passare le dita doloranti tra le ciocche scure.

Stava succedendo di nuovo, la sua vita stava tornando ad essere l’incubo onirico dal quale credeva di essere scappato l’anno precedente.

E il suo ‘problemino’ gli impediva di trovare una soluzione

 Sbuffò prima ti tornare con i piedi per terra, appoggiare la penna che stava fissando da quasi mezzora, e ascoltare quello che il resto dei Warblers stava discutendo.

“Secondo me Raise Your Glass è eccessiva” disse a cuore aperto Flint, guardando un po’ tutti e in particolare Wes “Insomma, facciamo già Misery e sembra sempre la stessa pappa….”

“Sono d’accordo” Lo appoggiò Trent, guardandolo e annuendo dalla sua posizione dietro il divano sul quale Kurt era seduto con Nick.

Il giovane Hummel fissava irritato il pavimento, con la fronte appoggiata alla mano, pregando affinché quella sofferenza finisse.

Blaine esegue egregiamente le canzoni, anche se non sono d’accordo sulla tonalità che ha scelto” sottolineò David.

Staccando gli occhi dal profilo netto di Kurt, Thad intervenne, sovrastando con la voce l’ennesima martellata senza senso di Wes “Io credo che la versione di Blaine sia addirittura meglio dell’originale” disse tranquillo, senza perdere occasione di gioire degli sguardi scocciati di molti degli altri.

“Ma non è nella sua chiave originale!” ribatté esasperato David.

“Come ti permetti?” si intromise Trent, difendendo Blaine solo perché, nella versione decisa dal solista, la sua voce spiccava decisamente di più.

“Ne ho abbastanza” mormorò esasperato Anderson, sbuffando “Sono stufo…

“Sono d’accordo” interruppe Thad, recitando al meglio la parte del grande amicone anche se nella sua mente stava radendo le sopracciglia a quel ‘maledetto nano’ “Penso che dovremmo lasciarti scegliere la canzone che preferisci cantare.”

Lo stava praticamente invitando a portare a termine il piano che aveva architettato con Sterling e Wilson.

Ci sarebbe arrivato?

“No, sono stufo che i Warblers ruotino sempre attorno a me…” esclamò quello angosciato, facendo capire a Thad che, per vie traverse, avrebbe introdotto il discorso del duetto con Kurt. Allora non era idiota come sembrava. Consolante, pensò Harwood “David, assicurati che quello che sto per dire verrà messo a verbale adeguatamente Il ragazzo di colore lo guardò annuendo appena e preparandosi a scrivere, mentre tutti i Warblers guardavano Blaine senza credere ad una sola parola. Persino Kurt alzò lo sguardo dal pavimento, guardando il solista stupito e, soprattutto, per nulla persuaso da quel attacco di filantropia “Noi perderemo alle Regionali…

Cosa…?”

“Cosa?!”

“COSA!?”

David alzò gli occhi velocemente, fulminando il solista che invece sembrava tranquillissimo. Thad mosse il capo come per dire ‘bene, se lo dici tu’, mentre in realtà il suo atteggiamento stava ad indicare altro. Semplicemente sapeva dove voleva arrivare Blaine. Colpire l’orgoglio dei Warblers facendo credere loro che la sua idea sarebbe stata calzante per evitare di perdere la gara. Sicuramente quella era farina del sacco di Flint, Blaine non era malevolo e calcolatore a sufficienza.

“Sono pienamente grato della fiducia che riponete in me, in quanto membro Junior, nel dirigere tutti voi nelle bellissime canzoni scelta quest’anno ma…” si difese Blaine,  cercando di parlare sopra alla massa di persone che certamente volevano cantargliele. E non letteralmente. Tutti si calmarono per ascoltarlo, mentre Thand lanciava uno sguardo ai suoi colleghi e Blaine faceva lo stesso con Kurt, sperando di trovare le parole giuste spiando quei due zaffiri chiari che aveva al posto delle iridi “Da quello che Kurt mi ha detto delle nuove direzioni…. Ho capito che non posso batterli da solo.” Flint, appoggiato ad un tavolino dietro di lui, lo guardò sorpreso. Se la stava gestendo bene, meglio di ogni sua più rosea previsione “Ed è per questo motivo che chiedo di modificare il numero di apertura… in un duetto…” Si scatenò di nuovo il panico, e Blaine fu costretto ancora una volta a smettere di guardare Kurt per potersi difendere “Per valorizzare altre voci all’interno del gruppo!”

Trent capì, dagli sguardi che Blaine lanciava al ragazzo seduto davanti a lui, dove il solista volesse arrivare. E lo trovò egoista, certo, ma al tempo stesso romantico a sufficienza da essere assecondato.

Scambiò uno sguardo repentino con Flint, comprendendo che il compagno di stanza sapeva già tutto.

“Penso sia la più grossa stronzata che Anderson abbia mai detto” infierì Kirk perdendo eleganza , appoggiando una mano sulla spalla di Ethan seduto davanti a lui “Non pensi anche tu? Voglio dire…. È inammissibile”

“Molto strano” ribatté Andrew, accanto al biondone “Ma non sembra male”

“Infatti è peggio che male!” continuò Kirk.

“Preparati” disse Flint al suo ragazzo, sporgendosi appena in avanti, per far capire a Jeff di tenersi pronto a spalleggiare Blaine in caso di necessità.

“Perché non suoniamo con i Kazoo?” ironizzò David, ricevendo un’occhiata smarrita da Wes che non sapeva che pesci pigliare. L’asiatico guardò anche Harwood aprendo le mani in segno di arrendevolezza, ma questi non ricambiò lo sguardo troppo intento a fissare Blaine e a rigirarsi tra le mani quella penna, chiedendosi se sarebbe stato poi così sbagliato tentare di infilarla nella carotide del solista. 

“Mozione! Mozione!” prese a dire Blaine, schizzando in piedi “Abbiamo già perso uno di noi questa settimana. La voce di Pavarotti è stata messa a tacere dalla sua morte e non voglio mettere a tacere nessun’altra voce in questo gruppo….”

“Da quando?” sussurrò sarcastico Nick, trovando sia Hummel che Nixon del tutto d’accordo con lui.

“…. Penso che Pavarotti si rivolterebbe nella sua piccola, piccola bara.”

“La cui ubicazione è ancora da decidersi” sottolineò frettoloso Kurt.

“Perfetto, mettiamo ai voti” disse Wes con un cenno del capo “Chi è in favore della proposta di Blaine Warbler, di avere due solisti alle Regionali?”

Tutti, uno ad uno, anche Kirk, alzarono le loro mani, sperando di poter essere in qualche modo i secondi di Blaine.

Nick si guardò attorno, alzando la mano per ultimo e seguendo così il branco non perché non fosse d’accordo…. Ma perché fondamentalmente non ci aveva capito nulla.

Da quando Caporale faceva le sue imboscate notturne cercando di ucciderlo non dormiva molto, e questo inficiava sulla sua capacità di ragionare.

 Solo i tre capi consiglio si astenettero dal votare, del tutto impietriti dalla novità, se pure per ragioni diverse.

“Mettete il mio nome nella lista per le audizioni” disse Kurt strizzando l’occhio a Wes, ma subito Blaine lo interruppe.

“No” iniziò, facendolo voltare verso di se con espressione stupita “Niente audizioni” Il solista si fece forza, ripetendo a se stesso che era inutile essere imbarazzato visto che mai lo era stato in vita sua “Voglio cantare il duetto…. Con Kurt”

Lo sapevo, fu il pensiero collettivo di Thad e Trent. Il primo spostò lo sguardo sul pavimento, sopprimendo un raptus violento di follia, mentre il secondo sospirava non del tutto contento, ma decise di non prendersela a male.

Jeff si voltò sorridendo a un Flint decisamente soddisfatto.

“Ma è assurdo” provò a dire Kurt, mentre Nick, accanto a lui, iniziava a capire cosa stesse succedendo. Gli altri ormai c’erano arrivati da un pezzo “Ci sono così tante voci, perché negare questa possibilità agli altri?”

Nick sillabò un ‘ce l’ha davvero fatta?’ stupito a Wes, che abbozzò un sorrisetto soddisfatto annuendo appena. 

Blaine intanto proseguì “Chi è a favore nel avere Kurt come mio partner alle Regionali?” chiese Anderson, guardandosi attorno. Tutte le mani si alzarono in un colpo solo, prima fra tutte quella di Sterling che non riuscì a nascondere un certo entusiasmo fanciullesco.

Le ultime furono quelle di Kirk e David, mentre quella di Thad fu solo molto lenta a salire, così come la sua accettazione.

Wes sorrise, battendo il martelletto sul tavolo “Così è deciso”

“Congratulazioni Kurt” replicò cercando di essere il meno gelido possibile, Thad,  prima di chiudere il solito quaderno rilegato in pelle nera.

Tutti iniziarono a battere le mani, compreso Blaine che regalò un bel sorriso all’ancora devastato Kurt.

Non riusciva a crederci.

Avrebbe cantato un assolo alle regionali di quello stesso fine settimana.

Mentre tutti si congratulavano Thad intanto prendeva dalla cartella affianco a lui un raccoglitore verde acido, segno del suo evidente squilibrio mentale incipiente, aprendolo “Richiami all’ordine le pecore?” chiese tagliente a Wes che, dopo averlo guardato male, prese a martellare a tutto spiano sulla scrivania.

Tutti tornarono a prendere posto e Thad si schiarì la voce “Passiamo ora al Festival dei Fuochi…. So che avevamo deciso di non parlarne fino a che le Regionali non si sarebbero concluse ma ho un idea da proporre e se non lo faccio ora, a causa delle vacanze di primavera, non sarà possibile portarla a compimento….”

Wes cercò di spiare i suoi appunti, ma sembravano scritti in etrusco antico.

E lui mancava di una Stele di Rosetta.

“Parla” disse semplicemente l’asiatico, invitandolo a proseguire.

 “Ho pensato che dobbiamo rivoluzionarci. Solitamente vengono scelti tre solisti per otto canzoni e a me non sta bene.” fissò attentamente i compagni, trovandoli tutti in ascolto “Secondo me dobbiamo, come mi ha preceduto Anderson, dar spazio ai talenti del nostro Glee. Basta singoli solisti, basta cori acappella: una singola persona, massimo due, che cantano un assolo con sotto lo strumentale.”

La sala esplose.

“Non si può fare!”

“Noi siamo i Warblers!”

“Siamo un coro acappella da secoli” disse David stravolto “è il nostro punto di forza!”

“Sarà per questo che non abbiamo mai vinto nulla?” lo incalzò Thad, zittendolo, prima di sospirare “Io non dico che dobbiamo cambiare tutto. Dico che dobbiamo farlo solo per il Festival. Poi tornerà tutto come prima”

“E come proponi di muoverci, Harwood?” domandò Kirk, molto interessato.

“Facciamo dei provini…” rispose Thad “Chiunque vorrà iscriversi dovrà mettere il suo nome su questo elenco” Sollevò un foglio sul quale era già leggibile il suo “E sette persone verranno scelte per sette assoli, votando. Voteremo tutti, tre nomi a testa, i sei con più voti suoneranno un assolo di loro stessa scelta. La canzone di apertura sarà il nostro classico coro accappella, così in un modo o nell’altro tutti si esibiranno”

A Nick quasi cadde la mandibola mentre a Trent luccicavano gli occhi.

“Mi sembra giusto”si permise di giudicare Kurt “Se tutti voteranno giustamente, i più meritevoli canteranno un assolo.”

“Mi piace” disse Nelson soddisfatto.

“Anche a me” aggiunse velocemente Jesse.

“E i provini quando si terranno?” domandò Cam.

“La prossima settimana” rispose Thad “Da mercoledì in poi fino a che non finiranno le persone, in tempo per le prime due settimane di aprile, dove saremo tutti in vacanza.”

“E noi dell’ultimo anno in Florida” Sospirò Ethan, felice di staccare almeno per poco il cervello.

“La canzone del provino non deve essere quella dell’esibizione” aggiunse Thad, sospirando “E per lo strumentale ci accorderemo tra noi… io per esempio suono benino pianoforte, chitarra e batteria, so che Jeff va forte col basso e Nick col tamburello”

“Sono il Dio del tamburello” ammise Duvall a Kurt.

“Te lo batti sul naso?”

“Oh Hummel,  non iniziare anche tu!”

Wes prese un minuto prima di chiedere, timoroso “Dobbiamo…. Metterla ai voti?”

“Dici?” domandò sarcastico Harwood “Per me non ce n’è bisogno ma se vuoi fai pure”

“In quanti sono favorevoli alla proposta del capo consiglio Harwood?”

Tutti eccetto l’asiatico alzarono la mano.

“Deciso, ci riaggiorniamo a domani, Blaine dovrai comunicarci il duetto”

Anderson annuì “Conto di farlo in serata”

“Abbiamo quattro giorni per prepararlo” disse secco Thad passandogli accanto “Ergo: muovi il culo”

Blaine lo guardò allontanarsi veloce, domandandosi il perché di tutta quella scortesia, e fece per parlare a Kurt.

Il ragazzo però si affrettò a seguire il compagno di stanza, lasciandolo in mano a Flint e Jeff.

“Dove vai?” chiese il morettino “Ora dobbiamo portare a termine la fase finale del piano…

 

Thad appese il foglio per le iscrizioni agli assoli nella piccola bacheca fuori dall’aula dei Warblers, e subito Kurt aggiunse il suo nome sotto al suo, lasciando poi la penna ad un Trent smanioso.

“Adoro la tua idea” disse con un sorriso  Hummel, mentre accanto al compagno di stanza si avviavano verso di dormitori “Penso sia davvero bello da parte tua dare a tutti un occasione e…

“Lo  faccio perché io voglio quell’assolo, Hummel” sbottò infastidito Thad, senza mascherare una certa acidità nella voce.

Kurt lo guardò stranito “Qualcosa non va?”

“No,è tutto ok”

Thad decise che, se anche Hummel gli avesse domandato se aveva preso o meno con regolarità le medicine, di diventare dolce come delle carezze alla carta vetrata.

Ma Kurt non lo fece.

Si limitò a camminare più vicino a lui, appoggiando quasi la spalla alla sua “Oggi volevo sistemare la bara per Pavarotti” ammise con voce bassa “Ma non saprei che usare…

Harwood sorrise appena, intenerito, passandogli un braccio attorno alle spalle “Dovrei avere una vecchia tabacchiera in camera, dove di solito ci metto…. Beh il tabacco” Kurt ridacchiò “Dovrebbe essere grande a sufficienza.

“Pensi di riuscire a trovare delle paillette o qualcosa del genere? Così magari ce lo attacco sopra”
“Facile” disse con una punta di sarcasmo Thad “delle paillette in una scuola maschile…. Però posso provarci..”

Kurt gli sorrise, mentre si avviavano verso la loro stanza.

…. E a Thad si strinse il cuore al pensiero che forse quello sarebbe stato il loro ultimo vero momento insieme, prima di veder cambiare tutto.

 

 

Blaine continuava a camminare avanti e indietro per la stanza.

“La canzone c’è, la consapevolezza pure…. che ci fa ancora qui?” domandò Flint alzando gli occhi azzurri dal blocco da disegno.

 Io…. non lo so è solo che ho paura di rovinare tutto!” il solista si mise a sedere sul letto dove il biondino stava coccolando Caporale e passò la mano sul pelo lucido del felino “Potrei aver già bruciato l’occasione visto che ho aspettato tanto e Kurt..”

“Dio non ti sopportò più!” sbottò irritato Wilson, lanciandogli  la matita a cui aveva appena spezzato la punta premendola troppo sul foglio “Noi non siamo qui a smacchiare i giaguari, sfogliare le verze, pettinare le pecore o a produrre le caccole! Io e Jeff abbiamo degli impegni sai?”

Anderson lo guardò senza capire, e subito Sterling, ormai pratico del linguaggio in codice del fidanzato, iniziò a spiegare “Ti ha detto che non ha voglia di perdere tempo di squinquigliate

Blaine allargò gli occhi “Ma non esiste il termine ‘squinquigliate’…”

“Intendeva quisquilie” osservò il morettino “Ma Jeffy ha centrato il punto: ora che ha scelto la canzone, e complimenti per il testo gay tra parentesi, ci sta bene…. vai da lui e bacialo”

Anderson arrossì sino alla punta delle orecchie “Ma così? Di getto?”

“Si perché se parli fai cadere le braccia” il morettino si alzò, stiracchiandosi , prima di riporre gli occhiali da vista “Vieni, bambino bello, ti accompagniamo per manina da lui ok?”

Blaine si offese, sentendosi preso in giro. Giustamente “Non ho bisogno della tua assistenza, sai?”

“A me pare di . Andiamo Jeffy, accompagniamo Blaine dal suo futuro maritino”

Senza ascoltare le proteste del diretto interessato i tre salirono le scale arrivando fino al dormitorio e bussando alla porta.

Ma nessuno rispose.

“Forse stanno facendo….” All’occhiata omicida di Flint, il biondino si zittì.

Grazie al cielo Blaine si era perso quella gaffe.

Fortuna volle che Nelson uscì dalla sua stanza proprio in quel momento e alla domanda dei ragazzi su dove si trovassero Harwood e Hummel, questi rispose che li aveva visti seduti nella saletta adiacente a quella delle riunioni, dove di solito Kirk organizzava il tè delle cinque tutti i sabati pomeriggio.

Non ci andava nessuno, a parte Ethan e Nick, il primo per spirito fraterno e il secondo perché diceva che quella cerimonia gli ricordava la cara nonna estinta.

“Ok, adesso fermati” Wilson lo fermò appena scesero tutte le scale, sistemandogli la giacca “Qualsiasi cosa succeda li dentro tu sii sincero, ok? E se lui ti dice che non si più fare…. Che ne so…. Che sta con un altro” Il morettino fece una pausa “Tu esci con dignità senza metterti a cantare a metà strada, ok?”

Blaine lo guardò, senza capire “Perché dovrebbe avere un altro? Io al massimo ipotizzavo che non fosse più interessato a me…

I due fidanzati si scambiarono un’occhiata veloce, prima che Wilson terminò il discorso con un “In bocca al lupo, Blaine. Se Kurt non è solo una bimbaminkia, ne avrai bisogno.

 

Thad appoggiò sul tavolo davanti a Kurt un contenitore trasparente pieno di perline, paillette e quant’altro, che il controtenore guardò ammirato.

“E queste?”

“Ho pensato di andare a casa, rubare le coroncine che indossa mia cugina quando nessuno la vede e smembrarle…. Ma poi mi sono reso conto che essendo un cazzuto avvocato di quarantasei anni mi avrebbe fatto a pezzi…” rispose Thad, sedendosi davanti a Kurt mentre questo lo guardava preoccupato “Così ho chiesto alla sola donna in tutto lo stabile che non fosse una prof: La nostra amata bidella sudamericana Dolores…. E mi ha dato tutto questo ciarpame.”

Kurt iniziò a decorare la scatoletta, sbuffando di tanto in tanto “Questa colla è un vero disastro” disse Hummel, distraendo Thad che si era come incantato ad osservarlo, mentre con perizia appiccicava di tutto sulla sua vecchia tabacchiera.

Harwood si alzò prontamente “Vado nell’aula di tecniche a prenderne una più resistente”

Kurt gli sorrise “Grazie mille! Questa non dura…. E non voglio che si stacchi tutto durante il funerale.” Thad sorrise avviandosi verso il corridoio ma Kurt lo trattenne “Trovo molto dolce da parte tua, il fatto che tu abbia chiesto di preparare una mattonellina con sopra la data di nascita e quella di morte di Pavarotti. E anche il fatto che hai organizzato il funerale per domenica ma…. Mancano cinque giorni e il corpo…

Thad capì le perplessità di Kurt “Oh  non temere, lo abbiamo messo in freezer!” e detto questo uscì dalla stanza, lasciando il povero Hummel solo e scioccato.

E deciso a non fare più domande.

Passarono alcuni minuti, nei quali cerco ugualmente di utilizzare quello schifo di colla,  e quando la porta si riaprì, con sua somma sorpresa, si trovò di fronte qualcuno di inatteso, ma sempre gradito.

“Che roba è?” chiese Blaine con un sorriso.

Fuori dalla porta Flint si accucciò per poterli spiare attraverso una piccola fessura, e lo stesso fece Jeff, appostandosi addosso al suo ragazzo.

“Dici che ce la farà?”

“Spero per lui” rispose il moro “O lo uccido con le mie mani…

Guardarono il solista avanzare qualche passo verso Kurt dicendo “Candles, degli Hey Monday” e subito compresero che stavano parlando del duetto.

Era stata un’idea semplicemente geniale.

“Sono colpito” rispose sorridente Kurt “Di solito scegli le prime in classifica”

“Guardalo come tuba…” sussurrò Flint “è fatta….”

“Lo credo anche io, Wilson” Spaventati, i due ragazzi voltarono il capo di lato trovando in piedi, vicinissimo a loro, Harwood.

Il ragazzo era troppo concentrato sulla scena per ricambiare lo sguardo, però…

“Volevo qualcosa di un po’ più…. Emozionale” Blaine prese posto sulla sedia, sotto lo sguardo stranito di Kurt.

Aveva delle domande anche per Blaine e, certo che lui non avesse congelato nulla di una volta vivo, disse “Perché hai scelto me per questo duetto?”

La pausa che seguì non piacque al piccolo Hummel.

Il discorso che seguì, decisamente di più.

Kurt….” Agli occhi di Kurt, Blaine sembrava così a disagio da metterlo in allarme. Cosa doveva dirgli di così brutto da non trovare nemmeno il coraggio di farlo? Eppure si erano sempre detti tutto… “C’è un momento, quando dici a te stesso ‘Oh, eccoti! È tutta la vita che ti cerco’…”

E Hummel smise immediatamente di pensare, facendo del tutto tabula rasa. Riuscì solo a pensare una cosa: che avesse interpretato bene quel discorso.

Quattro diverse paia di occhi seguirlo la mano di Blaine mentre essa si appoggiava su quella di Kurt, mentre il solista si avvicinava di poco, cercando di ritrovare il filo dei suoi pensieri nel modo più ordinato possibile “Guardarti cantare Blackbird, questa settimana…. Ha rappresentato quel momento per me. E chi aspettavo sei tu…
Gli occhi di Kurt si inumidirono appena mentre sentiva il respiro mozzarsi in gola.

Ma non era il solo.

Flint teneva entrambe le mani alla bocca, emozionato, con due enormi lacrimoni ai lati degli occhi celesti, pronti a cadere, mentre Jeff fissava la scena con un sorrisetto ebete, stringendo la spalla del suo ragazzo.

Blaine intanto non riusciva a smettere di guardare Kurt mentre dava alito a tutti quei sentimenti che aveva represso in sé stesso per mesi e mesi, e che ora, venendo alla luce come un fiume in piena,  lo stavano liberando.

You move me…. Kurt…

Hummel sobbalzò appena nell’udire quelle poche parole, così profonde e sentite da travolgerlo totalmente.

Erano meglio di un qualsivoglia ‘ti amo’, detto con leggerezza.

No, Blaine gli aveva appena detto che lui lo toccava dentro, che aveva smosso una parte della sua anima, entrandovi.

“…. E questo duetto è solo una scusa per passare più tempo con te…

Kurt si era immaginato mille volte quel momento, perdendosi nel romanticismo che a lui tanto piaceva, ma mai, mai, era stato  così bello come mentre lo viveva, nonostante si trovassero alla Dalton e lui aveva le dita di una mano piene di colla scadente.

Il tempo sembrò rallentare drasticamente mentre fissava gli occhi color caramello di Blaine con i suoi, di cristallo, umidi di lacrime commosse.

Minuti che scorrevano piano, come i movimenti di Blaine che lentamente si spostò in avanti alzandosi e prendendo all’improvviso le sue labbra contro quelle di Kurt, lasciandolo del tutto sconvolto.

La mano calda di Blaine sulla sua guancia, il suo profumo che gli sembrava più buono che mai, e le sue labbra morbide premute sulle sue gli causarono quasi un ictus.

Ci mise un secondo a realizzare e quando infine chiuse gli occhi portò egli stesso una mano al viso del giovane, sciogliendosi dalla posizione scomoda e rispondendo al bacio.

Il loro primo bacio.

Il primo per davvero, e Kurt si ricordò per un istante di quella notte dopo la festa di Rachel, accorgendosi che aveva fatto bene ad aspettare.

Ne era valsa la pensa fino in fondo.

Quando Blaine si staccò rimase immobile un secondo a guardare ancora Kurt negli occhi prima di sedersi imbarazzato, permettendo ad Hummel di riprendere a respirare normalmente.

La mano del più giovane cadde con un piccolo tonfo contro la superficie del tavolo, mentre Anderson, rosso in viso, abbozzava una risatina imbarazzata spostando lo guardo altrove.

Noi… Noi dovremmo… Esercitarci” disse portandosi una mano al collo.

Kurt gli sorrise, intenerito ed innamorato “Pensavo lo stessimo già facendo…

Quel sorriso, dolce, fece perdere di nuovo la ragione a Blaine, che si rifiondò su Kurt un’altra volta, lambendogli le labbra, ma trovandolo pronto a ricambiarlo a pieno.(NdA: schifosa pianola di m***a!!!)

Flint si alzò asciugandosi gli occhi mentre Jeff chiudeva la porta per lasciare intimità alla neo coppia.

“Penso sia stato un parto” disse Sterling abbracciando il suo uomo “Ma ne è valsa la pena…

Il morettino ricambiò l’abbraccio appoggiando il viso contro la spalle di Jeff, sospirando appena nel notare che Thad era sparito nel nulla, silenzioso così come era venuto, con chissà quali pensieri in testa.

Immediatamente si preoccupò e gli dispiacque appena, ma aveva sempre tifato per Blaine in quella sorta di corsa lenta verso il cuore di Hummel, che tra l’altro era stato sempre e solo di Anderson.

Nick li vide dal fondo del corridoio e, già pronto per uscire con tanto di giacca in pelle marrone scuro, si avvicinò perplesso “Che succede?” chiese accorgendosi degli occhi umidi di Flint.

Blaine e Kurt” rispose Jeff con un sorriso “Si sono appena messi insieme”

Duvall sgranò gli occhi, prima di alzare le braccia al cielo “Grazie Dio!”

Il biondo lo prese per le braccia e iniziarono a saltellare, intonando cori da stadio.

Ragazzi…” Flint cercò di far notare loro che stavano facendo un gran casino, ma con scarsi risultati.

Solo quando si fermarono e videro Kurt sulla porta con lo sguardo stravolto si accorsero che forse avevano un pelino esagerato.

Flint alzò gli occhi al cielo.

“Ma che succede?” domandò Hummel, osservando attento i due amici ancora vicini.

Ecco…. Ehm..” Nick provò a spiegarsi ma non gli sovvenne nulla.

“Si fa la rinoplastica” buttò fuori Jeff “Presto di questo brutto naso resteranno solo i ricordi nei nostri peggiori incubi!”

Kurt non si convinse affatto, mentre Duvall sbuffava contrariato iniziando a borbottare sul fatto che avrebbe fatto causa a chiunque lo avesse preso di nuovo in giro per il suo naso.

Si allontanò senza salutare e subito il biondo gli corse dietro scusandosi.

“Si sono fatti una canna?” chiese Hummel guardando Wilson, ma questo si limitò a osservarlo con un sorrisetto, fargli l’occhiolino ed affrettarsi a seguire il suo ragazzo e Duvall. Cosa che fece arrossire davvero moltissimo Kurt.

Il povero ragazzo decise che, d’ora in poi, avrebbe costretto Blaine a parlare sempre pianissimo per evitare che gli altri origliassero, e fece per tornare dentro quando si accorse di una boccetta a terra, accanto alla porta. La raccolse scoprendo che era colla.

Lanciò uno sguardo al corridoio ma non vide Thad, e un sorrisetto si aprì sulle sue labbra mentre pensava che non fosse entrato per non disturbarli.

Una mano scivolò sul suo petto facendolo sussultare appena, mentre Blaine appoggiava il mento alla sua spalla, sorridendo contro il suo orecchio.

“Kurt è sgarbato non finire un discorso importante, lo sai?”

Mormorò ancora un po’ imbarazzato, ma decisamente più sicuro di sé.

Kurt sospirò avvampando, poi di voltò portando le braccia attorno al collo di Blaine per baciarlo ancora una volta, mentre il solista chiudeva la porta, stavolta premurandosi di agganciarla correttamente.

 

Flint seguì Nick e Jeff sino al parcheggio, dove il primo prese le chiavi della macchina sbloccando le portiere.

“Perché hai la Lamborghini di tuo fratello?” chiese il biondino “Non dirmi che McKenzie crede che sia tua…

“Lei non mi ha mai chiesto se è mio o di un parente” replicò sagace lui “Se mai me lo chiederà le dirò che è di Connor.”

“Fai bene, visto che hai già mentito a sufficienza” gli ricordò Flint, prima di sospirare e appoggiarsi col sedere alla sua Porchè, parcheggiata lì accanto.

“Pensavo di confessare…. Stasera” Nick prese un respiro “Mentre siamo a cena, per la precisione…. Non mi piace fare il bugiardo”

Jeff gli diede un paio di pacche amichevoli sulla spalla “Fai bene fratello”

 Mentre parlavano una donna di mezza età si era avvicinata, guardandoli attentamente attraverso un paio di grandi occhi azzurri.

“Flint?” chiamò con voce leggera, facendo voltare il morettino verso di lei.

Non sembrava contento.

“Ciao mamma” la salutò freddamente mentre Jeff e Nick si scambiavano uno sguardo significativo “Grazie per la visita, posso accompagnarti all’auto adesso?” chiese sbrigativo, avvicinandosi di qualche passo, seppur riluttante.

“A dire il vero dovrei parlarti riguardo una cosa tesoro” trillò lei con voce allegra, salutando i due ragazzi con un sorriso e conducendo suo figlio  lontano da orecchie indiscrete.

Flint scrollò la mano della madre dalla spalla, camminandole a debita distanza con le mani nelle tasche “Cosa diavolo vuoi?”

“Quel ragazzo era uno dei figli dei Duvall vero? Mi pare di aver visto sua madre e il fratello maggiore, la scorsa settimana, al circolo di tennis” osservò la donna, senza nemmeno dargli retta “Dimmi è lui con cui ti stai frequentando in questo periodo? Sarebbe un ottimo partito…

“No mamma, ha la ragazza. Non è che tutti i ragazzi di buona famiglia che conosci saltano automaticamente nel mio letto” soffiò rabbioso il ragazzo, tenendo gli occhi davanti a sé.

Odiava il modo in cui i suoi genitori avevano reagito alla sua omosessualità.

Sperava di turbarli, farli sentire impotenti…. E invece no.

Suo padre lo aveva totalmente ignorato arrivando a dire ad alta voce che dei suoi gusti sessuali non gli importava, mentre sua madre pareva eccitata all’idea di avere un figlio gay.

Come se, annoiata, avesse trovato qualcosa di divertente di cui poter parlare al telefono con le sue amiche che, per Flint, non avevano manco un volto.

“Allora ti frequenti con qualcuno o no?”

“Si ho il ragazzo, che ti frega?”

La donna lo guardò duramente prima di sospirare “Allora non sarai molto felice…

Il morettino si fermò di punto in bianco guardando la madre negli occhi “No…. Non dirmi che….”

“Mi hanno promossa a vice presidente esecutivo” rispose lei, senza nemmeno provare a velare l’eccitazione nella sua voce “Non sei felice per me?”

“Dove?”

“Che importanza ha il luogo che…
“Dove cazzo mi vuoi trascinare stavolta, porca puttana?!”

La donna rimase in silenzio un istante, prima di rispondere in modo secco “Torniamo a New York”

A Wilson si irrigidirono tutti i muscoli in un solo istante, e gli ci volle tutto il self control del mondo per non spaccare la faccia a sua madre contro il parabrezza di una Mustang.

“So che per te è dura ma…

“Dura?! Io non riesco a farmi una cazzo di vita a causa tua!!” Flint si portò una mano ai capelli mentre sentiva la rabbia salirgli a dismisura “Io a New York non voglio tornarci!”

“Ma c’è quel ragazzo che ti piaceva così tanto là…. Ci sei stato così male quando vi siete lasciati per venire qui”

“Ma io ora ho un altro, e sto bene in Ohio!”

La donna gli appoggiò una mano sulla spalla, che lui schiaffeggiò “Sei giovane, hai tempo per avere una vita. Io non rinuncerò mai ad un posto di lavoro del genere per un tuo stupido capriccio. Intesi?”

Lui la fissò rancoroso, prima di avvicinarsi di poco e sputarle amaramente un “Fottiti” diritto in faccia.

Si allontanò velocemente, con le lacrime agli occhi, verso la scuola.

Doveva trovare un posto dove prendere a pugni le pareti e ringhiare frustrato.

Doveva chiudersi in se stesso e piangere frustrato.

Doveva evadere da quella realtà maledettamente dolorosa.

 

Kenzie controllò per la ventesima volta l’ora, tranquillizzandosi solo quando vide la macchina di Nick accostare davanti a casa sua.

Sorrise spostandosi una ciocca di capelli dietro all’orecchio e attese che il ragazzo scendesse per aprirle quella dannata portiera.

“Ciao” disse con un sorriso, sporgendosi di quel che bastava per stampare un piccolo bacio sulle labbra del giovane che, decisamente più contento di prima, le porse la mano aiutandola a salire.

“Mi scuso per il ritardo” disse con un sorrisetto non appena si fu rimesso al volante “Un paio di miei amici si sono messi insieme e io e Jeff ci siamo fatti prendere la mano con l’entusiasmo…. E ho perso tempo”

“Oh non preoccuparti!” rispose lei sistemandosi di tre quarti dopo aver allacciato la cintura, per poter spiare meglio il profilo del ragazzo “Allora, piano per la serata?”

“Pensavo ad una bella cenetta, poi non so…. Cinema?”

“Magari potresti venire da me” disse lei, con una luce maliziosetta ad illuminarle gli occhi “I miei non ci sono e potremmo metterci sul divano a guardare un film in dvd e poi…. Chissà”

Caldo.

Nick sentì molto caldo….

Cercando di non evaporare rispose con un sorriso e un sì appena percettibile, iniziando già ad avvertire l’ansia da prestazione.

Si stava ancora interrogando su come perdere nel modo più dignitoso possibile la verginità quando una pattuglia della polizia accese la sirena dietro la sua auto, costringendolo ad accostare.

“Eppure sono nei limiti” disse confuso, fermando l’auto e spegnendo il motore.

Un poliziotto giovane si chinò appoggiandosi al finestrino aperto e studiando anche gli interni “Patente e libretto, per cortesia”

“Posso sapere che ho fatto di male?” chiese con educazione Nick, reprimendo gli insulti e passando all’agente quello che aveva chiesto. Questi passò tutto al suo collega che andò a registrare il controllo, ma non prima di aver letto le generalità di Nick.

“Fanalino posteriore fulminato. Sarebbero duecento dollari di multa ma questo è un primo avviso….. Senti ma non sei un po’ troppo giovane per una macchina così?” domandò vagamente divertito il poliziotto “Io, a sedici anni, andavo ancora in giro in motorino”

Nick chiuse un istante gli occhi, trattenendosi dal spaccare il naso all’agente.

Era troppo importante per i Warblers, non poteva finire in galera a soli quattro giorni dalle Regionali.

Sperò con tutto se stesso che Kenzie non avesse sentito che…

“Hai solo sedici anni!?”

Nick si voltò lentamente, guardandola dispiaciuto “Aspetta…. Lascia che ti spieghi….”

“Hai sei anni meno di me! Sei…. Quasi un bambino!”

“Beh ora non esageriamo…

McKenzie si portò le mani alle tempie, guardando avvilita il tappetino sotto di lei “Io non posso crederci…

“L’ho fatto solo perché se no tu non mi avresti mai notato” disse sbrigativo Duvall, prendendole un polso per farla voltare verso di sé “Volevo solo una possibilità e stasera te lo avrei detto..”

Lei lo guardò ferita, prima di ritrarre il braccio e scendere dall’auto “Te la sei bruciata, la possibilità” assentì freddamente prima di chiedere un passaggio all’agente che, vagamente divertito dalla scena, glielo concesse.

“Tutti uguali voi riccastri. Pensate di potervi comprare tutto con i soldi” replicò questo, prima di riconsegnare a Nick i documenti e allontanarsi.

Il ragazzo non ebbe nemmeno la forza di mandarlo a fanculo e farsi arrestare per oltraggio a pubblico ufficiale…

 

Kurt arrivò al quarto piano dei dormitori con il cuore che ancora gli martellava forte in petto.

Si appoggiò un istante alla parete, toccandosi il petto prima di entrare in camera sua con un sorriso.

Doveva parlarne con qualcuno.  Con il suo compagno di stanza.

Thad!” urlò spalancando la porta. “Thad ci sei?” Girovagò per la piccola camera da letto, andando poi verso il bagno e trovandolo vuoto.

Un po’ deluso si sedette sul suo letto, pronto a chiamarlo ma lì trovò un bigliettino che lo fece desistere.

-Torno a casa per un paio di giorni. Oggi non mi sono sentito benissimo e sai che effetti mi fanno certe medicine, conto di esserci alle prove definitive per le Regionali di venerdì, però. So già tutto, le voci corrono veloci e ci tengo a dirti che sono davvero felice per te : ) rimandiamo a presto i complimenti ufficiali, magari bevendoci su per festeggiare ; ) . T.-

Kurt sospirò, accartocciando il pezzetto di carta e gettandolo nel cestino.

Mandò un sms al amico prima di comporre velocemente un numero, ritrovando tutta l’eccitazione di prima.

Doveva dirlo a Mercedes.

Doveva dire a qualcuno che aveva un ragazzo ora, o sarebbe esploso…

 

…Lesse velocemente l’sms di Kurt prima di spegnere il cellulare chiudendolo nel cassetto del comodino.

Aveva mentito, non si era sentito male.

Ma stava per succedere, solo che non avrebbe preso nessuna medicina per frenarsi….

 

 

 

Cotinua…..

 

 

 

NdA:

Un paio di notizie di servizio!

 

Innanzitutto non ho mai detto chi da il volto a McKenzie!

Per lei ho scelto niente popò di meno che la bella Lauren Lopez, che io amo con tutta me stessa. Lo ammetto, il suo scambio di tweet con Curt Mega mi ha traviata xD

Per chi non conoscesse le bella Starkid ecco una gif molto carina su di lei:

http://30.media.tumblr.com/tumblr_lnweaeHKiu1qansdbo1_500.gif

 

 Visto che amo il dramma –eccessivamente direi- ho pensato di far avvenire una tragedia vera e propria, verso la conclusione della FF.

Dopo aver ponderato tutte le possibilità ho deciso di ‘uccidere’ uno dei Warblers….

Chi indovina quale dei ragazzi morirà avrà in anteprima assoluta il primo capitolo del seguito.

Ps: eliminate dall’elenco Kurt, Blaine e soprattutto Thad, se no so che puntata tutti a lui che invece avrà i suoi casini anche nel futuro.

 

Detto questo ringrazio le 25 anime che mi hanno recensita, H per aver betato anche questo capitolo, i ragazzi del GDR per darmi continui stimoli e, soprattutto, il fatto che 98 persone hanno messo questa storia tra le preferite DDD:

sono rimasta traumatizzata da questo numero altissimo**

se tutti recensissero sarei davvero felice e potrei migliorare le sorti dei personaggi *si Jessy sogna pure*

 

Al prossimo capitolo!

 

Spazio pubblicitario: segnalo alcuni Spinnoff della storia che vanno assolutamente letti in quanto bellissimi:

 

Dalla mia bravissima Nana ecco alcune storie meravigliose:

[amo queste Hummerwood!]

1.  Dirty Little Secrets (Hummerwood)

2.  Run (Flinchard)

3.  Shower (Hummerwood)

4.  When the Night Comes Down (Hummerwood)

 

Da H, la mia beta e bravissima scrittrice, ecco a voi:

1.  Hurricane (Koore)

2.  Edge of Glory (Koore) questa è ispirata alla mia raccolta di one Hummerwood, ma è leggibilissima lo stesso anche solo conoscendo i personaggi dei Pips!

3.  Jenny Don't be Hasty (Nickenzie)

 

Da D, Flint del mio GDR, ecco a voi:

1.  Betrayal (Hummerwood)

2.  Le vostre lingue (Flinchard)

3.  Dirty Icecream (un perverso Flint)

4.   Enought (Neff)

5.   Nick the Rabbit (Nick Duvall)

 

Da Cla_2204 ecco a voi due racconti davvero molto dentro alla mia storia. Si tratta infatti di un What if nel primo caso e una raccolta di Missin Moments nel secondo:

1.  Di lacrime e speranze (Hummerwood)

2.  Missing Moments of the Pips!

 

Leggete e lasciate una bella recensione perchè ne vale davvero la pena.

Grazie mille per il vostro impegno, sono davvero un sacco di storie se sommate anche alle precedenti =*

Sono davvero commossa, grazie davvero a tutti voi.

 

Se qualcuno volesse cimentarsi in uno spinoff, fan art, video o altro mi mandi pure il link  nei messaggi privati, io non posso che essere felice.

 

 

 

Un bacione,

Jessy

 

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Capitolo 21
*** #19 part 1: Sing it loud. ***


bananissima

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

 

#19 part 1: Sing it loud.

 

 

 

Il lunedì mattina più cupo che la Dalton avesse mai visto ebbe inizio con un litigio allucinante nella sala pranzo tra Trent e Wes.

Il capo consiglio si era semplicemente sincerato di scoprire se, per caso, Nixon fosse a conoscenza della spropositata quantità di calorie che due piatti di pasta al pomodoro e quattro ali di pollo avrebbero potuto contenere, contando anche una qualche sottospecie di bibita gasata in lattina che Trent teneva in mano come fosse un lume magico. L’altro si era difeso prontamente dicendo che doveva consolarsi con il cibo della mensa visto che in stanza non poteva più portarne e che il parere di Wes non era sempre richiesto. Un modo dolce per chiedergli di farsi i fatti suoi, insomma.

“Qui sono tutti incazzati” borbottò l’asiatico tornando a sedersi al tavolo con una mela in mano. David lo guardò negli occhi prima di sospirare.

“Abbiamo perso le Regionali, amico. Che ti aspetti? Non è rabbia è solo delusione…

Wes fece correre gli occhi a mandorla su tutta la sala, e notò che i suoi Warblers erano facilmente distinguibili tra la massa di studenti perché su ognuno di essi sembrava essere apparsa dal nulla una nuvola nera.

Nick giaceva scomposto sul tavolo, troppo depresso per l’essere tornato single in tempo record per pensare a una gara canora.

Accanto a lui Jeff lanciava occhiate stranite a Flint, che aveva lo sguardo malinconico  perso per chissà quale pensiero.

Trent evitò accuratamente di guardarlo, non voleva che i loro occhi si incrociassero nemmeno per errore dopo il litigio di poco prima.

Kirk parlottava in un orecchio a Ethan che sembrava ascoltarlo in modo più o meno credibile; il biondone non faceva altro che borbottare dalla loro sconfitta, affibbiando colpe a caso a chiunque gli capitasse a tiro.

Poi c’erano quelli che l’avevano presa a ridere o con filosofia, come per esempio Andrew che aveva passato il viaggio di ritorno in auto con Thad e Kurt di come le Nuove Direzioni se lo fossero proprio meritato quel premio.

Che poi fosse stato scaricato in malo modo in una piazzola di servizio poco fuori da Harwood era un'altra storia.

Infine c’era una categoria che stava a mezza via tra coloro che l’avevano presa bene e coloro che l’avevano presa male: ovvero chi se ne fregava altamente.

Come Blaine, che non faceva altro che guardare Kurt e sospirare.

O Thad, che sembrava essere diventato un apatico senza speranze.

Ignorando Harwood, che sedeva proprio davanti a lui ed era integralmente nascosto alla vista dal quotidiano, Montgomery si voltò verso la neo coppietta che tubava allegra a dispetto del malumore generale.

Kurt se ne stava con la schiena appoggiata allo schienale, guardando adorante Blaine che stava parlando gesticolando in modo ambiguo con la mano sinistra.

“Sono molto carini, non trovate?” disse David attirando l’attenzione degli altri due capi consiglio. Wes gli lanciò un occhiataccia che però non colse “Era proprio ora che quei due capissero che sono fatti per…

“David ti prego…

Thad abbassò il giornale, guardando nella direzione di Kurt e Blaine, senza dire una parola in merito.

“Sembrano su un altro pianeta” proseguì imperterrito il ragazzo di colore, mentre Wes provava l’impulso di annegarlo nella caraffa d’acqua “Non pensi anche tu, Thad?”

L’aveva chiesto alla persona giusta.

“Oh si” rispose sarcastico Harwood “Dal mondo di SC”

Il ragazzo di colore lo guardò senza capire “Ovvero?”
Sti Cazzi, Thompson” Harwood si alzò, afferrando la sua tracolla “Ora, se mi scusate, ci vediamo direttamente nella sala delle prove. Preferirei farmi rapire dagli alieni e farmi mettere qualche sonda in culo piuttosto che sorbirmi il miele degli innamorati. Arrivederci.”

David lo seguì con lo sguardo “Il suo cattivo umore è penso il più insopportabile” asserì il ragazzo di colore “Voglio dire…. Tutti siamo fuori fase per la sconfitta ma lui l’ha presa davvero sul personale.”

Montgomery sospirò, bevendo un sorso d’acqua.

Non era una scuola di cime , la sua, ormai era chiaro.

Avevano quasi tutti la capacità di osservazione e di captare i sentimenti altrui come un branco di gerbilli chiusi in tante gabbiette separate.

Ma forse era meglio così, ci mancava solo che Thad si vedesse messo a nudo….

Wes era certo che tutta quella sofferenza se la sarebbe evitata volentieri.

 

Lo scroscio degli applausi svegliò Thad dallo stato catatonico in cui era caduto.

Si guardò attorno stralunato, accorgendosi che non si era solo assopito contro la spalla di Wes, ma aveva anche sbavato. Asciugandosi la sottile scia di bava si unì agli applausi, mentre cercava di mettere a fuoco Jesse, ovvero la persona che con i suoi tredici interminabili minuti di canto lirico lo aveva fatto addormentare.

Guardandosi attorno si consolò,  non era il solo a quanto pare ad essere addormentato. Nick dormiva ancora nonostante Jeff stesse cercando di farlo rivivere a calci sul polpaccio.

“Grazie mille Jesse per questa performance intensa”gli sorrise Wes mentre Thad sbadigliava e lanciò un occhiata storta al suo collega prima di controllare l’elenco “Ora tocca a Flint se non sbaglio...” il ragazzo asiatico sorrise al morettino, che sotto l’applauso generale si alzò con un cd in mano.

Inserì il cd dentro al lettore, voltandosi verso i compagni.

Prese un respiro, attendendo che la canzone iniziasse per poter cantare e dimostrare a tutti che era meritevole di quel assolo.

Sarebbe stato il suo addio.

E la canzone che aveva scelto sembrava calzante…

Don't believe in miracles
I never did
Nothing ever happens here
So sick of it

(Forever or Never - Cinema Bizarre)

Wes prese a battere il tempo col piede mentre faceva ruotare il martelletto fra le dita, osservando Flint che muoveva le spalle a tempo di musica, cantando rivolto verso i suoi compagni.

Kurt, seduto accanto a Blaine, sorride a Wilson, iniziando a muovere il capo a ritmo con la musica.

La voce sottile e alle volte eccessivamente acuta di Flint calzava perfettamente nel brano.


I-I-I told you
I-I-I need to
Get - get myself into something new
I´m for something mystical, histerical,
Dark, intensive, sexual

Blaine rise, guardando Trent che, da dietro il divano su cui sedeva, aveva iniziando ad ancheggiare a ritmo con la musica incalzante.

Flint si appoggiò un istante contro alla sua schiena prima di andare da Jeff, seduto sul bracciolo della poltrona sulla quale sedeva Andrew, e iniziare a strusciarsi in modo davvero indegno sul suo ragazzo. Jeff lo guardò divertito mentre si appoggiava alle sue gambe, cantandogli a un palmo dal naso, prima di salire su un tavolino e attaccare con il ritornello, ancheggiando più che mai.


I'm not gonna live forever
Said I'm not gonna live forever
better make it now or never
(ever, ever)
I'm not gonna live forever
Said I'm not gonna live forever
gotta make it now or never
(forever or never)

 

Quando la canzone arrivò al termine, tutti (anche Nick che si era risvegliato grazie a Flint che gli era  saltato sopra a metà del ritornello) esplosero in un applauso entusiasta.

Anche Thad, Wes e David si alzarono in piedi, e quest’ultimo, con un sorriso, disse “Complimenti Flint”

Il morettino sorrise imbarazzato, perdendo tutta l’aria spregiudicata che aveva durante l’esibizione, prima di tornare a sedere al suo posto, accanto a Kurt.

Wes richiamò tutti all’orine utilizzando il classico martelletto, poi si rivolse ad Harwood “Chi è il prossimo?”

“A dire il vero io” disse Thad alzandosi in piedi “Io e Richard abbiamo preparato insieme una canzone della mia band preferita, ovvero i Linkin Park”

“Come mai insieme?” chiese Kirk, alzando un sopracciglio.

“Perché è a due voci, singola non avrebbe reso. Verremo comunque votati come due persone singole, James” gli rispose il capo consiglio, sbrigativo, prendendo il portatile e accendendolo “Ora, se hai finito di trovare i peli nelle mie uova, Kirk, possiamo procedere con la favolosa esibizione che mi vede come protagonista”

“Il solito modesto” disse Flint, asciugandosi il sudore della fronte con un fazzolettino di carta.

Blaine ridacchiò, appoggiando entrambe le mani sul ginocchio della gamba accavallata e sorridendo. “Il solito Thad” affermò poi abbozzando un sorriso verso Kurt che però pareva troppo preso da quel che gli succedeva attorno per prestare attenzione a Blaine…

Thad si drizzò dopo aver cercato una canzone sul computer, e appena la melodia sintetizzata iniziò Richard prese a cantare…

Richard:

God bless us every one
We’re a broken people living under loaded gun
And it can’t be outfought
It can’t be outdone
It can’t be outmatched
It can’t be outrun
No

(the catalyst - linkin park)

 

 )

Richard cantava con energia, ritmato come suo solito, spostando lo sguardo deciso su ciascuno degli altri Warblers, intimidendoli quasi.

Blaine si sporse verso Kurt appena vide che il suo ragazzo stava mimando con le labbra la canzone “La conosci?” sussurrò mentre Richard arrivava alla fine della seconda ripetizione della strofa.

Thad la ascolta sempre” rispose Hummel, portando gli occhi chiari nei suoi e scambiando uno sguardo intriso di dolcezza.

Almeno fino a che Harwood attaccò con energia a cantare…

Thad:

Like memories in cold decay
Transmissions echoing away
Far from the world of you and I
Where oceans bleed into the sky

Harwood aveva la particolare capacità di calamitare l’attenzione generale di tutti nei suoi occhi neri, quando davvero si impegnava.

Ma a lui non interessavano gli altri, gli interessava solo che per un istante Kurt si perdesse nelle sue parole, dimenticandosi per qualche secondo di Blaine per dedicarsi interamente a lui.

Voleva invitarlo a seguirlo in quel mondo che sarebbe potuto essere loro, esattamente come diceva la canzone, dove l’oceano sanguinava nel cielo.

Per questo si avvicinò a lui quel tanto che bastava non per toccarlo, ma per far sì che nulla potesse spezzare i loro sguardi….

Per poi allontanarsi di nuovo.

Richard:

God save us everyone
Will we burn inside the fires of a thousand suns
For the sins of our hand
The sins of our tongue
The sins of our father
The sins of our young
No

Thad:

Like memories in cold decay
Transmissions echoing away
Far from the world of you and I
Where oceans bleed into the sky

Tutti erano troppo intenti a guardare i due cantanti per notare lo sguardo perso di Blaine.

Era bastato un attimo, uno solo, e negli occhi di Thad aveva letto qualcosa che davvero non gli era piaciuto. Alzò lo sguardo, fisso da diversi minuti sulle mattonelle della sala, sulla figura snella di Harwood mentre lentamente realizzava quello che stava succedendo sotto ai suoi occhi da tempo…

Thad:

Lift me up…
Let me go…
Lift me up…
Let me go….

(Richard: It can’t be outdone
It can’t be outmatched
It can’t be outrun
No)

Quando la canzone terminò tutti si alzarono in piedi congratulandosi con i due ragazzi, eccetto Blaine che per un attimo rimase impietrito.

Alzò gli occhi di scatto appena avvertì la risata di Kurt e lo vide vicino a Thad.  Non stavano facendo nulla di male, ma lo sguardo del più grande era fin troppo eloquente.

Quando Hummel riprese posto al suo fianco lo guardò attentamente, tanto che Kurt alzò le sopracciglia stupito “C’è qualcosa che devi dirmi?”

Io…. No, nulla” Si sforzò di sorridere, sfiorando lievemente la mano di Kurt con la sua e facendolo arrossire appena.

Tornò poi a concentrarsi sul tavolo dei capi consiglio, soprattutto su Thad che, dopo aver svuotato un bicchiere di acqua, lesse il nome del prossimo a doversi esibire.

“Ecco beh…” prese tempo “Tocca a Nelson..”

E mentre tutti si scambiavano uno sguardo truce il ragazzo afro raggiungeva il lettore cd per poter inserire la base.

A nulla servirono i tentativi di Flint di farlo esplodere col pensiero, dovettero ‘godersi’ l’intera esibizione.

Il sole era già tramontato da qualche ora quando Nick smontò dalla sua Chevrolet Impala del 67.

Quando gli amici chiedevano al ragazzo perché preferisse usare l’auto del fratello invece che la sua, visto che comunque era una discreta bella macchina, la risposta era sempre la stessa: perché era un rottame.

La vita di quel automobile era stata molto intensa, poi vent’anni e più in un garage non avevano aiutato.

Quando il caro Duvall prese la patente suo padre fu categorio: niente macchina nuova fino ai diciotto. Aveva due possibilità: smezzare la Volvo con sua madre oppure, in un moto di coraggio, sistemare la Chevrolet.

E aveva fatto una cazzata.

Ora, apparte rimanere a piedi nei momenti meno consoni, si ritrovava un catorcio sotto al sedere che beveva litri di benzina e perdeva olio per le strade d’America. Nonostante questo però non riusciva ad odiarla, e visto quando tempo  ci aveva messo a togliere tutta la ruggine, beh…. Si era affezionato.

Tornando a quel lunedì sera di fine marzo, Nick era arrivato al pub dei Martie convinto che parlare a McKenzie sarebbe stato tutto (doloroso, imbarazzante, pericoloso) eccetto che semplice.

Invece si ritrovò piacevolmente stupito quando la vide spazzare davanti all’ingresso del pub, soprattutto quando, una volta dopo averlo notato, non gli voltò le spalle per andarsene. La osservò attentamente mentre appoggiava la scopa alla parete, prima di avvicinarsi a lui.

Ciao…

“Ciao Nick”

Rimasero qualche secondo a fissarsi, la ragazza sempre più imbarazzata mentre Nick sempre più fiducioso.

“Ci tenevo a scusarmi” ruppe il silenzio lei, portandosi una ciocca di capelli dietro all’orecchio per poi guardarlo negli occhi “Mi sono comportata malissimo nei tuoi confronti. Insomma, non avrei dovuto aggredirti così.”

Duvall le sorrise “Non preoccuparti. Abbiamo dato a un poliziotto una storia da raccontare in centrale”

La giovane rispose al sorriso, anche se molto meno convinta “Scusami davvero”

“Non importa” le rispose avvicinandosi a lei per baciarla “Quindi, tutto apposto? Come prima?”

“Tutto apposto, ma non come prima” rispose lei appoggiando le mani sul petto del ragazzo, scostandolo da sé.

Nick la guardò attentamente “Ma, Kenzie…

“Sei un ragazzo dolcissimo Nick” lo interruppe lei, guardandolo seriamente costernata “Ma non penso di potermi imbarcare in una relazione con una persona che ha sei anni meno di me”

Duvall ci rimase ovviamente male, e non riuscì a far nulla per evitare che questo trasparisse sul suo viso “Però non sei giusta. Se stavi bene con me quando eri convinta che io avessi diciotto anni, cosa cambia se ne ho uno e qualche mese in meno?”

Lei sospirò “Ti sembrerò incoerente ma per me un fatto di principio…. Scusami se puoi, ma non può funzionare tra noi”

Si sporse in avanti, lasciandogli un bacio sulla guancia e guardandolo ancora una volta rammaricata prima di tornare verso il pub e sparire al suo interno, lasciando la scopa appoggiata all’esterno.

Nick rientrò in auto, appoggiando un attimo il capo al volante prima di rimettere in moto per tornare alla Dalton, con il rombo del motore a coprire il suono del suo cuore che andava in pezzi.

Touch my body
Put me on the floor
Wrestle me around
Play with me some more
Touch my body
Throw me on the bed
I just wanna make you feel
Like you never did.
Touch my body
Let me wrap my thighs

( http://www.youtube.com/watch?v=9b8erWuBA44&ob=av3e )

“Ti prego dimmi che è un incubo

Ethan non riuscì a guardare Kirk mentre scuoteva piano il capo, osservando Trent che continuava ad ammiccare come se davvero si sentisse la Carey.

“E poi mi chiedono perché sono etero?” sussurrò Nick a Jeff, che fissava divertito Nixon.

“Smettila” lo riprese il biondo “è bravo…

Blaine dalla sua posizione, sul bracciolo delle poltrona, aveva la possibilità di muoversi a tempo con la melodia incalzante, anche lui seriamente colpito dalla performance del Warbler.

Kurt, seduto sulla stessa poltrona, lanciava occhiate divertita a Nixon tra un sms e l’altro.

Quando il ragazzo smise di cantare tutti quanti applaudirono, chi con più o meno entusiasmo, e Trent tornò con espressione compiaciuta al suo posto.

“Si può sapere con chi stai massaggiando?” domandò Blaine, mentre Thad  blaterava riguardo alcune iniezioni di acido muriatico negli occhi dopo aver assistito al ‘ballo celebrativo per agevolare l’atto riproduttivo’ di Trent.

“Mercedes” rispose sbrigativo Kurt, mentre sentiva il braccio del suo ragazzo appoggiarsi sullo schienale della poltrona, dietro di lui. Scattò in avanti, sorridendo un po’ imbarazzato “Allora sicuro che non ti pesa venire, stasera? Tornare alla Dalton poi non sarà molto piacevole, soprattutto se conti il fatto che io mi fermo a Lima…

Blaine scrollò le spalle “E perdermi la notte dei negletti? Mai e poi mai” sorrise, mentre Kurt arrossiva lievemente.

Per lui, l’avere un ragazzo, era ancora un qualcosa di strano e per quanto avesse desiderato vedere Blaine serbare determinati comportamenti solo per lui, doveva ancora realizzare appieno cosa era successo.

Nonostante passassero le serate a pomiciare più o meno dove capitava, purchè gli altri non li beccassero, il primo approccio, solitamente di Anderson, lo faceva ancora sentire impacciato.

Poockie?!”

Kurt si voltò verso Thad, scrollando gli occhi che si erano calamitati a quelli caramello di Blaine e lo guardò interrogativo.

Il capo consiglio sbuffò “Se non hai di meglio da fare, come sbatterti Anderson, sarebbe il tuo turno…

Mentre Blaine malediceva Harwood con ogni fibra del suo corpo, Hummel si alzò lentamente, camminando fino al computer che il compagno di stanza aveva già acceso, con tanto di base già pronta.

“Cosa ci canti?” chiese Wes, che ancora cercava di riprendersi da Touch My Body.

“Ho scelto qualcosa di lirico per oggi” rispose Kurt, alzando al massimo il volume della base prima di farla partire “Sleeping Sun, dei Nightwish.”

Wes gli fece un cenno col capo, segno che poteva iniziare.

Kurt avviò la base, prima di mettersi in parte alla cattedra, vicino a Thad, per permettere sia ai suoi compagni che al consiglio di vederlo.

The sun is sleeping quietly
Once upon a century
Wistful oceans calm and red
Ardent caresses laid to rest
For my dreams I hold my life
For wishes I behold my nights
A truth at the end of time
Losing faith makes a crime

(sleeping sun)

 

Molti chiusero gli occhi, cullati dalla voce soave di Kurt.

Le labbra di Blaine si incurvarono in un sorrisetto rilassato, mentre Kurt attaccava con la prima strofa, lasciandolo desideroso di godersi a pieno quella performace.

La sua voce era… non esistevano parole per descrivere l’effetto che Kurt gli faceva mentre cantava.

Era il perfetto connubio tra un angelo, perfetto e luminoso, e un demone tentatore che faceva crollare ogni sua difesa.

Accettare questa dipendenza che provava nei suoi confronti aveva reso tutto molto più vero.

Ma sapeva anche di non essere  il solo a provare quelle emozioni per Kurt.

Aprì gli occhi un istante, solo un istante, e trovò ancora una volta fondamento alle sue paure.


I wish for this night-time to last for a life-time
The darkness around me - shores of a solar sea
Oh how I wish to go down with the sun
Sleeping
Weeping
With you

Thad è sempre stato bravo a nascondere i suoi sentimenti agli altri.

Da bambino, quando cadeva, non aveva una mamma che correva ad aiutarlo, a pulirgli la ferita, a cullarlo e a calmare il suo pianto.

Era solo.

Suo padre lavorava sempre e gli cambiava tata così velocemente da sembrare incredibile, per evitare che il figlio si affezionasse ad una di loro.

Ha imparato presto a rialzarsi e a asciugarsi quelle lacrime da solo, col dorso della mano ferito dalla caduta.

Ma non aveva mai fatto i conti con quello che l’amore poteva portare.

L’espressione totalmente rapita che, grazie al cielo, non era poi così evidente da farlo capire a tutti, illuminava il suo viso mentre guardava Kurt cantare quella canzone.

Sembrava scritta per lui e la sua voce.

Tutto, per giustizia, sarebbe dovuto esser stato creato in favore di quel ragazzo così bello da parergli etereo…

E in quello stato di totale adorazione non colse che Blaine lo stava osservando.


Sorrow has a human heart
From my God it will depart
I`d sail before a thousand moons
Never finding where to go
222 days of light
Will be desired by a night
A moment for the poet`s play
Until there`s nothing left to say

Flint, che stava ascoltando Hummel con gli occhi chiusi, quasi non si accorse del braccio di Jeff che, passandogli sui fianchi, lo tirò con la schiena contro il suo petto “Mio Dio è…. Bravissimo”

Il morettino annuì, sospirando e rilassandosi contro il suo ragazzo, avvertendone i battiti del cuore contro la schiena.

Eppure, non riusciva ad impedirsi di diventare freddo e rigido ogni qualvolta pensava che tra lui e Jeff era destinata a chiudersi presto, e sapeva che anche se il biondino era ingenuo, presto se ne sarebbe accorto…

I wish for this night-time to last for a life-time
The darkness around me - shores of a solar sea
Oh how I wish to go down with the sun
Sleeping
Weeping
With you

Anche Kurt terminò la sua esibizione, tra gli applausi generale, tornando velocemente alla sua poltrona, dove Blaine lo aspettava con un sorriso solare.

“Ero calante?” chiese a voce bassa.

Il solista sorrise “Eri perfetto.”

Kurt sorrise, decisamente soddisfatto, mentre accavallava  le gambe, appoggiando sul ginocchio le mani unite.

“Bene passiamo all’ultimo di oggi…. Sterling prego” Lesse Thad con un sorriso rilassato, e subito il biondino si alzò con una chitarra classica.

“Io pensavo di suonare un  acustico”

“Perfetto” gli disse David prendendo appunti per il verbale “Di che si tratta?”

Stay Togheter for the Kids, dei Blink 182” rispose il biondo, sedendosi su uno sgabello che Andrew si era alzato a prendergli.

“Prego” gli fece segno di iniziare Wes.

Jeff prese posto più comodamente, appoggiandosi in grembo la chitarra e sorridendo a Flint prima di iniziare a suonare un giro abbastanza veloce.

Flint sorrise appena per la scelta di quella canzone.

Quando Jeff gli aveva fatto vedere il video la sera prima l’aveva trovata calzante.

Senza nemmeno farlo apposta aveva deciso di scegliere un testo che trattasse delle sofferenze della separazione.

Certo, loro non avevo figli, ma quello che sarebbe potuto nascere dal loro rapporto era destinato a morire prima ancora di germogliare.

Forse quella canzone doveva cantarla lui a sua madre….

Il morettino lo guardò, con gli occhi azzurri lievemente umidi, convinto che un ragazzo così non lo avrebbe più trovato.

E lui era realista, di Derek non lo pensava…


So here's your holiday
Hope you enjoy this time
You gave it all away
It was mine
So when your dead and gone
Well you, you'll never guess my twenty years now lost
Its not right

(Stay together for the child)

 

Continua….

Nda:

allora piccolo appunto:

questo capitolo come vedete è diviso in due parti perché sono arrivata a metà rendendomi conto che sì, diventava di 25 o più pagine, così non mi è sembrato sensato postarlo tutto.

La parte due conto di postarla domenica, lunedì al più tardi.

Grazie come sempre a chi recensisce.

Scusate se ho tempistiche lunghe ma tra il lavoro e tante altre cose non ho molto tempo per scrivere.

A prestissimo, questione di due o tre giorni.

Jessy.

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Capitolo 22
*** #19 part 2: Sing it loud. ***


bananissima

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

#19 part 2: Sing it loud.

 

 

 

E… questa è la classe di spagnolo. E, ovviamente, conosci la stanza dove proviamo…

Blaine seguiva un semi-isterico Kurt lungo i corridoi del liceo McKinley, guardando l’andatura balzellante del suo ragazzo e sorridendo appena per il tono sovraeccitato.

Lui, dal canto suo, preferiva osservarlo con le mani in testa e quella compostezza che ormai era il suo marchio di fabbrica. A Blaine Anderson serviva la musica per uscire un po’ da quegli schemi di comportamento che la Dalton gli aveva in un certo senso imposto, e semplicemente adorava l’esuberanza che Kurt usciva a dimostrare.

Certo, la malinconia che gli faceva tremare appena la voce, di un paio di ottave più alta, decisamente gli piaceva meno.

Stava per dirgli qualcosa quando dal corridoio sbucò Brittany, che spingeva Artie sulla sedia a rotelle verso la sala prove davanti alla quale erano appena passati.

Hey!” salutò allegramente la bionda “Ragazzi andate all’auditorium, stiamo per iniziare!”

“Ci sarà il pienone! Meglio andare a prendere subito i posti migliori” esclamò eccitato Artie.

“Arriviamo in un attimo. Sto facendo fare un giro a Blaine” disse Kurt con un sorriso, allungando le braccia lungo i fianchi e drizzandosi dopo aver fatto un piccolo saltello.

“Grazie per essere venuti a sostenerci” assentì Artie, con tono realmente sentito “è davvero figo.” Poi, assieme alla bionda, sparirono nell’aula lasciando i due della Dalton nel corridoio.

Lentamente, Blaine si voltò verso Kurt, sorridendogli dolcemente “Oh, ti mancano davvero…

Kurt fece appena in tempo a staccare gli occhi dalla porta, attraverso la quale i suoi ex compagni erano spariti, per puntarli in quelli di Blaine, che una voce tristemente conosciuta lo investì in pieno “Che cazzo ci fate voi qui?”

Kurt si voltò immediatamente verso Karofsky, imitato da Blaine, e lo fronteggiò sprezzante “Siamo qui per la serata di beneficenza. Non dirmi che ci vai anche tu”

“Neanche morto” replicò il Titans, acido “Stavo facendo un po’ di pesi in palestra quando uno dei ragazzi mi ha detto che eravate qua in giro a spargere la vostra polvere fatata da gay per tutta la scuola.”

“Ma la vuoi finire?” sbottò di punto in bianco Blaine “Puoi vivere nella menzogna finché ti pare, ma non puoi fingere che noi tre non sappiamo come stanno davvero le cose.”

“Non sai niente, brutto frocetto

Blaine si fece avanti, spingendo con tutta la forza che riuscì a raccogliere nella braccia Karofsky. Perché doveva smettila di parlare male di lui, essendo lui stesso un ‘brutto frocetto’. Doveva smetterla di intimidire le persone e soprattutto doveva smetterla di far sentire Kurt sbagliato.

Il Titans ovviamente non si fece da parte, trattenendo Blaine per l’orlo della giacca e spingendolo a sua volta.

Kurt non sapeva esattamente che fare, si limitò a fare un passetto indietro mentre una fitta di panico lo immobilizzava.

Grazie al cielo il provvidenziale intervento di Santana sembrò salvare, almeno momentaneamente, la situazione.

“No! Fermi!” urlò la ragazza riuscendo, non si sa come, a separarli.

E Kurt riprese tutto il coraggio, tornando a guarda Dave in faccia “Sei coraggioso con i pugni, ma quando si tratta della verità sei solo un codardo”

Santana lo guardò stranita “Che verità?”

“Fatti gli affari tuoi, J.Lo” fu la risposta poco elegante ma alquanto aggressiva di Karofsky, e subito la ragazza si scaldò.

“Prima di tutto, da quando hai deciso di buttarmi quella granita, tutto ciò che fai è diventato un mio affare”

“Non credo di avere problemi a stendere due froci e una ragazza” replicò saccente Dave, mentre Blaine si chiedeva seriamente se fosse così stupido e ipocrita o se si fosse specializzato in chissà quale corso scolastico.

Santana forzò una risata, mentre faceva qualche passo avanti verso il ragazzo, fissandolo attentamente “Ok… Questo è quello che succederà: Hai due opzioni. Resti qui e ti disintegro un coglione, destro o sinistro, a tua scelta. Oppure, te ne vai per poter vivere così un altro giorno da cazzone. Inoltre, ho delle lamette nei capelli.” Il Titans sembrò vacillare un attimo, guardandosi attorno come per ricevere un segnale divino che gli facesse intendere che Santana stava o mene bluffando “Tantissime e sono tutte qui dentro”

Subito Dave levò le tende, seppur con un modo di stizza e irritazione, e Santana lo guardò andarsene, compiaciuta, prima di rivolgersi ai due ragazzi.

“Potevamo cavarcela da soli” disse Blaine.

La ragazza ispanica sogghignò “Penso che sia stato più divertente farlo insieme…” Si sorrisero, prima che una vibrazione proveniente dai lunghi capelli mori di Santana attirasse la sua attenzione. Da li prese il cellulare, leggendo velocemente un sms prima di esclamare un ‘merda’ e lasciare i due ragazzi, soprattutto un Blaine lievemente sconvolto.

Kurt seguì il percorso della giovane fino all’aula di musica, poi con un sospiro disse al suo ragazzo “Non preoccuparti, credo abbia le tasche nelle extension

Blaine abbozzò un sorrisetto, prima di farsi serio notando l’espressione poco convinta di Kurt “Hey…. Che succede?” domandò premuroso.

Hummel sospirò, guardando lungo i corridoi prima di aprire la porta di un aula e far segno a Blaine di entrare. Ovviamente la stanza era deserta e la luce era spenta, garantendo come sola illuminazione la placida luce argentata della luna, che entrava dalle ampie finestre.

Mentre Blaine si guardava attorno, Kurt camminò lungo le file di banchi, sedendosi sopra ad uno in particolare, in terza fila.

“La mia aula di francese” specificò ormai l’ovvio, visto che Blaine stava osservando una cartina della Francia appesa accanto alla lavagna “Mi piaceva stare qui. Erano le mie ore preferite, escluso il Glee.”

Blaine gli sorrise, avvicinandosi di qualche passo “Kurt…. So che è dura per te tornare qui dopo esserti trasferito alla Dalton. E Karofsky non ti aiuta”
“Si invece” ribatté Hummel, sospirando “Mi ricorda il motivo per il quale ho detto addio a tutti i miei amici, chiedendo a mio padre di spendere più di quanto possiamo permetterci nella scuola privata più rinomata dell’Ohio”

Blaine si avvicinò ulteriormente, e Kurt si sporse appena in avanti, tenendo le mani saldamente appoggiate alle ginocchia, mentre dondolava appena i piedi.

Anderson coprì con le mani quelle del suo ragazzo, puntando gli occhi color caramello nei suoi azzurri “Farei di tutto per farti stare bene e a tuo agio, lo sai. So che vorresti tornare qui, lo capisco e…

Kurt lo interruppe, scuotendo il capo “Io non sto male alla Dalton. I ragazzi sono fantastici…. Tu lo sei….” Mormorò arrossendo appena “Mi sento sicuro, protetto, ma…

“La sensazione di essersene andati, di aver lasciato perdere senza combattere pesa…Blaine terminò la frase per lui, stringendogli le mani “Lo so bene. Fa più male il rimorso di aver lasciato tutto che i pugni dei bulli”

Kurt gli lasciò un umido bacio sulla guancia, quasi a volerlo confortare, e appena fece per ritrarsi e tornare seduto diritto Blaine prese possesso delle sulle labbra, baciandole in uno slancio di passionalità.

Il bacio non durò molto, e quando si staccarono le gote di Kurt erano tinte di rosso mentre quelle di Blaine non più. Il moro gli sorrise dolcemente, spostandosi per permettergli di scendere.

“Andiamo?” domandò porgendogli il braccio, e Kurt lo afferrò camminando accanto a lui “Sei più tranquillo?”
Kurt gli sorrise, mentre entravano in auditorium “Decisamente si, grazie” si guardò poi attorno, e il sorriso si affievolì sulle sue labbra.

“Ma, non c’è nessuno?” chiese stranito BlaineArtie aveva detto che…
“La vedo male” concluse Kurt.

Non era preoccupato tanto per Becky Jackson quanto per Azimio Adams,….

Decisamente non si metteva bene.

 

 

Jeff aveva paura di toccare qualsiasi cosa da quando aveva masso piede, quello stesso pomeriggio, a casa Wilson.

Non era un villone di lusso come quello di Thad, che aveva visitato per intero quando l’estate precedente aveva partecipato a un catastrofico party alcolico in piscina al maniero Harwood, ma era comunque una casa piuttosto benestante e l’arredamento antico non lo aiutava a mettersi a suo agio.

Era abituato a vivere con tutti i suoi fratellini, a far casino e a non avere una porta principale che si chiudesse.

Quel divano così bianco da essere accecante lo spaventava, aveva paura di sporcarlo e fare la figura del buzzurro.

Aveva ansia dello schermo piatto attaccato alla parete, temeva di vederlo cadere a terra mentre Flint finiva di preparare i popcorn nella cucina di granito.

In poche parole, stava per avere una crisi di nervi.

E non sapeva dove buttare la gomma da masticare.

“Grazie per essere venuto” il biondino sobbalzò sentendo la voce del suo ragazzo alle spalle, ma appena gli fu accanto sorrise “La Dalton diventa stretta dopo sei mesi che ci vivi, e quando mia madre è via per lavoro mi sembra uno spreco lasciare casa vuota”

“È tutto molto bello qui” disse Jeff, tentando di rilassarsi “Davvero, non scherzo”

Wilson ridacchiò “Guarda che puoi rilassarti, non stai inquinando l’aria”

“Lo so ma…. Diciamo che sono un po’ in soggezione” sorrise nervoso Sterling, mentre il morettino si chinava in avanti, appoggiando la ciotola dei popcorn sul tavolino in vetro “Sono un po’ impacciato e non vorrei rovinare ne rompere nulla”

“Oh smettila, e rilassati” Flint appoggiò una mano sul suo ginocchio guardandolo negli occhi, e per l’ennesima volta a Jeff non arrivò il solito calore da quelle grandi pozzanghere limpide.

Ma gelo invernale e tristezza.

Prese un respiro “Non posso mettermi a mio agio se tu non mi dici cosa ti prede”

Wilson lo guardò sorpreso “Cosa?”

“Sei strano in questi giorni…. Ti sento distante….” Jeff abbassò lo sguardo cangiante sui disegni geometrici del tappeto persiano “Se ho fatto qualcosa che ti ha disturbato o che ti ha offeso io vorrei solo che tu mi…

Il morettino azzerò la distanza tra loro, baciandolo in modo dolce quanto disperato.

La mano di Jeff si appoggiò delicata sulla sua guancia, accarezzandola, e quando si staccarono notò subito che gli occhi di Flint si erano fatti lucidi.

Jeff…. Non dipende da te. E nemmeno da me a dire il vero” si zittì, incapace di continuare “È solo che…. Io non posso…

Il biondino sorrise dolcemente, appoggiandosi con le schiena al divano e attirando su di sé Flint “Ti credo, e sono disposto ad aspettare tutto il tempo che occorre. Quando sarai pronto a dirmelo sai dove trovarmi…. Se davvero non dipende da noi…

“No. Non dipende da noi.” Confermò Flint, prima di tornare a baciarlo sulle labbra.

Era vero, loro non c’entravano con le scelte di sua madre ma, senza dubbio, non sarebbe più esistito un ‘noi’ a causa di quel maledetto trasferimento.

 

 

 

“…. Kurt mi stai ascoltando?”

Hummel si voltò di scatto verso il suo ragazzo, distogliendo così gli occhi dal finestrino contro il quale la pioggia batteva violenta.

“Scusa stavo pensando…” disse, studiando attentamente il profilo di Blaine cercando di scorgere qualche segno di una possibile irritazione.

Ma non trovò nulla di simile, sembrava tranquillo come al solito.

“Vorrei chiederti a cosa…. Sai che sono curioso. Ma so che preferisci non dirmelo se sei così distaccato” sorrise appena Anderson svoltando ad un incrocio e arrivando nel viale dove viveva Kurt “Sicuro che non vuoi tornare alla Dalton?”

“Domani mattina rifiuto le quattro ore di matematica a causa della supplenza, Flint piangerà da solo” sogghignò il ragazzo “Vi raggiungo nel pomeriggio però, non voglio perdermi il tuo provino. Senza contare che ho già avvertito papà ed è entusiasta all’idea di far colazione insieme”

Blaine annuì appena, fermando l’auto davanti al garage di casa Hummel Hudson, in modo tale che Kurt si bagnasse il meno possibile sotto alla pioggia “Eccoci arrivati” esclamò senza troppa convinzione, sperando in un bacio della buona notte e pronto a ridacchiare di Kurt mentre questi correva in casa per evitare di bagnarsi i capelli.

Ma la portiera rimase chiusa “Pensavo al McKinley” disse Kurt, senza guardarlo, e confidandogli in cosa si era perso poco prima “Al fatto che vederli cantare, sentirli uniti attorno a me nonostante sia un Warblers…. È dura per me. In un certo senso è come se una parte di me non se ne sia mai andata e tutto il resto ne sente la mancanza.”

Blaine si slacciò la cintura, voltandosi di tre quarti per poterlo vedere bene nella penombra dell’auto “Ti capisco. So cosa provi e il primo anno non è mai facile accettarlo, almeno fino a che non ti senti parte dei Warblers…” Sospirò, perché Kurt non pareva affatto rincuorato “Ma, voglio dirti una cosa….” Gli occhi azzurri del suo ragazzo si rialzarono, nei suoi “Se ci fosse anche solo una piccola possibilità che tu possa ritornare qui, a Lima, con i tuoi amici…. Io vorrei che tu la cogliessi. Davvero.”

“Ma Blaine…
“Sarei molto fiero di te se ci fosse il modo di farti tornare a testa alta senza correre rischi….”

Le labbra di Kurt si incurvarono in un piccolo sorriso, commosso “Anche se questo significasse non vederci tutto il giorno, tutti i giorni?”

Blaine rispose a quel sorriso “Spenderei ogni istante libero con te…

“E io ne sarei felice…” Kurt allungò la mano, così fa prendere quella del suo ragazzo senza un istante di incertezza, o imbarazzo “Ma fino a prova contraria io non sono al sicuro quindi, rimarrò alla Dalton”

“Io non mi lamento di certo” ironizzò Blaine, facendo solo allargare il sorriso di Kurt.

“Nemmeno io…” Sospirò controllando l’ora sul cellulare “Sarà meglio che vada…. A domani allora”

Blaine rimase fermo, appoggiato contro il sedile “A domani…

Ma la portiera rimase ancora chiusa, e Kurt non sembrava intenzionato ad aprirla.

Lentamente si avvicinarono, scambiandosi un ultimo lento e tenero bacio.

Kurt si spinse appena contro Blaine, appoggiando una mano sul suo petto mentre l’altra andava dietro alla sua nuca accarezzandone i ricci che erano riusciti miracolosamente a sfuggire al gel.

Blaine, dal canto suo, stava appoggiando con un braccio al sedile di Kurt mentre l’altra mano vagava libera sulla schiena del ragazzo, fermandosi poi sul suo fianco.

Mentre il bacio tirava per le lunghe il tempo passava, e quando ad un tratto Kurt si staccò notò che era davvero tardi “Vado davvero o papà si preoccuperà” soffiò sulle labbra di Anderson, prima di riappoggiarle velocemente alle sue, stavolta davvero per l’ultima volta.

Blaine sorrise “But baby it’s cold outside…” canticchiò, mentre Kurt sbuffava.

“Più che altro piove e…” lanciò un gridolino, guardando fuori dal finestrino.

Ma non erano le gocce a terrorizzarlo, quanto suo padre che li fissava con un cipiglio severo, appoggiato al finestrino con una mano e reggendo un grosso ombrello nero con l’altra.

Li stava letteralmente fissando, passando gli occhi inquisitori da uno all’altro, mentre loro due non potevano far altro che rimanere immobili con gli occhi sgranati puntati su di lui.

“Questo assomiglia a un mio incubo recente” borbottò a voce quasi impercettibile Blaine.

“Anche uno mio…” replicò Kurt.

Lentamente, il giovane Hummel aprì la portiera, e suo padre si scostò per permettergli di scendere, continuando a guardare Blaine.

“Ciao papà” trillò Kurt, suonando un po’ isterico, prima di accostarsi velocemente a lui per scoccargli un bacio sulla guancia e fuggire in casa, facendo un cenno con la mano a Blaine poco prima di oltrepassare la soglia.

Ehm…. Io allora vado…. Buonanotte signor Hummel” bofonchiò Blaine aspettando che il padre di Kurt chiudesse la portiera lasciata aperta, ma ci vollero alcuni secondi di terrore prima che l’uomo mettesse una mano sulla portiera, sporgendosi appena verso di lui.

“Vai pure, Wayne, ma preparati ad un'altra bella chiacchierata con me. E stavolta sarò io a venirti a cercare” il tono non era molto amichevole, e nemmeno lo sguardo che lanciò ad Anderson prima di girarsi e andarsene, dopo aver sbattuto appena la portiera.

Blaine ci mise un minuto buono prima di riprendersi dal terrore e fare retromarcia, fuggendo verso Westerville.

“KURT!”  tuonò Burt Hummel appena messo piede in casa, buttando l’ombrello in una vecchio vaso e iniziando a salire velocemente le scale.

Il ragazzo sapeva che, anche volendo, non sarebbe mai riuscito a nascondersi e scappare, così attese che suo padre arrivasse in stanza, guardandolo con cipiglio severo e vagamente indagatore.

“Quel ragazzo…” disse dopo qualche istante “Wayne…

Blaine
“Quello che è. Uscite insieme?”

Kurt sospirò, passandosi una mano tra i capelli “Blaine è il mio ragazzo, papà.”

“Da quanto??”

“Meno di una settimana”

Burt fece una pausa, grattandosi il capo “Non so se mi va bene che tu dorma nella stessa scuola in cui c’è anche il tuo ragazzo”

“Ma siamo in stanze diverse! E il mio compagno di stanza è uno dei capi consiglio!” sbottò Kurt allibito “Ormai alla Dalton non si può più far nulla, ci perquisiscono e ci controllano continuamente. Papà non ci sono le possibilità che io possa dormire con Blaine, o peggio…” arrossì vistosamente, un po’ per l’imbarazzo e un po’ perché sapeva di star mentendo in modo spropositato.

Ok, il Proibizionismo li aveva notevolmente limitati ma non così tanto da cambiare stanza di tanto in tanto.

Burt sembrò almeno in  parte rincuorato “Ok, ora dormi… Ne riparleremo domani mattina” Kurt annuì, mentre il padre si avviava alla porta, mormorando un ‘sapevo che quel ragazzo era venuto da me per un motivo preciso…

Kurt, sfortunatamente, sentì bene quello che stava mormorando “Papà? Blaine è venuto da te quando?” il silenzio seguente fece intendere al ragazzo che sì, c’era qualcosa di losco sotto “Papà! Dimmi subito che cosa vi siete detti tu e il mio ragazzo alle mie spalle!”

 

 

 

“Siamo in ritardo” Ethan controllò per la millesima volta l’orologio, prima di guardare male Kirk “Di circa quarantacinque minuti”

Il biondo parcheggiò la sua R8 prima di sporgersi sui sedili dietro a recuperare qualche spartito “Sai che non faccio mai esibizioni prima di aver provato al mio pianoforte. Quelli della Dalton non reggono il confronto”

Moore alzò gli occhi al cielo mentre scendeva dalla macchina, iniziando a camminare sotto alla pioggia, verso la Dalton.

“Dai! Coraggio!” brontolò esasperato portando entrambe le mani sulla schiena di Kirk e spingendolo fino all’ingresso mentre questo ridacchiava “Sai che odio i ritardi!”

“Che vuoi che sia… Tanto io sono l’ultimo oggi…. Piuttosto perché tu non hai fatto il provino?”

Ethan si passò una mano tra i capelli inumiditi dalla pioggerella, scrollandoli “Perché non voglio un assolo. Non mi sento a mio agio davanti al pubblico, da solo. E tu lo sai”

“Ma la tua voce è bellissima”

Le guance di Moore si imporporarono, mentre teneva gli occhi azzurri sul pavimento “Ma sai che sono timido…

Kirk passò un braccio attorno alle sue spalle “Dovresti evitare di nasconderti sempre in un coro però” Si fermarono davanti alle porte dell’aula dove i Warblers erano soliti provare “Sta cantando qualcuno?”

Ethan annuì “Pare Andrew… sta cantando Tonight Tonight dei Hot Chelle Rae?”

Kirk acconsentì “Pare di si…. Aspettiamo che finisca ad entrare. Non voglio disturbarlo…

Si appoggiarono un attimo alla parete, e Kirk rilesse ancora una volta lo spartito “Smettila, ormai la sai fare anche bendato quella canzone” gli sorrise incoraggiante Ethan.

“Grazie per avermi aiutato a sceglierla…
“Penso che sia perfetta per te”

Si guardarono negli occhi, sorridendosi, proprio mentre la musica di fermava e lo scrosciare degli applausi li fece avvicinare alla porta ed entrare nella sala.

“Buongiorno eh” disse sarcastico Wes “Dove eravate finiti?”

“Traffico” rispose solo Kirk, sedendosi su una sedia mentre tutti li guardavano scettici.

Traffico a Wersterville? Da quando?

Ethan ridacchiò appena, prendendo posto sul divano accanto a Jesse “Che ci siamo persi?”
Cam e Andrew… ora sta a Blainereplicò Martie, con un sorriso.

Ethan abbozzò una risatina, spostando gli occhi sulla cattedra dei capi consiglio. Wes stava parlando con Blaine, mentre questo trafficava con il letto cd, e David osservava annoiato il vuoto.

Ma Thad….

Era strano.

Faceva schifo, per dirla in tutta franchezza.

Era pallido come un lenzuolo, tremava appena e sudava. Aveva delle borse sotto gli occhi che facevano impressione e il fazzoletto stretto nella mano tremolante non faceva un bel effetto.

Poi era mogio, e se ne stava zitto.

Pessimo segno.

Jeff lo aveva capito da quella mattina che Harwood non stava bene, da quando a colazione se ne stava seduto sulla sedia con le braccia incrociate sul petto, dicendo che sentiva freddo.

Ma quando era arrivato Kurt, poco prima della riunione…

Lo aveva trovato ridotto ad uno straccio.

Blaine gli rivolse uno sguardo indecifrabile, prima di voltarsi verso i compagni “Ho scelto un brano brioso ma al tempo stesso non eccessivo. Send my Love to the Dance Floor, dei Cobra Starship.”

“Uh figa” disse Nick, sistemandosi meglio sul bracciolo della poltrona dove sedeva il suo compagno di stanza.

“Prego” Invitò Montgomery con un sorriso di incoraggiamento, e subito Blaine fece partire la canzone. I primi suoni sintetizzati arrivarono alle orecchie di Kurt che distolse lo guardo preoccupato da Thad per potersi concentrare sul suo ragazzo.

Let it go
There's no way you can save it now
Get back, you know that this city is burning
So the story goes
It makes you wonder
'Cause if we're trapped and we're never
Gonna find a way out,
Get out
We're gonna dance now
( Send my Love to the Dance Floor - Cobra Starship )

 

Blaine prese a cantare con il suo solito entusiasmo, sfilando tra i suoi compagni, calpestando diversi divani e arrivando addirittura a fare una capriola a terra.

Thad lo guardò, tossendo dentro al fazzoletto mentre Wes sollevava la coperta di Pile che Kurt aveva preso non si sa bene dove e appoggiato sulle spalle di Harwood.

Thad aveva capito dove Blaine voleva andare a parare,e non si stupì quando, poco prima del ritornello, invitò tutti i Warblers ad alzarsi e ballare sulle note della canzone, tirandone alcuni in piedi afferrandoli per i polsi.

“Tutta strategia” sussurrò affabile il capo consiglio.


Hey Mr. DJ
You gotta put a record on, yeah
We're gonna bury this town tonight
We're gonna dance tonight

 

“Ci uniamo a loro?” sussur Wes, beccandosi una doppia occhiata omicida dai suoi  colleghi.

“Per favore contegno” sibilò Thad a denti stretti. Certo, in un occasione normale sarebbe stato il primo a lanciarsi in pista, ma di certo non voleva aiutare Blaine nel suoi piano di conquista dei favori degli altri.

Era chiaro come il sole che facendoli ballare e divertire sperava di farsi votare.

Certo che però era bravo, come sempre se non di più.

La sua pragmaticità e il saper tirare a sé l’attenzione lo rendevano l’unico solista dei Warblers per una ragione, dopotutto.


Let it go,
The game is done
The camera's off
It can't be hard

Let it go,
The game is done
Camera's off
It can't be too hard
To fake it now
Gotta fake it now

 

Flint rise, quando Kurt lo prese per un braccio facendogli fare una buffa giravolta.

Era tutto decisamente fuori dagli schemi precisi dei Wablers, ma era dannatamente divertente.

Persino Kirk si era alzato, iniziando a muoversi a tempo, seppure solo dal busto in su.

Blaine saltellava al centro di tutto quel marasma, con un braccio sulle spalle di Nick continuando instancabile a cantare.

Poi, appena la musica si stese in un passaggio lento fece qualche passo in avanti verso Kurt, e magicamente le ‘acque’ si aprirono, visto che tutti i Warblers lasciarono libero il passaggio sino al contro tenore.


Let it go,
There's no way you can change me now.
Get back, you know
I don't need you to save me
So the story goes

Si avvicinò lentamente, guardando Kurt negli occhi mentre questi si fossilizzava, quasi timoroso.

Quando Blaine cantava non era il classico Blaine, sembrava liberarsi da pesanti catene e quindi ci si poteva aspettare di tutto.

Ma non accadde nulla, si limitò a tirarlo a sé per ballare non appena la musica riprese più violenta.

E danzarono vicino fino all’ultimo ritornello.


Hey Mr. DJ
You gotta put a record on, yeah
We're gonna bury this town tonight
We're gonna dance tonight

Quando la musica cessò tutti presero ad urlare e applaudire concitati, elargendo abbraccia e pacche sulle spalle ad Anderson.

Tornarono tutti a sedersi mentre Blaine si riprendeva il cd guardando Thad “Scusa, come va la testa?”

Harwood non lo guardò nemmeno “Male.”

Kurt si alzò uscendo dalla stanza, e quando il suo ragazzo si sedette sul divanetto nemmeno si chiese dove fosse andato, immaginandolo da sé.

“Ora è il turno di Duvall” lesse con voce fioca Thad, reggendo l’elenco. Si schiarì la voce, allungando il braccio verso lo stereo “Prego”

Nick si alzò, sfilandosi la giacca e mostrando a tutti un gilet grigio come i pantaloni. Poi indossò un cappello e, sotto diversi fischi ed esclamazioni da bordello andò verso lo  il lettore cd.

“Io ho preparato Summer Love di Justin Timberlake” disse abbozzando un sorrisetto “Settimana scorsa ero un po’ più allegro e mi sarebbe piaciuto cambiare canzone ora ma…. Visto che un paio di voi mi hanno aiutato a montare la coreografia non me la sono sentita di cambiare”

Wes annuì, comprensivo “Quando vuoi inizia…

Nick annuì, dando il via alla canzone e correndo al centro della stanza prima che la base partisse.

Una musica incalzante uscì dalle casse dello stereo e lui inizio a cantare da solo, accennando qualche passo di danza e tenendosi il cappello marcato sul viso.

 

But let me show you 'round, let me take you out
Bet you we could we could have some fun girl
'Cause we can do it fast (fast), slow, whichever way you wanna run girl
But let me buy you drinks, better yet rings
Do it how you want it done girl
And who would've thought that you could be the one 'cause I

( Summer Love - Justin Timberlake )

 

Solo alla fine della prima strofa, sia Jeff che David si alzarono in piedi, seguiti poco dopo da Richard e, dopo essersi sfilati il blazer rivelando a loro volta un gilet grigio, si avvicinarono a Nick iniziando la coreografia vera e propria sul ritornello.

Rich seguiva il suono dei bassi, imitandone le frequenze mentre gli altri due aiutavano i coretti, rimanendo comunque molto più leggeri rispetto a Nick.


I can't wait to fall in love with you
You can't wait to fall in love with me
This just can't be summer love, you'll see
This just can't be summer love (L-O-V-E)

Kurt rientrò nella sala mentre Nick si apprestava a iniziare la seconda strofa, strisciando lungo la parete e appoggiando un bicchiere di plastica ricolmo di tè caldo davanti a Thad.

“Bevi” sussurrò piano Kurt “ ti farà bene… dopo andiamo di sopra a prendere le medicine….”

Thad sorrise appena “Credo sia solo influenza e…

Hummel lo guardò risentito “Non prendermi in giro. Mai più”

Harwood sorrise di nuovo, stavolta di più, prima di prendere il tè “Grazie” bisbigliò a Kurt mentre questi si accovacciava accanto a lui per non disturbare l’esibizione di Nick tornando al suo posto.

Hummel ricambiò il sorriso, ripuntando gli occhi su Duvall, mentre quelli di Thad rimanevano fissi su di lui qualche minuto.


I know how to do it insane girl
'Cause I can make it hot, make it stop
Make you wanna say my name girl
Come on baby please 'cause I'm on my knees
Can't get you off my brain girl
But who would've thought that you could be the one 'cause I

 

A Blaine non sfuggì nulla, ma non fece assolutamente niente per farlo notare.

Tornò a guardare Nick, mentre Flint si sporgeva verso di lui “Hai capito Duvall??” disse con un sorrisetto “Meglio dell’originale.”
Blaine ridacchiò, battendo le mani a tempo di musica e unendosi così a tutti gli altri che già lo stavano facendo.


'Cause I can't wait to fall in love with you
You can't wait to fall in love with me
This just can't be summer love, you'll see
This just can't be summer love (L-O-V-E)

 

Quando la canzone –e relativa coreografia Hip Hop- terminarono, tutti applaudirono congratulandosi col cantante e con gli aiutanti e per una misera frazione di secondo gli occhi di Flint si scontrarono con quelli di Rich mentre cercava Jeff.

Poi distolse bruscamente lo sguardo.

Quando il biondino si avvicinò Flint in cerca di complimenti essi non tardarono ad arrivare con un bacio “Sei senza dubbio il miglior ballerino che abbia mai visto” gli disse il morettino, spostandogli la frangetta sudata dalla fronte.

Jeff lo baciò ancora prima di tornare a sedersi sulla poltrona accanto a Nick e istintivamente Flint guardò verso Rich chiedendosi il motivo di quello strano sguardo, ma quello stava parlando con Cameron e non lo ricambiò una seconda volta.

“Bene, passando all’ultima esibizione, grazie a dio” disse Thad prendendo un altro fazzoletto mentre Kurt tornava da Blaine “James Kirk….”

Il biondone si alzò, andando in fondo alla stanza e sedendosi al piano, costringendo così tutti quanti a voltarsi verso di lui.

Senza dire assolutamente nulla appoggiò gli spartiti davanti a sé e, appoggiando le mani ai tasti, prese subito a suonare.

 

How cruel is the golden rule?
When the lives we lived are only golden-plated
And I knew that the lights of the city were too heavy for me
And though I carry karats for everyone to see

( Golden - Fall Out Boy )

Ethan chiuse gli occhi, lasciandosi cullare totalmente dalla voce melodiosa di Kirk, sognando di potergli accarezzare i morbidi capelli biondi e baciargli il collo mentre questi continuava a suonare quella bellissima canzone che gli aveva concesso di scegliere insieme…

Era così bravo da fargli vibrare ogni corda dell’animo intonando solo qualche nota.

Kirk era davvero perfetto ai suoi occhi….


And I saw God cry in the reflection of my enemies
And all the lovers with no time for me
And all of the mothers raised their babies
To stay away from me

 

“Non  l’ho mai sentito cantare così” mormorò Wes vagamente affascinato, mentre Thad ascoltava ad occhi chiusi, tenendo e mani incrociate davanti a sé.

“Penso sia migliorato davvero molto dall’ultimo provino per un assolo“asserì David, girandosi la matita fra le mani.

Montgomery annuì, tornando a fissare il biondo.

Migliorato era riduttivo nel suo caso, era, come dire, cresciuto.

La sua voce aveva un che di maturo e sicuro che non aveva mai avuto.


Tongues on the sockets of electric dreams
Where the sewage of youth drown the spark of my tears
And I knew that the lights of the city were too heavy for me (too heavy for me)
And though I carry karats for everyone to see (everyone to see)

Tutti ascoltavano affascinati in un silenzio quasi religioso.

Kirk non riusciva ad aprire gli occhi, non voleva scoprire, leggendo i volti dei suoi compagni, cosa stavano ipotizzando su di lui in quel momento.

Lui, che con la mente era distante anni luce mentre suonava meccanicamente ma cantava col cuore.

Tutte le volte che sedeva davanti a quello strumento pensava a tutto e a niente.

Pensava a suo fratello, ai suoi genitori, alla palla rossa con cui giocava da solo, contro il muro, dopo la morte di Tom, alle risate di quei bambini che lo schernivano perché si credeva superiore.

E, di recente, anche ad Ethan e al suo modo di stargli accanto.

Di accettare il fatto che era e sarebbe stato sempre e solo il suo migliore amico….


And I saw God cry in the reflection of my enemies
And all the lovers with no time for me
And all of the mothers raised their babies
To stay away from me

La canzone era quasi finita, e solo a quel punto Kirk tornò nella stanza, abbandonando il flusso di ricordi ed emozioni.

Aprì gli occhi, guardando Ethan e con un sorriso intonò l’ultima strofa, abbassando poi lo sguardo sulla tastiera lucida del pianoforte.


And pray they don't grow up to be me

 

Dopo i soliti applausi e le congratulazioni generali Wes prese la parola.

“Cerchiamo di fare presto, così sarete tutti liberi di andare visto che ormai sono quasi le sette di sera” disse il ragazzo asiatico, guardando poi un po’ preoccupato Thad.

“Oh sì ti prego” pigolò questo “Voglio andare a morire a letto…

“Ok, quindi…. Votiamo….” Wes batté a caso col martelletto, richiamandoli all’ordine quando nessuno stava parlando.

“Si vota con ordine civile, se è possibile” disse Thad, passando a Kurt dei fogli bianchi “Ora la mia velina vi passerà questi fogli” proseguì nella spiegazione, mentre Hummel lo guardava male “Scrivete tre nomi, poi piegata il foglio in quattro e mettetelo nell’urna…

Tutti e due i capi consiglio guardarlo in loro terzo, ovvero David che ci mise un istante a sollevare la scatola bucata sopra al coperchio e che fungeva da urna….

“Perché c’è un cazzo disegnato sopra?” domandò con eleganza Thad.

David scrollò le spalle “Perché è così che io considero quest’idea…

Tutti rimasero scioccati.

David non aveva mai e poi mai fatto una cosa del genere.

Con lo stupore generale tutti votarono, uscendo poi uno ad uno dalla stanza.

Kurt attese Thad, poi lo prese a braccetto come se fosse un suo nonno anziano, e avviandosi verso la stanza chiese “David ha preso a far uso di droghe mentre ero a casa?”

Blaine li guardo allontanarsi, sospirando e arrivando da solo a capire che sì, doveva parlare.

E con Thad.

 

 

Kurt prese una pastiglia di Clorpromazina, ma Thad lo fermò “Non mi serve quella, non sto avendo un attacco psicotico…

“E allora cosa?” chiese preoccupato Hummel, sedendosi in parte a lui sul letto.

Thad sospirò “Non prendo lo Xanax da più di quattro giorni e il mio fisico sente la dipendenza, tutto qua”

Kurt lo guardò attentamente negli occhi “Sei in astinenza?”

Harwood annuì “Già”
“Perché non lo prendi?”

“Perché non mi va di continuare ad agire e pensare in funzione di uno psicofarmaco, cazzo!”

Kurt sospirò, mentre Thad si pentiva a poco a poco della sua reazione eccessiva nei confronti del più piccolo.

Quella sensazione di pesantezza allo stomaco, i crampi addominali, i giramenti di testa….

Era tutto così dannatamente insopportabile da farlo incazzare.

Anche se ovviamente sbagliava a prendersela con il solo che davvero si interessava a lui.

Kurt era il solo che sarebbe potuto riuscire a tirarlo fuori da quella merda, e non lo sapeva.

“Scusami, io sono un isterico di merda e…
Kurt scosse il capo sorridendogli, prima di togliersi le scarpe e stendersi sul letto, abbracciandolo per i fianchi e continuando così a sostenere che la miglior terapia, per Thad, era quello di sentirsi ben voluto.

E lui aveva intenzione di stargli accanto, qualsiasi cosa sarebbe successa, anche tornare al McKinley.

Thad non si fece di certo pregare e, rapidamente, avvolse Kurt in un abbraccio appoggiando il viso sul suo capo e chiudendo gli occhi.

Avrebbe dato tutto, la macchina, la casa, qualsiasi cosa per poter strappare al più piccolo un dolce bacio.

Ma non poteva, perché Kurt stava con Blaine.

Kurt era di Blaine….

E a lui doveva bastare il tiepido calore di un abbraccio fraterno.

Rimasero immobili per molto tempo, poi il cellulare di Thad squillò “È  il fattorino con la pizza” disse Harwood “Ho chiesto di chiamare quando arrivava…

“Pizza?” chiese stranito Kurt.

Thad annuì “Col cazzo che mangio il cibo della mensa, sto male.” Bonificò piagnucolante, facendo ridacchiare Kurt “Ho ordinato anche la tua preferita: bianca con le verdure grigliate” storse il naso “Come cavolo fai a mangiare quello schifo…

“È deliziosa. Scendo io a prenderla… e scordatelo!” disse velocemente Hummel infilandosi le scarpe e impedendo a Thad di prendere il portafogli.

Ma…

“Offro io!” quasi si uccise, uscendo di corsa dalla porta e camminando veloce per le scale sino all’ingresso, stringendosi poi nel blazer a causa dell’aria fredda portata dalla pioggia.

Camminò veloce, sempre più veloce fino a che non vide l’auto della pizza d’asporto, raggiungendola velocemente e appoggiandosi al finestrino aperto con un sorriso.

“Buona sera, sono Har…” si interruppe guardando in faccia l’addetto alle consegne, che ricambiò lo sguardo con un misto di vergogna e dispiacere.

Kurt…

Sam…?”

 

 

 

Continua…

 

 

Nda:

 

come promesso ecco a voi la seconda parte in tempi molto ristretti!

Innanzi tutto vado con alcune premesse:

 

-      Odio con tutta me stessa Dave Karofsky.
Davvero, per me è inconcepibile non solo il Kurtofsky ma anche la sola esistenza di questo personaggio assolutamente incoerente che passa dall’essere un autentica m***a al fare il patetico piangendo davanti a Kurt
Detto questo aggiungo anche che la sua parte nella mia storia non è finita, ne per Jeff ne, drammaticamente, per Kurt e Blaine.
Se voi lo amate e vi sentite offese dal ritratto che ne faccio beh, mi dispiace ma non cambio la trama. Sappiate che per l’opinione che ho di lui lo tratterò anche troppo bene nei capitoli che seguiranno.

-      Prestate molta attenzione allo scambio di sguardi tra Flint e Richard, diventar importante in seguito.

-      Le canzoni scelte sono tra le mie preferite, come sempre, amo i FOB, i Cobra e quel figone di Justin dai tempi degli Nsync.

 

Grazie come sempre ad H per aver  betato e anche a D per aver dato una mano!

 

Grazie a chi recensisce, finisco ora di rispondere^^

 

Al prossimo capitolo!

Un bacione

Jessy.

 

 

Ps: passate a leggere questa bellissima Hummerwood!

The Man Who Can’t be Moved~ di Brave than Nana

 

 

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Capitolo 23
*** #20 : A Cristal jail. ***


bananissima

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

#20 : A Cristal jail.

 

 

 

Kurt non si sentiva così da molto tempo.

Non era la felicità che gli mancava, visto che l’aveva trovata sulle labbra morbide di Blaine.

Non era nemmeno eccitato, aveva preso atto di quell'evento senza esaltarsi eccessivamente, non andando al di di un sorriso compiaciuto.

Kurt si sentiva libero.

Poteva tornare al McKinley, esattamente come si era silenziosamente augurato per molto tempo.

Era davvero libero ti poter tornare nelle New Direction, di rivedere tutti i giorni il sorriso solare di Mercedes, ascoltare i discorsi egoistici di Rachel e quelli privi di senso logico di suo fratello.

Tornare a casa la sera e stare con suo padre….

E poteva sul serio, non solo perché teneva Karofsky in pugno ma soprattutto perché si era reso conto di quanto davvero fosse inoffensivo quel ragazzo.

Forse aveva anche ragione riguardo la minaccia di morte, non avrebbe mai e poi mai portato a termine quelle parole….

Ma non importava più, perché Kurt poteva tornare a casa.

Eppure, quella lieve euforia fu stroncata dal suo arrivo alla Dalton, quello stesso pomeriggio.

“Sicuro che vuoi iniziare da domani?” domandò Burt, fermando l’auto e tirando il freno a mano.

Kurt annuì lievemente “Non so se avrò il coraggio di lasciarli se aspetto molto… Da domani a mezzogiorno sarò di nuovo il solo gay dichiarato del McKinley…

Il padre si limitò ad asserire, mentre entrambi scendevano dall’auto incamminandosi verso il liceo “Stanotte resti a dormire?”

Kurt ci pensò su, poi scrollò le spalle “Penso di tornare a casa domani mattina e passare la serata con i ragazzi. Sarà dura lasciarli….”

Burt annuì comprensivo, poi salutò il figlio dirigendosi alla segreteria per ritirarlo dalla Dalton mentre il giovane Hummel rimaneva un istante impalato al centro dell’ingresso, guardandolo allontanarsi.

Per Kurt la Dalton era una splendida prigione di cristallo, bellissima e confortevole, ma che lo teneva stretto tanto da levargli il respiro, alle volte fredda , ma facile da distruggere per tornare indietro alla sua vecchia vita. Non si era mai sentito davvero parte di quel mondo, forse perché in cuor suo aveva sempre saputo che quella era solo una soluzione estemporanea. Eppure gli sarebbe mancato trovarsi lì.

Nick, Jeff, Trent, Flint…. Gli sarebbero mancati tutti quanti.

Thad e Blaine soprattutto.

Sperava davvero con tutto il cuore di tenere allacciati i ponti con loro, di vederli e continuare a sentirli. Per un istante si sentì terrorizzato all’idea che magari gli altri potessero avercela con lui, ma deglutendo lentamente regolarizzò il respiro, incamminandosi verso l’ala della scuola adibita ai dormitori.

Arrivò alla scalinata che conduceva ai vari piani e lì vide molti dei Warblers, accalcati a leggere qualcosa dalla bacheca.

“Che succede?” chiese a Flint, che aspettava a parte, senza buttarsi in mezzo alla mischia.

Wes ha appena affisso i risultati della votazione, e ha detto che se non ci crediamo ci fa anche vedere le schede…

Kurt annuì, mentre guardava Richard uscire dalla fila esultante.

Jeff, che era stato dotato di una buona altezza dalla natura generosa, si sporse in avanti leggendo i nomi. Sospirò, abbassando le spalle, e tornando verso il suo ragazzo, salutando Kurt con un sorriso “Congratulazioni ad entrambi, siete solisti” disse nascondendo un poco la delusione. Essa però permeava i suoi occhi cangianti in modo così nitido che gli altri due non chiesero nulla.

Flint lo guardò dispiaciuto “Non è giusto, sei stato bravissimo”
“Davvero non importa” replicò velocemente Sterling,  mettendosi le mani in tasca.

“Chi è passato?” chiese Trent raggiungendoli, teso.

Il biondo si spremette le meningi “Loro due” disse indicando Kurt e Flint “tu, Thad, Rich, Nicky e Blaine.”

Nixon prese ad esultare “Finalmente il mio momento è arrivato!” Mise una mano sulla spalla del più alto “Mi dispiace fratello, davvero”

Fai pure, sono un tipo sportivo io”

“Tu canterai, Jeff” disse risoluto Kurt, guardandolo negli occhi.

Sterling sorrise “Si certo, spero di avere una parte significativa nella canzone corale ma…

“No, farai un assolo…

Kurt si avvicinò al foglio sul quale erano segnati i nomi, aprendo la cartella e barrando il suo, sostituendolo con quello di Jeff.

“Ma che fai?!” chiese il biondo sconvolto, mentre lo raggiungeva assieme agli altri due “Tu te lo sei meritato, sei stato eccezionale e…

“Me ne vado” buttò fuori Kurt, richiudendo la penna e guardandolo affranto, sentendo improvvisamente la tristezza piombargli addosso “Torno al McKinley….”

Il silenzio calò pesante sui tre Warblers, che rimasero intontiti a boccheggiare.

Flint riuscì a riscuotersi per primo “C-cosa?? Non puoi andartene!” sbottò, ancora stravolto “Tu… no! Non puoi lasciarci così!”

Kurt portò gli occhi a terra, sospirando “Lo so…. Ma, ragazzi ho la possibilità di tornare al mio vecchio liceo e…

“Scaricarci!” concluse Wilson, passando dallo stranito all’infuriato “Non posso crederci Kurt! Davvero, non pensavo fossi così..”

“Così come?” chiese Hummel, senza capire.

“Opportunista” terminò acidamente il morettino “Ora che le ND vanno alle Nazionali vuoi partecipare anche tu immagino…

Kurt ci rimase parecchio male, tanto che sul momento non riuscì a trovare le parole per spiegarsi o insultare Flint.

Ma ci pensò qualcun altro.

“Senti Wilson, dacci un taglio. Capito?” Thad scese le scale velocemente, fissando con espressione dura il moro.

“Se no che mi fai? Mi picchi per difendere il tuo innamorato?” domandò tagliente Flint.

Harwood lanciò una breve occhiata a Kurt prima di fare un passo verso Flint “Non picchio le ragazze…

Sterling si mise in mezzo, appoggiando una mano sulla spalla del suo ragazzo e sussurrandogli un ‘finiscila’ appena udibile.

Wilson lanciò un ultima occhiata rancorosa a Kurt, prima di salire le scale, immediatamente seguito da un torvo Trent. Jeff invece si voltò verso Kurt “Scusa io…. non so cosa gli sia preso….”

Kurt scosse piano il capo “Non importa. Ha le sue ragioni per…

“No, non le ha” lo corresse duramente Thad prima di ammorbidire il tono, accarezzando i capelli di Hummel “è la tua vita, sono tue decisioni.”

Jeff annuì “Questo è vero e, per quel che vale, mi dispiace che tu te ne vada” Si avvicinò ulteriormente, abbracciandolo “Ci mancherai.”

Kurt ricambiò brevemente la stretta, sorridendo triste “Anche voi”

Jeff si staccò, sorridendo, prima di avviarsi alle scale. Salì un paio di gradini prima di voltarsi verso il controtenore un’altra volta “Grazie ancora…. Davvero.” Indicò la lista dei nomi dei solisti “Se hai bisogno di qualsiasi cosa, sappi che io sono in debito”

Kurt scrollò le spalle “Va bene così Jeff, te lo meriti”

Quando il biondo sparì su per le scale Thad si voltò verso Kurt “Come ti senti?”

“Uno stronzo” replicò Hummel “Ma parliamone di sopra…

Harwood annuì seguendolo verso il dormitorio “Blaine lo sa?”

“Sì, l’ho chiamato mentre tornavo qui. E comunque lui mi ha spinto a cercare di aggiustare le cose. Ora che tutto è tornato a posto da sé è felice per me…

Thad aprì la porta della stanza, pronto a sputar fuori quella domanda che stava ustionandogli la lingua “E…. Rimanete insieme lo stesso?”

Kurt annuì, sfilando la valigia da sotto il letto e appoggiandola lì sopra “Certamente, abbiamo già deciso che ci vedremo ogni volta che potremo…. Verrò io qui o verrà lui a Lima di pomeriggio…. Usciremo i weekend…. Cose così insomma”

Harwood si sedette sulla trapunta, sospirando “Capisco”

Kurt notò una certa tristezza nel suo tono e nel suo sguardo, così lasciò perdere le camice per sedersi accanto a lui “Anche se ora me ne vado ciò non significa che io ti abbandono” disse fissando il pavimento “Se dovessi sentirti male, se dovessi aver bisogno di me io ci sarò sempre Thad. Te l’ho promesso”

Il più grande gli sorrise dolcemente “Lo so, Poockie” sussurrò prima di appoggiare il capo alla sua spalla. Kurt sospirò, fissando un punto imprecisato della parete e cadendo in un silenzio assorto.

“A che pensi?” chiese Thad.

“A quando sono arrivato qui” replicò il più piccolo.

“Non dovresti portare alla mente dei ricordi così traumatici” esclamò sarcastico Harwood, facendo ridere Kurt.

“Invece credo proprio che tutto questo mi mancherà sai?” Si guardò attorno, come per imprimere nella memoria ogni angolo della stanza “Quando sono entrato qui dieci minuti fa mi sono sentito come la prima volta. Disorientato e affascinato.”

“Non pensavo, però, che tu desiderassi tanto andartene”

“Nemmeno io in realtà. È recente questa sensazione di oppressione” provò a spiegare il più giovane “Mi dispiace…

“Fai bene” Thad si alzò, stiracchiandosi “Rimani stasera?”
Kurta annuì “Vado via domani in mattinata…. Il preside Figgins ha detto che sarò un alunno del McKinley da domani a mezzogiorno”

Thad assentì “In tempo per le prove del Glee?”

“Si, ma vorrei puntualizzare che quello che Flint ha detto è…

“Una stronzata, lo so. Non l’ho mai pensato” Harwood sorrise ancora, prima di prendere un cambio di intimo dall’armadio “Ora scusa ma faccio una doccia veloce, intanto che tu prepari le valige”

Kurt annuì, passandosi una mano tra i capelli “Se vuoi puoi finire il mio bagnoschiuma, tanto è quasi vuoto e non voglio rischiare che si apra in valigia”

“Come preferisci”

Harwood entrò in bagno, chiudendo a chiave e andando ad agganciare subito il cellulare alle casse da computer che usavano per ascoltare la musica mentre si lavava. La canzone iniziò a coprirgli i pensieri mentre si sfilava lentamente la divisa, lasciandola cadere sgraziatamente sul pavimento del bagno.

Si spogliò completamente prima di entrare nella doccia.

 

Crawling in my skin
these wounds they will not heal
fear is how i fall
confusing what is real

There's something inside me that pulls beneath the surface
consuming/confusing
this lack of self-control i fear is never ending
controlling/i can't seem
to find myself again
my walls are closing in…

(Crawling - Linkin Park)

 
Annegò il viso sotto il getto caldo dell’acqua, ma esso non lo salvò dai singhiozzi che iniziarono a scuotergli le spalle.

Per paura di essere scoperto si portò una mano alla bocca mentre scivolava verso il fondo della doccia, tenendo la schiena appoggiata alla superficie fredda della mattonelle. E rimase, seduto con le ginocchia tirate al petto e la fronte su di esse, a piangere.

Thand Harwood non aveva mai pianto, nemmeno da bambino.

Non faceva i capricci perché sapeva che a nessuno importavano.

Eppure, in quel momento, desiderò davvero per la prima volta che qualcuno si curasse delle sue lacrime.

Ma non accadde.

 

 

“Che posto squallido” Kirk si guardò attorno mentre allentava appena la sciarpa, stando ben attento a non appoggiarsi da nessuna parte dentro a quella vecchia capanna per gli attrezzi “Nemmeno la scuderia dove teniamo i cavalli è così lercia…

“Cavalchi, Kirk?” chiese Nick, aprendo una delle lattine di birra che Thad stava prendendo fuori dal buco sotto le assi del pavimento.

“Gioco a polo di tanto in tanto” confermò Kirk, osservando critico una bottiglia di vino rosso.

“E fai il cavallo, il fantino o la mazza?” domandò Duvall, scatenando le risate generali “Tutti mi prendono in giro per il naso, ora è il mio turno!”

Kurt aprì un paio di fazzolettini di carta, appoggiandoli con cura sul ripiano impolverato di un vecchio tavolo di ferro, prima di sedersi lì sopra, accanto a Blaine.

“Non fare quella faccia” Disse Anderson, spingendo piano la spalla contro quella del suo ragazzo “questa specie di festa è per te”

“La ThreeSix Maphia, come vedete, funziona alla grande” confermò con orgoglio Jeff, passando un enorme pacco di patatine a Trent che subito ci si buttò quasi dentro.

“E ora perdiamo un membro fondamentale del progetto” sbuffò Thad guardando Kurt “Chi ci farà da palo ora?”

Hummel prese a ridacchiare, prendendo uno pseudo cosmopolita che Nick gli aveva appena finito di preparare “Magari ora faccio io il corriere dell’alcool. Se ve lo porto da Lima è ancora meno sospettabile no?”

Duvall lo abbracciò di slancio, lasciandogli un bacetto sulla guancia “Mi mancherai, ma sei più utile così!”

“Oh grazie eh!” si finse indignato l’interessato, sgusciando via dalla sua presa.

Si appoggiò inavvertitamente al petto di Blaine con parte della schiena, ma per la prima volta non scattò via come se avesse preso la scossa.

Arrossì lievemente, risedendosi composto mentre Anderson gli sorrideva dolcemente.

“Oddio siete da diabete” disse Trent, semi disgustato.

“E se lo dice lui dovete crederci” insistette Nick, facendo ridere gli amici.

“Ora che se ne va Kurt perdiamo il controtenore” disse tra sé e sé Ethan “E dobbiamo cambiare il numero di apertura della notte dei fuochi”

“C’è tempo per quello” lo liquidò in fretta Wes, stringendosi nella giacca mentre con una mano faceva segno di lasciar correre “Stasera è per Kurt, godiamocela sperando di non essere beccati e sospesi!”

“Non ci viene mai nessuno, siamo belli lontani dal campus” gli fece notare David.

“Possiamo anche cantare!” disse di punto in bianco Nick, ridacchiando.

“Ecco questo è un po’ eccessivo però” Thompson ci provò a salvare la situazione, ma subito Nick e Jeff balzarono al centro della stanza, iniziando a cantare.

 

I've been let loose and now I'm crawling

up the walls

Word is I got away and now I must be

Caught

Don't leave, take it from me

I've been more than a king

I can't take that, I can't take that

(One of Those Night - The Cab)

 

 

Si avvicinarono a Kurt mentre questo li guardava divertito.

Erano davvero bravi quei due, in coppia specialmente.

Peccato che Nick fosse etero, pensò Hummel, dandosi poi mentalmente del bastardo. Ma infondo era ancora in collera con Flint.

Continuò a fissarli mentre cantavano, presi dall’euforia, saltellando in giro, con gli altri a battere le mani a ritmo.

Wes lanciò un’occhiata nervosa fuori dalla finestra ma, effettivamente, non sembrava esserci nessuno.

 

Don't leave, take it from me,

You're my dirty disease.

I can't take that, I can't take that

My flatlined inhibition is my ammunition

I'm just fighting to get by

Just give me some direction

I'll be your affection

How could you leave me behind

 

Il testo era molto appropriato e contando quanto poco ci avevano messo a sceglierlo, Kurt si chiese se i loro cervelli fossero un qualche modo connessi telepaticamente.

Thad si alzò in piedi, scrollandosi la polvere dai jeans prima di attaccare con un pezzo lento.

 

If seconds heal the wounds

I'll put these tips on you

When faith is left to prove

It's all you have to lose….

 

Kurt gli sorrise ingenuamente, non soppesando le parole di quella canzone così come non aveva mai fatto.

Semplicemente non capiva i messaggi subliminali che Harwood gli trasmetteva cantando, e di certo non lo faceva apposta.

Dopo Lost, nessuna canzone gli sembrava da prendere un serio.

Pensava che Thad scherzasse esattamente come gli aveva detto quel pomeriggio e il maggiore ne era consapevole. Si era tirato la zappa sui piedi da solo.

Blaine, che di certo non si era perso una sola  virgola delle espressioni facciali di Thad mentre cantava notò subito gli occhi neri del capo consiglio guizzare in un paio di occasioni verso Kurt e, colto lievemente in contropiede, si irritò appena.

Alzò la voce, cantando al suo posto e coprendo parzialmente la voce, un po’ anche perché appena Anderson prese il controllo della situazione Harwood si zittì subito.

Non aveva il diritto di mettere sotto la voce del ragazzo di Kurt, anche se vocalmente poteva, eccome.

 

I'm a mess and you're worse

Just give me time

To give you a waste of time

One of those nights

When you leave me for no reason

I'll give you a reason

 

Non è ben chiaro come, ma Wes aveva la capacità di percepire subito quando l’aria cambiava iniziando a tirare per il verso sbagliato, così si alzò in piedi battendo le mani “Tutti bravissimi ma non sfidiamo la sorte. Se ci beccano non oso pensare a che ci fanno…

“Anche perché vi si sente da metà campus” tutti si voltarono verso la porta sulla quale sostava a braccia incrociate Flint Wilson. Non tutti erano a conoscenza del motivo per il quale non si era presentato fino a quel momento, ma di certo non ci volle molto ad arrivarci “Kurt potresti venire un istante con me? Vorrei scusarmi per oggi..”

“Davvero non importa…

“Per favore, per me significa molto…

Kurt annuì, scendendo dal tavolo e uscendo, portando con se il bicchiere di carta rosso ancora pieno.

Seguì il morettino fino al limite della scuola, arrivando alla staccionata di legno dipinta in bianco “Io ci tengo a dirti un paio di cose”

“Davvero non occorre” forzò un sorriso Kurt, mentendo “Io non me la sono presa, posso capirti è stato tutto così inaspettato anche per me.”

“No, il fatto è che ho scaricato su di te le mie frustrazioni…. Kurt… “Gli occhi grandi di Flint si calamitarono a quelli lievemente a mandorla di Kurt, guardandolo serio “Io e te…. Siamo amici dal tuo arrivo. C’è sempre stata una certa affinità tra noi e ora più che mai”

Kurt rimase un istante in silenzio “In che senso scusa?”

Il morettino non parlò per un istante poi, lentamente, prese a spiegare “Io me ne devo andare….”

Gli occhi di Hummel si allargarono consapevoli “Non dirmi che…. Tua madre”

Già…

“Dove?”
“New York”

Hummel rimase per qualche secondo senza parole, incapace di dire una singola parola “Mi dispiace davvero tantissimo”

Flint abbassò lo sguardo, mentre il viso si contorceva in una smorfia sofferente “ È così ingiusto, Kurt…. Io qui stavo davvero bene”

“E Jeff sa che..?”

“No e non intendo dirglielo ora…. Lo sapete tu e Trent

L’altro sospirò, portando una mano sulla spalla dell’amico “Io non so che dire…. Ma non ci sono possibilità che lei…
“Cambi idea?” una risata fredda uscì dalle labbra del moro “Mi seppellirebbe piuttosto che sacrificarsi un minimo, ne sono certo”

Kurt stava per aggiungere qualcosa, ma l'espressione terrorizzata di Flint lo fece desistere. Fissò lo stesso punto e per poco vomitò per lo spavento.

“Cazzo quella è la Cooper che punta verso il capanno degli attrezzi??”

Flint lo tirò con dietro alla staccionata e in fondo a un piccolo fosso, al limitare del campo, nel quale si accucciarono.

Velocemente il moro prese il cellulare, chiamando Jeff “Uscite subito! Arriva la Cooper!” disse concitato senza permettere al suo ragazzo nemmeno di rispondere alla chiamata decentemente.

-Come scusa?- la voce del biondo gli arrivò confusa.

“Uscite dalla finestra laterale e scappate nel fosso all’inizio del campo. Io e Kurt siamo qui. Veloci!”rimise il telefono in tasca, appoggiandosi con la schiena contro la ripida discesa del fossato, attendendo.

Kurt prese a mangiarsi violentemente le unghie mentre, senza farsi vedere, fissava la professoressa di matematica parlare con l’anziano custode, prima di incamminarsi di nuovo a passo svelto verso il capanno.

“Ma che fanno?? Perché non escono??” chiese con voce stridula.

Si metteva male…

 

-Uscite dalla finestra laterale e scappate nel fosso alla fine del campo. Io e Kurt siamo qui. Veloci!.-

Jeff rimase un attimo a boccheggiare guardando agitato oltre la porta aperta per metà e vedendo, in lontananza, la prof di mate e il custode parlare “Oh…. Cazzo…

“Troppo forte il drink? Ci volevi più cedrata?” chiese Thad, preoccupandosi di aver caricato troppo il gin lemon.

Il biondo scosse il capo, indicando la porta. Tutti si voltarono e in un attimo il panico fu.

“Oh no! Mio padre mi uccide!” disse Kirk.

“Tuo padre?” chiese Blaine impallidendo “MIO padre, mi prende, mi toglie tutto, mi fa soffrire e poi mi uccide!”

Thad prese entrambi per le spalle “Calmi, ora. Devono esserci vie di fuga”

“Flint ha detto di uscire per la finestra laterale e correre nel fosso, nel campo insomma!” stridette Jeff, nel panico più totale.

“Ok correte allora” disse Harwood prendendo Nick per il collo della camicia mentre si avvicinava alla finestra “Non possiamo lasciare l’alcool in giro, aiutami a sistemarlo”

“Perché non può farlo Jeff?” Piagnucolò Duvall, chinandosi e buttando tutti i bicchierini, anche quelli pieni, nel buco del pavimento.

“Lui ha il ragazzo, io e te siamo soli e abbandonati a noi stessi” rispose sbrigativo Thad, mettendo via un paio di bottiglie “E poi lui è troppo lento! Dai su su!”

Jeff fu il primo ad uscire, grazie alle gambe lunghe non gli fu poi così difficile.

Poi lo seguì subito Kirk, correndo direttamente alla staccionata a buttandosi nel campo, rischiando anche di cadere. Kurt e Flint sospirarono sollevati quando anche Cameron e Ethan li raggiunsero.

“Dai, veloci” ordinò Wilson, guardando preoccupato il suo ragazzo che con l’aiuto di Richard cercava di tirare fuori Trent. Solo quando il ragazzo cadde quasi di faccia notarono che a spingerlo da dietro c’era anche Andrew, che si buttò a pesce su di lui seguito da Jesse e Nelson. Blaine fu il successivo e finalmente Kurt poté tornare a respirare. Wes e David erano appena accorsi dopo di loro quando Jeff e Rich si allontanarono dalla finestra dopo aver aiutato anche Las.

“Dove è Thad?” chiese spaventato Kurt, guardandosi attorno, per poi rivolgersi a Blaine “Perché lo avete lasciato indietro?”

“Stava sistemando le bottiglie con Nick, non so…

Appena avvertì il nome dell’amico Jeff, che era appena arrivato affianco a Flint praticamente strisciando, fece per alzarsi e correre ad aiutarlo, ma il suo ragazzo glielo impedì.

“Fermo, ormai non possiamo far altro che aspettare” gli disse il morettino, colmo d’ansia.

Rimasero tutti in silenzio, trattenendo il fiato mentre la professoressa e il signor Allman entravano nel capanno….

 

Nick guardò attorno a , controllando che non fosse rimasto fuori nulla prima di prendere le assi del pavimento e risistemarle in modo tale che il buco sparisse.

Thad vi stese sopra un vecchissimo tappeto pieno di polvere e,in quel momento, la voce della professoressa sembrava provenire proprio da dietro la porta.

“Che facciamo?” bisbigliò spaventato Duvall.

Non avevano vie di figa.

Thad presa a ragionare velocemente “Siediti sul tappeto.”

C-cosa?”

Harwood si lasciò cadere a gambe incrociate, tirandosi addosso Duvall che dovette appoggiare le mani a terra ai lati dell’altro ragazzo, su quella massa di sudiciume polveroso, per evitare di cadere.

E poi, mentre la porta si apriva, il terrore diventò ancora più acuto perché le labbra di Thad, e soprattutto la sua lingua, a contatto con la sua bocca.

Rimase del tutto imbambolato mentre Thad si fingeva da prima scioccato e poi del tutto spiazzato per quell’intrusione, supplicando e impietosendo la professoressa di non dire nulla a suo padre.

Di non dire nulla a nessuno.

Dopotutto anche la Cooper non riusciva molto bene ad esprimersi, aveva trovato due dei suoi studenti avvinghiati in un vecchio e polveroso capanno.

Due studenti insospettabili, tra l’altro, figli di buona famiglia e sempre educatissimi.

Beh, almeno con lei.

Quando la donna uscì quasi di corsa, sotto lo sguardo perplesso del custode che si adoperò a seguirla, Thad attese qualche istante prima di scoppiare a ridere.

Una risata quasi isterica e liberatoria.

“Ma sei un coglione!” Nick iniziò a tempestarlo di schiaffi sulla spalla “Tu…. Tu…

“Ti ho salvato il culo, Duvall. Ma l’hai vista!? Non avrà mai il coraggio di dirlo a nessuno!”

Nick lo guardò con istinto omicida “E nemmeno tu lo farai! Dio che schifo non posso ancora crederci”

“Amico una cosa è certa” Duvall lo guardò negli occhi “Non sei gay”
“Bella scoperta, signor Volta”

Thad ridacchiò mentre uscivano insieme dal capanno “Sembra un porno…. Due giovani, un capanno lurido, la persona che li scopre.”

“Che trama scadente”

“Te ne intendi eh?”

Nick sospirò “Sai, quando non hai la ragazza...

Haarwood annuì comprensivo “Ti capisco amico” Fece per abbracciarlo ma questi lo spinse.

“Per un po’ non toccarmi, ok? Prevenzione…sbottò sbrigativo, prima di muoversi tattico verso Sterling che si stava avvicinando, confidando nel buon senso di Thad.

Sperava solo che stesse zitto, nient’altro…

 

L’alba accarezzò il campo e la Dalton pigramente, illuminando un gruppo di ragazzi ancora seduti a terra sull’erba inumidita dalla rugiada mattutina.

Aprile era iniziato da circa una settimana e a sostituire la gelida aria invernale era arrivato un fresco vento primaverile.

Kurt infilò il naso nella kefia che portava al collo, rabbrividendo appena mentre Blaine stringeva di più il braccio attorno alle sue spalle, guardando perso verso il nuovo giorno che sorgeva.

Nick sospirò, osservando il cielo farsi color pesca con un sorrisetto, mentre teneva le gambe stese e il busto sollevato tenendosi puntellato sui gomiti. Lentamente ruotò il capo di lato, osservando Flint seduto a gambe incrociate a pochi metri da lui, con Jeff che teneva il capo appoggiato alle sue ginocchia.

Ed era palesemente addormentato.

“Come fa a dormire sul terreno umido non lo so” disse Duvall scuotendo piano la testa “Avrà male alle ossa per giorni”

“Parli come mio nonno, sai?  Justin Timberlake dei poveri..” Lo prese in giro Wilson, passando le dita affusolate tra le ciocche dorate del suo ragazzo.

Nick gli fece la linguaccia, prima di spostare gli occhi su Thad che sembrava addormentato, appoggiando con la schiena alla discesa del fosso e le mani incrociate sul ventre.

Non poteva dirlo, visto che sugli occhi teneva un paio di Rayban scuri.

Ma in realtà Harwood non stava dormendo. Pensava.

A rompere quell’irreale silenzio fu Wes che si alzò, gemendo appena per il dolore agli arti “Tra un’ora e mezzo dobbiamo essere  a colazione, mediamente decenti magari. Vado a farmi una doccia”

“Anche io vengo” aggiunse David allungando una mano verso di lui per farsi aiutare.

“La fate insieme?” domandò Thad con voce roca, prima di tendere le braccia al cielo e stirarsi.

Kurt riemerse dalla dormiveglia in cui era caduto e cautamente si staccò dal petto di Blaine, che lo aiutò ad alzarsi in piedi “Ho dormito molto?” chiese con la voce impastata dal sonno.

Anderson scosse appena il capo, guardandolo dolcemente “Ti sei appisolato un attimo…

Flint prese Kurt, portando una mano attorno ai suoi fianchi e incamminandosi verso la scuola “Vieni, voglio salutarti per bene” bonificò facendo ridacchiare l’altro “E smettila di pensare male”

Trent e Nick passarono accanto a Blaine sostenendo Jeff come se fosse una vittima di guerra, mentre Duvall chiamava Flint continuando a ripetere che doveva curarsi lui del suo ragazzo.

Blaine però non si mosse verso la scuola per seguire gli altri, bensì si avvicinò a Thad che stava trafficando con un accendino e una sigaretta.

Gli porse una mano per farlo alzare ma quello lo guardò da sopra la linea degli occhiali “Sto bene dove sto, grazie”

Sospirando Blaine si lasciò cadere accanto a lui, a sedere, non potendo evitare di notare uno sbuffo scocciato del ragazzo.

Lo ignorò.

“Da bambino, mio padre solitamente mi portava a vedere l’alba sul lago che…

“Senti arriva al punto” disse rapidamente Harwood “Anche io ho un padre di merda. Non voglio le tue parabole di vita, ti sei seduto qui per parlarmi quindi fallo”

Blaine sospirò, continuando a fissare davanti a “Ho capito tutto”

“Cosa? Come si eseguono le divisioni in colonna?” lo prese in giro Thad.

“No” replicò secco il solista “Tu sei innamorato di Kurt”

Thad sentì un vuoto all’altezza dello stomaco ma con la solita nonchalance fece finta di nulla “Non so di che parli. Non sono una ragazzina spensierata come te”

“Offendermi non cambierà le cose”

“Sono etero e io non mi innamoro” Harwood si voltò di tre quarti verso di lui, guardandolo attentamente negli occhi “Vuoi che ti offenda sul serio? Benissimo. Tu per me sei solo un ragazzino sfigato, imballato di soldi che pensa di essere superiore agli altri e nasconde questa cosa dietro a smaglianti sorrisi gentili. Vivi per compiacere gli altri perché sentirti amato compiace te stesso visto che sei cresciuto nell’indifferenza totale di tuo padre. Sei gay per questo motivo? Perché ti è mancato il suo amore? Possibile. Non lo so e non mi interessa un cazzo. Sei può falso di una moneta da tre dollari e quando Kurt se ne accorgerà ne riparleremo”

Blaine strinse i pugni “Pensi male come sempre. Io non sono come te, visto che ti sei descritto da solo”
Thad esplose in una risata senza colore, alzandosi in piedi “La differenza tra me e te è che tu ti credi meglio di me…. Io, personalmente so solo che tu sei peggio”

Si allontanò a grandi passi, risalendo il fosso e scavalcando con un salto deciso la staccionata mentre Blaine rimaneva immobile, con il cuore che batteva veloce per la rabbia repressa e la consapevolezza che ci aveva visto giusto.

 

 

 

Continua….

 

 

 

 

 

Nda:

Salve a tutti!

Ora devo salutarvi perché scappo una settimana in Egitto con la mia migliore amica e praticamente non mi connetterò!

Il capitolo lo so che è breve rispetto agli altri ma ho postato 2 volte questa settimana quindi gioite che non vi lascio fino al sette senza niente susu!

 

Un paio di noticine come sempre.

La scelta delle canzoni stavolta è puramente emozionale.

Quella cantata da Thad è favolosa, visto che i LP sono la sua band preferita ho pensato di metterla.

Vi metto la mia traduzione personale così capite tutto.

È perfetta:

Strisciando dentro la mia pelle
Queste piaghe non guariranno mai.
Sono caduto per paura
Confondendolo con ciò che è reale.
Dentro di me, sotto la superficie c'è qualcosa che preme
Consumando, confondendo
Temo che questa assenza di autocontrollo sia senza fine
Controllando, non mi sembra
di ritrovare me stesso
Le mie pareti mi stanno intrappolando.

 

Mentre invece quella dei Cab è una simpatica presa in giro a Kurt paragonando la notte che passano insieme a bere con una di sesso xD

 

Grazie a H che ha betato l’ultima parte per consentirmi di postarla in pochissimo tempo!

 

Grazie a chi continua a recensire nonostante sia al mare! Grazie davvero!

 

Ci sentiamo tra una settimana (e un paio di giorni)

 

Un bacione, Jessika.

 

Ps: io patteggio sempre per Thad xD anche dopo questo scontro piccino picciò!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 24
*** #21 : If you have a minute…. ***


bananissima

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

 

#21 : If you have a minute….

 

 

Kurt se n’era andato da pochi minuti, lasciando la Dalton un’oretta prima dell’inizio delle lezioni, eppure Blaine non riusciva ad abbandonare quel maledetto parcheggio, sperando che il suo ragazzo facesse marcia indietro tornado così da lui.

Ma sapeva che non sarebbe successo.

Tuttavia, scacciare quel pensiero egoista, gli parve impossibile. Avrebbe dato tutto per la felicità di Kurt.

Persino la sua.

Girò sui tacchi, dirigendosi lentamente verso la segreteria e compilando il foglio di esonero alle lezioni, segnalando che non si sentiva in forze a sufficienza per poter frequentare quel giorno.

Ne la segretaria ne la preside stentarono a credergli.

Passare la mattinata a deprimersi a letto non sarebbe servito, ma visto che quella sarebbe stata la prima di molte, tanto valeva iniziare.

Arrivò al suo piano, spalancando la sua porta per poi chiederla a chiave per infilarsi il pigiama e buttarsi sul letto.

Avrebbe dormito tutto il giorno, sino a sera, per poi chiamare Kurt con tono allegro per domandargli come fosse andato il primo giorno al McKinley.

Si addormentò tormentato, passando così le prime ore della mattina, e decidendo inconsciamente di non svegliarsi fino alle dieci e quarantacinque quando qualcuno pensò bene di iniziare a prendere d’assalto la sua porta.

Era Ethan.

“Che succede?” chiese Anderson portandosi una mano tra i riccioli scompigliati, dopo essersi appoggiato allo stipite della porta.

Thad ci vuole ora. Riunione d’emergenza” disse Moore.

Ma…. E le lezioni?” domandò a quel punto Blaine, controllando l’ora “Solo che…. Cavolo, i professori saranno furiosi.”

“Un po’, visto che nessuno di noi si è presentato alle lezioni” ammise l’altro, e subito dopo Blaine notò che anche lui era in pigiama “Ma Harwood dice che è urgentissimo quindi devi venire di sopra in camera sua”

Il solista annuì poco convinto, tornando in stanza solo per prendere il cellulare e infilarsi la vestaglia con applicato sopra il logo della Dalton.

Nella stanza di Harwood c’era il mondo. Quest’ultimo sedeva sulla scrivania insieme a David e reggeva in mano il martelletto di Wes.

“Fermi tutti” disse Duvall entrando “Ora Thad detiene il potere? Oh cazzo, questo è il primo sintomo dell’apocalisse imminente!”

“I Maya avevano torto, il mondo finirà a metà aprile 2011” gli diede man forte Flint, mentre il suo ragazzo si sedeva assonnato al suo fianco.

“Quando avete finito di prendermi per il culo, io inizierei la riunione extraordinaria di oggi”li riprese subito Thad.

“Che come oggetto avrebbe…?” Kirk lo guardò, incalzandolo.

“Salutare come si deve Kurt” terminò Harwood, mentre una serie di mormorii si diffondevano per la stanza.

“Ma non lo abbiamo già fatto stanotte?” chiese Jesse, scollando le spalle.

“Sì ma non nello stile dei Warblers” aggiunse David.

“Cioccolatino ha ragione” Annuì vistosamente ThadBlaine?”

Sarebbe… perfetto” Il solista sorrise appena, da seduto sopra al letto che prima apparteneva al suo ragazzo “Avrei anche la canzone adatta…

“Ma è uno spreco di energie” disse Nelson scollando la chioma afro “E poi dobbiamo prepararci alla notte dei Fuochi e…

“Oh tappati la bocca, Wright” Lo interruppe stizzito Wilson “Tu manco hai ottenuto un assolo!”

“E allora??” replicò piccato questi “Dobbiamo preparare la coreografia di gruppo”

“Salutare un amico non è uno spreco di energie” aggiunse Trent “Per me si deve fare…

“Anche per me, ovviamente…” Disse Andrew.

Thad diede una sonora martellata sulla scrivania, zittendo tutti “Mettiamola ai voti, come sempre…” guardò gli amici un istante “Chi è d’accordo con questa mozione?”

Lentamente tutti iniziarono ad alzare le mani eccetto Nelson, persino Jesse parve convinto.

“Perfetto, direi che è ufficiale… Ora prima di decidere la canzone che andremo a cantare…” Nick alzò timidamente la mano “Dimmi, Duvall”

Thad scusa ma… Wes dove è?”

Harwood guardò David “A lezione”

Tutti i Walblers sgranarono gli occhi, visto che aveva fatto l’after fin dopo l’alba, ma nessuno replicò.

La sua dedizione era ammirevole.

“Come si svolgerebbe il nostro ‘saluto’ a Kurt?” chiese Jeff, svegliandosi dal letargo e rizzandosi.

“Non so… Blaine?” chiese David.

“Posso chiedere a Mercedes, la migliore amica di Kurt, di richiamare tutti quanti in cortile… Lì c’è molto spazio” disse il solista, ricordando la sola volta in cui si era avventurato al McKinley.

Per dare coraggio a Kurt.

Per iniziare un rapporto praticamente esclusivo….

…. Perché gli sembrava di doverlo chiudere?

No, doveva pensare che quello sarebbe stato solo un nuovo inizio, insieme.

“Possiamo fare così” disse Thad “Hai la canzone allora?” Blaine annuì “Ok allora siamo a posto… Oh, volevo solo informarvi che per lo spettacolo parrocchiale di inizio giugno canteremo Judas si Lady Gaga

Tutti alzarono gli occhi, stravolti.

Harwood… Hai letto il testo di quella canzone?” domandò Kirk.

Il capo consiglio ghignò “Ovviamente si…

Nick lanciò uno sguardo a Jeff “Io corro a chiamare Wes… Tu imbavaglialo!”

 

 

…And if you have a minute why don't we go

Talk about it somewhere only we know?

This could be the end of everything

So why don't we go

Somewhere only we know?

( Somewhere Only We Know - Glee Version)

 

 

Blaine lanciò un ultimo guardo a Kurt, prima di incamminarsi verso il cortile.

Ma Hummel non lo notò, troppo preso dai suoi amici.

Il solista dei Warblers sorrise quasi inconsciamente, prima di riprendere a camminare verso il parcheggio.

Era felice lì, glielo leggeva negli occhi.

E gli bastava.

L’intensità dei loro sguardi per tutta la durata della canzone poi non aveva fatto altro che confermargli che non sarebbe di certo stata la distanza di un’ora d’automobile a separarli.

Quel testo gli aveva aperto gli occhi, non tanto mentre lo selezionava per cantarlo a Kurt, ma tanto mentre lo eseguiva.

Avrebbero sempre avuto un posto solo per loro, chiuso dentro i loro cuori, dove non si sarebbero mai allontanati per davvero.

Ma era giusto che entrambi volassero con le loro ali, liberi di seguire le loro strade che si sarebbero sempre incrociate a metà.

Camminò lentamente, portandosi le mani nelle tasche, seguendo la scia di Nick e Jeff, che insieme a Thad lo avevano accompagnato nella stessa auto.

“Ma perché hanno un pianoforte in cortile?” chiese Duvall di punto in bianco facendolo sorridere.

“Sono all’avanguardia qui” confermò Thad, guardandosi attorno “Però la Dalton ha sempre la sua classe…

Anche per il capo consiglio non era stato facile.

Per niente.

In cuor suo era ormai certo che le cose dovevano andare così e basta, e quell’arrendevolezza iniziale aveva fatto spazio ad una certa consapevolezza che quei due erano destinati a stare insieme.

Era il primo ad affermarlo e a testimoniare che davvero Kurt era innamorato di Anderson, non lo avrebbe mai messo in dubbio.

Eppure pensare che solo lui potesse renderlo felice era ancora straziante da accettare.

Non si sarebbe mai messo in mezzo, questo era certo, ma ormai si era abituato ad avere Kurt con se almeno come ancora di salvezza. Certo, scaricargli addosso il peso dei suo problemi non era il massimo, eppure anche solo quel velocissimo abbraccio che gli aveva dato durante la canzone lo aveva scaldato e rassicurato.

Sperava davvero di vedere la promessa mantenuta, di continuare a sentirlo vicino a se in qualche modo.

E, sebbene sentirlo, anche se piano, che mai avrebbe detto addio ad Anderson, fosse arrivato come una coltellata al suo cuore già di per se martoriato, continuava a ripetersi che andava bene così.

Fingere sorrisi, per lui, non era affatto difficile.

“Torniamo alla Dalton a letto” disse sbrigativo Jeff, sbadigliando sonoramente e portandosi una mano tra i capelli “Abbiamo fatto l’alba, e le poche prove che abbiamo fatto prima di venire qui mi hanno comunque ucciso”

“Siamo stati bravi però” confermò Nick “voglio dire… A parte che abbiamo riciclato la coreografia usate per l’inaugurazione della nuova sede degli uffici comunali con tutti qui gradini… La canzone è andata bene…. e ce la siamo imparata in auto!”

“Siamo sempre i più fighi” confermò Thad “Senza contare che…

“BLAINE!”Harwood si interruppe bloccandosi nel corridoio mentre tutti e quattro gli amici si voltavano.  Video Kurt correre nella loro direzione, tenendosi una mano sul cilindro per non farlo volare via mentre sbatteva contro alcuni ragazzi. Sorrise un po’ tirato a causa della corsa, cercando di riprendere il respiro, poi si concentrò sul  moro “Non potevo lasciarti andar via così… Insomma…. La canzone…

Thad abbassò gli occhi mentre Anderson si avvicinava con un sorriso dolce a Kurt “Ti aspettiamo al parcheggio” disse, tirando un sorriso e appoggiando solo per un istante una mano sulla spalla di Hummel “Stammi bene Poockie

“Ci sentiamo più tardi, Thaddy. Ciao ragazzi.” gli disse il ragazzo, sorridendogli, prima di tornare a rivolgersi a Blaine “Flint?” chiese di punto in bianco guardandoli mentre si allontanavano.

“In auto con Richard e Trent…” rispose Blaine, mentre si incamminavano molto lentamente verso l’uscita dell’edificio.

Kurt gli sorrise, un po’ triste “Mi sarebbe piaciuto salutarlo…. Comunque sia, grazie. Davvero io…. Grazie” Lo guardò dolcemente, mordendosi appena il labbro inferiore per reprimere il forte desiderio di far combaciare le loro labbra in un dolce bacio.

Blaine parve formulare lo stesso pensiero, così lo prese all’altezza del polso, iniziando a camminare velocemente verso il parcheggio.

Lì non andò molto avanti, fermandosi alla prima fila di macchine e impossessandosi subito della bocca dell’altro, in un bacio dolce ma al tempo stesso passionale.

Kurt appoggiò le mani sulle spalle dell’altro, senza preoccuparsi di essere visto per i primi trenta secondi, costringendosi successivamente a staccarsi per controllare.

Blaine fece lo stesso, colto in contropiede.

Non voleva mettere nei guai Kurt solo perché non era in grado di controllarsi.

Fortunatamente un enorme SUV bianco li parava da qualsiasi sguardo indiscreto.

“Mi mancherai moltissimo” sussurrò Kurt, stringendo i pugni per impedire alle mani di tremare in modo così evidente.

“Ci vedremo il più possibile, così come abbiamo deciso” sorrise rassicurante Anderson, appoggiando una mano sul suo braccio e accarezzandolo lentamente “Quando hai tempo per me mandami un sms e correrò a Lima, salvo prove o studio… E il weekend faremo tutto ciò che vorrai.”

Hummel sorrise, lievemente rincuorato, prima di sentire i rintocchi dell’orologio della scuola segnare l’una meno dieci “Tra pochissimo c’è la pausa pranzo…. Sai, Merc….”

“Non farla aspettare allora” Blaine gli sistemò la giacca bianca, cercando di capirne il senso, prima di rinunciare e portare entrambe le abbraccia dietro ai suoi fianchi, per poterlo abbracciare. Appoggiò un istante il viso contro la sua spalla, chiudendo gli occhi e lasciandosi cullare dal quel odore così famigliare e dolce che, trasportato da quel venticello tiepido primaverile, sembrava avere le proprietà curative migliori.

Gli leniva il dolore, sanandogli ogni ansia.

Kurt appoggiò la guancia contro la tempia di Blaine, chiudendo gli occhi e godendosi quel semplice contatto per qualche istante, mentre le sue mani se ne stavano salde sulle spalle del solista.

Dopo diversi minuti, controvoglia, si staccarono, salutandoci con un sorriso e con il leggero sfiorarsi delle loro mani.

Kurt tornò verso la scuola, mentre Blaine si perdeva per qualche istante ad osservarlo.

Kurt si voltò un ultima volta prima di entrare, alzando una mano dopo aver incrociato i suoi occhi. Sparì nell’ingresso, lasciando Blaine solo, con l’unico obbiettivo di tornare verso l’auto di Thad.

Sì, era davvero convinto di aver fatto la cosa giusta a spingere Kurt ad inseguire ciò che voleva.

Diede un calco ad un sassolino, mentre ci pensava, e istantaneamente il sorriso gli si allargò in volto.

Tornò trotterellando dagli altri, ma una volta arrivato a pochi metri da loro rimase di sasso davanti ad una scena che, decisamente, non gli piacque per nulla.

 

Jeff abbracciò le spalle di Nick, mentre entrambi uscivano dal McKinley, baciati dal sole primaverile.

“Sono così felice per Kurt e Blaine. Avete visto come si guardavano?” chiese sia a Duvall che ad Harwood, che li seguiva con le spalle incassate e le mani in tasca.

Nick sospirò, notando lo sguardo serio del più grande, pronto a sviare il discorso “Io ho fame. Facciamo tappa a Taco Bell appena torna Blaine?”

“Ho parenti messicani e, onestamente, odio Taco Bell” disse Thad prendendo le chiavi della BMW dalla tasca dei pantaloni “Preferirei Burger King…

“Approvo” si intromise il biondino, grattandosi un occhio “E poi andiamo a dormire!”

“Ma tu pensi solo a quello? Non ti fai mai Wilson?” chiese stranito Thad, arrivando alla sua Serie 3 bianca “Voglio dire…. Abbiamo la giornata libera visto che per via del permesso siamo a letto anche domani mattina, e tu pensi a dormire e basta?”

“Io ho poca autonomia, devo ricaricare spesso le batterie” ribattè velocemente Sterling, appoggiandosi al bagagliaio.

Thad scrollò le spalle mentre Nick rideva “Contento te…

Passarono alcuni minuti in cui nessuno disse nulla, e in quel silenzio di attesa, dopotutto non potevano andarsene senza Anderson, notarono un ragazzotto alto e piuttosto bene piazzato che li osservava con interesse.

Indossava la giacca rossa della squadra di football scolastica, o almeno così sembrava, e i loro sospetti vennero confermati non appena egli si avvicinò lentamente.

Avevano visto la stessa giacca al fratello di Kurt durante le sue visite.

Decisamente doveva essere un difensore o un’ala vista la stazza, ed era decisamente inquietante quel suo modo di fissarli.

“Questo che cazzo vuole?” chiese a mezza voce Thad, appoggiando la spalla a quella di Nick.

“Non ne ho idea amico…

Jeff invece ebbe tutt’altra reazione. Fece un passo verso il ragazzo sotto lo sguardo curioso  e lievemente intimorito dei due amici “Ehm… Ciao” disse lievemente titubante.

“Tu sei Jeff Sterling” grugnì sospettoso la montagna di muscoli, guardandolo attraverso i piccoli e porcini occhi verdi.

Il biondino annuì, scostandosi la frangetta dal viso “Tu sei Dave vero?”

Karofsky lanciò un’occhiata intimorita ai ragazzi che lo fissavano curiosi da appoggiati alla BMW, poi annuì “Già….”

Jeff, stranamente, capì al volo e a voce bassa disse “Non preoccuparti loro non sanno che tu sei…” fece un gesto eloquente “Mi fa piacere conoscerti di persona! È da un pezzo che non ci sentiamo! Come mi hai riconosciuto?”

“Dalla foto del tuo avatar” rispose semplicemente Dave abbozzando un sorrisetto. Quel ragazzo sembrava simpatico, divertente e spigliato proprio come se lo era immaginato dalla chat di quel sito per omosessuali non dichiarati e dai suoi sms “E tu? Come hai capito che ero io?”

“Beh eccetto Kurt non conosco nessuno del McKinley, dovevi per forza essere tu dal modo in cui cercavi di capire chi fossi” disse il biondino, non notando il cambiamento di espressione dell’altro nel sentire nominare Hummel.

Giusto…

“Hai visto l’esibizione?”

Karofsky scosse il capo “Me la sono persa, scusa”

Jeff sorrise “Oh non preoccuparti! Se vuoi puoi venire a vederci ad inizio maggio al Festival dei Fuochi di Wersterville! È una bella occasione per scambiare qualche parola di più e magari ti presento Flint… Ti ricordi no? Te ne ho parlato…

“Il tuo ragazzo?” chiese a disagio Dave “Si mi ricordo ma…. Non so se è il caso…

“Ecco Blaine!” proruppe Nick schizzando diritto “Ho proprio fame!”

Dave fece un passo in dietro, e guardando nella direzione indicata da Duvall scontrò il suo sguardo con quello caramello di Blaine.

E i suoi occhi non promettevano nulla di buono.

Karofsky” disse glaciale Blaine, guardando Dave.

“Vi conoscete?” chiese stranito Jeff, mentre Dave faceva un passo verso Blaine, guardandolo duramente.

“Buongiorno signorina…Sbaglio o ultimamente vedo troppo spesso questa tua brutta faccia da frocetto?”

Hey! Piano con le parole!” Nick scattò avanti, portandosi tra Blaine e Dave e guardando male quest’ultimo.

Ma…Sterling cercava di capire, ma gli mancava qualche tassello fondamentale “Dave? Blaine? Che succede?”

“Non voglio sapere il motivo per il quale vi conoscete” disse Blaine senza levare gli occhi dal Titans “Ma scommetto che non hai detto a Jeff quello che hai fatto”

“Ovvero?” chiese il biondo, sempre più nervoso.

Dave sospirò, scostando lo sguardo da quello troppo intenso di Blaine.

Thad, che osservava la scena in disparte fece due più due.

‘Un vero uomo delle caverne, gli manca solo la clava. Mi spingeva contro gli armadietti, mi buttava nei cassonetti, mi riempiva di granita…. Mi rendeva la vita un incubo e io non potevo far nulla perché quella dannata montagna di muscoli era decisamente più forte di me e, insieme ai suoi amichetti della squadra di football, dettava legge nella mia vecchia scuola.’

Le parole di Kurt, il discorso che gli fece lo aiutarono a collegare.

“Lui è il bullo che ha costretto Kurt a scappare, vero?” chiese a denti stretti Harwood, reprimendo l’istinto di aiutare Blaine a prendere a cazzotti quella montagna di lardo.

Jeff ci rimase male “Ma…. Davvero?”

Dave scostò lo sguardo velocemente, facendo per andarsene.

“Lascialo in pace, hai capito?” Blaine fece un passo verso di lui “O te la vedrai con tutti noi, al completo”

“Pensi che un gruppo di ragazzini vestiti tutti uguali mi spaventi? Cosa farete?? Mi schiaffeggerete con i vostri portafogli gonfi?!” Dave si fermò, lanciando un ultimo guardo verso Jeff che lo guardava deluso.

Perché era fiero di essere della Dalton, di essere gay e anche di essere un poveraccio senza un soldo.

E per quel poco che avevano parlato Karofsky lo sapeva.

“Noi saremo anche ragazzini ma ho da presentarti qualche amico, se fai lo stronzo” disse duramente Thad facendo qualche passo verso di lui e fissandolo “Ricordati del nome ‘Harwood’, la prossima volta che lo senti potrebbe essere l’ultima in cui usi le gambe…Dave lo guardò con la solita arroganza, ma appena collegò il nome di Thad con quello del vicegovernatore dello Stato si defilò senza aggiungere altro “Grande, grosso e codardo” lo beffeggiò il capo consiglio “Bel prototipo di quasi essere umano”

Nick appoggiò una mano sulla spalla del suo migliore amico “Tutto ok Jeffy?” chiese mentre si avviavano all’auto.

“Non conosci davvero una persona fino a che non viene tutto a galla eh?” disse Blaine, sedendosi accanto a Thad “Kurt è certo che non gli darà più problemi e io mi fido di lui, ma le minacce forse sono servite un minimo a ricordargli che deve stare lontano da Kurt” aggiunge, guardando l’amico al posto di guida.

“E se non è servito” disse questi “Posso sempre metterlo sotto con uno schiacciasassi no?”

Blaine sospirò “Non c’è bisogno di usare la violenza, anche se un cazzotto glielo darei volentieri”

“Cerca di essere realistico, Frodo Baggins della Contea” Thad lo guardò attentamente prima di mettersi gli occhiali da sole “Senza un’arma di distruzione di massa, uno così, manco lo spettini”

 

La pioggia batteva bastarda sulle vetrate della sala prove della Dalton.

Le pioggerelle di Aprile non potevano mancare per dar man forte all’animo già tetro di Blaine, che osservava perso quello spettacolo di cascatelle cadere lungo il vetro smerigliato.

La solita riunione noiosa, disse fra sé e sé.

Si costrinse ad ascoltare per un istante, giusto per scoprire che il discorso verteva su quale dovesse essere la canzone dell’esibizione collettiva al Festival dei Fuochi.

My First Kiss stava vincendo, e a Blaine poteva anche andare bene.

Quando Trent propose The Bad Touch decise di scollegare di nuovo il cervello per non soffrire inutilmente.

Solo quando le quattro e mezza del pomeriggio furono abbondantemente superate e Trent ordinò di lasciar perdere e dedicarsi alla merenda, allora i capi consiglio diedero appuntamento al giorno successivo, uscendo in una fila ordinata dalla stanza seguiti, poi, da qualche membro.

Blaine rimase sul divanetto insieme a Jeff e Flint, che sedeva placidamente su uno dei braccioli “Oggi ti vedi con Hummel?” chiese proprio quest’ ultimo accavallando le gambe.

Anderson annuì “Sto aspettando un suo sms….”

Il biondino lo guardò contrito “Per quel che riguarda David, mi dispiace davvero Blaine, non sapevo nulla e…

“Lo so, Jeff! Smettila di scusarti!” gli sorrise bonariamente il solista “Lo so che non ne sapevi nulla, e anche se così non fosse tu sei fuori da tutto questo…. Rilassati ok?” gli diede una pacca sulle spalle mentre questi annuiva.

Il cellulare di Blaine vibrò e subito il proprietario lo prese leggendo l’sms di Kurt, prima di scoppiare a ridere “Sono a ballare al Shopping Mall, per convincere Berry a tenersi il nasone, mi passi a prendere appena puoi?” lesse a voce alta, ridacchiando.

“Quei ragazzi hanno dei problemi” ne convenne Wilson con un sorrisetto.

“Vado” si alzò Anderson “Mi cambio velocemente….”

“Ti direi di prendere precauzioni, ma suonerei ironico” lo prese in giro il morettino, mentre Jeff ridacchiava.

Blaine avvampò per un istante “Stiamo insieme da un mese, non ti pare prematuro dire certe cose?”

“Oh ma non è quello” disse Flint muovendo la mano come per scacciare una mosca “Più che altro è per…. Aspetta ma non lo sai?”

Blaine si fermò davanti a lui “Sapere… cosa?” un flash lo attraversò e subito ridacchiò “Intendi per il fatto che Kurt è molto pudico?”

“Non solo” aggiunse Flint “A me ha detto che non farà mai sesso, come se la cosa lo repellesse parecchio…” Wilson guardò Anderson sbiancare di qualche tonalità “Scusa fratello, non volevo dirti che non te lo darà facilmente in questo modo brutale ma… È parecchio attaccato alla sua dote…

Blaine lo guardò stralunato un istante, camminando all’indietro verso la porta e urtando anche una poltrona.

Solo quando sparì dalla sua visuale Flint esplose a ridere “Ha una bella gatta da pelare, e un bel po’ do cose su cui meditare…

 

…. Decisamente molte cose su cui meditare, a partire da quel momento.

Sapeva che Flint non mentiva in merito, se lo sentiva che il suo ragazzo aveva una sorta di blocco per tutto ciò che comprendeva determinati approcci, e se la cosa non lo preoccupava più di tanto in precedenza, con il passare dei giorni iniziava a farlo sudare freddo.

Ma andiamo per gradi….

Blaine non aveva le idee chiarissime in ambito sessuale, ma pensava di potersela cavare in qualche modo.

Si era documentato per bene tramite dei siti internet specializzati, aveva guardato tutti i video della Lollipop Twinks* (compreso quello in cui i due attori sembravano Jeff e Nick) proprio perché erano un pelo meno volgari dei comuni porno che si trovano in rete.

Non si riteneva ancora un esperto in materia ma era abbastanza sicuro di riuscire a muoversi nel caso in cui finalmente avesse incontrato il ragazzo giusto a cui regalare molto di più di una notte piacevole sotto le lenzuola.

Era decisamente curioso ed incline al sesso, nonostante il parlarne lo imbarazzasse lievemente si era ritrovato in più di un’occasione ad ascoltare i discorsi degli altri nonostante fossero etero.

Fondamentalmente, come ogni ragazzo della sua età, era attratto da tutto il piacere che avrebbe potuto ricavarne, e gli ormoni di un adolescente non rispondono molto agli impulsi cerebrali.

Forse anche per questa spontanea curiosità si era interessato a Jeremiah.

Un ragazzo più grande, più esperto e di bella presenza.

Uscendoci un paio di volte si era anche meravigliato di quanto potesse essere interessante, forse, ma non era decisamente il suo tipo.

Anche se ci aveva messo un po’ a capirlo.

E poi….

Beh, poi era arrivato Kurt.

Effettivamente era già al suo fianco, anche se non lo aveva capito.

Con lui era ben diverso rispetto a quello che credeva di provare per Jeremiah: le ginocchia tremolanti e i vuoti allo stomaco non appena gli occhi azzurri del giovane Hummel si spostavano nei suoi erano dei chiari sintomi di quella profonda infatuazione che aveva provato a ripudiare per amore della loro amicizia, ma che poi aveva deciso di accogliere con ardore.

E da lì i primi baci, i primi sospiri, parole calde sussurrate sulle labbra inumidite….

Non ci aveva pensato troppo, al sesso, in quella prima fase.

Ogni contatto con Kurt era una scossa di adrenalina con lui, ma decisamente sapeva che doveva andarci molto piano, quasi come se il suo cervello lavorasse in autonomia suggerendogli sempre di sfiorare Hummel sopra alla cintura e magari evitare di soffermarsi troppo sul petto, o mettere troppa lingua in un bacio.

Tutto questo inconsciamente.

La rivelazione di Flint, manco fosse la madonna di Fatima con i suoi segreti mistici, era stata come una doccia gelata.

Lo aveva del tutto scombussolato.

Non tanto perché Kurt non volesse fare sesso, ma tanto perché, a quel punto, non voleva fare sesso con lui.

E tutto era cambiato.

Quando era arrivato al Lima Mall e aveva visto Kurt con addosso quei pantaloni rossi aderenti aveva iniziato a sudare nel vero e proprio senso del termine.

Non gli era mai successo di provare una simile eccitazione così, all’improvviso, nonostante di baci di Kurt gli facessero un certo effetto ogni volta che diventavano più profondi e intimi.

Quel pomeriggio non era riuscito a scacciare le parole di Wilson per nemmeno una decina di secondi, ma grazie a Dio a salvarlo c’era il Lima Bean. Passare il resto della giornata insieme non solo a Kurt ma anche a Mercedes, Rachel e quel ragazzo con la cresta, Puck, lo aveva salvato da una figuraccia certa.

Non aveva dormito quella notte, rigirandosi nel suo letto della Dalton, con l’anima che davvero non si dava pace.

Si era sentito nudo davanti a Kurt quel pomeriggio, come se improvvisamente tutte le sue certezze fossero crollate.

Ed era solo colpa di Flint.

Anche un paio di giorni dopo, quando decisero di passare il pomeriggio a casa del suo ragazzo per guardare un film, quella frase gli risuonava in testa come una lenta litania.

Anche volendo, però, non poteva chiedere nulla ad Hummel visto che non intendeva metterlo in imbarazzo e avevano perennemente suo padre attorno.

Burt era stato decisamente più comprensivo di quanto Blaine si sarebbe mai aspettato.

Non era andato a cercarlo per ucciderlo, sicuramente su richiesta del figlio, e permetteva loro di stare nella stanza del ragazzo purché la porta rimanesse minimo socchiusa.

Aveva spesso la sensazione di venir spiato, cosa che doveva avere anche Kurt visto che non si sbilanciava troppo in baci o altro.

Almeno fino a che, su espressa richiesta del ragazzo, Blaine non decise di invitarlo a casa sua.

Alla Dalton era rischioso, visto che Kurt non era più uno stupende non aveva il permesso di accedere ai dormitori grazie al Proibizionismo, così il giovane Anderson decise di sfruttare al meglio il primo pomeriggio libero, durante il famoso Spring Break.

I suoi, come al solito, non sarebbero rincasati prima della tarda serata, era quindi sicuro di poter avere un brandello di pseudo intimità col suo ragazzo e, magari, riuscire a parlare di qualcosa.

Di quella cosa.

Quando Kurt arrivò parcheggiando lungo il viale, prima di incamminarsi al cancello in ferro battuto della villa, controllò per la millesima volta che quello fosse l’indirizzo vero.

Davanti a se si stagliava un edificio davvero bellissimo, infondo ad un giardino piuttosto ampio. Le pareti esterne erano in pietra e sulla facciata frontale si arrampicavano delle bellissime rose rosse, quasi fino al tetto.

Davanti al garage chiuso c’era l’auto del suo ragazzo.

Non aveva sbagliato posto…

Suonò il campanello attendendo, e subito la voce squillante del suo ragazzo arrivò dal citofono. –Ti stavo aspettando! Vieni pure!-

Con uno scatto metallico il cancello si socchiuse permettendo a Kurt di entrare in giardino, per poi richiuderselo poi alle spalle.

Attraversò furtivo tutto il giardino arrivando davanti alla porta in tempo per vederla schiudersi e apparire Blaine con un sorriso “Hai trovato la casa subito?”

Kurt sorrise, deciso a non rivelargli che si era perso due volte e che era partito con un enorme anticipo per non fare una figuraccia “Sì! Le indicazioni che mi hai dato l’altro giorno erano…. Molto accurate”

Altra bugia.

Quando Blaine e Wes erano passati a trovarlo su invito di Mercedes e si erano ritrovati a vedere l’esibizione delle ND sulla base di Born This Way, Anderson aveva perso ogni capacità cognitiva.

E tutto questo perché Kurt trasudava sesso da ogni poro mentre cantava quella canzone di Lady Gaga.

Tutto quell’ancheggiare, quegli sguardi sexy, il fatto che lo avesse addirittura indicato all’inizio dell’esibizione fecero dimenticare a Blaine anche il suo stesso indirizzo, tanto che fu Wes a correggere il numero civico prima di passare un bigliettino a Kurt.

Blaine aveva poi fatto del suo meglio per indicare a Kurt la strada, con pessimi risultati.

Non importava, ormai era arrivato con solo una decina di minuti di ritardo, stupendo lo stesso Blaine.

Entrò guardandosi attorno e scorgendo l’ingresso e parte del salone di casa Anderson, arredati con un impeccabile gusto femminile, visti i colori caldi e sgargianti.

Era decisamente una bella casa, che denotava una famiglia decisamente benestante ma non eccessiva.

“Fai come se fossi a casa tua” gli disse il suo ragazzo, sfilandogli gentilmente la tracolla dalla spalla mentre Kurt si sbottonava la giacchetta di jeans firmata Burberry, prima di passarla al suo ragazzo che la appese ad uno dei tanti appendiabiti laccato in oro.

“Hai davvero una bella casa Blaine” disse Kurt alzando gli occhi sul soffitto e notando subito le travi di legno dipinte da poco di un color nocciola intenso.

Gli occhi caramello di Anderson indugiarono appena sul collo del suo ragazzo mentre questi allentava appena il nodo del foulard “Grazie… Ti va se andiamo di sopra? C’è mio fratello in giro e mi disturba un po’ averlo attorno…

Kurt lo guardò stupito per qualche istante “Hai un fratello? Davvero?”

Blaine ridacchiò “A dire il vero ne ho due… Solo che uno è sposato e non vive più qui mentre l’altro è un vero incubo”

“Tutta invidia” Una voce cadenzata arrivò da in cima alle scale e subito Kurt alzò gli occhi per capire chi avesse parlato. Appoggiato al corrimano con un gomito stava un ragazzo dall’aria svogliata, decisamente somigliante a Blaine anche se non in modo eccessivo. I capelli mori e ricci erano decisamente più lunghi di quelli di Blaine, ma gli occhi color caramello erano i medesimi. Decisamente si trovava davanti suo fratello minore, peccato che fosse alto.

Dannatamente alto.

Kurt per un attimo, facendo un rapido calcolo, arrivò ad ipotizzare che fosse addirittura imponente come Finn, solo decisamente più magro.

Blaine sbuffò “Che diavolo vuoi, Chad?”

“Senti, tu dici che sono un incubo e chiedi a me che voglio?” domandò stranito il ragazzino, scendendo le scale in un paio di falcate e fermandosi davanti a lui.

Ok, era fottutamente alto.

“Non puoi andartene da qualche parte? Come vedi ho ospiti”

Gli occhi del più giovane si spostarono su Kurt, guardandolo attentamente prima di porgergli la mano con un sorrisetto “Chad

“Kurt, piacere”

Il più piccolo degli Anderson lo squadrò un altro po’ prima di afferrare un casco giallo e nero da sopra il ripiano dell’ingresso “Hai fortuna, Bro. Vado a trovare Abigail e poi andiamo a cazzeggiare da qualche parte…. Però ricordati che stasera papà torna alle sette e mezzo.”

Blaine lo guardò infilarsi le scarpe, annuendo “Mi ricordo… Ricordati che…

“Io non l’ho mai visto qui, anzi, non l’ho mai visto in generale.” Disse sbrigativo il ragazzino, appoggiandosi il casco sul capo mentre controllava di aver dei soldi nel portafogli, e Kurt capì al volo che stavano parlando di lui.

Spostò imbarazzato lo sguardo a terra, mentre i fratelli si salutavano velocemente “È stato un piacere Kurt” disse poi Chad aprendo la porta per uscire “Spero di rivederti presto. Ciao”

Ciao…” Kurt lo guardò sparire oltre l’uscio di pesante legno massello, prima di tornare a fissare le mattonelle.

“Non prenderla” lo precedette Blaine, appoggiandogli una mano sul braccio ed accarezzandolo dolcemente “Solo…. Diciamo che mio padre è lievemente contrario quindi…

“Ma nemmeno mi conosce” sbottò risentito Kurt, incrociando le braccia.

Blaine lo guardò addolorato “Non è contrario a te, ma me. A cosa sono…E se sapesse che ho invitato qui il mio ragazzo lui…Non voglio pensarci, non roviniamoci il pomeriggio, ok?” gli accarezzò la guancia di porcellana con il dorso della mano, e la cosa parve tranquillizzarlo “Vieni…

Kurt lo seguì fino al salotto e all’ampio divano ad angolo bardato di un’elegante stola bordoux con gli orli in oro.

Lì si sedettero, e dopo un piccolo istante di esitazione Blaine si fece più vicino, appoggiando le labbra su quelle di Kurt in un casto bacio a stampo.

Casto per poco.

Kurt ci mise pochi minuti per consentire alla lingua di Blaine il libero accesso alla sua bocca, e le sue mani corsero subito ad accarezzare i capelli ricci del moro, liberi da ogni costrizione.

Kurt si stupì della loro morbidezza, visto che solitamente per poterli toccare e arrotolarli attorno ad un dito doveva lottare contro strati e strati di lacca e gel.

Blaine invece optò per portare una mano sulle reni di Kurt, mentre con l’altra si teneva allo schienale del divano, consentendosi così di spingersi verso di lui per poterlo baciare.

Il bacio divenne così intenso che, senza accorgersene, il giovane Hummel si ritrovò steso sul divano con la schiena totalmente addossata ad esso e Blaine sopra.

Quando lo realizzò entrò in paranoia.

Staccò la bocca da quella di Blaine, cercando di far uscire anche il più piccolo suono, ma non ci riuscì. Questo, invece, non parve accorgersi in un primo momento di quanto il suo ragazzo di fosse fatto rigido, perché scese a tracciare con le labbra il contorno della sua mandibola e poi dell’orecchio, mordicchiandone appena il lobo.

Kurt sentì una lieve fitta al bassoventre, e capì che doveva fare qualcosa o sarebbe finita male.

Decisamente, non si sentiva pronto.

Sapeva che, tecnicamente, Blaine non stava facendo nulla di che ma…sentirsi schiacciato così da lui e soprattutto sentire quanto il suo corpo stesse reagendo a quel contatto lo spaventava mortalmente.

Appoggiò le mani tremolanti alle sue spalle, senza spingerlo via. Non gli sembrava delicato “B-Blaine…?” cercò di attirare la sua attenzione, ma questi non si fermò.

Kurt strinse con forza la maglietta sulle sue spalle chiamandolo ancora, ma Anderson si limitò a sospirargli nell’orecchio sussurrando un ‘rilassati’, prima di scendere a baciargli il collo. Cosa che fece perdere del tutto il controllo a Kurt.

Negativamente.

Appoggiò entrambi i palmi delle mani sul petto del suo ragazzo, spingendo con tutta la forza di cui era capace “SMETTILA!”

La sua voce decisamente troppo alta riecheggiò per tutta la casa, lasciando del tutto spiazzato Blaine, ch rimane a fissarlo con gli occhi sgranati.

Aveva esagerato, dannazione.

K-Kurt io…” si alzò velocemente, prendendo poi un braccio del suo ragazzo per aiutarlo a tirarsi su. Era così rosso in faccia da sembrare sul punto di scoppiare “Scusami, davvero io…mi sono fatto prendere dal momento e non volevo…scusa davvero”

Hummel si sistemò il colletto della camicia, prima di guardare Blaine seriamente dispiaciuto. Non aveva fatto nulla di male, non lo aveva palpato, non lo aveva toccato in zone decisamente troppo intime, non lo aveva spinto sul divano, anzi Kurt iniziava ad auto convincersi di esserselo tirato addosso lui…

“No,  sono io che mi devo scusare. Ho reagito come un pazzo”

Blaine sorrise, rincuorato che non fosse in collera con lui “Va tutto bene, forse abbiamo esagerato un po’…”

Kurt si passò nervosamente una mano tra i capelli “Ma non stavano facendo nulla! Ci stavano solo baciando!” iniziò a dire, con un principio di crisi isterica nella voce e gli occhi a palla. Si alzò in piedi, gesticolando come un pazzo mentre camminava davanti a Blaine che lo fissava interdetto “Che problema ho?! Ho aspettato così tanto perché tutto questo accadesse, e ora che siamo qui, io e te, entro in panico?! Non ha senso! Io non ho senso, Blaine! Devo di certo avere dei disturbi specifici perché…

Anderson decise di interromperlo prima che iniziasse ad impazzire del tutto, magari scoppiando prima in una risata isterica e poi in un pianto disperato “Kurt, ti prego fermati” lo prese per un polso, e senza alzarsi dal divano lo fece sedere sulle sue gambe “Tu non hai nessun tipo di problema. Sei solo un po’ nervoso ed è una cosa più che comprensibile. Siamo entrambi alle prime esperienze e se tu non riesci a lasciarti andare completamente io posso capirlo…

Kurt si morse un labbro “Non sei arrabbiato o scocciato?”

Blaine sorrise ancora “Perché dovrei? Non hai fatto nulla di male…” alzò una mano, aspettando un istante prima di spostare un paio di ciuffi dalle fronte di Kurt, come timoroso che questo poteste scostarsi. Ma non lo fece “So come sei fatto, so che non bruci le tappe e che preferisci fermarti più tempo su ciascuna di esse…. E a me va bene”

Hummel lo guardò negli occhi “Non ti stancherai vero?” chiese con un filo di voce, timoroso di una risposta affermativa.

“No, non mi stancherò di aspettarti” lo rassicurò invece il moro, facendogli poi segno di scendere dalle sue gambe e mettersi sul divano, così da poterlo guardare meglio negli occhi “Nessuno dei due è molto esperto sull’argomento… Ehm…. Diciamo ‘coccole’” iniziò a dire, cercando di mantenere sia un linguaggio che un tono dolce, per non metterlo a disagio in nessun modo.

Non riteneva Kurt un bambino deficiente, sapeva benissimo che qualcosa di sesso doveva saperlo, e non gli parlava così perché riteneva il contrario. Solo non voleva metterlo in imbarazzo, non ci avrebbe ricavato nulla.

E decisamente voleva avere una conversazione decente.

Anche citare quello che gli aveva detto Flint gli pareva fuori luogo, così proseguì.

“Io non voglio che passiamo da zero a cento subito” gli spiegò prendendogli una della mani “Ma con calma arriveremo a fare…. Tutti i tipi di coccole, diciamo” terminò poi sorridendo.

Kurt parve decisamente sollevato, ed annuì freneticamente, piegando le labbra in un sorrisetto “Sembra perfetto. Te ne sarei grato…

“Faremo così” Blaine si portò la mano di Kurt alle labbra, finalmente tranquillo come non lo era da almeno una settimana. Aveva fatto bene a parlarne, con il dovuto tatto si intende, ora aveva l’assoluta certezza che Kurt non si sentiva schifato da lui ma solo imbarazzato e impacciato.

Insicuro, e di certo inesperto.

Esattamente come si sentiva anche lui.

Blaine sorrise nuovamente al suo ragazzo, facendo un cenno verso il televisore “Che dici? Ci guardiamo un musical? Abbiamo giusto il tempo per guardare Chorus Line prima di andare a cena e…

Non fece in tempo a finire la frase, perché le labbra di Kurt erano di nuovo sulle sue mentre le loro dita si intrecciavano.

Se dovevano andare con calma, passo dopo passo, la prospettiva di passare l’intero pomeriggio a pomiciare suonava allettante.

 

 

 

 

Continua….

 

 

 

 

 

Nda:

Eccomi qui, di ritorno dalla terra dei Faraoni solo per voi! (circa)

La settimana a Marsa Alam purtroppo è volata, ma guardiamo il lato positivo: sono tornata qui per darmi alla scrittura! Mi è mancato scrivere lo ammetto…

 

Questo capitolo, come avete visto è Klaine Center. Spero lo abbiate gradito perché, dal prossimo, si riprendono le danze!

Ovvero tutto si complica xD

Un paio di note per questo capitolo:

 

 

1-  *La Lollipop Twinks è una famosa etichetta di video porno-gay in cui aitanti ragazzi sui venti ci danno dentro di brutto giocando anche con i lecca-lecca (esiste veramente xD).  Come ho detto nella storia sono un pelo meno volgari di un porno normale e ti danno quasi l’illusione che ci sia sentimento.Per chi si chiedesse come posso io conoscerla posso solo dire che sono innocente: il mio migliore amico è omosessuale e mi passa sottobanco informazioni! Tempo fa è uscita una giff su tumblr che sembrava ritrarre Nick e Jeff durante un approccio xD Il mio amico ha riconosciuto subito le scenografie xD

2-  In questo capitolo entra in scena Chad, il fratello minore di Blaine. Devo subito mettere in chiaro che non ha nulla a che fare con Shane e non avrà un ruolo preponderante nella storia, bensì di cornice insieme al fratello più grande, Ray. Mi serviranno più avanti.
Per dar giusto un volto al nostro Chad io ho in mente la persona perfetta. Chi di voi vede Misfits? Ovviamente alludo a Robert Sheehan … non credo esista qualcuno di più azzeccato!

3-  Il Daff, ovvero l’ipotetica Ship tra Karofsky e Jeff si è sviluppata, come avete visto. Non farò una loro storia d’amore, non ci penso nemmeno, ma mi serviranno ancora quindi ricordatevi questa scena.

 

 

Come sempre grazie mille a coloro che hanno recensito! Non ho risposto solo perché non ero a casa, da questo capitolo riprendo a rispondere come solito a tutti quanti^^

 

Grazie mille a Ginger e Grè che mi hanno aiutato con il lavoro di betaggio mentre aspetto il ritorno di H!

 

Al prossimo capitolo, tenetevi stretti le mutande perché sarà intenso!

Un bacione

Jessy

 

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Capitolo 25
*** #22 pt 1.: The Dalton Daily Rumors. ***


bananissima

Avvertenze: Il Raiting di questo capitolo si alza, diventando rosso,

a causa della scena di sesso esplicita all’inizio.

Chiedo scusa per eventuali errori di battitura.

Il capitolo non  è stato betato.

 

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

#22 pt 1.: The Dalton Daily Rumors.

 

 

Jeff entrò alla Dalton che erano ormai le sei di pomeriggio.

Sapeva che Nick non sarebbe arrivato fin dopo cena (l’sms che gli era arrivato riguardo ad un parrucchiere e un taglio psichedelico lo avevano un po’ spaventato)  così pensava di avere un po’ di tempo per sistemare i vestiti puliti nell’armadio.

E sistemare anche Caporale prima che la Cooper potesse vederlo.

Arrivò alla scalinata a chiocciola e lì incontrò Las e Rich che stavano scendendo “Ciao ragazzi” sorrise allegro “Allora? Come sono andate le vacanze di primavera?”

I due si scambiarono uno sguardo scoppiando a ridere “Thad ha fatto cose che…” Las si interruppe “No ma fattele raccontare da Wes, non da noi!”

Richard si portò una mano alle costole, appoggiandosi al muro sofferente a forza di ridere “Non  ho mai visto una persona usare in tutti quei modi un pollo finto di gomma…

Jeff rimase decisamente perplesso da quest’ultima affermazione, ma preferì non chiedere nulla.

Flint diceva sempre che in quei casi era meglio non sapere.

“Tu invece?” chiese Madison con un sorriso “Passato delle belle vacanze?”

“A casa con la famiglia” rispose allegramente il biondo “Sono uscito alcune volte con Nick, al pub…. È stato carino, ma nulla di che rispetto a voi!”

“Flint è tornato a New York per queste due settimane vero? Me ne parlava su Facebook altra sera”

Jeff schiuse le labbra “Ma no…. Era da sua nonna a Seattle….”

Richard fece una stranissima espressione, ma si limitò ad annuire “Devo essermi sbagliato io. Bene, noi andiamo a fumare, ci vediamo a cena Sterling”

Il biondino sorrise “A dopo ragazzi”

Li guardò allontanarsi per un istante prima di iniziare a salire le scale, chiedendosi perché New York.

Sapeva che lì Flint aveva un ex ma non poteva pensare che….

No, Richard aveva senza dubbio capito male.

Arrivò alla sua stanza senza riuscire a scacciare quella bruttissima sensazione, che però svanì all’istante non appena ebbe aperto la porta.

Seduto sul suo letto stava Flint, con la schiena rivolta verso di lui e il viso alla finestra, davanti al cielo chiaro di aprile.

Stava tramontando, e subito il biondo si chiese come potesse essere la luce rossa del sole morente potesse venir riflessa dall’oceano insito negli occhi del suo ragazzo.

Appoggiò lo sacca a terra lasciando che il gatto uscisse, sedendosi poi accanto a lui e facendolo così sussultare “Scusa, non volevo spaventarti” gli disse con un sorriso dolce.

Flint scosse piano il capo “Ero solo assorto…. Nei miei pensieri….” Chiuse gli occhi, appena avvertì la mano grande e calda del biondo accarezzargli dolcemente la guancia.

“Mi sei mancato, sai?”

“Anche tu mi sei mancato, Jeff”

Sterling sorrise, prima di chinarsi su di lui per poterlo baciare.

Il morettino accolse con entusiasmo qual bacio, che però gli fece dimenticare tutto il discorso che si era preparato.

Aveva deciso di dire tutto a Jeff, di parlargli di New York, di chiedergli cosa avesse intenzione di fare e dimostrarsi disposto a proseguire quella loro storia a distanza.

La paura, però, lo paralizzava.

Aveva il dubbio che Jeff dicesse di no, che non si sarebbe sacrificato a vederlo una volta al mese quando andava bene. Al contrario, aveva il timore che accettasse e di farlo stare male per questo motivo.

Da una parte o dall’altra la loro storia sembrava destinata a naufragare.

E lui non voleva.

Si aggrappò con forza alle spalle di Jeff, che non capì il motivo di tutto quel entusiasmo. Peccato che non fosse affatto così, Flint cercava solo un appiglio per non cadere e disperarsi.

Per non scoprire che Jeff Sterling era decisamente più ricco di lui, in tutti i sensi.

Jeff glielo avrebbe detto subito, ne era certo.

Lui era un codardo….

Si staccò dalle labbra del biondo, specchiandosi nei suoi occhi cangianti “Voglio fare l’amore con te…

Un  maledetto codardo, per la precisione…

Jeff lo guardò sorpreso, prima di sorridere, lievemente nervoso ma al contempo decisamente eccitato all’idea “Ora? Qui?”

“No, domani al tempio di Karnak…” lo prese in giro il morettino “Quando i raggi della luna illuminano lo Scorpione di Giava e le mie palle toccano terra”

Jeff lo guardò trenta secondi senza capire, prima di pizzicargli il fianco ridacchiando “Demente…

“Se tu quello che non accetta le offerte generose…” sussurrò il moro al suo orecchio, suonando più lascivo di quello che voleva.

Ma ottenne il risultato sperato quando percepì una scossa attraversare la colonna dorsale del suo ragazzo “E chi ti ha detto che non so accettarle?”

Flint sorrise maliziosamente, aprendogli la lampo della felpa rossa e sfilandogliela, senza aggiungere altro, avvicinandosi sempre di più al suo orecchio, mordicchiandone il lobo, sfiorandolo poi con la lingua calda. Toccò poi alla guancia e alle labbra.

Stavolta fu Flint, infatti, a prendere possesso della labbra dell'altro, esplorando con la lingua ogni centimetro della bocca del suo biondo e stringendolo a se.

Jeff si godette la sensazione che quelle labbra stavano donandogli,  prima di abbassare una mano per accarezzargli il petto sopra la camicia a bianca a righe azzurre verticali.

Il morettino portò entrambe le mani all’orlo della sua vecchia maglietta nera, sfilandola e lasciandogli scoperto il petto pallido e costellato di nei.

Decisamente troppo invitante per la libido di Wilson.

Con un movimento deciso ma al contempo vagamente elegante, Flint riuscì a capovolgere la situazione e a far stendere sotto di se il biondo. Con la  bocca scese ad esplorargli le scapole e il petto, accarezzandogli nel contempo il ventre e sentendo a sua camicia aprirsi delicatamente e sparire.

Non si sarebbe mai aspettato una simile accortezza da Jeff, che sembrava più impacciato che delicato.

Non lo aveva percepito, ma il biondo aveva usato un tocco leggero per non fargli sentire quanto in realtà stesse tramando, nervoso e preso da quelle labbra curiose.

In un attimo anche i loro pantaloni sparirono, ebbero anche l’accortezza di sfilarsi i calzini, lasciandoli con addosso solo i boxer.

La mano di Jeff si abbassò accarezzando la striscia di pelle al di sopra dei boxer grigi (e evidentemente pieni fino ad esplodere) di Flint, prima di scivolare dietro, a stringergli il sedere tondo e sodo.

Questo causò molto più di un sospiro al moro.

Quando levò le mani per portarle sui fianchi di Flint, questi mugugnò con disappunto.

“Smettila di fare il ragazzino viziato” lo canzonò con voce roca Jeff.

“Smettila di fare il biondino stronzo” lo incalzò l’altro, ritornando a baciarlo con passione crescente.

Come a volerlo ripagare di quel appellativo, Jeff allargò con un paio di dita i boxer di Flint, infilandovi una mano all’interno ed iniziando così a toccarlo, accarezzarlo e stringerlo.

Non era la prima volta che lo toccava in quel modo, e in un certo senso ripetere quei gesti che faceva ogni qualvolta entravano in intimità lo tranquillizzava da quello che sapeva sarebbe successo dopo.

Gli levò del tutto quell’ultimo indumento ormai diventato obsoleto e prese a toccarlo più velocemente, stringendo appena la presa man mano che saliva e beandosi dei mugugni che scatenava in lui.

Flint era più esperto e sicuro, ma il modo in cui Jeff riusciva a farlo impazzire era unico.

Di punto in bianco fu lo stesso Wilson a chiedergli di smetterla, non volendo arrivare all’apice così presto.

Sbrigativamente scese dai suoi fianchi, spogliandolo a sua volta dell’intimo e iniziando a lambire il suo corpo di baci, partendo dalle spalle magre, al petto stretto. Si soffermò su uno dei capezzoli, succhiandolo e mordendolo piano per strappare qualche gemito in più al biondo prima di scendere al ventre e all’ombelico. Li gli dedicò un ultimo sorrisetto malizioso che lo fece morire un po’ dentro, prima di occuparsi a sua volta del suo membro nel pieno di un’erezione. Lo prese tra le labbra, passando la lingua su tutta la sua lunghezza e desiderando portarlo al limite senza però concedergli il lusso di venire.

Jeff si afferrò alle coperte fino a far sbiancare le nocche, gemendo frustrato quando l’altro si staccò mettendosi in ginocchio sul letto per guardarlo.

Era…. Che aggettivo viene dopo il ‘perfetto’?

Non gli veniva, avrebbero dovuto coniare un nuovo termine.

“TI prego non fissarmi così” rantolò l’altro “è lievemente imbarazzante…

Flint annuì, tornando a gattonare su di lui per poterlo baciare. Ma Jeff si alzò a sua volta a sedere “Come facciamo ora?”

Il moro lo guardò negli occhi, e in essi Sterling vide la Lussuria strisciare sinuosa “E ora prendimi…

Jeff annuì come un coglione, stando però fermo. Ora aveva davvero due possibilità: fare quel che Flint aveva detto –in qualche modo-o scappare in bagno. La seconda era poco dignitosa ma la prima gli sembrava….

Improbabile.

Se fino a quel momento avevano già fatto tutto, ora si addentrava per vie tortuose e sconosciute.

Flint si accorse di questa insicurezza “Non preoccuparti ok?" Ho progettato tutto io….” si alzò, permettendo così al suo ragazzo di avere una bella panoramica del suo corpo snello, seppur molto basso". Si chinò, afferrando dalla tasca della giacca appoggiata sul letto di Duvall un profilattico e un tubetto di quello che doveva per forza, essere lubrificante.

Jeff, chiaramente, sapeva a che serviva.

Si era documentato, così come aveva fatto Blaine e come chiaramente aveva fatto anche Flint.

Tornò sul letto, passando tutto a Jeff prima di dargli le spalle “So che non è fine” spiegò,  non più sicuro ma letteralmente a disagio “ma per la prima volta preferisco che tu abbia una visuale sicura di cosa stai facendo….”

Jeff avvampò, infilandosi con le mani tremanti il preservativo.

Era il suo momento, non poteva fallire.

Si alzò in ginocchio accarezzando la schiena di Flint con una mano mentre l’altra si appoggiava saldamente al suo fianco e….

“Jeff! "Il lubrificante!” bisbigliò concitato il moro, e subito Sterling si affrettò a prenderne un po’ sulla mano. A intuito ne mise un po’ sul suo membro fasciato dal preservativo e un po’ sull’apertura del suo ragazzo che parve gradire molto. Come aveva visto in alcuni film, letto in un paio di storielle erotiche e trovato su alcuni siti sull’argomento, lo stuzzicò prima con un paio di dita, sostituendo la sua erezione quando lo vide pronto.

E poi fu….

Non aveva parole.

Il suo cervello, già di per sé poco attivo, si stoppò improvvisamente.

Rimase fermo un istante attendendo che l’altro gli desse una qualche sottospecie di imput che ci mise un po’ da arrivare, perché Wilson ci mise un po’ ad abituarsi a quell’intrusione, che risultò dolorosa.

Così come le prime spinte, che fu lui stesso ad esortare con un leggero colpetto del fondoschiena verso il bacino dell’altro.

Jeff ci andò piano, nonostante il desiderio di sfogare tutta quell’eccitazione fosse davvero impellente. Solo quando i gemiti di Flint si fecero di nuovo lascivi iniziò a muoversi sempre più veloce, portando istintivamente una mano tra le gambe del moro, accarezzandolo sull’erezione.

Sentiva dentro di se un pourpurrì di sensazioni nuove ed intriganti, così belle da mandargli in orbita la testa. E lo stesso valeva per Flint, che stringeva così convulsamente il copriletto di Jeff da rischiare di strapparlo.

Non seppero quanto tempo andarono avanti.

Sicuramente non molto visto il grado di eccitazione di entrambi, anche se però parve parecchio.

Flint venne con un gemito alto, inarcando la schiena e gettando indietro la testa. Irrigidì tutto il corpo prima di rilassarlo e questo bastò per far venire anche Jeff, che rischiò il collasso appena i muscoli già di per se stretti di Flint lo strinsero.

E da lì la ripresa fu molto lenta. Il calore, che dal ventre si era irradiato in tutto il corpo, ci mise poco a scemare, lasciando il posto al cuore che correva e al fiato corto. Flint si mise a sedere, voltandosi verso Jeff e regalandogli un sorriso sincero, prima che il biondo lo baciasse intensamente.

“Oh cielo è stato…

“Bellissimo” Jeff gli scostò i capelli sudati dalla fronte “Semplicemente bellissimo…. Come va? "Ti ho fatto male?”

Il morettino alzò le spalle “Un po’ Mal." Niente rispetto aah.

Non fece in tempo a continuare che inaspettatamente la porta della stanza si aprì.

Nessuno aveva pensato a chiuderla, o mettere una cravatta sul pomello.

E Nick era tornato prima.

Hey ragazzi guardate il mio nuovo taglio! Non è…. OH MIO DIO! OH MIO DIO I MIEI OCCHI!”

 

 

“Qui c’è una giacca e un paio di magliette” Kurt passò a Sam l’ultima borsa, prima di concedersi il lusso di guardarsi un istante attorno.

Quel Motel non era squallido come immaginava, ma era comunque molto deprimente. E doveva esserlo di più viverci.

"Per non mettere a disagio il biondo tornò a puntare gli occhi su di lui, che gli sorrise grato “Non so come sdebitarmi, Kurt. Davvero…

Hummel mosse una mano in aria, come per scacciare una mosca, mentre le sue labbra si piegavano in un leggero sorrisetto “Non c’è problema, davvero…

Sam ricambiò il sorriso, prima di farsi lievemente serio “Kurt, posso farti una domanda?”

“Certo..”

“Tu ora stai insieme al solista dei Warblers, vero? Blaine, quel ragazzo simpatico che hai portato alla festa di Rachel”

Kurt arrossì lievemente, sorridendo nella classica espressione da ‘si, oddio, è il mio uomo, non è stupendo?’ prima di riprendere il controllo di se e annuire “Si, Blaine, perché?”

“Ecco sono confuso…. Quello chi è?”

Kurt guardò nella direzione in cui stava guardando Evans, scontrando così la figura di Thad. Guardò l’amico mentre teneva sulle gambe la sorellina di Sam, parlando con lei e il fratellino, e istintivamente sorrise “Un caro amico…. Non vedo molto spesso i Warblers, così quando posso incastro le cose. Stasera siamo usciti per una pizza con lui e un altro paio di ragazzi e poi si è offerto di accompagnarmi da te. Non è un problema vero?”

Si, forse lo era portare un ragazzo che guidava una splendida BMW bianca nella piccola stanza di un motel dove Sam era costretto a dormire con gli altri quattro membri della sua famiglia.

Kurt si morse la lingua, dandosi da solo del coglione.

“Oh, nono!” si sbrigò a dire Sam prima di voltarsi di nuovo verso quel ragazzo strano e i suoi fratellini “Però ora è meglio se andate…. È tardi e io devo andare al lavoro”

Kurt annuì comprensivo “Loro con chi staranno?”

“Sta venendo qui Quinn” gli rispose Evans, afferrando a sopra una sedia la divisa da fattorino proprio mentre bussavano alla porta.

Kurt aprì, sorridendo istintivamente alla bionda e scostandosi per farla entrare

“Allora noi andiamo” disse poi, attirando l’attenzione di Thad che appoggiò a terra la bambina, lasciandola correre da Quinn “Se ti serve altro….”

“Hai fatto già molto, grazie davvero. Tra queste cose e quelle che mi hai portato settimana scorsa direi che per un po’ sono a posto” Sam lo ringraziò, voltandosi poi verso Thad e cercando le parole “Beh grazie anche a te, amico. Per le camice intendo…

Harwood scrollò le spalle “Non preoccuparti, io ne ho molte. E le spalle di Kurt sono troppo strette, le sue non ti sarebbero mai entrate.” Si avvicinò lievemente, fingendo di sussurrare quando invece scandì chiaramente “E poi, non per dire ma credo che le sue siano da donna…

Kurt diede una pacca al ragazzo, prima di salutare Sam e Quinn con un sorriso, avviandosi alla macchina “Sei sempre il solito…” disse, sospirando “Mi farai venire i complessi…

Thad rise, portando il  braccio attorno alle sue spalle “Nah…. Non credo che tu sia una persona facilmente complessabile”

Kurt si scostò,  fingendosi offeso “Lo sai che sono molto sensibile.”

“Hai un gran cuore, lo so” disse teatrale il più grande “Infatti lavori per Unicef, prendendoti cura di persone disadattate come Anderson “

Kurt lo guardò un po’ male prima di sospirare.

Aveva notato che tra il suo ragazzo e il suo ex compagno di stanza, soprattutto nell’ultimo periodo, non correva buon sangue.

Ma preferiva sorvolare, per non mettere a disagio nessuno dei due.

…. E Thad preferì sorvolare sul fatto che nemmeno si salutavano la mattina, appena ebbe un minimo di dubbio sui pensieri dell’amico.

Arrivarono all’auto di Harwood e lentamente uscirono dal parcheggio affollato del Motel, prima di sfrecciare per le vie di Lima “Tanta gente se la spassa in quel posto….” Disse sottovoce Thad “Non dovrebbero esserci dei bambini”

Kurt annuì “Non sanno dove altro andare…. È molto triste.”

Thad sospirò “Spero per il tuo amico che tutto si sistemi velocemente, mi dispiace davvero. Senti dove ti porto? L’auto dove l’hai lasciata?”

Kurt prese l’Iphone dalla tasca dei pantaloni “Wes mi è passato a prendere dal McKinley. Non avrebbe mai trovato casa mia senza un navigatore, a detta sua, così mi sono fatto trovare nel solo posto di Lima che ha visitato”

Thad ridacchiò “Wes ha il senso dell’orientamento di un piccione morto…

Kurt sorrise appena, leggendo un paio di sms arrivati mentre ancora si trovavano da Sam, prima di accedere ad internet e corrugare le sopracciglia.

“Nick sta bene in questi giorni?” Domandò Kurt di punto in bianco.

“Boh, non lo vedo da prima delle vacanze… Perché?” domandò il maggiore, fermandosi ad un semaforo rosso.

Kurt gli passò il suo cellulare, mostrandogli la schermata di Facebook che recitava così:

Nick Duvall La mia vita non sarà mai più la stessa da oggi in avanti…. Smetto addirittura di chiedermi il perché. Non esiste un perché.

A Jeff S. Sterling e Flint Wilson piace questo elemento.

Jeff. S. Sterling Scusa fratello, davvero. Ci dispiace tanto….

Thad lesse velocemente prima che scattasse il verde. Ripassò quindi il cellulare ad Hummel iniziando a pensare “Non ne ho idea…. Dopo mi farò dire da Cameron. A quest’ora saprà tutto.”

Kurt sorride divertito “Come sempre…” rimise il cellulare in tasca, mentre un po’ di malinconia riaffiorava “Mi piacerebbe passare a trovarvi, mi mancate già..”

Thad gli lanciò un a breve occhiatina,e appena lo vide concentrato a fissare la strada sfrecciare alla sua destra si concesse un sorriso triste “Anche tu ci manchi, Poockie. Vieni quando voi”

Arrivarono nel parcheggio del liceo e Thad si fermò proprio accanto all’auto di Kurt. Scesero entrambi e Kurt sorride all’amico “Grazie per la bella serata… E ringrazia di nuovo David da parte mia per avermi portato quella crema per la pelle”

Il più grande annuì “Penso che sua nonna la usi per i calli ai piedi…” Notando la faccia disgustata di Kurt esplose a ridere “Scherzo Poockie, vieni qui va” Gli fece segno di avvicinarsi, prima di coinvolgerlo in un abbraccio caloroso “Mi raccomando abbi cura di te e vienici a trovare….”

Kurt sorrise stringendosi a lui “Certo. Ti porterò dei biscotti per i tuoi pomeriggi di studio folle da esame…. E usa le erbe che ti ho portato”

“Promesso. Allora a presto, mi raccomando” sciolse di controvoglia l’abbraccio, sorridendo un ultima volta al più piccolo, mentre questo afferrava le chiavi dell’auto aprendola e salendovi.

Lo guardo uscire dal parcheggio, appoggiato alla sua auto bianca,e si prese un istante prima di rimettersi a sua volta al volante per tornare a Westerville.

Per tutto il viaggio la sua testa era altrove, rimasta in quel parcheggio con Kurt.

Se avesse avuto le palle sarebbe riuscito a prendergli il viso tra le mani e baciarlo.

Magari quel sentimento che lo univa a Blaine non era poi così solido come pensava.

Sospirò, sapendo che si stava auto illudendo.

L’amore che provava Hummel per quel nano da giardino, come lo definiva, non era nemmeno vagamente immaginabile, figurarsi se poteva eguagliarlo.

Arrivò alla Dalton poco prima dello scadere del coprifuoco e fece per spegnere il motore, ma la canzone che uscì dalla radio locale attirò la sua attenzione. Mise in folle, tirando il freno a mano per tenere l’auto accesa e si concesse di cantare e sognare un po’, prima di tornare dentro alla prestigiosa scuola e dispensare falsi sorrisi.

Chiuse gli occhi, appoggiandosi contro il sedile e lasciando andare non solo la voce, accompagnando così quella di Jared Leto, ma anche la mente….

 

What if I wanted to break

Laugh it all off in your face

What would you do? (Oh, oh)

What if I fell to the floor

Couldn't take all this anymore

What would you do, do, do?

(The Kill - 30 Second To Mars)

 

E all’improvviso non si trovava più nella sua auto, ma nel salone di quella che a primo impatto sembrava una villa bellissima, in stile vittoriano, in piedi su una bellissima scalinata bordata di un lussuoso tappeto rosso.

La sua voce calda rimbombava per tutti gli ambienti di quella dimora, mentre con sguardo magnetico teneva incollati ai suoi occhi neri quelli cristallini di un ragazzo bellissimo, in piedi ai piedi della scala.

Prese a scendere lentamente, accarezzando con la mano il marmo nero del corrimano, fino a trovarsi a pochi passi da lui.

 

Come break me down

Bury me, bury me

I am finished with you, you, you.

Look in my eyes

You're killing me, killing me

All I wanted was you

 

Sfiorare la sua pelle lattea con la stessa cura con la quale aveva accarezzato il freddo marmo gli venne quasi naturale mentre gli urlava addosso tutta la disperazione, annidata dentro di sé.

Passò la mano dietro alla sua nuca, stringendone piano i corti capelli e avvicinando il corpo di Kurt al suo, più alto solo perché stava ancora sull’ultimo gradino della scalinata.

Cosa avrebbe dato per un contatto maggiore.

Ma anche nei sogni non poteva, così lo lasciò andare, scendendo anche l’ultimo gradino e camminando per l’ampio salone, sollevando polvere ad ogni passo.

 

I tried to be someone else

But nothing seemed to change

I know now, this is who I really am inside.

Finally found myself

Fighting for a chance.

I know now, this is who I really am.

 

Il dolore nella sua voce risuonava per la stanza vuota con fare stridente.

Come sempre non c’era nessuno a notarlo, non c’era niente che lo consolasse mentre l’eco della sua stessa voce gli rimbalzava addosso ferendolo.

Nessuno.

Eccetto Kurt.

Le sue braccia che si stingevano al suo busto, il suo petto premuto contro la sua schiena…. Sentiva il cuore battergli così forte che sarebbe potuto anche esplodere in un solo istante.

Si voltò verso di lui, stringendosi addosso e appropriandosi quasi voracemente di quelle labbra carnose e soffici, esattamente come se le ricordava.

 

(You say you wanted more)

What if I wanted to break...?

(What are you waiting for?)

Bury me, bury me

(I'm not running from you)

What if I

What if I

What if I

What if I

Bury me, bury me

 

Lasciò che la canzone scemasse lentamente, e con essa la sensazione del calore di Kurt su di se.

Lo aveva fatto di nuovo, si era lasciato prendere dal momento e si era perso dentro a quei desideri irrealizzabili.

Aprì gli occhi lentamente, prendendo un respiro profondo.

Così si faceva del male da solo, ne era certo, ma in un certo senso si salvava dalla totale pazzia.

Chinò la testa di lato e per poco morì di infarto notando David che lo guardava preoccupato da dietro il finestrino. Odiava avere un pubblico mentre si esibiva in quelle occasioni.

Chissà che cavolo di espressioni faceva, poteva aver addirittura baciato il voltante per quanto ne sapeva!

“Amico sei inquietante” disse il ragazzo di colore una volta che Thad scese dal velivolo “Voglio dire…. Ho bussato ottocento volte e tu continuavi a sgolarti. Ma non ti assordi a cantare così forte in  un o spazio così piccolo?”

“No, Thompson, e devi sapere che detesto quando mi fissano” disse irritato Harwood.

“Ma noi ci preoccupiamo” David sospirò seguendolo verso la scuola “Insomma, prima sul muretto, ora in auto…. Con tutti questi testi da disperato…. Ma pensi ancora ad Allyson??”
“Dio, ti prego no!” bonificò irritato “Non penso a nessuno al momento, e sto bene così”
Bugia.

Thad, sei davvero preoccupante”

“Scommetto che ad Anderson non diresti nulla” disse Thad, ormai al limite, mentre saliva le scale velocemente alla volta della sua stanza “Se lo trovassi in auto a cantare a squarcia gola…

“Già successo, o gli ho chiesto se era pazzo” il ragazzo di colore lo prese per un braccio prima che potesse entrare in stanza “Sai che con noi puoi parlare.” Disse guardandolo seriamente “Con me e con Wes…. La nostra porta è qui davanti ed è sempre aperta…

Thad distolse lo sguardo, strappando il polso dalla sua presa “Non c’è proprio niente da dire”

Entrò in camera, chiudendosi la porta alle spalle e lasciando David lì, gelato dalla preoccupazione. Non gli rimase null’altro da fare se non entrare in stanza e raccontare tutto all’asiatico.

 

A sconvolgere la già poca tranquillità della Dalton arrivò un inaspettato uragano, pronto a travolgere tutto e tutti.

“Il Dalton Daily Rumors?” chiese stranito Cameron “Abbiamo un giornalino scolatico?”

Wes prese il volantino che il ragazzo aveva tra le mani, leggendolo attentamente.

Credete davvero di conoscere tutti coloro che vi circondano tra le pareti di questo istituto? I loro segreti, le loro attitudini, i loro vizi? Se siete interessati fate un salto sul nuovo giornale scolastico: il Dalton Daily Rumors!

(http://daltonrumorsdaily.tumblr.com )

Ma…. Stai scherzando? Dove lo hai preso?” chiese a quel punto Montgomery, guardando stranito Cam.

“Lo hanno appeso fuori dalla porta” rispose Richard per il fratello minore “Lo hanno messo anche a me e a Las, quando ci siamo alzati era lì.”

Nick arrivò di corsa, piazzandosi sulla loro strada, al centro del corridoio “Codice rosso, rosso, ROSSO” disse istericamente.

Wes non ci arrivò subito “Cosa?”

Nick gli mise in mano il suo BlackBerry, e subito i fratelli James si schiacciarono sull’asiatico per poter vedere a loro volta.

Al centro di una pagina web dal layout ispirato ai colori dalla loro divisa stava una foto decisamente compromettente di Thad a Kurt. Il maggiore teneva il braccio attorno alle spalle del controtenore e, a giudicare dall’insegna luminosa alle loro spalle, erano appena usciti da un Motel.

Wes guardò Nick “Decisamente codice rosso” disse velocemente, dando il cellulare a Rich e partendo per il corridoio chiedendo in giro se qualcuno avesse visto Blaine o Thad.

Sperava di evitare una possibile rissa.

Rich invece si schiarì la voce, leggendo a voce alta quel che era riportato sotto la foto.

 

‘Tutti lo conoscono, nessuno escluso. Ricco, carismatico…. Thad Harwood ha tutto e pretende tutto. Anche i fidanzati degli altri. Chi lo avrebbe mai detto che un lord come lui si sarebbe dai abbassato a fare la corte ad un banalissimo figlio di meccanico? Forse, però, al nostro ex compagno di scuola Kurt Hummel che pareva tanto di sani principi è andata bene visto che la nostra macchina fotografica li ha immortalati mentre uscivano da un rozzo Motel nei pressi di Lima. Che brusca caduta di stile per il figlio del Vice Governatore dell’Ohio. Chissà cosa ne pensa la nostra star e fidanzato di Hummel, Blaine Anderson, di tutto questo!

Con questo vi lascio, a presto con la prossima notizia ;)

D.D.R

 

Nick annuì lentamente “Bel casino…

Ma…. È vero che Thad se la fa con Kurt?” chiese stranito il maggiore dei due fratelli, mentre Cameron rileggeva il post.

Nick scosse il capo troppo velocemente “Nono! Ma che dici! Kurt sta con Blaine, deve esserci senza dubbio un malinteso!”

Cameron storse il naso, passando il cellulare all’amico “Senza dubbio è qualcuno che non ci sa fare, con i pettegolezzi. Non gli importa tanto della notizia quanto di quello che la notizia si prefigge di portare. Ovvero smerdare Thad. Se fosse stata una cosa fine a se stessa allora sarebbe stata più ricca di particolari, invece sta cosa ti porta a pensare esattamente dove vuole lei.”

Richard lo guardò annuendo mentre Nick corrugava le sopracciglia “E con questa analisi forense vuoi dirci che non sei stato tu?”

Cam scosse il capo “No, non sono stato io”

“Hai le prove?”

“L’aula computer ha la telecamera di sorveglianza e io non ho internet sul cellulare” rispose semplicemente Cameron “Poi, se l’avessi fatto io, sarebbe stato decisamente più elaborato…. Questa è una cazzatina da principiante” concluse poi “Senza contare che non farei mai una cosa simile a Thad e Kurt”

I tre si scambiarono un’occhiata, prima che Duvall di dileguasse per i corridoi, alla ricerca di Jeff.

La ThreeSix Maphia aveva il dovere morale di indagare.

 

 

Quando Wes, dopo una lunga e straziante ricerca, trovò Thad a e Blaine di certo non si aspettava di vederli in giardino.

E di certo non si aspettava di trovare anche Kurt.

Li raggiunge affannato, appoggiandosi alla spalla del solista “Ragazzi, possiamo parlarne civilmente”

Thad prese un tiro di sigaretta, mentre Kurt alzava elegantemente un sopracciglio.

“Beh, ma è quello che stiamo facendo” Gli disse Blaine, tranquillissimo.

Montgomery ci rimase quasi male, mentre passava gli occhi su tutti e tre.

“Non dovresti farti queste cose di domenica mattina” gli disse Harwood con pacatezza nella voce “Ti fa male agitarti”

Blaine guardò Wes con la coda dell’occhio mentre questo si ricomponeva, rivolgendosi poi a Kurt “E tu? Come fai ad essere già qui?”

“A dire il vero è lui che ha chiamato noi due per dircelo” gli rispose Anderson, mentre il suo ragazzo annuiva.

“Mi è arrivata un’email stamattina, mentre facevo i rituali di idratazione” spiegò il giovane, passandosi una mano tra i capelli liberi dalla lacca, che cadevano mollemente sul suo viso in una frangetta sbarazzina “Così ho chiamato subito Blaine per spiegargli che la nube di pettegolezzi, a quanto pare, si sta spostando dal McKinley alla Dalton”

Wes lo ascoltò attentamente senza capacitarsi di come potessero essere tutti e tra così calmi mente nella scuola imperversava il caos.

Davanti a lui c’era il triangolo amoroso più chiacchierato del momento,  eppure non facevano una piega.

Blaine sembrava quasi divertito dalla cosa.

“Settimana scorsa dicevano che Kurt aveva una relazione con Sam Evans, un ragazzo delle New Directions” Spiegò Blaine, notando lo sguardo sconvolto dell’amico “E non era il solo pettegolezzo a girare per la scuola”

“Noi però non avevamo un blog” gli disse Kurt, serio “Questa persona va fermata…. Potrebbe fare dei guai. Finche fotografa me e Thad che andiamo a trovare Sam è un conto, ma potrebbe anche far danni peggiori”

Thad annuì lievemente “Indizi?” chiese poi a WesApparte che è di certo un Warblers”

“E come fai a dirlo?” chiese Wes.

“Beh chi altro poteva sapere che io e Kurt eravamo insieme a Lima? Ne abbiamo parlato alla prima riunione del post vacanze, ieri.”

Blaine si intromise “Potrebbe anche finire qui, no?”

“No, ha detto alla ‘prossima notizia’, questo significa che ne ha già un’altra pronta secondo me” disse Kurt con non chalance, guardando Thad mentre buttava a terra il mozzicone della sigaretta pestandovi sopra.

“A questo punto va stanato e lasciato alla folla affinché lo linci” disse con naturalezza il capo consiglio Harwood “Vado a fare colazione, ciao Kurt” si allontanò velocemente, e subito Wes guardò Hummel

“Pensi quello che penso io?”

Kurt lo guardò attentamente “Ovvero?”

“Che forse…. È stato Thad?”

Blaine scoppiò a ridere, mentre Hummel sbuffava “E perché dovrebbe farlo”

“Beh ecco” Montgomery si trovò in una situazione spiacevole: Se Kurt sapeva delle attenzioni di Thad sicuramente si sarebbe indisposto nei suoi confronti…. Se invece non lo sapeva….

Meglio evitare “No niente, lascia stare. Sto vagliando tutte le ipotesi. Vado anche io a fare colazione” Sorrise allegramente ad entrambi “Mi ha fatto piacere rivederti Kurt, a presto” aggiunse, prima di sbrigarsi a seguire Harwood, convinto che evitare che gli altri infierissero fosse il solo modo per evitare un omicidio di massa.

Blaine si voltò verso Kurt, con le mani in tasca “A questo punto facciamo colazione insieme?”

L’altro sorrise, lievemente meno teso “Un salto al Lima Bean sarebbe il massimo. Ho bisogno di un paio di cappuccini dopo questa…

Anderson sfilò una mano, porgendola al ragazzo che subito la afferrò, avviandosi con lui verso il parcheggio.

In cuor suo sapeva che Kurt aveva ragione: questa cosa andava arginata.

Lui stesso aveva qualche scheletro nell’armadio che doveva assolutamente rimanere dov’era….

 

Continua….

 

 

Nda.

Ciao a tutto e buon Ferragosto!

Come premettevo nel capitolo precedente, iniziano un po’ di casini!

Ovviamente il Dalton Daily Rumors non si ferma qui!

Facciamo un  giochino: ditemi chi pensate ci sia dietro tutto questo e il perché!

 

Anche se le recensioni sono decisamente calate a causa dell’estate, ringrazio chi non mi abbandona e continua a darmi un suo parere :D grazie mille, siete i più preziosi!

 

Scusate eventuali errori. Il capitolo non è betato.

D non rompermi le palle

 

Cosa ne pensate della scena hard iniziale? È da tanto che non scrivo lemon slash!

 

Ps: Non riuscirò a postare per una settimana circa, causa Concerto dei Panic! At the Disco e un po’ di giorni a casa di una casa amica^^

Ci sentiamo direttamente a fine mese!

Scusate mi farò perdonare :)

 

Al prossimo capitolo

Un bacione

Jessy

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 26
*** #22 pt II.: The Dalton Daily Rumors ***


bananissima

 

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

#22 pt II.: The Dalton Daily Rumors

 

 

Come previsto da Kurt, il flusso di notizie sbandierate dal Dalton Daily Rumors non si arrestò, e così fu anche per gli studenti che presero morbosamente a seguirlo.
Il giorno seguente fu il turno di Nick, che però non si preoccupò più di tanto delle notizie diffuse su di lui “Insomma, non c’è niente di male no?” disse con disinvoltura, guardando l’assemblea straordinaria dei Warblers, riunita attorno a lui “Non è una vergogna essere ancora vergine…. Infondo ho ancora sedici anni io!” passò gli occhi su ognuno di loro, notando sguardi di intesa che non gli piacquero per nulla “E poi non posso credere di essere l’unico vergine, no??” silenzio tombale “No??”
Jeff fece per dire qualcosa, in sostegno morale al suo migliore amico, ma Kirk gli smorzò subito l’entusiasmo “Oh andiamo, l’altro giorno tutti hanno sentito le urla di Nick!”
Jeff si risedette rassegnato accanto a Flint, incassando le spalle.
“Io lo sono e, come te, non credo sia affatto un problema” disse risoluto Blaine, guardando con gentilezza negli occhi Duvall, nonostante le sue guance si fossero appena imporporate.
“Ma è diverso” osservò Thad, sistemandosi con i gomiti sui braccioli della sedia.
“E perché mai?” chiese Wes, voltandosi di tre quarti a guardarlo.
“Anderson è omosessuale, le relazioni intime saranno logicamente più compresse. In più è assurdo che Duvall non riesca a schiacciarsene nessuno se gira con la Lamborghini del fratellone” Gli chiarì subito il capo consiglio Harwood, roteando gli occhi come se fosse dannatamente ovvio.
La cosa non solo indispose Nick che pareva felice di aver un sostenitore, ma imbarazzò ulteriormente Blaine che si irrigidì sul bracciolo della poltrona sul quale si era appollaiato.
“Eh no!” Duvall si scaldò “Non potete aver perso tutti la verginità! Mi rifiuto di crederlo! Trent per esempio…. Dai su ammettilo!”
Nixon scrollò le spalle “Che vuoi che ti dica…. Il mare, la spiaggia, gli amori estivi…. Una cosa tira l’altra e….”
Prima che Duvall si avvilisse ulteriormente Wes batté tre volte il martelletto sul tavolo “Ci riaggiorniamo a domani, stessa ora….”
“Questa cosa di leggere le notizie insieme è deleteria“ Fece notare Las “Infondo sono solo stupide chiacchere…. E, perdonatemi, ma una era non vera e questa di Nick, come ha detto lui stesso, niente di serio. Perché non ignoriamo solo il fenomeno?”
“Perché la persona che scrive, e di questo siamo certi, è qui con noi in questa stanza” Gli disse Thad, con voce melliflua e vagamente inquietante.
“E ci sembra giusto scoprire chi è per prendere provvedimenti” terminò David, chiudendo la penna e riponendola con cura nel cassetto davanti a lui insieme al libro dei verbali.
“Provvedimenti?” chiese Richard, guardando Wes.
L’asiatico abbassò gli occhi, sospirando “Il colpevole verrà immediatamente cacciato dal Glee Club e denunciato a chi di dovere… professori e preside. La preside parlava di sospensione temporanea come punizione per aver infangato il buon nome della Dalton con queste stupide chiacchere.”
Tutti si alzarono, iniziando a guardarsi di sottecchi tra loro cercando di capire chi mai potesse esserci dietro tutto ciò.
Thad li osservò attentamente, sospirando rassegnato prima di voltarsi verso Andrew, che aveva atteso uscissero tutti prima di avvicinarsi ai tre capi consiglio “Allora?” chiese Wes “Hai scoperto qualcosa?”
Andrew scosse il capo sconsolato “Ho provato a rintracciare l’IP del pc della persona che ha fatto ciò e ho visto che ci sono due possibili matrici. La prima da un cellulare all’interno del campus e una rete protetta da fuori. Chi mette i post sul blog lo fa fare a qualcun altro o lascia la Dalton per farlo, controllando poi da un cellulare. “
“Perfetto è un genio” disse Thad amaro “Non allacciandosi alla wirless dell’istituto ha il colpo sicuro”
Wes guardò Stuart un attimo “Continua ad indagare…. Magari capisci chi usa il cellulare….”
Il ragazzo annuì uscendo, mentre David sbuffava “Speriamo che questa persona continui a scrivere cose così banali….”
Ovviamente non andò così.

 

“Dov’è Ethan?!” Wes guardò attentamente tutta la mensa, urlando a pieni polmoni quella domanda.
Tutti si voltarono a guardarlo, mentre il suono di una sedia che veniva fatta strisciare sulle mattonelle rompeva il silenzio che era venuto a crearsi.
Ethan Moore si alzò in piedi sistemandosi la giacca, prima di camminare davanti a tutti senza la ben che minima vergogna.
Sentiva gli occhi di tutti gli altri incollati alla schiena mentre camminava verso l’asiatico, e cercò di affinare le orecchie per poter sentire i loro commenti ma non ci riuscì.
Forse era meglio così.
Kirk si alzò, facendo per seguirlo, ma Wes lo ammonì con lo sguardo, uscendo dalla stanza con Moore “Come ti senti?”
Et non fece una piega “Sono…. Sconcertato. Non so chi sia questa persona ma io non ho mai detto a nessuno delle mie… inclinazioni”
Wes aprì la porta della piccola stanzetta accanto a quella dove erano soliti provare e lì fece accomodare Ethan.
Prese posto sul divanetto accanto a lui, cercando le parole giuste per non ferirlo ancora di più di quanto già fosse.
“Non credevo che questa persona si spingesse a tanto” disse Wes, appoggiandoli una mano sul ginocchio “Per di più mettendo un’altra notizia nello stesso giorno. Voglio dire, quella di Nick era una bazzecola messa lì per metterlo a disagio forse, ma questa di te che, oddio, potrebbe avere la stessa mira…. È molto peggio. Mi dispiace…
Moore abbozzò un sorrisetto “Non importa. Infondo in questa scuola ci sono tanti ragazzi omosessuali che stanno benissimo, si trovano bene no?”
“Si ma noi sappiamo che lo sono perché loro hanno deciso di dircelo” Montgomery fece una pausa, sospirando prima di tornare a guardare il ragazzo seriamente “Non hai una bella cera, quindi smettila di fare il rilassato e dimmi come stai realmente.”
Moore lo guardò negli occhi, perdendo lievemente il controllo di se “Cazzo Wes io non lo so, ok?! Non so se sono gay o meno, è solo uno il ragazzo che mi ha fatto perdere la testa, uno solo! Chi cazzo è questo stronzo che si è permesso di dire i fatti miei in giro con una sicurezza così irritante, quando nemmeno io ne sono certo?!”
Il capo consiglio sospirò stringendo forte la presa sul suo ginocchio “Lo troveremo e in modo molto costituzionale gli faremo capire che disagi ha provato, trascinandolo in cortile e prendendolo a sprangate…. Thad ha già pronta la mazza da baseball” sorrise, cercando di confortare il ragazzo che subito ricambiò, seppur debolmente “Ora puoi andare…. Non fare cazzate.”
“Cosa posso fare? Non abbiamo nemmeno un’idea di chi potrebbe essere…” Il ragazzo si alzò, sfilando fuori dalla stanza con aria mesta, seguito dopo poco da Wes.
La situazione si faceva sempre più critica.
Guardò Ethan allontanarsi e dirigersi verso l’ingresso e alla scala a chiocciola che conduceva ai dormitori. Lì si incontrò con Blaine che gli sorrise prima di dirigersi verso il capo consiglio, sfilandosi la sciarpa “Che succede a Ethan? Sembra parecchio giù di corda”
“Lo saresti anche tu dopo un coming out forzato” gli rispose Wes, sbuffando.
“Aspetta, cosa?!”
L’asiatico fece un cenno alla tasca dei suoi jeans, da cui spuntava il cellulare “Controlla il blog del nostro psicopatico giornalista e vedrai…
“Un altro post?! Lo stesso giorno?!”
“Evidentemente non era soddisfatto del primo…
Anderson scosse piano il capo, sbuffando “Dio, questa situazione è ridicola. Dobbiamo fare qualcosa, subito!”
“Ci stiamo già mobilitando” Montgomery annuì alle sue stesse parole, prima di guardare Blaine negli occhi “Ma tu dove sei stato?” chiese, alludendo al maglione fresco di stiratura e ai jeans aderenti.
“Sono uscito con Kurt, abbiamo cenato fuori e lui…” Blaine sospirò, trattenendo però a stento un sorrisetto “Mi ha chiesto di accompagnarlo al ballo”
“Oh” Wes lo guardò attentamente “E tu…
“Ho accettato”
Il maggiore gli battè un paio di pacche affettuose sulla spalla “Dopo questa vinci il premio di fidanzato modello. La tua psiche reggerà il colpo o ti appallottolerai su te stesso in mezzo alla pista da ballo rimembrano lo shock?”
Blaine gli lanciò un’occhiata poco allegra “Non sei simpatico, comunque posso gestire benissimo la situazione. Nel mio vecchio liceo c’erano bastardi più grossi che in quello di Kurt…
L’asiatico gli sorrise “Se ci saranno problemi sai chi chiamare” Lo salutò, augurandogli la buona notte, prima di tornare alla mensa per fare una paternale a tutti.
Sapeva che lì in mezzo c’era l’autore di tutto quel trambusto, ergo era certo di rivolgersi anche lui.
Blaine invece fece retrofront, defilandosi nella sua stanza per riuscire a leggere il nuovo post.
Appena arrivato si lasciò cadere sul letto senza nemmeno levarsi la giacca e, accendendo velocemente il suo portatile, entrò sulla pagina di tumblr adibita al DDR.
La prima cosa che colpì la sua attenzione fu la foto a centro pagina, che ritraeva Kirk e Ethan per i corridoi della Dalton, probabilmente mentre stavano dirigendosi a qualche lezione. Prese a leggere velocemente, stupendosi della cattiveria che permeava ogni singola parola….

‘A quanto pare il blog è caduto nella noia dopo la notizia della presunta (e ovvia) verginità di Duvall, così ho deciso di fare uno strappo alla regola e rivelarvi qualcosa di, e ne sono certo, più succoso e appetitoso. Il caro Ethan Moore, bravo ragazzo anche se decisamente col portafogli troppo vuoto per gli standard della Dalton, pare nascondere qualcosa di decisamente inaspettato: a quanto pare il nostro caro Warbler si aggiunge al piccolo circolo omosessuale dell’istituto! Come lo so? Beh non posso dire voci di corridoio, il ragazzo è bravo a tenerlo per , ma se osserverete con attenzione i suoi atteggiamenti verso James Kirk, allora potrete benissimo capire! Senza contare che ho assistito ad una certa dichiarazione di persona, sul tetto della scuola…. Eh si, a quanto pare è un amore unilaterale, ci dispiace molto Moore, peccato! Ci avevi visto bene, eh? Ricco, bello, biondo e con la faccia da cavallo, un vero principe! Chiudo augurandovi buona notte e salutandoci fino a domani, quando rivelerò qualcosa di decisamente più impegnativo. È un crescendo, signore e signori, vedrete quando si toccherà l’apice! DDR.’

Blaine si contrinse a rileggerlo almeno tre volte, stupendosi sempre di più di quanto potesse essere crudele una persona che mangia, dorme e studia nel tuo stesso luogo.
Che vive con te.
Chiuse il portatile, schifato, sentendo il cuore battere a mille e un lieve velo di sudore inumidirli la fronte.
Su di lui non avevano nulla, ne era certo.
Poteva star tranquillo, si disse mentre si spogliava infilandosi il pigiama.
Non avrebbero scoperto nulla su di lui….
Si mise sotto le coperte con questa convinzione.
A quanto pare, quel giorno, avevano sbagliato calcoli davvero tutti alla Dalton, lui compreso.….

 

Blaine uscì dalla classe di francese come ogni mercoledì, dirigendosi verso la scala che portava al dormitorio per poter appoggiare i libri e andare a pranzo.
Quel giorno tutti sembravano già essersi dimenticati del DDR, nessuno aveva trattato in modo diverso dal solito Ethan dal giorno precedente e nessuno ne aveva più parlato.
Tuttavia, Blaine non si illudeva che fosse finita, solo sperava che tutti ormai fossero eccessivamente stufi di quei disordini da non aprire nemmeno più il blog.
Andò in bagno a sciacquare le mani e il viso, canticchiando a bassa voce la canzone che aveva deciso sarebbe stato il suo assolo al Festival dei Fuochi.
Si mise un po’ di lacca nei capelli, lottando contro un ricciolo particolarmente insistente ed avendo la meglio a fatica, poi uscì incamminandosi alla mensa.
Lì venne preso.
Di peso.
Guardò Jeff e Nick che camminavano spediti trasportandolo (lo reggevano sollevato da terra, tenendolo per le braccia) verso la sala delle prove e la cosa non gli piacque affatto.
Ehm…. Ragazzi?”
Loro però non dissero nulla, mantenendo un inappropriato cipiglio serio che stonava decisamente con i loro soliti sorrisi smaglianti.
Blaine capì che qualcosa non andava quando si ritrovò nella saletta, davanti ai tre capi consiglio decisamente alterati.
Duvall e Sterling si defilarono silenziosamente, mentre Thad batteva le mani con forza sulla scrivania “Perché cazzo non hai detto nulla!?”
Blaine sbiancò.
Thad non era solito preoccuparsi per lui, ergo doveva essere una cosa decisamente molto seria. Soprattutto contando che non lo salutava nemmeno per il corridoio.
Riluttante spostò gli occhi verso sinistra, pentendosi immediatamente.
Lo sguardo di Wes avrebbe potuto incenerirlo lì, sul colpo.
“Io non posso crederci che tu me l’abbia tenuto nascosto!!” sbraitò l’asiatico, puntandogli contro il pugno serrato “Mi avevi detto che avevi problemi a casa, ma…. Con ‘problemi’ non avevo ben capito che tuo padre ti mette le mani addosso!”
Il solista si appoggiò alla scrivania, andando incontro al pugno di Wes, non tanto per spavalderia, ma per non crollare a terra.
David diede man forte agli altri due, mantenendo però il solito atteggiamento pacato “Davvero Blaine, dovevi dircelo”
“Ragazzi, non è come sempre” Anderson prese un respiro profondo, mordendosi le labbra “Mio padre non mi picchia…. Ok?” passò gli occhi da Thad a David, fermandosi poi su Wes più a lungo “Succede, di tanto in tanto, che mi arrivi uno schiaffo e qualche urlo ma…. Non ha mai inveito di cattiveria su di me. Ha solo una visuale molto rigorosa della vita e io….” Si morse le labbra, mentre i tre capi consiglio capivano quanto gli costassero quelle confessioni “Per lui io sono… sbagliato. Tutto qui.”
Thad scambiò uno sguardo con Montgomery, che si schiarì’ la voce “Perché non lo hai detto almeno a me?”
“Perché, e lo dico ora per non ribadirlo mai più, questa è una cosa molto personale” Blaine guardò deciso il suo amico, sospirando “E non voglio che nessuno si metta in mezzo. Nemmeno voi. Non potete fare nulla per me e non voglio che nessuno provi compassione per me…. Anche se immagino che voi lo abbiate scoperto da quel maledetto blog”
David passò il suo BlackBerry a Blaine, e il ragazzo prese a leggere velocemente, resistendo all’impulso (che tra l’altro cresceva di parola in parola) di spaccarlo in terra.


‘Vi capita mai di conoscere meglio una persona e pensare una cosa della serie: le apparenze ingannano? Ecco, a me è successo con il cencioso Blaine Anderson. Ok, lo ammetto, non mi sono mai andate a genio le persone troppo ‘perfette’, perché ho sempre creduto che nascondessero i segreti peggiori. E così è anche in questo caso! Chi potrebbe mai immaginare che la punta di diamante dei Wablers è vittima di violenze domestiche ripetute? Ebbene sì, è la verità. A quanto pare al Signor Richard Anderson non va molto a genio l’omosessualità del figlio e sottolinea questo pensiero a suon di sberle. Non è il massimo della pubblicità positiva per il nostro damerino preferito, vero?
Passando a tutt’altro, ho notato che alcuni di voi si stanno stupendo che io inizi a fare sul serio, e per sottolinearlo ho una notizia bomba per domani. Un indizio? Nemmeno i capi consiglio sono al sicuro…. Buona giornata, il vostro DDR’


Blaine restituì il cellulare a Thompson resistendo alla tentazione di de-fenestrarlo “Che schifo. Questa persona mi fa schifo”
“Conosci qualcuno che potrebbe sapere che tu hai problemi a casa?” domandò gentile il ragazzo di colore “Voglio dire…. L’hai mai detto a nessuno?”
Blaine scosse piano il capo “Nessuno, nemmeno a Kurt”
Thad sembrava pensieroso, mentre fissava la superficie liscia della scrivania.
Il cellulare di Anderson prese a squillare, e appena lo prese in mano e lesse il nome di Kurt si scusò frettoloso, uscendo dalla stanza.
“Il nostro indiziato numero uno era Kirk” disse Wes pensieroso “La sola persona che conosceva il segreto di Ethan su confessione dello stesso ragazzo.”
“Kirk non ha mai digerito molto Blaine” disse Thad “Ma non penso che sapesse questa cosa. Nessuno la sapeva…
Montgomery ringhiò frustrato.
Era come se cercassero di afferrare il fumo.
Appena capitava tra le loro mani riusciva comunque a sfuggire alla loro presa.
Come si cattura il fumo?



Kurt e Blaine si erano ritrovati soli nella stanza di quest’ultimo molte volte, e spesso cadevano in lunghi silenzi dettati dall’imbarazzo.
Blaine avrebbe di gran lunga preferito quello, piuttosto che sapere di aver deluso Kurt.
“Io credevo che tra noi non ci fossero segreti…
Il sussurro del più giovane arrivò alle sue orecchie colpendolo più forte di un urlo.
Lentamente spostò gli occhi color caramello sulla sua figura, seduto ai piedi del letto accanto a lui, con le mani strette in grembo e il capo chino di chi non ha ben chiaro come affrontare una determinata situazione.
E, in un certo senso, lo capiva.
Capiva la sua delusione di fronte al modo in cui lui gli aveva taciuto un problema tanto grande.
Certo, poteva non averlo detto a Wes o David, ma Kurt aveva ragione: sin da quando si erano conosciuti non avevano mai avuto segreti che potessero in qualche modo increspare la loro amicizia.
Kurt era sempre stato maledettamente onesto con lui, raccontandogli i particolari anche dolorosi della sua vita, come l’aver perso la madre così giovane o quella sensazione di vuoto che aveva prima di conoscerlo e che gli appesantiva il cuore. E Blaine non era stato da meno, non riuscendo però a dire a Kurt come si sentisse inappropriato a casa sua.
“Mi dispiace….” Sussurrò Anderson, desideroso di abbracciare il suo ragazzo, ma trattenendosi dal farlo. Kurt avrebbe avuto tutte le ragioni di ritrarsi.
Il più piccolo alzò gli occhi cristallini sul suo viso “Posso sapere almeno il perché?”
Blaine si morse il labbro inferiore, passandosi una mano tra i capelli ancora umidi dalla doccia che aveva fatto prima del suo arrivo “Non volevo che…. Non volevo che tu provassi pietà per me.” Buttò fuori, trovando il coraggio di guardarlo negli occhi “Onestamente non lo avrei sopportato e poi non volevo ti sentissi inadeguato ad entrare in casa mia. Non volevo che tu….”
Kurt alzò un dito, appoggiandolo sulle labbra dell’altro e lievemente sorrise “Non voglio che pensi tutte queste cavolate, ok?” disse, avvicinandosi di poco a lui fino a far scendere la mano a coprire la sua, appoggiata sul ginocchio “Non provo pena per te, se mai per tuo padre che non capisce quanto tu sia speciale…
Blaine sorrise, appoggiando la fronte a quella di Kurt e sospirando lievemente. Sapeva che il suo ragazzo aveva capito dai suoi discorsi che suo padre non lo approvava, ma da lì a dargli conferma che proprio detestasse questo suo lato al punto da alzare di tanto in tanto le mani ce n’era di strada.
Kurt inclinò il capo di lato, così da poter sfregare il naso contro quello di Blaine e accarezzare appena le labbra con le sue “Non siamo noi ad essere sbagliati…. È la società che lo è….”
Blaine si sporse quel tanto che bastava per chiudere il poco spazio tra loro ed impossessarsi della dolci labbra di Kurt, appoggiandogli una mano sulla nuca, dietro i capelli. Sentì le mani del più giovane appoggiarsi al suo petto, all’altezza del cuore, precisamente nel punto in cui aveva sentito sprigionarsi un forte calore nel udire le parole sentite del suo ragazzo.
Lui non era sbagliato, questo lo sapeva, ma aveva bisogno di sentirselo ripetere….
Il suo braccio scivolò dietro le spalle di Kurt, e così riuscì a stringerlo meglio a , continuando a baciarlo dolcemente e sentendo il cuore del controtenore battere contro il suo.
Sarebbe andato avanti per ore, ma il coprifuoco sarebbe scattato di li a poco così impedì a se stesso di far stendere del tutto il suo ragazzo sul materasso e dar via ad un’intensa sessione di pomiciate.
Fu difficile ma riuscì ad impedirselo per davvero.
“È tardi” sussurrò a malincuore il solista, accarezzando il collo di Kurt lungo il nervo, fino alla spalla, e sentendo la sua pelle rabbrividire ad ogni tocco.
“Lo so…” Hummel sospirò, staccandosi da lui e passandosi una mano sul viso, sorridendo “Forse era meglio parlare subito invece di stare mezzora zitti…. Non credi?”
“Decisamente si” Gli diede un altro bacio, stavolta sulla guancia, prima di alzarsi insieme a lui e passargli la giacca leggera “Domani ci vediamo?”
“Si torno qui io” disse il più giovane, prendendo la sua tracolla e avviandosi alla porta.
“Mi dispiace farti fare per il secondo giorno di fila la stessa strada”
Blaine….” Kurt si fermò, appoggiandosi con la schiena alla porta “Hai letto il post del DDR vero?” il riccio annuì “Ecco…. Io ho una pessima sensazione sul capo consiglio sul quale domani si sfogherà questo… Questo… Non trovo nemmeno le parole per classificare una persona che fa queste cattiverie!”
Il suo ragazzo lo guardò negli occhi, leggendovi una sincera preoccupazione che gli fece stringere lo stomaco “Kurt… Cosa sai?”
Hummel si morse le labbra, prendendo un respiro.
Stava per tradire la fiducia di Thad, forse, ma avere una persona in più a conoscenza di quella storia, in caso di bisogno, sarebbe stato vantaggioso.
Dio solo sapeva che reazione avrebbe avuto Thad nel caso in cui…
Kurt rabbrividì, scrollando le spalle come per scacciare quel pensiero.
Annuì lievemente lasciando cadere la tracolla a terra “Quello che sto per dirti è… Blaine non devi dirlo a nessuno…

 


Wes era davvero agitato.
C’era chi sospettava che non riuscisse a dormire bene da quando lo scandalo del Daily Rumors aveva scosso la Dalton, e che la quantità di caffè che era costretto ad ingurgitare per tenersi in piedi stesse sfiorando l’assurdo.
I suoi nervi, comunque, non erano più solidi come una volta.
Osservava la sala, chiusa nella morsa di un tesissimo silenzio, sperando di leggere scritta sul volto di qualcuno la colpevolezza.
Ma sembravano solo tutti molto irritati visto che avevano saltato il pranzo per iniziare quell’ennesima riunione di emergenza.
Grande emergenza oltretutto.
Avevano passato i primi venti minuti ad accusarsi tra loro, gridando come pazzi, prima di arrivare alla conclusione che…. Non c’era via d’uscita se non una confessione.
Trent sbuffò “Io rimango del mio parere, il colpevole non è qui ora e voi lo sapete bene”
Blaine si irritò ancora di più “Smettila di accursare Kurt! Abbiamo già appurato che è impossibile che sia lui l’artefice di tutto questo”
“E perché no, scusa?” chiese alterato Nixon “L’ha detto anche Andrew che si parla di un pc fuori dall’istututo e da dentro controllano solamente da un cellulare no? Kurt vive a Lima e viene spesso qui da te, Anderson!”
Harwood strappò il martelletto dalla mani di Wes sbattendolo con così tanta violenza sulla scrivania che quasi svitò il manico “Smettila di dire stronzate, Nixon, o ti spacco questo martelletto sulla testa!”
Trent lo guardò, dicendo poi in tono di sfida “E scommetto anche che si sente al sicuro visto che ci siete voi due coglioni a difenderlo a prescindere!”
Thad si alzò in piedi pronto alla rissa, mentre nella stanza si diffondeva un gran baccano.
Wes riprese il martelletto, riuscendo a fatica a placare gli animi e far risedere Harwood accanto a se “Calmati, o capiranno che nascondi qualcosa” sussurrò poi al suo orecchio, prima di tornare a rivolgersi alla sala “Kurt non può essere. Andrew ha intercettato l’IP del computer dal quale vengono postati gli aggiornamenti del blog e ha ristretto il campo a Westerville, non è possibile che sia Kurt da Lima”
“Secondo me è stato Kirk!” Tutti si voltarono verso Elliot, che additava il biondone con un viso tutt’altro che amichevole “Voglio dire, chi altri potrebbe essere? Andiamo tutti d’amore e d’accordo eccetto lui che se la fa solo con Moore”
“Cosa hai detto scusa?!” ringhiò James, infiammandosi “Vieni a dirmelo più vicino se hai le palle!”
“Potrebbe essere così” ricantò Nelson “Infondo non hai rapporto con nessuna delle persone coinvolte!”
“Secondo me è Flint” Tutti si voltarono sconvolti verso Ethan, che con pacata lentezza aveva accusato Wilson.
“E per quale motivo?” disse Jeff guardandolo male.
“Si vede lontano un miglio che nasconde qualcosa in questo periodo” rispose Moore.
“Forse perché mi state stufando voi e i vostri stupidi discorsi accusatori?” gli rispose acidamente Wilson, mentre Sterling circondava con un braccio le sue spalle.
“Calmatevi tutti, così non si arriva da nessuna parte” David si alzò in piedi, allargando le braccia “Adesso con ordine vediamo di…
“NUOVO POST!” tutti si voltarono di scatto verso Duvall che reggeva in mano il cellulare, prima di imitarlo e andare con foga a leggere il nuovo articolo.
Il silenzio che si creò era decisamente peggiore di quello precedente.
Thad prese il suo Iphone dalla tasca del blazer, prendendo un respiro profondo prima di accedere ad internet.
Decisamente aveva troppa paura di alzare gli occhi e magari incontrare quelli dei suoi compagni che…
Che…
Oh…
Thad era seriamente convinto che il profilo non fosse il suo lato migliore ma, di certo, non era quello il motivo per cui odiò all’istante quella foto.
Chi mai poteva essere così malato da fotografarlo mentre cantava in auto? Cercò di ricordare il momento in cui poteva essere successo e immediatamente gli sovvenne: quella sera in cui aveva portato Kurt dal suo amico, al motel….
Un insieme di sensazioni contrastanti lo pervasero allo stesso tempo, dalla rabbia accecante, alla nausea….
Istintivamente si ritrasse contro lo schienale della sedia, e avvertì la presa salda di Wes sul braccio. Quando incontrò i suoi occhi a mandorla quel che vide non gli piacque per nulla.
Si impedì ancora di guardare gli altri.
Prese un respiro profondo riaccendendo lo schermo del suo cellulare che si era spento e iniziando a leggere, sentendo quel peso sullo stomaco crescere, mentre iniziava a sudare freddo.


Se Blaine Anderson è un esempio di come le apparenze ingannino, invece Thad Harwood lo è nell’altro senso, ovvero quando si pensa una cosa di una persona per così tanto tempo che quando si ha la conferma ufficiale si resta di stucco per diversi minuti. Di cosa sto parlando? Beh, per chiunque di voi avesse sempre giustificato i comportamenti di Mr Harwood, il suo carattere ambiguo e i repentini cambiamenti di umore beh, avete sempre fatto bene. Infondo, come possiamo prendercela con qualcuno che ha seri disagi mentali? Il termine scientifico è Disturbo Maniaco-Depressivo da Sindrome Bipolare, ed è una tipologia abbastanza conosciuta. Si afferma che colpisca un americano su quattro nella sua forma più lieve. Ma questo non è il caso del nostro ‘amato’ capo consiglio, che vista la quantità assurda di farmaci che ingurgita per evitare di ucciderci tutti, suppongo sia decisamente più grave . Altro che lunatico, io direi pericoloso per tutta la società e per se stesso. Decisamente agghiacciante, non trovate? Detto questo ho solo una domanda da porre al caro Thaddy: Prendi psicofarmaci e sei sempre ubriaco….Non sarà per questo che non funzionano? Gente come te andrebbe rinchiusa in un ospedale psichiatrico, non lasciata a piede libero.
A domani con l’ultima, grande, notizia. In fede, il vostro DDR.


Thad si accorse di essere scattato in piedi solo nell’esatto istante in cui la sedia su cui era seduto prima cadde a terra con un tonfo sordo.
Si guardò attorno un istante, disorientato, prima di portarsi una mano alla cravatta per allentarla, avviandosi alla porta.
Voleva sparire, evaporare.
Ora tutti sapevano.
Sapevano che razza di mostro fosse….
La sua vita era ufficialmente finita.
“L’ho sempre pensato che fosse pazzo…
Un sussurro, nulla più, che però arrivò forte e chiaro alle orecchie di Thad.
Nick si voltò di scatto verso Nelson, guardandolo disgustato “Sta zitto, idiota.”
Duvall scostò lo sguardo da lui, puntandolo sulla schiena del capo consiglio Harwood, fermo sulla porta con la mano chiusa in un pugno e appoggiata allo stipite.
Thad…Wes lo chiamò, preoccupato “Thad, ti prego vieni qui e… THAD!”
Fu fulmineo come un gatto a voltarsi e sferrare un pugno così potente in faccia a Nelson da farlo cadere dal bracciolo del divano, sul quale si era appollaiato.
Tutti sapevano, perché trattenersi a quel punto?
Gli sferrò anche un calcio abbastanza potente nelle costole, prima che Richard e Kirk riuscissero ad avvicinarsi abbastanza da afferrarlo per le braccia e spostarlo di poco dal Nelson, che perdeva sangue dal naso.
“Ripetilo se hai il coraggio, figlio di puttana! RIPETILO!” Urlò Thad con tutta la forza che aveva, scalciando e sbracciandosi per poter tornare di nuovo su Nelson e riempirlo di botte. Servirono anche Nick, Ethan, Jeff e Jessie per farlo sedere su una poltrona.
Le mani gli tremavano per il nervosismo e l’umiliazione, mentre fissava con occhi infuocati Nelson.
“Ha bisogno di prendere le medicine” disse sbrigativo Montgomery “Lo porto in camera….”
“Ci pensiamo io e Rich” rispose pratico Kirk “Se mai dovesse ancora…. Noi possiamo trattenerlo”
“Non è un cane” disse secco Blaine “Se prende le medicine si calmerà…. Posso andare io, so cosa fare…
Thad alzò subito gli occhi in quelli caramello di Anderson “Tu sai… cosa?!”
Blaine si morse le labbra “Kurt non voleva dirmelo” gli spiegò il solista, mentre Harwood sentiva qualcosa infrangersi nel petto “Ma era convinto che nel caso in cui tu ti fossi sentito male, qualcuno che sapesse cosa fare sarebbe stato…
Thad si alzò in piedi, puntando un dito contro Kirk che fece per rimetterlo a sedere “Non avvicinarti o ti taglio la gola mentre dormi, dopotutto sono pazzo no?” soffiò rabbioso prima di voltarsi verso Blaine, lasciando James attonito a stringersi una mano attorno al collo “Io non posso credere che Kurt… Che lui…abbia detto a te…” si zittì, sentendo le lacrime salirgli agli occhi.
Non avrebbe pianto per la seconda volta in vita sua in mezzo a tutti gli altri.
Non esisteva.
Uscì dalla stanza velocemente, con Kirk e Rich un po’ riluttanti a seguirlo secondo le indicazioni di Wes.
L’asiatico si avvicinò a sua volta alle porte, chiudendole a chiave prima di voltarsi verso i compagni e guardarli tutti in viso.
Uno ad uno.
La rabbia gli infiammava gli occhi a mandorla, tanto forte da dar l’illusione di fare scintille.
“Io non so chi cazzo è stato e ormai non mi importa nemmeno sapere il motivo. Chiunque abbia volutamente ridotto in queste condizioni Thad merita solo una cosa: l’espulsione” mise la chiave in tasca, sedendosi sulla scrivania dove David lo guardava risoluto a dargli man ferma. “Nessuno uscirà da questa stanza fino a che il colpevole non avrà confessato.”

 

 

Continua,…

 

 

 

 

 

Nda:

dopo una lunga e sofferta attesa dettata dalle vacanze Bergamasche ecco a voi l’aggiornamento!

Allora un paio di appunti prima di dimenticare:
Il motivo per cui ci ho messo tanto è dovuto al fatto che non avevo tempo e a un serissimo blocco dello scrittore. Diciamo solo che mi sono state mosse critiche che non ho decisamente capito, nel senso che le trovo forvianti, soprattutto sul personaggio di Thad e la trama in generale….
Mi sono depressa e non riuscivo a scrivere.
IL merito di questo aggiornamento va tutto a Alexa, ovvero DumbledoreFan, che non solo mi ha supportata ma ha anche betato questo capitolo pieno di casini.
E non  è ancora finita….
Per la seconda parte cercherò di essere veloce.
Vado al mare con mamma 4 giorni da giovedì a domenica, non avrò la rete ma porto il portatile così scrivo il capitolo e ve lo posto domenica stessa!

Ora che vi ho dato più informazioni provate ad indovinare di chi si tratta? Chi è il bastardo che sp****a tutti?

Coraggio non è difficile se ci riflettete su xD

Fatemi sapere che ne sapete anche di questo capitolo, sapete che ci tengo.

Ringrazio ancora Ale e coloro che hanno recensito lo scorso capitolo.

A presto

Un bacione
Jessy.

 

Ps: per seguire gli aggiornamenti, avere gli spinoff e vedere le fanart sulla storia mettete mi piace alla mia pagina ufficiale:

http://www.facebook.com/#!/pages/Chemical-Lady-EFP/212620025460195

Mi raccomando mettete tutti mi piace :D

 

 

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Capitolo 27
*** #22 pt III.: The Dalton Daily Rumors ***


bananissima

Piccola nota introduttiva: Ennesimo capitolo ricco di angst. Mi è stato rimproverato di aver rovinato l’atmosfera della storia, beh per rispondere a quest’accusa cito il mio caro amico Klaineek: ‘se vogliono leggere le fiabe felici sono sicuro che alla mondadori hanno ancora libri per bambini’

Buona lettura. :D

 

 

 

 

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

#22 pt III.: The Dalton Daily Rumors

 

 

 

 

Thad entrò in stanza seguito da Richard e Kirk.

Il biondone si chiuse la porta alle spalle guardando con apprensione il capo consiglio Harwood mentre prendeva un astuccio dal cassetto svuotandone il contenuto sul letto.

A che serviva nasconderle ancora? Ormai tutti sapevano….

“Ehm…” Richard scambiò uno sguardo con James, ben deciso a rompere quel silenzio “Thad ti serve qualcosa? Acqua o altro?”

Il ragazzo non sembrava nemmeno notare la sua presenza nella stanza.

Prese una pastiglia di un color lilla, piccola,  portandola alla bocca prima di afferrare una lattina di RedBull dal comodino e berne un po’, per buttar giù il medicinale.

“Non credo faccia molto bene…” tentò di dire Kirk, ma Thad gli passò affianco sempre ignorando sia lui che Rich, chiudendosi poi in bagno e sbattendo la porta con un tonfo secco.

I due ragazzi rimasti nella camera si scambiarono uno sguardo veloce, restando in silenzio per qualche istante fino a che non sentirono lo scrosciare inconfondibile della doccia “Forse ha bisogno di un attimo per mettere insieme le idee” Ipotizzò Richard, muovendo un passo verso la porta.

Kirk pareva di tutt’altro avviso, visto che si mise a sedere sul letto che in precedenza apparteneva ad Hummel “Si ma non allontaniamoci…. Potrebbe sentirsi male, ha preso una medicina, sicuramente uno psicofarmaco, con la RedBull!”

L’altro si passò una mano tra i corti capelli castani, sospirando “Hai ragione” si mise a sedere sul letto di Harwood, proprio di fronte a Kirk, prendendo tra le mani un flaconcino arancione “Ma ste robe…. Non vanno prese con continuità?”

Kirk annuì “Credo di si…. Cioè…. Non conosco persone con disturbi del genere ma…. Se è una terapia va protratta nel tempo. Perché?”

Richard gli passò il flaconcino guardandolo eloquentemente mentre Kirk se lo passava tra le mani.

Il biondo alzò gli occhi chiari in quelli nocciola dell’altro.

“Questo è ancora sigillato…”

Richard annuì “Leggi la data in cui è stato preso in farmacia”

Kirk lo fece, alzando poi le sopracciglia e abbassando al minimo la voce, riducendola in un sussurro “Fammi capire, è un mese che non si cura e non ha ucciso Nelson?”

 

 

Wes e David si scambiarono uno sguardo eloquente, prima di passare gli occhi sul resto dei Warblers, seduto dall’altra parte della stanza.

Davanti alla scrivania stava una sedia, di partenza vuota, ma che venne occupata rapidamente da Anderson.

Egli appoggiò i gomiti alla superficie di legno guardando attentamente i due amici “In cosa consistono esattamente questi ‘interrogatori’?” domandò, muovendo le dita delle man i come per sottolineare le virgolette.

Wes sospirò “Blaine, non abbiamo sospetti su di te.” Disse l’asiatico “Non avresti mai messo di tua spontanea iniziativa la notizia su tuo padre in giro. Tu, Ethan e Thad siete logicamente esclusi a priori.”

“Hey!” pigolò Nick “E io?”

Davido lo guardò male “Vuoi paragonare la storiella sulla tua verginità a quella di Thad!? Sei serio?!”

Duvall sbuffò, tornando ad appoggiarsi con la schiena al divano brontolando qualcosa riguardo alla sua dignità ormai fin troppo calpestata.

“Se volete potete anche andare” disse secco Montgomery, fissando prima Ethan, in piedi accanto alla finestra, poi Blaine.

Moore scosse il capo “Io resto fino alla fine. Voglio guardare in faccia questo bastardo e sentire come cavolo si giustifica” rispose secco, mentre Cameron lo guardava annuendo convinto.

Blaine sospirò “Sta arrivando Kurt. Io…. Esco, gli vado incontro e torno qua ok?”

Wes annuì passandogli la chiave “Va bene, poi portalo da Thad ma entro l’alba vogliamo parlare anche con lui. Chiudici dentro, nessuno uscirà da quella porta fino a che…”

“Questo è sequestro di persona!” protestò Flint, con un diavolo per capello, alzandosi in piedi e guardando furente i due capi consiglio “Quando dirò a mia madre che mi avete impedito di andare a letto e di andare a lezione sarete voi a venire espulsi!”

Wes lo guardò serio in volto “Vieni qui, Wilson. Ti sei appena offerto volontario per iniziare” Con il martelletto, indicò la sedia davanti a lui e dopo un attimo di esitazione il morettino vi si sedette, guardando con astio l’asiatico e il ragazzo di colore.

“Allora, che hai da dirci?” chiese David, pronto a segnare ogni singola parola detta da Flint sul verbale di quella che non poteva nemmeno essere definita un’assemblea straordinaria.

Quella era Alcatraz.

Wilson  puntò gli occhi azzurri in quelli a mandorla di Montgomery “Che sono io la prossima vittima, ne sono sicuro…”

I due capo consiglio si scambiarono un’occhiata veloce.

Non c’era odio negli occhi di Wilson, ne paura di essere scoperto.

La sua era sincera preoccupazione.

Nel frattempo Anderson uscì velocemente dalla sala prove, incamminandosi per il corridoio fino all’ingresso.

Kurt stava arrivando.

E stava correndo da Thad, non da lui….

 

Kurt aveva ufficialmente stabilito un nuovo record.

Lima-Westerville in trentatré minuti.

Si chiese se ci fossero possibilità di salvare la patente visto quanto forte era andato, ma appena parcheggiato decise di non pensarci più e catapultarsi dentro.

All’ingresso, ad aspettarlo con le mani in tasca, trovò Blaine.

Gli buttò le braccia al collo, stringendolo brevemente a prima di iniziare a camminare spedito “Dov’è? Come sta?”

“Ha quasi spaccato la faccia e un paio di costole a Nelson” disse Anderson, mentre Kurt impallidiva appena “Lui è…. Parecchio scosso. Sembrava parecchio scosso”

Il più giovane dei due affrettò il passo “Questa cosa è…. Dio non dovevano fargli questo! Non a lui! Se scopro chi è stato mando Puck a fare una visitina!”

Blaine arricciò appena il naso, chiedendosi se invece lui lo meritasse. Decise comunque di tenere quella domanda per e non porla al proprio ragazzo, non voleva suonare egoista.

“Non avete ancora nessuna idea su chi potrebbe essere?”

Il solista sospirò mentre iniziavano a salire la scala a chiocciola “Beh circa. Per ora sono stati accusati Flint e Kirk e…. Beh tu”

Kurt si bloccò, voltandosi sbalordito verso Blaine “Come prego?!”

“Trent ha detto che…”

“E come diavolo gli è venuto in mente?? Io, eccetto questa cosa di Thad, non sapevo proprio nulla! Ne di Nick, ne di Et, ne tanto meno di te!” sbottò, irritato, dando poi le spalle a Blaine per continuare a salire.

“Fidati, è quello che ho detto anche io”

Kurt non gli diede retta, continuando a salire velocemente le scale.

Arrivati al quarto piano Blaine lo prese per un polso, costringendolo a voltarsi verso di lui per guardarlo negli occhi.

Una volta fatto ciò, però, il solista si rese conto che ufficialmente non aveva proprio nulla da dire al suo ragazzo che, invece, lo fissava con aspettativa.

“Blaine? Allora?” chiese teso, già pronto a bussare alla porta della sua ex stanza.

E a quel punto Anderson non riuscì più a trattenere la sua irritazione “Perché sei corso qui immediatamente?”

Kurt lo guardò senza capire “Perché tu mi hai chiamato dicendo che c’era un’emergenza e che, anche secondo Flint, sono il solo che può aiutare Thad”

Blaine rimase zitto un istante, prima di mandare al diavolo la poca coerenza che era riuscito a mantenere “Ok, è vero, ma forse mi irrita parecchio questa cosa”

Hummel alzò un sopracciglio, capendo dove il suo ragazzo “Ti prego…. Non farmi una scenata di gelosia immotivata…”

L’altro non si lasciò scoraggiare dall’espressione scocciata di Kurt, semmai questo lo irritò ancora di più “Quando l’altro giorno è successo a me, te la sei presa comoda. Oggi, Thad, sei corso qui subito, come se avessi già l’automobile pronta per venire da lui!”

Kurt schiuse le labbra in un’espressione sorpresa “Tu…. Sei…” Strinse la radice del suo naso tra indice e pollice impedendosi di dire cattiverie perché, infondo, quello era il suo Blaine e doveva salvaguardare la loro relazione dalla sua cattiveria visto che era in balia della stupidità dell’altro “Ieri ne abbiamo parlato…. Sapevo che sarebbe successo me lo sentivo….”

“Thad però sembrava molto sorpreso nel sapere che me lo avevi detto” gli disse acidamente Blaine “Quanti segreti avete?”

Il più piccolo rimase senza parole “Gli hai detto che te l’ho detto!?”

“Perché non potevo?” Blaine fece un passo indietro, allontanandosi da Kurt e guardandolo deluso “Perché non mi dici la verità? Cosa c’è tra te e Thad?”

Kurt sbuffò, dandogli le spalle e appoggiando un mano alla maniglia della porta “Se questa è tutta la fiducia che ha in me, dovresti farti due domande. Ora scusa ma un mio amico sta male e non ho intenzione di perdere tempo dietro a questi tuo sfoghi infondati e stupidi”

La sua voce andava man mano a spegnersi, fino a che si chiuse la porta alle spalle lasciando Blaine solo a fissare il legno, prima di chinare il capo e raggiungere gli altri.

 

Nicholas si alzò dalla sedia davanti alla scrivania, e subito il suo posto venne preso da un irritatissimo Trent “Credete che continuando a farci questi ridicoli interrogatori la verità verrà a galla?”

David alzò un sopracciglio “Hai un’idea migliore?”

Il ragazzo sbuffò “Penso sia chiaro come il sole che è stato Kirk…. Aiutato da Kurt e, guarda un po’,  nessuno dei due è qui a soffrire.”

La porta si aprì e Blaine entrò con espressione mesta nella stanza, sgattaiolando accanto a Flint.

“Parleremo anche a loro, più tardi” disse sbrigativo Wes, guardando Nixon negli occhi azzurri “Perché dovremmo credere che non sei stato tu?”

“Così come credete agli altri”si difese il ragazzo alzando le spalle “Io non avevo nulla contro nessuno…. Non vedo per quale motivo avrei mai dovuto farlo”

I due capi consiglio sospirarono in coro.

Non andavano da nessuna parte per davvero.

Fecero un altro paio di domande  Trent prima di passare oltre.

“Scusami un istante” L’asiatico appoggiò una mano sulla spalla dell’amico, che stava rileggendo un paio di righe del verbale, prima di alzarsi e andare verso Blaine che subito gli rese indietro la chiave “Kurt?”

“Arrivato”

Alla risposta telegrafica di Blaine, Wes alzò un sopracciglio “Qualcosa non va?”

“Abbiamo discusso”

“Avete litigato?? Come mai?!”
“Discusso!”

“Va bene, ok!” Wesley sbuffò roteando gli occhi “Non ti chiederò come mai solo perché devo continuare a tampinare gli altri, solo ricorda che voglio parlare anche a lui!”

Wes fece segno a Elliot di seguirlo, mentre Anderson sospirava.

Flint si voltò verso di lui “Su racconta…”

 

Quando Kurt entrò nella stanza Kirk e Richard non notarono lo sguardo spento.

Il biondone si alzò con un sospiro “Alleluja Hummel, fortuna che sei qui, la situazione è un po’ tragica”

Kurt lo guardò preoccupato lanciando la giacca sul suo vecchio letto, prima di voltarsi verso la porta del bagno “Da quanto tempo è sotto la doccia?”

“Un sacco” disse Richard, controllando l’ora “Non ci da retta, non apre la porta….”

Il più giovane sospirò, togliendosi anche il foulard di Chanel e lanciandolo con la giacca “Ok ci penso io, ma voi ragazzi dovete farmi un favore…”

I due annuirono.

Kurt lasciò vagare gli occhi sulla porta del bagno, prima di fermarsi sul letto pieno di flaconcini di medicine e poi sulla scrivania.

Si avvicinò al piccolo frigo sotto al televisore e vide che c’erano già delle bottigliette d’acqua.

“Ok” tornò da loro “Dovete andarvene, ora”

Richard lo guardò incredulo mentre Kirk sbuffava una risata amara. “Hummel, tu prima non l’hai visto…. Thad è alto quanto? Un metro e sessanta?  Beh ha comunque sfondato la faccia a Nelson…. Penso che con te farebbe ancora meno fatica.”

“Ha ragione” confermò Rich “Meglio se rimaniamo con te e…”

“No” Kurt li fissò, irremovibile “Non mi farà assolutamente nulla. Ora voi andate, non posso parlargli se ci siete voi”

“E per quale motivo?!” domandò irritato il biondo “Quali grandi affari di stato non possiamo sentire?”

Il più piccolo lo fulminò con lo sguardo “Penso che oggi si siano interessati anche troppo alle sue cose…. Magari un po’ di privacy aiuterebbe”

Solo a quel punto, forse spinti dal dispiacere, i due ragazzi uscirono dalla stanza per tornare al piano di sotto con gli altri.

Kurt si avvicinò alla porta del bagno, bussando delicatamente “Thad?” chiamò, provando ad addolcire al massimo il tono della voce “Sono io, Kurt…. Puoi uscire? Così magari parliamo un po’ di quello che è successo o…. di quello che vuoi tu. Solo esci….”

Rimase in attesa qualche secondo e tutto quello che ottenne fu solo l’acqua della doccia che veniva chiusa.

Fermo com’era  davanti all'entrata chiusa dei servizi, attese speranzoso che Thad uscisse con addosso un accappatoio ma questo non avvenne.

Passarono diversi minuti prima che il ragazzo si decidesse a riprovare.

“Thaddy…. Ti prego…. Vieni fuori e parlami….” Kurt si morse le labbra, nervoso “Ti prego….”

 

Jeff e Nick si guardarono negli occhi prima di rivolgersi ancora a Wes “Solo perché siamo amici non è detto che dobbiamo aver fatto qualcosa insieme, no?”

Wes buttò all’aria il martelletto e un paio di fogli che aveva davanti “Io non so più che fare! Non siete stati voi due, non sono stati gli altri…. Beh, Duvall, i post nei blog non si scrivono da soli!”

“Ok amico, calmati! Non sputarmi mentre parli!” Nick si asciugò l’occhio, rivolgendo al asiatico un’occhiata eloquente “Qualcuno è stato ovviamente ma…. Incolpare così a random tutti non farà altro che incrementare le ostilità.”

Jeff annuì “Stanno litigando tutti da ore! È quasi l’una di notte, siamo tutti stanchi…. Non puoi semplicemente lasciarci andare a letto?”

“No” fu la risposta netta di Montgomery “Fa più male a me che a voi….” Proseguì,  guardando la sala seriamente affranto. Spostò gli occhi sottili su ciascuno dei suoi compagni scorgendo sguardi scocciati, sussurri irati. Sapeva che da quell’esperienza i Warblers ne sarebbero usciti mutilati, ma al solo pensiero di aver qualcuno di cui non potersi fidare….

Era convinto di fare la cosa giusta.

E David continuava ad appoggiarlo “Andate ragazzi” disse Thompson, facendo un cenno stanco con la mano.

Subito i due amici si alzarono in piedi e Nick scimmiottò uno strano accento siciliano “Presto la ThreeSix Maphia troverà la sua vendetta per questo oltraggio!”

Jeff tornò a sedersi accanto a Flint, portando un braccio attorno alle sue spalle.

Il morettino sussultò, e senza nemmeno guardarlo in viso riprese a mangiarsi le unghie con nervosismo.

“Mi vuoi dire che ti prende?” gli chiese il biondino, togliendo il braccio e urtando la spalla di Flint con la sua “Almeno guardami, accidenti!”

Wilson puntò i grandi occhi celesti nei suoi, mormorando poi con acidità “Soddisfatto? Jeffy sono stanco…”

“Siamo tutti stanchi, ma se tu la smettessi gentilmente di trattarmi come una merda di cane magari il tempo passerebbe meglio” borbottò l’altro, staccandosi da lui e appoggiandosi al bracciolo del divano.

Flint sospirò, dispiaciuto “Scusami, davvero…. Solo…. Sono teso”

Sterling lo guardò attentamente “Per quale motivo?”

Il morettino sbuffò “Mi hanno già fatto il terzo grado….”

Kirk,  che stava ascoltando con attenzione senza perdersi nemmeno una battuta, si voltò verso Ethan, appoggiandosi contro la sua spalla in uno stato di semi-catalessi “Hai sentito?”

“Mhm?” mormorò il ragazzo, alzando il capo dallo schienale del divano e guardando confuso il biondone.

“Wilson è teso…. Sai cosa significa vero?”

Richard si sporse verso di lui “Non starai pensando per caso che…”

Cameron allargò gli occhi fino all’inverosimile “Ma…. Dite che è stato lui?”

“Lui chi?” domandò a quel punto Nelson.

“Wilson” disse con entusiasmo Cameron “Kirk ha detto che è nervoso…”

“Perché dovrebbe esserlo, se è innocente?” sottolineò James mentre Moore sospirava, chiudendo gli occhi nuovamente “Avevi ragione Et…”

Nelson si alzò velocemente, camminando sino all’altra parte della sala e sussurrando ad Andrew e Trent “Di là dicono che è stato Flint…”

Trent alzò le sopracciglio “E l’accusa su cosa si basa??”

“Perché è nervoso”

Stuart scosse piano il capo “Ci sono diversi motivi per cui potrebbe essere nervoso, no?”

Elliot si intromise “L’ho immaginato…. Sapevo che è stato lui!”

Wes spostò gli occhi dal verbale di David “Cosa?” chiese rivolto a Elliot.

“Siamo ormai certi che è stato Wilson” ricantò Nelson, con un sorrisetto “E possiamo provarlo! Cioè guardatelo, sta praticamente sudando freddo!”

Flint aprì leggermente la bocca, stralunato “Cosa- No! Io non ho fatto niente!” disse ad alta voce, spostando poi lo sguardo sui suoi compagni “Credetemi, io…. Io non l’avrei mai fatto!”

Nick, che se ne stava steso sul tappeto con le braccia allargate, alzò il capo per guardarlo, corrugando la fronte mentre si chiedeva se credergli o no.

Flint guardò attentamente tutti, trovando nei loro occhi solamente accuse su accuse.

Aveva due possibilità: o continuare a urlare la sua innocenza oppure confessare il motivo della sua tensione.

A quel pensiero sbiancò.

Ethan si sporse avanti col busto, appoggiando i gomiti alle ginocchia e incrociando le mani “Se tu mi dai una valida motivazione per la quale l’hai fatto io…. non so che diavolo ti ho fatto di male!”

“Et fidati, non sono stato io” continuò a difendersi Wilson “Non sapevo che tu eri omosessuale o Blaine maltrattato e ho sempre scherzato sui problemi mentali di Thad, ma non credevo ci fosse un fondo di verità!” si alzò in piedi, cercando un modo di convincerli “Sapevo solo di Nick ma non sono il solo! Anche Jeff lo sapeva, anche Trent, Blaine credo…”

“Stai incolpando noi?” disse Blaine, schiudendo le labbra.

“NO!” Il morettino si portò una mano ai capelli “Voglio solo dire che non era poi questa grande rivelazione!”

Nick si rabbuiò “Grazie eh…”

Wilson lo guardò supplichevole “Ti prego non mettertici anche te…”

“Tu vivi a Westerville” disse lentamente Wes, come se stesse ponderando ogni singola parola “Puoi benissimo essere stato tu a…”

“CAZZO, NO!”Flint si avvicinò fino a sbattere le mani sulla scrivania, arrivando ad essere quasi disperato “Non crederci, ok? Io non sono stato…” si raddrizzò, dandogli le spalle e camminando verso Jeff “Tu mi credi, vero?”

Il biondino lo guardò con gli occhi cangianti pieni di una strana luce, come se lentamente stesse acquisendo sicurezza “Sei così strano in questo periodo…. Così distante e nervoso…”

Flint lo guardò scuotendo piano il capo prima di inginocchiarsi davanti a lui e prendergli la mano “Devi credermi, io sono innocente”

Jeff strinse la sua mano “Dimostralo: dimmi cosa ti prende”

Il morettino si morse il labbro “Ora non posso…. Non qui…”

E per risposta il biondo tolse la mano, scostando gli occhi da lui.

Come poteva credergli se continuava a nascondergli qualcosa?

 

Kurt ci mise quasi un’ora e mezzo prima di scoprire che la porta del bagno non era mai stata chiusa a chiave.

Si diede del imbecille, colpendosi la fronte con un piccolo pugno, prima di portare la mano sulla maniglia per socchiudere appena l’uscio “Thad, sto entrando…. Non dirmi che sei nudo o altro…”

Il più giovane si fece coraggio, aprendo del tutto la porta e scivolando nel bagno, puntando subito gli occhi sulla figura di Thad.

E quello che vide gli ghiacciò il sangue nelle vene.

Non sembrava nemmeno lui, quello scricciolo avvolto in un accappatoio bianco fin troppo largo, seduto a terra sotto al lavandino di granito bianco.

Teneva le braccia appoggiate alle ginocchia e il capo tra di esse.

Si avvicinò cautamente “Thad?”

Il più grande non diede segni di vita, così si inginocchiò davanti a lui, portando una mano tra le ciocche scure ancora umide dalla doccia. Vi passò le dita attraverso, appoggiando l’altra mano sul braccio dell’amico e aspettando che alzasse il capo a guardarlo.

O che dicesse qualcosa.

Harwood ci mise un po’, prima di sussurrare, roco “La mia vita è finita”

“Non dire sciocchezze, ora cambia solo che…”
“No, Kurt!” Thad alzò il viso di scatto, facendo sussultare il più piccolo. Nei suoi occhi ardevano la rabbia e il dolore “Non è come essere omosessuali, o di colore…. È diverso. Sai cosa è lo Stigma?” Hummel scosse lentamente il capo “La classificazione di quelli come me. Nessuno si fida di un pazzo, e non veniamo solo discriminati…. Ma le opportunità di lavoro, la possibilità di trovare qualcuno…” Si passò una mano sul viso prima di riabbassarlo “Tutto è andato a puttane, tutto…”

Kurt sospirò “Non è vero…. Thad qui tutti ti vogliono bene, non cambierà niente”

“Non è vero, smettila di illudermi!” tuonò rabbioso “Lasciami in pace, vattene…”

“Non vado da nessuna parte…” Kurt strisciò a terra con il sedere, fino a mettersi accanto all’amico facendo aderire i loro fianchi e le loro spalle.

Kurt non sapeva quanto tempo era passato, ma con lentezza Thad aveva ripreso a fidarsi di lui al punto tale da appoggiare il capo alla sua spalla.

Ne sarebbe passato molto di più prima che il ragazzo si sarebbe deciso ad accettarsi, ma dopotutto Kurt non aveva fretta….

 

Gli interrogatori erano quasi finiti e verso le quattro e un quarto del mattino Wes aveva gentilmente chiesto a Blaine di andare a chiamare Kurt, nonostante Nelson avesse insistito tutta notte nel dire che sì, era stato Wilson e che quindi potevano anche darci un taglio.

Blaine uscì dalla stanza dopo aver scoccato un’occhiata a Flint, seduto in fondo alla stanza su una sedia, con il busto rivoltò verso il muro e il capo chino.

Solo.

La sua posizione era davvero scomoda perché, in un certo senso, Blaine aveva intuito che nascondeva qualcosa, ma nonostante questo credeva in lui.

Sapeva che Flint non avrebbe mai messo in giro certe voci.

Uscì dalla stanza che ormai non era più nemmeno chiusa a chiave (Trent in un attacco di fame notturna aveva costretto ad aprire tutto, anche la cucina visto che non aveva cenato)  e si diresse verso la scala a chiocciola camminando lentamente e bloccandosi davanti alla porta della stanza di Harwood.

Cosa doveva fare?

Non aveva mai litigato con Kurt, eccetto quella volta al Lima Bean a causa di quel patetico ritorno di fiamma etero, ma quella volta era diverso.

Non stavano insieme e non avevano mai litigato da quando erano diventati una coppia.

Blaine non aveva idea di come comportarsi.

Aveva paura di farlo arrabbiare di più se, per caso, avesse fatto finta di niente,  oppure di irritarlo se mai avesse provato a parlarne.

E poi Kurt non gli credeva quando affermava che nelle relazioni era penoso….

Alzò la mano titubante, pronto a bussare, quando da essa uscì Kurt che lo guardò sorpreso, stringendo al petto la sua giacca e il foulard.

“Ecco io….”

Kurt sorrise lievemente facendogli segno di lasciar stare “Va tutto bene” gli disse solamente.

Blaine sospirò, leggermente più rilassato “Thad?”

“Dorme” confermò Kurt “Non abbiamo parlato un gran che e ci ho messo molto a farlo alzare dal pavimento del bagno ma ora sta un po’ meglio. Deve solo metabolizzare e vedere con i suoi occhi che non è cambiato nulla”

“Le…. Le medicine?”

“Le ha prese…” Hummel sospirò, chiudendo per bene la porta dietro di e avvicinandosi a Blaine, prima che il ragazzo capisse che forse era il caso fare un paio di passi indietro per farlo passare “Quindi…. Wes vuole parlare anche con me?” Il solista annuì “Prima però voglio parlare, con te”

Blaine lo guardò teso “E parlare di cosa?!”

Kurt roteò gli occhi verso il cielo “Rilassati, non sono più arrabbiato. Anzi, credo di avere esagerato…. Non mi sono messo nei tuoi panni…” Iniziarono a camminare fianco a fianco verso le scale, diretti verso il cortile interno. Kurt si mise la giacca, passando però il foulard attorno al collo di Blaine per proteggerlo dall’aria fredda che la notte sferzava ancora il viso nonostante fosse primavera inoltrata “Blaine voglio solo farti sapere che mai, mai, dovrai essere geloso di Thad”

Anderson  lo fissò, sorpreso, prima di arrossire lievemente “Kurt io credo che lui…”

“Sia innamorato di me?” chiese il più giovane con un sorriso amaro “Lo so…. Io faccio finta di niente ma lo so…”

Blaine sembrava sempre più confuso “Lo sai? Davvero lo sai?”

“Ti sembro stupido?” Prese posto su una panchina, subito imitato dall’altro, poi voltò il viso verso di lui per guardarlo attentamente negli occhi “Io voglio molto bene a Thad perché, in un certo senso, mi sento simile a lui. E non parlo della pazzia o dell’omosessualità. Parlo di empatia.”

Blaine annuì lentamente “E tu non hai… mai…”

“No.” Kurt si morse le labbra, avvicinandosi di più a Blaine “Io non ho occhi che per te” ammise mentre il vermiglio si distribuiva dalle sue gote alle sue orecchie, per l’imbarazzo “E per questo non mi sono nemmeno mai posto la domanda. So che lui ci sta male e mi dispiace così tanto ma…”

Il suo fiume di parole venne arginato quando Blaine prese possesso delle sue labbra con impeto, lasciandolo del tutto senza fiato.

Si baciarono per istanti interminabili, mentre le loro mani si inseguivano sui loro busti prima di trovarsi e stringersi.

Blaine si staccò per primo, in cerca di ossigeno, fissando i suoi occhi dorati in quelli limpidi di Kurt “Quindi, sei solo mio?”

A Kurt mancò nuovamente l’aria.

Non aveva mai pensato a se stesso in quel senso, mai una volta.

Eppure quella possessività che Blaine aveva appena dimostrato nei suoi confronti spiazzandolo lo lusingava moltissimo. Lo faceva sentire importante come mai si era sentito.

Unico e insostituibile.

Per questo sorrise, sporgendosi verso di lui e suggellando le sue ultime parole con un nuovo bacio.

“Solo tuo, per sempre…”

 

Kurt guardava con espressione tranquilla Wes, che ricambiava con uno sguardo stanco e sconsolato “Non so più che fare”

Hummel annuì lentamente “Immagino solo…” lanciò un’occhiata a Flint “Penso che additare così una persona senza avere nessuna prova in mano sia davvero disumano…”

“Lo so, ma…. È il solo che abbia dato cenni di nervosismo e irrequietezza interiore”

“Io potrei saperne il motivo” sussurrò sottovoce l’ex Warblers, avvicinando la sedia alla scrivania e appoggiandovi le braccia.

Wes lo guardò stupito “Ovvero?”

“Non posso dirtelo…” affermò deciso “Però posso solo dirti che Flint ha solo paura che esca questa cosa. Non è stato lui, andiamo. Non lo farebbe mai”

Montgomery ringhiò frustrato, nascondendo il viso tra le mani e ponderando per bene l’idea di mandare tutti a letto o raggiungere David che dormiva su un divanetto.

“Prima…” Disse lentamente Wes “Ho chiesto a tutti se il nuovo post blog sarà disponibile prima del inizio delle lezioni. Spero che il nostro colpevole si organizzi per farlo nelle sette.”

Non ci credeva molto, ma se il colpevole era nella stanza ed era riuscito ad interagire col suo complice magari Andrew poteva localizzare il cellulare da cui veniva fatto l’accesso alla rete.

Peccato che, se il colpevole aveva davvero parlato con qualcuno, non lo aveva fatto via internet ma tramite un sms.

“A questo punto,allora,  suggerisco di aspettare la mattina” disse il giovane Hummel, voltandosi appena per vedere la maggior parte degli ex compagni dormire sparsi per la stanza “Poi dovreste parlarne tutti quanti insieme pacificamente perché tra le accuse tue e collettive,  beh…. Rischiate di disperdere il gruppo. E sarebbe un peccato, eravamo davvero molto uniti.”

Wesley annuì cupo “Lo spero anche io…. Forse ho fatto un macello ma ero così arrabbiato” si sedette composto, riprendendo in mano tutta la sua autorevolezza prima di sorridere brevemente a Kurt “Puoi andare, scusa se ti ho accusato”

Hummel scrollò le spalle “Non è con me che domani dovrai scusarti, temo” si alzò, sistemandosi la camicia prima di avviarsi verso il centro della sala, scavalcando Jeff e Nick che dormivano sul tappeto (Kurt era centro che il biondo stesse solo fingendo di dormire, ma non aveva alcuna intenzione di confermare i suoi sospetti) per arrivare fino alla sedia sulla quale si era rannicchiato malamente Flint.

Il morettino alzò gli occhi stanchi nei suoi, sbuffando “Dovrebbero giocare meno a Cluedo, questa manica di mentecatti”

Hummel sorrise brevemente, sedendosi a terra,davanti a lui, e appoggiando la schiena alla parete “Sei uno scemo. Se tu lo avessi detto forse ti saresti evitato tutto questo”

“Lo so ma…. Non è facile. E tu lo sai…”

Wilson puntò i grandi occhi azzurri verso la finestra, notando che la notte aveva già iniziato a rischiararsi.

Kurt lo notò a sua volta, controllando l’ora dal cellulare e sbuffando “Le cinque e mezzo…. Alle otto apriranno le porte no? Voi dovete andare a lezione”

“Eh già…” Flint tornò a guardare l’amico “E tu? Come farai?”

“Ho chiamato mio padre. È furioso, odia quando perdo giorni a scuola, ma capisce vagamente la situazione e mi ha detto che se entro in tempo per la terza ora di matematica ci passa sopra…. Spero” Si alzò da terra, passandosi una mano sul viso “Dovresti riposarti un po’ anche te…”

“Non riesco, Hummel…. Ho mille pensieri per la testa. Potrei gentilmente lasciarmi qui solo? Gli altri lo fanno già di loro iniziativa…”

Kurt annuì, andando a sedersi sul divano accanto ad un Blaine già assopito.

Flint rimase solo con i suoi pensieri, appoggiandosi stancamente col il braccio alla superficie lignea del tavolino.

Sapeva che non sarebbe riuscito a chiudere occhio, era troppo agitato per farlo.

 

Nick aprì gli occhi appena avvertì il ronzare fastidioso del cellulare attaccato alla pancia. Si girò  sul fianco, chiedendosi perché stava dormendo sul pavimento della sala prove mentre estraeva il suo BlackBerry dai pantaloni della divisa.

Poi lentamente si ricordò di tutto.

Wes che li teneva segregati li dentro, Thad che impazziva…

Si alzò a sedere sentendo la schiena che scricchiolava in modo maledettamente sinistro, osservando la foto di McKenzie che teneva con sfondo e mugugnando sofferente per entrambe le cose.

Si guardò attorno, deciso a mettere  fuoco la stanza prima di leggere l’sms che lo aveva svegliato.

Accanto a lui Jeff ronfava, raggomitolato su se stesso come suo solito e, esattamente come lui, con solo un cuscino sotto alla testa e il suo blazer a coprirlo.

Sul divano davanti a loro c’erano Blaine, Kurt e Ethan.

Moore sedeva sul lato opposto a quello della coppietta, appoggiato in modo lievemente scomposto contro il bracciolo e con un braccio che penzolava verso il pavimento, sfiorandolo con la punta delle dita.

Blaine dormiva appoggiato a Kurt, con le gambe su quelle di Hummel e il capo contro il suo petto. Il controtenore aveva il viso appoggiato tra i ricci spettinati del solista, e solo dopo un’analisi più approfondita Nick poté notare che le loro mani erano unite.

Sentendosi osservato, Kurt aprì pigramente gli occhi, scontrando quelli color cioccolato di Nick e sorridendo lievemente.

“Che ore sono?” Sussurrò con la voce impastata dal sonno, appoggiando la mano libera sul ginocchio di Blaine.

“Le sette e dieci” disse una terza voce, dal divano di fronte al loro.

Kirk li stava guardando con espressione sfinita ed irritata allo stesso tempo.

“Non siete riusciti a dormire?” chiese Duvall, alzando le braccia per stiracchiarle.

“E come?” domandò il biondone “è materialmente impossibile.”

Kurt annuì “Non mi sento più il collo” mormorò piano.

Kirk sbuffò “E ci credo, hai minimo 55 chili di solista addosso…. Magari se lanci Anderson….”

Nick continuò a guardarsi attorno senza seguire i mormorii dei due ragazzi, trovando David steso da solo su un unico divano, Wes sulla poltrona affianco, Nelson sulla scrivania dei capi consiglio.

Trent dormiva con la bocca oscenamente aperta accanto a Kirk, che non resistette alla tentazione di mettergli un fazzolettino (non si sa bene se pulito o sporco) in bocca mentre continuava a spiegare a Kurt come costruire la perfetta riproduzione di una catapulta medievale per spedire Blaine su Orione.

Hummel ovviamente non era d’accordo, ma si stupì parecchio della preparazione del biondone in materia.

Mentre cercava di capire come riuscisse Andrew a dormire perfettamente in equilibrio sul bracciolo della poltrona sulla quale sedeva anche Cameron, gli occhi di Nick scivolarono sulla figura di Flint, ancora intento a fissare con occhi fermi fuori dalla finestra. Sedeva sempre nell’angolino nel quale si era rifugiato la notte precedente dopo esser stato attaccato da mezza scuola, con i piedi appoggiati sul davanzale della finestra e le mani in grembo.

Duvall resistette alla tentazione di andare a chiedergli come si sentisse solo perché sapeva il tormento interiore a cui stava sottoponendo Jeff ormai da settimane.

Nascondeva qualcosa, si era scelto da solo la via dell’emarginazione totale. 

A riportarlo alla realtà fu il suo cellulare che vibrò per la seconda volta, ma quello non era un sms.

Era un avviso.

L’avviso di un nuovo post su un blog, per la precisione.

“Ha postato!” gridò esagitato, schizzando in piedi e svegliando così mezzo mondo.

Persino Jeff si mise a sedere lentamente, guardando Nick spaesato ma comunque attento. Lui si era aspettato che rivelassero qualcosa sul suo passato turbolento a Los Angeles dall’inizio.

Kirk ostentava sicurezza anche se dentro tremava. Nemmeno lui aveva una situazione famigliare accettabile, quindi presupponeva si trattasse di lui.

Nick si mise in piedi su un tavolino, ignorando le inutili lamentele di Wes, e aprì la pagina web, un po’ nervoso nel sentire gli occhi di tutti puntati addosso.

Quello che vide lo lasciò lievemente perplesso.

“Ok la foto è un camioncino dei traslochi…. Non so che centri” disse aggrottando le sopracciglia, mentre aspettava che il resto della pagina si aprisse.

Kurt, Ethan e David presero a loro volta i cellulari dalle tasche.

Blaine si sporse sulla spalla del suo ragazzo, che però alzò subito gli occhi su Flint che pareva non voler battere ciglio o spostarsi.

Nick iniziò a leggere a mente, ma subito Kirk attirò la sua attenzione “Senti nasone…. Il mio cellulare è defunto perché ho giocato tutta notte ad Angry Birds per scaricare gli istinti omicidi…. Mi fai la cortesia di leggere ad alta voce?”

Duvall lo guardò male “Senti, dentone…. Perché non lo chiedi un po’ più gentilmente? Non sono il tuo maggiordomo impomatato!”

Wes si sistemò sulla poltrona, sospirando “Per favore Nick, se non vuoi farlo per lui fallo almeno per me…”

“Mi hai fatto dormire in terra, Montgomery” disse acidamente Nick, prima di addolcire il tono “Ma lo faccio in ricordo dei bei tempi andati…” si schiarì la voce, dopo aver lanciato un breve sguardo verso Flint che però non sembrava più turbato di prima, e iniziò a leggere “Come da richiesta ecco qui con largo anticipo l’ultima notizia-bomba del blog. Io mi sono molto divertito e spero che anche voi abbiate gradito questo tempo passato insieme”Nick storse il naso, facendo una pausa.

“Thad e Nelson particolarmente” disse ironico Elliot, prendendosi un pugno sul braccio da Rich che gli intimò di far silenzio dopo essersi portato un dito alle labbra.

Nick riprese “Ieri ho parlato di Thad, che vorrebbe vivere come una rockstar passando da una città all’altra ogni giorno. Beh, c’è qualcuno di noi che praticamente lo fa ma, purtroppo, non sembra gradire molto. Sono mesi che il caro Flint Wilson nasconde a tutti una verità che…” Duvall si bloccò scuotendo piano il capo “Non posso davvero leggerlo a voce alta, non è giusto.”

Sterling, che tratteneva il respiro mentre ascoltava, lasciò andare tutto il fiato che aveva in corpo svuotando i polmoni, prima di voltarsi verso il suo ragazzo che ancora persisteva immobile.

“Leggi” La voce di Flint fece trasalire più di una persona quando aprì bocca, con tono basso e roco a causa delle molte ore passate in silenzio “Tanto ormai è ora che tutti sappiano anche se non era questo il modo che avevo deciso per mettervi al corrente…”

Duvall sembrava riluttante all’idea, ma visto che era stato lo stesso Flint a chiedere sospirò riprendendo a leggere “Sono mesi che il caro Flint Wilson nasconde una verità che potrebbe sconvolgere un po’ tutti, in particolare il caro Sterling con cui ha una relazione così idilliaca da stomacare tutti quanti noi: ovvero che ci lascia. Così come è arrivato se ne torna a New York, per seguire la cara mamma e, magari, per riallacciare i ponti col fidanzato storico” Nick fece un’altra pausa, non trovando però il coraggio di guardare in faccia Jeff “Posso solo augurargli buon viaggio! Auguro un piacevole addio anche a voi e, magari, un possibile arrivederci. DDR.”

Il silenzio calò sulla sala.

“Alea iacta est*” disse Kirk, alzandosi in piedi “Siamo di troppo qui…. Quindi visto che nessuno sa chi è stato è meglio che lasciamo Sterling e Wilson soli, a sbrigarsela…”

Tutti scattarono subito in piedi, compreso Wes nonostante la sua indagine investigativa fosse appena fallita, per uscire rapidamente dalla stanza.

Nick saltò giù dal tavolino, avvicinandosi a Sterling e porgendogli la mano per aiutarlo ad alzarsi “Vuoi che resti?”

Il biondino scosse il capo, mentre spostava gli occhi pieni di tristezza in quelli di Duvall. Il ragazzo avvertì una pesantezza allo stomaco mentre Jeff si chinava ad abbracciarlo e per un istante, un solo istante, desiderò dimostrare la famosa audacia dei Duvall che lui non aveva mai manifestato, e spaccare il naso a Wilson con un destro deciso.

Ma si trattenne.

Uscì dalla stanza dopo aver raccolto il suo blazer da terra e raggiunse Kurt che fissava la scena dalla porta, preoccupato.

Nick gli appoggiò una mano sulla spalla, mentre con l’altra afferrava la maniglia della porta per chiuderla dietro di sé “Vieni Kurtie…”

Rimasti soli nella stanza, Jeff e Flint rimasero in silenzio per minuti così lunghi e strazianti da sembrare ore.

Poi il biondo si costrinse a prendere in mano la situazione.

Era sempre stato Flint in più deciso dei due.

Lui era andato a riprenderselo la sera di Natale, nonostante Jeff avesse negato davanti a tutti il suo interesse. Gli era sempre stato vicino sostenendolo.

Jeff era convinto di amarlo, di amarlo moltissimo anche se si sentiva un bambino nel fare certi pensieri.

Eppure lui gli aveva taciuto una simile verità.

“Quando?” chiese, cercando di modulare la voce per tenerla ferma, ma tutto ciò che ottenne fu un sussurro distante.

“Tre due settimane….” Rispose Flint “Venerdì canterò con voi al Festival e poi…. Domenica avrò il volo alle due del pomeriggio”

Il tono pacato, quasi apatico, del moro scosse moltissimo Sterling che si mosse verso di lui, camminando deciso tra i divani.

Nel sentirlo arrivare anche il morettino si alzò in piedi, pronto a fronteggiarlo.

Si meritava uno schiaffo e tutti i più brutti insulti del mondo.

Eppure Jeff non fece nulla del genere.

Arrivò davanti a lui e lo guardò negli occhi, sperando  di passargli almeno un quindicesimo di tutto il male che sentiva nel cuore in quel momento.

Sarebbe bastato comunque a sconvolgerlo.

E effettivamente fu così.

Flint fu costretto a spostare lo sguardo a terra, e subito il biondo girò sui tacchi uscendo dalla stanza e lasciandolo solo.

Solo come era sempre stato….

Flint fece per risedersi, lasciarsi sommergere da tutte quelle emozioni che aveva incanalato per mesi, ma non lo fece.

Doveva fare una cosa importante, prima…

 

“Perché?”

Trent alzò gli occhi dalla sua cartella, che stava riempiendo per andare, seppur controvoglia, a lezione.

Flint lo fissava da davanti alla porta chiusa.

Non si era nemmeno accorto di lui, chissà da quanto era lì.

Quando i loro occhi si incontrarono Nixon avvertì un tuffo al cuore.

“Perché cosa?” chiese ostentando sicurezza.

“Perché l’hai fatto? Perché hai fatto tutto questo a me, a Thad, Blaine…. Ethan…. Anche Nick”

Trent ridacchiò “Non so di che parli”

“Sei stato tu”

“E come lo sapresti, scusa?”

“Beh…. O sei stato tu” Flint iniziò ad avanzare “O Kurt o mia mamma visto che nessun altro sa del mio trasferimento. E poi è intuito personale”
Trent prese a sudare freddo “Perché non Hummel? Io lo dico dall’inizio che…”
“Lo dici dall’inizio perché io ti ho detto di averne parlato anche a lui” Wilson si fermò “Un capro espiatorio comodo…. Peccato che Kurt piuttosto di fare del male a Thad, ma soprattutto a Blaine, si strapperebbe un braccio” il morettino lo guardò fisso, i suoi occhi fiammeggiavano “Ripeto: Perché?”

Trent prese un respiro profondo “Perché ero stanco…. Io…. Volevo solo... Mi sono fatto prendere la mano, ok? Volevo smerdare quelli che mi stanno sulle palle e tu ci sei finito in mezzo…”

Flint sospirò “Che ti hanno fatto, scusa?”

Nixon si sedette sul letto “Duvall non l’ho mai sopportato…. È una di quelle persone che non mi dicono nulla, che non hanno senso eppure che tutti amano…”

Wilson lo guardò arrabbiato “Tutti lo amano perché è una bella persona…. Cosa che non posso dire certo di te. E poi chi sei tu per dire se una persona ha senso o meno?? Per me Nick ha senso. Ethan?”

“Non volevo…. Colpire Ethan. Volevo colpire Kirk ma non sapevo come.” Nixon fece una pausa, guardandosi le mani “Sapevo però che teneva moltissimo a Moore e, per caso, ero sul tetto un pomeriggio quando Et si è dichiarato. Ho preso nota mentale della cosa e mi sono convinto ad usarla contro entrambi. Sembrava manna dal cielo. Dire dei problemi famigliari di Kirk era come sparare sulla croce rossa dopotutto…. Chi non ne ha alla Dalton?”

Wilson si stava chiedendo se schifarsi fino a vomitare o insultarlo a morte.

Peccato che la storia non era finita lì, e lui voleva sapere tutto “Che mi dici di Blaine?”

“Ho origliato una conversazione telefonica con suo fratello” disse velocemente, senza riuscire ad alzare gli occhi sull’amico “Blaine non lo sopporto perché è sempre così perfetto e magnifico…. Anche lui è amato da tutti quando non è che sia poi tutto questo talento. È solo carisma, il suo”

“E Thad?”

“Thad è stata la mia sfida” Trent abbozzò un sorrisetto “Penso sia in assoluto la persona più crudele e vile del mondo. Mi ha trattato come una pezza da piedi così tante volte da non riuscire a contarle…”
Flint scosse il capo “Penso sia nella natura di Thad prendere in giro, man non lo fa con intenzione cattiva…. È solo una persona molto…”

“NO!”  Nixon alzò gli occhi porcini in quelli di Wilson. Il viso era arrossato dalla rabbia e i pugni chiusi tramavano “Lui è un vero stronzo! Smettetela di difenderlo tutti! Lui gode nell’insultare la gente, ci prova gusto…. Per quello ho fotografato lui e Kurt, per svelare a tutti il suo interesse per Hummel. Ma a nessuno è importato e Anderson ha creduto subito alla sua piccola fatina dagli occhioni celesti…. Così ho deciso di scavare più a fondo. L’idea me l’hai data tu, quando ti ho accompagnato in segreteria. Ho visto lo schedario così ho deciso di dare un’occhiata. Dovresti vedere quanto è grosso il fascicolo di Thad” un sorrisetto crudele comparì sulle labbra del ragazzo “Ha una decina di allergie diverse, ma visto che non volevo ucciderlo ma solo umiliarlo ho letto tutto…. Quando ho scoperto che era pazzo volevo mettermi a cantare per la scuola anche se era notte fonda…”

Flint rimase in silenzio, del tutto attonito.

Come si poteva essere così crudeli e meschini?

“Trent ma ce l’hai una minima idea di quanto gli hai fatto male!?” Flint lo spinse, guardandolo così arrabbiato che i suoi occhi si tinsero di blu “Tu hai distrutto la vita ad una persona! Non puoi permetterti di fare queste cose, ma sei cosa sono i pregiudizi??”

Nixon lo guardò, tornando ad acquistare quell’espressione di apatia quasi altezzosa “Non sono pentito di nulla, anche se mi dispiace di averti messo in mezzo…”

Il moro lo guardò attentamente prima di camminare verso la porta.

A Trent salì la nausea improvvisamente “N-non andrai a denunciarmi, vero?”
“No” fu la risposta secca di Wilson “Ma se hai un minimo di palle e amor proprio lo farai da te…. Credevo fossi mio amico” Lo guardò con triste rancore nello sguardo “E invece sei l’ennesima conferma che io non ho un vero legame solido….”

Trent abbassò lo sguardo sul pavimento, mentre il suono della porta che sbatteva gli arrivare alle orecchie come un forte sparo.

 

 

 

Continua….

 

 

 

*Il dado è tratto. Celebra citazione del grande Giulio Cesare. Un amante della storia deve saperlo.

 

Nda.

Ok sono certa che queste Nda saranno più lunghe del capitolo (già di per se infinito) quindi vedrò di essere breve.

Innanzi tutto devo dire che a discapito delle due persone che hanno criticato la storia no, non mi fermo a pensare alla trama perché a me piace così e così la proseguo.

A tanti piace, e soprattutto piace a me.

Ergo arrivederci.

Penso sia molto maleducato chiedere ad un autore di cambiare la trama o di rifletterci su, anche perché se non ti piace la trama smetti di leggere visto che se si può criticare qualcosa è lo stile o il linguaggio. Non la storia in se e per se, cosa l’hai iniziata a leggere se no? xD

Come dico sempre se non ti piace una cosa, fattela da solo.

 

Passando oltre….

cinque persone hanno indovinato che era stato proprio Trent!

Queste persone sono:

-GleeKinn518

-Annina9

-Pookie18

-Misslovett

- KKlaine.

Come ho sempre promesso, per chi indovina spetta un premio e questo sarà un pezzo in esclusiva assoluta riguardante Blaine e Kurt.

Perché loro e in particolare Blaine? Perché nel prossimo capitolo avrà un ruolo fondamentale. Ditemi nei commenti come preferireste riceverete il pezzo, se per MP qui o su Facebook e io per giovedì provvederò a farlo.

 

Io AMO il Klaine e amo il Neff come friendship, per questo il capitolo ne è intriso. Amo anche l’Hummerwood e piangeva il cuore per Thad, ma mi piace la scena tra Blaine e Kurt.

Spiegazione veloce della scenetta klaine. Ora molti penseranno che il ‘Solo tuo per sempre’ sia un esagerazione… ma se vi fermate a pensare all’animo romantico da musical di Kurt allora non lo sarà poi così tanto….

Oggettivamente Hummel è una di quelle persone che si fanno enormi castelli in aria quindi penso sia coerente col personaggio.

 

Ringrazio come sempre chi mi segue e soprattutto chi mi recensisce.

Alexa che mi sprona sempre a continuare, Klaineek che mi da sempre spunti di riflessione davvero importanti e H che mi beta i capitoli.

 

Vi ricordo che potete seguire gli aggiornamenti delle mie storie, vedere le fan art e conoscere gli spinoff seguendomi dalla mia pagina Facebook:

http://www.facebook.com/pages/Chemical-Lady-EFP/212620025460195 

 

Al prossimo!

J.

 

 

 

Pubblicità sentita e obbligatoria:

 

Prima cosa…. Chi di voi ama la FF americana Dalton??

La mia carissima amica/collaboratrice Martina posta su Live Journal ogni sabato un capitolo della storia (con il consenso dell’autrice) tradotto benissimo.

E non solo.

Tutte le domeniche posta un approfondimento dell’autrice su uno ship o un personaggio o un luogo, sempre su questa community.

È davvero un lavorone (contate che ha già tradotto tutto quindi è organizzatissima e posta regolarmente) che lei ha svolto con passione. Penso sia ammirevole quindi vi consiglio di seguirla così come faccio io!

La troverete qui- - - -> Dalton Italia

 

Voglio segnalarvi altre due traduzioni che fa sempre Martina, stavolta qui su EFP e che io già amo follemente.

Sono Unstable e Go on your own way.

Leggetele e lasciate un commentino, sono due bellissime klaine che meritano (qualcosa di diverso dal solito, insomma!)

 

Chi di voi ama The Sidhe?

Tutti immagino.

Per chi non la conoscesse ERESIA D:

correte a leggerla perché è la mia Klaine preferita al mondo, e Maria (alias la talentuosissima _hurricane) la traduce DA DIO.

Diffidate dalle imitazioni e correte tutti Q U I a leggere.

Anche lei è molto costante e se davvero non conoscete la storia dovete leggerla, vi farà sognare.

 

Passiamo ora ad un paio di Crisscolfer, argomento molto vicino al Klaine visto che impiega quei figacci di Darren Criss e Chriss Colfer.

Dovete assolutamente leggere tutte e dico tutte le FF di Alexa (ovvero DumbledoreFan) perché sono le migliori in assoluto.

Riesce ad emozionare e far morire dalle risate con una maestria unica xD

Ora sta lavorando a CrissColfer Live Tour 2011 ma andate a leggere prima l’altra, la prima visto che questo è il sequel.

C’è da morire dal ridere.

Poi c’è anche quella della mia socia, Greta ovvero Elfomikey, che è molto simile per le tematiche ma opposta per lo sviluppo della storia.

Sto parlando di Almost Lovers.

 

 

Ora, Last but not Least, la storia che IO STESSA MEDESIMA sto scrivendo con Greta.

È una AU, ambientata nel 3012, sempre Klaine e con i Warblers ma che prende dentro anche il resto dei personaggi di Glee.

Ci terrei moltissimo ad un parere.

Quindi, passate anche da Water Eyes nn ve ne pentirete!

 

 

Fine pubblicità progresso, spero di avervi dato qualcosa da leggere.

Per tutte garantisco io :D

Alla prossima

Je.     

 

Pss.non so perché le Nda me le dia sottolineate ma amen basta che vadano i link xD

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Capitolo 28
*** #23: Just a reflection. ***


bananissima

Questo capitolo è dedicato, come avevo promesso,
alla persona che ha lasciato la 500esima recensione alla storia.

Grazie, quindi, a Misslovett.

 

 

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

#23: Just a reflection.

 

 

Jeff porse a Nick la lattina di birra falsamente mascherata da lattina di cocacola, previa precauzione in caso dell’entrata di un professore nella stanza.

Ormai passavano le giornate così, chiusi in camera da soli con Caporale in mezzo a beccarsi tutto l’affetto morboso che quei due (ovviamente solo  Jeff visto che con Nick non aveva un gran rapporto) potevano riversargli addosso nella loro depressione amorosa.

Duvall era quasi riuscito a farsene una ragione.

Kenzie non lo voleva e non lo avrebbe mai voluto ma….

Da quando Jeff aveva preso a sospirare affranto per tutta la stanza, anche lui c’era ricaduto dentro come un imbecille.

Ormai andavano a lezione e alle riunioni per inerzia, e non avevano ancora preparato l’assolo per la notte dei Fuochi. A dire il vero con il clima che tirava tra i Warblers nessuno sembrava averlo fatto e Wes era costretto a tenere molto brevi le riunioni per evitare scannamenti.

“Ma quindi? Avete parlato oggi?”

Il biondo scosse il capo “Assolutamente no. Lui non viene da me e io non vado da lui…. La sola cosa che ci siamo detti è stata la sera stessa, dove l’ho preso da parte dicendogli chiaramente ‘Flint, se hai un minimo di palle, cosa di cui ora dubito fortemente, devi lasciarmi tu visto che hai fatto il casino’ solo che non mi ha ancora lasciato…

A dire il vero era stato Flint a prenderlo da parte e sempre il morettino aveva chiesto cosa avesse intenzione di fare. Solo allora Jeff aveva farfugliato la storia del ‘devi essere tu a mollarmi’ prima di scappare in camera.

La sua versione era decisamente meno imbarazzante ma il succo era lo stesso.

Nick sbuffò prendendo un sorso generoso di birra “Ancora non posso crederci che Wilson non te l’abbia detto…” guardò verso l’amico, che teneva stretto il gatto al petto e la povera bestiola stentava a respirare. Ovviamente non glielo fece notare “Sai cosa ci vuole?”

“Cosa?”

“Una gran bevuta…. Forse Thad sarà già tornato per venerdì sera…. A quel punto andiamo tutti quanti a farci una gran bevuta.”

Il biondino annuì piano.

Non era certo che il capo consiglio Harwood sarebbe stato in condizione di bere con loro, visto che l’avevano portato a casa praticamente trascinandolo, ma forse potevano organizzargli con quelli con cui ancora parlavano.

Non molti, a dirla tutta.

“Dici che dovrei cantare per Flint, al Festival la prossima settimana?”

Duvall scosse le spalle “Devi fare quello che ti senti…

“Pensi che cantare per Kenzie a te farà bene?”

Il moro ci pensò su “Diciamo che è uno sfogo….”

Sterling sospirò abbondantemente “Allora ho decisamente bisogno di sfogarmi anche io….”

“Io volevo adottare la tecnica del ‘Hey guardate la mia cresta quanto è figa’ ma in realtà penso ancora a lei” gli confidò Nick “Quindi ho scelto una canzone che mi fa pensare a lei, ma senza rancore”

Il biondo si alzò di colpo spaventando l’amico “Three ho la canzone adatta, forse…. Conosci gli Yellowcard?”

 

Ethan si sorprese non poco quando, aprendo la porta della sua stanza, si trovò davanti Trent Nixon.

Il ragazzo entrò senza nemmeno salutare, guardando un istante Kirk che, sopra al suo letto, stava studiando un enorme libro dalla copertina lisa. I macchinari di tortura della Santa Inquisizione che vide rappresentati lì sopra non lo rassicurarono affatto. “Senti Moore, sono qui per proporti una cosa” disse sbrigativo mentre Et annuiva “Io non ho tempo di preparare un assolo per il Festival, ho problemi in famiglia”

“Oh, mi dispiace molto” disse Ethan annuendo alle sue stesse parole, mentre il biondone alzava un sopracciglio stranito.

“Quindi ho pensato che, per meritocrazia, voglio che sia tu a cantarlo. Ne ho già parlato a Wes che ne ha preso nota.” Si avviò alla porta “Ora se volete scusarmi, ho una montagna di compiti da sbrigare…

“Ma io non voglio cantare un assolo” disse sgranando gli occhi azzurri il ragazzo “Io…. No, sul serio. Non voglio….”

Trent scrollò le spalle “Allora gestiscitela tu, a me non importa chi canterà al mio posto” e detto questo uscì, sperando che quel singolo gesto potesse alleviare almeno un po’ il senso di colpa. Certo, poteva sempre costituirsi, ma visto che Flint non lo aveva fatto non aveva intenzione di condannarsi.

Forse il nome del artefice del DDR sarebbe rimasto sconosciuto….

 

Blaine si sentiva sempre in soggezione quando si trovava davanti a Burt Hummel.

Non solo perché era il padre del suo ragazzo, ma anche perché lo riteneva davvero un uomo degno di stima.

Certo, il loro primo incontro da quando lui e Kurt si erano messi insieme non era stato esattamente idilliaco, ma infondo Blaine poteva capire che quelle minacce non erano finalizzate a spaventarlo a vuoto, ma solo a proteggere Kurt.

E lo trovava più che giusto.

Dopo i primi appuntamenti, sicuramente per il modo in cui il figlio lo stangava se per caso provava a dire qualcosa contro Blaine, il Signor Hummel si era irrimediabilmente ricreduto, trovando addirittura piacevole la presenza del ragazzo del figlio per casa.

Anzi, Blaine sembrava piacergli davvero.

“Ciao ragazzo, come è andata a scuola, oggi?”
Blaine sorrise a Carole che gli aveva gentilmente aperto la porta prima di rivolgersi educatamente al padrone di casa “Molto bene, Signor Hummel. Kurt è già arrivato?”

“Sì, è di sopra….”

Non aveva mai pranzato lì prima di allora, nonostante le numerose cene che si erano intervallate nel corso di più di un mese, ma quel giorno dovevano trattare un argomento decisamente molto delicato: il Prom. In particolare l’abbigliamento per il Prom, e il Signor Hummel si era caldamente raccomandato a Blaine di seguire le sue indicazioni, poiché aveva un vecchio amico italiano che faceva dei completi a mano di alta sartoria e li noleggiava per pochissimo.

A Kurt tutto questo non bastava e, come da accordi, lui e il padre sarebbero andati in avanscoperta per ogni negozio nei dintorni di Lima per trovare tutto ciò che al ragazzo occorreva per mettere insieme un completo che aveva lui stesso disegnato.

Kurt trotterellò giù per le scale in quel momento, picchiettando i piedi scalzi a tempo di musica lungo i gradini fino ad arrivare davanti a Blaine sorridergli raggiante, salutandolo senza però approfondire la cosa.

Non davanti a suo padre e Carole, almeno.

“Forza, tutti a tavola” disse la donna con un sorriso prima di sporgersi verso le scale che portavamo al piano superiore per chiamare il figlio.

Finn li raggiunse in cucina mentre Blaine prendeva posto accanto a Kurt e salutò il ragazzo con un cenno del capo prima di fiondarsi di testa sugli spaghetti al sugo di carne che sua madre gli aveva appena appoggiato sotto al naso.

Mangiarono tranquillamente tutti insieme, chiacchierando del più e del meno dopo le solite domande di rito a Blaine. Tutte, certo, eccetto una.

Burt Hummel non aveva dimenticato quando Anderson era andato a trovarlo in officina, per parlargli riguardo un determinato discorsetto che avrebbe dovuto intraprendere con Kurt. Non aveva dimenticato le parole amare di Blaine riguardo suo padre e, per questo motivo, non gli chiedeva mai come andava a casa.

E il ragazzo non poteva che esserne maledettamente felice.

Terminato il pasto Kurt trascinò il padre per negozi immediatamente, senza nemmeno dargli il tempo di prendere il solito caffè decaffeinato che si concedeva dopo ogni pasto.

Carole ridacchiò mentre guardava divertita la scena, che lasciò Blaine lievemente stupito e Finn annoiato “Kurt fa sempre quello che gli pare” spiegò il quarterback al solista dei Warblers “Da che mondo e mondo Burt glielo permette….”

Blaine sorrise dolcemente “Sa quello che vuole”

“Diciamo che sa come ottenerlo” rispose il ragazzone, alzandosi in piedi e tentando di scappare verso la sua stanza il più veloce possibile.

Ma Carole lo intercettò prendendolo per la maglietta all’altezza delle scapole “Dove pensi di andare, tu? Io devo scappare al lavoro, mi hanno chiesto di pulire un paio di case prima delle quattro e quindi non ho tempo da perdere. Blaine, tesoro, aiuteresti gentilmente Finn a fare i piatti?”

Il tono della signora Hummel si era ammorbidito così tanto che Finn la guardò perso. Perché a lui si era rivolta come se quello fosse un ordine perentorio e invece con Blaine era stata così accomodante?

Beh, Finn non aveva molto senso dell’ospitalità o sale in zucca dopotutto.

Blaine annuì, confermando che non aveva problemi ad aiutare Finn e subito si misero al lavoro dopo aver salutato la donna.

Alla fine, a Finn, Blaine non dispiaceva.

Era un ragazzo tranquillo, riusciva a parlarci di quasi tutto. Anche lui suonava, seguiva il Football con un po’ meno passione ma era comunque molto aggiornato.

Per questo una volta finito in cucina la cosa più intelligente da fare era parcheggiarsi sul divano e accendere il canale dello sport.

“Quel passaggio non poteva farlo peggio…

Il solista annuì mestamente “Ieri sera mi sono addormentato a metà della partita…. I Brown stanno decisamente perdendo colpi insomma” si voltò verso Blaine guardando quasi sconcertato “I Dallas Cowboy ci hanno già battuti tre volte di seguito e la settimana scorsa con i Dolphins di Miami è stato un autentico disastro…

“In alternativa ai nostri scarsi giocatori dell’Ohio, chi segui?” Finn si alzò, andando in cucina a prendere un paio di bicchieri di latte freddo.

“I Giants” rispose Blaine e subito il ragazzone si voltò verso di lui “Ho detto qualcosa di sbagliato?”

“No,  ma con questa risposta ti sei meritato il doppio del miele nel latte” rispose con un sorriso facendo ridere Blaine mentre alzava la voce, parlando dalla cucina “La penso esattamente come te! Comunque sia…. Dove sei stato tutto questo tempo?”

Blaine rise più forte “A Westerville, amico!”

Il solista prese distrattamente una patatina dalla ciotola sul tavolino, decidendo di affrontare un discorso che aveva iniziato con Finn e Rachel il sabato precedente “Allora pensi che sarebbe figo se cantassi qualcosa con voi al Prom?” chiese con nonchalance, osservando il bicchiere di latte che il ragazzo gli aveva appena appoggiato davanti.

Finn si rimise a sedere accanto a lui, chiedendosi brevemente perché Blaine fosse così composto e accennò un “Sì, certo” tornando a guardare la partita.

Da accordi, Blaine sarebbe dovuto andare a provare con le New Direction un paio di sere prima ma, vista la bruttissima aria che tirava fra i Warblers, aveva deciso di rimandare fino alle prove generali del giorno prima.

L’atmosfera era così pesante alla Dalton che si chiedeva seriamente in quali condizioni sarebbero arrivati al Festival dei Fuochi della settimana successiva.

A interrompere quel momento contemplativo di Blaine ci pensò il signor Hummel che entrò mettendo la giacchetta primaverile all’appendiabiti dell’ingresso. “Buone notizie, ragazzi! Il mio amico Enzo, del negozio di abiti, ve li dà a metà prezzo” spiegò mentre i due si scambiavano uno sguardo soddisfatto.

“Bene!” disse Finn particolarmente contento, sorridendo al patrigno.

Yeah! Allora? Cosa vi mettete?” domandò l’uomo, reggendo il giornale in mano mentre andava a sedersi davanti ai due, sulla poltrona.

“Io rimango sul semplice. Nero, con un risvolto piccolo…. Molto discreto” Spiegò Blaine annuendo alle sue stesse parole.

“Volete sapere cosa mi sono messo io per il mio Prom?” domandò Burt “Uno smoking azzurro cenere, una camicia con le balze e un farfallino in velluto sintetico. Sembravo Tony Orlando” completò poi, con un moto d’orgoglio.

“È per caso un  designer?” chiese Blaine pensiero.

“No” fu la risposta lapidaria dell’uomo mentre si sedeva sulla poltrona aprendo il giornale. Qualsiasi altra parola sarebbe comunque stata interrotta dall’entrata in scena di Kurt.

“Per il mio completo non c’è bisogno del metà prezzo!” Disse eccitato entrando con una piccola scivolata sul pavimento del salotto e mettendosi davanti ai tre, con le mani sui fianchi in una posa fiera.

A interrompere il silenzio sorpreso dei due ragazzi ci pensò Burt “Perché ne mancava già metà?” domandò sarcastico, ridacchiando.

Blaine osservò attentamente Kurt dalla punta dei capelli a quella degli anfibi neri, soffermandosi in particolare sul kilt blu scuro e verde.

Poco appariscente, insomma.

“Il mio completo è un omaggio al matrimonio reale e al compianto Alex McQueen” spiegò Kurt più al padre che a Blaine e Finn. Il solista non riuscì a trattenere un sorrisetto “Me lo sono dovuto far da solo. Nei negozi dell’Ohio non c’è assolutamente nulla per un ragazzo che vuole stare alla moda!”

“Amico è una figata!” disse convinto Finn, beccandosi un’occhiata poco convinta dal patrigno “Sembri un Braveheart gay!”

“Non mi piace” disse Burt mentre osservava il figlio esibirsi in una piroetta.

“Per forza non ti piace!” disse Kurt, ridacchiando ovvio “Non l’ho ancora finito! Manca ancora una fascia, forse di perline….” Osservò pensieroso piazzandosi di spalle  davanti a Blaine, il quale non riuscì ad impedirsi di lasciar scivolare gli occhi più in basso, sul sedere sodo del suo ragazzo mentre si portava istintivamente una mano alla bocca.

“Senti non ti impedirò di indossarlo” Disse Burt ignorando dove gli occhi di Blaine erano andati a depositarsi “Ma voglio essere onesto: penso che così agiterai solo le acquee” continuò deciso, ignorando lo sguardo sprezzante e vagamente omicida del figlio “Penso che tu stia solo cercando di attirare l’attenzione…

“Esattamente!” sbottò Kurt, indignato “Se no che senso ha vestirsi eleganti?  È per questo che i ragazzi lo fanno mettendosi i frack e le ragazze le gonne lunghe e…. Blaine dammi una mano!”

“Io credo che tuo padre…. Abbia ragione” mormorò il moro incrociando le braccia. L’espressione di puro terrore che si dipinse sul viso di Finn fu magistrale quanto lo sguardo sconcertato di Kurt “Penso che quello che sta cercando di dire sia solo che non vogliamo dare a nessuno l’occasione per darti fastidio….”

“C’è tanta gente cattiva la fuori Kurt, anche peggio di quel Karofsky” proseguì Burt, mentre Kurt sembrava stentare a credere alle parole del suo ragazzo “ E cercano solo un pretesto per sfogare su di te il loro odio. Ovviamente voglio…. Voglio che tu sia te stesso! Ma… voglio anche che tu sia pratico!”

Kurt si prese una pausa “Io ho fatto tutto nel modo giusto” disse prima di salire il gradino del soppalco per avviarsi alle scale del piano superiore “E Blaine, capisco che tu sia preoccupato visto cosa ti è successo” Finn guardò stranito Blaine che istintivamente si sentì a disagio “Ma il ballo è un’occasione gioiosa, non di paura, e io indosserò questo vestito. Se tu non vuoi più accompagnarmi, lo capisco”

Kurt se ne andò velocemente, sotto lo sguardo dispiaciuto di Blaine, quello paziente di Burt e quello stranito di Finn. “Stare in compagnia di Rachel non gli fa bene…” sussurrò quest’ultimo prima di guardare il profilo del solista.

Il ragazzo si alzò di colpo, guardando il signor Hummel. “Scusatemi” disse semplicemente seguendo Kurt su per le scale e rischiando quasi di inciampare nella chitarra acustica che Finn aveva abbandonato nel corridoio.

Bussò alla porta un paio di volte, poi non ottenendo risposta la socchiuse senza però entrare “Kurt? Posso…?”

“Fai come ti pare…” la risposta secca del suo ragazzo non demoralizzò Blaine, che sospirando entrò nella stanza lanciando un’occhiata in giro. C’era stato già in diverse ocasioni, ma tutte le volte che ci tornava non poteva fare a meno di osservarla tutta, mentre si godeva il profumo di Kurt che sembrava permeare in ogni fibra di ogni tessuto, inebriando l’aria.

Il suo ragazzo sedeva sul letto e apparentemente stava osservando con espressione seria la giacca del suo completo appoggiata alla sedia della specchiera. In realtà era solo così tanto arrabbiato da non riuscire a guardarlo in faccia. Blaine si avvicinò. “Possiamo parlarne, per favore?” nessuna risposta dal più giovane “Posso fare qualcosa per rimediare?” ancora nulla “Qualsiasi cosa?”

Kurt insisteva in quel atteggiamento immaturo e lievemente indisponente, convinto che Blaine si sarebbe sicuramente scusato con lui, dandogli poi ragione.

Quando il moro uscì dalla stanza senza aggiungete altro, Kurt ci rimase così male ma immobilizzarsi ancora di più sul letto, spalancando gli occhi. Stava seriamente pensando si alzarsi e rincorrerlo quando Blaine tornò nella sua stanza con un mano la chitarra di Finn “Cosa stai-?”

Shht” lo zittì guardandolo dolcemente da dietro le iridi caramello, mentre accordava rapidamente la chitarra ad orecchio.

Kurt alzò le sopracciglia, studiando attentamente ogni suo movimento.

Quando prese a suonare una melodia dolce e a cantare solo per lui, Hummel aveva già dimenticato il motivo per cui si era arrabbiato, lasciandosi andare in un sorriso dolce.

When the world gets too heavy
Put it on my back
I'll be your levy
You are taking me apart
Like bad glue on a get well card

(Always, Panic! at the Disco)

 

 Kurt sorrise di più senza quasi rendersene conto, un po’ per la metafora assurda della canzone e un po’ per espressione di assoluta dolcezza mista ad un poco di auto ironia che si era disegnata sul viso di Blaine.

Lo guardò mentre le dita del ragazzo andavano a pizzicare le corde e premerle sulla tastiera per far uscire quelle delicate note e si perse un istante in quel movimento armonioso prima di tornare a guardarlo nelle iridi caramellate.


It was always you
Falling for me
Now there's always time
Calling for me
I'm the light blinking at the end of the road
Blink back to let me know

Blaine, dal canto suo, non riusciva a scostare lo sguardo dal viso perfetto del suo ragazzo, lasciandoli scivolare dagli occhi chiari alle labbra rosee e morbide, mentre proseguiva in quella canzone realmente sentita.

Non sapeva nemmeno come gli fosse venuta in mente, in un primo momento voleva cantare solamente per convincere Kurt a parlargli di nuovo, ma poi era arrivato a stupirsi per la coerenza della canzone.

Sembrava scritta apposta per quel momento.


I’m a fly that’s trapped in a web,
But I’m thinking that my spider’s dead.
Oh lonely, lonely little life.
I could kid myself in thinking that I’m fine.

 

Kurt appoggiò il capo alla spalla del suo ragazzo dopo essersi avvicinato a sufficienza a lui, dimostrando al moro che aveva già ceduto sotto il peso di quel momento forse eccessivamente romantico.

Sorrise, chiudendo gli occhi e respirando a fondo il profumo dello shampoo del ragazzo prima di terminare la canzone…

 

It was always you falling for me,
Now there’s always time calling for me.
I’m the light blinking at the end of the road,
Blink back to let me know.

It was always you
Blink back to let me know
It was always you

 

“Sei sleale” sussurrò Kurt piano, come a non voler rovinare il momento dando pur sfogo ai suoi pensieri “Dovremmo fare delle regole, nella nostra relazione”

“Che regole?” chiese Blaine ridacchiando, mentre appoggiava la chitarra sul pavimento.

“Non puoi cantare per farti perdonare. Non è giusto, sai che funziona…” il controtenore sospirò prima di spostarsi solo per poter guardare Blaine negli occhi “Vuoi parlarne, quindi?”

Anderson scosse piano il capo, accarezzando la guancia di Kurt “No, perché ho capito che non c’è nulla da dire. È giusto che tu metta quel vestito, so che ci ha lavorato molto e che ci tieni” il ragazzo lo guardò sorpreso per l’improvvisa comprensione “E io cercherò di fare di tutto per evitare a chiunque di importunarti…. Come è giusto che sia…

Il viso di Kurt si avvicinò al suo, per incontrare le sue labbra mentre il ragazzo chiudeva gli occhi inumiditi dalla commozione.

Blaine portò un braccio attorno alle sue spalle per stringerlo a mentre il più giovane lo abbracciava per i fianchi, e il solista si concesse addirittura il lusso di approfondire quel bacio nonostante la porta fosse chiusa solo a metà e le possibilità del signor Hummel di passare ‘casualmente’ in quel momento fossero davvero alte.

Si staccarono diverse volte per riprendere fiato, scambiandosi baci via via sempre più dolci e lenti e occhiate cariche di dolcezza.

Quindi…. Pace?” sussurrò Blaine sulle sue labbra prima di stamparvi un bacio che terminò con uno schiocco.

“Pace” confermò Kurt.

“Posso farti una proposta?” chiese tranquillamente il solista.

E Kurt arrossì sino all’inverosimile, balbettando qualche parola a caso “B-Blaine? Mio padre…. È…. E poi… io….”

Anderson roteò gli occhi, mentre anche le sue gote si tingevano lievemente di rosso “Non quel tipo di proposta Kurt…. Solo…” si staccò da lui per guardarlo bene negli occhi “Vorrei che tu cantassi un duetto con me…. Al Festival dei Fuochi”

Kurt socchiuse le labbra, stupito “Oh…

“So che manca poco, e forse tu non riesci nemmeno a venire ma…. Quella sera probabilmente sarà un disastro, i Warblers non si parlano tra di loro e io…. ci tengo a cantare con te. Adoro cantare con te.

Hummel non poté evitare di sentirsi molto lusingato “Sarebbe un onore per me cantare ancora con te…

Il sorriso di Blaine si ampliò fino all’inverosimile “Qualche idea per la canzone?”

Kurt ci pensò su poi schizzò in piedi prendendo un vinile dalla pila sul comò “C’è una canzone che ho sempre desiderato cantare con te che farà schiattare di invidia anche Rachel Berry” disse convinto, mostrando con orgoglio la sua scelta a Blaine.

Il ragazzo lesse il titolo indicato prima di guardare Kurt “Penso sia perfetta.”

 

Richard alzò gli occhi su Flint, guardandolo sorpreso.

Non era mai successo che Wilson si sedesse con lui per la cena.

“Posso fare qualcosa per te?” chiese a quel punto, pulendosi la bocca col tovagliolino di carta.

“Interessante scelta di parole” ribatté il morettino, lanciando un’occhiata verso il tavolo dove Nick e Jeff erano seduti insieme “Devo proprio chiederti un favore…

James lo squadrò senza capire “E cosa posso fare io per te?”

“Molto più di quello che non credi… 

 

“Tu sei pazzo.”

“Smettila, Chad

“Nono, lo sei!”

Blaine roteò gli occhi, sistemandosi il papillon azzurro a pois bianchi. Le cene di famiglia le aveva sempre trovate noiose, soprattutto quando suo fratello maggiore Ray si univa a loro insieme a moglie e al pargolo.

Odiava il fatto che suo padre si comportasse come se la sua famigliola fosse perfetta, facendo complimenti alla ragazza di suo figlio più giovane e idolatrando le doti scolastiche di Blaine.

Ma quella sera, il solista dei Warblers, aveva un obbiettivo: dire a suo padre per la centesima volta che era gay, ma non solo. Aveva un ragazzo, lui voleva che suo padre sapesse tutto di Kurt.

E voleva lo accettasse.

Voleva che suo padre si comportasse come Burt, voleva parlargli delle sue esperienze senza scendere nei dettagli.

Voleva che suo padre facesse il padre.

Ok, forse si illudeva, ma sapeva che quello non era chiedere troppo.

“Secondo me tu le botte te le cerchi” disse Chad sedendosi sul letto del fratello “No, davvero…. Ci metti impegno.”

Blaine lo ignorò, prendendo la lacca e iniziando a sistemarsi i ricci ribelli.

Non gli importava quanti schiaffi gli sarebbero arrivati, pensava che alla fine sarebbe stato costretto ad accettare Blaine così com’era, e lo stesso valeva per il suo ragazzo.

Certo, non avrebbe dato Kurt in pasto a suo padre per i prossimi vent’anni, ma di una cosa era convinto: almeno in casa sua dovevano essere a conoscenza che aveva un ragazzo, una persona importante al suo fianco. Glielo doveva, per tutte le volte che era rimasto a cena e aveva parlato con Carole e Burt.

“Se muori mi lasci il tuo pc?” Chad guardò interessato l’oggetto prima di spostare di nuovo gli occhi sulla figura del fratello maggiore, e sospirò “Ma quindi è così seria questa cosa?”

“Che cosa?”

“Con questo ragazzo….”

Blaine puntò gli occhi in quelli identici del fratello, fissandolo dal riflesso della specchiera “La mia relazione” disse marcando sul sostantivo “Sì, è importante…. Se non rischierei tanto, no?”

“Non so come farti capire che così lo farai solo arrabbiare…

Il più piccolo si portò una mano tra i ricci spettinati, prima di saltare giù dal letto e incamminarsi verso la porta, sulla quale apparve loro madre.

Anabell Anderson, nonostante avesse avuto tre figli, era una donna decisamente bella. Sorrise ai suoi ragazzi, affacciandosi alla porta senza entrare nella stanza “Maria ha detto che la cena è quasi pronta, vi siete preparati?”

Blaine sorrise annuendo, mentre Chad sbuffava ostentando la sua vecchia tuta lisa con orgoglio “Sono in casa mia, mamma…. Posso anche far schifo.”

La donna lo guardò divertita, prima di provare ad approcciarsi più severamente “Tuo padre non è della tua stessa opinione. Credo voglia fare delle foto in giardino quindi fila ad infilarti qualcosa di più consono!”

Il ragazzino ruotò gli occhi verso il soffitto, uscendo dalla stanza e infilandosi nella sua, che aveva la porta proprio lì davanti.

A donna entrò con un sorriso, avvicinandosi al figlio che sembrava assorto nei suoi pensieri e appoggiandogli le mani sulle spalle, facendogli segno di sedersi sullo sgabello lì accanto.

Lui eseguì con un piccolo ghigno, mentre osservava la madre prendere una spazzola e iniziare a passarla delicatamente tra i capelli del figlio iniziando a cantare….

Who is that girl I see

Staring straight back at me?

Why is my reflection someone I don't know?

Somehow I cannot hide who I am

Though I tried.

When will my reflection show who I am inside?

When Will my reflection show who I am inside...

(My Reflection (Mulan), Lea Salonga)

 

 

 

Da giovane, Anabell Ravalez era piuttosto conosciuta nei teatri newyorkesi, come una delle più promettenti stelle del di Broadway.

Blaine si incantava ogni volta che la sentiva cantare e istintivamente chiuse gli occhi mentre le labbra gli si aprivano in un sorriso.

Non sapeva il motivo per il quale sua mamma aveva mollato tutto, forse perché si era innamorata del Signor Anderson e aveva deciso di lasciare tutto per la sua famiglia nonostante fosse ancora così giovane, o forse perché non aveva avuto il coraggio.

Sapeva solo che, per lui, non esisteva nessuno che potesse cantare meglio di lei.

Ad eccezione di Kurt, probabilmente, e al solo pensare la reazione che il suo ragazzo avrebbe avuto scoprendo chi fosse sua madre, beh….

Gli scappò una risatina mal contenuta.

Quando avrebbe voluto presentaglielo….

“Oggi ti ho visto parecchio pensieroso” Disse la donna, portando gli occhi sottili e a mandola su quelli del figlio, ancora chiusi “Forse è successo qualcosa alla Dalton?”

Il ragazzo scosse piano il capo “Tutto come sempre solo…. Ho un peso sullo stomaco…” la guardò attentamente attraverso il riflesso, prima di voltarsi di tre quarti verso di lei “Ma penso lo leverò dopo, a cena…

Lei lo guardò con apprensione, accarezzandogli dolcemente una guancia “Sai che io ti appoggerò sempre ma…. Per favore, non farlo arrabbiare di nuovo. Non sei mai a casa, tesoro, per una volta che c’è tutta la famiglia riunita io vorrei tanto passare una serata piacevole…

Blaine prese un respiro, annuendo lievemente.

La donna gli lasciò un bacio delicato sulla fronte, pulendolo poi dai residui di rossetto prima di uscire dalla stanza raccomandandogli di scendere presto.

Blaine tornò a guardare lo specchio, sospirando.

Sua madre lo avrebbe perdonato anche quella volta, ma quella cosa andava fatta, e più testimoni aveva, meglio sarebbe stato.

Canticchiò una strofa, prima di alzarsi di scatto e scendere al piano di sotto, con un fuoco nuovo ad ardergli negli occhi color miele.

 

Why is my reflection someone I don't know?

Somehow I cannot hide who I am

Though I tried.

When will my reflection show who I am inside?

When Will my reflection show who I am inside...

(My Reflection (Mulan), Darren Criss)

 

Maria, la  governante, non si smentiva mai.

Tutto era buonissimo, costatò Blaine pulendosi la bocca col tovagliolo prima di riappoggiarlo sulle gambe.

Spostò gli occhi alla sua destra, osservando per pochissimi secondi suo fratello e la sua ragazza scambiarsi sguardi di puro amore prima di dover spostare lo sguardo per non avere un travaso di bile.

E poi Chad faceva sempre lo strafigo….

Davanti a lui sua mamma contemplava il primo nipotino con occhi sognanti mentre la moglie di Ray guardava il bambino con orgoglio.

Ray non sembrava prestare molta attenzione a tutto ciò visto che era impegnato con loro padre a parlare di affari, macchine e Dio solo sa cos’altro.

E lui?

Lui se ne stava seduto, composto, a scambiarsi sms di nascosto con Kurt perché se solo suo padre avesse visto che stava usando il cellulare a tavola lo avrebbe scannato.

Non vedeva l’ora che arrivassero le nove e mezzo solo per poter scappare di nuovo alla Dalton che, nonostante fosse letteralmente sotto il manto gelido della Guerra Fredda, aveva sempre un qualcosa di più vicino all’idea di casa, per Blaine, di quel posto.

Lui, lì, non centrava nulla.

Spesso aveva addirittura il sospetto di non essere gradito a quella tavola.

Chad lo chiamava paranoico, per questo, ma il suo fratellino non sapeva cosa significasse sentire perennemente lo sguardo accusatore del padre sul capo.

Blaine lesse la risposta del suo ragazzo e dopo aver ottenuto un sarcastico ‘courage’ come appoggio morale si sbrigò a scrivergli a sua volta prima di mettere via il cellulare.

-Non sei divertente Kurt. Ora provo a fare una cosa…. Ci sentiamo dopo cena, appena torno a scuola ti chiamo. B.-

Iniziò a scervellarsi per cercare di tirar fuori un argomento di conversazione utile per poter fare coming out per la centesima volta, quando suo padre lo fece al suo posto.

“Allora, Blaine…. Quando porterai anche tu a casa una bella ragazza come la nostra Abby?” chiese guardandolo con gli occhi azzurri e penetranti, dopo aver sorriso alla biondina alla sua sinistra.

Altra cosa che Blaine odiava: gli occhi chiari. Li trovava vuoti, freddi….

Altra cosa per cui ringraziava Kurt, gli aveva fatto cambiare idea facendogli capire quanto sinceri potessero essere i suoi occhi azzurri.

E bellissimi.

E perfetti….

Ma non doveva pensare a Kurt, doveva concentrarsi!

“Papà non c’è molta speranza che io arrivi a casa con una ragazza” disse, cercando di non essere eccessivamente sarcastico….

Con scarsi risultati.

Un’ombra scura passò dentro le iridi dell’uomo, che però poi ostentò una risata fasulla. “E ci credo, sei in un collegio di soli uomini!” rise ancora, coinvolgendo il resto della tavola. Gli occhi di Blaine si fermarono in quelli della madre, che scosse piano il capo come a fargli capire di smetterla. Peccato che aveva appena iniziato “Chissà cosa combinate la notte, se hanno addirittura messo un coprifuoco così severo!”

Blaine sbuffò vistosamente, ma subito Chad prese la parola “Papà, l’altro giorno sono stato a vedere una corsa di BMX e mi piacerebbe provarci se per te va bene.”

Richard Anderson guardò il figlio con un moto d’orgoglio. Blaine alzò gli occhi al cielo, sperando che non avrebbe tirato in mezzo anche lui.

Le ultime parole famose…

“Vedi, Blaine? Dovresti prendere esempio da tuo fratello minore e scaricare tutte le tue tensioni giovanili in uno sport!”

“Non sono portato”, replicò velocemente il ragazzo “E ho altri modi in cui scaricare le mie tensioni.”

“Le seghe?” domandò ironico Chad beccandosi uno scappellotto dalla sua ragazza e un richiamo dalla madre.

“Il canto” proseguì Blaine, ignorandolo.

Il padrone di casa sospirò prima di guardare la moglie “A quanto pare ha preso più da te che da me…

“Lo penso anche io” si intromise Blaine “E non è il solo interesse che ho preso dalla mamma…

Richard lo guardò attentamente “In che senso?”

“Nel senso” proseguì Blaine, bevendo un sorso di vino da dentro il calice di cristallo che aveva davanti prima di prendere il tovagliolo “Che entrambi apprezziamo il canto, i musical, le riviste di moda, il violino e, in particolare, i bei ragazzi….”

E poi spostò semplicemente gli occhi sulla tovaglia di gusto raffinato mentre si asciugava le labbra.

Il silenzio che era venuto a crearsi era asfissiante.

Abigail, che in assoluto era quella meno abituata a quel tipo di tensione famigliare, guardò stranita il suo ragazzo e poi Blaine.

A interrompere quella situazione di stallo ci pensò il signor Anderson…

“Ripetilo”

Blaine sospirò. “Papà lo sai, lo sai che mi piacciono i ragazzi…. Sono almeno due anni che tenti a farmi tornare etero, senza successo.” Era il momento, ormai suo padre sembrava incavolato abbastanza per potergli dare il colpo di grazia. O darlo a se stesso…. Deglutì rumorosamente “Papà, mamma….” Li guardò attentamente entrambi “Penso che ormai dovrei diverlo: frequento un ragazzo da più di un mese e mezzo e…. è una cosa abbastanza seria.”

Chad si schiarì la voce “E così il mese prossimo è il compleanno del cane!”

Ma non ottenne l’effetto sperato.

Richard si alzò di scatto, facendo velocemente il giro del tavolo per raggiungere Blaine. Nonostante la pancia da cinquantenne, era ancora piuttosto agile.

Per istinto, il ragazzo alzò un braccio a difendersi il volto, e l’uomo lo afferrò subito strattonandolo per farlo alzare e spingerlo in salotto.

“RICHARD!” urlò Anabell, lanciando il tovagliolo sul tavolo per correre dietro al marito e versando così il suo calice di vino.

Iniziò il delirio.

Il bambino prese a piangere a causa delle urla e subito Chad si sbrigò insieme al fratello più grande a raggiungere i genitori e Blaine, intimando alle ragazze di non alzarsi da tavola.

Il più piccolo entrò a grandi falcate nel salone, mentre Ray chiudeva le porte che dividevano la zona soggiorno dalla sala da pranzo.

Blaine, che era stato spinto con forza contro al divano, dovette applicare tutta la forza che possedeva alle caviglie per non cadere in terra.

“Stammi bene a sentire, ragazzino” gli disse il padre puntandogli contro l’indice, mentre avanzava lentamente verso di lui. “Io non intendo avere una mela marcia in famiglia, lo sai. Quante volte te l’ho detto ormai?”

“Mi dispiace, signore” disse a denti stretti il ragazzo “Ma non posso cambiare quello che sono perché a te non piace!”

“Se vuoi continuare ad andare in scuole private eccellenti e a indossare vestiti nuovi ti conviene farlo!”

Blaine avanzò di un passo, guardandolo negli occhi. “Non intendo cambiare per te, perché non posso. Io sono gay, papà! È ora che lo accetti perché sono fatto così! Amo Kurt e, a dirla tutta, amo anche me stesso! Non mi cambierei nemmeno se potessi! Diseredami se pensi che…

A interrompere il suo sfogo fu uno schiaffo ben assestato alla guancia, che lo faceva vacillare un attimo.

Un secondo schiaffo partì, ma ormai era così abituato a prenderle sia da suo padre che dai bulli che aveva sviluppato dei riflessi niente male, così riuscì a riparare il viso tra le braccia, incassando il collo tra le spalle.

Per la prima volta quella sera, decise di ringraziare la sua buona stella per quella cena in famiglia. I suoi fratelli scattarono appena sua madre prese ad urlare “RICHARD” a pieni polmoni, come solo un soprano come lei poteva.

Ray prese il signor Anderson da sotto le braccia, tirandolo dietro mentre Chad di metteva davanti a Blaine, a scudo.

“Papà piantala!” gridò angosciato il più giovane dei tre.

“Levatevi dai piedi!” si arrabbiò l’uomo, ma appena incontrò gli occhi spaventati e lucidi di Blaine sembrò quasi irrigidirsi. Sentendolo più tranquillo Ray lo lasciò andare.

Richard Anderson, per i vicini e i conoscenti, era un uomo tutto d’un pezzo, un ottimo dottore e un padre di famiglia a cui andava portato rispetto.

Quelle vene di violenza domestiche venivano nascoste dalle foto delle cartoline di Natale, dove tutta la famiglia sorrideva felice.

Che poi fosse gioia vera o meno, a lui non importava.

“Penso sia meglio che tu torni a scuola, Blaine”, sbottò con la voce bassa che tremava per la rabbia. “Immediatamente.”

L’uomo si voltò verso la vetrinetta dei liquori, prendendo un bicchiere e riempiendolo di Jack Daniels  mentre ascoltava i passi veloci di Blaine che correva su per le scale per prendere la sua tracolla dalla stanza.

Quando il ragazzo tornò al piano di sotto non si voltò verso i suoi fratelli o i suoi genitori, camminando velocemente verso l’ingresso e cercando le chiavi del suo SUV sul mobiletto.

La famosa ‘frase di chiusura’ di suo padre, come la chiamava lui, non tardò ad arrivare come sempre. Ogni volta diversa.

Ogni volta più dolorosa.

“Quando un giorno ti guarderai allo specchio e proverai il ribrezzo che provo io in questo momento, mentre mi stai davanti, allora capirai il tuo povero padre. E quello che mi hai fatto patire…

Blaine si voltò lentamente a guardarlo “Quando un giorno sarò padre e mi guarderò allo specchio della stanza che dividerò con mio marito, sì, penserò al mio povero padre…. E a come preferisse sorseggiare liquori e trattarmi come un animale invece di provare a capirmi.”

Uscì di casa, sbattendo la porta e attivando il cancello automatico.

La nausea e la voglia di scappare lo colsero puntuali come ogni volta.

Entrò in auto e partì velocemente verso la Dalton, verso il solo posto in cui si fosse mai sentito davvero accettato e amato.

Dove non aveva paura di essere picchiato.

Era bruttissimo, vivere in una casa con un omofobo. Quando andava al suo vecchio liceo aveva rischiato di impazzire….

A scuola non era al sicuro e a casa si sentiva dire che era solo colpa sua, che in fondo quei ragazzi andavano capiti…

Diede un pugno al volante facendo scattare il clacson e, in contemporanea, si accorse che stava ancora tremando.

Fortunatamente erano dieci minuti di auto da casa sua a scuola, che lui percorse in cinque al massimo.

Parcheggiò frettolosamente all’esterno, incamminandosi veloce verso il dormitorio. Voleva solo stare solo e riposarsi e…

No, non era vero.

Lui voleva tornare in auto e guidare più di un’ora per arrivare a Lima, da Kurt. Sapeva che non avrebbe pianto, certo, non piangeva mai perché, nonostante la frustrazione, sentiva come se suo padre non si meritasse le sue lacrime, ma aveva decisamente bisogno di vederlo.

Di abbracciarlo e baciarlo…

Ma presentandosi con una guancia rossa e l’espressione stravolta lo avrebbe solo spaventato inutilmente.

Era meglio evitare anche di chiamarlo, magari se gli avesse inviato un sms di scuse….

Era così immerso nei suoi pensieri che andò a sbattere contro qualcuno.

“Blaine, attento!”

“Scusa, Wes….”

Il ragazzo asiatico scosse piano il capo con un sorriso “La cena di famiglia?”
“Un colossale disastro, come ogni volta”, borbottò stanco Blaine. A pensarci bene, aveva davvero bisogno di sentire la voce di Kurt, nonostante non lo volesse spaventare (e quindi aveva intenzione di non dirgli dello schiaffo): si sarebbe sentito comunque più tranquillo. Forse sarebbe addirittura riuscito a dormire. “Senti sono distrutto, ci vediamo domani ok?”

“Posso rubarti solo sue secondi?” domandò Wes, frugando in una borsina di plastica bianca.

“Per favore io…” Si zittì, osservando la maglietta bianca che Wes gli stava sventolando sotto al naso “A che ti serve?”

Il capo consiglio sorrise “Ho trovato un modo per riappacificare tutti i Warblers!”

Blaine rimase un attimo in silenzio “Ovvero?”

“Ricordi l’esibizione che abbiamo visto al McKinley delle New Directions?” il solista annuì lentamente “Ecco…

“Vuoi dire che…?”

“Esatto, prendo in prestito la loro idea…. Quindi …. Tu che ci scrivi sulla tua maglietta?”

 

 

 

 

 

 

 

 

Continua….

 

 

 

Nda.

Ecco qui il capitolo di oggi, dedicato non solo a Misslovett ma anche a chi ha iniziato la scuola (io sono a casa ancora fino a lunedì muahah).

A proposito di scuola. Se non lo sapete ve lo dico ora….

Io devo affrontare la quinta liceo quindi lo  studio prima di tutto!

Cercherò comunque di aggiornare almeno una volta a settimana, penso sarà possibile perché ho un programma infallibile per non sprecare tempo a caso (Alexa se funziona mi paghi la cena al Mc XDDD)

Farò il possibile per ammorbarvi ancora per molto!

 

Passando al capitolo, ditemi che ne pensate.

Soprattutto su Blaine che è il protagonista assoluto….

Lea Salonga, secondo un vecchio spoiler, dovrebbe davvero interpretare la madre di Blaine e io, onestamente, lo spero. Ha scritto la storia di Broadway quella donna, a parte cantare per la Disney (andrà d’accordo con DC!).

 

Grazie a chi a recensito, e come sempre ad H che ha betato nonostante la scuola sia iniziata.

Allora….

 

SIETE PRONTI PER IL PROM?

Io si :D

 

 

A presto

Jessy.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 29
*** #24 Part I: Killing me softly with this sounds. ***


bananissima

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

 

 

#24 Part I: Killing me softly with this sounds. 

 

 

-…. E francamente parlando, penso che l’idea di Wes sia geniale. Certo, voi userete le magliette in modo diverso da come l’avevamo pensato noi ma…. È comunque un’ottima idea!-

Blaine mise dello zucchero nel caffè, corrugando le sopracciglia “Perché sarebbe diverso, scusa?”

Dall’altra parte del telefono si udirono un paio di imprecazioni e un tonfo, prima che Kurt riprendesse a parlare tranquillamente –A noi le magliette sono servite per accettare noi stessi. Era una cosa…. Uhm…. Come posso spiegarti? Privata. Voi invece lo fate per accettarvi tra di voi se ho capito bene. E poi cos’è quest’idea del quadratino sulla schiena?-

Blaine attese che Finn terminasse di sussurrare qualcosa al fratello prima di rispondere “Non è un quadratino, Kurt. Wes sostiene che è una casella…” il solista scosse piano il capo mentre, al suo stesso tavolo, Jeff e Nick lo osservavano curiosi “Se a fine settimana la casella viene barrata da Wes significa che il problema è stato superato. Abbiamo tempo da lunedì prossimo, quando ne parleremo in assemblea agli altri, al mercoledì subito successivo per fare la maglietta”

-Le magliette, spero, (?)visto che dovrete tenerla fino a sabato…. Non per fare lo schizzinoso ma l’igiene prima di tutto.-

Blaine ridacchiò “Da quel che mi è parso di capire a Wes piacerebbe portare l’esibizione con la maglietta al Festival…”

-Almeno qualcuno sfrutterà quell’idea. Mi è dispiaciuto vederla accantonata subito anche se, onestamente, qualche effetto lo ha avuto….- si udì un gemito molto inquietante –Dio Finn, ti supplico, fai l’uomo!-

“Kurt posso sapere cosa stai facendo?” domandò a quel punto Anderson, portando alla bocca il bicchiere di carta e sorseggiare lentamente la bevanda calda.

-Finn mi ha chiesto di aiutarlo per la preparazione per stasera…. Così gli sto  accomodando le due siepi che si ritrova sopra agli occhi…. Fermo!-

Seguirono diverse imprecazioni del povero torturato mentre Blaine cercava di assimilare attentamente la cosa “Stai facendo le sopracciglia a tuo fratello?”

-Certo…. Così se lo eleggono Re del Prom non sembrerà una controfigura de ‘Il  Pianeta delle Scimmie’. Senti, tu a che ora vieni? Se parti con un certo anticipo magari sistemo anche le tue e….-

“Sei davvero un tesoro ma non credo sia il caso” si affrettò a dire Blaine, controllando velocemente l’ora sull’orologio da polso “Dovrei essere lì nelle sei così avrò tutto il tempo di prepararmi…. Però davvero Kurt, non occorreva che tu andassi a ritirarmi il vestito. Potevo farlo io e passarti a prendere alle sette meno dieci già pronto….”

-Non dire assurdità. Il negozio era a quattro passi da casa mia e dovevo fare un salto per prendere quello di Finn. Poi se devi fermarti a dormire qui…. Insomma…. Tanto vale che ti prepari con noi no?-

Blaine sorrise lievemente, mentre sentiva le guance infiammarsi. L’offerta di signor Hummel di ospitarlo a dormire da loro era molto generosa, e anche se era consapevole che comunque non lo avrebbe mai lasciato con Kurt, non poteva fare a meno di sentirsi un po’ nervoso all’idea “Hai ragione…”

-Come sempre…-

“Allora ci vediamo alle sei e….” Nick attirò la sua attenzione sillabandogli qualcosa. Il solista sospirò “Kurt, prima parlando con Wes e David mi hanno chiesto se tu hai notizie di Thad….”

-Loro non riescono a contattarlo?-

“Da quel che ne so non risponde…”

Kurt sbuffò, mentre Finn brontolava qualcosa riguardo il ‘metterci troppo per strappargli tre peli dalla faccia’. Alla fine il controtenore si schiarì la voce –Onestamente, ho provato a chiamarlo. Non risponde nemmeno a me…. Però ha avuto il buon senso di spedirmi un sms stanotte alle cinque e mezzo in cui mi assicurava che sta bene. So che non è in Ohio, il padre l'ha portato non so dove per riposarsi e ristabilirsi nonostante lui preferisse stare a casa ad oziare.-

“Oh, perfetto…. Riferirò.”

-A dopo allora…-

Blaine sorrise, prima di sussurrare dolcemente un  ‘A dopo’ e riattaccare.

Nick e Jeff continuarono a fissarlo, poi il biondo si schiarì la voce “Allora…. Ehm…. Thad?”

“Kurt non sa quasi nulla, ma da quel che gli ha detto, Harwood è in un altro stato col padre. Non so precisamente come sta, deduco meglio dell’altra sera.”

Nick sbuffò ironico “Diamine, anche un condannato in marcia sul miglio verde starebbe meglio di Thad l’altra sera. Ha quasi spaccato la faccia a Nelson e non mi stupisce che abbia lasciato i Warblers.”

Blaine lo guardò impressionato “Sul serio? Ha lasciato i Warblers?”

Jeff annuì “Non lo sai? Se ne sono andati lui, Jon…. Jessie era in forse.”

“Si sono presi paura” specificò Nick “So solo che, per il Festival dei Fuochi, si sono resi disponibili in pochi.”

Il solista ci rimase un po’ male, come se una piccola nuvoletta rosa sul suo capo si fosse d’improvviso trasformata in una brutta nube nera pronta a piovergli addosso.

Non era una bel segno. “E cioè chi?”

Duvall ci pensò su “Noi due, i tre capi consiglio, te, Richard e Cameron, Kirk ed Et…. Flint…. E credo Trent.”

“Tutti qui?!” I due ragazzi davanti a lui annuirono “Sono…. Spiazzato.”

“Io sapevo che Las e Andrew sono indecisi. Come scusa usano il fatto che hanno l’esame…. E Elliot è sparito” Jeff sospirò “Mi dispiace così tanto che stia succedendo, eravamo un gruppo così unito e….” Si bloccò, fissando intensamente qualcosa oltre la spalla del solista.

Nick stava facendo lo stesso, così Anderson non poté far altro che imitarli, voltandosi del tutto verso il tavolo alle sue spalle dove Flint e Richard stavano parlando animatamente, dispensandosi sorrisi.

Li fissò per qualche secondo confuso, prima che Nick lo ritirasse seduto composto, guardandolo storto “No ma, fai pure eh. Perché non vai direttamente a sederti con loro, Mr Discreto?!”

Blaine avvampò “S-scusa….” si schiarì la voce, abbassandosi sul tavolo verso i suoi due amici e sussurrando “Ma…. Che sta succedendo?”

“Nulla” rispose secco Duvall, mentre Jeff ancora non staccava gli occhi da Flint e Richard “Nessuno se lo considera più, quindi a quanto pare si è messo a tormentare Richard. Conoscendolo ci parla per pena” sbottò infastidito, lanciando un paio di occhiate a Sterling, che nemmeno notò.

Lo disturbava vedere il suo migliore amico sempre col morale a terra, e lo disturbava ancora di più vedere Flint che invece sembrava divertirsi molto col maggiore dei fratelli James.

Nick li osservò da dietro il bicchiere di carta mentre si alzavano e si avviavano fianco a fianco all’uscita. In quel frangente, proprio mentre passavano accanto al tavolo dei tre Warblers, gli occhi chiarissimi di Wilson si specchiarono in quelli scuri di rabbia di Duvall, prima di proseguire come se nulla fosse.

Almeno Richard li aveva salutati con un cenno.

“Credo sia meglio… tornare alla Dalton” disse lentamente il biondino, dopo essersi incupito.

“Io devo prepararmi per andare a Lima, sono già le quattro e un quarto” Blaine fu  il primo ad drizzarsi sorridendo agli amici “A domani ragazzi, non fate danni stasera!”

Gli altri due tirarono un sorriso mentre Anderson usciva velocemente per andare al parcheggio. Vedendo Flint e Richard, il primo appoggiato all’auto del più grande, che si parlavano direttamente in faccia.

Decise di non impicciarsi. Non aveva il tempo o l’autorità di farlo.

Tanto Thad sarebbero tornato lunedì, voleva lasciargli quella gioia, visto che lui sperava solo che Flint non facesse del male a Jeff più di quanto la notizia del suo addio non avesse già fatto.

 

Quando Blaine si presentò a casa Hummel-Hudson alle sei e dieci, si aspettava di trovare Kurt già chiuso nel bagno a prepararsi.

E nel momento in cui il padrone di casa glielo disse, dopo averlo fatto entrare, non si stupì affatto “Mi ha detto di comunicarti che fino a che non sarà perfettamente pronto e…” fece una pausa per ricordare “in linea con…. In linea con le sue…. Insomma, fino a che non avrà finito di agghindarsi non scenderà ne si farà vedere! Carole lo sta aiutando in questa follia” alzò gli occhi al cielo mentre chiude la porta e prendeva dall’attaccapanni accanto all’ingresso il completo elegante di Blaine, passandoglielo “Puoi prepararti da Finn, lui ormai è pronto. Così sistemi già le tue cose per stanotte”

Blaine lo guardò sorpreso “Signor Hummel ma…. Dormirò con Finn?”

“No, dormirai da Finn, lui lo sistemiamo qui in soggiorno” lo guardò assottigliando gli occhi “Dove pensavi di dormire, esattamente??”

“Sul divano” si affrettò a sottolineare Anderson, iniziando a sudare lievemente freddo. Come ho già detto,  gli occhi chiari di Burt lo mettevano fortemente in soggezione.

“Finn dormirà sul divano e tu in camera sua. Carole ha cambiato le lenzuola poco fa…”

“Però mi dispiace per Finn, sfrattato così dalla sua camera” disse Blaine, avvicinandosi alle scale che davano al piano di sopra e fermandosi con un piede sul primo gradino.

Burt scosse il capo “Kurt ha calcolato tutto: voi tornerete senz’altro prima di Finn, guarderete un musical o una cosa del genere qui in salotto e poi andrete a letto nelle due stanze separate” gli spiegò, sottolineando l’ultima parte “E quando Finn tornerà a casa distrutto, si abbandonerà sul divano. Chiaro?” Il morettino annuì e fece per andare a prepararsi. Ma il padrone di casa non aveva finito con lui “Hey, Blaine!” Il ragazzo di voltò. “Non provate a fregarmi, stanotte” disse puntando il dito verso di lui “Letti diversi, stanze diverse. Se vi becco insieme tu sarai il primo ad accorgersi cosa significa la ‘Furia degli Hummel’, chiaro?”

“Finn me ne ha parlato” disse il ragazzo, sorridendo velocemente al signor Hummel “Le prometto che non si pentirà di avermi dato fiducia”

Burt lo guardò attentamente, sentendo dentro di sé che, forse, quel ragazzo era sincero come sembrava. Così annuì semplicemente, tornando ad occupare la poltrona del salotto e dando respiro a Blaine che sfrecciò al piano di sopra.

Non si fermò nemmeno  davanti alla porta di Kurt, dalla quale proveniva una melodia diffusa e vagamente zen, andando diritto da Finn e bussando nonostante la porta fosse mezza aperta.

“Vieni” rispose semplicemente il ragazzone, finendo di allacciarsi gli ultimi bottoni della camicia prima di mettersi il papillon a clip azzurro, per poi abbassare il colletto. Blaine osservò la fascia che aveva sul ventre, dello stesso colore del papillon, e sorrise “Non prendermi in giro, bello. Quinn è stata lapidaria. Vuole che siamo in coordinato, o una cosa del genere…”

“Non sembri felice della cosa” disse Blaine appoggiando il suo completo e il borsone sul letto, prima di aprire quest’ultimo ed estrarre da esso un paio di scarpe di vernice nera, con la punta lievemente allungata.

Finn lo guardò attentamente “Vuoi che me ne vada?”

Blaine alzò le spalle “Ho giocato a football per qualche tempo, a livello puramente amatoriale, e quindi ho frequentato lo spogliatoio. Non ho problemi, ma se tu sei a disagio posso capirlo”

“No, solo…. No niente, fai pure come se fossi a casa tua” Finn tornò a dedicare le sue attenzioni allo specchio, e Blaine notò che nonostante fosse etero non disprezzava rimirarsi attentamente. Piegò con cura i pantaloni e la maglietta che indossava riponendoli nel borsone prima di sollevare la busta di plastica protettiva e prendere i pantaloni del completo nero “Quindi…. Oggi Kurt ti ha fatto le sopracciglia?” chiese, infilandoli e prendendo  una cintura per assicurarseli bene in vita.

Finn storse la bocca “Già…. E mi ha anche schiacciato i punti neri dentro alle orecchie” Blaine scoppiò a ridere “Amico non è divertente! Mi ha fatto un male del diavolo!”

“Posso immaginare” sorrise Blaine , infilandosi anche la camicia e iniziando a chiuderla prima di avvicinarsi a Finn e affiancarsi a lui davanti allo specchio. Si sistemò anche la cravatta nera, facendo il nodo con estrema eleganza mentre Finn lo fissava “La divisa” spiegò, notando il suo viso “Mi metto la cravatta tutte le mattine visto che indossiamo la divisa, e se il nodo non è perfetto…. Beh, alla Dalton te lo fanno un po’ pesare.”

Il ragazzone annuì prima di lasciarlo solo nella stanza, per finire di prepararsi.

Si ingellò i capelli al meglio, sistemandoli ordinatamente prima di controllare che la giacca fosse a posto, infilandola.

Era pronto.

Kurt sicuramente no ma, aveva un discreto vantaggio.

Quando scese in sala ci pensò Carole a fargli capire che stava bene, guardandolo attentamente e studiandolo come se fosse chissà cosa “Sembri un modello!” gli disse avvicinandosi e lisciando la giacca sulle spalle del ragazzo “Ti sta molto bene!”

Burt alzò un sopracciglio, rizzandosi sulla poltrona “Carole, allontanati dal modello per cortesia. Già mio figlio fa la gatta morta con questo ragazzo, tu non farlo per piacere….”

Finn esplose a ridere mentre Carole e Blaine si imbarazzarono e non poco.

“Burt!” Sospirò la donna, sistemandosi una ciocca di capelli dietro all’orecchio e voltandosi verso il figlio, che smise immediatamente di ridere “Tu non devi andare a casa Febray a prendere Quinn?”

Finn annuì velocemente “Aspettavo di veder scendere Kurt e poi mi dileguo” tutti lo guardarono perplessi “Hey, mi interessa sul serio come ha accomodato il vestito! Non dormo da una settimana a causa del ronzio che la sua macchina da cucito fa….”

Blaine ridacchiò ancora un po’ in imbarazzo, prendendo posto davanti al signor Hummel che subito attirò la sua attenzione “Ripassiamo le regole della serata, ti va?” Blaine annuì, rassegnato “Non voglio imporvi un orario per tornare. È il vostro Junior Prom ed è giusto che ve lo godiate fino in fondo, ma non fatemi stare in ansia. Guida con prudenza e non bere” Si soffermò sull’ultimo punto guardandolo attentamente “E te lo dice uno che per il suo Senior Prom era così ubriaco da arrivare per miracolo a casa e dormire in garage! Quindi, ricapitolando: no alcool, velocità nell’auto moderata e non dormi con Kurt. Ci sei? Non mi sembra di essere stato severo.”

Blaine annuì con un sorriso “Penso sia giusto.”

Carole sorrise compiaciuta “Vedi, Burt? Non hai di che preoccuparti. Blaine è un ragazzo diligente come se ne vedono pochi.”

Finn sospirò “Perché non le dici mai a me, queste cose?”

La donna sorrise, accarezzandogli una guancia “Ti ho sempre insegnato che le bugie non si dicono perché io ci credo davvero”

“Mamma!”

Anderson sorrise, osservando la scena, anche se dietro i suoi occhi caramellati non poteva celarsi un po’ di invidia e di tristezza. In casa sua non era mai successa una sola situazione che anche solo si avvicinasse a quella.

Per quanto sua madre fosse dolce con lui e i suoi fratelli, suo padre rovinava sempre tutto.

Blaine si era chiesto molte volte come riuscisse a congelare una stanza non appena vi entrasse.

A Burt il cambiamento di Blaine non passò inosservato, così si schiarì la voce “Che qualcuno vada a prendere Kurt, se vado io lo trascino di sotto e…”

“Papà sono pronto!”

La voce del ragazzo arrivò distinta, ma di lui nemmeno l’ombra.

“Allora scendi o vuoi che chiami un annunciatore con tanto di trombetta?” domandò burbero il padre, curioso di vedere come diavolo si fosse conciato alla fine e, seppur sapeva di illudersi, sperando avesse scelto un completo come quello di Finn e Blaine.

“Papà stai rovinando tutto!” ringhiò il ragazzo “Non c’è l’atmosfera giusta ora! Non posso scendere con voi che mi aspettate in questo modo!”

Burt guardò la moglie senza capire, prima di urlare verso le scale “Scherzi vero?”

“Papà la tua negatività mi sta facendo venire un…”

“Muoviti!” ruggì il signor Hummel, tra il divertito e lo scocciato.

Finn rise “Sembri una sposina, coraggio Kurt siamo tutti in attesa solo per te!”

“E va bene!” sbottò Kurt, facendo la sua comparsa sulle scale con il viso lievemente arrossato dall’imbarazzo e dalla rabbia. Gli occhi di Blaine si illuminarono mentre lo osservava, attento a non perdersi nemmeno il benché minimo movimento, scendere le scale fino ad arrivare in salotto. A quel punto schizzò in piedi come se si fosse seduto su una molla.

Carole li guardò intenerita e Finn…. Beh, con la solita espressione da Finn.

Burt invece si alzò, dirigendosi verso la cucina “Dov’è la macchina fotografica? Immortaliamo il momento pre-Prom. Quando tornerà sarà devastato e vorrò fare un confronto”

Blaine attese che l’uomo si dileguasse e poi si avvicinò al suo ragazzo, sorridendo “Trovo che tu sia…. Bellissimo” disse rendendo il rossore sul viso di Kurt ancora più evidente “Semplicemente meraviglioso….”

“Anche tu lo sei…” sussurrò lentamente Hummel, lanciando un’occhiata a Carole e vedendo che anche lei e Finn erano momentaneamente spariti.

Dopo essersi assicurato che suo padre fosse ancora in cucina si sporse verso Blaine, lasciandogli un veloce ma dolce bacio sulle labbra, puntando poi le iridi azzurre sul pavimento “Sono felice che tu abbia accettato di accompagnarmi”

Blaine lo guardò intenerito, aspettandosi di vedergli uscire il fumo dalle orecchie per il tanto imbarazzo “E io sono felice che tu lo abbia chiesto a me…” Con un movimento calcolato prese dalla tasca una scatolina bianca, dentro la quale c’erano, pronti per essere appuntati sulle loro giacche, un paio di garofani rosa “Posso?” chiese con gentilezza a Kurt, che annuì lievemente, sorpreso.

Gli appuntò il fiore sul bavero della giacca, passando la scatolina a Kurt che ne approfittò per prendere l’altro e ricambiare la cortesia.

Si  sorrisero dolcemente, prima che Burt, tornando nella stanza, spezzasse la magia che si era momentaneamente creata, per scattare un paio di foto di loro due insieme.

Kurt si sedette accanto al suo ragazzo sul divano, portando un braccio dietro alla sua schiena e sentendosi del tutto certo nel poter dire che sì, il suo Junior Prom se lo sarebbe ricordato per sempre.

 

 

Su proposta di Kirk (e ciò aveva del miracoloso) il solo gruppo di Warblers che ancora si rivolgeva la parola decise di trascorrere il venerdì sera fuori dalla Dalton.

Visto che la proposta era venuta dal biondone, nessuno si era posto il problema su dove li avrebbe trascinati a cena. Quando entrarono nel ristorante italiano Jeff si sentì subito a disagio.

Disagio che Kirk fiutò “Vi ho portati qui perché hanno il miglior vino di tutto l’Ohio. Altro che quella brodaglia che tu e Duvall portate alla Dalton con la vostra mafietta da due soldi…. Questo è vino importato dall’Italia.”

“Senti, mafietta” richiamò la sua attenzione Nick “Perché non metti tu il culo a rischio? Poi puoi far arrivare il vino da tutte le parti del mondo.”

Il biondo rise, mentre Et diceva alla cameriera a che ordine era la prenotazione e li accompagnava al tavolo sotto all’ampia vetrata espressamente richiesto da Kirk. “Rilassati Duvall, la mia era solo ironia. Stasera offro io!”

“Che bella combinazione di parole” disse David ridacchiando, sedendosi a capotavola. Nick prese posto alla due destra, accanto a lui Sterling, davanti Kirk ed Ethan. Il ragazzo di colore aprì una confezione di grissini, sgranocchiandone uno mentre guardava i compagni di scuola “Wes è dispiaciuto di non essere potuto venire…. A me ha detto che ha una cena da una sua zia, ma io mi ci gioco la prossima cena che in realtà sta provando a chiamare Thad come un disperato…”

“Ha detto a Kurt che non è il Ohio” lo avvertì Nick.

David sbuffò “Non capisco perché non risponde…. Nemmeno a noi! Diamine siamo i suoi migliori amici!”

“Lasciategli il suo tempo” replicò Kirk annoiato, mentre ignorava il menù per dedicarsi alla lista dei vini “Insomma…. È stata una batosta non indifferente la sua…. Ok penso che stasera ordinerò un Chianti dei Colli Senesi…. Mi hanno sempre detto che ha un sapore deciso ma al tempo stesso non amaro…”

Tutti si ritrovarono a dargli ragione , ma ovviamente non sul vino.

Ordinarono e in breve si ritrovarono già col primo sotto al naso e argomenti di conversazione molto più leggeri da affrontare.

“E poi Nick mi ha messo nel carrello e, aiutato da mio fratello, mi hanno spinto giù per questa discesa assurda” Jeff rise, mentre spiegava ai ragazzi del quarto anno i loro divertimenti malati “Penso sia stato uno dei pomeriggio più divertenti che…”

Si interruppe bruscamente, e David portò gli occhi su di lui “Che…?”

“Nick” disse invece il biondo, fissando un punto imprecisato della stanza. Il moro mugugnò continuando a mangiare senza dargli peso. “Nick, c’è McKenzie”

A quel punto, quando alzò gli occhi scontrandoli con quelli altrettanto stupiti della giovane, rischiò di soffocarsi con un raviolo.

 

Kurt aveva deciso che non avrebbe portato Blaine a mangiare a Breadstix, prima del Prom, per il semplice fatto che ci andavano davvero tutti e questo a lui urtava.

Non voleva vedere tutte le persone con le quali avrebbe poi passato la serata, preferiva mangiare solo col suo ragazzo senza amici che potessero interrompere i loro sguardi o commenti cattivi sul suo vestito.

Si sarebbe di certo depresso e voleva sfruttare al massimo la serata.

Dopo ave mangiato al giapponese un’abbondante porzione di sushi, i due ragazzi si avviarono al McKinley con molta calma.

“Che ore sono?” domandò stranito Hummel non appena Blaine ebbe parcheggiato, notando che ormai dovevano essere arrivati davvero tutti.

“Le sette e mezzo” gli confermò il suo ragazzo, voltandosi verso di lui con un sorrisetto. “Nervoso?”

Kurt scosse piano il capo sorridendo “No solo…. Diciamo che ho l’adrenalina a mille per la serata”

“Allora entriamo e vediamo.” Anderson scese, subito imitato dall’altro, e chiuse l’auto avvicinandosi velocemente al suo ragazzo prima che questi potesse decidere di incamminarsi verso la scuola “Aspetta…” sussurrò tirandolo tra il suo SUV e un’altra auto “Prima di entrare…. Posso baciarti?” domandò quasi vergognoso “Poi sarà molto meglio continuare con la nostra politica del ‘mantieni un profilo basso’ ma…. Ora posso? Sei davvero troppo bello per resisterti tutta la sera…”

Kurt arrossì, prima di recuperare le facoltà mentali e rispondere a Blaine “Non devi chiedermelo…” sussurrò mentre l’altro aveva già iniziato ad avvicinarsi, prendendolo per mano e sporgendosi verso le sue labbra.

Kurt rischiava seriamente di impazzire, per quanto Blaine riusciva ad essere tenero.

Rabbrividì quando sentì la mano calda del ragazzo spostarsi dai suoi capelli, scendendo lungo il suo collo, sotto al colletto della camicia, fino ad accarezzargli piano la nuca. Istintivamente si rilassò, e quando Blaine staccò le labbra dalle sue a Kurt venne quasi istintivo appoggiare la fronte nell’incavo del suo collo per godersi un altro po’ di quelle attenzioni.

“Sei più tranquillo ora?” domandò dolcemente il morettino, mentre continuava ad accarezzarlo piano.

Una mugugnare basso da parte di Kurt gli fece intendere che sì, era decisamente più rilassato.

Blaine ridacchiò, passandogli il braccio attorno ai fianchi mentre appoggiava le labbra alla sua tempia “Vuoi entrare?” sussurrò piano, direttamente sulla sua pelle.

Kurt annuì lentamente e, seppur controvoglia, si raddrizzò notando subito chi stava arrivando dell’altra parte  dall’altra parte della strada e che sembrava particolarmente interessato alla scena.

Senza quasi rendersene conto si allontanò di un passo da Blaine, che si voltò a guardare il punto che il suo ragazzo stava fissando. Santana camminava imperiale verso di loro con un sorriso smagliante tenendo a braccetto un restio Karofsky.

“Ciao ragazzi” sorrise raggiante la ragazza ispanica mentre Blaine lasciava cadere mollemente il braccio lungo il suo fianco “Spero che stasera vi ricorderete di come abbiamo garantito l’incolumità degli studenti gay nelle ultime settimane, quando sarà ora di votare per il titolo di re e reginetta del ballo.”

“Ciao Santana” rispose velocemente Blaine, tirando un sorriso mentre i suoi occhi si scontravano con quelli piccoli e porcini di Karofsky.

Kurt prese in mano la situazione “Ce ne ricorderemo” annuì sbrigativo, facendo segno a Blaine di seguirlo “Ci vediamo dentro” aggiunse infine, girando sui tacchi e camminando verso l’ingresso della palestre, lanciando una breve occhiatina a Blaine che ora lo affiancava.

Santana e Dave si attardarono, fermando un’altra coppietta. Sicuramente per strappare più voti possibili.

“Ha una bella faccia tosta a chiederci di votare per loro, non ti sembra?” disse Anderson, scuotendo piano il capo mentre si avvicinavano al banco in cui Becky stava mettendo i timbri a chi entrava.

Diedero un paio di banconote da cinque a testa, che sarebbero andati agli studenti che avevano organizzato la palestra mettendo gli striscioni e portando le cose da bere e subito la biondina impresse sui dorsi della loro mano destra una stellina.

“Beh, nessuno mi ha più dato fastidio da quando sono tornato” disse Kurt mentre entravano in palestra “Forse è anche merito loro.”

Blaine lo guardò ovvio “Lo stesso Karofsky ti ha detto che è tutto un ricatto di Santana. Senza contare che nessuno ti da più fastidio solo perché la principale fonte di disagio era proprio lui.”

Hummel scrollò le spalle, notando Mercedes che gli stava facendo segno di unirsi a lei, Sam, Rachel e…. Sì, quello era Jessie St James. Guardò il suo ragazzo. “Non pensarci, ok? Voglio godermi al massimo la serata. Ora vieni, voglio presentarti qualcuno di ancora più montato di Rachel…”

 

Nick si sentiva lievemente soffocare.

E no, non era per colpa dei ravioli e nemmeno per l’invitante tagliata che ancora giaceva quasi intatta nel suo piatto.

La sensazione opprimente di avere McKenzie ad un tiro di schioppo, ma non poterle nemmeno parlare lo stava deprimendo e non poco.

Prese un paio forchettate prima di rinunciare e cedere alla sensazione di chiusura allo stomaco.

“Qualcosa non va? È troppo cruda per te?” chiese Kirk, pulendosi la bocca col tovagliolo dorato.

Duvall scosse il capo “Nono, sarebbe perfetta se avessi fame” abbozzò un sorriso, alzandosi da tavola e prendendo la giacca “Vado a prendere una boccata d’aria e torno, sicuramente mi verrà fame.”

Jeff lo guardò allontanarsi e si lasciò andare in un sospiro.

David lo fissò, come se riuscisse a leggergli nel pensiero. “Ancora pene d’amore?” Il biondino annuì, versandosi un bicchiere d’acqua e sospirando pensieroso.

Kirk roteò gli occhi “Ragazzi, seriamente… Avete quasi diciassette anni, non potete rovinarvi le giornate così.”

Jeff lo guardò male “Ma quale è il tuo problema?!”

Il biondone lo guardò senza capire “Io non ho nessun problema”

“Non hai nemmeno nessun cuore” sbottò irritato Sterling prima di alzarsi e lasciarlo sconvolto al tavolo. David sospirò mormorando un ‘ci penso io’ e seguendo Jeff fino al bagno dei ragazzi.

“Io ho un cuore” disse velocemente Kirk guardando Ethan “Insomma, se non avessi un cuore non avrei scelto un vino così buono!”

Moore ridacchiò divertito “La scelta del vino implica molto sentimento immagino.”

“Non sai quanto Et” gli rispose Kirk, come se la cosa fosse palesemente ovvia, con tanto di movimento della mano e oscillazione del piede della gamba che teneva accavallata “Insomma…. È davvero un compito gravoso il mio: se il vino fa schifo allora l’intera cena è rovinata!”

Ethan rise, prendendo un sorso della tanto decantata bevanda prima di voltarsi serio verso l’amico “Jimmy devo farti una proposta.”

“Spero non sia nulla di sessuale, te l’ho detto: il sogno che ho fatto su quei vibratori gialli mi ha segnato a vita.”

Moore  rise “Non farei mai nulla che potrebbe traumatizzarti a tal punto!”

Il biondone annuì, ascoltandolo attentamente “L’assolo che mi ha ceduto Trent, vorrei lo prendessi tu.”

Kirk lo guardò stupido “Sei serio?”

“Assolutamente.”

“Non posso” fu la risposta del ragazzo “Nixon l’ha dato a te e trovo che sia giusto…”

“Ma io non me la sento di cantare un assolo” disse sbrigativo Ethan, guardandolo l’amico “Davvero, mi sento a disagio. Preferisco sia tu a cantarla, oppure lo chiederò a qualcun altro. A priori, non sarà mio quel assolo…”

Jimmy si fermò a pensare, prima di annuire “D’accordo, accetto.”

Et sorrise “Grazie”

“Decisamente, amico mio, grazie a te” disse Kirk alzando il bicchiere e facendolo cozzare con quello di Moore, prima di bere.

David e Jeff tornarono proprio in quel istante, e  il più piccolo guardò spaesato il tavolo “Nick? È ancora fuori?”

Gli altri due annuirono e subito Sterling si alzò per andare alla ricerca dell’amico. Quando lo videro tornare solo e con un sorrisetto lo guardarono confusi.

“Niente” si limitò a rispondere, riprendendo a mangiare la carne che si stava raffreddando “Dovrò dire a Nick di smettere di fumare però…”

 

Duvall era praticamente appena uscito quando tirò fuori il pacchetto di sigarette dalla tasca della giacca a vento.

Ne infilò una tra le labbra, dirigendosi velocemente verso l’angolo del ristorante, girandolo e ritrovandosi in una sorta di giardino pieno di giochi per bambini.

Sospirò pesantemente, sedendosi sullo scivolo e cercando, invano, un accendino nelle tasche dei jeans. Stava quasi per urlare dalla frustrazione quando una mano sottile, sicuramente femminile, laccata di smalto colorato gli accese la sigaretta.

Che, tra parentesi, quasi cadde tra l’erba quando, alzando gli occhi, Nick li scontrò quelli grandi e neri e grandi di Kenzie.

“Ciao” disse lei con un sorrisetto, accendendosi a sua volta una Lucky Strike e prendendo un tiro “Non sapevo fumassi…”

Nick scrollò le spalle con noncuranza, schiarendosi la voce lievemente a disagio “Di tanto in tanto mi capita”

“Beh, tu canti no? Non dovresti fumare.”

Duvall stava quasi per chiederle perché si interessasse alla saluta delle sue corde vocali, ma si morse la lingua.

Rimasero un po’ in silenzio, poi la giovane lo interruppe, sedendosi sull’altalena lì affianco “Anche io cantavo, una volta” disse stringendosi nel cardigan color lavanda e fissando il terreno “Nel Glee del mio istituto…. E prendevo lezioni private. Mi piaceva molto….”

“Come mai hai smesso?” chiese il ragazzo, cercando di non guardare troppo la coscia lasciata scoperta dal vestito corto e nero della giovane.

Brutto avere diciassette anni e tanti ormoni da non poter smaltire.

Lei lo guardò con la coda dell’occhio, prendendo un altro tiro “Io non avevo sogni ambiziosi…. Volevo fare l’estetista, continuare a cantare come hobby. A scuola ero una frana e sapevo che di certo non sarei riuscita a fare altro, ne ad impegnarmi in un accademia seria. Peccato che non c’erano i soldi per pagarmi la scuola da estetista così i miei genitori mi hanno mandata a lavorare…. Mi sono messa in società con papà dopo aver lavorato quasi due anni in una fabbrica di ferro.” Nick la guardò impressionato “Io sono un donna di mondo, cosa credi?”

Lui sorrise appena “E hai deciso di continuare a lavorare con tuo padre?”

Lei si limitò ad annuire “Già, mi lascerà il pub un giorno. Va bene così…. Non sarà il massimo ma a me piace” scrollò le spalle, fissandosi la punta arrotondata delle scarpe col tacco prima di finire la sigaretta in un tiro unico, guardando Nick dritto negli occhi “Adesso che ci penso, il solo progetto ambizioso che avevo era quello di trovare un ragazzo carino, magari andarci a vivere insieme…. Ma non sono stata fortunata.”

Nick si trattenne da non mandarla al diavolo e, gettando la sigaretta a terra, si alzò stiracchiandosi “Sei giovane, hai ancora tempo” disse sbrigativo, senza crederci troppo.

Quella conversazione prendeva una piega spiacevole e a lui era rimasto ancora un po’ di amaro in bocca riguardo il modo in cui era stato scaricato.

Ok, aveva accettato le scuse ma….

Gli aveva comunque spezzato il cuore senza permettergli di dimostrarle che, in realtà, poteva essere più maturo della maggior parte dei giovani della sua età. Se si impegnava.

“Io rientro” l'avvisò Duvall, indicando col pollice l’ingresso del ristorante, prima di sorriderle come meglio poteva “Mi ha fatto piacere rivederti…”

Per quanto Nick si odiasse per averlo detto, lo pensava sul serio. Kenzie gli era sembrata come una ventata di aria fresca nelle sue pallose giornate alla Dalton, all’inizio.

Peccato fosse finita così presto.

Lei si alzò a lui volta annuendo “Rientro anche io…” Camminarono in silenzio fino alla porta, poi lei lo guardò, tirando un sorrisetto  a sua volta “Anche a me ha fatto piacere rivederti, stammi bene Nicky.”

Duvall la guardò tornare al tavolo, mentre lui stesso faceva lo slalom per raggiungere i suoi quattro amici, con tanto di orecchie drizzate avidi di sapere che stesse succedendo.

“Niente” mormorò acidamente Nick, guardando la sua bistecca ormai fredda “Assolutamente niente…”

 

 

One! Two! Three! Four!
Word's on the streets and it's on the news:
I'm not gonna teach him how to dance with you.
He's got two left feet and he bites my moves.
I'm not gonna teach him how to dance! dance! dance! dance!

 

Kurt annuì vigorosamente, esibendosi anche in un paio di saltelli mentre Blaine faceva un veloce inchino e un sorriso, indicando anche Brittany e Tina che lo avevano aiutato con la canzone.

Anderson scese dal palco subito dopo per permettere ad alcuni ragazzi di portare un paio di torni e altre cose utili per l’incoronazione del re e della reginetta del Prom. Individuò Kurt immediatamente, visto che non si era spostato di un centimetro dalle due mattonelle sulle quali aveva deciso di passare la serata, e avanzò verso di lui.

Hummel, dal canto suo, si ridiede il contegno che aveva perso guardando il suo ragazzo cantare e muoversi sul palco, sorridendo a sua volta mentre lo aspettava. Vide Rachel intercettarlo e sussurragli qualcosa all’orecchio, iniziando già a sentire un pelo di gelosia attanagliargli lo stomaco. La festa alcoolica a casa della ragazza aveva lasciato dei ricordi poco piacevoli in lui.

Quando Rachel proseguì per la sua strada, Blaine andò da Kurt e aveva del tutto perso il sorriso smagliante di poco prima “Hanno buttato fuori Finn.” Gli disse prima ancora che il suo ragazzo avesse avuto il tempo di congratularsi per la performance.

“Cosa?” chiese confuso Kurt.

“Rachel mi ha detto che ha avuto dei problemi con quel tipo, Jessie” Blaine scrollò le spalle con noncuranza. “Si sono quasi picchiati e l’allenatrice delle Cheerio li ha buttati fuori”

Kurt sbuffò “Finn deve sempre combinare disastri…. Non possiamo far molto” scrollò le spalle. Guardando il suo ragazzo negli occhi “Se la Silverstein ha deciso così Finn può giusto andare a casa e noi dobbiamo evitare Quinn. Ora sarà nera di rabbia e i suoi occhi diventano come quelli di Medusa in queste occasioni”

Blaine rise “Esagerato…”

“No guarda, no” Kurt gli appoggiò una mano sulla spalla, facendola scorrere poi lungo tutto il suo braccio “Sono mesi che si prepara a stasera, quella donna potrebbe ucciderci tutti facendo crollare la palestra…”

Il morettino rise di cuore “Sembra una cosa seria…”

“Lo è…”

Blaine si affiancò a lui, riprendendo posto sulle sue due mattonelle, iniziando a raccontargli di aver visto Mercedes e Sam ballare durante la sua esibizione e di uno strambo ragazzo con un apparecchio enorme che si era incastrato nello scollo di tulle della sua accompagnatrice, beccandosi uno schiaffo.

La tentazione di prendere Kurt e buttarsi a loro volta sulla pista da danza era davvero forte ma meno attiravano l’attenzione meglio era.

Si sentiva uno scarto della società, non poteva nemmeno ballare col suo ragazzo, o tenerlo per mano.

Era fortemente ingiusto, ma il ricordo di tutti quei pugni e quei calci era ancora così forte da aiutarlo a trattenersi.

E Kurt sembrava appoggiarlo, forse sentendosi anche in parte colpevole nel aver messo un completo così appariscente….

Quando le luci si abbassarono riducendosi ad un paio di faretti sul palco, Figgins fece il suo ingresso battendo sul microfono e attirando l’attenzione della sala.

La vittoria di Karfosky fu accolta con sorpresa da Kurt e Blaine, che però non si scomposero più di tanto.

“A quanto pare il piano di Santana ha funzionato” Disse Blaine alzando un pelo la voce per contrastare gli schiamazzi nella sala.

Kurt lo guardò allusivo, prima di tornare a dedicare le sue attenzioni al preside, non lasciandosi sfuggire il sorriso soddisfatto della Lopez.

“E ora…. La reginetta la Prom Queen del 2011 del McKinley .... Con uno schiacciante numero di voti…. È…” Passarono alcuni secondi di silenzio in cui il volto del preside passò dall’essere confuso all’essere stupito e poi irritato. Schiuse appena le labbra, guardando la sala e sussurrando un ‘Kurt Hummel’ che ebbe lo stesso effetto di un urlo.

Il silenzio piombò tra i ragazzi mentre il cervello di Blaine impiegava qualche secondo per elaborare la notizia, prima di voltarsi stravolto verso il suo ragazzo, impietrito accanto a lui.

Alcuni fischi e qualche applauso sarcastico arrivarono alle sue orecchie più dolorosi degli insulti, mentre si guardava attorno con gli occhi vuoti.

Passò lo sguardo su alcuni visi, trovandoci solamente odio e sadica soddisfazione per quel risultato.

Si erano coalizzati tutti quanti contro di lui, si erano dati davvero così tanta pena per deriderlo e umiliarlo….

Fece un paio di passi indietro, prima di correre fuori, portandosi una mano alla bocca. Passò anche davanti a Brittany, non degnandola di uno sguardo nonostante la ragazza avesse provato ad allungare una mano nella sua direzione. Uscì dalla porta metallica della palestra sbattendola, tagliando la voce di Blaine all’interno.

“Kurt? Fermati! Kurt!”

 

 

Continua…

 

 

 

Nda.

Ciao a tutti! Ecco il capitolo di oggi e si, scusatemi sia per il ritardo sia per averlo diviso in due parti! Qui so che non succede molto a livello di Klaine, cucciolaggine a parte xD

Il vero danno capita nel pt2, come ben sapete.

 

Leggetevi bene il titolo e ditemi qualche supposizione su di esso xD innanzi tutto qualcuno sa da dove è stata estrapolata quella frase? (senza usare google xD)

Nel prossimo capitolo sarà un elemento importante a cui terrò parecchio.

 

Ora via, vado prepararmi per la nanna che domani mi aspetta la sveglia alle sei e mezzo, 42 km fino a scuola e, dulcis in fundo, tre prove di ingresso!

Fisica (olè!)

Matematica (olè)

Inglese (olè!)

 

Buona visione a chi si godrà Glee stanotte (chi mi spoilera nei commenti è morto!! xD)

Io me lo vedrò domani in streaming!

 

Grazie come sempre a chi commenta e ad H per avermi betato a tempo record!

 

Un bacione gigante a tutti

Jessy.

 

 

 

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Capitolo 30
*** #24 Part II: Killing me softly with this sounds. ***


bananissima

 

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

#24 Part II: Killing me softly with this sounds. 

 

 

N-non sono mai stato c-così umiliato!”

“Kurt! Fermati!”

Ormai non gli importava nemmeno più che lo vedessero scappare via di corsa fra le lacrime. Non era possibile che davvero stesse succedendo, continuava a ripetersi, non a lui, non così.

Con tutta quella cattiveria…

“Ti prego, fermati! Dai…

Kurt si bloccò al centro del corridoio mentre Blaine, finalmente, riuscì a raggiungerlo. Si voltò verso di lui, tenendosi una mano al viso e guardandolo con l’espressione più ferita che Blaine avesse mai visto in tutta la sua vita.

“Non lo capisci quanto siamo stati stupidi?” chiese con la voce rotta dal pianto “Visto che nessuno ci insultava, o ci picchiava, pensavamo che non interessasse a nessuno. Come…. Se fossero stati fatti dei progressi…. Ma è uguale a prima…” Si bloccò, incapace di proseguire, spostando lo sguardo e strizzando gli occhi per impedire alle lacrime di offuscargli ancora la vista.

Vederlo così, con gli occhi rossi di pianto e la voce incrinata e prima della solita forza che lo caratterizzava, spezzò il cuore a Blaine. Il moro scosse piano il capo, facendo poi un paio di passi verso il suo ragazzo e guardarlo di nuovo con la stessa intensità di prima, cercando quel fuoco che di solito gli ardeva nella iridi azzurre e che le lacrime parevano aver spento. “È solo uno stupido scherzo…

“No, non lo è!” Kurt lo corresse immediatamente “Tutto quell’odio…” Indicò verso la palestra, mentre il viso gli si contorceva ancora in uno smorfia sofferente “Avevano solo troppa paura di esprimerlo a voce alta. Così l’hanno fatto tramite il voto segreto!” si interruppe, ingoiando un paio di singhiozzi e riprendendo a camminare, stavolta lentamente, verso un altro corridoio“S-sono solo un’enorme burla anonima…

Blaine lo seguì, tenendo lo sguardo basso e sentendo il cuore cedergli ad ogni singhiozzo del suo ragazzo. Raggiunsero il bagno dei ragazzi accanto all’aula di scienze e lì Kurt si lavò il viso, prendendo un respiro profondo.

Blaine lo osservava attentamente mentre desiderava di abbracciarlo forte per dargli conforto. Ma conosceva Kurt troppo bene e sapeva che in quel momento era meglio lasciarlo sfogare così.

Ci sarebbe stato tutto il tempo dopo….

Quando Hummel uscì dai bagni non disse nulla, semplicemente continuò a camminargli vicino fino al suo armadietto. Kurt considerava quella zona sacra e pericolosa allo stesso tempo. In un certo senso, l’armadietto era come una piccola isola felice, dentro la quale teneva la foto di Blaine, quella del padre, degli amici, tutti i suoi effetti personali….

La lacca.

Ma era anche la superficie più dolorosa contro la quale era finito in quegli ultimi anni. Beh, anche il muro non era il massimo, ma il suono forte della lamiera quando viene urtata sapeva che se lo sarebbe ricordato a vita. 

Il pensiero di tutte quelle violenze, più psicologiche che fisiche, gli caddero sulle spalle come pesanti macigni.

E iniziò a formulare pensieri alla rinfusa, camminando avanti e indietro davanti al suo armadietto, mordicchiandosi l’unghia del pollice.

“Io là dentro non ci torno” sussurrò lieve “Non esiste…

Blaine annuì “Come preferisci…. Faremo ciò che ti senti” gli disse semplicemente, guardandolo negli occhi.

Solo che Kurt era troppo perso nei suoi pensieri per ricambiare quello sguardo. Improvvisamente, tutti i più grossi dubbi esistenziali della sua vita fecero capolino nella sua mente. Perché aveva lasciato la Dalton? Lì stava bene, in mezzo a persone che gli volevano bene, nessun bullo a fargli del male…. Aveva anteposto l’amicizia e l’amore per gli altri a se stesso, e ora ne doveva pagare le conseguenze, forse? Non ci stava più capendo nulla.

Prese a formulare valanghe di pensieri controversi, a partire da come la sua vita fosse sempre stata triste, sin da bambino quando giocava solo in un angolino all’asilo, con tutti gli altri bimbi che si rincorrevano e lo escludevano solo perché aveva qualcosa di diverso che sua mamma riteneva così prezioso ed inestimabile da renderlo unico. Rifletté attentamente sulla sua adolescenza, arrivando alla conclusione che volente o nolente non avrebbe mai dimenticato Karofsky perché aveva passato la linea sottile tra il “lasciarlo solo e ignoralo perché diverso” al trattarlo come un rigetto sociale solo perché forse in lui si rivedeva. Strinse i pugni al solo pensiero che forse il ricordo più importante di quegli anni, che suo padre continuava a ripetere sarebbero stati i più belli di tutta la sua vita, sarebbero state le granitate gelide in faccia.

Poi Blaine lo riportò alla realtà, sospirando, e tutto magicamente si risolse solo nel lasciare correre il suo sguardo sulla figura del suo ragazzo, a sua volta assorta a fissare un punto inesistente sul pavimento.

Si bloccò per un istante, prima di continuare a camminare avanti e indietro con pensieri del tutto nuovi a vagargli in capo. Lui non era più un bambino che passava le mattinate da solo, a lanciare occhiate ai suoi compagni sperando lo invitassero a giocare con loro e mascherando la delusione dietro un’espressione troppo altezzosa per un bimbo di sei anni, non era più il ragazzino che veniva gettato nel cassonetto.

Era molto, molto di più.

Certe consapevolezze e certe esperienze aggiungono una marcia in più nella vita di certe persone, e Kurt era consapevole che nella sua ormai ne aveva a sufficienza per superare qualsiasi cosa.

Del liceo non avrebbe mai ricordato Karofsky, forse ma non sarebbe stata che una pallida immagine sfocata nella nebbia, offuscata dal ricordo della risata assurda di Rachel o del sorriso di Mercedes. Non avrebbe mai dimenticato del suo periodo alla Dalton, ma non sarebbe mai tornato sui suoi passi perché, quando aveva deciso di tornare, si era sentito per la prima volta fiero di se stesso….

…E poi avrebbe avuto Blaine con lui, a ricordargli che nella vita ci sono più bassi che alti, ma che con la persona giusta si poteva arrivare a toccare sempre le stelle, e che non c’erano difficoltà troppo insormontabili o dolori troppo profondi da spezzarlo.

“Potresti almeno…. Sederti?” Kurt ignorò per un istante Blaine, troppo preso dalle sue elucubrazioni mentali per dargli un attimo del suo tempo “Vuoi andare a casa? Non siamo costretti a tornare la dentro…

Solo a quel punto, il più giovane si bloccò, voltandosi verso di lui.

Blaine non era mai stato un asso di intuito, questo doveva ammetterlo, ma Kurt era certo che tutte quelle piccole consapevolezze fossero proprie anche del suo ragazzo….

“Lo scopo di questo Prom non doveva essere una sorta di redenzione?” gli chiese, facendo un paio di passi verso di lui “Non dovevi sbarazzarti del magone che avevi in gola da quando te ne sei andato? Se ce ne andiamo ora, anche io mi ritroverò con un rimpianto del genere…” fece una pausa, ricordandosi che nonostante fosse sconvolto doveva comunque pesare le parole. Non ci pensava mai, quando parlava con gli altri, ma con Blaine voleva starci attento, non tanto per paura di ferirlo, sapeva che Blaine era fragile ma non era di certo di vetro. Era un’accortezza sua personale.

“Quindi cosa vuoi fare?” gli domandò Blaine con un sussurro dolce.

Quella era la domanda critica che Kurt si poneva da un po’ ormai.

Non sapeva quanto tempo era passato, ma Blaine sedeva in terra e dalla sua espressione non era poco che lo aspettava impaziente di sentire  in primo luogo come si sentisse, e poi cosa fare per poterlo confortare.

Ma Kurt in quel momento sembrava bisognoso di qualsiasi cosa eccetto il conforto.

“Tornerò la dentro e mi farò incoronare” disse deciso, dopo un respiro profondo ed un istante di esitazione, guardando il sorriso incerto di Blaine, e avvicinandosi a lui “Gli dimostrerò che anche se mi urlano addosso o sussurrano alle mie spalle loro non possono toccarmi….” Blaine si sporse verso di lui, con un sorriso sincero, finalmente, e sollevato. Lo vedeva, quel fuoco blu che tornava a dar vita ai suoi occhi, era tornato “Non possono toccare noi e quello che abbiamo…

Era lì in quel momento, inginocchiato davanti a lui, e la sola cosa che Blaine riuscì a fare fu di alzarsi a sua volta sulle ginocchia e incontrare le labbra di Kurt, accarezzandole piano con le sue.

Kurt si strinse a lui, quasi inconsciamente, a Blaine capì che era finalmente arrivato il momento in cui poteva trasmetterli tutto il suo calore. Sapeva che il suo ragazzo ne aveva già tanta, di forza, ma sperava che il suo appoggio fosse almeno in minima parte decisivo nell’aiutarlo.

Per lui, almeno, era così.

Certo, lui non era mai stato coraggioso come Kurt, almeno non prima di conoscerlo…

Quando si separarono, Blaine tenne la fronte appoggiata alla sua, gli occhi chiusi e una mano intrecciata alla sua mentre l’altra era andata a posarsi sulla sua schiena “Queste situazioni sono come le ginocchia sbucciate…” sussurrò, facendo sorride Kurt “Bruciano solo all’inizio e ogni tanto lasciano una cicatrice, ma crescendo ci dimenticheremo del male che facevano…. Nessuno può toccarci. Nessuno.”

“Nessuno” ripeté con voce ferma Kurt.

Si scambiarono un altro bacio, stavolta più veloce, prima che Blaine si scostasse da lui quel che bastava per passargli un fazzolettino di carta, permettendogli così di raccogliere le ultime lacrime cadute.

Si alzò in piedi, scrollandosi i pantaloni dalla polvere, prima di porgere la mano al suo ragazzo, sorridendo incoraggiante “Sei pronto?”

Kurt annuì, afferrandogli la mano ed alzandosi.

Si mise affianco a lui, sistemandosi il kilt prima intrecciare le loro dita. Blaine parve sorpreso in un primo momento, ma poi si limitò a sorridere, accompagnandolo alla porta della palestra dietro al palco improvvisato, per poi fare il giro e unirsi agli altri.

Mentre Kurt fissava la sua schiena allontanarsi prese mentalmente atto che, con calma, non avrebbe nemmeno più avuto paura di camminare per mano con la persona che amava lungo i corridoio non solo di quella scuola, ma di tutto il mondo.

Un passo alla volta, si disse, e quello che stava per affrontare era un bel gradino. 

Prese un respiro profondo, e con coraggio entrò in palestra, pronto ad affrontare di nuovo tutti quegli sguardi con la stessa supponenza che usava bambino. Solo che ormai non era più un’arma di difesa che nascondeva sentimenti tristi, ma solamente un modo per mostrare a tutti quei ragazzi che poteva anche cedere, ma si sarebbe sempre alzato a testa alta.

Era meglio di loro, ne era certo.

Lui, per quanto ambizioso, non avrebbe mai pestato in quel modo la dignità di una persona.

Una volta sul palco Figgins gli si avvicinò e lui non ebbe bisogno di cercare Blaine fra il pubblico perché sapeva che lo stava guardando fiero e orgoglioso di lui, e a ricordarglielo aveva sempre il profumo del suo dopobarba ancora in mente insieme al sapore delle labbra del moro sulle sue.

 

“Duvall sputa il rospo, per Diana!” Kirk diede una pacca al cruscotto facendo sbuffare Et.

“Senti Jimmy, capisco che voi super miliardari abbiate tutte auto con non più di due posti perché fa figo comprare una macchina fondamentalmente inutile e inquinante, e che quella di Duvall è più antica di mio nonno e che quindi è meglio non rischiare, ma smettila di picchiare la mia!”

Kirk roteò gli occhi “Scusa Moore…. Tornando a noi. Nick sputa il rospo e dicci che vi siete detti te e Miss Occhioni da Cerva!”

Duvall storse il naso “ Il punto è che non ci siamo detti nulla. Abbiamo parlato di cose a caso per quanti? Cinque minuti?”
“Almeno un quarto d’ora” lo corresse David.

“Che esagerazione…

“Vi sorridevate così dolcemente” disse Jeff abbracciando Nick per la vita “E lei era tutta carina nei tuoi confronti”

“Parlavamo come due persone normali, fidati Jeffy” disse Duvall, sbuffando e scrollandoselo di dosso “Niente di che, davvero…. Non tornerà da me e io non me lo aspetto! Adesso per favore voglio la birra!”

Ethan ridacchiò, adocchiando un parcheggio proprio di fronte al solito Pub Irlandese vicino alla Dalton.

Scesero tutti dal suo vecchio Pick Up della Ford. Era un autentico scassone, come lo chiamava Nick, ma almeno Ethan non era mai rimasto a piedi -cosa che invece era successa spesso al lui. Certo, una verniciatina per togliere quel vecchio arancione sbiadito sarebbe stata gradita, ma andava bene così.

Finc andava era la sua auto.

“Buonasera, Donald” Kirk salutò cordiale il vecchio proprietario, che stava scaricando un paio di casse dalla sua auto, proponendosi di aiutarlo insieme a David. Jeff li seguiva stando un po’ indietro, con le mani nelle tasche e il cappuccio della felpa grigia sui capelli, pensieroso.

I suoi occhi si fermarono su una Porchè Carrera, parcheggiata lì in parte, e sperò di aver capito male….

Una volta entrato nel locale, però, si accorse che invece i suoi presentimenti erano esatti.

“Vuoi che torniamo alla Dalton, noi due?” gli propose Duvall “Possiamo andar a piedi…

Ma gli occhi cangianti di Sterling rivelavano che, in realtà, non lo stava proprio ascoltando.

La sua attenzione era tutta su Flint e Richard, seduti ad un tavolino d’angolo e intenti a parlare così vicini da alitarsi direttamente in faccia.

Kirk sbuffò, annoiato “Ma questa è la ‘notte del ritorno degli ex’, per caso?”

“Peccato che Flint non sia ancora il mio ex” puntualizzò acido il biondino, prima di abbassare il cappuccio della felpa e andare a sedersi ad un tavolo, seriamente intenzionato a passare il resto della serata lì.

Agli altri non rimase altro da fare se non imitarlo, lanciandosi sguardi dubbiosi.

 

 

Sarebbe potuta andare peggio.

Questo era il pensiero di Kurt quando, verso le undici e mezzo, la palestra prese lentamente a svuotarsi.

L’incoronazione sarebbe potuta andare in due modi: umiliante sino alle lacrime –ancora- oppure poteva davvero dimostrare che tutta quella cattiveria non l’avevano sfiorato minimamente. E così aveva fatto.

Aveva preso il coraggio a due mani, dimostrando a tutta la scuola quanto poteva essere forte e che non sarebbe mai più scappato.

Davanti a niente.

Non si sarebbe mai aspettato, quando aveva detto a Blaine che avrebbe dovuto affrontare i suoi demoni standogli accanto, che si sarebbe ritrovato in una situazione simile.

Un’ora e mezzo prima era sul punto di andarsene a casa, rintanarsi nel suo letto per non uscirne mai più, ne per tornare al McKinley ne per tornare alla Dalton.

E poi, cosa era successo? Si era ritrovato al centro della pista a ballare.

Stava ballando dall’incoronazione con Blaine, qualche volta con Mercedes o Rachel, e si sentiva come se qualcosa di fondamentale nella sua vita si fosse realizzato.

E nel momento in cui si era ritrovato con la guancia appoggiata alla fronte di Blaine, durante un lento, aveva capito che decisamente era andata meglio del previsto.

Meglio anche delle prospettive che si era fatto a casa, prima di recarsi lì.

Sospirò socchiudendo gli occhi, mentre stringeva la presa sulle spalle di Blaine e, quest’ultimo, lo stringeva a tenendo le sue sui suoi fianchi.

Mercedes gli fece l’occhiolino, osservandolo dal tavolo al quale si era accomodata da qualche minuto con Rachel e Sam, mentre Brittany passava davanti al suo campo visivo andando da Santana, seduta da sola, e le allungava la mano invitandola a ballare con lei.

Kurt chiuse gli occhi sospirando, deciso a godersi gli ultimi minuti di quel ballo, pienamente convinto che quella sarebbe stata un’occasione più unica che rara per lui.

Ma andava bene così, anche perché, fatta eccezione per qualche studente ancora perplesso, tutti avevano smesso di prestare attenzione a lui e Blaine da tempo.

Quando la musica cessò si separarono applaudendo all’orchestra degli studenti. Le luci si riaccesero tutte, facendo sfumare l’atmosfera romantica per lasciar spazio alla Silverstein che spediva tutti fuori urlando che la festa era finita e che potevano riportare i loro brutti vestiti di seconda mano al negozio di costumi in cui l’avevano noleggiato.

Mercedes prese a braccetto Kurt mentre si avviavano verso il parcheggio “Ma Finn?” domandò Blaine guardandosi intorno una volta fuori.

Quinn sospirò “Penso sia tornato a casa prima. La coach Silverstern non ha permesso che riaccedesse al Prom…

“Andiamo anche noi?” domandò Rachel, guardando verso Sam e Mercedes, con i quali era arrivata e sui quali doveva fare affidamento visto che Jessie era sparito come Finn.

“No, dai, facciamo qualcos’altro!” disse Brittany evidentemente su di giri, saltellando sul posto “Potremmo andare insieme a tutti gli altri sulla panoramica di Lima!”

Kurt alzò un sopracciglio elegantemente “Britt, non possiamo andare in gruppo sulla panoramica, non ha senso. Per me, poi, non ha proprio senso andarci!”

“Perché, cosa c’è la?” chiese Blaine infilandosi le mani nelle tasche.

Artie ammiccò in sua direzione “Tutte le coppiette vanno lassù a pomiciare dopo il Prom…. Parcheggiano le auto lungo la panoramica e ci danno dentro davanti allo spettacolo di Lima illuminata.”

Brittany lo guardò allegramente “Io ho un paio di coperte in auto, potremmo andare su tutti! Conosco un posto favoloso!”

Mercedes la guardò come se fosse scema. “Ma, a parte Kurt e Blaine, non ci sono coppie.”

“Sono spariti persino Tina e Mike” aggiunse Quinn.

“E poi io devo assolutamente chiamare i miei genitori” Artie li guardò prendendo il cellulare dalla tasca dei pantaloni rossi “Devono venire a prendermi”

“Ti porto a casa io” gli disse la biondina svampita, spingendo la sedia a rotelle verso la sua automobile “Coraggio andiamo! Non occorre essere in coppia per pomiciare!”

Blaine non le levò gli occhi di dosso con un cipiglio lievemente confuso mentre lei faceva salire in auto un Artie lievemente riottoso “Che facciamo? Andiamo?”

Kurt sospirò “Non saprei…

“Io andrei” li informò Rachel, scrollando le spalle “Male che va poi torniamo a casa….”

“Solo se ci fermiamo al forno di Ronnie a prendere qualcosa da mangiare” propose Sam, mentre Merc ridacchiava “Sto morendo di fame e lui sta aperto tutta la notte nei weekend”

Anderson guardò divertito il suo ragazzo e, a quel punto, Kurt sbuffò “Ok va bene! Come preferite!”

“Allora ci vediamo da Ronnie” sottolineò Evans “Kurt sai dove andare?”

“Si” disse il ragazzo, facendo un cenno col capo a Britt che esultò felice prima di seguire Blaine alla macchina “So già che succederà qualcosa di tremendamente imbarazzante…

Blaine gli passò un braccio attorno alle spalle, ridacchiando “Dovresti seriamente smettere di pensarci, ok? Vivi il momento…. e poi mal che vada…” Si allontanò, prendendo le chiavi dell’auto, guardandolo seriamente divertito, mentre Kurt aspettava che sbloccasse le portiere “Mal che vada noi due siamo accoppiati, per stare sulla panoramica…

“Blaine!”

 

“Bene! Ora che abbiamo bevuto il tuo merdoso vino, finalmente, passiamo alla birra!”

Duvall alzò trionfale il boccale prima di cozzarlo piano contro quello di Sterling e tracannarne un sorso alquanto generoso.

David rise, mentre Ethan guardava divertito un Kirk molto irritato, che stringeva tra le mani il suo cognac “Ti compiango, Duvall. Tu e la tua misera condizione…

A quel punto tutti, meno che il povero Nick, esplosero in una risata rumorosa.

Fortunatamente erano vicini alla Dalton, il tasso alcool-emico nei loro poveri organismi si stava alzando come uno tsunami.

Sterling, tuttavia, non poteva evitare di lanciare delle occhiate verso il tavolo di Flint e Rich e li trovava sempre, anche se sperava a causa dell’alcool, un po’ più vicini.

Seguiva ogni singolo movimento del morettino non appena affondava il viso nel boccale (cosa che quindi succedeva con un intervallo così breve da risultare allarmante), vivendo una situazione apparente quasi stoica, mentre dentro bruciava….

Quando la mano del più grande si alzò per accarezzare i capelli di Wilson sussultò drizzandosi a sedere, ma nessuno se ne rese conto visto che l’intera tavolata era esplosa in un autentica ovazione.

“Non posso crederci, è una visione?” David rise, mentre Wes si avvicinava allargando le braccia quasi come se fosse l’apparizione di un santo “E i parenti?” chiese Thompson ironico, beccandosi un pugnetto sulla spalla dall’asiatico che prese posto al suo fianco sorridendo.

“Il parente sta bene” rispose altrettanto ironico Montgomery “Ora come ora è a Las Vegas a fare la bella vita e a usare patenti false per bere e giocare, dimenticando così lo spiacevole inconveniente”

David lo guardò allucinato, e così anche gli altri “Aspetta stai parlando di Thad no?”

Wes rise “E chi se no?”

“Fammi  capire…. Noi siamo tutti preoccupati e lui è a Las Vegas!?” chiese Nick con una punta di amarezza nella voce.

L’orientale sospirò “Per spezzare una lancia in suo favore…. Lui non voleva andare.”

“Povero piccolo” lo prese in giro Kirk “Mi dispiace che si sia visto costretto ad andare a Las Vegas…

Wes lo fulminò con uno sguardo prima di spostare gli occhi su Jeff e notare che qualcosa non andava. Era totalmente assente. “Che gli prende?” domandò a Nick, che si limitò a fare un cenno verso il tavolo al quale sedevano Flint e Richard, con espressione quasi schifata “Oh…. Ehm…. Ho notato qualcosa in questi giorni” disse a voce normale, visto che intanto Sterling non li stava minimamente seguendo.

Ethan sospirò “Non so voi ma io non ci capisco niente…

“Non sono affari nostri, ne quelli di Sterling, ne quelli di Harwood o quelli di Anderson” sbottò secco Kirk “Ok essere amici, ma siete degli stalker. Tu soprattutto”, sottolineò indicando Wes.

Il ragazzo roteò gli occhi “Mi preoccupo solamente…. Non siamo tutti come te, James, che riesci a farti scivolare tutto addosso…

Kirk sbuffò “Io semplicemente comprendo che, quando una persona sta male veramente, non vuole gente attorno che si preoccupa per lui e…. perché Sterling è partito in tromba?”

Con passo lievemente traballante a causa della birra, ma dannatamente deciso, Jeff si era alzato e diretto verso il tavolo dove Flint e Richard sembravano davvero in procinto di iniziare una lunga e duratura serie di baci spinti.

Appena aveva visto le labbra maliziose del più piccolo sillabare non si sa precisamente quale maialata su quelle del più grande non ci aveva visto più.

Non gli importava di sembrare un pazzo, l’alcool aveva assorbito anche la più piccola traccia di timidezza, spingendolo ad andare da Flint ed affrontarlo.

Quando lo vide arrivare, istintivamente Wilson si allontanò da Richard, guardando attentamente quello che ormai era il suo ex ragazzo con aria apatica, distaccata.

“Hai bisogno di qualcosa, Sterling?” chiese con tranquillità, mentre il ragazzo accanto a lui lanciava brevi occhiate a lui e al biondino.

“Si” rispose Jeff “Ma non di uno stronzo…. Non volevo arrivare a questo, visto che la colpa è solo tua…. Ma basta così. È finita ufficialmente. Speravo che per rispetto a me e a quello che spero di avere anche solo vagamente significato nella tua vita da ragazzino viziato avresti almeno avuto il coraggio di dirmi addio..” fece una pausa, guardandolo ferito direttamente negli occhi prima di tornare a caricarsi di rabbia “Ma non l’hai fatto, non ti importa e ora sei qui con…. Questo…” guardò Richard con un certo rancore, che il ragazzo più grande non potè di certo biasimare “Ti dico io addio, ora, e mai più arrivederci.”

Diede uno schiaffo al bicchiere di Richard, versandogli addosso tutto il contenuto, prima di dirigersi a grandi passi verso l’uscita.

Sentiva Nick che lo chiamava e gli chiedeva di aspettarlo, ma lui preferì continuare a camminare verso la Dalton, il più velocemente possibile.

Perché doveva far male in ogni caso?

 

 

Essendo l’Ohio uno stato del tutto pianeggiante (e di certo Lima non faceva eccezione), gli abitanti della città avevano eretto, ormai da molti anni, una sorta di collinetta artificiale, adiacente al parco cittadino, che aveva la funzione di abbellire la città e la zona verde.

Alla fine, la vera funzione della zona rialzata, era quella di favorire le coppiette che volevano appartarsi godendosi una bella visuale della città, soprattutto la notte.

“A Lima non c’è niente di interessante…” Disse Kurt mentre risalivano in auto, tenendo sulle gambe almeno tre buste di carta piene di cibo. Blaine a quanto pare aveva bisogno di reintegrare dopo aver ballato.

“Avete la linea ferroviaria più famosa del nord America” Gli disse Blaine, sorridendo appena.

“No, abbiamo solo la stazione più incasinata di tutte…. E comunque, anche se fosse, non mi importerebbe poi più di tanto.” Kurt controllò la strada, notando che Sam era dietro di loro e aveva appena messo la freccia per girare. “Va a destra…. Dovrebbe esserci una strada e poi una salita…. Poi saremo praticamente arrivati.”
“Agli ordini” Blaine sorrise eseguendo, e in poco tempo si trovarono su una salita morbida, costeggiata da parcheggi per lo più occupati. Blaine si fermò nel primo che trovarono, spegnendo il motore e voltandosi verso Kurt, addocchiando oltre la spalla del ragazzo una coppietta che ci stava già dando dentro, nella propria auto. “Direi che siamo nel posto giusto…” sussurrò avvicinandosi a Hummel e lasciandogli un bacetto sulle labbra, stringendogli piano la mano.

Kurt rimase immobile un istante, prima di ricambiare il bacio.

Sarebbe potuto essere un bel finale di serata, se non fosse stato per Brittany che, bussando eccitata al finestrino del solista dei Warblers, rischiava di attirare l’attenzione di tutto il parcheggio.

Scesero velocemente raggiungendola, mentre con Artie sulla spalle camminava verso il gruppetto formato da Sam, Rachel e Mercedes.

“Quinn?” chiese di punto in bianco Abrams, reggendosi alle spalle di Britt col timore di cadere da un momento all’altro visti i saltelli della bionda.

“Ha deciso di tornare a casa” Disse Rachel “Non è andata molto bene per lei, la serata.”

“Oh mi dispiace molto di averle soffiato il posto” disse Kurt ironico, sistemandosi la coroncina e chiedendosi cosa ne avesse fatto Puck del suo scettro.

Pensandoci bene, non voleva saperlo.

“Seguitemi” disse Brittany felice, passando a Sam un paio di coperte e facendo strada su un sentierino nascosto da alcuni alberi, sempre con Artie in groppa.

“Ci rovineremo i vestiti…” Disse Kurt tra sé e sé mentre guardava Rachel prendersi stretta la gonna di tulle rosa per poter scavalcare un arbusto basso.

Blaine si accostò a lui sussurrandogli all’orecchio un ‘lasciati andare’, prima di seguire le ragazze. Hummel si limitò a sospirare, affrettandosi a sua volta.

Camminarono per poco più di un minuto, facendo attenzione a non cadere visto che la sola fonte di illuminazione proveniva dai loro cellulari, arrivando poi in quella che sembrava essere la sommità della collinetta.

Lì, tra gli alberi e i cespugli, c’era uno spiazzo non molto grande sul quale Sam stese le coperte. Britt appoggiò su una di esse Artie, prima di raddrizzarsi e stirare la schiena “Eccoci qui!”

Oh…. Britt…” Mercedes guardò verso la città illuminata con occhi ammirati, mentre Kurt si univa a lei.

Certo, ne era valsa la pena rischiare di rompersi una caviglia.

“Come hai trovato questo posto?” domandò Blaine sedendosi sulla coperta fatta di tante pezze colorate, mentre Sam già iniziava a frugare nei suoi sacchetti pieni di cibarie varie, desideroso di mangiare qualcosa il più presto possibile.

La biondina scrollò le spalle, prendendo posto accanto al ragazzo per una volta senza sedia a rotelle e prendendo la pizzetta che le stava porgendo “Sai, è qui che gli alieni mi hanno scaricata dopo avermi rapita….”

Blaine la guardò lievemente spaesato, ma quando Kurt prese posto alla sua destra toccandogli il braccio, gli fece capire di lasciar stare e assecondarla.

Mentre alcuni di loro mangiavano, Kurt (a cui naturalmente si era un pelo chiuso lo stomaco a causa della serata movimentata) si appoggiò all’indietro sui gomiti, volgendo lo sguardo verso le stelle.

Nonostante l’inquietante follia di Brittany doveva ammettere che era piacevole stare lì con quel brandello rappresentativo delle New Directions.

Non c’erano i più casinisti, anche se dopo quelle che parvero le prime due orette sotto le stelle Rachel si rilevò sempre la solita….

Parlava, parlava…. Non faceva altro.

Quella che era partita come un’accesa discussione sui Musical più belli di sempre (a cui tra l’altro partecipavano solo Blaine e Kurt) si era trasformato in un interminabile monologo.

“…. Certo, mi rendo conto che il mio discorso sia un po’ pretenzioso. Dopotutto ho citato solamente in musical che valorizzerebbero la mia voce rendendola semplicemente…

Bla bla bla…

Blaine strinse appena Kurt, che sembrava essersi appisolato contro la sua spalla, appoggiandogli un bacio tra i capelli e sussurrando “Penso sia peggio di Cam…”

“Molto peggio, almeno Cameron ci da sempre delle notizie interessanti o quasi…

Anderson ridacchiò piano, stringendo di più la presa del suo braccio attorno alle spalle del ragazzo, mentre un sonoro sbuffo di Mercedes interrompeva il soliloquio della Berry. “Non per sembrare scortese, ma piantala!” Rachel la guardò senza capire, come al solito non aveva notato di avere un pelo esagerato “Questa è una serata troppo bella per rovinarla con chiacchere così inutili”

“Qualcuno dovrebbe cantare qualcosa…” propose Brittany, continuando ad infilare le dita tra i capelli castani di Artie, massaggiandogli il cranio, mentre il ragazzo sembrava in procinto di appisolarsi.

Sam distolse l’attenzione dal cellulare di Kurt, col quale stava giocando da un po’, guardando verso Britt “Penso sia un’ottima idea.”

“Potrei cantarvi una ninna nanna…” suggerì Rachel “I miei papà sostenevano che avrò un futuro da mamma premurosa quando mi sentivano cantare per Finn al cellulare, la sera….”

Kurt aprì gli occhi, guardando l’amica “Sei seria?”

“Cantare al telefono?” domandò incredula Mercedes “Le ninna nanne poi??”

“Sentite canto io?” Artie aprì gli occhi all’improvviso “Con l’aiuto di Miss Jones ovviamente…

La ragazza di colore sorrise “Ovviamente, pasticcino alla crema, dimmi tutto….” Artie le fece segno di avvicinarsi a lui e Merc subito lo fece.

A quel punto le sussurrò qualcosa all’orecchio, prima di sorridere all’espressione entusiasta di Mercedes “Insomma…. Ci sono la luna, le stelle…. La città illuminata…. Che canzone possiamo fare in alternativa?”

“La trovo perfetta…

“Fateci sentire, su” Blaine ridacchiò, incoraggiante.

Merc rispose al sorriso contrabbambiandolo, mentre si schiariva la voce prima di prendere a cantare lenta, dolce ma profonda allo stesso tempo…

 

Strumming my pain with his fingers,
Singing my life with his words,
Killing me softly with his song,
killing me softly with his song,
Telling my whole life with his words,
Killing me softly with his song.

(Killing me Sofly – the Fugees)  

 

Blaine sorrise, chiudendo gli occhi e iniziando a battere il tempo sulla gamba di Kurt, che alzò lo sguardo verso il viso del fidanzato.

Britt iniziò a muovere le spalle, prendendo i polsi di Artie e muovendogli le mani come se fosse una marionetta mentre anche Sam si lasciava trasportare dalla melodia…

 

(Artie: yeah oh, this is Miss Mercedes Jones,
listen to my girl… one time, one time… Go!)
I heard he sang a good song, I heard he had a style,
And so I came to see him and listen for a while.
And there he was this young bwoy, stranger to my eyes…

 

Kurt non  riusciva a prestare eccessiva attenzione alla canzone, troppo perso sui lineamenti rilassati del suo uomo.

Lentamente, quasi inconsciamente, alzò una mano a sfiorargli con le punta delle dita una guancia, e subito Blaine aprì gli occhi, incrociando il caramello con i suoi color acqua marina.

 

Strumming my pain with his fingers,

(Artie: One time)
Singing my life with his words,

(Artie: Two time)
Killing me softly with his song,
killing me softly with his song,
Telling my whole life with his words,
Killing me softly with his song.

 

Blaine sorrise dolcemente, alzando la mano libera per andare a scostare un ciuffo di capelli castani che gli erano caduti sul viso.

Kurt andò a legare le sue braccia attorno ai fianchi del più grande*, senza mai perdere il contatto visivo.

Gli succedeva ogni tanto di acquisire una consapevolezza che, tecnicamente doveva già aver fatto sua. Blaine era realmente il suo ragazzo, e anche se ormai aveva passato la fase del svegliarsi la notte e non crederci fino al aver riletto ogni singolo sms che aveva nel suo cellulare del ragazzo, ogni tanto stentava a crederci.

Lui era sempre stato Kurt Hummel, il solo gay dichiarato della scuola che passava i weekend a ritagliare gli articoli di giornale sulle varie conquiste fatte dagli omosessuali come la legalizzazione dei matrimoni o altro sognando il suo, senza mai crederci pienamente.

Ogni volta che si trovava tra le braccia di Blaine gli succedeva qualcosa di strano, tutto si distorceva ….

 

I felt all flushed with fever,
Embarrassed by the crowd,
I felt he found my letters and read each one out loud.
I prayed that he would finish,
But he just kept right on

 

…. Come se improvvisamente acquistasse un senso.

Non sapeva spiegarselo e, anzi, si dava dello stupito per quella relazione nata da poco sulla quale forse stava sognando troppo, puntando sempre più in alto…

Voleva crederci davvero, però.

Forse era davvero troppo romantico e sicuramente la vita non era come i musical che a lui tanto piacevano e che lo facevano piangere lasciandogli addosso un senso di pace….

Ma voleva davvero provarci

 

Strumming my pain with his fingers,

(Artie: One time)
Singing my life with his words,

(Artie: Two time)
Killing me softly with his song,
killing me softly with his song,
Telling my whole life with his words,
Killing me softly with his song.
(Artie: Yo A.B, Artie Abrams, take it to the bridge)

Oh oh oh!

 

Le labbra di Blaine scivolarono sulle sue sorprendendolo, e la voce di Mercedes si perse.

La mano di Kurt si fermò alla base del collo del più grande facendo una lieve pressione per permettergli di sollevarsi e andare incontro a quella bocca che, in quel momento, sapeva tremendamente di pizza.

Ma la cosa non sembrava disturbarlo affatto….

Il bacio, che di per se era iniziato come casto, si approfondì non appena la lingua di Blaine chiese il permesso di entrare tra le labbra di Kurt.

Permesso ovviamente accordato.

Il braccio del morettino si strinse di più attorno alle spalle del controtenore mentre la mano si appoggiava al suo fianco, stringendo lievemente il tessuto della giacca elegante.

Non era la prima volta che gli capitava di baciarsi in quel mondo, ma di certo non avevano un pubblico, solitamente….

Passarono diversi minuti prima che entrambi, bisognosi di aria, si decidessero a staccarsi, guardandosi intensamente negli occhi, prima di volgere lo sguardo verso gli amici.

E tutti e cinque li fissavano.

Non tanto per dire, lanciando loro delle occhiatine fugaci….

No, li fissavano come se fossero parecchio interessanti.

E Kurt desiderò che l’astronave di Brittany tornasse sulla collinetta a prenderselo.

Emh…. Bell’interpretazione, Mercedes” disse Blaine che, nonostante l’evidente disagio, sembrava però ancora in grado di parlare.

“Grazie, sono felice di aver creato l’atmosfera giusta” replicò la ragazza di colore, facendoli avvampare ancora di più e facendo ridacchiare gli altri.

Kurt stava cercando un appiglio di discussione per scostarsi da quella situazione imbarazzante, ma grazie al cielo ci pensò Rachel che, dopo un potente sbadiglio squittì eccitata “Oh guardate, l’alba!”

Tutti alzarono gli occhi sul cielo cittadino, che si stava lievemente tingendo di rosa e arancione tenue…

Kurt sorrise, mentre la mano di Blaine scivolava nella sua stringendola dopo aver intrecciato le loro dita.

Era tutto così romantico…

Il cielo, l’atmosfera post imbarazzo, lui e Blaine su quella coperta –ignorando il resto della ciurma-…

Era tutto perfetto, e dopo aver lanciato un’occhiata verso la coroncina appoggiata accanto a Blaine, sorrise di cuore, sicuro che quel Prom se lo sarebbe ricordato per sempre e….

“ODDIO NON HO DETTO NULLA A PAPA’!!”

Kurt aveva urlato senza nemmeno rendersi conto di averlo pensato.

Prese il cellulare dalle mani di Sam e fece per mandare un sms al padre ma quello si spense, scarico.

Era riuscito però a sbirciare l’ora e quel 5.13 del mattino non lo aveva affatto rassicurato “Dio, mi ucciderà.”

“No, ucciderà me…” Blaine lo guardò lievemente impaurito “Si è raccomandato di avvisarlo sui nostri spostamenti…. Vorrà la mia testa…

“Evidentemente è meglio andare, anche i miei mi avranno dato per disperso” asserì Artie, trovando il pieno appoggio.

Da li a volare nell’auto ci misero pochi minuti, senza perdersi troppo in saluti.

Il fatto che il parcheggio fosse ormai del tutto vuoto non li rassicurò affatto.

Dal parco a casa Hummel non ci voleva molto, circa dieci minuti che però passarono eccessivamente veloci.

“Secondo te è ancora alzato?” chiese Blaine dubbioso, ma Kurt annuì energicamente.

“Tu non lo conosci, non riesce a dormire fino a che non rincaso.”

Parcheggiarono nel vialetto, prendendosela con calma mentre si avviavano alla porta di ingresso.

Si scambiarono un’occhiata e Kurt prese le chiavi di casa facendo per aprire la porta. Peccato che essa si spalancò di colpo e sulla soglia apparve Burt Hummel, livido di rabbia.

“Alla buon ora!” tuonò.

Shht!” Kurt si portò un dito alle labbra “Papà sveglierai tutto il vicinato…. Perdonaci ma i nostri cellulare si sono scaricati.” Imbastì la scusa, brevemente, entrando non appena il padre gli ebbe lasciato il posto per farlo “Scusa davvero papà non volevamo preoccuparti.”

Passarono accanto al divano sul quale dormiva rumorosamente Finn e andarono in cucina per un bicchiere di latte veloce prima di dormire quelle poche ore che potevano concedersi.

Burt logicamente li seguì, pretendendo spiegazioni il più plausibili possibili.

Si bloccò sulla porta, guardando Blaine che si lasciava cadere mollemente su una sedia e il figlio che tra uno sbadiglio e l’altro metteva a scaldare nel microonde un paio di tazza di latte.

Kurt…. Cosa hai in testa?”

Il ragazzo sgranò appena gli occhi, toccando la coroncina.

Dannazione, ma quando se l’era rimessa??

Ecco… Questa...”

“Ti hanno davvero eletto re del Prom?”

Kurt sospirò, scambiando uno sguardo con Blaine prima di prendere le tazze e versaci dentro un filo di miele. A che sarebbe servito mentire? A nulla.

Suo padre lo sarebbe venuto comunque a sapere in qualche modo, forse dall’annuario.

“No, non sono stato eletto re…

“E allora? Hai rubato la corona?” chiese divertito Burt, andando a sedersi con Blaine e rubando la tazza a Kurt, che subito se ne preparò un’altra con non curanza.

“No, sono stato eletto-“

…Ma hai appena detto che…

“-Reginetta del Prom….”

Il silenzio che calò parve alquanto sinistro a Blaine, che spaziava lo sguardo da Kurt al signor Hummel, sorseggiando piano il suo  latte caldo.

Burt strinse così forte la mano attorno alla tazza che per poco esplose insieme alla sua rabbia.

Kurt si perse la metà dei discorsi, un po’ per il sonno, un po’ per la voce impastata dalla rabbia del padre, ma capì che centrava qualcosa una possibile denuncia a Figgins perché aveva letto il nome invece di temporeggiare e lasciar perdere, che quello non era più un paese costituzionale e che le madri di tutti quegli studenti dovevano semplicemente vergognarsi.

A sistemare tutto ci pensò Carole, che accorse a vedere cosa stava accadendo.

Tranquillizzò il marito, invitandolo a tornare a letto e spedendoci anche i due ragazzi che, stanchi, strisciarono fino al corridoio del piano superiore.

Se per un istante Kurt aveva vagamente sperato di trascinarsi in camera di Finn per dormire abbracciato a Blaine, in quel momento non gli sembrava male buttarsi nel suo letto e morire lì.

Era distrutto, anche se ne era valsa la pena.

Salutò Blaine, ormai in versione zombie, con un bacetto dolce a fior di labbra prima di lasciargli la mano e lasciarlo entrare nella camera di Finn.

Lui entrò nella sua, iniziando a spogliarsi subito dopo aver chiuso la porta e sistemando il completo in modo ordinato su una sedia per poterlo poi riporre il giorno dopo.

Si infilò il pigiama, scostando le coperte del letto e rimandando a domani le sue idratazioni quotidiane alla pelle, notando però qualcosa.

Attaccato alla giacca c’era ancora il garofano rosa che Blaine gli aveva comprato.

Lo staccò con cura, sorridendo e portandolo al naso per sentire se ci fosse anche la più piccola fragranza.

Lo mise poi con cura in una vecchia agenda, sperando si seccasse in fretta per poterlo conservare per sempre insieme a tutti quei ricordi dal sapore dolce-amaro che, però gli avevano trasmesso qualcosa.

 

 

 

 

 

 

Continua…

 

 

 

Nda:

Ecco qui la fine del Prom!

Mi piace pensare che il Klaine non sia solo fine a se stesso (?) ma che ci sia anche il contagio delle ND o dei Warblers.

Ok questo discorso non ha senso lo so xD

 

Chiedo infinitamente scusa per il ritardo nella pubblicazione ma tra l’inizio della scuola e bazze varie mi è uscito un brutto mal di stomaco.

Star a sedere davanti al pc mi è difficile infatti non vedo l’ora di postare per ributtarmi sul divano XD

Vi chiedo ancora scusa.

 

Un paio di domande….

In questo capitolo c’è l’affermarsi di una coppia e il tramonto di un’altra, cosa ne pensate?

 

Domanda due:

Cosa ne pensate dei primi episodi della nuova stagione e (se li seguite) degli spoiler che sono usciti soprattutto sul klaine?

Sono curiosa di sentir le vostre opinioni :D

Io sono MOLTO positiva sul futuro!

 

Vi lascio per tornare sul divano davanti a Sky!

Un bacione e a presto con un capitolo tutto Warblers! (e Klaine)

Jessy.

 

 

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Capitolo 31
*** #25 Inside/Outside. ***


bananissima

 

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

 

 

 

#25 Inside/Outside. 

 

 

Rachel si guardò attorno meravigliata mentre, con il resto delle New Direction, varcavano il portone principale della Dalton Academy.
“Certo che voi che studiate qui siete tutti ricchi da far schifo” disse Santana, camminando a braccetto per i corridoi con un Wes lievemente stranito da tutta quella confidenza “Ripetimi cosa ci facevi qui, Hummel….”
Kurt alzò gli occhi al cielo, deciso ad ignorare la ragazza ispanica, camminando deciso verso la saletta dove era solito provare quando era ancora un Warbler.
L’idea per quell’esibizione privata con tutte le New Directions era stata di Rachel e, nonostante fossero pieni di prove per le Nazionali che si sarebbero tenute di li a una settimana, gli piaceva l’idea di esibirsi davanti ai suoi vecchi compagni.
Senza contare che sentiva quel pezzo particolarmente suo.
Entrarono insieme a Wes, che subito andò a sedersi alla scrivania, invitando le ND a prendere posto insieme ai pochi Warblers rimasti.
Pochi per davvero.
Kurt si sedette sul bracciolo della poltrona sulla quale stava Blaine “Mi avevi detto che tanti avevano deciso di andarsene ma…. Questo è ridicolo”
“Lo so…” sospirò esasperato Blaine “Speriamo di vederli tornare dopo il Festival…
L’occhiata poco convinta che rivolse a Kurt fece intendere al ragazzo che le speranze erano ben poche. Beh, a giochi fatti, erano fuori dalle Nazionali quindi il numero non importava.
Solo era deprimente essere così in pochi agli incontri settimanali, soprattutto se essi si svolgevano con tutti davanti alla cattedra come una setta satanica mentre Trent si teneva distante sui divanetti e Richard e Flint si tenevano compagnia in fondo alla sala.
Senza contare che non era la sola cosa deprimente…
Kurt alzò la mano appena Wes prese posto alla scrivania, e appena lo vide visto che Santana si era seduta proprio davanti a lui.
“Parla pure, Kurt” disse in tono gentile, appoggiando le mani sui fianchi della ragazza per spostarla appena di lato.
Come se poi gli fosse dispiaciuto….
Thad?” domandò il ragazzo un po’ teso “Non è ancora tornato?”
Montgomery e Thompson si scambiarono uno sguardo, poi quest’ultimo prese la parola “A quanto ne sappiamo, doveva presentarsi a lezione stamattina. Non è venuto, e speravamo che almeno tu sapessi qualcosa”
Tutti si voltarono verso di lui, e mentre sui visi dei Warblers si manifestava una certa attesa, in quello delle ND passava solamente un’emozione: la confusione.
Perché Kurt doveva essere il solo a sapere qualcosa su un potenziale ragazzo scomparso?
Hummel però scosse il capo “Io non ho sue notizie da…”Si interruppe improvvisamente, rimanendo in silenzio.
“Da..?” lo incalzò Nick, ma come risposta ottenne un gesto veloce della mano.
Poi Kurt sorrise, alzandosi dal bracciolo della poltrona per andare ad aprire le porte dalla sala, abbassando entrambe le maniglie e appoggiandosi ad esse con tutto il corpo per spalancarle.
Dal corridoio arrivò il suono di una chitarra acustica, che lentamente scandiva una melodia lenta ma incalzate.
Hummel si spostò di lato, incrociando le braccia e alzando un sopracciglio mentre sulla soglia appariva uno dei tizi più sexy che le ragazze delle ND avessero mai visto.
I capelli neri ingellati, un sottile filo di barba incolta, il giubbotto di pelle, i jeans aderenti e, dulcis in fundo, Rayban a specchio e anfibi aperti.
Hey salve straniero” gracchiò Santana guardandolo interessata.
Il resto della popolazione maschile (ed eterosessuale) nella stanza si stava nel frattempo domandando da dove provenisse la melodia. Sembrava venire dal ragazzo che era appena arrivato, ma non teneva nessuna chitarra in mano.
Quinn lo osservò affascinata mentre si accostava a Kurt, iniziando a cantare con voce bassa e sensuale….


Bang bang, he shot me down
Bang bang, I hit the ground
Bang bang, that awful sound
Bang bang, my baby shot me down

(Nancy Sinatra – Bang Bang, Cover)


Hummel continuava a fissarlo divertito, con un sopracciglio alzato e le braccia incrociate, e non scostò gli occhi nemmeno quando il giovane prese ad avanzare verso la scrivania dei capi consiglio, fermandosi davanti a Santana che intanto proseguiva ad ammiccare.
Wes sospirò “Bentornato…. La tua divisa?”
“Uhm, non ho avuto il tempo di cambiarmi…..” Disse prendendo il cellulare e interrompendo la melodia che stava trasmettendo “Ma forse sto bene meglio così, tu che ne pensi Zucchero?” domandò verso Santana, che con un saltino scese dalla scrivania.
“Tutto quello che vuoi, Tesoro” disse provocante, andando poi a sedersi accanto a Britt su un divano, premurandosi di sculettare vistosamente.
Thad….” Harwood si voltò verso David che lo stava chiamando “Se prendi posto magari iniziamo la riunione….”
Il ragazzo annuì, sfilandosi gli occhiali da sole e sorridendo strafottente. Wes gli lanciò un’occhiatina, e a parte la lieve abbronzatura tutto sembrava essere tornato quasi a posto.
“Cosa abbiamo all’ordine del giorno?” domandò Harwood, prendendo la solita cartellina dal cassetto della scrivania, insieme ad una penna a sfera.
Montgomery si schiarì la voce “Oggi parleremo insieme alla New Direction del liceo McKinley riguardo ad un loro progetto didattico del quale mi piacerebbe prenderne qualche idea” spiegò l’asiatico “Miss Berry, prego”
Rachel si alzò con un sorriso smagliante, mettendosi proprio di spalle alla scrivania e parlando ai Warblers “La nostra idea è nata per cercare di accettare noi stessi e le nostre perplessità così….” Iniziò lentamente a sbottonarsi la camicetta, e quasi tutti i ragazzi si sporsero in avanti. Tutti, ad eccezione di Jeff, Flint e Ethan, se escludiamo Kurt e Blaine. Kirk ricevette una pacca e dopo aver sillabato un ‘voglio prestare attenzione’, tornò ad appoggiare la schiena allo schienale del divano. Rachel si sfilò il cardigan color becco d’oca rivelando una maglietta con la scritta ‘NOSE’.
“Chiedila in prestito” sussurrò Jeff e Nick, ricevendo un’occhiata omicida mentre più o meno tutti pensavano la stessa cosa.
“Mettendo a nudo le nostre debolezze ci siamo accettati meglio tra di noi, accettando prima di tutto noi stessi” disse Finn risoluto, prima di voltarsi verso Kurt “L’ho detto bene?” Hummel alzò un pollice.
“Il compito della settimana era l’accettazione” disse Rachel, portando le mani dietro alla schiena e unendole, sistemandosi così in una buffa posizione che a Kirk ricordava quella di qualche Hentai visto un paio di sere prima “E per accettarsi in gruppo bisogna in primo luogo farsi un esame di coscienza, lavorando su noi stessi….” Jeff alzò timidamente una mano “Si? Dimmi ragazzo biondo e…. alto!”
“Ehm, posso chiederti se ha funzionato?” domandò un po’ incerto “Nel senso…. Al fine di creare una situazione più equilibrata nel gruppo….. è servito?”
Quinn scambiò uno sguardo con Santana, seduta davanti a lei, che scostò gli occhi. Mercedes prese a fissare il soffitto mentre FInn corrugava le sopracciglia confuso da una domanda così ovvia. Sam e Puck evitarono accuratamente qualsiasi scambio di sguardi con i Warblers mentre Rachel tentennava.
Kurt si morse le labbra “Diciamo che sì….. abbiamo imparato a conoscere le debolezze degli altri e soprattutto le nostre. A livello di fiducia qualcosa lo abbiamo guadagnato.”
Wes sbattè il martelletto un paio di volte, per recuperare la situazione “Bene, detto questo passeremo all’azione” Fece un cenno a David “Ora vi distribuiremo una maglietta della vostra taglia, bianca. Avete due giorni per decidere cosa scriverci e mercoledì ci ritroveremo qui per confrontarci e fare le prove. Come vedrete, sulla schiena, c’è una casella bianca. Se essa sarà barrata entro Sabato avrete superato il problema reintegrandovi nel gruppo, se no non potrete esibirvi al Festival…. ora spostate i divani così che le ND possano cantare per noi su”
Jeff aiutò Artie spingendolo oltre il tappeto di tessuto pregiato che venne arrotolato. Kirk spostò un paio di divani aiutato da Richard mentre Flint e Nick si occupavano insieme dei tavolini, evitando accuratamente di guardarsi.
Thad intanto stava distribuendo le magliette non risparmiandosi commenti “Moore questa è tua” disse leggendo l’etichetta “E questa con quattro X e tre L deve essere di Trent” la diede al ragazzo con un sorrisetto ma questi non si scompose ne sembrò alterarsi. Thad lo guardò stranito ma non indagò oltre.
Le New Directions iniziarono a scaldare le voci mentre David scambiava un paio di parole con Mercedes. Santana intanto continuava ad ammiccare verso Harwood, già convinta nel lasciargli il numero a fine giornata.
Tutti i Warblers, non che fossero molti, si addossarono alla scrivania dei capi consiglio.
“Sono proprio curioso” disse Thad, appoggiando le magliette rimaste e sedendosi sulla scrivania, con la sua sulle gambe. Sapeva già cosa scriverci.
Blaine sospirò, accanto a lui.
Aveva già avuto l’onore di vedere l’esibizione, ma era felice di fare il bis…


It doesn’t matter if you love him,
or capital H I M

( Born this Way - Glee Cast)

 

 

Kurt non era del tutto certo di come si fosse trovato dal guardare la televisione nel salotto di casa Anderson, a trovarsi steso su di esso con Blaine sopra.
Non che si lamentasse, certo, ma ultimamente quelle situazioni avvenivano più spesso che mai e, quando quella stessa mattina Blaine lo aveva invitato a passare la serata con lui visto che i genitori si sarebbero intrattenuti fuori città, aveva immaginato che si sarebbero ben presto abbandonati ad una sessione di pomiciate.
Le labbra iniziarono a pulsargli lievemente, segno che era già da un po’ che quella situazione andava avanti, ma la cosa non gli dispiaceva.
Passò le mani dalle spalle dietro alla nuca del suo ragazzo, accarezzando lentamente i riccioli neri su di essa e stringendone uno prima di arrotolarselo attorno all’indice.
Sentiva la mano di Blaine fissa sul fianco appena sotto la maglietta bianca, il palmo caldo premuto contro la pelle nivea, e per un istante vagliò la possibilità di sollevare la maglietta di Blaine da dentro i pantaloni per potergli accarezzare la base della schiena.
Ma non aveva abbastanza coraggio.
Blaine invece sembrava averne fin troppo.
Quando lo sentì sollevargli la maglietta sopra alla pancia non si preoccupò più di tanto, convinto che il suo ragazzo non si fosse reso conto della cosa e che, essendo totalmente sopra di lui, continuasse a non notarlo.
Quando però la mano del morettino sollevò di più l’indumento, sino a scoprirgli parte del petto, il giovane Hummel si staccò dalle sue labbra guardandolo stranito “Che stai facendo?” chiese un po’ troppo cauto.
Blaine si morse le labbra “Niente….”
“Perché mi stai spogliando?” chiese di nuovo Kurt, arrossendo.
Anderson sorrise dolcemente, baciandogli la guancia “Non ti sto spogliando…. Mi chiedevo solo se…. Potevo sfilarti la maglietta”
“Perché?!”
“Kurt non voglio fare nulla” Blaine lo guardò, cercando di rassicurarlo. Anche se il più giovane si stava decisamente lasciando andare rispetto i primi tempi, quando Anderson provava a far progredire la situazione si chiudeva nuovamente a riccio. Gli prese la mano, che stava cercando l’orlo della maglietta per riabbassarla nuovamente, e la strinse “Vorrei solo sfilarti la maglietta, ma giuro che non farò altro….”
Kurt si morse il labbro, pensandoci su prima di togliere la mano da quella di Blaine per alzare appena le braccia, segno che il morettino poteva sfilargli del tutto la maglietta. Questi non se lo fece ripetere e in poco tempo, la scritta LIKES BOYS adagiava a terra, sotto al tavolino.
Blaine si concesse il lusso di far scorrere gli occhi d’ambra sulla pelle marmorea del suo ragazzo prima di riabbassarsi su di lui baciandogli la guancia e lo zigomo fino alla mascella e più in basso, sul tutto il collo.
Kurt prese un respiro profondo, voltando il capo di lato.
Iniziava a fare molto caldo, e il rossore diffuso sino alle sue orecchie poteva essere indicativo di ciò. O dell’imbarazzo crescente che sentiva di provare almeno in minima parte. Non si era mai sentito così nudo davanti a nessun altro, come se si fosse ritrovato spogliato di ogni sicurezza. Non era una sensazione piacevole, ma strana, che non gli permetteva di godere appieno delle attenzione di Blaine.
Il moro se ne accorse, tornando alle sue labbra e lasciandovi un bacio a stampo sopra “Ti farebbe sentire meno a disagio se anche io mi sfilassi la maglietta?” domandò a voce bassa, strofinando il naso sulla guancia di Kurt.
Hummel iniziava ad avere dei seri problemi di comprensione.
Blaine voleva fare cosa? Ucciderlo? Ah ecco spiegato tutto….
Ehm…. Io…. ecco…. Credo di si” Non era il massimo della risposta, ma era esattamente quello che stava pensando.
Blaine si alzò, mettendosi in ginocchio davanti a lui e sfilandosi la maglietta con un movimento fluido, prima di lanciarla dietro al divano e guardare Kurt negli occhi.
Hummel fece esattamente quello che aveva fatto prima Blaine, ovvero stava osservando così attentamente ogni singolo muscolo del suo busto da risultare imbarazzante persino a se stesso. Blaine aveva un fisico decisamente più tonico del suo, anche più virile per certi aspetti. Kurt era quasi totalmente glabro, eccezion fatta per le braccia, mentre invece una lieve peluria bruna ricopriva una piccola porzione del suo petto e del suo ventre , quest’ultima scendendo fino all’orlo dei pantaloni.
E questa cosa era così eccitante che per un attimo Kurt credette di svenire.
O comunque fare qualcosa di diverso dal continuare a fissarlo con un ebete, sperando di non sbavare.
Blaine ridacchiò, chinandosi e baciandolo intensamente, trovando Kurt pronto a rispondere a quel gesto con entusiasmo. Fece scivolare le mani lungo il suo petto mentre l’altro faceva lo stesso anche se con meno ardore, entrambi curiosi di esplorarsi.
Kurt appoggiò una mano sulle reni di Blaine, mentre il solista tornava a baciarlo sul collo con frenesia, e per un attimo fu tentato di abbassare ulteriormente la mano sul sedere sodo del suo ragazzo, visto che questi non si era mai posto problemi a farlo durante le lunghe sessioni di baci a casa sua.
Ma ci mise troppo a pensarci.
Uno squittio inquietantemente alto li fece sobbalzare entrambi, tanto che per poco Blaine cadde dal divano. Ferma sulla porta che collegava la cucina al salotto, la signora Anderson fissava la scena imbarazzata e un po’ stupita.
Il solista di Warblers andò in paranoia, scattando in piedi e cadendo come un cretino tra il divano e il tavolino, al quale si appoggiò “M-mamma?!” chiese isterico, mentre Kurt prendeva la sua maglietta, infilandosela a rovescio.
“Di sopra, veloci!” disse la donna dopo un attimo di smarrimento, guardando verso la cucina un po’ spaventata.
Blaine scattò “Papà è...?”
“Muoviti prima che rientri! Vengo a chiamarvi io, non muovetevi di lì!” disse la donna prendendo Kurt per le spalle e facendolo alzare dal divano mentre Blaine recuperava la sua Polo. Prese per mano il suo ragazzo, che si bloccò sulle scale un istante, fissando la donna come se improvvisamente gli fosse venuto in mente qualcosa di fondamentale, ma lo strattone di Anderson lo fece desistere.
Appena la porta della stanza di fu chiusa dietro di loro Kurt sbottò “Perché non mi hai detto che tua madre è Anabell Ravalez?!” domandò con un filo di isteria nella voce.
Shht!” sibilò il moro, sentendo dei passi per le scale “Se mio padre scopre che sei qui sono morto…. E se mamma non riuscisse a coprirci e venissero qui??” domandò in preda all’ansia “Quello mi prende, mi leva tutto, mi fa soffrire e poi mi ammazza!”
Kurt gli appoggiò le mani sulle spalle costringendolo a sedersi, prima di mettersi sulle sue ginocchia “Vedila così” disse guardandolo negli occhi con una mano appoggiata alle sue spalle “Se ora tu urli ci scoprirà sicuramente e…. il problema è uno solo…. Non mi hai detto che tua madre è stata una delle più promettenti star di Broadway degli ultimo vent’anni!”
Blaine roteò gli occhi “Era nella lista delle cose da fare….” Appoggiò una mano sul suo fianco “Scusa è solo che l’argomento ‘famiglia di Blaine’ è davvero delicato…
Kurt annuì, comprensivo.
Non poteva arrabbiarsi riguardo quell’argomento.
Non sarebbe stato giusto conoscendo i problemi che Blaine aveva in casa.
La signora Anderson entrò senza bussare, guardando i due ragazzi mentre Kurt si alzava dalle ginocchia del figlio. Sorrise delicatamente “Ho convinto tuo padre a farsi un lungo bagno con i Sali…. Così avrete il tempo per andare via….”
Blaine annuì, alzandosi a sua volta e prendendo la sua tracolla.
“Tu sei Kurt, immagino” disse la donna porgendogli la mano “Mi dispiace cacciarti così ma…
“Signora Ravalez io sono un suo grande fan” disse Kurt con gli occhi emozionati e la voce lievemente tremante “La sua interpretazione de Les Miserables è qualcosa di…. Di…. Sensazionale….”
Il sorriso della donna si allargò “Sei davvero molto gentile, Blaine mi ha detto che anche tu ambisci a diventare un attore di musical…
Kurt lanciò uno sguardo al suo ragazzo, che stava rimettendosi le scarpe, mentre gli sorrideva lievemente.
“Sì è il mio sogno ma, non so se riuscirà mai ad avverarsi…
Anabell gli appoggiò una mano sulla spalla, guardandolo negli occhi “Io non ti ho mai sentito cantare, ma da quello che Blaine mi racconta sei davvero straordinario….. Devi crederci davvero e ci riuscirai, negli occhi hai una scintilla che brucia impetuosa.”
Hummel sorrise raggiante, mentre Blaine si avvicinava “Dobbiamo andare”
Anabell annuì “Potresti venire a cena la prossima settimana, Kurt. Richard sarà a Baltimora per un corso d’aggioramento…. Che ne pensi di martedì?”
“Mi farebbe davvero piacere” pigolò il ragazzo, mentre Blaine iniziava a trascinarlo fuori dalla porta.
Scesero velocemente le scale, uscendo nel vialetto.
Una volta raggiunta l’auto, Kurt si voltò verso Blaine dandogli un pugnetto sulla spalla “Per questo segreto dovrai pagare pegno…. Dio…. Anabell Ravalez….”
Blaine ridacchiò, sospirando “Avevo immaginato la tua reazione ma…. Questo è anche peggio….”
Kurt lo guardò ovvio, prendendo le chiave dell’auto “Mi vendicherò Anderson, devi temermi” sorrise con una punta di malizia, prima di sporgersi per scoccargli un bacio sulle labbra e salire in macchina per tornare a casa.
Blaine ridacchiò, scostandosi dall’auto e facendo un cenno a Kurt mentre questi partiva.
Lo guardò sparire oltre la curva, prima di incamminarsi verso la sua macchina, in un certo senso sollevato.
Sapeva che Kurt avrebbe adorato sua mamma e, in un certo senso, sapeva che anche lei si sarebbe innamorata del suo ragazzo.

 

Il giorno successivo, nella sala prove dei Warblers, i ragazzi sembravano tutti più ridicoli del solito.
Le divise, per lo meno, lo erano.
Nessuno indossava la classica camicia bianca con sopra la cravatta, bensì da sotto i blazer blu e rossi si intravedeva il collo di una banale t-shit.
Wes li osservò entrare tutti, uno dopo l’altro, complimentandosi con se stesso per la centesima volta per quell’idea.
“Possiamo iniziare?” domandò divertito, mentre osservava i ragazzi prendere posto sulle sedie disposta in cerchio al centro della stanza, lievementa confusi.
“Sembra di stare ad un ritrovo degli Alcolisti Anonimi” disse Duvall, facendo ridacchiare Jeff alla sua sinistra “Salve a tutti, io sono Nick, ho sedici anni e non bevo da sei ore…
“Siediti Duvall, e smettila di cazzeggiare” Thad prese posto alla sua destra, sistemandosi la giacca.
“Iniziamo, coraggio” si intromise David guardandosi attorno mentre appoggiava gli avambracci sui braccioli della sedia “Ma…. Chi manca?” chiese indicando l’unica sedia vuota, vicino a Flint.
Trent è tornato a casa” Rispose quest’ultimo “Ha detto che ci sarà venerdì per le prove generali.”
Wes annuì grave “Qualcuno sa se ha problemi a casa? Ha anche rifiutato l’assolo che aveva vinto…
“Niente di preoccupate” borbottò acidamente Wilson, e tutti lo presero in parola senza indagare.
“Bene, iniziamo con queste magliette” sorrise Wes “A chi l’onore di rompere il ghiaccio?”
“Vai Montgomery, facci sognare” disse con un ghigno divertito Kirk, mentre tutti iniziavano a chiamare il capo consiglio, incitandolo a essere il primo.
“Ok, ho capito” disse Wes ridacchia, prima di alzarsi in piedi e aprire il blazer.
“Rullo di tamburi!” gridò Thad mentre tutti si esibivano in una serie di ‘ooh’ davvero stupidi.
Appena la giacca venne aperte su di essa si lessero chiare le lettere che componevano la parola ‘Paranoid’.
“Amico, hai fatto centro” disse sincero Cameron “Sei la persona più paranoica del mondo, senza offesa.”
Wes ridacchiò “Fin da bambino ho sempre tenuto sotto controllo tutta la mia vita, e quando qualcosa sfugge…. Beh, ammetto di non essere divertente. Voi ne pagate le conseguenze, chi meno e chi di più…” rivolse uno sguardo a Thad, che ricambiò eloquente “Ma se lo faccio è solo perché ci tengo ad ognuno di voi. E voglio che queste ultime settimane insieme siano serene.”
Un coro di applausi si alzò nella stanza, poi Jeff prese la parola “E se quello che mostra la maglietta decidesse chi deve farlo dopo di lui?”
“Ottimo modo per ottimizzare i tempi, Sterling” disse il ragazzo asiatico prima di voltarsi verso David “Coraggio, numero due…
Il ragazzo di colore ridacchiò “Numero due? Questa te la faccio pagare” si tolse la giacca velocemente rivelando la scritta sul petto ‘Compound’ mentre il resto del gruppo annuiva “Beh non c’è molto da dire, la mia maglietta parla per me. Sono sempre stato un ragazzo troppo composto, e le poche volte in cui perdo le staffe così tanto da scompormi sembro pazzo. Non posso farci molto, sono fatto così…” disse semplicemente “Ora, Thad…
“Io sono banale” disse Harwood iniziando a sbottonare la giacca della divisa. Quando mostrò a tutti la scritta ‘Bipolar Badass’ nessuno si stupì, anche se quasi tutti sorrisero “Io non sono pazzo” disse semplicemente il ragazzo, scrollando le spalle “Ok, forse un po’ si ma non così tanto da non arrivare a capire che non deve essere facile starmi dietro…. Io ci tengo solo a dire a voi che siete qui con me, che mi trattate esattamente come prima…. Beh, lo apprezzo moltissimo”
Sapeva di non essere stato chiarissimo, ma fondamentalmente sperava che i ragazzi avessero capito.
Wes sorrise dolcemente “Per noi sei sempre la stessa persona” gli disse tranquillamente, appoggiato dagli altri Warblers “E coloro che se ne sono andati non l’hanno fatto per te, ma perché evidentemente non sanno reggere un po’ di pressione”
“Secondo me uno di loro era il nostro giornalista folle e ha paura che Thad gli spacchi la faccia” ammise Duvall.
Harwood annuì alzando il pugno “E fa bene…. Dai Nick, mostraci la maglietta sul suo naso”
“Cosa ti dice che è sul mio naso?!”
Thad lo guardò furbescamente “Sesto senso…
Nick si alzò dalla sedia tenendosi chiusa la divisa “Sai, è solo fortuna se hai indovinato…” Lentamente la aprì e Kirk esplose a ridere.
Sarcastic Nose?” chiese divertito “Si direi che è il tuo…
“E tu che hai scritto?” domandò Duvall “Big Teeth?”
Kirk gli mostrò la maglietta senza nemmeno alzarsi. Su di esse primeggiava la scritta nera ‘Lord Outdate’.
Jeff corrugò le sopracciglia “Fammi capire, sei fiero di essere un giurassico?”
“No, plebeo” rispose guardando con sufficienza Sterling che si domandò se quella fosse o meno un’offesa “Sono fiero di conservare ancora l’educazione di un tempo….”
“Ecco perché puzzi di tappeto vecchio” disse Thad prima di scoppiar a ridere, beccandosi una pacca da Wes. Nick per poco prese a rotolare sul tappeto a causa di un eccesso di risa.
“Vai Jeff” disse Montgomery, trattenendo inutilmente un sorriso divertito.
Il biondino si alzò in piedi, buttando il blazer sulla sedia ed esibendo la sua maglietta con sopra segnato ‘Insecure’, sorridendo tirato “Non so se ho fatto la scelta giusta, ero indeciso tra questo e qualcosa riguardo la mia altezza…
David sorrise “Penso che tu abbia fatto la scelta giusta…
Sterling sorrise “Ok, grazie…. Ora tocca a…” I suoi occhi si fermarono in attimo su quelli di Flint ma li distolse velocemente “Blaine!”
Il solista si alzò con un sorriso, mostrando la maglietta.
Like a Boy?” Domandò poco convinto Thad “Con tutto quello che potevi mettere sull’altezza, le sopracciglia e il ritardo mentale…. Sei scaduto così nel banale?”
Anderson lo guardò male “Per me è così” disse indispettito.
Wes scosse il capo “Va cambiata…. Te la faccio io”
Blaine sbuffò, indispettito chiamando il successivo “Flint”
Wilson si alzò poco convinto, rivelando il messaggio della sua maglietta ‘Forever Alone’ “Mia madre mi trascina sempre in giro per il mondo, e non riesco mai a creare veri legami. Per questo penso che la cosa che più mi ferisce di me stesso è questo senso di totale abbandono”
“Magari te lo cerchi, ci hai mai pensato?” domandò Duvall ovvio.
Wes lo fulminò “Nessuno giudica nessuno, chiaro?”
Flint si risedette senza dar segno di aver ascoltato Nick, dando una pacca sul braccio a Richard che si alzò schiarendosi la voce “Io ho scritto ‘Shy’ sulla maglietta perché la mia timidezza spesso mi frena rendendomi un po’ chiuso…
“Non sembri molto timido” fu il commento acido di Jeff, che Nick appoggiò.
“Ragazzi finitela o vi caccio fuori”
Duvall guardò Wes storto “Non me lo dicevano dalle elementari….”
Wes li guardò male per la seconda volta e si misero in uno strano silenzio indispettito.
Cameron propose la sua maglietta, con su scritto ‘Blah Blah Blah’, che tutti decretarono la migliore e, soprattutto, la più azzeccata.
Il ragazzo asiatico sospirò paziente prima di guardare Ethan “Manchi solo tu….”
Il ragazzo si alzò un po’ titubante, aprendosi la giacca.
Smoochy
“Timido e coccoloso, è perfetto” disse Kirk tranquillamente, e tutti presero a fissarlo con tanto di sopracciglia alzate “Ragazzi non occorre essere gay per riconoscere che Ethan è così!”
“Sembri una bambina che guarda il suo Orsacchiotto del Cuore” commentò sagace Thad, beccandosi una scarpata “Okok ho capito!”
Wes si alzò “Bene, avete fatto quasi tutti un ottimo lavoro” disse guardando Blaine che sbuffò, incrociando le braccia sul petto “Ci vediamo venerdì per le prove generali, nel frattempo chi suonerà può incontrarsi liberamente purchè suoni fuori dall’edificio. Non ci hanno permesso di usare le amplificazioni qui”
“Tutti a casa Harwood!” disse Nick battendo il cinque a Thad.
“Tu non suoni nemmeno” disse David scuotendo i capo.
“Scherzi?” si difese Duvall “Jeff al basso, Winston, Thad e Blaine che si alternano alle chitarre, il fratellino di Sterling alla batteria…. Io al tamburello!”
“Oh smettila con questo tamburello” roteò gli occhi Thompson.
“Sono bravo veramente…. Jeff diglielo tu che sono bravo” piagnucolò Nick seguendo gli amici fuori dalla stanza.
Wes trattenne un istante Blaine, guardandolo seriamente negli occhi “Vuoi una mano con la maglietta?”
Il solista sospirò “Io non capisco perché te la prendi così tanto…
“Perché non hai capito il senso di tutto questo” disse Montgomery “Non è un problema il fatto che sei innamorato di un ragazzo, mentre l’essere bipolari, sarcastici o troppo chiacchieroni si!”
“David?? Il suo non è un problema!”
“Invece si” lo corresse Wes “Molti scambiano la sua compostezza per freddezza, mentre tu sai che è una persona carinissima….” Il capo consiglio fece una pausa “Hai tempo fino a dopodomani…. Poi te la faccio io la maglietta, ok?”

Kurt alzò un sopracciglio, portandosi il cucchiaino con sopra una generosa porzione di gelato al fior di latte alle labbra “Wes ha davvero detto così?”
Blaine annuì, sospirando “Sì…. Dice che devo trovare qualcosa di significativo…
Kurt ci pensò su, affondando di nuovo il cucchiaino nella vaschetta che il suo ragazzo aveva portato, per ‘addolcire’ le prove. Come se ce ne fosse bisogno “Beh devi chiederti cosa ti appartiene e, in minima parte, crea disagio negli altri…. è questo il senso dell’esibizione per voi, no?”
Il solista annuì prendendo un po’ di cioccolato “Già…. Va meditata la cosa…
Kurt si mise a sedere composto, visto che fino a quel momento era rimasto parzialmente steso, appoggiato ad un gomito per poter guardare il suo ragazzo mentre gustavano quello spuntino “Iniziamo a provare la canzone?” domandò prendendo il telecomando dello stereo e accendendo, prima di andare verso il ripiano su cui teneva tutti i suoi vinili.
Blaine prese i cucchiaini, appoggiandoli con cura sopra ad un kleenex per non sporcare la scrivania del suo ragazzo, e gettò via la vaschetta di gelato vegetale che, come aveva immaginato, Kurt aveva letteralmente divorato.
Iniziò a canticchiare sotto voce la canzone che stava passando alla radio e scattò appena Kurt fece per mettere su il vinile.
Aspetta…” disse gentilmente prendendogli il polso e abbracciandolo da dietro “Adoro questa canzone…. Falla finire…
Hummel sorrise, mentre Blaine portava le braccia attorno alla sua vita con fare più deciso, appoggiando il mento alla sua spalla nonostante fosse di qualche centimetro più basso.


I'm building a castle
On the beaches where the oceans
Tell us come and rest under the sun
You bury your head in the sand,
Waiting for your boy to understand
Had to be a man 'cause love is not enough.

(You belong to me – Cobra Starship)

Lentamente, iniziò a canticchiargli sulla pelle del collo, lasciando di tanto in tanto qualche bacio su di esso ed incrementando così i brividi provocati dal fiato caldo del solista.
Arrivò a sussurrargli le parole con tono basso, direttamente nell’orecchio, mentre Kurt sentiva che le gambe iniziavano a diventare sempre più simili a due stecche di gelatina….


And I know, even if your hope is gone
You belong, you belong to me, to me.
I'm coming home and I know it won't be long
Before you belong, you belong to me.

A quel punto il più giovane non riuscì più a frenarsi.
Girò su se stesso, buttando le braccia dietro al collo di Blaine iniziando a baciarlo appassionatamente nonostante la porta aperta.
Una cosa era certa, solo Blaine Anderson riusciva a fargli perdere del tutto la testa a quel mondo.
E, per sua sfortuna, iniziava a capirlo anche Finn, mentre cercava un modo per andare in camera sua senza passare davanti a quella del fratellastro.


Thad prese un tiro di sigaretta, schiarendosi la voce “Direi che ormai siamo pronti, mago del tamburello”
Nick annuì, cercando l’accendino nelle tasche della giacca primaverile “Sì direi anche io…. Tra l’altro con largo anticipo….”
“Secondo te perché Wilson non ci ha detto cosa suonerà? Come cavolo la prepariamo la sua canzone?” domandò Harwood stizzito.
Le prove erano finite da un pezzo e loro se la prendevano comoda visto che avevano ottenuto una proroga sul coprifuoco per permettere le prove della parte strumentale. Avevano provato tutti i pezzi eccetto quello di Flint, che se n’era andato senza dire una parola così come era venuto.
“Farà un acustico” disse con totale noncuranza Duvall “Anche se, onestamente parlando, se facesse una figura di merda io ne sarei solo felice. Odio il modo in cui Jeff si sente a causa sua…
Thad sospirò, facendosi serio per un attimo “Sta molto male?”
“Secondo te?” domandò secco l’altro “Nemmeno quella schifosa palla di pelo color polvere sembra sollevargli il morale…”concluse alludendo a Caporale Gatto.
Harwood abbassò gli occhi, esibendosi poi in un ghigno “Le pene d’amore, che cosa patetica…
“Tu lo dici? Dai lo sanno tutti che morivi dietro ad Hummel…Thad gli schioccò un’occhiataccia mentre Nick lo prendeva in giro “Quando ti ho beccato sopra di lui a limonartelo eri più arrapato di una ragazzina di tredici anni….”
“Quindi i casi sono due” disse sagace l’altro “Oh vivi la vita per spiare le erezioni degli altri, così non ti senti solo mentre ti fai le seghe, oppure mi invidiavi molto e volevi anche tu avere un rapporto fisico…
Nick fece per controbattere, quando, nel grande giardino sul retro di casa Harwood (diciamo villa) munito di tutti i confort compresa un’enorme piscina con tanto di idromassaggio, apparve qualcuno.
Flint Wilson, per la precisione.
Il ragazzo passò accanto a lui senza guardarli “Ho dimenticato il cellulare” disse senza colore, proseguendo.
Thad e Nick si scambiarono uno sguardo.
Non c’era più nessuno nel grande garage, eccetto un paio di BMW e Jeff.
E questo fu tutto ciò che trovò anche Flint quando entrò dentro di esso.
Jeff sedeva di spalle rispetto alla porta del garage, su un vecchio amplificatore.
Suonava una chitarra acustica dall’aria molto vissuta, con la quale molto probabilmente sostituiva lo slittino d’inverno, visto il modo in cui era ridotta.
Flint ricacciò indietro i complimenti a se stesso per quel commento sagace e sospirò, prendendo il cellulare e facendo per andarsene.
Quando Jeff prese a cantare, però, si fermò qualche istante, tenendo gli occhi chiusi e la spalla appoggiata contro la parete.
La voce di Jeff non era armoniosa come la sua, o profonda come quella di Thad. Non era nemmeno lontanamente potente come quella di Nick, o celestiale come quella di Hummel.
Ma a lui piaceva molto.
Era semplice….
…. E, in quel momento, molto triste…
Quando attaccò il ritornello il più piccolo uscì dalla stanza, con quelle parole che gli ronzavano nel capo. Superò di nuovo i due tabagisti augurando loro la buona notte e velocemente si infilò nella sua Porche Carrera, stringendo così forte il volante da farsi male.
“Fidati Jeff…. È stato meglio così.”
Prese un paio di respiro profondi reprimendo l’istinto di piangere e si sistemò, allacciandosi la cintura.
Poi tornò alla Dalton, cercando di ignorare il tremolio alle mani e canticchiando a sua volta la canzone che aveva sentito intonata da Jeff, sentendosi ridicolo….


You're just a sad song with nothing to say
About a life long wait for a hospital stay
And if you think that I'm wrong,
This never meant nothing to ya

(Disenchanted- My Chemical Romance)

 

 

La settimana si concluse in fretta, e venerdì pomeriggio i Warblers si incontrarono alla solita ora per le prove generali.
Il giorno successivo ci sarebbe stata la tanto attesa notte dei fuochi e, per quanto le Locali e le Regionali fossero state importanti per i ragazzi, niente era paragonabile a quella festa.
Tutti gli anni i Warblers diventavano gli assoluti protagonisti per un’intera serata, mostrando al mondo il rigore della Dalton. Quell’anno sarebbe cambiato tutto.
Per la prima volta cantavano senza la divisa (se non per una prima parte, a detta di Wes) e cantavano canzoni soliste.
In un certo senso, cantavano anche per loro stessi.
Le frenesia era palpabile nella sala.
Chi correva in giro con spartiti in mano, chi discuteva su una tonalità sbagliata, chi si scaldava la voce….
Quando Blaine arrivò trovandoli tutti così sorrise raggiante.
“Vediamo la maglietta” gli disse Wes, prima ancora del buon giorno.
Anderson aprì il blazer e subito il ragazzo asiatico scoppiò a ridere.
Too Late’.
“Ora ci siamo” disse bonario, battendo la mano sulla spalla del solista che ridacchiò a sua volta “Questa è tua…
“Lo so…” replicò il diretto interessato “Ho capito che dovevo scrivere una cosa del genere mentre provavo il duetto per domani con Kurt….”
Wes lo guardò ovvio “Non voglio i dettagli”
Anderson arrossì lievemente “Ma non abbiamo fatto niente di che!”
Seh certo” protestò il più grande, prima di battere le mani e attirare l’attenzione generale “Ci siamo tutti?”
“Ora si…
Wes si voltò verso la persona che aveva parlato, trovandosi di fronte Trent. Non indossava la sua divisa, ma un paio di pantaloni color cachi e una felpa blu, allacciata fino in cima.
Sospirò “Scusate l’assenza…
“Nessun problema” sorrise il capo consiglio “Come mai non sei in divisa?”
“Sono qui solo per mostrarvi la maglietta” disse con un fil di voce “ Poi penso di tornare a casa…
“Non ti senti bene?” chiese premuroso David mentre Flint faceva saettare i suoi occhi di zaffiro su di lui.
“No. Solo voi non mi vorrete più qui”
Blaine lo guardò senza capire, mentre Nixon scontrava il suo sguardo con una strana espressione.
Era…. Dispiaciuto? Per cosa?
Quando Trent spostò gli occhi porcini in quelli neri di Thad prese un respiro profondo, aprendosi la felpa.
Tutti rimasero in silenzio.
Blaine lo fissò senza capire, poi lentamente nella sua testa si materializzò una consapevolezza che Jeff non colse per nulla.
“Che succede?” sussurrò il biondino all’orecchio di Duvall che, nel frattempo stava per fulminare Trent con l’occhiata più omicida della storia.
Il silenzio si infranse con un ringhio e improvvisamente Thad si divincolava dalla presa solida di Kirk, Richard e Ethan che tentavano di trattenerlo dal saltare alla gola del ragazzo ancora sulla porta.
“Io ti ammazzo!” urlò con forza Thad “Ti prendo, ti strappo le interiora e ti farcisco come il porco che sei!”
Trent indietreggiò appena, mentre Blaine e Nick facevano un passo verso di lui “La sessualità di Ethan, la patologia di Thad, i problemi di Blaine…. e la mia verginità!” sbottò Nick “Sei un…. Un…. Dio ti spaccherei la faccia se non avessi paura dell’espulsione! Anzi, sai che ti dico! Fanculo!” Si arrotolò le maniche del blazer mentre Jeff lo tirava indietro.
Partì di tutto, insulti, spartiti appallottolati che colpirono Trent, urla….
Fino a che Wes non riportò l’ordine “SILENZIO!” il ragazzo asiatico guardò duramente Nixon “Sei espulso dai Warblers, a vita” disse secco, con rancore negli occhi e nella voce “Ora vattene via immediatamente.”
Trent non se lo fece ripetere e, velocemente, guardò i suoi compagni sentendosi male davanti allo sguardo deluso di Ethan.
Girò sui tacchi, correndo verso le scale sino al terzo piano e chiudendosi in stanza.
Non avrebbe più dormito alla Dalton, ma non per paura di Thad.
Li aveva traditi, ingannati.
E loro lo avevano sempre accettato in fin dei conti, no?
Come aveva fatto ad essere così stupido?
Si appoggiò al comò, osservando schifato la sua immagine riflessa dallo specchio. Su di esso c’erano ancora tante foto del gruppo, comprese alcune di Flint e Jeff che il morettino non aveva avuto il coraggio di levare….
Si era rovinato da solo.
E meritava solo la solitudine.
Sospirò, guardando la sua maglietta e dicendosi che aveva fatto la cosa giusta almeno a denunciarsi.
Ecco cose era.
Sei lettere nere impresse sul bianco.
Guilty’.

 

Continua….

 

 

 

 

 

 

Nda.

 

Eccomi qui! Lievemente in ritardo ma capitemi, ho già una marea da studiare xD

Ho solo tre cose da dire, poi non vi stresso più fino alla prossima settimana!

Prima di tutto da ora mancano solo dieci capitoli alla fine (Sì, sono 35 ma il prossimo è in due parti) quindi ormai ci siamo…. Circa xD

Per chi volesse le traduzioni della cose sulle magliette (ho usato un americano parlato per certe, quindi non so se si capisce), ecco a voi:

Jeff: Insecure - Insicuro

Wes: Paranoid – Paranoico.

David: Compound – Composto.

Kirk: Lord Outdate – Signor Antiquato

Thad: Bipolar  Badass – Bipolare ‘che spacca’ (scusate ma non saprei come altro renderlo)

Blaine: Too late – In ritardo (molto in ritardo, Anderson!)

Flint: Forever Alone – Per sempre da solo (non pensate a quella bruttissima faccia bitorzoluta che gira sempre su FB vi prego xD)

Nick: Sarcastic Nose – Naso Sarcastico

Ethan: SmoochyTenerello.

Cameron: Blah blah blah  (Penso sia eloquente xD)

Richard: Shy - Timido

Trent: Guilty – Colpevole.

 

Altra cosuccia…. Oddio non mi ricordo.

Ah si!

Ho praticamente tutto il primo capitolo del seguito pronto…. (lo so, è maniacale, ma dovevo levarmi lo sfizio!) e, se vi va, vorrei indire un contest tipo quello per scoprire chi era il colpevole del DDR, dove 4 persone vinceranno il diritto di leggere in anteprima il seguito :D

Lo so, è una cazzata, ma è per passare il tempo xD

Se qualcuno ha intenzione di aderire me lo scriva in una recensione o per MP, se ci sono un di persone si fa.

Chi vuole conoscere in anteprima la progenie del Klaine? Partecipate xD

 

Grazie mille a tutti coloro che hanno letto/recensito/spulciato la pagina!  Grazie per le oltre 6000 letture del prologo e, soprattutto, fate un grande applauso (?) per AlexaDumbledore Fan per aver betato questo capitolo a velocità record! **

Sei eccezionale, non smetterò mai di dirtelo <3

 

 

Beneee!

Non c’è altro!

Alla prossima col caro Festival dei Fuochi!

Un bacione

Jessy

 

Ps. Qualcuno tira ad indovinare il duetto Klaine? xD

Alexa, Ginevra e Greta che già lo sanno non valgono ovviamente.

 

 

 

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Capitolo 32
*** #26 part I: Just closed your eyes and sing for me… ***


bananissima

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

 

 

#26 part I:  Just closed your eyes and sing for me…

 

 

 

Burt si guardò attorno, cercando di individuare un chiosco di hot dog o qualcosa del genere mentre suo figlio gli girava attorno come una trottola cercando di localizzare Blaine.

Finn fissava stranito il fratellastro, eccessivamente su di giri.

“Non è la prima volta che canti con Blaine” disse Hudson, fermandolo.

Kurt gli schioccò un’occhiata saccente “Non capisci nulla, stasera è diverso”.

“Perché amoreggerete sul palco?” domandò Fin roteando gli occhi mentre Carole lo guardava con disappunto “Alle Regionali avete perso per questo motivo”.

“Un po’ come perderemo le nazionali nel caso in cui sarai tu a scrivere la nuova canzone originale?” replicò tagliente Hummel, e subito il ragazzone si tappò la bocca, senza però sconsolarsi ma anzi…. Rimase immobile pensieroso, beccandosi una pacca sulla spalla da Burt, quasi a conforto.

Punk li raggiunse, salutando cortesemente i signori Hummel e iniziando a parlare fitto con Fin, guardando verso le giostre.

Tutto era stato preparato nei minimi dettagli, e Kurt non poté fare a meno di notare come la città di Westerville fosse molto più organizzata di Lima: le giostre, gli stand col cibo, le bancarelle stile mercatino dell’usato.

Aveva già adocchiato un capello in finta pelle bianca, ma non era lì per quello.

Adocchiò il palco, posto in uno spiazzo con molte sedie di plastica bianca disposte davanti, e subito si sporse verso il padre dicendogli che andava a cercare Blaine. L’uomo annuì, tenendolo d’occhio fino a che non sparì inghiottito dalla folla formata da famiglie e coppie di tutte le età. Quel senso protettivo che provava verso Kurt non lo avrebbe mai abbandonato, nonostante fosse consapevole che ormai, a diciassette anni, ne avesse passate a sufficienza per sapersela cavare da se.

Kurt arrivò il piccolo palco scostandoci una ciocca umida di sudore e sfilandosi il giacchetto leggero. Faceva già caldo, nonostante fosse il primo di maggio e per la stagione era un po’ eccessivo.

Lì non c’era nessuno dei suoi amici, così girandovi attorno arrivò dietro di esso, dove, appoggiato con i fianchi alle impalcature metalliche, c’era Thad.

Era solo, e stava canticchiando qualcosa a bassa voce che Kurt non colse fino a che non gli fu più vicino….

 

my everithing Eddy Martin)

 

Il ragazzo più grande percepì la presenza di Kurt, così alzo gli occhi nei suoi smettendo di cantare. Sorrise lievemente prima di riportare l’attenzione sulla scarpa che teneva in mano e a cui stava sistemando i lacci.

Hummel ci rimase un po’ male per quella totale mancanza di disinteresse nei suoi confronti. Non voleva di certo che Harwood gli stendesse un tappeto rosso davanti, lanciando petali di fiore al suo passaggio.

Quel totale distacco, però, gli fece venire freddo.

Ciao…” disse il più giovane, appoggiandosi all’impalcatura accanto all’altro, osservando il suo profilo “Tutto bene?”

“Oh si” rispose Thad con leggerezza, continuando il suo lavoro indisturbato.

“Com’è stato il viaggio a Las Vegas?” domandò a quel punto Kurt, dopo qualche istante di silenzio.

“Illuminante” Un'altra risposta distaccata “Ti stupiresti nel sapere cosa si può fare con una carta di credito illimitata e dei documenti falsi…

 Hummel gli strappò la scarpa di mano, ottenendo finalmente la sua attenzione “Mi dici cosa ti prende??”

Thad lo fissò sorpreso “Prego??”

“Mi stai ignorando…

Il sopracciglio di Harwood si alzò al punto tale che per poco scomparve oltre l’attaccatura dei capelli “Sul serio? Non me ne ero reso conto” replicò schietto, mentre Kurt socchiudeva appena le labbra, basito “Oh guarda, c’è il tuo ragazzo e il resto della ciurma” disse sbrigativo il capo consiglio riprendendosi la scarpa e infilandola “Ora scusa ma devo andare! Devo scaldare la voce e cambiarmi…. Stammi bene Kurt”

Kurt rimase immobile, a fissare il punto che Thad aveva appena lasciato, dopo una pacca sulla spalla fraterna. Una pacca sulla spalla? A lui??

Hummel iniziò a fare ipotesi su ipotesi riguardo quell’ambiguo comportamento…. Forse erano le medicine, o forse il buco nell’orzono…. Le polveri sottili forse?

Un paio di braccia forti gli circondarono le braccia e, voltando di poco il capo, si trovò il viso del suo ragazzo appoggiato alla spalla “Sei pronto per il nostro duetto?” gli chiese con un sorriso, a cui Kurt rispose immediatamente.

“Sono nato pronto, Anderson…. Devi cambiarti?”

Blaine si staccò “Devo mettermi questa” disse aprendo la maglietta e mostrandola al suo ragazzo, che scoppiò a ridere.

“Hai centrato il punto credo” disse divertito, sorridendogli furbescamente.

Blaine alzò un sopracciglio, fingendosi risentito “Dovrei prendermela, lo so…. Ma ti perdono solo perché con questa camicia azzurra stai molto bene… Ora vieni con me mentre mi cambio?”

Hummel arrossì lievemente, prendendo la mano che il suo ragazzo gli porgeva e seguendolo fino al piccolo gazebo che avevano allestito.

Lì, a petto nudo, Nick e Thad si stavano spingendo  come due ragazzini dementi, mentre Jeff rideva cambiandosi le scarpe.

Duvall e il biondo salutarono calorosamente Kurt, mentre Harwood continuava a comportarsi come se Kurt non ci fosse. Come se tutto fosse normale quando non parlava col ragazzo….

Nick starnutì forte, prendendo un fazzolettino dalla tasca dei jeans chiari e soffiandosi il naso.

“Dio, mi ha spettinato” disse Sterling, facendo ridere sia Harwood che Blaine.

Wes roteò gli occhi, entrando nel gazebo.

“Non iniziamo ragazzi…” disse, mentre Kurt leggeva sopra alla sua maglietta bianca cosa aveva deciso di scriverci “ Tu stai male?”

Duvall scosse il capo “Sono allergico ai pollini, deve esserci qualcosa qui intorno ma è gestibilissimo”

Thad rise “Quella tromba di Eustachio che hai sulla faccia ha una potenza tale che l’esercito degli Stati Uniti dovrebbe spendere i soldi dei contribuenti per studiarlo” Disse sagace “Dove eri quando si è scatenato l’uragano Katrina?? Eh? ammetti che è colpa tua!”

“Tutte quelle persone, le loro case….” Jeff scosse il capo “Vergogna…

Duvall li guardò male “Ok che ho un naso poderoso, ma esagerate…

Thad s’infilò la maglietta “Esagerare? Non mi stupirei se con quel coso tu riuscissi anche a captare le scoregge delle falene!”

Tutti esplosero a ridere, persino Wes e Kurt che cercavano di darsi un contegno non resistettero.

Nick forzò una risata falsa “Speriamo ce ne siano poche fuori, allora….” Mormorò acido.

David infilò la testa nel gazebo, sorridendo sghembo “Siete pronti? Si va in scena!”

 

 

Finn si accorse che Kurt era tornato per tutto il karma negativo che irradiava.

Lo guardò attentamente, cercando di nascondere almeno in parte l’enorme hot dog che stava mangiando di gusto.

“Non ti salverai dal colesterolo alto, Hudson” disse serafico il giovane Hummel, con il tono subdolo da minaccia di morte che Finn temeva.

Ingoiò il panino rumorosamente,  prendendo un generoso sorso di birra prima di nascondere tutto sotto la sedia.

Burt guardò il figlio alzando il sopracciglio destro “Cosa ti ha scocciato tanto? Di solito fai questo tipo di commenti, o maltratti tuo fratello, solo quando sei irritato.”

“Nulla” sbottò secco Kurt, troncando il discorso sul nascere.

Nella sua testa solo una parola continuava a rimbombare nel vuoto, il nome della persona che gli aveva rovinato la serata, a dirla tutta.

Thad. Thad. THAD.

Che cosa aveva fatto per meritarsi tutta quella freddezza? Solo a lui tra l’altro, visto il modo in cui rideva e scherzava con gli altri….

Si rifiutava di credere che fosse per Blaine, per la loro relazione, o sarebbe stato a scoppio  eccessivamente ritardato.

A distrarlo ci pensò Wes, salendo sul palco e picchiettando sul microfono prima di parlare al pubblico, con un sorriso. Santana si sporse in avanti, appoggiando entrambe le mani sulle spalle di Kurt e parlandogli nell’orecchio “Il tuo amico caliente c’è?” domandò lasciva.

Hummel sbuffò “Vallo a cercare San” disse secco, incrociando le braccia. Alla ragazza ispanica non rimase altro che tornare a sedersi sulla sedia composta, con Britt accanto che la mandava delle occhiate stranite.

Le ND si erano unite tutte quante per dare il loro sostegno ai Warblers per quella serata, eccetto Quinn che dopo il funerale di Jean, la sorella della coach Silversten, di quello stesso pomeriggio non si era più fatta sentire.

Finn aveva solo accennato a Kurt che si erano lasciati, ma Hummel non voleva entrarci, il triangolo amoroso Fincherbray non lo aveva mai entusiasmato.

E poi era convinto che le donne dessero solo problemi.

“Grazie per essere venuti stasera” Montgomery intanto stava introducendo la serata, sorridendo allegramente alle persone che presenti. Rachel si guardò attorno, notando che erano davvero molte… “Sarò breve così da potervi lasciare in fretta per godervi lo spettacolo….”

Finn si avvicinò col viso al fratellastro “Hai litigato con Blaine?”

“No.”

“E allora?”

Kurt sospirò “Finn davvero, sto bene” forzò un sorrisetto, mentre teneva gli occhi su Wes chiedendosi di cosa stesse parlando “Non preoccuparti…

Il ragazzone annuì, tornando a sedersi composto, continuando però a lanciare occhiatine a Kurt.

Wes nel frattempo aveva finito di introdurre brevemente i Warblers, cosa notevolmente apprezzata perché sicuramente se lo avessero fatto fare a Thad avrebbe intrattenuto tutti per minimo tre quarti d’ora in pieno stile cabaret.

“Grazie mille per essere venuti e buona serata” sorrise il ragazzo asiatico, noi siamo i Dalton Warblers!”

Il pubblico applaudì mentre Wes sfilava il microfono dall’asta, mettendola poi da parte.

Uno a uno ogni ragazzo salì sul palco e a Kurt fecero un po’ effetto così, senza le loro divise, pronti per esibirsi. Si schierarono lungo i tre lati del palco, e tra loro non c’era Trent.

Kurt sapeva che la storia della casella sulla schiena non centrava, visto che prima nel gazebo aveva visto Wes sorridere amichevole a tutti mentre con un indelebile nero si divertiva a fare tante X. Quando aveva scoperto che Trent era la mente dietro al DDR, Hummel ci era rimasto sinceramente male.

Non pensava che il risentimento potesse portare a  tutta quella cattiveria….

Kurt notò che Blaine e Jeff tenevano sulle spalle un paio di chitarre acustiche, mentre Nick aveva in mano quello che sembrava in modo oscenamente ovvio ad un tamburello.

Si scambiarono un’ occhiata, mentre le luci cambiavano abbassandosi, e Jeff si sistemò l’archetto, facendo un paio di passi in avanti e portando le mani sulla chitarra. Le prime note sferzarono l’aria, mentre con un sospiro profondo si apprestava a iniziare.

Kurt lo guardò sorpreso, era la prima volta che apriva qualcuno che non fosse il suo ragazzo….

 

Jeff:

Made a wrong turn, once or Twice
Dug my way out, blood and fire
Bad decisions, that’s alright
Welcome to my silly life…

(Pink – Fucking Perfect)

 

La chitarra non copriva minimamente la scritta ‘Insicure’ sul petto, e nemmeno quella lieve luce traballante negli occhi di Jeff. Ma era bravo, nonostante la sua non fosse la voce migliore o la più potente era bravo.

E lentamente, parola dopo parola, iniziò a prenderne consapevolezza.

Dopotutto parlavano di lui, quelle parole, della sua esperienza e di come si fosse cacciato nei guai a Los Angeles. Per questo Wes gli aveva assegnato quel pezzo, oltre che, mettendolo nelle condizioni di rompere il ghiaccio, in qualche modo doveva rinforzarsi  e mettere da parte l’insicurezza.

Ma non ci volle molto a farlo ripiombare….

Blaine prese a suonare con lui mentre Flint attaccava il pezzo successivo, stringendo tra le mani il microfono e accostandosi al suo ex ragazzo, davanti al palco.

Jeff evitò accuratamente si guardarlo….

 

Flint:

Mistreated this place, misunderstood
Miss ‘knowing it’s all good’ it didn’t slow me down
Mistaken, always second guessing
Underestimated, looking I’m still around

 

Kurt guardò attentamente Wilson, alzandosi istintivamente le mani sotto alla bocca. Il messaggio triste della maglietta gli rimbombava sul viso, negli occhi grandi e spenti.

Non ci stava mettendo passione, né altro.

Stava cantando come se dovesse farlo e, per quanto gradevole fosse la sua vocetta acuta, non andava. Così come le emozioni che stavano cantando si sentiva sbagliato e incompreso, se pur consapevole di non aver messo nessuno nelle condizioni necessarie per comprenderlo….

A recuperare la situazione, arrivò il ritornello…

 

Blaine:

Pretty pretty please, don’t you ever ever feel
Like you’re less then fuckin’perfect
Pretty pretty please, if you ever ever feel
Like you’re nothing, you’re fuckin’ perfect…

To me…

 

Kurt sorrise raggiante per la prima volta da quando era arrivato a Westerville, quella sera. Blaine era davvero il solista più meritevole….

Aveva camminato deciso in avanti, fermandosi proprio sul limitare del palco, guardando la gente con sguardo fiero e convinto. E passionale….

Blaine era così passionale che le dita dei piedi di Kurt si arricciarono.

Era concentrato a tal punto che non si accorse che si stavano quasi tutti alzando per saltellare ed acclamare i Warblers fino a che una donna particolarmente grassa gli coprì la visione del fantastico sedere del suo ragazzo che si era voltato per lasciare la scena a Wes e David.

Si irritò parecchio, ma tutte le parolacce che gli vennero in mente furono bloccate da Rachel che lo trascinò con sé gli altri ragazzi, sotto al palco.

 

You’re so mean (Wes: You’re so mean)
When you talk (Wes: when you talk)
About yourself, you were wrong
Change the voices  (Wes:Change the voices)
In your head  (Wes: in your head)
Make them like you, instead

Kurt li guardava sorridendo, gomiti appoggiati al palco e occhi rivolti verso l’alto, anche se di tanto in tanto lo sguardo saettava in quello di Blaine, che stranamente riusciva sempre ad intercettarlo.

“Sembrano i gemelli del destino” ridacchiò Finn da dietro al fratello, che non poté che essere d’accordo. Wes e David, opposti in tutto a livello fisico, lo erano anche come messaggio sulla maglietta.

 

Cameron, Nick, Ethan:

So complicated, look how we are making
Filled with so much hatred, such a tired game
It’s enough I don’t know how I could think of
Chase down all my demons I’ve seen you do the same…
(Nick: ohh ohhhhhh)

 

Al posto dei due capi consiglio si schierarono Cameron, Nick e Ethan che, cantando contemporaneamente, ma non c’era nessuna confusione nella loro esecuzione.

Le loro voci si armonizzavano alla perfezione, essendo piuttosto in scala, nonostante quella di Duvall spiccasse decisamente sulle altre due.

Kurt ridacchiò, guardando Nick che ammiccava al pubblico con un sorriso smagliante, prima di voltarsi per lasciare nuovamente il posto a Blaine perché cantasse di nuovo il ritornello.

Duvall era inconsapevole, ma una persona da in mezzo alla folla lo aveva fissato per tutto il tempo con un sorrisetto sulle labbra.

Blaine si mise di lato al palco, continuando a suonare con Sterling mentre, per la prima volta, Richard abbandonò il suono da percussione che stava facendo dell’inizio della canzone per far sentire la sua voce….

 

Kirk:

The whole worlds scared so I swallow the fear
The only thing I should be drinking is an ice cold beer
So cool in line and we try try try
But we try too hard it’s a waste of my time

 

Fece una buffa giravolta su se stesso, mentre Kirk camminava sicuro al suo posto, sistemandosi i capelli biondi  all’indietro e sorridendo, mostrando i sui perfetti denti bianchi.

La posa che assunse ricordò a Kurt quella delle modelle un po’ scarse di Project Runway,  ma comunque apprezzò la sua voce.

 

Done looking for the critics,‘cos they’re everywhere
They don’t like my jeans, they don’t get my hair
Strange ourselves and we do it all the time….

 

Thad si appoggiò alla spalla di Kirk, cantando tranquillo fino ad esibirsi in quella acuto che….

Dio, tolse il  fiato a Kurt e molte altre persone.

 

Why do we do that?
Why do I do that? ( why do I do that?)
Yeah!!

Oh pretty pretty pretty!!

 

 

Rachel canticchiava la canzone, tenendo le braccia attorno alle spalle di Mercedes e Brittany, mentre Blaine e quel ragazzo dalla voce profonda e stupenda cantavano insieme il ritornello.

Era uno spreco che un tale talento fosse sempre rimasto in ombra…

Kurt intanto non riusciva bene a capire come la situazione stesse degenerando in una gara…

 

Blaine e Thad:

Pretty pretty please, don’t you ever ever feel
Like you’re less then, fuckin’perfect (Thad: Less than! Fuckin’perfect!)
Pretty pretty please If you ever ever feel
Like you’re nothing you’re fuckin’ perfect to me (Thad: You’re perfect! Your’re perfect!)
Pretty pretty pleaseIf you ever ever feel
Like your nothing you’re fuckin’ perfect (Thad: Your nothing!
Fuckinperfect!)

To me…

 

La canzone terminò, e tutti si chinarono ricevendo gli applausi prima di sfilare in una fila ordinata giù dalla scaletta, tornando dietro al palco.

Blaine lasciò cadere la chitarra lungo il fianco, superando Nick che si stava velocemente sfilando la maglietta per mettersi una camicia a mezza manica un gilet grigio dello stesso colore dei pantaloni.

Duvall sarebbe stato il primo a cantare.

Il solista andò deciso da Harwood che stava prendendo la sua chitarra per poter accompagnare Nick, e gli appoggiò una mano sulla spalla voltandolo verso di se con un po’ troppa enfasi. Tanta da fargli cadere gli spartiti che teneva in mano.

“Ti sei rincretinito, Anderson?” sbottò irritato Thad, scrollando la spalla per scostarsi da lui.

“Che ti è preso?? Perché hai provato a rubarmi la scena?” domandò piccato Blaine, appoggiando con poca grazia la sua acustica e guardando l’altro.

Thad ridacchiò sarcastico “Che c’è? Te la sei presa perché ti ho coperto?”

“Tu hai coperto me?” domandò Blaine sentendosi montare la rabbia “Se mai hai rovinato il pezzo finale!”

“No, tu l’hai rovinato, spingendo troppo per raggiungermi” Harwood lo guardò tagliente “Ci fossi almeno riuscito” concluse prima di avviarsi al palco, seguito da Jeff e suo fratello.

Blaine rimase del tutto allibito dal comportamento di Thad, ma captando un paio di commenti a favore del capo consiglio decise di lasciare perdere, andando a cercare Kurt nella folla.

 

 

Darling I'll bathe your skin
I'll even wash your clothes
Just give me some candy
Before I go
Oh, darling I'll kiss your eyes
And lay you down on your rug
Just give me some candy
After my heart

(Candy – Nuttini)

Blaine si affiancò a Kurt con un sorriso, mentre il ragazzo guardava Nick che cantava quella canzone di Nuttini, dondolando il capo di lato.

Si accorse dell’arrivo di Anderson perchè il ragazzo gli punzecchiò il fianco facendolo sussultare.

Subito Hummel gli buttò le braccia al collo, stringendosi a lui “Sei stato favoloso!” gli urlò senza lasciarlo, mentre Burt li guardava alzando un sopracciglio.

Blaine si scostò, sorridendogli e lottando contro l’impulso di baciarlo lì, in mezzo a tutti “Sono felice che ti sia piaciuto…. Buonasera signori Hummel, ciao Finn!”

Il fratellastro di Kurt alzò una mano salutandolo, prima di voltarsi verso Puck e Mike, al suo fianco, e commentare chissà cosa con loro.

Kurt non voleva sapere i loro discorsi demenziali…

“Ciao ragazzo” Lo salutò educatamente Burt, mentre Carole gli rivolgeva un sorriso caldo e amorevole. Scambiarono alcune parole, prima di tornare a guardare verso Nick.

“Ti va di mangiare qualcosa velocemente?” chiese Blaine, notando David che gli faceva segno di raggiungere lui, Ethan e Kirk allo stand dei panini “Prima di cantare intendo”

“E come lo controlli il reflusso degli acidi, dopo?” domandò ovvio Kurt.

Il signor Hummel si sentì in diritto di dire la sua “Intendi dire che dopo ci potrebbe essere il rischio di…. Fare qualche brutto suono nel microfono?”

“A me è successo” si intromise Finn “Dopo il McDonalds…. Mr Schue non l’ha gradito”

“Nessuno l’ha gradito Finn” sottolineò Kurt.

Blaine gli tirò l’orlo inferiore della camicia “Dai ti prego…. Non mangio da oggi a pranzo…

Il suo ragazzo roteò gli occhi, asserendo mentre Blaine lo prendeva per un polso trascinandolo dagli altri “Ma lontano dalle bibite gasate!”

Mentre passavano tra tutte quelle persone, rivolte verso il piccolo palco e incantante dalle luci che si alternavano in un misto di sfumature viola, blu e bianche, passò accanto ad una ragazza che gli parve di riconoscere…

 

Oh I'll be there waiting for you…

 

La canzone si concluse, e Thad applaudì all’amico, scendendo poi dal palco insieme alla sua chitarra, seguito subito da Sterling, per lasciare Nick a godersi quegli applausi meritati.

Wes e Richard salirono non appena Duvall smontò, iniziando a trafficare con microfoni e mixer….

Una ragazza minuta osservava la scena in disparte, sentendosi lievemente a disagio lì in mezzo. Non tanto per la situazione, dopotutto era la classica festa di paese aperta a tutti, ma perché non riusciva a capire se stesse facendo la scelta giusta.

Si scostò i capelli castani dalla spalla con un gesto secco, prima di sistemare la grande cintura nera e lucida che sorreggeva la gonna a vita alta, grigia. Strinse a se la borsa, incrociando le braccia e mordicchiandosi il labbro nervosa, facendo due o tre passi verso il palco.

Forse per fortuna, o almeno sperò che la sua intenzione fosse nata sotto una buona stella, mentre Richard iniziava a cantare vide Nick uscire da dietro al palco insieme a Jeff e Thad,  e si incamminò con loro verso di lei, parlando e gesticolando…

 

Turn the lights off in this place
And she shines just like a star
And I swear I know her face
I just don’t know who you are
Turn the music up in here

(Closet- Cover by Jon Hall )

 

Fece un paio di passi in avanti, verso di lui, sperando in una reazione positiva.

Nick rimase molto sorpreso quando la vide, e rallentò di poco il passo facendolo notare anche a Thad e Jeff che si scambiarono uno sguardo veloce.

I due amici si dileguarono in fretta e il biondo dispensò una pacca sulla spalla a Duvall prima di salutare con un cenno la giovane.

“Ciao Kenzie” disse sempre stupito Nick “Ma…. Che ci fai qui?”

Lei sorrise lievemente “Vengo tutti gli anni e so che solitamente voi Warblers vi esibite…. Così…. Anche se Jessie non vuole più cantare con voi ho deciso di venire…. Per te…”

 

And I just can’t pull myself away
Under a spell i can’t break
I just cant stop
I just cant stop…

 

“Cosa? Jessie non vuole più cantare?” Nick ci pensò su, poi allargò gli occhi in modo vagamente inquietante “Perché sei qui per me?”

Lei abbassò gli occhi, imbarazzata “Perché volevo sentirti cantare…. E vederti. Onestamente, speravo anche di riuscire a parlarti ma se tu non vuoi e preferisci stare con i tuoi amici io lo capisco…

Duvall scosse così energicamente il capo da sentire un sinistro ‘crack’ all’altezza della terza vertebra cervicale “No, davvero, non voglio stare con  miei amici…. O meglio, voglio starci ma preferirei stare con te…” disse impanicato, arrossendo fino alla punta delle orecchie.

Lei ridacchiò, mentre pensava che sembrava più tenero del solito “Hai finito per stasera?”

 

I can feel her on my skin
I can taste her on my tongue
Shes the sweetest taste Ive seen
The more I get the more I want

 

“No, devo fare la chiusura…” disse scrollando le spalle “Mi sento un animatore sfigato…. Come al solito in pratica”

McKenzie scosse piano il capo, divertita “Non cambi mai, vero?”

“Ovviamente no” le sorrise lui, prendendo un respiro e sciogliendosi “Senti ma…. Sbaglio o prima hai detto che sei qui per me?”

Lei lo guardò, alzando un sopracciglio “Esattamente….”

Lui mantenne uno sguardo incerto, fissandola negli occhi scuri “E…. perché?”

Kenzie si portò i capelli all’indietro, ma essi, essendo sottili e lisci tornarono subito a coprirle il volto lievemente inclinato in avanti “Perché certe volte agisci pensando di essere nel giusto, e poi pian piano ti rendi conto che hai fatto una cazzata…” Ammise, rialzando lo sguardo “Mi dispiace Nick, non avrei dovuto allontanarti solo perché se più giovane di me di qualche anno e, se ora tu non vorrai più avere a che fare con me lo capirò ma…. Mi dispiace così tanto Nicky… Ho sbagliato, ma forse è troppo tardi”

 

 

 

Duvall non sapeva così lo avesse appena smosso, se le parole realmente sentite della ragazza oppure il modo tenero che aveva di mordicchiarsi il labbro mentre lo guardava con quell’espressione da bambina smarrita che sapeva di aver sbagliato, ma non riuscì a trattenersi dal prenderla tra le braccia e baciarla con impeto.

Il pubblico esplose in un’autentica ovazione e Nick si staccò, guardandosi attorno e notando che Richard aveva terminato la sua esibizione “Credevo che gli applausi fossero per noi…” disse acido, facendo ridere la ragazza di cuore, mentre allacciava le braccia coperte di braccialetti dietro al collo del giovane “Ah! Pazienza!” disse poi, tornando a tuffarsi sulle sue labbra, stringendola se possibile ancora di più a se.

Non molto distante, gli amici del ragazzo li fissavano presi, come nemmeno una vecchia telenovelas messicana  avrebbe potuto catturare l’attenzione di un branco di vecchiette infervorate. “La vita è così ingiusta” brontolò Thad, prendendo un sorso di birra (lo stand era allestito dalla coppia di coniugi irlandesi che gestivano il loro pub e che avevano promesso birra gratis per i Warblers) “Duvall attrae perché mette in mostra quel nasone… se io mettessi in mostra i miei cinque metri verrei arrestato per atti osceni in luogo pubblico”

“Sai com’è” disse David, prendendogli il bicchiere e rubandogli un sorso “Non sarebbe molto elegante, Harwood”

“Nemmeno limonare in pubblico è elegante se è per questo” disse saccente Thad, ma subito Jeff gli mise una mano davanti alla faccia per zittirlo, colpendolo sul naso. Quando si voltò verso di lui, pronto a cantargliele, e notò il suo sguardo serio, capì al volo.

Flint si stava preparando a cantare, rimanendo fermo sul palco e sistemando dei cavi mentre Wes dal mixer mandava qualche canzone nell’attesa.

Jeff era così concentrato da non sentire Blaine che lo chiamava.

Il ragazzo sospirò rivolgendosi a Thad senza però guardarlo “Senti noi torniamo sotto al palco a guardare lo spettacolo…. Tu stai qui con Jeff?”

“Si andate tranquilli ragazzi” replicò Thad mentre David comprava un panino da portare a Wes, che si stava occupando dall’inizio della serata delle luci e dei suoni, rispondendo (almeno secondo il parere di Thad) a tutti gli stereotipi sui ragazzi orientali.

Thad cacciò malamente in mano al biondino una birra, mentre sul palco salivano un tre ragazze, una con un violoncello, una con un violino e l’ultima prendeva posto alla batteria, e scambiavano uno sguardo con Flint che prese posto davanti al pubblico, reggendo una chitarra classica a tracolla,  non prima di aver sistemato il microfono.

Sterling sorrise un po’ tirato ma grato all’amico per la birra.

Ne avrebbe avuto bisogno.

Inaspettatamente Flint iniziò a suonare subito, senza nemmeno presentarsi come avevano fatto tutti gli altri ragazzi.

La melodia era molto cadenzata e lievemente malinconica, pensò Kurt, mentre si appoggiava con le mani al palco e Blaine si metteva dietro di lui, appoggiandogli le mani ai fianchi.

Non conosceva quella canzone, anche se gli ricordava qualcosa, ma a quanto pare Flint aveva accantonato il progetto iniziale, ovvero Bad Romance di Lady Gaga che era stato ampiamente apprezzato dal controtenore.

Quando prese a cantare scese il silenzio, a Kurt sembrò che tutti si fossero improvvisamente zittiti, colmi di aspettativa. O forse aveva l’udito così selettivo da volersi concentrare solo sulla canzone.

Un po’ come stava facendo Jeff….

 

I can take the rain on the roof of this empty house
That don't bother me
I can take a few tears now and then and just let 'em out
I'm not afraid to cry every once in a while
Even though going on with you gone still upsets me
There are days every now and again I pretend I'm ok
But that's not what gets me

(What Hurts the Most – Rascal Flatts)

 

McKenzie incrociò le braccia sulla canottiera bianca, esattamente sotto al seno, ascoltando attentamente quella canzone.

Lei non conosceva molto bene Flint, però sapeva che era il ragazzo di Jeff….

La giovane non era esattamente sotto al palco, e non poteva quindi vedere nitidamente il viso del ragazzo, ma sentiva un brivido lungo la colonna vertebral di puro geloso.

Quel ragazzo non stava bene, uno che sta bene non canta così….

Nick tornò da lei porgendole una birra, che lei prese senza fare domande su come l’avesse presa, vista l’età, e fece un cenno col capo verso Flint “Non è il ragazzo di Jeff lui?” chiese stranita.

“Ex” commentò acidamente Duvall, senza alzare gli occhi verso al palco, portando un braccio attorno alle spalle della ragazza mentre con l’altra mano allungava il bicchiere di birra alla bocca “Ti spiego tutto, preparati…. È una storia lunga…”

 

What hurts the most
Was being so close
And having so much to say
And watching you walk away
And never knowing
What could have been
And not seeing that loving you
Is what I was tryin' to do

Kurt voltò il capo scontrando gli occhi con quelli del suo ragazzo.

Sembrava quasi una presa in giro…. Lui che diceva a Jeff che la cosa che lo feriva di più era sapere che erano stati così vicini per poi vederlo andarsene?

Sul serio??

Questo era più o meno anche lo stesso pensiero di Harwood “Dio che idiota” Fu infatti il suo commento sagace, prima di soffocare un rutto causato dalla birra dietro al pugno “Lo credevo molto più intelligente e…” si voltò verso il biondo, o meglio verso il vuoto dove prima stava appoggiato il biondo.

Si staccò con la schiena dal bancone, guardandosi attorno e non trovandolo.

Merda…” disse sottovoce, prendendo il cellulare per avvisare Duvall.

Fortunatamente vide Sterling  accanto al suo migliore amico e McKenzie, e sospirò sollevato.

Wes gli stava attaccando la paranoia, ne era certo…. Tornò a guardava verso Flint, chiedendosi cosa stesse pensando in quel momento, mentre si apprestava a concludere la canzone…..

 

Not seeing that loving you
That's what I was trying to do..

 

“Io non capisco” Nick e Kenzie – che ora sapeva più o meno tutti i dettagli- si voltarono verso Jeff “Prima mi nasconde che se ne va fregandosene delle conseguenze, se la fa con Richard James prima di lasciarmi e poi canta una canzone del genere che, tra l’altro…. Non ha senso!”

L’ultima frase l’aveva particolarmente sconvolto….

Sempre presupponendo che quella canzone fosse indirizzata a lui (non poteva esserne certo ma, Dio, era ovvio persino per lui) davvero Flint aveva appena detto a lui e molte altre persone che non capiva che la sola cosa che Wilson aveva provato a fare,  era amarlo??

Dopo tutto il casino?

“Ignoralo” disse secco Nick “Secondo me è la classica mossa patetica e vittimistica….”

Il biondo scrollò le spalle “Io non ci capisco più niente…. Flint è assurdo…. Eppure non posso arrabbiarmi con lui”

“Perché sei un coglione!”

Kenzie lo guardò male “Penso sia ancora innamorato”

“Ah giusto” replicò sarcastico Duvall “Allora sei proprio un idiota!”

 

Flint scese dal palco, entrando nel gazebo per prendere un sorso di acqua fresca. Thad si stava cambiando e non gli disse nulla mentre il morettino si toglieva la chitarra dalle spalle infilandola nella custodia di pelle.

Harwood gli lanciò un’occhiatina quando se lo trovò di spalle, mentre infilava un gilet di pelle nera smanicato sopra ad una maglietta bianca e un paio di jeans chiari e stracciati sulle ginocchia.

A occhio e croce, di tutto quel guardaroba, non doveva aver speso meno di quattrocento dollari.

Dovevano avergli fatto pagare persino gli strappi sui jeans.

Flint scosse piano il capo “Harwood sei banale…

“Motivazione?” domandò tranquillissimo Thad, prendendo la sua Les Paul bianca del 1981, con le meccaniche d’oro e la tracolla zebrata.

Molto trash.

“Fai l’alternativo e ti vesti con capi firmati da Vivienne Westwood? Sei un paradosso vivente” disse critico Wilson, aprendo la bottiglietta dell’acqua.

Thad prese il basso di Jeff dal sostegno, ridacchiando “E tu fai lo stronzo con tutti solo perché vuoi che gli altri facciano gli stronzi con te. In questo modo speri che quando te ne andrai noi non ci staremo mai e soprattutto lui non ci starà male…. Beh stai fallendo miseramente e, perdonami… Sei un po’ patetico….” Si avviò all’uscita del gazebo, per poi voltarsi “Ah un consiglio….. smettila, davvero. Non andartene col rimpianto e parla con Jeff sinceramente…

“Perché dovrei ascoltarti? Non mi pare che tu sia stato onesto con Kurt”

Thad lo guardò seriamente “Tra me e Kurt non c’è stata una storia d’amore…. E fidati, Wilson: se io avessi avuto anche la più piccola speranza che lui mi potesse amare anche solo un quindicesimo di quanto Sterling ama te, beh…. Non mi sarei mai tirando indietro…

Flint rimase immobile, con la mano che reggeva la bottiglia fissa a mezz’aria e lo sguardo perso sul tessuto bianco del gazebo. Poi si riscosse all’improvviso e di Thad non c’era più traccia.

Sospirò pesantemente, cambiandosi velocemente la maglietta e mettendone una meno vistosa, una polo azzurra. Poi uscì dalla tenda, camminando con le mani nella tasca dei pantaloni pervinca.

Stava meditando di scappare a casa immediatamente, mandando al diavolo i progetti di Kirk per la chiusura, quando si trovò davanti l’ultima persona che avrebbe mai voluto vedere.

“Mamma?”

Lei sorrise raggiante, avvicinandosi e tenendo, penzolante sul fianco, l’enorme borsa di Vuoitton “Tesoro sei stato bravissimo” disse allegra, afferrandogli le guance e stampandovi sopra un paio di baci.

Il ragazzo si pulì subito dal rossetto “E come diavolo sei arrivata qui?? Come facevi a sapere che avrei cantato stasera??”

“Sono passata in segreteria per ritirarti dalla Dalton” disse lei con non curanza, mentre Flint sentiva lo stomaco restringersi in un istante “E la segretaria mi ha detto di stasera…. Perché non mi hai avvertita? Non sapevo cantassi ancora”

Wilson decise di ignorare tutti i commenti, eccetto uno “Mi hai già ritirato dalla Dalton??”

Lei annuì tranquilla “Ma puoi frequentare fino al giorno prima della partenza non preoccuparti….” Sorrise raggiante “Che ne dici di andarcene da questa festicciola medio-borghese e cenare insieme in qualche ristorantino francese? Così potrai raccontarmi di come canti”

“Raccontarti di come-cosa?” Flint la guardò male “Senti mamma, io non vado da nessuna parte, ok? Mi sto trattenendo dall’insultarti da quando mi hai detto del trasferimento, quindi evitami fino ad allora!”

La donna perse del tutto l’istinto materno, guardandosi attorno nervosa. Flint con quel discorso aveva attirato l’attenzione e di certo poteva essere negativo per la loro immagina di famiglia perfetta “Modera il linguaggio” disse secca, ostentando un sorriso falso prima di leccarsi la punta del pollice e sfregarla sulla guancia di Flint per rimuovere l’ultimo brandello di rossetto. Lui si scansò malamente.

“Vai a casa, mamma. Non ti voglio qui….”

Le diede le spalle, allontanandosi il più velocemente possibile e lasciandola sola.

Non aveva parole per dire quando cavolo era arrabbiato, deluso…. E triste.

Non ne aveva mai avute forse, e in parte incolpava se stesso perché non si stava nemmeno ribellando….

 

“Salve a tutti e ancora buona serata! Per chi non lo sapesse, e la cosa mi sconcerta, io sono Thad Harwood e questa canzone è un famoso singolo degli Academy is…

Thad si scostò dal microfono, cercando lo sguardo di Jeff e trovandolo dopo alcuni istanti di stallo.

Si voltò poi di tre quarti, facendo un cenno al fratello minore di Sterling che annuì iniziando a scandire il tempo con le bacchette.

Con una schitarrata decisa la canzone iniziò, il ritmo incalzante e deciso scaldò subito il pubblico dopo la performance acustica e vagamente deprimente di Wilson.

Thad, nonostante il suo approccio solitamente tamarro, aveva il rock nelle vene.

Beh, il pop rock, in quel caso…. E anche commerciale.

Ma non importava, l’importante era lo spirito….

 

One song about a girl…
Can't breathe when I'm around her
I'll wait here everyday
In case she scratch the surface
He’ll never notice

(About a Girl - Academy is...)

 

Kurt lo guardò ridacchiando, un po’ per la faccia da invasato di Thad (ci credeva veramente molto) e un po’ per l’abbigliamento vagamente trash.

Non avrebbe saputo consigliargli di meglio….

I jeans gli fasciavano le gambe magre, il gilet dava quel tocco trasgressivo che….

Hummel corrugò un istante la fronte, iniziando ad ascoltare le parole attentamente…

Era convinto che la canzone parlasse di una ragazza…. Ma allora perché Thad aveva appena….

Quando rialzò gli occhi sul palco, fu solo perché aveva avvertito Blaine irrigidirsi dietro di lui. Subito scontrò gli occhi con quelli color cioccolato di Harwood, che però gli chiuse subito per cantare il ritornello, senza però voltare il viso….

 

I'm not in love!
This is not my heart!
I'm not gonna waste these words…
About a girl…

 

Blaine fissava sbigottito Thad, non riuscendo davvero a comprendere come riuscisse con tanta sfacciataggine a cantare fissando il suo ragazzo.

Era davvero impossibile per Anderson comprenderlo.

Strinse istintivamente le mani sui fianchi di Kurt, non riuscendo ad arrabbiarsi sul momento.

Beh, non subito per lo meno….

 

Last night I knew what to say
But you weren't there to hear it
These lines so well rehearsed
Tongue tied and overloaded
You’ll never notice

Thad non lo stava facendo apposta, era più forte di lui.

Complice il discorso fatto poco prima con Flint e la consapevolezza che aveva scelto quella canzone proprio per il testo così vicino a ciò che realmente pensava, non riusciva a non guardare Kurt.

E nemmeno Kurt riusciva a staccare gli occhi azzurri, velati di stupore e una vaga preoccupazione, dai suoi.

Nessuno dei due sapeva come interpretare l’altro, ma per entrambi quell’esibizione fu come una doccia gelata che li spinse a riconsiderare alcune cose.

Avevano entrambi soffocato l’evidente infatuazione di Harwood alla nascita.

…. E ora Thad si chiedeva se avesse fatto bene….

 

I'm not in love!
This is not my heart!
I'm not gonna waste these words…
About a girl…

 

I'm not in love!
This is not your song!
I'm not gonna waste these words…
About a girl….

 

Wes si portò una mano al viso mentre David fissava la scena stranito.

Non andava bene per niente.

“Fammi capire…. È un coming out pubblico questo?” domandò Kirk a Ethan, pochi metri più in là,  mentre Moore rimaneva immobile come uno stoccafisso.

Possibile…”fu la sola risposta.

Non erano comunque i soli che avevano notato che Thad fissava Kurt, tutti quelli che li conoscevano ci erano arrivati.

“Perché Thad canta queste cose al suo ragazzo?” domandò ingenuamente McKenzie “Non è un testo molto romantico…

Nick deglutì rumorosamente “Dio la vedo male…
“Perché?”

“Perché Thad non è il ragazzo di Kurt! Ma proprio no!”

Ma, come si dice, al peggio non c’è mai fine…

 

To be loved, to be loved
What more could you ask for?
To be loved, to be loved
Everyone wants to be loved
To be loved
What more could you ask for?
To be loved, to be loved
Everyone…

Thad lasciò il manico della chitarra, affidando il compito di accompagnare la sua voce solo alla base ritmica. Mosse in modo molto ironico medio e anulare di entrambe le dita, mimando un paio di virgolette ogni qualvolta pronunciava la parola loved, caricando così la canzone con tanto sarcasmo.

L’amore l’aveva deluso così tante volte…

A partire dall’amore che teoricamente avrebbe dovuto avere suo padre per lui, o quello che avrebbe avuto avere per se stesso.

Beh, ormai iniziava quasi a credere alla filosofia del ‘amore fa schifo’, ma quando vedeva Kurt e Blaine riprendeva a credere che forse c’era speranza anche per lui. E non di certo perché li trovasse carini, anzi….

Ma perché sperava che un giorno qualcuno lo avrebbe guardato come Kurt guardava Anderson….

E così tirò le somme.

 

I'M NOT IN LOVE!
THIS IS NOT MY HEART!
I'm not gonna waste these words ….

 

Urlò liberatorio nel microfono, mentre dal pubblico partivano molti applausi e ovazioni.

Per la sua voce.

Per lui.

E dentro di se anche Thad si fece un piccolo applauso, ma per altro.

Non era innamorato di Kurt ma dell’idea che aveva di come sarebbe stato se Kurt lo avesse ricambiato.

Era un ragionamento così intricato che stentava a capirlo da solo, e che dopo quella bella esibizione personale ad Hummel avrebbe dovuto a fatica spiegare a Blaine, ma improvvisamente un pesante macigno sullo stomaco si sciolse.

Non avrebbe più dovuto ignorare Kurt perché non doveva più tenerlo lontano da se.

Non avrebbe avuto senso ora che aveva capito di non volere proprio nulla da lui.

Certo, in un certo senso lui sarebbe sempre stata la sua questione in sospeso ma poteva tranquillamente convincerci.

Doveva lavorare molto su se stesso, prima di potersi anche solo permettere di legarsi a qualcuno.

La canzone terminò e lui sorrise al pubblico ringraziando e staccando il jack dalla chitarra, prima di smontare dal palco.

Kurt nel frattempo era ancora parecchio perplesso.

Thad aveva appena cantato per lui forse? Cosa voleva dirgli?

Quando sentì il calore del corpo di Blaine contro il suo venire meno però smise di farsi domande.

Lo prese per un polso, impedendogli di andare da Thad.

Perché sapeva che stava andando a cercarlo, glielo leggeva in faccia.

“Il duetto” gli disse semplicemente, stringendo le dita attorno al suo polso e guardandolo fermo negli occhi “Dobbiamo cantare il duetto…

“Kurt senti io…

“Lascialo perdere…” gli prese anche l’altra mano, tirandolo di lato al palco “E fidati che non ho capito a che gioco sta giocando ma non mi interessa…. Mi ignora, mi canta le canzoni e per me non conta nulla. La sola cosa che mi dispiace e che lo credevo un buon amico. Ma tu sei il mio ragazzo, e le canzoni che tu canti per me sono le sole che contano davvero…. Il suo sarcasmo non mi tocca e non deve toccare nemmeno te…. Ti ricordi? Nessuno può toccare noi e quello che abbiamo….”

Blaine gli rivolse un sorrisetto “Hai ragione…. Scusa”

“Perdonato” disse scherzosamente Hummel “Ci penso io a Thad, gli parlerò a giorni ma prima…. Concentriamoci sullo sbaragliare la concorrenza e cantare meglio di tutti ok? Ora andiamo, Rachel morirà appena sentirà la nostra interpretazione di ‘As Long As You’re Mine’!”

Blaine sorrise di più, lasciandosi trascinare dall’entusiasmo di Kurt.

Dopotutto aveva ragione….

 

 

 

Continua….

 

 

 

Nda:

ecco qui il capitolo di oggi!

Ho una fretta dannata perché devo studiare fisica (che schifo, mamma mia) e quindi sarò breve.

Voglio commenti sul Nickenzie, Hummerwood e Klaine (e la canzone scelta che vedrete interpretata nel prossimo capitolo)

Preparatevi psicologicamente per il prossimo capitolo perché sarà ricco di scontri!

 

Grazie come sempre a chi ha recensito**

Siete davvero speciali, grazie davvero <3

 

Ps. Per il contest so cosa fare…. Chi è interessato me lo dica nelle recensioni o sulla mia pagina di FB e provvederò ad informarvi per mp :D

Così non occupo spazio per chi non è interessato!

 

Pss. Come avrete notato il capitolo non è betato… scusate!

 

Un bacione

A presto

Jessy.

 

 

 

 

 

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Capitolo 33
*** #26 part II: Just closed your eyes and sing for me… ***


bananissima

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

#26 part II:  Just closed your eyes and sing for me…

 

 

 

(Kurt/Ephaba)

Kiss Me too fiercely,
Hold me too tight,
I need help believing
You're with me tonight
My wildest dreamings could not foresee
Lying beside you with
You wanting me….

(As Long As You’re Mine – Wicked)

 

Kurt era bello sotto ogni punto di vista, ma quando le luci dei faretti illuminavano la sua pelle chiarissima, sembrava risplendere.

Sembrava nato per stare sul palcoscenico.

Blaine si sentiva un idiota, mentre lo guardava, appoggiato alle scalette. La scena era sua, e il solista era convinto che nessuno, nemmeno Rachel Berry, avrebbe mai potuto rubargliela.

Dal punto in cui era, Blaine poteva solo vedere il controtenore di spalle, ma immaginava la luce che brillava nei suoi occhi, quella che sua mamma aveva definito una scintilla che ardeva.

Tutti i suoi sogni, le sue speranze,  erano concentrati in quel momento.

Anderson sorrise dolcemente, prendendo un respiro profondo mentre Kurt iniziava il ritornello.

Sarebbe toccato a lui, dopo, e in un certo senso gli dispiaceva sporcare quella canzone con la sua voce maschile. Kurt la stava interpretando così magnificamente che lo avrebbe lasciato proseguire tutta la sera, ascoltandolo tenendo gli occhi chiusi.

 

And just for this moment!
As long as you're mine!
I've lost all resistance…
And crossed some borderline!
And if it turns out, it's over too fast..
I'll make every last moment last!
As long as you're mine…

 

 

Burt Hummel si era sempre sentito fiero di suo figlio, e anche se la vita lo aveva spesso portato a dubitare di lui, non ci era mai riuscito.

Si era sentito un pessimo padre, qualche volta, e aveva sempre incolpato se stesso.  Mai Kurt.

Non avrebbe mai incolpato di nulla al figlio perché in lui vedeva un ragazzo ingenuo e buono, troppo orgoglioso per piegare la testa o fingere di essere qualcun altro….

E ne era fiero….

Vederlo cantare, però, cambiava tutto. Non era più il suo bambino, lo stesso che correva da lui con le ginocchia sbucciate dicendo che era caduto a scuola, quando invece Burt sapeva che lo avevano spinto perché era troppo diverso e speciale.

Quando cantava era lui quello che con la sua voce dava conforto al padre, dimostrando al mondo quanto valesse.

Per questo, senza farsi vedere, portò una mano al viso asciugandosi una lieve lacrima che si era formata al lato dell’occhio, stringendo di più la presa attorno alle spalle di Carole.

Kurt non era più un bambino, e presto glielo avrebbe dimostrato lasciando per sempre l’Ohio per inseguire i suoi sogni…. E Burt si chiese come avrebbe potuto sentirsi più fiero di così.

 

(Fiyero/Blaine)
Maybe I'm brainless…
Maybe I'm wise.
But you've got me seeing…
Through different eyes.
Somehow I've fallen…
Under your spell.
And somehow I'm feeling It's up that I fell!

 

Blaine era bellissimo.

Kurt riusciva a pensare solo a questo, mentre lo guardava avvicinarsi e raggiungerlo sul palco, cantando il suo verso con quella sua voce profonda ma al tempo stesso dolce.

Ok, i capelli erano ingellati e la cosa lo infastidiva moltissimo, ma con quei pantaloni neri stretti, la camicia bianca a maniche corte lievemente aperta sul petto e il papillon rosso, stava davvero bene. Nella sua semplicità era perfetto.

Così tanto che Kurt non fu in grado di contenersi, e gli prese la mano poco prima di iniziare il loro pezzo insieme. Non gli importava dei vecchietti che li avrebbero potuti guardare scandalizzati, o delle madri che avrebbero portato via i loro figli per non farli assistere a una cosa così da ‘finocchi’, ma quella era ufficialmente la loro canzone.

E la voleva cantare tenendolo vicino a se, sentendo il calore della sua pelle e guardando la luce dei fari disegnare mille stelle nei suoi occhi dorati.


(Both)
Every moment, as long as you're mine…
I'll wake up my body and
Make up for lost time…
Fiyero:
Say there's no future for us as a pair
Both:
And though, I may know, I don't care!

 

Finn era così preso dall’interpretazione dei due ragazzi che non si accorse che Rachel l’aveva affiancato silenziosamente.

Saltò in aria quando si rese conto che lei era lì, a un metro e mezzo da lui, con lo sguardo serio e fisso sul palco. Si guardò furtivamente attorno, cercando una potenziale via di fuga che potesse salvarlo da ore e ore di lamentele.

Perché lui, anche se tutti lo ritenevano un cretino, sapeva benissimo da dove Kurt aveva preso quella canzone. Non ci voleva un genio visto che il vinile di Wicked girava tutto il giorno tutti i giorni in camera del fratellastro, alternandosi a quello di Victor/Victoria e Gipsy.

E sapeva che ora Rachel avrebbe detto quelle tre paroline che lui odiava ovvero ‘Io sono Elphaba!’ seguita o preceduta da un ‘Come osa?’. Ora che ci pensava su, Finn si rese conto che la frase ‘Io sono’ ricorreva spesso nel vocabolario della ragazza, e alternava Ephaba a Julie Andrews a Barbra Streisand molto spesso, specie nell’ultimo anno.

Doveva fuggire lontano, quindi….

L’Alaska non sembrava male, una volta abituato al freddo e agli orsi polari. Magari poteva prendere nota da un episodio di Bear Grills che aveva visto di recente sulla tivù via cavo, dove mostrava tutti gli utilizzi del grasso di foca…

Peccato che non riuscì a muovere un muscolo che lei subito lo prese per un braccio, guardandolo negli occhi “Io…. Io credevo che…

La tristezza che lesse nelle iridi scure di Miss Berry lo confuse. Buttò lievemente in fuori il labbro “Puoi sempre cantarla al Glee…. Non fare quella faccia”

“Ma non capisci?”

Lui la guardò sempre senza capire “Capire cosa?”

“Questa canzone io ho sempre sperato di poterla cantare con te….”

Il ragazzo rimase spiazzato e per un istante pensò addirittura di mandare tutto al diavolo, dirle che si era lasciato con Quinn e baciarla….

Perché faceva così?

Ma ci ripensò, tornando a guardare Kurt e Blaine, con la stessa tristezza di Rachel negli occhi.

Ah, le donne


Just for this moment, as long as you're mine
I'll be how you want to and see how bright we shine
Borrow the moonlight until it is through,
And know I'll be here holding you
As Long As You're Mine…

 

Le loro mani erano ancora unite, così come i loro occhi, le loro menti e le loro voci.

Kurt non si era accorto di nulla, ma la folla, le persone…. Erano tutti spariti e lui e Blaine si erano ritrovati da soli.

Per lui esisteva solo il suo ragazzo, però a pensarci bene era stato così negli ultimi due mesi. Era davvero innamorato a tal punto? Probabilmente si….

Quando la canzone finì si ritrovarono col fiatone, ancora intenti a guardarsi negli occhi.

Gli applausi furono sporadici, visto che come avevano previsto, in molti non avevano apprezzato la performance di quel classico di Broadway in chiave omosessuale, ma coloro che applaudirono lo fecero entusiasti.

Soprattutto l’ala del Glee.

Fecero qualche inchino prima di salutare con una mano e scendere dal palco.

Blaine non si diede nemmeno il tempo di scendere l’ultimo gradino, che afferrò Kurt per un braccio, attirandolo a se “What is it?” chiese con voce impostata, facendo corrugare le sopracciglia al suo ragazzo.

Hummel ci mise pochissimo a capire dove Blaine volesse arrivare, così con un sorrisetto portò le braccia attorno al suo collo, guardandolo negli occhi “It’s just for the first time…. I feel…” avvicinò le labbra sulle sue, sussurrando piano l’ultima parola prima di baciarlo “Wicked…”*

 

 

Thad si portò il plettro fra le labbra, afferrando poi il cavo del jack per inserirlo nella chitarra.

Il concerto stava per terminare, mancavano giusto Kirk e Jeff, il quale stava per esibirsi in quel momento.

Thad aveva particolarmente apprezzato quella canzone. Non era mai stato un malato per gli Yellowcard, anzi, li aveva sempre ritenuti la classica band pop-rock un po’ banale….

Beh, si era sbagliato.

Sterling prese posto al microfono, scambiando uno sguardo con Blaine e Nick, posto dietro di lui. Duvall alla fine aveva ottenuto il suo momento di gloria: stringeva tra le mani un tamburello con tanto di sonaglini, sorridendo alla folla. Anderson, dal canto suo, accordava rapidamente il suo violino, terminando giusto in tempo per prestare orecchio al biondino.

S-salve a tutti, grazie per essere ac-corsi così numerosi” disse un po’ insicuro (decisamente la sua era una delle ‘magliette’ più azzeccate di tutte), schiarendosi la voce direttamente nel microfono e regalando alla folla suoni gutturali tanto particolari quando sgradevoli “Quando mi è stata data la possibilità di cantare qui, per voi, stasera, mi sono chiesto cosa portare per diversi giorni….” Iniziò a spiegare con un tono vagamente infantile che fece sorridere Duvall “E alla fine ho scelto questa canzone perché dice esattamente quello che ogni persona vorrebbe sentirsi dire in un momento di sconforto…” si mordicchiò il labbro “O almeno, è quello che io volevo sentirmi dire….” Si voltò di tre quarti verso Thad che reggeva la chitarra e poi verso Josh, stringendo le mani sulla tastiera del basso facendo cenno di iniziare a suonare.

Josh battè il tempo con le bacchette e subito il fratello strinse tra le mani in microfono, chiudendo gli occhi e iniziando a cantare da prima insicuro, poi sempre più deciso….

 

Look at me
And listen close
So I can tell you how I feel before I go
Just a year
It's not much time
For me to show you I am proud that you are mine

I wish I had known the future in my heart
Was just about to start

Save tomorrow
I can't follow you there
Just close your eyes and sing for me
I will hear you
Always near you
And I'll give you the words just sing for me

Every lock
On every door
I put them there to try and hide you from the world
And you kicked
Yeah, you screamed
You never understood, you're everything to me

I just hope you know, the future in your heart
Is just about to start

Save tomorrow
I can't follow you there
Just close your eyes and sing for me
I will hear you
Always near you
And I'll give you the words just sing for me

No looking back when I am gone (sing for me)
Follow your heart it's never wrong (sing for me)
No looking back when I am gone (sing for me)
Don't second guess the note you're on

Out of time
All out of fight
You are the only thing in life that I got right

Save tomorrow
I cant follow you there
Just close your eyes and sing for me
I will hear you
Always near you
And I'll give you the words just sing for me

Woah-oh-oh-oh, Woah-oh-oh-oh
Just close your eyes and sing for me (sing for me)
Woah-oh-oh-oh, Woah-oh-oh-oh
Just close your eyes and sing for me

(Grazie a rock_punk2001 per questo testo)

Look at me
And listen close
So I can tell you how I feel before I go
Just a year
It's not much time
For me to show you I am proud that you are mine…

(Sing for Me – Yellowcard)

 

Un anno….

A Jeff scappò un sorrisetto malinconico visto che non aveva avuto altro che una manciata di mesi per stare con Flint. Una parte del suo cervello, quella più razionale e che stranamente aveva la voce di Nick, gli diceva che era stato meglio così, ovvero scoprire subito quanto stronzo fosse Wilson prima di perdere eccessivamente la testa per lui, mentre l’altro emisfero gli urlava a squarciagola che ormai non c’era più niente da fare….

Si era scoperto gay da poco, eppure non aveva paura di dire a tutti quanto fiero fosse nel sapere che Flint era suo….


I wish I had known the future in my heart
Was just about to start.

Le dita di Thad si posizionarono precisamente sulle corde, creando l’accordo in modo impeccabile.

Lui si era sempre ritenuto una sorta di ‘martire dell’amore’, visto che sembrava regalare il suo cuore sempre alle persone sbagliate.

Allyson non era stata la prima, e sicuramente non sarebbe stata nemmeno l’ultima.

Kurt era stato un bel sogno, ma irrealizzabile…

“Finché ho la mia auto e lo Xanax a portata di mano c’è speranza” sussurrò piano in tono acido, prima di mettersi di fronte al microfono e cantare il coro sotto alla voce di Jeff.


Save tomorrow
I can't follow you there
Just close your eyes and sing for me
I will hear you
Always near you
And I'll give you the words just sing for me

 

Si sentiva soffocare.

Flint si portò una mano al colletto della maglietta tentando in vano di allentarlo mentre camminava tra la folla.

Si sentiva schiacciato da tutta quella situazione, da quella maledettissima canzone, dall’interpretazione del suo ex e soprattutto dalla fiera consapevolezza che una parte di lui voleva davvero dirgli quelle parole.

Tanto quanto il biondo voleva sentirle.

Non si rese nemmeno conto che aveva preso a correre tra la folla, urtando di tanto in tanto qualcuno senza nemmeno accorgersene….

Every lock
On every door
I put them there to try and hide you from the world
And you kicked
Yeah, you screamed
You never understood, you're everything to me

Scivolò velocemente tra quella barriera umana fin verso il limitare del boschetto che conduceva al lago, sentendo il sudore freddo colargli lungo la schiena e sulla fronte.

Voleva sparire.

Quella canzone aveva come risvegliato la  costrizione che lo teneva incatenato ad un incubo.

Era così intento a darsela a gambe che non aveva nemmeno notato che qualcuno lo aveva visto, con la coda dell’occhio, allontanarsi con così tanta premura.

Kurt si scostò dal padre senza farsi vedere, lanciando un ultimo sguardo verso Blaine che ancora stava suonando prima di seguire Wilson….


I just hope you know, the future in your heart
Is just about to start
Save tomorrow
I can't follow you there
Just close your eyes and sing for me
I will hear you
Always near you
And I'll give you the words just sing for me

Non è che ad Hummel facesse impazzire l’idea di camminare per quel sentierino buio, ma quando si accorse che esso non faceva altro che farlo girare intorno smise di preoccuparsi.

Il palco era lì, oltre gli alberi, sentiva la canzone perfettamente  come se fosse ancora la davanti, segno che allora Flint non aveva davvero intenzione di allontanarsi….

Kurt si chiese se quel desidero di sentire fino all’ultima strofa fosse masochismo o qualcosa di diverso e più straziante ancora.

Si mise a riflettere attentamente sulla questione mentre si guardava attorno, continuando a camminare per il sentiero, cercando Wilson.

Se lui si fosse trovato al suo posto, costretto a lasciare Blaine, non credeva che avrebbe avuto nemmeno la forza di smettere di piangere.

Sarebbe morto disidratato come un coglione, perché il sentimento che lo legava al suo ragazzo era così forte da rendere doloroso solo il pensiero di lasciarlo.

Qualcosa non tornava, quindi.

Era convinto di guardare Blaine allo stesso modo in cui Flint guardava Jeff.

Allora cosa diavolo poteva essere cambiato?

Stava già collegando i pezzi del puzzle da solo, ma l’indizio principale glielo diede Flint non appena riuscì a trovarlo.


No looking back when I am gone (Thad: sing for me)
Follow your heart it's never wrong (sing for me)
No looking back when I am gone (sing for me)
Don't second guess the note you're on

Secondo una massima di Wes, ognuno doveva avere al mondo una persona per cui valesse la pena di cantare.

Non tanto per dedicare una spocchiosa canzoncina fatta di parole trite e ritrite alla fidanzata, ma perché dietro all’atto stesso di cantare doveva esserci un qualcosa di non bene identificato, un sentimento recondito, intimo e personale.

Non importava che fosse per l’amato/a, per la nonna, la mamma, la zia o il gatto…. Secondo Wes contava soprattutto come faceva stare la persona che doveva cantare la canzone, perché solo così si poteva trasmettere al massimo le proprie emozioni.

Per quello Jeff, fatto tesoro di quella massima, aveva scelto quel particolare testo.

Lui non voleva far sentire Flint in colpa, non gli interessava farlo stare male.

Lui voleva solo fargli capire che, in un modo o nell’altro, non ce l’avrebbe mai avuta con lui e che la fiamma che si era accesa quando si erano dichiarati ufficialmente quella sera di natale non sarebbe stata spenta dalla lontananza.

Non così facilmente, per lo meno.

Per questo Jeff sorrideva, mentre cantava.

Non era persona da portare rancore, certo, ma quel suo modo di reagire era…

Ammirevole.

Thad lo riteneva davvero ammirevole.

Al mondo esistevano davvero persone così buone?

Evidentemente si….


Out of time
All out of fight
You are the only thing in life that I got right

 

Nemmeno Flint voleva crederci.

Jeff doveva odiarlo, prenderlo a parolacce e schiaffi se lo riteneva opportuno…. Non dimostrarsi sempre così buono.

Non era giusto.

Quando Kurt si mise a sedere accanto a lui su un vecchio tronco caduto, il morettino sussultò per la sorpresa asciugandosi velocemente gli occhi.

Perché lui non piangeva mai….

Non doveva piangere visto che era solo colpa sua….

Rivolse uno sguardo distaccato ad Hummel prima di sospirare e puntare gli occhi su un sasso, tra le sue scarpe.

“Prima che tu dica qualsiasi cosa…” disse in un sussurro Wilson “Sappi solo che non mi devo giustificare ne con te ne con nessun altro…

Kurt sorrise amaramente “No infatti, devi solo far pace con te stesso e la tua coscienza…. Non contano gli altri..”


Save tomorrow
I cant follow you there
Just close your eyes and sing for me
I will hear you
Always near you
And I'll give you the words just sing for me

 

“Io sono a posto con la mia coscienza…

“Ne sei certo?”

“Certissimo, Hummel…

Kurt lo guardò con la coda dell’occhio prima di sospirare “Potresti pentirtene…. Quindi fai attenzione a non andartene prima di aver risolto le cose più importanti….”

 

 Woah-oh-oh-oh, Woah-oh-oh-oh
Just close your eyes and sing for me (sing for me)
Woah-oh-oh-oh, Woah-oh-oh-oh
Just close your eyes and sing for me …

 

Flint portò gli occhi chiari in quelli dell’amico, leggendoci una sincera apprensione. Sorrise tristemente.

“Non c’è altro da risolvere…. Ormai tutti i giochi sono chiusi, Kurt”

 

 


Thad non aveva proprio nulla contro i signori Roser.

O meglio, non li odiava più di quanto odiasse suo padre.

“Thad è uno dei migliori del suo corso” il signor Harwood appoggiò una mano sulla spalla del figlio, guardandolo fiero “Il prossimo anno si iscriverà a giurisprudenza…

“Davvero?” chiese stupito il signor Roser “Complimenti al signorino, allora! Mi ricordo di lui quando appena sapeva gattonare” l’uomo ridacchiò bonario mentre Thad continuava a sorridere irritato, torcendo la bocca in una smorfia quasi inquietante “Pensavo  che però seguisse le sue orme, Vice Senatore Harwood.”

“Oh no, Thad non è affatto tagliato per la politica” rispose sbrigativo, muovendo una mano davanti al viso come per scacciare una mosca.

“Per il canto invece ha molto talento” disse compiaciuta la signora Roser, notando che lo sguardo il ragazzo si era illuminato nel sentirsi riferire un tale complimento “Senza contare che suoni molto bene. Non hai mai pensato di portare avanti qualcosa che possa mettere in risalto questi talenti? Mia figlia è la direttrice di un’accademia musicale che…

“Assolutamente no” sbottò sbrigativo il signor Harwood, stringendo la presa sulla spalla del figlio che sospirò senza però dar a vedere la delusione “Mio figlio è molto intelligente e, senza offesa, sarebbe sprecato. Lui diventerà un grande avvocato e potrà tenere questo suo…. Talento…. Per i karaoke del venerdì sera.”

Daisy Roser lo guardò scocciata, come se avesse appena offeso non solo sua figlia e il suo mestiere ma anche lei stessa. E nel peggiore dei modi.

Fu il marito a recuperare la situazione, più interessato all’amicizia del politico che alla moglie “E ha già pensato in che università mandarlo?”

“Ovviamente” disse Harwood “Thad ha insistito moltissimo per andare in uno stato che gli disse più stimoli per diventare indipendente. Così ha fatto domanda per la Columbia University di New York.**”

“New York?” domandò interessato Ted Roser “Ottima scelta….”

“Abbiamo un bel appartamento nel Upper East Side” spiegò tranquillo il signor Harwood, togliendo la mano dalla spalla del figlio che subito si scostò “E un suo compagno scuola andrà con lui….Da quando ne so studierà medicina alla Langone University

“Sono sicuro che il signorino Harwood otterrà dei risultati eccellenti” disse sorridente il signor Roser prima di stringere la mano al vice Senatore dell’Ohio e allontanarsi velocemente con la moglie, prima che potesse fare altri danni.

“Hai finito di mostrarmi in giro come se fossi un trofeo?” domandò irritato il ragazzo “Devo salire sul palco per la chiusura.”

Seguimi solo un istante” gli rispose il padre “Voglio presentarti il nuovo Segretario di Stato. È un pezzo grosso a Washington.”

Thad sospirò sconsolato, seguendolo verso un banchetto di degustazioni di vini dove, stranamente, c’era anche Kirk e suo padre.

Il signor Harwood salutò educatamente anche loro, mentre Thad sbuffava contrariato.

Stava per darsela a gambe mentre suo padre raccontava del ultimo viaggio a Acapulco, quando vide Blaine passargli affianco abbastanza indaffarato.

Senza Kurt, tra l’altro.

Forse lo stava cercando, visto il modo in cui si sporgeva sulle punta per vedere oltre la folla…

Si scambiarono un occhiata inespressiva, poi a Thad sfuggì un sorrisetto sarcastico che nemmeno lui sapeva spiegarsi. Semplicemente gli diede le spalle tornando a sentire i discorsi insensati di suo padre, mentre Anderson fissava la sua schiena.

Cosa voleva intendere con un sorrisetto?

Stava quasi per andare a chiederglielo ma gli serviva Wes.

Si era preso una pausa dal mixer, ma dovevano assolutamente chiudere la serata e nessuno lo trovava.

Nick aveva fatto due più due quando aveva notato che anche Lily, la ragazza del asiatico, sembrava essere evaporata.

Così era partita la ricerca, per il momento senza esito positivo.

Blaine sospirò, riprendendo a girare tra la folla, fino a che non vide una testa famigliare, piena di soffici ricci castano scuro.

Chad.

Si diresse verso di lui, ma appena il fratellino lo vide gli fece segno di tornare indietro.

Il motivo era semplice….

In piedi, accanto a sua madre, con lo sguardo più cattivo e incazzato (si, perché era molto più arrabbiato del solito) che gli avesse mai visto in viso stava Richard Anderson.

Blaine sbiancò di botto, memore della sua performance con Kurt, e decise di seguire il consiglio del fratello, non facendosi vedere.

Si metteva male…

 

Kirk salutò la folla che lo applaudiva con un cenno della mano, prima di sedersi davanti alla grande tastiera metallizzata, sistemata sul palco.

Thad, Jeff, Blaine e Josh lo seguirono, sistemandosi ai loro strumenti mentre anche Wes alzava un pollice verso il biondone, facendogli segno che era pronto.

Mentre anche Ethan  lo raggiungeva con passo un po’ insicuro, sistemandosi al microfono accanto a lui, Kirk prese il microfono “Ancora buona sera a tutti e grazie per essere intervenuti così numerosi” disse ostentando sicurezza, mentre il suo cuore martellava nel petto per l’emozione “Questa è la nostra ultima canzone, prima di lasciarvi al Dj Set. Per molti di noi questa è l’ultima volta che potremo esibirci pubblicamente col nome di Warblers, e speriamo quindi di avevi lasciato qualcosa stasera. Buon proseguimento di serata a tutti!” Thad iniziò a fare dei giri di chitarra a caso, mentre Josh preso dalla foga batteva una rullata alla batteria “Noi siamo i ragazzi della Dalton Private High School, e questa è What a Catch Donnie dei FOB, scelta perché tutti quanti nella vita cercano qualcosa…. E spesso non sanno nemmeno loro cosa precisamente.”

Thad smise di suonare la chitarra e sul palco calò il silenzio mentre le luci si abbassavano. Kirk sistemò il microfono sull’asta e poi, istintivamente, alzò un istante gli occhi al cielo, prima di iniziare a cantare e suonare…

‘Questa è per te, Tom…

 

(Patrick Stump- Kirk)

I've got troubled thoughts and the self esteem to match,
What a catch? What a catch?

Whoa-oh

You'll never catch us, so just let me be
I said I'll be fine ‘till the hospital

Or American embassy…

(What a Catch Donnie – Fall Out Boy)

 

Kirk aveva dei sogni ricorrenti.

Non erano incubi, erano solamente sogni che però parevano perseguitarlo.

Sognava spesso di trovarsi dentro ad una grande stanza ovale, dal soffitto dorato. Non riusciva mai a cogliere la sua grandezza perché gli sembrava che, ogni qualvolta si spostava anche di pochissimo, la sua percezione cambiasse insieme alla prospettiva.

C’erano solamente due porte, in fondo al lato lungo della stanza, poste una accanto all’altra e su entrambe troneggiava il numero uno, quasi a sfregio.

Come ad indicargli che, infondo, non aveva scelta.

Sapeva che dietro una di quelle porta avrebbe trovato quello che cercava, ma sceglieva sempre quella sbagliata e si ritrovava nella sua stanza, con tutti i suoi giocattoli….

Lo specchio gli rimandava il riflesso di un bambino di circa otto anni, biondissimo, che voleva dormire sul letto  a castello, nella parte più alta, per dimostrare al fratello che ormai anche lui era grande.

E il sogno finiva sempre con lui che provava a salire sulle scale di ferro ma nessuno lo aiutava, e gli sembrava quasi di scalare l’Everest tanto era alto quel dannato letto.

Ethan gli aveva dato tante interpretazioni, ma alla fine aveva tirato da se le somme….

 

(Patrick Stump- Kirk & Ethan)
Miss Flack said I still want you back ( Kirk: Yeah)

Miss flack said I still want you back…

I've got troubled thoughts and the self esteem to match.
What a catch? What a catch?
And all I can think of is the way I'm the one who charmed.
The one who gave up on you, who gave up on you.

 

Lui non poteva salire la sommità per non voleva superata Thomas.

Poteva farlo, forse, ma non voleva.

Visto che suo fratello se n’era andato quando era ancora un bambino, in lui era perdurata quella soggezione e quell’adorazione che ogni fratello minore ha per il maggiore.

Quello che cercava Kirk non era di certo  di sembrare più bravo o simpatico del fratello, ma solo un modo per mantenere intatti i suoi ricordi…

 Voltò appena il capo, guardando verso Ethan che cantava ad occhi chiusi stringendo così tanto il microfono da veder le nocche sbiancare.

Kirk per un istante si chiese se Ethan stava ancora cercando se stesso….

Anche se era convinto che infondo Moore sapesse fin troppo bene chi era, solo aveva ancora paura di scoprirsi del tutto.

Cercava coraggio, quindi?

 

(Tutti gli alti)

Na na nanana na na nanana
Na na nanana na na
(Kirk) What a catch, what a catch, what a catch, what a catch

Gli altri Warblers salirono sul palco, cantando i cori.

David e Nick presero posto al microfono con Jeff mentre Flint si diresse ad ampi passi insieme a Richard da Thad.

Blaine si avvicinò ad Et che gli passò il microfono per cantare il suo pezzo solista, guardando tra la folla verso il punto da cui sapeva che Kurt lo stava guardando.

Lui non aveva più niente da cercare, visto che si sentiva come se avesse già trovato tutto quello di cui aveva bisogno.

 

(Costello- Blaine)

I will never end up like him
Behind my back I already am
Keep a calender
This way you will always know

Kirk scambiò uno sguardo furbesco con Anderson,che alzò gli occhi al cielo lasciandosi però sfuggire un sorrisetto.

I giorni in cui voleva usurparli il ruolo da solista sembravano così lontani, persi nei ricordi,da sembrare quasi irreali.

Non che Kirk si sentisse più maturo o competitivo di qualche mese prima, solo che ormai era proiettato verso il futuro dove non avrebbe mai fatto la differenza essere o meno il solista di un Glee Club studentesco, e che le amicizie che si era costruito sarebbero durate più a lungo della memoria di qualsiasi trofeo vinto, brillando molto di più perché esse non si sarebbero mai potute impolverare stazionando su una vecchia mensola, ma sarebbero rimaste racchiuse nel loro cuore per sempre.

Ok, sembrava esagerato visto che tra i due non c’era mai stata una vera e propria amicizia, ma visto che un anno scolastico così turbolento non si vedeva da decenni nei Warblers, avevano condiviso abbastanza cose da ricordare loro comunque qualcosa.

 

(Patrick Stump- Kirk & Ethan )

I've got troubled thoughts and the self esteem to match
What a catch, what a catch,
And all I can think of is the way
I'm the one who charmed
The one who gave up on you
Who gave up on you

Ethan si stava sciogliendo.

Sorrise intonando il ritornello, iniziando a fare vocalizzi sempre più alti e senza accorgersi che Kirk aveva smesso di fare gli acuti, lasciando a lui la scena.

Il biondone gli lanciò un’occhiatina con la coda dell’occhio, cantando il ritornello e muovendo velocemente le dita sulla tastiera della canzone.

Tutti cercavano qualcosa….

E prima o poi tutti l’avrebbero trovata….

 

(Jeff Sterling- Gabe Saporta)

Where is your boy tonight
I hope he is a gentleman maybe he wont find out what I know

 

Il biondo sorrise ironicamente.

Si chiese per un istante se mai si sarebbe innamorato di un ragazzo, o se forse era solo Flint a fare la differenza e sarebbe quindi tornato alle donne.

Non lo sapeva e soprattutto non gli interessava in quel momento.

La sola cosa che voleva era tornare a specchiarsi negli occhi di Wilson esattamente come faceva prima, assaporando le sue labbra e stringendo la sua mano fra le sue…

 

(  Wes Montgomery -Trevis McCoy.)
We're going down, down in an earlier round
And sugar, we're going down swinging

 

Wes non aveva paura del futuro.

Tenendo in mano il microfono si voltò di tre quarti sullo sgabello, verso quello accanto a lui dove una bella ragazza con lunghi capelli rossi freschi di tinta lo guardava sorridendo dolcemente, tenendo il suo blazer appoggiato al ventre.

Sapeva che l’università lo avrebbe condotto lontano da Lily e dalla sua famiglia, ma in cuor suo sapeva che avrebbe potuto sopportare tutto, aggrappandosi solamente alle sue certezze.

 

(Thad Harwood- Brendon Urie)
Dance dance we're falling apart to half time,
Dance dance these are the lives you love to lead

 

Equilibrio.

Ecco cosa cercava Thad.

Qualunque cosa lo aiutasse a tenere duro era ben accetta, e per trovare un giusto equilibro sapeva che doveva sistemare tutte le sue faccende in sospeso per poi ricominciare a New York.

Non poteva amare nessuno prima di riuscire ad accettare se stesso, i suoi problemi e i suoi limiti.

Voleva chiarire con Kurt e, perché no, anche con Blaine.

E, soprattutto, sapeva che doveva crescere. Sperò che tutti questi processi mentali non fossero dovuti da quei nuovi psicofarmaci che gli avevano affibbiato da poco e, con un sorrisetto, si appoggiò con la schiena al fianco di Nick, suonando la chitarra e urlando nel microfono, liberandosi di un’ulteriore peso.

 

(David Thompson- Doug Does)
This aint a scene it's a goddamned arms race,
This aint a scene it's a goddamned arms race

 

La vita era una sfida e David lo sapeva bene.

Avrebbe combattuto con tutto se stesso per ottenere tutto ciò che gli serviva per sentirsi realizzato: un buon lavoro come i suoi si auguravano, una posizione niente male nella società ….

Magari una famiglia.

 

(Nick Duvall- Alex DeLeon)
One more night and one more time,
Thanks for the memories even though they weren't so great

 

Nick non sorrideva così tanto da mesi.

Al contrario del pezzo che stava cantando doveva dire che quella notte era stata a dir poco meravigliosa.

E forse era tutto grazie a quel destino che solitamente era così malevolo con lui, ma che per una volta lo aveva graziato.

Kenzie era tornata da lui, ancora stentava a crederci….

 

(Flint Wilson –William Beckett)

Growing up, growing up

Cos’altro poteva cercare Flint Wilson se non un modo pratico e comodo per crescere?

Il fatto che la sua vita andasse a rotoli non era una motivazione sufficiente per comportarsi da immaturo…. Lo sapeva.

Ma non aveva scelta.

Voleva solamente una maledetta soluzione, una qualsiasi, che gli permettesse di restare….

Ma non esisteva.

 

(James Kirk-Patrick Stamp)

I've got troubled thoughts and
The Self esteem to match
What a catch?
What a catch?***

 

Kirk suonò le ultime note prima di appoggiarsi le mani sulle cosce, prendendosi tutti gli applausi che meritava.

Si alzò facendo un veloce inchino mentre Wes augurava al pubblico la buona notte da parte di tutti ed introduceva un ragazzo dall’aria un po’ selvaggia a causa della miriade di rasta che aveva in testa.

Il biondone lo guardò schifato, abbracciando le spalle di Ethan e dicendogli, senza curarsi della vicinanza al microfono “Secondo te ha le pulci quello la?”

I successivi cinque minuti servirono a Montgomery per calmare il suddetto ‘barbone’, dopo aver permesso a Moore di trascinare via l’amico evitandogli un cazzotto sui denti perfetti.

 

La serata si era quindi conclusa.

Jeff raccattò i suoi fratelli in giro per tutta la fiera e trovò sua madre e suo padre intenti a parlare con i genitori di Ethan.

Si buttò tra le braccia della madre, sospirando soddisfatto nel sentirla accarezzargli dolcemente i capelli mentre gli sussurrava quanto bravo fosse stato e quanto fiera si fosse sentita.

La cosa lo rincuorò, ma non a sufficienza.

Voleva solo andare a casa, vedere Flint parlare con Richard nel gazebo, così vicini da respirarsi praticamente in faccia, lo aveva stancato.

Voleva dormire fino alla domenica sera no stop.

Quello che non sapeva, però, era che Flint se n’era andato da un pezzo con sua madre, praticamente appena sceso dal palco dopo aver scambiato quelle due sporadiche parole con Rich.

E non era tutto.

Anche altri sembravano essersi volatilizzati, persino Thad col quale Blaine non vedeva l’ora di scambiare due paroline.

“Secondo me dovresti lasciare perdere” Kurt lo guardò tenendo le braccia incrociate e ciondolando appena sul posto “Insomma, non ha fatto nulla di male infondo, ha solo…

“Cantato una canzone dove diceva di struggersi d’amore per te?” domando con una velata ironia Blaine “Ah si, hai ragione…. Niente di che….”

Hummel roteò gli occhi azzurri “E cosa speri di ottenere da Thad? Negherà fino alla morte e ti prenderà in giro in modi e maniere che tu nemmeno capiresti…

“Mi stai dando dello stupido?” chiese accigliato il moro.

“No, ma ti stai comportando come tale…. Per favore finiscila…” Kurt si avvicinò appoggiandogli una mano sulla spalla “Ti prego fallo per me…. Non mi fa piacere veder litigare due persone a cui tengo.”

Anderson sospirò abbozzando un sorrisetto e annuendo lievemente.

Dopotutto poteva sempre cercare Harwood alla Dalton, ben lontano da qualsiasi persona che potesse riferirlo a Kurt.

Thad non sarebbe andato a fare la vittima da Hummel, aveva un sacco di difetti ma non era quello il suo stile. Era più facile che Blaine si starebbe ritrovato a terra, dopo che il caro Harwood avrebbe preso la sofferta decisione di sacrificare uno dei vasi della Dalton per spaccarglielo sulla testa, per testare se usasse il gel per costruire barriere antisismiche per i suoi capelli.

Poteva però rimandare quel pensiero al giorno successivo….

“Ora hai progetti?” domandò il solista con un sorrisetto “Magari potresti fermarti alla Dalton stanotte, ti farei un sacco di coccole….”

Kurt avvampò scostandosi dal suo ragazzo e togliendo la mano dalla sua spalla, portandosela in tasca “I-io non so…. Dovrei chiedere….”

“Blaine!”

Il solista sussultò, sbiancando.

Istintivamente, senza pensare, si portò accanto a Kurt che fino a pochi istanti prima era davanti a lui, e si voltò verso suo padre – la persona che lo aveva chiamato- sentendosi il sangue defluire lentamente al cervello e battergli nel cranio.

Si metteva malissimo.

Kurt non si aspettava di conoscere così il padre di Blaine…. O per lo meno sperava in qualcosa di meno violento.

L’uomo in fatti si era fermato davanti a loro guardandoli in modo a dir poco ostile, lasciando che gli occhi azzurri si fissassero in quelli del figlio per poi fermarsi quasi schifati su Kurt.

“E questo chi diavolo è?!” domandò quasi gridando, indicando Kurt.

Blaine deglutì lentamente, iniziando a vagliare ogni possibile ipotesi.

Suo padre non poteva mettergli le mani addosso, o farlo a Kurt, in mezzo alla gente. Persino lui aveva dei limiti in quel senso.

Certo, una volta arrivato a casa ( se mai avesse deciso di tornarci) non era sicuro di sopravvivere alla sfuriata, ma valeva la pena di provare la via della totale onestà.

Ormai era in ballo a prescindere, visto che di certo suo padre li aveva visti cantare mano nella mano “Lui è Kurt…” disse solamente, con un sussurrò basso, mentre pregava che il padre non avesse memorizzato il suo nome, quella sera che a tavola lo aveva avvertito di avere un ragazzo.

Visto il modo sinistro in cui la vena sulla fronte dell’uomo pulsava, Blaine ne dedusse che invece lo ricordava bene…

“Sei vergognoso” disse solamente, scuotendo lentamente il capo e piegando le labbra in una virgola di puro disgusto “E questo qui che ti sei trovato…. È anche peggio. Siete a dir poco indecenti, nauseanti e…

“Che cosa cazzo hai detto?! Come hai osato definire mio figlio?!”

Kurt voltò il capo verso la sua sinistra, sgranando gli occhi alla vista di suo padre, livido di rabbia, mentre questo fissava il signor Anderson in modo ostile, pronto a fare il via ad una rissa.

“Ah, lei è il padre?” domandò Richard, facendo un passo verso di lui “Bene allora, se lo riprenda e lo chiuda in casa! Io non voglio che frequenti mio figlio!”

Il cuore di Kurt mancò di un battito mentre si aggrappava al retro della maglietta di Blaine. Era così preso dalla situazione che non si era nemmeno reso conto che il suo ragazzo gli si era messo davanti, quasi a volerlo schermare dal padre.

“E la ragione quale sarebbe?!” domandò rabbioso Burt, iniziando a perdere le staffe.

“Non voglio che mio figlio frequenti un finocchio!” il signor Anderson puntò il dito contro il petto di Hummel che si dovette davvero trattenere dal prenderlo a schiaffi pubblicamente “Non ho alcuna intenzione di tollerare una cosa del genere!” gridò accusando il figlio di qualcosa di vagamente paragonabile ad un genocidio, nella sua testa.

“Le conviene smetterla di parlare a mio figlio in chiave tanto negativa, prima che davvero mi salga la bile!” Kurt guardò suo padre, tremava dalla rabbia….

“Papà ti prego, ti fa male reagire così…” Kurt si avvicinò titubante, accarezzando lentamente il braccio del padre che subito scontrò i suoi occhi con quelli del ragazzo.

Nell’esatto istante in cui i due si distrarono, Richard afferrò il figlio per il polso, strattonandolo “Ora ce ne torniamo a casa, e vedrai a cosa porterà la tua dimostrazione di pubblico amore!”

Burt scattò, appoggiando entrambe le mani sul petto dell’uomo e spingendolo via da Blaine “Lei non farà proprio nulla!”

“Chi diavolo si crede di essere per dirmi come fare il genitore?!” sbraitò Anderson, mentre ormai una folla consistente di persone osservava la scena attentamente. Stavano facendo non poco casino, dopotutto.

Come chiamata dal cielo, Carole arrivò di gran carriera insieme a Finn “Che sta succedendo qui?” chiese spaventata, notando che a suo marito prudevano le mani dalla rabbia.

“Ce ne andiamo” disse secco Burt, mentre una bella donna dai tratti asiatici si avvicinava a Blaine prendendogli gentilmente il polso per osservare che non si fosse fatto male. Anche un cieco avrebbe facilmente capito che quella era sua madre…. “Blaine viene con noi, stasera.”

“Non credo proprio!” proruppe Richard Anderson, irato “Lui verrà a casa e verrà punito come merita!”

“Richard!” Urlò Anabell totalmente spiazzata. Non credeva che il marito sarebbe addirittura arrivato ad ammettere in pubblico che…. No.

Quella situazione stava degenerando troppo.

“Blaine verrà con noi, o chiamerò la polizia e la denunceremo per violenze domestiche” disse chiaramente Burt, senza mezzi termini, mentre la moglie sperava di aver capito male.

A quelle parole il signor Anderson non poté far altro che guardare la consorte, del tutto fuori di se dalla rabbia “Tu non dici nulla?! Mi mettono i piedi in testa per colpa di questo…. Questo bastardo…” guardò il figlio duramente “E tu te ne stai zitta?!”

“Blaine non fa nulla di male…” disse la donna esitante, guardando severamente il marito “Può andare dove vuole…

Il signor Anderson strinse le labbra ci rabbioso disappunto, ma non poté far altro che girare sui tacchi e andarsene, e sia la moglie che il figlio tirarono un sospiro di sollievo.

Burt Hummel ancora tremava di rabbia, quando si voltò verso la signora Anderson “Lei deve essere la madre di Blaine” disse cercando di calmarsi lente, per poi porgerle la mano e presentarsi.

“Sono Anabell” disse lei con un sorriso un po’ tirato, stringendo il braccio attorno alle spalle del figlio mentre stringeva la mano a Burt “Le chiedo scusa per…. Beh per mio marito.”
“Blaine è meglio se stasera viene con noi” disse Burt cauto, ma si rasserenò non appena vide la donna presentarsi anche a sua moglie annuendo.

“Sono assolutamente d’accordo. Meglio se non torna ne a casa ne alla Dalton….” Gli disse “Mi sentirò molto più tranquilla così….”

“Allora vado a prendere le mie cose…. Le ho lasciate nel gazebo sotto al palco” disse Blaine sottovoce, ancora un po’ scosso per quanto successo.

Kurt fece un passo “Ti accompagno”

“No davvero, non importa” lo rassicurò Blaine con un sorrisetto debole “Ci metto due secondi. Aspettami qui…

Kurt si strinse nella spalle, incrociando le braccia mentre guardava il suo ragazzo sparire tra la gente.

Anabell gli accarezzò gentilmente la guancia, richiamando la sua attenzione “Piacere di rivederti, Kurt. Canti divinamente, lo sai?”

Ok, il giovane Hummel dovette trattenersi dal cacciare un urlo di gioia per poi iniziare a piangere “Io…. La ringrazio, detto da lei è un così grande complimento…

“Pensavo di invitarti a cena, martedì sera” gli disse mentre anche il padre del ragazzo ascoltava attentamente “Così potremo conoscerci meglio…. Poi so che parti per le Nazionali, Blaine mi ha raccontato tutto…

“Non so se voglio che mio figlio passi del tempo in casa vostra, signora Anderson” disse secco Burt “Penso mi capirà”

“Logicamente” ne convenne lei “E mai mi permetterei di invitare Kurt a casa mentre c’è anche mio marito. Non voglio metterlo in difficoltà, non me lo sognerei nemmeno. Richard parte lunedì sera per Atlanta, dove passerà quattro giorni ad un convegno medico. Saremo solo io e i miei due figli…. Spero che lascerà venire Kurt, mi farebbe molto piacere conoscere meglio il fidanzato di mio figlio”

Burt sembrò tentennare un  po’, poi si voltò verso il figlio che stava letteralmente saltellando per l’eccitazione.

“Beh, se Kurt vuole…

“Sì! Kurt vuole assolutamente!” disse infatti il diretto interessato facendo ridacchiare Anabell “Sarebbe un onore…

“Allora sia per martedì…. Visto che viviamo così distanti puoi rimanere a dormire così ricambio la premura di stanotte….” Disse sorridendo prima di salutare calorosamente il ragazzo e lui sua famiglia, andando alla ricerca di Chad per poter tornare a casa.

“Che bella donna…” fu il solo commento di Burt, che subito si beccò un’occhiataccia da Carole mentre Finn ancora non capiva (oltre che sentirsi incredibilmente escluso).

“Molto bella, effettivamente” mormorò Carole spostandosi un ricciolo dalla fronte “Ma il punto resta uno solo: davvero permetterai a Kurt di mettere piede a casa Anderson?”

“La signora mi sembra affidabile” disse Burt scrollando le spalle “E poi sono certo che Kurt non andrebbe mai senza essere certo di essere al sicuro…. Vero? Kurt?”

Il ragazzo però non lo ascoltava, troppo concentrato a trafficare col cellulare.

“Che ti prende, Bro?” gli chiese Finn.

“Blaine ci sta mettendo una vita” disse angosciato Kurt, facendo scattare un campanello anche a suo padre “Vado a cercarlo”

“Vengo con te” disse sbrigativo Finn, che nonostante non ne capisse il motivo, comprese l’agitazione del fratello.

Burt li guardò allontanarsi scambiando uno sguardo preoccupato con Carole.

Non sapeva fin dove poteva spingersi il signor Anderson, e quella sera aveva avuto la conferma dei suoi timori.

Era davvero un bastardo….

 

Blaine era entrato nel gazebo con gli occhi irati del padre nella mente e la sua voce disgustata nelle orecchie, ma una volta lì aveva momentaneamente accantonato il problema.

Thad se ne stava tranquillo sulla panca, intento a cambiarsi le scarpe, sostituendo ai pesanti anfibi invernali un paio di converse dall’aria vissuta.

Non lo aveva sentito entrare, a giudicare dal volume delle cuffiette che Blaine sentiva dall’altra parte del gazebo.

Anderson andò verso la panca su cui aveva appoggiato le sue cose, mettendole nella tracolla mentre pensava a cosa fare.

O meglio, a cosa dire.

Ci teneva a mettere le cose in chiaro una volta per tutte, visto che a quanto pare quella mattina, all’alba del giorno in cui Kurt aveva lasciato la Dalton, non gli erano entrate molto in testa.

Prese un respiro profondo, alzando il capo verso di lui e guardandolo attentamente.

Doveva almeno richiamare la sua attenzione, tanto per iniziare.

“Thad?”

L’altro non lo sentì, o lo ignorò totalmente.

Si avvicinò, mettendosi davanti a lui, e solo a quel punto Harwood alzò lo sguardo “Ti serve qualcosa, Anderson?” chiese togliendosi una cuffietta.

“Stai alla larga dal mio ragazzo, Harwood. Non te lo ripeterò nuovamente” disse Blaine, paziente.

L’altro alzò un sopracciglio, guardandolo sarcastico “Mi prendi per il culo?”

Cielo, lo aveva evitato come la morte per tutta la sera! Cos’altro poteva fare in più?

“No, tu prendi per il culo me! Guarda che ho capito cosa volevi dire con quella canzone!”

Thad roteò gli occhi, alzandosi dalla panca e lanciando il suo Ipod nello zainetto “No, non hai capito un cazzo. Però questa non è una novità, quanto mai capisci qualcosa tu?”

“Attento Thad, stasera non è il caso di mettere alla prova i miei nervi” gli disse Blaine, prendendo un respiro mentre iniziava a sentire la mani prudergli.

Non si era mai sentito violento, anzi, aveva sempre detestato qualsiasi pratica del genere visto come lo trattava suo padre.

La tentazione di mollare un pugno a Thad era così forte, però…

“Sei un ipocrita” gli disse semplicemente l’altro, mettendosi davanti a lui e incrociando le braccia come a sfidarlo.

“Perché mai dovrei esserlo?!”

“Perché ti comporti così solo perché hai paura di me” disse affabile Thad “E sai che io sono una minaccia per la tua relazione idiliaca….”

“Non dire cazzate, Kurt non ti vede in quel senso. Lui stesso me l’ha detto” disse tagliente Anderson.

Harwood ignorò la fitta allo stomaco scrollando le spalle “Immagino che ti dica tutto, no? Compreso il fatto che prima che vi metteste insieme abbiamo limonato violentemente sotto casa di una sua amica? E in camera nostra?” chiese, spiazzandolo “Mhm direi di no…

Blaine ci rimase così male che per alcuni secondi non fu in grado di dire nulla, poi scosse piano il capo “Non è vero, stai mentendo…

“No, pupo. È vero. Chiedilo a Kurt…. Chiedigli perché ha sempre risposto ai miei baci, avanti.” Thad stava iniziando a perdere le staffe.

Era stufo di sbagliare a priori….

Poteva comportarsi come sempre visto che gli rompevano i cosiddetti anche quando non lo faceva.

Era stanco, stanco di quella situazione, stanco di Blaine, stanco di starci male. Stanco di tutto.

Fece un altro passo verso di lui fronteggiandolo “E poi, dopo che ti avrà detto di si, chiediti se sarebbe il tuo ragazzo ugualmente, se non mi fossi tirato indietro. Chiediti se si sarebbe comunque messo con te se io avessi avuto le palle di dirgli quello che provo per lui….” gli diede le spalle per prendere le sue cose e andarsene, ma poi si voltò più incazzato che mai, alzando la voce e iniziando a sudare, mentre il cuore gli martellava così veloce in petto da fargli quasi male “Sai quale è la sola differenza tra me e te?? Io penso più a Kurt che a me stesso. Sapevo che tu gli piacevi, che aveva la sua ridicola cotta da quindicenne innamorata e così ho lasciato che lui la sfogasse, consolandolo quando tu lo ignoravi e spingendolo comunque verso di te nonostante mi uccidesse…” iniziò a respirare affannosamente “Tu invece cazzo hai fatto?? Te lo sei preso quando l’hai voluto…. Chi mi dice che non lo lascerai non appena ti stuferai?!”

Blaine si scostò violentemente, guardando il viso di Thad che si faceva sempre più rosso “Io amo Kurt!”

“Oh, per favore! Tu sei solo un fottutissimo egoista! Ora ti senti minacciato?? Dio mi fai pena!!”

Anderson lo guardò attentamente, analizzando le cose che aveva detto “Tu… Lo ami ancora, non è così?” chiese, non ottenendo risposta “Allora?! È così!?”

Thad voleva rispondergli.

Voleva davvero urlarglielo in faccia e levarsi così un peso enorme.

Voleva dirgli che forse il suo interessa per Hummel non si sarebbe spento facilmente ma che era riuscito comunque a metterci una pietra sopra.

Peccato che il nodo alla gola che era nato in quei pochi secondi non accingeva a sciogliersi, togliendogli il fiato.

Non riusciva a respirare.

In un istante una vertigine violenta lo colpì, facendolo cadere in ginocchio, avvertendo subito dopo una forte nausea.

T-Thad?” Blaine si chinò su di lui, spaventandosi a morte quando il ragazzo si aggrappò alle sue spalle ancora incapace di respirare.

Harwood sentiva una paura strana nascere in lui, insieme ad uno strano senso di deja-vu che non sapeva davvero spiegarsi.

Sentiva come se stesse per svenire.

Per morire.

Da un momento all’altro.

Stava sudando freddo.

Aveva così tanta confusione in testa che si sentiva totalmente incapace di parlare o muoversi…

“AIUTO!” urlò Blaine, guardandogli il viso cianotico “QUALCUNO CI AIUTI!” urlò più forte facendo stendere lentamente Thad a terra. Appena aveva sentito il cuore del più grande correre così veloce contro il suo petto si era spaventato a morte “Coraggio, respira, Thad! Respira!”

 

 

Continua…

 

 

 

 

*Questa in inglese sono le reali frasi conclusive della scena d’amore tra Elphaba e Fiyero, come potete sentire anche dal video^^

 

** Facciamo due calcoli, vi va?

Thad + Università a New York =….

Thad nel seguito :D Siete felici?

 

*** Ho scelto questa canzone per due motivi: Ha un grande significato ed è cantata da tutte le mie band preferite della Decay Dance.

 

 

 

Nda:

Eccoci qui col capitolo!

Lo so, ci ho messo tanto….

Ma questo capitolo è lunghissimo quindi spero mi perdonerete :D

 

Una notizia di servizio:

D’ora in poi BASTA capitoli divisi in parti!

Ne mancano otto mi pare, ergo d’ora andremo filati verso la fine (e il seguito!)

 

Che ne pensate del capitolo?

Avete capito cosa è successo a Thad?

E cosa mi dite di Burt Hummel? Io amo quel uomo!

Ho messo anche un accenno di Finchel, spero lo abbiate apprezzato^^

 

Grazie come sempre a chi mi ha recensita, siete davvero grandiosi, vi adoro!

 

Ora vi lascio :D

A prestissimo

Jessy.

 

Ps. Grazie a MissProngs e a per avermi fatto pubblicità ** vi amo**

 

 

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Capitolo 34
*** #27: Anything you can be, I can be greater! ***


bananissima

 

NB: Il capitolo non è stato betato.

Scusatemi per l’inconveniente ma per mantenere la consegna non sono riuscita. Buona lettura.

J.

 

 

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

#27:  Anything you can be, I can be greater!

 

 

 

Kurt incrociò le braccia sul petto, guardando di traverso i due ragazzi e sbuffando contrariato “Siete davvero patetici, entrambi”

Certo, la scena che gli si era proposta davanti quando era entrato nel gazebo trenta secondi prima non era delle migliori: Blaine se ne stava in piedi, dondolando da un piede all’altro e tenendo la testa incassata tra le spalle mentre accanto a lui McKenzie gli accarezzava lentamente un braccio in modo confortante, cercando di fargli riprendere colore in viso.

Aveva rischiato l’infarto, e la causa era facilmente riconducibile a quello stronzo di circa sessantadue chili che stava respirando dentro ad un sacchetto di carta marroncina, seduto affianco a Nick su una panca.

“Ha ragione Kurtie” Disse Duvall, irritando il ragazzo accanto a lui “Cioè ti sei fatto venire un attacco di panico amico! Per un litigio con Blaine! Blaine!!” enfatizzò senza concepire la cosa “Potrei anche concederti qualche embolo se si trattasse non so…. Di Kirk! O di Trent, visto quello che ha fatto…. Ma Blaine ? Sei serio?”

“Pensa che Blaine è la persona che mi sta più sul caz… Ahia!” Thad smise di respirare nel sacchetto, portandosi una mano alla nuca, nel punto che Kurt aveva colpito “Ma sei scemo??”

“Taci e respira” rispose secco Hummel, prima di lanciare un’occhiata anche a Finn che osservava come rapito il sacchetto che si gonfiava e sgonfiava ritmicamente.

“Nemmeno tu mi stai molto simpatico” borbottò Anderson, scuotendosi appena per guardare male Harwood.

Si era davvero spaventato quando Thad aveva smesso di respirare, tanto da mettersi ad urlare. Nick era entrato di corsa nel gazebo seguito da Kenzie, tenendo alta una chitarra –proprio come se fosse un’ascia- e dicendo qualche frase insensata riguardo un’apocalisse da zombie*.

Quando poi si erano accorti che non era nulla di così grave, Nick era andato alla ricerca di un sacchetto o un qualcosa di simile, lasciando la giovane con Thad. Kenzie si era dimostrata una buona infermiera; l’aveva fatto sedere sulla panca e, lentamente, lo aveva aiutato a riprendere la normale respirazione, proprio come si fa con una donna che sta per partorire.

Il cellulare di Kurt suonò per la quarta volta nel giro di tre minuti. Suo padre stava riprovando a fargli uno squillo sottolineando due cose: prima di tutto che aveva fretta e voleva farsi quella maledetta ora d’auto per tornarsene a Lima e andare a letto…. E poi che stava iniziando a preoccuparsi seriamente.

“Dobbiamo andare…” Disse lentamente il ragazzo, voltandosi prima verso Finn e poi scoccando un’occhiata di fuoco a Blaine “Adesso…”

Anderson prese la sua roba, lanciando un’occhiata a Thad e poi a Nick “Tenetelo d’occhio”

Il diretto interessato borbottò qualcosa che però si perse nel sacchetto, mentre Kurt si avvicinava, sistemandogli i capelli “Evita di morire, ti prego” gli disse in tono basso prima di voltarsi e uscire dal gazebo, seguito da Finn che salutò con un cenno della mano.

Blaine si lasciò andare in un lungo sospiro, prima di sbrigarsi a raggiungerli.

Il viaggio in auto durò più del previsto a causa di una deviazione stradale, e fu davvero troppo silenzioso, tanto che Carole e Finn si appisolarono durante il tragitto.

Burt lanciava occhiate ai due ragazzi dietro, chiedendosi il motivo di quell’espressione dispiaciuta sul viso di Blaine e di quella scocciata su quello di Kurt.

Bah, non ci capiva niente…. Prima erano appiccicati su un palco, poi non si parlavano….

Decise che per aiutare la sua sanità mentale non avrebbe mai indagato.

Quando finalmente arrivarono a casa  si voltò lentamente verso la moglie, svegliandola dolcemente prima di guardare Blaine e Kurt “Ragazzi sapete le regole. Ora Carole rifarà il letto a Finn e Blaine dormirà da lui, se ti serve un pigiama Kurt potrà darti uno dei suoi”

“Posso farlo anche da solo, signor Hummel” disse prontamente Blaine, mentre guardava Carole camminare quasi per inerzia verso il piano superiore “Se mi date le coperte pulite lo faccio io”

“Sei un tesoro” gli disse la donna, accarezzandogli una guancia prima di sparire verso la propria camera, tornando con tutto l’occorrente per rifare il letto.

Kurt nel frattempo si era chiuso in camera sua per cambiarsi velocemente, prima di prendere un pigiama primaverile dal cassetto e decidere che no, il pesca non era il colore di Blaine. Optò per un paio di pantaloni blu di una tuta e una maglietta nera, decisamente più sbarazzino. Blaine era troppo virile per certi colori….

Kurt scosse violentemente il capo, non doveva fare certi pensieri ma anzi, doveva ricordarsi che si sentiva decisamente tradito da Blaine. Aveva infranto una promessa affrontando apertamente Thad nonostante avesse giurato di non farlo.

Sospirò uscendo dalla sua stanza ed entrando in quella del fratello, ringraziando il cielo che fosse collassato subito sul divano evitando così di lamentarsi con lui per il nuovo sfratto.

Raggiunse Blaine con tutte le intenzioni di fargliela pesare, ma trovarlo chinato sul letto nel tentativo di sistemare il lenzuolo non avrebbe aiutato la situazione.

Affatto.

I suoi occhi si concentrarono subito sul fondoschiena tondo e sodo del suo ragazzo e, solo successivamente, sulla striscia di pelle che la maglietta lasciava scoperta a causa della posizione, mostrandogli una discreta panoramica della schiena di Blaine.

Ok, forse poteva ripassare dopo….

Stava per darsi alla fuga quando Blaine lo notò e gli sorrise un po’ tirato, evidentemente dispiaciuto.

E Kurt si stava già lasciando intenerire.

Così non andava.

Lanciò sul letto il ‘pigiama’ che aveva assemblato per lui, prima di incrociare le braccia e guardarlo nel modo peggiore possibile. Doveva mantenere il sangue freddo per più tempo possibile, anche se gli veniva difficile rimanere arrabbiato col morettino. Soprattutto perché i suoi occhi diventavano incredibilmente grandi e lucidi quando sapeva di averne combinata una.

Senza nemmeno rendersene conto o mettersi d’accordo, si sedettero insieme sul letto a una piazza e mezzo di Finn, vicini.

“Senti Kurt…” disse il solista, prendendogli la mano e guardandolo negli occhi. Sapeva di averlo deluso, ma non riusciva proprio a concepirne il motivo…

Il problema di base era che adesso che aveva scoperto che lui e Thad si erano addirittura baciati….

Aveva paura.

Paura di quanto a Kurt potesse stare a cuore Thad.

Le alternative erano due: parlarne con Kurt e lasciarsi tranquillizzare da lui (come sapeva sarebbe successo) o lasciare perdere.

Beh, non era poi così sicuro che Kurt lo avrebbe rassicurato…

La paura di vedere anche il più piccolo dubbio passargli sul viso lo terrorizzava al punto tale che no, non poteva rischiare.

“Abbiamo deciso il tema del ballo di fine anno” disse fingendosi su di giri per la cosa, mentre Kurt sospirava esasperato “Gli anni cinquanta…. Così potrai mettere insieme un completo che…”
“Blaine, smettila”

Anderson si morse subito le labbra, zittendosi all’istante e spostando lo sguardo sul pavimento. Ok, non aveva funzionato, tanto valeva aspettare la sfuriata e andare a letto con la coda tra le gambe.

Kurt però decise di stupirlo anche in quella situazione.

Gli spostò un ricciolo dalla fronte, guardandolo negli occhi, serio “Mi dispiace vedervi litigare…. Siete il mio ragazzo e il mio migliore amico…. Non voglio che capiti di nuovo, ok? Non voglio che ne tu ne Thad stiate male di nuovo….”

Anderson sospirò, annuendo piano “D’accordo. Te lo prometto…”

“Sul serio stavolta?” lo incalzò l’altro, stringendogli la mano.

“Sul serio….” Blaine appoggiò il capo alla sua spalla, senza smettere di guardarlo “Perdonato?”

Kurt non rispose alla domanda, limitandosi a sorridere e chiedere “Anni cinquanta, quindi?”

 

 

“…. E ti ha perdonato così?” Nick prese al volo la palla da baseball che lui e Jeff si stavano lanciando da oltre venti minuti e guardò Blaine meravigliato, prima di rilanciarla al biondo “Qual è il tuo segreto?”

Anderson scrollò le spalle mentre Jeff ridacchiava “Sono sincero…. Questo compensa gli attimi di impulsività”

“Io la denominerai stupidità” si intromise Kirk, senza abbassare il libro che stava leggendo “Potete parlare più piano? Sono immerso in un triste pomeriggio del primo settembre 1939, quando i Nazisti invasero la Polonia entrando a Varsavia…. E preferisco stare lì piuttosto che in mezzo a voi”

“Perché sembri un prodotto della Gioventù Ariana, Kartoffeln ?” gli chiese Duvall chinandosi per prendere la pallina, arrivata con un tiro troppo corto.

Kirk decise di ignorarlo, mentre Ethan si sedeva poco distante con in mano un libro sulle fasi decisive della guerra. C’era odore di esami nell’aria, mancavano giusto tre settimane alla fine della scuola, quindi i ragazzi dell’ultimo anno sembravano più indaffarati che mai.

Una delle molte cose che distingueva il McKinley dalla Dalton era che al contrario della scuola statale, la prestigiosa scuola  privata di Westerville garantiva il proseguimento delle attività extrascolastiche fino alla fine dell’anno accademico, in quanto esse erano autogestite dagli studenti che ovviamente non venivano pagati.

Ergo, i Warblers si sarebbero incontrati sino all’ultimo giorno, come ogni anno.

Erano rimasti davvero in pochi, ma non importava.

Quelli che ancora si presentavano non sembravano intenzionati a mollare.

Jeff lanciò la pallina a Blaine, che la prese al volo rilanciandola subito a Duvall “Voi sapete quale è l’ordine del giorno?” chiese il solista con interesse.

Tutti scossero il capo “No, Wes mi ha accennato qualcosa prima ma non ho capito” disse Ethan alzando gli occhi dal libro “C’era casino in corridoio”

“Euforia da fine scuola” commentò Kirk “Che inciviltà”

“Dici così solo perché hai gli esami” gli fece notare Nick, ridendo mentre caricava il tiro “Se no saresti euforico anche te!”

Un lancio calibrato male, forse con eccessiva forza, e un vaso si ruppe cadendo a terra.

Tra i presenti calò il silenzio “Nick…” disse il biondino senza fiato, alzandosi dal divano su cui era parzialmente steso “Cosa hai fatto!?” chiese con lo stesso pathos di un testimone di omicidio.

La reazione era ovvia, dopotutto: nella Dalton si poteva davvero trovare di tutto, da vasi antichi, a quadri stimati chissà quanto….

Tutto molto costoso, quindi.

Duvall scattò in piedi così velocemente che quasi si ammazzò, inciampando nel tavolino “E ora che faccio??”

“Buttiamo le prove prima che arrivi qualcuno” disse sbrigativo Blaine.

“Raccogliete i pezzi, li butto io dopo quando vado a casa dai miei” disse Moore esagitato, mentre Kirk non dava segni di interesse ancora immerso nella lettura.

Jeff si avvicinò, mentre Blaine cercava una borsina o un sacchetto.

Dovevano sbrigarsi prima che i capi consiglio o Cameron arrivassero o sarebbe successo un casino.

Per loro sfortuna, proprio in quel momento arrivarono Wes, Thad e David.

Mentre Nick sbiancava Jeff fece qualcosa di totalmente nuovo per lui: pensò veloce.

Si mise a sedere in terra, sulla ceramica rotta e, anche se non fu piacevole, la coprì alla vista di tutti.

I capi consiglio presero posto parlottando tra loro, e appena il ragazzo di colore lo vide lo invitò a sedersi sulla poltrona lì affianco “Oh no” disse il biondino cercando di suonare naturale “Sto bene così…”

David scambiò uno sguardo veloce con Wes, ma entrambi scrollarono le spalle. Succedevano cose molto più strane, solitamente…

Attesero che anche il resto del gruppo li raggiungesse (Richard e il fratello Cam, e successivamente anche Flint) prima che Wes interpellasse Thad sull’ordine del giorno.

“Si oggi si deve discutere sulle modalità di assegnazione del ruolo di solista…”

Kirk alzò un sopracciglio “Ma siamo a fine anno”

“Fino all’ultimo giorno il ruolo può essere assegnato a qualcun altro, James caro” recitò laconico Thad, sistemando della carte.

Blaine lo guardò alzando un sopracciglio “Il ruolo non può essere riassegnato solo in caso di lamentele diffuse o richiesta da parte di qualcun altro di venir scelto come solista?”

David annuì, finendo di mettere a verbale l’ordine del giorno “Così è stato, infatti. Uno di noi ha chiesto di poter diventare il solista.”

Nick li guardò stordito “E chi è quel coglione che a tre settimane dalla fine della scuola vuole diventare il nostro solita?”

David si morse le labbra, e insieme a Wes si voltò verso Thad che ostentava un sorriso già trionfante.

“Chi è?” domandò Jeff “Da qui sotto non vi vedo!”

“Thad!” sbottò Blaine, irritato “E chi se no… Posso almeno sapere il motivo?”

“Perché qualsiasi cosa tu possa fare, io senz’altro la faccio meglio” buttò lì Harwood, a mo’ di frecciatina.

Anderson strinse i denti.

Aveva promesso a Kurt di non mettersi più contro Harwood “E se mi rifiutassi?”

“Non puoi” decretò Wes “Le regole sono chiare: Thad ha il diritto di sfidarti per prendere il tuo posto”

“Ma non ha senso!”

“Per me ne ha” rispose Harwood “Tu sei sopravvalutato. Sei bravo, carismatico…. E hai lo charme di una vera ballerina di cancan ma…. Io so di avere più talento”

Jeff rimase senza parole, mentre sentiva la ceramica penetrargli nella pelle delle chiappe.

“Sarà…. Uno scontro interessante” si limitò a dire Wes.

“E chi pulirà il sangue dalle pareti?” domandò Duvall vagamente preoccupato.

Kirk tolse gli occhi dal libro “E in che consiste la sfida, se è lecito saperlo?”

“Due canzoni a testa” disse David, chiudendo la penna a sfera “E noi  voteremo il migliore secondo il nostro gusto…”

Thad chiuse il quaderno “In bocca al lupo Anderson…” disse “Ne avrai bisogno…”

 

 

Anabell si chinò, controllando la torta nel forno “Penso che il figlio di Harwood sia davvero bravo a cantare…. Ma tu hai una tecnica che lui non ha” disse poi voltandosi verso Blaine, seduto al tavolo della cucina con espressione mesta.

“Forse…. Ciò non toglie però che la sua voce sia decisamente migliore della mia” rispose alzando lentamente le spalle, prima di immergere il dito in una piccola ciotola, raccogliendo così su di esso un po’ di glassa bianca.

La signora Anderson sospirò “E quindi cosa devi fare? Portare un assolo?”

Lui annuì “Stavo pensando ad ‘I’ve got You Under my Skin’ di Frank Sinatra….”

La donna annuì “Approvo, è molto nelle tue corde”

“Non  è finita” le disse il figlio, leccando via la glassa dal dito prima di sospirare profondamente “Dobbiamo anche esibirci in una canzone, scelta dagli altri due capi consiglio”

“E che problema c’è?”

“Nessuno ma…. Spero saranno giusti dandoci qualcosa che esalti le doti di entrambi”

Chad entrò in cucina seguito da un piccolo bastardino bianco e rosso a pelo lungo, che abbaiò felice sedendosi accanto alla donna. “Metti fuori Hobo**, Chad” disse paziente, guardando il figlio più piccolo “Abbiamo ospiti a cena, non voglio disastri”

Il ragazzino si passò da una mano all’altra una vecchia palla da football, guardando la madre un po’ annoiato “Ma’ è il ragazzo di Blaine, non è il Presidente degli Stati Uniti” disse pazientemente, facendo ridacchiare il fratello mentre la donna lo guardava lievemente seccata, spostandosi una ciocca di capelli corvini dietro all’orecchio “Hai cucinato tutto il pomeriggio…. E, cioè, l’hai guardato bene?? quel ragazzo sfiora l’anoressia tanto è magro! E poi perché hai mandato Consuelo a pulire il garage?? Non ci entrerà nemmeno in garage…” a quel punto Blaine esplose a ridere “Mamma sfiori la paranoia!”

“Perché non vai a cambiarti piuttosto?” domandò la donna guardando infastidita il ragazzo e, in modo particolare, la vecchia tuta lisa che indossava.

“Scherzi, spero” rispose lui, continuando a giocherellare “Sono a casa mia. Pensa che quando ho scelto con cosa cambiarmi dopo scuola ero indeciso tra questa tuta e il pigiama verde acqua che mi ha portato la nonna da quel viaggio a San Josè.”

“Da quando Anderson è diventato sinonimo di ‘sciatteria?” domandò sagace la donna, sedendosi su uno sgabello di fronte a Blaine.

“Da i ragazzi di mio fratello necessitano di vedermi in tiro?” rilanciò il ragazzino, ovvio “Deve essere Blaine quello figo, non io…. e come vedi lui si è impegnato” disse tirando appena il maglioncino nero smanicato del fratello “Io resterò schiatto così da mostrare come sono in realtà, ovvero etero” si scansò appena in tempo, evitando così uno schiaffo “Blaine vieni in giardino a fare due tiri mentre aspettiamo Key?”

“Key?” domandò stranito l’altro, alzandosi dallo sgabello e seguendo il fratello, che stava uscendo dalla porta finestra della cucina “Ok va bene, ma giusto un paio, non voglio sudare….” Disse brevemente, arrotolandosi la camicia lilla sopra ai gomiti.

Anabell li guardò allontanarsi scuotendo lievemente il capo, prima di tornare a dedicarsi alla sua torta.

Non sapeva nemmeno lei  perché ci stesse mettendo così tanto impegno….

Forse ci teneva a fare la figura della brava padrona di casa, o forse era consapevole che Blaine era davvero preso di questo ragazzo.

Certo, lei non si lamentava della cosa, anzi, Kurt le piaceva molto.

Forse perché in lui si rivedeva molto da giovane, e con questo non intendeva ne che Kurt assomigliasse ad una ragazza o qualcosa di ugualmente offensivo.

Solo aveva molto entusiasmo e, cosa più importante, molto talento.

Sfornò la torta spalmandola di glassa, prima di posarla sul davanzale per farla raffreddare. La cameriera, una bella ragazza ispanica, entrò in cucina appoggiando un paio di piatti sul ripiano “Ho finito di apparecchiare, signora Anderson” disse con la classica cadenza spagnola, osservando la padrona di casa.

Questa però non rispose subito, troppo intenta a guardare i figli che si passavano la palla da football ridacchiando. Sorrise istintivamente “Grazie, Consuelo. Ora controlla che la cena resti in caldo, il nostro ospite dovrebbe arrivare a momenti….” Nemmeno a farlo apposta, il campanello suonò proprio in quel momento “Vado io, tu chiama dentro i ragazzi e costringi Chad a cambiarsi”
La ragazza annuì, mentre Anabell si sfilava il grembiulino rosa, camminando a passo spedito verso la sala. Con un gesto elegante si sciolse i capelli, che ricaddero in una cascata di seta corvina sulla schiena.

“Si?” chiese al citofono, e distorta arrivò la voce di Kurt, resa più acuta dal nervosismo “Vieni pure caro, entra con l’auto in cortile, ti apro il cancello…”

Premette un pulsante prima di tornare verso la cucina, rischiando di scontrarsi con Blaine che stava accorrendo “Chad è andato a cambiarsi?” domandò la donna.

“Ha detto che preferisce morire piuttosto. E lotterà per il suo diritto a tenere la tuta in casa…”

La donna sospirò rassegnata, guardando Blaine ci si avviava alla porta, sistemandosi il papillon nero prima di aprire la porta e attendere che Kurt lo raggiungesse.

Lei decise di lasciare loro lo spazio necessario per salutarsi e portare le cose di Kurt nella stanza di Blaine dove, secondo accordi, avrebbe passato la notte.

Anabell sapeva benissimo che lasciare che due adolescenti dormissero insieme non era il massimo, ma non si sentiva proprio di negare a Blaine una cosa del genere. Sperava di poter fare appello al buon senso del figlio, quindi.

E in quello di Kurt.

Tornò in sala da pranzo, dove Chad sedeva già al tavolo  con lo sguardo incollato al cellulare “Mettiamo Hobo fuori?”

“Dai Ma’ lascialo stare, tanto non fa niente…. Ora che non c’è papà a rompere non iniziare tu…”

La donna sospirò sconsolata, prendendo posto a capotavola e aspettando gli altri due ragazzi. Non ci misero molto, anzi scesero quasi subito.

Kurt guardò affascinato Anabell alzarsi per potergli lasciare un paio di baci sulle guance. Era davvero una donna bellissima, e quel suo fascino risaltava ancora di più grazie al vestito  blu notte che indossava.

Lo invitò a prendere posto accanto a se, mentre Blaine si metteva di lato a Kurt lungo il tavolo.

Inizialmente Hummel si sentì impacciato, lievemente in imbarazzo, ma tra una portata e l’altra si lasciò lentamente andare, fino ad arrivare a parlare senza più paura con la donna.

“La prima volta che sono andata a New York avevo tredici anni” stava spiegando Anabell, mentre Consuelo serviva la carne “e sono rimasta del tutto spiazzata da quella città immensa, prima di innamorarmene. Accadrà anche a te, ne sono certa”

“Quello che temo  è che poi non sarò più in grado di tornare qui” disse Kurt sorridendo, mentre prendeva il coltello “Insomma…. Rispetto a Lima è molto più bella e interessante.”

“L’Ohio però ha il suo fascino” gli disse la donna, ricevendo come risposta uno sguardo scettico che la fece sorridere “Se hai una famiglia e dei figli che sono cresciuti qui beh…. I ricordi sono importanti” gli sorrise prima di voltarsi verso Chad “La smetti di dare da mangiare al cane??” chiese facendo ridacchiare Blaine e Hummel.

Chad roteò gli occhi “Perché mi tratti sempre come il bambino di casa?”

“Perché lo sei, Chad…” rispose Blaine, sentendo il cellulare che gli vibrava nella tasca dei jeans scuri.

Lo prese mentre il fratello inveiva contro di lui e lesse velocemente l’sms, prima di alzarsi di scatto e uscire dalla sala da pranzo senza dare una reale motivazione.

“Non ho finito con te!” gli urlò dietro il ricciolo che, ancora al tavolo, lo guardava storto allontanarsi di gran cariera.

Kurt si chiese cosa mai potesse essere successo e scambiò uno sguardo veloce con la padrona di casa, confusa quanto lui.

Cosa poteva mai essere successo da spingere Blaine ad uscire in giardino così? Senza dire nulla?

Compose il numero di Wes velocemente, mordicchiandosi l’unghia del pollice mentre attendeva la risposta.

-Pronto?-

“Wes ti stai prendendo gioco di me??” chiese senza mezzi termini, avvilito.

L’asiatico attese un attimo –Perché dovrei?-

“Avete scelto Hurricane’ dei 30 Second to Mars come canzone da far fare a me e Thad!”

-Si…. Quindi?-

Blaine aprì la bocca lentamente.

Sì, lo stava prendendo in giro…

“Avete scelto una canzone che è solo nelle sue corde!” disse con un tono deciso, come se stesse specificando l’ovvio ad un idiota “Io non so farlo, dannazione!”

Wes sospirò –Hai mai ascoltato davvero quella canzone? Ha tanti pezzi bassi…-

“Ma quelli alti lo sono troppo! Sono fuori dalla mia portata….” Sbuffò, portandosi una mano tra i capelli liberi dal gel “Senti volete farmi perdere? Benissimo, non mi impegnerò…”

-No Blaine, aspetta…-

“Ciao Wes, a domani” riattaccò, sedendosi sul dondolo del giardino e portandosi le mani al viso e chiudendo gli occhi.

Non si sentiva solo incazzato perché sapeva che aveva limiti vocali di estensione che Thad non aveva, ma anche perché si sentiva un po’ tradito da Wes e David.

Ok, molto tradito…

 

 

Nick si sentiva davvero bene.

Era da molto che non stava così bene.

Camminare a braccetto con Kenzie per le strade di una quasi deserta Westerville lo faceva sentire completo, in qualche modo.

Certo, non potevano passare insieme i weekend perché lei aveva il pub del padre da gestire, ma tra la settimana era libera di passare con lui praticamente tutte le sere.

Mangiavano quasi sempre fuori, ma visto che si erano rimessi insieme da soli tre giorni non avevano ancora pensato ad un’alternativa.

Certo, gli sarebbe piaciuto passare del tempo da soli, senza i passanti attorno, magari a casa della giovane. Di certo però non sarebbe passato da cafone chiedendolo ma ci sperava.

“Che ore sono?” chiese la ragazza, stringendosi contro si lui.

Nick controllò il suo Rolex “Le dieci meno venti…”

Kenzie annuì “Allora è meglio se mi riaccompagni a casa…”

Duvall le diede un bacio a fior di labbra “Certo che si” disse ostentando allegria, anche se in realtà avrebbe preferito portarla con se alla Dalton.

Era un doppio rischio: se lo beccavano potevano succedere dei veri casini e la cosa avrebbe depresso ancora di più Jeff.

Meglio evitare, quindi.

Presto la scuola sarebbe finita, allora si che sarebbero stati liberi di vedersi senza limiti, visto che i genitori del ragazzo non si interessavano così tanto a lui. Certo, non poteva lamentarsi visto che non gli mancava nulla e lo trattavano…. Bene.

Certo, erano un po’ insofferenti –non si erano nemmeno presentati al Festival dei Fuochi, causa una cena al Club- ma non erano cattivi genitori.

Nick non si era mai lamentato di loro, e la cosa anche se deprimente dava dei vantaggi.

Ci mise molto più del solito a mettere in moto la sua Impala, ma non si irritò.

Accese la radio, e sulle note dell’ultimo singolo dei 3OH!3, Kenzie si mise a canticchiare dondolando il capo.

“Mi piace la tua voce” le disse il ragazzo, sorridendole senza però levare gli occhi dalla strada.

Lei ridacchiò “Una volta era meglio…. Prima di iniziare a fumare e smettere di tenerla allenata…”

“Non è mai troppo tardi per riprendere, non credi?” le disse parcheggiando sotto al portone di casa sua, slegandosi la cintura solo per potersi spingere verso di lei e baciarla.

Rimasero così per un po’, poi la giovane si staccò con un sorrisetto “Ti inviterei a salire per bere qualcosa ma…. Rischi il linciaggio alla Dalton…”
Lui non esitò “Dico a Jeff di coprirmi in ogni modo” esclamò con entusiasmo, prima di arrossire “Sempre se a te va….”

Kenzie rise “Si, ovviamente, te l’ho proposto io…. ma il rischio è alto”

Lui levò la mano dalla coscia della ragazza, avvolta in un paio di panta lucide in simil pelle che ne evidenziavano la magrezza, solo per portarla al quadro della chiavi e spegnere il motore.

“Oh, al diavolo, la vita è troppo breve per non rischiare!”

 

Dopo un giro di qualche strano alcolico aromatizzato, servito direttamente da Consuelo a tutti eccetto Chad (che ebbe da ridire a riguardo), Blaine e Kurt salirono le scale fino a raggiungere il piano superiore dove c’era la stanza del ragazzo.

Kurt ci era già stato una volta o due, ma non ci aveva mai dormito. Da quando era venuto a sapere che avrebbe trascorso la notte con il suo ragazzo era crollato in un baratro di paranoia. Si era comprato un pigiama nuovo, bianco e azzurro, per contrastare all’emergenza di non averne uno che facesse risaltare correttamente i suoi occhi chiari. Si era portato da casa tutto l’occorrente per farsi una doccia veloce (aveva il terrore di puzzare di sudore pur non avendo fatto nulla) e lavarsi i denti, decidendo se pur a malincuore di saltare i rituali di idratazione solo per non passare da maniaco.

Avrebbe recuperato a casa.

Chiese gentilmente di poter usare per primo il bagno e una volta entrato si chiuse dentro, decidendosi a darsi una mossa. Blaine gli aveva preparato degli asciugamani puliti e sistemati accanto ai suoi. Questo dettaglio non sfuggì a Kurt che, una volta nella doccia, si perse un istante a pensare a quanto gli sarebbe piaciuto poter sistemare sempre così il bagno.

Arrivò quindi alla fatidica conclusione: Voleva davvero vivere con Blaine?

Oh God, yes…

Si appoggiò con la schiena alla superficie fredda della doccia, chiudendo gli occhi ed immaginandosi come sarebbe stato vivere con lui, svegliarsi ogni mattina con Blaine accanto ancora addormentato, preparargli la colazione, uscire insieme e andare all’università e….

Kurt riaprì gli occhi violentemente.

Andare insieme all’università….

Stava viaggiando troppo, infondo stavano insieme da poco anche se gli sembrava di conoscere Blaine da una vita.

Sopirò sognante, chiudendo l’acqua della doccia e avvolgendosi in un enorme asciugamano bianco.

Si asciugò velocemente, iniziando a canticchiare senza quasi rendersene conto….

 

'Cause it's all about love… And I know better
How life is a waving feather…
So I put my arms around you around you
And I know that I'll be living soon

(Dancing – Elisa)

 

La sua vita gli pareva ora chiara e netta, come un romanzo che va  ancora scritto di cui  si conosce bene la fine anche se si è incerti sull’inizio.

Sapeva che voleva vivere a New York, voleva diventare la stella più brillante di Broadway e vivere in un piccolo ma colorato appartamento con vista sull’Hudson.

Sapeva che voleva viverci con Blaine.

 

My eyes are on you they're on you
And you see that I can't stop shaking
No, I won't step back but I'll look down to hide from your eyes …

 

Voleva stare con lui per il resto della sua vita perché, ormai, si sentiva come se non potesse mai amare nessun altro come amava quel ragazzo.

Non gli importava cosa dicevano gli altri, di suoi padre che ascoltava alcune volte le sue elucubrazioni mentali e gli ricordava che aveva solo diciassette anni e una visione troppo positiva del mondo.

Che alla prima delusione si sarebbe infranto se non fosse stato pronto e consapevole che non tutto va come spesso si spera.

Che a diciassette anni devi sognare, ma non devi sperare troppo nelle cose. Negli altri.

Nemmeno in Blaine…

 

I'm dancing in the room as if I was in the woods with you
No need for anything but music
Music's the reason why I know time still exists
Time still exists!

 

Non lo ascoltava, semplicemente.

Sapeva che forse non sarebbe diventato un attore di Broadway e che forse non sarebbe mai stato fermato da una ragazza con lo sguardo sognante che chiedeva un autografo dicendo che era anche il suo sogno sognare su un grande palco.

Ma Blaine ci sarebbe sempre stato….

“Kurt?”

E c’era anche in quel momento, nonostante Kurt si fosse perso a pensare e non si fosse accorto che il tempo passava “B-Blaine…” disse arrossendo di botto, consapevole che tutto quel tempo passato solo in bagno poteva essere facilmente equivocato “Sto per uscire, dammi un attimo…”

“Puoi continuare a cantare?” gli chiese il suo ragazzo, sorprendendolo in un primo momento e facendolo poi sorridere “E mi apriresti la porta?”

Ok, tornò ad imbarazzarsi “Sono nudo” disse solamente.

“Non è un problema…” rispose Blaine con un tono strano. Kurt si chiese se fosse possibile auto-annegarsi nel lavandino “Nel senso che puoi vestirti e poi aprire, non è un problema se aspetto” tentò di recuperare Anderson.

Kurt si ritrovò combatutto se credergli o meno. Dopotutto Blaine era sempre stato un po’ lento, magari non ci aveva messo malizia…

Certo, come no.

Uscì dal bagno con i capelli ancora umidi e insopportabilmente appiccicati alla fronte. Non aveva pensato a quel piccolo dettaglio, non doveva lavarli.

Sperando che Blaine non lo lasciasse per quel modo osceno in cui si stava presentando a lui sorrise lievemente, e il morettino subito si alzò prendendo le sue cose e baciandolo sulla guancia “Ci metto poco…. Accomodati e rilassati” gli sussurrò contro il collo prima di lasciare un bacio anche lì e chiudersi in bagno.

Bene, tachicardia a mille, sudorazione brutale (fortuna che aveva messo il deodorante), confusione mentale.

Forse stava venendo anche lui un attacco di panico, e doveva accomodarsi e rilassarsi?

Sarebbe morto, non poteva sopravvivere a quella serata.

Prese un paio di respiro profondi, mettendo i suoi vestiti accuratamente ripiegati dentro allo zainetto che si era portato dietro e poi si mise a sedere sul letto.

Il profumo di Blaine era ovunque e pareva quasi avvolgerlo. Sorrise istintivamente, accarezzando lentamente le pieghe del copriletto blu mare, prima di alzare gli occhi e notare qualcosa che colpì la sua attenzione. Appesa alla parete di fronte a lui stava una bacheca di legno ricolma di fotografie.

Si alzò, mettendosi davanti ad essa e si stupì di quante ve ne fossero, e, in particolare, di quante lui fosse il soggetto principale.

Molte sapeva che Blaine gliele aveva scattate col cellulare, ma certe non sapeva proprio spiegarsele.

In una era seduto al suo banco, nell’aula di latino (maledetto latino!) alla Dalton e indossava una sciarpa beige che aveva perso da qualche mese.

Ergo, quella foto risaliva come minimo a novembre scorso, molto prima che lui e Blaine si mettessero insieme.

Sorrise soddisfatto, prima di iniziare a guardare le altre foto.

In molte era alla Dalton, in una addirittura seduto affianco a Thad a quelle che dovevano essere le sue prime Locali…. Poi lui con altri ragazzi che non aveva mai visto e che dovevano essere della scuola che frequentava prima….

E poi lui da piccolo, in braccio a suo padre, per mano con Chad in qualche parco, vicino ad una spiaggia bianca con un enorme ciuccio blu sul viso e i riccioli che cadevano liberi sulla faccia….

Sussultò quando si accorse che Blaine era tornato e che lo stava abbracciando da dietro, sorridendo divertito alla sua espressione persa e vagamente ebete mentre guardava le sue foto “Sai di essere adorabile, vero?”

Kurt ridacchiò “Anche tu lo sei…” rispose appoggiandosi con la tempia al suo capo, prima si indicare la sua foto fatta di nascosto “E questa?”

Blaine ridacchiò nuovamente, stavolta imbarazzato “Ce l’avevo nel cellulare da tanto e, quando ci siamo messi insieme, l’ho stampata”

“Ah, certo, ha senso” rispose sarcastico Hummel, pentendosi subito visto che Blaine sciolse l’abbraccio.

Ma la lontananza durò poco visto che il ricciolo lo tirò a sè, fino al raggiungere il letto su cui si stesero entrambi, iniziando a baciarsi.

Kurt poteva sentire i capelli bagnati di Blaine inumidirgli la fronte mentre ricambiava con sentimento il bacio, lasciando che la lingua dell’altro scivolasse sulla sua.

Era tutto semplicemente perfetto.

Complice anche quel bicchierino bevuto prima –gentile concessione della signora Anderson – accarezzò tutta la schiena di Blaine prima di staccarsi e guardarlo negli occhi.

“Verresti con me a New York, se te lo chiedessi?” domandò perso, prima di rendersi conto della cazzata appena fatta. Quello era decisamente fare il passo più lungo della gamba.

Si morse il labbro, teso mentre Blaine lo fissava preso alla sprovvista.

Poi sorrise, lasciandogli alcuni bacetti sul viso “Credevo che non me lo avresti mai chiesto, sai?” mormorò contro la pelle morbida del suo collo, iniziando a mordicchiarla piano.

Aveva anche lui sognato tutta la sera ad occhi aperti, mentre Kurt parlava con sua madre dei suoi progetti di vita, della Juliard, di quella città enorme….

E aveva seriamente sperato che, in tutti quei progetti ambiziosi e meditati, ci fosse anche lui.

Sapere che era così gli riempì il cuore di gioia, tanto che non potè impedirsi di iniziare a ricoprire Kurt con centinaia di baci, facendo ridacchiare il suo ragazzo.

“Quindi verrai con me?”

“Niente mi può tenere lontano da te…. Niente….”

Si sorrisero dolcemente, prima di alzare le coperte e mettersi sotto di esse, accoccolati e a luce spenta, ben intenzionati a coccolarsi fino ad addormentarsi insieme.

Parlarono per così tanto tempo che parvero ore, mentre la luna illuminava appena la stanza, permettendo ai ragazzi di fissare il profilo uno dell’altro.

Ci furono molti baci e carezze, sospiri dolci e risatine entusiaste.

E tantissimi progetti, così tanti da dare alla testa….

Forse troppi per due ragazzi così giovani che non potevano ancora parlare di matrimonio o figli, ma potevano raccontarsi i loro desideri e i loro sogni trovandoli decisamente affini...

Così rimasero tutta la notte

Abbracciati.

Non avevano fretta, ci sarebbe stato tempo per amarsi anche fisicamente….

Dopotutto avrebbero avuto una casa tutta loro, un giorno….

E, secondo Blaine, a New York faceva molto freddo in inverno…. In qualche modo si sarebbero scaldati a vicenda.

 

Nick stava analizzando attentamente il pianoforte a muro, appoggiato contro la parete del salotto del piccolo appartamento che Kenzie aveva affittato, da sola.

Un baluardo di indipendenza, come lo aveva definito lei.

Era un posto molto carino e intimo, un bilocale ben arredato seppure non troppo.

Gli piaceva molto.

Forse troppo, non sarebbe mai uscito in dieci minuti ne era certo…

Avrebbe infranto il coprifuoco alla stragrande e non gliene importava niente.

Zero.

La ragazza lo raggiunse appoggiando la lattina di birra sul piano, prima di prendere posto accanto a lui “Ti va di cantarmi qualcosa?”

Duvall alzò le sopracciglia, sorpreso “Ma è tardi, non si lamenteranno i vicini?”

“Qui ci vive solo una signora di settantasei anni totalmente sorda…. Quindi credo di no” sorrise allegramente McKenzie, appoggiando le mani sulla tastiera del piano “Allora? Preferenze?”

Nick la guardò con un sorrisetto “Preferisco che sia tu a cantare….”

“Davvero?”

“Oh si…”

Nick si aspettava un no secco e un sacco di moine per convincerla. Ma non accadde.

Kenzie fissò il piano con intensità prima di prendere un laccio per capelli e farsi una coda alta “Prometti di non ridere di me?” domandò lievemente imbarazzata, con un sorrisetto sghembo sulle labbra sottili.

Nick le appoggiò un bacio sul collo “Non lo farei mai…”

“Allora ok….” Prese un respiro profondo e dopo averlo guardato negli occhi un’altra volta prese a suonare una melodia lenta.

Duvall chiuse istintivamente gli occhi, lasciandosi cullare.

Li riaprì violentemente, però, non appena Kenzie prese a cantare.

Dio, era bravissima…

 

Kenzie:

He put it on me, I put it on
Like there was nothing wrong
It didn't fit it wasn't right
Wasn't just the size

They say you know when you know
I don't know…

(Not Like a Queen / Katy Perry vs 30 second to mars)

 

Nick sapeva che quella canzone era di Katy Perry perché alcune volte, studiando insieme, l’aveva sentita in camera di Blaine.

A ripetizione.

Fino alla nausea.

Cantata da lei però era qualcosa di sublime, divino. In quel momento gli sembrava la canzone più bella del mondo. Quando lei lo guardò con i grandi occhioni da cerva che aveva, invitandolo a cantare, lui non sapeva come proseguiva il verso, così si mise a cantare tutt’altro, creando a caso un mash-up che sembrava perfetto, visto come combaciavano bene le note….

 

Nick:
Into the night… Desperate and broken….
The sound of a fight….Father has spoken..

 

Kenzie:
If it's not like the movies
That's how it should be, yeah
When he's the one, I'll come undone
And my world will stop spinning
And that's just the beginning

Kenzie ridacchiò, prima di cantare un pezzetto anche lei.

Nick era bravo, davvero tanto, e nonostante non sapesse suonare il pianoforte o qualsiasi altro strumento –che non fosse un tamburello – aveva decisamente un buono orecchio.

Continuò a suonare mentre lo guardava con la coda dell’occhio cantare, rapito dalla melodia lenta e dolce.

Aveva gli occhi chiusi, il viso lievemente inclinato verso sinistra.

Kenzie aveva sempre pensato che Nick non fosse il ragazzo più bello del mondo almeno esteriormente, ma aveva davvero un gran cuore….

Beh, si stava ricredendo mentre lo guardava cantare….

Che si stesse innamorando veramente?

 

Nick:

Into your lives, hopeless and taken
We stole our new lives, through blood and pain
In defense of our dreams. In defense of our dreams…


We were the Kings and Queens of promise
We were the victims of ourselves
Maybe the Children of a lesser God
Between Heaven and Hell!
Heaven and Hell!

 

Nick riaprì gli occhi quando Kenzie attaccò con un pezzo decisamente più veloce e più intenso dei precedenti.

Era come svegliarsi da una ninna nanna dolcissima e ritrovarsi in un dedalo di suoni quasi del tutto nuovi.

Come aveva fatto a non accorgersi prima di quanto dolce suonasse la voce della sua ragazza? Gli sembrava di non averla mai ascoltata veramente.

Forse era quello, amore?

Ritrovarsi sempre meravigliati e sbalorditi dalla persona che siede al tuo fianco?

Kenzie era una scoperta continua e sempre in positivo.

Quindi sì, era decisamente cotto…

 

Kenzie:

'Cause I know you're out there
And you're, you're looking for me
It's a crazy idea that
You were made perfectly for me
You'll see

Quando la canzone terminò non ci furono parole.

Nick prese la ragazza per un polso, attirandola a se a baciandola.

In un modo o nell’altro arrivarono al divano, stringendosi, toccandosi come mai lui aveva fatto in tutta la sua vita.

Quando si staccarono aveva già la camicia mezza aperta.

“Fermati qui…. Stanotte…” sussurrò lei col fiato corto e la coda di cavallo ormai irreparabilmente rovinata.

Non c’era scelta, perché la paura di essere scoperto fuori dalla scuola non esisteva più. Non gliene importava niente.

Il ragazzo annuì velocemente, stendendosi sul divano e attirandola su di se, accarezzandole al schiena dopo averle sollevato il corpetto nero che indossava….

 

 

Quando Kurt si svegliò alle nove del mattino capì che decisamente quel giorno non sarebbe andato a scuola.

Beh, non ci sarebbe andato a prescindere, ma quelli erano dettagli.

Doveva comprare un sacco di cose visto che sarebbe partito per New York il giorno seguente e poi….

Beh doveva passare a trovare una persona.

Si alzò un po’ controvoglia, visto che il piacevo tepore che emanava Blaine era difficile da abbandonare e dopo aver sciolto quel dolce abbraccio si cambiò in bagno mettendosi i vestiti che aveva scelto il pomeriggio precedente.

Svegliare Blaine non fu facile.

A quanto pare amava dormire, e aveva più  o meno il sonno leggero come quello di uno morto.

Provò a svegliarlo nel più classico e melenso modo da fiaba: baciandolo sulle labbra.

Niente.

Gli accarezzò i capelli che, visto che era andato a letto senza phonarli, erano diventati una sorta di ambigua palla di fieno nero.

Meno di prima.

Prese a scuoterlo piano, chiamandolo e alla fine praticamente si ritrovò a saltargli sopra.

E finalmente ci riuscì.

“Mhm… Kurt…” mugugnò infastidito, mettendo la testa sotto al cuscino e stirandosi come un enorme gatto, prima di alzarsi piano a sedere e guardare assonnato il suo ragazzo “Ma è presto….” costatò fissando la sveglia, prima di ricevere un bacio sulla guancia.

Hummel lo guardò dolcemente, prima di prendergli la mano “Lo so, ma devo fare un po’ di cose e, soprattutto, andare in un posto…. Ti va di accompagnarmi? Sarebbe molto importante per me…”

Blaine lo guardò senza capire, ma annuì senza reticenze “Certo…. Nessun problema”

Il suo ragazzo sorrise raggiante, prima di baciarlo sulle labbra a stampo, staccandosi con un sonoro schiocco “Ora però vestiti, io scendo a vedere se c’è qualcuno per la colazione…. E sistemati i capelli, sembra che tu abbia investito un opossum per usarlo come tupè”

Blaine mugugnò infastidito, mentre Kurt usciva dalla stanza ridacchiando.

Si fermò sul pianerottolo un istante, sorridendo.

Il profumo di Blaine permeava in ogni singola fibra del suo corpo e per un istante sperò di poterlo portare con se a New York.

Sapeva che solo quella fragranza per lui perfetta gli avrebbe dato coraggio….

 

 

Continua….

 

 

 

 

*Riferimento vago a The Walking Dead, il nuovo telefilm che AMO ALLA FOLLIA CON TUTTA ME STESSA. Se vi piacciono gli zombie guardatelo, garantisco io.

** Hobo è il cane di Ryan Ross, ex chitarrista dei Panic At The Disco ovvero la mia band preferita. È un tributo a lui, e la parola ‘hobo’ significa letterlamente barbone. Come poteva chiamarsi se no il cane di Chad?

 

 

 

Nda:

Eccomi tornata.

Sarò brevissima: cosa ne pensate del capitolo?

Nick finalmente ha perso la verginità!

E Kurt e Blaine? un oceano di dolcezza….

Dove andranno adesso? Dove vuole portarlo Kurt?

 

Come avete visto Thad sta bene e, anzi, si vuole imporre^^

 

Ovviamente se vi va ditemi che ne pensate, a me fa sempre piacere :D

A tal proposito grazie a chi recensisce sempre, siete fantastiche.

 

A presto

Jessy

 

 

Ps. Chi c’è al Lucca Comix domenica?

Io ci sarò e mi piacerebbe incontrare qualcuno :D

 

Pss.

PROSSIMO CAPITOLO JINT-CENTER.

 

 

 

 

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Capitolo 35
*** #28: Once a Warbler, always a Warbler. ***


bananissima

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

#28: Once a Warbler, always a Warbler.

 

 

 

Blaine adorava uscire la mattina, anche se non gli capitava poi così spesso visto tendeva a dormire sempre più del necessario quando non aveva i corsi alla Dalton.

Il sole, a quell’ora, sembrava più luminoso che mai e rendeva tutto decisamente più splendente. Più positivo.

Persino il cimitero di Lima sembrava un posto migliore, quando i raggi solari baciavano le lapidi bianche rendendole scintillanti.

Camminava lentamente, seguendo Kurt lungo i sentierini di ghiaia, il capo chino e le mani in tasca.

Non gli serviva chiedergli cosa ci facessero lì, visto che il suo ragazzo ormai era un libro aperto per lui. Alzò gli occhi, osservando attentamente la schiena di Kurt e guardandolo attentamente mentre alzava la rosa bianca che aveva appena comprato dal fioraio lì all’angolo fino al naso, per poterne sentire il profumo.

Spesso si chiedeva come facesse un ragazzo dall’aspetto così candido e ingenuo ad essere così forte. Anche se si era piegato più volte, nulla sembrava davvero scalfirlo.

Ed  era una cosa di cui Blaine andava fiero e che in parte gli invidiava.

Kurt si fermò di fronte ad una lapide bianca non molto grande, chinandosi immediatamente su di essa e appoggiando le ginocchia fasciate da un paio di jeans stretti sull’erbetta verde e curata.

Anderson non sapeva esattamente come porsi in quel momento; era una di quelle situazioni delicate, dove non si sentiva estraneo e non riusciva a trovare un modo valido per non infastidire o ferire o peggio ancora offendere l’altro. Bastò però uno sguardo e un piccolo cenno di Kurt per fargli capire cosa il più giovane volesse.

Si sistemò accanto a lui, osservandolo con attenzione mentre levava i fiori appassiti dividendoli da altri che sembravano più recenti (forse portati da Burt), prima di sistemare la sua rosa bianca al centro della composizione.

Kurt non sembrava particolarmente  abbattuto, ma la tranquillità che ostentava era velata di tristezza.

Blaine avrebbe voluto abbracciarlo e dirgli qualche parola dolce di conforto, ma esattamente come al Prom scelse di lasciargli il suo spazio e attendere pazientemente che fosse lui  dire qualcosa.

Non aspettò molto prima che Kurt iniziasse a parlare.

“A volte ho paura di dimenticare il suo profumo esattamente come ho dimenticato la sua voce…” disse incerto con un sussurro basso “Sai, detesto il fatto che fatico a ricordare il profumo che portava sempre, tanto che continuo a comprarlo e a spruzzarmene un po’ sul polso tutte le mattine prima di venire a scuola….” Ammise chinando il capo “E non capisco perché invece mi ricordo così bene l’odore della sua camera d’ospedale, che sapeva di disinfettante…. Non riesco a spiegarmelo….”

“Eri un bambino di otto anni, Kurt” gli disse Blaine con tatto, senza però attirare il suo sguardo che rimase fisso sulla lapide “Deve essere stato traumatico per te vivere  quella situazione…. Tua madre in ospedale, non sapere cosa stesse succedendo o semplicemente non riuscire a capirlo…. È per questo che ti è rimasto impresso quell’odore”

Kurt annuì debolmente, cercando la mano del suo ragazzo che subito gliela strinse “La mia mamma era bellissima, non credi?”domandò, sfiorando con la punta delle dita la piccola cornice dorata che conteneva la foto della donna, prima di voltarsi appena verso Blaine “Quello che non riuscivo a capire era il perché tutto ciò stesse succedendo proprio a noi e perché qualcuno avrebbe dovuto portarmi via la mia mamma invece di farlo a uno di quei bambini perfidi che mi tormentavano, per punirli….”

Si stoppò mordendosi il labbro, mentre Blaine osservava attentamente la foto non riuscendo a far altro che dar ragione al suo ragazzo: quella donna era davvero bella. Sembrava davvero giovane e leggendo la data di nascita e quella di morte notò che lo era. Aveva i capelli castani lievemente mossi, un bel sorriso luminoso e un paio di occhi azzurri lievemente allungati che a lui erano dannatamente famigliari.

“Kurt?.... Come è successo?”domandò cauto.

“Cancro” fu la risposta semplice del più piccolo “Non ha retto l’intervento per asportarlo, è morta di setticemia o una cosa del genere…. Non è stata colpa di nessuno comunque, si sono accorti che era malata troppo tardi….”

Il moro sospirò, chiudendo un istante gli occhi “Kurt, so che è scontato e forse irritante ma…. Mi dispiace davvero che questo sia capitato a te e a Burt…

Kurt scivolò con il sedere sull’erba, appoggiandosi al petto di Blaine che subito  lo strinse a sé, appoggiando la guancia al suo capo “Sai, ho sentito il bisogno di venire qui perché è da ieri sera che ci penso…. Mi capita spesso di chiedermi come sarebbe se lei ci fosse ancora, ma di recente è peggio che mai…” sussurrò abbassandogli gli occhi “Sono del tutto certo che tu le saresti piaciuto tanto…

Blaine se lo strinse di più addosso, sentendosi incredibilmente fortunato. Non si era mai fermato a pensare a quanto sua madre fosse importante per lui e quanto fosse positivo che lei adorasse letteralmente Kurt.

Vista la sua situazione familiare, non poteva davvero immaginarsi la sua vita senza Anabell.

Sarebbe stato un autentico inferno…

“Blaine?  Mi stai ascoltando?”

Il moro si riscosse da quel fiume di pensieri “Scusami, mi sono perso un istante….” Disse sbrigativo, senza notare il sorrisetto sulle labbra del suo ragazzo “Dicevi?”

“Dicevo che anche se la mamma mi manca, va bene così” ammise, stupendo e non poco l’altro “Papà è ancora con me anche se ho rischiato di perderlo, Carole è dolcissima e si comporta come una mamma nei miei confronti e Finn…. Beh fa del suo meglio e sono costretto ad ammetterlo che come fratello se la cava bene….” fece una pausa, staccandosi da Blaine e guardandolo con un sorrisetto “E poi, ora ho te…. E tu non hai davvero idea di quanto questo sia importante per me. Averti qui, con me, ora…. È davvero importante…. Non mi serve altro per stare bene”

Blaine allungò la mano libera sfiorandogli dolcemente una guancia, imponendosi di non mandare al diavolo la sua compostezza e baciarlo “Io ci sarò sempre per te, Kurt…

Il più piccolo sorrise, finalmente senza la benché minima traccia di tristezza ad ottenebrargli il viso, lanciando un ultimo sguardo alla lapide prima di alzarsi e proporre a Blaine di seguirlo in una pasticceria lì vicino.

‘Elizabeth Carrie Hills-Hummel  10/ 25 /1968 – 04/02/2002’*

Anche il moro guardò un’ultima volta la tomba, prima di incamminarsi dietro al suo ragazzo, con quella lapide in testa ma il cuore decisamente leggero…

Kurt si sentiva più leggero, mentre Blaine più consapevole che la loro relazione stava lentamente crescendo e maturando insieme a loro, consolidandosi. Nessuno si poteva mettere in mezzo, nemmeno e soprattutto Thad seppure fosse consapevole che avrebbe dovuto parlare con Kurt di quello che era successo tra lui e il capo consiglio….

 

Il giorno successivo Blaine accompagnò Kurt all’aeroporto insieme a Burt per imbarcarlo alla volta di New York e incoraggiarlo.

Durante il viaggio Kurt era stato categorico: se credeva davvero che la scelta di Wes e David sulla canzone da fargli cantare nella sfida contro Thad fosse ingiusta allora doveva opporsi con tutto se stesso.

Ed era quello che intendeva fare.

Parcheggiò l’auto correndo in camera sua per cambiarsi e arrivò logicamente in ritardo alle prove.

Nessuno si stupì quando entrò con ancora la cravatta in mano chiedendo scusa.

“Stavamo parlando di cosa vogliamo fare quest’estate e di Disneyland” lo rassicurò Duvall, mentre Jeff lo aiutava abbassandogli il colletto della camicia “Non ti sei perso proprio nulla…

“Bene” proruppe Thad mentre Wes stava controllando che fossero tutti presenti “Dopo questa breve regressione all’utero materno passiamo all’argomento del giorno…” Lesse velocemente dal quaderno, ma prima che potesse dire qualsiasi cosa Blaine scattò in piedi.

“Io voglio avanzare una protesta” disse a voce alta, non stupendo nessuno. Più volte era stato definito un ‘anarchico’ per i canoni dei Warblers, a partire dalle sue pittoresche variazioni sulle divise dei Warblers a le sue idee riguardo le coreografie che-dovevano-osare-di-più sulle note di Katy Perry.

David prese appunti mentre Wes gli faceva cenno di proseguire con un movimento del capo.

Blaine li guardò tutti  due, ignorando Thad “Io mi oppongo alla scelta della canzone, ritenendola appropriata solo alla voce del Warbler Harwood”

Thad rise “Fifa Anderson?” domandò con un sorriso strafottente

“Ti piacerebbe….” Rilanciò a denti stretti Blaine.

Nick, che seguiva la scena disse “Chi inizia a contare fino a tre? Voglio vederlo questo duello!”* ricevendo come risposta uno sguardo smarrito da parte di Jeff. 

Wes sbatté il martelletto un paio di volte sulla scrivania “Buoni voi due…” disse paziente, prima di rivolgersi a Blaine “Ci ho già pensato dopo la chiamata dell’altra sera” disse sbrigativo, facendo arrossire il solista.

“Sul serio?” ribatté irritato Thad “E se a me non andasse bene il fatto che a lui non va bene?”

“A me non va bene che a te non vada bene che a lui non va bene per il semplice fatto che siamo una democrazia e tutti possono dire la loro” rispose Wes a torno.

“Mi sono perso.” ammise Ethan grattandosi il capo mentre Jeff strabuzzava gli occhi in modo buffo, ovviamente in alto mare come Moore (se non peggio).

“Abbiamo pensato di fare felici entrambi” dichiarò David, giocherellando con il tappino della penna rigorosamente nera.

Wes annuì vistosamente “Abbiamo scelto un pezzo dei Panic! At the Disco.” Disse mentre sia Blaine che Thad esultavano internamente “La voce del cantante si sposa con quella di entrambi. Felici? Posso riprendere a girare per i corridoio senza giubbotto antiproiettile?”

“Fa poco contro i bazuka quello” lo prese in giro Nick.

“Anche contro le tue palle da baseball” rilanciò tagliente Montgomery “Ok che non sono un vaso e non posso cadere in pezzi ma…. Potresti comunque farmi del male”

A Duvall non rimase altro da fare se non stare zitto e fingere una certa nonchalance, iniziando a chiedersi se qualcuno avesse fatto la spia o se Wes avesse qualche superpotere come la capacità di sentire i sussurri da miglia di distanza o vedere attraverso le pareti.

Tutto era possibile.

“Di che canzone si tratta?” domandò Thad, appoggiandosi col gomito alla scrivania e voltandosi del tutto verso Wes.

There’s a Good Reason that this Table is Numbered Honey, You Just Haven’t Throught of It Yet” disse tutto di un fiato l’asiatico mentre i due rivali sorridevano compiaciuti già convinti di fare un figurone.

“Ma è il testo o il titolo?” domandò ingenuamente Jeff, venendo caldamente ignorato.

“Siamo d’accordo?” domandò Wes. Entrambi annuirono e lui sospirò “Perfetto…. Prossimo punto all’ordine del giorno, Thad?”

“L’Addio ai Monti di Wilson…. È il solo punto del giorno” commentò Harwood, mentre il ragazzo in questione si alzava “Prego, la scena è tua…

Cameron lo guardò stupito mentre si affiancava alla scrivania con un’espressione assolutamente apatica “Ma come? Devi già andare? Pensavo finissi l’anno!”

Flint scosse il capo “Oggi sono venuto per salutarvi” disse scrollando le spalle “Lunedì ho il volo alle tre del pomeriggio….”

Jeff istintivamente spostò lo sguardo a terra, sospirando tristemente.

Anche Nick si sentiva un po’ dispiaciuto, nonostante avesse passato tutti i giorni a insultarlo da quando si era lasciato col suo migliore amico, alla fine Wilson era una di quelle persone che credeva avessero qualche tipo di sano valore quale l’amicizia.

Forse si sbagliava, forse no….

E nonostante insistesse dicendo a Jeff di mandarlo al diavolo era seriamente dispiaciuto per come erano andate le cose e per come sarebbero andate poi.

Tanto per essere coerenti, però, gli lanciò un’occhiataccia.

“Non ho molto da dire” disse il morettino dai grandi occhi azzurri, fissandoli tutti quanti “Mi dispiace di non poter esser qui mercoledì e di non assistere allo scontro tra titani di Blaine e Thad, anche se ho incaricato Harwood di darmi il risultato via Skype al prima possibile” il capo consiglio tirò un sorriso, incrociando le mani sulla scrivania “E mi dispiace anche di perdermi la degustazione di vini a cui dovevo andare con Kirk, o le feste e le prove con tutti voi…. Ma è decisamente meglio così. Sappiate che nonostante i problemi avuti, le incomprensioni e i litigi non mi scorderò mai di voi” sorrise lieve, abbassando gli occhi “E questo perché se sei un Warbler una volta, lo sei per sempre.”

“Un fringuello non fa primavera, ma quattro stagioni” Ne convenne Nick, prima di accorgersi della gaffe e abbassare gli occhi sul tappeto.

Il sorriso di Flint si consolidò un istante prima di sospirare tristemente “Vi penserò…

“Ci sentiremo su Facebook, se torni nei paraggi vieni a trovarci” gli disse Richard con sorriso dolce, che fece strippare di nuovo Duvall.

“Perché non parliamo di qualcosa di seriamente interessante come il tempo?” domandò scazzato, appoggiandosi allo schienale del divano e incrociando le braccia.

“Oppure di come sento il cervello di Blaine sfrigolare da qui, mentre cerca un modo per battermi” rilanciò Thad, prima di aggiungere crudele “Ma forse stanno friggendo in mensa, lui non credo abbia la materia di cui si discute. Forse è il gel….”

Blaine sospirò, rassegnato “Perché devi sempre offendermi?”

“Mi viene naturale….” Disse con un sorrisetto falso Thad.

Wes si alzò, dichiarando chiusa la riunione.

Sapeva che se mai sarebbero arrivati a mercoledì, si sarebbero picchiati prima o dopo aver cantato.

Forse anche durante…

 

…. Quindi era meglio risolvere la questione il prima possibile.

Thad si era dileguato subito appena terminata la riunione, così Wes si era messo sulle sue tracce, uscendone però sconfitto.

Solo un sms di un suo compagno di corso, Troy, fu provvidenziale:

-Vieni a recuperare Thad? Sta suonando e cantando come un coglione al Lima Bean…. E la gente inizia ad apprezzare troppo.-

Non se lo fece ripetere e dopo aver infilato il cappotto e prese le chiavi si catapultò sulla scena del delitto.

Non stava succedendo nulla di che, a dirla tutta….

 

Is it still me that makes you sweat?
Am I who you think about in bed?
When the lights are dim and your hands are shaking as you're sliding off your dress?
Then think of what you did
And how I hope to God he was worth it.
When the lights are dim and your heart is racing as your fingers touch his skin.

(Lying is the Most Fun A Girl…. – Panic! At the Disco)

 

 

Wes prese posto ad un tavolino salutando i suoi compagni di classe, prima di sfilarsi la sciarpa e guardare la scena perplesso.

Tanto per iniziare Thad sembrava aver sviluppato una sorta di rigetto per la divisa visto che non la indossava nemmeno in quel momento, sostituendola con un paio di jeans neri e una felpa rosso fuoco.

Non che fosse un problema, dopotutto al di fuori della Dalton potevano vestirsi come credevano….

Ma era molto raro vedere uno studente, soprattutto un Warbler, senza la divisa.

Cosa ancora più strana, stava cantando per una ragazza…

 

I've got more wit, a better kiss, a hotter touch, a better fuck
Than any boy you'll ever meet, sweetie you had me
Girl I was it, look past the sweat, a better love deserving of
Exchanging body heat in the passenger seat?
No, no, no, you know it will always just be me

 

Ok, Wes non poteva essere certo al cento per cento che Harwood fosse omosessuale convinto, visto che aveva avuto più ragazze e un solo interesse maschile…

Ma la cosa strana era che ci stava davvero mettendo tutto il suo sex appeal rischiando di far morire quella povera giovane –dalla divisa azzurra Wes capì che era della Crawford- per autocombustione spontanea.

 

Let's get these teen hearts beating. Faster, faster
So testosterone boys and harlequin girls,
Will you dance to this beat, and hold a lover close?
So testosterone boys and harlequin girls,
Will you dance to this beat, and hold a lover close?

So I guess we're back to us, oh cameraman, swing the focus
In case I lost my train of thought, where was it that we last left off?

 

Quando la canzone terminò tutto il locale esplose in un applauso e subito la ragazza si alzò squittendo eccitata e abbracciandolo.

Lui le sorrise, restituendo la chitarra ad un tizio mai visto prima che aveva l’aria di un senzatetto, prima di dirigersi al bancone. Quando fu lì notò anche Wes e decise che si sentiva buono a sufficienza per offrirgli un caffè.

“Ciao mamma” gli disse passandogli il bicchierone di carta pieno di quella che lui definiva ‘linfa vita’ bella fumante “Sei passata a controllarmi?”

“Cosa te lo fa pensare?”

“Troy mi ha detto che ti ha chiamato” fece spallucce Harwood, prendendo il primo sorso “E so che sei venuto a rimproverarmi per il mio comportamento sconveniente…

“Esatto” disse l’asiatico paziente “Ti stai comportando male nei riguardi di Blaine…

“Oh povero angelo” rilanciò sarcastico Thad “Perché tu che hai fatto?”

Wes lo guardò senza capire “In che senso, scusa?”

“Lo tratti come il tuo Golden Boy poi proponi pezzi che lui non può permettersi per farmi vincere…. A che gioco stai giocando?” domandò con una certa amarezza, facendo sospirare l’altro.

“Non è come sembra…

“Te lo dico io cosa sembra…” Si appoggiò con entrambi i gomiti al tavolo, fissando Wes negli occhi a mandorla “Tu l’hai fatto per avvantaggiarmi e farmi vincere perché in questo periodo ti faccio pena….” Montgomery provò a ribattere ma fu impossibile “Kurt che si mette con Blaine, Kurt che lascia la Dalton, lo scandalo del DDR…. Senti, apprezzo che tu mi voglia bene ma io ho una certa dignità e non mi occorrono mezzucci…” si alzò in piedi “Io sono meglio di lui e te lo dimostrerò senza bisogno di favorismi…. A dopo”

Wes lo guardò allontanarsi, scivolando sulla sedia stremato.

Thad forse era troppo intuitivo o lui aveva completamente sbagliato approccio….

 

Dear lord could you spare me
I just got one side to show you all
My ass is awesome, so smile
When you're kissing it off, oh oh ohh

(You’re Not in On a Joke – Cobra Starship)

 

“Jeff ma si può sapere che ti prende? Conta i passi!”

Sentiva il sudore colargli sulla schiena e sul viso in modo davvero insopportabile mentre Al, il suo insegnante di danza, lo riprendeva per la centesima volta in mezzora.

Semplicemente non riusciva a starci dentro, ne al ritmo ne alla coreografia.

E pensare che era il suo assolo per il saggio finale, ergo doveva impararla come si deve.

Sapeva che non era un grande problema solo perché fino a qualche giorno prima veniva alla perfezione e che, sempre qualche giorno prima, non doveva preoccuparsi troppo.

Ma ormai era finita.

Game over.

Flint se ne andava sul serio.

Aveva visto sua madre in segreteria per ritirarlo, aveva sentito i professori, i bidelli, i suoi compagni parlarne…

Scosse violentemente il capo, spazzandosi via una goccia di sudore che scendeva rapida verso il mento e cercando di seguire la canzone.

They say I'm cold, cold, cold,
Baby why so cold?
I'm super sweet sealed with a kiss
Call your professor if there's something you miss

 

Danzare era la sua passione.

Non era un mostro del canto, come aveva già detto altre volte, ma in quello era insuperabile.

Doveva fare un buon saggio a coronamento di un ottimo corso e sperare di vincere la borsa di studio per il Boston Ballet, l’anno seguente.

Doveva riuscirci, Flint si era comportato male e questo non poteva compromettere i suoi sogni.

Mise male un piede, cadendo sul sedere e rischiando di farsi male sul serio.

Ci mancava solo una storta e poteva anche buttarsi dalla finestra…

“Amico facciamo una pausa, ti va?” Al gli porse la mano per aiutarlo ad alzarsi e poi gli diede una pacca sulla spalla “Fatti in giro, bevi un po’ d’acqua e poi vedi di riprenderti….”

Il biondo sorrise lievemente “Scusami davvero…. Cercherò di farlo….”

L’insegnante uscì dalla sala lanciandogli un asciugamano pulito che il biondino prese al volo.

Prese la bottiglietta rimettendo la canzone da capo e, bevendone piccoli sorsi, iniziò a marcare i passi ripassandoli a mente….

 

I only show you what I want you to see
I've got my t-t-t-t-tongue in my cheek
If you see them laughing (you see them laughing)
Don't follow hand
Cause they're not part of my joke

“Sterling?”

Il biondino saltò in aria per lo spavento, prima di voltarsi verso Richard stravolto.

“Ma tu che ci fai qui??”

“Scusa, non volevo spaventarti” gli disse divertito, prima di tornare serio e fissarlo con attenzione “Devo parlarti urgentemente, hai un istante?”
“Sto provando per il saggio” disse velocemente, avvicinandosi alle sbarre di classico e lanciando la bottiglietta vuota nel cestino. Allungò la gamba sulla sbarra, stirando la schiena per evitare di morire di dolori più tardi, ma l’altro non si lasciò convincere ad andarsene.

“Sarà davvero breve” insistette Rich  avvicinandosi “Devo incontrarmi con una persona e sono già in ritardo…

Jeff storse il naso, adottando la tipica acidità duvalliana “Salutami Wilson allora…

“Non lo vedo, ma è di lui che devo parlarti” disse ottenendo l’effetto sperato, ovvero la totale attenzione del biondino “Io sono etero e la mia ragazza si chiama Jade. Stiamo insieme da tre anni e mezzo e non l’ho mai tradita con nessuno, figurati con Wilson” gli spiegò, stupendolo non poco.
Ma…. Lui…. E tu…

“Il suo era un piano” puntualizzò Rich, mentre Jeff prendeva a boccheggiare come una cernia,  totalmente senza parole “Se tu avessi creduto che lui….e io…. Hai capito no? Beh, non è così io gli ho solo fatto un favore reggendogli il gioco in cambio di una mano in Storia Americana…. Sono negato con le date”

Aspetta…. Io sono lento ma credo di non aver capito bene” disse Jeff iniziando a sudare il doppio. Da fermo. “Era tutto in imbroglio?? Io l’ho lasciato per un motivo non vero??”

“Bingo, Sterling” gli rispose Richard incrociando le braccia “Ora però devo scappare o farò tardi e…

“Due domande e ti lascio andare….” Disse il biondino prendendolo per un polso  “Perché questa montatura? E perché cazzo tu me lo dici solo ora??”

Rich ridacchiò “Non ci arrivi? Non voleva farti star male di più del necessario e lui stesso non voleva star male” notando l’espressione di pura incomprensione di Jeff, il ragazzone spiegò meglio “Lui mi ha raccontato che quando è stato costretto a venire qui lui e il suo ragazzo del tempo sono stati da cani. Visto che quello che prova per te è molto più di qualsiasi altro legame lui abbia mai avuto, anche con la madre a sentire lui, sapeva che sarebbe stato troppo straziante. Semplice e chiaro no? Fondamentalmente l’ha fatto per te e anche per se stesso…. E te lo dico solo ora perché ho promesso di non farne parola con nessuno, ma a questo punto mi sembra doveroso dirtelo …. Magari vi chiarite prima che sia costretto ad andarsene….”

Jeff rimase fermo come una statua di sale “Ossignore….”

“Ora che hai intenzione di fare per…. Jeff?”

Non ottenne risposta visto che il biondino era già sfrecciato fuori, verso lo spogliatoio con ancora l’asciugamento attorno al collo.

Doveva prendere l’autobus per tornare alla Dalton il prima possibile.

Doveva parlare con la sola persona in grado di fargli chiarezza: Nick.

 

 

Kurt fece scivolare la porta-vetro della terrazza e uscì dalla stanza, affacciandosi sulla città di New York, rapito dalle sue mille luci.

Nonostante avessero appena perso le Nazionali per colpa del suo fratellastro e di quell’esaltata di Rachel Berry non ce la faceva a sentirsi triste, o abbatutto….

Quella città lo rendeva euforico e felice come mai si era sentito.

Non avrebbe mai pensato che, nonostante tutto, il suo desiderio di trasferirsi lì un giorno si sarebbe così fortificato.

Si appoggiò al parapetto guardando sotto di sé le persone che si spostavano in massa, sembrando migliaia di piccole formichine. Anche lui si sentiva così, piccolo, insignificante…. Solo che quel modo che aveva New York di farlo sentire piccolo non faceva altro che renderlo più smanioso che mai di emergere e diventare qualcuno.

Sì, si disse sorridendo dopo un sospiro profondo, era quello il sui posto.

Non Lima. Non l’Ohio.

Quello. 

La porta dietro di lui si aprì nuovamente e da essa apparve non solo una Lauren dall’aspetto molto stanco, ma anche qualche decina di centinaia di urla…. Quasi tutte in spagnolo, segno che Santana stava dando il meglio di sé.

“Credo che sia ancora molto arrabbiata” disse ovvio Hummel, mentre la Zizes lo guardava alzando un sopracciglio.

“Da cosa lo deduci?” domandò sarcastica osservando lo spettacolo davanti a sé, perdendosi a sua volta “Certo che è proprio una figata questo posto…

Kurt ridacchiò cristallino prima di avere un’idea “Mi faresti una foto?” domandò passandole l’Iphone e appoggiandosi di nuovo alla ringhiera, stavolta rivolto verso la stanza e non verso il vuoto.

Lei si fece indietro, eseguendo quel desiderio “Ecco fatto, queste manie di fare foto tue e della Berry sono inquietanti”

Il ragazzo sorrise, controllando che la foto fosse a posto senza bisogno di ritocchi, prima di preparare un sms “Voglio spedirla a qualcuno…” mormorò con espressione dolce, tanto che Lauren capì al volo.

“Ah l’amore” disse semplicemente, prima di sentire due colpi forti provenienti dall’interno “Io vado a controllare che le pazze non si uccidano…. Appena arriva Schuester con i ragazzi ti chiamo, ok? Vuole ‘parlare’ del nostro fallimento causato dai suoi due cocchi”

Lauren roteò gli occhi, prima di sparire di nuovo oltre le tende della stanza.

Kurt rimase solo, dedicandosi finalmente alla sola persona che era stata nei suoi pensieri per tutto il suo soggiorno newyorkese: il suo ragazzo.

Scrisse una frase veloce che potesse accompagnare la foto prima di spedire l’mms.

Mentre camminava per le strade affollate avrebbe tanto voluto avere Blaine con lui, a tenergli la mano o stringerlo a sé. Mentre si guardava attorno a Time Square si era perso a sognare ad occhi aperti il suo ragazzo che si avvicinava a lui, lo afferrava per un braccio e lo tirava a sé, coinvolgendolo in un lungo bacio carico di passione.

Voleva andare a vedere insieme a lui tutti i musical di Broadway, fare picknick a Central Park, guardare la città dalla cima del Empire, passeggiare per la 5th a braccetto….

E la cosa che gli faceva scoppiare il cuore di felicità era la consapevolezza che in un futuro non così tanto lontano sarebbe successo tutto ciò e anche di più.

Il cellulare prese a vibrargli in tasca e non serviva un indovino per capire di chi si trattasse.

Blaine.

“Ma buona sera…” disse felice di sentire la voce del suo ragazzo dopo due giorni di quasi astinenza.

-Ciao Kurt…. Allora? Portata a casa una vittoria schiacciante?-

Il più giovane sospirò “Direi piuttosto una sonora sconfitta…. Ma ti racconterò di tutto questo quando sarò tornato…. Tra poco c’è il secondo round e Santana sembra decisa ad uccidere Rachel e Finn…

-Oh, piccolo, mi dispiace tanto…. Aspetta… Perché Rachel e Finn? Hanno toppato?-

Kurt sospirò all’appellativo utilizzato dal compagno “Ti fornirò ogni dettaglio, sappi solo che abbiamo fatto una figura misera…. La sola cosa che davvero mi infastidisce è che ci siamo allenati tanto, abbiamo fatto tanti sacrifici per nulla.” Sospirò profondamente “Ma tu come stai? Sei al pub?”

-No sono in camera mia alla Dalton…-

Hummel corrugò le sopracciglia senza capire “Di sabato sera?”

-Sto preparando la sfida contro Thad…-

Quest’ultima informazione causò uno sbuffò a Kurt “Siete entrambi ossessionati da questa storia.”

-…. Vi siete sentiti per caso?-

“Secondo te?? Sembra di vedere due bimbi giocare a Risiko…. Anche tu hai strategie da confidarmi??”

-No ma…. Strategie? Davvero??-

Kurt mise le mani avanti “Non ti rivelerò nulla. Sono neutrale come la svizzera in questa vostra guerra terroristica!”

Blaine non rispose subito, non riuscendo a concepire che il suo ragazzo potesse realmente rimanere neutrale in una situazione del genere.

Poi come al solito decise di lasciare perdere –Come preferisci.-

La risposta secca di Anderson fece largamente intendere all’altro che non era soddisfatto della cosa, ma che comunque l’avrebbe rispettata “Come ti stai preparando?”

-Provo un paio di canzoni dei Panic! At the Disco…. Così per entrare nella tonalità di Brendon Urie….-

Kurt sorrise dolcemente “Scommetto che farai un figurone…

-Vuoi sentire qualcosa?-

Il più giovane spalancò gli occhi, stupito “Ora?”

-Si certo, ho la chitarra sulle gambe!-

“D’accordo allora…. Sentiamo…

Sentì alcuni rumori dall’altra parte della cornetta, mentre Blaine appoggiava il cellulare in vivavoce sulla scrivania, facendo un paio di accordi a caso mentre con gli occhi rileggeva lo spartito. Si schiarì la voce un paio di volte, e dall’altra parte, Kurt si chiese se era il caso di fargli notare che stava spendendo un capitale in quella telefonata.

Non ce ne fu bisogno perché Blaine iniziò a suonare una melodia vagamente country e a cantare…

 

Allow me to exaggerate a memory or two
Where summer's lasted longer than well longer than we do
When nothing really mattered  except for me to be with you
But in time we all forgotten we all grew

(Folkin’ Around – Panic! at the Disco)

 

La sua voce era così bassa da causare a Kurt non pochi brividi lungo la colonna vertebrale, mentre non poteva evitare di sorridere ebete.

Quella era una sfida decisamente accesa.

Vocalmente parlando erano entrambi molto bravi.

Thad aveva una voce molto più vicina all’estensione di un tenore rispetto a Blaine, aveva carisma e fascino.

Sul palco sapeva muoversi molto bene e catturava con magnetismo l’attenzione del pubblico.

Ma Blaine….

 

Your melody sounds as sweet

As the first time it was sung
With a little bit more character for show
And by the time my*** father's heard
Of all the wrong I've done
And I'm putting out the lantern
Find your own way back home

 

Blaine aveva il classico carisma del vero leader.

La sua voce baritonale era bellissima e anche se forse a livello di estensione non poteva arrivare alle note di Thad non era importante.

Anzi, era del tutto irrilevante se lo si osservava bene e soprattutto lo si ascoltava.

Il suo ragazzo non era bravo, era il migliore.

Anche se aveva deciso di rimanere neutrale dentro di sé sapeva chi avrebbe dovuto vincere.

Senza contare che non trovava un senso in tutta quell’enorme farsa.

I've forgotten how to sing
Before I sung this song
I'll write it all across this wall
Before my job is done
And I'll even have the courtesy
Of admitting I was wrong
As the final words before I'm dead and gone

 

Kurt si era già preparato un discorso da fare a Thad per fargli capire che comportarsi come un bambino che vuole infossare Blaine per aver soddisfazioni non avrebbe mai portato a nulla, ma non riusciva a trovare il modo per parlargli a quattr’occhi.

Non avrebbe comunque rinunciato.

Teneva moltissimo a Thad, avevano condiviso così tante cose che lo avevano reso un caposaldo della sua vita in  pochissimo tempo. Gli voleva così tanto bene da non schierarsi nemmeno contro di lui, nonostante fosse a sua volta schierato contro una delle persone a cui teneva maggiormente.

Gli avrebbe parlato, ma non in quel momento.

Si stava godendo una delle cose che amava di più: il suo ragazzo che gli dedicava una canzone…

 

You've never been so divine
In accepting your defeat
And I've never been more scared to be alone
If love is not enough to put my enemies to sleep
Then I'm putting out the lantern
Find your own way back home

 

Sorrise bloccandosi il cellulare tra la spalla e l’orecchio, applaudendo energicamente per qualche istante “Davvero sei preoccupato per la sfida?” domandò ironico.

La risata metallica di Blaine arrivò dall’apparecchio –Mi stai dicendo che sono il migliore?-

Kurt roteò gli occhi “Non di certo il più modesto ma….” Si sentì picchiettare sulla spalla e voltandosi vide Quinn che lo invitava a rientrare “Ora devo scappare…. Credo che ci sarà un incontro di lotta greco-romana o qualcosa del genere….”

-Posso venirti a prendere domani in aereoporto?-

“Arriviamo tardi di notte…. Ci vediamo direttamente lunedì mattina che ne pensi? Facciamo colazione insieme?”

-Certo, tanto la prossima settimana non ho lezione alla Dalton…. Pensavo di fare un provino per il Six Flag, come lavoro estivo…. Così metto via un po’ di soldi e ti riporto a New York che ne pensi?-

Kurt sorrise radioso “Te lo dimostrerò Lunedì che ne penso, ok?”

Blaine rise ancora –Ci sto, penso che passerò anche a prenderti a casa così avrò una scusa per fermarmi il pomeriggio quando ti riporto…..-

“Affare fatto…. A presto allora. E Blaine?” Si morse le labbra energicamente. Aveva davvero voglia di dirgli quanto forti fossero i suoi sentimenti per lui ma…. Aveva paura che fosse presto. Sì, decisamente era presto per sguinzagliare quelle due paroline che forse avrebbero stravolto troppo la loro acerba relazione “Non azzuffarti con Thad, ok?”

La voce di Blaine arrivò esitante –Ci proverò, buona notte Kurt.-

“Buona notte Blaine…

 

 

Kenzie appoggiò con un po’ troppa veemenza un boccale di birra difronte a Jeff, prima di tornare a fronteggiare il suo ragazzo che sorseggiava la sua con falsa tranquillità.

“Non ci posso credere che tu gli abbia impedito di andare a parlare con Flint!” disse allucinata prima di rivolgersi a Sterling “Dovete chiarire! Vada come vada due persone che si sono amate devono parlare di una cosa del genere, prima che sia troppo tardi!”

“Io non capisco cosa ci sia da dire” sostenne Duvall con insistenza, guardandola seriamente “Kenzie pensaci su…. Flint può anche averlo fatto a fin di bene, ma sempre stronzo è stato. L’ha fatto star male facendogli credere una cosa gravissima. Secondo me, a questo punto, dovrebbe insultarlo il doppio invece di giustificarlo…” prese un altro sorso, prima di spazzarsi via la schiuma dal labbro inferiore “Poi non gli ho impedito proprio nulla…. Era un caldo consiglio il mio”

La giovane guardò il biondino, che fissava con insistenza il bancone sotto di lui, dando l’idea di un cagnolino bastonato “Tesoro mio” gli disse accarezzandogli i capelli “Non ti sto dicendo di dirgli chissà che…. Di pretendere delle scuse o altro. Solo, parlaci….”

Sterling sospirò affranto “Io so che dovrei farlo, ma non saprei come fare… cosa dire…. È troppo un casino”

“Lo è perché Wilson lo ha voluto” disse Duvall scazzato, prima di prendere un respiro “Scusa piccola” disse alla ragazza che stava per lanciargli dietro qualcosa di pesante “Tu mi parleresti se ti ingannassi così?”

“Certo! Solo per insultarti spenderei un intero pomeriggio!” sbottò lei lanciandogli lo straccio, prima di riprenderlo per lucidare un paio di boccali.

Nick sbuffò “Io non ti parlerei mai più…” disse prima di scoppiare in un grido di dolore, non appena una vassoio di legno impattò il suo cranio “AHIA!”

“Così impari a dire cazzate!” disse arrabbiata scappando verso il retro.

Il signor Martie, che non si era perso una sola battuta, fece un segno al ragazzo di seguirla e lui non si fece di certo pregare.

Jeff rimase solo al bancone, picchiettando le dita contro il legno duro e domandandosi seriamente cosa avrebbe potuto dire Flint.

Gli argomenti non mancavano, certo, così come la voglia di sentirsi ripetere dalla bocca del morettino tutto quello che Richard gli aveva svelato.

Ma non si sentiva in diritto di farlo.

Non si accorse nemmeno che qualcuno aveva preso posto sullo sgabello accanto a lui, tanto era immerso nei suoi pensieri, e si voltò solo quando si sentì chiamare per nome.

Al suo fianco sedeva un ragazzo robusto, e il biondino ci mise qualche istante ad identificarlo “Dave? Dave Karofsky?” chiese meravigliato.

Lui annuì “Ciao Jeff…” disse vagamente imbarazzato “Come va?”

Dopo quel piccolo ‘incidente’ avvenuto al McKinley dopo l’esibizione di Somewhere Only We Know non si erano più rivisti o sentiti, ma Sterling non aveva niente contro di lui anche se lo amareggiava sapere come aveva trattato Kurt.

“Bene, grazie…. Tu? Che ci fai a Westerville?”

Dave scrollò le spalle “Sto aspettando degli amici…. Non siamo mai venuti qui.”

Calò un silenzio impacciato visto che nessuno dei due sapeva che cosa dire.

Ovviamente Karofsky fece, tanto per cambiare, un passo falso chiedendo a Jeff la sola cosa che doveva caldamente evitare…

“Come va col tuo uomo? Freddy, giusto?”

Jeff tirò un sorrisetto, mentre gli occhi cangianti si velavano di tristezza “Flint…. Ecco, noi non stiamo più insieme….”

Oh…

“Già lui va a vivere a New York….”

Dave spostò lo sguardo verso la parete di fronte a lui “Mi dispiace” disse secco, infastidito da come quella conversazione avesse preso una piega inaspettatamente imbarazzante. Almeno per lui che aveva aperto un argomento infame “Deve essere brutto non vedere mai più la persona che…. Si insomma… con cui si ha…. Hai capito.”

Jeff lentamente spalancò gli occhi, raddrizzandosi sullo sgabello in  cui, fino a quel momento, era rimasto ingobbito.

Non avrebbe più rivisto Flint.

Mai più….

Così come aveva detto Kenzie, non avrebbe avuto altre occasioni per parlarci.

Io…. io non voglio avere rimpianti” disse lentamente mordendosi il labbro, insicuro “Vorrei parargli e dirgli che non mi importa cosa accadrà, che potrebbe anche andare in Europa o sulla Luna ma continuerei a voler rimanere con lui…. Che sarei disposto a fare dieci lavori per mantenerlo alla Dalton, con me…

Dave lo guardò impressionato “Amico, stai svalvolando…. Ti rendi conto di quello che dici? So che la Dalton è la scuola dei riccastri, senza offesa….”

“Se davvero ti sta a cuore una persona allora sei disposto a fare tutto pur di averla…” il biondino lo guardò attentamente, prima di prendere dieci dollari e appoggiarli sul bancone, finendo di bere la birra “Devo solo capire cosa voglio dirgli…. E devo iniziare a pensarci da ora. Non voglio sprecare la mia ultima possibilità di fargli capire cosa provo, non devo….” Si alzò, infilandosi la giacca velocemente, prima di sorridere a Dave “Tu non lo sai ma mi hai aiutato molto. Ora scappo al dormitorio, stammi bene”

Karofsky lo guardò sfrecciare via, colpito dalle sue parole.

Abbassò gli occhi sul bancone, sulla banconota sgualcita del ragazzo e poi sul boccale vuoto mentre il suo cervello macchinava….

Ok, decisamente lo aveva colpito troppo….

 

 

 

Continua…

 

 

 

 

*La data ha la notazione Americana che pone il mese prima del giorno. Cerco sempre di essere il più fedele possibile a questa cultura che amo (prevedo di avere la città dinanza a stelle a strisce prima dei quaranta)

** Si, è esattamente la scena di ‘Harry Potter: La Camera dei Segreti’ tra Draco e Harry. Nick l’ha capito e voi? xD

*** Ho cambiato il testo di Folkin Around da ‘your father’ a ‘my father’ per rispettare la storia dei personaggi. Richard Anderson dovrebbe sentirsi onorato u.u tzè.

 

 

Nda.

 

 

Eccoci qui!

Sono puntale alè alè! *lancia i coriandoli*

Sarò brevissima.

 

 

Prima cosa: Non odiatemi per come ho fatto finire il capitolo, so che avete già i forconi in mano ma posateli….

Qualcosa di GROSSO quanto la panza di Karosfky bolle in pentola e nel prossimo capitolo accadrà una cosa DECISAMENTE BRUTTA .

Per questo non odiatemi ora, lo farete di più poi u.u

 

Ci tengo a ringraziare tre persone in particolare ovvero:

Alexa, il mio angelo, per il lavoro di betaggio velocissimo. Sei la migliore, non smetterò mai di dirlo e conoscerti e spupazzarti e cantare per te è stato un onore.

 

Martina, la magica _Fireplace per avermi fornito il nome del capitolo** avevo serie difficoltà dopo tre ore di studio di Blake xD

 

Gaia, ovvero Nick del GDR perché mi aiuta tanto e molte battute di Nick sono rivisitazioni mie di cose dette da lei xD

 

Grazie mille anche a tutti coloro che leggono e soprattutto a chi recensisce….

Abbiamo superato le 600 e siamo quasi a 7 mila letture del prologo….

Potrei seriamente piangere, siete i migliori.**

 

…. Siete stati Panic!izzati xD qui ci sono due canzoni e nel prossimo una….

 

…. Also in the next episode:Thad vs Blaine

 

A venerdì!

Un bacione gigante.

Jessy

 

NON ODIATEMI IO VI AMO ç___ç

 

 

Ps. Passate dalla mia pagina e gustatevi la bellissima Fanart che mi ha fatto la dolcissima Lithi:

 

FanArt.

 

 

 

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Capitolo 36
*** #29 pt I: Different kind of chances… ***


bananissima

 

Premessa:

In questo capitolo sono presenti un paio di personaggi che potrebbero essere considerati OOC. Il primo di cui parlo e che mi serve molto ai fini della storia esattamente come l’ho descritto, è Karofsky. Come tutti sanno, ho un’avversione verso di lui e quindi non mi sono mai preoccupata di scoprirlo o di entrare nella sua psicologia. Davvero, è l’ultimo dei miei problemi ma per la trama serve un determinato tipo di Karofsky. Non odiatemi per come farò svolgere gli eventi. Per quel che riguarda Sebastian io amo l’idea che mi sono fatta di lui, anche se decisamente è solo un’idea visto che è un personaggio del tutto nuovo.

Buona lettura^^

Jessy

 

 

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

#29 pt I:  Different kind of chances…

 

 

 

La stanza era irriconoscibile.

Flint si guardò attorno sconsolato, appoggiandosi con i fianchi alla scrivania e passandosi una mano sul viso.

Se ne stavano andando davvero, e il fatto che avesse appena finito di riporre tutta la sua vita dentro degli scatoloni ne era la conferma.

Sorrise istintivamente pensando a quanto odiasse Lima quando era arrivato più di un anno prima.

Certo, rispetto a New York, Seattle e tutte le altre grandi città in cui aveva vissuto quella non era nulla. Si era però affezionato anche troppo e ora ne pagava le conseguenze.

Avrebbe lasciato una parte di cuore in quel posto e se pensava che lasciare Drew lo avesse spezzato, lasciare Jeff lo stava logorando lentamente e dolorosamente.

Era una sofferenza ma non c’erano alternative e, senza dubbio, era convinto di aver agito bene allontanando in quel mondo il biondino. Solo sapeva che nonostante tutto non era riuscito a farsi odiare, anche se quello era il suo obbiettivo.

Era troppo buono, il suo Jeff…

Sospirò pesantemente, voltandosi verso il portatile, adagiato sul suo letto di cui restava solo il materasso spoglio e si chinò su di esso, cercando una canzone.

Un lieve bussare gli fece alzare il viso verso la porta, su cui apparve la madre con  un sorriso così gioioso che a lui venne voglia di staccare un pezzo del parquet solo per lanciarglielo contro “Sei pronto a tornare a New York, tesoro?” disse allegramente porgendogli il nastro col quale doveva chiudere i cartoni “Scommetto che da li non ci muoveremo più… Ho preso una casa nel Queens che amerai…. Ora sbrigati, tra un’oretta arrivano i traslocatori a prendere le cose…”

Senza dagli nemmeno il tempo di mandarla al diavolo uscì dalla stanza, canticchiando per il corridoio.

Flint non riusciva nemmeno più ad arrabbiarsi tanto era rassegnato a quel destino ingrato.

Selezionò una canzone prima di afferrare il nastro e chiudere con rabbia gli scatoloni.

Non cantò, non fece nulla, solo ascoltò per la centesima volta quella mattina "Sing for Me" e pensò a tutto quello che stava perdendo, senza mai lasciar trapelare una sola emozione.

Non doveva mostrare a nessuno che stava morendo dentro, intanto, visto che a nessuno sembrava importare….

 

 

Jeff fissava assorto il soffitto.

Si era preparato tanti discorsi per Flint, si era immaginato come sarebbe stato presentarsi da lui e anche i finali alternativi (lui che lo baciava e gli giurava amore eterno e di vedersi almeno tre volte al mese o Flint che lo allontanava stizzito dicendogli che non lo voleva più ed era un vero stupido a non capirlo), ma non aveva ancora fatto nulla.

Anzi, era a lezione e era quasi mezzogiorno.

Presto sarebbe iniziata la pausa pranzo in cui avrebbe fatto finta di non ricordare che Flint era in partenza mentre ancora si arrovellava sull’andare o meno a fermarlo.

Nick gli lanciava occhiate fugaci, sbuffando di tanto in tanto, quasi come se gli stesse leggendo nel pensiero.

Quando la campanella suonò si alzarono in sincronia, scivolando fuori dalla classe e camminando fianco a fianco verso la mensa.

Nick ruppe il silenzio “Sai... Forse McKenzie ha ragione”

“A che pro? Quando sostiene che dovrei sapere che colore è il pervinca?” domandò assente il biondino, mentre Duvall roteava gli occhi, scocciato.

“No, quando dice che dovresti parlare con Wilson”

Sterling si bloccò in mezzo al corridoio, tanto che un paio di primini che parlavano tra loro gli finirono addosso. Inutile dire che manco se ne accorse, tanto era stupito dal cambiamento di idea dell’amico “Hai bevuto?”

“No” disse paziente Duvall, cercando di non picchiarlo con i libri di Scienze della Terra, sicuro che lo avrebbe ucciso tanto erano pensanti “Dico sul serio…”

“Oh, ma io non stavo aspettando la tua approvazione” gli sorrise il biondino dandogli una pacca sulla spalla “Pensavo di parlargli ma…. Non so che dirgli. Ho troppe idee e sto prendendo tempo”

Nick alzò un sopracciglio “Il tempo sta per scadere, caro. Ti conviene andare e pensarci mentre sei in macchina…. O in autobus, o su un Jumbo”

Sterling scosse il capo “Preferisco non parlarci proprio che rovinare tutto. Se non trovo le parole giuste non ci vado…”

L’altro lo guardò esasperato “Non credi sarebbe peggio non presentarsi proprio che dire una cosa sbagliata?? Non sai che nella vita è meglio avere rimorsi che rimpianti??”

Nonostante le belle parole, l’altro rimase fisso sulla sua teoria “Assolutamente no…Io non sono un tipo molto sveglio e sono un disastro con le parole. Preferisco fargli credere di aver realizzato il suo piano piuttosto che dire qualcosa che lo possa soffrire di più…” e detto questo girò sui tacchi, verso il dormitorio.

Nick provò a chiamarlo ma quello non si fermò ne si voltò verso di lui.

A pensarci bene, Jeff non aveva poi così tanta fame…

 

 

 

Kurt uscì dall’aula di francese qualche minuto dopo il suono della campanella.

La professoressa Revèll lo aveva trattenuto qualche istante in più promettendogli di passarlo con il massimo dei voti quell’anno, a patto che la aiutasse con i recuperi per coloro che avevano preso una F nell’ultimo compito. Sostanzialmente doveva solo sostituirla nelle ripetizioni pomeridiane di quel mercoledì pomeriggio, a cui lei non poteva presiedere per una visita o una scusa simile, e avrebbe avuto il massimo dei voti e crediti extra.

Era una cosa buona e, magari, riusciva a convincere Wes a spostare la sfida tra il suo ragazzo e Thad per le sei di mercoledì pomeriggio.

Ci teneva ad assistere a un po’ di sana competizione, evitando che si prendessero ha sprangate a vicenda.

Era solo lunedì, avrebbe trovato una soluzione.

Aprì il suo armadietto appoggiando velocemente i libri e controllando allo specchio che i capelli fossero ancora a posto, prima di alzare gli occhi e scontrare quelli di Blaine, nella foto che aveva appeso nell’armadietto.

Le orecchie si scaldarono mentre le guance si imporporavano mentre ripensava a quando si erano visti, quella mattina.

Era passato a prenderlo con anticipo a casa, erano andati al Lima Bean dove il morettino si era beccato una descrizione dettagliata delle Nazionali e poi…. Gli aveva detto di amarlo.

In modo così semplice, sincero e innocente da spiazzare Kurt su tutta la linea.

Ci aveva messo diversi secondi ma anche lui gli aveva detto di amarlo.

Erano giorni che avrebbe voluto dirglielo ma sembrava così stupido detto da lui, mentre detto da Blaine suonava…. Così perfetto….

Perfetto.

Chiuse l’armadietto con un sorrisetto ebete, avvisandosi per il corridoio ormai quasi deserti verso la mensa.

Non era arrivato poi così lontano quando una grossa mano lo spinse con forza contro il muro, facendolo finire col sedere in terra.

Alzò velocemente lo sguardo, guardando Azimio mentre questo ridacchiava divertito, avvicinandosi lentamente “Piaciuta la spintarella, Hummel? Pensavo di aiutarti visto che sei in ritardo per il pranzo”

“Non voglio nemmeno il ‘buongiorno’ da un gorilla come te, Azimio” disse il ragazzo a denti stretti mentre provava a rialzarsi, ma venne spinto nuovamente a terra.

“Porta rispetto, checca” disse minaccioso il ragazzo di colore, alzando un pugno “O ti aiuto a farti un po’ di make up!”

“A farmi un po’ di cosa?” domandò tagliente Kurt “Perché invece di fare il grande uomo virile non impari un po’ di inglese??”

“Piccolo pezzo di…”

Kurt chiuse gli occhi, alzando le braccia per difendersi il capo mentre Azimio si preparava ad inveire.

Peccato che non accadde nulla di tutto ciò.

“Azi, smettila!” la voce che parlò spiazzò del tutto Kurt, ma mai come la scena che si trovò di fronte.

Karofsky teneva una mano sul petto dell’amico, spingendolo lentamente lontano dal ragazzo ancora a terra.

Hummel si alzò velocemente, prendendo la tracolla che gli era caduta a causa del violento urto e guardando in attesa i due ragazzi che stavano parlando con un tono basso, che non gli fu concesso di sentire visto che il cuore gli martellava prepotente nelle orecchie.

Il ragazzotto di colore si scostò dall’amico guardandolo confuso, prima di lanciare un’ultima occhiata a Kurt “Ti è andata bene, frocetto…. E per quel che riguarda te…” aggiunse sventolando un dito che assomigliava di più ad un salsicciotto, sotto al naso di Dave “Prima o poi capirò che diavolo ti prende”

Detto questo se ne andò girando l’angolo, lasciando i due soli nel corridoio.

“Beh, grazie” disse tirato Kurt, muovendo un passo verso di lui.

“Di niente” grugnì velocemente Karofsky, evitando accuratamente di guardarlo negli occhi, quasi come se fosse per lui impossibile sostenere lo sguardo cristallino del ragazzo che aveva maltrattato per mesi.

Kurt non sapeva mai che pensare di lui.

Si vedeva che non stava bene, soprava addirittura somatizzare il suo disagio interiore e questo in un certo senso gli faceva capire quanto fosse pentito… Ma sapeva che non era pronto a perdonarlo.

Decisamente no, dopo tutto quello che aveva subito.

Era comunque un passo avanti.

Gli passò accanto, deciso ad andare in mensa dove di certo Mercedes lo stava aspettando, ma si bloccò un istante, bloccandosi nuovamente verso il giocatore di football.

“Non devi affrontare tutto da solo” disse semplicemente “Devi renderti conto che vergognarti di quello che sei non farà altro che far peggiorare la situazione. Se vuoi parlarne sai dove trovarmi… Ti indirizzerò da qualcuno che può aiutarti davvero. Io non credo di potere visto i precedenti, ma conosco qualcuno che potrebbe...”

Non attese una risposta, allontanandosi.

Dave seguì con gli occhi la sua figura fino a che non scomparve, indeciso sul da farsi.

Non aveva intenzione di fare coming out, decisamente no, ma le parole di Jeff Sterling ancora gli rimbombavano nella testa ed erano quasi più frustranti di tutto il resto.

‘Io non voglio avere rimpianti’

Doveva trovare una soluzione…

 

 

Flint se ne stava appoggiato alla staccionata bianca, davanti a quella che ormai non era più da considerarsi casa sua.

Guardava attentamente i traslocatori portare avanti e indietro le cose di sua madre e i mobili pregiati del soggiorno, sperando che non arrivasse mai il momento in cui avrebbero appoggiato quelle mani sui suoi scatoloni.

Si grattò nervosamente dietro al collo, infastidito al punto tale che sarebbe riuscito a farsi venire l’orticaria.

Tutto lo stava urtando, a partire del sole accecante di quel pomeriggio di fine maggio, fino agli uccellini che canticchiavano felici – quando avrebbe voluto avere e saper usare una fionda- a sua madre che giostrava i traslocatori come se fossero una massa di autistici senza speranza.

Tutto stava andando di male in peggio…

“Oggi è una bella giorn-“

“Ma cazzo!”

Quasi si ruppe due vertebre mentre si voltava rapidamente verso sinistra, osservando con gli occhi già di per se grandi Jeff, appollaiato sulla staccionata accanto a lui.

Certo, il biondo aveva scelto il modo sbagliato di rompere il ghiaccio. Poteva chiamarlo gentilmente o toccargli una spalla invece di iniziare a parlare del meteo, ma non ci aveva pensato, visto quanto era teso in quel momento.

Alla fine, ancora una volta, aveva optato per pensare veloce, cosa che non gli riusciva poi così male ma che non poteva a effetti tanto positivi. L’ultima volta si era tolto delle schegge di ceramica dalle chiappe per giorni….

Chissà cosa sarebbe successo quella volta….

“Che ci fai qui?!” domandò con gli occhi ancora fuori dalle orbite Wilson, mentre sua madre notava il ragazzo biondo non dandoci poi così tanto peso.

“Io speravo di parlare”

“E di cosa?” domandò il morettino sfacciato.

Jeff decise di essere schietto “Richard mi ha detto tutto quindi evita gli atteggiamenti strafottenti perché non sei più credibile.”

L’espressione di Flint si spense, fino a che il giovane non chiuse gli occhi prendendo un respiro profondo “Senti…Lasciamo perdere, ok? Come vedi io sto per andarmene e, stronzaggine di Richard a parte, non c’è speranza per niente…Quindi, vattene.”

Il biondino non si lasciò intimidire visto che l’aveva messo in conto.

Portò due dita sotto al suo mento, facendogli alzare gli occhi verso di sé e sorridendogli dolcemente “Io non vado da nessuna parte, ok? Non senza di te…”

Flint lo guardò sorpreso “Come scusa?”

“Resta in Ohio” disse Sterling prendendogli una mano “Pensaci… Puoi stare alla Dalton per i giorni che mancano e poi, quest’estate da me!” disse allegramente come se fosse la cosa più facile del mondo “Casa mia fa schifo rispetto ai tuoi standard ma…Pensaci. Io non voglio che tu te ne vada…”

Wilson fissò quegli occhi pieni di speranza ricambiando per un attimo la stretta, poi gli lasciò la mano allontanandosi di un paio di passi “Non dire sciocchezze. Non credo si possa fare… Sono minorenne e non ho soldi. Fai un favore ad entrambi e non creare illusioni…” gli diede le spalle facendo per tornare verso la casa, gli occhi che pizzicavano e la mano, improvvisamente troppo fredda senza quella di Jeff a stringerla.

Ma l’altro non voleva mollare “Non arrenderti!” disse a voce alta, facendo voltare un paio di operai e la signora Wilson “Io non lo accetto, e so che non lo accetti nemmeno tu! Ti prego, rimani… Insieme possiamo fare tutto…”

“Hey, ragazzino, via dal mio giardino o chiamo la polizia!” disse la donna, avvicinandosi al figlio che si era rigirato verso il biondo “Hai capito o no??” insistette appoggiando entrambe le mani sulle spalle di Flint che pareva pensieroso.

“Questo non è più il suo giardino” disse Jeff deciso, facendo un cenno verso il cartello con la scritta ‘In vendita’ davanti alla villa bianca “Quindi io posso legalmente stare qui”

Lei spalancò la bocca indignata “Come ti permetti, piccolo straccione?” gli disse alludendo ai jeans strappati su un ginocchio e alla camicia a quadri viola visibilmente vissuta “Vattene!”

“Non starla ad ascoltare!” insistette il biondino “Lei ti ha sempre trattato come una borsetta da spostare a piacimento… Ma tu puoi ribellarti. Non tornare a New York!”

La madre del moro iniziò seriamente a scaldarsi, tanto che strinse di più la presa sulle spalle del figlio, che si riscosse “Lui non va da nessuna parte, è mio figlio e solo io so cosa è meglio per lui e…”

“NO!” Wilson scrollò le spalle liberandosi dalla sua presa e guardandola con odio, mentre si sistemava la maglietta azzurra “Lui ha ragione, tu sei….Sei… vorrei dirti che sei una stronza ma sarebbe riduttivo!” sbottò, sentendo il peso di anni e anni di rospi ingoiati esplodere dopo essere stati accumulati a palate “Lui ha ragione e tu torto! Ma sai che ti dico? Io non ci sto più!” Fece una pausa mentre il suo petto si alzava e abbassava velocemente.

Lei lo guardò sconvolta “Ma piccolo mio… Che stai dicendo?”

“Che ho le palle piene di essere il 'tuo piccolo’ solo quando devi vantarti della mie doti scolastiche al Country Club o quando mi usi come caso umano per raccontare alle tue amiche di quanto tu sia brava ad allevare un figlio gay. Sai che ti dico? Io non mi muovo da Lima.”

Lei sbiancò “C-come??”

“Hai capito” disse deciso mentre il biondino sorrideva raggiante, guardandolo “Io resto qui….Alla Dalton, con Jeff e gli altri.”

L’atteggiamento della donna divenne strafottente “E pensi che io lo permetterò? Non sgancerò un soldo per te se non verrai a New York con me!”

“Papà sarà felice di farlo…. Farebbe tutto pur di fare un torto a te” rilanciò il ragazzo, prima di incamminarsi verso casa e afferrare le chiavi dal mobile, con sempre la madre dietro.

“Ripensaci” gli disse, sussurrando mentre il ragazzo saliva le scale verso la sua stanza “Io posso offrirti di più di tuo padre…”

Lui si bloccò, con una mano sulla maniglia “Perfetto, allora resta con me, manda al diavolo il lavoro e ricominciamo da capo” le disse serio, mentre lei non sembrava avere reazioni “Io resto con te, tu tieni questo lavoro ignorando la promozione e fai per una volta nella tua vita la madre…. Che ne pensi?”

La donna si morse un labbro indecisa, prima di sospirare pesantemente “No. Io non rinuncerò alla mia grande occasione… Per te…”

Wilson fece un sorrisetto triste “Sai? Lo immaginavo. Racconta questo ai tuoi futuri dipendenti e vedremo se ti tratteranno con rispetto.”

Le chiuse la porta in faccia, aprendo uno scatolone e buttandoci dentro altre cose, come vestiti e altro, riempiendolo il più possibile.

Sarebbe passato più tardi a prendere il resto.

Si accorse che gli tremavano le mani, ma non si diede il tempo di calmarsi perché prese lo scatolone scendendo le scale e tornando da Jeff che lo stava aspettando.  Passando davanti al salotto vide sua madre sul divano, con il capo fra le mani, ma non disse nulla.

Avevano preso due scelte diverse, e lei avrebbe dovuto imparare a conviverci.

Appena lo vide il biondo gli andò incontro, chinandosi per baciarlo con passione.

Era da tanto che aspettava di farlo…

Gli prese lo scatolone dalle mani, baciandogli la fronte “Vieni, ora andiamo… Avremo tempo per parlare e fare altro dopo”

“Il resto della roba la passo a prendere stasera…E anche l’auto.”disse sbrigativo il moro, ancora senza fiato.

Se stava realmente succedendo avrebbe dato di testa, poi.

Jeff lo condusse fino alla vecchia Impala di Nick dove, nei posti davanti, il proprietario e Kenzie stavano tenendo un’intensa sezione di pomiciata.

Jeff ridacchiò “Anche per qualcun altro è una bella giornata oggi”disse allegro come non lo era da settimane.

Flint rallentò un istante il passo, sorridendo dolcemente.

Sì, era decisamente una splendida giornata quella.

 

 

 

Mercoledì era arrivato inaspettatamente presto.

La sala due Warblers era più gravida del solito visto che Wes aveva ingaggiato una ventina di studenti della Dalton per assistere all’esibizione e votare il migliore.

Thad sedeva tranquillamente su una poltrona, circondato da almeno una decina di persone che tentava di parlargli ma che non riceveva la benché minima considerazione.

Blaine invece era dall’altra parte della stanza, con i fianchi appoggiati ad un tavolino, e stava parlando con un paio di compagni “Sono contento che tu abbia deciso di rimanere” disse rivolto a Flint.

Il morettino sorrise lievemente mentre Jeff, abbracciandolo da dietro, si appoggiava col mento alla sua spalla “Fidati, anche io…. Questa baracca non può andare avanti senza di me” disse ironico “E poi devo chiarire con un paio di persone…. Soprattutto Duvall”

“Che mi dici di Trent?”chiese Anderson, mettendosi le mani in tasca e pescando da una di esse il cellulare.

“Non ne ho idea…. Ora ha un permesso speciale e torna a casa tutte le sere…”

“Forse ha ancora paura di Thad” disse pensieroso Jeff.

“Io sarei terrorizzato, al suo pesto” intervenne Kirk, accostandosi a loro “So che Thad non si farebbe scrupoli a soffocarmi nel sonno.”

I quattro ridacchiarono, mentre poco distante due ragazzi sembravano abbastanza interessati a tutta quella situazione.

“Il livello di omosessualità in questa stanza è davvero alto…”

“Oh smettila Joey” il più alto dei due ridacchiò.

“Scommetto che ti senti molto a tuo agio, Seb” ribattè sarcastico il ragazzo dalla pelle olivastra “Hai già puntato qualcuno?”

“I due sfidanti non sono male” rispose il ragazzo, Sebastian, guardando alternativamente sia Thad che Blaine “Dopo aver passato tanto tempo in Francia mi mancava la carne americana, sai? Forse dovremmo entrare nei Warblers, il prossimo anno”

“Sono molto seri nelle selezioni, pensi di passare?” domandò guardandolo mentre spiava Harwood con la coda dell’occhio.

“Ma non vedi? Sono rimasti in tre gatti…Leva quelli dell’ultimo anno che sono cinque… Quanti restano? Sei? Ci prenderanno sicuramente” disse con un sorrisetto malizioso Sebastian, osservando attentamente Blaine che stava scribacchiando un sms “Tu diventerai popolare e potrai scoparti tutte le tipe della Crawford che vorrai mentre io… Per il momento mi concentrerei a scoprire quanto pazzo è davvero Thad Harwood mentre, il prossimo anno, verificherò quanto profonda è la gola di Anderson….”

Joey ridacchiò sottovoce “Non suona male…”

“Suona benissimo…”

Wes prese a battere il martelletto sulla scrivania, attirando l’attenzione generale “prendete tutti posto sulle sedie o sui divanetti. Se mancano dei posti, i tappeti sono stati sbattuti nel pomeriggio quindi potete adagiare i vostri deretani lì. E silenzio”

Non era abituato a trattare con gli altri studenti. I Warblers erano tutti bravi ragazzi in fin dei conti, mentre il resto dei ragazzi, per quando fervidi sostenitori dei Warblers, venivano da famiglie ricche e definirli  viziati era come definire un premio Nobel Sterling.

Con un cenno invitò anche Andrew e Jessie (che non sapeva se fossero tornati o se, semplicemente, volessero assistere alla mattanza) a prendere posto, prima di richiamare a se Thad e Blaine.

David era fuggito tra il pubblico improvvisato, deciso a tenersene fuori.

“Iniziamo” disse deciso.

Blaine sospirò “Non possiamo aspettare ancora dieci minuti? Kurt è uscito da poco da lezione e deve venire qui…”

“Mi dispiace ma sono già le sei e un quarto” disse Montgomery “Sai che dopo le otto non possiamo più far casino, o ci cacciano tutti. Mi dispiace per Kurt ma ora ripassiamo un paio di regole e lanceremo la moneta per vedere chi inizierà. Magari mettetevi d’accordo così che Blaine possa cantare per secondo” detto questo diede una pacca sulla spalla ad Harwood e andò alla scrivania per prendere tanti fogli con sopra impresso il simbolo della Dalton sul quale i ragazzi potessero dare una motivazione del loro voto.

In tutto in forma ‘anonima’.

Blaine si voltò verso il rivale, che alzò un sopracciglio “Pookie in ritardo? Non è da lui” disse serio.

“Pensi che non lo sappia?” replicò tagliente Blaine, afferrando il cellulare e provando a chiamare il suo ragazzo.

Per quanto lo seccasse ammetterlo Thad aveva ragione.

 

 

Kurt maledisse in tutte le lingue (sottolineando il francese) Brent per avergli fatto perdere quasi due ore.

Certo, per uno che non sapeva nemmeno declinare il verbo essere alla forma presente era un enorme passo avanti riuscire almeno a chiedere il nome e la provenienza di una persona, ma così lo aveva messo nei guai.

Era in ritardo.

Prese il cellulare dalla tasca dei pantaloni trovando molti sms e un paio di chiamate del suo ragazzo.

Ora, era dannatamente in ritardo e a quanto pare, Wes si stava anche arrabbiando molto, visto che a causa sua avevano spostato di un paio di ore la sfida.

Rispose che sarebbe arrivato il prima possibile, visto che partiva subito, e fece per rimettere via il cellulare quando un sms chilometrico di Thad, che lo informava dell’irrequietudine del suora ragazzo, lo fece ridacchiare.

Ancora una volta mise via il cellulare, avviandosi a passo spedito verso il parcheggio della scuola.

Faceva fresco quella sera, così si strinse il foulard attorno al collo.

Anche se le prove del Glee erano finite fino a settembre, perdere la voce era l’ultima delle cose che voleva.

Prese a frugare nella borsa, cercando le chiavi del suo SUV, quando il suo cellulare vibrò di nuovo nella tasca dei pantaloni aderenti.

Roteò gli occhi, credendo che si trattasse ancora di Blaine che lo esortava a sbrigarsi ma, al contempo, a non correre in auto, oppure Thad che lo insultava con epiteti colorati perché non gli aveva risposto.

Quando prese il cellulare, però, dovette leggere diverse volte per assimilare appieno il contenuto del messaggio.

-Scusa se ti disturbo, ma volevo sapere se era ancora valida la proposta dell’altro ieri per parlare. Se si, sono negli spogliatoio del campo di football. Dave-

Ok, era strano.

Kurt non credeva che Karofsky avrebbe realmente accettato il suo aiuto, anzi dava per scontato che lo avrebbe ignorato fino all’ultimo giorno dell’ultimo anno.

E invece…

Kurt ci pensò su.

Certo, sarebbe stato scortese dire di no, che non aveva tempo… Certo però che era davvero in ritardo…

Si appoggiò all’auto un istante, mentre le chiavi apparivano magicamente nella sua mano. Doveva andare…

Sospirò pesatemente, prima di rimettere le chiavi nella borsa e avviarsi ai campi da football a passo veloce.

Avrebbe dato a David il numero di quel contatto del centro sociale giovanile e poi sarebbe tornato di corsa al parcheggio, alla volta della Dalton.

Maledisse la sua anima da filantropo, domandandosi da quanto tempo l’avesse sviluppata…

 

 

Continua…

 

 

 

 

Nda.

Allora visto che stasera è LA GRANDE SERA dove il Klaine…Consumerà. Sarò dannatamente breve.

Ho postato oggi e posterò anche venerdì perché il capitolo si faceva troppo lungo e poi così perdete mezzoretta a leggere e commentare *coffcoff* e la puntata arriva prima!

Ci sentiamo sulla mia pagina di FB dopo la puntata per smattare, vi va?

 

 

Chemical Lady (EFP)

 

 

 

Grazie a Grè che ha betato e a voi che leggete e commentate sempre

Un bacione

A presto

Jessy.

 

 

 

 

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Capitolo 37
*** #29 pt II: Different kind of chances… ***


bananissima

 

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

#29 pt II:  Different kind of chances…

 

 

 

“Testa o croce?”

Wes passò gli occhi a mandorla su entrambi i due ragazzi che, sistemati uno di fronte all’altro ai suoi lati, si stavano già sfidando con gli occhi, fissandosi con ostilità. E non avevano praticamente iniziando, ancora…

“Testa” disse Blaine con tono deciso, senza pensarci troppo. Sapeva che da quel risultato dipendeva almeno il trenta percento di quell’esibizione...

Sperò quindi di avere la sorta dalla sua.

Thad lo guardò con un sorrisetto sghembo, come leggendogli nel pensiero. “Croce…

L’asiatico lanciò la monetina, che roteò su se stessa un paio di volte, prima di ricadere nella sua mano “Croce.”

“Sfigato” disse Harwood ridacchiando.

Alcuni applaudirono poco convinti mentre altri, tra cui anche Nick e Flint, lanciarono occhiate a Thad.

Iniziavano davvero male.

Quindi….” Disse Montgomery guardando Harwood “Chi inizia?”

“Visto che la sorte ha baciato il mio bellissimo culo invece di quello di Anderson” disse Thad con enfasi, facendosi sentire da tutti i presenti “Voglio che sia lui ad iniziare.”

Blaine spalancò gli occhi “Ma Kurt non è ancora arrivato! Pensavo che sarei comunque andato per secondo!”

L’altro alzò le spalle “Tu hai scelto testa per primo… Assumiti le tue responsabilità!”

“Ma la canzone volevo cantarla per lui!”

“Vorrà dire che gliela canterai una di queste sere, visto che in qualche modo dovete riempire i tempi morti che rimangono quando non si ha una vita sessuale.”

Blaine si avvicinò mettendosi ad un palmo dal suo naso “Sei un maledetto stronzo… E poi cosa ne sai, scusa?”

Mhm, Pookie è il mio migliore amico…

“Come se ti parlasse di queste cose…

“Non lo fa, forse, ma per me è un libro aperto. Per te è un testo in geroglifico”

Wes si mise in mezzo, appoggiando le mani sui loro petti e distanziandoli “Forza, andate ai vostri angoli, come nella boxe” disse indicando le due sedie, una dall’altra parte della stanza rispetto all’altra. Thad prese posto e lo stesso fece Blaine mentre il ragazzo asiatico ribadiva ancora una volta l’importanza di essere leali, riferendosi ai due ragazzi che concorrevano per il ruolo di solista, e imparziali per coloro che dovevano votare, invitandoli a lasciare perdere le amicizie e preferire il migliore.

Mentre continuava il sermone, Anderson prese il cellulare dalla tasca della divisa, fiducioso di trovarci un sms di Kurt. Tutte le sue speranze si infransero sulla foto del controtenore che teneva come sfondo.

Sospirò in ansia, chiedendosi che diavolo poteva essere successo per aver ritardato così tanto l’arrivo del suo ragazzo.

Scrisse un veloce sms –Dove sei?? Inizio a preoccuparmi…- e lo inviò proprio nel momento in cui Wes lo invitò ad iniziare.

Si alzò mettendosi al centro della stanza e subito, come da accordi, Jeff gli sistemò davanti un microfono stile anni sessanta*, mentre Flint accendeva l’amplificatore.

“Il Warbler Anderson canta ‘I’ve got You Under My Skin’ di Frank Sinatra” disse David, leggendolo dal registro di Thad.

Blaine si sistemò la cravatta prima di appoggiare una mano al microfono e fare un cenno a Wes, seduto accanto allo stereo della scuola, per dirgli di far partire la musica….

 

I've got you under my skin
I've got you deep in the heart of me
So deep in my heart, that you're really a part of me
I've got you under my skin

(I've got you under my skin – Frank Sinatra)

 

Wes picchiettava a terra la punta del piede, seguendo il ritmo della canzone.

Non c’erano dubbi sulla bravura di Blaine, eppure sembrava strano.

Nonostante ostentasse una certa sicurezza, al capo consiglio non sfuggì una sola delle occhiate nervose che lanciava alla porta.

Alzò la manica del suo blazer, controllando l’orario.

Kurt non si vedeva, e il ragazzo asiatico sperò solo che non fosse successo nulla di grave, visto che non si sarebbe mai perso un’esibizione di Blaine.

 

I've tried so not to give in
I've said to myself this affair never will go so well
But why should I try to resist, when baby will I know so well
That I've got you under my skin

 

Thad lo osservava attentamente, in silenzio.

Sapeva che Blaine si sarebbe rivelato un avversario pericoloso perché, nonostante la canzone non fosse poi così impegnativa, almeno non per uno come Anderson, la sua interpretazione aveva sempre un non si sa cosa che prendeva le folle.

Infatti, constatò lanciando un’occhiata verso i ragazzi che dovevano votare, sembravano tutti rapiti dalle sue movenze morbide e dalla sua voce rassicurante.

Alzò un sopracciglio, sorridendo furbescamente.

Non avevano ancora visto niente…

Se con Anderson rischiavano di perdersi tra le note, con lui sarebbero andati fuori di testa.

 

I'd sacrifice anything come what might
For the sake of having you near
In spite of a warning voice that comes in the night
And repeats, repeats in my ear

 

“Ha fatto centro” disse sottovoce Nick, appoggiandosi col braccio alle spalle del suo migliore amico, seduto accanto a lui sul divanetto “Questa canzone è perfetta per la sua voce calda…

“Invece si è tirato la mazzata sui piedi” sussurrò Flint, seduto a terra, tra le gambe del suo biondino “Non ha osato…. Thad stenderà tutti con la sua canzone”

“Sai di che si tratta?” chiese Sterling stranito, mentre Duvall guardava male Wilson.

Non si erano ancora chiariti dopotutto.

 

Don't you know you fool, you never can win
Use your mentality, wake up to reality
But each time I do, just the thought of you
Makes me stop before I begin
'Cause I've got you under my skin

 

A canzone finita tutti presero ad applaudire, alcuni si alzarono addirittura in piedi, acclamando il solista di ruolo.

Sebastian non era uno di quelli, visto che non era avvezzo a scomporsi in quel modo. Ne andava della sua immagine dopotutto.

“Che figo…” sussurrò all’amico che esplose a ridere, mentre si mordeva il labbro con espressione affamata “Davvero un figo….”

“Ti tremano le ginocchia, bella bambina?” domandò ironico Joey, facendo sogghignare Seb.

“Oh no, però qualcos’altro si è fatto sentire per bene…

Tornò a puntare gli occhi chiari sulla figura di Blaine, che sorrideva ai ragazzi lanciando però un’altra occhiata alla porta.

Sospirando nervoso, poi, tornò alla sua sedia, pronto ad assistere alla performance del suo rivale.

 

 

Quando arrivò dagli spogliatoi li trovò deserti.

Forse era già finito da un pezzo, anche se ora che ci pensava gli sembrava di aver sentito Finn parlare riguardo la sospensione degli allenamenti per la fine della scuola.

Fece un giro, giusto per verificare.

Trovò Dave seduto su una panca, il collo incassato tra le spalle e lo sguardo perso su un punto indefinito del muro. Si avvicinò guardandolo attentamente poi si schiarì la voce, per fargli notare la sua presenza.

Il ragazzo scattò in piedi, guardandolo con espressione lievemente persa.

“Ciao” disse Kurt, cercando di non far trasparire la fretta dalla sua espressione, mentre prendeva il cellulare dalla tasca dei pantaloni “Sono felice che tu abbia deciso di…Chiedermi aiuto” proseguì.

“Ecco io…Dave si morse le labbra “Credo sia…La cosa migliore”

Hummel annuì “Assolutamente” disse scorrendo la rubrica “Questo ragazzo è un po’ più grande di noi due e sono certo ti aiuterà. Ha affrontato i nostri stessi problemi e a me ha dato un paio di consigli che-“

“Come?” Karofsky lo interruppe, facendo un paio di passi verso di lui “Io non parlerò a nessun altro di…Di…Di questo!”

L’altro lo guardò senza capire “Allora perché mi hai fatto venire qui?”

“Perché devo parlare con te.” Fu la risposta secca del Titan, che fece alzare un sopracciglio a Kurt.

“Ti dispiace se lo facciamo domani? Magari dopo la pausa pranzo? Devo scappare, mi stanno aspettando e sono in ritardo e…

“Avevi detto che volevi aiutarmi” replicò scocciato Karofsky “Hai già cambiato idea, eh Hummel?”

“No, semplicemente ho da fare e poi… Non credo dovresti lasciare che sia io ad aiutarti” Kurt lo guardò attentamente, notando che si stava scaldando. Non che avesse paura di lui, aveva largamente superato la paura per Dave quando aveva scoperto che quel ragazzo ne aveva più di se stesso che di chiunque altro, ma lo turbava il modo in cui lo stava guardando. “Dopo tutto quello che è successo non credo sia il caso che tu abbia… Uno scambio così intimo di pensieri con me. Non sono in grado, davvero”

“Oh andiamo, ti ho chiesto scusa, cosa devo fare di più!?” domandò furioso Karofsky “Pensavo avessi accettato le mie scuse!”

“Io ti ho detto che so che ti dispiace… Ma non ho mai accettato le tue scuse.” Kurt rimase in silenzio un istante, mentre quello sguardo lo trapassava da parte a parte “Non ce l’ho con te, assolutamente non sono una persona che serba rancore ma…Quello che tu mi hai fatto passare…i disagi che hai arrecato a me e alla mia famiglia…Tu non hai idea…” non si era reso conto che la sua voce si era ridotta ad un sussurro basso che, però, alle orecchie di Dave, arrivava tagliente come urla “Ci vorrà molto tempo prima che io riesca anche solo a fingere di aver dimenticato la paura con la quale venivo a scuola. Tutte le volte che un armadietto viene chiuso con forza scatto ancora come un gatto spaventato…Mi hai lasciato dei segni, e non parlo di certo dei lividi…

Il silenzio che si creò era pesante.

Ad Hummel sembrava quasi di respirare quell’aria tesa e che concentrasse nei suoi polmoni, affannandolo. Era arrabbiato, forse, perché Dave non aveva capito niente, anche se pensava che qualcosa lo avesse realizzato.

Come poteva, una persona, dar per scontato che il perdono fosse così immediato? Anche la persona più buona del mondo ha problemi a riguardo.

Si fissarono ancora un istante, poi Kurt sospirò “Pensa se vuoi o meno quel numero, domani voglio una risposta…

Gli diede le spalle mentre Karofsky si avvicinava, ma non per uscire a sua volta.

Mise una mano sulla porta, richiudendola e facendola sbattere con un tonfo sordo, mentre con l’altra mano afferrava il polso di Kurt, stringendolo.

I’altro ragazzo sbiancò “Lasciami immediatamente…” disse con voce sicura, non riuscendo però a scongiurare un piccolo lampo di terrore all’interno dei suoi occhi.

“Dio è così frustrante!” sbottò Dave, stringendo di più la presa “Come diavolo fai a non capirlo?!”

“Capire cosa?”

“Che io ti desidero, Kurt!”

 

 

Thad controllò ancora una volta l’orologio da taschino di suo nonno, prima di chiuderlo e voltarsi verso Wes “Non credo che Pookie verrà più a questo punto, ergo sono pronto per far vedere ad Anderson come si canta…

Blaine sbuffò “Perché io non potevo aspettare il mio ragazzo e invece a Thad avete concesso venti minuti!”

“Frena, io non gli ho concesso nulla” disse Wes mettendo le mani avanti “Se li è presi, ed è ben diverso…

“Io sono un uomo di polso” disse Harwood sistemandosi il bottone della manica della camicia, prima di rivolgersi agli altri “Vedete? Dovreste votare me…Sono il leader perfetto”

“Farai molto in queste ultime due settimane di scuola, immagino” osservò argutamente Flint.

Thad ridacchiò, prima di fare un cenno a David.

Il ragazzo di colore alzò gli occhi esasperato “Il Warbler Harwood canterà ‘Feeling Good di Micheal Bublè.”

“Prevedibile” fu il solo commento di Blaine “Sapevo che avresti cantato qualcosa di suo…Di certo strillare una canzone dei Linkin Park non avrebbe sortito gli stessi effetti…

Thad lo guardò, annoiato “Siediti, trottolino amoroso. Ora ti do un paio di lezioni nuove che non hai mai sentito prima” Prese il microfono dall’asta, camminando verso Anderson con la solita spacconeria “La prima si chiama pragmatismo, la seconda sensualità.”

“Stai cercando di dirmi che non sono sensuale mentre canto?” domandò arrogantemente Blaine. Iniziava a scaldarsi ed era ben intenzionato a perdere la maschera da ragazzo buono ed educato solo per poter spaccare a Thad quella faccia da schiaffi.

“Sei bravo solo a far bagnare le teenager” rispose svogliato Harwood “Se si parla di scaldare le folle non sei il massimo.”

“Però ho scaldato Kurt” rispose sagace il solista “O sbaglio? Tu invece come hai fatto a fallire, visto che ti credi tanto sexy?”

Thad lo guardò indignato, prima di voltarsi di scatto verso Wes e fargli segno di attaccare con la base. Mentre le prime note partivano si voltò verso Blaine un’ultima volta “Prendi appunti, ti servirebbero…

Tenne gli occhi fissi su di lui, mentre iniziava a cantare…

 

Birds flying high ….You know how I feel..
Sun in the sky…. You know how I feel…
Reeds driftin' on by …You know how I feel…
It's a new dawn …It's a new day …
It's a new life … For me …
And I'm feeling good

(Feeling Good – Eddy Martin’s Cover)

Blaine teneva alto lo sguardo, mentre fissava Harwood con le braccia incrociate sul petto.

Aveva carisma.

Aveva una voce bellissima.

Aveva sensualità.

Poteva addirittura considerarlo un ragazzo avvenente, ma lo odiava così tanto che pregò di vederlo prendere fuoco, bruciato dal suo stesso amor proprio.

Era un gradasso, e non capiva perché gli altri non se ne fossero mai accorti…

Era quasi bullismo quello che faceva sugli altri, infierendo con battute cattive e discorsi malevoli…E nonostante la politica di tolleranza zero della Dalton c’era chi gli permetteva di fare così…

E immediatamente i suoi occhi saettarono un istante su Wes, facendo credere a Thad di aver vinto quell’infantile gara di sguardi…

 

Fish in the sea …You know how I feel …
River running free … You know how I feel …
Blossom on the tree … You know how I feel …

It's a new dawn! It's a new day! It's a new life!
For me …
And I'm feeling good …

 

Fece una giravolta su se stesso, camminando deciso verso gli altri.

Si bloccò con uno scatto, sorridendo maliziosamente verso Flint che roteò gli occhi mentre Jeff sgranava gli occhi osservando con attenzione i movimenti di bacino che Harwood si era messo a fargli praticamente davanti al naso.

 

Dragonfly out in the sun you know what I mean, don't you know
Butterflies all havin' fun you know what I mean
Sleep in peace when the day is done that’s what I mean
And this old world, is a new world, and a bold world
For me…
For me!

Sebastian si leccò il labbro inferiore, senza riuscire a staccare gli occhi da Harwood.

“Difficile scelta?” domandò affabile Joey.

“No, so chi votare…. Harwood ha una bella voce ma preferisco quella bassa di Anderson. Mi ha letteralmente fatto venire un’erezione…

L’altro ridacchiò, beccandosi un richiamo da parte di David “Non intendevo questo…Intendevo quello da scoparti Smythe…

Seb si accostò a lui parlandogli nell’orecchio “Oh, per quello te l’ho già detto. Prima Thad che il prossimo anno se ne va chissà dove al Collage, poi passerò all’altro… Che devo ammettere mi intriga parecchio con quell’aria da bravo ragazzo….”

“Non ti piacevano gli stronzi?”

“Si, ma devono esserlo meno di me….” Gli occhi azzurri si concentrarono di nuovo sul corpo snello del ragazzo che stava ancora esibendosi “Anche se lui sembra un enorme fake. Sotto, sotto è un micetto, scommetti?”

Joey gli porse la mano, che subito venne strinta “Scommettiamo”

L’acuto del giovane li interruppe mentre Nick lanciava loro una veloce occhiata con la coda dell’occhio.

 

Stars when you shine … You know how I feel! Ah!

Scent of the pine…. You know how I feel!
Oooh freedom is mine!
And I know how I feel!

It's a new dawn. It's a new day. It’s a new life.

 

Wes sapeva che a Blaine non importava proprio nulla di quello che stava succedendo.

Il ragazzo più giovane fissava con impazienza la porta, aspettando una persona che con una probabilità molto alta non si sarebbe più presentata.

L’asiatico sperò solo che Kurt stesse bene e che questa preoccupazione non inficiasse sull’ultima esibizione di Blaine.

Per quanto riguardava Thad non aveva dubbi che l’altro capo consiglio avrebbe vinto: era bravissimo, magnetico…

Blaine poteva fare di meglio prima, ma aveva la testa altrove.

Wes sospirò, tornando a guardare la schiena di Thad.

 

It's a new dawn! It's a new day! It's a new life!

It's a new dawn! It's a new day!

It's a new life fooor me!
And  I'm feeling!... So good!

 

Thad li vedeva.

Vedeva espressione meravigliata sul viso dei suoi compagni Warbler o dei ragazzi che erano stati chiamati solo per votare il migliore tra loro due.

Non aveva mai cantato così bene, non aveva mai avuto una meta così alta e non si era mai sentito così spronato.

Nemmeno un centinaio di pastiglie di Xanax gli avrebbero mai donato quella gioia e quell’adrenalina naturale.

Con quegli ultimi acuti, poi, il pubblico era in delirio.

Il fatto che si fossero alzati in piedi applaudendo prima ancora che la canzone fosse terminata fu un incentivo sufficiente per fargli alzare ancora di più la voce.

Sorrise soddisfatto.

Lo avevano fatto con lui e non con Anderson, doveva pur significare qualcosa, no?

Nanana and I feeling so good…

 

La tentazione di spaccargli la faccia crebbe quando Sebastian si voltò verso di lui, canticchiando quell’ultimo pezzo con espressione appagata.

Ma Blaine si trattenne per non rovinarsi il blazer e perché quella sfida non era la cosa più importante della sua vita, al contrario di qualcos’altro.

Anzi, qualcun altro.

 

 

Kurt sgranò gli occhi prima di togliere il polso dalla presa di Karofsky e fare un passo indietro.

C-cosa hai detto?? Tu mi desideri??”

“Ecco io… Si… Cioè no, no non è vero ma…. Non lo so cosa diavolo sia, Hummel!” la confusione negli occhi del giocatore di football era in netto contrasto con il puro terrore negli occhi di Kurt “Non so cosa voglio fare a te… So solo che anche se lo nego a me stesso, ogni volta che mi passi affianco non resto indifferente. Non credo proprio di essere innamorato di te, francamente, ma c’è qualcosa che mi spinge a cercarti con lo sguardo ogni volta che entro in mensa…Devi aiutarmi a capire cosa cazzo mi sta succedendo”

C’era qualcosa negli occhi di Dave che lo intimoriva moltissimo…Quella nuvola di smarrimento si stava velocemente dissipando, lasciando spazio a qualcosa di non ben identificato che però non gli piaceva affatto.

Quando questi fece un altro passo verso di lui, sussultò “Non avvicinarti…” sussurrò piano.

“Non voglio farti del male, perché non lo capisci?!”

Io… io capisco come ci si sente…” Tentennò Kurt, appoggiandosi con le spalle alla porta. Lo sapeva davvero, ci aveva messo un’infinità di tempo a far capire a Blaine che lo amava e la carica sessuale lo stava per uccidere…

Ma capiva ancora meglio quello che provava quando pensava all’anno precedente, quando era innamorato di Finn pur sapendo che mai lo avrebbe ricambiato. Esattamente come lui non avrebbe mai ricambiato Dave.

“Ma non vuoi aiutarmi…

“No. Non voglio. Soprattutto io non posso aiutarti.”

A quelle parole qualcosa parve scattare in Karofsky, che lo spinse violentemente contro alla parete accanto alla solida porta mangiafuoco, tenendolo per i polsi.

Il cellulare gli cadde a terra.

Lasciami… O mi metto ad urlare…” Kurt non riusciva a tenere ferma la voce totalmente inebetita dalla paura…

Sapeva che sarebbe stato in inutile, la scuola si era svuotata velocemente e forse anche gli inservienti se n’erano già andati…

Dave non si scompose, consapevole come Hummel che non c’era proprio nessuno “Io pretendo che tu ora mi aiuti a capire, chiaro? Se un tuo bacio mi ha confuso, forse un altro mi schiarirà le idee…

Hummel lo guardò, spalancando gli occhi.

Piuttosto la morte, si disse Kurt, voltando di lato il capo e alzando la voce “No! Scordatelo!”

“Rimarrebbe tra noi due!” Questo era poco ma sicuro; mai Karofsky avrebbe sbandierato una cosa del genere…

Ma questa non era una motivazione nemmeno lontanamente sufficiente.

“Non ho alcuna intenzione di baciare uno scimmione senza cervello o lasciare che lui lo faccia di nuovo! Mai!”

Dave gli lasciò i polsi, e per un attimo Kurt sospirò, ma il pugno che gli colpì la faccia subito dopo arrivò inaspettato, e lo fece sbattere contro il muro, che aveva alle spalle.

Cadde con il sedere a terra, portandosi una mano alla zona colpita mentre gli occhi chiari insistevano sgranati sulle mattonelle. Non era mai stato picchiato in tutta la sua vita.

Ok finire nel pattume, ok beccarsi qualche granita in faccia o le risate e gli insulti della gente ma, un pugno… Quello mai.

Dave pretendeva il suo perdono e poi, con uno scatto d’ira, faceva questo?

L’incoerenza di quel ragazzo era disarmante ogni giorno di più, ma Kurt non aveva il tempo di soffermarsi a pensarci su.

Non fece il tempo a tentare di rialzarsi che Karofsky, inginocchiandosi a terra, gli fu di nuovo addosso; Kurt iniziò ad agitarsi, avrebbe venduto a caro la pelle nonostante fosse consapevole che contro quella sorta di armadio a quattro ante non aveva molte possibilità.

Iniziò a tirare dei calci a caso, riuscì a graffiarlo su un braccio…

Lo schiaffo che colpì in pieno viso Dave non sembrò sortire molti effetti, quando Kurt avvertì ogni bottone della camicia che indossava saltare.

Karofsky non lo aveva di certo fatto con intenzione, ma nel tentativo riprendergli il braccio per fermarlo, si era aggrappato per sbaglio al tessuto morbido della camicia e, tirando, aveva strappato gran parte dei bottoni. Sentendosi così scoperto, come solo con Blaine lo era stato, perse tutto quel senso di sopravvivenza che lo aveva spinto a lottare e dimenarsi, e si immobilizzò mentre le lacrime iniziavano a scorrergli sul viso.

Dave ci rimase malissimo.

Restò fermo, con gli occhi fissi in quelli arrossati dell’altro, incapace di abbassare lo sguardo sul petto candido di Kurt.

Non lo aveva fatto apposta, aveva del tutto perso il controllo.

Di nuovo.

 C-cosa farai ora, eh?” singhiozzò Hummel, mentre le lacrime cadevano dai suoi occhi di cristallo scivolando sulle guance, pallide come quelle di un morto a causa dello spavento.

Dave si sentì un autentico mostro.

T-ti ho chiesto: cosa pensi di farmi ora!?” Insistette Kurt mentre il pianto sfociava in una crisi isterica. Il corpo era percorso da tremiti mentre guardava Dave con odio negli occhi, misto alla paura “Sai che di mia spontanea volontà non vorrò mai darti nulla e hai intenzione di prendertelo?!”

Solo a quel punto Karofsky si alzò di scatto, portandosi entrambe le mani ai capelli “K-Kurt… M-mi dispiace…Io…

“Vattene” soffiò il ragazzo con voce bassa, guardandolo negli occhi con rancore.

Il Titan parve tentennare un istante, sempre più incerto sul da farsi, ma poi fece quello che Kurt aveva chiesto.  Prese il suo zainetto, appoggiato su una delle panche, e senza più voltarsi indietro uscì rapidamente dagli spogliatoi lasciando Hummel da solo.

Il ragazzo chiuse gli occhi, tentando di soffocare i singhiozzi.

Era davvero andato così vicino a subire una violenza tremenda oppure Karofsky si era solo lasciato prendere da un istante di pura ira?

Non sapeva darsi una risposta precisa… E la cosa lo stava stomacando.

Non riusciva ad alzarsi, o a prendere il cellulare a farsi venire a prendere…

Per sua fortuna qualcuno entrò nello spogliatoio.

“Prendo un paio di cose dall’armadietto e….”

Puck.

I suoi occhi si scontrarono con quelli di Kurt, e in un attimo spense il cellulare chiudendo la chiamata in faccia a qualcuno “Cosa è successo Kurt?!”

Lui non rispose, perché non appena aprì la bocca da essa uscì solo un singhiozzo. Si strinse le ginocchia al petto, continuando a piangere contro di esse mentre Noah si chinava su di lui.

“Mi stai preoccupando cosa….Oh!” si sorprese perché non appena si fu inginocchiato accanto all’altro, quello gli aveva buttato le braccia al collo, tremando impaurito e piangendo contro il suo collo. Kurt era forte, quello non era assolutamente un comportamento da lui… “Mi stai spaventando… Vuoi dirmi cosa è successo?”

Fece per toccargli la schiena, e sentendo contro la mano solo la pelle del ragazzo si accorse che aveva la camicia strappata.

P-Puck….” Non riusciva a dire nulla e quando Puck se lo staccò dal collo, tenendolo per le braccia, notò anche la guancia livida.

“Non dirmi che… Azimio?!” il ragazzo scosse il capo ricominciando a respirare quasi regolarmente, mentre Noah sistemava alla meno peggio la camicia strappata. Poi capì. Non c’era può stati atti di violenza ma era logico pensare a… “ Kurt è stato… Karofsky?”

Hummel non rispose, ma il suo sguardo parlò per lui e, anche se Puck non era una cima, non era poi stupido.

Così fece la sola cosa con un minimo di senso; chiamò Finn.

 

 

 

Blaine:

From that moment you'll be out of place and underdressed.
I'm wrecking this evening already and loving every minute of it.
Ruining this banquet for the mildly inspiring and...

(There’s a Good  Reason… - Panic! at the Disco)

 

Blaine sapeva che quella era la sua ultima carta.

Thad aveva cantato così bene che se voleva batterlo doveva essere meglio, semplicemente.

Ovviamente i pezzi della canzone erano quelli, visto che Thad, scelto dalla sorte, aveva deciso i suoi. Blaine però non era abituato a lamentarsi e, leggendo velocemente il testo prima di iniziare a cantare, aveva notato che i pezzi assegnati dal rivale erano perfetti per la sua voce baritonale.

Non doveva far altro che concentrarsi, quindi…

 

Thad:

Please, leave all overcoats, canes and top hats with the doorman.
From that moment you'll be out of place and underdressed.
I'm wrecking this evening already and loving every minute of it.
Ruining this banquet for the mildly inspiring and...
When you're in black slacks with accentuating, off-white, pinstripes
Whoa, everything goes according to plan.

 

Sapeva di aver vinto.

Blaine era troppo distratto per accorgersene, forse, ma quasi tutti sembravano essere stati toccati molto più dalla sua interpretazione che da quella del solista in carica.

Ora doveva solo confermare quella superiorità, e quella canzone gli era stata praticamente cucita addosso.

Mentre Blaine stava ancora cantando il suo pezzo si era levato il blazer, lanciandolo in testa a Wes, e si era arrotolato le maniche della camicia sui gomiti, allentando anche la cravatta.

Sembrava più pronto a far a pugni che a cantare, messo così, ma non gli importava dell’immagine che sarebbe passata di lui, così come gli era mai importato.

Cantò anche meglio di prima, lanciando occhiatine ironiche al suo avversario.

Non lo sapeva, ma non era lui a snervarlo tanto, ma l’assenza ingiustificata di Kurt.

 

Blaine:
I'm the new cancer, never looked better, you can't stand it!
Because you say so under your breath.
You're reading lips "When did he get all confident?”

Thad:
Haven't you heard that I'm the new cancer?
Never looked better, and you can't stand it

 

Blaine strabuzzò gli occhi mentre Thad attaccava il suo pezzo.

Non poteva crederci.

Jeff si portò entrambe le mani al viso, scioccato, mentre il suo ragazzo alzava una mano verso Blaine, facendogli segno di non preoccuparsi.

Ma doveva.

Aveva appena stonato.

E non era una semplice stonatura da nulla, una nota impazzita in una corona di scale rosee.

No, aveva stonato di brutto steccando completamente l’attacco e arrivando corto sull’ultima nota, cacciando un gridolino stridulo che aveva fatto scuotere più teste.

Era bastato un solo istante di distrazione, un flash falso di Kurt che entrava dalla porta, e si era deconcentrato, firmando la sua condanna…

Ma nonostante l’espressione tronfia di Thad non si sarebbe comunque risparmiato.

Non era finita fino a che non veniva scandita anche l’ultima nota della base…


Blaine:

Next is a trip to the, the ladies room in vain, and
I bet you just can't keep up with, (keep up) with these fashionistas, and
Tonight, tonight you are, you are a whispering campaign.
I bet to them your name is "Cheap", I bet to them you look like shht!

Si portò un dito alle labbra sibilando un ‘shht’ proprio in faccia a Thad.

Blaine non si era mai chiesto quando lui e Harwood avessero smesso di andare d’accordo…

Non erano mai stati veri amici, certo parlavano e scherzavano, ma era più che altro perché il più giovane passava molto tempo con David e Wes…

Blaine non sopportava molto le persone saccenti e piene di sé, e anche se Thad si era rivelato come tale solo nell’arco degli ultimi mesi, aveva sempre avuto un atteggiamento di superiorità.

Ora Anderson sapeva che serviva solo a celare grandi insicurezze e problemi, ma non poteva comunque fare a meno di pensare che fosse comunque falso.

E poi era arrivato Kurt, come un fulmine a ciel sereno nella sua vita. Si era innamorato, con i suoi tempi, ma si era preso davvero moltissimo di quel ragazzo dagli occhi chiari…E Harwood si era messo in mezzo e levato da parte così velocemente da non accorgersene.

Se aveva deciso di lasciar perdere, a che pro allora cantare per il suo ragazzo? Perché sfidare lui in quella competizione idiota a sole due settimane dalla fine della scuola? Perché tutta quella cattiveria e quella gelosia?

Tutta quell’incoerenza non poteva che farlo arrabbiare di più ogni giorno, sapendo che sarebbe arrivato al punto di rottura prima o poi….


Thad:

Talk to the mirror, oh, choke back tears.
And keep telling yourself that "I'm a diva!"
Oh and the smokes in that cigarette box on the table,
they just so happen to be laced with nitroglycerin.

 

Thad sapeva di aver inquadrato quel ragazzino sin dal loro primo incontro.

Ancora si ricordava dei discorsi di Wes sull’importanza di aiutarlo a superare quei traumi che lo avevano portato alla Dalton, di farlo inserire in un ambiente rassicurante…

Lui non era ancora capo consiglio allora, e nemmeno Wes, ma lo spirito da crocerossina dell’asiatico lo avevano spinto a dare una mano. Come se poi ce ne fosse bisogno, la Dalton era sempre stata un’oasi felice, prima di quell’anno…

Blaine ci aveva messo un po’ ad inserirsi, ancora diffidente verso gli altri, ma una volta fatto ciò si era rivelato un ragazzo molto aperto e… esibizionista.

Questo Thad non aveva mai sopportato di Anderson: il voler stare al centro dell’attenzione senza nemmeno rendersene conto.

Quando diventò solista nessuno si stupì, sembrava esserci nato con quel ruolo.

Ma ora basta, si era stufato.

Blaine aveva avuto dei problemi, non poteva negarlo, ma aveva avuto tutto dalla vita, prima fra tutto il talento, la salute e l’amore.

Thad non voleva essere invidioso…Ma non riusciva davvero a rispondere ad una domanda nel suo cervello: perché a lui sì e a me no? Cosa ha di tanto speciale?

Cosa vedono in lui le persone che non vedono in me?

 

Blaine:

I'm the new cancer, never looked better, you can't stand it.
Because you say so under your breath.
You're reading lips "When did he get all confident?"

Thad:
Haven't you heard that I'm the new cancer?
Never looked better, and you can't stand it

 

“Io non so chi votare…” Jeff sospirò, sussurrando queste parlo tra i capelli del suo ragazzo.

Flint lo sentì baciarlo tra le ciocche corvine e annuì “Nemmeno io.”

Blaine aveva cantato bene il primo pezzo.

Thad aveva sbancato con Feeling Good.

Blaine aveva stonato.

Thad stava stronzeggiando troppo per i suoi gusti.

Entrambi stavano dando il meglio in quegli ultimi due minuti di sfida…

“Che spettacolo, eh?” mormorò Moore, guardando verso Kirk che stava disegnando una margheritina su bordo del foglio.

“Bah…” sbuffò il biondone “Se si fossero impegnati così tanto anche durante le Regionali forse avremmo vinto…

 

Blaine:
Haven't you heard that I'm the new cancer?

Thad:
I've never looked better, and you can't stand it…

Insieme:
Haven't you heard that I'm the new cancer?
I've never looked better, and you can't stand it

 

La sfida stava finendo.

Sapevano che dovevano dare il meglio di loro per l’ultimo attacco se volevano sperare di vincere…

Si erano avvicinati al punto tale che ormai era arrivati al punto di urlarsi in faccia le parole della canzone.

Wes fece cenno a David di tenersi pronto, sicuro che sarebbero arrivati alle mani.

Conosceva entrambi molto bene e non li aveva mai visti con quelle espressioni.

Blaine era furente, mentre Thad…

Il suo viso tradiva una certa sicurezza, magli occhi già scuri per natura erano neri di rabbia repressa.

Faceva paura.

Anzi, facevano entrambi paura.

 

Blaine:
And I know, and I know, it just doesn't feel like a night out with no one sizing you up.

Thad:
I've never been so surreptitious, so of course you'll be distracted when I spike the punch.

 

La canzone terminò con lo stacco di Thad e poi si udì un rumore sordo e lo stridere del microfono, non appena esso cadde a terra.

Aveva cantato l’ultima nota alta proprio nell’esatto momento in cui Blaine aveva lasciato l’oggetto, appoggiandogli poi entrambe le mani sul petto e spingendolo così forte da fargli perdere l’equilibrio.

Nonostante fosse caduto come un coglione con il sedere in terra, ci aveva messo una manciata di secondi a lanciare il microfono e a ricambiare la premura, tirando un cazzotto verso Anderson che lo mancò di un soffio, grazie alla grande mano di Richard che, dopo averlo affettato per un braccio, lo aveva tirato indietro.

Gli altri due capi consiglio però erano pronti e scattanti accorsero a separarli prima che Blaine avesse il tempo di finire di caricare a sua volta un pugno.

Alcuni si alzarono per aiutare a tenerli lontani, visto che i due arrancavano per darsele di santa ragione.

Ci vollero un paio di minuti per riportare ordine in sala, e Wes decise di diventare credente in ogni religione, così da essere certo di ringraziare il giusto Dio che aveva evitato il massacro.

Fece segno a tutti di sedersi, mentre i due si fissavano con astio negli occhi “Bene, ora passiamo ai voti…Scrivete il nome e una breve motivazione, su chi secondo voi è stato il migliore, poi mettetelo nella nostra urna” David alzò la solita scatola “Faremo stasera stessa lo spoglio dei voi…

Blaine prese il cellulare, controllandolo e fu ben lieto di trovare non una ma ben sei chiamate non risposte del suo ragazzo.

Sicuramente aveva trovato un intoppo per strada, non c’era nessun’altra spiegazione.

Si alzò recandosi in un angolo della stanza mentre faceva partire la chiamata. Lanciò una veloce occhiata al giardino esterno alla scuola mentre sentiva il cellulare suonare a vuoto per un paio di volte.

-Pronto?-

La voce profonda lo fece sussultare “Amore, scusa se non ti ho risposto ma stavamo cantando e..”

- Blaine, non sono Kurt. Sono Finn…-

La voce funerea del ragazzo non prometteva nulla di buono.

Blaine iniziò ad agitarsi subito quando al pensiero che aveva risposto il fratello del suo ragazzo al fatto che Kurt non si fosse presentato alla Dalton.

Era successo qualcosa, se lo sentiva!

“Finn, dov’è Kurt?”

-Senti Blaine, è meglio se vieni qua e ne parli con lui perché io... -

“Cosa è successo a Kurt?!” Non si era nemmeno accorto di aver alzato la voce, e che tutti lo stavano fissando straniti.

Alcuni, in particolare i Warblers, preoccupati.

“Puoi passarmelo?” insistette Blaine, sentendo Hudson tentennare, e la cosa non aiutò “Voglio sentire cosa è successo e come sta”

-Ora è sotto alla doccia. Vieni qui, ok? Te lo dirà lui che è successo….-

Anderson sospirò, passandosi una mano dietro al collo “Ok, sto arrivando…” non fece quasi in tempo a finire la frase che stava camminando verso l’uscita.

Wes tentò di fermarlo, ricordandogli che stavano votando, ma al momento a Blaine importava meno che mai.

Doveva andare da Kurt.

Sentiva il cuore battergli così forte da fargli male mentre saliva di corsa le scale, andando in camera sua a recuperare le chiavi della sua auto.

Ci avrebbe messo un po’ ad arrivare a Lima, ma forse a quell’ora della sera non avrebbe incontrato poi molti altri veicoli.

Tornò al piano terra, dribblando abilmente la Cooper che stava girovagando per le aule vuote controllando che tutto fosse in ordine, e uscì all’aperto.

Maggio stava per terminare, faceva caldo…

Sarebbe stata una serata magnifica, una delle più calde, se non fosse stato preoccupato e si fosse fermato a pensarci su.

Arrivato alla sua auto incappò in un altro problema.

“Thad, sparisci! Vado di fretta!”

Il capo consiglio non fece una piega, rimanendo appoggiato alla carrozzeria e aspettando che Blaine sbloccasse le portiere “Io vengo con te” disse serio.

“No, tu non vai da nessuna parte” rilanciò irato Blaine “Vuoi ficcarti in quella testa di cazzo che Kurt è il MIO ragazzo?? Mio, non tuo! Io vado da lui e tu stai qui!”

Harwood non fece una piega “Kurt sarà anche il tuo ragazzo, ma è mio amico. Quindi vengo anche io.” l’altro fece per ribattere ancora ma Thad lo interruppe mettendo avanti una mano “Puoi andare avanti e perdere tempo, o puoi aprire l’auto e far salire anche me. Puoi provare ad odiarmi tanto quanto io odio te ma non ce la farai mai ad impedirmi di seguirti, a costo di prendere la mia auto. Eviterò anche che tu voli fuori strada visto che con me a bordo spero farai più attenzione…

Blaine sbuffò sonoramente, arrendendosi.

Non aveva tempo da perdere e scaricare Thad sembrava faticoso.

Non fece altro che fare un breve cenno col capo e aprire l’auto, salendovi insieme all’altro, diretti a Lima.

Si odiò per un istante per quella sua assurda arrendevolezza, ma aveva sempre un piano B di riserva: buttare Thad giù dall’auto in corsa sarebbe stato divertente…

Peccato che era troppo buono per farlo.

 

 

 

 

 

Continua….

 

 

 

 

 

 

 

* Il microfono di cui parlo è questo.

 

 

Nda.

Eccomi qui, con un paio di giorni di ritardo a causa della scuola.

Se muoio schiacciata dai libri portate una rosa sulla mia tomba!

Bene, questo è un capitolo ad alto tasso di angst.

 

Scusate se mi ho tolto un paio di anni di vita ma volevo lavorare su Karofsky e questa è l’idea che è nata.

Chiedo scusa a chi ama il personaggio e mi sentirà oltraggiato dal pezzo, ma come ho sottolineato nell’altro capitolo questo Dave potrebbe anche essere OOC, non lo so e non mi interessa, questo doveva fare e questo ha fatto. Io credo di essere stata anche molto umana nei suoi confronti visto che, onestamente parlando, potevo rappresentare un orco cattivo mentre invece l’ho molto umanizzato.

Quello che esce dalla bocca di Kurt sono i miei pensieri reali e penso si veda.

 

Passando oltre: la sfida.

Thad vs Blaine.

Thad stronzeggia, Blaine è preoccupato e stecca ma poi si riprende…

Per voi chi ha vinto? Anzi, riformulo: per voi chi meriterebbe la vittoria?

Nel prossimo capitolo scopriremo chi ha davvero vinto ma intanto vi lascio alla vostre supposizioni.

Una piccola nota: Eddy Martin, l’attore che interpreta Thad, ha davvero una voce meravigliosa e visto che in molti mi hanno chiesto se davvero penso che come estensione vocale sia meglio di DC rispondo velocemente qui così tutti possono leggere: Per me ha una voce più estesa, più tenorile mentre Darren è tipicamente baritonale. Adoro entrambe, onestamente, ma quella di Eddy è la migliore di tutti i Warblers per mio puro gusto. Con questo non dico che Darren sia peggio ma, per farvi capire meglio, vi consiglio di ascoltare questa:

Eddy Martin - Gridos de Dolor.

 

Per chi non lo sa ancora, ho una pagina FB in cui possiamo scambiarci qualche parolina in più e in cui tengo aggiornati tutti su quando posto e quando scrivo:

Chemical Lady (EFP)

 

Grazie infinite a chi legge e chi mi recensisce :D

Grazie davvero.

Un bacione.

 

A presto

Jessy.

 

 

 

 

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Capitolo 38
*** #30 Look at your Business. ***


bananissima

 

 

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

#30  Look at your Business.

 

 

“Devi per forza parlare?! Non solo mi rompi le palle alle riunioni dei Warblers, non solo mi insulti in modo irriverente ogni trenta secondi e non solo ti sei infilato nella mia auto obbligandomi a portarti con me dal mio ragazzo…. Ma devi anche continuare a parlare?? Thad, mi vuoi dire una volta per tutte quale è il tuo problema??”

Harwood alzò un sopracciglio con eleganza mentre si voltava di tre quarti verso Blaine. Il modo in cui si era rivolto a lui – con il livello di irritazione ai massimi storici visto il modo in cui aveva calcato sui pronomi possessivi- indicava che sarebbe finita molto male, se non prendeva in mano la situazione.

Non aveva voglia di farsi amichetto Anderson, non lo sopportava quasi mezzora prima, durante la sfida, e non lo sopportava nemmeno in quel momento… Però non voleva nemmeno volare giù dalla macchina.

Si sarebbe sgualcito il blazer…. 

Dopo qualche istante di meditazione arrivò ad una conclusione strana visti i suoi standard di comportamento.

Avrebbe provato la diplomazia, per la prima volta nella sua vita….

E lo avrebbe fatto solo per Kurt.

“Senti, Anderson, voglio parlarti a cuore aperto. Me lo permetterai o mi interromperai continuamente dicendo la tua?” domandò cercando di mantenere la calma, passando le dita magre tra le ciocche di capelli neri. Sentiva una vena pulsargli in fronte, ma decise di ignorare l’embolo che si stava rapidamente formando.

Blaine gli lanciò un’occhiata fulminante “Ah, io ti interromperei?? Tu hai recitato l’alfabeto in greco e in aramaico mentre io cercavo di farti capire che parcheggiare nello spazio dedicato ai disabili all’ospedale era incivile!”

“Ok, Giovane Marmotta, posso parlare ora?” prese il sospiro sconsolato dell’altro come un ok “Abbiamo due possibilità, ora: o accosti e ci sminchiamo di botte…. Oppure facciamo una tregua di ventiquattro ore nelle quali ci impegniamo a fingere reciproco rispetto.” Blaine si voltò un istante verso di lui, cercando di capire se lo stesse prendendo o meno per i fondelli “Se vuoi che ci massacriamo a pugni però accosta, non ci tengo a morire….”

“Affare fatto”
Thad rimase un attimo senza parole “Vuoi davvero fare a pugni?”

“No!” Blaine roteò gli occhi “Voglio provare a non litigare con te fino a domani. A dire il vero, preferirei non litigare proprio più, non è il mio sport preferito.”

Thad annuì velocemente prima di riappoggiarsi al sedile con la schiena e il capo. “Non è colpa mia se mi ispiri violenza…

“Tu sei la più grande testa di cazzo della storia, Harwood” Anderson sbuffò mentre sul viso di Thad si disegnava un ghigno sarcastico. Era difficile sentir parlare così male Blaine, doveva essere una dote prettamente di Harwood quella di far uscire il peggio da Anderson.

Rimasero un po’ in silenzio poi fu il più grande a spezzare la tensione con un lungo sospiro. Senza voltarsi verso l’altro, ridusse la voce ad un sussurro basso  “Sai cosa è successo a Pookie?”

Blaine, inconsciamente, accelerò “No, ma…. Quasiasi cosa gli sia capitata, di chiunque sia la colpa se la vedrà con me”

 

 

Finn scese le scale grattandosi dietro ad un orecchio, pensieroso.

Si diresse da Puck, seduto sul divano del salotto in una posa decisamente svaccata, intento a guardare con scarso interesse una sitcom televisiva di come minimo vent’anni prima.

Appena il quarterback lo raggiunse, però, si drizzò e lo guardò con gli occhi pieni di una certa aspettativa mista ad un po’ di preoccupazione “Allora? Come sta?”

Finn ricambiò lo sguardo, una strana espressione confusa gli incorniciava il viso “A dire il vero, meglio…apparte la crisi isterica iniziale ora sembra…. Più tranquillo.” Sospirò “Sta facendo la doccia….”

“Io propongo di andare a casa di Karofsky, trascinarlo fuori e usarlo come un grosso sacco per gli allenamenti.” Disse Noah sottolineando il tutto scrocchiandosi le nocche.

Finn lo guardò attentamente “L’idea mi piace ma…. Preferisco aspettare che arrivi il ragazzo di mio fratello. Non lo lascerei mai da solo in casa…. Puck posso farti una domanda?”

Il ragazzotto si alzò dal divano, passando accanto all’amico e dirigendosi con lui in cucina “Certo….”

“Tu sai cosa… ehm…. È successo, precisamente?” domandò tentennante Finn, mentre afferrava un paio di lattine di RedBull, passandone una all’amico.

Puck scosse il capo “No…. So solo che è stato Karofsky. Mentre aspettavamo che arrivasti l’ho aiutato a ricomporsi ma non mi ha detto nulla”

“Ma perché la camicia strappata?” domandò Finn, non riuscendo a spiegarsi il perché di quei dettagli strani “E perché l’ha preso a pugni?? Sbaglio o non era mai successo?”

Noah si lasciò mollemente cadere su uno degli sgabelli della penisola in granito, sbuffando “La domanda migliore è: cosa ci faceva Kurt con Karofsky negli spogliatoi della scuola?”

Ovviamente Puck ottenne solamente di confondere ancora di più l’amico, che si grattò il mento mentre fissava pensieroso la lattina, quasi sperasse di leggere tra gli ingredienti una qualche verità universale.

L’insistenza con cui qualcuno stava suonando il campanello di casa sua lo portò a rialzare gli occhi su Puck “Vai ad aprire, o vado là e inizio a fare un paio di prove sulla faccia del coglione che insiste tanto!”

“Deve essere Blaine” rispose Hudson scendendo dallo sgabello e andando nell’ingresso, trovandosi di fronte Anderson che lo fissava un po’ più pallido del solito “Ciao e…. mhm…. Lui chi è?”

Thad alzò un sopracciglio, guardando Finn come se fosse una strana entità aliena “Prego?”

Questo…. Questo ragazzo è Thad Harwood” puntualizzò Blaine, mentre Finn si spostava per farlo entrare, senza staccare gli occhi dal capo consiglio “E praticamente mi ha obbligato a portarlo. Dov’è Kurt?” domandò ansioso, entrando in salotto e lanciando un occhio in cucina, dove il suo sguardo si scontrò con quello di Puck.

“Si sta facendo la doccia” disse Finn invitandoli entrambi  ad entrare in cucina con un gesto della mano “Tra poco uscirà e ci racconterà tutto. Ora venite…. Posso offrirvi qualcosa?”

“Sì” disse secco Thad “Magari una sorta di spiegazione…. O almeno un prologo del grande romanzo che Kurt ci esporrà dopo” proseguì arrogante, spiazzando del tutto Finn.

Hey uccellino, abbassa le piume” disse Puck, guardandolo duramente “Visto che non sappiamo nemmeno chi diavolo sei, vedi di stare tranquillo”

Blaine non poteva trovarsi più d’accordo con il ragazzotto, così sorrise vagamente compiaciuto mentre Thad assottigliava gli occhi pronto a ribattere “Finn mi dici cosa è successo? Sono corso qui appena ho ricevuto la chiamata, ma non mi hai detto nulla”disse Anderson, interrompendo sul nascere Harwood.

“Kurt ha avuto un….”

“Un incontro ravvicinato del quarto tipo con Karofsky” disse Puck, vedendo Finn impanicato.

“Ovvero?” chiese Blaine, mordicchiandosi il labbro nervoso.

“Ovvero il bestione ha alzato le mani” rispose ovvio Noah, non lasciandosi sfuggire il lampo di pura ira che attraversò gli occhi color miele di Blaine, oscurandoli “Ma di più non sappiamo…. Anche noi aspettiamo di conoscere tutta la storia nei dettagli”

I sue Warblers si scambiarono uno sguardo d’intesa “Magari possiamo fare una deviazione prima ti tornare alla Dalton, più tardi” disse vago Thad, ostentando tranquillità nonostante i pugni chiusi tremassero visibilmente.

“Dove possiamo trovarlo?” domandò secco Blaine, spostando gli occhi da quelli di Harwood sugli altri due ragazzi.

“Da nessuna parte” la voce di Kurt li fece sobbalzare tutti. Entrò in cucina con molta calma, ma non sembrava cauto. Ad onor del vero, non sembrava che fosse accaduto nulla visto la tranquillità con la quale si accostò a Blaine,  guardandolo un istante prima di lanciare uno sguardo stupito anche a Thad, voltando il capo di lato. Solo ad allora il livido violaceo, che deturpava la pelle di porcellana del ragazzo, fu ben evidente agli occhi di Blaine.

Ed ebbe un effetto devastante.

Anderson camminò verso la porta, a grandi falcate, lasciando del tutto spiazzati gli altri “Dove cazzo vai?!” gli urlò dietro Thad mentre Kurt lo seguiva, girando attorno al divano e afferrandolo per un braccio.

“Ti ha picchiato!” disse fuori di sé Blaine, voltandosi del tutto verso il suo ragazzo e ignorando gli  altri tre, che intanto li avevano raggiunti “Lui ti ha messo le mani addosso e realmente ti aspetti che io stia qui, calmo e posato, senza fare nulla?!”

“Sì” la sicurezza con cui Kurt lo disse lo disorientò “Tu non farai nulla, e nemmeno tu” il ragazzo si voltò di scatto indicando Thad, per poi guardare Puck e il fratello “E tanto meno voi due…. Non è successo nulla di strano. Sono vittima del bullismo da anni e non finirete nei guai solo perché stavolta Karfosky ci è andato un po’ più pesante….”

“Un po’ più pesante??” Blaine si fece più vicino, appoggiandogli una mano sulla guancia sana e incatenando i loro occhi “Kurt… Cosa è successo?”

Hummel deglutì, sgretolando quella maschera di tranquillità che si era costruito a suon di respiri profondi prima di uscire dalla sua stanza. Poi però riprese in mano la situazione “Mi ha spinto troppo forte contro il muro e ho battuto la faccia…. Tutto qui….”

“E la camicia strappata?” domandò Puck, beccandosi uno sguardo irato.

Blaine prese a boccheggiare, prima di spingere il palmo della mano contro la guancia di Kurt per costringerlo a guardarlo nuovamente “Cosa ti ha fatto?!”

“Mi ha strattonato troppo forte e si è strappata!” rispose come se fosse la cosa più ovvia del mondo, scostandosi dal suo ragazzo e incrociando le braccia “Sto bene, ok? Sto bene…. non guardatemi come se fossi un malato terminale di cancro!”

Nella stanza calò il silenzio, poi Finn lo interruppe, guardando Kurt con un po’ di timore “Ok, smettiamola di preoccuparci… Se tu dici di stare bene allora ti credo.” Thad scosse il capo, decretando Finn come eccessivamente ingenuo, o troppo stupido “Ora, visto che Burt e mamma non torneranno fino a domani mattina potremmo ordinare un paio di pizze…

Thad lanciò uno sguardo ai due ragazzi ancora fermi vicino all’uscio di casa, e

Kurt captò perfettamente i loro pensieri, così sbuffò “Penso sia un’ottima idea, e voi due vi fermate…” andò verso la cucina “Ordinatela come volete…. E Thad, posso parlarti in privato?”

Tutti e quattro lo guardarono straniti, in particolare Blaine, poi Harwood entrò in cucina, chiudendo la porta come gli era stato chiesto da Kurt.

Gli fece segno di seguirlo oltre la porta del giardino sul retro e lì si sedette sui gradini di legno, invitando l’altro a fare lo stesso.

Thad lo guardò, attendendo che dicesse qualcosa, qualsiasi cosa.

Ma il più giovane rimase in silenzio, stringendosi nel cardigan lungo e osservando attentamente il cielo.

Sembrava più vulnerabile del solito, mentre teneva il naso rivolto verso la volta celeste, totalmente assente.

Come se fosse solo.

Harwood osservò attentamente il suo profilo, imprimendosi nella mente ogni singolo dettaglio che lo riguardava, dagli occhi stanchi, al livido sullo zigomo, il labbro torturato dai denti, i capelli che ricadevano fiacchi e umidi sulla fronte….

“Hai mentito” disse di punto in bianco “Non ci hai raccontato la verità…. È successo qualcosa di molto grave e tu hai mentito sia a me, che all’ultimo dei Moicani, che a tuo fratello. Blaine non lo conto, è inutile quel tizio, non sa nemmeno insistere”

Attese una risposta che non tardò ad arrivare, peccato che Kurt, come aveva previsto, sviò subito il discorso.

Il più giovane sorrise tirando le labbra senza esserne realmente convinto, girando il capo verso di lui “Sai perché ti ho chiesto di parlare?”

“A meno che tu, adesso, non mi dica tutta la verità…. Non mi importa un fico secco di quello che hai da dirmi. Non devi nemmeno provarci a sviare il discorso oppure io…

“Io ti voglio bene, Thad”

Harwood si zittì, fissando il più piccolo senza capire,  mentre una piacevole sensazione di  pace si espandeva nel suo petto, riscaldandolo.

Per la prima volta in tutta la sua vita, qualcuno era riuscito a zittirlo senza mettergli le mani addosso.

Non si stupì, comunque, che quella persona fosse Kurt visto che era riuscito a sconvolgergli del tutto l’esistenza in una manciata di mesi.

“Partendo da questo presupposto credo sia ora di fare una chiacchierata che rimando da troppo tempo…” proseguì Hummel, appoggiando una mano sul braccio dell’altro “Thad io non sono il tuo ragazzo.”

Seguirono alcuni istanti di silenzio.

“Lo so” sbottò infastidito, scostandosi bruscamente da lui e abbassando gli occhi sull’erba curata del giardino.

“Se lo sai, allora perché sei qui?”

Non c’era rabbia nella voce di Kurt, nessun tipo di sentimento traspariva dai suoi toni mentre i suoi occhi indagatori cercavano il contatto con i suoi.

Contatto che non gli fu concesso.

“Perché mi sono preoccupato per te, semplice.” rispose sempre secco il più grande, fissandolo con risentimento “Ho fatto male per caso?”

“Non  ho detto questo…” Kurt tornò a fissare il cielo, sospirando lentamente mentre le mani si stringevano sul bordo del cardigan “Lo so che tu mi vuoi bene…. Ne sono felice, ma se me ne vuoi troppo…. È un problema”

“Senti, Pookie, se hai paura che io possa mettermi tra te e il tuo bello stai sbagliando di grosso….”

“Lo stai già facendo” affermò con fermezza il ragazzo dagli occhi chiari “Ma non ti sto rimproverando questo.”
“Allora perché mi fai sentire in colpa per essere accorso qui da te? Credevo ti fosse accaduto qualcosa cazzo!” scattò in piedi, tirando un calcio al gradino di legno che rimbombò “Non mi sono fermato a pensare che avrei ferito l’orgoglio maschile di Blaine, dovevo solo accertarmi che tu stessi bene…

Kurt lo guardò mentre quella rabbia improvvisa infuocava i suoi occhi, estinguendosi pochi istanti dopo. Allungò una mano verso di lui, palmo in su, invitando l’altro ad afferrarla.

Thad esitò un istante e poi, con un lungo sospiro, la afferrò permettendo a Hummel di trascinarlo a sedere nello stesso posto di prima.

Appena si fu accomodato, Kurt gli prese anche l’altra mano, stringendole entrambe e, dopo aver atteso un momento, alzò gli occhi per cercare quelli neri dell’altro “Thad io non ho mai avuto amici stretti che fossero dei ragazzi…” strinse di più la presa sulle sue mani, senza perdere il contatto visivo “Tu sei stato il primo ragazzo con il quale sono riuscito ad aprirmi, al dì fuori di Blaine. Sei stato il primo col quale ho diviso uno spazio intimo come la mia camera, al dormitorio…. E sei stato anche il primo che mi ha baciato davvero, senza strapparmi il momento con la forza…. Questo per me significa molto.”

Il cuore di Thad accelerò, mentre la salivazione si azzerava del tutto. Deglutì, prima di inumidirsi le labbra e fare quella domanda….

Quella che avrebbe cambiato tutto per sempre…

Ma….?”

Perché sapeva che c’era un ‘ma’. Forse più di uno.

Kurt strinse ancora di più la presa “Ma io amo un altro ragazzo.” Thad scostò lo sguardo, fissando il muro “No, guardami. Non ho finito”

“Kurt io posso anche fingere di essere forte e distaccato” disse Harwood cercando di sottrarsi a tutto ciò “Ma fa male Kurt. Io non sono uno stronzo insensibile come tutti pensano e fa male sentirselo dire, ok? Se pensi che io-”

“Thad io non posso stare senza di te, va bene?”

Lo sproloquio del più grande si interruppe di netto, lasciando il posto a un’espressione di puro sarcasmo “Certo, come no….”

“Si invece.” Kurt lo fissò quasi arrabbiato, lasciando le sue mani per potersi stringere nelle braccia “Credi davvero che tutto quello che abbiamo condiviso, i segreti e tutto il resto, non contino nulla per me? Thad tu sei come un migliore amico per me…. E vorrei tanto che questo ti bastasse perché come fa male a te, fa male anche a me…

…E la soluzione?”

Kurt scosse piano il capo, avvicinandosi a lui fino a far toccare i loro fianchi “Te ne fai una ragione…

“Sembra facile, ma non lo è”

“Lo so, ma devi provarci…

Thad non sapeva cosa pensare.

Da un lato si sentiva fortemente preso in giro, dall’altro capiva vagamente Kurt e, anche se gli pesava parecchio ammetterlo…. Aveva ragione.

Kurt lo abbracciò, poggiandogli un bacio sulla fronte “Ti prego…. Provaci, o dovremo dirci addio perché io non ho intenzione di fare nulla che metta in crisi la mia storia con Blaine. Lo sai che è troppo importante per me…

Thad sospirò e, senza ricambiare l’abbraccio, appoggiò il capo sulla spalla di Kurt “Ok, io ci provo…. Ti prometto che mi impegnerò a stare al mio posto, non prevaricherò più Blaine e non farò più scenate…. Ma tu ora devi rispondere ad una mia domanda.”

“Va bene..”

“Se non ci fosse stato Blaine, staresti con me?”

Kurt si prese un istante per rispondere.

Poi si alzò in piedi, infilandosi le mani nelle tasche “Se non ci fosse mai stato Blaine, ci saremmo conosciuti?”

Harwood sorrise appena “Io credo di si….”

E…. tu lo sai perché…?”

“Perché con te sento un legame che non ho mai avuto con nessuno in tutta la mia vita. Sono certo che, a prescindere, il destino mi avrebbe portato da te…

Hummel sorrise lievemente, sospirando sollevato.

Non era arrabbiato o particolarmente ferito, segno che il suo discorso era realmente servito a farlo ragionare “Mi piace come risposta…. E…” si avviò alla porta delle cucina, concludendo il discorso prima di rientrare “A te piace la mia.”

Thad sorrise, prendendo una sigaretta dal pacchetto “Interessante, Hummel…

 

 

 

Kurt non aveva pensato che Blaine si sarebbe potuto offendere, quando aveva deciso di parlare prima a Thad.

Non lo aveva fatto di certo perché riteneva più importante Harwood del suo ragazzo, ma solo perché conoscendo quella testa calda, avrebbe potuto combinare dei casini…

Ai quali, poi, lui avrebbe dovuto rimediare.

Non si aspettava quindi di trovare Blaine seduto al tavolo della cucina in evidente stato di indignazione, una volta tornato in casa. Ci aveva messo un po’ per farlo sciogliere e il ritorno di Thad che aveva definito il suo modo di fare il geloso ‘bambinesco’ non aveva di certo aiutato.

Una volta mangiata la pizza aveva poi scaricato Harwood a suo fratello e Puck, trascinando il suo ragazzo nella sua stanza, dove gli aveva raccontato tutto.

Nei dettagli….

Aveva detto a Blaine tutto quello che ricordava del discorso con Karofsky (e lui aveva un’ottima memoria), del modo in cui l’aveva affrontato nonostante sapesse che quel pugno poteva essere il primo di molti….

Dei bottoni che salvano e della paura che si era dissolta appena aveva messo piede tra le mura di casa sua, sentendosi al sicuro.

Ci era voluto davvero tanta buona volontà per costringere Blaine a sedersi sul letto.

Era scattato più irato di prima e pretendeva di sapere dove diavolo si trovasse Dave per poterlo prendere a cazzotti. Magari accompagnato da Puck e Finn, non per paura, ma per essere sicuro che gli si imprimesse nel cervello che doveva smetterla e lasciare in pace Kurt. Quest’ultimo quindi ci aveva messo tempo e fatica per convincere il proprio ragazzo a stendersi con lui sul suo letto, cercando di calmarlo.

Ed era ancora lì in quel momento, stesi su un fianco in modo da trovarsi uno di fronte all’altro, occhi negli occhi. Kurt stava ancora passando una mano sulla sua schiena quando Blaine sospirò, interrompendo il silenzio che era venuto a crearsi “Io non posso crederci che tu…. Ancora…. Per colpa di Karofsky…

“Va tutto bene, ora” sussurrò l’altro senza interrompere il contatto visivo, fermando la mano sulle reni di Blaine per potersi fare più vicino a lui “Io sto bene…. non è successo niente e- “

“Non è successo niente?!” Blaine lo interruppe, alzando un attimo la testa dal cuscino e guardandolo come se fosse pazzo “Kurt, ti ha messo le mani addosso e chissà cosa avrebbe potuto farti…

“Ma non lo ha fatto, o sbaglio?” il più giovane tenne lo sguardo fisso “Poteva farmi qualsiasi cosa visto che Puck è arrivato molto dopo…. Eppure non lo ha fatto. Non voglio che tu ti metta nei guai per colpa sua…. Non ne vale la pena…

Anderson sospirò, smettendo di ribattere.

Appoggiò la fronte a quella del suo ragazzo, chiudendo gli occhi e appoggiando entrambe le mani sul suo petto, stringendo tra le dita il tessuto morbido della maglia che indossava “Se ti succedesse qualcosa…. Io non so come reagirei…

Kurt sorrise dolcemente “Shht… non pensarci ok?” sussurrò a voce bassa, portando una mano su quella di Blaine per stringerla “So cavarmela…. Ho un discreto istinto di sopravvivenza ormai”

“Non dovrebbe essere così”

“Lo so…. Ma è inevitabile…. E  nessuno lo sa meglio di te. Blaine per favore, promettimi che non andrai a cercare Karofsky ok?”quando non ottenne risposta, il più giovane strinse di più la presa attorno alle spalle del suo ragazzo “Posso gestirlo io, so esattamente cosa dirgli e lo farò domani stesso…

“Non puoi chiedermi di non fare nulla!” Blaine si staccò da lui per poterlo guardare negli occhi “E poi, scusa se te lo faccio notare, ma non mi pare che tu lo sappia gestire così bene”
“E invece si, oppure mi avrebbe spaccato tutte le ossa o fatto altro” ribatté l’altro, iniziando ad infervorarsi “Giuralo, Blaine…

Il moro rimase immobile a fissarlo, prima di sospirare “Kurt…

“Giuralo”

“Ok, va bene…

Hummel gli passò una mano sulla guancia, sperando che davvero rispettasse questa sua decisione. “Va bene… Ora, cambiamo argomento, ok?”

Blaine storse appena il naso in segno di disappunto, ma si limitò ad annuire.

Non era affatto chiara quella situazione.

Non aveva capito perché Kurt aveva incontrato Dave e nemmeno come….

“Perché hai chiesto a Thad di parlare con te, prima?” chiese, senza pensare.

Hummel sospirò “Non è esattamente un cambiamento di argomento ma, se ti fa stare tranquillo, è solo perché conoscendolo volevo evitare che facesse qualche cavolata. Lo sa come è fatto Harwood…. E poi abbiamo parlato della nostra, come definirla..” fece una pausa, sentendo il corpo di Blaine irrigidirsi, contro al suo “Amicizia…. Che lui spesso fraintende”

“Questo perché nessuno gli ha mai insegnato a stare al suo posto” fu la risposta secca di Blaine, poco prima di affondare il viso tra la spalla e il collo del suo ragazzo.

“Non sarebbe Thad se non si comportasse così, non credi?”

“Io di certo non mi lamenterei…

Hummel alzò il viso, facendo scontrare le labbra di Blaine con le sue e subito  sentì quelle del moro incurvarsi verso l’alto.

“Smettiamola di pensare a Thad, o altro… Blaine siamo soli, in camera mia e possiamo passare un po’ di tempo soli…” Kurt avvampò alle sue stesse parole, rendendosi conto troppo tardi che esse potevano essere facilmente fraintendibili.

Blaine però parve capire immediatamente il disagio che era nato, così ridacchiò per smorzare l’attenzione, lanciando uno sguardo alla sveglia sul comodino.

“Sai Kurt? È tardi…. Alla Dalton potrebbero farmi storie se torno ora. Magari potrei stare qui fino a domani mattina…

Hummel sorrise, rilassandosi subito appena notò che nella voce del suo ragazzo non c’era la benché minima traccia di malizia.

Allacciò le braccia dietro al suo collo, lasciandogli un altro bacio sulle labbra.

“Penso che sia un’ottima idea....”

 

 

Quando si alzarono la mattina successiva, tutto sembrava essere tornato quasi alla normalità.

Almeno fino a che Blaine non aveva notato che il livido sulla guancia di Kurt si era fatto più scuro, nonostante lo zigomo si fosse sgonfiato.

Decise però di mantenere la calma, svegliando il suo ragazzo con un tenero bacio sul naso prima di scendere la piano inferiore e trovare Puck, Thad e Finn addormentati sul divano.

Probabilmente stavano guardando la televisione prima di cadere tra le braccia di Morfeo, o almeno quest’ipotesi spiegherebbe perché Finn stava dormendo con la bocca spalancata e piena di popcorn.

Blaine li svegliò velocemente  mentre Kurt preparava la colazione che trascorse tra lamentele di mal di schiena e torcicollo vari, prima che i due ragazzi della Dalton decidessero di far ritorno a Westerville.

Nonostante Thad sembrasse star bene, non aprì bocca per tutto il tragitto.

Cosa alquanto insuale per lui.

Non si lamentò di essere rimasto con due sconosciuti tutta la notte, ne si vantò di aver parlato per primo con Kurt.

Rimase in assoluto mutismo per tutto il tempo, rispondendo per monosillabi alle poche domande che Anderson gli faceva.

Arrivarono alla Dalton che mancavano circa venti minuti alle nove, segno che si erano giocati la prima ora di lezione e che potevano benissimo evitare di presentarsi alle successive per evitare di dar spiegazioni.

Certo, i piani di Blaine erano ben diversi e nella sua testa stava riflettendo su tutto tranne che sul dare una valida motivazione per l’aver trascorso la notte via.

“Ci troviamo qui fra dieci minuti” disse quando arrivarono davanti alla scalinata che portava ai dormitori.

“E perché mai?” domandò Thad alzando un sopracciglio.

“Andiamo a Lima, al McKinley….” Gli disse Blaine “Non posso lasciare che Karofsky la faccia franca, devo quanto meno parlarci...”

“E io a che ti servirei?” chiese stranito, spiazzando del tutto Blaine.

Wes salvò la situazione, uscendo dal bagno dei ragazzi in quel frangente e dirigendosi a passo di marcia verso loro due, risultando parecchio minaccioso “Voi due…. Non sapete che angoscia mi avete fatto venire!”

Thad smise di guardare Blaine per poter dedicare al ragazzo asiatico il classico sorrisetto da presa in giro “Scusa, mamma, mi sono dimenticato di avvertirti che non tornavo”

“Smetti di prendermi per il culo, stavolta mi sono spaventato davvero” disse scocciato Wes, prima di voltarsi verso l’altro ancora perplesso “Kurt come sta? Cosa gli è successo?”

Bene… Ha avuto altri problemi con quel bullo ma ora sta bene…” disse senza troppa convinzione, ricevendo una pacca sulla spalla.

“Va bene ragazzi, ora andate a prepararvi per le lezioni….” Disse, facendo per andarsene, ma si bloccò “Oh, abbiamo fatto il conteggio dei voti della sfida e…. congratulazioni Thad.”

Blaine non si scompose, lanciando semplicemente uno sguardo ad Harwood aspettandosi di trovarlo compiaciuto.

Invece rimase del tutto neutro “Con quale percentuale ho vinto?” di limitò a chiedere, senza infierire oltre.

Wes si grattò la nuca, imbarazzato, come se dirlo davanti a Blaine lo mettesse a disagio “Beh…. Su venti,hai ricevuto diciotto voti…

Il pensiero che solo due persone avevano votato per lui fece aumentare a Blaine la voglia di andare a Lima il prima possibile e sfogare quell’ennesima frustrazione su Karofsky.

Sapeva di essere andato peggio di Thad sotto alcuni punti di vista, ma la consapevolezza di aver fatto così schifo non era il massimo.

Peccato che, anche volendo, non aveva il tempo di struggersi per aver perso il ruolo di solista. Qualcuno aveva fatto del male a Kurt, niente era più importante del suo ragazzo, quindi di conseguenza si limitò a fare un sorrisetto a Wes “Grazie per l’informazione…

“Scusa amico ma, per giustizia, io devo essere del tutto onesto con voi due” disse l’asiatico, mettendo avanti le mani “Se volete vedere lo spoglio dei voti dopo ci vediamo in sala prove..”

“Va bene così” si limitò ad asserire Anderson, con una scrollata di spalle.

“Allora ci vediamo più tardi, andate a lezione” disse Wes salutandosi e dirigendosi di nuovo verso la sua aula, lasciandoli soli.

“Dicevamo?” riprese Harwood, come se nulla fosse successo.

Blaine si aspettava prese in giro, un Thad più stronzo del solito che lo scherniva…. E invece no. Era rimasto impassibile davanti alla sua schiacciante vittoria…

“Dicevamo che tu mi hai appena fatto capire che non verrai con me a Lima, ora” disse Anderson, appoggiandosi al corrimano mentre Thad saliva un paio di scalini, voltandosi a guardarlo con entrambe le mani in tasca “E io davvero non ti capisco…. Sei sempre in mezzo, sempre, e adesso ti tiri indietro. Hai paura?”

“No” fu la risposta secca di Harwood “Solo che, a quanto mi risulta, Kurt non è il mio ragazzo”

Blaine sgranò gli occhi “Cioè…. Io te l’avrò ripetuto una quarantina di volte, ieri, in auto…. E tu l’hai capito solo ora?”

“No, l’ho sempre saputo. Io non sono lento come te” fu la risposta sarcastica del capo consiglio “Senza contare che Kurt mi ha chiesto di farmi i fatti miei e evitare di andare da quel tizio per vendicarlo. E so che l’ha detto anche a te, o per lo meno lo presumo…. Non credi che dovresti rispettare questo suo desiderio?”

Blaine aprì lievemente la bocca, stupito “Aspetta, tu vuoi fare la morale…. A me?!” domandò poi, scocciato.

Thad alzò un sopracciglio “Kurt è un ragazzo, esattamente come te. Non è una pulzella in pericolo e sono certo che sia più bravo di te a cavarsela. Di certo ha più palle….”

“Thad stammi bene a sentire, io-“

“Lascialo fare, si sa arrangiare benissimo.” Harwood non gli permise di interromperlo, alzando una mano verso di lui come per ammonirlo “Lascia che faccia ciò che ritiene giusto. Io non posso mettermi in mezzo, ma nemmeno tu dovresti farlo….”

Anderson socchiuse gli occhi, stringendo il corrimano con la mano tremante di rabbia “E cosa dovrei fare?! Starmene qui?!”

“Esatto, vai a farti una dormita….” Thad gli girò le spalle, salendo le scale. Blaine rimase solo, così scuotendo il capo lanciò uno sguardo verso l’ingresso.

Sapeva che Kurt se la sarebbe presa parecchio se avesse infranto la sua promessa di non-intervento, ma al tempo stesso faticava parecchio a non presentarsi al McKinley e far pentire a Dave di aver anche solo alzato un’unghia contro il suo ragazzo.

Certo, sapeva che Kurt non avrebbe avuto problemi, un po’ perché era un ragazzo molto intelligente e un po’ perché non avrebbe più rischiato di vedere Dave solo….

Ma sentirsi così impotente lo faceva sentire inutile.

Prese un respiro profondo, prima di iniziare a salire le scale col capo chino, non molto convinto nel seguire un consiglio di Thad.

Forse stava davvero impazzendo, ma le parole del capo consiglio erano arrivate come schiaffi di consapevolezza sul suo viso.

Anche volendo non poteva dargli torto e, insieme al sollievo di aver inteso che Thad avesse alla fine capito il suo posto, si sommava la preoccupazione per il suo ragazzo.

Sperava solo che tutto andasse bene, non gli importava di altro.

 

I corridoi affollati del McKinley non lo stavano affatto rassicurando.

Anzi, provava un orribile senso di nausea, ma sapeva che doveva stare lì, anche con i ricordi della sera precedente ben impressi nella mente e sulla guancia.

Doveva affrontare subito il problema o sarebbe scappato di nuovo, e quello era ciò che intendeva evitare.

“Sei sicuro?” domandò Rachel a voce bassa mentre, con falsa tranquillità, mentre riponeva i libri della prima ora nell’armadietto, prendendo quelli di Scienze e portandoli sotto al braccio “Possiamo stare con te, non è necessario che gli parli da solo”

Finn annuì vistosamente “Se decide di colpirti di nuovo? Ok, posso stare nei paraggi, ma se lo fa all’improvviso non lo posso evitare…

Kurt scosse piano il capo, guardando il fratellastro e l’amica “Andrà tutto bene, ne sono certo. Voglio parlare da solo con lui perché non mi risponderà di certo se ci sarete anche voi…

Finn alzò un sopracciglio “E che dovrebbe dirti, scusa? Ti ha preso a pugni…

L’altro scosse piano il capo, facendogli capire che il discorso era ufficialmente chiuso.

Non poteva dirgli tutto, perché questo avrebbe comportato un coming out forzato di Dave e, per quanto si meritasse una vendetta simile, era troppo viscida come soluzione per Kurt.

Sarebbe stato troppo facile e troppo crudele da parte sua.

Adocchiò Karofsky in piedi, accanto al suo armadietto, con il naso infilato in un libro di algebra e, dopo aver scambiato uno sguardo con Finn e Rachel si allontanò, andando verso di lui.

Si schiarì la voce, guadagnandosi così la sua attenzione e trovandolo stupito.

Forse non si aspettava di vederlo avvicinarsi a lui così presto.

“Cosa vuoi?”

“Io cosa voglio?” domandò Kurt a voce bassa, prima di indicarsi lo zigomo. Per quando ci avesse provato, applicando creme su creme, il livido era ancora visibile sotto un sottile strato di fondotinta “Tu cosa intendi fare adesso?”

Dave si morse le labbra, guardandosi attorno e constatando che tutti sembravano troppo impegnati per curarsi di loro due “Senti, Kurt…. Mi dispiace ok? Io non so perché l’ho fatto ma ho trovato la soluzione a tutto questo casino”

“Mi fa piacere” rispose vagamente ironico l’altro “Hai intenzione di parlare con il mio referente del centro sociale? Oppure andare, non so, da uno psicologo bravo?”

“No” fu la risposta del Titan, mentre chiudeva l’armadietto “Me ne vado” aggiunse poi guardando Kurt “Io…. io non voglio farti più del male, così  dal prossimo anno inizierò una nuova scuola. In questo modo saranno risolti i problemi di entrambi”

Hummel fece per ribattere, ma Dave non gli diede il tempo di farlo.

Gli diede le spalle, incamminandosi verso la classe e lasciandolo solo, a fissare il punto in cui poco fa lo stava guardando con un’espressione realmente pentita e spaventata, come se temesse che Kurt andasse a sbandierare a tutti la sua sessualità come vendetta.

Forse anche per quello era stato così precipitoso a metterlo a corrente dei suoi progetti futuri, senza dargli il tempo di spiegargli quello che gli balenava per il cervello.

Kurt si voltò verso Finn e Rachel, che ancora lo guardavano in apprensione.

Sorrise facendo un cenno del capo per tranquillizzarli, prima di tornare a fissare il corridoio nel quale Karofsky era stato inghiottito dalla folla di studenti.

Chissà perché, ma ad Hummel quella faccenda non risultava affatto risolta e il trasferimento di Dave non sarebbe servito da deterrente per le sue paure.

Scappava via per non dichiarare chi era o perché non sopportava più la sua vista e il peso dei suoi sentimenti? Che tipo di sentimenti poi? Perché non si era spiegato a dovere? Era confuso o semplicemente voleva negare qualcosa a se stesso?

C’erano troppe domande aperte e questo a Kurt non piaceva per niente….

 

 

 

Continua…

 

 

 

 

Nda.

Ecco qui con questo capitolo falsamente risolutivo.

Dico falsamente perché, in realtà, non si risolve proprio nulla dal punto di vista del Kurtofsky, ma abbiamo due scene molto importanti, che sono quelle tra Thad e Kurt (è il caso di dirlo allora: never say never) e Thad e Blaine.

Beh, non so che altro dire quindi la smetto qui e torno a rotolarmi sul letto con dolori allo stomaco lancinanti!

 

Ringrazio come sempre Alexa che è molto impegnata ma trova sempre il tempo di betarmi e coloro che hanno recensito il capitolo precendente.

Grazie davvero

 

Un bacio

Jessy

 

 

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Capitolo 39
*** #31 You could be more Bi-sexual instead Bi-polar. ***


bananissima

…Meno quattro capitoli alla fine!

*depression mode:on per la scrittrice.*

 

 

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

 

 

#31 You could be more Bi-sexual instead Bi-polar.

 

 

 

Nick scavalcò un ragazzo collassato a terra e si sistemò il nodo della cravatta, osservando orgoglioso gli effetti che i quasi cinquatasei litri di alcool che si era procurato insieme a Jeff, stavano avendo sulla cara, composta, Dalton Private High School.

Gente che correva per i corridoi nonostante fosse altamente vietato, bottiglietta di acqua o lattina piene di super alcolici, cravatte abbandonate al suolo….

Tutto ciò aveva un solo nome: ultimo giorno di scuola.

Jeff si affiancò a lui nell’esatto istante in cui il caro Duvall prese un profondo respiro, riempiendosi i polmoni di aria. Si voltò qui quindi verso il biondino con un’espressione trionfale “Lo senti Jeff? Il profumo della vodka all’alba ha il sapore della vittoria…”

“Non credo fosse così la citazione” disse Sterling pensieroso, mentre si avviavano per i corridoi controllando, solo per pura curiosità, quel degenero da più vicino.

“Non importa, il succo di questa mattinata è quello” insistette il più basso, scansandosi mentre Suor Genevieve passava di gran carriera lì accanto.

Sembrava la sola del corpo docenti che, anno dopo anno, cercava di evitare l’apocalisse. Gli altri semplicemente si dovevano essere arresi la sera precedente all’inevitabile.

Il bello di scuole come la Dalton era che essendo così seri e distaccati per un intero anno scolastico, quando si sapeva di avere il permesso di strafare ‘lievemente’ dalla presidenza, si dava il meglio di sé alla fine dell’anno.

Quella volta era decisamente peggio visto che l’istituzione della ThreeSix Maphia aveva dato man forte ai rappresentanti di istituto nell’organizzazione del rinfresco all’ingresso, correggendo tutto quanto.

Anche gli analcolici.

“Spero che nessuno, a parte il professor Strauss, soffra di ulcera gastrica…. O addio mondo crudele” osservò pensieroso Nick, guadagnandosi un’occhiatina divertita da parte di Jeff.

“Nicky posso parlarti di una cosa seria?”

Duvall si fermò in mezzo al corridoio, guardandolo negli occhi “Ok, certo…

L’altro si guardò attorno prima di portare le mani nelle tasche dei pantaloni grigi “Dovresti chiedere scusa a Flint per tutte le insinuazioni che hai fatto…. Non credi?”

Nick lo fissò stupito, indeciso tra l’indignarsi e il mettersi a ridere “Scherzi?? Dopo tutto quello che ha fatto?!”

“L’ha fatto credendo che fosse la cosa giusta!”

“Ma ti ha chiesto lui di dirmelo??”

Jeff sbuffò “Secondo te? Siete due palloni gonfiati di orgoglio…. Non l’avrebbe mai fatto. Solo, visto che lui passerà tutta l’estate a casa mia e io probabilmente la passerò con te in giro…. Dovete chiarire!”

Duvall borbottò qualcosa, ma uno sguardo particolarmente serio dell’altro lo convinse “Ok, va bene…. Fai passare stamattina e il ballo di stasera e poi gli parlerò! Contento?”

Il biondino sorrise, gongolante “Molto”

“Bah…. Ora però lasciami in pace, voglio che la mia sola preoccupazione sia come ubriacarmi e rimanere tale fino alla fine della serata”

Ripresero a camminare per il corridoio, passando accanto a Blaine che però non li vide, troppo impegnato a leggere e mandare sms a Kurt dalla sua posizione tattica, sopra al davanzale di una delle vetrate.

-Non posso credere che voi alla Dalton state facendo festa mentre noi qui siamo seduti ai banchi! È assolutamente ingiusto! K.-

Il morettino ridacchiò, lanciando uno sguardo verso un ragazzo che stava palesemente vomitando in un cestino per la carta con accanto una professoressa particolarmente stizzita.

-Non credo apprezzeresti la situazione sai? Piuttosto stasera vieni alle sei qui alla Dalton? Il ballo è in tutt’altro posto…. Andiamo con la mia aiuto. Potresti anche fermarti qui, dopo…. B-

Si morse il labbro, pensando se inviare quella proposta decisamente ambiziosa o meno.

“Blaine!”

Alzò gli occhi su David, che si stava avvicinando velocemente a lui e, senza accorgersene, inviò il messaggio al suo ragazzo.

“Mi cercavi?” chiese al capo consiglio non appena lo ebbe raggiunto.

Il ragazzo di colore annuì “Sì, stiamo facendo un po’ di propaganda per arruolare nuovi Warblers per il prossimo anno…. Mi dai una mano? Wes sta aiutando Richard a tenere Cameron lontano dall’alcool mentre invece Thad è momentaneamente disperso”
“Nessun  problema” Rispose solare il ragazzo “Dimmi solo come devo fare e lo farò!”

Il ragazzo di colore si sedette accanto a lui “Niente di che, fermi le poche persone sobrie e gli parli dei Warblers, dicendogli che possono sostenere il provino il prossimo anno”

“Posso farlo tranquillamente” Blaine scrollò le spalle, poi abbassò gli occhi sul suo cellulare.

-Va bene. Si insomma…. Per le sei e per dormire da te…. A papà dico che al ritorno mi fermo da Merc così non farà domande. K-

Anderson rimase a bocca aperta, davanti ad un David visibilmente confuso.

“Tutto ok?”

Si riscosse, sorridendo brevemente “Sisì, non preoccuparti…

La nonchalance con la quale Kurt aveva detto di si…. Lo aveva momentaneamente spiazzato.

Arrossì di botto prima di sbiancare e iniziare a sudare freddo. Lui aveva buttato a caso una proposta con innocenza, ma ora che ci leggeva tutti i pro e i contro non sapeva veramente cosa fare.

Certo, avevano già dormito insieme, due volte…

Peccato che il modo in cui glielo aveva chiesto, alle sue orecchie, suonava dannatamente pretenzioso…

Non era normale tutto ciò, si disse nel frattempo David.

Il suo amico aveva variato la gamma cromatica della sua pelle da un rosa olivastro, a un rosso vermiglio a un verdognolo broccolo nel giro di pochi secondi e non sembrava essersi ancora ristabilizzato.

Stava per domandagli se avesse per caso avuto la notizia più brutta della sua vita quando un ragazzo alto e con una massa di rossi capelli irlandesi si avvicino ai due con un sorriso sulle labbra.

“Ciao Connor” disse allegramente David, mentre Blaine cercava di darsi un certo contegno.

Karter O’Connor era il rappresentante di istituto della Dalton da ben due anni.

“Ciao ragazzi” rispose lui prendendo un paio di fogli dalla borsa “Cercavo Wes ma ha evidentemente da fare così passo a te il programma della serata” disse porgendo i fogli a David, che li prese lanciandovi subito uno sguardo “Ci troviamo al ristorante alle sette e mezzo…. La festa inizia alle otto e voi ragazzi iniziate un’oretta dopo ok?” disse sbrigativo, facendo segno a Thompson che tutto era presente sul programma. Poi si voltò verso Blaine “Pronto ad aprire la serata?”

Blaine scosse il capo, sorridendo “Il solista non sono io, ma Thad. Lui apre la serata” disse tranquillamente.

Connor sembrò stupito “Oh non lo sapevo, scusa”

“A me va bene così” fu la risposta sincera di Blaine. Non si sentiva toccato per niente dalla cosa, dopo quello che era successo a Kurt non sembrava così importante essere riconosciuto come il più talentuoso dei Warblers.

E poi avrebbe avuto tutto il tempo di danzare col suo ragazzo, così….

Quella era la cosa più importante della serata.

 

“A questo favoloso anno passato insieme” Thad fece tintinnare il bicchiere con quello della donna prima che entrambi lo alzassero buttando giù il contenuto in un colpo solo.

Harwood sorrise maliziosamente mentre la  professoressa strizzava gli occhi portandosi una mano alla bocca, evidentemente non si era accorta di quanto forti fossero i suoi drink.

“Harwood, vedi di presentarti sobrio all’esame però” disse sistemandosi lo chighion di capelli neri che si stava progressivamente distruggendo “E evita di parlare al commissario di questo nostro…. Brindisi” aggiunse infine, guardandolo ovvia.

Thad rise, ammiccando “Il commissario non saprà proprio un bel niente, e la mia intelligenza fuori dal comune confermeranno che lei mi ha dato il massimo dei voti in francese per meritocrazia”

La donna si alzò dalla cattedra, sistemandosi la gonna stretta e blu mare prima di prendere la borsa e avviarsi all’uscita con passo un po’ incerto, voltandosi appena verso il giovane “Mi raccomando…” gli disse, appoggiandosi un dito alle labbra come ad intimargli di fare silenzio, prima di andarsene.

Thad  sospirò allegramente, sistemando i bicchieri e prendendo in mano la bottiglia, prima di sbrigarsi ad abbandonare la scena del crimine a sua volta. Avere una bella professoressa di francese sui venticinque anni era decisamente un’ottima cosa per un ragazzo solo e frustrato,disse a sé stesso, attaccandosi al collo della bottiglia per mantenere fede al piano suo e di Nick di non arrivare sobri a pranzo.

Uscì in cortile dove la maggior parte degli studenti si stava godendo l’ultimo giorno di scuola all’aperto, parlando, fumando o semplicemente godendosi i primi raggi del sole di giugno.

Si avvicinò ad un gruppetto di loro che stava parlando del più e del meno e schiarendosi la voce disse “Salve ragazzi, scusate se vi disturbo ma volevo chiedervi se avete mai preso in considerazione la possibilità di unirvi ai Warblers, il prossimo anno.”

Un paio di loro si scambiarono uno sguardo “Noi si” disse quello più alto con voce melliflua, scostandosi dal resto del gruppetto seguito da Thad e dall’altro ragazzo “A dire il vero, avevamo fatto di meglio… Abbiamo deciso che ci uniremo a voi”

Thad sembrò compiaciuto da se stesso per aver ottenuto un simile risultato subito “Perfetto allora…. È semplice, vi presentate alla prima riunione che di solito si tiene a metà della prima settimana e vi preparate una canzone come provino.”

Il ragazzo preferì evitare di sottolineare che, disperati come erano, avrebbero accettato chiunque.

Il più alto dei due lanciò uno sguardo altro, che fece un cenno prima di sorridere a Thad “Scusate, devo andare. A dopo”

Thad lo guardò allontanarsi con un sopracciglio inarcato e, prima che potesse dire o fare qualsiasi cosa, una mano sottile e calda gli prese il polso, alzandolo.

“Io sono Sebastian” disse mellifluo il giovane prendendogli la bottiglia e avvicinandosela alle labbra, senza staccare gli occhi chiari da quelli neri del capo consiglio “Senti, hai già qualcuno per il ballo?”

Thad sorrise maliziosamente, appoggiandosi alla parete della scuola con il fianco e incrociando le braccia “E chi ti dice che voglia qualcuno, Sebastian?”

L’altro ricambiò il sorriso, prima di prendere un sorso abbondante e avvicinarsi ad Harwood sussurrandogli all’orecchio con voce bassa “Andiamo, tutti vogliono qualcuno….”

“Tutti meno che me” disse prontamente il più grande,scostandosi quanto bastava per guardarlo bene “E poi quello che vedo non mi interessa…

Sebastian ridacchiò morbidamente, per nulla scosso o toccato “So io come farti interessare, Thad” gli disse lasciando lo sguardo correre sul suo corpo prima di mordersi un labbro “Esattamente come lo sono io…” gli ripassò la bottiglia “Ci vediamo stasera….”

“Fatti bello, mi raccomando” lo canzonò Thad,  guardandolo andare via.

Almeno, si disse, aveva un bel culo.

 

 

Wes si sedette al suo posto esattamente come ogni volta, prendendo il martelletto dal cassetto e appoggiandolo davanti a sé, prima di unire le mani sopra alla scrivania, osservando il resto dei Warblers che prendeva posto in un chiacchiericcio allegro.

Sapeva che era l’ultima volta che lo avrebbe fatto, però.

Era l’ultima volta che voltandosi alla sua destra avrebbe visto David annotare con perizia la data sopra al verbale della riunione. Non avrebbe più visto nemmeno Thad, dall’altra parte, rileggere  serio l’ordine del giorno facendo girare tra le dita una penna a sfera, concentrato sui suoi appunti.

Sapeva che era l’ultima volta che avrebbe guardato gli altri, da quella posizione privilegiata che si era guadagnato grazie alla sua fortezza di spirito, e con un sospiro mal contenuto scontrò gli occhi altrettanto malinconici dei suoi due colleghi prima di battere un paio di colpi col martelletto, mettendo tutti a tacere.

“Ci siamo” disse poi con la voce lievemente incrinata dall’emozione “Oggi è l’ultimo giorno che possiamo dirci tutti Warblers” ironizzò poi, abbassando gli occhi a mandorla sulle mattonelle pregiate.

Thad prese la parola, cercando di sdrammatizzare nonostante anche i suoi occhi fossero lievemente più umidi del solito “Eh già…. Cosa diventerete senza di noi…. Mi spaventa pensarci”

Alcuni ridacchiarono mentre altri erano semplicemente troppo commossi per farlo.

“Se qualcuno dell’ultimo anno vuole dire qualche parola, prima di andare avanti…” continuò tentennante Montgomery, ricevendo una pacca fraterna sulla spalla da David, come incoraggiamento.

Si stava buttando giù più del previsto.

Con somma sorpresa di tutti, Kirk si alzò in piedi “Io si, a dire il vero” disse il biondone, ricevendo un cenno di assenso da parte di Wes “Non conosco molto bene tutti voi…. onestamente sono stato io a mettere sempre un certo distacco tra me e gli altri, eccetto pochi esempi…” Ethan sorrise “Ma… Della Dalton, tra trent’anni non ricorderò bene i colori del granito che componeva i pavimenti, o le lezioni di alto livello, o il cibo della mensa che in certi casi non era nemmeno vagamente decente…. Ma come la mia voce si armonizzabbe bene con le vostre…” abbassò gli occhi sul pavimento, infilando le mani nelle tasche dei pantaloni, mentre un rossore diffuso gli colorava le gote “Mi ricorderò cosa significa fare parte di qualcosa di grande per tutta la vita, grazie a voi e a questo Glee…

Jeff gli sorrise solare “Warbler una volta…

 “…. Warbler per sempre” concluse Nick, iniziando a battere le mani per il biondone, seguito subito da tutti gli altri.

“Lo stesso vale per me” sottolineò Moore non appena il suo migliore amico si rimise a sedere al suo fianco “Conserverò dei ricordi bellissimi di questi quattro anni insieme…. Di tutte le pazzie…. Le serate alcoliche, le gare…

“Le serate alcoliche soprattutto” si intromise Richard ridacchiando “E tutte le volte che Harwood ha dato di matto”
“Non sono poi così tante” rispose piccato Thad, muovendo la mano velocemente, come se stesse cercando di scacciare una mosca “Io ricorderò di tutte le volte che ho preso in giro Nick per il suo naso” disse ricevendo come ringraziamento una linguaccia, prima di farsi serio “E di come ci si sente ad essere accettati per qualcosa che non mi ha mai permesso nemmeno di accettare me stesso. Di come, nonostante io non sia la persona più bella del mondo ma, anzi, la mia morale sia davvero discutibile…. Mi siate stati vicini.” Passò gli occhi su Jeff e Nick, poi Cameron che si stava asciugando gli occhi e infine su Flint “Vi lasciamo una bella eredità” concluse “coglietela e cercate di vincere voi le Nazionali il prossimo anno.” Si schiarì la voce, leggermente  tremante, sfogliando alla rinfusa il suo quaderno “Ora basta fare le checche isteriche. Per quello abbiamo Anderson” il soggetto roteò gli occhi “Torniamo alle cose serie….”

“A proposito di eredità” disse David sorridendo dolcemente, ostentando una certa tranquillità nonostante anche lui si sentisse triste “Dobbiamo comunicare i futuri capi consiglio che decideranno chi nominare come solista il prossimo anno…

Tutti si drizzarono a sedere, sporgendosi in avanti curiosi.

“Ci abbiamo pensato davvero bene, e visto che siete rimasti in pochi è stato ancora più difficile decidere chi nominare” spiegò Wes “i nomi che abbiamo fatto alla fine li abbiamo scelti quasi ad unanimità” lanciò uno sguardo Thad.

Harwood, infatti, sottolineò il ‘quasi’ prima di sospirare e leggere a voce alta un suo appunto “Presa visione dei componenti dei Warblers che rimarranno alla Dalton per il prossimo anno scolastico, noi capi consiglio Montgomery, Thompson e Harwood passiamo il testimone a tre elementi che si sono distinti per le loro doti che porteranno giovamento all’intero gruppo. Per tanto decidiamo in questa sede di eleggere come nuovi capi consiglio i Warblers Wilson, James e Anderson.” Alzò gli occhi sui tre interessati che erano decisamente sbiancati “Ragazzi respirate però o non ci arrivate a iniziare il mandato…

Cameron balbettò un paio di parole al vento prima di rivolgersi ai tre ragazzi alla scrivania, sconvolto “Deve esserci un errore.”

“E perché mai?” chiese Wes, con un sorriso “Ti sei sempre comportato in modo ineccepibile, nonostante tu sia un po’ chiaccerone…

“Per Flint ha insistito tanto Thad” disse David, appoggiandosi con i gomiti alla superficie di legno “Dice che ti ci vedeva bene nonostante tu sia quello che meno è stato nei Warblers tra tutti noi…. E ci siamo trovati molto d’accordo anche noi due”

“Beh, grazie per la fiducia” disse il morettino ancora sconvolto “Io spero di…. Assolvere al meglio il mio dovere.”

Blaine rimase in silenzio tombale, mentre tutti quanti iniziavano a congratularsi.

“Passiamo oltre” disse Thad annotandosi qualcosa a margine “Possiamo concludere questa allegra assemblea di addio e passare all’ultima esibizione di gruppo, che dite?”

Tutti si alzarono iniziando a riscaldare le voci e Wes si avvicinò al capo consiglio Harwood  sussurrandogli qualcosa “Sei ancora in tempo per cantare qualcosa come unico solista…

David annuì “Non è necessario farci cantare con te, ti sei meritato quel titolo”

Thad scrollò le spalle “ora passerò da sentimentale ma…. Preferisco far qualcosa con voi due per l’ultima volta….”

 

 

 

Thad:

Everybody, yeah …Rock your body, yeah …
Everybody, yeah …Rock your body right …

(All:Backstreet's back, alright!)

Hey, yeah…

(Backstreet Boys – Everybody)

 

Tutti i ragazzi in cortile si voltarono verso l’ingresso, dove Thad aveva fatto la sua pragmatica apparizione.

Nessuno si aspettava una canzone dei Warblers quella stessa mattina, visto che di solito il coro scolastico era dedicato soprattutto sulla serata del ballo, decisamente più impegnativa.

Invece i capi consiglio avevano deciso di stupire tutti, così per lasciare una sorta di marchio, un ricordo indelebile per tutti.

Tanti erano stati Warblers che si erano avvicendati nell’arco di un secolo, dalla fondazione della scuola, e nonostante fossero consapevoli che sotto il loro mandato non avevano ottenuto grandi vittorie come invece altri avevano fatto, Thad, Wes e David volevano lasciare un segno.

Gli altri apparvero alle spalle di Harwood, disponendosi per la coreografia e non appena ebbe terminato la sua strofa, il solista sorrise maliziosamente alla folla che iniziava a disporsi davanti a loro, lasciando il suo posto a David.

 

David:
Oh my God, we're back again
Brothers, sisters, everybody sing
Gonna bring the flavor, show you how
Gotta question for you better answer now, yeah!

 

Il ragazzo di colore fece un elegante giravolta prima di iniziare a cantare, guardando il resto degli studenti.

Non si era mai sentito bravo abbastanza per fare il solista, ma non poteva negare che l’acclamazione della folla lo attraeva.

Gli sarebbero mancati i sorrisi gioviali che gli altri ragazzi della scuola riserbavano a lui e al resto del Glee mentre si esibivano, il loro calore che li faceva sentire importanti e bravissimi.

Delle vere rock star.

Si dispose in prima fila, accanto a Nick e Jeff, pronto a iniziare la coreografia che il biondo aveva preparato mentre Thad si riprendeva l’attenzione del pubblico.

 

Thad:

Am I original? (All: Yeah )
Am I the only one?  (Yeah )
Am I sexual?  (Yeah )
Thad e Nick:

Am I everything you need?  You better rock your body now !

 

Harwood si affiancò a Blaine, lanciandogli uno sguardo di intesa e dopo un paio di passi si scambiarono iniziando a ballare sui passi di Sterling.

Non si sopportavano, certo, ma quando Jeff li aveva messi uno accanto all’altro (andando in base all’altezza non poteva fare altrimenti)  avevano annuito per il bene della squadra.

Mentre si esibivano non erano più Blaine e Thad, rivali in amore e gloria, ma un paio di ingranaggi di qualcosa di molto più grande.

Questo era il massimo punto di forza dei Warblers: potevano avere i loro problemi ma per il bene della squadra tutto poteva venir accantonato.

E nemmeno lo scandalo del DDR era riuscito a distruggerli.

 

All:

Everybody !Yeah
Rock your body!Yeah
Everybody!
Rock your body right, Backstreet's back, alright !
Alright!

Sebastian osservava attentamente la scena, in disparte.

Incrociò le braccia sul petto, osservando senza ritegno Anderson prima di concentrarsi sulla vittima disignata.

Thad Harwood sarebbe stato suo quella sera stessa, ormai era un fatto di principio.

Seguì attentamente ogni passo del capo consiglio, come se ci tenesse particolarmente a controllare che ogni cosa fosse al suo posto.

Verdetto finale: tutto in regola.

 

Wes:

Now throw your hands up in the air
Wave them around like you just don't care
If you wanna party let me hear you yell
Cuz we got it goin' on again
Yeah

Andarsene si stava rivelando ancor più dura di quel che aveva ipotizzato.

Per Wes la Dalton era molto più di una bella scuola privata.

Era una casa, e quei ragazzi erano la sua famiglia.

Cantò con tutto se stesso, sperando di regalare qualche emozione, di trasmettere tutto quello che sentiva dentro agli altri prima di cedere di nuovo il posto a Thad.

Si scambiarono uno sguardo significativo e Montgomery capì.

Doveva concentrarsi sul suo ultimo esame, una prova insignificante, prima di iniziare una nuova vita.

A New York.

Almeno sapeva che non sarebbe stato solo, ma con uno dei suoi migliori amici….

 

Thad:

Am I original? (All: Yeah )
Am I the only one?  (Yeah )
Am I sexual?  (Yeah )
Thad, Blaine, Nick:

Am I everything you need?  You better rock your body now

 

New York.

A Thad sembrava un’ottima prospettiva futura. Il trasferimento lo avrebbe portato lontano da suo padre e quello…. Beh era già abbastanza.

Perse un paio di passi, lanciando un’occhiatina veloce a Jeff riuscì a riprendere il tempo prima di farsi avanti per concludere la canzone.

Era un successo.

Era il suo successo, in un certo senso.

Che di lui avessero parlato male o bene, sapeva che difficilmente si sarebbero dimenticati di lui, in quella scuola.

E questo bastava per farlo sorridere.

 

All:

Everybody !Yeah (Thad: Rock your body!)
Rock your body!Yeah  (Thad: Rock your body!)
Everybody!
Rock your body right, Backstreet's back, alright !
Alright! (Thad: Rock your body!)

Everybody !Yeah (Thad: Rock your body!)
Rock your body!Yeah  (Thad: Rock your body!)
Everybody!
Rock your body right, Backstreet's back, alright !
Alright!

 

In uno scrosciare di applausi, l’ultima esibizione dei Warblers di quell’anno, terminò.

Non si risparmiarono inchini e sorrisi mentre molti ragazzi si facevano avanti, dispensando complimenti e fraterne pacche sulle spalle.

Wes si ritrovò circondato da amici che si congratularono con lui per tutto quello che aveva fatto.

Flint si avvicinò al suo ragazzo, ridacchiando nel notare che il caschetto biondo, di solito impeccabile, era tutto scompigliato “Sembra che una rondine abbia deciso di nidarti in testa…” disse divertito mentre Jeff alzava gli occhi verso il ciuffo, soffiandolo poi via dal viso.

“Cose che capitano quando si perde la testa ballando” commentò Sterling circondando con un braccio le spalle di Wilson e spingendolo ad allontanarsi da quella calca di persone, mentre Thad lo esortava a pettinarsi urlando che ‘Destava abominio in quelle condizioni’.

Andarono a sedersi sull’erba lì vicino, osservando Nick che si beccava anch’egli una discreta dose di complimenti, ma non di certo per come aveva cantato o ballato.

Per l’alcool ovviamente.

Il biondino ridacchiò sotto ai baffi prima di voltarsi verso il suo ragazzo, osservandone attentamente il profilo. Sembrava assorto in chissà quale pensiero, così lui ne approfittò per guardarlo un po’.

Si appoggiò sui gomiti sporgendosi all’indietro e quando l’altro si sentì eccessivamente osservato si voltò, incontrando i suoi occhi cangianti e sorridenti “A che pensi?” chiese con un sorrisetto, passando una mano tra le ciocche chiare per sistemarle almeno un po’.

“Stavo per farti la stessa domanda, sai?” rilanciò Jeff, beccandosi una piccola pacca in testa.

“Te l’ho chiesto prima io….”

Touchè.” Ripuntò lo sguardo verso i suoi compagni prima di sospirare e rispondere a Flint “A niente e a tutto. Insieme…. Al fatto che la scuola è finita e che incredibilmente sono riuscito a raggiungere la sufficienza in  tutte le materie nonostante la voglia fosse pari a zero…. A come sarà triste il prossimo anno iniziare senza i ragazzi che si diplomano, esattamente come è stato triste quest’anno iniziare senza Joshua, Taylor e gli altri che se ne sono andati l’anno scorso…. A come passare insieme quest’estate per viverla al massimo e a cosa posso inventarmi per racimolare qualche soldo”

Flint sorrise dolcemente “Posso consigliare un lavoro estivo? Basta contrabbando, per cortesia…

“Ok, va bene…. Posso accettare questo compromesso” rispose divertito il biondo prima di sollevarsi appena e sporgersi verso il morettino, che si chinò per incontrare le sue labbra a metà strada in un lento e semplice sfiorarsi di labbra “E tu? A che pensavi?”

Wilson scrollò le spalle, tornando a sedersi dritto “Che sono così felice di essere ancora qui, con te, che mi fa quasi male il cuore…” sussurrò puntando i suoi grandi occhi azzurri in quelli di Jeff.

Il biondo sorrise con altrettanta dolcezza “Ma io a questo penso sempre…” disse prima di alzarsi a sedere, incrociando le gambe e portando una mano dietro alla nuca del suo ragazzo, per baciarlo ancora una volta….

 

“Il prossimo anno sarà una palla passare i pomeriggi suoi libri senza avere la possibilità di dire ‘Hey muoviti, abbiamo le prove dopo’, non credi?”

Kirk si voltò verso Ethan, sorridendogli  “Si ma avremo altro da fare, non credi?”

Moore scrollò le spalle, infilando un paio di pantaloni scuri piegati con cura dentro al trolley grigio “Sì possibile…. Ma non sarà questo. Mi mancherà tanto cantare…

Il biondone sospirò “Onestamente so che sarà dura ma…. Saremo insieme. Questo mi basta per capire che andrà tutto bene Et…

Ethan smise di fare quello che stava facendo solo per potersi voltare verso il compagno di stanza. Lo osservò attentamente mentre controllava di aver levato tutte le sue cose dai cassetti e, lentamente, si avvicinò a lui abbracciandolo da dietro.

Kirk sorrise, appoggiando le mani su quelle di Ethan, unite sul suo petto, e chiuse gli occhi un istante assaporando quel contatto.

Solo in un secondo momento si voltò verso di lui, appoggiando la fronte alla sua e fissandosi sui suoi occhi color acqua limpida “Perché andrà tutto bene, vero?”

Moore annuì impercettibilmente, prima di chiudere gli occhi e appoggiare le labbra a quelle dell’altro, abbracciandolo stretto.

“Andrà tutto perfettamente.”

 

David inserì in una busta trasparente il verbale del giorno, prima di chiudere il voluminoso raccoglitore una volta per tutte.

Lo sigillò con una copertina bianca prima di scrivervi sopra con un indelebile ‘Verbali Warblers: Anno scolastico 2010-2011’ e firmare.

Passò quindi la penna a Wes e Thad che fecero lo stesso e poi inserì tutto dentro ad una scatola, sigillando anch’essa e mettendo la data sul coperchio.

“Ok, ora è ufficialmente finita.” Decretò il ragazzo di colore, appoggiandosi con entrambe le mani alla scrivania. Wes annuì mestamente, sedendosi su di essa mentre Thad abbassava gli occhi sul pavimento, sospirando “La porto io in segreteria e poi vado in camera a finire di fare le valige …. Voi passate l’ultima notte alla Dalton, dopo il ballo?”

“Ovviamente” disse Montgomery mentre l’amico si avviava alla porta “Poi ricordati le mutande che hai lavato prima, causa l’emozione” lo prese in giro, dondolando i piedi “Sono ad asciugare fuori”

“Fai il simpatico, Montgomery?” lo riprese divertito David, prima di sparire nel corridoio lasciandoli soli. Rimasero per un po’ in silenzio, entrambi con gli occhi incollati alle mattonelle e lo sguardo triste, poi il ragazzo asiatico si rivolse all’altro “Mi metti ansia quando stai zitto. Non ci sono abituato…

Thad sorrise mestamente “Da settembre in poi non la penserai più così” rispose affabile, appoggiandosi con i fianchi al bordo della scrivania, accanto all’altro “Sei davvero sicuro che vuoi venire a vivere con me? Potrebbe costarti molto più di quello che pensi” rilanciò divertito, guardandolo con un’espressione furbesca che sembrò soppiantare la malinconia anche nell’altro.

“Mi farà bene vivere con te…. Così potrò continuare a fare la crocerossina” gli rispose Wes, appoggiandogli una mano sulla spalla “E poi non ti lascerei mai andare a New York da solo. Ti ammazzeresti….”

“Perché ti dai sempre tutta questa pena per me?” domandò Harwood “Non è David il tuo migliore amico?”

Wes sbuffò “Non posso averne più di uno?” chiese ovvio, stupendo molto Thad che sorrise appena, abbassando gli occhi per velare una certa commozione “Siamo cresciuti insieme…. È così strano per te capire che ti voglio bene e voglio assicurarmi che tu ti senta ok? Visto che David ha deciso di frequentare la Columbus, che per me è ancora troppo vicino a casa, voglio buttarmi all’avventura con te. Non me lo rimangerò se è di questo che hai paura”

“Ok, stammi a sentire…. Non devi dire a nessuno quello che sta per uscire dalla mia bocca perché lo negherò fino alla morte” disse Thad voltandosi verso di lui, e appoggiandogli una mano alla spalla “Ma anche io ti voglio bene…” concluse, prima di abbracciare stretto l’asiatico che ridacchiò.

“Sei proprio strano Thad”

“Taci, non guastare l’atmosfera, stronzo!”

Blaine entrò nella stanza in quel momento, sorridendo dolcemente davanti a quella scena “Sto per interrompere un momento di dolcezza?”

Thad si staccò di colpo, fulminandolo “Sei scemo? Certo che no…. Stavo solo…. Accertandomi che la schiena di Wes fosse ben diritta. Coglione….”

Anderson rise, avvicinandosi “Scusatemi, ma devo parlare con Mr Harwood”

“Hai preso appuntamento dalla mia segretaria?” domandò cencioso il più  grande, mentre Wes scendeva dalla scrivania avviandosi alla porta.

“Vi lascio soli!”

“No aspetta, e se mi stupra?”

Wes  li abbandonò, facendosi grasse risate per tutto il corridoio mentre Anderson si avvicinava a Thad, osservandolo con un sorrisetto.

“Cosa c’è? Sei venuto a dirmi che se stasera rivolgo la parola a Kurt mi spacchi un pianoforte sulla testa?” domandò secco, incrociando le braccia.

“No” fu la risposta accomodante del ricciolo “Volevo congratularmi con te per la performance di stamattina. Sei stato grande, davvero.”

Thad alzò le sopracciglia, sorpreso, prima di riprendersi “Dov’è la fregatura?”

“Nessuna fregatura…

Harwood assottigliò gli occhi, guardandolo diffidente “Non so che pensare, sai? Non andiamo d’accordo, quindi questa tua uscita di adesso non la capisco davvero”

“Solo perché non mi sei simpatico non significa che io non debba riconoscere in te un certo talento, o no?” disse ovvio Blaine, sospirando “Sei estenuante, davvero….”

“D’accordo.” Thad lo guardò attentamente “Grazie. Per i complimenti, grazie….”

Blaine scosse lievemente il capo, guardandolo fisso negli occhi “A me non piace litigare con le persone e, ripensando a come eravamo all’inizio dell’anno, mi dispiace farlo con te. Non siamo mai stati amici per la pelle ma abbiamo avuto i nostri momenti. Non puoi avercela con me in eterno perché sto con Kurt, è immaturo”

“Hai ragione”

Il ricciolo sgranò gli occhi, esterrefatto “Prego?”

Thad sbuffò scocciato “Hai ragione, Blaine, non posso avercela con te…. E infatti non è più così. Io sono tranquillo ora, cerca di esserlo anche tu”

“TU stai davvero chiedendo a ME di stare tranquillo?” domandò soppesando lentamente una ad una ogni parola, come per cercare di darci un senso.

“Non volevi una tregua?” rilanciò Thad, alzando un sopracciglio “Stasera ho progetti ambiziosi: voglio ubriacarmi e forse c’è la possibilità di avere la prima esperienza omosessuale intensa della mia vita…. Prima di tornare alle donne, credo. Quindi ecco la mia proposta: io continuo a sfotterti e tu continui a subire, ma smetto di farlo con cattiveria…” allungò la mano “Ci stai?”

Anderson sorrise appena, ancora scioccato dal discorso, prima di stringergli la mano con enfasi “Direi di sì, man. Cerca di essere più bi-sessuale che bi-polare, d’ora in poi. Tutti ne gioveranno”

“Ci posso anche provare….” Si lasciarono le mani e Thad gli diede una pacca sulla spalla “Bene, ora hai dell’Amuchina o qualche altro disinfettante?” chiese mostrandogli la mano con la quale aveva suggellato quel giuramento.

Blaine sbuffò una risata, prima di avviarsi alla porta “Ci vediamo stasera, Harwood.”

“A stasera, Anderson. Mettiti le zeppe, andavano di moda negli anni 50”

Il ricciolo si fermò sulla porta, guardandolo furbescamente “Te ne presto un paio?” chiese malignamente, prima di chiudersi la porta alle spalle e andarsene fischiettando, lasciando l’altro a rimuginare, con un sorrisetto divertito sulle labbra..

“Uno a zero, Anderson…. La partita è appena iniziata però…

 

 

 

 

 

Continua….

 

 

 

 

 

Nda.

La storia sta per finire…. E per davvero!

Faccio fatica a crederci dopo tutto questo tempo ma non pensiamoci!

Pensiamo al fatto che stasera è uscita Perfect e io ho dato di matto, trovando la forza nonostante la stanchezza per ultimare il capitolo che gentilmente Alexa mi ha betato, permettendomi di postare per celebrare questa favolosissima giornata :D

 

Non ho molto da dire se non che in questo capitolo succede qualcosa di davvero inaspettato…. Ragazzi, alla fine non ho resisto e non solo Klaine is (SO) on, Jint is on…. Ma anche Koore is on (e anche Thastian ma per quello non siamo alla fine della vicenda, perché fidatevi…. Ci sarà da divertirsi xD)
Il Thess come friendship mi ha scaldato il cuore non so a voi, e anche la scena finale tra Blaine e Thad, in cui scherzano e non si ammazzano (urliamo al miracolo!) mi sembra abbastanza carina.

La storia si sta risolvendo e la trama incasinata di slega….

 

Ditemi che ne pensate, sapete che ci tengo^^

 

Spero di postare venerdì o sabato il terzultimo capitolo.

Come sempre farò tutto il possibile!

A presto.

Un bacione

Jessy.

 

…. E grazie di cuore a tutti voi che leggete, mi supportate (e sopportate) perché è per voi che continuo a scrivere e metterci l’anima, siete incredibili.

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Capitolo 40
*** #32 In the Still of the Night. ***


bananissima

Attenzione: Il raiting di questo capitolo si alza leggermente.

Come sempre consiglio la lettura in contemporanea con l’ascolto delle canzoni che vi ho linkato^^

Enjoy.

 

 

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

#32 In the Still of the Night.

 

 

Kurt sospirò, voltando il viso verso il suo ragazzo che stava guidando tranquillamente, canticchiando sottovoce una vecchia canzone che passava alla radio e osservando con attenzione la via.

Cercava di ricordare esattamente dove si trovasse quel ristorante, c’era stato anche l’anno precedente, ma essendo situato in una zona di campagna abbastanza lontana dal centro di Westerville, sembrava quasi d’obbligo per lui perdersi tutte le volte.

“Siamo in ritardo” asserì Kurt, appoggiando una mano sul braccio di Blaine.

Questi lo guardò eloquentemente “Se non ci avessi messo quasi due ore a decidere come vestirti… E a litigare con tuo padre…

Il più giovane roteò gli occhi azzurri, fissandoli sul tettuccio del Suv prima di sbuffare ritraendo la mano. Davvero non riusciva a capire quale fosse il problema nel suo vestiario di quella sera. Aveva scelto un outlift decisamente sobrio per i suoi canoni, scegliendo un paio di pantaloni neri così aderenti che in un primo momento il suo ragazzo li aveva scambiati per panta-calze. Sopra si era messo una maglietta bianca leggera, nonostante avesse le maniche lunghe (perché faceva caldo, certo, ma la sera l’aria fredda lo disturbava… o almeno questa era la sua scusa) con sopra una stampa di Audrey Hepburn e, ai piedi, degli eleganti mocassini color sabbia. Quello che rendeva il tutto molto meno sobrio, almeno secondo il modesto parere di Blaine, era lo scollo a barca che lasciava scoperta in modo dannatamente invitante una delle spalle lattee di Kurt e la cintura che indossava in vita, che faceva passare quella maglia lunga per un…. Vestito.

Inutile dire che si era beccato del ignorante.

Lui aveva optato invece per qualcosa che era  sobrio sul serio, vestendosi alla John Travolta di Grease con tanto di brillantina. Dubitava che gli altri avrebbero notato la differenza dal solito….

Giacca di pelle nera, jeans aderenti, maglietta nera smanicata….

Si era messo d’accordo con gli altri Warblers per vestirsi così, un po’ sullo stile dei T-Birds.

Riconobbe una via e svoltò, sentendosi sobbalzare a causa del sentierino sterrato che aveva imboccato.

“Siamo ai limiti della civiltà” Decretò Kurt, osservando in lontananza quello che sembrava un vigneto “Non mi ero mai avventurato in campagna…. Al massimo papà mi ha costretto a campeggi di montagna.”

“Anche mio padre” rispose Blaine riconoscendo un cancello e capendo che si, si trovavano nel posto giusto “Ma a me piaceva…. Mi ricordo che quando avevo circa dieci anni amavo andare ad Aspen d’estate…. Facevamo delle gita davvero belle. Poi crescendo le cose sono cambiate e ora va a pescare una volta all’anno con Chad.”

Kurt lo guardò dispiaciuto, cercando di dire qualcosa di sensato. Ci rinunciò quando Blaine parcheggiò davanti ad un bellissimo casolare di campagna, di come non ne aveva mai visti prima.

Scese dall’auto avvicinandosi ad una ringhiera che dava su un campo in discese piuttosto grande, appoggiandosi ad essa e osservando il gioco di luci che il sole disegnava sulla vastità di quei campi di mais, non ancora maturo.

Blaine sorrise dolcemente, raggiungendolo e incantandosi a causa della luce dorata che illuminava il viso da di per sé bellissimo del suo ragazzo. Lo abbracciò da dietro, appoggiando il viso sulla sua spalla e lasciandogli un bacio sulla guancia “Ti piace?” Kurt annuì, come incapace di parlare “Io adoro questo posto…. Mi ricorda tanto quando, d’estate, vado a trovare mia nonna in Toscana”

A quel punto Hummel ritrovò le parole. Eccome “Hai dei parenti in Italia?” chiese meravigliato, ruotando su se stesso e appoggiandosi con i fianchi alla ringhiera, fronteggiando Blaine.

Il ricciolo annuì “Si ma…. Si sono trasferiti lì dopo la pensione….”

“Sembra un posto davvero bello e romantico…

“Lo è ma…” Blaine sorrise di più “Non credo che quest’estate lascerà l’Ohio…

Kurt ricambiò il sorriso, prima di sporgersi in avanti e baciare delicatamente il suo ragazzo. Quel momento, dolce al punto tale che solo un romantico come lui poteva realmente apprezzarlo, gli sembrò semplicemente perfetto.

Fino a che il suono di un clacson li fece sobbalzare.

A Blaine non serviva voltarsi per vedere chi fosse, il rumore delle lamiere di quel vecchio catorcio che Nick si ostinava a guidare era più che indicativo.

Attesero che la coppietta li raggiungesse, allontanandosi molto lentamente uno dall’altro, ma tenendosi per mano. Erano tra i ragazzi della Dalton, per una sera potevano prendersi la libertà di abbassare la guardia.

Nick era vestito circa come Blaine, aveva solo una maglietta bianca sotto al chiodo di differente, mentre Kenzie era molto carina, con una gonna blu a vita alta che le arrivava fino al ginocchio, rivelando sotto di essa delle balze in tulle.  Sopra indossava una camicetta a maniche corte molto semplice, dentro alla gonna, e un piccolo foulard annodato attorno al collo magro dello stesso colore della gonna. Il fatto che avesse messo le ballerine la faceva quasi più bassa di quanto fosse in realtà.

Quella era la classica ragazza che, accanto ad un ragazzo della statura di Nick, Blaine o Thad, li rendeva quasi normali, parlando di altezza.

McKenzie si avvicinò sporgendosi verso Kurt per lasciargli un paio di baci sulle guance mentre Nick salutava Blaine, pavoneggiandosi come non mai, con tanto di sigaretta dietro all’orecchio.

“Sono contenta di rivedervi” disse allegramente la giovane, voltandosi poi verso Blaine e dando una frustata a Nick sul naso con la coda di cavallo alta e color cioccolato, le cui punte erano leggermente più chiare e tendenti al biondo.

“Odio quando ti leghi i capelli” disse con un tono di voce strano che fece intuire a Kurt che…

“Nick quanto hai bevuto prima di venire qui?”

Duvall ridacchiò come un ebete, appoggiandosi alle spalle della sua ragazza “Sono brillo da stamattina alle undici…. Ma non dirlo a Kenzie”

La morettina roteò gli occhi “Guarda che ci sento bene, e ci vedo anche meglio…. Senza contare il fetore di vino che emani…

Lui la guardò, apparentemente sconvolto “Chi te lo ha detto?? Sei stato tu?!” disse rivoltò verso Blaine che non era ben certo se piangere o ridere della cosa.

“Che dite, entriamo?” domandò Hummel con somma pazienza, iniziando già ad avviarsi senza lasciare la mano del suo ragazzo. Entrarono nella sala e subito adocchiarono Jeff che si stava sbracciando per attirare la loro attenzione.

Mentre raggiungevano il tavolino da sei occupato dal biondo e da Wilson, Kurt si guardò attorno. La sala era davvero enorme e da lì Kurt poteva vedere il giardino nel quale, su una pavimentazione in mattonelle chiare, c’era un piccolo palco con sopra una band e quella che doveva essere la pista da ballo.

Presero posto insieme alla coppietta felice, iniziando a chiacchierare del più e del meno mentre la sala si riempiva velocemente.

La cena fu abbastanza veloce, le pietanze accettabili e la compagnia davvero buona. Jeff che assecondava Nick nei suoi folli deliri, poi, fu impagabile.

Duvall aveva deciso di prendersela comoda, visto che non avrebbe cantato. Così, visto che non aveva  le prove quel pomeriggio si era dilettato nella sottile arte del ‘bevi tutto quello che incontri sul tuo cammino, senza riflettere sul perché o sulle conseguenze’, ottenendo discreti risultati.

Thad, che invece avrebbe aperto la serata, seppure anche lui avesse iniziato a bere quella mattina con Nick, sembrava sicuramente più in sé.

Kurt si accorse di lui quando, una volta terminata la cena, alzò gli occhi dal bicchiere di vino incontrando la figura del capo consiglio in piedi, chinato in avanti su un tavolo qualche metro più avanti.

Anche lui, come Blaine, Jeff e Nick esibiva una mise alla Fonzie di Happy Days, ma non sembrava essersi ingellato i capelli. Almeno qualcuno che non apprezzava la brillantina c’era.

Flint invece aveva optato, come Kurt, per qualcosa di più elaborato ma comunque conforme con la moda del periodo: un paio di pantaloni bianchi a vita alta, bretelle nere, camicia verde acqua con tanto di papillon color crema e un maglioncino azzurro dal taglio datato, con lo stemma del suo vecchio liceo di New York.

Harwood si avvicinò al tavolo lasciando una pacca sulle spalle a Jeff, prima di chinarsi su Kurt e sussurrargli velocemente all’orecchio “Stasera voglio un ballo da te…”  e rialzarsi di nuovo, defilandosi tra la folla.

Blaine, che non aveva percepito il messaggio, guardò attentamente il suo ragazzo che però scosse il capo con non curanza “Il solito Thad” decretò mentre una coppia sorridente si avvicinava a loro, tenendosi per mano.

“Ciao ragazzi, state passando una buona serata?” chiese Wes, portando la mano libera nella tasca dei jeans.

Jeff sorrise “Oh si! Anche Nick, vero?”

Duvall guardò Wes sbadigliando, prima di fissare Lily per un istante, appoggiando il braccio attorno alle spalle di Kenzie “Voi non vi conoscete credo…”

McKenzie porse la mano alla mora, che la strinse con un sorriso pacifico in viso. Lily era davvero bellissima, come sempre. Il vestito rosso a pois bianchi aveva la gonna gonfia a campana che le arrivava sotto il ginocchio, e una cintura nera in vita che metteva in risalto la sua figura slanciata. I capelli neri, lungi fino a metà schiena, erano racconti in una mezza coda sulla quale era appuntata una rosa rossa. Nonostante fosse alta, con quei tacchi a spillo da minimo dodici centimetri lo sembravano anche più di Wes, un altro dei sette nani.

“Thad  sta per cantare” disse con voce melodiosa, passando i grandi occhi color topazio su tutti i presenti, prima di ripuntarli in quelli allungati del suo ragazzo che le prese la mano.

“Venite sotto al palco anche voi?” domandò Montgomery.

Nick si alzò traballante “Devo aiutare Thad, o non troverà mai la Scimmia di Giada!”scattò in avanti tra i tavoli, afferrando al volo una bottiglia di vino abbandonata.

Kenzie sospirò, chiudendo un istante gli occhi “Io lo annego nel laghetto qui dietro” concluse, levando il tovagliolo dalle gambe per poterlo seguire, evitando magari che provvedesse da solo a buttarsi nell’acqua.

“Euforia da fine scuola?” domandò pensieroso Kurt, mentre si alzava a sua volta imitato dal resto della tavolata.

“No, demenza dalla nascita” terminò Flint scuotendo amareggiato il capo.

Uscirono in giardino, avvicinandosi alla calca di studenti che stavano aspettando che iniziasse la serata, al centro della pista da ballo pronti come non mai a scatenarsi. Molti dei ragazzi della Dalton avevano chiesto alle giovani della Crawford di accompagnarli, visto che la serata era stata organizzata da entrambi gli istituti.

Kurt lo capì solo quando, insieme a Karter, il rappresentante di istituto, salì sul palco anche una ragazza con corti capelli rossi a caschetto.

Connor si schiarì la voce prendendo il microfono “Buonasera a tutti” disse con un sorriso “Benvenuti a questo cinquantaseiesimo ballo annuale di fine anno degli istituti Dalton e Crawford. Non mi dilungherò, voglio solo fare un paio di ringraziamenti a coloro che hanno contribuito alla serata…”

Kurt si appoggiò mollemente a Blaine, che da dietro aveva portato un braccio attorno ai fianchi del più alto per poterlo stringere a se “Quindi non cantate tutti, stasera?”

Blaine scosse il capo “Solo chi aveva voglia di preparare seriamente un pezzo. O chi era in grado di reggersi in piedi oggi pomeriggio alle tre…”

“…. Passo ora la parola al solista dei Warblers che ci intratterranno stasera. Fate quindi un bell’applauso a Thad Harwood”

Dalla folla partirono molti applausi e esclamazioni di incitamento, mentre il ragazzo saliva le scalette metalliche del palco, salutando la folla con un sorriso pragmatico, come se fosse il Presidente degli USA.

“Buona sera da parte mia e dei Warblers” disse dopo aver afferrato il microfono che Karter gli stava porgendo “Non ho intenzione di fare un discorso perché non l’ho preparato e, soprattutto perché ho voglia di bere quindi mi sbrigo anche a cantare” disse scatenando delle risate e altre esclamazioni. Kurt sorrise scuotendo il capo “Voglio solo dire che io avevo proposto a Connor, come tema per quest’anno, gli anni settanta. Lui però sosteneva che, visti i precedenti, fare gli hippie sarebbe stato sconveniente. Poi come lo spiegavamo il punch corretto con LSD alla narcotici?” domandò ironico, passandosi una mano tra i capelli “Tutto può accadere, l’anno scorso eravamo tutti in toga come gli antichi romani e siamo comunque riusciti ad ottenere otto richiami, me compreso”

“Perché la cosa non mi stupisce?” domandò Flint, fissando con espressione stranita il ragazzo sul palco “Ma dove sono i cecchini?”chiese ancora, fingendo di guardarsi attorno.

Kurt sbottò una risata “Perché i cecchini?”

“Per abbatterlo…” concluse, ricevendo una spintarella dal suo ragazzo per la boiata appena detta.

“Senza ulteriori indugi passiamo alla prima canzone della serata” disse Thad, dando momentaneamente le spalle al pubblico per lanciare uno sguardo all’orchestra, già pronta.

Il borbottare basso e ritmato di un basso diede il via alla canzone, supportato subito dal coro.

Thad fece qualche passo verso il pubblico e schioccando le dita a tempo di musica “Cantate con me se la conoscete…. E anche se non la conoscete, va bene lo stesso”

Prese un respiro profondo, incanalando l’aria nei polmoni, prima di iniziare a cantare.

 

In the still of the night, I held you….
Held you tight… 'Cause I love…
Love you so! Promise I'll never
Let you go… In the still of the night…

(In the Still of the Night – Eddy Martin Cover)

Blaine iniziò ad ondeggiare, sempre tenendo stretto a se Kurt “Sai…. Non mi pesa molto che lui mi abbia battuto”

Hummel voltò il capo per guardarlo “Ah no?”

No…. Alla fine è bravo, anche se non lo sopporto. Riconosco che ha talento e se lo incanalasse in karma positivo magari riuscirei a sopportarlo per più di dieci secondi senza volerlo prendere a cazzotti sulla faccia…

Kurt ridacchiò soavemente, prima di voltarsi di tre quarti per guardarlo negli negli occhi, con dipinta sul viso un’espressione furbetta “La tua è solo gelosia, anche se dici che ora non lo sei più…. Smetti di far finta che sia solo l’atteggiamento di Thad ad urtarti”

Blaine alzò un sopracciglio, cercando inutilmente di reprimere un sorriso “Ok, lo ammetto, sono molto geloso. Contento?”

“Abbastanza” decretò soddisfatto Kurt, tornando a guardare il palco.

L’altro affondò il viso nell’incavo del suo collo, mozzandogli il respiro in gola non appena prese a respirare il suo profumo direttamente dalla pelle lasciata scoperta dallo scollo a barca “Però hai ragione, non dovrei. Tanto sei solo mio….”

 

I remember that night in May The stars were bright above!
I'll hope and I'll pray to keep your precious love…
Well before the light hold me again... With all of your might!
In the still of the night…

 

Sebastian teneva lo sguardo sul palco, facendo ondeggiare con eleganza il bicchiere di vino rosso. Ne prese un assaggio, leccandosi poi le labbra.

Si sarebbe divertito davvero tanto, quella sera.

Se lo sentiva.

“Come pensi di agire?” domandò senza nemmeno troppo interesse Joey, troppo intendo ad adocchiare le ragazze single.

“Con tanto charme” fu la risposta pronta di Sebastian, che appoggiò il bicchiere ormai vuoto su un tavolino, prima di sistemarsi il maglioncino sulle spalle e il papillon “Ora, sono scopabile, decisamente scopabile, o dannatamente scopabile stasera?” domandò con un sorrisetto malizioso.

Joey storse il naso “Non sei il mio tipo Seba….. Lo sai bene”

Smythe rise senza troppo colore “Mi avvicino alla preda…. A dopo e, se ti senti troppo solo, vai a casa.”

L’altro gli fece il verso “Quello che si beccherà presto una malattia venerea, comunque, non sarò io.” concluse, parlando più a se stesso che all’amico, visto che Sebastian si era già incamminato verso il retro del palco, smettendo di ascoltare qualsiasi cosa che non fosse la voce di Thad.

 

So before the light! Hold me again…
With all of your might ! Yeeeah!Oooh!
In the still, in the still of the night!
In the still of the night…

 

Dopo essersi esibito in alcuni vocalizzi da pelle d’oca, Thad riaprì gli occhi osservando attentamente la platea.

Adorava vederli tutti così presi, si sentiva davvero una rockstar.

Quando la canzone terminò, quasi a malincuore, mise il microfono sul sostegno, scendendo dal palco sotto un’autentica standing ovation del pubblico.

Quando però finì di scendere le scalette trovò Wes infondo ad esse, e non sembrava affatto contento “Che succede?” chiese subito Harwood.

“Richard.” Rispose l’asiatico “Sta a lui ma non si trova…. Che facciamo?”

“Si è imboscato con la tipa?” domandò divertito Harwood, e appena Wes annuì sospirando esplose in una fragorosa risata “Ok ho la soluzione…. Quanto è ubriaco Duvall?”

“Tanto, perché?”

“Perché ubriachi si canta meglio”

 

 

 

Wes osservò la scena con scetticismo, mentre Thad passava un paio di microfoni a Kenzie e Duvall “Secondo me non ce la faranno mai…

La ragazza lo fulminò “Grazie per la fiducia!”

Wes arrossì lievemente, in imbarazzo “Ma no McKenzie, che hai capito…. è solo che Nick sembra davvero troppo ubriaco e…

“Amico, io ho la musica nel sangue” disse il diretto interessato guardando l’asiatico come se fosse scemo “Farò un autentico figurone…. Praticamente io…. io sono Danny Zucco!”

“Ah, pensavo l’amico brutto e stupido” rilanciò sarcasticamente Harwood, spingendolo verso il palco, prima di rivolgersi alla ragazza “In bocca al lupo, e spero che tu sia brava come dice Duvall. Di solito quando si innamora non capisce niente e quindi mi aspetto che tu canti come una vecchia rachitica racchia…. Successe la stessa cosa per una bella bionda qualche tempo fa”

Kenzie lo guardò alzando le sopracciglia “Prego? Una bionda?”

Si…. Una birra bionda” specificò poi divertito Harwood, beccandosi un paio di paroline dolci della serie ‘coglione’ o ‘deficiente’ prima che la ragazza salisse sul palco, seguendo Nick.

Non ci furono grandi preamboli, salutarono il pubblico facendo segno all’orchestra e subito la tastiera iniziò a suonare, seguita poi da tutti gli altri strumenti.

Duvall si sfilò la giacca, lanciandola oltre il palco, in testa a Wes, prima di iniziare a cantare, camminando lentamente fino a Kenzie….

 

Nick: I got chills, they're multiplyin', and I'm losin' control

Cause the power you're supplyin', it's electrify in'

Kenzie: You better shape up, cause I need a man, and my heart is set on you.

You better shape up, you better understand,

to my heart I must be true

Nick: Nothing left, nothing left for me to do!

(You’re the One That I Want – Grease)

 

Thad ridacchiò, guardando la ragazza che saltellava sul palco.

“Canta come cosa?” domandò sagace Wes, dandogli una gomitata sul braccio, con nonchalance “Come una vecchia racchia rachitica?”

“Ok, ok, ho sbagliato” rispose Thad divertito mentre Lily lo raggiungeva, muovendo il capo a tempo con la musica “Ora scusami ma ho un appuntamento anche io con una bella birra bionda. Ci vediamo dopo, controlla che Duvall non caschi dal palco”

“Potrei evitarlo? Credo di no” disse l’asiatico, portando un braccio attorno ai fianchi della sua mora, che ridacchiò divertita dalle espressioni che Nick stava facendo, mentre cantava.

Almeno ci credeva davvero.

Thad infilò le mani nelle tasche del chiodo di pelle, camminando tranquillamente al margine della pista, dove un sacco di persone stavano già iniziando a ballare e scatenarsi.

Intravide in lontananza Anderson che si muoveva in modo molto scomposto, seguito da un Jeff decisamente più a tempo, ma comunque parecchio ridicolo.

  vicino Flint parlava praticamente nell’orecchio di Kurt, ed entrambi sembravano decisamente impegnati a studiare i look degli studenti. E i loro rispettivi ragazzi.

Thad non pensava che Flint fosse quel tipo di gay. Un Kurt bastava e avanzava.

Il ragazzo alzò gli occhi chiari proprio in quel momento, incontrando gli occhi di Thad. Alzò la mano nella quale reggeva un grosso bicchiere rosso, salutandolo, mentre Harwood ricambiò con un cenno del capo.

Stava quasi ponderando l’idea di andare a scambiare un paio di parole con lui quando si sentì chiamare dal tocco delicato di una mano sulla spalla.

Voltandosi, non si sarebbe mai aspettato di trovarsi davanti proprio quella persona.

 

Togheter: You're the one that I want

Your the one that I want

Your the one that I want

The one I need,oh yes indeed!

 

Kurt osservò attentamente Trent avvicinarsi a Thad, chiedendosi se fosse improvvisamente impazzito.

Flint notò questo dettaglio, così la smise di commentare come quei jeans riuscivano a rendere il fondoschiena di Jeff ancora più sodo e sospirò “Ci scapperà il morto?”

Kurt si mordicchiò il labbro “Forse dovrei intervenire, tieni” gli passò il bicchiere, che in realtà conteneva solo Diet Coke, prima di avviarsi attraverso la pista da ballo verso i due ragazzi che sembravano coinvolti in una discussione accesa.

Blaine scelse quel momento per afferrare il suo ragazzo per la vita, tirandolo a sé. “Kurt vieni a ballare!” gli urlò praticamente in faccia.

“Rischio di sbronzarmi solo con il tuo alito, sai?” disse lievemente piccato Hummel, tentando di sfuggire alla sua presa, prima di desistere.

Blaine roteò gli occhi “Ho bevuto solo un drink, non ho intenzione di rovinarci la sera…. Andiamo su!”

“Ok, va bene” rispose Kurt scostandosi e prendendogli la mano, lasciandosi accompagnare verso il centro della pista da ballo dove Jeff stava supplicando il suo ragazzo per un ballo.

Lanciò solo un’ultima occhiata oltre le sue spalle, ma di Thad e Trent non c’era più traccia….

 

Kenzie: If you're filled with affection,'n you're

too shy to convey… Meditate my direction, feel your way…

Nick: I better shape up, cause you need a man

Kenzie: I need a man, who can keep me satisfied!

Nick: I better shape up, if I'm gonna prove

Kenzie: You better prove, that my fate is justified

Nick: Are you sure? Yes I'm sure down deep inside!

 

“Cosa diavolo vuoi?!”

Trent deglutì rumorosamente, prima di prendere un respiro profondo per farsi coraggio “Parlare con te…. E basta”

“E cosa ti fa pensare che non ti spaccherò la testa, per curiosità?!” Domandò Harwood, facendo un passo verso di lui con fare minaccioso.

Nixon arretrò appena, tenendo però lo sguardo sicuro in quello dell’altro “Perché anche se non sembra sei una persona civile.”

“Ah si?” chiese ironico l’altro “A me non sembra, visto che tutti dicono che sono un pazzo, grazie a te…”

“Sai che non importa a nessuno” replicò Trent “Siamo alla Dalton, nessuno giudica…. Nessuno eccetto te stesso” questo sembrò zittire momentaneamente il più grande, permettendo all’altro di parlare “Possiamo parlare un istante, per favore? Lontano dal casino se è possibile”

Ok…” Thad lo guardò con diffidenza, avviandosi verso un sentierino esterno.

La notte era scesa e Thad non vedeva nitidamente l’altro, a causa della scarsa illuminazione “Se stai pensando di imbucarti con me, mi dispiace. Non mi piaci per niente e un panda cinese sarebbe più sessualmente attraente di te”

Trent sbuffò “Non puoi essere un po’ più carino?”

“Con te no. Cosa ti aspetti scusa?! Un mazzo di rose?!” Harwood lo guardò incredulo “Ora sbrigati, il mio fegato attende qualcosa di significativo da poter filtrare…

“In primo luogo io sono etero, e poi sono i reni a filtrare i liquidi” puntualizzò Nixon, prima di sospirare “E io voglio solo chiederti scusa” sciolse le braccia, prima incrociate sul petto, lungo i fianchi “Vorrei tornare nei Warblers l’anno prossimo, ma non se tutti sono ancora incazzati con me….”

“Ma che ti importa, scusa? Io il prossimo anno nemmeno ci sono!”

“Penso sia un fatto di principio, Thad” Trent cercò di spiegarsi ,anche se sapeva che stava parlando con un muro “Io voglio che tu mi perdoni…. Davvero…

“Non credi sia pretenzioso?” Thad rimise le mani nelle tasche, tastando per trovare il pacchetto di sigarette. Se ne mise una tra le labbra “Tu pretendi di essere perdonato dopo quello che mi hai fatto, o non torni nei Warblers…. Credi davvero che cederò a questo ricatto? Non mi importa niente se non ci torni, ma proprio niente” prese l’accendino mettendo poi una mano a coppa per accendere la sigaretta.

“Ho parlato anche con Nick, Ethan…. Con  Blaine e Flint. Manchi solo tu”

“E penso che mancherò all’appello ancora per molto…” Harwood scosse il capo “Senti, io mi sto trattenendo dallo spaccarti la faccia, penso sia sufficiente, che dici? Togliendo Duvall, che alla fine si sapeva che era vergine, hai fatto davvero qualcosa di grave. Hai costretto un ragazzo ad un coming out forzato, messo a nudo i problemi personali dell’Hobbit, rovinato la relazione tra Flint e Jeff e…. E detto cose di me che nessuno sapeva eccetto…. Pochi eletti”
“Eccetto Kurt” incalzò Trent, beccandosi un’occhiata fiammeggiante che distinse bene, nonostante l’oscurità “Non te ne sto facendo una colpa”

“Tu non sai niente. Ne come stavo ne altro” disse secco Thad, la voce gli tremava per la rabbia “Ora vattene trascinando con te i rotoli di cellulite prima che cambi idea, decidendo di ridurti ad un hamburger.”

“Non ho mai sentito un così varia purpurrì di insulti creativi in tutta la mia vita, e detto da ma è davvero significativo…

Thad si voltò, trovandosi alle spalle Sebastian e il suo solito ghigno compiaciuto.

Trent osservò confuso l’intruso, chiedendosi chi diavolo fosse.

“Non avevamo un appuntamento, noi due?” domandò quindi lascivo Smythe, affiancandosi al capo consiglio “O preferisci perdere tempo con…” lasciò che gli occhi di ghiaccio percorressero tutta la figura di Trent “…. Coso”

“Non avevamo nessun appuntamento” specificò Thad “Ma improvvisamente mi sento magnanimo, attenderesti solo un istante?”

“Tutto il tempo che vuoi, dolcezza”

Harwood tornò a voltarsi verso Trent guardandolo sprezzante “Le azioni hanno un peso, convivici” decretò, prima di dargli le spalle e lasciarlo da solo a sospirare al buio.

Sapeva che non avrebbe ottenuto niente, e sapeva anche che non poteva prendersela per le parole dure e acide del ragazzo.

Aveva ragione su tutta la linea ad avercela con lui.

 

 

 

 

All I do is lie, by the Oceanside…
Why do the clouds all turn grey just for you?
I've never bloomed such a beautiful blues..
Step outside your door, and go down to the shore…
Why do your eyes feel like shells in a dune?
What makes a crowd turn away from a tune?
 I've never bloomed such a beautiful blues..

(Dangerous Blues – The Young Veins)

 

 

Kurt si mise a sedere sulle gambe di Blaine, ignorando i commenti di David sul fatto che la penuria di sedie era alla base del deficit americano. Si passò una mano sulla fronte imperlata di sudore prima di alzarsi le maniche della maglietta fin sopra al gomito “Non ho mai ballato tanto in tutta la mia vita” sottolineò, osservando deliziato Jeff che guardava ipnotizzato il suo ragazzo cantare.

Blaine ridacchiò “E abbiamo appena iniziato” sottolineò, portando un braccio dietro alla schiena di Kurt per stringerlo a se, prima di dedicare anche lui la sua attenzione all’esibizione di Wilson “Non conosco questa canzone, ma ha davvero un bel testo…

Kurt annuì, appoggiando il capo al suo “Vero…. E Flint  migliora sempre di più. Avete un’idea su chi potrebbe prendere il posto di Thad come solista? Ci riprovi tu?”

Anderson scosse il capo “Se sarò davvero capo consiglio non credo ne avrò il tempo…. Insomma, è un sacco di lavoro. Thad ha deciso di sfidarmi a fine anno, ma onestamente non so se sarebbe riuscito a tenere certi ritmi tutto  il tempo…

“Quindi resterai alla Dalton anche il prossimo anno?” domandò di getto Kurt, pentendosi immediatamente di averlo fatto e mordendosi le labbra. Non era certo di voler conoscere la risposta.

Blaine corrugò le sopracciglia, guardandolo stranito mentre il suo ragazzo puntava lo sguardo a terra “Certo…. Dove dovrei andare?” chiese senza capire, mentre David, accanto a loro, roteava gli occhi.

La sua lentezza alle volte era esasperante.

Kurt stirò un sorriso, baciandogli la guancia “Da nessuna parte, ovviamente….”

 

Who knew that love was a beautiful blues?
Who knew that love was a dangerous drug?
Now I know love is a beautiful drug…
I know that drug is a dangerous love…
I know now love is a dangerous blues…

 

Lo scrosciare degli applausi deconcentrò Thad, facendogli voltare il viso verso il palco, da cui Flint si stava spandendo in ringraziamenti prima di scendere dal palco.

Non aveva seguito niente della sua esibizione, troppo impegnato a fare altro.

A tal proposito, Sebastian portò una mano dietro alla sua nuca, costringendolo a voltarsi nuovamente verso di lui per riuscire ad infilargli tutta la lingua in gola.

Ok, quel passatempo era decisamente più piacevole di ogni canzone possibile e immaginabile, nonostante stimasse Flint come artista.

Permise al ragazzo di schiacciarlo contro la parete, portando una mano sul retro dei suoi pantaloni aderenti e tastando con mano quello che aveva apprezzando anche in precedenza.

Sebastian sorrise maliziosamente sulle sue labbra, prima di morderle piano.

Lasciò scivolare la mano lungo il fianco del più grande, sopra alla canottiera bianca che indossava e poi davanti, sugli addominali del ragazzo.

“Qualcuno va in palestra…” sussurrò lascivo, appoggiando la mano sulla fibbia della cintura nera che Thad indossava.

Col senno del poi, nessuno poteva vederli lì nascosti contro l’angolo della casa, ma erano comunque circondati da studenti.

Thad sapeva che il discorso era coerente e sensato, ma sapeva che non era quello il reale motivo per il quale fosse così riottoso nei confronti del bel Sebastian. Forse perché non voleva le sue mani su di se….

Non era lui che voleva per la sua ‘prima volta da omosessuale o bisessuale che fosse’, per questo aveva delle riserve.

Lo allontanò un po’ da sé, appoggiandogli le mani sui fianchi mentre questi lo guardava con la solita strafottenza, mista ad una sorta di nebbia di lussuria che gli oscurava gli occhi rendendoli blu come il mare in tempesta.

Lui spostò i suoi verso destra, notando Jeff e Blaine prepararsi per cantare la loro canzone.

Sorrise furbescamente.

Nonostante la situazione non fosse delle migliori, doveva scroccare a Kurt quel famoso ballo. Non ci sarebbe più riuscito poi e ci teneva visto che era il suo ultimo ballo studentesco.

Valeva la pena rimandare con Sebastian, magari liberando anche un po’ la mente.

“Devo fare una cosa importante” disse sicuro, portando una mano sul petto del ragazzo più alto e accarezzandolo lentamente, prima di scostarlo del tutto da sé.

Sebastian ridacchiò “Sai che facendo così non fai che eccitarmi di più? Mi piacciono le sfide difficili…” sussurrò sporgendosi verso di lui per mormorarlo direttamente sul suo orecchio, prima di leccarlo “Ma se vuoi fare questo gioco prego, non ti tratterrò”

“Mi serve anche qualcosa di forte” lo informò Thad, sistemandosi la giacca di pelle e i jeans per nascondere – per quanto possibile- il rigonfiamento che inevitabilmente era venuto a crearsi con tutto quello sfregamento “Così magari sopporterò meglio la tua parlata lenta e cadenzata da snob, Sebastian…

“Magari avrai anche le palle per scoparmi o lasciarti scopare, dopo…” lo incalzò Smythe mentre Harwood sbuffava una risata.

Almeno si divertiva, nessuno sapeva tenergli testa in quel modo.

Aveva trovato uno stronzo quanto lui, sembrava incredibile.

Peccato che lui fosse inevitabilmente il più stronzo del mondo.

 

Jeff: One, two, three o'clock, four o'clock, rock,

Blaine: Five, six, seven o'clock, eight o'clock, rock,

Jeff: Nine, ten, eleven o'clock, twelve o'clock, rock,

Blaine: We're gonna rock around the clock tonight.

(Rock Around the Clock – Bill Hayle)

 

Thad gli lanciò un’ultima occhiatina prima di ammiccare e dirigersi verso la pista da ballo. Non aveva bisogno di voltarsi per sapere che Sebastian non avrebbe scollato gli occhi dal suo sedere per tutto il tempo, mentre ballava con Kurt.

Perché sì, aveva già deciso che Hummel non avrebbe opposto resistenza alla sua decisione.

Sgusciò con facilità tra tutti quei corpi danzati, accalcati e vicini, riuscendo a raggiungere Kurt dalla sua postazione sotto al palco.

Meglio di così non poteva andare…

Si avvicinò da dietro, notando che Blaine si era già accorto della sua presenza (dopotutto il palco non era così alto) e, dopo essersi appoggiato alla schiena di Kurt col petto riuscendo nel suo intento di spaventarlo, sussurrò “Ok adesso balliamo”

Kurt si voltò di scatto, occhi sgranati “No guarda Thad…. Apprezzo che tu abbia pensato a me ma…

“Niente ma, muovi il culo Hummel!”

Lo afferrò per il polso, trascinandolo poco distante e prendendolo per le mani, lanciando un’occhiatina divertita a Blaine che, nonostante stesse cantando, non si perdeva un singolo movimento dei due.

Kurt se ne accorse, tanto che sbuffò sonoramente “E la tregua?”

“La tregua riguarda le parole crudeli verso il tuo gnomo da compagnia e i suoi piccoli amici Gremlins, non le dimostrazioni di pura stronzaggine, Pookie…

 

Jeff: When it's eight, nine, ten, eleven too,

I'll be goin' strong and so will you.

We're gonna rock around the clock tonight,

Blaine: We're gonna rock, rock, rock, 'til broad daylight.

We're gonna rock, gonna rock, around the clock tonight.

 

Ok, una cosa andava detta.

Thad ballava veramente bene.

Non se n’era mai accorto dai balletti dei Warblers, ma nel Rock’n’Roll ci sapeva davvero fare.

Dopo la quarta giravolta consecutiva si appoggiò alle sue spalle con entrambe le mani, nonostante continuasse a muoversi a tempo di musica, solo perché iniziava a girargli davvero tanto la testa.

“Dove hai imparato a ballare così?!” chiese, col fiatone.

Thad ridacchiò “Segreto Pookie…. E non mi hai visto alle prese con i latino americani…

“Eh certo” ribattè ironico Hummel “I movimenti pelvici saranno quelli ti riescono che meglio”

“Vuoi provare per caso?”

Kurt arrossì di botto, staccandosi di nuovo.

Harwood lo riprese per le mani, continuando a ballare come se nulla fosse “Quando ti accorgerai che Anderson è un Demotivotional con le gambe corte verrai da me per ballare una baciata, fidati. Io ho sangue caliente nelle vene…. Mia nonna è messicana.”

“Cosa centra??”

“Che i messicani sono più passionali dei nani di Moria. E meno pelosi

 

Jeff: When the clock strikes twelve, we'll cool off then,

Start a rockin' round the clock again.

We're gonna rock around the clock tonight,

Blaine: We're gonna rock, rock, rock, 'til broad daylight.

We're gonna rock, gonna rock, around the clock tonight.

 

Kurt scosse piano il capo, esibendosi in altra giravolta “La tregua…. Ricordatela…
“Oh quella vale solo quando mi sente”

A quel punto per il più giovane fu impossibile trattenersi e si lasciò andare in una risata fragorosa “Non sto ridendo perché prendi in giro il mio ragazzo, sia chiaro…” puntualizzò “Ma perché dici cose che non stanno né in cielo né in terra. Le prendi le medicine?”

“Ovviamente! Non vedi come sono sano?”

“Parolone per te ma…. Hai fatto miglioramenti” sorrise, togliendo le mani dalle sue non appena la musica cessò. Applaudirono entrambi i due ragazzi e non appena Blaine indicò Thad con un gesto secco, il capo consiglio Harwood ridacchiò, sporgendosi verso Kurt e lasciandogli un bacio sulla guancia “A presto Pookie. Ti saluto ora perché non credo che dopo sarò nelle condizioni di poterti riconoscere…. Buona serata!”

Hummel alzò gli occhi al cielo “Cosa devo fare con te?” chiese, ma ormai Thad si era dileguato. Si voltò verso il retro del palco, vedendovi emergere il suo ragazzo.

Decise di raggiungerlo mentre un gruppo di ragazzi si congratulava sia con lui che con Jeff e gli gettò le braccia al collo, riempiendolo di complimenti come sempre per l’eccellente performance.

In lontananza Sebastian studiava attentamente la scena, pensieroso.

Harwood lo affiancò, concentrandosi anche lui su Blaine e Kurt mentre si rivolgeva a Smythe “Dove eravamo rimasti?”

“Se tu hai finito di perder tempo con i casi umani” decretò Sebastian “Io propongo di prendere una bottiglia di vino invecchiato a testa e scolarcela…. Poi ci chiudiamo in bagno…

“Idea allettante…. Ci sto”

 

Wes aiutò Nick a salire in auto, mentre Lily e Kenzie osservavano quella scena pietosa, davanti al veicolo.

Duvall era così sbronzo che non riusciva nemmeno ad afferrare la cintura di sicurezza, perdendosi in irritantissime risatine che snervarono Montgomery al punto tale che fu lui ad allacciargliela.

“Sono le undici di sera” disse Kenzie sospirando “Sono solo le undici di sera…

“Beh è durato molto rispetto al solito” replicò sarcastico Wes, chiudendo la portiera del passeggero “Se collassa come lo svegli a casa? Chiami i suoi?”

“Oh no, andiamo da me” disse la ragazza, sciogliendo la coda alta e sistemandosi i capelli sulle spalle “E comunque c’è un idrante molto vicino al mio garage. Mal che vada lo butto in terra e lo annego così.”

Lily ridacchiò mentre Wes sospirava “Cosa faranno il prossimo anno senza di me?”

“Me lo chiedo anche io” confermò Kenzie, aprendo la portiera dalla parte del guidatore e sedendosi, lasciandola momentaneamente aperta e iniziando a studiarsi bene l’Impala. Non sapeva se sarebbe stata in grado di farla andare senza doverla spingere, ma valeva la pena provare dal momento che non aveva altre alternative “Avrai comunque un lavoro a tempo pieno a New York con Thad…

L’asiatico sbuffò una risata mal contenuta “Mi terrà impegnato…. Se hai problemi chiamami. Con il navigatore trovo casa tua e vengo ad aiutarti col peso morto”

“Tra poco sarà davvero morto” costatò la ragazza, sorridendo a Wes “A presto, ciao Lily”

La mora ricambiò il sorriso “Ciao Kenzie!”

La giovane mise in moto e grazie ad un piccolo miracolo l’auto riuscì a partire e uscire velocemente dal cancello, dirigendosi di nuovo verso Westerville.

Lily alzò gli occhi verso il cielo stellato, perdendosi a rimirarlo mentre Wes, accorgendosi dell’interesse della sua ragazza, la stringeva in un caldo abbraccio, lasciandole un bacio sulla tempia “A che pensi?” le chiese dolcemente.

Lei per risposta appoggiò il capo alla sua spalla, abbracciandogli fianchi con entrambe le braccia “Che il prossimo anno sarà triste stare tanto tempo senza di te…”

Al ragazzo si strinse un po’ il cuore, mentre baciava con passione le labbra di Lily.

Sarebbe stata dura, certo.

Stavano insieme da quattro anni e non si erano mai separati per più di un paio di settimane.

Ma ce l’avrebbero fatta, ne era certo, e quella lontananza non li avrebbe che rafforzati.

“Philadelphia non è poi così lontana” disse, una volta che il bacio si interruppe, guardandola negli occhi azzurri “Verrò a trovarti spesso, e tu verrai a trovare me a New York”

Lei annuì, sorridendo teneramente “Hai ragione….”

Lui appoggiò il capo al suo, alzando gli occhi verso il cielo.

La festa poteva anche aspettare….

 

Flint si prese un secondo, appoggiandosi alla parete del bagno e chiudendo gli occhi. Aveva bevuto un Martini di troppo, a quanto pare, ma non era ancora ubriaco. La testa però, nonostante questa consapevolezza, non la smetteva di girare. Complice il fatto che non reggeva l’alcool e che, nonostante odiasse ballare, non era riuscito a rimaner seduto per più di dieci minuti quella sera, in quel momento si sentiva davvero scombussolato.

Controllò l’orologio, notando che ormai era mezzanotte e, dopo aver preso un respiro profondo, uscì dal bagno andando al lavandino per darsi una rinfrescata. Aprì l’acqua fredda bagnandosi le mani, prima di portarne una dietro al collo e bearsi del sollievo che si stava procurando, chiudendo di nuovo gli occhi. Faceva dannatamente caldo per essere solo inizio giugno.

Si lavò anche il viso, appoggiandosi con entrambe le mani al bordo del lavandino mentre iniziava a sentirsi decisamente meglio.

Un gemito roco lo fece sussultare, e immediatamente afferrò una salvietta di carta per asciugarsi gli occhi. Eppure pensava di essere solo….

Si raddrizzò, facendo qualche passo verso l’ultima cabina in fondo alla stanza, dalla quale provenivano quelli che sembravano…. Ansiti?

Ok, Flint non era un ingenuo e, anzi, sessualmente parlando era uno dei più informati in materia. Non ci voleva di certo un genio per capire cosa stesse succedendo in quel bagno, e chiunque sarebbe arrossito per l’imbarazzo, uscendo fuori il prima possibile.

Lui compreso, che infatti arricciò le labbra in un sorrisetto malizioso, gettando nel cestino la salvietta usata e facendo per uscire.

Qualcosa però lo fermò.

Un gemito più alto, un vocalizzo decisamente conosciuto….

Si voltò di nuovo verso la cabina la cui porta, tra l’altro era chiusa per metà.

Sarebbe bastato lanciare uno sguardo per levarsi ogni dubbio….

Si sentì Cameron per un istante, chiedendosi perché non poteva farsi semplicemente i fatti suoi…. Peccato che stesse camminando verso la fonte dei rumori, seppur consapevole che eticamente fosse sbagliato.

Sana curiosità.

Sarabbe bastato affacciarsi un istante….

Lanciare uno sguardo…

Si avvicinò fino a che non riuscì ad appoggiarsi con una mano alla porta stessa senza gravarvi sopra e guardò.

Quello che vide, in parte, gli ghiacciò il sangue nelle vene.

E confermò i suoi dubbi.

Uscì velocemente dal bagno, senza curarsi dei suoi passi veloci che rimbombavano per quell’ambiente piccolo, e si diresse sempre spedito verso il giardino.

Thad.

E un tipo non bene identificato inginocchiato davanti a lui con la bocca decisamente occupata in qualcosa che non era considerabile come una conversazione.

La sola cosa che aveva notato del fantomatico sconosciuto era che sembrava alto e che i capelli che Thad stringeva tra le dita con forza erano di un castano chiaro.

Molto chiaro.

Un castano conosciuto….

Ma com’era possibile che….

Tornò nei pressi del palco e lì riprese un po’ di colore.

Kurt era seduto accanto al suo ragazzo e stavano parlando vicini, insieme  a Blaine, quindi non era lui che stava facendo un servizietto orale a Thad nel bagno dei ragazzi…. Ma…

Era davvero convinto che fosse Hummel, ma forse era stata solo una malaugurata coincidenza e, pensandoci bene, quel ragazzo era decisamente molto più magro di Kurt.

Si appoggiò una mano al petto, sospirando.

Non si rese conto che il suo ragazzo, notando la sua presenza, si era alzato e si era avvicinato velocemente, abbracciandolo stretto e proponendogli di ballare.

Non si era nemmeno reso conto che Kirk stava cantando una canzone molto bella e struggente, pacata rispetto al suo attuale stato d’animo…

 

Wise men say only fools rush in

But I can’t help falling in love with you

Shall I say Would it be a sin?

If I can’t help falling in love with you

(I cant help falling in love, with you – Elvis Presley.)

 

Kurt accavallò le gambe, dondolando il piede a tempo con la musica lenta e romantica, mentre osservava attentamente Kirk.

Non sembrava nemmeno la stessa persona che aveva tentato in ogni modo di mettere i piedi in testa a Blaine quando Kurt si era trasferito alla Dalton, molti mesi prima.

Ricordò divertito il colorante rosa che Thad era riuscito a rimuovere del tutto solo dopo molte docce, Wes costretto al bagno dal lassativo….

Lui ubriaco marcio la sera di Capodanno.

Tante piccole cose bastarde che nessuno sembrava ricordare più.

Certo, era successo anche di peggio, ma il bello della Dalton (e in particolare dei Warblers) era che tutti sembravano quasi giustificati, come bambini che facevano le marachelle e che, quindi non si potevano odiare.

Hummel era quasi del tutto certo che così sarebbe stato anche per Trent, che stava seguendo l’esibizione con Ethan, a pochi passi dal palco.

Una mano apparve dal nulla, praticamente sotto al suo naso, facendolo trasalire. Alzando gli occhi scontrò lo sguardo con quello caldo di Blaine, che con un sorriso dolce lo invitò a prendere la sua mano, facendo poi un cenno verso la pista da ballo.

Non ci furono bisogno di parole.

Kurt sorrise raggiante, afferrando quella mano ancora tesa e stringendola forte. Camminarono per qualche metro, posizionandosi in mezzo alla moltitudine di persone che ballavano vicine.

Blaine passò le braccia attorno ai fianchi dell’altro, stringendolo a sé, e subito Kurt portò le braccia dietro al suo collo, appoggiando il capo al suo e iniziando a muoversi piano, a tempo con la voce di Kirk.

Chiuse gli occhi, lasciandosi guidare da quel momento assolutamente perfetto mentre si chiedeva se il suo cuore avrebbe mai smesso di avere seri attacchi di tachicardia ogni qualvolta Blaine lo sfiorava, anche per sbaglio.

Sperò di no, perché il sentimento che provava per lui era così intenso e entusiasmante da farlo sentire bene.

Innamorato come mai si era sentito e come pensava che non lo sarebbe mai più stato…

 

Wise men say only fools rush in

But I can’t help falling in love with you

Shall I say Would it be a sin?

If I can’t help falling in love with you

 

Ethan si portò il bicchiere di vino alle labbra, senza mai staccare gli occhi dalla figura del suo migliore amico (e, anche se non era ben chiaro, qualcosa in più) che stava letteralmente facendo l’amore col microfono.

Trent gli chiese qualcosa, ma lui si limitò semplicemente ad annuire come in trans, avvertendo un brivido ogni singola volta che Kirk arrivava a cantare quel pezzo, quello più romantico e smielato di tutti, riuscendo ad abbassare la voce al punto tale da ridurla ad un roco sussurro.

Stava ammattendo, ne era certo.

Era successo tutto così in fretta che quasi non si stava accorgendo di quello che stavano vivendo, e nonostante fossero tanti piccoli obbiettivi quelli che Kirk voleva raggiungere con lentezza, Et non aveva fretta.

Valeva assolutamente la pena aspettare un po’…

 

Like a river flows surely to the sea

Darling so it goes

Some things are meant to be

Take my hand, take my whole life too

For I can’t help falling in love with you

 

 

 

 

David sbuffò, mentre lui e Wes trasportavano un Thad collassatissimo alla sua auto “Ormai guido di più io la sua BMW di quanto lo faccia lui” disse piccato il ragazzo di colore, prendendo le chiavi dalla tasca dei jeans del ragazzo e aprendo l’auto.

Blaine e Kurt, che li seguivano, si scambiarono uno sguardo.

La serata si era conclusa verso mezzanotte e mezzo, orario in cui erano stati praticamente cacciati a pedate dai camerieri che dovevano riordinare il macello fatto.

“Tornate anche voi alla Dalton?” domandò Wes mentre David caricava alla buona il ragazzo collassato sui sedili posteriori, sistemandogli il suo maglione sotto alla testa.

Entrambi arrossirono e mentre Kurt distoglieva lo sguardo Blaine annuì energicamente “Si…. Anzi, noi andremmo subito se voi non avete bisogno di aiuto con lui”

“Io porto a casa Lily. Quell’ultimo daiquiri l’ha stesa” disse Wes avviandosi alla sua auto dove, sui sedili davanti, stava tranquilla la sua ragazza in una situazione di totale abbandono.

Al contrario di Thad che sfiorava il coma etilico, però, lei dormiva e basta.

“Dormo con il mostro stanotte” disse Thompson  a Blaine, alludendo a Thad, mentre il ragazzo asiatico se ne andava via, accendendo gli abbaglianti e uccidendo le retine di Kurt che mugugnò scocciato “Così Wes ha la stanza libera e non rischiamo di vedere il somaro far la fine di Elvis…. Domani mattina colazione alle nove e mezza?” chiese poi, chiudendo la portiera posteriore e avviandosi verso quella anteriore.

Anche Blaine aprì l’auto e Kurt ci volò dentro, ancora un po’ a disagio.

“Certo, per l’ultima volta” disse poi con un sorriso tirato.

David annuì comprensivo “Vi lascio andare, io tanto devo aspettare Troy, il mio compagno di classe, che ha bisogno di uno strappo e sta salutando una tipa che ha conosciuto stasera. A domani ragazzi.”

Blaine lo salutò con un cenno, mettendosi al volante e allontanandosi a sua volta, verso la Dalton.

David si appoggiò al tettuccio della BMW bianca, sospirando.

In lontananza, sotto alle luci del ristorante che si stavano via a via abbassando, notò un ragazzo alto e magro, che non pareva per nulla soddisfatto dalla serata.

Si scambiarono uno sguardo non appena si accorse che guardava nella sua direzione, ma venne bruscamente interrotto da Troy che montò in auto senza troppe cerimonie, irritato dalla ragazza di prima.

Sebastian guardò i due scambiarsi due parole prima di salire in auto e allontanarsi. Quando i fari si furono allontanati a sufficienza sbuffò sonoramente, lanciando a terra il mozzicone e pestandolo.

Joey lo raggiunse con un sorrisetto soddisfatto, segno che aveva rimorchiato alla fine “Andato in bianco?” domandò con falsa innocenza, ricevendo un ‘vaffanculo’ sentito.

“Stasera si, ma non è ancora finita” disse con un sorrisetto molesto Smythe, leccandosi le labbra “Ho il suo numero, e penso che lo userò…

 

Quando Kurt entrò nella stanza di Blaine si sentì un po’ a disagio.

Non lo era stato per tutta la serata che, al contrario del Prom del McKinley, poteva considerarsi perfetta.

Eppure aveva un dubbio amletico sin da quando il suo ragazzo aveva proposto di rimanere a dormire da lui, un tarlo che stava lentamente consumandogli il cervello: che progetti aveva Anderson?

Lo guardò sfilarsi la giacca di pelle, appoggiandola ad una sedia, e permise ai suoi occhi chiari di scorrere lungo la sua schiena tonica fino al bordo dei jeans.

Prese un respiro, così non andava.

Blaine si voltò verso di lui, notando dove Kurt lo stava puntando.

Fu davvero molto veloce.

Si avvicinò in un paio di passi, prendendo il suo ragazzo per le spalle e baciandolo con passione.

Kurt trattenne il respiro per un istante, scordandosi addirittura di chiudere gli occhi, prima di riprendersi e stringere tra le mani la maglietta nera del suo ragazzo, ricambiando il bacio e respirando contro la sua pelle, bisognoso di ossigeno.

Il moro iniziò a spingerlo delicatamente verso il letto, facendolo arretrare fino a che non lo urtò col le gambe.

Lo fece stendere, staccandosi dalle labbra per potersi incollare prima al suo collo e poi alla spalla lasciata scoperta dalla maglietta.

Kurt lo sentì sedersi sul suo bacino e questa era probabilmente la cosa più erotica che avessero mai fatto fino a quel momento. L’urgenza, la voglia, per un istante aveva permesso a Kurt di scordarsi del suo essere impacciato e inesperto ma ora si presentava come un cartello stradale davanti a lui.

Anzi un’insegna con i neon che si rincorrevano, stile vecchia Las Vegas.

Tutto ciò si tramutò in paura quando avvertì le mani di Blaine che, frenetiche, stavano slacciando la cintura che teneva sopra alla maglia.

C-cosa fai?” domandò tentennante, incapace però di fermarlo o semplicemente fare qualsiasi cosa che non fosse ansimare piano, visto che quelle dannate labbra lo stavano facendo morire lentamente.

Blaine non alzò il capo “La maglia” disse semplicemente, col fiato corto, lasciando un piccolo morso sulla spalla del suo ragazzo “Solo la maglia. Come l’altra volta…

Kurt chiuse gli occhi, abbandonandosi ad un sospirò profondo mentre la cintura cadeva a terra, tintinnando non appena la fibbia picchiò contro le mattonelle. Blaine alzò la maglietta con ritrovata dolcezza, stando bene attento ad accarezzargli tutto il petto con una mano mentre con l’altra lo spogliava.

Una volta che si fu liberato dell’indumento, il ragazzo riccioluto riprese possesso delle labbra morbide di Kurt, già gonfie per i baci appassionati, mentre avvertiva le sue mani ancora insicure ma decisamente più audaci che tentavano di levargli la maglietta dai pantaloni, per potergliela togliere.

Lo aiutò, gettandola con non curanza in qualche angolo della stanza, scendendo poi sul corpo caldo di Kurt per posizionarsi meglio.

Nello stesso istante, però, l’altro lo tirò a sé, tenendolo stretto e facendolo praticamente stendere sul suo corpo.

Fu inaspettato, ma decisamente gradito quando le loro erezioni già accennate entrarono in contatto, facendo partire una serie di brividi e piccoli gemiti, annegati in un bacio più urgente.

E Kurt perse ufficialmente la testa.

Blaine si fermò, appuntellando i gomiti sul materasso e guardando negli occhi il suo ragazzo, pronto a scostarsi, seppur contro voglia, non appena avesse letto in quegli occhi chiarissimi anche il ben che minimo dubbio.

Non lo avrebbe mai forzato a fare nulla, nonostante lo desiderasse così tanto che avvolte faceva addirittura male…

Quando però lo sentì muoversi in modo quasi istintivo contro di lui, provocando un’altra frizione tra i loro bacini, rituffò il viso tra il suo collo e la sua spalla, lambendolo di baci e ansimando contro di essa, mentre riprendeva a muoversi in modo più o meno ritmico contro di lui, strusciando le loro erezioni ormai evidenti una contro l’altra.

Kurt sentiva la testa così leggera e vuota da fargli paura.

Preoccupazioni, paure….

Non ne aveva più.

Portò entrambe le mani tra i suoi capelli, costringendolo a tornare sulle sue labbra, bisognoso di altri baci sempre più veloci, così come gli scatti del suo ragazzo su di sé.

Blaine gli prese una mano, intrecciandolo alla sua mentre sussurrò un “Sei perfetto” col fiato corto sulle sue labbra, baciandole alternatamente con quelle parole che uscivano come fiumi in piena dalla sua bocca “Ti amo….”

Kurt fece per ricambiare, ma non gli fu umanamente possibile.

Più le spinte del suo ragazzo si facevano veloci e irregolari, più un piacevole e diffuso calore si univa ai brividi di piacere, riscaldandogli il ventre sempre di più.

Tutto ciò che poteva esternare erano gridolini e gemiti acuti che, francamente, a Blaine non dispiacevano per niente.

Kurt portò la mano libera sulla schiena del suo ragazzo, mentre, inarcando la schiena con uno scatto, veniva forte dentro ai suoi stessi pantaloni.

Blaine ci mise poco a raggiungerlo, rotolandosi poi su un fianco per lasciarsi cadere di peso sul materasso, evitando di gravare sul corpo di Kurt che sembrava ancora vivo per miracolo.

E non avevano nemmeno fatto sesso, si erano solo strusciati….

Kurt si rese conto che Blaine gli stava ancora tenendo la mano nell’esatto momento in cui, una volta recuperata un minimo di lucidità, il suo ragazzo lo attirò a sé, abbracciandolo stretto.

Lui si lasciò stringere, scambiando con lui un ultimo bacio dolcissimo, prima di rendersi conto del casino che aveva nei pantaloni.

Un casino decisamente disgustoso che stava rovinando la magia del momento.

Blaine sembrava dello stesso avviso, visto che di schiarì la voce e, dopo averlo baciato sulla fronte, si mise a sedere sul letto “Vado un istante in camera di Jeff e Nick a…. Sistemarmi.  Tanto nessuno dei due è tornato…. Tu puoi usare il mio bagno.” Kurt annuì lentamente, non molto felice del fatto che il suo ragazzo se ne stesse per andare in un’altra stanza. Stava quasi per fare una proposta ambiziosa, ovvero chiedere a Blaine di fare la doccia con lui, ma si sentiva ancora un po’ troppo imbarazzato per farlo, nonostante la sua mente vagasse. Per l’ennesima volta, Anderson parve leggergli nel pensiero. Sorrise dolcemente, chinandosi su di lui sussurrò, direttamente sul suo orecchio “Ti prometto che faccio in fretta, così poi potremo coccolarci per bene…

Hummel gli sorrise “Allora muoviti” disse deciso, alzandosi a sua volta a sedere e osservando Blaine che si spostava per la stanza raccattando tutto quello che gli serviva per darsi una ripulita e cambiarsi.

A giudicare dalla sua espressione, nemmeno lui aveva gradito molto l’essere venuto nei pantaloni.

Lasciò la sua camera sorridendo ancora una volta a Kurt e subito il ragazzo scattò in piedi, euforico.

Dentro di lui imperversava una vera battaglia: da una parte si sentiva sfinito, dopotutto aveva ballato tutta la sera e quello sfregarsi non aveva di certo contribuito, dall’altra invece si sentiva particolarmente sveglio.

Si morse le labbra, iniziando a ragionare, mentre prendeva il pigiama e un cambio di intimo pulito. Significava che era pronto, quindi?

Il pensiero di Blaine che ansimava, la sua espressione di totale estasi…. Pensarci gli fece andare a fuoco le orecchie.

Entrò in bagno chiudendosi dentro e si spogliò velocemente, lasciando le cose in terra. Buttarsi sotto il getto caldo dell’acqua lo fece rilassare un po’ e, mentre si insaponava con il bagnoschiuma di Blaine prese a riflettere sulla possibilità che sì, poteva fare sesso con il suo ragazzo se solo lo voleva.

Anderson, certamente, non si sarebbe opposto.

La sola cosa che frenava Kurt, ovvero lo stato di totale e catatonico imbarazzo nel quale cadeva ogni volta, sembrava qualcosa di superato dopo quella sera.

Quindi si….

Era pronto.

E ne avrebbe parlato a Blaine.

 

 

 

 

Continua….

 

 

 

 

Nda.

Eccomi qui, a meno tre capitoli dalla fine!

Sarò davvero molto breve nelle mie note perché, come avrete notato, questo capitolo è qualcosa di infinito D: solo mi sono rifiutata categoricamente di tagliarlo così sono 24 pagine di dolce sarcasmo, porno e cattiveria.

Spero che abbiate apprezzato comunque.

Amo gli anni 50, avevo centinaia di canzoni bellissime tra cui scegliere e alla fine (fatta eccezione per il pezzo di Flint) sono andata sul classico, che ne pensate?

Altra domanda: preferite il prom del Mckinley o questo ballo della Dalton? E che ne pensate di Sebastian? E Trent? Per non parlare poi del risveglio sessuale di Kurt.

 

Come sempre grazie mille ad Alexa (DumbledoreFan) che mi ha betata as faste as possible e a tutti voi che mi avete recensita e aggiunta ai preferiti**

 

Un paio di cosette veloci:

 QUI trovate una FanArt bellissima fatta dalla dolcissima Sella_Ella_Lella sulla ThreeSix Maphia + Kenzie!

 

Se non lo avete ancora fatto, leggete la Flash Hummerwood di Mr Adkins, ovvero I hate.  Lasciategli anche un commentino perché davvero vale la pena, è un ragazzo davvero molto talentuoso!

 

A presto col terzultimo capitolo!

Un bacione,

Jessy

 

 

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Capitolo 41
*** #33 Big Plans brings Big Responsibilities. ***


bananissima

Il capitolo non è stato betato, chiedo scusa per eventuali errori di battitura o sviste.
Meno due alla fine!
Enjoy.

 

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

#33 Big Plans brings Big Responsibilities.

 

 

Quando udì un suono secco, Wes alzò gli occhi dalle pagine evidenziate in mille colori diversi del suo libro di Algebra, osservando attentamente Thad.

“Perché prendi a testate il tavolo?” domandò, mentre affianco a lui Karter sbadigliava senza ritegno.

“Perché sono distrutto, Montgomery” replicò acidamente il ragazzo, afferrando la matita “Vorrei conficcarmi questa nel collo…. Così poi posso prendermi una giornata libera andando all’ospedale.”

“Manca poco all’esame, resisti” gli fece notare David.

“La cosa non mi conforta.” Rilanciò sarcasticamente Harwood “Credo sia proprio per questa mancanza di tempo che mi ammazzerò, più tardi”

Troy e Elias, un altro ragazzo del loro anno, si scambiarono uno sguardo stranito prima che quest’ultimo si voltasse verso Thad “Amico…. Non c’è nessuno più preparato di te e Wes, datti una calmata o ti esploderà un’emicrania”

“O direttamente la testa, Harwood” voltandosi, Thad si trovò davanti Kirk che lo guardava con espressione saccente “Scommetto che hai la scatola cranica imbottita di dinamite…. Per quello non usi mai il cervello, è compresso, povero….”

Il ragazzo roteò gli occhi “Simpatico James, davvero…

Ethan e Richard apparvero dietro di lui, e il primo scosse il capo lentamente prima di indicare la sedie vuote “Possiamo unirci a voi?”

Wes, con un gesto della mano, li invitò a prendere posto, prima di cambiare libro e prendere quello di Arte.

“Che due palle” sbottò di punto in bianco Karter, lanciando il libro di Aritmetica Avanzata al centro della grande tavola tonda, beccandosi subito uno sguardo imbufalito fa parte della bibliotecaria.

Non era il posto adatto per avere delle crisi, quello, rischiavano di venir scuoiati vivi da un momento all’altro da una sessantenne isterica.

David fece girare tra le dita una matita di un insano color arancione fosforescente, prima di passare gli occhi su ognuno dei suoi amici. Eccetto Wes che, nonostante fosse preparatissimo, leggeva morbosamente quel libro come se all’interno delle pagine indicate dai post-it ci fosse la verità divina, nessuno stava realmente studiando.

“Che progetti avete per il futuro?” domandò vago, più che propenso a fare una bella paura.

Karter colse la palla al balzo “Io vado a Dallas, a studiare Architettura…. Ho parenti là che saranno ben lieti di ospitarmi”

Elias ridacchiò “Io e Troy ci prendiamo un anno sabbatico” dichiarò trionfale, chiudendo con falsa nonchalance il libro di Geografia.

Il suo amico annuì alle sue parole “Prendiamo la nostre ragazze e ci facciamo un bel giretto in Europa. Sapete no? Lisbona, Barcellona, Parigi, Milano, Berlino….”

“Io credo che non riprenderei mai gli studi, poi” intervenne Moore, smettendo per un istante di smangiucchiare il cappuccio della penna a sfera e scambiando uno sguardo con Kirk “Insomma…. Un anno a far niente e divertirsi e poi tornare all’Università? Già ho poca voglia ora”

“Non dire eresie, per favore” lo riprese il biondone “Non mi abbandonerai, chiaro?”

“Andate insieme?” chiese curioso Wes, abbandonando lo studio, in favore di quella piacevole conversazione.

Ethan annuì, lievemente imbarazzato, mentre Kirk prendeva in mano la situazione con la solita pacatezza “Già… Ci siamo iscritti alla Ohio University di Athens, dipartimento di Storia…. A circa un’ora e quaranta da qui”

“L’abbiamo già visitata” sottolineò Moore “è un bel posto, e anche se la cittadina è davvero piccola, è molto carina….”

Thad sbuffò “Rimarrete davvero in questo buco di stato?”

“Anche io non me ne vado, non mi va di trasferirmi in qualche grande città quando ho della valide università in zona” disse David, sorridendo appena “Mi sono iscritto al corso di Economia alla Ohio State University di Columbus…. Sono anche più vicino…. Ci metto circa venticinque minuti ad arrivare in città.”

“Rimani a vivere qua allora?” chiese Karter, appoggiandosi con i gomiti al tavolo.

Il ragazzo di colore scosse la testa con energia “Assolutamente no, prendo un appartamento là…. Il prossimo anno se ho capito bene viene anche Duvall a studiare a Columbus,  quindi poi smezzeremo l’affitto. Per il primo anno ho un amico che deve dare gli ultimi esami….”

“Perché Duvall rimane in Ohio? Io avevo sentito parlare di Miami!” disse ironico Harwood, beccandosi uno schiaffetto da Wes.

“Ha la ragazza ora, vorrà stare con lei no? Visto che lavora non ha la possibilità di spostarsi.... tu Richard? Che progetti hai?”

“La mia ragazza, Michelle, ha una casa a Providence” spiegò il ragazzone, stirando verso l’alto le braccia e stendendo la schiena “Così ho guardato le università in zona e ho scoperto che alla Brown c’è un programma davvero molto interessante di Studio del Suono e delle Tecniche Sonore in ambito musicale…. Mi sembra perfetto per me.”

“Anche secondo me è perfetto” gli disse Et, sorridendo.

“Voi andate a New York, giusto?” chiese Troy guardando verso Wes e Thad.

Harwood gonfiò il petto con orgoglio “Sì, esatto!”

“So già che me ne pentirò” disse con tono divertito Wes, buscandosi una gomitata nelle costole “Scherzo!”

“Taci, cane!” disse acidamente Thad “Grazie a me, che ho accettato di portarti in questa eccitante avventura nella Grande Mela, avrai la possibilità di studiare Chirurgia alla Langone University. È una delle più rinomate in questo campo…

“Oh, lo so bene” disse l’asiatico, prendendo dalla tasca dei jeans il cellulare per controllare quanto tempo stavano perdendo.

“Wow, chirurgia…. Figo” disse ammirato Moore, prima di voltarsi verso Thad per poterlo guardare attentamente “E tu cosa studierai a New York?”

“La sola cosa che papà mi finanzia: giurisprudenza” disse ovviamente il ragazzo, senza però la benché minima traccia di rabbia o frustrazione nella voce “Non lo sa ma io diventerò un grandissimo avvocato e userò le mie conoscenze contro di lui” concluse poi con un sorrisetto vagamente inquietante “Ho già fatto domanda alla Columbia, quindi devo fare un bel esame finale per venir ammesso.”

“Idem” si intromise Wes.

“Andrete benissimo, ragazzi” li rassicurò David “Poi dovrete ospirarmi

L’asiatico sorrise “Quando vuoi, amico…

“Sarà strano, dopo quattro anni insieme, non vederci più” sottolineò Wes, riponendo la penna ormai inutile nell’astuccio.

“Sarà triste” aggiunse Ethan.

“Non stiamo per morire, dopotutto” replicò ovvio Kirk “Prendere strade diverse non significa non vedersi più, no?”

“Si ma non canteremo più insieme…” sussurrò a voce bassa Ethan.

“Non è detto” Si intromise Thad “La vita è imprevedibile e io mi ci vedo a ottantasei anni con un catetere che mi esce dal fianco a cantare ancora con voi…. Almeno fino a che non si staccherà del tutto la dentiera.”

Ridacchiarono sommessamente, beccandosi una strigliata dalla bibliotecaria, prima di rimettersi tranquilli e scambiarsi qualche sorriso.

“Ragazzi, Warbler una volta, Warbler per sempre…. E la Dalton te la porti nel cuore a vita” concluse Montgomery “Ora però vediamo di finirla qui e darci dentro nello studio, o saremo Warbler anche il prossimo anno”

“A me non dispiacerebbe, ad essere onesto” disse Ethan, mentre Thad tirava fuori il cellulare che insistentemente vibrava nella sua tasca.

Wes lo osservò con la coda dell’occhio mentre leggeva con attenzione un sms particolarmente interessante e poi, senza nemmeno rispondere, ripose i suoi libri nella borsa “Ragazzi ho un impegno improrogabile. Ci vediamo domani sempre qua per l’ultimo ripasso, ok?”

Ma….” David lo guardò alzarsi e allontanarsi “Dove vai?”

Thad sorrise furbescamente, voltandosi un’ultima volta verso il tavolo e alzando una mano, salutandoli e mostrando a tutti il bracciale borchiato che stava davvero molto bene con la maglietta dei Sex Pistols e i pantaloni al ginocchio stracciati che indossava quel giorno.

Scusate…. Ho una partita di Lacrosse…

 

 

“…. L’atmosfera è sempre più tesa…. E io non li sopporto, litigano davvero in continuazione e credo per davvero che mamma lo butterà fuori a giorni”

Kurt abbassò gli occhi sul viso del suo ragazzo, che teneva il capo appoggiato alle sue gambe e il resto del corpo sulla panchina, sulla quale si erano mollemente abbandonati tutto il pomeriggio.

La scuola era finita e il parco di Lima brulicava di vita, ma a nessuno sembrava importare poi molto di quei due ragazzi che, lievemente in disparte sotto all’ombra di un grande pino si erano scambiati carezze continue e baci fugaci.

Portò una mano sulla guancia di Blaine, passandovi sopra la punta delle dita dalla tempia fino al mento, costatando che, nonostante tenesse gli occhi chiusi, non era affatto rilassato.

“Stanno per…. Divorziare?” domandò tentennante, scendendo con la mano sul collo.

Il petto del moro si alzò leggermente, prima di abbassarsi in un profondo sospiro “Sì…. Credo di sì…

“E tu come ti senti?”

A quel punto Blaine aprì gli occhi, scontrandoli con quelli chiarissimi di Kurt “Non lo so…. Sai, una parte di me vuole che quell’uomo se ne vada, lasciando in pace me, Chad e la mamma…. Penso che così potremmo anche diventare una famiglia decente e un minimo unita…. Però è comunque mio padre, e prima del mio coming out eravamo davvero molto uniti…” alzò una mano, premendo gentilmente l’indice sulle punta del naso di Kurt, che gli regalò un sorriso dolce “Quindi, tirando le somme, sono abbastanza combattuto. Prendo quello che viene, diciamo”

“Mi dispiace non poter far nulla per te….”

Blaine alzò le sopracciglia “Fai anche troppo, davvero…. Grazie a te sto fuori di casa dalle otto di mattina a dopo mezzanotte quasi ogni giorno. Chad praticamente vive dalla sua ragazza…

“Se vuoi fermarti ogni tanto a casa mia…. Papà non credo dirà nulla. Possiamo rimanere tutta la notte sul divano del salotto. È comodo”

Blaine sorrise “Tuo padre prima o poi mi ucciderà…

Nah, penso che tu gli piaccia un sacco invece. Se no lo avrebbe già fatto!”

Il ragazzo portò la mano dietro al collo di Kurt, premendo sulla nuca per farlo abbassare mentre, al contempo, lui si alzava premendo un gomito sul legno della panchina, incontrando così le sue labbra a metà strada.

Si riabbassò con uno sbadiglio, appoggiandosi una mano sugli occhi mentre sentiva Kurt trafficare con la sua tracolla, segno che, come ormai ogni giorno, lo avrebbe lasciato dormire un po’ mentre si dedicava alla sua lettura pomeridiana.

Si accomodò meglio con il capo quelle sue cosce, sospirando rilassato e lasciandosi andare verso il tepore del sonno.

Prima che gli tornasse in mente qualcosa…

“Kurt, stamattina per messaggio non hai detto che volevi parlarmi di qualcosa?”

Levò il braccio in tempo per vedere Kurt sbiancare leggermente e rischiare di far cadere a terra il libro.

Dalla nottata passata insieme dopo il ballo della Dalton, Kurt aveva cercato in tutti i modi di far capire a Blaine che si sentiva ‘pronto’ per passare ad un piano più fisico….

Gli era costato davvero tanto coraggio infilargli una mano nei boxer, qualche sera prima, ma c’era riuscito. Solo che la scarsa collaborazione di Blaine nell’andare fino in fondo non aveva portato a grandi risultati se non al suo primo lavoro di mano su qualcuno che non fosse se stesso – anche se Kurt avrebbe preferito morire piuttosto che ammettere cosa faceva sotto alla doccia quando era solo in casa.

Aveva quindi deciso di parlargli chiaramente, ma era incredibilmente imbarazzante come discorso. E non aveva idea su come introdurlo.

Blaine intanto si era alzato a sedere, allarmato dal cambiamento di tonalità che la pelle, già di per se candida, del suo ragazzo aveva fatto.

“… Kurt?”

“Blaine, penso che dovremo farlo.”

Chiuse gli occhi, mordendosi le labbra.

L’aveva detto, aveva ammesso che voleva fare l’amore con il suo ragazzo senza morire di vergogna, nonostante stesse velocemente passando da un biancore mortale ad un livido porpora da post-pestaggio.

Quando Anderson non disse nulla, lentamente Kurt riaprì gli occhi, trovandosi di fronte un Blaine alquanto confuso “Cosa?”

“Cosa, cosa?”

“Fare cosa?”

Kurt era certo che se fosse stato un fumetto giapponese, a quel punto sarebbe caduto a terra con un tonfo secco.

Non poteva davvero non avere capito…. Lui no…. Semplicemente no….

“Fare quello, Blaine…

Il riccio rimase zitto ancora un istante, cercando di arrivarci, e quando infine ci riuscì, abbastanza in fretta, in effetti, sgranò gli occhi “Oh…. Oh.”

Già…

La faccia gli stava andando a fuoco e di li a breve avrebbe anche iniziato a sudare per l’ansia. Perché Blaine sembrava così tanto scioccato? Forse a lui non andava? Pensava ancora che Kurt fosse un cucciolo di pinguino con il sex appeal di una cassapanca? Credeva che….

“Pensavo che non fossi pronto…” Sussurrò sottovoce Blaine, facendosi più vicino a Kurt dopo essersi guardato attorno per un fugace istante. Nessuno li stava guardando.

“Non lo ero…. Ma poi…. L’altra sera….”

“Non mi devi spiegazioni” Blaine sorrise quasi timidamente, appoggiando una mano su quelle di Kurt, raccolte in grembo “Solo pensavo che questo momento non sarebbe arrivato così presto….”

Tu…. Vorresti?”

“Assolutamente si.”

Kurt affondò il viso tra la spalla e il collo di Blaine, se possibile ancora più imbarazzato di prima. Aveva fatto una tragedia per niente come al solito, visto quanto Blaine sembra quasi tranquillo sull’argomento.

Forse era semplicemente più sicuro di sé, o forse era Kurt che si ritrovava particolarmente sensibile nel parlare di approcci sessuali, ma il riccio sembrava tenere tutto sotto controllo, come sempre.

“Se questo ti reca problemi…. Possiamo sempre aspettare” Lo rassicurò con dolcezza Blaine, abbracciandolo con entrambe le braccia per farlo appoggiare al suo petto. “Sai che non farei mai nulla che possa metterti a disagio”

Kurt appoggiò la guancia all’altezza del suo cuore, stringendo le mani sulla maglietta rossa del suo ragazzo “No io…. Io non mi sentirò a disagio con te…”

Blaine lo strinse un po’ di più, sorridendo “E quando…. Lo vorresti fare?”

L’altro ci pensò su un istante “Venerdì sera ho casa libera”

Anderson sgranò un po’ gli occhi “Dopodomani?”

“Si ecco…. Papà e Carole sono a Toledo, e sono certo che se lo chiedo a Finn lui passerà del tempo con Rachel lasciandoci soli”

“Per me va bene….”

Kurt appoggiò entrambe le mani sul petto del suo ragazzo, spingendosi piano un poco lontano da lui e guardandolo negli occhi, ancora imbarazzato come all’inizio della conversazione “Blaine posso chiederti un piacere?” attese che l’altro annuisse, poi prendendo coraggio chiese “Potresti procurarti tu…. Il necessario? Io faccio in modo che casa sia vuota ma tu prendi…. Quello che sai che serve per…. Lo sai!”

Blaine sbattè le palpebre un paio di volte prima di esplodere a ridere sonoramente, beccandosi un paio di schiaffi sui pettorali “Ahio, Kurt!”

“Non prendermi in giro!” sbottò sempre più rosso Hummel, entrando in un visibile stato di crisi “Smetti!”

“Ma sei buffo quanto ti vergogni e…. Ahia! Sei più forte di quello che pensavo!”

Kurt sbuffò, facendo per scostarsi dal suo ragazzo che però lo trattenne stretto, baciandolo con un po’ troppa enfasi.

Sembrava non ricordarsi affatto che erano in un luogo pubblico.

A Lima.

Che Azimio e i suoi amici potevano sbucare fuori da un momento all’altro per andare a fare due tiri al campetto di football li vicino….

Anche Kurt avrebbe voluto dimenticarlo, e per un istante assecondò Blaine, prima di staccarsi lentamente, strusciando il naso contro quello del riccio.

“Penso a tutto io” gli sussurrò sulle labbra Blaine “Tu stai tranquillo, ok? Ti fa male diventare così isterico” riprese a ridacchiare, prendendosi un’altra pacca, stavolta sulla spalla “Che dici, accantoniamo l’argomento ok? Non voglio troppi lividi addosso!”

“Sei un coglione, Anderson” sbottò Kurt senza nemmeno troppa intenzione, sistemandosi sulla panchina e lasciando che Blaine si stendesse di nuovo appoggiando il capo alle sue gambe.

“Mi ami anche per questo, no?”

“Vorrei poter dire di no, ma lo sai che odio dire le bugie….”

 

Il tramonto filtrava nella stanza colorando con toni caldi il tessuto bianco e semi trasparente delle tende della sua stanza.

Dal letto, Thad poteva ammirare in tutta la sua magia quel fenomeno naturale che si irradiava dal sole, posto poco al di sotto delle cime degli alberi.

Adorava il tramonto perché portava alla sera, la sua parte preferita della giornata.

Si girò sul fianco scoprendosi appena, portando un braccio sotto al capo e osservando attentamente quello spettacolo.

Sospirò socchiudendo gli occhi, deciso a non riaddormentarsi.

Non così, per lo meno.

Stava ancora pensando a come risolvere quella situazione quando una mano calda accarezzò la sua schiena nuda in tutta la sua lunghezza, fermandosi poi sul fianco e facendo cadere ulteriormente il lenzuolo, scoprendolo ancora di più.

Il ragazzo dietro di lui si appoggiò con il petto alle sue scapole, parlandogli direttamente nell’orecchio “Già sveglio?” sussurrò con fiato caldo, portando la mano sul suo ventre mentre con l’altra si teneva sollevato al materasso.

“Si, Sebastian, se no non avrei gli occhi aperti, non credi?” disse ironico Thad, mentre il giovane iniziava a baciargli e leccargli con avidità il collo.

Chiuse gli occhi, mordendosi le labbra, prima di scattare a sedere per levarselo di dosso. Arrotolò il lenzuolo attorno ai suoi fianchi, alzandosi in piedi e guardando Sebastian negli occhi, scoprendo che non si era per nulla scomposto o imbarazzato nel ritrovarsi totalmente nudo davanti a lui.

Dopo tutto quello che avevano fatto quel pomeriggio, forse, ne aveva anche ragione.

Si accomodò meglio sul fianco, guardandolo ancora affamato come quando aveva varcato quella soglia alcune ore prima “Dove vai?”

“A studiare” rispose ovvio Thad “Domani ho l’esame”

“Se vieni qui ti aiuto io a ripassare qualcosina…. Che di certo ti servirà molto di più nella vita di qualsiasi altra nozione appresa sui libri…” rilanciò maliziosamente l’altro.

“A dire il vero Smythe, c’è qualcos’altro che potresti fare per me…

Il più piccolo sorrise maliziosamente, sporgendosi in avanti dopo essersi messo seduto “Qualsiasi cosa….”

“Levati dalle palle, grazie”

Sebastian ci rimase di sasso “…. Cosa?”

“Vattene e, già che ci sei, cancella il mio numero, levami dagli amici di Facebook, cancellami anche dalla tua memoria perché è la stessa cosa che sto per fare io”

Smythe inarcò un sopracciglio, afferrando i boxer da terra con un gesto secco e scazzato “Sai che ti dico, Harwood? Non vali nemmeno la pena di un’altra scopata”

“Oh immagino che passare a Blaine sarà molto più divertente per te…” disse Thad saccente, sogghignando all’occhiata vagamente spiazzata di Seb “Io ho le mie fonti….”

Il più giovane sbuffò una risata amara, afferrando anche i pantaloni neri e la polo bianca e infilandoli velocemente “Fottiti, Harwood. Nessuno mi tratta così, hai capito?” sibilò avvicinandosi all’altro.

Thad però non si scompose affatto, anzi sorrise “Sai quale è il punto, troietta? Tu credi di essere il dono di Dio ai froci, ti senti figo e irresistibile e sai che con la tua stronzaggine vincerai sempre. Ma, notizia del giorno, cocco…” Smise di sorridere, guardandolo con espressione penetrante “Io sono molto più stronzo di te o di chiunque altro incontrerai o incontrerò. Chiaro il messaggio? Ora levati dalla mia vista e non tirarti la porta in faccia, coglione”

Sebastian si avviò alla porta, ferito nell’orgoglio, aprendola.

Ma Thad non aveva finito “Hey, ragazzino…. Spera di non avermi attaccato la sifilide o qualche altra malattia venerea presa dai camionisti che te lo mettono in culo nelle stazioni di servizio il venerdì sera o verrò a cercarti!”

La porta sbattè con così tanta violenza che Thad credette di vedere le finestre andare in frantumi.

Per fortuna non accadde, così, guardandosi attorno, lanciò il lenzuolo sul letto afferrando i suoi vestiti da terra e dirigendosi in bagno con un sorrisetto trionfale.

Non gli era mai piaciuto quel tipo, ma sapeva che poteva dargli un’importante lezione di vita. Cosa più importante, lui poteva darne una a quello stronzetto insegnandoli che non era il padrone del mondo e, al contempo, divertirsi un po’.

Andare avanti per capire che non c’era solo Kurt al mondo e che, New York, avrebbe potuto divertirsi davvero parecchio solo se si fosse slegato dal fantasma dell’amore per quel ragazzo.

In definitiva, avevano vinto entrambi quindi.

Decisamente non si era mai sentito così soddisfatto in tutta la sua vita.

 

 

 

L’enorme orologio appeso alla parete segnava le tre in punto del pomeriggio.

Wes lanciò uno sguardo alla porta grigia che Thad si era chiuso alle spalle quasi un’ora prima, passandolo poi sui volti dei suoi tre compagni di corso.

Il suo esame si sarebbe tenuto dopo quello di Jonhson e quello di Kirk…. Non sarebbe sopravvissuto altre due ore o forse più seduto su quella maledetta sedia.

Si costrinse a rileggere nuovamente quel paragrafo di Chimica che davvero non voleva entrargli in testa.

Ormai i giochi erano fatti, e sembrava pensare lo stesso anche Moore.

Et aveva deciso di passare il pomeriggio lì con loro ben consapevole che sarebbe stato l’ultimo. Doveva assomigliare ad una sorta di tortura cinese, più che a un favore agli amici.

A Kirk…

Dei passi per il corridoio lo fecero voltare in quella direzione e subito si ritrovò davanti Blaine Anderson, sorridente.

“Ciao” disse  affiancandosi a lui “Chi c’è dentro?”

“Harwood” rispose funereo Wes “Poi tocca a Jonhson, poi Kirk, poi io e alla fine Moore…. L’attesa mi uccide”

“Allora esci con me un istante?”

“Per fare cosa, esattamente?”

“Un giro” insistette Anderson “Prendere una boccata di aria sana non ti farà che bene e sai meglio di me che ripassare ora, con la tensione dell’esame, non serve assolutamente a nulla.”

Il ragazzo asiatico sospirò, spostando i libri su un’altra sedia e seguendolo arrendevole dopo averlo visto scambiare due parole con gli altri tre ragazzi.

Il giardino della Dalton, ben curato, era accarezzato dai raggi del sole del primo pomeriggio.

Camminarono sulla ghiaietta per qualche minuto prima che Wes decidesse di rompere il silenzio “Hai bisogno di un consiglio, vero?”

Blaine si voltò sorpreso “Perché me lo chiedi?”

“Ti stai torturando le labbra a sangue, non parli…. Mi hai chiesto di uscire con te quando potevamo benissimo rimanere dentro con tutti gli altri…” l’asiatico si fermò, asciugandosi la fronte lievemente imperlata di sudore e allentando il nodo della cravatta.

Faceva decisamente troppo caldo per la divisa scolastica, nonostante indossassero la versione primaverile, i pantaloni risultavano comunque troppo pesanti e lo stesso valeva per il blazer.

Anderson tentennò, mentre l’amico si fermava proprio davanti a lui, con le mani infilate nelle tasche “Io…. Non vorrei metterti in imbarazzo ma…. Non ho molti amici con cui parlare…

“Sentiamo, quale è il problema?” Lo incoraggiò l’altro, con un sorriso.

Blaine arrossì, abbassando lo sguardo a terra e dondolando sui piedi “Diciamo che…. Sono un po’ preoccupato…. perché….”

 

 

“…. Io e Blaine abbiamo deciso di entrare più in intimità….”

Rachel e Mercedes si scambiarono uno sguardo furbesco, mentre Kurt, facendo finta di nulla, iniziava a sventolarsi con una delle riviste che stavano tranquillamente sfogliando sulla sua veranda.

Iniziava a fare molto caldo…. Troppo.

Berry si fece più vicina, osservandolo attentamente con espressione maliziosa “E dimmi…. Quando?”

“…. Presto” disse vago Kurt, arrossendo ancora di più, oltre il possibile.

Mercedes si espresse in un risolino che al controtenore non piacque affatto “Non prendertela, Marshmallow” disse la giovane di colore, accarezzandogli i capelli sulla nuca “Ma lo stai dicendo come se fosse una cosa brutta”
“Non è così!” rispose prontamente Hummel “Ma…. Non è nemmeno semplice! Io non ne sapevo nulla qualche mese fa e continuo a saperne davvero poco! Non ci siamo spinti molto in là e credo che farò una figuraccia!”

“Beh, quale sarebbe il problema?” domandò senza capire Rachel “Non mi pare che Blaine sia il tipo da prenderti in giro o lasciarti, nel caso in cui qualcosa andasse…. Storto”

“Non è questo!” replicò stizzito il ragazzo, frustrato dal fatto che le sue migliori amiche sembravano davvero non capire “Solo voglio che la nostra prima volta sia perfetta. Non pretendo altro se non poterla ricordare per tutta la vita senza dovermi vergognare di essere nato!”

Le due ragazze si scambiarono un altro sguardo, stavolta di comprensione.

“Secondo me andrai benissimo, tesoro” disse Mercedes, abbracciando le spalle dell’amico.

“Vi amate molto, e questa è la cosa fondamentale..” continuò Rachel “Non ti serve altro se non un briciolo di sicurezza”
“Ma io non so niente”

“Beh, documentati…” suggerì Berry, buscandosi un’occhiataccia.

“Io non guarderò uno di quei filmacci!”

“Non ci sono solo i porno da cui attingere informazioni!” lo corresse Mercedes “Puoi ricercare anche informazioni più…. Teoriche e meno pratiche”

“Se è come in matematica, sapere la teoria non mi aiuterà ad avere la sufficienza in pratica” Kurt sospirò, prima di sorridere timidamente “Però avete ragione…. Ci amiamo, e questo basterà.”

le sue amiche parvero decisamente soddisfatte, suggellando quel momento con un forte abbraccio.

Kurt le strinse, decisamente sollevato “Grazie ragazze, avete ragione voi….”

 

 

“…. Ne ho fatto una tragedia, ma alla fine è qualcosa che dovrebbe essere ‘naturale’, hai ragione tu…

Wes annuì comprensivo “Io non so come farete, non sono molto pratico del sesso tra uomini ma posso dirti una cosa: la mia prima volta con Lily non è stata come nei film. Non abbiamo prenotato una stanza in un hotel lussuoso o acceso candele…. Abbiamo messo un po’ di musica e ci siamo lasciati andare” il modo sicuro e per nulla imbarazzato con cui Wes stava parlando a Blaine era tutto ciò che il ragazzo si aspettava dall’amico: sicurezza. “Quello che importa e soprattutto quello che ricorderai per il resto dei tuoi giorni della tua prima volta non è come vi siete organizzati o cosa hai preparato per rendere la serata speciale…. Ma solo la persona con cui sei stato. Focalizza la tua attenzione su Kurt e sul vostro legame…. Avete anche troppa chimica, quindi fossi in te non mi preoccuperei. E stai rilassato, lui  non credo ci riuscirà.”

“Non hai molta fiducia nel mio ragazzo” osservò Anderson, sorridendo sinceramente per la prima volta in tutta quella giornata. Si sentiva come se un grosso peso si fosse appena dissolto.

O per lo meno alleggerito.

“Va meglio?”

Il sorriso sul viso di Blaine si allargò ancora di più “Molto, grazie davvero Wes…

L’asiatico scrollò le spalle “A che servono gli amici, se no?”

“Oddio non fatemi assistere a scene gay di questo tipo!”

Blaine si voltò lentamente verso l’ingresso della scuola, vedendo arrivare con passo di marcia un Thad particolarmente soddisfatto.

“Devo dedurre dal quel sorrisetto strafottente che l’orale è andato bene?” domandò Wes, guardando l’amico mentre si sistemava i Rayban da aviatore, neri a specchio, sul naso. Reggeva il blazer sotto al braccio mentre la cravatta sembrava essersi smarrita, visto che la camicia del ex capo consiglio era aperta per i primi tre bottoni.

“Si, Smythe non è affatto male” rispose vago Thad, facendo confondere Blaine e alzare un sopracciglio a Wes “Comunque anche l’esame è andato bene. sapete che significa?”

Blaine lo guardò mentre si avvicinava ad un bidone delle immondizie, aprendolo con espressione disgustata “Che te ne vai una volta per tutte?”
“Esattamente, Anderson” rilanciò Harwood, cestinando con un solo gesto il blazer “Sono un uomo libero!”

Wes lo guardò con disappunto “Thad…

“Domani sera da me” disse trionfale l’altro, prendendo le chiavi dell’auto e avviandosi al parcheggio “Non mancare Wes, dobbiamo pensare agli ultimi dettagli sul trasferimento!”

Gli altri due lo fissarono mentre si allontanava verso la sua auto.

“Non vedo molti progressi” osservò Blaine, guardando l’amico negli occhi a mandorla.

Wes ridacchiò, appoggiandogli una mano sulla spalla “Fidati, ne sta facendo molti. Ora, tornando a noi…. Forse ho un paio di dritte per te, prima di tornare dentro e prepararmi per la mia fine…

 

 

Continua….

 

 

 

 

…. Ora.

 

Venerdì sera.

Kurt si guardò attorno con attenzione.

Il salotto era in ordine, la cucina era pulita, la sua stanza pronta….

Prese un respiro profondo, torturandosi le mani e chiudendo per un istante gli occhi.

Ok, aveva provato a documentarsi come avevano suggerito le sue amiche ma non era andata affatto bene. Più leggeva quelle cose meno credeva di essere in grado di farle.

Non doveva farsi prendere dal panico….

Prese un altro respiro profondo, sedendosi sul divano con le mani in grembo e lo sguardo basso.

Lui si sentiva pronto, ne era certo, avrebbe donato tutto se stesso al solo ragazzo che sentiva di poter amare fino in fondo, quella sera.

Doveva smetterla di preoccuparsi.

Avrebbero mangiato una pizza e guardato un film nel mentre, per sciogliersi, poi tutto il resto sarebbe venuto da se.

Sapeva che Blaine era molto più deciso e sicuro di lui, ed era altrettanto certo che sarebbe bastato davvero poco per farlo sciogliere.

Come quella sera alla Dalton.

Come quasi sempre, a pensarci bene.

Per farsi coraggio decise di attingere sempre ai consigli delle sue amiche e pensare seriamente a lui e Blaine, a tutto quello che era successo in quei tre mesi di relazione.

Detto così sembra poco tempo, e poco tempo portava alla fatidica frase ‘ è troppo presto’ che Kurt stava cercando di esorcizzare in ogni modo.

Certo, se si prendeva in considerazione la ‘quantità’ allora poteva anche sembrare poco, ma era la ‘qualità’ che faceva la differenza.

Avevano passato molto tempo insieme, scambiandosi emozioni.

A Kurt sembra passato molto più tempo, tanto che stentava a ricordare come fosse la sua vita prima di conoscerlo.

Dalla prima volta che aveva incontrato i suoi grandi ed espressivi occhi da gatto si era come smarrito nella loro profondità dorata. Aveva incontrato qualcuno di affine a lui, finalmente, quel qualcuno che forse lo avrebbe aiutato ad affrontare i suoi demoni e a disinfettare le sue ferite.

Peccato che gliene aveva procurate altre, e non irrilevanti.

Il suo modo di volergli bene come ad un caro amico o, al limite un fratello, Jeremiah, quel discorso a San Valentino, il bacio con Rachel….

Poi lui e Thad si erano baciati e per un solo, brevissimo, istante, Kurt si era chiesto se non fosse il caso di lasciarlo perdere e pensare a qualcun altro…

Ma Blaine lo aveva colto in contropiede, dichiarandosi.

E ricordava ogni singola parola che gli aveva detto quel pomeriggio, mentre decorava la bara di Pavarotti nella stanza adiacente alla saletta.

Quando lo aveva baciato, sussurrandogli che lo aveva cercato per tutta la vita. Ci aveva messo il suo tempo, ma alla fine era arrivato alla conclusione che Kurt aveva raggiunto molti mesi prima.

Da lì c’erano stati molti baci, carezza, sussurri dolci, qualche ti amo sentito….

Il campanello suonò, riportandolo alla realtà.

Si alzò con un sorriso entusiasta, camminando fino alla porta con decisione.

Sarebbe andato tutto bene, ne era certo.

Aprì la porta con un sorriso elettrizzato, che però gli morì subito sulla labbra appena vide che non era Blaine.

Ma Finn, con Rachel.

E tra le mani reggevano un enorme scatola di pizza al metro.

“Cosa ci fate qua?!” domandò, quasi isterico.

Il fratellastro lo guardò senza capire “Prima mi hai chiesto se pensavo di mangiare fuori perché eri solo a casa, così ho pensato di stare tutti insieme!”

“Cosa?!” sentiva gli occhi sul punto di saltargli fuori dalle orbite “Io ho detto che dovevi andare a mangiare fuori perché volevo stare a casa da solo!”

“Ma i tuoi non ci sono” intervenne Rachel “Da me ci sono i miei papà e io e Finn pensavamo di farti compagnia per cena e poi lasciarti la casa.”

“Ve ne andate dopo?”

I due si scambiarono uno sguardo “No, andiamo in camera mia” disse poi Finn, con un’alzatina di spalle.

Perfetto.

Serata finita.

Rovinata.

Kurt sospirò angosciato, e quando il campanello suonò nuovamente andò alla porta lentamente, senza più alcuna traccia dell’entusiasmo che prima lo aveva smosso.

Blaine si sorprese molto quando lo vide così abbattuto “Ma…. Che succede?” domandò stranito, chiudendosi la porta alle spalle e seguendolo in salotto, dove Rachel e Finn stavano servendo la pizza su tre piattini.

“Oh Blaine, ci sei anche tu!” disse con entusiasmo la giovane, mentre il Warbler nascondeva la sua cartella di scuola dietro alla schiena, come se contenesse una bomba o dei documenti della CIA. Certo, la bomba c’era davvero lì dentro.

“TI prendo un piatto, accomodati” disse Finn, andando in cucina.

Kurt si afflosciò deluso sul tappeto, guardando con espressione disgustata il suo pezzo di pizza.

Blaine lo imitò, sospirando.

Addio serata.

“Ragazzi ma che avete?” domandò la ragazza, senza capire.

Kurt scosse il capo irritato “Niente…

Lei lo fissò un istante, mentre anche Finn tornava con un bicchiere, piatto e posate per Blaine, e capì “Oddio…. Era… stasera Kurt?!”

Lui la fulminò con lo sguardo e lei fece per dire qualcosa da Finn, ma Hummel la bloccò “Non importa, sarà per la prossima.”

Passare il resto della serata, la loro serata, quella che sarebbe dovuta essere la più speciale di tutte, insieme a Finn e Rachel fu davvero deprimente, e il massimo che riuscirono a fare prima di addormentarsi nel letto di Kurt furono giusto un paio di coccole.

E la promessa che non avrebbe più programmato nulla, lasciando che gli eventi facesse il loro corso, senza forzarli.

Sarebbe successo, dovevano solo aspettare il momento adatto.

 

 

 

Continua….

(stavolta per davvero xD)

 

 

 

 

Nda:

lo so, sono una bastarda perché non li ho lasciati consumare!

Ma un piccolo indizio per voi….

Manca ancora un paio di capitoli alla fine, ergo c’è tempo!

Che ne pensate del capitolo?

Sebastian…. Mi vien da dire povero perché a me piace tanto ma quel che ha fatto Thad…. Ci sta!

Thad for president….

È davvero il più bastardo perché, a differenza di Sebastian che stronzeggia solo per ottenere le cose, lui stronzeggia gratuitamente, senza secondi fini xD

 

 

Grazie a chi ha recensito lo scorso capitolo e alle 138 persone che mi hanno inserita nei preferiti!

 

Per problemi tecnici il capitolo non è stato betato e io da sola non trovo gli errori (sono celebro- down). Chiedo scusa per eventuali porc*te all’interno del testo!

 

A presto con il penultimo capitolo!

Se volete un indizio a riguardo andate Qui

 

 

Un bacione Jessy

 

 

 

 

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Capitolo 42
*** #34 Forever. ***


bananissima

Avvertenze: il raiting di questo capitolo diventa decisamente ROSSO.

Buona lettura!

 

 

 

Blaine Anderson presents:

The Pips!

 

 

#34 Forever.

 

 

Kurt assottigliò lo sguardo, appoggiando l’indice sopra a un foglio, appeso sulla parete di fronte a lui.

Harwood…Oh eccoti qui…” fece scorrere gli occhi lungo la casella con attenzione, mentre l’altro si teneva a qualche passo di distanza, le mani ben affondate nelle tasche dei jeans e lo sguardo serio fisso nel medesimo punto, in attesa “Beh, non è una sorpresa. Hai preso il massimo del punteggio.” lesse con un sorrisetto Hummel, facendolo sospirare.

“Sì, beh…Lo sapevo” rispose con strafottenza Thad,  affiancandosi a lui e leggendo il risultato del suo esame con un sorrisetto soddisfatto, prima di far scivolare lo sguardo su quello degli altri “Anche David… Wes…Oh, anche Ethan.”

“Kirk poteva fare di meglio ma, comunque, ha fatto un bel punteggio anche lui” disse Kurt, scorrendo il dito dal nome dell’amico fino al voto.

Thad ridacchiò “Beh, lui si fa sempre prendere troppo dal suo stato d’animo…Era nervoso all’esame.”

“Perché, tu no? Lunatico Harwood?” disse ironico Kurt, beccandosi come ricompensa per tutto quel sarcasmo una spintarella.

“Io so essere freddo, se questo va a mio vantaggio…E, fidati,  ci tenevo ad uscire con un punteggio alto. Ora che ho raggiunto il massimo credo proprio che la Columbia mi accoglierà a braccia aperte.”

Hummel annuì, mentre si voltavano per uscire dall’atrio della Dalton, così vuoto in quegli ultimi giorni di giugno “Beh, contando che sei il figlio del vice governatore dell’Ohio e che saresti entrato comunque anche col punteggio più basso... Credo che ti stenderanno un tappeto rosso sotto ai piedi appena scendi dall’aereo.”

Thad ridacchiò, sospirando sollevato e abbassandosi gli occhiali da sole non appena mise piede all’esterno “Sono felice di andarmene via, sai? Però mi mancherà la Dalton…” si voltò, lasciando scorrere lo sguardo schermato dalle lenti scure sulla facciata dell’edificio in stile antico e osservandolo con attenzione come se fosse la prima volta “Quando sono arrivato qui, il primo anno, mi sentivo un po’ sperduto” si mise a raccontare con voce nostalgica, catalizzando tutta l’attenzione di Kurt su di sé “Tutti sembravano così seri da un occhio esterno, così posati…E io non ne potevo più di quell’ambiente freddo e ipocrita visto che ci sono cresciuto fin da bambino…

“Pare però che tu ti sia ambientato fin troppo bene…” osservò Hummel, guardando il profilo netto dell’amico.

Harwood annuì, soffermandosi con lo sguardo sulla porta di pesante legno “La Dalton sembra la scuola dei fighetti, ragazzi così ricchi da non capire realmente il valore della vita, persone così concentrate sulla loro immagine da preservare il loro decoro anche a costo di troppe restrizioni. Cazzate, i ragazzi della Dalton sono esattamente come quelli di una scuola pubblica solo…

“Più civili, credo” concluse per lui Kurt, dondolandosi sul posto “Qui siete davvero su un altro pianeta, fidati, te lo dice una persona che ha vissuto la realtà della scuola pubblica e la gioia di quelle private…

Thad ruotò su se stesso, voltandosi verso di lui e facendo qualche passo nella sua direzione “Nessuno ti ha costretto ad andartene, Pookie. La stanza è diventata così triste senza di te…Anche se almeno non puzzava più come un barattolo di cremina per i sederini irritati dei neonati”

Kurt lo guardò male, prima di sospirare e avviarsi al cancello, borbottando qualcosa sull’importanza dell’idratarsi la pelle durante l’adolescenza.

Thad scosse il capo sorridendo divertito, prima di lanciare un ultimo sguardo alla scuola, come per salutarla.

Tornerò prima o poi, pensò, almeno per vedere come se la passano qui senza di me…

Pookie potresti aspettarmi? Non mi va di correrti dietro”

Kurt si bloccò proprio sul cancello, aspettando l’altro e scoccandogli un’occhiata assassina appena fu abbastanza vicino.

Thad rise di cuore, abbracciandogli le spalle con un braccio mentre camminavano tranquillamente per le vie assolate e assolutamente deserte di Westerville “Dove ti va di mangiare?”

“Ovunque, McDonald escluso” sottolineò Kurt “Ho voglia di un’insalata che non sappia di plastica…

“E se ti offrissi un piatto di spaghetti di soia saltati con le verdure alla piastra, invece?” propose il più grande, allontanandosi da lui per accendersi una sigaretta.

“Approvato.” Thad gli fece segno di svoltare per una via laterale “Perché non hai preso la macchina oggi?”

“Perché avevo voglia di fare due passi, è una così bella giornata…

“Perché non mi hai costretto a lasciarla a casa tua, che sta almeno ad un quarto di miglio da qui?”

Il più grande si voltò esasperato verso Kurt “Pookie, cazzo, ma hai fretta?? Devi andare da Anderson?!? Devi farti la manicure?!?”

L’altro, per giusta misura, si offese un po’ “No! Solo che mi scoccia camminare sul marciapiede quando il termometro segna trentasei gradi senza un filo di vento!”

Thad roteò gli occhi, allungando di poco il passo per tenere quello scattante e quasi a suon di marcia di Hummel “Se la smetti di lamentarti e ti rilassi, risponderò alle domande che mi hai fatto l’altra sera in chat”

Kurt si bloccò e subito il più grande lo urtò, borbottando qualcosa “Avevi detto che non volevi dirmi niente…E poi ti sei disconnesso come un vero cafone!”

“Io non vivo su Facebook! Odio quel coso!”

“Solo perché tutti ti battono a Cityville!”

“Non è colpa mia se il mio apparato urbano non è sofisticato come quello di Jeff. Sai, sono sempre dell’opinione che sia più produttivo  colorare gli stuzzicadenti con i colori acrilici e farci su un arcobaleno gaio, piuttosto che spendere la vita al pc a farsi gli affari altrui” decretò saccente, guardando con superiorità Kurt dopo aver alzato di poco gli occhiali da sole.

“Tu e Cameron siete due vecchiette alla finestra…Tanto lo so che lo tagghi continuamente in stati privati che può vedere solo lui o che passate le ore in chat a commentare di tutto e di più”

“Non volevi delle risposte?” Riprese il più grande, guardandolo  negli occhi. Kurt si limitò ad annuire con un sorrisetto “Perfetto, cosa volevi sapere?”

“Perché vai a New York?” domandò il ragazzo, guardandolo di sottecchi mentre riprendevano a camminare.

Thad scrollò le spalle,  prendendo un tiro di sigaretta “Volevo andare via dall’Ohio.”

“Ma perché proprio New York?” insistette l’altro, come se volesse in qualche modo far intendere che sapeva che c’era qualcosa sotto “Di tutte le città americane…Proprio quella?”

Harwood sorrise furbescamente “Frena, Lady Marmalade…. So cosa stai pensando.” Si fermò, mettendosi davanti al ragazzo con un’espressione compiaciuta che lo fece sbuffare “Tu credi che io voglia andare a New York perché ci verrai anche tu, il prossimo anno…Vero?”

Kurt lo guardò un po’ male, incrociando le braccia, credendo di esserne davvero convinto “Già”

E…lo pensi…O ci speri?” rilanciò maliziosamente, il più grande.

Kurt forzò una risatina, vagamente imbarazzato “Thad, per favore…

“Io rispondo alle tue domande se tu rispondi alle mie…

“Ok, va bene, lo ammetto: mi lusingherebbe molto sapere che hai fatto una scelta del genere per me ma…Non servirebbe a molto non credi? Io non verrò a vivere con te”

“Oh, lo so” rispose quasi annoiato Thad “Infatti non mi trasferisco per te….” Kurt lo guardò scettico “Soprattutto perché ci sono ottime università là, ci sono già stato e vagamente mi so orientare…Poi è davvero una bella città.”

“Per caso sono scuse, queste?”

“No, quindi calma il tuo ego” Il più grande riprese a camminare verso il ristorante, aspirando un altro tiro di sigaretta “Poi, il fatto che anche tu verrai, però, mi ha aiutato a scegliere…Mi sarebbe piaciuta anche Los Angeles…

Hummel sorrise teneramente “Lo ammetto” disse prendendo a braccetto l’amico “Mi lusinga molto la cosa…

Harwood ridacchiò “Quando tu e quel coso che chiami fidanzato ci raggiungerete, io e Wes vi possiamo aiutare a gestirvi i primi mesi”
“Da quando sei così filantropo?”

“Lo faccio solo per te, ovviamente” specificò frettoloso, quasi come se ritenesse che effettivamente non ce ne fosse bisogno “Sarà divertente prendere Anderson per il culo in un altro stato.”

Kurt scosse il capo “Cosa devo fare con voi? Siete due bambini…

“Allora, in questo caso, saresti pedofilo” Harwood gettò a terra il mozzicone di sigaretta, pestandolo mentre svoltavano per un piccolo vicolo, arrivando davanti al ristorante.  Kurt lasciò andare il braccio del più grande facendo per entrare, ma Harwood non glielo permise, trattenendolo per un polso e alzandosi gli occhiali da sole sul capo “So che non potrò mai averti perché il tuo cuore appartiene ad un altro” disse sicuro, con una leggera ombra che oscura le sue già di per se tenebrose iridi color mogano “Però mi piacerebbe comunque continuare a vederci…Dopotutto siamo amici no?”

Sul viso di Kurt si aprì un bel sorriso, mentre apriva la porta del ristorante e si spostava da parte, per far passare l’altro “Migliori amici…

 

“Non ci posso credere che tu abbia preso Flint a lavorare al pub e non me! È profondamente ingiusto!”

Kenzie roteò gli occhi, mordicchiando la cannuccia del suo frappé e  scambiando un veloce sguardo con Wilson che, nel frattempo sogghignava soddisfatto “Te l’ho detto mille volte, Nicky…Lui ha veramente bisogno di un lavoro. I soldi che sua mamma gli passa finiscono direttamente al papà di Jeff, visto che praticamente lo sta mantenendo in casa su…

“Abbiamo già aggiustato la porta d’ingresso” raccontò con soddisfazione Sterling, mescolando il suo frullato mentre gli occhi vagavano curiosi sulle vetrine dei negozi “Ora possiamo anche chiuderla a chiave!”

Flint sorrise, appoggiando una mano sulla schiena del suo ragazzo prima di prendere la parola guardando la giovane “Grazie davvero, McKenzie. Non so come ringraziarti…

“Oh, figurati” sorrise allegramente lei, mentre Nick borbottava camminando in parte a lei “Che stai farneticando tu?”

“Che io so bene come si preparano i drink, come si intrattiene la gente…Tu sei un omino di ghiaccio”

“Flint è una persona molto precisa” lo corresse pazientemente il biondino, abbracciando le spalle del suo ragazzo e stringendolo a se “Imparerà in fretta…E poi è bravo con la gente”

Nick lo guardò scettico, mentre Wilson teneva lo sguardo davanti a se, ben intenzionato a non assecondare Duvall.

“Non avete trovato ancora nessuno disposto ad assumervi per questi due mesi e mezzo?” domandò Kenzie, guardando prima il suo ragazzo e poi Sterling, che scosse il capo.

“Per ora niente, ma noi non ci arrendiamo”

“Viva le recessione” disse sarcasticamente Nick mentre la ragazza intrecciava le dita alle sue, continuando a bere il suo frappè alla fragola “Non credo troveremo nulla di decente…

“Forse ci prendono da Taco Bell o da Burger King” ponderò pensieroso Jeff, facendo storcere il naso all’amico.

“Devo scegliere tra il puzzare di tacos o di fritto? Che meraviglia…

Continuarono ad ipotizzare tutti i possibili mestieri che i due avrebbero potuto affrontare durante l’estate per tutto il tragitto verso casa Sterling, dove Nick aveva lasciato l’Impala quella stessa mattina. Una volta arrivati lì, il biondino li invitò a bere qualcosa di fresco prima di andarsene e, nonostante i frullati avessero già apportato un’elevata quantità di zucchero nel loro sangue, sia Duvall che la sua ragazza accettarono di buon grado una limonata.

Si accomodarono nel giardino sul retro che, notò Nick, era decisamente più curato dell’ultima volta che lo aveva visto. Al ragazzo piaceva scherzare, sostenendo che dietro casa Jeff aveva una vera e propria giungla e che quel ecosistema fosse da preservare visto che ragazza di animali (il biondo e i suoi fratelli) lo popolavano. A dirla tutta c’era rimasto male quando era venuto a sapere che, per sdebitarsi nei riguardi dei signori Sterling, Flint aveva tagliato, per la prima volta da quando si erano trasferiti lì, l’erba. Ok, Wilson non era decisamente una persona abituata ad aiutare in casa visto che, con una probabilità del 50%, aveva avuto come minimo due governanti nella sua vecchia casa…Ma si era decisamente rimboccato le maniche e, seppur aiutato dal suo ragazzo, aveva dimostrato di potersela cavare egregiamente.

Era degno di stima, infondo…

Nick si sedette sul dondolo della veranda, mentre Wilson prese posto su una vecchia sdraio, stendendo le gambe e accavallandole.

Kenzie però entrò in casa seguendo il biondino e proponendosi di aiutarlo a preparare la limonata. Non che ce ne fosse bisogno visto che la signora Sterling non era in casa e che quindi Jeff era costretto a usare quella istantanea, ma quello era uno di quei classici momenti in cui i due lasciavano soli Flint e Nick sperando che si chiarissero.

Era un mese che Duvall rimandava e, nonostante la promessa fatta a Jeff, trovava sempre scuse per non chiarirsi con Wilson.

Dannato orgoglio…

Probabilmente non avrebbe detto nemmeno quel pomeriggio se non fosse stato Flint ad iniziare…

“Senti, Nick, mi dispiace…

Il ragazzo alzò gli occhi sorpreso, incontrando quelli chiarissimi e grandi dell’altro, che lo scrutava realmente dispiaciuto “Per cosa?” chiese, stranito.

“Per il lavoro.” Rispose semplicemente l’altro “So che non è molto giusto, lei è la tua ragazza e avresti dovuto lavorare tu con lei ma…Mi sta solo facendo un favore. In questo momento è difficilissimo trovare qualcosa di decente da fare e, onestamente, mi serve qualche soldo in più per la benzina e per qualche spesa…

Caporale balzò sulle gambe di Nick, guardandolo sospettoso prima di acciambellarsi su di esse e iniziare a fare le fusa, ma il ragazzo quasi non ci fece caso. Iniziò a passare una mano sul pelo morbido e grigio dell’animale, mentre osservava con attenzione Flint.

…E realizzò che se voleva scusarsi quello era il momento più adatto.

“Non devi scusarti, anzi…Io dovrei farlo.” si morse un istante le labbra mentre Wilson, che aveva abbassato gli occhi sulle assi di legno sbiadito che componevano la veranda, li alzò sorpreso “Io…Mi sono comportato davvero male con te. Tanto. Non avrei dovuto dire quelle cose su di te o provocarti così tanto. Non ti capisco e non approvo la tua idea o il tuo punto di vista…Sostengo che mentire per farti lasciare da Jeff sia stata la cazzata dell’anno ma…Non avrei dovuto infierire. Tu hai avuto le tue ragioni e io non sono nessuno per criticarti o altro…” Si interruppe, attendendo che l’altro dicesse qualcosa.“E per il lavoro non devi preoccuparti, alla fine io non ne avrei nemmeno bisogno ma ora che esco sempre con Kenzie e pretendo di fare il cavaliere, necessito anche io di qualche soldo in più…  visto che Flint sembra ostinarsi nel rimanere in totale mutismo, Nick iniziò a credere che forse Wilson gli avrebbe portato rancore per l’eternità, ovvero tutto il lasso di tempo che entrambi avrebbero trascorso al fianco di Jeff. Non andava bene “Spero che prima o poi potrai perdonarmi, davvero sono rammaricato ma capirò che…

“Duvall, metti in pausa” Flint sorrise con più convinzione mettendosi a sedere e sporgendosi in avanti “Ovviamente accetto le tue scuse che, tra parentesi aspettavo da una vita” gli disse, facendogli sbuffare una risata decisamente sollevata “Facciamo così, cancelliamo tutto, che dici? Facciamo finta che non sia mai capitato?” gli porse la mano.

Nick non ci pensò due volte a sporgersi in avanti e afferrarla, stringendola “Affare fatto.”

Quando Jeff e Kenzie tornarono con un vassoio con sopra quattro bicchieri di limonata fresca, capirono che le cose si erano risolte dal modo in cui i due ridacchiavano, dalle battutine disinvolta di Duvall e dell’assenza di sarcasmo maligno di Wilson.

Brindarono alla loro estate, alzando in alto i bicchieri e promettendosi che quella sarebbe stata di certo la migliore di tutti i tempi.

 

Quando Kurt costeggiò il vialetto di casa Anderson, parcheggiando proprio lì davanti, si diede mentalmente del cretino.

Finito il pranzo con Thad si erano separati davanti alla villa di quest’ultimo e al più giovane era sembrato sciocco tornare subito a Lima senza passare dal suo ragazzo per un saluto.

Solo che non aveva avvertito e aveva una paura disumana di non trovare il suo ragazzo a casa…E se avesse disturbato suo padre? Non voleva nemmeno pensarci…

Solo che gli sembrava ancora più idiota andarsene così, senza nemmeno averci provato. Con un sospiro spense il motore, avviandosi al cancello e, con lentezza misurata e un certo timore, suonò il campanello.

In un certo senso sperava che, se non avesse risposto proprio Blaine, non ci fosse nessuno in casa. Sarebbe stato meno imbarazzante dopotutto e poteva affermare di averci comunque provato.

Il citofono gracchiò in modo inquietante e una voce famigliare gli chiese chi fosse. Kurt sospirò sollevato “Ciao Chad, sono Kurt”

-Ciao Key, ti apro-

Il cancello si aprì con uno scatto e il ragazzo entrò, camminando per il vialetto fino alla porta d’ingresso che trovò già aperta.

Chad si stava evidentemente preparando per uscire, visto che teneva in mano una camicia leggera da usare in motorino mentre, presumibilmente, sarebbe andato dalla sua ragazza.

Si sorrisero e subito il più piccolo (ma decisamente non in altezza) di casa Anderson arrivò fino a lui, battendogli amichevolmente una mano sulla spalla “Allora, come va?”

“Bene, grazie. Tu?” chiese a sua volta Kurt.

A Hummel piaceva molto il fratello minore del suo ragazzo, era simpatico e aveva dei modi di fare decisamente molto carini. Faceva tenerezza con quel casco di foltissimi ricci scuri in testa, sempre spettinati e indisciplinati.

A sentire Blaine, invece, Chad semplicemente adorava Kurt – o Key, come aveva deciso di chiamarlo sin dal loro secondo incontro.

Parlarono del più e del meno per una decina di minuti, soffermandosi in particolare sull’ultimo scoop del momento, ovvero una compagna di classe di Chad che, a detta di quest’ultimo, era rimasta incinta da poco. A sedici anni.

E il padre era decisamente ignoto o, per lo meno, incerto.

“…. Abbiamo una rosa di sospettati di sette persone” disse Chad mettendosi il cellulare in tasca, alzando un sopracciglio.

Kurt emise un fischio basso, mentre con gli occhi puntati al pavimento rifletteva “Certo che al tuo liceo ne capitano di cose, eh?”

“Già, non ci si annoia” rispose sorridente il ragazzo, prima di lanciare un’occhiata all’orologio del soggiorno “Devo scappare, o Abby mi spara, stavolta. Blaine lo trovi in piscina, comunque. Credo che si sia addormentato di nuovo all’ombra…

“Beato lui…. Penso che andrò a fargli compagnia allora” rispose Kurt ridacchiando.

“Oh, fai pure. Io ora esco e papà ha portato la mamma a Orlando per un weekend riconciliatore” lo sguardo scettico del ragazzino diceva decisamente tutto, ma Kurt non riuscì ad impedirsi dal chiedere come procedessero le cose lì dentro “Malissimo, davvero malissimo” rispose Chad, risultando agli occhi di Kurt meno abbattuto del fratello e decisamente più arrabbiato col padre “Litigano spesso, a tutte le ore…Mi fanno impazzire, sul serio. Fortuna che a casa non ci sono praticamente mai…

Kurt annuì “Va bene, ora ti lascio andare o ritardi troppo…Salutami Abigail!”

“Lo farò, tu ricordati di dirci quando tu e mio fratello siete liberi per fare un’altra serata di ‘cucina tailandese più film’, ok?”

Kurt sorrise di nuovo “Certamente, ciao Chad

Il più piccolo lo salutò con un cenno prima di sparire, chiudendosi la porta alle spalle e lasciandolo solo.

Hummel si avviò verso la cucina, immaginandosi già il suo ragazzo addormentato su una sdraio, sotto all’ombrellone, con un libro appoggiato in grembo e l’espressione più dolce mai vista.

Beh, aveva sbagliato totalmente fantasia visto che, quello che vide, fu per certi aspetti decisamente molto meglio…

A primo impatto credette di doversi sedere per non svenire in terra come un cretino, ma poi con un certo impegno riuscì a tenersi in piedi.

Perché Blaine non era sulla sdraio a dormire, ma in piscina.

…E stava facendo Dio solo sa quante vasche.

I muscoli della sua schiena contratti erano la cosa più eccitante sulla quale il giovane Hummel avesse mai appoggiato lo sguardo e…Wow. La temperatura esterna si era alzata drammaticamente?

Si allargò il colletto della camicia smanicata che indossava, prima di muovere qualche passo verso il bordo e chiamare un paio di volte il suo ragazzo.

Appena si accorse della sua presenza, Blaine si fermò, togliendosi l’acqua dagli occhi e andando verso di lui “Ciao! Non  ti aspettavo…Pensavo fossi ancora in giro con Harwood e che non ci saremo visti fino a stasera!”

“Thad aveva da fare con David e Wes, così ho pensato di passare da te” disse Kurt, chinandosi e appoggiandosi con le ginocchia, lasciate scoperte dai pantaloni a pinocchietto,  sul bordo della piscina “Non ti scoccia, vero?”

“Assolutamente no, mi fa molto piacere!” disse con un sorriso Anderson, appoggiandosi al bordo davanti a lui con le braccia “Ti sei divertito?”

“Abbastanza, ma ho sentito la tua mancanza”

“Perché?”

“Mi diverto a sentire Thad che ti prende in giro” gli disse sarcastico Kurt, spostandogli un riccio bagnato dalla fronte mentre Blaine sbuffava “Posso sapere che domande fai?! È logico che mi manchi, ieri non ci siamo nemmeno visti…

“Ieri qui è scoppiata una guerra” disse Blaine.

Chad me l’ha detto…

“In confronto Gettysburg è stata una partita di Dogeball…”rilanciò ancora Anderson “Ma ora non parliamone, se poi ti ha già avvertito di tutto mio fratello, meglio così… Perché non ti metti un mio costume e entri in acqua anche tu? Con questo caldo è fantastico, te lo assicuro..”

Kurt avvampò “Preferirei di no….” Il piano del giovane era semplice: mettersi sullo sdraio e lasciare che Blaine nuotasse tranquillo. Senza staccargli gli occhi di dosso. Mai.

“Sicuro?”

“Si, certo…Non ho un bel rapporto con le piscine…

“Allora esco per tenerti compagnia!”

“Oh ma non è affatto neces-

Kurt fu costretto ad interrompersi quando Blaine, appoggiando le mani sul bordo della piscina proprio accanto a lui, fece leva sulle braccia, sollevandosi per mettersi a sedere su di esso.

Quella fu una sorta di mazzata finale per i suoi ormoni già gravemente compromessi.

“Kurt, che hai?” domandò Blaine mentre gli occhi del suo ragazzo sembravano troppo impegnati a seguire una gocciolina che, bastarda, stava scivolando con lentezza lungo i suoi pettorali “Sei strano…

Il  ragazzo si costrinse ad alzare gli occhi in quelli caramellati di Anderson tirò un sorriso “Ho solo caldo…. Decisamente molto caldo…

Qualcosa nel suo tono doveva aveva tradito, visto che Blaine ci mise solo una manciata di secondi ad azzerare la distanza tra di loro, baciandogli le labbra con passione mal contenuta.

Kurt allungò una mano, mentre inclinava di lato il capo, per accarezzargli i capelli bagnati e gocciolanti.

Quando il morettino si staccò, prese a guardarlo negli occhi, con un sorrisetto “Vuoi andare da qualche parte? Se mi dai un attimo mi cambio e…

“No.”

Kurt abbassò gli occhi sulla superficie increspata dell’acqua, imbarazzato per quella risposta decisamente secca. Solo che davvero non aveva voglia di uscire e andare chissà dove, probabilmente al parco, dove al massimo potevano scambiarsi qualche carezza  e un paio di baci a stampo.

Decisamente aveva voglia di qualcosa…Di più.

Subito, anche.

Blaine annuì pensieroso “D’accordo…” disse accomodante, evitando di accostarsi troppo a lui per non bagnarlo “Allora che ti va di fare?”

“Andiamo in camera tua?”

 

David si passò una mano sulla fronte per spazzare via il sudore, mentre Thad si esibiva in un altro salto un po’ esagerato e segnava un altro canestro.

Wes si appoggiò con le mani alle ginocchia, ridacchiando “Possiamo smettere ora? Fa decisamente troppo caldo per continuare…

Thad sogghignò “Solo perché state perdendo, pappemolli?”

“Tutta fortuna Harwood” sottolineò con un sorrisetto Thompson, prendendo al volo la palla che proprio quest’ultimo gli stava passando.

“Chi l’avrebbe mai detto che uno della tua statura fosse in grado di segnare tutti questi canestri?” lo schernì allegramente Wes, senza troppa cattiveria, portando una mano alla fronte per schermarsi gli occhi a mandorla dai raggi del sole pomeridiano.

Thad alzò il bordo della canottiera che portava per asciugarsi il viso, prima di ridacchiare “L’altezza non è tutto nella vita…

“Prendi sempre in giro Blaine per via dell’altezza” disse paziente David.

“Si ma lui davvero è esagerato! Una persona così bassa non l’avevo mai vista…. E io vivo in un quartiere pieno di anziani” si difese Thad, guardando il ragazzo di colore palleggiare.

Entrambi decisero di lasciar cadere l’argomento, o il padrone di casa avrebbe continuato a dire che paragonare Blaine a chiunque fosse come mettere un Bonsai affianco ad un Baobab. Addirittura sosteneva che la sua non era discriminazione, affatto: semplicemente voleva mettere Blaine di fronte ad una cruda e scomoda realtà.

“Quando vi trasferite voi due?” domandò David, scartando Thad che si era fatto avanti per rubargli la palla e avvicinandosi al canestro, segnando un punto.

Wes scrollò le spalle, prendendo la palla al volo e passandola ad Harwood che non perse tempo a fare l‘ennesimo canestro “Abbiamo già trovato un bel appartamentino…. È a Midtwon, non molto lontano dalle nostre facoltà….”

“Nell’Upper East Side mio padre ha un appartamento” disse Thad palleggiando la palla al suo fianco, mentre si avvicinava ai due amici “Ma io mi sono altamente rifiutato di andare a vivere lì. Vorrei vederlo il meno possibile e, conoscendolo,  userebbe qualsiasi scusa per venire da me ogni maledetto giorno….”

“Pensi di lavorare una volta arrivato là?” chiese David, alzando un sopracciglio.

“Assolutamente no” gli fece sapere Thad “Non ho detto che non voglio più i soldi di mio padre, ma che non voglio più vedere lui”

“Non è molto maturo..”

“Lo vedo come una sorta di risarcimento per tutto quello che mi ha fatto passare e tutto quello che tutt’oggi mi fa….”lanciò la palla in un cestino, appoggiato affianco ad uno dei portoni del grande garage, e si prese un bicchiere di cocacola con ghiaccio e limone dal vassoio che la cameriera aveva portato poco prima, prendendo un sorso generoso “E poi tra la facoltà, la palestra e la movida newyorkese dove lo trovo il tempo anche per lavorare?”

“Oh certo, tutto torna” disse ironico il ragazzo di colore, prima di voltarsi verso Wes “Io penso troverò lavoro in qualche caffetteria di Columbus per mettere via qualche soldo, visto che i miei vogliono provvedere agli studi e all’appartamento”

“Pensavo la stessa cosa” ammise Wes “anche perché non ho mai lavorato in tutta la mia vita e non posso passare da zero a cento in poco tempo. Quando inizierò i tirocini nel secondo trimestre sarà dura fare i turni se non ci ho mai nemmeno provato…

“Io non credo di averne bisogno” disse Thad “Infondo mi infileranno in un vecchio e polverso studio legale a fare il caffè che un ammuffitissimo avvocato che ha iniziato a lavorare nel 1950 circa….”

I due amici si scambiarono uno sguardo “Thad sai che al lavoro, fino a che non sarai tu stesso ad aprire uno studio indipendente, non potrai comandare tu…. Vero?”

Lui li guardò con un sorriso furbesco “Certo…. Posso però far credere alle persone che sono loro a dirmi cosa fare, quando invece sono io stesso a deciderlo…. E non so se mi sono spiegato” Wes alzò un sopracciglio mentre David roteava gli occhi “Possiamo tornare a giocare ora?”

Thompson annuì rassegnato, mentre Wes sorrideva “Prima però vorrei chiarire un punto con te, Thad…

Il ragazzo lo guardò stranito “Ovvero?”

“Che hai da dirmi su Sebastian Smythe?”

 

Kurt aveva molta cura dei suoi vestiti.

Si offriva sempre di stirare e fare il bucato al posto di Carole non tanto per sfiducia, ma perché ci teneva davvero molto ad occuparsi personalmente di tutti quei capi di abbigliamento che aveva scelto egli stesso con molta accuratezza….

Eppure non sembrava turbarlo molto il fatto che Blaine avesse buttato la sua preziossima camicetta di Ralph Lauren a terra, nella foga del momento.

Ed ora era lì, sul letto del suo ragazzo che, tra l’altro, aveva fatto una doccia veloce per levarsi di dosso tutto quel cloro, e che in quel momento indossava solamente un altro costume che, agli occhi di Kurt, sembrava ancora più corto di quello di prima.

Passò una mano sulla sua schiena calda, mentre quelle del moro esploravano la pelle morbida dei suoi fianchi, facendolo rabbrividire. Blaine scese ad accarezzargli lentamente la coscia, prima di fermare la mano sulle sue reni per tirarlo più vicino a se.

Si staccarono, bisognosi di ossigeno, e si scambiarono uno sguardo prima di Blaine trovasse la forza per farsi appena un po’ indietro con la schiena e schiarirsi la voce “K-Kurt…. Se vuoi io…. Insomma… Ci fermiamo qua?”

Kurt si morse il labbro inferiore, ma non per una qualche forza di indecisione….

Anzi…

“No, non fermiamoci qua.” Disse, arrossendo solo un pochetto. Si sentiva sicuro, non voleva smettere o rimandare ancora.

Si sentiva pronto.

Blaine lo guardò un secondo sperduto, prima di prendere un respiro profondo “D’accordo allora…. Solo, dammi un istante perché io non mi aspettavo di certo una cosa del genere e quindi non mi sono preparato psic-

Ad interrompere quello sproloquio ci pensò Kurt, riattirando il suo ragazzo a se e riprendo esattamente da dove avevano lasciato poco prima, ovvero labbra contro labbra.

Non c’era spazio per le parole, e quando la mano morbida di Kurt catturò la sua, anche Blaine riuscì a percepire che era giusto così. Che anche lui era pronto.

Intrecciò le dita alle sue, stringendo la presa, baciandolo per qualche minuto con passione prima di scendere sul suo collo per ricoprirlo di teneri morsi e portare l’altra mano tra di loro,  e il suo ragazzo ansimò lievemente sulle sue labbra nel sentire il primo bottone dei pantaloni saltare.

Anche Blaine sentì il cuore perdere di qualche battito quando Kurt portò una mano un po’ più in basso, accarezzandogli la base della schiena appena sopra l’elastico del costume da bagno.

Si spostò all’indietro sulle ginocchia, aprendo anche il secondo bottone sotto lo sguardo sconvolto dalla passione di Kurt e, velocemente per non imbarazzarlo troppo, gli sfilò i pantaloni lasciandolo con addosso solo un paio

di boxer scuri, decisamente più stretti in quel momento.

Non si perse troppo a guardarlo, tornando a baciargli il ventre e risalendo fino al petto.

Blaine sapeva di non essere un grande esperto di sesso almeno dal punto di vista pratico, ma da quello teorico  poteva per lo meno affermare che la sua cultura in fatto di porno non era poi così di base.

Si era informato così, leggendo di qua e di la dai forum e spulciando i siti vietati ai minori usando i dati anagrafici e il nome di suo padre, un po’ per ripicca un po’ per comodità.

Sapeva, quindi, dove andare a parare per lo meno, al contrario di Kurt che sembrava completamente in sua mercè.

Prese a torturargli un capezzolo con i denti e la lingua, mordicchiandolo e leccandone i contorni, scoprendo che quello che aveva letto doveva per forza essere vero visti i dolci gemiti che uscivano dalle labbra di Kurt.

Una mano del più giovane finì tra i suoi ricci ancora umidi e ribelli, stringendo di poco la presa. Tutto quello che gli stava facendo era semplicemente paradisiaco.

La bocca di Blaine e le sue mani lo erano.

Quando finalmente tornò a baciarlo sulle labbra sembravano passate ore e ormai la loro eccitazione era decisamente incontenibile.

Si sfilarono quell’ultimo indumento da soli mentre le labbra lavoravano frenetiche, poi Blaine si portò sopra Kurt, che dischiuse le gambe per farlo sistemare tra di esse.

Anderson si scostò di poco dal suo viso per guardarlo negli occhi e, sorridendogli dolcemente, gli accarezzò la guancia arrossata dal piacere e da quella punta di imbarazzo che ancora faticava ad andarsene “Sei bellissimo”

Kurt ricambiò il sorriso, chiedendosi come potesse esserlo vista l’espressione sconvolta e i capelli spettinati, ma non lo chiese. Semplicemente strusciò il viso contro la sua mano “Anche tu lo sei…

Si scambiarono ancora qualche piccolo bacio a fior di labbra mentre le mani vagavano curiose e inesperte sui loro corpi appena velati di una sottile patina di sudore a causa di tutto quel movimento e del calore estivo.

La luce si stava abbassando progressivamente dietro alle tapparelle abbassate, segno che di lì a poco sarebbe tramontato il sole.

Quando Blaine si appoggiò ai gomiti per sollevarsi Kurt lo tranne su di sé.

L’idea che alzandosi avrebbe potuto vederlo del tutto nudo non era proprio il massimo delle sue aspettative “Dove vai?!”

Blaine battè velocemente le palpebre senza capire “Da nessuna parte solo…” prese un altro respiro profondo “Volevo chiederti di voltarti…. A pancia sotto…

Kurt lo guardò sorpreso “E perché?”

“Penso che così saprei più come fare a…. Per favore fidati di me, solo per questa prima volta. Voglio essere sicuro che tu non sentirai più male del necessario”

Il ragazzo dagli occhi azzurri annuì, aspettando che Blaine si sollevasse di poco da lui per poter girarsi, non prima però di aver lasciato che il suo sguardo indugiasse sul corpo del moro e – Dio- voleva arrivare al dunque.

Lo voleva davvero.

Appena si fu appoggiato con la pancia sul materasso, Blaine prese a ricoprirgli le spalle e la schiena di baci, continuando ad accarezzargli con fare rassicurante il fianco sinistro. Scese lungo tutta la colonna vertebrale, baciando e leccando a tratti ogni singola porzione di pelle lungo quel tragitto, fino a raggiungere il fondoschiena del suo ragazzo.

Con dolcezza prese ad accarezzargli le natiche, mentre Kurt si aggrappava con forza al lenzuolo chiaro, stringendolo tra le dita e tenendo il viso appoggiato al cuscino, impregnato dell’odore del suo ragazzo. Quando Blaine le separò lentamente, il respiro di Kurt di spezzò.

Non aveva idea di quello che avrebbe fatto Blaine, ma di certo non si aspettava quello che sarebbe successo di lì a poco.

Poteva sentire la sua lingua all’inizio tentennante e poi via a via sempre più sicura, delineare la sua apertura con accuratezza, tanto che l’ultima cosa che Kurt fu in grado di pensare fu che ringraziava il cielo di aver fatto la doccia quella mattina stessa.

Poi le sinapsi terminarono e il suo cervello andò in blackout totale.

Perché, sul serio, Blaine non poteva fare quelle cose e pretendere che Kurt non perdesse del tutto il senno.

Continuò a stuzzicarlo con la lingua, con la solerte convinzione che aveva fatto bene a leggersi attentamente quasi tutti i siti possibili e immaginabili che trattassero la tematica della ‘prima volta tra due ragazzi’ in modo serio.

Non avrebbe mai fatto niente del genere e non avrebbe mai saputo quanto importante e fondamentale fosse per i preliminari se non l’avesse letto con i suoi stessi occhi e, sempre a giudicare da come Kurt stava vivendo la situazione, stava andando tutto bene.

Solo che, dopo, veniva il difficile.

Quando avvertì i muscoli del suo ragazzo rilassarsi progressivamente si sollevò, tornando a baciarlo sul collo mentre la sua mano si allungava verso l’ultimo cassetto del comodino, dal quale prese un flaconcino di lubrificante trasparente e un preservativo da una scatola che aveva aperto per curiosità quando era tornato abbattuto da casa Hummel, dove avevano visto fallire il loro piano di perdere la verginità a causa di Finn.

Si mise seduto sulle ginocchia, prendendo un poi di quel liquido trasparente sulle dita e saggiandone un istante la vischiosità prima di rivolgersi a Kurt “Sentirai un po’ di fastidio ora…. Ho letto che però passa. Ok?”

L’altro annuì  semplicemente, tenendo gli occhi chiusi, incapace di fare altro.

Si sentiva del tutto succube di quella situazione e il modo che aveva Blaine di rassicurarlo lo stava letteralmente mandando fuori di testa.

Con molta calma, Blaine insinuò un dito tra le sue natiche, cospargendo la sua apertura di lubrificante prima di provare ad insinuare il dito al suo interno. Non era nemmeno entrata la prima falange che subito il ragazzo sotto di lui si irrigidì.

Si chinò su di lui, appoggiando una mano di lato al suo viso per potersi sporgere e sussurrargli all’orecchio “Posso fermarmi se non vuoi”

Kurt si morse le labbra “No. Solo…. Scusami ma…. Riprova…

“D’accordo, tu rilassati” gli baciò piano la guancia “Non voglio farti del male ma più rigido sei peggio è…

Kurt annuì di nuovo, mentre Blaine riprovava ancora più lentamente.

Quando finalmente riuscì nel suo intento Kurt storse il naso, infastidito da quella strana sensazione. Pregò che non fosse così tutto il tempo, e, senza saperlo, Blaine stava già cercando di fargli cambiare idea.

Ruotò il polso piano, cercando di arricciare il dito e muoverlo in modo tale da raggiungere un punto specifico che, sempre secondo quel sito doveva essere…

“Dio, Blaine!”

…. Lo aveva trovato.

Continuò a premere un paio di volte contro la parete della sua prostata, delicatamente, mentre sentiva Kurt gemere forte e rilassarsi sempre di più.

Solo quando lo ritenne abbastanza preparato tolse il dito per infilarsi il preservativo.

“Piccolo, voltati” disse con decisione, prendendo un altro po’ di lubrificante.

Quella era la classica situazione in cui era meglio abbondare.

Kurt si sollevò sulle braccia tremolanti e tornò a stendersi a pancia in su, guardando Blaine con le iridi scure, annebbiate.

“Cielo, Kurt…” mormorò Blaine guardandolo eccitato “Sei così…. Perfetto.”

“Fallo” sbottò l’altro, col fiato corto “Per favore io…. Non resisto più io voglio che tu…

Blaine sorrise, vederlo così impacciato era decisamente adorabile, anche se avrebbe definito quella situazione in tutt’altro modo.

Lo prese per i fianchi, studiando un modo per farlo sistemare a Kurt, per sua iniziativa, si appoggiò con il sedere alle sue ginocchia, allacciando le gambe ai suoi fianchi, e appoggiandosi ai gomiti, per sollevarsi e baciarlo.

Blaine incontrò le sue labbra in un bacio dolce, mentre lo sistemava meglio per avere un angolazione migliore. Accompagnò con la mano la sua erezione quasi dolorosa  fino alla sua entrata, strofinandola lì un paio di volte prima di provare ad entrare, trovando subito una discreta resistenza da parte del suo ragazzo.

Rilassati…” soffiò sulle sue labbra, continuando a baciarlo, e sentì che ci stava davvero provando ma non era affatto facile.

Non intendeva forzarlo in alcun modo, ma la forza con la quale Kurt lo teneva stretto a sé gli fece capire che voleva che andasse avanti, così applicò appena un po’ più di forza, riuscendo ad entrare anche se di poco.

Kurt si staccò dalle sue labbra, stringendo gli occhi e lasciandosi sfuggire un gemito che sembra più un lamento di dolore.

Blaine gli prese una mano, intrecciando le dita alle sue e cercando di stabilizzare la sua voce, rotta dal piacere. “Passa, ti prometto che passa…. Ma tu rilassati.”

N-non è facile!”

“Lo so ma…. Prova, oppure smetto”

Kurt respirò a fondo, prima di far segno ad un  Blaine  alquanto ansante di riprovare.

Fu davvero doloroso, ma quando il moro fu del tutto dentro di lui si sentì bene, completo come non lo era mai stato prima.

Blaine attese un po’ prima di iniziare a spingersi dentro di lui da prima con delicatezza e poi sempre più velocemente, accorgendosi che anche Kurt dondolava per quanto gli fosse possibile il bacino, accompagnandolo.

Quando i movimenti si fecero meno armonici e frenetici anche Anderson prese a gemere forte, incapace di tacere tutto il piacere che Kurt gli stava procurando, mentre quest’ultimo riceveva il suo, chiedendosi perché avessero atteso così tanto.

 

 

Jeff sciacquò il piatto sotto al getto caldo del lavello della cucina prima di insaponarlo e risciacquarlo di nuovo.

Flint gli sorrise, prendendolo in un vecchio straccio color ocra tutto sfilacciato per asciugarlo.

Avevano appena finito di cenare tutti insieme e quella sera toccava a loro sistemare, visto che Josh aveva deciso di uscire con un paio di amici che poi sarebbero partiti per le vacanze, lasciandolo solo a Westerville, incastrato nel nulla, a sentire le sue lamentele.

Ai due ragazzi, invece, andava benissimo passare tutta l’estate in casa.

Non che lì avessero poi tutta quell’intimità visto che dormivano tutti quanti in una stanza, ma andava benissimo così.

Dopo aver rischiato di perdersi per sempre si sarebbero accontentati di qualsiasi cosa pur di rimanere insieme. Senza contare che il tempo per rimanere soli sapevano ritagliarselo benissimo.

“Si guardarono un istante negli occhi e, lentamente, Jeff si chinò su di lui per baciargli una guancia e farlo sorridere ancora di più, prima di riprendere a lavare le stoviglie “Allora, oggi tu e Nick avete chiarito, mhm?” domandò cercando di suonare vago, prima di passargli un paio di coltelli ora puliti.

Flint li prese con attenzione, asciugandoli e sistemandoli accanto ai piatti “Già, mi ha chiesto scusa per avere un po’ esagerato e io gli ho chiesto scusa per aver accettato il lavoro che Kenzie mi aveva offerto. Ora siamo pari”

Jeff parve quasi gongolare “Perfetto, onestamente non chiedo altro per quest’estate…

“Io nemmeno” rispose Flint, prendendo l’ultima forchetta mentre Jeff levava il tappo dal lavandino per fa scorrere via l’acqua. Asciugò le mani del biondo prima di appoggiare lo straccio allo schienale di una sedia, spingendola sotto al tavolo di legno “Sai….” Mormorò guardandosi attorno “So che suono paradossale ma…. Non mi sono mai sentito tanto ricco come da quando mi sono trasferito qui con voi….”

Il biondino lo abbracciò, dondolando sul posto “Ed è solo l’inizio…. Vieni, andiamo di la, stasera danno una maratona di Friends sulla NBC…

Il morettino sorrise, alzando il mento per baciarlo sulle labbra, prima di annuire e prenderlo per mano.

Si sedettero sul tappeto, davanti al divano dove i signori Sterling erano impegnati in una fitta conversazione riguardo all’ipotesi di andare tutti quanti una settimana sui grandi laghi, dalle parti di Chicago, e Flint prese sulle gambe il piccolo Joshua.

Decisamente non si era mai sentito così ricco.

 

La luce della luna era così forte che, passando attraverso le sottili fessure delle tapparelle, riusciva ad illuminare di una luce argentea il corpo nudo di Kurt.

Blaine non riusciva a smetterlo di guardarlo, tanto gli sembrava bello e perfetto. Non riusciva a prendere come invece aveva fatto il suo ragazzo poco dopo aver terminato quel primo amplesso, quasi come se avesse paura di trovarsi in un sogno.

Con le dita accarezzò lentamente tutta la sua schiena fino all’orlo del lenzuolo che mollemente lo copriva dai fianchi in giù.

Per lui fu quasi del tutto impossibile iniziare a pensare alla loro storia, a tutto quello che stavano condividendo, e si ritrovò a sorridere come un ebete davanti a tutto quello che li aspettava.

Il futuro lo aveva sempre spaventato, visto che lui odiava non avere certezze….

Ne aveva una, finalmente, e Kurt era la persona più solida a cui si fosse mai aggrappato in tutta la sua vita.

Era così stupendo che Anderson iniziava seriamente a pensare che fosse troppo per lui. Troppo intelligente, simpatico, bello.

Troppo tutto.

Eppure non aveva la benché minima intenzione di lasciarlo andare.

Lo voleva con se per sempre, e forse sarebbe stato davvero così, perché sapeva che anche Kurt lo amava tanto quanto lo amava lui. Lo aveva letto nei suoi occhi prima, mentre portavano quel loro amore su un piano del tutto nuovo, più fisico.

Avrebbe fatto di tutto per rimanere con lui.

Forse anche cambiare città.

Forse anche cambiare scuola….

Si accoccolò contro la sua schiena, portandogli un braccio attorno ai fianchi per stringerlo a sé e lo sentì sospirare nel sonno, dolcemente.

Poi, appoggiando il capo contro le sue scapole, sorrise chiudendo gli occhi e lasciandosi cullare dal sonno.

Sì, sarebbero rimasti insieme per sempre.

Ne era certo.

 

 

 

Continua….

 

 

 

 

Nda.

Eccoci qui, a meno un capitolo dalla fine!

Non vi anticipo nulla, sono triste e ho anche sonno perché ho dormito quattordici ore stanotte quindi sono rimbambitissima, quindi passo direttamente ai ringraziamenti:

-      Chi ha recensito fin ora, con tanto amore. GRAZIE.

-      Chi semplicemente legge. GRAZIE.

-      Chi mi ha inserita tra i preferiti. GRAZIE!

 

Il prossimo e ultimo capitolo uscirà non so bene quanto, tra martedì e giovedì!

Ditemi che ne pensate se potete, ci tengo molto visto che nelle scene lemon sono una pippa (una volta ne scrivevo a iosa, ormai sono diventata pigra anche in questo xD)

 

A presto.

Un bacione

Jessy.

 

 

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Capitolo 43
*** #35 Epilogue. ***


bananissima

 

 

Blaine Anderson presents:

the Pips!

 

 

#35 Epilogue.

 

 

“Se starai alla Dalton…. Noi due saremo rivali…

“È vero.”

“…. E sono sicuro che il nostro amore adolescenziale non potrebbe sopravvivere”

 

 

“Oh Dalton, dolce Dalton!”

L’urlo da invasato che Nick gli cacciò a tre centimetri dall’orecchio, aiutò Blaine a tornare con i piedi per terra.

Certo, dopo aver passato una mezz’oretta buona a colazione con il tuo ragazzo logorato dalla delusione nel vederti con la tua solita divisa scolastica non era il massimo, tenuto conto che il suddetto ragazzo aveva fatto di tutto per buttarla sul ridere per evitare di fargliela pesare.

Anche se forse, però, quella di Kurt era solamente tattica.

Non si sapeva mai, ma Blaine preferiva pensare  a Kurt come a quel tenero e coccoloso ragazzo di Lima che mai e poi mai avrebbe attuato una meschina tattica di vittimismo per convincerlo a trasferirsi nella sua scuola.

A un’ora e dieci da casa sua,senza tener conto di traffico/neve/ pioggia/nebbia.

Piena di omofobi pronti a lanciargli addosso granite gelate e insulti gratuiti.

Straripante di ragazze – non che Blaine fosse discriminatorio verso di loro, ma cavolo!- pronte a guardarlo dall’alto verso il basso e a schiaffeggiarlo con la coda di cavallo ogni qualvolta fosse stato nei loro paraggi.

Senza contare che, alla Dalton, stava affrontando un programma parallelo di recupero anni per rimediare a quella spiacevolezza chiamata ‘bocciatura per eccessive assenze’* che lo aveva costretto a perdere un anno, passando dalla sua vecchia scuola alla Dalton.

Al McKinley si sarebbe potuto presentare come Junior, quindi, non come Senior, rinunciando così a tutti quei pomeriggi extra che si era fatto negli ultimi due anni per permettergli di seguire i corsi del suo anno per poter recuperare.

C’erano troppi, troppi contro.

A partire da uno in particolare: non riusciva a staccarsi dalla Dalton non solo perché era la sua isola felice nella quale aveva trovato riparo dagli affanni di un’adolescenza davvero tormentata a causa dei bulli, ma anche dai Warblers.

Come poteva dire loro che se ne andava così?

 

“Avevi detto che avresti preso una decisione prima dell’inizio della scuola… Eppure eccoti qui seduto, carino come sempre, ma nella tua uniforme della Dalton….”

“Non posso lasciare così i Warblers, quei ragazzi sono miei amici…

 

Nick gli teneva ancora un braccio attorno alle spalle mentre Jeff camminava all’indietro, rivolto verso loro due per poter continuare a chiacchierare eccitato di tutto quello che gli passava per la testa, con Caporale che si affacciava pigramente da sotto la sua giacca, come un osceno bozzo  ascellare.

Sorrise pigramente, osservando attentamente i due ragazzi fare progetti ambiziosi sulla ThreeSix Maphia per quel nuovo anno scolastico.

Quell’anno che però Blaine non sentiva suo.

Qualcuno attirò la sua attenzione.

Flint, lo prese per un gomito sottrandolo alla presa di Nick per potarlo via con sé “Dobbiamo parlare di affari” disse pacatamente.

Ah si, era un capo consiglio, aveva in impegno importante. Poteva sdebitarsi con i Warblers per tutto quello che avevano fatto per lui lavorando per il bene comune del gruppo.

“Ti vedo pensieroso” disse Cameron prima ancora di salutarlo, mentre entrava nella sala prove al seguito di Wilson “Non hai una bella cera, hai fatto colazione? Ricorda che una sana colazione è alla base di uno stile di vita equilibrato.”

Blaine sorrise lievemente, Cameron era già logorroico a livelli eccezionali ed erano solo le otto del mattino.

Flint si sedette alla scrivania prendendo in martelletto e rigirandoselo in mano con aria pensierosa “A parte Cam e le sue perle da pubblicità di qualche tipo di yogurt…. Avete pensato alla mia proposta?”

Anderson annuì “Io la appoggio in pieno. Te l’ho detto e lo ripeto”

“Idem” concluse James, mentre Blaine segnava il suo primo appunto sul quaderno delle riunioni. Nella pagina accanto la scrittura di Thad, così ordinata e stretta, sembrava dannatamente formale rispetto alla sua tonda e un po’ infantile.

Sospirò pesantemente mentre Flint batteva il martelletto, esprimendo tutto il suo divertimento in una risata cristallina “Allora è deciso: Nick Duvall sarà il nostro solista…. Non vedo l’ora di dirglielo mercoledì alla riunione! Fino ad allora…” Puntò l’oggetto contro Cameron “Acqua in bocca!”

“Ci posso anche provare” disse il ragazzo, divertito, prima di voltarsi verso Blaine “Hey amico, davvero che ti prende? È successo qualcosa?”

 

“Ascolta, onestamente, vorrei solo poterti vedere di più. Vorrei che il mio ultimo anno sia magico, e so che questo è possibile… 

 

 

 

Il morettino abbozzò un sorriso di circostanza “Davvero ragazzi, è tutto ok”

“Non credo” si intromise Flint, incrociando le mani sotto al mento “Questo è il nostro primo giorno da Senior e sembra che a te sia morto il cane.”

“Non è morto Hobo, vero?” chiese preoccupato Cam facendo scuotere il capo al ricciolo.

“Sta bene, e io anche…. Solo…” Prese un respiro profondo “Devo solo riorganizzare bene i miei pensieri. Poi parleremo di una cosa tutti e tre insieme”

“Perché non ci provi ora, sul momento?” insistette Wilson puntando i suoi grandi occhi azzurri in quelli dorati di Blaine “Noi non abbiamo fretta, siamo anche esonerati dalla prima ora della Cooper, in quanto capi consiglio”

Anderson si sedette sulla scrivania, arrendevole.

Tanto valeva vuotare il sacco e parlarne.

…. E ne parlarono a lungo, tanto quanto bastò per far chiarezza nei suoi pensieri.

 

“….Solamente se passerò ogni istante di ogni singolo giorno con te…” 

 

 

Blaine sapeva che Kurt non era stupido e comprendeva i motivi per i quali non si era ancora trasferito...

“Devi fare ciò che ti senti, Blaine…

…. E che l’avrebbe amato a prescindere da qualsiasi decisione avesse preso.

 

 

~°~°~

 

“Fa uno strano effetto stare qui senza la divisa, vero?”

Wes sospirò, guardando gli studenti della Dalton passeggiare per i corridoi e infilarsi nelle aule con una certa invidia mista alla nostalgia.

La sua adolescenza poteva anche dirsi ufficialmente conclusa e, certo, era triste, ma stava per iniziare una nuova fase della sua vita che si presentava anche migliore della precedente.

Molte più aspettative e prospettive.

Avevano ritirato i loro attestati quella mattina stessa davanti alla folla di studenti che li applaudiva e quando ciascuno degli ex Warblers era salito sul palchetto per fare la foto e stringere la mano con la Preside, tutti i loro amici in platea erano esplosi in urla e schiamazzi decisamente imbarazzati. Altro che acclamazioni….

Quando poi era stato il turno di Thad, la Sylver aveva chiesto minacciosamente contegno per paura di vedere il suo bel campo da football distrutto.

Ed ora eccoli lì, tutti e tre, impalati come tre statue in quel corridoio che conoscevano come il palmo delle loro mani. Wes e David si scambiarono uno sguardo complice, poi il ragazzo di colore diede un paio di pacche sulle spalle a Thad, che parve scendere dalle nuvole “Ci sei, fratello?”

“Ovviamente” sottolineò con un ghigno divertito Harwood “Andiamo a presenziare la prima riunione dei Warblers di quest’anno?”

“Vediamo se abbiamo fatto le scelte giuste” disse David, sorridendo.

Wes sospirò “Dobbiamo anche farne un’altra…. Chi prendiamo come sostituto?”

Thad si grattò il mento “Lascia fare a me, ok?” non ammise repliche, visto che li precedette entrando nella sala delle riunioni dove si erano riuniti i Warblers insieme a tanti altri aspiranti. Tra loro c’erano anche gli ex studenti, seduti comodamente nonostante indossassero i loro abiti normali e non la divisa, del tutto a loro agio.

Non sembra che se ne fossero ormai andati.

Ethan rise a una battuta di Jeff mentre Kirk tratteneva un sorrisetto, lanciando una vaga allusione al naso di Nick, tanto per cambiare.

Thad si sedette sul bracciolo del loro divano mentre David e Wes si accomodavano sul tappeto, lì davanti.

“Almeno ci sono tanti che vogliono entrare nel Glee” disse sottovoce il ragazzo asiatico e Jeff subito annuì.

“Penso sia un bene” disse il biondino “Eravamo davvero troppo pochi se no….”

Thad alzò gli occhi guardando verso il fondo della sala, capendo al volo perché gli prudesse così tanto la nuca. Incontrò gli occhi gelidi di Sebastian Smythe e gli sorrise malevolo.

Doveva bruciare ancora molto l’umiliazione di quasi tre mesi prima, visto che la soddisfazione per Thad non era ancora scemata nemmeno i sentimenti negati di Sebastian dovevano averlo fatto.

Ad interrompere quello scambio di sguardi ci pensarono i capi consiglio, entrando con ordine esattamente come avevano sempre fatto gli ex e disponendosi ai loro posti, alla scrivania.

Jeff corrugò le sopracciglia in un’espressione pensierosa mentre Nick sbatteva velocemente le palpebre.

C’erano solamente Cameron e Flint.

Il morettino si allungò lungo la scrivania, aprendo il cassetto che tecnicamente doveva essere di Blaine e prendendo fuori il registro delle assemblee, sfogliandolo velocemente “Dunque, ben trovati a tutti. Abbiamo moltissimi punti, all’ordine del giorno, quindi vediamo di darci una mossa e…. Sì, Warbler Sterling?”

Jeff abbassò la mano guardando con tanto d’occhi Flint “Piccolo, ma…. Blaine?”

Wilson roteò gli occhi, ignorando la scarsa professionalità del biondo e guardando verso Wes.

L’asiatico ricambiò lo sguardo, serio “Io so, tu sai?”

Flint annuì solenne “Oh si, certo che so, anche tu sai?”

“Lo so persino io….” si intromise Thad, con tono ovvio.

“Ma cosa cazzo sapete???”Sbottò di punto in bianco Nick, un po’ scocciato da tutta quella segretezza mentre, al suo fianco, Jeff si grattava la pancia con sguardo vacuo di una persona che non sa manco dove si trova. Fantastico, pensò, l’anno è appena iniziato e l’avevano già fatto confondere.

“A te l’onore” disse Montgomery, alzando un braccio verso Flint che sbattè con violenza il martelletto un paio di volte, calmando immediatamente il brusio che si era diffuso. Lanciò uno sguardo gelido ai ragazzi che si zittirono all’istante.

Wes capì di aver scelto proprio bene, eleggendolo come suo sostituto.

“Il Warbler Anderson non potrà svolgere le sue mansioni di capo consiglio, purtroppo” disse con tono distaccato, appoggiando i gomiti al tavolo e unendo le mani sotto al mento in una posa rigida.

Uhm…. E come mai?” domandò audace Nick.

Wilson e Cameron si scambiarono uno sguardo prima che quest’ultimo si schiarisse la voce, dicendo “Perché si è ritirato dalla Dalton”

In un attimo si scatenò il panico.

“Cosa cazzo hanno detto?” sibilò tagliente Sebastian afferrando il colletto della camicia di Joey, che per poco iniziò a scompisciarsi dal ridere.

Nick sbiancò come minimo di sei gradazioni mentre Jeff iniziava a boccheggiare come un pesce fuori d’acqua.

Tanti studenti che si erano appena inseriti nel gruppo e attendevano di fare il provino iniziarono a gridare allo scandalo: che ne sarebbe stato del coro sente quello che credevano sarebbe stato il solista designato dell’anno?!

“SILENZIO!” un urlo di Wilson servì per riportare nuovamente l’ordine.

La mano di Nick scattò verso l’altro e non attese il consenso dei capi consiglio per parlare “E noi come facciamo senza Blaine?”

“Chi canterà gli assoli?” chiese stravolto un ragazzino del secondo anno dal gonfio caschetto castano.

“Questo non è un problema, visto e considerato che avevano già deciso il solista prima che Blaine se ne andasse” disse Flint con pazienza.

“Di già?” domandò un ragazzo moro con gli occhi verdi “Non possiamo provare anche noi nuovi?”

“Per l’inizio dell’anno no” disse Cameron giocherellando con la penna “Visto che ci sono persone che è giusto che siano premiate, abbiamo deciso assegnare ad un Warbler onorario il privilegio di rappresentarci come solista alle competizioni almeno per la prima parte dell’anno”

“Ovvero?” chiese Sebastian, lanciando un’occhiatina alla schiena di Thad, prima di tornare a concentrarsi su Flint.

Il morettino sospirò, era dura tenere il controllo della situazione e non aveva mai pensato a tutta la fatica che faceva Wes per evitare che la sala prove si trasformasse in un pollaio. Si voltò verso Nick con un sorriso “Congratulazioni, Warbler Duvall, sarai il nostro nuovo solista.”

Mentre tutti iniziavano ad applaudire, chi con entusiasmo come Jeff e Thad che dispensavano pacche affettuose, chi per rispetto, Nick tentò di metabolizzare la cosa. Sembrava quasi sul punto di vomitare.

Io…. oddio, davvero?”

“Si tu” ridacchiò divertito Cameron mettendo a verbale anche che il colorito della sua pelle era diventato verdognolo “Vuoi farci sentire qualcosa, magari?”

Nick si alzò lentamente, andando fino alla scrivania.

Flint lo incoraggiò con un sorriso “Cosa ci canti”

“Uh, Dancing Throught Life, da Wicked.”

“Ecco i postumi di un’estate passata con Pookie” disse Thad con falsa amarezza, facendo ridere Jeff.

“Una cosa sola” Sebastian prese nuovamente la parola mentre Nick trafficava con il portatile di Cameron cercando la base “Perché Anderson è andato via?”

Flint scambiò uno sguardo con Wes, ma ci pensò Thad a chiarire la situazione a Smythe, lasciando tutti di stucco “Sai, Seb, esiste una cosuccia a te sconosciuta chiamata amore che spinge le persone a fare follie…. Peccato che una persona come te, probabilmente, non capirà mai cosa significa…

Sebastian lo guardò ironico “Dici? Beh, mi pare che noi due siamo sulla stessa barca.”

Thad sorrise furbescamente “Possibile, ma mentre io ho capito esattamente che razza di viscido stronzo sei tu, mio caro, tu devi ancora capire chi sono io…

Oook…” Flint si guardò attorno, indeciso su come interrompere il silenzio imbarazzante che era venuto a crearsi “Andiamo avanti….” Si voltò verso Nick che guardava Thad senza capire, desideroso di indagare esattamente come Cameron che passava gli occhi, ridotti a due fessure, da Harwood a Smythe, in cerca del primo scoop dell’anno “Coraggio Nick! Inizia pure!”

 

Kurt aveva appena decretato il suo Senior Year pessimo esattamente come il precedente o quello prima ancora.

Arrivò al suo armadietto con espressione irritata, aprendolo e riponendo il libro di Scienze Astronomiche prima di ravvivarsi i capelli con qualche spruzzo di lacca. Altro che magia, così proprio non andava.

Insulti gratuiti, lancio del cibo, la Coach Silvester che stroncava le corde del pianoforte con le cesoie….

Ed era solo l’inizio.

Stava riponendo la lacca ben intenzionato a fuggire in qualche caffetteria fuori dalla scuola per pranzo, magari con Mercedes, quando qualcuno attirò la sua attenzione.

Si aspettava chiunque, un giocatore di Hockey pronto a prenderlo in giro o magari qualche Cheerio dalla battuta graffiante.

Tutti, ma non Blaine.

“Non sei una visione sopportabile per questi occhi sensibili” disse ironicamente, mentre il suo ragazzo si appoggiava all’armadietto accanto al suo, abbassando gli occhi sulla sua stessa figura per poi scontrarli con quelli di Kurt.

Ambra contro azzurro cielo.

“Brutta giornata?” gli chiese, ammiccando lievemente con le sopracciglia nella sua direzione.

“Brutta settimana, a dire il vero” rispose, dandogli le spalle e cominciando a camminare per il corridoio, cosa che costrinse Blaine a staccarsi dall’armadietto per poterlo seguire “Ma…. Ma tu ci fai qui? Non dovresti essere a qualche prova dei Warblers?”chiese, riponendo i libri nella sua tracolla. “Magari mentre rifate da Dio l’ultima hit di Katy Perry?”

Da quando Blaine gli aveva riferito che sarebbe stato capo consiglio al posto di Thad, quell’anno, Kurt si era messo il cuore in pace comprendendo che le ore che avrebbero potuto spendere insieme al pomeriggio sarebbero quanto meno dimezzate.

Non si spiegava quindi la sua presenza nella scuola.

Blaine, dal canto suo, lo fissò con un’espressione sbigottita, come se il caro Hummel non avesse capito assolutamente niente della situazione.

E infondo era così.

Poi dicevano che quello lento era lui….

“Per essere una persona che ama i vestiti a tal punto, non posso credere che non te ne sia accorto” disse con un sorrisetto, mentre Kurt si voltava  verso di lui, continuando a camminare ma rallentando il passo “Non indosso la mia divisa della Dalton.”

Improvvisamente si bloccarono al centro del corridoio mentre gli occhi chiari del più alto passavano in rassegna tutto l’abbigliamento del suo ragazzo: mocassini, pantaloni rossi, polo nera, papillon….

Aspetta…. Aspetta…

Blaine gli rivolse un bel sorriso e Kurt, finalmente, capì.

Si buttò letteralmente tra le sue braccia –solo perché in mezzo ad un corridoio affollato di studenti per lo più omofobi non poteva fare altro- stringendolo a se mentre lasciava che una risatina vagamente isterica  ma liberatoria uscisse di prepotenza delle sue labbra.

Blaine per risposta sorrise beatamente,ricambiando l’abbraccio.

Solo per pochi secondi, però, visto che Kurt si staccò velocemente, guardandolo col panico nelle iridi chiare “Fermo, fermo. Non l’hai fatto per me, vero?” domando velocemente “Perché se l’hai fatto per me, insomma potrebbe essere molto romantico da una parte, ma potrebbe portare al risentimento che poi potrebbe portare alla rabbia che sicuramente porterebbe portare ad una orribile, orribile e difficile rottura come in ‘The Becherolette’…”

Ehy, ehy….” Blaine alzò le mani, interrompendo il suo ragazzo che, nella foga del parlare, era diventato cianotico. “Sono venuto per me. Perché non posso stare lontano dalla persona che amo…

Quanto parve bastare, perché il viso di Kurt si aprì nuovamente in un tenero sorriso innamorato, mentre un lieve rossore si spargeva dalle gote sino alle orecchie.

Non poteva crederci, Blaine si era trasferito realmente e, per quante scuse potesse adottare, sapeva perché lo aveva fatto.

Per lui.

Per stare insieme,

“Beh, allora suppongo che dobbiamo solo trovare un modo per metterti a tuo agio tra le New Directions…

Blaine gli strizzò l’occhiolino, sporgendosi di poco verso di lui “Ci ho già pensato…

“Blaine !” entrambi i ragazzi si voltarono verso il corridoio, dove una donna non molto alta ma decisamente affascinante si stava dirigendo verso di loro facendo voltare non pochi studenti.

Kurt sorrise “Buongiorno Anabell

“Ciao caro” disse lei con un sorriso dolce, dandogli una carezza sulla guancia prima di rivolgersi al figlio “Io torno a casa” si sistemò lo scialle nero ed elegante sulle spalle, prima di proseguire “Ci vediamo più tardi”

“Va bene, grazie mamma” rispose il ragazzo.

Lei si voltò nuovamente verso Kurt “Perché non passi per cena, una di queste sere? Anzi…  Stasera c’è il falò alla Dalton, vero? Perché poi non ti fermi da noi? Così domani, tu e Blaine, potrete venire a scuola insieme…

“Ne sarei molto felice, signora Anderson…” disse amabilmente Kurt.

La donna e Blaine si scambiarono uno sguardo “Chiamami sempre Anabell, d’ora in avanti” disse dolcemente prima di salutarli e dirigersi all’uscita.

Kurt prese Blaine per il polso, incamminandosi veloce nel corridoio “Non mi avevi detto che i tuoi avevano divorziato, alla fine!” disse rosso in viso, convinto di aver fatto una figura pessima.

“Beh, non l’hanno fatto, per ora” replicò Blaine, mentre il suo ragazzo lo trascinava dentro una stanza praticamente buia, eccezion fatta per delle piccole finestre che lasciavano passare un po’ di luce “Si sono solo separati al momento e papà vive in un appartamento che ha affittato a Columbus…

“Le cose vanno meglio, ora?” domandò Kurt, appoggiando la sua tracolla affianco al pianoforte, contro il quale si appoggiò.

Blaine si accostò a lui, gettando una rapida occhiata alla porta chiusa prima di mettergli le mani sui fianchi “Si, molto. In casa si respira, finalmente..” Non aggiunse altro.

Fece scontrare le labbra con quelle due suo ragazzo, assaporandole lentamente.

C’era tempo per ambientarsi, presentarsi alle ND e tutto il resto. Ora voleva solo godersi la sola ragione per la quale si era trasferito, prendendo così forse una delle decisioni più difficili della sua vita.….

“Benvenuto al McKinley…

“Non vedevo l’ora…”

 

 

Trent passeggiava per i corridoi tranquillamente, quando si accorse di essere seguito.

In un primo momento non capì di chi si trattasse, ma affrettò comunque il passo per cercare di raggiungere il più velocemente possibile la stanza che quell’ultimo anno aveva deciso di dividere solo con sé stesso, nel miglior stile da frate di clausura.

Non era andato alla riunione dei Warblers e non avrebbe nemmeno partecipato alla fiaccolata di inizio anno con gli altri studenti. Dopo tutto quello che era successo, la storia del DDR eccetera, era visto maluccio dagli altri ragazzi e, per evitare di venir emarginato, aveva deciso di isolarsi da solo.

Viveva però nella costante paura che qualcuno gliela avrebbe fatta pagare, prima o poi, nonostante fossero trascorsi mesi.

I passi dietro di lui si affrettarono e quando si voltò ben deciso a scacciare chiunque avesse avuto la brillante idea di pedinarlo, gli si gelò il sangue nelle vene.

Perché si era ritrovato davanti Thad, di cui aveva ancora una discreta paura.

Si fissarono un istante in silenzio, poi fu Nixon a parlare per primo, cercando di ostentare sicurezza. Se mai gli fosse arrivato un cazzotto almeno se lo sarebbe meritato a pieno “Che vuoi, Harwood?”

Lui scrollò le spalle “Parlare”

“E perché mai vorresti parlare con me?”

Il più grande scrollò le spalle, tranquillissimo. Trent lo studiò un istante: non sembrava arrabbiato o altro.

Aveva tutta l’aria di essersi calato nella parte della pacatezza personificata visto il modo in cui si stava ponendo nei suoi riguardi.

“Tu sei venuto a chiedermi scusa, la sera del ballo di fine anno” gli ricordò brevemente Harwood “In quell’occasione hai detto che saresti tornato nei Warblers solo se avessi ottenuto il perdono di tutti quelli che avevi demolito pubblicamente, ma visto che io ti ho negato l’assoluzione tu, da bravo gentiluomo che mantiene la parola data, non sei andato alla riunione. Giusto?”

Nixon seguì il filo dei suoi pensieri, prima di annuire cauto “Sì, esatto”

“Bene, ho trovato un modo efficace col quale puoi farti perdonare”

Trent non sembrava molto entusiasta all’idea “Ovvero?”

“Visto che Anderson è partito per lidi più avvincenti della Dalton, sarai tu a prendere il mio posto nel consiglio.”

Gli occhi chiari di Trent si spalancarono per la sorpresa. Aveva sentito bene?

“Dopo quello che ho combinato vuoi…. Mettermi a capo dei Warblers?” domandò, totalmente basito.

Thad sospirò, come se davanti si ritrovasse un perfetto imbecille “Essere un capo consiglio è decisamente impegnativo…. Devi sacrificare molto del tuo tempo libero e devi pensare al bene comune della squadra…. Vedila così: hai sbagliato e hai fatto del male agli altri, ferendo il gruppo. Rimedierai lavorando per loro…. Non male come redenzione, no?”

Nixon ci pensò su qualche minuto, prima di alzare lo sguardo negli occhi neri di Thad “Credi che ne sarei in grado?”

“Questo dipende solo da te…”

Il più giovane si morse le labbra, davvero indeciso.

Non si sarebbe mai aspettato una proposta del genere e, se da una parte poteva essere una via certa di redenzione, dall’altra non credeva di essere poi così in grado.

Beh, come si suol dire, non poteva saperlo senza prima aver provato.

“Accetto.”

Thad sorrise compiaciuto “Molto bene…. Vai a cercare Wilson e Montgomery, ti daranno loro indicazioni precise su cosa fare. Stavano speculando sottovoce in sala prove fino a dieci minuti fa, se ti sbrighi scommetto che li troverai ancora lì”

Trent annuì, allontanandosi per il corridoio dopo averlo ringraziato un paio di volte.

Thad  lo guardò sparire, prima di avviarsi verso l’uscita “Mi ringrazierai meno quando Wilson avrà il primo attacco isterico da pre-Sectionals, Nixon” sussurrò divertito, cercando un accendino nella tasca dei pantaloni.

Stava per mettere piede in cortile quando qualcuno lo spinse con forza contro al muro. Sbattè la schiena e la nuca senza un solo lamento, fissando silenzioso gli occhi arrabbiati di Sebastian che lo teneva premuto contro la parete con un braccio sotto al collo.

Si guardarono negli occhi per quelli che sembravano lunghi minuti, fino a che il più alto dei due sibilò a voce bassa “Nessuno mi ha mai umiliato in questo modo e l’ha fatta franca, Harwood. Forse non oggi, forse non domani, ma un giorno te la farò pagare con gli interessi…. Capito il messaggio?” lo lasciò andare e, istintivamente, il più grande si portò una mano al collo.

Non era affatto intimorito “Non vedo l’ora” sussurrò con un ghigno divertito, prima di prendere le sigarette dalla tasca “Stammi bene, Smythe, e attendo che la sifilide è sempre in agguato” uscì fuori accendendosi la sigaretta, sicuro che non lo avrebbe seguito se non con uno sguardo parecchio adirato.

Non lo spaventava affatto quel pivello che si sentiva un Dio sceso in terra, doveva solo azzardarsi a pestargli i piedi.

Nessuno si metteva contro un Harwood se non voleva rischiare grosso, era un dato di fatto.

 

Quando Blaine e Kurt arrivarono alla Dalton il moro fu praticamente assalito dai suoi amici che, assetati del suo sangue, lo guardavano male inveendo contro la sua decisione di lasciare la Dalton.

Ed era solo l’inizio.

Certo, Kurt li capiva perfettamente, ma nulla poteva cancellare quel sorrisone dal suo viso

Niente, nemmeno la profonda delusione negli occhi di Jeff che, nonostante facesse male, non poteva essere messa sulla bilancia con la felicità che la consapevolezza di avere Blaine sempre al suo fianco avrebbe portato.

Wes sembrò il santo salvatore della situazione anche in quel caso.

Si avvicinò scacciandoli tutti quanti e salutò cordialmente Kurt, invitandolo ad andare a cercare Thad che era uscito a fumare già da un po’.

Hummel capì che Montgomery doveva parlare in privato al suo ragazzo, così si affrettò a lasciarli soli, scambiando uno sguardo alla ‘poi mi dici tutto’ con Blaine prima di dileguarsi.

Il ragazzo asiatico attese qualche secondo prima di voltarsi serio verso Blaine “Non hai detto a Kurt che, andando al McKinley, ritarderai di un anno il tuo diploma, vero?”

Blaine sospirò, sapeva che avrebbero parlato di quello “No, non lo sa”

“E tutti i corsi pomeridiani che facevi l’anno scorso quando anche lui era qui come li hai giustificati? Come hai giustificato che eravate in classe insieme mentre quest’anno non sarà così?”

“Ho detto che non ho superato l’anno scorso”

Montgomery lo guardò basito “Cosa? Eri uno dei migliori del corso!”

“Gli ho detto che non ho superato Calcolo, Latino e Chimica e non mi hanno ammesso all’ultimo anno. Dopotutto la Dalton lo fa veramente di non ammettere all’ultimo anno chi non ha raggiunto delle sufficienze” Ricalcò ancora Anderson “Basta Wes, davvero…”

“Io vorrei solo sapere perché lo fai” domandò rassegnato l’altro ragazzo, passandosi una mano tra i capelli neri e corti “Insomma…. Se tu finissi qui ti diplomeresti per tempo, andreste insieme al colledge…. Certo vi vedreste meno quest’anno ma il prossimo potreste vivere insieme”

“Lo so” Blaine abbassò gli occhi sul pavimento “Solo che io voglio che il suo ultimo anno sia magico,  e so che lo sarà solo se passeremo tutto il tempo possibile insieme.” Deglutì a fatica, ripuntando gli occhi in quelli a mandorla dell’amico, per nulla persuaso “Figgins ha detto che potrò saltare un anno solo se i primi mesi otterrò delle eccellenze, credo di potercela fare…

“Me lo auguro per te, ti voglio a New York con noi tre” disse Wes battendogli amichevolmente una mano sulla spalla.

Blaine lo fissò stralunato “Voi tre chi?”

Il più grande ritirò la mano con una smorfia disgustata “Ma che diavolo hai sulla polo?”

Anderson avvampò “Diciamo che i ragazzi del McKinley mi hanno dato il loro personale benvenuto….”

Solo in quel momento Montgomery notò che l’altro aveva gli occhi un po’ arrossati e i capelli un po’ più disordinati del solito “Dimmi tutto…” disse serio e infastidito.

Già bullismo? Appena arrivato?

Blaine però non sembrava preoccupato o altro, solo decisamente imbarazzato, quando iniziò il racconto…

“Io non so come diavolo sia successo!”

Kurt lo stava praticamente spingendo di peso verso il bagno dei ragazzi, tenendo salde le mani sulle sue spalle larghe “Lo so! Lo so! Ti stavo guardando e ho visto che tu non sei stato…. Ma ciò non toglie che molti potrebbero pensare il contrario e io non voglio che tu venga sospeso il primo giorno qui perché accusato di aver appiccato un incendio nel cortile!”

Il pianoforte in fiamme aveva totalmente rovinato la sua performance e rischiava anche di farlo buttare fuori subito. Perfetto…

“Sono state le Cheerio” disse Kurt, smettendo di spingerlo, “Ne sono certo, ti ballavano attorno a poi… Oh!”

Blaine si voltò per vedere perché avesse lanciato quel gridolino ma la sua vista fu messa a dura prova da qualcosa di freddo e appiccicoso che qualche simpaticone gli aveva appena tirato in faccia.

Scosse il capo un paio di volte, portandosi le mani agli occhi per iniziavano a bruciare e tentò di aprirli, trovando Kurt nelle sue stesse condizioni.

Davanti a lui un paio di giocatori di Hockey se la ridevano bellamente. Il primo davanti, con un assurdo taglio di capelli, lo indicò iniziando a deriderlo con i suoi compagni di squadra “Che è successo, finocchietto, ti è entrata l’acqua in casa?” chiese sprezzante, prima di accartocciare il bicchiere di carta e lasciarlo cadere in terra “Benvenuto al McKinley, schiappa!”

Li guardò allontanarsi totalmente allibito.

Quella doveva essere la famosa ‘granitata’ di cui tanto aveva sentito parlare con orrore dai ragazzi delle ND. Ora capiva il perché la temessero tanto.

Kurt, dal canto suo, continua a sputacchiare granita visto che stava parlando nel momento in cui l’avevano colpito.

K-Kurt…. È fredda”

L’altro lo guardò ironico “Sarà per questo che la chiamano granita?” sospirò, ringraziando il cielo di trovarsi nei dintorni del suo armadietto “Hai un cambio con te?”

Blaine scosse il capo, seguendolo a testa bassa “No…

“Io ne ho un paio.” Lo rassicurò Kurt, aprendo l’armadietto e prendendo un paio di borsine “Regola numero uno: porta sempre con te qualcosa da mettersi quando ti arrivano granite…

Il moro sospirò affranto, mentre il suo ragazzo prendeva un astuccio che si rivelò contenere shampoo  e altri prodotti per togliersi di dosso quello schifo “Sarà un anno duro ,vero?” chiese Blaine, seguendolo nel bagno.

Kurt sorrise, riuscendoci nonostante quella situazione e dopo aver appoggiato l’astuccio al lavandino gli fece segno di avvicinarsi “Sarà molto meglio degli altri anni…” gli disse con dolcezza.

Blaine lo prese per le braccia, avvicinandolo a se e trovandolo la situazione perfetta nonostante lui fosse tutto blu a causa della granita al mirtillo, e Kurt rosso per via di quella all’amarena.

Si scambiarono un bacio veloce e qualche carezza, prima di iniziare a lavarsi i capelli a vicenda….

 

 

Quando Kurt uscì in giardino per rintracciare Thad non si aspettava di doversi impelagare in una ricerca così gravosa.

Del ragazzo sembrava essersi persa ogni traccia.

Girò attorno alla scuola un paio di volte, sbuffando peggio di una locomotiva a vapore, e solo quando fece per tornare verso la sala dei Warblers notò qualcosa, dietro ad un albero.

Thad se ne stava beatamente appoggiato al tronco, una sigaretta tra le labbra e gli occhi chiusi. Si avvicinò e, sentendo i suoi passi veloci, Harwood aprì gli occhi, sorridendo “Ciao Pookie, già qui?”

“Da dieci minuti buoni” sottolineò il più piccolo, mettendosi davanti a lui e incrociando le braccia “Ma quanto ci metti a fumare?”

Thad scrollò le spalle “Fino a che non arrivo al filtro, mi pare…” replicò con una punta di ironia nella voce. Kurt lo guardò così male che Harwood dovette scostarsi dall’albero per paura che un filmine lo colpisse, uccidendolo. Pookie sapeva essere davvero inquietante alle volte “Domani parto e tu mi tratti così? Disonore su di te, sulla tua famiglia e sulla tua mucca! **”

Le sue parole non ottennero esattamente l’effetto sperato.

Il più piccolo, infatti, abbassò gli occhi improvvisamente lucidi sull’erba curata e, sospirando, disse “Hai ragione… Scusa.”

Kurt che si scusava per lui dopo una provocazione era più raro di un pavone viola. Thad sospirò, cercando le parole adatte per quel momento, ma non le trovò.

Avevano passato una bella estate, si erano visti spesso tutti insieme, esorcizzando il momento dei saluti fino alla fine. Quando però Wes e Thad erano andati, una settimana prima, a sistemare i primi scatoloni nella loro nuova casa qualcosa si era incrinato in modo abbastanza drammatico.

Sarebbero rimasti amici, certo, si sarebbero sentiti quasi tutti i giorni, ma…. Non sarebbe comunque stato lo stesso.

…. E Thad sapeva che Kurt ci stava male perché, nonostante tutto quello che era successo, nonostante amasse Blaine, avevano una connessione davvero speciale. Non sarebbe stato facile vedersi poco, ma ci sarebbero riusciti.

Thad aveva un piano.

E i suoi piani non fallivano mai.

Lasciò cadere a terra la sigaretta ormai finita, pestandola con la punta lucida delle Converse nere, prima di fare qualche passo verso Kurt che alzò il viso per guardarlo, aspettandosi forse un abbraccio.

Rimase totalmente paralizzato quando Thad gli prese il viso tra le mani, appoggiando le labbra sulle sue in un contatto semplice e abbastanza veloce.

Beh, abbastanza ma non troppo.

Quando si ritrasse Kurt aveva l’espressione più sconvolta che gli avesse mai visto sulla faccia, persino peggio di quando si erano buttati nella piscina di casa sua nudi e Hummel era rimasto tutto il tempo di spalle, rosso in viso, sperando che quel delirio finisse presto. 

C-cosa hai fatto?” domandò in preda al panico.

Thad roteò gli occhi “Era un bacio da amici”

“Gli amici non si baciano!”

“Si invece, caro mio” lo riprese Thad, levando le mani dalle sue guance per portale sulle spalle del più piccolo che, però, rimaneva comunque il più alto dei due “Tu sei il Micheal del mio Brian.”

Col senno del poi, Kurt avrebbe voluto prenderlo a testate così tanto forte da causargli una commozione cerebrale e impedirgli così non solo di partire, ma anche di continuare a perseverare nella sua deficienza.

“Noi non siamo in Queer as Folk, Thad!” sbottò, avvampando di colpo e ritraendosi, ancora nel pieno dello sconvolgimento.

“Dio quanto la fai lunga, per un bacetto.” Mormorò Thad, alzando le braccia verso l’alto per stirarsi la schiena “Micheal baciava sempre Brian sulle labbra e mi pare che non si sia mai lamentato”

“Ti sembro Micheal??”
“Un po’ si…. Sei rompipalle uguale quando ti ci metti” si voltò verso la scuola, sospirando “Senti, tra poco dobbiamo rientrare o ci daranno per dispersi ma…. Sappi che nell’appartamento che io e Wes abbiamo scelto c’è abbastanza posto per quattro persone”

Kurt rimase un po’ perplesso, prima di sgranare gli occhi stupito “Che intendi dire?”

“Che tu e anche coso, Blaine…. Beh, siete i benvenuti” sospirò “Onestamente lui non è che mi vada molto a genio ma Wes insiste e tu non verresti mai senza di lui. Voglio tornare a sperimentare la convivenza con te, il prossimo anno.”

“Non saprei…. Non sarà imbarazzante?”

Nah, abbiamo passato un’intera estate a sopportare le vostre smancerie, ormai ho il callo” Harwood sorrise alzando gli occhi verso le fronde dell’albero e schermandosi gli occhi dai raggi del sole che passavano tra di esse “E a voi non farà male avere un appoggio già predefinito, no?”
Kurt sorrise “No, affatto. Ne devo parlare con Blaine, ma io accetterei volentieri l’offerta…. Anche se sai, essendo Junior non so quanto gli farebbe piacere lasciarmi un anno in una casa con te….”

“Ci sarebbe anche Wes! E io non sono un porco maniaco!” sospirò rassegnato, guardando Kurt “Che brutta immagine avete di me…

“Posso comunque provare a parlarci” tentò il più piccolo, facendo esultare internamente Harwood.

“Ottimo, così ti voglio. Ora rientriamo prima che chiamino l’199…” il più grande gli fece segno col braccio di precederlo “Prima le signore”

“Idiota!” Thad rise sonoramente, cingendogli le spalle con un braccio mentre infilava l’altra mano nella tasca del giubbotto di jeans “Senti, Brian” disse ironicamente il più piccolo “Posso venire a trovarti per Halloween?”

“Ovviamente, Mickey. Non ti negherei mai un po’ di sesso in maschera”

“Dio quanto sei scemo…” replicò Kurt, tra il divertito e l’esasperato mentre Thad lasciava la prese per lasciarlo andare per primo. Si era calato molto bene nella parte, quantomeno.

Riuscì a reprimere quel sorrisetto che aveva sulle labbra giusto in tempo, qualche istante dopo, infatti, si ritrovò faccia a faccia con lo stesso Anderson.

“Dobbiamo iniziare a preparare la legna per il falò” spiegò, lanciando delle occhiatine sia al suo ragazzo che a Thad “Mi aiuti, Harwood?”

“Io intanto vado ad aiutare Nick con le bottiglie di alcool, assicurandomi che lui e Jeff non le abbiano già svuotate mezze” disse con un sorriso dolce Kurt, accarezzando il braccio del suo ragazzo prima di sparire nel corridoio.

Rimasti soli, Thad e Blaine si scambiarono uno sguardo eloquente.

Anderson fu il primo a cedere e spostare gli occhi “Non la finirai mai, vero?”

Thad guardò verso la porta dove Kurt era sparito qualche minuti prima, capendo esattamente cosa l’altro intendesse “Sarebbe come chiedermi di respirare, credo…”

Nick irruppe nella conversazione, cacciando in mano ad entrambi un bicchiere di vino e risollevando così i toni “Iniziamo in anticipo a festeggiare, che dite? Kirk ha garantito che questo vino ammuffito è ottimo!”

“Vorrai dire invecchiato” lo corresse Blaine con un sorriso divertito mentre Thad assaggiava il vino. Duvall era già in aria e dovevano ancora iniziare, niente di nuovo.

“Quello che è! Bisogno festeggiare la nuova star!” Ammiccando, Duvall si diresse spedito verso Trent, impegnato in una conversazione con Ethan e Jeff, e gli piazzò una fraterna pacca sulla spalla.

Kurt parlava fitto fitto con Flint, seduti sulla scrivania dei capi consiglio mentre Cameron intratteneva il fratello, David e Wes con i racconti delle prime giornate di scuola.

Thad e Blaine si scambiarono un ultimo sguardo, prima che il più giovane dei due si accostasse all’altro, sussurrando con un sorrisetto divertito“In bocca al lupo con l’Università…. Vedi di andare bene così per un po’ non rivedrò la tua brutta faccia”

Harwood lo guardò, allo stesso modo ironico “In bocca al lupo con Kurt, ne avrai bisogno…

Il più giovane dei due alzò appena il bicchiere di vino, come per brindare alla loro saluta, prima di andare ad affiancarsi a Wes negando i deliri di Cameron riguardo a qualche pessima figura durante l’ora del professor Parker.

Thad rimase qualche secondo in più sulla porta, osservando tutti i suoi amici che parlavano allegri tra loro e realizzando che, sotto sotto, non gli sarebbe dispiaciuto affatto tornare indietro di un anno.

Magari alcune cose sarebbero potute andare diversamente, in modo migliore…

Scrollò le spalle, andando da Nick al tavolo degli alcolici.

Quel che stato era stato, avrebbe ricordato tutta la vita le chiacchiere con gli altri due ex capi consiglio, le risate e le feste abusive con tanto di contrabbando, le lacrime di delusione, le vittorie conseguite e le sconfitte che bruciavano, i baci attesi e gli addii sentiti condivisi con tutti ragazzi gli altri tra quelle mura.

Sarebbero stati i ricordi più belli della sua adolescenza, ne era certo.

Dopotutto la verità era una sola…

Once a Warbler, always a Warbler.

 

 

 

 

Fine.

 

 

 

*Ecco a voi come io ho giustificato il fatto che il caro Blaine è Junior nella terza stagione nonostante in teoria debba avere gli anni di Kurt e lo vediamo spesso in classe con i Senior.

Che dire, odio i RIB e la loro incoerenza, vorrei essere io uno sceneggiatore di Glee, magari ci sarebbe più Sesso Klaine coerenza!

 

** Fase presa da Mulan. In questa FF non è la prima volta che parlo di questo cartone Disney e il motivo è semplice: è quello che preferisco xD

 

Nda:

 

Ok è finita….

È brutto da dirlo ma questa FF è ufficialmente arrivata al termine ç___ç

Spero che vi sia piaciuto questo capitolo finale, io ce l’ho messa tutta per scriverlo e spero sia venuto bene.

Degno della chiusura, per lo meno.

Non saprei da chi partire per i ringraziamenti, così ho fatto un video dove dico davvero tutto e parlo anche del seguito che dovrei iniziare a postare domani  o al massimo il 25 dicembre….

 

QUI IL VIDEO

 

Non c’è altro da dire che un parere è sempre gradito, soprattutto ora che la storia è terminata.

Un bacione gigante e GRAZIE di nuovo.

Jessy.

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