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Lista capitoli: Capitolo 1: *** #01 Who are the Pips? *** Capitolo 2: *** #02 I need to understand myself… *** Capitolo 3: *** #03 Paint in pink your enemy. *** Capitolo 4: *** #04 Kurt Hummel…. Who? *** Capitolo 5: *** #05 Rumors and laxative… *** Capitolo 6: *** #06 Wrapped Fate plays with dudes. *** Capitolo 7: *** #07 Nobody is most important than you for me…. *** Capitolo 8: *** #08 Do you remember our first kiss? *** Capitolo 9: *** #09 part 1: Have Yourself a Merry Little Christmass *** Capitolo 10: *** #09 part 2 : Have Yourself a Merry Little Christmass *** Capitolo 11: *** #10 Not an ordinary type… *** Capitolo 12: *** #11 Blaime it (on Blaine and Fireworks)…. *** Capitolo 13: *** #12 Thaddy Daddy makes plans too. *** Capitolo 14: *** #13 Friends are forever. *** Capitolo 15: *** #14 A night of secrets…. *** Capitolo 16: *** #15 Are you kidding me? *** Capitolo 17: *** #16 100% me. *** Capitolo 18: *** #17 Mr Wilson’s sexual education *** Capitolo 19: *** #18 part 1: You know you’re in love when reality is better then your dreams. *** Capitolo 20: *** #18 part 2: You know you’re in love when reality is better then your dreams. *** Capitolo 21: *** #19 part 1: Sing it loud. *** Capitolo 22: *** #19 part 2: Sing it loud. *** Capitolo 23: *** #20 : A Cristal jail. *** Capitolo 24: *** #21 : If you have a minute…. *** Capitolo 25: *** #22 pt 1.: The Dalton Daily Rumors. *** Capitolo 26: *** #22 pt II.: The Dalton Daily Rumors *** Capitolo 27: *** #22 pt III.: The Dalton Daily Rumors *** Capitolo 28: *** #23: Just a reflection. *** Capitolo 29: *** #24 Part I: Killing me softly with this sounds. *** Capitolo 30: *** #24 Part II: Killing me softly with this sounds. *** Capitolo 31: *** #25 Inside/Outside. *** Capitolo 32: *** #26 part I: Just closed your eyes and sing for me… *** Capitolo 33: *** #26 part II: Just closed your eyes and sing for me… *** Capitolo 34: *** #27: Anything you can be, I can be greater! *** Capitolo 35: *** #28: Once a Warbler, always a Warbler. *** Capitolo 36: *** #29 pt I: Different kind of chances… *** Capitolo 37: *** #29 pt II: Different kind of chances… *** Capitolo 38: *** #30 Look at your Business. *** Capitolo 39: *** #31 You could be more Bi-sexual instead Bi-polar. *** Capitolo 40: *** #32 In the Still of the Night. *** Capitolo 41: *** #33 Big Plans brings Big Responsibilities. *** Capitolo 42: *** #34 Forever. *** Capitolo 43: *** #35 Epilogue. ***
“Qualcuno ha
visto Blaine?!”
Il caos che veniva a crearsi nella sala ricreativa ogni qualvolta le lezioni
finivano spazientiva Thad al punto tale da spingerlo all’esaurimento nervoso. David
accanto a lui camminava molto più tranquillo per il semplice fatto che lui, a
dispetto dell’amico, era certo che non avrebbero mai trovato Blaine Anderson a
meno che lui non si fosse materializzato alla Dalton in quello stesso istante.
“Vuoi arrenderti?” gli disse dopo qualche minuto di straziante ricerca “Non
penso sia al campus... Se controlliamo al parcheggio vedrai che la sua auto
manca”
“Potrebbe essere ovunque visto quanto è basso!” sbottò irritato Thad
passandosi nervosamente una mano tra i capelli mentre, giusto per scrupolo,
controllava uno dei vasi posti davanti all’aula d’arte “Ok, cambiamento di
programma” si schiarì la voce “Qualcuno ha visto Wes?”
“No davvero, tu sei troppo ottimista” il ragazzo di colore gli batté la mano
sulla spalla, guardandolo come se deficitasse di una decina di migliaia di
neuroni “Wes sarà sicuramente o nel letto, o sul divano, o nella macchina di
Lily in questo momento…” gli ricordò: da quando conoscevano Wes non aveva
mai fatto passare un solo giorno senza parlare al telefono per ore o senza
passarne altrettante con la sua ragazza.
Ma quel giorno la fortuna gravitò nella loro direzione: l’oggetto dei loro
pensieri comparve alle loro spalle, impegnato a sistemarsi il nodo della
cravatta “Uomini di malafede! Sono qui!”
“Che mi venga un colpo! Sei proprio tu, Wesley Montgomery?” esclamò David
portandosi una mano al cuore e fingendosi sconvolto mentre il ragazzo asiatico
ridacchiava.
Thad, però, era ancora spazientito “Quando avete finito di fare i salami vorrei
che vi concentraste sull’improvvisa sparizione di Blaine Anderson…”
“Dici che chiederanno un riscatto?” chiese Wes rivolgendosi a David, che fece
spallucce frugandosi in tasca.
“Io ho solo un paio di dollari per il caffè e un chewingum…. Ma credo bastino
per riscattare Blaine”
Thad ringhiò frustrato, dirigendosi a grandi passi verso la sala prove.
“Se quel... Quel... Nano infame non si presenta alla prove anche oggi è
fuori!” tuonò con enfasi, facendo irruzione nella stanza.
Gli altri due si guardarono negli occhi un istante prima di scoppiare a
ridacchiare: adoravano quando il loro compare si arrabbiava a tal punto da
trovare difficoltà ad esprimersi in modo corretto.
Si sbrigarono a seguirlo notando che, puntualmente come ogni giorno, tutti gli
Wablers -eccetto Blaine- erano già seduti ai tavoli o accasciati sui
divanetti della sala prove.
Wes, David e Thad erano una sorta di istituzione all’interno del gruppo e tutti
portavano loro un sincero rispetto -scherzi notturni a parte-. Erano
dell’ultimo anno e quindi avevano quell’anzianità che bastava a garantire loro
una posizione di privilegio rispetto al resto del gruppo.
Inoltre erano stati eletti a capo del consiglio e loro, solo loro, avevano
l'ultima parola sulle decisioni da prendere per le sorti dei Warblers: canzoni,
coreografie, tutto doveva passare al loro vaglio prima di essere autorizzato.
Dietro questa facciata impeccabile ed omogenea, però, si nascondevano tre
personalità diverse e interessanti.
Wesley Montgomery, per esempio, poteva essere considerato il motore centrale
del gruppo. Riusciva a tenerli tutti uniti come nessun altro era in grado di
fare, con un atteggiamento pacato da vero leader, carismatico e mai troppo
invadente.
Tutti, persino gli altri due, facevano riferimento a lui per qualsiasi cosa.
“Chiamalo” Thad si trattenne dal prendere a schiaffi qualcuno per sfogarsi, ma
solo per evitare denunce o ritorsioni varie: fulminò poi Wes con un'occhiata
particolarmente omicida “Chiamalo e fatti dire dove diavolo è! Non possiamo
fare le prove senza il solista!”
Il ragazzo asiatico prese il cellulare dalla tasca dei pantaloni grigi prima di
scusarsi e uscire dalla sala per chiamare Blaine.
Thad Harwood
sembrava leggermente isterico e…. In effetti lo era.
Secondo gli altri Warblers quella sua paranoia non poteva che derivare da un
trauma infantile, perché a volte rasentava l’assurdo. Si scaldava per un
nonnulla e, inevitabilmente, iniziava a straparlare di catastrofi imminenti,
perdite di capelli, apocalissi…
Cercava sempre di sembrare più composto di quanto fosse in realtà e di darsi un
‘tono’ perché, secondo lui, "un buon capitano sa tenere insieme
i suoi uomini con la disciplina".
...Solo lui trovava il senso di tutto ciò.
Nessuno lo riteneva davvero un capitano, anzi, tutti lo prendevano in giro
scommettendo su quanto tempo gli rimanesse prima che gli partisse un embolo.
David Thompson era invece tutto l'opposto: era l’icona mondiale della pacatezza
e della tranquillità.
Non a caso persone come Jeff e Nick sostenevano che in realtà lui fosse una
sorta di santone indù e che ‘defecasse’ arcobaleni durante il ‘momento pupù’...
Ma della loro stupidità se ne parlerà in seguito.
Tornando a David, lui era realmente al di fuori di tutto, osservava imparziale
senza giudicare ed era sempre pronto a dare consigli.
E poi era l’ombra di Wes: non solo migliore amico, non solo compagno di
stanza... Era proprio la sua ombra.
Dove c’era uno c’era anche l’altro, quello che sapeva uno lo sapeva anche
l’altro.
Ovviamente Thad si faceva paranoie anche su questo e alternava costantemente
frasi come ‘Voi mi discriminate’ ad altre come ‘Mi sento escluso’.
Quando Wes tornò nella stanza tutti gli occhi furono su di lui, che però
sorrise tranquillo “E' in viaggio, a momenti sarà qui e potremo iniziare le
prove, addirittura in perfetto orario”
“Ti ha detto dove è andato?” chiese Thad mentre l’altro prendeva posto accanto
a lui, al tavolo rettangolare posto in fondo alla stanza.
“Sì, ha detto ‘sto tornando ora da Lima’ e ha riagganciato” sorrise malizioso a
David “Lima, mmh?”
L’altro ridacchiò “Te l’avevo detto... Lo abbiamo perso.”
Thad passava gli occhi da uno all’altro come se stesse seguendo una partita di
ping pong particolarmente avvincente, poi ringhiò frustrato “Voi e i vostri
segreti!” e fece per alzarsi, ma fu velocemente trattenuto.
“Ora ti spieghiamo” disse Wes ammiccando, ma fu interrotto da David.
“Però devi giurare di startene zitto!”
Mentre loro tre
si appartavano per mettere al corrente Thad della situazione, un gruppetto di
ragazzi li osservava poco lontano.
“Secondo me sanno qualcosa su Blaine che noi non sappiamo” disse sospettoso un
ragazzo moro, non tanto alto, e con un naso decisamente pronunciato.
Il suo amico, che sembrava essere tutto il suo opposto almeno fisicamente, si
appoggiò alla sua spalla sporgendosi un po’ per spiare i tre capi del consiglio
e annuì “Sicuramente… Forse il motivo di tutti questi ritardi… Anzi, ieri
Blaine non c’era proprio e non è da lui!”
Era impossibile trovare Nick senza Jeff o Jeff senza Nick.
Il primo non era proprio una bellezza, però vantava di un cervello
particolarmente attivo nella scatola cranica. Infatti era risaputo che Nick
Duvall, almeno nove volte su dieci, fosse la mente criminale del gruppo, colui
che architettava i peggiori sotterfugi per far sì che gli altri potessero
organizzare scherzi e feste…
Come se non bastasse, era un piccolo genio dell’informatica: riusciva a
criptare un account facebook o un qualsiasi altro sito per soli nove dollari
l’ora (prezzo più che abbordabile per quelle 'prestazioni di alto livello').
Il compagno di stanza era l’opposto: tutti sapevano infatti che Jeff S.
Sterling non fosse esattamente una volpe. Non che fosse stupido,
tendeva semplicemente a perdersi in un bicchiere d’acqua, qualche volta.
Spesso. Molte volte....Insomma, sempre.
Alto come un pertica, magrissimo e con i capelli biondo platino era
perennemente con la testa sulle nuvole, ma era molto stimato in quanto genio
musicale. Cantava, suonava un po’ di strumenti (non era versatile come Blaine,
ma poco ci mancava) e era anche noto per essere di indole particolarmente buona.
Ed era pigro, veramente pigro.
Ballava benissimo, aveva studiato hip hop e si vedeva, ma appena trovava una
superficie piana libera, che fosse un divano, un letto, un tavolo o una
mensola, non poteva resistere e ci si sdraiava sopra.
Solo la musica sembrava riuscire a scuoterlo. La musica e Flint Wilson.
Ma questo era uno pseudo-segreto che conosceva solo Nick.
Jeff non sapeva se quella sua attrazione per un altro ragazzo derivasse
dall’inalazione delle spore che forse Blaine secerneva quando saltellava in
giro, o se fosse l'estrema conseguenza di quando aveva picchiato troppo
forte la testa contro la grondaia, precipitando dal tetto della scuola a quello
del capanno del giardiniere.
Sapeva solo che, quando aveva aperto gli occhi, si era immerso in uno sguardo
blu, preoccupato, appartenente a un ragazzo chino su di lui.
E sbam!
Si era innamorato.
Lo aveva tenuto per sè, non avendo alcuna intenzione da andare da Flint e
dichiararsi soprattutto perché non avrebbe saputo cosa dirgli... O
cosa dire a se stesso.
Passando al
signorino Wilson, di lui non si sapeva molto. Sorrideva un sacco ma parlava
poco.
Anzi non parlava quasi per nulla, se non con il suo compagno di stanza.
Era però un attentissimo osservatore, come se quei grandi occhi di un azzurro
chiarissimo non gli fossero stati dati a caso. Piccolo di corporatura,
appariva e scompariva con la stessa abilità di un prestigiatore, forse perché
non amava attirare molto l’attenzione, preferendo passare del tutto inosservato.
La sola persona che vagamente poteva dire di conoscerlo era il suo compagno di
stanza, ovvero il buon Trent Nelson: era un ragazzo dall’aria coccolosa, un
po’ corpulento (per non dire mastodontico), famoso per le sue razzie nella
mensa -soprattutto con il favore delle tenebre- e per avere un cuore grande
almeno quanto il baricentro.
“Ragazzi, ecco Blaine” disse Wes indicando fuori dalla finestra la figura
di un ragazzo che camminava a passo spedito verso la Dalton.
“Coraggio, disponevi per le prove” invitò, anzi, ordinò Thad avvicinandosi alla
porta, pronto a prendersela con Anderson per essere in ritardo di addirittura
una manciata di secondi.
“Se arrivassi io
perennemente in ritardo verrai spedito alla voliera a scrostare cacche di canarino
dal pavimento” borbottò con una certa nota di disappunto James Kirk,
sistemandosi gli ondulati ondulati capelli color miele mentre guardava con
disappunto quelli di Jeff che, imbambolato a fissare il vuoto, aveva preso
posto davanti a lui.
“Tutto bene?” gli chiese Flint e lui sorrise appena.
“Si stavo solo pensando che…”
“Eccolo il nostro uomo!” tuonò Wes indicando la porta, dalla quale era appena
entrato un ragazzo basso (Thad aveva tutte le ragioni per controllare i vasi,
probabilmente si sarebbe potuto dare un'occhiata anche sotto i tappeti) che si
esibì in un inchino scherzoso.
“Scusate il ritardo...”
“Sempre a Lima, vero Anderson?” disse David, ammiccando.
L’altro fece finta di non aver nemmeno sentito e con molta nonchalance si
avvicinò agli altri.
“Ahia, ora non hai nemmeno più la lingua? Come farei a cantare?” chiese Thad
spingendolo appena.
“Ma che succede?” Chiese James, con una certa curiosità nella voce.
Non che si aspettasse che Blaine venisse punito, anzi, era in una botte di
ferro visto che sembravano amarlo tutti alla follia manco fosse il Papa in
persona…. Solo che il sarcasmo con cui gli altri lo avevano accolto lo aveva
insospettito.
C’era qualcosa sotto.
Il cantante solista guardò un po’ storto il biondo prima di sospirare “Non succede
proprio nulla”
“Blaine si diverte a salvare le principesse in pericolo” ghignò Thad,
beccandosi una scarpata da Wes che sibilò un ‘avevi giurato di star zitto!’.
“Ma non eri… Ehm…” Trent si guardò attorno cercando un appoggio, che però non
trovò “Come dire... Omosessuale?”
Blaine ridacchiò “Si, infatti” confermò battendo una pacca sulla spalla del
ragazzo.
“Ti sei trovato il ragazzo, Anderson?” domandò a quel punto Nick e l’altro
scosse il capo.
“Ok, racconta anche a loro a questo punto! Richard! Rullo di tamburi!”
Un ragazzo alto, dai capelli chiari, si sollevò in piedi e si portò una mano
alla bocca, iniziando ad emettere una serie di suoni che sembravano provenire
per davvero da una grancassa.
Blaine alzò le braccia “Ok, va bene! Sto aiutando un amico a far fronte ad una
situazione spiacevole."
Tutti, nessuno escluso, alzarono un sopracciglio.
Non che Blaine fosse un opportunista, o che si tirasse indietro davanti ai
problemi sociali, anzi: era una vera e propria crocerossina.
Ma qualcosa comunque non tornava. Perché andare fino a Lima, poi?
Senza contare che non avevano nessuno a cui chiedere perché Blaine aveva la
stanza da solo.
Eh sì, tutti si chiedevano chi mai avrebbe potuto sopportare la sua esuberanza
(e il suo cantare a tutte le ore del giorno e della notte) senza diventare un
pluriomicida.
Tutti gli volevano bene, ma nessuno sarebbe mai riuscito a conviverci.
Nemmeno Flint, forse.
“Ragazzi davvero, non c’è nulla da dire. È solo un amico che si trova nei guai…”
“E tu puoi capirlo meglio di altri perché…?” James lo guardò sempre mantenendo
ben alto il sopracciglio: solo a quel punto Blaine iniziò a scaldarsi.
“Non credi che non siano affari tuoi, Kirk?” chiese tentando di suonare
educato, quando invece parve quasi minaccioso.
Wes come suo solito prese in mano le redini della situazione, intervenendo
prima che si arrivasse ad usare le poltrone come armi illecite “Coraggio,
proviamo! Non c’è tempo da perdere, le Provinciali sono alle porte…”
Blaine lo guardò con gratitudine prima di iniziare a scaldarsi la voce.
“Non prendertela” gli disse sottovoce David.
Quello per risposta scrollò le spalle “Avere una vita privata in questa scuola
è pressoché impossibile…”
Wes a quel punto ammiccò muovendo le sopracciglia “Fa già parte della tua vita
privata, la piccola spia delle New Direction?”
In tutta risposta Blaine gli diede le spalle, ignorando il senso di vuoto
all’altezza delle stomaco e, dopo essersi schiarito rumorosamente la voce,
esclamò “Coraggio Warblers, le Provinciali ci aspettano! Rick, dacci il tempo!”
Continua…
NdA
(Necessarie/Obbligatorie per introdurvi alla mia mente malata):
Eccomi
qui con la mia prima FF riguardante il magico (e gaio) mondo di Glee!
Avrete immaginato che la mia storia sia incentrata sul personaggio di Blaine e
sulla sua storia…. Ecco, non esattamente!
Io sono una fan accanita del telefilm e una fiera sostenitrice dei Warblers,
così ho pensato di scrivere questa storia per dare una voce a quelli che,
nonostante siano solo personaggi secondari, sono a mio parere soggetti molto
interessanti!
Caratteri (e potenziali tendenze sessuali) sono del tutto derivanti dalla mia
fantasia!
Spero che almeno in parte questo incipit vi abbia incuriosito... Se sì
lasciatemi una piccola recensione, di apprezzamento o critica che sia!
Spero di essere costante nell’aggiornamento e questo -ahimè- dipenderà anche un
po’ da quanto la storia interesserà o meno (se c’è entusiasmo a leggere ce ne
sarà anche a scrivere!!)
Detto questo vi saluto,
a presto!
Jess
Ps: questa storia
è dedicata alla mia migliore amica Greta (ElfoMikey) che mi supporta
sempre quando scrivo boiate e si presta sempre a scriverne con me! Un bacio
tata! <3
Pss: Questo
capitolo è stato betato (e quindi reinserito) grazie all’aiuto di Mistica^^ ci
tenevo a sottolinearlo.
Capitolo 2 *** #02 I need to understand myself… ***
bananissima
Blaine Anderson presents:
the Pips!
#02 I need to understand myself…
La
mattina, alla Dalton Academy, è sempre stata una fase
della giornata particolarmenteproblematica,.
Un
po’ perché alla fine si finisce sempre per far tardi la sera, praticamente ogni
sera… o per studiare (la mole di lavoro è davvero
ampia) o perché bisogna festeggiare qualcosa.
E
c’è sempre qualcosa da festeggiare.
La
sera precedente per esempio avevano festeggiato il centenario dell’acquisto di
un bellissimo armadio in stile barocco.
Ok,
il compleanno dell’armadio non era proprio il massimo della scusa ma alla fine
bastava aver un’argomentazione da esporre a Thad.
“Sobrio
non è un gran che” diceva sempre Jeff proprio parlando del capo-consiglio Harwood “Ma ubriaco ha quel suo perché”
Nick
ridacchiò, prendendo posto accanto a lui e sospirando stanco “Quando vorrei
fingermimalato….
Ma poi chi spiega a Suor Genevieve che in realtà ho
solo bevuto troppo ieri sera?”
Jeff
scrollò piano il capo, prima di guardarsi attorno “Allora, sei certo che non ho
detto o fatto nulla di, come dire…. Compromettente?”
L’altro
alzò un sopracciglio “Beh hai chiesto a Blaine se
poteva darti qualche dritta sull’essere gay” disse vago mentre il biondino
impallidiva “Ma lui ti ha risposto che non ha mai visto un emù in vita sua, e
questa mancanza lo distruggeva…. Ergo, fossi in te
starei tranquillo”
Jeff
sospirò appoggiandosi con la schiena alla sedia della salada pranzo proprio mentre l’oggetto del suo
desiderio entrava per consumare la colazione. Li salutò entrambi con un cenno
del capo prima di prendere posto solo, ad un tavolo un po’ appartato, e
iniziando a leggere un libro dalla copertina di pelle scura mentre girava
lentamente il cucchiaino nella tazza.
“Jeff
chiudi la bocca, o entrano le mosche” lo prese in giro il suo amico e subito il
ragazzo avvampò, drizzandosi sulla sedia e prendendo a mangiare un po’
forzatamente il suo cornetto al cioccolato “Ma perché non ci parli, scusa? Tu
gli stai simpatico”
Il
biondo alzò gli occhi al cielo “Tutti gli stanno simpatici”
“Non
ha tutti sorride…”
“Beh
ha sorriso anche a te no?”
Nick
sospirò, cercando di mantenere la pazienza perché, dopotutto, quello era il suo
migliore amico e se l’avesse ucciso ci avrebbe rimesso di certo. Anche se,
pensandoci bene, la balia tra i due era lui….
“Buongiorno
ragazzi” Blaine, come chiamato dal cielo, si appoggiò
alla sedia libera davanti a loro, sorridendo raggiante.
“Tu
hai fatto le tre del mattino” disse Nick alzando le sopracciglia “Come diavolo
fai ad essere così riposato, scusa?”
“A
dire il vero ho aiutato Thad a pulire il vomito,
quindi ho fatto quasi le quattro e mezzo….
Onestamente non saprei! È una così bella giornata!”
“Torni
a Lima oggi? Per questo tutta questa allegria?” chiese Wes
passandogli accanto, e proseguendo fino al suo tavolo senza fermarsi.
Le
guance di Blaine si imporporarono appena, poi
sorridendo ai ragazzi si sbrigò a seguire l’amico.
“Che
palle, tutti hanno intrallazzi tranne me” constatò Duvall scocciato “Forse
dovrei seguire il consiglio di James…”
Jeff
alzò un sopracciglio “La rinoplastica?”
“Già…”
Al
tavolo imbandito del buffet Trent prese un paio di brioches (e con un paio intendo sei), impilandole con precisione
sul piattino e infilandosene una in bocca per sicurezza, prima di avvicinarsi
al tavolo in cui Flint leggeva con apprensione un libro.
“Mhpprchestoisompro solo?”
Il
ragazzo alzò gli occhioni azzurri sui suoi e,
sfilandogli la pasta dalla bocca, chiese con garbo “Eh?”
“Perché
stai sempre solo, Flint?”
L’altro
si lasciò scappare un sorrisetto prima di chiudere il libro e appoggiarlo con
eleganza sul tavolo. Ogni movimento che quel giovane compiva sembrava irreale,
tanto fini erano i suoi modi.
No,
doveva senza dubbio essere gay, almeno secondo il parere del compagno di
stanza.
Il
morettino gli fece segno di sedersi davanti a lui e appena questo l’ebbe fatto
con un sorriso disse “La solitudine è la dieta dell’anima, Trent”
Ah,
dimenticavo: Flint Wilson era dannatamente filosofico.
Trovava
aforismi per tutto, persino per la colazione a quanto pare.
“Dici
che dovrei stare un po’ solo io?” chiese divertito l’altro, toccandosi la
pancia e fancendolo ridere.
“Non
intendevo offenderti….”
“Oh
non l’hai fatto” prese a mangiareosservandolo curioso mentre l’altro guardava con falsa non chalance qualche tavolo più in là.
Flint
era alla Dalton da circa due mesi ed era da poco uscito dal suo involucro di
mutismo, quindi Trent non intendeva essere indelicato
con lui e chiedergli se per caso fosse gay, onde evitare che quello smettesse
di nuovo di parlare.
Ma
decisamente lo era.
Poteva
scommetterci la pausa pranzo…
Beh,
si disse, si possono sempre estrapolare informazioni in modo indiretto, no?
“Flint
tu hai la ragazza?”
Il
morettino lo guardò curioso prima di rispondere “Uh? No.”
Ok,
non aveva dedotto un accidente ma poteva sempre riprovare…
“Nessun
tipo di…. Relazione?”
L’altro
scosse piano il capo come se avesse capito qualcosa, poi finì il caffè e si
alzò “Ci vediamo alle prove!” lo salutò con un sorriso tirato prima di fuggire
letteralmente.
“Hey Flint aspetta! Non volevo farmi gli affari tuoi e…”
Era
sparito di nuovo.
Trent si alzò dal tavolo notando che il suo
coinquilino si era come al solito Smaterializzato, stavolta dietro ad un paio
di ragazzi del primo anno che erano comunque più alti di lui. fece per uscire
dalla saletta quando notò sul tavolo che Flint si era dimenticato il libro…
Lo
raccolse chiedendosi se lo avrebbe mai beccato prima delle lezioni….
Ma
poi la soluzione gli passò davanti.
“Hey Jeff!”
Il
biondo si voltò sorridendo all’amico “Ciao Trent.”
Il
ragazzotto fece un cenno anche a Nick prima di rivolgersi al biondo “Tu
frequenti storia con Flint, giusto?”
A
quelle parole il biondo smise di pensare del tutto, visto che i pochi neuroni
che aveva in testa continuavano ad inciampare tra loro invece che far la
sinapsi. Ci pensò Nick a rispondere “Già, alla prima ora…”
“Bene
allora potete per favore dargli questo? L’ha dimenticato….
Lo lascerei in camera ma non so…. Magari gli serve”
Il
moro lo prese sorridendo “Certo, nessun problema!”
Si
salutarono e appena i due uscirono dalla mensa Nick diede il libro a Jeff con
enfasi “Vai! È il tuo momento!”
Il
biondo arrossì violentemente “Ma…. Non puoi darglielo
tu?” chiese mentre passavano per il dormitorio.
“No,
a me non piace.”
Si
avvicinarono alla classe lentamente mentre Nick sbuffava con tanto entusiasmo
da sembrare un vulcano in eruzione. Jeff dal canto suo pareva un condannato a
morte, sì uno di quelli ‘Uomo in marcia nel miglio verde’ per intenderci.
Camminava a passettini così piccoli che per un attimo Nick si chiese come fosse
possibile, visto la spataffia di gambe che si
ritrovava. Si aspettava di vederlo sudare sangue, ma purtroppo non avvenne.
“Se
ci metti un altro po’ iniziano le vacanze di primavera…”
“Ma
è novembre…”
“Eh
appunto….” Nick si portò una mano al viso “Come fai a
non riconoscere il sarcasmo? È un problema che va risolto…”
“Ora
ho altro per la testa” fu la risposta stizzita di Jeff mentre si portava il
libro al naso, sfogliando le pagine per carpirne il profumo. Quando notò cosa
aveva appena fatto era troppo tardi. Nick lo guardava come se fosse pazzo “Che
c’è?” disse provando a recuperare quel poco di dignità ormai andata a puttane
“Io annuso sempre le pagine dei libri…. Lo trovo rilassante…”
“Oh
ti prego! Non ti ho mai visto con un libro in mano in tutta la vita, eccetto
quelli di scuola!” si portò una mano al viso “Sei uno di quei ragazzi che
annusano la biancheria usata, lo sapevo!”
“Io
non ce la faccio Nick…”
“Dai
non fare così. Alla fine a parte lo shock iniziale è solo feticismo…”
“No…. Non ce la faccio a parlare a Flint….
È troppo ovvio!”
Nick
alzò un sopracciglio “Troppo ovvio se gli restituisci un libro?”Ma il biondo
gli diede le spalle percorrendo veloce il dormitorio al contrario “Jeff non
puoi scappare quando sei già nella trincea!”
Cameron
si avvicinò a Duvall preoccupato, mentre Jeff girava l’angolo in fretta e furia
andandosene “Ma che succede? Non si sente bene?”
“Non
è mai stato bene in vita sua, mi sa….” Sospirò prima
di aggiungere sottovoce, più a se stesso che all’altro “Poteva almeno lasciarmi
il libro, così lo restituivo io….”
James
Kirk non odiava Blaine perché era il cantante solista.
Lo
odiava perché tutti lo amavano e lui voleva distinguersi. Letteralmente.
Odiava
il fatto che qualsiasi cosa dicesse fosse oro colato per Wes
e David in particolare, e anche se Thad faceva il
riottoso alla fine pendeva sempre dalle sue labbra….
Odiava
il fatto che tutti gli sorridessero come un branco di idioti che non ce la
possono fare a capire che è solo un ragazzo come molti altri. Anzi a lui
mancava qualcosa: una ventina di centimetri in altezza.
Cosa
aveva di tanto speciale alla fine? Una bella voce?
Oh
andiamo, quella ce l’avevano praticamente tutti! Nick era un tenore, un tenore
rediamoci conto! E Wes? Flint? Oh Flint faceva
sognare ad occhi aperti quando prendeva la chitarra classica e si metteva a
strimpellare, anche a caso.
Sapeva
forse ballare?
Ok,
non era un tronco, ma non era paragonabile a Jeff e i suoi passi hip hop oppure ai salti di David.
Era
simpatico? La risposta era sempre la stessa….
Non
più di chiunque altro.
Quale
era quindi il suo segreto? Faceva servizietti a tutti
tranne che a lui? Non che ne volesse, per carità, la sua ragazza lo avrebbe linciato….
Forse
la sua forza stava in una cosa sola…. Il carisma.
E
forse nei capelli.
Insomma,
quella sottospecie di barriera architettonica che aveva in testa doveva essere
molto ammirata dagli altri, dopotutto era costruita con dovizia mattina dopo
mattina, doccia dopo doccia….
Secondo
Kirk dovevano esserci circa tre strati di gell, uno
di lacca per uniformare, un paio di strati in cemento armato e almeno due
passate di stucco nero per pareti. In una struttura di quel tipo anche Hitler
sarebbe sopravvissuto al bombardamento degli alleati…..
Ethan
Moore, il suo compagno di stanza, non condivideva molto le sue vedute anti-Blaine, ma aveva notato anche lui che quando si
parlava di Mrporto-occhiali-rosa-e-nessuno-mi-discrimina
Anderson il consiglio smetteva di essere imparziale e iniziava a vomitare
cuoricini da ogni orifizio “Non è molto giusto, in effetti”
“No,
Ethan. Non lo è affatto…. Dannazione questo sfigato
arriva dal nulla e prende tutti gli assoli, tutti lo venerano…. Sai… dovremmo fare
qualcosa”Kirk si portò una mano al mento mentre l’altro trascriveva gli appunti
di Letteratura Americana, poi lo guardò alzando un sopracciglio.
“Tipo
dobbiamo organizzare qualcosa che faccia capire a tutti che Blaine
Anderson non è affatto un modello….”
Ethan
annuì lentamente “Hai in mente qualcosa?”
“Per
ora no” ammise il biondo spostandosi il ciuffo con un gesto veloce dal viso
“Però direi che uno dei soliti scherzi da galera, che si organizzano per
umiliare qualcuno, sia la retta via…”
Moore
sgranò gli occhi “Vuoi umiliarlo? Addirittura?!”
Kirk
sogghignò “E pesantemente, anche….”
Thad aveva un brutto vizio.
Lui
non era cattivo, anzi tutti lo trovavano anche più che accettabile (Meglio se ubriaco,
ma anche sobrio poteva starci) solo che aveva un bisogno impellente di rompere
le palle in qualsiasi momento della giornata.
E
per qualsiasi cosa.
Per
questo quando trovò Jeff con lo sguardo assente, seduto su una panchina in
giardino si sentì in dovere di andare a dirgli di filare a lezione.
Non
si era nemmeno posto il problema che potesse star poco bene, o avere una
giornata no. Non gliene fregava di meno, doveva rompere i coglioni con la sua
solita aria da rispettoso delle regole.
E
l’avrebbe fatto, senza alcun rimorso.
“WarblerSterling che ci fai fuori
durante l’orario scolastico?”
Il
biondino alzò gli occhi su di lui facendosi esattamente la stessa domanda: -Thad perché sei qui? Mi perseguiti per caso? Perché anche
tu non vai a lezione e impari a tacere?-
Ma
Jeff, essendo di natura bonaria e maledettamente educato, troppo, sorrise
appena “Scusami, Thad, ma oggi non sono molto in vena…”
“Questa
è una scuola…. Se non sei in vena per seguire i corsi
che ci stai a fare?”
Ok,
non aveva tutti i torti, ma non si poteva sopportare.
“Thad tu non ti sei mai sentito diverso? Nel senso…. Ti sei mai accorto di essere diverso da ciò che in
realtà pensavi di essere?”
Questa
domanda stupì moltissimo il capo del consiglio Harwood,
tanto che abbassò il blocco per appunti su cui segnalava le infrazioni e, con
placida calma, prese posto accanto al biondo.
“Jeff…. È successo qualcosa?”il biondo scosse il capo, continuando a
fissare con insistenza la ghiaia “Sicuro? Qualcosa ti ha turbato o magari
qualcuno ti ha dato fastidio?”
“No,
davvero…. È una cosa tra io, me e me stesso” disse
con un sorrisetto per tranquillizzarlo il più giovane “Solo che mi sto ponendo
delle domande e spesso non trovare le risposte è un problema”
“Posso
capirlo, sai?” Thad appoggiò una mano al ginocchio
del biondo guardandolo attentamente nelle iridi cangianti “Ti posso dare solo
un consiglio: non ti tirare mai in dietro. Se senti di dover fare qualcosa,
falla. Se pensi che qualcosa possa più danneggiarti che farti del bene, evita…. Ok?” il biondo annuì.
“Grazie…”
Thad sorrise per un istante, un
sorriso sincero.
Poi
drizzò quel maledetto block notes alzandosi in piedi e controllandolo “Bene,
per stavolta lascio correre…. Ma ora fila a lezione!”
Jeff
sorrise di nuovo, alzandosi e salutandolo alzando una mano poi lentamente si
incamminò verso la scuola.
Era
giusto in tempo per algebra…
….
Sì, algebra.
Flint
non sopportava quella materia, la trovava fondamentalmente inutile.
Continuava
a guardare quell’equazione logaritmica chiedendosi perché mai il risultato non
tornasse, anche se, in effetti, il procedimento era giusto.
Lo
aveva copiato pari dal libro! Non poteva continuare a sbagliare.
Pensava
già di essere spacciato, già la vedeva nitida davanti a se quella F rossa a
fine anno….
Ad
interrompere questo deflusso di pura disperazione furono un paio di belle mani
che appoggiarono davanti a lui, sul banco, il suo libro. Lo guardò da prima
sorpreso, chiedendosi come aveva fatto a non notare di averlo perso, poi alzò
con calma gli occhi sulla figura che glielo aveva restituito, scontrando i suoi
grandi occhioni azzurri con quelli cangianti di Jeff,
che arrossì lievemente.
Sperava
che Flint non lo avesse notato, ma invece lo notò eccome, arrossendo a sua
volta di riflesso.
“L’hai….” il biondino sentiva la gola innaturalmente secca
“L’hai lasciato sul tavolo…. Trent
mi ha chiesto di portartelo ma…. Non ho fatto la
prima ora e….”
Flint
gli sorrise, appoggiando il volume di Orwell nel sottobanco “Grazie Jeff, sei
stato molto gentile….”
“Di
nulla…” fece per allontanarsi ma poi, per la prima
volta da quando militava alla Dalton Academy, decise
di dar retta ad un consiglio di Thad. E no, non stava
impazzendo. O forse si? Non era ben chiaro “Senti, posso?” chiese indicando il
post accanto al morettino che un po’ stupito gli fece cenno di sì.
Il
biondo si sedette velocemente, urtando anche la sedia e facendo sorridere
l’altro che nel mentre ancora cercava di risolvere quella dannata equazione.
No,
niente da fare….
Doveva
essere sbagliato il risultato del libro….
Osservò
con la cosa dell’occhio Jeff mentre, impacciatissimo,
prendeva fuori dalla tracolla un quaderno dalla copertina blu e un astuccio
nero, pieno di scritte col bianchetto, appoggiandoli poi sul banco.
“Jeff?”
chiamò facendolo sussultare “Posso chiederti se per caso hai svolto gli
esercizi che ci erano stati assegnati pero oggi?” il biondo annuì “E…. per caso ti sono riusciti?” ancora una volta annuì,
aprendo il quaderno sulla pagina giusta. Flint sospirò frustrato, portandosi
una mano tra le ciocche corvine.
Jeff
intuì il suo disagio così schiarendosi la voce disse “Posso darti una mano? Io ecco…. Sono bravinoin matematica…”
“Te ne sai davvero grato….”
Con
il cuore che martellava a mille Jeff si avvicinò con la sedia al compagno,
appoggiando praticamente la sua spalla a quella dell’altro
Si
impegnò a concentrarsi sull’esercizio e miracolosamente ci riuscì. Flint
osservò attentamente il viso di Jeff contorcersi in una sorta di smorfia
concentrata che poco gli si addiceva, poi prendendo la penna del compagno,
appoggiata al banco disse “Ecco…. Hai sbagliato qui…. Gli esponenti sono invertiti…”
corresse “Ecco…. Ora è giusta…”
“Accidenti
sei davvero bravo…” mi morse le labbra “Ti andrebbe
di aiutarmi?”
Jeff
annuì “Certo, posso correggerle tutte prima che arrivi la Cooper…”
“Io
intendevo un aiuto più consistente. Ecco….” Si
imbarazzava moltissimo e, nonostante si fosse stupito da solo per quanto stava
parlando, fu comunque difficilissimo azzardare quella proposta “Ti andrebbe di
trovarci qualche pomeriggio per fare esercizi?”
Jeff
avvampò, staccandosi da lui, poi lentamente acconsentì a quella richiesta.
Doveva
essere una sorta di sogno, o qualcosa di simile….
L’arrivo
della Cooper lo salvò dal collasso appena in tempo.
Alcuni
posti dietro di lui Nick osservava la scena, seduto accanto a Cameron che però
non prestava attenzione, e sogghignando iniziò a prendere appunti mentali su
come aiutare Jeff ad uscire da quel blocco fiabesco in cui si era cacciato da
solo.
Continua….
Nel prossimo capitolo:
Kirk osservava
con un sorriso sadico i gavettoni che pulsavano di acqua colorata, reggendone
con attenzione uno fra le mani.
“Ethan…Questo è
il giorno che tutti ricorderanno come l’umiliazione pubblica di Blaine Anderson…”
L’altro ridacchiò
appena, prima di guardare critico il compagno di stanza “Ma non pensi che sia
un po’…. uhm, esagerato? Questo colorante non se ne andrà mai via dalla camicia…”
“Gli piace il
rosa, no? E poi l’umilizione deve essere evidenziata
nel modo più marcato possibile…”
NdA :
Sette
recensioni, quattro persone hanno messo la storia tra le preferite, una tra le
ricordate e otto tra le seguite e più di cento ottanta letture**
Che
dire? Come inizio niente male davvero!!
Faccio
un paio di precisazioni che mi sono totalmente dimenticata di fare nel primo
capitolo!
-Innanzitutto io
con Flint Wilson intendo Brock Baker (per chi non lo
conoscesse questo bel tipinoqui)
perché la storia è nata quando io credevo che fosse lui e non Luke Edgemonde come in realtà sarebbe per davvero! Mea culpa per questo scambio di persone, ma penso di
tenerlo così perché alla fine per Brock mi sono
affezionata al nome Flint!
-Luke apparirà ma,
per proprietà transitiva, avrà il nome di Nicholas Madison.
-Per tutti gli amanti del Klaine
posso affermare che esso arriverà dal prossimo capitolo in avanti.
Passando
ai ringraziamenti veri e proprio grazie mille a coloro che mi hanno recensita,
ovvero: Miry, Safelia22, HachikoGiuls,
JCriss, ElfoMikey (♥) Nix e HevenHelphas!
Blaine alzò gli occhi
dal piccolo schermo della tv che aveva in camera e li portò in quelli a
mandorla di Wes.
“Bene…. Cioè…” si grattò dietro a
un orecchio “Le cose nella sua scuola peggiorano sempre di più….
Quel Karofsky lo terrorizza, glielo leggo negli occhi…. E non posso farci nulla da qui…”
Wes e David si scambiarono
un’occhiata appena captarono nella voce dell’amico una nota frustrata “Perché
non gli proponi di venire qui?”
Blaine alzò gli occhi
così di scatto da farli sussultare “No.Non so se i suoi genitori potrebbero mai permettersi la Dalton e, cosa
più importante, scappare non aiuta.”
“Si
ma…. Potrebbe essere in pericolo”
“David
ha ragione” Wes si drizzò a sedere, spegnendo la
televisione “Non puoi aspettare di andarlo a trovare in ospedale per proporgli
di cambiare scuola…”
“L’ho
già fatto” Blaine strinse appena i pugni prima di
sospirare “Ma non è giusto che lasci la sua vita, i suoi amici a causa di un
bullo. Non deve commettere il mio errore”
“Non
è la tua guerra, Anderson!” insistette Wes “Se sei
suo amico devi aiutarlo a preservasi! Non spingerlo in prima linea!”
“Non
lo spingo da nessuna parte!” inveì Blaine,
alternandosi a sua volta “Io semplicemente voglio aiutarlo!”
“Ragazzi…. Calma…” David si mise
in mezzo, appoggiando una mano sulla spalla di entrambi mentre si sedeva in tre
loro due “Quel ragazzo non mi sembra scemo, nonostante ho avuto a che vedere
con lui solo una volta…. Ma evidentemente tu hai già
un certo ascendente su di lui” disse guardando Blaine
che distolse lo sguardo “Pensa anche a questo…. Pensa
a come ti sei sentito meglio qui, quando sei arrivato. A come era bello girare
i corridoi senza sussultare ad ogni minimo rumore o a come fosse gratificante
sentirsi accettato…”
“Si
ma io mi sono pentito di essermene andato così, senza lottare”
Wes assottigliò gli occhi alzandosi
in piedi “Bene, per me puoi benissimo tornartene da dove sei venuto…”
Blaine si alzò a sua
volta “Aspetta Wes, mi sono espresso male io
intendevo che…”
“Tu
non sei pentito, Anderson” lo interruppe l’altro “Tu stai bene qui, sei la star
della scuola quando prima venivi spinto contro i muri….
Ti ricordi quando ci siamo conosciuti? Io ti ho detto della Dalton nel momento
in cui ti ho aiutato ad uscire dal lago in cui quel tizio ti aveva spinto…. Io ti ho detto che potevi venire qui e tu sei
stato ben felice di trovare sicurezza…. Ora non fare
l’ipocrita pensando di sfatare questa tua codardia nello spingere Kurt al
suicidio. Ti renderebbe pessimo” e detto questo uscì rapidamente dalla stanza
sistemandosi il colletto della divisa.
Il
ragazzo allora si voltò verso David “Io…. Io non sono
così…. Non lo farei mai”
Il
ragazzo di colore annuì “Lo so. Solo che avvolte sei così ingenuo che sembra
che lo fai apposta…”E detto questo lasciò solo Blaine a rimuginare.
Non
per molto almeno.
Il
suo cellulare squillò e quando lesse il messaggio di Kurt i suoi occhi si
sgranarono fino all’inverosimile.
-Il
consiglio di istituto ha revocato la sospensione di Karofsky….
Cosa faccio ora, Blaine? K.-
Forse
aveva ragione Wes….
“Vieni
qui Kurt…”
Wes arrabbiato non era un bello
spettacolo.
Per
questo appena Thad vide che era nero di collera
repressa avrebbe tanto voluto evaporare o mandare al diavolo i problemi degli
altri.
Però
si fece coraggio perché infondo il suo compito era importate! Andava fatto quel
che andava fatto, senza rimandare…
“Wes?” il ragazzo asiatico lo fulminò ma Thad
mantenne un’espressione sicura “Senti, non so cosa ti è successo ma sembra che
ti abbiamo appena investito la nonna senza portarla dal veterinario prima di
restituirtela agonizzate ma…. Uno dei nostri ragazzi
non sta bene…”
Wes e David lo guardarono “Chi?”
chiese poi il secondo, un po’ preoccupato.
“Jeff”
si limitò a rispondere Thad “Lui dice di non sentirsi
a posto con se stesso…. Secondo me dovresti parlarci
tu”
“Io
non sono sua madre” sbottò Montgomery “Ne lo psicologo della scuola! Ragazzi davvero…. Oggi non è giornata. Andateci voi” e detto questo
lasciò nel corridoio David e Thad, chiudendosi in
camera.
“Ma
che ha?” domandò a quel punto Harwood.
“Ha
litigato con Blaine” rispose l’altro, tranquillo “Mi
dicevi di Jeff che…?”
“Oggi
non è andato a lezione e quando gli ho chiesto il motivo ha iniziato a parlare
in modo strano…. Non so ma mi è parso che avesse una
voglia malata di parlarne, ma qualcosa lo ha trattenuto dal farlo"
David
ci pensò su per qualche istante “Penso che a quest’ora lui e Nick siano fuori a
provare a far esplodere qualcosa….” Thad sgranò gli occhi “Perché non prendi Blaine e lo fai parlare con lui? è molto bravo a risolvere
problemi non suoi….” Per questo con Kurt fallisce,
pensò solamente senza dirlo ad alta voce.
“Ok…. Allora vado” gli diede una pacca sulle spalle “Tu vai
li dentro a dire a Wes che la sua principessina non
lo odia e che dopo faranno pace…”
David
ridacchiò mentre lui si allontanava alla volta della stanza di Anderson,
situata nel corridoio del terzo anno.
L’accademia
Dalton era stata collocata all’interno di un bellissimo palazzo di tratto
barocco, fedele a quelle belle mason francesi che si
vedevano nei documentari,ed ogni ambiente era finemente decorato in stile belle
epoque.
Ma
la cosa che di certo colpiva maggiormente era il bellissimo giardino interno,
curato sino all’inverosimile e con una doppia fila di porticati, uno a livello
del terreno e uno al secondo piano della struttura, tutto fatto in bellissimi
archi con colonnine di marmo.
Proprio
da questo spazio sopraelevato Kirk osservava con un sorriso sadico i gavettoni
che pulsavano di acqua colorata, reggendone con attenzione uno fra le mani.
“Ethan…. Questo è il giorno che tutti ricorderanno come
l’umiliazione pubblica di BlaineAnderson…”
L’altro
ridacchiò appena, prima di guardare critico il compagno di stanza “Ma non pensi
che sia un po’…. uhm, esagerato? Questo colorante non se ne andrà mai via dalla
camicia…”
“Gli
piace il rosa, no? E poi l’umilizione deve essere
evidenziata nel modo più marcato possibile…”
Moore
non era particolarmente convinto di tutto ciò. Non gli stava antipatico Blaine e quindi gli dispiaceva un po’…. Ma poteva dire di
no alla persona che copriva le sue fughe notturne per vedersi con chissà quale
ragazza di Westernville?
No
non poteva.
Stava
per avvicinarsi all’amico quando dalle piccole finestrelle della parete vide Blaine camminare dal parcheggio fino alla scuola “Arriva!”
“Bene…. Quando passa sotto all’arco gli tiriamo addosso un
paio di questi…. E appena si sarà immobilizzato,
stravolto, lo finiamo con i rimanenti…”
Ethan
raccolse un palloncino titubante e con l’amico rimase in attesa, pronto a
colpire il povero solista dritto su quei capelli stuccati…
Blaine nel frattempo
trotterellava inconsapevole, passando sotto l’arco e mentre stava per entrare
nel giardino interno qualcuno lo chiamò, facendolo fermare li sotto.
“Ciao
Thad” disse con un sorriso all’amico.
“Dove
ti eri cacciato?” domandò il capo del consiglio, affannato “è un’ora che ti
cerco! Sono stato in camera tua, in sala prove, in tutti i bagni pensando ti
fossi tagliato le vene per aver litigato con quell’altro la…”
Blaine ridacchiò “Avevo
lasciato il caricabatterie del cellulare in macchina….”
Disse alzandolo “Mi cercavi? Come mai?”
“Senti,
Jeff Sterling…. Credo abbia qualcosa che non va” Blaine lo ascoltò attento, incrinando appena il capo di
lato “E David mi ha detto che magari potresti parlarci tu….”
L’altro
annuì “Certo…. Sai dove posso trovarlo?”
“Sì,
qui in giardino e…”
Thad si interruppe appena la suoneria
di Blaine partì assordandolo e stordendolo appena.
Il
moro lesse il nome sul display prima di sbrigarsi a rispondere “Kurt?”
-B-Blaine….-
Al
ragazzo salì in cuore in gola “Kurt cosa è successo? Perché stai piangendo?”
-Perché
ho dovuto farlo…. Io ho dovuto….-
lo sentì tirar su col naso prima di schiarirsi la voce, tentando inutilmente di
tenerla ferma –Ho detto addio al Glee del McKinley…-
Blaine sgranò gli occhi
“Cosa? Come mai?”
-Perché
vengo lì, Blaine. Mi trasferisco alla Dalton…-
Puff.
E
il cervello di Blaine Anderson implose così come il
cuore e lo stomaco.
Non
riusciva a capire cosa succedesse, non sapeva se era felice o triste o se
quell’agitazione era dovuta al gelato che aveva mangiato prima di uscire dalla
sua stanza, e che era dentro al congelatore decisamente da troppo tempo….
-Blaine….?-
“Sì!
Scusami…. Ecco io…. Arrivo
subito”
-D’accordo,
ti aspetto qui a scuola-
Il
moro salutò velocemente rimettendo poi il cellulare al sicuro nella tasca dei
pantaloni prima di rivolgersi a Thad “Devo scappare,
ma ti prometto che appena torno stasera vado diritto da Jeff!”
“Ma…. Aspetta!”
Thad sospirò mentre l’altro correva
verso la sua macchina, nella direzione opposta a quella in cui avrebbe dovuto
recarsi con lui “Come dice il proverbio: se vuoi che una cosa venga fatta bene,
falla da solo!” disse a voce alta, deciso a recarsi dal biondo.
Il
gatto e la volpe intanto erano ancora in attesa di ricoprire Blaine di palloncini…
“Mi
fa male il braccio Kirk” si lamentò Moore, appoggiandosi contro alla colonnina
dell’arco e guardando l’amico, che invece teneva fisso lo sguardo verso il
basso.
“Ma
che diavolo sta facendo li sotto?!”
“Non
lo so ma io sono stanco…. Che cavolo ci stiamo a fare
qui come due idioti che…”
“Eccolo!
Vai!”
Come
due cretini lanciarono i gavettoni alla prima persona che uscì da lì sotto,
convinti si trattasse di Blaine.
E
invece no.
Invece
era Thad.
Soltanto
quello lanciato da Kirk lo colpì, tra l’altro di striscio, su un braccio, ma
appena si fermò stranito guardandosi attorno e poi verso l’alto una pioggia di
palloncini lo colpirono in faccia, sul petto e sulle spalle, riempiendolo di
tintura rosa e bagnandolo da capo a piedi.
“Preso!”
urlò Kirk prima di correre alle scale con Ethan al seguito per raggiungere la
loro ‘vittima’ in cortile. Il biondone esplose a
ridere mentre Nick e Jeff li raggiungevano, con gli occhi sgranati “Avete
visto?!” rise di gusto mentre si avvicinava alla figura, chinata in avanti nel
vano tentativo di levare il colorante dagli occhi e non perdere così l’uso
della vita. Solo Moore notò che qualcosa non quadrava. Da quanto Blaine era così alto? E così magrolino? E poi…. Nonostante il colore rosa quei capelli sembravano
troppo poco scuri…
Lentamente
realizzò.
Prese
per la giacca Kirk, tremolante “Andiamo via” disse con voce strozzata, ma
quello non avevando ancora capito chi aveva colpito
si strattono dalla presa e andò a chinarsi davanti al ‘omino rosa’.
“Allora,
sfigato…. Come ci si sente a non essere più la star?
Ad essere umiliato?”
“Ma
è pazzo” disse senza fiato Jeff mentre Nick si parava dietro di lui con un
ghigno, pronto a vedere Harwook esplodere.
Non
dovette aspettare molto per godersi un tale spettacolo.
Thad si alzò di nuovo in tutta la sua
altezza e immediatamente Kirk sbiancò fino a diventare del colore di una bella
mozzarellina.
Guardò
Kirk assottigliando gli occhi per metterlo bene a fuoco e poi spostò lo sguardo
su Ethan.
Il
silenzio era così pesante che Jeff poteva giurare di sentire le bestemmie che
Kirk stava sbraitando dentro alla sua testa, insieme ai piani suicidi che stava
escogitando Ethan nella sua...
“James Kirk e Ethan Moore…. Voi due…” Thad si portò i capelli
indietro, con la mano che tremava per la rabbia repressa “Siete in punizione…. Anzi, siete morti!!! Ma che cazzo fate?!?!
Siete impazziti?!”
“A
mia discolpa” disse Kirk “Era solo uno scherzo innocente e tu…
non eri previsto…”
Thad assottigliò ancora di più gli
occhi, cattivo “Sai una cosa?! Tante sono le cose che non avevi previsto….”
Trent scoppiò a ridere
ancora più forte, tanto che per poco rischiò di veder uscire la cocacola che stava bevendo dal naso.
Nick
si appoggiò al ripiano della scrivania mentre Jeff, steso sul letto dell’amico
osservava davvero incuriosito la parte della stanza di Flint.
Era
così pulita e ordinata da fargli impressione, mentre invece quella di Trent era piena zeppa di carte e cartine di dolci e
merendine varie.
Non
che lui e Nick fossero ordinati.
La
pila dei vestiti sporchi che avevano accanto alla doccia parlava da se, ma
prima si era appoggiato al cuscino ed era rimasto appiccicato ad un marshmallow.
“E
poi…” continuò Nick tra una risata e l’altra “Thad era tutto rosa! Si è fatto tre docce ma ancora deve
levare tutto il colorante! Sembra che sia stato avvelenato col monossido di
carbonio!” gli lacrimavano gli occhi a forza di ridere “Ha costretto Kirk a
smacchiargli la camicia dicendo che se non tornava bianca l’avrebbe tinta col
rosso del suo sangue!”
“Non
mi perdonerò mai di essermi perso questa scena” disse Trent
portandosi una mano alla pancia, ormai gli dolevano le costole a forza di
ridere “Ma Flint aveva bisogno di una mano in algebra….
E quindi ho passato il pomeriggio con lui. Cheppalle…”
A
quelle parole Jeff sentì lo stomaco sprofondargli.
“Ma
dai, sembra simpatico”
Trent sospirò “Sì lo
è! Ma dice una parola ogni due ore e poi non so…. Non
mi dice niente di lui, parliamo sempre di cazzate…. È
avvilente”
Nick
alzò le spalle prima di spostare gli occhi in quelli cangianti del biondino e
notare subito che qualcosa non andava. Gli lanciò un’occhiata significativa ma
quell’altro non gli rispose, limitandosi a fissarsi le mani.
Allora
Nick ricordò.
Le
ripetizioni di matematica Flint le aveva chieste a Jeff.
Cosa
centrava Trent in tutto questo?
Stava
cercando ancora qualcosa da dire ma il cellulare del biondo prese a squillare e
quello rispose “Si?.... ciao…. Ah, sì ok…. Vengo io da te?.... ok arrivo. Ciao” riattaccò
guardando confuso il cellulare “Blaine…” disse
rispondendo così allo sguardo interrogativo di Nick “Dice che deve parlarmi” si
infilò la giacca della divisa “Ci vediamo dopo” e uscì.
Trent e Nick si guardarono
e poi il primo disse “In questa scuola sono quasi tutti omosessuali…”
Nick
lo guardò trucemente “e allora?” chiese forse un po’ aggressivo.
Quello
subito capì male “Scusa! Non volevo offenderti, non lo sapevo e…”
“No,
io non sono gay!” Nick si portò una mano al viso “Ma….
Blaine lo è” gli chiarì, senza fare però il nome di
Jeff “e mi urta che tu ne parli male”
“Ma
non ne parlo male! A me non disturba, anzi, lo sai che voglio molto bene a Blaine…. Però è strano…. Insomma…. È come se ci fosse un’aria molto gay certe volte….”
Nick
si grattò il mento “A me non sembra”
“Perché
hai un compagno di stanza indubbiamente etero” disse Trent
alzandosi mentre Nick nascondeva un sorrisetto. Certo, proprio lui “Flint invece….”
A
quelle parole Nick si drizzò sulla sedia “Flint cosa?” chiese incuriosito ma
non eccessivamente.
Non
ce l’aveva con i gay, anzi…. Ma non voleva passare
per unodi loro.
“Beh
secondo me è del partito di Blaine…. Insomma….”
“Ma
solo perché ha dei modi un po’ raffinati o hai le prove?” domandò Duvall
cercando di sembrare disinteressato. In realtà stava facendo dello spionaggio
industriale per conto di Jeff.
“Svicola
il discorso e poi…. Non so solo a me sembra così
ovvio?”
Nick
annuì “Beh…. Se scopri qualcosa fammi sapere. Io vedo
a buttarmi sotto la doccia prima di cena!”
“Ok,
io ti dico di Flint ma tu dimmi se Blaine ora sta
facendo la proposta a Jeff!”
Nick
annuì ridendo prima di andare verso la sua camera soddisfatto.
Non
parlando mai con Flint non aveva mai pensato che anche il ragazzino potesse
essere gay ma pensandoci davvero bene, aveva ragione Trent.
Era
così ovvio….
Jeff
si trovò a fissare un po’ titubante la porta della camera di Blaine, molto combattuto tra il bussare e il darsela
pesantemente a gambe.
Alla
fine si fece coraggio bussando alla porta.
Immediatamente,
manco lo aspettasse subito li dietro Blaine aprì con
il solito sorriso scintillante “Prego accomodati” disse al ragazzo facendogli
spazio.
‘Ora
si che ragioniamo’ pensò Jeff guardandosi attorno.
Era
decisamente un ragazzo ordinato, Blaine, e la stanza
profumava di pulito.
Non
era mai entrato nella stanza di Anderson ma doveva ammettere che pareva
parecchio più grande della sua. Forse perché il ragazzo aveva unito i due
lettini insieme formandone uno solo matrimoniale.
E
la cosa lo mise un po’ a disagio.
Molto.
Iniziò
a sudare freddo.
Si
era scoperto omosessuale da troppo poco e in quel momento temeva che Blaine si sarebbe avvicinato a lui sussurrandogli con fare
sensuale che era il ragazzo perfetto per lui. Si immaginò per un istante il
moro prenderlo per il mento e baciarlo fino a spingerlo sul letto e iniziare a toccarlo…
Ok,
non era male come visione, quindi era decisamente gay.
Ma
lui voleva Flint!
“Jeff
lascia che ti spieghi perché ti ho chiamato….”
“Ma
io non sono ancora pronto!”
Blaine lo guardò
spiazzato mentre il biondino arrossiva, spostandosi il più lontano possibile
dal letto, fino ad affiancarsi al comò dove stava la televisione “Ma…. io volevo solo chiederti se ti andava di parlare con
me di quello di cui hai parlato oggi con Thad” disse
stranito.
Jeff
sospirò sollevato, dandosi dell’idiota.
Era
così logico che non ci aveva manco pensato.
Sentiva
le orecchie incandescenti, così come le guance e….
Lasciamo
perdere.
“Ma…. Pronto a far cosa?” domandò poi Blaine,
senza capire.
Jeff
decise di riportare velocemente la conversazione sul binario giusto “Non volevi
parlare di quello che ho detto a Thad?” si morse la
lingua.
No,
pensandoci era una pessima idea parlare anche di quello.
Blaine si sedette sul
letto “Posso fare qualcosa per metterti a tuo agio?” chiese senza sapere
esattamente cosa fare.
Non
era da Jeff fare così.
Da
quando lo conosceva avevano sempre riso e scherzato apertamente, senza problemi…. Ma in quel momento gli sembrava così chiuso
verso di lui da non capire.
Jeff
invece stava combattendo una sorta di guerra verso se stesso.
Poteva
fare due cose, fondamentalmente: dirlo a Blaine e
levarsi così un pensiero, ricevendo anche qualche consiglio o inventare la
prima scusa, anche poco plausibile.
Blaine intanto credeva
a tutto.
Per
cominciare andò a sedersi vicino – ma non troppo- a lui, poi torturandosi le
mani disse “Tu come ti sei accorto di essere…. Uhm,
quello che sei?”
In
un certo senso poteva considerarsi una confessione, no?
Per
tutti, tranne che per Blaine Anderson, perché non ci
arrivò “E questo cosa centra con te?”
Jeff
prese in esame una terza ipotesi: prendere a testate la parete fino alla morte.
Oppure
sostituire la sua testa a quella di Blaine e
aprirgliela, per vedere cosa contenesse.
Di
certo non un cervello.
“E
poi quello tonto sono io” disse il biondino portandosi una mano al viso “Senti Blaine…. Io sto vivendo una crisi esistenziale come quella
che penso abbia vissuto anche tu…. Ora mi capisci? Se
no passami una lavagnetta e ti faccio un disegnino….”
“Ma
Jeff cosa…” poi si fermò,i suoi occhi si allargarono lentamente e la
consapevolezza finalmente si fece strada “Oh…. Jeff,
scusami sono un’idiota!”
“Nessuno
è perfetto…”
Blaine rimase in
silenzio pensando seriamente a cosa dire. Fino a ieri non conosceva
praticamente nessun omosessuale, e poi dal nulla si trovava per le mano non
uno, bensì due neo-gay…
Doveva
ammettere che era strano.
Non
sapeva nemmeno se Kurt era gay da poco, non sembrava, ma Jeff era decisamente
confuso.
“Sai…. Io me ne sono accorto gradualmente…”
ammise il moro “Non c’è stato un momento preciso in cui o detto ‘Tò! Sono gay!’ dal nulla…. Non
funziona così”
“Per
me si”
“Ah…”
Jeff
era gay e stava sfatando tutte le sue idee in materia.
Bene.
“E
come…”
“Uno
dei ragazzi” rispose velocemente Jeff, sentendo la faccia bruciargli per
l’imbarazzo. Non sapeva come spiegarselo, ma stava davvero confessando tutto a Blaine “Mi sono accorto che mi piace davvero tanto. Ma…. Non so, anzi non credo sia gay…”
Blaine sospirò
sollevato, escludendosi “Su questo è difficile darti un parere….
Potresti chiederglielo ma così ti scopriresti e qualcosa mi dice che tu vuoi
rimanere ancora un po’ nell’ombra”
“Oh
si!” Jeff si aggrappò alla giacca dell’altro “Non dirlo a nessuno, ti prego.
Non sono pronto a fare coming out”
Blaine si passò una
mano sulle labbra, come a chiudere una cerniera lampo, poi sorrise all’amico
“Il tuo segreto è al sicuro…. So cosa si prova ma
ricordati: per star bene con te stesso devi essere ciò che sei apertamente…”
“Lo
so ma…. Non so bene cosa sono….
Preferisco rimanere nell’ambiguità che proclamarmi gay”
Blaine sorrise ancora
“Dimmi un po’…. è Nick vero?”
“C-cos…. No! Blaine no ti prego! È
come se fosse mio fratello” Jeff scosse il capo allontando
quel pensiero “Preferisco tacere su questo particolare”
“Ok,
va bene…. Ora sarà meglio che tu vada a sistemarti
per la cena….”
Il
biondo si alzò “Blaine grazie per….
Si insomma…. Mi sono un po’ sfogato. Tenerlo solo per
me e Nick era…. Un peso”
Blaine sorrise
abbracciandolo brevemente e poi lo accompagnò alla porta “Quando vuoi parlare,
bussa”
Jeff
rispose al sorriso prima di allontanarsi a grandi passi, fischiettando.
Blaine fece per
chiudere la porta ma qualcuno si mise in mezzo “Allora?”
“Uhn niente di che, dice che è stanco per via dei corsi e
cose così…. Senti ma perché sei rosa, Thad?”
“Taci,
tu sei basso”
Blaine alzò un sopracciglio “E che centra?”
“La
mia situazione è reversibile. La tua no”
Kurt
Hummel non è una persona facilmente impressionabile.
Vive
immerso in riviste di bellissime dimore, castelli e casali europei, ville
sull’oceano della Florida e splendide baite nel Vermon.
Ma
la Dalton lo aveva lasciato senza parole dalla prima volta che era entrato,
tanto da farlo perdere in elucubrazioni in cui lui indossava camice di pizzo e
nappe e facendolo così distrarre dalla sua missione di spiare la concorrenza.
Ma
ora quella concorrenza sarebbe diventata la sua realtà quotidiana, e non sapeva
se esserne felice o meno. Gli mancavano già tutti, prima fra tutti Mercedes, e
il suo neo fratello Finn che non gli rivolgeva
nemmeno la parola.
Sapeva
che anche se capivano, i suoi amici non avrebbero mai accettato
quell’allontanamento.
Ma
non poteva vivere nella paura costante!
Non
potevano capirlo…
Blaine invece sembrava un angelo caduto dal
cielo pronto a proteggerlo. Lui lo capiva veramente, e Kurt si stava aiuto
convincendo che sì, Blaine fosse la perfezione
personificata.
Non
vedeva in lui la benchéminima macchia:
era bello, intelligente, un ottimo cantante…. Era
tutto quello che lui si aspettava dal suo ragazzo insomma. Peccato che questa
sua decisione di far di Blaine la sua prima vera
storia non fosse condivisa dal morettino per il semplice fatto che ancora non
lo sapeva.
Kurt
si sistemò la tracolla sulle spalle prima di prendere con decisione la sua
trolley di Vouitton e entrare deciso nella scuola,
salutando con un gesto della mano suo padre, ancora in macchina.
Camminò
sotto l’arcata principale, oltrepassando il grande giardino interno e
ritrovandosi così nell’ingresso dell’istituto.
Quando
vide Wes venirgli incontro cordiale si sentì un po’
deluso: si aspettava un benvenuto regale da Blaine.
“Ciao
Kurt” disse il ragazzo asiatico porgendogli la mano, che subito venne strinta
“Benvenuto fra noi, è un piacere averti qui….”
“Grazie
mille” rispose lui un po’ titubante guardandosi attorno, come per verificare
che Blaine non uscisse da un armadio delle scope, o
dal sottoscale. Ma nulla.
Wes, che ci vedeva lungo, gli appoggiò una
mano sulla spalla sorridendo “Blaine ora è a lezione,
e ti raggiungerà appena terminato” Kurt arrossì notevolmente, altra cosa che
non sfuggì al ragazzo, che però sorvolò per non metterlo ulteriormente in
imbarazzo e con un cenno della mano gli indicò il corridoio “Se ora vuoi
seguirmi ti indicherò personalmente la tua stanza….
Kurt
lo seguì su per le scale, ringraziando l’altro per l’accortezza che aveva avuto
prendendo personalmente la sua valigia.
Quando
arrivarono al corridoio del terzo anno però il ragazzo non si fermò,
continuando a salire e lasciando visibilmente stranito Kurt.
“Wes perché il piano del quarto anno?” chiese di punto in
bianco Hummel “Deve esserci un errore, io
frequento..”
“Si
lo so” rispose l’altro sorridente “Solo che al momento non ci sono stanze
libere al terzo anno, eccetto quella di Blaine…” Kurt
sgranò gli occhi “Uno dei membri del consiglio trovava sconveniente che due
ragazzi omosessuali dividessero la stanza così si è offerto lui stesso di
ospitarti” aprì una porta, appoggiando poi la valigia accanto a un lettino
“Questa è la stanza che dividerai con il capo consiglio ThadHarwood”
Kurt
annuì appena, non sapendo se esserne o meno felice. Insomma, dividere la stanza
con Blaine era decisamente prematuro….
Ma sarebbe allo stesso tempo stato parecchio interessante…
“Grazie Wes…”
“Di
nulla, ora ti lascio a disfare i bagagli. Lì ci sono due o tre cambi di divisa”
disse indicando l’armadio “Prima di scendere a pranzo ti prego di cambiarti e
indossarla. Per oggi puoi saltare le lezioni, per ambientarti, ma da domani
dovrai serguirle tutte salvo problemi. Sarà dura
all’inizio ma credo che ti troverai bene…. Se sei
interessato ad entrare nei Warblers nessun problema:
le prove sono domani pomeriggio alle cinque. Chiederò a Blaine
di farti avere gli orari delle sue lezioni così potrete seguirle assieme. Per
qualsiasi problema vieni da me, David o Thad”
Kurt
cercò di immagazzinare quella mole di informazioni poi sorrise ringraziandolo
ancora. Wes lo lasciò solo e il ragazzo andò subito
alla finestra, aprendo gli scuri e guardando fuori un gruppo di ragazzi del
primo anno con le tute che correvano durante l’ora di educazione fisica.
Sarebbe
stata dura, come aveva preannunciato prima Blaine e
poi Wes, ma lui ce l’avrebbe fatta. Se avesse avuto
sempre al suoi fianco il solista dei Warblers tutto
sarebbe andato bene.
Ne
era certo.
NdA :
La
storia è entrata nel pieno dell’azione! Al momento quale è il personaggio che
maggiormente vi piace?
Vi
chiederei anche quello che meno vi piace ma credo che Kirt
vincerebbe con poco ahaha!
Grazie
mille a chi ma recensito, ovvero: Miry, Safelia22, Nix, LuckyLu,
JCriss,HachikoGiulse FridaKahlo!
Grazie anche a
chi ha aggiunto la stora alle preferite e alle
seguite! Al prossimo capitolo!
Ovunque
guardasse vedeva sorrisi e persone ben disposte nei suoi confronti. Grossa
novità.
Camminare
per i corridoi senza guardarsi costantemente alle spalle e sfoggiare nel
contempo una divisa che pareva disegnata per fargli risaltare i tratti gentili
del suo viso era un vero miraggio.
Anche
il suo compagno di camera non gli dispiaceva….
Avrebbe
preferito Blaine, imbarazzo a parte, ma anche Thad non era male, nonostante ogni tanto avesse dei
comportamenti un po’, come definirli….
Da
pazzo.
Senza
contare che quando era entrato in stanza la prima volta dopo il trasferimento
di Kurt era tutto rosa. Sembrava che l’avessero evidenziato in rosa shocking.
Se
togliamo le litigate nel sonno con chissà chi (Kurt aveva distintamente sentito
un paio di nomi che però non gli dicevano nulla tra i delirii
onirici di Thad, ma poi era apparso anche quello di Blaine poco prima dell’alba) Kurt trovava il capo consiglio
Harwood una persona piacevole.
Alla
fine erano piuttosto simili nel complesso.
Sembravano
entrambi fissati con l’igiene e la pulizia della stanza e, cosa più importante,
entrambi avevano la sveglia naturale alle sei e trenta del mattino: Kurt per
iniziare la tanto amata ‘fase risveglio’ che
consisteva nell’applicazione di sei tipi diversi di crema per il viso, mentre
invece Thad andava a correre tutte le mattine insieme
a Wes, David e Blaine.
Quando
Kurt aveva aperto la porta ai ragazzi si era pesantemente vergognato di
trovarsi davanti Blaine mentre indossava ancora il
pigiama, per quanto potesse vergognarsi di un pigiama di seta argento firmato
da Victoria Secret (formen).
Poi i suoi occhi erano caduti sui pantaloncini di Blaine
e tutto aveva perso di significato per lui….
Non
ricordava nemmeno l’ordine delle creme.
Tornando
alla sua integrazione alla Dalton, doveva ammettere che la scuola valeva tutti
i soldi che era costata ai suoi: i pasti erano ottimi, la pulizia delle stanze
puntuale ogni giorno durante le lezioni, i professori molto qualificati e quel
posto era a dir poco magico.
E
poi c’era Blaine! Lo vedeva ogni giorno, tutti i
giorni.
Un
sogno.
Ma,
già il primo pomeriggio, iniziarono le prime note dolenti…
Dopotutto
nulla è perfetto no?
La
prima cosa a demoralizzarlo era stata la pila di compiti di recupero e libri
che Blaine gli aveva portato (faticando non poco)
prima di pranzo. Per un attimo Kurt pensò seriamente di scappare in Nicaragua
dove di certo gli avrebbero dato asilo politico dopo aver visto che doveva
studiare il greco antico.
Il
greco!
Cosa
diavolo centrava con la sua lingua con il greco che parlavano un botto di tempo
prima?!
E
poi la bastonata finale verso sera, quando si era presentato ai Warblers.
All’inizio
sembrava tutto perfetto (se togliamo il fatto che avrebbe fatto il warbler-sitter senza nessun motivo davvero logico), ma
quando si era accorto di non aver voce in capitolo su nulla si era abbattuto.
Come
potevano aver detto di no alla sua proposta di fare ‘Rio’ dei Duran Duran?
Volevano
perdere per caso?!
“Beh
è il Consiglio che sceglie le canzone” gli aveva detto David con un sorriso
che, per quanto cordiale, non aveva affatto fatto piacere a Kurt.
“Ma
apprezziamo il tuo entusiasmo, Kurt” aveva poi aggiunto Wes
“Sarà sicuramente utile quando sarai tu a sedere dietro questa scrivania…. Ora proporrei che tutta la scaletta per le
Locali sia cantata in ottave e abbiamo già un paio di idee per le canzoni”
Thad fece cenno a Kurt di accomodarsi e
subito il ragazzo prese la gabbia contenente il canarino di nome Pavarotti, per
poi appoggiarla sul tavolino e sedersi sul divano tra altri due ragazzi,
vergognoso.
Quello
che Wes gli aveva detto in modo carino lui lo aveva
tradotto con un ‘non decidi tu quindi smettila di metterti in mostra’. Chiunque
non conoscesse Wes l’avrebbe intesa così, come dargli
torto. E questo Blaine lo capì al volo guardandolo
mentre se ne stava zitto con lo sguardo fisso a terra per tutto il resto della
riunione.
Mentre
il solista lanciava occhiatine a Kurt lo stesso faceva un altro ragazzo.
Flint
non capiva come mai Jeff ora gli negasse anche il saluto, visto che appena lo
avvistava abbassava gli occhi scappando. Solo che non era bravo a sparire
quanto lui e quindi faceva figuracce dal mattino alla sera.
“Prima
di chiudere questa riunione ci tengo a dare il bentornato al Warbler Madison, che è appena tornato dal suo stage in
Inghilterra” disse Thad mentre Nicholas alzava un
mano, arrossendo appena.
Tutti
applaudirono mentre Cameron iniziava a parlargli nell’orecchio raccontandogli
chissà cosa.
“Domani
si terranno come ogni martedì le prove…. Ora potete
andare” Wes sorrise, sistemando i fogli e il suo
martelletto nel cassetto della scrivania mentre Kurt associava quell’immagine a
quella di un giudice di pace che ha appena confermato un divorzio.
Prese
Pavarotti e decise di correre in camera subito, ancora rosso a causa della
pessima figura fatta, e mentre usciva Blaine provò a
rincorrerlo, ma subito venne fermato da David che dopo aver scambiato
un’occhiata con Wes disse “Vogliamo parlarti di una cosa…. Hai tempo un paio di secondi?”
Kurt
stava giusto uscendo dalla porta quando un ragazzo corpulento gli porse la mano
con un sorriso “Trent Nelson. Benvenuto fra noi!”
“Kurt
Hummel” disse stringendogli la mano “Grazie mille per
il benvenuto…. Senti…. Mi
sapresti dire dove si trova la biblioteca? Ho una marea di cose da studiare e
non so da dove iniziare…”
“Si
certo non c’è problema!”
Jeff
osservava il nuovo arrivato davvero interessato.
La
scuola non parlava d’altro se non del trasferimento di questo ragazzo così
speciale, almeno a detta di Thad che aveva
spiattellato la sua storia a grandi linee a Nick.
Bullismo
scolastico.
Perché
è omosessuale.
Sapeva
solo questo, il biondino, ma gli bastava per sentire un nodo allo stomaco.
Non
sapeva perché anche lui aveva così tanta paura….
Dopotutto alla Dalton Academy non c’erano mai stati
episodi di bullismo, e Blaine non ne aveva mai subiti….
Però
il vedere che c’era chi era costretto a scappare a causa di quello che lui
considerava un bel problema, lo abbatteva e non poco…
“HeyJeff…”
Il
biondo sussultò voltandosi verso Flint “Ehm…. Ciao…. Ecco io dovrei…” fece per
darsela a gambe in un modo che manco Speedy Gonzales sarebbe riuscito, ma Flint
lo trattenne per la manica della divisa.
“Hai
ancora voglia di darmi ripetizioni di matematica?” chiese spiazzandolo. Non
l’aveva già aiutato Trent?! Senza nemmeno pensarci
Jeff si ritrovò ad annuire “Allora domani pomeriggio ci troviamo in biblioteca
alle tre, se non è un problema”
“O-ok…”
Flint
si limitò a sorridere, prima di incamminarsi con calma per il corridoio lasciandolo
lì un po’ sconvolto, almeno fino a che il suo viso si aprì in un sorriso.
Sentiva
il cuore battergli così forte che sentiva quel rumore martellante forte, dentro
alle orecchie….
Poi
rosso in viso si incamminò verso la sua stanza, con la faccia di uno che stava
camminando a due metri dal pavimento…
“Com’è
che si chiama?”
“Kurt
Hummel”
“Kurt
Hummel chi?”
“Il
nuovo ragazzo! Ma dov’eri quando il consiglio l’ha presentato?”
“Qualcuno
mi passi le lattine di Redbull che inizio a preparare
la Vodka per tutti!”
“Jeff
passami le patatine!”
Il
bussare alla porta diffuse per la stanza un silenzio spaventato.
Nick
si alzò lentamente lanciando un’occhiata al coinquilino e poi a tutti gli
altri, prima di andare ad aprire.
Da
accordo le feste si potevano tenere solamente il venerdì, il sabato e la
domenica. Durante la settimana erano tassativamente vietate e nel caso in cui
uno dei professori si fosse imbattuto in una di esse….
Meglio non pensarci.
Dovevano
quindi stare attenti, anche a Thad.
Il
ragazzo tirò però un sospiro di sollievo quando vide che era solo Blaine, che però con se aveva…
“Perché
l’hai portato qui?” chiese Nick sgranando gli occhi “E se Thad
se ne accorge?!”
Il
solista sorrise rassicurante “Ci ho pensato, per questo ho detto a Thad che aiuterò Kurt a mettersi avanti con gli studi…. Quando tornerà in camera sarà già addormentato da
un pezzo…. Wes e David?”
“Stasera
non vengono” disse Jeff stiracchiandosi, steso a pancia in giù su suo letto “A
me hanno detto che hanno da studiare un sacco per un test della Harper…. Non ci sono nemmeno gli altri dell’ultimo anno”
Blaine si guardò attorno notando solo in quel
momento la mancanza di Kirk e di Ethan “La cosa non mi disturba affatto”
commentò con una punta di ironia andandosi a sedere proprio accanto alla
carcassa mezza addormentata del biondo e salutando Flint, seduto sulla soffice
moquette fra i due lettini. Solo allora notò che Kurt era rimasto fermo
nell’ingresso, vicino al bagno, imbarazzato “Fai pure come se fossi a casa tua”
disse sorridendo.
Nick
gli porse un bicchiere “Scusa, io e Jeff non siamo molto ospitali….
Prego serviti pure”
“Ecco….” Kurt arrossì di più “Non ci sarebbe qualcosa di non
alcolico?”
Jeff
alzò un braccio “Sulla scrivania ci sono delle diet
coke, serviti pure!”
Il
nuovo arrivato di certo non se lo face ripetere, prendendo tra le mani una
lattina e sedendosi sul letto di fronte a Blaine con
un sorrisetto “Dovresti scioglierti un po’” disse un ragazzo veramente alto,
seduto alla sedia della scrivania “Noi siamo tutti così alla mano”
“Questa
è la creme della creme dei Warblers” gli disse Nick
appoggiandogli gentile una mano sulla spalla mentre si sedeva accanto a lui
guardando negli occhi Jeff come per esortarlo a tirarsi su.
Ma
sembrava in procinto di addormentarsi.
Dalla
terrazza entrarono un altro paio di ragazzi e Blaine
iniziò le presentazioni ufficiali, schiarendosi la voce “Il padrone di casa che
ci ha accolti è Nick” il ragazzo alzò il bicchiere ricolmo di vodka prima di
passarne uno anche a Blaine che prese un piccolo
sorso prima di proseguire dando una sonora pacca sul sedere del biondo, che
aprì gli occhi di soprassalto alzandosi appena “Questo bradipo è Jeff, l’altro
abitante di questo pertugio puzzolente che si ostinano a chiamare camera”
“Colpa
vostra che vi siete tolti le scarpe” disse velocemente Duvall mentre Jeff
tornava a stendersi, scambiando uno sguardo con Flint che si sorrise appena “A
noi non puzzano i piedi di gorgonzola”
Tutti
ridacchiarono poi Blaine indicò il ragazzo alto
seduto alla scrivania “Lui è Nicholas, ultimo anno….
Che ci fai qui?”
“Sono
tornato ieri dallo stage, sono esonerato dai test per due settimane” disse con
un sorrisetto facendo alzare un coro di ‘buh’,
“Lui
è Cameron” disse indicando un ragazzo che sorrise luminoso “E parla così tanto
che arriverà a stordirti”
“Non
è vero! Io non parlo molto!” fu la difesa del giovane “Sì insomma….
Di tanto in tanto mi piace perdermi in un paio di chiacchere
tra amici, sai no? Quando si ci scambia opinioni su diverse cose. Che poi non
so perché si dice cose, infondo sono pensieri, non è che io ti do qualcosa di
materiale e tu ricambi, no?”
“Signore
zittitelo!” disse Trent
spingendolo “Noi ci conosciamo già” aggiunse poi prima che Blaine
potesse presentare anche lui, poi il ragazzotto corpulento prese un paio di
biscotti da una busta sul comodino, prima di indicare Flint “E questo
soprammobile vivente è Flint, lui non parla molto, ma pensa anche troppo”
Wilson
alzò gli occhi in quelli di Trent guardandolo con
rimprovero prima di sorridere a Kurt e stringersi le ginocchia al petto.
“Perché
sei seduto in terra?” gli chiese Blaine spostandosi
verso i piedi del letto “Vieni qui no? Jeff può anche mettersi si lato per
dormire!” aggiunse poi dandogli un’altra pacca, stavolta sulla schiena.
“Basta
Blaine!” mugugnò l’altro con voce impastata cercando
di metterlo a fuoco “Non mi devi maltrattare, uffa…”
Altre
risate generali “Nessuno ti maltratta, cane” disse Nick lanciandogli una
pantofola in testa “Stai anche troppo bene al mondo”
Flint,
che intanto aveva preso posto accanto a Blaine sul
letto, sospirò.
La
sua posizione tattica per guardare Jeff e non essere visto era saltata a causa
del solista degli Warblers.
Cameron
prese posto accanto a Hummel iniziando a raccontargli
cosesenza senso riguardo il suo cane
che si mordeva la cosa e cose affini….
“Ma
voi cosa fate qui, la sera?” domandò a quel punto Kurt, cercando di coinvolgere
anche altri nella conversazione.
“Parliamo…. Di solito guardiamo la televisione ma stasera Blaine non ci ha dato la camera” disse Nick bevendo quello
che pareva essere il terzo bicchiere di vodka.
Il
terzo da quando Kurt era entrato.
Blaine, sentendosi tirato in caso alzò un
sopracciglio “Non me l’avete mica chiesto, e poi perché anche voi non prendete
una televisione? L’abbiamo tutti quanti eccetto voi due!”
“Si
è fulminata” fu la risposta di Jeff, che parve arrivare dall’oltretomba. Tutti
si voltarono a guardarlo, steso sempre a pancia sotto con il capo fra le mani.
Solo
quando l’una era già passata da un po’ e il biondo era ormai nel mondo dei sogni,
con qualcun altro pronto a raggiungerlo, tutti decisero di ritirarsi a letto.
Nick si diresse in bagno sbandando appena mentre Blaine
si stiracchiava, aiutando Trent a buttare via i
bicchierini usati e nascondere le prove, ovvero le bottiglie, sotto un asse,
sotto alla moquette.
“Che
posto tattico” commentò Kurt mentre gli occhi iniziavano a chiudersi anche lui.
Blaine annuì con un sorrisone, non pareva
affatto stanco anche se la palpebra pesante un po’ lo tradiva “Eh sì, questi
due sono come Cip e Cop: organizzatissimi. Mi dai una
mano?” chiese poi indicando il biondo.
Kurt
si avvicinò senza capire e vide Blaine levare le
scarpe e Jeff poi portargli le mano sotto alla pancia “Sollevi le coperte? Così
lo copriamo…. La notte spengono i termi
quindi avrà freddo sopra…”
Kurt annuì eseguendo mentre Cameron sollevava
le coperte a Nick, che tornò in stanza con la maglietta al contrario segno che
aveva bevuto un po’ troppo.
Blaine nel frattempo aveva appena finito di
sistemare il biondo, e poi aver salutato tutti (Compreso Trent
che stava cercando di convincere Nick che quella era la sua stanza e non quella
di un Umpaumpa come sosteneva lui) uscirono.
Kurt
avvampò appena sentì la mano di Blaine afferrare la
sua “Blainema….”
“Shht” l’altro lo interruppe portandosi un dito alle labbra.
Se
li beccavano erano guai e Kurt doveva arrivare addirittura al piano superiore…
Quando
arrivarono davanti alla stanza che il giovane divideva con HarwoodBlaine gli lasciò la mano, che Kurt subito di asciugò
nella giacca della divisa.
Non
sapeva se aveva sudato lui oppure Blaine, ma uno dei
due di certo…. E un sacco.
“A
domani” gli disse il moro avviandosi alla scale, ma Kurt lo fermò.
“Blaine aspetta” aspetta cosa? Bravo Kurt che fermi la gente
senza una reale motivazione! Mentre lui si dava dello scemo da solo intanto Blaine lo guardava in attesa. Decise a quel punto di
sparare la prima cosa che gli venne in mente “Sono simpatici….
Gli altri Warblers…”
“E
stasera mancavano Wes e David” sottolineò sorridendo
Anderson “Andrà meglio, presto ti godrai una festa vera e propria….
Dormi bene”
“Anche
tu”
Kurt
lo guardò allontanarsi giù per le scale e sparire, ma non prima di dedicargli
un’ultima occhiata e il solito sorriso che mozzavano il fiato ad Hummel.
Il
giovane si portò una mano al petto, sentendo sul sui viso un sorrisino ebete
incipiente, poi entrò in camera trovando, come da previsione, Thad già addormentato con tanto di mascherina sugli occhi.
Il
mattino successivo per Kurt fu davvero dura alzarsi.
Il
suo orologio biologico si era evidentemente rotto perché Thad
e gli altri erano già usciti a correre e lui si era svegliato che erano quasi
le sette.
Un’importantissima
mezzora era andata.
Si
buttò sotto la doccia alla velocità della luce e poi corse a darsi le
principali tre creme: per la lucentezza della pelle, la morbidezza e
soprattutto quella profumata che Quinn gli aveva regalato il natale precedente
e che usava con parsimonia.
Adorava
quel profumo perché, e non si spiegava il motivo, era lo stesso che sentiva
ogni qualvolta infilava il viso dentro all’armadio di sua madre.
Si
alzò con un sorrisetto al solo pensarci ma esso scomparve non appena si accorse
di aver ancora i capelli bagnati.
Stava
ancora cercando il phone quando la porta si aprì e
insieme a Thad entrarono anche gli altri
ragazzi.
Kurt
si chiese, imbarazzato, se loro non avessero delle stanze.
“Hey buon giorno!” gli disse Blaine
spostandogli una ciocca umida dalla fronte con fare naturale, che però
destabilizzò Hummel “prima dormivi come un ghiro
quando siamo usciti”
Lui
arrossì se possibile ancora di più prima di rifugiarsi in bagno, dal quale non
uscì sino a che non fu del tutto pronto, con anche i capelli accuratamente
tenuti indietro col gel.
Stare
in compagnia di Blaine gli stava facendo decisamente male….
E,
parlando proprio del solista, Kurt si domandò quando potesse ritenerlo pazzo
per non averlo nemmeno salutato, solo che diamine! Lo aveva visto in pigiama e
tutto spettinato! Con i capelli bagnati!
BAGNATI!
Mentre
usciva dalla stanza con la tracolla sulla spalla si sentii incredibilmente
stupido, ma davanti a Blaine voleva apparire sempre
bellissimo.
Perfetto.
Doveva
ancora impressionarlo, se voleva ottenere la sua totale attenzione e…. non solo quella.
Quando
arrivò nella sala mensa per la sua prima colazione da Warbler
vide che l’oggetto del suo desiderio sedeva al tavolo assieme a David e Wes, e ancora scottato dalla figuraccia, si avvicinò al
buffèt afferrando una pasta alla crema e un cappuccino prima di ritirarsi in un
tavolino nell’angolo, solo come un cane.
Era
meglio così, lo avrebbe visto a lezione, no?
Non
fece in tempo ad addentare la sua colazione, comunque, che un paio di ragazzi
presero posto davanti a lui con un paio di sorrisi un po’ inquietati.
“Ciao
Kurt” disse il primo, un biondone dalla mascella
squadrata che, senza ombra di dubbio, era quello che metteva più ansia ad Hummel “Io sono James Kirk e lui è Ethan Moore…. Siamo anche noi due Warblers
e vorremmo darti il nostro personale benvenuto alla Dalt….”
Non
fece in tempo a finire la frase che Kurt si buttò di lato, cadendo dalla sedia
e attirando così l’attenzione di Jeff e Nick, seduti al tavolino accanto. I due
subito squadrarono attentamente gli altri due ragazzi al tavolo con Hummel, ma non fecero nulla, decidendo comunque di rimanere
in ascolto…
“Scusate”
disse piano il novellino tornando a ricomporsi, rosso in viso “Ma quando al
McKinley dicevano così ecco…. Mi arrivava una granita
in faccia e ormai ho sviluppato una sorta di istinto di sopravvivenza…”
Kirk
scambiò un’occhiata col morettino alla sua sinistra che subito si sbrigò a
rispondere “Qui alla Dalton stai pur certo che non succederà….
Noi volevamo solo presentarci visto che ieri non ne abbiamo avuto l’occasione…. Dimmi, come ti trovi?”
Kurt
sorrise, un po’ più rilassato anche se quei due li trovava un po’ strani, a
dirla tutta sembravano il Gatto e la Volpe, con quei sorrisetti “Bene…. c’è una bella atmosfera qui”
“Stasera
ci saranno le tue prime prove con gli Warblers… Siamo
tutti curiosi di sentire la tua voce”
Kirk
si intromise “Sempre se la sentiremo, caro Ethan” elargì fingendosi affranto “Visto
che ovviamente la parte da solista è di Blaine….”
Kurt
alzò un sopracciglio “Blaine è molto bravo…”
“Sicuramente”
proseguì il biondo sempre fingendo di assecondarlo “Ma insomma….
È frustrante no? Quello lì” indicò col pollice Anderson intento a ridacchiare
con Wes della faccia di Thad,
non più rosa per lo meno “è la diva della scuola, l’equivalente della capo
cheerleader nel tuo vecchio istituto” fece una pausa cercando di capire se il
discorso piacesse o meno a Kurt.
No,
non gli piaceva per nulla.
Finì
il cappuccino con un unico sorso e poi guardòcercando di non essere troppo malevolo Kirk “Scusa ma ora devo andare”
si alzò dalla sedia prendendo la sua tracolla e poi con un ultimo sussurro
disse “E poi Blaine è molto meglio di una cheerleader”
Ethan
lo guardò allontanarsi prima di
sospirare pesantemente “Lo sapevo che il tuo piano di tirare tra le nostre file
il novellino si sarebbe rivelato un fiasco totale…. Voglio
dire…. È Blaine che l’ha
portato qui”
James
però sembrava abbastanza soddisfatto.
“Ethan…. Mi sa che abbiamo fatto di meglio.”
“Ovvero?”
“Abbiamo
appena scoperto che Kurt è pazzo di Blaine” sussurro
pianissimo, guardando appena Jeff e Nick che erano chiaramente in ascolto.
Ethan
alzò un sopracciglio “E anche se fosse?”
“Beh
rende tutto più semplice” mormorò soddisfatto, dando un morso alla crostata di
prugne prima di pulirsi la bocca nel tovagliolo “E se questo sentimento fosse
anche in minima parte corrisposto?”
“Non
ti seguo”
“Guarda
che è facile: per colpire e affondare Blaine Anderson
dobbiamo usare Kurt…”
E
persino a Ethan quell’idea parve un’autentica stronzata.
Peccato
che Kirk fosse deciso, sicuro di far centro come se avesse un’enorme bazzuka e Blaine nel mirino.
Aveva
capito dove colpire, però, su quello non sbagliava di certo…
Quando
Kurt entrò in classe essa era ancora parzialmente deserta.
Decise
di sedere nei primi banchi che, stranamente rispetto a quelli del McKinley,
erano stati occupati dai pochi arrivati….
L’unico
posto rimasto a vuoto era quello dell’altra parte della stanza accanto ad un
morettino completamente assorto nella lettura.
“Ehm… scusami?” Flint alzò gli occhi in quelli di Kurt che
gli sorrise “Ciao! Tu sei Flint giusto?” l’altro annuì “Ti dispiace se mi siedo
qui con te?”
Flint
tolse la sua borsa dalla sedia facendo quindi posto a Kurt.
Kurt
si accomodò lanciando occhiatine al libro del ragazzo ma non capendo di che
diavolo potesse trattarsi “Scusa…. Posso chiederti
cosa stai leggendo?”
Flint
annuì, senza staccare gli occhi dalle pagine che stava letteralmente divorando “L’Utopia,
di Thomas More…”
“Ah
capito, l’abbiamo studiata al McKinley” disse Kurt prendendo il diario“Mi piace molto come quest’uomo di quanti? Più
di quattrocento anni fa? Abbia ideato una struttura sociale perfetta….
Peccato che chi ha intuizioni geniali non venga mai ascoltato e poi” si
interruppe quando, voltandosi di nuovo verso Flint, lo vide con gli occhi
sgranati e la bocca lievemente socchiusa, intento a guardarlo “Ho detto
qualcosa di sbagliato?”
“Ti
piace la filosofia?”
Kurt
incrinò appena il capo.
Gli
aveva sempre dato fastidio chi rispondeva a una domanda con un’altra domanda,
come faceva sempre Finn per esempio, ma Flint lo
incuriosiva.
Non
aveva praticamente spicciato parola la sera prima e in quel momento pendeva del
tutto dalle sue labbra “Non particolarmente, a dire il vero” ammise “però
alcune cose le trovo molto interessanti…. Come anche
Bacone o Giordano Bruno o…”
“Wow,
sei la prima persona che mi dice queste cose” lo interruppe Wilson,
sorridendogli come se avesse fatto un complimento a lui personalmente.
Da
li iniziarono a parlare del più e del meno, dei loro interessi e quant’altro….
Non
si accorsero che la classe si stava riempiendo e che più o meno tutti li
guardavano straniti.
Flint
non parlava mai con nessuno, leggeva fino a che la lezione iniziava e poi si
alzava e raggiungeva solo la classe successiva. La sola persona con cui aveva
frequenti scambi di opinione era Trent, ma solo perché
dividevano la stanza.
La
situazione quindi era strana.
E
lo era soprattutto per Jeff che, quando entrò in classe, si diresse verso il
posto accanto a Flint, trovandolo però occupato.
Lievemente
stranito e al contempo abbattuto si spostò nei posti dietro accanto a Blaine, che aveva più o meno la stessa espressione.
Solo
quando Jeff cercò un po’ disperato gli occhi del suo compagno di stanza questo
capì che qualcosa non quadrava affatto.
“Ahia”
sussurrò Nick appoggiando una mano sulla bocca di Cameron per farlo smettere di
parlare “Qui la vedo male…”
Continua….
NdA :
Ecco
a voi il capitolo di oggi!
Dopo una
giornata di studio sono quasi esaltata a postarlo, mamma mia xD
Come vedete
adoro complicare le situazioni…
Innanzi tutto
abbiamo Kirk che ha fatto una scoperta davvero di sperssore
e, adesso, inizierà davvero a diventare più pesante.
E poi…. Cosa succederà ora tra Flint e Kurt? E tra Flint e
Jeff? E ce la farà Trent a mangiare ancora di più? Lo
scoprirete nella prossima puntata!
Ringrazio
tutte le persone che mi hanno recensito (che sono un sacco! Grazie mille mi
farete piangere**) ovvero:
Allora, partiamo dalla pagina di sinistra, in
ordine dall’alto abbiamo Cameron, Trent, Jesse (Non ancora
apparso nella FF), Andrew e John
(neanche loro ancora apparsi), il mitico Richard
(o ‘quello dei rumori’).
Nella pagina di destra abbiamo: David, Jeff, Wes,
Nick, Thad, Blaine, Nicholas
(ricordate vero che li ho scambiati vero? xD), Kurt, Kirk, Ethan, Luke (non ancora
apparso) e Flint (stupendo come
sempre)
Tutti
pensavano che passasse i pomeriggi ad oziare o rimpinzarsi di pastine dai nomi
impronunciabili e con il carico calorico che avrebbe potuto nutrire un intero
villaggio dell’Africa con una sola scatola, ma no. Faceva ben altro.
Lui
si poneva degli obbiettivi che intendeva raggiungere.
Trovava
le prove e univa i tasselli come in un puzzle, così come CSI gli aveva
insegnato in anni e anni di giovedì sera davanti al satellite.
In
quel momento doveva scoprire se Flint fosse o meno omosessuale.
Non
perché volesse discriminarlo o perché avesse paura a dividere la stanza con
lui, assolutamente. Gli avrebbe voluto bene come prima, senza ombra di dubbio,
solo che voleva levarsi questa curiosità il prima possibile.
E
come si fa per trovere le prove? Si interrogano i
sospettati.
Il
primo sospettato? Blaine, ovviamente.
La
risposta del solista era stata un equivoco “Chi Flint? Non saprei lui non mi ha
detto nulla….”
“Perché
qualcun altro si?”
La
risposta di Anderson era stato un sorriso pragmatico, prima di incamminarsi
verso la classe di Storia dell’Arte lasciandolo lì a rimuginare su chi potesse
essere omosessuale, tolto Flint e ovviamente tolti il solista e il nuovo arrivato.
Ma
una cosa per volta.
Prima
Flint poi, se avesse avuto voglia, gli altri.
“Sai
qualcosa tu?” chiese con voce accusatoria al ragazzo che camminava veloce
accanto a lui.
Jeff
sbuffò, a causa di Trent stava facendo tardi
all’appuntamento con Flint, non che poi avesse così tanta voglia di andare dopo
averlo visto cincischiare tutto il giorno, tutte le ore, con Hummel… “Non so se Flint è gay o no. So solo che devo
insegnargli matematica….” E vorrei sapere anche io se
è o no gay, aggiunse mentalmente.
Trent sembrò pensieroso “Oggi sembrava giù di
corda a pranzo…. Ha preso un’insufficienza?”
“No,
è stato solo ripreso da Suor Genevieve…”
Il
ragazzotto si bloccò un istante, appoggiando una mano sul braccio di Jeff
“Ripreso?! Perché?!”
Il
biondo sospirò “Parlava troppo”Il silenzio attonito di Trent
era eloquente “Con Kurt Hummel, comunque. E sì, lo so…. Strano eh?”
“Sterling, ma non capisci? Questa è una prova!”
“Prova?”
“Si!
È un caso per te che stia legando con un altro ragazzo omosessuale?”
Un
pugno investì Jeff in pieno stomaco, ma si contenne “Ma che ne so io….”
“Beh…. Potrebbe essere solo sintonia per via della loro…. Eh…. natura?”
“Ma
che dici! Non puoi speculare così su una persona!”
Trent lo guardò attentamente. Jeff la stava
prendendo un po’, uhm, sul personale “Amico, relax….
Dico solo che potrebbe scoppiare la scintilla”
Il
biondo riprese a camminare veloce, decidendo che Trent
andava liquidato velocemente prima di iniziare a prenderlo a pugni, e poi
pentirsi amaramente “Vado a studiare! Ci vediamo dopo!”
“Io
continuo le indagini!”
Jeff
scosse il capo contrariato mentre un senso di nausea lo coglieva.
Ok,
lui si era innamorato di Flint complice anche il fatto che sentiva che l’altro
era gay ma…. Immaginarlo con un ragazzo che non fosse
lui gli faceva venir voglia di buttarsi dal balcone della sua stanza, diritto
sull’asfalto.
Magari,
mentre raschiavano via i suoi poveri resti da lì, Flint si sarebbe sentito in colpa….
In
colpa per cosa poi? Non sapeva nemmeno che Jeff era gay!
Si
chiese se fosse cambiato qualcosa facendolo presente, ma velocemente eliminò
quell’ipotesi.
Anche
se, appena messo piede in biblioteca, l’immagine di Flint seduto a un tavolo
accanto alla vetrata e quindi illuminato dai tenuti raggi del sole autunnale,
lo fecero cadere in catalessi.
Se
si fosse scritto in faccia con l’indelebile ‘ok, I’m gay’ sarebbe stato meno
evidente.
E
forse meno imbarazzante, visto che Cameron lo guardava stranito “Tutto ok?”
Lui
si riscosse arrossendo, e poi aver annuito e salutato con un cenno, andò a
sedersi davanti a Flint.
“Hey ciao” disse il morettino, chiudendo il libro di Storia
Americana e sorridendogli appena.
“Scusa
il ritardo” sussurrò Jeff, già imbarazzato, mentre faceva per prendere il libro
dalla borsa “Ma ecco…. Sono stato trattenuto”
“Ah
si?” domandò curioso Flint “E…. da chi? Se posso
saperlo?”
“Trent…. Lui pensa che tu sia….”
Si bloccò appena in tempo, dandosi dell’idiota da solo. Stava davvero per dire
a Flint che il suo compagno di stanza stava chiedendo a mezzo mondo se lui fosse
gay?!
“Io
cosa?” chiese lievemente allarmato l’altro, mentre il biondo cercava qualcosa
da rispondere.
“Sostiene
che tu sia abbastanza bravino in matematica….
Pensava che queste ripetizioni fossero inutili”
Flint
si accigliò “Ma se l’altro giorno ha provato ad aiutarmi e ha costatato lui
stesso che non ero in grado di fare una semplice disequazione di secondo
grado?”
“Boh
io…. non so forse…”
Iniziava a sudare pesantemente, Flint sarebbe arrivato a crederlo pazzo se non
avesse iniziato a calmarsi. La salvezza sembrò arrivare come un fulmine a ciel
sereno, pronto a salvarlo “Oh c’è Blaine! Ciao Blaine!”
Il
solista si voltò nella sua direzione, camminando poi velocemente sino a
raggiungerli al tavolo dove tuttavia non si sedette “Ciao ragazzi” disse loro
con un sorriso “Cercavo proprio te, sai?” si rivolse al biondo che lo guardò
stupito “Tu e Nick siete interessati a fare il vostro annuale provino per un
assolo alle Locali, immagino….” Il biondo annuì,
pendendo letteralmente dalle sue labbra “Bene, allora domani pomeriggio alle
prove tu, Nick e Kurt avrete la possibilità di esibirvi in un assolo…. Vado a comunicarlo agli altri due. Buono studio!”
“Ciao
Blaine e grazie!” il moro sorrise avviandosi alla
porta ma poi si bloccò, tornando a voltarsi ancora una volta.
Guardò
un istante Flint poi si voltò verso Jeff e, con un gran sorrisone gli fece
l’occhiolino.
Perfetto,
aveva capito anche di chi si fosse innamorato!
Il
biondo si voltò verso Wilson, che grazie a Dio leggeva crucciato un problema
algebrico, poi si rivoltò verso il solista per fulminarlo, ma quello era già
sparito.
Tornò
a dedicarsi al morettino “Allora, cosa ti perplime
nell’ambito matematico?” chiese cercando di darsi un tono.
Flint
scosse piano il capo “Tutto….” Mormorò abbattuto
“Avvolte penso di sbagliare anche le tabelline….”
Jeff
ridacchiò un istante interrompendosi bruscamente quando Flint si alzò di scatto
con in mano il suo quaderno “Dove vai?” chiese nel panico, temendo che potesse
andarsene per una semplice risatina.
Non
voleva di certo prenderlo in giro!
Il
moro però indicò con un cenno la sedia accanto alla sua “Vengo più vicino, per
cercare di capire meglio….”
Jeff
avvampò mentre l’altro prendeva posto davvero molto più vicino.
Troppo
perché le povere coronarie del biondo avessero speranza di resistere.
La
prima oretta la passò cercando di spiegargli gli esercizi poi capì che la
situazione era davvero più tragica del previsto, così ripartì dalle basi:
equazioni di primo grado, come risolverle….
Quelle
cose così stupide e banali che davvero Sterling non
comprendeva come Flint non riuscisse a svolgerle. Eppure era davvero bravo
nelle altre materie…
Quando
glielo chiese la risposta lo spiazzò un attimo “Io e mia madre ci siamo
trasferiti otto volte in dieci anni” spiegò brevemente “Quindi seguire i
programmi di materie complesse come chimica o matematica è stato impossibile…. Senza una continuità o perso mezzi i
programmi e non sono mai riuscito a recuperare…. Sono
una frana vero?” chiese poi, imbarazzatissimo, incassando appena il collo nelle
spalle.
L’altro
gli sorrise appena “No dai, devi solo metterti in pari….
Ora mi sembra che queste cose basilari ti siano entrate in testa no?”
“Si…. Magari qui in biblioteca c’è un libro del primo anno
da cui posso prendere qualche esercizio….”
Jeff
si grattò il mento “Se vuoi posso inventarmene alcune io….”
Flint
allargò gli occhi “Vuoi dire che sei in grado di farlo?”
“Beh
sì…. Insomma, non verranno dei risultati perfetti ma
posso sempre provare…”
Flint
gli porse il quaderno e l’altro prese subito a scrivere,cercando di ignorare il fatto che il viso di
Flint era così fottutamente vicino al suo.
Sarebbe
bastato voltarsi verso di lui e sporgersi di poco per annullare del tutto la
distanza fra loro due. Ma non lo fece, non ne aveva il coraggio nonostante la
tentazione fosse molta.
Flint
dal canto suo, nonostante si fosse avvicinato per vedere così Jeff si sarebbe
inventato per torturarlo, non riusciva a fissare il suo quaderno, bensì fissava
perso il profilo del biondo, così attentamente da temere di poterlo consumare.
Era
da un pochetto che non si prendeva una cotta del
genere per qualcuno, e la cosa lo terrorizzava a morte contando quanto era
stato male l’ultima volta….
Aveva
giusto iniziato a riprendersi qualche settimana prima, eppure ci era ricascato di
nuovo…
Non
aveva capito come era successo, semplicemente trovava Jeff davvero
interessante, dolce e goffo al punto giusto da risultare adorabile.
Solo
che non era gay, o almeno lo sosteneva lui.
Si
staccò dal ragazzo, appoggiandosi allo schienale della sedia fino a che il
quaderno gli venne restituito “Mi dispiace di averti fatto perdere un
pomeriggio”
“Non
preoccuparti, è allenamento anche per me”fu la risposta pronta dell’altro “E poi, tra l’altro, stavo pensando che
sarebbe molto meglio rivederci…. Nel senso, per
studiare!”
Flint
sorrise “Penso che tu abbia ragione. Dobbiamo proseguire queste ripetizioni ora
che hai praticamente ricominciato il programma….”
Prese la borsa, estraendo il portafoglio e poi guardando gli occhi confusi di
Jeff chiese “Allora professore…. Quanto le devo?”
Il
biondo lo guardò come se fosse scemo “Scherzi vero? Non voglio essere pagato!”
“Ma
le ripetizioni si pagano…”
“Non
le mie, e non tu!” Jeff scosse il capo, mettendo i libri in borsa “Non voglio
un centesimo, davvero”
“Ma
Jeff…. Ti ho fatto perdere tutto il pomeriggio!”
“Non
mi importa” sorrise “Va bene così….”
Flint
sorrise di rimando, abbassando gli occhi sulla tracolla e pensando a quanto
fosse bello quando sorrideva. Questo pensiero gli costò un arrossimento esteso
sino alle orecchie, poi con eleganza raccolse il suo libri e si alzò in piedi
“Allora grazie…. Davvero….
A quando la prossima lezione?”
“Se
ti va domani sera, dopo le prove…”
Il
morettino annuì “Facciamo dopo cena?” fu il turno del biondo di asserire
“Allora ti aspetto in camera mia…”
Sterling sgranò appena gli occhi “In…. Camera…. Eh?”
“Sì,
non penso che a Trent dispiacerà se mi dai
ripetizioni. Dopotutto sei un professore molto migliore di lui” gli sorrise
ancora, prima di salutarlo e uscire dalla biblioteca, sempre con la solita
eleganza.
Jeff
si appoggiò allo schienale della sedia, sospirando “Io morirò.” Si voltò verso
la finestra e vide un piccolo uccellino che lo fissava come interessato, così
si rivolse a lui sperando lo capisse“Davvero, non arrivo a natale…”
“Possiamo
davvero riprovare per l’assolo? Wow figo!”
Nick
sorrise a Blaine, mentre si avviavano verso il
giardino esterno “Concorre anche Kurt, insieme a voi due….
L’ho appena avvertito e mi pare entusiasta…”
Nick
annuì lentamente “Canta bene?”
“Non
l’ho mai sentito, sinceramente…. Ma nelle ND so che
era una punta di diamante”
Duvall
sbuffò “E ti pareva? Lo assegneranno a lui e io e Jeff verremo scartati per
l’ennesima volta…”
“Non
è mica detto” Blaine sorrise fermandosi, con le mani
in tasca “Senti il segreto della Dalton lo sai quale è no? Trovare un pezzo che
ti valorizzi, ma senza esagerare mai o esaltarsi troppo….
Sono certo che ci poterai una bella canzone domani”
Nick
annuì appena, poi si ricordò una cosa “Blainesenti…. Devo dirti una cosa un po’ delicata”
Il
solita lo guardò serio, sedendosi con lui su una panchina e affondando il naso
nella sciarpa per evitare che la brezza dell’autunno inoltrato lo facesse
raffreddare.
“Oggi
a colazione io e Jeff abbiamo sentito Kirk parlare a Kurt” disse con torno
basso, facendo una pausa mentre alcuni ragazzi del secondo anno passavano lì
vicino salutandolibrevemente.
“Ah
si?” domando stupito –ma per nulla preoccupato- Anderson.
“Sì
e hanno parlato male di te…” sussurrò appena
percettibile “Sostenendo che ti metti in mostra come solista nascondendo le
altre voci…. Insomma la morale è una: hanno provato a
metterti contro Hummel.”
Blaine rimase zitto un istante, corrugando le
sopracciglia, ma poi sorrise, appoggiando una mano sulla spalla dell’altro “Non
mi importa, e sai perché? Kurt ha una testa e capisce quando qualcuno straparla
o meno…. Immagino che non abbia contribuito al mio
infossamento”
“No,
se n’è andato…”
“Ecco,
appunto”
“….
Dopo averti difeso” Nick si zittì un istante, domandandosi se fosse lecito
parlare con Blaine di una cosa o meno…
Alla
fine decise di lasciar perdere e sorridendo a Blaine
si alzò.
“Bene,
allora a più tardi!”
“Salutami
Jeff!”
Mentre
faceva retrofront fino alla sua stanza lasciando il
solista sulla panchina a riflettere si chiese se Blaine
si fosse offeso nel sentirsi porre la seguente domanda: Ma c’è qualcosa tra te
e Hummel?
Kirk
osservava con scarso interesse Ethan mettere dentro a una bottiglietta di acqua
naturale un paio di cucchiaini di purga.
Ma
non una purga normale, una di quelle da premio Nobel, di quelle che riuscivano
a fare andare in bagno anche suo nonno, nonostante fosse un veterano del
Vietnam e deficitasse di mezzo intestino.
Moore
prese a scuotere la bottiglietta per miscelare il tutto mentre l’altro sbuffava
sonoramente “Beh? Che ti prende?”
“Mi
prende che è una cazzata” disse annoiato “Blaine beve
l’acqua, sta sul bagno una notte…. E poi? Gli
facciamo anche un favore visto che magari è la volta buona che perde qualche chiletto”
Ethan
lo guardò confuso, visto che Blaine di certo non era
grasso, poi appoggiò la bottiglietta sul tavolo della saletta e sbuffò a sua
volta “Idee? Io non voglio far star male nessuno…. E
appena propongo una cosa innocente che alla fine nuoce poco tu la bocci”
“Il
fatto è proprio che nuoce poco…. Blaine
va polverizzato, non depurato con il purgante!”
“Tu
hai idee?”
Il
biondo scosse il capo “No, per ora. So solo che devo usare Hummel
per farlo stare male…. Ma prima devo essere certo che
si piacciano no?” Moore annuì “Bene, dobbiamo farli innamorare seriamente….”
“E
come? Scoccandogli la freccia di cupido dritta in fronte?”
“No…. Ma dopo le locali c’è Halloween no?”
L’altro
lo guardò senza capire “Non ti seguo…”
“Non
ce n’è bisogno” Kirk si alzò, uscendo dalla stanza “Ho un piano infallibile in
testa!”
Ethan
sospirò chiudendo un attimo gli occhi prima di alzarsi a sua volta e andare a
fare un giro per la sala mensa, sperando di trovare qualcosa di commestibile
per merenda…
La
bottiglietta rimase lì, incustodita per parecchio fino a che un Wes particolarmente affaccendato entrò nella saletta
sperando di trovarvi Thad.
Ma
niente.
Si
sedette pesante sul divano cercando di recuperare il respiro visto che aveva
corso e adocchiando quella bottiglia così invitante davanti a se la prese,
stupidamente, prendendo un sorso generoso.
Non
l’avesse mai fatto.
Jeff
era in camera quando Nick tornò, dopo aver parlato con Blaine
a proposito dell’assolo, e stava scegliendo la canzone da cantare ai Warblers.
“Wes mi è passato accanto di corsa, per poco mi butta a
terra” disse irritato Duvall “Qui stanno impazzendo davvero tutti….”
“Si
lo credo anche io” ammise il biondo senza staccare gli occhi dal pc “Tu sai già cosa cantare domani?”
“No…. Ma pensavo qualcosa di semplice come suggerito da Blaine…. Tu?”
“Pensavo
a qualcosa di Pink” ammise il biondino alzando le spalle “Anche io punto sul facile…. Secondo te Kurt è bravo?”
“Per
Blaine era una colonna portante nel Glee della sua scuola…. A
proposito” si sedette davanti a lui chiedendogli il pc
“Sai che secondo me tre Hummel e il nostro solista
c’è del tenero?”
“Scherzi?”
chiese il biondino.
Nick
sorrise, contento di aver catalizzato l’attenzione dell’amico che pendeva a dir
poco dalle sue labbra “Secondo me si….”
“Wow…. Effettivamente se ci pensi Kurt è di Lima, no? Blaine non ci ha speso un sacco di tempo lassù?”
Gli
occhi di Duvall si allargarono “Non ci avevo pensato! È vero!” ridacchiò mentre
Jeff riapriva il pc leggendo un paio di testi “Senti ma…. Come è andata con Flint?”
“Bene
credo…. Domani sera gli do ancora ripetizioni….”
Arrossì violentamente “In camera sua, dopo cena…”
Nick
lanciò un lungo fischio “Amico quello fa sul serio eh….
altro che innocentino. Senti piuttosto…. Ti tengo
lontano Trent così lei libero di toccare con mano?”
chiese poi dandogli una pacca sulle spalle.
Questo
non fece altro che aggravare ancora di più l’imbarazzo del biondo “No meglio se
c’è qualcuno…. È poi Flint non farebbe nulla…. Dovevi vedere come eravamo entrambi imbarazzati
oggi”
“Trent dice che è gay”
“Sì
lo so, me ne ha parlato e mi ha messo in guardia” concluse mentre l’altro
scoppiava a ridere come un pazzo “Secondo me gli piace Kurt….
Stavano tutti appiccicati a lezione….”
“Secondo
me no…. Poi se a Kurt piace Blaine”
Jeff
sospirò “Non lo so ma non voglio illudermi con Flint. Dopotutto non mi ha dato
materiale su cui illudermi”
“Ma….”
“Nick!”
Quando
Kurt tornò alla Dalton dopo aver parlato con Rachel si sentiva un po’
malinconico.
Tornare
al McKinley gli aveva ricordato che lui, in quel posto, non poteva più far
nulla.
Aveva
perso le New Directions e per quanto si sarebbe
impegnato per integrarsi e diventare un elemento centrare degli Warblers non sarebbe mai stata la stessa cosa.
Stava
per dirigersi in camera per provare DontCryfor me Argentina quando vide
un ragazzo seduto in corridoio, intendo a ridere come un pazzo assieme a Blaine. Provò ad raggiungerli, ma il solista voltò le
spalle al ragazzo e, non notando Kurt, si allontanò su per le scale dopo una
pacca sulla spalla amichevole.
Hummel sospirò convinto che intanto lo avrebbe
rivisto a cena, quando il ragazzo castano attirò la sua attenzione
presentandosi con un sorriso.
“Io
sono Cameron”
“Piacere,
io Kurt”
“Oh
lo so” disse scrollando le spalle.
E
poi iniziò a parlare….
Sembrava
una macchinetta, non la smetteva più…
Kurt
non se ne rese nemmeno conto, ma si ritrovò in saletta sul divano con quella
sottospecie di Grillo Parlante a blaterare come un pazzo su tutti gli argomenti
più disparati.
Poi
arrivò su un argomento che toccò un secondo Kurt.
“….
Senza contare che alla fine io sono di serie B.” il sorriso mesto che gli
riserbò lo fece gelare “Quindi non sono tenuto molto in considerazione e non ho
molti amici…”
Kurt
incrinò il capo “Di serie B?”
“Già… rispetto a molti altri ragazzi sono ritenuto…. Ehm… Diciamo inferiore”
Hummel lo guardò impressionato “Ma Wes mi ha detto che non esistono discriminazioni alla
Dalton!”
“Infatti
è così. Non esistono discriminazioni ma questo non significa che nella sua
testa la gente non se ne faccia, no?”
Kurt
ci pensò su poi si ritrovò ad annuire. La politica di tolleranza zero su
qualsiasi tipo di discriminazione era applicata in modo rigido, ferreo, ma
ognuno era libero di pensarla come voleva.
“Scusa
se te lo chiedo…. Ma come mai ti avrebbero catalogato
come di serie B?”
Cam si guardò attorno, poi con voce bassa
disse “Alla Dalton esistono due tipo di persone: chi ha i genitori che possono
permettersi questa scuola, e quelli che non ce li hanno”
Kurt
ci rimase di sasso.
Non
pensava che i soldi fossero così importanti per i ragazzi…
Forse
non per tutti….
“E
tu….”
“Io
sono di serie B perché mio padre a chiesto un mutuo per mandarmi qui” ammise
Cameron, tormentandosi le mani “Lui è un operaio, e così anche mia mamma…. Essendo figlio unico hanno deciso di darmi la
migliore istruzione possibile e in questo la Dalton offre grandi opportunità.
Non credo ci sia un posto più qualificato in Ohio…. E
per loro questo basta per giustificare tutti i sacrifici che fanno….”
“Ti
capisco” gli disse Kurt “Mio padre ha un’officina e la mia matrigna, che tra l’altro
ha un figlio della mia età, non ha mai avuto un lavoro fisso, occupandosi di
tanto in tanto di lavoretti…. Hanno rinunciato al
viaggio di nozze per permettermi di venire qui e….
salvare la pelle…”
Cameron
annuì sorridendo, segno che sapeva già e non c’era bisogno di raccontare altro.
Kurt
a quel punto però divenne curioso “Hai detto serie A e B….
posso chiederti chi….”
“Chi
appartiene alle varie categorie?” lo incalzò quello, sempre sorridendo “Certo! Io
so tutto di tutti…. per questo sono scomodo e molti
mi evitano….. dicono che parlo troppo ma a me non
sembra proprio! È così bello scambiare due chiacchiere di tanto in tanto e…”
“Cam calma!” gli appoggiò le mani allebraccia, trattenendosi dallo schiaffeggiarlo.
Era davvero simpatico, ma quando partiva, non lo si fermava più.
“Tornando
alle tua domanda…. Beh se pensiamo solo ai Warblers, visto che hai conosciuto bene solo loro, sono
quasi tutti figli di gente da soldi…. Tanti soldi. Pensa
che ThadHarwood è figlio
del Vice Senatore dell’Ohio!” Kurt spalancò la bocca incredulo, anche se
meditandoci si vedeva che Thad non era di certo nato
in una stalla “Hai presente la megavilla che si vede quando esci dal raccordo
della statale, per arrivare qui da Lima?” Il ragazzo annuì, allucinato “Ecco: è
casa sua…”
“Oh
mio Dio…. E poi?” domandò, assetato di curiosità.
“Wes e David sono piuttosto ricchi….
So che i genitori di Wes sono dentisti mentre il
padre di David è un bancario, non un dipendente, ma un proprietario….
Ho reso l’idea?.”
“Eccome”
Kurt scrollò le spalle “Ho quasi paura a chiedertelo ma….
Blaine?”
“La
famiglia Anderson è una delle più altolocate di Westerville”
lo informò, mentre Kurt abbassava il capo sconsolato, sentendo come se l’ultima
speranza di far colpo su Blaine si stesse velocemente
oscurando. Non gli mancava proprio nulla e anche se sapeva che i soldi non
facevano una persona migliore o peggiore di certo attiravano: Blaine aveva quindi un’ampia scelta sui ragazzi, figurarsi
se avrebbe guardato lui, sporco dell’olio della automobili che suo padre riparava
per tenerlo alla Dalton….”Però il caro Blaine è molto meno evidente di tanti altri. A dire il vero
nessuno di loro fa davvero notare il gonfiore dei loro portafogli eccetto James
Kirk” Cameron storse il naso “Presto parlerà anche a te della sua villa in
Italia, dello yacht di suo padre e delle feste che ci fa sopra, dei banchetti
col sindaco e blah, blah, blah….”
“Che
persona irritante” constatò Hummel “Sarò prevenuto ma
dalla prima impressione non è proprio Mr Gentilezza”
“No,
non lo è affatto…. Al contrario invece degli altri.
anche Trent so che è messo molto bene, suo madre
ammaestra cavalli di razza….” Si grattò il mento “Nick
Duvall è nipote di non ho capito bene nemmeno io di che tipo di nobile…. Suo nonno era tipo un barone, duca o una stronzata
così…. Ma non chiedermi niente perché non ho capito
molto bene…”
Kurt
rise “Sul serio? Non sembra molto nobile”
“No,
infatti…. Poi c’è Flint Wilson….
Di lui so poco per non dire nulla ma ho visto passando casa sua, a poca
distanza da quella di Thad e visto che vive nel
quartiere alto in una villa in stile vittoriano con sua madre non credo che i
soldi gli manchino…. E anche Nicholas Madison è messo
bene: suo padre è un chirurgo estetico…. Pensa che ha
rifatto le tette alla Cooper”
“La
prof di matematica?!”
“Esatto…”
“Sei
una miniera di gossip…” constatò Kurt con una
risatina e l’altro ne parve quasi lusingato “E…. per
quanto riguarda la serie B?”
“Beh
direi che quello messo peggio in assoluto sia Jeff: suo padre per mandarlo qui
ha aperto qualcosa come un’ipoteca sulla casa…” Kurt
sgranò gli occhi “Eh già…. Anche su di lui so poco,
tipo che si è trasferito qui dalla California due annetti fa e che suo padre l’ha
spedito in questa scuola…. Girano voci strane, ma
nessuna autentificata.”
“Del
tipo?”
“Tipo
che si era messo nei casini e che se rimaneva a Los Angeles gli facevano la pelle…. Ma ripeto, cose sentite per il corridoio, lui non
ha mai ammesso nulla…”
“Wow….”
“Anche
Ethan,nonostante stia attaccato a Kirk
come se fosse un fazzolettino usato appiccicato alla suola delle sue
preziosissime Prada, non è proprio messobene” Cam fece una pausa “So che i suoi
genitori hanno un negozietto di alimentari a nord di Kenton….
Ma nulla di più…. E poi va beh queste sono le
divisioni massime…. Ma ci sono anche le mezze vie,
persone che non sono riccastre ma si possono permettere la scuola come John, o
Nelson, o Jesse, o Andrew….”
Kurt
non conosceva la metà di quelli citati alla fine, ma annuì ugualmente, facendo
per ribattere. Stava per dire qualcosa ma si sentì chiamare e voltandosi vide
Flint appoggianto alla porta “Ti cerca Thad” gli disse salutando Cameron.
“Arrivo”
Kurt si voltò verso il suo ‘compagno da chiacchiere stile parrucchiera’ “Allora
ci vediamo Cam, grazie della chiacchierata”
“Grazie
a te!”
Gli
sorrise prima di voltarsi e seguire Flint “Sai che vuole Thad
da me?” domandò chiedendosi se avesse fatto qualche disastro in stanza. In un
attimo di panico non ricordò se aveva abbassato o meno la tavoletta del water….
“Oh
nulla…” Flint gli sorrise un po’ impacciato “Ma so
che Cameron James può essere pesante così ho pensato di salvarti….”
Kurt
pensò di regalargli qualcosa, per premio, visto che sì era stato pesante.
Ma
era una vera miniera di informazioni…
“Grazie
mille, molto carino da parte tua!”
Arrivarono
alle scale dei dormitori e Flint si voltò a guardarlo negli occhi“Senti Kurt io
stasera vado a cena in un locale qui vicino…. Se ti
piace mangiare all’italiana potresti unirti a me” propose Wilson stupendolo.
Kurt
annuì “Più che volentieri”
“Vorrei
parlati di…. Una cosa” disse, senza guardarlo negli
occhi “Allora a più tardi! Alle otto nell’ingresso!”
Kurt
lo guardò allontanarsi un po’ perplesso, ma poi scrollò le spalle dirigendosi
verso la sua stanza, decisamente curioso.
Blaine aveva deciso di aiutare David a girare
le camere perché se fosse rimasto altri dieci minuti nella camera del ragazzo
di colore sarebbe stato linciato.
Non
era carino ridere di chi sta male, ma sentire Wes
lamentarsi per dolori alla pancia e saperlo seduto sulla tazza da circa quattro
ore no stop lo faceva scompisciare.
Chi
non avrebbe riso, dopotutto?
David
era certo che gli avesse fatto male qualcosa, ma per non peccare di
superficialità aveva pensato di indagare se qualcun altro si fosse sentito
male, forse a causa di un virus intestinale o una cosa così.
Appena
bussò alla stanza di Thad e Kurt quest’ultimo gli
aprì la porta, invintandolo ad entrare.
“Wow
come siamo eleganti” disse alludendo alla camicia scura e ai pantaloni neri
aderenti del ragazzo “Senti…. Tu o Thad vi siete sentiti male oggi?”
Kurt
scosse il capo, sedendosi sul letto “No…. Perché?”
“Beh…. Wes ha contratto una sorta
di virus e…” si morse dentro le guance per non
riprendere a ridere come un bastardo davanti a Kurt “Non riesce a uscire dal bagno…”
“E
questo ti causa ilarità perché…”
Blaine, sapendosi scoperto non trattene più le
risate “Dio non l’hai sentito imprecare!” si sedette accanto a lui “Ormai ha
preso la città dinanza in bagno….
Non si muove di lì dalle due e mezzo del pomeriggio credo!”
“Che
cattiveria” gli disse Hummel dandogli una piccola
spinta sul petto.
“Senti”
proruppe Anderson “Visto che ti sei cambiato…. Ti va
di andare a mangiare un pezzo di pizza fuori? C’è un posto qui vicino dove la
fanno semplicemente favolosa!”
Kurt
si morse un labbro “A dire il vero devo andare a cena con Flint….”
Disse con un tono bassissimo, come se temesse che Blaine
potesse sentirlo. Cosa che ovviamente accadde e subito Anderson si irrigidì “Però
puoi unirti a noi due!”
Il
moro si alzò di scatto, ostentando un sorriso calcificato sulle labbra (almeno
quanto i capelli sulla testa) e avvicinandosi alla porta “Mi ero dimenticato di
dover fare una cosa con David e….” si interruppe, non
era mai stato capace di mentire. Sospirò velocemente abbassando un attimo il
capo “Buona serata, Kurt. Ci vediamo domani mattina”
Kurt
lo guardò uscire, prima di alzarsi per seguirlo ma, anche chiamandolo, quello
non si fermò, camminando a passo spedito verso il suo piano.
Kurt
rimase appoggiato allo stipite della porta, sperando seriamente che Blaine non si fosse fatto un’idea sbagliata…
Il
solista nel frattempo era arrivato in camera sua.
Si
chiese perché era scappato in quel mondo….
Soprattutto
perché non gli andava affatto a genio che Kurt uscisse con Flint Wilson.
Ma
non riuscì a trovare una risposta a quella domanda, decidendo di non pensarci e
buttarsi sotto la doccia.
Ovviamente
non fece altro che interrogarsi tutta la sera, senza successo.
Nick
entrò nella camera mentre Jeff si stava ancora allacciando la camicia e lo
guardò con espressione spiritata “è successo qualcosa?” chiese tranquillamente
il biondo.
Nick
annuì “Flint…. E Kurt” disse solamente.
Il
biondo aprì di poco la bocca, poi con uno sguardo lo invitò a proseguire.
“Escono
a cena, vanno al ristorante italiano vicino al Bingo….
Me l’ha detto ora Trent….”
Jeff
abbassò gli occhi osservando tristemente la moquette ed emettendo solo un
pallido ‘oh’ che però arrivò come una fucilata alle orecchie di Nick.
“Cambiati”
Jeff
lo guardò senza capire “Perché?”
“Non
puoi fare dello spionaggio in divisa…”
Jeff
spalancò appena la bocca “No, davvero…. Non mi pare
il caso….”
“E
invece si, muoviti, dobbiamo appostarci!”
Continua….
NdA :
Eccomi
tornata con l’aggiornamento odierno^^
Come
avete visto questo capitolo è parecchio movimentato e, cosa più importante,
scava un po’ più a fondo nelle storie dei vari Warblers
grazie alla collaborazione di quel chiacchierone di Cameron!
Ma
non preoccupatevi; le impressioni che vi siete fatti ora sono solo l’inizio!
Ci
tengo a ringraziare tutti coloro che continuano a seguire la storia, in
particolare chi la recensisce, ovvero:
Capitolo 6 *** #06 Wrapped Fate plays with dudes. ***
bananissima
Blaine Anderson presents:
the Pips!
#06 Wrapped Fate plays with dudes.
Kurt
non poteva crederci….
“Non
ero mai salito su una macchina del genere” ammise imbarazzato mentre Flint
guidava con nonchalance verso il famoso ristorante italiano di cui tanto
elogiava la cucina.
Il
morettino si fermò al semaforo, guardandolo un istante “Dici che è troppo
vistosa?”
Kurt
lo guardò eloquentemente sgranando appena gli occhi.
“Flint…. Hai una PochèCarrera….” Disse alzando un po’ il volume della voce, che
raggiunse note davvero acute “Voglio dire…. È una Porchè!”
“Peccato
che piove, con il tettuccio abbassato è molto più bella”
L’occhiata
che ricevette in risposta gli bastò per chiudere la bocca e riprendere a
guidare, con un sorrisetto divertito sulla faccia. Parcheggiò con la stessa
fluidità con cui si muoveva, facendo sentire Kurt come un impedito al volante,
visto che invece lui passava le ore a pensare a tutte le varie manovre.
Forse,
si disse da solo, dipendeva molto anche dal velivolo….
Per parcheggiare il suo SUV ci voleva di certo di più!
“Come
ti ho anticipato qui si mangia molto bene…. ma cosa
più importante di tutte non verremo disturbati” disse Flint entrando per primo
mentre Kurt allargava appena gli occhi.
“Di…. Disturbarci?”
Flint
annuì voltandosi a guardarlo mentre si allentava la sciarpa “Sì, ti ho detto
che volevo parlarti di una cosa…”
Un
cameriere dall’aria cenciosa venne verso di loro chinando appena il capo “Buona
sera signorino Wilson, ben trovato” disse poi con un accento italiano nel tono
mellifluo, lanciando un’occhiata anche a Kurt.
“Ciao
Alberto.” Rispose il ragazzo tranquillamente “Non ho avuto il tempo di prenotare…. Hai un tavolo per me e il mio amico?”
“Certamente,
per lei c’è sempre un tavolo, signorino Wilson”
Ossequioso
li portò fino al tavolo, lasciandoli con un paio di menù in mano.
Flint
iniziò a scorrere gli occhi grandi e azzurri sull’elenco di squisitezze mentre
Kurt rimaneva del tutto impressionato da quell’accoglienza assurdamente regale,
manco fosse entrato il Senatore dell’Ohio.
Ad
un certo punto il morettino puntò quei grossi fari coccolosi
su Kurt, e sorridendo rispose a quel quesito che, a quanto pare, sembrava
essersi stampato sulla sua faccia attonita “Mia mamma mi porta qui spesso…. Siamo di casa” disse semplicemente, tornando al
menù per non mettere a disagio Kurt ancora di più “Scegli pure quello che vuoi,
stasera offro io”
“Ma
no dai…” disse Hummel scuotendo piano il capo mentre
lo sguardo correva sui prezzi e –cavolo- rischiava di avere un mancamento.
“Insisto”
proseguì Flint “Sei mio ospite stasera, non vorrai fare il maleducato e
declinare questa mia gentilezza, vero?”
Kurt
sospirò, ancora un po’ imbarazzato “Solo se la prossima volta posso ricambiare”
“Aspetto
il tuo invito, tanto sono sempre alla Dalton” gli sorrise prima di appoggiare
il menù al lato del tavolo “Scelto?”
“A
dire il vero sono un eterno indeciso….” Mormorò Kurt
continuando a leggere “Beh , visto che sei di casa hai consigli?” domandò poi
sorridendo.
Flint
annuì “Se ti piacciono i ravioli te li consiglio…. Le
porzioni sono immense, ma se poi ai ancora fame possiamo prendere
qualcos’altro”
“Non
ho la minima idea di cosa siano i ravioli” mormorò Hummel “Mi fido di te!”
Flint
ordinò prima di tornare a dedicarsi al suo interlocutore al quale, per quanto
trovasse carino quel ragazzo, spaventava molto la scintilla che scorgeva in
quei grandi occhioni chiari.
Un
po’ troppo.
“Kurt
voglio essere davvero onesto con te…” disse
sospirando Wilson “Io non sono affatto estroverso….
Ma a tenermi tutto dentro sto letteralmente impazzendo….”
Prese a spezzettare nervoso un pezzo di pane, riducendolo in briciole.
Kurt
temette seriamente che il ragazzo stesse per dichiararsi, così arrivò a
stringere così forte il tavolo da sentire le mani dolergli.
Flint
era davvero molto carino ai suoi occhi ma….
Ma
lui aveva il pensiero fisso su Blaine in quel momento
e non c’erano possibilità che un altro ragazzo potesse rimpiazzarlo all’interno
dei suoi pensieri. Forse se lo avesse conosciuto in un altro contesto….
“Io
sono come te….” Il mormorio di Flint gli fece
rialzare gli occhi sull’altro che, grazie al cielo, fissava altrove, rosso in
viso “Se mi capisci…”
Hummel
deglutì “Temo…. Di sì…”
sospirò “Senti Flint io…”
“So
che non sono problemi tuoi” lo incalzò il morettino “ma avevo bisogno di dirlo
a qualcuno perché…. Davvero….
È troppo difficile tacere e tenerselo dentro”
“Ti
capisco” Kurt annuì, ancora un po’ teso “io non credo che sia saggio nascondere
ciò che si è…”
“Poi
penso che tra poco diventerà molto più…. Evidente”
Flint sospirò, arrossendo ulteriormente “Senti voglio essere del tutto onesto
con te: abbiamo parlato molto oggi e mi sembri una persona intelligente….
Ma se non vuoi scocciature o se pensi che il mio sia…”
Kurt
appoggiò una mano su quella dell’altro senza quasi pensarci. Vederlo impanicarsi in quel modo…. Gli
sembrava di trovarsi davanti a uno specchio “So cosa significa sentirsi
incompresi” lo rassicurò “Sentiti libero di aprirti quanto vuoi con me….”
“Io
pensavo di…. Potermi gestire” ammise Flint “Non credo
che sarebbe diventato un problema nascondere la mia omosessualità visto che me
ne sto spesso per i fatti miei ma…. Io credo di
essermi preso una cotta…”
“Oh….” Kurt rimase un attimo in silenzio “Posso…. Posso sapere chi…?”
“Jeff
Sterling” Il moro lo aveva detto così veloce che
aveva praticamente attaccato fra loro il nome ed il cognome e Kurt ci mise un
attimo a capire, poi lentamente i suoi occhi si aprirono di comprensione e,
sollevato, sorrise “So che sto combattendo contro un mulino a vento perché è
indubbiamente etero ma…. Il fatto è che è già
successo con Derek, quando un ragazzo mi piace si vede…”
Kurt
alzò elegantemente un sopracciglio poi sporgendosi in avanti curioso mormorò
“Derek?”
Flint
sorrise tristemente “Era il mio ragazzo…. Quando
vivevo ancora New York, l’anno scorso. Ci siamo lasciati dopo l’ennesimo trasferimento…”
Kurt
lo guardò comprensivo “Mi dispiace…”
Flint
mosse una mano come per scacciare un brutto pensiero “Non importa, ormai penso
di averlo somatizzato sai? Ci sentiamo ancora di tanto in tanto ma…. È difficile comunque”
“E
ora ti piace Jeff?” il rossore persistente fu un sì sufficiente.
“Solo
che ripeto…. Lui non credo sia gay…”
Hummel
sembrò pensarci su, poi scrollando le spalle disse “Possiamo sempre scoprirlo…. No?” domandò affabile prima di levare la mano
dalla sua e prendere in mano il bicchiere dell’acqua e bere.
“A
te piace Blaine vero?” domandò poi intenerito il
moro. Per poco Kurt gli sputò tutta l’acqua sul viso, per lo stupore.
“Si
nota molto?” chiede quindi, vergognoso.
“Un
po’…” rispose Flint “… tanto”
Kurt
si lasciò andare in una risatina liberatoria da stress da imbarazzo.
Perfetto…. Proprio perfetto….
“Non
preoccuparti…. Non credo lui ci sia arrivato” ammise
il morettino mentre il piatto arrivava facendo venire subito la colina in bocca
ad entrambi “Penso sia un po’…. ecco, non è una cima”
Kurt
incrinò di lato il capo “In che senso?”
“Credo
lo scoprirai da solo…. Buon appetito!”
Jeff
ne aveva decisamente abbastanza.
Buttò
via i rametti che Nick gli aveva messo in testa, legandoli strategicamente con
degli elastici, per mimetizzarsi con la siepe e si allontanò a grandi passi da
quel posto strategico, posto vicino alla vetrate del ristorante, che gli aveva
concesso di osservare indisturbato l’intera scena.
Con
addosso la divisa della Dalton tutti i ragazzi sembravano uguali, come
provenienti da uno stesso ambiente.
Ma
in quel momento il distacco netto tra il biondo e Duvall era ben evidente,
tanto che Sterling non poteva far altro che amare la
divisa per evitargli di sentirsi costantemente a disagio.
I
pantaloni lisi che indossava, la felpa sbiadita con il cappuccio sollevato a
coprirgli il capo e gli anfibiun po’
usurati erano decisamente in netta contrapposizione con l’abbigliamento di Nick
che, seppur sobrio e scuro, era evidentemente che aveva decisamente le tasche
più piene.
Beh,
in quel momento non si sentiva affatto a disagio per quello.
Le
insicurezze e il sentirsi inadeguato accanto a Nick era passato del tutto in
secondo, terzo, ventesimo piano.
Nick
si sbrigò ad imitarlo, seguendolo per qualche metro prima di chiamarlo
“Aspetta!” lo raggiunse davvero a fatica, prendendolo per un braccio che però
il biondo strattonò, prima di pentirsi per l’essere stato tanto sgarbato e
guardare dispiaciuto l’amico “Aspetta…” ripetéquindi Duvall “Non arriviamo a conclusioni
affrettate e…”
“Ma
cosa?!” Jeff lo guardò disperato, attaccandosi alla sua camicia nera, visibile
da sotto il giubbotto scuro, e scuotendolo appena “Hai visto no? I sorrisi, i
sussurri, i momenti imbarazzati con le gote arrossate….
Gli ha preso la mano Nick!”
Il
morettino si grattò il capo, non poteva negarlo “Si ma forse….
Non lo so ok? Ma non possiamo arrivare alle conclusioni!”
“Smetti
di ripeterlo…” il biondo sospirò, chiudendo un
istante gli occhi “Non importa…”
“Jeff,
mi dispiace davvero…”
“Non
importa” ripeté ancora, cercando di sorridere anche se quello che ne uscì fu la
smorfia triste di un pagliaccio depresso “Va bene così tanto me lo sono sempre
sentito che non avrebbe mai funzionato tra me e Flint.”
Nick
non seppe cosa aggiungere, se non una pacca fraterna sulla spalla “Vieni dai…. Andiamo a dormire…. Domani
ci sono i provini per l’assolo…”
Jeff
annuì, seguendolo mesto fino all’auto dell’altro.
Blaine intanto aveva passato la seratacamminando velocemente, come una trottola,
per la Dalton, cercando qualcuno con cui parlare e con cui aspettare alzato.
Ma
aspettare cosa?
Se
lo chiedeva anche lui, nonostante fosse troppo inetto per arrivarci da solo.
Non
sarebbe mai andato a letto, riuscendo ad addormentarsi, sapendo che Kurt e
Flint non erano ancora tornati. Mentre tormentava il povero Thad,
che stava facendo la consueta ronda serale delle aule per verificare che
nessuno stesse formicandovi all’interno (Con chi poi?
Thad dava per scontato che fossero tutti potenziali
omosessuali e che potessero avere storie clandestine, supponendo combinazioni
che manco i Forrester si sarebbero mai avvicinati)
vide tornare Jeff e Nick, il primo molto sconsolato e l’altro molto….
Disgustato?
“Ciao
ragazzi!” disse allegro il solista mentre Thad
salutava con un cenno, sgattaiolando via e sperando di non essere seguito “Dove
siete stati di bello?”
“A
cena fuori, ma non abbiamo cenato” disse Nick.
Jeff
sospirò “Già…. Stomaco chiuso”
Blaine chinò di lato il capo “Successo qualcosa
Jeffy?”
Il
biondino annuì lentamente prima di guardare tristemente (dall’alto al basso) il
piccolo solista “Penso che Flint abbia una relazione con Kurt”
Se
un mattone avesse impattato con la faccia di Blaine
sicuramente il ragazzo avrebbe avuto un’espressione meno stravolta “Cosa?”
“Li
abbiamo visti al ristorante” disse Nick, evitando di dire però che li avevano
spiati in modo abbastanza abusivo da dentro una siepe “Si sono presi per mano…. Parlavano vicini. Erano così dolci che stavo
vomitando e soffocando insieme: stavo soffomitando”
ammise toccandosi un fianco sofferente “Dovranno pagarmi l’insulina a vita
ora…”
Blaine sgranò ancora di più gli occhi “L’intera
faccenda mi perplime” Ammise “Siete sicuri di quello
che avete visto?”
I
due annuirono “Blaine, non potremmo mai scherzare su
una faccenda del genere” concluse Duvalle appoggiando
entrambe le mani sulle spalle del biondino (e sporgendosi sulle punte per
arrivarci bene) “Noi ora ci ritiriamo a letto…. È
quasi più divertente osservare Thad ballare la
colonna sonora di Febbre del Sabato Sera con
tanto di camicia di pailette che non si sa dove abbia preso, completamente
ubriaco del vino che prima ha vomitato nel bicchiere e poi ribevuto….”
Sia
Blaine che Jeff fecero una smorfia disgustata e,
mentre Blaine stava per salutarli e augurargli la
buona notte, dal corridoio apparvero Kurt e Flint, ridendo e scherzando come
amici di infanzia.
E
si conoscevano da due giorni, senza contare che si parlavano da meno di 24 ore,
secondi i processi mentali di Blaine. Jeff si tirò su
il cappuccio strategicamente per evitare che gli vedessero il viso sconsolato e
diede loro le spalle, prendendo a cancetti qualcosa
di inesistenti sulle pregiate mattonelle di marmo del corridoio.
“Ciao!”
trillò allegramente Kurt mentre li raggiungeva.
Nessuno
dei tre rispose.
Nick
aveva gli occhi iniettati di sangue, Jeff si era dissociato del tutto dal mondo
e Blaine…. Manco lui sapeva a che stava pensando.
Flint
indietreggiò appena, senza capire poi Duvall ostentò un sorriso falsissimo e
salutando velocemente prese Jeff per una manica trascinandoselo dietro come se
fosse una bambola di pezza. Non aveva nulla contro di loro ma il suo istinto da
mamma chioccia vero Jeff lo portava a difenderlo in tutti i modi.
Dopotutto
lui sapeva cosa aveva passato il biondino, e vederlo star male a causa
dell’ultima bambola di porcellana arrivata lo faceva incazzare.
“Ricordati
di guardare il sito che ti ho passato stamattina!” strillo Blaine
dietro a Jeff che alzò un pollice affermativo, mentre tutti, Nick compreso, si
chiesero di che diavolo stesse parlando.
Hummel
li guardò allontanarsi poi si voltò interrogativo verso Anderson “Abbiamo detto
o fatto qualcosa di sbagliato?”
Il
solista si riscosse, dedicandogli un sorrisetto smorzato prima di spostare gli
occhi sulla parete “No, penso che siano solo tesi per la selezione di domani
sull’assolo…. Io ora vado….
Notte…”
Kurt
se lo vide passare accanto rapidamente “Blaine!”
provò a chiamarlo, ma non ottenne risposta ne quello si voltò. Dedicò uno
sguardo crucciato a Flint, domandandosi se tutti fossero improvvisamente
impazziti o se avevano sperimentato qualche psicofarmaco nella cena.
Camminarono
in silenzio, entrambi immersi nei loro pensieri fino alle scale del terzo piano
e poi Kurt si fermò per salutare Flint prima di proseguire verso la sua stanza.
“Allora
a domani” disse con un sorrisetto, mentre con la mente tornava al comportamento
strano di Blaine “Senti ma….
Posso chiederti perché hai deciso di aprirti così con me?”
Flint
sorrise alzando le spalle “Ti ho guardato negli occhi e per un attimo ho sentito…. Affinità….” Kurt
rispose al sorriso e fece per salire le scale, ma si bloccò appena l’altro
richiamò la sua attenzione “Blaine si sveglierà e
capirà i suoi sentimenti per te…. È solo questione di
tempo”
Hummel
rimase imbambolato per qualche istante, solo sulle scale, prima di arrossire
moltissimo e correre in camera sua.
Entrambi
ebbero il loro bel da pensare tutta notte comunque: Kurt non poteva cancellare
le parole di Flint dalla sua testa e l’altro non chiuse quasi occhi pensando
che, prima di andare a dormire, Jeff non gli aveva permesso di guardare neanche
per un istante i suoi occhi cangianti.
Il
giorno successivo le cose non erano di molto cambiate.
Kurt
si chiedeva perché Blaine lo stesse evitando come la
peste.
“Per
caso puzzo?” domandò sentendosi l’alito mentre faceva colazione con Trent e Flint, entrambi scossero il capo “Ho un brufolo che
non ho notato?!” ancora risposta negativa, così il ragazzo sconsolato aggiunse
“Se sono perfetto come al solito allora perché mi evita?”
Trent lo guardò inclinando di lato la testa
“Aveva ragione mio nonno.La modestia, amico mio, non
si trova al banco del pesce…”
Gli
altri due lo guardarono cercando di trovare in tutto ciò un senso, poi Kurt
sorrise falsamente dicendo “Dovrei presentarti la Coach Bestie. Avete aforismi
simili”
Lanciò
una rapida occhiata al tavolo prima di tornare a dedicarsi al cornetto,
convinto che la sua esibizione l’avrebbe colpito.
Detto
fatto: nonostante lo avesse continuato ad ignorare per tutta la durata delle
lezioni non poteva non rimanere colpito dalla sua esibizione di DontCryfor
Me Argentina.
Certo,
sembrava oro colato rispetto alla canzoncina che Nick aveva cantato poco prima
(sempre con una gran voce, però) ma se Kurt avesse anche solo vagamente
immaginato che doveva volare basso allora avrebbe cantato qualcosa di molto più
semplice, come TwinkleTwinkle Little
Star.
Solo
che quella canzone, e Kurt lo sapeva, metteva in risalto la sua voce e senza
modestia (che come aveva saggiamente detto Trent, non
si trovava al banco del pesce e nemmeno a quello della carne, volendo) nessuno
sano di mente l’avrebbe mai scartato….
Don't
cry for me Argentina
The truth is I never left you
All through my wild days
My mad existence
I kept my promise
Don't keep your distance…
Blaine era totalmente preso da Kurt, tanto da non
riuscire a staccargli gli occhi di dosso.
Ma nessuno se ne accorse
visto che erano tutti più o meno catturati allo stesso modo.
Thad lanciò un’occhiatina agli altri due in più di
una occasione, ma quelli non lo notarono troppo concentrati su neo-Warbler.
Doveva ammetterlo anche Harwood: aveva davvero una gran voce quel ragazzo.
Kirk sedeva sul divano,
tra Blaine e Flint, chiedendosi seriamente da dove
diavolo provenisse Kurt. Sicuramente non era terreno, una voce del genere
l’avrebbe attribuita giusto ad un angelo. Lo stesso stava pensando Wilson, che
per alcuni istanti chiuse anche gli occhi lasciando che quelle note soavi
toccassero le corde più profonde della sua anima.
Jeff lo fissava del
tutto attonito, stringendo appena la sedia su cui era seduto e capendo almeno
in parte perché Flint dovesse sentirsi attratto.
Era un soprano! Un
soprano cazzo!
They
are illusions
They are not the solutions they promised to be
The answer was here all the time
I love you and hope you love me
Il biondino abbassò gli
occhi sulla sua chitarra chiedendosi, insicuro, se quando fosse toccato a lui
Flint avrebbe capito che la canzone era indirizzata a lui.
Stava quasi per lasciar
perdere e tornare a Pink quando scambiò uno sguardo con Nick, e negli occhi
scuri dell’altro trovò un po’ di coraggio che a lui mancava del tutto.
Blaine non riusciva a stare fermo, così preso dai
gesti di Kurt, con la voglia di alzarsi e imitarlo, unendosi a lui….
Ma forse non era il caso….
Cercava inoltre di
fargli capire che non doveva esagerare, cosa che invece gli altri notarono a
pieno, ma con poco successo.
E mentre lui pensava al
cantare con giovane Hummel, Kirk si chiedeva se sarebbe diventato anch’egli una
minaccia….
Avrebbe dovuto
neutralizzarlo, dopo essersi occupato di Blaine?
Beh, sembrava un
obbiettivo facile, almeno lui…
Kurt tornò verso la
finestra con fare molto teatrale mentre Trent lo
guardava con un sopracciglio inarcato. Bravissimo, pensò, ma era necessario far
tutta quella scena? Si guardò attorno e vide che anche Flint si stava chiedendo
la stessa cosa.
Cameron era comico.
Fissava Kurt con la bocca
del tutto spalancata e gli occhi sgranati. Cosa che fece ridacchiare Wes.
Quando il ragazzo finì
con una nota alquanto lunga tutti applaudirono convinti, e Blaine
gli dedicò uno sguardo orgoglioso, si era già dimenticato il motivo per cui non
gli parlava.
“Molto bene” disse Wes con un sorriso mentre Thad
alzava un pollice verso il suo compagno di stanza “Prego Jeff, tocca a te…”
Lui si alzò con calma,
sistemandosi la chitarra a tracolla e camminando lentamente fino al centro
della stanza, con un sorrisetto nervoso.
Appoggiò le dita alle
corde, scambiando uno sguardo prima con Duvall e poi con Blaine,
che gli sorrisero incoraggianti.
Jeff iniziò a suonare,
tenendo gli occhi chiusi e sperando davvero di non fare errori. Era
terrorizzato dalla possibilità di poter sbagliare, stonare o versi la corda
della chitarra saltarli in faccia.
Non sarebbe stato
carino.
Poi con un sospirò
iniziò a cantare, con la voce sicura e calda come quasi mai faceva sentire,
essendo di indole davvero molto timida…
No
one knows what it’s like…To be the bad man…
To be the sad man..
Behind blue eyes….
And no one know what it’s like, to be hated
To be fated… Totellingonlylies…
Kurt alzò gli occhi di
scatto dalle scarpe firmate di Kirk e li puntò sul profilo di Jeff, guardando poi
velocemente verso Flint.
Ma l’altro non ricambiò
lo sguardo, visto che era completamente assuefatto dal biondo e dalla sua voce,
tanto che Kurt si chiese se almeno stesse provando a respirare….
Gli occhi da Bambi gli
brillavano come due pezzi di cristallo sotto i raggi del sole, mentre con la
bocca socchiusa osservava l’altro.
Hummel sorrise appena
prima di voltarsi e incontrare gli occhi di cioccolato di Blaine,
che lo fissavano assorti. Arrossì, tornando a guardare Sterling,
mentre questo trovava coraggio improvvisamente, e deciso camminava guardando i
compagni e continuando a cantare e suonare, fino ad andare a sedersi sulla
cattedra dei tre membri del consiglio.
Wes si sporse appoggiandosi a Thad,
mentre con un sorrisetto lo guardava.
Jeff emergeva sempre
molto quando aveva la possibilità di cantare un assolo…
But
my dreams they aren’t as empty…
As my concience seems to be…
I
have hours, only lonely, my love is vengeance…. That’snever free
Era una canzone
decisamente inusuale, non da Jeff insomma.
Tutti si chiesero il
motivo per cui l’aveva scelta eccetto tre persone: Nick che lo sapeva
perfettamente, Blaine che (non si sa come) ma ci era
arrivato (solo nelle sue cose è un mongoloide, evidentemente) e Kurt che non
era scemo e capiva forte e chiaro quando uno metteva in piazza i suoi
sentimenti come stava facendo in quel momento Jeff…
Poi anche in Flint piano
piano nacque la consapevolezza che, forse, quella
canzone era dedicata a lui….
E non solo per via dei
suoi occhi chiari, ma soprattutto per quella strofa che Jeff cantò guardandolo,
come se fosse indirizzata solo a lui.
No
one knows what its like, to feel these feelings
Like i do, and i blame you!
No one bites back as hard, on their anger
None of my pain woe…Can show through
I loro occhi erano così
calamitati che Kurt aveva paura che se avesse provato ad alzare una mano in
quella traiettoria se la sarebbe bruciata fino all’osso.
Per questo non ci provò
ma anzi, osservò soddisfatto la scena mentre iniziava già a premeditare il suo
abito per il matrimonio Wilson-Sterling: il biondo
era pazzo di lui almeno quanto Flint.
Quando la canzone finì
Jeff arrossì un botto agli applausi degli amici, e correndo a nascondersi
dietro a tutti, sulla sedia di prima, ripose la chitarra nella custodia.
“Ok potete uscire mentre
deliberiamo” disse David sorridendo “Complimenti a tutti e tre….”
“Molto bravo Jeff”
aggiunse Wes facendo l’occhiolino a Jeff per
incoraggiarlo, ma la cosa lo imbarazzò ancora di più e il biondo uscì
velocemente.
“Bene” disse David
appena la porte si chiusero “Come solito si procede per alzata di mano per la
votazione ma prima facciamo un paio di constatazioni….
Wes? Vuoi avere tu l’onore?”
Il ragazzo asiatico
annuì “Che dire? Tre validissime voci ma su un paio ho da fare qualche appunto….” Si schiarì la voce “Jeff è bravissimo, nulla da
dire, ma…. È troppo insicuro. Dovrebbe assolutamente
acquisire sicurezza, non possiamo piazzarlo su un palco davanti a tante persone
e sperare che non entri in paranoia” disse dispiaciuto mentre tutti annuivano,
eccetto due o tre persone.
Poi toccò a Thad “Kurt è bravissimo, una voce così l’ho sentita in
rarissime occasioni e, onestamente e senza cattiveria alcuna, mai da un
ragazzo. Solo che è decisamente troppo…. Troppo. Senza contare che è tra noi da poco…”
“Dovrebbe ambientarsi un
po’ meglio prima, diventerà una delle nostre punte ma al momento meglio di no”
concluse David
“Nick è molto bravo”
ammise Wes “Ma canta in modo molto lirico ed è un
rischio mandarlo avanti…. Senza contare che se canta
a pieni polmoni molti cori vengono coperti….”
“Detto questo, ora che
immagino avrete le idee chiare votiamo” disse Thad
con sarcasmo.
“Come al solito pensate
a due nomi…. Ovvero i due ragazzipiù meritevoli, a vostro parare. Starà poi a
noi tre decidere chi è che ci rappresenterà alle Locali” sorridendo Wes diede il via alla votazione.
Praticamente tutti, eccetto
Blaine (a malincuore), Flint e altri due alzarono la
mano per Nick, compresi i tre capi del consiglio.
“Chi vota per Kurt?”
chiese Thad mentre David annotava tutto con cura.
Blaine, Cameron e Flint alzarono la mano e, con
stupore del solista, furono assolutamente i soli.
Wes e gli altri due seduti alla scrivania, infatti
non lo fecero sbalordendo notevolmente anche Flint.
“Ma è bravissimo”provò a
dire infatti Wilson “Cioè…. È…
Ma lo avete ascoltato bene?”
“Si ma come abbiamo
detto non è ancora integrato” disse David, prima di rivolgersi a Blaine “Starà a te spiegargli il motivo…”
Il solista annuì appena,
chiedendosi perché doveva essere sempre lui a fare questo tipo di cose.
Quando Harwood chiese chi volesse alzare la mano per Jeff quelle
di Flint schizzò su, seguito da Blaine e da molti
altri.
“Molto bene…. Blaine chiama pure Jeff e
Nick e dai loro la bella notizia….” Il moro si alzò
con un sorriso poco convinto per eseguire quella sorta di ordine prima che Wes si voltasse verso Thad e poi
David chiedendo “Quante volte ci ha provato Jeff? Sei?” loro annuirono,
zittendosi però appena i due entrarono, sorridenti.
Il resto della giornata
la passarono a provare Soul Sister, ovvero la canzone
di Blainem e ad accordarsi per i cori da posizionare
dietro alla voce di Nick che alla fine venne scelto per cantare l’assolo.
“Sono contento per te,
davvero” gli disse il biondo, senza alcuna invidia. Era contento veramente per
Nick, era da tanto che ci provava ed era giusto così. Si abbracciarono
brevemente poi Duvall venne rapito da Wes che iniziò
a spiegargli come si sarebbe svolta l’esibizione, come se fosse un ritardato e
non avesse mai cantato con loro, poi…
Flint si avvicinò a
Jeff, attirando la sua attenzione con un sorriso radioso “Sei stato davvero bravissimo…. Mi piace molto quella canzone….
Chi la canta?”
“Originariamente è dei
The Who…” disse sottovoce il biondo, imbarazzato e
ancora un po’ sconsolato per la storia del Flurt (Sì,
aveva unito i nomi di Flint e Kurt e aveva creato quel nome così irritante da
dargli la nausea) “Ma l’hanno rifatta i LimpBizkit….”
“Magari potresti
passarmela dopo” disse ancora il morettino “mentre ripassiamo matematica”
A Jeff si chiuse lo
stomaco “A dire il vero sono stanco…. È meglio
rimandare”
A data da destinarsi,
pensò, ma non lo disse…
Qualcosa nella voce del
biondo fece capire a Flint che non era vero, e ci rimase male “Oh….” Sussurrò scoraggiato “Ok….
Non importa….” Abbassò gli occhi sulle scarpe di
vernice nera dall’altro.
“Ci vediamo in giro…” e detto questo Jeff si allontanò, sedendosi accanto
a Blaine.
A Wilson non rimase
altro da fare che tornarsene in camera, a abbattersi da solo.
Non gliene fregava nulla
di matematica: era vissuto benissimo quasi diciassette anni senza saperla… Voleva solo passare del tempo con Jeff.
Ma evidentemente l’altro
no.
Aveva anche pensato che
quella canzone fosse dedicata a lui! si diede dell’idiota mentre camminava per
il corridoio, verso il dormitorio.
“Sei una testina quadra”
sussurrò Anderson al biondo, dandogli uno scappellotto sulla nuca che però
pareva più una carezza.
“Hai origliato?”
“No, ma non sembrava
contento di andarsene…” Blaine
capì al volo che non era il caso di parlare di Flint con Jeff “allora dimmi…. Hai guardato il sito che ti ho detto?”
Jeff annuì “Sì mi sono
iscritto ieri sera…. E sono stato attaccato al pc fino alle tre…. Nick che
russava di sottofondo non era piacevole, ma ho trovato un sacco di belle cose interessanti…”
Blaine aveva pensato di aiutare l’amico passandogli un
sito piuttosto famoso fra i giovani omosessuali: non serviva per fare incontri
o trovare il ragazzo, assolutamente non era quella funzione primaria. Doveva servire
come valvola di sfogo per la frustrazione, per aiutare ragazzi confusi
attraverso la condivisione delle esperienze che li aveva portati a ritenersi
gay.
Ed effettivamente a Jeff
era servito.
“Sai che, tra l’altro, ho
conosciuto un ragazzo di Lima lì sopra?”
Blaine lo guardò sorpreso “Ma dai, sul serio?”
Jeff annuì “Si firma D.K…. Abbiamo esperienze comuni….
Anche lui come me non si è mai sentito così…. Se non
per un ragazzo e…. ora naviga in una mare di
confusione e frustrazione. Come me….”
Blaine annuì comprensivo “Ti capisco….
Mi fa piacere! Cioè…. Non che tu sia frustrato…. Quello non mi piace! Ma che tu possa
condividere le tue esperienze con qualcuno…”
ridacchiò prima di
guardarlo “Tu invece? Come va con quel ragazzo che hai conosciuto lì?” domandò
poi Jeff picchiandogli dentro col gomito. Erano rimasti soli, potevano quindi
parlare liberamente.
“Jeremiah?”
Domandò Anderson arrossendo appena “Diciamo tutto ok….
Ci siamo visti un paio di volte. Gli ho mentito sai?” Jeff incrinò il capo “Gli
ho detto di essere gay da poco e di non capire di esserlo o meno….
Lui si è ‘offerto’ di darmi qualche dritta”
Il biondo rise “Blaine ma giochi sporco!”
Anche l’altro rise “Devo
farmi le mie esperienze no?” gli diede una pacca sulla coscia “Ora fila a
studiare per domani! Se prendi pessimi voti non potrai più cantare con noi e
provare inutilmente per gli assoli…. Imperterrito!”
“Divertente, Anderson! Divertente!”
Il tempo, come si sa,
vola sempre nei momenti sbagliati.
Il giorno delle Locali,
per esempio, era arrivato troppo presto per Kurt.
Essendo un istituto
privato non avevano un pulmino scolastico, così decisero di andare nel luogo
prestabilito per l’esibizione dividendosi in alcune auto.
I piloti desegnati furono coloro che avevano in primo luogo l’auto
indipendente dai genitori (fatto non scontatissimo, anche per dei riccastri) e soprauttutto chi aveva voglia di guidare e di certo non
avrebbe bevuto (ancora più difficile!).
Alle fine gli sfigati
decisi dal consiglio furono Thad, Ethan, Kurt e
Flint.
La mattina,
prendendosela con comodo visto che era un viaggio di circa un’oretta e mezzo
fino a Lima, se la presero con calma, trovandosi tutti alle dieci e mezzo
davanti alla Dalton.
“Tu però sei un pirla”
disse Wes, guardando Kurt mentre aspettavano gli
altri “Potevi aspettarci su…. Così ti tocca fare
mille giri…”
“Blaine
ha detto che se si vince si fa festa, quindi mi fermo alla Dalton anche se è
sabato” lo informò Hummel “E se si perde…. Beh ha
detto che si beve per dimenticare...”
Dopo loro due, che
furono i primi a scendere in cortile, arrivarono anche tutti gli altri,
prendendo le auto fuori dal garage interno e parcheggiandole accanto a quella
di Kurt.
Stavano aspettando Thad e Jeff quando un rumore fortissimo si diffuse per tutta
l’aria disturbandoli.
Al parcheggio interno
uscì Thard a bordo di quella che –porca puttana- era
una BMW serie 3 bianca immacolata, dalle cui casse veniva sparata una musica
insopportabile che Kurt immaginò essere tecno.
“Nessuno vorrà mai salire
in auto con lui” disse David scuotendo piano il capo mentre Kurt notava che Blaine era già salito su sul SUV dopo avergli sfilato le
chiavi dalla tasca dei jeans (e Kurt poteva giurare di sentire ancora le mani
di Blaine così vicine alla sua zona pelvica di
rischiare un’erezione), pronto a collegare l’impianto stereo al suo Ipod.
“Sei la cosa più tamarra
che abbia mai visto” disse Wes a Thad,
che intanto si era affiancato a loro con la musica sempre a palla, i bassi insopportabili,
guardandoli da dietro le lenti scure mentre si sistemava il collo della giacca
di pelle nera “Non è un po’ fresco per una decappottabile?”
Thad ammiccò abbassandosi gli occhiali e guardarlo
al di sopra della linea delle lenti “Io non ho mai freddo, Montgomery…”
“Sembri scemo, sai?”
“Nick, dove è Jeff?”
chiese David interrompendo quell’assurda pantomina.
L’altro scrollò le
spalle “Non saprei…. Spero non si sia addormentato di
nuovo sulla tazza del water…”
Era successo più di una
volta: il biondo non usciva dal bagno così Duvall era entrato bussando e lo
aveva trovato abbandonato con la testa appoggiata sul rotolo della carta igenica…
“Intanto organizziamo le
macchine?” domandò David e tutti lo fissarono, così alzando gli occhi al cielo
disse “ok! Ok! Vado io con Thad!”
“Viaggerai in prima
classe amico” disse Harwood strizzandogli l’occhiolino.
Alla fine sgomitarono
tutti per andare con Kurt, visto che era la macchina più capiente e quella in
cui far più casino….
Blaine aveva già il posto assicurato accanto all’autista,
e gli altri prescelti furono Wes, Cam
e Nick.
Jeff venne mandato con
Kirk e Ethan mentre Trent sarebbe salito a Lima col
suo compagno di stanza…
Ma si sa, quando Kurt
Hummel ci mette lo zampino… “Perché noi intanto non
ci avviamo? Magari potrebbe rimanere qui Flint ad aspettare Jeff…..”
Thad fu il primo ad appoggiare la mozione visto che
diede appena il tempo a David di salire che partì di bestia, carichissimo a
causa dell’eccitazione per la competizione, mentre l’altro urlava che voleva la
capotta della macchina alzata, perché alla cervicale ci teneva ancora.
Trent, riluttante, salì nell’auto di Ethan con Kirk e
a loro volta si avviarono.
Anche Kurt fece segno ai
suoi di montare, ma venne un attimo trattenuto da Flint “Non so se amarti o
odiarti” disse sottovoce.
“Amami, e non sbaglierai
mai”
L’altro alzò gli occhi
al cielo “Non ci parliamo da una settimana!”
Kurt fece spallucce “è
un bel modo per riprendere a parlarsi no? Spera anche che ci sia un incidente
sulla strada…”
Flint scosse il capo
mentre lo guardava salire in auto e partire, con Blaine
che lo salutava eccitatissimo, prima di provare a tornare composto come di suo
solito. Flint non credeva ci sarebbe riuscito, nemmeno Thad
ci riusciva, quel giorno.
Si voltò verso la scuola
guardandola con apprensione, il cuore che gli batteva a mille e una pessima
sensazione.
E non centrava nulla la competizione…
Continua….
NdA :
ciao
a tutti, eccomi tornata!
Questo
capitolo è davvero lunghissimo!
Ma
visto che ieri non ho postato mi sembrava il minimo!
Che
ne pensate? Il prossimo capitolo sarà incentrato sulle Locali, e se volete uno spoiler…. Nick renderà felici molte di voi xD
La
canzone cantata da Jeff è ‘BehindBlueEyes’ dei LimpBizkit, per chi non la conoscesse la trovate QUI
Che
ne dite? Vi è piaciuta? A me sembrava davvero molto appropriate ;)
QUINDICI RECENSIONI!? Davvero!?
Wow
non sapete quanto mi rendete felice! Fa sempre piacere vedere l’interesse ma
questo va anche oltre** senza di voi non avrebbe lo stesso sapore scrivere,
così ci tengo a ringraziare:
Miry, JCriss, heyitsgeorgia13,Nix, love mojito, Safella22, GingerKinomiya,
xperjoiceandlove13, Ransei86, GleenKinn518, HachikoGiuls,
Klaineek, _beliveinpeace, Driz e ElfoMikey(<3) !!!
Se ho
dimenticato qualcuno scusatemi, ma tanto rispondo sempre singolarmente a
ciascuna recensione :D
Vorrei ringraziare,
come sempre anche i 15 che mi hanno aggiunta alle preferite e i 27 alle
seguita! Senza dimenticare le 3 persone che mi hanno inserita tra le ricordate
(gioco di parole pessimo ahahah scusate)
Nel prossimo
capitolo avremo del DEVASTO e del DISAGIO veri e propri…
Capitolo 7 *** #07 Nobody is most important than you for me…. ***
bananissima
Blaine Anderson presents:
the Pips!
#07 Nobody is most important thanyou for me….
Il giovane Hummel
trovava qualche difficoltà a guidare, quella mattina.
Non solo perché
l’agitazione per le locali era a mille, non solo perché nei sedili posteriori
parlavano di sesso eterosessuale in termini che avrebbero fatto arrossire anche
una porno star….
Ma soprattutto perché
non aveva mai visto Blaine in ‘borghese’, ovvero con
un abbigliamento che non fosse la sua solita divisa scolastica….
Quando l’aveva visto
scendere quella mattina, con quei dannatissimi jeans scuri attillati, la
maglietta rossa con sopra una felpa abbastanza normale e il solito cappotto
aveva quasi rischiato l’embolo.
E il suo cervello
continuava a gridare a tutto fiato: CHE FIGO.
Come Blaine
potesse non avvertire quella carica sessuale che Kurt provava nei suoi
confronti era un vero e proprio mistero…. Il solista
si limitava a guardare il paesaggio muovendo il capo a ritmo e di musica e
aprire la bocca solo per esternare una qualche vaccata insieme a quelli seduti
dietro oppure per sorridere a Kurt.
Hummel si chiese,
inoltre, perché quella strada che compiva almeno due volte la settimana,
minimo, sembrava improvvisamente così infinita.
Gli serviva aria, e gli
serviva il prima possibile….
“Secondo voi Jeff è
riuscito a scendere dal water?” chiese poi proprio Blaine,
grattandosi dietro ad un orecchio con non chalance.
Wes scosse piano il capo mentre Cam
si sporgeva in avanti, visto che stava seduto fra i due sedili “Ragazzi sapete
che voci di corridoio sostengono che Sterling è
omosessuale?”
Blaine si voltò così velocemente che per poco di mozzò
la testa con le cinture di sicurezza.
Wes lo guardò appena stupito, socchiudendo la bocca
prima di iniziare a ridacchiare e Nick, che in un primo momento si era
irrigidito disse “Ma sei scemo o reciti bene?” con tono irriverente e un po’
scocciato “Chi ha detto questa stronzata, scusa?!”
Cameron lo guardò
inclinando appena la testa di lato “Hey amico non ti
scaldare! Io l’ho sentito dire da JesseMartin… Anzi no! Credo Luke!”
“Strapperò ogni singolo
rasta a quell’idiota” mugugnò Duvall estraendo l’ipod
dalla tasca della giacca a vento, deciso ad isolarsi dal mondo. Ma non prima di
scambiare uno sguardo con Blaine….
E Kurt non aveva perso
ne una sillaba e una singola espressione facciale di uno dei suoi amici,
nonostante guidasse. Vantava lo spirito di osservazione di un vero criminologo
quando voleva e grazie allo specchietto retrovisore nulla poteva sfuggirli.
Un sorrisetto gli
incurvò le labbra mentre allungava la mano pensieroso, cercando di cambiare
marcia che però non si cambiava…
“Non credo che tu
riuscirai a mettere la quarta se continui a muovere la mia rotula!” la risata
divertita di Blaine lo riportò nel velivolo con la
testa e, dopo aver notato che effettivamente la sua mano stringeva il ginocchio
del solista, arrossendo chiese scusa.
Non doveva distrarsi su
nulla.
Doveva guardare
l’asfalto o la sua mente avrebbe continuato a produrre elucubrazioni mentali e
immagini che li avrebbero fatti finire contro ad un muro.
Jeff scese la scale dopo
aver ripiegato con cura la divisa per non stropicciarla e averla riposta con la
massima attenzione nel solito zaino che usava quando si spostava.
Scese le scale e le
risalì tre volte, prima perché aveva dimenticato il cellulare, poi l’mp3 e alla
fine perché, quando era salito per prendere l’mp3 aveva dimenticato il
cellulare sul comò!
“Sono un autentico
disastro” si disse, correndo velocemente un cortile, mentre i compagni di
scuola che non erano tornati a casa per il fine settimana gli davano il loro
personale in bocca al lupo.
Non poteva crederci di
essersi appisolato in piedi sotto la doccia! Come diavolo era possibile?
Certe volte credeva che
la vita lo prendesse per il culo…
E quando vide che gli
altri non erano nel parcheggio ad aspettarlo per un attimo entrò nel panico.
Pensò che si fossero dimenticati di lui, o che fossero già a Lima e l’avessero
scaricato velocemente come punizione per i suoi numerosi ritardi.
Stava già per iniziare
ad insultare un po’ tutti quanti –sottovoce ovviamente- quando qualcuno attirò
la sua attenzione chiamandolo. E non era di certo il primo pirla a caso…
“C-ciaoFlint….” Abbassò gli occhi sulle sue scarpe “Si sono
dimenticati anche di te?”
Flint sorrise appena,
intenerito “Nessuno si è dimenticato di te, Jeff…”
disse aprendo il bagagliaio della macchina prima di sfilare dolcemente lo zaino
dalle mani del biondo che lo guardò sorpreso “Solo che Thad
aveva fretta di andare a Lima così sono semplicemente partiti un po’ prima…”
“Da quanto?”
“Un ventina di minuti,
più o meno….”
Jeff lo guardò chiudere
il baule mentre l’occhio gli cadeva il sedere del morettino, avvolto da un paio
di aderenti pantaloni neri. Sempre più rosso si avvicinò alla portiera
aprendola e sedendosi si guardò attorno “Bella macchina” commentò davvero
colpito mentre l’altro si allacciava la cintura pensando che il biondino era
decisamente la cosa più bella che lui avesse mai visto. La macchina era giusto accettabile…
“Grazie…”
mise in modo uscendo dal parcheggio “Se vuoi mettere la musica fai pure…”
“No, fa lo stesso…”
Flint non capiva cosa
non andasse.
Il viaggio iniziò nel
più totale silenzio, che non sembrava intenzionato ad andarsene. Jeff se ne
stava chiuso nel più assurdo mutismo mentre il morettino cercava un argomento
di conversazione che potesse anche solo vagamente parere intelligente.
Fallì su tutta la linea.
Mentre pensava un nuovo
problema però si manifestò.
Jeff alzò gli occhi non
appena avvertì la macchina rallentare e fermarsi in una piazzola “Tutto ok?”
domandò guardando davanti a se. Non ricevendo una risposta si voltò verso Flint
e trovandolo con le mani sul viso iniziò a farsi prendere dal panico “Che
succede?!”
L’altro rialzò gli occhi
un po’ annebbiati “No niente…. Mi si è annebbiata un
po’ la vista” disse stropicciandosi gli occhi grandi, prima di sospirare e
rimettere in moto. Jeff continuava a fissarlo un po’ preoccupato mentre notava
che un pallore malsano si stava allargando a macchia d’olio sulla palle di per
se già chiara di FIint.
La suoneria del suo cellulare
lo costrinse a distogliere per un istante lo sguardo dal viso dell’altro, e,
dando per scontato che fosse Nick, prese il cellulare dalla tasca dei jeans per
leggere l’sms appena arrivato.
Erano due a dire il
vero, il primo del suo amico che lo avvertiva di guardarsi le spalle perché
Cameron aveva detto che qualcuno metteva in giro chiacchiere su di lui (e che
gli avrebbe spiegato meglio appena arrivato) e l’altro di un numero
sconosciuto.
Lo lesse velocemente
corrugando le sopracciglia.
-Ciao, sono Dave.
Scusa se ieri non ti ho più risposto ma il computer non collaborava. Grazie per
avermi lasciato il numero di telefono. Comunque, perché stai venendo a Lima?. D.K.-
Ci mise un altro paio di
letture prima di riuscire a capire chi gli avesse inviato quel messaggio
criptico, visto che la sola presenza di Flint e il suo buon profumo che
permeava in ogni centimetro dell’auto di lusso lo aveva del tutto stonato.
Era quel ragazzo di
Lima, D.K. (a quanto pare Dave)
che aveva conosciuto sul sito che gli aveva raccomandato Blaine.
Scrisse rapidamente la
risposta senza pensarci troppo –Sì! Per le gare di canto corale….
Le locali! Comunque io sino Jeff :). JS-
Poi riprese l’sms di
Nick per rispondere anche al suo migliore amico ma non prima di aver lanciato
un’altra occhiata preoccupata a Wilson “Non sarà meglio che ci fermiamo? Magari
una boccata d’aria fresca ti farà bene….”
“No grazie, sei davvero
gentile ma ce la faccio” sussurrò l’altro un po’ imbarazzato “è da quando sono
nato che lotto contro l’anemia e i cali di pressione….
Ormai è routine”
Il biondo lo guardò
incerto “Non posso fare proprio nulla?” chiese rispondendo a Nick prima di
intascare il cellulare.
“Una cosa sì…. Ti dispiacerebbe guidare?”
-Stiamo arrivando! Flint non si sente bene però…. J.-
Nick rilesse l’sms per
essere certo di aver letto bene poi ridacchiò.
Cameron era troppo
concentrato a guardare Blaine che giocava a con un
elastico per notare qualcosa, grazie a Dio, o sarebbe diventato tutto di
dominio pubblico entro trenta secondi.
Il fatto era che Duvall
era certo che quella di Flint e Jeff fosse solo una scusa.
Dava per scontato
l’happy ending e che quindi credeva che avessero già
fatto pace, che si fossero parlati e che, nel contempo, avessero già iniziato a
pomiciare da qualche parte….
Forse non erano neanche
partiti dalla Dalton!
Era davvero troppo
positivo il ragazzo…
Quando arrivarono
all’auditorium di Lima dove si sarebbe tenuta l’esibizione gli altri erano già
tutti lì, ad attenderli, compresi coloro che vivevano vicini alla città e che,
al contrario di Kurt, avevano preferito alzarsi di gran lunga dopo.
Persone come Nicholas
per esempio, o Jesse che sorridevano beatamente
guardando i ‘desperatos’ come li avevano definiti,
che arrivavano direttamente da Westernville.
“Siete carichi?!” chiese
Thad saltellando sul posto e urtando parecchio i
nervi di Wes, che si rivolse a David.
“Come l’hai
sopportato?!”
Il ragazzo di colore
rise “Sai come funzionano queste cose no? Basta ignorarlo! E poi è tutta scena…. Pensa che dopo la prima curva a tirato su la
capotta dell’auto rabbrividendo e ha messo su la musica classica perché
iniziava a venirgli mal di testa!!”
Wes alzò gli occhi esasperato “è il fake di se stesso….”
Thad però non stava affatto seguendo la
conversazione, troppo impegnato a sentire gli ultimi pettegolezzi da Cameron,
che glieli sussurrava in un orecchio.
“Quindi Nick ha negato
che Jeff sia…. Hai capito no?” chiese Harwook curioso come un bambino in un negozio di
giocattoli.
Era la peggiore comara sulla faccia della terra, forse peggio anche di Cam.
“Sai cosa penso?” disse
il capo del consiglio, tirando da parte l’altro e sussurrandogli in un
orecchio, divertito “Che abbiano una storia…”
“Ma chi?!”
“Jeff e Nick…”
Cameron sgranò gli occhi
fino all’inverosimile “Beh…. Bisogna indagare!”
Thad annuì “Mi affido come sempre a te…. Non deludermi”
Mentre farneticavano Blaine osservava interessato Kurt che parlava al cellulare
con Mercedes. Gli piaceva rimanere a guardare Kurt anche per ore….
Aveva un modo di
muoversi armonioso, pareva danzare mentre rideva al telefono con la sua amica,
tingendo di rosa i coniglietti…
Anderson si riscosse improvvisamente…. Tingendo di cosa i cosa?!
Stava decisamente impazzendo…
“Stanno arrivando anche
loro” Hummel si appoggiò alla sua auto, accanto al solista e gli sorrise appena
“Sai…. Sono un po’ nervoso all’idea di gareggiare
contro le New Direction…. In un certo senso mi sento
un po’ un traditore….”
Blaine gli sorrise appena, dandogli una leggera
spallata, che pareva più una scusa per appoggiarsi a lui “Ma che dici…. La tua è stata una necessità….
Non ci saresti mai venuto alla Dalton se non avessi avuto paura per la tua vita…”
Kurt sorrise, come
ringraziamento.
Blaine era fantastico ai suoi occhi, non aveva una
peccata che fosse anche la più insignificante. Riusciva sempre a farlo sentire
a suo agio, lo consolava come nessun altro era capace….
Era davvero perfetto.
L’amore l’aveva reso un
po’ cieco, e un po’ cretino, però…
Ma quando si è persi
come lo era Kurt per Blaine difficilmente si arriva a
comprendere i limiti di una persona…. E Hummel si
sarebbe poi ricreduto.
Ma è ancora presto per
questo.
Mentre si godeva il
calore del contatto con Anderson vide arrivare da lontano la Porchè scura di Flint (ormai era convinto che i suoi
compagni avessero intenzione di allestire un salone dell’auto visto che apparte quella di Wilson c’era anche –ricordiamo- la BMW
serie 3 di Thad l’R8, si proprio quell’audi costosissima da riccastro che ostenta, che Wes gli aveva raccontato che aveva Kirk) arrivare nel
parcheggio e poi parcheggiare con lentezza esasperante che non era da Flint.
Questo perché al volante
c’era Jeff, terrorizzato anche solo all’idea di fare un graffiettino
a quel bolide.
Quando Kurt vide il
biondino uscire dalla parte del guidatore si crucciò “Secondo te è successo
qualcosa?” domandò a Blaine che subito si voltò a
guardare nella sua direzione.
“Boh non so, forse…. Andiamo a vedere” Non appena il solista si spostò
dal suo corpo sentì immediatamente freddo.
Si sbrigò a seguirlo,
notando che anche Nick si stava avvicinando “Cosa gli hai dato perché lui ti
permettesse di guidare l’auto?” chiese ammiccando all’amico che andò dalla
parte del passeggiero per aiutare Flint a scendere
“Te l’ho detto che stava
male” mormorò il biondo arrossendo assurdamente mentre Flint si appoggiava a
lui con una mano alla fronte “Cosa ti senti?”
“Mi gira tutto…” sussurrò Flint appoggiandosi al suo petto, sempre
tenendo gli occhi chiusi.
Kurt gli appoggiò una
mano sulla schiena preoccupato “Ma cosa è successo?”
“Nulla di che…. Calo di pressione” disse Flint cercando di
rassicurarlo “Mi capita spesso quando non prendo le pastiglie per l’anemia…”
“E perché non le hai
prese scusa?” chiese Nick come se avesse a che fare con un vero cretino, mentre
Blaine correva a chiamare Wes.
Flint intanto rimaneva
fermo, contro il petto di Jeff che pregò che l’altro non avvertisse quanto il
suo cuore andasse veloce, e disse con voce flebile “Ha la testa nel pallone ultimamente…”
Wes arrivò di corsa, preoccupato, scansando Kurt e
portando una mano sul viso di Flint trovandolo insolitamente gelato “Hey Flint, coraggio che oggi bisogna esibirsi” disse
sorridendogli prima di guardare Jeff “Bisogna portarlo dentro…”
il biondo annuì ma non si mosse, così il ragazzo asiatico alzò un sopracciglio
“Ce la fai a prenderlo in braccio o devo chiamare Richard?”
Jeff tentennò un po’
rosso prima di annuire e far leva sulle gambe per prendere in braccio Flint che
nel frattempo si lamentava che poteva benissimo camminare. Come se stare in
braccio a Jeff gli desse fastidio poi. Senza contare che questo non costava
alcuno sforzo all’altro, visto quando piccolo e magro fosse il morettino.
Tutti gli altri lo
guardarono con tanto d’occhi iniziando a chiedere cosa stesse succedendo a Wes, che ignorava tutti camminando veloce accanto al
biondo, come una mamma preoccupata per uno dei suoi bambini.
La giornata non iniziava
proprio benissimo.
Kurt
era uscitodal loro camerino già
cambiato per prendere qualcosa di zuccherato da portare a Flint, ma poi aveva
incontrato Rachel e si era perso a parlarle fino all’arrivo di Blaine che con gentilezza l’aveva ricondotto dai Warblers.
“Mi
dispiace” mormorò Hummel rosso in viso ma l’altro sorrise scuotendo il capo.
“Non
preoccupati, Trent ha tirato fuori dallo zainetto
tanta di quella roba che mi pareva di trovarmi davanti Willy Wonka in persona!” ridacchiò, prima di farsi serio “Abbiamo
trovato un dottore e ha detto che non c’è nulla di cui preoccuparti, ma non può
assolutamente esibirsi con noi….”
Kurt
aprì la bocca, basito “Scherzi?”
L’altro
scosse il capo affranto prima di fermare Kurt che stava per aprire la porta del
camerino “Aspetta” gli appoggiò le mani sulle spalle, guardandolo intensamente.
A l’altro mancò la terra sotto i piedi e già pregustava il bacio che
quell’espressione decisa avrebbe portato ma…. Si
sbagliava “Prima di entrare ti avverto che lì dentro c’è il delirio più assoluto…. Non spaventarti ok? È normale….
Circa.” Kurt chiuse la bocca delussissimo ma sorrise
come se nulla fosse, Blaine lo trattenne ancora “Thad sostiene di non averne bisogno ma….
Ecco diciamo che se le cose peggiorano Wes è pronto a
mette del Valium nel suo tehcaldo….”
Kurt
alzò le sopracciglio “addirittura?” ridacchiò.
L’altro
però era così serio da spaventarlo “Non conosci ancora Thad
in tutte le sue sfaccettature: è pazzo”
Kurt
entrò un po’ timoroso e se Blaine non l’avesse
avvertito di certo avrebbe immaginato di aver scambiato un ospedale
psichiatrico per il camerino dei Warblers…
Direi
delirio era dir poco….
Nick
faceva dei vocalizzi così profondi che sembrava sul punto di cantare l’intera
aria dell’Aida, in un angolo della stanza opposto a quello dove si trovava
Kurt, ma pareva che lo stesse facendo urlandogli in un orecchio.
Kirt si lamentava con Ethan del camerino
(così come ogni anno, a detta di Blaine) perché ne
voleva uno privato, cambiarsi davanti agli altri lo metteva a disagio.
“Perché
ce l’ha piccolo, magari?” replicò tagliente Nick, smettendo di cantare e
avvicinandosi a Blaine, sospirando “Senti solista…. Hai qualche dritta per me?” domandò poi timoroso.
Blaine sorrise dandogli una pacca sulla spalla
“Vieni, un bicchierino di fragolino è il miglior consiglio che posso darti” gli
disse accompagnandolo fino al tavolo infondo alla stanza sul quale stava
sdraiato Thad.
“Che
sta facendo?” chiese Kurt avvicinandosi a Jeff e Wes,
seduti vicino a Flint. Quest’ultimo stava sul divano, con le gambe stese e la
schiena appoggiata al bracciolo, con addosso una coperta e in mano una tazza
piena di qualcosa di fumante. Dall’odore una tisana.
Wes sbuffò mentre piegava con cura la giacca di Flint, appoggiandola ad
una sedia “Fa sempre così, prima di esibirci impazzisce e inizia a dar di matto…”
Jeff
sospirò mentre afferrava la tazza che Flint gli porgeva, appoggiandola sul
tavolo “Ti ricordi quando si è vestito da gatto e sbronzo si è messo a pisciare
contro la parete di quel locale? Il buttafuori pensavo lo uccidesse!”
“Perché
è sbronzo?” chiese Kurt cercando di ignorare il resto della frase.
“Tra
poco lo sarà” concluse Wes allontanandosi in cerca di
David, mentre Thad si alzava in piedi sul tavolo.
Kurt
guardò il capo del consiglio Harwood schiarirsi la
voce e aprendo la bocca…. Ruttare.
Flint
sgranò gli occhi mentre Jeff, Nick, Blaine, Cam e Trent scoppiavano a ridere
in maniera disumana seguiti poi da tanti altri tra cui Wes.
Kurt
e Wilson si guardarono davvero poco convinti mentre Jeff si stava davvero
scompisciando lì accanto.
Decisamente
non era una cosa molto…. Uhm Kurt pensò ‘appropriata’
quando in realtà NON ERA DA THAD!
Gli
tremava una palpebra tanto era perplesso e stravolto.
Quando
si pensa di conoscere una persona…
“Ragazzi,
prima di iniziare voglio dirvi solo che vi voglio bene” Thad
li guardava con una strana commozione negli occhi. Ricapitolando, era passato
dal dormire sul tavolo, al ruttare come un camionista, al guardarli dolce come
un agnellino. No, non stava bene “E che ognuno di voi ha qualcosa di speciale:
che siate grassi o magri, belli o brutti, simpatici o merde camminanti, bianchi
o di colore, asiatici o…. non asiatici….
Biondi naturali o tinti” strizzò l’occhiolino a Jeff “Con o senza la patente o
con gusti sessuali ambigui voi siete tutti…” si zittì
un istante “Ho perso il filo…”
La
luce del camerino iniziò a lampeggiare assieme ad uno strano ticchettio e Blaine si alzò dalla sedia, porgendogli una mano “Non
importa, sei stato comunque illuminante! Ora andiamo, il palco ci aspetta”
“Dio
sto per vomitare…” disse Nick bianco in viso mentre Trent gli dava delle pacche sulla schiena per rincuorarlo.
Tutti
uscirono in fila e Flint sorrise a Kurt, che però si sbrigò ad andarsene per
stare solo con biondo “Sicuro che non vuoi nemmeno provarci? Potresti cantare
su una sedia…”
Flinti gli sorrise “Sei davvero dolcissimo” gli
disse facendolo arrossire “Ma rovinerei la corografia….
Sarete favolosi anche senza di me….”
Jeff
fece per alzarsi ma il morettino, in un moto di coraggio, si sporse verso di
lui e lo abbracciò.
L’altro
rimase immobile per un istante, prima di ricambiare titubante quella stretta.
Quel
profumo…
La
macchina ne era pregna ma sentirlo direttamente dalla sua pelle era tutta
un’altra cosa.
“Vai
ora” disse Wilson staccandosi “E dimostra che la tua insicurezza è un elemento
del tutto trascurabile…. Così la prossima volta
l’assolo dopo Blaine sarà tuo”
Jeff
si alzò “Stasera canterò solo per te” e detto questo raggiunse gli altri,
dandosi dell’idiota per l’ultima frase uscita da chissà dove, mentre il cuore
di Flint batteva così forte che si sentì svenire.
Non
per la pressione di certo..
Hey
soul sister, ain't that Mr Mister
on the radio, stereo
The way you move ain't fair you know
Hey soul sister,
I don't wanna miss
a single thing you do tonight …
“FESTA!”
Kurt
si portò le mani sulle orecchie, anche se non per il fastidio ma solo per
salvare i timpani da Thad, mentre filava dentro alla
Dalton con un sorriso a trecento denti sul viso.
Erano
appena tornati e con loro avevano portato l’entusiasmo della vittoria.
Il
pareggio con le ND era arrivato come una manna dal cielo per il piccolo
soprano, che sinceramente non poteva sperare in un risultato migliore.
Il
solo pensiero di ritrovarli con lui alle regionali….
Un sogno.
Nessuno
ne era uscito sconfitto, erano tutti vincitori.
Il
ritorno in auto era stato un vero delirio. Jeff si era ritrovato con loro al
posto di Wes (che secondo Nick non voleva controllare
che Flint stesse bene, ma solo guidare la sua macchina fino a Westernville) e aveva largamente contribuito ai cori da
stadio, fino ad arrivare ad un livello di casino alquanto alto.
Blaine era sceso dall’automobile saltellando
come un pazzo, abbracciando tutti quanti non riuscendo più a contenere
l’entusiasmo. Kurt praticamente tremava, complice l’adrenalina che gli scorreva
ancora dentro le vene, e la cosa degenerò appena Blaine
gli portò un braccio attorno alle spalle, sorridendogli “Adesso si festeggia!
Flint ti unisci a noi vero?!”
Il
morettino lo guardò, aveva ancora il viso parecchio smunto e con lentezza si
aprì in un sorrisetto “Non chiederei di meglio ma….
Penso che andrò a letto….”
“Sicuro
che non ce la fai?” chiese Trent mentre si avviavano
insieme su per le scale, verso la loro stanza.
“Mi
sento distrutto…. Come se avessi fatto praticamente
il lavoro di tutti e tre i cori messi insieme” mormorò entrando e sedendosi di
peso sul letto mentre dalla porta aperta vedeva i suoi compagni passare
salutandolo e raccomandandogli di rimettersi al più presto. Quando passò Jeff
sembrò quasi rallentare un attimo mento alzava la mano in un goffo ed
imbarazzante saluto.
Trent si perse la scena, rimanendo quindi
senza risposta….
Jeff
intanto arrivò in fondo al corridoio insieme a Nick e Blaine
(che aveva la stanza davanti alla sua) e il solista disse “Ora Wes ordina una vagonata di pizza….
Ci cambiamo e ci vediamo al piano di sotto tra una decina di minuti?”
Nick
annuì mentre Jeff entrava in camera “Il tempo di cambiarci e ci siamo!” Blaine sorrise entrando il camera e consentendo a Duvall di
iniziare la tortura del biondo“Allora? Hai qualcosa da racconatarmi?”
domandò.
Jeff
alzò le spalle, spogliandosi della divisa e prendendo un paio di pantaloni neri
e una camicia viola a mezze maniche “Niente di che a dire il vero….” Ammise lui, visto che in effetti non aveva molto da
aggiungere…. Anche se “Forse mi sono dichiarato indirettamente…”
Nick
alzò un sopracciglio, togliendosi la cravatta “E questo sarebbe niente?! Che
gli hai detto?? E lui che ti ha risposto?!”
“A
dire il vero la mia ‘circa dichiarazione’ è stata una risposta….
Nel senso” si infilò gli anfibi mentre l’altro prendeva un paio di jeans “lui
mi ha abbracciato…. Dicendomi che dovevo andare lì
fuori e cantare bene…. per dimostrare che non sono
insicuro” arrossì notando il sorrisetto di Duvall “E io gli ho detto che avrei
cantato solo per lui….”
“Oh
che cosa tenera” ironizzò Nick “Siete davvero dolci e …. Patetici” gli diede
una pacca sulla fronte, allacciandosi una felpa rossa “E sai perché? Secondo me
siete entrambi pazzi uno dell’altro…. Perché non
glielo dici chiaro e tondo?”
“Ma
perché è difficile” si grattò la testa “Io ho davvero un sacco di paura…. Insomma…. Vorrei passare
un po’ più di tempo con lui prima. Ho solo paura di non essere davvero gay e
che tutto quello che sto provando è frutto della mia fantasia….
E poi magari lui è stato solo dolce con me e basta! Se stacon Hummel?”
“Non
sta con Hummel, a lui piace Blaine”
Il
biondo lo guardò sorpreso “Sei serio?”
“Come
quando gioco a poker….” Ammiccò “In auto lo guardava
di striscio come se avesse accanto un dio greco…. È
perso. ma Blaine non mi pare collaborativo”
Jeff
prese il cellulare facendo per intascarlo ma prima lesse un sms “Vedremo come
andrà a finire…. Secondo me finiremo tutti in
bianco!”
“Secondo
me finirete tutti a letto” Duvall lo spinse verso la porta “Ora andiamo a
festeggiare!”
Jeff
si lasciò guidare mentre conun
sorrisetto rispondeva al sms –Come è andata
la competizione? Hanno vinto i loser della mia scuola
o voi? D-
-Abbiamo vinto
tutti, bello vero? : ) J-
Thad era tornato serio il tempo strettamente
necessario per rompere le palle per l’assurdo quantitativo di alcool che si
stava accumulando sul tavolo.
“Sembra
di essere in una distilleria abusiva dei tempi del proibizionismo” disse
infatti un tanti nello critico, guardando una bottiglia di vino.
Trent gliela tolse dalle mani “Immagino che
quel periodo tu lo abbia vissuto pienamente” gli disse ironico, prima di
sospirare “C’è tanto vino perché Nick e Wes vogliono
fare il vin brulè.
“Il
che?!” chiese Harwood stranito.
“Non
so cosa è…. So solo che stanno preparando un falò qui
fuori dove scaldano il vino e ci mettono dentro della roba….
Si sono arrampicati su un albero ieri pomeriggio per rubare le arance al
vecchio che vive qua davanti…”
“Quindi
si beve… fuori? Ma siamo alla fine di ottobre fa
freddo!”
Trent alzò gli occhi al cielo “Senti, non
dirlo a me, dillo a loro, io sono solo il gregario che controlla che nessuno si
beva il vino!”
Blaine scese le scale velocemente, sorridendo
“Ciao ragazzi…. Avete visto Kurt per caso?”
Trent gli indico la porta che dava sul cortile
esterno, prima di strappare il cavatappi dalle mani di Thad
che approfittava della distrazione dell’amico per rubare un po’ di vino “Bevi
la birra!!”
Il
solista uscì smettendo di guardarli e nella semi oscurità della notte che ormai
stava scendendo vide il falò che i due amici stavano preparando, aiutati da
David e –Scioccante!!- da Kirk che armeggiava con dei paletti.
Poco
lontano da loro, seduto su una panchina, c’era un Kurt particolarmente assorto.
Si avvicinò, sedendosi in parte a lui e stringendosi nella felpa blu “Brr fa fresco, vero?” gli sorrise, trovando di rimando lo
stesso sorriso forse un po’ forzato.
“Diciamo
che non possiamo mettersi in costume da bagno e fare un salto in piscina!”
“Ma
non c’è la piscina alla Dalton…”
Kurt
alzò un sopracciglio “Lo so, Blaine…. Ero ironico…”
“Oh….” Il moro si zittì, guardandosi le mani mentre si
chiedeva da quando non riusciva più a parlare con Kurt. Poi improvvisamente si
ricordò: si era allontanato da lui quando sospettava che avesse una relazione
di Flint e Kurt doveva ancora chiedersi perché non lo avesse considerato la
sera prima… “Kurt…. Io….” non sapeva precisamente cosa dirgli, probabilmente la
sincerità lo avrebbe ripagato come sempre “Posso chiederti una cosa…”
Kurt
lo guardò sorpreso, prima di ridacchia “Da quando hai bisogno di chiedere se
puoi farmi una domanda?”
Blaine sorrise appena “Diciamo che è molto…. Personale…”
“Spara!”
Blaine arrossì lievemente, sapendo che non
aveva il diritto di impicciarsi degli affati di Kurt
ma, erano amici no? Era solo una domanda innocente “Tu e Flint…”
disse lentamente “Voi siete…. Insomma….
Avete una relazione?”
Hummel
era ufficialmente senza parole…
“Blaine…. Hai già iniziato a bere sottobanco?”
“No
io…. Me lo chiedevo visto che sembrate così…. Intimi”
Kurt
ci pensò su senza trovare una risposta sensata visto che il ragazzo aveva
passato la giornata con Jeff e non con lui….
Poi
lentamente sgranò gli occhi “Dici perché siamo usciti a cena?” chiese senza
fiato, chiedendosi se quella fosse la motivazione per lo strano comportamento
di Blaine durante tutta la settimana.
Blaine si trovava nella situazione più
imbarazzante che avesse mai vissuto da quando conosceva Kurt “Scusa non sono
fatti miei e poi…”
“No”
la risposta secca di Kurt, ma al contempo parecchio divertita, gli fece
rialzare gli occhi in quelli chiarissimi del ragazzo “Non ci frequentiamo, siamo
solo diventati buoni amici e, francamente, abbiamo entrambi altro per la testa….” L’ultima parte la sussurrò quasi, come timoroso di
dirla davanti a Blaine.
L’altro
lo guardò non capendo assolutamente nulla come al solito, ma solo con quello
che voleva sentirsi dire “Quindi…”
“Quindi,
Blaine, no….”
“Scusa
se te l’ho chiesto ma penso che tra noi due non dovrebbero esserci segreti…. Non ti pare?”
Kurt
corrugò le sopracciglia “tanti amici hanno segreti…”
“Ma
io non voglio che ce ne siano….” Blaine
sorrise, prima di abbassare ancora gli occhi sorridendogli “Scusami sono stato
inappropriato ma mi sono un po’…. ecco…. Diciamo che
non capivo perché andassi a cena con lui”
Kurt
sentì il cuore battergli fortissimo. Era geloso? Non lo sapeva ma non era il
caso di chiederlo, non sarebbe stato delicato “Sto legando anche con altre persone…. Non ti dispiace vero?”
“Assolutamente
no! Anzi, ne sono felice!”
Kurt
iniziava seriamente a non capirci più nulla, ma decise di non indagare oltre,
facendo capire a Blaine che non sembrava affatto
felice della cosa, ma solo turbato. Ok non avere segreti fra di loro, ma non
aveva intenzione di tradire la fiducia di Flint dicendogli che il ragazzo gli
aveva confessato non solo di essere gay, ma anche innamorato di Jeff, e che
tutta quella loro vicinanza non era altro che supporto morale visto che anche
Kurt era in pene d’amore.
Decisamente
era meglio non dire nulla….
Ma
qualcosa glielo voleva dire…
“Blaine…. Al momento nessuno è più importante di te, qui…. Per me…”
Anderson
rimase molto colpito da quella frase, così spontanea. Sorrise a Kurt,
sporgendosi verso di lui abbracciandolo mentre l’altro sentiva una fitta
piacevole allo stomaco.
“Anche
se io sono qui da molto più tempo” gli disse staccandosi “lo stesso vale per me….”
“Ragazzi
è arrivata la pizza! Basta pomiciare!” L’urlo di Thad
li riscosse da quella sorta di locus amemus mentale
in cui si erano chiusi e crollarono rovinosamente nell’imbarazzo totale. Kurt
lo odiò un po’.
Si
alzarono in silenzio, tornando in casa un po’ rossi in viso.
Jeff
guardò Blaine sedersi accanto a lui, sul divano, ma
decise di non dirgli nulla su quello che Nick gli aveva detto sull’infatuazione
di Kurt.
Se
non ci arrivava da solo era scemo.
“Sai,
oggi mi sono sentito tutto il giorno con Dave, via
sms” lo informò in biondino mettendo alcuni pezzi di pizza nel piatto.
“Il
ragazzo di Lima?”
“Sì
lui…” Jeff si fermò un attimo “Chissà perché non è
venuto in auditorium a salutarmi”
“Quasi
tutti i ragazzi su qual sito vogliono tenere un profilo basso….
Sono confusi e sinceramente non mi aspetterei una vera amicizia ma un appoggio
mentale” lo guardò mentre continuava a servirsi riempiendo un paio di piatti
“Hai fame?” chiese poi divertito
L’altro
ridacchiò “Ma no! Porto qualcosa anche a Flint…. Insomma…. Avrà fame prima di dormire, no?”
Blaine sorrise, malizioso “Allora sbrigati
prima che si freddi….”
Il
biondo gli fece la linguaccia prima di sparire, intascando anche un paio di
lattine di cocacola.
“Dove
va?” chiese Kurt, trovando il coraggio di riavvicinarsi al solista nonostante
la pessima figura di prima.
“Da
Flint….” Rispose Anderson “e non so se lo rivedremo
prima di domani mattina…
Kurt
sorrise, battendo le mani felice, prima di prendere un grosso pezzo di pizza e
andare a sedersi accanto a David, al tavolo.
QuandoFlint aprì la porta e si trovò davanti Jeff
con in mano due piatti ricolmi di pizza e un paio di lattine gli sorrise,
raggiante “Sei una vera apparizione” gli disse facendogli spazio per farlo
entrare “stavo giusto pensando che sarei morto di fame!”
Jeff
appoggiò tutto sulla scrivania e subito fu raggiunto dall’altro che arrossì
“Cosa c’è?”
“Sono
in pigiama…”
Il
biondo ridacchiò “Non penso che questo influirà negativamente sul giudizio che
ho di te….” Anche perché quell’opinione personale era
tutta un ‘sei bellissimo, simpatico, coccoloso e
sinceramente faccio fatica a non fare pensieri su di te quando Nick mi fa
vedere i porno’.
Mangiarono
mentre Jeff raccontava per filo e per segno cosa era successo sul palco. Quando
finirono Flint buttò via i piatti di carta e le lattine vuote, poi si mise a
sedere sul letto “Grazie per avermi tenuto compagnia….
Ora sarà meglio che tu vada o perdi la festa…”
Jeff
però si sedette accanto a lui, con le mani in tasca “E tu cosa fai?”
Il
morettino scrollò le spalle “Penso che guarderò un film….
Fino a che non mi addormenterò”
“Posso
farti compagnia anche in questo se vuoi” disse un po’ vergognoso il biondo,
fissandosi le punte degli anfibi.
Flint
sorrise, arrossendo appena. Lui voleva tenerlo con se (per sempre, se possibile)
ma la sua coscienza lo spinse a dire “Ma così ti perderai tutto il divertimento…”
Jeff
alzò le spalle, sempre senza guardarlo negli occhi “Non importa….
Mi dispiacerebbe lasciarti solo e poi non ho molta voglia di bere…”
“Allora
non ti caccerò…” Flint prese il portatile, prendendo
poi alcuni cuscini per appoggiarli all’altiera del
letto. Ci si appoggiò con la schiena, invitando Jeff a fare lo stesso prima di
appoggiare il pc sulle gambe “Che di va di vedere?”
Ma
l’altro non era molto attivo, a causa del profumo del moro, ancora più buono di
come lo ricordava da quel pomeriggio. Si limitò ad alzare le spalle mentre
Flint ponderava cosa guardare, celando l’eccitazione per averlo lì accanto in
candidi sorrisi infantili.
Al
piano di sotto intanto la festa stava iniziando palesemente a degenerare….
Kurt
sedeva accanto a Cameron davanti al falò mentre gli altri stavano tutti attorno
alla fiamme, ridendo e facendo casino.
Fortunatamente
il campus era quasi vuoto…
“Sai…. Non credo sia molto saggio stare con delle bottiglie
ricolma di alcool così vicini a delle fiamme vive…”
disse Kirk, sedendosi in parte a Cam con un mano una
bottiglietta di acqua naturale.
“Anche
tu astemio come noi due?” chiese il ragazzo indicando se stesso e Kurt, ma
l’altro scosse piano il capo.
“Adoro
un bicchiere di vino bianco durante un buon pasto in qualche ristorante francese…. Ma fare tutto questo” indicò il calderone di
rame rubato dalle cucine, ricolmo di vino rosso quasi in fase di ebollizione,
poi storcendo il naso disse “Cioè…. È un vero
disastro! Poi ubricarsi col vino è da zotici…”
Cameron
alzò gli occhi al cielo mentre Kurt li spostava su Blaine.
Il
suo viso, illuminato solamente dalla luce danzante delle fiamme vive sembrava
ancora più bello del solito….
Lo
ammirava attentamente mentre si portava la bottiglia di birra alle labbra
prendendone un sorso generoso, per poi voltarsie ricambiare il suo sguardo.
I
loro occhi rimasero incatenati per alcuni minuti prima che Hummel li abbassasse
sull’erba. Non sapeva ancora il grado di ubriacatura del solista, sapeva solo che
le cose che si erano detti prima lo avevano un po’ smosso.
E
iniziava a sperarci davvero, in lui e Blaine…
A
interrompere quel flusso di pensieri fu una risata di Kirk, che stava
vantandosi di qualcosa che Kurt non colse subito “…. Nei posti più disparati…. Senza contare che, anche se non mi piace
mettere in piazza la mia vita privata, mi piacerebbe raccontarti, caro Cam, di quando siamo stati alle Seiscellee…”
Non
riuscì a finire la frase perché Nick, avvicinandosi velocemente, gli vomitò
precisamente sulle scarpe con una sorta di precisione che nemmeno in un
geometra si poteva trovare così precisa.
Tutti
si ammutolirono, guardando la scena prima che un’esplosione di risate (Partite
proprio da Duvall) indispettisse il biondone che velocemente
andò verso l’interno della scuola, sparendo alla vita.
Anche
Ethan ridacchiava, dal suo posto accanto a Jesse.
“Ho
davvero vomitato su James Kirk?” chiese sedendosi accanto a Wes
che un po’ schifato gli tolse qualche chiazza di vomito dalla giacca.
“Sì,
e in un certo senso nessuno è davvero addolorato” replicò l’asiatico, prima di
tornare a bere.
Kurt
sospirò, notando che di li a poco solo lui e Cam
sarebbero rimasti in piedi.
“Si
prospetta una lunghissima notte….”
Un
raggio di sole bastardo si insinuò tra le intercapedini della finestra e le spesse
tende blu, andando a colpire il povero Jeff proprio in mezzo agli occhi.
Quando
li aprì, infastidito si accorse di essere ancora steso sul letto ad una pizza e
mezzo di Flint, esattamente come la sera precedente. Doveva essersi
addormentato durante il film (era impossibile per uno come lui stare steso e
sperare di non crollare) e in seguito il morettino aveva levato il pc da sopra le loro gambe e li aveva coperti entrambi
conun panno in pile.
Proprio
Flint gli stava appoggiato ad una spalla, rannicchiato su un fianco accanto al
suo corpo. Senza contare che, dulcis in fundo, Jeff aveva portato, sospettava
sempre nel sonno, un braccio attorno alle sue spalle.
Arrossì
di nuovo, prima di sorridere appena e appoggiare il viso sul capo dell’altro
fra le lisce ciocche corvine, prima di provare ad alzarsi senza svegliarlo.
Tentativo
vano.
Il
ragazzo aprì i grandi occhi azzurri come se fosse da poco sveglio e
strizzandoli lo guardò sedersi “Buongiorno…”
“’Giorno”
rispose lui con un sorrisetto imbarazzato “Dormito bene?”
Flint
annuì, alzandosi a sedere e stiracchiandosi “Sto anche meglio, ma prima di tutto…” prese dal cassetto del comodino un flaconcino
contenente le sue pastiglie al ferro e ne prese un paio prima di bere un po’ “Se
mi aspetti mi vesto e vediamo chi è ancora vivo…”
Il
biondo annuì, rimanendo seduto sul letto fino a che l’altro uscì dal bagno con
addosso un paio di pantaloni neri, una camicia bianca con sopra un maglioncino
beige.
Si
avviarono lentamente e quando arrivarono nella saletta dei Warbler
trovarono la carneficina: Nick fu il primo che trovarono, visto che stava
sdraiato scompostamente davanti a loro.
Dopo
averlo scalcato si avvicinarono ai divani, trovando sopra a uno di essi Kurt,
steso a pancia in su e ancora addormentato. Appoggiato con la testa alla sua
pancia e con le gambe stese sulle poltrona davanti a lui c’era Blaine, spettinatissimo e con la
bocca mezza aperta. Flint ridacchiò vedendolo così mentre Jeff alzava
delicatamente la testa a Nick e ci piazzava un cuscino anche se ormai era tutto
inutile: auguri coni reumatismi Duvall!
Trent e Wes
dormivano sul tappeto mentre Jesse e Andrew stavano
spremuti su un altro divanetto.
Su
quello dall’altra parte della stanza dormiva poi Thad,
a pancia sotto e con un secchio pieno di vomito accanto, in caso di necessità.
Ethan
dormiva sul divano davanti a quello di Thad.
Cameron
arrivò in quel momento, con un bel paio di occhiaie ma sorridente.
Fece
segno di seguirli fino alla mensa e lì iniziò a raccontare le prodezze della
sera precedente “Thad era ubriaco marci” disse
ridendo a crepapelle mentre facevano colazione, sedendosi ad un tavolo sotto
all’ampia vetrata della sala mensa “Io non credo di averlo mai visto ridotto così…. Urlava che aveva voglia di scoparsi chiunque, poi ha
iniziato a chiamare Kurt Allison, come la sua
ragazza, chiedendogli se aveva voglia di andare di sopra in camera….”
Jeff
rise mentre Flint alzava le sopracciglia “Oddio… poi?”
“Nick
ha vomitato su Kirk, che poi è andato a letto imbufalito”
Jeff
alzò le braccia al cielo “Ammiro Nick più che mai….”
“Blaine ha cantato una canzone a Kurt….
È anche andato a prendere la chitarra” proseguì Cam
mescolando il caffè “Ma poi Ha quasi fatto rissa con Thad
che sosteneva che doveva smetterla di provarci con la sua ragazza…”
Ormai
anche Flint rideva “Vi siete divertiti, insomma”
Cam annuì prima di guardarli indagatore “E
voi? Perché tu sei sparito?” chiese poi rivolto al biondo.
Jeff
non riuscì a mettere insieme una sola frase a causa dell’imbarazzo, mentre
Flint con tranquillità sorseggiava il suo the “Jeff è stato gentile a non
lasciarmi solo così ci siamo visti un film e abbiamo finito per addormentarci prestissimo…”
Cameron
non pareva molto persuaso, ma l’arrivo di Thad e
Nick, totalmente devastati, seguito poi da un Wes
decisamente più vivo, lo interruppe da qualsiasi pensiero.
“Dio
sono devastato” disse Harwood tenendosi pigiato gli
occhiali da sole sul naso mentre Nick appoggiava la fronte al ripiano ligneo
del tavolo, incapace di parlare “non berrò mai più in vita mia…”
“Lo
dici tutte le volte Thad” informò Wes,
passando un caffè nero ad entrambi gli amici in pieno post sbornia.
Jeff
rise, e dai due morti viventi si levò un gemito di dolore “Fai piano…” gli disse il compagno di stanza, guardandolo negli
occhi, mentre il biondino studiava i capelli di Duvall: erano sparati verso l’alto
in un modo che non gli aveva mai visto.
“Ti
dona questo look” ironizzò infatti Jeff, beccandosi una pacca sul braccio “Pensa
che abbiamo vinto le locali e ora ci aspettano ore e ore di prove estenuanti
per le regionali!”
Thad sbuffò “Work in
progress”
Wes alzò un sopracciglio “Ovvero?”
“Prima mi riprendo poi se ne parla…”
Flint
lanciò uno sguardo a Jeff, che lo intercettò sorridendo.
Per
la prima volta non abbassò gli occhi, arrossendo imbarazzatissimo e Nick
sorrise soddisfatto prima di tornare a pensare alla sua povera testa che batteva…
Arrivò
anche David con un sorriso “Tu dove hai dormito?” gli chiese Jeff.
“Nel
mio letto, come i più furbi ancora sobri” rispose quello sorridendo.
“Furbi?
Ma che furbi?! Voi non sapete divertirvi!” ringhiò Thad
e tutti si trattennero dal ridergli in faccia.
“Quando
sei in post-sbornia sembri un animale ferito: attacchi tutto e tutti” gli fece
notare Wes prima di voltarsi e vedere che arrivava
anche Trent, che si lasciò cadere senza forze accanto
a Nick “Non vi sembra la mattina dopo lo sbarco in Normandia?” chiese poi
rivolto ai pochi sobri.
“Solo
che al posto dello spargimento di sangue abbiamo uno spargimento di vomito”
ridacchiò David.
Thad fece una faccia stomacata mentre Duvall
soffocava malamente un conato “Non dire quella parola…”
Mentre
in sala mensa coloro che potevano prendevano in giro coloro che invece dovevano
tenere la bocca chiusa (per dignità e per non dare di stomaco) in saletta accadde
un fatto alquanto curioso: Blaine, che dormiva come
già detto con la testa sulla pancia di Kurt e le gambe appoggiate alla
poltrona, cadde a terra, guardandosi a torno del tutto spaesato.
Come
un cervo colpito dagli abbaglianti….
Si
alzò in ginocchio e per un istante osservò il viso di Kurt, ancora nel mondo
dei sogni beati (decisamente più dei suoi)
Con
un sorrisetto si alzò, stendendosi sul divano accanto a lui a dopo aver fatto
aderire le loro fronti si riaddormentò.
Così
li trovarono gli altri, e il risveglio non fu proprio il massimo…
Continua….
NdA :
Sono
tornata!
Con
un giorno di ritardo rispetto al solito, è vero ma…. Avete
visto quanto è lungo il capitolo, vero?
Immagino
che questo mi faccia perdonare^^
Allora
un paio di appunti:
iniziamo
con il Klaine e il Jint!
Spero
che questo lieve spartiacque vi sia piaciuto anche perché da qui in poi le cose
inizieranno a muoversi più velocemente per uno delle due coppie (chissà quale
eh xD) mentre l’altra diciamo che avrà un po’ più da
fare (ringraziate Blaine!) prima che si arrivi al dunque….
Passo
a ringraziare chi ha recensito!! Ovvero:
Draco Potter, HachikoGiuls, Nix,
LuckyLu, Safella22, GleeKinn518, heyitsgeorgia13,
love mojito, heltenD, beliveinpeace_, GingerKinomiya, Dumbledore Fan, DasyDrop, JCriss, e Klaineek!!
Grazie davvero
siete tutti eccezionali** Adoro leggere tutte le vostre recensioni, mi
gratificano moltissimo^^
Capitolo 8 *** #08 Do you remember our first kiss? ***
bananissima
Blaine Anderson presents:
the Pips!
#08 Do you remember our first kiss?
Dopo
le Locali (e la conseguente sbronza madornale che si erano presi la metà dei Warblers) la vita alla Dalton aveva ripreso il suo pacato
corso.
La
flemma di Jeff era tornata esattamente la stessa, ovvero quella di un bradipo
fatto, mentre l’entusiasmo di Thad si era smorzato
drasticamente catapultando il ragazzo in quello stato di stronzaggine latente
tipica del suo carattere da rompi-noci.
Wes e David erano tornati a pianificare
canzoni e stratagemmi per far sembrare i Warblers più
fighi e più perfetti di quello che in realtà erano,
carichi per le Regionali come non mai.
Blaine era sempre Blaine;
Con il sole o la pioggia era una persona solare e esuberante….
Quindi la differenza tra quella settimana e quella della Locali era pressoché
inesistente.
Flint
e il suo bel biondino si stavano decisamente avvicinando.
Nonostante
i due non si fossero ancora scoperti nei confronti uno dell’altro passavano
moltissimo tempo insieme e le lezioni di matematica che Jeff gli impartiva
aumentavano sempre di più di numero man mano che il tempo passava. E le chiacchere di un possibile triangolo amoroso con Nick
correvano per la scuola….
Per
Kurt invece ormai tutto si stava stabilizzando.
Ormai
non erano più le prima settimane di scuola, ormai conosceva la maggior parte
dei ragazzi e quindi non aveva più scusanti per fare l’outsider.
E
saltare le ore di educazione fisica, per intenderci….
“Mi
renderò ridicolo, ne sono certo…” Mugugnò disperato
mentre la Cooper scriveva alla lavagna i colpi di matematica. In cuor suo
Hummel non voleva che quella lezione finisse…
Blaine, accanto a lui, ridacchiò “La nostra
allenatrice, la signorina Silver, non è sadica. Non ti costringerà a fare cose
che non sei in grado di fare…. Flint passa le lezioni
sulle tribune a guardare gli altri che corrono”
“Correre?”
chiese Kurt inorridito “La cosa mi consola…. In parte….”
Blaine si appoggiò con il capo alla sua spalla,
e tutto il corpo di Kurt venne scosso di brividi “Senza contare che è un buon
modo per scaricare lo stress: io adoro educazione fisica!”
Kurt
non era in grado di intendere e volere in quel momento, e la sola cosa che
riuscì a fare fu scambiare un’occhiata a Flint, che sorrise prima di prendere
nota degli esercizi di matematica.
“Mi
aiuterai a farli, vero?” domandò il morettino rivolto verso Jeff, che
sorridendo annuì. Poi tornò a voltarsi verso Kurt, che sembrava del tutto
inebriato dal profumo dello shampoo di Anderson.
Il
suono della campanella arrivò come una fucilata e Kurt si riscosse, un po’
anche perché Blaine si era alzato di scatto buttando
tutta la sua roba dentro alla tracolla, chinandosi poi per prendere il piccolo
zainetto con dentro la tuta da ginnastica della Dalton “Bene Kurt, sei pronto?”
“Direi
proprio di no…”
Passò
dalla segreteria per ritirare la tuta e poi con la forza di volontà di un
Kamikaze per nulla persuaso si recò lentamente verso lo spogliatoio “Sai almeno
cosa dobbiamo fare con precisione? Sai…. Mi
piacerebbe sapere di che morte devo morire!”
“Oggi
penso un po’ di atletica leggera” ammise Anderson aprendo la porta dello
spogliatoio “Ma non sono sicuro…”
Kurt
si immobilizzò alla vista di Wes in boxer “Ma…. Ci cambiamo…. Tutti insieme?
E poi perché c’è anche l’ultimo anno?”
Blaine scrollò le spalle prima di andare verso
il suo armadietto ed aprirlo “Fanno lezione con il loro professore, il signor Simmons, in parallelo con noi…”
“Voi
avete quella stragnocca della Silver….
Noi abbiamo quel cavernicolo di Simmons…. Se questa è
giustizia!” borbottò Thad sbottonandosi la camicia
mentre Kurt arrivava all’armadietto con sopra il suo nome, rosso in viso.
Di
solito aspettava che tutti se ne andassero per cambiarsi, ma alla Dalton non c’era
il tempo materiale. Al solo pensiero di cambiarsi davanti agli altri e a Blaine.
Sempre
tenendo gli occhi bassi prese la tuta in dotazione dalla scuola notando che era
a dir poco scabrosa. I pantaloncini corti rossi, la maglietta a maniche corte
blu notte con lo stemma della dalton sul petto e una giacca a vento che
richiamava i colori della divisa giornaliera, blu con lo stemma e i bordi
rossi.
Le
scarpe da ginnastica bianche furono il colpo di grazia al buon stile, secondo
Hummel.
Si
voltò verso Blaine “Insomma….
Io dovrei indossare….” Si bloccò quando notò Blaine, a petto nudo con addosso solo quei pantaloncini
rossi che stava ridendo e scherzando con Jeff, già cambiato.
Un
colpo durissimo per i neuroni.
E
soprattutto per gli ormoni.
Non
riusciva a staccare gli occhi da quelle deliziose fossette che aveva sui
fianchi e che dovevano portare inesorabilmente all’inguine del ragazzo e
sperava davvero che non se ne accorgesse ritenendolo un maniaco.
A
salvarlo ci pensò Flint che si mise davanti a lui “Pronto? È due ore che ti
parlo” gli disse divertito mentre Kurt arrossiva “Sbrigati o faremo tardi….” Si avvicinò a lui sussurrandogli a un orecchio le
ultime parole “E a te verrà un’evidentissima erezione…”
“FLINT!”
Hummel arrossì mentre si sfilava i jeans aderenti e con rapidità si infilava
quei ridicolissimi pantaloncini, che gli parevano
anche troppo corti nonostante arrivassero di un pelo sopra al ginocchio.
Quella
malizia del tutto inaspettata, insita nel morettino, l’aveva stravolto in più
di un’occasione, ma in quel momento si parlava di lui! e non voleva sentirsi
dire quelle cose imbarazzanti….
Si
infilarono anche la giacca visto che fuori il cielo era coperto, poi uscirono.
Ginnastica
si teneva sempre in una piccolissima arena, fuori dalla Dalton a pochi metri
dalla scuola, che fungeva da pista per l’atletica leggera, la corsa e campo da
qualsivoglia football o calcio.
C’era
anche la rete per la pallavolo. Nel casoin cui il tempo non consentisse loro di star fuori (Solo in caso di pioggia
o neve) avevano una palestra interna alla Dalton ma era decisamente piccola per
far qualsiasi cosa e le partite a palla avvelenata avevano fatto già delle
vittime.
Kurt
camminava con le mani nelle tasche della giacca a vento mentre cercava di non
battere i denti a causa del freddo. Dopottutto era la
fine di ottobre, di lì a un paio di giorni ci sarebbe stata la festa di Halloween….
“Fa
un freddo bastardo” disse Trent affiancandosi a lui e
Flint “Non credete?”
Kurt
annuii infilando in naso nel bavaro della giacca,
mentre il morettino batte i denti “Non capisco come fanno loro!” si lamentò poi
quest’ultimo indicando con un cenno Jeff, Blaine e Thad che camminavano davanti a loro senza la giacca.
“Evidentemente
i loro ormoni sono è più attivi dei nostri….” Mormora
Trent e a Kurt basta quello per ricordare il petto
nudo di Blaine.
Non
aveva più freddo alle gambe.
Non
aveva più freddo a nulla.
“Forza
signorine!!! Correre subito qui voi del quarto anno!!”
Kurt
guardò il grosso allenatore dell’ultimo anno ringraziando Dio di averlo
graziato.
Ma
si pentì velocemente.
Una
ragazza mingherlina ma dal fisico tonico li aspettava al delimitare del campo
con in mano il registro da cui depennava i presenti.
“Tu
sei Kurt vero? Finalmente ci conosciamo…. Pensavo
fossi scappato visto che non ti sei mai presentato” gli disse lievemente
sarcastica prima di scrivere il nome sul registro e voltarsi verso la classe
“Oggi voglio parlare di quelli che non hanno voglia di fare questa materia…” guardò velocemente Flint e Trent
“Da oggi nessuno sarà esonerato dalle normali attività….
Tutti correrete, salterete e rotolerete al mio volere esattamente quando ve lo dirò… ora fatemi cinque giri di campo! Ah, Hummel?
Benvenuto”
Kurt
non sapeva se piangere, vomitare o ridere istericamente.
Blaine lo prese a braccetto, trascinandoselo
quasi dietro lungo la pista “Dai, non è difficile”
Dopo
due secondi gli dolevano già le gambe “Si ma…
rallenta! Sto già per morire…”
Blaine rallentò l’andatura per tre volte.
“Kurt
non voglio ferirti ma tu sei in affanno e noi stiamo solo….
Camminando?”
“Fortuna…. Che …. Non …. Era…
Sadica, Blaine!” ansimò Hummel, aggrappandosi
disperatamente all’altro e fermandosi.
Blaine non era minimamente stanco “Beh in
effetti è la prima volta che si comporta così….
Strano! Di solito è così buona!”
“Perché
sono così sfigato Blaine?! Perché?!”
Blaine ridacchiò “Dai….
La stai facendo troppo lunga…”
“Se
devo scappare o ballare posso anche sembrare atletico….
Ma io ODIO correre!” disse sedendosi a terra “Io da qui non mi sposto…. Ok? Non mi importa…
dovranno prendere un muletto!”
Il
moro alzò gli occhi al cielo prima di chinarsi e prendere l’altro in braccio
“Oddio ti prego non fare il peso morto o mi uccidi!” Kurt si attaccò con le
braccia al collo dell’altro.
“Ma
che fai?”
“Corriamo”
“Ma
sei pazzo?!” non fece in tempo a finire la frase che Blaine
era già partito.
In
meno di due secondi superarono almeno Trent, e Flint
assistito da Jeff e Nick.
Peccato
che dopo tre metri non riusciva più a tenere il passo.
Cadde
praticamente inginocchio “Oddio non dirmi che ti sei fatto male!!”
L’altro
però ridacchiava, nonostante non avesse più fiato “Mi dispiace Kurt ma questo è
troppo mi sa…”
L’altro
gli diede una pacca in testa, appoggiando il sedere a terra per non gravargli
in braccio “Sei uno scemo e…”
“Anderson!
Hummel! Volete anche i pasticcini, della via che ci siete?! Appena avete finito
di fare i cretini riprendere a correre!”
Thad passò lì accanto, dando una mano ad
entrambi a rialzarsi prima di sfotterli.
“Invitatemi
al matrimonio”
Loro
ignorarono –come sempre- con molta nonchalance prima di riprendere a correre un
po’ più silenziosi di prima.
Kurt
finì i suoi giri poco dopo Flint, felice di non essere stato il più lento.
Povero
Trent, pensò, ma non voleva essere quello che fa più
schifo su tutti.
“Oggi
faremo qualcosa di carino e nuovo” disse l’allenatrice prendendo un’asta lunga
e mostrandola ai ragazzi *Salto in alto”
“Ossignore…. Ditemi che è un incubo e ora esce il serial
killer con il motosega e apre in due l’allenatrice Silver…”
il mormorio di Kurt fece ridacchiare anche Flint, che si era appoggiato a lui
con le guance arrossate dalla corsa.
“Ognuno
di voi prenda un’asta e poi vi spiegherò come fare la rincorsa….
Sappiate che sarete valutati”
Kurt
prese una di quelle aste come se fosse fatta di sterco e poi guardò significatamenteBlaine “Ma…. Non ha senso valutarci”
“Come
mai?” chiese quello.
Kurt
lo guardò ovvio “Perché a Jeff basta che alza una gamba e ha già scavalcato,
tanto è alto e tu….” Si interruppe, prima di
offendere Blaine “E io, Flint…
siamo svantaggiati!”
Blaine ridacchiò prima di osservare
attentamente la spiegazione della rincorsa.
Tutti
la provarono almeno un paio di volte, eccetto Kurt, Trent
e Flint che parevano davvero i soli negati.
“Io,
personalmente non voglio sudare” provò di giustificarsi Wilson, ma gli altri
due non gli credettero, ovviamente. Cameron era
davvero atletico, tanto che fu il primo a provare un salto ed eseguirlo
perfettamente.
Idem
Blaine, che nonostante la natura lo avesse
svantaggiato per quanto riguarda l’altezza sembrava abbastanza sportivo.
Flint
passò sotto l’asta e della cosa non si preoccupò più di tanto.
La
Silver non sembrò apprezzare invece “So che non sei una cima in matematica, Wilson…. Vedi di impegnarti o avrai due insufficienze
invece di una sola…”
Il
moro non la degnò nemmeno di una risposta, limitandosi in un sorrisetto di
circostanza per non sembrare maleducato prima di andare a sedersi a terra.
“Sterling facci sognare!” disse con entusiasmo
l’allenatrice, puntando sul sicuro. Se non ci riusciva lui che aveva le gambe chilometriche….
Kurt
si alzò scocciato “Io non voglio nemmeno provarci….
Passò sicuramente sotto anche io, o cado molto prima e mi rovino a vita le
gambe, scartavetrandomele con violenza!!”
“Ti
da una F se non provi nemmeno” Lo avvertì Cameron, sedendosi a terra accanto a
Flint.
Kurt
roteò l’asta tra le mani prima di batterla in terra.
Stava
per dire qualcosa ad alto tasso sarcastico (Nick ormai lo stimava e lo reputava
al pari di un fratello) quando, a causa della sua imprudenza a muovere a casa
oggetti del genere, fece incimpare Jeff, infilandola
tra i suoi piedi.
Il
ragazzo cadde all’indietro, col sedere a terra, gemendo appena e prendendosi il
polso destro nell’altra mano.
“Sterling ti sei fatto male?” chiese la professoressa che
aveva assistito alle scena.
“Scusami!”
Kurt si inginocchiò vicino a lui “Sono un autentico disastro! Non dovrebbero
permettermi di stare qui sono un pericolo per me stesso e per gli altri!”
“Non
preoccuparti” disse il biondo con noncuranza “è solo che mi ci sono seduto
sopra e quindi fa un po’ male…. Ma non è nulla!
Davvero!”
“Duvall,
accompagnalo a metterci un po’ di ghiaccio” ordinò la professoressa ma Jeff fu
irremovibile e chiese di continuare la lezione. Afferrò solo la mano del
migliore amico per alzarsi e poi chiese di poter fare un altro tentativo con la
sbarra più in alto.
Fino
alla fine della lezione Kurt rimase seduto a margine del campo con Flint e solo
alla fine fece un rocambolesco tentativo che si concluse con lui che colpiva di
culo l’asse facendola cadere e beccandosi la prima D di Dalton, come lo prese
in giro la Silver.
“Posso
portarti in infermeria per favore?” chiese poi, rivolto verso il biondo che
ancora si teneva il polso evidentemente dolorante.
Gli
sorrise “No dai, è solo una botta…. Passa subito!”
“Credo
sia rotto”
Flint
teneva delicatamente il polso di Jeff tra le mani, ispezionandolo come se fosse
fatto di cristallo per paura di far male all’altro.
Jeff
sbuffò “No dai… non è possibile. Da che lo deduci?”
“Beh,
è gonfio e…. sta diventando viola. Mi piace molto
come colore ma non ti dona particolarmente sai?”
Jeff
sorrise appena, abbassando il viso “Magari è solo slogato”
“Contando
che ci sei caduto sopra con tutto il peso io propendo per l’ipotesi più
drammatica” proseguì l’amico “Posso portati al pronto soccorso?”
Jeff
scosse piano il capo, senza alzare gli occhi in quelli dell’altro “No davvero…. Non importa”
“Sì
che importa” Flint gli portò due dita sotto il mento per poterlo guardare “Senti…. Peggiorerà solo il dolore e potresti comprometterti
l’uso dell’arto a vita…”
“Sembri
un dottore…”
Flint
sorrise “Non mi dispiacerebbe diventarlo, ma prima punto sulla mia voce” tornò
serio, guardando deciso Jeff “Io ti porto all’ospedale”
“No!”
Il
moro lo guardò male, per quella presa di posizione da testardo “Ma lo vuoi
capire che devi farti medicare?”
“Flint
non posso!”
“E
perché mai scusa?!”
“Perché
non ho l’assistenza sanitaria”
Flint
si zittì immediatamente, sentendosi un vero coglione. Non aveva pensato a una
simile ipotesi in primo luogo perché gli pareva inconcepibile che una persona
non potesse garantire di una cosa fondamentale come un’assicurazione sanitaria,
ma soprattutto di come qualcuno che frequenta la Dalton non potesse averla.
“Jeff
ma…”
“I
miei genitori non hanno un lavoro fisso” lo interruppe il biondo, decidendo di
spiegargli tutto “Mio padre aveva un’azienda di materiali edilizi, a Los
Angeles, che fruttava davvero bene. Avevamo una casa bellissima a Santa Monica,
tutte le mattine mi svegliavo con il suono delle onde a farmi da sottofondo….” Si interruppe, nostalgico, prima di sospirare
e continuare a raccontare con gli occhi fissi a terra “Avevamo un giardino
bellissimo, la piscina…. Poi tre anni fa la ditta è
entrata in fallimento e abbiamo perso tutto. Io ho tre fratelli e una sorella,
e ci siamo ridotti a dormire tutti in una stanza quando prima ne avevamo una a
testa, a casa di mia zia. Mia mamma è passata dal letto a baldacchino dei suoi
sogni al divano letto di sua sorella in meno di un mese….
Abbiamo iniziato a frequentare la scuola pubblica perché papà non poteva più
permettersi le scuole private ne per me ne per i miei fratelli. Mentre papà
provava a rimettersi in piedi proponendo i suoi progetti ad altre agenzie,
mamma iniziava a lavorare come bidella. Non aveva mai lavorato in vita sua…. Poi io ho fatto un casino.”
Flint
rimase in silenzio per un istante, poi prese la mano sana di Jeff, stringendola
forte “E come mai siete venuti in Ohio? Tuo padre ha trovato lavoro qui?”
Il
biondo scosse il capo “Te l’ho detto…. Ho fatto un
casino”
L’altro
lo guardò senza capire “Vuoi raccontarmi?”
Jeff
annuì “Mi sono fatto le amicizie sbagliate…. A Los
Angeles funziona così: o ti fai i fatti tuoi e vivi la tua vita oppure enti in
una gang sperando di rendere l’esistenza più divertente. Io e mio fratello Jack
abbiamo pensato bene di scegliere la seconda opzione e quando ci siamo accorti
che non faceva davvero per noi…. Beh lui ne è uscito
subito mentre io mi sono messo nei casini seri….” Si interruppe “Uno di noi ha
rubato una macchina e ha fatto ricadere la colpa su di me. Io ho spiattellato
tutto quello che sapevo sui loro crimini alla polizia, come mi aveva
consigliato l’avvocato e mi sono fatto solo un paio di mesi di riformatorio…. Solo che se fossi tornato sulla strada, beh,
non sarei arrivato a compiere sedici anni”
Flint
ascoltava in religioso silenzio tutto quel racconto, sentendolo così distante
dalla realtà in cui era cresciuto lui.
Jeff
proseguì “Sembravano non esserci soluzioni però. Diciamo che con un colpo di fortuna
non sono morto, forse perché anche se di solito sono pigro ho dei buoni riflessi…” tolse la mano da quella di Flint e sfilò la
camicia dai pantaloni, rivelando una cicatrice lucida sul fianco che l’altro
guardò scioccato “E così siamo venuti in Ohio, dove i mie nonni sono cresciuti,
e siamo tornati nella loro vecchia casa che ormai era ridotta ad una baracca.
Ho lavorato per alcuni mesi, aiutando i miei a rendere vivibile quel posto
prima dell’arrivo dell’inverno e poi poco prima di natale abbiamo ripreso la
scuola decidendo di far finta che tutto andasse bene….
Mamma ha deciso di mandarmi alla Dalton, usando i soldi per l’università che
aveva messo da parte per evitare che potessi ricaderci….
Il fatto che le avessi spiegato che non ci sarei più caduto, che avrei scelto
con più attenzione le amicizie…. Non mi ha
ascoltato.”
“Mi
dispiace tanto…”
“Direi
che è solo colpa mia” alzò gli occhi un po’ umidi in quelli di Flint “Ora è un
casino perché siamo in recessione e i miei genitori non trovano un lavoro decente…. Così fanno tanti piccoli lavori, pagati in nero,
e nessuno ha diritto all’assicurazione sanitaria perché non possiamo
permettercela. Portano a casa lo stretto necessario per sfamare i miei
fratelli, mentre mia sorella vive praticamente da un’amica….
È davvero umiliante.” Sospirò “Io sono venuto qui pronto a vergognarmi di me
stesso più che mai, ma poi ho visto le divise, che ci rendono tutti uguali, ho
conosciuto Nick che è diventato prima ilmio migliore amico e poi grazie a uno scambio con Cam
il mio coinquilino, ho detto tutto solo a lui e beh….
Blaine sa qualcosa ma non tutta la storia.”
Flint si alzò in ginocchio, abbracciandolo.
Jeff
rimase in silenzio, ricambiando la stretta e trattenendo le lacrime che quei
ricordi decisamente poco piacevoli gli facevano salire agli occhi.
Poi
il morettino, mentre gli accarezzava lentamente i capelli, disse “I tuoi
genitori devono volerti davvero molto bene…”
Jeff
si lasciò sfuggire un sorrisetto “Siamo tutti molto uniti….
Mia mamma e mio papà vivono per i loro figli e tra di noi ci vogliamo molto
bene. Se non avessi avuto loro non credo ne sarei mai uscito….”
“Io
vedo mio padre tre volte l’anno” Jeff alzò il capo, a quella rivelazione,
chiedendosi un po’ stupito dove Flint volesse andare a parare “Mia madre mi
trascina con se da quando hanno divorziato, ovvero da undici anni più o meno. Ho
cambiato otto stati, e ho solo sedici anni. Non ho mai avuto un vero amico o
che potesse considerarsi tale abbastanza a lungo e mi ritrovo spesso a casa
solo a chiedermi perché i miei genitori mi hanno messo al mondo se poi mi ignorano….” Fece una pausa, sedendosi sui talloni e
appoggiando il mento sulla spalla di Jeff “Quando mio padre viene a trovarmi,
se va bene una volta d’estate, una volta nel periodo invernale dopo capodanno e
per il mio compleanno, mi riempie di soldi e di regali costosi….
Insistendo per andare a pescare insieme per poi piantarmi in asso il giorno
prima dicendomi che ha un impegno di lavoro improrogabile….
Io non li voglio i suoi soldi, o i suoi regali. Non me ne faccio di nulla di
queste stronzate materiali…. E glielo ho detto. Sai
cosa ho ricevuto in cambio? La macchina” ridacchiò amaramente “Preso in giro
fino in fondo….”
Jeff
cercò la sua mano, intrecciando le dita a quelle del moro “Non è piacevole
nemmeno la tua situazione”
“Non
credo sia paragonabile alla tua…”
“Sì
invece. Se ti rende infelice è paragonabile alla mia…”
Nick
decise di irrompere nella stanza (con un paio di sacchetti di ghiaccio) proprio
in quel momento e i due, colti alla sprovvista, sciolsero velocemente
l’abbraccio, lasciandosi la mano.
“S-scusate.” Disse sorpreso, arrossendo “Io….
non volevo interrompere nulla o almeno…. Ecco…” chiudete a chiave, pensò nella sua testa.
“No
va beh non hai interrotto nulla” disse Jeff portandosi una mano fra i capelli
rosso in faccia, tanto da sembrare un pomodoro maturo “è anche la tua stanza…. Poi ho raccontato a Flint la mia situazione e…. c’è stato una sorta di momento commozione…”
Nick
lo guardò sempre più sorpreso “Oh…. Se volete
continuare a commuovervi io posso anche andarmene…”
“No
vai tranquillo” Flint si alzò sorridendo, anche lui un po’ imbarazzato “Io devo
andare a fare qualcosa di produttivo per Storia dell’Arte….
Ci vediamo più tardi per un caffè?”
Gli
altri due annuirono e, prima di uscire Wilson, lanciò un’occhiata eloquente a
Duvall che non seppe però interpretarla.
“Glielo
hai detto davvero”
Jeff
annuì “Già…. Volevo fargli capire perché portarmi
all’ospedale è inutile” Nick gli passò il ghiaccio e lui lo mise sul polso con
una smorfia “Forse però ha ragione lui ed è rotto….
Dici che devo steccarlo io?”
Nick
alzò gli occhi al cielo mentre nella tasca gli vibrava il cellulare “Vuoi che
vado a prenderti dei rametti?” chiese sarcastico prima leggere l’sms appena
arrivato.
Corrugò
le sopracciglia, prima di voltarsi verso la porta e riguardare ancora il
cellulare.
“Qualcosa
non va?”chiese il biondo.
“No,
tutto ok…”
Lo
rilesse ancora….
-Pensi di potermi
aiutare a far avere a Jeff l’assicurazione sanitaria che gli serve per un
gesso? Non dirgli nulla! F.-
Confuso,
ma decisamente incline, rispose velocemente.
-Cosa devo fare? N.-
Blaine si guardò allo specchio, sistemando un
ricciolo che era sfuggito al gel, poi velocemente allacciò la cravatta e
infilando cappotto e sciarpa uscì dalla sua stanza, correndo giù per le scale.
Nell’ingresso
incontrò Thad che, mentre gli passava accanto si
bloccò “Blaine? Hai un appuntamento?”
L’altro
si bloccò, voltandosi a guardarlo “Cosa te lo fa pensare, Thad?”
“Hai
messo così tanta colonia che stanno morendo tutte le mosche attorno a te…”
Blaine lo guardò un po’ scocciato “Se anche
avessi un appuntamento a te cosa importa?”
L’altro
alzò gli occhi al cielo “Kurt?”
“Cosa
centra Kurt?”
“Hai
l’appuntamento con lui?”
Blaine arrossì vistosamente “No! Perché?!”
“Perché
ci sono i suoi amici fuori che vogliono salutarlo e lo sto cercando…”
Blaine non riusciva a non continuare ad
arrossire come un idiota, e velocemente liquidò Harwood
dicendo un “Credo sia in camera a cantare con Pavarotti” prima di uscire
velocemente dalla scuola.
“Quando
è stupido” disse Thad a voce alta, parlando a se
stesso “tutta questa fatica a farsi figo e uscire
quando la persona di cui è innamorato sta cantando con un uccello” si
interruppe, ridacchiando al doppio senso della frase fino a che notò un ragazzo
del primo anno che lo fissava impietrito e preoccupato “Fila a studiare tu!”
disse con tanto di movimento del braccio teatrale, prima di andare alla ricerca
di Hummel.
Blaine intanto si era ritrovato davanti proprio
il gruppetto di ragazzi del McKinley, riconoscendoli visto che si erano visti
alle Locali.
Il
più alto di tutti lo guardò attentamente e Blaine gli
sorrise, sapendo che era il fratello di Kurt “Ciao” disse fermandosi a
salutarli “Non ne ho avuto l’occasione prima ma…. Ci
tenevo a congratularmi per le Locali, siete molto bravi”
“Grazie”
disse Puck compiaciuto “Anche voi non siete male”
“Siete stati eccezionali” riparò velocemente Artie
mentre Sam annuiva con un sorriso.
Blaine gli fissò un attimo le labbra costatando
quanto fosse grande la bocca del biondo prima di sentire il cellulare vibrare.
Era in ritardo.
“Grazie
davvero” disse sorridendo ancora “A presto allora!”
Gli
altri lo guardarono allontanarsi, prima che Mike dicesse a voce bassa “è una
mia impressione o quel ragazzo ha fatto un bagno nella colonia?”
“E
pareva davvero interessato alle labbra di Sam” ridacchiò Puck.
“Penso
sia del team di Kurt” lo informò Finn alzando le
spalle “Sono anche molto amici…”
Kurt
arrivò proprio in quel momento “Che bella sorpresa!” disse allegramente, ma ci
pensò Puck a stroncarlo sul nascere.
“Il
solista dei Warblers è il tuo ragazzo?”
Kurt
arrossì vistosamente, guardando sospettoso Puck “Cosa
ti ha detto Mercedes?”
Finn lo guardò allargando gli occhi per lo
stupore “State insieme veramente?!”
“No,
non stiamo insieme….” Rispose con calma Hummel “Ma
lei lo conosce così…. Sentite ma perché stiamo
parlando di Blaine? Siete venuti a trovare me o lui?”
Sam
rise mentre Noah continuava ad infierire “Te ma…. È appena passato e il tanfo del suo dopobarba ci ha
uccisi tutti…. Così volevamo sapere che avete appena
avuto un incontro erotico o meno!”
Kurt
rimase un silenzio in istante “Aspettate…. Mi state
dicendo che è uscito dalla Dalton tutto profumato ora?” domandò attento a non
dire nulla di sconveniente mentre il suo cuore si stringeva un attimo.
Finn gli passò un braccio attorno alle spalle
“Non dovevamo parlare di te?”
Kurt
sorrise “Non c’è molto da dire…. Ho ucciso un mio
compagno ad educazione fisica oggi…. Per il resto
vivo di inerzia!”
“Sabato
torni a Lima, vero?” di informò Artie “Facciamo una
uscita di massa in stile ND?”
“Potremo
fare anche dolcetto o scherzetto!” aggiunse Mike sorridendo.
Kurt
scosse piano il capo “C’è la festa di Halloween qui alla Dalton….
Devo rimanere…”
Gli
altri si zittirono, poi Abrams sorridendogli disse
“Beh dai possiamo sempre rimandare!”
Kurt
sorrise timido “Scusatemi….”
“E
di cosa? Sono i tuoi nuovi compagni” Sam gli battè
una mano sulla spalla “E penso sia normale che tu voglia passare più tempo con
loro che con noi”
“No
davvero, sabato prossimo usciamo tutti insieme!” Kurt annuì alle sue stesse
parole “Lo giuro, cadesse il mondo, torno a Lima!”
Parlarono
ancora un po’ del più e del meno poi i ragazzi decisero di ritornare a Lima.
Finn spettinò Kurt che si lamentò non poco,
poi Puck lo prese fa parte guardandolo serio “Senti,
io so che adesso ti metterai a ridere ma…. Se dovesse
succedere qualcosa anche qui…. Beh hai il mio numero.
Chiamami e correrò qui a prendere a calci le chiappette
aristocratiche di questi damerini!”
Kurt
ridacchiò “Come mai questa gentilezza, Noah?”
“Diciamo
che ancora mi rode il fatto di non essere riuscito impedire il tuo
trasferimento”
Kurt
gli sorrise “Sei davvero gentile ma questa è una piccola oasi felice, non
succederà nulla e in caso contrario so dove trovarti….”
Si
salutarono e poi Hummel tornò allegro dentro, davvero rincuorato dal fatto che
i suoi amici non lo avessero dimenticato.
Ma
l’allegria passò in fretta, quando trovò Thad ad
aspettarlo con un sorrisetto infame sul viso “So che forse non è il momento
visto che sembri così spensierato ma…. Dobbiamo
parlare di una tradizione della Dalton”
“Un’altra?”
chiese depresso Kurt, sentendo i nervi saltare come i punti ad una sciarpa di
scarsa qualità trovata ad una bancarella cinese.
“Per
Hallowen dovrai mascherati e…”
“NON
ESISTE!”
Harwood lo guardò male “Tutti ci mascheriamo,
questo è obbligatorio ma…. Tu non puoi scegliere il costume…”
“Oh
no…”
“Dovrai
travestirti da canarino! Sei felice?”
….
Solo a quel punto Kurt sembrò producente avere il
numero di Puck, magari se lo avesse chiamato
inventandosi che Thad lo discriminava lo avrebbe
picchiato a sangue….
Quando
Jeff entrò in caffetteria teneva ancora, saldo sul polso, del ghiaccio.
Flint
aveva dannatamente ragione, anziché migliorare peggiorava man mano che il tempo
passava e di irradiava a tutta la mano e al braccio.
Si
stupiva anche del fatto che a Nick non importasse nulla, senza sapere che il
morettino faceva finta di nulla per non insospettirlo.
Appena
entrati si diressero alla ricerca di un tavolo e, a uno di essi, videro Blaine intanto a parlare con un ragazzo abbastanza carino,
con una massa di capelli biondo scuro e riccissimi.
“Non
sapevo che Blaine avesse il ragazzo” disse Duvall
guardandosi attorno mentre Jeff alzava un sopracciglio.
“Non
è il suo ragazzo, escono solo insieme. Si chiama Jeremahiapenso…. Una cosa del genere”
Appena
Nick vide Flint smise di pensare a Blaine.
Jeff
non aveva idea di cosa stesse succedendo, soprattutto perché non capiva il
motivo per il quale i suoi amici lo avessero appena preso sottobraccio,
trascinandolo lentamente verso l’uscita del bar.
“Cosa
state-“
“Ti
porta in ospedale” disse Nick alludendo a Flint.
Jeff
provò a dimenarsi “Ho detto di no! Non voglio fare la figura del morto di fame…. Mollate! Aiuto! Blaine!! Blaine aiutarmi!”
Anderson
che non si era perso nemmeno un frammento di quella ridicola pantomina voltò la
testa nella direzione opposta appena si sentì chiamare.
Jeremahia lo guardò perplesso “Ma….
Conosci quei tre pazzi?”
“Chi,
quelli la?” disse il solista indicando verso la porta “Mai visti in tutta la
mia vita…”
“Ma
ti hanno chiamato per nome” proseguì l’altro, stranito “E poi hanno la tua
stessa divisa e…”
“Saranno
della Dalton anche loro” provò a salvarsi in extremis “E forse sanno il mio
nome perché sai…. Io sono la prima voce dei Warblers” ammiccò con un sorriso “Non so se te ne ho mai
parlato ma questo forse mi rende popolare…. Non
saprei”
“Parlato
di ciò? Non credo che abbiamo parlato di qualcosa di differente, a dire il vero…”
Mentre
al tavolo Blaine arrivava a toccare ogni gradazione
del rosso, passando anche dal magenta, fuori Jeff saliva sulla Porchè di Flint sbuffando, mentre l’altro prendeva il posto
di guida.
Nick
si appoggiò un attimo al finestrino aperto “Non fare quella faccia….
Wilson ha un piano”
Jeff
lanciò un’occhiata al morettino e sbuffò ancora “Ovvero? Non mi curano se non
ho i soldi per pagarli! Siamo in America, Nick!”
“Tu
pensitroppo e male….
Fai pensare lui per favore, che è un po’ più sveglio” e detto questo Duvall si
rivolse a Flint “Se vi beccano…. Chiamami. Mio zio è
un avvocato che non hai idea…”
Jeff
sgranò gli occhi mentre guardava Flint annuire, prima di mettere in moto e
dirigersi all’ospedale. Visto traumatologia era situata poco fuori il centro di
Lima Jeff ebbe più di un’ora e mezza per sperare di estorcere qualcosa
all’altro che però non gli disse assolutamente nulla.
Arrivati
lì Flint si diresse alla ricevitoria per prenderei classici moduli per
segnalare l’infortunio.
“Io
non ce li ho 400 dollari solo per le lastre e altri 350 per il gesso…. E visto che non ho l’assicurazione per coprire
questo costi… Hai sprecato benzina per nulla!”
Flint
gli prese i moduli di mano e, dopo aver appoggiato sotto di essi una rivista,
prese a compilarli velocemente…
Il
biondo lo guardò stranito “Flint…. Non vanno
compilati con i tuoi dati”
“Sì
invece” replicò l’altro, senza alzare gli occhi dai fogli.
“No…. C’è scritto ‘modulo del richiedente di un servizio medico’…. Teoricamente sarei io”
“Sì
ma l’assicurazione sanitaria è la mia…”
Jeff
lo guardò stranito, mentre l’altro prendeva dal portafoglio la tessera
sanitaria iniziando a trascriverne i dati nelle caselle.
Poi
capì “Aspetta, fermo!” gli prese la mano con quella che non gli faceva male
“Questa si chiama frode assicurativa…” sussurrò a
qualche millimetro dal viso dell’altro “Rischi grosso….”
Flint
gli sorrise “Mia madre mi paga l’assicurazione da quando sono nato e non mi
sono mai rotto nemmeno un’unghia…. Almeno così non
saranno soldi buttati, no?”
“Flint,
è illegale…”
“Zitto,
lasciami finire”
La
mano di Jeff si sollevò lentamente da quella dell’altro, che finì di compilare
i moduli consegnandoli a un’infermiera che fece un veloce controllo al pc “Qui dice che l’assicurazione è valida signor Wilson”
Jeff
non alzò gli occhi, ma con una gomitata di Flint capì che avrebbe dovuto
recitare lui la parte dell’amico “Ah…. Perfetto… no?”
“Certo”
rispose lei con un sorriso “Se si vuole accomodare al terzo piano le faremo
subito la lastra al polso….”
In
meno di un’ora e mezza stavano già uscendo di nuovo dall’ospedale.
“Distorsione…. Poteva andarti peggio” gli disse Flint mentre
l’altro guardava con apprensione le bende “E….
l’abbiamo fatta franca”
“Non
so come ringraziarti….”
Flint
si morse le labbra, mentre fissava con insistenza il volante pensando che
qualcosa di starebbe.
Sarebbe
stato così di cattivo gusto chiedere un bacio a Jeff? Un semplice contatto di
quelle labbra sulle sue?
Si,
decisamente si, perché Flint era un romantico convinto che i baci non si
chiedessero, così con un sorriso rispose all’altro “Tu perdi le ore a provare
ad insegnarmi la matematica…. Facciamo che siamo
pari?”
Jeff
sorrise “Non penso che saremo mai pari, sai?”
“Secondo
me si….”
Jeff
si slacciò la cintura, sporgendosi verso l’altro e abbracciandolo.
E
decisamente quel abbraccio spontaneo era molto meglio di qualsiasi bacio
forzato.
“Halloween
baby!”
La
Dalton perse del tutto la sua facciata di serietà e rispetto il trentuno di
ottobre.
Non
tanto perché quello che pareva il detentore delle leggi divine in terra (Thad) camminava per i corridoi con una tutina aderente nera
con disegnate sopra le ossa, sì si era mascherato da scheletro perché sosteneva
che gli faceva il pacco più grosso, ma soprattutto perché teneva fra le mani
almeno una decina di dvd e rideva come un cretino, visto che aveva in corpo già
un paio di birre.
Ed
erano le tre del pomeriggio.
Appoggiò
tutto nella saletta, dove i divani e le poltrone erano state strategicamente
disposte per favorire al meglio la visione del tradizionale film horror
pomeridiano. Ciò dava il via alla tradizionale festa di halloween dei Warblers, esclusivissima, in cui c’era solo l’obbligo di
mascherarsi e portare qualcosa da bere.
Mentre
tornava verso la sua stanza incrociò Blaine e David
con ancora addosso la divisa scolastica e almeno sei rotoli di carta igienica
in mano…
“Ma
ragazzi!” disse scontento “è ora di vestirsi su! Tra poco iniziamo!”
Blaine annuì sorridendo “Dobbiamo prima
incartare Wes!”
David
rise “Sarà la nostra mummia!”
“E
voi che fate?” domandò Harwood passandosi una mano
fra i capelli.
“Io
il vampiro, che fa sempre la sua figura” disse Blaine
“E David il diavolo”
“Ho
pensato di incarnare un personaggio che solitamente non mi appartiene così da
migliorare le mie doti attoriali” confidò il ragazzo di
colore mentre salivano le scale lentamente, fino al quarto piano dove Thad si fermò davanti alla porta della sua stanza “Non
vieni con noi a avvolgere Wes nella carta igienica?”
“Seppur
ritengo che Wes verrà chiuso dentro qualcosa che
davvero è fatta per lui, per una volta” disse sarcastico “Devo assicurarmi che
il novellino si sia vestito da canarino”
Blaine lo guardò un po’ male “Povero Kurt…. Ha avuto tanti problemi nella sua vecchia scuola…. Era davvero necessario fargli fare il Pavarotti
della situazione?”
Thad scrollò le spalle appoggiando la mano
sulla maniglia della porta “Massìdai….
Mica verrà preso in giro. È solo tradizione…. Poi
alla fine mi sembrava abbastanza deciso…”
Deciso
a non mettere il gigantesco costume che Harwood gli
aveva procurato, se mai.
Aveva
preferito arrangiarsi mettendo insieme un costume tutto suo…
Aveva
cercato come un pazzo dei jeans gialli e una camicia del medesimo colore per
giorni, riuscendoci in extremis all’ultimo minuto, e con i suoi stivali giallo
limone si sposavano da Dio.
Aveva
poi l’impermeabile del medesimo colore nel caso in cui si fossero recati fuori
del campus (e onestamente sperava di no) e un boa di piume sempre giallo che…. Beh dava quel tocco chic che per Kurt rendeva quel
disastro più scenico.
“Sei
davvero…. Giallo”
Guardò
Thad con odio “E tu sei dimagrito?” ironizzò “Sai che
lo scheletro è il costume più usato per Halloween?”
L’altro
rise “Si ma almeno io non sono tutto giallo!” gli sorrise “non odiarmi…. Quando mio padre veniva qui avevano le stesse
identiche tradizioni di oggi…. E poi ti dona” Kurt lo
fulminò “Dai vieni di sotto? ci vediamo un film”
Hummel
alzò un sopracciglio”Posso evitare? Non amo i film dell’orrore”
“Ma
è una trad-“
“Ok
ho capito!! andiamo!!”
Quando
arrivarono in saletta lì c’erano già Nick, Jeff, Trent
e Flint.
Il
primo si era vestito da Zombie della Dalton, visto che aveva maciullato una
vecchia divisa anche un po’ sbiadita, macchiandola di colorante rosso, mentre
la faccia era truccata forse con meno perizia, ma rendeva comunque bene l’idea.
Jeff
era vagamente inquietante come spaventa passeri. Kurt pensò che alle persone
così alte andassero impediti certi costumi visto che decisamente mettevano
ansia. E poi la salopette di jeans era fuori moda.
Trent era rimasto sul classico, bucherellando
un vecchio lenzuolo e, con l’ausilio di qualche catena, era riuscito a
tramutarsi in un bel fantasma.
“Ottimo
uso del cerone” gli disse Kurt sorridendo prima di guardare truce Flint,
vestito come ogni giorno, con un paio di jeans, una maglietta bianca, le
bretelle nere, una camicia sempre nera e un cappello in testa“E tu?! Perché
puoi non vestirti?!”
L’altro
lo guardò con un sorrisetto , aprendosi la camicia già di per se sbottonata e
rivelando un cartellino dentro che indicava la parola ‘God’.
“Ti
sei mascherato da… Dio?”
Flint
rise “Geniale vero? L’ho preso da una puntata di Buffy”
Thad alzò gli occhi al cielo “Perché non ti
sei mascherato per davvero?!”
“Il
mio è un costume” si difese Wilson “E poi fai più bella figura tu, no?”
“No”
ammise Jeff scuotendo piano il capo “La tua idea è davvero figa” concluse
guadagnandosi un sorrisone mentre nella stanza entravano anche Kirt e Ethan, il primo vestito come un Lord inglese, in
veste da camera, con tanto di capelli gellati e
baffetti finti, mentre l’altro da stregone con tanto di cappello.
“Ho
paura per il costume di Blaine” disse Jeff “L’anno
scorso era un pipistrello.... molto credibile, tanto che mi ha morso. Non c’è
nulla di peggio, credo”
“Invece
si” disse Thad “Adesso è un vampiro, si è trasformato
nella sua forma umana…. Chissà se si sono mascherati
anche i piccoli Gremlins che dimorano le sue
sopracciglia?” chiese poi con espressione concentrata mentre nella stanza
arrivavano velocemente anche tutti gli altri.
Wes, David e Blaine
furono gli ultimi.
Il
primo era completamente ricoperto di garze e carta igienica, tenuta insieme con
qualsiasi cosa per evitare che cadesse, David alla fine era semplicemente
vestito di nero con la cravatta rossa, il mantello del medesimo colore e un
paio di corna sul capo rasati.
Ma
Blaine….
Appena
Kurt lo vide desiderò di ricevere un morso…
Aveva
una camicia bianca con delle nappe sul davanti, lievemente aperta, un paio di
pantaloni neri aderentissimi, scarpe di vernice lucida, il mantello nero lungo
fino alle caviglie, gli occhiali da sole sugli occhi e i canini finti in bella
vista.
“Amico
sei un vero figo” gli disse Thad
mentre si avvicinava, affiancandosi a Kurt.
“Anche
tu non scherzi Thad! Molto meglio di quando l’anno
scorso eri praticamente nudo con solo una zucca finta a coprirti il sedere e il
davanti” gli disse ridendo Blaine prima di guardare
attentamente Kurt e prendere fra le mani il boa di piume, accarezzandolo
lentamente “Sei il canarino più carino che abbia mai visto….”
Hummel
arrossì moltissimo prima di ringraziare con un timido sorriso e guardarsi
attorno per vedere i costumi degli altri.
Cameron
era decisamente il più carino, tutto vestito di nero con in testa delle
orecchiette da gatto e i baffi disegnati sul naso.
Mentre
Nicholas vestito da Frankestein era decisamente
quello più inquietante di tutti…
Alla
fine come film si decise di guardare i primi tre della saga di Saw, e già a metà del primo Kurt aveva la nausea.
Seduto
ai piedi del divano, accanto a Blaine, si coprì gli
occhi con il boa di piume “ma perché?! È una film da pazzi! Stanno morendo
tutti in modo orribile! Dio gli ho visto le budella!”
Blaine ridacchiò, passandogli un braccio
attorno alle spalle e coprendolo con il mantello senza farlo a posta “Pensa che
è solo un film…. E che gli attori ora si stanno
godendo i soldi guadagnati con le riprese in qualche luogo esotico!”
Kurt,
avvertendo il calore del corpo caldo di Blaine
accanto a lui reagì all’opposto di quello che pensava: anziché irrigidirsi si
rilassò, appoggiandosi appena al fianco dell’altro e passandogli attorno al
collo il boa di piume ridacchiando.
Jeff,
sa sopra al divano, lanciò loro un’occhiata divertita prima di tornare a
concentrarsi sul film. Sussultò poco dopo, quando sentì una mano calda
stringersi alla sua.
Girò
il capo sorpreso, fissando nel buio della stanza il profilo di Flint che però
non ricambiò lo sguardo.
Quella
mossa tattica, fatta grazie al favore delle tenebre visto che tutte le serrande
erano abbassate e la sola luce proveniva dallo schermo del televisore, non gli
era di certo costata poco; Flint poteva sentire il suo cuore battere così forte
che per un istante ebbe il timore che anche gli altri potessero avvertirlo…
Ma
appena anche l’altro ricambiò la stretta, allora sospirò, rimanendo così, con
le loro mani intrecciate.
Alla
fine della visione Trent dormiva placidamente sul
divano, e Thad trovò particolarmente divertente
svegliarlo con un urlo disumano nell’orecchio che costò all’altro un paio di
anni di vita…
Dopo
aver mangiato velocemente le torte che le mamme e le nonne (O Kurt) avevano
preparato per la serata si diede in via alla vera festa: musica a tutto volume,
alcool e….
“Ci
vorrebbero delle ragazze” disse Thad di punto in
bianco, prendendo il cellulare “Ora chiamo la mia e le chiedo di portare
qualche amica…”
Wes fece lo stesso, uscendo dalla stanza
mentre Jeff sbiancava.
Ragazze
ubriache = ragazze facili….
Se
le avesse rifiutate allora….
Tutti
avrebbero scoperto che era gay…
Stava
ancora facendosi tremila pare mentali quando Flint gli mise sotto il naso un
bicchiere ricolmo di vodka, che quello prese di buon grado.
“Ti
va di fare un giro fuori?!” chiese poi a voce alta per contrastare la musica.
Il biondo annuì, seguendolo fino all’esterno “Mi sta venendo mal di testa con
la musica tamarra che mette su Thad” ammise il
morettino con un sorrisetto, mentre camminavano per il cortile interno.
“In
effetti non è il massimo” disse l’altro, prendendo un sorso di vodka prima di
lasciarsi cadere sulla panchina “Non fa nemmeno tanto freddo, ti pare?”
“Sarà
l’alcool che abbiamo in corpo che ti scalda” rispose l’altro, sedendosi in
parte a lui e appoggiando a terra il bicchiere.
Si
guardarono negli occhi per un istante, prima che anche il biondo appoggiasse il
suo bicchiere e si avvicinasse di più a Flint “Perché mi hai preso la mano,
prima?”
Il
morettino arrossì, abbassando gli occhi sulla panchina. Non se lo aspettava, di
solito Jeff non era così diretto…
“Sei
ubriaco?” gli chiese.
“No,
penso di essere solo ‘allegro’, ma non ubriaco” gli rispose Jeff, avvicinandosi
ancora di più “Non hai risposto alla mia domanda, Wilson” disse con un
sorrisetto.
Non
era ubriaco ma decisamente qualche sorso di alcool gli aveva dato quel poco di
coraggio che gli serviva.
“Perché
mi andava di farlo” rispose Flint, con un’alzata di spalle.
“Ah
sì?”
“Già…. Le persone dovrebbero fare più spesso le cose che
vogliono fare, senza pensarci troppo su…”
Jeff
lo guardò un istante prima di puntare gli occhi sulla labbra del moro.
Gli
portò due dita sotto al mento, per costringerlo a guardarlo negli occhi e poi,
sfilandosi il cappello di paglia dalla testa sorrise “Lo credi davvero?”
Flint
non rispose, iniziando a fissare a sua volta le labbra dell’altro, che
lentamente si abbassò su di lui, baciandolo dolcemente.
Rimase
fermo un istante, aspettando di vedere se l’altro lo rifiutasse o meno, ma
quando anche Flint rispose al bacio, portandogli una mano fra le ciocche
bionde, non si trattenne più accarezzandogli piano le labbra con le sue…
“Blaine!”
Il
morettino si voltò verso Kirk “Sì?”
“Wes vuole che tu vada in cantina a prendere qualcosa per
asciugare il vomito di Nick…. È un problema?”
Anderson
scosse il capo “Assolutamente no!” rispose, con un sorriso, avviandosi verso la
cantina e alzandosi gli occhiali da sole dal viso per evitare di uccidersi per
le scale.
Quando
vi arrivò trovò Kurt intento a cercare qualcosa “Che ci fai qui?” gli chiese
curioso, accostando la porta e scendendo gli ultimi gradini.
“Cerco
uno straccio per tirare su il vomito” disse l’altro, senza smettere di
setacciare un ripiano.
Blaine alzò il sopracciglio “Ti ha mandato Wes?”
“Già…”
“Strano,
l’ha detto anche a me” alzò le spalle, aiutando l’altro “Sta impazzendo anche
lui, oppure è già ubriaco…”
Sentirono
la porta agganciarsi ma non ci diedero molto peso…
“Oh
eccolo!” Kurt lo prese, mentre Blaine afferrava un
secchio pieno di ragnatele da un angolo “Torniamo su? La luce soffusa di questa
lampadina e il quantitativo mostruoso di ragni mi sta mettendo ansia…”
Blaine annuì salendo i cinque gradini e facendo
per aprire la porta ma….
“Kurt….”
“Cosa?”
“Credo
sia chiusa a chiave…”
Hummel
lo spinse di lato lasciando cadere lo straccio e iniziando a strattonare la
porta, in presa al panico “No, no, no…. Ti prego no!”
“Ma
sei claustrofobico?”
“No!
Odio solo i ragni!” si guardò attorno vedendone uno enorme sulla parete, e
squittendo spaventato, tentò dinuovo di aprire la
porta, in vano “Ossignore perché mi punisci in questo
modo? Ho fatto qualcosa che ti ha offeso?” chiese guardando una trave sul
soffitto.
Pregò
sinceramente che non fosse riguardo i pensieri sui morsi sul collo che Blaine avrebbe anche potuto dargli. Aveva pregato per un
singolo morso, e visto che non era successo pensò in una punizione divina.
Peccato
che non era nemmeno credente!
Blaine prese il cellulare dalla tasca “Non
preoccuparti, andrà tutto bene…. tu hai segnale?”
Kurt
controllò, prima di farsi prendere definitivamente dal panico “No! Non ce l’ho!
Blaine! Voglio uscire subito!” prese a pugni la porta
per due o tre secondi gridando aiuto, prima che l’altro lo abbracciasse da
dietro facendolo pietrificare.
“Va
tutto bene” gli disse con la sua voce così calda e rassicurante che, per Kurt,
uccise tutti i ragni in un istante “Ci sono io qui…. Ora
aspettiamo che qualcuno scenda per prendere una scopa o dei bicchierini di plastica…. Ok?”
Kurt
annuì piano, e l’altro si staccò sedendosi a terra e facendogli segno di
sedersi accanto a lui “Beh,parliamo a
questo punto” disse Hummel ancora un po’ rosso in viso “O se no il tempo non
passerà mai…”
Blaine annuì, sorridendo, iniziando quindi una
conversazione sulle cose più sceme che gli venivano in testa per tenere
distratto l’altro e impedire un’altra crisi di nervi.
Dell’altra
parte della porta Kirk diede il cinque a Ethan.
“Pensi
che così si innamoreranno?” domandò quest’ultimo osservando la porta.
“Io
lo spero” ammise il biondo “Se no come facciamo a spaccare il cuore di Anderson
in tanti piccoli pezzettini?”
Jeff
intanto non riusciva proprio a staccarsi da Flint.
I
loro corpi si erano avvicinati gradualmente, e ora il bacio si era trasformato
in qualcosa di più profondo, tanto che le loro lingue continuavano a contrarsi
dolcemente, accarezzandosi ed esplorando la bocca dell’altro lentamente.
Le
loro mani erano di nuovo intrecciate come se fosse la cosa più naturale del
mondo mentre i loro cuori ancora faticavano a rallentare i battiti, ancora emozionati….
Sarebbe
stato tutto perfetto, se non fosse stato per qualcuno che li stava osservando
con attenzione che, con un sorrisetto, tornò dentro alla ricerca di Thad, veloce e silenzioso come il gatto nero che voleva impersonare…
Continua….
NdA :
DARADADAN!
È tempo di JINT!
Che
ne pensate di questo bacio così atteso?
Ho
cercato di renderlo il più naturale possibile…
Senza
contare il finale con Kurt e Blaine che, però, vi
anticipo che siamo ancora tanto lontani dalla dichiarazione da vederla
piccolissima all’orizzonte xD
Come
solito ci tengo a ringraziare coloro che spendono qualche secondo per
recensirmi e mi rendono tanto felice!!!
Capitolo 9 *** #09 part 1: Have Yourself a Merry Little Christmass ***
bananissima
Blaine Anderson presents:
the Pips!
#09 part 1: Have Yourself a Merry Little Christmass
Quando
Wes, la mattina del primo novembre, scese in cantina
per prendere alcune cose per mettere in ordine il casino che gli altri avevano
scatenato la notte prima, rimase abbastanza sorpreso nel trovare, addormentati
sulle scale, Blaine e Kurt.
La
testa di Blaine appoggiava sulla spalla di Kurt, che
a sua volta appoggiava la testa a quella del solista.
Li
scavalcò pensando se svegliarli o meno, e alla fine lo fece soprattutto perché
sembrava una posizione parecchio scomoda in cui dormire.
“Hey…. Buon giorno principessa, è ora di alzarsi” disse
ridacchiando mentre scuoteva Blaine per una spalla,
il più dolcemente possibile.
Questo
aprì gli occhi guardandosi attorno disorientato, mentre alzava il capo dalla
spalla di Kurt “Oddio…. Ma….
Abbiamo dormito qui?” chiese portandosi una mano agli occhi per grattarseli
Wes annuì “Posso chiederti come mai,
almeno?”
“Ci
siamo chiusi dentro quando siamo scesi a prendere le cose che tu ci hai detto….”
L’asiatico
corrugò le sopracciglia “Io non vi ho mandati a far nulla…”
Blaine lo guardò perplesso prima di scuotere il
capo “Dai aiutami a prenderlo in braccio”
Fu
il turno di Montgomery di rimanere perplesso “Perché semplicemente non lo
svegli?”
“Ma
dai… è mattino”
“Sono
quasi la quattro di pomeriggio…. Ed effettivamente è
un po’ che Thad vi cerca”
Blaine sbuffò contrariato “Ad andare bene è lui
che ci ha chiusi qua” guardò Kurt per un istante poi tornò a fissare Wes “Lo sveglio e arriviamo…”
L’altro
gli sorrise appena “Ma…. Posso chiederti una cosa?”
“Ovvio…”
“Sei
innamorato di Kurt?”
Per
Blaine quella domanda era paragonabile ad uno
schiaffo in faccia per la violenza con cui aveva colpito i suoi poveri neuroni
che già non avevano voglia di fare la sinapsi….
Dopo
questa non c’era speranza.
Ci
pensò su un attimo, poi sospirando disse “Devo ammettere che non mi sta
assolutamente indifferente, anzi…. Io tengo
moltissimo a Kurt dall’istante in cui l’ho conosciuto.” Spiegò più a se stesso
che all’amico “Ma, per rispondere alla tua domanda, direi di no. Insomma, non
vedo Kurt in quel…. In quel senso”
“Sicuro?”
“Penso sia quasi come un fratello, per me. E senza dubbio è il mio migliore
amico ma…. Non credo che tra noi potrebbe mai
funzionare”
Wes lo guardò negli occhi per qualche
istante, come per capire se dicesse o meno la verità. Quando fu abbastanza
convinto fece un sorrisino “Questa me la lego al dito: credevo di essere io il
tuo migliore amico” lo scavalcò di nuovo, salendo fino alla porta.
“In
realtà ti amo” ironizzò Blaine “Non puoi essere mio
amico se sei in realtà l’uomo della mia vita”
“Dai
chiudi quel pertugio di stronzate che chiami bocca e sveglialo….
Rischia di rimanere paralizzato con il gradino di cemento infilato nella
schiena” e detto questo uscì, lasciando Blaine solo a
ridacchiare.
Il
moro si voltò verso Kurt per svegliarlo, ma prima si concesse il lusso di
perdersi un attimo nei suoi pensieri.
E
il fatto che Blaine Anderson pensa troppo è un dato
di fatto.
Osservò
i tratti del viso di Hummel, che ancora dormiva, rilassati e angelici e per un
istante si chiese come un ragazzo potesse essere così bello e perfetto senza
suonare banale.
Pensava
che la bellezza stesse anche nelle piccole imperfezioni ma in Kurt non riusciva
a trovarne.
Con
delicatezza alzò una mano, sfiorando il viso dell’altro e tracciando con i
polpastrelli la linea della mascella. Quando Kurt si mosse, inconsapevole, nel
sonno, smise all’instante sorridendo appena.
Quel
ragazzino all’apparenza così fragile ma che, in realtà, sapeva avere anche più
carattere di lui, gli scaldava il cuore: dalla prima volta che aveva scontrato
il suo sguardo aveva capito che erano in qualche modo legati, affini.
Non
aveva mai conosciuto nessuno che sapesse comprenderlo come faceva Kurt, e il
pensiero di rovinare quell’equilibrio imbarcandosi in una relazione….
Non
era il caso, decisamente.
Lo
voleva al suo fianco per il resto della sua vita, e vedendo gli amici che
chiudevano le relazioni in modo drammatico…. Voleva
assolutamente evitarlo.
Perdere
Kurt, a quel punto, sarebbe stato come smarrire una parte di se stesso.
E
poi Kurt meritava qualcuno di perfetto almeno quanto lui, e Blaine
era certo che un ragazzo del genere non lo avrebbe mai nemmeno notato.
A
quel pensiero una morsa gli attanagliò lo stomaco, ma non ci fece caso. Si
limitò a sorridere e chiamare l’altro.
“Kurt?
Svegliati…”
Il
ragazzo ci mise un po’ ma alla fine aprì gli occhi mettendo fuoco a fatica
prima la stanza e poi altro.
“No
ti prego…” mormorò con la voce arrochita dal sonno
“Non dirmi che abbiamo dormito qui, con i ragni grossi come cani…”
Blaine rise apertamente “Eh si! Wes ci ha aperto ora…”
“E
ci ha preso in giro molto?”
“Non
può del dovuto. È un vero signore”
Kurt
ridacchiò, alzandosi in piedi e sentendo la schiena dolorante “Ora so come si
sente mio nonno!”
Blaine sorrise, precedendolo su per le scale
fino alla saletta, dove più o meno tutti si erano svegliati.
Thad ascoltava morbosamente il racconto di
Cameron prima di esclamare un ‘Lo sapevo!’ che fece sobbalzare i due ragazzi,
intenti a tornare.
“Sapevi
cosa?” chiese Anderson sorridendo, mentre l’altro si imbarazzava appena
“Ecco,
nulla di che solo….”
“Flint
è del vostro stesso partito politico” disse velocemente Cam,
guardando sia Kurt che Blaine “L’ho visto baciarsi in
cortile con Jeff…. Per un bel po’”
Blaine li guardò incerto mentre Kurt si
stizziva “E questi sarebbero affari vostri perché…?!”
chiese, scaldandosi “Una persona non può essere quello che vuole?!”
Thad abbassò gli occhi mentre Cameron ci
rimaneva un po’ male.
Blaine invece, capendolo perfettamente, portò
un braccio attorno alle sue spalle con fare protettivo “Va tutto bene, Kurt…. Non credo che volessero offenderci. Erano
semplicemente curiosi…” sospirò tornando a parlare
agli altri due “E posso sapere dove sono adesso Jeff e Fl-“
“ECCO
TRENT!” Cameron lo assordò, correndo verso Trent, che
si avvicinava con la flemma di un malato di cancro alla fase terminale,
guardando scioccato Cam “Sai la news?”
“Ovvero?”
“Flint
se la fa con Jeff!”
“LO
SAPEVO!” Kurt alzò gli occhi al cielo incrociando le braccia “Aspetta… Jeff?! Sul serio?! Ma non aveva la ragazza?!”
Blaine andò a sedersi pensante sul divano
mentre Kirk entrava “Chi aveva la ragazza?” si informò,aggiustandosi la camicia
scura di Dolce&Gabbana.
Il
fatto che la domenica i ragazzi potessero non mettere la divisa era solo una
scusa per poter mostrare ancora di più il proprio conto in banca. O almeno
James Kirk faceva così….
Kurt
si mise a sedere sul bracciolo del divano, accanto a Blaine,
guardando con gli occhi assottigliati Trent, Thad e Cam.
“Ma
si può essere così pettegoli?! Nemmeno io sono così!” sbottò esasperato
scambiando uno sguardo con Blaine.
Non
sapevano bene se offendersi o meno.
“Ora
dove saranno i neo innamorati?” chiese Thad
maliziosamente, muovendo le sopracciglia con fare ammiccante “Nick mi ha
dormito addosso, qui in saletta, quindi la camera era libera…”
“Mi
dispiace smontarti” lo interruppe Trent “Ma Flint
ancora dorme nel suo letto, accanto al mio.... tra l’altro è andato a dormire
prima di me!”
Kirk
alzò un sopracciglio “Ma di chi parlate?!”
“Jeff
e Flint stanno insieme!” disse Cameron, appoggiando le mani sulle spalle del
biondo e iniziando a saltella eccitatissimo.
“Ossignore quanto corrono” Kurt alzò gli occhi al cielo
“Appena entra il prossimo sono già sposati…”
Blaine sospirò “Beh questa è la legge dello
sparlare, no? Ogni volta che passa di bocca in bocca il fatto si arricchisce…. Si parte da un gatto, si passa per la tigre e
alla fine è un drago”
“Molto
filosofico, Anderson. Ma sta parlando solo Cam.”
“Basta
e avanza….”
Kirk
intanto fissava immobile gli amici, scioccato per la notizia “Ma…. Sul serio? È ufficiale?!”
Thad sbuffò “Non credo che abbiano già messo
lo stato su Face o la relazione ma direi di si….”
“Speculare
sulle persone è una cosa pessima” Una voce dietro di loro li fece voltare e
trovarono un Nick particolarmente scocciato a fissarli “Lo sapete che chi si fa
i suoi campa cent’anni?”
“Cazzo
Cameron non arrivi ai venti!”
“Senti chi parla, Harwood!”
“Adesso
zitti tutti!” tuonò minaccioso Duvall ignorando l’emicrania incipiente “Jeff
sta scendendo…. Il primo che emette suono è morto…”
I
tre dell’apocalisse si guardarono in faccia mentre Kirk faticava ancora ad
assimilare la cosa.
Il
biondino entrò rilassato e con un sorriso a trecentocinque denti sul viso,
parlando del più e del meno con Nicholas. Come poteva essere altrimenti? Lui e
Flint avevano passato quelle che gli parevano lunghe ore a scambiarsi baci,
carezze, sorrisi.
Se
non fosse stato per l’alcool non avrebbe mai avuto il coraggio di farsi avanti e
baciarlo… ma così era stato facile! E ora? Doveva
parlargli? Chiedergli se per caso anche Flint aveva sentito il cuore
esplodergli con lo stomaco fino a formare una poltiglia putrida ma color
arcobaleno?
Stava
ancora pensandoci quando si ritrovò a guardare gli altri, perplesso “Qualcosa
non va?” chiese immediatamente visto che tutti lo fissavano. Istintivamente si
portò una mano al viso, palpando la pelle per sentire se era nato un brufolo
orribile e purulento mentre scendeva le scale. Ma non c’era nulla.
“Niente”
disse sbrigativo Trent, mentre Cameron fremeva dalla
voglia di dire qualcosa.
Thad si sedette sul divano, accanto a Blaine, guardando con astio Nick.
Duvall
sapeva essere davvero inquietante e sfidarlo era poco saggio.
Sterling alzò le spalle, per nulla persuaso ma
deciso a non indagare. Poteva rivelarsi controproducente….
“Ieri
sera sei andato a letto presto, Jeff” disse Harwood
“Ti annoiavi?”
“Nono!
È solo che ho bevuto un po’ troppo e mi girava la testa” Di certo non poteva
dire che era così felice che, una volta tornato in stanza Flint, non aveva
saputo trattenersi.
Lo
aveva seguito ma poi, davanti alla porta della stanza del ragazzo, si era
fermato, decidendo di andare a dormire. Non intendeva essere assillante.
Thad non gli credeva, logicamente.
Fece
per aggiungere altro ma l’ingresso di Flint lo interruppe. Stessa scena.
Il
morettino guardò un po’ allarmato tutti quanti, mentre con gli occhi sgranati,
lo osservavano. Scontrò lo sguardo con quello di Kurt e quello che vide non gli
piacque affatto…
Eppure
Jeff sembrava così rilassato…
“Buongiorno
a tutti” disse avvicinandosi cauto, già sulla difensiva in caso di attacco.
Trent si affiancò a lui, sorridendogli
maliziosamente e per un attimo Wilson credette di
svenire.
Sapeva
che loro sapevano.
Voleva
uscire velocemente dalla stanza, perché sapeva che era solo questione di
minuti, ma venne trattenuto dall’arrivo di Jesse che
sorridendo iniziò a raccontare il sogno che aveva fatto portandogli un braccio
attorno alle spalle.
Perché
si sentiva in trappola?
E
soprattutto, perché Jeff non fiutava il pericolo?!
Cameron
tremava.
Non
per modo di dire, non fremeva: tremava letteralmente.
Sembravano
spasmi muscolari i suoi, a dirla tutta.
Mentre
si parlava di come Nick, per una volta, non si fosse ubriacato sino alla morte
fisica e al vomito, Cameron esplose definitivamente.
E
Flint non era pronto, pur sapendo che sarebbe accaduto a momenti.
“Ok
non mi importa se mi ucciderai” disse Cam guardando
Nick negli occhi, mentre questi lo fissava con lo sguardo iniettato di sangue
“Ma è successo un fatto di rilievo dopo mesi che qui non succedeva un cavolo di
niente! Bisogna parlarne o mi verrà l’orticaria!”
Jeff
lo guardò confuso prima di voltarsi verso Flint che però non ricambiò lo
sguardo. Teneva le iridi di cristallo fisse sul pavimento, sentendo una morsa
allo stomaco.
“Cosa
è successo?” chiese Richard, sedendosi su una sedia, fingendo interesse mentre
nella sua testa immaginava che si trattasse della classica cazzata.
Si
sbagliava, per una volta.
“Io,
Cameron James” alzò una mano per farsi notare, come se gli altri non lo
conoscessero o potessero confonderlo con qualcun altro “ho visto Flint Wilson e
Jeff Sterling limonare come due adolescenti in calore
su una panchina in giardino, stanotte!”
Tutti
trattennero il respiro,eccetto Kurt che ringhiò frustrato “Ma loro sono adolescenti!
Come lo sei anche tu!”
Cam lo guardò, offendendosi “E anche tu!”
“Lo
so!” Hummel si portò una mano al viso, chiedendosi perché ogni qual volta si
muoveva una foglia in giardino dentro all’accademia si toccassero picchi di
stupidità sempre più alti.
Blaine intanto spostava lo sguardo, teso, da
Jeff che sembra avesse appena ingoiato un’ape ancora viva, a Flint che invece
era semplicemente pietrificato.
Tutti,
a dire il vero, li stavano guardando.
Il
morettino stava cercando di auto convincersi ad alzare il capo e, con un
sorriso, dire qualcosa di figo tipo ‘Eh già, e bacia
alla grande’, ma non ci riuscì.
Jeff
stava per iperventilare.
In
un certo senso aveva paura. Un conto era sentirsi attratto, anche innamorato,
di un ragazzo come lui…. un altro era ammetterlo.
La
parola gay lo spaventava ancora e faticava ad ammetterlo a se stesso, figurarsi
ai suoi compagni.
Si
guardò attorno, nel panico più totale, non sapendo come reagire alle occhiate
degli altri.
“Quindi?”
chiese Thad mentre Wes
arrotolava un giornale “Volete dirci cosa…. AHIA!
WES! Sei pazzo?”
L’asiatico
lo guardò assottigliando gli occhi a mandola (e riducendoli quindi a due linee)
prima di voltarsi verso Jeff e Flint “Sappiate che non ci dovete nessuna
spiegazione..”
“Ma
se ce la date non la disprezzeremo” concluse Cam,
mentre Wes brandiva il giornale contro di lui.
Nick
sospirò, con la scusa già pronta “Ci penso io…”
“No!”
tutti si voltarono verso Jeff, anche Flint alzò gli occhi sorpreso su di lui
uscendo da quello stato di trans mistica in cui era caduto “Centro io, non tu…. Spiego io cosa è successo…”
Duvall annuì, sedendosi sul bracciolo della poltrona mentre Kirk persisteva in
quel cipiglio traumatizzato che aveva da quando aveva appreso la notizia “Noi…Cioè…. Dovete sapere che io
e Flint….” Alzò gli occhi in quelli chiari dell’altro
e dentro vi lesse qualcosa che era ben lontano dalla paura….
Sembrava quasi aspettativa, come se volesse che smettesse di parlare e andasse
lì a baciarlo. Ma non si mosse di un passo perché quello sguardo non gli diede
forza ma, anzi, lo buttò parecchio più giù “Eravamo ubriachi” si morse un
istante le labbra mentre il mutismo generale persisteva “Non sapevamo quello
che stavamo facendo e io ho solo qualche ricordo vago….
Me l’ha raccontato Nick stamattina per bene.”
Blaine abbassò gli occhi sul tappeto mentre
Kurt apriva la bocca, sconcertato.
Flint
spostò bruscamente gli occhi, appoggiandosi con i fianchi al tavolo, non
potendo davvero crederci.
Trent alzò un sopracciglio “Dice la verità?”
chiese poi con dolcezza al suo coinquilino, appoggiandogli una mano alla spalla
“Insomma…. Per te…. È stato
lo stesso?”
Wilson
riportò gli occhi in quelli del biondino per un istante poi annuì lentamente “Sì…. È stato lo stesso”
Kurt
si portò me mani al viso soffocando un rantolo frustrato mentre tutti
prendevano a mormorare, credendoci chi più e chi meno.
Thad li guardava serio, per nulla persuaso
“Ragazzi lo sapete che potete anche dircelo no? Come non giudichiamo Kurt e Blaine per la loro omosessualità non giudichiamo nemmeno
voi due…” disse con calma, guadagnandosi un’occhiata
di approvazione da Wes che però, per sicurezza,
brandiva ancora il giornale arrotolato.
“Non
c’è nulla di cui vergognarsi” aggiunse David “davvero ragazzi e poi…”
“Apprezzo
molto quello che state cercando di dire, ma non è il caso” Flint lo interruppe,
staccandosi dal tavolo e percorrendo la stanza verso la porta. Davanti ad essa
però si fermò voltandosi a guardarli tutti uno ad uno, soffermandosi su Jeff
“Una cosa però posso dirvela: io non ho problemi ad ammettere di essere
omosessuale, sono sempre stato a posto con me stesso e questo fatto non
cambierà di certo la mia natura. Mi piace quello che sono, e mi ritengo fiero
di me stesso perché ho le palle di dirlo…” le sue
iridi deluse si incollarono a quelle cangiati di Jeff “E mi stimo molto di più
di coloro che si negano a loro stessi per paura di non si sa nemmeno cosa. Ora
se potete scusarmi, mi manca l’aria”
E
detto questo uscì velocemente dalla saletta, lasciandoli tutti attoniti.
Cameron
abbassò gli occhi colpevole “Ho…. Ho fatto un
casino?”
“No,
non più di Osama Bin Laden” disse Kurt con sarcasmo
feroce prima di guardare Sterling intensamente “Pensi
di seguirlo?” ma quello non rispose nemmeno, abbassando solo gli occhi a terra.
Kurt sospirò uscendo dalla stanza e camminando verso l’ingresso dell’edificio,
sparato.
Dopo
qualche istante anche Jeff uscì dalla stanza, lasciando tutti in silenzio,
mentre lo guardarono correre nella stessa direzione in cui erano spariti Flint
e Kurt.
Flint
si era diretto verso il parcheggio, convinto che scappare a casa sua a piangere
fosse molto più intelligente che farlo nel campus. Peccato che le chiavi della
sua auto stavano dentro al cappotto, accuratamente sistemato sull’attaccapanni
in camera sua.
Si
appoggiò alla carrozzeria nera del velivolo, sedendosi a terra, poi si portò il
viso fra le mani iniziando a pregare tutti i Santi del Paradiso affinchè nessuno lo vedesse piagnucolare come una
ragazzina.
‘Hey piccola bambina, perché piangi? Ti hanno rubato la
bambola?’
gli pareva ancora di sentire quegli stronzi della sua vecchia scuola che lo
chiamavano con epiteti femminili, riducendolo in lacrime nei bagni….
Era
fiero di se stesso, ma un po’ meno di quella sua sensibilità troppo sviluppata.
Era
il classico stereotipo di omosessuale? Che piange per un non nulla?
Beh,
forse il cuore infranto non è proprio un non nulla, si disse da solo mentre
sentiva che qualcuno si stava avvicinando.
Pregò
che fosse Kurt, o Blaine…. Gli sarebbe andato bene
anche Thad ma non lui….
E
invece eccolo lì, bellissimo come sempre, mentre si avvicinava con titubanza.
“S-scusami…” mormorò con quel tono insicuro che solitamente
faceva sorridere Flint, rendendolo adorabile. In quel momento però al morettino
parve insopportabile.
“Scusa
di cosa?” disse cercando di tirarsi un po’ si, asciugandosi gli occhi grandi
con la manica della felpa grigia che indossava “Non importa, non mi aspettavo
nulla da te” mentì, senza guardarlo.
“Io…. non volevo ferirti…. Solo che…”
“Solo
che cosa?!” Jeff fece un passo indietro, non aveva mai visto Flint così
arrabbiato e si sentì davvero intimidito da lui “Non mi importa cosa hai da
dirmi, ok? Non mi importa se mi hai baciato perché volevi fare un’esperienza nuova”
si alzò in piedi “Mi importa solo che tu mi piacevi molto….
E mi hai spezzato il cuore” gli diede una spallata contro al braccio, visto che
Jeff era troppo alto, e camminando veloce lungo il vialetto svoltò l’angolo
continuando a piangere lacrime amare, senza vedere quella singola che aveva
rigato il viso del biondo.
Perché
doveva sempre essere così dannatamente insicuro?! Perché non lo aveva fermato?!
Sapeva
che era solo colpa sua, e si sarebbe volentieri pestato a sangue per questo…
Aveva
rovinato la sua occasione per uscire con il solo ragazzo che gli avesse mai
rubato il cuore, ferendolo…
Dicono
che il tempo risana ogni ferita.
Jeff
ne era seriamente convinto visto che per lui, in passato, era stato così.
Peccato
che a quanto pare non voleva diventare un clichè,
perché Flint non gli rivolse più la parola e novembre era volato in modo
impressionante.
Mancavano
solo tre giorni a natale.
Dopo
la prima nevicata dell’anno, a metà di novembre, la neve li aveva letteralmente
sommersi, e per la prima volta in vita sua Jeff non ne fu entusiasta. Il suo
amore per quella ‘brodaglia bianca’ così definita da Nick, così definito, probabilmente
perché Jeff era nato in uno stato in cui non nevicava, era stato soppiantato
dalla tristezza per la delusione amorosa.
E
non c’era verso di tornare a stare bene.
Flint
navigava più o meno in alto mare come il biondo, anche se alla tristezza si
sommavano gli insuccessi scolastici visto che in matematica stava sprofondando
in acquee sempre più torbide e l’assenza totale di concentrazione l’aveva
portato a non capir più nulla nemmeno in chimica e fisica.
Era
nello sterco fino al collo.
La
sola nota positiva: tutti lo trattavano esattamente come prima se non meglio,
segno che quel suo rivelarsi alla fine aveva portato solo a qualcosa di positivo.
Era
proprio un bel posto, la Dalton, non c’è che dire.
Jeff
sospirò, mentre con la matita tamburellava sul libro di astronomia, chiedendosi
un po’ a che diavolo servisse quella materia, e un po’ come potesse trovarsi
benissimo in alcune occasioni e assolutamente a disagio in altre.
Non
aveva senso…
Thad si era scusato davvero molte volte,
garantendogli che non era sua intenzione metterlo a disagio ne con se stesso ne
con gli altri.
Aveva
accettato le scuse nonostante si sentisse solo un po’ offeso per il fatto che
nessuno, e sottolineo nessuno (eccetto Kirk) sembrava sorpreso dalla sua
omosessualità.
E
dopo quella spiacevolezza lo davano per scontato.
Per
fare un esempio…. Un pomeriggio si era trovato con
Kurt e Blaine per ripassare greco in vista di un’interrogazione
di tutti e tre, quando era apparso Richard con un sorrisone.
“Che
è successo?” aveva chiesto Blaine, già di per se
curioso di natura.
“Ho
conosciuto una ragazza” disse l’altro mentre Kurt si esprimeva in un lungo ‘uuuh’, contento per l’amico “Solo che adesso sono nei
casini”
“Come
mai?” aveva chiesto il biondo alzando gli occhi dal dizionario.
“Perché
ha un’amica oscena e ecco…. Vuole che trovi qualcuno
per lei se voglio uscirci” sospirò.
“Non
puoi chiedere un favore ad un amico?” Blaine scrollò
le spalle e l’altro sorrise.
“Devo
solo trovare la persona giusta!”
Poi
l’aveva fatto: aveva passato gli occhi su tutti e tre, prima di voltare loro le
spalle….
“Hey Las! Posso chiederti un favore?”
Nicholas
annuì avvicinandosi mentre Jeff si spazientiva “E perché non posso farlo io?”
Rich aveva abbassato gli occhi, a disagio,
prima di sparire senza dir nulla.
“Perché
sei gay…” replicò con nonchalance Hummel prima di
iniziare a cercare un verbo.
Il
vero problema non era l’accettazione, beh anche….
Ma
il peggio era altro….
Era
Kurt.
Si
era messo in testa di fargli ammettere che era omosessuale e avrebbe fatto di
tutto per ottenere quel risultato. Non voleva che lo gridasse al mondo,
conaddosso un’orribile tutina di lattice
rosa sopra le note di YMCA…
Ma
almeno cavolo, ammetterlo a se stesso e magari a Flint….
Sbucava
da tutte le parti e in qualsiasi momento tirando fuori in discorso in modo
improprio ed imbarazzante.
“Insomma…. Non è mica impossibile sai?” Jeff alzò gli occhi
al cielo “Io posso aiutarti!”
“Kurt
aiutami levandoti dalle scatole!”
“Perché
rifuggi il mio aiuto? Io posso indicarti i modi più semplici per accettarti!”
Wes scosse piano il capo, seguendo la scena
prima di prendere posto accanto a Blaine “Ma perché Kurt
lo assilla?”
Il
solista scrollò le spalle “Vuole aiutarlo…”
“Sembra
un testimone di Geova…”
Ormai
il biondo era così esasperato da non cercare nemmeno più di scappare: ascoltava
i sermoni di Kurt, che riuscivano sempre a farlo sentire una cacca di emù. Gli mancava
Flint, i pomeriggi passati a parlare o studiare insieme.
Gli
mancava molto ma non doveva pensarci o si sarebbe di certo impiccato con la
cravatta della Dalton.
Solo
su una cosa Hummel aveva ragione…
La
situazione andava risolta.
Solo
non sapeva come fare….
“Che
intenzioni hai ora?”
“Smettere
di ascoltarti Kurt…”
Blaine salutò cordialmente MrSchuester, il Vocal Coach
delle New Direction, prima di dirigersi deciso verso la saletta dei bidelli
dove riconsegnò il radiolone.
Adorava
cantare con Kurt, le loro voci sembravano fatte apposta per essere unite….
A
quel pensiero si bloccò un istante, riscuotendosi, prima di dirigersi verso lo stanzione dei bidelli per lasciare lì lo stereo.
Stava
ancora pensando a Kurt quando, attraversando il corridoio diritto al dormitorio
si trovò sequestrato da Thad e Cam
che lo trascinarono fuori, infilandolo letteralmente nella neve.
“Freddo!”
sbraitò alzandosi e scrollandosi i capelli da tutto quel gelo, ridacchiando. Una
persona normale li avrebbe uccisi, ma lui si limitava a ridere.
Per
questo lo avevano scelto, non volevano ritorsioni.
In
suo soccorso arrivò Wes che lo spedì a prendere la
giacca, come minimo, promettendo in cambio di prenderlo in squadra.
Motivazione:
partitella serale a palle di neve, prima che riprendesse a nevicare.
Quella
che era iniziata come una semplice partita divenne in vero una vera e propria
mattanza. Wes, David, Jeff e Nick si schierarono in
una combo letale contro Thad, Cam
e Trent. Nonostante la loro minoranza numerica però
diedero la paga agli altri, fino a che Blaine colpì accidentalmente
Schuester che stava tornando alla macchina nel
tentativo di prendere Thad.
Quello
sorrise, salutandolo con un cenno, mentre Anderson voleva sotterrarsi.
Le
sue preghiere vennero esaurite visto che sentii una cascata di neve giù per la
schiena, nel cappotto e voltandosi vide Nick con la pala in mano che rideva.
La
partita saltò, ovviamente, con una netta sconfitta per il team di Wes e un armistizio onde evitare il congelamento.
Blaine fu il primo a cambiarsi e scendere per
la cena, trovandosi innanzi a una scena da romanzo. Flint sedeva con eleganza e
compostezza su una poltrona accanto al caminetto acceso, reggendo fra le mani
un libro.
Blaine gli si avvicinò con un sorrisetto “Scena
molto poetica” sussurrò per paura di disturbarlo troppo. Quello però sorrise
sollevando gli occhi dalle pagine e mettendoci un dito per non perdere il
segno, prima di ridacchiare.
“Tu
dici?”
“Il
focolare, una buona lettura…. È una cosa tipicamente
da te”
Flint
lo guardò un istante, e non si perse un piccolo dettaglio agli occhi di molti
insignificante, ma per chi conosceva Blaine Anderson
affatto trascurabile “Sbaglio o non ti sei ingellato
i capelli?”
Quello
arrossì appena “Non ho avuto tempo! Thad mi ha
infilato nella neve e…. ho fatto la doccia ma se mi
fossi messo anche a fare i capelli sarei arrivato a cena conclusa!”
L’altro
ridacchiò, cristallino “Stai meglio così”
“Grazie
ma mi permetto di dissentire…. Come stai Flint? Ultimamente
non ti vedo molto in giro e dopo le lezioni o le prove scappi in camera”
“Non
è un bel periodo” ammise Wilson “E ai miei casini personali di si aggiungono
anche le preoccupazioni natalizia: non so che regali fare”
“Io
devo prendere solo quello di Jeremahia” Flint sorrise
intenerito, facendolo arrossire.
“Idee?”
“No…”
Flint
ci pensò su “Una…. Sciarpa?”
Blaine rise apertamente “Posso fare di meglio,
non credi?”
L’altro
annuì “E senti…. A Kurt? Farai il regalo?”
“Sì
certo, a dire il vero l’ho già fatto” Si mise sulla poltrona davanti a quella
di Wilson, captando quello che l’altro stava pensando e imbarazzandosi appena “A dire il vero non è nulla di speciale…. Solo…. Un pensierino”
“Del
tipo?”
Blaine sospirò “Ho inciso una canzone di natale
e intendo mettergli il cd nella valigia, quando lo riaccompagno a Lima. Ha paura
di guidare con la neve…”
Flint
sorrise “Penso sia un pensiero molto dolce, sai? Credo proprio che lo apprezzerà….”
Blaine rispose al sorriso, prima di cambiare
argomento a causa del piccolo disagio che provava “Con Jeff ancora nulla?”
“Assolutamente
no” disse lapidario, sbattendosi il libro sulla coscia.
“Magari
se parlate….”
“No,
davvero…” Flint sospirò prima di alzarsi “Non farò
assolutamente nulla….. Starò seduto ad aspettare che
il karma lo fotta….”
Blaine lo guardò duramente “Dai…”
“Blaine mi ha ferito…. Non credo
potrò perdonarlo facilmente…. Ti prego di non
giudicarmi”
Il
solista si alzò a sua volta, battendogli una mano sulla spalla “Non lo farei mai…. Ora andiamo a cena”
In
sala mensa intanto si erano radunati quasi tutti gli altri e a un tavolo Jeff
discuteva con Nick “…Ti ho detto di no, davvero”
“Ma
ti pago il biglietto io!”
“Il
punto non è quello…”
Duvall
sospirò “Non sarà la stessa cosa senza di te…. Dai,
ripensaci”
Il
biondo scosse il capo “Ci ho pensato anche troppo, davvero Nick. Va bene così”
Si
alzò, appoggiando il tovagliolo sul tavolo e poi si avvicinò al tavolo dei capi
del consiglio, attirando l’attenzione di Thad.
“Scusami
davvero ma non penso verrò a Capodanno….”
Harwood sgranò gli occhi.
Era
tradizione che i alcuni di Warblers, quelli più
vicini a Thad, si incontrassero tutti insieme nella
grande baita di montagna di proprietà dei genitori del ragazzo, ad Aspen in
Colorado per una settimana l’insegna dell’insensatezza, dell’alcool, della
follia collettiva e, se c’era tempo, dello scii.
Senza
contare che festeggiando insieme il nuovo anno credevano che esso sarebbe stato
fortunato…
Il
fatto che Jeff si stesse tirando indietro lo atterrì al punto tale da zittirlo.
L’anno
precedente si era appena trasferito alla Dalton e quindi non aveva partecipato.
Non vedeva l’ora di andare ma dopo quello che era successo non se la sentiva
per davvero.
“Se
è per Flint non dovresti sacrificarti così” disse saggio Wes.
Il
biondo scosse il capo “Scusate davvero ma preferisco non parlarne.”
Thad sospirò “Posso fare qualcosa per farti
cambiare idea? Vuoi la camera da solo?”
“No
davvero io…. preferisco sorvolare…
grazie per l’invito però” e detto questo uscì velocemente dalla mensa,
dispiaciuto.
Flint,
che aveva ascoltato brandelli della conversazione ne aveva però colto l’essenziale,
dispiacendosi. Forse doveva rinunciare anche lui, ma sarebbe suonato ipocrita.
Non
poteva però sentirsi in colpa per Jeff, contando che in quella situazione ci si
era messo da solo.
Teoricamente,
almeno.
NdA :
NON
ODIATEMI!
La
fine della FF è ben lontana e quindi si svilupperà ancora e parecchio xD
Capitolo 10 *** #09 part 2 : Have Yourself a Merry Little Christmass ***
bananissima
Blaine Anderson presents:
the Pips!
#09 part 2 : Have Yourself a Merry Little Christmass
“Buon
Natale Finn!”
Il
venticinque di dicembre Kurt si svegliò nel suo letto, e guardando dalla sua
finestra aveva visto la distesa Bianca della neve davanti a casa sua.
Non
aveva saputo trattenersi, e come ogni mattina di natale era uscito dalla sua
stanza ancora in pigiama, correndo per una voltanon dal padre ma dal fratellastro, buttandosi
sul letto per svegliarlo.
Quello
però non sembra apprezzare, ne capire, l’entusiasmo dell’altro e quando si
rimise a dormire dopo averlo guardato con la vitalità di un lombrico, aveva
lasciato Kurt visibilmente deluso.
Si
era preparato velocemente per quella giornata casalinga indossando un
maglioncino rosso con i bordini bianchi di velluto che gli aveva regalato Flint
prima di scendere in cucina e trovarvi già Carole al lavoro per il cenone di
quella sera.
L’aveva
aiutata, preparando anche una torta e alcuni biscotti, prima di andare a
svegliare suo fratello con alcuni di essi e un bicchiere di latte.
“Sono
troppo gentile con te” aveva poi mormorato mentre quello guardava il piattino
piano di quei simpatici omini di marzapane, deliziato “Ora alzati e fai
qualcosa della tua vita!”
Detto
fatto.
Avevano
fatto l’albero di natale aiutati da Burt e,nonostante fossero giàgrandicelli, avevano appeso le calze con i
loro nomi sul camino.
A
Kurt piaceva quell’atmosfera famigliare, quel primo natale passati tutti
insieme sembrava perfetto.
Dopo
pranzo si erano messi tutti e quattro sul divano a guardare uno di quei
classici film natalizi di almeno vent’anni prima, che certamente Carole e Burt
avevano visto con i loro precedenti coniugi, ed erano rimasti così, sul divano,
con un’unica coperta a coprirli.
O
almeno era stato così, almeno fino a che le note di Cry
me a River si erano sparse nella stanza “Scusate è il mio cellulare” aveva
detto Kurt alzandosi.
“Non
l’avrei mai detto” suo padre stoppò il film “Dai vai a rispondere, ti
aspettiamo.”
Il
ragazzo aveva annuito, lanciando un’occhiata allo schermo.
Blaine.
Il
cuore prese a martellargli in petto come ogni volta mentre entrava in cucina e
si sedeva su uno sgabello. Chiuse un attimo gli occhi sospirando, prima di
rispondere “Pronto?”
-Ciao
Kurt, Buon Natale-
“Anche
a te…” il ragazzo trattenne un sospiro deliziato
“Come stai?”
-Non
mi lamento…. Solo che a casa con mio padre che passa
le giornate a chiedermi per quanto ancora sarò ‘confuso’ non è il massimo- Kurt
avvertì una nota amara nella voce dell’altro ,e se ne dispiacque –Grazie mille
per il cappello…. È davvero bellissimo. L’hai fatto
tu, vero?-
Kurt
arrossì e ringraziò il cielo che Blaine non potesse
vederlo “Beh diciamo che me la cavo ai ferri…. Sono
contento che ti piaccia.”
-Piacermi?
È fantastico! E poi tiene caldo…. Perfetto direi!-
Quando
aveva dato il suo regalo a Blaine era nervoso al solo
pensiero della reazione del ragazzo a trovarvi all’interno quel cappellino di
lana nero con incise sopra le sue iniziali…
Ma
quando aveva visto che Blaine non gli avrebbe dato nessun
regalo, bhe…. Ci era rimasto male e si era
dimenticato di preoccuparsi di cosa il moro avrebbe pensato di lui.
In
un primo momento aveva creduto di aver sbaglio, non doveva fargli nulla visto
che si conoscevano da poco….
Ma
poi, pensandoci bene, passavano praticamente tutto il giorno, tutti i giorni
insieme e quindi, per natale, un pensiero ci stava.
Forse
per Blaine non era ancora così importante?
Lo
aveva visto dare il regalo a Thad, e sapeva che
l’aveva portato anche agli altri.
Tranne
che a lui…
-Kurt sei ancora lì?.-
Il
ragazzo si riscosse, giocherellando con delle briciole “Si! Sono sempre qui….”
-Ti
ho chiesto cosa ne pensi del mio…-
Hummel
rimase in silenzio “Il tuo cosa?”
-Il
mio regalo!-
Kurt
rimase del tutto spiazzato cercando di ricordare se, per caso, si fosse perso
un passaggio.
“B-Blaine ma cosa…”
La
risata di Anderson lo confuse ancora di più –Ma come? Non l’hai ancora trovato?
Allora sono stato bravo a nasconderlo!- Kurt era sempre più senza parole.
Rimase in silenzio tombale mentre l’altro continuava a ridacchiare, divertito
da quella reazione –Nella tasca laterale della tua trolley- disse solamente,
facendo scattare Hummel che uscì dalla cucina correndo nella sua stanza e
passando anche davanti alla sua famiglia che lo guardò spiazzata.
Arrivò
fino in camera, buttandosi in ginocchio accanto alla valigia e aprendo
frettolosamente la zip con le mani tremanti.
Blaine gli aveva fatto un regalo….
Sì,
lo aveva fatto veramente!
Tra
le mani reggeva ora una busta rossa,con un fiocco bianco e la calligrafia
ordinata del solista dei Warbler che recitava un
semplice For Kurt, with love
B.
La
reggeva emozionato “Blaine non dovevi, davvero…”
-Non
te l’ho data di persona perché ero convinto che non sarebbe arrivata alla
mattina di natale- disse allegramente l’altro. Kurt fece per rispondergli che
era un infame (anche se aveva ragione) ma un vociare dall’altra parte della
cornetta lo impedì –Scusami Kurt ma ora devo andare….
Natale in famiglia!-
“Ti
capisco….”
-Vedi
se il mio pensierino ti piace…. Poi dimmi che ne
pensi mi raccomando!-
Kurt
sorrise “Certamente…. Ci vediamo presto….”
-Passerai
un capodanno da pazzi, preparati- Blaine rise prima
di tornare serio e, con voce calda dire –Ancora Buon Natale…-
“Anche
a te….”
Quando
Anderson riattaccò Kurt lanciò il cellulare sul letto, aprendo la busta con
calma per non distruggerla, visto che ci teneva a conservarla.
Al
suo interno trovò un cd, con nulla scritto sopra.
Afferrò
il portatile, rimanendo seduto a terra e dopo averlo acceso e inserì il cd
trovando al suo interno un singolo brano.
Senza
riuscire a trattenersi lo aprì, bramoso di sentire che canzone Blaine gli avesse dedicato…
Le
note di un pianoforte si sparsero per l’aria mentre Kurt chiudeva gli occhi,
capendo di che canzone si trattasse. Haveyourself a Marry Little Christmass era
una delle sue canzoni natalizie preferite e il fatto che Blaine
avesse scelto proprio quella…. Beh lo fece sorridere.
Attese
che partisse la voce, per sapere quale versione avesse scelto, se quella di Bob
Dylan, o quella di Judy Galard…
Have yourself a merry little Christmas,
Let your heart be light
From now on,
our troubles will be out of sight
Spalancò
gli occhi di colpo non appena quella meravigliosa voce lo investì.
Era
calda, rassicurante, sensuale ma dolce allo stesso tempo.
Amava
quella voce, perché era la voce di Blaine, e per lui
era la più bella di tutte…
Have yourself a merry little Christmas,
Make the Yule-tide gay,
From now on,
our troubles will be miles away.
Si
portò una mano alla bocca mentre vedeva la vista appannarsi e lo schermo del pc diventare sempre più sfocato.
Aveva
inciso una canzone per lui…. Lo aveva fatto
veramente!
Si
era scomodato così tanto… per lui?
Qualcosa
si mosse nel suo petto, come se dell’oro fuso fosse stato versato sul suo cuore
impazzito.
Blaine aveva fatto tutto questo per lui…
Here we are as in olden days,
Happy golden days of yore.
Faithful friends who are dear to us
Gather near to us once more.
Cosa
doveva dedurne?
Forse….
Mentre
una paio di lacrimoni scendevano lungo le sue guance
si portò una mano sul maglione, stringendolo all’altezza del cuore.
Forse
aveva una possibilità con Blaine.
Insomma,
era così dolce con lui, lo accompagnava sempre a prendere il caffè o andavano a
pranzo/cena insieme….
Avevano
cantato Baby it’sColdOutside in modo così flirtoso
che gli sembrava inequivocabile…
E
ora questo, si era preso la briga di incidergli una canzone.
Through the years
We all will be together,
If the Fates allow
Hang a shining star upon the highest bough. And haveyourself A merrylittle Christmas now.
Sorrise
appena la canzone finì, e lui la fece ripartire immediatamente.
Doveva
davvero dire a Blaine cosa ne pensava?
Dio,
l’amava! Amava lui, e ne era sempre più convinto!
Stava
piangendo dalla felicità!
Si
alzò sulle ginocchia sporgendosi sul letto e prendendo il cellulare e scrivendo
un sms, che cancellò.
Non
poteva scrivergli che lo amava!
Sospirò
facendo mente locale prima di scrivere un altro messaggio e rileggerlo,
inviandolo poi con soddisfazione.
-Blaine è il regalo più bello che mi abbiano mai fatto.
Grazie :D K.-
Si
appoggiò il cellulare al petto mentre arrossiva, sentendo le orecchie calde.
Dio, sembrava un’adolescente in piena crisi ormonale ma non riusciva a
contenersi.
Blaine lo smuoveva davvero.
Finn scelse proprio quel momento per entrare
trovando suo fratello steso sul tappeto con gli occhi fissi al cielo, il pc accanto e l’aria di chi si è appena fatto una dose.
“Ma…. È successo qualcosa?”
“Eh?
cosa?” lo guardò disorientato, arrossendo “No, nulla….”
Finn corrugò le sopracciglia guardando il pc “Ma…. Questa voce….”
“Finn vai di sotto! vi raggiungo tra poco!”
“….
Non è per caso…”
“Voglio
vedere la fine del film!”
“…
Blaine?”
“ESCI!”
Lo
sospinse fuori (Diciamo che Finn glielo consentì) e
poi tornò a sedersi a terra, viola di imbarazzo.
Finn aveva capito che era Blaine?
Avrebbe nevicato per settimane e non sarebbero riusciti ad andare in Colorado!
Decise
di tornare al piano di sotto, così raccolse il cellulare, che però ricevette un
sms.
Sorrise,
leggendolo.
-Non sai quanto
mi rende felice la cosa : ) B-
“Credo
proprio che il film può aspettare il tempo giusto per ascoltare altre dieci
volte la canzone….
Jeff
stava male.
Appena
aveva messo piede a casa il giorno precedente, tutti se ne erano accorti
guardandolo semplicemente in faccia. Primi fra tutti i suoi fratelli.
Non
aveva saputo mentire loro così, ne dubbio, era rimasto zitto rassicurando solo
sua madre che non era accaduto nulla.
Non
voleva spaventarla.
“Jeff
vieni a fare una battaglia a palle di neve?” chiese suo fratello Jack, con già
addosso la tuta da scii di un verde ormai sbiadito.
Quando
il maggiore scosse il capo scambiò uno sguardo con gli altri, e Joelle intervenne “Dai sarà divertente!”
“No
davvero ragazzi…. Non è il caso”
Loro
si guardarono negli occhi un istante poi Jim fece segno di uscire e lasciarlo
solo con Jeff. Appena la porta della camera si fu chiusa alle loro spalle il
più piccolo di loro guardò attentamente il fratello negli occhi “Mi dici che ti
prende?!”
Jeff
scrollò le spalle “Non è nulla, davvero….”
Jim
alzò un sopracciglio “Ti prego dai…. Sembra ti sia
morto il gatto che non abbiamo mai avuto….” Sospirò,
grattandosi i capelli biondi “Senti, tra noi due non ci sono mai stati segreti,
no?”
L’altro
annuì lentamente “Già…”
“E
allora?!”
“Ok,
va bene hai vinto!” sbottò scocciato mentre l’altro sorrideva radioso,
guardandolo in attesa “Allora c’è questa persona….
Che mi piace molto…”
“Ma
non te la da?”
“Fammi
parlare!”
“Jeff
hai la ragazza?!”
“Zitto!”
il maggiore di portò una mano al viso. Stava davvero impazzendo, non era facile
parlarne ma se veniva anche interrotto.. “Senti, è andata così: questa persona
mi piaceva, ci siamo baciati, poi ioho
fatto un casino e gli ho spezzato il cuore. Adesso lui mi odia e io mi sento in
colpa da morire, non so come rimediare e questo rende il mio natale una merda!
Ok?”
Il
fratello ci rimase piuttosto male e quando Jeff realizzò il motivo si portò
istintivamente una mano alle labbra.
“Aspetta… ‘Lui’? Stai cercando di dirmi che….
Tu….?”
Aveva
appena fatto coming out e non se ne era nemmeno reso
conto.
Aveva
ammesso davanti a qualcuno che non era innamorato di una banale ragazza, bensì
di un ragazzo. Anzi, il ragazzo più bello, dolce e simpatico per lui.
semplicemente unico.
“Io… Ecco lui si chiama Flint e…”
Jim
scosse il capo, velocemente “No… Nondevi giustificarti con me” disse con un
sorrisetto “Solo… non me lo aspettavo ma…. Perché non me l’hai detto prima?! Sei scemo a tenerti
tutto dentro, idiota?!”
Jeff
sorrise tristemente “Beh, sto un po’ meglio ma….
Nonè cambiato nulla”
Il
fratellino ci pensò su “Gli hai mandato gli auguri di buon natale?”
“Scherzi?!”
“Smettila
di fare l’imbecille!” si portò una mano al viso “Avrò anche solo tredici anni
ma, amico, ne capisco il doppio di te!”
Jeff
sbuffò, anche se non riuscì a trattenere un sorrisetto “Ma che vuoi saperne,
scusa?”
“Deve
essere circa come con le donne, no? Gli scrivi un sms carino e in parte ti avrà
perdonato, dai! Alla fine se ti ha baciato qualcosa sotto ci sarà no?”
“Beh
sì…” Jeff arrossì “Quando mi ha detto che gli ho
spezzato il cuore ho presupposto che allora dovevo piacergli davvero molto…”
“Ma
posso sapere che hai fatto?” l’altro annuì raccontandogli velocemente
l’accaduto e alla fine Jim scosse piano il capo “Ouch.
È un bel casino…. Inizia ad essere carino” disse
indicandogli con un cenno il cellulare, prima di alzarsi e avviarsi verso il
salotto “Poi sei pregato di raggiungerci, maledetto asociale!”
“Jim!
Deve rimanere fra noi!”
L’altro
non rispose, ma Jeff lo diede per scontato.
Passando
all’altro problema…. Cosa doveva scrivere a Flint?
Buttò
giù qualcosa, pregando che andasse bene prima di inviarlo e aspettare qualche
minuto.
Non
vedendo arrivare la risposta si alzò un po’ depresso, anche se, scrivendogli e
parlando a suo fratello, si era levato un bel peso dallo stomaco…
Ora
doveva solo sperare nella clemenza di Wilson..
Penso
che ormai tutti abbiano capito che Blaine Anderson
non è un’aquila.
Anche
un idiota lo capirebbe, arrivati a quel punto.
Ma
non è ancora abbastanza…. Perché la sua stupidità è
così totalizzante da disarmare chiunque (NdA persino
me).
“Sei
proprio un mongolo” mentre lo diceva Wes ne era
davvero certo. Era passato a casa di Blaine per
portargli il portafoglio che aveva dimenticato da lui la sera precedente,
quando aveva pensato bene di invitarlo con Thad e
David per un aperitivo che si era trasformato in un incubo onirico di alcool e
qualche ‘piccola canna così tanto per provare’ portata da Harwood,
e si era sorbito il racconto della telefonata con Kurt.
“Perché
lo pensi?” aveva chiesto l’altro, stupito.
“Perché
sì! A te piace lui e tu piaci molto a lui! perché non la smettete con queste
menate e passate la sodo, scusa?!”
Blaine lo guardò in tralice“Ma…. Il fumo di
ieri ti ha compromesso il cervello?!” chiese imbarazzato
“No,
mi ha lasciato solo una gran chimica che ha fatto preoccupare mia nonna oggi, a
pranzo” rispose seccato l’asiatico “Blaine perché non
la smetti di giocare con Kurt? Non è un giocattolo, smettila di illuderlo o
mettevi insieme per favore prima che sia troppo tardi e iniziate a litigare!”
Anderson
scosse il capo piano “Io…. Io penso di essere
innamorato di Jeremahia” rispose lasciando
spiazzatoWes
“E potrei essere ricambiato, sai? Mi ha anche ringraziato per il regalo!”
“La
sciarpa?” domandò Wes sbuffando “Perché non ammetti
che Kurt è più importante e la finisci?!”
“Ma
Kurt è più importante…” sussurrò il solista,
esasperando l’altro “E fra noi tutto è perfetto così….
Per questo non vedo il motivo per il quale dovrebbe cambiare….”
Montgomery
lo guardò prima di risalire in auto, sconsolato “Senti, gli hai inciso una
canzone di natale, tutta per lui…. fossi in te avrei
paura delle sue aspettative ora, se davvero intendi tenere tutto così come è
ora” mise in moto prima di guardandolo attentamente “Blaine
pensaci bene…. Non vuoi fargli del male immagino….” Blaine scosse il
capo, orripilato alla sola idea di ferire Kurt
“Allora metti le cose in chiaro con lui. Posso solo consigliarti questo” e
detto questo sollevò il finestrino facendo manovra e uscendo dal cortile di
casa Anderson.
Blaine rimase immobile per qualche secondo
prima di tornare in casa e sedersi sulla poltrona, con lo sguardo perso.
Forse
Wes aveva ragione, stava illudendo Kurt.
Solo
che il suo modo di fare nei confronti del giovane non erano per nulla dettati
dal raziocinio….
Per
lui naturale essere carino con lui, forse dolce, comprensivo….
Non
lo faceva a posta, e di certo non voleva ferirlo. Wes
aveva aggiunto una cosa, poi: aveva detto che Kurt era preso di lui.
Il
suo cuore accelerò mentre sul suo viso si disegnava una smorfia ironica: era
impossibile.
Riprese
il cellulare fra le mani, leggendo gli ultimi sms in arrivo. Il primo era di Jeremahia, un veloce ‘Grazie per il regalo, Buon Natale e
felice Anno Nuovo’ che in effetti lo aveva lasciato un po’ così.
Forse
il ragazzo non era da smancerie, poteva starci….
E
poi quello di Kurt…
-Blaine è il regalo più bello che mi abbiano mai fatto.
Grazie :D K.-
Sorrise,
rileggendolo, prima di sospirare e portarsi una mano al viso.
Quel
calore che sentiva dentro tutte le volte che pensava al giovane Hummel era
l’avvisaglia di qualcosa di più grande, ormai iniziava a percepirlo….
Ma
dentro di lui vigeva la convinzione che avrebbe potuto seppellire quei
sentimenti appena nati sotto il cemento…
Wes però aveva ragione:non lo avrebbe più
illuso in nessun modo anche se gli pareva assurdo che Kurt potesse provare
qualcosa per lui.
-Mi dispiace,
sono un idiota e mi dispiace molto. Voglio solo che tu sappia che so di aver
sbagliato e che mi manchi…. Buon Natale, divertitevi
a Capodanno. J-
Quando
aveva ricevuto questo sms, Flint ci aveva messo due secondi a contattare Nick
per farsi dare l’indirizzo di Jeff. In un certo senso aspettava di ricevere
qualcosa del genere da più di un mese e mezzo, e gli era bastato per scattare.
Si
era levato gli occhiali da vista grattandosi gli occhi, pensando a una
risposta. Non gli era venuto nulla di così sintetico da poter essere espresso
in un sms visto che ciò che voleva che Jeff sapesse era che anche lui sentiva
molto la sua mancanza, che aveva esagerato enormemente e che, una volta passata
la rabbia, aveva capito quanto per lui potesse essere difficile….
Che
aveva capito che quello che pensava di provare per lui era una parte
infinitesimale del tutto….
Era
arrivato alla conclusione che, quindi, doveva vederlo.
Non
gli importava se era Natale ma, anzi, forse si sarebbe sentito un po’ più
sollevato visto che era a casa solo come un cane da dopo pranzo.
Stava
guidando da una ventina di minuti buona quando arrivò finalmente a Gray, una piccola periferia di Westernville
un po’…. squallida era il termine adatto anche se, per cavalleria, non lo usò.
Quando
arrivò davanti al una vera e propria baracca che stava cadendo a pezzi si
ritrovò costretto a rileggere l’indirizzo che gli aveva inviato Nick, pronto a
chiamarlo per chiedergli se fosse uno scherzo….
Le
finestre erano inchiodate con delle assi, forse per non far passare il freddo
in assenza di vetri, la porta sembrava in piedi per miracolo e dal cancello
sembrava esserci passato un tir mentre esso era ancora chiuso.
Stava
per chiamare Duvall quando vide una ragazza carina uscire dalla porta con un
cagnolino piccolo e bianco in braccio, evitando di depositarlo fra la neve, e
si avvicinò al ciglio della strada per percorrere il marciapiede.
Tanto
valeva chiedere direttamente, no?
“Scusami?”
disse scendendo dalla Porchè (che la giovane guardò
con tanto d’occhi) e avvicinandosi a lei “Posso chiederti un’informazione?”
Lei
sorrise e quel sorriso così simile a quello dell’amato gli tolse quasi ogni
dubbio “Jeff Sterling…. Abita qui?”
“Sì!”
disse solare, indicando la barac-….. la casa “Sei un
suo amico?”
Lui
annuì ricambiando il sorriso “Già…. Sono passato per
salutarlo”
“Penso
che ne sarà felice” gli disse, precedendolo lungo il vialetto che conduceva
all’ingresso.
Notò
che la porta era accostata e che non si riusciva a chiudere.
Doveva
essere assurdo vivere così! Non avevano paura di essere derubati?
Solo
una volta entrato capì che quella paura era inesistente…
Sembrava
non esserci nulla di valore in quella casa…
“Io
sono Joelle, comunque” disse fermandosi nell’ingresso
ed invitandolo a darle il cappotto.
Lui
lo fece sorridendole “Io sono Flint”
“Vai
alla Dalton vero?” chiese lei, appoggiandolo delicatamente sull’attaccapanni.
Lui annuì “Beh si vede… la tua macchina costa più
della nostra casa, credo!”
Il
modo innocente, allegro e per nulla invidioso con lui lei lo disse lo spiazzò
lievemente. Non c’era davvero un briciolo di cattiveria in quell’affermazione…
Si
chiese come fosse possibile, mentre la seguiva fin in cucina.
Una
signora sui cinquanta non tanto alta stava cucinando e il profumino che
fuoriusciva da quelle pentole lo fece per un attimo pentire di essersi
presentato verso l’ora di cena….
Ora
oltre al nervosismo aveva anche fame…
Seduto
su uno sgabello c’era poi un ragazzino con un cesto di capelli biondi ribelli,
che lo guardò incuriosito inclinando la testa di lato.
“Mamma
abbiamo un ospite!” disse Joelle facendo voltare
immediatamente la donna che, appoggiando un mestolo, porse la mano a Flint.
“Sono
Flint Wilson, signora Sterling” disse sorridendo
“Sono passato a salutare Jeff, siamo compagni di classe e….”
Si
bloccò perché il ragazzino era sceso dallo sgabello, parandosi davanti a lui
meravigliato “Jim? Cosa stai facendo?” chiese la donna stranita, ma quello non
la ascoltò
“Tu…. Sei Flint?”
Il
ragazzo annuì, e Jim scappò su per le scale in tutta fretta “Ignoralo” disse
zuccherosa Joelle “è un po’ scemo…”
“Signorina,
non ti permetto di parlare così di tuo fratello!” la ribeccò la madre prima di
sorridere al morettino “Credo sia andato a chiamare Jeffree….intanto
se vuoi, accomodati pure in sala…”
Lui
annuì mentre Joelle lo prendeva a braccetto
portandolo nel salotto dove sedevano altri due ragazzi e un signore con in
braccio un bambino.
Appena
video lo sconosciuto tutti lo fissarono, ma ci pensò la ragazza a presentarlo
“Lui è Flint, un compagno di classe di Jeff!” disse indicandogli una poltrona,
anche se lui si sporse per stringere le mani a tutte, compreso il bimbo che lo
guardava incuriosito “Loro sono Josh, Jack e il
piccolo Jonas, i miei fratelli, e questo è mio padre Abram.”
“Benvenuto
Flint” disse con un sorriso il padrone di casa mentre si sentivano dei passi
veloci per le scale.
Jeff
si affacciò in salotto, guardandolo incredulo mentre l’altro sorrideva.
“Ciao
Jeff, Buon Natale” disse tranquillo mentre il biondino iniziava a boccheggiare,
smettendo solo dopo una poderosa gomitata di Jim.
“C-ciao…. Ma…. Cosa…?”
“Contavo
di salutarti e…. Parlarti. Non ho pensato che è quasi
ora di cena, scusami…”
Jeff
trattenne un attimo il respiro prima di iniziare a torturarsi le mani “Ma no, figurati….” Si voltò poi verso la signora “mamma, questo è
il ragazzo che mi ha dato l’assicurazione sanitaria…”
Alla
signora Sterling si illuminarono gli occhi e subito
si alzò dal bracciolo del divano sul quale si era appoggiata, avvicinandosi a
Flint e abbracciandolo come se fosse uno dei suoi figli “Oh, grazie! Grazie!
Quello che hai fatto per Jeff…. Non ci sono parole!”
si staccò con gli occhi lucidi mentre anche il marito stringeva la mano a
Flint, ringraziandolo.
Poi
Jeff riattirò la sua attenzione “Di cosa volevi
parlarmi?”
Il
morettino lanciò un’occhiata ovvia a Sterling,
arrossendo appena “Possiamo farlo in privato?”
Il
biondo annuì chiedendo semplicemente a Flint di seguirlo.
Lui
salutò tutti e poi andò con Jeff nell’ingresso, infilandosi il cappotto e la
sciarpa. Uscirono fuori alzando gli occhi al cielo, poi si incamminarono lungo
il vialetto con le mani in tasca.
Camminarono
per un po’ allontanandosi dalla casa “Scusami se ti ho portato fuori” disse
sottovoce Jeff guardandolo con la coda dell’occhio “Ma devi sapere che anche i
muri hanno le orecchie, lì”
Flint
gli sorrise, alzando le spalle “Non importa…. Va bene
così” il silenzio calò mentre si fermavano appoggiandosi a una staccionata,
ormai lontano da occhi indiscreti “Ho letto il tuo sms” iniziò Wilson “…. E…. diciamo che volevo risponderti di persona perché ho
capito che le cose da dire erano troppe…”
Jeff
sospirò, e Flint osservò con interesse il suo fiato reso evidente dalla
temperatura gelida “Sono davvero mortificato….”
Il
morettino gli sorrise ancora di più, mettendosi davanti a lui e affondando
appena nella neve “Quello l’ho capito….” si guardò
attorno un attimo, prima di puntare di nuovo gli occhi in quelli cangianti
dell’altro, facendogli stringere la bocca dello stomaco. Quanto erano belli,
con quell’azzurro limpidissimo “Se posso inizio a dirti quello che avrei voluto
scriverti….”
“Sì”
Si
avvicinò appena “Mi sei mancato da morire anche tu, non è passato giorno che mi
sono pentito della mia reazione decisamente esagerata in pieno stile Drama Queen. Quando mi è passata la collera ho capito che
per te non deve essere semplice accettare di essere omosessuale, non lo è stato
nemmeno per me…. Non penso che lo sia per nessuno a
causa di questa società che ci addita come mostri….”
Prese una pausa, abbassando gli occhi “Tirando le somme…
Sono io a chiederti scusa…”
Le
espressioni di Jeff mutarono velocemente da intimidito, a sorpreso, a
raddolcito “Sei davvero adorabile, lo sai?” chiese, arrossendo immediatamente
dopo e facendo arrossire anche l’altro “Diciamo allora che ci perdoniamo a
vicenda?”
Il
morettino annuì “E…. ora? Cosa siamo? Di nuovo
amici?”
Jeff
si morse le labbra trattenendosi un istante e cercando un bel modo per
formulare quella domanda che alla fine rimase un semplicissimo “Solo?”
L’espressione
tesa di Flint si aprì in un bel sorriso sollevato “Per me non sei mai stato
solo un amico….” Jeff lo guardò sorpreso “Secondo te
perché c’ero io quando se caduto dal tetto, scusa?”
“Mi
seguivi?”
“Non
proprio…. Diciamo che per caso ti ho visto e ho
deciso di accompagnarti senza avvisarti”
Jeff
ridacchiò “Allora? Cosa siamo?”
Il
morettino scrollò le spalle, prima di sporgersi sulle punte e appoggiare le
mani sulle spalle di Jeff “Tu a me piaci molto…. E se
io piaccio a te, beh…. Direi che sappiamo già cosa
siamo”
“Tu
mi piaci?” chiese il biondo “Amico io sono gay per colpa tua”
Anche
Flint si concesse una risatina “Diciamo che ti ho aperto gli occhi?”
“Diciamo
violentemente…” portò una mano fredda sulla guancia
altrettanto ghiacciata di Flint “Allora vuoi essere il mio primo ragazzo?”
“Assolutamente
si”
Le
loro labbra si incontrarono a metà strada, visto che si erano avvicinati entrambi
nello stesso momento, scambiandosi un bacio tenero, poi un secondo….
Dopo
qualche minuto fu il moro a staccarsi, controvoglia “Sarà meglio tornare, non
credi? Farai tardi per la cena…”
Il
biondo annuì, incamminandosi accanto a lui e chiedendosi se fosse legittimo
prendergli la mano….
Alla
fine lasciò perdere decidendo di fare le cose con la massima calma “Farai tardi
anche tu, no?”
Flint
ridacchiò “Penso che mi prenderò una pizza da asporto passandoci davanti,
mentre rientro.”
Jeff
si fermò “Perché?”
Il
morettino scrollò le spalle con insofferenza “Mia mamma è partita dopo aver
mangiato un tramezzino con me, a pranzo. Ora è già a cuba con una sua amica….”
Il
biondo sgranò gli occhi “Cioè…. Ti ha lasciato solo…. Per Natale?!”
“Come
ogni anno” abbassò gli occhi azzurri velati di una lieve tristezza sulla neve,
sospirando “Io non ho mai avuto quello che hai tu: una famiglia calorosa
attorno per le feste…. Sono spesso a casa solo”
“Rimani
con noi!”
Wilson
arrossì.
Era
un po’ prematuro rimanere a cena dai genitori di Jeff, no?
Il
biondo lo intuì così si affrettò a dire “Non dobbiamo dirgli ancora nulla…. Solo, non mi va che il mio ragazzo resti solo a Natale….”
Flint
sorrise “A tua mamma non dispiacerà?”
“Ti
pare? Ti adora dopo che ha saputo cosa hai fatto per me….”
Camminarono fino alla porta di casa ma lì il biondo si bloccò “So che è un vero
squallore” mormorò sottovoce “Ma…. È il massimo che
possiamo permetterci”
Flint
gli prese un istante la mano, stringendola “Io trovo che sia un posto
bellissimo. Io pagherei per avere una famiglia come la tua….”
Sciolse le loro dita, continuando però a guardarlo “I soldi non danno la felicità…. L’amore si”
“Allora
credo che sarò molto felice, d’ora in poi…”
Flint
entrò per primo, e Jeff alzò gli occhi al cielo un istante, sorridendo.
Aveva
ripreso a nevicare, piano, e per la prima volta dall’inizio della stagione
sentì che il suo amore per la neve era ritornato, più forte che mai.
Cos’altro
poteva desiderare per Natale?
Continua….
NdA:
Ecco
qui questo capitolo dolcissimo così non mi odierete più!
Che
ne pensate?
Non
odiate Blaine, piuttosto! È una testa calda ma ci
darà delle gioie in futuro ;)
La
canzone da cui è preso il titolo del capitolo è la seguente, cantata per
davvero dal nostro DC**
Kurt
sospirò sognante, sedendosi sulla sua valigia e guardando Flint con gli
occhietti appena lucidi, un po’ per il freddo un po’ per la commozione.
L’amico
gli aveva appena quello che era successo a casa Sterling
la sera di Natale, e ora gli occhi di Kurt mandavano stelline da tutte le
parti.
Blaine invece aveva sentito la versione
(piùimbarazzata ma comunque estasiata)
del biondo, e sorrideva sornione all’amico, soffiandosi più nelle mani e
sfregandole tra di loro per il freddo “Sono davvero felice per voi” disse
sincero il solista dei Warbler mentre David dava una
pacca sulla spalla a Jeff e Nick ammiccava.
“Anche
io” intervenne Wes, da vicino a Flint, mentre Trent e Cam sorridevano
allegramente “Ma sarò molto più felice di risentire tutta la storia al caldo…. Dove cavolo è Thad?!”
Kurt
sospirò, guardando l’orologio. Erano quasi le undici del mattino e loro erano
lì da un’oretta, fuori dall’aeroporto di Aspen, ad aspettare il padrone di
casa.
Si
presentò dopo un’altra mezzoretta, parcheggiando un piccolo pulmino proprio
davanti a loro “Hai la patente per guidare un velivolo con più di sei posti?”
chiese scettico Wes prima ancora di dirgli ciao.
L’altro
sorrise raggiante alzandosi gli occhiali da sole e mostrando il viso lievemente
abbronzato “No!” fu la sua risposta “Ma ho i miei santi in paradiso, diciamo”
strizzò l’occhietto al’asiatico che invece non sembrava molto persuaso. Lo
abbracciò di slancio prima di sorridere a tutti “Che bello avervi qui! Ho
passato un Natale pallosissimo con i miei!”
“Grazie
mille, simpatico il mio ragazzo” Kurt si voltò lentamente verso i sedili
davanti al piccolo pulmino scontrando gli occhi di cristallo con quelli verdi
di una ragazza mingherlina con addosso una tuta da scii rosa e bianca. I
capelli le arrivavano alle spalle, tutti della stessa noiosa lunghezza ed erano
di un biondo anonimo, forse un castano chiaro meschato,
ipotizzò Hummel. Sembrava una fighettina.
E
lo era
“Amore
tu sei stata la sola stella in un cielo oscuro” le rispose poetico Thad mentre lei salutava con un sorriso un po’ tirato Lily,
la simpatica ragazza di Wes che invece aveva fatto
una buona impressione al giovane Hummel.
Dopo
un abbraccio stritolatore da parte di Harwood si
allontanò un po’, risedendosi sulla trolley visto che le cose sembravano
tirarsi per le lunghe.
“Le
vedi?” sussurrò nel suo orecchio Wilson, indicando le uniche due ragazze che
stavano parlando poco distanti dai ragazzi “Vanno entrambe alla Crawford, che è
la scuola femminile gemellata alla Dalton, e non si parlano mai. MAI. Non credo
nemmeno che si salutino per il corridoio…. Ma tutte
le volte che si trovano a causa di Thad e Wes” lo guardò eloquente “Diventano migliori amiche….”
Kurt
ridacchiò “Penso sia supporto femminile”
“Io
pensavo ipocrisia” replicò l’altro, prima di riprendere a ridere.
Thad gli portò un braccio attorno al collo,
muovendo ammiccante le sopracciglia “Ho saputo che ti sei fidanzato…”
disse con voce lasciva facendolo arrossire “Facebook
non mente mai, eh?”
“Avete
già messo la relazione su Face?” chiese allucinato Blaine
“Ma…. E i tuoi problemi di coming
out?”
Jeff
alzò le spalle “Il novanta percento della persone pensa che sia una cavolata…. E le sole persone a cui avevo ‘paura’ di
informare erano mio padre e mia mamma…”
“Che
hanno detto?” chiese Trent.
“Niente”
sorrise il biondo “Erano un po’ sorpresi, molto direi ma….
Accettano”
“E
tu?” chiese Cam mentre caricava la valigia nel baule
del van, guardando attentamente Flint “l’hai detto a
tua madre?”
Il
morettino scosse il capo senza aggiungere nulla, così gli altri compresero che
era meglio non indagare la cosa.
Presero
posto e nonostante la guida di Thad lasciasse un po’
a desiderare (Cinque minuti scarsi di auto fecero venire la nausea a Wes), arrivarono vivi alla baita di montagna del giovane
rampollo degli Harwood.
“Certo
che ti tratti bene” commentò Jeff scioccato, osservando la casa. Thad afferrò sia lui, che Flint che Kurt, visto chenessuno dei tre era presente l’inverno
precedente e li portò in un tour della casa che li scioccò ancora di più.
“Questa
è una delle stanze….. il salone principale….
La cucina nuova in muratura che mamma ha fatto mettere quest’estate…. La veranda coperta…. Il
camino di marmo…. E questa è la piscina riscaldata al
coperto!”
Flint
alzò un sopracciglio, passando lo sguardo da Jeff a Kurt e dicendo vago “Io ho
la piscina sotto casa ma…. Non di certo nella villa
di montagna”
“Anche
tu hai una villa di montagna?” si informò Kurt e quello annuì “Ma tutti quanti apparte me? Comunque sia…” si
voltò verso Jeff “O lo sposi tu o ci penso io….”
Thad rise “Kirk ha casa la mare… In Florida. Infatti in estate tutti lì!”
Jeff
scosse piano il capo “Scusatemi ma io sono ancora scioccato dal laghetto
artificiale nell’ingresso… una trauma per volta, per
favore”
“Altro
trauma per te, amico” disse Nick raggiungendoli “abbiamo fatto le camere in
vostra assenza”
Kurt
alzò un sopracciglio mentre il biondo chiedeva la disposizione.
Nonera esattamente quello che si aspettavano.
Di
certo non credevano che i ragazzi avrebbero messo insieme la neo coppia.
Ma,
cosa ancora più sorprendente, non si aspettavano di dover dividere la stanza
con Blaine e Kurt….
“State
allontanando l’omosessualità per paura di venir contaminati?” chiese sagace
Hummel, mentre imbarazzato si avviava con la sua enorme valigia verso la stanza
che Thad gli aveva invitato.
“No”
rispose veloce Duvall “Solo che nessuno vuole il diabete a causa di questi due”
fece un cenno a al migliore amico e il ragazzo, che si stavano tenendo la mano.
“E
perché non li mettitete in camera soli?” chiese Kurt
ovvio, facendoli arrossire entrambi “Come te e la tua ragazza, o Wes e la sua” insistette poi rivolto verso Thad.
“Oh
piccolo canarino coccoloso” rispose quello,
abbracciandogli le spalle “So che vorresti stare solo in camera con Blaine per poterlo toccare, leccare, baciare….
Ma non ci sono abbastanza stanze e la coppia che sta insieme da meno…. Paga!”
“Ragazzi
la smettete di parlare di noi come se non fossimo presenti?” chiese il
morettino, mentre si fermavano davanti alla porta della stanza. Nick gli diede
una pacca sulla spalla prima di continuare verso la porta dopo la loro.
Thad spalancò la porta, rivelando la
bellissima stanza in cui avrebbero alloggiato con Blaine.
Quest’ultimo poi si era già accomodato, spaparanzato sul letto matrimoniale con
il viso affondato in un cuscino.
Kurt
fece cadere un istante l’occhio sul suo fondoschiena prima di essere
risvegliato da Thad “Blaine
ma sei scemo? Non lasci il matrimoniale a Jeff e Flinty?!”
Il
solista si alzò di scatto, rischiando di cadere “Oh! Si scusate mi ero solo
appoggiato e…”
“Nono
guarda, stai pure!” Flint appoggiò la valigia su uno dei lettini piccoli mentre
Kurt si sbrigava ad accaparrarsi l’altro, lasciando Jeff al centro esatto della
stanza, un tanti nello confuso “Io sto bene qui!”
“Ma…”
“Non
preoccuparti Blaine!” continuò Wilson imbarazzato “Va
bene così….”
Thad alzò gli occhi al cielo “Siete appena
arrivati e già fate casino? Comunque sia infilatevi le tute da scii… Mangiamo una cazzata al volo e poi andiamo a fare un
paio di piste. È una giornata stupenda… Ah Anderson?
Fai mettere i cappottini anche ai piccoli Gremlins
che hai nelle sopracciglia, non voglio che starnutiscano lustrini nel mio
spumante domani”
Blaine lo guardò rassegnato mentre il padrone
di casa usciva, lasciandoli lì ancora un po’ imbarazzati, poi di voltò verso
gli altri “Ma…. Ho fatto qualcosa di sbagliato?”
domandò poi rivolto al biondo, visto che gli altri due si stavano seppellendo
nelle reciproche valige.
Quello
alzò le spalle, stendendosi nel letto al suo fianco poi ridacchiando disse “Sei
troppo intelligente per questo posto, amico…”
Kurt
non si era mai sentito tanto a disagio in vita sua….
No
va beh, forse è un po’ eccessivo detto così visto che era stato anche costretto
a cambiare scuola, amici e vita a causa della sua omosessualità e di come la
prendevano gli altri (non benissimo visto che non l’hanno mai difeso, eccezion
fatta per i pochi militanti del Glee).
Si
sentiva un totale idiota, però, perché non aveva mai sciato in vita sua.
Blaine l’aveva accompagnato al noleggio,
assicurandogli che era facilissimo e che lui sciava dalla tenera età di tre
anni.
“Tutti
ci riescono, con calma….”
Kurt
non pensava che quel ‘con calma’ comprendesse numerose cadute, lividi, neve
nelle mutande e, soprattutto, le risate degli altri eccetto Blaine.
Se avesse anche riso lo avrebbe ucciso.
Sperava
di non essere il più scarso, ma invece era così. Persino Jeff era bravo
nonostante lui, Nick e Cam preferissero lo snowboard
o, come lo chiamava Thad, quell’assurda tavola di
legno con poca eleganza.
Il
biondo aveva raccontato a Kurt che prima del fallimento il padre li portava
ogni anno a sciare e lui si era dato anche all’agonismo per un po’…. solo che
poi complici tanti fattori che aveva preferito non raccontare aveva smesso di
fare tutto.
Guardò
i tre ragazzi scendere velocissimi la pista (Nick e Cam
si stavano addirittura dando della spinte) e appena arrivarono lì vicino a lui
subito Sterling lo notò.
La
giacca rossa, i capelli elegantemente pettinati all’indietro, il paraorecchi di
pelo bianco così come i pantaloni della tuta e gli scii abbandonati accanto a
lui.
“Come
mai sei fermo?” chiese il biondo lasciandosi cadere accanto a lui e
slacciandosi lo snow, portandosi via un rivolo di
sudore dalla fronte.
“Sono
caduto così tante volte che non mi sento più la parte inferiore del corpo” si
limitò ad informarlo Hummel, sospirando “Gli altri hanno deciso di fare la pista
un’altra vota poi rientriamo…. Io ho preferito
lasciar perdere per oggi”
Arrivarono
anche Thad e Flint. Il signorino Wilson con la solita
eleganza, fermandosi accanto a loro e alzandosi gli occhiali mentre Harwood prendeva la curva particolarmente larga e con molta
dolcezza lanciava addosso ai due ragazzi seduti a terra un po’ di neve.
“Ciao
lavativi” disse sorridendo, sganciandosi poi gli scii con la racchetta e
sfilandosi poi il guanto per controllare l’ora nel cellulare “Tra poco chiudono
gli impianti…. Gli altri?”
“Arrivano”
si limitò a dire Kurt a denti stretti, togliendosi la neve dai capelli.
“Non
sapete cosa vi siete persi” disse Flint ridacchiando, mentre Thad lo fulminava come ad intimarlo di tacere “Thad ha appena litigato con un bambino di sei o sette
anni!”
“Mi
ha fatto cadere!” si difese il capo consiglio, sbracciandosi “Voglio dire…. Ma siamo scemi?! Lasciare un bambino inutile ed
incompetente in mezzo alla pista?!”
“Non
sarai tu che non sai sciare?” chiese tagliente Duvall beccandosi un’occhiata
indignata.
“Otto
trofei, sopra al caminetto, ti smentiscono” lo ribeccò “E comunque gli ho dato
una lezione, al mocciosetto…”
Kurt
lo guardò sbalordito “Cosa hai fatto a quel bambino?!”
“Gliele
ho cantate!” disse fiero Harwood “Mi voleva anche
rispondere male ma penso che il mio discorso sulla sicurezza sulle piste lo
abbia fatto ragionare per la prima volta nella sua misera vita…”
“Per
questo ti ha dato un calcio?” domandò con falsa innocenza Flint, facendo ridere
tutti quanti “Perché lo hai colpito dentro e lui voleva ricambiarti fuori?”
“Divertente”
rispose sarcastico l’altro “E, per tua informazione, lo stinco mi da male
davvero! Aveva gli scarponi di plastica dura!”
Mentre
Nick iniziava a rotolarsi a terra con le lacrime agli occhi arrivarono anche Kirt e Blaine, seguiti poi da
Nicholas, Trent e gli altri.
Subito
vennero messi al corrente della situazione,logicamente, e tornarono tutti
insieme alla baita ridendo alle spalle del padrone di casa, sempre più
stizzito.
“Non
ti sei divertito per nulla?” chiese Blaine a Kurt,
dopo una doccia veloce, mentre apparecchiavano il tavolo lunghissimo per la
cena.
Hummel
alzò gli occhi verso il lampadario di cristallo, poi sorrise “Sì ma…. Non credo di essere molto portato … sono caduto sul
sedere duecento volte..”
“Non
abbatterti, è normale” gli rispose Anderson, con dolcezza.
“Per
il culo rotto ti ci abituerai” gli disse sagace Thad,
ammiccando “Devi, no?”
Per
risposta Kurt gli tirò un coltello, che però lo mancò, arrossendo “Ma tu…. Tu sei…. Tu sei un…”
“Un
Thad” concluse David, sospirando rassegnato “Non ci
sono altre definizioni…”
“Che
facciamo di bello stasera?” chiese Trent “Usciamo?”
Thad scosse il capo “Domani sarà delirante
arrivare vivi a mezzanotte per salutare come si deve il 2011…. Ergo stasera ci rilassiamo
a casa…. Con un po’ di marsala!”
“Io
eviterei di bere, stasera” intervenne Kirk, distribuendo i piatti che Ethan
sorreggeva a fatica “domani saremo tutti così ubriachi da non capire nemmeno
dove diavolo siamo!”
“Io
crederò di essere finito a Wonderland, ne sono certo” proruppe Jeff,
guardandoli appena oltre l’orlo del divano.
“Torna
a pomiciarti Wilson tu, e vergognatevi, non ci state aiutando” lo prese in giro
Wes e il biondo subito eseguì con un ‘agli ordini’
che suonava troppo come una presa per i beneamati fondelli “Comunque appoggio
Kirk, meglio evitare…”
Il
biondone sorrise soddisfatto, poco abituato a vedersi
appoggianto, mentre il padrone di casa borbottava
sottovoce controllando poi l’ora “Cazzo mi sono dimenticato di prendere…. Arrivo”
Kurt
lo guardò salire velocemente le scale poi David gli strappò le parole di bocca
“Si è dimenticato la pillola?”
Wes non rispose, facendosi improvvisamente
serio “Ragazzi, il primo che tocca l’alcool stasera lo uccido ok? Astinenza
forzata pre-capodanno!”
Nick
si fermò a metà scala, facendo retrofront “Dopo aver
sentito questa torno in camera…”
Jeff
lo chiamò ridendo ma quello non lo ascoltò, così tornò a dedicare le sue
attenzioni al suo ragazzo, che gli sonnecchiava placidamente su una spalla.
“Comunque
non ha senso” disse il biondo appoggiando il capo su quello dell’altro che,
senza aprire gli occhi mugugnò interrogativo “Insomma….
Un camino bellissimo no c’è che dire…. Ma ci starebbe
un televisore per guardare i playoff sopra…. Guardare
le fiamme dopo un po’ stanca”
Flint
sorrise, sistemandosi più comodo contro il petto del ragazzo “Ma è così
rilassante lo scoppiettare del fuoco…. E poi se inizi
a saltare sul divano ad ogni fuoricampo mi scoccio e me ne vado….”
Jeff
ridacchiò, mentre la mano del morettino andava a cercare la sua per incrociare
le loro dita “Ma sei davvero così stanco?”
“Ho
sciato tutto il pomeriggio” rispose socchiudendo gli occhi un istante per poi
strizzarli immediatamente, disturbato nonostante la luce soffusa del salotto,
“Penso sia umano essere sfiniti”
“Io
ho ancora un sacco di energie” replicò il biondo, stringendolo a se.
Un
sorriso malizioso increspò le labbra dell’altro “E….
con questo cosa intendi scusa?” disse aprendo finalmente gli occhi per
permettere ai loro sguardi di incrociarsi.
Il
biondo arrossì di colpo “Ma perché devi sempre interpretare tutto in quel
senso?” domandò imbarazzatissimo.
Flint
lo deliziò con la sua risata cristallina prima di appoggiare una mano alla sua
gamba per sollevarsi a scontrare le sue labbra in un bacio “Perché sei troppo
sexy MrSterling” gli
rispose prima di baciarlo di nuovo.
Meglio così, penso Jeff, non avrei saputo che rispondere.
Ad
interrompere l’idillio ci pensò Ethan che si avvicinò un po’ imbarazzato
“Scusate ragazzi, è pronto…”
Flint
annuì alzandosi prima di porgere la mano a Jeff e aiutarlo a tirarsi su.
Il
morettino andò poi a sedersi accanto a Kurt, guardandolo divertito mentre
questo fissava totalmente rapito Blaine.
Anderson
sembrava troppo occupato a parlare con Wes per
accorgersi delle attenzioni di Hummel, che nella sua testa stava cercando di
imprimersi l’immagina di Blaine con addosso quel
maglioncino nero a collo alto perché, no davvero, stava troppo bene.
“Dovrebbe
essere illegale” gli sussurrò all’orecchio Flint facendo sussultare e arrossire
di colpo “Crea troppa dipendenza al nostro piccolo Kurt.”
“Ma
che dici?” borbottò l’altro, appoggiandosi il tovagliolo sulle gambe.
Flint
lo guardò ovvio prima di spostare lo sguardo sul suo ragazzo che, in fondo alla
tavolata, stava già iniziando a fare casino con Nick e Cam,
versandosi però solo cocacola.
Quando
anche Thad ritornò fra loro, sotto lo sguardo
sospettoso di un paio di Warbler iniziarono la cena.
Kurt
pensava che senza alcool la serata sarebbe stata tranquilla…
Evidentemente
non aveva ancora compreso la portata della pazziadei suoi amici..
“No!
No! NO!”
Kurt
aprì gli occhi scocciato, stroppicciandoseli per poi
ringhiare frustrato.
Venir
svegliato dalle urla di ThadHarwood
non era nella lista delle cose che preferiva.
Si
alzò lievemente, facendo leva sui gomiti e guardando Flint che con passo
incerto si muoveva nella penombra della stanza per raggiungere la porta ed
aprirla per vedere che diavolo stesse facendo.
Dal
letto matrimoniale non arrivò nessun segno di vita.
Thad entrò nella stanza non appena Flint aprì
la porta di pochissimo, sbraitando “Cazzo, è un vero casino!”
Flint
lo guardò senza una reale espressione, del tutto neutro, da sotto al ciuffo che
solitamente era pettinato con dovizia ma che in quel momento gli ricadeva
mollemente sugli occhi “Cosa succede?” domandò un po’ forzato mentre Kurt si
alzava a sedere sul letto.
“Cosa
succede?! Te lo dico io!” Thad si incamminò, isterico
come suo solito, verso la finestra, spalancandone le imposte e facendo entrare
un po’ di freddo assieme ad una luce bianca accecante.
Sai
Flint che Kurt strizzarono gli occhi, infastiditi mentre Blaine
mugugna e Jeff si esprimeva con eleganza.
“Vaffanculo…” bonificò il biondo arrotolandosi nel piumone e
nascondendovi dentro il viso.
Il
solista si alzò a sedere a sua volta, guardandosi attorno con i capelli più
sconvolti di quelli di Flint e quelli di Kurt sommati.
Hummel
lo guardò per un istante rapito, desiderando di affondare le mani in quei ricci
così definiti e scuri da sembrargli perfetti. Odiò Blaine
e la sua mania di cementarli.
“Cazzo…” Il sussurro di Flint lo riportò alla realtà così si
alzò in piedi, rabbrividendo al contatto fra le mattinelle
gelide e i suoi piedi nudi. La scena che si trovò davanti era a dir poco
agghiacciante.
In
tv aveva visto spesso, soprattutto al telegiornale, le famosissime tormente di
neve che costringevano le persone a casa per giorni e giorni, bloccando il
traffico aereo per non parlare delle strade…
Ecco,
pensava che quella che si stava abbattendo su Aspen in quel momento, davanti ai
suoi occhi, fosse la peggiore mai vista.
“E
ora?! Che facciamo!?” chiese con un po’ di panico nella voce mentre anche Blaine si avvicinava per vedere.
Thad sbuffò, scocciatissimo
“Non possiamo fare nulla. Possiamo solo andare a prendere più legna possibile
prima che la neve cancelli del tutto il sentiero per andare in garage…. Senza contare che Cam
non si sente bene….”
“Come
mai?” chiese preoccupato Blaine.
Thad scrollò le spalle “Diarrea….
È tutta la notte che fa avanti e indietro per il bagno”*
“Deve
essere una sorta di punizione divina” asserì pensieroso Flint “Dovrebbe farsi i
fatti tuoi per evitare simili ripercussioni….”
“Il
Karma non perdona mai” evidenziò Kurt scambiando un’occhiata complice con
l’altro.
“Scusatemi
ma è l’ultimo dei miei problemi…. Non voglio nemmeno
pensare a cosa succederà se va via del tutto la luce” Thad
camminò veloce per la stanza, uscendo e sbattendosila porta alle spalle.
“Mi
vedo e vado ad aiutare con la legna” disse Blaine
afferrando le tuta da scii ed entrando in bagno mentre Flint andava a sedersi
sul letto per svegliare il biondo.
Kurt
rimase in piedi al centro della stanza “Thad renderà
l’ultimo giorno dell’anno interminabile, vero?”
Jeff
spuntò dalle coperte guardandolo assonnato ma cosciente “Possiamo sempre
ucciderlo e occultare il cadavere in un bosco”
Come
da predizione Thad non accennava a calmarsi.
Lo
costrinsero a forza verso le quattro del pomeriggio a fare un bagno nella
piscina coperta, o sarebbe scoppiato come un barattolo di dinamite.
Solo
quattro persone evitarono di unirsi al bagno.
Kurt
e Blaine da una parte e Flint e Jeff dall’altra.
I
primi due se ne rimasero rintanati in stanza tutto il santo giorno, non tanto per
fare quello che tutti sospettavano stessero facendo, ma solo perché Kurt non
voleva che nessuno lo vedesse in costume e Blaine si
era offerto di fargli compagnia.
Hummel
in un primo momento aveva provato a far funzionare internet, almeno per mandare
gli auguri a casa e tranquillizzare tutti ma si era poi arreso all’evidenza.
Avevano anche il telefono staccato, peggio di così….
Aveva
quindi preso un libro, stendendosi sul letto matrimoniale dall’altro lato
rispetto quello di Blaine, sorridendogli un po’ imbarazzato.
Non
avevano parlato molto, e non sapeva nemmeno come fosse successo ma si erano
ritrovati vicinissimi, così tanto da sentire il fianco del solista sfiorare il
suo.
Non
era molto concentrato sul libro e di certo quegli ultimi capitoli sarebbero
stati da rileggere ma…. Il profumo del bagnoschiuma
di Blaine era così buono da mandarlo in estasi.
Sentiva
le pagine girare con sempre più lentezza fino a che la testa di Blaine si appoggiò al suo braccio e il libro gli sfuggì di
mano, cadendo sul materasso con un piccolo tonfo.
Kurt
si immobilizzò e tutto si fece più buio.
Letteralmente.
“Cazzo
è andata via anche la luce!! No! No! NO!”
Kurt
pregò che l’urlo di Thad non avesse svegliato Blaine e, grazie a Dio, non fu così.
Il
solista dei Warbler continuava a sonnecchiare contro
il suo braccio mentre la stanza, immersa nella semioscurità. Kurt sentiva il
cuore battergli nelle orecchie mentre il profumo di Blaine
lo rincoglioniva….
Appoggiò
il libro e lentamente scivolò un po’ sul letto per sistemarsi più comodo sempre
spostare Blaine.
Poi,
con un sorrisetto, appoggiò la testa a quella dell’altro, sorridendo.
Jeff
e Flint intanto stavano vagando per casa cercando un posto, uno solo, in cui
gli altri potessero non trovarli. Non tanto perché volevano appartarsi come due
ragazzini sfigati con gli ormoni a mille a proprio perché non ne potevano più….
Di
Thad, ovviamente.
Trent li aveva coperti, tenendo impegnato il
capo consiglio Harwood mentre sgattaiolavano via dal
salotto fino alle scale a chiocciola che portavano in qualche altra stanza nel
seminterrato.
“Dici
che ci sono dei ragni lì?” chiese Flint attaccandosi alla felpa del biondo che
sembrava in procinto di aprire una bella porta di legno massello.
Il
biondo rise fermandosi un attimo “Questa è la casa di un miliardario! Puoi
leccare il pavimento e non solo lo troverai pulito, ma anche zuccherato!”
Il
moro lo guardò senza capire prima di scoppiare a ridere “Ma non ha senso!”
“Ti
fidi di me?”
“Siamo
in Titanic?” Flint fece finta di guardarsi attorno “E l’iceberg è rappresentato
dalla marea di stronzate che ognuno di noi sta dicendo?”
Il
biondo rise, aprendo la porta e tirando dentro anche Wilson. Era buio così
prese una delle torce che Thad aveva dato loro e accendendola… “Oh ma porca…” si
guardò attorno meravigliato.
“Jeffy, abbiamo trovato la tavernetta….”
“Abbiamo?
Tu non volevi nemmeno entrare” fecero qualche passo nella stanza, mentre il
moro abbracciava i fianchi dell’altro da dietro.
“Sei
schifosamente alto…. Abbassati”
Jeff
rise, piegando le ginocchia “Sei adorabilmente basso, lo sai?”
Flint
sorrise, avvicinandosi al divano “Smettila di puntarmi la torcia sul sedere e
indicami il pavimento, se no non serve”
L’altro
ridacchiò “Guarda ci sono delle candele su quel ripiano….
Romantico non trovi?”
“Aspetta
che vengano accese no?” prese il candelabro, appoggiandolo sul tavolino di
cristallo davanti al divano di pelle nera ad angolo.
“Ma
solo per me questa casa è allucinante?” chiese Jeff afferrando un accendino da
sopra un ripiano e porgendolo a Flint che accese le candele prima di sedersi
accanto al biondo “Voglio dire… la piscina è un conto
ma la taverna grande come tutta la casa….”
L’altro
alzò le spalle “Non mi agita, è il classico specchietto per le allodole secondo
me … Non hai visto la casa di mio padre…”
Jeff
abbassò gli occhi “Io dormo in una stanza con quattro fratelli….
Capiscimi…”
Flint
si morse le labbra, appoggiando le mani su quelle del biondo “Scusa io…. sono un vero insensibile…”
Jeff
sorrise lievemente scuotendo il capo “Nah…. Sono io
che sono un poveraccio e tu non sei abituato a trattare con gente come me”
Flint
lo guardò attentamente “Tu hai una ricchezza che quasi nessuno ha…. Davvero….” Gli sorrise,
avvicinandosi “E poi sei il mio ragazzo, e questo ti rende molto più figo di Thad a prescindere”
“Oh
beh spero di essere più figo di Thad,
o sono davvero una persona triste” ridacchiò il biondo prima di chinarsi appena
e congiungere le labbra con quelle soffici del moro.
Sentii
la mano di Flint appoggiarsi al centro del suo petto, tirandolo appena per la
felpa mentre l’altra andava ad accarezzargli i capelli chiari, passandoci le
dita attraverso.
Wilson
sorrise nel bacio appena avvertì la lingua di Jeff premergli leggermente le
labbra, tracciandone il contorno e chiedendo così il permesso di poter
accarezzare la sua.
Permesso
accordato, naturalmente.
Continuarono
a baciarsi così per un po’, fino a che, bramosi di aria, si staccarono
sorridendosi, appoggiandosi allo schienale del divano.
“Sai…. Pensavo che dobbiamo fare qualcosa”
Jeff
corrugò la fronte “Qualcosa per cosa?”
“Per
Kurt e Blaine”
E
bastò affinché l’altro capisse “Difficile eh…. Wes sta impazzendo per far aprire gli occhi ad Anderson….”
“Si
piacciono tanto” disse semplicemente il moro, alzando le spalle “E penso che Blaine sia un idiota a non lasciarsi andare….
Kurt non aspetta altro”
“Ma
come fai a dirlo?”
“Beh
me ne ha parlato lui….”
“Ah….”
Rimasero
un attimo in silenzio, mentre le mani di Flint accarezzavano il petto
dell’altro.
Il
biondo nel contempo non riusciva ancora a capacitarsi della fortuna che aveva
avuto. Stava con Flint, stavano insieme per davvero e se prima gli sembrava stupendo…. Alla tenue luce della candela il suo viso
diventava in assoluto la cosa più bella mai esistita.
Gli
baciò ancora le labbra “Hai qualche idea allora?”
“Per
quei due?”
“Ah-ah”
Flint
sorrise “Diciamo che…. La sera di Capodanno è magica”
lo attirò a se, sfiorandogli il naso con il suo “Ci sarà da divertirsi…”
Ripresero
a baciarsi placidamente, decidendo di continuare farlo per tutto il pomeriggio,
mentre al piano di sopra qualcun altro tramava per rovinare la festa a Blaine e Kurt.
“Credo
che non dovremo farlo” Ethan si morse le labbra, mentre sussurrava piano
nell’orecchio di Kirk“E se lo facciamo
stare male?”
“Non
è mai morto nessuno su” rispose l’altro.
“Forse
si!”
Kirk
alzò gli occhi “Fidati di me…. Ci sarà da divertirsi stasera…”
Continua…
*Ginger questa è tutta tua xD
NdA:
ecco
qui il capitolo^^
scusate
il ritardo IMBARAZZANTE ma sto studiando come una pazza!
Ecco
la prima parte del capodanno….
La
dose massiccia di cazzate non si ferma di certo qua!
Un
paio di appunti:
·Come
immagino casa di Thad in montagna: ULALA ; ULALA2 se scorrete le
pagine ci sono altre foto…. È troppo da ThadxD
·ho
visto che su Facebook qualcuno ha iniziato a usare i
personaggi della FF (prima di tutto del telefilm, ovviamente) all’interno dei GdR così con un paio di amiche ho pensato di crearne uno di
solo Warblers! Che ne dite? Se abbiamo almeno i
personaggi principale si potrebbe anche fare^^ io pensavo di fare Kurt, una mia
amica Blaine e un’altra ancora si è prenotata Jeff,
per il resto sono tutti liberi! Quindi se qualcuno vuole prendere uno degli
altri personaggi (Thad, Nick, Trent,
Kirk, Ethan, Richard, Wes, David ecc) lo scriva nella
recensione e vediamo di organizzarci :D
Grazie mille a tutti coloro che
recensiscono sempre! :D
E anche ai nuovi arrivati!
A presto!
Farò il possibile per scrivere nonostante
la mole di studio!
Capitolo 12 *** #11 Blaime it (on Blaine and Fireworks)…. ***
bananissima
Blaine Anderson presents:
the Pips!
#11 Blaime it (on Blaine and
Fireworks)….
Se
qualcuno avesse messo piede nel salotto della baita lussuosa degli Harwood alle dieci e venti di sera, la sera di Capodanno,
sarebbe rimasto del tutto attonito.
Non
tanto perché tutto era ancora parzialmente intatto ma soprattutto perché la
scena era molto inquietante.
La
luce non era ancora tornata quindi l’intera stanza era piena di candele, che i
ragazzi avevano impiegato quasi due ore a disporre.
“Sembra
di essere in un cimitero” disse Kurt, seduto accanto a Flint sul tappeto,
mentre entrambi stringevano fra le mani un paio di lattine di Diet Coke.
A
dirla tutta erano i soli che dovevano ancora iniziare a bere e, ad essere
totalmente onesti, probabilmente sarebbero stati gli unici a poter fare il
brindisi, se gli altri continuavano così.
Trent se ne stava seduto al tavolo, con la
testa appoggiata alle braccia e accanto un bicchiere di vino che era stato
riempito già parecchie volte.
Thad ciao.
Era
già ubriaco marcio e nessuno aveva dubbi sul fatto che sarebbe successo.
La
vera sorpresa era stato Nick ancora perfettamente sobrio.
Così
come Blaine.
Wes e Jeff iniziavano ad essere un po’
troppo allegri.
David
li teneva sotto controllo.
“Non
controlli il tuo ragazzo?” Kurt si voltò verso il morettino che, nel frattempo,
aveva preso la bottiglia di vodka e lo sciroppo alla fragola, versandone un
paio, abusando della fragola e stando attendo a non metterci troppo alcool.
“Nah, può cavarsela e poi vorrei anche io sballarmi un
po’….” gli passò il bicchiere mentre Kurt lo guardava scettico “Dopo mezzanotte
però”
Thad si lasciò cadere con un tonfo in
ginocchio tra i due e li guardò ridacchiando divertito.
Kurt
lo osservò attentamente e si chiese come fosse possibile che l’alcool potesse
cambiare così tanto una persona: la camicia mezza aperta, i pantaloni neri ed
aderenti sporchi di chissà cosa, i capelli spettinati.
Quello
non era Thad!
“Mi
stavo chiedendo una cosa” brontolò con la voce distorta dai fumi dell’alcool,
abbracciando le spalle di Kurt.
“Preoccupati”
sussurrò Flint mentre Hummel stava zitto in attesa.
“…Ma voi gay” proruppe Harwood
“Guardate molto alle dimensione? Insomma io quando vedo una ragazza punto
subito il culo e le tette anche se poi dico che sono un romantico e noto il
colore degli occhi…. È una cazzata” scoppiò a ridere
mentre Wilson sorrideva divertito a un Kurt scioccato “E voi? Guardate molto
alle dimensioni del cazzo?”
Flint
scoppiò a ridere mentre Kurt si irrigidiva iniziando a boccheggiare come un pesce
rosso “T-Thad…. Ma …. S-sei
impazzito o…”
“Non
devi vergognarti di me, sai?” continuò a vaneggiare l’altro dando un bacio a
Kurt sulla guancia “Io ti voglio bene! Sei il mio compagno di stanza…. So che mi fissi quando esco dalla doccia!”
“Ma
non è vero!” se lo staccò di dosso e quello cadde per terra, steso, mentre il
morettino si scompisciava “Fai qualcosa invece di ridere, tu?”
“Fare
cosa? È ubriaco marcio!” indicò Thad che cercava di
rialzarsi “E poi non prendertela con me se ti ha beccato a guardarlo nudo…”
“Ma
è una bugia! Non è vero!”
Il
capo consiglio si rialzò traballante prima di andare ad abbracciare da dietro Blaine per fargli la stessa identica domanda.
“Ascolta
con attenzione la risposta” disse Flint dando una gomitata a Kurt.
Questi
sbuffò, imbarazzato ed irritato, guardandolo male “Non mi interessa, grazie…”
“Non
ti interessa perché sai di essere un superdotato e quindi vai sul sicuro o
perché invece non lo sei e temi un sì?”
Hummel
lo guardò con la bocca socchiusa “Questo tuo lato perverso che emerge così,
fuori luogo, mi turba sai?”
“Non
sono fuori luogo, anzi! È quello di cui si parlava!”
Kurt
si portò le mani al viso, cercando di calmarsi. Non era colpa sua ma tutte le
volte che si parlava di sesso o argomenti strettamente connessi lui….
Impazziva.
Non
perché gli piaceva fingersi pudico ma…. Perché lo era
veramente!
Era
fiero di essere quello che era, ma l’argomento sesso lo spaventava.
Parecchio.
Non
sapeva cosa fare e non voleva nemmeno saperlo. Non gli importava di essere gay,
sarebbe stato così anche da etero, ne era certo.
Flint
gli sorrise “Kurt ti sta andando a fuoco la faccia?”
“Cambiamo
argomento! Ti prego!”
Wilson
ridacchiò ancora un po’ prima di prendere la bottiglia della vodka e versandone
un bel po’ nel bicchiere di Kurt “Ti serve qualcosa che ti sciolga amico, o ti
verrà un infarto…. Vedrai cose che non immagini
nemmeno stasera…”
“Per
esempio?” domandò spaventato Hummel.
“Beh
a me l’hanno solo raccontato ma… L’anno scorso a metà
serata Wes si è vestito da donna, truccandosi anche
malissimotanto da sembrare una
prostituta stuprata….E Blaine e Thad
hanno limonato per un po’ prima che gli altri iniziassero a preoccuparsi di
dove le mani del solista di stessero dirigendo…”
Kurt
sgranò gli occhi mentre Flint ricambiava lo sguardo un po’ malizioso “Cosa ha
fatto Thad?”
“Hai
capito bene…. l’alcool libera le persone dalle… oh!” Non riuscì a finire la frase perché Jeff gli si
buttò praticamente sopra, spingendogli la schiena contro il pavimento prima di
avventarsi con ardore sulle labbra del morettino lasciando Kurt visibilmente a
disagio.
Si
alzò velocemente, sentendo però la testa girare appena per via della vodka. Con
passo instabile si sedette sul divano, lasciando il bicchiere sul tavolo “Mi sa
che se continuo così… Non capirò nulla in una decina
di minuti”
Nick,
che era lì vicino, gli sorrise “Astemio?”
“A
quanto pare” disse Kurt sedendosi pesante sul divano con una mano sulla fronte.
“Se
ti gira solo la testa in poco ti passa, non agitarti” gli diede una pacca sulle
spalle prima di andare ad alzare il volume dell’orribile musica tecno che Thad aveva scelto per l’occasione.
Kurt
sospirò, guardandosi attorno.
Non
stava andando esattamente come si era immaginato….
Quando
aveva pensato a quel Capodanno si era fatto mille castelli di carte,
immaginandosi in qualche romantica scena idilliaca con Blaine,
mano nella mano a guardare i fuochi artificiali.
Ascoltava
la canzone che aveva inciso per lui tutti i giorni almeno una ventina di volte,
credendola una sorta di pre-dichiarazione d’amore ma…
Non
gli si filava per nulla.
Addirittura
a Kurt sembrava che fosse molto più distaccato con lui.
Si
era addormentato sul suo braccio quel pomeriggio, quando si era offerto di
fargli compagnia, ma dopo essersi svegliato aveva cambiato del tutto
atteggiamento nei riguardi di Hummel.
Lo
aveva guardato disorientato, poi aveva in primo tempo sorriso leggero, prima di
sgranare gli occhi un istante e diventare freddo.
E
poi basta, alla festa sembrava addirittura che si stesse comportando come se
Kurt non esistesse nemmeno.
Kurt
non lo sapeva ma quel assurdo comportamento era una mossa tattica studiata da Blaine (e dal suo cerv…. No ok,
non si sa precisamente da cosa) perché, nell’esatto istante in cui aveva aperto
gli occhi e si era trovato davanti Kurt che lo guardava quasi deliziato, aveva
appreso importante e nuova verità mistica: avrebbe voluto incontrare quegli
occhi limpidi ogni qualvolta si fosse svegliato.
E
non andava bene.
Non
poteva innamorarsi di Kurt! Non doveva!
E
cosa fare quindi? Evitare di guardarlo negli occhi poteva essere già un inizio,
per il metro di giudizio di Anderson.
Magari
però avrebbe evitato questo comportamento, se avesse saputo che esso dava
terreno libero a Kirk e Ethan e ai loro piani.
I
due si avvicinarono a Kurt sedendosi ai suoi due lati.
Il
biondone sorrise passandogli un bicchiere ripieno di
Dio sa solo cosa “Allora novellino, ti stai divertendo?”
Kurt
storse la bocca “Insomma…. Cambiare musica sarebbe
già un buon inizio…”
Ethan
scambiò uno sguardo con Kirk prima di picchiare il bicchiere contro quello di
Kurt “Brindiamo a una serata migliore allora!” poi bevve un sorso, imitato da
Kirk e Hummel.
Il
più giovane prese a tossire forte, portandosi poi una mano alla gola che sembrò
andargli a fuoco “Ma cosa c’è qui dentro?” chiese guardando il liquido nei
bicchieri degli altri due che pareva il medesimo del suo.
Kirk fecespallucce “Gin lemon…. Non è pesante” disse poi con un tono che
Kurt non riuscì a confutare.
Si
sentiva uno scemo, visto che gli altri due bevevano con naturalezza mentre lui
rischiava la morte.
Non
sapeva che il suo drink, al contrario degli altri due, era per tre parti gin e
una parte succo di limone…
Ne
bevve un altro paio di sorsi, mentre sentiva che già iniziava a dargli alla
testa. Avrebbe smesso subito se non fosse stato per Kirk.
Anzi,
per quello che Kirk gli disse.
“Mi
dispiace che tu stia così male amico….”
Kurt
alzò gli occhi (non molto lucidi) nei suoi “Io non sto male”
“Si
invece” intervenne Ethan portandogli un braccio attorno alle spalle “Per Blaine…”
Kurt
sgranò gli occhi, pregando di essere così ubriaco da non aver capito. Peccato
che invece ancora era in grado di ragionare, e anche molto bene.
“C-cosa….?”
“Amico
non preoccuparti” lo rassicurò Kirk “Si vede lontano un miglio che sei cotto
del nostro solista” gli disse il biondone,
guardandolo prima di voltare lo sguardo verso Blaine
“Solo che lui fa il difficile….”
Kurt
provò a negare in un primo momento, iniziando a pensare a chi mai potesse
averlo tradito. Flint era fuori discussione, non poteva aver parlato…
Thad nemmeno.
E
allora chi….
“A
me non piace Blaine.”
“No
infatti ne sei innamorato” quest’ultima affermazione lo gelò del tutto, e la
sola cosa che riuscì a fare fu bere un paio di sorsi generosi mentre Ethan si alzava
per preparare un altro bicchiere “Davvero è evidente, ti si illuminano gli
occhi ogni qualvolta che lui fa o dice qualcosa…
Penso che persino lui se ne sia accorto…”
Kurt
si morse il labbro mentre gli veniva passato un altro bicchiere e, dopo aver bevuto
disse “Io lo amo…”
Ok,
presupponendo quanto è astemio era logico che dopo un bicchiere pieno di puro
gin sarebbe già iniziato ad uscire di testa, il secondo serviva per mandarlo
del tutto in orbita.
Kirk
sorrise soddisfatto “Beh è un bel ragazzo” ci pensò su, storcendo il naso in
una smorfia “Circa….”
“Ma
lui non mi vuole…” il tono traballantemente
triste di Kurt fece spostare lo sguardo a Ethan che, per la prima volta, si
sentì davvero un verme. Molto peggio della vernice rosa sulla camicia e la testa
di Thad. Molto peggio di sapere che Wes era sulla tazza del water ad evacuare anche l’anima.
“Kirk…. Basta”
Il
biondo però lo ignorò, avvicinandosi all’orecchio di Kurt che si stava
appropinquando a svuotare anche il secondi bicchiere “Perché non vai a dirglielo?”
Hummel
prese a ridacchiare “Tu sei pazzo…. Non posso farlo”
“Allora
perché non vai a baciarlo? Non devi dirgli nulla se lo baci…”
Ethan
si portò una mano al viso “Penso sia ubriaco, non stupido…”
Kurt
però sembrava di un’altra opinione visto che si alzò traballante appoggiandosi
alla spalla di Moore, prima di partire con passo fa marinaio ubriaco su di una
nave durante una tempesta, cercando di attraversare la stanza per raggiungere
il punto in cui si trovava Blaine.
Kirk
si appoggiò con la schiena al divano, allargando le braccia sullo schienale e
osservando la scena con aria soddisfatta mentre Ethan alternava occhiatacce a
lui a sguardi preoccupati verso la schiena di Hummel.
L’attraversata
non fu semplice: dovette scavalcare Flint e Jeff, ancora stesi sul pavimento a
baciarsi, e questo gli costò quasi una caduta.
Flint
lo guardò preoccupato, ma la sensazione della labbra di Jeff sul suo collo lo
costrinsero a riportare tutta la sua attenzione al biondino.
Blaine non lo vide arrivare, in un primo
momento.
Era
impegnato a parlare con David, mentre guardavano Wes
sulla poltrona accanto al camino, baciare la sua ragazza, poi la ragazza di Thad, e poi esortare le due ragazze a baciarsi fra loro.
David
sembrava parecchio interessato mentre Blaine solo molto
sorpreso “Dici che dobbiamo intervenire?”
“Non
lo so” rispose il ragazzo di colore guardandolo “Non stanno facendo niente di male…. Solo che se arriva Thad
forse da di matto”
Blaine alzò le spalle “Manco li nota…. Prima parlava con un candelabro….
È più ubriaco di loro tre sommati, credo e poi…”si
interruppe appena vide Kurt che, traballante, stava provando a raggiungerlo
scavalcando il divano e finendo per rotolare su di esso fino a terra “Oh no…. Non anche lui ti prego…”
David
voltò il capo in tempo per vedere Hummel provare a rialzarsi prima di cadere
sulle ginocchia, ed esplose a ridere “Lo credevo una fortezza, e invece è
caduto anche lui vittima degli alcolici! E sono solo….”
Controllò l’orologio alzando la manica della camicia bordoux
“le undici e dieci..”
Blaine si avvicinò aiutandolo ad alzarsi e
subito Kurt gli lanciò le braccia al collo, stringendosi contro di lui.
A
Blaine mancò un attimo il respiro, un po’ per la
stretta e un po’ perché sentiva il naso di Kurt sfregare contro al suo collo e
quel respiro sulla sua pelle rischiava di mandarlo all’obitorio.
Embolo,
diretto.
“Kurt,
mi capisci?” provò a chiedere, cercando di staccarselo di dosso, ma fu tutto
inutile.
Il
ragazzo sembrava incollato.
David
sorrise, prendendo poi il cellulare dalla tasca e scattando una foto ai due
ragazzi.
“No
dai, ti prego” Blaine arrossì di colpo, appoggiando
una mano sulle costole di Kurt mentre con l’altrasi allungava per prendere il cellulare di
Thompson “Domani si imbarazzerà molto se gli fai vedere quella foto.”
“Ma
siete così carini” si limitò a rispondere David, lasciandolo senza parole.
Così
come quello che gli sussurrò Kurt, sempre continuando a stare appiccicato a
lui.
“Hai
un profumo così buono, Blaine….” Sentì le labbra di Kurt
appoggiarsi delicate sotto all’orecchio e una scarica di brividi lo pervase.
Non riuscì a far nulla, eccetto abbracciare i fianchi di Kurt mentre questo
pareva rilassarsi, appoggiandosi alle sue spalle e smettendo di soffocarlo.
“Se
fai un’altra foto di uccido” disse il solista, mentre David prendeva di nuovo
il cellulare ridendo come un pazzo.
“Non
la faccio a te…. Ma a lui” fece un cenno con il capo
oltre le spalle di Blaine, così il ragazzo fece un
mezza piroetta su se stesso, sempre mantenendo Kurt, e si trovò davanti lo
spettacolo più inaspettato di tutti….
ThadHarwood che
camminava, con i capelli bagni, per il corridoio.
Ah,
dimenticavo, era totalmente, incondizionatamente, inequivocabilmente nudo.
Come
mamma l’aveva fatto.
Blaine arrossì spostando lo sguardo “Caz…. David! Smettila di fotografarlo e fai qualcosa!”
Il
ragazzo di colore annuì, afferrando un panno da sopra il divano e andando ad
avvolgerci il padrone di casa, fino a portarlo sul divano davanti al camino.
“Posso
sapere perché eri nudo, Thad?” gli chiese David
sedendosi accanto a lui e sfregandogli le braccia, visto che il ragazzo
tremava.
“Tu
fai mai il bagno vestito?” domandò ovvio quello.
“Sei
stato in piscina?” domandò sgranando gli occhi “Ubriaco come sei potevi
annegare.
Blaine scosse il capo, mentre Kurt si voltava a
guardare Thad, appoggiandosi al petto del solista
mentre continuava ad abbracciarlo.
“Ti
sembro scemo?” domandò Harwood “Sono andato in mezzo
alla neve….”
Blaine sgranò gli occhi, mentre inconsciamente
appoggiava la guancia alla fronte di Hummel che chiuse gli occhi cullato dai
battiti del cuore dell’altro “Ti sei buttato in mezzo alla neve?! Come minimo
domani avrai la polmonite”
“Come
sei drastico…. Pensavo che voi Hobbit
foste dolce e simpatici…” Thad
lo guardò male “Non mi hai nemmeno offerto l’erba pipa! Ingrato!”
David
ridacchiò, appoggiandogli una mano alla fronte “Per ora non è nemmeno caldo”
“Grazie,
per forza! Ha fatto il bagno in mezzo alla neve! Hai visto quanto nevica?”
chiese Blaine irritato mentre Kurt apriva gli occhi
di nuovo, disturbato.
“Nevicava”
lo corresse Harwood “Solo che ha smesso e io volevo
nevicasse ancora…. È meno divertente così…”
“Ma
se prima ti lamentavi che non c’era nemmeno la luce?”
“Ma
ormai è andata…. Tanto vale che continui a nevicare
così io posso saltellare sotto alla neve!”
“Tu
sei pazzo” Blaine lo guardò allucinato, chiedendosi
quanto potesse essere ubriaca una persona per fare una cosa del genere.
“Sei
invidioso perché sono più alto di me” ribeccò Harwood
mentre David filmava la scena.
Thad ammiccò muovendo velocemente le
sopracciglia e passandosi la lingua sulle labbra “Due millimetri di puro splendore…”
“Due
millimetri di puro squallore…”
Kurt
alzò gli occhi in quelli di Blaine, per poi
avvicinare il viso al suo tanto da sentire i loro nasi sfiorarsi “Blaine sai che hai davvero dei begli occhi? E delle belle
labbra e…”
Thad scoppiò a ridere “Perché non gli dai il
culo invece di essere così fallosamente romantico?! Te lo dico tutte le sere,
Hummel!”
Blaine prese Kurt per i polsi, staccandolo dal
suo corpo e avvertendo immediatamente freddo “Siediti qui, Kurt” disse
facendolo accomodate accanto ad Harwood “Ok vediamo
di farli rinsavire…. Nick! Sei sobrio?”
Duvall
smise di parlare con Richard, voltandosi verso il solista “Sì perché?”
Blaine lo guardò stranito, così come Thad e David, poi disse “Beh è un miracolo….
Comunque, faresti del caffè?”
Il
ragazzo annuì andando verso la cucina con Cam (che
parlava a rovescio tanto era cotto) e Rich.
“Bene
ora aspettiamo solo…” David smise di parlare,
attirando così l’attenzione di Blaine che si stava
guardando attorno per fare il punto della situazione. Abbassò gli occhi di
caramello sul viso del ragazzo di colore, che stava fissando Kurt “Ma… Kurt stai piangendo?”
Blaine fissò gli occhi cristallini di Kurt,
appena arrossati dal pianto e poi corse da lui, inginocchiandosi lì accanto “Kurt…. È successo qualcosa?”
Kurt
si alzò in piedi, traballante, guardandolo con gli occhi pieni di lacrime e
rancore “Perché fai così?”
Anderson
lo guardò senza capire, alzandosi a sua volta “Faccio cosa?”
“Mi
allontani da te….” Un singhiozzo gli ruppe la voce,
“Non ti capisco Blaine…”
Con
un’agilità che non è solita di un ubriaco riuscì ad allontanarsi, rischiando
solo di cadere una volta. Nicholas lo prese al volo appena in tempo guardando
poi stranito Blaine.
Tutti
stavano guardando Blaine, anche Wes
con le due ragazze in braccio.
Tutti
avevano sentito e ora lo stavano guardando in attesa.
Come
è logico pensare, fu Thad a rompere quella situazione
di stallo “Senti pensi di seguire a parlarci o sei così pieno di te e con così
tanta mania di protagonismo da farti guardare un altro po’?” chiese mentre Nick
gli porgeva il caffè.
Anderson
non se lo fece ripetere, partendo velocemente nella direzione in cui era
scomparso Kurt.
“Ma
si può essere tanto idioti?” chiese Thad “io sono
così ubriaco da non ricordarmi nemmeno i vostri nomi ma so che è un idiota
quello la!”
David
si ritrovò a dar ragione all’ubriacone, prima di aiutarlo ad alzarsi per andare
a vestirsi.
Blaine continuava a vagare per i corridoio bui
chiamando Kurt.
La
luce della luna era la sola fonte di luce e, dopo tutto quel nevicare, era
quasi un miracolo vederla così grande ed argentata nel cielo.
Si
stava quasi per arrendere, chiedendo aiuto a Flint magari, quando da una stanza
gli arrivarono le note di un pianoforte.
Arrivò
fino ad essa e trovò Kurt chino su di esso, mentre suonava piano una melodia
triste, utilizzando solo la mano destra mentre con la sinistra si sorreggeva il
capo, sbagliando di tanto in tanto per la quantità di alcool che aveva in
circolo.
“Kurt….” Andò verso di lui, appoggiandogli le mani sulle
spalle “Io non volevo offenderti….”
Kurt
non gli rispose nemmeno, tirando su col naso mentre continuava a suonare una
melodia bassa e lenta.
Appena
Blaine si mise a sedere accanto a lui, il giovane
Hummel si spostò del tutto verso sinistra, sulle ottava più basse, iniziando
una melodia triste che fece stringereil
cuore a Blaine.
“Kurt
ti prego parlami…. Piuttosto insultami ma parla…”
Ma
quello niente, continuava a suonare in silenzio, facendo scale sempre uguali.
Di
punto bianco anche Blaine portò una mano sul piano
ripetendo la stessa scala di una paio di ottave più alta.
Kurt
la ripeté bassa, aggiungendo qualche nota per complicare la melodia, alzando
appena gli occhi cristallini ancora un po’ offuscati dall’alcool in quelli
chiari e lucidi di Blaine, che continuava a seguirlo
sulle note alte senza difficoltà…
Il
solista dei Warblers lo guardava rammaricato,
sorridendo però lieve convinto che la musica avrebbe convinto Kurt a rilassarsi
e magari tornare a parlare con lui senza rancore. Sapeva che la causa di tutto
era l’alcool, che gli bastava aspettare la mattina successiva e il post sbornia
ma, non ce la faceva.
Voleva
vederlo sorridere in quel momento, a qualunque costo.
Non
avrebbe dormito sapendolo arrabbiato con lui, anche senza motivo.
Kurt
appoggiò anche l’altra mano sul piano, suonando ancora una melodia più ricca, subito
copiata da Blaine.
Il
ragazzo ricciolino decise di prendere in mano la situazione iniziando a suonare
una melodia molto più veloce prima di voltarsi a guardare con la coda
dell’occhio Kurt che gli voltò le spalle, appoggiandosi con il gomito hai tasti
e facendo un rumoraccio.
Blaine ridacchiò continuando a suonare e
chiudendo gli occhi.
Solo
quando sentì Kurt suonare con lui li riaprì incontrando quelli del ragazzo
accanto a lui e sorridendo.
Kurt
ricambiò il sorriso, prima di farsi prendere dall’entusiasmo e iniziare una
lunga serie di scale, occupando la zona in cui stava suonando Blaine e appoggiando così una mano sulla sua.
Si
appoggiò con la spalla al suo petto per non cadere e chiuse gli occhi,
sospirando, mentre l’altro sorrideva intenerito, abbracciandogli i fianchi con
un braccio.
“Non
sapevo che fossi così bravo al pianoforte” gli disse mentre l’altro si
accoccolava contro di lui, ad occhi chiusi.
“Non
sei il più bravo del mondo, Anderson” gli rispose quello sbadigliando e
intenerendolo, se possibile, ancora di più.
“Pensi
di essere più bravo di me?” lo stuzzicò.
“No”
fu la risposta tranquilla di Kurt “ma di sicuro sono più modesto…”
Blaine rise “Sei più impertinente quando sei
ubriaco lo sai?”
Kurt
però non rispose, limitandosi a tenere gli occhi chiusi.
Blaine lo sistemò meglio contro il suo petto
girandolo, così da potergli passare un braccio attorno alla schiena .
“Vuoi
che ti metta a letto?”
Kurt
aprì gli occhi per incontrare quelli di Blaine “Ma… senza nemmeno un appuntamento prima non è romantico…” gli disse con la voce lievemente impastata dal
sonno.
“Cos…”
Blaine lo guardò senza capire per un istante, poi
ricordandosi di quello che aveva detto, arrossì di colpo “Kurt, sei perdonato
solo perché hai bevuto….”
Fece
per prenderlo in braccio e portarlo in camera, ma quello si lamentò “No…”
“Cosa
c’è che non va ora?” chiese paziente, guardandolo negli occhi socchiusi.
“Questo
capodanno fa schifo, non è come lo volevo…”
Blaine lo guardò inclinando di poco il capo “E
come lo volevi?”
Kurt
esitò un istante, e per quella manciata di secondi a Blaine
parve almeno un po’ lucido. Ma ovviamente doveva ancora smaltire la sbornia “Io
volevo guardare i fuochi artificiali…. Con te”
Il
solista lo fissò sorpreso, prima di aiutarlo ad alzarsi “Mancano ancora cinque
minuti a mezzanotte, se vuoi possiamo ancora vederli….”
A
Kurt brillarono gli occhi “Dici davvero?”
“Certo!
Andiamo dai” Gli prese la mano, incamminandosi verso la loro stanza dove
presero le giacche della tuta da sci e una coperta, prima di avviarsi fino alla
terrazza esterna.
Li
Blaine fece sedere Kurt su una sedia prima di
prenderne un’altra e mettersi accanto a lui, avvolgendo entrambi con la coperta
e portando un braccio attorno alle spalle per scaldarlo “Se hai troppo freddo
possiamo rientrare”
Hummel
però scosse piano il capo “Sento la sbronza passarmi….
Lentamente….” Sussurrò.
Blaine ridacchiò “Il freddo aiuta, sai? Ora
rilassati e prega che i fuochi siano davanti a noi o ci toccherà andare
dall’altra parte della casa”
Kurt
eseguì alla lettera, appoggiando il capo a quello di Blaine
mentre ignorava la nausea che gli stava salendo.
Non
avrebbe mai vomitato davanti a Blaine, tanto meno ora
che stava tornando lucido…
Il
destino per una volta giocò dalla loro parte e a mezzanotte precisa i fuochi di
artificio iniziarono ad esplodere davanti a loro in una marea di linee colorate
e dipingevano di luce il cielo nero.
Blaine le fissava incantato, come un bambino
stregato da quei giochi sgargianti mentre Kurt alternava guardi al cielo a
occhiatine al ragazzo.
Resistette
quasi mezzora, sino a che l’ultimo scoppio infranse la notte, prima di lasciare
la mano di Blaine che non sapeva nemmeno di aver
afferrato e correre al corrimano della terrazza, vomitando anche l’anima.
Quando
il primo gennaio si era svegliato, Kurt si era ritrovato steso nel suo letto,
avvolto con cura nelle coperte e con un discreto ma non letale mal di testa.
Si
alzò a sedere notando che erano ormai le tre del pomeriggio.
Spostò
gli occhi ancora pesanti a causa del sonno sul lettino accanto a lui, dove si
aspettava di trovare Flint ma che, invece, era occupato da Blaine.
Scese
piano da letto, incapace di trattenere oltre la pipì, e si incamminò verso il
bagno lanciando un occhio al letto matrimoniale dove, abbracciati, trovò Sterling e Wilson ancora addormentati.
Erano
molto dolci, così stretti.
Controllò
se fossero vestiti e appena notò la manica della camicia di Jeff sospirò,
indeciso se essere deluso o sollevato.
Anche
lui era vestito ancora come la sera precedente, e mentre faceva pipì e apriva
l’acqua calda per farsi una doccia ripensò a quello che era successo scoprendo
di non ricordare poi molto.
Si
ricordava di Kirk sul divano con lui e Ethan ma non di che avevano parlato,
aveva un vago miraggio di Flint e Jeff a terra a pomiciare e poi un buco di
almeno un’ora, prima dei fuochi d’artificio.
Del
braccio di Blaine attorno alle sue spalle.
Della
sua mano grande e calda a scaldare la sua….
Arrossì
immediatamente, mentre tornava in stanza furtivo a prendere un cambio per poi
richiudersi a chiave in bagno.
Si
spogliò velocemente entrando nella vasca piena di acqua calda e si rilassò,
chiudendo gli occhi.
Decisamente,
sbronza a parte, era stato un bel capodanno e un ottimo inizio 2011.
Ora
doveva solo rilassarsi e cercare di capire se aveva detto o fatto qualcosa di
compromettente.
Quando
si ritrovarono tutti (ovviamente c’erano state delle vittime) Blaine gli sorrise chiedendogli come si sentisse, così
sollevato si convinse che non era successo nulla.
Peccato
che Anderson, nonostante la nonchalance, la pensasse diversamente.
Gli
aveva preso la mano, guardandolo con quegli occhi offuscati non solo
dall’alcool ma anche da qualcosa che…
No.
Non
doveva pensarci.
Si
autoimpose di non pensarci mentre un Thad assurdamente attivo per aver fatto il bagno nella neve
e essersi sbronzato e vomitato non una, non due, bensì tre volte, proponeva di
andare a pattinare.
Non
tutti accettarono; Trent per esempio stava ancora a
letto, più morto che vivo e Flint per quanta voglia ne avesse decise di
rimanere un po’ solo con Jeff, in camera, a ‘curargli il mal di testa’, o come
diceva Thad, ad appurare quanto davvero profonda
fosse la sua gola.
Inutile
dire che si beccò un cazzotto.
Wes e la sua ragazza preferirono evitare
mentre Allison girava alla larga da tutti. forse le
avevano raccontato che aveva chiamato Wes ‘paparino’
tutta la sera infilandogli chilometri di lingua nella trachea.
Alla
fine erano in pochi quelli che erano ben felici di pattinare….
“Tu
non eri ubriaco?! Cioè io si e tu no?!” Kurt si tolse gli stivali, prendendo i
pattini e iniziando ad infilarsi mentre guardava sconvolto Nick che rise.
“No,
io ho aiutato i caduti di guerra”
David
gli battè una mano sulla spalla “Devo ammettere che
hai stupito tutti…”
“Sei
un idiota!” esordì Thad mentre finiva di allacciarsi
un pattino “Insomma… sei ubriaco tutti i giorni dell’anno….. e a Capodanno passi!? Ma sei scemo o mangi i
sassi?”
Duvall
lo guardò male “Io almeno non morirò di cirrosi epatica! Tu sei un caso perso!”
“Ma
cazzo era Capodanno! Anche Hummel era marcio e annusava il collo di Blaine davanti al camino!”
Kurt
sgranò gli occhi osservando Thad mentre Anderson
alzava gli occhi al cielo dicendo “Ma era proprio obbligatorio dirglielo?”
Harwood rise “Non hai visto il video e le foto
di David?” domandò poi rivolto ad Hummel.
“No!
E non voglio vederle!”
“Io
si!” intervenne Cam, prendendo al volo l’iphone di David per poi sgranare gli occhi.
“Non
vuoi vedermi nudo?”ammiccò Thad passandogli un
braccio attorno alle spalle “Sono sexy sai?” continuò come se non lo turbasse
il pensiero che qualcuno potesse vederlo nudo.
Non
gliene fregava nulla.
Kurt
arrossì spingendolo via, prima di alzarsi e incamminarsi verso la pista
borbottando a bassa voce e lasciando l’altro a scompisciarsi.
Blaine guardò incerto la pista “Non ho mai
pattinato in vita mia” disse sottovoce a Las, che lo guardò sorpreso “So che
farò delle cadute oscenamente imbarazzanti”
“Nessuno
nasce imparato, amico” gli disse Nicholas sorridendo e entrando con eleganza
sulla pista lasciando Blaine ancora più abbattuto.
Kurt lo raggiunse, esibendosi anche in una piccola piroetta, e appoggiandosi al
parapetto.
“Non
entri?” gli chiese sorridendo.
“Mi
prendi in giro se ti dico che con questi cosi non so andare da nessuna parte?”
gli rispose, indicando i pattini che aveva ai piedi.
Kurt
alzò le spalle “E…. allora? Io non sapevo andare
sullo snow e tu hai provato ad insegnarmi….
Ora lascia che io aiuti te”
Anderson
annuì, facendosi il segno della croce in modo molto drammatico prima di provare
ad entrare in pista.
Si
aggrappò subito al parapetto per non cadere “Ma si scivola!”
“Wow!
Non lo avrei mai detto!” gli disse Thad entrando con
David e pattinando con molta meno eleganza degli altri “Blaine
dici che si scivola sul ghiaccio?” chiese poi, falsamente stupito e beccandosi
un bel vaffanculo “Sei scontrosetto….
Iniziato male l’anno? Non sembrava vai?” lo prese in giro Harwood
facendo anche l’occhiolino a Kurt, prima di venire portato via a forza da David
prima di beccarsi un calcio.
Mentre
Blaine lo fulminava Kurt spostava lo sguardo
imbarazzato, incontrando quello chiaro di Kirk dietro al parapetto “Tu non
pattini?”
“No”
rispose il biondone facendo spallucce “Non voglio
levarmi le Prada e lasciarle incustodite e poi…. Sono
qui solo per guardare voi cadere.”
Blaine lo guardò alzando un sopracciglio mentre
Kurt analizzava con cura gli stivaletti bassi che indossava il biondone, di un beige molto tenue da cui usciva del pelo
bianco.
“Molto
gaia come cosa” concluse Blaine “Sicuro di non voler
passare dalla nostra parrocchia per un saluto?”
“No
guarda Anderson, sto bene da questa parte del fiume….
Ora datti da fare e cadi con dignità”
Kurt
rise, appoggiando le mani sui polsi di Blaine “Perché
non mi dai le mani e ti fai trascinare? Così magari capisci come muoverti….”
“Ecco
vai, dagli le mani e lasciti trascinare!”
“Taci
Thad!” Kurt sospirò portando indietro un ciuffo
ribelle prima di staccarsi appena e allungare le mani verso Blaine
“Fidati…”
Il
solista lo guardò un istante negli occhi prima di staccarsi dal parapetto, dove
Kirk osservava la scena come se fosse al cinema davanti ad una scena
particolarmente avvicente, e prese le mani di Kurt.
Hummel
sorrise, tirandolo un po’ più verso di se “Ecco vedi? È facile….
Tieni le gambe più rilassate o cadi…” gli dissetrascinandolo verso il centro della pista.
Blaine si iniziò ad agitare “No dai, rimaniamo
ai margini almeno per i primi giri?”
“Ma
così non impari!”
“No
Kurt! Aspetta!” si mosse scattoso, barcollando ed
aggrappandosi a Kurt sperando di non cadere.
Ma
tutto quello che ottenne fu finire su di lui.
Appoggiò
le mani guantate al ghiaccio sollevandosi appena “S-scusa, sono un disastro” i loro nasi si sfiorarono per un
istante mentre i loro occhi rimanevano calamitati.
Durò
qualche secondo, poi si riscossero un po’ imbarazzati.
Kurt
lo guardò ridacchiando “Non preoccuparti solo…. Non
avevo mai battuto il sedere prima. Grazie eh”
“Vedi?”
Thad si fermò accanto a loro, aiutando Blaine ad alzarsi dal corpo dell’altro “TI ha rotto il culo…. In un modo differente da quello che credevo ma il
risultato è lo stesso!”
“ADESSO
BASTA!” Blaine si sporse per prendere Thad che, velocemente, schizzò dall’altra parte della
pista. Il solista appoggiò le mani sul ghiaccio per non cadere e poi
raddrizzandosi e iniziare ad arrancare da prima malamente e poi sempre più
veloce e diritto verso Thad per prenderlo e fargli
male.
David
nel frattempo aiutò Kurt che rise di gusto “Blaine
stai pattinando!” gli urlò, ma quello non lo sentì nemmeno, troppo impegnato a
spingere Thad rischiando di ucciderlo.
“Ti
sei fatto male?” gli chiese il ragazzo di colore, aiutandolo a tagliersi il giacchio dalla giacca.
Kurt
scosse il capo, divertito.
“No,
tutto a posto….” Tornò a rivolgere gli occhi a Blaine mentre Thompson lo guardava intenerito.
Forse
il Capodanno non era stato perfetto, ma quello e il primo giorno di quel nuovo
anno accesero ancora di più la speranza in Kurt che quello sarebbe stato
davvero un anno speciale….
Continua…
NdA:
Ok
lo so….
Sono
tutte cazzate xD Non c’è un solo momento serio,
eccetto uno che non è nemmeno mio ma un piccolo plagio riadattato per amore di
Tim Burton, ovvero:
La
mia idea del duetto di piano tra Blaine e Kurt è
qualcosa di molto simile a quello presente nel capolavoro di Tim Burton, La
Sposa Cadavere, tra Emily e Victor.
Capitolo 13 *** #12 Thaddy Daddy makes plans too. ***
bananissima
Blaine Anderson presents:
the Pips!
#12 Thaddy Daddy makes plans too.
Da
Capodanno Kurt ebbe poco tempo per pensare a Blaine.
Non
si era illuso di quello che era successo fra loro per il semplice fatto che non
era successo proprio niente.
Da
quel che si ricordava, aveva visto nelle foto e i video di David e che gli
avevano raccontato gli altri, Blaine non aveva fatto nulla per assecondare
quelle vaghe avance che Kurt gli aveva fatto.
“Eri
marcio” gli aveva spiegato Thad, in un momento in cui se ne stavano in camera a
guardare la prima nevicata dell’anno nuovo sulla Dalton, mentre ripuliva la
gabbietta di Pavarotti “non poteva mica farti stendere sul divano e farti
provare cosa si sente ad avere tanti piccoli Gremlins che ti corrono sulla faccia!
Non sarebbe stato decoroso!”
Kurt
si ritrovò a sorridergli, e Thad gli rispose alzando appena gli occhi dal libro
per poi rituffarsi a capofitto in Lettere Moderne. Osservando l’amico
dell’ultimo anno oberato di lavoro non si sentiva però da meno…
Altro
motivo per il quale non aveva perso molto tempo a pensare a Blaine: la chiusura
del primo quadrimestre si avvicinava e lui doveva sopportare la mole di studio
che la Dalton scaricava sui poveri studenti.
Non
era facile, ma ci stava lavorando...
Non
ci furono feste (o altri motivi per far baldoria) per un po’ a causa della
quantità esorbitante di studio collettiva. Questo ,almeno fino al cinque di
febbraio, ovvero il compleanno di Blaine.
Nonostante
le lamentele di Nick che sosteneva che diciassette anni andavano festeggiati
alla grande, Blaine chiese come regalo di non mettere mano all’alcool almeno
per una volta.
Thad
e Nick avevano giusto atteso che –a metà serata- l’effetto dei sonniferi che
avevano messo nella cocacola del festeggiato facessero effetto per metter mano
alla cantina dei vini pregiati che la Dalton custodiva da secoli, rischiando
l’espulsione e ripagando a peso d’oro ogni singola bottiglia (sette) che si
erano scolati da soli.
Blaine
non si era accorto di essere stato drogato e i due ragazzi si erano ben
guardati dal dirlo in giro. Non sarebbe stato molto soddisfatto della cosa.
Sembrava invece soddisfatto della sua amicizia con Kurt, col quale perdeva
interi pomeriggi a studiare mentre l’altro lo guardava con la coda dell’occhio,
continuando ad alternare sempre le stesse due domande: Perché non mi fa capire cosa prova per me? Perché si mette così tanto
gel?
Attendeva
con così tanta speranza il giorno in cui Blaine si sarebbe avvicinato a lui che
quando accadde quasi rischiò il collasso.
Non
gli aveva solo detto che San Valentino era la sua feste preferita (facendo
sciogliere Hummel che, anche se la odiava, adorava i ragazzi romantici) ma gli
aveva anche fatto capire che aveva intenzione di dedicare una canzone ad un
ragazzo di cui si era infatuato e che Kurt dava per scontato essere proprio
lui.
Insomma,
chi altro poteva essere il ragazzo che conosceva da poco e con cui si stava
inoltrando in un rapporto più profondo?
Si
erano tenuti per mano tante di quelle volte da essere presi in giro da Thad,
che li definiva due bambini dell’asilo in gita.
Cantavano
duetti flirtosi o si trovavano nella stanza del moro, che suonava la chitarra
per farlo cantare per ore fino a che Nick non iniziava a lanciare scarpate alla
parete per farli tacere
Passavano
insieme tutto il giorno e, avvolte, anche i weekend.
Era
senza dubbio lui, ne era convinto.
Kurt
sospirò sognante al pensiero che Blaine gli avrebbe cantato una canzone
(decisamente troppo convinto ed ottimista, il ragazzo) mentre con un pennarello
rosso scriveva nella prima pagina della sua agenda i loro due nomi dentro ad un
grande cuore.
Stava
per tracciarlo quando Flint si sedette sul bracciolo della poltrona sulla quale
era seduto, facendolo sobbalzare e facendogli chiudere con uno scatto tutto.
Il
risolino del morettino gli fece capire che doveva aver letto “Sei davvero
romantico Kurt, ma dovresti alzarti e infilargli la lingua in gola piuttosto
che perdere tempo a scarabocchiare il diario come una ragazzina da poco
sviluppata…”
Kurt
lo guardò male “Stando con te perdo tutta la mia innocenza. Ti preferivo quando
ancora non ci conoscevamo bene e ti prendevi meno libertà…”
Wilson
rise, appoggiandogli una mano alla spalla, in un gesto fraterno “Stavo
scherzando, non ti agitare!” sorrise “Mi cercavi, comunque?”
Kurt
prese un respiro prima di guardare Flint con un sorrisone “Credo che Blaine
possa essere interessato a me…”
L’altro
alzò un sopracciglio “Eh…. l’hai capito ora perché….?”
“Ha
detto che intende cantare una canzone al ragazzo di cui si sta innamorando!”
Flint
lo guardò in silenzio un istante “E credi di essere tu?”
Kurt
lo guardò ferito “E chi altri dovrebbe essere, scusa?”
Per
un istante Wilson si ricordò di quel ragazzo biondo e ricciolino con cui Blaine
si vedeva qualche mese prima ma, non avendo avuto più sue notizie, preferì
lasciar stare.
Infondo
era possibilissimo che, finalmente, il solista dei Warblers avesse deciso di
smetterla di cazzeggiare per dichiararsi ad Hummel.
“Sono
felice per te” sorrise il morettino “Spero di assistere all’esibizione”
Jeff
entrò dal portone principale, avvicinandosi ai ragazzi con il cellulare in
mano, abbracciando poi le spalle di Flint “Che fate?”
“Parliamo
di Blaine e Kurt” rispose il suo ragazzo, guardandolo con gli occhi innamorati
prima di ridacchiare all’espressione omicida di Hummel “Non mi hai detto che
non potevo dirlo eh…”
“Mi
sembri Cam” sbuffò quello, sistemandosi meglio sulla poltrona mentre il biondo
sorrideva
“Siete
una coppia ora?”
“No
ma presto lo saranno, da quel che ho capito Blaine si è pseudo dichiarato e
finirà l’opera con una canzone…”
“Flint!”
“Ok
ok mi tappo la bocca” Wilson si voltò divertito ma felice verso il suo ragazzo,
che siera già staccato da lui con
nonchalance. Un conto era ostentare la loro relazione in una baita di montagna
insieme a quelli che, alla fine, potevano benissimo venir giudicati i suoi
migliori amici…. Un altro era dover amoreggiare davanti all’intera Dalton e per
entrambi, specialmente Jeff, era decisamente troppo presto.
Jeff
lo guardò con le mani in tasca, rispondendo al sorriso “A cosa stai pensando?”
“Al
fatto che sei sexy in divisa” rispose con naturalezza il morettino, mettendo in
imbarazzo non solo il biondo, ma anche Kurt “…. E pensavo di chiederti se hai
finito di tradirmi telefonicamente.”
Hummel
li guardò ridere senza capire, domandandosi se fossero o meno scemi, ma poi il
biondino lo aggiornò “Ho un amico a Lima che si è scoperto omosessuale, come
me, da poco” gli disse a bassa voce “E ci sentiamo spesso per raccontarci come
vanno le cose…. Peccato che non so nemmeno che faccia abbia! So solo che si
chiama Da…”
“Si
ma io sono geloso” gli disse Flint, fingendo solamente di esserlo “se a parli
con un altro invece di pianificare con me San Valentino! Mancano pochi giorni!”
Jeff
rise, avvicinandosi “Andiamo di sopra da me? Così ti faccio vedere con chi
passerò e come San Valentino e…”
“Ragazzi,
non davanti a me vi prego” Kurt si coprì il viso con l’agendina, anche se le
orecchie rosse erano dannatamente evidenti.
Flint
e Jeff gli sorrisero prima di salutarlo e avviarsi a passo sostenuto
(dannatamente sostenuto) verso la stanza del biondo, pronti a cacciare via Nick
per avere un po’ di intimità.
A
Kurt non rimase altro da fare se non riprendere in mano l’agenda e finire quel
maledetto cuore.
Suonavano
così bene i loro nomi insieme o si stava solo auto celebrando? Kurt e Blaine…
Blaine e Kurt….
Sì,
suonavano decisamente bene. Il suo nome era forse eccessivamente duro e virile
per un carattere come quello che si ritrovava ma accanto a quello del giovane
Anderson si ammorbidiva, accostato l’eleganza e la sinuosità del nome
dell’altro.
Era
totalmente immerso nei suoi pensieri quando fu costretto a nascondere di nuovo
l’agenda, stavolta dall’arrivo di Blaine in persona.
“Hei!
Cosa stai facendo?”
“Niente!”
Cercò di essere convincente, con tanto di sorrisetto di circostanza di chi è
appena stato beccato a rubare in una chiesa “Stavo solo sognando ad occhi
aperti…. Pensando a come vestirmi nel weekend…”
Blaine
sorrise, sembrava teso “Bene allora, andiamo. Queste non devi perdertela…” fece
una pausa sospirando, come se si fosse fatto la strada tutta quanta di corsa
“Ho richiesto un incontro di emergenza del Consiglio…”
“Oh,
sembra una cosa seria” gli disse Kurt, afferrando la tracolla mentre si alzava
e reggendo ben stretta l’agenda.
“Speriamo
di no” fu la risposta del solista mentre lo affiancava per andare verso la
saletta delle prove, con le mani appoggiate alla spalle di Kurt “Ho solo
bisogno di chiedergli un piccolissimo favore….”
Entrarono
nella saletta e subito Kurt andò a sedersi sul divano, accanto a Kirk e Trent
che non sembravano poi così interessati.
“Blaine
indice un consiglio d’emergenza una volta ogni tre o quattro giorni quando si
avvicinano le Regionali” gli confidò Nick, appoggiandosi con le braccia al
divano mentre e sporgendosi verso di lui.
“Normale
amministrazione” rispose alzando le spalle Jeff, seduto sul divano davanti a
loro. Flint andò invece a sedersi infondo alla stanza, non sembrava molto
felice e Kurt pensò che, forse, doveva essere perché erano stati interrotti da
questa riunione eccezionale mentre si stavano… ehm… godendo San Valentino.
Thad,
Wes e David entrarono sedendosi al loro posto, poi il ragazzo asiatico afferrò
il dannato martelletto, iniziando a picchiarlo a più non posso come al solito,
per richiamare la loro attenzione nonostante tutti lo stessero già fissando
“Questo incontro d’emergenza è richiamato all’ordine” Kirksbuffò, guardando Kurt di sottecchi ma questo
non lo notò.Lanciò poi un’occhiata ad
Ethan e un mezzo sorrisetto gli increspò le labbra “Membro Junior Blaine
Anderson, a te la parola” proseguì formale Wes, sorridendo appena al solista
che si alzò in piedi guardando i suoi compagni.
Kurt
applaudì ma, appena si accorse di essere il solo, smise all’istante.
Ethan
incrociò un attimo il suo sguardo prima che lo abbassasse imbarazzato e si
chiese per quale motivo quel ragazzo non riusciva assolutamente ad integrarsi
fra loro.
“Stimato
consiglio, sarò breve” proruppe Blaine mentre tutta l’austerità di cui si
circondavano i Warblers durante le assemblee dilagava per la stanza.
Aveva
poco senso fare i seri solo per mettere a verbale una condotta impeccabile se
poi si rubava il vino pregiato dalle cantine, ma passiamo oltre… “Detto
semplicemente…” Blaine passò gli occhi sui compagni “Sono innamorato…”
Lo
disse guardando negli occhi di Kurt che, per un istante, si sentì mancare.
Si
sparsero delle esclamazioni contente per la sala, mentre Nick ridacchiava
sporgendosi in avanti e sussurrando a Kurt qualcosa che però non fu colto.
“Congratulazioni”
gli disse Wes a denti stretti, come se si aspettasse già qualcosa di
drammatico.
Scambiò
uno sguardo con Thad che, lentamente, sospirò tornando a fissare Blaine.
“Non
sono molto bravo a parlare dei miei sentimenti, sono molto più bravo a
cantarli…. Ma mi serve un piccolo aiuto…” Kurt si drizzò più ritto a sedere
mentre sentiva parlare Blaine. Voleva quindi fargli fare una serenata da tutti
quanti? Non era un po’…. eccessivo? Oh ma cosa gli importava! Blaine stava per
cantargli una canzone! “Ecco perché sto chiedendo l’appoggio dei Warblers per
cantare una serenata a questa persona…” Kurt si trattenne a stento da lanciare
un urletto “…. Fuori dal campus.”
Un
mormorio concitato si sparse per la stanza mentre Wes ci dava giù pesante di
martelletto, scuotendo sconsolato il capo. Se fosse stato sicuro che quella
serenata fosse stata per Kurt avrebbe accettato di farla anche sul tetto della
chiesa ma sapeva, conoscendo Blaine, che non poteva essere così semplice.
“Cosa?”
“Fuori
dal Campus?”
“Ma
è impazzito?”
Flint
si guardò attorno prima di calamitare i suoi occhi a quelli cangianti del suo
ragazzo che,nonostante fosse lontano da lui, afferrò al volo il suo sguardo non
capendo perché negli occhi grandi del morettino ci fosse tanta angoscia.
Semplicemente
perché non ci voleva molto a capire che non era più per Kurt la serenata….
Non
l’era mai stata.
“Lo
so che è un tantino…. Inusuale” provò a dire Blaine, sperando di riuscire nel
suo intento.
Peccato
che Wes lo interruppe cercando di aggrapparsi a qualche cavillo tecnico “I
Warblers non si esibiscono in modo informale sin dal lontano 1927, quando lo
Spirit of Saint Louis attraversò la pista d’atterraggio falciando sette
Warbler, durante un’ambientazione estemporanea di ‘Welcome to Ohio, Lucky
Lindy’” concluse poi, drammatico.
“Perché
dovremmo anche solo prendere in considerazione la tua proposta?” chiese
irritato David, guardandolo come se nemmeno lo riconoscesse tanto gli sembrava
idiota.
Thad
si passò una mano sugli occhi, schiarendosi la voce.
“Credo
sinceramente che la nostra reticenza ad esibirci in pubblico ci sia quasi
costata le Regionali” Kirk scosse il capo, guardando Ethan come per segnare che
Blaine era un totale deficiente. Più o meno tutti lo pensavano. Jeff intanto
doveva ancora arrivare al fulcro di tutto “Stiamo diventando piccolo uccellini
fatti di porcellana di lusso, appoggiati su una mensola dorata.”
Ok,
quello era troppo per i nervi di tutti.
Wes
alzò le mani rassegnato, chiedendo al buon Dio perché doveva sopportare tutto
ciò.
“Ma
chi ti credi di essere?” domandò David lanciando la penna “Stai per caso
impazzendo, Blaine?”
“Perché
dobbiamo dare gli assoli a una persona che pensa questo di noi?” intervenne
Kirk.
“Portate
della grappa, dobbiamo assolutamente farlo rinsavire” mormorò Nick.
“Ci
sta prendendo in giro, ‘signore’!” brontolò Thad mentre Blaine lo guardava
stranito.
Perché
gli dava del lei?
Cameron
intanto non si perdeva una battuta, parlando sottovoce con Richard che invece
sembrava stravolto dalla piega che l’assemblea stava prendendo. Non aveva mai
visto Blaine così, nessuno lo aveva mai visto così combattivo.
“Thad!
David!” Wes riprese a martellare a tutto spiano prima di puntarlo con fare
minaccioso verso gli altri, scandendo le parole “Io avrò ordine!”
“Per
favore, posso dire una cosa?”
La
mano di Kurt scattò in alto e Wes gli diede il permesso di parlare con un cenno
del capo.
Thad
sospirò scambiando un’occhiata con l’asiatico e, per sbaglio, incontrando anche
i fanali chiari di Wilson.
Ma
avevano capito tutti tranne Hummel?! ….E Sterling, ovviamente.
“Con
tutto il rispetto, credo che Blaine abbia ragione” disse Kurt una volta che si
fu alzato in piedi.
“Che
scemo” sussurrò Harwood nell’orecchio di Wes “stanno bene insieme: due tardi”
guardò poi scoraggiato il compagno di stanza, conscio che poi avrebbe dovuto
consolarlo.
Blaine
guardò Kurt sollevato che qualcuno lo appoggiasse “Gli Warblers sono così
legati all’immagine e alla tradizione che a volte credo che perdano l’occasione
di affrontare situazioni che non ci pongano del tutto a nostro agio…”
Thad
prese a fissarlo chiedendosi se poteva una persona muovergli così tanta pena in
così poco tempo. Si stava battendo per consentire al suo amato di cantare per
un altro.
“Quando
ero nelle New Directions” continuò, imperterrito “ci esibivamo davanti ad un
pubblico ostile praticamente ovunque andassimo e dico, negozi di materassi,
centri commerciali…. Una vecchietta mi ha tirato un gatto in uno ospizio” si
sparsero delle sporadiche risate per la sala mentre Jeff ridacchiava e David
tendeva le labbra in un sorrisetto. Wes guardò di striscio Thad, per nulla
contento di tutto ciò “Ma questo ci ha dato fiducia e…. fatto rilassare!”
Wes
sospirò, se Kurt voleva quello…. “E dove si terrebbe questa esibizione?”
Kurt
si sedette, curioso di sapete dove…
“Al
Gap, del centro commerciale di North Hills” dichiarò il solista, lasciando
perplesso Hummel “Mi piacerebbe chiamarlo ‘the Warblers Gap Attack’” dichiarò
poi facendo ridere tutti quanti, mentre Kirk lanciava degli sguardi prima a
Kurt, poi a Blaine e poi per ultimo ad Ethan che per tutto il tempo non aveva
ne riso ne si era alterato.
“Perché
il Gap?” chiese Kurt, ancora stranito dall’inusuale scelta del luogo.
Blaine
gli sorrise raggiante e questa, sicuramente, fu la pugnalata più pesante una
volta appreso che… “Il ragazzo che mi piace è vice manager.”
Il
sorriso si spense immediatamente sul viso di Kurt mentre sentiva le pareti
della Dalton crollargli sulla testa.
Flint
si portò una mano al viso mentre Jeff si voltava a guardarlo, illuminandosi
all’improvviso.
Thad
alzò gli occhi al cielo cercando di attirare l’attenzione di Kurt che, però,
fissava come una statua di cera dagli occhi vitrei la figura di Blaine. Non si
accorse nemmeno che Wes aveva ripreso a martellare…
“Quanti
sono a favore?” domandò il ragazzo asiatico con già la mano alzata.
Ormai
non poteva non appoggiare l’amico e così anche David. La mano di Jeff scattò in
aria mentre, a pochi metri di distanza Flint lo inceneriva con lo sguardo.
Ethan rimase a braccia incrociate e nemmeno Thad appoggiò la mozione.
“Siamo
d’accordo allora proviamo questa maledetta canzone ma prima…. Hummel seguimi…”
Harwood fece il giro della scrivania uscendo velocemente con Kurt prima di
vederlo avere una crisi isterica e premurandosi di urtare ‘accidentalmente’ la
spalla di Blaine mentre usciva. Tutti si alzarono iniziando a chiedere del
pezzo scelto da Blaine mentre Kurt seguiva mesto il capo consiglio.
Kirk
si alzò, andando verso Ethan “Questa non ci voleva….” Sussurrò “ci manda a
monte tutto il piano…”
L’altro
non rispose, ricordando velocemente la conversazione avuta quella mattina con
Blaine, quando l’avevano convinto a fare la serenata al suo Valentino,
dicendogli che l’avevano visto innamorato….
Peccato
che loro credevano fosse innamorato di Kurt, non di certo di un altro!
“Come
facciamo a spezzargli il cuore se non possiamo usare Hummel?” domandò il biondo
bisbigliando.
Moore
però ne aveva piene le tasche “Non lo so come farai, a me non importa più.”
Il
biondone lo guardò stranito “E…. perché scusa?”
“Perché
non intendo aiutarti a fare del male a delle persone in questo modo infame”
Ethan abbassò gli occhi sulle sue scarpe “Sai che ti dico, Jimmy? Sei
insopportabile.”
Detto
ciò gli voltò le spalle, sparendo tra gli altri, già carichi per l’imminente
esibizione, lasciando l’amico in piedi accanto al camino.
“Spero
che vada da schifo!”
Jeff
spostò gli occhi su Flint, seduto su una panchina con le mani in tasca e il
viso affondato nella sciarpa di lana blu scuro che indossava. Erano passati
qualche giorni, e anche San Valentino era arrivato. Faceva ancora freddo, forse
sarebbe tornata presto la neve e a causa di questi pensieri meteorologici e
della sciarpa non aveva capito quello che il ragazzo gli aveva detto.
“Cosa
fa schifo?” domandò prendendo a posto accanto a lui con le mani in tasca.
Flint
alzò il volto, scandendo bene “Spero che a Blaine vada da schifo…. Quindi,
impegnati poco” il biondo sospirò e per giusta misura gli arrivò uno
scappellotto che lo fece rimanere male “E poi che fai?! Hai votato per questa
pagliacciata?! Ma sei pazzo?!”
Jeff
si massaggiò il capo guardando con un labbro in fuori il suo ragazzo “Avevo
Blaine praticamente accanto! Se non gli appoggiavo la mozione ci sarebbe
rimasto male!”
“E
chi se ne frega?!”
Jeff
abbassò di poco la sciarpa del morettino lasciandogli un bacio sul collo e
facendolo rabbrividire (probabilmente per il freddo) prima di appoggiarsi alla
sua spalla. Gli altri li raggiunsero velocemente e gli ultimi ad arrivare
furono Kurt e Blaine.
“Il
tanfo della colonia di Blaine è assurdo” disse Jeff mentre Flint storceva il
naso, provato “Sta appestando l’aria comune”
“Ok,
entriamo e ci disponiamo come secondo prove” disse Wes autoritario prima di
rivolgersi a Thad “ancora non ho capito come hai avuto le planimetrie del Gap,
ma sono state davvero utili….”
Harwood
incrociò le braccia, guardandolo amareggiato “Di certo non l’ho fatto con
piacere” lo bruciò velocemente, prima di portare un braccio attorno alle spalle
di Kurt e portalo dentro. Blaine li seguì, torturandosi le mani nervoso mentre
Duvall si accostava al compagno di stanza.
“Ma
perché stiamo facendo tutto questo?” chiese togliendosi i guanti e guardando
anche Flint “Insomma dopo capodanno…. Ero abbastanza sicuro che Blaine fosse
preso di Kurt”
“Oh
ma lo è” gli rispose saccente Wilson.
“Allora
perché siamo qui?”
Flint
prese la porta che Las gli stava gentilmente tenendo aperta e poi si voltò
appena verso Nick, lasciando la mano di Jeff “Perché è un idiota”
Guardò
ovvio i due ragazzi, prima di entrare e aprirsi il cappotto.
“Nick?”
“Si,
Jeff?”
“Perché
Blaine è così scemo?”
“Perché
è innamorato e l’amore rende idioti…”
“Ma
lui…. ha sbagliato persona a cui fare la serenata…. Non dovremmo dirglielo?”
“Sarebbe
come parlare al muro…”
“O
con Thad quando è fumato?”
“Esatto
Jeffy, vedo che hai afferrato…”
So does she want me
to buy her things
On my house on my job
On my loot shoes my shirt
My crew my mind
my father's last name
When I get you alone
When I get you you'll know baby
When I get you alone
When I get you alone now
Come on…
Come
è andata a finire poi….
Lo
sanno tutti.
Era
abbastanza prevedibile, durante l’intera esibizione, arrivare alle conclusioni
visto che ‘capelli di fata’, come era stato soprannominato DA TUTTI, non aveva
fatto altro che scappare da Blaine.
In
un certo senso la pena che tutti provavano nei suoi confronti aveva impedito ai
ragazzi di infierire pesantemente sulla pessima figura fatta dal ragazzo che,
tra l’altro, sembrava non essersi accorto di avere un filino (ma proprio poco)
esagerato.
“Vi
aspettiamo in caffetteria, pronti a consolarlo” aveva detto in un orecchio Wes
a Kurt mentre il giovane si sedeva accanto a Blaine attendendo l’arrivo
dell’amato.
Kurt
non sapere se avere paura di essere contento: aveva paura che Blaine si
beccasse un pugno ma in cuor suo aveva capito che tutto ciò non aveva
funzionato.
E
di fatti, un Jeremahia amareggiato aveva largamente spiegato a Blaine che aveva
fatto una ‘boiata’, come direbbe Harwood, e che non solo non aveva la minima
intenzione di mettersi con lui ma anche che aveva disprezzato l’esibizione,
arrivando addirittura a definire Blaine un ragazzino visto che aveva tirato
anche in ballo la sua età.
Il
moro era rimasto immobile a boccheggiare per circa dieci minuti dopo che
l’altro si fu allontanato con un sorrisetto da presa in giro che Kurt notò. Se
fosse stato un po’ più piazzato, tipo Puck, sarebbe arrivato a pestarlo per
come aveva trattato Blaine, ma era meglio evitare…
Kurt
non riusciva nemmeno ad esserne contento visto che, a conti fatti, le delusioni
d’amore bruciano ed essere rifiutati rende le persone troppo vulnerabili….
Lo
sapeva bene, la scottatura per Finn (che ormai lo faceva giusto ridere) ci
aveva messo tanto per guarire del tutto. Fino a che non era diventato
praticamente suo fratello e ora, al pensiero di un possibile ‘incesto’,
rischiava di vomitare.
Dopo
quei fatidici dieci minuti si alzò con grazia, avvicinandosi a Blaine e
intrecciando le dita alle sue, stringendogli la mano e conducendolo, senza
scambiare sguardi o altro, alla macchina.
Appoggiò
il capo alla sua spalla durante il tragitto, sentendo la presa di Blaine farsi
più salda e non riuscendo così a trattenere un sorrisetto.
Avrebbe
volutogridargli che non aveva bisogno
di quel tizio dai capelli a nuvola per stare bene, che lui lo avrebbe reso
felice arrivando a fare l’assurdo per lui ma…. Pensò che il parcheggio di un
centro commerciale non fosse romantico a sufficienza. Così come il Lima Bean.
“…Non
hanno niente che non sia ricoperto di stupidi cuoricini? Che schifo.”
Kurt
smise di salutare Thad e gli altri al tavolo, tornando a guardare Blaine e la
sua -poco -incantevole smorfia.
“Hai
decisamente cambiato registro” gli rispose Hummel, incrociando le braccia.
“Non
credo di essermi mai messo tanto in ridicolo” proseguì Anderson, in un misto
tra l’incredulità assoluta e il disgustato totale “e detto da me significa
davvero molto perché mi sono esibito nei parchi a tema!” Si bloccò un istante,
sospirando prima di avanzare verso la cassa “…. È solo che…. Non posso credere
che fosse tutto solo nella mia testa…”
E
in un certo senso era così. Credeva di piacere davvero a Jeremahia o, almeno,
l’altro gli aveva fatto intendere questo.
A
Kurt scappò un sorrisetto a quest’ultima affermazione di Blaine e,
riaffiancandosi a lui, disse “Ok posso chiederti una cosa? Visto che siamo
sempre stati totalmente onesti uno con l’altro…” Blaine lo guardò negli occhi e
Kurt si sentì legittimato a continuare a parlare. Sapeva che in un modo o
nell’altro si sarebbe pentito di quella confessione che stava per fare ma ormai
non ce la faceva più a tenerlo per se…. “Io e te… Usciamo spesso. Cantiamo
duetti flirtosi insieme. Sai come prendo il caffè…. Dovevo pensare che tutto
questo non significasse nulla?”
Blaine
lo guardò per un istante senza capire. O meglio, capì perfettamente ma, nella
sua testa, non poteva essere così “Cosa vuoi dire?”
“Pensavo
che il ragazzo a cui volevi chiedere di uscire a San Valentino…” Kurt, che
teneva gli occhi abbassati, li alzò di colpo “… fossi io”
Distolse
lo sguardo da quello dell’altro non appena notò che Blaine sembrava decisamente
troppo sorpreso. E lui si sentiva troppo stupido per quello che aveva detto.
Il
problema di base non era il fatto che Blaine non si aspettasse quelle parole ma
che, in cuor suo, sapeva benissimo che Kurt si sarebbe posto quelle domande.
Solo non credeva che gliene avrebbe mai parlato.
“Wow”
sussurrò lievemente scosso “Sono davvero uno sciocco….” Proseguì, parlando più
a se stesso che a Kurt, ma facendolo ad alta voce per evitare che una patina di
silenzio imbarazzante portasse Hummel a chiudersi. Decise, per la prima volta,
di dire a Kurt quello che davvero pensava, ma solo in parte senza esporsi
troppo “Guarda, Kurt. Io non so cosa sto facendo…. Pretendo di saperlo…” Lo
guardò sinceramente, cercando di non far trasparire troppo il rammarico che
quella rinuncia gli portava “E so come esprimerlo quando canto ma…. La verità è
che….” Fece un’ulteriore pausa, notando che il ragazzo pendeva dalle sue labbra
“Non sono mai stato il ragazzo di nessuno…”
“Nemmeno
io…” sussurrò piano Kurt, forzando un sorriso mentre immaginava a dove Blaine
volesse arrivare. Ogni discorso che iniziava con un ‘Guarda Kurt…’ e blah blah
blah non poteva concludersi positivamente.
“Lascia
che io sia davvero chiaro riguardo una cosa” gli disse il solista e in un
istante gli occhi di Kurt si velarono appena, diventando più umidi. Dettaglio
che a Blaine non sfuggì, facendogli avvertire un piccolo tuffo all’altezza del
cuore “Io ci tengo davvero a te…. Ma come tu e una ventina di acquirenti
mortificati del Gap avete visto…. Non sono molto bravo nella storia d’amore…”
Lo guardò negli occhi intensamente, cercando di trasmettergli tutto quel
sentimento forte che provava verso di lui “Non voglio rovinare tutto”
“Allora
sarà proprio come in ‘Harry ti presento Sally’, ma io voglio fare la parte di
Meg Ryan” ironizzò subito Kurt anche se la voglia di spaccarsi la testa
prendendo di mira il muro si faceva impellente.
Blaine
sorrise, appena un po’ sollevato “Affare fatto” Si scambiarono un’occhiata
davvero molto significativa in cui, ad entrambi, arrivarono le esatte emozioni
dell’altro. Insicurezza e rimorso da parte di Blaine e tristezza e delusione di
Kurt. Si spostarono, arrivarono fino al bancone e lì un dubbio lo assalì “Ma….
Non si mettono insieme alla fine?”
Kurt
si limitò a sorridergli pragmatico, rivolgendosi poi alla cassiera “Posso avere
un cappuccino scremato e un caffè medio-forte per il mio amico Billy Crystal?”
quella annuì.
“Ah
sai come prendo il caffè” constatò Blaine con un sorrisetto mentre Kurt
annuiva.
Poi
una lampo attraversò il viso del giovane Hummel e, dopo aver pagato disse “Sai
cosa? Credo di sapere cosa possiamo fare per San Valentino…”
Si
sbrigò a prendere i sue caffè mentre Blaine lo guardava in modo inequivocabile.
Si
diressero al tavolo dove sedevano Thad, Nick, Wes, Cameron e Ethan, e subito
Kurt prese posto tra il suo coinquilino e Montgomery lasciando a Blaine il
posto dall’altra parte del tavolo.
Aveva
bisogno di non guardarlo per qualche istante dopo aver saputo che non poteva
più sperare nella loro ‘storia’ mai iniziata….
Non
voleva rovinare tutto ma, rovinare? Era pazzo per caso?!
Kurt
era convinto che qualsiasi cosa avessero costruito insieme non sarebbe mai
potuta essere sbagliata.
Ma
forse era stato un modo elegante per fargli capire che i suoi sentimenti non
erano corrisposti…
Si
stava perdendo in quel dedalo di seghe mentali e solo un forte odore di
bruciato lo riportò alla realtà. Iniziò a cercarne la fonte e rimase stravolto
quando si accorse da dove provenisse…
Blaine
parlava tranquillo con Cam, ignaro di Thad che stava bruciandogli il blazer con
un accendino verde acido, in un atteggiamento di assoluta non chalance.
Lo
sguardo del tutto stravolto del semi-soprano attirò l’attenzione anche di Wes
che, notando quello che stava succedendo, afferrò la sua bottiglietta d’acqua
lanciandola sulla fiamma libera.
“Ma
sei impazzito?!” chiese poi, mentre Anderson scattava in piedi accorgendosi
finalmente di quello che stava facendo Thad “Gli hai presi li psicofarmaci oggi
o li hai dimenticati ancora?”
Tutti
passavano gli occhi da Wes a Thad, stravolti, mentre Blaine si spostava
sedendosi accanto a Nick “Si certo” rispose Harwood in tutta tranquillità,
prima di spiegarsi “Io condanno sempre la stupidità e quindi volevo, uhm,
punire Blaine”
“Dandogli
fuoco?” domandò stravolto Duvall.
“Un
modo come un altro…”
Calò
il silenzio, mentre il capo consiglio Harwood continuava a sorseggiare
indisturbato il caffè come se tutto ciò fosse normale. Bruciare il proprio
solista è normale?
“Posso
chiederti almeno per cosa volevi punirmi?” chiese Anderson a quel punto.
Thad
fece spallucce “Dalla faccina sconsolata di Kurt ho intuito che tu, stronzo
senza cuore, gli hai appena dato picche” rispose leggero, mentre Blaine
impallidiva e Kurt riabassava gli occhi “E così hai distrutto anche ogni mia
speranza di fare una cosa a tre con voi due”
Cameron
spalancò la bocca mentre Wes e Nick ridacchiavano.
Smisero
notando l’espressione ambigua di Thad. Non si capiva se scherzasse o meno…
Blaine
sbuffò “Tu stai partendo per la tangente, amico”
“Non
vuoi provare i miei cinque mentri, Anderson?” chiese ammiccando Harwood.
“Vuoi
dire i tuoi cinque centimetri?”
“Quanto
ti prendono da dietro li senti bene, questi cinque centimetri”
Blaine
sbuffò, mentre Kurt arrossiva immergendo il viso nella tazza di caffè.
“Che
volgarità” disse ridendo Nick “dovrei filmarle queste scene…. Passi da ‘Lei ci
offende, signore’ a ‘Te lo butto in culo’ nel giro di una giornata! Bravo
pazzoide!”
Thad
sorrise appena, prima di voltarsi verso Blaine che pareva quasi offeso “Dio
Anderson, ma hai il ciclo?”
Quello
lo fulminò “E tu sei sempre in gravidanza isterica?!”
“Basta
bimbi o dovrò dividervi” intervenne Wes dando uno scappellotto leggero a Thad
prima di intavolare l’ennesimo discorso sulle Regionali.
Kurt
notò che Ethan sembrava abbattuto, teneva gli occhi bassi sul tavolo e sembrava
del tutto estraneo alla conversazione.
Poi
però non riuscì ad indagare oltre perché Thad lo chiamò “Allora? Mi
accompagni?”
“Dove?”
“A
prendere David” gli rispose quello, infilandosi il cappotto “Mi ha scritto ora
che non ha la macchina e dobbiamo passarlo a prendere…”
“Prima
vorrei proporre una cosa…” disse Kurt “Stasera al Breadstix di Lima si
esibiscono liberamente le persone al karaoke alla classica serata dei Cuori
solitari…. Potremo cantare una canzone” Guardò speranzoso Wes che annuì
lentamente.
“Dopo
il Gap possiamo andare ovunque, anche nei servizi igienici del McDonald”
“Solo
se facciamo Silly Love Songs” proruppe Thad “La canto da giorni e giorni sotto
la doccia e lui può testimoniare” disse indicando poi con un cenno del capo
Kurt “Facciamo la doccia insieme….”
Hummel
aprì la bocca, scioccato “Ma…. Non è assolutamente vero!”
“Dai
ammettilo! Non c’è nulla di male” sottolineò Thad abbracciando le spalle del
ragazzo e conducendolo verso la porta.
“Non
è vero!” urlò Kurt verso il tavolo dove quasi tutti, e sottolineo quasi, erano
scoppiati a ridere.
Eccezione
fatta per si sa chi, ovviamente.
Nick
scrollò il capo “Vanno avvertiti anche Jeff e Flint…. Si saranno chiusi come
solito in camera a fare porcate….” Prese il cellulare scrivendo velocemente un
sms.
“E
anche tutti gli altri” sottolineò Cam “Manda un sms collettivo”
Wes
guardò con la coda dell’occhio Blaine prima di appoggiargli una mano sul
braccio “Non ti sei offeso, vero? Thad scherza, lo sai”
Blaine
annuì “Penso solo che questa sia la giornata peggiore della mia vita…” abbozzò
un sorrisetto “Ma passerà…”
“Cosa
ne pensi della performance di oggi?”
Kurt
voltò il capo verso Thad, che stava guidando con gli occhiali scuri calati
sugli occhi nonostante non ci fosse un raggio di sole in cielo, prima di
scrollare le scale “Perfetta come sempre. Tu te la tiri troppo mentre canti…. E
non volevi nemmeno farlo….”
Thad
con assoluta naturalezza prese le sigarette dal cruscotto davanti a Kurt
accendendosene una “Ci vuole stile, fratello! Io so muovermi e non posso
rovinarmi l’immagine perché non volevo farlo. Nello starsistem bisogna sapersi
adeguare…”notò che Hummel lo fissava a bocca aperta così guardò il pacchetto
“Oh scusa!” glielo porse “Ne vuoi una?”
“Tu
fumi?! Ma sei scemo?! Fa male alla voce....”
Harwood
sospirò, stringendo il volante “Che importa? Finirò a fare il notaio….” Kurt
notò quella nota triste nella voce dell’amico ma non gli fu concesso di
scorprirne il motivo perché quello si riscosse un istante “Ma parlavamo di te….
Ti ha dato il ben servito, vero?”
Kurt
abbassò gli occhi “Già….” Disse senza bisogno di aggiungere altro.
Se
aveva finto bene davanti a Blaine poteva anche evitare con THad.
Sentì
la mano del più grande stringergli appena il ginocchio, come a rassicurarlo,
prima di cambiare marcia.
Alzò
gli occhi e vide il viso di Thad contratto in una smorfia vagamente crudele, di
chi ha avuto un’idea malsana.
“Non
temere…. Ho un piano”
Continua….
NdA:
questo
capitolo non finisce più D:
davvero
ho scritto troppo, dovrei contenermi se no è un disastro betarlo ecc ecc!
passiamo
subito alle solite noticine:
·Prima
di tutto grazie a il mio dolce Kirk (??) del GDR dei Warblers che mi ha fatto
le prime FanArt** eccole qui per chi volesse vederle:
Thad sbronzo:
Grazie
mille a chi legge e soprattutto a chi recensisce. Vi amo follemente per questo
:D
Grazie
anche alle ragazze (E FLINT) del nostro GDR che mi influenzano in negativo
spingendomi a scrivere queste cazzate soprattutto su Thad (le docce con lui le
faccio solo io, ovvero Kurt) e sulla nascita di pairing strani che non so se
proporre o meno!
Le
mani di Jeff scivolarono via dalle spalle del morettino andando a depositarsi
sul suo fondoschiena, mentre le loro labbra rimanevano calamitate.
Più
che un bacio era un succhiarsi le labbra reciprocamente.
Flint
andò ad allentargli il nodo della cravatta, così da riuscire ad aprire i primi
bottoni della camicia per poter baciare il collo del biondo che si tese,
chiudendo gli occhi e trattenendo qualche sospiro troppo lascivo.
Decisamente
la situazione stava sfuggendo di mano ma…. Lo
pensavano ogni volta che si ritrovavano sul letto di Nick a pomiciare in modo
davvero estremo.
Non
sapevano nemmeno loro perché si ritrovavano sempre sul letto di Duvall visto
che quello di Sterling si trovava ad appena tre metri…. Forse perché era il più vicino alla porta.
Non
riuscivano a coprire la distanza sinoal
letto del biondo, e non se ne preoccupavano molto.
Jeff
sentiva la lingua calda di Flint disegnare dei piccoli cerchi umidi sul suo
collo e la cosa lo stava facendo diventare una sorta di budino, eccetto per una
parte specifica del suo corpo che faceva di tutto tranne che ammorbidirsi.
Quando
le mani del morettino si azzardarono ad alzargli la camicia per poter
accarezzargli i fianchi però qualcosa nel suo cervello si mosse, spingendolo a
porre una domanda davvero banale “Flint…. Che stai
facendo?”
Ovviamente
non ottenne alcuna risposta e presto le labbra dell’altro tornarono a coprire
le sue per impedire la fuga di ulteriori stronzate.
Jeff
stava quasi per lasciarsi andare, deciso a postare le mani, che erano ancora intente a palpare il fondoschiena del suo ragazzo, per
tutto il resto del corpo del morettino quando il suo cellulare prese a
squillare.
Fece
per alzarsi ma Flint si appoggiò con tutto il peso su di lui, guardandolo
lievemente male “Non vorrai rispondere, vero?”
“Non
mi stanno chiamando, è un sms” rispose Jeff tentando di alzarsi ma l’altro lo
trattenne ancora.
“Altro
buon motivo per non rispondere!”
“Ma
potrebbe essere importante!”
Si
alzò andando verso la scrivania e lasciando l’altro a pancia sotto sul letto,
parecchio scocciato “Allora? È urgente?”
“Beh
sì” risposte il biondo sempre tenendogli le spalle “Nick dice che stasera
cantiamo al BreadStix di Lima…” si voltò a guardarlo,
ancora indeciso se esserne felice o piangere e aggrapparsi a qualcosa per non
andarci.
Flint
affondò il viso nel cuscino, gemendo frustrato “Blaine
deve dichiararsi a qualche cameriere dall’assurda capigliatura?”
“Nah, qui c’è scritto che è un idea di Kurt…”
Il
morettino alzò subito gli occhi “Una ritorsione?”
“Forse…” Jeff fece qualche passo verso il letto, senza
rispondere a Nick “Non mi va…. E poi dovremo spostare
la prenotazione al ristorante…”
Flint
annuì “Della via che ci siamo annulliamola proprio e ceniamo a Lima…”
Il
biondo si sedette pesante, sospirando un po’ sconsolato “Cheppalle
non possiamo vivere in funzione del coro scolastico anche per San Valentino…”
Il
moro non rispose, limitandosi a mettersi in ginocchio dietro di lui e iniziando
a massaggiargli le spalle.
Jeff
chiuse gli occhi, piegando appena il collo di lato e lasciando fare al ragazzo,
stupendosi di quanto fosse bravo “Wow Flint…. Ma dove
hai imparato a farlo?” chiese, con un tono che fece sorridere l’altro.
Sembrava
in pace con i sensi.
“Sono
tante le cose di me che ancora non sai…” gli sussurrò
in un orecchio, facendolo rabbrividire mentre continuava quel massaggio che
stava diventando qualcosa di molto più pornografico.
Forse
era troppa l’eccitazione per essere anche solo vagamente nascosta, fatto sta
che Jeff non resse e si alzò di scatto, prendendo a …. Saltellare per la
stanza.
Saltellando,
letteralmente.
Flint
lo guardò perplesso “Piccolo…. Tutto a posto?”
Quello
scosse il capo “Non proprio….”
“E…. Vuoi spiegarmi?”
“Io
non so come reagire a tutto questo” disse, evidentemente a disagio, smettendo
di saltare ma continuando comunque a camminare per la stanza, non riuscendo a
quietarsi “Io…. Non lo so, ma non so ancora gestirmi
in questo senso”
Flint
lo guardò un secondo senza capire, poi abbassò gli occhi sul cavallo dei suoi
pantaloni e li rialzò per guardarlo intenerito “Jeff…”
“No
ti prego non compatirmi” disse il biondo, arrossendo di botto “Ora devo solo
fare mente locale… Dammi un attimo”
“Calma”
Flint si mise a sedere sul bordo del materasso guardandolo tranquillo come se
non ci fosse nulla di male nella sua ansia. Infondo non ce n’era “Io non mi
aspetto che tu sia totalmente a tuo agio…. È normale
che tu ti senta strano! Non sei mai stato con un ragazzo, no?”
Jeff
annuì lentamente avvicinandosi a lui e accarezzandogli i capelli neri “Già…. È tutto nuovo e un po’ spaventoso…”
Flint
gli prese una mano “Ti posso aiutare io…. ma faremo
con calma” aggiunse poi notando l’espressione vagamente terrorizzata dell’altro.
Si
risedette accanto a lui, a gambe incrociate sempre tenendogli la mano,
pensieroso. Poi si decise a porre quella domanda che decisamente gli stava
traforando il cervello “Tu quanti ragazzi hai avuto?”
“Uno
solo” rispose l’altro a voce vagamente bassa “Per tua sfortuna non sono questo
pozzo di esperienza visto che non ci siamo mai avventurati troppo in là…”
Sembrava
intristito da quella storia “Ed è finita male?” provò a chiedere il biondo,
stringendo appena la mano.
“Non
sarebbe finita se io non fossi venuto qui” ammise Flint “Ma, ora come ora, va
bene così…. Senza fare comparazioni posso affermare
che lei, signor Sterling, è un fidanzato modello”
Jeff
sorrise arrossendo appena “Ma sono imbarazzante…”
Flint
si sporse verso di lui, baciandolo dolcemente sulle labbra “Diciamo che questa
tua inesperienza tu rende…. Uhm, dolcissimo.”
“Tu
invece sei troppo spinto” lo riprese divertito Jeff, pizzicandogli il fianco e
facendolo ridacchiare “Certe volte mi metti davvero in ansia…”
“Io?”
provò a fare l’innocente Wilson.
“Oh
ti prego…. Con questi occhioni
da Bambi sembri così puro, invece dentro di te si nasconde un animo perverso!”
Flint
sorrise ancora prima di ammiccare “Come se ti dispiacesse” Jeff si limitò a
ridacchia “Ci faremo una maratona di Queeras Folk, così imparerai qualcosa”
“Sono
porno?” chiese stranito Sterling e, a dirla tutta,
vagamente preoccupato”
“No
ma…quasi…”
Jeff
si chinò ancora su di lui per baciarlo ma il bussare alla porta li distrasse.
“Ragazzi
posso entrare? Siete nudi?” la voce di Nick arrivò attenuata dalla porta chiusa.
“No
siamo vestiti” gli disse il biondo “entra pure!”
“Allora
posso anche andarmene” scherzò Duvall prima di entrare con un sorrisetto
“Questa battuta me la segno…. Comunque, pronti per le
prove?”
“Cheppalle!” Jeff si lasciò cadere sul letto, scocciato.
“Ci
siamo tutti?” domandò Flint, alzandosi.
“Nah, stiamo aspettando Thad e
Kurt che sono andati a prendere David… a dire il vero
è da un po’ che sono andati…”
Jeff
e Flint si scambiarono uno sguardo “Sono equivoci Thad
e Kurt assieme” asserì poi il moro.
“Prima
parlavano di cose tipo fare la doccia assieme…”
affermò Nick, sedendosi sul letto accanto a loro e raccogliendo la giacca di
Jeff, abbandonata miseramente a terra. I due fidanzatini si scambiarono uno
sguardo poco convinto, ma il discorso cambiò all’improvviso “Perché siete sul
mio letto?!”
“Ma
sei scemo Thad? Queste cose non funzionano nemmeno
nei telefilm!”
Harwood sbuffò parcheggiando sotto una bella
serie di palazzine, buttando poi la sigaretta ormai finita dal finestrino “Ma è
un classico: farlo ingelosire!”
“Se
gli dico che tu mi hai baciato e lo abbiamo fatto sotto alla doccia non mi
crederà mai! Nessuno ci crederebbe Thad!” Kurt si
portò le mani ai capelli, allucinato “E la cosa assurda è che tu ci credi sul
serio che potrebbe funzionare!”
“Ma
perché Blaine è un impulsivo….
Fa tanto il moderato ma in realtà non lo è per nulla” Il ragazzo si voltò gli
occhiali da sole sul capo guardando poi negli occhi Kurt “Senti, lui è pazzo di
te…”
Hummel
lo guardò male “Certo, come no…. Tutte le persone
pazze di me mi dicono che non vogliono rovinare la nostra amicizia
trasformandola in qualcosa di profondo…”
“Siete
due idioti” concluse Thad sbuffando e passandosi una
mano tra i capelli corti prima di prendere il cellulare, abbandonato sul
cruscotto assieme alla sua cravatta.
Kurt
rimase in silenzio, a fissare fuori dal finestrino le piccole gocce di pioggia
che, con lentezza, iniziavano a scendere dal cielo.
Bel
San Valentino…
Poi
si sentì in colpa: dopotutto Thad voleva solo
aiutarlo e lui lo stava liquidando in malomodo…
“Non
credo sia il caso” gli disse, senza guardarlo negli occhi.
L’altro
però si voltò verso di lui, slacciandosi la cintura di sicurezza “E perché no,
scusa? mal che vada la figura dell’imbecille la faccio io….
e ormai ci sono abituato”
“Non
voglio metterti in imbarazzo…”
“Oh,
non preoccuparti. Sono bravo a limonare con i ragazzi”
Kurt
si voltò all’improvviso, con gli occhi sgranati verso il compagno di stanza “T-Thad…. Cosa…?”
“Mi
piace sperimentale” fu la risposta veloce di Harwood
“Anche se sono etero questo non significa che io non possa essere curioso no?”
Kurt iniziò a pregare che David scendesse velocemente di casa, per salvarlo da
quella situazione orribilmente stressante e imbarazzante “Kurt io ti voglio
davvero bene, sai credo di essermi affezionato a te come al mio criceto Spike…. Beh lo amavo prima che mamma lo prendesse su con
l’aspirapolvere” fece una pausa mentre Hummel lo guardava sempre più attonito
“Il punto è che io davvero voglio che tu stia bene, almeno alla Dalton”
concluse, memore dei racconti del giovane.
E
Kurt lo apprezzò perché, nonostante Thad sembrasse un
pazzo psicopatico in realtà lo stava stupendo in positivo “Grazie….
Sei davvero molto carino con me”
“Per
forza, con i tuoi atteggiamenti da checca isterica non sai difenderti da solo,
Hummel” alzò una mano per spettinarlo ma quello glielo impedì, proteggendosi
con le braccia “Mi sento molto protettivo nei tuoi confronti, sai? Se vuoi puoi
chiamarmi papà”
“Non
ti chiamerò mai papà, Thad!” gli rispose quello,
tenendolo fermo per i polsi per evitare che potesse attentare ancora alla sua
capigliatura.
“Fratellone?”
“Ne
ho già uno e mi avanza!”
Thad non disse altro e la cosa spaventò un
po’ Kurt. Non era il tipo da lasciar perdere così facilmente ma, anzi, era
peggio di un cane: non mollava mai l’osso.
Seguì
lo sguardo di Harwood oltre il parabrezza della
decapottabile sino dall’altra parte della strada dove sostava una figura non
del tutto sconosciuta, con il cappuccio calato sul capo e intento a frugarsi le
tasche, sicuramente in cerca delle chiavi di casa.
Quando,
con un moto irritato, quella persona si abbassò con un movimento repentino il
cappuccio Kurt capì subito chi fosse e perché non gli era affatto nuovo: Jeremiah.
“Accidenti…” sussurrò mentre lo guardava “abita a Westernville?”
“A
quanto pare” Il ghigno di Thad non era molto
rassicurante. Aprì la portiera con un movimento veloce “Andiamo”
“Andiamo
dove?” Chiese Kurt sgranando gli occhi.
“Devi
ringraziarlo per aver scaricato Blaine”
“Cosa?!”
Lo afferrò per la manica della giacca “Tu sei un pazzo drogato e alcolizzato se
pensi che io andrò a fare una cosa così mostruosamente crudele!”
“Ma
ci hai goduto no?” domandò Harwood scendendo dal
velivolo e guardandolo attentamente, chinato verso di lui “Quando gli ha dato
quel due di picche epico…. Ti è piaciuto….
Ammettilo”
Kurt
si morse le labbra, senza rispondere e poi sbuffò “Si ma non lo ringrazierò”
“Oh,
sì invece” Thad chiuse la portiera voltandosi verso
la strada “Hey! Capelli di fata! Aspetta un po’!”
Kurt
si portò le mani al viso, sperando di morire in quel esatto momento per un
ictus o qualcosa di vagamente simile.
Non
poteva essere vero.
Quando
Hummel guardò di nuovo davanti a se vide Jeremiah
dall’altra parte della strada guardare stranito Thad
“Parli con me?”
“Vedi
qualcun altro con i capelli alla Riccioli d’Oro qui attorno?” domandò saccente Harwood facendo per attraversare la strada.
Kurt
lo raggiunse afferrandolo per la giacca a vento “Ti prego andiamo via….”
“No,
devi fare quello che ti ho detto!” Fece una pausa guardandolo negli occhi “Ora
possiamo andare da lui invece di stare in piedi sulla linea bianca per favore?”
Hummel
lo seguì sbuffando fino a ritrovarsi davanti a Jeremiah
che lo guardava attentamente “Ci siamo già visti per caso?”
“Si,
nei tuoi incubi” gli disse Thad incrociando le
braccia.
“Ma
si può sapere cosa diavolo…. Oh…”
Gli occhi del biondo si fermarono sul collo di Thad,
da cui si intravedeva la cravatta della Dalton e poi sul viso di Kurt arrivando
a capire dove lo aveva già visto “Vi siete presi il disturbo di seguirmi solo
per farmela pagare per aver dato il ben servito a Blaine?”
“Non
sputtano benzina per uno come te” disse acido Thad
“Siamo qui per una fortunata serie di casi ma il mio amico qui presente
vorrebbe dirti qualcosa…”
Kurt
lo guardò malissimo mentre tutta l’attenzione di Jeremiah
si spostava sulla figura del ragazzo “Ebbene?” domandò sempre più irritato.
“Io…”
Kurt
guardò Thad negli occhi chiedendosi perché gli desse
retta.
Doveva
essere più scemo di lui.
Poi
con lentezza allungò la mano verso Jeremiah che la
guardò interdetto prima di afferrarla titubante.
Kurt
la strinse velocemente prima di lasciarla e mugugnare un velocissimo “Grazie”
Il
biondo lo guardò stravolto mentre Hummel gli dava le spalle, riattraversando la
strada “Aspetta…. Tu e Blaine…?”
“Le
nozze si terranno ad Agosto” disse Thad seguendo
l’altro che lo guardò malissimo, montando in auto.
“Smettila
e muoviti!”
Al
povero Jeremiah non rimase altro se non entrare
velocemente in casa, ancora attonito da quel incontro.
Thad sorrise ad Hummel, salendo in auto a sua
volta “Non ti senti ganzo?”
“No,
mi sento un coglione Thad”
L’altro
sorrise, appoggiandogli una mano sul ginocchio e piegandosi appena verso di lui
“Sei così dolce e zuccheroso che sto per avere un attacco glicemico” gli
appoggiò un bacio sulla guancia, e quando tornò a sedersi comodamente sul suo
sedile esplose in una risata calda nel vedere il viso stravolto di Kurt “Ora
rilassati, prenditi il tuo tempo e preparati: stasera faremo i fuochi
d’artificio sul cielo di Lima…”
David
aprì la portiera dietro, sedendosi e mettendosi tra i due sedili, curioso
“Venendo qui mi è parso di aver interrotto qualcosa…”
“Si
bello, ci hai messo così tanto che abbiamo avuto un rapporto completo” asserì
secco Harwood mettendo in moto “Prossima tappa: sala
prove della Dalton”
“Prova
uno, due, tre. Prova uno, due, tre. Buon San Valentino a tutti!”
Flint
sistemò la cravatta a Jeff prima di prendere un respiro e salire, seguito dal
resto dei Warblers, sul piccolo palco improvvisato al
BreadStix, dove Kurt stava già introducendoli.
“Per
i clienti del BreadStix che non sanno chi io sia, sono Kurt Hummel e benvenuti
alla mia prima cena del Club Cuori Solitari. Che siate single con una speranza,
perdutamente innamorati o felicemente fidanzati e qui perché io vi ho obbligati
a supportarvi, rilassatevi e
divertitevi.” Sorrise alla platea mentre Trent
lanciava una veloce occhiata a Blaine, alla sua
sinistra. Occhiata che venne accuratamente evitata, mentre il solista si
chiedeva se grazie a Thad e Cam
ormai tutti sapessero tutto. “E a tutti i single la fuori….
Questo è il nostro anno”
Sorrise
tornando tra i ragazzi che iniziarono a cantare senza attendere che lui
raggiungesse la sua posizione e, nella fretta, urtò inavvertitamente la spalla
di Blaine che si voltò verso di lui con un sorrisetto.
Kurt
si chiedeva se qualcosa sarebbe cambiato dopo il loro discorso di quel
pomeriggio e se prima sperava di sì beh….
Aveva
cambiato rapidamente idea…
Nonostante
facesse male non poteva più fare a meno di Blaine
nella sua vita, a costo di sacrificarsi e vivere per sempre il loro rapporto
come una semplice amicizia…
I can't explain the
feeling's plain to me; say can't you see?
Ah, she gave me more, she gave it all to me
Now can't you see, what's wrong with that
I need to know, 'cause here I go again
I love you, I love you.
Love doesn't come in a minute,
Sometimes it doesn't come at all
I only know that when I'm in it
It isn't silly, no, it isn't silly, love isn't silly at all
A
esibizione conclusa tutta la sala esplose in un applauso.
Kurt
scambiò un breve sorriso con Blaine prima di scendere
i gradini e andare da Mercedes e Rachel. Per tutta la durata della canzone non
aveva fatto altro che dondolare sui suoi stessi piedi fissando Blaine e accompagnandolo con i ridicoli coretti che doveva
fare, chiedendosi perché continuava a guardarlo mentre intonava il famoso ‘I
love you’ del ritornello.
Doveva
essere una qualche forma di sadismo inconscio quella del solista, Kurt
rifiutava qualsiasi altra ipotesi.
Wes prese posto nella sedia vuota davanti a
Santana, iniziando a chiacchierarci amichevolmente mentre il resto degli Warblers si disponeva in alcuni tavoli. Thad
e Blaine si avvicinarono a quello di Flint e Jeff con
un sorrisetto “Ci tenevamo a scusarci” iniziò Harwood.
“Avevate
piani, immagino, e ve li abbiamo sconvolti” proseguì Anderson con espressione
colpevole.
Il
biondo scrollò le spalle, tenendo la mano di Flint vicino alla ciotola del pane
“Non preoccupatevi, è stato divertente”
“E
poi abbiamo solo spostato il luogo della cena” concluse Flint sorridendo, prima
di indicare le sedie vuote “Se volete unirvi a noi…”
Kurt
apparve proprio mentre i due ragazzi stavano per declinare la proposta e con un
sorrisetto si rivolse a Thad “Io ho salutato tutti…”
Harwood annuì “Ok allora andiamo”
Blaine, Jeff e Flint li guardavano perplessi
poi quest’ultimo disse “Avete un appuntamento anche voi due?”
“Io
voglio solo andare a letto” rispose con un sorriso tirato Kurt “Sono stanco, è
stata una giornata impegnativa con due esibizioni e….
non credo di riuscire a reggere altro…”
“TI
posso accompagnare io” si offrì Blaine sorridendogli
ma Kurt scosse il capo, facendolo rimanere male.
“Io…. preferisco andare con Thad…”
Anderson
spostò lo sguardo a terra, ferito, prima di stentare un sorriso “Oh…. Ok, allora a domani”
Thad prese la giacca “Ciao ragazzi e voi due”
indicò Flint e Jeff “Usate delle protezioni…. Non
voglio bambini che piangono disturbando la placida calma notturna della
Dalton!”
“Certo,
cercherò di non farmi mettere incinta” rilanciò sarcasticamente Wilson, arrossendo
appena “Spero di non essere in ovulazione!”
Li
guardarono uscire, poi il biondo si rivolse a Blaine
“Amico, sei certo che vada tutto bene?”
Anderson
scosse piano il capo “No, non va tutto bene” sospirò guardandoli tristemente
“Vi lascio alla vostra cena, ci vediamo dopo” e senza dar modo a loro di poter
rispondere andò a sedersi accanto a Trent.
Nick
gli fece un cenno “Perché Thad e Kurt se ne sono
andati?”
“Hanno
sonno” rispose semplicemente il solista.
“Oh,
è così che si dice ora?” sghignazzò Cameron prima di ammiccare a David che
sospirò “Tanto lo so che hai qualcosa da dirci….”
“Non
dirò nulla”
Las
lo guardò curioso “Qualcosa da dirci… su cosa?”
“Ha
visto Thad dare un bacio a Kurt, l’ho sentito mentre
lo diceva a Wes” buttò fuori Cameron mentre Blaine sentiva una pietra gravargli sullo stomaco. Forse
avrebbe vomitato di li a poco.
“Sulla
guancia” evidenziò il ragazzo di colore “Un bacio sulla guancia. E comunque non
sono affari tuoi, Cameron. Dovresti imparare a tacere”
Blaine appoggiò il pezzo di gressino
che stava sbriciolando con un tonfo, facendo voltare tutti verso di lui.
Nick
lo guardò stravolto prima di spostare lo sguardo verso Flint che strofinava il
piede contro la gamba di Jeff “La tensione sessuale in questa scuola la farà esplodere…”
Thad finì di lavarsi i denti prima di
prendere un po’ di acqua fredda tra le mani e buttarsela sul viso, per
sciacquarlo.
L’immagine
che si ritrovò davanti allo specchio non gli piacque molto visto che preferì
lanciare l’asciugamento contro il vetro e voltarsi verso la porta, prendendo un
respiro e fingendo un’espressione allegra mentre tornava in camera.
“Kurt,
hai avuto tutto il tempo per scegliere il film!Però vorrei farti una proposta indecente: hai mai visto ApocalipseNow?”
Si
fermò davanti al letto dell’amico, visto che quello era steso in posizione
fatale e del tutto deciso a non dargli risposta.
Thad rimase un attimo fermò, poi con un
sospiro andò a sedersi accanto a lui, lasciandosi cadere con un piccolo tonfo.
Gli
prese un polso, provando a fargli alzare il volto nascosto tra le braccia ma fu
costretto ad usare entrambe le mani per poter vedere gli occhi di Kurt,
arrossati dal pianto.
“Kurtie…” Sospirò, prendendolo praticamente di peso e
appoggiandoselo al petto, per poterlo abbracciare “Nessuno merita le tue lacrime…”
“Mi
sono illuso così tanto….” La sue voce, più lieve e
acuta del normale, arrivò alle orecchie del capo consiglio tagliente.
Era…. Dolorosa.
E
Thad troppo sensibile.
“Lo
so…. Lo so che ti eri illuso, enon ti biasimo. Tutti ci siamo illusi che Blaine avesse almeno due neuroni in grado di fare una
pseudo sinapsi…. Ma è stupido” lo strinse un po’ di
più, mentre i singhiozzi di Kurt si spargevano sempre più sporadici per la
stanza “Kurt ora non voglio suonare come il solito uomo vissuto ma…. L’amore fa schifo.”
Hummel
si scostò appena un po’ da lui, asciugandosi gli occhi e guardandolo
attentamente. Aveva la ragazza, e sembrava decisamente preso da lei quindi Kurt
proprio non riusciva a capirlo “Se lo dici tu allora io che dovrei dire,
scusa?”
“Allison mi ha lasciato stamattina con un sms.”
Kurt
rimase a bocca aperta “Ti ha lasciato il giorno di San Valentino con un sms?”
domandò, incapace di capacitarsi di ciò.
“Già…”
Hummel
gli buttò le braccia al collo “Mi dispiace Thad.
L’amore fa davvero schifo”
“Sì,
ma solo se te la prendi troppo…” Harwood
si alzò dal letto, avvicinandosi alla piccola televisione posta sul comò
davanti ai due letti e accendendola “Io preferisco pensarla così: gli amori
vanno e vengono e quando trovi quello vero avvolte non te ne accorgi nemmeno”
si voltò verso Kurt guardandolo attentamente negli occhi “Solo gli amici
restano tutta la vita….”
Kurt
sorrise appena, tirando su col naso prima di abbracciarsi le ginocchia “Io
volevo solamente che Blaine mi ricambiasse….
Ma sono un cretino o tra noi c’era quella tensione che c’è di solito tra due
persone che si piacciono?”
“Lui
è folle di amore per te ma è troppo facile accettarlo e smetterla di rompere le
palle a noi” Thad prese un dvd prima di metterlo nel
lettore e mettersi sul suo letto “Scommettiamo che quando si accorgerà di te
verrà mandato al diavolo da tutti?”
“Dici?”
“Cazzo,
sì”
Kurt
sbuffò “Perché a me?”
“Perché
sei il più sfigato” Una ciabatta colpì la spalla di Thad,
facendolo ridacchiare “Ora basta! Guardiamoci questo film e K? Ti prometto che
tutto si risolverà….”
Kurt
lo guardò alzando un sopracciglio mentre l’altro spegneva la luce, facendo
partire il film. Poi sorrise, capendo che, come compagno di stanza e amico
fidato, Thad era il migliore.
Blaine si ritrovò nella sala prove dei Warblers senza sapere il motivo.
Si
sedette stranito sul divanetto, sistemandosi la giacca.
Si
guardò attorno vedendo che sì, era solo e che, stranamente, nessuno degli altri
ragazzi camminava per il corridoio nonostante fosse pieno giorno. Il silenzio
regnava sovrano ed inquietante per tutta la scuola e la cosa gli piaceva
relativamente.
Mentre
era immerso nei suoi pensieri sentì un rumore alle sue spalle e una voce
suadente che lo fece sobbalzare “Pensavo che non saresti mai venuto….”
“K-Kurt?”
Si
voltò e rimase del tutto basito, trovandolo in piedi a pochi passi da lui con
addosso una corta, che arrivava poco sotto al sedere, vestaglia rossa.
Con
solo quella addosso.
Non
riuscì a staccare gli occhi dal ragazzo fino a che quello finì di fare il giro
del divano, mettendosi davanti a lui con un sorriso furbetto “Ciao Blaine….”
“Cosa
stai facendo?” domandò titubante Anderson mentre quello si avvicinava di
qualche passo, slacciando il cordoncino di seta che teneva chiusa la vestaglia.
“Quello
che so che ti piace…” rispose lascivo Hummel,
ancheggiando appena prima di abbassare la vestaglia lasciando nude le spalle.
Blaine si chiese se stesse sbavando. Strinse
con forza il bracciolo del divano, incapace di staccare gli occhi da quella
visione.
Poi
Kurt aprì la vestaglia facendola cadere a terra e….
….
Blaine si alzò di scatto, con la fronte sudata e
stringendo in modo compulsivo le coperte.
Si
guardò attorno spaesato riconoscendo immediatamente la sua stanza immersa nella
bassa luce della prima mattina.
Poi
realizzò tutto, ricordandosi del sogno. Anzi, la fantasia erotica per essere
precisi.
Aveva
appena sognato Kurt nudo, in atteggiamenti decisamente eccitanti davanti a lui
e la cosa l’aveva svegliato bruscamente.
Lentamente
alzò le coperte osservandosi il bassoventre.
Decisamente
seccante.
Si
alzò di scatto buttando all’aria lenzuolo e trapunta volando in bagno e aprendo
l’acqua fredda.
Una
doccia gelata lo avrebbe aiutato a riprendersi.
Mentre
si tratteneva dal urlare sotto il getto di acqua ghiacciata iniziò a farsi
delle domande come, ad esempio, quando sarebbe riuscito a resistere se
addirittura sognava Kurt in quelle vesti.
Anzi,
senza vesti.
Doveva
parlarne con Wes.
Uscì
dal bagno vestendosi a caso e velocemente con ancora i capelli gocciolanti uscì
in corridoio rischiando di scontrarsi con Nick.
“Attento
Anderson!”
“Scusa
Nick” fece per andarsene ma l’altro lo fermò.
“Io
mi sono alzato perché Flint ha dormito con noi e io mi rifiuto di assistere al
risveglio della coppietta ma tu…. Cosa ci fai in giro
alle sette, scusa?”
“Devo
parlare con Wes!” disse liberandosi e camminando
velocemente verso le scale “Scusa ma devo andare! A dopo!”
Arrivò
davanti alla stanza che l’asiatico divideva con David e prese a bussare fino a
che Montgomery aprì stroppicciandosi gli occhi.
“Ma
che sta succedendo? Una guerra?”
“Cosa
si fa quando si fa un sogno erotico su un amico?” domandò sull’orlo di una
crisi di panico Anderson prendendolo per la parte superiore del pigiama e
aggrappandosi molto drammaticamente.
Wes rimase zitto un attimo “Io di solito rido…. Ma…. Visto che tu sei
omosessuale direi che la masturbazione seguita da un esame mentale sia quello
che fa al tuo caso…”
“Kurt,
io ho sognato Kurt” bisbigliò visto che l’oggetto dei suoi pensieri dormiva
nella stanza davanti.
Wes lo guardò malissimo prima si spingerlo
via da lui “Idiota”
E
gli sbattè la porta in faccia, esprimendo in modo
eloquente il suo pensiero.
Blaine rimase immobile davanti alla porta per
alcuni minuti prima di decidere che Wes aveva
ragione. Non sulla masturbazione, sul fatto che era un’idiota.
Tornò
al piano di sotto, deciso a provare a rimettersi a letto senza pensare a scene
pornografiche quando si trovò davanti alla porta Ethan Moore. Il ragazzo stava
bussando un po’ titubante e, appena lo vide, sorrise storto a Blaine “Scusami se ti disturbo…. Speravo
di non svegliarti ma dovrei parlarti di una cosa.”
Anderson
annuì facendogli cenno di entrare “è successo qualcosa?”
“Sì
ma…. Parliamone con calma dentro”
Andarono
a sedersi, Blaine prese posto sul letto mentre l’altro
sulla sedia della scrivania “Che succede?”
“Kirk
sta provando a boicottarti dall’inizio dell’anno…” Blaine lo guardò senza capire “Non….
Non te ne sei accorto?” lentamente scosse il capo “La vernice che è caduta su Thad, il purgante a Wes…. L’ubriacatura
di Kurt a capodanno…. Siete rimasti chiusi tutta la
notte di Halloween in uno sgabuzzino…”
Blaine rimase a bocca aperta “Siete stati voi!?”
Ethan
annuì “I piani erano di Kirk e…. io lo aiutavo a
metterli in atto solo che ora mi sento parecchio in colpa….
Per Kurt”
E
in quel momento qualcosa nella testa di Anderson funzionò….
Male “Non dirmi che….”
“Lo
abbiamo fatto innamorare di te…. Kirk voleva
spezzarti il cuore anche se non ho ben capito il motivo”
Blaine rimase così sconvolto da perdere per un
attimo il contatto con la realtà “Io non ce l’ho con te…”
“Mi
dispiace tanto Blaine è solo che…”
“Devo parlarne con Kurt….”
E
uscì nuovamente dalla stanza, correndo ancora più veloce al piano di sopra.
Doveva
sentirselo dire dalle labbra di Hummel che non era preso di lui solo per colpa
di uno stupido piano.
Doveva
dirgli che non era così o…. non lo sapeva nemmeno lui
come avrebbe reagito.
Ethan
rimase seduto sul letto, abbassando gli occhi sul pavimento e ringraziando il
cielo che Blaine non gli avesse chiesto il motivo per
il quale era lì, o perché avesse assecondato Kirk. Non era pronto a rivelare a
tutti che era innamorato del suo migliore amico.
Arrivò
davanti alla porta trovando Thad con in mano un paio
di libri, pronto per passare una domenica mattina piacevole (non molto) a
studiare.
“Thad!” lo fermò, beccandosi un’occhiata stranita dal capo
consiglio Harwood, molto stranita “Devo parlare con Kurt…. Sta ancora dormendo?”
L’altro
rimase zitto un istante e poi con una nota indisponente nella voce disse “Scusi,
io la conosco?”
Blaine rimase senza parole, prima di scuotere
il capo “Non ho voglia di giocare con te, Thad, devo
parlare a Kurt”
“Credo
che lei abbia sbagliato persona, signore. Buona giornata” e detto questo si
dileguò scendendo le scale, con un sorrisetto perfido.
Col
cavolo che lo avrebbe aiutato.
Blaine rimase solo ponderando su quello che era
successo in dieci minuti che si era svegliato…
Quella
giornata era partita male e rischiava solo di finire peggio.
Pensandoci
bene, Blaine non poteva presentarsi davanti a Kurt
dicendogli che la sua infatuazione era dovuta ad un piano di Kirk perché con un’ipotesi
molto alta Hummel avrebbe dato di matto.
Gli
restava una sola cosa da fare….
Parlare
ancora con Wes.
Continua….
NdA:
Stavolta
sono breve perché ho poco tempo!
Ringrazio
chi mi ha recensito (venti recensioni** grazie!)
E
a Greta che mi beta.
E
alle ragazze (e D) del GDR che mi danno spunti (stavolta Nick docetxD).
Abbiamo
postato il terzo capitolo della FF comunitaria con la mia migliore amica ;)
Thad abbassò la visiera del cappellino,
fissando gli occhi in quelli determinati di Blaine.
La sua bocca si piegò in una virgola strafottente mentre si preparava.
“Sei
pronto a ricevermi, Anderson?”
L’altro
si preparò meglio, piegando appena la gamba destra “Sono nato pronto, Harwood.”
Thad sghignazzò, caricando il colpo e…
“STRIKE
TRE! Eliminato!”
Thad esultò assieme a tutti i compagni del
quarto anno mentre Blaine buttava la mazza a terra,
in un gesto di stizza.
Harwood non si lasciò scappare l’occasione per
prenderlo in giro “Anderson non maltrattare la mazza! Credevo ti piacesse….”
“Oh!
Va al diavolo Thad!”
“Moderiamo
il linguaggio” la Silver lo guardò severamente, visto che odiava il pensiero di
perdere non di certo per il linguaggio di Blaine di
solito ineccepibile. “Hummel alla battuta”
Kurt
si alzò tentennante andando a raccogliere la mazza che Blaine
aveva lanciato e sistemandosi davanti a Trent, che lo
fissava dubbioso dietro alla maschera grigliata.
Era
uno schifo anche nel baseball, se qualcuno se lo stesse chiedendo.
“Sii
buono, ti prego..” disse rivolto verso al compagno di stanza che sorrise.
“Sarò
dolcissimo con te, Kurt” rispose, caricando il lancio, alzando appena una gamba
e lanciando la palla molto più piano, rispetto a come aveva fatto con Blaine.
Ovviamente
Kurt non la prese, ma apprezzò parecchio la gentilezza.
“STRIKE
UNO!”
Kurt
non si era mosso, limitandosi a stringere la mazza e chiudere gli occhi, con la
paura di beccarsi una palla sulle gengive.
“Posso
darti un consiglio?” gli disse a voce alta Nick, in piedi accanto a Kirk,
giocherellando con guantone “Guarda la palla!”
“Avvolte
funziona” ricantò ironico Thad prima di prendere
un’altra pallina dalla tasca e mostrandola a Kurt “Ora la tiro ancora più
piano, ok?”
“Non
avvantaggiarlo! È negli avversari!” disse Kirk allargando le braccia mentre
guardava l’amico.
Jeff
lo guardò male “Ma se è terrorizzato dalla palla! Non lo sta avvantaggiando, se
mai lo sta calmando!”
“Kurt
non ascoltarli e guarda me” disse Thad guardandolo
negli occhi “Io ora ti tiro di nuovo la palla…. Tu
guardala e cerca di colpirla ok?”
Hummel
annuì lentamente, sospirando “Ok….”
Harwood lanciò la palla pianissimo e, in un moto
di audacia, Kurt fece scattare la mazza prendendo la pallina.
Peccato
che la presa non fu molto salta e la mazza di legno, sfuggendogli dalle mani,
andò a colpire il ginocchio di Thad “Ahia!”
“Scusa!”
disse mortificato Kurt portandosi le mani alla bocca.
“Corri
alla base, corri!” lo esortò Thad sedendosi a terra,
mentre si teneva la gamba.
“Corri
Kurt! Corri!”urlarono con sincronicità
Jeff dal campo e Flint dalla panchina, accanto a un Blaine
lievemente scocciato.
“Prendete
quella pallina, porca miseria!” sbraitò Kirk buttando a terra il cappellino
“Smettetela di provare compassione per Hummel! Eliminatelo!”
Ethan,
con molta calma, si mosse per prendere la palla e quando lo fece Kurt era al
sicuro già nella seconda base.
“Della
via che ci siamo facciamolo andare subito in casa base, no?” proseguì il biondone.
Wes sbuffò “Siamo così in vantaggio che
possiamo anche permetterci di fargli fare un punto, no?”
“Quando
avete finito di fare salotto” disse il coach Simmons
guardandoli male prima di rivolgersi affabile alla collega “Chi mandi alla battuta
ora, per perdere meglio?”
La
donna lo fulminò prima di guardare la panchina e sospirare rassegnata “Manca
solo Wilson?” il morettino alzò le sopracciglia “Dai muoviti su! O vuoi un
invito scritto, piccolo lord?”
Flint
sbuffò prendendo una mazza e andando a disporsi davanti a Trent.
“Non
fissare il culo del mio ragazzo!” gli urlò il biondo, mentre il ragazzo
corpulento lo invitava a recarsi altrove, alzando il dito medio.
Thad non fu clemente con lui e al terzo
strike la partita fu dichiarata vinta dal quarto anno.
“Harwood è un bastardo…. Non le
vedevo nemmeno arrivare” disse Flint appoggiando il cappellino sulla tribuna
sulla quale era salito, mentre Jeff prendeva posto accanto a lui seguito da
Duvall e Kurt.
“Fa
lo stesso Pookie, tanto avremmo perso comunque” gli
disse il biondino, stravaccandosi per bene e accogliendo sul viso i malati
raggi del suole di quegli ultimi pomeriggi di febbraio.
Anche
Trent li raggiunse, insieme a Cameron e iniziarono a
parlare di come i lanci di Thad fossero impossibili da
ricevere, di come Kirk avesse rotto tutto il giorno indicando il pessimo umore
e di come le mutande rosa di Wes fossero equivoche.
Kurt non riusciva però a togliere gli occhi da
Blaine, intendo a fare un po’ di piegamenti per
stendere i muscoli.
E
soprattutto dal suo fondoschiena che si muoveva quasi ipnotico davanti a lui.
Nick lo notò, e ridacchiando gli battè piano sulle costole con il gomito “Amico sembri un
maniaco”
Hummel arrossì immediatamente “Ma cosa
vai a pensare? Ero solo sovvrapensiero”
“E chissà che pensieri” disse
maliziosamente Flint, appoggiandosi a Jeff per potersi sporgere verso di lui.
Kurt lo guardò male “Flint o la smetti oppure…. Beh la smetti!”
“Minaccioso il ragazzo” disse Jeff dando
un bacio sulla tempi al suo ragazzo prima di ridacchiare “Kurt perché non vai a
fare gli esercizi di riscaldamento con Blaine?”
“Dio, non anche tu…”
“Perché non porti Blaine
con te sabato?” chiese Flint, attirando gli sguardi di tutti.
“Sabato, dove?” chiese curioso Cam.
“A una festa da un’amica delle New
Direction” lo informò Kurt “Perché siete tutti d’accordo con Thad? Non è deciso che io chieda a Blaine
di venire con me perché nemmeno io sono invitato….”
“Beh” Trent
scrollò le spalle “Imbucatevi con qualche tuo amico”
“Tuo fratello ci va no?” chiese Flint e
Kurt annuì rassegnato “Vai con lui e portati anche Blaine….
E nel caso in cui non voglia ricattalo!”
“Beh…. Ci
sarebbe la cronologia del suo pc…” affermò Kurt
pensieroso prima di alzarsi “Ok avete vinto, vado a parlarne a Blaine”
I ragazzi non riuscirono a scrollare lo
sguardo dalla schiena del loro amico mentre con la spinta di un condannato ai
lavori forzati andava da Blaine, interrompendo così i
suoi allenamenti.
Videro Kurt gesticolare mentre Blaine lo guarda annuendo appena prima di sorridere
luminoso e pronunciare qualcosa.
“Ha detto che ne sarebbe felice” disse
Flint stupendo un po’ tutti “Che c’è? Oggi ho le lenti a contatto, quindi ci
vedo bene, e so leggere labbiale” li guardò
tuttiuno per uno prima di sbuffare “è
una cosa che sanno fare molto persone!”
Kurt tornò da loro, afferrando la borsa e
la giacca “Dove scappi? L’ora non è finita” disse Jeff alzando un sopracciglio.
“Mancano cinque minuti e la Silver che ha
dato il permesso per andare a cambiarci” Li avvertì fretto solo il ragazzo
“Vado a prepararmi poi vado con Blaine a prendere un
caffè”
“Bella scusa per chiudervi da soli nello
spogliatoio” disse saccente Trent facendo ridacchiare
Nick, Cam e Jeff mentre Flint sorrideva malizioso.
Kurt alzò con molta grazia ed eleganza il
dito medio, prima di scendere i gradini degli spalti e sparire con Blaine nello spogliatoio.
“Ragazzi, se quei due non si mettono
insieme presto succederanno dei casini epici” asserì Wilson con tono saggio,
mentre Jeff si chinava per lasciargli un bacetto umido sulcollo.
“Lo credo anche io” Annuì Nick, fissando
il punto in cui Blaine e Kurt erano appena spariti
“Dovremo iniziare a chiuderci in camera a chiave…”
Quel sabato arrivò più in fretta del
previsto, gettando nello sconforto più totale Hummel che, con molta
impulsività, lasciò il campus della Dalton alle prime luci della mattina per
fuggire a Lima.
Doveva fare shopping, era il solo modo
per sentirsi sicuro quella sera quello di comprare qualcosa di nuovo e chic.
Blaine era tranquillo
invece quando si alzò, gettando all’aria le coperte e specchiandosi in bagno,
trovandosi sul viso un sorriso a trecento denti.
L’idea di una festa con le New Direction
lo incuriosiva molto, sembravano dei ragazziposto. Iniziò a pensare a come vestirsi mentre si lavava i denti,
decidendo di rimanete sul classico con un paio di jeans e un maglioncino.
Ma prima di progettare altro doveva
risolvere una cosa….
Parlare con Kirk dei suoi piani contro di
lui.
Seguendo un consiglio di Wes (che era arrivato doloroso assieme a quel manuale di
diritto, direttamente sul capo) aveva evitato con cura di riferire a Kurt le
sue scoperte per evitare di ferirlo.
Ciò non toglie che, comunque, lui volesse
farci chiarezza.
Soprattutto perché in mesi e mesi si
scherzi ai danni di altri non si era accorto di nulla.
L’aveva trovato dopo molte ricerche in
biblioteca, con il capo biondo chino su un vecchio libro di araldica.
“Un vero signore medioevale” aveva
commentato con un sorriso, sedendosi accanto a lui.
“Cosa vuoi Anderson?” aveva domandato
Kirk senza alzare gli occhi dal volume, senza una particolare inclinazione
della voce “Sto leggendo…”
“Lo vedo ma, scusa devo farti una domanda
importante”
Il biondone
alzò gli occhi un istante prima di rifondarli nel libro con uno sbuffo “Se vuoi
chiedermi il numero del mio parrucchiere mi dispiace ma non lo so. Viene tutte
le domeniche pomeriggio direttamente a casa mia a farmi il taglio e…”
“Perché stai cercando di umiliarmi?”
Nonostante il tono tranquillo che il
solista aveva utilizzato, per Kirk quella domanda arrivò forte come una
fucilata in mezzo agli occhi.
Alzò di scatto il capo, poi, cercando di
stare calmo, domandò, cauto “E questa eresia da dove viene?”
“Dalla bocca di qualcuno che, e lo so per
certo, non ha alcuna motivazione per mentirmi” Chiuse il libro di Kirk con un
movimento fluido “Quindi parla…”
Blaine guardò per nulla
turbato la mascella del biondo contrarsi, prima che questi gli rispondesse con
voce bassa, tanto da sembrare che gli stesse ringhiando contro “Non-so-di-cosa-stai-parlando” scandì chiaramente.
Blaine sogghignò appena
“Mi ha molto turbato il fatto, che, a causa mia, tu abbiamo fatto dei dispetti
a Thad e Wes che non
centrano molto ma, quello che mi ha fatto uscire dai gangheri è stato il fatto
che tu abbia messo in mezzo anche Kurt provocando, forse, dei danni” Continuava
a parlare con la solita calma e gentilezza, anche se le sue iridi si erano
fatte più scure, segno che dentro di se era decisamente arrabbiato.
“Senti non so cosa stai dicendo, non
perdo tempo a stupidi complotti” si alzò, prendendo il libro “Lo scherzo a Thad è stata una bravata innocente per farlo impazzire, non
so cosa sia successo a Wes e con Hummel quasi non ci parlo…. Ora se non ti dispiace vado ad impiegare il mio
tempo in modo più proficuo. Ti consiglio di seguire il mio esempio”
E uscì.
Deciso come non mai a spaccare la faccia
a Ethan visto che poteva essere il solo ad averlo tradito, passando dalla parte
del nemico.
Ad Anderson non rimase altro da fare che
andare in camera sua a prepararsi, conscio che tanto non era finita lì.
Vicino alla Dalton c’era un piccolo pub,
gestito da una coppia di coniugi irlandesi, che non si facevano poi tanti
problemi a servire una birra o due anche a chi i fatidici ventuno anni non li
aveva ancora compiuti.
Ecco perché Thad
e Nick erano sempre lì, riuscendo a trascinarsi dietro mezza scuola.Quella sera però il capo consiglio Harwood non si era presentato, ma ci pensava l’altro a fare
gossip sfrenato.
“E quindi, fatemi capire” Duvall appoggiò
il boccale stranito, leccandosi le labbra per levare la schiuma “Kirk ha messo
su un piano diabolico per fare innamorare Kurt di Blaine?”
Davidi e Wes si scambiarono
uno sguardo rimanendo in silenzio, poi Duvall sbuffò “Ragazzi io non sono
Cameron, ok? Se mi dite qualcosa rimane nobiscum”
“Si dice internos”lo corresse Nicholas ridacchiando e beccandosi la prima
occhiataccia della serata.
“Ti sembro latino?”
“Dal naso mi ricordi vagamente Giulio
Cesare” ricantò Las, incrociando le braccia e scambiando uno sguardo divertito
con gli altri due.
Nick forzò una risata esagerata “La
smettiamo di parlare del mio naso e torniamo alle bazze sentimentali nella
Dalton, per cortesia? Ormai Jeff e Flint non sono più divertenti, serve
materiale nuovo…. Qualcosa di…Klaine, se mi capite” concluse ammiccando “Ditemi
quello che sapete.”
“Non dovevi origliare la nostra
conversazione” sbuffò scocciato Montgomery mentre David si portava le dita alle
tempie “è molto maleducato da parte tua”
“Ma io non ho origliato….
Passavo casualmente di lì. Io sono un povero ragazzo senza stanza, capitemi” si
appoggiò con la schiena alla panca, prendendo un altro sorso di birra “Devo
tenermi impegnato in qualche modo, no?”
“Perché non compri una tenda canadese e
vivi lì?” domandò il ragazzo afro-americano.
“Perché a terra non ci dormo, mi viene
mal di schiena. Avete finito di cambiare argomento?”
Richard prese posto a capotavola, seguito
poi da Ethan che si aprì il cappotto “Di che parlate?”
“Del Klaine” lo
informò Nick.
Moore annuì appena “Il Jint è passato di moda?”
“A me piace l’Hummerwood….”
Tutti si voltarono verso Las come se avesse appena detto un’eresia “Sono carini
insieme e forse Kurt salverà Thad dalla cirrosi
epatica”
“E chi salverà me?” chiese lacrimoso
Nick, ma venne ignorato “begli amici…”
“Novità su Blaine
e Kurt?” chiese curioso Rich, passandosi una mano tra
i capelli, schiacciati dal cappellino.
“Sì, è tutta colpa di Kirk a quanto pare”
rivelò Duvall schifato.
Ethan si irrigidì senza darlo a vedere.
“In che senso?” chiese Richard stranito.
“Nel senso che Kirk ha macchinato
qualcosa di strano, da quel che mi ha spiegato Blaine”
disse Wes guardandoli tutti severamente “Se esce
qualcosa da qui io…”
“Tutto resta a questo tavolo” disse
velocemente Nick “Ma spiegati bene”
“Secondo Anderson, Kirk a condotto Kurt
ad innamorarsi di lui…”
Ad un silenzio attonito seguirono lo
scrosciare di quattro risate.
David, Nick, Rich
e Las erano letteralmente piegati in due.
“Penso sia impossibile” ne convenne
Nicholas, asciugandosi una lacrimuccia.
“A meno che Kirk non ha iniziato tutta
questa macchinazione quando Kurt era ancora al suo vecchio liceo” disse David,
drizzandosi sulla sedia “Per la piccola spia delle New Direction è stato un
autentico colpo di fulmine”
“Io credevo che….
Si insomma” Ethan fece una pausa “Dopo capodanno credevo che Blaine ricambiasse ma…. Non
sembrava anche a voi?”
“Oh no ricambia eccome” intervenì Nick “Solo che è un idiota…”
“Ora sono ad una festa alcolica insieme,
spero succeda qualcosa ma secondo me mi illudo” Wes
sospirò, scrollando le spalle rassegnato “Non lo sopporto più….
Davvero…. Non lo sopporto più”
“Ma è davvero così pesante?” chiese Las
stranito.
Il fatto che Wes
fosse paziente e saggio come un santone indù era una verità mistica per tutti
gli Warblers, ma Blaine
riusciva sempre a stravolgere le loro certezze.
“Dio mio sembra NedFlanders” Montgomery sbuffò “Sempre lì a chiedermi
cosa è giusto e cosa no…. Secondo il mio parere poi!”
“Tipo il reverendo Lovejoy?”
chiese ridacchiando Rich.
“A proposito di Simpson….
E mongo-para-plegici…. Thad?”
chiese Ethan, cercando di spostare la conversazione su qualcosa che non lo
facesse sentire in colpa.
Nick sbuffò “Prima mi ha detto ‘ho una cosa fondamentale da fare, vai senza
di me e bevi per entrambi’…. Quando fa così non so mai che aspettarmi”
“Il peggio” disse David saggio “Aspettati
sempre il peggio da Thad, quando dice queste frasi
altisonanti”
Jeff
smise di sgranocchiare i popocorn nell’esatto momento
in cui la scena nel telefilm si fece più spinta “Ma fammi capire….
Lui ha ventinove anni e si fa un diciassettenne?” Flint annuì lentamente,
incapace di staccare gli occhi dallo schermo nonostante quell’episodio lo
conoscesse a memoria “Ma lo sa che è illegale?”
“Chiamalo scemo, Jeffy.
Io ho diciassette anni fra un paio di mesi, eppure una passatina
da Brian…” il morettino mise a terra la ciotola ormai
vuota prima di spostarsi di più verso il suo ragazzo che lo guardò poco
convinto prima di tornare a fissare lo schermo. Flint si allungò versi di lui,
abbracciandogli i fianchi e guardandolo con un sorrisetto malizioso “Vedo che
ti interessa il telefilm….”
“Diciamo che mi fa un po’ di chiarezza”
mormorò il biondo passandogli un braccio attorno alle spalle senza però
staccare gli occhi dallo schermo.
Flint sorrise di più “Ho notato sai?” La
sua mano scivolò sul ventre di Sterling fino a
fermarsi sui cordoni che tenevano chiuso il pigiama “Queeras Folk è molto interessante e fa molta chiarezza…” passò le labbra sul suo collo, e subito l’altro
smise di guardare il telefilm, sentendosi avvampare.
Flint lo spinse più in basso, togliendo i
cuscini da dietro la sua schiena per farlo stendere e in un attimo gli fu
sopra, mettendosi a cavalcioni su di lui.
“Ti trovo decisamente meno tentennante”
gli sussurrò in un orecchio mentre l’altro tratteneva il respiro,
accarezzandogli un fianco “Non dobbiamo per forza bruciare le tappe ma, forse,
potrei farti provare qualcosa di nuovo che…”
La luce nella stanza si accese di colpo,
abbagliandogli.
“Basta scopare, complici, ho un lavoretto
per voi!”
“THAD!”
Harwood si sedette sul
letto di Nick, lasciato per decenza libero quella sera, e li guardò
attentamente “Mi serve qualcuno di fidato per fare una cosa….
Ci state?”
“Dipende da cosa” disse cauto Flint,
alzandosi a sedere sul bacino di Jeff che mugugnò insoddisfatto.
Non voleva essere interrotto.
Thad sorrise beffardo
spiattellando il suo piano alla coppietta. Quando terminò li guardo soddisfatto
“Non è geniale?”
“Penso sia una stronzata atomica” si
espresse il morettino, portandosi le mani al viso e gemendo frustrato “Thad non metterti tra la freccia di cupido e quei due, per favore…”
“Blaine ha
costruito una barriera indistruttibile utilizzando i suoi capelli, quella
freccia non arriverà mai a destinazione” disse serio Thad
“A meno che io non intervengo”
“Ma chi sei tu scusa?” Flint lo guardò a
bocca aperta, cercando il sostegno del biondino sotto di lui “Ma ti rendi conto
come trama?”
“Ecco io…”
“Ok Wilson non ci stai” Thad lo guardò scocciato prima di piantare gli occhi in
quelli di Jeff “E tu Sterling, mi aiuterai?” domandò
poi fissandolo, deciso.
Sapeva che Jeff era molto semplice da
manipolare, rispetto al suo ragazzo.
Bastava solo essere persuasivo.
E infatti il biondino crollò “Si…. Ok va bene…. Ma non voglio
essere preso in mezzo”
“Certo che no” sorrise Harwood alzandosi “Mi serviranno solo le tue mani…. Che ora, per il momento, possono tornare sul culo di
Wilson!” si avvicinò alla porta contento, sorridendo “A domani, buon
divertimento”
Jeff lo guardò uscire sospirando “Credevo
che non se ne sarebbe mai andato, quando attacca questi discorsi di solito non
molla mai…”con un movimento fluido Flint scese dal
bacino del ragazzo, lasciandolo perplesso “Ma…
Perché? Non hai voglia di…. Proseguire con la
pomiciata?”
“No” rispose quello, secco, mettendosi
sotto le coperte e tirando i telecomandi al biondo “Voglio dormire” spense di
nuovo la luce, dando le spalle a Jeff.
“Mi dici che hai?” chiese stranito.
“Mi hai deliberatamente scavalcato!”
sbottò il moro “Hai dato ragione a Thad! Perché lo
assecondate tutti, scusa?! sai che ha torto!”
“Dai piccolo” Fece leva su un gomito
alzandosi appena per poter sussurrare nell’orecchio all’altro “Non potresti
passarci sopra?”
“A Thad? Certo!
Dammi un camion!” Flint per risposta lo spinse via da lui “Io sono imbufalito
con te, Jeffree. Ora guardati il telefilm e toccati
da solo! Io dormo. Ciao”
E basta.
Per Flint Wilson il caso era archiviato e
se era archiviato per lui lo era per tutti.
Le moine, le carezze quant’altro non
sarebbero servite a nulla….
A Jeff non rimase altro da fare se non
spegnere la tv e voltarsi verso Flint, abbracciandolo da dietro e sperando che,
la mattina successiva, si sarebbe già dimenticato di tutto quello screzio.
Illuso.
Ancora non sapeva che Flint poteva
serbare rancore per giorni…
Un totale, colossale, mastodontico
disastro.
Ecco come Kurt avrebbe catalogato la
festa a casa di Rachel Berry. Come se poi una festa della Berry sarebbe potuta
rivelarsi l’opposto, pensò amareggiato mentre, seduto a terra nel seminterrato
dell’amica aspettava il ritorno di Finn. Il
poveraccio, infatti, stava portando a casa un po’ tutti, e mancava ancora Blaine alla fine dell’elenco…
Quando FInn
arrivò con lo stesso entusiasmo di un internato di un campo di sterminio,
guardò il fratellastro stravolto “Sono stanco Kurt….
Fino a Westerville non ci vado….
Come facciamo?”
Kurt sorrise amabilmente “Ma io so
esattamente cosa fare e, caro Finn, non ti avrei mai
chiesto di guidare fino a Westerville alle quattro
del mattino…”
In un primo momento aveva accarezzato
l’idea di lanciare Blaine già dalla macchina in
corsa, solo peri l fatto che aveva baciato Rachel con entusiasmo finendo poi
per cantare una canzone in cui il mainverse recitava un osceno ‘Don’t youwant me’…
Aveva scartato l’ipotesi desolato,
convinto che se ne sarebbe pentito.
Poi ecco, l’illuminazione: avrebbe tenuto
Blaine a casa sua.
Non era molto saggio perché A) suo padre
lo avrebbe ucciso e B) Blaine non era in grado di
intendere e volere ma…. Al solo pensiero di passare
una notte a guardarlo dormine nel suo letto a Kurt si era inceppato il circuito
celebrale.
“Cosa pensi di fare?” chiese Finn, grattandosi il capo.
“Lo portiamo da noi” rispose con
semplicità Kurt, mentre Mercedes resuscitava dalle nebbie lisergichedella vodka, sorridendo maliziosamente nonostante
fosse assonnata.
“Kurt che hai intenzione di fare con Blaine?”
Finn sgranò gli occhi
“Kurt cosa hai intenzione di fare con Blaine
ubriaco?” ripetè calcando sull’ultima parola.
Il ragazzo arrossì di botto “Ma che
cavolo state insinuando? Voglio solo verificare che stia bene e che…. Non stia in giro…. Visto
che non possiamo portarlo a casa….”
Mercedes ridacchiò, ancora un po’
offuscata dall’alcool e poi Finn sospirò “Andiamo su,
voglio solo andare a dormire”
“Rachel?” domandò Hummel alzandosi e
seguendolo fino ai divanetti.
“L’ha messa a letto Puck
prima di andare via” si fermarono insieme, fissando intensamente il ragazzo
abbandonato sul divano, a pancia sotto e con un bicchiere ancora in mano.
“Non l’ho mai visto ridursi così e lui è
uno che beve spesso alle feste alla Dalton” commentò Kurt sospirando, prima di
chinarsi ad accarezzargli i riccioli neri “Non è bellissimo?”
Finn storse il naso
“Vuoi davvero la mia opinione Kurt?”
“No” con dolcezza Kurt tolse il bicchiere
di mano a Blaine, prima di voltarsi verso Finn in attesa.
“Cosa c’è ora?”
“Prendilo no?”
Il fratellastro sgranò gli occhi “In
braccio? Col cavolo!”
“Ma sarà leggerissimo” gli disse
scocciato Kurt “Non vedi che è alto un metro e un uovo?”
“Si ma…. Mi fa
senso l’idea di prendere in braccio un uomo. Sveglialo”
“Cheppalle, sei
davvero inutile Finn!” Kurt si rivoltò verso il
solista dei Warblers e poi, dispiaciuto, lo chiamò
scuotendolo appena per una spalla “Blaine? Blaine, coraggio svegliati…”
Il ragazzo brontolò nel sonno prima di
aprire gli occhi e, appoggiando le mani sul divano, alzarsi seduto, trovando
Kurt inginocchiato davanti a lui. Sorrise appena “Ciao Kurt, è già ora di
andare a lezione?”
“Bene è ancora in botta” commentò
Mercedes ridacchiando.
“Senti chi parla” le disse Finn con un sorriso prima di chinarsi e passarsi un braccio
di Blaine attorno alle spalle “Oddio mi verrà un mal
di schiena tremendo, ce la fai a prenderlo tu Kurt? Sei più alla sua altezza…. Alla sua bassezza…” si
corresse, mentre Hummel annuiva guardandolo male, passandosi l’altro braccio
dell’amato attorno alle spalle.
Quello si appoggiò del tutto a lui,
mettendogli una mano aperta sul petto e ridacchiando “Kurt non fare così dai, è
solo una fetta di torta…”
Finn e Kurt si
guardarono negli occhi un istante, poi scuotendo il capo salirono le scale
seguiti da una traballante Mercedes, con Blaine molto
precario, attaccato a Kurt.
Il tragitto fino a casa di Mercedes, che
era sulla strada del ritorno dei ragazzi, fu costellato dalle risatine
alternate della ragazza seduta accanto al guidatore, e di Blaine,
del tutto appoggiato a Kurt.
A un certo punto, anche quando Finn prese a ridacchiare dal divertimento, Kurt diede di
matto “Ma ti rendi conto?! Tutti ubriachi eccetto noi due! Ma che ragazza di Glee Club è?! Degli alcolisti anonimi! Brave New
Direction!”
“Da quel che mi dici dei Warblers non sono poi meglio” lo ribeccò Finn parcheggiando davanti casa dell’amica che scese senza
nemmeno salutare, tanto era in stato comatoso. La guardarono cercare le chiavi
di casa nonostante le avesse già in mano e poi, una volta che fu dentro,
ripartirono.
“Sai che la tua pelle profuma
moltissimo?” Kurt sgranò gli occhi nell’udire quell’affermazione di Blaine e si irrigidì ulteriormente quando questi prese e
sfregare la punta del naso contro la sua guancia e poi contro al suo collo “Mi
piace tanto il tuo profumo Kurt….”
“Oddio ti prego non farmi assistere a un
porno gay” commentò lamentoso Finn dai sedili
davanti, storcendo lo specchietto retrovisore per non vederli.
“Mi piace tanto anche come ti vesti…. Sei sempre così bello….”La
mano di Blaine si appoggiò sulla coscia del ragazzo,
pericolosamente in alto. Kurt non seppe se essere sollevato o meno nel momento
in cui il fratellastro inchiodò nel cortile di casa.
“Ti aiuto a portarlo su, ma poi lo gestisci
tu” disse sbrigativo ed imbarazzatissimo mentre aiutava Blaine
a scendere “Io non voglio entrarci…. Non voglio che
Burt mi minacci di nuovo col fucile…”
“Va bene, grazie Finn…”
A fatica lo portarono in casa, non prima di raccomandarsi di star zitto. Lui
ovviamente ridacchiò per tutto il tragitto e poi entrò traballante nella stanza
di Kurt lasciandosi cadere sul letto matrimoniale, in una posizione che a Kurt
ricordava tanto una stella marina.
“Attento a non far casino” Finn lo guardò appoggiandogli una mano sulla spalla, “E
attento anche a…. insomma attento a potenziali
aggressioni sessuali…. Hai ancora il fischietto
antistupro che ti ha preso Santana?”
Kurt sbuffò “Sì…”
“Se succede qualcosa usalo e io provo a
svegliarmi e a soccorrerti, a domani”
Kurt lo guardo uscire, ponderando se
fosse il caso o meno di accoltellarlo con una matita sulla schiena, ma poi si
disse che la primavera stava arrivando, il cambio di stagione era imminente,
che gli scatoloni con i vestiti erano davvero pesanti e che Finn poteva
ancora servire.
Si voltò verso Blaine,
convinto di trovarlo sul letto, e lanciò un gridolino soffocato nel trovarselo
davanti, in piedi.
Blaine sembrava
maledettamente serio e la cosa lo metteva in ansia.
Pavarotti li guardava stranito da dentro
alla gabbietta, e Kurt per un istante pregò di far cambio col canarino.
Bella vita la sua, bere, mangiare,
dormire e grattarsi le piume!
Il ragazzo più basso gli passò le braccia
dietro al collo, stringendosi a lui “Sei il mio migliore amico Kurt e ti voglio
tanto bene….”
Ad Hummel scappò un piccolo
sorrisettomentre ricambiava per un
istante l’abbraccio, prima di portare le mani sui fianchi dell’altro per
staccarlo “Anche io ti voglio bene Blaine ma ora
siediti” Lo fece accomodare sul letto, prendendo poi posto accanto a lui e
portandosi un dito alle labbra “Ora però fai piano che se mio padre ti sente ci
uccide entrambi…. Hai capito?.... Blaine?”
Il morettino però non lo stava
minimamente ascoltando e teneva gli occhi fissi sulle labbra del ragazzo. Kurt sentì
il cuore battergli in gola mentre considerava tutte le varie opzioni….
Poteva dargli una serie degli schiaffi,
due a due, fino a vederli diventare pari, oppure poteva portarlo in bagno e
buttarlo sotto la doccia. Poteva anche soffocarlo con il cuscino di piume d’oca,
purchéla smettesse di fissarlo in quel
mondo..
“Blaine mi stai
ascoltan…Blaine!” Non
voleva gridare, non era il caso visto che era notte fonda e che suo padre aveva
un bellissimo fucile da caccia nell’armadio, ma ritrovarsi addosso Blaine lo aveva un po’ stupido.
Kurt postò lo sguardo verso la porta,
controllando che dal corridoio non provenissero rumori, e quando se ne fu
sincerato alzò gli occhi su Blaine che lo stava
sovrastando, appoggiandosi totalmente a lui.
“Spostai, dai…”
Kurt provò a rialzarsi ma, nonostante l’amico fosse ubriaco, aveva una forse
presa sudi lui, al punto tale che per
lui fu impossibile staccare la schiena dal materasso.
Anderson lo guardava in modo strano, con
un’espressione intensa sul viso tanto che, per un istante, Kurt si illuse che
fosse tornato in se. Ma quella leggiera ombra alcolica nei suoi occhi lo tradiva….
Hummel lasciò cadere le braccia stanche
sul materasso, visto che sembrava inutile provare a spostarlo. Tanto valeva
farlo ragionare “Blaine, ti prego, alzati…. Mi fai male, non sei poi così leggero come credevo…. Senza offesa”
Ancora nessuno risposta.
Almeno non verbale.
Il solista dei Warblers
si abbassò verso il viso di Kurt lentamente, fino ad arrivare a sfiorare con
naso quello del controtenore.
Quando Hummel avvertì il respiro caldo e
lievemente alcolico dell’altro sulle labbra iniziò a fremere, di paura ed
eccitazione unite, deglutendo rumorosamente “Cosa stai….
Cosa stai facendo?” chiese tentennate.
Blaine si avvicinò
ulteriormente, tracciando il contorno delle labbra di Kurt con la punta della lingua,
prima di alzarsi appena e guardarlo negli occhi.
Kurt rimase del tutto senza fiato da quel
gesto e per un istante si perse nell’immensità delle iridi color caramello
degli occhi di Blaine.
“Voglio baciarti…”
sussurrò a voce bassa il solista dei Warblers,
passando un paio di dita sulla guancia di Kurt per accarezzarla. Attese ancora
qualche secondo prima di riabbassarsi, ma questa volta Kurt ci mise più forza.
Lo spinse piantandogli entrambe le mani
sul petto e spostando di lato il volto.
Non lo avrebbe mai permesso.
Non avrebbe mai accettato che Blaine lo baciasse solo perché ubriaco, era assolutamente
fuori da ogni logica per lui. Desiderava Anderson con ogni fibra del suo corpo
da quel giorno, da quando lo aveva incontrato sulle scale della Dalton e per la
prima volta i loro sguardi si erano incatenati e pretendeva che il loro primo
bacio avvenisse perché entrambi lo desideravano, non perché uno dei due era
così ubriaco da parlare a sproposito di torte e fragranze della pelle.
Quando sentì Blaine
spingere per tornare su di lui provò ad opporsi solo per alcuni minuti, poi si
arrese togliendo le mani e lasciando che un paio di lacrime scorressero sulle
tempie e poi sul copriletto.
Blaine però non provò a
baciarlo di nuovo, bensì nascose il viso nel suo collo stringendolo in un caldo
abbraccio, più stretto del precedente.
“Farei tutto per te Kurt….”
Hummel appoggiò le mani alla sua schiena,
ricambiando l’abbraccio, fino a che Blaine si lasciò
cadere con la schiena sul materasso, in coma.
A quel punto Kurt si alzò a sedere e,
dopo essersi asciugato gli occhi, sorride appena nel vederlo ad occhi chiusi e
la bocca lievemente aperta.
Si alzò, sfilandogli le scarpe e poi
prese il pigiama andando in bagno a cambiarsi.
Solo quando si trovò davanti alla
specchiera, solo come un cane a guardare affranto le occhiaie che stavano
nascendo sotto i suoi occhi cristallini, iniziò a pensare alle parole di Blaine.
Farei
tutto per te, Kurt…
Aprì l’acqua, lavandosi velocemente il
viso e ponderando con attenzione quella frase cercando di trovarvi diversi
significati.
Solo uno però gli andava bene…
Per unfugace istante ripensò al discorso che Blaine
gli aveva fatto a San Valentino, ovvero che lui non voleva rovinare tutto tra loro…
Kurt pensava, credeva, di piacergli
eppure il solista aveva anteposto la loro amicizia a qualsiasi altro sentimento,
pur di non perderlo.
Per un istante lo aveva odiato ma ora,
ripensandoci bene, lievemente condivideva il pensiero di Blaine.
Solo che non gli sarebbe mai bastato quel rapporto basato solo sulla fiducia
reciproca se non avrebbe mai potuto assaggiare le labbra di Blaine
dopo il solito caffè, dopo le riunioni con i Warblers.
Si infilò il pigiama e poi tornò in
camera, convinto di trovare Blaine addormentato su
tre quarti del letto, ma non fu così.
Il ragazzo sedeva sull’orlo del
materasso, con il capo fra le mani “Stai bene?” gli chiese appoggiandogli una
mano sulle spalle.
“Credo….” Blaine fece una pausa guardandolo in viso “Credo di dover vomitare…”
Kurt sgranò gli occhi, afferrando il
cestino della spazzatura e passandolo all’altro appena in tempo. Infatti,
appena questi lo ebbe afferrato, si chinò in avanti iniziando a rimettere anche
l’anima.
“Ecco una cosa che non avrei mai voluto
vedere” commentò Kurt, inginocchiandosi sul letto dietro all’amico e tenendogli
una mano sulla fronte mentre questo continuava a vomitare.
Ci mise un po’ a finire, ma poi appoggiò
a terra il secchio, passandosi una mano sulla fronte, finalmente cosciente di
ciò che gli accadeva attorno.
“K-Kurt?”
“Si sono qua, ora tieni la bocca chiusa
non vorrei uscisse altro” Sorrise dolcemente accarezzandogli il collo prima di
afferrare il secchio del pattume e appoggiarlo sulla piccola terrazza,
chiudendo poi con cura la porta-finestra.
Portò Blaine in
bagno, nonostante questo faticasse a stare dritto, e gli fece sciacquare la bocca
col colluttorio prima di riportarlo in camera.
Per quanto lo infastidisse il pensiero di
farlo dormire con i vestiti con i quali si era rotolato in terra nel suo letto,
doveva ammettere che non era saggio farlo cambiare e, di certo, lui non sarebbe
mai riuscito a spogliarlo senza collassare.
Avrebbe cambiato le lenzuola il mattino
successivo, non era poi così grave.
Lo coprì per bene, andando poi a prendere
posto dalla sua parte.
Prese un respiro prima di stendersi, non
riuscendo a conservare un sorrisetto al pensiero che Blaine
era proprio lì.
“Come ti senti?” gli domandò una volta
che si fu steso, voltando il viso verso il suo. Sorrise, quando vide che Blaine aveva già gli occhi chiusi, stordito dalla
stanchezza e dall’alcool.
Allungò la mano verso la guancia del
solista, accarezzandola delicatamente, e per un attimo gli parve di vederlo
sorridere.
Gli diede poi le spalle, spegnendo la
luce e sospirando, rilassato.
Poteva sentire il profumo della colonia
di Blaine (decisamente ne metteva troppa ma a Kurt
piaceva molto) misto a quello dell’alcool e del sudore (aveva ballato come un
pazzo tutta la sera) ma a Kurt non infastidiva, anzi….
Devo essere davvero innamorato, pensò
prima di chiudere gli occhi, del tutto intenzionato a calmarsi e dormire.
Sussultò quando sentì il braccio dell’altro
avvolgergli il fianco, e poco dopo il capo del solista si appoggiò vicino al
suo.
“Buonanotte Kurt…”
Sorrise, e in un attacco di audacia prese
la mano di Blaine portandosela sul petto e
stringendola.
“Buonanotte Blaine…”
Continua….
NdA:
scusatemi per il piccolo ritardo ma è
stata una settimana molto impegnativa, scolasticamente!
Ora prometto di essere più celere negli
aggiornamenti^^
Ecco il capitolo di oggi!
Questa è la mia personale interpretazione
del post festa a casa di Rachel.
Spero vi sia piaciuto^^
Ringrazio tutti coloro che hanno
recensito**
Ventuno recensioni, wow!
E ringrazio anche per le quasi 2000
letture del prologo!
“Hey Kurt! Vieni a darmi una mano con questa uova!”
“Arrivo
tra un minuto!”
Burt
Hummel camminava per i corridoi di casa sua tenendo in mano un vecchio
ricettario e leggendolo come se si trattasse di un’antica bibbia in aramaico.
Prese a salire le scale verso la stanza del figlio senza staccare gli occhi
dalle pagine scritte in piccolo e ricche di immagini che non gli dicevano
decisamente nulla “Che diavolo sono le uova in camicia? Sono la stessa cosa
delle uova strapazzate, no?” arrivato davanti alla porta del figlio non pose
nemmeno per un attimo il problema di bussare e si stupì parecchio di trovarlo
ancora a letto “Hey ma che succede? Oggi devi
insegnarmi tutto quello che sai sul bunch”
“Scendo
tra un secondo”
Burt
alzò gli occhi sulla figura del figlio, nascosta dall’angolo della stanza che
conduceva alla sua specchiera e al piccolo bagno indipendente.
Ma
quindi? Nel letto…?
Un
ragazzo moro alzò il capo da sotto il cuscino, guardando confuso attorno a se “Oh… Dove sono?”
Burt
rimase del tutto attonito, a bocca aperta a fissarlo per un po’ prima di
riuscire a formulare una frase “Oh mi dispiace….
Colpa mia…”
Uscì
lentamente dalla stanza mentre Blaine ricacciava la
testa sotto al cuscino per evitare così che la luce del sole potesse ucciderlo.
Kurt fissò il padre uscire per poi capire il motivo di quell’espressione…
Si
alzò velocemente, finendo di spalmarsi la crema, e dopo essersi tolto il
pigiama velocemente indossò un paio di pantaloni neri e un maglioncino del
medesimo colore, lanciando uno sguardo all’amico che però pareva essersi
riaddormentato.
Si
avvicinò coprendolo meglio prima di andare alla finestra e tirare i tendaggi
per far entrare meno luce possibile, poi scese in cucina.
“Papà?”
“Kurt
spiegami immediatamente perché quel ragazzo stava nel tuo letto!”
“Siamo
rientrati tardi e non potevamo riportarlo a Westervillecosì…” La voce di Kurt fu coperta dallo squillare
insistente del telefono di casa. Quando Burt tornò, dopo aver risposto, prese
la giacca “Mi hanno chiamato, un’emergenza in officina….”
“La
domenica mattina?” domandò stranito Kurt.
“Deve
essersi sfasciata di nuovo un delle ambulanze….
Comunque sia, il discorso non è finito” lo guardò severamente prima di uscire.
Kurt
sospirò, ringraziando il Karma per aver fatto uscire suo padre così in fretta.
Era quasi dispiaciuto di aver chiesto a Wes di andare
a recuperare Blaine, visto che ormai aveva la
certezza assoluta che sarebbe ritornato al dormitorio della Dalton prima del
rientro del padre.
Prese
un respiro profondo, prima di andare a versarsi del caffè e iniziare a
sorseggiarlo con calma, tornando con la mente a quello che era successo quella
notte.
‘Farei tutto per
te, Kurt…’
Quella
frase continuava a tornargli in mente come una litania infinita.
Strinse
fra le mani quella tazza sospirando, e chiedendosi per quale motivo Blaine l’avesse detta. A sentire Finn,
che nonostante non bevesse era una grande intenditore di ‘amici in sbronza’,
esistevano due scuole di pensiero riguardo alle parole degli ubriachi: alcuni
sostenevano che l’alcool desse troppo alla testa per poter rendere affidabili
le parole di un branco di adolescenti….
Altri
invece, e Kurt sperava in questa alternativa, sostenevano che da ubriachi i
freni inibitori non sussistessero proprio e che, quindi, una persona ubriaca
dice esattamente quello che pensa. E fa quello che vuole.
E
Blaine voleva baciarlo.
Un
sorrisetto si increspò sulle sue labbra a quel pensiero, ma subito scosse piano
il capo. Sapeva di piacere, forse nemmeno molto, a Blaine
ma il ragazzo non aveva intenzione di trasformare la loro amicizia in qualcosa
di diverso.
Quindi
prese per vera la seconda ipotesi, ovvero che Blaine
avesse fatto e detto qualcosa che realmente desiderava, ma si convinse anche
che non sarebbe successo nulla.
E
nulla sarebbe cambiato….
Sospirò
pesantemente a quel pensiero, ma ad impedire l’ennesima giornata passata ad
auto commiserarsi ci pensò Wes, che arrivò in quel
momento a prendere l’amico…
“….
Poi mi sono messo su facebook sperando in un uscita
con Mercedes o Rachel, ma niente. Sono rimasto a casa fino alle cinque e sono
venuto qua” Kurt finì il racconto, chiudendo il cassetto nel quale aveva
riposto la biancheria pulita.
Thad lo guardava dalla scrivania e in un
attimo di stizza chiuse con un piccolo tonfo il portatile “Quindi fammi capire…. Era nel tuo letto ubriaco?* Kurt annuì andando a
sedersi sul suo letto “Ha provato a baciarti e si è praticamente dichiarato?”
“Beh
corri un po’ troppo ma…. Sì”
Thad lo guardò come se, al posto di Kurt, ci
fosse un cretino “Ma sei scemo?? Potevi approfittarne!”
Hummel
lo guardò indignato “Io sono cotto di Blaine, come
dici sempre tu…. Pensi che un bacio rubato a un
ubriaco mi soddisfi?”
“No
ma magari lo sbloccavi” Harwood riaprì il portatile
commentando in modo osceno un link di Trent prima di
tornare a rivolgersi a Kurt “Sei troppo romantico, sai?”
“No
sono realista” Hummel sospirò sfilandosi le scarpe per stendersi sul materasso
“Anche se, oggettivamente, non c’è nulla di cui spaventarsi no? Anche per il
fatto che ha baciato Rachel…. Non devo preoccuparmi
vero?”
“Amico…” Thad si alzò andandosi a
sedere sul letto dell’altro, accanto al lui, e prese a guardarlo ovvio “è così
gay che i Gremlins nelle sue sopracciglia sono
costretti a votare repubblicano..” aggiunse prendendo il cellulare per mandare
un sms.
“Hai
ragione….” Kurt prese un respiro “Allora mi rilasso
un po’….”
“Si
fai bene o ti scoppierà la testa” Harwood lesse un
sms, poi si alzò prendendo la giacca “E onestamente non ho voglia di scrostare
il tuo cervello dalle pareti…”
“Dove
vai?”
Thad sorrise misterioso “A organizzare un
colpo di stato” disse strizzando l’occhiolino a Kurt prima di sparire fuori
dalla porta lasciando l’altro abbastanza preoccupato.
Thad doveva portare a termine il suo piano, e
il suo unico collaboratore, a cui aveva chiesto udienza (manco fosse il Papa),
gli aveva risposto con il nome di una palestra e un indirizzo. Prese quindi
l’auto recandosi nel posto che Jeff gli aveva indicato.
Il
posto era abbastanza lontano dalla Dalton e, per i canoni di Thad, abbastanza squallido.
Parcheggiò
la BMW nel piccolo parcheggio sul retro, accanto ad una bella Porchè che gli fece presagire che non aveva sbagliato
posto. Entrò con calma misurata, chiedendosi in quale delle molte sale, dalle
quale provenivano le più svariate melodie, si nascondesse l’amico.
Lo
capì poco dopo quando notò una figura bassa e vestita di nero che, in piedi e a
braccia incrociate, guardava attraverso un vetro cosa accadeva nella quinta
sala sulla sinistra.
“Ciao
Flint”
“Harwood…”
Thad si affacciò a sua volta riconoscendo
subito la figura alta e slanciata di Jeff, del tutto concentrato sui passi di
una coreografia hiphop che sembrava tutt’altro che
semplice.
“Beh
è bravo” disse semplicemente il capo consiglio lanciando un’occhiatina all’amico
che fissava il fidanzato serio “Ma scommetto che a te non interessa il grado di
bravura, bensì di guardartelo mentre si sbraccia e si muove tutto sudato, eh?”
chiese poi malizioso, picchiandogli dentro con un gomito.
Wilson
sbuffò spostandosi di lato “Senti Thad l’altra sera
abbiamo discusso per colpa tua, quindi, se non ti dispiace andartene mi faresti
un favore…”
“Dai
non fare il permaloso….” L’altro alzò un sopracciglio
guardandolo duramente “Mi serve una mano e lui ha accettato….
È un piacere tra amici, tutto qui”
“Non
puoi fare quello che hai in mente! Tu non sai idea di quanto Blaine si arrabbierà con Kurt a causa tua!” sbottò il
morettino, irritatissimo, attirando un paio di sguardi da alcune ragazze in
tutù che stavano per entrare nella sala adiacente “Non farlo, davvero Thad, mi appello al tuo buonsenso…
se c’è.”
“Invece
ti sbagli…. Blaine penserà
che tra me e Hummel c’è qualcosa e allora mi affronterà ammettendo almeno a me
la sua cotta…. Una volta fatto ciò lo indirizzerò dal
mio compagno di stanza. Non posso fallire”
“Invece
fallirai, e farai casini che poi io dovrò rimediare”
Stavolta
toccò ad Harwood alzare un sopracciglio “Tu?”
“Si
io!” proseguì con ardore Flint “Qui in mezzo sono il solo con un brandello di
buon senso!”
Thad sbuffò, prima di attirare l’attenzione
del biondo che chiese una pausa uscendo dalla sala “Sentimi bene Nureyev,
domani alla riunione dei Warblers va fatto ok?”
Jeff
annuì, prendendo un sorso d’acqua ed evitando accuratamente di guardare negli
occhi il suo ragazzo “Va bene…. hai trovato il
violinista che ti serviva?”
“No”
rispose Thad ammiccando “Ma ho una certa ideuzza…”
Jeff
aggrottò la sopracciglia e per un istante anche Flint parve confuso, ma poi
spalancò gli occhi “Oddio non vorrai….” Thad si espresse con un sorrisetto, prima di riprendere a
camminare verso l’uscita “Questo si chiama sadismo, Harwood!”
Jeff
sospirò “Non vedo l’ora che questa storia sia finita…”
Flint
lo fulminò con gli occhi, prendendo l’asciugamano dalle spalle del biondo e
attorcigliando per poterlo usare come arma contro di lui “Non sarà la sola
storia a finire a causa vostra..”
“Ma
che diavolo stai… Ahia! Flint, mi hai fatto
malissimo!”
Kurt
sapeva che quella settimana sarebbe iniziata come si era conclusa la
precedente: da schifo.
Solo
che, sinceramente, non si aspettava di ritrovarsi al solito caffè con Blaineper berne uno
prima delle prove e soprattutto non si aspettava quello che sarebbe successo di
li a pochi minuti.
Guardò
l’amico riporre il cellulare nella tasca, prima di guardarlo stupito e
ridacchiare dicendo “Rachel mi ha chiesto di uscire…”
Anche
Kurt esplose a ridere “Oddio è incredibile! Ha una cotta per te!” Kurt prese a
sorseggiare il caffè mentre Blaine andava a prendere
un paio di bustine di zucchero “Oh aspetta un secondo, perché hai detto di si?
Non puoi prenderla in giro”
“Chi
ha detto che voglio prenderla in giro?”
Kurt
rimase del tutto spiazzato da quell’affermazione, sperando di aver recepito
male il messaggio “Non puoi essere serio…”
“Quando
ci siamo baciati…. Mi è piaciuto!”
Kurt
iniziò a sudare freddo e si convinse che Blaine o
stava scherzando oppure era del tutto impazzito. Forse era di nuovo ubriaco… “Ti è piaciuto perché eri ubriaco”
Iniziava a provare il desidero fortissimo
di prendere a schiaffi il bel faccino di Anderson.
“Cosa c’è di sbagliato in un piccolo
appuntamento innocuo?”
La risposta di Kurt era una sola: tutto,
tutto era sbagliato.
“Tu sei gay Blaine”
sussurrò ovvio, mentre l’altro iniziava ad agitarsi.
“Io…. credevo
di esserlo. Ma…. Non ho mai avuto un ragazzo” Non
riusciva a spiegarsi molto bene, cosa che irritò maggiormente Hummel “Forse è
il momento migliore per capire chi sono…”
“Oh mio Dio non posso crederci…”
sussurrò Kurt a se stesso.
“Forse sono bisessuale” tentò Blaine “Non lo so…”
“Bisessuale è il termine che usano i gay
al liceo quando tengono una ragazza per mano e vogliono sentirsi normali almeno
per una volta!”
“Aspetta, aspetta….”
Blaine mise avanti una mano guardandolo attentamente
negli occhi “Perché ti arrabbi tanto?”
“Perché per me sei un modello!” Gli sputò
in faccia l’altro “Perché ammiro l’orgoglio nell’essere quello che sei!” Blaine distolse lo sguardo, incapace di reggere quello
severo di Kurt “Io so cosa significa nasconderti, ed eccoti qui a fare un passo
indietro!”
“Mi dispiace di ferire i tuoi sentimenti, o il tuo orgoglio o quello che è” Lo
interruppe il solista con una risatina amara mal contenuta “Ma per quanto la
cosa possa farti sentire confuso, quello davvero confuso sono io” La cosa che
maggiormente stava irritando Anderson era l’espressione di Kurt di totale
incomprensione e, quel piccolo dolore che parve di leggervi negli occhi lo
stava facendo impazzire “Tu sei sicuro al cento per cento di te stesso. È
fantastico. Beh… non siamo tutti così fortunati”
“Già sono stato molto fortunato Blaine” disse Kurt con un tono da presa in giro tipico del
suo essere “ad essere inseguito fuori scuola da un bullo che minacciava di
uccidermi”
“E perché lo avrebbe fatto?”
“Perché non gli piaceva chi io fossi”
“Ed è esattamente ciò che mi stai dicendo
tu ora… Non è vero?” domandò quindi Blaine con un
tono da rimprovero che, se possibile, fece ancora più male a Kurt, come se il
resto non bastasse “Io sto…. Facendo una ricerca
dentro di me, ok? Sinceramente sto solo cercando di capire chi sono e sentirmi
rimproverare da te, su tutte le persone, per questo….
Non credevo che tu fossi così” Kurt lo guardò alzarsi, mettersi la sciarpa
rossa e prendere il caffè fra le mani prima di fulminarlo un’ultima volta con
gli occhi “Ci si vede in giro. Ti direi che passo al piano Bi, ma ti
arrabbieresti” e fatta questa pessima battuta prese su tutto e lasciò
velocemente la caffetteria lasciando solo Kurt a incanalare la rabbia e la
frustrazione.
Hummel sospirò, abbassando gli occhi sul
pavimento e prendendo una boccata di cappuccino che, per un istante gli parve
molto amaro. Storse la bocca, aprendolo e vedendo che nella fretta Blaine aveva scambiato i due bicchieri prendendo il suo…
“Successo qualcosa?” La voce di Richard
lo fece trasalire, mentre lui e suo fratello minore Cameron si sedevano al suo
tavolo.
“Diciamo che Blaine
apprezza molto la mia opinione” disse sarcastico Kurt, bevendo a fatica un
sorso di caffè nero “Ma non importa è solo un piccolo disguido….
Andiamo alle prove?”
Cameron annuì prendendo un sorso di
cioccolata calda “Si è meglio… Oggi è l’ultima
riunione di febbraio… Penso si parlerà del Festival
dei Fuochi e delle Regionali, come sempre”
“Che festival è?”
“Una cosa che si fa tutti gli anni a metà
maggio” spiegò Rich “Cantiamo davanti ai turisti e
agli abitati di Westerville…. Ci sono le giostre, le bancarelle…. È figo”
“E ci sono i fuochi artificiali”
Puntualizzò Cam.
Kurt sorrise appena “Sembra divertente…”
“Meglio che le case di riposo e i Gap”
Richard si alzò facendo segno ai ragazzi che era ora di andare. Camminarono
fino alla macchina dei fratelli James e Kurt chiese loro un passaggio visto che
Blaine lo aveva gentilmente mollato li.
Arrivarono che ormai tutti i Warblers si erano accomodati suoi divani e si sorpresero
molto di trovare qualcosa di anomalo al centro della stanza.
“Perché il pianoforte a coda è qui,
oggi?” chiese Kurt prendendo posto accanto a Wilson, osservando incuriosito il
bellissimo strumento laccato di nero.
“Non ne ho idea” borbottò acidamente
Flint, ma Kurt non vi diede peso. Sapeva, nonostante non conoscesse le ragioni,
che aveva litigato con Jeff e quindi preferì non indagare oltre.
Wes entrò insieme
agli altri due capi consiglio lanciando al pianoforte uno sguardo perplesso, ma
decise di non chiedere nulla a nessuno
Non aveva voglia di scenate inutili.
Nemmeno David disse nulla e lo stesso
valeva per Thad che, tra l’altro, appena preso posto
aprì il suo quaderno e strizzò l’occhiolino a Kurt. A nessuno sfuggì questa
cosa, tra l’altro abbastanza normale per i due….
Eppure qualcosa nell’espressione di Thadera… insolita.
Blaine evitò
accuratamente di voltarsi verso Hummel ma capì benissimo a chi si era rivolto Harwood. Decise di limitarsi a sistemarsi il blazer,
mettendosi a sedere ritto sul bracciolo del divano.
“Bene oggi all’ordine del giorno abbiamo
la preparazione del Festival dei Fuochi….” Lesse Thad tra i suoi appunti “Anche se prima vorrei chiedere a
voi, esigui colleghi, la licenza di dilettarvi con un piccolo assolo che ho
preparato ieri sera”
Si diffuse uno mormorio stranito.
“Non è una nostra usanza” disse Wes, prima di alzare le spalle “Vuoi diventare primo
solista per le Regionali?”
“Nono” disse Harwood
alzandosi in piedi “Non poterei mai nulla via a Blaine”
aggiunse con un sorrisetto malizioso guardando verso Wilson.
David e Wes
scambiarono uno sguardo poi il ragazzo di colore disse “Perché no? Infondo io
apprezzo molto la tua voce, e non tutti l’hanno sentita bene quindi…. Prego”
Thad sorrise “Grazie.
Ho bisogno di un paio di aiutini…. Ehm, Jeff? Prego al
piano. Ricordi la canzone no?” Domandò al biondo che annuì alzandosi dalla
sedia e prendendo posto sullo sgabello del pianoforte. Tutti capirono a cosa
serviva, quindi “Poi…” Thad
prese un paio di spartiti da dentro il suo quaderno, prima di chinarsi sotto la
scrivania e prendere una custodia rigida dalla quale estrasse una violino “Blaine tu sai suonarlo, no?” domandò poi rivolto al
solista.
Kurt si voltò verso Flint che rantolò
frustrato “Ma che hai?” il morettino non gli rispose.
“Si certo” Blaine
si alzò prendendo lo strumento e gli spartiti “Oh conosco questa canzone”
sorrise a Thad.
“Quindi…. Non
ti dispiace?”
“Certo che no, se posso aiutarti lo
faccio volentieri!”
Thad sorrise
amabilmente prima di voltarsi verso Kurt “Hummel vieni qui per favore?”
Kurt si alzò titubante “Thad io so suonare solo il pianoforte….
E nemmeno così bene…”
“Oh no tu sarai la mia musa” gli rispose,
stupendo tutta la sala e facendo sedere Kurt sulla scrivania, davanti a Wes che per vedersi si sporse di lato.
Anche Blaine rimase
abbastanza sorpreso, ma al cenno di Thad si sistemò
il violino sulla spalla.
“Signori” disse Thad
rivolgendosi ai due collaboratori “Possiamo iniziare….”
Jeff iniziò a muovere la mani sul
pianoforte, mentre Blaine non riusciva a staccare gli
occhi da Thad che non li staccava da Kurt.
“Lo sapevo che quei due se la facevano”
mormorò Trent nell’orecchio a Nick che alzò gli occhi
al cielo “Era evidente che…”
Accadde.
Thad iniziò a cantare
e la sua voce calda e coinvolgente zittì tutti quanti lasciandoli davvero
sorpresi in quanto essa non era mai stata valorizzata all’interno dei cori dei Warblers…
I
can't believe it's over
I watched the whole thing fall
And i never saw the writing that was on the wall
If i only knew
The days were slipping past
That the good things never last
That you were crying
Summer turned to winter
And the snow it turned to rain
And the rain turned into tears upon your face
I hardly recognized the girl you are today
And god i hope it's not too late
It's not too late
Kurt
sentiva il cuore martellargli a mille mentre guarda Thad
cantare con tutto quell’entusiasmo davanti a lui. Per lui.
Nessuno
gli aveva mai dedicato una canzone in quel modo.
Nemmeno
ci pensava alle motivazioni di quel gesto, si limitava solo a tenersi un pugno
davanti alla bocca e ad osservare l’altro con commozione mentre un rossore
diffuso si spargeva sulle sue guance di porcellana.
Poi
attaccò col ritornello, lasciandolo ancora di più a bocca aperta.
Quella
voce se la sarebbe di certo ricordata.
'Cause
you are not alone
And i am there with you
And we'll get lost together
Till the light comes pouring through
'Cause when you feel like you're done
And the darkness has won
Babe, you're not lost
When the world's crashing down
And you can not bear the thought
I said, baby, you're not lost
I said, baby, you're not lost
I said, baby, you're not lost
Solo
a canzone conclusa il silenzio tombale nella stanza si infranse in uno
scrosciare di applausi e congratulazioni. Molti saltarono in piedi, battendo
pacche fraterne sulle spalle di THad che sorrideva
raggiante.
Kurt
si rilassò, prendendo un respiro e battendo a sua volta le mani per Thad con entusiasmo.
Nessuno
si accorse che Blaine non si era mosso e non aveva
assolutamente mosso un muscolo, dimenticandosi di suonare il violino.
Nessuno,
eccetto Flint che lo fissava preoccupato dal suo posticino sul divano.
“Bene,
torniamo a ricomporci!” Wes tornò al suo posto
iniziando a battere il martelletto con vigore “Kurt ti dispiacerebbe scendere?
Hai una schiena bella diritta che non mi consente di vedere gli altri…”
“Oh
scusami Wes” Il ragazzo scese imbarazzato
avvicinandosi a Thad e sorridendogli “Se era per me…. Grazie…. Ma…”
si avvicinò al suo orecchio, affinchè gli altri che
stavano cercando di risistemarsi non sentissero “Tu non sei….
Vero?”
“No”
ammise Thad con un sorrisetto “Non lo sono, ma sei la
cosa più simile ad una ragazza nella stanza”
Kurt
lo guardò male “Sei sempre il solito str…”
“Seduti!” esortò nuovamente Wes e Thad
si sbrigò a riprendere velocemente il suo posto accanto a lui “Brillante
esibizione, Thad, ma ora basta scherzare…
Allora, tornando a noi….” Gettò un occhio agli
appunti di Harwood “Il Festival dei Fuochi…. Come da tradizione decidiamo sempre i pezzi sa
portare tutti insieme in modo che tutti abbiano più o meno l’occasione di
cantare un pezzo…. WarblerBlaine, tu hai qualche idea visto che sei il solista desegnato?”
Quando
nessuna risposta tornò indietro a Wes tutti
iniziarono a guardarsi attorno.
“Ma
Blaine?” domandò David.
“Se
l’è svignata prima” disse acidamente Flint alzandosi a sua volta e andando
verso la porta “E anche io sono stanco di progettare tutto….
Cantate voi, decidete voi e poi ditemi quanti gorgheggi devo fare sullo sfondo”
e detto questo uscì lasciando spiazzati tutti quanti.
“Ok…. Direi di rimandare l’assemblea” disse cautamente
l’asiatico scatenando le ire di Trent.
“Eh
certo” disse, infatti, Nixon in tono sarcastico “Manca la grandissima diva del
palco: Blaine Anderson! Rimandiamo tutto! Posso dirti
una cosa Wes?” puntò un dito grassoccio verso il capo
consiglio che lo fissava stranito “Io mi sono stufato che il mondo ruoti
attorno alla testa scolpita di Anderson!” e se ne andò anche lui.
“Io
devo studiare storia, quindi….” Nick provò ad alzarsi
ma Jeff gli mise una mano sulla spalla, consigliandogli caldamente che era
meglio evitare.
“Sono
tutti molto stressati” disse annoiato Thad,
sbadigliando “Ci riaggiorniamo a domani alle quattro,
ok? Inutile parlare se manca qualcuno”
Wesbattè la
mozione e tutti si alzarono iniziando ad uscire dalla stanza.
Jeff
e Nick si avviarono dentro alla loro stanza, parlando già del fatidico tema di
storia da consegnare l’indomani.
Salutarono
Ethan, che aveva camminando accanto a loro per tutto il tragitto, sul
pianerottolo del terzo piano prima che il ragazzo si incamminasse verso il
quarto entrando in camera e trovandovi già Kirk.
Da
quando si era dissociato dai suoi piani malvagi per distruggere Anderson dalle
fondamenta il biondone viveva ogni giornata come se l’altro
non esistesse.
Evitava
i suoi sguardi, non gli rispondeva e di certo non parlava.
Un
bambinone offeso, ecco come lo chiamava Ethan.
Moore
però rimase parecchio sorpreso quando entrando in stanza Kirk interagì con lui
per la prima volta da settimane: lo prese, sbattendolo di forza contro il muro.
“Dimmi
per quale bieca ragione hai detto tutto a Blaine!”
Moore
lo spinse via, mettendogli le mani sul petto “Non mettermi mai più le mani
addosso, Jimmy, o ti spacco la faccia”
“Dimmelo,
hai capito, bastardo traditore!” sbraitò ancora il biondone,
puntando un dito contro di lui “Anche tu sei innamorato dello charme di quello
gnomo saltellante, immagino. Mi fai pena come tutti gli altri”
“Non
hai capito proprio nulla, sai?” lo ribeccò arrabbiato Ethan.
“A
no? Dici?” Kirk alzò le mani “Sai che ti dico, maledetto stronzo? Per ora
passa, ma solo perché se no ti romperei un braccio” prese velocemente la giacca
e le chiavi dell’auto “Il discorso lo finiremo, contaci.”
Ethan
si lasciò cadere sul letto dopo averlo visto uscire sbattendo la porta e iniziò
a tirare cazzotti al cuscino, chiedendosi il motivo per il quale doveva sempre
andare a finire così con quello zuccone di Kirk.
E,
soprattutto, cosa si sarebbe inventato per nascondergli la verità…
“Scusa
se te lo dico, Blaine, ma io non sopporto questa
cosa!”
Flint
sbuffò, accomodandosi meglio sul letto di Anderson mentre Trent
girovagava per la stanza come una trottola impazzita, delirando.
“Posso
capirti, davvero” gli disse il solista, portandosi una mano sul cuore e
sedendosi a gambe incrociate sulla scrivania in modo così naturale che Flint si
domandò da dove derivasse questa mania di scalare sempre i mobili.
“Ragazzi
basta parlare di quel branco di rincoglioniti” disse Wilson, guardando Blaine “Piuttosto…. La serenata
di Thad? Che mossa patetica di prendersi le grazie
degli altri Warblers è stata?”
“Secondo
me a Thad, Kurt piace parecchio” si limitò a dire Trent, sedendosi accanto a lui mentre Blaine
si fossilizzava con lo sguardo a terra “Sono settimane che lo dico ma nessuno
mi considera”
“Oh
ma andiamo, Thad è etero” disse sbrigativo Flint,
cercando di sfatare il compagno di stanza che, inconsciamente, stava aiutando Thad.
“Quello
la è imprevedibile” rispose Nixon “Non si sa mai cosa gli passa per la testa…. Non mi stupirebbe se si fosse riscoperto gaio. E poi
Kurt è un bel ragazzo…”
“Boh
non so che pensare…. Tu che dici, Blaine?”
Anderson
si riscosse, alzando gli occhi tristi in quelli azzurri di Flint. Poi si fece
coraggio “Dico che ho un appuntamento con una ragazza, quindi se uscite mi
cambio”
Trent lo guardò stupito mentre Flint alzava
gli occhi al cielo.
“Una…. Ragazza?”
“Si
Trent, qualcosa di strano?”
“Ma
era un uomo prima?!”
Blaine alzò gli occhi al cielo, prima di
avviarsi all’armadio e prendere un paio di cose da esso “Fuori, su!”
“Che
modi” disse Flint non appena Blaine si premurò di
alzarlo dal letto, spingendolo con insistenza fino alla porta che Trent aveva appena aperto “E comunque sei stupido Anderson…. Perché è davanti a te non lo cogli”
“Non
so di cosa stai parlando” gli rispose per i toni Blaine.
Flint
lo guardò sospirando “Si che lo sai…. Spero solo che
non deciderai di muoverti quando sarà troppo tardi” lo guardo attentamente,
prima di chiudersi la porta alle spalle e avviarsi verso la sua stanza accanto
a Nixon “…idiota…”
“Blaine?”
“Già…”
“Oh!
Pensavo di essere il solo ad averlo capito!” Trent
ridacchiò facendo sorridere l’amico “Hey ciao Jeff”
salutò poi il biondo “Avete bisogno della stanza? Vado a trovare Duvall”
“Grazie,
molto carino da parte tua Trent” gli sorrise Jeff,
avvicinandosi a Flint e lasciandogli un bacio sulla guancia.
Nixon
li lasciò lì, proseguendo verso la stanza che il biondo divideva con Nick.
Jeff
invece seguì il suo ragazzo in camera, in cerca di coccole. Peccato che aveva
capito proprio male…
Infatti
appena fece per avvicinarsi Flint scattò “Sei un vero idiota, lo sai?”
Jeff
spalancò gli occhi “Che cosa ho fatto, ora?” domandò stranito.
“Grazie a te e Thad ora Blaine
si crede etero!” Si portò una mano sugli occhi, cercando di reprimere altri
insulti “Perché non vi siete fatti i fatti vostri?! Perché tu non hai impedito
questa cosa invece di darvi corda?!”
Il
biondino lo guardo davvero stupito “Mi stai dando la colpa??”
“Si,
accidenti a te!” Flint si chinò tirandogli una ciabatta “Forse se evitavi di
dare appoggio a Thadforse…”
“Flint
sai una cosa? Mi hai davvero scocciato!”
Il
morettino rimase a bocca aperta “Come, prego?”
Jeff
lo guardò, arrabbiato, incrociando le braccia “Non puoi dirmi cosa fare o meno…. Per me il piano di Thad
era buono ed è difficile dirne gli effetti ora…. Quindi smettila di insultarmi,
di chiamarmi idiota, scemo o cretino! Non è carino nei tuoi confronti sai?”
“Ma
io lo penso!”
“Ah
si?! Bene!” Jeff appoggiò una mano sulla maniglia della porta, facendo per
andarsene.
E
Flint capì che aveva esagerato “In questo caso…. Intendo
che in questo caso ti sei comportato così…”
“Senti,
stai solo peggiorando le cosa” Lo interruppe, con un movimento brusco del
braccio nella sua direzione “Ci vediamo eh, quando magari sarai un po’ più
gentile verso il tuo ragazzo”
“Jeff
aspetta…”
Lo
sbattere della porta lo zittì.
Decisamente
era la giornata delle uscite drammatiche, pensò mentre si lasciava cadere sul
letto con un sospiro.
Continua…
NdA:
Scusate
se il capitolo non solo è più breve del solito ma è anche in ritardo. Posso solo
dire che la colpa è mia solo in parte: si è cancellato per ben due volte e ho
dovuto riniziare ç___ç
Ringrazio
coloro che hanno commentato i capitoli precedenti, promettendo che nel prossimo
capitolo risolverò almeno il problema Kirk/Ethan!
Ci
tengo a ringraziare la mia migliore amica Grè (con la
quale scrivo una storia, vi ricordo) che si è presa l’onere di postare visto
che io sono attualmente in viaggio per Barcellona e quando ho provato a postare
prima il sito era in manutenzione per il cambio di Server!
Tornò
martedì dalla bella Spagna e mi rimetterò subito al lavoro ;)
A
presto e grazie a tutti coloro che commenteranno questo capitolo da pazzi!
Si
passò il pettine sui capelli ricci e neri ancora una volta prima di abbondare
di lacca e decider che aveva finito di prepararsi.
Blaine
si guardò nel riflesso della specchiera della sua stanza prima di chiudere un
paio di bottoni della camicia e infilare un maglioncino semplice e grigio. Non
aveva voglia di uscire con Rachel, eppure trovava stimolante quell’incontro,
come se da esso dipendesse sul serio la sua sessualità futura. Era curioso di
concludere quell’indagine in se stesso, provare a se stesso che non si era
sbagliato: che era omosessuale e fiero di esserlo.
Prese
il cappotto e la sciarpa scarlatta prima di uscire in corridoio e trovarvi, con
sorpresa, quasi tutto il suo anno lì raccolto.
“Che
succede?” chiese a Jeff dopo essere avvicinato e quello, per risposta, scrollò
le spalle.
“Hanno
chiuso la mensa…. Avranno trovato un altro topo. Ci stiamo organizzando su dove
andare a mangiare…”
Blaine
lo guardò stranito a causa del tono spento che il biondo aveva usato “Ma…. È
successo qualcosa Jeffy?”
Lui
rispose lapidario “Litigato con Flint”
“Ops…”
“Ed
esigo delle scuse decenti, oppure….” Fece una pausa, abbassando gli occhi con
espressione triste “Oppure non lo so…”
Blaine
annuì, dandogli una paio di pacche fraterne sulla spalla “Flint è intelligente,
sono certo che ti chiederà scusa…”
“Io
ci conto”
Il
solista gli sorrise “Ti consolerei con una lattina di birra e un film
demenziale ma ho un appuntamento…. E penso che Nick sia meglio di me in questo”
“A
domani B…”
Blaine
lo guardò allontanarsi con passo pesante fino ad affiancarsi al migliore amico,
poi iniziò a percorrere il corridoio fino alle scale, allacciandosi il cappotto
nero, e su di esse incontrò Kurt e Thad che le stavano scendendo, ridacchiando
fra loro.
Istintivamente
si irrigidì osservandoli mentre si avvicinavano, Harwood cordiale e Kurt
abbassando appena il capo.
“Ciao
Big B dove vai di bello?” domandò solare il primo prendendo dalla tasca della
giacca di pelle il cellulare, mentre Kurt rimaneva al suo fianco con le mani ben
piazzate nelle tasche del maglione grigio e l’espressione di chi si sente
ancora offeso per qualcosa.
Sicuramente
la lite al Lima Bean di quel pomeriggio.
“Ho
un appuntamento con una ragazza” gli rispose Blaine, stando bene attento a
calcare sull’ultima parte.
La
reazione di Thad fu storica. Lo guardò inebettito per un istante prima di
scoppiare a ridere fragorosamente “Una ragazza? E come si chiama, Fernando? È
per caso brasiliana?” disse piegandosi in due.
“Sai
Thad, passerei la vita a farmi prendere in giro da te” gli disse tagliente
Blaine “Ma mi faresti far tardi quindi, se non vi dispiace, mi aspettano…”
“Sisi
veloce” gli disse Harwood portando un braccio attorno alle spalle di Kurt che
lo guardò perplesso “Se no l’effetto del viagra svanisce…”
Blaine
alzò il dito medio “Ciao Kurt”
“Salutami
Rachel” rispose ironico Hummel, forzando un sorrisetto.
Quando
Blaine fu sparito lungo la scalinata Kurt sbuffò staccandosi da Thad “Ma
conosci la tizia con cui esce B?”
Kurt
annuì “Si è una mia amica, la solista delle New Direction”
Sul
viso di Thad si dipinse una smorfia divertita e poi prese la mano di Kurt
“Vieni, andiamo!”
Kurt
avvampò a causa di quel contatto “Andare dove?”
“Come
dove? Pediniamo Blaine e lo spiamo!”
“Sembrano
le Grotte del Vento!”
“Jeff
smettila di parlare del mio naso!”
“Ma
Nick è immenso…. Più lo guardo più si allarga!”
“Si
guarda… è uneffetto ottico…”
Duvall
sospirò cercando di capire per quale mero arcano tutti amassero tanto parlare
del suo naso, manco fosse una delle sette meraviglie del mondo.
Jeff
poi era famoso per gli apprezzamenti strambi che gli faceva…
“Ma
quando hai il raffreddore usi molti fazzolettini?”
“Passo
direttamente alle tovaglie, per far prima”
“Ma
è davvero così poderoso?”
“Con
uno starnuto di levo la tinta, Jeffy”
Il
biondino alzò le sopracciglia “Guarda che io sono biondo naturale….”
“Ovvio,
e io sono Cenerentola!”
“E
la scarpetta te la metti su per il naso invece che al piede?” sghignazzò
l’amico.
“Vuoi
sapere dove te la metterei su a te? No guarda, poi mi dici che sono omofobo se
lo dico….”
Jeff
gli tirò un tovagliolino di carta addosso, ridacchiando “Sempre il solito
coglione…. Non ti smentisci mai”
Nick
alzò una mano e il corpulento proprietario irlandese della locanda passò con un
boccale in avorio e legno massello, riempiendo le pinte dei ragazzi fino a
zoppicare di li al bancone “Mi mancavano le nostre uscite” disse Duvall
guardando negli occhi cangianti l’amico “Il passare ore a dirci stronzate senza
senso, mangiare cose indigeribiliper il
resto dell’umanità,guarda film che non
fanno ridere o porno ambigui…”
“Anche
a me” ammise il biondino sorridendo.
“Solo
che il tuo bello ora verrà a chiederti scusa e tutto tornerà come prima… tu
continuerai ad ignorarmi per qualche strusciatina con lui sul mio letto,
lasciandomi solo in una vecchia tenda canadese…”
“Il
venerdì sera” disse Sterling quasi sovrappensiero.
“Il
venerdì sera… cosa?”
“La
nostra serata” disse semplicemente Jeff “In cui fare le nostre cazzate…. Ci
stai?”
Nick
alzò il boccale sorridendo “E sia”
Jeff
lo fece cozzare col suo prima di prendere un sorso generoso.
“Wow
Sterling ai deciso di ubriacarti stasera?”
“Onesamente?
L’idea era quella! Facciamo un altro brindisi?”
“Non
credo che una cena a base di biscotti sia molto salutare…”
Trent
alzò le spalle, prendendone altri tre dal sacchetto e iniziando a mangiarli con
gusto “Non ho voglia di uscire…. E da quel che mi è parso di capire…. Nemmeno
tu…”
“Touchè,
Nixon”
Prese
un biscotto al cioccolato pocciandolo nella tazza piena di the, prima di sospirare
“Che palle..”
“Lo
so che ti manca Jeff, ma così mi offendi” Trent lo guardò con gli occhietti
porcini, mentre l’altro sorrideva
“Ma che hai capito?” Domandò lanciandogli
il cuscino “Cheppalle è riferito al fatto che non parlo con Jeff…”
“Perché non gli canti una canzone? Va
tanto di moda farsi perdonare e far colpo così…”
Flint ridacchiò “Nah, non è nel mio
stile. Preferisco parlargli e dirgli che sono un idiota”
“So che è vero” proseguì Trent beccandosi
una linguaccia come risposta “Ma non starà incazzato con te ancora per molto…
dopotutto avete discusso per una cosa nella quale nessuno dei due centra per
davvero….”
“Eh si…”
“Tu potevi essere più elastico e lui meno
tonto….”
“Hai finito?” Flint lo guardò per un
istante prima di sospirare “Hai ragione ma così non mi aiuti a sentirmi meglio”
“Si ma ti faccio prendere coscienza….
Tieni un marshmallow” gliene passò uno già infilato in un piccolo bastoncino
prima di prendere dal nulla un accendino e iniziare ad arroventare il suo.
“La tua passione per il cibo spazzatura
mi demotiva…”
Trent scrollò le spalle “Kurt mi ha
scritto una dieta su misura…. Ho buttato il foglio nel cesso…”
Flint ridacchiò “Oddio che tiaveva consigliato?”
“Ho letto solo i quattrocento grammi di
insalata al giorno…. E mi ero già stomacato"
Il morettino rise più forte prima di
mangiare il mashmallow e poi stendersi sul letto “Domani gli parlo…. Ora lo
lascio un po’ in pace, sarà in giro con Nick…”
“Spero che non scoppi la scintilla fra
loro..”
Flint sgranò gli occhi prima di pensare
seriamente alle parole dell’amico “Ma dai… Nick è etero…”
“Anche Thad lo era….”
“Ma Thad lo è ancora…. Sta solo facendo
il coglione”
Trent
scrollò le spalle “Tutte scuse: è gay e vuole Hummel…. E Jeff e Nick non me la
dicono giusta…. Pensavo stessero insieme l’anno scorso, sai? Sono sempre vicini
a cincischiare… Mah, tienili d’occhio”
Flint
tolse le cibarie dal letto, turbato, e le passò a Trent prima di stendersi
sotto le coperte “Non credo ci sia nulla… Ora mi sa che dormo…”
“Va
bene, ti disturba si sgranocchio?”
“No….
Mi metto le cuffie…”
Si
sistemò meglio a letto, dando la buona notte all’amico e iniziando ad ascoltare
Taylor Swift, sperando di non sognare Jeff fra le braccia di Nick.
Era
convinto che quella paranoia l’avrebbe accompagnato per un po’….
E
aveva ragione, come sempre.
Blaine
prese il bicchiere di vino che Rachel gli porgeva e la ringraziò con un sorriso
“Spero sia di tuo gradimento…. È Chardonnay invecchiato sei anni della scorta
personale dei miei papà….” Gli spiegò sorridente, prendendo posto accanto a lui
sul divano, stringendo tra le mani un bicchiere riempito con lo stesso liquido
dorato.
“Delizioso”
la accontentò lui appoggiando poi il calice cristallino sul tavolino lì
davanti,ben intenzionato a rimanere sobrio.
“Mi
è piaciuto moltissimo venire a teatro con te” Rachel si avvicinò maggiormente a
lui, guardandolo negli occhi con una certa aspettativa, prima di sorridere
maggiormente “Love Story è uno dei miei musical preferiti e il Revival Tearther
stasera era pienissimo…. Come hai ottenuto i biglietti?”
“Oh
beh ecco….” Blaine si morse un istante le labbra prima di sorridere appena,
grattandosi il capo imbarazzato “In realtà li ho da un po’…. dovevo andarci con
Kurt ma…. Diciamo che non è proprio giornata….”
Se
n’era dimenticato, aveva accettato l’invito di Rachel dimenticandosi del tutto
di quel impegno che si erano presi lui e Kurt e ne era certo: il rancore del
ragazzo dipendeva in minima parte anche da quello….
Gli
dispiaceva sprecare i biglietti e così ci aveva portato Rachel, domandandosi se
fosse più o meno la stessa cosa. Beh la risposta era no, andare a teatro con
Kurt è come andarci con un vero intenditore vista la sua cultura illimitata .
Andarci
con Rachel equivaleva a perdere più della metà delle battute a causa di lei e
del suo chiacchiericcio molesto.
Senza
contare che, dopo aver detto alla ragazza le sue intenzioni per sms, lei gli
aveva proposto di vestirsi come i due protagonisti e lui non aveva saputo dir
di no a questa richiesta un po’ malata.
Si
era divertito, certo,ma nulla di più di una serata passata con un’amica.
Rachel
lo guardò un po’ dispiaciuta “Dovevi andarci con… Kurt?”
“Già
andiamo spesso a teatro” ammise il ragazzo con un sorrisetto, prima di iniziare
a raccontarle esagitato un paio di aneddoti “Il mese scorso siamo stati ad una
riproduzione di Rent a Westerville…. Era all’aperto faceva così freddo che ho
dovuto passare a Kurt la mia sciarpa per evitare che si ammalasse, ma ne valeva
la pena…. Il nostro sogno è prendere l’auto e andare a New York” le disse ridendo
“so che sarebbe meglio l’aereo ma visto che servono soldi per l’aereo lui ha
pensato che l’auto fosse il mezzo più economico…. Come se la benzina costasse
poco poi…. E poi…”
“Scusa
se ti interrompo…. Ma non ho molta voglia di parlare di Kurt ora” gli disse la
ragazza con un sorriso un po’ forzato ed inquietante “Parliamo di noi due…. Ti
va?”
Blaine
arrossì lievemente “Sì scusami….”
“Allora
Blaine…. Cosa mi racconti di te?” Rachel gli sorrise, avvicinandosi sempre più
e lui si accorse di essersi spostato il più possibile in modo del tutto
inconscio solo quando arrivò ad urtare il bracciolo del divano.
Ok,
forse non era stata una buona idea quella di uscire con lei….
Kurt
prese un paio di patatine fritte, mangiandole da prima titubante e poi sempre
più di gusto “Genericamente certo di evitare questo tipo di cibo spazzatura
ma…. Devo ammettere che è dannatamente buono!”
“Amen,
Hummel” gli rispose Thad facendo un gesto solenne con la mano.
“Oh!
Maledetto te!”
Harwood
ridacchiò, prendendo un sorso generoso di Coca-Cola “Io da quando hanno messo
il McDrive vicino alla scuola ho messo su circa quattro o cinque kg….”
Kurt
sospirò, prendendo un’altra forchettata di quella che sperava fosse solamente
una banale insalata “Fa malissimo al fegato sta roba…”
“Lo
so, se no che gusto ci sarebbe scusa?”
“Oh
si, vivere sani è così noioso” ironizzò Hummel guardando Thad mentre questo
affrontava il secondo panino.
Il
tempo che Kurt spendeva con il compagno di stanza era da considerarsi
piacevole, nonostante Thad riuscisse a sconvolgerlo sempre sia nelle abitudini
che nel comportamento. Era strano quel loro rapporto, erano passati dal non
conoscersi quasi per nulla a un’amicizia stretta senza quasi rendersene conto.
Senza pensare che erano davvero diversissimi caratterialmente ed eticamente…
Non
avevano molti punti in comune e forse Kurt non riusciva ancora a trovarne per
il semplice fatto che spendeva tutte le sue energie cercando di impressionare
Blaine, perdendosi così tutto il resto.
Doveva
prestare più attenzione all’amico anche se, spesso, non era molto vantaggioso
assecondarlo. In quel momento, ad esempio, stavano mangiando la roba del
McDonald parcheggiati nel grande spiazzo davanti a casa Berry, nella BMW di
Thad, aspettando che Blaine uscisse.
“Quando
esce tu vai dentro e chiedi alla tua amica come è andata” gli ordinò Harwood,
finendo il secondo panino e iniziando con le patatine mentre Kurt buttava via
tutto quello che era rimasto, anche troppo sazio.
“Non
è un po’…. da sfigati?”
“Amico,
la dignità è un optional…. O no?”
“No”
“Esatto,
quindi entrerai”
Kurt
sbuffò, decidendo di lasciar perdere e far felice l’amico. Finirono di mangiare
ascoltando la musica sparata fuori da una radio locale e poi uscirono a gettare
le buste vuote in un piccolo pattume. Kurt strinse in mano il bicchierone di
carta ancora pieno di diet coke (Thad, in modo molto dolce e paterno gliene
aveva comprati due capendo quanto il ragazzo era drogato di quella bevanda) e
bevendola piano.
“Dobbiamo
star qui fuori?” domandò imitando l’amico e appoggiando i fianchi al cofano
dell’auto.
Thad
si accese una sigaretta prima di rispondere “La macchina puzza di fritto in
modo raccapricciante ora…. Facciamole prendere un po’ d’aria poi risaliamo…”
Kurt
annuì lievemente, riprendendo a bere la bibita mentre con la mente vagava
dentro casa di Rachel, chiedendosi cosa stessero facendo lei e Blaine, se si
stessero baciando o magari….
Peggio.
La
sua espressione divenne triste mentre i suoi occhi insistevano sul freddo
asfalto davanti a lui. Più il tempo passava più si convinceva che forse Blaine
davvero non era gay e la cosa lo faceva sentire male. Ferito, preso in giro….
Thad
lo notò immediatamente e sospirò, buttando fuori il fumo dalle labbra strette
in un’espressione vagamente contrariata.
Poi,
con lentezza, alzò una mano sistemando il bordo della sciarpa di Kurt e
alzandolo appena “Attento a non prendere freddo, o ti andrà via la voce…”
Hummel
gli sorrise appena, sospirando “Come mai sei così apprensivo nei miei
confronti?”
“Sembri
un pulcino in difficoltà” gli rispose semplicemente Harwood, alzando le spalle
e stupendo non poco Kurt “Così goffo da non capire che sei straordinario quando
vuoi e che se ti fossi approcciato in modo differente con B a quest’ora sarebbe
già ai tuoi piedi… altro che cazzate della serie ‘non roviniamo la nostra
amicizia’….”
“Dici
che mi sono posto male io?” domandò lentamente, arrossendo.
Thad
ci pensò bene prima di rispondere “Sembri una piccola statua in cristallo,
posta su un piedistallo così alto da sembrare irragiungibile…. Penso che Blaine
ragioni così, per metafore, e sa che il più piccolo tremore potrebbe far cadere
quella statua…. Lui non vuole vederti mentre vai in mille pezzi a causa sua
così preferisce trattenere i suoi sentimenti”
“Oh…”
Kurt sgranò appena gli occhi, guardandolo esterrefatto “Potrebbe essere…. Cioè
non lo so…. Io non so che pensare….”
“Fidati,
è così”
Il
più giovane rimase un istante in silenzio prima di appoggiare la diet coke sul
cofano e voltarsi verso Thad “Non so come ringraziarti”
“E per cosa?”
Kurt
alzò le spalle “Non lo so… il supporto credo…. Il fatto che ti sei fatto un’ora
e mezza di strada per venire a Lima e spronarmi….”
Thad
sorride lievemente “Lo faccio con piacere, io tifo per te” gli diede un leggero
buffetto sulla guancia prima di farsi serio e guardarlo con attenzione negli
occhi cristallini “A dire il vero…. Vorrei chiederti un favore…. Ma forse è
meglio di no”
Kurt
inclinò il capo di lato, calamitandosi agli occhi di Thad, così scuri da
sembrargli quasi neri “Dimmi cosa posso fare”
“Posso
baciarti?”
Kurt
rimase zitto per istanti infiniti domandandosi se, per caso, avesse capito
male. Thad, dopotutto glielo aveva chiesto con una naturalezza tale da
stordirlo, manco gli avesse appena chiesto se per caso volesse un gelato.
“T-Thad….
Scusa credo di aver equivocato… che hai detto?”
“Se
posso baciarti”
“Oh…”
Kurt sentì il viso bruciargli improvvisamente mentre cercava di dare un senso a
quella richiesta. Non ci riuscì “Ma…. Perché?”
“La
Dalton mi confonde” confessò con tranquillità l’altro, alzando le spalle e
guardandolo negli occhi “Alle volte mi sento attratto dalle ragazze, avvolte
dai ragazzi…. E da te. Quindi, ti chiedo questa piccola cortesia..”
“Ma…”
Kurt si zittì, mordendosi le labbra prima di abbassare gli occhi un tantino
confuso “Baciarti…”
“Se
non vuoi non importa ma…. Mi faresti un enorme piacere. Non saprei a chi altro
chiedere…” Thad fece una pausa, sospirando “è solo un piccolissimo bacio Kurt….
Non ti chiedo molto, non credi?”
Hummel
prese un respiro profondo, guardando di nuovo Thad “Io non ho mai baciato un
ragazzo…. Il mio primo bacio se l’è preso un grassone malefico e…. io non ho
nemmeno risposto…. Non credo di essere in grado di aiutarti…”
Harwood
si scostò dalla macchina, mettendosi davanti a Kurt e spingendolo a sedere sul
cofano prima di appoggiarsi ad esso e chiuderlo fra le sue braccia,
posizionandosi tra le sue gambe “Invece sei il solo che può farlo, pensa un
po’…” gli confermò, sorridendo appena.
Kurt
avvampò nuovamente trovandosi ilviso
dell’altro così vicino al suo da sentire il respiro caldo sulle labbra. Thad
rimase immobile in attesa, poi non vedendo nessun gesto restio da parte di Kurt
si avvicinò ulteriormente, sfiorandogli il naso col suo e socchiudendo gli
occhi.
“Devo
spostarmi?” domandò con la voce lievemente arrochita mentre Kurt rimaneva
fermo.
Non
gli rispose, chiudendo gli occhi e aspettando di sentire le labbra di Thad
appoggiarsi alle sue.
Quando
accadde Kurt rimase del tutto immobile, mentre le labbra morbide di Thad
accarezzavano delicatamente le sue, facendogli assaggiare il suo sapore di Coca-Cola
mista a tabacco. Le mani del più giovane andarono a depositarsi istintivamente
sulle spalle di Harwood mentre inclinava di poco il viso per permettergli di
baciarlo meglio.
Appena
Thad chiese silenziosamente il permesso di approfondire quel contatto Kurt si
lasciò andare concedendogli di esplorare delicatamente la sua bocca con la
lingua, sentendo una mano accarezzargli il fianco.
Quel
bacio durò per alcuni minuti, poi Thad si staccò lentamente dal viso di Kurt
guardandolo negli occhi. Prese ad annuire lentamente mentre un sorrisetto si
apriva sul suo viso “Sì, decisamente…. Sono etero” sorrise maggiormente mentre
Kurt sospirava lievemente sollevato “Cento per cento etero….”
“Sono
contento di averti aiutato” ammise con voce piccola piccola Kurt, mentre
sentiva la faccia andargli a fuoco.
Thad
rise battendogli una mano sulla spalla “Chiamo i pompieri? Il pronto soccorso?”
Kurt
lo spinse via “Non fai ridere!”
“Oh
sì invece, solo che sei permaloso….” Su riaccostò a lui, facendo toccare i loro
fianchi e poi sorrise “Grazie Kurtie…. Davvero. Posso dire di essere uno dei
rari etero della Dalton”
“Raro
come un pavone bianco” ammise divertito Hummel “Figurati…”
“Bacio
bene eh?”
“Oh,
piantala Thad!”
“Sì,
bacio bene..”
Kurt
alzò gli occhi al cielo, sospirando rassegnato anche se sì, doveva ammettere
che baciava davvero bene.
“Oh
ecco il tuo lui” Immediatamente Kurt alzò gli occhi sulla casa di Rachel, dalla
quale stava uscendo un Blaine piuttosto trafelato. Non li notò, limitandosi a
salire in auto e andarsene velocemente “è un bel segno sai? È praticamente
fuggito. Ora vai a parlare con la tua amica, io ti attendo qua”
Kurt
annuì avviandosi alla porta con le mani in tasca mentre Thad rientrava in auto mettendo
su un cd e alzando il riscaldamento.
Ok,
aveva mentito, non era certo di essere etero.
Sapeva
di non essere gay, quindi doveva essere bi…
Una
cosa era certa: per lui Kurt sarebbe stata la sola eccezione.
Kurt
aprì la porta principale della Dalton Private High School guardandosi attorno
circospetto, prima di far cenno a Thad di seguirlo.
Se
li avessero beccati, beh, erano nei guai seri visto che avevano sforato di
brutto il coprifuoco delle serate fra la settimana.
Senza
contare che quando Kurt era ritornato alla macchina aveva trovato Thad un po’
verde, segno che aveva mangiato qualcosa che gli aveva fatto male.
Lo
guardò arrancare nel salone principale, mentre si avvicinavano sempre di più
alla scala dei dormitori “Ti avevo detto che quella roba è mortale”
Thad
si portò una mano allo stomaco, appoggiandosi alla parete “Dio sto per morire…”
Hummel
si guardò attorno preoccupato “Andiamo in infermieria, ora”
“No,
scopriranno che siamo stati in giro e saremo nella….” Si bloccò, strizzando gli
occhi e fissando il pavimento prima di chinarsi in avanti e vomitare anche
l’anima a terra.
Kurt,
per evitare di vedere le sue scarpe piene del vomito dell’amico, fece uno
scatto di quelli che non si vedono manco alle olimpiadi, cacciando un grido che
svegliò mezza scuola.
E
la Cooper.
La
prof di matematica, infatti, arrivò di corsa stringendosi la vestaglia addosso
e guardando preoccupata Thad “Harwood… Hummel! Avete bevuto!”
“No
prof non è come crede…. Io…. Thad….”
“Dal
preside, ora!”
Sospirò
seguendo la prof e sostenendo Thad che cercava con tutte le sue forze (scarse) di
far cambiare idea alla professoressa. Lei però fu irremovibile e appena aprì la
porta esordì con un “Preside? Ne abbiamo altri due….”
“Altri
due?” chiese Kurt entrando e, solo allora, notò Jeff e Nick seduti davanti alla
scrivania della signora Lynch, l’anziana preside.
Il
primosembrava in uno stato catatonico
mentre Nick rideva sguaiatamente.
Decisamente
ubriachi entrambi.
“Si
mette male” sussurrò Thad deglutendo “Grazie per il bacio, potrebbe essere l’ultimo
della mia vita…”
“P-proibizionismo?”
Wes sgranò gli occhi leggendo il foglio nella bacheca scolastica poi con vigore
lo strappò, correndo in sala mensa.
Il
chiacchiericcio diffuso gli fece capire che tutti gli altri studenti sapevano
già cosa era successo, ma decise comunque di farsi sentire.
Salì
in piedi su un tavolo attirando così l’attenzione generale e prese a leggere le
prime righe “Si comunica agli studenti che, a causa di un paio di ragazzi che
si sono attardati fuori dagli edifici scolastici e che hanno, senza alcun
pudore, introdotto alcolici presentandosi ubriachi, che la scuola applicherà
una politica di proibizionismo molto rigida da ora in avanti: verranno
effettuate perquisizioni e qualsiasi cosa non tollerata (alcool, droghe e cibo)
verrà sequestrata provvedendo a serie sanzioni disciplinarie. Inoltre ci
saranno controlli serali a sorpresa per verificare che tutti si trovino
all’interno del dormitorio entro e non oltre le 22 durante la settimana e entro
e non oltre le 24 nei weekend (per coloro che decidono di passare da interni
anche questi ultimi) Le punizioni vanno da ore di servizi resi alla scuola alle
sospensioni. Verranno, inoltre, informati i genitori.” Alzò gli occhi
lentamente su tutta la sala poi con forza tuonò “CHI è STATO?!”
Nick
e Jeff si alzarono molto lentamente, sotto lo sguardo scuro del resto della
scuola.
“Addosso!”
Urlò Richard facendo per assalirli in un raptus di rabbia ma Thad si mise in
mezzo, sistemandosi la cravatta.
“Anche
io e Kurt siamo coinvolti” disse togliendosi il blazer e alzandosi le maniche
della camicia “Coraggio fatti sotto, non ho paura di tirarti un cazzotto sul
naso e…”
“Thad,
calmati” proruppe David mettendosi in mezzo e dividendoli mentre Kurt stringeva
la giacca del compagno di stanza in mano, spaventato “Nessuno farà a pugni con
nessuno… solo che cazzo ragazzi! Ma che combinate?” chiese fuori di se dalla
rabbia “Ci avete messo tutti nella merda!”
“Abbiamo
un piano” Nick alzò la manina lentamente, un po’ timoroso.
Wes
lo guardò alzando un sopracciglio mentre Blaine entrava nella stanza guardando
tutti, anche lui arrabbiato.
“Che
piano, nasone?” chiese Nelson ironico “Voglio proprio sentire cosa pensate di
fare, stupidi ritardati che vi fate beccare…”
“Senti,
coglione, hai dei problemi?” Jeff si fece avanti mostrando il pugno, ma Kurt lo
bloccò prendendolo per un braccio e tirandolo a sedere.
“Ieri
sera, dopo aver parlato per ore con la preside Lynch e la Cooper riguardo
questo proibizionismo ci siamo trovati tutti e quattro nella stanza di Thad e Kurt”
spiegò Duvall, cercando di essere paziente mentre Thad guardava Nelson con in
mano il coltellino di plastica della macedonia “E abbiamo pensato anche alla
storia…. Sapete cosa è nato con il proibizionismo americano degli anni venti?”
“Il contrabbando” rispose affabile Kurt “Così è nata la Three-Six Mafia”
Tutti
rimasero in silenzio.
“Aspettate….
Contrabbando? Come pensate di fare?” chiese Las, grattandosi il capo confuso.
“Penso
sia troppo rischioso” disse Flint, preoccupato, guardando negli occhi Jeff “Se
vi beccano verrete sospesi a vita…”
“Non
importa” gli rispose il biondo “abbiamo fatto il casino? Paghiamo….”
“Il
nome è stato una mia idea” sottolineò Kurt “Tre e Sei sono i numeri di volte in
cui loro hanno provato ad avere un assolo e…. una delle prime cose che ci siamo
detti quando sono arrivato qui. Mi sembrava simpatica come idea…”
“Nome
a parte” di mise in mezzo Blaine “Come pensate di fare?”
“Lo
zio di Jesse ha un negozio di liquori” rispose Thad “Ci aiuterà….”
Jesse
annuì “Ha già accettato, è di larghe vedute…”
“Poi
lo paghiamo” sottolineò Nick.
“Ma….
Ma…. Il cibo!” sbottò Trent alzandosi di scatto “io vi ammazzo tutti e
quattro!”
Subito
Las e Ethan scattarono a trattenerlo mentre Kirk li guardava annoiato,
sospirando “Ragazzi siete davvero dei coglioni, appoggio Nelson…”
“Kirk
vuoi sentire quanto fa male un cazzotto tirato da un coglione?” chiese Jeff
guardandolo con gli occhi fiammeggianti mentre Nick lo esortava a risedersi.
“Potrebbe
funzionare” disse prudente Wes, prima di sospirare “Non che abbiamo molta
scelta….” Scese dal tavolo “Ma vi avverto…. Le feste e tutto devono esserci lo
stesso e deve esserci da bere…. O verseremo il vostro sangue nei boccali” e
detto questo uscì dalla stanza lasciando tutti a bocca aperta.
“Merda…”
disse Thad scambiando uno sguardo con Kurt “Siamo sommersi…”
A
Ethan piaceva parecchio estraniarsi dal mondo salendo sul tetto della Dalton e
guardando il campus da lassù.
Per
questo quando Kirk gli aveva chiesto di poter parlare lo aveva invitato a
raggiungerlo lassù.
Quando
il biondo arrivò vide amico appoggiato con le mani al parapetto di rete, il
cappotto nero aperto e il viso verso l’alto, deciso ad accogliere i primi
ragazzi di sole di inizio marzo.
“Ti
senti poetico oggi?” domandò Kirk affiancandosi a lui “Per questo mi hai
chiamato qua su?”
“Diciamo
di si…” sospirò, senza guardarlo.
“Allora
Et? Hai delle risposte da darmi?”
Moore
annuì lentamente, passandosi una mano tra i capelli castano chiaro “Cosa volevi
sapere di preciso? Perché ho detto quelle cose a Blaine?”
“Sì,
esatto. Voglio sapere perché hai fatto tanto lo stronzo, dicendo tutto ad
Anderson…. Ti sei innamorato di lui?” lo prese in giro.
“Non
esattamente….” Ethan prese un respiro profondo, guardando negli occhi chiari
l’amico “Io ho detto tutto a Blaine per pararti il culo. Se il tuo piano fosse
andato in porto…. Tutti lo avrebbero scoperto e tutti ti avrebbero odiato.
Volevo evitarlo così ho deciso di parlarne al diretto interessato che,
conoscendolo, non ha fatto nulla…. Si è solo incazzato perché ci tiene a Kurt”
“Apparte
il fatto che non mi avrebbero mai scoperto…. Perché diavolo mi hai parato il
culo, scusa? cosa te ne importa? Non volevi far soffrire l’amato solista?”
“No”
rispose sicuro il ragazzo “Perché mi piaci un sacco e non voglio vederti star
male per vendicarti del nulla…”
Kirk
rimase immobile, analizzando per bene quella frase “Nel senso… che tu…. Sei mio
amico e…”
“Nel
senso che sono tuo amico, ma vorrei qualcosa in più, Jimmy” finì per lui la
frase, sicuro, tenendo però gli occhi fissi sul panorama davanti alla scusa e
sulle montagne ancora innevate “Non so perché te lo sto dicendo…. Forse perché sono
stanco di tenermelo dentro…. Scusami”
“No
io penso che…. Tu…” Kirk prese un respiro profondo, imponendo a se stesso di
calmarsi “Hai fatto bene a dirmelo Et, davvero…. Anzi, dovevi farlo prima. Va avanti
da molto questa storia?”
Ethan scosse piano il capo “Meno di un anno…. O almeno, da quando l’ho capito….
inconsciamente penso da più tempo”
James
annuì nuovamente, cercando le parole giuste “Io ti voglio molto bene….” gli
disse poi, guardandolo negli occhi con espressione affranta “Te ne voglio
davvero moltissimo eessere arrabbiato
con te, non parlarti…. È stato davvero difficile. Mi sono sentito tradito e mi
sono chiuso a riccio solo perché, e di questo sono certo, senza di te non sono
in grado di farne una giusta…. Ma…. Non voglio illuderti”
Moore
sorrise tristemente “Lo immaginavo…”
“Mi
dispiace ma non sono gay e…. non posso ricambiarti”
A
Ethan si strinse il cuore, ma comprese. Infondo dentro di se lo aveva sempre
immaginato che quell’amore utopistico che provava per Kirk non sarebbe mai
stato ricambiato.
Non
erano Flint e Jeff.
Non
erano nemmeno Blaine e Kurt.
“Non
cambia nulla fra noi, vero?” domandò con voce incerta, alzando gli occhi lucidi
in quelli dell’amico.
James
sorrise lievemente, abbracciandolo “Sì che cambia…. Tu non sei il mio schiavo e
questo devo capirlo…. Da oggi la smetterò di pretendere da te qualsiasi cosa…”
Si
staccarono velocemente, e Ethan tirò su col naso “Grazie, davvero”
Kirk
gli porse un fazzolettino sorridendo lievemente “E di che?”
Si
misero a sedere a terra, continuando a guardare avanti a loro le montagne
bianche poi Moore si schiarì la voce “Posso chiederti una cosa io, ora?”
“Certo…”
“Perché
tanto accanimento verso Blaine?”
Kirk
rimase zitto per così tanto che Et pensò non volesse parlarne, così tornò a
guardare l’orizzonte, concentrandosi sui suoi pensieri.
Quando
finalmente il biondone aprì bocca sussultò stupito “Sai, me lo sono chiesto
anche io.Di Blaine mi irrita tutto…. Il
suo essere così buono con tutti, il suo preoccuparsi per gli altri…. e tutti lo
amano, si interessano a lui…. non lo trovo giusto perché mi ricorda molto mio
fratello”
Ethan
corrugò le sopracciglia confuso. Con tutte le volte che era stato a casa di
James, tutte le volte che avevano parlato della loro famiglia l’amico non gli
aveva mai rivelato di avere un fratello “Pensavo fossi figlio unico”
“Ora
lo sono” Kirk si voltò verso di lui “Mio fratello è morto quasi sei anni fa” Et
rimase a bocca aperta “Leucemia fulminante, in otto mesi se ne è andato…. E Blaine
è davvero molto simile a lui per molti aspetti: carismatico, buono, gran voce….
Mamma e papà l’hanno sempre preferito a me perché era il più grande, bravo in
tutto…. Andavano a sentirlo cantare tutte le volte che si esibiva ed erano
davvero fieri di lui. Lo ero anche io, dopotutto era mio fratello. Solo che
morendo non se n’è andato solo lui ma anche l’interesse dei nostri genitori per
me. Hanno smesso di considerarmi e se prima erano meno di Thomas poi sono
diventato uno zero totale. Non mi sopportano mentre canto, per questo mi hanno
messo in camera dall’altra parte della villa….”
Ethan
gli appoggiò una mano sul braccio “Prendertela con Blaine non è come vendicarti
di tuo fratello, lo capisci vero?”
“Sì,
lo so…. Ma almeno non me ne sto fermo con le mani in mano….” James si portò una
mano tra i capelli mentre una lacrima solitaria gli rigava il viso squadrato “Io
non sono invisibile…. Io esisto e voglio solo far sentire ai miei genitori la
mia voce…. Forse se diventassi il solista dei Warblers sarebbero fieri di me….”
“Dovrebbero
esserlo a prescindere dal tuo ruolo nel coro….”non sapendo bene come affrontare
quel discorso, Ethan sospirò prima di alzarsi in piedi e porgere una mano a
Kirk “Andiamo Jimmy, non possiamo portarel l’alcool a scuola ma un frappuccino
corretto lo possiamo prendere in caffetteria”
Il
biondo afferrò la sua mano, alzandosi e battendosi i pantaloni con una mano per
levare la polvere “Sai Moore? Questa idea mi piace” gli sorrise, battendogli
una pacca sulla spalla e avviandosi verso le scale.
Ethan
gli sorrise di rimando, lanciando un ultimo sguardo alle montagne prima di
seguirlo.
Quando
arrivarono lì trovarono Kurt, seduto ad un tavolo con una ragazza mora. Li
salutarono cordialmente prima di fare le ordinazioni.
Parlarono
moltissimo di quello che era capitato loro in quelle settimane di distacco e
quando Ethan tornò a portare gli occhi sul tavolo in cui sedevano Kurt e l’amica
notò che la giovane non c’era più e che, sulla sedia vuota, stava prendendo
posto un Blaine un po’ incerto.
“Posso
sedermi, Kurt?”
Hummel
sorrise lievemente “Certo che puoi…”
“Secondo
me quei due se la fanno…. Il nostro piano è andato in porto in positivo per
loro” disse James, soffiando sul caffè mentre Moore scuoteva piano il capo.
“Secondo
me si sarebbero innamorati a prescindere” disse versandosi dello zucchero
lanciando un’ulteriore occhiatinaai due
“Sono fatti per stare insieme….”
Kirk
annuì, con un sorrisetto “Sembrano usciti da una favola, non credi? Sono tutti
e due troppo perfetti per essere veri”
“Secondo
me non lo sono affatto, e per questo staranno bene insieme, appena Anderson si
sbriga” Ethan sorrise all’amico, prima di riprendere il loro discorso
esattamente dove lo avevano lasciato.
Continua….
NdA:
eccomi
tornata qui!
Questo
capitolo è la vera ragione per la quale io amo Kirk….
Non
è perfetto?**
Ditemi
che ne pensate mi raccomando! ;)
E
anche dell’Hummerwood!
Un
paio di appunti:
ho
notato che nel capitolo precendente non ho segnalato quale fosse la canzone che
Thad canta a Kurt. Beh è Lost di Micheal Bublè, ecco a voi la versione cantata
dall’attore che impersona Thad Harwood nel tele film.
Capitolo 18 *** #17 Mr Wilson’s sexual education ***
bananissima
Blaine Anderson presents:
the Pips!
#16
MrWilson’ssexualeducation
Jeff
contò un’altra volta i soldi prima di darli
a Nick.
Duvall
si passò le banconote fra le mani, prendendo poi un respiro profondo “Siamo
minorenni, fuori dal dormitorio oltre orario e stiamo per comprare due casse di
alcool…. Se ci prendono siamo morti.”
“Peggio”
sospirò Sterling “Siamo incarcerati e mamma non li
sborsa i soldi della cauzione…. Dovrò star lì tutta
notte e, una volta uscito” si portò una mano alla gola, e con un gesto
eloquente fece intendere all’amico che non sarebbe sopravvissuto
all’esperienza.
Nick
si fece coraggio “Però, se ci riusciamo, saremo degli eroi”
“Abbiamo
fatto noi il casino.” Lo corresse subito il biondo “Coglioni siamo e coglioni rimaniamo…. Ma almeno non ci odieranno più del dovuto”
“Hai
ragione…. Ok andiamo” Nick si infilò gli occhiali da
sole nonostante fossero passate le due del mattino e scese dalla sua auto,
mentre Jeff lo imitava alzandosi il cappuccio sui capelli chiari.
“Mi
sento figo” gli disse mentre si avviavano verso la
porta del locale gestito dallo zio di Jesse “Tu no?”
“Hai
appena detto che siamo dei coglioni” gli fece notare Duvall, mentre appoggiava
una mano alla porta spalancandola e sfilandosi al contempo gli occhiali da
sole.
Il
locale era deserto, naturalmente, eccezion fatta per qualche caso umano,
abbarbicato ad un tavolino o al bancone. Dietro di esso si trovava poi un uomo
sulla quarantina, alto e ben piazzato con una stempiatura incipiente e un sorriso
rassicurante. Appena li vide fece un cenno di saluto invitandoli a sedersi e
servendo loro uno strano liquido ambrato dall’odore pungente.
Liquore
di giovedì sera.
“Voi
siete i ragazzi della Dalton vero? Jesse mi ha
parlato di voi…. La roba è pronta sul retro”
“Grazie
mille per la disponibilità” disse sorridente Nick buttando giù velocemente il
bicchierino mentre Jeff era ancora intento ad annusarlo.
“Oh
di nulla! Solo, se vi beccano, non dite chi ve lo ha dato o rischio la
gattabuia” rispose ridacchiando l’uomo, servendone subito un altro a Nick “E
questi ovviamente li offre la casa”
“Molto
gentile” rispose il moro mentre Jeff prendeva il primo sorso, iniziando a
tossire convulsamente e scatenando le risate di quelle poche anime lì presenti
“Scusi lo screzio, signor Martie, ma dobbiamo fare in
fretta”
Nick
prese il bicchiere dalle mani dell’amico e finì anche il suo drink mentre il
barista annuiva comprensivo “Capisco…. A questo punto…McKenzie! Porta le due
casse che ti ho fatto preparare prima!”
La
voce squillante di una ragazza arrivò da dietro una piccola porta di legno che
doveva portare sul retro del locale “Arrivo papà!” introducendo così una
giovane dai capelli castani con i
riflessi biondi, lunghi fino circa le spalle.
Nick
osservò quel angioletto minutino trasportare la prima cassa per poi tornare
indietro e prendere la seconda, appoggiandoli sul bancone e sorridendo ai due
ragazzi.
Duvall
passò i soldi –raccolti nel corso di una assemblea straordinaria dei Warblers- al proprietario che andò a riporli nella cassa
lasciando così la figlia con i due ragazzi.
Nick
doveva ancora staccargli gli occhi di dosso, e lei lo notò immediatamente.
Anche
Jeff lo notò, vista l’espressione da triglia dell’amico.
“Così
siete damerini della Dalton?” domandò interessata “Non sembra sapete? Io
comunque sono McKenzie”
Il
moro le prese la mano “Io sono Nick, e lui è gay e fidanzato”
Subito
la giovane scoppiò a ridere “Beh, piacere Nick e ‘gay con fidanzato’” disse
divertita porgendo la mano anche al biondo.
“Piacere
mio. Gli amici mi chiamano Jeff” ironizzò, guardando male Duvall.
L’altro
gli lanciò uno sguardo eloquente della serie ‘Devo rimorchiare, stronzo.
Vattene in auto, essere inutile’, così con un ultimo sorriso disse “Io inizio a
caricare…. Ci vediamo McKenzie,
è stato un vero piacere”
“Piacere
mio, Jeff” rispose lei divertita prima di tornare a guardare Nick con un
sorrisetto “E quindi tu sei uno studente…”
“Già.
Tu invece aiuti tuo padre anche durante la settimana? Non vai a scuola?”
Lei,
per risposta, scoppiò a ridere “No io sono un po’ più grande di te. Ho finito
qualche annetto fa e ora lavoro con papà visto che l’università non fa per me….”
Duvall
rimase un attimo zitto “Ma…. Quanti anni hai?”
“Non
lo sai che non si chiede mai l’età ad una signorina?” domandò lei ironica,
facendolo arrossire “Ne ho ventudue…”
“Oh…. Non sembra” mormorò spiazzato “Io comunque ne ho
diciotto, sai…. Sono dell’ultimo anno”
Ok,
aveva mentito, ma era per un buono scopo.
Lei
sorrise “Capisco…. Ora sarà meglio se vai, non vorrai
lasciare ‘gay con fidanzato’ in auto da solo…”
“Non
sono io il fidanzato.”
“Lo
immaginavo!”
“Il
suo fidanzato è basso e ha gli occhi azzurri” Nick le sorrise, prendendo la
cassa “Allora…. Alla prossima….”
McKenzie prese un pennarello, iniziando poi a
scrivere sull’unica zona scoperta di Nick: il collo “Ti ho scritto il mio numero…. Chiamami”
“Oh,
fidati che lo farò” rispose lui, sorridendo “Ma era necessario sul collo?”
“Così
lo vedi bene”
Si
avviò alla porta, aprendola con un piede e voltandosi per sorriderle un’ultima
volta nel modo più affascinate possibile. Peccato che così si tirò la porta in
testa e la ragazza dovette davvero trattenersi per non ridergli in faccia.
Con
il viso rosso per l’uscita di scena da sfigato mise la cassa in auto, coprendola
con una coperta e chiudendo il bagagliaio prima di sedersi al posto del
guidatore e voltarsi verso l’amico già pronto per andare.
Peccato
che non era solo….
“Quello
è un gatto?”
Jeff
sorrise felice, facendo un grattino al micio dietro all’orecchio mentre questo
faceva le fusa felice “Sì…. Non è bellissimo?”
“No. Sembra un ammasso di stracci…. E puzza come mia
nonna”
Jeff
lo guardò severamente “Smettila dai…. E metti in
moto. Dobbiamo arrivare alla Dalton prima che il giardiniere accenda gli
innaffiatoi”
“Credo
siano automatici. E sto aspettando che tu metta via quel coso”
Il
biondo sbuffò “Ma viene con noi”
“No,
assolutamente no. Questo MochoVileda
con i baffi non viene alla Dalton” sbottò Duvall mentre il gatto lo guardava,
miagolando nella sua direzione come per implorarlo.
“Ma,
povero, è randagio! Sei senza cuore Nick! E poi voglio tenerlo….”
“Jeff…. Un gatto fra i Warblers è
un controsenso….”
Sterling non si diede per vinto e avvicinando la
palla di pelo al viso guardò l’amico supplichevole, con tanto di occhi umidi
“Ti prego Nicky…. Lui mi vuole già bene e non puoi
separarci così!”
Dopo
un attimo di esitazione Duvall sospirò pesantemente mettendo in moto mentre
l’amico esultava silenziosamente “Ma ti avverto: sta sul tuo letto chiaro? Non
voglio peli sui miei vestiti visto che sono allergico. Non devo nemmeno
sfiorarlo!”
“Ok,
ok! Promesso!” Jeff iniziò a gongolarsi, continuando
ad accarezzare il micio “Se ci beccano siamo nella cacca, ma so dove portarlo
durante le lezioni mentre puliscono la stanza….”
“Dove?”
“Nel
capanno degli attrezzi vecchio dove nasconderemo l’alcool ovviamente! Lì non ci
va mai nessuno e potrà godersi un po’ di aria fresca…”
“Con
il tanfo di muffa?” domandò schifato Nick “è già qualcosa se non subisce
mutazioni genetiche lì dentro…. E non ha bisogno di
diventare più brutto”
“Ma
solo perché è magrolino…. Vedrai quanto sarà bello
pieno di cibo per gatti!” Jeff sorrise raggiante, prima di voltarsi verso
l’amico “Perché hai due numeri sul collo?”
“Behè il mio bancomat” disse sarcastico “così me
lo ricordo se ce l’ho segnato, no Jeff?”
“Oh,
non l’avrei mai detto”
“È
il numero di McKenzie, imbecille!”
Il
biondo ridacchiò “Carina, eh?”
“Molto…. Peccato che tu non puoi apprezzare visto che sei
perso di occhioni da Bambi” Nick sogghignò poi però
un’ombra gli oscurò il viso.
“Che
hai?” chiese Jeff stranito.
“Ho
che le ho mentito” rispose Duvall, dando una pacca al volante “Le ho detto di
avere diciotto anni fatti”
Jeff
aprì un po’ la bocca, stupito “Ma se sei di giugno e devi ancora fare i
diciassette!”
“Lo
so, dannazione…. Ma lei ha ventidue anni e un
minorenne manco lo avrebbe guardato.” Prese a mordicchiarsi l’unghia del
pollice “Penso di aver fatto un casino”
“Beh
provaci, vedi come va…. Se si fa seria la cosa le dirai la verità”
Nick
annuì lentamente “Hai ragione”
“Ora
calmati o il sudore cancellerà il numero”
“Cavolo,
non ci avevo pensato!”
Mentre
guidava Jeff segnò sul cellulare del moro il numero della ragazza e lo
costrinse a scriverle prima ancora di parcheggiare di soppiatto davanti alla
Dalton.
“Ha
già risposto” disse gasato Nick, leggendo avidamente la risposta prima di
intascare il cellulare per prendere una cassa di alcool “è già mia…”
“Certo,
Romeo, tutta tua” lo schernì il biondino chiudendo il baule mentre sorreggeva
l’altra con una gamba “Ok ora raggiungiamo il retro senza farci vedere, ok?”
domandò, mettendo il gatto dentro la cassa e sorridendo intenerito.
Il
moro annuì seguendo l’amico dietro le siepi della Dalton e infilandosi di
straforo in un piccolo buco, graffiandosi anche con i rami sporgenti.
Ma
infondo si fa di tutto per introdurre nella scuola dell’alcool illecitamente,
no?
Raggiunsero
i soci in affari, ovvero Thad e Kurt, seduti vicini
sulla staccionata accanto al piccolo capanno. Hummel non alzò nemmeno il capo
dalla spalla dell’altro per salutarli, tanto era stanco e desideroso di
dormire.
“Eccoci
con la refurtiva” disse vittorioso Nick, ammiccando.
“Era
ora!” esclamò Flint saltando fuori dal capanno e spaventandoli “Iniziavo a
credere che la polizia vi avesse fermati o peggio!”
Il
biondo sorrise, chinandosi e azzerando la distanza dalle labbra dell’altro.
“Hanno
fatto pace?” Chiese Thad a Duvall mentre i due
innamorati proseguivano l’apnea.
“Sì…. Non chiedermi come, però.”
“Come?”
Nick
lo guardò male poi prendendo un respiro disse “Flint si è scusato, gli ha detto
di essersi comportato male e Jeff lo ha perdonato subito. Io non lo sapevo che
erano in stanza così sono entrato e… Beh. Diciamo
solo che Jeff mi dava le spalle e Flint era in ginocchio davanti a lui….”
Thad fischiò mentre le guance di Kurt si tingevano di rosso
vermiglio, segno che non stava dormendo….
“Bene,mettiamoci all’opera prima che ci scoprano e
ci sbattano in galera per contrabbando di sostanze alcoliche” Harwood portò entrambe le mani sulle spalle di Kurt,
scostandolo da sé “Coraggio Pookie, tu sei il cardine della nostra operazione: non
potremmo mai nascondere le bottiglie senza un buon palo a coprirci e, visto che
è qui, chiediamo allo spompinatore folle di aiutarti”
“Non chiamarlo così, ti
prego”sussurrò Kurt rosso in viso, con la voce leggermente arrochita dal sonno.
Scesero dalla staccionata e
subito Thad si mise tra Jeff e Flint, separandoli.
“Visto che ti piace tanto stare in
ginocchio, mettiti così fuori dalla porta del capanno mentre controlli che non
arrivi nessuno” disse maliziosamente al morettino, prendendo la cassa
dell’altro.
Subito la coppietta si voltò verso
Duvall “Avevi detto che non lo avresti raccontato
a nessuno!”
Kurt sbadigliò sonoramente,
lasciando i tre amici all’esterno e seguendo Thad
dentro “Ti prego posso andare a dormire? Domani avrò le borse sotto gli occhi…”
Harwood gli sorrise appoggiando la cassa a terra e avvicinandosi a
lui “Sveglia Pookie!” Gli disse scuotendolo
dolcemente per le spalle “Devi fare il palo!”
“Fallo fare a Flint ti prego…” borbottò Hummel lasciandosi cadere in avanti e
appoggiandosi al petto di Thad, chiudendo gli occhi.
Questi lo prese al volo,
stringendolo a sé e ridacchiando
“Su, coraggio! È questione di pochi minuti e poi….
Sbaglio o le bottiglie di vodka hanno appena miagolato?”
Kurt si raddrizzò incuriosito e
appena vide, nascosto dentro alla cassa, un gatto grigio dal pelo lungo, si
chinò subito per poterlo
accarezzare “Un gattino”
“Ma sul serio?” anche Thad si avvicinò, osservando gli occhi gialli del micio e
grattandosi il mento “E questo?”
“L’ho trovato io!” Jeff entrò
contento “Nonè un amore? Si chiamerà
Caporale!”
“Ma che cazzo di nome è?” Nick
sbuffò “Dio, odio i gatti!”
“Sei serio?” domandò Thad passando una mano sul dorso della bestiola che
miagolava, felice di tutte quelle attenzioni “I gatti sono fantastici”
“Molto meglio dei cani” sottolineò
Kurt.
“Nono, ha ragione Nick” Flint storse
il naso “Ma hai davvero intenzione di tenerlo?” Guardò timoroso Jeff, che gli
rispose con un sorriso ampio.
“Certo che si!”
“Approvo” sottolineò Thad, prendendolo in braccio e passandolo a Jeff “Ma ora
pensiamo a nascondere questa roba prima che sia troppo tardi e qualcuno, tipo
la Coper, ci scopra.”
Nick annuì, chinandosi a terra e
alzando su assi del pavimento vecchio e marcio, rivelando così un comodo
nascondiglio, fresco e discreto, che aveva provveduto lui stesso a trovare.
“Perché hai dei numeri sul collo?”
chiese Thad mentre prendeva tra le mani una bottiglia
di Jack Daniels.
“Nick ha conosciuto una ragazza”
disse ammiccante Sterling, facendo voltare anche
Flint e Kurt, intenti a svolgere il ruolo dei pali.
“Chi è?” domandò subito Wilson.
“Dimmi, è carina?” rilanciò Thad malizioso.
“Fate presto? Voglio andare a letto” concluse
lamentoso Hummel.
Duvall ridacchiò “Carina?
Decisamente troppo…. È la cugina di Jesse, comunque”
“E lui ha detto di avere diciotto
anni” Jeff strinse di più il gatto al petto, mentre lo diceva cupamente.
Harwood lo guardò alzando un sopracciglio “Ma lo sai che le bugie
hanno le gambe più corte di Blaine?”
Kurt alzò gli occhi al cielo con un
sorrisetto divertito appena sentì la battuta di Thad
poi si intromise “Perché l’hai fatto?”
“Lei ha ventidue anni” scrollò le
spalle Duvall, appoggiando un paio di bottiglie di vodka sotto alle assi del
pavimento “Ho pensato di avere più chance così”
“Spero ti vada bene” Thad sorrise appena “Devi anche tu scoprire le gioie del
sesso, amico mio”
“Tu sei un esperto, immagino” Fece
notare Flint, sistemandosi gli occhiali da vista con un movimento ampio della
mano.
“Oh si, chiedilo a Kurt”
Tutti si voltarono verso Hummel, che
avvampò all’istante “Non facciamo sesso! Non è vero!”
“Credo a Kurt” confermò Flint
guardando l’amico, accanto a lui “Glielo si legge in faccia che a parte il suo
non ne ha visto manco uno…”
Con questa conclusione non scatenò
solo le risate generali, ma anche la stizza di Hummel che gli tirò uno schiaffo
sul braccio “Non sei simpatico!”
“Queste sono le ultime” Thad appoggiò due lattine di birra sul fondo del
nascondiglio prima di prenderne una che aveva tenuto da parte “La smezziamo?”
Nick annuì e appena Thad gliela passò prese un sorso “Forse sono innamorato”
“Ti batte forte il naso?” Domandò
sagace Harwood, facendo andare di traverso la birra a
Flint.
“Simpatico, davvero” Duvall sospirò
rassegnato “La tua ignoranza mi perplime”
“Non si dice perlime
mi sa” gli fece notare il biondo, ma il suo migliore amico lo ignorò.
“Solo che non so…”
Si alzò in piedi battendosi i jeans per togliere la polvere il più in fretta
possibile “Mi fa battere forte il cuore….”
“Che carino” Kurt gli sorrise, prima
di sbadigliare “Posso andare a dormire ora?”
Thad ridacchiò, abbracciandogli le spalle “Da andiamo Pookie, prima che crolli a terra…”
Jeff prese di nuovo in braccio il
gatto che stava vagando per la stanza, seguendo i due amici, mentre Flint e
Nick si tenevano appena un po’ distanti.
“Per te stanno insieme?” domandò
Nick al morettino.
“Thad e
Kurt?”
“No, guarda, Jeff e il gatto!”
L’occhiataccia di Flint lo zittì
“Comunque non credo…. Oddio, no! Kurt è innamorato di
Blaine”
“Ma Thad è
interessato a lui….”
“Dici?”
Nick annuì “Penso sia palese…”
Wilson non aggiunse nulla, pensando
tra sé e sé a quali guai sarebbe incappato Kurt
se, per davvero, si fosse preso una sbandata per Thad.
“Ti
va una partita a tennis?”
Ethan
alzò gli occhi dal manuale di algebra, guardando quelli del suo migliore amico
un po’ confuso “Non dobbiamo studiare? Domani ci sono le simulazioni delle
prove scritte…”
“Si
ma abbiamo studiato per una settimana no stop” il biondone
si passò una mano tra le ciocche chiare, sbuffando “Onestamente non ce la
faccio più!”
Ethan
ridacchiò, chiudendo il libro ma lasciando dentro di esso l’indice, per non
perdere il segno “Se non ci ammetto agli esami il prossimo anno saremo ancora qui…”
“Sai
che pacchia senza Thad che smatta
in giro? O Wes e il suo amore morboso per quel
martelletto?”
“Si
ma ci sarà un altro anno di studio e a me non va” Moore sorrise, facendo per
riprendere il suo ripasso da
dove si era fermato, ma Cameron li intercettò.
“Ragazzi,
assemblea straordinaria dei Warblers, ora” disse
velocemente prima di allontanarsispedito verso suo fratello e Nicholas.
Kirk
sbuffò mettendo i libri nella cartella “Ormai facciamo un’assemblea
straordinaria a ogni minima cavolata…”
Ethan
sospirò, alzandosi e camminando affiancato dal biondone
“Sarà una cosa seria?”
“Oh
ti prego…. Serietà alla Dalton?” entrarono nel salone
già pieno e si sedettero con ordine su un divanetto.
Trent entrò in quell’istante salutandoli con
un sorriso prima di dirigersi da Nick, Jeff e Flint.
Il
discorso che captò veniva direttamente dal pertugio orale di Duvall, e non
sembrava felice “…. Apro l’armadio e cosa trovo!? Tutti i miei blazer pieni di
pelo di gatto! Ora mi sembra di indossare la pelliccia di Chewbeccae…. e…” si esibì in un
potente starnuto “Io sono allergico al pelo dei gatti!”
“Ma
perché l’hai messo nell’armadio?” fece notare Wilson, titubante.
“Perché
magari riuscivo a spedirlo a Narnia, e ce lo levavamo
via dalle balle” rispose Duvall, come se questa fosse la cosa più logica del
mondo.
“Sei
un vero stronzo” disse Jeff sbuffando “Caporale è così dolce e tenero….”
“Mi
guarda storto…”
“Non
è vero!”
Trent si sentì in
dovere di mettersi in mezzo “I gatti… guardano
storto?”
Duvall
annuì energicamente “Quel MochoVileda
con i baffi si e….” si interruppe sentendo una
vibrazione nella tasca della giacca
e non appena lesse l’sms subito un sorriso ebete si dipinse sul suo viso.
“La
tipetta?” domandò Flint, conoscendo la risposta anche
senza bisogno di riceverla.
I
tre membri del consiglio entraronovelocemente, andando a prendere posto.
Thad si guardò attorno “Bene! Blaine chiama per fare una maledetta riunione di emergenza
interrompendo il mio pisolino pomeridiano e poi non si presenta?!”
Quasi
non terminò la frase che il solista arrivò,
seguito da Kurt che teneva in mano un piccolo stereo.
“Ragazzi,
sarò breve” disse subito il moro, mentre Kurt si avvicinava a Thad appoggiando lo stero poco convinto davanti a lui e
scambiando uno sguardo obliquo.
Wes lo fissava impaziente, e subito Hummel notò che si stava
probabilmente facendo la barba visto che aveva metà viso rasato e l’altro no.
“Dobbiamo
essere più seducenti per vincere le Regionali” spiegò il solista, sovreccitato, andando verso lo stereo.
“Seducenti?”
chiese Trent, guardandolo stranito.
“Appoggio
in pieno la cosa” si intromise Flint lasciando la mano del suo biondo solo per
esultare.
“Io
no” disse Kirk storcendo il naso “Conoscendo Anderson, sarà una cafonata…”
“Caro
James, non lo è affatto” lo riprese Blaine “Chi
conosce i Neon Trees?”
Alcuni
alzarono le mani, anche Kirk seppure riluttante.
Blaine sorrise appena, soddisfatto “Kurt, fai
partire la canzone…”
Here we go
again
I kindawanna be more than
friends
So take it easy on me
I’m afraid you’re never satisified.
Here we go again
We’re sick like animals
We play pretend
You’re just a canible
And I’m afraid I wont get out alive
No I won’t sleep tonight…
…. E dopo aver cantato Animal, Kurt si
convinse che lui era l’antisesso in persona.
A dire il vero se ne convinse dopo aver cacciato Blaine dalla sua stanza con un ‘Credo sia meglio che tu
vada’, dovuto all’imbarazzo per l’umiliazione subita (metterlo davanti allo
specchio a fare facce sexy!? Ma scherziamo?!) e per il tema che il suo amico
voleva arrivare a toccare: il sesso.
Lo aveva turbato soprattutto il fatto che, e ne era certo, Blaine lo trovasse attraente
e voluttuoso come un manico di scopa.
Che poi non era nemmeno certo di sapere che significasse con
esattezza ‘voluttuoso’.
Poteva fare due cose: starsene zitto a disperarsi oppure chiedere
aiuto.
Ma a chi?
Thadforse….
Il ricordo del bacio, però, era ancora troppo vivido nella sua
mente e non voleva che l’amico fraintendesse….
Flint?
Si, era di certo il gay più esperto che conoscesse!
E, ovviamente, Wilson, non si fece pregare presentandosi a casa
sua con la velocità di un razzo.
“Quale è il problema?” chiese un po’ ansioso “prima sembravi molto
serio, al cellulare”
Il controtenore annuì lievemente “…. È per Blaine….
Vedi lui non mi trova…. Sexy”
“Si, nessuno ti trova sexy” sottolineò il morettino sedendosi sul
letto dell’amico che lo guardò scocciato “come posso aiutarti?”
“Tu sai qualcosa sul…. Sesso?” chiese rosso “Io non voglio parlarne ma…. È come se dovessi! Questa lacuna mi imbarazza e mi
pesa allo stesso tempo!”
Flint sorrise, facendo segno a Kurt di accomodarsi con lui, e quello subito eseguì “Ti aiuto io, non
temere” sorrise confortante, ma poi appena riaprì bocca riuscì ad impanicare di nuovo Kurt “Sesso anale, orale….
Non so dimmi tu”
Il controtenore sussultò diventando
ancora più rosso “Io…. non so….
Esistono vari tipi?”
“Beh si…. Dipende dove lo vuoi mettere….”
Kurt deglutì lentamente “Ecco, io..”
“Sesso anale, eh?” Flint gli picchiò dentro col gomito
ridacchiando “Lo so che pensi a quello, è un po’ il pallino di tutti i gay. Ed
è logico che lo sia….”
“I-io mi s-sono sempre chiesto s-se….” Kurt prese un respiro profondo, mentre cercava di
calmarsi “Fa male secondo te?”
“Molto male quindi?” riprese Kurt torcendosi le mani.
“Eh beh…. Far passare un cammello dove
non passa un cincillà è dura…”
Hummel prese a mordersi un unghia “E tu lo sai perché…?”
“Perché io ho provato con il mio ex ad inserire solo un paio di
dita e già lì ho visto…”
“ZITTO!” Kurt si tappò le orecchie, scattando in piedi “No
davvero! Io non ce la faccio! È troppo per me!” andò in iperventilazione.
“Calmati, e pensa a quanto è piacevole…”
Flint cercò le parole adatte, per non turbare troppo l’amico “Prima ti devi
trovare un ragazzo e poi…. Parti sempre con le mani!
Pensa che, essendo un altro ragazzo la masturbazione funziona allo stesso modo
di quanto ti tocchi da solo e…”
“Io non lo faccio, Wilson”
Il Warbler alzò un sopracciglio “Ma per
favore, Hummel…. Ok essere pudici,
ma le stronzate no, eh”
“Penso sia meglio che tu vada…”
Ok lo aveva detto anche a Blaine, ma
rischiava davvero di cacciarlo via a calci in culo se no.
Flint ignorò l’invito “Poi c’è la bocca, il sesso orale per un gay
è appagante come tutto il resto e poi….” Kurt lo
prese di peso facendolo alzare e spingendolo velocemente per il corridoio e le
scale “Non puoi scappare, Kurt! Se conquisterai B o qualsiasi altro ragazzo, a
lui non basteranno le frasi smielate e romantiche!”
“Sei una persona orribile!”
Arrivarono alla porta e lì Flint si sistemò la sciarpa “La
passione, carino, è importante come tutto il resto. Se in una relazione non c’è
la voglia di fare l’amore, toccarsi, esplorarsi beh….
Non c’è amore!”
Kurt lo guardò saccente “Lo pensi tu che sei ninfoname…”
Il moro scosse piano il capo “No è un dato di fatto”
“Beh, io non farò mai sesso in vita mia! Ora a domani!” chiusel'uscio lasciandolo
sullo zerbino a contemplare la superficie lignea della porta.
“Oh…. Povero, povero Blaine….
Le paga tutte quando si mette con questo!”
Kurt
non passava molti weekend alla Dalton.
Di
solito tornava a Lima, passava il sabato sera con Mercedes, Rachel e gli altri
(spesso accompagnato anche da Blaine) e poi la
domenica in famiglia.
Ma
quella volta era decisamente un’altra questione.
Non
poteva uscire con le New Direction perché MrSchue aveva fissato una sessione di prove per tutto il
sabato pomeriggio in vista delle Regionali, che sarebbero state la settimana
successiva. Voleva, inoltre, evitare il padre dopo la storia del sesso gay e
degli opuscoli.
“Vorrei
solo sapere come gli è venuto in mente…” Kurt sospirò
mentre si infilava la vestaglia, voltandosi poi verso Thad
che stava leggendo gli opuscoli incriminati con interesse “Mi stai ascoltando?”
Decisamente no.
“Oh
questo sembra divertente” disse Harwood immerso nella
lettura “Questo assolutamenteno…. Ma questo si!”
Kurt
si sporse in avanti strappandoglieli dalle mani “ Non mi aiuti così!”
“Scusa
Pookie” si ricompose quello, sedendosi a gambe
incrociate e fissandolo negli occhi “sono tutt’orecchi: sfogati”
Kurt
prese posto accanto a lui “Non ti pare strano? Insomma….
Cantiamo Animal provando ad essere sexy…. Parlo di sesso con Blaine
e la sera stessa mio padre se ne viene fuori con questo discorso….”
“Tempismo?”
domandò il più grande, accarezzandogli i capelli dietro alla nuca con un
sorrisetto “Avete un bel rapporto tu e tuo padre…”
Kurt
annuì lentamente mentre leggeva negli occhi una certa malinconia…
Voleva
chiedergli il motivo ma gli venne in mente qualcos’altro “Sai, ho chiamato
Flint, dopo aver mandato via Blaine e ora sono…”
“Sei?”
“Ancora
più terrorizzato…”
“Ok,
Kurt, ascoltami bene” Lo costrinse a guardarlo bene prima di proseguire,
cercando di calmarlo con lo sguardo, confortarlo “Io non sono bravo con i
discorsi seri…. Lo sai come sono fatto, dopo un po’ inizio a fare lo scemo… Ma se posso aiutarti riguardo questo argomento
delicato io ci sono”
Kurt
prese un respiro, reprimendo almeno in parte l’imbarazzo “Allora il fatto è
questo: Io non sono riuscito a parlarne con Blaine
perché mi piace e quindi mi ha imbarazzato troppo. Soprattutto perché mi vede
sexy come una vecchia ciabatta” abbassò lo sguardo sul pavimento mentre lo
diceva “So di non esserlo ma cavolo! Mettermi davanti a uno specchio e
umiliarmi in quel modo è stato…. Pessimo. Davvero
pessimo”
“Sappiamo
che Anderson è un idiota” mormorò Harwood con
leggerezza “Va avanti”
“Ho
chiamato Flint e lui mi ha raggiunto a Lima…. Visto
che lui ha unpo’ più di esperienza gli
ho chiesto di parlare di sesso e, beh…. Insomma non
so ma lui è stato molto esplicito e io mi sono sentito violato!” prese a
gesticolare, e Thad abbozzò un sorrisetto divertito
“Insomma, sembrava di essere dentro all’unico porno che ho visto in vita mia…. Mi sono sentito male, ho cacciato anche lui e quando
papà è arrivato con gli opuscoli sono impazzito del tutto” prese un respiro “Mi
ritieni pazzo, giusto?”
“Secondo
me sei semplicemente dolcissimo….”
Kurt
abbassò gli occhi fortemente imbarazzato “Smettila di guardarmi così per favore…”
Harwood sorrise di più tirandosi a sedere
“Quindi sei ancora turbato?”
“Sì
ma non per molto…. Infondo ho detto anche a Flint che
non farò mai sesso in vita mia”
A
quel punto il maggiore dei due esplose in una risata “Ma smettila” lo spinse
delicatamente, prima di scuotere il capo “Senti ti dico come la vedo io? tu sei
troppo sensibile per vedere un porno o parlarne con Wilson. Non puoi affrontare
il discorso così…. Gli opuscoli sono meglio no?”
“Beh…. Lì è tutto più tecnico quindi…”
“Appunto…. Senti Kurt, il sesso è una cosa meravigliosa se
fatto con la persona che ami. So che è una frase da cioccolatini ma…. È così, cazzo se è così!” Kurt lo guardò, più convito
di prima “Devi stare tranquillo perché nessuno ti mette fretta, ok? Devi
prenderti il tuo tempo e quando sarai pronto vedrai che non mi sbagliavo”
“L’ha
detto anche mio padre, questo”
Thad lo guardò complice “Vedi? Perché è la verità…. Tu sei la persona più pudica che abbia mai visto,
giuro!”
Hummel
si chiese il motivo per il quale tutte le volte che Thad
faceva un riferimento a quando fosse dolce, pudico o altro lui rischiasse di
sentire la faccia andare in autocombustione spontanea “S-scusa….”
“Perché
ti scusi? Sei un amore, Hummel. Io vorrei essere come te invece che uno stronzo
come in realtà sono” si alzò da letto, stiracchiandosi “Senti, io vado un
secondo al bagno poi andiamo in camera da Blaine ok?
Noi che rimaniamo nel weekend ci troviamo sempre a vedere film…”
“Chi
c’è a partenoi
tre?” domandò Kurt curioso, prendendo in mano un quaderno sul quale erano
segnate le pagine da studiare per il lunedì mattina. Visto che sarebbe rimasto
lì intendeva passare la domenica a portarsi
avanti.
“Beh
sicuramente Kirk, non va mai a casa, Flint…. E Nick
penso. Forse anche Trent e Ethan…”
rispose Harwood incamminandosi verso la toilette, grattandosi
svogliatamente la pancia.
Kurt
prese una penna, iniziando a cerchiare le materie che avrebbe poi studiato il
giorno seguente ma da essa non uscì inchiostro. Sbuffò stizzito lanciandola sul
suo letto “Hai una penna da prestarmi?”
“Guarda
sul comodino!” gli rispose l’altro, che come suo solito aveva ben pensato di
andare al gabinetto lasciando la
porta aperta.
….
“Guarda
sul comodino!” gli rispose l’altro, che come suo solito aveva ben pensato di
andare in bagno lasciando la porta aperta.
Kurt
buttò le gambe dall’altra parte del letto per voltarsi e controllare, non
trovando nulla. A suo rischio e pericolo decise di aprire il cassetto, frugando
tra confezioni di fazzolettini, pacchetti di sigarette e, oddio, sì, quelli
erano proprio profilattici.
Stava
per arrendersi quando notò un astuccio nero, abbastanza gonfio. Lo prese fuori
appoggiandoselo in grembo e constatando che era davvero leggero per essere così
pieno.
Ma
a lui interessava solo una penna,non della massa di un astuccio, così lo
aprì trovando, invece, qualcosa di inaspettato.
Di
un rilucente color arancione, facevano bella nostra di sécinque piccoli contenitori arancioni
contenenti non si sa quante pastiglie e pillole diverse fra loro. Kurt ne prese
una in mano, stupito, leggendovi sopra un nome che non gli sembrava nuovo ma
nemmenocosì tanto famigliare.
“X…Xanax..” sussurrò cercando di
ricordare qualcosa. Perché gli venivano in mente i telefilm? Perché gli veniva
in mente solo un aggettivo se pensava quella medicina?
Matto.
Non
era un bel aggettivo così scrollò via quel pensiero, scuotendo velocemente il
capo.
Lo
Xanax, all’interno dei telefilm polizieschi che suo
padre guardava tutti i giovedì sera, era la medicina dei pazzi….
Era
così immerso nei suoi pensieri da dimenticarsi di Thad,
che nel frattempo era tornato dal bagno e fissava con gli occhi vuoti il
piccolo contenitore nella mani del compagno di stanza.
Cosa
stava pensando di lui?
Ovvio,
che era matto.
Con
lentezza esasperante si sedette accanto a lui, prendendo l’astuccio e tenendo lo sguardo basso, per non scontrare
nemmeno per errore quello cristallino di Kurt.
Hummel
sussultò per la sorpresa, sgranando gli occhi “Thad…?”
voltò il viso verso il bel profilo dell’altro e,notando quanto fosse serio, capì di aver
sbagliato a farsi gli affari suoi in quel modo “M-mi
dispiace tanto! Io cercavo una penna, non volevo frugare nelle tue cose…”
“Lamotrigina” lo interruppe Harwood
con voce bassa ma decisa, prendendo in mano uno dei contenitori e
versandosi sul palmo delle
piccole pastiglie gialle, per mostrarle all’amico “è un farmaco utilizzato
contro il disturbo bipolare per stabilizzare l’umore….
Agisce meglio del litio perché aiuta a tenere controllati i diversi cambi di
stato emotivo durante le varie fasi del disturbo bipolare e, soprattutto, è un
potente antidepressivo.” Kurt lo ascoltava, incapace di alzare gli occhi dalle
sue mani, anche mentre esse riponevano con cura una per volta le piccole pasticche nel contenitore “Una al
giorno, la mattina appena alzato…” prese il secondo tubicino da dentro all’astuccio,
aprendolo e mostrando a Kurt delle pillole lunghe, blu elettrico “Capsule di
litio. Sono Sali, quindi non esattamente medicinali o comunque non sono
aggressivi, e fanno parte della terapia basilare contro la depressione da
disturbo bipolare…. Quando una persona è pazzo come
me” Alzò finalmente gli occhi in quelli chiari di Kurt, ma il più giovane non
trovò la tenacia e la forza che era abituato a leggere nelle iridi scure di Thad “ha carenza di Litio nel suo organismo, e svalvola. Così lo integro prendendo una di queste pastiglie
dopo ogni pasto…. Mi da dei problemi, per esempio
continui tremori alle mani e sete costante…. Questa è
la Clorpromazina” Thad
appoggiò il litio per poter prendere il terzo contenitore, pieno di piccole
pastiglie lilla “Sono microscopiche ma sono in assoluto le più devastanti.
Originariamente servono per curare la schizofrenia….
Ma io le prendo quando sono nel pieno della fase maniacale, e mi consentono di
superarla senza farmi del male o farne agli altri dando fuori di testa.” Fece
una pausa, sospirando, mentre Kurt permutava nel suo mutismo “Durante le crisi
ho vomito, tremori continui, difficoltà a capire cosa mi sta intorno…. Con una di queste riesco a scongiurare le
allucinazioni e i deliri tipici della fase maniacale, nella quale entro solo se
molto stressato o stanco. Ma c’è il rovescio della medaglia anche qua: gli
effetti collaterali sono distruttivi, soprattutto la tachicardia e la febbre
alta che mi bloccano letteralmente in un letto per giorni”
“P-per questo manchi da scuola per giorni?” Kurt ritrovò la
voce, deglutendo silenziosamente.
Harwood annuì “Capita raramente, ma quando
succede e prendo queste medicine so che esse mi impediranno di stare male sul
momento, ma che starò male il giorno dopo, e quello dopo ancora. Questo è Acido
Valproico” in una boccetta bianca e rossa, Kurt
osservò un liquido bianco “Sono gocce, sempre usate per la terapia contro il
disordine bipolare…. È molto utile perché non solo
riduce l’attività recettiva del cervello, evitando così gli attacchi maniacali
ma evita le emicranie. Ora veniamo al mio preferito, ovvero quello che stringi
tra le mani.” Kurt abbassò gli occhi sullo Xanax,
passandolo poi a Thad che lo prese in mano “Questa
droga, perché non posso definire medicinale una cosa che mi crea una dipendenza
così elevata, mi serve per calmare l’ansia, e l’ansia è il primo step per tutto il resto. Ne prendo continuamente e non
scherzo, anche quattro o cinque volte nell’arco di una giornata….
Da una dipendenza così elevata che se non l’assumo con regolarità vado in
astinenza. Crampi allo stomaco, sudorazione, febbre. Bella merda” Thad smise di parlare, prendendo tutte le medicine,
infilandole nell’astuccio e buttandolo senza troppe cerimonie dentro al
cassetto “Ora sai che non sono solo un coglione alcolizzato, ma che
principalmente sono un pazzo tossicodipendente…. Bella persona
vero?”
Kurt
sentì il cuore stringersi mentre un sorriso triste si dipingeva sul volto
dell’altro “Ma…. Non ti fanno male tutte queste
cose?”
“Sono
certo che mi stiano fottendo il cervello…”
“…E assumerle e bere così tanto alcool…
Non è pericoloso?”
“Ho
già fatto tre o quattro lavande gastriche a causa dell’avvelenamento, sì”
Hummel
abbassò gli occhi a terra, mentre sentiva il forte impulso di tirare uno
schiaffo a quella sorta di autolesionista “Perché ti fai tutto questo?”
Harwood passò lentamente le dita tra i capelli
di Kurt, continuando a sorridere malinconico “Soffro di Disturbo Bipolare
dall’età di undici anni. Mi curo da allora…. Se
smettessi di prendere tutta questa roba mi ritroverei a breve con una camicia
di forza”
A
Kurt, per un istante, venne in mente la signorina Pullstbury
e tutti i suoi attacchi compulsivi ma non gli sembrava nemmeno paragonabile a
quello che aveva passato e stava passando Thad “…. È
così brutta? Questa malattia dico…”
Harwood annuì lentamente “Devi sapere che il
Disturbo Bipolare si divide in due categorie: tipo I e tipo II. I pazienti
affetti da tipo I soffrono di continui cambiamenti di umore, altalenanti…. Mentre nel secondo caso si parla di cambiamenti
di personalità. È un alternarsi di
fasi maniacali e depressiva e le prime sono davvero devastanti. onestamente…. Non so chi sono” tolse la mano dal capo de
più giovane “Io non so chi sono…. Questo non posso
essere io perché prendo così tanti psicofarmaci che mi alterano il carattere,
non solo l’umore. Per questo cambio velocemente modo di fare, per questo
rispondo male. E ti capisco se ora deciderai di cambiare stanza, io avrei paura
di una persona così… Dovresti trasferirti da
Anderson”
Un
paio di lacrimoni solcarono le guance di Hummel.
Si
sentiva così impotente, così inutile innanzi alla sofferenza di Thad che non sapeva cosa fare. Aveva sempre preso le
medicine sotto al suo naso…. Non si era mai accorto
di nulla. Era un idiota.
Stava
male, e lui non si era mai reso conto di questo dolore interiore.
E
vivevano insieme, cazzo!
“T-Thad….”
Il
maggiore alzò gli occhi lucidi in quelli cristallini e bagnati di Kurt, alzando
lentamente una mano e raccogliendo una lacrima del ragazzo sulla punta di un
dito “Sono un mostro….”
Kurt
scosse velocemente il capo prima di buttarsi tra le braccia dell’altro,
abbracciandolo stretto “No, non lo sei…. E io non
vado da nessuna parte!”dichiarò
risoluto, stringendosi a lui.
E
Thad sorrise, sincero, mentre sentiva il cuore sul
punto del collasso.
Era
quella, quindi, la vera gioia?
Strinse
Kurt a sé per alcuni minuti,
accarezzandogli piano la schiena mentre questi si sentiva stupido a farsi
consolare così, invece di essere lui a sorreggere Thad.
Poi
il più grande, molto delicatamente, lo fece scostare da sé, spingendolo con dolcezza misurata
sul cuscino del suo letto. Prima ancora di rendersene conto Harwood
che lo sovrastava, accarezzandogli dolcemente il viso.
“Non
ne ho mai parlato a nessuno” sussurrò fissandogli con desiderio assorto le
labbra “avevo paura del giudizio della gente ma tu sei così buono con me…”
“Thad…”
Le
parole gli morirono sulle labbra mentre queste venivano catturate da quelle
dell’altro per la seconda volta.
E
di nuovo lui rispose, portando una mano sulla nuca dell'altro e passando le dita tra i capelli scuri del ragazzo
molte volte.
La
mano di Harwood si fermò sul fianco di Hummel mentre
l’altra insisteva sul materasso, evitando così di gravargli addosso.
I
respiri si fecero affannati mentre le lingue si cercavano e i loro cuori
battevano forte, confondendo Kurt. Da una parte sentiva l’emozione di quel
gesto avventato e dall’altra non capiva cosa lo spingesse a ricambiarlo.
Per
Thad invece era tutta un’altra storia; lui aveva bisogno
di Kurt, doveva sentirlo per poter stare bene.
Era
dipendente da lui come dallo Xanax e il sollievo per
non averlo visto allontanarsi impaurito o disgustato da lui lo aveva condotto a
cercare di nuovo il suo dolce sapore sulle labbra.
Sarebbe
rimasto così tutta la vita, se la porta non si fosse aperta permettendo a Nick
e Flint di godersi la scena.
“Oh
ma puttana la..” Duvall si bloccò prima di degenerare in un’imprecazione ben
peggiore mentre Wilson spalancava la bocca attonito “…. Avevo ragione…”
Kurt
si alzò a sedere mentre Thad si posizionava in
ginocchio sul letto guardando furente i due intrusi “Voi non avete visto nulla! Sono stato chiaro?!”
“S-sì…. Scusate…. Non abbiamo
bussato e…” Nick si grattò la nuca imbarazzato.
Flint
cercava, intanto, gli occhi chiari dell’amico. Ma Kurt li teneva fissi sul pavimento “Potevi dirmelo, ieri pomeriggio,
che stavi con Thad” borbottò offeso e ferito.
“Noi
non stiamo insieme” disse velocemente Harwood.
“Si
infatti” ironizzò Duvall “era evidente che gli stavi solo facendo una gastroscopia…”
“A
dire il vero lo stavo aiutato” sottolineò il ragazzo, mentre Kurt alzava lo sguardo su di lui “Non sapevo come
aiutarlo a essere molto più sciolto riguardo i discorsi sessuali così…. Ho pensato che un bacio potesse aiutarlo. Nulla di
più, lui ama Blaine”
Hummel
rimase di sasso davanti alla freddezza in cui Thad
aveva esposto velocemente il fatto, e lo stesso valeva per gli altri due.
“Oh…” disse lentamente Nick mentre Wilson li guardava con
un’espressione della serie ‘non mi incantate’ “Vi aspettiamo da B allora…”
Kurt
annuì mentre Thad si alzava dal letto, così i due
amici se ne andarono, Duvall decisamente sconvolto e Flint per nulla persuaso…
Rimasti
soli, anche Kurt si alzò, abbracciando da dietro l’amico.
“Thad? Grazie…”
Questi
abbassò gli occhi sul pavimento, sorridendo lentamente “Grazie a te. Ora
sbrighiamoci, Blaine ti aspetta…”
….
Se ne sarebbe mai accorto, Kurt, di quanto male facesse il cuore di Thad spezzandosi, ogni qualvolta lo spingeva di un passo
verso Blaine?
Continua…
NdA:
lo
so, sono in ritardo ma questo capitolo è stato davvero il più difficile da
scrivere, per me xD
Penso
lo capirete….
Insomma,
il tormento di Thad non è stato per nulla facile da
rendere, spero che questo traspaia in positivo nella storia :3
Prima
di lasciarvi un paio di note, solite:
-grazie
mille a chi ha recensito, letto la storia (il prologo ha più di 3500 letture
=*), chi ha inserito tra i preferiti (76 persone) e nelle seguite (92)
-Mille
grazie anche ad H (JCriss), ovvero la mia favolosa
beta**
-I
medicinali di Thad non sono un’esagerazione, questa è
una vera terapia contro il Disturbo Bipolare di Tipo II
-Parliamo
di Spinnoff?**
Se
amate (o anche solo apprezzate) questa storia correte a lettere questi spinoff ad essa dedicata (che io amo)
Hummerwood stupenda e molto romantica, dal mio
punto di vista:
….
Esorto chiunque a scriverne una (Io amo l’Hummerwood
ma mi va bene tutto) e linkarmelo o con un mp (se no
può essere che non me ne accorga!) o nel mio Facebook
del GDR (http://www.facebook.com/kurtkb.hummel
)
Capitolo 19 *** #18 part 1: You know you’re in love when reality is better then your dreams. ***
bananissima
“…SentiBlaine, alle volte non mi sembra di far parte dei Warblers…. Ma piuttosto nei ‘Blaine
and the Pips…’
Blaine Anderson presents:
the Pips!
#18 part 1: Youknow you’re in love when reality is better then
your dreams.
I am in misery!
There ain't nobody
Who can comfort me!
Oh yeah!
Why won't you answer me? Yoursilenceisslowlykilling me!
Jeff
smise di canticchiare, iniziando così a lavarsi i denti.
Le
regionali erano davvero alle portee l’ansia e il nervosismo che
stavano ammorbando i più sensibili e isterici come Trent
e Kirk, nel giovane Sterling si mutavano in pura
adrenalina.
Erano
quasi le nove e mezzo di sera, avevano provato Miserytutto il pomeriggio e la maggior parlare dei Warblers
era già a dormire, ma lui proprio non ci riusciva.
Si
infilò nel pigiama primaverile, visto che la seconda settimana di Marzo era
appena iniziata, e dopo essersi osservato per bene il mento allo specchio in
cerca di qualche brufolo, tornò nella sua stanza.
Sorrise
dolcemente vedendo il suo ragazzo già steso sotto le coperte del suo lettino da
una piazza e mezzo, con il viso appoggiato ad una mano e un braccio sulla
fronte, forse nel vano tentativo di aspettarlo sveglio.
Solo
che i suoi occhi erano chiusi e, tenendo conto del suo respiro regolare, doveva
essersi addormentato già da qualche minuto.
Il
biondino prese Caporale in braccio, mentre questo si sfregava facendo la fusa
contro le sue gambe, e fece per raggiungere Flint ma una bussata decisa alla
porta lo fece sobbalzare, svegliando anche Wilson.
“Non
stavo dormendo, stavo pensando” disse il morettino con voce impastata mentre
schizzava seduto.
Jeff
ridacchiò, appoggiando Caporale sul letto di Nick e aprendo la porta trovandosi
davanti Wes con un mano ottocento fogli “Hey ciao.”
“Ciao
Jeff” rispose questo entrando e guardando Flint “Ciao Wilson ma…. Duvall?”
“È
uscito con la sua ragazza” rispose Sterling mentre
Montgomery prendeva dal plico di carta dei
fogli con i cognomi dei tre interessati
sopra.
“Lo
dai tu al tuo compagno di stanza, ok?” il biondo annuì “E spero rientri per
tempo, la Cooper farà dei controlli credo”
“Ora
lo avvisiamo noi” Jeff riaccompagnò alla porta il ragazzo dandogli la buona
notte e chiudendo poi a chiave “Gli scrivo un sms, non vorrei che sospendessero
il mio migliore amico…”
Flint
sorrise, afferrando il suo foglio che il fidanzato gentilmente gli porgeva
“Come sei dolce…”
“No,
è solo che lui e Caporale mi fanno ridere”
Il
morettino sorrise
mentre il ragazzo prendeva posto accanto a lui sul letto, alzando il piumone
rosso e infilandosi sotto di esso “Raiseyour Glass di Pink?” chiese Flint alzando un
sopracciglio “Non so che tipo di favori fa al consiglio, ma questa l’ha scelta Blaine!”
Il
biondino sorrise scorrendo gli occhi sul pentagramma e cercando di capire quali
note il consiglio gli avesse affidato prima di prendere sia il suo foglio sia
quello di Flint e appoggiarli sul comodino “Sei crudele…”
“Facciamo sempre queste canzoncine del cavolo…” borbottò il morettino sfilandosi gli occhiali da
vista e passandoli al biondo che li ripose con cura nella scatolina “Io vorrei
qualcosa di nuovo…”
Si
stesero entrambi e subito Sterling portò il braccio
attorno alle spalle del fidanzato, stringendolo a sé “Qualcosa di nuovo?”
Questi
annuì “Già….” Si accoccolò contro il suo petto
sospirando poi Jeff iniziò a tirare in ballo un discorso strano, che lo
risvegliò.
“Kurt
e Thad…” Disse semplicemente, assorto, prima di
aggiungere “…. Secondo te cosa c’è dietro?”
Wilson
sospirò, appoggiando il mento contro la spalla del suo ragazzo per potergli
guardare il viso “Sabato scorso li abbiamo visti…. Io
e Nick…. Mentre si baciavano” Sterling
sussultò facendo cigolare il letto “Non dirlo a nessuno mi raccomando, Harwood non mi fa paura ma non mi va di averlo attorno a
minacciare la mia pace interiore…”
“E
come hanno reagito?!”
“Thad ha detto che sta aiutando Kurt ad essere più sensuale”
Il morettino alzò un sopracciglio in segno di sdegno “Pensa di prendere in giro
me?”
“Potrebbe anche essere?”
“Gli
stava scopando la bocca, Sterling, non può essere
altro che una bella limonata…. Altro che aiuti”
Jeff
lo guardò pensieroso, scostando un ciuffetto di capelli corvini dalla fronte
del compagno “Perché qualcosa mi dice che Blaine si
incazzerà di brutto?”
“Non
lo verrà mai a sapere” Flint sospirò “O per lo meno non da me e Duvall….”
Passarono
alcuni minuti di silenzio mentre entrambi ponderavano sulla situazione.
“….
Dici che quei due passeranno presto in seconda base?” chiese eloquente Jeff,
col solo risultato di far sbuffare Flint.
“Nelle
relazioni omosessuali non esiste la seconda base, Sterling.
Una volta che hai la mazza in mano la vittoria è già garantita…”
Il
biondo corrugò le sopracciglia “E tu pensi che Thad
abbia già in mano la mazza di Kurt? …Oddio è troppo
ambigua questa cosa” Istintivamente si portò una mano alla fronte mentre Wilson
ridacchiava.
“Secondo
me no, comunque…. Voglio dire” il ragazzo si sistemò
meglio sul petto dell’altro “Kurt è così pudico che mi fa quasi paura…. Anzi, mi fa sentire un predatore sessuale! L’altro
giorno mi ha chiesto una mano e io gli ho detto un paio di cose….
Dovevi vedere come mi guardava! Come se fossi un maniaco, o un assatanato!”
Jeff
sorrise dolcemente, guardandolo nei grandi occhi celesti, granati sino
all’inverosimile e, con un sospiro si lasciò scappare un pensiero.
“Ti
amo….”
Il
morettino schiuse lentamente la bocca sorpreso mentre Sterling
iniziava a chiedersi se avesse messo troppa carne al fuoco.
Stavano
insieme da più di due mesi, e quel sentimento era seriamente convinto di
provarlo sul serio, quindi no: non aveva affatto esagerato.
E
questo lo sapeva anche Flint.
Lentamente
rispose al sorriso, sporgendosi verso di lui e baciandolo dolcemente sulle
labbra.
“Ti
amo anche io.”
Thad non era un grande amante della storia,
perché sapeva di non poterla segnare lui stesso.
Date
passate, esperienze distanti.
Non
gliene poteva fregare di meno.
Sfogliava
il libro senza voglia, reggendosi il capo contro il punto e sbuffando di tanto
in tanto. Mancava poco ai pre-esami, doveva tenersi al passo con tutte le
materie, cosa che solitamente gli veniva facile…
Solo
iniziava ad essere stanco.
Una
mano candida come il latte appoggiò davanti a lui una piccola capsula blu e un
bicchiere ricolmo di acqua cristallina, lasciandolo un attimo interdetto.
Alzo
gli occhi scuri in quelli azzurri di Kurt “Ho già preso il litio, stasera”
disse senza capire, e subito il più piccolo scosse piano il capo abbozzando un
sorriso.
“Ho
fatto una ricerca” spiegò appoggiandosi con i fianchi alla scrivania, e
spostando di poco la gabbietta di Pavarotti per farsi spazio“E ho scoperto che
di litio ne puoi prendere anche più compresse in poco tempo….
E che se prendi più litio puoi evitare di assumere la Lamotrigina
tutti i giorni…”
Harwood sorrise intenerito prima di prendere la
pillola e far così felice il compagno di stanza “Non dovresti essere così
apprensivo verso di me”
“E
tu non dovresti assumere le medicine a caso…” Kurt
sospirò, prima di chiudergli il libro “Sono due giorni che non ti alzi da
questa sedia…. Di questo passo ti si appiattirà il
fondoschiena”
Thad ammiccò “E immagino che ti dispiaccia,
visto quanto ti piace il mio perfettissimoculo…”
Hummel
alzò un sopracciglio scettico, ma non riuscì ad impedirsi di arrossire appena,
così spostò gli occhi lievemente imbarazzato su Pav
che stava cinguettando. “Smettila”
Harwood ridacchiò prima di alzarsi in piedi e
stirarsi la schiena, portando in alto le braccia “Ok, allora usciamo”
“Eh?”
“Usciamo”
ripeté il più grande, prendendo qualcosa con cui cambiarsi dall’armadio
“Andiamo a…. Non so…. Farci una birra”
“Tu
bevi la Diet Coke come me….
E non dire che sono troppo apprensivo!” Sbottò Kurt prendendo a sua volta un
cambio.
Thad ridacchiò “Ai suoi ordini, Madame…”
Lo
guardò sparire oltre la porta del bagno con espressione decisamente irritata e
sorrise, sfilandosi la tuta con la quale dormiva e infilando un paio di jeans
stretti e scuri.
Ormai
considerava le loro uscite al pari di appuntamenti, visto il modo in cui gli si
scombussolava lo stomaco ogni volta.
McKenzie guardò con
espressione dubbia la rosa rossa che Duvall le stava porgendo, poi la prese con
un sorriso “Sembri un ragazzo di altri tempi, sai? È passato un sacco di tempo
dall’ultima volta che un ragazzo mi ha comprato dei fiori”
Duvall
sorrise porgendole il braccio, che lei subito afferrò, iniziando così a
camminare con lui lungo il marciapiede, a braccetto.
“Se
voi io posso regalartene ogni giorno…” le rispose
dolcemente lui.
E
la giovane gli credette subito, visto che si era
presentato a prenderla a casa con una Lamborghini Reventor,
della quale non aveva ancora capito bene come aprire le portiere….
“Cosa
ti va di fare ora?” domandò la ragazza sorridendo, mentre si stringeva di più
al braccio del moro.
Nick
buttò un occhio all’orologio notando che sì, era tardi.
“Ecco…. Io”
“Devi
tornare alla Dalton, eh?” chiese la giovane mentre lui cercava un modo per
giustificarsi “Non preoccuparti, la zia mi ha raccontato tutto. Jesse le ha spiegato come sono diventati severi con voi…. Beh possiamo vederci sabato, che dici?”
“Ci
sono le Regionali sabato” rispose prontamente Duvall “Ma dopo mi piacerebbe
molto uscire con te…. Magari dico che torno a casa
così non ho limiti di orario…”
Si
fermarono davanti alla macchina del ragazzo e lei portò una mano sul suo collo,
accarezzando dolcemente i capelli arricciati dietro alle orecchie “Sei davvero
carino, sai? Quasi non ci penso che hai quattro anni meno di me…”
Lui
sorrise un po’ teso, pensando che in realtà erano quasi sei….
“Mi
trovo bene con te…”
La
ragazza continuò a sorridere mentre avvicinava il viso al suo “Mi sono
divertita stasera, quindi vada per sabato”
Nick
sentì un brivido salirgli lungo la colonna vertebrale mentre le labbra di McKenzie sfioravano le sue, facendogli assaggiare il suo
lucidalabbra alla ciliegia.
Nella
sua testa prese a ballare la ‘danza della vittoria’ che aveva inventato con
Jeff qualche mese prima, mentre appoggiava le mani sui fianchi della giovane.
Stava
ancora chiedendosi se fosse troppo azzardato metterci un po’ di lingua quando
uno strombazzare fastidioso li fece staccare, mentre un paio di fari anabbaglianti li accecavano.
Un'auto si accostò al marciapiede e Duvall
avrebbe riconosciuto ovunque quella BMW bianca da tamarro.
Gay,
tamarro gay.
“Guarda
Kurt” disse Thad abbassando il finestrino dalla parte
del passeggero e sporgendosi su Hummel per guardare Nick e McKenzie
“Il piccolo Duvall è entrato in pubertà!”
“FanculoHarwood” rispose Nick
sbuffando mentre la giovane guardava ammaliata la macchina di Thad. Decisamente avevano stile, quei ragazzi “ E dimmi, ti
pare il caso di interrompere così due persone?”
“Io
ho provato ad impedirlo” puntualizzò Kurt.
“Ciao
io sono Thad” Il ragazzo porse la mano a Kenzie, che subito la strinse con un sorrisetto “E lui è Pookie”
“Kurt
Hummel” sottolineò questo, stringendole a sua volta la mano.
“Piacere
mio, sono McKenzie”
“Sentite,
culattoni” li interrupe Nick “Io sarei nel mezzo di un appuntamento”
“Domani
abbiamo il compito di latino, non ti conviene far tardi” gli disse Kurt.
“Siete
dello stesso anno?” domandò curiosa la ragazza, mentre Nick iniziava a sudare
freddo.
“Loro
due si, io no” rispose Thad.
“Oh
strano, non sembri più piccolo…”
Nick
sgranò gli occhi, e Kurt lo capì, ricordandosi di quello che aveva detto Jeff,
ovvero che Nick aveva mentito sulla sua età.
Evidentemente
Thad si era dimenticato…
“Più
piccolo? Io sono…”
Non
ebbe l’occasione di finire la frase perché Kurt prese il suo viso fra le mani,
appoggiando un veloce bacio sulle sue labbra.
Quando
tornò ad appoggiarsi al sedile, rosso di vergogna, Thad
si era già dimenticato quello che stava per dire.
Kenzie li guardò intenerita e subito Nick prese
in mano le redini della situazione, prima che fosse troppo tardi “Ti
riaccompagno a casa, ok?” disse sorridendole.
Stava
ancora sudando freddo.
Lei
annuì con un sorrisetto “Sì è meglio, non voglio farti far tardi….
Voi ragazzi che piani avete?”
“Porto
Kurt al cimitero e lo spavento” disse senza troppi giri di parole Thad, ridacchiando mentre il compagno di stanza alzava gli
occhi al cielo, ancora imbarazzato “Divertente, eh?”
“Certo
che ha te le idee ti escono come peti dal cervello, eh Harwood?”
ribattésarcastico Duvall, facendo ridere la ragazza.
“Ci
vediamo a scuola” Lo salutò Thad un po’ offeso.
Tirò
su il finestrino, mentre controllava che la strada fosse libera per andarsene.
Kurt
salutò la coppietta con la mano, mentre si allontanava in auto con Harwood e solo a qual punto Nick disse “Scusalo, credo che Thad sia caduto dal seggiolone mentre era piccolo, per
questo è così”
Lei
sorrise, intrecciando le sue dita con quelle del ragazzo mentre si avviavamo
alla Lamborghini lentamente “ È simpaticissimo…. E mi
piace molto anche il suo ragazzo! Sono molto dolci insieme”
Nick
strabuzzò gli occhi.
Ok,
la cosa stava sfuggendo di mano.
“Kurt
è un cimitero! Non c’è nulla, è tutto morto per definizione lì dentro!”
“Thad io dalla macchina non scendo…”
Harwood si appoggiò con teatralità alla portiera
aperta della sua aiuto, sbuffando sonoramente “I fuochi fatui, Hummel…. Sono uno degli spettacoli più belli della natura!”
Kurt
lo fissò disgustato “Sei macabro
fino alla morte!”
“Per
questo amo Edgar Allan Poe, Tim Burton e riesco a
sopportare la puzza dei piedi di Wes quando usciamo
intenda d’estate…”
gli porse la mano, invitandolo a seguirlo “Se ti va, ti mostro una cosa…”
Kurt
scosse il capo “Davvero Thad, no….
Ho dei problemi con i cimiteri”
“Fidati”
“Ma…”
“Cazzo,
Kurt! Devi fidarti di me, come io mi fido di te….”
Protese ancora di più la mano guardando l’altro negli occhi “Tua madre è venuta
a mancare che eri ancora un bambino, vero?”
A
quelle parole, il più giovane lo guardò stupito “Come….
Chi ti ha….?”
“Fidati
di me, e ti risponderò….”
Solo
a quel punto, scosso da un turbinio di emozioni contrastanti, Kurt afferrò la
mano di Thad uscendo dal veicolo.
Harwood chiuse la portiera, chiudendo poi a
chiave prima di incamminarsi verso l’alto cancello di nero ferro battuto del
cimitero di Westerville.
“L’ho
capito dopo poco, Kurt” ammise alzando le spalle, mentre Hummel lo seguiva con
il capo chino. Non alzò gli occhi nemmeno quando le dita affusolate dell’altro
si intrecciarono alle sue “Parli sempre di ‘papà e Carole’, non chiami mai Finn mio fratello in modo naturale e so che tuo padre non
può essere solo divorziato oppure un minimo accenno a tua mamma lo avresti fatto….” Camminava veloce, come se avesse una certa
urgenza, arrivando sino ad una piccola cappella in granito rosa, sulla quale si
leggeva, scolpito sulla facciata sopra alla porta, il cognome degli Harwood.
Hummel
notò che era una delle più sfarzose, ma
la cosa non lo stupì poi più di tanto.
Senza
mai lasciare la mano di Kurt, Thad si chinò
raccogliendo da sotto un vaso una piccola chiave argentata e aprendo così la
cripta della sua famiglia.
Il
più giovane si strinse istintivamente a lui, ancora chiuso nel suo mutismo, e
questi con un sorrisetto strinse di più la presa sulla sua mano.
“Non
c’è di che aver paura…. Vieni”
Entrando,
Kurt si stupì molto diquanto
fosse spaziosa. Sarebbe potuta tranquillamente diventare un monolocale, se non
si trattasse di una tomba famigliare.
Era
ancora intento a guardare le colonnine e il soffitto affrescato, e nemmeno si
accorse che Thad si era fermato davanti alla parete
di fronte alla porta, fissando impassibile una lunga lapide muraria.
Quando
Kurt portò lì la sua attenzione, lentamente i suoi occhi si allargarono.
“Thad lei è….”
“Sì,
è la mia mamma…”
Kurt
rimase in silenzio per alcuni istanti, osservando la foto di Odette Taylor in Harwood, ovvero
una bella donna, ancora nel fiore degli anni, con un paio di occhi neri e
profondi come quelli di Thad, un caschetto di lucidi
capelli neri e una pelle lattea che gli fece capire che il color olivastro Thad lo aveva ereditato dal padre.
“Come
è successo?”
Thad sospirò “Ti sembrerà assurdo ma…. È morta di parto”Kurt si voltò di scatto, guardando il profilo del compagno di stanza “Io
non l’ho mai conosciuta, Kurt…. Di lei ho solo un
paio di album fotografici, i video del matrimonio e il profumo che usava quando
era viva. Nient’altro…. Ma l'idea che questa donna è morta per mettermi al mondo…. Non lo so cosa pensare”
Hummel
sospirò “Io ti capisco in parte Thad…. So cosa
significa perdere una persona”
“Il
punto è che io non l’ho mai avuta…. Quindi non posso
dirti di averla persa. Posso solo affermare che io e te siamo così simili sotto
certi aspetti che la cosa mi inizia un po’ a spaventare”
Istintivamente
Kurt portò entrambe le braccia attorno al collo di Thad,
abbracciandolo stretto, staccandosi solo molti minuti dopo.
“Andiamo
a scuola ora, ok?” disse deciso, prendendo la mano del più grande e portandolo
fuori, trascinandolo come Thad prima aveva fatto con
lui.
….
E Harwood si chiese se quel legame che sentiva di
provare con il più piccolo fosse solo una sensazione sua o, se, in un remoto angolo del suo cuore, anche Kurt lo sentisse
forte.
Il
giorno successo, alla riunione dei Warblers, tutto
erano parecchio su di giri.
Era
la penultima prima delle Regionali e visto che, in programma, era stato deciso
di discutere sui dettagli tecnici dell’esibizione, Wes
la vedeva male.
Malissimo.
Tutti
gli anni ci mancava poco che i vari componenti del Glee
arrivassero alle mani per difendere le loro idee, numerose e tutte diverse.
“Hai
portato i guantoni?” gli chiese Thad ridacchiando,
mentre aspettavano David per poter entrare tutti insieme.
“Spero
non servano” disse ovvio l’asiatico ma subito l’altro lo guardò eloquente.
“L’anno
scorso hai tirato il martelletto in testa a Duvall”
“Aveva
esagerato! Il suo naso mi da le fobie quando inizia muoversi a causa dei
muscoli facciali che si contraggono mentre urla!”
Thad rise, mentre il ragazzo di colore li
raggiungeva di corsa.
“Scusatemi
ragazzi, ma Tara mi ha appena scaricato…” disse
grattandosi la nuca.
Wes lo guardò comprensivo “Uscivate solo da
una paio di settimane, sono certo che se le parli lei…”
“Sissì certo!” Thad li spinse
verso il portone “Senti David, voglio evitarti anni e anni di ambiguità sessuale…. Visto che questa è solo la prima di una lunga
serie di donne che ti lasceranno, diventa direttamente gay. Wes
ti farà da ‘prima volta’ e dopo ti sentirai completo. Ora abbiamo una riunione
da arbitrare.”
Montgomery lo guardò serio mentre Thompson
arricciava il naso “Sei più idiota del solito….
Successo qualcosa?”
“Mi
sono alzato nervoso” ribatté Harwood “E sinceramente devo tornare a studiare quindi, andiamo”
fece loro strada, entrando nella sala già piena di borbottii “Buon pomeriggio a
tutti”
“Iniziamo
bene” sussurrò David all’orecchio di Wes, notando le
occhiate omicide rivolte verso Anderson.
“Ordine
del giorno: preparazione alle Regionali” Lesse Thad
dal suo quaderno, e subito David prese nota nel verbale.
“Passiamo
quindi a discutere i dettagli più tecnici” Informò Wes
annuendo e guardandoli tutti quanti “Ci sposteremo come sempre con le nostre
auto e dobbiamo essere lì, come solito, la mattina stessa per provare i
vocalizzi.”
“Introduciamo
una novità” disse Thad girandosi fra le mani una
penna “Questa volta ci sarà un…”
“Dov’è
Kurt?” domandò Nick a Thad, guardandolo in modo
penetrante.
Questi
sostenne lo sguardo “Duvall, gli affari di Hummel non ti riguardano. Comunque
sia è passato a casa, a Lima, per pranzare con suo padre oggi. Mi ha chiesto di
aggiornarlo più tardi. Bene, come stavo dicendo prima, ci serve un delegato per
il progetto ‘Sveglia a Sterling in orario’…. Io
propongo Wilson visto che è sempre nel suo letto. È di certo il più comodo a
svolgere questo ingrato compito”
Flint
alzò le spalle “Ci sto” disse semplicemente, appoggiandosi alle gambe del suo
biondino, seduto sul braccio del divano al suo fianco. Blaine,
lì in parte, li guardò sorridendo.
Ma
ci pensò Trent a riportarlo sulla terra “Veniamo ora
alle cazzate di Anderson?! Ha una cosa a dir poco abominevole da proporre al
consiglio!”
Blaine lo guardò un po’ male, prima di
rivolgersi ai tre capi “Io pensavo solo che dovremmo rinnovare il nostro
abbigliamento, tutto qui!”
“Ma
noi abbiamo la divisa…. No?” chiese confuso Sterling, guardandosi il petto e le braccia, ma subito
Flint lo zittì scuotendo piano il capo.
“La
divisa della Dalton è la medesima da secoli, Membro Junior Anderson!”
“Appunto
per questo va rinnovata!” insistette Blaine, cercando
di farsi sentire sopra alla moltitudine di gente indignata.
Thad si appoggiò con i gomiti ai braccioli
della seria, guardando stralunato Anderson come se fosse del tutto impazzito.
Sembrava
lo pensassero tutti.
“Warblers! Warblers!” B si alzò in
piedi, mettendo le mani avanti e alzando il tono per coprire tutti gli altri
“Sto solo suggerendo, che invece di indossareblazer blu con bordi rossi, potremo
indossare giacche rosse e bordi blu per la competizione!”
Wes prese a sbattere con violenza il
martelletto scuotendo il capo.
Thad rimase apatico con quell’espressione
maniacale mentre David cancellava quello che aveva scritto, convinto di essersi
confuso.
“Vedi?
Sta impazzendo. È tutto il gas della lacca che gli da al cervello” disse Kirk
portandosi una mano alla fronte mentre Flint sospirava, appoggiandosi con i
gomiti alle gambe.
“Questa
è anarchia!” sbottò indignato Trent, mentre le porta
della sala si spalancavano placando anche il martellare scellerato di Wes.
Nick
si spose in avanti, per dire qualcosa a Flint, ma l’entrata in scena di Kurt
Hummel, completamente vestito di nero e con le lacrime agli occhi zittì tutta
la sala.
Thad lo guardò entrare ma, prima ancora che
riuscisse ad aprir bocca, Blaine lo precedette “Kurt,
che succede?”
“
È per Pavarotti…” disse il ragazzo, con la voce
lievemente incrinata dalle lacrime “Pavarotti è morto, sospetto per un ictus…”
Tutti
iniziarono a guardarsi dispiaciuti.
“Oh
mio dio, Kurt, mi dispiace tanto…”
Jeff
si chinò sul fidanzato “Dici che centra il fatto che ieri sera Caporale si era
attaccato alla gabbietta?” sussurrò basso ricevendo come risposta un ‘secondo
te?’ che gli tolse i dubbi.
“So
che è stupido stare male per un uccellino, ma” proseguì con la voce rotta
Hummel, mentre nuove lacrime si formavano nei suo occhi chiari, arrossandoli
ulteriormente“Lui mi ha ispirato…. Con il suo ottimismo e il suo amore per il canto… Era un mio amico. Ora, so che oggi so che oggi
dobbiamo fare le prove del nostro coretto mentre Blaine
canta tutte le canzoni del medley di Pink ma…. Mi
piacerebbe cantare una canzone per Pavarotti oggi…”
Tutti
annuirono lentamente e subito
Kurt passò a Nelson una cassetta che lui inserì nel mangianastri.
Una
chitarra iniziò a risuonare nell’aria…
Blaine si risedette, ascoltando Kurt,
dispiaciuto per la dipartita del piccolo canarino.
Blackbird singing in the
dead of night
Take these broken wings and learn to fly
All your life
You were only waiting for this moment to arise.
Kirk
fu il primo a dare il via ai cori, subito seguito da Flint e tutti gli altri.
Anche
Blaine, per la prima volta, si unì ai suoi gutturali
degli altri lasciando la parte solista al piccolo Hummel.
Solo
Thad non cantò, ma rimase immobile, a osservare come
perso Kurt.
E
di certo non pensava a Pavarotti in quel momento….
Blackbird singing in the
dead of night
Take these sunken eyes and learn to see
All your life
You were only waiting for this moment to be free.
Blackbird fly Blackbird fly
Into the light of the dark black night.
Persino
Trent, messo da parte il nervosismo, si era lasciato
andare cantando a sua volta in memoria di un uccellino.
Thad si stava chiedendo se fossero tutti
stupidi, a pensare a Pavarotti mentre la voce così bella di Kurt rendeva lui
così felice.
Kurt
stesso era bellissimo….
Poi
lentamente i suoi occhi si spostarono sul viso di Blaine
e notò che aveva smesso di cantare…
Blackbird singing in the dead of night
Take these broken wings and learn to fly
All your life
You were only waiting for this moment to arise
Sul viso del solista era dipinta
un’emozione così intensa e unica.
Eppure non era successo nulla di
insolito, si era limitato a guardare Kurt esibirsi, ascoltarlo come era solito fare molte volte, visto che
Hummel spesso cantava in sua presenza.
Eppure si sentiva strano, diverso, come
se prima di quel momento non lo avesse mai ascoltato per davvero.
Come se quella voce celestiale fosse per
lui nuova.
Lo guardò camminare lentamente verso la
cattedra del consiglio e scambiare un’occhiata veloce con Harwood
che accennò un sorrisetto per incoraggiarlo.
Poi Kurt si voltò nuovamente nella sua
direzione e gli consentì di guardare il suo viso di porcellana, intarsiato di
lacrime.
E in quel momento il petto di Blaine si infiammò drasticamente, mentre il suo cuore e il
suo cervello per la prima volta gli mandavano la stessa medesima informazione….
Non poteva più trattenersi dall’amare
quel ragazzo favoloso.
You were only
waiting for this moment to arise
You were only waiting for this moment to arise
“Grazie”
Kurt li guardò tutti con sguardo appannato, poi prese posto sulla sedia che Trent gli aveva gentilmente preparato affianco a Thad.
Per
il resto dell’assemblea (nella quale, logicamente, non si arrivò da nessuna
parte), Hummel rimase in silenzio, fissando con apprensione i piedi della
scrivania.
Thad passava lo sguardo da lui a Blaine,
trovando quest’ultimo completamente segregato da tutt’altra parte.
Almeno
col cervello.
Ad
assemblea conclusa, Harwood fu il primo ad alzarsi
“Vieni K, devi metterti la divisa…. E cerchiamo
qualcosa in cui mettere Pav…”
“C’è
sempre Caporale” disse Trent facendo un paio di passi
e guadagnandosi alcune occhiatacce.
Blaine fece per alzarsi ma Flint glielo impedì,
guardando negli occhi Jeff.
“Che
succede?” chiese il solita mentre il biondo attendeva che tutti uscissero per
chiudere la porta.
“Succede
che ho notato come guardavi Kurtie” disse Wilson
sorridendo malizioso “E so che pensavi”
Blaine arrossì “Non dire assurdità”
“A
noi puoi dirlo” diede man forte Jeff, sedendosi sul tavolino davanti a lui.
Anderson
sospirò, conscio che era una battaglia persa in partenza “Io sono innamorato di
Kurt…. O almeno credo…”
Jeff
sorrise mentre Flint dava un sonoro scappellotto in testa al solista “Amore ma che
fai?!”
“Penso
sia anche poco!” sbottò il morettino mentre Blaine si massaggiava la zona
colpita “Ci hai messo una vita, idiota…”
“Si
ma non è una buona ragione per prendermi a schiaffi” si difese Anderson.
“Vorrei
pestarti con un piede di porco, in realtà…. Ma mi
trattengo!” Wilson prese un respiro, prima di guardarlo negli occhi con serietà
“Allora, cosa pensi di fare?”
“Dite
che dovrei dirglielo?”
“Non
so, se vuoi aspettare altri due anni fai pure eh…”
Jeff
ridacchiò “Sei peggio di me in amore! Assurdo!”
“Negazione
totale, Anderson”
“Allora
consigliami tu, grande intenditore” disse Blaine
irritato.
Flint
sorrise “Ho un piano…. Ma non dovrai parlare a Kurt
dei tuoi sentimenti fin dopo il prossimo consiglio dove proporrai un duetto…. Con lui…”
“Alle
Regionali” concluse il biondo stupendo anche il suo ragazzo.
“Piccolo
ti amo quando sei così geniale….”
Jeff
risegongolandosi
mentre Blaine ci pensava su “Dite che dovrei far
così?”
“Se
ci vai ora, minimo ti sputa.” Gli fece notare Wilson “L’hai rifiutato a San
Valentino dopo averlo illuso anche senza renderti conto, hai baciato la sua
amica nasona…. Fatti due domande Blaine”
“Ora
pensiamo a una canzone?” Domandò Jeff.
“Ho
già qualcosa in mente” rispose con un sorrisetto Blaine,
prima di sospirare “Temo mi rifiuterà, dopotutto io gli ho detto che volevo
solo un’amicizia”
“Blaine…” Flint gli appoggiò una mano alla spalla “Non ti
rifiuterà mai, ok? È pazzo di te da così tanto tempo che ormai manco lui si
ricorda più! Ora inizia a pensare a cosa dirgli per non rovinare tutto,
chiaro?”
Thad si scostò dalla porta.
Aveva
decisamente sentito abbastanza e aveva già deciso come agire…
Prese
la pastiglia di Xanax, sorreggendola tra due dita e
fissandola prima di buttarla giù con un sorso di birra.
No,
decisamente non era il massimo, ma faceva comunque effetto.
Era
salito prima dalla cena con la scusa di dover usare il bagno, ma in realtà lo
aveva fatto per prepararsi psicologicamente a quello che di lì a pochi minuti
sarebbe successo.
Si
passò una mano sul viso, facendo mente locale su tutto quello che era accaduto in quelle ventiquattro ore.
Solo
la notte precedente si trovava al cimitero con Kurt appoggiato a sé, davanti alla lapide di sua madre,
iniziando a intravedere all’orizzonte un barlume di speranza per se stesso e una sua ipotetica storia seria
con il piccolo Hummel.
E
ora arrivava Blaine con il suo tempismo….
La
porta si aprì lentamente e Kurt entrò reggendo in mano un paio di bottigliette
d’acqua.
Gli
sorrise, appoggiandole sulla scrivania “Le avevamo finite….
Ti servono per prendere il medicine dopo e poi…”
“Kurt
tu per me non significhi nulla, lo sai vero?”
Hummel
si ritrovò spiazzato per quell’uscita assolutamente fuori luogo del suo
compagno di stanza, tanto che si voltò con lentezza verso di lui, fissandolo
con gli occhi sgranati “Thaddy, hai preso il Lithium stasera?”
“Quello
non centra” Harwood sospirò, alzandosi ed avvicinandosi
a lui, accarzzandogli poi la guancia con una mano “Tu
per me sei come un fratellino Kurt, ci tenevo a sottolinearlo. I nostri baci…. Erano sfoghi ormonali credo. Io per te non provo
altro se non affetto profondo, dettato da una sincera amicizia.”
Kurt
continuava a non capire, fissandolo confuso “Perché mi dici queste cose?”
Thad sorrise “Perché ti voglio bene e voglio
solamente che tu sai felice…”
Il
più piccolo non aveva affatto colto il nocciolo della questione, ma dolcemente
rispose al sorriso, avvicinandosi a Thad e
abbracciandolo “Anche io ti voglio bene….”
Harwood portò entrambe le braccia dietro al suo
collo, stringendolo forte a sé. Thad non aveva mai
pianto in tutta la sua vita, e non ci riuscì nemmeno quella volta anche se
avrebbe tanto voluto.
Semplicemente
era incapace di lasciar che le lacrime lavassero via il suo dolore. O forse
aveva paura di fare del male a Kurt, mettendolo davanti alla sua sofferenza….
Lo
strinse ancora per poco poi si staccò, sorridendogli nel modo più credibile possibile
“Vado a prendere un libro da Wes, torno subito”
Kurt
annuì, con gli occhi un po’ lucidi e lo guardò aprire la porta “Thaddy?” il maggiore si voltò “Sono davvero felice di
averti conosciuto…”
“Anche
io Pookie, davvero”
Uscì
chiudendo piano la porta, ma una volta che la sua mano lasciò la fredda
maniglia prese a correre a perdifiato per il corridoio.
Kirk
e Et che stavano tornando al dormitorio se lo videro
passare in mezzo, come una furia e il capo chino.
“Thad!” provò a chiamarlo Moore, scambiando poi uno sguardo
con Kirk, senza celare una certa preoccupazione “Dici che sta male?”
James
sospirò “Chiamiamo Wes, per sicurezza…”
Harwood, nel frattempo, era giù uscito in
cortile e, sferzato dalla fredda brezza di inizio Marzo, aveva preso una sigaretta con le mani
tremolanti, accendendola e mettendo mano al contenitore dello Xanax per la sesta volta dopo quella stupida assemblea.
Il più è fatto, pensò, è passata Thad….
Ma
non era vero, e lo sapeva benissimo.
Ingoiò
la pastiglia bianca senza niente e poi prese un tiro di Chesterfiel,
lasciando che il fumo guidasse lo Xanax in
profondità.
Accese
anche l’Ipod infilandosi una cuffia e prese a
camminare a vuoto per il piccolo cortile.
Sigaretta
uno, due, tre….
Perse
il conto, tanto era perso per i tuoi pensieri….
Kurt,
le sue labbra, i suoi occhi, le sue lacrime, la sua voce….
Dove
accettare di lasciare tutto ad Anderson perché il solo pensiero di legarsi a
lui sapendolo innamorato di un altro era molto peggio che farsi da parte….
Non
credeva ad una singola parola che aveva detto a Kurt, eccetto che gli voleva
bene e il saperlo felice gli sarebbe bastato, in qualche modo.
Ritornò
alla realtà per un istante, controllando l’orologio e vedendo che era fuori da
circa un’ora e mezza e che si era allontanato così tanto dalla Dalton da aver
scatenato il panico nella scuola.
Se
conosceva Kirk, dopo averlo visto fuggire era corso da Wes,
che era andato da Kurt, che era entrato in paranoia.
Un
copione.
Peggio,
un cliché.
Si
appoggiò ad un muretto, portando indietro la testa e cambiando a caso un paio
di canzoni. Sbuffò intascando l’Ipod, visto che non
gliene andava bene nessuna, e quando ne partì una scelta dalla riproduzione
causale rimase in silenzio un secondo, da prima non riconoscendola e poi
sorridendo, chiedendosi se il caso lo stesse prendendo per il culo…
Salì
in piedi sul muretto, togliendosi la giacca della divisa scolastica e,
chiudendo gli occhi iniziò a fantasticare a caso.
Adorava
isolarsi dal mondo pensando a cosa voleva davvero dalla sua vita….
Voleva
diventare una rock star, solcare i palchi mondiali…
Far
conoscere al mondo la sua voce.
Cosìchiusegliocchi….
Where, where will we
stand
When all the lights go out across these city streets?
Where were you when all of the embers fell?
I still remember them
Covered in ash
Covered in glass
Covered in all my friends
I still think of the bombs they built
E
non esistevano più scrivanie da notaio, lo sguardo severo di suoi padre, i
libri scolastici che lo inghiottivano per ore.
Sono
migliaia e migliaia di persone che allungavano le mani verso di lui sognando di
poterlo toccare.
Si
sentiva figo con la sua Les
Paul bianca con le meccaniche in oro, il suo chiodo di pelle aperto sul petto
nudo e un paio di jeans aderenti che
finivano negli anfibi firmati Dottor Martines.
Arrivato
al ritornello non poté fare a meno di alzare ulteriormente la voce, cantando
con tutta l'aria che aveva
quelle parole così vere da ferirlo….
If there’s a person I
could be
Then I’d be another memory
Can I be the only hope for you?
Because you’re the only hope for me
And if we can find where we belong
We’ll have to make it on our own
Face all the pain and take it on
Because the only hope for me is you
Alone…
Voltando
il capo di lato poteva vederlo, nascosto da una cassa, nel backstage. Una mano
appoggiata al petto mentre guardava con occhi ammirati ed emozionati il suo
uomo cantare per lui sul palco.
E
Thad ne era certo, perdendosi negli occhi umidi di
Kurt, anche ventimila persone sarebbero sparite tranquillamente nella folla.
Perché
Kurt sarebbe stato la sua sola speranza, e Thad a sua
volta l’unica per il piccolo Hummel…
How we should be
Many is after the disasters that we’ve seen
What have we learned?
Other than people burn in pure fire and flame
I’ll say it’s okay
I know you can tell
Although you can see me smile
I still think of the guns they sell
“Se
è vivo, stavolta lo ammazzo io!” Wes camminava veloce
per le strade illuminate solo dalla luce dei lampioni. Avevano lasciato Hummel,
Wilson e Sterling a buttare all’aria la Dalton mentre
gli altri si erano organizzati a cercare Harwood a
piedi attorno alla scuola, visto che la macchina era ancora nel parcheggio.
David
sospirò “Lontano non è andato di certo”
“
È uno scattista nato, quando facciamo atletica ci da sempre la paga nella
staffetta” sottolineò l’asiatico, pronto anche ad aggiungere altro ma udì una
voce in lontananza “Hai sentito?”
Thompson
annuì piano “Viene da quella laterale, no?”
Anche
Montgomery la sentiva provenire da là, e affrettandosi a seguirla si trovò
davanti lo spettacolo più bizzarro che avesse mai visto, assurdo anche per Harwood.
“Perché
canta su un muretto con la cravatta in fronte, Wes?”
“Non
lo so David, ma è inquietante…”
If there’s a person I
could be
Then I’d be another memory
Can I be the only hope for you?
Because you’re the only hope for me
And if we can find where we belong
We’ll have to make it on our own
Face all the pain and take it on
Because the only hope for me is you alone
La
mano di Thad che si allungava verso Kurt, mentre
compiva qualche passo verso di lui con la chitarra abbandonata su un fianco,
gli occhi stupiti di Hummel che lo guardavano avvicinarsi prima di appoggiare
la mano su quella del compagno…
La
folla che esultava, urlando, mentre timoroso il più piccolo si lasciava tirare
sullo stage di quel enorme concerto…
E
ancora la voce di Thad a cantare solo per lui.
Per la lorosperanza…
The only hope for me is
you
The only hope for me is you
The only hope for me is you
The only hope for me is you alone
La
canzone cessò, il palco, il pubblico e Kurt si dissolsero come una nube di fumo
da davanti ai suoi occhi, lasciandolo con una mano a mezz’aria e l’amaro in
bocca.
Era
stato bello, finché era durato.
Ma
era ora di tornare alla realtà, e non ci sarebbe stato nessun concerto o grande
amore nella sua patetica vita.
Vita
che gli sarebbe anche andata bene, se solo avesse avuto Kurt con sé,
pronto a sostenerlo e a preparargli tutte le sere le medicine, aiutandolo a
curarsi.
Allora
a che gli servivano i fans? A nulla…
Istintivamente
le sue labbra si incurvarono in un sorrisetto quando capì che quella più
tangibile realtà sarebbe stata migliore di qualsiasi fantasia o sogno.
Ma
aveva scelto lui stesso di non rivendicarla per sé, ma lasciarla Blaine….
Scese
dal muretto, sistemandosi la cravatta che nemmeno si era accorto di aver
spostato e infilandosi di nuovo il blazer.
Si
voltò per tornare alla Dalton e vide venire verso di lui Wes
e David, scuri in volto.
“Hey ragazzi!” Harwood sorrise,
era davvero un grande attore “Ho finito le sigarette ma non trovo un distributoreautomatico…..
ne avete visto uno o mi tocca
andare fino in centro?”
Montgomery
gli portò una mano sulla spalla, stringendo la presa “Non attacca, Thad. Ora parliamo seriamente di cosa ti sta succedendo….”
Continua….
(Forse)
Nda:
il
forse, come avrete immaginato, è dovuto al fatto che se passa la legge di oggi,
6 luglio 2011….
Chiuderanno
EFP e tutti i siti di FanFiction.
Niente
più Pips, quindi….
Niente
di niente.
Spero
sinceramente che non passi, ci tengo a concluderla con tutti voi.
Se
dovessero chiudere su tutto sappiate che vi ho amati davvero tanto per aver
letto e commentato la storia.
Spero
sinceramente che il nostro viaggio non sia finito.
Sono
troppo tesa e depressa per dire altro, scusatemi.
Capitolo 20 *** #18 part 2: You know you’re in love when reality is better then your dreams. ***
bananissima
Blaine Anderson presents:
the Pips!
#18 part 2: Youknow you’re in love when reality is better then
your dreams.
“Allora? Mi dici
che ti prende?”
Harwood teneva gli occhi bassi, sui gradini di pietra
dell’ingresso posteriore della Dalton.
“Thad, sto parlando con te!”
“Davvero Wes?” inveì sarcastico
questi “Pensavo parlassi con qualcun altro guarda” continuò alzando lo sguardo al cielo.
In quello spiazzo
erano rimasti da soli, dopo che l’asiatico aveva gentilmente domandato a David
di lasciarli a parlare in privato.
“Sono
preoccupato, Thad” disse Wes,
sospirando “Molto. Ti ricordi cosa è successo l’anno scorso quando hai iniziato
a dare segni di squilibrio? Io me lo ricordo molto bene”
“Anche io,
Montgomery. Ho ancora i segni dei punti sulla spalla…”
“Le stai
prendendo le medicine?”
“Si cazzo si!” il
ragazzosbottò “Io sto bene, ok?
Avevo solo voglia di cantare…”
Wes lo guardò, per nulla convinto “La tua cotta per Kurt
centra con la tua voglia di cantare in un centro abitato alle undici di sera?”
Thad lo guardò una frazione di secondo negli occhi prima
di scoppiare a ridere, senza
colore “Io non ho una cotta per Kurt”
“Hai ragione, sei
proprio innamorato.”
Harwood fu veloce come una lince.
Prese Wes per il collo della giacca, facendolo cozzare contro la
parete “Io-non-sono-innamorato-di-Kurt. Chiaro?”
“Thad lasciami, ora” L’ordine autoritario e fermo dell’altro
arrivò chiaro alle orecchie di Harwood che
immediatamente fece scivolare le braccia lungo i suoi stessi fianchi.
“Se non hai altro da dire….
Io me ne vado”
“Non voglio che
ti fai del male. Kurt è innamorato di Blaine, che lo
ricambia in un modo o nell’altro. È solo questione di tempo prima che Anderson
lo accetti e…”
“Che cazzo vuoi
dalla mia vita?! Sbattermi in
faccia che non lo avrò mai?!” Gli occhi di Thad
mandavano fiamme, nonostante il petto gli dolesse “Vuoi farmi notare ancora una
volta che Blaine può avere tutto e facilmente mentre
io resto il povero pazzo sfigato?!”
L’asiatico
continuò a guardarlo serio “Un ragazzo che è stato pestato a sangue solo perché
omosessuale, con un padre che non lo capisce, che sta cercando disperatamente
di capire chi è…. Lo chiami uno che ha ottenuto tutto
facilmente?!” La rabbia permeava la sua voce, mentre difendeva come al solito
Anderson.
Thad lo fissò
duramente, sbuffando una risata sarcastica “Ma parli di me o di Anderson? No
perché praticamente questa è la descrizione della mia vita” rispose acidamente,
spiazzando Montgomery. “Ora, mentre tu tifi Klaine
con tanto di bandierine arcobaleno io vado a letto, la tua vista mi da la
nausea ora…” detto questo gli diede le spalle, sparendo oltre le scale, verso i
dormitori….
….Thad faticava a
smettere di pensare a quella discussione.
Era
impossibile per lui.
Wes era sempre stato uno dei suoi migliori
amici e mai si sarebbe aspettato di vederlo contro di lui….
Non
sapeva un cazzo, non sapeva che Thad ci aveva
rinunciato in partenza e non sapeva quanto ci stava male ma si sentiva in diritto di parlare
comunque.
Di
dirgli di smetterla per non soffrire….
Diede
un pugno alla superficie di legno, prima di afferrarsi il capo e passare le dita doloranti tra le ciocche scure.
Stava
succedendo di nuovo, la sua vita stava tornando ad essere l’incubo onirico dal
quale credeva di essere scappato l’anno precedente.
E
il suo ‘problemino’ gli impediva di trovare una soluzione
Sbuffò prima ti tornare con i piedi per terra,
appoggiare la penna che stava fissando da quasi mezzora, e ascoltare quello che
il resto dei Warblers stava discutendo.
“Secondo
me RaiseYour Glass è
eccessiva” disse a cuore aperto Flint, guardando un po’ tutti e in particolare Wes “Insomma, facciamo già Misery
e sembra sempre la stessa pappa….”
“Sono
d’accordo” Lo appoggiò Trent, guardandolo e annuendo
dalla sua posizione dietro il divano sul quale Kurt era seduto con Nick.
Il
giovane Hummel fissava irritato il pavimento, con la fronte appoggiata alla
mano, pregando affinché quella
sofferenza finisse.
“Blaine esegue egregiamente le canzoni, anche se non sono
d’accordo sulla tonalità che ha scelto” sottolineò David.
Staccando
gli occhi dal profilo netto di Kurt, Thad intervenne,
sovrastando con la voce l’ennesima martellata senza senso di Wes “Io credo che la versione di Blaine
sia addirittura meglio dell’originale” disse tranquillo, senza perdere
occasione di gioire degli sguardi scocciati di molti degli altri.
“Ma
non è nella sua chiave originale!” ribatté esasperato David.
“Come
ti permetti?” si intromise Trent, difendendo Blaine solo perché, nella versione decisa dal solista, la
sua voce spiccava decisamente di più.
“Ne
ho abbastanza” mormorò esasperato Anderson, sbuffando “Sono stufo…”
“Sono
d’accordo” interruppeThad, recitando al meglio la parte del grande amicone anche
se nella sua mente stava radendo le sopracciglia a quel ‘maledetto nano’ “Penso
che dovremmo lasciarti scegliere la canzone che preferisci cantare.”
Lo
stava praticamente invitando a portare a termine il piano che aveva
architettato con Sterling e Wilson.
Ci
sarebbe arrivato?
“No,
sono stufo che i Warblers ruotino sempre attorno a me…” esclamò quello angosciato, facendo capire a Thad che, per vie traverse, avrebbe introdotto il discorso
del duetto con Kurt. Allora non era idiota come sembrava. Consolante, pensò Harwood “David,
assicurati che quello che sto per dire verrà messo a verbale adeguatamente” Il ragazzo di colore lo guardò
annuendo appena e preparandosi a scrivere, mentre tutti i Warblers
guardavano Blaine senza credere ad una sola parola.
Persino Kurt alzò lo sguardo dal pavimento, guardando il solista stupito e,
soprattutto, per nulla persuaso da quel attacco di filantropia “Noi perderemo
alle Regionali…”
“Cosa…?”
“Cosa?!”
“COSA!?”
David
alzò gli occhi velocemente, fulminando
il solista che invece sembrava tranquillissimo. Thad
mosse il capo come per dire ‘bene, se lo dici tu’, mentre in realtà il suo
atteggiamento stava ad indicare altro. Semplicemente sapeva dove voleva
arrivare Blaine. Colpire l’orgoglio dei Warblers facendo credere loro che la sua idea sarebbe stata
calzante per evitare di perdere la gara. Sicuramente quella era farina del
sacco di Flint, Blaine non era malevolo e calcolatore
a sufficienza.
“Sono
pienamente grato della fiducia che riponete in me, in quanto membro Junior, nel
dirigere tutti voi nelle bellissime canzoni scelta quest’anno ma…” si difeseBlaine,cercando di parlare sopra alla massa di persone che certamente volevano
cantargliele. E non letteralmente. Tutti si calmarono per ascoltarlo, mentre Thand lanciava uno sguardo ai suoi colleghi e Blaine faceva lo stesso con Kurt, sperando di trovare le
parole giuste spiando quei due zaffiri chiari che aveva al posto delle iridi
“Da quello che Kurt mi ha detto delle nuove direzioni….
Ho capito che non posso batterli da solo.” Flint, appoggiato ad un tavolino
dietro di lui, lo guardò sorpreso. Se la stava gestendo bene, meglio di ogni
sua più rosea previsione “Ed è per questo motivo che chiedo di modificare il
numero di apertura… in un duetto…”
Si scatenò di nuovo il panico, e Blaine fu costretto
ancora una volta a smettere di guardare Kurt per potersi difendere “Per
valorizzare altre voci all’interno del gruppo!”
Trent capì, dagli sguardi che Blaine lanciava al ragazzo seduto davanti a lui, dove il
solista volesse arrivare. E lo trovò egoista, certo, ma al tempo stesso
romantico a sufficienza da essere assecondato.
Scambiò
uno sguardo repentino con Flint, comprendendo che il compagno di stanza sapeva
già tutto.
“Penso
sia la più grossa stronzata che Anderson abbia mai detto” infierì Kirk perdendo
eleganza , appoggiando una mano sulla spalla di Ethan seduto davanti a lui “Non
pensi anche tu? Voglio dire…. È inammissibile”
“Molto
strano” ribatté Andrew, accanto
al biondone “Ma non sembra male”
“Infatti
è peggio che male!” continuò Kirk.
“Preparati”
disse Flint al suo ragazzo, sporgendosi appena in avanti, per far capire a Jeff
di tenersi pronto a spalleggiare Blaine in caso di
necessità.
“Perché
non suoniamo con i Kazoo?” ironizzò David, ricevendo
un’occhiata smarrita da Wes che non sapeva che pesci
pigliare. L’asiatico guardò anche Harwood aprendo le
mani in segno di arrendevolezza, ma questi non ricambiò lo sguardo troppo
intento a fissare Blaine e a rigirarsi tra le mani
quella penna, chiedendosi se sarebbe stato poi così sbagliato tentare di infilarla nella carotide del solista.
“Mozione!
Mozione!” prese a dire Blaine, schizzando in piedi
“Abbiamo già perso uno di noi questa settimana. La voce di Pavarotti è stata
messa a tacere dalla sua morte e non voglio mettere a tacere nessun’altra voce
in questo gruppo….”
“Da
quando?” sussurrò sarcastico Nick, trovando sia Hummel che Nixon del tutto
d’accordo con lui.
“….
Penso che Pavarotti si rivolterebbe nella sua piccola, piccola bara.”
“La
cui ubicazione è ancora da decidersi” sottolineò frettoloso Kurt.
“Perfetto,
mettiamo ai voti” disse Wes con un cenno del capo
“Chi è in favore della proposta di BlaineWarbler, di avere due solisti alle Regionali?”
Tutti,
uno ad uno, anche Kirk, alzarono le loro mani, sperando di poter essere in
qualche modo i secondi di Blaine.
Nick
si guardò attorno, alzando la mano per ultimo e seguendo così il branco non
perché non fosse d’accordo…. Ma perché
fondamentalmente non ci aveva capito nulla.
Da
quando Caporale faceva le sue imboscate notturne cercando di ucciderlo non
dormiva molto, e questo inficiava sulla sua capacità di ragionare.
Solo i tre capi consiglio si astenettero dal
votare, del tutto impietriti dalla novità, se pure per ragioni diverse.
“Mettete
il mio nome nella lista per le audizioni” disse Kurt strizzando l’occhio a Wes, ma subito Blaine lo
interruppe.
“No”
iniziò, facendolo voltare verso
di se con espressione stupita “Niente audizioni” Il solista si fece forza, ripetendo a se stesso che era inutile
essere imbarazzato visto che mai lo era stato in vita sua “Voglio cantare il duetto…. Con Kurt”
Lo
sapevo, fu il pensiero collettivo di Thad e Trent. Il primo spostò lo sguardo sul pavimento,
sopprimendo un raptus violento di follia, mentre il secondo sospirava non del
tutto contento, ma decise di non prendersela a male.
Jeff
si voltò sorridendo a un Flint decisamente soddisfatto.
“Ma
è assurdo” provò a dire Kurt, mentre Nick, accanto a lui, iniziava a capire
cosa stesse succedendo. Gli altri ormai c’erano arrivati da un pezzo “Ci sono
così tante voci, perché negare questa possibilità agli altri?”
Nick
sillabò un ‘ce l’ha davvero fatta?’ stupito
a Wes, che abbozzò un sorrisetto soddisfatto annuendo
appena.
Blaine intanto proseguì “Chi è a favore nel
avere Kurt come mio partner alle
Regionali?” chiese Anderson, guardandosi attorno. Tutte le mani si alzarono in
un colpo solo, prima fra tutte quella di Sterling che
non riuscì a nascondere un certo entusiasmo fanciullesco.
Le
ultime furono quelle di Kirk e David, mentre quella di Thad
fu solo molto lenta a salire, così come la sua accettazione.
Wes sorrise, battendo il martelletto sul
tavolo “Così è deciso”
“Congratulazioni
Kurt” replicò cercando di essere il meno gelido possibile, Thad,
prima di chiudere il solito quaderno
rilegato in pelle nera.
Tutti
iniziarono a battere le mani, compreso Blaine che
regalò un bel sorriso all’ancora devastato Kurt.
Non
riusciva a crederci.
Avrebbe
cantato un assolo alle regionali di quello stesso fine settimana.
Mentre
tutti si congratulavano Thad intanto prendeva dalla
cartella affianco a lui un raccoglitore verde acido, segno del suo evidente
squilibrio mentale incipiente, aprendolo “Richiami all’ordine le pecore?”
chiese tagliente a Wes che, dopo averlo guardato
male, prese a martellare a tutto spiano sulla scrivania.
Tutti
tornarono a prendere posto e Thad si schiarì la voce
“Passiamo ora al Festival dei Fuochi…. So che avevamo
deciso di non parlarne fino a che le Regionali non si sarebbero concluse ma ho
un idea da proporre e se non lo faccio ora, a causa delle vacanze di primavera,
non sarà possibile portarla a compimento….”
Wes cercò di spiare i suoi appunti, ma
sembravano scritti in etrusco antico.
E
lui mancava di una Stele di Rosetta.
“Parla”
disse semplicemente l’asiatico, invitandolo a proseguire.
“Ho pensato che dobbiamo rivoluzionarci.
Solitamente vengono scelti tre solisti per otto canzoni e a me non sta bene.” fissò attentamente i compagni,
trovandoli tutti in ascolto “Secondo me dobbiamo, come mi ha preceduto
Anderson, dar spazio ai talenti del nostro Glee.
Basta singoli solisti, basta cori acappella: una
singola persona, massimo due, che cantano un assolo con sotto lo strumentale.”
La
sala esplose.
“Non
si può fare!”
“Noi
siamo i Warblers!”
“Siamo
un coro acappella da secoli” disse David stravolto “è
il nostro punto di forza!”
“Sarà
per questo che non abbiamo mai vinto nulla?” lo incalzò Thad,
zittendolo, prima di sospirare “Io non dico che dobbiamo cambiare tutto. Dico
che dobbiamo farlo solo per il Festival. Poi tornerà tutto come prima”
“E
come proponi di muoverci, Harwood?” domandò Kirk,
molto interessato.
“Facciamo
dei provini…” rispose Thad
“Chiunque vorrà iscriversi dovrà mettere il suo nome su questo elenco” Sollevò
un foglio sul quale era già leggibile il suo “E sette persone verranno scelte
per sette assoli, votando. Voteremo tutti, tre nomi a
testa, i sei con più voti suoneranno un assolo di loro stessa scelta. La
canzone di apertura sarà il nostro classico coro accappella,
così in un modo o nell’altro tutti si esibiranno”
A
Nick quasi cadde la mandibola mentre a Trent
luccicavano gli occhi.
“Mi
sembra giusto”si permise di giudicare Kurt “Se tutti voteranno giustamente, i
più meritevoli canteranno un assolo.”
“Mi
piace” disse Nelson soddisfatto.
“Anche
a me” aggiunse velocemente Jesse.
“E
i provini quando si terranno?” domandòCam.
“La
prossima settimana” rispose Thad “Da mercoledì in poi
fino a che non finiranno le persone, in tempo per le prime due settimane di
aprile, dove saremo tutti in vacanza.”
“E
noi dell’ultimo anno in Florida” Sospirò Ethan, felice di staccare almeno per
poco il cervello.
“La
canzone del provino non deve essere quella dell’esibizione” aggiunse Thad, sospirando “E per lo strumentale ci accorderemo tra noi… io per esempio suono benino pianoforte, chitarra e
batteria, so che Jeff va forte col basso e Nick col tamburello”
“Sono
il Dio del tamburello” ammise Duvall a Kurt.
“Te
lo batti sul naso?”
“Oh
Hummel,non iniziare anche tu!”
Wes prese un minuto prima di chiedere,
timoroso “Dobbiamo…. Metterla ai voti?”
“Dici?”
domandò sarcastico Harwood “Per me non ce n’è bisogno
ma se vuoi fai pure”
“In
quanti sono favorevoli alla proposta del capo consiglio Harwood?”
Tutti
eccetto l’asiatico alzarono la mano.
“Deciso,
ci riaggiorniamo a domani, Blaine
dovrai comunicarci il duetto”
Anderson
annuì “Conto di farlo in serata”
“Abbiamo
quattro giorni per prepararlo” disse secco Thad
passandogli accanto “Ergo: muovi il culo”
Blaine lo guardò allontanarsi veloce,
domandandosi il perché di tutta quella scortesia, e fece per parlare a Kurt.
Il
ragazzo però si affrettò a seguire il compagno di stanza, lasciandolo in mano a
Flint e Jeff.
“Dove
vai?” chiese il morettino “Ora dobbiamo portare a termine la fase finale del piano…”
Thad appese il foglio per le iscrizioni agli assoli nella piccola bacheca fuori dall’aula dei Warblers, e subito Kurt aggiunse il suo nome sotto al suo,
lasciando poi la penna ad un Trent smanioso.
“Adoro
la tua idea” disse con un sorrisoHummel, mentre accanto al compagno di stanza si avviavano verso di
dormitori “Penso sia davvero bello da parte tua dare a tutti un occasione e…”
“Lofaccio perché io voglio quell’assolo, Hummel”
sbottò infastidito Thad, senza mascherare una certa
acidità nella voce.
Kurt
lo guardò stranito “Qualcosa non va?”
“No,è
tutto ok”
Thad decise che, se anche Hummel gli avesse
domandato se aveva preso o meno con regolarità le medicine, di diventare dolce
come delle carezze alla carta vetrata.
Ma
Kurt non lo fece.
Si
limitò a camminare più vicino a lui, appoggiando quasi la spalla alla sua “Oggi
volevo sistemare la bara per Pavarotti” ammise con voce bassa “Ma non saprei
che usare…”
Harwood sorrise appena, intenerito, passandogli
un braccio attorno alle spalle “Dovrei avere una vecchia tabacchiera in camera,
dove di solito ci metto…. Beh il tabacco” Kurt
ridacchiò “Dovrebbe essere grande a sufficienza”.
“Pensi
di riuscire a trovare delle paillette
o qualcosa del genere? Così magari ce lo attacco sopra”
“Facile” disse con una punta di sarcasmo Thad “delle paillette in una scuola maschile…. Però posso provarci..”
Kurt
gli sorrise, mentre si avviavano verso la loro stanza.
….
E a Thad si strinse il cuore al pensiero che forse
quello sarebbe stato il loro ultimo vero momento insieme, prima di veder
cambiare tutto.
Blaine continuava a camminare avanti e indietro
per la stanza.
“La
canzone c’è, la consapevolezza pure…. che ci fa
ancora qui?” domandò Flint alzando gli occhi azzurri dal blocco da disegno.
“Io…. non lo so è
solo che ho paura di rovinare tutto!” il solista si mise a sedere sul letto
dove il biondino stava coccolando Caporale e passò la mano sul pelo lucido del
felino “Potrei aver già bruciato l’occasione visto che ho aspettato tanto e
Kurt..”
“Dio
non ti sopportò più!” sbottò irritato Wilson, lanciandoglila matita a cui aveva appena spezzato la
punta premendola troppo sul foglio “Noi non siamo qui a smacchiare i giaguari,
sfogliare le verze, pettinare le pecore o a produrre le caccole! Io e Jeff
abbiamo degli impegni sai?”
Anderson
lo guardò senza capire, e subito Sterling, ormai
pratico del linguaggio in codice del fidanzato, iniziò a spiegare “Ti ha detto che non ha voglia di perdere tempo
di squinquigliate”
Blaine allargò gli occhi “Ma non esiste il
termine ‘squinquigliate’…”
“Intendeva
quisquilie” osservò il morettino “Ma Jeffy ha
centrato il punto: ora che ha scelto la canzone, e complimenti per il testo gay
tra parentesi, ci sta bene…. vai da lui e bacialo”
Anderson
arrossì sino alla punta delle orecchie “Ma così? Di getto?”
“Si
perché se parli fai cadere le braccia” il morettino si alzò, stiracchiandosi ,
prima di riporre gli occhiali da vista “Vieni, bambino bello, ti accompagniamo
per manina da lui ok?”
Blaine si offese, sentendosi preso in giro.
Giustamente “Non ho bisogno della tua assistenza, sai?”
“A
me pare di sì….
Andiamo Jeffy, accompagniamo Blaine
dal suo futuro maritino”
Senza
ascoltare le proteste del diretto interessato i tre salirono le scale arrivando
fino al dormitorio e bussando alla porta.
Ma
nessuno rispose.
“Forse
stanno facendo….” All’occhiata omicida di Flint, il
biondino si zittì.
Grazie
al cielo Blaine si era perso quella gaffe.
Fortuna
volle che Nelson uscì dalla sua stanza proprio in quel momento e alla domanda
dei ragazzi su dove si trovassero Harwood e Hummel,
questi rispose che li aveva
visti seduti nella saletta adiacente a quella delle riunioni, dove di solito
Kirk organizzava il tè delle cinque tutti i sabati pomeriggio.
Non
ci andava nessuno, a parte Ethan
e Nick, il primo per spirito fraterno e il secondo perché diceva che quella
cerimonia gli ricordava la cara nonna estinta.
“Ok,
adesso fermati” Wilson lo fermò appena scesero tutte le scale, sistemandogli la giacca “Qualsiasi cosa succeda
li dentro tu sii sincero, ok? E se lui ti dice che non si più fare…. Che ne so…. Che sta con un
altro” Il morettino fece una pausa “Tu esci con dignità senza metterti a
cantare a metà strada, ok?”
Blaine lo guardò, senza capire “Perché dovrebbe
avere un altro? Io al massimo ipotizzavo che non fosse più interessato a me…”
I
due fidanzati si scambiarono un’occhiata veloce, prima che Wilson terminò il
discorso con un “In bocca al lupo, Blaine. Se Kurt
non è solo una bimbaminkia, ne avrai bisogno.”
Thad appoggiò sul tavolo davanti a Kurt un
contenitore trasparente pieno di perline, paillette e quant’altro, che il controtenore guardò ammirato.
“E
queste?”
“Ho
pensato di andare a casa, rubare le coroncine che indossa mia cugina quando
nessuno la vede e smembrarle…. Ma poi mi sono reso
conto che essendo un cazzuto avvocato di quarantasei
anni mi avrebbe fatto a pezzi…” rispose Thad, sedendosi davanti a Kurt mentre questo lo guardava
preoccupato “Così ho chiesto alla sola donna in tutto lo stabile che non fosse
una prof: La nostra amata bidella sudamericana Dolores….
E mi ha dato tutto questo ciarpame.”
Kurt
iniziò a decorare la scatoletta, sbuffando di tanto in tanto “Questa colla è un
vero disastro” disse Hummel, distraendo Thad che si
era come incantato ad osservarlo, mentre con perizia appiccicava di tutto sulla
sua vecchia tabacchiera.
Harwood si alzò prontamente “Vado nell’aula di
tecniche a prenderne una più resistente”
Kurt gli sorrise “Grazie mille! Questa
non dura…. E non voglio che si stacchi tutto durante
il funerale.” Thad sorrise avviandosi verso il
corridoio ma Kurt lo trattenne “Trovo molto dolce da parte tua, il fatto che tu
abbia chiesto di preparare una mattonellina con sopra
la data di nascita e quella di morte di Pavarotti. E anche il fatto che hai organizzato il funerale per
domenica ma…. Mancano cinque giorni e il corpo…”
Thad capì le perplessità di Kurt “Ohnon temere, lo abbiamo messo in freezer!” e
detto questo uscì dalla stanza, lasciando il povero Hummel solo e scioccato.
E
deciso a non fare più domande.
Passarono
alcuni minuti, nei quali cerco ugualmente di utilizzare quello schifo di
colla,e quando la porta si riaprì, con
sua somma sorpresa, si trovò di fronte qualcuno di inatteso, ma sempre gradito.
“Che
roba è?” chiese Blaine con un sorriso.
Fuori
dalla porta Flint si accucciò per poterli spiare attraverso una piccola
fessura, e lo stesso fece Jeff, appostandosi addosso al suo ragazzo.
“Dici
che ce la farà?”
“Spero
per lui” rispose il moro “O lo uccido con le mie mani…”
Guardarono
il solista avanzare qualche passo verso Kurt dicendo “Candles, degli HeyMonday” e subito compresero che stavano parlando del
duetto.
Era
stata un’idea semplicemente geniale.
“Sono
colpito” rispose sorridente Kurt “Di solito scegli le prime in classifica”
“Guardalo
come tuba…” sussurrò Flint “è fatta….”
“Lo
credo anche io, Wilson” Spaventati, i due ragazzi voltarono il capo di lato
trovando in piedi, vicinissimo a loro, Harwood.
Il
ragazzo era troppo concentrato sulla scena per ricambiare lo sguardo, però…
“Volevo
qualcosa di un po’ più…. Emozionale” Blaine prese posto sulla sedia, sotto lo sguardo stranito
di Kurt.
Aveva
delle domande anche per Blaine e, certo che lui non
avesse congelato nulla di una volta vivo, disse “Perché hai scelto me per
questo duetto?”
La
pausa che seguì non piacque al piccolo Hummel.
Il
discorso che seguì, decisamente di più.
“Kurt….” Agli occhi di Kurt, Blaine
sembrava così a disagio da metterlo in allarme. Cosa doveva dirgli di così
brutto da non trovare nemmeno il coraggio di farlo? Eppure si erano sempre
detti tutto… “C’è un momento, quando dici a te stesso
‘Oh, eccoti! È tutta la vita che ti cerco’…”
E
Hummel smise immediatamente di pensare, facendo del tutto tabula rasa. Riuscì
solo a pensare una cosa: che avesse interpretato bene quel discorso.
Quattro
diverse paia di occhi seguirlo
la mano di Blaine mentre essa si appoggiava su quella
di Kurt, mentre il solista si avvicinava di poco, cercando di ritrovare il filo
dei suoi pensieri nel modo più ordinato possibile “Guardarti cantare Blackbird, questa settimana…. Ha
rappresentato quel momento per me. E chi aspettavo sei tu…”
Gli occhi di Kurt si inumidirono appena mentre sentiva il respiro mozzarsi in
gola.
Ma
non era il solo.
Flint
teneva entrambe le mani alla bocca, emozionato, con due enormi lacrimoni ai lati degli occhi celesti, pronti a cadere,
mentre Jeff fissava la scena con un sorrisetto ebete, stringendo la spalla del
suo ragazzo.
Blaine intanto non riusciva a smettere di
guardare Kurt mentre dava alito a tutti quei sentimenti che aveva represso in
sé stesso per mesi e mesi, e che ora, venendo alla luce come un fiume in
piena,lo stavano liberando.
“Youmoveme…. Kurt…”
Hummel
sobbalzò appena nell’udire quelle poche parole, così profonde e sentite da
travolgerlo totalmente.
Erano
meglio di un qualsivoglia ‘ti amo’, detto con
leggerezza.
No,
Blaine gli aveva appena detto che lui lo toccava
dentro, che aveva smosso una parte della sua anima, entrandovi.
“….
E questo duetto è solo una scusa per passare più tempo con te…”
Kurt
si era immaginato mille volte quel momento, perdendosi nel romanticismo che a lui
tanto piaceva, ma mai, mai, era statocosì bello come mentre lo viveva, nonostante si trovassero alla Dalton e
lui aveva le dita di una mano piene di colla scadente.
Il
tempo sembrò rallentare drasticamente mentre fissava gli occhi color caramello
di Blaine con
i suoi, di cristallo, umidi di lacrime commosse.
Minuti
che scorrevano piano, come i
movimenti di Blaine che lentamente si spostò in
avanti alzandosi e prendendo all’improvviso le sue labbra contro quelle di
Kurt, lasciandolo del tutto sconvolto.
La
mano calda di Blaine sulla sua guancia, il suo
profumo che gli sembrava più buono che mai, e le sue labbra morbide premute
sulle sue gli causarono quasi un ictus.
Ci
mise un secondo a realizzare e quando infine chiuse gli occhi portò egli stesso
una mano al viso del giovane, sciogliendosi dalla posizione scomoda e
rispondendo al bacio.
Il
loro primo bacio.
Il
primo per davvero, e Kurt si ricordò per un istante di quella notte dopo la
festa di Rachel, accorgendosi che aveva fatto bene ad aspettare.
Ne
era valsa la pensa fino in fondo.
Quando
Blaine si staccò rimase immobile un secondo a
guardare ancora Kurt negli occhi prima di sedersi imbarazzato, permettendo ad
Hummel di riprendere a respirare normalmente.
La
mano del più giovane cadde con un piccolo tonfo contro la superficie del
tavolo, mentre Anderson, rosso in viso, abbozzava una risatina imbarazzata spostando lo guardo altrove.
“Noi… Noi dovremmo… Esercitarci”
disse portandosi una mano al collo.
Kurt
gli sorrise, intenerito ed innamorato “Pensavo lo stessimo già facendo…”
Quel
sorriso, dolce, fece perdere di nuovo la ragione a Blaine, che si rifiondò su Kurt un’altra volta, lambendogli le labbra, ma
trovandolo pronto a ricambiarlo a pieno.(NdA:
schifosa pianola di m***a!!!)
Flint
si alzò asciugandosi gli occhi mentre Jeff chiudeva la porta per lasciare
intimità alla neo coppia.
“Penso
sia stato un parto” disse Sterling abbracciando il
suo uomo “Ma ne è valsa la pena…”
Il
morettino ricambiò l’abbraccio appoggiando il viso contro la spalle di Jeff, sospirando
appena nel notare che Thad era sparito nel nulla,
silenzioso così come era venuto, con chissà quali pensieri in testa.
Immediatamente
si preoccupò e gli dispiacque appena, ma aveva sempre tifato per Blaine in quella sorta di corsa lenta verso il cuore di
Hummel, che tra l’altro era stato sempre e solo di Anderson.
Nick
li vide dal fondo del corridoio e, già pronto per uscire con tanto di giacca in
pelle marrone scuro, si avvicinò perplesso “Che succede?” chiese accorgendosi degli occhi umidi di Flint.
“Blaine e Kurt” rispose Jeff con un sorriso “Si sono appena
messi insieme”
Duvall
sgranò gli occhi, prima di alzare le braccia al cielo “Grazie Dio!”
Il
biondo lo prese per le braccia e iniziarono a saltellare, intonando cori da
stadio.
“Ragazzi…” Flint cercò di far notare loro che stavano
facendo un gran casino, ma con scarsi risultati.
Solo
quando si fermarono e videro
Kurt sulla porta con lo sguardo stravolto si accorsero che forse avevano un
pelino esagerato.
Flint
alzò gli occhi al cielo.
“Ma
che succede?” domandò Hummel, osservando attento i due amici ancora vicini.
“Ecco…. Ehm..” Nick provò a spiegarsi ma non gli sovvenne
nulla.
“Si
fa la rinoplastica” buttò fuori Jeff “Presto di questo brutto naso resteranno
solo i ricordi nei nostri peggiori incubi!”
Kurt
non si convinse affatto, mentre Duvall sbuffava contrariato iniziando a
borbottare sul fatto che avrebbe fatto causa a chiunque lo avesse preso di
nuovo in giro per il suo naso.
Si
allontanò senza salutare e subito il biondo gli corse dietro scusandosi.
“Si
sono fatti una canna?” chiese Hummel guardando Wilson, ma questo si limitò a osservarlo con un sorrisetto, fargli
l’occhiolino ed affrettarsi a seguire il suo ragazzo e Duvall. Cosa che fece
arrossire davvero moltissimo Kurt.
Il
povero ragazzo decise che, d’ora in poi, avrebbe costretto Blaine
a parlare sempre pianissimo per evitare che gli altri origliassero, e fece per
tornare dentro quando si accorse di una boccetta a terra, accanto alla porta.
La raccolse scoprendo che era colla.
Lanciò
uno sguardo al corridoio ma non vide Thad, e un
sorrisetto si aprì sulle sue labbra mentre pensava che non fosse entrato per
non disturbarli.
Una
mano scivolò sul suo petto facendolo sussultare appena, mentre Blaine appoggiava il mento alla sua spalla, sorridendo
contro il suo orecchio.
“Kurt
è sgarbato non finire un discorso importante, lo sai?”
Mormorò
ancora un po’ imbarazzato, ma decisamente più sicuro di sé.
Kurt
sospirò avvampando, poi di voltò portando le braccia attorno al collo di Blaine per baciarlo ancora una volta, mentre il solista
chiudeva la porta, stavolta premurandosi di agganciarla correttamente.
Flint
seguì Nick e Jeff sino al parcheggio, dove il primo prese le chiavi della
macchina sbloccando le portiere.
“Perché
hai la Lamborghini di tuo fratello?” chiese il biondino “Non dirmi che McKenzie crede che sia tua…”
“Lei
non mi ha mai chiesto se è mio o di un parente” replicò sagace lui “Se mai me
lo chiederà le dirò che è di Connor.”
“Fai
bene, visto che hai già mentito a sufficienza” gli ricordò Flint, prima di
sospirare e appoggiarsi col sedere alla sua Porchè,
parcheggiata lì accanto.
“Pensavo
di confessare…. Stasera” Nick prese un respiro
“Mentre siamo a cena, per la precisione…. Non mi
piace fare il bugiardo”
Jeff
gli diede un paio di pacche amichevoli sulla spalla “Fai bene fratello”
Mentre parlavano una donna di mezza età si era
avvicinata, guardandoli attentamente attraverso un paio di grandi occhi
azzurri.
“Flint?”
chiamò con voce leggera, facendo voltare il morettino verso di lei.
Non
sembrava contento.
“Ciao
mamma” la salutò freddamente mentre Jeff e Nick si scambiavano uno sguardo
significativo “Grazie per la visita, posso accompagnarti all’auto adesso?”
chiese sbrigativo, avvicinandosi di qualche passo, seppur riluttante.
“A
dire il vero dovrei parlarti riguardo una cosa tesoro” trillò lei con voce
allegra, salutando i due ragazzi con un sorriso e conducendo suo figliolontano da orecchie indiscrete.
Flint
scrollò la mano della madre dalla spalla, camminandole a debita distanza con le
mani nelle tasche “Cosa diavolo vuoi?”
“Quel
ragazzo era uno dei figli dei Duvall vero? Mi pare di aver visto sua madre e il
fratello maggiore, la scorsa settimana, al circolo di tennis” osservò la donna,
senza nemmeno dargli retta “Dimmi è lui con cui ti stai frequentando in questo
periodo? Sarebbe un ottimo partito…”
“No
mamma, ha la ragazza. Non è che tutti i ragazzi di buona famiglia che conosci
saltano automaticamente nel mio letto” soffiò rabbioso il ragazzo, tenendo gli
occhi davanti a sé.
Odiava
il modo in cui i suoi genitori avevano reagito alla sua omosessualità.
Sperava
di turbarli, farli sentire impotenti…. E invece no.
Suo
padre lo aveva totalmente ignorato arrivando a dire ad alta voce che dei suoi
gusti sessuali non gli importava, mentre sua madre pareva eccitata all’idea di
avere un figlio gay.
Come
se, annoiata, avesse trovato qualcosa di divertente di cui poter parlare al
telefono con le sue amiche che, per Flint, non avevano manco un volto.
“Allora
ti frequenti con qualcuno o no?”
“Si
ho il ragazzo, che ti frega?”
La
donna lo guardò duramente prima di sospirare “Allora non sarai molto felice…”
Il
morettino si fermò di punto in bianco guardando la madre negli occhi “No…. Non dirmi che….”
“Mi
hanno promossa a vice presidente esecutivo” rispose lei, senza nemmeno provare
a velare l’eccitazione nella sua voce “Non sei felice per me?”
“Dove?”
“Che
importanza ha il luogo che…”
“Dove cazzo mi vuoi trascinare stavolta, porca puttana?!”
La
donna rimase in silenzio un istante, prima di rispondere in modo secco
“Torniamo a New York”
A
Wilson si irrigidirono tutti i muscoli in un solo istante, e gli ci volle tutto
il self control del mondo per non spaccare la faccia
a sua madre contro il parabrezza di una Mustang.
“So
che per te è dura ma…”
“Dura?!
Io non riesco a farmi una cazzo di vita a causa tua!!” Flint si portò una mano
ai capelli mentre sentiva la rabbia salirgli a dismisura “Io a New York non
voglio tornarci!”
“Ma
c’è quel ragazzo che ti piaceva così tanto là…. Ci
sei stato così male quando vi siete lasciati per venire qui”
“Ma
io ora ho un altro, e sto bene in Ohio!”
La
donna gli appoggiò una mano sulla spalla, che lui schiaffeggiò “Sei giovane,
hai tempo per avere una vita. Io non rinuncerò mai ad un posto di lavoro del
genere per un tuo stupido capriccio. Intesi?”
Lui
la fissò rancoroso, prima di avvicinarsi di poco e sputarle amaramente un
“Fottiti” diritto in faccia.
Si
allontanò velocemente, con le lacrime agli occhi, verso la scuola.
Doveva
trovare un posto dove prendere a pugni le pareti e ringhiare frustrato.
Doveva
chiudersi in se stesso e
piangere frustrato.
Doveva
evadere da quella realtà maledettamente dolorosa.
Kenzie controllò per la ventesima volta l’ora,
tranquillizzandosi solo quando
vide la macchina di Nick accostare davanti a casa sua.
Sorrise
spostandosi una ciocca di capelli dietro all’orecchio e attese che il ragazzo
scendesse per aprirle quella dannata portiera.
“Ciao”
disse con un sorriso, sporgendosi di quel che bastava per stampare un piccolo
bacio sulle labbra del giovane che, decisamente più contento di prima, le porse
la mano aiutandola a salire.
“Mi
scuso per il ritardo” disse con un sorrisetto non appena si fu rimesso al
volante “Un paio di miei amici si sono messi insieme e io e Jeff ci siamo fatti
prendere la mano con l’entusiasmo…. E ho perso tempo”
“Oh
non preoccuparti!” rispose lei sistemandosi di tre quarti dopo aver allacciato
la cintura, per poter spiare meglio il profilo del ragazzo “Allora, piano per
la serata?”
“Pensavo
ad una bella cenetta, poi non so…. Cinema?”
“Magari
potresti venire da me” disse lei, con una luce maliziosetta
ad illuminarle gli occhi “I miei non ci sono e potremmo metterci sul divano a
guardare un film in dvd e poi…. Chissà”
Caldo.
Nick
sentì molto caldo….
Cercando
di non evaporare rispose con un sorriso e un sì appena percettibile, iniziando
già ad avvertire l’ansia da prestazione.
Si
stava ancora interrogando su come perdere nel modo più dignitoso possibile la
verginità quando una pattuglia della polizia accese la sirena dietro la sua
auto, costringendolo ad accostare.
“Eppure
sono nei limiti” disse confuso, fermando l’auto e spegnendo il motore.
Un
poliziotto giovane si chinò appoggiandosi al finestrino aperto e studiando
anche gli interni “Patente e libretto, per cortesia”
“Posso
sapere che ho fatto di male?” chiese con educazione Nick, reprimendo gli
insulti e passando all’agente quello che aveva chiesto. Questi passò tutto al
suo collega che andò a registrare il controllo, ma non prima di aver letto le
generalità di Nick.
“Fanalino
posteriore fulminato. Sarebbero duecento dollari di multa ma questo è un primo avviso….. Senti ma non sei un po’ troppo giovane per una
macchina così?” domandò vagamente divertito il poliziotto “Io, a sedici anni,
andavo ancora in giro in motorino”
Nick
chiuse un istante gli occhi, trattenendosi dal spaccare il naso all’agente.
Era
troppo importante per i Warblers, non poteva finire
in galera a soli quattro giorni dalle Regionali.
Sperò
con tutto se stesso che Kenzie non avesse sentito che…
“Hai
solo sedici anni!?”
Nick
si voltò lentamente, guardandola dispiaciuto “Aspetta….
Lascia che ti spieghi….”
“Hai
sei anni meno di me! Sei…. Quasi un bambino!”
“Beh
ora non esageriamo…”
McKenzie si portò le mani alle tempie, guardando
avvilita il tappetino sotto di lei “Io non posso crederci…”
“L’ho
fatto solo perché se no tu non mi avresti mai notato” disse sbrigativo Duvall,
prendendole un polso per farla voltare verso di sé “Volevo solo una possibilità e stasera te lo avrei detto..”
Lei
lo guardò ferita, prima di ritrarre il braccio e scendere dall’auto “Te la sei
bruciata, la possibilità” assentì
freddamente prima di chiedere un passaggio all’agente che, vagamente divertito
dalla scena, glielo concesse.
“Tutti
uguali voi riccastri. Pensate di potervi comprare tutto con i soldi” replicò
questo, prima di riconsegnare a Nick i documenti e allontanarsi.
Il
ragazzo non ebbe nemmeno la forza di mandarlo a fanculo
e farsi arrestare per oltraggio a pubblico ufficiale…
Kurt
arrivò al quarto piano dei dormitori con il cuore che ancora gli martellava
forte in petto.
Si
appoggiò un istante alla parete, toccandosi il petto prima di entrare in camera
sua con un sorriso.
Doveva
parlarne con qualcuno.Con il suo
compagno di stanza.
“Thad!” urlò spalancando la porta. “Thad
ci sei?” Girovagò per la piccola camera da letto, andando poi verso il bagno e
trovandolo vuoto.
Un
po’ deluso si sedette sul suo letto, pronto a chiamarlo ma lì trovò un
bigliettino che lo fece desistere.
-Torno a casa per
un paio di giorni. Oggi non mi sono sentito benissimo e sai che effetti mi
fanno certe medicine, conto di esserci alle prove definitive per le Regionali
di venerdì, però. So già tutto, le voci corrono veloci e ci tengo a dirti che
sono davvero felice per te : ) rimandiamo a presto i complimenti ufficiali,
magari bevendoci su per festeggiare ; ) . T.-
Kurt
sospirò, accartocciando il pezzetto di carta e gettandolo nel cestino.
Mandò
un sms al amico prima di comporre velocemente un numero, ritrovando tutta
l’eccitazione di prima.
Doveva
dirlo a Mercedes.
Doveva
dire a qualcuno che aveva un ragazzo ora, o sarebbe esploso…
…Lesse velocemente l’sms di Kurt prima di
spegnere il cellulare chiudendolo nel cassetto del comodino.
Aveva
mentito, non si era sentito male.
Ma
stava per succedere, solo che non avrebbe preso nessuna medicina per frenarsi….
Cotinua…..
NdA:
Un
paio di notizie di servizio!
Innanzitutto
non ho mai detto chi da il volto a McKenzie!
Per
lei ho scelto niente popò di meno che la bella Lauren
Lopez, che io amo con tutta me stessa. Lo ammetto, il suo scambio di tweet con Curt Mega mi ha
traviata xD
Per
chi non conoscesse le bella Starkid ecco una gif
molto carina su di lei:
Visto che amo il dramma –eccessivamente direi-
ho pensato di far avvenire una tragedia vera e propria, verso la conclusione
della FF.
Dopo
aver ponderato tutte le possibilità ho deciso di ‘uccidere’ uno dei Warblers….
Chi
indovina quale dei ragazzi morirà avrà in anteprima assoluta il primo capitolo
del seguito.
Ps: eliminate dall’elenco Kurt, Blaine e soprattutto Thad, se no
so che puntata tutti a lui che invece avrà i suoi casini anche nel futuro.
Detto
questo ringrazio le 25 anime che mi hanno recensita, H per aver betato anche questo capitolo, i ragazzi del GDR per darmi
continui stimoli e, soprattutto, il fatto che 98 persone hanno messo questa
storia tra le preferite DDD:
sono
rimasta traumatizzata da questo numero altissimo**
se
tutti recensissero sarei davvero felice e potrei migliorare le sorti dei
personaggi *siJessy sogna pure*
Al
prossimo capitolo!
Spazio pubblicitario: segnalo alcuni Spinnoff della storia che vanno assolutamente letti in
quanto bellissimi:
Dalla
mia bravissima Nana ecco alcune storie meravigliose:
Da
Cla_2204 ecco a voi due racconti davvero molto dentro alla mia storia. Si tratta
infatti di un Whatif nel
primo caso e una raccolta di MissinMoments nel secondo:
Il
lunedì mattina più cupo che la Dalton avesse mai visto ebbe inizio con un
litigio allucinante nella sala pranzo tra Trent e Wes.
Il capo consiglio si era semplicemente sincerato di scoprire
se, per caso, Nixon fosse a conoscenza della spropositata quantità di calorie
che due piatti di pasta al pomodoro e quattro ali di pollo avrebbero potuto
contenere, contando anche una qualche sottospecie di bibita gasata in lattina
che Trent teneva in mano come fosse un lume magico.
L’altro si era difeso prontamente dicendo che doveva consolarsi con il cibo
della mensa visto che in stanza non poteva più portarne e che il parere di Wes non era sempre richiesto. Un modo dolce per chiedergli
di farsi i fatti suoi, insomma.
“Qui
sono tutti incazzati” borbottò l’asiatico tornando a sedersi al tavolo con una
mela in mano. David lo guardò negli occhi prima di sospirare.
“Abbiamo
perso le Regionali, amico. Che ti aspetti? Non è rabbia è solo delusione…”
Wes fece correre gli occhi a mandorla su
tutta la sala, e notò che i suoi Warblers erano
facilmente distinguibili tra la massa di studenti perché su ognuno di essi
sembrava essere apparsa dal nulla una nuvola nera.
Nick
giaceva scomposto sul tavolo, troppo depresso per l’essere tornato single in
tempo record per pensare a una gara canora.
Accanto
a lui Jeff lanciava occhiate stranite a Flint, che aveva lo sguardo
malinconicoperso per chissà quale
pensiero.
Trent evitò accuratamente di guardarlo, non
voleva che i loro occhi si incrociassero nemmeno per errore dopo il litigio di
poco prima.
Kirk
parlottava in un orecchio a Ethan che sembrava ascoltarlo in modo più o meno
credibile; il biondone non faceva altro che
borbottare dalla loro sconfitta, affibbiando colpe a caso a chiunque gli
capitasse a tiro.
Poi
c’erano quelli che l’avevano presa a ridere o con filosofia, come per esempio
Andrew che aveva passato il viaggio di ritorno in auto con Thad
e Kurt di come le Nuove Direzioni se lo fossero proprio meritato quel premio.
Che
poi fosse stato scaricato in malo modo in una piazzola di servizio poco fuori
da Harwood era un'altra storia.
Infine
c’era una categoria che stava a mezza via tra coloro che l’avevano presa bene e
coloro che l’avevano presa male: ovvero chi se ne fregava altamente.
Come
Blaine, che non faceva altro che guardare Kurt e
sospirare.
O
Thad, che sembrava essere diventato un apatico senza
speranze.
Ignorando
Harwood, che sedeva proprio davanti a lui ed era
integralmente nascosto alla vista dal quotidiano, Montgomery si voltò verso la
neo coppietta che tubava allegra a dispetto del malumore generale.
Kurt
se ne stava con la schiena appoggiata allo
schienale, guardando adorante Blaine che stava
parlando gesticolando in modo ambiguo con la mano sinistra.
“Sono
molto carini, non trovate?” disse David attirando l’attenzione degli altri due
capi consiglio. Wes gli lanciò un occhiataccia che
però non colse “Era proprio ora che quei due capissero che sono fatti per…”
“David
ti prego…”
Thad abbassò il giornale, guardando nella
direzione di Kurt e Blaine, senza dire una parola in
merito.
“Sembrano
su un altro pianeta” proseguì imperterrito il ragazzo di colore, mentre Wes provava l’impulso di annegarlo nella caraffa d’acqua
“Non pensi anche tu, Thad?”
L’aveva
chiesto alla persona giusta.
“Oh
si” rispose sarcastico Harwood “Dal mondo di SC”
Il
ragazzo di colore lo guardò senza capire “Ovvero?”
“Sti Cazzi, Thompson” Harwood
si alzò, afferrando la sua tracolla “Ora, se mi scusate, ci vediamo
direttamente nella sala delle prove. Preferirei farmi rapire dagli alieni e
farmi mettere qualche sonda in culo piuttosto che sorbirmi il miele degli
innamorati. Arrivederci.”
David
lo seguì con lo sguardo “Il suo cattivo umore è penso il più insopportabile”
asserì il ragazzo di colore “Voglio dire…. Tutti
siamo fuori fase per la sconfitta ma lui l’ha presa davvero sul personale.”
Montgomery
sospirò, bevendo un sorso d’acqua.
Non
era una scuola di cime , la sua, ormai era chiaro.
Avevano
quasi tutti la capacità di osservazione e di captare i sentimenti altrui come
un branco di gerbilli chiusi in tante gabbiette
separate.
Ma
forse era meglio così, ci mancava solo che Thad si
vedesse messo a nudo….
Wes era certo che tutta quella sofferenza se
la sarebbe evitata volentieri.
Lo
scroscio degli applausi svegliò Thad dallo stato
catatonico in cui era caduto.
Si
guardò attorno stralunato, accorgendosi che non si era solo assopito contro la
spalla di Wes, ma aveva anche sbavato. Asciugandosi
la sottile scia di bava si unì agli applausi, mentre cercava di mettere a fuoco
Jesse, ovvero la persona che con i suoi tredici
interminabili minuti di canto lirico lo aveva fatto addormentare.
Guardandosi
attorno si consolò,non era il solo a
quanto pare ad essere addormentato. Nick dormiva ancora nonostante Jeff stesse
cercando di farlo rivivere a calci sul polpaccio.
“Grazie
mille Jesse per questa performance intensa”gli
sorrise Wes mentre Thad
sbadigliava e lanciò un occhiata
storta al suo collega prima di controllare l’elenco “Ora tocca a Flint se non
sbaglio...” il ragazzo asiatico sorrise al morettino, che sotto
l’applauso generale si alzò con un cd in mano.
Inserì
il cd dentro al lettore, voltandosi verso i compagni.
Prese
un respiro, attendendo che la canzone iniziasse per poter cantare e dimostrare
a tutti che era meritevole di quel assolo.
Sarebbe
stato il suo addio.
E
la canzone che aveva scelto sembrava calzante…
Don't believe in
miracles
I never did
Nothing ever happens here
So sick of it
Wes prese a battere
il tempo col piede mentre faceva ruotare il martelletto fra le dita, osservando
Flint che muoveva le spalle a tempo di musica, cantando rivolto verso i suoi
compagni.
Kurt, seduto accanto a Blaine, sorride a Wilson, iniziando a muovere il capo a
ritmo con la musica.
La voce sottile e alle volte
eccessivamente acuta di Flint calzava perfettamente nel brano.
I-I-I told you
I-I-I need to
Get - get myself into something new
I´m for something mystical, histerical,
Dark, intensive, sexual
Blaine rise, guardando Trent che, da dietro il divano su cui sedeva, aveva
iniziando ad ancheggiare a ritmo con la musica incalzante.
Flint si appoggiò un istante
contro alla sua schiena prima di andare da Jeff, seduto sul bracciolo della
poltrona sulla quale sedeva Andrew, e iniziare a strusciarsi in modo davvero
indegno sul suo ragazzo. Jeff lo guardò divertito mentre si appoggiava alle sue
gambe, cantandogli a un palmo dal naso, prima di salire su un tavolino e
attaccare con il ritornello, ancheggiando più che mai.
I'm not gonna live forever
Said I'm not gonna live forever
better make it now or never
(ever, ever)
I'm not gonna live forever
Said I'm not gonna live forever gotta make it now or never
(forever or never)
Quando la canzone arrivò al
termine, tutti (anche Nick che si era risvegliato grazie a Flint che gli
erasaltato sopra a metà del ritornello)
esplosero in un applauso entusiasta.
Anche Thad,
Wes e David si alzarono in piedi, e quest’ultimo, con
un sorriso, disse “Complimenti Flint”
Il morettino sorrise imbarazzato,
perdendo tutta l’aria spregiudicata che aveva durante l’esibizione, prima di
tornare a sedere al suo posto, accanto a Kurt.
Wes richiamò tutti
all’orine utilizzando il classico martelletto, poi si rivolse ad Harwood “Chi è il prossimo?”
“A dire il vero io” disse Thad alzandosi in piedi “Io e Richard abbiamo preparato
insieme una canzone della mia band preferita, ovvero i Linkin
Park”
“Come mai insieme?” chiese Kirk,
alzando un sopracciglio.
“Perché è a due voci, singola non
avrebbe reso. Verremo comunque votati come due persone singole, James” gli
rispose il capo consiglio, sbrigativo, prendendo il portatile e accendendolo
“Ora, se hai finito di trovare i peli nelle mie uova, Kirk, possiamo procedere
con la favolosa esibizione che mi vede come protagonista”
“Il solito modesto” disse Flint,
asciugandosi il sudore della fronte con un fazzolettino di carta.
Blaine ridacchiò,
appoggiando entrambe le mani sul
ginocchio della gamba accavallata e sorridendo. “Il solito Thad” affermò poi abbozzando un sorriso verso Kurt che
però pareva troppo preso da quel che gli succedeva attorno per prestare
attenzione a Blaine…
Thad si drizzò dopo
aver cercato una canzone sul computer, e appena la melodia sintetizzata iniziò
Richard prese a cantare…
Richard:
God bless us
every one
We’re a broken people living under loaded gun
And it can’t be outfought
It can’t be outdone
It can’t be outmatched
It can’t be outrun
No
“E… questa è la classe di spagnolo. E, ovviamente, conosci
la stanza dove proviamo…”
Blaine seguiva un semi-isterico Kurt lungo i
corridoi del liceo McKinley, guardando l’andatura balzellante del suo ragazzo e
sorridendo appena per il tono sovraeccitato.
Lui,
dal canto suo, preferiva osservarlo con le mani in testa e quella compostezza
che ormai era il suo marchio di fabbrica. A Blaine
Anderson serviva la musica per uscire un po’ da quegli schemi di comportamento
che la Dalton gli aveva in un certo senso imposto, e semplicemente adorava l’esuberanza che Kurt usciva a
dimostrare.
Certo,
la malinconia che gli faceva tremare appena la voce, di un paio di ottave più
alta, decisamente gli piaceva meno.
Stava
per dirgli qualcosa quando dal corridoio sbucò Brittany,
che spingeva Artie sulla sedia a rotelle verso la
sala prove davanti alla quale erano appena passati.
“Hey!” salutò
allegramente la bionda “Ragazzi andate all’auditorium, stiamo per iniziare!”
“Ci
sarà il pienone! Meglio andare a prendere subito i posti migliori” esclamò
eccitato Artie.
“Arriviamo
in un attimo. Sto facendo fare un giro a Blaine”
disse Kurt con un sorriso, allungando le braccia lungo i fianchi e drizzandosi
dopo aver fatto un piccolo saltello.
“Grazie
per essere venuti a sostenerci” assentìArtie, con tono realmente sentito “è davvero figo.” Poi, assieme alla bionda, sparirono nell’aula
lasciando i due della Dalton nel corridoio.
Lentamente,
Blaine si voltò verso Kurt, sorridendogli dolcemente
“Oh, ti mancano davvero…”
Kurt
fece appena in tempo a staccare gli occhi dalla porta, attraverso la quale i
suoi ex compagni erano spariti, per puntarli in quelli di Blaine,
che una voce tristemente conosciuta lo investì in pieno “Che cazzo ci fate voi
qui?”
Kurt
si voltò immediatamente verso Karofsky, imitato da Blaine, e lo fronteggiò sprezzante “Siamo qui per la serata
di beneficenza. Non dirmi che ci vai anche tu”
“Neanche
morto” replicò il Titans, acido “Stavo facendo un po’
di pesi in palestra quando uno dei ragazzi mi ha detto che eravate qua in giro
a spargere la vostra polvere fatata da gay per tutta la scuola.”
“Ma
la vuoi finire?” sbottò di punto in bianco Blaine
“Puoi vivere nella menzogna finché ti
pare, ma non puoi fingere che noi tre non sappiamo come stanno davvero le
cose.”
“Non
sai niente, brutto frocetto”
Blaine si fece avanti, spingendo con tutta la
forza che riuscì a raccogliere nella braccia Karofsky.
Perché doveva smettila di parlare male di lui, essendo lui stesso un ‘brutto frocetto’.
Doveva smetterla di intimidire le persone e soprattutto doveva smetterla di far
sentire Kurt sbagliato.
Il
Titans ovviamente non si fece da parte, trattenendo Blaine per l’orlo della giacca e spingendolo a sua volta.
Kurt
non sapeva esattamente che fare, si limitò a fare un passetto indietro mentre
una fitta di panico lo immobilizzava.
Grazie
al cielo il provvidenziale intervento di Santana sembrò salvare, almeno
momentaneamente, la situazione.
“No!
Fermi!” urlò la ragazza riuscendo, non si sa come, a separarli.
E
Kurt riprese tutto il coraggio, tornando a guarda Dave
in faccia “Sei coraggioso con i pugni, ma quando si tratta della verità sei
solo un codardo”
Santana
lo guardò stranita “Che verità?”
“Fatti
gli affari tuoi, J.Lo” fu la risposta poco elegante
ma alquanto aggressiva di Karofsky, e subito la
ragazza si scaldò.
“Prima
di tutto, da quando hai deciso di buttarmi quella granita, tutto ciò che fai è
diventato un mio affare”
“Non
credo di avere problemi a stendere due froci e una ragazza” replicò saccente Dave, mentre Blaine si chiedeva
seriamente se fosse così stupido e ipocrita o se si fosse specializzato in
chissà quale corso scolastico.
Santana
forzò una risata, mentre faceva qualche passo avanti verso il ragazzo, fissandolo attentamente “Ok… Questo è quello che succederà: Hai due opzioni. Resti
qui e ti disintegro un coglione, destro o sinistro, a tua scelta. Oppure, te ne
vai per poter vivere così un altro giorno da cazzone.
Inoltre, ho delle lamette nei capelli.” Il Titans
sembrò vacillare un attimo, guardandosi attorno come per ricevere un segnale
divino che gli facesse intendere che Santana stava o mene bluffando “Tantissime
e sono tutte qui dentro”
Subito
Dave levò le tende, seppur con un modo di stizza e
irritazione, e Santana lo guardò andarsene, compiaciuta, prima di rivolgersi ai
due ragazzi.
“Potevamo
cavarcela da soli” disse Blaine.
La
ragazza ispanica sogghignò
“Penso che sia stato più divertente farlo insieme…”
Si sorrisero, prima che una vibrazione proveniente dai lunghi capelli mori di
Santana attirasse la sua attenzione. Da li prese il cellulare, leggendo
velocemente un sms prima di esclamare un ‘merda’ e lasciare lì i due ragazzi, soprattutto un Blaine lievemente sconvolto.
Kurt
seguì il percorso della giovane fino all’aula di musica, poi con un sospiro
disse al suo ragazzo “Non preoccuparti, credo abbia le tasche nelle extension…”
Blaine abbozzò un sorrisetto, prima di farsi
serio notando l’espressione poco convinta di Kurt “Hey….
Che succede?” domandò premuroso.
Hummel
sospirò, guardando lungo i corridoi prima di aprire la porta di un aula e far
segno a Blaine di entrare. Ovviamente la stanza era
deserta e la luce era spenta, garantendo come sola illuminazione la placida
luce argentata della luna, che entrava dalle ampie finestre.
Mentre
Blaine si guardava attorno, Kurt camminò lungo le
file di banchi, sedendosi sopra ad uno in particolare, in terza fila.
“La
mia aula di francese” specificò ormai l’ovvio, visto che Blaine
stava osservando una cartina della Francia appesa accanto alla lavagna “Mi
piaceva stare qui. Erano le mie ore preferite, escluso il Glee.”
Blaine gli sorrise, avvicinandosi di qualche
passo “Kurt…. So che è dura per te tornare qui dopo
esserti trasferito alla Dalton. E Karofsky non ti
aiuta”
“Si invece” ribatté Hummel,
sospirando “Mi ricorda il motivo per il quale ho detto addio a tutti i miei
amici, chiedendo a mio padre di spendere più di quanto possiamo permetterci
nella scuola privata più rinomata dell’Ohio”
Blaine si avvicinò ulteriormente, e Kurt si
sporse appena in avanti, tenendo le mani saldamente appoggiate alle ginocchia,
mentre dondolava appena i piedi.
Anderson
coprì con le mani quelle del suo ragazzo, puntando gli occhi color caramello
nei suoi azzurri “Farei di tutto per farti stare bene e a tuo agio, lo sai. So
che vorresti tornare qui, lo capisco e…”
Kurt
lo interruppe, scuotendo il capo “Io non sto male alla Dalton. I ragazzi sono fantastici…. Tu lo sei….” Mormorò
arrossendo appena “Mi sento sicuro, protetto, ma…”
“La
sensazione di essersene andati, di aver lasciato perdere senza combattere pesa…” Blaine terminò la frase
per lui, stringendogli le mani “Lo so bene. Fa più male il rimorso di aver
lasciato tutto che i pugni dei bulli”
Kurt
gli lasciò un umido bacio sulla guancia, quasi a volerlo confortare, e appena
fece per ritrarsi e tornare seduto diritto Blaine
prese possesso delle sulle labbra, baciandole in uno slancio di passionalità.
Il
bacio non durò molto, e quando si staccarono le gote di Kurt erano tinte di
rosso mentre quelle di Blaine non più. Il moro gli sorrise dolcemente,
spostandosi per permettergli di scendere.
“Andiamo?”
domandò porgendogli il braccio, e Kurt lo afferrò camminando accanto a lui “Sei
più tranquillo?”
Kurt gli sorrise, mentre entravano in auditorium “Decisamente si, grazie” si
guardò poi attorno, e il sorriso si affievolì sulle sue labbra.
“Ma,
non c’è nessuno?” chiese stranito Blaine “Artie aveva detto che…”
“La vedo male” concluse Kurt.
Non
era preoccupato tanto per Becky Jackson quanto per Azimio Adams,….
Decisamente
non si metteva bene.
Jeff
aveva paura di toccare qualsiasi cosa da quando aveva masso piede, quello
stesso pomeriggio, a casa Wilson.
Non
era un villone di lusso come quello di Thad, che aveva visitato per intero quando l’estate
precedente aveva partecipato a un catastrofico party alcolico in piscina al
maniero Harwood, ma era comunque una casa piuttosto
benestante e l’arredamento
antico non lo aiutava a mettersi a suo agio.
Era
abituato a vivere con tutti i suoi fratellini, a far casino e a non avere una
porta principale che si chiudesse.
Quel
divano così bianco da essere accecante lo spaventava, aveva paura di sporcarlo
e fare la figura del buzzurro.
Aveva
ansia dello schermo piatto attaccato alla parete, temeva di vederlo cadere a
terra mentre Flint finiva di preparare i popcorn nella cucina di granito.
In
poche parole, stava per avere una crisi di nervi.
E
non sapeva dove buttare la gomma da masticare.
“Grazie
per essere venuto” il biondino sobbalzò sentendo la voce del suo ragazzo alle
spalle, ma appena gli fu accanto sorrise “La Dalton diventa stretta dopo sei
mesi che ci vivi, e quando mia madre è via per lavoro mi sembra uno spreco
lasciare casa vuota”
“È
tutto molto bello qui” disse Jeff, tentando di rilassarsi “Davvero, non
scherzo”
Wilson
ridacchiò “Guarda che puoi rilassarti, non stai inquinando l’aria”
“Lo
so ma…. Diciamo che sono un po’ in soggezione”
sorrise nervoso Sterling, mentre il morettino si
chinava in avanti, appoggiando la ciotola dei popcorn sul tavolino in vetro
“Sono un po’ impacciato e non vorrei rovinare
ne rompere nulla”
“Oh
smettila, e rilassati” Flint appoggiò una mano sul suo ginocchio guardandolo
negli occhi, e per l’ennesima volta a Jeff non arrivò il solito calore da
quelle grandi pozzanghere limpide.
Ma
gelo invernale e tristezza.
Prese
un respiro “Non posso mettermi a mio agio se tu non mi dici cosa ti prede”
Wilson
lo guardò sorpreso “Cosa?”
“Sei
strano in questi giorni…. Ti sento distante….” Jeff abbassò lo sguardo cangiante
sui disegni geometrici del tappeto persiano “Se ho fatto qualcosa che ti ha
disturbato o che ti ha offeso io vorrei solo che tu mi…”
Il
morettino azzerò la distanza tra loro, baciandolo in modo dolce quanto
disperato.
La
mano di Jeff si appoggiò delicata sulla sua guancia, accarezzandola, e quando
si staccarono notò subito che gli occhi di Flint si erano fatti lucidi.
“Jeff…. Non dipende da te. E nemmeno da me a dire il vero”
si zittì, incapace di continuare “È solo che…. Io non
posso…”
Il
biondino sorrise dolcemente, appoggiandosi con le schiena al divano e attirando
su di sé Flint “Ti credo, e sono
disposto ad aspettare tutto il tempo che occorre. Quando sarai pronto a dirmelo
sai dove trovarmi…. Se davvero non dipende da noi…”
“No.
Non dipende da noi.” Confermò Flint, prima di tornare a baciarlo sulle labbra.
Era
vero, loro non c’entravano con le scelte di sua madre ma, senza dubbio, non
sarebbe più esistito un ‘noi’ a causa di quel maledetto trasferimento.
“….
Kurt mi stai ascoltando?”
Hummel
si voltò di scatto verso il suo ragazzo, distogliendo così gli occhi dal
finestrino contro il quale la pioggia batteva violenta.
“Scusa
stavo pensando…” disse, studiando attentamente il
profilo di Blaine cercando di scorgere qualche segno
di una possibile irritazione.
Ma
non trovò nulla di simile, sembrava tranquillo come al solito.
“Vorrei
chiederti a cosa…. Sai che sono curioso. Ma so che
preferisci non dirmelo se sei così distaccato” sorrise appena Anderson
svoltando ad un incrocio e arrivando nel viale dove viveva Kurt “Sicuro che non
vuoi tornare alla Dalton?”
“Domani
mattina rifiuto le quattro ore di matematica a causa della supplenza, Flint
piangerà da solo” sogghignò il
ragazzo “Vi raggiungo nel pomeriggio però, non voglio perdermi il tuo provino.
Senza contare che ho già avvertito papà ed è entusiasta all’idea di far
colazione insieme”
Blaine annuì appena, fermando l’auto davanti al
garage di casa Hummel Hudson, in modo tale che Kurt si bagnasse il meno
possibile sotto alla pioggia “Eccoci arrivati” esclamò senza troppa convinzione, sperando in un bacio della buona
notte e pronto a ridacchiare di Kurt mentre questi correva in casa per evitare
di bagnarsi i capelli.
Ma
la portiera rimase chiusa “Pensavo al McKinley” disse Kurt, senza guardarlo, e
confidandogli in cosa si era perso poco prima “Al fatto che vederli cantare,
sentirli uniti attorno a me nonostante sia un Warblers….
È dura per me. In un certo senso è come se una parte di me non se ne sia mai
andata e tutto il resto ne sente la mancanza.”
Blaine si slacciò la cintura, voltandosi di tre
quarti per poterlo vedere bene nella penombra dell’auto “Ti capisco. So cosa
provi e il primo anno non è mai facile accettarlo, almeno fino a che non ti
senti parte dei Warblers…” Sospirò, perché Kurt non
pareva affatto rincuorato “Ma, voglio dirti una cosa….”
Gli occhi azzurri del suo ragazzo si rialzarono, nei suoi “Se ci fosse anche
solo una piccola possibilità che tu possa ritornare qui, a Lima, con i tuoi amici…. Io vorrei che tu la cogliessi. Davvero.”
“Ma
Blaine…”
“Sarei molto fiero di te se ci fosse il modo di farti tornare a testa alta
senza correre rischi….”
Le
labbra di Kurt si incurvarono in un piccolo sorriso, commosso “Anche se questo
significasse non vederci tutto il giorno, tutti i giorni?”
Blaine rispose a quel sorriso “Spenderei ogni
istante libero con te…”
“E
io ne sarei felice…” Kurt allungò la mano, così fa
prendere quella del suo ragazzo senza un istante di incertezza, o imbarazzo “Ma
fino a prova contraria io non sono al sicuro quindi, rimarrò alla Dalton”
“Io
non mi lamento di certo” ironizzò Blaine, facendo
solo allargare il sorriso di Kurt.
“Nemmeno
io…” Sospirò controllando l’ora sul cellulare “Sarà
meglio che vada…. A domani allora”
Blaine rimase fermo, appoggiato contro il
sedile “A domani…”
Ma
la portiera rimase ancora chiusa, e Kurt non sembrava intenzionato ad aprirla.
Lentamente
si avvicinarono, scambiandosi un ultimo lento e tenero bacio.
Kurt
si spinse appena contro Blaine, appoggiando una mano
sul suo petto mentre l’altra andava dietro alla sua nuca accarezzandone i ricci
che erano riusciti miracolosamente a sfuggire al gel.
Blaine, dal canto suo, stava appoggiando con un
braccio al sedile di Kurt mentre l’altra mano vagava libera sulla schiena del
ragazzo, fermandosi poi sul suo fianco.
Mentre
il bacio tirava per le lunghe il tempo passava, e quando ad un tratto Kurt si
staccò notò che era davvero tardi “Vado davvero o papà si preoccuperà” soffiò
sulle labbra di Anderson, prima di riappoggiarle velocemente alle sue, stavolta
davvero per l’ultima volta.
Blaine sorrise “But baby
it’s cold outside…” canticchiò, mentre
Kurt sbuffava.
“Più
che altro piove e…” lanciò un gridolino, guardando
fuori dal finestrino.
Ma
non erano le gocce a terrorizzarlo, quanto suo padre che li fissava con un
cipiglio severo, appoggiato al finestrino con una mano e reggendo un grosso
ombrello nero con l’altra.
Li
stava letteralmente fissando, passando gli occhi inquisitori da uno all’altro,
mentre loro due non potevano far altro che rimanere immobili con gli occhi
sgranati puntati su di lui.
“Questo
assomiglia a un mio incubo recente” borbottò a voce quasi impercettibile Blaine.
“Anche
uno mio…” replicò Kurt.
Lentamente,
il giovane Hummel aprì la portiera, e suo padre si scostò per permettergli di
scendere, continuando a guardareBlaine.
“Ciao
papà” trillò Kurt, suonando un po’ isterico, prima di accostarsi velocemente a lui per scoccargli un bacio sulla guancia
e fuggire in casa, facendo un cenno con la mano a Blaine
poco prima di oltrepassare la soglia.
“Ehm…. Io allora vado…. Buonanotte
signor Hummel” bofonchiòBlaine aspettando che il padre di Kurt chiudesse la
portiera lasciata aperta, ma ci vollero alcuni secondi di terrore prima che
l’uomo mettesse una mano sulla portiera, sporgendosi appena
verso di lui.
“Vai
pure, Wayne, ma preparati ad un'altra bella
chiacchierata con me. E stavolta sarò io a venirti a cercare” il tono non era
molto amichevole, e nemmeno lo sguardo che lanciò ad Anderson prima di girarsi
e andarsene, dopo aver sbattuto appena la portiera.
Blaine ci mise un minuto buono prima di
riprendersi dal terrore e fare retromarcia, fuggendo verso Westerville.
“KURT!”tuonò Burt Hummel appena messo piede in casa, buttando l’ombrello in una vecchio
vaso e iniziando a salire velocemente le scale.
Il
ragazzo sapeva che, anche volendo, non sarebbe mai riuscito a nascondersi e
scappare, così attese che suo padre arrivasse in stanza, guardandolo con
cipiglio severo e vagamente indagatore.
“Quel
ragazzo…” disse dopo qualche istante “Wayne…”
“Blaine”
“Quello che è. Uscite insieme?”
Kurt
sospirò, passandosi una mano tra i capelli “Blaine è
il mio ragazzo, papà.”
“Da
quanto??”
“Meno
di una settimana”
Burt
fece una pausa, grattandosi il capo “Non so se mi va bene che tu dorma nella
stessa scuola in cui c’è anche il tuo ragazzo”
“Ma
siamo in stanze diverse! E il mio compagno di stanza è uno dei capi consiglio!”
sbottò Kurt allibito “Ormai alla
Dalton non si può più far nulla, ci perquisiscono e ci controllano
continuamente. Papà non ci sono le possibilità che io possa dormire con Blaine, o peggio…” arrossì
vistosamente, un po’ per l’imbarazzo e un po’ perché sapeva di star mentendo in
modo spropositato.
Ok,
il Proibizionismo li aveva notevolmente limitati ma non così tanto da cambiare
stanza di tanto in tanto.
Burt
sembrò almeno inparte rincuorato “Ok,
ora dormi… Ne riparleremo domani mattina” Kurt annuì,
mentre il padre si avviava alla porta, mormorando un ‘sapevo che quel ragazzo
era venuto da me per un motivo preciso…’
Kurt,
sfortunatamente, sentì bene quello che stava mormorando “Papà? Blaine è venuto da te quando?” il silenzio seguente fece
intendere al ragazzo che sì, c’era qualcosa di losco sotto “Papà! Dimmi subito
che cosa vi siete detti tu e il mio ragazzo alle mie spalle!”
“Siamo in ritardo” Ethan controllò
per la millesima volta l’orologio, prima di guardare male Kirk “Di circa
quarantacinque minuti”
Il biondo parcheggiò la sua R8 prima
di sporgersi sui sedili dietro a recuperare qualche spartito “Sai che non
faccio mai esibizioni prima di aver provato al mio pianoforte. Quelli della
Dalton non reggono il confronto”
Moore alzò gli occhi al cielo mentre
scendeva dalla macchina, iniziando a camminare sotto alla pioggia, verso la
Dalton.
“Dai! Coraggio!” brontolò esasperato
portando entrambe le mani sulla schiena di Kirk e spingendolo fino all’ingresso
mentre questo ridacchiava “Sai che odio i ritardi!”
“Che vuoi che sia…
Tanto io sono l’ultimo oggi…. Piuttosto perché tu non
hai fatto il provino?”
Ethan si passò una mano tra i
capelli inumiditi dalla pioggerella, scrollandoli “Perché non voglio un assolo.
Non mi sento a mio agio davanti al pubblico, da solo. E tu lo sai”
“Ma la tua voce è bellissima”
Le guance di Moore si imporporarono,
mentre teneva gli occhi azzurri sul pavimento “Ma sai che sono timido…”
Kirk passò un braccio attorno alle
sue spalle “Dovresti evitare di nasconderti sempre in un coro però” Si
fermarono davanti alle porte dell’aula dove i Warblers
erano soliti provare “Sta cantando qualcuno?”
Ethan annuì “Pare Andrew… sta cantando TonightTonight dei Hot ChelleRae?”
Kirk acconsentì “Pare di si…. Aspettiamo che
finisca ad entrare. Non voglio disturbarlo…”
Si appoggiarono un attimo alla
parete, e Kirk rilesse ancora una volta lo spartito “Smettila, ormai la sai
fare anche bendato quella canzone” gli sorrise incoraggiante Ethan.
“Grazie per avermi aiutato a sceglierla…”
“Penso che sia perfetta per te”
Si guardarono negli occhi,
sorridendosi, proprio mentre la musica di fermava e lo scrosciare degli
applausi li fece avvicinare alla porta ed entrare nella sala.
“Buongiorno eh” disse sarcastico Wes “Dove eravate finiti?”
“Traffico” rispose solo Kirk,
sedendosi su una sedia mentre tutti li guardavano scettici.
Traffico a Wersterville?
Da quando?
Ethan ridacchiò appena, prendendo posto sul divano accanto a Jesse “Che ci siamo persi?”
“Cam e Andrew… ora sta a Blaine” replicòMartie, con un sorriso.
Ethan abbozzò una risatina, spostando gli occhi
sulla cattedra dei capi consiglio. Wes stava parlando
con Blaine, mentre questo trafficava con il letto cd,
e David osservava annoiato il vuoto.
Ma Thad….
Era strano.
Faceva schifo, per dirla in tutta
franchezza.
Era pallido come un lenzuolo,
tremava appena e sudava. Aveva delle borse sotto gli occhi che facevano
impressione e il fazzoletto stretto nella mano tremolante non faceva un bel
effetto.
Poi era mogio, e se ne stava zitto.
Pessimo segno.
Jeff lo aveva capito da quella
mattina che Harwood non stava bene, da quando a
colazione se ne stava seduto sulla sedia con le braccia incrociate sul petto,
dicendo che sentiva freddo.
Ma quando era arrivato Kurt, poco
prima della riunione…
Lo aveva trovato ridotto ad uno
straccio.
Blaine gli rivolse uno sguardo indecifrabile, prima di voltarsi
verso i compagni “Ho scelto un brano brioso ma al tempo stesso non eccessivo. Send my Love to the Dance Floor, dei Cobra Starship.”
“Uh figa” disse Nick, sistemandosi
meglio sul bracciolo della poltrona dove sedeva il suo compagno di stanza.
“Prego” Invitò Montgomery con un
sorriso di incoraggiamento, e subito Blaine fece
partire la canzone. I primi suoni sintetizzati arrivarono alle orecchie di Kurt
che distolse lo guardo preoccupato da Thad per
potersi concentrare sul suo ragazzo.
Let
it go
There's no way you can save it now
Get back, you know that this city is burning
So the story goes
It makes you wonder
'Cause if we're trapped and we're never Gonna find a way out,
Get out
We're gonna dance now ( Send my Love to the
Dance Floor - Cobra Starship )
Blaine prese a cantare con il suo solito entusiasmo, sfilando tra
i suoi compagni, calpestando diversi divani e arrivando addirittura a fare una
capriola a terra.
Thad lo guardò, tossendo dentro al fazzoletto mentre Wes sollevava la coperta di Pile che Kurt aveva preso non
si sa bene dove e appoggiato sulle spalle di Harwood.
Thad aveva capito dove Blaine voleva
andare a parare,e non si stupì quando, poco prima del ritornello, invitò tutti
i Warblers ad alzarsi e ballare sulle note della
canzone, tirandone alcuni in piedi afferrandoli per i polsi.
“Tutta strategia” sussurrò affabile
il capo consiglio.
Hey Mr. DJ
You gotta put a record on, yeah
We're gonna bury this town tonight
We're gonna dance tonight
“Ci uniamo a loro?” sussurròWes,
beccandosi una doppia occhiata omicida dai suoicolleghi.
“Per favore contegno” sibilò Thad a denti stretti. Certo, in un occasione normale sarebbe stato il primo a lanciarsi
in pista, ma di certo non voleva aiutare Blaine nel suoi piano di
conquista dei favori degli altri.
Era chiaro come il sole che
facendoli ballare e divertire sperava di farsi votare.
Certo che però era bravo, come
sempre se non di più.
La sua pragmaticità
e il saper tirare a sé
l’attenzione lo rendevano l’unico solista dei Warblers
per una ragione, dopotutto.
Let it go,
The game is done
The camera's off
It can't be hard
Let it go,
The game is done
Camera's off
It can't be too hard
To fake it now Gotta fake it now
Flint rise, quando Kurt lo prese per
un braccio facendogli fare una buffa giravolta.
Era tutto decisamente fuori dagli
schemi precisi dei Wablers, ma era dannatamente
divertente.
Persino Kirk si era alzato,
iniziando a muoversi a tempo, seppure solo dal busto in su.
Blaine saltellava al centro di tutto quel marasma, con un braccio
sulle spalle di Nick continuando instancabile a cantare.
Poi, appena la musica si stese in un
passaggio lento fece qualche passo in avanti verso Kurt, e magicamente le ‘acque’ si aprirono, visto che tutti i Warblers lasciarono libero il passaggio sino al contro tenore.
Let it go,
There's no way you can change me now.
Get back, you know
I don't need you to save me
So the story goes
Si avvicinò lentamente, guardando
Kurt negli occhi mentre questi si fossilizzava, quasi timoroso.
Quando Blaine
cantava non era il classico Blaine, sembrava
liberarsi da pesanti catene e quindi ci si poteva aspettare di tutto.
Ma non accadde nulla, si limitò a
tirarlo a sé per ballare non
appena la musica riprese più violenta.
E danzarono vicino fino all’ultimo ritornello.
Hey Mr. DJ
You gotta put a record on, yeah
We're gonna bury this town tonight
We're gonna dance tonight
Quando la musica cessò tutti presero
ad urlare e applaudire concitati, elargendo abbraccia e pacche sulle spalle ad
Anderson.
Tornarono tutti a sedersi mentre Blaine si riprendeva il cd guardando Thad
“Scusa, come va la testa?”
Harwood non lo guardò nemmeno “Male.”
Kurt si alzò uscendo dalla stanza, e
quando il suo ragazzo si sedette sul divanetto nemmeno si chiese dove fosse
andato, immaginandolo da sé.
“Ora è il turno di Duvall” lesse con
voce fioca Thad, reggendo l’elenco. Si schiarì la
voce, allungando il braccio verso lo stereo “Prego”
Nick si alzò, sfilandosi la giacca e
mostrando a tutti un gilet grigio come i pantaloni. Poi indossò un cappello e, sotto diversi fischi
ed esclamazioni da bordello andò verso loil lettore cd.
“Io ho preparato Summer
Love di Justin Timberlake” disse abbozzando un sorrisetto “Settimana scorsa ero
un po’ più allegro e mi sarebbe piaciuto cambiare canzone ora ma…. Visto che un paio di voi mi hanno aiutato a montare la
coreografia non me la sono sentita di cambiare”
Wes annuì, comprensivo “Quando vuoi inizia…”
Nick annuì, dando il via alla
canzone e correndo al centro della stanza prima che la base partisse.
Una musica incalzante uscì dalle
casse dello stereo e lui inizio a cantare da solo, accennando qualche passo di
danza e tenendosi il cappello marcato sul viso.
But
let me show you 'round, let me take you out
Bet you we could we could have some fun girl
'Cause we can do it fast (fast), slow, whichever way you wanna
run girl
But let me buy you drinks, better yet rings
Do it how you want it done girl
And who would've thought that you could be the one 'cause I
Solo alla fine della prima strofa,
sia Jeff che David si alzarono in piedi, seguiti poco dopo da Richard e, dopo
essersi sfilati il blazer rivelando a loro volta un gilet grigio, si
avvicinarono a Nick iniziando la coreografia vera e propria sul ritornello.
Rich seguiva il suono dei bassi, imitandone le frequenze mentre
gli altri due aiutavano i coretti, rimanendo comunque molto più leggeri rispetto a Nick.
I can't wait to fall in love with you
You can't wait to fall in love with me
This just can't be summer love, you'll see
This just can't be summer love (L-O-V-E)
Kurt rientrò nella sala mentre Nick
si apprestava a iniziare la seconda strofa, strisciando lungo la parete e
appoggiando un bicchiere di plastica ricolmo di tè caldo davanti a Thad.
“Bevi” sussurrò piano Kurt “ ti farà
bene… dopo andiamo di sopra a prendere le medicine….”
Thad sorrise appena “Credo sia solo influenza e…”
Hummel lo guardò risentito “Non
prendermi in giro. Mai più”
Harwood sorrise di nuovo, stavolta di più, prima di prendere il tè
“Grazie” bisbigliò a Kurt mentre
questi si accovacciava accanto a lui per non disturbare l’esibizione di Nick
tornando al suo posto.
Hummel ricambiò il sorriso, ripuntando gli occhi su Duvall, mentre quelli di Thad rimanevano fissi su di lui qualche minuto.
I know how to do it insane girl
'Cause I can make it hot, make it stop
Make you wanna say my name girl
Come on baby please 'cause I'm on my knees
Can't get you off my brain girl
But who would've thought that you could be the one 'cause I
A Blaine
non sfuggì nulla, ma non fece assolutamente niente per farlo notare.
Tornò a guardare Nick, mentre Flint
si sporgeva verso di lui “Hai capito Duvall??” disse con un sorrisetto “Meglio
dell’originale.” Blaine ridacchiò, battendo le mani a tempo di musica
e unendosi così a tutti gli altri che già lo stavano facendo.
'Cause I can't wait to fall in love with you
You can't wait to fall in love with me
This just can't be summer love, you'll see
This just can't be summer love (L-O-V-E)
Quando la canzone –e relativa
coreografia Hip Hop- terminarono, tutti applaudirono
congratulandosi col cantante e con gli aiutanti e per una misera frazione di
secondo gli occhi di Flint si scontrarono con quelli di Rich
mentre cercava Jeff.
Poi distolse bruscamente lo sguardo.
Quando il biondino si avvicinò Flint
in cerca di complimenti essi non tardarono ad arrivare con un bacio “Sei senza
dubbio il miglior ballerino che abbia mai visto” gli disse il morettino,
spostandogli la frangetta sudata dalla fronte.
Jeff lo baciò ancora prima di
tornare a sedersi sulla poltrona accanto a Nick e istintivamente Flint guardò
verso Rich chiedendosi il motivo di quello strano
sguardo, ma quello stava parlando con Cameron e non lo ricambiò una seconda
volta.
“Bene, passando all’ultima
esibizione, grazie a dio” disse Thad prendendo un
altro fazzoletto mentre Kurt tornava da Blaine “James
Kirk….”
Il biondone
si alzò, andando in fondo alla stanza e sedendosi al piano, costringendo così
tutti quanti a voltarsi verso di lui.
Senza dire assolutamente nulla
appoggiò gli spartiti davanti a sé e, appoggiando le mani ai
tasti, prese subito a suonare.
How cruel is the golden rule?
When the lives we lived are only golden-plated
And I knew that the lights of the city were too heavy for me
And though I carry karats for everyone to see
Ethan chiuse gli occhi, lasciandosi
cullare totalmente dalla voce melodiosa di Kirk, sognando di potergli
accarezzare i morbidi capelli biondi e baciargli il collo mentre questi
continuava a suonare quella bellissima canzone che gli aveva concesso di scegliere
insieme…
Era così bravo da fargli vibrare
ogni corda dell’animo intonando solo qualche nota.
Kirk era davvero perfetto ai suoi occhi….
And I saw God cry in the reflection of my enemies
And all the lovers with no time for me
And all of the mothers raised their babies
To stay away from me
“Nonl’ho mai sentito cantare così” mormorò Wes
vagamente affascinato, mentre Thad ascoltava ad occhi
chiusi, tenendo e mani incrociate davanti a sé.
“Penso sia migliorato davvero molto
dall’ultimo provino per un assolo“asserì
David, girandosi la matita fra le mani.
Montgomery annuì, tornando a fissare
il biondo.
Migliorato era riduttivo nel suo
caso, era, come dire, cresciuto.
La sua voce aveva un che di maturo e
sicuro che non aveva mai avuto.
Tongues on the sockets of electric dreams
Where the sewage of youth drown the spark of my tears
And I knew that the lights of the city were too heavy for me (too heavy for me)
And though I carry karats for everyone to see (everyone to see)
Tutti ascoltavano affascinati in un
silenzio quasi religioso.
Kirk non riusciva ad aprire gli
occhi, non voleva scoprire, leggendo i volti dei suoi compagni, cosa stavano ipotizzando sudi lui in
quel momento.
Lui, che con la mente era distante
anni luce mentre suonava meccanicamente ma cantava col cuore.
Tutte le volte che sedeva davanti a
quello strumento pensava a tutto e a niente.
Pensava a suo fratello, ai suoi
genitori, alla palla rossa con cui giocava da solo, contro il muro, dopo la
morte di Tom, alle risate di quei bambini che lo schernivano perché si credeva
superiore.
E, di recente, anche ad Ethan e al
suo modo di stargli accanto.
Di accettare il fatto che era e
sarebbe stato sempre e solo il suo migliore amico….
And I saw God cry in the reflection of my enemies
And all the lovers with no time for me
And all of the mothers raised their babies
To stay away from me
La canzone era quasi finita, e solo
a quel punto Kirk tornò nella stanza, abbandonando il flusso di ricordi ed
emozioni.
Aprì gli occhi, guardando Ethan e
con un sorriso intonò l’ultima strofa, abbassando poi lo sguardo sulla tastiera lucida del pianoforte.
And pray they don't grow up to be me
Dopo i soliti applausi
e le congratulazioni generali Wes prese la parola.
“Cerchiamo di fare presto, così
sarete tutti liberi di andare visto che ormai sono quasi le sette di sera”
disse il ragazzo asiatico, guardando poi un po’ preoccupato Thad.
“Oh sì ti prego”
pigolò questo “Voglio andare a morire a letto…”
“Ok, quindi….
Votiamo….” Wes batté a caso col martelletto,
richiamandoli all’ordine quando nessuno stava parlando.
“Si vota con ordine civile, se è
possibile” disse Thad, passando a Kurt dei fogli
bianchi “Ora la mia velina vi passerà questi
fogli” proseguì nella
spiegazione, mentre Hummel lo guardava male “Scrivete tre nomi, poi piegata il
foglio in quattro e mettetelo nell’urna…”
Tutti e due i capi consiglio
guardarlo in loro terzo, ovvero David che ci mise un istante a sollevare la
scatola bucata sopra al coperchio e che fungeva da urna….
“Perché c’è un cazzo disegnato
sopra?” domandò con eleganza Thad.
David scrollò le spalle “Perché è
così che io considero quest’idea…”
Tutti rimasero scioccati.
David non aveva mai e poi mai fatto
una cosa del genere.
Con lo stupore generale tutti
votarono, uscendo poi uno ad uno dalla stanza.
Kurt attese Thad,
poi lo prese a braccetto come se fosse un suo nonno anziano, e avviandosi verso
la stanza chiese “David ha preso a far uso di droghe mentre ero a casa?”
Blaine li guardo allontanarsi, sospirando e
arrivando da solo a capire che sì, doveva parlare.
E
con Thad.
Kurt
prese una pastiglia di Clorpromazina, ma Thad lo fermò “Non mi serve quella, non sto avendo un
attacco psicotico…”
“E
allora cosa?” chiese preoccupato Hummel, sedendosi in parte a lui sul letto.
Thad sospirò “Non prendo lo Xanax da più di quattro giorni e il mio fisico sente la
dipendenza, tutto qua”
Kurt
lo guardò attentamente negli occhi “Sei in astinenza?”
Harwood annuì “Già”
“Perché non lo prendi?”
“Perché
non mi va di continuare ad agire e pensare in funzione di uno psicofarmaco,
cazzo!”
Kurt
sospirò, mentre Thad si pentiva a poco a poco della
sua reazione eccessiva nei confronti del più piccolo.
Quella
sensazione di pesantezza allo stomaco, i crampi addominali, i giramenti di testa….
Era
tutto così dannatamente insopportabile da farlo incazzare.
Anche
se ovviamente sbagliava a prendersela con il solo che davvero si interessava a
lui.
Kurt
era il solo che sarebbe potuto riuscire a tirarlo fuori da quella merda, e non
lo sapeva.
“Scusami,
io sono un isterico di merda e…”
Kurt scosse il capo sorridendogli, prima di togliersi le scarpe e stendersi sul
letto, abbracciandolo per i fianchi e continuando così a sostenere che la
miglior terapia, per Thad, era quello di sentirsi ben
voluto.
E
lui aveva intenzione di stargli accanto, qualsiasi cosa sarebbe successa, anche
tornare al McKinley.
Thad non si fece di certo pregare e,
rapidamente, avvolse Kurt in un abbraccio appoggiando il viso sul suo capo e
chiudendo gli occhi.
Avrebbe
dato tutto, la macchina, la casa, qualsiasi cosa per poter strappare al più
piccolo un dolce bacio.
Ma
non poteva, perché Kurt stava con Blaine.
Kurt era di Blaine….
E
a lui doveva bastare il tiepido calore di un abbraccio fraterno.
Rimasero
immobili per molto tempo, poi il cellulare di Thad
squillò “È il fattorino con la pizza”
disse Harwood “Ho chiesto di chiamare quando arrivava…”
“Pizza?”
chiese stranito Kurt.
Thad annuì “Col cazzo che mangio il cibo
della mensa, sto male.” Bonificò piagnucolante, facendo ridacchiare Kurt “Ho
ordinato anche la tua preferita: bianca con le verdure grigliate” storse il
naso “Come cavolo fai a mangiare quello schifo…”
“È
deliziosa. Scendo io a prenderla… e scordatelo!”
disse velocemente Hummel infilandosi le scarpe e impedendo a Thad di prendere il portafogli.
“Ma…”
“Offro
io!” quasi si uccise, uscendo di corsa dalla porta e camminando veloce per le
scale sino all’ingresso, stringendosi poi nel blazer a causa dell’aria fredda
portata dalla pioggia.
Camminò
veloce, sempre più veloce fino a che non vide l’auto della pizza d’asporto,
raggiungendola velocemente e appoggiandosi al finestrino aperto con un sorriso.
“Buona
sera, sono Har…” si interruppe guardando in faccia l’addetto
alle consegne, che ricambiò lo sguardo con un misto di vergogna e dispiacere.
“Kurt…”
“Sam…?”
Continua…
Nda:
come
promesso ecco a voi la seconda parte in tempi molto ristretti!
Innanzi
tutto vado con alcune premesse:
-Odio con tutta me
stessa DaveKarofsky.
Davvero, per me è inconcepibile non solo il Kurtofsky
ma anche la sola esistenza di questo personaggio assolutamente incoerente che
passa dall’essere un autentica m***a al fare il patetico piangendo davanti a
Kurt
Detto questo aggiungo anche che la sua parte nella mia storia non è finita, ne
per Jeff ne, drammaticamente, per Kurt e Blaine.
Se voi lo amate e vi sentite offese dal ritratto che ne faccio beh, mi dispiace
ma non cambio la trama. Sappiate che per l’opinione che ho di lui lo tratterò
anche troppo bene nei capitoli che seguiranno.
-Prestate molta
attenzione allo scambio di sguardi tra Flint e Richard, diventar importante in
seguito.
-Le canzoni scelte
sono tra le mie preferite, come sempre, amo i FOB, i Cobra e quel figone di Justin dai tempi degli Nsync.
Grazie
come sempre ad H per averbetato e anche a D per aver dato una mano!
Grazie
a chi recensisce, finisco ora di rispondere^^
Al
prossimo capitolo!
Un
bacione
Jessy.
Ps: passate a leggere questa bellissima Hummerwood!
Non
era la felicità che gli mancava, visto che
l’aveva trovata sulle labbra morbide di Blaine.
Non
era nemmeno eccitato, aveva preso atto di quell'evento senza esaltarsi
eccessivamente, non andando al di là
di un sorriso compiaciuto.
Kurt
si sentiva libero.
Poteva
tornare al McKinley, esattamente come si era silenziosamente augurato per molto
tempo.
Era
davvero libero ti poter tornare nelle New Direction, di rivedere tutti i giorni
il sorriso solare di Mercedes, ascoltare
i discorsi egoistici di Rachel e quelli privi di senso logico di suo fratello.
Tornare
a casa la sera e stare con suo padre….
E
poteva sul serio, non solo perché teneva Karofsky in
pugno ma soprattutto perché si era reso conto di quanto davvero fosse
inoffensivo quel ragazzo.
Forse
aveva anche ragione riguardo la minaccia di morte, non avrebbe mai e poi mai
portato a termine quelle parole….
Ma
non importava più, perché Kurt poteva tornare a casa.
Eppure,
quella lieve euforia fu stroncata dal suo arrivo alla Dalton, quello stesso
pomeriggio.
“Sicuro
che vuoi iniziare da domani?” domandò Burt, fermando l’auto e tirando il freno
a mano.
Kurt
annuì lievemente “Non so se avrò il coraggio di lasciarli se aspetto molto… Da domani a mezzogiorno sarò di nuovo il solo gay
dichiarato del McKinley…”
Il
padre si limitò ad asserire,
mentre entrambi scendevano dall’auto incamminandosi verso il liceo “Stanotte
resti a dormire?”
Kurt
ci pensò su, poi scrollò le spalle “Penso di tornare a casa domani mattina e
passare la serata con i ragazzi. Sarà dura lasciarli….”
Burt
annuì comprensivo, poi salutò il figlio dirigendosi alla segreteria per ritirarlo dalla Dalton mentre il
giovane Hummel rimaneva un istante impalato al centro dell’ingresso,
guardandolo allontanarsi.
Per
Kurt la Dalton era una splendida prigione di cristallo, bellissima e
confortevole, ma che lo teneva stretto tanto da levargli il respiro, alle volte
fredda , ma facile da distruggere per tornare indietro alla sua vecchia vita.
Non si era mai sentito davvero parte di quel mondo, forse perché in cuor suo
aveva sempre saputo che quella era solo una soluzione estemporanea. Eppure gli
sarebbe mancato trovarsi lì.
Nick,
Jeff, Trent, Flint…. Gli
sarebbero mancati tutti quanti.
Thad e Blaine
soprattutto.
Sperava
davvero con tutto il cuore di tenere allacciati i ponti con loro, di vederli e
continuare a sentirli. Per un istante si sentì terrorizzato all’idea che magari
gli altri potessero avercela con lui, ma deglutendo lentamente regolarizzò il
respiro, incamminandosi verso l’ala della scuola adibita ai dormitori.
Arrivò
alla scalinata che conduceva ai vari piani e lì vide molti dei Warblers, accalcati a leggere qualcosa dalla bacheca.
“Che
succede?” chiese a Flint, che aspettava a parte, senza buttarsi in mezzo alla
mischia.
“Wes ha appena affisso i risultati della votazione, e ha
detto che se non ci crediamo ci fa anche vedere le schede…”
Kurt
annuì, mentre guardava Richard uscire dalla fila esultante.
Jeff,
che era stato dotato di una buona altezza dalla natura generosa, si sporse in
avanti leggendo i nomi. Sospirò, abbassando le spalle, e tornando verso il suo
ragazzo, salutando Kurt con un sorriso “Congratulazioni ad entrambi, siete
solisti” disse nascondendo un poco la delusione. Essa però permeava i suoi
occhi cangianti in modo così nitido che gli altri due non chiesero nulla.
Flint
lo guardò dispiaciuto “Non è giusto, sei stato bravissimo”
“Davvero non importa” replicò velocemente Sterling,mettendosi le mani in tasca.
“Chi
è passato?” chiese Trent raggiungendoli, teso.
Il
biondo si spremette le meningi “Loro due” disse indicando Kurt e Flint “tu, Thad, Rich, Nicky e Blaine.”
Nixon
prese ad esultare “Finalmente il mio momento è arrivato!” Mise una mano sulla
spalla del più alto “Mi dispiace
fratello, davvero”
“Fai pure, sono un tipo sportivo io”
“Tu
canterai, Jeff” disse risoluto Kurt, guardandolo negli occhi.
Sterling sorrise “Si certo, spero di avere una
parte significativa nella canzone corale ma…”
“No,
farai un assolo…”
Kurt
si avvicinò al foglio sul quale erano segnati i nomi, aprendo la cartella e
barrando il suo, sostituendolo con quello di Jeff.
“Ma
che fai?!” chiese il biondo sconvolto, mentre lo raggiungeva assieme agli altri
due “Tu te lo sei meritato, sei stato eccezionale e…”
“Me
ne vado” buttò fuori Kurt, richiudendo la penna e guardandolo affranto,
sentendo improvvisamente la tristezza piombargli addosso “Torno al McKinley….”
Il
silenzio calò pesante sui tre Warblers, che rimasero
intontiti a boccheggiare.
Flint
riuscì a riscuotersi per primo “C-cosa?? Non puoi
andartene!” sbottò, ancora
stravolto “Tu… no! Non puoi lasciarci così!”
Kurt
portò gli occhi a terra, sospirando “Lo so…. Ma,
ragazzi ho la possibilità di tornare al mio vecchio liceo e…”
“Scaricarci!”
concluse Wilson, passando dallo stranito all’infuriato “Non posso crederci
Kurt! Davvero, non pensavo fossi
così..”
“Così
come?” chiese Hummel, senza capire.
“Opportunista”
terminò acidamente il morettino “Ora che le ND vanno alle Nazionali vuoi
partecipare anche tu immagino…”
Kurt
ci rimase parecchio male, tanto che sul momento non riuscì a trovare le parole
per spiegarsi o insultare Flint.
Ma
ci pensò qualcun altro.
“Senti
Wilson, dacci un taglio. Capito?” Thad scese le scale
velocemente, fissando con espressione dura il moro.
“Se
no che mi fai? Mi picchi per difendere il tuo innamorato?” domandò tagliente
Flint.
Harwood lanciò una breve occhiata a Kurt prima
di fare un passo verso Flint “Non picchio le ragazze…”
Sterling si mise in mezzo, appoggiando una mano
sulla spalla del suo ragazzo e sussurrandogli un ‘finiscila’ appena udibile.
Wilson
lanciò un ultima occhiata rancorosa a Kurt, prima di salire le scale,
immediatamente seguito da un torvo Trent. Jeff invece
si voltò verso Kurt “Scusa io…. non so cosa gli sia preso….”
Kurt
scosse piano il capo “Non importa. Ha le sue ragioni per…”
“No,
non le ha” lo corresse duramente Thad prima di
ammorbidire il tono, accarezzando i capelli di Hummel “è la tua vita, sono tue
decisioni.”
Jeff
annuì “Questo è vero e, per quel che vale, mi dispiace che tu te ne vada” Si
avvicinò ulteriormente, abbracciandolo “Ci mancherai.”
Kurt
ricambiò brevemente la stretta,
sorridendo triste “Anche voi”
Jeff
si staccò, sorridendo, prima di avviarsi alle scale. Salì un paio di gradini
prima di voltarsi verso il controtenore un’altra volta “Grazie ancora…. Davvero.” Indicò la lista dei nomi dei solisti “Se
hai bisogno di qualsiasi cosa, sappi che io sono in debito”
Kurt
scrollò le spalle “Va bene così Jeff, te lo meriti”
Quando
il biondo sparì su per le scale Thad si voltò verso
Kurt “Come ti senti?”
“Uno
stronzo” replicò Hummel “Ma parliamone di sopra…”
Harwood annuì seguendolo verso il dormitorio “Blaine lo sa?”
“Sì,
l’ho chiamato mentre tornavo qui. E comunque lui mi ha spinto a cercare di
aggiustare le cose. Ora che tutto è tornato a posto da sé è felice per me…”
Thad aprì la porta della stanza, pronto a
sputar fuori quella domanda che stava ustionandogli la lingua “E…. Rimanete insieme lo stesso?”
Kurt
annuì, sfilando la valigia da sotto il letto e appoggiandola lì sopra
“Certamente, abbiamo già deciso che ci vedremo ogni volta che potremo…. Verrò io qui o verrà lui a Lima di pomeriggio…. Usciremo i weekend….
Cose così insomma”
Harwood si sedette sulla trapunta, sospirando “Capisco”
Kurt
notò una certa tristezza nel suo tono e nel suo sguardo, così lasciò perdere le
camice per sedersi accanto a lui “Anche se ora me ne vado ciò non significa che
io ti abbandono” disse fissando il pavimento “Se dovessi sentirti male, se
dovessi aver bisogno di me io ci sarò sempre Thad. Te
l’ho promesso”
Il
più grande gli sorrise dolcemente “Lo so, Poockie”
sussurrò prima di appoggiare il capo alla sua spalla. Kurt sospirò, fissando un
punto imprecisato della parete e cadendo in un silenzio assorto.
“A
che pensi?” chiese Thad.
“A
quando sono arrivato qui” replicò il più piccolo.
“Non
dovresti portare alla mente dei ricordi così traumatici” esclamò sarcastico Harwood,
facendo ridere Kurt.
“Invece
credo proprio che tutto questo mi mancherà sai?” Si guardò attorno, come per imprimere nella
memoria ogni angolo della stanza “Quando sono entrato qui dieci minuti fa mi
sono sentito come la prima volta. Disorientato e affascinato.”
“Non
pensavo, però, che tu desiderassi tanto andartene”
“Nemmeno
io in realtà. È recente questa sensazione di oppressione” provò a spiegare il
più giovane “Mi dispiace…”
“Fai
bene” Thad si alzò, stiracchiandosi “Rimani stasera?” Kurta annuì “Vado via domani in mattinata….
Il preside Figgins
ha detto che sarò un alunno del
McKinley da domani a mezzogiorno”
Thadassentì
“In tempo per le prove del Glee?”
“Si,
ma vorrei puntualizzare che quello che Flint ha detto è…”
“Una
stronzata, lo so. Non l’ho mai pensato” Harwood
sorrise ancora, prima di prendere un cambio di intimo dall’armadio “Ora scusa
ma faccio una doccia veloce, intanto che tu prepari le valige”
Kurt
annuì, passandosi una mano tra i capelli “Se vuoi puoi finire il mio
bagnoschiuma, tanto è quasi vuoto e non voglio rischiare che si apra in
valigia”
“Come
preferisci”
Harwood entrò in bagno, chiudendo a chiave e
andando ad agganciare subito il cellulare alle casse da computer che usavano
per ascoltare la musica mentre si
lavava. La canzone iniziò a coprirgli i pensieri mentre si sfilava
lentamente la divisa, lasciandola cadere sgraziatamente sul pavimento del
bagno.
Si
spogliò completamente prima di entrare nella doccia.
Crawling
in my skin
these wounds they will not heal
fear is how i fall
confusing what is real
There's
something inside me that pulls beneath the surface
consuming/confusing
this lack of self-control i fear is never ending
controlling/i can't seem
to find myself again
my walls are closing in…
Annegò
il viso sotto il getto caldo dell’acqua, ma esso non lo salvò dai singhiozzi
che iniziarono a scuotergli le spalle.
Per
paura di essere scoperto si portò una mano alla bocca mentre scivolava verso il fondo della doccia,
tenendo la schiena appoggiata alla superficie fredda della mattonelle. E lì rimase, seduto con le ginocchia
tirate al petto e la fronte su di esse, a piangere.
ThandHarwood non
aveva mai pianto, nemmeno da bambino.
Non
faceva i capricci perché sapeva che a nessuno importavano.
Eppure,
in quel momento, desiderò davvero per la prima volta che qualcuno si curasse
delle sue lacrime.
Ma
non accadde.
“Che
posto squallido” Kirk si guardò attorno mentre allentava appena la sciarpa,
stando ben attento a non appoggiarsi da nessuna parte dentro a quella vecchia
capanna per gli attrezzi “Nemmeno la scuderia dove teniamo i cavalli è così lercia…”
“Cavalchi,
Kirk?” chiese Nick, aprendo una delle lattine di birra che Thad
stava prendendo fuori dal buco sotto le assi del pavimento.
“Gioco
a polo di tanto in tanto” confermò Kirk, osservando critico una bottiglia di
vino rosso.
“E
fai il cavallo, il fantino o la mazza?” domandò Duvall, scatenando le risate
generali “Tutti mi prendono in giro per il naso, ora è il mio turno!”
Kurt
aprì un paio di fazzolettini di carta, appoggiandoli con cura sul ripiano
impolverato di un vecchio tavolo di ferro, prima di sedersi lì sopra, accanto a
Blaine.
“Non
fare quella faccia” Disse Anderson, spingendo piano la spalla contro quella del
suo ragazzo “questa specie di festa è per te”
“La
ThreeSixMaphia, come
vedete, funziona alla grande” confermò con orgoglio Jeff, passando un enorme
pacco di patatine a Trent che subito ci si buttò
quasi dentro.
“E
ora perdiamo un membro fondamentale del progetto” sbuffòThad guardando Kurt “Chi ci farà
da palo ora?”
Hummel
prese a ridacchiare, prendendo uno pseudo cosmopolita che Nick gli aveva appena
finito di preparare “Magari ora faccio io il corriere dell’alcool. Se ve lo
porto da Lima è ancora meno sospettabile no?”
Duvall
lo abbracciò di slancio, lasciandogli un bacetto sulla guancia “Mi mancherai,
ma sei più utile così!”
“Oh
grazie eh!” si finse indignato l’interessato, sgusciando via dalla sua presa.
Si
appoggiò inavvertitamente al
petto di Blaine con parte della schiena, ma per la
prima volta non scattò via come se avesse preso la scossa.
Arrossì
lievemente, risedendosi composto mentre Anderson gli sorrideva dolcemente.
“Oddio
siete da diabete” disse Trent, semi disgustato.
“E
se lo dice lui dovete crederci” insistette Nick, facendo ridere gli amici.
“Ora
che se ne va Kurt perdiamo il controtenore” disse tra sé e sé Ethan “E dobbiamo cambiare il numero di apertura della
notte dei fuochi”
“C’è
tempo per quello” lo liquidò in fretta Wes,
stringendosi nella giacca mentre con una mano faceva segno di lasciar correre
“Stasera è per Kurt, godiamocela sperando di non essere beccati e sospesi!”
“Non
ci viene mai nessuno, siamo belli lontani dal campus” gli fece notare David.
“Possiamo
anche cantare!” disse di punto in bianco Nick, ridacchiando.
“Ecco
questo è un po’ eccessivo però…” Thompson ci provò a salvare la situazione, ma subito
Nick e Jeff balzarono al centro della stanza, iniziando a cantare.
Si
avvicinarono a Kurt mentre questo li guardava divertito.
Erano
davvero bravi quei due, in coppia specialmente.
Peccato
che Nick fosse etero, pensò Hummel, dandosi poi mentalmente del bastardo. Ma
infondo era ancora in collera con Flint.
Continuò
a fissarli mentre cantavano,
presi dall’euforia, saltellando in giro, con gli altri a battere le mani a
ritmo.
Wes lanciò un’occhiata nervosa fuori dalla
finestra ma, effettivamente, non sembrava esserci nessuno.
Don't
leave, take it from me,
You're my
dirty disease.
I can't
take that, I can't take that
My flatlined inhibition is my ammunition
I'm just
fighting to get by
Just give
me some direction
I'll be
your affection
How could
you leave me behind
Il
testo era molto appropriato e contando quanto poco ci avevano messo a
sceglierlo, Kurt si chiese se i
loro cervelli fossero un qualche modo connessi telepaticamente.
Thad si alzò in piedi, scrollandosi la
polvere dai jeans prima di attaccare con un pezzo lento.
If seconds
heal the wounds
I'll put
these tips on you
When faith
is left to prove
It's all
you have to lose….
Kurt
gli sorrise ingenuamente, non soppesando le parole di quella canzone così come
non aveva mai fatto.
Semplicemente
non capiva i messaggi subliminali che Harwood gli
trasmetteva cantando, e di certo non lo faceva apposta.
Dopo
Lost, nessuna canzone gli sembrava da prendere un
serio.
Pensava
che Thad scherzasse esattamente come gli aveva detto
quel pomeriggio e il maggiore ne era consapevole. Si era tirato la zappa sui
piedi da solo.
Blaine, che di certo non si era perso una
solavirgola delle espressioni facciali
di Thad mentre cantava notò subito gli occhi neri del
capo consiglio guizzare in un paio di occasioni verso Kurt e, colto lievemente in contropiede, si irritò appena.
Alzò
la voce, cantando al suo posto e coprendo
parzialmente la voce, un po’ anche perché appena Anderson prese il controllo
della situazione Harwood si zittì subito.
Non
aveva il diritto di mettere sotto la voce del ragazzo di Kurt, anche se vocalmente poteva, eccome.
I'm a mess
and you're worse
Just give
me time
To give
you a waste of time
One of
those nights
When you
leave me for no reason
I'llgiveyou
a reason
Non
è ben chiaro come, ma Wes aveva la capacità di
percepire subito quando l’aria cambiava iniziando a tirare per il verso
sbagliato, così si alzò in piedi battendo le mani “Tutti bravissimi ma non sfidiamo la sorte. Se ci beccano non oso
pensare a che ci fanno…”
“Anche
perché vi si sente da metà campus” tutti si voltarono verso la porta sulla
quale sostava a braccia incrociate Flint Wilson. Non tutti erano a conoscenza
del motivo per il quale non si era presentato fino a quel momento, ma di certo
non ci volle molto ad arrivarci “Kurt potresti venire un istante con me? Vorrei
scusarmi per oggi..”
“Davvero
non importa…”
“Per
favore, per me significa molto…”
Kurt
annuì, scendendo dal tavolo e uscendo, portando con se il bicchiere di carta
rosso ancora pieno.
Seguì
il morettino fino al limite della scuola, arrivando alla staccionata di legno
dipinta in bianco “Io ci tengo a dirti un paio di cose”
“Davvero
non occorre” forzò un sorriso Kurt, mentendo “Io non me la sono presa, posso
capirti è stato tutto così inaspettato anche per me.”
“No, il fatto è che ho scaricato su di
te le mie frustrazioni…. Kurt…
“Gli occhi grandi di Flint si calamitarono a quelli lievemente a mandorla di
Kurt, guardandolo serio “Io e te…. Siamo amici dal
tuo arrivo. C’è sempre stata una certa affinità tra noi e ora più che mai”
Kurt
rimase un istante in silenzio “In che senso scusa?”
Il
morettino non parlò per un
istante poi, lentamente, prese a spiegare “Io me ne devo andare….”
Gli
occhi di Hummel si allargarono consapevoli “Non dirmi che….
Tua madre”
“Già…”
“Dove?”
“New York”
Hummel
rimase per qualche secondo senza
parole, incapace di dire una singola
parola “Mi dispiace davvero tantissimo”
Flint
abbassò lo sguardo, mentre il
viso si contorceva in una smorfia sofferente “ È così ingiusto, Kurt…. Io qui stavo davvero
bene”
“E
Jeff sa che..?”
“No
e non intendo dirglielo ora…. Lo sapete tu e Trent”
L’altro
sospirò, portando una mano sulla spalla dell’amico “Io non so che dire…. Ma non ci sono possibilità che lei…”
“Cambi idea?” una risata fredda uscì dalle labbra del moro “Mi seppellirebbe
piuttosto che sacrificarsi un minimo, ne sono certo”
Kurt
stava per aggiungere qualcosa, ma
l'espressione terrorizzata di Flint lo fece desistere. Fissò lo stesso punto e per poco vomitò
per lo spavento.
“Cazzo
quella è la Cooper che punta verso il capanno degli attrezzi??”
Flint
lo tirò con sé dietro alla
staccionata e in fondo a un piccolo fosso, al limitare del campo, nel quale si
accucciarono.
Velocemente
il moro prese il cellulare, chiamando Jeff “Uscite subito! Arriva la Cooper!”
disse concitato senza permettere al suo ragazzo nemmeno di rispondere alla
chiamata decentemente.
-Come scusa?- la voce del
biondo gli arrivò confusa.
“Uscite
dalla finestra laterale e scappate nel fosso all’inizio del campo. Io e Kurt
siamo qui. Veloci!”rimise il telefono
in tasca, appoggiandosi con la schiena contro la ripida discesa del fossato, attendendo.
Kurt
prese a mangiarsi violentemente le unghie mentre, senza farsi vedere, fissava
la professoressa di matematica parlare con l’anziano custode, prima di
incamminarsi di nuovo a passo svelto verso il capanno.
“Ma
che fanno?? Perché non escono??” chiese con voce stridula.
Si
metteva male…
-Uscite dalla
finestra laterale e scappate nel fosso alla fine del campo. Io e Kurt siamo
qui. Veloci!.-
Jeff
rimase un attimo a boccheggiare guardando agitato oltre la porta aperta per
metà e vedendo, in lontananza, la prof di mate e il custode parlare “Oh…. Cazzo…”
“Troppo
forte il drink? Ci volevi più cedrata?” chiese Thad,
preoccupandosi di aver caricato troppo il gin lemon.
Il
biondo scosse il capo, indicando la porta. Tutti si voltarono e in un attimo il
panico fu.
“Oh
no! Mio padre mi uccide!” disse Kirk.
“Tuo
padre?” chiese Blaine impallidendo “MIO padre, mi
prende, mi toglie tutto, mi fa soffrire e poi mi uccide!”
Thad prese entrambi per le spalle “Calmi,
ora. Devono esserci vie di fuga”
“Flint
ha detto di uscire per la finestra laterale e correre nel fosso, nel campo
insomma!” stridette Jeff, nel panico più totale.
“Ok
correte allora” disse Harwood prendendo Nick per il
collo della camicia mentre si avvicinava alla finestra “Non possiamo lasciare
l’alcool in giro, aiutami a sistemarlo”
“Perché
non può farlo Jeff?” Piagnucolò Duvall, chinandosi e buttando tutti i bicchierini, anche quelli pieni, nel buco del
pavimento.
“Lui
ha il ragazzo, io e te siamo soli e abbandonati a noi stessi” rispose sbrigativo
Thad, mettendo via un paio di bottiglie “E poi lui è
troppo lento! Dai su su!”
Jeff
fu il primo ad uscire, grazie alle gambe lunghe non gli fu poi così difficile.
Poi
lo seguì subito Kirk, correndo direttamente alla staccionata a buttandosi nel
campo, rischiando anche di cadere. Kurt e Flint sospirarono sollevati quando
anche Cameron e Ethan li raggiunsero.
“Dai,
veloci” ordinò Wilson, guardando
preoccupato il suo ragazzo che con l’aiuto di Richard cercava di tirare fuori Trent. Solo quando il ragazzo cadde quasi di faccia
notarono che a spingerlo da dietro c’era anche Andrew, che si buttò a pesce su
di lui seguito da Jesse e Nelson. Blaine
fu il successivo e finalmente Kurt poté
tornare a respirare. Wes e David erano appena accorsi
dopo di loro quando Jeff e Rich si allontanarono dalla finestra dopo aver aiutato
anche Las.
“Dove
è Thad?” chiese spaventato Kurt, guardandosi attorno, per poi rivolgersi a Blaine “Perché lo avete lasciato indietro?”
“Stava
sistemando le bottiglie con Nick, non so…”
Appena
avvertì il nome dell’amico Jeff, che era appena arrivato affianco a Flint
praticamente strisciando, fece per alzarsi e correre ad aiutarlo, ma il suo
ragazzo glielo impedì.
“Fermo,
ormai non possiamo far altro che aspettare” gli disse il morettino, colmo
d’ansia.
Rimasero
tutti in silenzio, trattenendo il fiato mentre la professoressa e il signor Allman entravano nel capanno….
Nick
guardò attorno a sé,
controllando che non fosse rimasto fuori nulla prima di prendere le assi del
pavimento e risistemarle in modo tale che il buco sparisse.
Thad vi stese sopra un vecchissimo tappeto
pieno di polvere e,in quel momento, la voce della professoressa sembrava
provenire proprio da dietro la porta.
“Che
facciamo?” bisbigliò spaventato Duvall.
Non
avevano vie di figa.
Thad presa a ragionare velocemente “Siediti
sul tappeto.”
“C-cosa?”
Harwood si lasciò cadere a gambe incrociate,
tirandosi addosso Duvall che dovette appoggiare le mani a terra ai lati
dell’altro ragazzo, su quella massa di sudiciume polveroso, per evitare di cadere.
E
poi, mentre la porta si apriva, il terrore diventò ancora più acuto perché le
labbra di Thad, e soprattutto la sua lingua, a
contatto con la sua bocca.
Rimase
del tutto imbambolato mentre Thad si fingeva da prima
scioccato e poi del tutto spiazzato per quell’intrusione, supplicando e
impietosendo la professoressa di non dire nulla a suo padre.
Di
non dire nulla a nessuno.
Dopotutto
anche la Cooper non riusciva molto bene ad esprimersi, aveva trovato due dei
suoi studenti avvinghiati in un vecchio e polveroso capanno.
Due
studenti insospettabili, tra l’altro, figli di buona famiglia e sempre
educatissimi.
Beh,
almeno con lei.
Quando
la donna uscì quasi di corsa, sotto lo sguardo perplesso del custode che si
adoperò a seguirla, Thad attese qualche istante prima
di scoppiare a ridere.
Una
risata quasi isterica e liberatoria.
“Ma
sei un coglione!” Nick iniziò a tempestarlo di schiaffi sulla spalla “Tu…. Tu…”
“Ti
ho salvato il culo, Duvall. Ma l’hai vista!? Non avrà mai il coraggio di dirlo
a nessuno!”
Nick
lo guardò con istinto omicida “E nemmeno tu lo farai! Dio che schifo non posso
ancora crederci”
“Amico
una cosa è certa” Duvall lo guardò negli occhi “Non sei gay”
“Bella scoperta, signor Volta”
Thad ridacchiò mentre uscivano insieme dal
capanno “Sembra un porno…. Due giovani, un capanno
lurido, la persona che li scopre.”
“Che
trama scadente”
“Te
ne intendi eh?”
Nick
sospirò “Sai, quando non hai la ragazza...”
Haarwood annuì comprensivo “Ti capisco amico” Fece per
abbracciarlo ma questi lo spinse.
“Per
un po’ non toccarmi, ok? Prevenzione…” sbottò sbrigativo, prima di muoversi
tattico verso Sterling che si stava avvicinando,
confidando nel buon senso di Thad.
Sperava
solo che stesse zitto, nient’altro…
L’alba
accarezzò il campo e la Dalton pigramente, illuminando un gruppo di ragazzi
ancora seduti a terra sull’erba inumidita dalla rugiada mattutina.
Aprile
era iniziato da circa una settimana e a sostituire la gelida aria invernale era
arrivato un fresco vento primaverile.
Kurt
infilò il naso nella kefia che portava al collo,
rabbrividendo appena mentre Blaine stringeva di più
il braccio attorno alle sue spalle, guardando perso verso il nuovo giorno che
sorgeva.
Nick
sospirò, osservando il cielo farsi color pesca con un sorrisetto, mentre teneva le gambe stese e il busto sollevato
tenendosi puntellato sui gomiti. Lentamente ruotò il capo di lato, osservando
Flint seduto a gambe incrociate a pochi metri da lui, con Jeff che teneva il
capo appoggiato alle sue ginocchia.
Ed
era palesemente addormentato.
“Come
fa a dormire sul terreno umido non lo so” disse Duvall scuotendo piano la testa
“Avrà male alle ossa per giorni”
“Parli
come mio nonno, sai?Justin Timberlake
dei poveri..” Lo prese in giro Wilson, passando le dita affusolate tra le
ciocche dorate del suo ragazzo.
Nick
gli fece la linguaccia, prima di spostare gli occhi su Thad
che sembrava addormentato, appoggiando con la schiena alla discesa del fosso e
le mani incrociate sul ventre.
Non
poteva dirlo, visto che sugli occhi teneva un paio di Rayban
scuri.
Ma
in realtà Harwood non stava dormendo. Pensava.
A
rompere quell’irreale silenzio fu Wes che si alzò,
gemendo appena per il dolore agli arti
“Tra un’ora e mezzo dobbiamo esserea
colazione, mediamente decenti magari. Vado a farmi una doccia”
“Anche
io vengo” aggiunse David
allungando una mano verso di lui per farsi aiutare.
“La
fate insieme?” domandò Thad con voce roca, prima di
tendere le braccia al cielo e stirarsi.
Kurt
riemerse dalla dormiveglia in cui era caduto e cautamente si staccò dal petto
di Blaine, che lo aiutò ad alzarsi in piedi “Ho
dormito molto?” chiese con la voce impastata dal sonno.
Anderson
scosse appena il capo, guardandolo dolcemente “Ti sei appisolato un attimo…”
Flint
prese Kurt, portando una mano attorno ai suoi fianchi e incamminandosi verso la
scuola “Vieni, voglio salutarti per bene” bonificò facendo ridacchiare l’altro
“E smettila di pensare male”
Trent e Nick passarono accanto a Blaine sostenendo Jeff come se fosse una vittima di guerra,
mentre Duvall chiamava Flint continuando a ripetere che doveva curarsi lui del
suo ragazzo.
Blaine però non si mosse verso la scuola per
seguire gli altri, bensì si avvicinò a Thad che stava
trafficando con un accendino e una sigaretta.
Gli
porse una mano per farlo alzare ma quello lo guardò da sopra la linea degli
occhiali “Sto bene dove sto, grazie”
SospirandoBlaine si
lasciò cadere accanto a lui, a sedere, non potendo evitare di notare uno sbuffo
scocciato del ragazzo.
Lo
ignorò.
“Da
bambino, mio padre solitamente mi portava a vedere l’alba sul lago che…”
“Senti
arriva al punto” disse rapidamente Harwood “Anche io
ho un padre di merda. Non voglio le tue parabole di vita, ti sei seduto qui per
parlarmi quindi fallo”
Blaine sospirò, continuando a fissare davanti a
sé “Ho capito tutto”
“Cosa?
Come si eseguono le divisioni in colonna?” lo prese in giro Thad.
“No”
replicò secco il solista “Tu sei innamorato di Kurt”
Thad sentì un vuoto all’altezza dello stomaco
ma con la solita nonchalance
fece finta di nulla “Non so di che parli. Non sono una ragazzina spensierata
come te”
“Offendermi
non cambierà le cose”
“Sono
etero e io non mi innamoro” Harwood si voltò di tre
quarti verso di lui, guardandolo attentamente negli occhi “Vuoi che ti offenda
sul serio? Benissimo. Tu per me sei solo un ragazzino sfigato, imballato di
soldi che pensa di essere superiore agli altri e nasconde questa cosa dietro a
smaglianti sorrisi gentili. Vivi per compiacere gli altri perché sentirti amato
compiace te stesso visto che sei cresciuto nell’indifferenza totale di tuo
padre. Sei gay per questo motivo? Perché ti è mancato il suo amore? Possibile.
Non lo so e non mi interessa un cazzo. Sei può falso di una moneta da tre
dollari e quando Kurt se ne accorgerà ne riparleremo”
Blaine strinse i pugni “Pensi male come sempre.
Io non sono come te, visto che ti sei descritto da solo” Thad esplose in una risata senza colore, alzandosi in
piedi “La differenza tra me e te è che tu ti credi meglio di me…. Io, personalmente so solo che tu sei peggio”
Si
allontanò a grandi passi, risalendo il fosso e scavalcando con un salto deciso
la staccionata mentre Blaine rimaneva immobile, con
il cuore che batteva veloce per la rabbia repressa e la consapevolezza che ci
aveva visto giusto.
Continua….
Nda:
Salve
a tutti!
Ora
devo salutarvi perché scappo una settimana in Egitto con la mia migliore amica
e praticamente non mi connetterò!
Il
capitolo lo so che è breve rispetto agli altri ma ho postato 2 volte questa
settimana quindi gioite che non vi lascio fino al sette senza niente susu!
Un
paio di noticine come sempre.
La
scelta delle canzoni stavolta è puramente emozionale.
Quella
cantata da Thad è favolosa, visto che i LP sono la
sua band preferita ho pensato di metterla.
Vi
metto la mia traduzione personale così capite tutto.
È
perfetta:
Strisciando dentro la mia pelle
Queste piaghe non guariranno mai.
Sono caduto per paura
Confondendolo con ciò che è reale.
Dentro di me, sotto la superficie c'è qualcosa che preme
Consumando, confondendo
Temo che questa assenza di autocontrollo sia senza fine
Controllando, non mi sembra
di ritrovare me stesso
Le mie pareti mi stanno intrappolando.
Mentre
invece quella dei Cab è una simpatica presa in giro a
Kurt paragonando la notte che passano insieme a bere con una di sesso xD
Grazie
a H che ha betato l’ultima parte per consentirmi di
postarla in pochissimo tempo!
Grazie
a chi continua a recensire nonostante sia al mare! Grazie davvero!
Ci
sentiamo tra una settimana (e un paio di giorni)
Un
bacione, Jessika.
Ps: io patteggio sempre per ThadxD anche dopo questo scontro
piccino picciò!
Kurt
se n’era andato da pochi minuti, lasciando la Dalton un’oretta prima dell’inizio delle lezioni,
eppure Blaine non riusciva ad abbandonare quel
maledetto parcheggio, sperando che il suo ragazzo facesse marcia indietro
tornado così da lui.
Ma
sapeva che non sarebbe successo.
Tuttavia,
scacciare quel pensiero egoista, gli parve impossibile. Avrebbe dato tutto per
la felicità di Kurt.
Persino
la sua.
Girò
sui tacchi, dirigendosi lentamente verso la segreteria e compilando il foglio
di esonero alle lezioni, segnalando che non si sentiva in forze a sufficienza per
poter frequentare quel giorno.
Ne
la segretaria ne la preside stentarono a credergli.
Passare
la mattinata a deprimersi a letto non sarebbe servito, ma visto che quella
sarebbe stata la prima di molte, tanto valeva iniziare.
Arrivò
al suo piano, spalancando la sua porta per poi chiederla a chiave per infilarsi
il pigiama e buttarsi sul letto.
Avrebbe
dormito tutto il giorno, sino a sera, per poi chiamare Kurt con tono allegro
per domandargli come fosse andato il primo giorno al McKinley.
Si
addormentò tormentato, passando così le prime ore della mattina, e decidendo
inconsciamente di non svegliarsi fino alle dieci e quarantacinque quando
qualcuno pensò bene di iniziare a prendere d’assalto la sua porta.
Era
Ethan.
“Che
succede?” chiese Anderson portandosi una mano tra i riccioli scompigliati, dopo
essersi appoggiato allo stipite della porta.
“Thad ci vuole ora. Riunione d’emergenza” disse Moore.
“Ma…. E le lezioni?” domandò a quel punto Blaine, controllando l’ora “Solo che….
Cavolo, i professori saranno furiosi.”
“Un
po’, visto che nessuno di noi si è presentato alle lezioni” ammise l’altro, e
subito dopo Blaine notò che anche lui era in pigiama
“Ma Harwood dice che è urgentissimo quindi devi
venire di sopra in camera sua”
Il
solista annuì poco convinto, tornando in stanza solo per prendere il cellulare
e infilarsi la vestaglia con applicato sopra il logo della Dalton.
Nella
stanza di Harwood c’era il mondo. Quest’ultimo sedeva
sulla scrivania insieme a David e reggeva in mano il martelletto di Wes.
“Fermi
tutti” disse Duvall entrando “Ora Thad detiene il
potere? Oh cazzo, questo è il primo sintomo dell’apocalisse imminente!”
“I
Maya avevano torto, il mondo finirà a metà aprile 2011” gli diede man forte
Flint, mentre il suo ragazzo si sedeva assonnato al suo fianco.
“Quando
avete finito di prendermi per il culo, io inizierei la riunione extraordinaria
di oggi”li riprese subito Thad.
“Che
come oggetto avrebbe…?” Kirk lo guardò, incalzandolo.
“Salutare
come si deve Kurt” terminò Harwood, mentre una serie
di mormorii si diffondevano per la stanza.
“Ma
non lo abbiamo già fatto stanotte?” chiese Jesse,
scollando le spalle.
“Sì
ma non nello stile dei Warblers” aggiunse David.
“Cioccolatino
ha ragione” Annuì vistosamente Thad “Blaine?”
“Sarebbe… perfetto” Il solista sorrise appena, da seduto
sopra al letto che prima apparteneva al suo ragazzo “Avrei anche la canzone adatta…”
“Ma
è uno spreco di energie” disse Nelson scollando la chioma afro “E poi dobbiamo
prepararci alla notte dei Fuochi e…”
“Oh
tappati la bocca, Wright” Lo interruppe stizzito Wilson “Tu manco hai ottenuto
un assolo!”
“E
allora??” replicò piccato questi “Dobbiamo preparare la coreografia di gruppo”
“Salutare
un amico non è uno spreco di energie” aggiunse Trent
“Per me si deve fare…”
“Anche
per me, ovviamente…” Disse Andrew.
Thad diede una sonora martellata sulla
scrivania, zittendo tutti “Mettiamola ai voti, come sempre…”
guardò gli amici un istante “Chi è d’accordo con questa mozione?”
Lentamente
tutti iniziarono ad alzare le mani eccetto Nelson, persino Jesse
parve convinto.
“Perfetto,
direi che è ufficiale… Ora prima di decidere la
canzone che andremo a cantare…” Nick alzò timidamente
la mano “Dimmi, Duvall”
“Thad scusa ma…Wes dove è?”
Harwood guardò David “A lezione”
Tutti
i Walblers sgranarono gli occhi, visto che aveva
fatto l’after fin dopo l’alba, ma nessuno replicò.
La
sua dedizione era ammirevole.
“Come
si svolgerebbe il nostro ‘saluto’ a Kurt?” chiese Jeff, svegliandosi dal
letargo e rizzandosi.
“Non
so…Blaine?” chiese David.
“Posso
chiedere a Mercedes, la migliore amica di Kurt, di richiamare tutti quanti in cortile… Lì c’è molto spazio” disse il solista, ricordando
la sola volta in cui si era avventurato al McKinley.
Per
dare coraggio a Kurt.
Per
iniziare un rapporto praticamente esclusivo….
….
Perché gli sembrava di doverlo chiudere?
No,
doveva pensare che quello sarebbe stato solo un nuovo inizio, insieme.
“Possiamo
fare così” disse Thad “Hai la canzone allora?” Blaine annuì “Ok allora siamo a posto…
Oh, volevo solo informarvi che per lo spettacolo parrocchiale di inizio giugno
canteremo Judas si Lady Gaga”
Tutti
alzarono gli occhi, stravolti.
“Harwood… Hai letto il testo di quella canzone?” domandò
Kirk.
Il
capo consiglio ghignò “Ovviamente si…”
Nick
lanciò uno sguardo a Jeff “Io corro a chiamare Wes…Tuimbavaglialo!”
Blaine lanciò un ultimo guardo a Kurt, prima di
incamminarsi verso il cortile.
Ma
Hummel non lo notò, troppo preso dai suoi amici.
Il
solista dei Warblers sorrise quasi inconsciamente,
prima di riprendere a camminare verso il parcheggio.
Era
felice lì, glielo leggeva negli occhi.
E
gli bastava.
L’intensità
dei loro sguardi per tutta la durata della canzone poi non aveva fatto altro
che confermargli che non sarebbe di certo stata la distanza di un’ora
d’automobile a separarli.
Quel
testo gli aveva aperto gli occhi, non tanto mentre lo selezionava per cantarlo
a Kurt, ma tanto mentre lo eseguiva.
Avrebbero
sempre avuto un posto solo per loro, chiuso dentro i loro cuori, dove non si
sarebbero mai allontanati per davvero.
Ma
era giusto che entrambi volassero con le loro ali, liberi di seguire le loro
strade che si sarebbero sempre incrociate a metà.
Camminò
lentamente, portandosi le mani nelle tasche, seguendo la scia di Nick e Jeff,
che insieme a Thad lo avevano accompagnato nella
stessa auto.
“Ma
perché hanno un pianoforte in cortile?” chiese Duvall di punto in bianco
facendolo sorridere.
“Sono
all’avanguardia qui” confermò Thad, guardandosi
attorno “Però la Dalton
ha sempre la sua classe…”
Anche
per il capo consiglio non era stato facile.
Per
niente.
In
cuor suo era ormai certo che le cose dovevano andare così e basta, e
quell’arrendevolezza iniziale aveva fatto spazio ad una certa consapevolezza
che quei due erano destinati a stare insieme.
Era
il primo ad affermarlo e a testimoniare che davvero Kurt era innamorato di
Anderson, non lo avrebbe mai messo in dubbio.
Eppure
pensare che solo lui potesse renderlo felice era ancora straziante da
accettare.
Non
si sarebbe mai messo in mezzo, questo era certo, ma ormai si era abituato ad
avere Kurt con se almeno come ancora di salvezza. Certo, scaricargli addosso il
peso dei suo problemi non era il massimo, eppure anche solo quel velocissimo
abbraccio che gli aveva dato durante la canzone lo aveva scaldato e
rassicurato.
Sperava
davvero di vedere la promessa mantenuta, di continuare a sentirlo vicino a se
in qualche modo.
E,
sebbene sentirlo, anche se piano, che mai avrebbe detto addio ad Anderson,
fosse arrivato come una coltellata al suo cuore già di per se martoriato,
continuava a ripetersi che andava bene così.
Fingere
sorrisi, per lui, non era affatto difficile.
“Torniamo
alla Dalton a letto” disse sbrigativo Jeff, sbadigliando sonoramente e
portandosi una mano tra i capelli “Abbiamo fatto l’alba, e le poche prove che
abbiamo fatto prima di venire qui mi hanno comunque ucciso”
“Siamo
stati bravi però” confermò Nick “voglio dire… A parte
che abbiamo riciclato la coreografia usate per l’inaugurazione della nuova sede
degli uffici comunali con tutti qui gradini… La
canzone è andata bene…. e ce la siamo imparata in
auto!”
“Siamo
sempre i più fighi” confermò Thad
“Senza contare che…”
“BLAINE!”Harwood si interruppe bloccandosi nel corridoio mentre
tutti e quattro gli amici si voltavano.Video Kurt correre nella loro direzione, tenendosi una mano sul cilindro
per non farlo volare via mentre sbatteva contro alcuni ragazzi. Sorrise un po’
tirato a causa della corsa, cercando di riprendere il respiro, poi si concentrò
sulmoro “Non potevo lasciarti andar via
così…Insomma…. La canzone…”
Thad abbassò gli occhi mentre Anderson si
avvicinava con un sorriso dolce a Kurt “Ti aspettiamo al parcheggio” disse,
tirando un sorriso e appoggiando solo per un istante una mano sulla spalla di
Hummel “Stammi bene Poockie”
“Ci
sentiamo più tardi, Thaddy. Ciao ragazzi.” gli disse
il ragazzo, sorridendogli, prima di tornare a rivolgersi a Blaine
“Flint?” chiese di punto in bianco guardandoli mentre si allontanavano.
“In
auto con Richard e Trent…” rispose Blaine, mentre si incamminavano molto lentamente verso
l’uscita dell’edificio.
Kurt
gli sorrise, un po’ triste “Mi sarebbe piaciuto salutarlo….
Comunque sia, grazie. Davvero io…. Grazie” Lo guardò
dolcemente, mordendosi appena il labbro inferiore per reprimere il forte
desiderio di far combaciare le loro labbra in un dolce bacio.
Blaine parve formulare lo stesso pensiero, così
lo prese all’altezza del polso, iniziando a camminare velocemente verso il
parcheggio.
Lì
non andò molto avanti, fermandosi alla prima fila di macchine e impossessandosi
subito della bocca dell’altro, in un bacio dolce ma al tempo stesso passionale.
Kurt
appoggiò le mani sulle spalle dell’altro, senza preoccuparsi di essere visto
per i primi trenta secondi, costringendosi successivamente a staccarsi per
controllare.
Blaine fece lo stesso, colto in contropiede.
Non
voleva mettere nei guai Kurt solo perché non era in grado di controllarsi.
Fortunatamente
un enorme SUV bianco li parava da qualsiasi sguardo indiscreto.
“Mi
mancherai moltissimo” sussurrò Kurt, stringendo i pugni per impedire alle mani
di tremare in modo così evidente.
“Ci
vedremo il più possibile, così come abbiamo deciso” sorrise rassicurante
Anderson, appoggiando una mano sul suo braccio e accarezzandolo lentamente
“Quando hai tempo per me mandami un sms e correrò a Lima, salvo prove o studio… E il weekend faremo tutto ciò che vorrai.”
Hummel
sorrise, lievemente rincuorato, prima di sentire i rintocchi dell’orologio
della scuola segnare l’una meno dieci “Tra pochissimo c’è la pausa pranzo…. Sai, Merc….”
“Non
farla aspettare allora” Blaine gli sistemò la giacca
bianca, cercando di capirne il senso, prima di rinunciare e portare entrambe le
abbraccia dietro ai suoi fianchi, per poterlo abbracciare. Appoggiò un istante
il viso contro la sua spalla, chiudendo gli occhi e lasciandosi cullare dal
quel odore così famigliare e dolce che, trasportato da quel venticello tiepido
primaverile, sembrava avere le proprietà curative migliori.
Gli
leniva il dolore, sanandogli ogni ansia.
Kurt
appoggiò la guancia contro la tempia di Blaine,
chiudendo gli occhi e godendosi quel semplice contatto per qualche istante,
mentre le sue mani se ne stavano salde sulle spalle del solista.
Dopo
diversi minuti, controvoglia, si staccarono, salutandoci con un sorriso e con
il leggero sfiorarsi delle loro mani.
Kurt
tornò verso la scuola, mentre Blaine si perdeva per
qualche istante ad osservarlo.
Kurt
si voltò un ultima volta prima di entrare, alzando una mano dopo aver
incrociato i suoi occhi. Sparì nell’ingresso, lasciando Blaine
solo, con l’unico obbiettivo di tornare verso l’auto di Thad.
Sì,
era davvero convinto di aver fatto la cosa giusta a spingere Kurt ad inseguire
ciò che voleva.
Diede
un calco ad un sassolino, mentre ci pensava, e istantaneamente il sorriso gli
si allargò in volto.
Tornò
trotterellando dagli altri, ma una volta arrivato a pochi metri da loro rimase
di sasso davanti ad una scena che, decisamente, non gli piacque per nulla.
Jeff
abbracciò le spalle di Nick, mentre entrambi uscivano dal McKinley, baciati dal
sole primaverile.
“Sono
così felice per Kurt e Blaine. Avete visto come si guardavano?”
chiese sia a Duvall che ad Harwood, che li seguiva
con le spalle incassate e le mani in tasca.
Nick
sospirò, notando lo sguardo serio del più grande, pronto a sviare il discorso
“Io ho fame. Facciamo tappa a Taco Bell appena torna Blaine?”
“Ho
parenti messicani e, onestamente, odio Taco Bell”
disse Thad prendendo le chiavi della BMW dalla tasca
dei pantaloni “Preferirei BurgerKing…”
“Approvo”
si intromise il biondino, grattandosi un occhio “E poi andiamo a dormire!”
“Ma
tu pensi solo a quello? Non ti fai mai Wilson?” chiese stranito Thad, arrivando alla sua Serie 3 bianca “Voglio dire…. Abbiamo la giornata libera visto che per via del
permesso siamo a letto anche domani mattina, e tu pensi a dormire e basta?”
“Io
ho poca autonomia, devo ricaricare spesso le batterie” ribattè
velocemente Sterling, appoggiandosi al bagagliaio.
Thad scrollò le spalle mentre Nick rideva
“Contento te…”
Passarono
alcuni minuti in cui nessuno disse nulla, e in quel silenzio di attesa,
dopotutto non potevano andarsene senza Anderson, notarono un ragazzotto alto e
piuttosto bene piazzato che li osservava con interesse.
Indossava
la giacca rossa della squadra di football scolastica, o almeno così sembrava, e
i loro sospetti vennero confermati non appena egli si avvicinò lentamente.
Avevano
visto la stessa giacca al fratello di Kurt durante le sue visite.
Decisamente
doveva essere un difensore o un’ala vista la stazza, ed era decisamente
inquietante quel suo modo di fissarli.
“Questo
che cazzo vuole?” chiese a mezza voce Thad,
appoggiando la spalla a quella di Nick.
“Non
ne ho idea amico…”
Jeff
invece ebbe tutt’altra reazione. Fece un passo verso il ragazzo sotto lo
sguardo curiosoe lievemente intimorito
dei due amici “Ehm… Ciao” disse lievemente titubante.
“Tu
sei Jeff Sterling” grugnì sospettoso la montagna di
muscoli, guardandolo attraverso i piccoli e porcini occhi verdi.
Il
biondino annuì, scostandosi la frangetta dal viso “Tu sei Dave
vero?”
Karofsky lanciò un’occhiata intimorita ai ragazzi
che lo fissavano curiosi da appoggiati alla BMW, poi annuì “Già….”
Jeff,
stranamente, capì al volo e a voce bassa disse “Non preoccuparti loro non sanno
che tu sei…” fece un gesto eloquente “Mi fa piacere
conoscerti di persona! È da un pezzo che non ci sentiamo! Come mi hai riconosciuto?”
“Dalla
foto del tuo avatar” rispose semplicemente Dave
abbozzando un sorrisetto. Quel ragazzo sembrava simpatico, divertente e
spigliato proprio come se lo era immaginato dalla chat di quel sito per
omosessuali non dichiarati e dai suoi sms “E tu? Come hai capito che ero io?”
“Beh
eccetto Kurt non conosco nessuno del McKinley, dovevi per forza essere tu dal
modo in cui cercavi di capire chi fossi” disse il biondino, non notando il
cambiamento di espressione dell’altro nel sentire nominare Hummel.
“Giusto…”
“Hai
visto l’esibizione?”
Karofsky scosse il capo “Me la sono persa, scusa”
Jeff
sorrise “Oh non preoccuparti! Se vuoi puoi venire a vederci ad inizio maggio al
Festival dei Fuochi di Wersterville! È una bella
occasione per scambiare qualche parola di più e magari ti presento Flint… Ti ricordi no? Te ne ho parlato…”
“Il
tuo ragazzo?” chiese a disagio Dave “Si mi ricordo ma…. Non so se è il caso…”
“Ecco
Blaine!” proruppe Nick schizzando diritto “Ho proprio
fame!”
Dave fece un passo in dietro, e guardando
nella direzione indicata da Duvall scontrò il suo sguardo con quello caramello
di Blaine.
E
i suoi occhi non promettevano nulla di buono.
“Karofsky” disse glaciale Blaine,
guardando Dave.
“Vi
conoscete?” chiese stranito Jeff, mentre Dave faceva
un passo verso Blaine, guardandolo duramente.
“Buongiorno
signorina…Sbaglio o ultimamente vedo troppo spesso
questa tua brutta faccia da frocetto?”
“Hey! Piano con le parole!” Nick scattò avanti, portandosi
tra Blaine e Dave e
guardando male quest’ultimo.
“Ma…” Sterling cercava di capire,
ma gli mancava qualche tassello fondamentale “Dave? Blaine? Che succede?”
“Non
voglio sapere il motivo per il quale vi conoscete” disse Blaine
senza levare gli occhi dal Titans “Ma scommetto che
non hai detto a Jeff quello che hai fatto”
“Ovvero?”
chiese il biondo, sempre più nervoso.
Dave sospirò, scostando lo sguardo da quello
troppo intenso di Blaine.
Thad, che osservava la scena in disparte fece
due più due.
‘Un vero uomo
delle caverne, gli manca solo la clava. Mi spingeva contro gli armadietti, mi
buttava nei cassonetti, mi riempiva di granita…. Mi
rendeva la vita un incubo e io non potevo far nulla perché quella dannata
montagna di muscoli era decisamente più forte di me e, insieme ai suoi
amichetti della squadra di football, dettava legge nella mia vecchia scuola.’
Le
parole di Kurt, il discorso che gli fece lo aiutarono a collegare.
“Lui
è il bullo che ha costretto Kurt a scappare, vero?” chiese a denti stretti Harwood, reprimendo l’istinto di aiutare Blaine a prendere a cazzotti quella montagna di lardo.
Jeff
ci rimase male “Ma…. Davvero?”
Dave scostò lo sguardo velocemente, facendo
per andarsene.
“Lascialo
in pace, hai capito?” Blaine fece un passo verso di
lui “O te la vedrai con tutti noi, al completo”
“Pensi
che un gruppo di ragazzini vestiti tutti uguali mi spaventi? Cosa farete?? Mi
schiaffeggerete con i vostri portafogli gonfi?!” Dave
si fermò, lanciando un ultimo guardo verso Jeff che lo guardava deluso.
Perché
era fiero di essere della Dalton, di essere gay e anche di essere un poveraccio
senza un soldo.
E
per quel poco che avevano parlato Karofsky lo sapeva.
“Noi
saremo anche ragazzini ma ho da presentarti qualche amico, se fai lo stronzo”
disse duramente Thad facendo qualche passo verso di
lui e fissandolo “Ricordati del nome ‘Harwood’, la
prossima volta che lo senti potrebbe essere l’ultima in cui usi le gambe…”Dave lo guardò con la
solita arroganza, ma appena collegò il nome di Thad
con quello del vicegovernatore dello Stato si defilò senza aggiungere altro
“Grande, grosso e codardo” lo beffeggiò il capo consiglio “Bel prototipo di
quasi essere umano”
Nick
appoggiò una mano sulla spalla del suo migliore amico “Tutto ok Jeffy?” chiese mentre si avviavano all’auto.
“Non
conosci davvero una persona fino a che non viene tutto a galla eh?” disse Blaine, sedendosi accanto a Thad
“Kurt è certo che non gli darà più problemi e io mi fido di lui, ma le minacce
forse sono servite un minimo a ricordargli che deve stare lontano da Kurt”
aggiunge, guardando l’amico al posto di guida.
“E
se non è servito” disse questi “Posso sempre metterlo sotto con uno
schiacciasassi no?”
Blaine sospirò “Non c’è bisogno di usare la
violenza, anche se un cazzotto glielo darei volentieri”
“Cerca
di essere realistico, Frodo Baggins della Contea” Thad lo guardò attentamente prima di mettersi gli occhiali
da sole “Senza un’arma di distruzione di massa, uno così, manco lo spettini”
La
pioggia batteva bastarda sulle vetrate della sala prove della Dalton.
Le
pioggerelle di Aprile non potevano mancare per dar man forte all’animo già
tetro di Blaine, che osservava perso quello
spettacolo di cascatelle cadere lungo il vetro smerigliato.
La
solita riunione noiosa, disse fra sé e sé.
Si
costrinse ad ascoltare per un istante, giusto per scoprire che il discorso
verteva su quale dovesse essere la canzone dell’esibizione collettiva al
Festival dei Fuochi.
My First Kiss stava vincendo,
e a Blaine poteva anche andare bene.
Quando
Trent propose The
Bad Touch decise di scollegare di nuovo il
cervello per non soffrire inutilmente.
Solo
quando le quattro e mezza del pomeriggio furono abbondantemente superate e Trent ordinò di lasciar perdere e dedicarsi alla merenda,
allora i capi consiglio diedero appuntamento al giorno successivo, uscendo in
una fila ordinata dalla stanza seguiti, poi, da qualche membro.
Blaine rimase sul divanetto insieme a Jeff e
Flint, che sedeva placidamente su uno dei braccioli “Oggi ti vedi con Hummel?”
chiese proprio quest’ ultimo accavallando le gambe.
Anderson
annuì “Sto aspettando un suo sms….”
Il
biondino lo guardò contrito “Per quel che riguarda David, mi dispiace davvero Blaine, non sapevo nulla e…”
“Lo
so, Jeff! Smettila di scusarti!” gli sorrise bonariamente il solista “Lo so che
non ne sapevi nulla, e anche se così non fosse tu sei fuori da tutto questo…. Rilassati ok?” gli diede una pacca sulle spalle
mentre questi annuiva.
Il
cellulare di Blaine vibrò e subito il proprietario lo
prese leggendo l’sms di Kurt, prima di scoppiare a ridere “Sono a ballare al
Shopping Mall, per convincere Berry a tenersi il
nasone, mi passi a prendere appena puoi?” lesse a voce alta, ridacchiando.
“Quei
ragazzi hanno dei problemi” ne convenne Wilson con un sorrisetto.
“Vado”
si alzò Anderson “Mi cambio velocemente….”
“Ti
direi di prendere precauzioni, ma suonerei ironico” lo prese in giro il
morettino, mentre Jeff ridacchiava.
Blaine avvampò per un istante “Stiamo insieme
da un mese, non ti pare prematuro dire certe cose?”
“Oh
ma non è quello” disse Flint muovendo la mano come per scacciare una mosca “Più
che altro è per…. Aspetta ma non lo sai?”
Blaine si fermò davanti a lui “Sapere… cosa?” un flash lo attraversò e subito ridacchiò
“Intendi per il fatto che Kurt è molto pudico?”
“Non
solo” aggiunse Flint “A me ha detto che non farà mai sesso, come se la cosa lo
repellesse parecchio…” Wilson guardò Anderson
sbiancare di qualche tonalità “Scusa fratello, non volevo dirti che non te lo
darà facilmente in questo modo brutale ma… È
parecchio attaccato alla sua dote…”
Blaine lo guardò stralunato un istante, camminando
all’indietro verso la porta e urtando anche una poltrona.
Solo
quando sparì dalla sua visuale Flint esplose a ridere “Ha una bella gatta da
pelare, e un bel po’ do cose su cui meditare…
….
Decisamente molte cose su cui meditare, a partire da quel momento.
Sapeva
che Flint non mentiva in merito, se lo sentiva che il suo ragazzo aveva una
sorta di blocco per tutto ciò che comprendeva determinati approcci, e se la
cosa non lo preoccupava più di tanto in precedenza, con il passare dei giorni
iniziava a farlo sudare freddo.
Ma
andiamo per gradi….
Blaine non aveva le idee chiarissime in ambito
sessuale, ma pensava di potersela cavare in qualche modo.
Si
era documentato per bene tramite dei siti internet specializzati, aveva
guardato tutti i video della LollipopTwinks* (compreso quello in cui i due attori sembravano
Jeff e Nick) proprio perché erano un pelo meno volgari dei comuni porno che si
trovano in rete.
Non
si riteneva ancora un esperto in materia ma era abbastanza sicuro di riuscire a
muoversi nel caso in cui finalmente avesse incontrato il ragazzo giusto a cui
regalare molto di più di una notte piacevole sotto le lenzuola.
Era
decisamente curioso ed incline al sesso, nonostante il parlarne lo imbarazzasse
lievemente si era ritrovato in più di un’occasione ad ascoltare i discorsi
degli altri nonostante fossero etero.
Fondamentalmente,
come ogni ragazzo della sua età, era attratto da tutto il piacere che avrebbe
potuto ricavarne, e gli ormoni di un adolescente non rispondono molto agli
impulsi cerebrali.
Forse
anche per questa spontanea curiosità si era interessato a Jeremiah.
Un
ragazzo più grande, più esperto e di bella presenza.
Uscendoci
un paio di volte si era anche meravigliato di quanto potesse essere
interessante, forse, ma non era decisamente il suo tipo.
Anche
se ci aveva messo un po’ a capirlo.
E
poi….
Beh,
poi era arrivato Kurt.
Effettivamente
era già al suo fianco, anche se non lo aveva capito.
Con
lui era ben diverso rispetto a quello che credeva di provare per Jeremiah: le ginocchia tremolanti e i vuoti allo stomaco
non appena gli occhi azzurri del giovane Hummel si spostavano nei suoi erano
dei chiari sintomi di quella profonda infatuazione che aveva provato a
ripudiare per amore della loro amicizia, ma che poi aveva deciso di accogliere
con ardore.
E
da lì i primi baci, i primi sospiri, parole calde sussurrate sulle labbra inumidite….
Non
ci aveva pensato troppo, al sesso, in quella prima fase.
Ogni
contatto con Kurt era una scossa di adrenalina con lui, ma decisamente sapeva che
doveva andarci molto piano, quasi come se il suo cervello lavorasse in
autonomia suggerendogli sempre di sfiorare Hummel sopra alla cintura e magari
evitare di soffermarsi troppo sul petto, o mettere troppa lingua in un bacio.
Tutto
questo inconsciamente.
La
rivelazione di Flint, manco fosse la madonna di Fatima con i suoi segreti
mistici, era stata come una doccia gelata.
Lo
aveva del tutto scombussolato.
Non
tanto perché Kurt non volesse fare sesso, ma tanto perché, a quel punto, non
voleva fare sesso con lui.
E
tutto era cambiato.
Quando
era arrivato al Lima Mall e aveva visto Kurt con
addosso quei pantaloni rossi aderenti aveva iniziato a sudare nel vero e
proprio senso del termine.
Non
gli era mai successo di provare una simile eccitazione così, all’improvviso,
nonostante di baci di Kurt gli facessero un certo effetto ogni volta che
diventavano più profondi e intimi.
Quel
pomeriggio non era riuscito a scacciare le parole di Wilson per nemmeno una
decina di secondi, ma grazie a Dio a salvarlo c’era il Lima Bean. Passare il
resto della giornata insieme non solo a Kurt ma anche a Mercedes, Rachel e quel
ragazzo con la cresta, Puck, lo aveva salvato da una
figuraccia certa.
Non
aveva dormito quella notte, rigirandosi nel suo letto della Dalton, con l’anima
che davvero non si dava pace.
Si
era sentito nudo davanti a Kurt quel pomeriggio, come se improvvisamente tutte
le sue certezze fossero crollate.
Ed
era solo colpa di Flint.
Anche
un paio di giorni dopo, quando decisero di passare il pomeriggio a casa del suo
ragazzo per guardare un film, quella frase gli risuonava in testa come una
lenta litania.
Anche
volendo, però, non poteva chiedere nulla ad Hummel visto che non intendeva
metterlo in imbarazzo e avevano perennemente suo padre attorno.
Burt
era stato decisamente più comprensivo di quanto Blaine
si sarebbe mai aspettato.
Non
era andato a cercarlo per ucciderlo, sicuramente su richiesta del figlio, e
permetteva loro di stare nella stanza del ragazzo purché la porta rimanesse
minimo socchiusa.
Aveva
spesso la sensazione di venir spiato, cosa che doveva avere anche Kurt visto
che non si sbilanciava troppo in baci o altro.
Almeno
fino a che, su espressa richiesta del ragazzo, Blaine
non decise di invitarlo a casa sua.
Alla
Dalton era rischioso, visto che Kurt non era più uno stupende non aveva il
permesso di accedere ai dormitori grazie al Proibizionismo, così il giovane
Anderson decise di sfruttare al meglio il primo pomeriggio libero, durante il
famoso Spring Break.
I
suoi, come al solito, non sarebbero rincasati prima della tarda serata, era
quindi sicuro di poter avere un brandello di pseudo intimità col suo ragazzo e,
magari, riuscire a parlare di qualcosa.
Di
quella cosa.
Quando
Kurt arrivò parcheggiando lungo il viale, prima di incamminarsi al cancello in
ferro battuto della villa, controllò per la millesima volta che quello fosse
l’indirizzo vero.
Davanti
a se si stagliava un edificio davvero bellissimo, infondo ad un giardino
piuttosto ampio. Le pareti esterne erano in pietra e sulla facciata frontale si
arrampicavano delle bellissime rose rosse, quasi fino al tetto.
Davanti
al garage chiuso c’era l’auto del suo ragazzo.
Non
aveva sbagliato posto…
Suonò
il campanello attendendo, e subito la voce squillante del suo ragazzo arrivò
dal citofono. –Ti stavo aspettando! Vieni pure!-
Con
uno scatto metallico il cancello si socchiuse permettendo a Kurt di entrare in
giardino, per poi richiuderselo poi alle spalle.
Attraversò
furtivo tutto il giardino arrivando davanti alla porta in tempo per vederla schiudersi
e apparire Blaine con un sorriso “Hai trovato la casa
subito?”
Kurt
sorrise, deciso a non rivelargli che si era perso due volte e che era partito
con un enorme anticipo per non fare una figuraccia “Sì! Le indicazioni che mi
hai dato l’altro giorno erano…. Molto accurate”
Altra
bugia.
Quando
Blaine e Wes erano passati
a trovarlo su invito di Mercedes e si erano ritrovati a vedere l’esibizione
delle ND sulla base di BornThis Way,
Anderson aveva perso ogni capacità cognitiva.
E
tutto questo perché Kurt trasudava
sesso da ogni poro mentre cantava quella canzone di Lady Gaga.
Tutto
quell’ancheggiare, quegli sguardi sexy, il fatto che lo avesse addirittura
indicato all’inizio dell’esibizione fecero dimenticare a Blaine
anche il suo stesso indirizzo, tanto che fu Wes a
correggere il numero civico prima di passare un bigliettino a Kurt.
Blaine aveva poi fatto del suo meglio per
indicare a Kurt la strada, con pessimi risultati.
Non
importava, ormai era arrivato con solo una decina di minuti di ritardo, stupendo
lo stesso Blaine.
Entrò
guardandosi attorno e scorgendo l’ingresso e parte del salone di casa Anderson,
arredati con un impeccabile gusto femminile, visti i colori caldi e sgargianti.
Era
decisamente una bella casa, che denotava una famiglia decisamente benestante ma
non eccessiva.
“Fai
come se fossi a casa tua” gli disse il suo ragazzo, sfilandogli gentilmente la
tracolla dalla spalla mentre Kurt si sbottonava la giacchetta di jeans firmata Burberry, prima di passarla al suo ragazzo che la appese ad
uno dei tanti appendiabiti laccato in oro.
“Hai
davvero una bella casa Blaine” disse Kurt alzando gli
occhi sul soffitto e notando subito le travi di legno dipinte da poco di un
color nocciola intenso.
Gli
occhi caramello di Anderson indugiarono appena sul collo del suo ragazzo mentre
questi allentava appena il nodo del foulard “Grazie…
Ti va se andiamo di sopra? C’è mio fratello in giro e mi disturba un po’ averlo
attorno…”
Kurt
lo guardò stupito per qualche istante “Hai un fratello? Davvero?”
Blaine ridacchiò “A dire il vero ne ho due… Solo che uno è sposato e non vive più qui mentre
l’altro è un vero incubo”
“Tutta
invidia” Una voce cadenzata arrivò da in cima alle scale e subito Kurt alzò gli
occhi per capire chi avesse parlato. Appoggiato al corrimano con un gomito
stava un ragazzo dall’aria svogliata, decisamente somigliante a Blaine anche se non in modo eccessivo. I capelli mori e
ricci erano decisamente più lunghi di quelli di Blaine,
ma gli occhi color caramello erano i medesimi. Decisamente si trovava davanti
suo fratello minore, peccato che fosse alto.
Dannatamente
alto.
Kurt
per un attimo, facendo un rapido calcolo, arrivò ad ipotizzare che fosse
addirittura imponente come Finn, solo decisamente più
magro.
Blaine sbuffò “Che diavolo vuoi, Chad?”
“Senti,
tu dici che sono un incubo e chiedi a me che voglio?” domandò stranito il
ragazzino, scendendo le scale in un paio di falcate e fermandosi davanti a lui.
Ok,
era fottutamente alto.
“Non
puoi andartene da qualche parte? Come vedi ho ospiti”
Gli
occhi del più giovane si spostarono su Kurt, guardandolo attentamente prima di
porgergli la mano con un sorrisetto “Chad”
“Kurt,
piacere”
Il
più piccolo degli Anderson lo squadrò un altro po’ prima di afferrare un casco
giallo e nero da sopra il ripiano dell’ingresso “Hai fortuna, Bro. Vado a trovare Abigail e poi
andiamo a cazzeggiare da qualche parte…. Però
ricordati che stasera papà torna alle sette e mezzo.”
Blaine lo guardò infilarsi le scarpe, annuendo
“Mi ricordo… Ricordati che…”
“Io
non l’ho mai visto qui, anzi, non l’ho mai visto in generale.” Disse sbrigativo
il ragazzino, appoggiandosi il casco sul capo mentre controllava di aver dei
soldi nel portafogli, e Kurt capì al volo che stavano parlando di lui.
Spostò
imbarazzato lo sguardo a terra, mentre i fratelli si salutavano velocemente “È
stato un piacere Kurt” disse poi Chad aprendo la
porta per uscire “Spero di rivederti presto. Ciao”
“Ciao…” Kurt lo guardò sparire oltre l’uscio di pesante
legno massello, prima di tornare a fissare le mattonelle.
“Non
prenderla” lo precedette Blaine, appoggiandogli una
mano sul braccio ed accarezzandolo dolcemente “Solo….
Diciamo che mio padre è lievemente contrario quindi…”
“Ma
nemmeno mi conosce” sbottò risentito Kurt, incrociando le braccia.
Blaine lo guardò addolorato “Non è contrario a
te, ma me. A cosa sono…E se sapesse che ho invitato
qui il mio ragazzo lui…Non voglio pensarci, non
roviniamoci il pomeriggio, ok?” gli accarezzò la guancia di porcellana con il
dorso della mano, e la cosa parve tranquillizzarlo “Vieni…”
Kurt
lo seguì fino al salotto e all’ampio divano ad angolo bardato di un’elegante
stola bordoux con gli orli in oro.
Lì
si sedettero, e dopo un piccolo istante di esitazione Blaine
si fece più vicino, appoggiando le labbra su quelle di Kurt in un casto bacio a
stampo.
Casto
per poco.
Kurt
ci mise pochi minuti per consentire alla lingua di Blaine
il libero accesso alla sua bocca, e le sue mani corsero subito ad accarezzare i
capelli ricci del moro, liberi da ogni costrizione.
Kurt
si stupì della loro morbidezza, visto che solitamente per poterli toccare e
arrotolarli attorno ad un dito doveva lottare contro strati e strati di lacca e
gel.
Blaine invece optò per portare una mano sulle
reni di Kurt, mentre con l’altra si teneva allo schienale del divano,
consentendosi così di spingersi verso di lui per poterlo baciare.
Il
bacio divenne così intenso che, senza accorgersene, il giovane Hummel si
ritrovò steso sul divano con la schiena totalmente addossata ad esso e Blaine sopra.
Quando
lo realizzò entrò in paranoia.
Staccò
la bocca da quella di Blaine, cercando di far uscire
anche il più piccolo suono, ma non ci riuscì. Questo, invece, non parve
accorgersi in un primo momento di quanto il suo ragazzo di fosse fatto rigido,
perché scese a tracciare con le labbra il contorno della sua mandibola e poi
dell’orecchio, mordicchiandone appena il lobo.
Kurt
sentì una lieve fitta al bassoventre, e capì che doveva fare qualcosa o sarebbe
finita male.
Decisamente,
non si sentiva pronto.
Sapeva
che, tecnicamente, Blaine non stava facendo nulla di
che ma…sentirsi schiacciato così da lui e soprattutto
sentire quanto il suo corpo stesse reagendo a quel contatto lo spaventava
mortalmente.
Appoggiò
le mani tremolanti alle sue spalle, senza spingerlo via. Non gli sembrava
delicato “B-Blaine…?” cercò di attirare la sua
attenzione, ma questi non si fermò.
Kurt
strinse con forza la maglietta sulle sue spalle chiamandolo ancora, ma Anderson
si limitò a sospirargli nell’orecchio sussurrando un ‘rilassati’, prima di scendere
a baciargli il collo. Cosa che fece perdere del tutto il controllo a Kurt.
Negativamente.
Appoggiò
entrambi i palmi delle mani sul petto del suo ragazzo, spingendo con tutta la
forza di cui era capace “SMETTILA!”
La
sua voce decisamente troppo alta riecheggiò per tutta la casa, lasciando del
tutto spiazzato Blaine, ch rimane a fissarlo con gli
occhi sgranati.
Aveva
esagerato, dannazione.
“K-Kurtio…” si alzò velocemente,
prendendo poi un braccio del suo ragazzo per aiutarlo a tirarsi su. Era così
rosso in faccia da sembrare sul punto di scoppiare “Scusami, davvero io…mi sono fatto prendere dal momento e non volevo…scusa davvero”
Hummel
si sistemò il colletto della camicia, prima di guardare Blaine
seriamente dispiaciuto. Non aveva fatto nulla di male, non lo aveva palpato,
non lo aveva toccato in zone decisamente troppo intime, non lo aveva spinto sul
divano, anzi Kurt iniziava ad auto convincersi di esserselo tirato addosso lui…
“No,sono io che mi devo scusare. Ho reagito come
un pazzo”
Blaine sorrise, rincuorato che non fosse in
collera con lui “Va tutto bene, forse abbiamo esagerato un po’…”
Kurt
si passò nervosamente una mano tra i capelli “Ma non stavano facendo nulla! Ci
stavano solo baciando!” iniziò a dire, con un principio di crisi isterica nella
voce e gli occhi a palla. Si alzò in piedi, gesticolando come un pazzo mentre
camminava davanti a Blaine che lo fissava interdetto
“Che problema ho?! Ho aspettato così tanto perché tutto questo accadesse, e ora
che siamo qui, io e te, entro in panico?! Non ha senso! Io non ho senso, Blaine! Devo di certo avere dei disturbi specifici perché…”
Anderson
decise di interromperlo prima che iniziasse ad impazzire del tutto, magari
scoppiando prima in una risata isterica e poi in un pianto disperato “Kurt, ti
prego fermati” lo prese per un polso, e senza alzarsi dal divano lo fece sedere
sulle sue gambe “Tu non hai nessun tipo di problema. Sei solo un po’ nervoso ed
è una cosa più che comprensibile. Siamo entrambi alle prime esperienze e se tu
non riesci a lasciarti andare completamente io posso capirlo…”
Kurt
si morse un labbro “Non sei arrabbiato o scocciato?”
Blaine sorrise ancora “Perché dovrei? Non hai
fatto nulla di male…” alzò una mano, aspettando un
istante prima di spostare un paio di ciuffi dalle fronte di Kurt, come timoroso
che questo poteste scostarsi. Ma non lo fece “So come sei fatto, so che non
bruci le tappe e che preferisci fermarti più tempo su ciascuna di esse…. E a me va bene”
Hummel
lo guardò negli occhi “Non ti stancherai vero?” chiese con un filo di voce,
timoroso di una risposta affermativa.
“No,
non mi stancherò di aspettarti” lo rassicurò invece il moro, facendogli poi
segno di scendere dalle sue gambe e mettersi sul divano, così da poterlo
guardare meglio negli occhi “Nessuno dei due è molto esperto sull’argomento…Ehm…. Diciamo
‘coccole’” iniziò a dire, cercando di mantenere sia un linguaggio che un tono
dolce, per non metterlo a disagio in nessun modo.
Non
riteneva Kurt un bambino deficiente, sapeva benissimo che qualcosa di sesso
doveva saperlo, e non gli parlava così perché riteneva il contrario. Solo non
voleva metterlo in imbarazzo, non ci avrebbe ricavato nulla.
E
decisamente voleva avere una conversazione decente.
Anche
citare quello che gli aveva detto Flint gli pareva fuori luogo, così proseguì.
“Io
non voglio che passiamo da zero a cento subito” gli spiegò prendendogli una
della mani “Ma con calma arriveremo a fare…. Tutti i
tipi di coccole, diciamo” terminò poi sorridendo.
Kurt
parve decisamente sollevato, ed annuì freneticamente, piegando le labbra in un
sorrisetto “Sembra perfetto. Te ne sarei grato…”
“Faremo
così” Blaine si portò la mano di Kurt alle labbra,
finalmente tranquillo come non lo era da almeno una settimana. Aveva fatto bene
a parlarne, con il dovuto tatto si intende, ora aveva l’assoluta certezza che
Kurt non si sentiva schifato da lui ma solo imbarazzato e impacciato.
Insicuro,
e di certo inesperto.
Esattamente
come si sentiva anche lui.
Blaine sorrise nuovamente al suo ragazzo,
facendo un cenno verso il televisore “Che dici? Ci guardiamo un musical?
Abbiamo giusto il tempo per guardare ChorusLine prima di andare a cena e…”
Non
fece in tempo a finire la frase, perché le labbra di Kurt erano di nuovo sulle
sue mentre le loro dita si intrecciavano.
Se
dovevano andare con calma, passo dopo passo, la prospettiva di passare l’intero
pomeriggio a pomiciare suonava allettante.
Continua….
Nda:
Eccomi
qui, di ritorno dalla terra dei Faraoni solo per voi! (circa)
La
settimana a MarsaAlam
purtroppo è volata, ma guardiamo il lato positivo: sono tornata qui per darmi
alla scrittura! Mi è mancato scrivere lo ammetto…
Questo
capitolo, come avete visto è Klaine Center. Spero lo
abbiate gradito perché, dal prossimo, si riprendono le danze!
Ovvero tutto si complica xD
Un paio di note per questo capitolo:
1-*LaLollipopTwinks è una famosa
etichetta di video porno-gay in cui aitanti ragazzi sui venti ci danno dentro
di brutto giocando anche con i lecca-lecca (esiste veramente xD).Come ho detto
nella storia sono un pelo meno volgari di un porno normale e ti danno quasi l’illusione
che ci sia sentimento.Per chi si chiedesse come posso
io conoscerla posso solo dire che sono innocente: il mio migliore amico è
omosessuale e mi passa sottobanco informazioni! Tempo fa è uscita una giff su tumblr che sembrava
ritrarre Nick e Jeff durante un approccio xD Il mio
amico ha riconosciuto subito le scenografie xD
2-In questo
capitolo entra in scena Chad, il fratello minore di Blaine. Devo subito mettere in chiaro che non ha nulla a
che fare con Shane e non avrà un ruolo preponderante nella storia, bensì di
cornice insieme al fratello più grande, Ray. Mi serviranno più avanti.
Per dar giusto un volto al nostro Chad io ho in mente
la persona perfetta. Chi di voi vede Misfits? Ovviamente
alludo a Robert
Sheehan … non credo esista qualcuno di più
azzeccato!
3-Il Daff, ovvero l’ipotetica Ship tra
Karofsky e Jeff si è sviluppata, come avete visto. Non
farò una loro storia d’amore, non ci penso nemmeno, ma mi serviranno ancora
quindi ricordatevi questa scena.
Come
sempre grazie mille a coloro che hanno recensito! Non ho risposto solo perché non
ero a casa, da questo capitolo riprendo a rispondere come solito a tutti
quanti^^
Grazie
mille a Ginger e Grè che mi hanno aiutato con il
lavoro di betaggio mentre aspetto il ritorno di H!
Al
prossimo capitolo, tenetevi stretti le mutande perché sarà intenso!
Avvertenze: Il Raiting di questo capitolo si alza, diventando rosso,
a
causa della scena di sesso esplicita all’inizio.
Chiedo
scusa per eventuali errori di battitura.
Il
capitolo nonè stato betato.
Blaine Anderson presents:
the Pips!
#22 pt 1.: The Dalton Daily Rumors.
Jeff
entrò alla Dalton che erano ormai le sei di pomeriggio.
Sapeva
che Nick non sarebbe arrivato fin dopo cena (l’sms che gli era arrivato
riguardo ad un parrucchiere e un taglio psichedelico lo avevano un po’ spaventato)così pensava di avere un po’ di tempo per
sistemare i vestiti puliti nell’armadio.
E
sistemare anche Caporale prima che la Cooper potesse vederlo.
Arrivò
alla scalinata a chiocciola e lì incontrò Las e Rich
che stavano scendendo “Ciao ragazzi” sorrise allegro “Allora? Come sono andate
le vacanze di primavera?”
I
due si scambiarono uno sguardo scoppiando a ridere “Thad
ha fatto cose che…” Las si interruppe “No ma fattele
raccontare da Wes, non da noi!”
Richard
si portò una mano alle costole, appoggiandosi al muro sofferente a forza di
ridere “Nonho mai visto una persona
usare in tutti quei modi un pollo finto di gomma…”
Jeff
rimase decisamente perplesso da quest’ultima affermazione, ma preferì non
chiedere nulla.
Flint
diceva sempre che in quei casi era meglio non sapere.
“Tu
invece?” chiese Madison con un sorriso “Passato delle belle vacanze?”
“A
casa con la famiglia” rispose allegramente il biondo “Sono uscito alcune volte
con Nick, al pub…. È stato carino, ma nulla di che
rispetto a voi!”
“Flint
è tornato a New York per queste due settimane vero? Me ne parlava su Facebook altra sera”
Jeff
schiuse le labbra “Ma no…. Era da sua nonna a Seattle….”
Richard
fece una stranissima espressione, ma si limitò ad annuire “Devo essermi
sbagliato io. Bene, noi andiamo a fumare, ci vediamo a cena Sterling”
Il
biondino sorrise “A dopo ragazzi”
Li
guardò allontanarsi per un istante prima di iniziare a salire le scale,
chiedendosi perché New York.
Sapeva
che lì Flint aveva un ex ma non poteva pensare che….
No,
Richard aveva senza dubbio capito male.
Arrivò
alla sua stanza senza riuscire a scacciare quella bruttissima sensazione, che
però svanì all’istante non appena ebbe aperto la porta.
Seduto
sul suo letto stava Flint, con la schiena rivolta verso di lui e il viso alla
finestra, davanti al cielo chiaro di aprile.
Stava
tramontando, e subito il biondo si chiese come potesse essere la luce rossa del
sole morente potesse venir riflessa dall’oceano insito negli occhi del suo
ragazzo.
Appoggiò
lo sacca a terra lasciando che il gatto uscisse, sedendosi poi accanto a lui e
facendolo così sussultare “Scusa, non volevo spaventarti” gli disse con un
sorriso dolce.
Flint
scosse piano il capo “Ero solo assorto…. Nei miei pensieri….” Chiuse gli occhi, appena avvertì la mano grande
e calda del biondo accarezzargli dolcemente la guancia.
“Mi
sei mancato, sai?”
“Anche
tu mi sei mancato, Jeff”
Sterling
sorrise, prima di chinarsi su di lui per poterlo baciare.
Il
morettino accolse con entusiasmo qual bacio, che però gli fece dimenticare
tutto il discorso che si era preparato.
Aveva
deciso di dire tutto a Jeff, di parlargli di New York, di chiedergli cosa
avesse intenzione di fare e dimostrarsi disposto a proseguire quella loro
storia a distanza.
La
paura, però, lo paralizzava.
Aveva
il dubbio che Jeff dicesse di no, che non si sarebbe sacrificato a vederlo una
volta al mese quando andava bene. Al contrario, aveva il timore che accettasse
e di farlo stare male per questo motivo.
Da
una parte o dall’altra la loro storia sembrava destinata a naufragare.
E
lui non voleva.
Si
aggrappò con forza alle spalle di Jeff, che non capì il motivo di tutto quel
entusiasmo. Peccato che non fosse affatto così, Flint cercava solo un appiglio
per non cadere e disperarsi.
Per
non scoprire che Jeff Sterling era decisamente più ricco di lui, in tutti i
sensi.
Jeff
glielo avrebbe detto subito, ne era certo.
Lui
era un codardo….
Si
staccò dalle labbra del biondo, specchiandosi nei suoi occhi cangianti “Voglio
fare l’amore con te…”
Unmaledetto codardo, per la precisione…
Jeff
lo guardò sorpreso, prima di sorridere, lievemente nervoso ma al contempo
decisamente eccitato all’idea “Ora? Qui?”
“No,
domani al tempio di Karnak…” lo prese in giro il
morettino “Quando i raggi della luna illuminano lo Scorpione di Giava e le mie
palle toccano terra”
Jeff
lo guardò trenta secondi senza capire, prima di pizzicargli il fianco
ridacchiando “Demente…”
“Se
tu quello che non accetta le offerte generose…” sussurrò
il moro al suo orecchio, suonando più lascivo di quello che voleva.
Ma
ottenne il risultato sperato quando percepì una scossa attraversare la colonna
dorsale del suo ragazzo “E chi ti ha detto che non so accettarle?”
Flint
sorrise maliziosamente, aprendogli la lampo della felpa rossa e sfilandogliela,
senza aggiungere altro, avvicinandosi sempre di più al suo orecchio,
mordicchiandone il lobo, sfiorandolo poi con la lingua calda. Toccò poi alla
guancia e alle labbra.
Stavolta
fu Flint, infatti, a prendere possesso della labbra dell'altro, esplorando con
la lingua ogni centimetro della bocca del suo biondo e stringendolo a se.
Jeff
si godette la sensazione che quelle labbra stavano donandogli,prima di abbassare una mano per accarezzargli
il petto sopra la camicia a bianca a righe azzurre verticali.
Il
morettino portò entrambe le mani all’orlo della sua vecchia maglietta nera,
sfilandola e lasciandogli scoperto il petto pallido e costellato di nei.
Decisamente
troppo invitante per la libido di Wilson.
Con
un movimento deciso ma al contempo vagamente elegante, Flint riuscì a
capovolgere la situazione e a far stendere sotto di se il biondo. Con labocca scese ad esplorargli le scapole e il
petto, accarezzandogli nel contempo il ventre e sentendo a sua camicia aprirsi
delicatamente e sparire.
Non
si sarebbe mai aspettato una simile accortezza da Jeff, che sembrava più
impacciato che delicato.
Non
lo aveva percepito, ma il biondo aveva usato un tocco leggero per non fargli
sentire quanto in realtà stesse tramando, nervoso e preso da quelle labbra
curiose.
In
un attimo anche i loro pantaloni sparirono, ebbero anche l’accortezza di
sfilarsi i calzini, lasciandoli con addosso solo i boxer.
La
mano di Jeff si abbassò accarezzando la striscia di pelle al di sopra dei boxer
grigi (e evidentemente pieni fino ad esplodere) di Flint, prima di scivolare
dietro, a stringergli il sedere tondo e sodo.
Questo
causò molto più di un sospiro al moro.
Quando
levò le mani per portarle sui fianchi di Flint, questi mugugnò con disappunto.
“Smettila
di fare il ragazzino viziato” lo canzonò con voce roca Jeff.
“Smettila
di fare il biondino stronzo” lo incalzò l’altro, ritornando a baciarlo con
passione crescente.
Come
a volerlo ripagare di quel appellativo, Jeff allargò con un paio di dita i
boxer di Flint, infilandovi una mano all’interno ed iniziando così a toccarlo,
accarezzarlo e stringerlo.
Non
era la prima volta che lo toccava in quel modo, e in un certo senso ripetere
quei gesti che faceva ogni qualvolta entravano in intimità lo tranquillizzava
da quello che sapeva sarebbe successo dopo.
Gli
levò del tutto quell’ultimo indumento ormai diventato obsoleto e prese a
toccarlo più velocemente, stringendo appena la presa man mano che saliva e
beandosi dei mugugni che scatenava in lui.
Flint
era più esperto e sicuro, ma il modo in cui Jeff riusciva a farlo impazzire era
unico.
Di
punto in bianco fu lo stesso Wilson a chiedergli di smetterla, non volendo
arrivare all’apice così presto.
Sbrigativamente
scese dai suoi fianchi, spogliandolo a sua volta dell’intimo e iniziando a
lambire il suo corpo di baci, partendo dalle spalle magre, al petto stretto. Si
soffermò su uno dei capezzoli, succhiandolo e mordendolo piano per strappare
qualche gemito in più al biondo prima di scendere al ventre e all’ombelico. Li
gli dedicò un ultimo sorrisetto malizioso che lo fece morire un po’ dentro,
prima di occuparsi a sua volta del suo membro nel pieno di un’erezione. Lo
prese tra le labbra, passando la lingua su tutta la sua lunghezza e desiderando
portarlo al limite senza però concedergli il lusso di venire.
Jeff
si afferrò alle coperte fino a far sbiancare le nocche, gemendo frustrato
quando l’altro si staccò mettendosi in ginocchio sul letto per guardarlo.
Era…. Che aggettivo viene dopo il ‘perfetto’?
Non
gli veniva, avrebbero dovuto coniare un nuovo termine.
“TI
prego non fissarmi così” rantolò l’altro “è lievemente imbarazzante…”
Flint
annuì, tornando a gattonare su di lui per poterlo baciare. Ma Jeff si alzò a
sua volta a sedere “Come facciamo ora?”
Il
moro lo guardò negli occhi, e in essi Sterling vide la Lussuria strisciare
sinuosa “E ora prendimi…”
Jeff
annuì come un coglione, stando però fermo. Ora aveva davvero due possibilità:
fare quel che Flint aveva detto –in qualche modo-o scappare in bagno. La
seconda era poco dignitosa ma la prima gli sembrava….
Improbabile.
Se
fino a quel momento avevano già fatto tutto, ora si addentrava per vie tortuose
e sconosciute.
Flint
si accorse di questa insicurezza “Non preoccuparti ok?" Ho progettato
tutto io….” si alzò, permettendo così al suo ragazzo
di avere una bella panoramica del suo corpo snello, seppur molto basso".
Si chinò, afferrando dalla tasca della giacca appoggiata sul letto di Duvall un
profilattico e un tubetto di quello che doveva per forza, essere lubrificante.
Jeff,
chiaramente, sapeva a che serviva.
Si
era documentato, così come aveva fatto Blaine e come chiaramente aveva fatto
anche Flint.
Tornò
sul letto, passando tutto a Jeff prima di dargli le spalle “So che non è fine”
spiegò,non più sicuro ma letteralmente
a disagio “ma per la prima volta preferisco che tu abbia una visuale sicura di
cosa stai facendo….”
Jeff
avvampò, infilandosi con le mani tremanti il preservativo.
Era
il suo momento, non poteva fallire.
Si
alzò in ginocchio accarezzando la schiena di Flint con una mano mentre l’altra
si appoggiava saldamente al suo fianco e….
“Jeff!
"Il lubrificante!” bisbigliò concitato il moro, e subito Sterling si
affrettò a prenderne un po’ sulla mano. A intuito ne mise un po’ sul suo membro
fasciato dal preservativo e un po’ sull’apertura del suo ragazzo che parve
gradire molto. Come aveva visto in alcuni film, letto in un paio di storielle
erotiche e trovato su alcuni siti sull’argomento, lo stuzzicò prima con un paio
di dita, sostituendo la sua erezione quando lo vide pronto.
E
poi fu….
Non
aveva parole.
Il
suo cervello, già di per sé poco attivo, si stoppò improvvisamente.
Rimase
fermo un istante attendendo che l’altro gli desse una qualche sottospecie di imput che ci mise un po’ da arrivare, perché Wilson ci mise
un po’ ad abituarsi a quell’intrusione, che risultò dolorosa.
Così
come le prime spinte, che fu lui stesso ad esortare con un leggero colpetto del
fondoschiena verso il bacino dell’altro.
Jeff
ci andò piano, nonostante il desiderio di sfogare tutta quell’eccitazione fosse
davvero impellente. Solo quando i gemiti di Flint si fecero di nuovo lascivi
iniziò a muoversi sempre più veloce, portando istintivamente una mano tra le
gambe del moro, accarezzandolo sull’erezione.
Sentiva
dentro di se un pourpurrì di sensazioni nuove ed
intriganti, così belle da mandargli in orbita la testa. E lo stesso valeva per
Flint, che stringeva così convulsamente il copriletto di Jeff da rischiare di
strapparlo.
Non
seppero quanto tempo andarono avanti.
Sicuramente
non molto visto il grado di eccitazione di entrambi, anche se però parve
parecchio.
Flint
venne con un gemito alto, inarcando la schiena e gettando indietro la testa.
Irrigidì tutto il corpo prima di rilassarlo e questo bastò per far venire anche
Jeff, che rischiò il collasso appena i muscoli già di per se stretti di Flint
lo strinsero.
E
da lì la ripresa fu molto lenta. Il calore, che dal ventre si era irradiato in
tutto il corpo, ci mise poco a scemare, lasciando il posto al cuore che correva
e al fiato corto. Flint si mise a sedere, voltandosi verso Jeff e regalandogli
un sorriso sincero, prima che il biondo lo baciasse intensamente.
“Oh
cielo è stato…”
“Bellissimo”
Jeff gli scostò i capelli sudati dalla fronte “Semplicemente bellissimo…. Come va? "Ti ho fatto male?”
Il
morettino alzò le spalle “Un po’ Mal." Niente rispetto aah.
Non
fece in tempo a continuare che inaspettatamente la porta della stanza si aprì.
Nessuno
aveva pensato a chiuderla, o mettere una cravatta sul pomello.
E
Nick era tornato prima.
“Hey ragazzi guardate il mio nuovo taglio! Non è…. OH MIO DIO! OH MIO DIO I MIEI OCCHI!”
“Qui
c’è una giacca e un paio di magliette” Kurt passò a Sam l’ultima borsa, prima
di concedersi il lusso di guardarsi un istante attorno.
Quel
Motel non era squallido come immaginava, ma era comunque molto deprimente. E
doveva esserlo di più viverci.
"Per
non mettere a disagio il biondo tornò a puntare gli occhi su di lui, che gli
sorrise grato “Non so come sdebitarmi, Kurt. Davvero…”
Hummel
mosse una mano in aria, come per scacciare una mosca, mentre le sue labbra si
piegavano in un leggero sorrisetto “Non c’è problema, davvero…”
Sam
ricambiò il sorriso, prima di farsi lievemente serio “Kurt, posso farti una
domanda?”
“Certo..”
“Tu
ora stai insieme al solista dei Warblers, vero? Blaine, quel ragazzo simpatico
che hai portato alla festa di Rachel”
Kurt
arrossì lievemente, sorridendo nella classica espressione da ‘si, oddio, è il mio uomo, non è stupendo?’
prima di riprendere il controllo di se e annuire “Si, Blaine, perché?”
“Ecco
sono confuso…. Quello chi è?”
Kurt
guardò nella direzione in cui stava guardando Evans, scontrando così la figura
di Thad. Guardò l’amico mentre teneva sulle gambe la
sorellina di Sam, parlando con lei e il fratellino, e istintivamente sorrise
“Un caro amico…. Non vedo molto spesso i Warblers,
così quando posso incastro le cose. Stasera siamo usciti per una pizza con lui
e un altro paio di ragazzi e poi si è offerto di accompagnarmi da te. Non è un
problema vero?”
Si,
forse lo era portare un ragazzo che guidava una splendida BMW bianca nella
piccola stanza di un motel dove Sam era costretto a dormire con gli altri
quattro membri della sua famiglia.
Kurt
si morse la lingua, dandosi da solo del coglione.
“Oh,
nono!” si sbrigò a dire Sam prima di voltarsi di nuovo verso quel ragazzo
strano e i suoi fratellini “Però ora è meglio se andate….
È tardi e io devo andare al lavoro”
Kurt
annuì comprensivo “Loro con chi staranno?”
“Sta
venendo qui Quinn” gli rispose Evans, afferrando a sopra una sedia la divisa da
fattorino proprio mentre bussavano alla porta.
Kurt
aprì, sorridendo istintivamente alla bionda e scostandosi per farla entrare
“Allora
noi andiamo” disse poi, attirando l’attenzione di Thad
che appoggiò a terra la bambina, lasciandola correre da Quinn “Se ti serve altro….”
“Hai
fatto già molto, grazie davvero. Tra queste cose e quelle che mi hai portato
settimana scorsa direi che per un po’ sono a posto” Sam lo ringraziò,
voltandosi poi verso Thad e cercando le parole “Beh
grazie anche a te, amico. Per le camice intendo…”
Harwood scrollò le spalle “Non preoccuparti, io
ne ho molte. E le spalle di Kurt sono troppo strette, le sue non ti sarebbero
mai entrate.” Si avvicinò lievemente, fingendo di sussurrare quando invece
scandì chiaramente “E poi, non per dire ma credo che le sue siano da donna…”
Kurt
diede una pacca al ragazzo, prima di salutare Sam e Quinn con un sorriso,
avviandosi alla macchina “Sei sempre il solito…”
disse, sospirando “Mi farai venire i complessi…”
Thad rise, portando ilbraccio attorno alle sue spalle “Nah…. Non credo che tu sia una persona facilmente
complessabile”
Kurt
si scostò,fingendosi offeso “Lo sai che
sono molto sensibile.”
“Hai
un gran cuore, lo so” disse teatrale il più grande “Infatti lavori per Unicef,
prendendoti cura di persone disadattate come Anderson “
Kurt
lo guardò un po’ male prima di sospirare.
Aveva
notato che tra il suo ragazzo e il suo ex compagno di stanza, soprattutto
nell’ultimo periodo, non correva buon sangue.
Ma
preferiva sorvolare, per non mettere a disagio nessuno dei due.
….
E Thad preferì sorvolare sul fatto che nemmeno si
salutavano la mattina, appena ebbe un minimo di dubbio sui pensieri dell’amico.
Arrivarono
all’auto di Harwood e lentamente uscirono dal
parcheggio affollato del Motel, prima di sfrecciare per le vie di Lima “Tanta
gente se la spassa in quel posto….” Disse sottovoce Thad “Non dovrebbero esserci dei bambini”
Kurt
annuì “Non sanno dove altro andare…. È molto triste.”
Thad sospirò “Spero per il tuo amico che
tutto si sistemi velocemente, mi dispiace davvero. Senti dove ti porto? L’auto
dove l’hai lasciata?”
Kurt
prese l’Iphone dalla tasca dei pantaloni “Wes mi è passato a prendere dal McKinley. Non avrebbe mai
trovato casa mia senza un navigatore, a detta sua, così mi sono fatto trovare
nel solo posto di Lima che ha visitato”
Thad ridacchiò “Wes
ha il senso dell’orientamento di un piccione morto…”
Kurt
sorrise appena, leggendo un paio di sms arrivati mentre ancora si trovavano da
Sam, prima di accedere ad internet e corrugare le sopracciglia.
“Nick
sta bene in questi giorni?” Domandò Kurt di punto in bianco.
“Boh,
non lo vedo da prima delle vacanze… Perché?” domandò il
maggiore, fermandosi ad un semaforo rosso.
Kurt
gli passò il suo cellulare, mostrandogli la schermata di Facebook
che recitava così:
Nick
Duvall La mia vita non
sarà mai più la stessa da oggi in avanti…. Smetto
addirittura di chiedermi il perché. Non esiste un perché.
A Jeff S.
Sterling e Flint Wilson piace questo elemento.
Jeff.
S. Sterling Scusa fratello,
davvero. Ci dispiace tanto….
Thad lesse velocemente prima che scattasse il
verde. Ripassò quindi il cellulare ad Hummel iniziando a pensare “Non ne ho idea…. Dopo mi farò dire da Cameron. A quest’ora saprà
tutto.”
Kurt
sorride divertito “Come sempre…” rimise il cellulare
in tasca, mentre un po’ di malinconia riaffiorava “Mi piacerebbe passare a
trovarvi, mi mancate già..”
Thad gli lanciò un a breve occhiatina,e
appena lo vide concentrato a fissare la strada sfrecciare alla sua destra si
concesse un sorriso triste “Anche tu ci manchi, Poockie.
Vieni quando voi”
Arrivarono
nel parcheggio del liceo e Thad si fermò proprio
accanto all’auto di Kurt. Scesero entrambi e Kurt sorride all’amico “Grazie per
la bella serata… E ringrazia di nuovo David da parte
mia per avermi portato quella crema per la pelle”
Il
più grande annuì “Penso che sua nonna la usi per i calli ai piedi…”
Notando la faccia disgustata di Kurt esplose a ridere “Scherzo Poockie, vieni qui va” Gli fece segno di avvicinarsi, prima
di coinvolgerlo in un abbraccio caloroso “Mi raccomando abbi cura di te e
vienici a trovare….”
Kurt
sorrise stringendosi a lui “Certo. Ti porterò dei biscotti per i tuoi pomeriggi
di studio folle da esame…. E usa le erbe che ti ho
portato”
“Promesso.
Allora a presto, mi raccomando” sciolse di controvoglia l’abbraccio, sorridendo
un ultima volta al più piccolo, mentre questo afferrava le chiavi dell’auto
aprendola e salendovi.
Lo
guardo uscire dal parcheggio, appoggiato alla sua auto bianca,e si prese un
istante prima di rimettersi a sua volta al volante per tornare a Westerville.
Per
tutto il viaggio la sua testa era altrove, rimasta in quel parcheggio con Kurt.
Se
avesse avuto le palle sarebbe riuscito a prendergli il viso tra le mani e
baciarlo.
Magari
quel sentimento che lo univa a Blaine non era poi così solido come pensava.
Sospirò,
sapendo che si stava auto illudendo.
L’amore
che provava Hummel per quel nano da giardino, come lo definiva, non era nemmeno
vagamente immaginabile, figurarsi se poteva eguagliarlo.
Arrivò
alla Dalton poco prima dello scadere del coprifuoco e fece per spegnere il
motore, ma la canzone che uscì dalla radio locale attirò la sua attenzione.
Mise in folle, tirando il freno a mano per tenere l’auto accesa e si concesse
di cantare e sognare un po’, prima di tornare dentro alla prestigiosa scuola e
dispensare falsi sorrisi.
Chiuse
gli occhi, appoggiandosi contro il sedile e lasciando andare non solo la voce,
accompagnando così quella di JaredLeto, ma anche la mente….
E
all’improvviso non si trovava più nella sua auto, ma nel salone di quella che a
primo impatto sembrava una villa bellissima, in stile vittoriano, in piedi su
una bellissima scalinata bordata di un lussuoso tappeto rosso.
La
sua voce calda rimbombava per tutti gli ambienti di quella dimora, mentre con
sguardo magnetico teneva incollati ai suoi occhi neri quelli cristallini di un
ragazzo bellissimo, in piedi ai piedi della scala.
Prese
a scendere lentamente, accarezzando con la mano il marmo nero del corrimano,
fino a trovarsi a pochi passi da lui.
Come break
me down
Bury me,
bury me
I am
finished with you, you, you.
Look in my
eyes
You're
killing me, killing me
All I wanted wasyou
Sfiorare
la sua pelle lattea con la stessa cura con la quale aveva accarezzato il freddo
marmo gli venne quasi naturale mentre gli urlava addosso tutta la disperazione,
annidata dentro di sé.
Passò
la mano dietro alla sua nuca, stringendone piano i corti capelli e avvicinando
il corpo di Kurt al suo, più alto solo perché stava ancora sull’ultimo gradino
della scalinata.
Cosa
avrebbe dato per un contatto maggiore.
Ma
anche nei sogni non poteva, così lo lasciò andare, scendendo anche l’ultimo
gradino e camminando per l’ampio salone, sollevando polvere ad ogni passo.
I tried to
be someone else
But
nothing seemed to change
I know
now, this is who I really am inside.
Finally
found myself
Fighting
for a chance.
I know
now, this is who I really am.
Il
dolore nella sua voce risuonava per la stanza vuota con fare stridente.
Come
sempre non c’era nessuno a notarlo, non c’era niente che lo consolasse mentre
l’eco della sua stessa voce gli rimbalzava addosso ferendolo.
Nessuno.
Eccetto
Kurt.
Le
sue braccia che si stingevano al suo busto, il suo petto premuto contro la sua schiena…. Sentiva il cuore battergli così forte che sarebbe
potuto anche esplodere in un solo istante.
Si
voltò verso di lui, stringendosi addosso e appropriandosi quasi voracemente di
quelle labbra carnose e soffici, esattamente come se le ricordava.
(You say
you wanted more)
What if I
wanted to break...?
(What are
you waiting for?)
Bury me,
bury me
(I'm not
running from you)
What if I
What if I
What if I
What if I
Bury me, bury
me
Lasciò
che la canzone scemasse lentamente, e con essa la sensazione del calore di Kurt
su di se.
Lo
aveva fatto di nuovo, si era lasciato prendere dal momento e si era perso
dentro a quei desideri irrealizzabili.
Aprì
gli occhi lentamente, prendendo un respiro profondo.
Così
si faceva del male da solo, ne era certo, ma in un certo senso si salvava dalla
totale pazzia.
Chinò
la testa di lato e per poco morì di infarto notando David che lo guardava
preoccupato da dietro il finestrino. Odiava avere un pubblico mentre si esibiva
in quelle occasioni.
Chissà
che cavolo di espressioni faceva, poteva aver addirittura baciato il voltante
per quanto ne sapeva!
“Amico
sei inquietante” disse il ragazzo di colore una volta che Thad
scese dal velivolo “Voglio dire…. Ho bussato
ottocento volte e tu continuavi a sgolarti. Ma non ti assordi a cantare così
forte inun o spazio così piccolo?”
“No,
Thompson, e devi sapere che detesto quando mi fissano” disse irritato Harwood.
“Ma
noi ci preoccupiamo” David sospirò seguendolo verso la scuola “Insomma, prima
sul muretto, ora in auto…. Con tutti questi testi da disperato…. Ma pensi ancora ad Allyson??”
“Dio, ti prego no!” bonificò irritato “Non penso a nessuno al momento, e sto
bene così”
Bugia.
“Thad, sei davvero preoccupante”
“Scommetto
che ad Anderson non diresti nulla” disse Thad, ormai
al limite, mentre saliva le scale velocemente alla volta della sua stanza “Se
lo trovassi in auto a cantare a squarcia gola…”
“Già
successo, o gli ho chiesto se era pazzo” il ragazzo di colore lo prese per un
braccio prima che potesse entrare in stanza “Sai che con noi puoi parlare.”
Disse guardandolo seriamente “Con me e con Wes…. La
nostra porta è qui davanti ed è sempre aperta…”
Thad distolse lo sguardo, strappando il polso
dalla sua presa “Non c’è proprio niente da dire”
Entrò
in camera, chiudendosi la porta alle spalle e lasciando David lì, gelato dalla
preoccupazione. Non gli rimase null’altro da fare se non entrare in stanza e
raccontare tutto all’asiatico.
A
sconvolgere la già poca tranquillità della Dalton arrivò un inaspettato
uragano, pronto a travolgere tutto e tutti.
“Il
Dalton DailyRumors?” chiese
stranito Cameron “Abbiamo un giornalino scolatico?”
Wes prese il volantino che il ragazzo aveva
tra le mani, leggendolo attentamente.
Credete davvero di
conoscere tutti coloro che vi circondano tra le pareti di questo istituto? I loro
segreti, le loro attitudini, i loro vizi? Se siete interessati fate un salto
sul nuovo giornale scolastico: il Dalton DailyRumors!
(http://daltonrumorsdaily.tumblr.com
)
“Ma…. Stai scherzando? Dove lo hai preso?” chiese a quel
punto Montgomery, guardando stranito Cam.
“Lo
hanno appeso fuori dalla porta” rispose Richard per il fratello minore “Lo
hanno messo anche a me e a Las, quando ci siamo alzati era lì.”
Nick
arrivò di corsa, piazzandosi sulla loro strada, al centro del corridoio “Codice
rosso, rosso, ROSSO” disse istericamente.
Wes non ci arrivò subito “Cosa?”
Nick
gli mise in mano il suo BlackBerry, e subito i
fratelli James si schiacciarono sull’asiatico per poter vedere a loro volta.
Al
centro di una pagina web dal layout ispirato ai colori dalla loro divisa stava
una foto decisamente compromettente di Thad a Kurt.
Il maggiore teneva il braccio attorno alle spalle del controtenore e, a
giudicare dall’insegna luminosa alle loro spalle, erano appena usciti da un
Motel.
Wes guardò Nick “Decisamente codice rosso”
disse velocemente, dando il cellulare a Rich e
partendo per il corridoio chiedendo in giro se qualcuno avesse visto Blaine o Thad.
Sperava
di evitare una possibile rissa.
Rich invece si schiarì la voce, leggendo a
voce alta quel che era riportato sotto la foto.
‘Tutti lo conoscono,
nessuno escluso. Ricco, carismatico…. ThadHarwood ha tutto e pretende
tutto. Anche i fidanzati degli altri. Chi lo avrebbe mai detto che un lord come
lui si sarebbe dai abbassato a fare la corte ad un banalissimo figlio di
meccanico? Forse, però, al nostro ex compagno di scuola Kurt Hummel che pareva
tanto di sani principi è andata bene visto che la nostra macchina fotografica
li ha immortalati mentre uscivano da un rozzo Motel nei pressi di Lima. Che
brusca caduta di stile per il figlio del Vice Governatore dell’Ohio. Chissà
cosa ne pensa la nostra star e fidanzato di Hummel, Blaine Anderson, di tutto
questo!
Con questo vi
lascio, a presto con la prossima notizia ;)
D.D.R’
Nick
annuì lentamente “Bel casino…”
“Ma…. È vero che Thad se la fa con
Kurt?” chiese stranito il maggiore dei due fratelli, mentre Cameron rileggeva
il post.
Nick
scosse il capo troppo velocemente “Nono! Ma che dici! Kurt sta con Blaine, deve
esserci senza dubbio un malinteso!”
Cameron
storse il naso, passando il cellulare all’amico “Senza dubbio è qualcuno che
non ci sa fare, con i pettegolezzi. Non gli importa tanto della notizia quanto
di quello che la notizia si prefigge di portare. Ovvero smerdare Thad. Se fosse stata una cosa fine a se stessa allora
sarebbe stata più ricca di particolari, invece sta cosa ti porta a pensare
esattamente dove vuole lei.”
Richard
lo guardò annuendo mentre Nick corrugava le sopracciglia “E con questa analisi
forense vuoi dirci che non sei stato tu?”
Cam scosse il capo “No, non sono stato io”
“Hai
le prove?”
“L’aula
computer ha la telecamera di sorveglianza e io non ho internet sul cellulare”
rispose semplicemente Cameron “Poi, se l’avessi fatto io, sarebbe stato
decisamente più elaborato…. Questa è una cazzatina da principiante” concluse poi “Senza contare che
non farei mai una cosa simile a Thad e Kurt”
I
tre si scambiarono un’occhiata, prima che Duvall di dileguasse per i corridoi,
alla ricerca di Jeff.
La
ThreeSixMaphia aveva il
dovere morale di indagare.
Quando
Wes, dopo una lunga e straziante ricerca, trovò Thad a e Blaine di certo non si aspettava di vederli in
giardino.
E
di certo non si aspettava di trovare anche Kurt.
Li
raggiunge affannato, appoggiandosi alla spalla del solista “Ragazzi, possiamo
parlarne civilmente”
Thad prese un tiro di sigaretta, mentre Kurt
alzava elegantemente un sopracciglio.
“Beh,
ma è quello che stiamo facendo” Gli disse Blaine, tranquillissimo.
Montgomery
ci rimase quasi male, mentre passava gli occhi su tutti e tre.
“Non
dovresti farti queste cose di domenica mattina” gli disse Harwood
con pacatezza nella voce “Ti fa male agitarti”
Blaine
guardò Wes con la coda dell’occhio mentre questo si
ricomponeva, rivolgendosi poi a Kurt “E tu? Come fai ad essere già qui?”
“A
dire il vero è lui che ha chiamato noi due per dircelo” gli rispose Anderson,
mentre il suo ragazzo annuiva.
“Mi
è arrivata un’email stamattina, mentre facevo i
rituali di idratazione” spiegò il giovane, passandosi una mano tra i capelli
liberi dalla lacca, che cadevano mollemente sul suo viso in una frangetta
sbarazzina “Così ho chiamato subito Blaine per spiegargli che la nube di
pettegolezzi, a quanto pare, si sta spostando dal McKinley alla Dalton”
Wes lo ascoltò attentamente senza
capacitarsi di come potessero essere tutti e tra così calmi mente nella scuola
imperversava il caos.
Davanti
a lui c’era il triangolo amoroso più chiacchierato del momento,eppure non facevano una piega.
Blaine
sembrava quasi divertito dalla cosa.
“Settimana
scorsa dicevano che Kurt aveva una relazione con Sam Evans, un ragazzo delle
New Directions” Spiegò Blaine, notando lo sguardo
sconvolto dell’amico “E non era il solo pettegolezzo a girare per la scuola”
“Noi
però non avevamo un blog” gli disse Kurt, serio “Questa persona va fermata…. Potrebbe fare dei guai. Finche fotografa me e Thad che andiamo a trovare Sam è un conto, ma potrebbe
anche far danni peggiori”
Thad annuì lievemente “Indizi?” chiese poi a Wes “Apparte che è di certo un
Warblers”
“E
come fai a dirlo?” chiese Wes.
“Beh
chi altro poteva sapere che io e Kurt eravamo insieme a Lima? Ne abbiamo
parlato alla prima riunione del post vacanze, ieri.”
Blaine
si intromise “Potrebbe anche finire qui, no?”
“No,
ha detto alla ‘prossima notizia’, questo significa che ne ha già un’altra
pronta secondo me” disse Kurt con non chalance,
guardando Thad mentre buttava a terra il mozzicone
della sigaretta pestandovi sopra.
“A
questo punto va stanato e lasciato alla folla affinché lo linci” disse con
naturalezza il capo consiglio Harwood “Vado a fare
colazione, ciao Kurt” si allontanò velocemente, e subito Wes
guardò Hummel
“Pensi
quello che penso io?”
Kurt
lo guardò attentamente “Ovvero?”
“Che
forse…. È stato Thad?”
Blaine
scoppiò a ridere, mentre Hummel sbuffava “E perché dovrebbe farlo”
“Beh
ecco” Montgomery si trovò in una situazione spiacevole: Se Kurt sapeva delle
attenzioni di Thad sicuramente si sarebbe indisposto
nei suoi confronti…. Se invece non lo sapeva….
Meglio
evitare “No niente, lascia stare. Sto vagliando tutte le ipotesi. Vado anche io
a fare colazione” Sorrise allegramente ad entrambi “Mi ha fatto piacere
rivederti Kurt, a presto” aggiunse, prima di sbrigarsi a seguire Harwood, convinto che evitare che gli altri infierissero
fosse il solo modo per evitare un omicidio di massa.
Blaine
si voltò verso Kurt, con le mani in tasca “A questo punto facciamo colazione
insieme?”
L’altro
sorrise, lievemente meno teso “Un salto al Lima Bean sarebbe il massimo. Ho
bisogno di un paio di cappuccini dopo questa…”
Anderson
sfilò una mano, porgendola al ragazzo che subito la afferrò, avviandosi con lui
verso il parcheggio.
In
cuor suo sapeva che Kurt aveva ragione: questa cosa andava arginata.
Lui
stesso aveva qualche scheletro nell’armadio che doveva assolutamente rimanere
dov’era….
Continua….
Nda.
Ciao
a tutto e buon Ferragosto!
Come
premettevo nel capitolo precedente, iniziano un po’ di casini!
Ovviamente
il Dalton DailyRumors non
si ferma qui!
Facciamo
ungiochino: ditemi chi pensate ci sia
dietro tutto questo e il perché!
Anche
se le recensioni sono decisamente calate a causa dell’estate, ringrazio chi non
mi abbandona e continua a darmi un suo parere :D grazie mille, siete i più
preziosi!
Scusate
eventuali errori. Il capitolo non è betato.
D non rompermi le
palle
Cosa
ne pensate della scena hard iniziale? È da tanto che non scrivo lemonslash!
Ps: Non riuscirò a postare per una
settimana circa, causa Concerto dei Panic! At the
Disco e un po’ di giorni a casa di una casa amica^^
Come previsto da Kurt, il flusso di notizie
sbandierate dal Dalton DailyRumors
non si arrestò, e così fu anche per gli studenti che presero morbosamente a
seguirlo.
Il giorno seguente fu il turno di Nick, che però non si preoccupò più di tanto
delle notizie diffuse su di lui “Insomma, non c’è niente di male no?” disse con
disinvoltura, guardando l’assemblea straordinaria dei Warblers, riunita attorno
a lui “Non è una vergogna essere ancora vergine….
Infondo ho ancora sedici anni io!” passò gli occhi su ognuno di loro, notando
sguardi di intesa che non gli piacquero per nulla “E poi non posso credere di
essere l’unico vergine, no??” silenzio tombale “No??”
Jeff fece per dire qualcosa, in sostegno morale al suo migliore amico, ma Kirk
gli smorzò subito l’entusiasmo “Oh andiamo, l’altro giorno tutti hanno sentito
le urla di Nick!”
Jeff si risedette rassegnato accanto a Flint, incassando le spalle.
“Io lo sono e, come te, non credo sia affatto un problema” disse risoluto
Blaine, guardando con gentilezza negli occhi Duvall, nonostante le sue guance
si fossero appena imporporate.
“Ma è diverso” osservò Thad, sistemandosi con i
gomiti sui braccioli della sedia.
“E perché mai?” chiese Wes, voltandosi di tre quarti
a guardarlo.
“Anderson è omosessuale, le relazioni intime saranno logicamente più compresse.
In più è assurdo che Duvall non riesca a schiacciarsene nessuno se gira con la
Lamborghini del fratellone” Gli chiarì subito il capo consiglio Harwood, roteando gli occhi come se fosse dannatamente
ovvio.
La cosa non solo indispose Nick che pareva felice di aver un sostenitore, ma
imbarazzò ulteriormente Blaine che si irrigidì sul bracciolo della poltrona sul
quale si era appollaiato.
“Eh no!” Duvall si scaldò “Non potete aver perso tutti la verginità! Mi rifiuto
di crederlo! Trent per esempio….
Dai su ammettilo!”
Nixon scrollò le spalle “Che vuoi che ti dica…. Il
mare, la spiaggia, gli amori estivi…. Una cosa tira
l’altra e….”
Prima che Duvall si avvilisse ulteriormente Wes batté
tre volte il martelletto sul tavolo “Ci riaggiorniamo
a domani, stessa ora….”
“Questa cosa di leggere le notizie insieme è deleteria“ Fece notare Las
“Infondo sono solo stupide chiacchere…. E, perdonatemi,
ma una era non vera e questa di Nick, come ha detto lui stesso, niente di
serio. Perché non ignoriamo solo il fenomeno?”
“Perché la persona che scrive, e di questo siamo certi, è qui con noi in questa
stanza” Gli disse Thad, con voce melliflua e vagamente
inquietante.
“E ci sembra giusto scoprire chi è per prendere provvedimenti” terminò David,
chiudendo la penna e riponendola con cura nel cassetto davanti a lui insieme al
libro dei verbali.
“Provvedimenti?” chiese Richard, guardando Wes.
L’asiatico abbassò gli occhi, sospirando “Il colpevole verrà immediatamente
cacciato dal Glee Club e denunciato a chi di dovere… professori e preside. La preside parlava di
sospensione temporanea come punizione per aver infangato il buon nome della
Dalton con queste stupide chiacchere.”
Tutti si alzarono, iniziando a guardarsi di sottecchi tra loro cercando di
capire chi mai potesse esserci dietro tutto ciò. Thad li osservò attentamente, sospirando rassegnato
prima di voltarsi verso Andrew, che aveva atteso uscissero tutti prima di
avvicinarsi ai tre capi consiglio “Allora?” chiese Wes
“Hai scoperto qualcosa?”
Andrew scosse il capo sconsolato “Ho provato a rintracciare l’IP del pc della persona che ha fatto ciò e ho visto che ci sono
due possibili matrici. La prima da un cellulare all’interno del campus e una
rete protetta da fuori. Chi mette i post sul blog lo fa fare a qualcun altro o
lascia la Dalton per farlo, controllando poi da un cellulare. “
“Perfetto è un genio” disse Thad amaro “Non
allacciandosi alla wirless dell’istituto ha il colpo
sicuro” Wes guardò Stuart un attimo “Continua ad indagare…. Magari capisci chi usa il cellulare….”
Il ragazzo annuì uscendo, mentre David sbuffava “Speriamo che questa persona
continui a scrivere cose così banali….”
Ovviamente non andò così.
“Dov’è Ethan?!” Wes guardò attentamente tutta
la mensa, urlando a pieni polmoni quella domanda.
Tutti si voltarono a guardarlo, mentre il suono di una sedia che veniva fatta
strisciare sulle mattonelle rompeva il silenzio che era venuto a crearsi.
Ethan Moore si alzò in piedi sistemandosi la giacca, prima di camminare davanti
a tutti senza la ben che minima vergogna.
Sentiva gli occhi di tutti gli altri incollati alla schiena mentre camminava
verso l’asiatico, e cercò di affinare le orecchie per poter sentire i loro
commenti ma non ci riuscì.
Forse era meglio così.
Kirk si alzò, facendo per seguirlo, ma Wes lo ammonì
con lo sguardo, uscendo dalla stanza con Moore “Come ti senti?” Et non fece una piega “Sono….
Sconcertato. Non so chi sia questa persona ma io non ho mai detto a nessuno
delle mie… inclinazioni” Wes aprì la porta della piccola stanzetta accanto a
quella dove erano soliti provare e lì fece accomodare Ethan.
Prese posto sul divanetto accanto a lui, cercando le parole giuste per non
ferirlo ancora di più di quanto già fosse.
“Non credevo che questa persona si spingesse a tanto” disse Wes,
appoggiandoli una mano sul ginocchio “Per di più mettendo un’altra notizia
nello stesso giorno. Voglio dire, quella di Nick era una bazzecola messa lì per
metterlo a disagio forse, ma questa di te che, oddio, potrebbe avere la stessa mira…. È molto peggio. Mi dispiace…”
Moore abbozzò un sorrisetto “Non importa. Infondo in questa scuola ci sono
tanti ragazzi omosessuali che stanno benissimo, si trovano bene no?”
“Si ma noi sappiamo che lo sono perché loro hanno deciso di dircelo” Montgomery
fece una pausa, sospirando prima di tornare a guardare il ragazzo seriamente
“Non hai una bella cera, quindi smettila di fare il rilassato e dimmi come stai
realmente.”
Moore lo guardò negli occhi, perdendo lievemente il controllo di se “Cazzo Wes io non lo so, ok?! Non so se sono gay o meno, è solo
uno il ragazzo che mi ha fatto perdere la testa, uno solo! Chi cazzo è questo
stronzo che si è permesso di dire i fatti miei in giro con una sicurezza così
irritante, quando nemmeno io ne sono certo?!”
Il capo consiglio sospirò stringendo forte la presa sul suo ginocchio “Lo
troveremo e in modo molto costituzionale gli faremo capire che disagi ha
provato, trascinandolo in cortile e prendendolo a sprangate….
Thad ha già pronta la mazza da baseball” sorrise,
cercando di confortare il ragazzo che subito ricambiò, seppur debolmente “Ora
puoi andare…. Non fare cazzate.”
“Cosa posso fare? Non abbiamo nemmeno un’idea di chi potrebbe essere…” Il ragazzo si alzò, sfilando fuori dalla stanza
con aria mesta, seguito dopo poco da Wes.
La situazione si faceva sempre più critica.
Guardò Ethan allontanarsi e dirigersi verso l’ingresso e alla scala a
chiocciola che conduceva ai dormitori. Lì si incontrò con Blaine che gli
sorrise prima di dirigersi verso il capo consiglio, sfilandosi la sciarpa “Che
succede a Ethan? Sembra parecchio giù di corda”
“Lo saresti anche tu dopo un coming out forzato” gli
rispose Wes, sbuffando.
“Aspetta, cosa?!”
L’asiatico fece un cenno alla tasca dei suoi jeans, da cui spuntava il
cellulare “Controlla il blog del nostro psicopatico giornalista e vedrai…”
“Un altro post?! Lo stesso giorno?!”
“Evidentemente non era soddisfatto del primo…”
Anderson scosse piano il capo, sbuffando “Dio, questa situazione è ridicola.
Dobbiamo fare qualcosa, subito!”
“Ci stiamo già mobilitando” Montgomery annuì alle sue stesse parole, prima di
guardare Blaine negli occhi “Ma tu dove sei stato?” chiese, alludendo al
maglione fresco di stiratura e ai jeans aderenti.
“Sono uscito con Kurt, abbiamo cenato fuori e lui…”
Blaine sospirò, trattenendo però a stento un sorrisetto “Mi ha chiesto di
accompagnarlo al ballo”
“Oh” Wes lo guardò attentamente “E tu…”
“Ho accettato”
Il maggiore gli battè un paio di pacche affettuose
sulla spalla “Dopo questa vinci il premio di fidanzato modello. La tua psiche
reggerà il colpo o ti appallottolerai su te stesso in mezzo alla pista da ballo
rimembrano lo shock?”
Blaine gli lanciò un’occhiata poco allegra “Non sei simpatico, comunque posso
gestire benissimo la situazione. Nel mio vecchio liceo c’erano bastardi più
grossi che in quello di Kurt…”
L’asiatico gli sorrise “Se ci saranno problemi sai chi chiamare” Lo salutò,
augurandogli la buona notte, prima di tornare alla mensa per fare una paternale
a tutti.
Sapeva che lì in mezzo c’era l’autore di tutto quel trambusto, ergo era certo
di rivolgersi anche lui.
Blaine invece fece retrofront, defilandosi nella sua
stanza per riuscire a leggere il nuovo post.
Appena arrivato si lasciò cadere sul letto senza nemmeno levarsi la giacca e,
accendendo velocemente il suo portatile, entrò sulla pagina di tumblr adibita al DDR.
La prima cosa che colpì la sua attenzione fu la foto a centro pagina, che
ritraeva Kirk e Ethan per i corridoi della Dalton, probabilmente mentre stavano
dirigendosi a qualche lezione. Prese a leggere velocemente, stupendosi della
cattiveria che permeava ogni singola parola….
‘A quanto pare il blog è caduto nella
noia dopo la notizia della presunta (e ovvia) verginità di Duvall, così ho
deciso di fare uno strappo alla regola e rivelarvi qualcosa di, e ne sono
certo, più succoso e appetitoso. Il caro Ethan Moore, bravo ragazzo anche se
decisamente col portafogli troppo vuoto per gli standard della Dalton, pare
nascondere qualcosa di decisamente inaspettato: a quanto pare il nostro caro Warbler si aggiunge al piccolo circolo omosessuale
dell’istituto! Come lo so? Beh non posso dire voci di corridoio, il ragazzo è
bravo a tenerlo per sè, ma se osserverete con attenzione
i suoi atteggiamenti verso James Kirk, allora potrete benissimo capire! Senza
contare che ho assistito ad una certa dichiarazione di persona, sul tetto della
scuola…. Eh si, a quanto pare è un amore unilaterale,
ci dispiace molto Moore, peccato! Ci avevi visto bene, eh? Ricco, bello, biondo
e con la faccia da cavallo, un vero principe! Chiudo augurandovi buona notte e
salutandoci fino a domani, quando rivelerò qualcosa di decisamente più
impegnativo. È un crescendo, signore e signori, vedrete quando si toccherà
l’apice! DDR.’
Blaine si contrinse a rileggerlo almeno tre volte,
stupendosi sempre di più di quanto potesse essere crudele una persona che
mangia, dorme e studia nel tuo stesso luogo.
Che vive con te.
Chiuse il portatile, schifato, sentendo il cuore battere a mille e un lieve
velo di sudore inumidirli la fronte.
Su di lui non avevano nulla, ne era certo.
Poteva star tranquillo, si disse mentre si spogliava infilandosi il pigiama.
Non avrebbero scoperto nulla su di lui….
Si mise sotto le coperte con questa convinzione.
A quanto pare, quel giorno, avevano sbagliato calcoli davvero tutti alla
Dalton, lui compreso.….
Blaine uscì dalla classe di francese come ogni
mercoledì, dirigendosi verso la scala che portava al dormitorio per poter
appoggiare i libri e andare a pranzo.
Quel giorno tutti sembravano già essersi dimenticati del DDR, nessuno aveva
trattato in modo diverso dal solito Ethan dal giorno precedente e nessuno ne
aveva più parlato.
Tuttavia, Blaine non si illudeva che fosse finita, solo sperava che tutti ormai
fossero eccessivamente stufi di quei disordini da non aprire nemmeno più il
blog.
Andò in bagno a sciacquare le mani e il viso, canticchiando a bassa voce la
canzone che aveva deciso sarebbe stato il suo assolo al Festival dei Fuochi.
Si mise un po’ di lacca nei capelli, lottando contro un ricciolo
particolarmente insistente ed avendo la meglio a fatica, poi uscì
incamminandosi alla mensa.
Lì venne preso.
Di peso.
Guardò Jeff e Nick che camminavano spediti trasportandolo (lo reggevano
sollevato da terra, tenendolo per le braccia) verso la sala delle prove e la
cosa non gli piacque affatto.
“Ehm…. Ragazzi?”
Loro però non dissero nulla, mantenendo un inappropriato cipiglio serio che
stonava decisamente con i loro soliti sorrisi smaglianti.
Blaine capì che qualcosa non andava quando si ritrovò nella saletta, davanti ai
tre capi consiglio decisamente alterati.
Duvall e Sterling si defilarono silenziosamente, mentre Thad
batteva le mani con forza sulla scrivania “Perché cazzo non hai detto nulla!?”
Blaine sbiancò. Thad non era solito preoccuparsi per lui, ergo doveva
essere una cosa decisamente molto seria. Soprattutto contando che non lo
salutava nemmeno per il corridoio.
Riluttante spostò gli occhi verso sinistra, pentendosi immediatamente.
Lo sguardo di Wes avrebbe potuto incenerirlo lì, sul
colpo.
“Io non posso crederci che tu me l’abbia tenuto nascosto!!” sbraitò l’asiatico,
puntandogli contro il pugno serrato “Mi avevi detto che avevi problemi a casa, ma…. Con ‘problemi’ non avevo ben capito che tuo padre ti
mette le mani addosso!”
Il solista si appoggiò alla scrivania, andando incontro al pugno di Wes, non tanto per spavalderia, ma per non crollare a
terra.
David diede man forte agli altri due, mantenendo però il solito atteggiamento pacato
“Davvero Blaine, dovevi dircelo”
“Ragazzi, non è come sempre” Anderson prese un respiro profondo, mordendosi le
labbra “Mio padre non mi picchia…. Ok?” passò gli
occhi da Thad a David, fermandosi poi su Wes più a lungo “Succede, di tanto in tanto, che mi arrivi
uno schiaffo e qualche urlo ma…. Non ha mai inveito
di cattiveria su di me. Ha solo una visuale molto rigorosa della vita e io….” Si morse le labbra, mentre i tre capi consiglio
capivano quanto gli costassero quelle confessioni “Per lui io sono… sbagliato. Tutto qui.” Thad scambiò uno sguardo con Montgomery, che si
schiarì’ la voce “Perché non lo hai detto almeno a me?”
“Perché, e lo dico ora per non ribadirlo mai più, questa è una cosa molto
personale” Blaine guardò deciso il suo amico, sospirando “E non voglio che
nessuno si metta in mezzo. Nemmeno voi. Non potete fare nulla per me e non
voglio che nessuno provi compassione per me…. Anche
se immagino che voi lo abbiate scoperto da quel maledetto blog”
David passò il suo BlackBerry a Blaine, e il ragazzo
prese a leggere velocemente, resistendo all’impulso (che tra l’altro cresceva
di parola in parola) di spaccarlo in terra.
‘Vi capita mai di conoscere meglio una
persona e pensare una cosa della serie: le apparenze ingannano? Ecco, a me è
successo con il cencioso Blaine Anderson. Ok, lo ammetto, non mi sono mai
andate a genio le persone troppo ‘perfette’, perché ho sempre creduto che
nascondessero i segreti peggiori. E così è anche in questo caso! Chi potrebbe
mai immaginare che la punta di diamante dei Wablers è
vittima di violenze domestiche ripetute? Ebbene sì, è la verità. A quanto pare
al Signor Richard Anderson non va molto a genio l’omosessualità del figlio e
sottolinea questo pensiero a suon di sberle. Non è il massimo della pubblicità
positiva per il nostro damerino preferito, vero?
Passando a tutt’altro, ho notato che alcuni di voi si stanno stupendo che io
inizi a fare sul serio, e per sottolinearlo ho una notizia bomba per domani. Un
indizio? Nemmeno i capi consiglio sono al sicuro…. Buona
giornata, il vostro DDR’
Blaine restituì il cellulare a Thompson resistendo alla tentazione di
de-fenestrarlo “Che schifo. Questa persona mi fa schifo”
“Conosci qualcuno che potrebbe sapere che tu hai problemi a casa?” domandò
gentile il ragazzo di colore “Voglio dire…. L’hai mai
detto a nessuno?”
Blaine scosse piano il capo “Nessuno, nemmeno a Kurt” Thad sembrava pensieroso, mentre fissava la
superficie liscia della scrivania.
Il cellulare di Anderson prese a squillare, e appena lo prese in mano e lesse
il nome di Kurt si scusò frettoloso, uscendo dalla stanza.
“Il nostro indiziato numero uno era Kirk” disse Wes
pensieroso “La sola persona che conosceva il segreto di Ethan su confessione
dello stesso ragazzo.”
“Kirk non ha mai digerito molto Blaine” disse Thad
“Ma non penso che sapesse questa cosa. Nessuno la sapeva…”
Montgomery ringhiò frustrato.
Era come se cercassero di afferrare il fumo.
Appena capitava tra le loro mani riusciva comunque a sfuggire alla loro presa.
Come si cattura il fumo?
Kurt e Blaine si erano ritrovati soli nella stanza di quest’ultimo molte volte,
e spesso cadevano in lunghi silenzi dettati dall’imbarazzo.
Blaine avrebbe di gran lunga preferito quello, piuttosto che sapere di aver
deluso Kurt.
“Io credevo che tra noi non ci fossero segreti…”
Il sussurro del più giovane arrivò alle sue orecchie colpendolo più forte di un
urlo.
Lentamente spostò gli occhi color caramello sulla sua figura, seduto ai piedi
del letto accanto a lui, con le mani strette in grembo e il capo chino di chi
non ha ben chiaro come affrontare una determinata situazione.
E, in un certo senso, lo capiva.
Capiva la sua delusione di fronte al modo in cui lui gli aveva taciuto un
problema tanto grande.
Certo, poteva non averlo detto a Wes o David, ma Kurt
aveva ragione: sin da quando si erano conosciuti non avevano mai avuto segreti
che potessero in qualche modo increspare la loro amicizia.
Kurt era sempre stato maledettamente onesto con lui, raccontandogli i
particolari anche dolorosi della sua vita, come l’aver perso la madre così
giovane o quella sensazione di vuoto che aveva prima di conoscerlo e che gli
appesantiva il cuore. E Blaine non era stato da meno, non riuscendo però a dire
a Kurt come si sentisse inappropriato a casa sua.
“Mi dispiace….” Sussurrò Anderson, desideroso di
abbracciare il suo ragazzo, ma trattenendosi dal farlo. Kurt avrebbe avuto
tutte le ragioni di ritrarsi.
Il più piccolo alzò gli occhi cristallini sul suo viso “Posso sapere almeno il
perché?”
Blaine si morse il labbro inferiore, passandosi una mano tra i capelli ancora
umidi dalla doccia che aveva fatto prima del suo arrivo “Non volevo che…. Non volevo che tu provassi pietà per me.” Buttò
fuori, trovando il coraggio di guardarlo negli occhi “Onestamente non lo avrei
sopportato e poi non volevo ti sentissi inadeguato ad entrare in casa mia. Non
volevo che tu….”
Kurt alzò un dito, appoggiandolo sulle labbra dell’altro e lievemente sorrise
“Non voglio che pensi tutte queste cavolate, ok?” disse, avvicinandosi di poco
a lui fino a far scendere la mano a coprire la sua, appoggiata sul ginocchio
“Non provo pena per te, se mai per tuo padre che non capisce quanto tu sia speciale…”
Blaine sorrise, appoggiando la fronte a quella di Kurt e sospirando lievemente.
Sapeva che il suo ragazzo aveva capito dai suoi discorsi che suo padre non lo
approvava, ma da lì a dargli conferma che proprio detestasse questo suo lato al
punto da alzare di tanto in tanto le mani ce n’era di strada.
Kurt inclinò il capo di lato, così da poter sfregare il naso contro quello di
Blaine e accarezzare appena le labbra con le sue “Non siamo noi ad essere sbagliati…. È la società che lo è….”
Blaine si sporse quel tanto che bastava per chiudere il poco spazio tra loro ed
impossessarsi della dolci labbra di Kurt, appoggiandogli una mano sulla nuca,
dietro i capelli. Sentì le mani del più giovane appoggiarsi al suo petto,
all’altezza del cuore, precisamente nel punto in cui aveva sentito sprigionarsi
un forte calore nel udire le parole sentite del suo ragazzo.
Lui non era sbagliato, questo lo sapeva, ma aveva bisogno di sentirselo ripetere….
Il suo braccio scivolò dietro le spalle di Kurt, e così riuscì a stringerlo
meglio a sè, continuando a baciarlo dolcemente e
sentendo il cuore del controtenore battere contro il suo.
Sarebbe andato avanti per ore, ma il coprifuoco sarebbe scattato di li a poco
così impedì a se stesso di far stendere del tutto il suo ragazzo sul materasso
e dar via ad un’intensa sessione di pomiciate.
Fu difficile ma riuscì ad impedirselo per davvero.
“È tardi” sussurrò a malincuore il solista, accarezzando il collo di Kurt lungo
il nervo, fino alla spalla, e sentendo la sua pelle rabbrividire ad ogni tocco.
“Lo so…” Hummel sospirò, staccandosi da lui e
passandosi una mano sul viso, sorridendo “Forse era meglio parlare subito
invece di stare mezzora zitti…. Non credi?”
“Decisamente si” Gli diede un altro bacio, stavolta sulla guancia, prima di
alzarsi insieme a lui e passargli la giacca leggera “Domani ci vediamo?”
“Si torno qui io” disse il più giovane, prendendo la sua tracolla e avviandosi
alla porta.
“Mi dispiace farti fare per il secondo giorno di fila la stessa strada”
“Blaine….” Kurt si fermò, appoggiandosi con la
schiena alla porta “Hai letto il post del DDR vero?” il riccio annuì “Ecco…. Io ho una pessima sensazione sul capo consiglio sul
quale domani si sfogherà questo…Questo…
Non trovo nemmeno le parole per classificare una persona che fa queste
cattiverie!”
Il suo ragazzo lo guardò negli occhi, leggendovi una sincera preoccupazione che
gli fece stringere lo stomaco “Kurt… Cosa sai?”
Hummel si morse le labbra, prendendo un respiro.
Stava per tradire la fiducia di Thad, forse, ma avere
una persona in più a conoscenza di quella storia, in caso di bisogno, sarebbe
stato vantaggioso.
Dio solo sapeva che reazione avrebbe avuto Thad nel
caso in cui…
Kurt rabbrividì, scrollando le spalle come per scacciare quel pensiero.
Annuì lievemente lasciando cadere la tracolla a terra “Quello che sto per dirti
è… Blaine non devi dirlo a nessuno…”
Wes era davvero agitato. C’era chi sospettava che non riuscisse a dormire bene da quando
lo scandalo del DailyRumors
aveva scosso la Dalton, e che la quantità di caffè che era costretto ad
ingurgitare per tenersi in piedi stesse sfiorando l’assurdo.
I suoi nervi, comunque, non erano più solidi come una volta.
Osservava la sala, chiusa nella morsa di un tesissimo silenzio, sperando di
leggere scritta sul volto di qualcuno la colpevolezza.
Ma sembravano solo tutti molto irritati visto che avevano saltato il pranzo per
iniziare quell’ennesima riunione di emergenza.
Grande emergenza oltretutto.
Avevano passato i primi venti minuti ad accusarsi tra loro, gridando come
pazzi, prima di arrivare alla conclusione che…. Non
c’era via d’uscita se non una confessione. Trent sbuffò “Io rimango del mio parere, il colpevole
non è qui ora e voi lo sapete bene”
Blaine si irritò ancora di più “Smettila di accursare
Kurt! Abbiamo già appurato che è impossibile che sia lui l’artefice di tutto
questo”
“E perché no, scusa?” chiese alterato Nixon “L’ha detto anche Andrew che si
parla di un pc fuori dall’istututo
e da dentro controllano solamente da un cellulare no? Kurt vive a Lima e viene
spesso qui da te, Anderson!” Harwood strappò il martelletto dalla mani di Wes sbattendolo con così tanta violenza sulla scrivania che
quasi svitò il manico “Smettila di dire stronzate, Nixon, o ti spacco questo
martelletto sulla testa!” Trent lo guardò, dicendo poi in tono di sfida “E
scommetto anche che si sente al sicuro visto che ci siete voi due coglioni a
difenderlo a prescindere!” Thad si alzò in piedi pronto alla rissa, mentre nella
stanza si diffondeva un gran baccano. Wes riprese il martelletto, riuscendo a fatica a
placare gli animi e far risedere Harwood accanto a se
“Calmati, o capiranno che nascondi qualcosa” sussurrò poi al suo orecchio,
prima di tornare a rivolgersi alla sala “Kurt non può essere. Andrew ha
intercettato l’IP del computer dal quale vengono postati gli aggiornamenti del
blog e ha ristretto il campo a Westerville, non è
possibile che sia Kurt da Lima”
“Secondo me è stato Kirk!” Tutti si voltarono verso Elliot,
che additava il biondone con un viso tutt’altro che
amichevole “Voglio dire, chi altri potrebbe essere? Andiamo tutti d’amore e
d’accordo eccetto lui che se la fa solo con Moore”
“Cosa hai detto scusa?!” ringhiò James, infiammandosi “Vieni a dirmelo più
vicino se hai le palle!”
“Potrebbe essere così” ricantò Nelson “Infondo non hai rapporto con nessuna
delle persone coinvolte!”
“Secondo me è Flint” Tutti si voltarono sconvolti verso Ethan, che con pacata lentezza
aveva accusato Wilson.
“E per quale motivo?” disse Jeff guardandolo male.
“Si vede lontano un miglio che nasconde qualcosa in questo periodo” rispose
Moore.
“Forse perché mi state stufando voi e i vostri stupidi discorsi accusatori?”
gli rispose acidamente Wilson, mentre Sterling circondava con un braccio le sue
spalle.
“Calmatevi tutti, così non si arriva da nessuna parte” David si alzò in piedi,
allargando le braccia “Adesso con ordine vediamo di…”
“NUOVO POST!” tutti si voltarono di scatto verso Duvall che reggeva in mano il
cellulare, prima di imitarlo e andare con foga a leggere il nuovo articolo.
Il silenzio che si creò era decisamente peggiore di quello precedente. Thad prese il suo Iphone
dalla tasca del blazer, prendendo un respiro profondo prima di accedere ad
internet.
Decisamente aveva troppa paura di alzare gli occhi e magari incontrare quelli
dei suoi compagni che… Che… Oh… Thad era seriamente convinto che il profilo non fosse
il suo lato migliore ma, di certo, non era quello il motivo per cui odiò
all’istante quella foto.
Chi mai poteva essere così malato da fotografarlo mentre cantava in auto? Cercò
di ricordare il momento in cui poteva essere successo e immediatamente gli
sovvenne: quella sera in cui aveva portato Kurt dal suo amico, al motel….
Un insieme di sensazioni contrastanti lo pervasero allo stesso tempo, dalla
rabbia accecante, alla nausea….
Istintivamente si ritrasse contro lo schienale della sedia, e avvertì la presa
salda di Wes sul braccio. Quando incontrò i suoi
occhi a mandorla quel che vide non gli piacque per nulla.
Si impedì ancora di guardare gli altri.
Prese un respiro profondo riaccendendo lo schermo del suo cellulare che si era
spento e iniziando a leggere, sentendo quel peso sullo stomaco crescere, mentre
iniziava a sudare freddo.
Se Blaine Anderson è un esempio di come
le apparenze ingannino, invece ThadHarwood lo è nell’altro senso, ovvero quando si pensa una
cosa di una persona per così tanto tempo che quando si ha la conferma ufficiale
si resta di stucco per diversi minuti. Di cosa sto parlando? Beh, per chiunque
di voi avesse sempre giustificato i comportamenti di MrHarwood, il suo carattere ambiguo e i repentini
cambiamenti di umore beh, avete sempre fatto bene. Infondo, come possiamo
prendercela con qualcuno che ha seri disagi mentali? Il termine scientifico è
Disturbo Maniaco-Depressivo da Sindrome Bipolare, ed è una tipologia abbastanza
conosciuta. Si afferma che colpisca un americano su quattro nella sua forma più
lieve. Ma questo non è il caso del nostro ‘amato’ capo consiglio, che vista la
quantità assurda di farmaci che ingurgita per evitare di ucciderci tutti,
suppongo sia decisamente più grave . Altro che lunatico, io direi pericoloso
per tutta la società e per se stesso. Decisamente agghiacciante, non trovate?
Detto questo ho solo una domanda da porre al caro Thaddy:
Prendi psicofarmaci e sei sempre ubriaco….Non sarà
per questo che non funzionano? Gente come te andrebbe rinchiusa in un ospedale
psichiatrico, non lasciata a piede libero.
A domani con l’ultima, grande, notizia. In fede, il vostro DDR.
Thad si accorse di essere scattato in piedi solo
nell’esatto istante in cui la sedia su cui era seduto prima cadde a terra con
un tonfo sordo.
Si guardò attorno un istante, disorientato, prima di portarsi una mano alla
cravatta per allentarla, avviandosi alla porta.
Voleva sparire, evaporare.
Ora tutti sapevano.
Sapevano che razza di mostro fosse….
La sua vita era ufficialmente finita.
“L’ho sempre pensato che fosse pazzo…”
Un sussurro, nulla più, che però arrivò forte e chiaro alle orecchie di Thad.
Nick si voltò di scatto verso Nelson, guardandolo disgustato “Sta zitto,
idiota.”
Duvall scostò lo sguardo da lui, puntandolo sulla schiena del capo consiglio Harwood, fermo sulla porta con la mano chiusa in un pugno e
appoggiata allo stipite.
“Thad…” Wes lo chiamò,
preoccupato “Thad, ti prego vieni qui e… THAD!”
Fu fulmineo come un gatto a voltarsi e sferrare un pugno così potente in faccia
a Nelson da farlo cadere dal bracciolo del divano, sul quale si era
appollaiato.
Tutti sapevano, perché trattenersi a quel punto?
Gli sferrò anche un calcio abbastanza potente nelle costole, prima che Richard
e Kirk riuscissero ad avvicinarsi abbastanza da afferrarlo per le braccia e
spostarlo di poco dal Nelson, che perdeva sangue dal naso.
“Ripetilo se hai il coraggio, figlio di puttana! RIPETILO!” Urlò Thad con tutta la forza che aveva, scalciando e
sbracciandosi per poter tornare di nuovo su Nelson e riempirlo di botte.
Servirono anche Nick, Ethan, Jeff e Jessie per farlo
sedere su una poltrona.
Le mani gli tremavano per il nervosismo e l’umiliazione, mentre fissava con
occhi infuocati Nelson.
“Ha bisogno di prendere le medicine” disse sbrigativo Montgomery “Lo porto in camera….”
“Ci pensiamo io e Rich” rispose pratico Kirk “Se mai
dovesse ancora…. Noi possiamo trattenerlo”
“Non è un cane” disse secco Blaine “Se prende le medicine si calmerà…. Posso andare io, so cosa fare…” Thad alzò subito gli occhi in quelli caramello di
Anderson “Tu sai… cosa?!”
Blaine si morse le labbra “Kurt non voleva dirmelo” gli spiegò il solista,
mentre Harwood sentiva qualcosa infrangersi nel petto
“Ma era convinto che nel caso in cui tu ti fossi sentito male, qualcuno che
sapesse cosa fare sarebbe stato…” Thad si alzò in piedi, puntando un dito contro Kirk
che fece per rimetterlo a sedere “Non avvicinarti o ti taglio la gola mentre
dormi, dopotutto sono pazzo no?” soffiò rabbioso prima di voltarsi verso
Blaine, lasciando James attonito a stringersi una mano attorno al collo “Io non
posso credere che Kurt… Che lui…abbia
detto a te…” si zittì, sentendo le lacrime salirgli
agli occhi.
Non avrebbe pianto per la seconda volta in vita sua in mezzo a tutti gli altri.
Non esisteva.
Uscì dalla stanza velocemente, con Kirk e Rich un po’
riluttanti a seguirlo secondo le indicazioni di Wes.
L’asiatico si avvicinò a sua volta alle porte, chiudendole a chiave prima di
voltarsi verso i compagni e guardarli tutti in viso.
Uno ad uno.
La rabbia gli infiammava gli occhi a mandorla, tanto forte da dar l’illusione di
fare scintille.
“Io non so chi cazzo è stato e ormai non mi importa nemmeno sapere il motivo.
Chiunque abbia volutamente ridotto in queste condizioni Thad
merita solo una cosa: l’espulsione” mise la chiave in tasca, sedendosi sulla
scrivania dove David lo guardava risoluto a dargli man ferma. “Nessuno uscirà
da questa stanza fino a che il colpevole non avrà confessato.”
Continua,…
Nda:
dopo una lunga e sofferta attesa dettata dalle
vacanze Bergamasche ecco a voi l’aggiornamento!
Allora un paio di appunti prima di dimenticare:
Il motivo per cui ci ho messo tanto è dovuto al fatto che non avevo tempo e a
un serissimo blocco dello scrittore. Diciamo solo che mi sono state mosse
critiche che non ho decisamente capito, nel senso che le trovo forvianti, soprattutto
sul personaggio di Thad e la trama in generale….
Mi sono depressa e non riuscivo a scrivere.
IL merito di questo aggiornamento va tutto a Alexa,
ovvero DumbledoreFan, che non solo mi ha supportata
ma ha anche betato questo capitolo pieno di casini.
E nonè ancora finita….
Per la seconda parte cercherò di essere veloce.
Vado al mare con mamma 4 giorni da giovedì a domenica, non avrò la rete ma
porto il portatile così scrivo il capitolo e ve lo posto domenica stessa!
Ora che vi ho dato più informazioni provate ad
indovinare di chi si tratta? Chi è il bastardo che sp****a tutti?
Coraggio non è difficile se ci riflettete su xD
Fatemi sapere che ne sapete anche di questo
capitolo, sapete che ci tengo.
Ringrazio ancora Ale e
coloro che hanno recensito lo scorso capitolo.
A presto
Un bacione Jessy.
Ps: per seguire
gli aggiornamenti, avere gli spinoff e vedere le fanart sulla storia mettete mi piace alla mia pagina
ufficiale:
Piccola
nota introduttiva:
Ennesimo capitolo ricco di angst. Mi è stato rimproverato di aver rovinato
l’atmosfera della storia, beh per rispondere a quest’accusa cito il mio caro
amico Klaineek: ‘se vogliono leggere le
fiabe felici sono sicuro che alla mondadori hanno ancora libri per bambini’
Buona
lettura. :D
Blaine Anderson
presents:
the Pips!
#22 pt III.: The Dalton Daily Rumors
Thad entrò in stanza seguito da Richard e Kirk.
Il biondone si chiuse la porta alle spalle
guardando con apprensione il capo consiglio Harwood mentre prendeva un astuccio
dal cassetto svuotandone il contenuto sul letto.
A che serviva nasconderle ancora? Ormai tutti
sapevano….
“Ehm…” Richard scambiò uno sguardo con James, ben
deciso a rompere quel silenzio “Thad ti serve qualcosa? Acqua o altro?”
Il ragazzo non sembrava nemmeno notare la sua
presenza nella stanza.
Prese una pastiglia di un color lilla,
piccola,portandola alla bocca prima di
afferrare una lattina di RedBull dal comodino e berne un po’, per buttar giù il
medicinale.
“Non credo faccia molto bene…” tentò di dire Kirk,
ma Thad gli passò affianco sempre ignorando sia lui che Rich, chiudendosi poi
in bagno e sbattendo la porta con un tonfo secco.
I due ragazzi rimasti nella camera si scambiarono uno sguardo
veloce, restando in silenzio per qualche istante fino a che non sentirono lo
scrosciare inconfondibile della doccia “Forse ha bisogno di un attimo per
mettere insieme le idee” Ipotizzò Richard, muovendo un passo verso la porta.
Kirk pareva di tutt’altro avviso, visto che si
mise a sedere sul letto che in precedenza apparteneva ad Hummel “Si ma non
allontaniamoci…. Potrebbe sentirsi male, ha preso una medicina, sicuramente uno
psicofarmaco, con la RedBull!”
L’altro
si passò una mano tra i corti capelli castani, sospirando “Hai ragione” si mise
a sedere sul letto di Harwood, proprio di fronte a Kirk, prendendo tra le mani
un flaconcino arancione “Ma ste robe…. Non vanno prese con continuità?”
Kirk
annuì “Credo di si…. Cioè…. Non conosco persone con disturbi del genere ma…. Se
è una terapia va protratta nel tempo. Perché?”
Richard
gli passò il flaconcino guardandolo eloquentemente mentre Kirk se lo passava
tra le mani.
Il
biondo alzò gli occhi chiari in quelli nocciola dell’altro.
“Questo
è ancora sigillato…”
Richard
annuì “Leggi la data in cui è stato preso in farmacia”
Kirk
lo fece, alzando poi le sopracciglia e abbassando al minimo la voce,
riducendola in un sussurro “Fammi capire, è un mese che non si cura e non ha
ucciso Nelson?”
Wes
e David si scambiarono uno sguardo eloquente, prima di passare gli occhi sul
resto dei Warblers, seduto dall’altra parte della stanza.
Davanti
alla scrivania stava una sedia, di partenza vuota, ma che venne occupata
rapidamente da Anderson.
Egli
appoggiò i gomiti alla superficie di legno guardando attentamente i due amici
“In cosa consistono esattamente questi ‘interrogatori’?” domandò, muovendo le
dita delle man i come per sottolineare le virgolette.
Wes
sospirò “Blaine, non abbiamo sospetti su di te.” Disse l’asiatico “Non avresti
mai messo di tua spontanea iniziativa la notizia su tuo padre in giro. Tu,
Ethan e Thad siete logicamente esclusi a priori.”
“Hey!”
pigolò Nick “E io?”
Davido
lo guardò male “Vuoi paragonare la storiella sulla tua verginità a quella di
Thad!? Sei serio?!”
Duvall
sbuffò, tornando ad appoggiarsi con la schiena al divano brontolando qualcosa
riguardo alla sua dignità ormai fin troppo calpestata.
“Se
volete potete anche andare” disse secco Montgomery, fissando prima Ethan, in
piedi accanto alla finestra, poi Blaine.
Moore
scosse il capo “Io resto fino alla fine. Voglio guardare in faccia questo
bastardo e sentire come cavolo si giustifica” rispose secco, mentre Cameron lo
guardava annuendo convinto.
Blaine
sospirò “Sta arrivando Kurt. Io…. Esco, gli vado incontro e torno qua ok?”
Wes
annuì passandogli la chiave “Va bene, poi portalo da Thad ma entro l’alba
vogliamo parlare anche con lui. Chiudici dentro, nessuno uscirà da quella porta
fino a che…”
“Questo
è sequestro di persona!” protestò Flint, con un diavolo per capello, alzandosi
in piedi e guardando furente i due capi consiglio “Quando dirò a mia madre che
mi avete impedito di andare a letto e di andare a lezione sarete voi a venire
espulsi!”
Wes
lo guardò serio in volto “Vieni qui, Wilson. Ti sei appena offerto volontario
per iniziare” Con il martelletto, indicò la sedia davanti a lui e dopo un
attimo di esitazione il morettino vi si sedette, guardando con astio l’asiatico
e il ragazzo di colore.
“Allora,
che hai da dirci?” chiese David, pronto a segnare ogni singola parola detta da
Flint sul verbale di quella che non poteva nemmeno essere definita un’assemblea
straordinaria.
Quella
era Alcatraz.
Wilsonpuntò gli occhi azzurri in quelli a mandorla di Montgomery “Che sono io la
prossima vittima, ne sono sicuro…”
I
due capo consiglio si scambiarono un’occhiata veloce.
Non
c’era odio negli occhi di Wilson, ne paura di essere scoperto.
La
sua era sincera preoccupazione.
Nel
frattempo Anderson uscì velocemente dalla sala prove, incamminandosi per il
corridoio fino all’ingresso.
Kurt
stava arrivando.
E
stava correndo da Thad, non da lui….
Kurt
aveva ufficialmente stabilito un nuovo record.
Lima-Westerville
in trentatré minuti.
Si
chiese se ci fossero possibilità di salvare la patente visto quanto forte era
andato, ma appena parcheggiato decise di non pensarci più e catapultarsi
dentro.
All’ingresso,
ad aspettarlo con le mani in tasca, trovò Blaine.
Gli
buttò le braccia al collo, stringendolo brevemente a sé prima di iniziare a camminare spedito “Dov’è? Come sta?”
“Ha
quasi spaccato la faccia e un paio di costole a Nelson” disse Anderson, mentre
Kurt impallidiva appena “Lui è…. Parecchio scosso. Sembrava parecchio scosso”
Il
più giovane dei due affrettò il passo “Questa cosa è…. Dio non dovevano fargli
questo! Non a lui! Se scopro chi è stato mando Puck a fare una visitina!”
Blaine
arricciò appena il naso, chiedendosi se invece lui lo meritasse. Decise
comunque di tenere quella domanda per sé
e non porla al proprio ragazzo, non voleva suonare egoista.
“Non
avete ancora nessuna idea su chi potrebbe essere?”
Il
solista sospirò mentre iniziavano a salire la scala a chiocciola “Beh circa.
Per ora sono stati accusati Flint e Kirk e…. Beh tu”
Kurt
si bloccò, voltandosi sbalordito verso Blaine “Come prego?!”
“Trent
ha detto che…”
“E
come diavolo gli è venuto in mente?? Io, eccetto questa cosa di Thad, non
sapevo proprio nulla! Ne di Nick, ne di Et, ne tanto meno di te!” sbottò,
irritato, dando poi le spalle a Blaine per continuare a salire.
“Fidati,
è quello che ho detto anche io”
Kurt
non gli diede retta, continuando a salire velocemente le scale.
Arrivati
al quarto piano Blaine lo prese per un polso, costringendolo a voltarsi verso
di lui per guardarlo negli occhi.
Una
volta fatto ciò, però, il solista si rese conto che ufficialmente non aveva
proprio nulla da dire al suo ragazzo che, invece, lo fissava con aspettativa.
“Blaine?
Allora?” chiese teso, già pronto a bussare alla porta della sua ex stanza.
E
a quel punto Anderson non riuscì più a trattenere la sua irritazione “Perché
sei corso qui immediatamente?”
Kurt
lo guardò senza capire “Perché tu mi hai chiamato dicendo che c’era
un’emergenza e che, anche secondo Flint, sono il solo che può aiutare Thad”
Blaine
rimase zitto un istante, prima di mandare al diavolo la poca coerenza che era
riuscito a mantenere “Ok, è vero, ma forse mi irrita parecchio questa cosa”
Hummel
alzò un sopracciglio, capendo dove il suo ragazzo “Ti prego…. Non farmi una
scenata di gelosia immotivata…”
L’altro
non si lasciò scoraggiare dall’espressione scocciata di Kurt, semmai questo lo
irritò ancora di più “Quando l’altro giorno è successo a me, te la sei presa
comoda. Oggi, Thad, sei corso qui subito, come se avessi già l’automobile
pronta per venire da lui!”
Kurt
schiuse le labbra in un’espressione sorpresa “Tu…. Sei…” Strinse la radice del
suo naso tra indice e pollice impedendosi di dire cattiverie perché, infondo,
quello era il suo Blaine e doveva salvaguardare la loro relazione dalla sua
cattiveria visto che era in balia della stupidità dell’altro “Ieri ne abbiamo
parlato…. Sapevo che sarebbe successo me lo sentivo….”
“Thad
però sembrava molto sorpreso nel sapere che me lo avevi detto” gli disse
acidamente Blaine “Quanti segreti avete?”
Il
più piccolo rimase senza parole “Gli hai detto che te l’ho detto!?”
“Perché
non potevo?” Blaine fece un passo indietro, allontanandosi da Kurt e
guardandolo deluso “Perché non mi dici la verità? Cosa c’è tra te e Thad?”
Kurt
sbuffò, dandogli le spalle e appoggiando un mano alla maniglia della porta “Se
questa è tutta la fiducia che ha in me, dovresti farti due domande. Ora scusa
ma un mio amico sta male e non ho intenzione di perdere tempo dietro a questi
tuo sfoghi infondati e stupidi”
La
sua voce andava man mano a spegnersi, fino a che si chiuse la porta alle spalle
lasciando Blaine solo a fissare il
legno, prima di chinare il capo e raggiungere gli altri.
Nicholas
si alzò dalla sedia davanti alla scrivania, e subito il suo posto venne preso da un
irritatissimo Trent “Credete che continuando a farci questi ridicoli
interrogatori la verità verrà a galla?”
David
alzò un sopracciglio “Hai un’idea migliore?”
Il
ragazzo sbuffò “Penso sia chiaro come il sole che è stato Kirk…. Aiutato da
Kurt e, guarda un po’,nessuno dei due è
qui a soffrire.”
La
porta si aprì e Blaine entrò con espressione mesta nella stanza, sgattaiolando
accanto a Flint.
“Parleremo
anche a loro, più tardi” disse sbrigativo Wes, guardando Nixon negli occhi
azzurri “Perché dovremmo credere che non sei stato tu?”
“Così
come credete agli altri”si difese il ragazzo alzando le spalle “Io non avevo
nulla contro nessuno…. Non vedo per quale motivo avrei mai dovuto farlo”
I
due capi consiglio sospirarono in coro.
Non
andavano da nessuna parte per davvero.
Fecero
un altro paio di domandeTrent prima di
passare oltre.
“Scusami
un istante” L’asiatico appoggiò una mano sulla spalla dell’amico, che stava
rileggendo un paio di righe del verbale, prima di alzarsi e andare verso Blaine
che subito gli rese indietro la chiave “Kurt?”
“Arrivato”
Alla
risposta telegrafica di Blaine, Wes alzò un sopracciglio “Qualcosa non va?”
“Abbiamo
discusso”
“Avete
litigato?? Come mai?!”
“Discusso!”
“Va
bene, ok!” Wesley sbuffò
roteando gli occhi “Non ti chiederò come mai solo perché devo continuare a
tampinare gli altri, solo ricorda che
voglio parlare anche a lui!”
Wes
fece segno a Elliot di seguirlo, mentre Anderson sospirava.
Flint
si voltò verso di lui “Su racconta…”
Quando
Kurt entrò nella stanza Kirk e Richard non notarono lo sguardo spento.
Il
biondone si alzò con un sospiro
“Alleluja Hummel, fortuna che sei qui, la situazione è un po’ tragica”
Kurt
lo guardò preoccupato lanciando la giacca sul suo vecchio letto, prima di
voltarsi verso la porta del bagno “Da quanto tempo è sotto la doccia?”
“Un
sacco” disse Richard, controllando l’ora “Non ci da retta, non apre la porta….”
Il
più giovane sospirò, togliendosi anche il foulard di Chanel e lanciandolo con
la giacca “Ok ci penso io, ma voi ragazzi dovete farmi un favore…”
I
due annuirono.
Kurt
lasciò vagare gli occhi sulla porta del bagno, prima di fermarsi sul letto
pieno di flaconcini di medicine e poi sulla scrivania.
Si
avvicinò al piccolo frigo sotto al televisore e vide che c’erano già delle
bottigliette d’acqua.
“Ok”
tornò da loro “Dovete andarvene, ora”
Richard
lo guardò incredulo mentre Kirk sbuffava una risata amara. “Hummel, tu prima non l’hai visto…. Thad è alto quanto? Un
metro e sessanta?Beh ha comunque
sfondato la faccia a Nelson…. Penso che con te farebbe ancora meno fatica.”
“Ha
ragione” confermò Rich “Meglio se rimaniamo con te e…”
“No”
Kurt li fissò, irremovibile “Non
mi farà assolutamente nulla. Ora voi andate, non posso parlargli se ci siete
voi”
“E
per quale motivo?!” domandò irritato il biondo “Quali grandi affari di stato
non possiamo sentire?”
Il
più piccolo lo fulminò con lo sguardo “Penso che oggi si siano interessati
anche troppo alle sue cose…. Magari un po’ di privacy aiuterebbe”
Solo
a quel punto, forse spinti dal dispiacere, i due ragazzi uscirono dalla stanza
per tornare al piano di sotto con gli altri.
Kurt
si avvicinò alla porta del bagno, bussando delicatamente “Thad?” chiamò,
provando ad addolcire al massimo il tono della voce “Sono io, Kurt…. Puoi
uscire? Così magari parliamo un po’ di quello che è successo o…. di quello che
vuoi tu. Solo esci….”
Rimase
in attesa qualche secondo e tutto quello che ottenne fu solo l’acqua della
doccia che veniva chiusa.
Fermo
com’eradavanti all'entrata chiusa dei servizi, attese speranzoso che Thad uscisse
con addosso un accappatoio ma questo non avvenne.
Passarono
diversi minuti prima che il ragazzo si decidesse a riprovare.
“Thaddy….
Ti prego…. Vieni fuori e parlami….” Kurt si morse le labbra, nervoso “Ti
prego….”
Jeff
e Nick si guardarono negli occhi prima di rivolgersi ancora a Wes “Solo perché
siamo amici non è detto che dobbiamo aver fatto qualcosa insieme, no?”
Wes
buttò all’aria il martelletto e un paio di fogli che aveva davanti “Io non so
più che fare! Non siete stati voi due, non sono stati gli altri…. Beh, Duvall,
i post nei blog non si scrivono da soli!”
“Ok
amico, calmati! Non sputarmi mentre parli!” Nick si asciugò l’occhio,
rivolgendo al asiatico un’occhiata eloquente “Qualcuno è stato ovviamente ma….
Incolpare così a random tutti non farà altro che incrementare le ostilità.”
Jeff
annuì “Stanno litigando tutti da ore! È quasi l’una di notte, siamo tutti stanchi….
Non puoi semplicemente lasciarci andare a letto?”
“No”
fu la risposta netta di Montgomery “Fa più male a me che a voi….”
Proseguì,guardando la sala seriamente
affranto. Spostò gli occhi sottili su ciascuno dei suoi compagni scorgendo
sguardi scocciati, sussurri irati. Sapeva che da quell’esperienza i Warblers ne
sarebbero usciti mutilati, ma al solo pensiero di aver qualcuno di cui non
potersi fidare….
Era
convinto di fare la cosa giusta.
E
David continuava ad appoggiarlo “Andate ragazzi” disse Thompson, facendo un
cenno stanco con la mano.
Subito
i due amici si alzarono in piedi e Nick scimmiottò uno strano accento siciliano
“Presto la ThreeSix Maphia troverà la sua vendetta per questo oltraggio!”
Jeff
tornò a sedersi accanto a Flint, portando un braccio attorno alle sue spalle.
Il
morettino sussultò, e senza nemmeno guardarlo in viso riprese a mangiarsi le
unghie con nervosismo.
“Mi
vuoi dire che ti prende?” gli chiese il biondino, togliendo il braccio e
urtando la spalla di Flint con la sua “Almeno guardami, accidenti!”
Wilson
puntò i grandi occhi celesti nei suoi, mormorando poi con acidità “Soddisfatto?
Jeffy sono stanco…”
“Siamo
tutti stanchi, ma se tu la smettessi gentilmente di trattarmi come una merda di
cane magari il tempo passerebbe meglio” borbottò l’altro, staccandosi da lui e
appoggiandosi al bracciolo del divano.
Flint
sospirò, dispiaciuto “Scusami, davvero…. Solo…. Sono teso”
Sterling
lo guardò attentamente “Per quale motivo?”
Il
morettino sbuffò “Mi hanno già fatto il terzo grado….”
Kirk,che stava ascoltando con attenzione senza
perdersi nemmeno una battuta, si voltò verso Ethan, appoggiandosi contro la sua spalla in uno stato
di semi-catalessi “Hai sentito?”
“Mhm?”
mormorò il ragazzo, alzando il capo dallo schienale del divano e guardando
confuso il biondone.
“Wilson
è teso…. Sai cosa significa vero?”
Richard
si sporse verso di lui “Non starai pensando per caso che…”
Cameron
allargò gli occhi fino all’inverosimile “Ma…. Dite che è stato lui?”
“Lui
chi?” domandò a quel punto Nelson.
“Wilson”
disse con entusiasmo Cameron “Kirk ha detto che è nervoso…”
“Perché
dovrebbe esserlo, se è innocente?” sottolineò James mentre Moore sospirava, chiudendo gli occhi nuovamente
“Avevi ragione Et…”
Nelson
si alzò velocemente, camminando sino all’altra parte della sala e sussurrando
ad Andrew e Trent “Di là dicono che è stato Flint…”
Trent
alzò le sopracciglio “E l’accusa su cosa si basa??”
“Perché
è nervoso”
Stuart
scosse piano il capo “Ci sono diversi motivi per cui potrebbe essere nervoso,
no?”
Elliot
si intromise “L’ho immaginato…. Sapevo che è stato lui!”
Wes
spostò gli occhi dal verbale di David “Cosa?” chiese rivolto a Elliot.
“Siamo
ormai certi che è stato Wilson” ricantò Nelson, con un sorrisetto “E possiamo
provarlo! Cioè guardatelo, sta praticamente sudando freddo!”
Flint
aprì leggermente la bocca, stralunato “Cosa- No! Io non ho fatto niente!” disse
ad alta voce, spostando poi lo sguardo sui suoi compagni “Credetemi, io…. Io
non l’avrei mai fatto!”
Nick,
che se ne stava steso sul tappeto con le braccia allargate, alzò il capo per
guardarlo, corrugando la fronte mentre si chiedeva se credergli o no.
Flint
guardò attentamente tutti, trovando nei loro occhi solamente accuse su accuse.
Aveva
due possibilità: o continuare a urlare la sua innocenza oppure confessare il
motivo della sua tensione.
A
quel pensiero sbiancò.
Ethan
si sporse avanti col busto, appoggiando i gomiti alle ginocchia e incrociando
le mani “Se tu mi dai una valida motivazione per la quale l’hai fatto io…. non
so che diavolo ti ho fatto di male!”
“Et
fidati, non sono stato io” continuò a difendersi Wilson “Non sapevo che tu eri
omosessuale o Blaine maltrattato e ho sempre scherzato sui problemi mentali di
Thad, ma non credevo ci fosse un fondo di verità!” si alzò in piedi, cercando
un modo di convincerli “Sapevo solo di Nick ma non sono il solo! Anche Jeff lo
sapeva, anche Trent, Blaine credo…”
“Stai
incolpando noi?” disse Blaine, schiudendo le labbra.
“NO!”
Il morettino si portò una mano ai capelli “Voglio solo dire che non era poi
questa grande rivelazione!”
Nick
si rabbuiò “Grazie eh…”
Wilson
lo guardò supplichevole “Ti
prego non mettertici anche te…”
“Tu
vivi a Westerville” disse lentamente Wes, come se stesse ponderando ogni
singola parola “Puoi benissimo essere stato tu a…”
“CAZZO,
NO!”Flint si avvicinò fino a sbattere le mani sulla scrivania, arrivando ad
essere quasi disperato “Non crederci, ok? Io non sono stato…” si raddrizzò,
dandogli le spalle e camminando verso Jeff “Tu mi credi, vero?”
Il
biondino lo guardò con gli occhi cangianti pieni di una strana luce, come se
lentamente stesse acquisendo sicurezza “Sei così strano in questo periodo….
Così distante e nervoso…”
Flint
lo guardò scuotendo piano il capo prima di inginocchiarsi davanti a lui e
prendergli la mano “Devi credermi, io sono innocente”
Jeff
strinse la sua mano “Dimostralo: dimmi cosa ti prende”
Il
morettino si morse il labbro “Ora non posso…. Non qui…”
E
per risposta il biondo tolse la mano, scostando gli occhi da lui.
Come
poteva credergli se continuava a nascondergli qualcosa?
Kurt
ci mise quasi un’ora e mezzo prima di scoprire che la porta del bagno non era
mai stata chiusa a chiave.
Si
diede del imbecille, colpendosi la fronte con un piccolo pugno, prima di
portare la mano sulla maniglia per socchiudere appena l’uscio “Thad, sto
entrando…. Non dirmi che sei nudo o altro…”
Il
più giovane si fece coraggio, aprendo del tutto la porta e scivolando nel
bagno, puntando subito gli occhi sulla figura di Thad.
E
quello che vide gli ghiacciò il sangue nelle vene.
Non
sembrava nemmeno lui, quello scricciolo avvolto in un accappatoio bianco fin
troppo largo, seduto a terra sotto al lavandino di granito bianco.
Teneva
le braccia appoggiate alle ginocchia e il capo tra di esse.
Si
avvicinò cautamente “Thad?”
Il
più grande non diede segni di vita, così si inginocchiò davanti a lui, portando
una mano tra le ciocche scure ancora umide dalla doccia. Vi passò le dita
attraverso, appoggiando l’altra mano sul braccio dell’amico e aspettando che
alzasse il capo a guardarlo.
O
che dicesse qualcosa.
Harwood
ci mise un po’, prima di sussurrare,
roco “La mia vita è finita”
“Non
dire sciocchezze, ora cambia solo che…”
“No, Kurt!” Thad alzò il viso di scatto, facendo sussultare il più piccolo. Nei
suoi occhi ardevano la rabbia e il dolore “Non è come essere omosessuali, o di
colore…. È diverso. Sai cosa è lo Stigma?” Hummel scosse lentamente il capo “La
classificazione di quelli come me. Nessuno si fida di un pazzo, e non veniamo
solo discriminati…. Ma le opportunità di lavoro, la possibilità di trovare
qualcuno…” Si passò una mano sul viso prima di riabbassarlo “Tutto è andato a
puttane, tutto…”
Kurt
sospirò “Non è vero…. Thad qui tutti ti vogliono bene, non cambierà niente”
“Non
è vero, smettila di illudermi!” tuonò rabbioso “Lasciami in pace, vattene…”
“Non
vado da nessuna parte…” Kurt strisciò a terra con il sedere, fino a mettersi
accanto all’amico facendo aderire i loro fianchi e le loro spalle.
Kurt
non sapeva quanto tempo era passato, ma con lentezza Thad aveva ripreso a
fidarsi di lui al punto tale da appoggiare il capo alla sua spalla.
Ne
sarebbe passato molto di più prima che il ragazzo si sarebbe deciso ad
accettarsi, ma dopotutto Kurt non aveva fretta….
Gli
interrogatori erano quasi finiti e verso le quattro e un quarto del mattino Wes
aveva gentilmente chiesto a Blaine di andare a chiamare Kurt, nonostante Nelson
avesse insistito tutta notte nel dire che sì, era stato Wilson e che quindi
potevano anche darci un taglio.
Blaine
uscì dalla stanza dopo aver scoccato un’occhiata a Flint, seduto in fondo alla
stanza su una sedia, con il busto rivoltò verso il muro e il capo chino.
Solo.
La
sua posizione era davvero scomoda perché, in un certo senso, Blaine aveva
intuito che nascondeva qualcosa, ma nonostante questo credeva in lui.
Sapeva
che Flint non avrebbe mai messo in giro certe voci.
Uscì
dalla stanza che ormai non era più nemmeno chiusa a chiave (Trent in un attacco
di fame notturna aveva costretto ad aprire tutto, anche la cucina visto che non
aveva cenato)e si diresse verso la
scala a chiocciola camminando lentamente e bloccandosi davanti alla porta della
stanza di Harwood.
Cosa
doveva fare?
Non
aveva mai litigato con Kurt, eccetto quella volta al Lima Bean a causa di quel
patetico ritorno di fiamma etero, ma quella volta era diverso.
Non
stavano insieme e non avevano mai litigato da quando erano diventati una
coppia.
Blaine
non aveva idea di come comportarsi.
Aveva
paura di farlo arrabbiare di più se, per caso, avesse fatto finta di niente, oppure di irritarlo se mai avesse provato a
parlarne.
E
poi Kurt non gli credeva quando affermava che nelle relazioni era penoso….
Alzò
la mano titubante, pronto a bussare, quando da essa uscì Kurt che lo guardò
sorpreso, stringendo al petto la sua giacca e il foulard.
“Ecco
io….”
Kurt
sorrise lievemente facendogli segno di lasciar stare “Va tutto bene” gli disse
solamente.
Blaine
sospirò, leggermente più rilassato “Thad?”
“Dorme”
confermò Kurt “Non abbiamo parlato un gran che e ci ho messo molto a farlo alzare
dal pavimento del bagno ma ora sta un po’ meglio. Deve solo metabolizzare e
vedere con i suoi occhi che non è cambiato nulla”
“Le….
Le medicine?”
“Le
ha prese…” Hummel sospirò, chiudendo per bene la porta dietro di sé e avvicinandosi a Blaine, prima che
il ragazzo capisse che forse era il caso fare un paio di passi indietro per
farlo passare “Quindi…. Wes vuole parlare anche con me?” Il solista annuì
“Prima però voglio parlare, con te”
Blaine
lo guardò teso “E parlare di cosa?!”
Kurt
roteò gli occhi verso il cielo “Rilassati, non sono più arrabbiato. Anzi, credo
di avere esagerato…. Non mi sono messo nei tuoi panni…” Iniziarono a camminare
fianco a fianco verso le scale, diretti verso il cortile interno. Kurt si mise
la giacca, passando però il foulard attorno al collo di Blaine per proteggerlo
dall’aria fredda che la notte sferzava ancora il viso nonostante fosse
primavera inoltrata “Blaine voglio solo farti sapere che mai, mai, dovrai
essere geloso di Thad”
Andersonlo fissò, sorpreso, prima di arrossire
lievemente “Kurt io credo che lui…”
“Sia
innamorato di me?” chiese il più giovane con un sorriso amaro “Lo so…. Io
faccio finta di niente ma lo so…”
Blaine
sembrava sempre più confuso “Lo sai? Davvero lo sai?”
“Ti
sembro stupido?” Prese posto su una panchina, subito imitato dall’altro, poi
voltò il viso verso di lui per guardarlo attentamente negli occhi “Io voglio
molto bene a Thad perché, in un certo senso, mi sento simile a lui. E non parlo
della pazzia o dell’omosessualità. Parlo di empatia.”
Blaine
annuì lentamente “E tu non hai… mai…”
“No.”
Kurt si morse le labbra, avvicinandosi di più a Blaine “Io non ho occhi che per
te” ammise mentre il vermiglio si distribuiva dalle sue gote alle sue orecchie,
per l’imbarazzo “E per questo non mi sono nemmeno mai posto la domanda. So che
lui ci sta male e mi dispiace così tanto ma…”
Il
suo fiume di parole venne arginato quando Blaine prese possesso delle sue
labbra con impeto, lasciandolo del tutto senza fiato.
Si
baciarono per istanti interminabili, mentre le loro mani si inseguivano sui
loro busti prima di trovarsi e stringersi.
Blaine
si staccò per primo, in cerca di ossigeno, fissando i suoi occhi dorati in
quelli limpidi di Kurt “Quindi, sei solo mio?”
A
Kurt mancò nuovamente l’aria.
Non
aveva mai pensato a se stesso in quel senso, mai una volta.
Eppure
quella possessività che Blaine aveva appena dimostrato nei suoi confronti
spiazzandolo lo lusingava moltissimo. Lo faceva sentire importante come mai si
era sentito.
Unico
e insostituibile.
Per
questo sorrise, sporgendosi verso di lui e suggellando le sue ultime parole con
un nuovo bacio.
“Solo
tuo, per sempre…”
Kurt
guardava con espressione tranquilla Wes, che ricambiava con uno sguardo stanco
e sconsolato “Non so più che fare”
Hummel
annuì lentamente “Immagino solo…” lanciò un’occhiata a Flint “Penso che
additare così una persona senza avere nessuna prova in mano sia davvero
disumano…”
“Lo
so, ma…. È il solo che abbia dato cenni di nervosismo e irrequietezza
interiore”
“Io
potrei saperne il motivo” sussurrò sottovoce l’ex Warblers, avvicinando la
sedia alla scrivania e appoggiandovi le braccia.
Wes
lo guardò stupito “Ovvero?”
“Non
posso dirtelo…” affermò deciso “Però posso solo dirti che Flint ha solo paura
che esca questa cosa. Non è stato lui, andiamo. Non lo farebbe mai”
Montgomery
ringhiò frustrato, nascondendo il viso tra le mani e ponderando per bene l’idea
di mandare tutti a letto o raggiungere David che dormiva su un divanetto.
“Prima…”
Disse lentamente Wes “Ho chiesto a tutti se il nuovo post blog sarà disponibile
prima del inizio delle lezioni. Spero che il nostro colpevole si organizzi per
farlo nelle sette.”
Non
ci credeva molto, ma se il colpevole era nella stanza ed era riuscito ad
interagire col suo complice magari Andrew poteva localizzare il cellulare da
cui veniva fatto l’accesso alla rete.
Peccato
che, se il colpevole aveva davvero parlato con qualcuno, non lo aveva fatto via
internet ma tramite un sms.
“A
questo punto,allora,suggerisco di
aspettare la mattina” disse il giovane Hummel, voltandosi appena per vedere la
maggior parte degli ex compagni dormire sparsi per la stanza “Poi dovreste
parlarne tutti quanti insieme pacificamente perché tra le accuse tue e
collettive,beh…. Rischiate di
disperdere il gruppo. E sarebbe un peccato, eravamo davvero molto uniti.”
Wesley
annuì cupo “Lo spero anche io…. Forse ho fatto un macello ma ero così
arrabbiato” si sedette composto, riprendendo in mano tutta la sua autorevolezza
prima di sorridere brevemente a Kurt “Puoi andare, scusa se ti ho accusato”
Hummel
scrollò le spalle “Non è con me che domani dovrai scusarti, temo” si alzò,
sistemandosi la camicia prima di avviarsi verso il centro della sala,
scavalcando Jeff e Nick che dormivano sul tappeto (Kurt era centro che il biondo
stesse solo fingendo di dormire, ma non aveva alcuna intenzione di confermare i
suoi sospetti) per arrivare fino alla sedia sulla quale si era rannicchiato
malamente Flint.
Il
morettino alzò gli occhi stanchi nei suoi, sbuffando “Dovrebbero giocare meno a
Cluedo, questa manica di mentecatti”
Hummel
sorrise brevemente, sedendosi a terra,davanti a lui, e appoggiando la schiena
alla parete “Sei uno scemo. Se tu lo avessi detto forse ti saresti evitato
tutto questo”
“Lo
so ma…. Non è facile. E tu lo sai…”
Wilson
puntò i grandi occhi azzurri verso la finestra, notando che la notte aveva già
iniziato a rischiararsi.
Kurt
lo notò a sua volta, controllando l’ora dal cellulare e sbuffando “Le cinque e
mezzo…. Alle otto apriranno le porte no? Voi dovete andare a lezione”
“Eh
già…” Flint tornò a guardare l’amico “E tu? Come farai?”
“Ho
chiamato mio padre. È furioso, odia quando perdo giorni a scuola, ma capisce
vagamente la situazione e mi ha detto che se entro in tempo per la terza ora di
matematica ci passa sopra…. Spero” Si alzò da terra, passandosi una mano sul
viso “Dovresti riposarti un po’ anche te…”
“Non
riesco, Hummel…. Ho mille pensieri per la testa. Potrei gentilmente lasciarmi
qui solo? Gli altri lo fanno già di loro iniziativa…”
Kurt
annuì, andando a sedersi sul divano accanto ad un Blaine già assopito.
Flint
rimase solo con i suoi pensieri, appoggiandosi stancamente col il braccio alla
superficie lignea del tavolino.
Sapeva
che non sarebbe riuscito a chiudere occhio, era troppo agitato per farlo.
Nick
aprì gli occhi appena avvertì il ronzare fastidioso del cellulare attaccato
alla pancia. Si giròsul fianco,
chiedendosi perché stava dormendo sul pavimento della sala prove mentre
estraeva il suo BlackBerry dai pantaloni della divisa.
Poi
lentamente si ricordò di tutto.
Wes
che li teneva segregati li dentro, Thad che impazziva…
Si
alzò a sedere sentendo la schiena che scricchiolava in modo maledettamente
sinistro, osservando la foto di McKenzie che teneva con sfondo e mugugnando
sofferente per entrambe le cose.
Si
guardò attorno, deciso a metterefuoco
la stanza prima di leggere l’sms che lo aveva svegliato.
Accanto
a lui Jeff ronfava,
raggomitolato su se stesso come suo solito e, esattamente come lui, con solo un
cuscino sotto alla testa e il suo blazer a coprirlo.
Sul
divano davanti a loro c’erano Blaine, Kurt e Ethan.
Moore
sedeva sul lato opposto a quello
della coppietta, appoggiato in modo lievemente scomposto contro il bracciolo e
con un braccio che penzolava verso il pavimento, sfiorandolo con la punta delle
dita.
Blaine
dormiva appoggiato a Kurt, con le gambe su quelle di Hummel e il capo contro il
suo petto. Il controtenore aveva il viso appoggiato tra i ricci spettinati del
solista, e solo dopo un’analisi più approfondita Nick poté notare che le loro mani erano unite.
Sentendosi
osservato, Kurt aprì pigramente gli occhi, scontrando quelli color cioccolato
di Nick e sorridendo lievemente.
“Che
ore sono?” Sussurrò con la voce impastata dal sonno, appoggiando la mano libera
sul ginocchio di Blaine.
“Le
sette e dieci” disse una terza voce, dal divano di fronte al loro.
Kirk
li stava guardando con espressione sfinita ed irritata allo stesso tempo.
“Non
siete riusciti a dormire?” chiese Duvall, alzando le braccia per stiracchiarle.
“E
come?” domandò il biondone “è materialmente impossibile.”
Kurt
annuì “Non mi sento più il collo” mormorò piano.
Kirk
sbuffò “E ci credo, hai minimo 55 chili di solista addosso…. Magari se lanci
Anderson….”
Nick
continuò a guardarsi attorno senza seguire i mormorii dei due ragazzi, trovando
David steso da solo su un unico divano, Wes sulla poltrona affianco, Nelson
sulla scrivania dei capi consiglio.
Trent
dormiva con la bocca oscenamente aperta accanto a Kirk, che non resistette alla
tentazione di mettergli un fazzolettino (non si sa bene se pulito o sporco) in
bocca mentre continuava a spiegare a Kurt come costruire la perfetta
riproduzione di una catapulta medievale per spedire Blaine su Orione.
Hummel
ovviamente non era d’accordo, ma si stupì parecchio della preparazione del
biondone in materia.
Mentre
cercava di capire come riuscisse Andrew a dormire perfettamente in equilibrio
sul bracciolo della poltrona sulla quale sedeva anche Cameron, gli occhi di
Nick scivolarono sulla figura di Flint, ancora intento a fissare con occhi
fermi fuori dalla finestra. Sedeva sempre nell’angolino nel quale si era
rifugiato la notte precedente dopo esser stato attaccato da mezza scuola, con i
piedi appoggiati sul davanzale della finestra e le mani in grembo.
Duvall
resistette alla tentazione di andare a chiedergli come si sentisse solo perché
sapeva il tormento interiore a cui stava sottoponendo Jeff ormai da settimane.
Nascondeva
qualcosa, si era scelto da solo la via dell’emarginazione totale.
A
riportarlo alla realtà fu il suo cellulare che vibrò per la seconda volta, ma
quello non era un sms.
Era
un avviso.
L’avviso
di un nuovo post su un blog, per la precisione.
“Ha
postato!” gridò esagitato, schizzando in piedi e svegliando così mezzo mondo.
Persino
Jeff si mise a sedere lentamente, guardando Nick spaesato ma comunque attento.
Lui si era aspettato che rivelassero qualcosa sul suo passato turbolento a Los
Angeles dall’inizio.
Kirk
ostentava sicurezza anche se dentro tremava. Nemmeno lui aveva una situazione
famigliare accettabile, quindi presupponeva si trattasse di lui.
Nick
si mise in piedi su un tavolino, ignorando le inutili lamentele di Wes, e aprì
la pagina web, un po’ nervoso nel sentire gli occhi di tutti puntati addosso.
Quello
che vide lo lasciò lievemente perplesso.
“Ok
la foto è un camioncino dei traslochi…. Non so che centri” disse aggrottando le
sopracciglia, mentre aspettava che il resto della pagina si aprisse.
Kurt,
Ethan e David presero a loro volta i cellulari dalle tasche.
Blaine
si sporse sulla spalla del suo ragazzo, che però alzò subito gli occhi su Flint
che pareva non voler battere ciglio o spostarsi.
Nick
iniziò a leggere a mente, ma subito Kirk attirò la sua attenzione “Senti
nasone…. Il mio cellulare è defunto perché ho giocato tutta notte ad Angry Birds per scaricare gli istinti
omicidi…. Mi fai la cortesia di leggere ad alta voce?”
Duvall
lo guardò male “Senti, dentone…. Perché non lo chiedi un po’ più gentilmente?
Non sono il tuo maggiordomo impomatato!”
Wes
si sistemò sulla poltrona, sospirando “Per favore Nick, se non vuoi farlo per
lui fallo almeno per me…”
“Mi
hai fatto dormire in terra, Montgomery” disse acidamente Nick, prima di
addolcire il tono “Ma lo faccio in ricordo dei bei tempi andati…” si schiarì la voce, dopo aver lanciato un breve
sguardo verso Flint che però non sembrava più turbato di prima, e iniziò a
leggere “Come da richiesta ecco qui con largo anticipo l’ultima notizia-bomba
del blog. Io mi sono molto divertito e spero che anche voi abbiate gradito questo
tempo passato insieme”Nick storse il naso, facendo una pausa.
“Thad
e Nelson particolarmente” disse ironico Elliot, prendendosi un pugno sul
braccio da Rich che gli intimò di far silenzio dopo essersi portato un dito
alle labbra.
Nick
riprese “Ieri ho parlato di Thad, che vorrebbe vivere come una rockstar
passando da una città all’altra ogni giorno. Beh, c’è qualcuno di noi che praticamente lo fa ma, purtroppo,
non sembra gradire molto. Sono mesi che il caro Flint Wilson nasconde a tutti
una verità che…” Duvall si bloccò scuotendo piano il capo “Non posso davvero
leggerlo a voce alta, non è giusto.”
Sterling,
che tratteneva il respiro mentre ascoltava, lasciò andare tutto il fiato che
aveva in corpo svuotando i polmoni, prima di voltarsi verso il suo ragazzo che
ancora persisteva immobile.
“Leggi”
La voce di Flint fece trasalire più di una persona quando aprì bocca, con tono
basso e roco a causa delle molte ore passate in silenzio “Tanto ormai è ora che
tutti sappiano anche se non era questo il modo che avevo deciso per mettervi al
corrente…”
Duvall
sembrava riluttante all’idea, ma visto che era stato lo stesso Flint a chiedere
sospirò riprendendo a leggere “Sono mesi che il caro Flint Wilson nasconde una verità che potrebbe
sconvolgere un po’ tutti, in particolare il caro Sterling con cui ha una
relazione così idilliaca da stomacare tutti quanti noi: ovvero che ci lascia.
Così come è arrivato se ne torna a New York, per seguire la cara mamma e,
magari, per riallacciare i ponti col fidanzato storico” Nick fece un’altra
pausa, non trovando però il coraggio di guardare in faccia Jeff “Posso solo
augurargli buon viaggio! Auguro un piacevole addio anche a voi e, magari, un
possibile arrivederci. DDR.”
Il
silenzio calò sulla sala.
“Alea
iacta est*” disse Kirk, alzandosi in piedi “Siamo di troppo qui…. Quindi visto
che nessuno sa chi è stato è meglio che lasciamo Sterling e Wilson soli, a
sbrigarsela…”
Tutti
scattarono subito in piedi, compreso Wes nonostante la sua indagine
investigativa fosse appena fallita, per uscire rapidamente dalla stanza.
Nick
saltò giù dal tavolino, avvicinandosi a Sterling e porgendogli la mano per
aiutarlo ad alzarsi “Vuoi che resti?”
Il
biondino scosse il capo, mentre spostava gli occhi pieni di tristezza in quelli
di Duvall. Il ragazzo avvertì una pesantezza allo stomaco mentre Jeff si
chinava ad abbracciarlo e per un istante, un solo istante, desiderò dimostrare
la famosa audacia dei Duvall che lui non aveva mai manifestato, e spaccare il
naso a Wilson con un destro deciso.
Ma
si trattenne.
Uscì
dalla stanza dopo aver raccolto il suo blazer da terra e raggiunse Kurt che
fissava la scena dalla porta, preoccupato.
Nick
gli appoggiò una mano sulla spalla, mentre con l’altra afferrava la maniglia
della porta per chiuderla dietro di sé “Vieni Kurtie…”
Rimasti
soli nella stanza, Jeff e Flint rimasero in silenzio per minuti così lunghi e
strazianti da sembrare ore.
Poi
il biondo si costrinse a prendere in mano la situazione.
Era
sempre stato Flint in più deciso dei due.
Lui
era andato a riprenderselo la sera di Natale, nonostante Jeff avesse negato
davanti a tutti il suo interesse. Gli era sempre stato vicino sostenendolo.
Jeff
era convinto di amarlo, di amarlo moltissimo anche se si sentiva un bambino nel
fare certi pensieri.
Eppure
lui gli aveva taciuto una simile verità.
“Quando?”
chiese, cercando di modulare la voce per tenerla ferma, ma tutto ciò che
ottenne fu un sussurro distante.
“Tre
due settimane….” Rispose Flint “Venerdì canterò con voi al Festival e poi….
Domenica avrò il volo alle due del pomeriggio”
Il
tono pacato, quasi apatico, del moro scosse moltissimo Sterling che si mosse
verso di lui, camminando deciso tra i divani.
Nel
sentirlo arrivare anche il morettino si alzò in piedi, pronto a fronteggiarlo.
Si
meritava uno schiaffo e tutti i più brutti insulti del mondo.
Eppure
Jeff non fece nulla del genere.
Arrivò
davanti a lui e lo guardò negli occhi, sperandodi passargli almeno un quindicesimo di tutto il male che sentiva nel
cuore in quel momento.
Sarebbe
bastato comunque a sconvolgerlo.
E
effettivamente fu così.
Flint
fu costretto a spostare lo sguardo a terra, e subito il biondo girò sui tacchi
uscendo dalla stanza e lasciandolo solo.
Solo
come era sempre stato….
Flint
fece per risedersi, lasciarsi sommergere da tutte quelle emozioni che aveva
incanalato per mesi, ma non lo fece.
Doveva
fare una cosa importante, prima…
“Perché?”
Trent
alzò gli occhi dalla sua cartella, che stava riempiendo per andare, seppur
controvoglia, a lezione.
Flint
lo fissava da davanti alla porta chiusa.
Non
si era nemmeno accorto di lui, chissà da quanto era lì.
Quando
i loro occhi si incontrarono Nixon avvertì un tuffo al cuore.
“Perché
cosa?” chiese ostentando sicurezza.
“Perché
l’hai fatto? Perché hai fatto tutto questo a me, a Thad, Blaine…. Ethan…. Anche
Nick”
Trent
ridacchiò “Non so di che parli”
“Sei
stato tu”
“E
come lo sapresti, scusa?”
“Beh….
O sei stato tu” Flint iniziò ad avanzare “O Kurt o mia mamma visto che nessun
altro sa del mio trasferimento. E poi è intuito personale”
Trent prese a sudare freddo “Perché non Hummel? Io lo dico dall’inizio che…”
“Lo dici dall’inizio perché io ti ho detto di averne parlato anche a lui”
Wilson si fermò “Un capro espiatorio comodo…. Peccato che Kurt piuttosto di
fare del male a Thad, ma soprattutto a Blaine, si strapperebbe un braccio” il
morettino lo guardò fisso, i suoi occhi fiammeggiavano “Ripeto: Perché?”
Trent
prese un respiro profondo “Perché ero stanco…. Io…. Volevo solo... Mi sono fatto prendere la mano,
ok? Volevo smerdare quelli che mi stanno sulle palle e tu ci sei finito in
mezzo…”
Flint
sospirò “Che ti hanno fatto, scusa?”
Nixon
si sedette sul letto “Duvall non l’ho mai sopportato…. È una di quelle persone
che non mi dicono nulla, che non hanno senso eppure che tutti amano…”
Wilson
lo guardò arrabbiato “Tutti lo amano perché è una bella persona…. Cosa che non
posso dire certo di te. E poi chi sei tu per dire se una persona ha senso o
meno?? Per me Nick ha senso. Ethan?”
“Non
volevo…. Colpire Ethan. Volevo colpire Kirk ma non sapevo come.” Nixon fece una
pausa, guardandosi le mani “Sapevo però che teneva moltissimo a Moore e, per
caso, ero sul tetto un pomeriggio quando Et si è dichiarato. Ho preso nota
mentale della cosa e mi sono convinto ad usarla contro entrambi. Sembrava manna
dal cielo. Dire dei problemi famigliari di Kirk era come sparare sulla croce
rossa dopotutto…. Chi non ne ha alla Dalton?”
Wilson
si stava chiedendo se schifarsi fino a vomitare o insultarlo a morte.
Peccato
che la storia non era finita lì, e lui voleva sapere tutto “Che mi dici di
Blaine?”
“Ho
origliato una conversazione telefonica con suo fratello” disse velocemente,
senza riuscire ad alzare gli occhi sull’amico “Blaine non lo sopporto perché è
sempre così perfetto e magnifico…. Anche lui è amato da tutti quando non è che
sia poi tutto questo talento. È solo carisma, il suo”
“E
Thad?”
“Thad
è stata la mia sfida” Trent abbozzò un sorrisetto “Penso sia in assoluto la
persona più crudele e vile del mondo. Mi ha trattato come una pezza da piedi
così tante volte da non riuscire a contarle…”
Flint scosse il capo “Penso sia nella natura di Thad prendere in giro, man non
lo fa con intenzione cattiva…. È solo una persona molto…”
“NO!”Nixon alzò gli occhi porcini in quelli di
Wilson. Il viso era arrossato dalla rabbia e i pugni chiusi tramavano “Lui è un
vero stronzo! Smettetela di difenderlo tutti! Lui gode nell’insultare la gente,
ci prova gusto…. Per quello ho fotografato lui e Kurt, per svelare a tutti il
suo interesse per Hummel. Ma a nessuno è importato e Anderson ha creduto subito
alla sua piccola fatina dagli occhioni celesti….
Così ho deciso di scavare più a fondo. L’idea me l’hai data tu, quando ti ho
accompagnato in segreteria. Ho visto lo schedario così ho deciso di dare
un’occhiata. Dovresti vedere quanto è grosso il fascicolo di Thad” un
sorrisetto crudele comparì sulle labbra del ragazzo “Ha una decina di allergie
diverse, ma visto che non volevo ucciderlo ma solo umiliarlo ho letto tutto…. Quando
ho scoperto che era pazzo volevo mettermi a cantare per la scuola anche se era
notte fonda…”
Flint
rimase in silenzio, del tutto attonito.
Come
si poteva essere così crudeli e meschini?
“Trent
ma ce l’hai una minima idea di quanto gli hai fatto male!?” Flint lo spinse,
guardandolo così arrabbiato che i suoi occhi si tinsero di blu “Tu hai
distrutto la vita ad una persona! Non puoi permetterti di fare queste cose, ma
sei cosa sono i pregiudizi??”
Nixon
lo guardò, tornando ad acquistare quell’espressione di apatia quasi altezzosa
“Non sono pentito di nulla, anche se mi dispiace di averti messo in mezzo…”
Il
moro lo guardò attentamente prima di camminare verso la porta.
A
Trent salì la nausea improvvisamente “N-non andrai a denunciarmi, vero?”
“No” fu la risposta secca di Wilson “Ma se hai un minimo di palle e amor
proprio lo farai da te…. Credevo fossi mio amico” Lo guardò con triste rancore
nello sguardo “E invece sei l’ennesima conferma che io non ho un vero legame
solido….”
Trent
abbassò lo sguardo sul pavimento, mentre il suono della porta che sbatteva gli
arrivare alle orecchie come un forte sparo.
Continua….
*Il
dado è tratto. Celebra citazione del grande Giulio Cesare. Un amante
della storia deve saperlo.
Nda.
Ok
sono certa che queste Nda saranno più lunghe del capitolo (già di per se
infinito) quindi vedrò di essere breve.
Innanzi
tutto devo dire che a discapito delle due persone che hanno criticato la storia
no, non mi fermo a pensare alla trama perché a me piace così e così la
proseguo.
A
tanti piace, e soprattutto piace a me.
Ergo
arrivederci.
Penso
sia molto maleducato chiedere ad un autore di cambiare la trama o di
rifletterci su, anche perché se non ti piace la trama smetti di leggere visto
che se si può criticare qualcosa è lo stile o il linguaggio. Non la storia in
se e per se, cosa l’hai iniziata a leggere se no? xD
Come
dico sempre se non ti piace una cosa, fattela da solo.
Passando oltre….
cinque persone hanno indovinato che era stato proprio
Trent!
Queste persone sono:
-GleeKinn518
-Annina9
-Pookie18
-Misslovett
- KKlaine.
Come ho sempre promesso, per chi indovina spetta un premio
e questo sarà un pezzo in esclusiva assoluta riguardante Blaine e Kurt.
Perché loro e in particolare Blaine? Perché nel prossimo
capitolo avrà un ruolo fondamentale. Ditemi nei commenti come preferireste
riceverete il pezzo, se per MP qui o su Facebook e io per giovedì provvederò a
farlo.
Io AMO il Klaine e amo il Neff come friendship, per questo
il capitolo ne è intriso. Amo anche l’Hummerwood e piangeva il cuore per Thad,
ma mi piace la scena tra Blaine e Kurt.
Spiegazione veloce della scenetta klaine. Ora molti
penseranno che il ‘Solo tuo per sempre’ sia un esagerazione… ma se vi fermate a
pensare all’animo romantico da musical di Kurt allora non lo sarà poi così
tanto….
Oggettivamente Hummel è una di quelle persone che si fanno
enormi castelli in aria quindi penso sia coerente col personaggio.
Ringrazio come sempre chi mi segue e soprattutto chi mi
recensisce.
Alexa che mi sprona sempre a continuare, Klaineek che mi
da sempre spunti di riflessione davvero importanti e H che mi beta i capitoli.
Vi ricordo che potete seguire gli aggiornamenti delle mie
storie, vedere le fan art e conoscere gli spinoff seguendomi dalla mia pagina
Facebook:
Prima cosa…. Chi di voi ama la FF americana Dalton??
La mia carissima amica/collaboratrice Martina posta su
Live Journal ogni sabato un capitolo della storia (con il consenso
dell’autrice) tradotto benissimo.
E non solo.
Tutte le domeniche posta un approfondimento dell’autrice
su uno ship o un personaggio o un luogo, sempre su questa community.
È davvero un lavorone (contate che ha già tradotto tutto
quindi è organizzatissima e posta regolarmente) che lei ha svolto con passione.
Penso sia ammirevole quindi vi consiglio di seguirla così come faccio io!
Questo capitolo è dedicato, come avevo promesso,
alla persona che ha lasciato la 500esima recensione alla storia.
Grazie, quindi, a Misslovett.
Blaine Anderson presents:
the Pips!
#23: Just a reflection.
Jeff porse a Nick la lattina di birra falsamente
mascherata da lattina di cocacola, previa precauzione
in caso dell’entrata di un professore nella stanza.
Ormai passavano le giornate così, chiusi in camera
da soli con Caporale in mezzo a beccarsi tutto l’affetto morboso che quei due (ovviamente soloJeff visto che con Nick non aveva un gran
rapporto) potevano riversargli addosso nella loro depressione amorosa.
Duvall era quasi riuscito a farsene una ragione.
Kenzie non lo voleva e non lo avrebbe mai voluto ma….
Da quando Jeff aveva preso a sospirare affranto
per tutta la stanza, anche lui
c’era ricaduto dentro come un imbecille.
Ormai andavano a lezione e alle riunioni per
inerzia, e non avevano ancora preparato l’assolo per la notte dei Fuochi. A
dire il vero con il clima che tirava tra i Warblers nessuno sembrava averlo
fatto e Wes era costretto a tenere molto brevi le
riunioni per evitare scannamenti.
“Ma quindi? Avete parlato oggi?”
Il biondo scosse il capo “Assolutamente no. Lui
non viene da me e io non vado da lui…. La sola cosa
che ci siamo detti è stata la sera stessa, dove l’ho preso da parte dicendogli
chiaramente ‘Flint, se hai un minimo di
palle, cosa di cui ora dubito fortemente, devi lasciarmi tu visto che hai fatto
il casino’ solo che non mi ha ancora lasciato…”
A dire il vero era stato Flint a prenderlo da
parte e sempre il morettino aveva chiesto cosa avesse intenzione di fare. Solo
allora Jeff aveva farfugliato la storia del ‘devi essere tu a mollarmi’
prima di scappare in camera.
La sua versione era decisamente meno imbarazzante
ma il succo era lo stesso.
Nick sbuffò prendendo un sorso generoso di birra
“Ancora non posso crederci che Wilson non te l’abbia detto…”
guardò verso l’amico, che teneva stretto il gatto al petto e la povera bestiola
stentava a respirare. Ovviamente non glielo fece notare “Sai cosa ci vuole?”
“Cosa?”
“Una gran bevuta…. Forse
Thad sarà già tornato per venerdì sera….
A quel punto andiamo tutti quanti a farci una gran bevuta.”
Il biondino annuì piano.
Non era certo che il capo consiglio Harwood sarebbe stato in condizione di bere con loro, visto
che l’avevano portato a casa praticamente trascinandolo, ma forse potevano
organizzargli con quelli con cui ancora parlavano.
Non molti, a dirla tutta.
“Dici che dovrei cantare per Flint, al Festival la
prossima settimana?”
Duvall scosse le spalle “Devi fare quello che ti senti…”
“Pensi che cantare per Kenzie
a te farà bene?”
Il moro ci pensò su “Diciamo che è uno sfogo….”
Sterling sospirò abbondantemente “Allora ho decisamente
bisogno di sfogarmi anche io….”
“Io volevo adottare la tecnica del ‘Hey guardate la mia cresta quanto è figa’ ma in realtà
penso ancora a lei” gli confidò Nick “Quindi ho scelto una canzone che mi fa
pensare a lei, ma senza rancore”
Il biondo si alzò di colpo spaventando l’amico
“Three ho la canzone adatta, forse…. Conosci gli Yellowcard?”
Ethan si sorprese non poco quando, aprendo la
porta della sua stanza, si trovò davanti Trent Nixon.
Il ragazzo entrò senza nemmeno salutare, guardando
un istante Kirk che, sopra al suo letto, stava studiando un enorme libro dalla
copertina lisa. I macchinari di tortura della Santa Inquisizione che vide
rappresentati lì sopra non lo rassicurarono affatto. “Senti Moore, sono qui per proporti una cosa” disse sbrigativo
mentre Et annuiva “Io non ho tempo di preparare un
assolo per il Festival, ho problemi in famiglia”
“Oh, mi dispiace molto” disse Ethan annuendo alle
sue stesse parole, mentre il biondone alzava un
sopracciglio stranito.
“Quindi ho pensato che, per meritocrazia, voglio
che sia tu a cantarlo. Ne ho già parlato a Wes che ne
ha preso nota.” Si avviò alla porta “Ora se volete scusarmi, ho una montagna di
compiti da sbrigare…”
“Ma io non voglio cantare un assolo” disse
sgranando gli occhi azzurri il ragazzo “Io…. No, sul
serio. Non voglio….”
Trent scrollò le spalle “Allora gestiscitela tu, a me non importa chi
canterà al mio posto” e detto questo uscì, sperando che quel singolo gesto
potesse alleviare almeno un po’ il senso di colpa. Certo, poteva sempre costituirsi,
ma visto che Flint non lo aveva fatto non aveva intenzione di condannarsi.
Forse il nome del artefice del DDR sarebbe rimasto
sconosciuto….
Blaine si sentiva sempre in soggezione quando si
trovava davanti a Burt Hummel.
Non solo perché era il padre del suo ragazzo, ma anche perché lo riteneva davvero un
uomo degno di stima.
Certo, il loro primo incontro da quando lui e Kurt
si erano messi insieme non era stato esattamente idilliaco, ma infondo Blaine
poteva capire che quelle minacce non erano finalizzate a spaventarlo a vuoto,
ma solo a proteggere Kurt.
E lo trovava più che giusto.
Dopo i primi appuntamenti, sicuramente per il modo
in cui il figlio lo stangava se per caso provava a dire qualcosa contro Blaine,
il Signor Hummel si era irrimediabilmente ricreduto, trovando addirittura
piacevole la presenza del ragazzo del figlio per casa.
Anzi, Blaine sembrava piacergli davvero.
“Ciao ragazzo, come è andata a scuola, oggi?”
Blaine sorrise a Carole che gli aveva gentilmente aperto la porta prima di
rivolgersi educatamente al padrone di casa “Molto bene, Signor Hummel. Kurt è
già arrivato?”
“Sì, è di sopra….”
Non aveva mai pranzato lì prima di allora,
nonostante le numerose cene che si erano intervallate nel corso di più di un
mese, ma quel giorno dovevano trattare un argomento decisamente molto delicato:
il Prom. In particolare l’abbigliamento per il Prom, e il Signor
Hummel si era caldamente raccomandato a Blaine di seguire le sue indicazioni,
poiché aveva un vecchio amico italiano che faceva dei completi a mano di alta
sartoria e li noleggiava per pochissimo.
A Kurt tutto questo non bastava e, come da
accordi, lui e il padre sarebbero andati in avanscoperta per ogni negozio nei
dintorni di Lima per trovare tutto ciò che al ragazzo occorreva per mettere
insieme un completo che aveva lui stesso disegnato.
Kurt trotterellò giù per le scale in quel momento,
picchiettando i piedi scalzi a tempo di musica lungo i gradini fino ad arrivare
davanti a Blaine sorridergli raggiante, salutandolo senza però approfondire la
cosa.
Non davanti a suo padre e Carole, almeno.
“Forza, tutti a tavola” disse la donna con un
sorriso prima di sporgersi verso le scale che portavamo al piano superiore per
chiamare il figlio.
Finn li raggiunse in cucina mentre Blaine prendeva posto accanto a Kurt e
salutò il ragazzo con un cenno del capo prima di fiondarsi di testa sugli
spaghetti al sugo di carne che sua madre gli aveva appena appoggiato sotto al
naso.
Mangiarono tranquillamente tutti insieme, chiacchierando
del più e del meno dopo le solite domande di rito a Blaine. Tutte, certo,
eccetto una.
Burt Hummel non aveva dimenticato quando Anderson
era andato a trovarlo in officina, per parlargli riguardo un determinato
discorsetto che avrebbe dovuto intraprendere con Kurt. Non aveva dimenticato le
parole amare di Blaine riguardo suo padre e, per questo motivo, non gli
chiedeva mai come andava a casa.
E il ragazzo non poteva che esserne maledettamente
felice.
Terminato il pasto Kurt trascinò il padre per
negozi immediatamente, senza nemmeno dargli il tempo di prendere il solito
caffè decaffeinato che si concedeva dopo ogni pasto.
Carole ridacchiò mentre guardava divertita la
scena, che lasciò Blaine lievemente stupito e Finn
annoiato “Kurt fa sempre quello che gli pare” spiegò il quarterback al solista
dei Warblers “Da che mondo e mondo Burt glielo permette….”
Blaine sorrise dolcemente “Sa quello che vuole”
“Diciamo che sa come ottenerlo” rispose il
ragazzone, alzandosi in piedi e tentando di scappare verso la sua stanza il più
veloce possibile.
Ma Carole lo intercettò prendendolo per la
maglietta all’altezza delle scapole “Dove pensi di andare, tu? Io devo scappare
al lavoro, mi hanno chiesto di pulire un paio di case prima delle quattro e
quindi non ho tempo da perdere. Blaine, tesoro, aiuteresti gentilmente Finn a fare i piatti?”
Il tono della signora Hummel si era ammorbidito
così tanto che Finn la guardò perso. Perché a lui si
era rivolta come se quello fosse un ordine perentorio e invece con Blaine era
stata così accomodante?
Beh, Finn non aveva
molto senso dell’ospitalità o sale in zucca dopotutto.
Blaine annuì, confermando che non aveva problemi
ad aiutare Finn e subito si misero al lavoro dopo aver salutato la donna.
Alla fine,
a Finn, Blaine non dispiaceva.
Era un ragazzo tranquillo, riusciva a parlarci di
quasi tutto. Anche lui suonava, seguiva il Football con un po’ meno passione ma
era comunque molto aggiornato.
Per questo una volta finito in cucina la cosa più
intelligente da fare era parcheggiarsi sul divano e accendere il canale dello
sport.
“Quel passaggio non poteva farlo peggio…”
Il solista annuì mestamente “Ieri sera mi sono
addormentato a metà della partita…. I Brown stanno decisamente perdendo colpi insomma” si voltò
verso Blaine guardando quasi sconcertato “I Dallas Cowboy ci hanno già battuti
tre volte di seguito e la settimana scorsa con i Dolphins
di Miami è stato un autentico disastro…”
“In alternativa ai nostri scarsi giocatori dell’Ohio, chi segui?” Finn
si alzò, andando in cucina a prendere un paio di bicchieri di latte freddo.
“I Giants” rispose
Blaine e subito il ragazzone si voltò verso di lui “Ho detto qualcosa di
sbagliato?”
“No,ma con
questa risposta ti sei meritato il doppio del miele nel latte” rispose con un
sorriso facendo ridere Blaine mentre alzava la voce, parlando dalla cucina “La
penso esattamente come te! Comunque sia…. Dove sei
stato tutto questo tempo?”
Blaine rise più forte “A Westerville,
amico!”
Il solista prese distrattamente una patatina dalla
ciotola sul tavolino, decidendo di affrontare un discorso che aveva iniziato
con Finn e Rachel il sabato precedente “Allora pensi
che sarebbe figo se cantassi qualcosa con voi al Prom?” chiese con nonchalance, osservando il bicchiere di
latte che il ragazzo gli aveva appena appoggiato davanti.
Finn si rimise a sedere accanto a lui, chiedendosi brevemente perché Blaine
fosse così composto e accennò un “Sì, certo” tornando a guardare la partita.
Da accordi, Blaine sarebbe dovuto andare a provare
con le New Direction un paio di sere prima ma, vista la bruttissima aria che
tirava fra i Warblers, aveva deciso di rimandare fino alle prove generali del
giorno prima.
L’atmosfera era così pesante alla Dalton che si
chiedeva seriamente in quali condizioni sarebbero arrivati al Festival dei
Fuochi della settimana successiva.
A interrompere quel momento contemplativo di
Blaine ci pensò il signor Hummel che entrò mettendo la giacchetta primaverile
all’appendiabiti dell’ingresso. “Buone
notizie, ragazzi! Il mio amico Enzo, del negozio di abiti, ve li dà a metà
prezzo” spiegò mentre i due si scambiavano uno sguardo soddisfatto.
“Bene!” disse Finn
particolarmente contento, sorridendo al patrigno.
“Yeah! Allora? Cosa vi
mettete?” domandò l’uomo, reggendo il giornale in mano mentre andava a sedersi
davanti ai due, sulla poltrona.
“Io rimango sul semplice. Nero, con un risvolto piccolo…. Molto discreto” Spiegò Blaine annuendo alle sue
stesse parole.
“Volete sapere cosa mi sono messo io per il mio Prom?” domandò Burt “Uno smoking azzurro cenere, una
camicia con le balze e un
farfallino in velluto sintetico. Sembravo Tony Orlando” completò poi, con un
moto d’orgoglio.
“È per caso
undesigner?” chiese Blaine pensiero.
“No” fu la risposta lapidaria dell’uomo mentre si sedeva
sulla poltrona aprendo il giornale. Qualsiasi altra parola sarebbe comunque
stata interrotta dall’entrata in scena di Kurt.
“Per il mio completo non c’è bisogno del metà
prezzo!” Disse eccitato entrando con una piccola scivolata sul pavimento del salotto
e mettendosi davanti ai tre, con le mani sui fianchi in una posa fiera.
A interrompere il silenzio sorpreso dei due
ragazzi ci pensò Burt “Perché ne mancava già metà?” domandò sarcastico,
ridacchiando.
Blaine osservò attentamente Kurt dalla punta dei
capelli a quella degli anfibi neri, soffermandosi in particolare sul kilt blu
scuro e verde.
Poco appariscente, insomma.
“Il mio completo è un omaggio al matrimonio reale
e al compianto Alex McQueen” spiegò Kurt più al padre
che a Blaine e Finn. Il solista non riuscì a
trattenere un sorrisetto “Me lo sono dovuto far da solo. Nei negozi dell’Ohio
non c’è assolutamente nulla per un ragazzo che vuole stare alla moda!”
“Amico è una figata!”
disse convinto Finn, beccandosi un’occhiata poco
convinta dal patrigno “Sembri un Braveheart gay!”
“Non mi piace” disse Burt mentre osservava il
figlio esibirsi in una piroetta.
“Per forza non ti piace!” disse Kurt, ridacchiando
ovvio “Non l’ho ancora finito! Manca ancora una fascia, forse di perline….” Osservò pensieroso piazzandosi di spalledavanti a Blaine, il quale non riuscì ad
impedirsi di lasciar scivolare gli occhi più in basso, sul sedere sodo del suo ragazzo mentre si portava
istintivamente una mano alla bocca.
“Senti non ti impedirò di indossarlo” Disse Burt
ignorando dove gli occhi di Blaine erano andati a depositarsi “Ma voglio essere
onesto: penso che così agiterai solo le acquee” continuò deciso, ignorando lo sguardo sprezzante e vagamente
omicida del figlio “Penso che tu stia solo cercando di attirare l’attenzione…”
“Esattamente!” sbottò Kurt, indignato “Se no che
senso ha vestirsi eleganti?È per questo
che i ragazzi lo fanno mettendosi i frack e le
ragazze le gonne lunghe e…. Blaine dammi una mano!”
“Io credo che tuo padre….
Abbia ragione” mormorò il moro incrociando le braccia. L’espressione di puro
terrore che si dipinse sul viso di Finn fu magistrale
quanto lo sguardo sconcertato di
Kurt “Penso che quello che sta cercando di dire sia solo che non vogliamo dare
a nessuno l’occasione per darti fastidio….”
“C’è tanta gente cattiva la fuori Kurt, anche
peggio di quel Karofsky” proseguì Burt, mentre Kurt
sembrava stentare a credere alle parole del suo ragazzo “ E cercano solo un
pretesto per sfogare su di te il loro odio. Ovviamente voglio….
Voglio che tu sia te stesso! Ma… voglio anche che tu
sia pratico!”
Kurt si prese una pausa “Io ho fatto tutto nel
modo giusto” disse prima di salire il gradino del soppalco per avviarsi alle
scale del piano superiore “E Blaine, capisco che tu sia preoccupato visto cosa
ti è successo” Finn guardò stranito Blaine che
istintivamente si sentì a disagio “Ma il ballo è un’occasione gioiosa, non di
paura, e io indosserò questo
vestito. Se tu non vuoi più accompagnarmi, lo capisco”
Kurt se ne andò velocemente, sotto lo sguardo dispiaciuto
di Blaine, quello paziente di Burt e quello stranito di Finn. “Stare in compagnia di Rachel non gli fa bene…”
sussurrò quest’ultimo prima di guardare il profilo del solista.
Il ragazzo si alzò di colpo, guardando il signor
Hummel. “Scusatemi” disse
semplicemente seguendo Kurt su per le scale e rischiando quasi di inciampare
nella chitarra acustica che Finn aveva abbandonato
nel corridoio.
Bussò alla porta un paio di volte, poi non
ottenendo risposta la socchiuse senza
però entrare “Kurt? Posso…?”
“Fai come ti pare…” la
risposta secca del suo ragazzo non demoralizzò Blaine, che sospirando entrò
nella stanza lanciando un’occhiata in giro. C’era stato già in diverse ocasioni,
ma tutte le volte che ci tornava non poteva fare a meno di osservarla tutta, mentre
si godeva il profumo di Kurt che sembrava permeare in ogni fibra di ogni
tessuto, inebriando l’aria.
Il suo ragazzo sedeva sul letto e apparentemente
stava osservando con espressione seria la giacca del suo completo appoggiata
alla sedia della specchiera. In realtà era solo così tanto arrabbiato da non
riuscire a guardarlo in faccia. Blaine si avvicinò. “Possiamo parlarne, per favore?” nessuna risposta dal più
giovane “Posso fare qualcosa per rimediare?” ancora nulla “Qualsiasi cosa?”
Kurt insisteva in quel atteggiamento immaturo e
lievemente indisponente, convinto che Blaine si sarebbe sicuramente scusato con
lui, dandogli poi ragione.
Quando il moro uscì dalla stanza senza aggiungete
altro, Kurt ci rimase così male ma immobilizzarsi ancora di più sul letto,
spalancando gli occhi. Stava seriamente pensando si alzarsi e rincorrerlo
quando Blaine tornò nella sua stanza con un mano la chitarra di Finn “Cosa stai-?”
“Shht” lo zittì
guardandolo dolcemente da dietro le iridi caramello, mentre accordava rapidamente
la chitarra ad orecchio.
Kurt alzò le sopracciglia, studiando attentamente
ogni suo movimento.
Quando prese a suonare una melodia dolce e a
cantare solo per lui, Hummel aveva già dimenticato il motivo per cui si era
arrabbiato, lasciandosi andare in un sorriso dolce.
When the world gets too heavy
Put it on my back
I'll be your levy
You are taking me apart
Like bad glue on a get well card
Kurt sorrise di più senza quasi rendersene conto, un po’ per la
metafora assurda della canzone e un po’ per espressione di assoluta dolcezza
mista ad un poco di auto ironia che si era disegnata sul viso di Blaine.
Lo guardò mentre le dita del ragazzo andavano a pizzicare le corde
e premerle sulla tastiera per far uscire quelle delicate note e si perse un istante in quel movimento armonioso
prima di tornare a guardarlo nelle iridi caramellate.
It was always you
Falling for me
Now there's always time
Calling for me
I'm the light blinking at the end of the road
Blink back to let me know
Blaine, dal canto suo, non riusciva a scostare lo sguardo dal viso
perfetto del suo ragazzo, lasciandoli scivolare dagli occhi chiari alle labbra
rosee e morbide, mentre proseguiva in quella canzone realmente sentita.
Non sapeva nemmeno come gli fosse venuta in mente, in un primo
momento voleva cantare solamente per convincere Kurt a parlargli di nuovo, ma
poi era arrivato a stupirsi per la coerenza della canzone.
Sembrava scritta apposta per quel momento.
I’m a fly that’s trapped in a web,
But I’m thinking that my spider’s dead.
Oh lonely, lonely little life.
I could kid myself in thinking that I’m fine.
Kurt
appoggiò il capo alla spalla del suo ragazzo dopo essersi avvicinato a
sufficienza a lui, dimostrando al moro che aveva già ceduto sotto il peso di
quel momento forse eccessivamente romantico.
Sorrise,
chiudendo gli occhi e respirando a fondo il profumo dello shampoo del ragazzo
prima di terminare la canzone…
It was always you falling for me,
Now there’s always time calling for me.
I’m the light blinking at the end of the road,
Blink back to let me know.
It was always you
Blink back to let me know
It was always you
“Sei sleale” sussurrò Kurt piano,
come a non voler rovinare il momento dando pur sfogo ai suoi pensieri “Dovremmo
fare delle regole, nella nostra relazione”
“Che regole?” chiese Blaine
ridacchiando, mentre appoggiava la chitarra sul pavimento.
“Non puoi cantare per farti
perdonare. Non è giusto, sai che funziona…” il
controtenore sospirò prima di spostarsi solo per poter guardare Blaine negli
occhi “Vuoi parlarne, quindi?”
Anderson scosse piano il capo,
accarezzando la guancia di Kurt “No,
perché ho capito che non c’è nulla da dire. È giusto che tu metta quel vestito,
so che ci ha lavorato molto e che ci tieni” il ragazzo lo guardò sorpreso per
l’improvvisa comprensione “E io cercherò di fare di tutto per evitare a
chiunque di importunarti…. Come è giusto che sia…”
Il viso di Kurt si avvicinò al suo,
per incontrare le sue labbra mentre il ragazzo chiudeva gli occhi inumiditi
dalla commozione.
Blaine portò un braccio attorno alle
sue spalle per stringerlo a sé mentre
il più giovane lo abbracciava per i fianchi, e il solista si concesse
addirittura il lusso di approfondire quel bacio nonostante la porta fosse
chiusa solo a metà e le possibilità del signor Hummel di passare ‘casualmente’
in quel momento fossero davvero alte.
Si staccarono diverse volte per
riprendere fiato, scambiandosi baci via via sempre più
dolci e lenti e occhiate cariche di dolcezza.
“Quindi….
Pace?” sussurrò Blaine sulle sue labbra prima di stamparvi un bacio che terminò
con uno schiocco.
“Pace” confermò Kurt.
“Posso farti una proposta?” chiese
tranquillamente il solista.
E Kurt arrossì sino
all’inverosimile, balbettando qualche parola a caso “B-Blaine?
Mio padre…. È…. E poi…io….”
Anderson roteò gli occhi, mentre
anche le sue gote si tingevano lievemente di rosso “Non quel tipo di proposta Kurt…. Solo…” si staccò da lui
per guardarlo bene negli occhi “Vorrei che tu cantassi un duetto con me…. Al Festival dei Fuochi”
Kurt socchiuse le labbra, stupito “Oh…”
“So che manca poco, e forse tu non
riesci nemmeno a venire ma…. Quella sera probabilmente
sarà un disastro, i Warblers non si parlano tra di loro e io….
ci tengo a cantare con te. Adoro cantare con te.”
Hummel non poté evitare di sentirsi
molto lusingato “Sarebbe un onore per me cantare ancora con te…”
Il sorriso di Blaine si ampliò fino
all’inverosimile “Qualche idea
per la canzone?”
Kurt ci pensò su poi schizzò in
piedi prendendo un vinile dalla pila sul comò “C’è una canzone che ho sempre
desiderato cantare con te che farà schiattare di invidia anche Rachel Berry”
disse convinto, mostrando con orgoglio la sua scelta a Blaine.
Il ragazzo lesse il titolo indicato
prima di guardare Kurt “Penso sia perfetta.”
Richard alzò gli occhi su Flint,
guardandolo sorpreso.
Non era mai successo che Wilson si
sedesse con lui per la cena.
“Posso fare qualcosa per te?” chiese
a quel punto, pulendosi la bocca col tovagliolino di carta.
“Interessante scelta di parole” ribatté il morettino, lanciando
un’occhiata verso il tavolo dove Nick e Jeff erano seduti insieme “Devo proprio
chiederti un favore…”
James lo squadrò senza capire “E cosa posso fare io per te?”
“Molto più di quello che non credi…”
“Tu sei pazzo.”
“Smettila, Chad”
“Nono, lo sei!”
Blaine roteò gli occhi, sistemandosi il papillon
azzurro a pois bianchi. Le cene di famiglia le aveva sempre trovate noiose,
soprattutto quando suo fratello maggiore Ray si univa a loro insieme a moglie e
al pargolo.
Odiava il fatto che suo padre si comportasse come
se la sua famigliola fosse perfetta,
facendo complimenti alla ragazza di suo figlio più giovane e idolatrando le
doti scolastiche di Blaine.
Ma quella sera, il solista dei Warblers, aveva un
obbiettivo: dire a suo padre per la centesima volta che era gay, ma non solo.
Aveva un ragazzo, lui voleva che suo padre sapesse tutto di Kurt.
E voleva lo accettasse.
Voleva che suo padre si comportasse come Burt,
voleva parlargli delle sue esperienze senza scendere nei dettagli.
Voleva che suo padre facesse il padre.
Ok, forse si illudeva, ma sapeva che quello non
era chiedere troppo.
“Secondo me tu le botte te le cerchi” disse Chad sedendosi sul letto del fratello “No, davvero…. Ci metti impegno.”
Blaine lo ignorò, prendendo la lacca e iniziando a
sistemarsi i ricci ribelli.
Non gli importava quanti schiaffi gli sarebbero
arrivati, pensava che alla fine sarebbe stato costretto ad accettare Blaine
così com’era, e lo stesso valeva per il suo ragazzo.
Certo, non avrebbe dato Kurt in pasto a suo padre
per i prossimi vent’anni, ma di una cosa era convinto: almeno in casa sua
dovevano essere a conoscenza che aveva un ragazzo, una persona importante al
suo fianco. Glielo doveva, per tutte le volte che era rimasto a cena e aveva
parlato con Carole e Burt.
“Se muori mi lasci il tuo pc?”
Chad guardò interessato l’oggetto prima di spostare
di nuovo gli occhi sulla figura del fratello maggiore, e sospirò “Ma quindi è
così seria questa cosa?”
“Che cosa?”
“Con questo ragazzo….”
Blaine puntò gli occhi in quelli identici del
fratello, fissandolo dal riflesso della specchiera “La mia relazione” disse
marcando sul sostantivo “Sì, è importante…. Se non
rischierei tanto, no?”
“Non so come farti capire che così lo farai solo arrabbiare…”
Il più piccolo si portò una mano tra i ricci
spettinati, prima di saltare giù dal letto e incamminarsi verso la porta, sulla
quale apparve loro madre.
Anabell Anderson, nonostante avesse avuto tre figli, era
una donna decisamente bella. Sorrise ai suoi ragazzi, affacciandosi alla porta
senza entrare nella stanza “Maria ha detto che la cena è quasi pronta, vi siete
preparati?”
Blaine sorrise annuendo, mentre Chad sbuffava ostentando la sua vecchia tuta lisa con
orgoglio “Sono in casa mia, mamma…. Posso anche far
schifo.”
La donna lo guardò divertita, prima di provare ad
approcciarsi più severamente “Tuo padre non è della tua stessa opinione. Credo
voglia fare delle foto in giardino quindi fila ad infilarti qualcosa di più
consono!”
Il ragazzino ruotò gli occhi verso il soffitto, uscendo
dalla stanza e infilandosi nella sua, che aveva la porta proprio lì davanti.
A donna entrò con un sorriso, avvicinandosi al
figlio che sembrava assorto nei suoi pensieri e appoggiandogli le mani sulle
spalle, facendogli segno di sedersi sullo sgabello lì accanto.
Lui eseguì con un piccolo ghigno, mentre osservava la madre prendere una spazzola e iniziare a passarla
delicatamente tra i capelli del figlio iniziando a cantare….
Da giovane, AnabellRavalez era piuttosto conosciuta nei teatri newyorkesi,
come una delle più promettenti stelle del di Broadway.
Blaine si incantava ogni volta che la sentiva
cantare e istintivamente chiuse gli occhi mentre le labbra gli si aprivano in un sorriso.
Non sapeva il motivo per il quale sua mamma aveva
mollato tutto, forse perché si era innamorata del Signor Anderson e aveva
deciso di lasciare tutto per la sua famiglia nonostante fosse ancora così
giovane, o forse perché non aveva avuto il coraggio.
Sapeva solo che, per lui, non esisteva nessuno che
potesse cantare meglio di lei.
Ad eccezione di Kurt, probabilmente, e al solo
pensare la reazione che il suo ragazzo avrebbe avuto scoprendo chi fosse sua
madre, beh….
Gli scappò una risatina mal contenuta.
Quando avrebbe voluto presentaglielo….
“Oggi ti ho visto parecchio pensieroso” Disse la
donna, portando gli occhi sottili e a mandola su quelli del figlio, ancora
chiusi “Forse è successo qualcosa alla Dalton?”
Il ragazzo scosse piano il capo “Tutto come sempre
solo…. Ho un peso sullo stomaco…”
la guardò attentamente attraverso il riflesso, prima di voltarsi di tre quarti
verso di lei “Ma penso lo leverò dopo, a cena…”
Lei lo guardò con apprensione, accarezzandogli
dolcemente una guancia “Sai che io ti appoggerò sempre ma….
Per favore, non farlo arrabbiare di nuovo. Non sei mai a casa, tesoro, per una
volta che c’è tutta la famiglia riunita io vorrei tanto passare una serata piacevole…”
Blaine prese un respiro, annuendo lievemente.
La donna gli lasciò un bacio delicato sulla
fronte, pulendolo poi dai residui di rossetto prima di uscire dalla stanza
raccomandandogli di scendere presto.
Blaine tornò a guardare lo specchio, sospirando.
Sua madre lo avrebbe perdonato anche quella volta,
ma quella cosa andava fatta, e più testimoni aveva, meglio sarebbe stato.
Canticchiò una strofa, prima di alzarsi di scatto
e scendere al piano di sotto, con un fuoco nuovo ad ardergli negli occhi color
miele.
Tutto era buonissimo, costatò Blaine pulendosi la
bocca col tovagliolo prima di riappoggiarlo sulle gambe.
Spostò gli occhi alla sua destra, osservando per
pochissimi secondi suo fratello e la sua ragazza scambiarsi sguardi di puro
amore prima di dover spostare lo sguardo per non avere un travaso di bile.
E poi Chad faceva sempre
lo strafigo….
Davanti a lui sua mamma contemplava il primo
nipotino con occhi sognanti mentre la moglie di Ray guardava il bambino con
orgoglio.
Ray non sembrava prestare molta attenzione a tutto
ciò visto che era impegnato con loro padre a parlare di affari, macchine e Dio
solo sa cos’altro.
E lui?
Lui se ne stava seduto, composto, a scambiarsi sms
di nascosto con Kurt perché se solo suo padre avesse visto che stava usando il
cellulare a tavola lo avrebbe scannato.
Non vedeva l’ora che arrivassero le nove e mezzo
solo per poter scappare di nuovo alla Dalton che, nonostante fosse
letteralmente sotto il manto gelido della Guerra Fredda, aveva sempre un
qualcosa di più vicino all’idea di casa, per Blaine, di quel posto.
Lui, lì, non centrava nulla.
Spesso aveva addirittura il sospetto di non essere
gradito a quella tavola.
Chad lo chiamava paranoico, per questo, ma il suo
fratellino non sapeva cosa significasse sentire perennemente lo sguardo
accusatore del padre sul capo.
Blaine lesse la risposta del suo ragazzo e dopo
aver ottenuto un sarcastico ‘courage’ come appoggio
morale si sbrigò a scrivergli a sua volta prima di mettere via il cellulare.
-Non sei divertente Kurt. Ora provo a fare una cosa…. Ci sentiamo dopo cena, appena torno a scuola ti
chiamo. B.-
Iniziò a scervellarsi per cercare di tirar fuori
un argomento di conversazione utile per poter fare coming
out per la centesima volta, quando suo padre lo fece al suo posto.
“Allora, Blaine…. Quando
porterai anche tu a casa una bella ragazza come la nostra Abby?”
chiese guardandolo con gli occhi azzurri e penetranti, dopo aver sorriso alla
biondina alla sua sinistra.
Altra cosa che Blaine odiava: gli occhi chiari. Li
trovava vuoti, freddi….
Altra cosa per cui ringraziava Kurt, gli aveva
fatto cambiare idea facendogli capire quanto sinceri potessero essere i suoi
occhi azzurri.
E bellissimi.
E perfetti….
Ma non doveva pensare a Kurt, doveva concentrarsi!
“Papà non c’è molta speranza che io arrivi a casa
con una ragazza” disse, cercando di non essere eccessivamente sarcastico….
Con scarsi risultati.
Un’ombra scura passò dentro le iridi dell’uomo,
che però poi ostentò una risata fasulla.
“E ci credo, sei in un collegio di soli uomini!” rise ancora, coinvolgendo il
resto della tavola. Gli occhi di Blaine si fermarono in quelli della madre, che
scosse piano il capo come a fargli capire di smetterla. Peccato che aveva
appena iniziato “Chissà cosa combinate la notte, se hanno addirittura messo un
coprifuoco così severo!”
Blaine sbuffò vistosamente, ma subito Chad prese la parola “Papà, l’altro giorno sono stato a
vedere una corsa di BMX e mi piacerebbe provarci se per te va bene.”
Richard Anderson guardò il figlio con un moto
d’orgoglio. Blaine alzò gli occhi al cielo, sperando che non avrebbe tirato in
mezzo anche lui.
Le ultime parole famose…
“Vedi, Blaine? Dovresti prendere esempio da tuo
fratello minore e scaricare tutte le tue tensioni giovanili in uno sport!”
“Non sono portato”, replicò velocemente il ragazzo “E ho altri modi in cui
scaricare le mie tensioni.”
“Le seghe?” domandò ironico Chad
beccandosi uno scappellotto dalla sua ragazza e un richiamo dalla madre.
“Il canto” proseguì Blaine, ignorandolo.
Il padrone di casa sospirò prima di guardare la
moglie “A quanto pare ha preso più da te che da me…”
“Lo penso anche io” si intromise Blaine “E non è
il solo interesse che ho preso dalla mamma…”
Richard lo guardò attentamente “In che senso?”
“Nel senso” proseguì Blaine, bevendo un sorso di
vino da dentro il calice di cristallo che aveva davanti prima di prendere il
tovagliolo “Che entrambi apprezziamo il canto, i musical, le riviste di moda,
il violino e, in particolare, i bei ragazzi….”
E poi spostò semplicemente gli occhi sulla
tovaglia di gusto raffinato mentre si asciugava le labbra.
Il silenzio che era venuto a crearsi era asfissiante.
Abigail, che in assoluto era quella meno abituata a quel
tipo di tensione famigliare, guardò stranita il suo ragazzo e poi Blaine.
A interrompere quella situazione di stallo ci
pensò il signor Anderson…
“Ripetilo”
Blaine sospirò.
“Papà lo sai, lo sai che mi piacciono i ragazzi….
Sono almeno due anni che tenti a farmi tornare
etero, senza successo.” Era il momento, ormai suo padre sembrava incavolato
abbastanza per potergli dare il colpo di grazia. O darlo a se stesso…. Deglutì rumorosamente “Papà, mamma….”
Li guardò attentamente entrambi “Penso che ormai dovrei diverlo:
frequento un ragazzo da più di un mese e mezzo e…. è
una cosa abbastanza seria.”
Chad si schiarì la voce “E così il mese prossimo è il
compleanno del cane!”
Ma non ottenne l’effetto sperato.
Richard si alzò di scatto, facendo velocemente il
giro del tavolo per raggiungere Blaine. Nonostante la pancia da cinquantenne,
era ancora piuttosto agile.
Per istinto, il ragazzo alzò un braccio a
difendersi il volto, e l’uomo lo afferrò subito strattonandolo per farlo alzare
e spingerlo in salotto.
“RICHARD!” urlò Anabell,
lanciando il tovagliolo sul tavolo per correre dietro al marito e versando così
il suo calice di vino.
Iniziò il delirio.
Il bambino prese a piangere a causa delle urla e
subito Chad si sbrigò insieme al fratello più grande
a raggiungere i genitori e Blaine, intimando alle ragazze di non alzarsi da
tavola.
Il più piccolo entrò a grandi falcate nel salone,
mentre Ray chiudeva le porte che dividevano la zona soggiorno dalla sala da pranzo.
Blaine, che era stato spinto con forza contro al
divano, dovette applicare tutta la forza che possedeva alle caviglie per non
cadere in terra.
“Stammi bene a sentire, ragazzino” gli disse il
padre puntandogli contro l’indice, mentre avanzava lentamente verso di lui. “Io non intendo avere una mela
marcia in famiglia, lo sai. Quante volte te l’ho detto ormai?”
“Mi dispiace, signore” disse a denti stretti il
ragazzo “Ma non posso cambiare quello che sono perché a te non piace!”
“Se vuoi continuare ad andare in scuole private
eccellenti e a indossare vestiti nuovi ti conviene farlo!”
Blaine avanzò di un passo, guardandolo negli occhi. “Non intendo cambiare per te,
perché non posso. Io sono gay, papà! È ora che lo accetti perché sono fatto
così! Amo Kurt e, a dirla tutta, amo anche me stesso! Non mi cambierei nemmeno
se potessi! Diseredami se pensi che…”
A interrompere il suo sfogo fu uno schiaffo ben
assestato alla guancia, che lo faceva vacillare un attimo.
Un secondo schiaffo partì, ma ormai era così abituato
a prenderle sia da suo padre che dai bulli che aveva sviluppato dei riflessi
niente male, così riuscì a riparare il viso tra le braccia, incassando il collo
tra le spalle.
Per la prima volta quella sera, decise di
ringraziare la sua buona stella per quella cena in famiglia. I suoi fratelli
scattarono appena sua madre prese ad urlare “RICHARD” a pieni polmoni, come
solo un soprano come lei poteva.
Ray prese il signor Anderson da sotto le braccia,
tirandolo dietro mentre Chad di metteva davanti a
Blaine, a scudo.
“Papà piantala!” gridò angosciato il più giovane
dei tre.
“Levatevi dai piedi!” si arrabbiò l’uomo, ma
appena incontrò gli occhi spaventati e lucidi di Blaine sembrò quasi
irrigidirsi. Sentendolo più tranquillo Ray lo lasciò andare.
Richard Anderson, per i vicini e i conoscenti, era
un uomo tutto d’un pezzo, un ottimo dottore e un padre di famiglia a cui andava
portato rispetto.
Quelle vene di violenza domestiche venivano
nascoste dalle foto delle cartoline di Natale, dove tutta la famiglia sorrideva
felice.
Che poi fosse gioia vera o meno, a lui non
importava.
“Penso sia meglio che tu torni a scuola, Blaine”, sbottò con la voce bassa che
tremava per la rabbia. “Immediatamente.”
L’uomo si voltò verso la vetrinetta dei liquori,
prendendo un bicchiere e riempiendolo di Jack Danielsmentre ascoltava i passi veloci di Blaine che
correva su per le scale per prendere la sua tracolla dalla stanza.
Quando il ragazzo tornò al piano di sotto non si
voltò verso i suoi fratelli o i suoi genitori, camminando velocemente verso
l’ingresso e cercando le chiavi del suo SUV sul mobiletto.
La famosa ‘frase di chiusura’ di suo padre, come
la chiamava lui, non tardò ad arrivare come sempre. Ogni volta diversa.
Ogni volta più dolorosa.
“Quando un giorno ti guarderai allo specchio e
proverai il ribrezzo che provo io in questo momento, mentre mi stai davanti,
allora capirai il tuo povero padre. E quello che mi hai fatto patire…”
Blaine si voltò lentamente a guardarlo “Quando un
giorno sarò padre e mi guarderò allo specchio della stanza che dividerò con mio
marito, sì, penserò al mio
povero padre…. E a come preferisse sorseggiare
liquori e trattarmi come un animale invece di provare a capirmi.”
Uscì di casa, sbattendo la porta e attivando il
cancello automatico.
La nausea e la voglia di scappare lo colsero
puntuali come ogni volta.
Entrò in auto e partì velocemente verso la Dalton,
verso il solo posto in cui si fosse mai sentito davvero accettato e amato.
Dove non aveva paura di essere picchiato.
Era bruttissimo, vivere in una casa con un
omofobo. Quando andava al suo vecchio liceo aveva rischiato di impazzire….
A scuola non era al sicuro e a casa si sentiva
dire che era solo colpa sua, che in fondo quei ragazzi andavano capiti…
Diede un pugno al volante facendo scattare il
clacson e, in contemporanea, si accorse che stava ancora tremando.
Fortunatamente erano dieci minuti di auto da casa
sua a scuola, che lui percorse in
cinque al massimo.
Parcheggiò frettolosamente all’esterno,
incamminandosi veloce verso il dormitorio. Voleva solo stare solo e riposarsi e…
No, non era vero.
Lui voleva tornare in auto e guidare più di un’ora
per arrivare a Lima, da Kurt. Sapeva che non avrebbe pianto, certo, non
piangeva mai perché, nonostante la frustrazione, sentiva come se suo padre non
si meritasse le sue lacrime, ma aveva decisamente bisogno di vederlo.
Di abbracciarlo e baciarlo…
Ma presentandosi con una guancia rossa e l’espressione stravolta lo
avrebbe solo spaventato inutilmente.
Era meglio evitare anche di chiamarlo, magari se
gli avesse inviato un sms di scuse….
Era così immerso nei suoi pensieri che andò a
sbattere contro qualcuno.
“Blaine, attento!”
“Scusa, Wes….”
Il ragazzo asiatico scosse piano il capo con un
sorriso “La cena di famiglia?”
“Un colossale disastro, come ogni volta”,
borbottò stanco Blaine. A pensarci bene, aveva davvero bisogno di
sentire la voce di Kurt, nonostante non lo volesse spaventare (e quindi aveva
intenzione di non dirgli dello schiaffo):
si sarebbe sentito comunque più tranquillo. Forse sarebbe addirittura
riuscito a dormire. “Senti sono
distrutto, ci vediamo domani ok?”
“Posso rubarti solo sue secondi?” domandò Wes, frugando in una borsina di
plastica bianca.
“Per favore io…” Si
zittì, osservando la maglietta bianca che Wes gli
stava sventolando sotto al naso “A che ti serve?”
Il capo consiglio sorrise “Ho trovato un modo per
riappacificare tutti i Warblers!”
Blaine rimase un attimo in silenzio “Ovvero?”
“Ricordi l’esibizione che abbiamo visto al
McKinley delle New Directions?” il solista annuì
lentamente “Ecco…”
“Vuoi dire che…?”
“Esatto, prendo in prestito la loro idea…. Quindi …. Tu che ci scrivi sulla tua maglietta?”
Continua….
Nda.
Ecco qui il capitolo di oggi,
dedicato non solo a Misslovett ma anche a chi ha
iniziato la scuola (io sono a casa ancora fino a lunedì muahah).
A proposito di scuola. Se non lo
sapete ve lo dico ora….
Io devo affrontare la quinta liceo
quindi lostudio prima di tutto!
Cercherò comunque di aggiornare
almeno una volta a settimana, penso sarà possibile perché ho un programma
infallibile per non sprecare tempo a caso (Alexa se
funziona mi paghi la cena al Mc XDDD)
Farò il possibile per ammorbarvi
ancora per molto!
Passando al capitolo, ditemi che ne
pensate.
Soprattutto su Blaine che è il
protagonista assoluto….
Lea Salonga,
secondo un vecchio spoiler, dovrebbe davvero interpretare la madre di Blaine e
io, onestamente, lo spero. Ha scritto la storia di Broadway quella donna, a
parte cantare per la Disney (andrà d’accordo con DC!).
Grazie a chi a recensito, e come
sempre ad H che ha betato nonostante la scuola sia
iniziata.
Capitolo 29 *** #24 Part I: Killing me softly with this sounds. ***
bananissima
Blaine Anderson presents:
the Pips!
#24 Part I: Killing me softly with this sounds.
-…. E
francamente parlando, penso che l’idea di Wes sia geniale. Certo, voi userete
le magliette in modo diverso da come l’avevamo pensato noi ma…. È comunque un’ottima
idea!-
Blaine mise dello zucchero nel caffè, corrugando
le sopracciglia “Perché sarebbe diverso, scusa?”
Dall’altra parte del telefono si udirono un paio
di imprecazioni e un tonfo, prima che Kurt riprendesse a parlare
tranquillamente –A noi le magliette sono
servite per accettare noi stessi. Era una cosa…. Uhm…. Come posso spiegarti? Privata. Voi invece lo fate per
accettarvi tra di voi se ho capito bene. E poi cos’è quest’idea del quadratino
sulla schiena?-
Blaine attese che Finn terminasse di sussurrare
qualcosa al fratello prima di rispondere “Non è un quadratino, Kurt. Wes
sostiene che è una casella…” il solista scosse piano il capo mentre, al suo
stesso tavolo, Jeff e Nick lo osservavano curiosi “Se a fine settimana la
casella viene barrata da Wes significa che il problema è stato superato.
Abbiamo tempo da lunedì prossimo,
quando ne parleremo in assemblea agli altri, al mercoledì subito successivo per
fare la maglietta”
-Le
magliette, spero, (?)visto che
dovrete tenerla fino a sabato…. Non per fare lo schizzinoso ma l’igiene prima
di tutto.-
Blaine ridacchiò “Da quel che mi è parso di capire
a Wes piacerebbe portare l’esibizione con la maglietta al Festival…”
-Almeno
qualcuno sfrutterà quell’idea. Mi è dispiaciuto vederla accantonata subito anche
se, onestamente, qualche effetto lo ha avuto….- si udì un gemito molto
inquietante –Dio Finn, ti supplico, fai
l’uomo!-
“Kurt posso sapere cosa stai facendo?” domandò a
quel punto Anderson, portando alla bocca il bicchiere di carta e sorseggiare
lentamente la bevanda calda.
-Finn mi ha
chiesto di aiutarlo per la preparazione per stasera…. Così gli stoaccomodando le due siepi che si ritrova sopra
agli occhi…. Fermo!-
Seguirono diverse imprecazioni del povero
torturato mentre Blaine cercava di assimilare attentamente la cosa “Stai
facendo le sopracciglia a tuo fratello?”
-Certo….
Così se lo eleggono Re del Prom
non sembrerà una controfigura de ‘IlPianeta delle Scimmie’.
Senti, tu a che ora vieni? Se parti con un certo anticipo magari sistemo anche
le tue e….-
“Sei davvero un tesoro ma non credo sia il caso”
si affrettò a dire Blaine, controllando velocemente l’ora sull’orologio da
polso “Dovrei essere lì nelle sei così
avrò tutto il tempo di prepararmi…. Però davvero Kurt, non occorreva che tu
andassi a ritirarmi il vestito. Potevo farlo io e passarti a prendere alle
sette meno dieci già pronto….”
-Non dire
assurdità. Il negozio era a quattro passi da casa mia e dovevo fare un salto
per prendere quello di Finn. Poi se devi fermarti a dormire qui…. Insomma….
Tanto vale che ti prepari con noi no?-
Blaine sorrise lievemente, mentre sentiva le
guance infiammarsi. L’offerta di signor Hummel di ospitarlo a dormire da loro
era molto generosa, e anche se era consapevole che comunque non lo avrebbe mai
lasciato con Kurt, non poteva fare a
meno di sentirsi un po’ nervoso all’idea “Hai ragione…”
-Come
sempre…-
“Allora ci vediamo alle sei e….” Nick attirò la
sua attenzione sillabandogli qualcosa. Il solista sospirò “Kurt, prima parlando
con Wes e David mi hanno chiesto se tu hai notizie di Thad….”
-Loro
non riescono a contattarlo?-
“Da quel che ne so non risponde…”
Kurt sbuffò,
mentre Finn brontolava qualcosa riguardo il ‘metterci troppo per strappargli
tre peli dalla faccia’. Alla fine il controtenore si schiarì la voce –Onestamente, ho provato a chiamarlo. Non
risponde nemmeno a me…. Però ha avuto il buon senso di spedirmi un sms stanotte
alle cinque e mezzo in cui mi assicurava che sta bene. So che non è in Ohio, il
padre l'ha portato non so dove
per riposarsi e ristabilirsi nonostante lui preferisse stare a casa ad oziare.-
“Oh, perfetto…. Riferirò.”
-A dopo allora…-
Blaine sorrise, prima di sussurrare dolcemente
un‘A dopo’ e riattaccare.
Nick e Jeff continuarono a fissarlo, poi il biondo
si schiarì la voce “Allora…. Ehm…. Thad?”
“Kurt non sa quasi nulla, ma da quel che gli ha
detto, Harwood è in un altro stato col padre. Non so precisamente come sta,
deduco meglio dell’altra sera.”
Nick sbuffò ironico “Diamine, anche un condannato
in marcia sul miglio verde starebbe meglio di Thad l’altra sera. Ha quasi
spaccato la faccia a Nelson e non mi stupisce che abbia lasciato i Warblers.”
Blaine lo guardò impressionato “Sul serio? Ha
lasciato i Warblers?”
Jeff annuì “Non lo sai? Se ne sono andati lui,
Jon…. Jessie era in forse.”
“Si sono presi paura” specificò Nick “So solo che,
per il Festival dei Fuochi, si sono resi disponibili in pochi.”
Il solista ci rimase un po’ male, come se una
piccola nuvoletta rosa sul suo capo si fosse d’improvviso trasformata in una
brutta nube nera pronta a
piovergli addosso.
Non era una bel segno. “E cioè chi?”
Duvall ci pensò su “Noi due, i tre capi consiglio,
te, Richard e Cameron, Kirk ed Et…. Flint…. E credo Trent.”
“Tutti qui?!” I due ragazzi davanti a lui annuirono “Sono…. Spiazzato.”
“Io sapevo che Las e Andrew sono indecisi. Come scusa usano il fatto
che hanno l’esame…. E Elliot è sparito”
Jeff sospirò “Mi dispiace così tanto che stia succedendo, eravamo un
gruppo così unito e….” Si bloccò, fissando intensamente qualcosa oltre la
spalla del solista.
Nick stava facendo lo stesso, così Anderson non
poté far altro che imitarli, voltandosi del tutto verso il tavolo alle sue
spalle dove Flint e Richard stavano parlando animatamente, dispensandosi
sorrisi.
Li fissò per qualche secondo confuso, prima che
Nick lo ritirasse seduto composto, guardandolo storto “No ma, fai pure eh.
Perché non vai direttamente a sederti con loro, Mr Discreto?!”
Blaine avvampò “S-scusa….” si schiarì la voce,
abbassandosi sul tavolo verso i suoi due amici e sussurrando “Ma…. Che sta
succedendo?”
“Nulla” rispose secco Duvall, mentre Jeff ancora
non staccava gli occhi da Flint e Richard “Nessuno se lo considera più, quindi
a quanto pare si è messo a tormentare Richard. Conoscendolo ci parla per pena”
sbottò infastidito, lanciando un paio di occhiate a Sterling, che nemmeno notò.
Lo disturbava vedere il suo migliore amico sempre
col morale a terra, e lo disturbava ancora di più vedere Flint che invece
sembrava divertirsi molto col maggiore dei fratelli James.
Nick li osservò da dietro il bicchiere di carta
mentre si alzavano e si avviavano fianco a fianco all’uscita. In quel
frangente, proprio mentre passavano accanto al tavolo dei tre Warblers, gli
occhi chiarissimi di Wilson si specchiarono in quelli scuri di rabbia di
Duvall, prima di proseguire come se nulla fosse.
Almeno Richard li aveva salutati con un cenno.
“Credo sia meglio… tornare alla Dalton” disse
lentamente il biondino, dopo essersi incupito.
“Io devo prepararmi per andare a Lima, sono già le
quattro e un quarto” Blaine fuil primo
ad drizzarsi sorridendo agli
amici “A domani ragazzi, non fate danni stasera!”
Gli altri due tirarono un sorriso mentre Anderson
usciva velocemente per andare al parcheggio. Vedendo Flint e Richard, il primo
appoggiato all’auto del più grande, che si parlavano direttamente in faccia.
Decise di non impicciarsi. Non aveva il tempo o
l’autorità di farlo.
Tanto Thad sarebbero tornato lunedì, voleva
lasciargli quella gioia, visto che lui sperava solo che Flint non facesse del
male a Jeff più di quanto la notizia del suo addio non avesse già fatto.
Quando Blaine si presentò a casa Hummel-Hudson
alle sei e dieci, si aspettava di trovare Kurt già chiuso nel bagno a
prepararsi.
E nel momento in cui il padrone di casa glielo disse,
dopo averlo fatto entrare, non
si stupì affatto “Mi ha detto di comunicarti che fino a che non sarà
perfettamente pronto e…” fece una pausa per ricordare “in linea con…. In linea
con le sue…. Insomma, fino a che non avrà finito di agghindarsi non scenderà ne
si farà vedere! Carole lo sta aiutando in questa follia” alzò gli occhi al
cielo mentre chiude la porta e prendeva dall’attaccapanni accanto all’ingresso
il completo elegante di Blaine, passandoglielo “Puoi prepararti da Finn, lui
ormai è pronto. Così sistemi già le tue cose per stanotte”
Blaine lo guardò sorpreso “Signor Hummel ma….
Dormirò con Finn?”
“No, dormirai da Finn, lui lo sistemiamo qui in
soggiorno” lo guardò assottigliando gli occhi “Dove pensavi di dormire,
esattamente??”
“Sul divano” si affrettò a sottolineare Anderson,
iniziando a sudare lievemente freddo. Come ho già detto,gli occhi chiari di Burt lo mettevano
fortemente in soggezione.
“Finn dormirà sul divano e tu in camera sua.
Carole ha cambiato le lenzuola poco fa…”
“Però mi dispiace per Finn, sfrattato così dalla
sua camera” disse Blaine, avvicinandosi alle scale che davano al piano di sopra
e fermandosi con un piede sul primo gradino.
Burt scosse il capo “Kurt ha calcolato tutto: voi
tornerete senz’altro prima di Finn, guarderete un musical o una cosa del genere
qui in salotto e poi andrete a letto nelle due stanze separate” gli spiegò,
sottolineando l’ultima parte “E quando Finn tornerà a casa distrutto, si
abbandonerà sul divano. Chiaro?” Il morettino annuì e fece per andare a
prepararsi. Ma il padrone di casa non aveva finito con lui “Hey, Blaine!” Il ragazzo di voltò. “Non provate a fregarmi, stanotte”
disse puntando il dito verso di lui “Letti diversi, stanze diverse. Se vi becco
insieme tu sarai il primo ad accorgersi cosa significa la ‘Furia degli Hummel’,
chiaro?”
“Finn me ne ha parlato” disse il ragazzo,
sorridendo velocemente al signor Hummel “Le prometto che non si pentirà di
avermi dato fiducia”
Burt lo guardò attentamente, sentendo dentro di sé
che, forse, quel ragazzo era sincero come sembrava. Così annuì semplicemente,
tornando ad occupare la poltrona del salotto e dando respiro a Blaine che
sfrecciò al piano di sopra.
Non si fermò nemmenodavanti alla porta di Kurt, dalla quale
proveniva una melodia diffusa e vagamente zen, andando diritto da Finn e
bussando nonostante la porta fosse mezza aperta.
“Vieni” rispose semplicemente il ragazzone,
finendo di allacciarsi gli ultimi bottoni della camicia prima di mettersi il
papillon a clip azzurro, per poi abbassare il colletto. Blaine osservò la
fascia che aveva sul ventre, dello stesso colore del papillon, e sorrise “Non
prendermi in giro, bello. Quinn è stata lapidaria. Vuole che siamo in
coordinato, o una cosa del genere…”
“Non sembri felice della cosa” disse Blaine appoggiando
il suo completo e il borsone sul letto, prima di aprire quest’ultimo ed
estrarre da esso un paio di scarpe di vernice nera, con la punta lievemente
allungata.
Finn lo guardò attentamente “Vuoi che me ne vada?”
Blaine alzò le spalle “Ho giocato a football per
qualche tempo, a livello puramente amatoriale, e quindi ho frequentato lo
spogliatoio. Non ho problemi, ma se tu sei a disagio posso capirlo”
“No, solo…. No niente, fai pure come se fossi a
casa tua” Finn tornò a dedicare le sue attenzioni allo specchio, e Blaine notò
che nonostante fosse etero non disprezzava rimirarsi attentamente. Piegò con
cura i pantaloni e la maglietta che indossava riponendoli nel borsone prima di
sollevare la busta di plastica protettiva e prendere i pantaloni del completo
nero “Quindi…. Oggi Kurt ti ha fatto le sopracciglia?” chiese, infilandoli e
prendendouna cintura per assicurarseli
bene in vita.
Finn storse la bocca “Già…. E mi ha anche
schiacciato i punti neri dentro alle orecchie” Blaine scoppiò a ridere “Amico non
è divertente! Mi ha fatto un male del diavolo!”
“Posso immaginare” sorrise Blaine , infilandosi
anche la camicia e iniziando a chiuderla prima di avvicinarsi a Finn e
affiancarsi a lui davanti allo specchio. Si sistemò anche la cravatta nera,
facendo il nodo con estrema eleganza mentre Finn lo fissava “La divisa” spiegò,
notando il suo viso “Mi metto la cravatta tutte le mattine visto che indossiamo
la divisa, e se il nodo non è perfetto…. Beh, alla Dalton te lo fanno un po’
pesare.”
Il ragazzone annuì prima di lasciarlo solo nella
stanza, per finire di prepararsi.
Si ingellò i capelli al meglio, sistemandoli
ordinatamente prima di controllare che la giacca fosse a posto, infilandola.
Era pronto.
Kurt sicuramente no ma, aveva un discreto
vantaggio.
Quando scese in sala ci pensò Carole a fargli
capire che stava bene, guardandolo attentamente e studiandolo come se fosse
chissà cosa “Sembri un modello!” gli disse avvicinandosi e lisciando la giacca
sulle spalle del ragazzo “Ti sta molto bene!”
Burt alzò un sopracciglio, rizzandosi sulla
poltrona “Carole, allontanati dal modello per cortesia. Già mio figlio fa la
gatta morta con questo ragazzo, tu non farlo per piacere….”
Finn esplose a ridere mentre Carole e Blaine si
imbarazzarono e non poco.
“Burt!” Sospirò la donna, sistemandosi una ciocca di
capelli dietro all’orecchio e voltandosi verso il figlio, che smise
immediatamente di ridere “Tu non devi andare a casa Febray a prendere Quinn?”
Finn annuì velocemente “Aspettavo di veder
scendere Kurt e poi mi dileguo” tutti lo guardarono perplessi “Hey, mi
interessa sul serio come ha accomodato il vestito! Non dormo da una settimana a
causa del ronzio che la sua macchina da cucito fa….”
Blaine ridacchiò ancora un po’ in imbarazzo,
prendendo posto davanti al signor Hummel che subito attirò la sua attenzione
“Ripassiamo le regole della serata, ti va?” Blaine annuì, rassegnato “Non
voglio imporvi un orario per tornare. È il vostro Junior Prom ed è giusto che
ve lo godiate fino in fondo, ma non fatemi stare in ansia. Guida con prudenza e
non bere” Si soffermò sull’ultimo punto guardandolo attentamente “E te lo dice
uno che per il suo Senior Prom era così ubriaco da arrivare per miracolo a casa
e dormire in garage! Quindi, ricapitolando: no alcool, velocità nell’auto moderata
e non dormi con Kurt. Ci sei? Non mi sembra di essere stato severo.”
Blaine annuì con un sorriso “Penso sia giusto.”
Carole sorrise compiaciuta “Vedi, Burt? Non hai di
che preoccuparti. Blaine è un ragazzo diligente come se ne vedono pochi.”
Finn sospirò “Perché non le dici mai a me, queste
cose?”
La donna sorrise, accarezzandogli una guancia “Ti
ho sempre insegnato che le bugie non si dicono perché io ci credo davvero”
“Mamma!”
Anderson sorrise, osservando la scena, anche se
dietro i suoi occhi caramellati non poteva celarsi un po’ di invidia e di
tristezza. In casa sua non era mai successa una sola situazione che anche solo
si avvicinasse a quella.
Per quanto sua madre fosse dolce con lui e i suoi
fratelli, suo padre rovinava sempre tutto.
Blaine si era chiesto molte volte come riuscisse a
congelare una stanza non appena vi entrasse.
A Burt il cambiamento di Blaine non passò
inosservato, così si schiarì la voce “Che qualcuno vada a prendere Kurt, se
vado io lo trascino di sotto e…”
“Papà sono pronto!”
La voce del ragazzo arrivò distinta, ma di lui
nemmeno l’ombra.
“Allora scendi o vuoi che chiami un annunciatore
con tanto di trombetta?” domandò burbero il padre, curioso di vedere come
diavolo si fosse conciato alla fine e, seppur sapeva di illudersi, sperando
avesse scelto un completo come quello di Finn e Blaine.
“Papà stai rovinando tutto!” ringhiò il ragazzo
“Non c’è l’atmosfera giusta ora!
Non posso scendere con voi che mi aspettate in questo modo!”
Burt guardò la moglie senza capire, prima di urlare
verso le scale “Scherzi vero?”
“Papà la tua negatività mi sta facendo venire un…”
“Muoviti!” ruggì il signor Hummel, tra il
divertito e lo scocciato.
Finn rise “Sembri una sposina, coraggio Kurt siamo
tutti in attesa solo per te!”
“E va bene!” sbottò Kurt, facendo la sua comparsa
sulle scale con il viso lievemente arrossato dall’imbarazzo e dalla rabbia. Gli
occhi di Blaine si illuminarono mentre lo osservava, attento a non perdersi
nemmeno il benché minimo movimento, scendere le scale fino ad arrivare in
salotto. A quel punto schizzò in piedi come se si fosse seduto su una molla.
Carole li guardò intenerita e Finn…. Beh, con la
solita espressione da Finn.
Burt invece si alzò, dirigendosi verso la cucina
“Dov’è la macchina fotografica? Immortaliamo il momento pre-Prom. Quando
tornerà sarà devastato e vorrò fare un confronto”
Blaine attese che l’uomo si dileguasse e poi si
avvicinò al suo ragazzo, sorridendo “Trovo che tu sia…. Bellissimo” disse
rendendo il rossore sul viso di Kurt ancora più evidente “Semplicemente
meraviglioso….”
“Anche tu lo sei…” sussurrò lentamente Hummel,
lanciando un’occhiata a Carole e vedendo che anche lei e Finn erano
momentaneamente spariti.
Dopo essersi assicurato che suo padre fosse ancora
in cucina si sporse verso Blaine, lasciandogli un veloce ma dolce bacio sulle
labbra, puntando poi le iridi azzurre sul pavimento “Sono felice che tu abbia
accettato di accompagnarmi”
Blaine lo guardò intenerito, aspettandosi di
vedergli uscire il fumo dalle orecchie per il tanto imbarazzo “E io sono felice
che tu lo abbia chiesto a me…” Con un movimento calcolato prese dalla tasca una
scatolina bianca, dentro la quale c’erano, pronti per essere appuntati sulle
loro giacche, un paio di garofani rosa “Posso?” chiese con gentilezza a Kurt,
che annuì lievemente, sorpreso.
Gli appuntò il fiore sul bavero della giacca,
passando la scatolina a Kurt che ne approfittò per prendere l’altro e
ricambiare la cortesia.
Sisorrisero dolcemente, prima che Burt, tornando nella stanza, spezzasse
la magia che si era momentaneamente creata, per scattare un paio di foto di
loro due insieme.
Kurt si sedette accanto al suo ragazzo sul divano,
portando un braccio dietro alla sua schiena e sentendosi del tutto certo nel
poter dire che sì, il suo Junior Prom se lo sarebbe ricordato per sempre.
Su proposta di Kirk (e ciò aveva del miracoloso)
il solo gruppo di Warblers che ancora si rivolgeva la parola decise di
trascorrere il venerdì sera fuori dalla Dalton.
Visto che la proposta era venuta dal biondone,
nessuno si era posto il problema su dove li avrebbe trascinati a cena. Quando
entrarono nel ristorante italiano Jeff si sentì subito a disagio.
Disagio che Kirk fiutò “Vi ho portati qui perché
hanno il miglior vino di tutto l’Ohio. Altro che quella brodaglia che tu e
Duvall portate alla Dalton con la vostra mafietta da due soldi…. Questo è vino
importato dall’Italia.”
“Senti, mafietta” richiamò la sua attenzione Nick
“Perché non metti tu il culo a rischio? Poi puoi far arrivare il vino da tutte
le parti del mondo.”
Il biondo rise, mentre Et diceva alla cameriera a che ordine era la
prenotazione e li accompagnava
al tavolo sotto all’ampia vetrata espressamente richiesto da Kirk. “Rilassati Duvall, la mia era
solo ironia. Stasera offro io!”
“Che bella combinazione di parole” disse David
ridacchiando, sedendosi a capotavola. Nick prese posto alla due destra, accanto
a lui Sterling, davanti Kirk ed Ethan. Il ragazzo di colore aprì una confezione
di grissini, sgranocchiandone uno mentre guardava i compagni di scuola “Wes è dispiaciuto
di non essere potuto venire…. A me ha detto che ha una cena da una sua zia, ma
io mi ci gioco la prossima cena che in realtà sta provando a chiamare Thad come
un disperato…”
“Ha detto a Kurt che non è il Ohio” lo avvertì
Nick.
David sbuffò “Non capisco perché non risponde….
Nemmeno a noi! Diamine siamo i suoi migliori amici!”
“Lasciategli il suo tempo” replicò Kirk annoiato,
mentre ignorava il menù per dedicarsi alla lista dei vini “Insomma…. È stata
una batosta non indifferente la sua…. Ok penso che stasera ordinerò un Chianti
dei Colli Senesi…. Mi hanno sempre detto che ha un sapore deciso ma al tempo
stesso non amaro…”
Tutti si ritrovarono a dargli ragione , ma
ovviamente non sul vino.
Ordinarono e in breve si ritrovarono già col primo
sotto al naso e argomenti di conversazione molto più leggeri da affrontare.
“E poi Nick mi ha messo nel carrello e, aiutato da
mio fratello, mi hanno spinto giù per questa discesa assurda” Jeff rise, mentre
spiegava ai ragazzi del quarto anno i loro divertimenti malati “Penso sia stato
uno dei pomeriggio più divertenti che…”
Si interruppe bruscamente, e David portò gli occhi
su di lui “Che…?”
“Nick” disse invece il biondo, fissando un punto
imprecisato della stanza. Il moro mugugnò continuando a mangiare senza dargli
peso. “Nick, c’è McKenzie”
A quel punto, quando alzò gli occhi scontrandoli
con quelli altrettanto stupiti della giovane, rischiò di soffocarsi con un
raviolo.
Kurt aveva deciso che non avrebbe portato Blaine a
mangiare a Breadstix, prima del Prom, per il semplice fatto che ci andavano
davvero tutti e questo a lui urtava.
Non voleva vedere tutte le persone con le quali
avrebbe poi passato la serata, preferiva mangiare solo col suo ragazzo senza
amici che potessero interrompere i loro sguardi o commenti cattivi sul suo
vestito.
Si sarebbe di certo depresso e voleva sfruttare al
massimo la serata.
Dopo ave mangiato al giapponese un’abbondante porzione di sushi, i due ragazzi si
avviarono al McKinley con molta calma.
“Che ore sono?” domandò stranito Hummel non appena
Blaine ebbe parcheggiato, notando che ormai dovevano essere arrivati davvero
tutti.
“Le sette e mezzo” gli confermò il suo ragazzo,
voltandosi verso di lui con un sorrisetto.
“Nervoso?”
Kurt scosse piano il capo sorridendo “No solo….
Diciamo che ho l’adrenalina a mille per la serata”
“Allora entriamo e vediamo.” Anderson scese, subito imitato dall’altro, e chiuse l’auto
avvicinandosi velocemente al suo ragazzo prima che questi potesse decidere di
incamminarsi verso la scuola “Aspetta…” sussurrò tirandolo tra il suo SUV e
un’altra auto “Prima di entrare…. Posso baciarti?” domandò quasi vergognoso
“Poi sarà molto meglio continuare con la nostra politica del ‘mantieni un
profilo basso’ ma…. Ora posso? Sei davvero troppo bello per resisterti tutta la
sera…”
Kurt arrossì, prima di recuperare le facoltà
mentali e rispondere a Blaine “Non devi chiedermelo…” sussurrò mentre l’altro
aveva già iniziato ad avvicinarsi, prendendolo per mano e sporgendosi verso le
sue labbra.
Kurt rischiava seriamente di impazzire, per quanto Blaine riusciva ad essere tenero.
Rabbrividì quando sentì la mano calda del ragazzo
spostarsi dai suoi capelli, scendendo lungo il suo collo, sotto al colletto
della camicia, fino ad accarezzargli piano la nuca. Istintivamente si rilassò,
e quando Blaine staccò le labbra dalle sue a Kurt venne quasi istintivo
appoggiare la fronte nell’incavo del suo collo per godersi un altro po’ di
quelle attenzioni.
“Sei più tranquillo ora?” domandò dolcemente il
morettino, mentre continuava ad accarezzarlo piano.
Una mugugnare basso da parte di Kurt gli fece
intendere che sì, era decisamente più rilassato.
Blaine ridacchiò, passandogli il braccio attorno
ai fianchi mentre appoggiava le labbra alla sua tempia “Vuoi entrare?” sussurrò
piano, direttamente sulla sua pelle.
Kurt annuì lentamente e, seppur controvoglia, si
raddrizzò notando subito chi stava arrivando dell’altra partedall’altra parte della strada e che sembrava
particolarmente interessato alla scena.
Senza quasi rendersene conto si allontanò di un
passo da Blaine, che si voltò a guardare il punto che il suo ragazzo stava
fissando. Santana camminava imperiale verso di loro con un sorriso smagliante
tenendo a braccetto un restio
Karofsky.
“Ciao ragazzi” sorrise raggiante la ragazza
ispanica mentre Blaine lasciava cadere mollemente il braccio lungo il suo
fianco “Spero che stasera vi ricorderete di come abbiamo garantito l’incolumità
degli studenti gay nelle ultime settimane, quando sarà ora di votare per il
titolo di re e reginetta del ballo.”
“Ciao Santana” rispose velocemente Blaine, tirando
un sorriso mentre i suoi occhi si scontravano con quelli piccoli e porcini di
Karofsky.
Kurt prese in mano la situazione “Ce ne
ricorderemo” annuì sbrigativo,
facendo segno a Blaine di seguirlo “Ci vediamo dentro” aggiunse infine, girando
sui tacchi e camminando verso l’ingresso della palestre, lanciando una breve
occhiatina a Blaine che ora lo affiancava.
Santana e Dave si attardarono, fermando un’altra
coppietta. Sicuramente per strappare più voti possibili.
“Ha una bella faccia tosta a chiederci di votare
per loro, non ti sembra?” disse Anderson, scuotendo piano il capo mentre si
avvicinavano al banco in cui Becky stava mettendo i timbri a chi entrava.
Diedero un paio di banconote da cinque a testa,
che sarebbero andati agli studenti che avevano organizzato la palestra mettendo
gli striscioni e portando le cose da bere e subito la biondina impresse sui
dorsi della loro mano destra una stellina.
“Beh, nessuno mi ha più dato fastidio da quando
sono tornato” disse Kurt mentre entravano in palestra “Forse è anche merito loro.”
Blaine lo guardò ovvio “Lo stesso Karofsky ti ha
detto che è tutto un ricatto di Santana. Senza contare che nessuno ti da più
fastidio solo perché la principale fonte di disagio era proprio lui.”
Hummel scrollò le spalle, notando Mercedes che gli
stava facendo segno di unirsi a lei, Sam, Rachel e…. Sì, quello era Jessie St
James. Guardò il suo ragazzo.
“Non pensarci, ok? Voglio godermi al massimo la serata. Ora vieni, voglio
presentarti qualcuno di ancora più montato di Rachel…”
Nick si sentiva lievemente soffocare.
E no, non era per colpa dei ravioli e nemmeno per
l’invitante tagliata che ancora giaceva quasi intatta nel suo piatto.
La sensazione opprimente di avere McKenzie ad un
tiro di schioppo, ma non poterle nemmeno parlare lo stava deprimendo e non
poco.
Prese un paio forchettate prima di rinunciare e
cedere alla sensazione di chiusura allo stomaco.
“Qualcosa non va? È troppo cruda per te?” chiese
Kirk, pulendosi la bocca col tovagliolo dorato.
Duvall scosse il capo “Nono, sarebbe perfetta se
avessi fame” abbozzò un sorriso, alzandosi da tavola e prendendo la giacca
“Vado a prendere una boccata d’aria e torno, sicuramente mi verrà fame.”
Jeff lo guardò allontanarsi e si lasciò andare in
un sospiro.
David lo fissò,
come se riuscisse a leggergli nel pensiero.
“Ancora pene d’amore?” Il
biondino annuì, versandosi un bicchiere d’acqua e sospirando pensieroso.
Kirk roteò gli occhi “Ragazzi, seriamente… Avete
quasi diciassette anni, non potete rovinarvi le giornate così.”
Jeff lo guardò male “Ma quale è il tuo problema?!”
Il biondone lo guardò senza capire “Io non ho
nessun problema”
“Non hai nemmeno nessun cuore” sbottò irritato
Sterling prima di alzarsi e lasciarlo sconvolto al tavolo. David sospirò
mormorando un ‘ci penso io’ e seguendo Jeff fino al bagno dei ragazzi.
“Io ho un cuore” disse velocemente Kirk guardando
Ethan “Insomma, se non avessi un cuore non avrei scelto un vino così buono!”
Moore ridacchiò divertito “La scelta del vino
implica molto sentimento immagino.”
“Non sai quanto Et” gli rispose Kirk, come se la
cosa fosse palesemente ovvia, con tanto di movimento della mano e oscillazione
del piede della gamba che teneva accavallata “Insomma…. È davvero un compito
gravoso il mio: se il vino fa schifo allora l’intera cena è rovinata!”
Ethan rise, prendendo un sorso della tanto
decantata bevanda prima di voltarsi serio verso l’amico “Jimmy devo farti una
proposta.”
“Spero non sia nulla di sessuale, te l’ho detto:
il sogno che ho fatto su quei vibratori gialli mi ha segnato a vita.”
Moorerise
“Non farei mai nulla che potrebbe traumatizzarti a tal punto!”
Il biondone annuì, ascoltandolo attentamente “L’assolo
che mi ha ceduto Trent, vorrei lo prendessi tu.”
Kirk lo guardò stupido “Sei serio?”
“Assolutamente.”
“Non posso” fu la risposta del ragazzo “Nixon l’ha
dato a te e trovo che sia giusto…”
“Ma io non me la sento di cantare un assolo” disse
sbrigativo Ethan, guardandolo l’amico “Davvero, mi sento a disagio. Preferisco
sia tu a cantarla, oppure lo chiederò a qualcun altro. A priori, non sarà mio
quel assolo…”
Jimmy si fermò a pensare, prima di annuire
“D’accordo, accetto.”
Et sorrise “Grazie”
“Decisamente, amico mio, grazie a te” disse Kirk
alzando il bicchiere e facendolo cozzare con quello di Moore, prima di bere.
David e Jeff tornarono proprio in quel istante,
eil più piccolo guardò spaesato il
tavolo “Nick? È ancora fuori?”
Gli altri due annuirono e subito Sterling si alzò
per andare alla ricerca dell’amico. Quando lo videro tornare solo e con un
sorrisetto lo guardarono confusi.
“Niente” si limitò a rispondere, riprendendo a
mangiare la carne che si stava raffreddando “Dovrò dire a Nick di smettere di
fumare però…”
Duvall era praticamente appena uscito quando tirò
fuori il pacchetto di sigarette dalla tasca della giacca a vento.
Ne infilò una tra le labbra, dirigendosi
velocemente verso l’angolo del ristorante, girandolo e ritrovandosi in una
sorta di giardino pieno di giochi per bambini.
Sospirò pesantemente, sedendosi sullo scivolo e
cercando, invano, un accendino
nelle tasche dei jeans. Stava quasi per urlare dalla frustrazione quando una
mano sottile, sicuramente femminile, laccata di smalto colorato gli accese la
sigaretta.
Che, tra parentesi, quasi cadde tra l’erba quando,
alzando gli occhi, Nick li scontrò quelli grandi e neri e grandi di Kenzie.
“Ciao” disse lei con un sorrisetto, accendendosi a
sua volta una Lucky Strike e prendendo un tiro “Non sapevo fumassi…”
Nick scrollò le spalle con noncuranza, schiarendosi la voce lievemente a disagio “Di tanto in
tanto mi capita”
“Beh, tu canti no? Non dovresti fumare.”
Duvall stava quasi per chiederle perché si
interessasse alla saluta delle sue corde vocali, ma si morse la lingua.
Rimasero un po’ in silenzio, poi la giovane lo
interruppe, sedendosi sull’altalena lì affianco “Anche io cantavo, una volta”
disse stringendosi nel cardigan color lavanda e fissando il terreno “Nel Glee
del mio istituto…. E prendevo lezioni private. Mi piaceva molto….”
“Come mai hai smesso?” chiese il ragazzo, cercando
di non guardare troppo la coscia lasciata scoperta dal vestito corto e nero
della giovane.
Brutto avere diciassette anni e tanti ormoni da
non poter smaltire.
Lei lo guardò con la coda dell’occhio, prendendo
un altro tiro “Io non avevo sogni ambiziosi…. Volevo fare l’estetista,
continuare a cantare come hobby. A scuola ero una frana e sapevo che di certo
non sarei riuscita a fare altro, ne ad impegnarmi in un accademia seria.
Peccato che non c’erano i soldi per pagarmi la scuola da estetista così i miei
genitori mi hanno mandata a lavorare…. Mi sono messa in società con papà dopo
aver lavorato quasi due anni in una fabbrica di ferro.” Nick la guardò impressionato “Io sono un donna di mondo,
cosa credi?”
Lui sorrise appena “E hai deciso di continuare a
lavorare con tuo padre?”
Lei si limitò ad annuire “Già, mi lascerà il pub
un giorno. Va bene così…. Non sarà il massimo ma a me piace” scrollò le spalle,
fissandosi la punta arrotondata delle scarpe col tacco prima di finire la
sigaretta in un tiro unico, guardando Nick dritto negli occhi “Adesso che ci
penso, il solo progetto ambizioso che avevo era quello di trovare un ragazzo
carino, magari andarci a vivere insieme…. Ma non sono stata fortunata.”
Nick si trattenne da non mandarla al diavolo e,
gettando la sigaretta a terra, si alzò stiracchiandosi “Sei giovane, hai ancora
tempo” disse sbrigativo, senza crederci troppo.
Quella conversazione prendeva una piega spiacevole
e a lui era rimasto ancora un po’ di amaro in bocca riguardo il modo in cui era
stato scaricato.
Ok, aveva accettato le scuse ma….
Gli aveva comunque spezzato il cuore senza
permettergli di dimostrarle che, in realtà, poteva essere più maturo della
maggior parte dei giovani della sua età. Se si impegnava.
“Io rientro” l'avvisò Duvall, indicando col pollice l’ingresso del ristorante,
prima di sorriderle come meglio poteva “Mi ha fatto piacere rivederti…”
Per quanto Nick si odiasse per averlo detto, lo
pensava sul serio. Kenzie gli era sembrata come una ventata di aria fresca
nelle sue pallose giornate alla Dalton, all’inizio.
Peccato fosse finita così presto.
Lei si alzò a lui volta annuendo “Rientro anche
io…” Camminarono in silenzio fino alla porta, poi lei lo guardò, tirando un
sorrisettoa sua volta “Anche a me ha
fatto piacere rivederti, stammi bene Nicky.”
Duvall la guardò tornare al tavolo, mentre lui
stesso faceva lo slalom per raggiungere i suoi quattro amici, con tanto di
orecchie drizzate avidi di sapere che stesse succedendo.
“Niente” mormorò acidamente Nick, guardando la sua
bistecca ormai fredda “Assolutamente niente…”
One! Two! Three! Four!
Word's on the streets and it's on the news:
I'm not gonna teach him how to dance with you.
He's got two left feet and he bites my moves.
I'm not gonna teach him how to dance! dance! dance! dance!
Kurt annuì vigorosamente, esibendosi anche in un
paio di saltelli mentre Blaine faceva un veloce inchino e un sorriso, indicando
anche Brittany e Tina che lo avevano aiutato con la canzone.
Anderson scese dal palco subito dopo per
permettere ad alcuni ragazzi di portare un paio di torni e altre cose utili per
l’incoronazione del re e della reginetta del Prom. Individuò Kurt
immediatamente, visto che non si era spostato di un centimetro dalle due
mattonelle sulle quali aveva deciso di passare la serata, e avanzò verso di
lui.
Hummel, dal canto suo, si ridiede il contegno che
aveva perso guardando il suo ragazzo cantare e muoversi sul palco, sorridendo a
sua volta mentre lo aspettava. Vide Rachel intercettarlo e sussurragli qualcosa
all’orecchio, iniziando già a sentire un pelo di gelosia attanagliargli lo
stomaco. La festa alcoolica a casa della ragazza aveva lasciato dei ricordi
poco piacevoli in lui.
Quando Rachel proseguì per la sua strada, Blaine
andò da Kurt e aveva del tutto perso il sorriso smagliante di poco prima “Hanno buttato fuori Finn.” Gli disse prima ancora che il
suo ragazzo avesse avuto il tempo di congratularsi per la performance.
“Cosa?” chiese confuso Kurt.
“Rachel mi ha detto che ha avuto dei problemi con
quel tipo, Jessie” Blaine scrollò le spalle con noncuranza. “Si sono quasi picchiati e l’allenatrice delle Cheerio
li ha buttati fuori”
Kurt sbuffò “Finn deve sempre combinare disastri….
Non possiamo far molto” scrollò le spalle. Guardando il suo ragazzo negli occhi
“Se la Silverstein ha deciso così Finn può giusto andare a casa e noi dobbiamo
evitare Quinn. Ora sarà nera di rabbia e i suoi occhi diventano come quelli di
Medusa in queste occasioni”
Blaine rise “Esagerato…”
“No guarda, no” Kurt gli appoggiò una mano sulla
spalla, facendola scorrere poi lungo tutto il suo braccio “Sono mesi che si
prepara a stasera, quella donna potrebbe ucciderci tutti facendo crollare la
palestra…”
Il morettino rise di cuore “Sembra una cosa
seria…”
“Lo è…”
Blaine si affiancò a lui, riprendendo posto sulle
sue due mattonelle, iniziando a raccontargli di aver visto Mercedes e Sam
ballare durante la sua esibizione e di uno strambo ragazzo con un apparecchio
enorme che si era incastrato nello scollo di tulle della sua accompagnatrice,
beccandosi uno schiaffo.
La tentazione di prendere Kurt e buttarsi a loro
volta sulla pista da danza era davvero forte ma meno attiravano l’attenzione
meglio era.
Si sentiva uno scarto della società, non poteva
nemmeno ballare col suo ragazzo, o tenerlo per mano.
Era fortemente ingiusto, ma il ricordo di tutti
quei pugni e quei calci era ancora così forte da aiutarlo a trattenersi.
E Kurt sembrava appoggiarlo, forse sentendosi
anche in parte colpevole nel aver messo un completo così appariscente….
Quando le luci si abbassarono riducendosi ad un
paio di faretti sul palco, Figgins fece il suo ingresso battendo sul microfono
e attirando l’attenzione della sala.
La vittoria di Karfosky fu accolta con sorpresa da
Kurt e Blaine, che però non si scomposero più di tanto.
“A quanto pare il piano di Santana ha funzionato”
Disse Blaine alzando un pelo la voce per contrastare gli schiamazzi nella sala.
Kurt lo guardò allusivo, prima di tornare a
dedicare le sue attenzioni al preside, non lasciandosi sfuggire il sorriso
soddisfatto della Lopez.
“E ora…. La reginetta la Prom Queen del 2011 del
McKinley .... Con uno schiacciante numero di voti…. È…” Passarono alcuni
secondi di silenzio in cui il volto del preside passò dall’essere confuso
all’essere stupito e poi irritato. Schiuse appena le labbra, guardando la sala
e sussurrando un ‘Kurt Hummel’ che ebbe lo stesso effetto di un urlo.
Il silenzio piombò tra i ragazzi mentre il
cervello di Blaine impiegava qualche secondo per elaborare la notizia, prima di
voltarsi stravolto verso il suo ragazzo, impietrito accanto a lui.
Alcuni fischi e qualche applauso sarcastico
arrivarono alle sue orecchie più dolorosi degli insulti, mentre si guardava attorno
con gli occhi vuoti.
Passò lo sguardo su alcuni visi, trovandoci
solamente odio e sadica soddisfazione per quel risultato.
Si erano coalizzati tutti quanti contro di lui, si
erano dati davvero così tanta pena per deriderlo e umiliarlo….
Fece un paio di passi indietro, prima di correre
fuori, portandosi una mano alla bocca. Passò anche davanti a Brittany, non
degnandola di uno sguardo nonostante la ragazza avesse provato ad allungare una
mano nella sua direzione. Uscì dalla porta metallica della palestra
sbattendola, tagliando la voce di Blaine all’interno.
“Kurt? Fermati! Kurt!”
Continua…
Nda.
Ciao a tutti! Ecco il capitolo di oggi e si,
scusatemi sia per il ritardo sia per averlo diviso in due parti! Qui so che non
succede molto a livello di Klaine, cucciolaggine a parte xD
Il vero danno capita nel pt2, come ben sapete.
Leggetevi bene il titolo e ditemi qualche
supposizione su di esso xD innanzi tutto qualcuno sa da dove è stata
estrapolata quella frase? (senza usare google xD)
Nel prossimo capitolo sarà un elemento importante
a cui terrò parecchio.
Ora via, vado prepararmi per la nanna che domani
mi aspetta la sveglia alle sei e mezzo, 42 km fino a scuola e, dulcis in fundo,
tre prove di ingresso!
Fisica (olè!)
Matematica (olè)
Inglese (olè!)
Buona visione a chi si godrà Glee stanotte (chi mi
spoilera nei commenti è morto!! xD)
Io me lo vedrò domani in streaming!
Grazie come sempre a chi commenta e ad H per
avermi betato a tempo record!
Capitolo 30 *** #24 Part II: Killing me softly with this sounds. ***
bananissima
Blaine Anderson presents:
the Pips!
#24 Part II:
Killing me softly with this sounds.
“N-non sono mai stato
c-così umiliato!”
“Kurt! Fermati!”
Ormai non gli importava nemmeno più che lo
vedessero scappare via di corsa fra le lacrime. Non era possibile che davvero
stesse succedendo, continuava a ripetersi, non a lui, non così.
Con tutta quella cattiveria…
“Ti prego, fermati! Dai…”
Kurt si bloccò al centro del corridoio mentre
Blaine, finalmente, riuscì a raggiungerlo. Si voltò verso di lui, tenendosi una
mano al viso e guardandolo con l’espressione più ferita che Blaine avesse mai
visto in tutta la sua vita.
“Non lo capisci quanto siamo stati stupidi?”
chiese con la voce rotta dal pianto “Visto che nessuno ci insultava, o ci
picchiava, pensavamo che non interessasse a nessuno. Come….
Se fossero stati fatti dei progressi…. Ma è uguale a prima…” Si bloccò, incapace di proseguire, spostando lo sguardo e strizzando gli occhi per impedire
alle lacrime di offuscargli ancora la vista.
Vederlo così, con gli occhi rossi di pianto e la
voce incrinata e prima della solita forza che lo caratterizzava, spezzò il
cuore a Blaine. Il moro scosse piano il capo, facendo poi un paio di passi
verso il suo ragazzo e guardarlo di nuovo con la stessa intensità di prima,
cercando quel fuoco che di solito gli ardeva nella iridi azzurre e che le
lacrime parevano aver spento. “È
solo uno stupido scherzo…”
“No, non lo è!” Kurt lo corresse immediatamente
“Tutto quell’odio…” Indicò verso la palestra, mentre
il viso gli si contorceva ancora in uno smorfia sofferente “Avevano solo troppa
paura di esprimerlo a voce alta. Così l’hanno fatto tramite il voto segreto!”
si interruppe, ingoiando un paio di singhiozzi e riprendendo a camminare,
stavolta lentamente, verso un altro corridoio“S-sono
solo un’enorme burla anonima…”
Blaine lo seguì, tenendo lo sguardo basso e
sentendo il cuore cedergli ad ogni singhiozzo del suo ragazzo. Raggiunsero il
bagno dei ragazzi accanto all’aula di scienze e lì Kurt si lavò il viso,
prendendo un respiro profondo.
Blaine lo osservava attentamente mentre desiderava di abbracciarlo
forte per dargli conforto. Ma conosceva Kurt troppo bene e sapeva che in quel
momento era meglio lasciarlo sfogare così.
Ci sarebbe stato tutto il tempo dopo….
Quando Hummel uscì dai bagni non disse nulla,
semplicemente continuò a camminarglivicino fino al suo armadietto.
Kurt considerava quella zona sacra e pericolosa allo stesso tempo. In un certo
senso, l’armadietto era come una piccola isola felice, dentro la quale teneva
la foto di Blaine, quella del padre, degli amici, tutti i suoi effetti personali….
La lacca.
Ma era anche la superficie più dolorosa contro la
quale era finito in quegli ultimi anni. Beh, anche il muro non era il massimo,
ma il suono forte della lamiera quando viene urtata sapeva che se lo sarebbe
ricordato a vita.
Il pensiero di tutte quelle violenze, più
psicologiche che fisiche, gli caddero sulle spalle come pesanti macigni.
E iniziò a formulare pensieri alla rinfusa,
camminando avanti e indietro davanti al suo armadietto, mordicchiandosi
l’unghia del pollice.
“Io là dentro non ci torno” sussurrò lieve “Non esiste…”
Blaine annuì “Come preferisci….
Faremo ciò che ti senti” gli disse semplicemente, guardandolo negli occhi.
Solo che Kurt era troppo perso nei suoi pensieri
per ricambiare quello sguardo. Improvvisamente, tutti i più grossi dubbi
esistenziali della sua vita fecero capolino nella sua mente. Perché aveva
lasciato la Dalton? Lì stava bene, in mezzo a persone che gli volevano bene,
nessun bullo a fargli del male…. Aveva anteposto
l’amicizia e l’amore per gli altri a se stesso, e ora ne doveva pagare le
conseguenze, forse? Non ci stava più capendo nulla.
Prese a formulare valanghe di pensieri
controversi, a partire da come la sua vita fosse sempre stata triste, sin da
bambino quando giocava solo in un angolino all’asilo, con tutti gli altri bimbi
che si rincorrevano e lo escludevano solo perché aveva qualcosa di diverso che
sua mamma riteneva così prezioso ed inestimabile da renderlo unico. Rifletté attentamente sulla sua
adolescenza, arrivando alla conclusione che volente o nolente non avrebbe mai
dimenticato Karofsky perché aveva passato la linea
sottile tra il “lasciarlo solo e
ignoralo perché diverso” al trattarlo come un rigetto
sociale solo perché forse in lui si rivedeva. Strinse i pugni al solo pensiero
che forse il ricordo più importante di quegli anni, che suo padre continuava a
ripetere sarebbero stati i più belli di tutta la sua vita, sarebbero state le granitate gelide in faccia.
Poi Blaine lo riportò alla realtà, sospirando, e
tutto magicamente si risolse solo nel lasciare correre il suo sguardo sulla
figura del suo ragazzo, a sua volta assorta a fissare un punto inesistente sul
pavimento.
Si bloccò per un istante, prima di continuare a
camminare avanti e indietro con pensieri del tutto nuovi a vagargli in capo.
Lui non era più un bambino che passava le mattinate da solo, a lanciare
occhiate ai suoi compagni sperando lo invitassero a giocare con loro e
mascherando la delusione dietro un’espressione troppo altezzosa per un bimbo di
sei anni, non era più il ragazzino che veniva gettato nel cassonetto.
Era molto, molto di più.
Certe consapevolezze e certe esperienze aggiungono
una marcia in più nella vita di certe persone, e Kurt era consapevole che nella
sua ormai ne aveva a sufficienza per superare qualsiasi cosa.
Del liceo non avrebbe mai ricordato Karofsky, forse sì
ma non sarebbe stata che una pallida immagine sfocata nella nebbia, offuscata
dal ricordo della risata assurda di Rachel o del sorriso di Mercedes. Non
avrebbe mai dimenticato del suo periodo alla Dalton, ma non sarebbe mai tornato
sui suoi passi perché, quando aveva deciso di tornare, si era sentito per la
prima volta fiero di se stesso….
…E poi avrebbe avuto Blaine con lui, a ricordargli che nella vita ci sono
più bassi che alti, ma che con la persona giusta si poteva arrivare a toccare
sempre le stelle, e che non c’erano difficoltà troppo insormontabili o dolori
troppo profondi da spezzarlo.
“Potresti almeno….
Sederti?” Kurt ignorò per un istante Blaine, troppo preso dalle sue
elucubrazioni mentali per dargli un attimo del suo tempo “Vuoi andare a casa?
Non siamo costretti a tornare la dentro…”
Solo a quel punto, il più giovane si bloccò,
voltandosi verso di lui.
Blaine non era mai stato un asso di intuito,
questo doveva ammetterlo, ma Kurt era certo che tutte quelle piccole
consapevolezze fossero proprie anche del suo ragazzo….
“Lo scopo di questo Prom
non doveva essere una sorta di redenzione?” gli chiese, facendo un paio di
passi verso di lui “Non dovevi sbarazzarti del magone che avevi in gola da
quando te ne sei andato? Se ce ne andiamo ora, anche io mi ritroverò con un
rimpianto del genere…” fece una pausa, ricordandosi
che nonostante fosse sconvolto doveva comunque pesare le parole. Non ci pensava
mai, quando parlava con gli altri, ma con Blaine voleva starci attento, non
tanto per paura di ferirlo, sapeva che Blaine era fragile ma non era di certo
di vetro. Era un’accortezza sua personale.
“Quindi cosa vuoi fare?” gli domandò Blaine con un sussurro dolce.
Quella era la domanda critica che Kurt si poneva da un po’ ormai.
Non sapeva quanto tempo era passato, ma Blaine
sedeva in terra e dalla sua espressione non era poco che lo aspettava
impaziente di sentirein primo luogo
come si sentisse, e poi cosa fare per poterlo confortare.
Ma Kurt in quel momento sembrava bisognoso di
qualsiasi cosa eccetto il conforto.
“Tornerò la dentro e mi farò incoronare” disse
deciso, dopo un respiro profondo ed un istante di esitazione, guardando il
sorriso incerto di Blaine, e avvicinandosi a lui “Gli dimostrerò che anche se
mi urlano addosso o sussurrano alle mie spalle loro non possono toccarmi….” Blaine si sporse verso di lui, con un sorriso
sincero, finalmente, e
sollevato. Lo vedeva, quel fuoco blu che tornava a dar vita ai suoi occhi, era
tornato “Non possono toccare noi e quello che abbiamo…”
Era lì in quel momento, inginocchiato davanti a
lui, e la sola cosa che Blaine riuscì a fare fu di alzarsi a sua volta sulle
ginocchia e incontrare le labbra di Kurt, accarezzandole piano con le sue.
Kurt si strinse a lui, quasi inconsciamente, a
Blaine capì che era finalmente arrivato il momento in cui poteva trasmetterli
tutto il suo calore. Sapeva che il suo ragazzo ne aveva già tanta, di forza, ma
sperava che il suo appoggio fosse almeno in minima parte decisivo
nell’aiutarlo.
Per lui, almeno, era così.
Certo, lui non era mai stato coraggioso come Kurt,
almeno non prima di conoscerlo…
Quando si separarono, Blaine tenne la fronte
appoggiata alla sua, gli occhi chiusi e una mano intrecciata alla sua mentre
l’altra era andata a posarsi sulla sua schiena “Queste situazioni sono come le
ginocchia sbucciate…” sussurrò, facendo sorride Kurt
“Bruciano solo all’inizio e ogni tanto lasciano una cicatrice, ma crescendo ci
dimenticheremo del male che facevano…. Nessuno può
toccarci. Nessuno.”
“Nessuno” ripeté con voce ferma Kurt.
Si scambiarono un altro bacio, stavolta più
veloce, prima che Blaine si scostasse da lui quel che bastava per passargli un
fazzolettino di carta, permettendogli così di raccogliere le ultime lacrime
cadute.
Si alzò in piedi, scrollandosi i pantaloni dalla
polvere, prima di porgere la mano al suo ragazzo, sorridendo incoraggiante “Sei
pronto?”
Kurt annuì, afferrandogli la mano ed alzandosi.
Si mise affianco a lui, sistemandosi il kilt prima
intrecciare le loro dita. Blaine
parve sorpreso in un primo momento, ma poi si limitò a sorridere,
accompagnandolo alla porta della palestra dietro al palco improvvisato, per poi
fare il giro e unirsi agli altri.
Mentre Kurt fissava la sua schiena allontanarsi
prese mentalmente atto che, con calma, non avrebbe nemmeno più avuto paura di
camminare per mano con la persona che amava lungo i corridoio non solo di
quella scuola, ma di tutto il mondo.
Un passo alla volta, si disse, e quello che stava
per affrontare era un bel gradino.
Prese un respiro profondo, e con coraggio entrò in
palestra, pronto ad affrontare di nuovo tutti quegli sguardi con la stessa
supponenza che usava bambino. Solo che ormai non era più un’arma di difesa che
nascondeva sentimenti tristi, ma solamente un modo per mostrare a tutti quei
ragazzi che poteva anche cedere, ma si sarebbe sempre alzato a testa alta.
Era meglio di loro, ne era certo.
Lui, per quanto ambizioso, non avrebbe mai pestato
in quel modo la dignità di una
persona.
Una volta sul palco Figgins
gli si avvicinò e lui non ebbe
bisogno di cercare Blaine fra il pubblico perché sapeva che lo stava guardando
fiero e orgoglioso di lui, e a ricordarglielo aveva sempre il profumo del suo
dopobarba ancora in mente insieme al sapore delle labbra del moro sulle sue.
“Duvall sputa il rospo, per Diana!” Kirk diede una
pacca al cruscotto facendo sbuffare Et.
“Senti Jimmy, capisco che voi super miliardari
abbiate tutte auto con non più di due posti perché fa figo
comprare una macchina fondamentalmente inutile e inquinante, e che quella di
Duvall è più antica di mio nonno e che quindi è meglio non rischiare, ma
smettila di picchiare la mia!”
Kirk roteò gli occhi “Scusa Moore….
Tornando a noi. Nick sputa il rospo e dicci che vi siete detti te e Miss Occhioni da Cerva!”
Duvall storse il naso “ Il punto è che non ci
siamo detti nulla. Abbiamo parlato di cose a caso per quanti? Cinque minuti?”
“Almeno un quarto d’ora” lo corresse David.
“Che esagerazione…”
“Vi sorridevate così dolcemente” disse Jeff
abbracciando Nick per la vita “E lei era tutta carina nei tuoi confronti”
“Parlavamo come due persone normali, fidati Jeffy”
disse Duvall, sbuffando e scrollandoselo di dosso “Niente di che, davvero…. Non tornerà da me e io non me lo aspetto! Adesso
per favore voglio la birra!”
Ethan ridacchiò, adocchiando un parcheggio proprio
di fronte al solito Pub Irlandese vicino alla Dalton.
Scesero tutti dal suo vecchio Pick
Up della Ford. Era un autentico scassone, come lo
chiamava Nick, ma almeno Ethan non era mai rimasto a piedi -cosa che invece era successa spesso
al lui. Certo, una verniciatina per togliere quel vecchio arancione sbiadito
sarebbe stata gradita, ma andava bene così.
Finché
andava era la sua auto.
“Buonasera, Donald” Kirk salutò cordiale il
vecchio proprietario, che stava scaricando un paio di casse dalla sua auto,
proponendosi di aiutarlo insieme a David. Jeff li seguiva stando un po’
indietro, con le mani nelle tasche e il cappuccio della felpa grigia sui
capelli, pensieroso.
I suoi occhi si fermarono su una Porchè Carrera, parcheggiata lì in parte, e sperò di aver
capito male….
Una volta entrato nel locale, però, si accorse che
invece i suoi presentimenti erano esatti.
“Vuoi che torniamo alla Dalton, noi due?” gli
propose Duvall “Possiamo andar a piedi…”
Ma gli occhi cangianti di Sterling rivelavano che,
in realtà, non lo stava proprio ascoltando.
La sua attenzione era tutta su Flint e Richard,
seduti ad un tavolino d’angolo e intenti a parlare così vicini da alitarsi direttamente in faccia.
Kirk sbuffò, annoiato “Ma questa è la ‘notte del
ritorno degli ex’, per caso?”
“Peccato che Flint non sia ancora il mio ex”
puntualizzò acido il biondino, prima di abbassare il cappuccio della felpa e
andare a sedersi ad un tavolo, seriamente intenzionato a passare il resto della
serata lì.
Agli altri non rimase altro da fare se non
imitarlo, lanciandosi sguardi dubbiosi.
Sarebbe potuta andare peggio.
Questo era il pensiero di Kurt quando,
verso le undici e mezzo, la palestra prese lentamente a svuotarsi.
L’incoronazione sarebbe potuta andare in due modi:
umiliante sino alle lacrime –ancora- oppure poteva davvero dimostrare che tutta
quella cattiveria non l’avevano sfiorato minimamente. E così aveva fatto.
Aveva preso il coraggio a due mani,
dimostrando a tutta la scuola quanto poteva essere forte e che non sarebbe mai
più scappato.
Davanti a niente.
Non si sarebbe mai aspettato, quando
aveva detto a Blaine che avrebbe dovuto affrontare i suoi demoni standogli
accanto, che si sarebbe ritrovato in una situazione simile.
Un’ora e mezzo prima era sul punto di
andarsene a casa, rintanarsi nel suo letto per non uscirne mai più, ne per
tornare al McKinley ne per tornare alla Dalton.
E poi, cosa era successo? Si era
ritrovato al centro della pista a ballare.
Stava ballando dall’incoronazione con
Blaine, qualche volta con Mercedes o Rachel, e si sentiva come se qualcosa di
fondamentale nella sua vita si fosse realizzato.
E nel momento in cui si era ritrovato
con la guancia appoggiata alla fronte di Blaine, durante un lento, aveva capito
che decisamente era andata meglio del previsto.
Meglio anche delle prospettive che si
era fatto a casa, prima di recarsi lì.
Sospirò socchiudendo gli occhi, mentre
stringeva la presa sulle spalle di Blaine e, quest’ultimo, lo stringeva a sé tenendo le sue sui suoi fianchi.
Mercedes gli fece l’occhiolino,
osservandolo dal tavolo al quale si era accomodata da qualche minuto con Rachel
e Sam, mentre Brittany passava davanti al suo campo
visivo andando da Santana, seduta da sola, e le allungava la mano invitandola a
ballare con lei.
Kurt chiuse gli occhi sospirando,
deciso a godersi gli ultimi minuti di quel ballo, pienamente convinto che
quella sarebbe stata un’occasione più unica che rara per lui.
Ma andava bene così, anche perché,
fatta eccezione per qualche studente ancora perplesso, tutti avevano smesso di
prestare attenzione a lui e Blaine da tempo.
Quando la musica cessò si separarono
applaudendo all’orchestra degli studenti. Le luci si riaccesero tutte, facendo
sfumare l’atmosfera romantica per lasciar spazio alla Silverstein
che spediva tutti fuori urlando che la festa era finita e che potevano riportare
i loro brutti vestiti di seconda mano al negozio di costumi in cui l’avevano
noleggiato.
Mercedes prese a braccetto Kurt mentre
si avviavano verso il parcheggio “Ma Finn?” domandò
Blaine guardandosi intorno una volta fuori.
Quinn sospirò “Penso sia tornato a
casa prima. La coach Silverstern non ha permesso che riaccedesse al Prom…”
“Andiamo anche noi?” domandò Rachel,
guardando verso Sam e Mercedes, con i quali era arrivata e sui quali doveva
fare affidamento visto che Jessie era sparito come Finn.
“No, dai, facciamo qualcos’altro!” disse Brittany
evidentemente su di giri, saltellando sul posto “Potremmo andare insieme a
tutti gli altri sulla panoramica di Lima!”
Kurt alzò un sopracciglio
elegantemente “Britt, non possiamo andare in gruppo
sulla panoramica, non ha senso. Per me, poi, non ha proprio senso andarci!”
“Perché, cosa c’è la?” chiese Blaine
infilandosi le mani nelle tasche.
Artie ammiccò in sua direzione “Tutte le
coppiette vanno lassù a pomiciare dopo il Prom….
Parcheggiano le auto lungo la panoramica e ci danno dentro davanti allo
spettacolo di Lima illuminata.”
Brittany lo guardò allegramente “Io ho un paio
di coperte in auto, potremmo andare su tutti! Conosco un posto favoloso!”
Mercedes la guardò come se fosse scema. “Ma, a parte Kurt e Blaine, non
ci sono coppie.”
“Sono spariti persino Tina e Mike”
aggiunse Quinn.
“E poi io devo assolutamente chiamare
i miei genitori” Artie li guardò prendendo il
cellulare dalla tasca dei pantaloni rossi “Devono venire a prendermi”
“Ti porto a casa io” gli disse la
biondina svampita, spingendo la sedia a rotelle verso la sua automobile
“Coraggio andiamo! Non occorre essere in coppia per pomiciare!”
Blaine non le levò gli occhi di dosso con un cipiglio lievemente confuso
mentre lei faceva salire in auto un Artie lievemente
riottoso “Che facciamo? Andiamo?”
Kurt sospirò “Non saprei…”
“Io andrei” li informò Rachel,
scrollando le spalle “Male che va poi torniamo a casa….”
“Solo se ci fermiamo al forno di
Ronnie a prendere qualcosa da mangiare” propose
Sam, mentre Merc ridacchiava “Sto morendo di fame e
lui sta aperto tutta la notte nei weekend”
Anderson guardò divertito il suo
ragazzo e, a quel punto, Kurt sbuffò “Ok va bene! Come preferite!”
“Allora ci vediamo da Ronnie”
sottolineò Evans “Kurt sai dove andare?”
“Si” disse il ragazzo, facendo un
cenno col capo a Britt che esultò felice prima di
seguire Blaine alla macchina “So già che succederà qualcosa di tremendamente imbarazzante…”
Blaine gli passò un braccio attorno
alle spalle, ridacchiando “Dovresti seriamente smettere di pensarci, ok? Vivi il momento….
e poi mal che vada…” Si allontanò, prendendo le
chiavi dell’auto, guardandolo seriamente divertito, mentre Kurt aspettava che
sbloccasse le portiere “Mal che vada noi due siamo accoppiati, per stare sulla panoramica…”
“Blaine!”
“Bene! Ora che abbiamo bevuto il tuo merdoso vino, finalmente, passiamo
alla birra!”
Duvall alzò trionfale il boccale prima
di cozzarlo piano contro quello di Sterling e tracannarne un sorso alquanto
generoso.
David rise, mentre Ethan guardava
divertito un Kirk molto irritato, che stringeva tra le mani il suo cognac “Ti
compiango, Duvall. Tu e la tua misera condizione…”
A quel punto tutti, meno che il povero
Nick, esplosero in una risata rumorosa.
Fortunatamente erano vicini alla
Dalton, il tasso alcool-emico nei loro poveri organismi si stava alzando come
uno tsunami.
Sterling, tuttavia, non poteva evitare
di lanciare delle occhiate verso il tavolo di Flint e Rich e li trovava sempre, anche se sperava a causa
dell’alcool, un po’ più vicini.
Seguiva ogni singolo movimento del
morettino non appena affondava il viso nel boccale (cosa che quindi succedeva
con un intervallo così breve da risultare allarmante), vivendo una situazione
apparente quasi stoica, mentre dentro bruciava….
Quando la mano del più grande si alzò
per accarezzare i capelli di Wilson sussultò drizzandosi a sedere, ma nessuno
se ne rese conto visto che l’intera tavolata era esplosa in un autentica
ovazione.
“Non posso crederci, è una visione?”
David rise, mentre Wes si avvicinava allargando le
braccia quasi come se fosse l’apparizione di un santo “E i parenti?” chiese
Thompson ironico, beccandosi un pugnetto sulla spalla
dall’asiatico che prese posto al suo fianco sorridendo.
“Il parente sta bene” rispose
altrettanto ironico Montgomery “Ora come ora è a Las Vegas a fare la bella vita
e a usare patenti false per bere e giocare, dimenticando così lo spiacevole
inconveniente”
David lo guardò allucinato, e così
anche gli altri “Aspetta stai parlando di Thad no?”
Wes rise “E chi se no?”
“Fammicapire…. Noi siamo tutti preoccupati e lui è a
Las Vegas!?” chiese Nick con una punta di amarezza nella voce.
L’orientale sospirò “Per spezzare una
lancia in suo favore…. Lui non voleva andare.”
“Povero piccolo” lo prese in giro Kirk
“Mi dispiace che si sia visto costretto ad andare a Las Vegas…”
Wes lo fulminò con uno sguardo prima di
spostare gli occhi su Jeff e notare che qualcosa non andava. Era totalmente assente. “Che gli prende?” domandò a
Nick, che si limitò a fare un cenno verso il tavolo al quale sedevano Flint e
Richard, con espressione quasi schifata “Oh…. Ehm…. Ho notato qualcosa in questi giorni” disse a voce
normale, visto che intanto Sterling non li stava minimamente seguendo.
Ethan sospirò “Non so voi ma io non ci
capisco niente…”
“Non sono affari nostri, ne quelli di
Sterling, ne quelli di Harwood o quelli di Anderson”
sbottò secco Kirk “Ok essere amici, ma siete degli stalker.
Tu soprattutto”, sottolineò
indicando Wes.
Il ragazzo roteò gli occhi “Mi
preoccupo solamente…. Non siamo tutti come te, James,
che riesci a farti scivolare tutto addosso…”
Kirk sbuffò “Io semplicemente
comprendo che, quando una persona sta male veramente, non vuole gente attorno
che si preoccupa per lui e…. perché Sterling è
partito in tromba?”
Con passo lievemente traballante a
causa della birra, ma dannatamente deciso, Jeff si era alzato e diretto verso
il tavolo dove Flint e Richard sembravano davvero in procinto di iniziare una
lunga e duratura serie di baci spinti.
Appena aveva visto le labbra maliziose
del più piccolo sillabare non si sa precisamente quale maialata su quelle del
più grande non ci aveva visto più.
Non gli importava di sembrare un pazzo, l’alcool aveva
assorbito anche la più piccola traccia di timidezza, spingendolo ad andare da
Flint ed affrontarlo.
Quando lo vide arrivare,
istintivamente Wilson si allontanò da Richard, guardando attentamente quello
che ormai era il suo ex ragazzo con aria apatica, distaccata.
“Hai bisogno di qualcosa, Sterling?”
chiese con tranquillità, mentre il ragazzo accanto a lui lanciava brevi
occhiate a lui e al biondino.
“Si” rispose Jeff “Ma non di uno stronzo…. Non volevo arrivare a questo, visto che la colpa
è solo tua…. Ma basta così. È finita ufficialmente.
Speravo che per rispetto a me e a quello che spero di avere anche solo
vagamente significato nella tua vita da ragazzino viziato avresti almeno avuto
il coraggio di dirmi addio..” fece una pausa, guardandolo ferito direttamente
negli occhi prima di tornare a caricarsi di rabbia “Ma non l’hai fatto, non ti
importa e ora sei qui con…. Questo…”
guardò Richard con un certo rancore, che il ragazzo più grande non potè di certo biasimare “Ti dico io addio, ora, e mai più
arrivederci.”
Diede uno schiaffo al bicchiere di
Richard, versandogli addosso tutto il contenuto, prima di dirigersi a grandi
passi verso l’uscita.
Sentiva Nick che lo chiamava e gli
chiedeva di aspettarlo, ma lui preferì continuare a camminare verso la Dalton, il più velocemente possibile.
Perché doveva far male in ogni caso?
Essendo l’Ohio uno stato del tutto pianeggiante (e
di certo Lima non faceva eccezione), gli abitanti della città avevano eretto,
ormai da molti anni, una sorta di collinetta artificiale, adiacente al parco
cittadino, che aveva la funzione di abbellire la città e la zona verde.
Alla fine, la vera funzione della zona rialzata,
era quella di favorire le coppiette che volevano appartarsi godendosi una bella
visuale della città, soprattutto la notte.
“A Lima non c’è niente di interessante…”
Disse Kurt mentre risalivano in auto, tenendo sulle gambe almeno tre buste di
carta piene di cibo. Blaine a quanto pare aveva bisogno di reintegrare dopo
aver ballato.
“Avete la linea ferroviaria più famosa del nord
America” Gli disse Blaine, sorridendo appena.
“No, abbiamo solo la stazione più incasinata di tutte…. E comunque, anche se fosse, non mi importerebbe poi
più di tanto….” Kurt controllò la strada, notando
che Sam era dietro di loro e aveva appena messo la freccia per girare. “Va a destra….
Dovrebbe esserci una strada e poi una salita…. Poi
saremo praticamente arrivati.”
“Agli ordini” Blaine sorrise eseguendo, e in poco tempo si trovarono su una
salita morbida, costeggiata da parcheggi per lo più occupati. Blaine si fermò nel primo che trovarono,
spegnendo il motore e voltandosi verso Kurt, addocchiando oltre la spalla
del ragazzo una coppietta che ci stava già dando dentro, nella propria auto. “Direi che siamo nel posto giusto…” sussurrò avvicinandosi a Hummel e lasciandogli un
bacetto sulle labbra, stringendogli piano la mano.
Kurt rimase immobile un istante, prima di
ricambiare il bacio.
Sarebbe potuto essere un bel finale di serata, se
non fosse stato per Brittany che, bussando eccitata
al finestrino del solista dei Warblers, rischiava di attirare l’attenzione di
tutto il parcheggio.
Scesero velocemente raggiungendola, mentre con Artie sulla spalle camminava verso il gruppetto formato da
Sam, Rachel e Mercedes.
“Quinn?” chiese di punto in bianco Abrams, reggendosi alle spalle di Britt
col timore di cadere da un momento all’altro visti i saltelli della bionda.
“Ha deciso di tornare a casa” Disse Rachel “Non è
andata molto bene per lei, la serata.”
“Oh mi dispiace molto di averle soffiato il posto”
disse Kurt ironico, sistemandosi la coroncina e chiedendosi cosa ne avesse
fatto Puck del suo scettro.
Pensandoci bene, non voleva saperlo.
“Seguitemi” disse Brittany
felice, passando a Sam un paio di coperte e facendo strada su un sentierino nascosto da alcuni alberi, sempre con Artie in groppa.
“Ci rovineremo i vestiti…”
Disse Kurt tra sé e sé mentre
guardava Rachel prendersi stretta la gonna di tulle rosa per poter scavalcare
un arbusto basso.
Blaine si accostò a lui sussurrandogli
all’orecchio un ‘lasciati andare’,
prima di seguire le ragazze. Hummel si limitò a sospirare, affrettandosi a sua
volta.
Camminarono per poco più di un minuto, facendo
attenzione a non cadere visto che la sola fonte di illuminazione proveniva dai
loro cellulari, arrivando poi in quella che sembrava essere la sommità della
collinetta.
Lì, tra gli alberi e i cespugli, c’era uno spiazzo
non molto grande sul quale Sam stese le coperte. Britt
appoggiò su una di esse Artie, prima di raddrizzarsi
e stirare la schiena “Eccoci qui!”
“Oh…. Britt…” Mercedes guardò verso la città illuminata con occhi
ammirati, mentre Kurt si univa a lei.
Certo, ne era valsa la pena rischiare di rompersi
una caviglia.
“Come hai trovato questo posto?” domandò Blaine
sedendosi sulla coperta fatta di tante pezze colorate, mentre Sam già iniziava
a frugare nei suoi sacchetti pieni di cibarie varie, desideroso di mangiare
qualcosa il più presto
possibile.
La biondina scrollò le spalle, prendendo posto
accanto al ragazzo per una volta senza sedia a rotelle e prendendo la pizzetta
che le stava porgendo “Sai, è qui che gli alieni mi hanno scaricata dopo avermi
rapita….”
Blaine la guardò lievemente spaesato, ma quando
Kurt prese posto alla sua destra toccandogli il braccio, gli fece capire di
lasciar stare e assecondarla.
Mentre alcuni di loro mangiavano, Kurt (a cui
naturalmente si era un pelo chiuso lo stomaco a causa della serata movimentata)
si appoggiò all’indietro sui gomiti, volgendo lo sguardo verso le stelle.
Nonostante l’inquietante follia di Brittany doveva ammettere che era piacevole stare lì con
quel brandello rappresentativo delle New Directions.
Non c’erano i più casinisti, anche se dopo quelle
che parvero le prime due orette sotto le stelle Rachel si rilevò sempre la solita….
Parlava, parlava…. Non
faceva altro.
Quella che era partita come un’accesa discussione
sui Musical più belli di sempre (a cui
tra l’altro partecipavano solo Blaine e Kurt) si era trasformato in un
interminabile monologo.
“…. Certo, mi rendo conto che il mio discorso sia
un po’ pretenzioso. Dopotutto ho citato solamente in musical che
valorizzerebbero la mia voce rendendola semplicemente…”
Blablabla…
Blaine strinse appena Kurt, che sembrava essersi
appisolato contro la sua spalla, appoggiandogli un bacio tra i capelli e
sussurrando “Penso sia peggio di Cam…”
“Molto peggio, almeno Cameron ci da sempre delle
notizie interessanti o quasi…”
Anderson ridacchiò piano, stringendo di più la
presa del suo braccio attorno alle spalle del ragazzo, mentre un sonoro sbuffo
di Mercedes interrompeva il soliloquio della Berry. “Non per sembrare scortese, ma piantala!” Rachel la guardò
senza capire, come al solito non aveva notato
di avere un pelo esagerato “Questa è una serata troppo bella per rovinarla con chiacchere così inutili”
“Qualcuno dovrebbe cantare qualcosa…”
propose Brittany, continuando ad infilare le dita tra
i capelli castani di Artie, massaggiandogli il
cranio, mentre il ragazzo sembrava in procinto di appisolarsi.
Sam distolse l’attenzione dal cellulare di Kurt,
col quale stava giocando da un po’, guardando verso Britt
“Penso sia un’ottima idea.”
“Potrei cantarvi una ninna nanna…”
suggerì Rachel “I miei papà sostenevano che avrò un futuro da mamma premurosa
quando mi sentivano cantare per Finn al cellulare, la
sera….”
Kurt aprì gli occhi, guardando l’amica “Sei
seria?”
“Cantare al telefono?” domandò incredula Mercedes
“Le ninna nanne poi??”
“Sentite canto io?” Artie
aprì gli occhi all’improvviso “Con l’aiuto di Miss Jones ovviamente…”
La ragazza di colore sorrise “Ovviamente,
pasticcino alla crema, dimmi tutto….” Artie le fece segno di avvicinarsi a lui e Merc subito lo fece.
A quel punto le sussurrò qualcosa all’orecchio, prima di
sorridere all’espressione entusiasta di Mercedes “Insomma….
Ci sono la luna, le stelle…. La città illuminata…. Che canzone possiamo fare in alternativa?”
Merc rispose al sorriso contrabbambiandolo, mentre si
schiariva la voce prima di prendere a cantare lenta, dolce ma profonda allo stesso tempo…
Strumming my pain with his fingers,
Singing my life with his words,
Killing me softly with his song,
killing me softly with his song,
Telling my whole life with his words,
Killing me softly with his song.
Blaine sorrise, chiudendo gli occhi e iniziando a
battere il tempo sulla gamba di Kurt, che alzò lo sguardo verso il viso del fidanzato.
Britt iniziò a muovere le spalle, prendendo i polsi di Artie e muovendogli le mani come se fosse una marionetta
mentre anche Sam si lasciava trasportare dalla melodia…
(Artie:
yeah oh, this is Miss Mercedes Jones,
listen to my girl… one time, one time… Go!)
I heard he sang a good song, I heard he had a style,
And so I came to see him and listen for a while.
And there he was this young bwoy, stranger to my
eyes…
Kurt nonriusciva a prestare eccessiva attenzione alla canzone, troppo perso sui
lineamenti rilassati del suo uomo.
Lentamente, quasi inconsciamente, alzò una mano a
sfiorargli con le punta delle dita una guancia, e subito Blaine aprì gli occhi,
incrociando il caramello con i suoi color acqua marina.
Strumming
my pain with his fingers,
(Artie:
One time)
Singing my life with his words,
(Artie:
Two time)
Killing me softly with his song,
killing me softly with his song,
Telling my whole life with his words,
Killing me softly with his song.
Blaine sorrise dolcemente, alzando la mano libera
per andare a scostare un ciuffo di capelli castani che gli erano caduti sul
viso.
Kurt andò a legare le sue braccia attorno ai
fianchi del più grande*, senza mai perdere il
contatto visivo.
Gli succedeva ogni tanto di acquisire una
consapevolezza che, tecnicamente doveva già aver fatto sua. Blaine era
realmente il suo ragazzo, e anche se ormai aveva passato la fase del svegliarsi
la notte e non crederci fino al aver riletto ogni singolo sms che aveva nel suo
cellulare del ragazzo, ogni tanto stentava a crederci.
Lui era sempre stato Kurt Hummel, il solo gay
dichiarato della scuola che passava i weekend a ritagliare gli articoli di
giornale sulle varie conquiste fatte dagli omosessuali come la legalizzazione dei matrimoni o altro sognando il
suo, senza mai crederci pienamente.
Ogni volta che si trovava tra le braccia di Blaine
gli succedeva qualcosa di strano, tutto si distorceva ….
I
felt all flushed with fever,
Embarrassed by the crowd,
I felt he found my letters and read each one out loud.
I prayed that he would finish,
But he just kept right on
…. Come se improvvisamente acquistasse un senso.
Non sapeva spiegarselo e, anzi, si dava dello
stupito per quella relazione nata da poco sulla quale forse stava sognando
troppo, puntando sempre più in alto…
Voleva crederci davvero, però.
Forse era davvero troppo romantico e sicuramente
la vita non era come i musical che a lui tanto piacevano e che lo facevano
piangere lasciandogli addosso un senso di pace….
Ma
volevadavveroprovarci…
Strumming
my pain with his fingers,
(Artie:
One time)
Singing my life with his words,
(Artie:
Two time)
Killing me softly with his song,
killing me softly with his song,
Telling my whole life with his words,
Killing me softly with his song.
(Artie: Yo A.B, Artie Abrams, take it to the bridge)
Oh ohoh!
Le labbra di Blaine scivolarono sulle sue
sorprendendolo, e la voce di Mercedes si perse.
La mano di Kurt si fermò alla base del collo del
più grande facendo una lieve pressione per permettergli di sollevarsi e andare
incontro a quella bocca che, in
quel momento, sapeva
tremendamente di pizza.
Ma la cosa non sembrava disturbarlo affatto….
Il bacio, che di per se era iniziato come casto,
si approfondì non appena la lingua di Blaine chiese il permesso di entrare tra
le labbra di Kurt.
Permesso ovviamente accordato.
Il braccio del morettino si strinse di più attorno
alle spalle del controtenore mentre la mano si appoggiava al suo fianco,
stringendo lievemente il tessuto della giacca elegante.
Non era la prima volta che gli capitava di
baciarsi in quel mondo, ma di certo non avevano un pubblico, solitamente….
Passarono diversi minuti prima che entrambi,
bisognosi di aria, si decidessero a staccarsi, guardandosi intensamente negli
occhi, prima di volgere lo sguardo verso gli amici.
E tutti e cinque li fissavano.
Non tanto per dire, lanciando loro delle
occhiatine fugaci….
No, li fissavano come se fossero parecchio
interessanti.
E Kurt desiderò che l’astronave di Brittany tornasse sulla collinetta a prenderselo.
“Emh….
Bell’interpretazione, Mercedes” disse Blaine che, nonostante l’evidente
disagio, sembrava però ancora in grado di parlare.
“Grazie, sono felice di aver creato l’atmosfera
giusta” replicò la ragazza di colore, facendoli avvampare ancora di più e
facendo ridacchiare gli altri.
Kurt stava cercando un appiglio di discussione per
scostarsi da quella situazione imbarazzante, ma grazie al cielo ci pensò Rachel
che, dopo un potente sbadiglio squittì eccitata “Oh guardate, l’alba!”
Tutti alzarono gli occhi sul cielo cittadino, che
si stava lievemente tingendo di rosa e arancione tenue…
Kurt sorrise, mentre la mano di Blaine scivolava
nella sua stringendola dopo aver intrecciato le loro dita.
Era tutto così romantico…
Il cielo, l’atmosfera post imbarazzo, lui e Blaine
su quella coperta –ignorando il resto della ciurma-…
Era tutto perfetto, e dopo aver lanciato
un’occhiata verso la coroncina appoggiata accanto a Blaine, sorrise di cuore,
sicuro che quel Prom se lo sarebbe ricordato per
sempre e….
“ODDIO NON HO DETTO NULLA A PAPA’!!”
Kurt aveva urlato senza nemmeno rendersi conto di
averlo pensato.
Prese il cellulare dalle mani di Sam e fece per
mandare un sms al padre ma quello si
spense, scarico.
Era riuscito però a sbirciare l’ora e quel 5.13
del mattino non lo aveva affatto rassicurato “Dio, mi ucciderà.”
“No, ucciderà me…”
Blaine lo guardò lievemente impaurito “Si è raccomandato di avvisarlo sui
nostri spostamenti…. Vorrà la mia testa…”
“Evidentemente è meglio andare, anche i miei mi
avranno dato per disperso” asserì Artie, trovando il
pieno appoggio.
Da li a volare nell’auto ci misero pochi minuti,
senza perdersi troppo in saluti.
Il fatto che il parcheggio fosse ormai del tutto
vuoto non li rassicurò affatto.
Dal parco a casa Hummel non ci voleva molto, circa
dieci minuti che però passarono eccessivamente veloci.
“Secondo te è ancora alzato?” chiese Blaine
dubbioso, ma Kurt annuì energicamente.
“Tu non lo conosci, non riesce a dormire fino a
che non rincaso.”
Parcheggiarono nel vialetto, prendendosela con
calma mentre si avviavano alla porta di ingresso.
Si scambiarono un’occhiata e Kurt prese le chiavi
di casa facendo per aprire la porta. Peccato che essa si spalancò di colpo e
sulla soglia apparve Burt Hummel, livido di rabbia.
“Alla buon ora!” tuonò.
“Shht!” Kurt si portò un
dito alle labbra “Papà sveglierai tutto il vicinato….
Perdonaci ma i nostri cellulare
si sono scaricati.” Imbastì la
scusa, brevemente, entrando non appena il padre gli ebbe lasciato il posto per
farlo “Scusa davvero papà non volevamo preoccuparti.”
Passarono accanto al divano sul quale dormiva
rumorosamente Finn
e andarono in cucina per un bicchiere di latte veloce prima di dormire quelle
poche ore che potevano concedersi.
Burt logicamente li seguì, pretendendo spiegazioni
il più plausibili possibili.
Si bloccò sulla porta, guardando Blaine che si
lasciava cadere mollemente su una sedia e il figlio che tra uno sbadiglio e
l’altro metteva a scaldare nel microonde un paio di tazza di latte.
“Kurt…. Cosa hai in
testa?”
Il ragazzo sgranò appena gli occhi, toccando la
coroncina.
Dannazione, ma quando se l’era rimessa??
“Ecco… Questa...”
“Ti hanno davvero eletto re del Prom?”
Kurt sospirò, scambiando uno sguardo con Blaine
prima di prendere le tazze e versaci dentro un filo di miele. A che sarebbe
servito mentire? A nulla.
Suo padre lo sarebbe venuto comunque a sapere in
qualche modo, forse dall’annuario.
“No, non sono stato eletto re…”
“E allora? Hai rubato la corona?” chiese divertito
Burt, andando a sedersi con Blaine e rubando la tazza a Kurt, che subito se ne
preparò un’altra con non curanza.
“No, sono stato eletto-“
“…Ma hai appena detto che…”
“-Reginetta del Prom….”
Il silenzio che calò parve alquanto sinistro a
Blaine, che spaziava lo sguardo da Kurt al signor Hummel, sorseggiando piano il
suolatte caldo.
Burt strinse così forte la mano attorno alla tazza
che per poco esplose insieme alla sua rabbia.
Kurt si perse la metà dei discorsi, un po’ per il
sonno, un po’ per la voce
impastata dalla rabbia del padre, ma capì che centrava qualcosa una possibile
denuncia a Figgins perché aveva letto il nome invece
di temporeggiare e lasciar perdere, che quello non era più un paese
costituzionale e che le madri di tutti quegli studenti dovevano semplicemente
vergognarsi.
A sistemare tutto ci pensò Carole, che accorse a
vedere cosa stava accadendo.
Tranquillizzò il marito, invitandolo a tornare a
letto e spedendoci anche i due ragazzi che, stanchi, strisciarono fino al
corridoio del piano superiore.
Se per un istante Kurt aveva vagamente sperato di trascinarsi in camera di Finn per dormire abbracciato a Blaine, in quel momento non
gli sembrava male buttarsi nel suo letto e morire lì.
Era distrutto, anche se ne era valsa la pena.
Salutò Blaine, ormai in versione zombie, con un
bacetto dolce a fior di labbra prima di lasciargli la mano e lasciarlo entrare
nella camera di Finn.
Lui entrò nella sua, iniziando a spogliarsi subito
dopo aver chiuso la porta e sistemando il completo in modo ordinato su una
sedia per poterlo poi riporre il giorno dopo.
Si infilò il pigiama, scostando le coperte del
letto e rimandando a domani le sue idratazioni quotidiane alla pelle, notando però qualcosa.
Attaccato alla giacca c’era ancora il garofano
rosa che Blaine gli aveva comprato.
Lo staccò con cura, sorridendo e portandolo al
naso per sentire se ci fosse anche la più piccola fragranza.
Lo mise poi con cura in una vecchia agenda,
sperando si seccasse in fretta per poterlo conservare per sempre insieme a
tutti quei ricordi dal sapore dolce-amaro che, però gli avevano trasmesso
qualcosa.
Continua…
Nda:
Ecco qui la fine del Prom!
Mi piace pensare che il Klaine non sia solo fine a se stesso (?) ma che ci sia
anche il contagio delle ND o dei Warblers.
Ok questo discorso non ha senso lo so xD
Chiedo infinitamente scusa per il
ritardo nella pubblicazione ma tra l’inizio della scuola e bazze varie mi è
uscito un brutto mal di stomaco.
Star a sedere davanti al pc mi è difficile infatti non vedo l’ora di postare per
ributtarmi sul divano XD
Vi chiedo ancora scusa.
Un paio di domande….
In questo capitolo c’è l’affermarsi di
una coppia e il tramonto di un’altra, cosa ne pensate?
Domanda due:
Cosa ne pensate dei primi episodi
della nuova stagione e (se li seguite) degli spoiler che sono usciti soprattutto
sul klaine?
Sono curiosa di sentir le vostre
opinioni :D
Io sono MOLTO positiva sul futuro!
Vi lascio per tornare sul divano
davanti a Sky!
Un bacione e a presto con un capitolo
tutto Warblers! (e Klaine)
Rachel si guardò attorno
meravigliata mentre, con il resto delle New Direction, varcavano il portone
principale della Dalton Academy.
“Certo che voi che studiate qui siete tutti ricchi da far schifo” disse
Santana, camminando a braccetto per i corridoi con un Wes
lievemente stranito da tutta quella confidenza “Ripetimi cosa ci facevi qui, Hummel….”
Kurt alzò gli occhi al cielo, deciso ad ignorare la ragazza ispanica,
camminando deciso verso la saletta dove era solito provare quando era ancora un
Warbler.
L’idea per quell’esibizione privata con tutte le New Directions
era stata di Rachel e, nonostante fossero pieni di prove per le Nazionali che
si sarebbero tenute di li a una settimana, gli piaceva l’idea di esibirsi
davanti ai suoi vecchi compagni.
Senza contare che sentiva quel pezzo particolarmente suo.
Entrarono insieme a Wes, che subito andò a sedersi
alla scrivania, invitando le ND a prendere posto insieme ai pochi Warblers
rimasti.
Pochi per davvero.
Kurt si sedette sul bracciolo della poltrona sulla quale stava Blaine “Mi avevi
detto che tanti avevano deciso di andarsene ma….
Questo è ridicolo”
“Lo so…” sospirò esasperato Blaine “Speriamo di
vederli tornare dopo il Festival…”
L’occhiata poco convinta che rivolse a Kurt fece intendere al ragazzo che le
speranze erano ben poche. Beh, a giochi fatti, erano fuori dalle Nazionali
quindi il numero non importava.
Solo era deprimente essere così in pochi agli incontri settimanali, soprattutto
se essi si svolgevano con tutti davanti alla cattedra come una setta satanica
mentre Trent si teneva distante sui divanetti e
Richard e Flint si tenevano compagnia in fondo alla sala.
Senza contare che non era la sola cosa deprimente…
Kurt alzò la mano appena Wes prese posto alla
scrivania, e appena lo vide visto che Santana si era seduta proprio davanti a
lui.
“Parla pure, Kurt” disse in tono gentile, appoggiando le mani sui fianchi della
ragazza per spostarla appena di lato.
Come se poi gli fosse dispiaciuto….
“Thad?” domandò il ragazzo un po’ teso “Non è ancora
tornato?”
Montgomery e Thompson si scambiarono uno sguardo, poi quest’ultimo prese la
parola “A quanto ne sappiamo, doveva presentarsi a lezione stamattina. Non è
venuto, e speravamo che almeno tu sapessi qualcosa”
Tutti si voltarono verso di lui, e mentre sui visi dei Warblers si manifestava
una certa attesa, in quello delle ND passava solamente un’emozione: la
confusione.
Perché Kurt doveva essere il solo a sapere qualcosa su un potenziale ragazzo
scomparso?
Hummel però scosse il capo “Io non ho sue notizie da…”Si
interruppe improvvisamente, rimanendo in silenzio.
“Da..?” lo incalzò Nick, ma come risposta ottenne un gesto veloce della mano.
Poi Kurt sorrise, alzandosi dal bracciolo della poltrona per andare ad aprire
le porte dalla sala, abbassando entrambe le maniglie e appoggiandosi ad esse
con tutto il corpo per spalancarle.
Dal corridoio arrivò il suono di una chitarra acustica, che lentamente scandiva
una melodia lenta ma incalzate.
Hummel si spostò di lato, incrociando le braccia e alzando un sopracciglio
mentre sulla soglia appariva uno dei tizi più sexy che le ragazze delle ND
avessero mai visto.
I capelli neri ingellati, un sottile filo di barba
incolta, il giubbotto di pelle, i jeans aderenti e, dulcis in fundo, Rayban a specchio e anfibi aperti.
“Hey salve straniero” gracchiò Santana guardandolo
interessata.
Il resto della popolazione maschile (ed eterosessuale) nella stanza si stava
nel frattempo domandando da dove provenisse la melodia. Sembrava venire dal
ragazzo che era appena arrivato, ma non teneva nessuna chitarra in mano.
Quinn lo osservò affascinata mentre si accostava a Kurt, iniziando a cantare
con voce bassa e sensuale….
Bang bang, he shot me down
Bang bang, I hit the ground
Bang bang, that awful sound
Bang bang, my baby shot me down
Hummel continuava a fissarlo divertito, con un sopracciglio alzato e le braccia
incrociate, e non scostò gli occhi nemmeno quando il giovane prese ad avanzare
verso la scrivania dei capi consiglio, fermandosi davanti a Santana che intanto
proseguiva ad ammiccare. Wes sospirò “Bentornato….
La tua divisa?”
“Uhm, non ho avuto il tempo di cambiarmi…..” Disse
prendendo il cellulare e interrompendo la melodia che stava trasmettendo “Ma
forse sto bene meglio così, tu che ne pensi Zucchero?” domandò verso Santana,
che con un saltino scese dalla scrivania.
“Tutto quello che vuoi, Tesoro” disse provocante, andando poi a sedersi accanto
a Britt su un divano, premurandosi di sculettare
vistosamente.
“Thad….” Harwood si voltò
verso David che lo stava chiamando “Se prendi posto magari iniziamo la riunione….”
Il ragazzo annuì, sfilandosi gli occhiali da sole e sorridendo strafottente. Wes gli lanciò un’occhiatina, e a parte la lieve
abbronzatura tutto sembrava essere tornato quasi a posto.
“Cosa abbiamo all’ordine del giorno?” domandò Harwood,
prendendo la solita cartellina dal cassetto della scrivania, insieme ad una
penna a sfera.
Montgomery si schiarì la voce “Oggi parleremo insieme alla New Direction del
liceo McKinley riguardo ad un loro progetto didattico del quale mi piacerebbe
prenderne qualche idea” spiegò l’asiatico “Miss Berry, prego”
Rachel si alzò con un sorriso smagliante, mettendosi proprio di spalle alla
scrivania e parlando ai Warblers “La nostra idea è nata per cercare di
accettare noi stessi e le nostre perplessità così….”
Iniziò lentamente a sbottonarsi la camicetta, e quasi tutti i ragazzi si
sporsero in avanti. Tutti, ad eccezione di Jeff, Flint e Ethan, se escludiamo
Kurt e Blaine. Kirk ricevette una pacca e dopo aver sillabato un ‘voglio
prestare attenzione’, tornò ad appoggiare la schiena allo schienale del divano.
Rachel si sfilò il cardigan color becco d’oca rivelando una maglietta con la
scritta ‘NOSE’.
“Chiedila in prestito” sussurrò Jeff e Nick, ricevendo un’occhiata omicida
mentre più o meno tutti pensavano la stessa cosa.
“Mettendo a nudo le nostre debolezze ci siamo accettati meglio tra di noi,
accettando prima di tutto noi stessi” disse Finn
risoluto, prima di voltarsi verso Kurt “L’ho detto bene?” Hummel alzò un
pollice.
“Il compito della settimana era l’accettazione” disse Rachel, portando le mani
dietro alla schiena e unendole, sistemandosi così in una buffa posizione che a
Kirk ricordava quella di qualche Hentai visto un paio di sere prima “E per
accettarsi in gruppo bisogna in primo luogo farsi un esame di coscienza, lavorando
su noi stessi….” Jeff alzò timidamente una mano “Si?
Dimmi ragazzo biondo e…. alto!”
“Ehm, posso chiederti se ha funzionato?” domandò un po’ incerto “Nel senso…. Al fine di creare una situazione più equilibrata
nel gruppo….. è servito?”
Quinn scambiò uno sguardo con Santana, seduta davanti a lei, che scostò gli
occhi. Mercedes prese a fissare il soffitto mentre FInn
corrugava le sopracciglia confuso da una domanda così ovvia. Sam e Puck evitarono accuratamente qualsiasi scambio di sguardi
con i Warblers mentre Rachel tentennava.
Kurt si morse le labbra “Diciamo che sì….. abbiamo
imparato a conoscere le debolezze degli altri e soprattutto le nostre. A
livello di fiducia qualcosa lo abbiamo guadagnato.” Wessbattè il martelletto
un paio di volte, per recuperare la situazione “Bene, detto questo passeremo
all’azione” Fece un cenno a David “Ora vi distribuiremo una maglietta della
vostra taglia, bianca. Avete due giorni per decidere cosa scriverci e mercoledì
ci ritroveremo qui per confrontarci e fare le prove. Come vedrete, sulla
schiena, c’è una casella bianca. Se essa sarà barrata entro Sabato avrete
superato il problema reintegrandovi nel gruppo, se no non potrete esibirvi al Festival…. ora spostate i divani così che le ND possano
cantare per noi su”
Jeff aiutò Artie spingendolo oltre il tappeto di
tessuto pregiato che venne arrotolato. Kirk spostò un paio di divani aiutato da
Richard mentre Flint e Nick si occupavano insieme dei tavolini, evitando
accuratamente di guardarsi. Thad intanto stava distribuendo le magliette non
risparmiandosi commenti “Moore questa è tua” disse leggendo l’etichetta “E
questa con quattro X e tre L deve essere di Trent” la
diede al ragazzo con un sorrisetto ma questi non si scompose ne sembrò
alterarsi. Thad lo guardò stranito ma non indagò
oltre.
Le New Directions iniziarono a scaldare le voci
mentre David scambiava un paio di parole con Mercedes. Santana intanto
continuava ad ammiccare verso Harwood, già convinta
nel lasciargli il numero a fine giornata.
Tutti i Warblers, non che fossero molti, si addossarono alla scrivania dei capi
consiglio.
“Sono proprio curioso” disse Thad, appoggiando le
magliette rimaste e sedendosi sulla scrivania, con la sua sulle gambe. Sapeva
già cosa scriverci.
Blaine sospirò, accanto a lui.
Aveva già avuto l’onore di vedere l’esibizione, ma era felice di fare il bis…
It doesn’t
matter if you love him,
or capital H I M
Kurt non era del tutto certo di come
si fosse trovato dal guardare la televisione nel salotto di casa Anderson, a
trovarsi steso su di esso con Blaine sopra.
Non che si lamentasse, certo, ma ultimamente quelle situazioni avvenivano più
spesso che mai e, quando quella stessa mattina Blaine lo aveva invitato a
passare la serata con lui visto che i genitori si sarebbero intrattenuti fuori
città, aveva immaginato che si sarebbero ben presto abbandonati ad una sessione
di pomiciate.
Le labbra iniziarono a pulsargli lievemente, segno che era già da un po’ che
quella situazione andava avanti, ma la cosa non gli dispiaceva.
Passò le mani dalle spalle dietro alla nuca del suo ragazzo, accarezzando
lentamente i riccioli neri su di essa e stringendone uno prima di arrotolarselo
attorno all’indice.
Sentiva la mano di Blaine fissa sul fianco appena sotto la maglietta bianca, il
palmo caldo premuto contro la pelle nivea, e per un istante vagliò la
possibilità di sollevare la maglietta di Blaine da dentro i pantaloni per
potergli accarezzare la base della schiena.
Ma non aveva abbastanza coraggio.
Blaine invece sembrava averne fin troppo.
Quando lo sentì sollevargli la maglietta sopra alla pancia non si preoccupò più
di tanto, convinto che il suo ragazzo non si fosse reso conto della cosa e che,
essendo totalmente sopra di lui, continuasse a non notarlo.
Quando però la mano del morettino sollevò di più l’indumento, sino a scoprirgli
parte del petto, il giovane Hummel si staccò dalle sue labbra guardandolo
stranito “Che stai facendo?” chiese un po’ troppo cauto.
Blaine si morse le labbra “Niente….”
“Perché mi stai spogliando?” chiese di nuovo Kurt, arrossendo.
Anderson sorrise dolcemente, baciandogli la guancia “Non ti sto spogliando…. Mi chiedevo solo se….
Potevo sfilarti la maglietta”
“Perché?!”
“Kurt non voglio fare nulla” Blaine lo guardò, cercando di rassicurarlo. Anche
se il più giovane si stava decisamente lasciando andare rispetto i primi tempi,
quando Anderson provava a far progredire la situazione si chiudeva nuovamente a
riccio. Gli prese la mano, che stava cercando l’orlo della maglietta per
riabbassarla nuovamente, e la strinse “Vorrei solo sfilarti la maglietta, ma
giuro che non farò altro….”
Kurt si morse il labbro, pensandoci su prima di togliere la mano da quella di
Blaine per alzare appena le braccia, segno che il morettino poteva sfilargli
del tutto la maglietta. Questi non se lo fece ripetere e in poco tempo, la
scritta LIKES BOYS adagiava a terra, sotto al tavolino.
Blaine si concesse il lusso di far scorrere gli occhi d’ambra sulla pelle
marmorea del suo ragazzo prima di riabbassarsi su di lui baciandogli la guancia
e lo zigomo fino alla mascella e più in basso, sul tutto il collo.
Kurt prese un respiro profondo, voltando il capo di lato.
Iniziava a fare molto caldo, e il rossore diffuso sino alle sue orecchie poteva
essere indicativo di ciò. O dell’imbarazzo crescente che sentiva di provare
almeno in minima parte. Non si era mai sentito così nudo davanti a nessun
altro, come se si fosse ritrovato spogliato di ogni sicurezza. Non era una
sensazione piacevole, ma strana, che non gli permetteva di godere appieno delle
attenzione di Blaine.
Il moro se ne accorse, tornando alle sue labbra e lasciandovi un bacio a stampo
sopra “Ti farebbe sentire meno a disagio se anche io mi sfilassi la maglietta?”
domandò a voce bassa, strofinando il naso sulla guancia di Kurt.
Hummel iniziava ad avere dei seri problemi di comprensione.
Blaine voleva fare cosa? Ucciderlo? Ah ecco spiegato tutto….
“Ehm…. Io…. ecco…. Credo di si” Non era il massimo della risposta, ma
era esattamente quello che stava pensando.
Blaine si alzò, mettendosi in ginocchio davanti a lui e sfilandosi la maglietta
con un movimento fluido, prima di lanciarla dietro al divano e guardare Kurt
negli occhi.
Hummel fece esattamente quello che aveva fatto prima Blaine, ovvero stava
osservando così attentamente ogni singolo muscolo del suo busto da risultare
imbarazzante persino a se stesso. Blaine aveva un fisico decisamente più tonico
del suo, anche più virile per certi aspetti. Kurt era quasi totalmente glabro,
eccezion fatta per le braccia, mentre invece una lieve peluria bruna ricopriva
una piccola porzione del suo petto e del suo ventre , quest’ultima scendendo
fino all’orlo dei pantaloni.
E questa cosa era così eccitante che per un attimo Kurt credette
di svenire.
O comunque fare qualcosa di diverso dal continuare a fissarlo con un ebete,
sperando di non sbavare.
Blaine ridacchiò, chinandosi e baciandolo intensamente, trovando Kurt pronto a
rispondere a quel gesto con entusiasmo. Fece scivolare le mani lungo il suo
petto mentre l’altro faceva lo stesso anche se con meno ardore, entrambi
curiosi di esplorarsi.
Kurt appoggiò una mano sulle reni di Blaine, mentre il solista tornava a
baciarlo sul collo con frenesia, e per un attimo fu tentato di abbassare
ulteriormente la mano sul sedere sodo del suo ragazzo, visto che questi non si
era mai posto problemi a farlo durante le lunghe sessioni di baci a casa sua.
Ma ci mise troppo a pensarci.
Uno squittio inquietantemente alto li fece sobbalzare entrambi, tanto che per
poco Blaine cadde dal divano. Ferma sulla porta che collegava la cucina al
salotto, la signora Anderson fissava la scena imbarazzata e un po’ stupita.
Il solista di Warblers andò in paranoia, scattando in piedi e cadendo come un
cretino tra il divano e il tavolino, al quale si appoggiò “M-mamma?!”
chiese isterico, mentre Kurt prendeva la sua maglietta, infilandosela a
rovescio.
“Di sopra, veloci!” disse la donna dopo un attimo di smarrimento, guardando
verso la cucina un po’ spaventata.
Blaine scattò “Papà è...?”
“Muoviti prima che rientri! Vengo a chiamarvi io, non muovetevi di lì!” disse
la donna prendendo Kurt per le spalle e facendolo alzare dal divano mentre
Blaine recuperava la sua Polo. Prese per mano il suo ragazzo, che si bloccò
sulle scale un istante, fissando la donna come se improvvisamente gli fosse
venuto in mente qualcosa di fondamentale, ma lo strattone di Anderson lo fece
desistere.
Appena la porta della stanza di fu chiusa dietro di loro Kurt sbottò “Perché non
mi hai detto che tua madre è AnabellRavalez?!” domandò con un filo di isteria nella voce.
“Shht!” sibilò il moro, sentendo dei passi per le
scale “Se mio padre scopre che sei qui sono morto…. E
se mamma non riuscisse a coprirci e venissero qui??” domandò in preda all’ansia
“Quello mi prende, mi leva tutto, mi fa soffrire e poi mi ammazza!”
Kurt gli appoggiò le mani sulle spalle costringendolo a sedersi, prima di
mettersi sulle sue ginocchia “Vedila così” disse guardandolo negli occhi con
una mano appoggiata alle sue spalle “Se ora tu urli ci scoprirà sicuramente e…. il problema è uno solo…. Non
mi hai detto che tua madre è stata una delle più promettenti star di Broadway
degli ultimo vent’anni!”
Blaine roteò gli occhi “Era nella lista delle cose da fare….”
Appoggiò una mano sul suo fianco “Scusa è solo che l’argomento ‘famiglia di
Blaine’ è davvero delicato…”
Kurt annuì, comprensivo.
Non poteva arrabbiarsi riguardo quell’argomento.
Non sarebbe stato giusto conoscendo i problemi che Blaine aveva in casa.
La signora Anderson entrò senza bussare, guardando i due ragazzi mentre Kurt si
alzava dalle ginocchia del figlio. Sorrise delicatamente “Ho convinto tuo padre
a farsi un lungo bagno con i Sali…. Così avrete il
tempo per andare via….”
Blaine annuì, alzandosi a sua volta e prendendo la sua tracolla.
“Tu sei Kurt, immagino” disse la donna porgendogli la mano “Mi dispiace
cacciarti così ma…”
“Signora Ravalez io sono un suo grande fan” disse
Kurt con gli occhi emozionati e la voce lievemente tremante “La sua interpretazione
de LesMiserables è
qualcosa di…. Di…. Sensazionale….”
Il sorriso della donna si allargò “Sei davvero molto gentile, Blaine mi ha
detto che anche tu ambisci a diventare un attore di musical…”
Kurt lanciò uno sguardo al suo ragazzo, che stava rimettendosi le scarpe,
mentre gli sorrideva lievemente.
“Sì è il mio sogno ma, non so se riuscirà mai ad avverarsi…” Anabell gli appoggiò una mano sulla spalla,
guardandolo negli occhi “Io non ti ho mai sentito cantare, ma da quello che
Blaine mi racconta sei davvero straordinario….. Devi
crederci davvero e ci riuscirai, negli occhi hai una scintilla che brucia
impetuosa.”
Hummel sorrise raggiante, mentre Blaine si avvicinava “Dobbiamo andare” Anabell annuì “Potresti venire a cena la prossima
settimana, Kurt. Richard sarà a Baltimora per un corso d’aggioramento….
Che ne pensi di martedì?”
“Mi farebbe davvero piacere” pigolò il ragazzo, mentre Blaine iniziava a
trascinarlo fuori dalla porta.
Scesero velocemente le scale, uscendo nel vialetto.
Una volta raggiunta l’auto, Kurt si voltò verso Blaine dandogli un pugnetto sulla spalla “Per questo segreto dovrai pagare pegno…. Dio…. AnabellRavalez….”
Blaine ridacchiò, sospirando “Avevo immaginato la tua reazione ma…. Questo è anche peggio….”
Kurt lo guardò ovvio, prendendo le chiave dell’auto “Mi vendicherò Anderson,
devi temermi” sorrise con una punta di malizia, prima di sporgersi per
scoccargli un bacio sulle labbra e salire in macchina per tornare a casa.
Blaine ridacchiò, scostandosi dall’auto e facendo un cenno a Kurt mentre questi
partiva.
Lo guardò sparire oltre la curva, prima di incamminarsi verso la sua macchina,
in un certo senso sollevato.
Sapeva che Kurt avrebbe adorato sua mamma e, in un certo senso, sapeva che
anche lei si sarebbe innamorata del suo ragazzo.
Il giorno
successivo, nella sala prove dei Warblers, i ragazzi sembravano tutti più
ridicoli del solito.
Le divise, per lo meno, lo erano.
Nessuno indossava la classica camicia bianca con sopra la cravatta, bensì da
sotto i blazer blu e rossi si intravedeva il collo di una banale t-shit. Wes li osservò entrare tutti, uno dopo l’altro,
complimentandosi con se stesso per la centesima volta per quell’idea.
“Possiamo iniziare?” domandò divertito, mentre osservava i ragazzi prendere
posto sulle sedie disposta in cerchio al centro della stanza, lievementa confusi.
“Sembra di stare ad un ritrovo degli Alcolisti Anonimi” disse Duvall, facendo
ridacchiare Jeff alla sua sinistra “Salve a tutti, io sono Nick, ho sedici anni
e non bevo da sei ore…”
“Siediti Duvall, e smettila di cazzeggiare” Thad
prese posto alla sua destra, sistemandosi la giacca.
“Iniziamo, coraggio” si intromise David guardandosi attorno mentre appoggiava
gli avambracci sui braccioli della sedia “Ma…. Chi
manca?” chiese indicando l’unica sedia vuota, vicino a Flint.
“Trent è tornato a casa” Rispose quest’ultimo “Ha
detto che ci sarà venerdì per le prove generali.” Wes annuì grave “Qualcuno sa se ha problemi a casa?
Ha anche rifiutato l’assolo che aveva vinto…”
“Niente di preoccupate” borbottò acidamente Wilson, e tutti lo presero in
parola senza indagare.
“Bene, iniziamo con queste magliette” sorrise Wes “A
chi l’onore di rompere il ghiaccio?”
“Vai Montgomery, facci sognare” disse con un ghigno divertito Kirk, mentre
tutti iniziavano a chiamare il capo consiglio, incitandolo a essere il primo.
“Ok, ho capito” disse Wes ridacchia, prima di alzarsi
in piedi e aprire il blazer.
“Rullo di tamburi!” gridò Thad mentre tutti si
esibivano in una serie di ‘ooh’ davvero stupidi.
Appena la giacca venne aperte su di essa si lessero chiare le lettere che
componevano la parola ‘Paranoid’.
“Amico, hai fatto centro” disse sincero Cameron “Sei la persona più paranoica
del mondo, senza offesa.” Wes ridacchiò “Fin da bambino ho sempre tenuto sotto
controllo tutta la mia vita, e quando qualcosa sfugge….
Beh, ammetto di non essere divertente. Voi ne pagate le conseguenze, chi meno e
chi di più…” rivolse uno sguardo a Thad, che ricambiò eloquente “Ma se lo faccio è solo perché
ci tengo ad ognuno di voi. E voglio che queste ultime settimane insieme siano
serene.”
Un coro di applausi si alzò nella stanza, poi Jeff prese la parola “E se quello
che mostra la maglietta decidesse chi deve farlo dopo di lui?”
“Ottimo modo per ottimizzare i tempi, Sterling” disse il ragazzo asiatico prima
di voltarsi verso David “Coraggio, numero due…”
Il ragazzo di colore ridacchiò “Numero due? Questa te la faccio pagare” si
tolse la giacca velocemente rivelando la scritta sul petto ‘Compound’
mentre il resto del gruppo annuiva “Beh non c’è molto da dire, la mia maglietta
parla per me. Sono sempre stato un ragazzo troppo composto, e le poche volte in
cui perdo le staffe così tanto da scompormi sembro pazzo. Non posso farci
molto, sono fatto così…” disse semplicemente “Ora, Thad…”
“Io sono banale” disse Harwood iniziando a sbottonare
la giacca della divisa. Quando mostrò a tutti la scritta ‘BipolarBadass’ nessuno si stupì, anche se quasi tutti
sorrisero “Io non sono pazzo” disse semplicemente il ragazzo, scrollando le
spalle “Ok, forse un po’ si ma non così tanto da non arrivare a capire che non
deve essere facile starmi dietro…. Io ci tengo solo a
dire a voi che siete qui con me, che mi trattate esattamente come prima…. Beh, lo apprezzo moltissimo”
Sapeva di non essere stato chiarissimo, ma fondamentalmente sperava che i
ragazzi avessero capito. Wes sorrise dolcemente “Per noi sei sempre la stessa
persona” gli disse tranquillamente, appoggiato dagli altri Warblers “E coloro
che se ne sono andati non l’hanno fatto per te, ma perché evidentemente non
sanno reggere un po’ di pressione”
“Secondo me uno di loro era il nostro giornalista folle e ha paura che Thad gli spacchi la faccia” ammise Duvall. Harwood annuì alzando il pugno “E fa bene…. Dai Nick, mostraci la maglietta sul suo naso”
“Cosa ti dice che è sul mio naso?!” Thad lo guardò furbescamente “Sesto senso…”
Nick si alzò dalla sedia tenendosi chiusa la divisa “Sai, è solo fortuna se hai
indovinato…” Lentamente la aprì e Kirk esplose a
ridere.
“SarcasticNose?” chiese
divertito “Si direi che è il tuo…”
“E tu che hai scritto?” domandò Duvall “Big Teeth?”
Kirk gli mostrò la maglietta senza nemmeno alzarsi. Su di esse primeggiava la
scritta nera ‘Lord Outdate’.
Jeff corrugò le sopracciglia “Fammi capire, sei fiero di essere un giurassico?”
“No, plebeo” rispose guardando con sufficienza Sterling che si domandò se
quella fosse o meno un’offesa “Sono fiero di conservare ancora l’educazione di
un tempo….”
“Ecco perché puzzi di tappeto vecchio” disse Thad
prima di scoppiar a ridere, beccandosi una pacca da Wes.
Nick per poco prese a rotolare sul tappeto a causa di un eccesso di risa.
“Vai Jeff” disse Montgomery, trattenendo inutilmente un sorriso divertito.
Il biondino si alzò in piedi, buttando il blazer sulla sedia ed esibendo la sua
maglietta con sopra segnato ‘Insecure’, sorridendo
tirato “Non so se ho fatto la scelta giusta, ero indeciso tra questo e qualcosa
riguardo la mia altezza…”
David sorrise “Penso che tu abbia fatto la scelta giusta…”
Sterling sorrise “Ok, grazie…. Ora tocca a…” I suoi occhi si fermarono in attimo su quelli di Flint
ma li distolse velocemente “Blaine!”
Il solista si alzò con un sorriso, mostrando la maglietta.
“Like a Boy?” Domandò poco convinto Thad “Con tutto quello che potevi mettere sull’altezza, le
sopracciglia e il ritardo mentale…. Sei scaduto così
nel banale?”
Anderson lo guardò male “Per me è così” disse indispettito. Wes scosse il capo “Va cambiata….
Te la faccio io”
Blaine sbuffò, indispettito chiamando il successivo “Flint”
Wilson si alzò poco convinto, rivelando il messaggio della sua maglietta ‘Forever Alone’ “Mia madre mi trascina sempre in giro per il
mondo, e non riesco mai a creare veri legami. Per questo penso che la cosa che
più mi ferisce di me stesso è questo senso di totale abbandono”
“Magari te lo cerchi, ci hai mai pensato?” domandò Duvall ovvio. Wes lo fulminò “Nessuno giudica nessuno, chiaro?”
Flint si risedette senza dar segno di aver ascoltato Nick, dando una pacca sul
braccio a Richard che si alzò schiarendosi la voce “Io ho scritto ‘Shy’ sulla maglietta perché la mia timidezza spesso mi
frena rendendomi un po’ chiuso…”
“Non sembri molto timido” fu il commento acido di Jeff, che Nick appoggiò.
“Ragazzi finitela o vi caccio fuori”
Duvall guardò Wes storto “Non me lo dicevano dalle elementari….” Wes li guardò male per la seconda volta e si misero
in uno strano silenzio indispettito.
Cameron propose la sua maglietta, con su scritto ‘BlahBlahBlah’, che tutti
decretarono la migliore e, soprattutto, la più azzeccata.
Il ragazzo asiatico sospirò paziente prima di guardare Ethan “Manchi solo tu….”
Il ragazzo si alzò un po’ titubante, aprendosi la giacca.
‘Smoochy’
“Timido e coccoloso, è perfetto” disse Kirk
tranquillamente, e tutti presero a fissarlo con tanto di sopracciglia alzate
“Ragazzi non occorre essere gay per riconoscere che Ethan è così!”
“Sembri una bambina che guarda il suo Orsacchiotto del Cuore” commentò sagace Thad, beccandosi una scarpata “Okok
ho capito!” Wes si alzò “Bene, avete fatto quasi tutti un ottimo
lavoro” disse guardando Blaine che sbuffò, incrociando le braccia sul petto “Ci
vediamo venerdì per le prove generali, nel frattempo chi suonerà può
incontrarsi liberamente purchè suoni fuori
dall’edificio. Non ci hanno permesso di usare le amplificazioni qui”
“Tutti a casa Harwood!” disse Nick battendo il cinque
a Thad.
“Tu non suoni nemmeno” disse David scuotendo i capo.
“Scherzi?” si difese Duvall “Jeff al basso, Winston, Thad
e Blaine che si alternano alle chitarre, il fratellino di Sterling alla batteria…. Io al tamburello!”
“Oh smettila con questo tamburello” roteò gli occhi Thompson.
“Sono bravo veramente…. Jeff diglielo tu che sono
bravo” piagnucolò Nick seguendo gli amici fuori dalla stanza. Wes trattenne un istante Blaine, guardandolo
seriamente negli occhi “Vuoi una mano con la maglietta?”
Il solista sospirò “Io non capisco perché te la prendi così tanto…”
“Perché non hai capito il senso di tutto questo” disse Montgomery “Non è un
problema il fatto che sei innamorato di un ragazzo, mentre l’essere bipolari,
sarcastici o troppo chiacchieroni si!”
“David?? Il suo non è un problema!”
“Invece si” lo corresse Wes “Molti scambiano la sua
compostezza per freddezza, mentre tu sai che è una persona carinissima….”
Il capo consiglio fece una pausa “Hai tempo fino a dopodomani….
Poi te la faccio io la maglietta, ok?”
Kurt alzò un
sopracciglio, portandosi il cucchiaino con sopra una generosa porzione di
gelato al fior di latte alle labbra “Wes ha davvero
detto così?”
Blaine annuì, sospirando “Sì…. Dice che devo trovare
qualcosa di significativo…”
Kurt ci pensò su, affondando di nuovo il cucchiaino nella vaschetta che il suo
ragazzo aveva portato, per ‘addolcire’ le prove. Come se ce ne fosse bisogno
“Beh devi chiederti cosa ti appartiene e, in minima parte, crea disagio negli altri…. è questo il senso dell’esibizione per voi, no?”
Il solista annuì prendendo un po’ di cioccolato “Già….
Va meditata la cosa…”
Kurt si mise a sedere composto, visto che fino a quel momento era rimasto
parzialmente steso, appoggiato ad un gomito per poter guardare il suo ragazzo
mentre gustavano quello spuntino “Iniziamo a provare la canzone?” domandò
prendendo il telecomando dello stereo e accendendo, prima di andare verso il
ripiano su cui teneva tutti i suoi vinili.
Blaine prese i cucchiaini, appoggiandoli con cura sopra ad un kleenex per non sporcare la scrivania del suo ragazzo, e
gettò via la vaschetta di gelato vegetale che, come aveva immaginato, Kurt
aveva letteralmente divorato.
Iniziò a canticchiare sotto voce la canzone che stava passando alla radio e
scattò appena Kurt fece per mettere su il vinile.
“Aspetta…” disse gentilmente prendendogli il polso e
abbracciandolo da dietro “Adoro questa canzone….
Falla finire…”
Hummel sorrise, mentre Blaine portava le braccia attorno alla sua vita con fare
più deciso, appoggiando il mento alla sua spalla nonostante fosse di qualche
centimetro più basso.
I'm building
a castle
On the beaches where the oceans
Tell us come and rest under the sun
You bury your head in the sand,
Waiting for your boy to understand
Had to be a man 'cause love is not enough.
Lentamente, iniziò
a canticchiargli sulla pelle del collo, lasciando di tanto in tanto qualche bacio
su di esso ed incrementando così i brividi provocati dal fiato caldo del
solista.
Arrivò a sussurrargli le parole con tono basso, direttamente nell’orecchio,
mentre Kurt sentiva che le gambe iniziavano a diventare sempre più simili a due
stecche di gelatina….
And I know,
even if your hope is gone
You belong, you belong to me, to me.
I'm coming home and I know it won't be long
Before you belong, you belong to me.
A quel punto il
più giovane non riuscì più a frenarsi.
Girò su se stesso, buttando le braccia dietro al collo di Blaine iniziando a
baciarlo appassionatamente nonostante la porta aperta.
Una cosa era certa, solo Blaine Anderson riusciva a fargli perdere del tutto la
testa a quel mondo.
E, per sua sfortuna, iniziava a capirlo anche Finn, mentre
cercava un modo per andare in camera sua senza passare davanti a quella del
fratellastro.
Thad prese un tiro di sigaretta, schiarendosi la voce
“Direi che ormai siamo pronti, mago del tamburello”
Nick annuì, cercando l’accendino nelle tasche della giacca primaverile “Sì
direi anche io…. Tra l’altro con largo anticipo….”
“Secondo te perché Wilson non ci ha detto cosa suonerà? Come cavolo la
prepariamo la sua canzone?” domandò Harwood stizzito.
Le prove erano finite da un pezzo e loro se la prendevano comoda visto che
avevano ottenuto una proroga sul coprifuoco per permettere le prove della parte
strumentale. Avevano provato tutti i pezzi eccetto quello di Flint, che se
n’era andato senza dire una parola così come era venuto.
“Farà un acustico” disse con totale noncuranza Duvall “Anche se, onestamente
parlando, se facesse una figura di merda io ne sarei solo felice. Odio il modo
in cui Jeff si sente a causa sua…” Thad sospirò, facendosi serio per un attimo “Sta
molto male?”
“Secondo te?” domandò secco l’altro “Nemmeno quella schifosa palla di pelo
color polvere sembra sollevargli il morale…”concluse
alludendo a Caporale Gatto. Harwood abbassò gli occhi, esibendosi poi in un
ghigno “Le pene d’amore, che cosa patetica…”
“Tu lo dici? Dai lo sanno tutti che morivi dietro ad Hummel…”
Thad gli schioccò un’occhiataccia mentre Nick lo
prendeva in giro “Quando ti ho beccato sopra di lui a limonartelo
eri più arrapato di una ragazzina di tredici anni….”
“Quindi i casi sono due” disse sagace l’altro “Oh vivi la vita per spiare le
erezioni degli altri, così non ti senti solo mentre ti fai le seghe, oppure mi
invidiavi molto e volevi anche tu avere un rapporto fisico…”
Nick fece per controbattere, quando, nel grande giardino sul retro di casa Harwood (diciamo villa) munito di tutti i confort compresa
un’enorme piscina con tanto di idromassaggio, apparve qualcuno.
Flint Wilson, per la precisione.
Il ragazzo passò accanto a lui senza guardarli “Ho dimenticato il cellulare”
disse senza colore, proseguendo. Thad e Nick si scambiarono uno sguardo.
Non c’era più nessuno nel grande garage, eccetto un paio di BMW e Jeff.
E questo fu tutto ciò che trovò anche Flint quando entrò dentro di esso.
Jeff sedeva di spalle rispetto alla porta del garage, su un vecchio
amplificatore.
Suonava una chitarra acustica dall’aria molto vissuta, con la quale molto
probabilmente sostituiva lo slittino d’inverno, visto il modo in cui era
ridotta.
Flint ricacciò indietro i complimenti a se stesso per quel commento sagace e
sospirò, prendendo il cellulare e facendo per andarsene.
Quando Jeff prese a cantare, però, si fermò qualche istante, tenendo gli occhi
chiusi e la spalla appoggiata contro la parete.
La voce di Jeff non era armoniosa come la sua, o profonda come quella di Thad. Non era nemmeno lontanamente potente come quella di
Nick, o celestiale come quella di Hummel.
Ma a lui piaceva molto.
Era semplice….
…. E, in quel momento, molto triste…
Quando attaccò il ritornello il più piccolo uscì dalla stanza, con quelle
parole che gli ronzavano nel capo. Superò di nuovo i due tabagisti augurando
loro la buona notte e velocemente si infilò nella sua Porche Carrera,
stringendo così forte il volante da farsi male.
“Fidati Jeff…. È stato meglio così.”
Prese un paio di respiro profondi reprimendo l’istinto di piangere e si
sistemò, allacciandosi la cintura.
Poi tornò alla Dalton, cercando di ignorare il tremolio alle mani e
canticchiando a sua volta la canzone che aveva sentito intonata da Jeff,
sentendosi ridicolo….
You're just
a sad song with nothing to say
About a life long wait for a hospital stay
And if you think that I'm wrong,
This never meant nothing to ya…
La settimana si concluse
in fretta, e venerdì pomeriggio i Warblers si incontrarono alla solita ora per
le prove generali.
Il giorno successivo ci sarebbe stata la tanto attesa notte dei fuochi e, per
quanto le Locali e le Regionali fossero state importanti per i ragazzi, niente
era paragonabile a quella festa.
Tutti gli anni i Warblers diventavano gli assoluti protagonisti per un’intera
serata, mostrando al mondo il rigore della Dalton. Quell’anno sarebbe cambiato
tutto.
Per la prima volta cantavano senza la divisa (se non per una prima parte, a
detta di Wes) e cantavano canzoni soliste.
In un certo senso, cantavano anche per loro stessi.
Le frenesia era palpabile nella sala.
Chi correva in giro con spartiti in mano, chi discuteva su una tonalità
sbagliata, chi si scaldava la voce….
Quando Blaine arrivò trovandoli tutti così sorrise raggiante.
“Vediamo la maglietta” gli disse Wes, prima ancora
del buon giorno.
Anderson aprì il blazer e subito il ragazzo asiatico scoppiò a ridere.
‘Too Late’.
“Ora ci siamo” disse bonario, battendo la mano sulla spalla del solista che
ridacchiò a sua volta “Questa è tua…”
“Lo so…” replicò il diretto interessato “Ho capito
che dovevo scrivere una cosa del genere mentre provavo il duetto per domani con
Kurt….” Wes lo guardò ovvio “Non voglio i dettagli”
Anderson arrossì lievemente “Ma non abbiamo fatto niente di che!”
“Seh certo” protestò il più grande, prima di battere
le mani e attirare l’attenzione generale “Ci siamo tutti?”
“Ora si…” Wes si voltò verso la persona che aveva parlato,
trovandosi di fronte Trent. Non indossava la sua
divisa, ma un paio di pantaloni color cachi e una felpa blu, allacciata fino in
cima.
Sospirò “Scusate l’assenza…”
“Nessun problema” sorrise il capo consiglio “Come mai non sei in divisa?”
“Sono qui solo per mostrarvi la maglietta” disse con un fil di voce “ Poi penso
di tornare a casa…”
“Non ti senti bene?” chiese premuroso David mentre Flint faceva saettare i suoi
occhi di zaffiro su di lui.
“No. Solo voi non mi vorrete più qui”
Blaine lo guardò senza capire, mentre Nixon scontrava il suo sguardo con una
strana espressione. Era…. Dispiaciuto? Per cosa?
Quando Trent spostò gli occhi porcini in quelli neri
di Thad prese un respiro profondo, aprendosi la
felpa.
Tutti rimasero in silenzio.
Blaine lo fissò senza capire, poi lentamente nella sua testa si materializzò
una consapevolezza che Jeff non colse per nulla.
“Che succede?” sussurrò il biondino all’orecchio di Duvall che, nel frattempo
stava per fulminare Trent con l’occhiata più omicida
della storia.
Il silenzio si infranse con un ringhio e improvvisamente Thad
si divincolava dalla presa solida di Kirk, Richard e Ethan che tentavano di
trattenerlo dal saltare alla gola del ragazzo ancora sulla porta.
“Io ti ammazzo!” urlò con forza Thad “Ti prendo, ti
strappo le interiora e ti farcisco come il porco che sei!” Trent indietreggiò appena, mentre Blaine e Nick
facevano un passo verso di lui “La sessualità di Ethan, la patologia di Thad, i problemi di Blaine…. e la
mia verginità!” sbottò Nick “Sei un…. Un…. Dio ti spaccherei la faccia se non avessi paura
dell’espulsione! Anzi, sai che ti dico! Fanculo!” Si
arrotolò le maniche del blazer mentre Jeff lo tirava indietro.
Partì di tutto, insulti, spartiti appallottolati che colpirono Trent, urla….
Fino a che Wes non riportò l’ordine “SILENZIO!” il
ragazzo asiatico guardò duramente Nixon “Sei espulso dai Warblers, a vita”
disse secco, con rancore negli occhi e nella voce “Ora vattene via
immediatamente.” Trent non se lo fece ripetere e, velocemente, guardò
i suoi compagni sentendosi male davanti allo sguardo deluso di Ethan.
Girò sui tacchi, correndo verso le scale sino al terzo piano e chiudendosi in
stanza.
Non avrebbe più dormito alla Dalton, ma non per paura di Thad.
Li aveva traditi, ingannati.
E loro lo avevano sempre accettato in fin dei conti, no?
Come aveva fatto ad essere così stupido?
Si appoggiò al comò, osservando schifato la sua immagine riflessa dallo
specchio. Su di esso c’erano ancora tante foto del gruppo, comprese alcune di
Flint e Jeff che il morettino non aveva avuto il coraggio di levare….
Si era rovinato da solo.
E meritava solo la solitudine.
Sospirò, guardando la sua maglietta e dicendosi che aveva fatto la cosa giusta
almeno a denunciarsi.
Ecco cose era.
Sei lettere nere impresse sul bianco.
‘Guilty’.
Continua….
Nda.
Eccomi qui!
Lievemente in ritardo ma capitemi, ho già una marea da studiare xD
Ho solo tre cose
da dire, poi non vi stresso più fino alla prossima settimana!
Prima di tutto da
ora mancano solo dieci capitoli alla fine (Sì, sono 35 ma il prossimo è in due
parti) quindi ormai ci siamo…. Circa xD
Per chi volesse le
traduzioni della cose sulle magliette (ho usato un americano parlato per certe,
quindi non so se si capisce), ecco a voi:
Jeff:
Insecure - Insicuro
Wes: Paranoid – Paranoico.
David: Compound
– Composto.
Kirk: Lord
Outdate – Signor Antiquato
Thad: BipolarBadass – Bipolare ‘che spacca’ (scusate ma
non saprei come altro renderlo)
Blaine:
Too late – In ritardo (molto in ritardo,
Anderson!)
Flint:
Forever Alone – Per sempre da solo (non
pensate a quella bruttissima faccia bitorzoluta che gira sempre su FB vi prego xD)
Nick:
SarcasticNose – Naso
Sarcastico
Ethan:
Smoochy – Tenerello.
Cameron:
Blahblahblah(Penso sia
eloquente xD)
Richard:
Shy - Timido
Trent:Guilty – Colpevole.
Altra cosuccia….
Oddio non mi ricordo.
Ah si!
Ho praticamente tutto il primo capitolo
del seguito pronto…. (lo so, è maniacale, ma dovevo
levarmi lo sfizio!) e, se vi va, vorrei indire un contest tipo quello per
scoprire chi era il colpevole del DDR, dove 4 persone vinceranno il diritto di
leggere in anteprima il seguito :D
Lo so, è una cazzata, ma è per passare
il tempo xD
Se qualcuno ha intenzione di aderire me
lo scriva in una recensione o per MP, se ci sono un di persone si fa.
Chi vuole conoscere in anteprima la
progenie del Klaine? Partecipate xD
Grazie mille a tutti coloro che hanno
letto/recensito/spulciato la pagina!Grazie per le oltre 6000 letture del prologo e, soprattutto, fate un
grande applauso (?) per Alexa – Dumbledore Fan
per aver betato questo capitolo a velocità record! **
Sei eccezionale, non smetterò mai di
dirtelo <3
Beneee!
Non c’è altro!
Alla prossima col caro Festival dei
Fuochi!
Un bacione
Jessy
Ps. Qualcuno tira ad
indovinare il duetto Klaine? xD
Alexa, Ginevra e Greta che
già lo sanno non valgono ovviamente.
Capitolo 32 *** #26 part I: Just closed your eyes and sing for me… ***
bananissima
Blaine Anderson presents:
the Pips!
#26 part I:Just closed your eyes
and sing for me…
Burt si guardò attorno, cercando di individuare un
chiosco di hot dog o qualcosa del genere mentre suo figlio gli girava attorno come
una trottola cercando di localizzare Blaine.
Finn fissava stranito il fratellastro,
eccessivamente su di giri.
“Non è la prima volta che canti con Blaine” disse
Hudson, fermandolo.
Kurt gli schioccò un’occhiata saccente “Non
capisci nulla, stasera è diverso”.
“Perché amoreggerete sul palco?” domandò Fin
roteando gli occhi mentre Carole lo guardava con disappunto “Alle Regionali
avete perso per questo motivo”.
“Un po’ come perderemo le nazionali nel caso in
cui sarai tu a scrivere la nuova canzone originale?” replicò tagliente Hummel,
e subito il ragazzone si tappò la bocca, senza però sconsolarsi ma anzi…. Rimase immobile pensieroso, beccandosi una pacca
sulla spalla da Burt, quasi a conforto.
Punk li raggiunse, salutando cortesemente i
signori Hummel e iniziando a parlare fitto con Fin, guardando verso le giostre.
Tutto era stato preparato nei minimi dettagli, e
Kurt non poté fare a meno di notare come la città di Westerville fosse molto
più organizzata di Lima: le giostre, gli stand col cibo, le bancarelle stile
mercatino dell’usato.
Aveva già adocchiato un capello in finta pelle
bianca, ma non era lì per quello.
Adocchiò il palco, posto in uno spiazzo con molte
sedie di plastica bianca disposte davanti, e subito si sporse verso il padre
dicendogli che andava a cercare Blaine. L’uomo annuì, tenendolo d’occhio fino a
che non sparì inghiottito dalla folla formata da famiglie e coppie di tutte le
età. Quel senso protettivo che provava verso Kurt non lo avrebbe mai
abbandonato, nonostante fosse consapevole che ormai, a diciassette anni, ne
avesse passate a sufficienza per sapersela cavare da se.
Kurt arrivò il piccolo palco scostandoci una
ciocca umida di sudore e sfilandosi il giacchetto leggero. Faceva già caldo,
nonostante fosse il primo di maggio e per la stagione era un po’ eccessivo.
Lì non c’era nessuno dei suoi amici, così
girandovi attorno arrivò dietro di esso, dove, appoggiato con i fianchi alle
impalcature metalliche, c’era Thad.
Era solo, e stava canticchiando qualcosa a bassa
voce che Kurt non colse fino a che non gli fu più vicino….
Il ragazzo più grande percepì la presenza di Kurt,
così alzo gli occhi nei suoi smettendo di cantare. Sorrise lievemente prima di
riportare l’attenzione sulla scarpa che teneva in mano e a cui stava sistemando
i lacci.
Hummel ci rimase un po’ male per quella totale
mancanza di disinteresse nei suoi confronti. Non voleva di certo che Harwood
gli stendesse un tappeto rosso davanti, lanciando petali di fiore al suo
passaggio.
Quel totale distacco, però, gli fece venire freddo.
“Ciao…” disse il più
giovane, appoggiandosi all’impalcatura accanto all’altro, osservando il suo
profilo “Tutto bene?”
“Oh si” rispose Thad con leggerezza, continuando
il suo lavoro indisturbato.
“Com’è stato il viaggio a Las Vegas?” domandò a
quel punto Kurt, dopo qualche istante di silenzio.
“Illuminante” Un'altra risposta distaccata “Ti
stupiresti nel sapere cosa si può fare con una carta di credito illimitata e
dei documenti falsi…”
Hummel gli
strappò la scarpa di mano, ottenendo finalmente la sua attenzione “Mi dici cosa
ti prende??”
Thad lo fissò sorpreso “Prego??”
“Mi stai ignorando…”
Il sopracciglio di Harwood si alzò al punto tale
che per poco scomparve oltre l’attaccatura dei capelli “Sul serio? Non me ne
ero reso conto” replicò schietto, mentre Kurt socchiudeva appena le labbra,
basito “Oh guarda, c’è il tuo ragazzo e il resto della ciurma” disse sbrigativo
il capo consiglio riprendendosi la scarpa e infilandola “Ora scusa ma devo
andare! Devo scaldare la voce e cambiarmi…. Stammi
bene Kurt”
Kurt rimase immobile, a fissare il punto che Thad
aveva appena lasciato, dopo una pacca sulla spalla fraterna. Una pacca sulla
spalla? A lui??
Hummel iniziò a fare ipotesi su ipotesi riguardo
quell’ambiguo comportamento…. Forse erano le
medicine, o forse il buco nell’orzono…. Le polveri
sottili forse?
Un paio di braccia forti gli circondarono le
braccia e, voltando di poco il capo, si trovò il viso del suo ragazzo
appoggiato alla spalla “Sei pronto per il nostro duetto?” gli chiese con un
sorriso, a cui Kurt rispose immediatamente.
“Sono nato pronto, Anderson….
Devi cambiarti?”
Blaine si staccò “Devo mettermi questa” disse
aprendo la maglietta e mostrandola al suo ragazzo, che scoppiò a ridere.
“Hai centrato il punto credo” disse divertito,
sorridendogli furbescamente.
Blaine alzò un sopracciglio, fingendosi risentito
“Dovrei prendermela, lo so…. Ma ti perdono solo
perché con questa camicia azzurra stai molto bene…
Ora vieni con me mentre mi cambio?”
Hummel arrossì lievemente, prendendo la mano che
il suo ragazzo gli porgeva e seguendolo fino al piccolo gazebo che avevano
allestito.
Lì, a petto nudo, Nick e Thad si stavano
spingendocome due ragazzini dementi,
mentre Jeff rideva cambiandosi le scarpe.
Duvall e il biondo salutarono calorosamente Kurt,
mentre Harwood continuava a comportarsi come se Kurt non ci fosse. Come se
tutto fosse normale quando non parlava col ragazzo….
Nick starnutì forte, prendendo un fazzolettino
dalla tasca dei jeans chiari e soffiandosi il naso.
“Dio, mi ha spettinato” disse Sterling, facendo
ridere sia Harwood che Blaine.
Wes roteò gli occhi, entrando nel gazebo.
“Non iniziamo ragazzi…”
disse, mentre Kurt leggeva sopra alla sua maglietta bianca cosa aveva deciso di
scriverci “ Tu stai male?”
Duvall scosse il capo “Sono allergico ai pollini,
deve esserci qualcosa qui intorno ma è gestibilissimo”
Thad rise “Quella tromba di Eustachio
che hai sulla faccia ha una potenza tale che l’esercito degli Stati Uniti
dovrebbe spendere i soldi dei contribuenti per studiarlo” Disse sagace “Dove
eri quando si è scatenato l’uragano Katrina?? Eh?
ammetti che è colpa tua!”
“Tutte quelle persone, le loro case….”
Jeff scosse il capo “Vergogna…”
Duvall li guardò male “Ok che ho un naso poderoso,
ma esagerate…”
Thad s’infilò la maglietta “Esagerare? Non mi
stupirei se con quel coso tu riuscissi anche a captare le scoregge delle
falene!”
Tutti esplosero a ridere, persino Wes e Kurt che
cercavano di darsi un contegno non resistettero.
Nick forzò una risata falsa “Speriamo ce ne siano
poche fuori, allora….” Mormorò acido.
David infilò la testa nel gazebo, sorridendo
sghembo “Siete pronti? Si va in scena!”
Finn si accorse che Kurt era tornato per tutto il
karma negativo che irradiava.
Lo guardò attentamente, cercando di nascondere
almeno in parte l’enorme hot dog che stava mangiando di gusto.
“Non ti salverai dal colesterolo alto, Hudson”
disse serafico il giovane Hummel, con il tono subdolo da minaccia di morte che
Finn temeva.
Ingoiò il panino rumorosamente,prendendo un generoso sorso di birra prima di
nascondere tutto sotto la sedia.
Burt guardò il figlio alzando il sopracciglio
destro “Cosa ti ha scocciato tanto? Di solito fai questo tipo di commenti, o
maltratti tuo fratello, solo quando sei irritato.”
“Nulla” sbottò secco Kurt, troncando il discorso
sul nascere.
Nella sua testa solo una parola continuava a
rimbombare nel vuoto, il nome della persona che gli aveva rovinato la serata, a
dirla tutta.
Thad. Thad. THAD.
Che cosa aveva fatto per meritarsi tutta quella
freddezza? Solo a lui tra l’altro, visto il modo in cui rideva e scherzava con
gli altri….
Si rifiutava di credere che fosse per Blaine, per
la loro relazione, o sarebbe stato a scoppioeccessivamente ritardato.
A distrarlo ci pensò Wes, salendo sul palco e
picchiettando sul microfono prima di parlare al pubblico, con un sorriso.
Santana si sporse in avanti, appoggiando entrambe le mani sulle spalle di Kurt
e parlandogli nell’orecchio “Il tuo amico caliente
c’è?” domandò lasciva.
Hummel sbuffò “Vallo a cercare San” disse secco,
incrociando le braccia. Alla ragazza ispanica non rimase altro che tornare a
sedersi sulla sedia composta, con Britt accanto che
la mandava delle occhiate stranite.
Le ND si erano unite tutte quante per dare il loro
sostegno ai Warblers per quella serata, eccetto Quinn che dopo il funerale di
Jean, la sorella della coach Silversten, di quello
stesso pomeriggio non si era più fatta sentire.
Finn aveva solo accennato a Kurt che si erano
lasciati, ma Hummel non voleva entrarci, il triangolo amoroso Fincherbray non lo aveva mai entusiasmato.
E poi era convinto che le donne dessero solo
problemi.
“Grazie per essere venuti stasera” Montgomery
intanto stava introducendo la serata, sorridendo allegramente alle persone che
presenti. Rachel si guardò attorno, notando che erano davvero molte… “Sarò breve così da potervi lasciare in fretta per
godervi lo spettacolo….”
Finn si avvicinò col viso al fratellastro “Hai
litigato con Blaine?”
“No.”
“E allora?”
Kurt sospirò “Finn davvero, sto bene” forzò un
sorrisetto, mentre teneva gli occhi su Wes chiedendosi di cosa stesse parlando
“Non preoccuparti…”
Il ragazzone annuì, tornando a sedersi composto,
continuando però a lanciare occhiatine a Kurt.
Wes nel frattempo aveva finito di introdurre
brevemente i Warblers, cosa notevolmente apprezzata perché sicuramente se lo
avessero fatto fare a Thad avrebbe intrattenuto tutti per minimo tre quarti
d’ora in pieno stile cabaret.
“Grazie mille per essere venuti e buona serata”
sorrise il ragazzo asiatico, noi siamo i Dalton Warblers!”
Il pubblico applaudì mentre Wes sfilava il
microfono dall’asta, mettendola poi da parte.
Uno a uno ogni ragazzo salì sul palco e a Kurt
fecero un po’ effetto così, senza le loro divise, pronti per esibirsi. Si
schierarono lungo i tre lati del palco, e tra loro non c’era Trent.
Kurt sapeva che la storia della casella sulla
schiena non centrava, visto che prima nel gazebo aveva visto Wes sorridere
amichevole a tutti mentre con un indelebile nero si divertiva a fare tante X.
Quando aveva scoperto che Trent era la mente dietro al DDR, Hummel ci era
rimasto sinceramente male.
Non pensava che il risentimento potesse portare
atutta quella cattiveria….
Kurt notò che Blaine e Jeff tenevano sulle spalle
un paio di chitarre acustiche, mentre Nick aveva in mano quello che sembrava in
modo oscenamente ovvio ad un tamburello.
Si scambiarono un’ occhiata, mentre le luci
cambiavano abbassandosi, e Jeff si sistemò l’archetto, facendo un paio di passi
in avanti e portando le mani sulla chitarra. Le prime note sferzarono l’aria,
mentre con un sospiro profondo si apprestava a iniziare.
Kurt lo guardò sorpreso, era la prima volta che
apriva qualcuno che non fosse il suo ragazzo….
Jeff:
Made a wrong turn, once or Twice
Dug my way out, blood and fire
Bad decisions, that’s alright
Welcome to my silly life…
La chitarra non copriva minimamente la scritta
‘Insicure’ sul petto, e nemmeno quella lieve luce traballante negli occhi di
Jeff. Ma era bravo, nonostante la sua non fosse la voce migliore o la più
potente era bravo.
E lentamente, parola dopo parola, iniziò a
prenderne consapevolezza.
Dopotutto parlavano di lui, quelle parole, della
sua esperienza e di come si fosse cacciato nei guai a Los Angeles. Per questo
Wes gli aveva assegnato quel pezzo, oltre che, mettendolo nelle condizioni di
rompere il ghiaccio, in qualche modo doveva rinforzarsie mettere da parte l’insicurezza.
Ma non ci volle molto a farlo ripiombare….
Blaine prese a suonare con lui mentre Flint
attaccava il pezzo successivo, stringendo tra le mani il microfono e
accostandosi al suo ex ragazzo, davanti al palco.
Jeff evitò accuratamente si guardarlo….
Flint:
Mistreated
this place, misunderstood
Miss ‘knowing it’s all good’ it didn’t slow me down
Mistaken, always second guessing
Underestimated, looking I’m still around
Kurt guardò attentamente Wilson, alzandosi istintivamente
le mani sotto alla bocca. Il messaggio triste della maglietta gli rimbombava
sul viso, negli occhi grandi e spenti.
Non ci stava mettendo passione, né altro.
Stava cantando come se dovesse farlo e, per quanto
gradevole fosse la sua vocetta acuta, non andava.
Così come le emozioni che stavano cantando si sentiva sbagliato e incompreso,
se pur consapevole di non aver messo nessuno nelle condizioni necessarie per comprenderlo….
A recuperare la situazione, arrivò il ritornello…
Blaine:
Pretty pretty
please, don’t you ever ever feel
Like you’re less then fuckin’perfect
Pretty pretty please, if you ever ever
feel
Like you’re nothing, you’re fuckin’ perfect…
Tome…
Kurt sorrise raggiante per la prima volta da
quando era arrivato a Westerville, quella sera. Blaine era davvero il solista
più meritevole….
Aveva camminato deciso in avanti, fermandosi
proprio sul limitare del palco, guardando la gente con sguardo fiero e
convinto. E passionale….
Blaine era così passionale che le dita dei piedi
di Kurt si arricciarono.
Era concentrato a tal punto che non si accorse che
si stavano quasi tutti alzando per saltellare ed acclamare i Warblers fino a
che una donna particolarmente grassa gli coprì la visione del fantastico sedere
del suo ragazzo che si era voltato per lasciare la scena a Wes e David.
Si irritò parecchio, ma tutte le parolacce che gli
vennero in mente furono bloccate da Rachel che lo trascinò con sé gli altri
ragazzi, sotto al palco.
You’re so mean (Wes: You’re so mean)
When you talk (Wes: when you talk)
About yourself, you were wrong
Change the voices(Wes:Change
the voices)
In your head(Wes: in your head)
Make them like you, instead
Kurt li guardava sorridendo, gomiti appoggiati al
palco e occhi rivolti verso l’alto, anche se di tanto in tanto lo sguardo
saettava in quello di Blaine, che stranamente riusciva sempre ad intercettarlo.
“Sembrano i gemelli del destino” ridacchiò Finn da
dietro al fratello, che non poté che essere d’accordo. Wes e David, opposti in
tutto a livello fisico, lo erano anche come messaggio sulla maglietta.
Cameron,
Nick, Ethan:
So
complicated, look how we are making
Filled with so much hatred, such a tired game
It’s enough I don’t know how I could think of
Chase down all my demons I’ve seen you do the same… (Nick: ohhohhhhhh)
Al posto dei due capi consiglio si schierarono
Cameron, Nick e Ethan che, cantando contemporaneamente, ma non c’era nessuna
confusione nella loro esecuzione.
Le loro voci si armonizzavano alla perfezione, essendo
piuttosto in scala, nonostante quella di Duvall spiccasse decisamente sulle
altre due.
Kurt ridacchiò, guardando Nick che ammiccava al
pubblico con un sorriso smagliante, prima di voltarsi per lasciare nuovamente
il posto a Blaine perché cantasse di nuovo il ritornello.
Duvall era inconsapevole, ma una persona da in
mezzo alla folla lo aveva fissato per tutto il tempo con un sorrisetto sulle
labbra.
Blaine si mise di lato al palco, continuando a
suonare con Sterling mentre, per la prima volta, Richard abbandonò il suono da
percussione che stava facendo dell’inizio della canzone per far sentire la sua voce….
Kirk:
The whole worlds scared so I swallow
the fear
The only thing I should be drinking is an ice cold beer
So cool in line and we try trytry
But we try too hard it’s a waste of my time
Fece una buffa giravolta su se stesso, mentre Kirk
camminava sicuro al suo posto, sistemandosi i capelli biondiall’indietro e sorridendo, mostrando i sui
perfetti denti bianchi.
La posa che assunse ricordò a Kurt quella delle
modelle un po’ scarse di Project Runway,ma comunque apprezzò la sua voce.
Done
looking for the critics,‘cos they’re everywhere
They don’t like my jeans, they don’t get my hair
Strange ourselves and we do it all the time….
Thad si appoggiò alla spalla di Kirk, cantando
tranquillo fino ad esibirsi in quella acuto che….
Dio, tolse ilfiato a Kurt e molte altre persone.
Why do we do that?
Why do I do that? ( why do I do that?)
Yeah!!
Oh pretty prettypretty!!
Rachel canticchiava la canzone, tenendo le braccia
attorno alle spalle di Mercedes e Brittany, mentre Blaine e quel ragazzo dalla
voce profonda e stupenda cantavano insieme il ritornello.
Era uno spreco che un tale talento fosse sempre
rimasto in ombra…
Kurt intanto non riusciva bene a capire come la
situazione stesse degenerando in una gara…
Blaine e Thad:
Pretty pretty please, don’t you ever ever
feel
Like you’re less then, fuckin’perfect (Thad: Less
than! Fuckin’perfect!)
Pretty pretty please If you ever ever
feel
Like you’re nothing you’re fuckin’ perfect to me
(Thad: You’re perfect! Your’re perfect!)
Pretty prettypleaseIf you
ever ever feel
Like your nothing you’re fuckin’ perfect (Thad: Your
nothing! Fuckin’ perfect!)
Tome…
La canzone terminò, e tutti si chinarono ricevendo
gli applausi prima di sfilare in una fila ordinata giù dalla scaletta, tornando
dietro al palco.
Blaine lasciò cadere la chitarra lungo il fianco,
superando Nick che si stava velocemente sfilando la maglietta per mettersi una
camicia a mezza manica un gilet grigio dello stesso colore dei pantaloni.
Duvall sarebbe stato il primo a cantare.
Il solista andò deciso da Harwood che stava
prendendo la sua chitarra per poter accompagnare Nick, e gli appoggiò una mano
sulla spalla voltandolo verso di se con un po’ troppa enfasi. Tanta da fargli
cadere gli spartiti che teneva in mano.
“Ti sei rincretinito, Anderson?” sbottò irritato
Thad, scrollando la spalla per scostarsi da lui.
“Che ti è preso?? Perché hai provato a rubarmi la
scena?” domandò piccato Blaine, appoggiando con poca grazia la sua acustica e
guardando l’altro.
Thad ridacchiò sarcastico “Che c’è? Te la sei
presa perché ti ho coperto?”
“Tu hai coperto me?” domandò Blaine sentendosi
montare la rabbia “Se mai hai rovinato il pezzo finale!”
“No, tu l’hai rovinato, spingendo troppo per
raggiungermi” Harwood lo guardò tagliente “Ci fossi almeno riuscito” concluse
prima di avviarsi al palco, seguito da Jeff e suo fratello.
Blaine rimase del tutto allibito dal comportamento
di Thad, ma captando un paio di commenti a favore del capo consiglio decise di
lasciare perdere, andando a cercare Kurt nella folla.
Darling I'll bathe your skin
I'll even wash your clothes
Just give me some candy
Before I go
Oh, darling I'll kiss your eyes
And lay you down on your rug
Just give me some candy
After my heart
Blaine si affiancò a Kurt con un sorriso, mentre
il ragazzo guardava Nick che cantava quella canzone di Nuttini,
dondolando il capo di lato.
Si accorse dell’arrivo di Anderson perchè il ragazzo gli punzecchiò il fianco facendolo
sussultare.
Subito Hummel gli buttò le braccia al collo, stringendosi
a lui “Sei stato favoloso!” gli urlò senza lasciarlo, mentre Burt li guardava
alzando un sopracciglio.
Blaine si scostò, sorridendogli e lottando contro
l’impulso di baciarlo lì, in mezzo a tutti “Sono felice che ti sia piaciuto…. Buonasera signori Hummel, ciao Finn!”
Il fratellastro di Kurt alzò una mano salutandolo,
prima di voltarsi verso Puck e Mike, al suo fianco, e
commentare chissà cosa con loro.
Kurt non voleva sapere i loro discorsi demenziali…
“Ciao ragazzo” Lo salutò educatamente Burt, mentre
Carole gli rivolgeva un sorriso caldo e amorevole. Scambiarono alcune parole,
prima di tornare a guardare verso Nick.
“Ti va di mangiare qualcosa velocemente?” chiese
Blaine, notando David che gli faceva segno di raggiungere lui, Ethan e Kirk allo
stand dei panini “Prima di cantare intendo”
“E come lo controlli il reflusso degli acidi,
dopo?” domandò ovvio Kurt.
Il signor Hummel si sentì in diritto di dire la
sua “Intendi dire che dopo ci potrebbe essere il rischio di….
Fare qualche brutto suono nel microfono?”
“A me è successo” si intromise Finn “Dopo il McDonalds…. MrSchue non l’ha gradito”
“Nessuno l’ha gradito Finn” sottolineò Kurt.
Blaine gli tirò l’orlo inferiore della camicia
“Dai ti prego…. Non mangio da oggi a pranzo…”
Il suo ragazzo roteò gli occhi, asserendo mentre
Blaine lo prendeva per un polso trascinandolo dagli altri “Ma lontano dalle
bibite gasate!”
Mentre passavano tra tutte quelle persone, rivolte
verso il piccolo palco e incantante dalle luci che si alternavano in un misto
di sfumature viola, blu e bianche, passò accanto ad una ragazza che gli parve
di riconoscere…
Oh I'll be there waiting for you…
La canzone si concluse, e Thad applaudì all’amico,
scendendo poi dal palco insieme alla sua chitarra, seguito subito da Sterling, per
lasciare Nick a godersi quegli applausi meritati.
Wes e Richard salirono non appena Duvall smontò,
iniziando a trafficare con microfoni e mixer….
Una ragazza minuta osservava la scena in disparte,
sentendosi lievemente a disagio lì in mezzo. Non tanto per la situazione,
dopotutto era la classica festa di paese aperta a tutti, ma perché non riusciva
a capire se stesse facendo la scelta giusta.
Si scostò i capelli castani dalla spalla con un
gesto secco, prima di sistemare la grande cintura nera e lucida che sorreggeva
la gonna a vita alta, grigia. Strinse a se la borsa, incrociando le braccia e
mordicchiandosi il labbro nervosa, facendo due o tre passi verso il palco.
Forse per fortuna, o almeno sperò che la sua
intenzione fosse nata sotto una buona stella, mentre Richard iniziava a cantare
vide Nick uscire da dietro al palco insieme a Jeff e Thad,e si incamminò con loro verso di lei,
parlando e gesticolando…
Turn the lights off in this place
And she shines just like a star
And I swear I know her face
I just don’t know who you are
Turn the music up in here
Fece un paio di passi in avanti, verso di lui,
sperando in una reazione positiva.
Nick rimase molto sorpreso quando la vide, e
rallentò di poco il passo facendolo notare anche a Thad e Jeff che si
scambiarono uno sguardo veloce.
I due amici si dileguarono in fretta e il biondo
dispensò una pacca sulla spalla a Duvall prima di salutare con un cenno la
giovane.
“Ciao Kenzie” disse
sempre stupito Nick “Ma…. Che ci fai qui?”
Lei sorrise lievemente “Vengo tutti gli anni e so
che solitamente voi Warblers vi esibite…. Così…. Anche se Jessie non vuole
più cantare con voi ho deciso di venire…. Per te…”
And I just can’t pull myself away
Under a spell i can’t break
I just cant stop
I just cant stop…
“Cosa? Jessie non vuole
più cantare?” Nick ci pensò su, poi allargò gli occhi in modo vagamente
inquietante “Perché sei qui per me?”
Lei abbassò gli occhi, imbarazzata “Perché volevo
sentirti cantare…. E vederti. Onestamente, speravo
anche di riuscire a parlarti ma se tu non vuoi e preferisci stare con i tuoi
amici io lo capisco…”
Duvall scosse così energicamente il capo da
sentire un sinistro ‘crack’ all’altezza della terza vertebra cervicale “No,
davvero, non voglio stare conmiei amici…. O meglio, voglio starci ma preferirei stare con te…” disse impanicato, arrossendo
fino alla punta delle orecchie.
Lei ridacchiò, mentre pensava che sembrava più tenero
del solito “Hai finito per stasera?”
I can feel her on my skin
I can taste her on my tongue Shes the sweetest taste Ive
seen
The more I get the more I want
“No, devo fare la chiusura…”
disse scrollando le spalle “Mi sento un animatore sfigato….
Come al solito in pratica”
McKenzie scosse piano il capo, divertita “Non cambi mai, vero?”
“Ovviamente no” le sorrise lui, prendendo un
respiro e sciogliendosi “Senti ma…. Sbaglio o prima
hai detto che sei qui per me?”
Lei lo guardò, alzando un sopracciglio “Esattamente….”
Lui mantenne uno sguardo incerto, fissandola negli
occhi scuri “E…. perché?”
Kenzie si portò i capelli all’indietro, ma essi, essendo sottili e lisci
tornarono subito a coprirle il volto lievemente inclinato in avanti “Perché
certe volte agisci pensando di essere nel giusto, e poi pian piano ti rendi
conto che hai fatto una cazzata…” Ammise, rialzando
lo sguardo “Mi dispiace Nick, non avrei dovuto allontanarti solo perché se più
giovane di me di qualche anno e, se ora tu non vorrai più avere a che fare con
me lo capirò ma…. Mi dispiace così tanto Nicky… Ho sbagliato, ma forse è troppo tardi”
Duvall non sapeva così lo avesse appena smosso, se
le parole realmente sentite della ragazza oppure il modo tenero che aveva di mordicchiarsi
il labbro mentre lo guardava con quell’espressione da bambina smarrita che
sapeva di aver sbagliato, ma non riuscì a trattenersi dal prenderla tra le
braccia e baciarla con impeto.
Il pubblico esplose in un’autentica ovazione e
Nick si staccò, guardandosi attorno e notando che Richard aveva terminato la
sua esibizione “Credevo che gli applausi fossero per noi…”
disse acido, facendo ridere la ragazza di cuore, mentre allacciava le braccia
coperte di braccialetti dietro al collo del giovane “Ah! Pazienza!” disse poi,
tornando a tuffarsi sulle sue labbra, stringendola se possibile ancora di più a
se.
Non molto distante, gli amici del ragazzo li
fissavano presi, come nemmeno una vecchia telenovelas
messicanaavrebbe potuto catturare
l’attenzione di un branco di vecchiette infervorate. “La vita è così ingiusta”
brontolò Thad, prendendo un sorso di birra (lo stand era allestito dalla coppia
di coniugi irlandesi che gestivano il loro pub e che avevano promesso birra
gratis per i Warblers) “Duvall attrae perché mette in mostra quel nasone… se io mettessi in mostra i miei cinque metri verrei
arrestato per atti osceni in luogo pubblico”
“Sai com’è” disse David, prendendogli il bicchiere
e rubandogli un sorso “Non sarebbe molto elegante, Harwood”
“Nemmeno limonare in pubblico è elegante se è per
questo” disse saccente Thad, ma subito Jeff gli mise una mano davanti alla
faccia per zittirlo, colpendolo sul naso. Quando si voltò verso di lui, pronto
a cantargliele, e notò il suo sguardo serio, capì al volo.
Flint si stava preparando a cantare, rimanendo
fermo sul palco e sistemando dei cavi mentre Wes dal mixer mandava qualche
canzone nell’attesa.
Jeff era così concentrato da non sentire Blaine
che lo chiamava.
Il ragazzo sospirò rivolgendosi a Thad senza però
guardarlo “Senti noi torniamo sotto al palco a guardare lo spettacolo….
Tu stai qui con Jeff?”
“Si andate tranquilli ragazzi” replicò Thad mentre
David comprava un panino da portare a Wes, che si stava occupando dall’inizio
della serata delle luci e dei suoni, rispondendo (almeno secondo il parere di
Thad) a tutti gli stereotipi sui ragazzi orientali.
Thad cacciò malamente in mano al biondino una
birra, mentre sul palco salivano un tre ragazze, una con un violoncello, una
con un violino e l’ultima prendeva posto alla batteria, e scambiavano uno
sguardo con Flint che prese posto davanti al pubblico, reggendo una chitarra
classica a tracolla,non prima di aver
sistemato il microfono.
Sterling sorrise un po’ tirato ma grato all’amico
per la birra.
Ne avrebbe avuto bisogno.
Inaspettatamente Flint iniziò a suonare subito,
senza nemmeno presentarsi come avevano fatto tutti gli altri ragazzi.
La melodia era molto cadenzata e lievemente
malinconica, pensò Kurt, mentre si appoggiava con le mani al palco e Blaine si
metteva dietro di lui, appoggiandogli le mani ai fianchi.
Non conosceva quella canzone, anche se gli
ricordava qualcosa, ma a quanto pare Flint aveva accantonato il progetto
iniziale, ovvero Bad Romance di Lady Gaga che era
stato ampiamente apprezzato dal controtenore.
Quando prese a cantare scese il silenzio, a Kurt
sembrò che tutti si fossero improvvisamente zittiti, colmi di aspettativa. O
forse aveva l’udito così selettivo da volersi concentrare solo sulla canzone.
Un po’ come stava facendo Jeff….
I can take the rain on the roof of this
empty house
That don't bother me
I can take a few tears now and then and just let 'em
out
I'm not afraid to cry every once in a while
Even though going on with you gone still upsets me
There are days every now and again I pretend I'm ok
But that's not what gets me
McKenzie incrociò le braccia sulla canottiera bianca, esattamente sotto al
seno, ascoltando attentamente quella canzone.
Lei non conosceva molto bene Flint, però sapeva
che era il ragazzo di Jeff….
La giovane non era esattamente sotto al palco, e
non poteva quindi vedere nitidamente il viso del ragazzo, ma sentiva un brivido
lungo la colonna vertebral di puro geloso.
Quel ragazzo non stava bene, uno che sta bene non
canta così….
Nick tornò da lei porgendole una birra, che lei
prese senza fare domande su come l’avesse presa, vista l’età, e fece un cenno col
capo verso Flint “Non è il ragazzo di Jeff lui?” chiese stranita.
“Ex” commentò acidamente Duvall, senza alzare gli
occhi verso al palco, portando un braccio attorno alle spalle della ragazza
mentre con l’altra mano allungava il bicchiere di birra alla bocca “Ti spiego
tutto, preparati…. È unastorialunga…”
What hurts the most
Was being so close
And having so much to say
And watching you walk away
And never knowing
What could have been
And not seeing that loving you
Is what I was tryin' to do
Kurt voltò il capo scontrando gli occhi con quelli
del suo ragazzo.
Sembrava quasi una presa in giro….
Lui che diceva a Jeff che la cosa che lo feriva di più era sapere che erano
stati così vicini per poi vederlo andarsene?
Sul serio??
Questo era più o meno anche lo stesso pensiero di
Harwood “Dio che idiota” Fu infatti il suo commento sagace, prima di soffocare
un rutto causato dalla birra dietro al pugno “Lo credevo molto più intelligente
e…” si voltò verso il biondo, o meglio verso il vuoto
dove prima stava appoggiato il biondo.
Si staccò con la schiena dal bancone, guardandosi
attorno e non trovandolo.
“Merda…” disse
sottovoce, prendendo il cellulare per avvisare Duvall.
Fortunatamente vide Sterlingaccanto al suo migliore amico e McKenzie, e sospirò sollevato.
Wes gli stava attaccando la paranoia, ne era certo…. Tornò a guardava verso Flint, chiedendosi cosa
stesse pensando in quel momento, mentre si apprestava a concludere la canzone…..
Not seeing that loving you
That's what I was trying to do..
“Io non capisco” Nick e Kenzie
– che ora sapeva più o meno tutti i dettagli- si voltarono verso Jeff “Prima mi
nasconde che se ne va fregandosene delle conseguenze, se la fa con Richard
James prima di lasciarmi e poi canta una canzone del genere che, tra l’altro…. Non ha senso!”
Sempre presupponendo che quella canzone fosse
indirizzata a lui (non poteva esserne certo ma, Dio, era ovvio persino per lui)
davvero Flint aveva appena detto a lui e molte altre persone che non capiva che
la sola cosa che Wilson aveva provato a fare,era amarlo??
Dopo tutto il casino?
“Ignoralo” disse secco Nick “Secondo me è la
classica mossa patetica e vittimistica….”
Il biondo scrollò le spalle “Io non ci capisco più
niente…. Flint è assurdo….
Eppure non posso arrabbiarmi con lui”
“Perché sei un coglione!”
Kenzie lo guardò male “Penso sia ancora innamorato”
“Ah giusto” replicò sarcastico Duvall “Allora sei
proprio un idiota!”
Flint scese dal palco, entrando nel gazebo per prendere
un sorso di acqua fresca. Thad si stava cambiando e non gli disse nulla mentre
il morettino si toglieva la chitarra dalle spalle infilandola nella custodia di
pelle.
Harwood gli lanciò un’occhiatina quando se lo
trovò di spalle, mentre infilava un gilet di pelle nera smanicato
sopra ad una maglietta bianca e un paio di jeans chiari e stracciati sulle
ginocchia.
A occhio e croce, di tutto quel guardaroba, non
doveva aver speso meno di quattrocento dollari.
Dovevano avergli fatto pagare persino gli strappi
sui jeans.
Flint scosse piano il capo “Harwood sei banale…”
“Motivazione?” domandò tranquillissimo Thad,
prendendo la sua Les Paul bianca del 1981, con le
meccaniche d’oro e la tracolla zebrata.
Molto trash.
“Fai l’alternativo e ti vesti con capi firmati da VivienneWestwood? Sei un
paradosso vivente” disse critico Wilson, aprendo la bottiglietta dell’acqua.
Thad prese il basso di Jeff dal sostegno,
ridacchiando “E tu fai lo stronzo con tutti solo perché vuoi che gli altri
facciano gli stronzi con te. In questo modo speri che quando te ne andrai noi
non ci staremo mai e soprattutto lui non ci starà male….
Beh stai fallendo miseramente e, perdonami… Sei un
po’ patetico….” Si avviò all’uscita del gazebo, per
poi voltarsi “Ah un consiglio….. smettila, davvero.
Non andartene col rimpianto e parla con Jeff sinceramente…”
“Perché dovrei ascoltarti? Non mi pare che tu sia
stato onesto con Kurt”
Thad lo guardò seriamente “Tra me e Kurt non c’è
stata una storia d’amore…. E fidati, Wilson: se io
avessi avuto anche la più piccola speranza che lui mi potesse amare anche solo
un quindicesimo di quanto Sterling ama te, beh…. Non
mi sarei mai tirando indietro…”
Flint rimase immobile, con la mano che reggeva la
bottiglia fissa a mezz’aria e lo sguardo perso sul tessuto bianco del gazebo.
Poi si riscosse all’improvviso e di Thad non c’era più traccia.
Sospirò pesantemente, cambiandosi velocemente la
maglietta e mettendone una meno vistosa, una polo azzurra. Poi uscì dalla
tenda, camminando con le mani nella tasca dei pantaloni pervinca.
Stava meditando di scappare a casa immediatamente,
mandando al diavolo i progetti di Kirk per la chiusura, quando si trovò davanti
l’ultima persona che avrebbe mai voluto vedere.
“Mamma?”
Lei sorrise raggiante, avvicinandosi e tenendo,
penzolante sul fianco, l’enorme borsa di Vuoitton
“Tesoro sei stato bravissimo” disse allegra, afferrandogli le guance e
stampandovi sopra un paio di baci.
Il ragazzo si pulì subito dal rossetto “E come
diavolo sei arrivata qui?? Come facevi a sapere che avrei cantato stasera??”
“Sono passata in segreteria per ritirarti dalla
Dalton” disse lei con non curanza, mentre Flint sentiva lo stomaco restringersi
in un istante “E la segretaria mi ha detto di stasera….
Perché non mi hai avvertita? Non sapevo cantassi ancora”
Wilson decise di ignorare tutti i commenti,
eccetto uno “Mi hai già ritirato dalla Dalton??”
Lei annuì tranquilla “Ma puoi frequentare fino al
giorno prima della partenza non preoccuparti….”
Sorrise raggiante “Che ne dici di andarcene da questa festicciola medio-borghese e cenare insieme in qualche ristorantino
francese? Così potrai raccontarmi di come canti”
“Raccontarti di come-cosa?”
Flint la guardò male “Senti mamma, io non vado da nessuna parte, ok? Mi sto
trattenendo dall’insultarti da quando mi hai detto del trasferimento, quindi
evitami fino ad allora!”
La donna perse del tutto l’istinto materno,
guardandosi attorno nervosa. Flint con quel discorso aveva attirato
l’attenzione e di certo poteva essere negativo per la loro immagina di famiglia
perfetta “Modera il linguaggio” disse secca, ostentando un sorriso falso prima
di leccarsi la punta del pollice e sfregarla sulla guancia di Flint per
rimuovere l’ultimo brandello di rossetto. Lui si scansò malamente.
“Vai a casa, mamma. Non ti voglio qui….”
Le diede le spalle, allontanandosi il più
velocemente possibile e lasciandola sola.
Non aveva parole per dire quando cavolo era
arrabbiato, deluso…. E triste.
Non ne aveva mai avute forse, e in parte incolpava
se stesso perché non si stava nemmeno ribellando….
“Salve a tutti e ancora buona serata! Per chi non
lo sapesse, e la cosa mi sconcerta, io sono Thad Harwood e questa canzone è un
famoso singolo degli Academyis…”
Thad si scostò dal microfono, cercando lo sguardo di
Jeff e trovandolo dopo alcuni istanti di stallo.
Si voltò poi di tre quarti, facendo un cenno al
fratello minore di Sterling che annuì iniziando a scandire il tempo con le
bacchette.
Con una schitarrata decisa la canzone iniziò, il
ritmo incalzante e deciso scaldò subito il pubblico dopo la performance
acustica e vagamente deprimente di Wilson.
Thad, nonostante il suo approccio solitamente
tamarro, aveva il rock nelle vene.
Beh, il pop rock, in quel caso….
E anche commerciale.
Ma non importava, l’importante era lo spirito….
One
song about a girl…
Can't breathe when I'm around her
I'll wait here everyday
In case she scratch the surface
He’ll never notice
Kurt lo guardò ridacchiando, un po’ per la faccia
da invasato di Thad (ci credeva veramente molto) e un po’ per l’abbigliamento
vagamente trash.
Non avrebbe saputo consigliargli di meglio….
I jeans gli fasciavano le gambe magre, il gilet
dava quel tocco trasgressivo che….
Hummel corrugò un istante la fronte, iniziando ad
ascoltare le parole attentamente…
Era convinto che la canzone parlasse di una ragazza…. Ma allora perché Thad aveva appena….
Quando rialzò gli occhi sul palco, fu solo perché
aveva avvertito Blaine irrigidirsi dietro di lui. Subito scontrò gli occhi con
quelli color cioccolato di Harwood, che però gli chiuse subito per cantare il
ritornello, senza però voltare il viso….
I'm
not in love!
This is not my heart!
I'm not gonna waste these words… About a girl…
Blaine fissava sbigottito Thad, non riuscendo
davvero a comprendere come riuscisse con tanta sfacciataggine a cantare
fissando il suo ragazzo.
Era davvero impossibile per Anderson comprenderlo.
Strinse istintivamente le mani sui fianchi di
Kurt, non riuscendo ad arrabbiarsi sul momento.
Beh, non subito per lo meno….
Last
night I knew what to say
But you weren't there to hear it
These lines so well rehearsed
Tongue tied and overloaded
You’ll never notice
Thad non lo stava facendo apposta, era più forte
di lui.
Complice il discorso fatto poco prima con Flint e
la consapevolezza che aveva scelto quella canzone proprio per il testo così
vicino a ciò che realmente pensava, non riusciva a non guardare Kurt.
E nemmeno Kurt riusciva a staccare gli occhi
azzurri, velati di stupore e una vaga preoccupazione, dai suoi.
Nessuno dei due sapeva come interpretare l’altro,
ma per entrambi quell’esibizione fu come una doccia gelata che li spinse a
riconsiderare alcune cose.
Avevano entrambi soffocato l’evidente infatuazione
di Harwood alla nascita.
…. E ora Thad si chiedeva se avesse fatto bene….
I'm
not in love!
This is not my heart!
I'm not gonna waste these words…
About a girl…
I'm
not in love!
This is not your song!
I'm not gonna waste these words… About a girl….
Wes si portò una mano al viso mentre David fissava
la scena stranito.
Non andava bene per niente.
“Fammi capire…. È un coming out pubblico questo?” domandò Kirk a Ethan, pochi
metri più in là,mentre Moore rimaneva
immobile come uno stoccafisso.
“Possibile…”fu la sola
risposta.
Non erano comunque i soli che avevano notato che
Thad fissava Kurt, tutti quelli che li conoscevano ci erano arrivati.
“Perché Thad canta queste cose al suo ragazzo?”
domandò ingenuamente McKenzie “Non è un testo molto romantico…”
Nick deglutì rumorosamente “Dio la vedo male…”
“Perché?”
“Perché Thad non è il ragazzo di Kurt! Ma proprio
no!”
Ma, come si dice, al peggio non c’è mai fine…
To
be loved, to be loved
What more could you ask for?
To be loved, to be loved
Everyone wants to be loved
To be loved
What more could you ask for? Tobeloved, tobeloved Everyone…
Thad lasciò il manico della chitarra, affidando il
compito di accompagnare la sua voce solo alla base ritmica. Mosse in modo molto
ironico medio e anulare di entrambe le dita, mimando un paio di virgolette ogni
qualvolta pronunciava la parola loved, caricando così
la canzone con tanto sarcasmo.
L’amore l’aveva deluso così tante volte…
A partire dall’amore che teoricamente avrebbe
dovuto avere suo padre per lui, o quello che avrebbe avuto avere per se stesso.
Beh, ormai iniziava quasi a credere alla filosofia
del ‘amore fa schifo’, ma quando vedeva Kurt e Blaine
riprendeva a credere che forse c’era speranza anche per lui. E non di certo
perché li trovasse carini, anzi….
Ma perché sperava che un giorno qualcuno lo
avrebbe guardato come Kurt guardava Anderson….
E così tirò le somme.
I'M NOT IN LOVE!
THIS IS NOT MY HEART!
I'm not gonna waste these words ….
Urlò liberatorio nel microfono, mentre dal
pubblico partivano molti applausi e ovazioni.
Per la sua voce.
Per lui.
E dentro di se anche Thad si fece un piccolo
applauso, ma per altro.
Non era innamorato di Kurt ma dell’idea che aveva
di come sarebbe stato se Kurt lo avesse ricambiato.
Era un ragionamento così intricato che stentava a
capirlo da solo, e che dopo quella bella esibizione personale ad Hummel avrebbe
dovuto a fatica spiegare a Blaine, ma improvvisamente un pesante macigno sullo
stomaco si sciolse.
Non avrebbe più dovuto ignorare Kurt perché non
doveva più tenerlo lontano da se.
Non avrebbe avuto senso ora che aveva capito di
non volere proprio nulla da lui.
Certo, in un certo senso lui sarebbe sempre stata
la sua questione in sospeso ma poteva tranquillamente convincerci.
Doveva lavorare molto su se stesso, prima di
potersi anche solo permettere di legarsi a qualcuno.
La canzone terminò e lui sorrise al pubblico
ringraziando e staccando il jack dalla chitarra, prima di smontare dal palco.
Kurt nel frattempo era ancora parecchio perplesso.
Thad aveva appena cantato per lui forse? Cosa
voleva dirgli?
Quando sentì il calore del corpo di Blaine contro
il suo venire meno però smise di farsi domande.
Lo prese per un polso, impedendogli di andare da
Thad.
Perché sapeva che stava andando a cercarlo, glielo
leggeva in faccia.
“Il duetto” gli disse semplicemente, stringendo le
dita attorno al suo polso e guardandolo fermo negli occhi “Dobbiamo cantare il duetto…”
“Kurt senti io…”
“Lascialo perdere…” gli
prese anche l’altra mano, tirandolo di lato al palco “E fidati che non ho
capito a che gioco sta giocando ma non mi interessa….
Mi ignora, mi canta le canzoni e per me non conta nulla. La sola cosa che mi
dispiace e che lo credevo un buon amico. Ma tu sei il mio ragazzo, e le canzoni
che tu canti per me sono le sole che contano davvero….
Il suo sarcasmo non mi tocca e non deve toccare nemmeno te….
Ti ricordi? Nessuno può toccare noi e quello che abbiamo….”
Blaine gli rivolse un sorrisetto “Hai ragione…. Scusa”
“Perdonato” disse scherzosamente Hummel “Ci penso
io a Thad, gli parlerò a giorni ma prima….
Concentriamoci sullo sbaragliare la concorrenza e cantare meglio di tutti ok?
Ora andiamo, Rachel morirà appena sentirà la nostra interpretazione di ‘As Long
As You’re Mine’!”
Blaine sorrise di più, lasciandosi trascinare
dall’entusiasmo di Kurt.
Dopotutto aveva ragione….
Continua….
Nda:
ecco qui il capitolo di oggi!
Ho una fretta dannata perché devo studiare fisica
(che schifo, mamma mia) e quindi sarò breve.
Voglio commenti sul Nickenzie,
Hummerwood e Klaine (e la
canzone scelta che vedrete interpretata nel prossimo capitolo)
Preparatevi psicologicamente per il prossimo
capitolo perché sarà ricco di scontri!
Grazie come sempre a chi ha recensito**
Siete davvero speciali, grazie davvero <3
Ps. Per il contest so cosa fare…. Chi è
interessato me lo dica nelle recensioni o sulla mia pagina di FB e provvederò
ad informarvi per mp :D
Così non occupo spazio per chi non è interessato!
Pss. Come avrete notato il capitolo non è betato…
scusate!
Capitolo 33 *** #26 part II: Just closed your eyes and sing for me… ***
bananissima
Blaine Anderson presents:
the Pips!
#26 part II:Just closed your eyes and sing for me…
(Kurt/Ephaba)
Kiss Me too fiercely,
Hold me too tight,
I need help believing
You're with me tonight
My wildest dreamings could not foresee
Lying beside you with
You wanting me….
Kurt era
bello sotto ogni punto di vista, ma quando le luci dei faretti illuminavano la
sua pelle chiarissima, sembrava risplendere.
Sembrava nato
per stare sul palcoscenico.
Blaine si
sentiva un idiota, mentre lo guardava, appoggiato alle scalette. La scena era
sua, e il solista era convinto che nessuno, nemmeno Rachel Berry, avrebbe mai
potuto rubargliela.
Dal punto in
cui era, Blaine poteva solo vedere il controtenore di spalle, ma immaginava la
luce che brillava nei suoi occhi, quella che sua mamma aveva definito una
scintilla che ardeva.
Tutti i suoi
sogni, le sue speranze,erano
concentrati in quel momento.
Anderson
sorrise dolcemente, prendendo un respiro profondo mentre Kurt iniziava il
ritornello.
Sarebbe
toccato a lui, dopo, e in un certo senso gli dispiaceva sporcare quella canzone
con la sua voce maschile. Kurt la stava interpretando così magnificamente che
lo avrebbe lasciato proseguire tutta la sera, ascoltandolo tenendo gli occhi
chiusi.
And just for this moment!
As long as you're mine!
I've lost all resistance…
And crossed some borderline!
And if it turns out, it's over too fast..
I'll make every last moment last! As long asyou're mine…
Burt Hummel
si era sempre sentito fiero di suo figlio, e anche se la vita lo aveva spesso
portato a dubitare di lui, non ci era mai riuscito.
Si era
sentito un pessimo padre, qualche volta, e aveva sempre incolpato se
stesso.Mai Kurt.
Non avrebbe
mai incolpato di nulla al figlio perché in lui vedeva un ragazzo ingenuo e
buono, troppo orgoglioso per piegare la testa o fingere di essere qualcun altro….
E ne era fiero….
Vederlo
cantare, però, cambiava tutto. Non era più il suo bambino, lo stesso che
correva da lui con le ginocchia sbucciate dicendo che era caduto a scuola,
quando invece Burt sapeva che lo avevano spinto perché era troppo diverso e
speciale.
Quando
cantava era lui quello che con la sua voce dava conforto al padre, dimostrando
al mondo quanto valesse.
Per questo,
senza farsi vedere, portò una mano al viso asciugandosi una lieve lacrima che
si era formata al lato dell’occhio, stringendo di più la presa attorno alle
spalle di Carole.
Kurt non era
più un bambino, e presto glielo avrebbe dimostrato lasciando per sempre l’Ohio
per inseguire i suoi sogni…. E Burt si chiese come
avrebbe potuto sentirsi più fiero di così.
(Fiyero/Blaine)
Maybe I'm brainless…
Maybe I'm wise.
But you've got me seeing…
Through different eyes.
Somehow I've fallen…
Under your spell.
And somehow I'm feeling It's up that I fell!
Blaine era
bellissimo.
Kurt riusciva
a pensare solo a questo, mentre lo guardava avvicinarsi e raggiungerlo sul
palco, cantando il suo verso con quella sua voce profonda ma al tempo stesso dolce.
Ok, i capelli
erano ingellati e la cosa lo infastidiva moltissimo,
ma con quei pantaloni neri stretti, la camicia bianca a maniche corte
lievemente aperta sul petto e il papillon rosso, stava davvero bene. Nella sua
semplicità era perfetto.
Così tanto
che Kurt non fu in grado di contenersi, e gli prese la mano poco prima di
iniziare il loro pezzo insieme. Non gli importava dei vecchietti che li
avrebbero potuti guardare scandalizzati, o delle madri che avrebbero portato
via i loro figli per non farli assistere a una cosa così da ‘finocchi’, ma
quella era ufficialmente la loro canzone.
E la voleva
cantare tenendolo vicino a se, sentendo il calore della sua pelle e guardando
la luce dei fari disegnare mille stelle nei suoi occhi dorati.
(Both)
Every moment, as long as you're mine…
I'll wake up my body and
Make up for lost time… Fiyero:
Say there's no future for us as a pair
Both:
And though, I may know, I don't care!
Finn era così preso dall’interpretazione dei due
ragazzi che non si accorse che Rachel l’aveva affiancato silenziosamente.
Saltò in aria quando si rese conto che lei era lì,
a un metro e mezzo da lui, con lo sguardo serio e fisso sul palco. Si guardò
furtivamente attorno, cercando una potenziale via di fuga che potesse salvarlo
da ore e ore di lamentele.
Perché lui, anche se tutti lo ritenevano un
cretino, sapeva benissimo da dove Kurt aveva preso quella canzone. Non ci
voleva un genio visto che il vinile di Wickedgirava
tutto il giorno tutti i giorni in camera del fratellastro, alternandosi a
quello di Victor/Victoria e Gipsy.
E sapeva che ora Rachel avrebbe detto quelle tre
paroline che lui odiava ovvero ‘Io sono Elphaba!’
seguita o preceduta da un ‘Come osa?’. Ora che ci pensava su, Finn si rese
conto che la frase ‘Io sono’ ricorreva spesso nel
vocabolario della ragazza, e alternava Ephaba a Julie
Andrews a BarbraStreisand molto spesso, specie nell’ultimo anno.
Doveva fuggire lontano, quindi….
L’Alaska non sembrava male, una volta abituato al
freddo e agli orsi polari. Magari poteva prendere nota da un episodio di Bear Grills che aveva visto di recente sulla tivù via cavo, dove
mostrava tutti gli utilizzi del grasso di foca…
Peccato che non riuscì a muovere un muscolo che
lei subito lo prese per un braccio, guardandolo negli occhi “Io…. Io credevo che…”
La tristezza che lesse nelle iridi scure di Miss
Berry lo confuse. Buttò lievemente in fuori il labbro “Puoi sempre cantarla al Glee…. Non fare quella faccia”
“Ma non capisci?”
Lui la guardò sempre senza capire “Capire cosa?”
“Questa canzone io ho sempre sperato di poterla
cantare con te….”
Il ragazzo rimase spiazzato e per un istante pensò
addirittura di mandare tutto al diavolo, dirle che si era lasciato con Quinn e baciarla….
Perché faceva così?
Ma ci ripensò, tornando a guardare Kurt e Blaine,
con la stessa tristezza di Rachel negli occhi.
Ah, le donne…
Just for this moment, as long as you're mine
I'll be how you want to and see how bright we shine
Borrow the moonlight until it is through,
And know I'll be here holding you
As Long As You're Mine…
Le loro mani erano ancora unite, così come i loro
occhi, le loro menti e le loro voci.
Kurt non si era accorto di nulla, ma la folla, le persone…. Erano tutti spariti e lui e Blaine si erano
ritrovati da soli.
Per lui esisteva solo il suo ragazzo, però a
pensarci bene era stato così negli ultimi due mesi. Era davvero innamorato a
tal punto? Probabilmente si….
Quando la canzone finì si ritrovarono col fiatone,
ancora intenti a guardarsi negli occhi.
Gli applausi furono sporadici, visto che come
avevano previsto, in molti non avevano apprezzato la performance di quel
classico di Broadway in chiave omosessuale, ma coloro che applaudirono lo
fecero entusiasti.
Soprattutto l’ala del Glee.
Fecero qualche inchino prima di salutare con una
mano e scendere dal palco.
Blaine non si diede nemmeno il tempo di scendere
l’ultimo gradino, che afferrò Kurt per un braccio, attirandolo a se “Whatisit?”
chiese con voce impostata, facendo corrugare le sopracciglia al suo ragazzo.
Hummel ci mise pochissimo a capire dove Blaine
volesse arrivare, così con un sorrisetto portò le braccia attorno al suo collo,
guardandolo negli occhi “It’s just for the first time…. I feel…” avvicinò le labbra sulle sue, sussurrando piano
l’ultima parola prima di baciarlo “Wicked…”*
Thad si portò il plettro fra le labbra, afferrando
poi il cavo del jack per inserirlo nella chitarra.
Il concerto stava per terminare, mancavano giusto
Kirk e Jeff, il quale stava per esibirsi in quel momento.
Thad aveva particolarmente apprezzato quella
canzone. Non era mai stato un malato per gli Yellowcard,
anzi, li aveva sempre ritenuti la classica band pop-rock
un po’ banale….
Beh, si era sbagliato.
Sterling prese posto al microfono, scambiando uno
sguardo con Blaine e Nick, posto dietro di lui. Duvall alla fine aveva ottenuto
il suo momento di gloria: stringeva tra le mani un tamburello con tanto di
sonaglini, sorridendo alla folla. Anderson, dal canto suo, accordava
rapidamente il suo violino, terminando giusto in tempo per prestare orecchio al
biondino.
“S-salve a tutti, grazie
per essere ac-corsi così numerosi” disse un po’ insicuro (decisamente la sua
era una delle ‘magliette’ più azzeccate di tutte), schiarendosi la voce
direttamente nel microfono e regalando alla folla suoni gutturali tanto
particolari quando sgradevoli “Quando mi è stata data la possibilità di cantare
qui, per voi, stasera, mi sono chiesto cosa portare per diversi giorni….” Iniziò a spiegare con un tono vagamente infantile
che fece sorridere Duvall “E alla fine ho scelto questa canzone perché dice
esattamente quello che ogni persona vorrebbe sentirsi dire in un momento di sconforto…” si mordicchiò il labbro “O almeno, è quello che
io volevo sentirmi dire….” Si voltò di tre quarti
verso Thad che reggeva la chitarra e poi verso Josh,
stringendo le mani sulla tastiera del basso facendo cenno di iniziare a
suonare.
Joshbattè il tempo con le bacchette e subito il
fratello strinse tra le mani in microfono, chiudendo gli occhi e iniziando a
cantare da prima insicuro, poi sempre più deciso….
Look at me
And listen close
So I can tell you how I feel before I go
Just a year
It's not much time
For me to show you I am proud that you are mine
I wish I had known the future in my heart
Was just about to start
Save tomorrow
I can't follow you there
Just close your eyes and sing for me
I will hear you
Always near you
And I'll give you the words just sing for me
Every lock
On every door
I put them there to try and hide you from the world
And you kicked
Yeah, you screamed
You never understood, you're everything to me
I just hope you know, the future in your heart
Is just about to start
Save tomorrow
I can't follow you there
Just close your eyes and sing for me
I will hear you
Always near you
And I'll give you the words just sing for me
No looking back when I am gone (sing for me)
Follow your heart it's never wrong (sing for me)
No looking back when I am gone (sing for me)
Don't second guess the note you're on
Out of time
All out of fight
You are the only thing in life that I got right
Save tomorrow
I cant follow you there
Just close your eyes and sing for me
I will hear you
Always near you
And I'll give you the words just sing for me
Woah-oh-oh-oh, Woah-oh-oh-oh
Just close your eyes and sing for me (sing for me)
Woah-oh-oh-oh, Woah-oh-oh-oh
Just close your eyes and sing for me
(Grazie a rock_punk2001 per questo testo)
Look at me
And listen close
So I can tell you how I feel before I go
Just a year
It's not much time
For me to show you I am proud that you are mine…
A Jeff scappò
un sorrisetto malinconico visto che non aveva avuto altro che una manciata di
mesi per stare con Flint. Una parte del suo cervello, quella più razionale e
che stranamente aveva la voce di Nick, gli diceva che era stato meglio così,
ovvero scoprire subito quanto stronzo fosse Wilson prima di perdere
eccessivamente la testa per lui, mentre l’altro emisfero gli urlava a
squarciagola che ormai non c’era più niente da fare….
Si era
scoperto gay da poco, eppure non aveva paura di dire a tutti quanto fiero fosse
nel sapere che Flint era suo….
I wish I had known the future in my heart
Was just about to start.
Le dita di
Thad si posizionarono precisamente sulle corde, creando l’accordo in modo
impeccabile.
Lui si era
sempre ritenuto una sorta di ‘martire
dell’amore’, visto che sembrava regalare il suo cuore sempre alle persone
sbagliate.
Allyson non era stata la prima, e sicuramente non sarebbe
stata nemmeno l’ultima.
Kurt era
stato un bel sogno, ma irrealizzabile…
“Finché ho la
mia auto e lo Xanax a portata di mano c’è speranza”
sussurrò piano in tono acido, prima di mettersi di fronte al microfono e
cantare il coro sotto alla voce di Jeff.
Save tomorrow
I can't follow you there
Just close your eyes and sing for me
I will hear you
Always near you
And I'll give you the words just sing for me
Si sentiva
soffocare.
Flint si
portò una mano al colletto della maglietta tentando in vano di allentarlo
mentre camminava tra la folla.
Si sentiva
schiacciato da tutta quella situazione, da quella maledettissima canzone,
dall’interpretazione del suo ex e soprattutto dalla fiera consapevolezza che
una parte di lui voleva davvero dirgli quelle parole.
Tanto quanto
il biondo voleva sentirle.
Non si rese
nemmeno conto che aveva preso a correre tra la folla, urtando di tanto in tanto
qualcuno senza nemmeno accorgersene….
Every lock
On every door
I put them there to try and hide you from the world
And you kicked
Yeah, you screamed
You never understood, you're everything to me
Scivolò
velocemente tra quella barriera umana fin verso il limitare del boschetto che
conduceva al lago, sentendo il sudore freddo colargli lungo la schiena e sulla
fronte.
Voleva
sparire.
Quella
canzone aveva come risvegliato lacostrizione che lo teneva incatenato ad un incubo.
Era così
intento a darsela a gambe che non aveva nemmeno notato che qualcuno lo aveva
visto, con la coda dell’occhio, allontanarsi con così tanta premura.
Kurt si
scostò dal padre senza farsi vedere, lanciando un ultimo sguardo verso Blaine
che ancora stava suonando prima di seguire Wilson….
I just hope you know, the future in your heart
Is just about to start
Save tomorrow
I can't follow you there
Just close your eyes and sing for me
I will hear you
Always near you
And I'll give you the words just sing for me
Non è che ad
Hummel facesse impazzire l’idea di camminare per quel sentierino
buio, ma quando si accorse che esso non faceva altro che farlo girare intorno
smise di preoccuparsi.
Il palco era
lì, oltre gli alberi, sentiva la canzone perfettamentecome se fosse ancora la davanti, segno che
allora Flint non aveva davvero intenzione di allontanarsi….
Kurt si
chiese se quel desidero di sentire fino all’ultima strofa fosse masochismo o
qualcosa di diverso e più straziante ancora.
Si mise a riflettere
attentamente sulla questione mentre si guardava attorno, continuando a
camminare per il sentiero, cercando Wilson.
Se lui si
fosse trovato al suo posto, costretto a lasciare Blaine, non credeva che
avrebbe avuto nemmeno la forza di smettere di piangere.
Sarebbe morto
disidratato come un coglione, perché il sentimento che lo legava al suo ragazzo
era così forte da rendere doloroso solo il pensiero di lasciarlo.
Qualcosa non
tornava, quindi.
Era convinto
di guardare Blaine allo stesso modo in cui Flint guardava Jeff.
Allora cosa
diavolo poteva essere cambiato?
Stava già
collegando i pezzi del puzzle da solo, ma l’indizio principale glielo diede
Flint non appena riuscì a trovarlo.
No looking back when I am gone (Thad: sing for me)
Follow your heart it's never wrong (sing for me)
No looking back when I am gone (sing for me)
Don't second guess the note you're on
Secondo una
massima di Wes, ognuno doveva avere al mondo una persona per cui valesse la
pena di cantare.
Non tanto per
dedicare una spocchiosa canzoncina fatta di parole trite e ritrite alla
fidanzata, ma perché dietro all’atto stesso di cantare doveva esserci un
qualcosa di non bene identificato, un sentimento recondito, intimo e personale.
Non importava
che fosse per l’amato/a, per la nonna, la mamma, la zia o il gatto…. Secondo Wes contava soprattutto come faceva stare
la persona che doveva cantare la canzone, perché solo così si poteva
trasmettere al massimo le proprie emozioni.
Per quello
Jeff, fatto tesoro di quella massima, aveva scelto quel particolare testo.
Lui non
voleva far sentire Flint in colpa, non gli interessava farlo stare male.
Lui voleva
solo fargli capire che, in un modo o nell’altro, non ce l’avrebbe mai avuta con
lui e che la fiamma che si era accesa quando si erano dichiarati ufficialmente
quella sera di natale non sarebbe stata spenta dalla lontananza.
Non così
facilmente, per lo meno.
Per questo
Jeff sorrideva, mentre cantava.
Non era
persona da portare rancore, certo, ma quel suo modo di reagire era…
Ammirevole.
Thad lo
riteneva davvero ammirevole.
Al mondo
esistevano davvero persone così buone?
Evidentementesi….
Out of time
All out of fight
You are the only thing in life that I got right
Nemmeno Flint
voleva crederci.
Jeff doveva
odiarlo, prenderlo a parolacce e schiaffi se lo riteneva opportuno….
Non dimostrarsi sempre così buono.
Non era
giusto.
Quando Kurt
si mise a sedere accanto a lui su un vecchio tronco caduto, il morettino
sussultò per la sorpresa asciugandosi velocemente gli occhi.
Perché lui non
piangeva mai….
Non doveva
piangere visto che era solo colpa sua….
Rivolse uno
sguardo distaccato ad Hummel prima di sospirare e puntare gli occhi su un
sasso, tra le sue scarpe.
“Prima che tu
dica qualsiasi cosa…” disse in un sussurro Wilson
“Sappi solo che non mi devo giustificare ne con te ne con nessun altro…”
Kurt sorrise
amaramente “No infatti, devi solo far pace con te stesso e la tua coscienza…. Non contanoglialtri..”
Save tomorrow
I cant follow you there
Just close your eyes and sing for me
I will hear you
Always near you
And I'll give you the words just sing for me
“Io sono a posto con la mia coscienza…”
“Ne sei certo?”
“Certissimo, Hummel…”
Kurt lo
guardò con la coda dell’occhio prima di sospirare “Potresti pentirtene….
Quindi fai attenzione a non andartene prima di aver risolto le cose più importanti….”
Woah-oh-oh-oh, Woah-oh-oh-oh
Just close your eyes and sing for me (sing for me) Woah-oh-oh-oh, Woah-oh-oh-oh
Just close your eyes and sing for me …
Flint portò
gli occhi chiari in quelli dell’amico, leggendoci una sincera apprensione.
Sorrise tristemente.
“Non c’è
altro da risolvere…. Ormai tutti i giochi sono
chiusi, Kurt”
Thad non aveva proprio nulla contro i signori Roser.
O meglio, non li odiava più di quanto odiasse suo
padre.
“Thad è uno dei migliori del suo corso” il signor
Harwood appoggiò una mano sulla spalla del figlio, guardandolo fiero “Il
prossimo anno si iscriverà a giurisprudenza…”
“Davvero?” chiese stupito il signor Roser “Complimenti al signorino, allora! Mi ricordo di lui
quando appena sapeva gattonare” l’uomo ridacchiò bonario mentre Thad continuava
a sorridere irritato, torcendo la bocca in una smorfia quasi inquietante
“Pensavoche però seguisse le sue orme,
Vice Senatore Harwood.”
“Oh no, Thad non è affatto tagliato per la
politica” rispose sbrigativo, muovendo una mano davanti al viso come per
scacciare una mosca.
“Per il canto invece ha molto talento” disse
compiaciuta la signora Roser, notando che lo sguardo
il ragazzo si era illuminato nel sentirsi riferire un tale complimento “Senza
contare che suoni molto bene. Non hai mai pensato di portare avanti qualcosa
che possa mettere in risalto questi talenti? Mia figlia è la direttrice di
un’accademia musicale che…”
“Assolutamente no” sbottò sbrigativo il signor
Harwood, stringendo la presa sulla spalla del figlio che sospirò senza però dar
a vedere la delusione “Mio figlio è molto intelligente e, senza offesa, sarebbe
sprecato. Lui diventerà un grande avvocato e potrà tenere questo suo…. Talento…. Per i karaoke del
venerdì sera.”
Daisy Roser lo guardò
scocciata, come se avesse appena offeso non solo sua figlia e il suo mestiere
ma anche lei stessa. E nel peggiore dei modi.
Fu il marito a recuperare la situazione, più interessato
all’amicizia del politico che alla moglie “E ha già pensato in che università
mandarlo?”
“Ovviamente” disse Harwood “Thad ha insistito
moltissimo per andare in uno stato che gli disse più stimoli per diventare
indipendente. Così ha fatto domanda per la Columbia University
di New York.**”
“Abbiamo un bel appartamento nel Upper East Side”
spiegò tranquillo il signor Harwood, togliendo la mano dalla spalla del figlio
che subito si scostò “E un suo compagno scuola andrà con lui….Da
quando ne so studierà medicina alla LangoneUniversity”
“Sono sicuro che il signorino Harwood otterrà dei
risultati eccellenti” disse sorridente il signor Roser
prima di stringere la mano al vice Senatore dell’Ohio e allontanarsi
velocemente con la moglie, prima che potesse fare altri danni.
“Hai finito di mostrarmi in giro come se fossi un
trofeo?” domandò irritato il ragazzo “Devo salire sul palco per la chiusura.”
“Seguimi solo un
istante” gli rispose il padre “Voglio presentarti il nuovo Segretario di Stato.
È un pezzo grosso a Washington.”
Thad sospirò sconsolato, seguendolo verso un
banchetto di degustazioni di vini dove, stranamente, c’era anche Kirk e suo
padre.
Il signor Harwood salutò educatamente anche loro,
mentre Thad sbuffava contrariato.
Stava per darsela a gambe mentre suo padre
raccontava del ultimo viaggio a Acapulco, quando vide Blaine passargli affianco
abbastanza indaffarato.
Senza Kurt, tra l’altro.
Forse lo stava cercando, visto il modo in cui si
sporgeva sulle punta per vedere oltre la folla…
Si scambiarono un occhiata inespressiva, poi a
Thad sfuggì un sorrisetto sarcastico che nemmeno lui sapeva spiegarsi.
Semplicemente gli diede le spalle tornando a sentire i discorsi insensati di
suo padre, mentre Anderson fissava la sua schiena.
Cosa voleva intendere con un sorrisetto?
Stava quasi per andare a chiederglielo ma gli
serviva Wes.
Si era preso una pausa dal mixer, ma dovevano
assolutamente chiudere la serata e nessuno lo trovava.
Nick aveva fatto due più due quando aveva notato
che anche Lily, la ragazza del asiatico, sembrava essere evaporata.
Così era partita la ricerca, per il momento senza
esito positivo.
Blaine sospirò, riprendendo a girare tra la folla,
fino a che non vide una testa famigliare, piena di soffici ricci castano scuro.
Chad.
Si diresse verso di lui, ma appena il fratellino
lo vide gli fece segno di tornare indietro.
Il motivo era semplice….
In piedi, accanto a sua madre, con lo sguardo più
cattivo e incazzato (si, perché era molto più arrabbiato del solito) che gli
avesse mai visto in viso stava Richard Anderson.
Blaine sbiancò di botto, memore della sua
performance con Kurt, e decise di seguire il consiglio del fratello, non
facendosi vedere.
Si metteva male…
Kirk salutò la folla che lo applaudiva con un
cenno della mano, prima di sedersi davanti alla grande tastiera metallizzata,
sistemata sul palco.
Thad, Jeff, Blaine e Josh
lo seguirono, sistemandosi ai loro strumenti mentre anche Wes alzava un pollice
verso il biondone, facendogli segno che era pronto.
Mentre anche Ethanlo raggiungeva con passo un po’ insicuro, sistemandosi al microfono
accanto a lui, Kirk prese il microfono “Ancora buona sera a tutti e grazie per essere
intervenuti così numerosi” disse ostentando sicurezza, mentre il suo cuore
martellava nel petto per l’emozione “Questa è la nostra ultima canzone, prima
di lasciarvi al Dj Set. Per molti di noi questa è l’ultima volta che potremo
esibirci pubblicamente col nome di Warblers, e speriamo quindi di avevi
lasciato qualcosa stasera. Buon proseguimento di serata a tutti!” Thad iniziò a
fare dei giri di chitarra a caso, mentre Josh preso
dalla foga batteva una rullata alla batteria “Noi siamo i ragazzi della Dalton
Private High School, e questa è What
a Catch Donnie dei FOB, scelta perché tutti quanti
nella vita cercano qualcosa…. E spesso non sanno
nemmeno loro cosa precisamente.”
Thad smise di suonare la chitarra e sul palco calò
il silenzio mentre le luci si abbassavano. Kirk sistemò il microfono sull’asta
e poi, istintivamente, alzò un istante gli occhi al cielo, prima di iniziare a
cantare e suonare…
‘Questa è per te, Tom…’
(Patrick Stump- Kirk)
I've got troubled thoughts and the self esteem to
match,
What a catch? What a catch?
Whoa-oh
You'll never catch us, so just let me be
I said I'll be fine ‘till the hospital
Non erano incubi, erano solamente sogni che però
parevano perseguitarlo.
Sognava spesso di trovarsi dentro ad una grande
stanza ovale, dal soffitto dorato. Non riusciva mai a cogliere la sua grandezza
perché gli sembrava che, ogni qualvolta si spostava anche di pochissimo, la sua
percezione cambiasse insieme alla prospettiva.
C’erano solamente due porte, in fondo al lato
lungo della stanza, poste una accanto all’altra e su entrambe troneggiava il
numero uno, quasi a sfregio.
Come ad indicargli che, infondo, non aveva scelta.
Sapeva che dietro una di quelle porta avrebbe
trovato quello che cercava, ma sceglieva sempre quella sbagliata e si ritrovava
nella sua stanza, con tutti i suoi giocattoli….
Lo specchio gli rimandava il riflesso di un
bambino di circa otto anni, biondissimo, che voleva dormire sul lettoa castello, nella parte più alta, per
dimostrare al fratello che ormai anche lui era grande.
E il sogno finiva sempre con lui che provava a
salire sulle scale di ferro ma nessuno lo aiutava, e gli sembrava quasi di
scalare l’Everest tanto era alto quel dannato letto.
Ethan gli aveva dato tante interpretazioni, ma
alla fine aveva tirato da se le somme….
(Patrick Stump- Kirk & Ethan)
Miss Flack said I still want you back ( Kirk: Yeah)
Miss flack said I still want you back…
I've got troubled thoughts and the self esteem to
match.
What a catch? What a catch?
And all I can think of is the way I'm the one who charmed.
The one who gave up on you, who gave up on you.
Lui non poteva salire la sommità per non voleva
superata Thomas.
Poteva farlo, forse, ma non voleva.
Visto che suo fratello se n’era andato quando era
ancora un bambino, in lui era perdurata quella soggezione e quell’adorazione
che ogni fratello minore ha per il maggiore.
Quello che cercava Kirk non era di certodi sembrare più bravo o simpatico del
fratello, ma solo un modo per mantenere intatti i suoi ricordi…
Voltò
appena il capo, guardando verso Ethan che cantava ad occhi chiusi stringendo così
tanto il microfono da veder le nocche sbiancare.
Kirk per un istante si chiese se Ethan stava
ancora cercando se stesso….
Anche se era convinto che infondo Moore sapesse
fin troppo bene chi era, solo aveva ancora paura di scoprirsi del tutto.
Cercava coraggio, quindi?
(Tutti gli alti)
Na nanananananananana
Na nananananana
(Kirk) What a catch, what a catch, what a catch, what a catch
Gli altri Warblers salirono sul palco, cantando i
cori.
David e Nick presero posto al microfono con Jeff
mentre Flint si diresse ad ampi passi insieme a Richard da Thad.
Blaine si avvicinò ad Et
che gli passò il microfono per cantare il suo pezzo solista, guardando tra la
folla verso il punto da cui sapeva che Kurt lo stava guardando.
Lui non aveva più niente da cercare, visto che si
sentiva come se avesse già trovato tutto quello di cui aveva bisogno.
(Costello- Blaine)
I will never end up like him
Behind my back I already am
Keep a calender
This way you will always know
Kirk scambiò uno sguardo furbesco con Anderson,che
alzò gli occhi al cielo lasciandosi però sfuggire un sorrisetto.
I giorni in cui voleva usurparli il ruolo da
solista sembravano così lontani, persi nei ricordi,da sembrare quasi irreali.
Non che Kirk si sentisse più maturo o competitivo
di qualche mese prima, solo che ormai era proiettato verso il futuro dove non
avrebbe mai fatto la differenza essere o meno il solista di un Glee Club studentesco, e che le amicizie che si era
costruito sarebbero durate più a lungo della memoria di qualsiasi trofeo vinto,
brillando molto di più perché esse non si sarebbero mai potute impolverare
stazionando su una vecchia mensola, ma sarebbero rimaste racchiuse nel loro
cuore per sempre.
Ok, sembrava esagerato visto che tra i due non
c’era mai stata una vera e propria amicizia, ma visto che un anno scolastico
così turbolento non si vedeva da decenni nei Warblers, avevano condiviso
abbastanza cose da ricordare loro comunque qualcosa.
(Patrick Stump- Kirk & Ethan )
I've got troubled thoughts and the self esteem to match
What a catch, what a catch,
And all I can think of is the way
I'm the one who charmed
The one who gave up on you
Who gave up on you
Ethan si stava sciogliendo.
Sorrise intonando il ritornello, iniziando a fare
vocalizzi sempre più alti e senza accorgersi che Kirk aveva smesso di fare gli
acuti, lasciando a lui la scena.
Il biondone gli lanciò
un’occhiatina con la coda dell’occhio, cantando il ritornello e muovendo
velocemente le dita sulla tastiera della canzone.
Tutti cercavano qualcosa….
E prima o poi tutti l’avrebbero trovata….
(Jeff Sterling- Gabe Saporta)
Where is your boy tonight
I hope he is a gentleman maybe he wont find out what
I know
Il biondo sorrise ironicamente.
Si chiese per un istante se mai si sarebbe innamorato
di un ragazzo, o se forse era solo Flint a fare la differenza e sarebbe quindi
tornato alle donne.
Non lo sapeva e soprattutto non gli interessava in
quel momento.
La sola cosa che voleva era tornare a specchiarsi
negli occhi di Wilson esattamente come faceva prima, assaporando le sue labbra
e stringendo la sua mano fra le sue…
(Wes
Montgomery -Trevis McCoy.)
We're going down, down in an earlier round
And sugar, we're going down swinging
Wes non aveva paura del futuro.
Tenendo in mano il microfono si voltò di tre
quarti sullo sgabello, verso quello accanto a lui dove una bella ragazza con
lunghi capelli rossi freschi di tinta lo guardava sorridendo dolcemente,
tenendo il suo blazer appoggiato al ventre.
Sapeva che l’università lo avrebbe condotto
lontano da Lily e dalla sua famiglia, ma in cuor suo sapeva che avrebbe potuto
sopportare tutto, aggrappandosi solamente alle sue certezze.
(Thad Harwood- Brendon Urie)
Dance dance we're falling apart to half time,
Dance dance these are the lives you love to lead
Equilibrio.
Ecco cosa
cercava Thad.
Qualunque
cosa lo aiutasse a tenere duro era ben accetta, e per trovare un giusto
equilibro sapeva che doveva sistemare tutte le sue faccende in sospeso per poi
ricominciare a New York.
Non poteva
amare nessuno prima di riuscire ad accettare se stesso, i suoi problemi e i
suoi limiti.
Voleva
chiarire con Kurt e, perché no, anche con Blaine.
E,
soprattutto, sapeva che doveva crescere. Sperò che tutti questi processi
mentali non fossero dovuti da quei nuovi psicofarmaci che gli avevano
affibbiato da poco e, con un sorrisetto, si appoggiò con la schiena al fianco
di Nick, suonando la chitarra e urlando nel microfono, liberandosi di
un’ulteriore peso.
(David Thompson- Doug Does)
This aint a scene it's a goddamned arms race,
This aint a scene it's a goddamned arms race
La vita era
una sfida e David lo sapeva bene.
Avrebbe
combattuto con tutto se stesso per ottenere tutto ciò che gli serviva per sentirsi
realizzato: un buon lavoro come i suoi si auguravano, una posizione niente male
nella società ….
Magariunafamiglia.
(Nick Duvall- Alex DeLeon)
One more night and one more time,
Thanks for the memories even though they weren't so great
Nick non
sorrideva così tanto da mesi.
Al contrario
del pezzo che stava cantando doveva dire che quella notte era stata a dir poco
meravigliosa.
E forse era
tutto grazie a quel destino che solitamente era così malevolo con lui, ma che
per una volta lo aveva graziato.
Kenzie era tornata da lui, ancora stentava a crederci….
(Flint Wilson –William Beckett)
Growing
up, growing up
Cos’altro
poteva cercare Flint Wilson se non un modo pratico e comodo per crescere?
Il fatto che
la sua vita andasse a rotoli non era una motivazione sufficiente per
comportarsi da immaturo…. Lo sapeva.
Ma non aveva
scelta.
Voleva
solamente una maledetta soluzione, una qualsiasi, che gli permettesse di restare….
Ma non
esisteva.
(James Kirk-PatrickStamp)
I've got troubled thoughts and
The Self esteem to match
What a catch? What
a catch?***
Kirk suonò le
ultime note prima di appoggiarsi le mani sulle cosce, prendendosi tutti gli
applausi che meritava.
Si alzò
facendo un veloce inchino mentre Wes augurava al pubblico la buona notte da parte
di tutti ed introduceva un ragazzo dall’aria un po’ selvaggia a causa della
miriade di rasta che aveva in testa.
Il biondone lo guardò schifato, abbracciando le spalle di
Ethan e dicendogli, senza curarsi della vicinanza al microfono “Secondo te ha
le pulci quello la?”
I successivi
cinque minuti servirono a Montgomery per calmare il suddetto ‘barbone’, dopo
aver permesso a Moore di trascinare via l’amico evitandogli un cazzotto sui
denti perfetti.
La serata si
era quindi conclusa.
Jeff raccattò
i suoi fratelli in giro per tutta la fiera e trovò sua madre e suo padre
intenti a parlare con i genitori di Ethan.
Si buttò tra
le braccia della madre, sospirando soddisfatto nel sentirla accarezzargli
dolcemente i capelli mentre gli sussurrava quanto bravo fosse stato e quanto
fiera si fosse sentita.
La cosa lo
rincuorò, ma non a sufficienza.
Voleva solo
andare a casa, vedere Flint parlare con Richard nel gazebo, così vicini da
respirarsi praticamente in faccia, lo aveva stancato.
Voleva
dormire fino alla domenica sera no stop.
Quello che
non sapeva, però, era che Flint se n’era andato da un pezzo con sua madre,
praticamente appena sceso dal palco dopo aver scambiato quelle due sporadiche
parole con Rich.
E non era
tutto.
Anche altri
sembravano essersi volatilizzati, persino Thad col quale Blaine non vedeva
l’ora di scambiare due paroline.
“Secondo me
dovresti lasciare perdere” Kurt lo guardò tenendo le braccia incrociate e
ciondolando appena sul posto “Insomma, non ha fatto nulla di male infondo, ha solo…”
“Cantato una
canzone dove diceva di struggersi d’amore per te?” domando con una velata
ironia Blaine “Ah si, hai ragione…. Niente di che….”
Hummel roteò
gli occhi azzurri “E cosa speri di ottenere da Thad? Negherà fino alla morte e
ti prenderà in giro in modi e maniere che tu nemmeno capiresti…”
“Mi stai
dando dello stupido?” chiese accigliato il moro.
“No, ma ti
stai comportando come tale…. Per favore finiscila…” Kurt si avvicinò appoggiandogli una mano sulla
spalla “Ti prego fallo per me…. Non mi fa piacere
veder litigare due persone a cui tengo.”
Anderson
sospirò abbozzando un sorrisetto e annuendo lievemente.
Dopotutto
poteva sempre cercare Harwood alla Dalton, ben lontano da qualsiasi persona che
potesse riferirlo a Kurt.
Thad non
sarebbe andato a fare la vittima da Hummel, aveva un sacco di difetti ma non
era quello il suo stile. Era più facile che Blaine si starebbe ritrovato a
terra, dopo che il caro Harwood avrebbe preso la sofferta decisione di
sacrificare uno dei vasi della Dalton per spaccarglielo sulla testa, per
testare se usasse il gel per costruire barriere antisismiche per i suoi
capelli.
Poteva però
rimandare quel pensiero al giorno successivo….
“Ora hai
progetti?” domandò il solista con un sorrisetto “Magari potresti fermarti alla
Dalton stanotte, ti farei un sacco di coccole….”
Kurt avvampò
scostandosi dal suo ragazzo e togliendo la mano dalla sua spalla, portandosela
in tasca “I-io non so….
Dovrei chiedere….”
“Blaine!”
Il solista
sussultò, sbiancando.
Istintivamente,
senza pensare, si portò accanto a Kurt che fino a pochi istanti prima era
davanti a lui, e si voltò verso suo padre – la persona che lo aveva chiamato-
sentendosi il sangue defluire lentamente al cervello e battergli nel cranio.
Si metteva
malissimo.
Kurt non si
aspettava di conoscere così il padre di Blaine…. O
per lo meno sperava in qualcosa di meno violento.
L’uomo in
fatti si era fermato davanti a loro guardandoli in modo a dir poco ostile,
lasciando che gli occhi azzurri si fissassero in quelli del figlio per poi
fermarsi quasi schifati su Kurt.
“E questo chi
diavolo è?!” domandò quasi gridando, indicando Kurt.
Blaine
deglutì lentamente, iniziando a vagliare ogni possibile ipotesi.
Suo padre non
poteva mettergli le mani addosso, o farlo a Kurt, in mezzo alla gente. Persino
lui aveva dei limiti in quel senso.
Certo, una
volta arrivato a casa ( se mai avesse deciso di tornarci) non era sicuro di
sopravvivere alla sfuriata, ma valeva la pena di provare la via della totale
onestà.
Ormai era in
ballo a prescindere, visto che di certo suo padre li aveva visti cantare mano
nella mano “Lui è Kurt…” disse solamente, con un
sussurrò basso, mentre pregava che il padre non avesse memorizzato il suo nome,
quella sera che a tavola lo aveva avvertito di avere un ragazzo.
Visto il modo
sinistro in cui la vena sulla fronte dell’uomo pulsava, Blaine ne dedusse che
invece lo ricordava bene…
“Sei
vergognoso” disse solamente, scuotendo lentamente il capo e piegando le labbra
in una virgola di puro disgusto “E questo qui che ti sei trovato….
È anche peggio. Siete a dir poco indecenti, nauseanti e…”
“Che cosa
cazzo hai detto?! Come hai osato definire mio figlio?!”
Kurt voltò il
capo verso la sua sinistra, sgranando gli occhi alla vista di suo padre, livido
di rabbia, mentre questo fissava il signor Anderson in modo ostile, pronto a
fare il via ad una rissa.
“Ah, lei è il
padre?” domandò Richard, facendo un passo verso di lui “Bene allora, se lo
riprenda e lo chiuda in casa! Io non voglio che frequenti mio figlio!”
Il cuore di
Kurt mancò di un battito mentre si aggrappava al retro della maglietta di
Blaine. Era così preso dalla situazione che non si era nemmeno reso conto che
il suo ragazzo gli si era messo davanti, quasi a volerlo schermare dal padre.
“E la ragione
quale sarebbe?!” domandò rabbioso Burt, iniziando a perdere le staffe.
“Non voglio
che mio figlio frequenti un finocchio!” il signor Anderson puntò il dito contro
il petto di Hummel che si dovette davvero trattenere dal prenderlo a schiaffi
pubblicamente “Non ho alcuna intenzione di tollerare una cosa del genere!”
gridò accusando il figlio di qualcosa di vagamente paragonabile ad un
genocidio, nella sua testa.
“Le conviene
smetterla di parlare a mio figlio in chiave tanto negativa, prima che davvero
mi salga la bile!” Kurt guardò suo padre, tremava dalla rabbia….
“Papà ti
prego, ti fa male reagire così…” Kurt si avvicinò
titubante, accarezzando lentamente il braccio del padre che subito scontrò i
suoi occhi con quelli del ragazzo.
Nell’esatto
istante in cui i due si distrarono, Richard afferrò
il figlio per il polso, strattonandolo “Ora ce ne torniamo a casa, e vedrai a
cosa porterà la tua dimostrazione di pubblico amore!”
Burt scattò,
appoggiando entrambe le mani sul petto dell’uomo e spingendolo via da Blaine
“Lei non farà proprio nulla!”
“Chi diavolo
si crede di essere per dirmi come fare il genitore?!” sbraitò Anderson, mentre
ormai una folla consistente di persone osservava la scena attentamente. Stavano
facendo non poco casino, dopotutto.
Come chiamata
dal cielo, Carole arrivò di gran carriera insieme a Finn “Che sta succedendo
qui?” chiese spaventata, notando che a suo marito prudevano le mani dalla
rabbia.
“Ce ne
andiamo” disse secco Burt, mentre una bella donna dai tratti asiatici si
avvicinava a Blaine prendendogli gentilmente il polso per osservare che non si
fosse fatto male. Anche un cieco avrebbe facilmente capito che quella era sua madre…. “Blaine viene con noi, stasera.”
“Non credo
proprio!” proruppe Richard Anderson, irato “Lui verrà a casa e verrà punito
come merita!”
“Richard!” Urlò
Anabell totalmente spiazzata. Non credeva che il
marito sarebbe addirittura arrivato ad ammettere in pubblico che…. No.
Quella
situazione stava degenerando troppo.
“Blaine verrà
con noi, o chiamerò la polizia e la denunceremo per violenze domestiche” disse
chiaramente Burt, senza mezzi termini, mentre la moglie sperava di aver capito
male.
A quelle
parole il signor Anderson non poté far altro che guardare la consorte, del
tutto fuori di se dalla rabbia “Tu non dici nulla?! Mi mettono i piedi in testa
per colpa di questo…. Questo bastardo…”
guardò il figlio duramente “E tu te ne stai zitta?!”
“Blaine non
fa nulla di male…” disse la donna esitante, guardando
severamente il marito “Può andare dove vuole…”
Il signor
Anderson strinse le labbra ci rabbioso disappunto, ma non poté far altro che
girare sui tacchi e andarsene, e sia la moglie che il figlio tirarono un
sospiro di sollievo.
Burt Hummel
ancora tremava di rabbia, quando si voltò verso la signora Anderson “Lei deve
essere la madre di Blaine” disse cercando di calmarsi lente, per poi porgerle
la mano e presentarsi.
“Sono Anabell” disse lei con un sorriso un po’ tirato, stringendo
il braccio attorno alle spalle del figlio mentre stringeva la mano a Burt “Le
chiedo scusa per…. Beh per mio marito.”
“Blaine è meglio se stasera viene con noi” disse Burt cauto, ma si rasserenò
non appena vide la donna presentarsi anche a sua moglie annuendo.
“Sono
assolutamente d’accordo. Meglio se non torna ne a casa ne alla Dalton….” Gli disse “Mi sentirò molto più tranquilla così….”
“Allora vado
a prendere le mie cose…. Le ho lasciate nel gazebo
sotto al palco” disse Blaine sottovoce, ancora un po’ scosso per quanto
successo.
Kurt fece un
passo “Ti accompagno”
“No davvero, non
importa” lo rassicurò Blaine con un sorrisetto debole “Ci metto due secondi.
Aspettami qui…”
Kurt si
strinse nella spalle, incrociando le braccia mentre guardava il suo ragazzo
sparire tra la gente.
Anabell gli accarezzò gentilmente la guancia, richiamando
la sua attenzione “Piacere di rivederti, Kurt. Canti divinamente, lo sai?”
Ok, il
giovane Hummel dovette trattenersi dal cacciare un urlo di gioia per poi
iniziare a piangere “Io…. La ringrazio, detto da lei
è un così grande complimento…”
“Pensavo di invitarti
a cena, martedì sera” gli disse mentre anche il padre del ragazzo ascoltava
attentamente “Così potremo conoscerci meglio…. Poi so
che parti per le Nazionali, Blaine mi ha raccontato tutto…”
“Non so se
voglio che mio figlio passi del tempo in casa vostra, signora Anderson” disse
secco Burt “Penso mi capirà”
“Logicamente”
ne convenne lei “E mai mi permetterei di invitare Kurt a casa mentre c’è anche
mio marito. Non voglio metterlo in difficoltà, non me lo sognerei nemmeno.
Richard parte lunedì sera per Atlanta, dove passerà quattro giorni ad un
convegno medico. Saremo solo io e i miei due figli….
Spero che lascerà venire Kurt, mi farebbe molto piacere conoscere meglio il
fidanzato di mio figlio”
Burt sembrò
tentennare unpo’, poi si voltò verso il
figlio che stava letteralmente saltellando per l’eccitazione.
“Beh, se Kurt
vuole…”
“Sì! Kurt
vuole assolutamente!” disse infatti il diretto interessato facendo ridacchiare Anabell “Sarebbe un onore…”
“Allora sia
per martedì…. Visto che viviamo così distanti puoi
rimanere a dormire così ricambio la premura di stanotte….”
Disse sorridendo prima di salutare calorosamente il ragazzo e lui sua famiglia,
andando alla ricerca di Chad per poter tornare a
casa.
“Che bella donna…” fu il solo commento di Burt, che subito si beccò
un’occhiataccia da Carole mentre Finn ancora non capiva (oltre che sentirsi
incredibilmente escluso).
“Molto bella,
effettivamente” mormorò Carole spostandosi un ricciolo dalla fronte “Ma il
punto resta uno solo: davvero permetterai a Kurt di mettere piede a casa
Anderson?”
“La signora
mi sembra affidabile” disse Burt scrollando le spalle “E poi sono certo che
Kurt non andrebbe mai senza essere certo di essere al sicuro….
Vero? Kurt?”
Il ragazzo
però non lo ascoltava, troppo concentrato a trafficare col cellulare.
“Che ti
prende, Bro?” gli chiese Finn.
“Blaine ci
sta mettendo una vita” disse angosciato Kurt, facendo scattare un campanello
anche a suo padre “Vado a cercarlo”
“Vengo con
te” disse sbrigativo Finn, che nonostante non ne capisse il motivo, comprese
l’agitazione del fratello.
Burt li
guardò allontanarsi scambiando uno sguardo preoccupato con Carole.
Non sapeva
fin dove poteva spingersi il signor Anderson, e quella sera aveva avuto la
conferma dei suoi timori.
Era davvero
un bastardo….
Blaine era
entrato nel gazebo con gli occhi irati del padre nella mente e la sua voce
disgustata nelle orecchie, ma una volta lì aveva momentaneamente accantonato il
problema.
Thad se ne
stava tranquillo sulla panca, intento a cambiarsi le scarpe, sostituendo ai
pesanti anfibi invernali un paio di converse dall’aria vissuta.
Non lo aveva
sentito entrare, a giudicare dal volume delle cuffiette che Blaine sentiva
dall’altra parte del gazebo.
Anderson andò
verso la panca su cui aveva appoggiato le sue cose, mettendole nella tracolla
mentre pensava a cosa fare.
O meglio, a
cosa dire.
Ci teneva a
mettere le cose in chiaro una volta per tutte, visto che a quanto pare quella
mattina, all’alba del giorno in cui Kurt aveva lasciato la Dalton, non gli erano
entrate molto in testa.
Prese un
respiro profondo, alzando il capo verso di lui e guardandolo attentamente.
Doveva almeno
richiamare la sua attenzione, tanto per iniziare.
“Thad?”
L’altro non
lo sentì, o lo ignorò totalmente.
Si avvicinò,
mettendosi davanti a lui, e solo a quel punto Harwood alzò lo sguardo “Ti serve
qualcosa, Anderson?” chiese togliendosi una cuffietta.
“Stai alla
larga dal mio ragazzo, Harwood. Non te lo ripeterò nuovamente” disse Blaine,
paziente.
L’altro alzò
un sopracciglio, guardandolo sarcastico “Mi prendi per il culo?”
Cielo, lo
aveva evitato come la morte per tutta la sera! Cos’altro poteva fare in più?
“No, tu
prendi per il culo me! Guarda che ho capito cosa volevi dire con quella
canzone!”
Thad roteò
gli occhi, alzandosi dalla panca e lanciando il suo Ipod
nello zainetto “No, non hai capito un cazzo. Però questa non è una novità,
quanto mai capisci qualcosa tu?”
“Attento
Thad, stasera non è il caso di mettere alla prova i miei nervi” gli disse
Blaine, prendendo un respiro mentre iniziava a sentire la mani prudergli.
Non si era
mai sentito violento, anzi, aveva sempre detestato qualsiasi pratica del genere
visto come lo trattava suo padre.
La tentazione
di mollare un pugno a Thad era così forte, però…
“Sei un
ipocrita” gli disse semplicemente l’altro, mettendosi davanti a lui e
incrociando le braccia come a sfidarlo.
“Perché mai
dovrei esserlo?!”
“Perché ti
comporti così solo perché hai paura di me” disse affabile Thad “E sai che io
sono una minaccia per la tua relazione idiliaca….”
“Non dire
cazzate, Kurt non ti vede in quel senso. Lui stesso me l’ha detto” disse
tagliente Anderson.
Harwood
ignorò la fitta allo stomaco scrollando le spalle “Immagino che ti dica tutto,
no? Compreso il fatto che prima che vi metteste insieme abbiamo limonato
violentemente sotto casa di una sua amica? E in camera nostra?” chiese,
spiazzandolo “Mhm direi di no…”
Blaine ci
rimase così male che per alcuni secondi non fu in grado di dire nulla, poi
scosse piano il capo “Non è vero, stai mentendo…”
“No, pupo. È
vero. Chiedilo a Kurt…. Chiedigli perché ha sempre
risposto ai miei baci, avanti.” Thad stava iniziando a perdere le staffe.
Era stufo di
sbagliare a priori….
Poteva
comportarsi come sempre visto che gli rompevano i cosiddetti anche quando non lo
faceva.
Era stanco,
stanco di quella situazione, stanco di Blaine, stanco di starci male. Stanco di
tutto.
Fece un altro
passo verso di lui fronteggiandolo “E poi, dopo che ti avrà detto di si,
chiediti se sarebbe il tuo ragazzo ugualmente, se non mi fossi tirato indietro.
Chiediti se si sarebbe comunque messo con te se io avessi avuto le palle di
dirgli quello che provo per lui….” gli diede le
spalle per prendere le sue cose e andarsene, ma poi si voltò più incazzato che
mai, alzando la voce e iniziando a sudare, mentre il cuore gli martellava così
veloce in petto da fargli quasi male “Sai quale è la sola differenza tra me e
te?? Io penso più a Kurt che a me stesso. Sapevo che tu gli piacevi, che aveva
la sua ridicola cotta da quindicenne innamorata e così ho lasciato che lui la
sfogasse, consolandolo quando tu lo ignoravi e spingendolo comunque verso di te
nonostante mi uccidesse…” iniziò a respirare
affannosamente “Tu invece cazzo hai fatto?? Te lo sei preso quando l’hai voluto…. Chi mi dice che non lo lascerai non appena ti
stuferai?!”
Blaine si
scostò violentemente, guardando il viso di Thad che si faceva sempre più rosso
“Io amo Kurt!”
“Oh, per
favore! Tu sei solo un fottutissimo egoista! Ora ti senti minacciato?? Dio mi
fai pena!!”
Anderson lo guardò
attentamente, analizzando le cose che aveva detto “Tu…
Lo ami ancora, non è così?” chiese, non ottenendo risposta “Allora?! È così!?”
Thad voleva
rispondergli.
Voleva
davvero urlarglielo in faccia e levarsi così un peso enorme.
Voleva dirgli
che forse il suo interessa per Hummel non si sarebbe spento facilmente ma che
era riuscito comunque a metterci una pietra sopra.
Peccato che
il nodo alla gola che era nato in quei pochi secondi non accingeva a
sciogliersi, togliendogli il fiato.
Non riusciva
a respirare.
In un istante
una vertigine violenta lo colpì, facendolo cadere in ginocchio, avvertendo
subito dopo una forte nausea.
“T-Thad?” Blaine si chinò su di lui, spaventandosi a morte
quando il ragazzo si aggrappò alle sue spalle ancora incapace di respirare.
Harwood
sentiva una paura strana nascere in lui, insieme ad uno strano senso di deja-vu che non sapeva davvero spiegarsi.
Sentiva come
se stesse per svenire.
Per morire.
Da un momento
all’altro.
Stava sudando
freddo.
Aveva così
tanta confusione in testa che si sentiva totalmente incapace di parlare o muoversi…
“AIUTO!” urlò
Blaine, guardandogli il viso cianotico “QUALCUNO CI
AIUTI!” urlò più forte facendo stendere lentamente Thad a terra. Appena aveva
sentito il cuore del più grande correre così veloce contro il suo petto si era
spaventato a morte “Coraggio, respira, Thad! Respira!”
Continua…
*Questa in inglese sono le reali frasi conclusive della
scena d’amore tra Elphaba e Fiyero,
come potete sentire anche dal video^^
** Facciamo
due calcoli, vi va?
Thad + Università a New York
=….
Thad nel
seguito :D Siete felici?
*** Ho scelto
questa canzone per due motivi: Ha un grande significato ed è cantata da tutte
le mie band preferite della Decay Dance.
Nda:
Eccoci qui
col capitolo!
Lo so, ci ho
messo tanto….
Ma questo
capitolo è lunghissimo quindi spero mi perdonerete :D
Una notizia
di servizio:
D’ora in poi
BASTA capitoli divisi in parti!
Ne mancano
otto mi pare, ergo d’ora andremo filati verso la fine (e il seguito!)
Che ne pensate
del capitolo?
Avete capito
cosa è successo a Thad?
E cosa mi
dite di Burt Hummel? Io amo quel uomo!
Ho messo
anche un accenno di Finchel, spero lo abbiate
apprezzato^^
Grazie come
sempre a chi mi ha recensita, siete davvero grandiosi, vi adoro!
Ora vi lascio
:D
A prestissimo
Jessy.
Ps. Grazie a MissProngs e
a Pà per avermi fatto pubblicità ** vi amo**
Capitolo 34 *** #27: Anything you can be, I can be greater! ***
bananissima
NB: Il
capitolo non è stato betato.
Scusatemi per
l’inconveniente ma per mantenere la consegna non sono riuscita. Buona lettura.
J.
Blaine Anderson presents:
the Pips!
#27:Anything
you can be, I can be greater!
Kurt incrociò
le braccia sul petto, guardando di traverso i due ragazzi e sbuffando
contrariato “Siete davvero patetici, entrambi”
Certo, la
scena che gli si era proposta davanti quando era entrato nel gazebo trenta
secondi prima non era delle migliori: Blaine se ne stava in piedi, dondolando
da un piede all’altro e tenendo la testa incassata tra le spalle mentre accanto
a lui McKenzie gli accarezzava lentamente un braccio in modo confortante,
cercando di fargli riprendere colore in viso.
Aveva
rischiato l’infarto, e la causa era facilmente riconducibile a quello stronzo
di circa sessantadue chili che stava respirando dentro ad un sacchetto di carta
marroncina, seduto affianco a Nick su una panca.
“Ha ragione
Kurtie” Disse Duvall, irritando il ragazzo accanto a lui “Cioè ti sei fatto
venire un attacco di panico amico! Per un litigio con Blaine! Blaine!!”
enfatizzò senza concepire la cosa “Potrei anche concederti qualche embolo se si
trattasse non so…. Di Kirk! O di Trent, visto quello che ha fatto…. Ma Blaine ?
Sei serio?”
“Pensa che
Blaine è la persona che mi sta più sul caz… Ahia!” Thad smise di respirare nel
sacchetto, portandosi una mano alla nuca, nel punto che Kurt aveva colpito “Ma
sei scemo??”
“Taci e
respira” rispose secco Hummel, prima di lanciare un’occhiata anche a Finn che
osservava come rapito il sacchetto che si gonfiava e sgonfiava ritmicamente.
“Nemmeno tu
mi stai molto simpatico” borbottò Anderson, scuotendosi appena per guardare
male Harwood.
Si era
davvero spaventato quando Thad aveva smesso di respirare, tanto da mettersi ad
urlare. Nick era entrato di corsa nel gazebo seguito da Kenzie, tenendo alta
una chitarra –proprio come se fosse un’ascia- e dicendo qualche frase insensata
riguardo un’apocalisse da zombie*.
Quando poi si
erano accorti che non era nulla di così grave, Nick era andato alla ricerca di
un sacchetto o un qualcosa di simile, lasciando la giovane con Thad. Kenzie si
era dimostrata una buona infermiera; l’aveva fatto sedere sulla panca e,
lentamente, lo aveva aiutato a riprendere la normale respirazione, proprio come
si fa con una donna che sta per partorire.
Il cellulare
di Kurt suonò per la quarta volta nel giro di tre minuti. Suo padre stava
riprovando a fargli uno squillo sottolineando due cose: prima di tutto che
aveva fretta e voleva farsi quella maledetta ora d’auto per tornarsene a Lima e
andare a letto…. E poi che stava iniziando a preoccuparsi seriamente.
“Dobbiamo
andare…” Disse lentamente il ragazzo, voltandosi prima verso Finn e poi
scoccando un’occhiata di fuoco a Blaine “Adesso…”
Anderson
prese la sua roba, lanciando un’occhiata a Thad e poi a Nick “Tenetelo
d’occhio”
Il diretto
interessato borbottò qualcosa che però si perse nel sacchetto, mentre Kurt si
avvicinava, sistemandogli i capelli “Evita di morire, ti prego” gli disse in
tono basso prima di voltarsi e uscire dal gazebo, seguito da Finn che salutò
con un cenno della mano.
Blaine si
lasciò andare in un lungo sospiro, prima di sbrigarsi a raggiungerli.
Il viaggio in
auto durò più del previsto a causa di una deviazione stradale, e fu davvero
troppo silenzioso, tanto che Carole e Finn si appisolarono durante il tragitto.
Burt lanciava
occhiate ai due ragazzi dietro, chiedendosi il motivo di quell’espressione
dispiaciuta sul viso di Blaine e di quella scocciata su quello di Kurt.
Bah, non ci
capiva niente…. Prima erano appiccicati su un palco, poi non si parlavano….
Decise che
per aiutare la sua sanità mentale non avrebbe mai indagato.
Quando
finalmente arrivarono a casasi voltò
lentamente verso la moglie, svegliandola dolcemente prima di guardare Blaine e
Kurt “Ragazzi sapete le regole. Ora Carole rifarà il letto a Finn e Blaine
dormirà da lui, se ti serve un pigiama Kurt potrà darti uno dei suoi”
“Posso farlo
anche da solo, signor Hummel” disse prontamente Blaine, mentre guardava Carole
camminare quasi per inerzia verso il piano superiore “Se mi date le coperte
pulite lo faccio io”
“Sei un
tesoro” gli disse la donna, accarezzandogli una guancia prima di sparire verso la
propria camera, tornando con tutto l’occorrente per rifare il letto.
Kurt nel
frattempo si era chiuso in camera sua per cambiarsi velocemente, prima di
prendere un pigiama primaverile dal cassetto e decidere che no, il pesca non
era il colore di Blaine. Optò per un paio di pantaloni blu di una tuta e una
maglietta nera, decisamente più sbarazzino. Blaine era troppo virile per certi
colori….
Kurt scosse
violentemente il capo, non doveva fare certi pensieri ma anzi, doveva
ricordarsi che si sentiva decisamente tradito da Blaine. Aveva infranto una
promessa affrontando apertamente Thad nonostante avesse giurato di non farlo.
Sospirò
uscendo dalla sua stanza ed entrando in quella del fratello, ringraziando il
cielo che fosse collassato subito sul divano evitando così di lamentarsi con
lui per il nuovo sfratto.
Raggiunse
Blaine con tutte le intenzioni di fargliela pesare, ma trovarlo chinato sul
letto nel tentativo di sistemare il lenzuolo non avrebbe aiutato la situazione.
Affatto.
I suoi occhi
si concentrarono subito sul fondoschiena tondo e sodo del suo ragazzo e, solo
successivamente, sulla striscia di pelle che la maglietta lasciava scoperta a
causa della posizione, mostrandogli una discreta panoramica della schiena di
Blaine.
Ok, forse
poteva ripassare dopo….
Stava per
darsi alla fuga quando Blaine lo notò e gli sorrise un po’ tirato,
evidentemente dispiaciuto.
E Kurt si
stava già lasciando intenerire.
Così non
andava.
Lanciò sul
letto il ‘pigiama’ che aveva assemblato per lui, prima di incrociare le braccia
e guardarlo nel modo peggiore possibile. Doveva mantenere il sangue freddo per
più tempo possibile, anche se gli veniva difficile rimanere arrabbiato col
morettino. Soprattutto perché i suoi occhi diventavano incredibilmente grandi e
lucidi quando sapeva di averne combinata una.
Senza nemmeno
rendersene conto o mettersi d’accordo, si sedettero insieme sul letto a una
piazza e mezzo di Finn, vicini.
“Senti Kurt…”
disse il solista, prendendogli la mano e guardandolo negli occhi. Sapeva di
averlo deluso, ma non riusciva proprio a concepirne il motivo…
Il problema
di base era che adesso che aveva scoperto che lui e Thad si erano addirittura
baciati….
Aveva paura.
Paura di
quanto a Kurt potesse stare a cuore Thad.
Le
alternative erano due: parlarne con Kurt e lasciarsi tranquillizzare da lui
(come sapeva sarebbe successo) o lasciare perdere.
Beh, non era
poi così sicuro che Kurt lo avrebbe rassicurato…
La paura di
vedere anche il più piccolo dubbio passargli sul viso lo terrorizzava al punto
tale che no, non poteva rischiare.
“Abbiamo
deciso il tema del ballo di fine anno” disse fingendosi su di giri per la cosa,
mentre Kurt sospirava esasperato “Gli anni cinquanta…. Così potrai mettere
insieme un completo che…”
“Blaine, smettila”
Anderson si
morse subito le labbra, zittendosi all’istante e spostando lo sguardo sul
pavimento. Ok, non aveva funzionato, tanto valeva aspettare la sfuriata e
andare a letto con la coda tra le gambe.
Kurt però
decise di stupirlo anche in quella situazione.
Gli spostò un
ricciolo dalla fronte, guardandolo negli occhi, serio “Mi dispiace vedervi
litigare…. Siete il mio ragazzo e il mio migliore amico…. Non voglio che capiti
di nuovo, ok? Non voglio che ne tu ne Thad stiate male di nuovo….”
Anderson
sospirò, annuendo piano “D’accordo. Te lo prometto…”
“Sul serio
stavolta?” lo incalzò l’altro, stringendogli la mano.
“Sul serio….”
Blaine appoggiò il capo alla sua spalla, senza smettere di guardarlo
“Perdonato?”
Kurt non
rispose alla domanda, limitandosi a sorridere e chiedere “Anni cinquanta,
quindi?”
“…. E ti ha
perdonato così?” Nick prese al volo la palla da baseball che lui e Jeff si
stavano lanciando da oltre venti minuti e guardò Blaine meravigliato, prima di
rilanciarla al biondo “Qual è il tuo segreto?”
Anderson
scrollò le spalle mentre Jeff ridacchiava “Sono sincero…. Questo compensa gli
attimi di impulsività”
“Io la
denominerai stupidità” si intromise Kirk, senza abbassare il libro che stava
leggendo “Potete parlare più piano? Sono immerso in un triste pomeriggio del primo
settembre 1939, quando i Nazisti invasero la Polonia entrando a Varsavia…. E
preferisco stare lì piuttosto che in mezzo a voi”
“Perché
sembri un prodotto della Gioventù Ariana, Kartoffeln ?” gli chiese Duvall
chinandosi per prendere la pallina, arrivata con un tiro troppo corto.
Kirk decise
di ignorarlo, mentre Ethan si sedeva poco distante con in mano un libro sulle
fasi decisive della guerra. C’era odore di esami nell’aria, mancavano giusto
tre settimane alla fine della scuola, quindi i ragazzi dell’ultimo anno
sembravano più indaffarati che mai.
Una delle
molte cose che distingueva il McKinley dalla Dalton era che al contrario della
scuola statale, la prestigiosa scuolaprivata di Westerville garantiva il proseguimento delle attività
extrascolastiche fino alla fine dell’anno accademico, in quanto esse erano
autogestite dagli studenti che ovviamente non venivano pagati.
Ergo, i
Warblers si sarebbero incontrati sino all’ultimo giorno, come ogni anno.
Erano rimasti
davvero in pochi, ma non importava.
Quelli che
ancora si presentavano non sembravano intenzionati a mollare.
Jeff lanciò
la pallina a Blaine, che la prese al volo rilanciandola subito a Duvall “Voi
sapete quale è l’ordine del giorno?” chiese il solista con interesse.
Tutti
scossero il capo “No, Wes mi ha accennato qualcosa prima ma non ho capito”
disse Ethan alzando gli occhi dal libro “C’era casino in corridoio”
“Euforia da
fine scuola” commentò Kirk “Che inciviltà”
“Dici così
solo perché hai gli esami” gli fece notare Nick, ridendo mentre caricava il
tiro “Se no saresti euforico anche te!”
Un lancio
calibrato male, forse con eccessiva forza, e un vaso si ruppe cadendo a terra.
Tra i
presenti calò il silenzio “Nick…” disse il biondino senza fiato, alzandosi dal
divano su cui era parzialmente steso “Cosa hai fatto!?” chiese con lo stesso
pathos di un testimone di omicidio.
La reazione
era ovvia, dopotutto: nella Dalton si poteva davvero trovare di tutto, da vasi
antichi, a quadri stimati chissà quanto….
Tutto molto
costoso, quindi.
Duvall scattò
in piedi così velocemente che quasi si ammazzò, inciampando nel tavolino “E ora
che faccio??”
“Buttiamo le
prove prima che arrivi qualcuno” disse sbrigativo Blaine.
“Raccogliete
i pezzi, li butto io dopo quando vado a casa dai miei” disse Moore esagitato,
mentre Kirk non dava segni di interesse ancora immerso nella lettura.
Jeff si
avvicinò, mentre Blaine cercava una borsina o un sacchetto.
Dovevano
sbrigarsi prima che i capi consiglio o Cameron arrivassero o sarebbe successo
un casino.
Per loro sfortuna,
proprio in quel momento arrivarono Wes, Thad e David.
Mentre Nick
sbiancava Jeff fece qualcosa di totalmente nuovo per lui: pensò veloce.
Si mise a
sedere in terra, sulla ceramica rotta e, anche se non fu piacevole, la coprì
alla vista di tutti.
I capi
consiglio presero posto parlottando tra loro, e appena il ragazzo di colore lo
vide lo invitò a sedersi sulla poltrona lì affianco “Oh no” disse il biondino
cercando di suonare naturale “Sto bene così…”
David scambiò
uno sguardo veloce con Wes, ma entrambi scrollarono le spalle. Succedevano cose
molto più strane, solitamente…
Attesero che
anche il resto del gruppo li raggiungesse (Richard e il fratello Cam, e
successivamente anche Flint) prima che Wes interpellasse Thad sull’ordine del
giorno.
“Si oggi si
deve discutere sulle modalità di assegnazione del ruolo di solista…”
Kirk alzò un
sopracciglio “Ma siamo a fine anno”
“Fino
all’ultimo giorno il ruolo può essere assegnato a qualcun altro, James caro”
recitò laconico Thad, sistemando della carte.
Blaine lo
guardò alzando un sopracciglio “Il ruolo non può essere riassegnato solo in
caso di lamentele diffuse o richiesta da parte di qualcun altro di venir scelto
come solista?”
David annuì,
finendo di mettere a verbale l’ordine del giorno “Così è stato, infatti. Uno di
noi ha chiesto di poter diventare il solista.”
Nick li
guardò stordito “E chi è quel coglione che a tre settimane dalla fine della
scuola vuole diventare il nostro solita?”
David si
morse le labbra, e insieme a Wes si voltò verso Thad che ostentava un sorriso
già trionfante.
“Chi è?”
domandò Jeff “Da qui sotto non vi vedo!”
“Thad!”
sbottò Blaine, irritato “E chi se no… Posso almeno sapere il motivo?”
“Perché
qualsiasi cosa tu possa fare, io senz’altro la faccio meglio” buttò lì Harwood,
a mo’ di frecciatina.
Anderson
strinse i denti.
Aveva
promesso a Kurt di non mettersi più contro Harwood “E se mi rifiutassi?”
“Non puoi”
decretò Wes “Le regole sono chiare: Thad ha il diritto di sfidarti per prendere
il tuo posto”
“Ma non ha
senso!”
“Per me ne
ha” rispose Harwood “Tu sei sopravvalutato. Sei bravo, carismatico…. E hai lo
charme di una vera ballerina di cancan ma…. Io so di avere più talento”
Jeff rimase
senza parole, mentre sentiva la ceramica penetrargli nella pelle delle chiappe.
“Sarà…. Uno scontro
interessante” si limitò a dire Wes.
“E chi pulirà
il sangue dalle pareti?” domandò Duvall vagamente preoccupato.
Kirk tolse
gli occhi dal libro “E in che consiste la sfida, se è lecito saperlo?”
“Due canzoni
a testa” disse David, chiudendo la penna a sfera “E noivoteremo il migliore secondo il nostro
gusto…”
Thad chiuse
il quaderno “In bocca al lupo Anderson…” disse “Ne avrai bisogno…”
Anabell si
chinò, controllando la torta nel forno “Penso che il figlio di Harwood sia
davvero bravo a cantare…. Ma tu hai una tecnica che lui non ha” disse poi
voltandosi verso Blaine, seduto al tavolo della cucina con espressione mesta.
“Forse…. Ciò
non toglie però che la sua voce sia decisamente migliore della mia” rispose
alzando lentamente le spalle, prima di immergere il dito in una piccola
ciotola, raccogliendo così su di esso un po’ di glassa bianca.
La signora
Anderson sospirò “E quindi cosa devi fare? Portare un assolo?”
Lui annuì
“Stavo pensando ad ‘I’ve got You Under my
Skin’ di Frank Sinatra….”
La donna
annuì “Approvo, è molto nelle tue corde”
“Nonè finita” le disse il figlio, leccando via la
glassa dal dito prima di sospirare profondamente “Dobbiamo anche esibirci in
una canzone, scelta dagli altri due capi consiglio”
“E che
problema c’è?”
“Nessuno ma….
Spero saranno giusti dandoci qualcosa che esalti le doti di entrambi”
Chad entrò in
cucina seguito da un piccolo bastardino bianco e rosso a pelo lungo, che abbaiò
felice sedendosi accanto alla donna. “Metti fuori Hobo**, Chad” disse paziente,
guardando il figlio più piccolo “Abbiamo ospiti a cena, non voglio disastri”
Il ragazzino
si passò da una mano all’altra una vecchia palla da football, guardando la
madre un po’ annoiato “Ma’ è il ragazzo di Blaine, non è il Presidente degli
Stati Uniti” disse pazientemente, facendo ridacchiare il fratello mentre la
donna lo guardava lievemente seccata, spostandosi una ciocca di capelli corvini
dietro all’orecchio “Hai cucinato tutto il pomeriggio…. E, cioè, l’hai guardato
bene?? quel ragazzo sfiora l’anoressia tanto è magro! E poi perché hai mandato
Consuelo a pulire il garage?? Non ci entrerà nemmeno in garage…” a quel punto
Blaine esplose a ridere “Mamma sfiori la paranoia!”
“Perché non
vai a cambiarti piuttosto?” domandò la donna guardando infastidita il ragazzo
e, in modo particolare, la vecchia tuta lisa che indossava.
“Scherzi,
spero” rispose lui, continuando a giocherellare “Sono a casa mia. Pensa che
quando ho scelto con cosa cambiarmi dopo scuola ero indeciso tra questa tuta e
il pigiama verde acqua che mi ha portato la nonna da quel viaggio a San Josè.”
“Da quando
Anderson è diventato sinonimo di ‘sciatteria?” domandò sagace la donna,
sedendosi su uno sgabello di fronte a Blaine.
“Da i ragazzi
di mio fratello necessitano di vedermi in tiro?” rilanciò il ragazzino, ovvio
“Deve essere Blaine quello figo, non io…. e come vedi lui si è impegnato” disse
tirando appena il maglioncino nero smanicato del fratello “Io resterò schiatto
così da mostrare come sono in realtà, ovvero etero” si scansò appena in tempo,
evitando così uno schiaffo “Blaine vieni in giardino a fare due tiri mentre
aspettiamo Key?”
“Key?”
domandò stranito l’altro, alzandosi dallo sgabello e seguendo il fratello, che
stava uscendo dalla porta finestra della cucina “Ok va bene, ma giusto un paio,
non voglio sudare….” Disse brevemente, arrotolandosi la camicia lilla sopra ai
gomiti.
Anabell li
guardò allontanarsi scuotendo lievemente il capo, prima di tornare a dedicarsi
alla sua torta.
Non sapeva
nemmeno leiperché ci stesse mettendo
così tanto impegno….
Forse ci
teneva a fare la figura della brava padrona di casa, o forse era consapevole
che Blaine era davvero preso di questo ragazzo.
Certo, lei
non si lamentava della cosa, anzi, Kurt le piaceva molto.
Forse perché
in lui si rivedeva molto da giovane, e con questo non intendeva ne che Kurt
assomigliasse ad una ragazza o qualcosa di ugualmente offensivo.
Solo aveva
molto entusiasmo e, cosa più importante, molto talento.
Sfornò la
torta spalmandola di glassa, prima di posarla sul davanzale per farla raffreddare.
La cameriera, una bella ragazza ispanica, entrò in cucina appoggiando un paio
di piatti sul ripiano “Ho finito di apparecchiare, signora Anderson” disse con
la classica cadenza spagnola, osservando la padrona di casa.
Questa però
non rispose subito, troppo intenta a guardare i figli che si passavano la palla
da football ridacchiando. Sorrise istintivamente “Grazie, Consuelo. Ora
controlla che la cena resti in caldo, il nostro ospite dovrebbe arrivare a
momenti….” Nemmeno a farlo apposta, il campanello suonò proprio in quel momento
“Vado io, tu chiama dentro i ragazzi e costringi Chad a cambiarsi”
La ragazza annuì, mentre Anabell si sfilava il grembiulino rosa, camminando a
passo spedito verso la sala. Con un gesto elegante si sciolse i capelli, che
ricaddero in una cascata di seta corvina sulla schiena.
“Si?” chiese
al citofono, e distorta arrivò la voce di Kurt, resa più acuta dal nervosismo
“Vieni pure caro, entra con l’auto in cortile, ti apro il cancello…”
Premette un
pulsante prima di tornare verso la cucina, rischiando di scontrarsi con Blaine
che stava accorrendo “Chad è andato a cambiarsi?” domandò la donna.
“Ha detto che
preferisce morire piuttosto. E lotterà per il suo diritto a tenere la tuta in
casa…”
La donna sospirò
rassegnata, guardando Blaine ci si avviava alla porta, sistemandosi il papillon
nero prima di aprire la porta e attendere che Kurt lo raggiungesse.
Lei decise di
lasciare loro lo spazio necessario per salutarsi e portare le cose di Kurt
nella stanza di Blaine dove, secondo accordi, avrebbe passato la notte.
Anabell
sapeva benissimo che lasciare che due adolescenti dormissero insieme non era il
massimo, ma non si sentiva proprio di negare a Blaine una cosa del genere.
Sperava di poter fare appello al buon senso del figlio, quindi.
E in quello
di Kurt.
Tornò in sala
da pranzo, dove Chad sedeva già al tavolocon lo sguardo incollato al cellulare “Mettiamo Hobo fuori?”
“Dai Ma’
lascialo stare, tanto non fa niente…. Ora che non c’è papà a rompere non iniziare
tu…”
La donna
sospirò sconsolata, prendendo posto a capotavola e aspettando gli altri due
ragazzi. Non ci misero molto, anzi scesero quasi subito.
Kurt guardò
affascinato Anabell alzarsi per potergli lasciare un paio di baci sulle guance.
Era davvero una donna bellissima, e quel suo fascino risaltava ancora di più
grazie al vestitoblu notte che
indossava.
Lo invitò a
prendere posto accanto a se, mentre Blaine si metteva di lato a Kurt lungo il
tavolo.
Inizialmente
Hummel si sentì impacciato, lievemente in imbarazzo, ma tra una portata e
l’altra si lasciò lentamente andare, fino ad arrivare a parlare senza più paura
con la donna.
“La prima
volta che sono andata a New York avevo tredici anni” stava spiegando Anabell,
mentre Consuelo serviva la carne “e sono rimasta del tutto spiazzata da quella
città immensa, prima di innamorarmene. Accadrà anche a te, ne sono certa”
“Quello che
temoè che poi non sarò più in grado di
tornare qui” disse Kurt sorridendo, mentre prendeva il coltello “Insomma….
Rispetto a Lima è molto più bella e interessante.”
“L’Ohio però
ha il suo fascino” gli disse la donna, ricevendo come risposta uno sguardo
scettico che la fece sorridere “Se hai una famiglia e dei figli che sono
cresciuti qui beh…. I ricordi sono importanti” gli sorrise prima di voltarsi
verso Chad “La smetti di dare da mangiare al cane??” chiese facendo ridacchiare
Blaine e Hummel.
Chad roteò
gli occhi “Perché mi tratti sempre come il bambino di casa?”
“Perché lo
sei, Chad…” rispose Blaine, sentendo il cellulare che gli vibrava nella tasca
dei jeans scuri.
Lo prese
mentre il fratello inveiva contro di lui e lesse velocemente l’sms, prima di
alzarsi di scatto e uscire dalla sala da pranzo senza dare una reale
motivazione.
“Non ho
finito con te!” gli urlò dietro il ricciolo che, ancora al tavolo, lo guardava
storto allontanarsi di gran cariera.
Kurt si
chiese cosa mai potesse essere successo e scambiò uno sguardo veloce con la
padrona di casa, confusa quanto lui.
Cosa poteva
mai essere successo da spingere Blaine ad uscire in giardino così? Senza dire
nulla?
Compose il
numero di Wes velocemente, mordicchiandosi l’unghia del pollice mentre
attendeva la risposta.
-Pronto?-
“Wes ti stai
prendendo gioco di me??” chiese senza mezzi termini, avvilito.
L’asiatico
attese un attimo –Perché dovrei?-
“Avete scelto
‘Hurricane’
dei 30 Second to Mars come canzone da far fare a me e Thad!”
-Si….
Quindi?-
Blaine aprì
la bocca lentamente.
Sì, lo stava
prendendo in giro…
“Avete scelto
una canzone che è solo nelle sue corde!” disse con un tono deciso, come se
stesse specificando l’ovvio ad un idiota “Io non so farlo, dannazione!”
Wes sospirò
–Hai mai ascoltato davvero quella canzone? Ha tanti pezzi bassi…-
“Ma quelli
alti lo sono troppo! Sono fuori dalla mia portata….” Sbuffò, portandosi una
mano tra i capelli liberi dal gel “Senti volete farmi perdere? Benissimo, non
mi impegnerò…”
-No Blaine,
aspetta…-
“Ciao Wes, a
domani” riattaccò, sedendosi sul dondolo del giardino e portandosi le mani al
viso e chiudendo gli occhi.
Non si
sentiva solo incazzato perché sapeva che aveva limiti vocali di estensione che
Thad non aveva, ma anche perché si sentiva un po’ tradito da Wes e David.
Ok, molto
tradito…
Nick si
sentiva davvero bene.
Era da molto
che non stava così bene.
Camminare a
braccetto con Kenzie per le strade di una quasi deserta Westerville lo faceva
sentire completo, in qualche modo.
Certo, non
potevano passare insieme i weekend perché lei aveva il pub del padre da
gestire, ma tra la settimana era libera di passare con lui praticamente tutte
le sere.
Mangiavano
quasi sempre fuori, ma visto che si erano rimessi insieme da soli tre giorni
non avevano ancora pensato ad un’alternativa.
Certo, gli
sarebbe piaciuto passare del tempo da soli, senza i passanti attorno, magari a
casa della giovane. Di certo però non sarebbe passato da cafone chiedendolo ma
ci sperava.
“Che ore
sono?” chiese la ragazza, stringendosi contro si lui.
Nick
controllò il suo Rolex “Le dieci meno venti…”
Kenzie annuì
“Allora è meglio se mi riaccompagni a casa…”
Duvall le
diede un bacio a fior di labbra “Certo che si” disse ostentando allegria, anche
se in realtà avrebbe preferito portarla con se alla Dalton.
Era un doppio
rischio: se lo beccavano potevano succedere dei veri casini e la cosa avrebbe
depresso ancora di più Jeff.
Meglio
evitare, quindi.
Presto la
scuola sarebbe finita, allora si che sarebbero stati liberi di vedersi senza
limiti, visto che i genitori del ragazzo non si interessavano così tanto a lui.
Certo, non poteva lamentarsi visto che non gli mancava nulla e lo trattavano….
Bene.
Certo, erano
un po’ insofferenti –non si erano nemmeno presentati al Festival dei Fuochi,
causa una cena al Club- ma non erano cattivi genitori.
Nick non si
era mai lamentato di loro, e la cosa anche se deprimente dava dei vantaggi.
Ci mise molto
più del solito a mettere in moto la sua Impala, ma non si irritò.
Accese la
radio, e sulle note dell’ultimo singolo dei 3OH!3, Kenzie si mise a
canticchiare dondolando il capo.
“Mi piace la
tua voce” le disse il ragazzo, sorridendole senza però levare gli occhi dalla
strada.
Lei ridacchiò
“Una volta era meglio…. Prima di iniziare a fumare e smettere di tenerla
allenata…”
“Non è mai troppo
tardi per riprendere, non credi?” le disse parcheggiando sotto al portone di
casa sua, slegandosi la cintura solo per potersi spingere verso di lei e
baciarla.
Rimasero così
per un po’, poi la giovane si staccò con un sorrisetto “Ti inviterei a salire
per bere qualcosa ma…. Rischi il linciaggio alla Dalton…”
Lui non esitò “Dico a Jeff di coprirmi in ogni modo” esclamò con entusiasmo,
prima di arrossire “Sempre se a te va….”
Kenzie rise
“Si, ovviamente, te l’ho proposto io…. ma il rischio è alto”
Lui levò la
mano dalla coscia della ragazza, avvolta in un paio di panta lucide in simil
pelle che ne evidenziavano la magrezza, solo per portarla al quadro della
chiavi e spegnere il motore.
“Oh, al
diavolo, la vita è troppo breve per non rischiare!”
Dopo un giro
di qualche strano alcolico aromatizzato, servito direttamente da Consuelo a
tutti eccetto Chad (che ebbe da ridire a riguardo), Blaine e Kurt salirono le
scale fino a raggiungere il piano superiore dove c’era la stanza del ragazzo.
Kurt ci era
già stato una volta o due, ma non ci aveva mai dormito. Da quando era venuto a
sapere che avrebbe trascorso la notte con il suo ragazzo era crollato in un
baratro di paranoia. Si era comprato un pigiama nuovo, bianco e azzurro, per
contrastare all’emergenza di non averne uno che facesse risaltare correttamente
i suoi occhi chiari. Si era portato da casa tutto l’occorrente per farsi una
doccia veloce (aveva il terrore di puzzare di sudore pur non avendo fatto
nulla) e lavarsi i denti, decidendo se pur a malincuore di saltare i rituali di
idratazione solo per non passare da maniaco.
Avrebbe
recuperato a casa.
Chiese
gentilmente di poter usare per primo il bagno e una volta entrato si chiuse
dentro, decidendosi a darsi una mossa. Blaine gli aveva preparato degli asciugamani
puliti e sistemati accanto ai suoi. Questo dettaglio non sfuggì a Kurt che, una
volta nella doccia, si perse un istante a pensare a quanto gli sarebbe piaciuto
poter sistemare sempre così il bagno.
Arrivò quindi
alla fatidica conclusione: Voleva davvero vivere con Blaine?
Oh God, yes…
Si appoggiò
con la schiena alla superficie fredda della doccia, chiudendo gli occhi ed
immaginandosi come sarebbe stato vivere con lui, svegliarsi ogni mattina con
Blaine accanto ancora addormentato, preparargli la colazione, uscire insieme e
andare all’università e….
Kurt riaprì
gli occhi violentemente.
Andare
insieme all’università….
Stava
viaggiando troppo, infondo stavano insieme da poco anche se gli sembrava di
conoscere Blaine da una vita.
Sopirò
sognante, chiudendo l’acqua della doccia e avvolgendosi in un enorme
asciugamano bianco.
Si asciugò
velocemente, iniziando a canticchiare senza quasi rendersene conto….
'Cause it's all about love… And I know better
How life is a waving feather…
So I put my arms around you around you
And I know that I'll be living soon
La sua vita
gli pareva ora chiara e netta, come un romanzo che vaancora scritto di cuisi conosce bene la fine anche se si è incerti
sull’inizio.
Sapeva che
voleva vivere a New York, voleva diventare la stella più brillante di Broadway
e vivere in un piccolo ma colorato appartamento con vista sull’Hudson.
Sapeva che
voleva viverci con Blaine.
My eyes are on you they're on you
And you see that I can't stop shaking
No, I won't step back but I'll look down to hide from your eyes …
Voleva stare
con lui per il resto della sua vita perché, ormai, si sentiva come se non
potesse mai amare nessun altro come amava quel ragazzo.
Non gli
importava cosa dicevano gli altri, di suoi padre che ascoltava alcune volte le
sue elucubrazioni mentali e gli ricordava che aveva solo diciassette anni e una
visione troppo positiva del mondo.
Che alla
prima delusione si sarebbe infranto se non fosse stato pronto e consapevole che
non tutto va come spesso si spera.
Che a
diciassette anni devi sognare, ma non devi sperare troppo nelle cose. Negli altri.
Nemmeno in Blaine…
I'm dancing in the room as if I was in the woods with you
No need for anything but music
Music's the reason why I know time still exists
Time still exists!
Non lo
ascoltava, semplicemente.
Sapeva che
forse non sarebbe diventato un attore di Broadway e che forse non sarebbe mai
stato fermato da una ragazza con lo sguardo sognante che chiedeva un autografo
dicendo che era anche il suo sogno sognare su un grande palco.
Ma Blaine ci
sarebbe sempre stato….
“Kurt?”
E c’era anche
in quel momento, nonostante Kurt si fosse perso a pensare e non si fosse
accorto che il tempo passava “B-Blaine…” disse arrossendo di botto, consapevole
che tutto quel tempo passato solo in bagno poteva essere facilmente equivocato
“Sto per uscire, dammi un attimo…”
“Puoi
continuare a cantare?” gli chiese il suo ragazzo, sorprendendolo in un primo
momento e facendolo poi sorridere “E mi apriresti la porta?”
Ok, tornò ad
imbarazzarsi “Sono nudo” disse solamente.
“Non è un
problema…” rispose Blaine con un tono strano. Kurt si chiese se fosse possibile
auto-annegarsi nel lavandino “Nel senso che puoi vestirti e poi aprire, non è
un problema se aspetto” tentò di recuperare Anderson.
Kurt si
ritrovò combatutto se credergli o meno. Dopotutto Blaine era sempre stato un
po’ lento, magari non ci aveva messo malizia…
Certo, come
no.
Uscì dal
bagno con i capelli ancora umidi e insopportabilmente appiccicati alla fronte.
Non aveva pensato a quel piccolo dettaglio, non doveva lavarli.
Sperando che
Blaine non lo lasciasse per quel modo osceno in cui si stava presentando a lui
sorrise lievemente, e il morettino subito si alzò prendendo le sue cose e
baciandolo sulla guancia “Ci metto poco…. Accomodati e rilassati” gli sussurrò
contro il collo prima di lasciare un bacio anche lì e chiudersi in bagno.
Bene,
tachicardia a mille, sudorazione brutale (fortuna che aveva messo il deodorante),
confusione mentale.
Forse stava
venendo anche lui un attacco di panico, e doveva accomodarsi e rilassarsi?
Sarebbe
morto, non poteva sopravvivere a quella serata.
Prese un paio
di respiro profondi, mettendo i suoi vestiti accuratamente ripiegati dentro
allo zainetto che si era portato dietro e poi si mise a sedere sul letto.
Il profumo di
Blaine era ovunque e pareva quasi avvolgerlo. Sorrise istintivamente,
accarezzando lentamente le pieghe del copriletto blu mare, prima di alzare gli
occhi e notare qualcosa che colpì la sua attenzione. Appesa alla parete di
fronte a lui stava una bacheca di legno ricolma di fotografie.
Si alzò,
mettendosi davanti ad essa e si stupì di quante ve ne fossero, e, in
particolare, di quante lui fosse il soggetto principale.
Molte sapeva
che Blaine gliele aveva scattate col cellulare, ma certe non sapeva proprio
spiegarsele.
In una era
seduto al suo banco, nell’aula di latino (maledetto latino!) alla Dalton e
indossava una sciarpa beige che aveva perso da qualche mese.
Ergo, quella
foto risaliva come minimo a novembre scorso, molto prima che lui e Blaine si
mettessero insieme.
Sorrise
soddisfatto, prima di iniziare a guardare le altre foto.
In molte era
alla Dalton, in una addirittura seduto affianco a Thad a quelle che dovevano
essere le sue prime Locali…. Poi lui con altri ragazzi che non aveva mai visto
e che dovevano essere della scuola che frequentava prima….
E poi lui da
piccolo, in braccio a suo padre, per mano con Chad in qualche parco, vicino ad
una spiaggia bianca con un enorme ciuccio blu sul viso e i riccioli che
cadevano liberi sulla faccia….
Sussultò
quando si accorse che Blaine era tornato e che lo stava abbracciando da dietro,
sorridendo divertito alla sua espressione persa e vagamente ebete mentre
guardava le sue foto “Sai di essere adorabile, vero?”
Kurt
ridacchiò “Anche tu lo sei…” rispose appoggiandosi con la tempia al suo capo,
prima si indicare la sua foto fatta di nascosto “E questa?”
Blaine
ridacchiò nuovamente, stavolta imbarazzato “Ce l’avevo nel cellulare da tanto
e, quando ci siamo messi insieme, l’ho stampata”
“Ah, certo,
ha senso” rispose sarcastico Hummel, pentendosi subito visto che Blaine sciolse
l’abbraccio.
Ma la
lontananza durò poco visto che il ricciolo lo tirò a sè, fino al raggiungere il
letto su cui si stesero entrambi, iniziando a baciarsi.
Kurt poteva
sentire i capelli bagnati di Blaine inumidirgli la fronte mentre ricambiava con
sentimento il bacio, lasciando che la lingua dell’altro scivolasse sulla sua.
Era tutto
semplicemente perfetto.
Complice
anche quel bicchierino bevuto prima –gentile concessione della signora Anderson
– accarezzò tutta la schiena di Blaine prima di staccarsi e guardarlo negli
occhi.
“Verresti con
me a New York, se te lo chiedessi?” domandò perso, prima di rendersi conto
della cazzata appena fatta. Quello era decisamente fare il passo più lungo
della gamba.
Si morse il
labbro, teso mentre Blaine lo fissava preso alla sprovvista.
Poi sorrise,
lasciandogli alcuni bacetti sul viso “Credevo che non me lo avresti mai
chiesto, sai?” mormorò contro la pelle morbida del suo collo, iniziando a
mordicchiarla piano.
Aveva anche
lui sognato tutta la sera ad occhi aperti, mentre Kurt parlava con sua madre
dei suoi progetti di vita, della Juliard, di quella città enorme….
E aveva
seriamente sperato che, in tutti quei progetti ambiziosi e meditati, ci fosse
anche lui.
Sapere che
era così gli riempì il cuore di gioia, tanto che non potè impedirsi di iniziare
a ricoprire Kurt con centinaia di baci, facendo ridacchiare il suo ragazzo.
“Quindi
verrai con me?”
“Niente mi
può tenere lontano da te…. Niente….”
Si sorrisero
dolcemente, prima di alzare le coperte e mettersi sotto di esse, accoccolati e
a luce spenta, ben intenzionati a coccolarsi fino ad addormentarsi insieme.
Parlarono per
così tanto tempo che parvero ore, mentre la luna illuminava appena la stanza,
permettendo ai ragazzi di fissare il profilo uno dell’altro.
Ci furono
molti baci e carezze, sospiri dolci e risatine entusiaste.
E tantissimi
progetti, così tanti da dare alla testa….
Forse troppi
per due ragazzi così giovani che non potevano ancora parlare di matrimonio o
figli, ma potevano raccontarsi i loro desideri e i loro sogni trovandoli
decisamente affini...
Così rimasero
tutta la notte
Abbracciati.
Non avevano fretta,
ci sarebbe stato tempo per amarsi anche fisicamente….
Dopotutto
avrebbero avuto una casa tutta loro, un giorno….
E, secondo
Blaine, a New York faceva molto freddo in inverno…. In qualche modo si
sarebbero scaldati a vicenda.
Nick stava
analizzando attentamente il pianoforte a muro, appoggiato contro la parete del
salotto del piccolo appartamento che Kenzie aveva affittato, da sola.
Un baluardo
di indipendenza, come lo aveva definito lei.
Era un posto
molto carino e intimo, un bilocale ben arredato seppure non troppo.
Gli piaceva
molto.
Forse troppo,
non sarebbe mai uscito in dieci minuti ne era certo…
Avrebbe
infranto il coprifuoco alla stragrande e non gliene importava niente.
Zero.
La ragazza lo
raggiunse appoggiando la lattina di birra sul piano, prima di prendere posto
accanto a lui “Ti va di cantarmi qualcosa?”
Duvall alzò
le sopracciglia, sorpreso “Ma è tardi, non si lamenteranno i vicini?”
“Qui ci vive
solo una signora di settantasei anni totalmente sorda…. Quindi credo di no”
sorrise allegramente McKenzie, appoggiando le mani sulla tastiera del piano
“Allora? Preferenze?”
Nick la
guardò con un sorrisetto “Preferisco che sia tu a cantare….”
“Davvero?”
“Oh si…”
Nick si
aspettava un no secco e un sacco di moine per convincerla. Ma non accadde.
Kenzie fissò
il piano con intensità prima di prendere un laccio per capelli e farsi una coda
alta “Prometti di non ridere di me?” domandò lievemente imbarazzata, con un
sorrisetto sghembo sulle labbra sottili.
Nick le
appoggiò un bacio sul collo “Non lo farei mai…”
“Allora ok….”
Prese un respiro profondo e dopo averlo guardato negli occhi un’altra volta
prese a suonare una melodia lenta.
Duvall chiuse
istintivamente gli occhi, lasciandosi cullare.
Li riaprì
violentemente, però, non appena Kenzie prese a cantare.
Dio, era bravissima…
Kenzie:
He put it on me, I put it on
Like there was nothing wrong
It didn't fit it wasn't right
Wasn't just the size
Nick sapeva
che quella canzone era di Katy Perry perché alcune volte, studiando insieme,
l’aveva sentita in camera di Blaine.
A
ripetizione.
Fino alla
nausea.
Cantata da
lei però era qualcosa di sublime, divino. In quel momento gli sembrava la
canzone più bella del mondo. Quando lei lo guardò con i grandi occhioni da
cerva che aveva, invitandolo a cantare, lui non sapeva come proseguiva il
verso, così si mise a cantare tutt’altro, creando a caso un mash-up che
sembrava perfetto, visto come combaciavano bene le note….
Nick:
Into the night… Desperate and broken….
The sound of a fight….Father has spoken..
Kenzie:
If it's not like the movies
That's how it should be, yeah
When he's the one, I'll come undone
And my world will stop spinning
And that's just the beginning
Kenzie
ridacchiò, prima di cantare un pezzetto anche lei.
Nick era
bravo, davvero tanto, e nonostante non sapesse suonare il pianoforte o
qualsiasi altro strumento –che non fosse un tamburello – aveva decisamente un
buono orecchio.
Continuò a
suonare mentre lo guardava con la coda dell’occhio cantare, rapito dalla
melodia lenta e dolce.
Aveva gli
occhi chiusi, il viso lievemente inclinato verso sinistra.
Kenzie aveva
sempre pensato che Nick non fosse il ragazzo più bello del mondo almeno
esteriormente, ma aveva davvero un gran cuore….
Beh, si stava
ricredendo mentre lo guardava cantare….
Che si stesse
innamorando veramente?
Nick:
Into your lives, hopeless and taken
We stole our new lives, through blood and pain
In defense of our dreams. In defense of our dreams…
We were the Kings and Queens of promise
We were the victims of ourselves
Maybe the Children of a lesser God
Between Heaven and Hell! Heaven and Hell!
Nick riaprì
gli occhi quando Kenzie attaccò con un pezzo decisamente più veloce e più
intenso dei precedenti.
Era come
svegliarsi da una ninna nanna dolcissima e ritrovarsi in un dedalo di suoni
quasi del tutto nuovi.
Come aveva
fatto a non accorgersi prima di quanto dolce suonasse la voce della sua
ragazza? Gli sembrava di non averla mai ascoltata veramente.
Forse era
quello, amore?
Ritrovarsi
sempre meravigliati e sbalorditi dalla persona che siede al tuo fianco?
Kenzie era
una scoperta continua e sempre in positivo.
Quindi sì, era
decisamente cotto…
Kenzie:
'Cause I know you're out there
And you're, you're looking for me
It's a crazy idea that
You were made perfectly for me
You'll see
Quando la
canzone terminò non ci furono parole.
Nick prese la
ragazza per un polso, attirandola a se a baciandola.
In un modo o
nell’altro arrivarono al divano, stringendosi, toccandosi come mai lui aveva
fatto in tutta la sua vita.
Quando si
staccarono aveva già la camicia mezza aperta.
“Fermati
qui…. Stanotte…” sussurrò lei col fiato corto e la coda di cavallo ormai
irreparabilmente rovinata.
Non c’era
scelta, perché la paura di essere scoperto fuori dalla scuola non esisteva più.
Non gliene importava niente.
Il ragazzo
annuì velocemente, stendendosi sul divano e attirandola su di se, accarezzandole
al schiena dopo averle sollevato il corpetto nero che indossava….
Quando Kurt
si svegliò alle nove del mattino capì che decisamente quel giorno non sarebbe
andato a scuola.
Beh, non ci
sarebbe andato a prescindere, ma quelli erano dettagli.
Doveva
comprare un sacco di cose visto che sarebbe partito per New York il giorno
seguente e poi….
Beh doveva
passare a trovare una persona.
Si alzò un
po’ controvoglia, visto che il piacevo tepore che emanava Blaine era difficile
da abbandonare e dopo aver sciolto quel dolce abbraccio si cambiò in bagno
mettendosi i vestiti che aveva scelto il pomeriggio precedente.
Svegliare
Blaine non fu facile.
A quanto pare
amava dormire, e aveva piùo meno il
sonno leggero come quello di uno morto.
Provò a
svegliarlo nel più classico e melenso modo da fiaba: baciandolo sulle labbra.
Niente.
Gli accarezzò
i capelli che, visto che era andato a letto senza phonarli, erano diventati una
sorta di ambigua palla di fieno nero.
Meno di
prima.
Prese a scuoterlo
piano, chiamandolo e alla fine praticamente si ritrovò a saltargli sopra.
E finalmente
ci riuscì.
“Mhm… Kurt…”
mugugnò infastidito, mettendo la testa sotto al cuscino e stirandosi come un
enorme gatto, prima di alzarsi piano a sedere e guardare assonnato il suo
ragazzo “Ma è presto….” costatò fissando la sveglia, prima di ricevere un bacio
sulla guancia.
Hummel lo
guardò dolcemente, prima di prendergli la mano “Lo so, ma devo fare un po’ di
cose e, soprattutto, andare in un posto…. Ti va di accompagnarmi? Sarebbe molto
importante per me…”
Blaine lo
guardò senza capire, ma annuì senza reticenze “Certo…. Nessun problema”
Il suo
ragazzo sorrise raggiante, prima di baciarlo sulle labbra a stampo, staccandosi
con un sonoro schiocco “Ora però vestiti, io scendo a vedere se c’è qualcuno
per la colazione…. E sistemati i capelli, sembra che tu abbia investito un
opossum per usarlo come tupè”
Blaine
mugugnò infastidito, mentre Kurt usciva dalla stanza ridacchiando.
Si fermò sul
pianerottolo un istante, sorridendo.
Il profumo di
Blaine permeava in ogni singola fibra del suo corpo e per un istante sperò di
poterlo portare con se a New York.
Sapeva che
solo quella fragranza per lui perfetta gli avrebbe dato coraggio….
Continua….
*Riferimento
vago a The Walking Dead, il nuovo telefilm che AMO ALLA FOLLIA CON TUTTA ME
STESSA. Se vi piacciono gli zombie guardatelo, garantisco io.
** Hobo è il
cane di Ryan Ross, ex chitarrista dei Panic At The Disco ovvero la mia band
preferita. È un tributo a lui, e la parola ‘hobo’ significa letterlamente
barbone. Come poteva chiamarsi se no il cane di Chad?
Nda:
Eccomi
tornata.
Sarò
brevissima: cosa ne pensate del capitolo?
Nick
finalmente ha perso la verginità!
E Kurt e
Blaine? un oceano di dolcezza….
Dove andranno
adesso? Dove vuole portarlo Kurt?
Come avete
visto Thad sta bene e, anzi, si vuole imporre^^
Ovviamente se
vi va ditemi che ne pensate, a me fa sempre piacere :D
A tal
proposito grazie a chi recensisce sempre, siete fantastiche.
Capitolo 35 *** #28: Once a Warbler, always a Warbler. ***
bananissima
Blaine Anderson presents:
the Pips!
#28: Once a Warbler, always a Warbler.
Blaine
adorava uscire la mattina, anche se non gli capitava poi così spesso visto
tendeva a dormire sempre più del necessario quando non aveva i corsi alla
Dalton.
Il sole, a quell’ora,
sembrava più luminoso che mai e rendeva tutto decisamente più splendente. Più
positivo.
Persino il
cimitero di Lima sembrava un posto migliore, quando i raggi solari baciavano le
lapidi bianche rendendole scintillanti.
Camminava
lentamente, seguendo Kurt lungo i sentierini di
ghiaia, il capo chino e le mani in tasca.
Non gli
serviva chiedergli cosa ci facessero lì, visto che il suo ragazzo ormai era un
libro aperto per lui. Alzò gli occhi, osservando attentamente la schiena di
Kurt e guardandolo attentamente mentre alzava la rosa bianca che aveva appena
comprato dal fioraio lì all’angolo fino al naso, per poterne sentire il
profumo.
Spesso si
chiedeva come facesse un ragazzo dall’aspetto così candido e ingenuo ad essere
così forte. Anche se si era piegato più volte, nulla sembrava davvero
scalfirlo.
Edera una cosa di cui Blaine andava fiero e che
in parte gli invidiava.
Kurt si fermò
di fronte ad una lapide bianca non molto grande, chinandosi immediatamente su
di essa e appoggiando le ginocchia fasciate da un paio di jeans stretti
sull’erbetta verde e curata.
Anderson non
sapeva esattamente come porsi in quel momento; era una di quelle situazioni
delicate, dove non si sentiva estraneo e non riusciva a trovare un modo valido
per non infastidire o ferire o peggio ancora offendere l’altro. Bastò però uno
sguardo e un piccolo cenno di Kurt per fargli capire cosa il più giovane
volesse.
Si sistemò
accanto a lui, osservandolo con attenzione mentre levava i fiori appassiti
dividendoli da altri che sembravano più recenti (forse portati da Burt), prima
di sistemare la sua rosa bianca al centro della composizione.
Kurt non
sembrava particolarmenteabbattuto, ma
la tranquillità che ostentava era velata di tristezza.
Blaine
avrebbe voluto abbracciarlo e dirgli qualche parola dolce di conforto, ma
esattamente come al Prom scelse di lasciargli il suo
spazio e attendere pazientemente che fosse luidire qualcosa.
Non aspettò
molto prima che Kurt iniziasse a parlare.
“A volte ho
paura di dimenticare il suo profumo esattamente come ho dimenticato la sua voce…” disse incerto con un sussurro basso “Sai, detesto il
fatto che fatico a ricordare il profumo che portava sempre, tanto che continuo
a comprarlo e a spruzzarmene un po’ sul polso tutte le mattine prima di venire
a scuola….” Ammise chinando il capo “E non capisco
perché invece mi ricordo così bene l’odore della sua camera d’ospedale, che
sapeva di disinfettante…. Non riesco a spiegarmelo….”
“Eri un
bambino di otto anni, Kurt” gli disse Blaine con tatto, senza però attirare il
suo sguardo che rimase fisso sulla lapide “Deve essere stato traumatico per te
viverequella situazione….
Tua madre in ospedale, non sapere cosa stesse succedendo o semplicemente non
riuscire a capirlo…. È per questo che ti è rimasto
impresso quell’odore”
Kurt annuì
debolmente, cercando la mano del suo ragazzo che subito gliela strinse “La mia
mamma era bellissima, non credi?”domandò, sfiorando con la punta delle dita la
piccola cornice dorata che conteneva la foto della donna, prima di voltarsi
appena verso Blaine “Quello che non riuscivo a capire era il perché tutto ciò
stesse succedendo proprio a noi e perché qualcuno avrebbe dovuto portarmi via
la mia mamma invece di farlo a uno di quei bambini perfidi che mi tormentavano,
per punirli….”
Si stoppò
mordendosi il labbro, mentre Blaine osservava attentamente la foto non
riuscendo a far altro che dar ragione al suo ragazzo: quella donna era davvero
bella. Sembrava davvero giovane e leggendo la data di nascita e quella di morte
notò che lo era. Aveva i capelli castani lievemente mossi, un bel sorriso
luminoso e un paio di occhi azzurri lievemente allungati che a lui erano
dannatamente famigliari.
“Kurt?....
Come è successo?”domandò cauto.
“Cancro” fu
la risposta semplice del più piccolo “Non ha retto l’intervento per asportarlo,
è morta di setticemia o una cosa del genere…. Non è
stata colpa di nessuno comunque, si sono accorti che era malata troppo tardi….”
Il moro
sospirò, chiudendo un istante gli occhi “Kurt, so che è scontato e forse irritante
ma…. Mi dispiace davvero che questo sia capitato a te
e a Burt…”
Kurt scivolò
con il sedere sull’erba, appoggiandosi al petto di Blaine che subitolo strinse a sé, appoggiando la guancia al
suo capo “Sai, ho sentito il bisogno di venire qui perché è da ieri sera che ci
penso…. Mi capita spesso di chiedermi come sarebbe se
lei ci fosse ancora, ma di recente è peggio che mai…”
sussurrò abbassandogli gli occhi “Sono del tutto certo che tu le saresti
piaciuto tanto…”
Blaine se lo
strinse di più addosso, sentendosi incredibilmente fortunato. Non si era mai
fermato a pensare a quanto sua madre fosse importante per lui e quanto fosse
positivo che lei adorasse letteralmente Kurt.
Vista la sua
situazione familiare, non poteva davvero immaginarsi la sua vita senza Anabell.
Sarebbe stato
un autentico inferno…
“Blaine?Mi stai ascoltando?”
Il moro si
riscosse da quel fiume di pensieri “Scusami, mi sono perso un istante….” Disse sbrigativo, senza notare il sorrisetto
sulle labbra del suo ragazzo “Dicevi?”
“Dicevo che
anche se la mamma mi manca, va bene così” ammise, stupendo e non poco l’altro
“Papà è ancora con me anche se ho rischiato di perderlo, Carole è dolcissima e
si comporta come una mamma nei miei confronti e Finn….
Beh fa del suo meglio e sono costretto ad ammetterlo che come fratello se la
cava bene….” fece una pausa, staccandosi da Blaine e
guardandolo con un sorrisetto “E poi, ora ho te…. E
tu non hai davvero idea di quanto questo sia importante per me. Averti qui, con
me, ora…. È davvero importante…. Non mi serve altro
per stare bene”
Blaine
allungò la mano libera sfiorandogli dolcemente una guancia, imponendosi di non
mandare al diavolo la sua compostezza e baciarlo “Io ci sarò sempre per te, Kurt…”
Il più
piccolo sorrise, finalmente senza la benché minima traccia di tristezza ad
ottenebrargli il viso, lanciando un ultimo sguardo alla lapide prima di alzarsi
e proporre a Blaine di seguirlo in una pasticceria lì vicino.
Anche il moro
guardò un’ultima volta la tomba, prima di incamminarsi dietro al suo ragazzo,
con quella lapide in testa ma il cuore decisamente leggero…
Kurt si
sentiva più leggero, mentre Blaine più consapevole che la loro relazione stava
lentamente crescendo e maturando insieme a loro, consolidandosi. Nessuno si
poteva mettere in mezzo, nemmeno e soprattutto Thad seppure fosse consapevole
che avrebbe dovuto parlare con Kurt di quello che era successo tra lui e il
capo consiglio….
Il giorno
successivo Blaine accompagnò Kurt all’aeroporto insieme a Burt per imbarcarlo
alla volta di New York e incoraggiarlo.
Durante il
viaggio Kurt era stato categorico: se credeva davvero che la scelta di Wes e
David sulla canzone da fargli cantare nella sfida contro Thad fosse ingiusta
allora doveva opporsi con tutto se stesso.
Ed era quello
che intendeva fare.
Parcheggiò
l’auto correndo in camera sua per cambiarsi e arrivò logicamente in ritardo
alle prove.
Nessuno si
stupì quando entrò con ancora la cravatta in mano chiedendo scusa.
“Stavamo parlando
di cosa vogliamo fare quest’estate e di Disneyland” lo rassicurò Duvall, mentre
Jeff lo aiutava abbassandogli il colletto della camicia “Non ti sei perso
proprio nulla…”
“Bene”
proruppe Thad mentre Wes stava controllando che fossero tutti presenti “Dopo
questa breve regressione all’utero materno passiamo all’argomento del giorno…” Lesse velocemente dal quaderno, ma prima che
potesse dire qualsiasi cosa Blaine scattò in piedi.
“Io voglio
avanzare una protesta” disse a voce alta, non stupendo nessuno. Più volte era
stato definito un ‘anarchico’ per i canoni dei Warblers, a partire dalle sue
pittoresche variazioni sulle divise dei Warblers a le sue idee riguardo le
coreografie che-dovevano-osare-di-più sulle note di Katy Perry.
David prese
appunti mentre Wes gli faceva cenno di proseguire con un movimento del capo.
Blaine li
guardò tuttidue, ignorando Thad “Io mi
oppongo alla scelta della canzone, ritenendola appropriata solo alla voce del Warbler Harwood”
Thad rise
“Fifa Anderson?” domandò con un sorriso strafottente
“Ti piacerebbe….” Rilanciò a denti stretti Blaine.
Nick, che
seguiva la scena disse “Chi inizia a contare fino a tre? Voglio vederlo questo
duello!”* ricevendo come risposta uno sguardo smarrito da parte di Jeff.
Wes sbatté il
martelletto un paio di volte sulla scrivania “Buoni voi due…”
disse paziente, prima di rivolgersi a Blaine “Ci ho già pensato dopo la
chiamata dell’altra sera” disse sbrigativo, facendo arrossire il solista.
“Sul serio?”
ribatté irritato Thad “E se a me non andasse bene il fatto che a lui non va
bene?”
“A me non va
bene che a te non vada bene che a lui non va bene per il semplice fatto che
siamo una democrazia e tutti possono dire la loro” rispose Wes a torno.
“Mi sono
perso.” ammise Ethan grattandosi il capo mentre Jeff strabuzzava gli occhi in
modo buffo, ovviamente in alto mare come Moore (se non peggio).
“Abbiamo
pensato di fare felici entrambi” dichiarò David, giocherellando con il tappino
della penna rigorosamente nera.
Wes annuì
vistosamente “Abbiamo scelto un pezzo dei Panic! At
the Disco.” Disse mentre sia Blaine che Thad esultavano internamente “La voce
del cantante si sposa con quella di entrambi. Felici? Posso riprendere a girare
per i corridoio senza giubbotto antiproiettile?”
“Fa poco
contro i bazuka quello” lo prese in giro Nick.
“Anche contro
le tue palle da baseball” rilanciò tagliente Montgomery “Ok che non sono un
vaso e non posso cadere in pezzi ma…. Potresti
comunque farmi del male”
A Duvall non
rimase altro da fare se non stare zitto e fingere una certa nonchalance,
iniziando a chiedersi se qualcuno avesse fatto la spia o se Wes avesse qualche
superpotere come la capacità di sentire i sussurri da miglia di distanza o
vedere attraverso le pareti.
Tutto era
possibile.
“Di che
canzone si tratta?” domandò Thad, appoggiandosi col gomito alla scrivania e
voltandosi del tutto verso Wes.
“There’s a GoodReasonthatthisTableisNumberedHoney, You Just Haven’t ThroughtofItYet” disse tutto di un fiato l’asiatico mentre i
due rivali sorridevano compiaciuti già convinti di fare un figurone.
“Ma è il
testo o il titolo?” domandò ingenuamente Jeff, venendo caldamente ignorato.
“Siamo
d’accordo?” domandò Wes. Entrambi annuirono e lui sospirò “Perfetto….
Prossimo punto all’ordine del giorno, Thad?”
“L’Addio ai Monti di Wilson….
È il solo punto del giorno” commentò Harwood, mentre il ragazzo in questione si
alzava “Prego, la scena è tua…”
Cameron lo
guardò stupito mentre si affiancava alla scrivania con un’espressione
assolutamente apatica “Ma come? Devi già andare? Pensavo finissi l’anno!”
Flint scosse
il capo “Oggi sono venuto per salutarvi” disse scrollando le spalle “Lunedì ho
il volo alle tre del pomeriggio….”
Jeff
istintivamente spostò lo sguardo a terra, sospirando tristemente.
Anche Nick si
sentiva un po’ dispiaciuto, nonostante avesse passato tutti i giorni a
insultarlo da quando si era lasciato col suo migliore amico, alla fine Wilson
era una di quelle persone che credeva avessero qualche tipo di sano valore
quale l’amicizia.
Forse si
sbagliava, forse no….
E nonostante
insistesse dicendo a Jeff di mandarlo al diavolo era seriamente dispiaciuto per
come erano andate le cose e per come sarebbero andate poi.
Tanto per
essere coerenti, però, gli lanciò un’occhiataccia.
“Non ho molto
da dire” disse il morettino dai grandi occhi azzurri, fissandoli tutti quanti
“Mi dispiace di non poter esser qui mercoledì e di non assistere allo scontro
tra titani di Blaine e Thad, anche se ho incaricato Harwood di darmi il
risultato via Skype al prima possibile” il capo
consiglio tirò un sorriso, incrociando le mani sulla scrivania “E mi dispiace
anche di perdermi la degustazione di vini a cui dovevo andare con Kirk, o le
feste e le prove con tutti voi…. Ma è decisamente
meglio così. Sappiate che nonostante i problemi avuti, le incomprensioni e i
litigi non mi scorderò mai di voi” sorrise lieve, abbassando gli occhi “E
questo perché se sei un Warbler una volta, lo sei per
sempre.”
“Un
fringuello non fa primavera, ma quattro stagioni” Ne convenne Nick, prima di
accorgersi della gaffe e abbassare gli occhi sul tappeto.
Il sorriso di
Flint si consolidò un istante prima di sospirare tristemente “Vi penserò…”
“Ci sentiremo
su Facebook, se torni nei paraggi vieni a trovarci”
gli disse Richard con sorriso dolce, che fece strippare
di nuovo Duvall.
“Perché non
parliamo di qualcosa di seriamente interessante come il tempo?” domandò
scazzato, appoggiandosi allo schienale del divano e incrociando le braccia.
“Oppure di
come sento il cervello di Blaine sfrigolare da qui, mentre cerca un modo per
battermi” rilanciò Thad, prima di aggiungere crudele “Ma forse stanno friggendo
in mensa, lui non credo abbia la materia di cui si discute. Forse è il gel….”
Blaine
sospirò, rassegnato “Perché devi sempre offendermi?”
“Mi viene naturale….” Disse con un sorrisetto falso Thad.
Wes si alzò,
dichiarando chiusa la riunione.
Sapeva che se
mai sarebbero arrivati a mercoledì, si sarebbero picchiati prima o dopo aver
cantato.
Forse anche durante…
…. Quindi era
meglio risolvere la questione il prima possibile.
Thad si era
dileguato subito appena terminata la riunione, così Wes si era messo sulle sue
tracce, uscendone però sconfitto.
Solo un sms
di un suo compagno di corso, Troy, fu provvidenziale:
-Vieni a recuperare Thad? Sta suonando e cantando come un coglione al
Lima Bean…. E la gente inizia ad apprezzare troppo.-
Non se lo
fece ripetere e dopo aver infilato il cappotto e prese le chiavi si catapultò
sulla scena del delitto.
Non stava
succedendo nulla di che, a dirla tutta….
Is it still me that makes you sweat?
Am I who you think about in bed?
When the lights are dim and your hands are shaking as you're sliding off your
dress?
Then think of what you did
And how I hope to God he was worth it.
When the lights are dim and your heart is racing as your fingers touch his
skin.
Wes prese
posto ad un tavolino salutando i suoi compagni di classe, prima di sfilarsi la
sciarpa e guardare la scena perplesso.
Tanto per
iniziare Thad sembrava aver sviluppato una sorta di rigetto per la divisa visto
che non la indossava nemmeno in quel momento, sostituendola con un paio di
jeans neri e una felpa rosso fuoco.
Non che fosse
un problema, dopotutto al di fuori della Dalton potevano vestirsi come credevano….
Ma era molto
raro vedere uno studente, soprattutto un Warbler,
senza la divisa.
Cosa ancora
più strana, stava cantando per una ragazza…
I've got more wit, a better kiss, a hotter
touch, a better fuck
Than any boy you'll ever meet, sweetie you had me
Girl I was it, look past the sweat, a better love deserving of
Exchanging body heat in the passenger seat?
No, no, no, you know it will always just be me
Ok, Wes non
poteva essere certo al cento per cento che Harwood fosse omosessuale convinto,
visto che aveva avuto più ragazze e un solo interesse maschile…
Ma la cosa
strana era che ci stava davvero mettendo tutto il suo sex appeal rischiando di
far morire quella povera giovane –dalla divisa azzurra Wes capì che era della Crawford- per autocombustione spontanea.
Let's get these teen hearts beating. Faster,
faster
So testosterone boys and harlequin girls,
Will you dance to this beat, and hold a lover close?
So testosterone boys and harlequin girls,
Will you dance to this beat, and hold a lover close?
So I guess we're back to us, oh cameraman, swing
the focus
In case I lost my train of thought, where was it that we last left off?
Quando la
canzone terminò tutto il locale esplose in un applauso e subito la ragazza si alzò
squittendo eccitata e abbracciandolo.
Lui le
sorrise, restituendo la chitarra ad un tizio mai visto prima che aveva l’aria
di un senzatetto, prima di dirigersi al bancone. Quando fu lì notò anche Wes e
decise che si sentiva buono a sufficienza per offrirgli un caffè.
“Ciao mamma”
gli disse passandogli il bicchierone di carta pieno di quella che lui definiva
‘linfa vita’ bella fumante “Sei passata a controllarmi?”
“Cosa te lo
fa pensare?”
“Troy mi ha
detto che ti ha chiamato” fece spallucce Harwood, prendendo il primo sorso “E
so che sei venuto a rimproverarmi per il mio comportamento sconveniente…”
“Esatto”
disse l’asiatico paziente “Ti stai comportando male nei riguardi di Blaine…”
“Oh povero
angelo” rilanciò sarcastico Thad “Perché tu che hai fatto?”
Wes lo guardò
senza capire “In che senso, scusa?”
“Lo tratti
come il tuo Golden Boy poi proponi pezzi che lui non può permettersi per farmi vincere…. A che gioco stai giocando?” domandò con una certa
amarezza, facendo sospirare l’altro.
“Non è come sembra…”
“Te lo dico
io cosa sembra…” Si appoggiò con entrambi i gomiti al
tavolo, fissando Wes negli occhi a mandorla “Tu l’hai fatto per avvantaggiarmi
e farmi vincere perché in questo periodo ti faccio pena….”
Montgomery provò a ribattere ma fu impossibile “Kurt che si mette con Blaine,
Kurt che lascia la Dalton, lo scandalo del DDR….
Senti, apprezzo che tu mi voglia bene ma io ho una certa dignità e non mi
occorrono mezzucci…” si alzò in piedi “Io sono meglio
di lui e te lo dimostrerò senza bisogno di favorismi….
A dopo”
Wes lo guardò
allontanarsi, scivolando sulla sedia stremato.
Thad forse
era troppo intuitivo o lui aveva completamente sbagliato approccio….
Dear lord could you spare me
I just got one side to show you all
My ass is awesome, so smile
When you're kissing it off, oh ohohh
“Jeff ma si
può sapere che ti prende? Conta i passi!”
Sentiva il
sudore colargli sulla schiena e sul viso in modo davvero insopportabile mentre
Al, il suo insegnante di danza, lo riprendeva per la centesima volta in
mezzora.
Semplicemente
non riusciva a starci dentro, ne al ritmo ne alla coreografia.
E pensare che
era il suo assolo per il saggio finale, ergo doveva impararla come si deve.
Sapeva che
non era un grande problema solo perché fino a qualche giorno prima veniva alla
perfezione e che, sempre qualche giorno prima, non doveva preoccuparsi troppo.
Ma ormai era
finita.
Game over.
Flint se ne
andava sul serio.
Aveva visto
sua madre in segreteria per ritirarlo, aveva sentito i professori, i bidelli, i
suoi compagni parlarne…
Scosse
violentemente il capo, spazzandosi via una goccia di sudore che scendeva rapida
verso il mento e cercando di seguire la canzone.
They say I'm cold, cold, cold,
Baby why so cold?
I'm super sweet sealed with a kiss
Call your professor if there's something you miss
Danzare era
la sua passione.
Non era un
mostro del canto, come aveva già detto altre volte, ma in quello era
insuperabile.
Doveva fare
un buon saggio a coronamento di un ottimo corso e sperare di vincere la borsa
di studio per il Boston Ballet, l’anno seguente.
Doveva
riuscirci, Flint si era comportato male e questo non poteva compromettere i
suoi sogni.
Mise male un
piede, cadendo sul sedere e rischiando di farsi male sul serio.
Ci mancava
solo una storta e poteva anche buttarsi dalla finestra…
“Amico
facciamo una pausa, ti va?” Al gli porse la mano per aiutarlo ad alzarsi e poi
gli diede una pacca sulla spalla “Fatti in giro, bevi un po’ d’acqua e poi vedi
di riprenderti….”
Il biondo
sorrise lievemente “Scusami davvero…. Cercherò di farlo….”
L’insegnante
uscì dalla sala lanciandogli un asciugamano pulito che il biondino prese al
volo.
Prese la
bottiglietta rimettendo la canzone da capo e, bevendone piccoli sorsi, iniziò a
marcare i passi ripassandoli a mente….
I only show you what I want you to see
I've got my t-t-t-t-tongue in my cheek
If you see them laughing (you see them laughing)
Don't follow hand
Cause they're not part of my joke
“Sterling?”
Il biondino
saltò in aria per lo spavento, prima di voltarsi verso Richard stravolto.
“Ma tu che ci
fai qui??”
“Scusa, non
volevo spaventarti” gli disse divertito, prima di tornare serio e fissarlo con
attenzione “Devo parlarti urgentemente, hai un istante?”
“Sto provando per il saggio” disse velocemente, avvicinandosi alle sbarre di
classico e lanciando la bottiglietta vuota nel cestino. Allungò la gamba sulla
sbarra, stirando la schiena per evitare di morire di dolori più tardi, ma
l’altro non si lasciò convincere ad andarsene.
“Sarà davvero
breve” insistette Richavvicinandosi “Devo incontrarmi con una
persona e sono già in ritardo…”
Jeff storse
il naso, adottando la tipica acidità duvalliana
“Salutami Wilson allora…”
“Non lo vedo,
ma è di lui che devo parlarti” disse ottenendo l’effetto sperato, ovvero la
totale attenzione del biondino “Io sono etero e la mia ragazza si chiama Jade. Stiamo insieme da tre anni e mezzo e non l’ho mai tradita
con nessuno, figurati con Wilson” gli spiegò, stupendolo non poco.
“Ma…. Lui…. E tu…”
“Il suo era
un piano” puntualizzò Rich, mentre Jeff prendeva a
boccheggiare come una cernia,totalmente
senza parole “Se tu avessi creduto che lui….eio…. Hai capito no? Beh, non è così io gli ho solo fatto un
favore reggendogli il gioco in cambio di una mano in Storia Americana….
Sono negato con le date”
“Aspetta…. Io sono lento ma credo di non aver capito bene”
disse Jeff iniziando a sudare il doppio. Da fermo. “Era tutto in imbroglio?? Io
l’ho lasciato per un motivo non vero??”
“Bingo,
Sterling” gli rispose Richard incrociando le braccia “Ora però devo scappare o
farò tardi e…”
“Due domande
e ti lascio andare….” Disse il biondino prendendolo
per un polso“Perché questa montatura? E
perché cazzo tu me lo dici solo ora??”
Rich ridacchiò “Non ci arrivi? Non voleva farti star
male di più del necessario e lui stesso non voleva star male” notando
l’espressione di pura incomprensione di Jeff, il ragazzone spiegò meglio “Lui
mi ha raccontato che quando è stato costretto a venire qui lui e il suo ragazzo
del tempo sono stati da cani. Visto che quello che prova per te è molto più di
qualsiasi altro legame lui abbia mai avuto, anche con la madre a sentire lui,
sapeva che sarebbe stato troppo straziante. Semplice e chiaro no?
Fondamentalmente l’ha fatto per te e anche per se stesso….
E te lo dico solo ora perché ho promesso di non farne parola con nessuno, ma a
questo punto mi sembra doveroso dirtelo …. Magari vi chiarite prima che sia
costretto ad andarsene….”
Jeff rimase
fermo come una statua di sale “Ossignore….”
“Ora che hai
intenzione di fare per…. Jeff?”
Non ottenne
risposta visto che il biondino era già sfrecciato fuori, verso lo spogliatoio
con ancora l’asciugamento attorno al collo.
Doveva
prendere l’autobus per tornare alla Dalton il prima possibile.
Doveva
parlare con la sola persona in grado di fargli chiarezza: Nick.
Kurt fece
scivolare la porta-vetro della terrazza e uscì dalla stanza, affacciandosi
sulla città di New York, rapito dalle sue mille luci.
Nonostante
avessero appena perso le Nazionali per colpa del suo fratellastro e di
quell’esaltata di Rachel Berry non ce la faceva a sentirsi triste, o abbatutto….
Quella città
lo rendeva euforico e felice come mai si era sentito.
Non avrebbe
mai pensato che, nonostante tutto, il suo desiderio di trasferirsi lì un giorno
si sarebbe così fortificato.
Si appoggiò
al parapetto guardando sotto di sé le persone che si spostavano in massa,
sembrando migliaia di piccole formichine. Anche lui si sentiva così, piccolo, insignificante…. Solo che quel modo che aveva New York di
farlo sentire piccolo non faceva altro che renderlo più smanioso che mai di
emergere e diventare qualcuno.
Sì, si disse
sorridendo dopo un sospiro profondo, era quello il sui posto.
Non Lima. Non
l’Ohio.
Quello.
La porta
dietro di lui si aprì nuovamente e da essa apparve non solo una Lauren dall’aspetto molto stanco, ma anche qualche decina
di centinaia di urla…. Quasi tutte in spagnolo, segno
che Santana stava dando il meglio di sé.
“Credo che
sia ancora molto arrabbiata” disse ovvio Hummel, mentre la Zizes
lo guardava alzando un sopracciglio.
“Da cosa lo
deduci?” domandò sarcastica osservando lo spettacolo davanti a sé, perdendosi a
sua volta “Certo che è proprio una figata questo posto…”
Kurt
ridacchiò cristallino prima di avere un’idea “Mi faresti una foto?” domandò
passandole l’Iphone e appoggiandosi di nuovo alla
ringhiera, stavolta rivolto verso la stanza e non verso il vuoto.
Lei si fece
indietro, eseguendo quel desiderio “Ecco fatto, queste manie di fare foto tue e
della Berry sono inquietanti”
Il ragazzo
sorrise, controllando che la foto fosse a posto senza bisogno di ritocchi,
prima di preparare un sms “Voglio spedirla a qualcuno…”
mormorò con espressione dolce, tanto che Lauren capì
al volo.
“Ah l’amore”
disse semplicemente, prima di sentire due colpi forti provenienti dall’interno
“Io vado a controllare che le pazze non si uccidano….
Appena arriva Schuester con i ragazzi ti chiamo, ok?
Vuole ‘parlare’ del nostro fallimento causato dai suoi due cocchi”
Lauren roteò gli occhi, prima di sparire di nuovo oltre
le tende della stanza.
Kurt rimase
solo, dedicandosi finalmente alla sola persona che era stata nei suoi pensieri
per tutto il suo soggiorno newyorkese: il suo ragazzo.
Scrisse una
frase veloce che potesse accompagnare la foto prima di spedire l’mms.
Mentre
camminava per le strade affollate avrebbe tanto voluto avere Blaine con lui, a
tenergli la mano o stringerlo a sé. Mentre si guardava attorno a TimeSquare si era perso a
sognare ad occhi aperti il suo ragazzo che si avvicinava a lui, lo afferrava
per un braccio e lo tirava a sé, coinvolgendolo in un lungo bacio carico di
passione.
Voleva andare
a vedere insieme a lui tutti i musical di Broadway, fare picknick
a Central Park, guardare la città dalla cima del
Empire, passeggiare per la 5th a braccetto….
E la cosa che
gli faceva scoppiare il cuore di felicità era la consapevolezza che in un
futuro non così tanto lontano sarebbe successo tutto ciò e anche di più.
Il cellulare
prese a vibrargli in tasca e non serviva un indovino per capire di chi si
trattasse.
Blaine.
“Ma buona sera…” disse felice di sentire la voce del suo ragazzo dopo
due giorni di quasi astinenza.
-Ciao Kurt….
Allora? Portata a casa una vittoria schiacciante?-
Il più
giovane sospirò “Direi piuttosto una sonora sconfitta….
Ma ti racconterò di tutto questo quando sarò tornato….
Tra poco c’è il secondo round e Santana sembra decisa ad uccidere Rachel e Finn…”
-Oh, piccolo, mi dispiace tanto….
Aspetta… Perché Rachel e Finn? Hanno toppato?-
Kurt sospirò
all’appellativo utilizzato dal compagno “Ti fornirò ogni dettaglio, sappi solo
che abbiamo fatto una figura misera…. La sola cosa
che davvero mi infastidisce è che ci siamo allenati tanto, abbiamo fatto tanti
sacrifici per nulla.” Sospirò profondamente “Ma tu come stai? Sei al pub?”
-No sono in camera mia alla Dalton…-
Hummel
corrugò le sopracciglia senza capire “Di sabato sera?”
-Sto preparando la sfida contro Thad…-
Quest’ultima informazione
causò uno sbuffò a Kurt “Siete entrambi ossessionati da questa storia.”
-…. Vi siete sentiti per
caso?-
“Secondo te??
Sembra di vedere due bimbi giocare a Risiko…. Anche
tu hai strategie da confidarmi??”
-No ma…. Strategie? Davvero??-
Kurt mise le
mani avanti “Non ti rivelerò nulla. Sono neutrale come la svizzera in questa
vostra guerra terroristica!”
Blaine non
rispose subito, non riuscendo a concepire che il suo ragazzo potesse realmente
rimanere neutrale in una situazione del genere.
Poi come al
solito decise di lasciare perdere –Come
preferisci.-
La risposta
secca di Anderson fece largamente intendere all’altro che non era soddisfatto
della cosa, ma che comunque l’avrebbe rispettata “Come ti stai preparando?”
-Provo un paio di canzoni dei Panic! At the Disco…. Così per
entrare nella tonalità di BrendonUrie….-
Kurt sorrise
dolcemente “Scommetto che farai un figurone…”
-Vuoi sentire qualcosa?-
Il più
giovane spalancò gli occhi, stupito “Ora?”
-Si certo, ho la chitarra sulle gambe!-
“D’accordo allora…. Sentiamo…”
Sentì alcuni
rumori dall’altra parte della cornetta, mentre Blaine appoggiava il cellulare
in vivavoce sulla scrivania, facendo un paio di accordi a caso mentre con gli
occhi rileggeva lo spartito. Si schiarì la voce un paio di volte, e dall’altra
parte, Kurt si chiese se era il caso di fargli notare che stava spendendo un
capitale in quella telefonata.
Non ce ne fu
bisogno perché Blaine iniziò a suonare una melodia vagamente country e a cantare…
Allow me to exaggerate a memory or
two
Where summer's lasted longer than well longer than we do
When nothing really matteredexcept for
me to be with you
But in time we all forgotten we all grew
La sua voce
era così bassa da causare a Kurt non pochi brividi lungo la colonna vertebrale,
mentre non poteva evitare di sorridere ebete.
Quella era
una sfida decisamente accesa.
Vocalmente parlando erano entrambi molto bravi.
Thad aveva
una voce molto più vicina all’estensione di un tenore rispetto a Blaine, aveva
carisma e fascino.
Sul palco
sapeva muoversi molto bene e catturava con magnetismo l’attenzione del
pubblico.
Ma Blaine….
Your melody sounds as sweet
As the first time it was sung
With a little bit more character for show
And by the time my*** father's heard
Of all the wrong I've done
And I'm putting out the lantern
Find your own way back home
Blaine aveva
il classico carisma del vero leader.
La sua voce
baritonale era bellissima e anche se forse a livello di estensione non poteva
arrivare alle note di Thad non era importante.
Anzi, era del
tutto irrilevante se lo si osservava bene e soprattutto lo si ascoltava.
Il suo
ragazzo non era bravo, era il migliore.
Anche se
aveva deciso di rimanere neutrale dentro di sé sapeva chi avrebbe dovuto
vincere.
Senza contare
che non trovava un senso in tutta quell’enorme farsa.
I've forgotten how to sing
Before I sung this song
I'll write it all across this wall
Before my job is done
And I'll even have the courtesy
Of admitting I was wrong
As the final words before I'm dead and gone
Kurt si era
già preparato un discorso da fare a Thad per fargli capire che comportarsi come
un bambino che vuole infossare Blaine per aver soddisfazioni non avrebbe mai
portato a nulla, ma non riusciva a trovare il modo per parlargli a
quattr’occhi.
Non avrebbe
comunque rinunciato.
Teneva
moltissimo a Thad, avevano condiviso così tante cose che lo avevano reso un
caposaldo della sua vita inpochissimo
tempo. Gli voleva così tanto bene da non schierarsi nemmeno contro di lui,
nonostante fosse a sua volta schierato contro una delle persone a cui teneva
maggiormente.
Gli avrebbe
parlato, ma non in quel momento.
Si stava
godendo una delle cose che amava di più: il suo ragazzo che gli dedicava una canzone…
You've never been so divine
In accepting your defeat
And I've never been more scared to be alone
If love is not enough to put my enemies to sleep
Then I'm putting out the lantern
Find your own way back home
Sorrise
bloccandosi il cellulare tra la spalla e l’orecchio, applaudendo energicamente
per qualche istante “Davvero sei preoccupato per la sfida?” domandò ironico.
La risata
metallica di Blaine arrivò dall’apparecchio –Mi stai dicendo che sono il migliore?-
Kurt roteò
gli occhi “Non di certo il più modesto ma….” Si sentì
picchiettare sulla spalla e voltandosi vide Quinn che lo invitava a rientrare
“Ora devo scappare…. Credo che ci sarà un incontro di
lotta greco-romana o qualcosa del genere….”
-Posso venirti a prendere domani in aereoporto?-
“Arriviamo
tardi di notte…. Ci vediamo direttamente lunedì
mattina che ne pensi? Facciamo colazione insieme?”
-Certo, tanto la prossima settimana non ho
lezione alla Dalton…. Pensavo di fare un provino per
il SixFlag, come lavoro estivo…. Così metto via un po’ di soldi e ti riporto a New
York che ne pensi?-
Kurt sorrise
radioso “Te lo dimostrerò Lunedì che ne penso, ok?”
Blaine rise
ancora –Ci sto, penso che passerò anche a
prenderti a casa così avrò una scusa per fermarmi il pomeriggio quando ti riporto…..-
“Affare fatto…. A presto allora. E Blaine?” Si morse le labbra
energicamente. Aveva davvero voglia di dirgli quanto forti fossero i suoi
sentimenti per lui ma…. Aveva paura che fosse presto.
Sì, decisamente era presto per sguinzagliare quelle due paroline che forse
avrebbero stravolto troppo la loro acerba relazione “Non azzuffarti con Thad,
ok?”
La voce di
Blaine arrivò esitante –Ci proverò, buona
notte Kurt.-
“Buona notte Blaine…”
Kenzie appoggiò con un po’ troppa veemenza un boccale di
birra difronte a Jeff, prima di tornare a
fronteggiare il suo ragazzo che sorseggiava la sua con falsa tranquillità.
“Non ci posso
credere che tu gli abbia impedito di andare a parlare con Flint!” disse
allucinata prima di rivolgersi a Sterling “Dovete chiarire! Vada come vada due
persone che si sono amate devono parlare di una cosa del genere, prima che sia
troppo tardi!”
“Io non
capisco cosa ci sia da dire” sostenne Duvall con insistenza, guardandola
seriamente “Kenzie pensaci su….
Flint può anche averlo fatto a fin di bene, ma sempre stronzo è stato. L’ha
fatto star male facendogli credere una cosa gravissima. Secondo me, a questo
punto, dovrebbe insultarlo il doppio invece di giustificarlo…”
prese un altro sorso, prima di spazzarsi via la schiuma dal labbro inferiore
“Poi non gli ho impedito proprio nulla…. Era un caldo
consiglio il mio”
La giovane
guardò il biondino, che fissava con insistenza il bancone sotto di lui, dando
l’idea di un cagnolino bastonato “Tesoro mio” gli disse accarezzandogli i
capelli “Non ti sto dicendo di dirgli chissà che…. Di
pretendere delle scuse o altro. Solo, parlaci….”
Sterling
sospirò affranto “Io so che dovrei farlo, ma non saprei come fare… cosa dire…. È troppo un
casino”
“Lo è perché
Wilson lo ha voluto” disse Duvall scazzato, prima di prendere un respiro “Scusa
piccola” disse alla ragazza che stava per lanciargli dietro qualcosa di pesante
“Tu mi parleresti se ti ingannassi così?”
“Certo! Solo
per insultarti spenderei un intero pomeriggio!” sbottò lei lanciandogli lo
straccio, prima di riprenderlo per lucidare un paio di boccali.
Nick sbuffò
“Io non ti parlerei mai più…” disse prima di
scoppiare in un grido di dolore, non appena una vassoio di legno impattò il suo
cranio “AHIA!”
“Così impari
a dire cazzate!” disse arrabbiata scappando verso il retro.
Il signor Martie, che non si era perso una sola battuta, fece un
segno al ragazzo di seguirla e lui non si fece di certo pregare.
Jeff rimase
solo al bancone, picchiettando le dita contro il legno duro e domandandosi
seriamente cosa avrebbe potuto dire Flint.
Gli argomenti
non mancavano, certo, così come la voglia di sentirsi ripetere dalla bocca del
morettino tutto quello che Richard gli aveva svelato.
Ma non si
sentiva in diritto di farlo.
Non si
accorse nemmeno che qualcuno aveva preso posto sullo sgabello accanto a lui,
tanto era immerso nei suoi pensieri, e si voltò solo quando si sentì chiamare
per nome.
Al suo fianco
sedeva un ragazzo robusto, e il biondino ci mise qualche istante ad
identificarlo “Dave? DaveKarofsky?” chiese meravigliato.
Lui annuì
“Ciao Jeff…” disse vagamente imbarazzato “Come va?”
Dopo quel
piccolo ‘incidente’ avvenuto al McKinley dopo l’esibizione di SomewhereOnlyWeKnow non si erano più
rivisti o sentiti, ma Sterling non aveva niente contro di lui anche se lo
amareggiava sapere come aveva trattato Kurt.
“Bene, grazie…. Tu? Che ci fai a Westerville?”
Dave scrollò le spalle “Sto aspettando degli amici…. Non siamo mai venuti qui.”
Calò un
silenzio impacciato visto che nessuno dei due sapeva che cosa dire.
Ovviamente Karofsky fece, tanto per cambiare, un passo falso chiedendo
a Jeff la sola cosa che doveva caldamente evitare…
“Come va col
tuo uomo? Freddy, giusto?”
Jeff tirò un
sorrisetto, mentre gli occhi cangianti si velavano di tristezza “Flint…. Ecco, noi non stiamo più insieme….”
“Oh…”
“Già lui va a
vivere a New York….”
Dave spostò lo sguardo verso la parete di fronte a lui
“Mi dispiace” disse secco, infastidito da come quella conversazione avesse
preso una piega inaspettatamente imbarazzante. Almeno per lui che aveva aperto
un argomento infame “Deve essere brutto non vedere mai più la persona che…. Si insomma… con cui si ha…. Hai capito.”
Jeff
lentamente spalancò gli occhi, raddrizzandosi sullo sgabello incui, fino a quel momento, era rimasto
ingobbito.
Non avrebbe
più rivisto Flint.
Mai più….
Così come
aveva detto Kenzie, non avrebbe avuto altre occasioni
per parlarci.
“Io…. io non voglio avere rimpianti” disse lentamente mordendosi
il labbro, insicuro “Vorrei parargli e dirgli che non mi importa cosa accadrà,
che potrebbe anche andare in Europa o sulla Luna ma continuerei a voler
rimanere con lui…. Che sarei disposto a fare dieci
lavori per mantenerlo alla Dalton, con me…”
Dave lo guardò impressionato “Amico, stai svalvolando…. Ti rendi conto di quello che dici? So che la
Dalton è la scuola dei riccastri, senza offesa….”
“Se davvero
ti sta a cuore una persona allora sei disposto a fare tutto pur di averla…” il biondino lo guardò attentamente, prima di
prendere dieci dollari e appoggiarli sul bancone, finendo di bere la birra
“Devo solo capire cosa voglio dirgli…. E devo
iniziare a pensarci da ora. Non voglio sprecare la mia ultima possibilità di
fargli capire cosa provo, non devo….” Si alzò,
infilandosi la giacca velocemente, prima di sorridere a Dave
“Tu non lo sai ma mi hai aiutato molto. Ora scappo al dormitorio, stammi bene”
Karofsky lo guardò sfrecciare via, colpito dalle sue
parole.
Abbassò gli
occhi sul bancone, sulla banconota sgualcita del ragazzo e poi sul boccale
vuoto mentre il suo cervello macchinava….
Ok,
decisamente lo aveva colpito troppo….
Continua…
*La data ha la notazione Americana che pone il mese
prima del giorno. Cerco sempre di essere il più fedele possibile a questa
cultura che amo (prevedo di avere la città dinanza a stelle
a strisce prima dei quaranta)
** Si, è
esattamente la scena di ‘Harry Potter: La Camera dei Segreti’ tra Draco e Harry. Nick l’ha capito e voi? xD
*** Ho
cambiato il testo di FolkinAround
da ‘yourfather’ a ‘myfather’ per rispettare la
storia dei personaggi. Richard Anderson dovrebbe sentirsi onorato u.utzè.
Nda.
Eccoci qui!
Sono puntale alèalè! *lancia
i coriandoli*
Sarò brevissima.
Prima cosa:
Non odiatemi per come ho fatto finire il capitolo, so che avete già i forconi
in mano ma posateli….
Qualcosa di
GROSSO quanto la panza di Karosfky bolle in pentola e
nel prossimo capitolo accadrà una cosa DECISAMENTE BRUTTA .
Per questo
non odiatemi ora, lo farete di più poi u.u
Ci tengo a
ringraziare tre persone in particolare ovvero:
Alexa, il mio angelo, per il lavoro di betaggio
velocissimo. Sei la migliore, non smetterò mai di dirlo e conoscerti e
spupazzarti e cantare per te è stato un onore.
Martina, la magica _Fireplace per avermi fornito il nome del capitolo** avevo
serie difficoltà dopo tre ore di studio di Blake xD
Gaia, ovvero Nick
del GDR perché mi aiuta tanto e molte battute di Nick sono rivisitazioni mie di
cose dette da lei xD
Grazie mille
anche a tutti coloro che leggono e soprattutto a chi recensisce….
Abbiamo superato
le 600 e siamo quasi a 7 mila letture del prologo….
Potrei seriamente
piangere, siete i migliori.**
…. Siete stati
Panic!izzatixD qui ci sono due canzoni e nel prossimo una….
…. Also in the next episode:Thadvs Blaine
A venerdì!
Un bacione
gigante.
Jessy
NON ODIATEMI IO VI AMO
ç___ç
Ps. Passate dalla mia pagina e gustatevi la
bellissima Fanart che mi ha fatto la dolcissima Lithi:
Capitolo 36 *** #29 pt I: Different kind of chances… ***
bananissima
Premessa:
In questo capitolo sono presenti un paio di
personaggi che potrebbero essere considerati OOC. Il primo di cui parlo e che
mi serve molto ai fini della storia esattamente come l’ho descritto, è Karofsky. Come tutti sanno, ho un’avversione
verso di lui e quindi non mi sono mai preoccupata di scoprirlo o di entrare
nella sua psicologia. Davvero, è l’ultimo dei miei problemi ma per la trama
serve un determinato tipo di Karofsky. Non odiatemi per come farò svolgere gli
eventi. Per quel che riguarda Sebastian
io amo l’idea che mi sono fatta di lui, anche se decisamente è solo un’idea
visto che è un personaggio del tutto nuovo.
Buona lettura^^
Jessy
Blaine Anderson
presents:
the Pips!
#29 pt I:Different kind of chances…
La stanza era
irriconoscibile.
Flint si guardò attorno
sconsolato, appoggiandosi con i fianchi alla scrivania e passandosi una mano
sul viso.
Se ne stavano andando
davvero, e il fatto che avesse appena finito di riporre tutta la sua vita
dentro degli scatoloni ne era la conferma.
Sorrise istintivamente
pensando a quanto odiasse Lima quando era arrivato più di un anno prima.
Certo, rispetto a New
York, Seattle e tutte le altre grandi città in cui aveva vissuto quella non era
nulla. Si era però affezionato anche troppo e ora ne pagava le conseguenze.
Avrebbe lasciato una parte
di cuore in quel posto e se pensava che lasciare Drew lo avesse spezzato,
lasciare Jeff lo stava logorando lentamente e dolorosamente.
Era una sofferenza ma non
c’erano alternative e, senza dubbio, era convinto di aver agito bene
allontanando in quel mondo il biondino. Solo sapeva che nonostante tutto non
era riuscito a farsi odiare, anche se quello era il suo obbiettivo.
Era troppo buono, il suo
Jeff…
Sospirò pesantemente,
voltandosi verso il portatile, adagiato sul suo letto di cui restava solo il
materasso spoglio e si chinò su di esso, cercando una canzone.
Un lieve bussare gli fece
alzare il viso verso la porta, su cui apparve la madre conun sorriso così gioioso che a lui venne
voglia di staccare un pezzo del parquet solo per lanciarglielo contro “Sei
pronto a tornare a New York, tesoro?” disse allegramente porgendogli il nastro
col quale doveva chiudere i cartoni “Scommetto che da li non ci muoveremo più…
Ho preso una casa nel Queens che amerai…. Ora sbrigati, tra un’oretta arrivano
i traslocatori a prendere le cose…”
Senza dagli nemmeno il
tempo di mandarla al diavolo uscì dalla stanza, canticchiando per il corridoio.
Flint non riusciva nemmeno
più ad arrabbiarsi tanto era rassegnato a quel destino ingrato.
Selezionò una canzone
prima di afferrare il nastro e chiudere con rabbia gli scatoloni.
Non cantò, non fece nulla,
solo ascoltò per la centesima volta quella mattina "Sing for Me" e pensò a tutto quello che stava perdendo, senza
mai lasciar trapelare una sola emozione.
Non doveva mostrare a
nessuno che stava morendo dentro, intanto, visto che a nessuno sembrava
importare….
Jeff fissava assorto il
soffitto.
Si era preparato tanti discorsi
per Flint, si era immaginato come sarebbe stato presentarsi da lui e anche i
finali alternativi (lui che lo baciava e gli giurava amore eterno e di vedersi
almeno tre volte al mese o Flint che lo allontanava stizzito dicendogli che non
lo voleva più ed era un vero stupido a non capirlo), ma non aveva ancora fatto
nulla.
Anzi, era a lezione e era
quasi mezzogiorno.
Presto sarebbe iniziata la
pausa pranzo in cui avrebbe fatto finta di non ricordare che Flint era in
partenza mentre ancora si arrovellava sull’andare o meno a fermarlo.
Nick gli lanciava occhiate
fugaci, sbuffando di tanto in tanto, quasi come se gli stesse leggendo nel
pensiero.
Quando la campanella suonò
si alzarono in sincronia, scivolando fuori dalla classe e camminando fianco a
fianco verso la mensa.
Nick ruppe il silenzio
“Sai... Forse McKenzie ha ragione”
“A che pro? Quando
sostiene che dovrei sapere che colore è il pervinca?” domandò assente il
biondino, mentre Duvall roteava gli occhi, scocciato.
“No, quando dice che
dovresti parlare con Wilson”
Sterling si bloccò in
mezzo al corridoio, tanto che un paio di primini che parlavano tra loro gli
finirono addosso. Inutile dire che manco se ne accorse, tanto era stupito dal
cambiamento di idea dell’amico “Hai bevuto?”
“No” disse paziente
Duvall, cercando di non picchiarlo con i libri di Scienze della Terra, sicuro
che lo avrebbe ucciso tanto erano pensanti “Dico sul serio…”
“Oh, ma io non stavo
aspettando la tua approvazione” gli sorrise il biondino dandogli una pacca
sulla spalla “Pensavo di parlargli ma…. Non so che dirgli. Ho troppe idee e sto
prendendo tempo”
Nick alzò un sopracciglio
“Il tempo sta per scadere, caro. Ti conviene andare e pensarci mentre sei in
macchina…. O in autobus, o su un Jumbo”
Sterling scosse il capo
“Preferisco non parlarci proprio che rovinare tutto. Se non trovo le parole
giuste non ci vado…”
L’altro lo guardò
esasperato “Non credi sarebbe peggio non presentarsi proprio che dire una cosa
sbagliata?? Non sai che nella vita è meglio avere rimorsi che rimpianti??”
Nonostante le belle
parole, l’altro rimase fisso sulla sua teoria “Assolutamente no…Io non sono un
tipo molto sveglio e sono un disastro con le parole. Preferisco fargli credere
di aver realizzato il suo piano piuttosto che dire qualcosa che lo possa soffrire
di più…” e detto questo girò sui tacchi, verso il dormitorio.
Nick provò a chiamarlo ma
quello non si fermò ne si voltò verso di lui.
A pensarci bene, Jeff non
aveva poi così tanta fame…
Kurt uscì dall’aula di
francese qualche minuto dopo il suono della campanella.
La professoressa Revèll lo
aveva trattenuto qualche istante in più promettendogli di passarlo con il
massimo dei voti quell’anno, a patto che la aiutasse con i recuperi per coloro
che avevano preso una F nell’ultimo compito. Sostanzialmente doveva solo
sostituirla nelle ripetizioni pomeridiane di quel mercoledì pomeriggio, a cui
lei non poteva presiedere per una visita o una scusa simile, e avrebbe avuto il
massimo dei voti e crediti extra.
Era una cosa buona e,
magari, riusciva a convincere Wes a spostare la sfida tra il suo ragazzo e Thad
per le sei di mercoledì pomeriggio.
Ci teneva ad assistere a
un po’ di sana competizione, evitando che si prendessero ha sprangate a
vicenda.
Era solo lunedì, avrebbe
trovato una soluzione.
Aprì il suo armadietto
appoggiando velocemente i libri e controllando allo specchio che i capelli
fossero ancora a posto, prima di alzare gli occhi e scontrare quelli di Blaine,
nella foto che aveva appeso nell’armadietto.
Le orecchie si scaldarono
mentre le guance si imporporavano mentre ripensava a quando si erano visti,
quella mattina.
Era passato a prenderlo
con anticipo a casa, erano andati al Lima Bean dove il morettino si era beccato
una descrizione dettagliata delle Nazionali e poi…. Gli aveva detto di amarlo.
In modo così semplice,
sincero e innocente da spiazzare Kurt su tutta la linea.
Ci aveva messo diversi
secondi ma anche lui gli aveva detto di amarlo.
Erano giorni che avrebbe
voluto dirglielo ma sembrava così stupido detto da lui, mentre detto da Blaine
suonava…. Così perfetto….
Perfetto.
Chiuse l’armadietto con un
sorrisetto ebete, avvisandosi per il corridoio ormai quasi deserti verso la
mensa.
Non era arrivato poi così
lontano quando una grossa mano lo spinse con forza contro il muro, facendolo
finire col sedere in terra.
Alzò velocemente lo
sguardo, guardando Azimio mentre questo ridacchiava divertito, avvicinandosi
lentamente “Piaciuta la spintarella, Hummel? Pensavo di aiutarti visto che sei
in ritardo per il pranzo”
“Non voglio nemmeno il
‘buongiorno’ da un gorilla come te, Azimio” disse il ragazzo a denti stretti
mentre provava a rialzarsi, ma venne spinto nuovamente a terra.
“Porta rispetto, checca”
disse minaccioso il ragazzo di colore, alzando un pugno “O ti aiuto a farti un
po’ di make up!”
“A farmi un po’ di cosa?”
domandò tagliente Kurt “Perché invece di fare il grande uomo virile non impari
un po’ di inglese??”
“Piccolo pezzo di…”
Kurt chiuse gli occhi,
alzando le braccia per difendersi il capo mentre Azimio si preparava ad inveire.
Peccato che non accadde
nulla di tutto ciò.
“Azi, smettila!” la voce
che parlò spiazzò del tutto Kurt, ma mai come la scena che si trovò di fronte.
Karofsky teneva una mano
sul petto dell’amico, spingendolo lentamente lontano dal ragazzo ancora a terra.
Hummel si alzò
velocemente, prendendo la tracolla che gli era caduta a causa del violento urto
e guardando in attesa i due ragazzi che stavano parlando con un tono basso, che
non gli fu concesso di sentire visto che il cuore gli martellava prepotente nelle
orecchie.
Il ragazzotto di colore si
scostò dall’amico guardandolo confuso, prima di lanciare un’ultima occhiata a
Kurt “Ti è andata bene, frocetto…. E per quel che riguarda te…” aggiunse
sventolando un dito che assomigliava di più ad un salsicciotto, sotto al naso
di Dave “Prima o poi capirò che diavolo ti prende”
Detto questo se ne andò
girando l’angolo, lasciando i due soli nel corridoio.
“Beh, grazie” disse tirato
Kurt, muovendo un passo verso di lui.
“Di niente” grugnì
velocemente Karofsky, evitando accuratamente di guardarlo negli occhi, quasi
come se fosse per lui impossibile sostenere lo sguardo cristallino del ragazzo
che aveva maltrattato per mesi.
Kurt non sapeva mai che
pensare di lui.
Si vedeva che non stava
bene, soprava addirittura somatizzare il suo disagio interiore e questo in un
certo senso gli faceva capire quanto fosse pentito… Ma sapeva che non era
pronto a perdonarlo.
Decisamente no, dopo tutto
quello che aveva subito.
Era comunque un passo
avanti.
Gli passò accanto, deciso ad
andare in mensa dove di certo Mercedes lo stava aspettando, ma si bloccò un
istante, bloccandosi nuovamente verso il giocatore di football.
“Non devi affrontare tutto
da solo” disse semplicemente “Devi renderti conto che vergognarti di quello che
sei non farà altro che far peggiorare la situazione. Se vuoi parlarne sai dove
trovarmi… Ti indirizzerò da qualcuno che può aiutarti davvero. Io non credo di
potere visto i precedenti, ma conosco qualcuno che potrebbe...”
Non attese una risposta,
allontanandosi.
Dave seguì con gli occhi
la sua figura fino a che non scomparve, indeciso sul da farsi.
Non aveva intenzione di
fare coming out, decisamente no, ma le parole di Jeff Sterling ancora gli
rimbombavano nella testa ed erano quasi più frustranti di tutto il resto.
‘Io
non voglio avere rimpianti’
Doveva trovare una
soluzione…
Flint se ne stava
appoggiato alla staccionata bianca, davanti a quella che ormai non era più da
considerarsi casa sua.
Guardava attentamente i
traslocatori portare avanti e indietro le cose di sua madre e i mobili pregiati
del soggiorno, sperando che non arrivasse mai il momento in cui avrebbero
appoggiato quelle mani sui suoi scatoloni.
Si grattò nervosamente
dietro al collo, infastidito al punto tale che sarebbe riuscito a farsi venire l’orticaria.
Tutto lo stava urtando, a
partire del sole accecante di quel pomeriggio di fine maggio, fino agli
uccellini che canticchiavano felici – quando avrebbe voluto avere e saper usare
una fionda- a sua madre che giostrava i traslocatori come se fossero una massa
di autistici senza speranza.
Tutto stava andando di
male in peggio…
“Oggi è una bella giorn-“
“Ma cazzo!”
Quasi si ruppe due
vertebre mentre si voltava rapidamente verso sinistra, osservando con gli occhi
già di per se grandi Jeff, appollaiato sulla staccionata accanto a lui.
Certo, il biondo aveva
scelto il modo sbagliato di rompere il ghiaccio. Poteva chiamarlo gentilmente o
toccargli una spalla invece di iniziare a parlare del meteo, ma non ci aveva
pensato, visto quanto era teso in quel momento.
Alla fine, ancora una
volta, aveva optato per pensare veloce, cosa che non gli riusciva poi così male
ma che non poteva a effetti tanto positivi. L’ultima volta si era tolto delle
schegge di ceramica dalle chiappe per giorni….
Chissà cosa sarebbe successo
quella volta….
“Che ci fai qui?!” domandò
con gli occhi ancora fuori dalle orbite Wilson, mentre sua madre notava il
ragazzo biondo non dandoci poi così tanto peso.
“Io speravo di parlare”
“E di cosa?” domandò il
morettino sfacciato.
Jeff decise di essere
schietto “Richard mi ha detto tutto quindi evita gli atteggiamenti strafottenti
perché non sei più credibile.”
L’espressione di Flint si
spense, fino a che il giovane non chiuse gli occhi prendendo un respiro
profondo “Senti…Lasciamo perdere, ok? Come vedi io sto per andarmene e,
stronzaggine di Richard a parte, non c’è speranza per niente…Quindi, vattene.”
Il biondino non si lasciò
intimidire visto che l’aveva messo in conto.
Portò due dita sotto al
suo mento, facendogli alzare gli occhi verso di sé e sorridendogli dolcemente
“Io non vado da nessuna parte, ok? Non senza di te…”
Flint lo guardò sorpreso
“Come scusa?”
“Resta in Ohio” disse
Sterling prendendogli una mano “Pensaci… Puoi stare alla Dalton per i giorni che
mancano e poi, quest’estate da me!” disse allegramente come se fosse la cosa
più facile del mondo “Casa mia fa schifo rispetto ai tuoi standard ma…Pensaci.
Io non voglio che tu te ne vada…”
Wilson fissò quegli occhi
pieni di speranza ricambiando per un attimo la stretta, poi gli lasciò la mano
allontanandosi di un paio di passi “Non dire sciocchezze. Non credo si possa
fare… Sono minorenne e non ho soldi. Fai un favore ad entrambi e non creare
illusioni…” gli diede le spalle facendo per tornare verso la casa, gli occhi
che pizzicavano e la mano, improvvisamente troppo fredda senza quella di Jeff a
stringerla.
Ma l’altro non voleva
mollare “Non arrenderti!” disse a voce alta, facendo voltare un paio di operai
e la signora Wilson “Io non lo accetto, e so che non lo accetti nemmeno tu! Ti
prego, rimani… Insieme possiamo fare tutto…”
“Hey, ragazzino, via dal
mio giardino o chiamo la polizia!” disse la donna, avvicinandosi al figlio che
si era rigirato verso il biondo “Hai capito o no??” insistette appoggiando
entrambe le mani sulle spalle di Flint che pareva pensieroso.
“Questo non è più il suo
giardino” disse Jeff deciso, facendo un cenno verso il cartello con la scritta
‘In vendita’ davanti alla villa bianca “Quindi io posso legalmente stare qui”
Lei spalancò la bocca
indignata “Come ti permetti, piccolo straccione?” gli disse alludendo ai jeans
strappati su un ginocchio e alla camicia a quadri viola visibilmente vissuta
“Vattene!”
“Non starla ad ascoltare!”
insistette il biondino “Lei ti ha sempre trattato come una borsetta da spostare
a piacimento… Ma tu puoi ribellarti. Non tornare a New York!”
La madre del moro iniziò
seriamente a scaldarsi, tanto che strinse di più la presa sulle spalle del
figlio, che si riscosse “Lui non va da nessuna parte, è mio figlio e solo io so
cosa è meglio per lui e…”
“NO!” Wilson scrollò le
spalle liberandosi dalla sua presa e guardandola con odio, mentre si sistemava
la maglietta azzurra “Lui ha ragione, tu sei….Sei… vorrei dirti che sei una
stronza ma sarebbe riduttivo!” sbottò, sentendo il peso di anni e anni di rospi
ingoiati esplodere dopo essere stati accumulati a palate “Lui ha ragione e tu
torto! Ma sai che ti dico? Io non ci sto più!” Fece una pausa mentre il suo
petto si alzava e abbassava velocemente.
Lei lo guardò sconvolta
“Ma piccolo mio… Che stai dicendo?”
“Che ho le palle piene di
essere il 'tuo piccolo’ solo quando devi vantarti della mie doti scolastiche al
Country Club o quando mi usi come caso umano per raccontare alle tue amiche di
quanto tu sia brava ad allevare un figlio gay. Sai che ti dico? Io non mi muovo
da Lima.”
Lei sbiancò “C-come??”
“Hai capito” disse deciso
mentre il biondino sorrideva raggiante, guardandolo “Io resto qui….Alla Dalton,
con Jeff e gli altri.”
L’atteggiamento della
donna divenne strafottente “E pensi che io lo permetterò? Non sgancerò un soldo
per te se non verrai a New York con me!”
“Papà sarà felice di
farlo…. Farebbe tutto pur di fare un torto a te” rilanciò il ragazzo, prima di
incamminarsi verso casa e afferrare le chiavi dal mobile, con sempre la madre
dietro.
“Ripensaci” gli disse,
sussurrando mentre il ragazzo saliva le scale verso la sua stanza “Io posso
offrirti di più di tuo padre…”
Lui si bloccò, con una
mano sulla maniglia “Perfetto, allora resta con me, manda al diavolo il lavoro
e ricominciamo da capo” le disse serio, mentre lei non sembrava avere reazioni
“Io resto con te, tu tieni questo lavoro ignorando la promozione e fai per una
volta nella tua vita la madre…. Che ne pensi?”
La donna si morse un
labbro indecisa, prima di sospirare pesantemente “No. Io non rinuncerò alla mia
grande occasione… Per te…”
Wilson fece un sorrisetto
triste “Sai? Lo immaginavo. Racconta questo ai tuoi futuri dipendenti e vedremo
se ti tratteranno con rispetto.”
Le chiuse la porta in
faccia, aprendo uno scatolone e buttandoci dentro altre cose, come vestiti e
altro, riempiendolo il più possibile.
Sarebbe passato più tardi
a prendere il resto.
Si accorse che gli
tremavano le mani, ma non si diede il tempo di calmarsi perché prese lo
scatolone scendendo le scale e tornando da Jeff che lo stava aspettando.Passando davanti al salotto vide sua madre
sul divano, con il capo fra le mani, ma non disse nulla.
Avevano preso due scelte
diverse, e lei avrebbe dovuto imparare a conviverci.
Appena lo vide il biondo
gli andò incontro, chinandosi per baciarlo con passione.
Era da tanto che aspettava
di farlo…
Gli prese lo scatolone
dalle mani, baciandogli la fronte “Vieni, ora andiamo… Avremo tempo per parlare
e fare altro dopo”
“Il resto della roba la
passo a prendere stasera…E anche l’auto.”disse sbrigativo il moro, ancora senza
fiato.
Se stava realmente
succedendo avrebbe dato di testa, poi.
Jeff lo condusse fino alla
vecchia Impala di Nick dove, nei posti davanti, il proprietario e Kenzie stavano
tenendo un’intensa sezione di pomiciata.
Jeff ridacchiò “Anche per
qualcun altro è una bella giornata oggi”disse allegro come non lo era da
settimane.
Flint rallentò un istante
il passo, sorridendo dolcemente.
Sì, era decisamente una splendida giornata quella.
Mercoledì era arrivato
inaspettatamente presto.
La sala due Warblers era
più gravida del solito visto che Wes aveva ingaggiato una ventina di studenti
della Dalton per assistere all’esibizione e votare il migliore.
Thad sedeva tranquillamente
su una poltrona, circondato da almeno una decina di persone che tentava di
parlargli ma che non riceveva la benché minima considerazione.
Blaine invece era
dall’altra parte della stanza, con i fianchi appoggiati ad un tavolino, e stava
parlando con un paio di compagni “Sono contento che tu abbia deciso di
rimanere” disse rivolto a Flint.
Il morettino sorrise
lievemente mentre Jeff, abbracciandolo da dietro, si appoggiava col mento alla
sua spalla “Fidati, anche io…. Questa baracca non può andare avanti senza di
me” disse ironico “E poi devo chiarire con un paio di persone…. Soprattutto
Duvall”
“Che mi dici di
Trent?”chiese Anderson, mettendosi le mani in tasca e pescando da una di esse
il cellulare.
“Non ne ho idea…. Ora ha
un permesso speciale e torna a casa tutte le sere…”
“Forse ha ancora paura di
Thad” disse pensieroso Jeff.
“Io sarei terrorizzato, al
suo pesto” intervenne Kirk, accostandosi a loro “So che Thad non si farebbe
scrupoli a soffocarmi nel sonno.”
I quattro ridacchiarono,
mentre poco distante due ragazzi sembravano abbastanza interessati a tutta
quella situazione.
“Il livello di
omosessualità in questa stanza è davvero alto…”
“Oh smettila Joey” il più
alto dei due ridacchiò.
“Scommetto che ti senti
molto a tuo agio, Seb” ribattè sarcastico il ragazzo dalla pelle olivastra “Hai
già puntato qualcuno?”
“I due sfidanti non sono
male” rispose il ragazzo, Sebastian, guardando alternativamente sia Thad che
Blaine “Dopo aver passato tanto tempo in Francia mi mancava la carne americana,
sai? Forse dovremmo entrare nei Warblers, il prossimo anno”
“Sono molto seri nelle
selezioni, pensi di passare?” domandò guardandolo mentre spiava Harwood con la
coda dell’occhio.
“Ma non vedi? Sono rimasti
in tre gatti…Leva quelli dell’ultimo anno che sono cinque… Quanti restano? Sei?
Ci prenderanno sicuramente” disse con un sorrisetto malizioso Sebastian,
osservando attentamente Blaine che stava scribacchiando un sms “Tu diventerai
popolare e potrai scoparti tutte le tipe della Crawford che vorrai mentre io…
Per il momento mi concentrerei a scoprire quanto pazzo è davvero Thad Harwood
mentre, il prossimo anno, verificherò quanto profonda è la gola di Anderson….”
Joey ridacchiò sottovoce
“Non suona male…”
“Suona benissimo…”
Wes prese a battere il
martelletto sulla scrivania, attirando l’attenzione generale “prendete tutti
posto sulle sedie o sui divanetti. Se mancano dei posti, i tappeti sono stati
sbattuti nel pomeriggio quindi potete adagiare i vostri deretani lì. E
silenzio”
Non era abituato a
trattare con gli altri studenti. I Warblers erano tutti bravi ragazzi in fin
dei conti, mentre il resto dei ragazzi, per quando fervidi sostenitori dei
Warblers, venivano da famiglie ricche e definirliviziati era come definire un premio Nobel
Sterling.
Con un cenno invitò anche
Andrew e Jessie (che non sapeva se fossero tornati o se, semplicemente,
volessero assistere alla mattanza) a prendere posto, prima di richiamare a se
Thad e Blaine.
David era fuggito tra il
pubblico improvvisato, deciso a tenersene fuori.
“Iniziamo” disse deciso.
Blaine sospirò “Non
possiamo aspettare ancora dieci minuti? Kurt è uscito da poco da lezione e deve
venire qui…”
“Mi dispiace ma sono già
le sei e un quarto” disse Montgomery “Sai che dopo le otto non possiamo più far
casino, o ci cacciano tutti. Mi dispiace per Kurt ma ora ripassiamo un paio di
regole e lanceremo la moneta per vedere chi inizierà. Magari mettetevi
d’accordo così che Blaine possa cantare per secondo” detto questo diede una
pacca sulla spalla ad Harwood e andò alla scrivania per prendere tanti fogli
con sopra impresso il simbolo della Dalton sul quale i ragazzi potessero dare
una motivazione del loro voto.
In tutto in forma
‘anonima’.
Blaine si voltò verso il
rivale, che alzò un sopracciglio “Pookie in ritardo? Non è da lui” disse serio.
“Pensi che non lo sappia?”
replicò tagliente Blaine, afferrando il cellulare e provando a chiamare il suo
ragazzo.
Per quanto lo seccasse
ammetterlo Thad aveva ragione.
Kurt maledisse in tutte le
lingue (sottolineando il francese) Brent per avergli fatto perdere quasi due
ore.
Certo, per uno che non
sapeva nemmeno declinare il verbo essere alla forma presente era un enorme
passo avanti riuscire almeno a chiedere il nome e la provenienza di una
persona, ma così lo aveva messo nei guai.
Era in ritardo.
Prese il cellulare dalla
tasca dei pantaloni trovando molti sms e un paio di chiamate del suo ragazzo.
Ora, era dannatamente in
ritardo e a quanto pare, Wes si stava anche arrabbiando molto, visto che a
causa sua avevano spostato di un paio di ore la sfida.
Rispose che sarebbe
arrivato il prima possibile, visto che partiva subito, e fece per rimettere via
il cellulare quando un sms chilometrico di Thad, che lo informava
dell’irrequietudine del suora ragazzo, lo fece ridacchiare.
Ancora una volta mise via
il cellulare, avviandosi a passo spedito verso il parcheggio della scuola.
Faceva fresco quella sera,
così si strinse il foulard attorno al collo.
Anche se le prove del Glee
erano finite fino a settembre, perdere la voce era l’ultima delle cose che
voleva.
Prese a frugare nella
borsa, cercando le chiavi del suo SUV, quando il suo cellulare vibrò di nuovo
nella tasca dei pantaloni aderenti.
Roteò gli occhi, credendo
che si trattasse ancora di Blaine che lo esortava a sbrigarsi ma, al contempo,
a non correre in auto, oppure Thad che lo insultava con epiteti colorati perché
non gli aveva risposto.
Quando prese il cellulare,
però, dovette leggere diverse volte per assimilare appieno il contenuto del
messaggio.
-Scusa
se ti disturbo, ma volevo sapere se era ancora valida la proposta dell’altro
ieri per parlare. Se si, sono negli spogliatoio del campo di football. Dave-
Ok, era strano.
Kurt non credeva che
Karofsky avrebbe realmente accettato il suo aiuto, anzi dava per scontato che
lo avrebbe ignorato fino all’ultimo giorno dell’ultimo anno.
E invece…
Kurt ci pensò su.
Certo, sarebbe stato
scortese dire di no, che non aveva tempo… Certo però che era davvero in
ritardo…
Si appoggiò all’auto un istante,
mentre le chiavi apparivano magicamente nella sua mano. Doveva andare…
Sospirò pesatemente, prima
di rimettere le chiavi nella borsa e avviarsi ai campi da football a passo
veloce.
Avrebbe dato a David il
numero di quel contatto del centro sociale giovanile e poi sarebbe tornato di
corsa al parcheggio, alla volta della Dalton.
Maledisse la sua anima da
filantropo, domandandosi da quanto tempo l’avesse sviluppata…
Continua…
Nda.
Allora visto che stasera è
LA GRANDE SERA
dove il Klaine…Consumerà. Sarò dannatamente breve.
Ho postato oggi e posterò
anche venerdì perché il capitolo si faceva troppo lungo e poi così perdete
mezzoretta a leggere e commentare *coffcoff* e la puntata arriva prima!
Ci sentiamo sulla mia
pagina di FB dopo la puntata per smattare, vi va?
Capitolo 37 *** #29 pt II: Different kind of chances… ***
bananissima
Blaine Anderson presents:
the Pips!
#29 pt II:Different kind of chances…
“Testa o croce?”
Wes passò gli occhi a mandorla su entrambi i due ragazzi che, sistemati
uno di fronte all’altro ai suoi lati, si stavano già sfidando con gli occhi, fissandosi
con ostilità. E non avevano praticamente iniziando, ancora…
“Testa” disse
Blaine con tono deciso, senza pensarci troppo. Sapeva che da quel risultato
dipendeva almeno il trenta percento di quell’esibizione...
Sperò quindi
di avere la sorta dalla sua.
Thad lo
guardò con un sorrisetto sghembo, come leggendogli nel pensiero. “Croce…”
L’asiatico
lanciò la monetina, che roteò su se stessa un paio di volte, prima di ricadere
nella sua mano “Croce.”
“Sfigato”
disse Harwood ridacchiando.
Alcuni
applaudirono poco convinti mentre altri, tra cui anche Nick e Flint, lanciarono
occhiate a Thad.
Iniziavano
davvero male.
“Quindi….” Disse Montgomery guardando Harwood “Chi inizia?”
“Visto che la
sorte ha baciato il mio bellissimo culo invece di quello di Anderson” disse
Thad con enfasi, facendosi sentire da tutti i presenti “Voglio che sia lui ad
iniziare.”
Blaine
spalancò gli occhi “Ma Kurt non è ancora arrivato! Pensavo che sarei comunque
andato per secondo!”
L’altro alzò
le spalle “Tu hai scelto testa per primo… Assumiti le
tue responsabilità!”
“Ma la
canzone volevo cantarla per lui!”
“Vorrà dire
che gliela canterai una di queste sere, visto che in qualche modo dovete
riempire i tempi morti che rimangono quando non si ha una vita sessuale.”
Blaine si
avvicinò mettendosi ad un palmo dal suo naso “Sei un maledetto stronzo… E poi cosa ne sai, scusa?”
“Mhm, Pookie è il mio migliore amico…”
“Come se ti
parlasse di queste cose…”
“Non lo fa,
forse, ma per me è un libro aperto. Per te è un testo in geroglifico”
Wes si mise
in mezzo, appoggiando le mani sui loro petti e distanziandoli “Forza, andate ai
vostri angoli, come nella boxe” disse indicando le due sedie, una dall’altra
parte della stanza rispetto all’altra. Thad prese posto e lo stesso fece Blaine
mentre il ragazzo asiatico ribadiva ancora una volta l’importanza di essere
leali, riferendosi ai due ragazzi che concorrevano per il ruolo di solista, e
imparziali per coloro che dovevano votare, invitandoli a lasciare perdere le
amicizie e preferire il migliore.
Mentre
continuava il sermone, Anderson prese il cellulare dalla tasca della divisa,
fiducioso di trovarci un sms di Kurt. Tutte le sue speranze si infransero sulla
foto del controtenore che teneva come sfondo.
Sospirò in
ansia, chiedendosi che diavolo poteva essere successo per aver ritardato così
tanto l’arrivo del suo ragazzo.
Scrisse un
veloce sms –Dove sei?? Inizio a preoccuparmi…- e
lo inviò proprio nel momento in cui Wes lo invitò ad iniziare.
Si alzò
mettendosi al centro della stanza e subito, come da accordi, Jeff gli sistemò
davanti un microfono stile anni sessanta*, mentre
Flint accendeva l’amplificatore.
“Il Warbler Anderson canta ‘I’ve
gotYou Under MySkin’ di Frank Sinatra”
disse David, leggendolo dal registro di Thad.
Blaine si
sistemò la cravatta prima di appoggiare una mano al microfono e fare un cenno a
Wes, seduto accanto allo stereo della scuola, per dirgli di far partire la musica….
I've got you under my skin
I've got you deep in the heart of me
So deep in my heart, that you're really a part of me
I've got you under my skin
Wes
picchiettava a terra la punta del piede, seguendo il ritmo della canzone.
Non c’erano
dubbi sulla bravura di Blaine, eppure sembrava strano.
Nonostante
ostentasse una certa sicurezza, al capo consiglio non sfuggì una sola delle
occhiate nervose che lanciava alla porta.
Alzò la
manica del suo blazer, controllando l’orario.
Kurt non si
vedeva, e il ragazzo asiatico sperò solo che non fosse successo nulla di grave,
visto che non si sarebbe mai perso un’esibizione di Blaine.
I've tried so not to give in
I've said to myself this affair never will go so well
But why should I try to resist, when baby will I know so well
That I've got you under my skin
Thad lo
osservava attentamente, in silenzio.
Sapeva che
Blaine si sarebbe rivelato un avversario pericoloso perché, nonostante la
canzone non fosse poi così impegnativa, almeno non per uno come Anderson, la
sua interpretazione aveva sempre un non si sa cosa che prendeva le folle.
Infatti,
constatò lanciando un’occhiata verso i ragazzi che dovevano votare, sembravano
tutti rapiti dalle sue movenze morbide e dalla sua voce rassicurante.
Alzò un
sopracciglio, sorridendo furbescamente.
Non avevano
ancora visto niente…
Se con
Anderson rischiavano di perdersi tra le note, con lui sarebbero andati fuori di
testa.
I'd sacrifice anything come what
might
For the sake of having you near
In spite of a warning voice that comes in the night
And repeats, repeats in my ear
“Ha fatto
centro” disse sottovoce Nick, appoggiandosi col braccio alle spalle del suo
migliore amico, seduto accanto a lui sul divanetto “Questa canzone è perfetta
per la sua voce calda…”
“Invece si è
tirato la mazzata sui piedi” sussurrò Flint, seduto a terra, tra le gambe del
suo biondino “Non ha osato…. Thad stenderà tutti con
la sua canzone”
“Sai di che
si tratta?” chiese Sterling stranito, mentre Duvall guardava male Wilson.
Non si erano
ancora chiariti dopotutto.
Don't you know you fool, you never can
win
Use your mentality, wake up to reality
But each time I do, just the thought of you
Makes me stop before I begin
'Cause I've got you under my skin
A canzone
finita tutti presero ad applaudire, alcuni si alzarono addirittura in piedi,
acclamando il solista di ruolo.
Sebastian non
era uno di quelli, visto che non era avvezzo a scomporsi in quel modo. Ne
andava della sua immagine dopotutto.
“Che figo…” sussurrò all’amico che esplose a ridere, mentre si
mordeva il labbro con espressione affamata “Davvero un figo….”
“Oh no, però
qualcos’altro si è fatto sentire per bene…”
Tornò a
puntare gli occhi chiari sulla figura di Blaine, che sorrideva ai ragazzi
lanciando però un’altra occhiata alla porta.
Sospirando
nervoso, poi, tornò alla sua sedia, pronto ad assistere alla performance del
suo rivale.
Quando
arrivò dagli spogliatoi li trovò deserti.
Forse
era già finito da un pezzo, anche se ora che ci pensava gli sembrava di aver
sentito Finn parlare riguardo la sospensione degli allenamenti per la fine
della scuola.
Fece
un giro, giusto per verificare.
Trovò
Dave seduto su una panca, il collo incassato tra le
spalle e lo sguardo perso su un punto indefinito del muro. Si avvicinò
guardandolo attentamente poi si schiarì la voce, per fargli notare la sua
presenza.
Il
ragazzo scattò in piedi, guardandolo con espressione lievemente persa.
“Ciao”
disse Kurt, cercando di non far trasparire la fretta dalla sua espressione,
mentre prendeva il cellulare dalla tasca dei pantaloni “Sono felice che tu
abbia deciso di…Chiedermi aiuto” proseguì.
“Ecco
io…” Dave si morse le
labbra “Credo sia…La cosa migliore”
Hummel
annuì “Assolutamente” disse scorrendo la rubrica “Questo ragazzo è un po’ più
grande di noi due e sono certo ti aiuterà. Ha affrontato i nostri stessi
problemi e a me ha dato un paio di consigli che-“
“Come?”
Karofsky lo interruppe, facendo un paio di passi
verso di lui “Io non parlerò a nessun altro di…Di…Di
questo!”
L’altro
lo guardò senza capire “Allora perché mi hai fatto venire qui?”
“Perché
devo parlare con te.” Fu la risposta secca del Titan,
che fece alzare un sopracciglio a Kurt.
“Ti
dispiace se lo facciamo domani? Magari dopo la pausa pranzo? Devo scappare, mi
stanno aspettando e sono in ritardo e…”
“Avevi
detto che volevi aiutarmi” replicò scocciato Karofsky
“Hai già cambiato idea, eh Hummel?”
“No,
semplicemente ho da fare e poi… Non credo dovresti
lasciare che sia io ad aiutarti” Kurt lo guardò attentamente, notando che si
stava scaldando. Non che avesse paura di lui, aveva largamente superato la
paura per Dave quando aveva scoperto che quel ragazzo
ne aveva più di se stesso che di chiunque altro, ma lo turbava il modo in cui
lo stava guardando. “Dopo tutto quello che è successo non credo sia il caso che
tu abbia… Uno scambio così intimo di pensieri con me.
Non sono in grado, davvero”
“Oh
andiamo, ti ho chiesto scusa, cosa devo fare di più!?” domandò furioso Karofsky “Pensavo avessi accettato le mie scuse!”
“Io
ti ho detto che so che ti dispiace… Ma non ho mai
accettato le tue scuse.” Kurt rimase in silenzio un istante, mentre quello
sguardo lo trapassava da parte a parte “Non ce l’ho con te, assolutamente non
sono una persona che serba rancore ma…Quello che tu
mi hai fatto passare…i disagi che hai arrecato a me e
alla mia famiglia…Tu non hai idea…”
non si era reso conto che la sua voce si era ridotta ad un sussurro basso che,
però, alle orecchie di Dave, arrivava tagliente come
urla “Ci vorrà molto tempo prima che io riesca anche solo a fingere di aver
dimenticato la paura con la quale venivo a scuola. Tutte le volte che un
armadietto viene chiuso con forza scatto ancora come un gatto spaventato…Mi hai lasciato dei segni, e non parlo di certo
dei lividi…”
Il
silenzio che si creò era pesante.
Ad
Hummel sembrava quasi di respirare quell’aria tesa e che concentrasse nei suoi
polmoni, affannandolo. Era arrabbiato, forse, perché Dave
non aveva capito niente, anche se pensava che qualcosa lo avesse realizzato.
Come
poteva, una persona, dar per scontato che il perdono fosse così immediato?
Anche la persona più buona del mondo ha problemi a riguardo.
Si
fissarono ancora un istante, poi Kurt sospirò “Pensa se vuoi o meno quel
numero, domani voglio una risposta…”
Gli
diede le spalle mentre Karofsky si avvicinava, ma non
per uscire a sua volta.
Mise
una mano sulla porta, richiudendola e facendola sbattere con un tonfo sordo,
mentre con l’altra mano afferrava il polso di Kurt, stringendolo.
I’altro
ragazzo sbiancò “Lasciami immediatamente…” disse con
voce sicura, non riuscendo però a scongiurare un piccolo lampo di terrore
all’interno dei suoi occhi.
“Dio
è così frustrante!” sbottò Dave, stringendo di più la
presa “Come diavolo fai a non capirlo?!”
“Capire
cosa?”
“Che
io ti desidero, Kurt!”
Thad
controllò ancora una volta l’orologio da taschino di suo nonno, prima di
chiuderlo e voltarsi verso Wes “Non credo che Pookie
verrà più a questo punto, ergo sono pronto per far vedere ad Anderson come si canta…”
Blaine sbuffò
“Perché io non potevo aspettare il mio ragazzo e invece a Thad avete concesso
venti minuti!”
“Frena, io
non gli ho concesso nulla” disse Wes mettendo le mani avanti “Se li è presi, ed
è ben diverso…”
“Io sono un
uomo di polso” disse Harwood sistemandosi il bottone della manica della
camicia, prima di rivolgersi agli altri “Vedete? Dovreste votare me…Sono il leader perfetto”
“Farai molto
in queste ultime due settimane di scuola, immagino” osservò argutamente Flint.
Thad
ridacchiò, prima di fare un cenno a David.
Il ragazzo di
colore alzò gli occhi esasperato “Il Warbler Harwood
canterà ‘Feeling Good’
di MichealBublè.”
“Prevedibile”
fu il solo commento di Blaine “Sapevo che avresti cantato qualcosa di suo…Di certo strillare una canzone dei Linkin
Park non avrebbe sortito gli stessi effetti…”
Thad lo
guardò, annoiato “Siediti, trottolino amoroso. Ora ti do un paio di lezioni
nuove che non hai mai sentito prima” Prese il microfono dall’asta, camminando
verso Anderson con la solita spacconeria “La prima si chiama pragmatismo, la
seconda sensualità.”
“Stai
cercando di dirmi che non sono sensuale mentre canto?” domandò arrogantemente
Blaine. Iniziava a scaldarsi ed era ben intenzionato a perdere la maschera da
ragazzo buono ed educato solo per poter spaccare a Thad quella faccia da
schiaffi.
“Sei bravo
solo a far bagnare le teenager” rispose svogliato Harwood “Se si parla di
scaldare le folle non sei il massimo.”
“Però ho
scaldato Kurt” rispose sagace il solista “O sbaglio? Tu invece come hai fatto a
fallire, visto che ti credi tanto sexy?”
Thad lo
guardò indignato, prima di voltarsi di scatto verso Wes e fargli segno di
attaccare con la base. Mentre le prime note partivano si voltò verso Blaine
un’ultima volta “Prendi appunti, ti servirebbero…”
Tenne gli
occhi fissi su di lui, mentre iniziava a cantare…
Birds flying high ….You know how I feel..
Sun in the sky…. You know how I feel…
Reeds driftin' on by …You know how I feel…
It's a new dawn …It's a new day …
It's a new life … For me …
And I'm feeling good
Blaine teneva
alto lo sguardo, mentre fissava Harwood con le braccia incrociate sul petto.
Aveva
carisma.
Aveva una
voce bellissima.
Aveva
sensualità.
Poteva
addirittura considerarlo un ragazzo avvenente, ma lo odiava così tanto che
pregò di vederlo prendere fuoco, bruciato dal suo stesso amor proprio.
Era un
gradasso, e non capiva perché gli altri non se ne fossero mai accorti…
Era quasi
bullismo quello che faceva sugli altri, infierendo con battute cattive e
discorsi malevoli…E nonostante la politica di
tolleranza zero della Dalton c’era chi gli permetteva di fare così…
E
immediatamente i suoi occhi saettarono un istante su Wes, facendo credere a
Thad di aver vinto quell’infantile gara di sguardi…
Fish
in the sea …You know how I feel …
River running free … You know how I feel …
Blossom on the tree … You know how I feel …
It's a new dawn! It's a new day! It's a new life!
For me …
And I'm feeling good …
Fece una
giravolta su se stesso, camminando deciso verso gli altri.
Si bloccò con
uno scatto, sorridendo maliziosamente verso Flint che roteò gli occhi mentre
Jeff sgranava gli occhi osservando con attenzione i movimenti di bacino che
Harwood si era messo a fargli praticamente davanti al naso.
Dragonfly out in the sun you know what I mean, don't you know
Butterflies all havin' fun you know what I mean
Sleep in peace when the day is done that’s what I mean
And this old world, is a new world, and a bold world
For me… For me!
Sebastian si
leccò il labbro inferiore, senza riuscire a staccare gli occhi da Harwood.
“Difficile
scelta?” domandò affabile Joey.
“No, so chi votare…. Harwood ha una bella voce ma preferisco quella
bassa di Anderson. Mi ha letteralmente fatto venire un’erezione…”
L’altro
ridacchiò, beccandosi un richiamo da parte di David “Non intendevo questo…Intendevo quello da scoparti Smythe…”
Seb si accostò a lui parlandogli nell’orecchio “Oh,
per quello te l’ho già detto. Prima Thad che il prossimo anno se ne va chissà
dove al Collage, poi passerò all’altro… Che devo
ammettere mi intriga parecchio con quell’aria da bravo ragazzo….”
“Non ti
piacevano gli stronzi?”
“Si, ma
devono esserlo meno di me….” Gli occhi azzurri si
concentrarono di nuovo sul corpo snello del ragazzo che stava ancora esibendosi
“Anche se lui sembra un enorme fake. Sotto, sotto è
un micetto, scommetti?”
Joey gli porse la mano, che subito venne strinta
“Scommettiamo”
L’acuto del
giovane li interruppe mentre Nick lanciava loro una veloce occhiata con la coda
dell’occhio.
Stars
when you shine … You know how I feel! Ah!
Scent
of the pine…. You know how I feel! Oooh freedom is mine!
And I know how I feel!
It's
a new dawn. It's a new day. It’s a new
life.
Wes sapeva che
a Blaine non importava proprio nulla di quello che stava succedendo.
Il ragazzo
più giovane fissava con impazienza la porta, aspettando una persona che con una
probabilità molto alta non si sarebbe più presentata.
L’asiatico
sperò solo che Kurt stesse bene e che questa preoccupazione non inficiasse
sull’ultima esibizione di Blaine.
Per quanto
riguardava Thad non aveva dubbi che l’altro capo consiglio avrebbe vinto: era
bravissimo, magnetico…
Blaine poteva
fare di meglio prima, ma aveva la testa altrove.
Wes sospirò,
tornando a guardare la schiena di Thad.
It's
a new dawn! It's a new day! It's a new life!
It's
a new dawn! It's a new day!
It's
a new life fooor me!
AndI'm feeling!... So good!
Thad li
vedeva.
Vedeva espressione
meravigliata sul viso dei suoi compagni Warbler o dei
ragazzi che erano stati chiamati solo per votare il migliore tra loro due.
Non aveva mai
cantato così bene, non aveva mai avuto una meta così alta e non si era mai
sentito così spronato.
Nemmeno un
centinaio di pastiglie di Xanax gli avrebbero mai
donato quella gioia e quell’adrenalina naturale.
Con quegli
ultimi acuti, poi, il pubblico era in delirio.
Il fatto che
si fossero alzati in piedi applaudendo prima ancora che la canzone fosse
terminata fu un incentivo sufficiente per fargli alzare ancora di più la voce.
Sorrise
soddisfatto.
Lo avevano
fatto con lui e non con Anderson, doveva pur significare qualcosa, no?
Nanana and I feeling so good…
La tentazione
di spaccargli la faccia crebbe quando Sebastian si voltò verso di lui,
canticchiando quell’ultimo pezzo con espressione appagata.
Ma Blaine si
trattenne per non rovinarsi il blazer e perché quella sfida non era la cosa più
importante della sua vita, al contrario di qualcos’altro.
Anzi, qualcun
altro.
Kurt
sgranò gli occhi prima di togliere il polso dalla presa di Karofsky
e fare un passo indietro.
“C-cosa hai detto?? Tu mi desideri??”
“Ecco
io…Si… Cioè no, no non è
vero ma…. Non lo so cosa diavolo sia, Hummel!” la
confusione negli occhi del giocatore di football era in netto contrasto con il
puro terrore negli occhi di Kurt “Non so cosa voglio fare a te…
So solo che anche se lo nego a me stesso, ogni volta che mi passi affianco non
resto indifferente. Non credo proprio di essere innamorato di te, francamente,
ma c’è qualcosa che mi spinge a cercarti con lo sguardo ogni volta che entro in
mensa…Devi aiutarmi a capire cosa cazzo mi sta
succedendo”
C’era
qualcosa negli occhi di Dave che lo intimoriva moltissimo…Quella nuvola di smarrimento si stava
velocemente dissipando, lasciando spazio a qualcosa di non ben identificato che
però non gli piaceva affatto.
Quando
questi fece un altro passo verso di lui, sussultò “Non avvicinarti…”
sussurrò piano.
“Non
voglio farti del male, perché non lo capisci?!”
“Io… io capisco come ci si sente…”
Tentennò Kurt, appoggiandosi con le spalle alla porta. Lo sapeva davvero, ci
aveva messo un’infinità di tempo a far capire a Blaine che lo amava e la carica
sessuale lo stava per uccidere…
Ma
capiva ancora meglio quello che provava quando pensava all’anno precedente,
quando era innamorato di Finn pur sapendo che mai lo avrebbe ricambiato. Esattamente
come lui non avrebbe mai ricambiato Dave.
“Ma
non vuoi aiutarmi…”
“No.
Non voglio. Soprattutto io non posso aiutarti.”
A
quelle parole qualcosa parve scattare in Karofsky,
che lo spinse violentemente contro alla parete accanto alla solida porta mangiafuoco,
tenendolo per i polsi.
Il
cellulare gli cadde a terra.
“Lasciami… O mi metto ad urlare…”
Kurt non riusciva a tenere ferma la voce totalmente inebetita dalla paura…
Sapeva
che sarebbe stato in inutile, la scuola si era svuotata velocemente e forse
anche gli inservienti se n’erano già andati…
Dave non si scompose, consapevole come Hummel
che non c’era proprio nessuno “Io pretendo che tu ora mi aiuti a capire,
chiaro? Se un tuo bacio mi ha confuso, forse un altro mi schiarirà le idee…”
Hummel
lo guardò, spalancando gli occhi.
Piuttosto
la morte, si disse Kurt, voltando di lato il capo e alzando la voce “No!
Scordatelo!”
“Rimarrebbe
tra noi due!” Questo era poco ma sicuro; mai Karofsky
avrebbe sbandierato una cosa del genere…
Ma
questa non era una motivazione nemmeno lontanamente sufficiente.
“Non
ho alcuna intenzione di baciare uno scimmione senza cervello o lasciare che lui
lo faccia di nuovo! Mai!”
Dave gli lasciò i polsi, e per un attimo Kurt
sospirò, ma il pugno che gli colpì la faccia subito dopo arrivò inaspettato, e
lo fece sbattere contro il muro, che aveva alle spalle.
Cadde
con il sedere a terra, portandosi una mano alla zona colpita mentre gli occhi
chiari insistevano sgranati sulle mattonelle. Non era mai stato picchiato in
tutta la sua vita.
Ok
finire nel pattume, ok beccarsi qualche granita in faccia o le risate e gli
insulti della gente ma, un pugno… Quello mai.
Dave pretendeva il suo perdono e poi, con uno
scatto d’ira, faceva questo?
L’incoerenza
di quel ragazzo era disarmante ogni giorno di più, ma Kurt non aveva il tempo
di soffermarsi a pensarci su.
Non
fece il tempo a tentare di rialzarsi che Karofsky,
inginocchiandosi a terra, gli fu di nuovo addosso; Kurt iniziò ad agitarsi,
avrebbe venduto a caro la pelle nonostante fosse consapevole che contro quella
sorta di armadio a quattro ante non aveva molte possibilità.
Iniziò
a tirare dei calci a caso, riuscì a graffiarlo su un braccio…
Lo
schiaffo che colpì in pieno viso Dave non sembrò
sortire molti effetti, quando Kurt avvertì ogni bottone della camicia che
indossava saltare.
Karofsky non lo aveva di certo fatto con
intenzione, ma nel tentativo riprendergli il braccio per fermarlo, si era
aggrappato per sbaglio al tessuto morbido della camicia e, tirando, aveva
strappato gran parte dei bottoni. Sentendosi così scoperto, come solo con
Blaine lo era stato, perse tutto quel senso di sopravvivenza che lo aveva
spinto a lottare e dimenarsi, e si immobilizzò mentre le lacrime iniziavano a
scorrergli sul viso.
Dave ci rimase malissimo.
Restò
fermo, con gli occhi fissi in quelli arrossati dell’altro, incapace di
abbassare lo sguardo sul petto candido di Kurt.
Non
lo aveva fatto apposta, aveva del tutto perso il controllo.
Di
nuovo.
“C-cosa farai ora,
eh?” singhiozzò Hummel, mentre le lacrime cadevano dai suoi occhi di cristallo
scivolando sulle guance, pallide come quelle di un morto a causa dello
spavento.
Dave si sentì un autentico mostro.
“T-ti ho chiesto: cosa pensi di farmi ora!?” Insistette Kurt
mentre il pianto sfociava in una crisi isterica. Il corpo era percorso da
tremiti mentre guardava Dave con odio negli occhi,
misto alla paura “Sai che di mia spontanea volontà non vorrò mai darti nulla e
hai intenzione di prendertelo?!”
Solo
a quel punto Karofsky si alzò di scatto, portandosi
entrambe le mani ai capelli “K-Kurt…M-midispiace…Io…”
“Vattene”
soffiò il ragazzo con voce bassa, guardandolo negli occhi con rancore.
Il
Titan parve tentennare un istante, sempre più incerto
sul da farsi, ma poi fece quello che Kurt aveva chiesto.Prese il suo zainetto, appoggiato su una
delle panche, e senza più voltarsi indietro uscì rapidamente dagli spogliatoi
lasciando Hummel da solo.
Il
ragazzo chiuse gli occhi, tentando di soffocare i singhiozzi.
Era
davvero andato così vicino a subire una violenza tremenda oppure Karofsky si era solo lasciato prendere da un istante di
pura ira?
Non
sapeva darsi una risposta precisa… E la cosa lo stava
stomacando.
Non
riusciva ad alzarsi, o a prendere il cellulare a farsi venire a prendere…
Per
sua fortuna qualcuno entrò nello spogliatoio.
“Prendo
un paio di cose dall’armadietto e….”
Puck.
I
suoi occhi si scontrarono con quelli di Kurt, e in un attimo spense il
cellulare chiudendo la chiamata in faccia a qualcuno “Cosa è successo Kurt?!”
Lui
non rispose, perché non appena aprì la bocca da essa uscì solo un singhiozzo.
Si strinse le ginocchia al petto, continuando a piangere contro di esse mentre Noah si chinava su di lui.
“Mi
stai preoccupando cosa….Oh!” si sorprese perché non
appena si fu inginocchiato accanto all’altro, quello gli aveva buttato le
braccia al collo, tremando impaurito e piangendo contro il suo collo. Kurt era
forte, quello non era assolutamente un comportamento da lui…
“Mi stai spaventando… Vuoi dirmi cosa è successo?”
Fece
per toccargli la schiena, e sentendo contro la mano solo la pelle del ragazzo
si accorse che aveva la camicia strappata.
“P-Puck….” Non riusciva a dire nulla e quando Puck se lo staccò dal collo, tenendolo per le braccia, notò
anche la guancia livida.
“Non
dirmi che…Azimio?!” il
ragazzo scosse il capo ricominciando a respirare quasi regolarmente, mentre Noah sistemava alla meno peggio la camicia strappata. Poi
capì. Non c’era può stati atti di violenza ma era logico pensare a… “ Kurt è stato…Karofsky?”
Hummel
non rispose, ma il suo sguardo parlò per lui e, anche se Puck
non era una cima, non era poi stupido.
Così
fece la sola cosa con un minimo di senso; chiamò Finn.
Blaine:
From that
moment you'll be out of place and underdressed.
I'm wrecking this evening already and loving every minute of it.
Ruining this banquet for the mildly inspiring and...
Thad aveva cantato
così bene che se voleva batterlo doveva essere meglio, semplicemente.
Ovviamente i
pezzi della canzone erano quelli, visto che Thad, scelto dalla sorte, aveva
deciso i suoi. Blaine però non era abituato a lamentarsi e, leggendo
velocemente il testo prima di iniziare a cantare, aveva notato che i pezzi
assegnati dal rivale erano perfetti per la sua voce baritonale.
Non doveva
far altro che concentrarsi, quindi…
Thad:
Please,
leave all overcoats, canes and top hats with the doorman.
From that moment you'll be out of place and underdressed.
I'm wrecking this evening already and loving every minute of it.
Ruining this banquet for the mildly inspiring and...
When you're in black slacks with accentuating, off-white, pinstripes
Whoa, everything goes according to plan.
Sapeva di
aver vinto.
Blaine era
troppo distratto per accorgersene, forse, ma quasi tutti sembravano essere
stati toccati molto più dalla sua interpretazione che da quella del solista in
carica.
Ora doveva
solo confermare quella superiorità, e quella canzone gli era stata praticamente
cucita addosso.
Mentre Blaine
stava ancora cantando il suo pezzo si era levato il blazer, lanciandolo in
testa a Wes, e si era arrotolato le maniche della camicia sui gomiti,
allentando anche la cravatta.
Sembrava più
pronto a far a pugni che a cantare, messo così, ma non gli importava
dell’immagine che sarebbe passata di lui, così come gli era mai importato.
Cantò anche
meglio di prima, lanciando occhiatine ironiche al suo avversario.
Non lo
sapeva, ma non era lui a snervarlo tanto, ma l’assenza ingiustificata di Kurt.
Blaine:
I'm the new cancer, never looked better, you can't stand it!
Because you say so under your breath.
You're reading lips "When did he get all confident?”
Thad:
Haven't you heard that I'm the new cancer?
Never looked better, and you can't stand it
Blaine
strabuzzò gli occhi mentre Thad attaccava il suo pezzo.
Non poteva
crederci.
Jeff si portò
entrambe le mani al viso, scioccato, mentre il suo ragazzo alzava una mano
verso Blaine, facendogli segno di non preoccuparsi.
Ma doveva.
Aveva appena
stonato.
E non era una
semplice stonatura da nulla, una nota impazzita in una corona di scale rosee.
No, aveva
stonato di brutto steccando completamente l’attacco e arrivando corto
sull’ultima nota, cacciando un gridolino stridulo che aveva fatto scuotere più
teste.
Era bastato
un solo istante di distrazione, un flash falso di Kurt che entrava dalla porta,
e si era deconcentrato, firmando la sua condanna…
Ma nonostante
l’espressione tronfia di Thad non si sarebbe comunque risparmiato.
Non era
finita fino a che non veniva scandita anche l’ultima nota della base…
Blaine:
Next
is a trip to the, the ladies room in vain, and
I bet you just can't keep up with, (keep up) with these fashionistas,
and
Tonight, tonight you are, you are a whispering campaign.
I bet to them your name is "Cheap", I bet to them you look like shht!
Si portò un
dito alle labbra sibilando un ‘shht’ proprio in
faccia a Thad.
Blaine non si
era mai chiesto quando lui e Harwood avessero smesso di andare d’accordo…
Non erano mai
stati veri amici, certo parlavano e scherzavano, ma era più che altro perché il
più giovane passava molto tempo con David e Wes…
Blaine non
sopportava molto le persone saccenti e piene di sé, e anche se Thad si era
rivelato come tale solo nell’arco degli ultimi mesi, aveva sempre avuto un
atteggiamento di superiorità.
Ora Anderson
sapeva che serviva solo a celare grandi insicurezze e problemi, ma non poteva
comunque fare a meno di pensare che fosse comunque falso.
E poi era
arrivato Kurt, come un fulmine a ciel sereno nella sua vita. Si era innamorato,
con i suoi tempi, ma si era preso davvero moltissimo di quel ragazzo dagli
occhi chiari…E Harwood si era messo in mezzo e levato
da parte così velocemente da non accorgersene.
Se aveva
deciso di lasciar perdere, a che pro allora cantare per il suo ragazzo? Perché
sfidare lui in quella competizione idiota a sole due settimane dalla fine della
scuola? Perché tutta quella cattiveria e quella gelosia?
Tutta
quell’incoerenza non poteva che farlo arrabbiare di più ogni giorno, sapendo
che sarebbe arrivato al punto di rottura prima o poi….
Thad:
Talk
to the mirror, oh, choke back tears.
And keep telling yourself that "I'm a diva!"
Oh and the smokes in that cigarette box on the table,
they just so happen to be laced with nitroglycerin.
Thad sapeva
di aver inquadrato quel ragazzino sin dal loro primo incontro.
Ancora si
ricordava dei discorsi di Wes sull’importanza di aiutarlo a superare quei
traumi che lo avevano portato alla Dalton, di farlo inserire in un ambiente rassicurante…
Lui non era
ancora capo consiglio allora, e nemmeno Wes, ma lo spirito da crocerossina
dell’asiatico lo avevano spinto a dare una mano. Come se poi ce ne fosse
bisogno, la Dalton era sempre stata un’oasi felice, prima di quell’anno…
Blaine ci
aveva messo un po’ ad inserirsi, ancora diffidente verso gli altri, ma una volta
fatto ciò si era rivelato un ragazzo molto aperto e…
esibizionista.
Questo Thad
non aveva mai sopportato di Anderson: il voler stare al centro dell’attenzione
senza nemmeno rendersene conto.
Quando
diventò solista nessuno si stupì, sembrava esserci nato con quel ruolo.
Ma ora basta,
si era stufato.
Blaine aveva
avuto dei problemi, non poteva negarlo, ma aveva avuto tutto dalla vita, prima
fra tutto il talento, la salute e l’amore.
Thad non
voleva essere invidioso…Ma non riusciva davvero a
rispondere ad una domanda nel suo cervello: perché a lui sì e a me no? Cosa ha
di tanto speciale?
Cosa vedono
in lui le persone che non vedono in me?
Blaine:
I'm the
new cancer, never looked better, you can't stand it.
Because you say so under your breath.
You're reading lips "When did he get all confident?"
Thad:
Haven't you heard that I'm the new cancer?
Never looked better, and you can't stand it
“Io non so
chi votare…” Jeff sospirò, sussurrando queste parlo
tra i capelli del suo ragazzo.
Flint lo
sentì baciarlo tra le ciocche corvine e annuì “Nemmeno io.”
Blaine aveva
cantato bene il primo pezzo.
Thad aveva
sbancato con Feeling Good.
Blaine aveva
stonato.
Thad stava stronzeggiando troppo per i suoi gusti.
Entrambi
stavano dando il meglio in quegli ultimi due minuti di sfida…
“Che
spettacolo, eh?” mormorò Moore, guardando verso Kirk che stava disegnando una
margheritina su bordo del foglio.
“Bah…” sbuffò
il biondone “Se si fossero impegnati così tanto anche
durante le Regionali forse avremmo vinto…”
Blaine:
Haven't you heard that I'm the new cancer?
Thad:
I've never looked better, and you can't stand it…
Insieme:
Haven't you heard that I'm the new cancer?
I've never looked better, and you can't stand it
La sfida
stava finendo.
Sapevano che
dovevano dare il meglio di loro per l’ultimo attacco se volevano sperare di vincere…
Si erano
avvicinati al punto tale che ormai era arrivati al punto di urlarsi in faccia
le parole della canzone.
Wes fece cenno
a David di tenersi pronto, sicuro che sarebbero arrivati alle mani.
Conosceva
entrambi molto bene e non li aveva mai visti con quelle espressioni.
Blaine era
furente, mentre Thad…
Il suo viso
tradiva una certa sicurezza, magli occhi già scuri per natura erano neri di
rabbia repressa.
Faceva paura.
Anzi,
facevano entrambi paura.
Blaine:
And I know, and I know, it just doesn't feel like a night out with no one
sizing you up.
Thad:
I've never been so surreptitious, so of course you'll be distracted when I
spike the punch.
La canzone
terminò con lo stacco di Thad e poi si udì un rumore sordo e lo stridere del
microfono, non appena esso cadde a terra.
Aveva cantato
l’ultima nota alta proprio nell’esatto momento in cui Blaine aveva lasciato
l’oggetto, appoggiandogli poi entrambe le mani sul petto e spingendolo così
forte da fargli perdere l’equilibrio.
Nonostante
fosse caduto come un coglione con il sedere in terra, ci aveva messo una
manciata di secondi a lanciare il microfono e a ricambiare la premura, tirando
un cazzotto verso Anderson che lo mancò di un soffio, grazie alla grande mano
di Richard che, dopo averlo affettato per un braccio, lo aveva tirato indietro.
Gli altri due
capi consiglio però erano pronti e scattanti accorsero a separarli prima che
Blaine avesse il tempo di finire di caricare a sua volta un pugno.
Alcuni si
alzarono per aiutare a tenerli lontani, visto che i due arrancavano per darsele
di santa ragione.
Ci vollero un
paio di minuti per riportare ordine in sala, e Wes decise di diventare credente
in ogni religione, così da essere certo di ringraziare il giusto Dio che aveva
evitato il massacro.
Fece segno a
tutti di sedersi, mentre i due si fissavano con astio negli occhi “Bene, ora
passiamo ai voti…Scrivete il nome e una breve motivazione,
su chi secondo voi è stato il migliore, poi mettetelo nella nostra urna” David
alzò la solita scatola “Faremo stasera stessa lo spoglio dei voi…”
Blaine prese
il cellulare, controllandolo e fu ben lieto di trovare non una ma ben sei
chiamate non risposte del suo ragazzo.
Sicuramente
aveva trovato un intoppo per strada, non c’era nessun’altra spiegazione.
Si alzò
recandosi in un angolo della stanza mentre faceva partire la chiamata. Lanciò
una veloce occhiata al giardino esterno alla scuola mentre sentiva il cellulare
suonare a vuoto per un paio di volte.
-Pronto?-
La voce
profonda lo fece sussultare “Amore, scusa se non ti ho risposto ma stavamo
cantando e..”
- Blaine, non sono Kurt. Sono Finn…-
La voce
funerea del ragazzo non prometteva nulla di buono.
Blaine iniziò
ad agitarsi subito quando al pensiero che aveva risposto il fratello del suo
ragazzo al fatto che Kurt non si fosse presentato alla Dalton.
Era successo
qualcosa, se lo sentiva!
“Finn, dov’è
Kurt?”
-Senti Blaine, è meglio se vieni qua e ne parli con lui perché io... -
“Cosa è
successo a Kurt?!” Non si era nemmeno accorto di aver alzato la voce, e che
tutti lo stavano fissando straniti.
Alcuni, in
particolare i Warblers, preoccupati.
“Puoi
passarmelo?” insistette Blaine, sentendo Hudson tentennare, e la cosa non aiutò
“Voglio sentire cosa è successo e come sta”
-Ora è sotto alla doccia. Vieni qui, ok? Te
lo dirà lui che è successo….-
Anderson
sospirò, passandosi una mano dietro al collo “Ok, sto arrivando…”
non fece quasi in tempo a finire la frase che stava camminando verso l’uscita.
Wes tentò di
fermarlo, ricordandogli che stavano votando, ma al momento a Blaine importava
meno che mai.
Doveva andare
da Kurt.
Sentiva il
cuore battergli così forte da fargli male mentre saliva di corsa le scale,
andando in camera sua a recuperare le chiavi della sua auto.
Ci avrebbe
messo un po’ ad arrivare a Lima, ma forse a quell’ora della sera non avrebbe
incontrato poi molti altri veicoli.
Tornò al
piano terra, dribblando abilmente la Cooper che stava girovagando per le aule
vuote controllando che tutto fosse in ordine, e uscì all’aperto.
Maggio stava
per terminare, faceva caldo…
Sarebbe stata
una serata magnifica, una delle più calde, se non fosse stato preoccupato e si
fosse fermato a pensarci su.
Arrivato alla
sua auto incappò in un altro problema.
“Thad,
sparisci! Vado di fretta!”
Il capo
consiglio non fece una piega, rimanendo appoggiato alla carrozzeria e
aspettando che Blaine sbloccasse le portiere “Io vengo con te” disse serio.
“No, tu non
vai da nessuna parte” rilanciò irato Blaine “Vuoi ficcarti in quella testa di
cazzo che Kurt è il MIO ragazzo?? Mio, non tuo! Io vado da lui e tu stai qui!”
Harwood non
fece una piega “Kurt sarà anche il tuo ragazzo, ma è mio amico. Quindi vengo
anche io.” l’altro fece per ribattere ancora ma Thad lo interruppe mettendo
avanti una mano “Puoi andare avanti e perdere tempo, o puoi aprire l’auto e far
salire anche me. Puoi provare ad odiarmi tanto quanto io odio te ma non ce la
farai mai ad impedirmi di seguirti, a costo di prendere la mia auto. Eviterò
anche che tu voli fuori strada visto che con me a bordo spero farai più attenzione…”
Blaine sbuffò
sonoramente, arrendendosi.
Non aveva
tempo da perdere e scaricare Thad sembrava faticoso.
Non fece
altro che fare un breve cenno col capo e aprire l’auto, salendovi insieme
all’altro, diretti a Lima.
Si odiò per
un istante per quella sua assurda arrendevolezza, ma aveva sempre un piano B di
riserva: buttare Thad giù dall’auto in corsa sarebbe stato divertente…
Eccomi qui,
con un paio di giorni di ritardo a causa della scuola.
Se muoio
schiacciata dai libri portate una rosa sulla mia tomba!
Bene, questo
è un capitolo ad alto tasso di angst.
Scusate se mi
ho tolto un paio di anni di vita ma volevo lavorare su Karofsky
e questa è l’idea che è nata.
Chiedo scusa a
chi ama il personaggio e mi sentirà oltraggiato dal pezzo, ma come ho
sottolineato nell’altro capitolo questo Dave potrebbe anche essere OOC, non lo so e non mi
interessa, questo doveva fare e questo ha fatto. Io credo di essere stata anche
molto umana nei suoi confronti visto che, onestamente parlando, potevo
rappresentare un orco cattivo mentre invece l’ho molto umanizzato.
Quello che
esce dalla bocca di Kurt sono i miei pensieri reali e penso si veda.
Passando
oltre: la sfida.
Thad vs Blaine.
Thad stronzeggia, Blaine è preoccupato e stecca ma poi si riprende…
Per voi chi
ha vinto? Anzi, riformulo: per voi chi meriterebbe la vittoria?
Nel prossimo
capitolo scopriremo chi ha davvero vinto ma intanto vi lascio alla vostre
supposizioni.
Una piccola
nota: Eddy Martin, l’attore che interpreta Thad, ha davvero una voce
meravigliosa e visto che in molti mi hanno chiesto se davvero penso che come
estensione vocale sia meglio di DC rispondo velocemente qui così tutti possono
leggere: Per me ha una voce più estesa, più tenorile mentre Darren
è tipicamente baritonale. Adoro entrambe, onestamente, ma quella di Eddy è la
migliore di tutti i Warblers per mio puro gusto. Con questo non dico che Darren sia peggio ma, per farvi capire meglio, vi consiglio
di ascoltare questa:
Per chi non
lo sa ancora, ho una pagina FB in cui possiamo scambiarci qualche parolina in
più e in cui tengo aggiornati tutti su quando posto e quando scrivo:
“Devi per forzaparlare?! Non solo mi rompi le
palle alle riunioni dei Warblers, non solo mi insulti in modo irriverente ogni
trenta secondi e non solo ti sei infilato nella mia auto obbligandomi a
portarti con me dal mio ragazzo…. Ma devi anche
continuare a parlare?? Thad, mi vuoi dire una volta per tutte quale è il tuo
problema??”
Harwood alzò un sopracciglio con eleganza mentre si voltava di tre
quarti verso Blaine. Il modo in cui si era rivolto a lui – con il livello di
irritazione ai massimi storici visto il modo in cui aveva calcato sui pronomi
possessivi- indicava che sarebbe finita molto male, se non prendeva in mano la
situazione.
Non aveva voglia di farsi amichetto Anderson, non lo sopportava quasi
mezzora prima, durante la sfida, e non lo sopportava nemmeno in quel momento… Però non voleva nemmeno volare giù dalla macchina.
Si sarebbe sgualcito il blazer….
Dopo qualche istante di meditazione arrivò ad una conclusione strana visti
i suoi standard di comportamento.
Avrebbe provato la diplomazia, per la prima volta nella sua vita….
E lo avrebbe fatto solo per Kurt.
“Senti, Anderson, voglio parlarti a cuore aperto. Me lo permetterai o
mi interromperai continuamente dicendo la tua?” domandò cercando di mantenere
la calma, passando le dita magre tra le ciocche di capelli neri. Sentiva una
vena pulsargli in fronte, ma decise di ignorare l’embolo che si stava
rapidamente formando.
Blaine gli lanciò un’occhiata fulminante “Ah, io ti interromperei?? Tu
hai recitato l’alfabeto in greco e in aramaico mentre io cercavo di farti
capire che parcheggiare nello spazio dedicato ai disabili all’ospedale era
incivile!”
“Ok, Giovane Marmotta, posso parlare ora?” prese il sospiro sconsolato
dell’altro come un ok “Abbiamo due possibilità, ora: o accosti e ci sminchiamo di botte…. Oppure
facciamo una tregua di ventiquattro ore nelle quali ci impegniamo a fingere
reciproco rispetto.” Blaine si voltò un istante verso di lui, cercando di
capire se lo stesse prendendo o meno per i fondelli “Se vuoi che ci massacriamo
a pugni però accosta, non ci tengo a morire….”
“Affare fatto”
Thad rimase un attimo senza parole “Vuoi davvero fare a pugni?”
“No!” Blaine roteò gli occhi “Voglio provare a non litigare con te fino
a domani. A dire il vero, preferirei non litigare proprio più, non è il mio
sport preferito.”
Thad annuì velocemente prima di riappoggiarsi al sedile con la schiena
e il capo. “Non è colpa mia se mi ispiri violenza…”
“Tu sei la più grande testa di cazzo della storia, Harwood” Anderson
sbuffò mentre sul viso di Thad si disegnava un ghigno sarcastico. Era difficile
sentir parlare così male Blaine, doveva essere una dote prettamente di Harwood
quella di far uscire il peggio da Anderson.
Rimasero un po’ in silenzio poi fu il più grande a spezzare la tensione
con un lungo sospiro. Senza voltarsi verso l’altro, ridusse la voce ad un
sussurro basso“Sai cosa è successo a Pookie?”
Blaine, inconsciamente, accelerò “No, ma…. Quasiasi cosa gli sia capitata, di chiunque sia la colpa se
la vedrà con me”
Finn scese le scale grattandosi dietro ad un orecchio, pensieroso.
Si diresse da Puck, seduto sul divano del
salotto in una posa decisamente svaccata, intento a guardare con scarso
interesse una sitcom televisiva di come minimo vent’anni prima.
Appena il quarterback lo raggiunse, però, si drizzò e lo guardò con gli
occhi pieni di una certa aspettativa mista ad un po’ di preoccupazione “Allora?
Come sta?”
Finn ricambiò lo sguardo, una strana espressione confusa gli
incorniciava il viso “A dire il vero, meglio…apparte
la crisi isterica iniziale ora sembra…. Più
tranquillo.” Sospirò “Sta facendo la doccia….”
“Io propongo di andare a casa di Karofsky,
trascinarlo fuori e usarlo come un grosso sacco per gli allenamenti.” Disse Noah sottolineando il tutto scrocchiandosi le nocche.
Finn lo guardò attentamente “L’idea mi piace ma….
Preferisco aspettare che arrivi il ragazzo di mio fratello. Non lo lascerei mai
da solo in casa…. Puck
posso farti una domanda?”
Il ragazzotto si alzò dal divano, passando accanto all’amico e
dirigendosi con lui in cucina “Certo….”
“Tu sai cosa…ehm….
È successo, precisamente?” domandò tentennante Finn, mentre afferrava un paio
di lattine di RedBull, passandone una all’amico.
Puck scosse il
capo “No…. So solo che è stato Karofsky.
Mentre aspettavamo che arrivasti l’ho aiutato a ricomporsi ma non mi ha detto
nulla”
“Ma perché la camicia strappata?” domandò Finn, non riuscendo a
spiegarsi il perché di quei dettagli strani “E perché l’ha preso a pugni??
Sbaglio o non era mai successo?”
Noah si lasciò
mollemente cadere su uno degli sgabelli della penisola in granito, sbuffando
“La domanda migliore è: cosa ci faceva Kurt con Karofsky
negli spogliatoi della scuola?”
Ovviamente Puck ottenne solamente di
confondere ancora di più l’amico, che si grattò il mento mentre fissava
pensieroso la lattina, quasi sperasse di leggere tra gli ingredienti una
qualche verità universale.
L’insistenza con cui qualcuno stava suonando il campanello di casa sua
lo portò a rialzare gli occhi su Puck “Vai ad aprire,
o vado là e inizio a fare un paio di prove sulla faccia del coglione che
insiste tanto!”
“Deve essere Blaine” rispose Hudson scendendo dallo sgabello e andando
nell’ingresso, trovandosi di fronte Anderson che lo fissava un po’ più pallido
del solito “Ciao e…. mhm….
Lui chi è?”
Thad alzò un sopracciglio, guardando Finn come se fosse una strana
entità aliena “Prego?”
“Questo…. Questo ragazzo è Thad Harwood”
puntualizzò Blaine, mentre Finn si spostava per farlo entrare, senza staccare
gli occhi dal capo consiglio “E praticamente mi ha obbligato a portarlo. Dov’è
Kurt?” domandò ansioso, entrando in salotto e lanciando un occhio in cucina,
dove il suo sguardo si scontrò con quello di Puck.
“Si sta facendo la doccia” disse Finn invitandoli entrambiad entrare in cucina con un gesto della mano
“Tra poco uscirà e ci racconterà tutto. Ora venite….
Posso offrirvi qualcosa?”
“Sì” disse secco Thad “Magari una sorta di spiegazione….
O almeno un prologo del grande romanzo che Kurt ci esporrà dopo” proseguì
arrogante, spiazzando del tutto Finn.
“Hey uccellino, abbassa le piume” disse Puck, guardandolo duramente “Visto che non sappiamo nemmeno
chi diavolo sei, vedi di stare tranquillo”
Blaine non poteva trovarsi più d’accordo con il ragazzotto, così
sorrise vagamente compiaciuto mentre Thad assottigliava gli occhi pronto a
ribattere “Finn mi dici cosa è successo? Sono corso qui appena ho ricevuto la
chiamata, ma non mi hai detto nulla”disse Anderson, interrompendo sul nascere
Harwood.
“Kurt ha avuto un….”
“Un incontro ravvicinato del quarto tipo con Karofsky”
disse Puck, vedendo Finn impanicato.
“Ovvero?” chiese Blaine, mordicchiandosi il labbro nervoso.
“Ovvero il bestione ha alzato le mani” rispose ovvio Noah, non lasciandosi sfuggire il lampo di pura ira che
attraversò gli occhi color miele di Blaine, oscurandoli “Ma di più non sappiamo…. Anche noi aspettiamo di conoscere tutta la
storia nei dettagli”
I sue Warblers si scambiarono uno sguardo d’intesa “Magari possiamo
fare una deviazione prima ti tornare alla Dalton, più tardi” disse vago Thad,
ostentando tranquillità nonostante i pugni chiusi tremassero visibilmente.
“Dove possiamo trovarlo?” domandò secco Blaine, spostando gli occhi da
quelli di Harwood sugli altri due ragazzi.
“Da nessuna parte” la voce di Kurt li fece sobbalzare tutti. Entrò in
cucina con molta calma, ma non sembrava cauto. Ad onor del vero, non sembrava
che fosse accaduto nulla visto la tranquillità con la quale si accostò a
Blaine,guardandolo un istante prima di
lanciare uno sguardo stupito anche a Thad, voltando il capo di lato. Solo ad
allora il livido violaceo, che deturpava la pelle di porcellana del ragazzo, fu
ben evidente agli occhi di Blaine.
Ed ebbe un effetto devastante.
Anderson camminò verso la porta, a grandi falcate, lasciando del tutto
spiazzati gli altri “Dove cazzo vai?!” gli urlò dietro Thad mentre Kurt lo
seguiva, girando attorno al divano e afferrandolo per un braccio.
“Ti ha picchiato!” disse fuori di sé Blaine, voltandosi del tutto verso
il suo ragazzo e ignorando glialtri
tre, che intanto li avevano raggiunti “Lui ti ha messo le mani addosso e
realmente ti aspetti che io stia qui, calmo e posato, senza fare nulla?!”
“Sì” la sicurezza con cui Kurt lo disse lo disorientò “Tu non farai
nulla, e nemmeno tu” il ragazzo si voltò di scatto indicando Thad, per poi
guardare Puck e il fratello “E tanto meno voi due…. Non è successo nulla di strano. Sono vittima del
bullismo da anni e non finirete nei guai solo perché stavolta Karfosky ci è andato un po’ più pesante….”
“Un po’ più pesante??” Blaine si fece più vicino, appoggiandogli una
mano sulla guancia sana e incatenando i loro occhi “Kurt…
Cosa è successo?”
Hummel deglutì, sgretolando quella maschera di tranquillità che si era
costruito a suon di respiri profondi prima di uscire dalla sua stanza. Poi però
riprese in mano la situazione “Mi ha spinto troppo forte contro il muro e ho
battuto la faccia…. Tutto qui….”
“E la camicia strappata?” domandò Puck,
beccandosi uno sguardo irato.
Blaine prese a boccheggiare, prima di spingere il palmo della mano
contro la guancia di Kurt per costringerlo a guardarlo nuovamente “Cosa ti ha
fatto?!”
“Mi ha strattonato troppo forte e si è strappata!” rispose come se
fosse la cosa più ovvia del mondo, scostandosi dal suo ragazzo e incrociando le
braccia “Sto bene, ok? Sto bene…. non guardatemi come
se fossi un malato terminale di cancro!”
Nella stanza calò il silenzio, poi Finn lo interruppe, guardando Kurt
con un po’ di timore “Ok, smettiamola di preoccuparci…
Se tu dici di stare bene allora ti credo.” Thad scosse il capo, decretando Finn
come eccessivamente ingenuo, o troppo stupido “Ora, visto che Burt e mamma non
torneranno fino a domani mattina potremmo ordinare un paio di pizze…”
Thad lanciò uno sguardo ai due ragazzi ancora fermi vicino all’uscio di
casa, e
Kurt captò perfettamente i loro pensieri, così sbuffò “Penso sia
un’ottima idea, e voi due vi fermate…” andò verso la
cucina “Ordinatela come volete…. E Thad, posso
parlarti in privato?”
Tutti e quattro lo guardarono straniti, in particolare Blaine, poi
Harwood entrò in cucina, chiudendo la porta come gli era stato chiesto da Kurt.
Gli fece segno di seguirlo oltre la porta del giardino sul retro e lì
si sedette sui gradini di legno, invitando l’altro a fare lo stesso.
Thad lo guardò, attendendo che dicesse qualcosa, qualsiasi cosa.
Ma il più giovane rimase in silenzio, stringendosi nel cardigan lungo e
osservando attentamente il cielo.
Sembrava più vulnerabile del solito, mentre teneva il naso rivolto
verso la volta celeste, totalmente assente.
Come se fosse solo.
Harwood osservò attentamente il suo profilo, imprimendosi nella mente
ogni singolo dettaglio che lo riguardava, dagli occhi stanchi, al livido sullo
zigomo, il labbro torturato dai denti, i capelli che ricadevano fiacchi e umidi
sulla fronte….
“Hai mentito” disse di punto in bianco “Non ci hai raccontato la verità…. È successo qualcosa di molto grave e tu hai
mentito sia a me, che all’ultimo dei Moicani, che a tuo fratello. Blaine non lo
conto, è inutile quel tizio, non sa nemmeno insistere”
Attese una risposta che non tardò ad arrivare, peccato che Kurt, come
aveva previsto, sviò subito il discorso.
Il più giovane sorrise tirando le labbra senza esserne realmente
convinto, girando il capo verso di lui “Sai perché ti ho chiesto di parlare?”
“A meno che tu, adesso, non mi dica tutta la verità….
Non mi importa un fico secco di quello che hai da dirmi. Non devi nemmeno
provarci a sviare il discorso oppure io…”
“Io ti voglio bene, Thad”
Harwood si zittì, fissando il più piccolo senza capire,mentre una piacevole sensazione dipace si espandeva nel suo petto,
riscaldandolo.
Per la prima volta in tutta la sua vita, qualcuno era riuscito a
zittirlo senza mettergli le mani addosso.
Non si stupì, comunque, che quella persona fosse Kurt visto che era
riuscito a sconvolgergli del tutto l’esistenza in una manciata di mesi.
“Partendo da questo presupposto credo sia ora di fare una chiacchierata
che rimando da troppo tempo…” proseguì Hummel, appoggiando
una mano sul braccio dell’altro “Thad io non sono il tuo ragazzo.”
Seguirono alcuni istanti di silenzio.
“Lo so” sbottò infastidito, scostandosi bruscamente da lui e abbassando
gli occhi sull’erba curata del giardino.
“Se lo sai, allora perché sei qui?”
Non c’era rabbia nella voce di Kurt, nessun tipo di sentimento
traspariva dai suoi toni mentre i suoi occhi indagatori cercavano il contatto
con i suoi.
Contatto che non gli fu concesso.
“Perché mi sono preoccupato per te, semplice.” rispose sempre secco il
più grande, fissandolo con risentimento “Ho fatto male per caso?”
“Nonho detto questo…” Kurt tornò a fissare il cielo, sospirando
lentamente mentre le mani si stringevano sul bordo del cardigan “Lo so che tu
mi vuoi bene…. Ne sono felice, ma se me ne vuoi troppo…. È un problema”
“Senti, Pookie, se hai paura che io possa
mettermi tra te e il tuo bello stai sbagliando di grosso….”
“Lo stai già facendo” affermò con fermezza il ragazzo dagli occhi
chiari “Ma non ti sto rimproverando questo.”
“Allora perché mi fai sentire in colpa per essere accorso qui da te? Credevo ti
fosse accaduto qualcosa cazzo!” scattò in piedi, tirando un calcio al gradino
di legno che rimbombò “Non mi sono fermato a pensare che avrei ferito
l’orgoglio maschile di Blaine, dovevo solo accertarmi che tu stessi bene…”
Kurt lo guardò mentre quella rabbia improvvisa infuocava i suoi occhi,
estinguendosi pochi istanti dopo. Allungò una mano verso di lui, palmo in su,
invitando l’altro ad afferrarla.
Thad esitò un istante e poi, con un lungo sospiro, la afferrò
permettendo a Hummel di trascinarlo a sedere nello stesso posto di prima.
Appena si fu accomodato, Kurt gli prese anche l’altra mano,
stringendole entrambe e, dopo aver atteso un momento, alzò gli occhi per
cercare quelli neri dell’altro “Thad io non ho mai avuto amici stretti che
fossero dei ragazzi…” strinse di più la presa sulle
sue mani, senza perdere il contatto visivo “Tu sei stato il primo ragazzo con
il quale sono riuscito ad aprirmi, al dì fuori di Blaine. Sei stato il primo
col quale ho diviso uno spazio intimo come la mia camera, al dormitorio…. E sei stato anche il primo che mi ha baciato
davvero, senza strapparmi il momento con la forza….
Questo per me significa molto.”
Il cuore di Thad accelerò, mentre la salivazione si azzerava del tutto.
Deglutì, prima di inumidirsi le labbra e fare quella domanda….
Quella che avrebbe cambiato tutto per sempre…
“Ma….?”
Perché sapeva che c’era un ‘ma’. Forse più di uno.
Kurt strinse ancora di più la presa “Ma io amo un altro ragazzo.” Thad
scostò lo sguardo, fissando il muro “No, guardami. Non ho finito”
“Kurt io posso anche fingere di essere forte e distaccato” disse
Harwood cercando di sottrarsi a tutto ciò “Ma fa male Kurt. Io non sono uno
stronzo insensibile come tutti pensano e fa male sentirselo dire, ok? Se pensi
che io-”
“Thad io non posso stare senza di te, va bene?”
Lo sproloquio del più grande si interruppe di netto, lasciando il posto
a un’espressione di puro sarcasmo “Certo, come no….”
“Si invece.” Kurt lo fissò quasi arrabbiato, lasciando le sue mani per
potersi stringere nelle braccia “Credi davvero che tutto quello che abbiamo
condiviso, i segreti e tutto il resto, non contino nulla per me? Thad tu sei
come un migliore amico per me…. E vorrei tanto che
questo ti bastasse perché come fa male a te, fa male anche a me…”
“…E la soluzione?”
Kurt scosse piano il capo, avvicinandosi a lui fino a far toccare i
loro fianchi “Te ne fai una ragione…”
“Sembra facile, ma non lo è”
“Lo so, ma devi provarci…”
Thad non sapeva cosa pensare.
Da un lato si sentiva fortemente preso in giro, dall’altro capiva
vagamente Kurt e, anche se gli pesava parecchio ammetterlo….
Aveva ragione.
Kurt lo abbracciò, poggiandogli un bacio sulla fronte “Ti prego…. Provaci, o dovremo dirci addio perché io non ho
intenzione di fare nulla che metta in crisi la mia storia con Blaine. Lo sai
che è troppo importante per me…”
Thad sospirò e, senza ricambiare l’abbraccio, appoggiò il capo sulla
spalla di Kurt “Ok, io ci provo…. Ti prometto che mi
impegnerò a stare al mio posto, non prevaricherò più Blaine e non farò più scenate…. Ma tu ora devi rispondere ad una mia domanda.”
“Va bene..”
“Se non ci fosse stato Blaine, staresti con me?”
Kurt si prese un istante per rispondere.
Poi si alzò in piedi, infilandosi le mani nelle tasche “Se non ci fosse
mai stato Blaine, ci saremmo conosciuti?”
Harwood sorrise appena “Io credo di si….”
“E…. tu lo sai perché…?”
“Perché con te sento un legame che non ho mai avuto con nessuno in
tutta la mia vita. Sono certo che, a prescindere, il destino mi avrebbe portato
da te…”
Hummel sorrise lievemente, sospirando sollevato.
Non era arrabbiato o particolarmente ferito, segno che il suo discorso
era realmente servito a farlo ragionare “Mi piace come risposta….
E…” si avviò alla porta delle cucina, concludendo il
discorso prima di rientrare “A te piace la mia.”
Thad sorrise, prendendo una sigaretta dal pacchetto “Interessante, Hummel…”
Kurt non aveva pensato che Blaine si sarebbe potuto offendere, quando
aveva deciso di parlare prima a Thad.
Non lo aveva fatto di certo perché riteneva più importante Harwood del
suo ragazzo, ma solo perché conoscendo quella testa calda, avrebbe potuto
combinare dei casini…
Ai quali, poi, lui avrebbe dovuto rimediare.
Non si aspettava quindi di trovare Blaine seduto al tavolo della cucina
in evidente stato di indignazione, una volta tornato in casa. Ci aveva messo un
po’ per farlo sciogliere e il ritorno di Thad che aveva definito il suo modo di
fare il geloso ‘bambinesco’ non aveva di certo aiutato.
Una volta mangiata la pizza aveva poi scaricato Harwood a suo fratello
e Puck, trascinando il suo ragazzo nella sua stanza,
dove gli aveva raccontato tutto.
Nei dettagli….
Aveva detto a Blaine tutto quello che ricordava del discorso con Karofsky (e lui aveva un’ottima memoria), del modo in cui
l’aveva affrontato nonostante sapesse che quel pugno poteva essere il primo di molti….
Dei bottoni che salvano e della paura che si era dissolta appena aveva
messo piede tra le mura di casa sua, sentendosi al sicuro.
Ci era voluto davvero tanta buona volontà per costringere Blaine a
sedersi sul letto.
Era scattato più irato di prima e pretendeva di sapere dove diavolo si
trovasse Dave per poterlo prendere a cazzotti. Magari
accompagnato da Puck e Finn, non per paura, ma per
essere sicuro che gli si imprimesse nel cervello che doveva smetterla e
lasciare in pace Kurt. Quest’ultimo quindi ci aveva messo tempo e fatica per
convincere il proprio ragazzo a stendersi con lui sul suo letto, cercando di
calmarlo.
Ed era ancora lì in quel momento, stesi su un fianco in modo da
trovarsi uno di fronte all’altro, occhi negli occhi. Kurt stava ancora passando
una mano sulla sua schiena quando Blaine sospirò, interrompendo il silenzio che
era venuto a crearsi “Io non posso crederci che tu…. Ancora…. Per colpa di Karofsky…”
“Va tutto bene, ora” sussurrò l’altro senza interrompere il contatto
visivo, fermando la mano sulle reni di Blaine per potersi fare più vicino a lui
“Io sto bene…. non è successo niente e- “
“Non è successo niente?!” Blaine lo interruppe, alzando un attimo la
testa dal cuscino e guardandolo come se fosse pazzo “Kurt, ti ha messo le mani
addosso e chissà cosa avrebbe potuto farti…”
“Ma non lo ha fatto, o sbaglio?” il più giovane tenne lo sguardo fisso
“Poteva farmi qualsiasi cosa visto che Puck è
arrivato molto dopo…. Eppure non lo ha fatto. Non
voglio che tu ti metta nei guai per colpa sua…. Non
ne vale la pena…”
Anderson sospirò, smettendo di ribattere.
Appoggiò la fronte a quella del suo ragazzo, chiudendo gli occhi e
appoggiando entrambe le mani sul suo petto, stringendo tra le dita il tessuto
morbido della maglia che indossava “Se ti succedesse qualcosa….
Io non so come reagirei…”
Kurt sorrise dolcemente “Shht… non pensarci
ok?” sussurrò a voce bassa, portando una mano su quella di Blaine per
stringerla “So cavarmela…. Ho un discreto istinto di
sopravvivenza ormai”
“Non dovrebbe essere così”
“Lo so…. Ma è inevitabile….
Enessuno lo sa meglio di te. Blaine per
favore, promettimi che non andrai a cercare Karofsky
ok?”quando non ottenne risposta, il più giovane strinse di più la presa attorno
alle spalle del suo ragazzo “Posso gestirlo io, so esattamente cosa dirgli e lo
farò domani stesso…”
“Non puoi chiedermi di non fare nulla!” Blaine si staccò da lui per
poterlo guardare negli occhi “E poi, scusa se te lo faccio notare, ma non mi
pare che tu lo sappia gestire così bene”
“E invece si, oppure mi avrebbe spaccato tutte le ossa o fatto altro” ribatté
l’altro, iniziando ad infervorarsi “Giuralo, Blaine…”
Il moro rimase immobile a fissarlo, prima di sospirare “Kurt…”
“Giuralo”
“Ok, va bene…”
Hummel gli passò una mano sulla guancia, sperando che davvero
rispettasse questa sua decisione. “Va bene… Ora,
cambiamo argomento, ok?”
Blaine storse appena il naso in segno di disappunto, ma si limitò ad
annuire.
Non era affatto chiara quella situazione.
Non aveva capito perché Kurt aveva incontrato Dave
e nemmeno come….
“Perché hai chiesto a Thad di parlare con te, prima?” chiese, senza
pensare.
Hummel sospirò “Non è esattamente un cambiamento di argomento ma, se ti
fa stare tranquillo, è solo perché conoscendolo volevo evitare che facesse
qualche cavolata. Lo sa come è fatto Harwood…. E poi
abbiamo parlato della nostra, come definirla..” fece una pausa, sentendo il
corpo di Blaine irrigidirsi, contro al suo “Amicizia….
Che lui spesso fraintende”
“Questo perché nessuno gli ha mai insegnato a stare al suo posto” fu la
risposta secca di Blaine, poco prima di affondare il viso tra la spalla e il
collo del suo ragazzo.
“Non sarebbe Thad se non si comportasse così, non credi?”
“Io di certo non mi lamenterei…”
Hummel alzò il viso, facendo scontrare le labbra di Blaine con le sue e
subitosentì quelle del moro incurvarsi
verso l’alto.
“Smettiamola di pensare a Thad, o altro…
Blaine siamo soli, in camera mia e possiamo passare un po’ di tempo soli…” Kurt avvampò alle sue stesse parole, rendendosi
conto troppo tardi che esse potevano essere facilmente fraintendibili.
Blaine però parve capire immediatamente il disagio che era nato, così
ridacchiò per smorzare l’attenzione, lanciando uno sguardo alla sveglia sul
comodino.
“Sai Kurt? È tardi…. Alla Dalton potrebbero
farmi storie se torno ora. Magari potrei stare qui fino a domani mattina…”
Hummel sorrise, rilassandosi subito appena notò che nella voce del suo
ragazzo non c’era la benché minima traccia di malizia.
Allacciò le braccia dietro al suo collo, lasciandogli un altro bacio
sulle labbra.
“Penso che sia un’ottima idea....”
Quando si alzarono la mattina successiva, tutto sembrava essere tornato
quasi alla normalità.
Almeno fino a che Blaine non aveva notato che il livido sulla guancia
di Kurt si era fatto più scuro, nonostante lo zigomo si fosse sgonfiato.
Decise però di mantenere la calma, svegliando il suo ragazzo con un
tenero bacio sul naso prima di scendere la piano inferiore e trovare Puck, Thad e Finn addormentati sul divano.
Probabilmente stavano guardando la televisione prima di cadere tra le
braccia di Morfeo, o almeno quest’ipotesi spiegherebbe perché Finn stava
dormendo con la bocca spalancata e piena di popcorn.
Blaine li svegliò velocementementre Kurt preparava la colazione che trascorse tra lamentele di mal di
schiena e torcicollo vari, prima che i due ragazzi della Dalton decidessero di
far ritorno a Westerville.
Nonostante Thad sembrasse star bene, non aprì bocca per tutto il
tragitto.
Cosa alquanto insuale per lui.
Non si lamentò di essere rimasto con due sconosciuti tutta la notte, ne
si vantò di aver parlato per primo con Kurt.
Rimase in assoluto mutismo per tutto il tempo, rispondendo per
monosillabi alle poche domande che Anderson gli faceva.
Arrivarono alla Dalton che mancavano circa venti minuti alle nove,
segno che si erano giocati la prima ora di lezione e che potevano benissimo
evitare di presentarsi alle successive per evitare di dar spiegazioni.
Certo, i piani di Blaine erano ben diversi e nella sua testa stava
riflettendo su tutto tranne che sul dare una valida motivazione per l’aver
trascorso la notte via.
“Ci troviamo qui fra dieci minuti” disse quando arrivarono davanti alla
scalinata che portava ai dormitori.
“E perché mai?” domandò Thad alzando un sopracciglio.
“Andiamo a Lima, al McKinley….” Gli disse
Blaine “Non posso lasciare che Karofsky la faccia
franca, devo quanto meno parlarci...”
“E io a che ti servirei?” chiese stranito, spiazzando del tutto Blaine.
Wes salvò la situazione, uscendo dal bagno dei ragazzi in quel
frangente e dirigendosi a passo di marcia verso loro due, risultando parecchio
minaccioso “Voi due…. Non sapete che angoscia mi
avete fatto venire!”
Thad smise di guardare Blaine per poter dedicare al ragazzo asiatico il
classico sorrisetto da presa in giro “Scusa, mamma, mi sono dimenticato di
avvertirti che non tornavo”
“Smetti di prendermi per il culo, stavolta mi sono spaventato davvero”
disse scocciato Wes, prima di voltarsi verso l’altro ancora perplesso “Kurt
come sta? Cosa gli è successo?”
“Bene… Ha avuto altri problemi con quel bullo
ma ora sta bene…” disse senza troppa convinzione,
ricevendo una pacca sulla spalla.
“Va bene ragazzi, ora andate a prepararvi per le lezioni….”
Disse, facendo per andarsene, ma si bloccò “Oh, abbiamo fatto il conteggio dei
voti della sfida e…. congratulazioni Thad.”
Blaine non si scompose, lanciando semplicemente uno sguardo ad Harwood
aspettandosi di trovarlo compiaciuto.
Invece rimase del tutto neutro “Con quale percentuale ho vinto?” di
limitò a chiedere, senza infierire oltre.
Wes si grattò la nuca, imbarazzato, come se dirlo davanti a Blaine lo
mettesse a disagio “Beh…. Su venti,hai ricevuto
diciotto voti…”
Il pensiero che solo due persone avevano votato per lui fece aumentare
a Blaine la voglia di andare a Lima il prima possibile e sfogare quell’ennesima
frustrazione su Karofsky.
Sapeva di essere andato peggio di Thad sotto alcuni punti di vista, ma
la consapevolezza di aver fatto così schifo non era il massimo.
Peccato che, anche volendo, non aveva il tempo di struggersi per aver
perso il ruolo di solista. Qualcuno aveva fatto del male a Kurt, niente era più
importante del suo ragazzo, quindi di conseguenza si limitò a fare un
sorrisetto a Wes “Grazie per l’informazione…”
“Scusa amico ma, per giustizia, io devo essere del tutto onesto con voi
due” disse l’asiatico, mettendo avanti le mani “Se volete vedere lo spoglio dei
voti dopo ci vediamo in sala prove..”
“Va bene così” si limitò ad asserire Anderson, con una scrollata di
spalle.
“Allora ci vediamo più tardi, andate a lezione” disse Wes salutandosi e
dirigendosi di nuovo verso la sua aula, lasciandoli soli.
“Dicevamo?” riprese Harwood, come se nulla fosse successo.
Blaine si aspettava prese in giro, un Thad più stronzo del solito che
lo scherniva…. E invece no. Era rimasto impassibile
davanti alla sua schiacciante vittoria…
“Dicevamo che tu mi hai appena fatto capire che non verrai con me a
Lima, ora” disse Anderson, appoggiandosi al corrimano mentre Thad saliva un
paio di scalini, voltandosi a guardarlo con entrambe le mani in tasca “E io
davvero non ti capisco…. Sei sempre in mezzo, sempre,
e adesso ti tiri indietro. Hai paura?”
“No” fu la risposta secca di Harwood “Solo che, a quanto mi risulta,
Kurt non è il mio ragazzo”
Blaine sgranò gli occhi “Cioè…. Io te l’avrò
ripetuto una quarantina di volte, ieri, in auto…. E
tu l’hai capito solo ora?”
“No, l’ho sempre saputo. Io non sono lento come te” fu la risposta
sarcastica del capo consiglio “Senza contare che Kurt mi ha chiesto di farmi i
fatti miei e evitare di andare da quel tizio per vendicarlo. E so che l’ha
detto anche a te, o per lo meno lo presumo…. Non
credi che dovresti rispettare questo suo desiderio?”
Blaine aprì lievemente la bocca, stupito “Aspetta, tu vuoi fare la morale…. A me?!” domandò poi, scocciato.
Thad alzò un sopracciglio “Kurt è un ragazzo, esattamente come te. Non
è una pulzella in pericolo e sono certo che sia più bravo di te a cavarsela. Di
certo ha più palle….”
“Thad stammi bene a sentire, io-“
“Lascialo fare, si sa arrangiare benissimo.” Harwood non gli permise di
interromperlo, alzando una mano verso di lui come per ammonirlo “Lascia che
faccia ciò che ritiene giusto. Io non posso mettermi in mezzo, ma nemmeno tu
dovresti farlo….”
Anderson socchiuse gli occhi, stringendo il corrimano con la mano
tremante di rabbia “E cosa dovrei fare?! Starmene qui?!”
“Esatto, vai a farti una dormita….” Thad gli
girò le spalle, salendo le scale. Blaine rimase solo, così scuotendo il capo
lanciò uno sguardo verso l’ingresso.
Sapeva che Kurt se la sarebbe presa parecchio se avesse infranto la sua
promessa di non-intervento, ma al tempo stesso faticava parecchio a non
presentarsi al McKinley e far pentire a Dave di aver
anche solo alzato un’unghia contro il suo ragazzo.
Certo, sapeva che Kurt non avrebbe avuto problemi, un po’ perché era un
ragazzo molto intelligente e un po’ perché non avrebbe più rischiato di vedere Davesolo….
Ma sentirsi così impotente lo faceva sentire inutile.
Prese un respiro profondo, prima di iniziare a salire le scale col capo
chino, non molto convinto nel seguire un consiglio di Thad.
Forse stava davvero impazzendo, ma le parole del capo consiglio erano
arrivate come schiaffi di consapevolezza sul suo viso.
Anche volendo non poteva dargli torto e, insieme al sollievo di aver
inteso che Thad avesse alla fine capito il suo posto, si sommava la
preoccupazione per il suo ragazzo.
Sperava solo che tutto andasse bene, non gli importava di altro.
I corridoi affollati del McKinley non lo stavano affatto rassicurando.
Anzi, provava un orribile senso di nausea, ma sapeva che doveva stare
lì, anche con i ricordi della sera precedente ben impressi nella mente e sulla
guancia.
Doveva affrontare subito il problema o sarebbe scappato di nuovo, e
quello era ciò che intendeva evitare.
“Sei sicuro?” domandò Rachel a voce bassa mentre, con falsa
tranquillità, mentre riponeva i libri della prima ora nell’armadietto,
prendendo quelli di Scienze e portandoli sotto al braccio “Possiamo stare con
te, non è necessario che gli parli da solo”
Finn annuì vistosamente “Se decide di colpirti di nuovo? Ok, posso
stare nei paraggi, ma se lo fa all’improvviso non lo posso evitare…”
Kurt scosse piano il capo, guardando il fratellastro e l’amica “Andrà
tutto bene, ne sono certo. Voglio parlare da solo con lui perché non mi
risponderà di certo se ci sarete anche voi…”
Finn alzò un sopracciglio “E che dovrebbe dirti, scusa? Ti ha preso a pugni…”
L’altro scosse piano il capo, facendogli capire che il discorso era
ufficialmente chiuso.
Non poteva dirgli tutto, perché questo avrebbe comportato un coming out forzato di Dave e, per
quanto si meritasse una vendetta simile, era troppo viscida come soluzione per Kurt.
Sarebbe stato troppo facile e troppo crudele da parte sua.
Adocchiò Karofsky in piedi, accanto al suo
armadietto, con il naso infilato in un libro di algebra e, dopo aver scambiato
uno sguardo con Finn e Rachel si allontanò, andando verso di lui.
Si schiarì la voce, guadagnandosi così la sua attenzione e trovandolo
stupito.
Forse non si aspettava di vederlo avvicinarsi a lui così presto.
“Cosa vuoi?”
“Io cosa voglio?” domandò Kurt a voce bassa, prima di indicarsi lo
zigomo. Per quando ci avesse provato, applicando creme su creme, il livido era
ancora visibile sotto un sottile strato di fondotinta “Tu cosa intendi fare
adesso?”
Dave si morse le
labbra, guardandosi attorno e constatando che tutti sembravano troppo impegnati
per curarsi di loro due “Senti, Kurt…. Mi dispiace
ok? Io non so perché l’ho fatto ma ho trovato la soluzione a tutto questo
casino”
“Mi fa piacere” rispose vagamente ironico l’altro “Hai intenzione di
parlare con il mio referente del centro sociale? Oppure andare, non so, da uno
psicologo bravo?”
“No” fu la risposta del Titan, mentre
chiudeva l’armadietto “Me ne vado” aggiunse poi guardando Kurt “Io…. io non voglio farti più del male, cosìdal prossimo anno inizierò una nuova scuola.
In questo modo saranno risolti i problemi di entrambi”
Hummel fece per ribattere, ma Dave non gli
diede il tempo di farlo.
Gli diede le spalle, incamminandosi verso la classe e lasciandolo solo,
a fissare il punto in cui poco fa lo stava guardando con un’espressione
realmente pentita e spaventata, come se temesse che Kurt andasse a sbandierare
a tutti la sua sessualità come vendetta.
Forse anche per quello era stato così precipitoso a metterlo a corrente
dei suoi progetti futuri, senza dargli il tempo di spiegargli quello che gli
balenava per il cervello.
Kurt si voltò verso Finn e Rachel, che ancora lo guardavano in
apprensione.
Sorrise facendo un cenno del capo per tranquillizzarli, prima di
tornare a fissare il corridoio nel quale Karofsky era
stato inghiottito dalla folla di studenti.
Chissà perché, ma ad Hummel quella faccenda non risultava affatto
risolta e il trasferimento di Dave non sarebbe
servito da deterrente per le sue paure.
Scappava via per non dichiarare chi era o perché non sopportava più la
sua vista e il peso dei suoi sentimenti? Che tipo di sentimenti poi? Perché non
si era spiegato a dovere? Era confuso o semplicemente voleva negare qualcosa a
se stesso?
C’erano troppe domande aperte e questo a Kurt non piaceva per niente….
Continua…
Nda.
Ecco qui con questo capitolo falsamente risolutivo.
Dico falsamente perché, in realtà, non si risolve proprio nulla dal
punto di vista del Kurtofsky, ma abbiamo due scene
molto importanti, che sono quelle tra Thad e Kurt (è il caso di dirlo allora: neversaynever)
e Thad e Blaine.
Beh, non so che altro dire quindi la smetto qui e torno a rotolarmi sul
letto con dolori allo stomaco lancinanti!
Ringrazio come sempre Alexa che è molto impegnata
ma trova sempre il tempo di betarmi e coloro che
hanno recensito il capitolo precendente.
Capitolo 39 *** #31 You could be more Bi-sexual instead Bi-polar. ***
bananissima
…Meno quattro capitoli alla fine!
*depression mode:on per la scrittrice.*
Blaine Anderson presents:
the Pips!
#31 You could be more Bi-sexual instead Bi-polar.
Nick scavalcò un ragazzo collassato a terra e si sistemò il nodo della cravatta,
osservando orgoglioso gli effetti che i quasi cinquatasei
litri di alcool che si era procurato insieme a Jeff, stavano avendo sulla cara,
composta, Dalton Private High School.
Gente che correva per i corridoi nonostante fosse altamente vietato, bottiglietta
di acqua o lattina piene di super alcolici, cravatte abbandonate al suolo….
Tutto ciò aveva un solo nome: ultimo giorno di scuola.
Jeff si affiancò a lui nell’esatto istante in cui il caro Duvall prese
un profondo respiro, riempiendosi i polmoni di aria. Si voltò qui quindi verso
il biondino con un’espressione trionfale “Lo senti Jeff? Il profumo della vodka
all’alba ha il sapore della vittoria…”
“Non credo fosse così la citazione” disse Sterling pensieroso, mentre
si avviavano per i corridoi controllando, solo per pura curiosità, quel
degenero da più vicino.
“Non importa, il succo di questa mattinata è quello” insistette il più
basso, scansandosi mentre Suor Genevieve passava di
gran carriera lì accanto.
Sembrava la sola del corpo docenti che, anno dopo anno, cercava di
evitare l’apocalisse. Gli altri semplicemente si dovevano essere arresi la sera
precedente all’inevitabile.
Il bello di scuole come la Dalton era che essendo così seri e
distaccati per un intero anno scolastico, quando si sapeva di avere il permesso
di strafare ‘lievemente’ dalla presidenza, si dava il meglio di sé alla fine
dell’anno.
Quella volta era decisamente peggio visto che l’istituzione della ThreeSixMaphia aveva dato man
forte ai rappresentanti di istituto nell’organizzazione del rinfresco
all’ingresso, correggendo tutto quanto.
Anche gli analcolici.
“Spero che nessuno, a parte il professor Strauss, soffra di ulcera gastrica…. O addio mondo crudele” osservò pensieroso Nick,
guadagnandosi un’occhiatina divertita da parte di Jeff.
“Nicky posso parlarti di una cosa seria?”
Duvall si fermò in mezzo al corridoio, guardandolo negli occhi “Ok, certo…”
L’altro si guardò attorno prima di portare le mani nelle tasche dei
pantaloni grigi “Dovresti chiedere scusa a Flint per tutte le insinuazioni che
hai fatto…. Non credi?”
Nick lo fissò stupito, indeciso tra l’indignarsi e il mettersi a ridere
“Scherzi?? Dopo tutto quello che ha fatto?!”
“L’ha fatto credendo che fosse la cosa giusta!”
“Ma ti ha chiesto lui di dirmelo??”
Jeff sbuffò “Secondo te? Siete due palloni gonfiati di orgoglio…. Non l’avrebbe mai fatto. Solo, visto che lui
passerà tutta l’estate a casa mia e io probabilmente la passerò con te in giro…. Dovete chiarire!”
Duvall borbottò qualcosa, ma uno sguardo particolarmente serio
dell’altro lo convinse “Ok, va bene…. Fai passare
stamattina e il ballo di stasera e poi gli parlerò! Contento?”
Il biondino sorrise, gongolante “Molto”
“Bah…. Ora però lasciami in pace, voglio che la mia sola preoccupazione
sia come ubriacarmi e rimanere tale fino alla fine della serata”
Ripresero a camminare per il corridoio, passando accanto a Blaine che
però non li vide, troppo impegnato a leggere e mandare sms a Kurt dalla sua
posizione tattica, sopra al davanzale di una delle vetrate.
-Non posso credere che
voi alla Dalton state facendo festa mentre noi qui siamo seduti ai banchi! È
assolutamente ingiusto! K.-
Il morettino ridacchiò, lanciando uno sguardo verso un ragazzo che
stava palesemente vomitando in un cestino per la carta con accanto una
professoressa particolarmente stizzita.
-Non credo apprezzeresti
la situazione sai? Piuttosto stasera vieni alle sei qui alla Dalton? Il ballo è
in tutt’altro posto…. Andiamo con la mia aiuto.
Potresti anche fermarti qui, dopo…. B-
Si morse il labbro, pensando se inviare quella proposta decisamente
ambiziosa o meno.
“Blaine!”
Alzò gli occhi su David, che si stava avvicinando velocemente a lui e,
senza accorgersene, inviò il messaggio al suo ragazzo.
“Mi cercavi?” chiese al capo consiglio non appena lo ebbe raggiunto.
Il ragazzo di colore annuì “Sì, stiamo facendo un po’ di propaganda per
arruolare nuovi Warblers per il prossimo anno…. Mi
dai una mano? Wes sta aiutando Richard a tenere Cameron lontano dall’alcool
mentre invece Thad è momentaneamente disperso”
“Nessunproblema” Rispose solare il
ragazzo “Dimmi solo come devo fare e lo farò!”
Il ragazzo di colore si sedette accanto a lui “Niente di che, fermi le
poche persone sobrie e gli parli dei Warblers, dicendogli che possono sostenere
il provino il prossimo anno”
“Posso farlo tranquillamente” Blaine scrollò le spalle, poi abbassò gli
occhi sul suo cellulare.
-Va bene. Si insomma…. Per le sei e per
dormire da te…. A papà dico che al ritorno mi fermo
da Merc così non farà domande. K-
Anderson rimase a bocca aperta, davanti ad un David visibilmente
confuso.
“Tutto ok?”
Si riscosse, sorridendo brevemente “Sisì, non
preoccuparti…”
La nonchalance con la quale Kurt aveva detto di si….
Lo aveva momentaneamente spiazzato.
Arrossì di botto prima di sbiancare e iniziare a sudare freddo. Lui
aveva buttato a caso una proposta con innocenza, ma ora che ci leggeva tutti i
pro e i contro non sapeva veramente cosa fare.
Certo, avevano già dormito insieme, due volte…
Peccato che il modo in cui glielo aveva chiesto, alle sue orecchie,
suonava dannatamente pretenzioso…
Non era normale tutto ciò, si disse nel frattempo David.
Il suo amico aveva variato la gamma cromatica della sua pelle da un
rosa olivastro, a un rosso vermiglio a un verdognolo broccolo nel giro di pochi
secondi e non sembrava essersi ancora ristabilizzato.
Stava per domandagli se avesse per caso avuto la notizia più brutta
della sua vita quando un ragazzo alto e con una massa di rossi capelli irlandesi
si avvicino ai due con un sorriso sulle labbra.
“Ciao Connor” disse allegramente David,
mentre Blaine cercava di darsi un certo contegno.
Karter O’Connor era il rappresentante di istituto della Dalton da
ben due anni.
“Ciao ragazzi” rispose lui prendendo un paio di fogli dalla borsa
“Cercavo Wes ma ha evidentemente da fare così passo a te il programma della
serata” disse porgendo i fogli a David, che li prese lanciandovi subito uno
sguardo “Ci troviamo al ristorante alle sette e mezzo….
La festa inizia alle otto e voi ragazzi iniziate un’oretta dopo ok?” disse
sbrigativo, facendo segno a Thompson che tutto era presente sul programma. Poi
si voltò verso Blaine “Pronto ad aprire la serata?”
Blaine scosse il capo, sorridendo “Il solista non sono io, ma Thad. Lui
apre la serata” disse tranquillamente.
Connor sembrò
stupito “Oh non lo sapevo, scusa”
“A me va bene così” fu la risposta sincera di Blaine. Non si sentiva
toccato per niente dalla cosa, dopo quello che era successo a Kurt non sembrava
così importante essere riconosciuto come il più talentuoso dei Warblers.
E poi avrebbe avuto tutto il tempo di danzare col suo ragazzo, così….
Quella era la cosa più importante della serata.
“A questo favoloso anno passato insieme” Thad fece tintinnare il bicchiere
con quello della donna prima che entrambi lo alzassero buttando giù il
contenuto in un colpo solo.
Harwood sorrise maliziosamente mentre laprofessoressa strizzava gli occhi portandosi
una mano alla bocca, evidentemente non si era accorta di quanto forti fossero i
suoi drink.
“Harwood, vedi di presentarti sobrio all’esame però” disse sistemandosi
lo chighion di capelli neri che si stava
progressivamente distruggendo “E evita di parlare al commissario di questo nostro…. Brindisi” aggiunse infine, guardandolo ovvia.
Thad rise, ammiccando “Il commissario non saprà proprio un bel niente,
e la mia intelligenza fuori dal comune confermeranno che lei mi ha dato il
massimo dei voti in francese per meritocrazia”
La donna si alzò dalla cattedra, sistemandosi la gonna stretta e blu
mare prima di prendere la borsa e avviarsi all’uscita con passo un po’ incerto,
voltandosi appena verso il giovane “Mi raccomando…”
gli disse, appoggiandosi un dito alle labbra come ad intimargli di fare
silenzio, prima di andarsene.
Thadsospirò allegramente,
sistemando i bicchieri e prendendo in mano la bottiglia, prima di sbrigarsi ad
abbandonare la scena del crimine a sua volta. Avere una bella professoressa di
francese sui venticinque anni era decisamente un’ottima cosa per un ragazzo
solo e frustrato,disse a sé stesso, attaccandosi al collo della bottiglia per
mantenere fede al piano suo e di Nick di non arrivare sobri a pranzo.
Uscì in cortile dove la maggior parte degli studenti si stava godendo
l’ultimo giorno di scuola all’aperto, parlando, fumando o semplicemente
godendosi i primi raggi del sole di giugno.
Si avvicinò ad un gruppetto di loro che stava parlando del più e del
meno e schiarendosi la voce disse “Salve ragazzi, scusate se vi disturbo ma
volevo chiedervi se avete mai preso in considerazione la possibilità di unirvi
ai Warblers, il prossimo anno.”
Un paio di loro si scambiarono uno sguardo “Noi si” disse quello più
alto con voce melliflua, scostandosi dal resto del gruppetto seguito da Thad e
dall’altro ragazzo “A dire il vero, avevamo fatto di meglio…
Abbiamo deciso che ci uniremo a voi”
Thad sembrò compiaciuto da se stesso per aver ottenuto un simile
risultato subito “Perfetto allora…. È semplice, vi
presentate alla prima riunione che di solito si tiene a metà della prima
settimana e vi preparate una canzone come provino.”
Il ragazzo preferì evitare di sottolineare che, disperati come erano,
avrebbero accettato chiunque.
Il più alto dei due lanciò uno sguardo altro, che fece un cenno prima
di sorridere a Thad “Scusate, devo andare. A dopo”
Thad lo guardò allontanarsi con un sopracciglio inarcato e, prima che
potesse dire o fare qualsiasi cosa, una mano sottile e calda gli prese il
polso, alzandolo.
“Io sono Sebastian” disse mellifluo il giovane prendendogli la bottiglia
e avvicinandosela alle labbra, senza staccare gli occhi chiari da quelli neri
del capo consiglio “Senti, hai già qualcuno per il ballo?”
Thad sorrise maliziosamente, appoggiandosi alla parete della scuola con
il fianco e incrociando le braccia “E chi ti dice che voglia qualcuno,
Sebastian?”
L’altro ricambiò il sorriso, prima di prendere un sorso abbondante e
avvicinarsi ad Harwood sussurrandogli all’orecchio con voce bassa “Andiamo,
tutti vogliono qualcuno….”
“Tutti meno che me” disse prontamente il più grande,scostandosi quanto
bastava per guardarlo bene “E poi quello che vedo non mi interessa…”
Sebastian ridacchiò morbidamente, per nulla scosso o toccato “So io
come farti interessare, Thad” gli disse lasciando lo sguardo correre sul suo
corpo prima di mordersi un labbro “Esattamente come lo sono io…”
gli ripassò la bottiglia “Ci vediamo stasera….”
“Fatti bello, mi raccomando” lo canzonò Thad,guardandolo andare via.
Almeno, si disse, aveva un bel culo.
Wes si sedette al suo posto esattamente come ogni volta, prendendo il
martelletto dal cassetto e appoggiandolo davanti a sé, prima di unire le mani
sopra alla scrivania, osservando il resto dei Warblers che prendeva posto in un
chiacchiericcio allegro.
Sapeva che era l’ultima volta che lo avrebbe fatto, però.
Era l’ultima volta che voltandosi alla sua destra avrebbe visto David
annotare con perizia la data sopra al verbale della riunione. Non avrebbe più
visto nemmeno Thad, dall’altra parte, rileggereserio l’ordine del giorno facendo girare tra le dita una penna a sfera,
concentrato sui suoi appunti.
Sapeva che era l’ultima volta che avrebbe guardato gli altri, da quella
posizione privilegiata che si era guadagnato grazie alla sua fortezza di
spirito, e con un sospiro mal contenuto scontrò gli occhi altrettanto
malinconici dei suoi due colleghi prima di battere un paio di colpi col
martelletto, mettendo tutti a tacere.
“Ci siamo” disse poi con la voce lievemente incrinata dall’emozione
“Oggi è l’ultimo giorno che possiamo dirci tutti Warblers” ironizzò poi,
abbassando gli occhi a mandorla sulle mattonelle pregiate.
Thad prese la parola, cercando di sdrammatizzare nonostante anche i
suoi occhi fossero lievemente più umidi del solito “Eh già….
Cosa diventerete senza di noi…. Mi spaventa pensarci”
Alcuni ridacchiarono mentre altri erano semplicemente troppo commossi
per farlo.
“Se qualcuno dell’ultimo anno vuole dire qualche parola, prima di
andare avanti…” continuò tentennante Montgomery,
ricevendo una pacca fraterna sulla spalla da David, come incoraggiamento.
Si stava buttando giù più del previsto.
Con somma sorpresa di tutti, Kirk si alzò in piedi “Io si, a dire il
vero” disse il biondone, ricevendo un cenno di
assenso da parte di Wes “Non conosco molto bene tutti voi….
onestamente sono stato io a mettere sempre un certo distacco tra me e gli
altri, eccetto pochi esempi…” Ethan sorrise “Ma… Della Dalton, tra trent’anni non ricorderò bene i
colori del granito che componeva i pavimenti, o le lezioni di alto livello, o
il cibo della mensa che in certi casi non era nemmeno vagamente decente…. Ma come la mia voce si armonizzabbe
bene con le vostre…” abbassò gli occhi sul pavimento,
infilando le mani nelle tasche dei pantaloni, mentre un rossore diffuso gli
colorava le gote “Mi ricorderò cosa significa fare parte di qualcosa di grande
per tutta la vita, grazie a voi e a questo Glee…”
Jeff gli sorrise solare “Warbler una volta…”
“…. Warbler
per sempre” concluse Nick, iniziando a battere le mani per il biondone, seguito subito da tutti gli altri.
“Lo stesso vale per me” sottolineò Moore non appena il suo migliore
amico si rimise a sedere al suo fianco “Conserverò dei ricordi bellissimi di
questi quattro anni insieme…. Di tutte le pazzie…. Le serate alcoliche, le gare…”
“Le serate alcoliche soprattutto” si intromise Richard ridacchiando “E
tutte le volte che Harwood ha dato di matto”
“Non sono poi così tante” rispose piccato Thad, muovendo la mano velocemente,
come se stesse cercando di scacciare una mosca “Io ricorderò di tutte le volte
che ho preso in giro Nick per il suo naso” disse ricevendo come ringraziamento
una linguaccia, prima di farsi serio “E di come ci si sente ad essere accettati
per qualcosa che non mi ha mai permesso nemmeno di accettare me stesso. Di come,
nonostante io non sia la persona più bella del mondo ma, anzi, la mia morale
sia davvero discutibile…. Mi siate stati vicini.”
Passò gli occhi su Jeff e Nick, poi Cameron che si stava asciugando gli occhi e
infine su Flint “Vi lasciamo una bella eredità” concluse “coglietela e cercate
di vincere voi le Nazionali il prossimo anno.” Si schiarì la voce,
leggermentetremante, sfogliando alla
rinfusa il suo quaderno “Ora basta fare le checche isteriche. Per quello abbiamo
Anderson” il soggetto roteò gli occhi “Torniamo alle cose serie….”
“A proposito di eredità” disse David sorridendo dolcemente, ostentando
una certa tranquillità nonostante anche lui si sentisse triste “Dobbiamo
comunicare i futuri capi consiglio che decideranno chi nominare come solista il
prossimo anno…”
Tutti si drizzarono a sedere, sporgendosi in avanti curiosi.
“Ci abbiamo pensato davvero bene, e visto che siete rimasti in pochi è
stato ancora più difficile decidere chi nominare” spiegò Wes “i nomi che
abbiamo fatto alla fine li abbiamo scelti quasi ad unanimità” lanciò uno
sguardo Thad.
Harwood, infatti, sottolineò il ‘quasi’ prima di sospirare e leggere a
voce alta un suo appunto “Presa visione dei componenti dei Warblers che
rimarranno alla Dalton per il prossimo anno scolastico, noi capi consiglio
Montgomery, Thompson e Harwood passiamo il testimone a tre elementi che si sono
distinti per le loro doti che porteranno giovamento all’intero gruppo. Per
tanto decidiamo in questa sede di eleggere come nuovi capi consiglio i Warblers
Wilson, James e Anderson.” Alzò gli occhi sui tre interessati che erano
decisamente sbiancati “Ragazzi respirate però o non ci arrivate a iniziare il mandato…”
Cameron balbettò un paio di parole al vento prima di rivolgersi ai tre
ragazzi alla scrivania, sconvolto “Deve esserci un errore.”
“E perché mai?” chiese Wes, con un sorriso “Ti sei sempre comportato in
modo ineccepibile, nonostante tu sia un po’ chiaccerone…”
“Per Flint ha insistito tanto Thad” disse David, appoggiandosi con i
gomiti alla superficie di legno “Dice che ti ci vedeva bene nonostante tu sia
quello che meno è stato nei Warblers tra tutti noi….
E ci siamo trovati molto d’accordo anche noi due”
“Beh, grazie per la fiducia” disse il morettino ancora sconvolto “Io
spero di…. Assolvere al meglio il mio dovere.”
Blaine rimase in silenzio tombale, mentre tutti quanti iniziavano a
congratularsi.
“Passiamo oltre” disse Thad annotandosi qualcosa a margine “Possiamo
concludere questa allegra assemblea di addio e passare all’ultima esibizione di
gruppo, che dite?”
Tutti si alzarono iniziando a riscaldare le voci e Wes si avvicinò al
capo consiglio Harwoodsussurrandogli
qualcosa “Sei ancora in tempo per cantare qualcosa come unico solista…”
David annuì “Non è necessario farci cantare con te, ti sei meritato
quel titolo”
Thad scrollò le spalle “ora passerò da sentimentale ma….
Preferisco far qualcosa con voi due per l’ultima volta….”
Thad:
Everybody, yeah …Rock your body, yeah …
Everybody, yeah …Rock your body right …
Tutti i ragazzi in cortile si voltarono verso l’ingresso, dove Thad
aveva fatto la sua pragmatica apparizione.
Nessuno si aspettava una canzone dei Warblers quella stessa mattina,
visto che di solito il coro scolastico era dedicato soprattutto sulla serata
del ballo, decisamente più impegnativa.
Invece i capi consiglio avevano deciso di stupire tutti, così per
lasciare una sorta di marchio, un ricordo indelebile per tutti.
Tanti erano stati Warblers che si erano avvicendati nell’arco di un
secolo, dalla fondazione della scuola, e nonostante fossero consapevoli che
sotto il loro mandato non avevano ottenuto grandi vittorie come invece altri
avevano fatto, Thad, Wes e David volevano lasciare un segno.
Gli altri apparvero alle spalle di Harwood, disponendosi per la
coreografia e non appena ebbe terminato la sua strofa, il solista sorrise
maliziosamente alla folla che iniziava a disporsi davanti a loro, lasciando il
suo posto a David.
David:
Oh my God, we're back again
Brothers, sisters, everybody sing Gonna bring the flavor, show you how Gotta question for you better answer now, yeah!
Il ragazzo di colore fece un elegante giravolta prima di iniziare a
cantare, guardando il resto degli studenti.
Non si era mai sentito bravo abbastanza per fare il solista, ma non
poteva negare che l’acclamazione della folla lo attraeva.
Gli sarebbero mancati i sorrisi gioviali che gli altri ragazzi della
scuola riserbavano a lui e al resto del Glee mentre
si esibivano, il loro calore che li faceva sentire importanti e bravissimi.
Delle vere rock star.
Si dispose in prima fila, accanto a Nick e Jeff, pronto a iniziare la
coreografia che il biondo aveva preparato mentre Thad si riprendeva
l’attenzione del pubblico.
Thad:
Am I original? (All: Yeah )
Am I the only one?(Yeah )
Am I sexual?(Yeah )
Thad e Nick:
Am I everything you need?You better rock your body now !
Harwood si affiancò a Blaine, lanciandogli uno sguardo di intesa e dopo
un paio di passi si scambiarono iniziando a ballare sui passi di Sterling.
Non si sopportavano, certo, ma quando Jeff li aveva messi uno accanto
all’altro (andando in base all’altezza non poteva fare altrimenti)avevano annuito per il bene della squadra.
Mentre si esibivano non erano più Blaine e Thad, rivali in amore e
gloria, ma un paio di ingranaggi di qualcosa di molto più grande.
Questo era il massimo punto di forza dei Warblers: potevano avere i
loro problemi ma per il bene della squadra tutto poteva venir accantonato.
E nemmeno lo scandalo del DDR era riuscito a distruggerli.
All:
Everybody !Yeah
Rock your body!Yeah
Everybody!
Rock your body right, Backstreet's back, alright ! Alright!
Sebastian osservava attentamente la scena, in disparte.
Incrociò le braccia sul petto, osservando senza ritegno Anderson prima
di concentrarsi sulla vittima disignata.
Thad Harwood sarebbe stato suo quella sera stessa, ormai era un fatto di
principio.
Seguì attentamente ogni passo del capo consiglio, come se ci tenesse
particolarmente a controllare che ogni cosa fosse al suo posto.
Verdetto finale: tutto in regola.
Wes:
Now throw your hands up in the air
Wave them around like you just don't care
If you wanna party let me hear you yell Cuz we got it goin' on
again
Yeah
Andarsene si stava rivelando ancor più dura di quel che aveva
ipotizzato.
Per Wes la Dalton era molto più di una bella scuola privata.
Era una casa, e quei ragazzi erano la sua famiglia.
Cantò con tutto se stesso, sperando di regalare qualche emozione, di
trasmettere tutto quello che sentiva dentro agli altri prima di cedere di nuovo
il posto a Thad.
Si scambiarono uno sguardo significativo e Montgomery capì.
Doveva concentrarsi sul suo ultimo esame, una prova insignificante,
prima di iniziare una nuova vita.
A New York.
Almeno sapeva che non sarebbe stato solo, ma con uno dei suoi migliori amici….
Thad:
Am I original? (All: Yeah )
Am I the only one?(Yeah )
Am I sexual?(Yeah )
Thad, Blaine, Nick:
Am I everything you need?You better rock your body now
New York.
A Thad sembrava un’ottima prospettiva futura. Il trasferimento lo
avrebbe portato lontano da suo padre e quello…. Beh
era già abbastanza.
Perse un paio di passi, lanciando un’occhiatina veloce a Jeff riuscì a
riprendere il tempo prima di farsi avanti per concludere la canzone.
Era un successo.
Era il suo successo, in un certo senso.
Che di lui avessero parlato male o bene, sapeva che difficilmente si
sarebbero dimenticati di lui, in quella scuola.
E questo bastava per farlo sorridere.
All:
Everybody !Yeah (Thad: Rock your body!)
Rock your body!Yeah(Thad: Rock your body!)
Everybody!
Rock your body right, Backstreet's back, alright !
Alright! (Thad: Rock your body!)
Everybody !Yeah (Thad: Rock your body!)
Rock your body!Yeah(Thad: Rock your body!)
Everybody!
Rock your body right, Backstreet's back, alright !
Alright!
In unoscrosciarediapplausi,
l’ultimaesibizionedei Warblers diquell’anno, terminò.
Non si risparmiarono inchini e sorrisi mentre molti ragazzi si facevano
avanti, dispensando complimenti e fraterne pacche sulle spalle.
Wes si ritrovò circondato da amici che si congratularono con lui per
tutto quello che aveva fatto.
Flint si avvicinò al suo ragazzo, ridacchiando nel notare che il
caschetto biondo, di solito impeccabile, era tutto scompigliato “Sembra che una
rondine abbia deciso di nidarti in testa…” disse divertito mentre Jeff alzava gli occhi verso
il ciuffo, soffiandolo poi via dal viso.
“Cose che capitano quando si perde la testa ballando” commentò Sterling
circondando con un braccio le spalle di Wilson e spingendolo ad allontanarsi da
quella calca di persone, mentre Thad lo esortava a pettinarsi urlando che ‘Destava
abominio in quelle condizioni’.
Andarono a sedersi sull’erba lì vicino, osservando Nick che si beccava
anch’egli una discreta dose di complimenti, ma non di certo per come aveva
cantato o ballato.
Per l’alcool ovviamente.
Il biondino ridacchiò sotto ai baffi prima di voltarsi verso il suo
ragazzo, osservandone attentamente il profilo. Sembrava assorto in chissà quale
pensiero, così lui ne approfittò per guardarlo un po’.
Si appoggiò sui gomiti sporgendosi all’indietro e quando l’altro si
sentì eccessivamente osservato si voltò, incontrando i suoi occhi cangianti e
sorridenti “A che pensi?” chiese con un sorrisetto, passando una mano tra le
ciocche chiare per sistemarle almeno un po’.
“Stavo per farti la stessa domanda, sai?” rilanciò Jeff, beccandosi una
piccola pacca in testa.
“Te l’ho chiesto prima io….”
“Touchè.” Ripuntò
lo sguardo verso i suoi compagni prima di sospirare e rispondere a Flint “A
niente e a tutto. Insieme…. Al fatto che la scuola è
finita e che incredibilmente sono riuscito a raggiungere la sufficienza intutte le materie nonostante la voglia fosse
pari a zero…. A come sarà triste il prossimo anno
iniziare senza i ragazzi che si diplomano, esattamente come è stato triste
quest’anno iniziare senza Joshua, Taylor e gli altri
che se ne sono andati l’anno scorso…. A come passare
insieme quest’estate per viverla al massimo e a cosa posso inventarmi per
racimolare qualche soldo”
Flint sorrise dolcemente “Posso consigliare un lavoro estivo? Basta
contrabbando, per cortesia…”
“Ok, va bene…. Posso accettare questo
compromesso” rispose divertito il biondo prima di sollevarsi appena e sporgersi
verso il morettino, che si chinò per incontrare le sue labbra a metà strada in
un lento e semplice sfiorarsi di labbra “E tu? A che pensavi?”
Wilson scrollò le spalle, tornando a sedersi dritto “Che sono così
felice di essere ancora qui, con te, che mi fa quasi male il cuore…” sussurrò puntando i suoi grandi occhi azzurri in
quelli di Jeff.
Il biondo sorrise con altrettanta dolcezza “Ma io a questo penso sempre…” disse prima di alzarsi a sedere, incrociando le
gambe e portando una mano dietro alla nuca del suo ragazzo, per baciarlo ancora
una volta….
“Il prossimo anno sarà una palla passare i pomeriggi suoi libri senza
avere la possibilità di dire ‘Hey muoviti, abbiamo le
prove dopo’, non credi?”
Kirk si voltò verso Ethan, sorridendogli“Si ma avremo altro da fare, non credi?”
Moore scrollò le spalle, infilando un paio di pantaloni scuri piegati
con cura dentro al trolley grigio “Sì possibile…. Ma
non sarà questo. Mi mancherà tanto cantare…”
Il biondone sospirò “Onestamente so che sarà
dura ma…. Saremo insieme. Questo mi basta per capire
che andrà tutto bene Et…”
Ethan smise di fare quello che stava facendo solo per potersi voltare
verso il compagno di stanza. Lo osservò attentamente mentre controllava di aver
levato tutte le sue cose dai cassetti e, lentamente, si avvicinò a lui
abbracciandolo da dietro.
Kirk sorrise, appoggiando le mani su quelle di Ethan, unite sul suo
petto, e chiuse gli occhi un istante assaporando quel contatto.
Solo in un secondo momento si voltò verso di lui, appoggiando la fronte
alla sua e fissandosi sui suoi occhi color acqua limpida “Perché andrà tutto
bene, vero?”
Moore annuì impercettibilmente, prima di chiudere gli occhi e appoggiare
le labbra a quelle dell’altro, abbracciandolo stretto.
“Andrà tutto perfettamente.”
David inserì in una busta trasparente il verbale del giorno, prima di
chiudere il voluminoso raccoglitore una volta per tutte.
Lo sigillò con una copertina bianca prima di scrivervi sopra con un
indelebile ‘Verbali Warblers: Anno
scolastico 2010-2011’ e firmare.
Passò quindi la penna a Wes e Thad che fecero lo stesso e poi inserì
tutto dentro ad una scatola, sigillando anch’essa e mettendo la data sul
coperchio.
“Ok, ora è ufficialmente finita.” Decretò il ragazzo di colore,
appoggiandosi con entrambe le mani alla scrivania. Wes annuì mestamente,
sedendosi su di essa mentre Thad abbassava gli occhi sul pavimento, sospirando
“La porto io in segreteria e poi vado in camera a finire di fare le valige ….
Voi passate l’ultima notte alla Dalton, dopo il ballo?”
“Ovviamente” disse Montgomery mentre l’amico si avviava alla porta “Poi
ricordati le mutande che hai lavato prima, causa l’emozione” lo prese in giro,
dondolando i piedi “Sono ad asciugare fuori”
“Fai il simpatico, Montgomery?” lo riprese divertito David, prima di
sparire nel corridoio lasciandoli soli. Rimasero per un po’ in silenzio,
entrambi con gli occhi incollati alle mattonelle e lo sguardo triste, poi il ragazzo
asiatico si rivolse all’altro “Mi metti ansia quando stai zitto. Non ci sono abituato…”
Thad sorrise mestamente “Da settembre in poi non la penserai più così”
rispose affabile, appoggiandosi con i fianchi al bordo della scrivania, accanto
all’altro “Sei davvero sicuro che vuoi venire a vivere con me? Potrebbe
costarti molto più di quello che pensi” rilanciò divertito, guardandolo con
un’espressione furbesca che sembrò soppiantare la malinconia anche nell’altro.
“Mi farà bene vivere con te…. Così potrò
continuare a fare la crocerossina” gli rispose Wes, appoggiandogli una mano
sulla spalla “E poi non ti lascerei mai andare a New York da solo. Ti ammazzeresti….”
“Perché ti dai sempre tutta questa pena per me?” domandò Harwood “Non è
David il tuo migliore amico?”
Wes sbuffò “Non posso averne più di uno?” chiese ovvio, stupendo molto
Thad che sorrise appena, abbassando gli occhi per velare una certa commozione
“Siamo cresciuti insieme…. È così strano per te
capire che ti voglio bene e voglio assicurarmi che tu ti senta ok? Visto che
David ha deciso di frequentare la Columbus, che per me è ancora troppo vicino a
casa, voglio buttarmi all’avventura con te. Non me lo rimangerò se è di questo
che hai paura”
“Ok, stammi a sentire…. Non devi dire a
nessuno quello che sta per uscire dalla mia bocca perché lo negherò fino alla
morte” disse Thad voltandosi verso di lui, e appoggiandogli una mano alla
spalla “Ma anche io ti voglio bene…” concluse, prima
di abbracciare stretto l’asiatico che ridacchiò.
“Sei proprio strano Thad”
“Taci, non guastare l’atmosfera, stronzo!”
Blaine entrò nella stanza in quel momento, sorridendo dolcemente
davanti a quella scena “Sto per interrompere un momento di dolcezza?”
Thad si staccò di colpo, fulminandolo “Sei scemo? Certo che no…. Stavo solo…. Accertandomi
che la schiena di Wes fosse ben diritta. Coglione….”
Anderson rise, avvicinandosi “Scusatemi, ma devo parlare con Mr Harwood”
“Hai preso appuntamento dalla mia segretaria?” domandò cencioso il
piùgrande, mentre Wes scendeva dalla scrivania
avviandosi alla porta.
“Vi lascio soli!”
“No aspetta, e se mi stupra?”
Wesli abbandonò, facendosi
grasse risate per tutto il corridoio mentre Anderson si avvicinava a Thad,
osservandolo con un sorrisetto.
“Cosa c’è? Sei venuto a dirmi che se stasera rivolgo la parola a Kurt
mi spacchi un pianoforte sulla testa?” domandò secco, incrociando le braccia.
“No” fu la risposta accomodante del ricciolo “Volevo congratularmi con
te per la performance di stamattina. Sei stato grande, davvero.”
Thad alzò le sopracciglia, sorpreso, prima di riprendersi “Dov’è la
fregatura?”
“Nessuna fregatura…”
Harwood assottigliò gli occhi, guardandolo diffidente “Non so che
pensare, sai? Non andiamo d’accordo, quindi questa tua uscita di adesso non la
capisco davvero”
“Solo perché non mi sei simpatico non significa che io non debba
riconoscere in te un certo talento, o no?” disse ovvio Blaine, sospirando “Sei
estenuante, davvero….”
“D’accordo.” Thad lo guardò attentamente “Grazie. Per i complimenti, grazie….”
Blaine scosse lievemente il capo, guardandolo fisso negli occhi “A me
non piace litigare con le persone e, ripensando a come eravamo all’inizio
dell’anno, mi dispiace farlo con te. Non siamo mai stati amici per la pelle ma
abbiamo avuto i nostri momenti. Non puoi avercela con me in eterno perché sto
con Kurt, è immaturo”
“Hai ragione”
Il ricciolo sgranò gli occhi, esterrefatto “Prego?”
Thad sbuffò scocciato “Hai ragione, Blaine, non posso avercela con te…. E infatti non è più così. Io sono tranquillo ora,
cerca di esserlo anche tu”
“TU stai davvero chiedendo a ME di stare tranquillo?” domandò
soppesando lentamente una ad una ogni parola, come per cercare di darci un
senso.
“Non volevi una tregua?” rilanciò Thad, alzando un sopracciglio
“Stasera ho progetti ambiziosi: voglio ubriacarmi e forse c’è la possibilità di
avere la prima esperienza omosessuale intensa della mia vita….
Prima di tornare alle donne, credo. Quindi ecco la mia proposta: io continuo a
sfotterti e tu continui a subire, ma smetto di farlo con cattiveria…”
allungò la mano “Ci stai?”
Anderson sorrise appena, ancora scioccato dal discorso, prima di
stringergli la mano con enfasi “Direi di sì, man. Cerca di essere più
bi-sessuale che bi-polare, d’ora in poi. Tutti ne gioveranno”
“Ci posso anche provare….” Si lasciarono le
mani e Thad gli diede una pacca sulla spalla “Bene, ora hai dell’Amuchina o qualche altro disinfettante?” chiese
mostrandogli la mano con la quale aveva suggellato quel giuramento.
Blaine sbuffò una risata, prima di avviarsi alla porta “Ci vediamo
stasera, Harwood.”
“A stasera, Anderson. Mettiti le zeppe, andavano di moda negli anni 50”
Il ricciolo si fermò sulla porta, guardandolo furbescamente “Te ne
presto un paio?” chiese malignamente, prima di chiudersi la porta alle spalle e
andarsene fischiettando, lasciando l’altro a rimuginare, con un sorrisetto
divertito sulle labbra..
“Uno a zero, Anderson…. La partita è appena
iniziata però…”
Continua….
Nda.
La storia sta per finire….
E per davvero!
Faccio fatica a crederci dopo tutto questo tempo
ma non pensiamoci!
Pensiamo al fatto che stasera è uscita Perfect e io ho dato di matto, trovando la forza nonostante
la stanchezza per ultimare il capitolo che gentilmente Alexa
mi ha betato, permettendomi di postare per celebrare
questa favolosissima giornata :D
Non ho molto da dire se non che in questo capitolo
succede qualcosa di davvero inaspettato…. Ragazzi,
alla fine non ho resisto e non solo Klaineis (SO) on, Jintison…. Ma anche Kooreis on (e anche Thastian ma per quello non siamo alla fine della vicenda,
perché fidatevi…. Ci sarà da divertirsi xD)
Il Thess come friendship mi
ha scaldato il cuore non so a voi, e anche la scena finale tra Blaine e Thad,
in cui scherzano e non si ammazzano (urliamo al miracolo!) mi sembra abbastanza
carina.
La storia si sta risolvendo e la trama incasinata
di slega….
Ditemi che ne pensate, sapete che ci tengo^^
Spero di postare venerdì o sabato il terzultimo
capitolo.
Come sempre farò tutto il possibile!
A presto.
Un bacione
Jessy.
…. E grazie di cuore a tutti voi che leggete, mi
supportate (e sopportate) perché è per voi che continuo a scrivere e metterci
l’anima, siete incredibili.
Capitolo 40 *** #32 In the Still of the Night. ***
bananissima
Attenzione: Il raiting di questo capitolo si alza leggermente.
Come sempre consiglio la lettura in contemporanea
con l’ascolto delle canzoni che vi ho linkato^^
Enjoy.
Blaine Anderson presents:
the Pips!
#32
In the Stillof the Night.
Kurt sospirò, voltando il viso verso il suo ragazzo che stava guidando
tranquillamente, canticchiando sottovoce una vecchia canzone che passava alla
radio e osservando con attenzione la via.
Cercava di ricordare esattamente dove si trovasse quel ristorante,
c’era stato anche l’anno precedente, ma essendo situato in una zona di campagna
abbastanza lontana dal centro di Westerville, sembrava quasi d’obbligo per lui
perdersi tutte le volte.
“Siamo in ritardo” asserì Kurt, appoggiando una mano sul braccio di
Blaine.
Questi lo guardò eloquentemente “Se non ci avessi messo quasi due ore a
decidere come vestirti… E a litigare con tuo padre…”
Il più giovane roteò gli occhi azzurri, fissandoli sul tettuccio del Suv prima di sbuffare ritraendo la mano. Davvero non
riusciva a capire quale fosse il problema nel suo vestiario di quella sera.
Aveva scelto un outlift decisamente sobrio per i suoi
canoni, scegliendo un paio di pantaloni neri così aderenti che in un primo
momento il suo ragazzo li aveva scambiati per panta-calze. Sopra si era messo
una maglietta bianca leggera, nonostante avesse le maniche lunghe (perché
faceva caldo, certo, ma la sera l’aria fredda lo disturbava…
o almeno questa era la sua scusa) con sopra una stampa di Audrey Hepburn e, ai
piedi, degli eleganti mocassini color sabbia. Quello che rendeva il tutto molto
meno sobrio, almeno secondo il modesto parere di Blaine, era lo scollo a barca
che lasciava scoperta in modo dannatamente invitante una delle spalle lattee di
Kurt e la cintura che indossava in vita, che faceva passare quella maglia lunga
per un…. Vestito.
Inutile dire che si era beccato del ignorante.
Lui aveva optato invece per qualcosa che erasobrio sul serio, vestendosi alla John
Travolta di Grease con tanto di brillantina. Dubitava
che gli altri avrebbero notato la differenza dal solito….
Giacca di pelle nera, jeans aderenti, maglietta nera smanicata….
Si era messo d’accordo con gli altri Warblers per vestirsi così, un po’
sullo stile dei T-Birds.
Riconobbe una via e svoltò, sentendosi sobbalzare a causa del sentierino sterrato che aveva imboccato.
“Siamo ai limiti della civiltà” Decretò Kurt, osservando in lontananza
quello che sembrava un vigneto “Non mi ero mai avventurato in campagna…. Al massimo papà mi ha costretto a campeggi di
montagna.”
“Anche mio padre” rispose Blaine riconoscendo un cancello e capendo che
si, si trovavano nel posto giusto “Ma a me piaceva….
Mi ricordo che quando avevo circa dieci anni amavo andare ad Aspen d’estate…. Facevamo delle gita davvero belle. Poi crescendo
le cose sono cambiate e ora va a pescare una volta all’anno con Chad.”
Kurt lo guardò dispiaciuto, cercando di dire qualcosa di sensato. Ci
rinunciò quando Blaine parcheggiò davanti ad un bellissimo casolare di
campagna, di come non ne aveva mai visti prima.
Scese dall’auto avvicinandosi ad una ringhiera che dava su un campo in
discese piuttosto grande, appoggiandosi ad essa e osservando il gioco di luci
che il sole disegnava sulla vastità di quei campi di mais, non ancora maturo.
Blaine sorrise dolcemente, raggiungendolo e incantandosi a causa della
luce dorata che illuminava il viso da di per sé bellissimo del suo ragazzo. Lo
abbracciò da dietro, appoggiando il viso sulla sua spalla e lasciandogli un
bacio sulla guancia “Ti piace?” Kurt annuì, come incapace di parlare “Io adoro
questo posto…. Mi ricorda tanto quando, d’estate, vado
a trovare mia nonna in Toscana”
A quel punto Hummel ritrovò le parole. Eccome “Hai dei parenti in
Italia?” chiese meravigliato, ruotando su se stesso e appoggiandosi con i
fianchi alla ringhiera, fronteggiando Blaine.
Il ricciolo annuì “Si ma…. Si sono trasferiti
lì dopo la pensione….”
“Sembra un posto davvero bello e romantico…”
“Lo è ma…” Blaine sorrise di più “Non credo
che quest’estate lascerà l’Ohio…”
Kurt ricambiò il sorriso, prima di sporgersi in avanti e baciare
delicatamente il suo ragazzo. Quel momento, dolce al punto tale che solo un
romantico come lui poteva realmente apprezzarlo, gli sembrò semplicemente
perfetto.
Fino a che il suono di un clacson li fece sobbalzare.
A Blaine non serviva voltarsi per vedere chi fosse, il rumore delle
lamiere di quel vecchio catorcio che Nick si ostinava a guidare era più che
indicativo.
Attesero che la coppietta li raggiungesse, allontanandosi molto
lentamente uno dall’altro, ma tenendosi per mano. Erano tra i ragazzi della
Dalton, per una sera potevano prendersi la libertà di abbassare la guardia.
Nick era vestito circa come Blaine, aveva solo una maglietta bianca sotto
al chiodo di differente, mentre Kenzie era molto carina, con una gonna blu a
vita alta che le arrivava fino al ginocchio, rivelando sotto di essa delle
balze in tulle.Sopra indossava una
camicetta a maniche corte molto semplice, dentro alla gonna, e un piccolo
foulard annodato attorno al collo magro dello stesso colore della gonna. Il
fatto che avesse messo le ballerine la faceva quasi più bassa di quanto fosse
in realtà.
Quella era la classica ragazza che, accanto ad un ragazzo della statura
di Nick, Blaine o Thad, li rendeva quasi normali, parlando di altezza.
McKenzie si avvicinò sporgendosi verso Kurt per lasciargli un paio di
baci sulle guance mentre Nick salutava Blaine, pavoneggiandosi come non mai,
con tanto di sigaretta dietro all’orecchio.
“Sono contenta di rivedervi” disse allegramente la giovane, voltandosi
poi verso Blaine e dando una frustata a Nick sul naso con la coda di cavallo
alta e color cioccolato, le cui punte erano leggermente più chiare e tendenti
al biondo.
“Odio quando ti leghi i capelli” disse con un tono di voce strano che
fece intuire a Kurt che…
“Nick quanto hai bevuto prima di venire qui?”
Duvall ridacchiò come un ebete, appoggiandosi alle spalle della sua
ragazza “Sono brillo da stamattina alle undici…. Ma
non dirlo a Kenzie”
La morettina roteò gli occhi “Guarda che ci sento bene, e ci vedo anche
meglio…. Senza contare il fetore di vino che emani…”
Lui la guardò, apparentemente sconvolto “Chi te lo ha detto?? Sei stato
tu?!” disse rivoltò verso Blaine che non era ben certo se piangere o ridere
della cosa.
“Che dite, entriamo?” domandò Hummel con somma pazienza, iniziando già
ad avviarsi senza lasciare la mano del suo ragazzo. Entrarono nella sala e
subito adocchiarono Jeff che si stava sbracciando per attirare la loro
attenzione.
Mentre raggiungevano il tavolino da sei occupato dal biondo e da
Wilson, Kurt si guardò attorno. La sala era davvero enorme e da lì Kurt poteva
vedere il giardino nel quale, su una pavimentazione in mattonelle chiare, c’era
un piccolo palco con sopra una band e quella che doveva essere la pista da
ballo.
Presero posto insieme alla coppietta felice, iniziando a chiacchierare
del più e del meno mentre la sala si riempiva velocemente.
La cena fu abbastanza veloce, le pietanze accettabili e la compagnia
davvero buona. Jeff che assecondava Nick nei suoi folli deliri, poi, fu
impagabile.
Duvall aveva deciso di prendersela comoda, visto che non avrebbe
cantato. Così, visto che non avevale
prove quel pomeriggio si era dilettato nella sottile arte del ‘bevi tutto
quello che incontri sul tuo cammino, senza riflettere sul perché o sulle
conseguenze’, ottenendo discreti risultati.
Thad, che invece avrebbe aperto la serata, seppure anche lui avesse
iniziato a bere quella mattina con Nick, sembrava sicuramente più in sé.
Kurt si accorse di lui quando, una volta terminata la cena, alzò gli
occhi dal bicchiere di vino incontrando la figura del capo consiglio in piedi,
chinato in avanti su un tavolo qualche metro più avanti.
Anche lui, come Blaine, Jeff e Nick esibiva una mise alla Fonzie di
Happy Days, ma non sembrava essersi ingellato i capelli. Almeno qualcuno che
non apprezzava la brillantina c’era.
Flint invece aveva optato, come Kurt, per qualcosa di più elaborato ma
comunque conforme con la moda del periodo: un paio di pantaloni bianchi a vita
alta, bretelle nere, camicia verde acqua con tanto di papillon color crema e un
maglioncino azzurro dal taglio datato, con lo stemma del suo vecchio liceo di
New York.
Harwood si avvicinò al tavolo lasciando una pacca sulle spalle a Jeff,
prima di chinarsi su Kurt e sussurrargli velocemente all’orecchio “Stasera
voglio un ballo da te…”e rialzarsi di
nuovo, defilandosi tra la folla.
Blaine, che non aveva percepito il messaggio, guardò attentamente il
suo ragazzo che però scosse il capo con non curanza “Il solito Thad” decretò
mentre una coppia sorridente si avvicinava a loro, tenendosi per mano.
“Ciao ragazzi, state passando una buona serata?” chiese Wes, portando
la mano libera nella tasca dei jeans.
Jeff sorrise “Oh si! Anche Nick, vero?”
Duvall guardò Wes sbadigliando, prima di fissare Lily per un istante,
appoggiando il braccio attorno alle spalle di Kenzie “Voi non vi conoscete credo…”
McKenzie porse la mano alla mora, che la strinse con un sorriso
pacifico in viso. Lily era davvero bellissima, come sempre. Il vestito rosso a
pois bianchi aveva la gonna gonfia a campana che le arrivava sotto il ginocchio,
e una cintura nera in vita che metteva in risalto la sua figura slanciata. I
capelli neri, lungi fino a metà schiena, erano racconti in una mezza coda sulla
quale era appuntata una rosa rossa. Nonostante fosse alta, con quei tacchi a
spillo da minimo dodici centimetri lo sembravano anche più di Wes, un altro dei
sette nani.
“Thadsta per cantare” disse con
voce melodiosa, passando i grandi occhi color topazio su tutti i presenti,
prima di ripuntarli in quelli allungati del suo ragazzo che le prese la mano.
“Venite sotto al palco anche voi?” domandò Montgomery.
Nick si alzò traballante “Devo aiutare Thad, o non troverà mai la
Scimmia di Giada!”scattò in avanti tra i tavoli, afferrando al volo una
bottiglia di vino abbandonata.
Kenzie sospirò, chiudendo un istante gli occhi “Io lo annego nel
laghetto qui dietro” concluse, levando il tovagliolo dalle gambe per poterlo
seguire, evitando magari che provvedesse da solo a buttarsi nell’acqua.
“Euforia da fine scuola?” domandò pensieroso Kurt, mentre si alzava a
sua volta imitato dal resto della tavolata.
“No, demenza dalla nascita” terminò Flint scuotendo amareggiato il
capo.
Uscirono in giardino, avvicinandosi alla calca di studenti che stavano
aspettando che iniziasse la serata, al centro della pista da ballo pronti come
non mai a scatenarsi. Molti dei ragazzi della Dalton avevano chiesto alle
giovani della Crawford di accompagnarli, visto che la serata era stata
organizzata da entrambi gli istituti.
Kurt lo capì solo quando, insieme a Karter, il rappresentante di
istituto, salì sul palco anche una ragazza con corti capelli rossi a caschetto.
Connor si schiarì la voce prendendo il microfono “Buonasera a tutti”
disse con un sorriso “Benvenuti a questo cinquantaseiesimo ballo annuale di
fine anno degli istituti Dalton e Crawford. Non mi dilungherò, voglio solo fare
un paio di ringraziamenti a coloro che hanno contribuito alla serata…”
Kurt si appoggiò mollemente a Blaine, che da dietro aveva portato un
braccio attorno ai fianchi del più alto per poterlo stringere a se “Quindi non
cantate tutti, stasera?”
Blaine scosse il capo “Solo chi aveva voglia di preparare seriamente un
pezzo. O chi era in grado di reggersi in piedi oggi pomeriggio alle tre…”
“…. Passo ora la parola al solista dei Warblers che ci intratterranno
stasera. Fate quindi un bell’applauso a Thad Harwood”
Dalla folla partirono molti applausi e esclamazioni di incitamento,
mentre il ragazzo saliva le scalette metalliche del palco, salutando la folla
con un sorriso pragmatico, come se fosse il Presidente degli USA.
“Buona sera da parte mia e dei Warblers” disse dopo aver afferrato il
microfono che Karter gli stava porgendo “Non ho intenzione di fare un discorso
perché non l’ho preparato e, soprattutto perché ho voglia di bere quindi mi
sbrigo anche a cantare” disse scatenando delle risate e altre esclamazioni.
Kurt sorrise scuotendo il capo “Voglio solo dire che io avevo proposto a
Connor, come tema per quest’anno, gli anni settanta. Lui però sosteneva che,
visti i precedenti, fare gli hippie sarebbe stato sconveniente. Poi come lo spiegavamo
il punch corretto con LSD alla narcotici?” domandò ironico, passandosi una mano
tra i capelli “Tutto può accadere, l’anno scorso eravamo tutti in toga come gli
antichi romani e siamo comunque riusciti ad ottenere otto richiami, me
compreso”
“Perché la cosa non mi stupisce?” domandò Flint, fissando con
espressione stranita il ragazzo sul palco “Ma dove sono i cecchini?”chiese
ancora, fingendo di guardarsi attorno.
Kurt sbottò una risata “Perché i cecchini?”
“Per abbatterlo…” concluse, ricevendo una spintarella dal suo ragazzo
per la boiata appena detta.
“Senza ulteriori indugi passiamo alla prima canzone della serata” disse
Thad, dando momentaneamente le spalle al pubblico per lanciare uno sguardo
all’orchestra, già pronta.
Il borbottare basso e ritmato di un basso diede il via alla canzone,
supportato subito dal coro.
Thad fece qualche passo verso il pubblico e schioccando le dita a tempo
di musica “Cantate con me se la conoscete…. E anche
se non la conoscete, va bene lo stesso”
Prese un respiro profondo, incanalando l’aria nei polmoni, prima di
iniziare a cantare.
In the still of the night, I held you….
Held you tight… 'Cause I love…
Love you so! Promise I'll never
Let you go… In the still of the night…
Blaine iniziò ad ondeggiare, sempre tenendo stretto a se Kurt “Sai…. Non mi pesa molto che lui mi abbia battuto”
Hummel voltò il capo per guardarlo “Ah no?”
“No…. Alla fine è bravo, anche se non lo
sopporto. Riconosco che ha talento e se lo incanalasse in karma positivo magari
riuscirei a sopportarlo per più di dieci secondi senza volerlo prendere a
cazzotti sulla faccia…”
Kurt ridacchiò soavemente, prima di voltarsi di tre quarti per
guardarlo negli negli occhi, con dipinta sul viso
un’espressione furbetta “La tua è solo gelosia, anche se dici che ora non lo
sei più…. Smetti di far finta che sia solo
l’atteggiamento di Thad ad urtarti”
Blaine alzò un sopracciglio, cercando inutilmente di reprimere un
sorriso “Ok, lo ammetto, sono molto geloso. Contento?”
“Abbastanza” decretò soddisfatto Kurt, tornando a guardare il palco.
L’altro affondò il viso nell’incavo del suo collo, mozzandogli il
respiro in gola non appena prese a respirare il suo profumo direttamente dalla
pelle lasciata scoperta dallo scollo a barca “Però hai ragione, non dovrei. Tantosei
solo mio….”
I remember that night in May The stars
were bright above!
I'll hope and I'll pray to keep your precious love…
Well before the light hold me again... With all of your might! In the stillof
the night…
Sebastian teneva lo sguardo sul palco, facendo ondeggiare con eleganza
il bicchiere di vino rosso. Ne prese un assaggio, leccandosi poi le labbra.
Si sarebbe divertito davvero tanto, quella sera.
Se lo sentiva.
“Come pensi di agire?” domandò senza nemmeno troppo interesse Joey, troppo intendo ad adocchiare le ragazze single.
“Con tanto charme” fu la risposta pronta di Sebastian, che appoggiò il
bicchiere ormai vuoto su un tavolino, prima di sistemarsi il maglioncino sulle
spalle e il papillon “Ora, sono scopabile, decisamente scopabile, o
dannatamente scopabile stasera?” domandò con un sorrisetto malizioso.
Joey storse il
naso “Non sei il mio tipo Seba….. Lo sai bene”
Smythe rise senza
troppo colore “Mi avvicino alla preda…. A dopo e, se
ti senti troppo solo, vai a casa.”
L’altro gli fece il verso “Quello che si beccherà presto una malattia
venerea, comunque, non sarò io.” concluse, parlando più a se stesso che
all’amico, visto che Sebastian si era già incamminato verso il retro del palco,
smettendo di ascoltare qualsiasi cosa che non fosse la voce di Thad.
So before the light! Hold me again…
With all of your might ! Yeeeah!Oooh!
In the still, in the still of the night! In the stillof
the night…
Dopo essersi esibito in alcuni vocalizzi da pelle d’oca, Thad riaprì
gli occhi osservando attentamente la platea.
Adorava vederli tutti così presi, si sentiva davvero una rockstar.
Quando la canzone terminò, quasi a malincuore, mise il microfono sul
sostegno, scendendo dal palco sotto un’autentica standing ovation del pubblico.
Quando però finì di scendere le scalette trovò Wes infondo ad esse, e
non sembrava affatto contento “Che succede?” chiese subito Harwood.
“Richard.” Rispose l’asiatico “Sta a lui ma non si trova….
Che facciamo?”
“Si è imboscato con la tipa?” domandò divertito Harwood, e appena Wes
annuì sospirando esplose in una fragorosa risata “Ok ho la soluzione….
Quanto è ubriaco Duvall?”
“Tanto, perché?”
“Perché ubriachi si canta meglio”
Wes osservò la scena con scetticismo, mentre Thad passava un paio di
microfoni a Kenzie e Duvall “Secondo me non ce la faranno mai…”
La ragazza lo fulminò “Grazie per la fiducia!”
Wes arrossì lievemente, in imbarazzo “Ma no McKenzie, che hai capito…. è solo che Nick sembra davvero troppo ubriaco e…”
“Amico, io ho la musica nel sangue” disse il diretto interessato
guardando l’asiatico come se fosse scemo “Farò un autentico figurone….
Praticamente io…. io sono Danny Zucco!”
“Ah, pensavo l’amico brutto e stupido” rilanciò sarcasticamente
Harwood, spingendolo verso il palco, prima di rivolgersi alla ragazza “In bocca
al lupo, e spero che tu sia brava come dice Duvall. Di solito quando si
innamora non capisce niente e quindi mi aspetto che tu canti come una vecchia
rachitica racchia…. Successe la stessa cosa per una
bella bionda qualche tempo fa”
Kenzie lo guardò alzando le sopracciglia “Prego? Una bionda?”
“Si…. Una birra bionda” specificò poi
divertito Harwood, beccandosi un paio di paroline dolci della serie ‘coglione’
o ‘deficiente’ prima che la ragazza salisse sul palco, seguendo Nick.
Non ci furono grandi preamboli, salutarono il pubblico facendo segno
all’orchestra e subito la tastiera iniziò a suonare, seguita poi da tutti gli
altri strumenti.
Duvall si sfilò la giacca, lanciandola oltre il palco, in testa a Wes,
prima di iniziare a cantare, camminando lentamente fino a Kenzie….
Nick: I got chills, they're multiplyin', and I'm losin'
control
Cause the power you're supplyin',
it's electrify in'
Kenzie: You better shape up, cause I need a
man, and my heart is set on you.
Thad ridacchiò, guardando la ragazza che saltellava sul palco.
“Canta come cosa?” domandò sagace Wes, dandogli una gomitata sul
braccio, con nonchalance “Come una vecchia racchia rachitica?”
“Ok, ok, ho sbagliato” rispose Thad divertito mentre Lily lo
raggiungeva, muovendo il capo a tempo con la musica “Ora scusami ma ho un
appuntamento anche io con una bella birra bionda. Ci vediamo dopo, controlla
che Duvall non caschi dal palco”
“Potrei evitarlo? Credo di no” disse l’asiatico, portando un braccio
attorno ai fianchi della sua mora, che ridacchiò divertita dalle espressioni
che Nick stava facendo, mentre cantava.
Almeno ci credeva davvero.
Thad infilò le mani nelle tasche del chiodo di pelle, camminando
tranquillamente al margine della pista, dove un sacco di persone stavano già
iniziando a ballare e scatenarsi.
Intravide in lontananza Anderson che si muoveva in modo molto
scomposto, seguito da un Jeff decisamente più a tempo, ma comunque parecchio
ridicolo.
Lìvicino Flint parlava
praticamente nell’orecchio di Kurt, ed entrambi sembravano decisamente
impegnati a studiare i look degli studenti. E i loro rispettivi ragazzi.
Thad non pensava che Flint fosse quel tipo di gay. Un Kurt bastava e
avanzava.
Il ragazzo alzò gli occhi chiari proprio in quel momento, incontrando
gli occhi di Thad. Alzò la mano nella quale reggeva un grosso bicchiere rosso,
salutandolo, mentre Harwood ricambiò con un cenno del capo.
Stava quasi ponderando l’idea di andare a scambiare un paio di parole
con lui quando si sentì chiamare dal tocco delicato di una mano sulla spalla.
Voltandosi, non si sarebbe mai aspettato di trovarsi davanti proprio
quella persona.
Togheter: You're the one that I want
Your the one that I want
Your the one that I want
The one I need,oh
yes indeed!
Kurt osservò attentamente Trent avvicinarsi a Thad, chiedendosi se
fosse improvvisamente impazzito.
Flint notò questo dettaglio, così la smise di commentare come quei
jeans riuscivano a rendere il fondoschiena di Jeff ancora più sodo e sospirò
“Ci scapperà il morto?”
Kurt si mordicchiò il labbro “Forse dovrei intervenire, tieni” gli
passò il bicchiere, che in realtà conteneva solo Diet
Coke, prima di avviarsi attraverso la pista da ballo verso i due ragazzi che
sembravano coinvolti in una discussione accesa.
Blaine scelse quel momento per afferrare il suo ragazzo per la vita,
tirandolo a sé. “Kurt vieni a ballare!” gli urlò praticamente in faccia.
“Rischio di sbronzarmi solo con il tuo alito, sai?” disse lievemente
piccato Hummel, tentando di sfuggire alla sua presa, prima di desistere.
Blaine roteò gli occhi “Ho bevuto solo un drink, non ho intenzione di
rovinarci la sera…. Andiamo su!”
“Ok, va bene” rispose Kurt scostandosi e prendendogli la mano,
lasciandosi accompagnare verso il centro della pista da ballo dove Jeff stava
supplicando il suo ragazzo per un ballo.
Lanciò solo un’ultima occhiata oltre le sue spalle, ma di Thad e Trent
non c’era più traccia….
Kenzie: If you're filled with affection,'n you're
too shy to convey… Meditate my direction,
feel your way…
Nick: I better shape up, cause you need a
man
Kenzie: I need a man, who can keep me
satisfied!
Nick: I better shape up, if I'm gonna prove
Kenzie: You better prove, that my fate is
justified
Nick: Are you sure? Yes I'm sure down
deep inside!
“Cosa diavolo vuoi?!”
Trent deglutì rumorosamente, prima di prendere un respiro profondo per
farsi coraggio “Parlare con te…. E basta”
“E cosa ti fa pensare che non ti spaccherò la testa, per curiosità?!”
Domandò Harwood, facendo un passo verso di lui con fare minaccioso.
Nixon arretrò appena, tenendo però lo sguardo sicuro in quello
dell’altro “Perché anche se non sembra sei una persona civile.”
“Ah si?” chiese ironico l’altro “A me non sembra, visto che tutti
dicono che sono un pazzo, grazie a te…”
“Sai che non importa a nessuno” replicò Trent “Siamo alla Dalton,
nessuno giudica…. Nessuno eccetto te stesso” questo
sembrò zittire momentaneamente il più grande, permettendo all’altro di parlare
“Possiamo parlare un istante, per favore? Lontano dal casino se è possibile”
“Ok…” Thad lo guardò con diffidenza,
avviandosi verso un sentierino esterno.
La notte era scesa e Thad non vedeva nitidamente l’altro, a causa della
scarsa illuminazione “Se stai pensando di imbucarti con me, mi dispiace. Non mi
piaci per niente e un panda cinese sarebbe più sessualmente attraente di te”
Trent sbuffò “Non puoi essere un po’ più carino?”
“Con te no. Cosa ti aspetti scusa?! Un mazzo di rose?!” Harwood lo
guardò incredulo “Ora sbrigati, il mio fegato attende qualcosa di significativo
da poter filtrare…”
“In primo luogo io sono etero, e poi sono i reni a filtrare i liquidi”
puntualizzò Nixon, prima di sospirare “E io voglio solo chiederti scusa”
sciolse le braccia, prima incrociate sul petto, lungo i fianchi “Vorrei tornare
nei Warblers l’anno prossimo, ma non se tutti sono ancora incazzati con me….”
“Ma che ti importa, scusa? Io il prossimo anno nemmeno ci sono!”
“Penso sia un fatto di principio, Thad” Trent cercò di spiegarsi ,anche
se sapeva che stava parlando con un muro “Io voglio che tu mi perdoni…. Davvero…”
“Non credi sia pretenzioso?” Thad rimise le mani nelle tasche, tastando
per trovare il pacchetto di sigarette. Se ne mise una tra le labbra “Tu
pretendi di essere perdonato dopo quello che mi hai fatto, o non torni nei Warblers…. Credi davvero che cederò a questo ricatto? Non
mi importa niente se non ci torni, ma proprio niente” prese l’accendino
mettendo poi una mano a coppa per accendere la sigaretta.
“Ho parlato anche con Nick, Ethan…. ConBlaine e Flint. Manchi solo tu”
“E penso che mancherò all’appello ancora per molto…”
Harwood scosse il capo “Senti, io mi sto trattenendo dallo spaccarti la faccia,
penso sia sufficiente, che dici? Togliendo Duvall, che alla fine si sapeva che
era vergine, hai fatto davvero qualcosa di grave. Hai costretto un ragazzo ad
un coming out forzato, messo a nudo i problemi
personali dell’Hobbit, rovinato la relazione tra
Flint e Jeff e…. E detto cose di me che nessuno
sapeva eccetto…. Pochi eletti”
“Eccetto Kurt” incalzò Trent, beccandosi un’occhiata fiammeggiante che distinse
bene, nonostante l’oscurità “Non te ne sto facendo una colpa”
“Tu non sai niente. Ne come stavo ne altro” disse secco Thad, la voce
gli tremava per la rabbia “Ora vattene trascinando con te i rotoli di cellulite
prima che cambi idea, decidendo di ridurti ad un hamburger.”
“Non ho mai sentito un così varia purpurrì di
insulti creativi in tutta la mia vita, e detto da ma è davvero significativo…”
Thad si voltò, trovandosi alle spalle Sebastian e il suo solito ghigno
compiaciuto.
Trent osservò confuso l’intruso, chiedendosi chi diavolo fosse.
“Non avevamo un appuntamento, noi due?” domandò quindi lascivo Smythe, affiancandosi al capo consiglio “O preferisci
perdere tempo con…” lasciò che gli occhi di ghiaccio
percorressero tutta la figura di Trent “…. Coso”
“Non avevamo nessun appuntamento” specificò Thad “Ma improvvisamente mi
sento magnanimo, attenderesti solo un istante?”
“Tutto il tempo che vuoi, dolcezza”
Harwood tornò a voltarsi verso Trent guardandolo sprezzante “Le azioni
hanno un peso, convivici” decretò, prima di dargli le spalle e lasciarlo da
solo a sospirare al buio.
Sapeva che non avrebbe ottenuto niente, e sapeva anche che non poteva
prendersela per le parole dure e acide del ragazzo.
Aveva ragione su tutta la linea ad avercela con lui.
All I do is
lie, by the Oceanside…
Why do the clouds all turn grey just for you?
I've never bloomed such a beautiful blues..
Step outside your door, and go down to the shore…
Why do your eyes feel like shells in a dune?
What makes a crowd turn away from a tune? I've never bloomed such a beautiful
blues..
Kurt si mise a sedere sulle gambe di Blaine, ignorando i commenti di
David sul fatto che la penuria di sedie era alla base del deficit americano. Si
passò una mano sulla fronte imperlata di sudore prima di alzarsi le maniche
della maglietta fin sopra al gomito “Non ho mai ballato tanto in tutta la mia
vita” sottolineò, osservando deliziato Jeff che guardava ipnotizzato il suo
ragazzo cantare.
Blaine ridacchiò “E abbiamo appena iniziato” sottolineò, portando un
braccio dietro alla schiena di Kurt per stringerlo a se, prima di dedicare
anche lui la sua attenzione all’esibizione di Wilson “Non conosco questa
canzone, ma ha davvero un bel testo…”
Kurt annuì, appoggiando il capo al suo “Vero….
E Flintmigliora sempre di più. Avete
un’idea su chi potrebbe prendere il posto di Thad come solista? Ci riprovi tu?”
Anderson scosse il capo “Se sarò davvero capo consiglio non credo ne
avrò il tempo…. Insomma, è un sacco di lavoro. Thad
ha deciso di sfidarmi a fine anno, ma onestamente non so se sarebbe riuscito a
tenere certi ritmi tuttoil tempo…”
“Quindi resterai alla Dalton anche il prossimo anno?” domandò di getto
Kurt, pentendosi immediatamente di averlo fatto e mordendosi le labbra. Non era
certo di voler conoscere la risposta.
Blaine corrugò le sopracciglia, guardandolo stranito mentre il suo
ragazzo puntava lo sguardo a terra “Certo…. Dove
dovrei andare?” chiese senza capire, mentre David, accanto a loro, roteava gli
occhi.
La sua lentezza alle volte era esasperante.
Kurt stirò un sorriso, baciandogli la guancia “Da nessuna parte, ovviamente….”
Who knew that
love was a beautiful blues?
Who knew that love was a dangerous drug?
Now I know love is a beautiful drug…
I know that drug is a dangerous love… I knownow
love is a dangerousblues…
Lo scrosciare degli applausi deconcentrò Thad, facendogli voltare il
viso verso il palco, da cui Flint si stava spandendo in ringraziamenti prima di
scendere dal palco.
Non aveva seguito niente della sua esibizione, troppo impegnato a fare
altro.
A tal proposito, Sebastian portò una mano dietro alla sua nuca,
costringendolo a voltarsi nuovamente verso di lui per riuscire ad infilargli
tutta la lingua in gola.
Ok, quel passatempo era decisamente più piacevole di ogni canzone
possibile e immaginabile, nonostante stimasse Flint come artista.
Permise al ragazzo di schiacciarlo contro la parete, portando una mano
sul retro dei suoi pantaloni aderenti e tastando con mano quello che aveva apprezzando
anche in precedenza.
Sebastian sorrise maliziosamente sulle sue labbra, prima di morderle
piano.
Lasciò scivolare la mano lungo il fianco del più grande, sopra alla
canottiera bianca che indossava e poi davanti, sugli addominali del ragazzo.
“Qualcuno va in palestra…” sussurrò lascivo,
appoggiando la mano sulla fibbia della cintura nera che Thad indossava.
Col senno del poi, nessuno poteva vederli lì nascosti contro l’angolo
della casa, ma erano comunque circondati da studenti.
Thad sapeva che il discorso era coerente e sensato, ma sapeva che non
era quello il reale motivo per il quale fosse così riottoso nei confronti del
bel Sebastian. Forse perché non voleva le sue mani su di se….
Non era lui che voleva per la sua ‘prima volta da omosessuale o
bisessuale che fosse’, per questo aveva delle riserve.
Lo allontanò un po’ da sé, appoggiandogli le mani sui fianchi mentre
questi lo guardava con la solita strafottenza, mista ad una sorta di nebbia di
lussuria che gli oscurava gli occhi rendendoli blu come il mare in tempesta.
Lui spostò i suoi verso destra, notando Jeff e Blaine prepararsi per
cantare la loro canzone.
Sorrise furbescamente.
Nonostante la situazione non fosse delle migliori, doveva scroccare a
Kurt quel famoso ballo. Non ci sarebbe più riuscito poi e ci teneva visto che
era il suo ultimo ballo studentesco.
Valeva la pena rimandare con Sebastian, magari liberando anche un po’
la mente.
“Devo fare una cosa importante” disse sicuro, portando una mano sul
petto del ragazzo più alto e accarezzandolo lentamente, prima di scostarlo del
tutto da sé.
Sebastian ridacchiò “Sai che facendo così non fai che eccitarmi di più?
Mi piacciono le sfide difficili…” sussurrò
sporgendosi verso di lui per mormorarlo direttamente sul suo orecchio, prima di
leccarlo “Ma se vuoi fare questo gioco prego, non ti tratterrò”
“Mi serve anche qualcosa di forte” lo informò Thad, sistemandosi la
giacca di pelle e i jeans per nascondere – per quanto possibile- il
rigonfiamento che inevitabilmente era venuto a crearsi con tutto quello
sfregamento “Così magari sopporterò meglio la tua parlata lenta e cadenzata da
snob, Sebastian…”
“Magari avrai anche le palle per scoparmi o lasciarti scopare, dopo…” lo incalzò Smythe mentre
Harwood sbuffava una risata.
Almeno si divertiva, nessuno sapeva tenergli testa in quel modo.
Aveva trovato uno stronzo quanto lui, sembrava incredibile.
Peccato che lui fosse inevitabilmente il più stronzo del mondo.
Jeff: One, two, three o'clock, four
o'clock, rock,
Blaine: Five, six, seven o'clock, eight
o'clock, rock,
Jeff: Nine, ten, eleven o'clock, twelve
o'clock, rock,
Blaine: We're gonna
rock around the clock tonight.
Thad gli lanciò un’ultima occhiatina prima di ammiccare e dirigersi
verso la pista da ballo. Non aveva bisogno di voltarsi per sapere che Sebastian
non avrebbe scollato gli occhi dal suo sedere per tutto il tempo, mentre
ballava con Kurt.
Perché sì, aveva già deciso che Hummel non avrebbe opposto resistenza
alla sua decisione.
Sgusciò con facilità tra tutti quei corpi danzati, accalcati e vicini,
riuscendo a raggiungere Kurt dalla sua postazione sotto al palco.
Meglio di così non poteva andare…
Si avvicinò da dietro, notando che Blaine si era già accorto della sua
presenza (dopotutto il palco non era così alto) e, dopo essersi appoggiato alla
schiena di Kurt col petto riuscendo nel suo intento di spaventarlo, sussurrò
“Ok adesso balliamo”
Kurt si voltò di scatto, occhi sgranati “No guarda Thad….
Apprezzo che tu abbia pensato a me ma…”
“Niente ma, muovi il culo Hummel!”
Lo afferrò per il polso, trascinandolo poco distante e prendendolo per
le mani, lanciando un’occhiatina divertita a Blaine che, nonostante stesse
cantando, non si perdeva un singolo movimento dei due.
Kurt se ne accorse, tanto che sbuffò sonoramente “E la tregua?”
“La tregua riguarda le parole crudeli verso il tuo gnomo da compagnia e
i suoi piccoli amici Gremlins, non le dimostrazioni
di pura stronzaggine, Pookie…”
Jeff: When it's eight, nine, ten, eleven
too,
I'll be goin'
strong and so will you.
We're gonna rock
around the clock tonight,
Blaine: We're gonna
rock, rock, rock, 'til broad daylight.
We're gonna
rock, gonna rock, around the clock tonight.
Ok, una cosa andava detta.
Thad ballava veramente bene.
Non se n’era mai accorto dai balletti dei Warblers, ma nel Rock’n’Roll ci sapeva davvero fare.
Dopo la quarta giravolta consecutiva si appoggiò alle sue spalle con
entrambe le mani, nonostante continuasse a muoversi a tempo di musica, solo
perché iniziava a girargli davvero tanto la testa.
“Dove hai imparato a ballare così?!” chiese, col fiatone.
Thad ridacchiò “Segreto Pookie…. E non mi hai
visto alle prese con i latino americani…”
“Eh certo” ribattè ironico Hummel “I
movimenti pelvici saranno quelli ti riescono che meglio”
“Vuoi provare per caso?”
Kurt arrossì di botto, staccandosi di nuovo.
Harwood lo riprese per le mani, continuando a ballare come se nulla
fosse “Quando ti accorgerai che Anderson è un Demotivotional
con le gambe corte verrai da me per ballare una baciata, fidati. Io ho sangue caliente nelle vene…. Mia nonna è
messicana.”
“Cosa centra??”
“Che i messicani sono più passionali dei nani di Moria. E menopelosi”
Jeff: When the clock strikes twelve,
we'll cool off then,
Start a rockin'
round the clock again.
We're gonna rock
around the clock tonight,
Blaine: We're gonna
rock, rock, rock, 'til broad daylight.
We're gonna
rock, gonna rock, around the clock tonight.
Kurt scosse piano il capo, esibendosi in altra giravolta “La tregua…. Ricordatela…”
“Oh quella vale solo quando mi sente”
A quel punto per il più giovane fu impossibile trattenersi e si lasciò
andare in una risata fragorosa “Non sto ridendo perché prendi in giro il mio
ragazzo, sia chiaro…” puntualizzò “Ma perché dici
cose che non stanno né in cielo né in terra. Le prendi le medicine?”
“Ovviamente! Non vedi come sono sano?”
“Parolone per te ma…. Hai fatto
miglioramenti” sorrise, togliendo le mani dalle sue non appena la musica cessò.
Applaudirono entrambi i due ragazzi e non appena Blaine indicò Thad con un
gesto secco, il capo consiglio Harwood ridacchiò, sporgendosi verso Kurt e
lasciandogli un bacio sulla guancia “A presto Pookie.
Ti saluto ora perché non credo che dopo sarò nelle condizioni di poterti riconoscere…. Buona serata!”
Hummel alzò gli occhi al cielo “Cosa devo fare con te?” chiese, ma
ormai Thad si era dileguato. Si voltò verso il retro del palco, vedendovi
emergere il suo ragazzo.
Decise di raggiungerlo mentre un gruppo di ragazzi si congratulava sia
con lui che con Jeff e gli gettò le braccia al collo, riempiendolo di
complimenti come sempre per l’eccellente performance.
In lontananza Sebastian studiava attentamente la scena, pensieroso.
Harwood lo affiancò, concentrandosi anche lui su Blaine e Kurt mentre
si rivolgeva a Smythe “Dove eravamo rimasti?”
“Se tu hai finito di perder tempo con i casi umani” decretò Sebastian
“Io propongo di prendere una bottiglia di vino invecchiato a testa e scolarcela…. Poi ci chiudiamo in bagno…”
“Idea allettante…. Ci sto”
Wes aiutò Nick a salire in auto, mentre Lily e Kenzie osservavano
quella scena pietosa, davanti al veicolo.
Duvall era così sbronzo che non riusciva nemmeno ad afferrare la
cintura di sicurezza, perdendosi in irritantissime risatine che snervarono
Montgomery al punto tale che fu lui ad allacciargliela.
“Sono le undici di sera” disse Kenzie sospirando “Sono solo le undici
di sera…”
“Beh è durato molto rispetto al solito” replicò sarcastico Wes,
chiudendo la portiera del passeggero “Se collassa come lo svegli a casa? Chiami
i suoi?”
“Oh no, andiamo da me” disse la ragazza, sciogliendo la coda alta e
sistemandosi i capelli sulle spalle “E comunque c’è un idrante molto vicino al
mio garage. Mal che vada lo butto in terra e lo annego così.”
Lily ridacchiò mentre Wes sospirava “Cosa faranno il prossimo anno
senza di me?”
“Me lo chiedo anche io” confermò Kenzie, aprendo la portiera dalla
parte del guidatore e sedendosi, lasciandola momentaneamente aperta e iniziando
a studiarsi bene l’Impala. Non sapeva se sarebbe stata in grado di farla andare
senza doverla spingere, ma valeva la pena provare dal momento che non aveva
altre alternative “Avrai comunque un lavoro a tempo pieno a New York con Thad…”
L’asiatico sbuffò una risata mal contenuta “Mi terrà impegnato…. Se hai problemi chiamami. Con il navigatore
trovo casa tua e vengo ad aiutarti col peso morto”
“Tra poco sarà davvero morto” costatò la ragazza, sorridendo a Wes “A
presto, ciao Lily”
La mora ricambiò il sorriso “Ciao Kenzie!”
La giovane mise in moto e grazie ad un piccolo miracolo l’auto riuscì a
partire e uscire velocemente dal cancello, dirigendosi di nuovo verso
Westerville.
Lily alzò gli occhi verso il cielo stellato, perdendosi a rimirarlo
mentre Wes, accorgendosi dell’interesse della sua ragazza, la stringeva in un
caldo abbraccio, lasciandole un bacio sulla tempia “A che pensi?” le chiese
dolcemente.
Lei per risposta appoggiò il capo alla sua spalla, abbracciandogli
fianchi con entrambe le braccia “Che il prossimo anno sarà triste stare tanto
tempo senza di te…”
Al ragazzo si strinse un po’ il cuore, mentre baciava con passione le
labbra di Lily.
Sarebbe stata dura, certo.
Stavano insieme da quattro anni e non si erano mai separati per più di
un paio di settimane.
Ma ce l’avrebbero fatta, ne era certo, e quella lontananza non li
avrebbe che rafforzati.
“Philadelphia non è poi così lontana” disse, una volta che il bacio si
interruppe, guardandola negli occhi azzurri “Verrò a trovarti spesso, e tu
verrai a trovare me a New York”
Lei annuì, sorridendo teneramente “Hai ragione….”
Lui appoggiò il capo al suo, alzando gli occhi verso il cielo.
La festa poteva anche aspettare….
Flint si prese un secondo, appoggiandosi alla parete del bagno e
chiudendo gli occhi. Aveva bevuto un Martini di troppo, a quanto pare, ma non
era ancora ubriaco. La testa però, nonostante questa consapevolezza, non la
smetteva di girare. Complice il fatto che non reggeva l’alcool e che,
nonostante odiasse ballare, non era riuscito a rimaner seduto per più di dieci
minuti quella sera, in quel momento si sentiva davvero scombussolato.
Controllò l’orologio, notando che ormai era mezzanotte e, dopo aver
preso un respiro profondo, uscì dal bagno andando al lavandino per darsi una
rinfrescata. Aprì l’acqua fredda bagnandosi le mani, prima di portarne una
dietro al collo e bearsi del sollievo che si stava procurando, chiudendo di
nuovo gli occhi. Faceva dannatamente caldo per essere solo inizio giugno.
Si lavò anche il viso, appoggiandosi con entrambe le mani al bordo del
lavandino mentre iniziava a sentirsi decisamente meglio.
Un gemito roco lo fece sussultare, e immediatamente afferrò una
salvietta di carta per asciugarsi gli occhi. Eppure pensava di essere solo….
Si raddrizzò, facendo qualche passo verso l’ultima cabina in fondo alla
stanza, dalla quale provenivano quelli che sembravano….
Ansiti?
Ok, Flint non era un ingenuo e, anzi, sessualmente parlando era uno dei
più informati in materia. Non ci voleva di certo un genio per capire cosa
stesse succedendo in quel bagno, e chiunque sarebbe arrossito per l’imbarazzo,
uscendo fuori il prima possibile.
Lui compreso, che infatti arricciò le labbra in un sorrisetto malizioso,
gettando nel cestino la salvietta usata e facendo per uscire.
Qualcosa però lo fermò.
Un gemito più alto, un vocalizzo decisamente conosciuto….
Si voltò di nuovo verso la cabina la cui porta, tra l’altro era chiusa
per metà.
Sarebbe bastato lanciare uno sguardo per levarsi ogni dubbio….
Si sentì Cameron per un istante, chiedendosi perché non poteva farsi
semplicemente i fatti suoi…. Peccato che stesse
camminando verso la fonte dei rumori, seppur consapevole che eticamente fosse
sbagliato.
Sana curiosità.
Sarabbe bastato
affacciarsi un istante….
Lanciare uno sguardo…
Si avvicinò fino a che non riuscì ad appoggiarsi con una mano alla
porta stessa senza gravarvi sopra e guardò.
Quello che vide, in parte, gli ghiacciò il sangue nelle vene.
E confermò i suoi dubbi.
Uscì velocemente dal bagno, senza curarsi dei suoi passi veloci che
rimbombavano per quell’ambiente piccolo, e si diresse sempre spedito verso il
giardino.
Thad.
E un tipo non bene identificato inginocchiato davanti a lui con la
bocca decisamente occupata in
qualcosa che non era considerabile come una conversazione.
La sola cosa che aveva notato del fantomatico sconosciuto era che
sembrava alto e che i capelli che Thad stringeva tra le dita con forza erano di
un castano chiaro.
Molto chiaro.
Un castano conosciuto….
Ma com’era possibile che….
Tornò nei pressi del palco e lì riprese un po’ di colore.
Kurt era seduto accanto al suo ragazzo e stavano parlando vicini,
insiemea Blaine, quindi non era lui che
stava facendo un servizietto orale a Thad nel bagno
dei ragazzi…. Ma…
Era davvero convinto che fosse Hummel, ma forse era stata solo una
malaugurata coincidenza e, pensandoci bene, quel ragazzo era decisamente molto
più magro di Kurt.
Si appoggiò una mano al petto, sospirando.
Non si rese conto che il suo ragazzo, notando la sua presenza, si era
alzato e si era avvicinato velocemente, abbracciandolo stretto e proponendogli
di ballare.
Non si era nemmeno reso conto che Kirk stava cantando una canzone molto
bella e struggente, pacata rispetto al suo attuale stato d’animo…
Kurt accavallò le gambe, dondolando il piede a tempo con la musica
lenta e romantica, mentre osservava attentamente Kirk.
Non sembrava nemmeno la stessa persona che aveva tentato in ogni modo
di mettere i piedi in testa a Blaine quando Kurt si era trasferito alla Dalton,
molti mesi prima.
Ricordò divertito il colorante rosa che Thad era riuscito a rimuovere
del tutto solo dopo molte docce, Wes costretto al bagno dal lassativo….
Lui ubriaco marcio la sera di Capodanno.
Tante piccole cose bastarde che nessuno sembrava ricordare più.
Certo, era successo anche di peggio, ma il bello della Dalton (e in
particolare dei Warblers) era che tutti sembravano quasi giustificati, come
bambini che facevano le marachelle e che, quindi non si potevano odiare.
Hummel era quasi del tutto certo che così sarebbe stato anche per
Trent, che stava seguendo l’esibizione con Ethan, a pochi passi dal palco.
Una mano apparve dal nulla, praticamente sotto al suo naso, facendolo
trasalire. Alzando gli occhi scontrò lo sguardo con quello caldo di Blaine, che
con un sorriso dolce lo invitò a prendere la sua mano, facendo poi un cenno
verso la pista da ballo.
Non ci furono bisogno di parole.
Kurt sorrise raggiante, afferrando quella mano ancora tesa e
stringendola forte. Camminarono per qualche metro, posizionandosi in mezzo alla
moltitudine di persone che ballavano vicine.
Blaine passò le braccia attorno ai fianchi dell’altro, stringendolo a sé,
e subito Kurt portò le braccia dietro al suo collo, appoggiando il capo al suo
e iniziando a muoversi piano, a tempo con la voce di Kirk.
Chiuse gli occhi, lasciandosi guidare da quel momento assolutamente
perfetto mentre si chiedeva se il suo cuore avrebbe mai smesso di avere seri
attacchi di tachicardia ogni qualvolta Blaine lo sfiorava, anche per sbaglio.
Sperò di no, perché il sentimento che provava per lui era così intenso
e entusiasmante da farlo sentire bene.
Innamorato come mai si era sentito e come pensava che non lo sarebbe
mai più stato…
Wise men say only fools rush in
But I can’t help falling in love with you
Shall I say Would it be a sin?
If I can’t help falling in love with you
Ethan si portò il bicchiere di vino alle labbra, senza mai staccare gli
occhi dalla figura del suo migliore amico (e, anche se non era ben chiaro,
qualcosa in più) che stava letteralmente facendo
l’amore col microfono.
Trent gli chiese qualcosa, ma lui si limitò semplicemente ad annuire
come in trans, avvertendo un brivido ogni singola volta che Kirk arrivava a
cantare quel pezzo, quello più romantico e smielato di tutti, riuscendo ad
abbassare la voce al punto tale da ridurla ad un roco sussurro.
Stava ammattendo, ne era certo.
Era successo tutto così in fretta che quasi non si stava accorgendo di
quello che stavano vivendo, e nonostante fossero tanti piccoli obbiettivi quelli
che Kirk voleva raggiungere con lentezza, Et non
aveva fretta.
Valeva assolutamente la pena aspettare un po’…
Like a river flows surely to the sea
Darling so it goes
Some things are meant to be
Take my hand, take my whole life too
For I can’t help falling in love with you
David sbuffò, mentre lui e Wes trasportavano un Thad collassatissimo alla sua auto “Ormai guido di più io la sua
BMW di quanto lo faccia lui” disse piccato il ragazzo di colore, prendendo le
chiavi dalla tasca dei jeans del ragazzo e aprendo l’auto.
Blaine e Kurt, che li seguivano, si scambiarono uno sguardo.
La serata si era conclusa verso mezzanotte e mezzo, orario in cui erano
stati praticamente cacciati a pedate dai camerieri che dovevano riordinare il
macello fatto.
“Tornate anche voi alla Dalton?” domandò Wes mentre David caricava alla
buona il ragazzo collassato sui sedili posteriori, sistemandogli il suo
maglione sotto alla testa.
Entrambi arrossirono e mentre Kurt distoglieva lo sguardo Blaine annuì
energicamente “Si…. Anzi, noi andremmo subito se voi
non avete bisogno di aiuto con lui”
“Io porto a casa Lily. Quell’ultimo daiquiri l’ha stesa” disse Wes
avviandosi alla sua auto dove, sui sedili davanti, stava tranquilla la sua
ragazza in una situazione di totale abbandono.
Al contrario di Thad che sfiorava il coma etilico, però, lei dormiva e
basta.
“Dormo con il mostro stanotte” disse Thompsona Blaine, alludendo a Thad, mentre il ragazzo
asiatico se ne andava via, accendendo gli abbaglianti e uccidendo le retine di
Kurt che mugugnò scocciato “Così Wes ha la stanza libera e non rischiamo di
vedere il somaro far la fine di Elvis…. Domani
mattina colazione alle nove e mezza?” chiese poi, chiudendo la portiera
posteriore e avviandosi verso quella anteriore.
Anche Blaine aprì l’auto e Kurt ci volò dentro, ancora un po’ a
disagio.
“Certo, per l’ultima volta” disse poi con un sorriso tirato.
David annuì comprensivo “Vi lascio andare, io tanto devo aspettare
Troy, il mio compagno di classe, che ha bisogno di uno strappo e sta salutando
una tipa che ha conosciuto stasera. A domani ragazzi.”
Blaine lo salutò con un cenno, mettendosi al volante e allontanandosi a
sua volta, verso la Dalton.
David si appoggiò al tettuccio della BMW bianca, sospirando.
In lontananza, sotto alle luci del ristorante che si stavano via a via
abbassando, notò un ragazzo alto e magro, che non pareva per nulla soddisfatto
dalla serata.
Si scambiarono uno sguardo non appena si accorse che guardava nella sua
direzione, ma venne bruscamente interrotto da Troy che montò in auto senza
troppe cerimonie, irritato dalla ragazza di prima.
Sebastian guardò i due scambiarsi due parole prima di salire in auto e
allontanarsi. Quando i fari si furono allontanati a sufficienza sbuffò
sonoramente, lanciando a terra il mozzicone e pestandolo.
Joey lo raggiunse
con un sorrisetto soddisfatto, segno che aveva rimorchiato alla fine “Andato in
bianco?” domandò con falsa innocenza, ricevendo un ‘vaffanculo’
sentito.
“Stasera si, ma non è ancora finita” disse con un sorrisetto molesto Smythe, leccandosi le labbra “Ho il suo numero, e penso che
lo userò…”
Quando Kurt entrò nella stanza di Blaine si sentì un po’ a disagio.
Non lo era stato per tutta la serata che, al contrario del Prom del McKinley, poteva considerarsi perfetta.
Eppure aveva un dubbio amletico sin da quando il suo ragazzo aveva
proposto di rimanere a dormire da lui, un tarlo che stava lentamente
consumandogli il cervello: che progetti aveva Anderson?
Lo guardò sfilarsi la giacca di pelle, appoggiandola ad una sedia, e
permise ai suoi occhi chiari di scorrere lungo la sua schiena tonica fino al
bordo dei jeans.
Prese un respiro, così non andava.
Blaine si voltò verso di lui, notando dove Kurt lo stava puntando.
Fu davvero molto veloce.
Si avvicinò in un paio di passi, prendendo il suo ragazzo per le spalle
e baciandolo con passione.
Kurt trattenne il respiro per un istante, scordandosi addirittura di
chiudere gli occhi, prima di riprendersi e stringere tra le mani la maglietta
nera del suo ragazzo, ricambiando il bacio e respirando contro la sua pelle,
bisognoso di ossigeno.
Il moro iniziò a spingerlo delicatamente verso il letto, facendolo
arretrare fino a che non lo urtò col le gambe.
Lo fece stendere, staccandosi dalle labbra per potersi incollare prima
al suo collo e poi alla spalla lasciata scoperta dalla maglietta.
Kurt lo sentì sedersi sul suo bacino e questa era probabilmente la cosa
più erotica che avessero mai fatto fino a quel momento. L’urgenza, la voglia,
per un istante aveva permesso a Kurt di scordarsi del suo essere impacciato e
inesperto ma ora si presentava come un cartello stradale davanti a lui.
Anzi un’insegna con i neon che si rincorrevano, stile vecchia Las
Vegas.
Tutto ciò si tramutò in paura quando avvertì le mani di Blaine che,
frenetiche, stavano slacciando la cintura che teneva sopra alla maglia.
“C-cosa fai?” domandò tentennante, incapace
però di fermarlo o semplicemente fare qualsiasi cosa che non fosse ansimare
piano, visto che quelle dannate labbra
lo stavano facendo morire lentamente.
Blaine non alzò il capo “La maglia” disse semplicemente, col fiato
corto, lasciando un piccolo morso sulla spalla del suo ragazzo “Solo la maglia.
Come l’altra volta…”
Kurt chiuse gli occhi, abbandonandosi ad un sospirò profondo mentre la
cintura cadeva a terra, tintinnando non appena la fibbia picchiò contro le
mattonelle. Blaine alzò la maglietta con ritrovata dolcezza, stando bene
attento ad accarezzargli tutto il petto con una mano mentre con l’altra lo
spogliava.
Una volta che si fu liberato dell’indumento, il ragazzo riccioluto
riprese possesso delle labbra morbide di Kurt, già gonfie per i baci
appassionati, mentre avvertiva le sue mani ancora insicure ma decisamente più
audaci che tentavano di levargli la maglietta dai pantaloni, per potergliela
togliere.
Lo aiutò, gettandola con non curanza in qualche angolo della stanza,
scendendo poi sul corpo caldo di Kurt per posizionarsi meglio.
Nello stesso istante, però, l’altro lo tirò a sé, tenendolo stretto e
facendolo praticamente stendere sul suo corpo.
Fu inaspettato, ma decisamente gradito quando le loro erezioni già
accennate entrarono in contatto, facendo partire una serie di brividi e piccoli
gemiti, annegati in un bacio più urgente.
E Kurt perse ufficialmente la testa.
Blaine si fermò, appuntellando i gomiti sul materasso e guardando negli
occhi il suo ragazzo, pronto a scostarsi, seppur contro voglia, non appena
avesse letto in quegli occhi chiarissimi anche il ben che minimo dubbio.
Non lo avrebbe mai forzato a fare nulla, nonostante lo desiderasse così
tanto che avvolte faceva addirittura male…
Quando però lo sentì muoversi in modo quasi istintivo contro di lui,
provocando un’altra frizione tra i loro bacini, rituffò il viso tra il suo
collo e la sua spalla, lambendolo di baci e ansimando contro di essa, mentre
riprendeva a muoversi in modo più o meno ritmico contro di lui, strusciando le
loro erezioni ormai evidenti una contro l’altra.
Kurt sentiva la testa così leggera e vuota da fargli paura.
Preoccupazioni, paure….
Non ne aveva più.
Portò entrambe le mani tra i suoi capelli, costringendolo a tornare
sulle sue labbra, bisognoso di altri baci sempre più veloci, così come gli
scatti del suo ragazzo su di sé.
Blaine gli prese una mano, intrecciandolo alla sua mentre sussurrò un “Sei
perfetto” col fiato corto sulle sue labbra, baciandole alternatamente con
quelle parole che uscivano come fiumi in piena dalla sua bocca “Ti amo….”
Kurt fece per ricambiare, ma non gli fu umanamente possibile.
Più le spinte del suo ragazzo si facevano veloci e irregolari, più un
piacevole e diffuso calore si univa ai brividi di piacere, riscaldandogli il
ventre sempre di più.
Tutto ciò che poteva esternare erano gridolini e gemiti acuti che,
francamente, a Blaine non dispiacevano per niente.
Kurt portò la mano libera sulla schiena del suo ragazzo, mentre,
inarcando la schiena con uno scatto, veniva forte dentro ai suoi stessi
pantaloni.
Blaine ci mise poco a raggiungerlo, rotolandosi poi su un fianco per
lasciarsi cadere di peso sul materasso, evitando di gravare sul corpo di Kurt
che sembrava ancora vivo per miracolo.
E non avevano nemmeno fatto sesso, si erano solo strusciati….
Kurt si rese conto che Blaine gli stava ancora tenendo la mano
nell’esatto momento in cui, una volta recuperata un minimo di lucidità, il suo
ragazzo lo attirò a sé, abbracciandolo stretto.
Lui si lasciò stringere, scambiando con lui un ultimo bacio dolcissimo,
prima di rendersi conto del casino che aveva nei pantaloni.
Un casino decisamente disgustoso che stava rovinando la magia del
momento.
Blaine sembrava dello stesso avviso, visto che di schiarì la voce e,
dopo averlo baciato sulla fronte, si mise a sedere sul letto “Vado un istante
in camera di Jeff e Nick a…. Sistemarmi.Tanto nessuno dei due è tornato….
Tu puoi usare il mio bagno.” Kurt annuì lentamente, non molto felice del fatto
che il suo ragazzo se ne stesse per andare in un’altra stanza. Stava quasi per
fare una proposta ambiziosa, ovvero chiedere a Blaine di fare la doccia con
lui, ma si sentiva ancora un po’ troppo imbarazzato per farlo, nonostante la
sua mente vagasse. Per l’ennesima volta, Anderson parve leggergli nel pensiero.
Sorrise dolcemente, chinandosi su di lui sussurrò, direttamente sul suo
orecchio “Ti prometto che faccio in fretta, così poi potremo coccolarci per bene…”
Hummel gli sorrise “Allora muoviti” disse deciso, alzandosi a sua volta
a sedere e osservando Blaine che si spostava per la stanza raccattando tutto
quello che gli serviva per darsi una ripulita e cambiarsi.
A giudicare dalla sua espressione, nemmeno lui aveva gradito molto
l’essere venuto nei pantaloni.
Lasciò la sua camera sorridendo ancora una volta a Kurt e subito il
ragazzo scattò in piedi, euforico.
Dentro di lui imperversava una vera battaglia: da una parte si sentiva
sfinito, dopotutto aveva ballato tutta la sera e quello sfregarsi non aveva di
certo contribuito, dall’altra invece si sentiva particolarmente sveglio.
Si morse le labbra, iniziando a ragionare, mentre prendeva il pigiama e
un cambio di intimo pulito. Significava che era pronto, quindi?
Il pensiero di Blaine che ansimava, la sua espressione di totale estasi…. Pensarci gli fece andare a fuoco le orecchie.
Entrò in bagno chiudendosi dentro e si spogliò velocemente, lasciando
le cose in terra. Buttarsi sotto il getto caldo dell’acqua lo fece rilassare un
po’ e, mentre si insaponava con il bagnoschiuma di Blaine prese a riflettere
sulla possibilità che sì, poteva fare sesso con il suo ragazzo se solo lo
voleva.
Anderson, certamente, non si sarebbe opposto.
La sola cosa che frenava Kurt, ovvero lo stato di totale e catatonico
imbarazzo nel quale cadeva ogni volta, sembrava qualcosa di superato dopo
quella sera.
Quindi si….
Era pronto.
E ne avrebbe parlato a Blaine.
Continua….
Nda.
Eccomi qui, a meno tre capitoli dalla fine!
Sarò davvero molto breve nelle mie note perché, come avrete notato,
questo capitolo è qualcosa di infinito D: solo mi sono rifiutata
categoricamente di tagliarlo così sono 24 pagine di dolce sarcasmo, porno e
cattiveria.
Spero che abbiate apprezzato comunque.
Amo gli anni 50, avevo centinaia di canzoni bellissime tra cui
scegliere e alla fine (fatta eccezione per il pezzo di Flint) sono andata sul
classico, che ne pensate?
Altra domanda: preferite il prom del Mckinley o questo ballo della Dalton? E che ne pensate di
Sebastian? E Trent? Per non parlare poi del risveglio sessuale di Kurt.
Come sempre grazie mille ad Alexa (DumbledoreFan) che mi ha betataas faste aspossible
e a tutti voi che mi avete recensita e aggiunta ai preferiti**
Un paio di cosette veloci:
QUI
trovate una FanArt bellissima fatta dalla
dolcissima Sella_Ella_Lella sulla ThreeSixMaphia + Kenzie!
Se non lo avete ancora fatto, leggete la Flash Hummerwood
di MrAdkins, ovvero I hate.Lasciategli anche un commentino perché davvero
vale la pena, è un ragazzo davvero molto talentuoso!
Capitolo 41 *** #33 Big Plans brings Big Responsibilities. ***
bananissima
Il capitolo non è stato betato, chiedo scusa per eventuali errori di battitura o
sviste. Meno due alla
fine!
Enjoy.
Blaine Anderson presents:
the Pips!
#33 Big Plans brings Big Responsibilities.
Quando udì un suono secco, Wes alzò gli occhi dalle pagine evidenziate
in mille colori diversi del suo libro di Algebra, osservando attentamente Thad.
“Perché prendi a testate il tavolo?” domandò, mentre affianco a lui
Karter sbadigliava senza ritegno.
“Perché sono distrutto, Montgomery” replicò acidamente il ragazzo,
afferrando la matita “Vorrei conficcarmi questa nel collo…. Così poi posso
prendermi una giornata libera andando all’ospedale.”
“Manca poco all’esame, resisti” gli fece notare David.
“La cosa non mi conforta.” Rilanciò sarcasticamente Harwood “Credo sia
proprio per questa mancanza di tempo che mi ammazzerò, più tardi”
Troy e Elias, un altro ragazzo del loro anno, si scambiarono uno
sguardo stranito prima che quest’ultimo si voltasse verso Thad “Amico…. Non c’è
nessuno più preparato di te e Wes, datti una calmata o ti esploderà
un’emicrania”
“O direttamente la testa, Harwood” voltandosi, Thad si trovò davanti
Kirk che lo guardava con espressione saccente “Scommetto che hai la scatola
cranica imbottita di dinamite…. Per quello non usi mai il cervello, è
compresso, povero….”
Il ragazzo roteò gli occhi “Simpatico James, davvero…”
Ethan e Richard apparvero dietro di lui, e il primo scosse il capo
lentamente prima di indicare la sedie vuote “Possiamo unirci a voi?”
Wes, con un gesto della mano, li invitò a prendere posto, prima di
cambiare libro e prendere quello di Arte.
“Che due palle” sbottò di punto in bianco Karter, lanciando il libro di
Aritmetica Avanzata al centro della grande tavola tonda, beccandosi subito uno
sguardo imbufalito fa parte della bibliotecaria.
Non era il posto adatto per avere delle crisi, quello, rischiavano di
venir scuoiati vivi da un momento all’altro da una sessantenne isterica.
David fece girare tra le dita una matita di un insano color arancione
fosforescente, prima di passare gli occhi su ognuno dei suoi amici. Eccetto Wes
che, nonostante fosse preparatissimo, leggeva morbosamente quel libro come se
all’interno delle pagine indicate dai post-it ci fosse la verità divina, nessuno
stava realmente studiando.
“Che progetti avete per il futuro?” domandò vago, più che propenso a
fare una bella paura.
Karter colse la palla al balzo “Io vado a Dallas, a studiare Architettura…. Ho parenti là che saranno ben lieti di
ospitarmi”
Elias ridacchiò “Io e Troy ci prendiamo un anno sabbatico” dichiarò
trionfale, chiudendo con falsa nonchalance il libro di Geografia.
Il suo amico annuì alle sue parole “Prendiamo la nostre ragazze e ci
facciamo un bel giretto in Europa. Sapete no? Lisbona, Barcellona, Parigi,
Milano, Berlino….”
“Io credo che non riprenderei mai gli studi, poi” intervenne Moore,
smettendo per un istante di smangiucchiare il cappuccio della penna a sfera e
scambiando uno sguardo con Kirk “Insomma…. Un anno a
far niente e divertirsi e poi tornare all’Università? Già ho poca voglia ora”
“Non dire eresie, per favore” lo riprese il biondone
“Non mi abbandonerai, chiaro?”
“Andate insieme?” chiese curioso Wes, abbandonando lo studio, in favore
di quella piacevole conversazione.
Ethan annuì, lievemente imbarazzato, mentre Kirk prendeva in mano la
situazione con la solita pacatezza “Già… Ci siamo
iscritti alla Ohio University di Athens,
dipartimento di Storia…. A circa un’ora e quaranta da
qui”
“L’abbiamo già visitata” sottolineò Moore “è un bel posto, e anche se
la cittadina è davvero piccola, è molto carina….”
Thad sbuffò “Rimarrete davvero in questo buco di stato?”
“Anche io non me ne vado, non mi va di trasferirmi in qualche grande
città quando ho della valide università in zona” disse David, sorridendo appena
“Mi sono iscritto al corso di Economia alla Ohio State University
di Columbus…. Sono anche più vicino….
Ci metto circa venticinque minuti ad arrivare in città.”
“Rimani a vivere qua allora?” chiese Karter, appoggiandosi con i gomiti
al tavolo.
Il ragazzo di colore scosse la testa con energia “Assolutamente no,
prendo un appartamento là…. Il prossimo anno se ho
capito bene viene anche Duvall a studiare a Columbus,quindi poi smezzeremo l’affitto. Per il primo
anno ho un amico che deve dare gli ultimi esami….”
“Perché Duvall rimane in Ohio? Io avevo sentito parlare di Miami!”
disse ironico Harwood, beccandosi uno schiaffetto da Wes.
“Ha la ragazza ora, vorrà stare con lei no? Visto che lavora non ha la
possibilità di spostarsi.... tu Richard? Che progetti hai?”
“La mia ragazza, Michelle, ha una casa a Providence” spiegò il
ragazzone, stirando verso l’alto le braccia e stendendo la schiena “Così ho
guardato le università in zona e ho scoperto che alla Brown
c’è un programma davvero molto interessante di Studio del Suono e delle
Tecniche Sonore in ambito musicale…. Mi sembra
perfetto per me.”
“Anche secondo me è perfetto” gli disse Et,
sorridendo.
“Voi andate a New York, giusto?” chiese Troy guardando verso Wes e
Thad.
Harwood gonfiò il petto con orgoglio “Sì, esatto!”
“So già che me ne pentirò” disse con tono divertito Wes, buscandosi una
gomitata nelle costole “Scherzo!”
“Taci, cane!” disse acidamente Thad “Grazie a me, che ho accettato di
portarti in questa eccitante avventura nella Grande Mela, avrai la possibilità
di studiare Chirurgia alla LangoneUniversity. È una delle più rinomate in questo campo…”
“Oh, lo so bene” disse l’asiatico, prendendo dalla tasca dei jeans il
cellulare per controllare quanto tempo stavano perdendo.
“Wow, chirurgia…. Figo”
disse ammirato Moore, prima di voltarsi verso Thad per poterlo guardare
attentamente “E tu cosa studierai a New York?”
“La sola cosa che papà mi finanzia: giurisprudenza” disse ovviamente il
ragazzo, senza però la benché minima traccia di rabbia o frustrazione nella
voce “Non lo sa ma io diventerò un grandissimo avvocato e userò le mie
conoscenze contro di lui” concluse poi con un sorrisetto vagamente inquietante
“Ho già fatto domanda alla Columbia, quindi devo fare un bel esame finale per
venir ammesso.”
“Idem” si intromise Wes.
“Andrete benissimo, ragazzi” li rassicurò David “Poi dovrete ospirarmi”
L’asiatico sorrise “Quando vuoi, amico…”
“Sarà strano, dopo quattro anni insieme, non vederci più” sottolineò
Wes, riponendo la penna ormai inutile nell’astuccio.
“Sarà triste” aggiunse Ethan.
“Non stiamo per morire, dopotutto” replicò ovvio Kirk “Prendere strade
diverse non significa non vedersi più, no?”
“Si ma non canteremo più insieme…” sussurrò a
voce bassa Ethan.
“Non è detto” Si intromise Thad “La vita è imprevedibile e io mi ci
vedo a ottantasei anni con un catetere che mi esce dal fianco a cantare ancora
con voi…. Almeno fino a che non si staccherà del
tutto la dentiera.”
Ridacchiarono sommessamente, beccandosi una strigliata dalla
bibliotecaria, prima di rimettersi tranquilli e scambiarsi qualche sorriso.
“Ragazzi, Warbler una volta, Warbler per sempre…. E la Dalton
te la porti nel cuore a vita” concluse Montgomery “Ora però vediamo di finirla
qui e darci dentro nello studio, o saremo Warbler
anche il prossimo anno”
“A me non dispiacerebbe, ad essere onesto” disse Ethan, mentre Thad
tirava fuori il cellulare che insistentemente vibrava nella sua tasca.
Wes lo osservò con la coda dell’occhio mentre leggeva con attenzione un
sms particolarmente interessante e poi, senza nemmeno rispondere, ripose i suoi
libri nella borsa “Ragazzi ho un impegno improrogabile. Ci vediamo domani
sempre qua per l’ultimo ripasso, ok?”
“Ma….” David lo guardò alzarsi e allontanarsi
“Dove vai?”
Thad sorrise furbescamente, voltandosi un’ultima volta verso il tavolo
e alzando una mano, salutandoli e mostrando a tutti il bracciale borchiato che
stava davvero molto bene con la maglietta dei Sex Pistols
e i pantaloni al ginocchio stracciati che indossava quel giorno.
“Scusate…. Ho una partita di Lacrosse…”
“…. L’atmosfera è sempre più tesa…. E io non
li sopporto, litigano davvero in continuazione e credo per davvero che mamma lo
butterà fuori a giorni”
Kurt abbassò gli occhi sul viso del suo ragazzo, che teneva il capo
appoggiato alle sue gambe e il resto del corpo sulla panchina, sulla quale si
erano mollemente abbandonati tutto il pomeriggio.
La scuola era finita e il parco di Lima brulicava di vita, ma a nessuno
sembrava importare poi molto di quei due ragazzi che, lievemente in disparte
sotto all’ombra di un grande pino si erano scambiati carezze continue e baci
fugaci.
Portò una mano sulla guancia di Blaine, passandovi sopra la punta delle
dita dalla tempia fino al mento, costatando che, nonostante tenesse gli occhi
chiusi, non era affatto rilassato.
“Stanno per…. Divorziare?” domandò
tentennante, scendendo con la mano sul collo.
Il petto del moro si alzò leggermente, prima di abbassarsi in un
profondo sospiro “Sì…. Credo di sì…”
“E tu come ti senti?”
A quel punto Blaine aprì gli occhi, scontrandoli con quelli chiarissimi
di Kurt “Non lo so…. Sai, una parte di me vuole che
quell’uomo se ne vada, lasciando in pace me, Chad e
la mamma…. Penso che così potremmo anche diventare
una famiglia decente e un minimo unita…. Però è
comunque mio padre, e prima del mio coming out
eravamo davvero molto uniti…” alzò una mano, premendo
gentilmente l’indice sulle punta del naso di Kurt, che gli regalò un sorriso
dolce “Quindi, tirando le somme, sono abbastanza combattuto. Prendo quello che
viene, diciamo”
“Mi dispiace non poter far nulla per te….”
Blaine alzò le sopracciglia “Fai anche troppo, davvero….
Grazie a te sto fuori di casa dalle otto di mattina a dopo mezzanotte quasi
ogni giorno. Chad praticamente vive dalla sua ragazza…”
“Se vuoi fermarti ogni tanto a casa mia….
Papà non credo dirà nulla. Possiamo rimanere tutta la notte sul divano del
salotto. È comodo”
Blaine sorrise “Tuo padre prima o poi mi ucciderà…”
“Nah, penso che tu gli piaccia un sacco
invece. Se no lo avrebbe già fatto!”
Il ragazzo portò la mano dietro al collo di Kurt, premendo sulla nuca
per farlo abbassare mentre, al contempo, lui si alzava premendo un gomito sul
legno della panchina, incontrando così le sue labbra a metà strada.
Si riabbassò con uno sbadiglio, appoggiandosi una mano sugli occhi
mentre sentiva Kurt trafficare con la sua tracolla, segno che, come ormai ogni
giorno, lo avrebbe lasciato dormire un po’ mentre si dedicava alla sua lettura
pomeridiana.
Si accomodò meglio con il capo quelle sue cosce, sospirando rilassato e
lasciandosi andare verso il tepore del sonno.
Prima che gli tornasse in mente qualcosa…
“Kurt, stamattina per messaggio non hai detto che volevi parlarmi di
qualcosa?”
Levò il braccio in tempo per vedere Kurt sbiancare leggermente e
rischiare di far cadere a terra il libro.
Dalla nottata passata insieme dopo il ballo della Dalton, Kurt aveva
cercato in tutti i modi di far capire a Blaine che si sentiva ‘pronto’ per
passare ad un piano più fisico….
Gli era costato davvero tanto coraggio infilargli una mano nei boxer,
qualche sera prima, ma c’era riuscito. Solo che la scarsa collaborazione di
Blaine nell’andare fino in fondo non aveva portato a grandi risultati se non al
suo primo lavoro di mano su qualcuno
che non fosse se stesso – anche se Kurt avrebbe preferito morire piuttosto che
ammettere cosa faceva sotto alla doccia quando era solo in casa.
Aveva quindi deciso di parlargli chiaramente, ma era incredibilmente imbarazzante
come discorso. E non aveva idea su come introdurlo.
Blaine intanto si era alzato a sedere, allarmato dal cambiamento di
tonalità che la pelle, già di per se candida, del suo ragazzo aveva fatto.
“… Kurt?”
“Blaine, penso che dovremo farlo.”
Chiuse gli occhi, mordendosi le labbra.
L’aveva detto, aveva ammesso che voleva fare l’amore con il suo ragazzo
senza morire di vergogna, nonostante stesse velocemente passando da un biancore
mortale ad un livido porpora da post-pestaggio.
Quando Anderson non disse nulla, lentamente Kurt riaprì gli occhi,
trovandosi di fronte un Blaine alquanto confuso “Cosa?”
“Cosa, cosa?”
“Fare cosa?”
Kurt era certo che se fosse stato un fumetto giapponese, a quel punto
sarebbe caduto a terra con un tonfo secco.
Non poteva davvero non avere capito…. Lui no…. Semplicemente no….
“Fare quello, Blaine…”
Il riccio rimase zitto ancora un istante, cercando di arrivarci, e
quando infine ci riuscì, abbastanza in fretta, in effetti, sgranò gli occhi “Oh…. Oh.”
“Già…”
La faccia gli stava andando a fuoco e di li a breve avrebbe anche
iniziato a sudare per l’ansia. Perché Blaine sembrava così tanto scioccato?
Forse a lui non andava? Pensava ancora che Kurt fosse un cucciolo di pinguino
con il sex appeal di una cassapanca? Credeva che….
“Pensavo che non fossi pronto…” Sussurrò
sottovoce Blaine, facendosi più vicino a Kurt dopo essersi guardato attorno per
un fugace istante. Nessuno li stava guardando.
“Non lo ero…. Ma poi….
L’altra sera….”
“Non mi devi spiegazioni” Blaine sorrise quasi timidamente, appoggiando
una mano su quelle di Kurt, raccolte in grembo “Solo pensavo che questo momento
non sarebbe arrivato così presto….”
“Tu…. Vorresti?”
“Assolutamente si.”
Kurt affondò il viso tra la spalla e il collo di Blaine, se possibile
ancora più imbarazzato di prima. Aveva fatto una tragedia per niente come al
solito, visto quanto Blaine sembra quasi tranquillo sull’argomento.
Forse era semplicemente più sicuro di sé, o forse era Kurt che si
ritrovava particolarmente sensibile nel parlare di approcci sessuali, ma il
riccio sembrava tenere tutto sotto controllo, come sempre.
“Se questo ti reca problemi…. Possiamo sempre
aspettare” Lo rassicurò con dolcezza Blaine, abbracciandolo con entrambe le
braccia per farlo appoggiare al suo petto. “Sai che non farei mai nulla che
possa metterti a disagio”
Kurt appoggiò la guancia all’altezza del suo cuore, stringendo le mani
sulla maglietta rossa del suo ragazzo “No io…. Io non
mi sentirò a disagio con te…”
Blaine lo strinse un po’ di più, sorridendo “E quando….
Lo vorresti fare?”
L’altro ci pensò su un istante “Venerdì sera ho casa libera”
Anderson sgranò un po’ gli occhi “Dopodomani?”
“Si ecco…. Papà e Carole sono a Toledo, e
sono certo che se lo chiedo a Finn lui passerà del tempo con Rachel lasciandoci
soli”
“Per me va bene….”
Kurt appoggiò entrambe le mani sul petto del suo ragazzo, spingendosi
piano un poco lontano da lui e guardandolo negli occhi, ancora imbarazzato come
all’inizio della conversazione “Blaine posso chiederti un piacere?” attese che l’altro
annuisse, poi prendendo coraggio chiese “Potresti procurarti tu…. Il necessario? Io faccio in modo che casa sia vuota ma
tu prendi…. Quello che sai che serve per…. Lo sai!”
Blaine sbattè le palpebre un paio di volte
prima di esplodere a ridere sonoramente, beccandosi un paio di schiaffi sui
pettorali “Ahio, Kurt!”
“Non prendermi in giro!” sbottò sempre più rosso Hummel, entrando in un
visibile stato di crisi “Smetti!”
“Ma sei buffo quanto ti vergogni e…. Ahia!
Sei più forte di quello che pensavo!”
Kurt sbuffò, facendo per scostarsi dal suo ragazzo che però lo
trattenne stretto, baciandolo con un po’ troppa enfasi.
Sembrava non ricordarsi affatto che erano in un luogo pubblico.
A Lima.
Che Azimio e i suoi amici potevano sbucare
fuori da un momento all’altro per andare a fare due tiri al campetto di
football li vicino….
Anche Kurt avrebbe voluto dimenticarlo, e per un istante assecondò
Blaine, prima di staccarsi lentamente, strusciando il naso contro quello del
riccio.
“Penso a tutto io” gli sussurrò sulle labbra Blaine “Tu stai
tranquillo, ok? Ti fa male diventare così isterico” riprese a ridacchiare,
prendendosi un’altra pacca, stavolta sulla spalla “Che dici, accantoniamo
l’argomento ok? Non voglio troppi lividi addosso!”
“Sei un coglione, Anderson” sbottò Kurt senza nemmeno troppa
intenzione, sistemandosi sulla panchina e lasciando che Blaine si stendesse di
nuovo appoggiando il capo alle sue gambe.
“Mi ami anche per questo, no?”
“Vorrei poter dire di no, ma lo sai che odio dire le bugie….”
Il tramonto filtrava nella stanza colorando con toni caldi il tessuto
bianco e semi trasparente delle tende della sua stanza.
Dal letto, Thad poteva ammirare in tutta la sua magia quel fenomeno
naturale che si irradiava dal sole, posto poco al di sotto delle cime degli
alberi.
Adorava il tramonto perché portava alla sera, la sua parte preferita
della giornata.
Si girò sul fianco scoprendosi appena, portando un braccio sotto al
capo e osservando attentamente quello spettacolo.
Sospirò socchiudendo gli occhi, deciso a non riaddormentarsi.
Non così, per lo meno.
Stava ancora pensando a come risolvere quella situazione quando una
mano calda accarezzò la sua schiena nuda in tutta la sua lunghezza, fermandosi
poi sul fianco e facendo cadere ulteriormente il lenzuolo, scoprendolo ancora
di più.
Il ragazzo dietro di lui si appoggiò con il petto alle sue scapole,
parlandogli direttamente nell’orecchio “Già sveglio?” sussurrò con fiato caldo,
portando la mano sul suo ventre mentre con l’altra si teneva sollevato al
materasso.
“Si, Sebastian, se no non avrei gli occhi aperti, non credi?” disse
ironico Thad, mentre il giovane iniziava a baciargli e leccargli con avidità il
collo.
Chiuse gli occhi, mordendosi le labbra, prima di scattare a sedere per
levarselo di dosso. Arrotolò il lenzuolo attorno ai suoi fianchi, alzandosi in
piedi e guardando Sebastian negli occhi, scoprendo che non si era per nulla
scomposto o imbarazzato nel ritrovarsi totalmente nudo davanti a lui.
Dopo tutto quello che avevano fatto quel pomeriggio, forse, ne aveva
anche ragione.
Si accomodò meglio sul fianco, guardandolo ancora affamato come quando
aveva varcato quella soglia alcune ore prima “Dove vai?”
“A studiare” rispose ovvio Thad “Domani ho l’esame”
“Se vieni qui ti aiuto io a ripassare qualcosina….
Che di certo ti servirà molto di più nella vita di qualsiasi altra nozione
appresa sui libri…” rilanciò maliziosamente l’altro.
“A dire il vero Smythe, c’è qualcos’altro che
potresti fare per me…”
Il più piccolo sorrise maliziosamente, sporgendosi in avanti dopo
essersi messo seduto “Qualsiasi cosa….”
“Levati dalle palle, grazie”
Sebastian ci rimase di sasso “…. Cosa?”
“Vattene e, già che ci sei, cancella il mio numero, levami dagli amici
di Facebook, cancellami anche dalla tua memoria
perché è la stessa cosa che sto per fare io”
Smythe inarcò un
sopracciglio, afferrando i boxer da terra con un gesto secco e scazzato “Sai
che ti dico, Harwood? Non vali nemmeno la pena di un’altra scopata”
“Oh immagino che passare a Blaine sarà molto più divertente per te…”
disse Thad saccente, sogghignando all’occhiata vagamente spiazzata di Seb “Io ho le mie fonti….”
Il più giovane sbuffò una risata amara, afferrando anche i pantaloni
neri e la polo bianca e infilandoli velocemente “Fottiti, Harwood. Nessuno mi
tratta così, hai capito?” sibilò avvicinandosi all’altro.
Thad però non si scompose affatto, anzi sorrise “Sai quale è il punto, troietta? Tu credi di essere il dono di Dio ai froci, ti
senti figo e irresistibile e sai che con la tua
stronzaggine vincerai sempre. Ma, notizia del giorno, cocco…”
Smise di sorridere, guardandolo con espressione penetrante “Io sono molto più
stronzo di te o di chiunque altro incontrerai o incontrerò. Chiaro il
messaggio? Ora levati dalla mia vista e non tirarti la porta in faccia, coglione”
Sebastian si avviò alla porta, ferito nell’orgoglio, aprendola.
Ma Thad non aveva finito “Hey, ragazzino…. Spera di non avermi attaccato la sifilide o
qualche altra malattia venerea presa dai camionisti che te lo mettono in culo
nelle stazioni di servizio il venerdì sera o verrò a cercarti!”
La porta sbattè con così tanta violenza che
Thad credette di vedere le finestre andare in
frantumi.
Per fortuna non accadde, così, guardandosi attorno, lanciò il lenzuolo
sul letto afferrando i suoi vestiti da terra e dirigendosi in bagno con un
sorrisetto trionfale.
Non gli era mai piaciuto quel tipo, ma sapeva che poteva dargli
un’importante lezione di vita. Cosa più importante, lui poteva darne una a
quello stronzetto insegnandoli che non era il padrone del mondo e, al contempo,
divertirsi un po’.
Andare avanti per capire che non c’era solo Kurt al mondo e che, New
York, avrebbe potuto divertirsi davvero parecchio solo se si fosse slegato dal
fantasma dell’amore per quel ragazzo.
In definitiva, avevano vinto entrambi quindi.
Decisamente non si era mai sentito così soddisfatto in tutta la sua
vita.
L’enorme orologio appeso alla parete segnava le tre in punto del
pomeriggio.
Wes lanciò uno sguardo alla porta grigia che Thad si era chiuso alle
spalle quasi un’ora prima, passandolo poi sui volti dei suoi tre compagni di
corso.
Il suo esame si sarebbe tenuto dopo quello di Jonhson
e quello di Kirk…. Non sarebbe sopravvissuto altre
due ore o forse più seduto su quella maledetta sedia.
Si costrinse a rileggere nuovamente quel paragrafo di Chimica che
davvero non voleva entrargli in testa.
Ormai i giochi erano fatti, e sembrava pensare lo stesso anche Moore.
Et aveva deciso
di passare il pomeriggio lì con loro ben consapevole che sarebbe stato
l’ultimo. Doveva assomigliare ad una sorta di tortura cinese, più che a un
favore agli amici.
A Kirk…
Dei passi per il corridoio lo fecero voltare in quella direzione e
subito si ritrovò davanti Blaine Anderson, sorridente.
“Ciao” disseaffiancandosi a lui
“Chi c’è dentro?”
“Harwood” rispose funereo Wes “Poi tocca a Jonhson,
poi Kirk, poi io e alla fine Moore…. L’attesa mi
uccide”
“Allora esci con me un istante?”
“Per fare cosa, esattamente?”
“Un giro” insistette Anderson “Prendere una boccata di aria sana non ti
farà che bene e sai meglio di me che ripassare ora, con la tensione dell’esame,
non serve assolutamente a nulla.”
Il ragazzo asiatico sospirò, spostando i libri su un’altra sedia e
seguendolo arrendevole dopo averlo visto scambiare due parole con gli altri tre
ragazzi.
Il giardino della Dalton, ben curato, era accarezzato dai raggi del
sole del primo pomeriggio.
Camminarono sulla ghiaietta per qualche
minuto prima che Wes decidesse di rompere il silenzio “Hai bisogno di un
consiglio, vero?”
Blaine si voltò sorpreso “Perché me lo chiedi?”
“Ti stai torturando le labbra a sangue, non parli….
Mi hai chiesto di uscire con te quando potevamo benissimo rimanere dentro con
tutti gli altri…” l’asiatico si fermò, asciugandosi
la fronte lievemente imperlata di sudore e allentando il nodo della cravatta.
Faceva decisamente troppo caldo per la divisa scolastica, nonostante
indossassero la versione primaverile, i pantaloni risultavano comunque troppo
pesanti e lo stesso valeva per il blazer.
Anderson tentennò, mentre l’amico si fermava proprio davanti a lui, con
le mani infilate nelle tasche “Io…. Non vorrei
metterti in imbarazzo ma…. Non ho molti amici con cui
parlare…”
“Sentiamo, quale è il problema?” Lo incoraggiò l’altro, con un sorriso.
Blaine arrossì, abbassando lo sguardo a terra e dondolando sui piedi
“Diciamo che…. Sono un po’ preoccupato….
perché….”
“…. Io e Blaine abbiamo deciso di entrare più in intimità….”
Rachel e Mercedes si scambiarono uno sguardo furbesco, mentre Kurt,
facendo finta di nulla, iniziava a sventolarsi con una delle riviste che
stavano tranquillamente sfogliando sulla sua veranda.
Iniziava a fare molto caldo…. Troppo.
Berry si fece più vicina, osservandolo attentamente con espressione
maliziosa “E dimmi…. Quando?”
“…. Presto” disse vago Kurt, arrossendo ancora di più, oltre il
possibile.
Mercedes si espresse in un risolino che al controtenore non piacque
affatto “Non prendertela, Marshmallow” disse la
giovane di colore, accarezzandogli i capelli sulla nuca “Ma lo stai dicendo
come se fosse una cosa brutta”
“Non è così!” rispose prontamente Hummel “Ma…. Non è
nemmeno semplice! Io non ne sapevo nulla qualche mese fa e continuo a saperne
davvero poco! Non ci siamo spinti molto in là e credo che farò una figuraccia!”
“Beh, quale sarebbe il problema?” domandò senza capire Rachel “Non mi
pare che Blaine sia il tipo da prenderti in giro o lasciarti, nel caso in cui
qualcosa andasse…. Storto”
“Non è questo!” replicò stizzito il ragazzo, frustrato dal fatto che le
sue migliori amiche sembravano davvero non capire “Solo voglio che la nostra
prima volta sia perfetta. Non pretendo altro se non poterla ricordare per tutta
la vita senza dovermi vergognare di essere nato!”
Le due ragazze si scambiarono un altro sguardo, stavolta di
comprensione.
“Secondo me andrai benissimo, tesoro” disse Mercedes, abbracciando le
spalle dell’amico.
“Vi amate molto, e questa è la cosa fondamentale..” continuò Rachel
“Non ti serve altro se non un briciolo di sicurezza”
“Ma io non so niente”
“Non ci sono solo i porno da cui attingere informazioni!” lo corresse
Mercedes “Puoi ricercare anche informazioni più….
Teoriche e meno pratiche”
“Se è come in matematica, sapere la teoria non mi aiuterà ad avere la
sufficienza in pratica” Kurt sospirò, prima di sorridere timidamente “Però
avete ragione…. Ci amiamo, e questo basterà.”
le sue amiche parvero decisamente soddisfatte, suggellando quel momento
con un forte abbraccio.
Kurt le strinse, decisamente sollevato “Grazie ragazze, avete ragione voi….”
“…. Ne ho fatto una tragedia, ma alla fine è qualcosa che dovrebbe
essere ‘naturale’, hai ragione tu…”
Wes annuì comprensivo “Io non so come farete, non sono molto pratico
del sesso tra uomini ma posso dirti una cosa: la mia prima volta con Lily non è
stata come nei film. Non abbiamo prenotato una stanza in un hotel lussuoso o
acceso candele…. Abbiamo messo un po’ di musica e ci
siamo lasciati andare” il modo sicuro e per nulla imbarazzato con cui Wes stava
parlando a Blaine era tutto ciò che il ragazzo si aspettava dall’amico:
sicurezza. “Quello che importa e soprattutto quello che ricorderai per il resto
dei tuoi giorni della tua prima volta non è come vi siete organizzati o cosa
hai preparato per rendere la serata speciale…. Ma
solo la persona con cui sei stato. Focalizza la tua attenzione su Kurt e sul
vostro legame…. Avete anche troppa chimica, quindi
fossi in te non mi preoccuperei. E stai rilassato, luinon credo ci riuscirà.”
“Non hai molta fiducia nel mio ragazzo” osservò Anderson, sorridendo
sinceramente per la prima volta in tutta quella giornata. Si sentiva come se un
grosso peso si fosse appena dissolto.
O per lo meno alleggerito.
“Va meglio?”
Il sorriso sul viso di Blaine si allargò ancora di più “Molto, grazie
davvero Wes…”
L’asiatico scrollò le spalle “A che servono gli amici, se no?”
“Oddio non fatemi assistere a scene gay di questo tipo!”
Blaine si voltò lentamente verso l’ingresso della scuola, vedendo
arrivare con passo di marcia un Thad particolarmente soddisfatto.
“Devo dedurre dal quel sorrisetto strafottente che l’orale è andato
bene?” domandò Wes, guardando l’amico mentre si sistemava i Rayban
da aviatore, neri a specchio, sul naso. Reggeva il blazer sotto al braccio
mentre la cravatta sembrava essersi smarrita, visto che la camicia del ex capo
consiglio era aperta per i primi tre bottoni.
“Si, Smythe non è affatto male” rispose vago
Thad, facendo confondere Blaine e alzare un sopracciglio a Wes “Comunque anche
l’esame è andato bene. sapete che significa?”
Blaine lo guardò mentre si avvicinava ad un bidone delle immondizie,
aprendolo con espressione disgustata “Che te ne vai una volta per tutte?”
“Esattamente, Anderson” rilanciò Harwood, cestinando con un solo gesto il
blazer “Sono un uomo libero!”
Wes lo guardò con disappunto “Thad…”
“Domani sera da me” disse trionfale l’altro, prendendo le chiavi
dell’auto e avviandosi al parcheggio “Non mancare Wes, dobbiamo pensare agli
ultimi dettagli sul trasferimento!”
Gli altri due lo fissarono mentre si allontanava verso la sua auto.
“Non vedo molti progressi” osservò Blaine, guardando l’amico negli
occhi a mandorla.
Wes ridacchiò, appoggiandogli una mano sulla spalla “Fidati, ne sta
facendo molti. Ora, tornando a noi…. Forse ho un paio
di dritte per te, prima di tornare dentro e prepararmi per la mia fine…
Continua….
…. Ora.
Venerdì sera.
Kurt si guardò attorno con attenzione.
Il salotto era in ordine, la cucina era pulita, la sua stanza pronta….
Prese un respiro profondo, torturandosi le mani e chiudendo per un
istante gli occhi.
Ok, aveva provato a documentarsi come avevano suggerito le sue amiche
ma non era andata affatto bene. Più leggeva quelle cose meno credeva di essere
in grado di farle.
Non doveva farsi prendere dal panico….
Prese un altro respiro profondo, sedendosi sul divano con le mani in
grembo e lo sguardo basso.
Lui si sentiva pronto, ne era certo, avrebbe donato tutto se stesso al
solo ragazzo che sentiva di poter amare fino in fondo, quella sera.
Doveva smetterla di preoccuparsi.
Avrebbero mangiato una pizza e guardato un film nel mentre, per
sciogliersi, poi tutto il resto sarebbe venuto da se.
Sapeva che Blaine era molto più deciso e sicuro di lui, ed era
altrettanto certo che sarebbe bastato davvero poco per farlo sciogliere.
Come quella sera alla Dalton.
Come quasi sempre, a pensarci bene.
Per farsi coraggio decise di attingere sempre ai consigli delle sue
amiche e pensare seriamente a lui e Blaine, a tutto quello che era successo in
quei tre mesi di relazione.
Detto così sembra poco tempo, e poco tempo portava alla fatidica frase
‘ è troppo presto’
che Kurt stava cercando di esorcizzare in ogni modo.
Certo, se si prendeva in considerazione la ‘quantità’ allora poteva
anche sembrare poco, ma era la ‘qualità’ che faceva la differenza.
Avevano passato molto tempo insieme, scambiandosi emozioni.
A Kurt sembra passato molto più tempo, tanto che stentava a ricordare
come fosse la sua vita prima di conoscerlo.
Dalla prima volta che aveva incontrato i suoi grandi ed espressivi
occhi da gatto si era come smarrito nella loro profondità dorata. Aveva
incontrato qualcuno di affine a lui, finalmente, quel qualcuno che forse lo
avrebbe aiutato ad affrontare i suoi demoni e a disinfettare le sue ferite.
Peccato che gliene aveva procurate altre, e non irrilevanti.
Il suo modo di volergli bene come ad un caro amico o, al limite un
fratello, Jeremiah, quel discorso a San Valentino, il
bacio con Rachel….
Poi lui e Thad si erano baciati e per un solo, brevissimo, istante,
Kurt si era chiesto se non fosse il caso di lasciarlo perdere e pensare a
qualcun altro…
Ma Blaine lo aveva colto in contropiede, dichiarandosi.
E ricordava ogni singola parola che gli aveva detto quel pomeriggio, mentre
decorava la bara di Pavarotti nella stanza adiacente alla saletta.
Quando lo aveva baciato, sussurrandogli che lo aveva cercato per tutta
la vita. Ci aveva messo il suo tempo, ma alla fine era arrivato alla
conclusione che Kurt aveva raggiunto molti mesi prima.
Da lì c’erano stati molti baci, carezza, sussurri dolci, qualche ti amo
sentito….
Il campanello suonò, riportandolo alla realtà.
Si alzò con un sorriso entusiasta, camminando fino alla porta con
decisione.
Sarebbe andato tutto bene, ne era certo.
Aprì la porta con un sorriso elettrizzato, che però gli morì subito
sulla labbra appena vide che non era Blaine.
Ma Finn, con Rachel.
E tra le mani reggevano un enorme scatola di pizza al metro.
“Cosa ci fate qua?!” domandò, quasi isterico.
Il fratellastro lo guardò senza capire “Prima mi hai chiesto se pensavo
di mangiare fuori perché eri solo a casa, così ho pensato di stare tutti
insieme!”
“Cosa?!” sentiva gli occhi sul punto di saltargli fuori dalle orbite
“Io ho detto che dovevi andare a
mangiare fuori perché volevo stare a
casa da solo!”
“Ma i tuoi non ci sono” intervenne Rachel “Da me ci sono i miei papà e
io e Finn pensavamo di farti compagnia per cena e poi lasciarti la casa.”
“Ve ne andate dopo?”
I due si scambiarono uno sguardo “No, andiamo in camera mia” disse poi
Finn, con un’alzatina di spalle.
Perfetto.
Serata finita.
Rovinata.
Kurt sospirò angosciato, e quando il campanello suonò nuovamente andò
alla porta lentamente, senza più alcuna traccia dell’entusiasmo che prima lo
aveva smosso.
Blaine si sorprese molto quando lo vide così abbattuto “Ma…. Che succede?” domandò stranito, chiudendosi la porta
alle spalle e seguendolo in salotto, dove Rachel e Finn stavano servendo la
pizza su tre piattini.
“Oh Blaine, ci sei anche tu!” disse con entusiasmo la giovane, mentre
il Warbler nascondeva la sua cartella di scuola
dietro alla schiena, come se contenesse una bomba o dei documenti della CIA.
Certo, la bomba c’era davvero lì dentro.
“TI prendo un piatto, accomodati” disse Finn, andando in cucina.
Kurt si afflosciò deluso sul tappeto, guardando con espressione
disgustata il suo pezzo di pizza.
Blaine lo imitò, sospirando.
Addio serata.
“Ragazzi ma che avete?” domandò la ragazza, senza capire.
Kurt scosse il capo irritato “Niente…”
Lei lo fissò un istante, mentre anche Finn tornava con un bicchiere,
piatto e posate per Blaine, e capì “Oddio…. Era… stasera Kurt?!”
Lui la fulminò con lo sguardo e lei fece per dire qualcosa da Finn, ma
Hummel la bloccò “Non importa, sarà per la prossima.”
Passare il resto della serata, la loro serata, quella che sarebbe
dovuta essere la più speciale di tutte, insieme a Finn e Rachel fu davvero
deprimente, e il massimo che riuscirono a fare prima di addormentarsi nel letto
di Kurt furono giusto un paio di coccole.
E la promessa che non avrebbe più programmato nulla, lasciando che gli
eventi facesse il loro corso, senza forzarli.
Sarebbe successo, dovevano solo aspettare il momento adatto.
Continua….
(stavolta per davvero xD)
Nda:
lo so, sono una bastarda perché non li ho lasciati consumare!
Ma un piccolo indizio per voi….
Manca ancora un paio di capitoli alla fine, ergo c’è tempo!
Che ne pensate del capitolo?
Sebastian…. Mi
vien da dire povero perché a me piace tanto ma quel che ha fatto Thad…. Ci sta!
Thad forpresident….
È davvero il più bastardo perché, a differenza di Sebastian che stronzeggia solo per ottenere le cose, lui stronzeggia gratuitamente, senza secondi fini xD
Grazie a chi ha recensito lo scorso capitolo e alle 138 persone che mi
hanno inserita nei preferiti!
Per problemi tecnici il capitolo non è stato betato
e io da sola non trovo gli errori (sono celebro- down). Chiedo scusa per
eventuali porc*te all’interno del testo!
Avvertenze: il raiting di questo capitolo diventa decisamente ROSSO.
Buona lettura!
Blaine Anderson presents:
The Pips!
#34
Forever.
Kurt assottigliò lo sguardo, appoggiando l’indice sopra a un foglio,
appeso sulla parete di fronte a lui.
“Harwood…Oh eccoti qui…”
fece scorrere gli occhi lungo la casella con attenzione, mentre l’altro si
teneva a qualche passo di distanza, le mani ben affondate nelle tasche dei
jeans e lo sguardo serio fisso nel medesimo punto, in attesa “Beh, non è una
sorpresa. Hai preso il massimo del punteggio.” lesse con un sorrisetto Hummel,
facendolo sospirare.
“Sì, beh…Lo sapevo” rispose con strafottenza
Thad,affiancandosi a lui e leggendo il
risultato del suo esame con un sorrisetto soddisfatto, prima di far scivolare
lo sguardo su quello degli altri “Anche David…Wes…Oh, anche Ethan.”
“Kirk poteva fare di meglio ma, comunque, ha fatto un bel punteggio
anche lui” disse Kurt, scorrendo il dito dal nome dell’amico fino al voto.
Thad ridacchiò “Beh, lui si fa sempre prendere troppo dal suo stato d’animo…Era nervoso all’esame.”
“Perché, tu no? Lunatico Harwood?” disse ironico Kurt, beccandosi come
ricompensa per tutto quel sarcasmo una spintarella.
“Io so essere freddo, se questo va a mio vantaggio…E,
fidati,ci tenevo ad uscire con un
punteggio alto. Ora che ho raggiunto il massimo credo proprio che la Columbia
mi accoglierà a braccia aperte.”
Hummel annuì, mentre si voltavano per uscire dall’atrio della Dalton,
così vuoto in quegli ultimi giorni di giugno “Beh, contando che sei il figlio
del vice governatore dell’Ohio e che saresti entrato comunque anche col
punteggio più basso... Credo che ti stenderanno un tappeto rosso sotto ai piedi
appena scendi dall’aereo.”
Thad ridacchiò, sospirando sollevato e abbassandosi gli occhiali da
sole non appena mise piede all’esterno “Sono felice di andarmene via, sai? Però
mi mancherà la Dalton…” si voltò, lasciando scorrere
lo sguardo schermato dalle lenti scure sulla facciata dell’edificio in stile
antico e osservandolo con attenzione come se fosse la prima volta “Quando sono
arrivato qui, il primo anno, mi sentivo un po’ sperduto” si mise a raccontare
con voce nostalgica, catalizzando tutta l’attenzione di Kurt su di sé “Tutti
sembravano così seri da un occhio esterno, così posati…E
io non ne potevo più di quell’ambiente freddo e ipocrita visto che ci sono
cresciuto fin da bambino…”
“Pare però che tu ti sia ambientato fin troppo bene…”
osservò Hummel, guardando il profilo netto dell’amico.
Harwood annuì, soffermandosi con lo sguardo sulla porta di pesante
legno “La Dalton sembra la scuola dei fighetti, ragazzi così ricchi da non
capire realmente il valore della vita, persone così concentrate sulla loro
immagine da preservare il loro decoro anche a costo di troppe restrizioni.
Cazzate, i ragazzi della Dalton sono esattamente come quelli di una scuola
pubblica solo…”
“Più civili, credo” concluse per lui Kurt, dondolandosi sul posto “Qui
siete davvero su un altro pianeta, fidati, te lo dice una persona che ha
vissuto la realtà della scuola pubblica e la gioia di quelle private…”
Thad ruotò su se stesso, voltandosi verso di lui e facendo qualche
passo nella sua direzione “Nessuno ti ha costretto ad andartene, Pookie. La stanza è diventata così triste senza di te…Anche se almeno non puzzava più come un barattolo di cremina per i sederini irritati dei neonati”
Kurt lo guardò male, prima di sospirare e avviarsi al cancello,
borbottando qualcosa sull’importanza dell’idratarsi la pelle durante
l’adolescenza.
Thad scosse il capo sorridendo divertito, prima di lanciare un ultimo
sguardo alla scuola, come per salutarla.
Tornerò prima o poi, pensò, almeno per vedere come
se la passano qui senza di me…
“Pookie potresti aspettarmi? Non mi va di
correrti dietro”
Kurt si bloccò proprio sul cancello, aspettando l’altro e scoccandogli
un’occhiata assassina appena fu abbastanza vicino.
Thad rise di cuore, abbracciandogli le spalle con un braccio mentre
camminavano tranquillamente per le vie assolate e assolutamente deserte di
Westerville “Dove ti va di mangiare?”
“Ovunque, McDonald escluso” sottolineò Kurt “Ho voglia di un’insalata
che non sappia di plastica…”
“E se ti offrissi un piatto di spaghetti di soia saltati con le verdure
alla piastra, invece?” propose il più grande, allontanandosi da lui per
accendersi una sigaretta.
“Approvato.” Thad gli fece segno di svoltare per una via laterale
“Perché non hai preso la macchina oggi?”
“Perché avevo voglia di fare due passi, è una così bella giornata…”
“Perché non mi hai costretto a lasciarla a casa tua, che sta almeno ad
un quarto di miglio da qui?”
Il più grande si voltò esasperato verso Kurt “Pookie,
cazzo, ma hai fretta?? Devi andare da Anderson?!? Devi farti la manicure?!?”
L’altro, per giusta misura, si offese un po’ “No! Solo che mi scoccia
camminare sul marciapiede quando il termometro segna trentasei gradi senza un
filo di vento!”
Thad roteò gli occhi, allungando di poco il passo per tenere quello
scattante e quasi a suon di marcia di Hummel “Se la smetti di lamentarti e ti
rilassi, risponderò alle domande che mi hai fatto l’altra sera in chat”
Kurt si bloccò e subito il più grande lo urtò, borbottando qualcosa
“Avevi detto che non volevi dirmi niente…E poi ti sei
disconnesso come un vero cafone!”
“Io non vivo su Facebook! Odio quel coso!”
“Solo perché tutti ti battono a Cityville!”
“Non è colpa mia se il mio apparato urbano non è sofisticato come
quello di Jeff. Sai, sono sempre dell’opinione che sia più produttivocolorare gli stuzzicadenti con i colori
acrilici e farci su un arcobaleno gaio, piuttosto che spendere la vita al pc a farsi gli affari altrui” decretò saccente, guardando
con superiorità Kurt dopo aver alzato di poco gli occhiali da sole.
“Tu e Cameron siete due vecchiette alla finestra…Tanto
lo so che lo tagghi continuamente in stati privati
che può vedere solo lui o che passate le ore in chat a commentare di tutto e di
più”
“Non volevi delle risposte?” Riprese il più grande, guardandolonegli occhi. Kurt si limitò ad annuire con un
sorrisetto “Perfetto, cosa volevi sapere?”
“Perché vai a New York?” domandò il ragazzo, guardandolo di sottecchi mentre
riprendevano a camminare.
Thad scrollò le spalle,prendendo un tiro di sigaretta “Volevo andare via dall’Ohio.”
“Ma perché proprio New York?” insistette l’altro, come se volesse in
qualche modo far intendere che sapeva che c’era qualcosa sotto “Di tutte le
città americane…Proprio quella?”
Harwood sorrise furbescamente “Frena, Lady Marmalade….
So cosa stai pensando.” Si fermò, mettendosi davanti al ragazzo con
un’espressione compiaciuta che lo fece sbuffare “Tu credi che io voglia andare
a New York perché ci verrai anche tu, il prossimo anno…Vero?”
Kurt lo guardò un po’ male, incrociando le braccia, credendo di esserne
davvero convinto “Già”
“E…lopensi…O ci
speri?” rilanciò maliziosamente, il più grande.
Kurt forzò una risatina, vagamente imbarazzato “Thad, per favore…”
“Io rispondo alle tue domande se tu rispondi alle mie…”
“Ok, va bene, lo ammetto: mi lusingherebbe molto sapere che hai fatto
una scelta del genere per me ma…Non servirebbe a
molto non credi? Io non verrò a vivere con te”
“Oh, lo so” rispose quasi annoiato Thad “Infatti non mi trasferisco per
te….” Kurt lo guardò scettico “Soprattutto perché ci sono ottime università là,
ci sono già stato e vagamente mi so orientare…Poi è
davvero una bella città.”
“Per caso sono scuse, queste?”
“No, quindi calma il tuo ego” Il più grande riprese a camminare verso
il ristorante, aspirando un altro tiro di sigaretta “Poi, il fatto che anche tu
verrai, però, mi ha aiutato a scegliere…Mi sarebbe
piaciuta anche Los Angeles…”
Hummel sorrise teneramente “Lo ammetto” disse prendendo a braccetto
l’amico “Mi lusinga molto la cosa…”
Harwood ridacchiò “Quando tu e quel coso che chiami fidanzato ci
raggiungerete, io e Wes vi possiamo aiutare a gestirvi i primi mesi”
“Da quando sei così filantropo?”
“Lo faccio solo per te, ovviamente” specificò frettoloso, quasi come se
ritenesse che effettivamente non ce ne fosse bisogno “Sarà divertente prendere
Anderson per il culo in un altro stato.”
Kurt scosse il capo “Cosa devo fare con voi? Siete due bambini…”
“Allora, in questo caso, saresti pedofilo” Harwood gettò a terra il
mozzicone di sigaretta, pestandolo mentre svoltavano per un piccolo vicolo,
arrivando davanti al ristorante.Kurt
lasciò andare il braccio del più grande facendo per entrare, ma Harwood non
glielo permise, trattenendolo per un polso e alzandosi gli occhiali da sole sul
capo “So che non potrò mai averti perché il tuo cuore appartiene ad un altro”
disse sicuro, con una leggera ombra che oscura le sue già di per se tenebrose
iridi color mogano “Però mi piacerebbe comunque continuare a vederci…Dopotutto siamo amici no?”
Sul viso di Kurt si aprì un bel sorriso, mentre apriva la porta del
ristorante e si spostava da parte, per far passare l’altro “Migliori amici…”
“Non ci posso credere che tu abbia preso Flint a lavorare al pub e non
me! È profondamente ingiusto!”
Kenzie roteò gli occhi, mordicchiando la cannuccia del suo frappé
escambiando un veloce sguardo con
Wilson che, nel frattempo sogghignava soddisfatto “Te l’ho detto mille volte, Nicky…Lui ha veramente bisogno di un lavoro. I soldi che
sua mamma gli passa finiscono direttamente al papà di Jeff, visto che
praticamente lo sta mantenendo in casa su…”
“Abbiamo già aggiustato la porta d’ingresso” raccontò con soddisfazione
Sterling, mescolando il suo frullato mentre gli occhi vagavano curiosi sulle
vetrine dei negozi “Ora possiamo anche chiuderla a chiave!”
Flint sorrise, appoggiando una mano sulla schiena del suo ragazzo prima
di prendere la parola guardando la giovane “Grazie davvero, McKenzie. Non so
come ringraziarti…”
“Oh, figurati” sorrise allegramente lei, mentre Nick borbottava
camminando in parte a lei “Che stai farneticando tu?”
“Che io so bene come si preparano i drink, come si intrattiene la gente…Tu sei un omino di ghiaccio”
“Flint è una persona molto precisa” lo corresse pazientemente il
biondino, abbracciando le spalle del suo ragazzo e stringendolo a se “Imparerà
in fretta…E poi è bravo con la gente”
Nick lo guardò scettico, mentre Wilson teneva lo sguardo davanti a se,
ben intenzionato a non assecondare Duvall.
“Non avete trovato ancora nessuno disposto ad assumervi per questi due
mesi e mezzo?” domandò Kenzie, guardando prima il suo ragazzo e poi Sterling,
che scosse il capo.
“Per ora niente, ma noi non ci arrendiamo”
“Viva le recessione” disse sarcasticamente Nick mentre la ragazza
intrecciava le dita alle sue, continuando a bere il suo frappè
alla fragola “Non credo troveremo nulla di decente…”
“Forse ci prendono da Taco Bell o da Burger King” ponderò pensieroso Jeff, facendo storcere il
naso all’amico.
“Devo scegliere tra il puzzare di tacos o di
fritto? Che meraviglia…”
Continuarono ad ipotizzare tutti i possibili mestieri che i due
avrebbero potuto affrontare durante l’estate per tutto il tragitto verso casa
Sterling, dove Nick aveva lasciato l’Impala quella stessa mattina. Una volta
arrivati lì, il biondino li invitò a bere qualcosa di fresco prima di andarsene
e, nonostante i frullati avessero già apportato un’elevata quantità di zucchero
nel loro sangue, sia Duvall che la sua ragazza accettarono di buon grado una
limonata.
Si accomodarono nel giardino sul retro che, notò Nick, era decisamente
più curato dell’ultima volta che lo aveva visto. Al ragazzo piaceva scherzare,
sostenendo che dietro casa Jeff aveva una vera e propria giungla e che quel
ecosistema fosse da preservare visto che ragazza di animali (il biondo e i suoi
fratelli) lo popolavano. A dirla tutta c’era rimasto male quando era venuto a
sapere che, per sdebitarsi nei riguardi dei signori Sterling, Flint aveva
tagliato, per la prima volta da quando si erano trasferiti lì, l’erba. Ok,
Wilson non era decisamente una persona abituata ad aiutare in casa visto che,
con una probabilità del 50%, aveva avuto come minimo due governanti nella sua
vecchia casa…Ma si era decisamente rimboccato le
maniche e, seppur aiutato dal suo ragazzo, aveva dimostrato di potersela cavare
egregiamente.
Era degno di stima, infondo…
Nick si sedette sul dondolo della veranda, mentre Wilson prese posto su
una vecchia sdraio, stendendo le gambe e accavallandole.
Kenzie però entrò in casa seguendo il biondino e proponendosi di
aiutarlo a preparare la limonata. Non che ce ne fosse bisogno visto che la
signora Sterling non era in casa e che quindi Jeff era costretto a usare quella
istantanea, ma quello era uno di quei classici momenti in cui i due lasciavano
soli Flint e Nick sperando che si chiarissero.
Era un mese che Duvall rimandava e, nonostante la promessa fatta a
Jeff, trovava sempre scuse per non chiarirsi con Wilson.
Dannato orgoglio…
Probabilmente non avrebbe detto nemmeno quel pomeriggio se non fosse
stato Flint ad iniziare…
“Senti, Nick, mi dispiace…”
Il ragazzo alzò gli occhi sorpreso, incontrando quelli chiarissimi e
grandi dell’altro, che lo scrutava realmente dispiaciuto “Per cosa?” chiese,
stranito.
“Per il lavoro.” Rispose semplicemente l’altro “So che non è molto
giusto, lei è la tua ragazza e avresti dovuto lavorare tu con lei ma…Mi sta solo facendo un favore. In questo momento è
difficilissimo trovare qualcosa di decente da fare e, onestamente, mi serve
qualche soldo in più per la benzina e per qualche spesa…”
Caporale balzò sulle gambe di Nick, guardandolo sospettoso prima di
acciambellarsi su di esse e iniziare a fare le fusa, ma il ragazzo quasi non ci
fece caso. Iniziò a passare una mano sul pelo morbido e grigio dell’animale,
mentre osservava con attenzione Flint.
…E realizzò che
se voleva scusarsi quello era il momento più adatto.
“Non devi scusarti, anzi…Io dovrei farlo.” si
morse un istante le labbra mentre Wilson, che aveva abbassato gli occhi sulle
assi di legno sbiadito che componevano la veranda, li alzò sorpreso “Io…Mi sono comportato davvero male con te. Tanto. Non avrei
dovuto dire quelle cose su di te o provocarti così tanto. Non ti capisco e non
approvo la tua idea o il tuo punto di vista…Sostengo
che mentire per farti lasciare da Jeff sia stata la cazzata dell’anno ma…Non avrei dovuto infierire. Tu hai avuto le tue ragioni
e io non sono nessuno per criticarti o altro…” Si interruppe,
attendendo che l’altro dicesse qualcosa.“E per il lavoro non devi preoccuparti,
alla fine io non ne avrei nemmeno bisogno ma ora che esco sempre con Kenzie e
pretendo di fare il cavaliere, necessito anche io di qualche soldo in più…”visto che
Flint sembra ostinarsi nel rimanere in totale mutismo, Nick iniziò a credere
che forse Wilson gli avrebbe portato rancore per l’eternità, ovvero tutto il
lasso di tempo che entrambi avrebbero trascorso al fianco di Jeff. Non andava
bene “Spero che prima o poi potrai perdonarmi, davvero sono rammaricato ma
capirò che…”
“Duvall, metti in pausa” Flint sorrise con più convinzione mettendosi a
sedere e sporgendosi in avanti “Ovviamente accetto le tue scuse che, tra
parentesi aspettavo da una vita” gli disse, facendogli sbuffare una risata
decisamente sollevata “Facciamo così, cancelliamo tutto, che dici? Facciamo
finta che non sia mai capitato?” gli porse la mano.
Nick non ci pensò due volte a sporgersi in avanti e afferrarla,
stringendola “Affare fatto.”
Quando Jeff e Kenzie tornarono con un vassoio con sopra quattro
bicchieri di limonata fresca, capirono che le cose si erano risolte dal modo in
cui i due ridacchiavano, dalle battutine disinvolta di Duvall e dell’assenza di
sarcasmo maligno di Wilson.
Brindarono alla loro estate, alzando in alto i bicchieri e
promettendosi che quella sarebbe stata di certo la migliore di tutti i tempi.
Quando Kurt costeggiò il vialetto di casa Anderson, parcheggiando
proprio lì davanti, si diede mentalmente del cretino.
Finito il pranzo con Thad si erano separati davanti alla villa di
quest’ultimo e al più giovane era sembrato sciocco tornare subito a Lima senza
passare dal suo ragazzo per un saluto.
Solo che non aveva avvertito e aveva una paura disumana di non trovare
il suo ragazzo a casa…E se avesse disturbato suo
padre? Non voleva nemmeno pensarci…
Solo che gli sembrava ancora più idiota andarsene così, senza nemmeno
averci provato. Con un sospiro spense il motore, avviandosi al cancello e, con
lentezza misurata e un certo timore, suonò il campanello.
In un certo senso sperava che, se non avesse risposto proprio Blaine,
non ci fosse nessuno in casa. Sarebbe stato meno imbarazzante dopotutto e
poteva affermare di averci comunque provato.
Il citofono gracchiò in modo inquietante e una voce famigliare gli
chiese chi fosse. Kurt sospirò sollevato “Ciao Chad,
sono Kurt”
-Ciao Key, ti apro-
Il cancello si aprì con uno scatto e il ragazzo entrò, camminando per
il vialetto fino alla porta d’ingresso che trovò già aperta.
Chad si stava
evidentemente preparando per uscire, visto che teneva in mano una camicia
leggera da usare in motorino mentre, presumibilmente, sarebbe andato dalla sua
ragazza.
Si sorrisero e subito il più piccolo (ma decisamente non in altezza) di
casa Anderson arrivò fino a lui, battendogli amichevolmente una mano sulla
spalla “Allora, come va?”
“Bene, grazie. Tu?” chiese a sua volta Kurt.
A Hummel piaceva molto il fratello minore del suo ragazzo, era
simpatico e aveva dei modi di fare decisamente molto carini. Faceva tenerezza
con quel casco di foltissimi ricci scuri in testa, sempre spettinati e
indisciplinati.
A sentire Blaine, invece, Chad semplicemente adorava Kurt – o Key, come aveva deciso
di chiamarlo sin dal loro secondo incontro.
Parlarono del più e del meno per una decina di minuti, soffermandosi in
particolare sull’ultimo scoop del momento, ovvero una compagna di classe di Chad che, a detta di quest’ultimo, era rimasta incinta da
poco. A sedici anni.
E il padre era decisamente ignoto o, per lo meno, incerto.
“…. Abbiamo una rosa di sospettati di sette persone” disse Chad mettendosi il cellulare in tasca, alzando un
sopracciglio.
Kurt emise un fischio basso, mentre con gli occhi puntati al pavimento
rifletteva “Certo che al tuo liceo ne capitano di cose, eh?”
“Già, non ci si annoia” rispose sorridente il ragazzo, prima di
lanciare un’occhiata all’orologio del soggiorno “Devo scappare, o Abby mi spara, stavolta. Blaine lo trovi in piscina,
comunque. Credo che si sia addormentato di nuovo all’ombra…”
“Beato lui…. Penso che andrò a fargli
compagnia allora” rispose Kurt ridacchiando.
“Oh, fai pure. Io ora esco e papà ha portato la mamma a Orlando per un
weekend riconciliatore” lo sguardo scettico del ragazzino diceva decisamente
tutto, ma Kurt non riuscì ad impedirsi dal chiedere come procedessero le cose
lì dentro “Malissimo, davvero malissimo” rispose Chad,
risultando agli occhi di Kurt meno abbattuto del fratello e decisamente più
arrabbiato col padre “Litigano spesso, a tutte le ore…Mi
fanno impazzire, sul serio. Fortuna che a casa non ci sono praticamente mai…”
Kurt annuì “Va bene, ora ti lascio andare o ritardi troppo…SalutamiAbigail!”
“Lo farò, tu ricordati di dirci quando tu e mio fratello siete liberi
per fare un’altra serata di ‘cucina
tailandese più film’, ok?”
Kurt sorrise di nuovo “Certamente, ciao Chad”
Il più piccolo lo salutò con un cenno prima di sparire, chiudendosi la
porta alle spalle e lasciandolo solo.
Hummel si avviò verso la cucina, immaginandosi già il suo ragazzo
addormentato su una sdraio, sotto all’ombrellone, con un libro appoggiato in
grembo e l’espressione più dolce mai vista.
Beh, aveva sbagliato totalmente fantasia visto che, quello che vide, fu
per certi aspetti decisamente molto meglio…
A primo impatto credette di doversi sedere
per non svenire in terra come un cretino, ma poi con un certo impegno riuscì a
tenersi in piedi.
Perché Blaine non era sulla sdraio a dormire, ma in piscina.
…E stava
facendo Dio solo sa quante vasche.
I muscoli della sua schiena contratti erano la cosa più eccitante sulla
quale il giovane Hummel avesse mai appoggiato lo sguardo e…Wow.
La temperatura esterna si era alzata drammaticamente?
Si allargò il colletto della camicia smanicata
che indossava, prima di muovere qualche passo verso il bordo e chiamare un paio
di volte il suo ragazzo.
Appena si accorse della sua presenza, Blaine si fermò, togliendosi
l’acqua dagli occhi e andando verso di lui “Ciao! Nonti aspettavo…Pensavo
fossi ancora in giro con Harwood e che non ci saremo visti fino a stasera!”
“Thad aveva da fare con David e Wes, così ho pensato di passare da te”
disse Kurt, chinandosi e appoggiandosi con le ginocchia, lasciate scoperte dai
pantaloni a pinocchietto,sul bordo della piscina “Non ti scoccia,
vero?”
“Assolutamente no, mi fa molto piacere!” disse con un sorriso Anderson,
appoggiandosi al bordo davanti a lui con le braccia “Ti sei divertito?”
“Abbastanza, ma ho sentito la tua mancanza”
“Perché?”
“Mi diverto a sentire Thad che ti prende in giro” gli disse sarcastico
Kurt, spostandogli un riccio bagnato dalla fronte mentre Blaine sbuffava “Posso
sapere che domande fai?! È logico che mi manchi, ieri non ci siamo nemmeno visti…”
“Ieri qui è scoppiata una guerra” disse Blaine.
“Chad me l’ha detto…”
“In confronto Gettysburg è stata una partita di
Dogeball…”rilanciò ancora Anderson “Ma ora non
parliamone, se poi ti ha già avvertito di tutto mio fratello, meglio così… Perché non ti metti un mio costume e entri in acqua
anche tu? Con questo caldo è fantastico, te lo assicuro..”
Kurt avvampò “Preferirei di no….” Il piano
del giovane era semplice: mettersi sullo sdraio e lasciare che Blaine nuotasse
tranquillo. Senza staccargli gli occhi di dosso. Mai.
“Sicuro?”
“Si, certo…Non ho un bel rapporto con le piscine…”
“Allora esco per tenerti compagnia!”
“Oh ma non è affatto neces-”
Kurt fu costretto ad interrompersi quando Blaine, appoggiando le mani
sul bordo della piscina proprio accanto a lui, fece leva sulle braccia,
sollevandosi per mettersi a sedere su di esso.
Quella fu una sorta di mazzata finale per i suoi ormoni già gravemente
compromessi.
“Kurt, che hai?” domandò Blaine mentre gli occhi del suo ragazzo
sembravano troppo impegnati a seguire una gocciolina che, bastarda, stava
scivolando con lentezza lungo i suoi pettorali “Sei strano…”
Ilragazzo si costrinse ad
alzare gli occhi in quelli caramellati di Anderson tirò un sorriso “Ho solo caldo…. Decisamente molto caldo…”
Qualcosa nel suo tono doveva aveva tradito, visto che Blaine ci mise
solo una manciata di secondi ad azzerare la distanza tra di loro, baciandogli
le labbra con passione mal contenuta.
Kurt allungò una mano, mentre inclinava di lato il capo, per
accarezzargli i capelli bagnati e gocciolanti.
Quando il morettino si staccò, prese a guardarlo negli occhi, con un
sorrisetto “Vuoi andare da qualche parte? Se mi dai un attimo mi cambio e…”
“No.”
Kurt abbassò gli occhi sulla superficie increspata dell’acqua,
imbarazzato per quella risposta decisamente secca. Solo che davvero non aveva
voglia di uscire e andare chissà dove, probabilmente al parco, dove al massimo
potevano scambiarsi qualche carezzae un
paio di baci a stampo.
Decisamente aveva voglia di qualcosa…Di più.
Subito, anche.
Blaine annuì pensieroso “D’accordo…” disse
accomodante, evitando di accostarsi troppo a lui per non bagnarlo “Allora che
ti va di fare?”
“Andiamo in camera tua?”
David si passò una mano sulla fronte per spazzare via il sudore, mentre
Thad si esibiva in un altro salto un po’ esagerato e segnava un altro canestro.
Wes si appoggiò con le mani alle ginocchia, ridacchiando “Possiamo
smettere ora? Fa decisamente troppo caldo per continuare…”
Thad sogghignò “Solo perché state perdendo, pappemolli?”
“Tutta fortuna Harwood” sottolineò con un sorrisetto Thompson,
prendendo al volo la palla che proprio quest’ultimo gli stava passando.
“Chi l’avrebbe mai detto che uno della tua statura fosse in grado di
segnare tutti questi canestri?” lo schernì allegramente Wes, senza troppa
cattiveria, portando una mano alla fronte per schermarsi gli occhi a mandorla
dai raggi del sole pomeridiano.
Thad alzò il bordo della canottiera che portava per asciugarsi il viso,
prima di ridacchiare “L’altezza non è tutto nella vita…”
“Prendi sempre in giro Blaine per via dell’altezza” disse paziente David.
“Si ma lui davvero è esagerato! Una persona così bassa non l’avevo mai vista…. E io vivo in un quartiere pieno di anziani” si
difese Thad, guardando il ragazzo di colore palleggiare.
Entrambi decisero di lasciar cadere l’argomento, o il padrone di casa
avrebbe continuato a dire che paragonare Blaine a chiunque fosse come mettere
un Bonsai affianco ad un Baobab. Addirittura sosteneva che la sua non era
discriminazione, affatto: semplicemente voleva mettere Blaine di fronte ad una
cruda e scomoda realtà.
“Quando vi trasferite voi due?” domandò David, scartando Thad che si
era fatto avanti per rubargli la palla e avvicinandosi al canestro, segnando un
punto.
Wes scrollò le spalle, prendendo la palla al volo e passandola ad
Harwood che non perse tempo a fare l‘ennesimo canestro “Abbiamo già trovato un
bel appartamentino…. È a Midtwon,
non molto lontano dalle nostre facoltà….”
“Nell’Upper East Side mio padre ha un appartamento” disse Thad
palleggiando la palla al suo fianco, mentre si avvicinava ai due amici “Ma io
mi sono altamente rifiutato di andare a vivere lì. Vorrei vederlo il meno
possibile e, conoscendolo,userebbe
qualsiasi scusa per venire da me ogni maledetto giorno….”
“Pensi di lavorare una volta arrivato là?” chiese David, alzando un
sopracciglio.
“Assolutamente no” gli fece sapere Thad “Non ho detto che non voglio
più i soldi di mio padre, ma che non voglio più vedere lui”
“Non è molto maturo..”
“Lo vedo come una sorta di risarcimento per tutto quello che mi ha
fatto passare e tutto quello che tutt’oggi mi fa….”lanciò
la palla in un cestino, appoggiato affianco ad uno dei portoni del grande
garage, e si prese un bicchiere di cocacola con
ghiaccio e limone dal vassoio che la cameriera aveva portato poco prima,
prendendo un sorso generoso “E poi tra la facoltà, la palestra e la movida
newyorkese dove lo trovo il tempo anche per lavorare?”
“Oh certo, tutto torna” disse ironico il ragazzo di colore, prima di
voltarsi verso Wes “Io penso troverò lavoro in qualche caffetteria di Columbus
per mettere via qualche soldo, visto che i miei vogliono provvedere agli studi
e all’appartamento”
“Pensavo la stessa cosa” ammise Wes “anche perché non ho mai lavorato
in tutta la mia vita e non posso passare da zero a cento in poco tempo. Quando
inizierò i tirocini nel secondo trimestre sarà dura fare i turni se non ci ho
mai nemmeno provato…”
“Io non credo di averne bisogno” disse Thad “Infondo mi infileranno in
un vecchio e polverso studio legale a fare il caffè
che un ammuffitissimo avvocato che ha iniziato a
lavorare nel 1950 circa….”
I due amici si scambiarono uno sguardo “Thad sai che al lavoro, fino a
che non sarai tu stesso ad aprire uno studio indipendente, non potrai comandare
tu…. Vero?”
Lui li guardò con un sorriso furbesco “Certo….
Posso però far credere alle persone che sono loro a dirmi cosa fare, quando
invece sono io stesso a deciderlo…. E non so se mi
sono spiegato” Wes alzò un sopracciglio mentre David roteava gli occhi
“Possiamo tornare a giocare ora?”
Thompson annuì rassegnato, mentre Wes sorrideva “Prima però vorrei
chiarire un punto con te, Thad…”
Il ragazzo lo guardò stranito “Ovvero?”
“Che hai da dirmi su Sebastian Smythe?”
Kurt aveva molta cura dei suoi vestiti.
Si offriva sempre di stirare e fare il bucato al posto di Carole non
tanto per sfiducia, ma perché ci teneva davvero molto ad occuparsi
personalmente di tutti quei capi di abbigliamento che aveva scelto egli stesso
con molta accuratezza….
Eppure non sembrava turbarlo molto il fatto che Blaine avesse buttato
la sua preziossima camicetta di Ralph Lauren a terra, nella foga del momento.
Ed ora era lì, sul letto del suo ragazzo che, tra l’altro, aveva fatto
una doccia veloce per levarsi di dosso tutto quel cloro, e che in quel momento
indossava solamente un altro costume che, agli occhi di Kurt, sembrava ancora
più corto di quello di prima.
Passò una mano sulla sua schiena calda, mentre quelle del moro
esploravano la pelle morbida dei suoi fianchi, facendolo rabbrividire. Blaine
scese ad accarezzargli lentamente la coscia, prima di fermare la mano sulle sue
reni per tirarlo più vicino a se.
Si staccarono, bisognosi di ossigeno, e si scambiarono uno sguardo
prima di Blaine trovasse la forza per farsi appena un po’ indietro con la
schiena e schiarirsi la voce “K-Kurt…. Se vuoi io…. Insomma… Ci fermiamo qua?”
Kurt si morse il labbro inferiore, ma non per una qualche forza di indecisione….
Anzi…
“No, non fermiamoci qua.” Disse, arrossendo solo un pochetto.
Si sentiva sicuro, non voleva smettere o rimandare ancora.
Si sentiva pronto.
Blaine lo guardò un secondo sperduto, prima di prendere un respiro
profondo “D’accordo allora…. Solo, dammi un istante
perché io non mi aspettavo di certo una cosa del genere e quindi non mi sono
preparato psic-”
Ad interrompere quello sproloquio ci pensò Kurt, riattirando
il suo ragazzo a se e riprendo esattamente da dove avevano lasciato poco prima,
ovvero labbra contro labbra.
Non c’era spazio per le parole, e quando la mano morbida di Kurt
catturò la sua, anche Blaine riuscì a percepire che era giusto così. Che anche
lui era pronto.
Intrecciò le dita alle sue, stringendo la presa, baciandolo per qualche
minuto con passione prima di scendere sul suo collo per ricoprirlo di teneri
morsi e portare l’altra mano tra di loro,e il suo ragazzo ansimò lievemente sulle sue labbra nel sentire il primo
bottone dei pantaloni saltare.
Anche Blaine sentì il cuore perdere di qualche battito quando Kurt
portò una mano un po’ più in basso, accarezzandogli la base della schiena
appena sopra l’elastico del costume da bagno.
Si spostò all’indietro sulle ginocchia, aprendo anche il secondo
bottone sotto lo sguardo sconvolto dalla passione di Kurt e, velocemente per
non imbarazzarlo troppo, gli sfilò i pantaloni lasciandolo con addosso solo un
paio
di boxer scuri, decisamente più stretti in quel momento.
Non si perse troppo a guardarlo, tornando a baciargli il ventre e
risalendo fino al petto.
Blaine sapeva di non essere un grande esperto di sesso almeno dal punto
di vista pratico, ma da quello teoricopoteva per lo meno affermare che la sua cultura in fatto di porno non
era poi così di base.
Si era informato così, leggendo di qua e di la dai forum e spulciando i
siti vietati ai minori usando i dati anagrafici e il nome di suo padre, un po’
per ripicca un po’ per comodità.
Sapeva, quindi, dove andare a parare per lo meno, al contrario di Kurt
che sembrava completamente in sua mercè.
Prese a torturargli un capezzolo con i denti e la lingua,
mordicchiandolo e leccandone i contorni, scoprendo che quello che aveva letto
doveva per forza essere vero visti i dolci gemiti che uscivano dalle labbra di
Kurt.
Una mano del più giovane finì tra i suoi ricci ancora umidi e ribelli,
stringendo di poco la presa. Tutto quello che gli stava facendo era
semplicemente paradisiaco.
La bocca di Blaine e le sue mani lo erano.
Quando finalmente tornò a baciarlo sulle labbra sembravano passate ore
e ormai la loro eccitazione era decisamente incontenibile.
Si sfilarono quell’ultimo indumento da soli mentre le labbra lavoravano
frenetiche, poi Blaine si portò sopra Kurt, che dischiuse le gambe per farlo
sistemare tra di esse.
Anderson si scostò di poco dal suo viso per guardarlo negli occhi e,
sorridendogli dolcemente, gli accarezzò la guancia arrossata dal piacere e da
quella punta di imbarazzo che ancora faticava ad andarsene “Sei bellissimo”
Kurt ricambiò il sorriso, chiedendosi come potesse esserlo vista
l’espressione sconvolta e i capelli spettinati, ma non lo chiese. Semplicemente
strusciò il viso contro la sua mano “Anche tu lo sei…”
Si scambiarono ancora qualche piccolo bacio a fior di labbra mentre le
mani vagavano curiose e inesperte sui loro corpi appena velati di una sottile
patina di sudore a causa di tutto quel movimento e del calore estivo.
La luce si stava abbassando progressivamente dietro alle tapparelle
abbassate, segno che di lì a poco sarebbe tramontato il sole.
Quando Blaine si appoggiò ai gomiti per sollevarsi Kurt lo tranne su di
sé.
L’idea che alzandosi avrebbe potuto vederlo del tutto nudo non era
proprio il massimo delle sue aspettative “Dove vai?!”
Blaine battè velocemente le palpebre senza
capire “Da nessuna parte solo…” prese un altro
respiro profondo “Volevo chiederti di voltarti…. A
pancia sotto…”
Kurt lo guardò sorpreso “E perché?”
“Penso che così saprei più come fare a…. Per
favore fidati di me, solo per questa prima volta. Voglio essere sicuro che tu
non sentirai più male del necessario”
Il ragazzo dagli occhi azzurri annuì, aspettando che Blaine si
sollevasse di poco da lui per poter girarsi, non prima però di aver lasciato
che il suo sguardo indugiasse sul corpo del moro e – Dio- voleva arrivare al dunque.
Lo voleva davvero.
Appena si fu appoggiato con la pancia sul materasso, Blaine prese a
ricoprirgli le spalle e la schiena di baci, continuando ad accarezzargli con
fare rassicurante il fianco sinistro. Scese lungo tutta la colonna vertebrale,
baciando e leccando a tratti ogni singola porzione di pelle lungo quel
tragitto, fino a raggiungere il fondoschiena del suo ragazzo.
Con dolcezza prese ad accarezzargli le natiche, mentre Kurt si
aggrappava con forza al lenzuolo chiaro, stringendolo tra le dita e tenendo il
viso appoggiato al cuscino, impregnato dell’odore del suo ragazzo. Quando Blaine
le separò lentamente, il respiro di Kurt di spezzò.
Non aveva idea di quello che avrebbe fatto Blaine, ma di certo non si
aspettava quello che sarebbe successo di lì a poco.
Poteva sentire la sua lingua all’inizio tentennante e poi via a via
sempre più sicura, delineare la sua apertura con accuratezza, tanto che l’ultima
cosa che Kurt fu in grado di pensare fu che ringraziava il cielo di aver fatto
la doccia quella mattina stessa.
Poi le sinapsi terminarono e il suo cervello andò in blackout totale.
Perché, sul serio, Blaine non poteva fare quelle cose e pretendere che
Kurt non perdesse del tutto il senno.
Continuò a stuzzicarlo con la lingua, con la solerte convinzione che
aveva fatto bene a leggersi attentamente quasi tutti i siti possibili e
immaginabili che trattassero la tematica della ‘prima volta tra due ragazzi’ in
modo serio.
Non avrebbe mai fatto niente del genere e non avrebbe mai saputo quanto
importante e fondamentale fosse per i preliminari se non l’avesse letto con i
suoi stessi occhi e, sempre a giudicare da come Kurt stava vivendo la
situazione, stava andando tutto bene.
Solo che, dopo, veniva il difficile.
Quando avvertì i muscoli del suo ragazzo rilassarsi progressivamente si
sollevò, tornando a baciarlo sul collo mentre la sua mano si allungava verso l’ultimo
cassetto del comodino, dal quale prese un flaconcino di lubrificante
trasparente e un preservativo da una scatola che aveva aperto per curiosità
quando era tornato abbattuto da casa Hummel, dove avevano visto fallire il loro
piano di perdere la verginità a causa di Finn.
Si mise seduto sulle ginocchia, prendendo un poi di quel liquido trasparente
sulle dita e saggiandone un istante la vischiosità prima di rivolgersi a Kurt “Sentirai
un po’ di fastidio ora…. Ho letto che però passa. Ok?”
L’altro annuìsemplicemente,
tenendo gli occhi chiusi, incapace di fare altro.
Si sentiva del tutto succube di quella situazione e il modo che aveva
Blaine di rassicurarlo lo stava letteralmente mandando fuori di testa.
Con molta calma, Blaine insinuò un dito tra le sue natiche, cospargendo
la sua apertura di lubrificante prima di provare ad insinuare il dito al suo
interno. Non era nemmeno entrata la prima falange che subito il ragazzo sotto
di lui si irrigidì.
Si chinò su di lui, appoggiando una mano di lato al suo viso per
potersi sporgere e sussurrargli all’orecchio “Posso fermarmi se non vuoi”
Kurt si morse le labbra “No. Solo…. Scusami ma…. Riprova…”
“D’accordo, tu rilassati” gli baciò piano la guancia “Non voglio farti
del male ma più rigido sei peggio è…”
Kurt annuì di nuovo, mentre Blaine riprovava ancora più lentamente.
Quando finalmente riuscì nel suo intento Kurt storse il naso,
infastidito da quella strana sensazione. Pregò che non fosse così tutto il
tempo, e, senza saperlo, Blaine stava già cercando di fargli cambiare idea.
Ruotò il polso piano, cercando di arricciare il dito e muoverlo in modo
tale da raggiungere un punto specifico che, sempre secondo quel sito doveva essere…
“Dio, Blaine!”
…. Lo aveva trovato.
Continuò a premere un paio di volte contro la parete della sua
prostata, delicatamente, mentre sentiva Kurt gemere forte e rilassarsi sempre
di più.
Solo quando lo ritenne abbastanza preparato tolse il dito per infilarsi
il preservativo.
“Piccolo, voltati” disse con decisione, prendendo un altro po’ di
lubrificante.
Quella era la classica situazione in cui era meglio abbondare.
Kurt si sollevò sulle braccia tremolanti e tornò a stendersi a pancia
in su, guardando Blaine con le iridi scure, annebbiate.
“Fallo” sbottò l’altro, col fiato corto “Per favore io….
Non resisto più io voglio che tu…”
Blaine sorrise, vederlo così impacciato era decisamente adorabile,
anche se avrebbe definito quella situazione in tutt’altro modo.
Lo prese per i fianchi, studiando un modo per farlo sistemare a Kurt,
per sua iniziativa, si appoggiò con il sedere alle sue ginocchia, allacciando
le gambe ai suoi fianchi, e appoggiandosi ai gomiti, per sollevarsi e baciarlo.
Blaine incontrò le sue labbra in un bacio dolce, mentre lo sistemava
meglio per avere un angolazione migliore. Accompagnò con la mano la sua
erezione quasi dolorosafino alla sua
entrata, strofinandola lì un paio di volte prima di provare ad entrare, trovando
subito una discreta resistenza da parte del suo ragazzo.
“Rilassati…” soffiò sulle sue labbra, continuando
a baciarlo, e sentì che ci stava davvero provando ma non era affatto facile.
Non intendeva forzarlo in alcun modo, ma la forza con la quale Kurt lo
teneva stretto a sé gli fece capire che voleva che andasse avanti, così applicò
appena un po’ più di forza, riuscendo ad entrare anche se di poco.
Kurt si staccò dalle sue labbra, stringendo gli occhi e lasciandosi
sfuggire un gemito che sembra più un lamento di dolore.
Blaine gli prese una mano, intrecciando le dita alle sue e cercando di
stabilizzare la sua voce, rotta dal piacere. “Passa, ti prometto che passa…. Ma tu rilassati.”
“N-non è facile!”
“Lo so ma…. Prova, oppure smetto”
Kurt respirò a fondo, prima di far segno ad un Blaine alquanto ansante di riprovare.
Fu davvero doloroso, ma quando il moro fu del tutto dentro di lui si
sentì bene, completo come non lo era mai stato prima.
Blaine attese un po’ prima di iniziare a spingersi dentro di lui da
prima con delicatezza e poi sempre più velocemente, accorgendosi che anche Kurt
dondolava per quanto gli fosse possibile il bacino, accompagnandolo.
Quando i movimenti si fecero meno armonici e frenetici anche Anderson
prese a gemere forte, incapace di tacere tutto il piacere che Kurt gli stava
procurando, mentre quest’ultimo riceveva il suo, chiedendosi perché avessero
atteso così tanto.
Jeff sciacquò il piatto sotto al getto caldo del lavello della cucina
prima di insaponarlo e risciacquarlo di nuovo.
Flint gli sorrise, prendendolo in un vecchio straccio color ocra tutto
sfilacciato per asciugarlo.
Avevano appena finito di cenare tutti insieme e quella sera toccava a
loro sistemare, visto che Josh aveva deciso di uscire
con un paio di amici che poi sarebbero partiti per le vacanze, lasciandolo solo
a Westerville, incastrato nel nulla, a sentire le sue lamentele.
Ai due ragazzi, invece, andava benissimo passare tutta l’estate in
casa.
Non che lì avessero poi tutta quell’intimità visto che dormivano tutti
quanti in una stanza, ma andava benissimo così.
Dopo aver rischiato di perdersi per sempre si sarebbero accontentati di
qualsiasi cosa pur di rimanere insieme. Senza contare che il tempo per rimanere
soli sapevano ritagliarselo benissimo.
“Si guardarono un istante negli occhi e, lentamente, Jeff si chinò su
di lui per baciargli una guancia e farlo sorridere ancora di più, prima di
riprendere a lavare le stoviglie “Allora, oggi tu e Nick avete chiarito, mhm?” domandò cercando di suonare vago, prima di passargli
un paio di coltelli ora puliti.
Flint li prese con attenzione, asciugandoli e sistemandoli accanto ai
piatti “Già, mi ha chiesto scusa per avere un po’ esagerato e io gli ho chiesto
scusa per aver accettato il lavoro che Kenzie mi aveva offerto. Ora siamo pari”
Jeff parve quasi gongolare “Perfetto, onestamente non chiedo altro per
quest’estate…”
“Io nemmeno” rispose Flint, prendendo l’ultima forchetta mentre Jeff
levava il tappo dal lavandino per fa scorrere via l’acqua. Asciugò le mani del
biondo prima di appoggiare lo straccio allo schienale di una sedia, spingendola
sotto al tavolo di legno “Sai….” Mormorò guardandosi
attorno “So che suono paradossale ma…. Non mi sono
mai sentito tanto ricco come da quando mi sono trasferito qui con voi….”
Il biondino lo abbracciò, dondolando sul posto “Ed è solo l’inizio…. Vieni, andiamo di la, stasera danno una maratona
di Friends sulla NBC…”
Il morettino sorrise, alzando il mento per baciarlo sulle labbra, prima
di annuire e prenderlo per mano.
Si sedettero sul tappeto, davanti al divano dove i signori Sterling
erano impegnati in una fitta conversazione riguardo all’ipotesi di andare tutti
quanti una settimana sui grandi laghi, dalle parti di Chicago, e Flint prese
sulle gambe il piccolo Joshua.
Decisamente non si era mai sentito così ricco.
La luce della luna era così forte che, passando attraverso le sottili
fessure delle tapparelle, riusciva ad illuminare di una luce argentea il corpo
nudo di Kurt.
Blaine non riusciva a smetterlo di guardarlo, tanto gli sembrava bello
e perfetto. Non riusciva a prendere come invece aveva fatto il suo ragazzo poco
dopo aver terminato quel primo amplesso, quasi come se avesse paura di trovarsi
in un sogno.
Con le dita accarezzò lentamente tutta la sua schiena fino all’orlo del
lenzuolo che mollemente lo copriva dai fianchi in giù.
Per lui fu quasi del tutto impossibile iniziare a pensare alla loro
storia, a tutto quello che stavano condividendo, e si ritrovò a sorridere come
un ebete davanti a tutto quello che li aspettava.
Il futuro lo aveva sempre spaventato, visto che lui odiava non avere certezze….
Ne aveva una, finalmente, e Kurt era la persona più solida a cui si
fosse mai aggrappato in tutta la sua vita.
Era così stupendo che Anderson iniziava seriamente a pensare che fosse troppo per lui. Troppo intelligente,
simpatico, bello.
Troppo tutto.
Eppure non aveva la benché minima intenzione di lasciarlo andare.
Lo voleva con se per sempre, e forse sarebbe stato davvero così, perché
sapeva che anche Kurt lo amava tanto quanto lo amava lui. Lo aveva letto nei
suoi occhi prima, mentre portavano quel loro amore su un piano del tutto nuovo,
più fisico.
Avrebbe fatto di tutto per rimanere con lui.
Forse anche cambiare città.
Forse anche cambiare scuola….
Si accoccolò contro la sua schiena, portandogli un braccio attorno ai
fianchi per stringerlo a sé e lo sentì sospirare nel sonno, dolcemente.
Poi, appoggiando il capo contro le sue scapole, sorrise chiudendo gli
occhi e lasciandosi cullare dal sonno.
Sì, sarebbero rimasti insieme per sempre.
Ne era certo.
Continua….
Nda.
Eccoci qui, a meno un capitolo dalla fine!
Non vi anticipo nulla, sono triste e ho anche sonno perché ho dormito
quattordici ore stanotte quindi sono rimbambitissima, quindi passo direttamente
ai ringraziamenti:
-Chi ha recensito fin ora, con tanto amore. GRAZIE.
-Chi semplicemente legge. GRAZIE.
-Chi mi ha inserita tra i preferiti. GRAZIE!
Il prossimo e ultimo capitolo uscirà non so bene quanto, tra martedì e
giovedì!
Ditemi che ne pensate se potete, ci tengo molto visto che nelle scene lemon sono una pippa (una volta
ne scrivevo a iosa, ormai sono diventata pigra anche in questo xD)
“…. E sono sicuro che il
nostro amore adolescenziale non potrebbe sopravvivere”
“Oh
Dalton, dolce Dalton!”
L’urlo
da invasato che Nick gli cacciò a tre centimetri dall’orecchio, aiutò Blaine a
tornare con i piedi per terra.
Certo,
dopo aver passato una mezz’oretta buona a colazione con il tuo ragazzo logorato
dalla delusione nel vederti con la tua solita divisa scolastica non era il
massimo, tenuto conto che il suddetto ragazzo aveva fatto di tutto per buttarla
sul ridere per evitare di fargliela pesare.
Anche
se forse, però, quella di Kurt era solamente tattica.
Non
si sapeva mai, ma Blaine preferiva pensarea Kurt come a quel tenero e coccoloso ragazzo
di Lima che mai e poi mai avrebbe attuato una meschina tattica di vittimismo
per convincerlo a trasferirsi nella sua scuola.
A
un’ora e dieci da casa sua,senza tener conto di traffico/neve/ pioggia/nebbia.
Piena
di omofobi pronti a lanciargli addosso granite gelate e insulti gratuiti.
Straripante
di ragazze – non che Blaine fosse discriminatorio verso di loro, ma cavolo!-
pronte a guardarlo dall’alto verso il basso e a schiaffeggiarlo con la coda di
cavallo ogni qualvolta fosse stato nei loro paraggi.
Senza
contare che, alla Dalton, stava affrontando un programma parallelo di recupero
anni per rimediare a quella spiacevolezza chiamata ‘bocciatura per eccessive
assenze’* che lo aveva costretto a perdere un anno, passando dalla sua vecchia
scuola alla Dalton.
Al
McKinley si sarebbe potuto presentare come Junior, quindi, non come Senior,
rinunciando così a tutti quei pomeriggi extra che si era fatto negli ultimi due
anni per permettergli di seguire i corsi del suo anno per poter recuperare.
C’erano
troppi, troppi contro.
A
partire da uno in particolare: non riusciva a staccarsi dalla Dalton non solo
perché era la sua isola felice nella quale aveva trovato riparo dagli affanni
di un’adolescenza davvero tormentata a causa dei bulli, ma anche dai Warblers.
Come
poteva dire loro che se ne andava così?
“Avevi detto che avresti
preso una decisione prima dell’inizio della scuola…
Eppure eccoti qui seduto, carino come sempre, ma nella tua uniforme della Dalton….”
“Non posso lasciare così i
Warblers, quei ragazzi sono miei amici…”
Nick
gli teneva ancora un braccio attorno alle spalle mentre Jeff camminava
all’indietro, rivolto verso loro due per poter continuare a chiacchierare
eccitato di tutto quello che gli passava per la testa, con Caporale che si
affacciava pigramente da sotto la sua giacca, come un osceno bozzoascellare.
Sorrise
pigramente, osservando attentamente i due ragazzi fare progetti ambiziosi sulla
ThreeSixMaphia per quel
nuovo anno scolastico.
Quell’anno
che però Blaine non sentiva suo.
Qualcuno
attirò la sua attenzione.
Flint,
lo prese per un gomito sottrandolo alla presa di Nick
per potarlo via con sé “Dobbiamo parlare di affari” disse pacatamente.
Ah
si, era un capo consiglio, aveva in impegno importante. Poteva sdebitarsi con i
Warblers per tutto quello che avevano fatto per lui lavorando per il bene
comune del gruppo.
“Ti
vedo pensieroso” disse Cameron prima ancora di salutarlo, mentre entrava nella
sala prove al seguito di Wilson “Non hai una bella cera, hai fatto colazione?
Ricorda che una sana colazione è alla base di uno stile di vita equilibrato.”
Blaine
sorrise lievemente, Cameron era già logorroico a livelli eccezionali ed erano
solo le otto del mattino.
Flint
si sedette alla scrivania prendendo in martelletto e rigirandoselo in mano con
aria pensierosa “A parte Cam e le sue perle da
pubblicità di qualche tipo di yogurt…. Avete pensato
alla mia proposta?”
Anderson
annuì “Io la appoggio in pieno. Te l’ho detto e lo ripeto”
“Idem”
concluse James, mentre Blaine segnava il suo primo appunto sul quaderno delle
riunioni. Nella pagina accanto la scrittura di Thad, così ordinata e stretta,
sembrava dannatamente formale rispetto alla sua tonda e un po’ infantile.
Sospirò
pesantemente mentre Flint batteva il martelletto, esprimendo tutto il suo
divertimento in una risata cristallina “Allora è deciso: Nick Duvall sarà il
nostro solista…. Non vedo l’ora di dirglielo
mercoledì alla riunione! Fino ad allora…” Puntò l’oggetto
contro Cameron “Acqua in bocca!”
“Ci
posso anche provare” disse il ragazzo, divertito, prima di voltarsi verso
Blaine “Hey amico, davvero che ti prende? È successo
qualcosa?”
“Ascolta, onestamente,
vorrei solo poterti vedere di più. Vorrei che il mio ultimo anno sia magico, e
so che questo è possibile…”
Il morettino abbozzò un sorriso di circostanza “Davvero ragazzi, è
tutto ok”
“Non credo” si intromise Flint, incrociando le mani sotto al mento
“Questo è il nostro primo giorno da Senior e sembra che a te sia morto il
cane.”
“Non è morto Hobo, vero?” chiese preoccupato Cam facendo scuotere il capo al ricciolo.
“Sta bene, e io anche…. Solo…” Prese un
respiro profondo “Devo solo riorganizzare bene i miei pensieri. Poi parleremo
di una cosa tutti e tre insieme”
“Perché non ci provi ora, sul momento?” insistette Wilson puntando i
suoi grandi occhi azzurri in quelli dorati di Blaine “Noi non abbiamo fretta,
siamo anche esonerati dalla prima ora della Cooper, in quanto capi consiglio”
Anderson si sedette sulla scrivania, arrendevole.
Tanto valeva vuotare il sacco e parlarne.
…. E ne parlarono a lungo, tanto quanto bastò per far chiarezza nei
suoi pensieri.
“….Solamente se passerò ogni istante di
ogni singolo giorno con te…”
Blaine sapeva che Kurt non era stupido e comprendeva i motivi per i
quali non si era ancora trasferito...
“Devi fare ciò che ti senti, Blaine…”
…. E che l’avrebbe amato a prescindere da qualsiasi decisione avesse
preso.
~°~°~
“Fa uno strano effetto stare qui senza la divisa, vero?”
Wes sospirò, guardando gli studenti della Dalton passeggiare per i
corridoi e infilarsi nelle aule con una certa invidia mista alla nostalgia.
La sua adolescenza poteva anche dirsi ufficialmente conclusa e, certo,
era triste, ma stava per iniziare una nuova fase della sua vita che si
presentava anche migliore della precedente.
Molte più aspettative e prospettive.
Avevano ritirato i loro attestati quella mattina stessa davanti alla
folla di studenti che li applaudiva e quando ciascuno degli ex Warblers era
salito sul palchetto per fare la foto e stringere la mano con la Preside, tutti
i loro amici in platea erano esplosi in urla e schiamazzi decisamente
imbarazzati. Altro che acclamazioni….
Quando poi era stato il turno di Thad, la Sylver
aveva chiesto minacciosamente contegno per paura di vedere il suo bel campo da
football distrutto.
Ed ora eccoli lì, tutti e tre, impalati come tre statue in quel
corridoio che conoscevano come il palmo delle loro mani. Wes e David si
scambiarono uno sguardo complice, poi il ragazzo di colore diede un paio di
pacche sulle spalle a Thad, che parve scendere dalle nuvole “Ci sei, fratello?”
“Ovviamente” sottolineò con un ghigno divertito Harwood “Andiamo a
presenziare la prima riunione dei Warblers di quest’anno?”
“Vediamo se abbiamo fatto le scelte giuste” disse David, sorridendo.
Wes sospirò “Dobbiamo anche farne un’altra….
Chi prendiamo come sostituto?”
Thad si grattò il mento “Lascia fare a me, ok?” non ammise repliche,
visto che li precedette entrando nella sala delle riunioni dove si erano
riuniti i Warblers insieme a tanti altri aspiranti. Tra loro c’erano anche gli
ex studenti, seduti comodamente nonostante indossassero i loro abiti normali e
non la divisa, del tutto a loro agio.
Non sembra che se ne fossero ormai andati.
Ethan rise a una battuta di Jeff mentre Kirk tratteneva un sorrisetto,
lanciando una vaga allusione al naso di Nick, tanto per cambiare.
Thad si sedette sul bracciolo del loro divano mentre David e Wes si
accomodavano sul tappeto, lì davanti.
“Almeno ci sono tanti che vogliono entrare nel Glee”
disse sottovoce il ragazzo asiatico e Jeff subito annuì.
“Penso sia un bene” disse il biondino “Eravamo davvero troppo pochi se no….”
Thad alzò gli occhi guardando verso il fondo della sala, capendo al
volo perché gli prudesse così tanto la nuca. Incontrò gli occhi gelidi di
Sebastian Smythe e gli sorrise malevolo.
Doveva bruciare ancora molto l’umiliazione di quasi tre mesi prima,
visto che la soddisfazione per Thad non era ancora scemata nemmeno i sentimenti
negati di Sebastian dovevano averlo fatto.
Ad interrompere quello scambio di sguardi ci pensarono i capi
consiglio, entrando con ordine esattamente come avevano sempre fatto gli ex e
disponendosi ai loro posti, alla scrivania.
Jeff corrugò le sopracciglia in un’espressione pensierosa mentre Nick sbatteva
velocemente le palpebre.
C’erano solamente Cameron e Flint.
Il morettino si allungò lungo la scrivania, aprendo il cassetto che
tecnicamente doveva essere di Blaine e prendendo fuori il registro delle
assemblee, sfogliandolo velocemente “Dunque, ben trovati a tutti. Abbiamo
moltissimi punti, all’ordine del giorno, quindi vediamo di darci una mossa e…. Sì, Warbler Sterling?”
Jeff abbassò la mano guardando con tanto d’occhi Flint “Piccolo, ma…. Blaine?”
Wilson roteò gli occhi, ignorando la scarsa professionalità del biondo
e guardando verso Wes.
L’asiatico ricambiò lo sguardo, serio “Io so, tu sai?”
Flint annuì solenne “Oh si, certo che so, anche tu sai?”
“Lo so persino io….” si intromise Thad, con
tono ovvio.
“Ma cosa cazzo sapete???”Sbottò di punto in bianco Nick, un po’
scocciato da tutta quella segretezza mentre, al suo fianco, Jeff si grattava la
pancia con sguardo vacuo di una persona che non sa manco dove si trova.
Fantastico, pensò, l’anno è appena iniziato e l’avevano già fatto confondere.
“A te l’onore” disse Montgomery, alzando un braccio verso Flint che sbattè con violenza il martelletto un paio di volte,
calmando immediatamente il brusio che si era diffuso. Lanciò uno sguardo gelido
ai ragazzi che si zittirono all’istante.
Wes capì di aver scelto proprio bene, eleggendolo come suo sostituto.
“Il Warbler Anderson non potrà svolgere le
sue mansioni di capo consiglio, purtroppo” disse con tono distaccato,
appoggiando i gomiti al tavolo e unendo le mani sotto al mento in una posa
rigida.
“Uhm…. E come mai?” domandò audace Nick.
Wilson e Cameron si scambiarono uno sguardo prima che quest’ultimo si
schiarisse la voce, dicendo “Perché si è ritirato dalla Dalton”
In un attimo si scatenò il panico.
“Cosa cazzo hanno detto?” sibilò tagliente Sebastian afferrando il
colletto della camicia di Joey, che per poco iniziò a
scompisciarsi dal ridere.
Nick sbiancò come minimo di sei gradazioni mentre Jeff iniziava a
boccheggiare come un pesce fuori d’acqua.
Tanti studenti che si erano appena inseriti nel gruppo e attendevano di
fare il provino iniziarono a gridare allo scandalo: che ne sarebbe stato del
coro sente quello che credevano sarebbe stato il solista designato dell’anno?!
“SILENZIO!” un urlo di Wilson servì per riportare nuovamente l’ordine.
La mano di Nick scattò verso l’altro e non attese il consenso dei capi
consiglio per parlare “E noi come facciamo senza Blaine?”
“Chi canterà gli assoli?” chiese stravolto un
ragazzino del secondo anno dal gonfio caschetto castano.
“Questo non è un problema, visto e considerato che avevano già deciso
il solista prima che Blaine se ne andasse” disse Flint con pazienza.
“Di già?” domandò un ragazzo moro con gli occhi verdi “Non possiamo
provare anche noi nuovi?”
“Per l’inizio dell’anno no” disse Cameron giocherellando con la penna
“Visto che ci sono persone che è giusto che siano premiate, abbiamo deciso
assegnare ad un Warbler onorario il privilegio di
rappresentarci come solista alle competizioni almeno per la prima parte
dell’anno”
“Ovvero?” chiese Sebastian, lanciando un’occhiatina alla schiena di
Thad, prima di tornare a concentrarsi su Flint.
Il morettino sospirò, era dura tenere il controllo della situazione e
non aveva mai pensato a tutta la fatica che faceva Wes per evitare che la sala
prove si trasformasse in un pollaio. Si voltò verso Nick con un sorriso
“Congratulazioni, Warbler Duvall, sarai il nostro
nuovo solista.”
Mentre tutti iniziavano ad applaudire, chi con entusiasmo come Jeff e
Thad che dispensavano pacche affettuose, chi per rispetto, Nick tentò di
metabolizzare la cosa. Sembrava quasi sul punto di vomitare.
“Io…. oddio, davvero?”
“Si tu” ridacchiò divertito Cameron mettendo a verbale anche che il
colorito della sua pelle era diventato verdognolo “Vuoi farci sentire qualcosa,
magari?”
Nick si alzò lentamente, andando fino alla scrivania.
Flint lo incoraggiò con un sorriso “Cosa ci canti”
“Uh, Dancing
Throught Life, da
Wicked.”
“Ecco i postumi di un’estate passata con Pookie”
disse Thad con falsa amarezza, facendo ridere Jeff.
“Una cosa sola” Sebastian prese nuovamente la parola mentre Nick
trafficava con il portatile di Cameron cercando la base “Perché Anderson è
andato via?”
Flint scambiò uno sguardo con Wes, ma ci pensò Thad a chiarire la
situazione a Smythe, lasciando tutti di stucco “Sai, Seb, esiste una cosuccia a te sconosciuta chiamata amore
che spinge le persone a fare follie…. Peccato che una
persona come te, probabilmente, non capirà mai cosa significa…”
Sebastian lo guardò ironico “Dici? Beh, mi pare che noi due siamo sulla
stessa barca.”
Thad sorrise furbescamente “Possibile, ma mentre io ho capito
esattamente che razza di viscido stronzo sei tu, mio caro, tu devi ancora
capire chi sono io…”
“Oook…” Flint si guardò attorno, indeciso su
come interrompere il silenzio imbarazzante che era venuto a crearsi “Andiamo avanti….” Si voltò verso Nick che guardava Thad senza
capire, desideroso di indagare esattamente come Cameron che passava gli occhi,
ridotti a due fessure, da Harwood a Smythe, in cerca
del primo scoop dell’anno “Coraggio Nick! Inizia pure!”
Kurt aveva appena decretato il suo Senior Year
pessimo esattamente come il precedente o quello prima ancora.
Arrivò al suo armadietto con espressione irritata, aprendolo e
riponendo il libro di Scienze Astronomiche prima di ravvivarsi i capelli con
qualche spruzzo di lacca. Altro che magia, così proprio non andava.
Insulti gratuiti, lancio del cibo, la Coach Silvester
che stroncava le corde del pianoforte con le cesoie….
Ed era solo l’inizio.
Stava riponendo la lacca ben intenzionato a fuggire in qualche
caffetteria fuori dalla scuola per pranzo, magari con Mercedes, quando qualcuno
attirò la sua attenzione.
Si aspettava chiunque, un giocatore di Hockey pronto a prenderlo in
giro o magari qualche Cheerio dalla battuta
graffiante.
Tutti, ma non Blaine.
“Non sei una visione sopportabile per questi occhi sensibili” disse
ironicamente, mentre il suo ragazzo si appoggiava all’armadietto accanto al
suo, abbassando gli occhi sulla sua stessa figura per poi scontrarli con quelli
di Kurt.
Ambra contro azzurro cielo.
“Brutta giornata?” gli chiese, ammiccando lievemente con le
sopracciglia nella sua direzione.
“Brutta settimana, a dire il vero” rispose, dandogli le spalle e
cominciando a camminare per il corridoio, cosa che costrinse Blaine a staccarsi
dall’armadietto per poterlo seguire “Ma…. Ma tu ci
fai qui? Non dovresti essere a qualche prova dei Warblers?”chiese, riponendo i
libri nella sua tracolla. “Magari mentre rifate da Dio l’ultima hit di Katy Perry?”
Da quando Blaine gli aveva riferito che sarebbe stato capo consiglio al
posto di Thad, quell’anno, Kurt si era messo il cuore in pace comprendendo che
le ore che avrebbero potuto spendere insieme al pomeriggio sarebbero quanto
meno dimezzate.
Non si spiegava quindi la sua presenza nella scuola.
Blaine, dal canto suo, lo fissò con un’espressione sbigottita, come se
il caro Hummel non avesse capito assolutamente niente della situazione.
E infondo era così.
Poi dicevano che quello lento era lui….
“Per essere una persona che ama i vestiti a tal punto, non posso
credere che non te ne sia accorto” disse con un sorrisetto, mentre Kurt si
voltavaverso di lui, continuando a
camminare ma rallentando il passo “Non indosso la mia divisa della Dalton.”
Improvvisamente si bloccarono al centro del corridoio mentre gli occhi
chiari del più alto passavano in rassegna tutto l’abbigliamento del suo
ragazzo: mocassini, pantaloni rossi, polo nera, papillon….
“Aspetta…. Aspetta…”
Blaine gli rivolse un bel sorriso e Kurt, finalmente, capì.
Si buttò letteralmente tra le sue braccia –solo perché in mezzo ad un
corridoio affollato di studenti per lo più omofobi non poteva fare altro-
stringendolo a se mentre lasciava che una risatina vagamente istericama liberatoria uscisse di prepotenza delle
sue labbra.
Blaine per risposta sorrise beatamente,ricambiando l’abbraccio.
Solo per pochi secondi, però, visto che Kurt si staccò velocemente,
guardandolo col panico nelle iridi chiare “Fermo, fermo. Non l’hai fatto per
me, vero?” domando velocemente “Perché se l’hai fatto per me, insomma potrebbe
essere molto romantico da una parte, ma potrebbe portare al risentimento che
poi potrebbe portare alla rabbia che sicuramente porterebbe portare ad una
orribile, orribile e difficile rottura come in ‘The Becherolette’…”
“Ehy, ehy….” Blaine
alzò le mani, interrompendo il suo ragazzo che, nella foga del parlare, era
diventato cianotico. “Sono venuto per me. Perché non posso stare lontano dalla
persona che amo…”
Quanto parve bastare, perché il viso di Kurt si aprì nuovamente in un
tenero sorriso innamorato, mentre un lieve rossore si spargeva dalle gote sino
alle orecchie.
Non poteva crederci, Blaine si era trasferito realmente e, per quante
scuse potesse adottare, sapeva perché lo aveva fatto.
Per lui.
Per stare insieme,
“Beh, allora suppongo che dobbiamo solo trovare un modo per metterti a
tuo agio tra le New Directions…”
Blaine gli strizzò l’occhiolino, sporgendosi di poco verso di lui “Ci
ho già pensato…”
“Blaine !” entrambi i ragazzi si voltarono verso il corridoio, dove una
donna non molto alta ma decisamente affascinante si stava dirigendo verso di
loro facendo voltare non pochi studenti.
Kurt sorrise “Buongiorno Anabell”
“Ciao caro” disse lei con un sorriso dolce, dandogli una carezza sulla
guancia prima di rivolgersi al figlio “Io torno a casa” si sistemò lo scialle
nero ed elegante sulle spalle, prima di proseguire “Ci vediamo più tardi”
“Va bene, grazie mamma” rispose il ragazzo.
Lei si voltò nuovamente verso Kurt “Perché non passi per cena, una di
queste sere? Anzi…Stasera c’è il falò alla Dalton, vero? Perché poi non ti fermi da noi?
Così domani, tu e Blaine, potrete venire a scuola insieme…”
“Ne sarei molto felice, signora Anderson…”
disse amabilmente Kurt.
La donna e Blaine si scambiarono uno sguardo “Chiamami sempre Anabell, d’ora in avanti” disse dolcemente prima di
salutarli e dirigersi all’uscita.
Kurt prese Blaine per il polso, incamminandosi veloce nel corridoio
“Non mi avevi detto che i tuoi avevano divorziato, alla fine!” disse rosso in
viso, convinto di aver fatto una figura pessima.
“Beh, non l’hanno fatto, per ora” replicò Blaine, mentre il suo ragazzo
lo trascinava dentro una stanza praticamente buia, eccezion fatta per delle
piccole finestre che lasciavano passare un po’ di luce “Si sono solo separati
al momento e papà vive in un appartamento che ha affittato a Columbus…”
“Le cose vanno meglio, ora?” domandò Kurt, appoggiando la sua tracolla
affianco al pianoforte, contro il quale si appoggiò.
Blaine si accostò a lui, gettando una rapida occhiata alla porta chiusa
prima di mettergli le mani sui fianchi “Si, molto. In casa si respira,
finalmente..” Non aggiunse altro.
Fece scontrare le labbra con quelle due suo ragazzo, assaporandole
lentamente.
C’era tempo per ambientarsi, presentarsi alle ND e tutto il resto. Ora
voleva solo godersi la sola ragione per la quale si era trasferito, prendendo
così forse una delle decisioni più difficili della sua vita.….
“Benvenuto al McKinley…”
“Non vedevo l’ora…”
Trent passeggiava per i corridoi tranquillamente, quando si accorse di
essere seguito.
In un primo momento non capì di chi si trattasse, ma affrettò comunque
il passo per cercare di raggiungere il più velocemente possibile la stanza che
quell’ultimo anno aveva deciso di dividere solo con sé stesso, nel miglior
stile da frate di clausura.
Non era andato alla riunione dei Warblers e non avrebbe nemmeno
partecipato alla fiaccolata di inizio anno con gli altri studenti. Dopo tutto
quello che era successo, la storia del DDR eccetera, era visto maluccio dagli
altri ragazzi e, per evitare di venir emarginato, aveva deciso di isolarsi da
solo.
Viveva però nella costante paura che qualcuno gliela avrebbe fatta
pagare, prima o poi, nonostante fossero trascorsi mesi.
I passi dietro di lui si affrettarono e quando si voltò ben deciso a
scacciare chiunque avesse avuto la brillante idea di pedinarlo, gli si gelò il
sangue nelle vene.
Perché si era ritrovato davanti Thad, di cui aveva ancora una discreta
paura.
Si fissarono un istante in silenzio, poi fu Nixon a parlare per primo,
cercando di ostentare sicurezza. Se mai gli fosse arrivato un cazzotto almeno
se lo sarebbe meritato a pieno “Che vuoi, Harwood?”
Lui scrollò le spalle “Parlare”
“E perché mai vorresti parlare con me?”
Il più grande scrollò le spalle, tranquillissimo. Trent lo studiò un
istante: non sembrava arrabbiato o altro.
Aveva tutta l’aria di essersi calato nella parte della pacatezza
personificata visto il modo in cui si stava ponendo nei suoi riguardi.
“Tu sei venuto a chiedermi scusa, la sera del ballo di fine anno” gli
ricordò brevemente Harwood “In quell’occasione hai detto che saresti tornato
nei Warblers solo se avessi ottenuto il perdono di tutti quelli che avevi
demolito pubblicamente, ma visto che io ti ho negato l’assoluzione tu, da bravo
gentiluomo che mantiene la parola data, non sei andato alla riunione. Giusto?”
Nixon seguì il filo dei suoi pensieri, prima di annuire cauto “Sì,
esatto”
“Bene, ho trovato un modo efficace col quale puoi farti perdonare”
Trent non sembrava molto entusiasta all’idea “Ovvero?”
“Visto che Anderson è partito per lidi più avvincenti della Dalton,
sarai tu a prendere il mio posto nel consiglio.”
Gli occhi chiari di Trent si spalancarono per la sorpresa. Aveva
sentito bene?
“Dopo quello che ho combinato vuoi…. Mettermi
a capo dei Warblers?” domandò, totalmente basito.
Thad sospirò, come se davanti si ritrovasse un perfetto imbecille
“Essere un capo consiglio è decisamente impegnativo….
Devi sacrificare molto del tuo tempo libero e devi pensare al bene comune della
squadra…. Vedila così: hai sbagliato e hai fatto del
male agli altri, ferendo il gruppo. Rimedierai lavorando per loro…. Non male come redenzione, no?”
Nixon ci pensò su qualche minuto, prima di alzare lo sguardo negli
occhi neri di Thad “Credi che ne sarei in grado?”
“Questo dipende solo da te…”
Il più giovane si morse le labbra, davvero indeciso.
Non si sarebbe mai aspettato una proposta del genere e, se da una parte
poteva essere una via certa di redenzione, dall’altra non credeva di essere poi
così in grado.
Beh, come si suol dire, non poteva saperlo
senza prima aver provato.
“Accetto.”
Thad sorrise compiaciuto “Molto bene…. Vai a
cercare Wilson e Montgomery, ti daranno loro indicazioni precise su cosa fare.
Stavano speculando sottovoce in sala prove fino a dieci minuti fa, se ti
sbrighi scommetto che li troverai ancora lì”
Trent annuì, allontanandosi per il corridoio dopo averlo ringraziato un
paio di volte.
Thadlo guardò sparire, prima di
avviarsi verso l’uscita “Mi ringrazierai meno quando Wilson avrà il primo
attacco isterico da pre-Sectionals, Nixon” sussurrò
divertito, cercando un accendino nella tasca dei pantaloni.
Stava per mettere piede in cortile quando qualcuno lo spinse con forza
contro al muro. Sbattè la schiena e la nuca senza un
solo lamento, fissando silenzioso gli occhi arrabbiati di Sebastian che lo
teneva premuto contro la parete con un braccio sotto al collo.
Si guardarono negli occhi per quelli che sembravano lunghi minuti, fino
a che il più alto dei due sibilò a voce bassa “Nessuno mi ha mai umiliato in
questo modo e l’ha fatta franca, Harwood. Forse non oggi, forse non domani, ma
un giorno te la farò pagare con gli interessi….
Capito il messaggio?” lo lasciò andare e, istintivamente, il più grande si
portò una mano al collo.
Non era affatto intimorito “Non vedo l’ora” sussurrò con un ghigno
divertito, prima di prendere le sigarette dalla tasca “Stammi bene, Smythe, e attendo che la sifilide è sempre in agguato” uscì
fuori accendendosi la sigaretta, sicuro che non lo avrebbe seguito se non con
uno sguardo parecchio adirato.
Non lo spaventava affatto quel pivello che si sentiva un Dio sceso in
terra, doveva solo azzardarsi a pestargli i piedi.
Nessuno si metteva contro un Harwood se non voleva rischiare grosso,
era un dato di fatto.
Quando Blaine e Kurt arrivarono alla Dalton il moro fu praticamente
assalito dai suoi amici che, assetati del suo sangue, lo guardavano male
inveendo contro la sua decisione di lasciare la Dalton.
Ed era solo l’inizio.
Certo, Kurt li capiva perfettamente, ma nulla poteva cancellare quel
sorrisone dal suo viso
Niente, nemmeno la profonda delusione negli occhi di Jeff che,
nonostante facesse male, non poteva essere messa sulla bilancia con la felicità
che la consapevolezza di avere Blaine sempre al suo fianco avrebbe portato.
Wes sembrò il santo salvatore della situazione anche in quel caso.
Si avvicinò scacciandoli tutti quanti e salutò cordialmente Kurt,
invitandolo ad andare a cercare Thad che era uscito a fumare già da un po’.
Hummel capì che Montgomery doveva parlare in privato al suo ragazzo,
così si affrettò a lasciarli soli, scambiando uno sguardo alla ‘poi mi dici tutto’ con Blaine prima di
dileguarsi.
Il ragazzo asiatico attese qualche secondo prima di voltarsi serio
verso Blaine “Non hai detto a Kurt che, andando al McKinley, ritarderai di un
anno il tuo diploma, vero?”
Blaine sospirò, sapeva che avrebbero parlato di quello “No, non lo sa”
“E tutti i corsi pomeridiani che facevi l’anno scorso quando anche lui
era qui come li hai giustificati? Come hai giustificato che eravate in classe
insieme mentre quest’anno non sarà così?”
“Ho detto che non ho superato l’anno scorso”
Montgomery lo guardò basito “Cosa? Eri uno dei migliori del corso!”
“Gli ho detto che non ho superato Calcolo, Latino e Chimica e non mi
hanno ammesso all’ultimo anno. Dopotutto la Dalton lo fa veramente di non
ammettere all’ultimo anno chi non ha raggiunto delle sufficienze” Ricalcò
ancora Anderson “Basta Wes, davvero…”
“Io vorrei solo sapere perché lo fai” domandò rassegnato l’altro
ragazzo, passandosi una mano tra i capelli neri e corti “Insomma….
Se tu finissi qui ti diplomeresti per tempo, andreste insieme al colledge…. Certo vi vedreste meno quest’anno ma il prossimo
potreste vivere insieme”
“Lo so” Blaine abbassò gli occhi sul pavimento “Solo che io voglio che
il suo ultimo anno sia magico,e so che
lo sarà solo se passeremo tutto il tempo possibile insieme.” Deglutì a fatica, ripuntando gli occhi in quelli a mandorla dell’amico, per
nulla persuaso “Figgins ha detto che potrò saltare un
anno solo se i primi mesi otterrò delle eccellenze, credo di potercela fare…”
“Me lo auguro per te, ti voglio a New York con noi tre” disse Wes
battendogli amichevolmente una mano sulla spalla.
Blaine lo fissò stralunato “Voi tre chi?”
Il più grande ritirò la mano con una smorfia disgustata “Ma che diavolo
hai sulla polo?”
Anderson avvampò “Diciamo che i ragazzi del McKinley mi hanno dato il
loro personale benvenuto….”
Solo in quel momento Montgomery notò che l’altro aveva gli occhi un po’
arrossati e i capelli un po’ più disordinati del solito “Dimmi tutto…” disse serio e infastidito.
Già bullismo? Appena arrivato?
Blaine però non sembrava preoccupato o altro, solo decisamente
imbarazzato, quando iniziò il racconto…
“Io
non so come diavolo sia successo!”
Kurt
lo stava praticamente spingendo di peso verso il bagno dei ragazzi, tenendo
salde le mani sulle sue spalle larghe “Lo so! Lo so! Ti stavo guardando e ho
visto che tu non sei stato…. Ma ciò non toglie che
molti potrebbero pensare il contrario e io non voglio che tu venga sospeso il
primo giorno qui perché accusato di aver appiccato un incendio nel cortile!”
Il
pianoforte in fiamme aveva totalmente rovinato la sua performance e rischiava
anche di farlo buttare fuori subito. Perfetto…
“Sono
state le Cheerio” disse Kurt, smettendo di spingerlo,
“Ne sono certo, ti ballavano attorno a poi… Oh!”
Blaine
si voltò per vedere perché avesse lanciato quel gridolino ma la sua vista fu
messa a dura prova da qualcosa di freddo e appiccicoso che qualche simpaticone
gli aveva appena tirato in faccia.
Scosse
il capo un paio di volte, portandosi le mani agli occhi per iniziavano a
bruciare e tentò di aprirli, trovando Kurt nelle sue stesse condizioni.
Davanti
a lui un paio di giocatori di Hockey se la ridevano bellamente. Il primo
davanti, con un assurdo taglio di capelli, lo indicò iniziando a deriderlo con
i suoi compagni di squadra “Che è successo, finocchietto, ti è entrata l’acqua
in casa?” chiese sprezzante, prima di accartocciare il bicchiere di carta e
lasciarlo cadere in terra “Benvenuto al McKinley, schiappa!”
Li
guardò allontanarsi totalmente allibito.
Quella
doveva essere la famosa ‘granitata’ di cui tanto
aveva sentito parlare con orrore dai ragazzi delle ND. Ora capiva il perché la
temessero tanto.
Kurt,
dal canto suo, continua a sputacchiare granita visto che stava parlando nel
momento in cui l’avevano colpito.
“K-Kurt…. È fredda”
L’altro
lo guardò ironico “Sarà per questo che la chiamano granita?” sospirò,
ringraziando il cielo di trovarsi nei dintorni del suo armadietto “Hai un
cambio con te?”
Blaine
scosse il capo, seguendolo a testa bassa “No…”
“Io ne
ho un paio.” Lo rassicurò Kurt, aprendo l’armadietto e prendendo un paio di borsine “Regola numero uno: porta sempre con te qualcosa da
mettersi quando ti arrivano granite…”
Il moro
sospirò affranto, mentre il suo ragazzo prendeva un astuccio che si rivelò
contenere shampooe altri prodotti per
togliersi di dosso quello schifo “Sarà un anno duro ,vero?” chiese Blaine,
seguendolo nel bagno.
Kurt sorrise,
riuscendoci nonostante quella situazione e dopo aver appoggiato l’astuccio al
lavandino gli fece segno di avvicinarsi “Sarà molto meglio degli altri anni…” gli disse con dolcezza.
Blaine
lo prese per le braccia, avvicinandolo a se e trovandolo la situazione perfetta
nonostante lui fosse tutto blu a causa della granita al mirtillo, e Kurt rosso
per via di quella all’amarena.
Si scambiarono
un bacio veloce e qualche carezza, prima di iniziare a lavarsi i capelli a vicenda….
Quando Kurt uscì in giardino per rintracciare Thad non si aspettava di
doversi impelagare in una ricerca così gravosa.
Del ragazzo sembrava essersi persa ogni traccia.
Girò attorno alla scuola un paio di volte, sbuffando peggio di una
locomotiva a vapore, e solo quando fece per tornare verso la sala dei Warblers
notò qualcosa, dietro ad un albero.
Thad se ne stava beatamente appoggiato al tronco, una sigaretta tra le
labbra e gli occhi chiusi. Si avvicinò e, sentendo i suoi passi veloci, Harwood
aprì gli occhi, sorridendo “Ciao Pookie, già qui?”
“Da dieci minuti buoni” sottolineò il più piccolo, mettendosi davanti a
lui e incrociando le braccia “Ma quanto ci metti a fumare?”
Thad scrollò le spalle “Fino a che non arrivo al filtro, mi pare…” replicò con una punta di ironia nella voce. Kurt lo
guardò così male che Harwood dovette scostarsi dall’albero per paura che un
filmine lo colpisse, uccidendolo. Pookie sapeva
essere davvero inquietante alle volte “Domani parto e tu mi tratti così?
Disonore su di te, sulla tua famiglia e sulla tua mucca! **”
Le sue parole non ottennero esattamente l’effetto sperato.
Il più piccolo, infatti, abbassò gli occhi improvvisamente lucidi
sull’erba curata e, sospirando, disse “Hai ragione…
Scusa.”
Kurt che si scusava per lui dopo una provocazione era più raro di un
pavone viola. Thad sospirò, cercando le parole adatte per quel momento, ma non
le trovò.
Avevano passato una bella estate, si erano visti spesso tutti insieme,
esorcizzando il momento dei saluti fino alla fine. Quando però Wes e Thad erano
andati, una settimana prima, a sistemare i primi scatoloni nella loro nuova
casa qualcosa si era incrinato in modo abbastanza drammatico.
Sarebbero rimasti amici, certo, si sarebbero sentiti quasi tutti i
giorni, ma…. Non sarebbe comunque stato lo stesso.
…. E Thad sapeva che Kurt ci stava male perché, nonostante tutto quello
che era successo, nonostante amasse Blaine, avevano una connessione davvero
speciale. Non sarebbe stato facile vedersi poco, ma ci sarebbero riusciti.
Thad aveva un piano.
E i suoi piani non fallivano mai.
Lasciò cadere a terra la sigaretta ormai finita, pestandola con la
punta lucida delle Converse nere, prima di fare qualche passo verso Kurt che
alzò il viso per guardarlo, aspettandosi forse un abbraccio.
Rimase totalmente paralizzato quando Thad gli prese il viso tra le
mani, appoggiando le labbra sulle sue in un contatto semplice e abbastanza
veloce.
Beh, abbastanza ma non troppo.
Quando si ritrasse Kurt aveva l’espressione più sconvolta che gli
avesse mai visto sulla faccia, persino peggio di quando si erano buttati nella
piscina di casa sua nudi e Hummel era rimasto tutto il tempo di spalle, rosso
in viso, sperando che quel delirio finisse presto.
“C-cosa hai fatto?” domandò in preda al
panico.
Thad roteò gli occhi “Era un bacio da amici”
“Gli amici non si baciano!”
“Si invece, caro mio” lo riprese Thad, levando le mani dalle sue guance
per portale sulle spalle del più piccolo che, però, rimaneva comunque il più
alto dei due “Tu sei il Micheal del mio Brian.”
Col senno del poi, Kurt avrebbe voluto prenderlo a testate così tanto
forte da causargli una commozione cerebrale e impedirgli così non solo di
partire, ma anche di continuare a perseverare nella sua deficienza.
“Noi non siamo in Queeras
Folk, Thad!” sbottò, avvampando di colpo e ritraendosi, ancora nel pieno dello
sconvolgimento.
“Dio quanto la fai lunga, per un bacetto.” Mormorò Thad, alzando le
braccia verso l’alto per stirarsi la schiena “Micheal
baciava sempre Brian sulle labbra e mi pare che non si sia mai lamentato”
“Ti sembro Micheal??”
“Un po’ si…. Sei rompipalle uguale quando ti ci
metti” si voltò verso la scuola, sospirando “Senti, tra poco dobbiamo rientrare
o ci daranno per dispersi ma…. Sappi che
nell’appartamento che io e Wes abbiamo scelto c’è abbastanza posto per quattro
persone”
Kurt rimase un po’ perplesso, prima di sgranare gli occhi stupito “Che
intendi dire?”
“Che tu e anche coso, Blaine…. Beh, siete i
benvenuti” sospirò “Onestamente lui non è che mi vada molto a genio ma Wes
insiste e tu non verresti mai senza di lui. Voglio tornare a sperimentare la
convivenza con te, il prossimo anno.”
“Non saprei…. Non sarà imbarazzante?”
“Nah, abbiamo passato un’intera estate a
sopportare le vostre smancerie, ormai ho il callo” Harwood sorrise alzando gli
occhi verso le fronde dell’albero e schermandosi gli occhi dai raggi del sole
che passavano tra di esse “E a voi non farà male avere un appoggio già
predefinito, no?”
Kurt sorrise “No, affatto. Ne devo parlare con Blaine, ma io accetterei
volentieri l’offerta…. Anche se sai, essendo Junior
non so quanto gli farebbe piacere lasciarmi un anno in una casa con te….”
“Ci sarebbe anche Wes! E io non sono un porco maniaco!” sospirò
rassegnato, guardando Kurt “Che brutta immagine avete di me…”
“Posso comunque provare a parlarci” tentò il più piccolo, facendo
esultare internamente Harwood.
“Ottimo, così ti voglio. Ora rientriamo prima che chiamino l’199…” il
più grande gli fece segno col braccio di precederlo “Prima le signore”
“Idiota!” Thad rise sonoramente, cingendogli le spalle con un braccio
mentre infilava l’altra mano nella tasca del giubbotto di jeans “Senti, Brian”
disse ironicamente il più piccolo “Posso venire a trovarti per Halloween?”
“Ovviamente, Mickey. Non ti negherei mai un po’ di sesso in maschera”
“Dio quanto sei scemo…” replicò Kurt, tra il
divertito e l’esasperato mentre Thad lasciava la prese per lasciarlo andare per
primo. Si era calato molto bene nella parte, quantomeno.
Riuscì a reprimere quel sorrisetto che aveva sulle labbra giusto in
tempo, qualche istante dopo, infatti, si ritrovò faccia a faccia con lo stesso
Anderson.
“Dobbiamo iniziare a preparare la legna per il falò” spiegò, lanciando
delle occhiatine sia al suo ragazzo che a Thad “Mi aiuti, Harwood?”
“Io intanto vado ad aiutare Nick con le bottiglie di alcool,
assicurandomi che lui e Jeff non le abbiano già svuotate mezze” disse con un
sorriso dolce Kurt, accarezzando il braccio del suo ragazzo prima di sparire
nel corridoio.
Rimasti soli, Thad e Blaine si scambiarono uno sguardo eloquente.
Anderson fu il primo a cedere e spostare gli occhi “Non la finirai mai,
vero?”
Thad guardò verso la porta dove Kurt era sparito qualche minuti prima,
capendo esattamente cosa l’altro intendesse “Sarebbe come chiedermi di
respirare, credo…”
Nick irruppe nella conversazione, cacciando in mano ad entrambi un
bicchiere di vino e risollevando così i toni “Iniziamo in anticipo a
festeggiare, che dite? Kirk ha garantito che questo vino ammuffito è ottimo!”
“Vorrai dire invecchiato” lo corresse Blaine con un sorriso divertito
mentre Thad assaggiava il vino. Duvall era già in aria e dovevano ancora
iniziare, niente di nuovo.
“Quello che è! Bisogno festeggiare la nuova star!” Ammiccando, Duvall
si diresse spedito verso Trent, impegnato in una conversazione con Ethan e
Jeff, e gli piazzò una fraterna pacca sulla spalla.
Kurt parlava fitto fitto con Flint, seduti
sulla scrivania dei capi consiglio mentre Cameron intratteneva il fratello,
David e Wes con i racconti delle prime giornate di scuola.
Thad e Blaine si scambiarono un ultimo sguardo, prima che il più
giovane dei due si accostasse all’altro, sussurrando con un sorrisetto
divertito“In bocca al lupo con l’Università…. Vedi di
andare bene così per un po’ non rivedrò la tua brutta faccia”
Harwood lo guardò, allo stesso modo ironico “In bocca al lupo con Kurt,
ne avrai bisogno…”
Il più giovane dei due alzò appena il bicchiere di vino, come per
brindare alla loro saluta, prima di andare ad affiancarsi a Wes negando i
deliri di Cameron riguardo a qualche pessima figura durante l’ora del professor
Parker.
Thad rimase qualche secondo in più sulla porta, osservando tutti i suoi
amici che parlavano allegri tra loro e realizzando che, sotto sotto, non gli sarebbe dispiaciuto affatto tornare indietro
di un anno.
Magari alcune cose sarebbero potute andare diversamente, in modo migliore…
Scrollò le spalle, andando da Nick al tavolo degli alcolici.
Quel che stato era stato, avrebbe ricordato tutta la vita le chiacchiere
con gli altri due ex capi consiglio, le risate e le feste abusive con tanto di
contrabbando, le lacrime di delusione, le vittorie conseguite e le sconfitte
che bruciavano, i baci attesi e gli addii sentiti condivisi con tutti ragazzi gli
altri tra quelle mura.
Sarebbero stati i ricordi più belli della sua adolescenza, ne era
certo.
Dopotutto la verità era una sola…
Once a Warbler, always a Warbler.
Fine.
*Ecco a voi come
io ho giustificato il fatto che il caro Blaine è Junior nella terza stagione
nonostante in teoria debba avere gli anni di Kurt e lo vediamo spesso in classe
con i Senior.
Che dire, odio i RIB e la loro incoerenza, vorrei essere io uno
sceneggiatore di Glee, magari ci sarebbe più Sesso
Klaine coerenza!
** Fase presa da Mulan. In questa FF non è la
prima volta che parlo di questo cartone Disney e il motivo è semplice: è quello
che preferisco xD
Nda:
Ok è finita….
È brutto
da dirlo ma questa FF è ufficialmente arrivata al termine ç___ç
Spero
che vi sia piaciuto questo capitolo finale, io ce l’ho messa tutta per
scriverlo e spero sia venuto bene.
Degno della
chiusura, per lo meno.
Non saprei
da chi partire per i ringraziamenti, così ho fatto un video dove dico davvero
tutto e parlo anche del seguito che dovrei iniziare a postare domanio al massimo il 25 dicembre….