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di sihu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nami ***
Capitolo 2: *** Sanji ***
Capitolo 3: *** Zoro ***
Capitolo 4: *** Usop ***
Capitolo 5: *** Brook ***
Capitolo 6: *** Nico Robin ***
Capitolo 7: *** Franky ***
Capitolo 8: *** Chopper ***
Capitolo 9: *** Rufy ***
Capitolo 10: *** Thousand Sunny ***



Capitolo 1
*** Nami ***


3 D 2 Y
nami


Chiudo il giornale, cercando così di allontanare quello stupido messaggio dalla mia vista e cerco di nascondere a quel buffo vecchietto che ho davanti i miei occhi lucidi. Lui mi guarda confuso, dietro la sua barba bianca. Forse non capisce e a dire il vero nemmeno io, ma comunque cerca di essere d‘aiuto a suo modo. Due anni, ancora due anni prima di riabbracciare il mio capitano.
- È un egoista. Pensa solo a se stesso!
Urlò forte, cercando di convincere anche me stessa.
Il vecchio continua a guardare. Non capisce, ma abbozza lo stesso un sorriso. È assurdo, io l’ho rapito e lui vuole consolarmi.
Non è vero, non ti odio Rufy.
Sei colui che mi ha restituito la voglia di andare avanti e credere nei sogni.
Mi hai dato fiducia quando mi sentivo persa, mi hai appoggiata anche se ti avevo mentito, mi hai difesa quando avevo paura.
Ci sei stato nei momenti brutti, pronto ad aiutarmi, ma anche in quelli belli. Ogni volta che festeggiavamo una delle nostre vittorie cercavo il tuo sguardo, e senza pensarci mi trovavo a ridere. Il tuo sorriso era sempre lì, pronto a rassicurarmi e a farmi sentire al sicuro.
Di tanto in tanto lungo il nostro viaggio mi sono persa a fissarti mentre dormivi, cercando di indovinare i tuoi pensieri. Spesso nei tuoi occhi scorgevo l’ombra di una preoccupazione, nascosta dietro i  tentativi di farci ridere. Per il mondo sei solo un ragazzino ingenuo con un sogno troppo ingombrante, ma per me non è così. Non ho mai creduto davvero che tu fossi un idiota, altrimenti non ti avrei seguito.
Mi chiedo ora dove sono gli altri, se stanno davvero bene oppure se sono stati catturati dalla marina.
Mi manchi tanto Rufy, mi mancate tutti. Lo shopping e i discorsi con Robin prima di dormire, le infinite discussioni con Franky, le dolci attenzioni di Sanji, il violino di Brook, i silenzi e gli eterni pisolini di Zoro, la timidezza di Chopper quando gli si rivolge un complimento e gli scherzi di Usop e Rufy.
Come faccio a sopravvivere due anni da sola, su quest’isola piena di vecchi strambi?
La mia nave, i miei amici e il sorriso del mio capitano mi mancano. Senza che me ne accorgessi sono diventati necessari, indispensabili come l’aria che respiro. È assurdo pensare che sia successo proprio a me, che prima di incontrare loro ero sempre stata indipendente; la gatta ladra che rubava ai pirati per il bene del suo villaggio.
- Ragazzina, che ti prende?
Mi chiede il vecchio, sorridendo. Non insiste, la sua volte è dolce. Si preoccupa per me.
La sua domanda improvvisa ha il potere di distogliere la mia attenzione dai pensieri che la tormentavano e di darmi un po’ di sollievo.
- Nulla, vecchio.
Rispondo schiva, restando sulla difensiva e voltando lo sguardo verso l’orizzonte. Non mi va di raccontare i miei problemi a quel vecchio. Non capirebbe. Nessuno potrebbe capire un legame forte come quello che lega la nostra ciurma senza viverlo in prima persona.
- Non ti credo, ragazzina. Cosa c’è su quel giornale che ti ha sconvolto?
Chiede ancora il vecchio, sfogliando il giornale e trovando quasi subito la pagina dedicata a Rufy. D’altra parte si tratta di un articolo enorme, impossibile da non vedere, con tanto di fotografia nella quale Rufy mostra chiaramente il messaggio per noi. Nessun altro lo poteva capire, ne sono sicura.
- Conosci questo ragazzo, non è vero?
Mormora il vecchio, indicando Rufy. Si ferma a studiarlo con attenzione, ed i suoi occhi si illuminano. Probabilmente sa tutto di lui, o almeno sa quello che hanno scritto i giornali. Forse è tra quelli che pensano sia una persona fantastica, o forse lo considera un farabutto ma di certo lo conosce; Rufy non passa mai inosservato, o lo si ama o lo si odia.
- Mi è simpatico, deve essere una testa matta.
Continua il vecchio, nonostante non riceva risposta. Sul suo volto si dipinge un sorriso divertito mentre legge le ultime imprese del mio capitano.
- È il mio capitano.
Rispondo, rompendo il silenzio.
- Piangi perché pensi sia in pericolo?
Domanda il vecchio, lisciandosi con cura la lunga barba. Sento il  suo sguardo osservatore su di me. Mi studia a fondo mentre attende la sua risposta, quasi a scavare nella mia mente per cercare le risposte.
- No, Rufy sa badare a se stesso. Sono io che non ne sono capace, mi manca.
Racconto io, sciogliendomi in un pianto disperato senza nemmeno preoccuparmi di nasconderlo. Senza pensarci gli racconto tutto. Del mio villaggio assediato dagli uomini-pesce, dell’incontro con Zoro e Rufy e della decisione di seguirli. Racconto anche di quando li ho traditi e di come loro sono tornati sui loro passi a cercarmi, donandomi una nuova vita. Il vecchio sorride ed è quasi incredulo mentre gli parlo delle nostre imprese ad Alabasta, nell’isola nel cielo e a Water Seven.
- Credevo che stessimo tornando da lui. Un po’ di pazienza e lo vedrai, no?
Risponde il vecchio, cercando di consolarmi. Alzò la testa e la scuoto con insistenza.
- Ha fatto tutto questo per mandarci un messaggio, vuole dirci che il nostro incontro è rimandato di due anni.
Spiego, scoppiando nuovamente in un pianto disperato. Mi sento abbandonata, allontanata. Volevo tornare da lui per stargli vicino e aiutarlo a superare il dolore per la perdita del fratello, ma lui mi ha allontanata. Vuole stare due anni solo, per allenarsi forse. Vorrei provare a spiegare al vecchio come mi sento, ma lui mi precede.
- Due anni? Non mi sembra un tempo lunghissimo.
Constata il vecchio, alzando le spalle. Queste poche parole hanno il potere di sconvolgermi.
- Sei pazzo vecchio?
Urlò, sconvolta dall’indifferenza del vecchio.
- Il problema dei giovani è che non conoscono la pazienza. Sai quante cose puoi imparare qui in due anni?
Dice il vecchio, studiandomi con fare severo. Per qualche istante la sua espressione mi ricorda quella di Zoro mentre si allena, determinato e deciso.
- Che vuoi dire?
Chiedo, senza capire e senza smettere di guardarlo.
- Rimani con noi, impara i segreti del tempo e torna dai tuoi compagni più forte.
Risponde il vecchio, tornando nuovamente a sorridere. Le sue parole mi colpiscono tanto che mi fermo a riflettere. Se tornassi dai miei compagni ora, non sarei di nessun aiuto. Anzi, li condannerei a morte certa. Loro si fidano completamente di me quando siamo in mezzo al mare ed infuria la bufera ma io non potrei fare nulla per salvarli dalle strani fenomeni atmosferici che colpiscono il nuovo mondo. In due anni potrei imparare tutti i segreti della navigazione e condurre il mio capitano dove mi chiederà di andare.
Lui diventerà il Re dei Pirati un giorno, lo so, ed io voglio essere al suo fianco quando accadrà.
Ricambio il sorriso del vecchio, mi asciugo le lacrime ed annuisco.
- Va bene vecchio, torniamo dai tuoi amici.
Esclamò, tornando sui miei passi.

ANGOLO DELL'AUTRICE.
lo so, avrei altre storie a cui pensare ed invece sono qui ad iniziare una raccolta. sono imperdonabile, ma a mia discolpa posso dire che dopo l'ultimo capitolo spoiler e vista la lunga attesa che si prospetta era l'unica cosa che mi veniva in mente di fare.
come avrete capito, si tratta di una raccolta. ogni capitolo parlerà di un momento o di un'avventura che sta vivendo un membro della ciurma durante i famosi due anni di separazione.
vabbè, spero che vi piaccia. il prossimo capitolo parlerà di Sanji.

se volete lasciare un commento mi renderete l'autrice più felice di questo sito.



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Capitolo 2
*** Sanji ***


3 D 2 Y
SANJI
- Cosa leggi?
Chiede Emporio Ivankov, guardando incuriosito il giornale che da tempo sfoglio nervosamente. Sbuffò, infastidito; ormai anche il semplice suono della sua voce mi disturba. Sono arrivato su questa dannata isola, Momoiro credo si chiami, da un po’ di tempo, decisamente troppo, ma non mi sono ancora riuscito a rassegnare. Devo andarmene assolutamente, in fretta anche, prima che sia troppo tardi.
- Non sono affari tuoi.
Rispondo seccato, accendendomi una sigaretta nella speranza che la nicotina possa calmarmi. È una speranza vana, lo so bene. Da quando mi sono svegliato su questa dannata isola ho fumato di continuo, ma non è servito a nulla. Sono ancora qui, nervoso esattamente come lo ero il primo giorno.
- Come ti pare, ma scordati che io ti dia una mano.
Ribatte Emporio, studiandomi attentamente. Per non so quale ragione questo pazzo è convinto che io sia una spia del governo. Lui la chiama prudenza, ma per me si tratta solamente di paranoia.
- Se la tua idea di aiutarmi comprende anche il farmi vestire da donna, che dio me ne scampi.
Sbuffo, stanco di ripetere che non ho nessuna intenzione di vestirmi da donna. Emporio Ivankov mi guarda incuriosito, ma non fa commenti. È sicuro di sé, tanto da credere che presto capitolerò. Povero illuso, non mi conosce per niente. Aspirò a lungo dalla mia sigaretta prima di tornare ad immergermi nel giornale alla ricerca di notizie sui miei compagni. Voglio sapere dove sono le mie principesse e se stanno bene. Certo, sono anche preoccupato per i miei compagni ma so che sono abbastanza forti da riuscire a cavarsela da soli. Rufy si è già cacciato nei guai, come suo solito. Ha partecipato ad una delle più imponenti guerre dell’ultimo secolo, senza di noi. Quando gli abbiamo chiesto se voleva fare una deviazione per salvare il fratello ha rifiutato, per poi andarci da solo. Il solito idiota. Sapeva bene che lo avremmo seguito anche in capo al mondo, e forse proprio per questo non ci ha portati. Era disposto a farsi ammazzare per salvare il fratello, ma non perdere noi.
L’idea del mio capitano, solo contro tutti i più alto vertici della marina mi provoca un’ondata di rabbia mista a preoccupazione. Per riprendermi decido di guardarmi intorno e studiare il panorama, perdendomi a contemplare il suo rosa e le buffe insenature a forma di cuore. Quest’isola non è tanto male, se non fosse per la strana gente che ci vive e le loro bizzarre intenzioni. Quando ho saputo che questo posto è anche chiamato la seconda isola delle donne ho provato rabbia. Perché diamine è capitato a me? Io dovevo finire sull’altra isola, quella popolata da donne bellissime, non qui. Se penso che forse questa fortuna è toccata a quella stupida testa d’alga sento il sangue andarmi alla testa. Zoro circondato da belle ragazze, no, è troppo. Si tratta di una visione che non posso tollerare.
- Saresti carino.
Mormora ancora, distraendomi dai miei pensieri. Alzo per un attimo lo sguardo, ed incontro il suo. So poco di lui, solo che è il capo di questo posto, è appena evaso di prigione, lo chiamano la persona dei miracoli e vuole che io mi vesta da donna. In particolare, quest’ultimo punto ha il potere di rendermi del tutto disinteressato a lui. Non l’ho mai visto combattere, ma suppongo sia forte.
- Scordatelo.
Esclamo, deciso, tornando al giornale. È da qualche giorno che lo leggo con più attenzione del solito, ma ancora niente. Nessuna notizia interessante che riguardi la nostra ciurma. Sfoglio un’altra pagina, convinto che non ci sia nulla che mi interessi quando il mio cuore per la sorpresa manca qualche battito.
- Dannazione.
Impreco dopo aver intravisto una foto di Rufy sul giornale. Decisamente non si tratta di un buon segno, anzi. Probabilmente quell’idiota avrà fatto una delle sue pazzie mentre nessuno della ciurma poteva fermarlo; la seconda nel giro di pochi giorni.
- Che c’è, hai cambiato idea?
Chiede Emporio, divertito, sedendosi di fronte ad una tavola apparecchiata per lui.
- Certo che no, si tratta del giornale.
Rispondo, sfogliando velocemente le pagine fino ad arrivare all’articolo dedicato a Rufy. Due pagine intere al centro delle quali campeggia una gigantesca foto del mio capitano completamente ricoperto di bende. Prima ancora di sapere quello che ha combinato noto il tatuaggio che campeggia sul braccio del mio capitano.
- Fa vedere.. Sembra che il figlio di Dragon ne abbia combinata un’altra delle sue. Quel ragazzo è davvero simpatico, al contrario di te.
Commenta Emporio Ivankov, alzando lo sguardo oltre la mia spalla per vedere meglio il giornale. Sembra preoccupato per Rufy ma al tempo stesso sollevato, esattamente come lo sono io.
- Fattelo dire, il tuo metro di giudizio deve avere dei seri problemi.
Commento a fior di labbra, senza perdere il filo. Leggo tutto d’un fiato, fino ad arrivare alla fine più confuso che mai. Si tratta di un’impresa strana, anche per uno come Rufy. Ci deve essere di più, nella foto forse. Sono sicuro che Rufy sta cercando di dire qualcosa solamente a noi. Lo sguardo mi cade di nuovo sulla foto, sull’espressione sofferente di Rufy, sul suo corpo completamente ricoperto di bende e poi di nuovo sul tatuaggio; improvvisamente capisco. Quell’idiota ha cercato di mandarci un messaggio, e c’è anche riuscito.
- Per amor del cielo, perché tutto questo interesse? È solo un articolo, dopo tutto.
Chiede Emporio, forse stanco di essere ignorato.
- Ti sbagli, qui c’è un messaggio.
Sbuffo, indicando la foto con una punta d’orgoglio. Non è da tutti avere un capitano che torna sul luogo dove ha perso un fratello solo per mandare un messaggio alla sua ciurma, sfidando la marina e il governo mondiale. Nonostante il più delle volte si comporti come un perfetto idiota Rufy è davvero una persona fuori dal comune, l’unica che mi ha preso sul serio fin dall’inizio e che forse è la sola in grado di aiutarmi a realizzare un sogno quasi impossibile.
- Messaggio? Fa vedere..
Esclama Ivankov, togliendomi di mano il giornale con un gesto sorprendentemente veloce.
Lo guardo stupito, chiedendomi quale sia il rapporto che lo lega a Rufy. Nemmeno di questo so molto. Si sono incontrati ad Impel Down e Emporio ha deciso di aiutare Rufy a liberare suo fratello. Le motivazioni che lo hanno spinto a farlo non le conosco, e forse non sono poi così importanti. Tuttavia, è davvero sorprendente come Rufy riesca a trovare ovunque qualcuno disposto ad aiutarlo.
- Perdi tempo, non capiresti. Solo chi è della ciurma può capire.
Rispondo, gongolando. Finalmente posso dimostrargli che faccio parte della ciurma di Cappello di Paglia, nonostante l’avviso di taglia non mi renda per nulla giustizia. Mentre sto parlando un tizio si avvicina da dietro, silenzioso, nascondendo le mani dietro la schiena. Nonostante sia più che silenzioso, mi rendo subito conto del pericolo che sto correndo.
- Fermi, non voglio mettermi un reggicalze.
Esclamo deciso scorgendo l’indumento incriminato. L’uomo sobbalza, forse stupito dalla mia reazione. Non si aspettava che mi accorgessi della sua presenza o forse non credeva che la mia reazione sarebbe stata tanto veloce.
- Sentiamo, di che messaggio si tratterebbe?
Chiede Emporio Ivankov, tranquillo come se nulla fosse successo. Alzò gli occhi al soffitto, seccato da quell’inutile interruzione e maledicendo ancora una volta l’isola sulla quale sono finito.
- Rufy ha rimandato il nostro incontro.
Rispondo, guardandomi intorno spaventato alla ricerca di altri pazzi. Improvvisamente realizzo quello che mi aspetta se non me ne vado al più presto da lì: due anni a scappare da questi pazzi e dalla loro stupida decisione di farmi vestire da donna. Maledico mentalmente anche Rufy e la sua stupida decisione. Che bisogno c’era di lasciare passare tutto quel tempo?  
- Che vorresti fare con quel vestito?
Chiedo spaventato, mentre un secondo tizio mi mostra un vestito decisamente troppo rosa e troppo femminile. Possibile che questi pazzi non si rassegnino proprio mai? Mi chiedo se non siano stati mandati da qualcuno, forse dallo stesso Emporio Ivankov che si gode divertito la scena mentre cena.
- Non lo indovini?
Chiede Ivankov, ironico, trattenendo a stento una risata. La sua reazione mi fa infuriare ancora di più; come si permette di prendersi gioco di me a quel modo?
- Scordatelo!
Urlo, deciso a difendere fino in fondo la mia virilità. Sono un uomo, dopo tutto, e non riusciranno a farmi vestire da donna; non una seconda volta.
- Beh, se il tuo capitano ha rimandato il vostro incontro puoi sempre stare qui.
Propone lui, improvvisamente serio. Le sue parole mi spaventano più di qualsiasi nemico che abbia affrontato nella mia vita.
- Con te e con questi pazzi?
Chiedo, spaventato dall’inferno che mi circonda. Cosa mai potrebbero insegnarmi se non a truccarmi o a vestirmi come loro? L’idea di stare su quell’isola mi fa stare male. Devo trovare una via d’uscita.
- Sarebbe divertente.
Dice Emporio alzando le spalle e tornando alla sua cena, per nulla infastidito da tutte quelle interruzioni.
- Sarebbe terribile.
Lo correggo, accigliato. Rimanere lì è decisamente un’idea sbagliata, pessima. Sarebbero due anni d’inferno, certo, ma forse potrei anche migliorarmi e diventare più forte. Inoltre potrei imparare i segreti della cucina di quest’isola ed usarli per rendere più forti i miei compagni.
- Va bene, ho deciso.
Dico alle fine, attento a soppesare le parole. So bene che forse mi pentirò di questa decisione in eterno, ma devo fare quello che è giusto. Lo devo a Rufy, a quella testa vuota di Zoro che era pronta a lasciarci le penne per salvarci da Orso Bartholomew a Thriller Bark e ai miei compagni. Dopo tutto se sono finito qui deve pur esserci un motivo, no?
- Rimani?
Chiede Emporio Ivankov, entusiasta. Deve aver già letto nel mio sguardo tetro quali sono le mie intenzioni.
- Vi sconfiggerò, avrò quelle dannate ricette e poi riprenderò il mare.
Esclamo, lasciando intendere che non mi vestirò mai da donna.
- Vedremo se ne sarai capace. Ora, vestitelo!
Esclama Emporio, alzandosi in piedi e impartendo ordini ai suoi uomini. Prima che possa rendermene conto un sacco di persone sbucano da ogni angolo della stanza, ognuna con qualche indumento femminile. Urlò spaventato, cominciando a correre più forte che posso.
- Che diamine volete fare con quel reggiseno di pizzo?
Chiedo spaventato, mentre due tizi enormi riescono a bloccarmi contro una parete.

ANGOLO DELL'AUTRICE, INCREDULA PER I DODICI COMMENTI ALLO SCORSO CAPITOLO!
e
bbene si, mi avete davvero sorpreso. non poco tra le altre cose.
dodici commenti per un capitolo non mi era mai capitato.
sono commossa e spaventata, spero che questo capitolo sia all'altezza delle vostre aspettative.
il prossimo capitolo sarà su zoro.

vegeta4ever: grazie milleee!
ti ringrazio per i tuoi appunti sull'ortografia, a volte mi sfugge qualcosa perchè rileggo subito dopo avere scritto. brutta cosa non avere nessuno che mi faccia da beta!

ladysaika: grazie milleee!
credo che settembre sarà un mese lunghissimo per tutti noi drogati di spoiler. che dire, io ho trovato un modo per ingannare l'attesa.

angela90: grazie milleee!
spero che il capitolo sia stata all'altezza delle tue aspettative.

frarock47: grazie milleee!
beh, effettivamente ha stupito anche me che nessuno avesse avuto nulla da ridire fatta eccezione di nami.
ad ogni modo, spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo!

tre 88: grazie milleee!
spero che questo capitolo ti sia piaciuto ed immagino che il prossimo ti piacerà decisamente di più!

kgm92: grazie milleee!
wow, allora ti ho battuto sul tempo?
spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo!

fanny87: grazie milleee!
si, anche a me nami da più o meno la stessa idea. è quel tipo di ragazza che ti dice vattene ma che vorrebbe che tu restassi lì con le lei.  ad ogni modo tutti i personaggi di one piece sono a loro modo complessi. nessuno di loro è piatto, anzi.
spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto.

tittivalechan91: grazie milleee!
grazie per la minaccia, prometto che cercherò di fare meno errori di battitura!

sanjii94: grazie milleee!
uno dei miei autori preferiti, che bello!
spero che questo capitolo non abbia deluso le tue attese.

laprinc: grazie milleee!
spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!

M E L Y C H A N: grazie milleee!
sei un angelo!

ciao a tutti, al prossimo capitolo!

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Capitolo 3
*** Zoro ***


3 D 2 Y

ZORO
- Non trovi anche tu che questo posto sia adorabile?
Chiede Perona, più sorridente che mai. Le gettò un’occhiata veloce, seccato dallo stridio della sua voce. Quella pazza è davvero felice. Non fa che guardarsi intorno, sognante, quasi quel castello buio e cadente fosse il più bello dei palazzi. Per quanto la riguarda Orso Bartholomew non poteva fare una scelta più azzeccata, le mancano solo i suoi amici zombie, quelle creature disgustose che lei trovava adorabili.
-  Certo, come No. Il posto dei miei sogni.
Rispondo ironico, alzando gli occhi al cielo e lasciando vagare i miei occhi per la lugubre stanza in cui ci troviamo. Lo sguardo cade sull’uomo seduto di fronte a me con il giornale aperto sulle gambe. Non sembra badare a quello che lo circonda, ma so bene che è solo un’illusione e che in realtà i suoi sensi sono attenti a tutto ciò che li circonda. Osservandolo meglio mi trovo a pensare che forse quel posto è davvero quello dei miei sogni anche se le mie ragioni sono decisamente differenti da quelle di Perona.
L’uomo dagli occhi di falco, Drakul Mihawk, è il mio nemico ed è seduto proprio davanti a me. Alza lo sguardo dal giornale che stava leggendo fino a poco fa e mi fissa attento, con un’espressione divertita dipinta sul volto, quasi volesse scrutare dentro il mio animo alla ricerca di risposte.
So bene che cosa sta pensando senza bisogno che parli; crede che io sia un debole e che non sia degno delle tre spade che porto appese al fianco. Lo capisco da come mi guarda, da quell’espressione disgustata che nasconde dietro quella facciata così apparentemente impenetrabile.
Scuoto la testa, sbuffando.
Lui non capisce, nessuno tra coloro che solcano i mari da soli può capire la gioia di avere dei compagni con cui festeggiare nella buona sorte e combattere in quella cattiva.
Ricambio il suo sguardo, lanciandogli una sfida silenziosa. So bene che non avrei speranza contro di lui, e nemmeno ci provo. Le mie priorità sono cambiate; non posso morire per inseguire il mio sogno se così facendo condanno a morte i miei amici, le persone più care che ho al mondo. A Water Seven una volta ho incontrato una donna che si offerta di farmi da madre, di donarmi una famiglia; quella volta ho rifiutato e lo farei ancora. Io ho già una famiglia, forse strana e insolita certo, ma pur sempre degne del mio affetto e del mio rispetto. Morirei per loro, non una ma cento volte almeno.
- Dici davvero?
Esclama Perona, ingenua. Scuoto la testa e smetto di ascoltare le sue inutili ciance.
C’è stato un periodo della mia vita durante il quale tutto girava intorno a lui, Mihawk, il mio nemico mortale. Per me non esisteva altro che il mio sogno, non c’era posto per altro. O meglio, non volevo ci fosse posto per altro. Inconsapevolmente mi sentivo in colpa per essere vivo, mentre una spadaccina ben più brava di me riposava da tempo sotto terra. Solcavo i mari da solo, consegnando i pirati alla giustizia per avere di che vivere e diventare così il migliore per rendere la mia amica fiera di me. È stato così che mi sono guadagnato il mio soprannome; Zoro il cacciatore di pirati.
Poi Rufy ha sconvolto tutto. Mi ha fatto entrare nel suo mondo e a lungo andare gli interessi del gruppo hanno prevalso sui miei. Non posso alzare le spalle, dimenticarmi di loro e di tutte le battaglie affrontate insieme ed andarmene per la mia strada. Ora non c’è nulla che non farei per i miei compagni, per tutti loro. Solo adesso che sono rimasto solo realizzo quanto mi mancano. Pagherei oro solo per sentire la risata del capitano e vedere i suoi occhi così vispi ma allo stesso tempo decisi.
Se chiudo gli occhi è come se fossi sul ponte della Sunny con i miei compagni intorno. Sanji di sicuro troverebbe un motivo per prendersela con me, come suo solito. Usop e Franky starebbero inventando una delle loro armi, sotto lo sguardo curioso di Chopper. Robin e Nami prenderebbero il sole, sorseggiando uno di quei drink esotici che Sanji prepara solo per loro mentre Brook suona delle sue melodie. Io starei dormendo, come mio solito, mentre Rufy sorveglierebbe tutto come fa sempre, senza dare troppo nell’occhio e passando per il solito idiota. Mi mancano così tanto che quasi posso capire la disperazione di Brook, che ha passati anni a navigare accompagnato dal solo ricordo dei suoi compagni.
- Sono guarite le sue ferite, Perona?
Chiede l’Uomo dagli occhi di Falco, impaziente di cominciare ad allenarmi. Il suono della sua voce arriva inaspettato, distogliendomi dai ricordi e facendomi ripiombare subito nei miei tortuosi pensieri. Alla fine ha acconsentito davvero alla mia richiesta ed ha deciso che sarà il mio maestro. Mi allenerà per aiutarmi a realizzare il mio sogno, batterlo.
Assurdo vero? Quell’uomo è folle quasi quanto me.
Forse proprio questa sua vena di follia lo ha aiutato a diventare ciò che è ora. Lo guardo negli occhi, cercando di capire cosa lo abbia spinto a cambiare idea per aiutarmi. Sicuramente non è stato il suo altruismo. No, certo. Un uomo come lui non sa cosa farsene dell’altruismo.
Improvvisamente capisco; vuole studiarmi e capire cosa spinge un uomo ad abbandonare la sua ambizione per i propri compagni.
Sul mio volto si dipinge un ghigno.
Per capire le mie ragioni il Falco dovrebbe passare un giorno con Rufy. Certe cose non si possono spiegare o raccontare, solo vivendo e combattendo al suo fianco forse capirebbe la sua forza. Penso al mio capitano e subito mi torna alla mente la morte di Ace, i due pensieri ormai sono come collegati nella mia mente. Improvvisamente il mio sguardo si fa cupo. Nei pochi giorni che è stato con noi ad Alabasta ho visto quanto era forte il legame che legava quei due fratelli e posso solo immaginare quanto sarà profondo il vuoto che ora Rufy sente nel cuore. È dura perdere qualcuno a cui vuoi bene, vero amico?
Vorrei essere al suo fianco per potergli stare seduto accanto, in silenzio, per accertarmi che riesca a superare questo momento. Vorrei poterlo difendere dal suo dolore come ho fatto a Thriller Bark con Orso Bartholomew, ma questa volta non posso;
- Quasi, ancora un giorno di pazienza.
Risponde Perona, sbuffando. Ormai quelle parole sono le sole che quell’uomo le rivolge. Per il resto sembra che lei non esista proprio. Le sue richieste, la volontà di tornare dal suo padrone Moria non sono minimamente state prese in considerazione. Per l’Uomo dagli Occhi di Falco esistono solo Zoro e la sua ambizione; il resto è solo di ostacolo.
- Era ora.
Sbuffa annoiato Mihawk, controllando con attenzione la lama dalla sua grossa spada.
Guardo le bende che ricoprono tutto il mio corpo e scuoto la testa, pensieroso. Non posso andare dal mio capitano, né consolarlo per la sua perdita; nessuno dei miei compagni può farlo. Ognuno di noi passerà due anni solo, ad allenarsi, e quando ci ritroveremo saremo diventati più forti e cresciuti, cambiati forse. Tra due anni il supporto morale del suo primo ufficiale non gli servirà più, perché forse avrà già superato il dolore per la perdita di suo fratello. In quel giorno avrà bisogno di un compagno letale e fedele a cui affidarsi che possa accompagnarlo fino alla realizzazione del suo sogno, e io sarà lì. Diventerò lo spadaccino più forte del mondo, ma lo farò per poterti permettere di diventare il Re dei Pirati. Si, sono sicuro che ce la farai così come sono sicuro che questa tragedia non si prenderà il tuo sorriso. È semplicemente impossibile, un’assurdità. Rufy sa bene che la sua ciurma non potrebbe vivere senza il suo buonumore, la sua incoscienza e il suo inguaribile ottimismo. Erano proprio queste le qualità che Ace più amava di lui, dopotutto, ed sono anche gli stessi motivi che hanno spinto tutti noi a seguirti in questa assurda avventura.
Tutto quello che posso fare per essere utile al mio capitano, ora come tra due anni, è allenarmi per diventare forte su questa strana isola dimenticata dal mondo chiamata Kuraigana. Non il migliore, solo il più forte.
La differenza sembra insignificante, ma non lo è; non per me almeno. Il migliore è destinato a stare solo in un castello buio infestato da fantasmi e spifferi, come l’Uomo dagli Occhi di Falco, mentre il più forte ha dei compagni da proteggere e con cui festeggiare le sue vittorie.
Aspettatemi amici, quando riprenderemo la strada per i nostri sogni io sarò lì con voi.

ANGOLO DELL'AUTRICE:
innanzitutto GRAZIE a tutti coloro che commentano la mia storia. dieci commenti, meno dei dodici del primo capitolo ma lo stesso tantissimi!
siete davvero angeli, sul serio.
il protagonista del prossimo capitolo sarà Usop!

LADYSAIKA: grazie mille!
sono contenta che il capitolo di Sanji non ti sia piaciuto e spero che anche questo sia stato di tuo gusto.
niente siparietti divertenti per Zoro!
SANJI94: grazie mille!
sospiro di sollievo, meno male che non ti ho deluso. sai, quando si va a toccare il personaggio preferito di qualcuno la mia paura è sempre quella di non essere all'altezza delle aspettative.
che mi dici di testa di muschio?
JF78: grazie mille!
ti adoro, davvero. io sono una grande fan della narrazione in prima persona, solo in una storia è difficilmente realizzabile. una volta ci ho provato in una storia narrata interamente dal punto di vista di Zoro, ma è stata davvero dura arrivare alla fine. sto ancora cercando di riprendermi per scrivere il seguito della saga! ;D
ANGELA90: grazie mille!
si credo anche io che la vendetta di Sanji verso Rufy sarà tremenda, ma forse il capitano si farà perdonare presentando qualche amazzone all'amico..
bah, si vedrà.
ammetto che con il reggiseno di pizzo forse sono stata un po' troppo cattiva.. :D
TRE 88: grazie mille!
tre ragazze, speriamo di no. sarebbe tremendo!
spero che questo capitolo sia all'altezza delle tue aspettative.
VEGETA4EVER: grazie mille!
le tue osservazioni sono assolutamente gradite. non disturbano, anzi. aiutano a migliorare.
sono una grande fan delle critiche, se fatte in modo educato e motivato come le tue.
so anche che spesso per via delle fretta e della distrazione faccio molti errori, so anche che dovrei prendermi più tempo per rivedere ma non riesco mai. sono fatta così, scrivo di getto e pubblico subito.
spero che il capitolo su Zoro ti sia piaciuto!
KGM92: grazie mille!
dai, se hai qualche idea da propormi sono qui! magari possiamo scrivere qualcosa insieme!
esatto, era il turno di Zoro.. il prossimo? Usop!
PIMPLEMI_CHAN: grazie mille!
una delle mie manie è spaziare ed immaginarmi i pensieri dei personaggi in certi momenti, questa raccolta è nata proprio per questo motivo.
più che una storia precisa, al centro dell'attenzione ci sono i personaggi per come sono o per lo meno per come io mi immagino che siano!
sono contenta che i capitoli di Nami e Sanji ti siano piaciuti, e spero che non abbia deluso proprio quello dedicato al tuo personaggio preferito.
grazie anche per avere commentato una delle mie vecchie storie.
FANNY87: grazie mille!
in gruppo di amici, in una compagnia così come in una famiglia è normale che ci siano personalità diverse. il bello è quando tutti si rispettano a vicenda e si vogliono bene.
poi, come dici tu Sanji e Rufy sono diversi, ma entrambi hanno un sogno; alla fine è quello che accumuna tutti i vari membri della ciurma, no?
BIBI06: grazie mille!
spero che questo capitolo ti sia piaciuto, che ne dici?

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Capitolo 4
*** Usop ***


3 D 2 Y
 USOP
- È un idiota.
Urlo a voce alta, forse per convincermi delle mie stesse parole. Lancio lontano il giornale dal quale ho appena appreso nuove notizie di Rufy e incrocio le braccia, arrabbiato. Le incredibili gesta del mio capitano alla fine sono arrivate anche qui su Greenstone, una remota isola dell’arcipelago Boeing dove mi sono svegliato tempo fa senza avere la minima idea di come ho fatto ad arrivarci.
Ci penso qualche istante, poi recupero il giornale e torno a guardare la sua foto, attento a non perdermi neppure un dettaglio del viso di Rufy. So bene che non lo odio. Lo ammiro, certo; sono orgoglioso di avere deciso un capitano come lui e vorrei riuscire a trovare dentro di me almeno un po’ del suo coraggio e della sua determinazione, ma non lo posso odiare. Sarebbe come odiare un fratello con il quale hai condiviso sia i momenti più belli della tua vita che quelli brutti.
- Che ti prende, Usop?
Chiede Heracles, curioso. Fisso attentamente il mio nuovo amico, chiedendomi cosa gli stia passando ora per la testa. Deve essere strano per lui avere a che fare con un tipo come me. Decisamente non posso dire di essere una persona normale, al contrario. Secondo quelli che sentono parlare di noi dai giornali siamo una ciurma di svitati, di teste calde che agiscono senza pensare alle conseguenze. In fondo non si sbagliano più di tanto, basta passare con noi qualche ora per rendersene conto. Sicuramente anche Heracles pensa lo stesso di me. Decisamente il classico stereotipo del pirata non mi rispecchia affatto.
- Un babbeo.
Ripeto, furioso, scandendo lentamente le parole mentre calde lacrime prendono a bagnare il mio viso. La verità è che non posso fare a meno del mio amico, mi manca troppo. Rufy è come un uragano, sa entrare nella vita delle persone come un cataclisma e rovescia tutto quello che si trova davanti senza curarsi troppo. Poi si ferma, e ti osserva con attenzione. Nel momento in cui sei più arrabbiato con lui e più che mai deciso a mandarlo a quel paese, ti sorride e promette di aiutarti. A lui non importa mai cosa c’è da fare, ti aiuta e basta. Semplicemente se hai bisogno è lì, sia che si tratti di andare a pescare che di attaccare una roccaforte del Governo Mondiale o peggio. Per lui l’amicizia è una cosa seria, persino più importante del suo sogno.
- Mi vuoi spiegare?
Chiede Heracles, con insospettabile pazienza.
- Vedi questo dannato giornale?
Chiedo, spazientito, indicandogli il disordinato ammasso di fogli che tengo sulle gambe.
- Beh, si. Sono ore che non fai che guardarlo ed imprecare.
Risponde, divertito da come ho ridotto quell’innocuo pezzo di carta in così poco tempo per via del mio nervosismo.
- Su questo maledetto coso c’è un articolo che riguarda quella testa vuota del mio capitano.
Spiego, sospirando. Certo, Zoro è il suo primo ufficiale ed il suo primo compagno, ma io sono il suo migliore amico. Lo spadaccino è sempre in prima fila quando si combatte, ma è con me che Rufy riesce ad essere davvero se stesso. Mi manca un sacco pescare con lui, giocare insieme a Chopper sull’altalena ed abbuffarci fino quasi a scoppiare.  
Ho letto quel giornale da cima a fondo, molte volte. Cercavo anche notizie degli altri, ma non ho trovato nulla. In fondo è meglio così. Non so dove siano o cosa stiano facendo, ma so per certo che non sono stati catturati. Ognuno di noi ha una taglia, anche piuttosto alta; in caso di cattura la marina lo avrebbe sbandierato ai quattro venti. Penso ai miei compagni e sospiro, triste. L’unica cosa che so per certo è che Zoro si è perso, come sempre. Certe cose non cambiano mai, non facilmente almeno. Sarà un bel problema per lui tornare in tempo al luogo dell’appuntamento. Il cuoco invece starà di sicuro facendo il cascamorto con qualche bella donna, probabilmente una sirena o qualcosa del genere. Non so cosa stiano facendo gli altri, ma ho paura per Chopper e Nami; gli altri ce la possono fare, ma loro No. Sono come me, persone normali gettate in una grande avventura al fianco di compagni leggendari. In gruppo siamo forti, ma quando siamo soli emergono i dubbi e le paure. La piccola renna non se la sa cavare senza di noi, mentre Nami non è la ragazza dura che finge di essere. Quando abbiamo liberato la sua isola da Arlong abbiamo conosciuto la vera Nami, fragile e disperata, che si è affidata completamente a noi. Quel giorno siamo diventati la sua famiglia e abbiamo giurato di proteggerla, ma abbiamo fallito. Ora lei è sola, senza nessuno che le possa stare vicino.
- Il pazzo che ha attaccato il quartiere generale della marina è il tuo capitano?
Chiede, incredulo il mio nuovo amico. Forse aveva già sentito delle incredibili avventure di Rufy Cappello di Paglia, ma gli riesce difficile credere che io ero insieme a lui e che l’ho aiutato a cavarsela ogni volta. Non posso proprio dargli torto se non riesce a crederci, a volte riesce difficile persino a me.
- Proprio lui.
Annuisco, sospirando. Heracles mi ascolta attento mentre gli racconto di come Rufy sia entrato nella mia vita e di come si sia formata la nostra ciurma. Mi osserva attento, per nulla annoiato e mi chiede di andare avanti. Sospiro e inizio a elencare tutte le cose pazze che abbiamo fatto, sorprendendomi di essere riuscito a cavarmela così tante volte.
Per la prima volta intrattengo qualcuno senza raccontare fandonie, ma la verità. Senza che me ne accorgessi la mia vita è diventata come quelle storie incredibili che racconto. Ripenso al mio capitano e sospiro, malinconico. Rufy è sempre stato piuttosto portato per gesta folli ed eclatanti. Mi sembra così strano non essergli stato accanto nelle sue ultime avventure. Da una parte sono sollevato di non avere rischiato la pelle, dall’altra sono dispiaciuto. Mi sembra quasi di essermi perso qualcosa. Sospiro di nuovo, stranito dai miei stessi pensieri. Che diamine mi sta succedendo? Mi sembra assurdo che sono proprio io quello che si dispiace di non avere combattuto una delle guerre più pericolose che hanno mai avuto luogo. Che ne è stato di Usop, il bugiardo codardo che cerca sempre di portare a casa la propria pelle? Sembra quasi che il prode Sogeking alla fine sia riuscito a prendere definitivamente il posto del vecchio Usop, almeno per le cose davvero importanti.
- Accipicchia, certo che ne ha di fegato.
Mormora, ammirato togliendomi il giornale dalle mani per leggere lui stesso l’articolo.
Lo osservo mentre legge avidamente il resoconto degli ultimi avvenimenti, ignorando completamente sia me che tutto ciò che ci circonda.
- Non è questo il punto.
Sbuffò, infastidito. Heracles ha frainteso le mie parole. Non sto mettendo il dubbio le abilità del mio capitano, ma la sua decisione.  
- Quale sarebbe, allora?
Chiede il mio nuovo amico, alzando gli occhi dal giornale e puntandoli nei miei.
Lo fisso per un po’, chiedendomi chi sia in realtà quello strano tizio. È completamente diverso sia dal mio capitano che dai miei compagni e non sono ancora riuscito a decidere se mi piace o meno.
- Ha fatto tutto questo per mandare un messaggio a noi.
Spiego con pazienza, indicando la grossa foto che accompagna l‘articolo. Devono essere stati i fotografi della marina a scattarla, senza sapere che stavano facendo un favore a Rufy.
Riesco quasi a vedere la scena nella mia mente. Rufy che si mette in posa davanti a loro, mentre intorno a lui infuria la battaglia. Manca solo il suo sorriso, ma per quello stavolta non c’è posto. La perdita di Ace è ancora troppo vicina.
- Qui dentro ci sarebbe un messaggio?
Chiede Heracles, sorpreso, analizzando la foto senza riuscire a vedere niente. Molti prima di lui devono averci tentato, inutilmente. Forse anche i pezzi grossi della marina. Sicuramente il vice ammiraglio Garp ha capito che c’è sotto qualcosa, ma di sicuro non ne ha fatto parola con i suoi capi. Quel vecchio marine tiene al suo nipotino più di quanto voglia dimostrare al mondo, ed è anche immensamente fiero di lui e di quello che è diventato. È un pirata, certo, ma è anche forte e coraggioso. L’orgoglio di qualsiasi genitore.
- Si, guarda il tatuaggio..
Ripeto, osservandolo nuovamente mentre si sforza di capire. Sorrido di quel suo goffo tentativo; solo noi della ciurma possiamo capire, Rufy è stato prudente questa volta.
Senza che possa fare nulla per evitarlo una grossa lacrima scende lungo il mio viso. Non posso evitare di pensare che il mio capitano è tornato nel luogo in cui ha perso il fratello solo per noi, per fare il modo che noi sapessimo dove e quando tornare.
- Cosa vuole dire?
Chiede ancora Heracles, curioso, fissandomi con insistenza.
- Che ci incontreremo tra due anni.
Sospiro, indicando i numeri e le lettere che si leggono chiaramente sul braccio e spiegandogli cosa vogliono dire. Il mio nuovo amico mi fissa, sorpreso.
- E allora?
Dice Heracles, alzando le spalle. Mi fissa come se fossi un alieno e io mi sorprendo di quella sua strana reazione. Che diamine sta passando per la testa di quel pazzo?
- Due anni! Dico, hai capito? Due anni interi!
Sbuffo, incredulo ed infastidito. Non posso stare due anni senza i miei compagni. Semplicemente non riesco, non perché ho paura ma perché loro sono la mia famiglia. Già una volta avevo pensato di poter prendere il mare da solo, ma sono tornato sui miei passi. Senza di loro non sono niente. Senza gli altri nessuno di noi è niente.
- Beh, vorrà dire che avrai tempo di migliorarti e diventare più forte.
Commenta Heracles, distaccato. Chiude il giornale e lo appoggia a terra.
- Si, ma chi consolerà il mio capitano per la perdita di suo fratello?
Chiedo, con gli occhi pieni di lacrime. Ormai non mi preoccupo nemmeno più di trattenerle o di fingere di stare bene. Heracles mi fissa, a metà tra lo stupito e il dispiaciuto. Forse sta cercando di dire qualcosa, magari per consolarmi, ma non gli viene nulla di sensato.
Prima di incontrare Rufy la mia vita non era nulla di speciale. Tiravo avanti raccontando storie e dicendo bugie che incantavano a malapena i bambini del mio villaggio.
Rufy ha sconvolto la mia vita, e mi ha trascinato in un sogno. Ogni volta che mi svegliavo, a bordo della Merry o della Sunny, ci mettevo sempre un po’ prima di realizzare dove mi trovavo. Sembrava così assurdo che un buono a nulla come me avesse fatto tanta strada nel Grande Blu e che ora avesse sul serio tante storie da raccontare.
- Abbi fiducia in lui. Si tratta solo di aspettare due anni, poi avrai di nuovo i compagni migliori che qualsiasi uomo su questa terra vorrebbe.
Sospira Heracles, con un tono strano; quasi nostalgico. Forse anche lui una volta aveva una ciurma, dei compagni ed un sogno.
- Tu non capisci. Lui per noi c’è sempre stato, non posso lasciarlo solo ora che ha bisogno di me!
Sbotto, arrabbiato con me stesso. La verità è che io dovevo essere là, con lui. Forse non avrei potuto proteggerlo come invece avrebbero provato a fare Zoro e Sanji, ma sarei stato la sua spalla. Non lo avrei abbandonato, anche a costo di morire su quel campo, e sarei stato al suo fianco anche dopo il combattimento per fargli superare quel terribile dolore. Avrei potuto raccontargli un mucchio di storie. Certo, Rufy avrebbe capito subito che si trattava delle mie solite bugie ma almeno forse avrebbe sorriso e poi si sarebbe sentito meglio. Dalle mie parole avrebbe capito che ha si perso un fratello, ma che ognuno di noi della ciurma gli voleva bene esattamente come Ace.
- Per questo devi allenarti, così quando lo incontrerai ancora protrai stargli vicino.
Ripete con pazienza, quasi stesse parlando con un ragazzino che fa i capricci.
Guardo il mio corpo, grasso e goffo, e capisco che ha ragione. Come posso essere utile al mio capitano, così come sono? Il solito codardo, ecco cosa sono. Io sono il vero egoista, non Rufy. Il capitano si è sempre sacrificato per noi, ogni volta. Io invece? Anche ora mi aspetto che sia lui a correre da me, e protesto se lui chiede del tempo per migliorarsi e diventare più forte. La verità è che ho paura. Una paura dannata di perdere il passo con lui e rimanere indietro. Due anni di allenamento renderanno Rufy estremamente più forte di quanto è già ora. Sanji e Zoro riusciranno a stargli dietro, ma io? Vorrà ancora un buono a nulla come me nella sua ciurma quando sarà sul tetto del mondo? Che ne sarà di me quando a Rufy basterà un solo sguardo per fare tremare i suoi nemici?
Sospiro, rassegnato. Una parte di me vorrebbe mollare, scappare lontano da tutti, ma una voce mi dice che devo reagire. Non posso permettermi di essere il solito codardo e di vedere andarsene gli amici che ormai considero la mia famiglia. Devo reagire, per tutti loro.
Non ho scelta, devo allenarmi. È l’unico modo per essere degno di colui che diventerà il Re dei Pirati e per essere al suo fianco quando sbarcheremo a Raftel Island.
Il giorno che incontrerò mio padre voglio che lui sia più che fiero di me e di quello che sono diventato. Non commetterò una seconda volta l’errore che ho fatto a Water Seven, quando ho voltato le spalle ai miei compagni e al mio capitano. Credevo di essere in grado di riuscire a farcela anche da solo, ma ancora una volta Rufy mi ha dimostrato che mi sbagliavo. Insieme siamo una squadra, da soli non contiamo nulla. Nemmeno Rufy, Sanji o Zoro potrebbero farcela. Siamo una squadra, questo ci rende imbattibili e questo i nostri nemici non hanno ancora compreso.
Guardo di fronte a me, fiero; il mio destino è ormai tracciato.

ANGOLO DELL'AUTRICE:
grazie mille per i commenti. ora posso anche ammetterlo, decisamente quello su Zoro è stato il capitolo che ho scritto più volentieri.
certo, adoro ogni personaggio, ma che volete.. Zoro è Zoro.
il prossimo capitolo sarà su Brook, e non ho ancora idea di quello che scriverò!

ANGELA90: grazie milleee!
ormai credo che tutti, compreso Zoro, si siano rassegnati al fatto che lo spadaccino si perderà. è inevitabile in fondo.
esattamente come è inevitabile che dopo questo allenamento saranno dolori per chi proverà a mettersi sulla sua strada o ad importunare il suo adorato capitano.

VEGETA4EVER: grazie milleee!
ho provato a stare più attenta agli errori di distrazione/battitura, ma sono abbastanza sicura che ne troverai lo stesso.
:D
sono contenta che il capitolo scorso ti sia piaciuto! per quanto riguarda Robin, non ricordo quando dovrebbe essere il suo capitolo, ma credo a breve.
porta pazienza!

PIMPLEMI_CHAN: grazie milleee!
i passaggi che hai citato sono quelli che preferisco anche io. sono proprio contenta che abbia notato quelle piccole sfumature!
davvero tanto! cmq si, decisamente Luigi Rosa.

TRE 88: grazie milleee!
spero proprio che usop ce la faccia a dimagrire, senno Franky dovrà modificare la Sunny perchè non affondi sotto il peso del cecchino!
lo scorso capitolo è quello che è piaciuto di più in assoluto anche a me. sarà dura fare di meglio.

LADYSAIKA: grazie milleee!
che ne pensi di questo capitolo?

SANJI94: grazie milleee!
davvero sono riuscita a farci apprezzare Zoro? non ci credo, sono quasi commossa!
per quanto riguarda il forum.. la storia era già anche la, sono che la sezione è cambiata.
nel senso, ho impiegato un bel po' a trovarmi!
che ne pensi di Usop?

KGM92: grazie milleee!
evviva, qualcuno ho notato la distinzione tra migliore e più forte!!!
credo sia stata la conclusione più adatta per lo scorso capitolo!
che ne pensi di Usop?

APRIL88: grazie milleee!
sono contenta che tu abbia apprezzato lo scorso capitolo e spero sarà così anche per i prossimi!

FANNY87: grazie milleee!
il rapporto di amicizia che lega Zoro e Rufy credo sia eccezionale. lo spadaccino è l'unico con il quale Rufy fa spesso discorsi seri.. più seri di quelli che fa con gli altri. :D
Zoro è una figura complessa, forse la più complessa del manga!

JF78: grazie milleee!
il tuo commento è quasi commovente, sei un angelo.
credo sia a causa di gente come te che autori scarsi come me continuano a scrivere! :D
ti adoro!

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Capitolo 5
*** Brook ***


3 D 2 Y
BROOK
- Yohohohohoho!
La mia risata risuona forte nella stanza, tanto che alcuni dei miei carcerieri accorrono per capire che mi è successo. Sembrano straniti, mi guardano in modo strano. Forse mi credono pazzo e io non posso certo dar loro torto.
- Che diamine ha da ridere?
Chiede uno dei tizi che mi tiene imprigionato a un suo compagno. L’altro mi studia a fondo, poi alza le spalle e se ne Va. Non ha voglia di perdere tempo con me, in fondo sono solamente uno schiavo. Probabilmente fa anche lui parte della tribù braccia-lunghe. All’inizio questi strani individui mi facevano paura a causa del loro strano aspetto. Poi mi sono ricordato che io sono uno scheletro e che dopo tutto la mia condizione deve essere ben più strana della loro. Voglio dire loro sono nati così, io invece ci sono diventato per uno strano scherzo del destino. Uno scheletro che se ne va in giro, beve il the e suona il violino spaventando chiunque non mi conosca. Quest’idea invece che rendermi di cattivo umore mi fa ridere. Di solito quanto qualcuno vede il mio aspetto si spaventa, ed io mi spavento più di loro. Sono proprio un fifone, Franky dice sempre che sono una causa persa. Devo proprio essere impazzito il giorno che ho deciso di diventare un pirata. È buffo, ma non mi ricordo nemmeno perché mi sono imbarcato. Forse perché volevo scoprire cosa fosse la libertà, oppure perché mi ero stufato di prendere ordini.
Penso a quello che mi è successo negli ultimi giorni e l’allegria sfuma per qualche istante. Mi dispiace per gli abitanti dell’isola di Nakamura. Mi avevano creduto un diavolo corso il loro soccorso e alla fine mi sono fatto catturare. Che pasticcione, il solito idiota buono a nulla. Sospiro e mi guardo intorno. Il primo degli uomini che è accorso è ancora lì che mi fissa. Sembra deciso a capirci qualcosa. Sospiro e chiudo gli occhi. O meglio, è ciò che farei se avessi degli occhi da poter chiudere. È buffo, ma spesso la mia mente pensa in modo strano; quasi io non fossi fatto solamente di qualche misero osso. Ridere è l’unica cosa che mi è rimasta. Sono solo, imprigionato e non ho idea di come me ne andrò da qui. Credo abbiano intenzione di vendermi, forse proprio all’arcipelago Sabaody.
- Yohohohohoho!
Improvvisamente comincio di nuovo a ridere e l’uomo che ho di fronte riprende di nuovo a guardarmi male. Continua a non capire cosa mi passa per la testa.Sarebbe davvero comico essere venduto nello stesso posto che ho contribuito ad abbattere. Anche se, non credo che quel posto possa ancora ospitare asta di qualsiasi tipo. Dopo che siamo passati noi, Kidd e Law non è rimasto davvero nulla. Solo cumuli di macerie e travi abbattute. Probabilmente anche Enies Lobby doveva essere rimasto poco nulla dopo che sono passati i miei compagni ed il buster call della marina.
- Trovi davvero questa situazione così divertente? Sei stato catturato e presto sarai venduto come schiavo.
Scandisce con calma l’uomo che ho davanti, forse credendo di spaventarmi. Lo fisso attentamente, cercando le parole migliori per rispondergli.
-  Secondo te qualcuno pagherebbe per avere uno scheletro? Yohohohohoho!
Dico alla fine, scoppiando a ridere. Già vedo la scena: il povero presentatore della casa d’aste che cerca di vendermi e tutti che scappano, spaventati. Alla fine mi svenderebbero come soprammobile e potrei scappare facilmente; dopo tutto, chi si preoccupa che il mucchio di ossa che ha appena comprato possa scappare?
- Di nuovo quella risata, smettila.
Ripete il mio carceriere, seccato. Ormai posso percepire chiaramente il suo fastidio. Forse si pente di avere rapito proprio me, ma credo che non possa certo liberarmi. Il suo capo farebbe troppe domande.
- Non posso smettere. Mi sto divertendo troppo.
Rispondo con le lacrime agli occhi. Scuote la testa e si allontana, bofonchiando qualcosa di incomprensibile. La lacrime intanto, continuano a scendere. Non sono per me, ma per il mio capitano. Ha perso suo fratello a cui teneva di sicuro tantissimo, i suoi adorati compagni per i quali era disposto a morire ed è rimasto solo a darsi la colpa di tutto. Per uno come Rufy sopravvivere a disgrazie come queste è persino peggio di morire.
Non appena ho letto il giornale che conteneva il messaggio per noi non ho potuto fare a meno di pensare che per lui saranno due anni lunghissimi e pieni di pensieri; chissà come sarà quando lo incontrerò ancora. Io, bhe.. Non potrò essere cambiato di molto. Sono uno scheletro infondo e di certo non posso invecchiare o ingrassare, anche se forse prendere qualche chilo mi farebbe bene.
- Yohohohohoho!
L’idea di uno scheletro come me con qualche chilo di troppo mi fa nuovamente scoppiare a ridere. Se ci fossero i miei compagni avrebbero di certo smorzato le mie risate con qualche battuta cattiva. Nami forse sarebbe addirittura arrivata alla man come fa sempre.
Penso ancora a Rufy, e di nuovo smetto di ridere. Forse dovrei intonare una canzone per lui, perché ovunque sia gli arrivino le mie note e riescano a farlo sorridere. Sospiro, pensieroso. La musica è una cosa straordinaria, la sola capace di andare oltre muri, pareti e gabbie e arrivare a chi è destinata. Forse se canto una canzone anche Lovoon la può sentire, e magari anche i miei compagni che non ci sono più. Questo pensiero mi mette di nuovo allegria, così riprendo a ridere.
- Yohohohohoho!
Di nuovo le mie risate attirano altre guardia. Si guardano tra loro e scuotono la testa.
Per loro sono un pazzo, non vedono l’ora di liberarsi di me.
- È pazzo, dovrebbe essere spaventato e invece ride.
Mormora il mio carceriere, allontanandosi insieme ai compagni infastidito. Alla fine ha rinunciato a capirmi e si è arreso. Non posso dargli torto, a volte non mi capisco nemmeno io. Di una cosa sono sicuro; non è la fine. Ho vagato da solo per quasi cinquantanni, perso in mezzo ad un mare oscuro con il timone rotto e posso dire tranquillamente di avere visto di peggio. Ho imparato cosa sia la pazienza e so che si tratta solo di aspettare. Tra due anni rivedrò i miei compagni e torneremo a navigare insieme verso i nostri sogni e le nostre promesse. I sogni dei pirati non si possono fermare, specie quelli della ciurma di Cappello di Paglia. Da quello che ho letto sul diario di bordo ho scoperto che i miei compagni hanno vissuto avventure incredibili e hanno superato moltissimi ostacoli per arrivare fino a qui e per mantenere fede a ciò che si erano promessi; non possono certo fermarsi ora. Non sarà un grosso orso con una bibbia in mano a segnare la nostra fine. Ripenso all’articolo di giornale con la foto del mio capitano e sospiro. Il messaggio era chiaro: non tre giorni ma due anni. Sospiro, guardandomi intorno. Vorrei avere una tazza di the ma non posso certo chiederla. Due anni non sono poi molti se hai passato quasi una vita intera ad aspettare di incontrare gente straordinaria come i Pirati di Cappello di Paglia.
Nei lunghi anni passati da solo più volte mi sono maledetto per avere mangiato quel dannato frutto del mare che mi aveva condannato a quella vita infernale senza i miei amici. Ora so che non è stata una maledizione, al contrario.
Sono felice di avere incontrato Rufy, di poterlo aiutare durante questo lungo viaggio e di essere al suo fianco sia nel bene che nel male. Un giorno sarà il Re dei Pirati ed io sarò al suo fianco. In tutti i mari del mondo si racconteranno le nostre avventure e un sacco di bambini prenderanno esempio da noi e dalle nostre gesta.
Sono felice di avere accanto uno spadaccino forte e determinato come Zoro, che può insegnarmi tante cose anche se è molto più giovane di me. Diventerà il migliore di sempre, lo so. L’ho capito da come ha sconfitto lo spadaccino che aveva rubato la mia ombra.
Sono felice di avere conosciuto Sanji, anche lui con la fissazione per le belle donne proprio come me; sono sicuro che prima o poi incontreremo entrambi la donna della nostra vita, o forse più d’una, chi lo sa.
Sono felice di avere la fortuna di conoscere una ragazza bella, forte, decisa e determinata come Nami; solo grazie alle sue grandi capacità di navigatrice potremo continuare il nostro viaggio. L’unico rimpianto e di non averla potuta conoscere meglio e di non sapere la triste storia del suo villaggio.
Sono felice di avere nella mia vita una persona come Usop, che sa cosa è la paura ma sa anche tirare fuori tutto il suo coraggio quando serve. Io in fondo mi sento un po’ come lui; siamo due persone normali gettate a combattere in un mondo di persone con i superpoteri a cui basta un pugno per abbattere navi, case e villaggi.
Sono felice di poter urlare al mondo che conosco il medico migliore del mondo, nonostante sia solo una piccola renna.
Sono felice di avere conosciuto Franky, colui che ha costruito la nave che solcherà tutti i mari e che sa costruire armi formidabili con praticamente qualsiasi cosa. Certo, io e lui discutiamo spesso ma è sempre pronto a sentire le mie storie e a ballare insieme a me.
Sono felice di avere incontrato Nico Robin, che mi ha fatto capire che non avevo bisogno di dare grosse dimostrazioni per essere accettato. Anche lei come Nami è una ragazza straordinaria e non solo la mascotte della ciurma.
Sono felice di essere diventato uno dei pirati di Cappello di Paglia e sono pronto a sopportare tutto quello che questi due anni mi riserveranno con il sorriso, ridendo e cantando ogni volta che avrò paura. Quando riprenderemo a navigare insieme, scriveremo molte pagine della storia di questo strano mondo; nessuno dimenticherà i nostri nomi.
Diventerò ancora più forte, non per me stesso, ma per i miei amici. Non sono più solo.
È così bello poter dire questa frase ed essere conscio che non si tratta solamente di un sogno. Sento che, anche se siamo lontani, la nostra amicizia ci unisce.
Non ho il mio violino, devono averlo messo nella stanza di fianco. Che tristezza, solo con quei bruti che prima hanno anche provato a suonarlo senza esserne capaci.
Povero violino, cosa devi sopportare.
Ho deciso, scriverò una canzone per voi amici miei, anche se sono prigioniero e sto per essere venduto. Non ho il mio strumento e non posso suonarvela, ma ve la canterò e sono sicuro che le mie note arriveranno fino ad ognuno di voi.
Ovunque voi siate, il vostro compagno canterino sarà con voi e vi farà sorridere almeno per qualche istante.
 
ANGOLO DELL'AUTRICE
va bene, lo ammetto: questo capitolo mi ha messo in crisi;
sarà perchè è un personaggio nuovo, sarà perchè non riusco ad immedesimarmi in lui, ma scrivere questo capitolo è stata una vera e propria impresa!
spero che a voi piaccia lo stesso.
il prossimo capitolo sarà su Nico Robin, e che capitolo.
non è ancora concluso, ma credo stia venendo piuttosto bene!
grazie a tutti quelli che commentano, sempre.
VI ADORO, LO SAPETE!
adoro anche quelli che mettono la mia storia tra le preferite, seguite o altro.

ANGELA90: grazie mille!
mi fa molto piacere che lo scorso capitolo ti abbia fatto ridere.
anche se non mi ha messo in crisi ai livelli di Brook, non è stato semplice nemmeno lo scorso. non ci posso fare nulla, adoro Zoro e Sanji!
ad ogni modo, evviva il re dei cecchini!

LADYSAIKA: grazie mille!
Usop sembra scontroso, ma in fondo è un tenerone e strappa un sacco di risate!

VEGETA4EVER: grazie mille!
beh, sinceramente anche io non ero convinta che sarei riuscita a scrivere un capitolo decente; nemmeno con quello di Brook ho la certezza, ma ci provo lo stesso!

APRIL88: grazie mille!
mi fa piacere essere riuscita a far emozionare qualcuno, la considero una grande vittoria!

FANNY87: grazie mille!
Usup è il classico personaggio normale, quello che non è il primo della classe ma che non è nemmeno un secchione per farci capire.
alla fine credo che Zoro e Usop siano i migliori amici di Rufy, anche se sono profondamente diversi.
con un ride, con l'altro combatte.
ognuno rispecchia un lato del carattere di Rufy, sia quello serio e determinato che quello da "idiota".
il pezzo che hai citato lo adoro anche io, grandissima!

TRE 88: grazie mille!
spero che il capitolo di Brook ti sia piaciuto, perchè come personaggio non è nelle mie corde.
lo adoro, ma non lo so "usare" abbastanza bene.
spero di non avere fatto un pasticcio.

SANJI94: grazie mille!
i complimenti del moderatore della sezione fan fiction del forum sono sempre graditissimi, anzi.
credo sia normale avere delle preferenze, anche per me che scrivo questa storia è così.
spero che questo capitolo ti piaccia, senno mi farò riscattare con il prossimo!
beh, se hai letto darkness anche lì si vedono le debolezze del trio dei superuomini! ;D

SOGEKING95: grazie mille!
ricevere i complimenti di un supereroe è semplice piacevole! ;D
spero che questo capitolo sia all'altezza; ho sempre paura di deludere le aspettative!

PIMPLEMI_CHAN: grazie mille!
tranquilla, l'importante è commentare non importa quando.
anzi, a dire il vero l'importante è leggere!






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Capitolo 6
*** Nico Robin ***


3 D 2 Y
ROBIN
Scendo dalla carrozza che mi ha condotta qui e mi stringo nel cappotto cercando di trovare un po’ di sollievo dal freddo pungente che mi circonda; a Baltigo, l’isola dalla terra bianca, ogni cosa è ghiacciata. Sicuramente a Chopper piacerebbe molto e gli ricorderebbe la sua terra natale. Mi sono lasciata Tequila Wolf alle spalle, diretta verso un isola misteriosa dove abita l’uomo più ricercato del mondo. All’inizio avevo molti dubbi, ma ho smesso di farmi domande dopo avere dato un’occhiata al giornale e avere capito le intenzioni del mio capitano.
Ora Dragon il Rivoluzionario è di fronte a me, ma la vista di quest’uomo tanto potente quanto pericoloso non mi fa nessuna paura. Vedo le sue labbra muoversi mentre parla con i suoi capitani, ma non riesco ad afferrare il senso di quello che dice. O meglio, non ci provo nemmeno. Credo stia organizzando una riunione, o qualcosa del genere, ma per la prima volta nella mia non sono curiosa, non mi importa scoprire la verità. Mentre aspetto di sapere cosa vuole da me preferisco starmene per i fatti miei, e pensare a ciò che mi sono lasciate alle spalle.
Mentre parla con i suoi Dragon si volta spesso verso di me curioso e allo stesso tempo entusiasta come un bambino di fronte al suo giocattolo nuovo, proprio come farebbe Rufy.
Ricambio il suo sguardo, divertita da quella buffa espressione. Se qualcuno potesse sul serio vedere questa scena, mi prenderebbe per pazza; sono di fronte a Dragon e mi limito a guardarlo con attenzione. Non sono state molte le persone che possono dire di avere avuto questo onore, ma a me non importa.
Studio il suo volto quasi fosse un quadro, ricercando i particolari più importanti. Nei lineamenti dell’uomo che mi sta di fronte cerco disperatamente quelli di Rufy, il mio capitano che non vedo da troppo tempo e che di sicuro ne starà combinando una delle sue. Almeno, questo è quello che ho dedotto leggendo il giornale negli ultimi giorni. Conosco bene la politica del governo mondiale in merito alla notizie pubblicate: almeno la metà, se non di più, sono fandonie oppure vengono passate sotto silenzio. Posso solo immaginare cosa sia successo il realtà. Tremo all’idea di tutte le sofferenze e di tutti i pericoli ai quali è riuscito a scampare Rufy senza di noi.
Il solo pensare a quel combinagli mi strappa un sorriso diverso da quello di poco prima, triste, quasi malinconico. Sospiro, sentendo sulle mie spalle tutta la stanchezza di questi ultimi giorni. Solo poco tempo fa eravamo arrivati alla Linea Rossa e di fronte a quella imponente catena montuosa ci eravamo sentiti grandi. Avevano spazzato via la marina in più occasioni, affrontato il governo mondiale dichiarandogli guerra e persino Moria non era più un problema ma solo un vago ricordo. I nostri sogni, almeno per un po’, ci erano sembrati lì vicini; pronti ad essere raggiunti. Proprio nel momento in cui la strada per il Nuovo Mondo si apriva di fronte a noi, tutto è precipitato senza che noi potessimo rendercene conto. Nel giro di poco siamo stati inghiottiti in un vortice che ci ha trascinati in basso, facendoci perdere la fiducia in noi stessi e nelle nostre capacità prima di separarci, ormai sconfitti.
Una colossale disfatta che peserà per sempre nella memoria del nostro capitano.
Se chiudo gli occhi posso ancora vedere la sua espressione disperata. Non era la paura di morire a sconvolgerlo quel giorno. No, uno come Rufy affronta la morte sorridendo, quasi fosse una nuova avventura. A farlo stare male era la consapevolezza di essere impotente di fronte al dolore dei propri compagni. Noi gli chiedevamo aiuto, ma lui non poteva fare nulla. Deve essere stato terribile per lui. Mai come ora vorrei essere con lui, stargli vicino come lui ha fatto con noi per tutto questo tempo. Vorrei dargli un abbraccio per ogni sorriso, per ogni risata e ogni pazzia che ha allietato le nostre giornate, anche quelle più nere. Un abbraccio per ogni lacrima silenziosa che ha versato per noi e per tutte le volte che ha preso le nostre difese.
 Sospiro ancora mentre Dragon ora mi guarda in silenzio, aspettando il momento giusto per rivolgermi la parola.
Due anni separati è un tempo troppo lungo, ma non ho scelta. Gli ordini del capitano non si discutono mai. Vorrebbe dire che non è buon capitano, ma non è il nostro caso. Rufy ha volta è precipitoso, ingenuo e non riflette su quello che fa, ma è una persona eccezionale.
Ho affidato a lui la mia vita, e non mi sono mai sentita tanto al sicuro. Persino ora, anche se siamo distanti so che se avessi bisogno lui arriverebbe da me. Sono sicura che prendere quella decisione è costato molto anche a Rufy. Posso quasi vederlo, solo e disperato che piange la sorte del fratello e si maledice per non essere riuscito ad aiutare noi. Proprio lui, che per le persone che ama è disposto a dare tutto. Credo che sia proprio il suo sorriso ad essere uscito nel modo peggiore da tutta questa storia. Chissà se il mio capitano avrà ancora la forza di sorridere, oppure se il dolore che ha dovuto sopportare è stato troppo forte. Abbiamo sempre contato su di lui quando c’era una difficoltà, adesso è arrivato il momento di aiutarlo per davvero. Se fossi con lui, forse gli direi di ridere. Lui non capirebbe, ma seguirebbe il mio consiglio e poi starebbe meglio.
Lui sarà il Re dei Pirati, e noi la sua ciurma.
Sorrido, senza curarmi delle espressioni curiose della gente che mi circonda. Forse mi credono pazza, ma non mi importa. Quel pensiero mi da coraggio, quel tanto che basta a tenere testa all’uomo che ho di fronte.
Dragon richiama la mia attenzione con un colpo di tosse, obbligandomi ad alzare lo sguardo su di lui. È sicuramente più imponente di Rufy, ma non mi fa nessuna paura.   
- Nico Robin, aspettavo da tempo di poterti incontrare.
Dice serio, mentre io lo guardo incuriosita. Rufy la stesse frase l’avrebbe detta con un sorriso. La voce di Dragon invece è autoritaria, ma tuttavia non crudele. Cosa nasconde questo uomo a cui il governo mondiale da la caccia da molti anni?
- Prima il governo, ora i rivoluzionari. Devo avere paura di lei, signor Monkey?
Chiedo, mettendomi seduta ed aspettando una risposta. La mia vita è sempre stata una corsa contro tutti quelli che mi volevano morta. Almeno, è stato così fino a che non ho incontrato Rufy e la sua ciurma. Ho deciso di seguirli quasi per dispetto ed invece sono diventati la mia famiglia. Ricordo ancora le espressioni dei miei compagni quando mi hanno trovata a bordo. Solo Rufy mi aveva accolta con un sorriso, tutti gli altri non mi volevano perché mi credevano malvagia. Almeno, i primi tempi è stato così. A Water Seven ognuno dei miei compagni ha dimostrato di tenere a me nello stesso modo del capitano, facendomi capire che ero una di loro. Ripensare ai primi tempi, tuttavia, mi fa sorridere. Dopo tutto, non posso certo dare loro torto; avevo passato gli ultimi tempi a dar loro la caccia. Alzo lo sguardo sull’uomo di fronte a me. Dragon sorride, forse compiaciuto dalla domanda.
- A me interessa la tua vita, al governo mondiale la tua morte. Credo siano posizioni piuttosto differenti, signorina.
Risponde con un tono indifferente.
Ci rifletto un po’ su per poi concludere che in fondo non si tratta di una differenza così grossa. La mia vita o la mia morte, la posta in gioco rimane sempre la stessa. Ho passato un sacco di anni a scappare dal mondo prima di trovare la mia casa, la mia famiglia; la mia ciurma. Ora mi sembra di essere di nuovo da capo. Qualcuno mi insegue, altri mi vogliono aiutare ma la mia casa è lontana. Per altri due anni sarò sola, in balia del mondo.
- Ha per caso una proposta per me?
Chiedo, fingendo una sicurezza che in questo momento non ho. Senza i miei compagni sono persa, non ho alcun punto di riferimento. L’unica cosa che so per certo non è dove sono o dove andrò nell’immediato, ma dove vorrei essere. O meglio, con chi vorrei essere.
Tutte le mie speranze per il futuro sono riposte in un piccole pezzetto di carta.
- Sei una donna decisa, Nico Robin. Ti piace andare subito al punto e la cosa non mi dispiace. Mi ricordi una persona..
Sussurra Dragon, fissando fuori dalla finestra. Il suo sguardo è perso, quasi sognante. È evidente che c’è una donna al centro dei suoi pensieri, anche se non riesco proprio ad indovinare di chi si tratti. Accantono per un attimo i miei pensieri per riflettere sopra la vita di quello strano personaggio. Sicuramente Dragon non deve avere avuto una vita facile. Nei suoi occhi leggo tanti rimpianti, forse anche quello di non avere cresciuto Rufy. Chissà se ha mai smesso di pensare alla sua nascita o al momento in cui lo ha affidato al padre, voltando per sempre le spalle a quel figlio così piccolo per salvarlo dal governo mondiale.
- Non credevo che Dragon il Rivoluzionario fosse una persona nostalgica.
Dico, divertita. La mia frase lo ha sorpreso. Dopo tutto, non sono molte le persone che si azzardano a prendersi gioco di lui. Dragon mi guarda, tra il sorpreso e l’infastidito. Come a tutti gli uomini potenti, anche a lui non piace che si parli troppo dei suoi sentimenti.
Per un attimo immagino che lascerà cadere l’argomento, invece la sua frase mi sorprende.
- Beh, i miei uomini non credevano nemmeno che fossi veramente una persona prima che sapessero dell’esistenza di mio figlio Rufy.
Mormora, senza guardarmi negli occhi. A quelle parole io sobbalzo. Sentire il nome del mio capitano buttato casualmente in una frase mi fa uno strano effetto. Improvvisamente mi rendo conto di essere di fronte al padre che Rufy non ha mai conosciuto.
- Lei è un uomo sorprendente, Dragon.
Mormoro, scegliendo con cura le parole. Non mi va di parlare del mio capitano, non con lui. Probabilmente farebbe troppo male a tutti e due.
- Dimmi, sapevi di Rufy?
Chiede Dragon, fissandomi intensamente. Per la seconda volta quell’uomo tanto misterioso mi sorprende. Dietro quelle parole leggo una domanda nascosta; forse anche lui è preoccupato per Rufy dopo gli ultimi avvenimenti. Sospiro di nuovo. Se avesse cresciuto Rufy o quanto meno se lo avesse guardato crescere non avrebbe alcun timore. Rufy è impulsivo, combina un sacco di guai, si caccia in situazioni assurde ma poi gli basta un sorriso per convincere gli altri a dargli una mano. Ognuno in fondo ha bisogno di uno come lui nella propria vita, altrimenti morirebbe di noia senza conoscere il vero significato della parola amicizia. È eccezionale, ma di certo non è merito di Dragon. Di Garp, forse. Certamente di Ace e della donna che li ha cresciuti, ma non di Dragon. L’unico merito che gli si può concedere è di averlo messo al mondo.
- Io e la mia ciurma abbiamo incontrato il vice ammiraglio Garp a Water Seven.
Rispondo, senza lasciar trasparire le mie emozioni. Guardo attentamente il rivoluzionario e capisco che dalla mia frase Dragon ha intuito molte cose. Rimane per un po’ il silenzio, poi sospira e scoppia a ridere.
- Ho sempre sostenuto che mio padre avesse la lingua troppo lunga. Ad ogni modo, non mi sono mai piaciuti i segreti. Credo che sia meglio che tutti sappiano la verità.
Dice deciso, quasi divertito. Improvvisamente si spegne. Il rivoluzionario rimane il silenzio per un po’, incantato a fissare un punto indefinito di fronte a sé. Ancora una volta resisto alle tentazione di fargli domande sulla sua vita. Non so perché sono lì, ma certamente non per parlare di Rufy. Quel discorso fa male ad entrambi, anche se per ragioni diverse. Io tuttavia sono più fortunata di lui. Tra due anni tornerò dal mio capitano mentre Dragon dovrà accontentarsi di vederlo da lontano, provando ad immaginare cosa può voler dire fare parte della vita del proprio figlio.
- Sto ancora aspettando la sua proposta, signor Monkey.
Gli ricordo, marcando volutamente il suo nome. Il rivoluzionario mi guarda, attento, mentre tutto intorno i suoi compagni ascoltano e commentano a bassa voce la mia sfrontatezza.
Alla fine Dragon sospira, decidendosi a parlare. Tornare a parlare del motivo per cui mi ha fatto venire su quell’isola sperduta è meglio per tutti e due.
- Tu porti un grosso peso sulle tue spalle. Sei l’ultima superstite di Ohara, sei la Luce della nostra rivoluzione. Sei molte cose Nico Robin e sono in molti a volere la tua morte. Credo sia comprensibile che io sia preoccupato per la tua incolumità.
Dice, fissandomi intensamente. Il suo sguardo fa quasi male. Mi ricorda un sacco di cose che ero riuscita a lasciarmi alle spalle grazie ai miei compagni. Improvvisamente è come se tanti coltelli affilati cominciano a trapassare la mia anima ricordandomi la crudeltà del mondo e l’imprevedibilità del destino; anni di studi, secoli di sapere sono stati spazzati via in un istante grazie alla forza delle bombe.
- Lei è una persona davvero premurosa, ma non deve disturbarsi. I miei compagni mi proteggeranno da chiunque voglia farmi del male.
Rispondo, decisa. Forse ho risposto troppo velocemente perché ora lo sguardo di Dragon si è fatto comprensivo, quasi consolatori. Mi porge un fazzoletto; dovrei essergli grata e invece sono solo arrabbiata. Gli volto le spalle. Non voglio farmi vedere debole, non da lui. Solo ai miei compagni è dato aiutarmi, non da un perfetto estraneo.
- Unisciti a noi.
Esclama Dragon, deciso, ignorando la mia frase e la mia reazione. Non ho bisogno di vederlo in faccia per capire che ora il suo sguardo è identico a quello di Rufy. Nella sua voce ho letto la stessa decisione e la stessa sicurezza. Mi volto, e studio con attenzione quel volto che ora ha un’espressione decisa e testarda.
- Mi spiace, io ho già un capitano e credo che lei lo conosca piuttosto bene.
Rispondo, calma. La mia voce questa volta non tradisce la minima emozione. Ho già la mia casa, la mia famiglia e sono disposta a lottare e a rimanere due anni da sola per difenderla. Il rivoluzionario mi fissa per qualche secondo, quasi mi stesse sfidando, poi improvvisamente esplode in un sorriso che in breve tempo si trasforma in una risata.
I compagni di lotta fissano increduli il loro capo ridere senza ritegno con una donna che gli ha appena tenuto testa.
- Soprattutto di fama, ma ho in programma di rimediare anche alle mie mancanze di padre rivoluzionario.
Dice, sorridendo. Ancora una volta si perde nei suoi pensieri, o forse nei suoi ricordi. Ci sono molte domande che vorrei fare a quest’uomo, ma so di non averne il diritto. Mi ritrovo a chiedermi il significato di quella frase. Improvvisamente mi rendo conto che, indipendentemente da quella che sarà la mia decisione, il destino dell’uomo che ho di fronte si incontrerà ancora con quello dei miei compagni e del mio capitano.
- Perché mi ha fatto una domanda, se conosceva già la mia risposta?
Chiedo, incuriosita, resistendo tuttavia alla tentazione di fare domande personali. Guardo con attenzione l’uomo che ho di fronte, cercando di decidere di che tipo si tratta.
È decisamente più assennato di Rufy e di Garp, ma c’è una strana vena di follia in lui. La stessa che si percepisce appena si incontra Rufy e che appare abbastanza chiaramente anche il Garp.
- Perché sei qui, se non vuoi unirti a me? Cosa ti trattiene dal tornare subito dai tuoi?
Mi chiede Dragon, studiandomi a fondo. Mi aspettavo quella domanda, ma resto ugualmente in silenzio. Come faccio a fargli capire che non posso tornare dai miei compagni perché voglio loro troppo bene? Ho già detto questa frase una volta, ma ora è diverso. A Water Seven non volevo tornare dalla mia famiglia perché stare con me li avrebbe resi dei bersagli agli occhi del governo mondiale. Ora, invece, non posso tornare da loro perché voglio migliorare, diventare ancora più forte per aiutare il mio capitano.
- Questi non credo siano affari suoi.
Rispondo, abbassando lo sguardo. Alla fine è riuscito a mettermi in difficoltà.
So bene di non essere forte abbastanza per difendere il mio sogno, ne per aiutare i miei amici a realizzare i loro. Devo migliorarmi, se voglio vedere i miei sogni realizzarsi tutti quanti. Io voglio esserci, voglio dare un senso alla mia vita vedendo la mia famiglia felice.
Voglio vedere Rufy stappare una bottiglia per festeggiare la raccolta di cartine geografiche di Nami così come voglio vedere il viso della mia amica illuminarsi dalla gioia in quel momento. Le sue carte sono il suo mondo e sono sicura che ce la farà.
Voglio vedere Brook incontrare di nuovo Lovoon, conoscere quella balena e sentire tutte le storie che lo scheletro le racconterà mentre la sua canzone suonerà in sottofondo.
Voglio mangiare i piatti che Sanji preparerà dopo avere trovato il cuore dei mari.
Voglio vedere Franky urlare al cielo piangendo che ha battuto il suo maestro, l’uomo che ha sempre considerato un padre.
Voglio vedere Chopper sicuro di sé, curare tutti i pazienti del mondo. Non voglio più vederlo sorprendersi quando gli dicono che è un bravo medico, perché lui è già un bravo medico; il migliore che navighi per mari e che un pirata possa sperare di incontrare in tutta la sua vita.
Voglio vedere Usop incontrare lo sguardo di suo padre, tenergli testa e vederlo sciogliersi in lacrime tra le sue braccia.
Voglio vedere Zoro sconfiggere il suo avversario e dedicare la sua vittoria alla sua amica-
Voglio esserci dopo ogni battaglia per festeggiare la vittoria con una festa.
Voglio esserci per ogni fuga dalla marina o da qualche pazzo che ha deciso che ci vuole morti e che si illuda ci voglia poco tempo a mettere in atto il suo programma.
Ci sono un sacco di cose che voglio vedere, per questo devo diventare più forte. Tuttavia non voglio vedere Rufy sorridere stupito quando diventerà Re dei Pirati, perché in fondo per me lo è di già. Nel mio cuore è lui il predestinato e sono decisa a lottare fino alla mia morte perché tutti lo riconoscano.
- Bella, decisa e misteriosa. Dimmi, a quale proposta sei disposta a dire si?
Chiede il rivoluzionario, con una punta di malizia nella voce.
- Mi unirò a voi, ma solo per due anni.
Rispondo vaga, ignorando i secondi fini dell‘uomo. Insieme ai rivoluzionari posso imparare molte cose, diventando più forte. Conoscerò il mondo e mi farò dei preziosi alleati.
- Due anni?
Chiede Dragon, sorpreso. Forse non si aspettava una proposta del genere da me. Il suo sguardo si illumina all’improvviso e mi rendo conto che la mia proposta è molto di più di quanto lui sperasse. I suoi compagni, alle sue spalle, si guardano tra loro increduli.
Mi schiarisco la voce, attirando l’attenzione di tutti.
- Poi sarò libera di andare, tornerò dai miei compagni ed andrò nel Nuovo Mondo.
Metto in chiaro, decisa. Il capo dei rivoluzionari sorride, accenna un inchino e mi porge la sua grossa mano. La stringo. L’accordo è siglato.
Dragon non capisce le mie ragioni, non fino in fondo almeno, ma sorride lo stesso.
- Immaginavo che alla fine avremmo trovato un accordo..
Sussurra, portandosi un calice di vino alla bocca e offrendone uno anche a me.
Sorrido, sorseggiando il vino. Dopo tutto forse non sarà così male.

ANGOLO DELL'AUTRICE:
grazie a tutti quelli che leggono, seguono e preferiscono la mia storia.
il prossimo fortunato sarà Franky!
chiedo anche scusa a tutti quelli che leggono le altre storie in corso, ma purtroppo causa tesi, lavoro e università non ho molto tempo per scrivere.
insomma, come al solito chiedo umilmente perdono!

ad ogni modo, la prossima settimana finisce l'astinenza da spoiler di One Piece. felici? io decisamente si!

BRANDO: grazie mille!
è un onore sapere che segui anche questa! mi spiace per le altre, ma a causa del lavoro mi si è dimezzato drasticamente il tempo. credo di riuscire a finirle, ma ci vorrà più tempo.
per scrivere un capitolo di questa ci metto decisamente meno che con le altre!

RISA_CHAN: grazie mille!
sono contenta e abbastanza incredula di fronte ai tuoi complimenti; ad ogni modo, mi fanno un sacco piacere.
spero che il capitolo di Robin piaccia, io personalmente lo adoro!

LADYSAIKA: grazie mille!
fiù, sollievo.
non sai che ansia dopo che avevo postato lo scorso capitolo!

SOGEKING95: grazie mille!
mi fa piacere che il capitolo ti sia piaciuto.
eh si, sono proprio io. contento? niente brutte figure!

TITTIVALECHAN91: grazie mille!
sono veramente felice che la mia storia ti piaccia.
visto che fortunata che sei? il prossimo capitolo sarà proprio quello di Franky!

VEGETA4EVER: grazie mille!
sono contenta che hai citato quella frase, anche io la trovo perfetta. non so come mi sia venuta.
credo di averla scritto senza rendermene conto!
spero che questo capitolo ti piaccia.
su Dragon ho scritto un storia qualche mese fa, non so se l'hai letta.
se te la sei persa, ti consiglio di fare un salto! credo ne valga la pena.

TRE 88: grazie mille!
ricevere complimenti per questo capitolo mi rende veramente felice.
evviva!

ANGELA90: grazie mille!
si, anche io penso che non siano troppi. inoltre sono così diversi, strani e adorabili che non si può non amarne qualcuno.
spero che anche questo capitolo sia all'altezza degli altri!

PIMPLEMI_CHAN: grazie mille!
beh, Brook è un musicista. non parlare della musica sarebbe stato come parlare di Zoro senza citare le spade..
spero che questo capitolo ti sia piaciuto!

BIBI06: grazie mille!
tranquilla, nessun problema. mi ha fatto piacere leggere il tuo commento.
spero che anche i prossimi capitoli ti piacciano quanto quelli precedenti!

SANJI94: grazie mille!
mi spiace averti fatto aspettare un po', ma ecco il capitolo della tua adorata Robin.
presto aggiorno anche l'altra storia, promesso!

VIDELB: grazie mille!
eh si, avevo letto anche io la tua storia e avevo pensato la stessa cosa.
spero che anche gli altri capitoli, e non solo quello di Nami, ti siano piaciuti!

GRAZIE A TUTTI, ALLA PROSSIMA!






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Capitolo 7
*** Franky ***


3 D 2 Y

- FRANKY -

Le ore passano interminabili quando sei solo, ma sembrano non bastare mai quando hai una missione importante da compiere. 

Devo diventare più forte, studiare, imparare e poi sperimentare tutto su di me, per diventare un’arma ancora più potente a disposizione del mio capitano e dei compagni. Ho molto materiale a mia disposizione, più di quanto abbia il tempo di visionarne forse. 

Solo in quella stanzetta buia, sfoglio quaderni, blocchi pieni di appunti scritti con una calligrafia piccola e minuta che riempiono pagine e pagine. Anni di studi, decenni forse. Colui che ha creato tutto questo ci deve avere messo di sicuro molto più dei due miseri anni che io ho a disposizione per assimilare le sue conoscenze che ho scoperto quasi per caso. Ad ogni modo, non ho alternative, quindi tanto vale non sprecare il tempo che mi rimane con inutili piagnistei. 

Torno a concentrarmi sulle ultime righe del diario numero sette, cercando di ignorare la mia testa che ha preso a girare. Realizzo che forse ho preteso troppo dal mio corpo e allungo una mano verso una lattina di cola. 

Accantono i miei studi per un po’, concedendomi una pausa per riflettere sugli ultimi giorni passati da solo su questa isola assurda perfino per un tipo strano come me. Certo, c’è quello strano ragazzino, ma non è la stessa cosa.

Mi manca avere quei marmocchi intorno, terribilmente.

Zoro e le sue fissazioni, il cuoco e le sue manie, Nami e le sue sfuriate e poi tutte quelle strilla, quelle risate e quel baccano che da subito ha contraddistinto la vita insieme alla ciurma di Cappello di Paglia.

Mi manca molto anche il dolcissimo sorriso di Robin. Dietro quella facciata di bambina demoniaca si nasconde un cuore grande ed una donna coraggiosa. È stata troppo tempo sola, senza una famiglia, ed è triste che debba separarsene per due anni proprio ora che l’ha trovata. Il mio cuore di duro si scioglie mentre la penso sola e mi rendo conto che un pensiero del genere non è per nulla da me. Nostalgia, amore e amicizia mal si adattano ad un carpentiere cyborg con la fissa per le armi, proprio per nulla. È incredibile quanto la vicinanza di quei ragazzi sia riuscita a cambiarmi, nonostante il poco tempo che ho passato con loro.

Sospiro e mi lascio cadere sulla poltrona poco lontana dalla scrivania. 
Forse è proprio lì che l’uomo che ha lasciato tutti quegli scritti ha fatto molte delle sue più geniali scoperte.

Insieme a quel branco di pazzi mi sento finalmente libero di essere me stesso, senza filtri o freni di qualsiasi sorta. Sono semplicemente io, con i miei pregi ed i miei difetti. Non devo mai chiedere il permesso, ne tanto meno scusarmi.

Non ho trovato solo dei compagni, ma anche degli amici. Anzi No. Anche se nessuno di noi la usa ad alta voce, la parola giusta è fratelli.

Insieme a loro sono tornato ad essere quel ragazzo pieno di sogni, per troppo tempo accantonati per via dei sensi di colpa. Ora so di potercela fare, ma non perché sono più forte o più saggio. No, non è per questo. Non sono più solo. 

Ora ho dei compagni che credono in me e questo mi da la forza per continuare a provare anche nei momenti più difficile. Se non fosse per aiutare loro ed il mio capitano, forse non sarei chiuso in questa stanza a cercare di scoprire tutti i segreti del lavoro di un vecchio inventore svitato. Sarei ancora a Water Seven, arrabattandomi per arrivare alla fine della giornata e dandomi dell’idiota per avere lasciato partire quella nave carica anche dei miei sogni senza di me. 

Nel momento in cui sono salito sulla Sunny, o meglio quando mi ci hanno trascinato a forza, non sapevo ancora che quello era l’istante della svolta che avevo atteso per tutta una vita. In quel momento probabilmente Tom stava guardandomi, ridendo come suo solito. A volte penso perfino che tutto quello che è successo è stato merito suo. Ogni cosa. Lui per primo ha creduto in me, permettendomi di essere l’uomo che sono e di incontrare sulla mia strada Rufy e gli altri. 

Con loro, per loro, potrei fare qualsiasi cosa.

Ripenso al messaggio silenzioso che Rufy ci inviato attraverso il giornale, certo che solamente noi avremmo potuto capirlo. Mi ha sorpreso un gesto del genere, facendomi scoprire un lato del suo carattere che ancora non conoscevo. 
Quella sconfitta deve avere pesato di certo più a lui che a noi, senza contare i terribili momenti che deve aver affrontato dopo, culminati con la morte del suo adorato fratello. In un solo istante ha dovuto buttare giù non uno, ma ben due bocconi amari. Due sconfitte che devono averlo segnato più di qualsiasi altra impresa compiuta prima. 

Sono sicuro che in quel momento il suo sorriso ha vacillato e il suo viso si deve essere riempito di lacrime. Avrei voluto essere con lui, credo che ognuno di noi lo abbia desiderato, ma non è stato possibile. Tutto quello che posso fare per il mio capitano, ora, è allenarmi per ricambiare in qualche modo la fiducia che lui ha riposto in me fin dal primo secondo dopo che sono salito sulla sua nave.

Due anni sono lunghi, certo, ma non sono praticamente nulla se paragonati ad una vita insieme, quella che sicuramente ci aspetta.

 Mentre penso ai lunghi mesi che dovranno passare prima di tornare a navigare insieme, improvvisamente realizzo il peggio: non solo i miei compagni resteranno soli, anche la mia adorata Sunny. Questo è il vero pensiero che mi terrorizza. Cominciò a sudare freddo immaginandomi una serie di scenari apocalittici nei quali la mia bambina viene distrutta dalla marina, senza che nessuno di noi possa fare nulla per impedire che accada.

Inconsciamente stringo i pugni, livido per la rabbia.

No, non può accadere. Il mio sogno, non può andare in mille pezzi così.

Quella nave è fatta con un legno pregiato, costato un sacco di soldi. È nata dal sudore, dalla determinazione e dal lavoro dei migliori carpentieri ora in attività.

È destinata ad essere grande, non solo per me ma anche per tutte le persone che navigano con lei e che hanno creduto in me, dandomi una seconda possibilità.

Ho giurato a me stesso, mentre la costruivo, che sarebbe stata la mia nave dei sogni.

Il suo nome avrebbe dovuto fare il giro del mondo, suscitando ammirazione e stupore.

Lì Zoro diventerà il migliore, così come Rufy, Sanji e Chopper. Ho giurato, senza mai farne parola con nessuno, che sarà su quella nave che Brook e Usop incontreranno i loro cari. Lo scheletro avvisterà da lontano la sua amica balena, mentre Usop sarà sul ponte ad abbracciare il padre.

Nel momento in cui ci sono salito per la prima volta, insieme a quelli che erano da poco diventati i miei compagni, ho sentito che quel legno profumava di sogni.

Anche Rufy se n’era accorto, ne sono sicuro. Lui ha fiuto per queste cose.

Sarà su quel ponte che il mio capitano terrà fede alla promessa e restituirà il suo cappello.

Lanciò lontano la lattina, ormai vuota, e torno sui libri carico di entusiasmo nuovo. Non posso più sprecare nemmeno un attimo.

La stanchezza è ormai passata, e lo stesso vale per quello strano senso di solitudine che mi ha assalito poco prima;

non ci si può sentire soli quando si inseguono così tanti sogni tutti insieme.

ANGOLO DELL'AUTRICE

dopo un sacco di tempo, torno a scrivere questa raccolta. l'ho lasciata indietro per mancanza di tempo, per dare la precedenza ad altre storie, ma ora mi sono resa conto che mancano solo tre capitoli e che forse vale la pena finirla. dopo tutto, è brutto lasciare le cose a metà.

il prossimo capitolo sarà dedicato a Chopper, l'ultimo invece a Rufy.

Vegeta4ever: l'attesa è stata eterna, ma spero che questo capitolo ti piaccia come il precedente.

LadySaika: sono contenta che Dragon ti sia piaciuto. è sempre un rischio scrivere di personaggi che compaiono poco e di cui non si sa quasi nulla! :D

sogeking95: grazie mille per il tuo commento! :D

Brando: non ho aggiornato presto, ma ho continuato con le altre storie. 

tre_88: non so se scriverò o meno un capitolo per l'incontro. nel senso, l'idea di intriga ma ogni capitolo di questa storia è narrato in prima persona, sarebbe strano scriverne uno in terza. credo che dovrei pensarci un po' su.. :D

angela90: grazie mille per le tue parole!

kgm92: graaaazie!

Risa_chan: sei un tesoro!

Sanji94: accidenti, è un onore sentirti dire una cosa del genere! grazie, grazie e ancora grazie! 

Pimplemi_chan: graaazie!

 

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Capitolo 8
*** Chopper ***


CHOPPER

Sono seduto su questo spuntone di roccia da ore, tanto che ormai non mi chiedo nemmeno più quanto sia scomodo. Sono solo, questo è tutto ciò che continua a rimbombare nella mia testa. Di tanto in tanto lancio un sasso senza un motivo preciso, lo guardo cadere e poi perdersi oltre la mia vista.

- Che fai?

Chiede un bambino, avvicinandosi timidamente a me. Alzo appena lo sguardo, senza osservarlo davvero. Sono tornato su questa isola da pochi giorni, subito dopo avere visto e compreso il messaggio che il mio capitano ha mandato dal quartiere generale della marina. Questa gente malgrado tutto mi hanno accolto bene, ma è evidente che si chiede cosa mi abbia riportato qui così in fretta. Vedo la loro curiosità in ogni gesto, in ogni parola ed in ogni sorriso che mi rivolgono. Ad ogni modo loro non fanno domande ed io non mi sento obbligato a dare risposte, anzi me ne guardo bene.

- Lancio sassi.

Rispondo, secco. In una diversa occasione sarei stato contento di scambiare due parole con un umano, ora invece mi disturba solo. Sto cominciando davvero ad amarla la solitudine. Al contrario dei rapporti con gli esseri umani, non ti delude mai. Fino a che non tornerò dai miei compagni resterò solo, in compagnia dei libri che ho trovato nella biblioteca.

- Questo lo vedo..

Ridacchia il bambino, fissandomi stupito. Forse si sta chiedendo perché non ho dato una vera risposta alla sua domanda oppure vuole solo sedersi con me e lanciare anche lui dei sassi nell’acqua per vedere cosa succede. Mi sembra quasi di vedere Usop, o forse Rufy, ma anche questo mi disturba profondamente.

- Allora non chiedere.

Lo liquido, seccato. Lui mi guarda sorpreso, poi si allontana trattenendo a stento le lacrime.

Sospiro, senza sentirmi troppo in colpa. So bene che quella risposta sgarbata stona con l’idea che questa gente, come tutti del resto, si è fatta di me, ma a me non importa più. In fondo non sono mai stato un tipo troppo socievole con gli umani fino a qualche tempo fa. È stato Rufy a cambiare tutto, trascinandomi in questa avventura più grande di me senza quasi che me ne accorgessi. Non volevo partire all’inizio, nessuno di noi in fondo lo voleva. Non Zoro, né Nami o Sanji e tanto meno Usop, Nico Robin, Franky o Brook. A tutti sembrava una follia seguire quello sgangherato ragazzino imprudente, ma Rufy la pensava diversamente. Lui sapeva che dovevamo seguirlo, era certo che noi eravamo le persone giuste per questa avventura prima ancora che noi stessi ce ne rendessimo conto a pieno. È come se lui avesse letto nelle nostre menti quando era tutto così confuso che nemmeno noi riuscivamo a capirci nulla. Nami lo chiama istinto, io dico che in realtà Rufy è più profondo di quanto appare a prima vista. Lui sa sempre quello che sta accadendo, ma finge di non rendersene conto e sorride sempre. Se ne sta in disparte, combinando qualche guaio, per poi scattare al primo segno di pericolo. Sempre pronto a frapporsi tra noi e i nemici. È successo così tante volte che ormai ho perso il conto.

Mi sento uno sciocco, ma forse solo ora ho capito tutto questo, per colpa di questa forzata ed assurda pausa di riflessione. So bene che dovrei ringraziare il cielo di essere ancora vivo, ma non riesco a fermare le lacrime. Avrei voluto combattere con lui a Marineford per provare a restituirgli almeno uno dei centinaia di favori e di piccoli gesti che lui ha fatto a me, anche a costo di ritrovarmi ferito e immobile in un letto per settimane.

Sono stufo di essere sempre il cucciolo della situazione, quello troppo piccolo, troppo tenero o troppo poco pericoloso. Oggi, o forse da oggi, voglio solo riuscire ad essere come Zoro e Sanji. Brutale, pericoloso e letale. Voglio che i nostri nemici mi vedano e sussurrino spaventati il mio nome e quello del mio capitano.

Nel corso della mia breve vita sono stato messo da parte molte volte. Prima dal mio branco, poi dagli esseri umani. Troppe volte per pensare che si tratti solamente di una semplice casualità. Sono debole, questa è la realtà, ma non mi voglio arrendere o dare per vinto. Migliorerò. Diventerò sia più forte che più bravo a curare la gente. Non cercherò più il favore o la comprensione degli altri esseri umani, ma farò loro paura per proteggere i miei compagni. La mia famiglia.

L’arrivo di quello che deve essere il fratello maggiore del piccolo che ho fatto scappare prima mi distrae dai miei pensieri e dai miei propositi. L’ho già visto da qualche parte, forse ci ho addirittura già parlato, ma non riesco a ricordare il suo nome.

- Sei completamente andato fuori di testa?

Mi chiede, incredulo, osservandomi quasi fossi un alieno. Non sembra seccato per il trattamento che ho riservato al piccolo poco prima, solo curioso. Sospirò, insofferente.

- Devo studiare, non ho nemmeno un minuto da perdere.

Replico, senza dare troppo peso alle sue parole. Lui sospira e si siede vicino a me. Vorrei che se ne andasse ma non posso certo prenderlo a calci. Malgrado i miei propositi sono ancora lontano dal diventare come i miei compagni.

- Da quando hai letto quel giornale sei impazzito.

Continua, indicando l’ormai logoro pezzo di carta che mi porto sempre appresso. L’unico feticcio della mia ciurma, la testimonianza per ricordare a me stesso che anche io sono uno di loro e che un giorno, tra due anni, riprenderò il mare per raggiungerli, ritrovarci e realizzare il mio sogno insieme ai loro. Due anni che ora sembrano lunghissimi ma che sembreranno poco più di qualche istante quando ci ritroveremo.

- Dimmi, secondo te sono un bravo medico?

Chiedo, a bassa voce. Il mio interlocutore sobbalza, stupito. Mi fissa a lungo, con fare indagatore. È evidente che non si aspettava una domanda del genere, infatti lo sento tentennare un po’ prima di darmi una risposta.

- Certo che lo sei.

Mi risponde lui, troppo sicuro perché io possa credergli.

- No, non abbastanza. È stato Law.

Replico, distratto, mentre l’ennesima pietra rimbalza sull’acqua fino a colpire un vecchio tronco malconcio.

- Cosa?

Chiede il mio strano amico, sorpreso. È evidente che non capisce di cosa parlo. Non posso dargli torto, a volte non mi capisco nemmeno io. Da quando sono stato separato dai miei amici i miei pensieri sono sconnessi. Quasi come se senza gli scherzi e le storie di Usop, il sorriso di Rufy, le liti tra Sanji e Zoro, le melodie rassicuranti di Brook, le partite a scacchi con Robin, le scommesse con Nami e le strane invenzioni di Franky avessi smesso di essere me stesso.

- Trafalgar Law.

Ripeto, scandendo con calma le parole. Nella mia mente compare il viso di quell’uomo, chiaro come se fosse di fronte a me. Sorride, sicuro e strafottente, quasi a ricordarmi che lui era li mentre io non c’ero nel momento più critico del mio capitano.

- Il chirurgo della morte, dici?

Chiede, accigliato. Sicuramente lo ha già sentito nominare ma forse non capisce cosa centra lui con i miei problemi. Del resto, nemmeno io avevo mai pensato Trafalgar Law come un problema o come una minaccia fino a poco tempo prima. Mi sembrava solo uno dei tanti, con poteri strani e modi di fare discutibili. Nella norma per essere una supernova.

- Proprio lui. È stato lui a curare il mio capitano.

Spiegò, cercando di trattenere le lacrime che malgrado tutto prendono a scendere. Mi chiedo perché sto piangendo, ma non trovo una risposta. Piango per il triste destino di Rufy, che in pochi giorni ha perso prima la ciurma e poi il fratello. Malgrado tutti i suoi sforzi non ha potuto fare altro che vedere la sua vita andare a rotoli, senza che nessuno dei suoi compagni fosse lì ad aiutarlo. Penso anche agli altri, soli e sperduti in qualche isola lontana come lo sono io.

- Quel pazzo è il tuo capitano? Dici sul serio?

Esclamò lui, eccitato, prendendo tra le mani il ritaglio di giornale. Lo guarda attentamente, poi mi fissa. Nel suo sguardo vedo una luce strana, una sorta di ammirazione mista ad invidia. Sento che vorrebbe chiedermi molte cose su come si vive sulla nave di Cappello di Paglia, ma lo vedo trattenersi e ricacciare indietro quella domanda. Sa che mi farebbe troppo male.

- Si, proprio così.

Confermo, guardando preoccupato l’articolo che tiene tra le mani. Potrei impazzire se andasse distrutto. È l’unica certezza che ho, l’unica prova per convincermi che davvero faccio parte della ciurma di cappello di paglia in vista dei due lunghi anni che verranno.

- Dovresti essere contento allora, è fortunato ad essere ancora vivo.

Mormora piano, riponendo con delicatezza il giornale dove lo aveva preso. Forse si è accorto di quanto sia importante per me, oppure è solo stanco di tenerlo in mano.

- Certo, ma tu credi che io sarei stato all’altezza di curarlo se fossi stato al posto di Law?

Domando, incerto. È questa la vera domanda che non riesco a togliermi dalla testa. Quando Rufy stava morendo e aveva bisogno di cure c’era Law, non io. Che razza di medico di bordo sono? Se fossi stato al posto di Trafalgar Law, sarei riuscito a fare quello che aveva fatto lui o mi sarei dovuto arrendere all’evidenza, lasciando morire la persona nella quale riponevo tutta la mia fiducia e tutte le mie speranze?

- Forse, nessuno lo può dire con certezza. Quello che è certo è che lui ci è riuscito.

Dice lui, alzando le spalle. Lo guardo, sorpreso dalla leggerezza e dalla semplicità con cui riesce a vedere la questione. Un po’ lo invidio per questo, ma non sono lo stesso soddisfatto di quella sua risposta.

- Bella consolazione.

Sbuffo, stanco di tutto quel pensare. Vorrei solo chiudere gli occhi e riuscire a riposare un po’, senza il tormento degli incubi e dei ricordi.

- Non ti abbattere, hai due anni per provare a dare una risposta.

Mormora a bassa voce lui, prima di allontanarsi verso casa lasciandomi solo.

Sospiro, immerso nella solitudine più totale: in fondo quello è un bel modo per vedere la mia situazione.

ANGOLO DELL'AUTRICE

innanzitutto, grazie mille per essere arrivati fino a qui!
come ricompensa vi comunico che il prossimo non sarà l'ultimo capitolo perchè ho deciso di narrare anche l'incontro della ciurma, sempre in prima persona e da un punto di vista particolare che non vi rivelerò..

Kgm92: grazie mille per il primo commento! il prossimo sarà il tanto atteso capitolo di Rufy, che mi sono riservata di lasciare alla fine. sono felice che ti abbia apprezzato il mio modo, o meglio quello di Franky, di vedere la sua nave!

Tre 88: beh, devo dire che la nuova versione di Franky non fa impazzire nemmeno me. credo che tutto stia nel farci l'abitudine, ma sarà dura. l'uso della parola marmocchi non sta tanto a sottolineare la differenza di età ma il tipo di rapporto che li lega. 

Sanji94: diciamo che avevo abbandonato questa storia, poi l'ho vista per caso lì da sola, ho realizzato che mancavano tre capitoli ed ho deciso di scriverli! :D odio lasciare le cose a metà! 

Angela90: onestamente nello scorso capitolo non avevo pensato ad una coppia, credo che si tratti più che altro di una lettura tre le righe, ma sono felice che ti sia piaciuto. 

NEL PROSSIMO CAPITOLO VEDREMO COME SE LA PASSA RUFY!

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Capitolo 9
*** Rufy ***


questo capitolo è dedicato a LADYSAIKA, TRE 88 e PIMPLEMI_CHAN!

RUFY

Sono solo, sconfitto come forse non era ancora successo. Mi ritrovo al capolinea dopo l’ultimo di una serie di fallimenti fin troppo lunga. Tuttavia non mi va di smettere di lottare, non ancora. Ci sarebbero tante soluzioni di fronte a me, ma arrendermi adesso è l’unica cosa che non mi va di fare.

Le nostre avventure non possono essersi esaurite con questo viaggio, lo posso affermare con certezza mentre addento uno strano frutto trovato su uno degli alberi dell‘isola poche ore fa. Non so se sia commestibile o meno, ma non ho altra scelta. Nessuno cucinerà per me per molto tempo, tanto vale farci l’abitudine. Rey passa molto tempo insieme a me, ma per alcune cose è stato categorico: devo arrangiarmi da solo, anche questo fa parte dell’allenamento per diventare un uomo ed un capitano migliore.

Solo in questo posto apparentemente dimenticato dalla civiltà mi alzo e inizio a camminare, tracciando un bilancio di quella che è stata la mia vita almeno fino ad oggi mentre i miei piedi affondano nella sabbia umida. È sera, ma il sole non è ancora del tutto tramontato. Sta affondando nel mare proprio di fronte alla linea d’orizzonte, colorando il cielo di un bizzarro accostamento di colori.

Sono cresciuto solo, con un nonno troppo aggressivo e dei sogni che andavano contro quello che lui aveva deciso per me. Molte volte non lo capivo e lo odiavo, solo ora mi rendo conto che lui cercava solo di proteggermi dalla crudeltà del mondo che aveva visto da vicino. Ad appena sette anni ho incontrato Shank, mi sono illuso che tutto sarebbe cambiato e poi l’ho dovuto guardare allontanarsi con un cappello di paglia troppo grande per me stretto tra le mani ed un sogno ancora più ingombrante. Ho promesso a me stesso che sarei diventato come lui, coraggioso e leale, ma sempre pronto a ridere e mai ad arrendersi. Ace e Sabo sono arrivati solo poco dopo nella mia vita, o forse sono stato io a finire nella loro. Ancora adesso non mi capacito bene di come sia andata. Il punto, come amava ripetere Ace, è che è andata. Ancora una volta tutto è cambiato, ho trovato dei fratelli, sono cresciuto con loro ed alla fine li ho visti morire. Tutti e due. Ora mi sono rimasti solo i miei compagni sparsi in tante isole lontane, una promessa urlata tra le lacrime e la voglia di non arrendermi davanti alla marina e al governo mondiale.

Non rinuncerò ad i miei sogni solo perché sono dei signori vestiti bene con dei tristi sorrisi ed un dubbio senso della giustizia a dirmelo.

Il mio destino è stato tracciato tempo fa, quando ho deciso che il mare sarebbe stato la mia vita. Quando ho salvato la vita di Zoro e lui mi ha sorriso sguainando la sua spada. Quando ho visto piangere Nami tra le rovine di Arlong Park, intorno ad i suoi concittadini sorridenti. Quando ho sentito per la prima volta Usop esultare con noi o quando ho combattuto insieme a Sanji su quella strana piattaforma galleggiante. E ancora, quando ho sentito la storia di Chopper o quella di Bibi. Oppure quando ho accettato Nico Robin nella ciurma e poi ho combattuto per lei, disposto a dare anche la mia vita. Senza dimenticare Franky, Brook e tutte le avventure vissute insieme in così poco tempo.

Nonostante non li veda da tanto, troppo tempo, so che i miei compagni non sono il mio passato ma il mio futuro. Loro sono lì fuori, da qualche parte, che mi pensano e stanno combattendo ed allenandosi per me. Se hanno ricevuto il messaggio, se l’hanno compreso e credono in me allora so per certo che stanno bene. Riesco quasi a vederli, sperduti su isole lontane, leggere il giornale, appallottolarlo, maledirmi e poi sorridere per la mia imprudenza. Altri mi avrebbero già abbandonato, ma loro mi vogliono bene e so che si stanno allenando proprio come sto facendo io, insieme al vecchio Rey. Non ho mai dubitato della loro lealtà, e non inizierò a farlo nemmeno questa volta.

Con loro mi aspettano altre avventure, così tante che non riesco nemmeno a contarle o ad immaginarmele tutte quante davanti agli occhi. Sirene, mostri marini e uomini pesce. E ancora, grandi vulcani, tempeste e bellissime giornate di sole. Tutto questo si stende davanti a noi, chiedendoci solo di andare a prenderlo.

Pensando ai miei compagni mi viene spontaneo chiedermi cosa avranno pensato di fronte alle immagini o al giornale che raccontava della guerra di Marineford e della morte di Ace. Sorrido, pieno di amarezza. Loro non lo sanno, e credo non lo possano nemmeno immaginare, ma sono stati proprio loro a salvarmi. Certo, Law ha salvato il mio povero corpo martoriato dalle infinite ferite, ma sono stati loro a restituirmi il sorriso e la voglia di allenarmi per credere nei sogni anche senza essere fisicamente presenti al mio fianco. Solo grazie a loro mi è tornata la voglia di vivere, di voltare pagina e di andare avanti facendo i conti con la morte del mio adorato fratello maggiore, Ace.

Voglio diventare una persona migliore, per essere alla loro altezza e per proteggerli da chiunque cercherà di fare ancora loro del male.

Immerso nei miei pensieri sono arrivato alla spiaggia senza quasi rendermene conto. Mi guardo allo specchio, o meglio, mi specchio nelle cristalline acque del mare di quest’isola deserta. C’è poca luce, ma abbastanza per riuscire a vedere ancora qualcosa. L’immagine che ho di fronte non è cambiata poi molto da quella che  ho visto l’ultima volta che sono stato sulla mia nave. Sono sempre lo stesso ragazzino di sempre, solo con una grossa cicatrice in più che mi attraversa il petto. Ora assomiglio a Zoro, solo che io non sono stato ferito dall’uomo che sognavo di sconfiggere. Al contrario, la mia ferita è lì a ricordarmi ogni singolo giorno di come ho perso mio fratello e come non sono stato forte a sufficienza per evitare che i miei compagni mi fossero strappati via uno dopo l’altro.

Quel segno rappresenta tutti i miei errori ed i miei propositi di non commetterli ancora una volta come in passato. Nonostante questo, so di essere cambiato.

Quello che mi rende diverso però sfugge alla vista. È qualcosa di più profondo, quasi intimo. Forse Makino direbbe che sono diventato grande e che sono maturato, ma so bene che non è solo quello. Una parte della mia anima non è mai uscita da quella prigione, né ha mai fatto ritorno da Marineford. Pensando a quell’orribile guerra che ho affrontato solo qualche mese fa l’unica cosa di cui sono lieto è di non averci trascinato i miei amici.

La decisione di andare al quartiere generale della marina da solo, per quanto obbligata dal destino, è la migliore che io potessi mai prendere. La più saggia e responsabile, seppure possa suonare strano. So bene di essermi salvato per miracolo, così come so che non avrei mai potuto proteggere i miei compagni da quei terribili colpi.

Sarebbero morti per me proprio come mio fratello ed  io non avrei mai potuto darmi pace. Non avrei avuto una ragione per continuare a vivere ed a sorridere come invece mi impongo di fare pensato alla mia ciurma.

Senza quasi rendermene conto la mia mente è tornata a pensare a lui, ad Ace, ancora incapace di registrare del tutto la sua scomparsa. Dopo tutto il mio fratellone è sempre stato il mio mito, una specie di super eroe infallibile ed immortale. Le leggende non possono essere sconfitte. La sua tragica fine ha fatto crollare ogni certezza.

Il ricordo di Ace, così come la sua assurda morte, è qualcosa di strano, che non riesco ancora ad inquadrare del tutto. Certi giorni l’idea di essere la causa della sua morte mi fa stare talmente male da togliermi il respiro e da farmi desiderare di sparire, mettendo fine a tutto quel dolore. Credo sia il senso di colpa di chi sopravvive e qualcosa mi dice che dovrò imparare a farci i conti; certe cose non si possono dimenticare, mai.

Altri giorni mi capita di pensare al mio fratellone e di mettermi a ridere da solo, senza una ragione precisa. Ora so che è finalmente libero, proprio come aveva sempre desiderato lui. Non è più il figlio del demonio ma solo un pirata, come aveva sempre desiderato, e naviga nel cielo. Non so bene dove sia, ma so con certezza che se ne a zonzo per qualche mare dove io non posso raggiungerlo. Non ancora, almeno. Prima o poi ci incontreremo ancora, ed io avrò un sacco di avventure da raccontargli. Lui mi starà ad ascoltare, attento, poi scoppierà a ridere e dirà che sono sempre il solito impiastro.

Quello che mi spinge ad andare avanti sia nei giorni buoni che in quelli cattivi è la consapevolezza che solo il corpo di mio fratello è morto. Le promesse che ci siamo fatti, i momenti vissuti insieme, le risate, i sogni e i nostri propositi sono ancora tutti lì.

Pensando ad Ace mi viene naturale pensare anche a Sabo ed alla sua altrettanto assurda fine. Lui se n’è andato troppo presto, poco più che bambino.

Appena Ace è morto ho pensato a lui. Ero quasi geloso. Loro due ora sono insieme ed io sono qui da solo. Proprio come quando li ho conosciuti, solo che questa volta non posso raggiungerli. Non ancora almeno, per ora il mio posto è qui con i miei compagni, i miei fratelli, la mia famiglia. Una famiglia legata non dal sangue, ma che mi sono scelto e che sono disposto a difendere con il sangue.

Improvvisamente mi dimentico di essere quasi solo su di un isola deserta, alzo le braccia e mi metto ad urlare al cielo con tutta la voce che ho.

- Vi renderò orgogliosi di me. -

Urlare queste parole mi fa stare meglio. Mi siedo sulla spiaggia e mi perdo a guardare quello che rimane dei colori del tramonto, quasi fosse un tesoro prezioso.

Smettere di inseguire il mio sogno vorrebbe dire infangare la memoria di Ace. Almeno, questo è quello che direbbe Zoro o che mi lascerebbe intendere il mio silenzioso amico. Mio fratello è ancora vivo in  tantissime cose che mi circondano; negli amici che ha lasciato che si sono fatti in quattro per aiutarmi, così come nei suoi compagni e persino nei luoghi dove ha vissuto.

Sanji invece, se fosse qui con me, cucinerebbe i cibi che preferisco. Forse smetterebbe anche di fare storie per i furti di cibo oppure continuerebbe a prendersela con me per cercare di distrarmi.

Usop piangerebbe insieme a me, poi lascerebbe che io appoggiassi la testa sulla sua spalla e direbbe che gli dispiace. Lo stesso farebbero Nami e Chopper.

Anche Franky scoppierebbe a piangere, ma non lo darebbe a vedere. Non di fronte a me almeno. Brook si staccherebbe dal gruppo per intonare un canto gioioso e solitario in memoria di mio fratello, quell’uomo che non ha mai conosciuto ma che sa per certo che non meritava una fine tanto triste.

Robin invece non direbbe nulla, ma non mi lascerebbe solo nemmeno un attimo.

Non appena penso ai miei compagni il mio volto si oscura. Non posso fare a meno di chiedermi come avranno preso la mia decisione. Di certo non con un sorriso, non subito almeno. So che è la decisione più sensata e sono sicuro che lo hanno capito anche loro.

Nami di sicuro sarà la più arrabbiata, forse perché il mio messaggio l’avrà fatta sentire abbandonata e sola proprio come quando l’ho conosciuta. Sicuramente tutti si staranno preoccupando per me e per il mio dolore, primi tra tutti Usop e Zoro. Sono diversi, ma io sono molto legato ad entrambi. Usop è il mio migliore amico, nonostante tutte le discussioni e le incomprensioni di Water Seven. Zoro invece è il mio secondo, forse la persona con cui ho in assoluto parlato di meno ma che mi ha capito di più.

Mi siedo sulla sabbia, con i piedi a mollo nel mare calmo.

Non c’è dubbio, passerò questi due anni ad allenare il mio corpo ma la mia mente non potrà che restare fissa su quello che ho perso, sulle mie colpe e sui miei fallimenti. Devo ripartire da quelli per diventare una persona migliore.

Guardo fisso di fronte a me e so perché devo andare avanti: devo farlo per i miei amici.

ANGOLO DELL'AUTRICE

Per prima cosa, grazie mille per essere arrivati a leggere fino a qui. inizialmente questo doveva essere l'ultimo capitolo, ma per ringraziarvi della pazienza ho deciso di inserirne uno bonus nel quale parlare del ritrovo della ciurma. naturalmente, per non snaturare la storia, anche l'ultimo capitolo verrà narrato in prima persona.. non dico chi sarà il protagonista, ma vi lancio una sfida.

chi ci racconterà l'incontro della ciurma di Cappello di Paglia?

LadySaika: graaazie millee!! per il momento in cui si incontreranno dovrai pazientare, nel frattempo spero che ti sia piaciuto il capitolo di Rufy.

Tre 88: ebbene si, alla fine ho deciso che li farò incontrare. le cose si fanno per bene, o no?

Pimplemi_chan: grazie milleeee!!!

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Capitolo 10
*** Thousand Sunny ***


..nessuno ha indovinato il narratore! vorrei proprio sapere cosa ne pensate..

SUNNY

Il giorno sta morendo, nel giro di poche ore ne inizierà un altro. Uguale al precedente.

Per due anni sono rimasta ferma dove i miei compagni mi avevano lasciata. Sola. Con la compagnia del lento sciabordio delle onde e del timido canto dei gabbiani.

Mi hanno affidata al vecchio Rey con la promessa che sarebbero tornati nel giro di qualche giorno, invece non li ho visti per molto più tempo. Anche il meccanico ad un certo punto è andato via, accarezzando la polena come per rassicurarmi. Sorrideva, cercando di nascondere la sua malinconia e le sue paure.

- Dovrai aspettare un bel po’, ma confida nei tuoi compagni.

Aveva detto il vecchio, prima di tuffarsi in acqua e iniziare a nuotare. Nessuna spiegazione, solo una carezza ed un sorriso. All’inizio non aveva capito quelle parole, ma da allora io aspetto. È tutto quello che mi rimane. Il sole è sorto e tramontato un numero infinito di volte, quasi interminabile. Le stagioni si sono rincorse, senza sosta. Estate, autunno, inverno, primavera e poi ancora estate, un altro autunno ed ancora un altro inverno e una primavera. Uguali, noiose ed interminabili. Ogni giorno mi aspettavo il loro ritorno, ed ogni giorno era identico al precedente. Solitario e infinito.

Una nave qualsiasi avrebbe pensato che fossero morti oppure che avessero preso altre strade, ma io no. Io non sono una nave qualsiasi, io sono la loro nave. Mi fido ciecamente di loro e porto dentro di me lo spirito della Merry, quello stesso spirito che mi fa dire che torneranno. Loro non avrebbero mai abbandonato la loro Merry ed allo stesso modo non abbandoneranno me. Lo ha detto anche Rey, devo solo aspettare.

La fiducia che ripongo nei miei amici è grande, eppure nei momenti di sconforto a volte credevo che li avrei aspettati per niente, sola con un tizio strano e taciturno a controllarmi. Uno sconosciuto, peggio, un nemico. Colui che è stato la fonte della nostra disperazione adesso mi sorveglia come la più cara delle amiche. È inspiegabile, eppure è così.

 Ho dovuto aspettare a lungo, ma un giorno ho avvertito chiaramente il passo familiare di uno dei miei compagni. L’ho riconosciuto subito, senza paura di sbagliare. Zoro, lo spadaccino. È silenzioso, come al solito, ed il suo passo è lento. Accarezza dolcemente il legno della mia fiancata soffermandosi a lungo a guardarmi, come si fa con un’amica che non si vede da troppo tempo. Il fodero delle sue spade sfiora la mia polena senza scalfirla nè fare danni. Avverto chiaramente la sua gioia e le sue lacrime trattenute. Dopo tante peregrinazioni finalmente è tornato a casa.

Nel giro di poco arrivano anche gli altri, tutti quanti. Li ho aspettati così a lungo ed adesso sono qui. Tutti quanti. Il ponte si anima di discorsi, litigi e urla. Di vita. Quella stessa vita che mi è così tanto mancata in questi due lunghissimi anni. Li scruto in modo attento e discreto, la solita presenza silenziosa nelle loro vite. Il tempo li ha cambiati, li ha resi più forti e determinati, senza però modificare le loro anime. Nuove cicatrici, pettinature, modi di vestire e di abbigliamento sono lì a dimostrare il tempo trascorso. Nonostante questo, sento che sono sempre loro. I miei compagni non si accorgono quasi mai della mia presenza, ma so che mi considerano una di loro. Una presenza essenziale nel loro viaggio e nelle loro vite.

Franky si precipita a bordo, senza nemmeno curarsi di chi gli sta intorno. Vede a malapena i compagni, gli occhi velati dal pianto. Tocca ogni pomello, ogni asse che compone il ponte principale e piange, senza ritegno. Vorrebbe abbracciarmi, come si fa con una vecchia amica che si è a lungo aspettato di rivedere ma sono troppo grossa perché lui lo possa veramente fare. Solo Rufy ci potrebbe riuscire, finendo per causare qualche danno come suo solito.  

Nami sfiora appena una vela, fa ondeggiare i lunghi capelli nel vento e sorride. Ha passato dei brutti momenti, ma ora non le importa più. Ora è di nuovo qui, insieme agli altri. Nella mano stringe una nuova arma. È bellissima e letale, come sempre. Il suo viso è disteso, tranquillo. Il volto di una donna, non di una ragazzina spaventata.

Sanji è nervoso, agitato. Si guarda continuamente intorno, cercando i visi familiari di quelle donne che ha tanto amato e di quei compagni a cui non ha mai smesso di pensare. Fuma molto più di prima, è pensieroso, ma avverto chiaramente che sa di avere trovato il suo posto del mondo. Non gli importa più solo del suo sogno, ma di realizzarlo con i suoi compagni di avventura e con il suo capitano.

Chopper ha le lacrime agli occhi, ma si sforza di apparire forte e minaccioso. Non è più solo, è di nuovo con la sua famiglia. Gli anni dell’abbandono sono lontani adesso, dimenticati. Non conta più il tempo che ha passato da solo, lontano dal mondo, ma quelli che passerà assieme ai suoi amici.

Usop è cresciuto, sia fisicamente che mentalmente. Due anni da solo hanno temprato il suo carattere ed il suo fisico. Si aggira tranquillo per la nave, guardando le vie intorno che brulicano di gente e di pirati. Non ha paura, non teme nessuno. Sopra la sua testa sventola la bandiera dei Pirati di Cappello di Paglia ed intorno a lui ci sono gli amici, niente e nessuno può fargli paura.

Zoro ha una nuova cicatrice, tante storie da raccontare e sicuramente qualche nuova tecnica in più. I nostri avversari dovranno temerlo ancora di più di prima. Sembra lo stesso, solitario come sempre, eppure anche lui è cambiato. Cerca i compagni, si assicura che stiano bene e sorride. Ha una parola per tutti, da buon vice capitano, e persino una pacca sulla spalla per Sanji. Tra poco inizieranno di nuovo a litigare, ma per il momento c’è solo affetto e voglia di incontrare di nuovo un amico che è stato a lungo lontano.

Robin sembra più tranquilla, sul suo viso non vi sono tracce di paura o di solitudine. Era certa che la ciurma di sarebbe riunita, non ha mai dubitato del messaggio del capitano. Nelle lunghe notti passate su isole solitarie non si è mai sentita abbandonata, come prima che quel gruppo di scalmanati entrasse nella sua vita.

Brook ha un aspetto diverso, ma in fondo è sempre il solito. Adesso è una rock star, eppure passa ancora gran parte del suo tempo ad importunare le belle donne. Uno scheletro gentiluomo, morto, con la fissa per le mutandine delle signore e una passione per la musica. Per tutti un pazzo, per me un amico.

Solo Rufy mancava all’appello. Tutti lo aspettano impazienti, ma lui non si fa ancora vedere. Li sento mormorare ed imprecare, gli altri. Le loro sono parole dure che celano tutta la loro preoccupazione accumulata in due lunghi anni. Immaginavano questo giorno da tanto, troppo tempo. È Rufy quello che ha sofferto più di tutti, e la loro paura è quella di trovarlo cambiato. Anche io ho il terrore di specchiarmi nei suoi occhi e di trovarli vuoti, senza l’ombra di quel gioioso sorriso che tanto a lungo ha riempito le giornate ed i nostri viaggi. Il vento prende a soffiare più forte mentre le nuvole nascondono appena il sole. Senza Rufy il ponte è vuoto, proprio come il cielo d’estate in una notte senza stelle. Senza il capitano non c’è avventura, festa né altro. Solo apatia, preoccupazione ed attesa.

- Dove si è cacciato quell’idiota?

Sbuffa Nami, nervosa. 
I lunghi capelli ondeggiano liberi nel vento mentre il suo sguardo si adombra. Ha paura di averlo perso, di trovarlo cambiato e di non poter fare niente per lui. Rufy è sempre stato lì per lei, sorridente e pronto a cacciarsi nei guai. Lei non vorrebbe un capitano diverso, solo riavere il suo.

- Possibile che voglia farci aspettare ancora?

Sbotta Usop, seccato. 
Anche lui ha paura, tanta. Rufy è il suo migliore amico eppure non era con lui quando il suo mondo è crollato. Tutto quello che ha potuto fare per il suo capitano è stato piangere, allenarsi e diventare più forte. Voleva potergli dimostrare qualcosa il giorno che si sarebbero rivisti, ma tutto questo non conta nulla se lui ora non è lì insieme a loro. Scruto le reazioni degli altri, più silenziosi ma ugualmente preoccupati. Chopper piange, Sanji cucina e Zoro fa finta di sonnecchiare, rimanendo vigile. Il capitano non c’è, spetta a lui prendersi cura dei compagni. Robin parla con Franky, Brook ha appena finito di suonare e firmare autografi ai fan. Il ponte è animato, ma Rufy manca ancora. Una grande ombra riempie il cuore di tutti, rendendoli nervosi e irritati.

Tutti lo cercano, lo aspettano, ma lui non si fa trovare o forse come al solito si è perso inseguendo qualcuno dei suoi guai. Sento la loro insofferenza, unita alla gioia di essersi finalmente ritrovati. Ancora una volta si sentono impotenti, deboli. Si sono allenati a lungo, tutti quanti, ma adesso non possono fare altro che aspettare. Ancora una volta il loro destino non è nelle loro mani, ma in quelle di quel ragazzino che sarebbero disposti a seguire ovunque.

All’improvviso un sibilo rompe l’aria, poi subito segue una grossa esplosione e delle urla provenienti dal centro dell’arcipelago. Il baccano continua per un po’, poi si placa e subito ricomincia. C’è scompiglio sulla terra ferma, forse  a causa della marina.  Franky scatta, avvicinandosi al timone. Nami da l’ordine di salpare mentre Sanji e Zoro si scambiano un’occhiata complice e saltano giù dalla nave. Usop urla, ma loro non si voltano. Corrono nella foresta, incontro al nemico. Devono averlo sentito anche loro, proprio come l’ho avvertito io. Là c’è Rufy, nei guai come suo solito.

- Vuoi davvero salpare?

Chiede Robin, imperturbabile come sempre. 
La ciurma non si era ancora ritrovata che subito si è divisa. La marina non è stata clemente nemmeno questa volta.

- È pericoloso stare qua, troveranno un modo per raggiungerci anche se saremo al largo.

Risponde la navigatrice, facendo un cenno a Chopper di alzare la grossa ancora. 
La piccola renna obbedisce, senza parlare. È preoccupato, ma non discute gli ordini. Nessuno lo fa, tutti si fidano della ragazza.

- Sicura, Nami?

Chiede ancora Usop, senza nascondere la sua preoccupazione. 
Il suo migliore amico non è ancora arrivato e due compagni sono saltati già dalla nave. L’istinto del cecchino gli stava dicendo di andare con loro, combattendo insieme ai compagni.

- Mi fido ciecamente di quei tre.

 Risponde ancora una volta la ragazza, sorridendo. 
Anche lei ha capito che Rufy deve essere con loro, per questo sembra più calma di prima.

Un tonfo attira l’attenzione di tutti. Il ponte si riempie di passi che corrono a vedere chi è atterrato. Non ho bisogno dei loro occhi per vedere, io so chi è. Brook arriva prima dei compagni e subito scoppia a ridere.

- Un ritorno in grande stile, capitano.

Esclama Franky, senza preoccuparsi delle lacrime di gioia che subito iniziano a bagnargli il volto, ricadendo sulle tavole del ponte. 
Attraverso quelle piccole gocce di rugiada riesco a percepire l’emozione dei miei compagni ed essere partecipe di quel momento. Tutti urlano, piangono e ridono insieme. Un grande caos, assurdo e inspiegabile, come al solito.

Sul viso del capitano non ci sono ombre, solo un enorme sorriso che rasserena i compagni. Il sole, il vero simbolo di questa sgangherata ciurma di pirati è tornato al suo posto.

I disastri del passato, le sconfitte e le sofferenze sono dimenticate. Ora conta solo il futuro, i nuovi obiettivi ed i vecchi sogni. Tutti noi abbiamo un’unica meta, e la vogliamo raggiungere insieme. È il viaggio quello che conta, il resto è solo di contorno.

- Ci siamo tutti?

Chiede Rufy, guardandosi intorno per controllare che i suoi preziosi compagni siano tutti lì. 
Zoro annuisce appena, inclinando la testa. Il capitano è tornato, il comando passa a lui.

- Certo capitano, siamo tutti qui. Il viaggio può ricominciare.

Sussurro nel vento, sentendomi di nuovo viva.

ANGOLO DELL'AUTRICE
Grazie mille a tutti coloro che sono arrivati a leggere questo ultimo capitolo. è sempre triste chiudere una storia, ma sono contenta di averla portata a termine. 
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infine, grazie a chi ha commentato la mia storia!
tre 88: grazie per i tuoi commenti. in questa e nelle altre storie. direi che ripensare al passato è una sorta di dovere per Rufy. in poche settimane ha visto l'inferno, è normale che faccia una sorta di bilancio della sua vita. mi spiace dirti che non hai indovinato per quanto riguarda il narratore: non potevo certo ripetermi! :D

LadySaika: grazie a te per i tuoi commenti, davvero! accidenti, come colonna sonora my immortal è fantastica. non so se la mia storia sia all'altezza di un pezzo così bello! io credo che certe esperienze per forza di cose facciano maturare, poi sta alle persone mettere o meno in mostra questo cambiamento. forse Rufy sceglie di non darlo a vedere, ma deve essere certamente cresciuto molto nei due anni lontano dai compagni.

SHUN DI ANDROMEDA: le tue parole sono semplicemente stupende, grazie a te. davvero. a volte mi ritrovo a pensare che senza persone che lasciano commenti come i tuoi forse avrei smesso di pubblicare tempo fa. forse sarebbe stato un bene, chi lo sa.. 

Pimplemi_chan: ma prego, dedicare un capitolo ad una persona che commenta sempre è quasi un dovere! per quanto riguarda l'incontro finale, all'inizio non volevo perchè non sapevo che narratore usare, poi ho pensato alla nave e mi sono illuminata: anche lei è un compagno e li aspetta da ben due anni!

Yukicross96: sono contenta che la mia storia ti sia piaciuta, anche se con questo capitolo è giunta alla fine.. per ora. mai dire mai nella vita, no? credo che i tipi come Rufy ci sono nel mondo reale, ma a differenza dei cartoni animati fanno una brutta fine. chi da retta ad un povero sognatore in un mondo dove contano solo i soldi? interessanti i tuoi possibili narratori, ma io volevo stare su qualcuno della ciurma! sorpresa?

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