You are my Hero (parte 1)

di Oswin12
(/viewuser.php?uid=129140)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 : nuovi incontri ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: la visione ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3: spiegazioni e marchi neri ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4: le selezioni ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5: attacchi stregati ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 : festa da Lumacorno ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7: Natale ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8: ritorno a Hogwarts ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9: lunatica ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10: materializzazione ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11: non ti fidi di me ?! ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 : Ti amo ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 : Sectumsempra ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14: Rivelazioni ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 : La battaglia ***
Capitolo 17: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


(…)
I can be your hero baby
I can kiss away the pain
I will stand by you forever
You can take my breath away
(…)
{ Hero – Enrique Iglesias }
 
 
 
Prologo
 
Ero seduta al tavolo e mi guardavo intorno, nella Sala Grande. Come sempre ero vestita di nero, però avevo scelto un bell’abito con i ricami verdi. Sorridevo, felice, constatando che non era cambiato molto da quando frequentavo Hogwarts come studentessa. Mi scostai i lunghi capelli biondi dal viso, maledicendomi per non averli legati. Scrutai il posto vuoto accanto a me e mi girai verso la professoressa McGranitt.
- Scusi, chi dovrebbe occupare questo posto ?- domandai. 
- Il professor Piton, ma si è dovuto assentare un attimo.-
Infatti poco dopo un uomo alto, vestito di nero, con i capelli neri e unticci, il naso adunco e un cipiglio da chi pensa di essere superiore a tutti, si sedette di fianco a me. Mio malgrado non riuscii a scambiarci neanche una parola, tanto meno a presentarmi : i miei nuovi colleghi mi tempestavano di domande. Quando Silente fece il suo discorso d’inizio anno e presentò me e un’altro nuovo insegnante, noi ci alzammo in piedi. Invece, quando annunciò che Piton avrebbe insegnato Difesa contro le Arti Oscure (in seguito venni a sapere che ambiva da anni a quel posto, ma Silente non glielo aveva mai concesso, facendogli insegnare invece Pozioni), quest’ultimo fece un cenno pigro verso i Serpeverde, che applaudivano, ammirati. Il resto della Sala Grande si riempì di brusii e commenti sulla notizia, finchè Silente non reclamò il silenzio. Parlò allora del ritorno di Lord Voldemort e io finsi di apparire disinvolta e sicura, cercando di reprimere il brivido che mi saliva la schiena : in fin dei conti, ora dovevo dare l’esempio.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 1 : nuovi incontri ***


Capitolo1 : nuovi incontri
 
- Salve ragazzi ! Io sono Luce Corway, la vostra nuova insegnante di Storia della Magia.- mi presentai ai ragazzi del sesto anno con un bel sorriso, cercando di apparire cordiale. La mia prima lezione trascorse positivamente. Di tanto in tanto lanciavo un’occhiata verso il Ragazzo Sopravissuto. Non riuscivo a credere di stare insegnando al famoso Harry Potter. Certo, a guardarlo mentre si affannava a prendere appunti, concentrato su ciò che dicevo, mi sembrava un ragazzo normalissimo. Mi sentii prudere le mani, una sensazione che conoscevo bene. Strinsi i denti e mi preparai alla visione…che fortunatamente non arrivò. Sospirai di sollievo : falso allarme. Era da quando avevo cinque anni che avevo queste strane visioni. Vedevo il passato delle persone. Ciò che hanno fatto, azioni belle o brutte che siano, ciò che hanno detto e in alcuni rari casi anche ciò che hanno pensato. Ancora più raro era che vedessi il futuro (anche se a volte succedeva ), ma non erano visioni molto nitide perchè, se ormai il passato é certo, il futuro può sempre cambiare. In passato avevo usufruito anche troppo del moi potere e in modo negativo…
Mi riscossi dai miei pensieri e tornai alla lezione. A pranzo dovetti sorbirmi l’altro nuovo insegnante, Lumacorno, che anni prima era stato anche il mio insegnante di Pozioni e che voleva a tutti i costi attaccare discorso con tutti. Gli sorrisi, annuendo con la testa.
- Certo, ha perfettamente ragione ! Ora scusi, ma devo chiedere una cosa ad un mio alunno.- mi alzai e prima che potesse replicare mi avviai verso il portone.
Mentre passavo accanto al tavolo del Grifondoro, un ragazzo mi salutò. Io mi girai per ricambiare, ma inciampai, andando a sbattere contro qualcuno. Sentii due braccia forti prendermi al volo e aprendo gli occhi vidi un mantello nero, accompagnato da vestiti neri e scarpe dello stesso colore. Alzai lo sguardo e trovai due occhi neri e penetranti che mi scrutavano, incorniciati da capelli corvini. Era il professor Piton. Imbarazzata mi scostai, mentre l’uomo continuava a fissarmi dall’alto in basso, con uno sguardo raggelante.
- Mi scusi…devo essermi distratta e ho inciampato !- gli dissi con un sorriso – Non credo ci abbiano presentato. Luce Corway, molto piacere !-
Gli tesi la mano, ma lui la ignorò.
- Severus Piton.-
- Mi chiedevo quando l’avrei conosciuta professor Piton ! Lei é il direttore della Casa dei Serpeverde, vero ?-
- Perfettamente.- rispose secco.
- Ricordo quando studiavo io ad Hogwarts…il direttore della mia Casa era un tipo buffo…-
Mi scrutò per un attimo, con il sopracciglio destro alzato.
- E in che Casa era ? Grifondoro, immagino…- disse, storcendo le labbra in una smorfia, che intuii velasse un lieve disgusto.
- Veramente no…- gli dissi candidamente – Ero Serpeverde.-
Aprì la bocca sorpreso e mi guardò interdetto. Si riprese subito e mi fece un sorriso freddo, a labbra strette.
- Non l’avrei mai detto. Ora se mi vuole scusare, devo parlare con Silente. Arrivederci.-
- A presto Piton !- rimasi a guardarlo mentre si allontanava, con il mantello che svolazzava di qua e di là e sentii una strana morsa al petto. « Persona interessante… » pensai mentre uscivo in corridoio.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 2: la visione ***


Capitolo 2 : la visione
 
Il giorno dopo stavo facendo lezione quando, dopo aver incrociato lo sguardo con Potter, mi sentii attraversare da una scossa elettrica. Nello stesso momento in cui stavo per cadere in trans, sentii la porta sbattere e vidi un mantello nero svolazzare. Caddi all’indietro, afflosciandomi per terra, mentre le immagini mi sfilavano davanti agli occhi.
Vidi due ragazzini. Una aveva i capelli rossi e gli occhi di un verde brillante ; correva ridendo in un parco giochi. Un ragazzino con i capelli neri la inseguiva.
« Non mi prendi Severus ! »
« Non ci contare troppo Lily. ».
All’improvviso l’immagine cambiò. Lily e Severus erano ad Hogwarts, in riva al lago, quando arrivarono quattro ragazzi.
« Ehi Mocciosus ! » urlò quello con gli occhiali. Gli altri scoppiarono a ridere e iniziarono a prendere in giro Severus. La ragazza si mise in mezzo, dicendo :
« Lascialo stare, James ! » prese il braccio di Severus, ma lui si liberò bruscamente dalla presa. « Non mi serve l’aiuto di una piccola, schifosa Mezzosangue ! ».
Silenzio. Lily lo guardò con le lacrime agli occhi. L’immagine cambiò ancora. Una Lily adulta teneva tra le braccia un neonato, accanto stava James, ormai uomo. Seguitamente vidi Piton, nell’ufficio di Silente, mentre parlava con il preside.
« Suo figlio é sopravvissuto ! Se amavi Lily Evans, se l’hai amata davvero, allora é chiaro quello che devi fare…aiutami a proteggere suo figlio ! » disse Silente. Severus lo guardò, quasi arrabbiato. In seguito vidi Piton, da solo nel suo studio, che guardava nel vuoto. Assorto nei suoi pensieri si sfregò l’avambraccio, scoprendolo e mettendo in mostra il marchio nero.
Si alzò la nebbia e quando si disperse scoprì Harry Potter mentre parlava con Piton. Quest’ultimo guardava il ragazzo con disprezzo e io sentii i suoi pensieri nella mia testa. “Gli occhi di Lily…quei meravigliosi occhi…in un volto troppo simile a James Potter…é quasi un affronto alla sua memoria ! Lily…“ su quest’ultimo nome i pensieri si addolcirono. L’immagine cambiò un’ultima volta. Severus stava di fronte a due donne. Una aveva i capelli ricci, scuri e la riconobbi subito : Bellatrix, una dei seguaci di Voldemort. L’altra aveva i capelli biondi e si chiamava Narcissa Malfoy. Quest’ultima disse :
« Se tu lo proteggerai…Severus, me lo giuri ? Stringerai il voto infrangibile ? »
«  Il voto infrangibile ?! » domandò lui esitante. Bellatrix scoppiò a ridere.
«  Lo senti Narcissa ? Oh, ci proverà, certo…le sue solite parole inutili… ».
Lui non le rispose, rimase a fissare Narcissa, per poi dire :
« Va bene…ti servirà la bacchetta, Bellatrix » sibilò, gelido. Narcissa gli strinse la mano e dalla bacchetta della sorella scaturì una fiamma che avvolse i loro polsi, poi parlò :
« Severus, vuoi tu vegliare su mio figlio Draco, nel suo tentativo di adempire ai voleri del Signore Oscuro ? »
« Lo voglio »
« E vuoi tu, al massimo delle tue capacità, proteggerlo da ogni pericolo ? »
« Lo voglio »
«  E se Draco dovesse fallire…vuoi tu portare a compimento l’impresa che il Signore Oscuro gli ha ordinato di eseguire ? » ci fu un attimo di silenzio e le due donne lo fissarono, mentre lui esitava.  « Lo voglio… » disse infine.
 
 
 
Piano piano la nebbia davanti ai miei occhi si dissolse e mi ritrovai nell’aula, a guardare il soffitto, mentre una voce mi chiedeva come stavo. Girai la testa e mi accorsi di essere tra le braccia di Piton.
- Piton…cosa… ?- mi alzai, esitando, con la testa che girava.
- È svenuta.- rispose secco.
- No, ho avuto una visione…-
- Ho saputo del suo potere…- disse interessato – E cosa ha visto ?-, lo guardai :
- Ci vediamo nel suo ufficio dopo la lezione, le devo parlare.- 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 3: spiegazioni e marchi neri ***


Capitolo 3 : spiegazioni e marchi neri
 
Mi chiusi la porta alle spalle. Piton mi aspettava, immobile, davanti alla finestra. Si girò e mi squadrò sospettoso.
- Di cosa voleva parlarmi ?- 
Mi avvicinai, non sapendo bene da dove iniziare, quindi mi buttai.
- Qual’é la missione di Draco ?- gli chiesi a bruciapelo.
Rimase un attimo interdetto, per poi raggelarmi con quegli occhi così neri.
- Non ho idea di quello che sta dicendo.-
- L’ho vista, insieme a Narcissa e Bellatrix. Un voto infrangibile…che coraggio !-
- Non credo che siano affari suoi. –
Mi avvicinai ancora di più. Ormai c’era solo un metro scarso tra noi.
- Cambiamo argomento allora…- dissi, capendo che non intendeva cedere – Ne ho viste di persone innamorate, ma mai nessuno in modo così intenso…- la sua fermezza cominciava a vacillare – Mi ha stupita… -
 - Di che sta parlando, signorina Corway ?- chiese, trapassandomi con lo sguardo. Io sorrisi ancora di piu, trovandoci gusto a “torturarlo“ così. La vecchia Serpeverde forse non era del tutto morta come pensavo. Certo, dalla caduta del Signore Oscuro mi ero redenta, ma quando era tornato, l’anno prima, mi ero ritrovata nell’orribile, tetro vortice di terrore, senza poter evitare di venirne risucchiata.
- Parlo di Lily Evans. – appena pronunciai quelle parole mi prese per le spalle, sbattendomi con forza contro il muro. Lanciai un grido di sorpresa e dolore.
- Non pronunci quel nome…- mi sibilò, a neanche dieci centimetri dal volto. Lo guardai negli occhi e continuai, vendicativa.
- L’amava profondamente vero ? Eppure non ha mosso un dito per salvarl…-
- STIA ZITTA ! – urlò, facendomi sobbalzare. In un attimo tornai in me.
La sua presa sulle mie spalle si strinse, facendomi ancora più male.
- Mi lasci…- provai a dire.
- Lei non sa niente. – sussurrò, infuriato.
- Invece so tutto. Anche di ciò che fece, finita la scuola, e di cosa si é pentito alla morte di Lily. –
Si allontanò un poco, sorpreso. Continuai imperterrita.
- Io so cosa significa fare uno sbaglio…ma come lei mi sono pentita. –
- Cosa intende dire ? –
Lo guardai negli occhi e presi un respiro profondo. Poi allungai una mano verso l’avambraccio sinistro e lentamente mi alzai la manica, scoprendo il marchio nero.
 
 
Rimase a fissarmi, spostando lo sguardo dal marchio ai miei occhi. Mi lasciò andare le spalle e lentamente scoprì il suo di avambraccio, recante il fatidico tatuaggio. Rimanemmo a guardarci per quella che mi sembrò un’eternità. Infine abbassò lo sguardo, quasi come se si vergognasse. Mi avvicinai, esitante, e gli presi il viso tra le mani, rialacciando i nostri sguardi.
- Severus…- sobbalzò leggermente a sentire il suo nome – Non si può tornare indietro, è vero. Ciò che è fatto è fatto…ma il futuro non è mai sicuro : lo decidiamo noi. Io e te ci siamo pentiti, scegliendo un futuro migliore. –
Mi guardò intensamente e il suo sguardo mi accese un fuoco dentro. Feci di tutto per non perdermi in quei magnifici occhi. Stavo per aggiungere qualcosa, ma lui fu più veloce. Mi afferrò e mi diede un bacio profondo e intenso. Spalancai gli occhi sorpresa, ma poi lo ricambiai. Lui mi prese per i fianchi e sollevandomi mi fece sedere sul tavolo, continuando a baciarmi. Restammo avvinghiati così, finchè non dovetti staccarmi per riprendere fiato. Appoggiò la fronte alla mia, scrutandomi con quegli occhi penetranti. Gli sorrisi maliziosa e lui riprese a baciarmi con passione.
In quel momento bussarono. Ci fermammo immediatamente, girandoci verso la porta. Si allontanò per permettermi di scendere dal tavolo e ci sistemammo i vestiti.
- Avanti. – disse lui. La porta si aprì ed entrò la McGranitt che ci squadrò sorpresa, per poi chiedere a Piton se poteva parlargli in privato. Me ne andai, scambiando un veloce sguardo con lui.
 
 
Quella notte continuai a rigirarmi nel letto, incapace di addormentarmi. Sognavo ad occhi aperti Severus Piton che entrava nella mia stanza e s’infilava nel letto, accanto a me, per terminare ciò che avevamo iniziato. Quando alla mattina mi svegliai, ero ancora assonnata come quando mi ero coricata : non avevo dormito molto. Mi trascinai in bagno e in dieci minuti ero vestita. Scesi in Sala Grande, cercando di pensare in fretta e lucidamente a cosa avrei detto a Severus. Ci stavo ancora riflettendo, quando arrivai al tavolo e mi ritrovai davanti un paio di profondi occhi neri che mi fissavano.
- Buongiorno Severus…- non feci in tempo a fermare la mia lingua. Il professor Vitius, che passava in quel momento, mi squadrò decisamente sorpreso. Ma al contrario di ciò che mi aspettavo, Severus mi sorrise, imbarazzato.
- Buongiorno signorina Corway. – sentii le guance diventarmi rosse e mi affrettai a sedermi. Durante la colazione continuammo a scambiarci occhiate e fugaci sorrisi.
Alla fine ci alzammo e mi accompagnò all’aula. Quando arrivammo lì davanti si guardò intorno, senza sapere che dire. Stetti a fissarlo per un attimo e poi gli feci un sorriso dolce. Ma all’improvviso mi ricordai di una cosa.
- Severus…Piton ! – mi corressi velocemente – Quando ieri ho avuto la visione…prima di cadere a terra ho visto un uomo entrare di corsa…- mi fermai un attimo – Era lei, vero ?-
- Sì…-
- Come faceva a sapere ?- domandai, curiosa.
- Non lo so. Stavo passando di lì e ho sentito che aveva bisogno d’aiuto ! – dopo questa affermazione fece una cosa che non mi sarei mai aspettata da un tipo come lui : arrossì.
- In effetti ha impedito che cadessi la testa…se avessi sbattuto la testa durante la visione, probabilmente non mi sarei più svegliata…- esitai un secondo, poi feci un passo avanti e lo abbracciai. Si irrigidì, ma poi, seppur freddamente, ricambiò la stretta.
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 4: le selezioni ***


Capitolo 4 : le selezioni
 
Un paio di giorni dopo, mentre camminavo per i corridoi, ascoltai involontariamente una discussione tra Harry Potter e la sua amica, quella Granger.
- Harry non puoi fidarti ! –
- Finiscila con questa solfa. Non è nulla di pericoloso, perchè dovrei preoccuparmi tanto ? –
- Non sai chi era quel “Principe“. –
- Una persona a cui devo la mia bravura a Pozioni. -
- Bravura ? Per quel che ne sai i suoi scarabocchi potrebbero essere illegali, o peggio ! Potrebbero essere mortali per chiunqu…-
- È solo un libro, Hermione ! –
- Sei così ottuso. –
- E tu sei così invidiosa…-
- Invidiosa ?! Molto bene. Se finirai nei guai per quel tuo stupido libro di Pozioni, non contare sul mio aiuto ! –
Sentii dei passi allontanarsi in fretta. Non ero sicura di quello che avevo sentito, ma ripromisi di non dimenticare neanche una parola.
 
I giorni passavano e io e Piton continuavamo a scambiarci occhiate di nascosto. Non parlammo più di quel bacio, ma cominciammo ad essere abbastanza amici. Nei giorni in cui era di buon umore riuscivo anche a farmi raccontare qualcosa su Lily. In verità volevo solo sapere con chi avevo a che fare perchè, anche se il mio orgoglio di Serpeverde non me lo avrebbe mai fattoammettere, ero un po’ gelosa. Ma a parte questo piccolo incoveniente cominciavo a sentirmi a mio agio con il nuovo lavoro.
Una mattina, finita in fretta la colazione, uscii, dirigendomi al campo da Quidditch. Rabbrividendo mi strinsi nel mantello. Erano gli inizi di Ottobre e l’aria, alle prime ore del giorno, cominciava ad essere decisamente fredda. Quando arrivai le selezioni erano già iniziate e feci in tempo a vedere Harry che divideva in gruppi gli aspiranti giocatori.
Il primo gruppo era composto da ragazzini del primo anno, che non riuscivano neanche ad alzarsi da terra. Il secondo gruppo comprendeva dieci ragazze, che guardando Potter continuavano a ridacchiare come galline, e quando lui chiese se potevano andarsene, si diressero allegre verso le tribune, a molestare gli altri. Il terzo gruppo fece un tamponamento a catena a metà del giro di campo. Gran parte del quarto gruppo non aveva portato la scopa. Il quinto gruppo era di Tassorosso. Scoppiai a ridere quando Harry, decisamente arrabbiato, cominciò a urlare di andarsene, a chiunque non fosse Grifondoro.
 
Due ore (e parecchie risate) dopo, con la gola secca, gli occhi lucidi e un sorriso che minacciava di non andarsene più, ammiravo la squadra che Harry era riuscito a mettere in piedi. Mancava solo il portiere. Intanto gli spalti si erano riempiti all’inverosimile e ad ogni aspirante portiere si alzavano urla e applausi. Tra gli studenti intravidi anche una seccata McGranitt, che cercava di zittire i più vicini. In quel momento si piazzò davanti agli anelli un ragazzone coi capelli crespi, che riconobbi come Cormac McLaggen. Parò quattro rigori su cinque e poi fu il turno di Ronald Weasley che, con mio grande stupore, riuscì a parare tutti i rigori. Mi alzai in piedi e con gli altri applaudii forte. Con la coda dell’occhio intravidi Potter che se la vedeva con un McLaggen infuriato e sorrisi tra me e me, vedendolo allontanarsi immusonito. Mi accinsi a tornare al castello, ma intravidi Hagrid. Lo raggiunsi e rimasi con lui, chiacchierando allegramente.
Quando tornai in camera mia mi sdraiai sul letto. Con i pensieri vagavo e senza rendermene conto piombai nel sonno.
 
Sognai ciò che accadde un’anno fa. Il cimitero. Voldemort. Rividi chiaramente tutto.
Quella sera stavo tornando a casa, ma all’improvviso il braccio aveva preso a bruciarmi come non faceva da anni. Seppi all’istante cosa significava : Lui era tornato ! Mi ero smaterializzata tra le tombe e mi ero unita agli altri, miei vecchi compagni Mangiamorte. E lo avevo visto. Il volto aveva poco di umano, dalle vaghe forme serpentine, e gli occhi neri come pece scrutavano intorno. Avevo abbassato la testa, rabbrividendo, quando aveva cominciato a parlare. Il suono della sua voce era quasi ipnotizzante. Mi era sembrato vedere le parole scivolarmi addosso, circondandomi in una lieve foschia azzurrognola. Quello che aveva detto non mi colpì più di tanto, ma ero stata attenta. Comunque tra me e me sapevo già da che parte stare. Non intendevo tornare indietro, ripetere gli stessi errori, e presi una decisione : avrei fatto il doppiogioco. Niente fughe, mi avrebbe trovata e torturata fino alla morte. No…gli avrei fatto credere quello che voleva.
 
Mi risvegliai con la fronte madida di sudore. Mi sedetti sul letto e mi accorsi di cosa mi aveva svegliata : il braccio bruciava da impazzire. Lo strinsi, sopportando il dolore. Con un sospiro rassettai il vestito e mi preparai, sperando che non durasse tanto : il Sognore Oscuro chiamava.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 5: attacchi stregati ***


Capitolo 5 : attacchi stregati
 
Era metà ottobre, quando iniziarono le visite a Hogsmeade. Il giorno della prima gita stavo alla finestra ad osservare gli studenti che uscivano dal portone. Mi diressi in biblioteca, decisa a passare la mattinata a curiosare tra gli scaffali. Ripensai alla sera prima, quando in corridoio Severus mi aveva chiesto se Silente sapesse del marchio. Certo che lo sapeva. Erano poche le cose che si potevano nascondere ad Albus Silente. Il preside si fidava ciecamente di me, ma non avevo ancora capito come facesse a sapere che non stavo più dalla parte di Voldemort. Sembrava che conoscesse di me, più cose di quante ne sapessi io, e questo mi infastidiva un po’.
In quel momento sentii dell’acqua che mi gocciolava sulla spalla. Alzai lo sguardo e un alga mi centrò in piena faccia. Riconobbi subito la risata che mi schernì.
- PIX !!! – riggii,levandomi quella cosa dagli occhi. Ormai vedevo rosso e ignorai la voce petulante della bibliotecaria, accorsa immediatamente. Estratta la bacchetta sfrecciai in corridoio, inseguendo il folletto. Girato l’angolo andai quasi a sbattere contro una ragazza del sesto anno che piangeva come una fontana, sulla spalla di una sua amica. Mi ricomposi, dimenticando (per il momento) la mia vendetta.
- Ragazze, cos’è successo ? –
- Si tratta di Katie Bell, professoressa. – mi rispose la seconda, continuando a dare dei gentili colpetti sulla schiena dell’altra.
- Perchè ? Cosa le è capitato ? –
- È stata portata al San Mungo… -
Mi allarmai immediatamente. Vidi passare Lumacorno e lo raggiunsi.
- Orace…cos’è successo esattamente a Katie Bell ? –
- Non ti hanno informata ? È stata stregata durante la gita ad Hogsmead. –
- E come ? –
- Eh, povera ragazza…- fece un sospiro teatrale – Con una collana maledetta. - poi mi porse un involto che teneva in mano e stando ben attento a non toccarne il contenuto, mi mostrò il gioiello.
- È stato Piton a chiedermi di metterla al sicuro, doveva sbrigare una faccenda e io…signorina Corway, dove va ? –
Io non lo ascoltavo più. Mi diressi verso i sotterranei e spalancai la porta dello studio di Piton.
- Piton ! – lui sobbalzò, per lo spavento.
- Ma che… ! –
- Ho saputo di Katie Bell ! Quella collana ! Io l’ho già vista in vetrina al… -
- …Magie Sinistre. Lo so. – spalancai la bocca, sorpresa.
- Come fa ha… ? –
- Anche Potter e la sua…combriccola, l’hanno vista lì. –
- Lei crede che centri… -
- No, il Signore Oscuro non centra. Non direttamente almeno, se no mi avrebbe messo al corrente e… –
- Sta ancora dalla sua parte ?! Dopo tutto quello che ha fatto. – mi squadrò seccato per l’interruzione.
- Solo per finta, stia tranquilla. Siamo, per così dire, nella stessa barca dopotutto. –
- Già…come sta la ragazza ? –
- Non bene, ma si riprenderà. –
- Che dice Silente ? –
- Di stare allerta. Le pattuglie fuori dalla scuola sono state raddoppiate e il Ministero è stato informato. –
- Detto così sembra tutto sotto controllo – ribattei ironica.
- Anche io sono piuttosto scettico. –
- Meglio tenere gli occhi aperti…-
- Spalancati, Corway. Spalancati. –
 

Mentre tornavo nelle mie stanze ripensai all’incontro con Severus. Mi era sembrato un po’ scosso, come se ciò che era accaduto l’avesse agitato profondamente. Non ci vedevo niente di male, in fondo anche io ero preoccupata, ma si trattava pur sempre di Piton ! Qualcosa non mi convinceva…liquidai il pensiero con una scrollata di spalle e non ci pensai più.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 6 : festa da Lumacorno ***


Capitolo 6 : festa da Lumacorno
 
Lumacorno per Natale dette una festa e mi chiese se volevo partecipare. Acconsentii. Mi misi un vestito verde scuro, lungo, con lo spacco e la scollatura a “v“. Decisi di non portare la bacchetta. Mi chiusi la porta alle spalle e mi avviai per il corridoio.
Erano presenti un sacco di ragazzi e qualche insegnante. Entrando ebbi l’impressione di varcare la soglia di un tendone gigantesco, pieno di colori e risate. Girai per un attimo, salutando qualche studente e prendendo da bere, finchè non vidi Piton. Lo raggiunsi sorridendo.
- Buonasera ! –
- Buonasera anche a lei, signorina Corway. –
- Serata piuttosto movimentata, vero ? –
- Anche troppo per i miei gusti – replicò freddo.
- Non sia così rigido, si svaghi un po’. È pur sempre una festa ! –
- Le feste non fanno per me…-
Gli sorrisi, quando una mano sbucò dalla folla e lo afferrò. D’istinto si aggrappò al mio braccio e finimmo trascinati tutti e due davanti a Lumacorno e Harry.
- Smettila di nasconderti e vieni con noi Severus ! – disse allegramente Lumacorno – Salve Luce ! Si sta divertendo ?-
- Molto Orace, grazie !- risposi sorridendo.
- Stavo parlando delle straordinarie capacità di Harry in pozioni ! Un po’ di merito è tuo, ovviamente ! – aggiunse, girandosi verso Piton – Sei stato il suo insegnante per cinque anni !-
Severus squadrò Potter, con gli occhi neri ridotti a fessure.
- Buffo, non ho mai avuto l’impressione di riuscire a insegnare alcunchè a Potter. –
- Ma allora è tutta abilità naturale ! Dovevi vedere il Distillato della Morte Vivente che ha preparato alla prima lezione…mai uno studente ha fatto di meglio al primo tentativo, nemmeno tu credo, Severus…-
- Davvero ? – sussurrò Piton. Harry, visibilmente a disagio, cercava qualcosa da rispondere.
Intervenne di nuovo lumacorno :
- Mi ricordi quali altre materie segui, Harry ? –
- Incantesimi, Trasfigurazione, Difesa contro le Arti Oscure, Erbologia…-
- Tutte le materie richieste per un Auror – osservò Piton, e io lessi nella sua voce una punta di disprezzo.
- È quello che mi piacerebbe diventare ! – ribattè il ragazzo.
Stavo per intervenire, per evitare un massacro, ma in quel momento arrivò Gazza, tenendo per il colletto Draco Malfoy.
- Ho trovato questo ragazzo nascosto in un corridoio di sopra. Sostiene di essere stato invitato alla festa. – disse il bidello.
Malfoy si liberò dalla sua presa.
- D’accordo, volevo imbucarmi, contento ? –
Lumacorno disse che poteva anche rimanere, ma io non lo stavo ascoltando : guardavo Severus. Lui stava squadrando Malfoy con uno sguardo arrabbiato e, stranamente, anche spaventato. Mi ricordai il voto infrangibile : aveva promesso di proteggerlo. Gli misi una mano sul braccio.
- Piton…- la sua espressione tornò imperscrutabile.
- Vorrei parlarti un momento, Draco. – disse. Mi guardò negli occhi e sussurrò :
- Torno tra poco…- poi si avviò verso la porta – Seguimi, Draco ! – e sparirono oltre la soglia.
Ripresi a parlare con Lumacorno e dopo una mezzoretta Piton fece ritorno, solo, e mi raggiunse. Riprendemmo a parlare e la serata continuò a scorrere tranquilla. Evitai accuratamente di menzionare Draco : intuii che fosse un campo minato.
 
A fine serata, Piton mi riaccompagnò alle mie stanze. Restammo per un attimo fuori dalla porta, senza sapere bene che dire. Mi schiarii la voce.
- Bè…allora buonanotte…-
- Buonanotte… -
Ma ancora non ci muovevamo. Spinta da chissacosa mi alzai sulle punte e gli diedi un lieve bacio sulla guancia. Sgranò gli occhi sorpreso e le guancie gli si tinsero di un lieve rossore. Sorrise imbarazzato e dopo una lieve esitazione si girò, avviandosi lentamente verso i sotterranei.
Lo guardai allontanarsi e sorrisi teneramente.
« Buonanotte dolce Sev… » pensai.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 7: Natale ***


Capitolo 7 : Natale
 
Arrivarono le vacanze natalizie. Ero rientrata a casa, nella Londra Babbana, quando ebbi una visione.
Vidi Piton e Silente. Il preside stava chiedendo a Piton dove avrebbe passato il Natale. « A casa mia, da solo, come tutti gli anni » rispose neutro. Poi vidi il nome della via dove abitava : Spinner’s End e lui mentre rientrava, solo.
Quando tornai in me presi una decisione. Scrissi la lettera e la porsi al mio gufo.
 
 
Caro Severus Piton,
ho saputo, con una visione, che
lei come me passerà il Natale in
solitudine.
Pertanto la invito a casa mia, a
Dover Street, numero 22B, Londra,
per il pranzo di Natale.
Cordialmente,
                       
                              Luce Corway
 
 
Ricevetti una lettera di conferma e cominciai a pensare a cosa potevo regalargli.
Stavo passando davanti a una libreria, a Diagon Alley, la vigilia, quando un titolo attirò la mia attenzione. Sorrisi : avevo trovato il regalo perfetto.
 
La mattina di Natale, verso le dieci, era già tutto pronto, perciò mi sedetti ad aspettare e a mezzogiorno in punto suonò il campanello. Andai ad aprire, un po’ agitata, cercando di calmarmi e me lo trovai davanti. Mi fece un breve sorriso e io lo invitai ad entrare.
- Buon Natale !-
- Buon Natale. –
Lo invitai a tavola e si sedette di fronte a me. Pranzammo tranquillamente, scambiando qualche parola. Poi lo accompagnai in soggiorno e ci sedemmo sul divano.
- Ho un regalo per lei ! – gli dissi e mi sporsi verso il tavolino lì accanto per prendere il pacchetto verde scuro. Lo osservai mentre scartava il regalo e si rigirava in mano il vecchio libro intitolato “Le arti oscure tra fascino e paura“. Mi fece un sorriso sincero.
- La ringrazio di cuore, è davvero un libro interessante ! Questo è per lei. – e mi porse un pacchettino viola scuro. Sorridendo lo scartai e vi trovai un bracciale di ferro a forma di serpente che si morde la coda. Gli occhi erano verdi e lungo il corpo erano disseminate pietruzze grigie e bianche. Era magnifico.
- Piton…non ho parole…-
- Allora non dica niente…- si sporse verso di me e mi prese il viso tra le mani, baciandomi con una dolcezza disarmante. Dopo un secondo di esitazione ricambiai, stringendomi a lui. Quando mi staccai, appoggiai la testa al suo petto. Fuori aveva cominciato a nevicare e i fiocchi cadevano lenti. Chiusi gli occhi e feci un respiro profondo, annusando il suo dolce profumo.
- Severus…-
- Sì ?-
- Come ci dovremo comportare, una volta tornati a scuola ? –
- Conoscendo i ragazzi forse è meglio tenere la cosa segreta. –
- Già…-
Mi strinsi ancora di più a lui, mentre mi accarezzava lentamente i capelli. Mi baciò sulla nuca e appoggiò la testa sulla mia. Passammo così quella che mi parve un eternità, poi lui si staccò. Io gli sorrisi, guardandolo negli occhi. Ci scambiammo un altro lungo bacio.
- Luce…devo andare. –
- Di già ? – chiesi accigliandomi.
- Devo svolgere un incarico per Silente, scusa. Se non fosse urgente non andrei…-
- Sì, lo capisco. – gli dissi sconsolata. Lo accompagnai alla porta e gli diedi un ultimo bacio.
- Ci vediamo a Gennaio. – mi disse.
Gli sorrisi e aspettai che scomparisse lungo la via, poi richiusi piano la porta.
La sera, a letto, sorrisi tra me e me, ripensando a quello che era successo. Mi passai la lingua sulle labbra : avevano ancora il sapore di quelle di Severus.
Dalla morte dei miei genitori, dieci anni prima, il Natale non era mai stato così bello.
 
 


Nota dell’autore : ho fatto un disegno su Severus e Luce, ma avrei un problema a pubblicarlo. Non è che qualcuno è così gentile da spiegarmi come fare? Grazie in anticipo!!
 


 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 8: ritorno a Hogwarts ***


Capitolo 8 : ritorno a Hogwarts
 
Qualche giorno dopo Capodanno mi ritrovai di nuovo a Hogwarts. Mi accorsi che senza gli studenti non era molto divertente, mancava ancora un giorno al riinizio delle lezioni. Mi diressi verso l’ufficio della McGranitt, decisa a fare quattro chiacchiere, quando dalla porta uscirono Harry, Ron e Hermione, tutti sporchi di fuliggine. Ridacchiai, guardandoli.
- La McGranitt dovrebbe decidersi a pulire il camino, eh ? –
- Già – risposero in coro.
- Allora ragazzi, come sono andate le feste ? –
- Bene professoressa. – rispose Harry – A lei ? –
- Molto bene, grazie !- ripensai a Severus e sorrisi. Purtroppo non lo avevo ancora visto.
- Cosa aspettate, andate nei dormitori ! Avrete tante cose di cui parlare con i vostri amici…-
- Arrivederci !- e schizzarono via per il corridoio.
Bussai alla porta e entrai nell’ufficio. La McGranitt mi sorrise e fece cenno di accomodarmi. Passammo il resto della giornata a discutere allegramente.
 
Il giorno dopo, mentre attraversavo i corridoi per andare a colazione, addocchiai parecchi studenti esultanti del sesto anno. Ridevano e continuavano a ripetere che non vedevano l’ora. « Ma che succede ? » pensai.
Sedendomi al tavolo sorrisi a Severus.
- Salve Se…Piton. – riuscii a correggermi in tempo, arrossendo. Lui mi sorrise, divertito.
- Buongiorno -
- Che gli prende a quelli del sesto anno ? –
- Iniziano le lezioni di Materializzazione. –
- Ah ! Ora capisco…-
Scoppiai a ridere e lui mi guardò stranito.
- Mi ricordo ancora la mia prima lezione ! – gli dissi – Mi concentrai troppo e per sbaglio mi materializzai sulla coda del gatto di Gazza, il gatto spaventato saltò addosso all’istruttore che finì addosso all’insegnante d’Incantesimi. Ma proprio in quel momento, dall’aula di Trasfigurazioni era scappato un cane (che prima era un libro) che entrò in Sala Grande, vide il gatto e cominciò ad inseguirlo, calpestando l’istruttore. Poi il gatto si rifugiò su una tenda, strappando il tessuto, e ci mettemmo ben due ore per convincerlo a scendere ! Mi ricordo ancora le risate che abbiamo fatto !- Severus mi guardò, tra il divertito e lo sconcertato.
- Immagino la punizione…-
- Già ! Ne ho combinate tante durante il mio periodo a Hogwarts. Guardi negli archivi, ne rimarrà sorpreso…-
- Lo farò senzaltro. –
Gli sorrisi e lui mi strinse la mano, sotto il tavolo.
 
Dopo un po’ dovette andare e io intavolai una discussione con Lumacorno sulle proprietà di certi veleni rari. Modestamente ero un esperta in quel campo. Non che me ne vantassi, certo, ma i veleni mi avevano sempre affascinata. Ero sempre stata attenta però, a non farlo capire al Signore Oscuro. Chissà per cosa mi avrebbe costretta ad usarli…rabbrividii a sol pensiero delle atrocità che alcuni veleni possono fare. Fortuna che conoscevo anche tutti gli antidoti.
 
Quel pomeriggio mi stavo dirigendo verso la torre di Astronomia, quando da una porta sbucò una mano che mi trascinò in un’aula vuota. Qualcuno richiuse la porta e mi spinse delicatamente contro il legno. Alzai lo sguardo e mi trovai davanti degli occhi neri che conoscevo bene.
- Severus, non si tratta così una donna. –
- Non riuscivo più a guardarti senza saltarti addosso. E non sarebbe stato il caso, farlo davanti a tutti… -
- In effetti hai ragione. – gli sorrisi e gli posai le mani sulle spalle – Ma ora siamo soli….-
Mi sorrise dolcemente e avvicinò le labbra alle mie. All’inizio i baci erano dolci, delicati, ma mano a mano che andavamo avanti si fecero sempre più passionali. Con una mano scese sul mio sedere e mi avvicinò ancora di più a lui. Gli infilai le dita tra i capelli, scoprendoli lisci e morbidi. Lui scese a baciarmi il collo e io sorrisi. Gli tolsi il mantello e cominciai a slacciargli i bottoni della casacca. Lui infilò una mano sotto la mia camicetta e salì fino al gancetto del reggiseno. Stava per slacciarlo quando una vocetta stridula ridacchiò. Ci staccammo immediatamente per scoprire Pix che ci fissava divertito. Severus divenne rosso di rabbia.
- Pix, che vuoi ?! –
- Il preside la vuole vedere, professore. – rispose sogghignando.
- Se dici a qualcuno cosa hai visto – la voce di Severus divenne tagliente come una lama - ti accorgerai di cosa sono capace. -  questa volta fui io a sogghignare, vedendo Pix tremare di paura, e decisi di divertirmi anche io.
- Lo sai Pix, che conosco almeno un migliaio di modi per torturare qualcuno ? – abbassai la voce fino a sussurrare – Fossi in te non oserei mettermi contro di me…-
- R-ricevuto signora ! – e sparì velocemente uscendo dalla porta. Feci un sospiro rassegnato.
- Possibile che non riusciamo mai a finire perchè ci devono sempre interrompere ?! –
Mi girai verso Severus e lo scoprii a squadrarmi divertito.
- Che c’è ?-
- Non ti facevo così…crudele. Migliaia di modi eh…? Davvero ? –
- Oh smettila ! Volevo divertirmi un po’ ! –
- Mi piace questo tuo modo di divertirti…-
Scoppiai a ridere e gli diedi una leggera spinta.
- Muoviti, o Silente sospetterà qualcosa. –
Mi scoccò un bacio sulla guancia.
- Ci vediamo dopo Luce.-
- Ciao. –
Uscì e io lo seguii, prendendo però un’altra strada. Andai fino all’ingresso e varcai l’enorme portone, dirigendomi al lago. Mi sedetti sull’erba a osservare gli studenti che passavano, e sorridendo chiusi gli occhi, assaporando sul viso la leggera brezza invernale.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 9: lunatica ***


Capitolo 9 : lunatica
 
Verso la metà di Gennaio, una mattina mi alzai di malumore. Non avevo dormito bene e faceva un freddo da congelare un troll. A volte mi capitava di alzarmi con il piede sbagliato e mandare al diavolo qualunque cosa, per il resto della giornata. Era piuttosto raro, di solito ero allegra e socievole, ma c’erano giorni in cui il mio lato Serpeverde riemergeva.
Mi vestii, imprecando contro i lacci del vestito, e guardandomi allo specchio sbuffai, decidendo di lasciare i capelli sciolti (non avevo nessunissima voglia di litigarci). Misi il bracciale di Severus, l’unica cosa che riuscì a strapparmi un mezzo sorriso, indossai il mantello (quello lunghissimo, che appena mi giravo svolazzava da tutte le parti) e uscii sbattendo la porta. Con disappunto mi accorsi di essere in ritardo per la colazione. Arrivai davanti al portone e feci un profondo respiro, cercndo di calmarmi.
- Per Salazar, non serve a niente ! – lasciai perdere e spalancai le porte, entrando a grandi passi.
Al mio passaggio parecchi ragazzi si girarono pe salutarmi, ma li ignorai bellamente. Mi sedetti al tavolo con una stupita McGranitt a sinistra e un accigliato Piton a destra, entrambi che mi squadravano.
- Tutto bene ?- provò a chiedere lui.
- Si faccia gli affari suoi, Piton ! – sbottai.
Lui si zittì, immusonito, e si occupò di quello che aveva nel piatto.
 
Quando entrai a lezione ero ancora più inviperita.
- Seduti ! – ordinai.
Mi guardarono, decisamente sorpresi, ma obbedirono. Durante la lezione, Draco Malfoy e la sua banda cominciarono a chiacchierare e io li ripresi. Dopo un po’ riiniziarono, alchè scoppiai.
- Malfoy ! Lei e i suoi compagni siete pregati di prestare attenzione ! – quasi urlai.
Rimasi ad osservarli un secondo.
- Cinque punti in meno a Serpeverde - decretai, infine.
A sentire ciò, alcuni Grifondoro risero.
- E voi cosa avete da ridere ? – sibilai – Cinque punti in meno a Gifondoro ! –
Li osservai un attimo.
- Weasley ! –
- S-sì… ?- balbettò il rosso, sobbalzando.
- Alla lavagna ! –
Si alzò tremante e mentre scriveva quello che gli dettavo, sentii un suo compagno mormorare :
- Oggi è peggio del professor Piton…-
Mi infuriai.
- Signor Finnigan, l’ho sentita ! Dieci punti in meno a Grifondoro ! Vogliamo continuare così ?! Oggi non è giornata, quindi vedete di non giocare col fuoco o potrei sterminarvi tutti prima di pranzo ! –
 
A mezzogiorno non avevo voglia di veder gente, tanto meno fame, quindi mi rifugiai in biblioteca. Alle lezioni del pomeriggio non ebbi problemi (gli studenti avevano capito subito che non era aria), finchè vero sera, un imbranato Corvonero del primo anno non rovsciò, sulle mie scarpe, un intero bicchiere di succo di zucca. Mi irrigidii dalla rabbia e dall’espressione che fece, la mia faccia non doveva essere delle più allegre. Persi tempo a fargli la ramanzina, guardandolo soddisfatta mantre si faceva piccolo piccolo. Conseguenza : ero in ritardo anche a cena. « Oggi gli dei proprio non vogliono lasciarmi in pace ! Ma dimmi te, se una giornata potrebbe andare peggio di così ! » pensai stizzita.
Quando entrai, parecchi ragazzi abbassarono la voce e cercarono di confondersi con il tavolo, per non attirare la mia attenzione. Sedetti al mio posto facendo finta di niente e quando Piton fece per parlarmi lo fulminai, facendogli capire che non era ancora aria e lui preferì tacere.
 
Il giorno dopo stavo decisamente meglio. Ma quando arrivai a colazione, alcuni studenti mi guardarono intimoriti. Feci loro un sorriso, in modo da rassicurarli che non dovevano più temere. Sedendomi salutai la McGranitt.
- Oggi sta meglio, vedo ! – mi sorrise.
- Sì, grazie Minerva. In effetti non… - fui interrotta da una voce profonda.
- Signorina Corway. È bello rivederla tra noi ! – disse sarcastico Piton.
- Ne sono felice anch’io ! –
- Ho sentito che ieri, con gli allievi del sesto anno, ha fatto una carneficina. – continuò ironico, con il suo solito mezzo sorriso. Io divenni bordeaux.
- A questo proposito dovrei chiedere a Silente se è possibile annullare i cambiamenti di punti che ho fatto…-
- Già fatto, Luce – intervenne il preside – Ho immaginato che ti saresti pentita, infondo non eri del tutto in te. –
Gli sorrisi riconoscente.
- Grazie –
 
La colazione era terminata da poco e mi stavo dirigendo verso l’aula, in un corridoio deserto, quando Piton mi raggiunse e mi prese per mano.
- Scusami per ieri. – dissi – Non dovevo risponderti così male…-
- Non importa, non ci pensare. Se devo essere sincero non ho trovato così male il tuo comportamento anomalo –
- Davvero ? – chiesi, presa alla sprovvista.
- Al contrario : mi è sembrato piuttosto…eccitante. –
- Eccitante, eh…? – mi avvicinai a lui - Dunque preferisci il mio atteggiamento da lunatica, a quello solito ? – gli sorrisi maliziosa.
- Non sia mai ! – rispose serio – Trovo fantastico poter ammirare in ogni momento il tuo magnifico sorriso ! –
Si ammutolì di colpo, rendendosi conto di quello che aveva detto. Lo guardai sorpresa, ma vedendolo sincero (e così deliziosamente imbarazzato) gli sorrisi.
- Mi stai diventando troppo smielato, sai ? – scoppiai a ridere – Spero, prossimamente, di poter dire lo stesso di una tua risata…-
- Sono poche le cose che mi fanno ridere…-
- Chissà, magari ne indovinerò una. – detto questo gli diedi un veloce bacio a fior di labbra e lasciandolo all’inizio dei sotterranei, dove era diretto, me ne andai ridendo, allegra.
- Stia all’erta professor Piton ! -
 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 10: materializzazione ***


Capitolo 10 : materializzazione
 
Quando a Febbraio iniziarono le lezioni di materializzazione, i ragazzi dovettero stare all’interno perchè fuori pioveva a dirotto. Il preside concesse loro un’ora, in sala Grande, sospendendo l’incantesimo. Chiesi di partecipare, ero curiosa di vedere come sarebbe andata la prima lezione.
Ci riunimmo tutti nella sala : io, i ragazzi e i direttori delle Case. Poco dopo arrivò l’istruttore. Era lo stesso che qualche anno prima aveva fatto lezione al mio anno. Gli sorrisi e lo salutai, e dalla sua espressione capii che si ricordava di me. Risi, divertita. Cominciò il suo discorso e quando chiese agli studenti di sparpargliarsi, scoppiò il putiferio. Vidi Severus sospirare, rassegnato, mentre cercava di far ragionare due Serpeverde che volevano lo stesso posto. Gli sorrisi e lui ricambiò, con aria un po’ scocciata. Intanto la McGranitt riprendeva un Grifondoro che aveva spintonato un compagno e Vitius era alle prese con un gruppo di Corvonero, decisi tutti a stare davanti. Di fronte a me scoppiò una lite e accorsi immediatamente.
- Ragazzi ! Un po’ di contegno, su… – dissi separandoli.
Dopo venti minuti buoni di agitazione, intimammo il silenzio e tutti tacquero.
- Finalmente… - sussurrò Severus, al mio fianco, e io gli sorrisi ancora.
L’istruttore riprese a parlare, dopo aver posizionato un cerchio davanti a ciascuno.
- Le cose importanti da ricordare sono le tre D : destinazione, determinazione, decisione ! – io ridacchiai vedendo le faccie dei ragazzi.
- Per prima cosa dovete fissare la mente sulla vostra destinazione, in questo caso l’interno del cerchio davanti a voi. Bene, concentratevi ! –
Tutti fissarono il proprio cerchio con decisione. Alcuni divennero persino rossi per il troppo sforzo.
- Punto secodo : mettete a fuoco la vostra determinazione di occupare lo spazio visualizzato. Dovete volerlo più di ogni altra cosa ! – fece un attimo di silenzio – Terzo, e ultimo, punto : quando vi do l’ordine, girate sul posto e cercate con decisione di entrare nel nulla ! Uno… -
Alcuni lo guardarono preoccupati di doversi Smaterializzare così in fretta.
- …due…-
La tensione era quasi palpabile.
- …TRE !! –
Tutti girarono su se stessi e la sala si riempì di ragazzi che cadevano come birilli, alcuni addirittura imprecando. Guardai questi ultimi con disapprovazione, ma poi scoppiai a ridere vedendo Macmillian girare fino a trovarsi all’interno del cerchio e sorridere soddisfatto, per poi accorgersi di non essersi Smaterializzato.
L’istruttore si girò a guardarmi.
- A quanto pare non c’è nessuno qui di dotato come lei –
Arrossii : in effetti ero riuscita a Smaterializzarmi già la prima volta. Certo, avevo combinato un bel casino e poi non ci ero più riuscita fino alla terza lezione, ma erano solo…dettagli !
 
Dopo un po’, nella sala eccheggiò un urlo terribile. Una Tassorosso era riuscita a Smaterializzarsi, ma la gamba sinistra era rimasta al punto di partenza.
- Accidenti… - accorsi, seguita a ruota dagli altri insegnanti. Era una cosa terribile lo spaccamento. Una volta mi era capitato. Non mi ero concentrata abbastanza e il mio braccio si era staccato. In due secondi un professore mi aveva rimesso a posto, ma era una sensazione orribile.
Riattaccammo la gamba alla ragazza e dopo un’ora la lezione finì. Uscii, parlando con la Sprite, mentre Severus si dirigeva ai sotterranei. Ci scambiammo un veloce saluto da lontano e tornai nelle mie stanze.

Nota dell'autrice : è un po' corto questo capitolo, ma mi rifarò abbondantemente con il prossimo! Cercherò di pubblicarlo domani, quindi pazientate ancora per poco e ne vedrete delle belle...
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo 11: non ti fidi di me ?! ***


Capitolo 11 :  non ti fidi di me ?!
 
Il giorno dopo era domenica mattina e avevo cominciato da neanche cinque minuti a correggere i compiti, che qualcuno bussò alla porta.
- Avanti –
Entrò Piton, che richiuse la porta facendo attenzione di non esser visto, e si girò a guardarmi.
- Severus, ho un sacco di compiti da correggere… -
- Ci penserai dopo ! – si sporse sul tavolo per darmi un lungo bacio. Quando si scostò gli sorrisi, ma ero decisa a non cedere.
- Dai, vattene… -
- Non mi convincerai tanto facilmente –
- Scommettiamo, Sev ? – lo guardai maligna : sapevo quanto odiasse quel soprannome, ma non si lasciò abbindolare.
- Non me ne andrò a mani vuote. L’hai detto anche tu che non riusciamo mai a finire ed è da quasi una settimana che non rimaniamo soli per più di un minuto ! –
Scoppiai a ridere e alzandomi aggirai la scrivania. Lo presi per il colletto e lo avvicinai a me.
- Allora si faccia valere, Piton -  gli sussurrai ad un soffio dalle labbra.
Lui mi afferrò per i fianchi, stringendomi a sè, e mi baciò con passione. Ma non avevo intenzione di dargli corda…non così facilmente, almeno. Mi staccai e vidi nei suoi occhi una punta d’indignazione.
- Non sarà così semplice Sev…- si accigliò ancora di più – Mi è appena venuto in mente che qualche giorno fa, Silente ti doveva parlare…-
- Non era niente d’importante ! – ribattè troppo velocemente. Intuii che mi nascondeva qualcosa.
- Avanti parla – lui si staccò da me.
- Non sono cose che ti riguardano ! –
Lo fissai stupita e m’infuriai.
- Come scusa ?! Non mi riguardano, eh ? Benissimo ! Allora sa che le dico, professor Piton ? Esca e mi lasci in pace – conclusi lapidaria. Feci per tornare a sedermi, ma mi afferrò un braccio.
- Luce aspetta, non fare così…-
- Lasciami –
Lo guardai neutra : ero più che infuriata. Lo intuì e mi lasciò andare.
- Luce… - sospirò, passandosi una mano nei capelli. Era indeciso.
- Va bene senti…riguarda Silente – fece una breve pausa – non so se posso dirtelo… -
- Severus, puoi fidarti, lo sai benissimo ! –
Mi fissò dritto negli occhi prendendo coraggio.
- Sta morendo, per colpa di una maledizione…gli rimane poco tempo – sgranai gli occhi sconvolta e aprii la bocca, cercando qualcosa da dire.
- Per Salazar…-
- Già…lui mi ha, ecco…chiesto di fare una cosa. Una cosa terribile –
Un po’ di paura si fece largo nel mio cuore. Sentivo una strana morsa allo stomaco, come una sensazione di pericolo.
- Cosa ti ha chiesto… ? – chiesi esitando. Ma lui tornò a chiudersi in sè stesso.
- Non…non posso dirtelo ! –
- Non puoi o non vuoi ? –
- Non voglio –
Non ci credevo : non si fidava di me ! Lo osservai, assottigliando lo sguardo. Se ne stava di fronte a me, appoggiato alla scrivania, la testa tra le mani. Sembrava sconfitto, un eroe caduto in guerra…il mio eroe. Ma proprio non riuscivo a provare tenerezza in quel momento. Mi avvicinai, ancora arrabbiata.
- Non ti fidi di me ?! –
Gli puntai un dito al petto e a neanche due centimetri dal viso sibilai :
- Però della tua Lily Evans ti fidavi ciecamente, vero ? Certo ! E chi non si sarebbe fidato di quella smorfietta Grifondoro ? –
Vedevo il suo sgardo ferito e ne gioivo; ormai non m’importava più di quello che dicevo.
- Dimmelo immediatamente o vedrai che non scherzavo poi tanto sulle torture –
Lui aprì la bocca sorpreso e ammutolito, per poi uscirne con il suo solito ghigno beffardo.
- Sono proprio curioso… -
I miei occhi si persero nei suoi, così profondi, intensi, penetranti…anche lui mi fissava, senza distogliere lo sguardo.
- Hai degli occhi così belli, Luce… -
Un brivido mi percorse la schiena, a sentir dire il mio nome con quella voce calma e calda…e sexy ! Senza più pensare al litigio di poco prima mi avventai su quelle labbra invitanti. Rispose al bacio e mi strinse a sè. Avvolsi le braccia al suo collo e mi avvicinai ancora di più. Le nostre lingue s’incontrarono, cominciando una danza ipnotica. Lo volevo.
Con un gesto brusco, lui buttò per terra tutto quello che ingombrava il tavolo e mi ci fece sdraiare sopra. Si chinò e si distese su di me. Le mie dita corsero sul suo petto e presi a slacciargli gli interminabili bottoni della casacca, che finì per terra seguita dalla camicia bianca. Rimase a torso nudo e, sempre baciandolo, feci scorrere le mani sulla sua pelle calda, sfiorando le cicatrici che gli percorrevano tutto il petto. Lui scese a baciarmi il collo. Sentivo la sua lingua lambirmi la pelle e cercai di trattenere i gemiti. Mi diede un leggero morso, facendomi scappare un lamento. Dopo avermi torturato la parte lesa scese sul petto, togliendomi velocemente il vestito. Rimasi in biancheria intima, mentre lui mi scrutava con quegli occhi da rapace. Mi slacciò il reggiseno, togliendolo delicatamente. Mi guardò per un secondo ancora e poi calò famelico a baciarmi i seni. Iniziò a succhiarmi un capezzolo, mentre con la mano stringeva l’altro seno. Poi risalì alla mia bocca, mentre una mano scendeva lungo il mio ventre. Lentamente spostò l’elastico degli slip e mi accarezzò gentilmente la parte sensibile. Non riuscivo più a trattenere i gemiti e cominciavo ad ansimare per il desiderio. Con calma infilò un dito…poi un secondo…poi un terzo, entrando sempre più in me.
- Ah…Severus…no… - cercai di dire, ma mi zittì con un intenso bacio. Ritrasse la mano e mi strappò l’indumento. Con la bocca scese al mio collo, sempre più giù. Attraversò il mio ventre e continuò a scendere. Sapevo che aveva in mente. Un grido mi scappò, quando la sua lingua entrò in contatto con la mia natura. Cominciò a leccare e succhiare, facendomi gemere sempre più. Quando stavo per raggiungere il limite si staccò e risalì. Un gesto di bacchetta e i suoi pantaloni scomparvero. Sentii il suo membro duro toccarmi il basso ventre e inarcai la schiena, allargando le gambe e avvicinandomi di più. Lui mi penetrò lentamente, fino in fondo.
- Severus…ti prego… - lo desideravo troppo. Mi baciò con passione e iniziò a muoversi. Prima piano, poi sempre più veloce. Ormai sapevo che era questione di secondi.
Venimmo nello stesso istante.
- SEVERUS ! – urlai senza ritegno. Pian piano rallentammo, fino a fermarci. Uscì da me e restammo abbracciati e ansimanti per quella che mi sembrò un’eternità. Mi accarezzò dolcemente una guancia, poi si staccò e scese dal tavolo. Si rivestì, mentre io lo guardavo. Mi rimisi in piedi anch’io e raccolsi i miei vestiti dal pavimento, me li infilai e mi avvicinai a lui. Severus mi prese il viso tra le mani e mi baciò dolcemente.
- Io mi fido di te, tesoro. Se non ti dico nulla è per proteggerti…- io sospirai.
- Lo so…scusa per prima. Sono stata orribile –
- Una vera serpe ! – ridacchiò lui – Ma è per questo che mi piaci tanto… -
Passarono alcuni secondi.
- Forse dovresti tornare alle tue correzzioni  –
Lo osservai ancora un attimo, poi gli diedi un profondo bacio.
- A dopo Sev –
- A dopo Luce –
Lo seguii con lo sguardo mentre usciva, chiudendo la porta dietro di sè. Sorrisi tra me e me e mi girai verso la scrivania. Guardai per terra.
- Bel casino… - tirai fuori la bacchetta e rimisi in ordine fogli e roba varia. Mi sedetti e con un sospiro chiusi gli occhi, lasciandomi cullare dalle immagini di poco prima.
 

Nota dell'autrice : allora che ne pensate? Io l'unica cosa che riesco a dire è : era ora!!! :D Comunque avete due settimane per “rimuginare“ sulla cosa perché vado via...ma appena torno pubblicherò un nuovo capitolo, promesso!!!! A presto! 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo 12 : Ti amo ***


Capitolo 12 : Ti amo
 
Era una calda mattina di Marzo e io mi stavo dirigendo al campo di Quidditch per assistere alla partita : Grifondoro contro Tassorosso. Mi sedetti sugli spalti, di fianco alla McGranitt e dietro alla tribuna del cronista. In campo Harry dava istruzioni alla squadra e notai che al posto del portiere non c’era Weasley, ma McLaggen.
Ero impegnata a controllare se ci fosse Severus (speranza vana : assisteva solo alle partite di Serpeverde) quando Madama Bumb diede inizio alla partita e alle mie orecchie giunse la voce amplificata di Luna Lovegood. Mi girai di scatto e la vidi seduta davanti a me con il megafono in mano.
« Oh-mio-dio…ma chi é quel deficiente che le ha permesso di fare la cronaca ?! »
Guardai la McGranitt che, a disagio, si torceva le mani, evitando lo sguardo degli altri insegnanti, ed ebbi la risposta.
- Minerva… ?! – le sussurrai sconcertata.
Lei mi zittì con un occhiata e tornai a guardare la partita, con la voce allegra e sognante di Luna che commentava quanto le stesse simpatica Ginny Weasley.
- …Oh, guardate, ha perso la Pluffa, Ginny gliel’ha presa, lei mi piace, è molto carina… - stava dicendo la ragazza - …Ma ora quel giocatore grosso di Tassorosso le ha tolto la Pluffa, non mi ricordo come si chiama – cercai di non ridere – qualcosa come Bibble…no Buggins… -
- È CADWALLADER !!! – urlò Minerva e io scoppiai in una risata irrefrenabile (come quasi tutto lo stadio del resto), tenendomi la pancia con le mani.
Quando finalmente riuscii a ricompormi vidi Cadwallader segnare, seguito a ruota da due giocatori Grifondoro. Dopo poco Tassorosso riuscì a pareggiare, ma Luna non lo notò minimamente. Disinteressata da quisquilie come il punteggio, insisteva a far notare la forma interessante di alcune nuvole, finchè la McGranitt non le prese il megafono.
- Settanta a quaranta per Tassorosso ! – ci abbaiò dentro, per poi ridarlo alla ragazza.
- Di già ? – domandò lei – Oh guardate ! Il portiere del Grifondoro si è impadronito di una delle mazze dei Battitori –
Alzai lo sguardo. Era vero, McLaggen stava mostrando ad un suo compagno di squadra come colpire un Tassorosso. Harry si precipitò verso di lui gridandogli contro, quando il portiere colpì un Bolide e lo spedì dritto addosso a Potter. Quest’ultimo cadde dalla scopa e finì pesantemente a terra. Gli spalti rosso-oro si riempirono di urla di sorpresa e con la coda dell’occhio vidi Ginny Weasley dirigersi minacciosa verso McLaggen, strappargli la mazza dalle mani e tirargliela in testa. Una ragazza la fermò prima che uccidesse il povero malcapitato.
Minerva si alzò e corse a soccorrere Harry, per poi scortarlo in infermeria. Io richiusi la bocca che avevo spalancato.
- Bè, questa poi…se lo sapesse Severus…direi che Grifondoro ha già perso…povero Harry ! – mi alzai, per dirigermi al castello.
 
Bussai e aprii la porta, senza aspettare risposta. Severus era seduto alla scrivania, penna alla mano, intento a scrivere qualcosa. Alzò lo sguardo su di me e mi fece il solito mezzo sorriso.
- Che c’é, non eri a guardare la partita ? –
- Oh, ci sono stata ! È successo un casino e una cosa è certa : Grifondoro non vincerà stavolta –
Ora avevo tutta la sua attenzione.
- Racconta –
- Lasciando perdere il fatto che la McGranitt è furiosa con Luna Lovegood perchè ha fatto la cronaca…dovevi vedere ! McLaggen, il portiere del Grifondoro, ha spedito un Bolide addosso a Harry, spedendolo in infermeria, dopo solo dieci minuti dall’inizio ! –
Mi guardò un secondo, perplesso.
- Ma scherzi ? –
- Per niente ! –
Lui sorrise (un sorriso vero, a trentadue denti), lasciandomi quasi a bocca aperta.
- Mi perdo le cose migliori, sembra ! –
- Ma dai, povero Harry… -
- Madama Chips lo rimetterà in sesto in un lampo – si alzò e mi venne incontro – Piuttosto…non mi hai ancora salutato come si deve –
Gli sorrisi e lo baciai.
- Fatto. E ora ? –
- Avrei un’idea… -
Mi prese per mano, guidandomi verso la sua stanza.
 
Il giorno dopo la Sala Grande era costellata di brusii sulla partita. Guardai il tavolo rosso-oro e vidi uno spiazzo completamente vuoto attorno a McLaggen. « Poverino… » pensai sorridendo. Harry era già tornato e guardava in cagnesco l’EX-sostituto portiere. Mi girai verso Severus, mi chinai e gli sussurrai :
- Che ne dici, ce ne andiamo ? –
- Approvato –
Ci alzammo e uscimmo senza essere visti dalla porticina dietro il tavolo degli insegnanti. Attraversammo qualche corridoio e salimmo sulla torre di Astronomia. Ci sedemmo. Il cielo era limpido e una lieve brezza ci sfiorava la pelle.
- Ti ricordi che avevo promesso di farti ridere ? –
- Come dimenticarlo… -
- Ieri ci sono andata vicino, eh ? –
Mi guardò alzando un sopracciglio, un lieve sorriso sulle labbra.
- Non riesco ancora a capacitarmene ! –
- Il solito esagerato…- gli misi una mano sulla guancia – invece hai un bellissimo sorriso ! –
Lui mi fissò dritto negli occhi, sorprendendomi per la seconda volta in due giorni, con due semplici, dolci parole :
- Ti amo –
Lo fissai spalancando gli occhi, stupita, e poi gli sorrisi.
- Anch’io Sev –
- Lo so…ma non chiamarmi così –
Scoppiai a ridere e gli diedi un lieve bacio sulle labbra.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Capitolo 13 : Sectumsempra ***


Capitolo 13 : Sectumsempra
 
Camminavo per i corridoi, mano nella mano con Severus. Era un pomeriggio tranquillo, senza troppa gente in giro. All’improvviso lui si fermò.
- Che c’è… ? –
- Hai sentito anche tu ? –
Scossi la testa.
- Sembrava qualcosa che andava in frantumi… -
Tesi l’orecchio e sentii chiaramente dei vetri frantumarsi e delle urla. Ci guardammo negli occhi e lo stesso pensiero ci attraversò la mente : un duello di magia.
Cominciammo a correre. Indicai davanti a me.
- Severus, il bagno ! –
Lui mi superò, spalancando la porta, ed entrammo di gran carriera nel bagno dei maschi.
Neanche nei miei sogni più spaventevoli avrei mai immaginato di trovarmi davanti una scena del genere. Fissai il pavimento, ormai diventato un lago di sangue, e Draco Malfoy steso al centro. Sembrava morto, la camicia sbrindellata e intrisa di sangue. Al suo fianco c’era Harry, bacchetta alla mano, visibilmente scosso.
Più svelto di me, Severus si precipitò verso Draco, mentre Harry cercava di dire qualcosa, ma l’uomo non gli diede retta. Impugnò la bacchetta e cominciò a recitare una lunga formula. Le ferite si richiusero e il povero ragazzo cacciò un fievole lamento.
- Luce – sobbalzai e guardai Severus – Tu porta Draco in infermeria –
Lo fissai per un secondo e poi la mia attenzione tornò brevemente su Harry. Temevo ciò che sarebbe potuto succedere se mai li avessi lasciati soli : Severus aveva lo sguardo colmo di gelida rabbia.
- Severus…-
- Fa come dico ! – m’interruppe brusco.
Mi affrettai verso Draco e cautamente lo feci alzare  a mezzaria con un colpo di bacchetta. Lanciai un ultimo sguardo ai due e poi, con un sospiro, uscii, con Draco sempre svenuto al seguito.
 
Quando entrai in infermeria, madama Chips mi venne incontro, preoccupata.
- Cos’è successo ? – mi chiese, mentre stendevamo Draco su uno dei letti.
- Non credo che sia il momento adatto per parlarne, devo tornare subito indietro ! –
- Perchè ? –
- Per evitare una strage… -
Affidando il ragazzo alle mani esperte della donna, feci dietrofront e tornai a grandi passi da dove ero arrivata. Entrai nel bagno ma non c’era nessuno.
- Nessun cadavere, bene… - sussurrai tra me e me.
 
Arrivata davanti all’ufficio di Severus entrai senza tante cerimonie. Lui era in piedi, appoggiato alla scrivania e sembrava aspettarmi.
- Che è successo ? – chiesi titubante.
- Niente di ciò che pensi. L’ho messo in punizione per un mese e gli ho tolto duecento punti ! Mi dispiace solo per la McGranitt, le sarà venuto un colpo passando davanti alla clessidra del Grifondoro…-
Gli sorrisi e mi avvicinai.
- Tu stai bene ? –
Mi scoccò un’occhiataccia.
- Smettila di fare lo scontroso, hai rischiato grosso e lo sai ! –
Si passò una mano sugli occhi e mi addolcii. Lo abbracciai dolcemente.
- Lo so…- disse – ma Draco è salvo ? –
- Certo ! Il voto non è stato infranto, tranquillo*…sei qui con me ora, non ci pensare più ! –
Si scostò un poco e mi guardò con il sopracciglio perennemente alzato.
- Un mio studente è stato quasi ucciso da un compagno e non dovrei pensarci ? –
Sbuffai e feci per allontanarmi.
- No, no, aspetta ! Scusa… - mi strinse a sè – sono impossibile…-
- No, sei Piton –
- Doveva far ridere ? –
- Ai comuni mortali sì ! Ma tu sei diverso…-
- Finiscila – mi ammonì.
- Hai sempre da brontolare ! – lo baciai dolcemente e lui, seppur contrariato, ricambiò. Ci staccammo e mi guardò negli occhi.
- E questo ti crea problemi ? – mi chiese.
- Al contrario, io adoro i pipistrelli brontoloni ! – gli sorrisi e in risposta ottenni il suo solito mezzo ghigno.
- Vediamo cosa dirai fra poco ! – mi sollevò di peso e tenendomi, stupita, tra le braccia si avviò verso la camera da letto.
 
 
 
 
 
 
 
* (n.d.a.)Per chi non se lo ricordasse : qui si parla del voto infrangibile ! Severus ha promesso di proteggere Draco, se non avesse adempito a ciò sarebbe morto…

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Capitolo 14: Rivelazioni ***


Capitolo 14 : Rivelazioni
 
Era arrivato Giugno e il caldo soffocante dell’estate. Era notte fonda e stavo pattugliando i corridoi del settimo piano, quando sentii delle voci provenire dalle parti dell’arazzo di Barnaba il babbeo. Sicura che qualche studente stesse tentando una “passeggiatina notturna“ mi affrettai da quella parte, ma girato l’angolo mi trovi davanti la Cooman. Più scompigliata del solito, emanava un forte odore di Sherry.
- Sibilla, che succede ? –le chiesi avvicinandomi.
Lei spalancò gli occhi spaventata e, dopo dopo essersi accorta che ero io, fece una faccia contrariata.
- Pensavo fosse un’altro ragazzo… -
- Un’altro ? Ci sono ragazzi in giro per il castello ? –
Cominciò a torcersi le dita, non sapendo bene che dire.
- Sibilla ? –
- Quel Potter…andava dal preside…e anche… - si bloccò di nuovo.
- Chi ? – a Harry avrei pensato poi, ma all’altro, nessuno gli avrebbe tolto una bella punizione.
- Ero entrata un attimo nelle stanza e mi ha buttata fuori ! – indignata, indicò il muro alle sue spalle e pensai che doveva essere proprio brilla – Un biondino, alto, tutto altezzoso,… -
- Draco Malfoy ! – esclamai.
Non potevo sbagliarmi. Ma che ci faceva Draco, nei corridoi, di notte ?
- Dov’è adesso ? –
- Non lo so… - e detto questo tirò fuori una bottiglia di Sherry e cominciò a traccannarla. ebbi pietà di lei e la presi sotto braccio.
- Vieni cara, ti accompagno nelle tue stanze –
La trascinai letteralmente sulla scala che portava alla sua torre e l’abbandonai lì, poi ridiscesi velocemente i gradini. Ero decisa a trovare il ragazzo, quindi tornai nel corridoio di prima e feci avanti e indietro, aprendo tutte le porte. Alla fina, sconfitta, mi appoggiai al muro con un sospiro e caddi all’indietro. Atterrai pesantemente sul pavimanto di pietra e mi accorsi di essermi appoggiata ad una porta.
- E questa da dove sbuca ?! – ero sicura di non averla notata prima.
Mi rialzai dolorante e mi girai a guardare la stanza. Spalancai la bocca, davanti a quell’incredibile accozzaglia di oggetti. C’era proprio di tutto, e la stanza sembrava non finire mai. Gli oggetti erano accatastati uno sopra l’altro e le pile di cianfrusaglie arrivavano a sfiorare il soffitto, minacciando di cadere da un momento all’altro.
Draco non si vedeva da nessuna parte e la sala era decisamente troppo grande per essere controllata completamente. Con un sospiro rassegnato mi arresi e uscii di nuovo in corridoio, richiudendo la porta alle mie spalle.
Ragionai sul da farsi : potevo andare da Silente, ma se la Cooman aveva ragione ci avrei trovato Harry ( non che la ritenessi abbastanza sobria da essere attendibile), e poi non era certo una cosa così grave da essere riferita al preside. Altrimenti potevo rivolgermi a Severus, il capocasa di Draco.
Presa la mia decisione, mi voltai e inforcai le scale per i sotterranei. Davanti alla porta mi fermai titubante, ma poi l’aprii e, richiudendola silenziosamente, mi diressi verso la camera da letto di Severus. Lui era profondamente addormentato, steso tra le coperte rigorosamente nere. Sorrisi, sembrava un angioletto talmente era tranquillo e sereno (in confronto a come era di giorno, mi pareva un’altra persona). Mi sembrava un peccato svegliarlo, ma non avevo scelta. Lo scrollai leggermente e lui spalancò gli occhi, tirandosi su a sedere.
- Luce ! Ma che diav…? –
- Scusa Severus, è per Draco. La Cooman dice di averlo incrociato in piena notte, al settimo piano –
- E tu l’hai trovato ? –
- No… -
- Allora era ubriaca – e tornò sotto le coperte.
- Sev, dai ! È una cosa seria, sono preoccupata ! –
Lo sentii brontolare una risposta.
- Sev ? –
- E va bene ! –
Scostò malamente le coperte e si alzò, contrariato. Gli sorrisi e gli scoccai un bacio sulla guancia. Mugugnò ancora qualcosa, ma ricambiò con um mezzo sorriso.
- Allora, dove l’ha visto ? –
- Al settimo piano. Dice che l’ha sbattuta fuori da una stanza, ma non doveva avere le idee bene in chiaro. Mi ha indicato il muro, invece che la stanza ! –
- Hai detto settimo ? – sembrava allarmato.
- Sì, ma… -
- Vieni, so dov’è –
Si diresse veloce verso la porta e non potei far altro che seguirlo. Risalì le scale dei sotterranei e attraversò il corridoio, inforcando la scalinata per il settimo piano. Si bloccò davanti all’arazo di Barnaba e cominciò a fare avanti e indietro.
- Ma che fai ? –
- Shhh ! Non sconcentrarmi –
Pensai fosse impazzito, ma poi scorsi qualcosa sul muro e rimasi a bocca aperta : dai mattoni stava sbucando un porta.
Severus se fermò e l’aprì. Era la stanza piena di cianfrusaglie in cui ero entrata prima.
- Per Salazar ! Ma che… ? –
- Si chiama “Stanza delle Necessità“. Appare solo se hai bisogno urgentemente di qualcosa, con dentro tutto ciò che ti occorre –
- E Draco che ci faceva qui a notte fonda ? –
- È quello che vorrei sapere –
Entrammo e cominciammo a camminare tra il ciarpame, guardandoci intorno. Severus sembrava fin troppo ansioso, non me la raccontava giusta. Lo afferrai per un braccio, fermandolo.
- C’è qualcosa che non mi hai detto ? –
Mi guardò negli occhi e sospirò.
- Va bene, ma non interrompermi… - fece una piccola pausa – Hai in mente quella cosa che non volevo dirti, un po’ di tempo fa ? Riguarda Draco…e il voto infrangibile. Prima dell’inizio della scuola, il Signore Oscuro decise di affidare una missione a Draco. Gli assegnò apposta una missione pericolosa, per punire il fallimento del padre –
- È diventato Mangiamorte, vero ? –
Mi rifilò un’occhiataccia.
- Avevo detto di non interrompermi ! Sì, ha ricevuto il Marchio. La sua missione consiste nell’uccidere una persona molto…importante – lo guardai preoccupata.
- Chi ? –
- Silente. Draco deve uccidere Silente e aiutare i Mangiamorte ad entrare nel castello –
Non sapevo che dire. Era decisamente peggio di ciò che mi aspettavo. Piano, piano, tutti i pezzi andarono al loro posto, e diverse cose divennero chiare. Guardai Severus, con terrore.
- Il patto ! –
- Sì. Silente non vuole che Draco diventi un assassino, quindi mi ha chiesto di –
- No !! – esclamai.
Lo abbracciai stretto. Se Severus avesse…no…non poteva succedere…doveva mandare tutto al diavolo, prendere colpe che non aveva…solo perché Silente aveva deciso così ?
- Non farlo ! Non perché quel vecchio rimbambito te lo chiede ! Saresti rinchiuso ad Azkaban ! E il bacio dei dissennatori…no ! Saresti condannato da tutti  e io… -
- Lo sono già Luce ! Da tempo per tutti sono uno da rinchiudere in prigione, tanto vale finirci per qualcosa che ho realmente fatto ! –
Una lacrima mi scese lungo la guancia. Perdere lui voleva dire rimanere di nuovo sola, in bilico su quella voragine che da anni mi tormentava. Non ero pronta per quel vuoto, non così  presto…
- Non lasciarmi… - gli sussurrai.
Lui mi prese per il mento, girandomi il viso verso di lui e guardandomi negli occhi.
- Lo sai che non ti abbandonerei mai. Rimarrò sempre con te ! Ti amo… -
Mi strinsi a lui, sorridendo triste. Adoravo quando se ne usciva con queste frasi dolci.
Dopo un attimo di silenzio ci staccammo e uscimmo in corridoio. Mi accompagnò nelle mie stanze, dandomi la buonanotte con un bacio a fior di labbra, e tornò nei sotterranei.
Mi stesi sul letto e, stanca morta, mi addormentai.


Allora...ancora due capitoli e la prima parte sarà finita!! Gli ho già scritti, quindi dovrei pubblicarli fra poco.
Ho solo una cosa da chiedervi...recensite please!!!!!!! Ne sarei veramente felice! :D

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Capitolo 15 : La battaglia ***


Eccomi qua! Lo so, ci ho messo una vita ad aggiornare...non uccidetemi!!! Sono stata molto (troppo) impegnata con la scuola e quindi...ma sono riuscita a tirarmi abbastanza insieme per scrivere gli ultimi due capitoli della prima parte! Allora...buona lettura! :D



Capitolo 15 : La battaglia
 
Fui svegliata da un bruciore tremendo all’avambraccio : il Marchio si era fatto più evidente che mai. Con orrore guardai fuori dalla finestra e vidi il Marchio Nero che brillava, minaccioso, nel cielo sopra Hogwarts. Afferrai la bacchetta e mi precipitai fuori. Vidi un fascio verde dirigersi verso di me e riuscii all’ultimo a scansarmi. Nei corridoi volavano incantesimi. La fatidica battaglia era iniziata.
Ovunque i mangiamorte combattevano contro gli Auror, che da mesi pattugliavano il castello, i professori e perfino contro studenti coraggiosi. Tra i tanti vidi Neville Paciock che cercava di scappare da un omone.
- Stupeficium ! – in un istante avevo scaraventato il mangiamorte dall’altra parte del corridoio.
- Neville stai bene ? –
- Sì professoressa…grazie… -
Gli sorrisi e mi misi a correre per il corridoio, diretta all’ufficio di Silente, ma svoltato l’angolo m’imbattei in Severus Piton.
- Severus ! –
- Luce ! Vai a ripararti, presto –
- Non ci penso nemmeno ! Dov’è Silente ? –
Esitò un attimo.
- Sulla torre di astronimia…con Draco –
Spalancai la bocca, spaventata, ma mi ripresi subito.
- Ti seguo –
Mi scoccò uno sguardo esitante, per poi riprendere a correre con me subito dietro. Salimmo le scale, ma quando mancarono pochi gradini mi prese per le spalle e mi spinse in un angolo, al riparo.
- Stai qui e aspetta – sussurrò. Il suo tono non ammetteva repliche.
Riprese a salire. Parecchio tempo dopo seppi che accanto a me, nascosto dal mantello invisibile, c’era Harry Potter. Allora credetti di essere sola quando Severus raggiunse i quattro mangiamorte, Draco e Silente.
- Abbiamo un problema, Piton – « Amycus ! Quel… » pensai, riconoscendolo – Il ragazzo non sembra in grado –
In quel momento Silente parlò.
- Severus… - quasi non lo riconobbi : stava supplicando ! Piton spinse da parte Malfoy e scrutò con duri lineamenti il vecchio preside.
- Severus…ti prego… -
Sapendo cosa significavano quelle parole, mi morsi le labbra a sangue. E Piton fece ciò che temevo.
- Avada Kedavra ! –
Un fascio verde mi abbagliò e un lacrima mi scese sulla guancia.
- Fuori di qui, sbrigatevi – ordinò Piton.
Quando mi videro lui mi afferrò per un polso.
- Giù quelle bacchette, lei è con me ! – e detto questo mi trascinò giù per le scale, con sé.
Correvamo nei corridoi, evitando gli incantesimi che volavano dappertutto, io, Severus e Draco. Nel prato passammo accanto alla capanna di Hagrid.
- Stupeficium ! – un bagliore rosso mi sfiorò la testa. Mi girai e vidi Harry.
- Corri Draco ! – urlò Severus.
Io non sapevo che fare. Il ragazzo provò a lanciare qualche incantesimo, ma il professore li parava tutti.
- Reagisci vigliacco ! – urlò Potter.
- Mi hai chiamato vigliacco Potter ? Tuo padre non mi attaccava mai se non erano quattro contro uno, mi chiedo come lo definiresti… -
Harry provò ancora ad alzare la bacchetta, ma l’altro lo scaraventò a terra. Un mangiamorte che correva verso di noi lanciò una Cruciatus sul ragazzo.
- No ! – ruggì Severus – Potter appartiene al Signore Oscuro –
Harry urlò di rabbia e alzandosi gridò contro di lui.
- Sectum… - non riuscì a finire l’incantesimo che si ritrovò per terra. Si rialzò e puntando la bacchetta provò a lanciare un incantesimo non verbale.
- No potter ! – gridò Severus. Ci fu un’esplosione e Harry fu scagliato al suolo. L’altro gli si avvicinò e sibilò, infuriato come non l’avevo mai visto.
- Tu hai il coraggio di usare i miei incantesimi contro di me, Potter ? Sì, sono stato io a inventarli…io, il Principe Mezzosangue ! E tu rivolti le mie invenzioni contro di me, come il tuo schifoso padre ? –
- Mi uccida allora – ansimò il ragazzo – Mi uccida come ha ucciso lui, vigliacco… -
- NON CHIAMARMI VIGLIACCO ! – urlò Severus.
Un brivido di puro terrore mi scese lungo la schiena. Ma in quel momento vidi l’ippogrifo di Hagrid scagliarsi su di lui.
- SEVERUS !! – gridai. Lui cercò di allontanarlo, ma l’animale non demordeva.
- Scappa Severus ! Scappa ! –
Mi guardò, aspettando che lo seguissi, ma scossi la testa : dentro di me sentivo che non potevo andare con lui. Rimase a guardarmi ancora per un attimo e poi corse via. Le lacrime mi rigavano il volto, mentre lo vedevo attraversare i confini di Hogwarts e Smaterializzarsi.
Corsi verso Harry, affiancata subito da Hagrid, che trasportava sulla schiena Thor, il suo cane.
- Stai bene Harry ? – gli chiese.
- Sto bene – sussurrò lui – E tu ? –
- Figurati…mica basta questo a farmi fuori –
Lo sollevò da terra e io lo aiutai a riprendere l’equilibrio. Restai a guardare, mentre cercavano di spegnere le fiamme che lambivano la capanna del guardiacaccia.
- Silente l’aggiusterà in un baleno – commentò Hagrid. Io e Harry lo guardammo.
- Hagrid… -
- Ma cosa è successo ? Ha visto quei mangiamorte che scappavano dal castello, ma cosa diavolo ci faceva Piton con loro ? Ci stava correndo dietro ? –
Sentii una morsa allo stomaco, mentre Harry si sforzava di parlare.
- Ha…Hagrid, ha ucciso… -
- Ucciso ? Piton ha ucciso ? Ma cos’è che dici Harry ? –
Fu allora che capii che il ragazzo aveva visto tutto. Mi misi le mani sugli occhi, mentre le lacrime riprendevano a scorrere, silenziose.
- Silente – sussurrò Potter – Piton ha ucciso Silente –
Mi scappò un singhiozzo.
- Non dire storie – sbottò Hagrid.
- L’ho visto –
- Non è mica possibile –
- Io l’ho visto, Hagrid –
Ma lui continuava a squotere la testa e mentre borbottava che non era vero, io misi una mano sulla spalla del ragazzo.
- Harry… - ma lui si scostò, ricordandosi che c’ero anche io.
- Lei ! Anche lei ha visto ! Era con loro… -
- No Harry…non ero con loro… - provai a spiegare, mentre inzuppavo la veste di lacrime.
Lui mi guardò negli occhi e sembrò capire, almeno in parte, ciò che volevo dire. Ci avviammo tutti e tre verso il castello. Sotto la torre di astronomia si stava raggruppando un bel po’ di gente.
- Ma che guardano laggiù ? – chiese Hagrid – Che c’è sull’erba ? Vedete ? Proprio lì vicino alla torre ? Sotto al Marchio…non sarà mica che qualcuno è stato buttato… ? – Hagrid tacque.
Harry affrettò il passo e noi gli andammo dietro. Ci facemmo strada tra la folla e arrivammo davanti, là dove gli altri avevano lasciato uno spazio…là dove giaceva il corpo senza vita di Albus Silente.
Harry avanzò e gli si inginocchiò accanto.
Di fianco a me, la McGranitt alzò la bacchetta e un fascio di luce salì al cielo. Io la imitai subito e piano piano, tutti puntarono la propria bacchetta verso il Marchio Nero, ancora presente sopra di noi. Lentamente il cielo si schiarì e quando il Marchio di Voldemort sparì del tutto io mi sentì un pochino meglio.
Dopo un attimo, dalla folla si staccò Ginny Weasley, che prese Potter per mano e lo condusse via, aprendosi un varco tra le persone. Gli occhi di Harry erano lucidi.
Dopo qualche minuto Hagrid si avvicinò e prese il corpo di Silente tra le braccia. Grossi lacrimoni scendevano e bagnargli la barba, quando gli studenti e gli insegnanti si scostarono per farlo passare. La professoressa Sprite prese in mano la situazione e fece rientrare tutti i ragazzi nel castello, mentre Lumacorno si apprestava a informare il Ministero. Io aiutai la Sprite a condurre gli alunni nei rispettivi dormitori, per poi rifugiarmi nelle mie stanze. Andai alla finestra e guardai il cielo stellato, mentre il canto di una fenice riempiva la notte.


Dunque, dunque...non so voi ma ogni volta che leggo questo capitolo mi viene da piangere...Sev... ç.ç
Comunque...spero vi sia piaciuto! Se riesco posterò l'epilogo oggi stesso, ma tranquilli, l'ho già a scritto, quindi non dovrete (ancora) aspettare troppo!! 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Epilogo ***


Ecco qua, come promesso ho postato l'ultimo capitolo della prima parte!!! 


Epilogo
 
Le lezioni furono sospese e tutti aspettavano il funerale di Silente. Continuavano ad arrivare carrozze su carrozze.
Il fatidico giorno la Sala Grande era molto più silenziosa del solito. Nessuno sembrava avere molta fame e io neanche riuscivo a guardare il piatto. La sedia di Silente era vuota e accanto a me, ad occupare il posto di Piton, c’era il Ministro : Rufus Scrimgeour ; con cui evitai accuratamente di parlare. Ad un certo punto la McGranitt si alzò in piedi .
- È quasi ora – disse – Per favore, seguite i direttori delle vostre Case nel parco. Grifondoro dietro di me –
In silenzio si misero tutti in fila e uscirono, diretti al lago, dove erano state messe in fila centinaia di sedie. Mi sedetti accanto alla McGranitt, che mi fece un sorriso triste.
Quando tutti furono seduti, dal lago spuntarono le teste delle sirene. Esse cominciarono a cantare, in una lingua strana e incomprensibile. Quella musica ultraterrena mi fece venire la pelle d’oca.
In quel momento Hagrid risalì il passaggio tra le sedie, piangendo in silenzio, e tenendo tra le mani, avvolto in un tessuto nero, il corpo di Silente. Una lacrima solitaria mi scese sulla guancia e la lasciai cadere sulle ginocchia. Hagrid appoggiò il corpo su una tavola di marmo e tornò indietro. Un ometto si alzò e dritto davanti a Silente cominciò l’elogio funebre. Parlò di che grande uomo fosse stato, di ciò che aveva fatto, sommando parole su parole. Non lo ascoltai molto. Con la mente vagavo, ripensando al vecchio preside, con la sua barba grigia e lunga, e il suo sorriso sempre presente sul volto saggio. Mi aveva assunta anche sapendo del mio passato, senza pregiudizi. Poi inevitabilmente i pensieri tornarono a Severus, ma li scacciai con forza, tornando al presente.
L’ometto si sedette al suo posto e all’improvviso dal corpo si levarono fimme bianche. Alcuni urlarono, e quando le strane braci si spensero, al posto del fuoco c’era una tomba, a racchiudere Silente. Poi delle frecce planarono, colpendo la tavola. Girai la testa verso la Foresta Proibita e vidi i centauri. Dopo un attimo sparirono tra gli alberi, le sirene tornarono negli abissi e le persone presero ad alzarsi.
Vidi Harry allontanarsi e gli corsi dietro.
- Harry ! Harry, aspetta ! – finalmente si voltò.
- Professoressa Corway… -
- Chiamami pure Luce, ragazzo. Ormai la scuola è finita – gli feci un mezzo sorriso.
- Mi dispiace tanto Harry. So che tu, più di chiunque altro, tenevi a Silente… -
Gli si disegnò un sorriso triste in volto, ma scomparve subito.
- Profes…Luce. So che non era dalla parte dei mangiamorte, ma… - esitò per un secondo – Cosa ci faceva con Piton ? –
Chiusi gli occhi sospirando : mi aspettavo questa domanda.
- Lui non è chi credi… -
- Lo ha ucciso – rispose secco.
- Io so chi è veramente…l’ho visto…ma purtroppo non posso parlarne. Magari un giorno… -
- Anche lei si fida di lui ? Come Silente ? –
Gli sorrisi dolcemente.
- Sì –
Mi guardò per un attimo, indeciso.
- Bé…io no ! – detto questo si girò, ma prima che si allontanasse riuscii a dirgli :
- Buone vacanze, Harry Potter, e sta attento ! –
Lo guardai andarsene e con calma tornai indietro, incrociando il Ministro che mi rivolse un cenno distratto. Lo vidi mentre raggiungeva il ragazzo, poi spostai la mia attenzione sulla superficie del lago, che rifletteva la luce del sole, rendendolo quasi abbagliante.
Sfregai pensierosa l’avambraccio e mi avviai verso il portone del castello, dove gli studenti si apprestavano a mettere i propri bagagli sulle carrozze, pronti per tornare a casa.


Allora, spero vi sia piaciuto! (Magari fatemi sapere che ne pensate in una recensione, non è difficile! Cliccate su "inserisci una recensione", buttate giù qualche parola e inviate! Mica vi mangio...) 
La seconda parte di You Are My Hero la pubblicherò tra poco. Ho già scritto i primi due capitoli, quindi pazientate: appena la scuola mi lascia un attimo di tregua sarò di nuovo tra voi!! A presto!!!! :D

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=707538