Upper East Side.

di novalee_ack
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** -good morning Manhattan. ***
Capitolo 2: *** -I want to leave for Timbuctu. ***
Capitolo 3: *** -the Crêpes and the Sink. ***
Capitolo 4: *** -fuck you Nicholas! ***
Capitolo 5: *** -Orgasm. ***
Capitolo 6: *** -he's my man. ***
Capitolo 7: *** -I'm yours. ***
Capitolo 8: *** -I really love you. ***
Capitolo 9: *** -Megan and Joseph ***
Capitolo 10: *** -I love Nick ... I guess. ***
Capitolo 11: *** -jealousy. ***
Capitolo 12: *** -Denise's birthday. ***
Capitolo 13: *** -Gabrielle. ***
Capitolo 14: *** -the Jonas are bithces. ***
Capitolo 15: *** -Victor Victrola. ***
Capitolo 16: *** -Victor Victrola. (part 2) ***
Capitolo 17: *** -Victor Victrola. (part 3) ***
Capitolo 18: *** -she's jealous? ***
Capitolo 19: *** -Gabrielle and Joseph. ***
Capitolo 20: *** -Gabrielle and Joseph. (part 2) ***
Capitolo 21: *** -together, again. ***
Capitolo 22: *** -you're in troubles little Lily. ***
Capitolo 23: *** -Nick VS. Joe ***
Capitolo 24: *** -the fragile part of me. ***
Capitolo 25: *** -you make me crazy. ***
Capitolo 26: *** -the hurricane that's inside of me. ***
Capitolo 27: *** -love. ***
Capitolo 28: *** -should've said no. ***
Capitolo 29: *** -should've said no. (part 2) ***
Capitolo 30: *** -she/he will never live. ***
Capitolo 31: *** -far away from her. ***
Capitolo 32: *** -he's gone. ***
Capitolo 33: *** -one year later... ***
Capitolo 34: *** -you're a fuckin' liar. ***
Capitolo 35: *** -Joe, you've a good smell. ***
Capitolo 36: *** -in the L.A hotel's room. ***
Capitolo 37: *** -she isn't your daughter. ***
Capitolo 38: *** -as friends. ***
Capitolo 39: *** 18th July. ***



Capitolo 1
*** -good morning Manhattan. ***


Upper East Side.


Ripose le ultime cose cose nella sua borsa ed uscì di casa urlando un 'ci vediamo dopo'.
Primo giorno di scuola per Megan Hayes. Dopo tre mesi di relax è costretta a ritornare alla solita vita mondana che conduce all'Upper East Side di Manhattan da, quanto? oh si, da tutta la vita. 
Abbozzò un sorrisetto al ragazzo delle pulizie, che ogni mattina alle sette e trenta, teneva aperto il portoncino del palazzo dove Megan abitava. Aveva una cotta per lei da più di due anni. Tutto tempo perso; a Megan non interessava neanche minimamente. 
Imboccò la solita strada a destra e si fermò al solito bar, dove prese il solito cafè. Dopo dieci minuti si trovò davanti quell'odiosa scuola che frequentava da quattro anni. Tra tutti quei montati e stronzette riconobbe il viso familiare di Lily; la sua migliore amica.
«Oh mio Dio. Megan!» le corse in contro, urtando una decina di ragazzi e ragazze che le urlarono paroline non molto carine, e gettò le braccia al collo dell'amica.
«Amore! Cazzo, quanto mi sei mancata in questi tre mesi.» la strattonò per bene, dopodichè sciolse l'abbraccio. Si spostò un ciuffo di capelli neri che le era ricaduto sul viso e non potè fare a meno di sorridere.
«Cazzo, cazzo, cazzo!» ripetè l'amica euforica.
«Ok Lily, abbiamo capito che ti piace, però ora basta.» disse divertita. Quanto le piaceva prendere in giro l'amica squilibrata.
«Dio Meg, quest'estate mi sono fatta le migliori scopate della mia vita!» sospirò alzando gli occhi al cielo.
«Lily!» la rimproverò Megan. «Ma ti sembra questo il modo e il luogo?» disse non riuscendo a nascondere un sorriso.
«Fuck!» la prese sottobraccio e insieme si avviarono sugli scalini più alti. «Dai raccontami un po. Cosa hai fatto quest'estate?» spintonò l'amica con un braccio mentre posizionava la sua borsa tra le gambe.
«Niente di che Lily. Solita vacanza.» sbuffò facendo spallucce.
«E con Nicholas?» sussurrò a testa bassa la ragazza, temendo la risposta dell'amica.
ai ai ai, hai toccato un tasto dolente mia cara Lily.
«E con Nicholas niente, non è successo più niente dopo quel giorno.» diventò seria e cacciò dalla borsa un pacchetto di gomme. Ne infilò una in bocca e prese a marticarla rumorosamente.
«Quindi non vi siete più sentiti?» ritentò l'amica.
«No Lily.» sbuffò Megan chinando la testa in avanti e lasciò che i lunghi capelli neri ricadessero sulle sue gambe.
Megan e Nick erano stati fidanzati per quasi otto mesi, fino a qualche mese prima. Erano una bella coppia insieme, erano felici. Non avevano nulla che gli altri non avevano; sesso a volontà e due vite perfette. Eppure a Nicholas una sola ragazza non bastava. Vi lascio immaginare...
«Dai entriamo.» Lily afferrò Meg per i capelli e quest'ultima fu costretta a seguirla. Entrarono in quell'enorme edificio grigio e beige strisciando come due lumache. 
La tortura era ricominciata, e la tortura comprendeva anche Nick. 
 
*
 
-
Macciao belle stelline :3
Ok, premetto che questa storia non è nulla di originalissimo,  mi sono solo ispirata a Gossip Girl, uno dei miei telefim preferiti e ho voluto scrivere qualcosina.
Spero abbiate apprezzato l'inizio, e che vi abbia incuriosite almeno un po. *u* Ovviamente continuerò, e mi farebbe piacere vedere una vostra recensione. <33
Ora vi lascio perchè è tardi e io domani devo andare a scuola, cazzo! '-'
xoxo Novalee.

 

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Capitolo 2
*** -I want to leave for Timbuctu. ***


Upper East Side.


«Ed anche il primo giorno è andato.» le due ragazze uscirono insieme dall'aula di biologia quando l'ultima campanella suonò. «Sembrava non voler finire più questa giornata.» continuò Lily rimettendo a posto i libri nell'armadietto. Megan aveva l'aria distratta e si guardava attorno con sospetto. L'amica notò che la mora non le prestava attenzione e così le tirò una gomitata.
«Ai!» si lamentò Megan massaggiandosi il braccio. «Che diavolo ti prende?» continuò imbronciata.
«Tu non mi ascolti.» rispose Lily chiudendo l'armadietto in ferro.
«Certo che ti ascolto.» Megan cercò di pararsi il culo, ma sapeva benissimo che Lily aveva ragione; lei non la stava ascoltando affatto.
«Chi diavolo cerchi da mezz'ora?» chiese la bionda
«Nessuno.» Megan nascose il viso tra i suoi lunghi capelli.
«Si certo, e Cicciolina è vergine! Perchè non mi dici che muori dalla curiosità di sapere dov'è Nicholas e la facciamo finita?» sbottò esausta.
«Anche tu hai notato che non c'era?» chiese all'amica così a bassa voce, che Lily fece fatica a capire.
«Ecco, come non detto.» attraversarono l'enorme corridoio, ormai vuoto, che conduceva all'uscita e si sentirono più risollevate quando l'aria pulita, che non sapeva di scuola, inondò le loro narici.
Si guardarono intorno, scrutando quelle facce ben troppo conosciute. E niente, di  Nicholas neanche l'ombra. 
Megan inforcò i suoi ray ban a goccia e sospirò pesantemente. Quanto le mancava. 
Ma lei non poteva far finta di niente. Megan non poteva ignorare tutto quello che le aveva fatto Nick.
Entrambe si voltarono quando sentirono un suono stridulo provenire dalla strada, alla fine della scalinata. 
Una moto. La kawasaki nera di Nicholas. 
«Oh, ora abbiamo la conferma che Nick non è morto.» Lily sorrise schifata, mentre Megan incollò i suoi occhi su di Nicholas. Era bello. Dio, se era bello. 
Lo esaminò attentamente e non potè non notare che Nicholas indossava la giacca di pelle nera che tanto piaceva a Meg, i jeans attillati che gli facevano un culo da paura e i ray ban wayfarer neri che la facevano impazzire. 
I suoi soliti amichetti stronzi lo affiancarono e gli strinsero la mano a turno. Un sorrisetto beffardo comparve sul suo volto quando notò una ragazza rossa urlare il suo nome.
Eliza voce da ochetta. La solita sgualdrina che l'ha data a quasi tutta l'America, compreso il presidente.
«Brutta putt-» Lily si bloccò di colpo quando Meg le rivolse uno sguardo omicida.
La ragazza gettò le braccia al collo di Nicholas e gli ficcò la lingua in bocca. A Megan venne da vomitare così preferì distogliere lo sguardo.
«Che schifo!» mugugnò Lily che guardava la scena con altrettanto ribrezzo.
«Hai detto bene. Che schifo.» ripetè Megan, che combatteva contro i conati di vomito.
Dopo cinque minuti si avvertì il rombo di un motore e Nick partì con Eliza in sella, che sventolava il suo bel culetto per tutte le strade di Manhattan.
Le si strinse lo stomaco a guardare quella scena; vedere Nick con un altra, le sue labbra incollate a quelle della puttana di turno, faceva male e Megan lo sapeva. Era ritornata dalle vacanze da una settimana e avrebbe voluto rifare le valigie in fretta e in furia e partire per un posto lontano; per il Timbuctu magari.
 
*

-
Buon pomeriggiooooo girls. *u*
Ho fatto un veloce aggiornamento prima di dedicarmi ai miei adorati libri. T^T
Mi ha fatto piacere vedere le prime due recensioni per il primo capitolo e vi ringrazio immensamente. <3
Spero che andando avanti le recensioni crescano sempre di più. *--*
Ok, ora evaporo.
Bye.
xoxo Novalee.

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Capitolo 3
*** -the Crêpes and the Sink. ***


Upper East Side.

«Sono a casa!» Megan entrò in casa e posò le chiavi sul tavolino in legno che c'era all'ingresso. Annusò l'aria che sapeva sempre di muschio, poi dopo un paio di minuti si rese conto che in casa non c'era nessuno. «Perfetto.» un piccolo sorrisetto prese forma sul suo viso. Si tolse le ballerine, gettò la borsa per terra, vicino al divano e si spogliò di quell'odiosa divisa scolastica; gonna scozzese blu notte, dalle dimensioni molto mini, abbinata alla cravatta, una semplice camicetta bianca con le spalline a sbuffo, personalizzata per Megan Hayes, ed un gilet doppiopetto blu. La classica divisa americana, insomma. 
Salì velocemente le scale ed arrivò alla sua stanza. Si sfilò la biancheria e si tuffò sotto l'acqua calda della doccia che scivolava veloce sul suo corpo. Rimase nella doccia per ben venti minuti, dopodichè uscì a malincuore, avvolgendosi nell'enorme asciugamano celeste. Si vestì in fretta e sprofondò sul suo letto ad una piazza e mezza dove prese a mangiucchiare una mela, mentre leggeva un libro. 
Aveva la casa libera per tutto il pomeriggio e forse era meglio così; voleva stare da sola. A studiare non ci pensava proprio, così decise di scendere giù in cucina a prepararsi qualcosa.
Frugò nel frigo e nella dispensa e alla fine optò per delle crêpes. Prese tutto ciò che le serviva e si mise al lavoro; versò tutti gli ingredienti in una grande ciotola e iniziò a mescolare tutto per bene. Riscaldò la padella sul fuoco e ci versò dentro una piccola parte dell'impasto gialliccio. 
Dopo quindici minuti circa, Megan si trovava sul divano del salotto a trangugiare le sue deliziose crêpes alla nutella, arrivata direttamente dall'italia, e la tv intantò trasmetteva una vecchia puntata di "A secret life of american teenager".
Non sentì la porta di casa aprirsi e quasi si strozzò con l'ultimo boccone, che le andò di traverso, quando vide Nick dinanzi a se. «Cosa ci fai quì? Come diavolo sei entrato?» urlò alzandosi dal divano, rischiando di inciampare nei suoi stessi piedi.
«Ho la chiave. Me l'hai data tu, dicendomi che potevo venire quando volevo.» disse con fare malizioso.
«Forse dovresti ridarmela. Non stiamo più insieme ora.» riacquistò il suo tono distaccato e freddo come il ghiaccio.
«Si lo so, ma io avevo voglia di vederti.» si lasciò andare sul divano, senza troppi problemi, come se quella fosse casa sua.
«Sono per caso la tua puttana Nicholas?» disse con tono calmo, mentre si alzava dal divano e passò davanti a Nick, che non potè fare a meno di fissare il suo culo ben modellato e dalla forma tonda. Quanto avrebbe tanto voluto posare le sue manine su quel bel ben di Dio.
«Hai finito?» chiese acida Megan, mentre ripuliva il piatto e lo riponeva nella lavastoviglie.
«Di fare cosa?» chiese lui con tono differente.
«Di fissare il mio culo!» sbottò, richiudendo la lavastoviglie con violenza. «Devi andartene e ridarmi la chiave di casa mia. Non voglio più vederti. Ti è chiaro?» stava scoppiando dalla rabbia.
Nick si alzò dal divano e le si avvicinò pericolosamente, tanto che Meg indietreggiò ritrovandosi tra Nick e il lavandino.
«Mi è sempre piaciuto il fatto che tu non indossassi il reggiseno quando sei in casa. Mi fa impazzire.» puntò il suo sguardo sul seno della ragazza, che incrociò le braccia al petto, girando la testa dall'altro lato.
«Cosa c'è? ora ti vergogni se ti guardo?» le sfiorò un braccio con la punta delle dita e Meg rabbrividì violentemente. Chiuse gli occhi, cercando di mantenere la calma. «Vai via!» disse in un sussurro.
«Prima non facevi tanto la difficile e guardati ora, ti infastidisce anche un semplice tocco.» si avvicinò ancora di più e ricoprì la distanza che lo divideva da Megan, incollando il suo corpo a quello della ragazza.
«Quella puttanella di Liza non è riuscita a soddisfarti Nick?» chiese sfacciata, guardandolo negli occhi.
«mmh» mugugnò lui. «Urla troppo ed è facile da soddisfare.» posò le mani sul bordo del lavandino, chiudendo ogni via d'uscita alla piccola Meg. «Quanti bei momenti che mi ricorda questo lavandino.» un ghigno coparve sul suo volto.
Megan iniziò a ricordare, e quando quei ricordi sembravano diventare troppo nitidi allontanò Nick spingendolo contro il grande bancone in marmo. «Devi andartene e per sempre! Ridammi le mie chiavi.» gli tese la mano, aspettando che lui ci riponesse sopra le chiavi. Si avvicinò ancora una volta e posò una mano dietro al collo della ragazza. «Tieniti pure le tue chiavi, ma ricordati che abiti nel mio albergo.» le sussurrò all'orecchio, dopodichè uscì di casa, allo stesso modo in cui c'era entrato; come un fantasma.
 
*
 
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Buon pomeriggio belle bimbe :3
Oddio. 12 recensioni per i primi due capitoli?!? Sono stramegasuperipercontenta. *--*
Non pensavo che questa storia riscuotesse tanto successo u.ù
Bhe, se allora vi è piaciuta tanto, beccatevi sto schifo. <33
xoxo Novalee.

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Capitolo 4
*** -fuck you Nicholas! ***


Upper East Side.

«Dici sul serio?» farfugliò Lily con la bocca piena di cibo.
«Giuro.» 
«No, non ci credo.» spalancò gli occhi e ingoiò tutto.
«Avrei voluto spaccargli la faccia.» battè un pugno sul tavolo dove erano sedute lei e Lily. 
«La prossima volta chiamami, che lo castro.» 
«Non ci sarà una prossima volta. Non permetterò che mi si avvicini mai più.» detto questo si alzò e rovesciò tutto quello che aveva sul vassoio nel cestino dell'immondizia. «Io vado Lily. Ho gli allenamenti.» salutò l'amica con la mano e si diresse in palestra.
Megan faceva parte delle cheerleader da quando aveva messo piede in quella scuola, praticamente. Non ne era il capo solo perchè aveva rifiutato l'offerta. Non voleva che tutti la vedessero come l'ochetta capo cheerleader, quel posto lo aveva lasciato a Liza.
Indossò la divisa blu e gialla e raggiunse le altre ragazze al centro della palestra.
«Ok, ragazze. La prossima settimana ci sarà la gara di basket e noi dobbiamo dare il meglio.» gridò Liza. «Quindi muovete il culo e impegnatevi.» 
La coreografia non era niente di complicato, come sempre. Megan eseguì tutto sotto gli ordini dell'ochetta rossa e quelle tre ore passarono in fretta. «Ok, ci si vede domani.» Meg salutò le compagne e andò negli spogliatoi. 
«Questo spogliatoio è per le ragazze. I maschi non sono ammessi.» disse Meg ad alta voce.
«Lo so.» rispose una voce maschile.
«Cosa ci fai qui Matt
«Volevo chiederti una cosa.»
«Spara.» Megan iniziò a spogliarsi, non curandosi del fatto che Matt, il ragazzo che le era davanti, la stava divorando con gli occhi.
«Ho saputo che ti sei mollata con Nick.»
«E quindi?»
«Ti andrebbe di uscire?»
«Con te?»
«E con chi altrimenti?»
«Ok, va bene. Quando?»
«Stasera?»
«Perfetto.» si legò i capelli con un elestico e si voltò verso il ragazzo che aveva la bava alla bocca. «Sembra che tu non abbia mai visto una ragazza in intimo.» sorrise divertita. «Ora potresti andartene? dovrei farmi la doccia.»
«Certo. A stasera.» si passò la lingua sulle labbra e la salutò malizioso.
 
 
«Tu esci con chi?»
«Con Matt.» Meg inforcò gli occhiali da sole e riprese a camminare lungo il marciapiede che conduceva a casa sua. «Cosa c'è di strano?»
«Di strano proprio niente. Cioè, sono contenta.» ammise contenta Lily. «Mi raccomando però, dacci dentro.» ghignò divertita.
«Certamente. Per lui sarà come andare sulle montagne russe, poi vedrai.» le fece l'occhiolino e sparì dietro alla porta dell'albergo.
Salì in camera e iniziò a prepararsi quando si rese conto che erano ormai le otto.
Si vestì, dopo che aveva passato una mezz'ora buona davanti all'armadio, e lasciò i capelli al naturale. Scese giù nella hall dell'albergo e sbuffò sonoramente quando notò Nicholas. 
«Ma come siamo sexy. Festa?» domandò Nick avvicinandosi.
«No. Ho un appuntamento.» 
«Con...?» la incitò il ragazzo.
«Con "Ficca il naso negli affari altrui, Nicholas" gli diede le spalle ma non si mosse, perchè Nick la teneva per un braccio. «Mi lasci per favore?» chiese stizzita.
«No, fino a quando non mi dici con chi esci.»
«Ma ti sei bevuto il cervello Nick? Ti devo forse ricordare che non stiamo più insieme perchè tu ti sei scopato circa trenta ragazze del primo anno mentre dicevi di amarmi? Ed ora io devo dirti con chi esco? Sei ridicolo.» lo guardò schifata e si liberò dalla sua presa.
«Lo scoprirò.» le gridò Nick quando Megan si trovava già fuori all'albergo.
Aspettò una manciata di minuti e Matt arrivò alle nove e mezza, puntuale come un orologio svizzero. Prima di salire sulla BMW nera del ragazzo però, Megan si voltò verso Nicholas, che la fissava furioso, e gli fece il dito medio, dopodichè sali in macchina, sorridendo soddisfatta.
 
*
 
-
Buon pomeriggio girls :3
Ho deciso di aggiornare, perchè, perchè, perchè, NON HO UN CAZZO DA FARE :3
Spero che vi sia piaciuto, perchè sinceramente non è il massimo '-' un po bruttino, insomma.
Vi lascio leggere e recensire in santa pace.
xoxo Novalee.

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Capitolo 5
*** -Orgasm. ***


Upper East Side.

«Ehy Matt!»
Matt si voltò verso il ragazzo che l'aveva chiamato e lo riconobbe: Oliver. Si avvicinò al suo gruppo di amici  e si sedette con loro. Notò che erano al completo, non mancava nessuno; c'era Oliver, c'era Eddy e c'era Nicholas in dolce compagnia.
«Stasera stiamo organizzando una gara, ci stai?» gli chiese Eddy.
«Non lo so ragazzi.»
«Woh Woh. Cosa succede amico? Ti sei fatto la ragazza e non ci dici niente?» disse Oliver facendo ridere tutti.
«Sto uscendo con Megan.» a quelle parole Nicholas si irrigidì e i muscoli gli ci contrassero. «Stasera sono impegnato ragazzi, mi dispiace.» Nick si rilassò e continuò a sbaciucchiarsi con Liza.
«Megan? La tua ex Nick?» Eddy si rivolse a Nick, che ignorò l'amico.
«Cosa ce ne importa a noi di questa Megan?» si intromise Liza. 
«Si è la mia ex, e allora?» Nick sbuffò e riportò la sua lingua nella sua bocca.
«No, niente.» Eddy fece spallucce e continuò a bere la sua coke. «Su dai, raccontaci Matt. Com'è a letto Megan?» chiese il ragazzo, con fare malizioso.
Nick sbattè forte un pugno sul tavolo dov'erano seduti. Scostò Liza bruscamente dalle sue gambe e si avvicinò ai ragazzi. «Si è vero Matt, raccontaci com'è Megan a letto.» ripetè.
«Nick io non so-» il ragazzo lo precedette. «Non farti molti problemi Matt, visto che te ne sei fottuto altamente di me quando sei uscito con Megan.» disse con un sorrisetto forzato. «Ma dopo tutto a me non da fastidio, visto che io e lei non stiamo più insieme. Quindi, continua.» si rilassò di poco e ritornò a palpare il sedere della sua ragazza.
«Allora Matt, ci sei andato a letto si o no?» chiese ancora una volta Eddy.
«Si, si porca troia. E wow, è stato come andare sulle montagne russe.» affermò soddisfatto, mentre gli amici sogghignavano e si davano il cinque.
Nicholas intanto, guardava la scena disgustato dai suoi amici e dai loro pensieri sulla sua ex ragazza. Se Megan fosse ancora la sua ragazza li avrebbe presi a pugni uno ad uno. «E tu Matt?» chiese ad un tratto.
«Io cosa?» chiese il ragazzo, ritornando serio.
«Per te e stato come andare sulle montagne russe, ma per lei, è stato lo stesso?» chiese con un filo di malizia. Degli oh-oh si levarono tra gli amici.
«Certo che si.» 
«Davvero? Da quando Megan è diventata così facile da soddisfare. Ricordo che quando stavamo insieme impieg-» fu interrotto da Liza. «Dobbiamo per forza parlare di Megan e di quanto sia facile da soddisfare a letto?»
Il ragazzo ridacchiò e terminò lì il suo racconto. «Okay ragazzi io vado. Megan mi sta aspettando.» Matt si alzò dalla sedia e raccolse le sue cose.
«Salutala da parte mia.» Nick gli fece l'occhiolino e un sorrisetto bastardo prese forma sul suo viso.
«Senz'altro.» infastidito, Matt si voltò e uscì dalla mensa.
 
 
«Lily smettila di ridere.» 
«Non ci riesco.» la bionda ricominciò a ridere a crepapelle. 
«Non puoi andare avanti per tutta la giornata.» cercò di zittirla poggiandole una mano sulla bocca, ottenendo, però, degli scarsi risultati.
«Davvero hai dovuto fingere di aver raggiunto l'orgasmo?» ricominciò a ridere mentre Megan avvampò dall'imbarazzo.
«Lily ti prego smettila, così rendi tutto più complicato.» sbuffò e si lasciò cadere sugli scalini.
«Ok, basta. La smetto.» si asciugò le lacrime e si ricompose. Affiancò l'amica e le prese le mani. «Raccontami.»
«Non c'è niente da raccontare Lily, te l'ho detto. Non ho raggiunto l'apice del piacere insieme a lui.» fece spallucce e chinò lo sguardo sulle sue converse.
«E così hai dovuto fingere?!» 
Megan annuì e poggiò il mento sulle ginocchia.
«Con Nick non ti è mai successo?» chiese ancora Lily, assumendo un aria alquanto seria.
«Dai Lily, chi vuoi prendere in giro? Chiunque raggiungerebbe l'orgasmo con Nick, anche solo guardandolo!» sbottò la bruna, sbuffando ancora una volta.
«Ti giuro non so cosa dirti.» la imitò e poggiò anche lei il mento sulle ginocchia, ed entrambe si ritrovarono a guardare quell'orda di ragazzi che si riunivano ogni giorno alla fine delle lezioni, fuori al grande cortile della scuola.
 
*


-
Buon pomeriggio belle stelline *--*
Tatààà, ho aggiornato. Yeah! Lo so che non è il massimo, ma il prossimo capitolo arriverà presto. ùu
Ora vi lascio. <3
xoxo Novalee.


 

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Capitolo 6
*** -he's my man. ***


Upper East Side.


Nei giorni seguenti...

«Tutto bene con Matt?»
La mora fece spallucce e continuò a camminare. Lily la prese sottobraccio e la fece voltare. «Ascoltami amore, lo so che tu per quel ragazzo non provi niente, e so anche che lui sta con te solo per il sesso e per far invidia ad altri cento ragazzi che vorrebbero scoparti nel bagno della scuola.» Megan ridacchio, mentre Lily le sorrideva sincera. «Credo che tu debba rompere con lui. Lo vedo che ci stai male e che soffri come un cane e stare con Matt non ti aiuta.» 
Meg si lasciò cadere sulla panchina in legno, dipinta di verde. «Sto male Lily, tanto. Non ci riesco, io proprio non so lui come faccia. La scuola è iniziata da un mese ormai ed io sono costretta a vederlo ogni santo giorno appiccicato a quella là. Mi fa male il cuore al solo pensiero di Nick che fa sesso con Liza, perchè il loro è sesso e non amore.» fece una piccola pausa. «Lui era mio Lily, fino a qualche mese fa, lui era solo mio. Era il mio uomo. MIO, capisci?» urlò mentre le lacrime ebbero la meglio. «Non posso andare avanti così, non più.» farfugliò con la voce impastata dalle lacrime, mentre Lily l'attirò a se e iniziò ad accarezzarle delicatamente i capelli. «Sssh» non seppe dire altro, e mentre le accarezzava i capelli piccole lacrime iniziarono a bagnarle il viso; Lily stava male vedendo Megan in quello stato. 
 
 
Il campanello di casa suonò e, seppure contro voglia, Megan si alzò dal divano ed andò ad aprire.
Non fu molto stupita di trovarsi davanti Nick. Sbuffò rumorosamente e iniziò a picchiettare le dita contro il legno della porta. «Cosa vuoi Nick?» 
«Ciao anche a te.» disse lui sorridendo malizioso.
Megan fece per richiudere la porta ma il ragazzo la bloccò con la mano. Si arrese e lo lasciò entrare, accomodandosi nuovamente sul divano, ignorando la presenza di Nick.
«Nervosetta?» chiese Nick servendosi tranquillamente, prendendo una bottiglina d'acqua dal frigo. 
«Si.» rispose Megan, senza distogliere lo sguardo dalla televisione.
«Credo che ti serva un po di sano sesso.»
Meg si alzò stizzita dal divano e raggiunse Nicholas che stava all'impiedi, poggiato al frigorifero.
«Nicholas, smettila. Smettila di piombare improvvisamente in casa mia. Smettila di rovinare sempre tutto. Smettila di fare tutto ciò che riguardi anche me. Smettila!»
«Lo ripeto; ti serve del sesso. Dimmi la verità, da quanto non godi come si deve?» 
«La mia vita sessuale non ti riguarda!»
«Mi riguarda eccome, visto che sono l'unico che riesce a farti urlare così tanto da far lamentare i vicini.» ridendo, si avviò verso il divano.
«Nick devi andartene.» disse seria.
«Non vuoi divertirti un pò?»
«No, a quello ci pensa Matt.» cercò di essere convincente.
«Chi vuoi prendere in giro? Qual è la percentuale che tu ti ecciti quando Matt ti avvolge i fianchi con le mani? così per esempio...» si avvicinò a Megan, che era rimasta immobile, e le poggiò le mani sui fianchi, provocandole infiniti brividi lungo la schiena; quanto le era mancato quel contatto. «E quando ti bacia il collo, in questo modo...» prese a baciarle il collo, lasciando delle scie di saliva sulla pelle candida, facendo così salire, l'eccitazione nella ragazzam alle stelle.
«N-nick, vattene via.» mugugnò stringendosi ancora di più alle spalle del ragazzo.
«Chissà perchè, ma ho il presentimento che i tuoi ormoni stiano per scoppiare.» ridacchiò sul suo collo.
E aveva ragione cazzo, aveva pienamente ragione. I suoi ormoni sarebbero scoppiati da lì a poco e avrebbe tanto voluto prendere il ragazzo e spingerlo sul divano.
«Allora, cosa facciamo pulce? il letto ci sta aspettando.» 
Megan rimase impassibile nella sua forte presa che la teneva incollata al suo corpo, incapace di respingerlo e di prendere una decisione. Cosa doveva fare?
 
*

-
Buonaseraaa :3
Non sapete quanto sono contenta di vedere le vostre recensioni çwwwç mi rendono la ragazza più felice di questa terra.
Non saprò mai ringraziarvi abbastanza.
Nel frattempo beccatevi quest'altro capitolo e fatemi sapere cosa ne pensate. uù
Secondo voi cosa farà Megan? KJADSNCSK vi voglio tenere sulle spine. Muhahaha
xoxi Novalee.

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Capitolo 7
*** -I'm yours. ***


Upper East Side.


«Non so cosa dire, giuro. Mi hai lasciata senza parole.» fissò ancora una volta Megan, che era nella stessa posizione da circa un ora. «Credevo che tu fossi stata al suo gioco e invece non l'hai fatto.»
«Già.» disse in un sussurro. «Mi sta distruggendo. Piomba all'improvviso in casa mia, e prende il controllo della mia mente. E' frustante Lily. Non hai idea di quanto avrei voluto fare l'amore con lui.» mimò il gesto delle virgolette alla parola "amore". 
«Immagino.» le circondò le spalle con il braccio e si adagiò su di lei. «Basta! mi sono stufata di sentir parlare solo di Nicholas di qua e Nicholas di là. Stasera siamo state invitate ad una festa e noi ci andremo!»
«Invitate? perchè io non ho ricevuto nessun invito?» chiese beffarda.
«Ehm, si...ecco...è probabile che io li abbia persi questi inviti.» farfugliò. Lily non era brava a mentire.
«Ma smettila!» la spintonò, ridendo. «A che ora mi passi a prendere?» 
«Alle dieci va bene?»
«Perfect!» 
Entrambe si alzarono dagli scalini e prima che uscissero dal cancello verde della scuola, Megan diede un occhiata fugace a tutte quelle facce che le stavano imitando; di Nicholas neanche l'ombra, ancora una volta. 
 
Arrivarono alla festa in perfetto orario, come sempre. «Ed ora da dove entriamo?» Megan scrutò per bene l'enorme villa che si ritrovarono davanti agli occhi. 
«Io sono un genio e tu non lo sai. Non ci siamo solo noi cretina, ci sono anche Oliver e Eddy.» 
«Ci sarà anc-» non ebbe modo di finire, perchè Lily la precedette. «No, lui non c'è, almeno così mi hanno detto i ragazzi.» Megan annuì un po titubante, dopodichè scese dalla porche rossa di Lily.
«Dai andiamo.» 
Raggiunsero velocemente i due ragazzi che si trovavano sul retro della casa, senza dare nell'occhio.
«Buonasera girls, siete magnifiche.» fu Eddy il primo a parlare e a salutare le due amiche. 
«Andiamo?» chiese un Oliver abbastanza spazientito dall'eccessivo ritardo di Lily e Megan.
«Certo.» 
Si avviarono tutti insieme, entrando dal retro della villa naturalmente, e una volta dentro ognugno si separò dall'altro. Megan, che perse subito di vista l'amica, decise che avrebbe iniziato bevendo qualcosa. Così si avvicinò al bancone e ordinò una tequila. Il ragazzo ubbidì e subito dopo le portò il bicchiere strapieno, che Megan mandò giù tutto d'un sorso. Chiese il bis e lo stesso ragazzo gliene portò un altro e Megan lo bevve allo stesso modo del precedente e lo stesso fu anche per quello dopo e quello dopo ancora. Si alzò dallo sgabello barcollando e con la musica che le rimbombava nella testa uscì fuori in giardino, sentendosi subito risollevata. Che aveva bevuto troppo era evidente, ma l'alcool non era una medicina al dolore che provava. Si sedette a bordo piscina e immerse i piedi nell'acqua tiepida. Per un attimo le balenò in testa la grandiosa idea di tuffarsi, ma poi ci ripensò.
Si sentiva tanto stupida e soprattutto usata. Era stata solo usata, e lei stupidamente se ne era innamorata di quel ragazzo. Lui che l'aveva conquistata con il suo fascino e la sua malizia, lui che le sussurrava dolci parole quando facevano l'amore, lui, lo stesso che diceva di amarla. Megan ci aveva creduto a tutto quello, a quella storia che sembrava essere uscita da un libro di favole, la loro favola. Ma alla fine si sa, non tutto finisce con il solito 'e vissero felici e contenti'. 
Si rannicchiò per terra, stringendosi le ginocchia al petto, e lasciò che le lacrime facessero il loro corso. Aveva voglia di gridare al mondo quanto stesse male, ma le forze le venivano a mancare poco a poco. Chiuse gli occhi e si addormentò, scossa dai singhiozzi e dai conati di vomito, mentre una voce, che si dissolveva man mano, chiamava il suo nome.
 
Aprì gli occhi piano, cercando di capire dove si trovasse ma soprattutto con chi, poi tutto le fu chiaro.
«Che ci faccio qui?» chiese mentre la testa le pulsava forte e sentiva lo stomaco sotto sopra.
«Ti sei addormentata sul bordo della piscina e ti sto riportando a casa.»
«No, non voglio. Fammi scendere.» farfugliò, mentre cercava di ricomporsi, cosa abbastanza impossibile, viste le sue condizioni.
«Smettila Megan, ti riaccompagno a casa e me ne vado. Non voglio farti niente.» disse lui, calmo, tenendo gli occhi incollati alla strada buia.
In un sospiro Megan si lasciò cadere nuovamente sul sedile dell'auto e stette in silenzio tutto il tempo.
«Io lo sapevo. Dove mi hai portata Nick?»
«Sta tranquilla è una scorciatoia.»
«Si certo.» 
Dopo un po Nick accostò la macchina vicino ad un cancello che pareva uscito da un film dell'orrore. 
«Nick ti odio.» affondò la testa nel sedile e sbuffò rumorosamente.
«Non è vero.»
«Si che lo è.»
«No invece.»
«Ti dico di si.»
«No.»
«Si.»
«No.»
«E va bene, no, non ti odio.»
«Lo sapevo.»
«Mi dici che ci facciamo quì?»
«Ti va di passare la notte in quella villetta abbandonata laggiù?»
Megan sgranò gli occhi e pregò di aver sentito male. «Stai scherzando vero?»
«No. Ho sempre voluto farlo. Visto che non hai ceduto qualche giorno fa, posso riprovarci e ora non avrai altra scelta.»
«A davvero? e sentiamo, perchè questa volta non ho altra scelta?» 
«Perchè se accetti è bene, passeremo la notte insieme in quella casa, altrimenti..» 
«Altrimenti cosa?»
«Altrimenti sarai costretta a ritornartene a casa, da sola, a piedi.» sogghignò, quasi soddisfatto di se stesso, mentre Megan sbiancò. Le si avvicinò all'orecchio e sussurrò qualcosa. «Non sto scherzando gattina.» 
Rassegnata, scese dalla macchina e insieme a Nicholas si avviarono verso quella casa abbandonata, rovinata dal vento e dalla pioggia, che incuteva solo terrore. 
«Prego, prima le signore.» la porta si aprì cigolando e lasciò spazio ad una stanza da letto.
«Sei uno stronzo Nick.» la ragazza entrò, spintonando Nick, e si fiondò sul letto dove, dopo essersi tolta le scarpe, si rannicchiò. «Buonanotte!» esclamò stizzita.
Nicholas affiancò Megan poco dopo, fiondandosi sul letto con poca grazia. 
«Mi sa che questo affare non reggerà stanotte.»
«Scordatelo Nick, io non farò niente con te stanotte.» 
Dopo vari minuti di silenzio, Megan pensò che Nicholas si fosse arreso, ma la sua mano dimostrava il contrario. Le dita del ragazzo sfioravamo delicatamente le cosce di Megan, e man mano si spingevano sempre più su. «Nick, smettila, o la mano te la taglio.» eppure Megan sentiva le farfalle allo stomaco, e sempre più forte, la voglia di baciare le labbra di Nick. 
Prese a giocherellare con il suo tanga in pizzo, mentre con l'altra mano le calava la zip del vestitino. 
Con un gesto rapido ed inaspettato, Megan si ritrovò a cavalcioni su di Nick che sorrideva malizioso. Le sue mani esploravano ogni parte del corpo di Megan, come per la prima volta. Le sfilò piano il vestito e rimase immobile su di lui, che la teneva incollata al suo corpo.
L'alzabandiera nei pantaloni di Nick dava l'OK a Megan che faceva a pugni con i suoi fottutissimi ormoni. «Vaffanculo Nick.» si fiondò sulle sue labbra e prese a bacirgliele con voracità. Intrecciò le dita tra i suoi capelli e si strinse ancora di più a Nick. Gli lasciò un segno rosso sul collo e risalì piano, verso il lobo del suo orecchio. «Sono tua.» sussurrò affannata. 
Nick non se lo fece ripetere due volte e le slacciò il reggiseno. Megan gli sfilò la camicia con le mani tremolanti, poi anche i pantaloni. Rimasero nudi, entrambi, e l'attesa li stava uccidendo. Nick decise di placare la sete d'amore che c'era in lei e pose fine a quell'inutile sofferenza, rendendola sua, come lei gli aveva ordinato. 
I loro corpi sudati si muovevano ritmicamente, quasi sembrava una danza. Il nome di Nick rieccheggiava in tutta la stanza, mentre le unghia di Megan graffiavano e torturavano le spalle del ragazzo. Inarcava la schiena bruscamente quando quei movimenti diventavano sempre più prepotenti, eppure le provocavano un piacere immenso. Nick concluse la sua danza con una spinta forse un po troppo forte, e sfinito, si adagiò sul seno della ragazza. 
«Sei migliorato tanto Nick, davvero.» affermò, mentre gli accarezzava i capelli e lui sorrideva soddisfatto. 
 
*
 
-
Buon pomeriggio e buon sabato a tutte *--*
Ho aggiornato avete visto? :3 Ora non so se aspettarmi insulti o cose del genere. T^T
Ho dovuto!! Dovevo far accoppiare questi due cani in calore, mi dispiace. uù
Un bacio enorme va a Vero e a Gì. ♥ :)
Ora me ne vado e vi lascio leggere e recensire in santa pace. 
xoxo Novalee.

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Capitolo 8
*** -I really love you. ***


Upper East Side.

 
«Nick, mi riporti a casa per piacere?» mugugnò supplicandolo.
«No.» si stampò quell odioso sorrisetto sulle labbra e continuò a fumare la sua sigaretta.
«Da quando fumi?» Megan si alzò da letto ancora in intimo, e lo raggiunse. Si mise a cavalcioni su di lui e gli circondò il collo con le braccia.
«Da un pò.» rispose lui calmo. «Perchè hai fretta di ritornare a casa? non ti fa piacere passare del tempo con me?» sorrise malizioso.
«Certo, come no.» rispose lei sarcastica. «Nick domani ho un compito ti prego, se prendo una F sai cosa ti faccio?»
«Non pregarmi Megan, non sono un santo, e poi siamo solo all'inizio dell'anno, non succederà il finimondo se prendi un brutto voto.» fece un ultimo tiro e poi spense la sigaretta nel portacenere.
«Nicholas ti sei forse dimenticato che a me non piace prendere brutti voti, che non ho mai preso una F in tutta la mia vita?!» 
«Calmati gattina, ti riporto a casa più tardi.» posò le sue mani sul sedere di Meg e l'attirò ancora di più a se.
«Smettila Nick, non farò di nuovo sesso con te. Non sono la tua bambolina.» girò la faccia verso il muro e abbassò lo sguardo. Nick le prese il mento con la mano e la costrinse a guardarlo. 
«Si che lo sei.»
Scattò come una molla; sentiva la rabbia salire sempre di più; stava per scoppiare.
«Come puoi pensare che io stia al tuo gioco, eh? Come puoi pensare che dopo tutto quello che mi hai fatto io possa far finta di niente e venire a letto con te ogni sera, sapendo che ti sei scopato mezza scuola quando stavi con me, dicendo di amarmi? Eh, Nick, tu hai detto di amarmi, tu mi hai detto TI AMO, cazzo! Quanto mi fai schifo.» si portò una mano alla bocca e chiuse gli occhi cercando di combattere quel qualcosa che con prepotenza spingeva contro il suo stomaco. Come poteva pensare che Megan fosse stata al suo schifoso gioco? 
«Parla, dillo, dillo; Meg hai fottutamente ragione, sono uno schifoso bastardo!»
«No! non è vero, perchè io ti amo veramente.» si alzò all'impiedi e le prese le mani. 
«Ma a chi vuoi prendere in giro Nick? Tutta la scuola sa che sono una stupida CORNUTA!» quasi non si accorse delle lacrime che presero a scivolare lentamente giù per le guance. Lei urlava, urlava e basta. Gli stava urlando tutto quello che aveva dentro, tutto il male che portava nel cuore da troppo tempo. 
«Lasciami, voglio tornare a casa!» cercò di divincolarsi dalla sua presa ma senza riuscirci.
«No!»
«Devi riportarmi a casa e se non lo fai ci torno da sola, a costo di camminare per kilometri.» 
«No, tu rimani qua con me.» la attirò a se poggiandole una mano dietro alla nuca. Fece combaciare le loro labbra e timidamente fece incontrare le loro lingue. 
Sembrava il loro primo bacio, innocente, puro, dato quando entrambi sembravano essere innamorati dell'idea dell'amore.
 
*
 
 
-
Seraa :3
Lo so, lo so, questo capitolo fa schifo ed è corto ç.ç Prometto che aggiorno al più presto possibile.
Vi amo tutte infinitamente.
Recensite! ù.ù
xoxo Novalee

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Capitolo 9
*** -Megan and Joseph ***


Upper East Side.

«Mamma, hai visto il mio cellulare?» sbuffò per l'ennesima volta ed infilò la mano nella tasca dei jeans, l'ennesimo paio di jeans. «Porca troia!» si portò una mano sugli occhi ed inspirò profondamente. «Nicholas.» 
«Cosa c'entra Nicholas con il tuo cellulare Megan?» la giovane donna comparve dalla porta bianca con aria interrogativa.
«Niente, vado un attimo a riprendermi il mio cellulare!» sorpassò la madre ed uscì di casa stizzita. Entrò nell'enorme ascensore e schiacciò il pulsante trenta. Piano esclusivamente riservato ai proprietari dell'albergo, nonchè i Jonas. 
Dopo una manciata di secondi si ritrovò a bussare al campanello della porta 05. Non si aspettava che ad aprirle la porta fosse il fratello di Nick, perciò rimase molto stupita nel ritrovarsi davanti Joe.
«Ciao Megan, quanto tempo.» il ragazzo alto e moro la salutò schioccandole due baci sulle guance.
«Ciao Joe, dov'è tuo fratello?» domandò senza troppi giri di parole.
«Non sapevo che ti frequentassi di nuovo con Nick.»
«Infatti non è così. C'è in casa?» 
«No non c'è. Cosa vuoi da lui?» domandò poggiandosi alla porta con fare malizioso.
«Il mio cellulare! Quel fottutissimo bast...ho dimenticato il mio cellulare nella sua macchina.» cercò di abbozzare un sorrisetto schifato.
«Cosa ci facevi tu nella macchina di Nick?» Joe curvò le folte sopracciglie.
«E' un terzo grado Joseph?» sbuffò spazientita.
«Giusto, perdonami. Sono un grandissimo maleducato. Ti va di entrare?» si fece da parte e lasciò via libera a Megan, che entrò in casa Jonas un po titubante. «Posso offrirti qualcosa?» chiese aprendo il frigo, per poi prendere una bottiglina d'acqua.
«No, grazie Joe. Sto bene così.» si sedette sul grande divano beige in pelle, ed accavallò le gambe con un movimento rapido.
«Cosa mi racconti Megan?» il ragazzo l'affiancò, sedendosi poco distante da lei.
«Niente di quello che tu già non sappia.» il ragazzo ridacchiò e si passò una mano tra i capelli. Meg rimase a fissarlo e sorrise involontariamente. Era bello Joseph, il fratello del ragazzo che amava. Lo aveva sempre considerato come un fratello maggiore, conoscendolo dall'età di cinque anni. «E' incredibile come volino le notizie al di fuori della scuola.» si voltò verso il ragazzo, sorreggendosi la testa con la mano.
«Già.» bevve un sorso d'acqua dalla bottiglietta, dopodichè la posò sul tavolino di vetro. «"Megan la cornuta."» scoppiarono a ridere entrambi, anche se quella era una cosa che aveva fatto piangere Megan per mesi. 
«Come stai Joe?» chiese sorridendo.
«Non mi lamento. Tu?» 
«Odio tutti, compreso tuo fratello. L'altra sera ci sono andata a letto e ora me ne sto pentendo pesantemente.» sospirò e abbassò lo sguardo.
Joe le sollevò il mento con l'indice. «Ma Nick non sta con Liza?» 
«Appunto. Per lui è tutto un gioco, io sono una bambolina e Liza è uno stupido passatempo. Tuo fratello non ha cuore.» terminò la frase con un sussurro. 
«Non pensarci più.» le asciugò quella piccola lacrime prepotente con il pollice. «Dai, vieni quì.» allargò le braccia e Meg ci si tuffò senza esitare. «Però devo ammettere che sei cresciuta veramente bene.» le palpò il sedere e Megan non potè fare a meno di ridere. 
«Quanto sei coglione.» alzò la testa, con l'intenzione di dargli un bacio sulla guancia. Il ragazzo si voltò si scatto e quel bacio finì sulle labbra di Joe. Non si lasciò sfuggire l'occasione la piccola Megan; intensificò quell'innocente bacio, assaporando il sapore delle labbra di Joe. Avevano un buon sapore, ed erano maledettamente morbide. Volle andare oltre, così schiuse le labbra permettendo a Joe di sfiorarle la lingua con la sua. Due vecchi amici si ritrovarono a baciarsi sul divano di casa.
Le mani di Joe si infilarono furtivamente sotto al vestitino di Megan, e poco a poco i due ragazzi si ritrovarono completamente nudi e con la paura di fare quel grande passo. 
Lentamente, Joe la rese sua. La piccola Megan, che conosceva da anni, ora stava facendo sesso con lui.
 
*
 
 
-
Madonna santa che schifo! T^T
Perdonatemi ragazze, non doveva essere così penoso D:
Vi amo tutte un casino.
Non vi dimenticate di recensire. uù <3
xoxo Novalee.

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Capitolo 10
*** -I love Nick ... I guess. ***


Upper East Side.

«Lily!» urlò, battendo un pugno sulla porta. «Lilyy!» tirò anche qualche calcio, e dopo un interminabile minuto l'amica comparve sulla soglia di casa in tuta, o forse era un pigiama. 
Aveva un peso allo stomaco, e aveva bisogno della sua migliore amica per cacciarlo via. 
«Cos'hai da urlare Meg?» chiese la biondina sbadigliando.
Evidentemente Lily stava schiacciando il solito pisolino pomeridiano, e si sa,
non bisogna mai disturbare Lily durante il suo pisolino.
«Sono una stronza!» urlò ancora una volta, entrando in casa. 
Era sempre così; Meg aveva un problema e Lily doveva esserci sempre per lei, a qualunque ora. Ma era il suo compito quello, doveva aiutare la sua migliore amica nel momento del bisogno, e questo non le dispiaceva, almeno credo. «Che hai combinato adesso?» farfugliò con la voce impastata di sonno. Sprofondò sul divano e si strinse al suo cuscino rosa barbie. Megan la imitò, posizionandosi dietro all'amica e si strinse forte a lei. «Mi giuri che non mi ammazzerai?» «Lo giuro.» sbuffò e chiuse gli occhi. «Ok.» prese un bel respiro e cacciò fuori quelle parole, tutto d'un fiato. «Ho fatto sesso con Joseph.» nascose il viso nei biondi capelli di Lily e chiuse forte gli occhi, aspettandosi chissà quale reazione da parte dell'amica, forse una cinquina. Ma non arrivò niente, né una cinquina e né una risposta. «Lily?» la strattonò pe bene, tanto che la ragazza rischiò di ritrovarsi ad abbracciare il pavimento. «Eh, cosa?»
«Lily sei impossibile, io ti parlo e tu ti riaddormenti.» si lamentò Megan, circondando il bacino dell'amica con una gamba. «Scusa amore, dimmi tutto. Ero rimasta ad "ho fatto..."» «Ho fatto sesso con Joseph.» Lily si bloccò per un attimo, poi collegò quel nome a quella persona. «Joseph? il fratello di Nick?» Meg annuì silenziosamente, e in quel momentò desiderò tanto non esistere. Perchè lei lo voleva davvero, non esistere per nessuno. «Bella merda!» 
 
«Joe, Joe.» la ragazza sventolò una mano e il ragazzo si voltò nella sua direzione. Sorrise, quando si ritrovò davanti la sua ragazza occhi cielo preferita; Megan. «Ehy ciao.» cercò di lasciarle un bacio sulle labbra, ma la ragazza si scostò prontamente. Megan doveva dire la verità a Joe, dirgli cosa provava lei, dirgli che non provava niente per lui. Eppure aveva un enorme groppo alla gola che di scendere non ne voleva prorpio sapere. Qualcosa spingeva forte all'estremità degli occhi, impaziente di uscire; lacrime, forse. Non era mai stata brava in quelle cose, o semplicemente non voleva. «Senti Joe, devo dirti una cosa.» il ragazzo moro aggrottò le sopracciglia e corrucciò il labbro. Megan raccolse quel briciolo di coraggio che si ritrovava e disse ciò che aveva da dire. «Quello che è successo tra di noi non dovrà più riaccadere. Io e te non possiamo stare insieme. Per me è stato puro e semplice sesso. Io amo Nick, il mio cuore appartiene solo a lui. Mi dispiace Joe.» abbassò lo sguardo sulle sue converse consumate e si morse il labbro. Si era promessa che non avrebbe pianto. «E allora perchè quelle?» indicò il viso della ragazza, rigato dalle lacrime. Con aria indifferente e un sorriso abbozzato si asciugò le guance. «Ciao Joe.» lo salutò con la mano e gli voltò le spalle.
Prese a singhiozzare rumorosamente quando si ritrovò da sola, sul suo letto. Si sentiva egoista e stupida, tanto stupida. Aveva usato, se così si può dire, il ragazzo più dolce che conosceva, alias Joe Jonas. Lo aveva privato dell'opportunità di provare a farle dimenticare Nick. Lo aveva semplicemente respinto per paura di dimenticare Nick, che continuava ad amare nonostante tutte le lacrime e le notti passate in bianco con una bottiglia di un qualsiasi alcolico. Ma stavolta quelle lacrime non erano per Nick, e Megan lo sapeva. Qualcosa aveva ripreso a battere nel suo petto. 
 
*
 
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Buona domenica ragazzuole mie *--*
Eccovi un bel capitolo fresco di giornata :3
Lo so che non è niente di che, ma è molto importante per il continuo della storia.
Vi amo tutte, soprattutto Gì. 
xoxo Novalee.

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Capitolo 11
*** -jealousy. ***


Upper East Side


«Sono quasi pronta. Cinque minuti e sono da te!» Lily riagganciò, e dopo aver preso le ultime cose Megan uscì di casa. 
Passeggiò lungo il marciapiede davanti all'hotel, aspettando Lily. Teneva lo sguardo fisso per terra e non faceva caso alle persone che le passavano accanto, pensando chissà cosa. Era strana in quei giorni, esattamente da quando aveva visto Joe per l'ultima volta. Il suo cervello era diviso in due; Joseph da una parte e Nicholas dall'altra, e forse era lo stesso anche per il suo cuore, chissà... Urtò qualcuno e si limitò a sussurrare un impercettibile "scusa". Sospirò pesantemente e quando finalmente alzò la testa si ritrovò davanti una Lily sorridente. «Perchè diavolo sorridi come un ebete?» chiese senza lasciar trapelare nessuna emozione. «Oggi abbiamo il compito di biologia e sono super preparata.» rispose Lily raggiante. «Che felicità.» disse sarcastica Megan e la loro conversazione mattutina si concluse lì.
Arrivarono a scuola dopo un po e passarono una mezz ora buona sulla grande scalinata. Megan sorseggiava un caffè bollente, mentre Lily mangiava uno yogurt senza grassi. «Ma come fai a mangiare quello schifo?» Lily fece spallucce e continuò a mangiare in silenzio. La campanella suonò e furono costrette ad entrare a scuola. Si alzarono lentamente e allo stesso modo andarono ai loro armadietti che erano sempre stati gli stessi da quattro anni a questa parte. «Oh Madonna santissima.» bisbigliò Megan, senza farsi sentire, quando Matt le cinse i fianchi con un braccio. Le stampò un bacio sulla guancia e con un espressione alquanto schifata, Megan finse un sorriso. «Ciao Matt.»  nel frattempo Nick guardava la scena dall'altro lato del corridoio, con gli occhi rossi dalla rabbia e la mascella serrata. Geloso il ragazzo...
E perchè no? pensò Megan. Poggiò una mano sulla guancia di Matt e gli ficcò la lingua in bocca. Il ragazzo poggiò una mano sul sedere di Megan e la teneva incollata al suo corpo. Ecco, diciamo che era come se non fossero in un luogo pubblico.
Ora la scena era un po cambiata; Eddy teneva Nick per un braccio mentre Megan e Matt limonavano nel corridoio della scuola. C'era molta tensione nell'aria quella mattina e questo non avrebbe portato niente di buono. «Megan rimetti la lingua a posto e muovi il tuo bel sedere. Siamo in fottutissimo ritardo!» Lily urlò testuali parole e tutti in quel corridoio si voltarono a fissare Meg ancora incollata a Matt. Sorridendo beffarda si staccò da Matt e raggiunse l'aula di trigonometria. «Potresti anche evitare di urlare come una scaricatrice di porto!» si sedette al solito banco, terza fila a destra, accanto alla finestra. Passò il resto della lezione in silenzio, guardando fuori dalla finestra le nuvole muoversi a destra e a sinistra. Quando era a scuola doveva indossare il suo sorriso più falso e far finta di niente. Se avesse mostrato a tutti quanto stava male dentro, avrebbe rovinato l'immagine e la fama che si era guadagnata in quegli anni. Ma ormai era tutto più semplice e naturale. Fingere, fingere e basta. 
Nick non esitò neanche un secondo e spinse Matt contro la prima cosa che gli capitò a tiro. «La prossima volta ti conviene tenere le tue belle manine a posto, altrimenti te le taglio Matt. Fosse l'ultima cosa che faccio. Non voglio ripeterlo più; Megan è mia!» lo fulminò con lo sguardo e anche lui raggiunse l'aula di trigonometria.
 
Si spogliò della divisa e si infilò sotto la doccia. Lasciò che l'acqua cadesse sul suo corpo per un tempo interminabile. Lavò via quello strato trasparente che la faceva sentire sporca e dopo essersi asciugata in fretta, si rivestì. Prese la borsa e si avviò verso l'uscita della palestra, dove era rimasta sola dopo gli allenamenti. Sentì dei passi dietro di lei farsi sempre più vicini e instintivamente si voltò. Si ritrovò davanti Nicholas, sudato e in tuta. «Cosa ci fai qui?» chiese Megan aggrottando le sopacciglia. «Non preoccuparti, non voglio rapirti e costringerti a venire a letto con me. Volevo solo darti questo.» le porse il suo cellulare e lei lo afferrò prontamente. «Ah, grazie.» sussurrò arrossendo lievemente. «Hai tenuto tutte le nostre foto...» «Questa è violazione della privacy Nick!» lui scosse la testa e sorrise. «Scusami ancora Megan.» si avvicinò e le lasciò un bacio sulla testa. «A presto.» indietreggiò senza staccarle gli occhi di dosso. «Ah, una altra cosa Megan. Matt non fa per te. Ce l'ha piccolo!» urlò quando fu abbastanza lontano. Entrambi sorrisero,ma erano entrambi troppo lontani per poterlo notare. Megan uscì dalla palestra e decise di restare un altro po nel giardino della scuola. Si sedette sull'erba fresca, all'ombra della grande quercia e tirò fuori dalla borsa il suo mp3. 
Dopo un ora circa, qualcosa attirò la sua attenzione; Liza uscì dalla palestra e si sedette sulla moto nera di Nick, parcheggiata non molto distante. Poco dopo Nicholas la imitò. Un idea le balenò per la testa e non esitò. Si sfilò le cuffiette e raggiunse i due ragazzi. Liza era seduta sulla moto e Nicholas all'impiedi accanto a lei. «Ciao ragazzi.» si voltò verso Liza e le sorrise schifata. «Senti Nick, visto che Lily non può riaccompagnarmi a casa, -per vostra informazione, Lily era andata via da scuola qualche ora prima-  ti dispiacerebbe darmi un passaggio?»  al ragazzo gli si illuminarono gli occhi e mostrò a Megan una lunga fila di denti bianchissimi. «Si, certo. Perchè no?!» «Nick scusa, ma io come faccio?» strillò Liza con la sua odiosa voce. Sembrava una tromba. «Mi dispiace Liza.» la ragazza spalancò la bocca e strabuzzò gli occhi. «Tesoro ti conviene chiuderla. Ci sono molte mosche in giro.» disse Megan rivolgendosi alla bocca della rossa. Nicholas ridacchiò e Megan fece lo stesso. «Monta!» le passò il casco e insieme partirono in sella alla kawasaki nera, sotto gli occhi increduli di una furiosa Liza.

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T^T non mi piace per niente. Quindi, vi chiedo umilmente scusa. 
Non sapete quanto sono contenta di queste vostre 66 recensioni. Per me è un onore :') ♥
Spero che continuate a seguire Upper East Side, vi aspetteranno tante sorprese. uù
Ora vi lascio, vado a vedere cosa combineranno Renzo e Lucia nel prossimo capitolo T.T 
Vi amo alla follia. 
Gì. ♥
xoxo Novalee

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Capitolo 12
*** -Denise's birthday. ***


Upper East Side

 
 
«Grazie mille per il passaggio Nick.» Megan scese dalla moto e ridiede il casco a Nick. «Figurati.» fece una piccola pausa e sorrise. «La prossima volta che vuoi un passaggio non c'è bisogno di inventare delle bugie su Lily.» le fece l'occhiolino e Megan rimase stupita. «Come...come hai fatto?» chiese con gli occhi spalancati e un sorriso da ebete stampato in faccia. «Dimentichi forse chi hai davanti. In ogni modo, ci vediamo stasera a cena Megan.» le sfiorò le labbra con le sue e se ne andò. Ancor più perplessa, Megan entrò nella hall dell'albergo e salì le scale più veloce della luce. «Mamma!» urlò spalancando la porta di casa, tanto che alla povera signora Heyes le venne un colpo. «No ma dico, sei per caso impazzita?! E' questo il modo di entrare? Qualche giorno di questi mi farai venire un infarto, poi voglio proprio vedere come farai senza di me.» scosse la testa lentamente e riprese a tagliare le patate. «Perchè Nick Jonas mi ha detto "ci vediamo stasera a cena"? Tu sai qualcosa mamma?» aveva ancora il fiatone e una mano poggiata sul petto, cercando di far rallentare il battito. La madre ignorò la domanda di sua figlia e continuò a fare quello che stava facendo. «Margaret Lucy McGreene, rispondimi!» urlò avvicinandosi al viso della madre. «E va bene! Oggi è il compleanno di Denise, e ci ha invitate a cena a casa sua!» urlò di rimandò la madre, sbuffando. «E non mi dire, tu hai accettato, giusto?!?» sorrise amaramente. «Potevo mica dirle di no?! Ci conosciamo da quando eravamo ragazze, tu sei cresciuta con lei, Paul e i suoi figli. Abitiamo nello stesso albergo da praticamente tutta la vita, se le avessi detto che non potevo, avrebbe sicuramente scoperto che era una bugia. Comportati da persona matura e non dalla ragazzina capricciosa che sei!» posò l'enorme coltello che aveva usato per tagliare le patate e si lavò le mani. «Brava mamma!» indietreggiò di qualche passo e scuotendo la testa se ne ritornò in camera sua. «Sii pronta per le otto!» urlò la giovane madre, quando Meg sbattè forte la porta della sua camera. 
Quella serata si prospettava interessante.
 
 
«Mi sono lavata, vestita, truccata e pettinata. Ora possiamo andare e sperare che quella che sarà la tortura peggiore del mondo finisca in fretta?» scese gli ultimi scalini che portavano in soggiorno e lì ci trovò sua madre perfetta come non mai. Perfetta, come non lo era da una vita. «Andiamo.» prese la sua pochette e insieme uscirono di casa.
«Ciao Margaret! Non sai quanto sono contenta di vedervi.» Denise, madre di Joe, Nick e Keviv (attualmente sposato con la sua bellissima Danielle) e moglie di Paul Sr. salutò le due ragazze con un caloroso abbraccio che avrebbe scaldato il cuore di chiunque, tanto che era dolce quella donna. «Ciao Megan! Come va a scuola? tutto bene? Ho saputo che hai ricevuto degli ottimi voti l'anno scorso.» non smetteva più di ridere e quel sorriso era maledettamente contagioso, tanto che Megan si ritrovò a sorridere senza un perchè. «Si, ottimi voti. E' tutto okay a scuola, niente di che sai, solite cose da liceali. Gli anni passano ma ti trovo sempre più bella Denise.» gli della signora Jonas presero a luccicare e Megan si addolcì subito, dimenticando la discussione avuta con sua madre lo stesso pomeriggio. «Ti ringrazio amore, sei troppo gentile. Ma cosa aspettate ad entrare? su su, la cena aspetta solo noi.» 
Entrarono nel salone di casa Jonas e si accomodarono tutti intorno all'enorme tavolo rotondo. Qualcosa però, non quadrava. «Scusatemi tanto, i miei ragazzi sono sempre in ritardo.» ecco cosa c'era che non andava, mancavano Joe e Nick. Denise sussurrò qualcosa all'orecchio di uno dei camerieri e quest'ultimo corse su per le scale. Che scansafatiche quei due! In ritardo anche il giorno del compleanno della loro madre. 
Megan socchiuse gli occhi e inspirò profondamente, prima che le due sedie libere alla sua destra e alla sua sinistra si spostassero di poco. Joe e Nick si sedettero ai rispettivi posti e un imbarazzante silenzio calò tra i presenti. Megan non riusciva a trovare il coraggio di alzare la testa e magari incontrare lo sguardo da cane bastonato di Joe e quello malizioso di Nick. Si trovava tra i due ragazzi più sexy dell'universo, e con entrambi ci era finita a letto, all'insaputa dell'altro. 
Non poteva andare meglio di così!
 
 
La cena era andata abbastanza bene, tranne per qualche sguardo di troppo. Ora erano tutti seduti sui divanetti in vimini che c'erano fuori al terrazzo. C'era un leggero venticello di metà ottobre e la luna quella sera sembrava essere più vicina a loro. Le stelle erano timide, ed il cielo era nero come la pece. «Scusate, vado un attimo al bagno.» si alzò velocemente e raggiunse il bagno che si trovava al piano di sopra. Era praticamente la decima volta che pronunciava quella frase; qualcuno avrebbe potuto pensare che avesse qualche problema, ma pur di scappare dagli sguardi di Nick e Joe, avrebbe fatto di tutto e ripeto, di tutto.
Aprì la porta bianca del bagno e ci entrò, richiudendola piano. Si appoggiò al lavandino e si lasciò cadere sul bordo della vasca da bagno. Poco dopo la maniglia laccata in oro girò lentamente e la porta si aprì. «Cosa diavolo ci fai qui Joe?» domandò balzando all'impiedi. «Nervosetta stasera Megan?» chiese il ragazzo moro con fare malizioso. «No! E' che non sopporto il modo in cui tu e tuo fratello mi guardate!» incrociò le braccia al petto e iniziò a picchiettare freneticamente il tacco delle scarpe contro il pavimento. Joe si avvicinò a Meg e senza pensarci troppo la spinse contro il lavandino e la baciò. «Stavo impazzendo.» farfugliò tra un bacio e l'altro. Intrufolò una mano sotto alla maglietta di Megan e le accarezzò dolcemente un fianco, poi man mano salì sempre di più. «Non credo che di sotto ci sentano se facciamo piano.» «Adam, dov'è andata a finire tutta la tua dolcezza di qualche settimana fa?» si scostò di poco dal suo viso per poterlo guardare meglio negli occhi. «E' andata a farsi fottere da quando ho iniziato a sognarti la notte, nuda.» Megan ridacchiò e questa volta fu lei a prendere l'iniziativa. Iniziò a lasciargli una scia di baci sul collo, e concluse in grande stile con un grosso succhiotto. Iniziò a slacciargli i pantaloni, che ormai gli stavano già troppo stretti. Ci infilò una mano dentro, dopo anche l'altra, e fece ciò che andava fatto. Si staccò dopo un po e lo guardò soddisfatta. «Fattelo bastare Joe, ti avevo detto che io te non avremmo mai più fatto sesso.» si lavò le mani, e come se quello che era appena successo non fosse mai successo, se ne ritornò al piano di sotto.
 
*

 
-
Buonasera belle bimbe *--*
Ok, sto aggiornando praticamente ogni giorno e sono abbastanza soddisfatta del mio lavoro e delle recensioni che mi lasciate. 
Vi ringrazio tutte di cuore, veramente, perchè è solo grazie a voi che io continuo. **
Ora vi lascio recensire in santa pace, e ricordate più le recensioni saranno lunghe e più i capitoli saranno HOT. hahahaha Vabbè dai, la smetto di sparare minchiate e me ne vado. 
Love u all. 
Gabrielle 

xoxo Novalee

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Capitolo 13
*** -Gabrielle. ***


Upper East Side.
 
 
Megan comparve dalla grande vetrata che dava sul terrazzo e quando si sedette al suo posto, accanto alla madre, sospirò rumorosamente. Accavallò le gambe e la gonna che indossava le copriva il minimo indispensabile; il ragazzo che le era seduto difronte non riusciva a staccarle gli occhi di dosso e questo non faceva altro che aumentare l'irritazione in Megan. Si sporse leggermente verso l'orecchio della madre e senza farsi sentire dagli altri le sussurrò qualcosa. «Quando avresti intenzione di alzarti da questa sedia?» «Cosa hai fatto in bagno?» la madre sorrise istericamente, mentre Denise iniziò a raccontare di quando aveva diciotto anni e della sua bellissima festa. Un argomento abbastanza interessante, insomma. «Quante cose si possono fare in un bagno?» cercò di nascondere meglio che poteva l'agitazione che era ben visibile. «Più cose di quante tu ne possa immaginare.» «Mi dispiace deluderti mamma, ma ho solo fatto la pipì.» «Joe ti ha aiutata ad abbassare le mutandine Meg?» la ragazza sbarrò gli occhi e deglutì quel groppo alla gola che si era formato. La loro conversazione finì lì. 
Ritornarono a casa più o meno, due ore dopo che Denise finì di raccontare della sua mega festa. Megan voleva bene a quella donna, ma quando iniziava a parlare avrebbe preferito tapparle la bocca con dei calzini. 
Entrò nella sua stanza, si tolse le scarpe, la maglietta ed infine la gonna. Si sfilò il reggiseno e indossò il suo comodissimo pigiama. Non aveva voglia di fare un altra doccia, l'avrebbe fatta direttamente il mattino seguente. «Megan posso entrare?» la madre bussò alla porta della sua camera e Megan le rispose con un flebile si. La porta si aprì piano, e Margaret si accomodò sul letto accanto a sua figlia. «Meggie? cosa c'è piccola mia?» si stese dietro di lei e poggiò tutto il suo peso su un gomito. «Odio quello stupido soprannome.» bofonchiò Megan. «Senti amore, volevo chiederti scusa per prima. Ero arrabbiata, non con te, ma per il tuo comportamento infantile. Mi dispiace di averti detto quelle cose.» le sussurrò all'orecchio. Prese ad accarezzarle i lunghi capelli neri, dello stesso colori dei suoi. «Non scusarti mamma. In fondo, quello che hai detto è vero; Joe era in bagno con me e no, non è stato lui ad abbassarmi le mutandine, ma sono stata io ad infilare le mani nei suoi boxer.» si rannicchiò ancora di più. «Mi faccio schifo da sola, pensa un po.» piccole lacrime iniziarono a scendere giù dai suoi occhi, lentamente. «Non è vero amore. Non è vero.» l'abbracciò più forte che potè e si addormentarono entrambe così, come due migliori amiche che avevano un grosso problema da risolvere, insieme.
 
«Good morning honey.» la signora Heyes fece irruzione nella camera di sua figlia e spalancò le tende verdi, lasciando che il sole illuminasse l'enorme camera. Megan mugugnò coprendosi ancora di più con le coperte ed urlò qualcosa a sua madre. «Svegliati Megan!» urlò la donna con tono autoritario. «E' domenica porc put-» «aaaah! zitta, non voglio sentire altro. Ora tu ti alzerai da quel dannatissimo letto, ti vestirai ed andremo in chiesa.» la interruppe prima che potesse finire la sua frase. «Mamma! ma a chi vuoi prendere in giro?! Io? In chiesa?» si mise seduta sul letto, con le gambe incrociate e si stropicciò gli occhi, proprio come una bambina. «Non m'interessa! Su su, muoversi.» quella mattina la giovane mammina sembrava essere particolarmente contenta, chissà perchè... «Ah, una cosa ancora e giuro che me ne vado! C'è una sorpresa giù per te, ti conviene sbrigarti.» le fece l'occhiolino e richiuse la porta definitivamente.
Megan si alzò dal letto mooolto lentamente e raggiunse il bagno, dove si spogliò senza esitare e si tuffò sotto il getto d'acqua calda della doccia. Ne uscì avvolta in un enorme asciugamano e in fretta si vestì.
Doveva ammetterlo; era curiosa di scoprire qual'era la sorpresa che l'attendeva giù in cucina. Prese i ray ban dalla scrivania e scese le scale letteralmente, volando. Frenò di colpo la sua trionfante cavalcata quando si ritrovò davanti l'ultima persone che pensava di ritrovarsi difronte. «Papà?» domandò incredula. «PAPA'!» riempì la distanza che la divideva da quell'uomo con una veloce corsa e si tuffò tra le sue braccia. «Papà! Papà!» lo strinse ancora più forte e chiuse gli occhi per poter assaporare meglio quel momento. «Quando sei tornato dall'Italia?» chiese staccandosi di poco. «Questa mattina alle sei.» la sua voce era la più bella e calda del mondo. «Mi sei mancato come l'aria.» lo guardò negli occhi e lui sorrise. «Per quanto tempo rimarrai?» «Per un bel po.» gli occhi di Megan si illuminarono di felicità e non riuscendo proprio più a contenersi, urlò di gioia. «E...ho una sorpresa per te.» fece cenno a qualcuno di avvicinarsi, anche se Megan non vide nessuno, fino a quando una ragazza dai capelli neri ed ondulati, entrò in cucina, sorridendo a ottantasei denti. «Megan, lei è Gabrielle, mia figlia.» presentò quella ragazza come sua figlia, ovvero la sorellastra di Megan. «Piacere di conoscerti Megan. Papà mi ha parlato tantissimo di te.» le strinse la mano, sorridendo appena. Quella ragazza, che era stata la maggior parte delle volte la protagonista delle conversazioni con suo padre, ora era lì, davanti ai suoi occhi e anche lei aveva chiamato papà lo stesso uomo che Megan amava con tutta se stessa.
Gabrielle. Gabrielle. Gabrielle.

*

 
 
-
Bonsoir mie piccole farfalline :3
Un piccolo aggiornamento veloce prima di andare a dormiere. 
Ecco che c'è l'entrata di un nuovo personaggio, Gabrielle. (Ti amo Gì. )
Nei capitoli seguenti capirete moltissime cose.
Ora vi lascio, ho sonno v.v
xoxo Novalee.
Goodnight.

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Capitolo 14
*** -the Jonas are bithces. ***


Upper East Side.

Avete bisogno di qualche chiarimento per caso? bene.
 
"Il signor Heyes, nonchè padre della nostra bellissima Megan, è un famoso produttore musicale e come tale è costretto a spostarsi in continuazione. Prima di prendere in sposa la signora Margaret McGreene, però, Michael si trovava in Italia per uno dei suoi tanti impegni, e li conobbe la madre di Gabrielle. Fu amore a prima vista, o meglio, la loro era solo attrazione fisica. Finirono a letto e bhè, il resto potete anche immaginarlo. Da quell'amore non ancora sbocciato, nacque la piccola Gab, che per diciotto lunghissimi anni è stata costretta ad abitare insieme a sua madre e a vedere suo padre raramente. Il signor Heyes ritornò a New York e proprio a Manhattan incontrò Margaret, che poi sposò poco dopo. Quell'amore, che sembrava sarebbe durato per sempre, portò anche al concepimento di una deliziosa creatura, Darlene Megan Heyes, ma noi la chiamiamo semplicemente Meg. 
Fin da piccola Megan aveva desiderato tanto incontrare sua sorella, ma questo non le era ancora permesso. Ora, all'età di diciotto anni, Megan si ritrova davanti ad una situazione molto delicata e a quanto pare, non sembra essere più la cocca di papà."
 
*
 
«A che scuola vai?» chiese Gabrielle sorridendo a sua sorella.
«Alla Costance.» Megan abbassò lo sguardo sulle sue mani. 
Erano più di due ore che erano sedute su quel divano a parlare, a conoscersi. Megan sembrava non essere tanto convinta, mentre Gabrielle era molto eccitata all'idea che avrebbe vissuto per un po con suo padre. «Papà mi ha iscritta alla tua stessa scuola allora.» «Fantastico.» cercò di essere convincente, ma non le riusciva molto bene la parte della finta-contenta. «Senti Megan, lo so che non mi conosci e che io non conosco te, però non voglio che tra di noi ci sia dell'ostilità. Ho sentito parlare molto di te, papà parlava in continuazione di te a dire la verità» risero entrambe. Gab poggiò le sue mani su quelle di Megan. «quindi, voglio andare d'accordo con te e voglio che tu sia la sorella che non ho mai avuto.» le sorrise sincera e poi l'abbracciò. «Ok Gabrielle, però a scuola comando io, ricordatelo.» scoppiarono a ridere, dopodichè uscirono di casa per un giro turistico dell'Upper East Side. 
«Carino quel ragazzo che ti ha fatto l'occhiolino nella hall.» commentò Gabrielle, non appena furono fuori dall'albergo. «Chi? quello moro?» chiese Megan con aria indifferente, anche se sapeva benissimo di chi stesse parlando Gabrielle. «Si, lo conosci?» Megan annuì. «E anche troppo bene. Lo conosco da quando portavo il pannolino, lui è di quattro anni più grande di me. Si chiama Joseph Jonas ed è il figlio del proprietario dell'albergo, un figo della madonna, fratello del mio ex fidanzato del quale sono ancora innamorata, ed è lo stesso ragazzo al quale ieri sera ho fatto una sega, nel bagno di casa sua.» Gab intanto la guardava con gli occhi sbarrati e con la bocca socchiusa. «ah, e ci ho fatto anche sesso.» fece spallucce e sorrise, come se tutto quello che le aveva appena raccontanto non fosse un telefilm alla Beautiful. «E, rullo di tamburi: sono una ragazza cornuta.» ormai non la toccava più quell'argomento. «tutti alla Costance lo sanno, tutti riescono in qualche modo a ricordarmelo ogni giorno, tutti inventano storie assurde su di me, tutti sono dei fottutissimi figli di puttana.» concluse in grande stile inforcando gli occhiali da sole. Gabrielle rimase in silenzio e scosse la testa sorridendo. Era davvero strana sua sorella Megan. «Ti va starbucks?» chiese poi. «Si, certo.» «ah, un ultima cosa Gabrielle, se qualche giorno dovessi incontrare Joe o Nick, suo fratello, non dargli ascolto; sono la perversione fatta uomo e sono delle grandissime puttane. Forse di più Nick, ma insomma, hanno lo stesso sangue e fanno di cognome Jonas, non mi stupirei se Joe mi dicesse che si è fatto suo fratello. Tienilo bene a mente!» Gabrielle sorrise ed insieme si incamminarono per le strade di Manhattan.
 
*
 
 
-
Non picchiatemi vi prego ç.ç
Questo capitolo è una piccola introduzione della nostra Gabrielle.  ♥
Spero di aver reso bene l'idea e voglio sapere cosa ne pensate. uù
Ora vi lascio recensire e più tardi spero di postare un altro capitolo. 
Love u girls.
(Gì. )
xoxo Novalee.

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Capitolo 15
*** -Victor Victrola. ***


Upper East Side.

 
«Allora, io ho chimica alla prima ora e quella è la mia aula.» indicò una porta azzurra davanti a se. «Mentre...» prese il fogliettino che Gabrielle stringeva nervosamente tra le mani. «...tu hai storia e la tua aula si trova nel secondo corridoio a destra.» le ridiede il foglio e sorrise. «Non puoi sbagliare è l'unica porta in legno massiccio.» le diede un bacio sulla guancia e la salutò. «Ci vediamo a pranzo.» le fece l'occhiolino ed entrò nell'aula di chimica.
Tutti i banchi erano già occupati tranne due; il suo, naturalmente e quello di...Nick. 
Megan si sedette senza dare troppa importanza all'assenza del ragazzo e prese i libri dalla borsa. Dopo una quindicina di minuti Nicholas entrò in classe con un odioso sorrisetto stampato in faccia ed aveva...i pantaloni slacciati? La professoressa di chimica lo imitò poco dopo, entrando in classe abbastanza sconvolta, se così si può dire. Aveva la gonna rossa stropicciata e la camicetta bianca in raso messa al contrario. A Megan quasi venne da vomitare quando capì tutto. Possibile che fu l'unica ad accorgersene in quella classe di matti? Nick si sedette al solito banco dietro a quello di Megan, accanto ad Oliver. «Quest'anno verrò promosso in chimica con il massimo dei voti. L'ho fatta urlare per un bel po.» lo sentì sussurrare alle sue spalle, dopodichè si voltò schifata. «Che schifo! ti sei scopato la professoressa di chimica?» è probabile che Megan avesse urlato, ed ora tutta la classe aveva gli occhi puntati su di lei e su di Nick. La professoressa deglutì rimorosamente, mentre il pezzetto di gesso che aveva tra le mani finì sul pavimento. «Signorina Heyes!» urlò quest'ultima rossa in viso. Megan si alzò di scatto e raccolte tutte le sue cose si avviò verso la cattedra. «Dovrebbe vergognarsi!» urlò zittendo tutti. Si voltò verso la porta, ma prima di uscire si rigirò nuovamente. «ah, e si sistemi la camicetta professoressa. L'ha messa al contrario.» e sorridendo uscì dall'aula sbattendo forte la porta.
 
«Che schifo, che schifo, che schifo...» 
Megan era seduta sotto alla grande quercia che c'era nel giardino della scuola. Di entrare in classe non ne aveva proprio intenzione, così, si era rifugiata all'ombra del grande albero. Aveva la testa poggiata sulle gambe, che teneva unite con entrambe le braccia, e continuava a dondolarsi avanti e indietro. «Megan?» la ragazza alzò di scatto la testa, e tirò un sospiro di sollievo quando si ritrovò davanti la sua migliore amica. Le tese le braccia, segno che aveva bisogno di un abbraccio. Lily non se lo fece ripetere due volte e la strinse forte a se. «Che ci fai qui?» chiese la bionda. Megan fece spallucce e si distese completamente sull'amica. «Non vomitarmi in testa dopo quello che ti dirò.» prese un bel respiro «Nick si è scopato la professoressa di chimica!» Lily scoppiò a ridere, mentre Megan la guardava accigliata. «Solo io non ci trovo niente di divertente?» chiese lamentandosi. «Dio! quel ragazzo è unico.» Megan la fulminò con lo sguardo e Lily si zittì. Iniziò a singhiozzare rumorosamente e tirò sul col naso quando le lacrime le arrivarono alle labbra. «Che diavolo piangi Megan?» le prese il viso tra le mani e le asciugò quelle lacrime con entrambi i pollici. «Devi passare oltre, dimenticare Nick e vivere la tua vita senza di lui. Basta cuscini pieni zeppi di lacrime, basta rimanere rinchiuse in casa la sera, basta tutto Megan!» le urlò in faccia. 
Megan si alzò all'impiedi, si sistemò la gonna a quadroni, si asciugò le guance e tese la mano a Lily, che l'afferrò sorridente. «Stasera Victor Victrola?» le chiese «Sei sicura di vole andare al Victor Victrola? Insomma possiamo andare tranquillamente in un altro locale non per forza in quello dei Jonas.» «Sicurissima! In un modo o nell'altro dovrà pur pagarmela quel pezz-» «Si si, ok. Ho capito! Non mandare la tua finezza a farsi fottere.» «Ed allora che Victor Victrola sia! Ci stai?» «Come potrei dirti di no?! Non rinuncerei al nostro show neanche fra cent'anni.» Megan sorrise e Lily non potè fare a meno di urlare dalla gioia. L'abbracciò ancora una volta e insieme ritornarono in quell'enorme edificio in mattoni. 
 
*
 
-
Hellooouuuuu :3
I'M SORRY! ç.ç E' troppo corto, ma capitemi, non ho molto tempo libero. Devo prepararmi per le ultime prove di domani, e non so un emerito ****. 
Sono stufa di questa scuola, non vedo l'ora che finisca tutto, così potrò dedicarmi interamente a voi e alla mia storia *U*
Ok, ora voglio vedere altrettante
DIECI recensioni. °W° Dioooo, DIECI recensioni, cioèèè, IT'S FANTASTIC. 
HAHAHAHA sto male x'D 
VI AMO DAVVERO PICCOLE FORMICHINE. 
Gabrielle, sij bell. 
xoxo Novalee.

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Capitolo 16
*** -Victor Victrola. (part 2) ***


Upper East Side.

«Lily non sono molto sicura.» urlò Megan dalla cabina armadio. Esatto, perchè Megan ha una cabina armadio, non un semplice armadio.
«Sbrigati cazzona! Siamo in ritardo.» urlò di rimando Lily.
Megan sbuffò sonoramente ed uscì con le mani incrociate al petto. «Se fossi stata un ragazzo già sarei dovuta correre a casa a cambiarmi i pantaloni.» esclamò Lily sorridendo. «Sei magnifica!» Megan rise e dopo aver preso la pochette uscirono di casa. «Dammi le chiavi, stasera guido io!» sorrise maliziosa mentre uscivano dall'albergo e Lily le passò le chiavi della sua porche. «Si salvi chi può. Victor Victrola, stiamo arrivando!» salirono in macchina e partirono alla volta del prestigioso locale. 
Vi arrivarono poco dopo, e la lunga fila di persone che c'era fuori al Victor Victrola era ben visibile già da qualche isolato prima. Parcheggiarono al solito posto e attraversarono la strada, correndo sui tacchi vertiginosi. Il buttafuori, George, le salutò con la sua grossa mano e mentre le sue labbra si curvavano in un grande sorriso, Megan e Lily erano già davanti a lui. «Avverto Lucas di preparare la vostra playlist?» chiese ad entrambe le ragazze che annuirono eccitate. «Ok, perfetto. Entrate pure.» le fece passare, ricevendo degli insulti da parte di qualche ragazzo che era in fila già da troppe ore e li fulminò tutti con lo sguardo.
Presero qualcosa di forte da bere prima di dare inizio allo spettacolo, giusto per divertirsi un po di più. Posarono tutte le loro cose e si tuffarono tra tutta quella gente, al centro della pista. 
 
Era tradizione per Megan e Lily ballare, cantare e far eccitare tutti i ragazzi presenti al Victor Victrola quasi ogni sera.
Lo facevano da un anno a questa parte, ma da quando Meg e Nick si erano lasciati avevano abbandonato ogni tipo di divertimento.
Ma niente è per sempre.
Tremate, tremate, le streghe son tornate.
 
Uno spazio vuoto si era creato intorno alle due ragazze. Ballavano, ridevano e si palpavano a vicenda; si divertivano semplicemente, erano solo due migliori amiche che avevano sete di divertimento. 
Megan si avvicinò di più a Lucas, il dj, e gli fece cenno di darle il microfono. Lucas annuì e glielo lanciò. Poco dopo, sulle note di Rolling In The Deep, la ragazza salì sul palco, dove poco prima c'erano alcune ballerine che si strusciavano il palo argentato tra le gambe, e iniziò a cantare. La sua voce iniziò a riempire quel locale nello stesso istante in cui Joe e Nick fecero il loro ingresso trionfante. Si bloccarono all'istante, entrambi, quando notarono una ragazza dai lunghi capelli neri, cantare sul palco. Forse perchè quel vestitino che indossava le copriva poco e niente, forse perchè i suoi occhi luccicavano nell'oscurità, forse perchè i suoi movimenti lenti li ipnotizzarono come solo un mago riesce a fare. Forse perchè in quel preciso momento Megan iniziò a spogliarsi. Non ci furono niente urla e nessun commento poco carino. C'erano solo ragazzi e ragazze con gli occhi spalancati e la bava alla bocca. 
La canzone terminò, velocemente Megan raccolse il vestito dal pavimento e scese dal palco. «Questa volta ti perdono solo perchè Nick ti stava scopando con lo sguardo.» le sussurrò Lily all'orecchio, prima che Megan sparisse dietro alla porta del bagno, con il sorriso stampato sulle labbra.
 
Si rivestì lentamente mentre si fissava allo specchio. Chiuse gli occhi ed inspirò profondamente quando sentì qualcuno poggiarsi con tutto il peso dietro di lei, e un altro paio di grosse mani circondare le sue. «E quindi, alla fine ho vinto io Nich-» si bloccò di colpo quando si voltò e si ritrovò appiccicata al corpo di quello che non sembrava Nick. «Joe?» la voce le uscì in un sussurro. «Mi dispiace che tu sia rimasta delusa.» inclinò leggermente la testa e sorrise. «Cosa ci fai qui? Dov'è Nick?» «Nick è impegnato al momento, e ho chiesto gentilmente a George se mi teneva la porta del bagno sottocontrollo, almeno per un po.» sorrise di nuovo. «L'ho chiusa a chiave Megan. Non puoi fuggire questa volta.» premette ancora di più il suo corpo a quello della ragazza, e bhè...qualcosa aspettava di essere liberato nei suoi pantaloni. 
«L-lily verrà a cercarmi.» tentò di rimanere calma, ma cominciava a diventare troppo difficile. «Non credo. Era abbastanza impegnata con un tipo e il suo amichetto.» ghignò, prima di poggiare le mani sul sedere di Megan. La strinse ancora più forte e la sollevo da terra, quel poco che le permettesse di avvolgere le sue gambe attorno al bacino di lui. Megan intrecciò le sue dita tra i capelli di Joe, e lui le sfilò il vestito con un movimento rapido. Le scostò di poco i capelli, che ricadevano morbidi sul collo, in modo da poter lasciarci dei baci senza complicazioni. Con le mani tremolanti Meg gli sbottonò ad uno ad uno, i bottoncini della sua camicia bianca. La lasciò cadere sul pavimento e prese ad accarezzargli gli addominali scolpiti. Con la punta dell'indice tracciò alcune linee sui pettorali, e giocherellò con i suoi capezzoli. 
Joe strinse più forte le cosce di Megan e l'adagiò con cura sul bordo del lavandino. Le sue mani si muovevano lente e delicate sulla schiena della ragazza e senza pensarci due volte le slacciò il reggiseno. Lo gettò alle sue spalle e si chinò di poco sul suo seno; li lasciò una lunga scia di baci e morsi. Megan si trattenne finchè potè, ma quando l'eccitazione cominciava a salire sempre di più si lasciò sfuggire qualche gemito. Il ragazzo sorrise soddisfatto e dopo averle lasciato un bacio sulle labbra si chinò a raccogliere la sua camicia. Se la rimise velocemente, mentre Megan lo guardava sbigottita. «Cosa diavolo fai Joseph?» «Dovevo solo restituirti il favore dell'altra volta Megan.» «No, no, no. Tu» gli puntò un dito al petto. «non puoi!» «Ah davvero? Tu però l'hai fatto.» alzò un sopracciglio e quel sorriso sghembo che a Megan era sempre piaciuto, comparve sul suo viso. «Joseph ti prego!» si aggrappò al colletto della sua camicia. «Non pregarmi Megan, non sono un santo.» «Ma voi Jonas avete un vocabolario vostro personale?» Joe sorrise, scuotendo la testa ed uscì dal bagno, lasciandoci Megan con gli ormoni alle stelle.
 
*
 
-
Non mi ucciderete vero? :3 No che non lo farete, altrimenti io non potrò più scrivere. uù
Alouuur, non so se definirlo schifoso o più che schifoso. Bha .__. Tocca a voi esprimere un giudizio.(?)  hahahah
VI AMO. 
(Gì )
xoxo Novalee.

 

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Capitolo 17
*** -Victor Victrola. (part 3) ***


Upper East Side.
Megan si chinò a raccogliere il vestito dal pavimento e se lo infilò velocemente. Si diede un ultima controllata allo specchio ed inspirò profondamente prima di uscire dal bagno. Il Victor Victrola inziò a sfollarsi poco a poco, e rimasero i soliti che abbandonavano il locale al sorgere del sole. Lily era attaccata alla bocca di un tizio a Megan sconosciuto, Oliver, Eddy e Liza, arrivati probabilmente mentre Megan era ancora in bagno, erano seduti sul grande divano nell'area riservata, Nick stava parlando con un tizio dall'aria per niente buona e stringeva tra le mani una piccola bustina trasparente, invece Joseph era seduto sul divano dal lato opposto all'altro e fumava tranquillamente la sua lucky strike. 
Si avvicinò a Lily e la tirò per un braccio verso il bancone del bar e ordinò due tequila. «Ma cos'hai fatto? Hai una faccia...Ti sei fumata qualcosa senza di me?» la guardò in cagnesco. «Magari Lily, magari.» si sedette sullo sgabello in pelle nera e cominciò a sorseggiare la sua tequila. «Joseph.» disse dopo aver bevuto l'ultima goccia. «avete...di nuovo?» Lily spalancò la bocca e lasciò cadere il bicchiere vuoto sul tavolo. «No. Quel grandissimo figl-» fece una pausa. «quel grandissimo figlio di buona donna mi ha spogliata nel bagno, mi ha toccata e baciata dappertutto e poi mi ha lasciata lì, a bocca asciutta.» «Ah, ora capisco la tua espressione da malata.» la bionda iniziò a sghignazzare e Megan la colpì sul braccio. «Ahio!» si lamentò, dopodichè ritornò seria. «Te la sei cercata Megan. Insomma, se ricordo bene, anche tu hai fatto la stessa cosa con lui la settimana scorsa.» concluse poi. «Si però..» «Però niente Megan, ammettilo che si è comportato da fottutissimo esperto.» Megan sospirò e lasciò cadere il discorso lì.
«Ragazze si gioca!» un ragazzo biondo, sulla ventina, le invitò a partecipare a quello che doveva essere il gioco di fine serata. Contemporaneamente le due ragazze di alzarono e raggiunsero il gruppetto di ragazzi che si era formato attorno al tavolino in vetro. Nick li raggiunse poco dopo, sempre con la stessa bustina tra le mani e si sedette di fianco al biondo. Liza, Eddy ed Oliver si unirono a loro, mentre Joe rimase steso sul divano a fissare il soffitto. «Ehy Joe, ci stai?» lui fece spallucce, evidentemente annoiato, e senza distogliere lo sguardo si accese un altra sigaretta. «Non dovresti fumare così tanto!» lo ammonì Megan sedendosi al suo fianco. «Senti chi parla.» si intromise Liza. «Chiudi quella bocca ochetta del cazzo!» le rispose di rimando Meg. «Ochetta sarai tu.» «Basta! Smettetela cazzo, non siamo all'asilo.» urlò Nick. Le due ragazze rimasero zitte e nel frattempo il ragazzo biondo, che doveva chiamarsi Zac, iniziò a parlare. «Bene. Tutti sapete in cosa consiste il gioco; "obbligo o verità". Non ci sono regole. Potete tranquillamente chiedere e far fare a gli altri tutto ciò che vi pare, e naturalmente chi si rifiuta di eseguire gli ordini dovrà spogliarsi. Tutto chiaro?» Megan odiava quello stupido gioco. Si era ritrovata più volte nuda davanti a tutti quei ragazzi, che erano sempre gli stessi, perchè si era rifiutata di fare cose che non posso elencarvi. «Bene, comincio io.» disse sempre lo stesso ragazzo. «Uhm..Lily! Obbligo o verità?» chiese «Verità.» rispose Lily sbuffando. «Sei mai stata a letto con qualcuno qui presente?» Oliver tossicchiò e Lily rimase impassibile. «Si, con Oliver.» «Perfetto Lily, ma non ti ho chiesto anche con chi.» «Sono stata più sincera, meglio no?» «Certo. Passiamo avanti.» scrutò per bene tutti. «Oh oh, Megan, quanto tempo.» «Eh già» «obbligo o verità?» «obbligo.» «Bacialo!» Megan sbiancò. «C-chi?» balbettò «Joe.» Nick si irrigidì mentre Joseph non si mosse di un centimetro. «Credimi biondo, ti odio.» lo fulminò con i suoi occhi ghiaccio. «Lo so.» sorrise malizioso. «ah Megan, voglio vedere un bacio vero, non uno di quelli che si danno i bambini di cinque anni.» le fece l'occhiolino e Megan si voltò verso Joe. Senza pensarci troppo gli afferrò il viso con entrambe le mani e fece combaciare le sue labbra con quelle del ragazzo. All'iniziò quello che sembrava essere un innocente bacio, diventò tutt'altro: le loro lingue ormai avevano iniziato una danza tutta loro e si volevano, si desideravano. Si cercavano l'un l'altra, bramose. Joe si lasciò sfuggire un gemito, mentre Megan inarcò la schiena bruscamente. «Ok, può bastare.» nessuno dei due si staccò. «Megan?» ritentò il ragazzo. Lily tirò una gomitata a Meg che si staccò di scatto, arrossendo violentemente. «Me l'avevi chiesto tu no? di baciarlo non come fanno i bambini di cinque anni.» cercò di giustificarsi. Nick intanto ribolliva dalla rabbia e se avesse potuto, avrebbe spaccato tutto. Il primo giro finì velocemente, senza nessun altro colpo di scena. Poi fu il turno di Liza. «Megan.» «logico.» sussurrò la mora senza farsi sentire. «Sei mai stata a letto con qualcuno qui presente? escluso Nicholas ovviamente.» Megan deglutì rumorosamente e la fronte le si imperlò di sudore. Le sue mani si torturavano a vicenda e le si aggrovigliarono l'intestino e lo stomaco. Che fare? Mentire o dire la verità? «No.» sussurrò appena, cercando di mantenere la calma e di essere più credibile possibile. «Sicura?» insistette Liza, evidentemente insoddisfatta della risposta di Megan. «Se ti dico di no è no!» sbottò infastidita Megan. «Perfetto. Lily, ti rimane un obbligo giusto?» la bionda annuì, scocciata dal comportamento di Liza. «Bene, bacia Megan.»  degli oh oh si levarono tra i ragazzi. «Con la lingua.» proseguì la rossa, sorridendo bastarda. «Nessun problema. Diamoci dentro tesoro.» disse, dopodichè si voltò verso Megan, che la guardava divertita, e si baciarono senza vergogna, davanti a sei paia di occhi che le guardavano straniti. Si staccarono dopo un po e scoppiarono a ridere entrambe, nello stesso istante.
 
*
 
 
-
Buon pomeriggio :3
Aggiornamento veloce prima di andare a studiare uù
Vi ringrazio infinitamente. Abbiamo superato le 100 recensioni *---* ed io sono stramegasuperipercontenta.
I love you all.
Gì. ♥
xoxo Novalee.

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Capitolo 18
*** -she's jealous? ***


Upper East Side.

Gabrielle entrò nella camera di Megan silenziosamente, camminando sulle punte dei piedi. Raggiunse la finestra, inciampando in qualcosa e rischiando di cadere, e spalancò le lunghe tende cosicchè i raggi del sole illuminassero l'intera stanza. «Ma che ca...» Megan alzò la testa dal cuscinò e riuscì a malapena ad aprire gli occhi. «Gabrielle? Ma ti sei bevuta il cervello? Chiudi quelle fottutissime tende, io voglio dormire.» mugugnando affondò di nuovo la testa nel morbido cuscino. «Abbiamo scuola Meg, e siamo già in ritardo.» disse l'altra in tono autoritario. Le tirò via le lenzuola e Meg si rannicchiò su se stessa. «Lasciami in pace mostriciattolo!» «Come mi hai chiamata?» «Mostriciattolo!» Gabrielle si avvicinò pericolosamente a Megan, che balzò all'impiedi ed indietreggiò. «Inizia a correre Megan!» «Oh no no, Gabrielle scherzavo!» uscì dalla sua camera, spalancando la porta, e iniziò a correre a più non posso per tutta la casa, mentre Gabrielle la rincorreva ridendo di gusto. «Amore perdonami! Ti prego Gaby no, no, no!» si ritrovò con le spalle al muro la piccola Megan ed ora non poteva più sfuggire a Gabrielle. «L'hai voluto tu!» un sorrisetto bastardo spuntò sul suo viso e si fiondò su di Megan. Iniziò a farle il solletico sulla pancia, sotto alle cosce e sui fianchi. Era ufficialmente morta! «Ragazze!» la signora Heyes comparve sulla soglia del salotto, avvolta nella sua bella vestaglia di raso. Evidentemente era stata svegliata dal suo dolce sonno. «Vi sembra questo il modo e poi avete visto che ora è? Non avete scuola voi due?» le ammonì con il suo tono di voce, abbastanza irritato. «Si, scusami Margaret, è colpa mia.» Gabrielle lasciò finalmente Megan libera e le diede modo di riprendere fiato. «Ora andiamo a prepararci.» questa volta a parlare fu proprio Meg. Si alzarono dal pavimento e in silenzio corsero su per le scale, dopodichè scoppiarono a ridere entrambe.
 
Dopo essersi lavate, vestite e truccate, Megan e Gabrielle uscirono dall'albergo sorridenti e iniziarono a camminare a passo svelto, alla volta della Costance.
 
«Senti Meg, devo dirti una cosa.» Gabrielle risvegliò Megan dai suoi pensieri che si voltò verso di lei, annuendo. «Volevo dirtelo già qualche giorno fa, ma non sapevo come l'avresti presa.» Megan corrugò la fronte e corrucciò le labbra. «ehm, Joe mi ha chiesto di uscire.» disse in un flebile sussurro, chinando la testa. Meravigliata. Eh già, era solo meravigliata la ragazza dagli occhi color del cielo. Si rilassò e continuò a sorseggiare il suo cappuccino bollente. «Bhe Gabrielle, fa quel che vuoi. Non posso mica costringerti a non uscirci ficcandoti due dita in gola. Dopo tutto è un essere umano quello la. Io ti ho già avvertita quando arrivasti qui per la prima volta, un mese fa, ed io le cose non le ripeto mai per due volte.» abbozzò un sorrisino, e spostò il suo sguardo su di Nicholas che era seduto sugli scalini più in basso. 

Come l'aveva interpretata quella risposta Gabrielle?
Era probabile che Megan fosse gelosa?
Voleva tenerseli tutti per se i due fratellini Jonas oppure voleve semplicemente proteggere sua sorella dalle loro grinfie?

*

 
-
Buonasera amori miei *--*
E' mezzanotte ed io ho aggiornato. Ora ditemelo, sono cogliona si o no?
Non solo non aggiorno da tempo, ma poi se lo faccio a mezzanotte sono ancora più cretina. '-'
Predonatemi per la schifezza di capitolo che ho postato, ma domani spero di avere più tempo.
Vi amo tutte. 
Gì.
xoxo Novalee.

 

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Capitolo 19
*** -Gabrielle and Joseph. ***


Upper East Side.

«Megan, ci sei?» «Si certo, entra.» Gabrielle entrò nella camera di Meg e la trovò intenta a mettersi lo smalto. «Hey honey.» sorrise mentre Gabrielle si sedette sul letto, accanto a lei. «Ok, stasera devo uscire con Joe e sono nel panico totale!» si lasciò sprofondare nel cuscino che poi si portò sul viso. «Non so cosa mettermi!» farfugliò poi. Megan sorrise, e dopo che ebbe finito di passarsi lo smalto verde anche sull'ultima unghia, si alzò dal letto. «Allora ai vestiti, al trucco e alle unghie ci penso io.» si sistemò davanti all'armadio e iniziò a far scivolare le mani sui suoi vestiti, facendo attenzione allo smalto ancora fresco. «Cosa avevi in mente? per il vestito intendo.» chiese, assumendo un aria seria, da esperta nel campo. «Non so, mi affido completamente nelle tue mani.» si mise seduta sul letto, con le gambe incrociate. «Ti da fastidio se tengo le scarpe sul letto?» «No tranquilla, lo faccio sempre anche io.» «Ok.» sorrise, poi afferò una rivista dal comodino accanto al letto e prese a sfogliarla nervosamente. «Come smalto ti consiglio quello rosso, Joe ne va pazzo.» sussurrò a bassa voce. «Oh, s-si certo.» cercò di abbozzare un sorriso. «Ti ha detto dove ti avrebbe portata?» «Oh si! quasi me ne dimenticavo.» si alzò in fretta dal letto, inciampando nei suoi stessi piedi. «mi ha detto che sarà una cosa super chic, e anche per questo ho una paura tremenda di fare una grandissima figura. Non so come ci si comporta in queste occasioni. Ero abituata ad andare a mangiare una pizza quando uscivo con qualche ragazzo, oppure al Mc Donalds.» si sedette per terra, esausta. «Ti prego Megan, salvami.» la ragazza mora scoppiò a ridere e si coprì la bocca con il dorso della mano. «Ok, sembri proprio disperata. Ti aiuto, solo perchè domani mi presterai il tuo vestitino rosso.» «Dove devi andare domani?» chiese Gì con sguardo malizioso. «Ok, non resisto. Nick mi ha chiesto di uscire!» urlò di gioia e gli occhi le si illuminarono. «Ha detto che vuole portarmi a cena fuori e non dovrò per forza finire a letto con lui se non voglio.» rise per l'ultima parte della frase. «No, dici davvero? Ma è fantastico Meg!» si alzò a l'abbracciò improvvisamente. «Si, lo è.» chinò la testa e sbuffò. «Ma...?» chiese Grabrielle, accorgendosi che qualcosa turbava Megan. «Ho paura che se inizio a fidarmi di nuovo di lui, rimarrò fregata come l'ultima volta e non voglio.» sospirò. «Ho già sofferto come un cane, non voglio che si ripeta.» «Questa volta tu vacci con i piedi di piombo, ok?» le passò le mani sulle spalle e la contagiò con il suo sorriso. «Ok.» sorrise anche lei. «Grazie Gab.» questa volta fu lei ad abbracciarla. «Ok, basta momento-dolcezza tra sorelle, mettiamoci alla ricerca di qualcosa da farti indossare per far impazzire Joseph.» si morse il labbro inferiore e sorrise bastarda. Risero all'unisono e si tuffarono a capofitto nell'armadio di Megan; potevi perdertici in quel posto.
 
«Guardati, sei perfetta le fece fare una giravolta su se stessa e sorrisero entrambe soddisfatte; Megan perchè aveva fatto davvero un ottimo lavoto e Gabrielle perchè non avrebbe mai saputo ringraziarla per averla resa perfetta, per la serata perfetta. «Sei sicura che così vado bene? cioè, non so se-» «Stai mettendo in dubbio il mio lavoro?» la guardo in cagnesco. «Ma no Meg, non è questo.» sbuffò. «Ascoltami Gab,» le prese entrambe le mani. «Joe Jonas è un essere umano, proprio come noi. Non è una rockstar e neanche un attore di fama internazionale, quindi rilassati. Prendi un bel respiro.» entrembe chiusero gli occhi ed inspirarono ed espirarono lentamente. «Perfetto, ora vai e divertiti.» le diede una pacca sul sedere e le fece l'occhiolino. Gabrielle in preda all'agitazione barcollò leggermente sui trampoli che Megan le aveva costretto ad indossare ed uscì di casa, ritrovandosi davanti un Joseph Jonas tutto tirato a lucido. «Hey.» dissero contemporaneamente. «Sei bellissima.» Joe la squadrò dalla testa ai piedi, fino a quando la ragazza non divenne dello stesso colore di un peperone. «Anche tu.» disse in un flebile sussurro. «Andiamo?» era bello vederlo sorridere. «Certo.» lui le concedette il suo braccio e sorridendo, lei accettò.
Dopo una ventina di minuti arrivarono a destinazione e Gabrille non potè fare a meno di sorridere di fronte a tutta quella bellezza. «Ti piace?» chiese Joe, mettendo le mani nelle tasche. «E' fantastico Joe.» «Andiamo.» le prese la mano e la condusse all'interno dell'enorme villa. «Perchè mi hai portata in questo posto così wowchiese Gabrielle non appena furono entrati. Joe si tolse la giacca e la lanciò sul divano. «E' una delle tante ville di famiglia, visto che non c'è mai nessuno ne ho approfittato.» richiamò un cameriere e gli sussurrò qualcosa che Gabrielle non riuscì a capire. «Ceniamo?» «Volentieri, ho anche una gran fame.» risero entrambi e si avviarono in sala da pranzo. 
Cenarono parlando del più e del meno, conoscendosi e ridendo di tanto in tanto alle battute stupide di Joe. «Usciamo un po fuori? inizia a fare caldo.» propose la ragazza. «Hai ragione, inizia a fare caldo. Andiamo.» si alzarono ed uscirono in giardino. La piscina era enorme e l'acqua era tiepida, alla temperatura giusta. «Ti dispiace?» indicò il bordo della piscina. «Affatto.» Gabrielle di slacciò le scarpe e le posò delicatamente accanto alla sedia in vimini e si sedette, immergendo i piedi nell'acqua. Joe la imitò alzandosi il pantalone a mò di pescatore. «Sai, all'inizio pensavo che tu non avresti accettato di uscire con me.» «Perchè mai?» «Non lo so, sei diversa dalle altre. Non sembri una facile.» ammise senza troppi giri di parole. «Questa ti sembra la faccia di una ragazza facile?» si indicò il viso, non riuscendo però a trattenere una risata. «Per niente!» il ragazzo moro scoppiò a ridere. Proprio in quel momento Gabrielle rimase incantata dal suo sorriso. Era bello e luminoso, puro e sembrava sincero. «Posso baciarti?» Gabrielle rimase per un attimo con il fiato sospeso, poi rise. «Cosa?! Noo!» «Perchè no?» chiese lui ridendo. «Non bacio mai al primo appuntamento!» alzò il mento e distolse lo sguardo. «Per me faresti un eccezione?» Gabrielle pensò per un attimo che Joe stesse scherzando, così stette al suo gioco. «Ok, per Joe Jonas si.» non esitò il ragazzo. Le prese il mento con una mano e la fece voltare. Premette le sue labbra contro quelle rosse e profumate di Gabrielle. Aspettò che la ragazza dischiudesse leggermente la bocca, e ci intrufolò dentro la lingua. Iniziarono a giocare, desiderose. Non volle interrompere quella fantastica danza, così si lasciò trasportare. 
Nessuno quella sera li avrebbe interrotti. Dopotutto, quante volte nella vita ti capita di baciare un Jonas?

*
 

-
'Seraaa (:
Eccomi qua, con il nuovo capitolo, come promesso. uu Pensate che Joe e Gabrielle saranno la prossima coppia "Jab"? kljndcjn 
Questo è dedicanto interamente a Gabrielle, che non la smette di mettermi ansia ogni volta che devo aggiornare. pfff 
Spero ti sia piaciuto scrofa. ** 
Buona notte belle formichine. 
Vi amo tutte. <3
xoxo Novalee

ps: nel prossimo capitolo vi pubblicherò anche una foto di Gab. <3

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Capitolo 20
*** -Gabrielle and Joseph. (part 2) ***


Upper East Side.

«Joe...» mugugnò tra un bacio e l'altro. «Joe...» le mani del ragazzo si fecero strada sotto al vestitino di lei. «Joe...» un ultimo sospiro. Non voleva fermarlo. Non voleva che lui la smettesse di toccarla. «Io non faccio sesso al primo appuntamento.» il suo vestitino blu ormai aveva già raggiunto il pavimento da un bel po. «Era lo stesso anche per il bacio.» sussurrò lui ansimando già dal piacere. «Si, ma questa volta non farò un eccezione anche per quanto riguarda il sesso.» si strinse ancora di più alle sue spalle e gli circondò il bacino con le sue gambe toniche e formose. «Allora perchè continui ad aggrapparti alla mia schiena?» si staccò di poco dalle sue labbra, per poterla guardare negli occhi. Sorrise malizioso e si passò la lingua sulle labbra, prima di avventarsi sul suo collo, che prese a baciare e a mordere con bramosità. C'era silenzio in quella stanza, si avvertivano solo i loro respiri affannati e i gemiti di Gabrielle. Le sfilò rapidò il reggiseno e lo gettò alle sue spalle. Scese dal suo collo fin sopra al petto e poi ancora più giù, fino a quando la sua lingua iniziò a giocare con i suoi capezzoli. Le mani di Gabrielle si soffermarono sul cavallo dei suoi pantaloni, e senza pensarci due volte glieli slacciò, poi lasciò che lui se li sfilasse del tutto. Accarezzò i suoi pettorali con una mano, mentre l'altra lo teneva stretto a se. Fece scorrere le dita tra le pieghe della tartaruga ben scolpita di Joe, per poi risalire verso la sua guancia. Il ragazzo le sfilò anche il tanga nero in pizzo e con tutta la grazia che solo Joe Jonas aveva, entrò dentro di lei. Inarcò la schiena bruscamente, quando sentì quel vuoto colmarsi. Prese ad ansimare molto più rumorosamente, mentre i loro corpi si muovevano in sincronia e i loro cuori battevano forti, all'unisono. Le dita della ragazza di muovevano freneticamente tra i capelli di Joe. Erano sudati entrambi, tanto che Gabrielle dovette aggrapparsi con le unghie alla schiena di Joe, che troppo preso dal piacere, non se ne curò minimamente. Un ultimo grido, quello di Gabrielle, riempì la stanza e Joe terminò la sua opera con grande stile, dando un ultima spinta, più forte, e stremato si lasciò cadere su di lei, ansimante. «Ok, Joe, ora puoi uscire.» farfugliò Gabrielle, dopo che ebbe riacquistato il dono della parola. «Mi piace stare così.» «Anche viziato sei.» risero entrambi, poi lasciarono che il silenzio si impadronisse di quella stanza, consumata dal piacere.
 
*

 
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Bonsoir (:
Non mi uccidete vi prego T^T lo so che volete anche Nick e Megan, ma abbiate pazienza, una coppia alla volta. **
Perdonatemi per la cortezza (?) del capitolo, ma non preoccupatevi, lasciate fare alla vostra Lee. uu
Ora vi lascio. 'Notte.

Gì. 
xoxo, Novalee.

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Capitolo 21
*** -together, again. ***


Upper East Side.

«Ci rinuncio!» sbuffò lasciandosi cadere sul letto. 
Erano le undici e di Nick neanche l'ombra. Aveva dimenticato il loro appuntamento o le aveva semplicemente dato buca? Megan non lo sapeva e non voleva saperlo. Si spogliò innervosita, e lavò via tutto il trucco dalla sua faccia. Si era fatta bella per Nicholas, per lui e per nessun altro. Ma dopotutto doveva aspettarselo da uno come lui. Cosa pretendeva? Che lui mantenesse la sua parola, e che l'avrebbe portata a cena fuori come stabilito? Pff, tutte stronzate. Nick era uno stronzo e lei era una grandissima cogliona che c'era cascata. Si stese sul letto, rannicchiandosi su se stessa e prese il primo libro che le capitò a tiro. 
Il campanello interruppe la sua lettura e imprecando, Megan si alzò ed andò ad aprire. «Ed ora chi diavolo è?» girò la maniglia in acciaio della porta e si ritrovò davanti Nick. «Ah, sei tu.» biascicò inespressiva. «Megan mi dispiace. Scusami, ma i ragazzi mi hanno trattenuto durante la gara.» si scusò lui, poggiando una mano alla porta e chinando la testa. «Come sempre.» fece spallucce e se ne ritornò in casa, lasciando via libera a Nick, che entrò richiudendosi la porta alle spalle. «Che facevi?» chiese Nick, posando la sua giacca di pelle sul divano. «Niente.» Megan salì le scale e ritornò nella sua camera, seguita a ruota da Nick. «Sei sola?» «Si.» «Dove solo gli altri?» «Mamma e papà sono a cena fuori e Gabrielle è a casa tua, con Joe.» si ristese sul letto, non curandosi del fatto che Nick era in camera sua. Distolse un attimo lo sguardo dal suo libro e lo fissò. «Che diavolo hai fatto ai tuoi meravigliosi ricci?» quasi sembrava volesse piangere. «Gli ho dato una spuntatina, questa mattina.» rispose lui, massaggandosi la nuca imperlata di sudore. «Sbaglio o sei sudato fradicio?» lo guardò schifata. «Indovinato. Posso farmi una doccia, non vorrei andare a casa e ritrovarmi davanti una scena da film porno.» ridacchiò e senza aspettare una risposta da Meg, si chiuse in bagno e ne uscì poco dopo a petto nudo e con un asciugamano in vita. «Mh, sexy.» disse Meg sorridendo. «Lo so.» «Scherzavo Nick. Ormai non mi fai più niente, o forse qualcosa mi fai; schifo!» sputò quelle parole con tutta la rabbia che aveva dentro. «Dio, Meg, ti ho detto che mi hanno trattenuto.» sbuffò lui. «Andate a fanculo tu, i tuoi stupidi amici, le vostre stupide gare e le vostre moto del cazzo!» urlò. «Ok, ho capito. Me ne vado.» raccolse i suoi jeans e la su maglietta. «Ecco, bravo.» rispose stizzita. Nick si rivestì velocemente sotto i suoi occhi. «Ciao Megan!» si avviò a passo svelto verso la porta, mentre dei piccoli sensi di colpa si facevano spazio dentro di lei. «No..» sopsirò. «Aspetta. Scusami Nick.» sussurrò. Lui si fermò di colpo e si voltò verso di lei. «Sono stata troppo, dura.» abbassò lo sguardo sulle sue mani, che presero a torturarsi a vicenda. Alzò gli occhi quando sentì Nick sedersi sul letto, accanto a lei, e posargli una mano sulle sue. «Da quando sei così nervosa?» chiese lui sorridendo. «Oh, bhe...non lo so.» farfugliò. «Ah ah, sei diventata una timidona.» sorrise malizioso. «Che notevole cambiamento.» «Non è vero, non sono diventata timida.» lo fulminò con lo sguardo. «Dimostramelo.» un sorriso sghembo si fece strada sul suo volto.
Megan sapeva dove volesse andare a parare Nick e così lo accontentò.
Si sedette a cavalcioni su di lui e gli sfilò la maglietta. «Questa non ci serve.» poi fece scorrere velocemente le mani verso i suoi pantaloni, e glieli sbottonò. «Questi non ci servono decisamente.» entrambi risero. Nicholas invertì le posizioni, ritrovandosi su di lei. Le tolse la leggera canottiera con fare maniacale, poi dopo fu il turno dei pantaloncini. 
Ora tutti i loro indumenti erano sparsi per la stanza di Megan, mancava solo qualcosa. Si sfilarono anche la biancheria a vicenda ed ora l'opera era completa. Il riccio, che ora tanto riccio non era, iniziò a spingere dentro di lei, ma qualcosa non andava. «Megan?» mugugnò sul suo collo. «Si Nick, lo so. Sono un po arrugginita.» sospirò. «Dio Meg, così mi metti in difficoltà.» i suoi ormoni stavano impazzendo. «Ho lasciato Matt il mese scorso.» farfugliò ansimante. «Ora si spiega tutto.» fece una pausa. «Diamine, io sono Nick Jonas!» si sistemò per bene su di Megan e poggiò tutto il suo peso sulle muscolose braccia. Divaricò ancora di più le gambe della ragazza e ci si posizionò in mezzo. Diede una spinta, forte, decisa ed entrò completamente dentro di lei, tanto da farla urlare di dolore. «sssh, gattina. Potrebbero sentirci.» sorrisero entrambi e continuarono a consumare quel piacere troppo grande, per essere consumato in una volta sola.
 
«Wow.» Joe si distese sul letto, sospirando rumorosamente. «Non è niente wow Joe.» Gabrielle si rialzò dal letto e raccolse il suo reggiseno ai piedi del letto. Si spostò un po più avanti e prese anche il tuo tanga dalla poltrona. «Perchè no?» Joe si sistemò sul letto, poggiandosi sui gomiti. Gabrielle si voltò per guardarlo meglio e arricciò il naso. «Copriti Joe!» chiuse gli occhi e si voltò. Lui rise di gusto e si portò il lenzulo fin sopra l'ombelico. «Non è wow, perchè abbiamo fatto sesso per due sere consecutive.» Joe la guardò interrogativo. «E allora?» «E allora niente!» sbottò innervosita. «Ho capito!» si mise seduto, con le spalle contro la spalliera del suo grande letto matrimoniale. «Ti devono venire!» sorrise. Gabrielle lo guardò sbigottita. «Come diavolo hai fatto?» «Anni ed anni di esperienza piccola.» si vantò lui. «Ma sentitelo! Anni ed anni di esperienza.» Si infilò il vestitino e prese la sua borsa. «Ci vediamo Joe.» si avvicinò e gli stampò un fugace bacio sulle morbide labbra. Uscì da casa Jonas e ritornò al sedicesimo piano. 
Entrò camminando scalza e senza far rumore. Posò le ballerine ai piedi delle scale ed andò in cucina per mangiare qualcosa. Prese dei biscotti e del succo di frutta. Si sedette sullo sgabello dell'isola e iniziò a mangiare in silenzio. 
Poco dopo il rumore di passi attirarono la sua attenzione. Nick comparve dalle scale, con la faccia da angelo beato, e Megan lo seguiva a ruota. «Buongiorno ragazzi.» «Buongiorno a te Gabrielle.» Nick sorrise imbarazzato e dopo aver salutato Megan con un leggero bacio, uscì di casa. «Che cazzo hai da guardare?» sbottò Megan, infastidita da quello strano sguardo. Gabrielle sorrise maliziosa e si morse il labbro inferiore. «Notte di fuoco eh?!» scoppiò a ridere e quasi si strozzò con un biscotto. «Siamo andati avanti per tutta la notte. Non riesco neanche più a sedermi.» si lamentò, cercando di trovare una posizione comoda sullo sgabello. Gabrielle continuava a ridere. «Smettila oppure ti tiro tutti i capelli, stupida di una Gabrielle.» mise il broncio e iniziò a mangiare i suoi deliziosi cereali. «A proposito, ma mamma e papà?» chiese Megan alzando la testa dalla sua ciotola. «Non lo so. Forse anche loro ne hanno avuto per un bel po, in qualche altro posto ovviamente. Qui non ci sono.» fece spallucce e continuò a bere il suo caffè. «Sicuramente, non li ho sentiti rientrare.» «Figuriamoci se li avresti sentiti.» sghignazzò. «Smettila, sul serio Gabrielle oppure i tuoi capelli ne pagheranno le conseguenze.» la guardò di sottecchi. «Ora voglio proprio vedere come farai a nascondere quello.» indicò il collo di Meg. «Cosa?» «Guardati allo specchio.» si alzò dallo sgabello e raggiunse l'ingresso, dove c'era l'enorme specchio che lei tanto amava. Un enorme succhiotto viola, grande quanto una mela, proprio sotto al suo orecchio destro. «Nicholaaaas!» urlò così tanto, che forse il messaggio era arrivato chiaro e forte anche al diretto interessato.
 
*
 
 


 

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Tadaaaann :3
Forse siete rimaste deluse, perchè non vi aspettavate che andasse così, quindi vi chiedo perdono. T^T
La foto fa schifo lo so. Nick non ha un braccio e per questo motivo ho riso per una mezz'ora buona hahahaha xD
Eh bhe, che altro dire, ringrazio tutte voi che mi seguite sempre, che recensite ogni capitolo e anche voi che non lo fate avete un piccolo posto nel mio cuore. 

Un abbraccio speciale va alla mia Gì. 
xoxo vostra, Lee.

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Capitolo 22
*** -you're in troubles little Lily. ***


Upper East Side.

A few days later...
 

«Ciao Lily.» la ragazza bionda si voltò e si ritrovò davanti un Nicholas Jonas che sorrideva malizioso. «Cosa ci fai nel bagno delle ragazze? Hai cambiato sesso ed io non lo sapevo?» disse ironica. «No, semplicemente volevo parlare con te.» si avvicinò lentamente. Lily che intanto stava lavando le mani, le asciugò meglio che potè sulla sua gonna scozzese e poi si voltò verso di lui. «Con me?» alzò un sopracciglio. «Si, con te.» posò il suo iphone sul lavandino, posidionandolo nella direzione di Lily, che non se ne accorse minimamente, troppo presa da Nick. «Cosa vuoi riccio?» sbottò spazientita. Il ragazzo si avvicinò pericolosamente, bloccandola sul posto. «Mettiamo in chiaro prima alcune cose. Primo: non chiamarmi mai più riccio. Secondo: sii più gentile, di conseguenza sarai anche più carina.» le sfiorò delicatamente la guancia leggermente colorata di rosa, con i polpastrelli delle dita. Lily rimase immobile, ed ipnotizzata da cotanta bellezza. «C-che vuoi Nick?» il ragazzo le sfiorò l'orecchio con la punta del naso e annusò il profumo sul suo collo, li ci stampò un piccolo bacio. Iniziò a baciarle la pelle candida, lasciando qualche scia di saliva sparsa qua e la. Le passò una mano sul fianco e la fece scendere lentamente, fino alla coscia. Risalì pian piano, alzando si poco la gonna blu. Si posizionò tra le sue gambe e con un gesto rapido fece in modo che lei gli circondasse il bacino con le gambe. Lily si aggrappò al suo collo con una mano, mentre il suo respiro si faceva sempre più pesante. «Allora è vero quello che dicono di me a scuola.» sussurrò al suo orecchio. Lily deglutì ma non disse niente. Non riusciva a dire niente. Lasciò che le mani del ragazzo vagassero per un tempo indeterminato sul suo corpo, poi con un gesto inaspettato le calò di poco gli slip. Lily spalancò gli occhi e inarcò la schiena pericolosamente quando sentì Nick entrare dentro di lei. «N-nick...» ansimò con il fiato corto. Il ragazzo la ignorò e prese a spingere dentro di lei più velocemente, mentre i suoi movimenti diventarono più bruschi. Le bloccò le mani contro il muro e prese a morderle il seno lasciato scoperto dallo scollo a V della leggera camicetta bianca. «Nicholas Jonas, Dio!» si aggrappò al suo collo con una mano, giocando freneticamente con i suoi capelli. Lo attirò ancora di più a se per la maglietta, e gli morse il lobo dell'orecchio. «Sei brava a fare anche altre cose Sanders?» le sussurò attaccato al suo orecchio. «Quello te lo scordi Jonas.» rispose a sua volta, ansimando. «Allora Megan non ti ha insegnato proprio niente.» sorrise. «Io non sono come Meg-» Nick diede l'ultima spinta ed uscì dal suo corpo. Si rialzò i pantaloni e si risistemò i capelli, specchiandosi nello specchio sopra al lavandino. Lily, rimase immobile a fissare il vuoto fino a quando Nick non interruppe i suoi pensieri con prepotenza. «Allora biondina, dicevo; tu sai se Megan ha per caso scopato con mio fratello Joe?» incrociò le braccia al petto e si poggiò contro il muro. La ragazza strabuzzò gli occhi «Perchè mi chiedi questa cosa?» «Il perchè non sono affari tuoi!» rispose innervosito. «Allora, mi rispondi si o no?» Lily scosse la testa. «Io non so niente.» la sua voce si ridusse in un flebile sussurro. «Bene.» riprse l'iphone da dove l'aveva lasciato e bloccò quello che probabilmente doveva essere un video. «Credo che questa sera farò vedere un bel film alla mia Megan.» sventolò il cellulare ridendo. Lily si alzò e si risistemò la gonna per poi pararsi davanti a lui con fare minaccioso. «Tu non le farai vedere proprio un bel niente!» gli urlò in faccia. «E' stato solo un errore, un fottutissimo errore!» «Davvero?» inclinò di poco la testa. «Chissà se Megan ti perdonerà mai. Tu eri la sua migliore amica, la persona della quale lei si fidava completamente.» le accarezzò il mento con un dito, raccogliendone una piccola lacrima. «Ti prego Nick non farlo. Lei è tutto ciò che ho.» «Io non lo farò se tu mi dirai la verità.» posò in tasca il cellulare. Megan le aveva fatto promettere che non lo avrebbe detto a nessuno su Alex, il suo piccolo angelo volato in cielo troppo presto. E ora cosa doveva fare? mandare all'aria dieci anni di amicizia per un errore imperdonabile o dire tutto a Nick? «Io davvero non lo so.» deglutì rumorosamente, mentre il suo sguardo continuava a spostarsi da una parte all'altra. «Non sei affatto brava a mentire, te l'hanno mai detto questo? Alex non ti credeva mai quando gli dicevi che tra te e Robert non c'era mai stato niente.» ridacchiò. «Alex non c'entra niente! Non permetteti di nominarlo! Non eri degno di essergli amico!» urlò imbestialita. Le lacrime ebbero la meglio e iniziarono a sgorgare dai suoi occhi senza sosta. «Sei solo una bambina.» scosse la testa ridendo amaramente. La ragazza cercò di mollargli uno schiaffo ma Nick la bloccò prontamente. «O mi dici la verità oppure puoi dire addio alla tua amichetta.» «Ci sei di mezzo anche tu! Ti odierebbe più di quanto non abbia già fatto.» «Si, è vero. Ma quale più grande delusione, se non da parte della tua migliore amica?» «Si Nicholas. Megan si è scopata tuo fratello. Hanno scopato alla grande, la migliore scopata di tutta la sua vita. E sai una cosa? Ha fatto bene. Non c'è stato modo migliore per ripagarti di quello che hai fatto.» sputò fuori tutte quelle parole con tutto l'odio che provava per quell'essere e se ne andò, lasciandolo da solo, mentre la rabbia lo stava lentamente consumando dentro.

 
*

 
-
Si lo so sono in ritardo e tra l'altro questo capitolo è molto corto, ma non preoccupatevi, da domani riprenderò ad aggiornare regolarmente ogni sera v.v
Allora, come ho già detto, questo capitolo è abbastanza corto, ma da come avete ben capito è  fondamentale.
Le vostre recensioni sono fantastiche ragazze, davvero. Sono contenta del lavoro che sto facendo e anche di voi che mi seguite e che recensite, anche voi che leggete solo e non recensite v.v
Ora non so più cosa dire ._. quindi tocca a voi dirmi cosa ne pensate.
Vi amo tanto.  
Gì. ♥
xoxo Novalee.

 

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Capitolo 23
*** -Nick VS. Joe ***


Upper East Side.

 
Megan sentì qualcuno avanzare piano e quando si voltò si ritrovò davanti a se Nick. Il ragazzo le sorrise debolmente per poi stamparle un bacio sulla fronte. «Hey.» sorrise. «Potresti anche bussare, sai. Non ti ucciderebbe schiacciare quel piccolo pulsantino che si trova alla destra della mia porta.» scherzò prendendolo in giro, mentre lui si sedette sull'altro divano, in silenzio. Megan cambiò canale e si voltò di nuovo verso Nick. «Cos'è quel muso lungo Nicky?» fece gli occhioni dolci e cacciò in fuori il labbro inferiore. Il ragazzo prese a muovere la lingua nervosamente all'interno della bocca, e questo era ben visibile anche a Meg. «Che hai Nick?» spense la tv. «Non lo so, dimmelo tu.» un sorriso amaro prese forma sulle sue labbra.  «Cosa dovrei dirti scusa?» aggrottò le sopracciglia e il suo tono divenne più acido. «Forse perchè hai avuto il bisogno di scoparti mio fratello? sentiamo un po.» la ragazza spalancò gli occhi, mentre un enorme groppo le si formò alla gola. «Come?» farfugliò. «Hai capito bene!» Nick si alzò all'impiedi e poggiò la schiena contro il muro, incrociando le braccia al petto. «Chi te l'ha de-» «La tua amica non sa tenere la bocca chiusa.» sorrise, ripensando a quello che era successo la mattina. «Lily no-» «Non ha importanza chi è stato, ora devi dirmi perchè ti sei scopata mio fratello!» alzò il tono di voce, tanto che Megan sobbalzò. «Ma parli proprio tu che ti sei scopato mezza scuola e neanche ti vergogni?» si alzò all'impiedi anche lei. «Stiamo parlando di te e di mio fratello, non di me.» «Non c'è proprio nulla da dire Nicholas!» «Come non c'è nulla da dire?» i suoi occi si ridussero in due piccole fessure. «Ti sei scopata mio fratello e non c'è nulla da dire?» «E' brutto vero Nick?» il suo volto si rilassò. «Cosa?» «Scoprire che la persona che ami è stata con qualcun altro. Brucia e fa male. Non è così?» Nick chinò la testa. Aveva ragione Megan, era brutto, dannatamente brutto. «Si, è brutto Megan. Ma io non mi sono scopato tua sorella, e credimi, questo fa più male di altre cento ragazze.» «Wow, cento Nicholas? ero rimasta a cinquanta. L'altra metà sono le ragazzine delle scuole medie, dì la verità?» sorrise e fece schioccare la lingua con sdegno. «Non è questo il momento di scherzare!» «E invece si! Lo è eccome. Tu vieni qui in casa mia e mi chiedi spiegazioni sul perchè abbia fatto sesso con Joe. Ma la verità sai qual è? Un perchè non c'è, l'ho fatto perchè lo sentivo di fare, forse un po anche per ripicca nei tuoi confronti, ma io non ho usato Joe a differenza tua. Io gli voglio bene come un fratello, perchè è quello che lui è sempre stato per me!» gli urlò contro, rossa in viso. Il suo cuore iniziò a battere forte, e questo era un brutto segno. «Stai per caso dicendo che provi qualcosa per mio fratello?» Megan lo guardò sbigottita. «Ho detto questo?» «L'hai lasciato intendere.» «Allora mi dispiace deluderti tesoro mio, ma io per tuo fratello non provo un bel niente!» «Ci mancherebbe dopo che te lo sei scopato!» «La smetti?» «Di fare cosa? Di trattarti come se fossi una puttana?» 
Tutto si fermò per un istante, i loro respiri, i loro battiti. Scattò in avanti, come una molla, e lo colpì in pieno viso, dove poco dopo si formò un alone rosso.
Impalati davanti a loro c'erano Joe e Gabrielle, appena rientrati da una fantastica passeggiata a Central Park. «Cosa diavolo sta succedendo qui?» fu Joe a parlare per primo; meglio se fosse stato zitto. Gabrielle allontanò Megan da Nick, mentre quest'ultimo si voltò verso il fratello e gli tirò un pugno. Joe indietreggiò barcollando, mentre si massaggiava il naso già sanguinante. «Proprio lei dovevi portarti a letto, eh? Figlio di puttana!» Joe lasciò che il fratello lo colpisse ancora e ancora. Non voleva reagire, perchè sapeva che altrimenti sarebbe finita male. «Nick! Fermati!» Megan si dimenava tra le braccia di Gabrielle che faticava a tenerla ferma. «Così lo uccidi!» tirò una gomitata alla sorella e si distese su di Joe, bloccando ogni movimento di Nick. «Basta! Smettila!» urlò con il volto rigato dalle lacrime e il cuore a mille. Gli occhi del ragazzo di fronte a lei erano rossi dalla rabbia, tanto da far paura. Il suo corpo era scosso da continui spasmi. «Esci fuori da questa casa!» urlò ancora una volta. Gabrielle spinse fuori di casa Nick e si richiuse la porta alle spalle, lasciando da sola Megan con Joe. «Joe?» gli accarezzò dolcemente la guancia colorata di rosso. «Stai bene?» sul suo volto comparve una smorfia di dolore e rispose con un mugugno. «Su, alzati. Ti aiuto io.» gli porse la mano, che lui prontamente afferrò e con un enorme sforzo si rialzò all'impiedi. Megan lo fece sedere sul divano, tenendogli una mano dietro alla schiena. Si allontanò poi per prendere una borsa del ghiaccio e del disinfettante. Ritornò in salotto poco dopo, e Joe aveva la testa poggiata al bracciolo del divano e gli occhi chiusi. «Hey.» si sedette vicino a lui e gli poggiò la borsa del ghiaccio sull'occhio sinistro, mentre con delle garze e il disinfettante gli tamponò piano la guancia. Si scostò bruscamente e arricciò il naso quando Megan premette troppo forte sul labbro spaccato. «Ti ha ridotto proprio male.» si sentiva tremendamente in colpa. Joe riaprì gli occhi e le bloccò il polso con la mano. «E' comprensibile, sai. Anche io avrei fatto lo stesso con una fidanzata bella come te.» Megan rimase in silenzio e Joe si lasciò medicare per bene, sorridendole di tanto in tanto.
 
*
 
-
Hola (:
Oggi ho postato prima, perchè vorrei riuscire a postare un altro capitolo questa sera, per la vostra immensa gioia. **
Eh bhè, non ho nulla da dire, solo che
VI AMO IMMENSAMENTE. ♥
Ah, quasi dimenticavo. Ora voglio sfidarvi è.é Se raggiungo le 15 recensioni per questo capitolo, l'altro lo posto stasera, altrimenti dovete aspettare fino a domani sera u_u
Vediamo cosa siete capaci di fare.
Love u G. <3
xoxo Lee.

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Capitolo 24
*** -the fragile part of me. ***


Upper East Side.

Dopo aver mandato un sms a Lily e dopo essersi assicurata che Nick si fosse calmato e che Gabrielle era con lui, Megan ritornò in salotto, dove Joe riposava beatamente. «Ehy, bello addormentato.» gli scompigliò i capelli con la mano. «Credi davvero che io sia bello?» «Certo.» abbozzò un debole sorriso. «Nick è fortunato ad averti.» Megan rise amaramente. «Credo che dopo questo, io e Nick ci metteremo un bel pò ad aggiustare le cose.» «E' fortunato lo stesso!» «Ma la smetti?» sorrise. «Sei bella.» le sfiorò la guancia con le dita. «Tutti quei pugni ti hanno dato alla testa Joe?» «No, l'ho sempre pensato.» sorrise debolmente. «Quest'occhio è ancora un po gonfio. -passò delicatamente una mano sulla palpebra leggermente violacea- Vado a prendere dell'altro ghiaccio.» «No. Non andare.» il ragazzo la trattenne per un braccio, facendola delicatamente poggiare su di se. «Joe ti prego.» biascicò con voce tremolante. «Sssh» le poggiò un dito sulle labbra e si alzò, reggendosi sui gomiti. Avvicinò il suo volto a quello di Megan e premette le sue labbra sulle sue. Piccole ed innocenti lacrime iniziarono a rotolare giù dagli occhi cristallo di Meg. Lo allontanò delicatamente da lei, poggiandogli una mano sul petto. Si asciugò le lacrime con il dorso della mano, proprio come una bambina, e sorrise. «Non possiamo Joe. E' tutto sbagliato così.» si alzò e andò a prendere un altra borsa del ghiaccio. 

Il campanello suonò e Megan si affrettò ad aprire. Non ebbe tempo di aprir bocca che si ritrovò soffocata nell'abbraccio dell'amica. «Scusami» farfugliò sul suo collo. «Io non volevo dirglielo..» la sua voce era rotta dalle lacrime. «Calmati Lily, entra e parliamo con calma, però ti prego, lascia almeno che respiri.» risero entrambe poi  Lily si staccò. 
Joe era rimasto ad osservarle fino a quando non si rese conto che era meglio lasciarle da sole. «Bhe, io vado -indicò la porta- ci vediamo Meg, e grazie.» le fece l'occhiolino e la salutò con un bacio sulla testa. La porta si chiuse e finalmente rimasero da sole. «Siediti» disse gentilmente la mora, indicando il divano a Lily che si sedette senza esitare. «Io...mi dispiace Megan. Non volevo dirglielo, ma lui ha nominato Alex e non ci ho visto più.» teneva la testa bassa e lo sguardo era fisso sulle sue mani. «Alex?» chiese Megan. «Si, Alex.» 
 
Alex, morto all'età di diciassette anni per uno stupido incidente.
Lui amava le moto, erano la sua passione, insieme ai suoi amici Robert, Nick ed Oliver, successivamente si aggiunse a loro anche Eddy.
Erano cinque ragazzi con una gran voglia di vivere e la passione per il brivido e l'adrenalina pura. 
Era bello Alex. Un ragazzo unico e speciale, per la nostra Lily. Era uno di quei ragazzi che incontri difficilmente nella tua vita.
Si erano conosciuti all'età di quindici anni, il primo anno per loro alla Costance e da quel giorno, nessuno più ha osato separarli.
Il loro era un amore senza regole e senza limiti. 
Ma purtroppo si sa, quando si gioca troppo con il fuoco si finisce per scottarsi. 
Alex odiava la competenza, era abituato ad essere il migliore, in tutto.
Ma quella sera, la fortuna girò dalla parte sbagliata. L'alcol, la droga e il fumo, Alex non riuscì a vedere in tempo quell'enorme dosso e scivolando dalla moto, si schiantò contro un muro. Non ci fu niente da fare; Alex morì sul colpo.
Dio solo sa quanto dolore porti ancora dentro Lily,
quel dolore che mai nessuno riuscirà a guarire, se non lo stesso Alex, che vive ancora dentro di lei.
 

«Io non ce l'ho con te Lily.» «Come?» per la prima volta guardò l'amica negli occhi. «Guardami bene -le prese le mani- Io non ho alcuna intenzione di perderti, ok? ora asciugati quelle lacrime e fammi un bel sorriso.» detto, fatto. 
Un enorme sorriso prese forma sul viso della bionda e Megan l'accolse tra le sue braccia in un caloroso abbraccio. Lily lo sapeva, nessuno le avrebbe separate e neanche Nick Jonas e il suo stupido video. Quello stupido video che prima o poi sarebbe scomparso. 
 
*
 

-
Seraaaa belle ciaccarelle *--* 
HAHAHAHAHA no vabbè, fate finta di niente.
Come promesso ho posta il capitolo anche se non ho visto 15 recensioni, ma paziena çwç 
Non è nulla di che, non c'è né sesso e né perversione, è solo una capitolo che servirà poi per gli altri e come sempre, aggiornerò domani sera v.v
Ora aspetto il capitolo di Gabrielle che non si sbriga a postare, e poi vado. u_u
Love u all. 

G. 
xoxo Lee.

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Capitolo 25
*** -you make me crazy. ***


Upper East Side.

«Megan hai chiamato Lily?» chiese Gabrielle urlando. «Siii, mi ha detto che era quasi pronta.» urlò di rimando Megan dal bagno. Ne uscì poco dopo avvolta nel suo accappatoio in spugna fucsia. «I ragazzi vengono?» chiese poi a Gabrielle che frugava nel suo armadio. «Si, e viene anche Nick.» Megan fece spallucce e iniziò ad asciugarsi i capelli. «Ma non hai dei vestiti tuoi?» chiese ridendo. Gabrielle cacciò di poco la testa dall'armadio e la guardo in cagnesco. «I tuoi sono più belli.» «Lo so.» lasciò i capelli lisci, al naturale, dopodichè si asciugò per bene ed indossò la biancheria. «Rosso?» chiese Gab alzando un sopracciglio. «Ti piace?» fece un giro su se stessa, mostrando il suo lato B lasciato scoperto dal tanga in pizzo. «Sei una figa da paura.» sorrise maliziosa. «Nick impazzirà.» «Non mi interessa niente di Nick, Gaby.» questa volta fu lei a ficcare la testa nell'armadio. «Oh, andiamo Meg. Sono passati due mesi, che diavolo.» «Non mi interessa.» «Si è pentito, davvero. Ci ho parlato qualche giorn-» si bloccò di colpo, tappandosi la bocca con entrambe le mani. «Mi avevi detto che non ci avevi più parlato da quel giorno!» i suoi occhi si ridussero in due piccole fessue. «Bugia?» alzò le spalle e i palmi delle mani rivolti verso l'alto. «Insomma Gaby, non me la sento per ora. Poi vedremo come andranno le cose.» il discorso si chiuse lì, e in silenzio si vestirono e si truccarono.

«Ehy ragazze, siete perfette.» Eddy salutò entrambe con un bacio sulla guancia, non appena scesero l'ultimo scalino. «Ma non avete esagerato? Insomma, noi non ci muoviamo da questa casa stasera.» Oliver fece un debole cenno con la mano, impassibile. «Sempre così acido vero Oliver?» Megan si diresse velocemente verso la porta, dopo che ebbero bussato per la quinta volta. «Lily, mio Dio, non c'è bis-» si bloccò dopo aver aperto la porta, e dopo essersi resa conto che quella persona davanti a lei non era Lily. «Ah, non sei Lily.» sussurrò un pò delusa. «Bhe, gli altri sono di là, accomodati.» si fece da parte e Nick entrò senza dire nulla. Poco dopo arrivò anche Lily, ed ora, il solito gruppo di amici che si riunisce il venerdì sera a casa Heyes era la completo. Alcuni di loro si sedettero sul divano, altri chiacchieravano seduti attorno all'isola della cucina, mentre Megan messaggiava con Joe. 
"Dove sei?"
"In un posto."
"Non vieni?"
"Scusami piccola, ma ho di meglio da fare invece di giocare con dei bambini. A dopo."

Finì così la loro piccola conversazione, e seppure a malincuore Meg ritornò dagli altri. C'erano nuovi ragazzi che erano venuti con Eddy e Oliver, carini alcuni, altri da gettare completamente. «Allora ragazzi, cosa facciamo?» alcuni di loro si scambiarono delle occhiate fugaci, dopodichè annuirono. «Che ne dite di iniziare con obbligo o verità?» «Oh, no. Vi prego, quell'orribile gioco, no!» si lamentò la mora. «Su dai Meg, sarà divertente. Io non ho mai giocato a questo gioco.» Gabrielle sorrise, eccitata. «Meglio così Gaby, credimi. Con loro diventa una tortura.» sbuffando si sedette sul divano accanto a Lily. «Bene, iniziamo.»
Dopo una ventina di minuti di osceni obblighi e assurde verità, toccò nuovamente a Megan. «Spara!» disse sprofondando nel divano. «Alzati; cucina; seconda mensola a destra; nutella.» Eddy sorrise malizoso. Megan sgranò gli occhi. «No! te lo scordi.» «Allora sbrigati a mostrarti come mamma ti ha fatta, non aspettiamo altro.» Oliver e Eddy si diedero delle gomitate a vicenda, sghignazzando. «Scordatevelo, brutti maniaci arrapati che non siete altro.» «Hop hop, Megan. Muovi le tue belle chiappette e prendi quel grandissimo barattolo pieno di buonissima nutella.» «Ti odio!» si alzò dal divano con la stessa velocità di un bradipo in coma e andò in cucina. Ritornò poco dopo in salotto, interrompendo quel fastidioso mormorio che si era creato. «Allora, chi devo imbrattare di nutella e poi leccarla via?» chiese picchiettando le dita sul barattolo. «Wow, mi hai letto nel pensiero.» si voltò nella direzione di Nick, che evidentemente annoiato fumava la sua sigaretta in tranquillità. «E' tutto tuo.» sorrise malizioso. «Bene.» sorpassò gli altri e si sedette accanto a Nick. Si tolse le scarpe e anche la maglietta. I ragazzi iniziarono a fischiare e Nick, tranquillo, si godeva lo spettacolo. Riprese il barattolo e si sedette a cavalcioni su di lui. Spense la sigaretta che stava fumando e distese un braccio sul bracciolo del divano, mentre l'altro rimase a mezz'aria. «Togliti la maglietta.» il suo tono era più freddo dell'inverno in antartide. «Cosa devi fare?» «Spalmarti la nutella addosso e leccartela via.» «Mh, eccitante.» «Molto.» disse ironica. «Ti sbrighi?» il ragazzo si sbottonò la camicia e la lanciò sul posto libero accanto a se. «Sono tutto tuo.» bisbigliò. Megan sorrise schifata e iniziò il suo lavoro. 
Dopo circa cinque minuti, Nick era completamente ricoperto di nutella, dal collo in giù, fino all'attaccatura dei pantaloni. «Ti farò morire.» sussurrò la ragazza al suo orecchio prima di iniziare a leccare via la nutella, proprio da quel punto. 
Iniziò dapprima a muovere la lingua velocemente, leccando via tutta la nutella dal collo, poi si chinò leggermente e iniziò dal petto. Piano e delicata, di tanto in tanto gli lasciava qualche bacio qua e la. Arrivò ai capezzoli e glieli morse entrambi, mentre Nick si irrigidì sotto di lei. Megan sorrise soddisfatta, scendendo sempre più giù. Si alzò di poco per riprendere fiato e leccarsi le labbra. Nick aveva un espressione concentrata stampata sul viso, ma il suo respiro accellerato non lasciava alcun dubbio; stava impazzendo. «Forza Megan, ci sei quasi e Nick ti viene nelle mutande!» Eddy e Oliver iniziarono a ridere a crepapelle, mentre il ragazzo dai capelli ricci iniziava ad innervosirsi. «Vorrei vedere voi al suo posto e con Megan che vi lecca via tutta la nutella.» Lily intervenne in difesa dei due ragazzi. 
Megan li lasciò ridere e sparare cazzate. Indifferente, continuò il suo lavoro. Questa volta fu costretta a spostarsi più in giù, e di conseguenza in suo tanga rosso in pizzo fuoriuscì dal jeans. «Bel tanga Megan.» i due ragazzi iniziarono a ridere un altra volta. «Ora basta.» Nick si alzò dal divano, scostando Megan dalle sue gambe e la prese per mano. «Noi andiamo a finire di sopra, così la smettete si arraparvi a guardarle il culo!» disse stizzito. Stirngendo la mano di Megan nella sua, salì le scale velocemente e si richiuse la porta della camera della ragazza alle spalle. «Hai un fazzoletto, qualcosa per togliermi questa schifezza da dosso? così la facciamo finita.» domandò lui. «E chi ti dice che io voglia farla finita?» si morse il labbro inferiore. Nick la guardò accigliato. Megan chise la porta a chiave e spinse Nick sul letto, molto delicatamente. «Abbiamo tutto il tempo che vogliamo.» «Io no so-» gli posò un dito sulle labbra. zittendolo. «Sono tutta tua.» gli sussurrò all'orecchio, nello stesso modo in cui lo aveva fatto lui poco prima, in salotto. Iniziò a baciargli il collo, con estrema dolcezza, poi salì fin sopra al lobo dell'orecchiò, che iniziò a stuzzicare. Il respiro del ragazzo iniziò a farsi più pesante ed il suono del battito del suo cuore era simile ad un martello. «Ti conviene sbrigarti Nick, altrimenti finisci per allagarmi la casa di sperma.» ridacchiò sul suo collo, ed in un batter d'occhio si ritrovò sotto di lui. Gli sorrise beffarda e con molta rapidità si sfilò il pantalone, lo stesso fece Nick. «Abbiamo fatto la pace in questo modo?» sussurrò lui a pochi centimetri di distanza dalle sue labbra. «Dipende -fece spallucce- vediamo cosa sei capace di fare.» Nick sorrise malizioso e si fiondò sulle sue labbra che moridicchiò prima di baciare. La sua lingua si intrufolò veloce nella bocca di lei, e prese a giocare con la sua lingua. Troppo presi da quel bacio, non si resero conto di essere ormai nudi. Nick guardò Megan negli occhi prima di entrare dentro di lei. Iniziò a spingere piano, con delicatezza, poi aumentò il ritmo, fino a quando i loro gemiti non divennero una sola cosa. Un urlo soffocato uscì dalla bocca di Megan. Prima di venire il ragazzo si staccò da lei, e si chinò sulle ginocchia fino a raggiungere la sua pancia, dove le stampò un tenero bacio. Scese ancora più giù fino a quando Megan, troppo presa dal piacere, sentì la sua lingua insinuarsi dentro di lei. «N-nick... -ansimò, strafatta di piacere- ..ti avevo perdonato già quando..» fece una piccola pausa. «..quan..» "al diavolo!" pensò. In quel momento le parole le morirono in gola. Nicholas la stava facendo morire, come solo lui sapeva fare.
«Dio...» Nick si lasciò cadere sul letto, accanto a Megan, ansimando ancora. «Credo che tu sia perdonato Jonas.» si girò e gli prese il volto sudato tra le mani, baciandolo.
 
*
 
 
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Buonasera :3
Ho fatto un aggiornamento prima di andare a nanna. Sono stanchissima. <3
Love u all.
G. <3
xoxo Lee.

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Capitolo 26
*** -the hurricane that's inside of me. ***


Upper East Side.
 

«Nick mi canti qualcosa?» chiese Megan giocando con i suoi capezzoli. 
Erano ancora stesi sul letto, non curanti del fatto che al piano di sotto c'erano ancora i ragazzi, che a giudicare dalle risa e dalle urla si stavano divertendo parecchio. «Cosa?» chiese lui soffiando nei suoi capelli. «Qualcosa. Mi manca la tua voce.» «Mh, ok. Ho scritto qualcosa di nuovo, spero ti piaccia.» ci pensò un po su, poi iniziò a canticchiare. «It's hard to believe, where we are now, your hand in mine, babe, feels right somehow...» Megan chiuse gli occhi per assaporare meglio quel momento, la sua voce, quelle parole... «E' per me?» chiese. «Si, credo di si.» la ragazza alzò la testa verso di lui e allungò il collo per potergli sfiorare le labbra con le sue. Si staccò poco dopo. «Cazzo Jonas, riesci a rovinare anche i momenti più romantici.» si lamentò alludendo alle sue parti basse. «Ehy, non è mica colpa mia.» si giustificò lui mettendosi seduto. «Bleah!» Megan si alzò e raccolse il tanga che poi indossò e successivamente anche il reggiseno. «Mi fai impazzire con questo completino.» «Che schifo Nicholas! Chiudi quella bocca, stai sbavando sulle lenzuola, arrapato che non sei altro.» entrò in bagno e ne uscì in tuta. «Credo che sia ora per gli altri di andare a nanna.» mise in ordine la camera meglio che potè. «Scendi?» chiese rivolgendosi a Nick. «Ti aspetto qui.» si distese completamente, occupando tutto il letto. Meg si avvicinò e gli stampò un bacio sulle labbra. «Torna presto.» lei gli fece l'occhiolino e sparì dietro la porta. Scese velocemente le scale e i ragazzi erano ancora tutti li che ridevano e scherzavano. «Ce ne avete messo di tempo eh.» «Tappati quell'inutile buco che ti ritrovi al posto della bocca Eddy, altrimenti ti uccido.» lo fulminò con lo sguardo. «Mi dispiace ragazzi ma la festa è finita. La porta è quella.» indicò un punto alle sue spalle, mentre alcuni di loro iniziarono ad alzarsi mugugnando. «Anche tu Joe, fuori!» si rivolse con freddezza al ragazzo che era seduto sulle scale dietro di lei. «Non ho fretta.» rispose lui calmo. «Io invece si.» «Ah, capisco. C'è Nick di sopra che ti aspetta.» si voltò con un espressione indecifrabile sul viso. «Cosa vorresti dire?» «Devi correre da lui, giusto? Avete fatto pace?» le sfiorò il mento con il dito. Megan si scansò prontamente. «Alla fine però ci sei venuto a giocare con i bambini.» indicò con la testa i ragazzi che stavano uscendo. «Compresa me.» Lui si limitò a fare spallucce. «Tu sei la mia bambinasussurrò poi. «Ho fatto pace con Nick, ti conviene andare via.» «Ma cos'hai piccola? Sei così acida sussurrò l'ultima parola al suo orecchio con estrema malizia. Megan su costretta a chiudere gli occhi e stringere le mani in due pugni. «Smettila Joe, altrimenti finisce come due mesi fa.» «Non mi dispiacerebbe prendere altri due pugni per te.» Megan rise amaramente. «Basta Joe. Questo gioco è durato fin troppo.» «Quale gioco? Tu mi piace sul serio.» alitò sul suo collo. «Sei ubriaco?» lui sorrise. «Un pò.» «Appunto.» lo allontanò da se bruscamente. «Vai a casa Joe, poi ne riparleremo quando la sbornia ti sarà passata. Io vado di sopra.» si avviò verso le scale. «Si brava, vai a scoparti Nick.» lui barcollò un pò e si aggrappò alla ringhiera delle scale. «Guardati Joe, mi fai quasi pena.» lui si portò il dorso della mano al viso e si pulì la bocca. «Me ne vado.» andò verso la porta e prima di uscire urlò qualcosa. «Porta i miei saluti a mio fratello.» furono le sue ultime parole, poi la porta si chiuse con un tonfo.
Megan ritornò in camera sua e come promesso, ad aspettarla c'era Nick. Si distese accanto a lui, voltandosi dalla parte opposta e si rannicchiò su se stessa. Nick le passò una mano sotto alla maglietta in cotone, facendola rabbrividire. «Nick, non ho voglia.» lui fece scivolare lentamente la mano all'indietro e si limitò ad abbracciarla. Megan si strinse di più tra le sue braccia. Li si sentiva protetta, tra le braccia del suo uomo. «Cosa succede gattina?» le sussurrò lui all'orecchio. La ragazza fece spallucce e continuò a fissare l'orologio sul comodino che segnava le 04:45. «Dormi piccola.» le sussurrò ancora una volta. Le baciò i capelli e dopo una manciata di minuti, il respiro di Nick diventò più regolare e la sua bocca si dischiuse lasciandone uscire un lieve russare. 
Non sapeva perchè si sentiva così, eppure qualcosa la tormentava già da tempo. Non se ne accorse neanche quando le lacrime le scesero giù dagli occhi e fecero il loro lento e lungo corso. Si sentiva così, vuota, anche accanto all'uomo che amava. 
Lasciò che Morfeo l'accogliesse tra le sue braccia e si addormentò con il sapore salato delle lacrime sulle labbra, sperando che quell'uragano di passaggio dentro di lei, sarebbe scomparso al più presto.
 

*
 


-
Alohaaaaaa :3
Vi starete chiedendo che schifo è sto schifo che ho pubblicato, ma la verità è che non lo so neanch'io D:
Sono stanca e senza ispirazione, ma qualcosa dovevo pur postare. **
Non so che dirvi, ho raggiunto le 200 recensioni e vi ringrazio con tutti il cuore, davvero. E' solo grazie a voi eche questa storia va avanti.
:') <3
Ora aspetto che la mia GìGì posti il suo capitolo e poi vado a nanna. u_u
Un enorme bacio, Lee
.

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Capitolo 27
*** -love. ***


Upper East Side.

«Joe...» ansimò sul suo collo. «Jose-» le parole le morirono in gola e tutto ciò che ne uscì dalla sua bocca fu solo un urlo. Joe diede un ultima spinta, dopodichè uscì dal suo corpo. «Dio santissimo...» farfugliò ancora Gabrielle con gli occhi chiusi. Intrecciò le sue dita tra i capelli di Joe e lui si chinò sulla sua pancia, che baciò dolcemente, insinuò la lingua nel suo ombelico, provocandole dei brividi lungo tutta la schiena. Scese ancora più giù, fino ad arrivare a baciarle l'interno coscia. Lì lasciò delle lunghe scie di saliva, poi risalì di nuovo verso il suo viso. Le baciò delicatamente il collo, e dopo si lasciò cadere al suo fianco, scosso ancora dagli spasmi. «Bel lavoro Jonas.» Gabrielle si rannicchiò contro il suo braccio. «Grazie.» sussurrò lui impassibile. «Che hai?» chiese lei, reggendosi su un braccio. «Megan.» si limitò a sorridere amaramente. Gabrielle cercò di nascondere il dispiacere meglio che potè. «Tu la ami Joe?» lui fece spallucce. «Non so più cosa provo.» «Bhe, allora te lo dico io. Tu ami quella ragazza!» lui si voltò su un lato, e la guardò negli occhi. «Tu cosa ne sai?» chiese. «E' evidente Joe. Insomma, ti si illuminano gli occhi appena la vedi, sorridi come un ebete ad ogni sua battuta, anche la più squallida, non la guardi come se volessi strapparle i vestiti di dosso, sbatterla al muro e scopartela. E' tutto un altro discorso quando si parla di amore.» sorrise, con gli occhi lucidi. Era sempre stata brava a parlare di quelle cose. Forse perchè era quello che pensava veramente o chissà, l'esperienza rende sagge le persone. «La differenza è che con me è solo del gran sesso, mentre quella tua volta con Megan era già amore.» fece una piccola pausa. «Tu, il tuo cuore, avete già capito cosa provate. Mentre Megan è ancora convinta di amare tuo fratello.» sospirò mettendosi seduta sul letto, mentre lo guardava disteso a pancia in giù e con le mani sotto al cuscino. «In fondo, credo che tu abbia ragione.» bofonchiò poi, affondando la testa nel morbido cuscino in piuma d'oca. Si lascò sfuggire un urlò liberatorio che soffocò nel cuscino. «La odio!» si mise seduto anche lui. «Si la odio perchè preferisce mio fretello a me. » «Joseph, lei non preferisce tuo fratello a te. Lei è ancora innamorata del ricordo dell'amore che c'è stato tra lei e Nick.» nel frattempo si rialzò e si rimise il reggiseno. «Ora che tutto sta ritornando alla normalità, Megan non si è accorta di essere innamorata di te.» indossò anche gli slip. «Nick è ancora pazzamente innamorato di Megan e così...» non le diede il tempo di continuare. «E così saranno costretti a stare insieme per sempre, non sapendo però che Megan è innamorata di me?» «Non proprio, ma insomma il concetto è quello.» si rivestì in fretta e dopo aver preso il cellulare e gli occhiali si chinò a salutare Joe con un bacio sulla testa. «Gab, tu come fai a sapere tutte queste cose?» chiese lui, quando Gabrielle fu davanti alla porta. «Semplice Joe, sono innamorata anche io.» con un debole sorriso stampato sulla faccia, Gabrielle si richiuse la porta della camera di Joe alle spalle e lasciò tranquillamente che un fiume in piena le attraversasse il viso.
 
 
«Gabrielle porca troia, sei pronta?» urlò Megan dal soggiorno. «Si si, un attimo. Ho finito.» poco dopo Gab comparve dalle scale, che scese di corsa. «Neanche ci fosse Joe a scuola con noi!» Meg bevve un ultimo sorso di caffè dalla sua enorme tazza, dopodichè prese la borsa. Gabrielle chinò la testa sorridendo appena. «Che hai?» chiese Meg notando l'espressione sul viso della sorella. «Niente.» sorrise, questa volta fu più convincente. «Andiamo?» chiese poi. Meg annuì e insieme uscirono di casa. 
Arrivarono a scuola, in fottutissimo ritardo. «Bhe, io...andrei.» la mora dagli occhi azzurri indicò un punto alle sue spalle con entrambe le mani. «Da Nick, si lo so.» Gabrielle sorrise divertita. «Ecco. E' proprio questo che mi piace di te. Sei molto perspicace.» le lasciò un bacio sulla fronte e si allontanò.
«Ehi macho!» Meg abbracciò Nick da dietro, facendolo sobbalzare. «Oddio Meg! Mi hai fatto prendere un colpo.» mi passò una mano sul petto. «Pensavo fosse Liza.» Megan lo guardò accigliata. «Liza?» chiese poi. «Si. Questa mattina me la sono ritrovata appiccicata addosso venti volte in dieci minuti.» sbuffò. «Ci penserò io più tardi amore.» sorrise beffarda. Si alzò sulle punte dei piedi, e lo baciò. Lui la strinse per i fianchi e lei gli allacciò le braccia al collo. Si staccarono solo quando sentirono qualcuno tossicchiare. «Oh, ehm, preside.» Nick si staccò arrossendo. «Jonas, Heyes. Di nuovo insieme, felicemente. Bene.» il preside incrociò la braccia al petto e curvò gli angoli della bocca, in quello che doveva avvicinarsi minimamente ad un sorriso. «Ho bisogno di parlarti Jonas. Credo che ci sia qualcosa che ti interessi, riguardo al bagno delle ragazze e a dei preservativi.» Megan sbarrò gli occhi, poi posò lo sguardo su di Nick, che sembrava essere molto più sconvolto di lei. «Io?» chiese poi, indicandosi. «Si tu. Qualcuno ha fatto la spia.» detto ciò, il preside fece retro front e si allontanò dai due ragazzi. «Giuro che io non c'entro niente.» alzò le mani in segno di resa. Megan scosse la testa e si allontanò sorridendo amaramente. «Megan!» urlò lui mugugnando, ormai troppo tardi.
 
*
 
 
-
Seraa :3
Finalmente efp ha cambiato sever ed io sono ritornata alla riscossa ** hahahah
Bando alle ciance. Negli ultimi due capitoli ho ricevuto solo 7 e 6 recensioni. Non che non mi stia bene, ma SIETE IMPAZZITE??!! 
Insomma, non potete fare così. Io vivo delle vostre recensioni e dei vostri pareri, non potete lasciarmi così çwwç
Cattive bimbe, cattive. u_u
Ora vi sfido di nuovo! Questa volta voglio 15 recensioni TONDE TONDE. u__u 

Un enorme bacio va alla mia Gìgì   naturalmente, ad Annavì, a Charlie, a JonasFan, a Kevsmuffin_ e a loveandpasse che hanno recensito l'ultimo capitolo.
Scusate se non vi rispondo, ma ho davvero poco tempo ):
I LOGE YOU.  
xx Lee.

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Capitolo 28
*** -should've said no. ***


Upper East Side.

«Dai Megan voltati!» la implorò ancora una volta il ragazzo. «Vai a scoparti qualcuna nel cesso della scuola invece di perdere tempo con me!» si alzò dal prato e si incamminò verso il cancello della scuola. «Megan fermati!» Nick la raggiunse, correndo, e la bloccò per un braccio. «Ascoltami!» riprese fiato. «Sono andato a parlare con il preside prima e mi ha detto che Matt ha fatto la spia!» incollò i suoi occhi nocciola, nei suoi color del cielo. «Io non ho fatto niente in quel bagno! Matt è un grandissimo figlio di pu-» Megan gli chiuse le labbra con in pollice e l'indice, impedendogli di dire qualcosa di cui poi si sarebbe pentito. «Lui ha detto al preside che io ho scopato nel bagno con qualcuna e ci ha messo anche i preservativi quel coglione!» si passò una mano tra i capelli, che ricominciavano a crescere. «Me la paga questa!» disse a denti stretti. «Tu non farai niente a nessuno cretino, perchè, non so come, ma stranamente di credo.» a Nicholas gli si illuminarono gli occhi. «Davvero?» «Si.» si allungò verso il suo viso e si avvinghiò a lui, a mò di koala. «Ti amo ancora di più quando fai così.» sussurrò malizioso, stringendola a se per le cosce. Megan si bloccò e rimase a fissarlo incredula. «Cosa hai detto?» «Cos'ho detto?» «Ripeti quello che hai detto Jonas.» lui la guardò interrogativo. «Ho detto che mi ti amo ancora di più quando fai così.» le labbra di Megan si dischiusero dapprima, poi si allargarono in un enorme sorriso. «Hai detto che mi ami.» ripetè lei. «Si, e allora?» «MI AMI!» urlò, per poi fiondarsi nuovamente sulle sue labbra, non riuscendo però a smettere di sorridere dalla gioia. «Anche io ti amo, tanto.» intrecciò le sue dita tra i suoi capelli e rimasero in quella posizione per un tempo indeterminato, a baciarsi davanti al cancello della scuola.
 
 
«Megan, io stasera vado al Victo Victrola con delle amiche.» si passò la crema sulle gambe, poi anche sulle braccia. «Vuoi venire anche tu?» chiese poi alla sorella, impegnata in una movimentata conversazione al telefono, con Nick. «Si, ok. Tanto Nicholas ha un impegno con i suoi amici per una gara.» disse l'ultima frase con una certa acidità. Salutò Nick al telefono e rientrò in camera sua, dove Gabrielle metteva lo smalto. «Questa dovrebbe essere la mia camera, e non so perchè ci sei sempre tu qui!» disse divertita. Gabrielle le fece la linguaccia poi continuò a dipingersi le unghie di rosso. «Come mai litigavi con Nick?» chiese poi richiudendo la bottiglietta di smalto. «Perchè è un cretino, come tutti gli uomini!» urlò dal bagno, dove poi si immerse nell'enorme vasca. «Cos'ha fatto?» le urlò di rimando Gab. «Ha detto che non poteva uscire con me questa sera, perchè aveva una gara con gli amici.» fece il verso a Nick, imitando la sua voce. Gabrielle rise. «Cosa mi metto?» le chiese poi. «Qualcosa che non sia firmato Megan Heyes altrimenti questa sera ti uccido sul serio!» la minacciò, passandosi il balsamo all'anguria. «Oh, ecco fatto!» esclamò Megan uscendo dal bagno dopo mezz'ora, in accappatoio e con un asciugamano sulla testa. «Ci prepariamo?» chiese sorridente Gab. «Assolutamente!» rispose Megan, iniziando a tirare fuori dall'armadio decine e decine di vestitini.
«Ma non hai esagerato un po troppo?» chiese Gabrielle, alludendo all'abbigliamento della sorella. «Non mi interessa!» prese la borsetta e si avviò alla porta. «Vieni o resti li?» «Arrivo arrivo.» si diede un ultima controllatina allo specchio, poi uscirono di casa. Direzione; Victor Victrola.

«Io vado a prendere qualcosa da bere!» detto questo, Gabrielle scomparve dalla visuale. 
Megan si ritrovò seduta da sola, ad uno dei tanti tavolini di quel locale che lei conosceva come le sue tasche. «Niente Nick stasera al Victor Victrola.» qualcuno le si sedette accanto e solo quando alzò la testa si rese conto che quel qualcuno era Joe. «Ma tu non ce la fai proprio a starmi lontano?» chiese lei accavallando le gambe. «No.» alitò sul suo collo. «Evapora Joe, non voglio problemi.» «Altrimenti? Nick mi picchierà di nuovo?» scoppiò a ridere. «Ammettilo che te le ha date di santa ragione l'altra volta!» ok, sembrava essere iniziata una sfida tra i due. «Non ho regito solo perchè non volevo che si facesse male.» questa volta fu Megan a ridere. «Andiamo Joe! Nick sarà pure più piccolo di te, ma quei muscoli...» lasciò la frase in sospeso. «Allora non hai visto proprio niente.» «Conosco anche i tuoi di muscoli Joe.» si voltò dalla parte opposta del ragazzo. «Acidella questa sera. Vabbè, non importa. Vado a farmi un giro.» si alzò e le passò una mano tra i capelli, scompigliandoglieli. Uscì dall'area riservata e la ragazza si ritrovò di nuovo sola.
 
Dall'altra parte del locale, una ragazza ballava al centro della pista, rideva e si divertiva proprio come una bambina.
Mentre un ragazzo, non molto distante, non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Era come ipnotizzato.
 
Si alzò dal tavolo dove era seduto già da parecchie ore e raggiunse quella misteriosa ragazza. Nonostante fosse passato tanto tempo dalla sua ultima visita al Victor Victrola, ricordava perfettamente i volti di tutte le persone che passavano in quel locale tutta la notte. E lei, lei non l'aveva mai vista prima.
Le si avvicinò con disinvoltura e le prese la mano, invitandola a ballare. La ragazza accettò molto volentieri e gli sorrise, mostrandogli una lunga fila di denti bianchi. 
Ballarono fino a quando Gabrielle non sentì i piedi andarle a fuoco e così si tolse le scarpe. Le gettò in un angolo e ritornò a ballare con il suo cavaliere. Aveva qualcosa di familiare quel ragazzo, quasi somigliasse a qualcuno, ma ubriaca com'era non riusciva proprio a ricordarsi chi. Lasciò tutte quelle paranoie in un angolo della sua testa e si lasciò guidare dall'istinto. Gli afferrò la mano e lo condusse nel bagno del locale, dov'era c'era già stata poco prima. Era l'unico posto che conosceva di quel locale.
Il ragazzo non oppose resistenza e si lasciò guidare da quella Dea. 
Gabrielle si richiuse la porta del bagno delle ragazze alle spalle e spinse il ragazzo contro il lavandino. Gli slacciò velocemente la cinta dei pantaloni e anche la zip, poi risalì verso la camicia e ne sbottonò tutti i bottoncini uno ad uno. La gettò sul pavimento, stessa fine fece anche il suo vestitino. Era davvero abile. Gabrielle sorrise maliziosa, prima che quel delizioso ragazzo dagli occhi verdi ribaltasse le posizioni. Gab si ritrovò contro il lavandino e ci si sedette sopra, attirando il ragazzo a se, circondandogli il bacino con le gambe. Lentamente Gabrielle gli fece scivolare i jeans e anche i boxer. Lo stesse fece lui con lei. L'attirò ancora di più a lui, facendo combaciare i loro bacini. Gli posò le mani sui fianchi ed entrò delicatamente dentro di lei. I suoi movimenti, i suoi baci, le sue carezze...Quel ragazzo era la dolcezza in persona e Gabrielle si sentì tanto male dentro per quello che stava facendo. Lei non era così, eppure quel qualcuno l'aveva costretta a ridursi così. Amore non corrisposto. Sappiamo tutti di cosa si è capaci quando la persona di cui si è innamorati, usa il nostro cuore come un anti-stress. Fa male.
In quel momento Gabrielle si sentiva esattamente così.
«Posso almeno sapere qual è il tuo nome?» chiese una volta che il ragazzo diede un ultima spinta ed uscì dal suo corpo. «Kevin.»
 
*

 
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Hola (:
E' passato molto tempo dall'ultimo aggiornamente, così ho deciso di postare, anche perchè ho ricevuto le mie 15 recensioni **
Sono felicissima che voi apprecciate la mia storia, capitolo per capitolo çwç questa cosa mi rende molto orgogliosa di me stessa.
Credo che tutte abbiate capito che quel ragazzo di nome Kevin è proprio il nostro Kevin *w* hahahaha 
Come potevo scrivere una storia sui Jonas Brothers senza Kevuccio mio? *O* 
Spero che vi sia piaciuto anche questo ebbè, non perdetevi il prossimo per nessuna ragione al mondo, ci saranno tantisssimi colpi di scena.

Un enorme abbraccio a tutte e sopratuttto alla mia stupenda Gìgì. ♥ (scusa se l'abbigliamento non è di tuo gradimento çç)
Vi voglio bene. <3
xx Lee.



ps: non fate caso al titolo del capitolo, li sparo a caso. Bellissima la Swift **

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Capitolo 29
*** -should've said no. (part 2) ***


Upper East Side.

«Jonas...» lo sguardo di Megan era fisso davanti a se. «Perchè Gabrielle sta uscendo dal locale mano nella mano con tuo fratello maggiore?» la voce quasi le morì in gola. «Avranno scopato e ora stanno andando a casa a continuare, bho...che ne so.» il ragazzo si massaggiò le tempie. «Ho un mal di testa assurdo.» «Tornatene a casa.» bevve tutto d'un fiato quello che rimase della sua vodka alla pesca. «Hai un rimedio per questo mal di testa per caso?» si avvicinò al suo viso. «Smettila Joe, sei ubriaco.» lo allontanò poggiandogli una mano sul petto. «Sei bellissima.» Megan sospirò rumorosamente. «Io vado a casa. Ciao Joe.» prese la sua pochette e si alzò dal divano. Il ragazzo si alzò poco dopo e la raggiunse, prendendole delicatamente la mano. «Vieni con me.» la trascinò nuovamente nel locale e aprì la grande porta rossa che portava alle camere da letto al piano di sopra. «No Joe, ti prego...»  «sssh» le posò un dito sulle labbra, mentre camminava all'indietro, senza lasciarle la mano. Aprì una porta marrone e ci entrò insieme a Megan. Si sedette sul letto a baldacchino e tirò a se la ragazza. Megan cadde a cavalcioni su di lui.
Le calò la spallina del leggero top e iniziò a baciarle delicatamente la spalla, scendendo sempre più giù, per poi risalire, fino al collo. Infiniti brividi di piacere correvano lungo la schiena di Megan. Si lasciò sfuggire un gemito e sul volto di Joe comparve un ghigno. Ribaltò le posizioni e Megan si ritrovò sotto di lui. Si lasciò spogliare di tutti i vestiti, immobile e con il cuore a mille. «Joe, io non posso.» sussurrò con le lacrime agli occhi. Lui ignorò le sue suppliche e continuo a baciarle ogni centimetro del corpo. Si tolse i jeans e la camicia celeste. Le sbottonò il reggiseno e lo gettò alle sue spalle, i suoi boxer lo seguirono a ruota. Si chinò sulla sua pancia, che baciò dolcemente, poi le sfilò anche il tanga bordeaux. Mise fine a quell'inutile attesa e placò quella sete di piacere in entrambi, entrando piano dentro di lei. I loro corpi si muovevano ritmicamente, sudati entrambi. I loro respiri affannati rieccheggiavano nel silenzio, dalle loro labbra ne uscivano solo dei gemiti soffocati. Megan si avvinghiò alle sue spalle con le unghie, inarcando la schiena...

«George hai visto Megan?» chiese il riccio all'enorme bodyguard di colore. «L'ultima volta che l'ho vista stava salendo le scale, per le camere al piano di sopra.» rispose quest ultimo con aria professionale. «Grazie.» rispose un Nick un po accigliato. 
Salì in fretta le scale ricoperte dalla moquette rossa. Girò per tutte le camere di quel piano, fino a quando non aprì anche l'ultima. La scena che si ritrovò davanti non è quella alla quale ogni fidanzato si aspetterebbe di assistere dal vivo: suo fratello e la sua fidanzata, sullo stesso letto, che facevano del gran sesso. «Wow.» sussurrò applaudendo ironicamente. I due si staccarono all'istante, ricoprendosi con il lenzuolo blu. «Ma no, continuate pure. Fate finta che io non abbia visto niente.» uscì, richiudendosi la porta alle spalle. Megan raccattò tutti i suoi vestiti e se li infilò più veloce che potè. «Io te l'avevo detto!» sbraitò in faccia al ragazzo, che incredulo, rimase immobile. Con il viso rigato dalle lacrime uscì anche lei, sbattendo forte la porta. Corse per tutto il corridoio del piano, fino a quando non vide Nick scendere velocemente la scale. «Nick, ti prego, fermati!» farfugliò scossa dai singhiozzi. Il ragazzo non si fermò e continuò a scendere le scale, fino a quando non sentì le sottili dita della ragazza, stringersi attorno al suo polso. Si voltò e la guardò negli occhi, disgustato. «Lasciami!» sussurrò a denti stretti. «No, ti prego, ascoltami.» si asciugò le lacrime con il dorso della mano. «Non voglio ascoltare niente!» con un gesto rapido, la spinse via bruscamente, colpendola all'addome, e Megan cadde all'indietro. «Ti prego.» tentò ancora una volta, mentre lui le voltò le spalle. Bastarono pochi secondi per farle capire cosa stesse succedendo. Si ritrovò circondata dal sangue, Megan era seduta nel sangue. «Nicholas!» un urlò, un implorazione, poi la vista le si offuscò e si lasciò andare a quel dolore straziante.
 
*
 
 
 
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Tatàààà :3
Vi avevo detto ci sarebbero stati dei colpi di scena, e nel capitolo successivo ce ne saranno ancora e ancora v.v
Non vi rimane che leggere, lasciare luuuuuuunghe recensioni, io sarò tanto felice e posterò taaaaanti bei capitoletti. <3
I loge you all. <3
Gìgì sij na stell. ♥
xx Lee.

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Capitolo 30
*** -she/he will never live. ***


Upper East Side.

 
«I familiari della signorina Heyes?» urlò il medico che era appena uscito dalla sala operatoria. Mamma e papà Heyes balzarono subito all'impiedi, Nick e Gabrielle li seguirono a ruota, Joseph rimase con la testa poggiata contro il muro e gli occhi chiusi. «Bene.» il medico indossò gli occhiali e aprì la cartellina che aveva tra le mani. «Signori Heyes, vostra figlia ha perso molto sangue, ma l'intervento è andato bene, ma...» esitò un pò. Guardò tutti i presenti negli occhi, soffermò il suo sguardo su di Nick. «Ma il bambino non c'è l'ha fatta. E' stato un aborto spontaneo. Non abbiamo potuto fare niente.» sospirò. Nick si aggrappò alla parete con una mano. Tutto intorno a lui iniziò a girare, non sentiva più la terra sotto ai piedi. «B-bambino?» riuscì a farfugliare la signora Heyes, seppure balbettando. Il padre di Megan e Gabrielle rimasero in silenzio, increduli. «Si. Vostra figlia era incinta da un mese e mezzo, circa. Non ve ne ha parlato?» tutti e quattro fecero cenno di no con la testa. In quel preciso istante Joe sbattè forte un pugno sulla sedia accanto a lui, attirando l'attenzione di tutti. «In ogni modo, ha bisogno di riposo -guardò ancora una volta Nick negli occhi- e di tante attenzioni. Il grosso ematoma sull'addome ci metterà un pò per sparire del tutto. Fra un paio di ore, quando si sarà svegliata, potrete vederla.» richiuse la cartellina e ripose gli occhiali nel taschino del camice bianco. «Ah, ancora una cosa. Vorrei sapere cos'è successo precisamente. Chi era presente?» spostò lo sguardo su ognuno, fino a quando Nick non parlò. «Io, c'ero io con lei. Correva per il corridoio, era distratta, ha sbattuto contro il corrimano delle scale ed è caduta all indietro. Pochi secondi dopo intorno a lei c'era solo sangue.» il dottore annuì, un po perplesso. Joe alle loro spalle iniziò a ridere ironicamente. «Scusate, sono allergico alle bugie. Vado fuori.»  si alzò dalla sedia dov'era seduto, ed uscì fuori dalla sala d'attesa ridendo. «E' sicuro che sia andata così?» chiese ancora una volta il medico. «Se le ho detto questo vuol dire che è andata così.» rispose stizzito, alzando di poco il tono di voce. Gabrielle gli poggiò una mano sulla spalla, sussurrandogli all'orecchio di stare calmo. Il dottore annì ancora una volta. «Va bene.» poi diede le spalle a tutti, e ritornò in sala operatoria, dove poco dopo, ne uscì Megan su di un letto, sommersa da tantissimi tubi e accompagnata da due infermieri che le tenevano le varie flebo. Faceva male vederla in quello stato, la piccola Megan. Lei che era sempre stata forte e con il sorriso stampato sulle labbra. Ti veniva una morsa allo stomaco a vederla così, soprattutto se ti senti responsabile di tutto ciò. Nick lo sapeva e una sola parola rimbombava nella sua testa in quel momento; bambino, bambino, bambino...
 
*
 
 
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Buon pomeriggio belle figone *w*
Ho aggiornato avete visto? u_u Questo è un bel colpo di scena o no? u_u 
hahahaha Però (si c'è un però uu), è molto corto, quindi posterò anche questa sera. **
Un enorme bacio a tutte voi che recensite sempre, e che non mi abbandonate mai. 
Gìgì questo capitolo è tutto per te. u_u 
xx Lee
 
 
 
 
 

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Capitolo 31
*** -far away from her. ***


Upper East Side.

«Pulcina mia, apri gli occhi.» sussurò con voce tremolante la dolce mamma. 
Pian piano Megan si accorse di avere la consapevolezza che stava riacquistando la sensibilità delle mani e dei piedi. Cercò di muovere le dita della mano, ma quello che ottenne fu niente. Tentò di riaprire gli occhi, ma più si sforzava e più capiva che era ancora troppo debole. Si lasciò andare ancora una volta, l'ennesima, e cadde in un sonno profondo.
Non capiva cosa stesse succedendo, dove si trovasse. Riusciva a distinguere le voci di chi le parlava attorno, ma ciò richiedeva troppo sforzo, così lasciava che chiunque le potesse parlare senza sapre chi fosse. Vedeva solo bianco davanti a se, il bianco e nient'altro. Si sentiva sola, senza nessuno. Si sentiva vuota...
 
«Joe?» la ragazza dai capelli mossi spintonò leggermente il moro che era si era addormentato su quella scomoda sedia in plastica. Riaprì di scatto gli occhi e sbadigliò. «Cosa c'è?» chiese poi, con la voce impastata di sonno. «Stai dormendo da tre ore su una sedia di plastica. Ho pensato che volessi un caffè. Ti va?» gli sorrise. «Oh, s-si certo.» si alzò dalla sedia, sfregandosi le mani, e insieme andarono a prendere qualcosa di caldo da bere alle macchientte in fondo al corridoio. «Come sta Meg?» chiese Joe, inserendo le monetine in quell'aggeggio. «Non si è ancora svegliata, però i dottori ci hanno detto che riesce a sentirci, così Margaret non si stacca un attimo da lei e le sussurra un sacco di cose.» rispose lei con la testa bassa. «Capisco.» abbozzò un sorriso. «Tu sai cos'è successo veramente?» domandò Gabrielle. Lui annuì. «E' stato Nick, non è vero?» Joseph annuì un altra volta. «Non mi va di parlarne però.» prese il bicchiere di carta, che era stato riempito di caffè. Mise una mano nella tasca dei pantaloni e con l'altra teneva il caffè. Gabrielle invece, stringeva tra le mani la sua cioccolata fumante. Uscirono nel cortile dell'ospedale e si sedettero sulla panchina in cemento. «Senti Gabrielle, volevo chiederti scusa...» iniziò lui. «Scusa di cosa?» avvicinò il bicchiere con la ciccolata al viso e ne bevve un pò. «Insomma Gab, ti ho detto che amo Megan e tu mi hai detto che mi ami. Ti ho detto che il nostro era solo sesso. Tu non credi che ti debba delle scuse?» bevve un pò di caffè anche lui. «No, non credo. E' la verità Joe. Tu ami lei, non me e va bene. Io amo te, ma tu non mi ami e va bene anche questo. Non tutto va come desideriamo.» abbozzò un sorriso. «Io però ti voglio bene.» le posò una mano sulla gamba. Gabrielle si voltò e lo guardò negli occhi. «Anche io Joe, forse te ne voglio anche troppo.» rise. «Bhe, se Megan decide di rimanere con mio fratello, posso sempre provare ad innamorarmi di te, non credi?» scherzò lui, cercando di sdrammatizzare. «Oh si, certo Joseph. Perchè è vero, io rimarrò zitella a vita, aspettando che tu ti decida a lasciar in pace Megan.» scherzò Gabrielle di sua volta. Joe le circondò le spalle con un braccio e l'attirò a se. «Sarò sempre il benvenuto tra tue grazie?» le soffiò tra i capelli. Gab le tirò una gomitata. «Vaffanculo Joe!» risero entrambi, poi Joe le lasciò un bacio sulla testa e rimasero abbracciati, fino a quando non bevvero anche l'ultima goccia dai loro bicchieri.
 
«Michael corri! Megan si è svegliata.» urlò testuali parole la signora Heyes prima che suo marito si fiondasse nella camera dove Megan dormiva fino a pochi minuti fa. «Tesoro di papà!» le diede un lungo bacio sulla fronte e si lasciò sfuggire una lacrima. 
Megan sbattè più volte le palpebre. La luce le dava un enorme fastidio. Il padre capì, così chiuse le tende verdi. «Ora va meglio?» chiese avvicinandosi al letto. Megan annuì.
Sentiva la gola e le labbra secche. Cercò di parlare, di mettere insieme delle parole per formare una frase di senso compiuto, ma tutto ciò che ne uscì dalla sua bocca fu un "Nick". 
La madre sospirò e lasciò cadere lo sguardo sulle sue mani. «Nick è in sala d'attesa.» 
Megan si rilassò, sapendo che lui era lì da lei. Non ricordava bene cosa fosse successo dopo il Victor Victrola. Ricordava solo un forte dolore alla pancia e poi tutto si fece buio. «Cos'è successo?» bisbigliò. «Tesoro...» sospirò la madre. «Hai sbattuto contro il corrimano delle scale del Victor Victrola, sei caduta e...» le si riempirono gli occhi di lacrime. «hai avuto un aborto spontaneo. Ma perchè non ce ne hai parlato?» Megan spalancò gli occhi. Era sicura che stesse raccontando la sua storia e non quella di un altra paziente? «Io...non lo sapevo.» cercò di tirarsi su con la schiena, ma qualcosa iniziò a tirare forte all'estremità della pancia. «Attenta amore, la ferita fa ancora male.» intervenne il padre, passandole una mano sui capelli. Megan annuì e si distese dinuovo, lasciando vagare il suo sguardo per la stanza. 
Era tutto bianco, tutto. A partire dalle pareti e dai letti, alle mattonelle del pavimento e all'odioso pigiama che indossava. C'era un odiosa puzza di disinfettante, ancora più nauseante di quella che c'è dal dentista. Le finestre erano grandi, e davano su Manhattan. Le tende erano l'unica cosa a non essere di colore bianco, almeno quelle. Riportò lo sguardo sulle sue mani, ricoperte da tanti tubicini. Sospirò e richiuse gli occhi. «Voglio parlare con Nick..» disse. «da sola.» concluse poi. La madre e il padre annuirono e dopo averle lasciato un bacio sulla testa uscirono dalla porta bianca, da dove poco dopo entrò Nick. «Hey.» sussurrò Megan sorridendo appena. «Come stai?» chiese Nick, avvicinandosi. «Come una che ha appena avuto un aborto e non sapeva di essere incinta.» disse ironica.  «Come facevi a non sapere di essere incinta?» chiese il riccio. «Non lo sapevo Nicholas! Noi abbiamo sempre usato il preservativo, io mi fidavo di te. Non avrei mai pensato che sarei rimasta incinta. Poi c'era la scuola, tutto il casino successo con Joe, Lily...non mi sono neanche accorta che avevo un ritardo di...» «Un mese e mezzo circa.» continuò lui. «Esatto! Non sapevo che dentro di me stava crescendo un piccolo te, e Dio, se solo l'avessi saputo, l'avrei amato con tutta me stessa.» una piccola lacrime scappò via dai suoi occhi. «Ora mio figlio, mia figlia, non c'è più e io non so se riuscirò mai a dimenticarlo.» si girò verso la finestra e pianse. 
Lasciò che le lacrime scendessero giù, senza opporre resistenza. Nick le si avvicinò e si sedette accanto a lei, abbracciandola. «Ora non pensarci più, hai bisogno di recuperare le forze.» Megan si lasciò cullare fino a quando non si addormentò. «Scusami piccolina, è tutta colpa mia.» le stampò un bacio a fior di labbra  e uscì da quella stanza. 
«Dove vai Nick?» chiese Gabrielle, che era appena rientrata insieme a Joe. «Lontano da lei.»
 
*
 
-
Come promesso, eccomi qui **
Non ci sono scene particolarmenti hot o roba del genere, ho solo voluto spiegarvi meglio la situazione.
Dall'ultima frase di Nick avete avuto modo di capire che forse sparirà per un pò ... chissà. E' tutto da vedere, o meglio, da leggere. 
Vi lascio recensire in pace, e ricordate; più le recensioni saranno numerose e belle luuuuunghe, più io sarò felice e più i capitoli saranno lksjniikvfe *w*
Gìgì, scusami se non ti ho fatto accoppiare con Joseph çwç spero di riuscire a sdebitarmi u_u (sicuramente)
Vi amo immensamente.
Vostra, 

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Capitolo 32
*** -he's gone. ***


Upper East Side.

«Nick! Nick!» il ragazzo afferrò suo fratello per un braccio, costringendolo a girarsi. «Non toccarmi!» disse a denti stretti, scansandosi da lui. «Nick, non puoi andare via! Megan già sta soffrendo abbastanza, se tu andrai via sprofonderà in un baratro senza via d'uscita.» addolcì il suo tono di voce. «Che ne sai tu, che cerchi di rubarmela ogni giorno e te la scopi appena ne hai la possibilità? Eh?!» si avvicinò pericolosamente. «Smettetela! Siamo in un ospedale.» si intromise Gabrielle, mettendosi tra i due litiganti. «Non mi sembra questo il momento di litigare, quindi fatela finita e parlate da uomini maturi!» urlò questa volta, zittendoli entrambi. Nick sbuffò e Joe si passò una mano tra i capelli. «Credo che sparire per un po farà bene sia a me che a lei.» disse poi. «E cosa credi di risolvere scappando? In questo modo lei cercherà rifugio tra le braccia di qualcun'altro e quando tornerai Megan non ti apparterrà più!» «Tra le tue braccia per esempio?» ringhiò.  «Probabile.» Joe fece spallucce. «Devo decidere io cosa fare, e tu stalle lontano!» alitò a un centimetro di distanza dal suo volto. Si voltò e mosse i primi passi verso l'uscita. «Io ti ho avvertito fratellino.» urlò Joe. Nick si voltò di nuovo indietro e sospirano si avvicinò velocemente. Colpì Joe in pieno viso, che cadde per terra con il labbro sanguinante. «Anche io ti ho avvertito! Stalle. Lontano. Uomo avvisato, mezzo salvato. -gli fece l'occhiolino- Ci si vede fratellone!» salutò Gabrielle con la mano e si allontanò con un sorrisetto soddisfatto sulle labbra.
 
 
Megan riaprì piano gli occhi, rendendosi conto che si trovava ancora in quell'odiosa stanza. Erano passati tre giorni, e lei era ancora lì. Tutti venivano a farle visita ogni giorno e passavano con lei la maggior parte della loro giornata. Gabrielle, Joe, Lily, i suoi amici e le sue amiche, mamma e papà. Tutti, tranne lui. «Mamma?» chiese stropicciandosi gli occhi.
Si sentiva meglio; i dolori alla pancia non erano poi così tanto frequenti e l'enorme livido stava man mano schiarendosi. «Si, tesoro. Dimmi.» la donna alzò la testa dal matarasso dove si era appisolata. «Perchè non vai un pò a casa? c'è papà qui con me.» cercò di convincerla, accarezzandole la guancia. «Non se ne parla. Io resto qui!» affermò decisa. Megan sbuffò e sprofondò la schiena nell'enorme cuscino. Poco dopo entrarono dalla porta Gabrielle e Joe, che si tenevano per mano e sorridevano felici. Ci stavano forse provando a costruire qualcosa? Chissà...
Megan abbozzò un sorriso, e li invitò ad avvicinarsi. «Hey...» salutò entrambi con un  bacio. «Mi sono persa qualcosa?» chiese rivolta a Gabrielle. 
Nonostante fossero passati vari giorni da ciò che successe al Victor Victrola, compreso il gran sesso con Joe, i loro rapporti si stavano pian piano ristabilendo.  Megan guardò meglio la porta alle loro spalle, che continuava a rimanere chiusa. «Nick non c'è?» chiese poi, evidentemente delusa. Gabrielle e Joe chinarono il capo, sentendosi un pò colpevoli. Loro non avevano fatto nulla per impedire a Nick di partire per Los Angeles, dove suo padre lavorava momentaneamente. Avevano solo acconsentito e gli avevano chiesto di ripensarci. Ma Nick ha la testa dura, non ha ascoltato nessuno ed è partito con il primo volo di quella sera stessa. 
«Oh...Ehm, vedi, Nick...» Gabrielle si voltò verso Joe, sperando che l'aiutasse. Megan capì. «Non voglio nessuna bugia! Ne ho fin sopra le orecchie delle vostre scuse, ditemi dov'è Nick e la facciamo finita.» disse stizzita. Il battito del suo cuore accellerò leggermente. «Meg calmati!» Joe le posò una mano sulla spalla. «Non mi calmo se non mi dite dov'è quel  fottutissimo coglione!» urlò. «E' andato via!» disse Gabrielle tutto d'un fiato. «Bene.» sussurrò Megan, mentre le lacrime inziarono a scendere giù dai suoi occhi. «Megan noi volev-» tentò di dire Gab, ma Megan la interruppe. «Non fa niente!» il suo tono divenne duro. «Davvero, non sapev-» «Ho detto che non fa niente!» urlò stravolta. «Voglio stare da sola!» si calmò, asciugandosi le lacrime. I due ragazzi chinarono la testa, ma non mossero neanche un muscolo. «Ho detto che voglio restare da sola! Fuori!» una bestia.
Gab e Joe la lasciarono da sola, ed uscirono come gli era stato ordinato. 
Aveva trattato male loro due che non c'entravano niente, ma non ne poteva più. Delle troppe attenzioni, delle bugie e delle carezze sforzate. Voleva ritornare a casa sua, da Nick. Ma lui non c'era più, ed era solo colpa sua. Sua sua sua...
 
*
 
-
Buonasera (:
Capitolo fresco fresco di serata u.u
Hope you liked it. <3
Gab 
Kisses.
Yours,

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Capitolo 33
*** -one year later... ***


1 year later...
 
Un gridolino stridulo fuoriuscì dalla sua bocca non appena accese la tv e si ritrovò sullo schermo la figura di Joe. «Perchè urli Megan?» Gabrielle apparve dalla porta della sua camera. «Vieni qui ingrata!» la prese per un braccio e la fece sedere sul letto accanto a se. «Oh, ma quello è-» «Esatto! Quello è Joe, il tuo fidanzato, in diretta mondiale sul grande schermo che annuncia il suo primo video del suo primo singolo del suo primo album!» era eccitata al massimo. «Si, è davvero bello.» sussurrò appena Gabrielle sorridendo e toccandosi l'enorme pancione. Era ormai questione di pochi giorni e Gabrielle avrebbe dato alla luce una deliziosa Jonas. «Come va con questa mascalzona?» disse Megan, chinandosi sulla pancia di Gabrielle. Prese a giocherellare con l'enorme pancione, facendo strane smorfie e parlava con una vocina assurda. «Smettila Megan, mi fai il solletico così!» Gabrielle iniziò a ridere. «Ok ok, la smetto.» disse rimettendosi seduta. «Dove sfili la prossima settimana?» chiese poi Gabrielle cambiando discorso.
Megan aveva intrapeso la carriera di modella dopo...bhe, insomma avete capito. Aveva finito gli studi da privatista con un anno in anticipo e poi aveva dato anima e corpo alla moda. Andiamo, New York è la città della moda, e se in più hai un padre che produce per i cantanti più famosi del mondo e una madre che fa la stilista personale per le grandi celebrità diventa ancora più facile entrare a far parte di quel mondo. A Megan dopotutto non dispiaceva, insomma, le piaceva il suo corpo e le piaceva indossare quegli orribili e costosissimi vestiti che nessuno avrebbe mai comprato, perchè appunto, erano orribili e costosissimi. Ma se ti pagano un bel pò non fai caso a quello che indossi e pensi solo a camminare velocemente avanti e indietro su una passerella, sotto gli sguardi di alcuni arrapati dell'alta borghesia e quelli delle loro mogli che sperano tu possa cadere dai trampoli e romperti una gamba o un braccio. Insomma, un bel lavoro no?!
«La città degli angeli.» sbuffò voltandosi verso la tv, dove Joe aveva appena iniziato a cantare e a ballare sulle note di JILWY. «Non c'è neanche la minima possibilità che tu possa incontrare Nick?» chiese poi. «Senti Gaby, non voglio sembrarti acida e antipatica, ma Nick è ufficialmente morto per me un anno fa, quando mi ha lasciata da sola in una stanza di quel maledetto ospedale ed è partito per Los Angeles.» abbozzò un sorriso e riportò lo sguardo su di Joe.  «Ma se dovessi veder-» «Gabrielle, chiudi quella bocca! Mi sono già persa See No More.» la guardò in cagnesco. Gab annuì divertita e la lasciò ascoltare in pace alcune canzoni estratte dall'album da solista del suo fidanzato.
Era passato un anno, erano cambiate parecchie cose. 
Megan, come vi ho già detto, era diventata una famosa modella. 
Gabrielle era la fidanzata ufficiale di Joe Jonas, neo-cantante, ed aspettava una bambina da lui... almeno credo che sia di Joe. 
Nick si era trasferito a Los Angeles un anno fa, e da allora tutti avevano evitato questo argomento a causa di Megan, per evitare che un qualsiasi oggetto venisse lanciato a chiunque avesse osato nominarlo. 
Lily aveva ritrovato il suo amore perduto, scoprendo che Alex non era relamente morto e che ora viveva in Canada e di tanto in tanto veniva a Manhattan per farle visita.
Mamma e papà Heyes avevano deciso di concepire un altro erede. Eggià, e c'era chi diceva che la loro vita sessuale non era attiva. Pff, tutti pettegolezzi che erano stati spazzati via con la notizia bomba di un nuovo arrivato.
Kevin se ne era ritornato nel New Jersey dalla sua adorata mogliettina, decidendo di dimenticare tutto quello che era successo quella sera al Victor Victrola e ovviamente Gabrielle era perfettamente d'accordo con lui.
«Adoro questa canzone.» disse Meg, sorridendo quando Joe iniziò a cantare Love Slayer. «Si, è davvero bella.» rispose di rimando Gabrielle, sorridendo anche lei. «Lui è bello...» sussurrò appena. «Cosa?» Gabrielle non capì. «Eh? No, niente, ho detto che è vero, è davvero bella.» per un attimo sentì il sangue gelarsi nelle vene, e il cuore prese a battere irregolarmente. «Ho bisogno di un pò d'acqua. Scendo di sotto, tu vuoi qualcosa?» chiese sorridendo nervosamente mentre si alzava dal letto. «No grazie, sto bene così.»  Gabrielle accennò un sorriso, e Megan sparì dietro alla porta della sua camera. 
Scese velocemente le scale e raggiunse la cucina. Aprì il frigo e prese una birra, che aprì con altrettanta velocità. La bevve tutta in men che non si dica. «Tesoro, non dovresti bere quella roba.» sua madre apparì dietro di lei. «Mamma, è una birra e non può uccidermi.» si lamentò Megan. «Tua madre ha ragione, quella roba fa male ed ha un odore insopportabile.» Gabrielle si tappò il naso mentre sopparsava Megan per aprire il frigo. «Dite così solo perchè siete entrambe incinte. Vorrei che ci fosse qui Joe, lui si che mi appoggerebbe.»  alzò il naso all'insù e prese una busta di patatine dalla dispensa. «Me ne ritornò in camera mia a sbavare sulla tv.» fece la linguaccia a Gabrielle che rise di gusto. «Addio traditrici.» risalì le scale e si chiuse in camera fino all'ora di cena.

 
*

 
 
-
Chiedo infinitamente perdono anime belle çwç
Non solo ho postato dopo un sacco di tempo, ma poi questo capitolo non è neanche un gran che.
Allora, voglio chiarirvi alcune cose;
-Da questo capitolo in poi, il titolo della storia sarà scritto a caratteri diversi :3
-Inizierà se così la possiamo chiamare, la seconda parte della storia. Non voglio proprio finirla ç.ç
Spero che vi sia piaciuto e...niente, vi auguro una buona notte :3
Un enorme bacio va alla mia Gìgì.  Spero che tu mi abbia perdonata u_u (sei incinta eh uu)
Loge u all.
Vostra, 

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Capitolo 34
*** -you're a fuckin' liar. ***



 

«Che diavolo vuol dire che non puoi accompagnarmi Gabrielle?» urlò furiosa la ragazza mora. «Non posso Meg, il medico mi ha detto di restare a riposo. Mi dispiace.» Gabrielle chinò la testa, dispiaciuta. «Ed io come faccio senza di te?» «Può accompagnarti Joseph, è appena tornato.» «Non mi serve Joseph. Cosa me ne faccio di lui?» sbuffò esausta, e si lasciò cadere sul letto. «E' tornato stamattina, ora sta riposando, quando si sveglia gli chiedo se può fare questo sacrificio ed accompagnarti a Los Angeles.» le lasciò un bacio sulla guancia ed uscì dalla sua camera. Lentamente scese le scale e trovò la madre di Megan ai fornelli. «Margaret non dovresti riposarti?» chiese Gabrielle, sedendosi sullo sgabello dell'isola. «Si dovrei, ma non riesco a stare tutto il giorno a letto. -sorrise- Tu invece? cosa ti ha detto il medico?» prese una scodella dalla mensola e ci versò dentro l'insalata. La lavò poi un paio di volte ed infine la condì. «Mi ha detto che devo stare a risposo e che non devo sforzarmi. E come se non bastasse Meg si è arrabbiata perchè le ho detto che non posso accompagnarla a  Los Angeles, ma le ho detto di stare tranquilla, che l'avrebbe accompagnata Joe.» la donna si bloccò per un istante all'udire quel nome. «Non credo sia una buona idea mandarci Joe con lei.» disse poi. «Io mi fido di Joe, e poi...» «E poi?» la incitò Mergaret, incuriosita. Gabrielle prese un bel respiro e socchiuse gli occhi. «Devo dirti una cosa Maggie.» la donna interruppè quello che stava facendo e andò in contro alla sua seconda figlia. «Cosa succede Gab?» chiese con tono dolce. «Questa bambina, -si accarezzò la pancia- non è di Joe.» Margaret spalancò gli occhi. Megan, che era uscita dalla sua stanza per prendersi qualcosa da bere, era rimasta tutto il tempo ad origliare dietro alle scale. «Come non è di Joe?» chiese poi, entrando in cucina. «Megan io volevo dirtelo...» allungò le braccia in avanti ma la ragazza prontamente si scansò. «Stai dicendo che quel ragazzo è convinto al 100% che questa bambina sia sua e tu non gli hai detto che invece non lo è?» chiese indietreggiando. «Credo sia di Kevin.» ammise a testa bassa. «Credi? Non ne sei neanche sicura? Ma che diavolo Gabrielle! Ti fai mettere incinta dal primo che capita?!» urlò più infuriata che mai. «Kevin? Il figlio di Denise?» si intromise la madre di Megan. «Si, lui. Quella sera al Victor Victrola... credevo che Megan te l'avesse detto.» «Megan mantiene sempre i segreti Gabrielle.» incrociò le braccia al petto. «Va bene. Wow...» Megan sosse la testa, ridendo. «Sei una bugiarda. Una fottutissima bugiarda!» «Ammettilo, sei contenta che ti sei tolta questo enorme peso. Non aspettavi altro per riprendertelo!» urlò Gabrielle. «Tu, -le puntò il dito contro, ma le parole le morirono in gola- mi fai schifo!» «Cosa dovevo fare? Farmi picchiare da Joe e perdere questa bambina, proprio come Nick ha fatto con te?» Megan spalancò gli occhi. «Ora stai esagerando, ritira tutto quello che hai detto!» «Io? Sto dicendo solo la verità.» la madre la guardò interrogativa. «Non è vero! E' una bugiarda. Nick non mi ha picchiata, sono scivolata dalle scale!» il viso era ormai rigato dalle lacrime. «Gabrielle, chi ti ha detto queste cose?» chiese Margaret.  «Nick.» «C-come?» chiese incredula Megan. «Si Megan, proprio così. Nick ha scoperto te e Joe a letto insieme, credo che fin qui tu ricordi tutto perfettamente, poi tu hai cercato di fermarlo e di farlo ragionare, ma lui ti ha spinta via violentemente e tu sei caduta a terra, poco dopo intorno a te c'era solo sangue.» sembrava quasi compiaciuta. Era forse una gara a chi raccontava più cose tenute segrete fino a quel momento?
Meg si sentì morire. Era possibile che tutti ce l'avessero con lei? Anche il suo fidanzato che aveva ucciso il loro bambino? Era così difficile farsi voler bene da qualcuno, anche da quella che credeva sua sorella? 
Risalì velocemente le scale e si chiuse la porta della sua camera alle spalle. «Gabrielle, vai a riposarti, parleremo quando tutti ci saremo calmati.» la donna le posò una mano sulla spalla e la invitò ad alzarsi. «Si, forse è meglio.» con lo sguardo ancora acceso dalla rabbia, Gabrielle se ne ritornò nella sua camera.


 

*
 

-
Pardon çç 
Ho fatto questo velocissimo aggiornamento, sperdano di riuscire a sdebitarmi per non aver postato per due giorni.
Allora, alcune di voi avevano azzeccato, ovver che il padre della bambina di Gabrielle fosse Kevin, ma non è ancora sicuro, insomma, lei ha detto che "crede sia di Kevin".
E' tutto da scoprire uu Quanti misteri eh? Chissà cosa succederà a LA con Joe e Meg. Ok, ora già sapete che ci andranno insieme, un punto in più per voi u_u
Stasera vi prometto un altro aggiornamento, ma voglio le recensioni belle de mamma. 
Quindi, muoversi, su su, forza! u_u
Gabrielle mia, mi dispiace, ma la tua bambina l'hai concepita con un estraneo e non con Joe (ora mi uccide çç) Ti voglio bene bedda mia. <3
loge you all.
Vostra,

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Capitolo 35
*** -Joe, you've a good smell. ***


«Joe, prendi anche quella?» chiese Megan indicando un enorme valigia fucsia. «Siii» rispose Joe, ormai sommerso dalle valigie della ragazza. «E non lamentarti!» lo fulminò con lo sguardo, mentre afferrò con la mano libera anche l'ultima valigia. «Cinque valigie Megan, CINQUE! Cosa diavolo devi farci con tutta questa roba?» chiese non appena furono fuori dall'attico della famiglia Heyes. «Quella "roba", come la chiami tu, mi serve per lavorare e per guadagnare soldi!» pigiò il tasto 0 dell'ascensore e scesero nella hall, dove ad aspettarli c'era l'autista che li avrebbe portati all'aereoporto. «A proposito Meg, per chi sfili?» chiese il ragazzo, una volta saliti sulla limousine nera. «Alexander McQueen.» un sorrisetto prese forma sul suo viso. «Mi ha chiamato la sua assistente personale e mi ha chiesto se ero disposta.» disse poi, vantandosi. «Ehy miss, scendi dal piedistallo, non sei mica Jennifer Lopez.» Megan gli fece la linguaccia e poggiò il mento su una mano, perdendosi con lo sguardo nel traffico di Manhattan. 
 
«Grazie per averci accompagnato Phil, saluti mio padre da parte mia? Non ho avuto tempo di salutarlo.» l'anziano autista annuì  sorridendo. «Grazie.» Megan lo salutò con un bacio sulla guancia, e dopo aver preso la sua borsa si avviò al check-in con Joe. 
«Siamo in ritardo Joseph, muovi il culo!» urlò non appena riconobbe il ragazzo tra tutte quelle persone. «Vorrei vedere te con quattro valigie ed un bagaglio a mano Megan!» riuscì a raggiungere la ragazza e non appena passarono tutti i controlli, salirono finalmente a bordo. «Sei tutto sudato che schifo!» la ragazza si tirò indietro, ridendo di gusto. «Chissà di chi è la colpa!» la guardò di sottecchi. «Non appena arriviamo in albergo le tue cinque valigie faranno un bellissimo volo dal decimo piano.» «No che non lo farai!» «Si invece!» «No!» «Si!» lei gli diede un pugno sul braccio. «No!» «Ok, basta, sembriamo due bambini e ci stanno guardando tutti.» entrambi si guardarono intorno, e si ritrovarono una decina di paia di occhi puntati addosso. Scoppiarono a ridere non appena si fissarono negli occhi. «Dopotutto, sono contenta che tu mi abbia accompagnata.» ammise serena, mentre poggiava la testa sulla sua spalla. «Io no!» scherzò lui, alludendo alle valigie. Megan ridacchiò, poi si lasciò cullare dal dolce profumo del ragazzo. «Per essere sudato fradicio però hai un buon odore.» annusò per bene il suo collo e la sua maglietta. «Ti prego Megan! Evita di fare la gatta morta con me, a breve diventerò padre.» disse divertito. I pensieri di Megan volarono a qualche giorno prima, quando lei e Gabrielle se ne dissero di tutti i colori, ovviamente nessuno lo sapeva oltre alla signora Heyes, e questo doveva rimanere tale. «Già.» si limitò a sussurrare, fredda. «Ehy, -le alzò il meno con un dito- scherzavo. Tu puoi fare la gatta morta quanto ti pare e piace.» abbozzò un sorriso, poi preferì chiudere gli occhi e sognare. Se solo Joe sapesse  la verità...
 
«Non ti fermare...» ansimò sul suo collo, mentre lo aiutava nei movimenti. Joe continuava a spingere e a spingere, come lei gli aveva ordinato. Megan si strinse ancora di più a lui, allacciandogli le gambe attorno al bacino, permettendogli di muoversi con più facilità. «Joe...» strinse forte i suoi capelli tra le dita, quando il ragazzo rallentò, riprendendo fiato. «Tranquilla piccola, non mi fermo.» un sorrisetto prese forma sul suo viso. 
Riprese a danzare con il suo corpo; i loro cuori battevano in sincronia, le loro anime erano una cosa sola. Loro erano fatti l'uno per l'altro, si appartenevano, già dal primo momento in cui i loro sguardi si incrociarono. «Non voglio che tu mi lasci mai più.» si aggrappò alle sue spalle con tutta la forza che riuscì ad accumulare. «Io non ti lascio più occhi cielo.» sorrise sulla sua spalla. Megan allungò le mani verso il suo viso e lo portò a pochi centimetri di distanza dal suo. «Ti amo, da sempre.» soffiò sulle sue labbra carnose. «Ti amo, per sempre.» diede un ultima spinta e la baciò, soffocando il grido di entrambi.
 
Si risvegliò, rendendosi conto di cosa avesse appena sognato. Aveva la fronte imperlata di sudore, e sentiva decisamente caldo, troppo caldo. Era ancora poggiata a Joe, che dormiva beato. Cercò di staccarsi dalla sua presa, ma con scarsi risultati. Decise di ricorrere all'uso della forza e si staccò, spintonandolo. Mugugnò qualcosa di incomprensibile ma continuò a dormire, accennando appena uno strano sorrisetto. Chissà se Joe stesse sognando la stessa cosa che aveva appena sognato lei. Scosse la testa sorridendo, e poggiò la testa al finestrino, lasciando vagare lo sguardo tra le nuvole bianche.
 
*
 
 
-
Bonjour :3
Ecco a voi un bellissimo capitolo mattutito, che poi tanto bellissimo non è. u_u
Anyway, non so che dirvi perchè ora devo propruo scappare, quindi, recensite recensite e recensite :D
Gìgì ecco il capitolo che volevi. <3
Bisous.
Vostra,

 

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Capitolo 36
*** -in the L.A hotel's room. ***


«Fantastica!» Joe aiutò Megan a scendere gli ultimi scalini della passerella. «Davvero, sei stata grandiosa!» non riusciva a smettere di sorridere. «Grazie davvero Joe, ma questi tacchi mi stanno uccidendo» si slacciò le scarpe e la posò accanto ad una sedia. «Ora mi spoglio e andiamo via, sono distrutta» «Ma come? Tutti gli altri non vanno fuori a bere qualcosa?» la guardò accigliato. «Si ma non mi va. Sono stanca» si sfilò via il vestito davanti agli occhi di un imbarazzato Joseph. Il ragazzo si grattò la nuca ed arrossì violentemente. «Joseph Jonas imbarazzato alla vista di una ragazza nuda? Qualcosa non va» ghignò la ragazza. «Ti aspetto fuori?» «Si, credo sia meglio se mi aspetti fuori» Joe uscì dal suo camerio, mentre Megan si rivestiva. 
«Eccomi» affiancò Joe, che intento ad osservare le scritte sui muri, sobbalzò non appena vide un enorme cespuglio nero al suo fianco. «Voglio che chi ha inventato gli ugg venga santificato!» Joe rise. «Davvero Meg, non capisco perchè non vuoi andare con tutti gli altri» la sua sembrava più un implorazione. «Te l'ho detto Joe, non mi va e sono stanca» rispose, riprendendo a camminare. «Davvero? Sei sicura che non è per qualche altra cosa?» «Si Joe!» sbuffò. «Va bene» lui chinò la testa e infilò le mani nelle tasche della sua giacca di pelle. Era una notte fredda quella per Los Angeles.
Megan prese Joe sottobraccio e insieme si avviarono per le affollate strade di LA. «Joe...» mormorò ad un tratto. «Si?» «In realtà un motivo c'è per il quale non sono voluta andare con gli altri» prese un bel respiro. «Alison, un altra modella che ha sfilato con me questa sera, è la nuova fidanzata di Nick» Joe rimase un attimo in silenzio. «E tu come fai a saperlo?» «Li ho visti mentre si baciavano prima che iniziasse la sfilata, lei gli ha detto che dopo sarebbero andati a bere qualcosa fuori e lui ha accettato di andare con lei» Joe sorrise. «Quindi hai origliato? Lo sai che non è bello ascoltare le conversazioni degli altri?» Megan lo guardò di sottecchi. «Joe, ti prego» «Ok, scusa, hai ragione. Non è questo il momento di scherzare» lasciarono cadere il discorso lì, e insieme tornarono in albergo. 
«Eccoci qui» Joe accompagnò Megan fino alla sua stanza. «Bhe, allora io vado nella mia stanza» chinò la testa e rimase a fissarsi le scarpe. «Si, certo. Cioè no... No, vai!» farfugliò arrossendo.
Ma da quando Joe Jonas e Megan Heyes arrossivano uno di fronte all'altro?
«Vuoi... vuoi che rimanga?» chiese lui. «Si!» Megan non esitò. «Cioè non devi se non vuoi» «Io voglio» il suo tono era deciso. «Va bene» gli sorrise, poi si voltò ed aprì la porta della camera 210 con la piccola chiavetta in ottone. «Prego, entra» posò le chiavi sul tavolino all'ingresso e la borsa sul divano. «Allora, cosa vogl-» non ebbe modo di finire Megan. Joe le si fiondò addosso e la spinse sul letto, con violenza quasi.
La bloccò con un lento e lungo bacio. «Stavo per impazzire, dovevo farlo» Megan rimase immobile, con il suo corpo attaccato a quello di Joe. Non disse e fece niente, in fondo, lo desiderava tanto quanto lui. 
Gli allacciò le braccia al collo e lo riavvicinò al suo viso. «E' sbagliato tutto questo» sussurrò lei. «Al diavolo Megan, ho resistito fino ad ora, se non mi fermi tu io non mi fermo» Megan deglutì rumorosamente.
Sensi di colpa? zero. Rimpianti? zero. Joe non sarebbe diventato padre, perchè la bambina non era sua. Joe non avrebbe sposato Gabrielle, perchè non l'avrebbe più guardata in faccia dopo aver scoperto che quella bambina non era sua figlia. E chi glielo avrebbe detto? Megan non sapeva se farlo oppure no. Diventare un estranea per Gabrielle e una traditrice? Avrebbe tenuto nascosto questo segreto a tutti? Megan non lo sapeva.
Afferrò il viso di Joe con entrambe le mani e lo baciò. Lo baciò con tutta la foga che aveva in corpo, con tutto l'amore e con tutta la rabbia. Lei lo voleva, ma non poteva averlo. Lo voleva con ogni singola parte del suo corpo. «Non saresti dovuto venire»
Scese a bacirla giù per il collo; aveva il fiato corto. «Ma come vedi sono venuto» con un gesto rapido, Megan si sfilò gli stivali. Joe fece lo stesso. Si guardarono negli occhi. Quegli occhi così diversi, eppure erano come due calamite. Erano due opposti loro due; l'acqua e il fuoco. Quanto può essere vero a questo punto il detto "gli opposti si attraggono"? Loro non lo sapevano.
Volevano l'uno le labbra dell'altro, e ogni singola parte del loro corpo ardeva. 
«Signorina Heyes, accetterebbe di essere mia per tutta la notte?» alitò sulle sue labbra.
Il suo profumo, era così buono da mandare in tilt il suo cervello. Era bello, era bello sempre. «Anche per tutta la vita» lo baciò ancora, ancora e ancora, fino a quando non sentì il bisogno di staccarsi e prendere un bel respiro. 
Lentamente le mani del ragazzo si insinuarono sotto alla maglietta di lei, provocandole brividi infiniti. Megan sfilò la camicia a Joe e la gettò alle sue spalle. Tracciò dei cerchi con la punta delle dita dietro alla sua schiena. Lo afferrò per la cinta dei jeans e lo strinse ancora di più a se. Ribaltò le posizioni e si ritrovò a cavalcioni su di lui. Sorrise maliziosa prima di sfilarsi la maglietta e poi i pantaloni, rimanendo in intimo. Si chinò su di lui e gli baciò dolcemente il petto.
Amava farlo e riuscire a percepire il battito irregolare del suo cuore. La faceva sentire completa e felice, in un certo senso era lui che la faceva sentire così. 
Si slacciò il reggiseno bianco e lo lasciò cadere ai piedi del letto. Sfilò i jeans a Joe e si ritrovò di nuovo sotto di lui. «Fammi vedere cosa sai fare Jonas» si morse un labbro per soffocare un gemito quando Joe le divaricò le gambe e dolcemente le accarezzò le cosce. Joe non rispose. Sul viso aveva un espressione concentrata. «Mi piaci ancora di più quando ti impegni» disse ancora lei. Joe sorrise beffardo. 
Le sfilò il tanga rigorosamente in pizzo, e lentamente, quasi senza volerle far male, entrò dentro di lei. Spingeva piano, baciondola di tanto in tanto sulle labbra.
Con lei non era semplice sesso. Con lui non era affatto sesso. Loro si amavano, ed ora ne erano fermamente convinti.
 
Mentre loro si amavano in un stanza d'albergo a Los Angeles, qualcosa dall'altra parte del paese stava accadendo...

*
 
 
-
Buonasera girls :3
Dopo varie suppliche ho finalmente postato. 
Mi dispiace tantissimo, ma in questi giorni non avevo l'ispirazione per scrivere çç
Ma ora sono ritornata più carica di prima. <3
Spero vi sia piaciuto, perchè sinceramente non avrei saputo fare di meglio, visto che questo mal di testa mi sta uccidendo çç
Vi voglio bene, dalla prima all'ultima. <3
Gabrielle u're mine u.u 
xx Lee.

Fate un salto QUI se vi va. E' una mia nuova fanfiction uu <3

 

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Capitolo 37
*** -she isn't your daughter. ***



 

 

«MARGARET!» un urlo straziante e la donna si svegliò di soprassalto. «Gabrielle?» si alzò da letto pallida in viso. Si infilò velocemente le ciabatte e raggiunse la ragazza al piano di sopra. «Gabrielle!» la vide seduta sul letto che si teneva la pancia con entrambe le mani. Attorno a lei c'era solo acqua. «Mia figlia sta nascendo!» sul suo volto una smorfia di dolore. «Mi si sono rotte le acque!» un altro urlo. «Si si, ti porto in ospedale!» era nel panico assoluto. L'aiutò ad alzarsi dal letto, sorreggendola per le braccia e dopo aver chiamato Denise e Paul,  si avviarono in ospedale.

 
«Ma... ma questo il mio cellulare che squilla!» il ragazzo si alzò velocemente dal letto e iniziò a frugare tra i cumoli di vestiti sparsi sul pavimento. Trovo i suoi jeans e con essi anche il suo iphone. Mamma Denise. Rispose. «Pronto?» aveva il fiatone. «Joe, tesoro. Devi venire subito, tua figlia sta nascendo» rimase un attimo con il fiato sospeso. Sua figlia stava nascendo! «Si, certo prendo il primo volo. Ciao mamma» chiuse la telefonata e posò il cellulare sul comodino. «Cosa è successo?» chiese Megan, ancora distesa sul letto. «Gabrielle, sta partorendo» raccolse la maglietta e le scarpe che infilò velocemente. «Devo tornare a Manhattan» la ragazza si mise seduta sul letto, portandosi il lenzulo al seno. Raccolse la sua biancheria e la indossò. «Joe, ed io? Domani ho un altra sfilata, non puoi lasciarmi da sola!» urlò in preda al panico. «Megan, forse non ti è chiaro: mia figlia sta nascendo!» sembrava fermamente convinto di quello che diceva. Sua figlia...
«Si bravo, corri da lei. Sta nascendo tua figlia» disse sarcastica. Joe si bloccò un attimo. «Cosa vorresti dire?» «Che sei un grandissimo coglione!» prese una maglietta bianca di cotone dalla valigia e la indossò. «E' stata furba Gabrielle a farti credere che quella che ora sta per nascere sia tua figlia, così non sarebbe stata una piccola orfana senza padre» ecco, lo aveva detto. «Cosa hai detto?!» si avvicinò pericolosamente con i pugni stretti. «Si Joe, quella non è tua figlia. Gabrielle si è fatta mettere incinta prima che voi vi fidanzaste e ti farà piacere sapere che è di tuo fratello Kevin... » lui rimase impalato davanti a lei, con lo sguardo perso nel vuoto. «Ricordi quella sera al Victor Victrola quando li vedemmo insieme? Si Joe, è sua figlia» no, non ne andava fiera di ciò che aveva fatto. Ma doveva, doveva dire la verità all'uomo che amava. «Sei stato fin troppo buono con lei, così ti ha detto che aspettava un bambino da te» lo sorpassò e prese un paio di pantaloncini poggiati sul divano. «Non è vero» sussurrò lui appena. «Non è niente vero. Stai dicendo tutto questo perchè la gelosia ti sta uccidendo dentro. Non ti va giù il fatto che io stia per diventare padre della figlia di tua sorella, la mia fidanzata» «Oh andiamo Joe, pensi davvero che farei una cosa tanto orribile? Ti sembro il tipo?» urlò. «Quella bambina è mia figlia Megan!» «Provalo Joe, fai il test non appena arrivi a Manhattan! Così vedremo chi ha ragione!» gli occhi le si gonfiarono di lacrime, tanto da annebbiarle la vista. «E non osare più chiamarla "fidanzata". Non si può essere fidanzato con una persona che non si ama!» entrò in bagno e dopo aver chiuso la porta scivolò con le spalle contro il muro. Poco dopo il rumore di un'altra porta che si chiudeva con un enorme tonfo. Joe era andato via.
 
*
 
 
-
Salve a tutte, sia buone che cattive v.v
Nell'ultimo capitolo le recensioni sono calate di parecchio, e non so perchè t.t
Ma non mi abbatto mica U_U 
Questo capitolo è leggermente schifosetto ._. ma dovevo postarlo per forza.
Ne approfitto per farmi un po di pubblicità v.v 
HO INIZIATO A SCRIVERE UNA NUOVA FF, MOMENTANEAMENTE HO POSTATO SOLO IL PRIMO CAPITOLO x) E MI FAREBBE MOLTO PIACERE SAPERE COSA NE PENSANO LE MIE STELLINE BELLE uu LA POTETE TROVARE QUI ♥
i love u all. 
Vostra,
Novalee.

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Capitolo 38
*** -as friends. ***


Upper East Side.

Era seduta su quella fredda e spessa lastra di ghiaccio da più di dieci minuti. Era caduta per l'ennesima volta, non le era mai piaciuto pattinare sul ghiaccio. Le piaceva guardare la gente sfrecciare veloce sul ghiaccio, ma odiava dover sembrare un brutto anatroccolo sui pattini dalla lama affilata. Si era lasciata convincere da Lily, che l'aveva trascinata lì, senza che lei potesse opporre resistenza. 
Era la vigilia di natale e tutto filava liscio come l'olio, più o meno.
Erano passati otto mesi da quando Gabrielle aveva partorito, Joe aveva deciso di rimanere con lei seppure quella bambina non fosse sua figlia.
Margaret aveva partorito un bellissimo bambino di nome Taylor e Lily e Alex erano felicemente fidanzati, prossimi al matrimonio. 
Megan aveva deciso di trasferirsi a Miami. Quella città le aveva dato tanto in quei mesi. 
Tornava a casa di tanto in tanto per salutare la mamma e il papà e il suo nuovo fratellino ed evitava sempre qualsiasi contatto con Gabrielle e Joe, che passavano di tanto in tanto a casa Heyes per i saluti generali. Sembrava un deja-vu. Tutto si stava ripetendo esattamente come un anno prima, solo che questa volta, Megan aveva definitivamente escluso tutti dalla sua vita. Voleva stare da sola e senza Jonas tra i piedi.
«Cosa vedono i miei occhi! Megan Heyes che onora l'ice-park di Manhattan della sua presenza?!» troppo tardi!
«Nick?!» nella sua voce c'era tanto stupore, altrettanto c'è n'era sul suo viso. Non si aspettava di vederlo, soprattutto a Manhattan.
«Ciao» le sue labbra si inclinarono in un enrome sorriso. 
Tutto il rancore verso i suoi confronti era sparito già da un pezzo. Ormai non aveva senso avercela con lui.
«Cosa ci fai qui?» chiese Megan alzandosi, barcollando un pò. 
«E' la vigilia di natale Megan, credo che almeno il natale lo passerò con la mia famiglia» Nick chinò la testa e si dondolò sui talloni. 
«Giusto! Che stupida» si lasciò contagiare dal suo sorriso. 
Si slacciò i pattini e li tolse, sentendosi finalmente libera.
«Perché sei all'ice-park? tu odi pattinare!» chiese lui, aiutandola a scavalcare il muretto.
«Lily, mi ha costretta» tolse via i residui di ghiaccio dal pantalone e sorrise ancora una volta. «E' laggiù insieme ad Alex» indicò un punto davanti a loro, dove una ragazza e un ragazzo se ne stavano fermi al centro della pista a baciarsi. Proprio come in un film d'amore.
«Qualche volta possiamo anche uscire insieme a loro. Alex mi è mancato un sacco» disse lui, continuando a fissare i due ragazzi.
«Io la settimana prossima riparto per Miami. Il lavoro chiama!» si infilò i suoi morbidi e caldi stivali e consegnò i pattini nelle mani della gentile ragazza che se ne occupava. «Oh, giusto. Il lavoro»
«Tu lavori ancora a Los Angeles?»
«Si, più o meno. Lavoro per modo di dire»
risero entrambi.
«Andiamo a bere qualcosa?» Megan rimase per un attimo con il fiato sospeso, ma poi realizzò.
«S-si, certo. Perchè no?!» prese il ragazzo sottobraccio e sorridendo si avviarono allo starbucks più vicino. 
 
«Allora, cosa mi racconti?» chiese Nick, soffiando nella sua tazza stracolma di caffè bollente.
«Niente di che. Sono cambiate tantissime cose da quando te ne sei andato» cercò di abbozzare un sorriso mentre addentava un delizioso muffin al cioccolato.
«Ho saputo di Joe e Gabrielle...» Megan fece spallucce.
«Io non posso farci niente. Lui ha deciso così» sfoderò il suo sorriso migliore.
«E tu, con Alison?» Nick rischiò di scottarsi la lingua non appena udì quel nome.
«E tu c-come fai a saperlo?» chiese poi mordendosi la lingua.
«Alla sfilata di Alexander McQueen qualche mese fa c'ero anche io» rise per la goffaggine del ragazzo seduto di fronte a se.
«Ah, bhe, niente. Non ha funzionato» sembrava non importargli tanto.
«Come sempre» ridacchiò la ragazza.
«Con te è durata parecchio» azzardò Nick, pentendosene subito. 
Megan non ne rimase minimamente toccata. Dopotutto era stato un periodo felice quello insieme a Nick.
«Scusa... non volevo»
«Non preoccuparti Nick, davvero» sorrise sincera.
«Megan, volevo chiederti una cosa... »
«Dimmi»
«Ti va di ricominciare? Come amici intendo»
arrossì appena.
«E' un appuntamento?» chiese lei inarcando un sopracciglio.
«Potrebbe diventarlo» rispose lui guardandola negli occhi.
E le sembrò sincero quel Nick Jonas, sincero come non lo era mai stato in ventun'anni della sua vita. L'aveva conosciuto, amato, odiato e ancora amato, fino a provare compassione per lui. E mai le sembrarono tanto sinceri quegli occhi, senza inganno. 
Accettò la sua proposta. Non aveva niente da perdere ormai, forse era tutto scritto nel destino, chissà... 
Come amici.
 
*
 
 
-
Buona sera çç
(Ora mi arriveranno tanti fischi e dei pomodori in testa çwç)
Avete capito bene, credo che siamo arrivate alla fine.
Mi dispiace ammetterlo, ma dovevo finirla per forza così per un possibile sequel v.v
(Ora tornano ad amarmi di nuovo uu)
Ma questo sequel ci sarà solo se voi vorrete. Ho già qualcosa in mente. UU
Con questa ff mi sono sentita davvero tanto orgogliosa di me e di voi che mi avete supportata. <3
Non potevo chiedere di meglio. (': 
Ringrazio le 32 persone che hanno messo la storia tra le preferite,
le 32 persone che l'hanno messa tra le seguite,
le 4 persone che l'hanno messa tra le ricordate e un enorme ringraziamento va a tutte voi che avete recensito sin dall'inizio.
Queste +300 recensioni significano molto per me. Grazie davvero. <3
Alla mia Gabrielle chiedo perdono se la storia non è finita nel migliore dei modi ma spero di rifarmi con la nuova long che abbiamo iniziato a scrivere insieme e se volete potete passare a dare un occhiata quì, non ve ne pentirete v.v  
Detto questo, vi lascio. <3
Vi amo tutte. 
Vostra, 
Novalee.

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Capitolo 39
*** 18th July. ***


Buon pomeriggio belle fanciulle **
Volevo solo informarvi, che con grande gioia ho postato il primo capitolo di quello che sarà il sequel di questa storia.
Il titolo l'ho scelto un pò a casaccio, come tutti d'altronde, ma ha un significato dopotutto.
18th July.
Spero che voi rendiate magica anche questa storia come avete fatto con Upper East Side.
E' sempre un onore leggere le vostre recensioni (:
A presto <3
xx Lee.

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