Alone? Never More.

di Silver_Hex
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ad una svolta. ***
Capitolo 2: *** La verità. ***
Capitolo 3: *** Amarsi ***
Capitolo 4: *** Scriviamo il nostro destino. ***



Capitolo 1
*** Ad una svolta. ***




Alone?
{Never More.}

Soli? Mai più.



"Le vostre labbra, datemele ancora! Poi prometto, mi basterà sognarvi..."
John Keats.



Ad una svolta.


Perché poi questo bisogno di amare?

Essere amati è più semplice e soprattutto non fa stare male.


Era notte fonda, ma in una cucina di una vecchia casa un po’ sbilenca, due donne chiacchieravano davanti ad una tazza di té.

«Come vanno le cose cara, ti vedo così sciupata» chiese Molly Weasley alla giovane che stava seduta davanti a lei.

«Oh Molly sono giorni così pesanti, specie dopo la battaglia al ministero» rispose Tonks con voce stanca.

«Per non parlare della morte di Sirius. Hai più sentito Remus?» chiese lei sapendo quanto dolore aveva portato quella perdita.

«Non è venuto nemmeno in ospedale a trovarmi...» rispose amareggiata.

Più di ogni altra cosa, oltre allo star male, le dispiaceva la freddezza di Remus nei suoi confronti. E non solo perché era incredibilmente attratta da lui, ma perché lo stimava come uomo, prima di tutto.

Erano mesi che non si vedevano. Remus la evitava, ormai ne era certa, da quella maledetta notte in cui tutto era cambiato. Non le sembrava ancora reale, quel giorno in particolare le sembrava un magnifico sogno, ma forse era solo l’inizio di un incubo.

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Era una serata come tante altre e stava bevendo del té con Remus dopo aver finito il turno al Ministero, aveva la settimana a completa disposizione. Al momento si era rifugiata nella biblioteca e chiacchierava del più e del meno, più che altro Remus parlava e lei ascoltava.

Adorava la sua voce, come spiegava e la sua pazienza. Aveva proprio ragione Sirius, era un vero professore. Ma di quelli che amavano il loro lavoro e sapevano trasmettere le loro conoscenze.

Sirius era salito a medicare Fierobecco, che si era fatto male, e li aveva lasciati soli. Da perfetta incapace, mentre leggeva curiosa i titoli sui dorsi, stava per inciampare, quando Remus la salvò dalla ennesima caduta.

Ridacchiando si appoggiò a lui e diede un bacio sulla guancia. «Come farei senza di te?»

«Mi chiedo come mai sia tutta intera, nonostante tutto» osservò lui con un sorriso.

«Ed io che credevo che me lo chiedessi solo per far ridere Sirius» rispose lei con una boccaccia.

«No, mi preoccupo per te» affermò lui piuttosto serio.

Le cose non stavano andando affatto bene.

Metà degli Auror erano impegnati a star dietro alle follie di Caramell, che ora aveva spiccato un mandato di cattura per Silente con l’accusa di essere un sovversivo, ignorando completamente la minaccia di Voldemort.

Sirius, alla notizia, aveva brindato al vecchio preside, omaggiandolo del titolo di Malandrino, cosa che aveva fatto ridacchiare sia Tonks che Remus, lontano dalle occhiatacce severe di Molly.

«Dovrei baciarti più spesso allora» disse lei con una risatina, ma poi si accorse di cosa aveva detto e arrossì.

Aveva appena detto a voce alta il suo più grande desiderio.

Remus scosse il capo e la strinse più forte a sé. «Ninfadora...»

«Tonks...» lo ammonì lei allontanandosi da lui.

«Tonks, io mi preoccupo sempre per te» ripeté ancora.

«Non si direbbe sai?» disse lei improvvisamente triste.

Altre sere avevano già visto quella discussione. Lui non aveva mai negato un certo interesse, ma non voleva condannarla a una vita da reietta.

Tonks era stufa di sentire tutte le volte quella solfa. Ogni volta che lo ripeteva, lui si stringeva sempre più a lei. E lei custodiva, come preziosi gioielli, quei momenti. Sapeva di non poter chiedere di più, ma non poteva impedirsi di sperare.

«Perdonami, se puoi» disse raggiungendola alla finestra.

Lei continuava a dargli le spalle, lui gliele carezzò, facendo scivolare poi le mani lungo le braccia, e posando infine un lieve bacio sulla testa.

«Lo vuoi davvero? A me non sembra. Fai tutto per farti odiare» rispose con voce dura.

E come spesso accadeva, lui la costringeva a voltarsi, a guardarlo negli occhi e si facevano del male a vicenda. Un bacio, una carezza e poi l’oblio del piacere che cancellava tutto.

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«Tieni bevi un po' di té» disse riportandola al presente.

«Grazie Molly. Tra quanto arriva Harry?» chiese cercando di non pensare a nulla.

A pensarci bene erano passati solo due mesi da quella sera.

«Tranquilla non prima di domani mattina» la rassicurò lei. «Allora, cara perché non mi racconti cosa ti succede?» chiese cercando un modo per farla aprire.

«Che devo dirti, amo un uomo che per le sue stupide convinzioni fa finta di niente».

«Vedrai, capirà e ti chiederà in ginocchio di sposarlo» affermò Molly sicura.

«Magari, ma va al di là delle mie aspettative» rispose lei con un sorriso stiracchiato.

Improvvisamente qualcuno bussò alla porta interrompendo la discussione. Era Silente, e con lui c’era Harry.

«Molly grazie per il tè, e il conforto. Ora è meglio che vada» disse alzandosi.

«Cara verrai a pranzo domenica? Non è il caso di restare sola» disse lei cercando di strapparle la partecipazione. «Ci sarà anche Remus».

«No, davvero ho da fare. Grazie» disse prima di sparire.

Gli inviti a pranzo di Molly le ricordavano l’inizio di quell’avventura. E quando aveva conosciuto Remus. Era passato circa un anno da quella prima riunione a Grimmauld Place.

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Voldemort era risorto da solo poche settimane, ma l'Ordine della Fenice era già in movimento. Silente lavorava instancabilmente per trovare nuovi combattenti, e lei era stata reclutata dal suo mentore Malocchio Moody insieme a Kingsley Shacklebolt.

«Signori benvenuti» esordì Silente con voce grave. «Ci ritroviamo ad affrontare ciò che tutti abbiamo sperato non sarebbe più accaduto. Lord Voldemort è risorto» fece una pausa.

«Il ministero non intende vedere la verità, sarà nostro compito vegliare sulla società magica» disse riprendendo dopo che il brusio di voci si era spento.

«Dannato Caramell» borbottò Malocchio.

«Sono lieto di presentare due nuovi acquisti» disse sorridendo. «Gli Auror Kingsley Shacklebolt e Ninfadora Tonks».

Dopo le presentazioni, la riunione proseguì con alcune indicazioni. Spiegò come mai Sirius era tra loro, chi era il vero traditore e come Voldemort era ritornato in possesso del corpo.

Raccontò perché Harry e i Potter erano l'ossessione del Signore Oscuro, e che sicuramente tra i suoi piani per l'immediato futuro c'era la ricerca di una profezia custodita al ministero. Oltre ovviamente il reclutamento di nuove forze.

Vecchia e nuova guardia ascoltavano le parole della loro guida con attenzione.

Ognuno di loro aveva un compito specifico, ad esempio Kingsley, che era responsabile della ricerca di Sirius, si era impegnato per depistare le indagini. Altri avevano compiti di sorveglianza, o di raccolta informazioni.

«Silente ha detto che ti chiami Tonks?» le chiese Sirius alla fine della riunione.

«Sì» rispose lei con un sorriso.

«Quindi sei la figlia di Andromeda... forse non sai di me, ma lei è sempre stata la mia cugina preferita» spiegò Sirius abbastanza frettolosamente, forse non ne voleva parlare.

«Sì che lo so!» rispose lei entusiasta. «La mamma mi ha detto molte cose su di te».

«Meglio non sapere» rispose ridacchiando, sollevato di non scorgere quel ribrezzo che aveva sempre paura di intravedere. «Lui è Remus, un vecchio amico» disse facendo le presentazioni.

«È un vero piacere conoscerti. Ho sentito spesso parlare di te» rispose lei entusiasta di poterlo conoscere.

«Da chi?» chiese perplesso.

«Malocchio» rispose lei con semplicità.

E in quello stesso momento i suoi capelli da rosa divennero grigi, fece sparire il naso e il viso si coprì di cicatrici.

«Vigilanza costante» disse poi con voce gracchiante facendo ridere i due.

«Occhio, se ti becca mentre fai la sua imitazione sono guai» disse la voce profonda e tranquilla di Kingsley.

«Sciocchezze, ho fatto di peggio» rispose lei con un ghigno che fece ridere più forte i due malandrini.

In breve tempo legò con tutti quanti. Adorava Sirius, sua madre le aveva raccontato molto spesso dell'unico Black finito a Grifondoro. Gli Weasley erano eccezionali, e poi... beh c'era lui. Sempre accanto a Sirius, schivo e riservato, peccato che lo sguardo ironico e la battutina sempre pronta dimostrassero tutt’altro.

L'aveva subito colpita, c'era qualcosa in lui che la attraeva. Sapeva che era uno studioso della difesa contro le arti oscure e che a causa della sua condizione aveva avuto molte difficoltà.

Quando restava a cena nella sede dell'ordine, si faceva raccontare di Harry, della prima guerra. James, Lily e tutti gli altri. Ogni occasione era buona per parlare con lui, e ridere delle battute di Sirius.

Fu lei, poi, a portare la notizia dell'attacco a Harry, e dare una mano a Remus per tranquillizzare Sirius. Quello fu il primo vero momento che passarono assieme, da soli. Si ritrovarono a notte fonda nella vecchia cucina a discutere.

Più ci parlava, più se ne sentiva attratta. E non mancavano certo i momenti imbarazzati per via della sua sbadataggine.

«Avvolte mi domando come tu abbia fatto a diventare Auror» disse Remus raccogliendo i cocci. «Ninfadora...».

«Non chiamarmi in quel modo... sono Tonks».

«Visto che mi chiami per nome, mi pareva carino ricambiare la cortesia» rispose lui con un ghigno malandrino.

Sapeva bene che lei odiava quel nome ma si divertiva, come gli altri, a stuzzicarla.

Tonks, come voleva essere chiamata, era davvero entusiasta di far parte di quel gruppo. E aveva accettato con gran piacere di far parte della squadra di recupero di Harry Potter.

Quella sarebbe stata la prima vera missione extra agli ordinari compiti che ciascuno di loro aveva. Erano davvero in tanti e Moody coordinava la squadra.

«Tonks, me la posso cavare con Sirius. Torna pure a casa, ci sarà qualcuno che ti aspetta» disse interrompendo quello strano silenzio.

«Chi? Il mio gatto?!» disse ridacchiando. «Nessun problema resto volentieri, so cosa vuol dire avere a che fare con un Black nervoso» aggiunse cambiando colore di capelli.

«Non ci ho ancora fatto l'abitudine» disse indicando i capelli. «Non avevo mai conosciuto un Metamorfomagus».

«Sei uno dei pochi fortunati» disse lei con tono solenne.

«Che onore» rispose accennando un breve inchino. «Io salgo di sopra» disse poi alzandosi.

Questa reazione la stupì parecchio. Si sentì un po' sciocca, sperava, sempre, di attirare la sua attenzione, ma proprio quella sera non aveva fatto nulla e si erano trovati in cucina a chiacchierare.

Si alzò anche lei, «Vado a casa» disse raggiungendo in fretta la porta per evitare di mostrare l'imbarazzo.

E mentre usciva, si scontrò con Sirius, che rimase basito nel vedere le facce dei due. Remus come suo solito era la perfetta maschera dell'indifferenza, e sua cugina era più abbattuta e triste di quanto non fosse quando era arrivata.

«Che succede?» chiese temendo un peggioramento.

«Nulla» rispose Remus riponendo le tazze.

«Moony...» disse con un ringhio.

«Pad non è niente, doveva tornare a casa. Harry è al sicuro» rispose con la solita tranquillità.

«C'è qualcosa che non mi dici» continuò lui imperterrito. «Se non riguarda Harry, allora chi?» chiese.

«È tardi, meglio andare a dormire, sai bene che Silente sarà qui presto» replicò ignorando la richiesta di spiegazioni.

«Al momento, come mi avete fatto notare, Harry non ha bisogno di me, ma tu Remus?» chiese ben sapendo che quello sciocco del suo amico lottava contro se stesso e i suoi sentimenti.

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Era inevitabile, al ricordo di quei momenti scappò una lacrima. Dopo quella sera qualcosa era cambiato nel loro rapporto. Non sapeva cosa lo aveva spinto per la prima volta tra le sue braccia, e ora se lo chiedeva. Voleva una risposta.

Aveva sempre avuto l’impressione che il suo cuore e la sua anima fossero già occupati, o comunque che non ne avrebbe avuto mai l’esclusiva. E forse era questo che gli permetteva di allontanarsi da lei senza soffrire, in apparenza.

Ma non riusciva a fare a meno di amarlo.

Che cosa non andava, allora? Remus non le aveva mai dato una risposta vera, e forse anche lei preferiva sapere che il suo cuore era devoto a un'altra persona.

✎ Info & Co.

Questa storia ha partecipato al contest “Titoli&Pacchetti” indetto da Nausicaa Black, classificandosi quarta.

La storia si divide in quattro capitoli, e alla fine pubblicherò il giudizio e punteggi ricevuti.

Per ora non ho molto altro da dirvi, grazie per aver letto e spero di ritrovarvi al prossimo capitolo!

Titoli & Pacchetti.

Autore

Jalilah (Efp), Missmost@ (forum)

Titolo

Alone, never more.

Personaggi

Remus Lupin, Ninfadora Tonks.

Pacchetto

Baciami ancora.

Frasi

1. Perché poi questo bisogno di amare? Essere amati è più semplice e soprattutto non fa stare male. Una persona che ti ama incondizionatamente ti aiuta a ritrovare fiducia almeno in te stesso. Di che altro abbiamo bisogno? Perché anche quando tutto potrebbe andare bene, c'è invece ancora qualcosa che continua a mancarti? E' la vita che non hai vissuto che ti lascia questo buco dentro, o sono i sensi di colpa di cui non sei riuscito a liberarti ?

2. Forse è vero che si muore quando non si trova un posto dove affondare le proprie radici.

Genere

Introspettivo, romantico, missing moments.

Avvertimenti

Nda

In questi quattro capitoli cerco di analizzare il rapporto Remus/Tonks, dai primi incontri a Grimmauld Place fino alla morte di Silente.

Ho scelto di fermarmi a quel momento, anche se ci sarà poi un'altra crisi più avanti, credo che il più riguardi questo momento.

Spero di essere riuscita a rispettare i “dettami” del contest. I primi due capitoli sono dal punto di vista di Tonks, anche se è un po’ riduttivo dirlo in questo modo. C’è molto anche di Remus e di “terzi” come Sirius e Molly.

Gli altri due invece tendono a dare più spazio a Remus, anche se vale lo stesso discorso dei precedenti.

Ho cercato di “smentire” le frasi, soprattutto la prima, e spero di esserci riuscita. E se non ho frainteso il film, credo sia anche quello il loro scopo (e tra parentesi, mi son ricordata perché avevo solo una vaga idea della trama, l’ho rivisto per levarmi ogni dubbio e continua a non piacermi. Spero di non perdere punti XD).

Jalilah♔ .

©Tutti i personaggi sono stati creati da J.K. Rowling.

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Capitolo 2
*** La verità. ***




Alone?
{Never More.}

Soli? Mai più.



"Le vostre labbra, datemele ancora! Poi prometto, mi basterà sognarvi..."
John Keats.



La verità.


Una persona che ti ama incondizionatamente ti aiuta a ritrovare fiducia almeno in te stesso.

Di che altro abbiamo bisogno?


Il nuovo Ministro della Magia aveva disposto ulteriori misure di sicurezza, soprattutto per Hogwarts. Un gruppo di Auror fu assegnato a protezione della scuola, tra cui c’era anche Tonks.

E poi c’erano le attività dell’ordine. Poco prima dell’inizio della scuola era stata stabilita una riunione con tutti i membri.

La comparsa di Voldemort al ministero aveva portato un po’ di scompiglio, specie ai piani dei Mangiamorte. Tutti sapevano che Silente e Harry non mentivano, era di nuovo tra loro.

Questo ovviamente implicava un cambiamento delle attività dell’Ordine. C’era bisogno di spie, Severus Piton era impegnato tra i mangiamorte e a Remus fu chiesto di infiltrarsi tra i lupi mannari capitanati da Greyback.

Il destino sembrava volerli allontanare definitivamente.

Era un’operazione rischiosa, ma era l’unico che poteva farlo. Tonks voleva parlarci prima che le loro strade si dividessero per un bel po’ di tempo. E con la complicità di Molly, riuscì a trovare un po’ di privacy con lui.

«Mi fa piacere sapere che stai bene, mi spiace di non essere venuto al San Mungo» disse senza aggiungere inutili spiegazioni, dopotutto era sempre così.

«Ho l’aria di una che sta bene, Remus?» chiese arrabbiata.

Non voleva usare quel tono, ma non era riuscita a trattenersi. E quelle parole lo colpirono, tanto da fargli abbassare il capo.

«No, ma se proprio ci tieni a saperlo è stupido stare male per me» rispose lui agganciandosi il mantello.

«Nemmeno tu puoi essere così stupido, Remus Lupin, da propinarmi quest’assurda risposta» rispose lei alzando la voce. «Perché non mi dici la verità, per una volta».

«La verità?» chiese con voce stanca.

«Non pretenderai che io rinunci a te perché hai qualche anno più di me. Non trattarmi da stupida, per favore» disse questa volta con voce bassa, sull’orlo delle lacrime.

Non aveva più nemmeno la forza di gridare.

«Dora, è pericoloso e le mie non sono scuse, ma solo la descrizione della realtà» disse lui con la morte nel cuore.

«Ed io voglio cambiarla questa realtà, perché mi fa schifo» fece una pausa. «Preferirei sapere di essere stata una semplice avventura, ma non che non puoi perché hai paura per me».

«E tu sei quella che vuole la verità?» chiese avvicinandosi a lei, come sempre.

«Non ti avvicinare, lo fai sempre prima di scappare ed io sto sempre peggio» disse andando contro il suo stesso desiderio.

«Non sei l’avventura di una notte, sei straordinaria Ninfadora Tonks. Ma tu meriti di meglio, e quel meglio non sono io» disse lui con voce pacata.

«Se Sirius non fosse morto, tutto questo non sarebbe mai accaduto, non mi avresti ignorato dopo quella notte» disse lei per risposta. «Mi odi così tanto da ignorarmi?» chiese.

«Non ti odio, è stata Bellatrix a uccidere Sirius» ribatté lui severo.

«Allora dimmi perché non sei venuto al San Mungo, mi sei mancato» disse guardandolo negli occhi.

«Ho cercato un modo per dimenticare quegli attimi di felicità in cui eravamo un tutt’uno» ammise lui, prima di prenderla per mano e condurla lontano dalla Tana.

Erano fuggiti dalla Tana, e si erano smaterializzati a casa di Tonks.

Lui non disse nulla, si aggrappò a lei in cerca di un appiglio per continuare a vivere e non sprofondare.

Lei accettò di essere il porto sicuro di cui lui aveva bisogno, e forse sperava che capisse che doveva fare più affidamento su di lei.

Si ricordò quasi subito che presto ci sarebbe stata la luna piena, Remus era più istintivo, anche se cercava di metterci tutta la tenerezza di cui era capace.

Tonks era al settimo cielo, il solo sentire le sue mani lungo il corpo o la bocca che saggiava le labbra o il collo o le orecchie, le dava un senso di profonda eccitazione.

Era sempre così, l'oblio. Tutto passava in secondo piano.

Come in quell’assurda mattina.

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La biblioteca di casa Black, che stava in un piano intermedio della casa, era poco frequentato. Quel giorno non c'era davvero nessuno a parte loro due e Sirius che al momento era con Fierobecco.

Loro due invece erano avvinghiati sul divano vecchio e logoro. Avevano appena discusso, ma poco dopo si erano ritrovati uno sopra l'altra.

Avevano fatto l'amore, i loro respiri erano ancora lenti e profondi, quando Sirius ritornò in biblioteca, e li vide così. Dandosi dell'idiota e borbottando qualche parola di scuse si volatilizzò.

Questo ovviamente bastò a Remus per prendere coscienza del fatto che si era appena lasciato andare, e dato che si era ripromesso di non farlo più, ora aveva decisamente un bel problema.

L'arrivo del messaggio di Severus non diede loro tempo di pensare. Harry era corso al ministero preoccupato per Sirius, e dato che era una trappola dovevano trovarli prima dei mangiamorte.

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Piangere dopo che lui se n’era andato era quasi un abitudine, ma questa volta non lo fece. Cercò di non pensare a cosa fosse appena accaduto, di farsi bastare quelle attenzioni, di non pretendere qualcosa che lui non riusciva a darle.

Sapeva che doveva farlo, aveva un lavoro da fare e in quei mesi di lontananza forzata sarebbe riuscita a trovare un motivo per continuare la sua vita.

Mandò un piccolo bigliettino a Molly per ringraziarla dell’aiuto, che ancora una volta le aveva dato, ma trattandosi di un caso disperato non era cambiato nulla.

Era ora di prepararsi, doveva andare a Hogsmeade e organizzarsi per il nuovo incarico del Ministero. Aveva chiesto lei di essere mandata fuori Londra per tutto l’anno e Kingsley, che al momento era a capo degli Auror, non aveva fatto obbiezioni.

Chi invece era molto preoccupato era Moody, che non aveva mancato di farle sapere come la pensava. Le aveva detto chiaramente che era una sciocca, e un Auror non doveva e non poteva permettersi momenti di smarrimento.

L’aveva attesa alla Testa di Porco apposta, così le aveva detto. Che cosa avrebbe fatto senza il suo mentore? Ancora una volta, con i suoi modi burberi l’aveva spinta a dare il meglio di sé, a non cedere mai.

Ninfadora Tonks non avrebbe mai ceduto, anche malandata e a pezzi avrebbe lottato fino a che avesse avuto respiro.

✎ Info & Co.

Jalilah♔ .

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Capitolo 3
*** Amarsi ***




Alone?
{Never More.}

Soli? Mai più.



"Le vostre labbra, datemele ancora! Poi prometto, mi basterà sognarvi..."
John Keats.



Amarsi.


È la vita che non hai vissuto che ti lascia questo buco dentro, o sono i sensi di colpa di cui non sei riuscito a liberarti?


Le loro vite al momento sembravano definite, lei ad Hogwarts, lui nella tana del lupo. Remus sperava che quel periodo di lontananza forzata facesse rinsavire Tonks.

Quello che non riusciva a spiegarsi era quello strano senso di vuoto che cresceva ogni giorni di più.

Da quando stava tra i suoi pari, come si era messo in testa di chiamarli, aveva sentito crescere dentro di sé il ribrezzo per quel mondo.

Fenrir non faceva che dire che solo il signore oscuro poteva dargli potere, tutto quello che i maghi gli negavano. Era colpa loro se erano dei reietti.

Alcuni erano contrari, altri pensavano che era meglio starne fuori. Integrarsi non era stato facile, e forse, non c'era nemmeno riuscito. Intanto Natale si avvicinava, e con esso anche il termine del primo rapporto a Silente.

Era notte fonda quando giunse a Hogsmeade, riconobbe i primi segni della sorveglianza. Come stabilito, passò dalla Testa di Porco. Si avviò verso la stamberga strillante per entrare a Hogwarts di nascosto. Ripercorse il tragitto che faceva sempre quando da studente si trasformava in lupo.

Stava attraversando il parco quando si scontrò contro qualcuno. Si diede dello stupido, aveva passato le notti a sognare quel corpo, sentiva ovunque il suo odore, e ora era così vicina che non gli sembrava vero.

Quando la vide, così grigia pensò di essere davanti allo specchio. E improvvisamente qualcosa dentro di lui si ruppe. E pensò che doveva fuggire, e che lei doveva ricominciare a vivere.

Tonks credé di avere davanti a sé un fantasma, l'ennesimo scherzo della sua mente. Fece in tempo a sollevare una mano e carezzargli il viso prima che Remus si allontanasse da lei in tutta fretta.

Aveva buoni motivi, anche se tutti gli dicevano che stava facendo una sciocchezza e stava perdendo la sua più grande occasione.

Gli sembrava di rivedere Molly che lo redarguiva, così come faceva con i gemelli.

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Qualche settimana dopo la battaglia al ministero Molly lo aveva praticamente convinto a passare un po' di tempo alla Tana.

Sospettava che ci fosse qualcosa sotto, ma era a pezzi e anche Silente aveva insistito perché non stesse da solo, altrimenti Molly gli avrebbe dato il tormento.

Ma tutto si rivelò meglio di quanto avesse potuto immaginare. Molly non era stata opprimente, aveva interi ettari di terreno libero per stare da solo. Solo l'ultima sera, dopo la riunione Molly si era lasciata sfuggire due o tre paroline su Tonks.

Rifletté velocemente su quale fosse la migliore strategia.

«Molly sono troppo vecchio, malato e povero...» disse senza riuscire a terminare.

«Quanto sei sciocco, Remus» disse Molly con un sorriso gentile. «Non ti dirò cosa fare, non sarebbe giusto. Ti consiglio di pensare a cosa rischi di perdere, e non perché lei rinuncerà a te, ma perché sarai tu a scegliere di rinunciare».

Quelle parole colpirono affondo, Dora non avrebbe mai desistito, non avrebbe mai smesso di sperarci. Poi si ricordò di James, e di Lily. Sette anni passati a farsi tormentare su quanto fosse bella, speciale ed eccezionale. Se Tonks aveva rotto un terzo di quello che aveva fatto James, lui aveva un grande debito con tutti loro.

Fortunatamente avrebbero passato molto tempo lontani, era decisamente un bene.

Peccato che all'idea di non vederla per così tanto tempo, di saperla, forse, in pericolo gli faceva male. Era come un pugno allo stomaco, che faceva dannatamente male.

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Fortunatamente arrivò presto nello studio del preside e riuscì a mettere da parte il passato.

«Remus, tutto bene?» chiese il vecchio mago piuttosto preoccupato.

«Niente che non si possa superare, Albus» rispose lui cercando di darsi un contegno.

L’incontro con Tonks lo aveva messo davanti a tutta la sua debolezza, la desiderava come non mai.

«Sono contento di saperlo» rispose il preside deciso a non indagare oltre, sapeva che Remus non gli avrebbe mai risposto. «Che notizie mi porti?» chiese poi.

«Niente di buono. Come già sospettavamo in molti se ne terranno fuori, ma Greyback ha comunque un seguito molto numeroso».

«Almeno ora lo sappiamo con certezza, e non dovrai tornare tra loro. Non è più necessario, dopo Natale ci troveremo di nuovo e discuteremo su cosa fare» disse poi con un sorriso. «Credo che Molly non veda l’ora di prendersi un po’ cura di te, ti aspettano per Natale. Anche Harry».

«Non mancherò, buona notte» disse andando via.

Passò qualche giorno nel suo piccolo appartamento fuori città, e poi un giorno arrivò un gufo da parte di Molly che lo sollecitava a presentarsi al più presto alla Tana e che non accettava un rifiuto.

Remus non si era mai sognato di rifiutare, anche perché Molly non ci avrebbe messo molto ad andare a prenderlo direttamente a casa sua. Impacchettò poche cose e andò alla Tana.

Finalmente aveva rivisto Harry, il motivo per cui ancora lottava. Senza volerlo anche lui gli aveva fatto pensare a Tonks, a quanto stesse male e quanto fosse una sua colpa.

Avvertì tutto il dispiacere di Harry nella sua voce, appena anche lui aveva cambiato umore. Si diede dello stupito, non poteva continuare in quel modo.

Rivedere Tonks dopo Natale alla riunione dell’ordine gli mise addosso ancora più angoscia della notte che l’aveva incontrata nel parco di Hogwarts.

Cercò di parlare un po’ con lei, non la voleva evitare.

«Come vanno le cose ad Hogwarts?»

«Alla grande, ho dovuto impedire che Harry strozzasse Dung» disse lei giocando con una pallina di gomma.

«Perché?» chiese stupito.

«Niente lo ha beccato mentre cercava di vendere un po’ di roba dei Black, sai quella che Sirius ha buttato».

E continuarono così a chiacchierare in attesa che arrivassero anche gli altri. Non era andato tanto male, si disse Remus.

In realtà era felicissimo di poterle stare così vicino, ma non lo avrebbe mai ammesso.

✎ Info & Co.

Penultimo capitolo di questa breve long. Devo ammettere che è decisamente strano non ricevere nemmeno una recensione, ma non importa... sono sempre qua per sapere cosa ne pensate.

Jalilah♔ .

©Tutti i personaggi sono stati creati da J.K. Rowling.

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Capitolo 4
*** Scriviamo il nostro destino. ***




Alone?
{Never More.}

Soli? Mai più.



"Le vostre labbra, datemele ancora! Poi prometto, mi basterà sognarvi..."
John Keats.



Amarsi.


Forse è vero che si muore quando non si trova un posto dove affondare le proprie radici.


Silente era appena morto, ancora una volta qualcuno a lui caro era morto per colpa di un traditore. L'angoscia gli attanagliava lo stomaco e Dora, la sua Dora, ancora una volta le aveva ricordato il loro amore. Sbuffò spazientito, ora anche la McGranitt gli faceva le ramanzine.

Passarono molte ore al capezzale di Bill. Ma c'erano molte cose da fare, la morte di Silente cambiava molte cose. L'ultima riunione alla luce di quegli eventi suonava come un testamento.

Proteggere gli innocenti, combattere senza sosta le forze oscure, avere fiducia in Harry.

Era quasi l'alba quando in silenzio si avviò verso il cortile per andar via prima che si alzassero gli studenti.

Remus intravide vicino al lago Tonks, e per la prima volta era lui ad andare da lei.

«Hai una nuova alleata» disse piano.

Lei emise un lieve singhiozzo, che era un misto tra risata e pianto.

«Sai bene che la mia situazione non ha nulla a che vedere con quella di Bill».

«Oh sì che lo so, solo tu puoi essere così cocciuto da far finta di nulla» replicò lei con voce triste. «Perché la pensi sempre allo stesso modo?» chiese.

Era una domanda, era anche una supplica, oltre che un’affermazione mascherata.

«Non ti capirò mai, Ninfadora Tonks. Perché proprio io, cosa c’è di sbagliato in te?» chiese lui.

«Il fatto che abbia come mentore Malocchio Moody non ti dice nulla?» rispose lei con un ghigno.

«In effetti, non hai tutti i torti. Ora si spiegano tante cose» disse lui sottovoce. «Anche se temo che parte dei geni dei Black abbiano influito».

«Temo che questo sia quello che ti spaventa di più, signor Lupin» disse lei. «Ma devi sapere che sono molto più civile di Sirius, hai un pregiudizio troppo grave nei miei confronti» disse lei con un sorriso malinconico.

«E tu sei dannatamente testarda» disse lui lasciandosi andare a un lieve sorriso.

«Mi permetterai mai di dimostrarti che non sono come lui?» chiese con fare solenne.

«Vorresti davvero convincermi che non lo sei?» chiese incredulo. «Io non credo, sai?» chiese continuando il gioco.

«Non ci posso credere, tu pensi questo di me!» rispose lei incredula. «Devi darmi modo di dimostrarti che non è così» disse allora lei.

«Eccolo qua l’orgoglio Black, mi chiedevo quando sarebbe spuntato fuori» disse lui ridacchiando.

Silente era appena morto e loro due erano in riva al lago nero che scherzavano come due ragazzini senza problemi. E improvvisamente era come avere almeno vent’anni di meno.

«Remus?» chiese lei ad un passo da lui. «Dico sul serio, dammi almeno una possibilità» disse seria.

Lui non rispose, fissava l’orizzonte e il sole che sorgeva.

«Permettimi di dimostrarti che ti sbagli, e se non funzionerà… non sarò certo io a trattenerti. Credo di avertelo dimostrato in questi mesi, posso accettare di starti lontana, ma devi darmi un’opportunità» disse prendendogli una mano tra le sue.

Remus non rispose, la strinse a sé e questo bastò a Tonks. Almeno fino a che lui non la baciò, come non aveva mai fatto. Le carezzò il viso per la prima volta felice di farlo, le asciugò una lacrima che scendeva solitaria e lei baciò quella mano che aveva appena asciugato il suo dolore.

«Dora» mormorò semplicemente lui, aggrappandosi per non morire.

Fine.

✎ Info & Co.

Ultimo e conclusivo capitolo di questa brevissima long.

Grazie a chi ha letto e commentato.

Qua sotto troverete il giudizio della giudice che spiega molto bene cosa ho voluto far trasparire da queste righe.

Temevo che i continui cambi spazio/temporali generassero confusione… ma sembrano funzionare!

Laparola a voi, se vi va.
Jalilah♔ .

Quarta classificata Alone, never more di Missmost@
Grammatica: 7 /10
Originalità: 7/10
Attinenza al titolo: 10/10
Caratterizzazione personaggi:10 /10
Punti Bonus: 10/10
Gradimento personale: 7/10
Totale 51/60

Ho trovato diversi errori: tempi verbali, ripetizioni, virgole mancanti/fuoriposto e tutti i nomi magici scritti in minuscolo (intendo Ministro della Magia, Difesa Contro le Arti Oscure ecc. ecc.

Ti trascrivo quelli verbali, mentre le ripetizioni puoi trovarle da te con una rilettura più accurata.

[…] Lei continuava a dargli le spalle, lui le carezzò le spalle, fece scivolare le mani […] (lui gliele accarezzò, facendo scivolare poi); […] Ci ritroviamo ad affrontare ciò che tutti abbiamo sperato non accadesse mai […] (non sarebbe più accaduto];

Non spicca di originalità. In realtà, mi ha ricordato tante altre fanfic, sempre in quattro-cinque capitoli che presentavano la stessa trama: Remus, Tonks, Sirius, l'Ordine eccetera eccetera. Hai avuto sette, però, perchè mi sono piaciuti i continui cambi di ambientazione, le sensazioni che ogni luogo provocava nei protagonisti. Sei stata brava a destreggiarti in tanti luoghi diversi.

Come titolo sì, direi proprio che ci siamo. Una buona idea quella di fare in modo che il bacio nella parte finale sia più significativo del primo che si sono scambiati, immerso ancora nella confusione.

I personaggi sono ben caratterizzati, Remus ha paura, come vediamo anche nei libri, mentre Tonks è testarda che conosciamo, non trovo OOC da nessuna parte, era facile poter cadere nel clichè dell'innamorata disperata, ma tu le hai assegnato una sorte di folle rassegnazione che mi è piaciuta tantissimo. La cosa bella, inoltre, è che anche i personaggi secondari che appaiono una sola volta sono stati dotati di sfumature abbastanza importanti. Brava

Frasi inserite in modo eccellente, basando ogni capitolo su un pezzettino di esse, sei riuscita a creare una trama che stesse in piedi, innanzitutto, dandole un sapore dolce e amaro allo stesso tempo.

Mi è piaciuta, non esageratamente. Speravo con tutto il cuore di leggere qualcosa di diverso dalle solite Remus/Ninfadora ma niente. Però la trova carina, come ti dicevo, soprattutto per come hai analizzato i personaggi.

Grazie per aver partecipato.

©Tutti i personaggi sono stati creati da J.K. Rowling.

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