Denn 1+1 gibt 3

di Drika
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A new begin ***
Capitolo 2: *** A life end, a life begin ***



Capitolo 1
*** A new begin ***


Lupin e Tonks
Aprì lentamente la porta, non voleva svegliare la ragazza dai capelli rosa che dormiva sul letto. Aveva fatto tardi, lo sapeva, ma non era colpa sua, era stato trattenuto da alcuni colleghi. Queste motivazioni, però, non sarebbero servite, il mattino dopo, quando avrebbe dovuto spiegare il suo ritardo.


Si infilò con estrema delicatezza nel letto e si accoccolò accanto a sua moglie, facendo di tutto per non svegliarla, non voleva aggiungere ulteriori motivi di discussione fra i due, visto che la ragazza, negli ultimi giorni era stata particolarmente suscettibile e scattava anche per le cose più banali.

-Mhhh... Remus?- mormorò la ragazza, girandosi per controllare chi fosse appena entrato.

-Maledizione...- imprecò a mente Lupin, mentre abbracciava la compagna. -Sì, sono io. Ho fatto tardi, perdonami...- Le sfiorò con  le labbra dolcemente la fronte -Non volevo svegliarti...-

-Infatti non mi hai svegliato, in realtà... Non riuscivo a dormire.- In effetti, Tonks non aveva la faccia di una persona appena sveglia, ma le occhiaie che le cerchiavano gli occhi scuri davano tutt'altra impressione.

-Va tutto bene amore mio?- domandò il licantropo abbracciandola e facendo appoggiare sul suo petto la donna che amava più di ogni altra cosa nell'universo.

Tonks, però, rimase muta e si limitò a stringersi al suo uomo, evitando il suo sguardo. Aveva paura del suo intuito, che misto alla sua goffaggine, così tante altre volte l'aveva fatta scoprire. Aveva paura che, una volta ancora, semplicemente guardando i suoi occhi, leggendovi le emozioni che lei faticava così tanto a nascondergli, potesse capire cosa le stava agitando il cuore in quel momento.

Vedere la moglie che sfuggiva al suo sguardo, sebbene accogliesse le sue carezze, fece preoccupare ancora di più l'uomo che, serrando il suo abbraccio, mormorò nuovamente:
-Dora, amore, parlami... Cosa succede? Sei arrabbiata perché ho fatto tardi? Ho fatto qualcosa di sbagliato?- c'era paura nella sua voce, perché temeva ogni momento di perdere la piccola donna che teneva tra le braccia.

Essere un licantropo non era facile, anche in uno mondo tanto particolare come il loro, ogni persona nel momento stesso in cui veniva a conoscenza delle sua forma, spariva, allontandosi e ripudiandoti. Ma la ragazza era diversa, lei non lo aveva allontanato, anzi lo aveva continuato ad amare e, alla fine lo aveva sposato. Lupin, però, continuava ad avere paura di perderla, anche se sapeva che Tonks non l'avrebbe mai abbandonato.

Dora, alle domande incalzanti del marito, scosse la testa, come a dire che non era colpa sua, ma si limitò a prendere una mano del compagno ed appoggiarsela sul ventre, legandola alla sua e rimanendo in attesa. Non riusciva a parlare, un groppo in gola misto di paura e felicità glielo impediva.

All'inizio Lupin non capì, non vedeva la motivazione di un gesto simile, ma alla fine qualcosa si accese nella sua testa e tutti i pezzi del puzzle si incastrarono alla perfezione. Non riusciva a crederci e per un momento il terrore si dipense sul suo volto.

Cosa aveva combinato?! Aveva condanato una creatura al suo stesso destino, l'aveva maledetta prima ancora di nascere! Poi, però, vide il sorriso della moglie, i suoi capelli così bizzarri (in quel momento un vero arcobaleno di colori che rispecchiavano le mille emozioni della ragazza), i suoi occhi profondi e scuri. Dopotutto non era ancora detto, poteva prendere da lei ed essere un bambino quasi normale per il mondo a cui appartenevano.

Il terrore si tramutò in gioia, la gioia di aver aiutato a donare la vita ad una nuova persona. Lupin guardò la moglie e si perse ancora una volta nei suoi occhi scuri e pieni di mille emozioni, ma su tutte dominava la gioia e la serenità del momento.

-Sarà bellissimo, vedrai, amore mio...- mormorò Tonks, prima di appoggiarsi sul petto del marito e addormentarsi, finalmente, con le mani di entrambi appoggiate al suo ventre, come a proteggere la creaturina che conteneva.

-Come potrebbe essere diversamente, bambina mia, è figlio nostro...- rispose Lupin, abbandonandosi al sonno che lo stava prendendo senza però sciogliere quel meraviglioso abbraccio.



E' la prima fanfic che scrivo su Lupin e Tonks... Anzi è la prima fanfic in assoluto che prende forma scritta, fatemi sapere che ne pensate :3
L'immagine è di Trustahope.



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Capitolo 2
*** A life end, a life begin ***


A life end, a life begin

Sapeva che non avrebbe dovuto farlo. Che idea mettersi a riordinare vecchie fotografie ingiallite e quasi immobili ormai, quando il peso dei ricordi era ancora tanto forte. Eppure aveva deciso di farlo lo stesso, il disordine le stava cominciando a dare sui nervi e, evidentemente, il Destino aveva deciso di punirla. Tra tutte le foto che potevano caderle, proprio quella del suo matrimonio, era chiaro!
Si sentiva così felice quel giorno. Nonostante nessuno della sua famiglia fosse presente, lei aveva accanto a sé l'uomo che amava e tanto le bastava, Ted Tonks.

Erano passati cinque anni ormai... Eppure dentro il suo cuore qualcosa si era rotto definitivamente in quel momento e niente era più come prima. Ricordava perfettamente la faccia di Lupin quando aveva portato la notizia, lo shock di Dora che, nonostante il ventre gonfio per la gravidanza, era corsa ad abbracciare le spalle del marito e, su tutte, la sua stupida ed immotivata reazione.
-NO! LUPIN MI STAI MENTENDO!- aveva urlato, cominciando a picchiare e a prendere a pugni il petto del licantropo che l'aveva lasciata fare.
-NO! NON PUO' ESSERE VERO!- le lacrime avevano cominciato a scorrerle senza quasi che se ne accorgesse.
-Dimmi... Dimmi chi è stato...- voleva sapere, se era stata la sorella...
-Non... Non so di preciso, pare un gruppo di Germidori.- lo sguardo della donna gli fece aggiungere precipitosamente -Di sicuro non i Mangiamorte!- No, Bellatrix quella volta non c'entrava nulla.

Dora fece un sospiro di sollievo mentre le mani del marito cercavano il suo volto e i pugni della madre diminuivano sempre più di intensità. Il dolore era troppo forte, non riusciva più neanche a picchiare il messaggero, si sentiva completamente senza forze.
Ma in quel momento, la minima parte dei Black che viveva in lei si fece viva e la costrinse a parlare, dopo essersi asciugata le lacrime.
-Capisco... Ho bisogno di stare sola.- la voce le tremava ancora, ma sembrava quasi aver ripreso il controllo di sé -Ci... Ci vediamo più tardi.-
Salì rapidamente in camera, dove avrebbe potuto sfogarsi in privato. Perché era così che doveva essere, in privato, sola col suo stesso immenso dolore, non davanti alla figlia, al nipote non ancora nato o al disgustoso cognato.

Dora si spostò per abbracciare il marito, appoggiando la sua schiena al suo petto, e mormorò:
-Pensi... Credi che starà bene?- la sua voce non tremava, ma gli occhi (e i capelli) erano spenti, quasi privi di vita.
Remus strinse la moglie e appoggiò le mani sul suo ventre prima di rispondere:
-E' una donna forte, vedrai che ce la farà... Tu, piuttosto, come stai?- stava parlando del padre, ma non solo, solo che evidentemente Dora non lo capì...

-Sono distrutta! Come vuoi che mi senta!- se fino a quel momento i capelli erano spenti, ora quel problema non si poneva più; infatti erano diventati rosso fuoco.
-Ho appena perso mio padre! Non sei neanche sicuro che non sia stata Bellatrix!- le lacrime cominciarono a rigarle il volto e la donna abbassò lo sguardo.
-Scusami tesoro, senza volerlo ho avuto pochissimo tatto.- Lupin fece scorrere le dita fra i capelli della moglie, mentre con l'altra mano rimaneva fisso sul suo ventre.
-Perdonami, sono io che sono stata esagerata... Ho reagito proprio alla Tonks!- tentò di sdrammatizzare la donna, tenendo sempre lo sguardo basso.

Rimasero in silenzio per molto tempo ognuno immerso nei suoi pensieri. Poi Dora alzò lo sguardo, si girò verso il marito e disse decisa:
-Si chiamerà Ted!-
Lupin per un momento la guardò stranito poi capì:
-Sì, si chiamerà Ted e sarà un grande uomo e un grande mago proprio come suo nonno!-
-Corriamo a dirlo a mamma!- negli occhi di Dora per un momento si era accesa la trascinante gioia infantile che aveva fatto innamorare Lupin.

Quando glielo comunicarono, Andromaca scoppiò in lacrime e abbracciò forte la figlia:
-Sì, lo avrebbe apprezzato...-

E anche ora, a cinque anni di distanza una lacrima le stava scendendo senza che se ne fosse accorta.
-Piangi nonna?- Ted era entrato dalla porta e stava guardando Andromeda.
-No, bambino mio, un po' di polvere...- finse, asciugandosi rapidamente l'occhio e prendendolo in braccio. -Hop! Che se la mamma e il papà arrivano e non trovano pronto, ci mangiano a noi!-
Ted scoppiò a ridere e si strinse forte al collo della nonna:
-Sai che sei diventato pesante?-
Era seria fino ad un certo punto e il bambino lo capì, mettendosi a ridere di gusto. Andromeda per un momento rimase seria per poi scoppiare a ridere anche lei perdendosi per un attimo nella profondità degli occhi del nipote.
Erano così simili a ben altri occhi marroni.

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E' la prima storia triste che scrivo, normalmente sono più per le romantiche\sdolcinate\arancio, quindi spero che non mi sia venuta poi così male. Aspetto i vostri commenti!
Se vi dovesse piacere, leggete anche le altre mie fanfic, una sulla coppia Silente\McGranitt (che presto verrà aggiornata) e la mia storia originale sulla storia d'amore tra un demone e un'esorcista.
A presto per un altro capito di queste fanfic o di queste storie :3

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