Denn 1+1 gibt 3 di Drika (/viewuser.php?uid=130941)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A new begin ***
Capitolo 2: *** A life end, a life begin ***
Capitolo 1 *** A new begin ***
Aprì
lentamente la porta, non voleva svegliare la ragazza dai capelli rosa
che dormiva sul letto. Aveva fatto tardi, lo sapeva, ma non era colpa
sua, era stato trattenuto da alcuni colleghi. Queste motivazioni,
però, non sarebbero servite, il mattino dopo, quando avrebbe
dovuto spiegare il suo ritardo.
Si infilò
con estrema delicatezza nel letto e si accoccolò accanto a
sua moglie, facendo di tutto per non svegliarla, non voleva aggiungere
ulteriori motivi di discussione fra i due, visto che la ragazza, negli
ultimi giorni era stata particolarmente suscettibile e scattava anche
per le cose più banali.
-Mhhh... Remus?-
mormorò la ragazza, girandosi per controllare chi fosse
appena entrato.
-Maledizione...- imprecò a mente
Lupin, mentre abbracciava la compagna. -Sì, sono io. Ho
fatto tardi, perdonami...- Le sfiorò con le labbra
dolcemente la fronte -Non volevo svegliarti...-
-Infatti non mi hai
svegliato, in realtà... Non riuscivo a dormire.- In effetti,
Tonks non aveva la faccia di una persona appena sveglia, ma le occhiaie
che le cerchiavano gli occhi scuri davano tutt'altra impressione.
-Va tutto bene amore
mio?- domandò il licantropo abbracciandola e facendo
appoggiare sul suo petto la donna che amava più di ogni
altra cosa nell'universo.
Tonks,
però, rimase muta e si limitò a stringersi al suo
uomo, evitando il suo sguardo. Aveva paura del suo intuito, che misto
alla sua goffaggine, così tante altre volte l'aveva fatta
scoprire. Aveva paura che, una volta ancora, semplicemente guardando i
suoi occhi, leggendovi le emozioni che lei faticava così
tanto a nascondergli, potesse capire cosa le stava agitando il cuore in
quel momento.
Vedere la moglie che
sfuggiva al suo sguardo, sebbene accogliesse le sue carezze, fece
preoccupare ancora di più l'uomo che, serrando il suo
abbraccio, mormorò nuovamente:
-Dora, amore,
parlami... Cosa succede? Sei arrabbiata perché ho fatto
tardi? Ho fatto qualcosa di sbagliato?- c'era paura nella sua voce,
perché temeva ogni momento di perdere la piccola donna che
teneva tra le braccia.
Essere un licantropo
non era facile, anche in uno mondo tanto particolare come il loro, ogni
persona nel momento stesso in cui veniva a conoscenza delle sua forma,
spariva, allontandosi e ripudiandoti. Ma la ragazza era diversa, lei
non lo aveva allontanato, anzi lo aveva continuato ad amare e, alla
fine lo aveva sposato. Lupin, però, continuava ad avere
paura di perderla, anche se sapeva che Tonks non l'avrebbe mai
abbandonato.
Dora, alle domande
incalzanti del marito, scosse la testa, come a dire che non era colpa
sua, ma si limitò a prendere una mano del compagno ed
appoggiarsela sul ventre, legandola alla sua e rimanendo in attesa. Non
riusciva a parlare, un groppo in gola misto di paura e
felicità glielo impediva.
All'inizio Lupin non
capì, non vedeva la motivazione di un gesto simile, ma alla
fine qualcosa si accese nella sua testa e tutti i pezzi del puzzle si
incastrarono alla perfezione. Non riusciva a crederci e per un momento
il terrore si dipense sul suo volto.
Cosa aveva combinato?!
Aveva condanato una creatura al suo stesso destino, l'aveva maledetta
prima ancora di nascere! Poi, però, vide il sorriso della
moglie, i suoi capelli così bizzarri (in quel momento un
vero arcobaleno di colori che rispecchiavano le mille emozioni della
ragazza), i suoi occhi profondi e scuri. Dopotutto non era ancora
detto, poteva prendere da lei ed essere un bambino quasi normale per il mondo a cui
appartenevano.
Il terrore si
tramutò in gioia, la gioia di aver aiutato a donare la vita
ad una nuova persona. Lupin guardò la moglie e si perse
ancora una volta nei suoi occhi scuri e pieni di mille emozioni, ma su
tutte dominava la gioia e la serenità del momento.
-Sarà
bellissimo, vedrai, amore mio...- mormorò Tonks, prima di
appoggiarsi sul petto del marito e addormentarsi, finalmente, con le
mani di entrambi appoggiate al suo ventre, come a proteggere la
creaturina che conteneva.
-Come potrebbe essere diversamente, bambina mia, è figlio
nostro...- rispose Lupin, abbandonandosi al sonno che lo stava
prendendo senza però sciogliere quel meraviglioso abbraccio.
E'
la prima fanfic che scrivo su Lupin e Tonks... Anzi è la
prima fanfic in assoluto che prende forma scritta, fatemi sapere che ne
pensate :3
L'immagine
è di Trustahope.
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Capitolo 2 *** A life end, a life begin ***
A life end, a life begin
Sapeva
che non avrebbe dovuto farlo.
Che idea mettersi a riordinare vecchie fotografie ingiallite e quasi
immobili ormai, quando il peso dei ricordi era ancora tanto forte.
Eppure aveva deciso di farlo lo stesso, il disordine le stava
cominciando a dare sui nervi e, evidentemente, il Destino aveva
deciso di punirla. Tra tutte le foto che potevano caderle, proprio
quella del suo matrimonio, era chiaro!
Si sentiva così felice quel giorno.
Nonostante nessuno della sua famiglia fosse presente, lei aveva
accanto a sé l'uomo che amava e tanto le bastava, Ted Tonks.
Erano
passati cinque anni ormai...
Eppure dentro il suo cuore qualcosa si era rotto definitivamente
in quel momento e niente era più come prima. Ricordava
perfettamente la
faccia di Lupin quando aveva portato la notizia, lo shock di Dora
che, nonostante il ventre gonfio per la gravidanza, era corsa ad
abbracciare le spalle del marito e, su tutte, la sua stupida ed
immotivata reazione.
-NO! LUPIN MI STAI MENTENDO!-
aveva
urlato, cominciando a picchiare e a prendere a pugni il petto del
licantropo che l'aveva lasciata fare.
-NO! NON PUO' ESSERE VERO!- le lacrime
avevano cominciato a scorrerle senza quasi che se ne accorgesse.
-Dimmi... Dimmi chi è stato...- voleva
sapere, se era stata la sorella...
-Non... Non so di preciso, pare un
gruppo di Germidori.- lo sguardo della donna gli fece aggiungere
precipitosamente -Di sicuro non i Mangiamorte!- No, Bellatrix quella volta non c'entrava nulla.
Dora
fece un sospiro di sollievo mentre
le mani del marito cercavano il suo volto e i pugni della madre
diminuivano sempre più di intensità. Il dolore
era troppo forte,
non riusciva più neanche a picchiare il messaggero, si
sentiva
completamente senza forze.
Ma in quel momento, la minima parte dei
Black che viveva in lei si fece viva e la costrinse a parlare, dopo
essersi asciugata le lacrime.
-Capisco... Ho bisogno di stare sola.-
la voce le tremava ancora, ma sembrava quasi aver ripreso il
controllo di sé -Ci... Ci vediamo più tardi.-
Salì rapidamente in camera, dove
avrebbe potuto sfogarsi in privato. Perché era
così che doveva
essere, in privato, sola col suo stesso immenso dolore, non davanti
alla figlia, al nipote non ancora nato o al disgustoso cognato.
Dora
si spostò per abbracciare il
marito, appoggiando la sua schiena al suo petto, e mormorò:
-Pensi... Credi che starà bene?- la
sua voce non tremava, ma gli occhi (e i capelli) erano spenti, quasi
privi di vita.
Remus strinse la moglie e appoggiò le
mani sul suo ventre prima di rispondere:
-E' una donna forte, vedrai che ce la
farà... Tu, piuttosto, come stai?- stava parlando del
padre, ma non solo, solo che evidentemente Dora non lo
capì...
-Sono
distrutta! Come vuoi che mi
senta!- se fino a quel momento i capelli erano spenti, ora quel
problema non si poneva più; infatti erano diventati rosso
fuoco.
-Ho appena perso mio padre! Non sei
neanche sicuro che non sia stata Bellatrix!- le lacrime cominciarono
a rigarle il volto e la donna abbassò lo sguardo.
-Scusami tesoro, senza volerlo ho avuto
pochissimo tatto.- Lupin fece scorrere le dita fra i capelli della
moglie, mentre con l'altra mano rimaneva fisso sul suo ventre.
-Perdonami, sono io che sono stata
esagerata... Ho reagito proprio alla Tonks!- tentò di
sdrammatizzare
la donna, tenendo sempre lo sguardo basso.
Rimasero
in silenzio per molto tempo
ognuno immerso nei suoi pensieri. Poi Dora alzò lo sguardo,
si girò
verso il marito e disse decisa:
-Si chiamerà Ted!-
Lupin per un momento la guardò
stranito poi capì:
-Sì, si chiamerà Ted e sarà un
grande uomo e un grande mago proprio come suo nonno!-
-Corriamo a dirlo a mamma!- negli occhi
di Dora per un momento si era accesa la trascinante gioia infantile
che aveva fatto innamorare Lupin.
Quando
glielo comunicarono, Andromaca
scoppiò in lacrime e abbracciò forte la figlia:
-Sì, lo avrebbe apprezzato...-
E
anche ora, a cinque anni di distanza
una lacrima le stava scendendo senza che se ne fosse accorta.
-Piangi nonna?- Ted era entrato dalla
porta e stava guardando Andromeda.
-No, bambino mio, un po' di polvere...-
finse, asciugandosi rapidamente l'occhio e prendendolo in braccio.
-Hop! Che se la mamma e il papà arrivano e non trovano
pronto, ci
mangiano a noi!-
Ted scoppiò a ridere e si strinse
forte al collo della nonna:
-Sai che sei diventato pesante?-
Era seria fino ad un certo punto e il
bambino lo capì, mettendosi a ridere di gusto. Andromeda per
un
momento rimase seria per poi scoppiare a ridere anche lei perdendosi
per un attimo nella profondità degli occhi del nipote.
Erano così simili a ben altri
occhi marroni.
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E' la
prima storia triste che scrivo, normalmente sono più per le
romantiche\sdolcinate\arancio, quindi spero che non mi sia venuta poi
così male. Aspetto i vostri commenti!
Se vi
dovesse piacere, leggete anche le altre mie fanfic, una sulla coppia
Silente\McGranitt
(che presto verrà aggiornata) e la mia storia
originale sulla storia d'amore tra un demone e un'esorcista.
A
presto per un altro capito di queste fanfic o di queste storie :3
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