Felidae - Il mistero di Amburgo

di Kooskia
(/viewuser.php?uid=35772)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un incontro inaspettato ***
Capitolo 2: *** In viaggio ***
Capitolo 3: *** Io sono un gatto ***
Capitolo 4: *** Sangue nei boschi ***
Capitolo 5: *** La Tomba ***
Capitolo 6: *** L'uomo ***
Capitolo 7: *** L'arrivo ***
Capitolo 8: *** Primo Sangue ***
Capitolo 9: *** Strategia ***
Capitolo 10: *** Desiderio ***
Capitolo 11: *** Sangue sulla neve ***
Capitolo 12: *** Passione nera ***
Capitolo 13: *** Il nemico rivelato ***
Capitolo 14: *** Rinascita e Morte ***
Capitolo 15: *** Nuove vite ***



Capitolo 1
*** Un incontro inaspettato ***


 
 
Il sonno della Ragione genera Mostri
Goya
 
 
Capitolo 1 - Un’incontro inaspettato
Quella che sto per raccontarvi non è una storia allegra.
Sembra strano, ma tutte le storie vere sono così, il mondo è ben diverso da come lo si può immaginare.
Il mondo è freddo, spietato e maledetto e per quanto possiamo sforzarci di vedere sempre la luce a volte sembra proprio di annegare in un mare di oscurità.
Il mio nome è Francis, il mio cognome .. beh non posso dirvelo perché non ne ho mai avuto uno.
Perché sono un gatto di casa, e a noi gatti di casa, lo ammetto, interessano o dovrebbero interessare ben poche cose.
Come starsene sdraiati su una comoda poltrona dopo essersi fatti fuori una bella porzione di scatoletta al salmone. Del campionario offertomi da Gustav, il mio padrone, la scatoletta al salmone è una di quelle che si sono guadagnate i primi posti sul podio.
Si sa.. a noi gatti di casa piace la comodità, ma la mia vita, posso dirlo senza troppe esitazioni, non è stata del tutto priva di sconvolgimenti. Non le solite beghe con vicini di territorio troppo espansivi, e non il rischio di finire sotto un’auto… no, in più di un’occasione ho rischiato di fare una fine molto, molto brutta. Sarà per la mia maledetta capacità di impicciarmi in storie sanguinose e pericolose che non avevano niente a che vedere con la mia tranquilla esistenza.
Non si tratta di essere semplicemente dei Sapientoni, come mi appella spesso Bluebeard un amico di quartiere, ora… grazie a quel pancione idiota di Gustav posso dire di aver ricevuto un minimo di capacità cognitiva però ci deve essere qualcosa di malsano nel mio comportamento .. non so.
Insomma, me ne stavo lì a ronfare pacatamente col calore del sole che mi scaldava la pancia quand’ecco che vedo, con mia grande sorpresa uno strano uccello posato proprio su di un davanzale.
Il pennuto mi vide, mi vide chiaramente oltre il vetro e come se non avesse niente di meglio da fare iniziò a becchettare la finestra, forse si trattava di un suicida venuto a compiere qualche morituro proposito.
Decisi di accertarmene, seccato per questo disturbo scesi dal divano e andai verso la mia uscita personale, una finestrella che dal gabinetto conduceva direttamente sul giardino, così facendo avrei preso il pennuto da tergo.
Ora, non che mi aspettassi seriamente di trovarlo lì ma il pennuto incredibilmente c’era, mi guardava e non faceva alcunché per cercare di scappare.
Decisamente il suicida aveva intenzione di diventare il mio dessert dopo la scatoletta al salmone.
Mentre mi preparavo a slanciarmi notai che si trattava di una specie non abituale dalle nostre parti. Bianca, con le zampe lunghe.. era un gabbiano… strano davvero strano.
Non avevo mai assaggiato gabbiani, qualche volta avevo preso dei passeri però, ma con un filo di rimpianto ricordai che ero molto più giovane a quel tempo.
Saltai ad artigli snudati e irrimediabilmente mancai il mio bersaglio, andando a rotolare poco dignitosamente nel terreno.
Al momento di rialzarmi notai che il suicida era ancora lì a svolazzare sopra la mia testa.
-Aspetta, non attaccarmi, io sono venuta qui per parlare con te-
Ce l’avevo proprio scritto in faccia, Studio psichiatrico per gabbiani suicidi del Dott Francis.
-Io mi chiamo Fortunata..-
Non proprio così fortunata, cara la mia pulcinella, pensai io..
Strano di solito le mie battute le dico oltre che pensarle, ma istinto vuole che non si parli con chi entro breve è destinato a star nella tua pancia.
-Scenderò a terra se prometti di non attaccarmi-
Questo mi colpì, fino a quel momento credevo si trattasse davvero di un gabbiano un po’ picchiato, ma la sua schiettezza era anomala. Un dessert  che se ne andava e una storia da incubo che si avvicinava.
-Tu sei Francis, Francis che fermò la serie di omicidi qui in questa città, e anche nella foresta qui vicino e anche in altre occasioni.-
-Sono solo lavoretti part-time cara, la mia principale occupazione è pensare se i pennuti vadano mangiati prima o dopo le scatolette- aprii bocca per la prima volta
Stranamente non reagì come mi aspettai.
-Oh ma tu non puoi mangiarmi…- disse quasi con un sorriso sotto quel becco, la cosa mi irritò parecchio.
Stavo per prepararmi a saltarle addosso ancora quando decisi per un approccio più morbido, uno stupido errore da parte mia.
-E potrei sapere il motivo?-
-Semplice perché sono un gatto, o meglio.. sono stata allevata da dei gatti e quindi vi conosco molto bene. Tu non mi mangerai Francis inoltre, non mi hai ancora chiesto come faccio a sapere il tuo nome e perché sono qui-
Di tutte le balle che poteva raccontare questa era davvero la più grossa, un gabbiano allevato dai gatti.
-Parla pure Fortunata..- dissi, ma scavando nella mia memoria mi sembrò di ricordare un lampo di familiarità nelle parole della femmina di gabbiano, non ricordai dove o quando, ma qualcosa c’era.
-Abbiamo bisogno del tuo aiuto, vengo ora da Amburgo, ci sono state diverse terribili uccisioni tra i gatti della città, morti strane e nessuno ne viene a capo-
Oh no.. ci risiamo, ecco che ricomincia, da un lato il mio istinto di sopravvivenza che mi diceva di afferrare quel pennuto, papparmelo se ci riuscivo e rientrare in casa.. d’altro canto..
Un caso, un caso da risolvere, ancora una volta… fratelli in pericolo e nessuno che può farci niente, che altro avrei potuto fare?
-Anche se volessi non saprei come fare, Amburgo è lontanissima e non so come arrivarci..-
-Abbiamo già pensato a tutto, dovrai camminare ma avrai delle guide, me in primo luogo.. dobbiamo partire subito-
-Ora? adesso?- chiesi con incredulità... Gustav si sarebbe disperato pensai.. un po’ se lo meritava forse, ma non troppo..
Fortunata non mi rispose nemmeno, spiccò il volo andando a posarsi su di un albero poco distante. In parte eccitato, in parte scocciato e arrabbiato, in parte terrorizzato alla prospettiva di venire ammazzato la seguii.
 
Nota.
L’incipit con Francis in casa sua è un motivo ricorrente in alcuni dei libri della saga, come anche le sue considerazioni filosofiche, solitamente pessimiste, sulla trama che sta per raccontarci.
Il personaggio di Fortunata, tratto dalla Gabbianella e il Gatto, ha un ruolo anche  se non principale, essendo questa fan-fiction maggiormente incentrata sulla saga di Felidae.
Ho cercato in questo capitolo di mostrarla come un personaggio sincero e aperto ma deciso, immaginando che fosse maturata col tempo divenendo adulta. Questo punto ricorrerà anche nei capitoli successivi.
Per le citazioni, Gustav è il padrone di Francis, un omone grande e grosso, non molto ricco che vive da solo e ha una vita alquanto triste, grande conoscitore di archeologia ma che si riduce a vendere storielle erotiche per riviste di bassa lega.
Bluebeard è un personaggio ricorrente nei libri, e presente nel film animato, dove sembra morire alla fine del film.
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** In viaggio ***


Capitolo 2 - In viaggio

E così il viaggio iniziò.
Non sono mai stato un grande amante dei viaggi però devo dire che ti risvegliano dentro l' istinto primordiale di quando la nostra razza era giovane e vagava libera nelle foreste.
Libera.. libera di morire di fame o di finire nella pancia di qualche animale più grande, ecco cosa.
Mi ci ero già trovato in quella situazione ed ecco che, inevitabilmente, mi ci ritrovai di nuovo.
Credo di essere giunto alla conclusione che le nostre esistenze siano un insieme rapido e violento di oscurità, lussuria e sangue .. trovo un certo fascino perverso in questa constatazione e devo ringraziare il grande Nietszche, tra tutti il mio filosofo preferito al pari di Schopenhauer forse..
-Dio è morto, Dio resta morto.. e noi lo abbiamo ucciso-  sussurrai a bassa voce.
Ora però non cominciate a ritenermi un inguaribile ateo pessimista, ad essere sinceri ho sempre pensato che esistesse un qualcosa di paragonabile con la definizione umana di Dio..
C'è anche da dire che ho visto persino i gatti abbracciare fervidamente in massa la religione, religione spesso un tantino masochista come i gatti del culto di Claudendus o anche la comunità dei gatti delle fogne, per la cronaca sono in buoni rapporti con entrambi i gruppi… anche se ammetto che durante i nostri primi incontri hanno cercato sempre di ammazzarmi o quasi.
Inoltre io forse Dio l'ho incontrato davvero… no, dai, non prendetemi per uno che ascolta le voci.. Però mi è capitato di morire, esperienza traumatica lo ammetto, ed evidentemente quella storia delle nostre 9 vite era vera perché tornai indietro.
Forse devo semplicemente la mia buona stella ad un veterinario in gamba che mi estrasse qualche pallettone dal corpo ma a meno che stessi delirando nel mio stato comatoso giurerei di aver visto qualcosa che potesse definirsi un aldilà.
Non voglio aggiungere altro, dopotutto temetti davvero di poter tornarci a momenti,  e verificare di persona una seconda volta.
Ho sempre creduto che la mia capacità di pensare e focalizzarmi su qualcosa di diverso che alla mera sopravvivenza quotidiana potesse in qualche modo portarmi a delle certezze diverse sulla vita, se non altro era un buon passatempo durante una marcia silenziosa.
Fortunata continuava a volare sopra di me, non sembrava avere troppa fretta. Si posava ogni tanto su un albero per aspettarmi e poi proseguire in modo che io non potessi perderla di vista.
Chissà cosa si prova a volare..
Ora come ora la cosa mi spaventerebbe, però immagino che per un uccello sia qualcosa di naturale, come lo è nuotare per un pesce.. e come dovrebbe esserlo mangiare sia il pesce che l'uccello per me, se non fossi quel Francis che sono.
Va bene, basta così per oggi, ora vediamo se riesco a concentrarmi su quel che mi aspettava..
Fortunata anche se è un gabbiano, non mi sembrava una creatura della quale non ci si potesse fidare..
Restava comunque il problema di come sarei arrivato ad Amburgo con le mie povere quattro zampe. Sapevo soltanto che ci eravamo lasciati alle spalle la periferia e ci eravamo inoltrati nei misteriosi boschi della mia amata Germania.
Guardai in alto verso il cielo, e vidi il disco solare calare lentamente, tingendo l'aria di rosso e arancio  e realizzando un'opera meravigliosa che molti artisti umani hanno provato ad immortalare sulle loro tele,  spesso senza eguagliare tale bellezza.
Si avvicinò la notte, noi gatti siamo animali notturni ma io non sapevo dire lo stesso dei gabbiani e  come per rispondere alla mia domanda, Fortunata scese a terra.
Decisamente non sono animali notturni.

Note
Capitoletto un po' intricato forse, ma concentrato in maggioranza sui pensieri di Francis, ho creduto corretto rendere esplicitamente chiaro il suo modo di pensare e le sue idee.
Niente di allegro perchè Francis in molti libri è decisamente un Nichilista e considera Schopenhauer uno dei suoi filosofi preferiti. Non un Nichilista completamente negativo però, perché ammira anche Nietzsche, che aveva una visione leggermente più positiva.
Come nota  personale Sconsiglio vivamente la lettura di suddetti allegrissimi filosofi. Schopenhauer è, a mio parere, completamente fuori di testa. L'abisso del negativismo e del nichilismo più sconsolante e desolante che possiate immaginare. Nietzsche ha caratteristiche più interessanti ma ha la cattiva fama di essere stato ideologicamente sfruttato dal Nazismo per la sua idea dell'Oltre-Uomo, che ne alterarono in parte idee e concetti originali per adattarli alla loro ideologia secondo una malsana pratica già in voga nel Medioevo quando  i filosofi Greci venivano sfruttati per confermare altre idee e teorie con le quali essi non avevano molto in comune.
La frase detta sottovoce da Francis è dunque di Nietzsche, mentre quando sostiene di aver incontrato qualcosa che poteva anche essere Dio si riferisce al finale del secondo libro, disponibile in Italiano.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Io sono un gatto ***


Capitolo 3 - Io sono un gatto
Fortunata se ne stava appollaiata su di un ramo a guardarmi, è da un po' che mi osservava e trovavo la cosa alquanto fastidiosa.. così anch'io la guardai, standomene sdraiato pacatamente a terra.
Una specie di sfida forse, una cosa stupida.
-Senti.. tu forse devi riposare, ma noi gatti siamo animali notturni e se me lo consenti andrei un po' in giro, tra l'altro mi è venuta fame..-
Nessuna risposta, solo un cenno di assenso, poi Fortunata infilò il becco sotto l'ala e chiuse gli occhi. Pensai che decisamente doveva avere molta fiducia nel prossimo,  e mi chiesi  con stupita sincerità in quale mondo abbia vissuto finora quella ragazza.
Ora non fraintendetemi, avrei potuto e voluto mangiarmela prima, è vero, però oramai cercare di papparmela sarebbe stato decisamente immorale anche se devo ammettere che la maggior parte dei miei fratelli non ci avrebbe pensato due volte.
Pazienza, comunque la fame chiamava e dovevo darmi una mossa.
Sapete, vivere (per un gatto come me) comporta sempre il doversi confrontare con gli istinti primordiali innati nella nostra specie.. certe volte è frustrante se si pensa che agiamo seguendo una specie di orologio biologico totalmente estraneo alla ragione.. altre volte invece ammetto che sia quasi tranquillizzante avere una parte di se che sa sempre cosa fare nei momenti di bisogno.
E questo è uno dei momenti, quando la fame preme e il tuo corpo si elettrizza, si muove piano con cautela, tutti i sensi in allerta per avvertire anche la minima reazione dell'ambiente circostante.
Eccolo, un fruscio sulla destra, un basso rumore come qualcosa che gratta una superficie dura.
Mi distesi pancia a terra e artigli snudati pronto a saltare e infine lo vidi.
Un piccolo roditore selvatico, non come quei disgustosi topi a cui spesso do la caccia più per divertimento, quello lì era ricoperto da un morbido e ben più pulito pelo color nocciola, non saprei dire ora di che specie si trattasse però era l'ideale per placare la fame e mettermi in forze per la mattina seguente.
Il brivido della caccia è un lampo, un lampo violento di passione istintiva, lo stesso che si prova quando si sta con una bella gatta, ma è in qualche modo diverso.. non saprei spiegarvelo.
Un istante dopo sentii tra le zampe quella piccola massa carnosa, viva calda e pulsante, le mie zanne affondarono e sentii il calore del sangue sgorgare fuori, mi bagnai la lingua con il suo sapore pungente.
E' selvaggio ed è violento ma la caccia ha un che di tremendamente affascinante, quella lì poi era qualcosa di speciale, la caccia ad una preda selvatica, sana e viva e non a quelle sottospecie di ratti puzzolenti che si ingozzano di schifezze nelle cantine degli umani.
In ogni caso era un pasto appena sufficiente a permettermi di rimanere in forze un altro po'.
Con cautela tornai da Fortunata, la trovai esattamente dove l'avevo lasciata, su quel suo albero.
Sembrava dormire ma sapevo bene che era sveglia, mi chiesi a cosa stesse pensando..
Dopotutto i gabbiani se non erro mangiano pesce, anche loro sono predatori, mi chiesi anche se lei fosse più brava di me nella pesca. Non ebbi mai modo di chiederglielo comunque.
E decisi che sicuramente dovremmo essere noi gatti i migliori, nonostante il nostro poco piacevole rapporto con l'acqua.
All'improvviso vidi che mi osservava..
- Fatto buona caccia immagino..-
Non risposi subito.. non sapevo bene cosa dire, in qualche modo pensai di poter urtare i suoi sentimenti lodando le mie capacità venatorie di fronte a quella che fisicamente poteva essere una mia preda. Volevo essere cauto con lei.. dopotutto mi aveva trascinato nei boschi, non avevo idea di dove eravamo e la sola ipotesi di essere abbandonato lì mi mandava in subbuglio lo stomaco dalla paura..
- Non c'è bisogno di essere così scontrosi Francis, te l'ho detto.. ho vissuto coi gatti per gran parte della mia vita e li ho osservati molto bene quando cacciavano.-
C'era una nota di tristezza nella sua voce, la avvertii chiaramente, una nota di rimpianto.
Forse qualcosa legato al suo passato, comunque si trattava di un sentimento che traspariva in modo lampante.
Mi sdraiai sotto il suo albero, incrociando con fare elegante le mie zampe anteriori, in qualche modo Fortunata mi era più simpatica in quel momento di tristezza.
Avvertivo una certa solitudine nel suo animo e questo la rendeva maggiormente simile a me, nonostante le nostre enormi differenze esteriori.
Ho avuto amici in molte altre razze (una volta persino tra dei cani) , per quale motivo avrei dovuto rifiutare un sentimento simile per lei? Perché lei è una preda?
Forse.. o forse no
E quando la guardai dritto negli occhi ne ebbi la conferma.
La bella gabbiana parlò ancora, con dignità e coraggio, aggettivi che oramai non potevo che legare saldamente a lei..
- Noi siamo diversi Francis, siamo esseri viventi completamente diversi, le nostre razze vivono in mondi distanti e hanno modi e costumi incomprensibili l'uno per l'altro. Però io ho avuto la fortuna di incontrare un membro della tua razza quando ero ancora dentro il mio uovo.  Lui si prese cura di me, mi allevò come una figlia, crebbi convinta di essere un gatto fino ad un brutto giorno in cui affrontai duramente la realtà-
Chinò il capo, come rimpiangendo per un istante l'infantile ed innocente ignoranza della sua gioventù.
Poi però sollevò di nuovo lo sguardo, con una luce diversa nel profondo dei suoi occhi.
- Scoprii di essere diversa da come volevo apparire, ma grazie al cuore di coloro che mi furono accanto scoprii che non è il nostro corpo o il nostro sangue a fare di noi quello che siamo. Io sono un gatto Francis, esattamente come te, lo sono dentro l'anima e lo devo a tanti amici che mi sono stati accanto. Ora essi sono in pericolo e ho deciso di aiutarli come meglio posso, trovandoti e conducendoti da loro. Loro mi hanno insegnato che essere gatti non vuol dire avere pelo e artigli, ma vuol dire qualcos'altro, qualcosa di più importante. Per questo li aiuterò… perché io sono un gatto-


Nota
Il confronto con il diverso è un tema ricorrente nella saga di Felidae. Spesso Francis ritrova a confrontarsi e ad accettare personalità e individui diversi da lui.
In questo caso deve fidarsi di qualcosa che fino a poche ore prima considerava alla pari di una scatoletta di salmone.
Spesso in libri o film vediamo come i personaggi dopo un paio di discorsi vadano oltre ai pregiudizi esteriori, ma ho pensato che Francis avesse realisticamente bisogno di più tempo.
Ho approfittato di questo spazio per permettere a Fortunata di sintetizzare la sua vita e lo stesso concetto insito in Storia di una Gabbianella e del Gatto che le insegnò a volare, ovvero la sua appartenenza alla stessa razza di Francis, nonostante la differenza fisica.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Sangue nei boschi ***


Capitolo 4 - Sangue nei boschi
Devo dirlo:la presenza di Fortunata, inizialmente vista da me come una immane seccatura, era diventata qualcosa di interessante.
A questo si aggiungeva una strana e insistente sensazione di familiarità che provavo verso di lei.
Ebbi modo di svelare questo mio pensiero solo diversi giorni dopo.
Viaggiare soli con un gabbiano può essere qualcosa di monotono.
In effetti si tratta solo di camminare, con la solita prudenza felina, ma tenendo il muso spesso sollevato al cielo per non perderla di vista. Per il resto parlavamo poco, se non fosse per le serate in cui lei riposava le ali e io digerivo qualche topolino catturato tra i cespugli, durante le quali avevamo occasione di scambiare due parole.
Il quinto giorno di viaggio però tutto cambiò.
Era pomeriggio, il sole brillava caldo e la sua luce filtrava tra i fitti alberi della foresta.
All’improvviso vidi Fortunata virare e sparire fuori dal mio campo visivo.
Mi fermai, senza osare chiamarla..
Attesi qualche minuto, prima di riuscire ad accettare la verità.
Ero solo.
Ero solo nel cuore di una foresta selvaggia, che non conoscevo e che mi era estranea.
Inizialmente non pensai al motivo per il quale Fortunata si fosse allontanata così all’improvviso.
Ero letteralmente immobilizzato dalla paura.
Ma era anche una cosa profondamente istintiva, che non dipendeva da me.
Quando mi calmai un istante la mia ragione spiegò prontamente il motivo della mia inquietudine.
La foresta era la madre degli odori e un gatto che si rispetti deve sapere riconoscere tutti gli odori del suo mondo. Quello però non era il mio mondo, e un odore forte, stranamente dolciastro ma inconfondibilmente maschile mi diceva ben poco.
Purtroppo però, a volte pazientare e sperare di passare inosservati è una tattica non molto efficace.
Dopo alcuni istanti sentii un fruscio alle mie spalle.
Decisi di ignorarlo e, fatti alcuni altri passi sentii i fruscii aumentare per numero e intensità.
Mi voltai rapidamente e quello che vidi beh… posso assicurarvi che non era uno spettacolo tranquillizzante.
Se siete gatti la penserete come me, ovviamente dubito che un umano possa aver timore di una martora.
Per chi di voi vivesse in città e facesse parte della famiglia animale dei felini, genere Felis, posso dirvi che una martora non è qualcosa che desiderereste incontrare a tu per tu nella foresta.
Animali sinuosi, veloci ed agili: sono abili predatori, e quel che è peggio è che sono di una stazza leggermente superiore alla media della mia specie.
Tanto per semplificare le cose,  di martore ce n’erano due.
-Se.. sentite, se questo è il vostro territorio allora me ne vado immediatamente, non era mia intenzione sconfinare, sono un viaggiatore solitario e non voglio guai di nessun tipo-
I quattro occhi scintillanti delle due martore mi fissavano con intensità..
Era un brutto segno. Feci qualche passo all’indietro, quando avvertii la sgradevole sensazione di avere qualcuno alle spalle.
Voltai rapidamente la testa e vidi una terza martora, ben più grande delle prime due, con il muso costellato di cicatrici.
-Noto con curiosità che la Guida della fauna selvatica Tedesca che ho in casa mia si sbaglia nel  descrivere la vostra specie come estremamente solitaria.-
Tipico discorso accademico, forse mi viene voglia di tirarli fuori per smorzare la tensione che mi cresce dentro quando sono sul punto di essere sbranato, non ci ho mai riflettuto su in effetti.
Il colosso con le cicatrici espresse il suo parere professionale con un ghigno per nulla rassicurante.
-Oh beh.. se è per quello siamo fratelli, e stiamo insieme perché qui c’è molta, molta penuria di cibo. E’ più facile per noi tre tirare a campare se ci diamo una mano, inoltre mangiare in compagnia è sempre una bella sensazione sai.. rinsalda i legami familiari.. –
Non potei fare a meno di notare come i loro legami familiari dovessero essere stati piuttosto burrascosi in passato, avevo la netta sensazione che quelle cicatrici fossero state originate da una lotta per il predominio all’interno di quel trio.
Presi nota di informare l’autore di Guida della fauna selvatica Tedesca su questo comportamento semisociale, sarebbe stato facile come al solito approfittare di un momento di distrazione di Gustav e utilizzare la web mail del suo nuovo, ancorché di seconda mano, computer.
Sapete, con l’informatizzazione della società ho drammaticamente avvertito la necessità di espandere il mio diletto culturale al di fuori dei miei amati libri, un abitudine suggeritami da un amico. Peccato che poi sia morto, anzi, diciamo che lo ammazzai io, ma questa è un’altra storia.
Se devo essere sincero, non sapevo come uscirne fuori:mi era già capitato di trovarmi in situazioni di svantaggio numerico, ma avevo sempre una via di fuga e generalmente conoscevo il territorio.
-Beh sapete.. gradirei molto fare la vostra conoscenza, ed godere assieme a voi del conforto familiare di un pranzetto pomeridiano a base di topolini di campagna, però se non vi spiace sarei già in ritardo e beh… -
Mi fermai, evidentemente il trio non era costituito da individui particolarmente adatti alla conversazione, i due fratelli più piccoli infatti si stavano facendo minacciosamente avanti, con le bocche spalancate a un rivolo di saliva che penzolava dalle loro labbra.
Notai con un attimo di inquietudine la scintillante chiostra di denti nelle loro fauci.
A quanto pare, il tempo delle conversazioni era finito.
Ora, mi sento in dovere di darvi una spiegazione:
La professione del detective al giorno d’oggi è alquanto cambiata rispetto al passato, oggi la polizia possiede metodi estremamente avanzati per compiere le proprie indagini, che vengono portate avanti da intere squadre di esperti laureati e scienziati criminologi.
 Nella mia modesta e del tutto fortuita esperienza investigativa invece ho spesso dovuto farmi carico personalmente della stragrande maggioranza delle indagini, pur avendo spesso avuto assistenza da amici fidati.
Questo comporta che un investigatore che operi con questo metodo debba spesso trovarsi faccia a faccia col pericolo, persino con l’oggetto dell’indagine.
Credete a me:è bene essere preparati a queste eventualità.
E posso dire, senza falsa modestia, di essere alquanto avvezzo a pratiche più rozze e brutali che la fine arte della dialettica.
Chiamatela una necessità se volete. O forse puro e semplice istinto di conservazione.
E in quella foresta non persi tempo, mi slanciai contro uno dei due fratelli che stavano muovendo contro di me. I nostri corpi si scontrarono violentemente e in una frazione di secondo fummo avvinghiati in una dura lotta mortale.
Lui aveva dalla sua il vantaggio del peso e della lunghezza, io però potevo contare anche sui miei affilati artigli retrattili. In una manciata di secondi i nostri corpi abbracciati in quel macabro scontro rotolarono sul fogliame, sentivo nitidamente le sue zanne che affondavano nella mia spalla destra:aveva una stretta poderosa ma aveva mancato il mio collo per mia fortuna.
Dal canto mio stavo facendo largo uso dei miei artigli sulla sua schiena, sentivo nitidamente la sua pelliccia venir via sotto i miei colpi e il suo sangue caldo colava lungo le mie zampe.
Una manciata di secondi più tardi trovai un varco nella sua difesa e infilai il mio muso fino a raggiungere il suo collo.
Strinsi con tutte le mie forze, e mentre sentivo la sua pelle bucarsi e il sangue colare via,  la sua presa sulla mia spalla si fece più flebile.
Il dolore era comunque intenso, ma questo non mi impedì di perdere la concentrazione:con un ultimo sforzo strinsi maggiormente le mie mandibole e finalmente avvertii un fiotto caldo di sangue invadermi la bocca.
La martora aveva smesso di dimenarsi, e io indietreggiai ammirando il risultato del nostro scontro.
Il mio corpo tremava per la fatica e avevo uno squarcio nella carne all’altezza della spalla, tuttavia a meno che non si infettasse, non mi sembrava una ferita poi così seria. Dolore escluso.
Al mio avversario invece restava poco da vivere: le ferite sulla schiena provocate dai miei artigli lo avevano indebolito e il mio ultimo attacco era stato fatale.
Lo osservai con un moto di pietà, mentre si contraeva spasmodicamente, affogando nel suo stesso sangue. Di lì a poco sarebbe stato solamente un corpo, freddo e morto.
Ma non avevo tempo per pensarci su:sollevai lo sguardo, sicuro di trovare i suoi fratelli pronti a vendicarlo. Quel che vidi però erano le bianche ali di Fortunata, che solcavano il cielo, non feci in tempo a chiedermi perché fosse tornata (e perché se ne fosse andata all’improvviso) che una seconda creatura attirò la mia attenzione.
Inizialmente non la distinsi con chiarezza, avvertii solo un bagliore dorato che saettò tra i cespugli e si scagliò contro la martora più piccola.
Un istante dopo e la martora era a terra come suo fratello, in una pozza di sangue.
Ed ebbi modo di vedere la mia salvatrice.
Era bellissima.
Estremamente fuori dal comune, non avevo mai visto una femmina di una stazza così imponente, ma al contempo così aggraziata nei movimenti. Era più grande di me, in effetti non avevo mai visto una femmina di quelle dimensioni, solo dei grossi gatti maschi dominanti avrebbero potuto essere paragonabili a lei.
Per dimensioni, ma non per bellezza.
La femmina era di un colore dorato acceso, tranne la pancia che era di un bianco panna, anche il suo muso sembrava artisticamente decorato con delle candide chiazze simmetriche. A contrasto vi erano solo un paio di segni neri come la pece sotto gli occhi, dello stesso colore delle orecchie, anch’esse curiosamente scure.
La vidi muoversi con eleganza davanti all’ultima martora rimasta, il leader, la più grossa e imponente del trio.
Avrei voluto aiutarla ma non ne ebbi il tempo.
 Il suo avversario era in preda alla furia e, noncurante del fatto che la femmina fosse grande quasi quanto lui, le si slanciò contro.
Lei non lo evitò,  e nemmeno si spostò, piuttosto sollevò una zampa e tirò una possente artigliata dritta al collo dell’avversario proprio mentre questi stava per saltarle addosso.
La femmina si spostò di pochi passi e il massiccio corpo della martora caracollò più in là.
Era morto ancora prima di toccare terra, con il collo aperto da un singolo chirurgico colpo.
 
Nota
Primo capitolo con un combattimento, lo stile di scrittura è cambiato leggermente e ho preferito frasi più corte e sintetiche nelle scene di lotta  a sottolineare la velocità dello scontro.
La leggera ironia durante scene pericolose è tipica di Francis, come anche il suo prender parte alla lotta senza ritrarsi. Francis è tutto fuorché non essere  in grado di difendersi.
L’accenno all’uso del pc è persistente nella trama e Francis li utilizza spesso navigando su internet e raccogliendo informazioni, l’accenno all’amico da lui ucciso è in riferimento al primo libro.
Questo capitolo ha un doppio scopo, inserire una scena di lotta slegata alla trama ed inserire un personaggio importante, Niya, uno dei miei personaggi personali nonché il secondo più importante e l’unico femminile. Per curiosità Niya è anche la mia Daimon, per chi non conoscesse il filosofo greco Socrate o la saga di  Queste Oscure Materie o non avesse visto il film  la Bussola d’Oro, il Daimon è l’incarnazione della coscienza, non dell’anima come a volte riportato. In questa fan-fiction Niya incarna alcuni elementi del mio modo di essere e di pensare, altri di come vorrei essere realmente e altri sono propri tipici del mio Daimon-coscienza ma li scopriremo in seguito.
Ho riscritto un paio di volte questa scena, indeciso sull’identità degli assalitori di Francis, ho pensato a dei gatti ma risultava troppo complesso, come anche l’ipotesi di un gruppo di cani.
Le martore sono stata la scelta definitiva.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** La Tomba ***


Capitolo 5 - La tomba

Per alcuni minuti rimasi lì ad osservare i corpi delle tre martore.
Non nego che il mio cuore fosse gonfio di amarezza, magari molti umani immaginano la natura come un qualcosa di benevolo o di amichevole.
Si sbagliano, la natura è feroce, violenta, brutale. E così deve essere, non esiste alternativa, la lotta per la sopravvivenza non concede tregua, giorno dopo giorno.
Quelle tre martore dovettero morire per salvaguardare la mia esistenza, altrimenti io sarei dovuto morire per salvaguardare la loro.
Ma a sua volta la loro morte avrebbe significato vita per tutti coloro che si sarebbero nutriti dei loro cadaveri nei prossimi giorni.
Volsi lo sguardo verso la gatta dorata, per la quale avevo oramai un debito di vita.
-Ti ringrazio straniera, sarei morto se tu non fossi intervenuta.. –
Sollevai lo sguardo verso Fortunata, ed ebbi la netta sensazione che lei non fosse del tutto estranea all'intervento dell'affascinante felina.
- E' mio compito mantenerti in vita e guidarti Francis, come lo è stato per Fortunata fino ad oggi. So chi sei e so qual è la tua missione, e la mia consiste nel non vederti fallire. Puoi chiamarmi Niya-
Ad ogni secondo che passava ero sempre più affascinato da lei.
Era indubbiamente una femmina attraente, ma vi era qualcosa di esotico, di selvatico in lei.
Il suo stesso modo di parlare era assolutamente peculiare, aveva una tonalità diversa da molte altre.
Ero sinceramente in dubbio sulla sua classificazione scientifica, sicuramente non era un gatto domestico, doveva far parte di una qualche razza selvatica, ma non l'usuale razza di Gatti Selvatici Europei.
La strana femmina non aggiunse altro limitandosi a voltarmi le spalle e ad incamminarsi.
Io feci in tempo a lanciare un'occhiataccia a Fortunata, avevo la netta sensazione che sapesse benissimo in che guaio mi sarei cacciato e che l'incontro con Niya dovesse avvenire in contemporanea al nostro passaggio nel territorio di quel trio di martore.
Trascorremmo altri due giorni in quelle foreste.
Nonostante l'arrivo di Niya il viaggio divenne forse ancora più silenzioso. La gatta dorata parlava pochissimo, quasi come se la sua mente fosse costantemente concentrata su qualcos'altro.
Indubbiamente era una creatura avvezza alla vita nelle foreste, però vi doveva essere in lei un motivo per la sua partecipazione a quella strana missione.
Mi guardai bene dal chiederglielo, comunque. Feci un rapido calcolo e constatai che erano oramai sette giorni che mancavo da casa.
Però forse non ci sarebbero stati problemi col mio padrone dopotutto. Sapete, da qualche tempo è venuto a vivere nel mio quartiere Junior, uno dei miei figli ed in effetti l'unico che io conosca bene.
E' fisicamente molto simile a me, e sebbene sia un po' una giovane testa calda già in un'occasione si è volontariamente prestato come mio sosia.
Seppi solo in seguito, alla fine di questa strana avventura,  che pur chiedendosi che fine avessi fatto Junior si era effettivamente dedicato di buon grado a impersonare me stesso agli occhi del mio padrone ventiquattrore su ventiquattro come già aveva fatto in passato.
Già me lo vedevo quel giovinastro ad ingozzarsi con le mie scatolette di salmone e a camminare con scarso rispetto e con le zampe sporche su qualche libro vecchio di secoli.
Un pensiero decisamente poco confortante.
All'alba dell'ottavo giorno finalmente la foresta si aprì.
Davanti a noi si estendeva un ampio prato verde, costellato da collinette e alberi solitari, più in lontananza notai un'abitazione umana.
Niya continuava a camminare con decisione, mentre io decisi di mantenere un'andatura più guardinga.
Sollevai gli occhi al cielo e notai Fortunata puntare dritta contro un grande albero che si stagliava su di una piccola collinetta.
Era un albero magnifico,  e il panorama trasmetteva una naturale sensazione di quiete.
Vidi Fortunata planare e posarsi su quel che sembrava uno strano sasso che spuntava dal prato.
Niya si mosse lentamente su quella collinetta e io la seguii.
Ben presto mi accorsi del mio errore, il sasso dove Fortunata si era posata non era quel che sembrava.
Era una lapide.
Guardai Fortunata con un misto di curiosità e tristezza, la gabbianella aveva lo sguardo rivolto verso il basso e gli occhi chiusi, riuscii a scorgere anche quella che sembrava una lacrima..
Osservai meglio quella lapide, recava su di essa una scritta.
VIANDANTE, QUI GIACE IL PIU' NOBILE DEI GATTI, ASCOLTA LE SUE FUSA.
All'improvviso capii.
Ricordai tutto, ma certo.
Avevo già letto quella storia, avevo già letto quel libro..
Storia di una Gabbianella e del gatto che le insegnò a volare di Luis Sepulveda.

Note
Per curiosità Niya inizialmente rassomigliava a un Gatto dorato Asiatico o Catopuma di Temmick, poi il suo aspetto si è via via modificato nel tempo diventando qualcosa di diverso.
Junior è un personaggio che compare nel terzo e quarto libro della saga di Felidae, assente nel quinto fa un ritorno in grande stile nel sesto dove è co-protagonista e per la prima volta l'autore assegna il punto di vista ad un personaggio diverso da Francis. Esteriormente identico al padre sta compiendo i primi passi per succedergli anche nel ruolo di investigatore.
L'albero, la collina e la tomba di Zorba come l'epitaffio sono reali, così come lo stesso Zorba, che era effettivamente il gatto di Luis Sepulveda

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** L'uomo ***


Capitolo 6 - L'uomo

Ero lì, dinanzi alla tomba di un gatto leggendario, da me ritenuto irreale fino a quel giorno.
Un personaggio di fantasia.
Mai avrei sospettato che Zorba, un gatto nero, buono, grande e grosso, fosse reale.
O almeno lo fosse stato.
La morte prima o poi coglie tutti, e devo dire che Zorba a parer mio riposa magnificamente bene.
Rimasi per alcuni altri istanti ad osservare e a rendere omaggio in silenzio quella tomba, quando all'improvviso mi resi conto di essere circondato.
Quattro felini avevano raggiunto anche loro quella collinetta e ci stavano osservando con cautela.
Non sembravano però avere un'espressione aggressiva.
Uno di essi raggiunse Niya, le fece un cenno e senza dire una parola i gatti sconosciuti si diressero verso quella casa.
La bella gatta dorata con un solo sguardo mi invitò a seguirla.
Nel muovermi tra quell'erba verde mantenni un rispettoso silenzio, non avevo voglia di fare domande o di parlare con qualcuno, notai che Fortunata non ci aveva seguiti ed era rimasta su quella tomba.
Comunque a dire il vero non entrammo nemmeno in quella casa, almeno non per il momento, ci fermammo all'ingresso, sotto una veranda di legno.
Vi erano diversi gatti lì, molti di essi avevano il pelo scuro, e al centro del gruppetto vi era una gatta adulta.
Sicuramente doveva essere stata bellissima in gioventù, ma credo che oramai cominciasse ad avvertire l'età che avanzava inesorabile.
Ciò non le toglieva un aspetto maestoso e in qualche modo materno.
-Benvenuto Francis, vedo che sia Niya che Fortunata hanno svolto bene il loro compito, portandoti qui sano e salvo..-
Accennai ad un sorriso – Ne sono felice anch'io signora, anche perché grazie a loro sono sfuggito a delle poco amichevoli zanne laggiù nella foresta. Comunque sarei ben lieto di sapere perché diamine sono stato trascinato a miglia da casa mia se non le dispiace, con un gabbiano e una gatta affetta da mutismo come compagni di viaggio, per venire a rendere omaggio ad personaggio di un libro,  morto da chissà quanto e..  –
Avevo appena cambiato tono di voce, ed era bastato quello perché una mezza dozzina di gatti fosse pronta a saltarmi addosso con gli artigli sguainati..
Ma la risata della gatta smorzò gli animi..
- Suvvia piccoli.. dovreste apprezzare un po' di  schiettezza. Perdonali Francis, in loro scorre il sangue di Zorba e tutti insieme ne proteggono la memoria e l'eredità che si è lasciato dietro.
Non ti avremmo chiamato se non ci fosse un motivo serio. I gatti muoiono Francis, muoiono a decine in maniera violenta e brutale. Amburgo un tempo città viva e allegra, si sta trasformando in una tomba a cielo aperto e tutti gli sforzi dei gatti di porto si sono rivelati inutili per venirne a capo.
Tu sei la loro ultima carta, ma per raggiungere Amburgo avrai bisogno di un aiuto un po' speciale  e dovrai appellarti a tutto il tuo coraggio.. -
Dopodichè me lo disse.
Inizialmente rimasi interdetto, senza dire una parola.
Poi venni quasi scosso dall'ilarità più totale che si tramutò in gelo quando notai le espressioni decise e convinte dei gatti lì presenti.
Senza aggiungere una parola gli altri gatti mi indicarono una porticina aperta, che dava su uno studiolo.
Mi sentii come se avessi inghiottito il cuore, tanto mi batteva  nel petto.
Una volta dentro, venni avvolto da un piacevole tepore e da un aroma di biscotti appena sfornati.
Lo vidi immediatamente.
Seduto su di una poltrona, intento a sfogliare le pagine di un libro.
C'era una seconda poltrona davanti a lui, con un balzo vi salii sopra.
Fissai quel volto, così strano, così diverso dal mio.. eppure aveva un espressione incredibilmente aperta e pacata.
Chiusi gli occhi un istante e mi concentrai su quel che stavo per fare, concentrai tutti i miei pensieri per rendere comprensibili le mie parole.
-Salve, io mi chiamo Francis, e ho bisogno del suo aiuto.  

Note
Piccolo capitolo con un paio di elementi. La presenza di Bubolina  un po' invecchiata, personaggio della Gabbianella e il Gatto per cui Zorba aveva una cotta, i figli di Zorba personaggi da me ipotizzati, l'incontro con il poeta-alias-Sepulveda che avviene più o meno come avveniva nel libro originale.
Non capita tutti i giorni che un gatto si siedi davanti a voi e inizi a parlare.
Tanto per la cronaca nella serie di Felidae, nel primo libro si sospettava una tale interazione del genere avvenuta in passato, successivamente si rivela nel penultimo libro che Francis aveva incontrato uno scienziato che impara a parlare con lui e così altri personaggi umani sono in grado di comprenderlo. Non avevo ancora raggiunto quel punto del libro quando scrissi questo capitolo, ed inizialmente lo stupore di Francis doveva essere ancora  maggiore.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** L'arrivo ***


Capitolo 7 - L'arrivo
Viaggiare in macchina, se siete gatti e lo fate la prima volta, è un'esperienza sconvolgente.
E' come muoversi ad una velocità spropositata, però non siete voi a muovervi..
Insomma difficile da spiegare a meno che voi non siate degli umani.
Eppure è anche un'esperienza affascinante, ho sempre adorato vedere il paesaggio che cambiava improvvisamente sotto lo sguardo.
Sì lo so..
In questo momento vi starete chiedendo come diamine riuscii a comunicare e a convincere un essere umano ad aiutarmi.
Però se chiudete gli occhi per un istante e date pace alle vostre emozioni, imparerete che la realtà è ben più semplice di quel che appare.
Forse parlai a quell' umano, o forse no.  Forse l'uomo semplicemente avvertì la mia necessità, il mio bisogno, la mia richiesta d'aiuto.
E forse per un individuo la cui mente non è ristretta e concentrata solo sui piccoli problemi quotidiani, non è così impensabile essere amico di un gatto.
Siete liberi di pensare quello che volete, comunque l'importante era che Amburgo si avvicinava, e la mia apprensione cresceva.
Fortunata non era venuta con noi, ma Niya sì.
La osservai, arrotolata in una grossa palla di pelo dorato, che riposava.
Mi chiesi cosa diamine potesse sognare una gatta di quel genere.. posso dire di essere un discreto conoscitore dei pensieri femminili, però era la prima volta che incontravo un esemplare inafferrabile come lei.
Guardai nuovamente fuori dal finestrino, e all'innevata campagna tedesca ben presto si sostituì la periferia cittadina, quando avvertii la macchina fermarsi capii di essere giunto a destinazione.
L'uomo parcheggiò in periferia e aprì le porte dei sedili posteriori, permettendo a me e a Niya di uscire.
Io e la mia compagna d'avventure uscimmo rapidamente, gettai solo uno sguardo a l'umano che ci aveva aiutati, poi seguii Niya che ovviamente si era già incamminata con passo deciso.
L'inverno era arrivato e il freddo della neve mi si infilava su per le zampe, però era pur vero che avevo vissuto inverni peggiori.
Non ero invece preparato alla vista di Amburgo.
La città era come addormentata sotto la neve, c'erano poche persone per strada e si affrettavano a ripararsi nel tepore delle loro case. Quello che mi stupì era la sostanziale assenza di vita animale.
Avvertivo nitidamente il nervosismo di Niya che cresceva.
Dopo un po' riuscii a scorgere gli abitanti felini della città. Si nascondevano, uno dietro ad un bidone della spazzatura, l'altro tra dei cespugli.. più che guardinghi avevano un'aria terrorizzata.
Finalmente Niya mi condusse ad un vecchio ed ampio capannone. Sembrava quasi un grosso garage o magazzino abbandonato, ma dagli odori che ne scaturivano era evidentemente pieno di gatti.
Quando entrammo all'interno mi sentii osservato da dozzine di paia di occhi dorati, timorosi e forse speranzosi.
Poi una voce, calda, gentile eppure allo stesso tempo forte, parlò.
-Niya, ce l'avete fatta!! Sapevo che non avresti avuto problemi..-
Il gatto che aveva parlato aveva inequivocabilmente l'aspetto del leader, giovane, forte e in salute. Aveva la pelliccia arancione, con una curiosa macchia scura su un occhio, come molti altri gatti lì presenti non sembrava essere di una razza particolare.
- Benvenuto Francis, ti stavamo aspettando con molta ansia, a nome di tutti noi Gatti di Porto, ti do il più caloroso dei benvenuti eh…-
Una voce, un po' burbera e anziana lo interruppe..
-Oh basta con tutte queste smancerie, abbiamo perso fin troppo tempo!! E' ora di passare al contrattacco!! E..-
Un secondo gatto, affiancato al primo si intromise – Veramente è apposta per questo che ci siamo qui riuniti Colonnello, se non fosse stato per ..-
Il grosso gatto grigio zittì il suo compare – E' appunto quello che stavo per sottolineare Segretario! Non mi interrompa come fa di solito, dicevo che.. –
Il giovane gatto arancione sorrise sotto i baffi..
-Li perdoni Francis, a volte gli anziani si fanno un po' prendere da se stessi, ma nella nostra comunità non li abbandoniamo a se stessi come altri farebbero, anzi li teniamo sempre in gran considerazione e.. –
-E ci credo bene, giovanotto!!- Sottolineò Colonnello..
- Comunque lascia che mi presenti, da quando Zorba si trasferì e il Colonnello si è messo a riposo sono stato io a mandar avanti la nostra comunità qui ad Amburgo. Il mio nome è Pallino, sì .. lo so.. un tipico nome che gli umani ci appioppano in mancanza di originalità..-
Rimasi immediatamente colpito da questo giovane..
Parlava con una naturalezza ed una maturità che francamente mi stupivano..
E questo mio pensiero venne confermato da un improvviso cambio di espressione..
- Ma arrivando dritti al sodo, qui oramai siamo sull'orlo del collasso. Per anni noi gatti di porto siamo vissuti tranquilli e in pace tra noi. Da qualche tempo però ci siamo ritrovati con numerosi membri della nostra comunità assassinati. Abbiamo cercato di condurre delle indagini, ma senza grossi risultati, molti gatti oramai sono terrorizzati e non escono nemmeno più di casa. E a peggiorare le cose il killer o i killer si stanno concentrando sui pochi che ancora si fanno vivi nei quartieri, i membri più responsabili e attivi della nostra comunità, gatti del Concilio. Cari Compagni ai quali eravamo tutti affezionati.
Ti imploriamo di aiutarci Francis, sei la nostra unica speranza. -

Note
Ho preferito non dilungarmi sulla relazione e nel dialogo Luis-Francis che è irrilevante nella storia seppur interessante, di mia pura invenzione è il capanno abbandonato. Una sorta di ex-garage magazzino che in questa storia funge da luogo di ritrovo e organizzazione per i gatti di Amburgo.
Personaggi già visti, ma dal ruolo marginale, sono Segretario e Colonnello della Gabbianella e il Gatto, così come Pallino un  personaggio molto più importante qui.. Presente solo nel cartone come un gattino testardo e intraprendente, ho pensato fosse naturale evolverlo in un leader capace ed intelligente, che si ritrova però ad affrontare una situazione difficile e quindi ha bisogno delle capacità deduttive di Francis, abbastanza al di sopra della norma.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Primo Sangue ***


Capitolo 8 - Primo sangue
Poco dopo i gatti di Amburgo mi portarono nei pressi del molo. In una piccola area verde vicino a dei magazzini. Mi avevano detto che lì avevano rinvenuto il corpo della vittima più recente.
Mentre ci incamminavamo venni avvicinato da un gatto molto interessante.
Era piccolo, gracile, sembrava quasi malaticcio. Aveva una pelliccia di un curioso colore giallo intenso, con pochissimi cenni di nero pece. Doveva essere solo poco più giovane di me, quindi un gatto verso la maturità avanzata, eppure sembrava dimostrarne al contempo di meno per la sua stazza e di più per le sue condizioni. fisiche
Anche la sua pelliccia era tutto fuorché curata, era rovinata in più punti e perdeva una quantità eccessiva di pelo.
E' un grave errore però, giudicare un gatto dal suo aspetto fisico, infatti Dude era un gatto estremamente vitale e intelligente.
- Fin dai primi casi di omicidio sono stato io ad occuparmi delle indagini. Tuttavia le mie capacità sono da dilettante e purtroppo non sono venuto a capo di nulla. L'unico mio vero sospetto è che i killer siano più di uno, attaccano sempre gatti solitari, facendo cura di non lasciare tracce o impronte né di avere testimoni.-
Dude aveva una voce curiosa, gentile, pacata, tranquilla, eppure mi diede subito l'impressione di essere deciso e vitale più di quanto dimostrava.
Ma ben presto avrei giudicato io stesso fin dove era potuto spingersi con le indagini.
La vittima giaceva riversa nella neve, il corpo era apparentemente irrigidito dal freddo e l'omicidio non sembrava essere stato commesso al più tardi della nottata precedente.
Con fare rispettoso mi avvicinai e osservai quel macabro spettacolo.
-Era.. era uno del Concilio, un buon compagno, intelligente, allegro…-
La voce di Pallino sembrava velata da una triste amarezza, più che comprensibile viste le condizioni della vittima.
Era un europeo comune, dall'aspetto abbastanza tipico, e chi lo aveva ucciso sembrava essersi accanito con furia cieca.
Il cadavere era praticamente ricoperto dal suo stesso sangue, c'erano tracce di profondi morsi e squarci su tutto il corpo, dalle zampe, al busto. La coda era quasi troncata in due, come anche il collo.
Sebbene la morte dovesse essere giunta subito, per rottura della giugulare, ebbi il forte sospetto che l'assassino abbia infierito su di lui, sia prima che dopo la morte della vittima.
-Non sembra esserci una connessione di tipo razziale tra le vittime, inoltre il fatto che le ultime vittime siano tutti membri importanti della Comunità a mio parere è solo indice del fatto che questi siano gli unici gatti che ancora pattuglino costantemente le strade.. -
Dude ovviamente, cercava di fornirmi altre informazioni.
Tentai di dare un responso – La vittima è stata aggredita di sorpresa, chi lo ha attaccato ha probabilmente approfittato di un singolo momento di distrazione, come Dude ha correttamente supposto anch'io sono del parere che gli assassini siano multipli, un killer solitario avrebbe potuto affrontare maggior resistenza e lasciare qualche tipo di traccia, magari del sangue da una ferita e invece niente.. –
Osservai ancora il corpo per un istante, finchè Pallino intervenne –Ora.. dobbiamo seppellirlo, noialtri usiamo fare così quando uno di noi ci lascia per sempre. –
All'improvviso ebbi un'intuizione, evidentemente Dude e gli altri non ci avevano mai pensato per pudore e rispetto verso un loro amico però ..
Allungai una zampa per spostare il corpo, il freddo aveva congelato i tessuti morbidi, sotto lo sguardo disgustato e oltraggiato degli altri gatti, tastai il corpo della vittima finchè non trovai un netto squarcio a livello del petto. Concentrandomi e superando l'orrore affondai la zampa all'interno e aprii lo squarcio in parte congelato.
- Ora basta Francis, te ne prego.. stai disgustando tutti quanti, capisco che tu sei un investigatore professionista però .. era un nostro amico.-
Lo sguardo di Pallino e degli altri si era fatto improvvisamente serio…
-S..sì, capisco, perdonatemi.. mi sono lasciato trasportare, un'autopsia così non era necessaria, la morte è evidentemente avvenuta per rottura della giugulare e dell'osso del collo…-
Mi resi conto come anche solo le mie parole suscitavano reazioni disgustate e rattristate tra gli altri gatti, ma fortunatamente per loro non raccontai tutto.
Fu solo più tardi, quando Niya mi si avvicinò per parlarmi a quattrocchi che le confessai la verità..
A quel gatto era stato estratto il cuore dal petto.
Ed ebbi l'orrenda sensazione che fosse ancora vivo, nel momento in cui il cuore gli era stato strappato via.

Note
L'autopsia è un elemento che si ripete molte volte in Felidae e di solito l'autore non si risparmia dettagli cruenti. Essendo una fanfiction il più possibile fedele all'originale ho cercato di fare altrettanto in questa come in successive scene. Dude è un personaggio totalmente di mia invenzione.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Strategia ***


Capitolo 9 - Strategia
Mi trovavo da solo..
Solo a vagare in mezzo alla neve.
Non vi saprei dire dove mi stessi dirigendo né cosa stessi cercando, anche se ammetto mi era difficile intravedere qualcosa con la neve e il vento che mi oscuravano la vista.
Improvvisamente vidi una sagoma materializzarsi dinanzi a me.
Credo che mi si fermò il cuore a quella vista.
Una montagna di corpi.
Corpi umani, riversi uno sull'altro. Donne, uomini, vecchi e bambini i cui corpi erano irrigiditi dal freddo e il cui sangue gelato si era incrostato ai piedi di quella grottesca collina di carne..
Il puzzo sarebbe stato inimmaginabile se.. solo ci fosse stato.
Non sentivo alcun odore.
Non saprei bene dirvi il motivo ma mi ritrovai a scalare il mucchio di cadaveri e quando raggiunsi la vetta, vidi una sagoma viva esattamente sulla cima.
Era di profilo, ma era un membro della mia razza.
Il manto nero, l'aspetto agile ed elegante..
-Le risposte sono nei nostri occhi Francis..-
Il gatto si voltò e il mio cuore smise definitivamente di battere..
Il gatto aveva occhi umani.
Occhi vivi, caldi, quasi dolci.. privi dell'inafferrabile fascino felino.
In quell'istante il gatto sorrise e io mi resi conto del perché il mio cuore aveva smesso di battere.
Abbassai lo sguardo e osservai il mio petto squarciato..
Avrei potuto contare le bianche costole divaricate e il pulsare degli organi vivi..
Tutti meno uno.. perché il mio cuore non era più dove avrebbe dovuto essere..
C'era solo un buco, nero come la pece,  intorno ad esso le vene e le arterie pompavano sangue che andava a colare sul resto del mio petto divaricato..
In quel momento preciso sentii la collina muoversi sotto i miei piedi, i corpi morti sotto di me si animarono e alcuni volti umani cercarono di guardarmi
E i loro occhi gialli brillavano dello stupendo magnetismo degli occhi dei gatti.
Un varco si aprì sotto i miei piedi e sprofondai giù, sempre più giù .. come in un profondo e buio pozzo le cui pareti erano costituite da corpi umani, i cuoi occhi felini non smisero di perforare il mio cranio.
Quando la mia vista si offuscò, potei scorgere che in quell'oscurità i loro occhi si tramutarono dal giallo dorato all'azzurro cielo.
Felini occhi azzurro cielo in un mare di oscurità.
Decisamente non il più allegro dei sogni.
La mattina successiva ci ritrovammo tutti nuovamente nel vecchio magazzino abbandonato.
A dire il vero ne avevo anche fatto il mio giaciglio per quella rilassante nottata, appallottolandomi in un angolo tra dei vecchi vestiti usati.
Niente hotel 5 stelle, ma passabile per non morire congelati. E come al solito Niya era rimasta lì, al mio fianco.
Quando in mattinata i gatti cominciarono a confluire nell'edificio, mi trovai infine in presenza di almeno un centinaio di fratelli e sorelle.
Gli sguardi persi, spaventati.. capii che molti di loro avevano dovuto fare appello a tutto il loro coraggio anche solo per venire fin lì.
Presi la parola.
-Fratelli e Sorelle.. –
Un sussurro di Pallino attirò la mia attenzione e a voce bassa mi disse..
-Qui usiamo il termine Compagni, veramente.. lunga storia..-
Dopo aver sollevato lo sguardo al cielo con espressione rassegnata mi rivolsi nuovamente a quel pubblico terrorizzato, vagamente confuso dopo che li avevo chiamati in un modo a loro non consono..
Probabilmente mi avranno preso per una specie di esoterico profeta o chissà cos'altro..
-Ehm bene.. Compagni e Compagne. Sono giunto solo ieri in questa città su vostra richiesta e mi sto facendo un quadro abbastanza chiaro sulla situazione. Però dovete rendervi conto di una cosa, amici miei, io non posso risolvere questa situazione senza il vostro aiuto. Questa è la vostra città, i vostri compagni sono stati uccisi e spetta a voi combattere per salvare le vostre vite e vendicare la memoria di chi non è più con noi..-
Mormorii e brusii.. alcuni spaventati, ma altri, specie quelli di membri del Concilio attorno a me o di gatti più maturi, sembravano cordiali nei miei confronti.
-Sappiamo con sicurezza Compagni, che gli assassini sono più di uno.. agiscono in gruppo, e non fanno parte di questa comunità. Pertanto voglio proporvi un piano d'azione..-
-Ben detto!! Mi piace questo ragazzo!!- Sbraitò il Colonnello, mentre Segretario scuoteva la testa con aria rassegnata..
- Creeremo un cordone, un anello di difesa tutto intorno alla città. Ogni singolo gatto adulto, a meno che non sia troppo anziano o troppo giovane, vi prenderà parte. Tutti i tetti e i cortili delle case più in periferia dovranno essere guardate a vista notte e giorno, stabiliremo dei turni di riposo e negli spostamenti ci dovremo muovere sempre in gruppi da tre. I quartieri interni alla città diventeranno una sorta di terra di nessuno, non un singolo gatto dovrà farsi vedere allo scoperto, concentreremo tutte le nostre forze solo sull'anello esterno. I killer se vorranno colpire ancora saranno costretti a farlo a volto scoperto e così potremo individuarli e neutralizzarli..-
Lo ammetto.. ero alquanto soddisfatto di me stesso, mentre la folla era semplicemente eccitata.
Finalmente si sentivano in grado di poter reagire e fare qualcosa.
Mentre gli altri gatti del Concilio si congratulavano con me, osservai Niya uscire defilata dall'edificio.
Decisi che quello era il momento giusto per parlarle.
Mi ci vollero parecchi minuti per districarmi tra la folla esultante ed uscire.
Trovai la gatta dorata, sdraiata su di un muretto, intenta ad osservare il vuoto.
Mi sdraiai accanto a lei e per un poco non dissi nulla..
Fu lei a rompere il silenzio..
-Tu… non hai minimante idea di quanto tutto questo sia importante-
Non sembrava una recriminazione, solo un dato di fatto.
- Forse potrei farmene un'idea se tu me ne parlassi…-
Sorrise..
Incredibile.
Per la prima volta da quando la vide,   sorrise.
E devo dire che vederla sorridere la rese ancora più bella di quando già non lo fosse.
- Si tratta di una antica scommessa e .. di un sogno. Guardali Francis.. i nostri fratelli, i nostri Compagni. Mentre gli uomini distruggono la stessa Terra che li ha generati e si uccidono tra loro, noi gatti abbiamo il potenziale per formare comunità perfette, dove l'amore, la compassione, la fratellanza e la comunanza non siano solo parole ma fatti reali. Eppure tu stesso hai visto numerosi gruppi di gatti scimmiottare le malvagità dell'uomo.. sette o bande di pazzi forsennati, maniacali o anche masochisti che cercano di trovare l'illuminazione. Oppure anche gruppi violenti e sanguinari che mischiano l'istintiva brutalità della lotta per la sopravvivenza con il piacere di recare dolore.-
Sapevo bene di cosa stava parlando.
Lo sapevo fin troppo bene.. e mi sentii il cuore pesante a ripensare a molte delle mie avventure.
Non solo gli umani sono colpevoli di distruggere questo nostro mondo tormentato.
Forse ci sono molti giovani idealisti che pensano alla natura e a noi animali come qualcosa di puro.
Beh.. non lo siamo, siamo individui, e seppur non abbiamo la tecnologia umana a volte mettiamo in mostra un'insensatezza pari alla loro…
- Hai visto i discendenti di Zorba, e hai visto i gatti di questa città.. qui stiamo gettando le basi per creare qualcosa di diverso. Una comunità di gatti dove non vi sia lotta tra fratelli, dove si sia raggiunto uno stadio che vada oltre sia alla semplicità naturale dell'istinto, sia alle insidie della civilizzazione sfrenata. Senza lotte per i territori, senza la supremazia del più forte sui più deboli, senza distinzioni di razza o del colore del pelo.  Forse stiamo solo sognando Francis, forse non ci riusciremo mai… ma se gli umani non ci sono mai riusciti, forse noi gatti possiamo farcela.
Qui, oggi, ad Amburgo, noi gatti stiamo costruendo una società ideale dove la fratellanza e la tolleranza siano legge.. io ho votato la mia vita a costruire questo sogno. Credevo che non avrei mai visto nulla del genere prima di arrivare ad Amburgo, eppure qui vedo i semi, vedo le radici di un albero che può crescere a dismisura. Io credo che qualcuno voglia uccidere questi semi, estirpare queste radici..-
Aveva ragione, gli omicidi non potevano essere gli atti di un singolo individuo fuori di testa.
Qualcuno stava cercando di distruggere la società dei gatti di porto di Amburgo.
E io dovevo venirne a capo, o sarebbe stata la fine sia per loro che per me.

Note
Il sogno macabro iniziale è ovviamente un omaggio-elemento comune a Felidae. Francis  ha spesso incubi che contengono informazioni sulle indagini che sta compiendo ma fino ad ora non è ben stato chiarito da dove questi sogni abbiano origine.
Nota di curiosità, l'appellativo Compagno è utilizzato nei discorsi importanti della Gabbianella e il Gatto sia nel libro che nel film. Esso è anche un sottile tributo-riferimento all'attivismo e alla cultura politica dell'autore Luis Sepulveda, in gioventù militante cileno del governo democratico del presidente Allende, quando questi venne abbattuto da un colpo di stato orchestrato dai servizi segreti americani, Sepulveda venne arrestato e torturato. Riuscì grazie all'impegno internazionale a tornare libero, ed in seguito partecipò attivamente alla lotta di resistenza nel suo paese, poi anche in Bolivia e successivamente in Nicaragua dove era membro della Brigata Internazionale Simon Bolivar  che ha preso parte agli ultimi scontri che rimossero dal potere il dittatore filo-americano Somoza. In seguito Sepulveda si mosse su posizioni più ecologiste ed è stato una figura importante in Greenpeace. L'uso della terminologia in questa fanfiction è importante ed è da collegarsi ai capitoli finali nonché alla spiegazione di Niya in questo capitolo.
Le parole della gatta dorata lasciano trapelare una sorta di idealismo in Niya, non troppo dissimile dalle mie idee.
Ultima nota, la pianificazione strategica non è qualcosa di inusuale per Francis, che da mostra di ottime capacità su questo campo nel terzo libro . 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Desiderio ***


Capitolo 10 - Desiderio
Passarono diversi giorni.
La neve continuava a cadere ricoprendo di un manto bianco la città.
A volte guardavo la zona del porto.. con le sue barche ferme, coperte di ghiaccio incrostato.
Faceva freddo, ma resistevamo.
Anch'io facevo la mia parte ovviamente e devo dire che la mia idea, seppur teoricamente corretta richiedeva molto sforzo da parte di tutti.
Si trattava di stare ore e ore appostati su un tetto, o su di un albero. Sempre in contatto visivo con un altro gatto appollaiato nella casa adiacente.
Aspettavamo, aspettavamo.. e nessuno compariva all'orizzonte.
Era frustrante,  però gli omicidi si erano improvvisamente fermati.
Potei osservare con interessata curiosità la cooperazione dei gatti di Amburgo. Alcuni erano rimasti nelle case, e sempre muovendosi in gruppi  raccoglievano il cibo lasciato dagli umani nelle ciotole. Oppure cacciavano qualche topolino nelle cantine.
E portavano il cibo ai loro compagni di guardia, mettendo in comune tutto quello che riuscivano a raccogliere.
Una cosa del genere sarebbe stata improponibile in una città come la mia dove molti dei miei fratelli erano ben più tradizionalisti e conservatori riguardo alla territorialità e l'istinto solitario.
Ed anche su qualcos'altro in realtà.
Un giorno ne ebbi la conferma.
Tornavo dall'ennesima infruttuosa guardia notturna, non ero particolarmente stanco ma un po' di riposo non avrebbe guastato, ovviamente non ero solo, Dude e Pallino erano con me.
Mentre il leader dei gatti di Amburgo doveva essere senza dubbio un bravo combattente, lo stesso non potevo dire di Dude.. che per inciso aveva un nome curiosamente opposto alle sue caratteristiche fisiche.
- No Francis.. assolutamente.. Nietszche non vale una lisca di pesce a confronto della visione Hegeliana. Non c'è nemmeno da fare un paragone, personalmente poi ammetto che Hegel abbia dei limiti, Ludwing Feuerbach che si è formato dalla sua corrente di pensiero è persino più interessante quando sviscera il dilemma uomo-Dio-natura, e non puoi ammettere che la visione di Marx a confronto sia.. -
Decisamente Pallino era un tipo molto sveglio.. nonché un avversario tosto in un dibattito del genere, stranamente invece Dude si manteneva silenzioso sorridendo appena di fronte al nostro confronto-scontro su idee filosofiche formulate da pensatori umani.
Quando eravamo nei pressi del magazzino abbandonato avvertimmo tutti e tre quell'odore.
L'inconfondibile, dolce eppure intenso, odore di una gatta in calore.
Guardai con attenzione i miei compagni, i nervi a fior di pelle e pronto a dar battaglia.
Il mio istinto era chiaro e semplice, mi diceva di battermi con loro.. cacciarli via. Perché erano maschi come me ed io dovevo essere il solo maschio lì.. il solo.
Lo sguardo di Pallino però era tutt'altro che aggressivo come il mio, sorrideva e scambiò con Dude un'occhiata di complicità.
-Ecco un'altra differenza tra noi e i gatti al di fuori da questa città Francis. Noi non combattiamo per le femmine.. lasciamo che siano loro a decidere il proprio compagno, senza alcuno sfoggio di zanne o artigli -
Per un istante rimasi dubbioso. Temevo che si fossero coalizzati contro di me e cercassero di fregarmi.
Ora cari lettori, non vogliatemene. Consideravo quei due gatti come amici ormai, come compagni. Ma a meno che non siate gatti voi stessi, è difficile che voi possiate capire i potenti istinti che si provano in situazioni del genere.
C'è la ragione sì.. ma viene come schiacciata da una forza passionale e travolgente, e qualcosa dentro di voi vi spinge a considerare unicamente questa forza..
Del resto è una legge di natura. Tuttavia trovai assolutamente pregevole il livello di autocontrollo raggiunto dai gatti di Amburgo.
I miei due compari ridacchiarono un po' tra loro, dopodichè entrarono nel magazzino lasciandomi lì da solo.
Non li seguii, al contrario voltai l'angolo del capannone col cuore in gola, e la vidi.
Niya era là.. in preda agli spasmi involontari mentre emetteva quei miagolii di passione che la natura aveva sviluppato per attrarre i maschi come me.
Notai però come la gatta dorata si comportasse diversamente da molte altre femmine con cui mi ero unito.
Si tratteneva, si reprimeva, e lo faceva visibilmente..
Quando mi vide spalancò gli occhi, snudò le sue temibili zanne e mi fronteggiò
-No Francis!! Vai via!! Stai lontano da me!!-
Ovviamente non me ne andai.. rimasi lì un istante..
Poi lentamente mi mossi, ma non direttamente verso di lei.
Facevo qualche passo, poi mi fermavo, guardavo distrattamente qualcos'altro.. poi muovevo altri passi e mi fermavo di nuovo.
Mai muoversi rapidamente.. l'errore del principiante che è causa di brutte cicatrici.
Niya però non rimase immobile.. fece qualcosa che non avevo mai visto fare in vita mia.
Mi venne incontro, fissandomi seriamente coi suoi grandi occhi dorati..
-No, ascoltami Francis.. lasciami stare, per favore. Non ti voglio male, però io.. io non ho tempo per queste cose. Assolutamente.. io sono una combattente, devo combattere per i.. i miei sogni, le mie idee… non ho tempo da perdere per allevare dei cuccioli. Io non.. –
Era bellissima, più alta di me… non mi ero mai unito ad una gatta più alta di me.
La cosa mi incuteva un po' di timore, insieme ai suoi artigli micidiali.
Inutile dire che non la stavo ascoltando minimamente.. non che lo facessi per mia scelta.
Il suo odore era semplicemente irresistibile, una sorta di droga ..
Non ce la feci più..
Con un rapido movimento mi spostai sopra di lei, e mentre la sentivo continuare a lamentarsi e a opporsi a parole.. il suo corpo reagì istintivamente, inarcandosi e facilitandomi il compito.
Sotto quel cielo grigio, in mezzo ad una strada abbandonata coperta di neve, e tra i fiocchi candidi che si scioglievano a contatto col nostro pelo, consumammo la nostra unione carnale.
La presi con forza e i miei denti morsero la collottola della sua nuca con intensità, mentre i suoi miagolii si levavano alti.
Quando ebbi rilasciato il mio seme dentro di lei, avvertii un acuto dolore al capo.
Mi aveva colpito con i suoi poderosi artigli, lasciandomi intontito per un istante.
Ci separammo, ansimando entrambi..
Ma  poco dopo i nostri corpi si unirono ancora in quell' abbraccio selvaggio, più e più volte.
Immagino a questo punto di aver moralmente deluso molti dei miei più giovani lettori umani.. ma è così che vanno le cose solitamente tra noi gatti.
Niente smancerie o illusioni di cuoricini svolazzanti. Un accoppiamento tra gatti è spesso violento e brutale, così la natura ci ha selezionati e credo che opporvisi sia inutile e insensato.
Alla fine, stanco ed esausto rimasi per un istante nella neve, ad una debita distanza da Niya.
Mi leccai via il sangue dalla fronte.. non era una grave ferita e ne avevo subite di peggiori.
-Non avresti dovuto farlo Francis.. io.. io non…-
Le sorrisi.. – Non avrei dovuto? E perché mai, Niya? Siamo gatti e la riproduzione è parte integrante della nostra vita. Le nostre vite sono spesso in pericolo e negarci la possibilità di avere una discendenza oltre ad essere contro-natura, trovo che sia terribilmente triste e sciocco..-
Non mi rispose, almeno non inizialmente..
-Io.. ecco.. è stata la prima volta per me, fino ad oggi ho sempre evitato di avere un compagno durante i miei calori perché .. beh, perché non posso. Non posso perdere il mio tempo ad allevare dei gattini quando devo combattere e quando io..-
Quasi le urlai contro..
Cosa poco furba devo dire, visto che poteva mandarmi a gambe all'aria con un colpo ben assestato.
- Tu cosa devi fare, Niya? Sacrificare te stessa, il tuo essere gatta per il tuo ideale? La tua è solo paura e cecità!! Credi di essere la sola a combattere, la sola a cercare di realizzare un mondo migliore.. come se tutto fosse solo sulle TUE spalle, quando non è così!! Stai sbagliando tutto Niya, non è come credi.. guarda questi gatti di Amburgo, loro stanno realizzando i tuoi sogni sì, ma non lo stanno facendo per te. Lo fanno per se stessi. E se sacrificherai la tua esistenza solo per il tuo ideale finirai per smarrire le reali motivazioni della tua lotta.-
Abbassai il tono di voce, e le sorrisi..
- Io ti rispetto Niya, lo dico davvero.. però tu stai rischiando di annegare nel tuo stesso mare, nel tuo stesso sogno. Non devi smarrire i legami con quello che sei in realtà.-
Il mio sorriso si fece più rilassato.
Lentamente mossi una zampa a sfiorare la sua pancia candida…
-Ormai è accaduto.. lo sai.. dalla nostra unione sta già nascendo qualcosa. Tu devi vivere adesso, per far sopravvivere quel qualcosa che sta crescendo nel tuo corpo. Devi vivere e devi trasmettere i tuoi sogni, le tue speranze e le tue idee alla generazione futura.-

Note
Mi spiace… non potevo non metterlo XD
Una caratteristica di Felidae è la spregiudicatezza con la quale l'autore tratta tematiche erotiche inserendole in un contesto animale senza infiocchettarlo con troppi sotterfugi.
Non mettere questa scena sarebbe stato abbastanza inusuale, e comunque ho cercato di scriverla con una logica non-umana che spero trapeli dalle parole che Francis rivolge a Niya.
A prima vista quel che può sembrare un comportamento immorale per noi umani è qualcosa di perfettamente normale per dei gatti.
Altro elemento di rilievo qui sono il dibattito filosofico tra Francis e Pallino, Francis è un erudito ed è un grande conoscitore della filosofia umana, dandone prova in molti libri.
Avevo già accennato a Nietszche all'inizio, Hegel è un importantissimo filosofo con pensieri particolarmente opposti, più  materialisti. Feuerbach e Marx fecero parte della corrente della Sinistra-Hegeliana, il primo scrisse molto su uomo-Dio-Religione sviscerandone relazioni e dipendenza in chiave atea, Carl Marx è ovviamente insieme ad Engels,  il realizzatore del pensiero Marxista.  
La critica di Francis a Niya è quanto mai reale ed attuale, nonché parziale autocritica nei miei stessi confronti. Cercare di realizzare i propri sogni è un bene, ma non a scapito di dimenticare le realtà della vita di tutti i giorni.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Sangue sulla neve ***


Capitolo 11 - Sangue sulla neve

Quando rientrai nel capanno insieme a Niya ricevetti gli sguardi vagamente sorridenti dei miei due compagni, ma notai un'ombra di tristezza o forse rammarico negli occhi di Dude.
Evidentemente anche i gatti di Amburgo provavano ancora sentimenti quali la gelosia e la competizione sul piano sessuale, anche se forse non lo davano a vedere apertamente.
In ogni caso non fecero menzione di quanto accaduto, né lo feci io del resto.
I giorni successivi continuai i pattugliamenti, a volte anche con Niya, ma nulla dava a vedere che fosse successo qualcosa tra noi.
Il che era più che logico dal nostro punto di vista, forse i lettori umani crederanno a questo punto che si fosse formato una sorta di legame affettivo tra noi.
Mi spiace deludervi ma non è così.. l'ipocrisia umana che cerca di addolcire il sesso riproduttivo o  fine a se stesso  con tematiche amorose non faceva per noi. Ovviamente una coppia di gatti può innamorarsi e convivere.. ma non è un percorso obbligato, né particolarmente  comune ...
Tornando ai fatti di questa triste storia, man mano che i giorni scorrevano i gatti si facevano più spensierati.
Le uccisioni erano terminate e sembrava che il pericolo fosse in parte scongiurato.
Il principale cambiamento fu il peggioramento delle condizioni del tempo.
Il freddo si faceva più intenso e la neve cadeva tutti i giorni, spesso accompagnata da violenti raffiche, era dura continuare le operazioni ma ciononostante tutti i gatti si dedicarono ad esse col massimo impegno.
Ma come spesso accade, periodi di quiete sono solo il preludio prima della tempesta.
Eravamo di ritorno dal nostro turno, io ed una coppia di giovani gatti tigrati.
Stava nevicando.. e il vento sollevava turbini di fiocchi di neve, rendendo la visuale estremamente limitata. Mentre marciavamo verso il capannone avvertimmo con l'olfatto altri due gatti.
Si stavano muovendo fuori dall'edificio del Concilio, il che era abbastanza strano.
Quando li raggiungemmo ci vennero incontro sorridendo.
Erano entrambi giovani, uno dei due dal folto pelo arancio, ci salutò sorridendo.
- Salve Compagni, siete per il cambio immagino.. noi siamo usciti un momento, il terzo elemento della nostra squadra è Kronos e beh.. l'abbiamo lasciato un attimo in pace, sapete.. c'era una femmina dietro il capanno e …-
Kronos era un Main Coon, un gatto forte e possente appartenente ad una delle razze feline più grandi, ma era anche un tipo molto sveglio nonché membro del Concilio.
Era sicuramente in grado di badare a se stesso.. anche se ..
Però era strano.. non dovevano esserci altri gatti in giro al di fuori della mia pattuglia in rientro e la sua in uscita, e quella gatta…
Una raffica di miagolii disperati giunsero alle nostre orecchie dietro al capanno..
Una voce forte, possente, la voce di Kronos..
Mi slanciai dietro all'edificio.. lasciandomi dietro gli altri quattro gatti. Un errore forse, ma erano tutti quanti giovani e inesperti, e non avevano avuto la mia stessa prontezza di reazione.
Maledissi quella giornata, maledissi la mia stupidità e quella del povero Kronos..
Quando dopo pochi secondi arrivai sul luogo vidi solo delle macchie di sangue, sangue che si spandeva nella neve come di un corpo che veniva trascinato.
Non si vedeva nulla a causa del nevischio e del vento sferzante ma comunque mi lanciai all'inseguimento, finchè non vidi la possente sagoma di Kronos, venire trascinata a forza all'interno di un tombino spalancato.
Le sue grida furiose e disperate indicavano che era ancora vivo, ma non riuscii a capire chi o cosa lo stesse trascinando la dentro.
Quando giunsi in prossimità del tombino, mi fermai un istante…
I miei occhi si persero nell'oscurità di quel nero pozzo.. e un brivido di terrore mi scosse la colonna vertebrale.
Avvertii che gli altri gatti mi avevano raggiunto e feci per calarmi all'interno nel tombino col cuore in gola, quando avvertimmo tutti nitidamente un ultimo disperato grido di dolore di Kronos.
E infine il silenzio.
Avevo fallito, avevo fallito doppiamente.
Mi ero slanciato da solo come un'idiota rischiando di fare la fine di Kronos, e quando lo avevo raggiunto mi ero perso in alcuni istanti di puro terrore. Forse avrei potuto salvarlo, forse avrei potuto intervenire.
Ma non ci ero riuscito.
Guardai dietro di me, verso i quattro gatti spaventati a morte, erano tutti molto giovani..
Avrei dovuto guidarli .. e invece il mio individualismo mi aveva spinto a muovermi da solo, lasciandomeli alle spalle.
Ero quasi certo che gli assassini se ne fossero andati tanto velocemente quanto avevano attaccato, ma decisi comunque di scendere.
-Seguitemi .. – dissi ai miei spaventati compagni.
Un istante più tardi mi ero già calato all'interno del tombino, e in quel luogo sporco e oscuro ammirai il massiccio corpo di Kronos, martoriato con una furia indicibile.
Mi accostai al suo corpo, tastandogli il petto ancora caldo..
Vi era era uno squarcio all'altezza del cuore..
O meglio.. vi era uno squarcio, all'altezza di dove avrebbe dovuto esserci il cuore, se qualcuno non glielo avesse strappato via.
Uno dei miei compagni all'improvviso soffiò contro l'oscurità, il pelo rizzo e gli artigli snudati..
Delle sagome si muovevano nel buio, piccole numerose, i loro occhi rossi scintillanti come rubini..
-Vi siete persi gattini? Forse avete bisogno di qualcuno che vi indichi la strada verso casa? Andatevene o farete la fine di questo qui -
Le risate dei ratti rimbombarono sulle pareti.

Note
Il personaggio di Kronos è di mia invenzione, ho riscritto più volte la sequenza della sua scomparsa, inizialmente pensai a rivelare di più sui suoi assalitori e avevo pensato che Francis potesse già battersi con loro. Poi in seguito cambiai idea e lo scrissi in questo modo.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Passione nera ***


Capitolo 12 - Passione nera

Le due ore successive furono a dir poco frenetiche.
Trasportammo il corpo di Kronos all'interno del magazzino, dove si era riunita metà della popolazione felina della città.
Miagolii di cordoglio e disperazione si mischiarono per la prima volta con grida di rabbia e desiderio di vendetta.
- Silenzio!! Silenzio!! Cerchiamo di restare calmi un minuto, Compagni.. -
Il caos rimase inenarrabile per diversi minuti..
Mi accostai a Niya, sempre attenta e silenziosa quando parlavano gli altri.. decisamente un'acuta osservatrice, stava parlando con un altro gatto di Amburgo, un certo Diderot.
Costui mi era sembrato un tipo sveglio, scorgevo in lui un qualcosa di accademico.
- Qui ad Amburgo c'è una grossa comunità di ratti nelle fogne. Ma sono più pericolosi dei ratti normali, hanno una stazza maggiore, sono numerosi e organizzati .. tempo fa tentarono di organizzarsi per invadere la superficie, noi li sconfiggemmo e da allora permane una sorta di Guerra Fredda. A volte permettiamo loro di uscire in superficie e recuperare del cibo in cambio di questa tregua .. -
La cosa però non mi tornava.
Non mi tornava affatto.
Soltanto Niya sapeva del curioso particolare riguardante l'estrazione del cuore delle vittime.
I ratti non avrebbero avuto né il motivo né l'interesse di fare una cosa del genere.
Era pur vero che io stesso aveva sentito quella che sembrava essere una confessione per la morte di Kronos..  del resto le fogne erano territorio dei ratti, essi erano lì quando trovammo il corpo della vittima.
Non si spiegava però il lasso di tempo intercorso tra la morte di Kronos e la precedente vittima.
Certo, era vero che la nostra tattica di aver impedito i movimenti solitari potrebbe averli presi in fallo, ma essi avrebbero potuto attaccare i gatti rimasti in casa passando da cantine o tubature. Vittime facili, pur non trattandosi di membri del Concilio che avevano già subito pesanti perdite.
Ad essere sinceri non avevo prove per negare le tesi degli altri gatti, e non ebbi nemmeno il coraggio di farlo.
La platea era furibonda e tutti i gatti lì presenti gridavano vendetta.
Me ne uscii rapidamente senza farmi notare.
Chiusi gli occhi e cominciai a vagare nella neve, decisi che avrei raggiunto il posto di guardia più vicino per stare un po' al caldo.
Tutto pur di allontanarmi da quella folla inferocita e cercare di riordinare un po' le idee.
Quando qualcosa mi fermò..
Un odore inebriante, estasiante.
Lo seguii, fino a trovarmi all'interno di una piccola via laterale. Il manto di neve si era leggermente ispessito ma per fortuna essa aveva smesso di cadere.
E ciò mi permise di osservare con chiarezza quella visione affascinante.
Una gatta nera come la pece, dall'aspetto elegante e affilato, si dimenava e si rotolava nella neve in preda alle pulsioni di un calore avanzato.
Mossi verso di lei, lentamente e con noncuranza, attardandomi giusto un attimo per lasciare il mio odore contro un sacchetto della spazzatura parzialmente imbiancato dalla neve.
Posai di nuovo il mio sguardo su di lei e osservai i suoi splendidi occhi azzurri.
Avevano l'intensità del cielo più puro, ma li trovai in qualche modo glaciali.
Mossi alcuni passi verso di lei, era di una stazza leggermente inferiore alla mia, probabilmente non per costituzione ma per la sua età.
Mi resi conto che doveva trattarsi di una gatta estremamente giovane, probabilmente alle prese con il primo o uno dei suoi primi calori.
A questo punto credo di dovere delle spiegazioni a i miei lettori umani.
Sì, è vero.. appena qualche giorno prima mi ero accoppiato con Niya e adesso flirtavo con una ragazzina pubescente mai vista prima.
Ma eventuali freni sessuali a tal proposito hanno a che fare con la razza umana, la cui sessualità, permettetemi di dirlo, è soddisfacente, appagante e naturale meno di un centesimo della nostra.
La natura spinse me e lei ad unirci in quella viuzza poco trafficata, tra cassonetti della spazzatura coperti di neve e terrazzini con piante congelate dal freddo.
La presi con forza, senza riguardo per i suoi deboli miagolii di protesta che presto si mischiarono con acuti suoni di piacere.
Afferrai saldamente la sua collottola con le mie zanne, senza affondarle nella carne grazie ad un efficiente ed istintivo meccanismo di parziale paralisi muscolare tipico di noi gatti maschi in amore.
Quando rilasciai il mio seme dentro di lei mi ritrassi rapidamente, in attesa della tipica reazione violenta ma.. sorprendentemente, questo non accadde.
Anzi, la ragazzina rotolò sulla sua schiena, mostrandomi soddisfazione e incredibile a dirsi una sorta di sollievo..
-Fi.. finalmente.. dopo tutto questo tempo.. finalmente.. ti prego, torna da me-
L'istinto non mi concesse di indagare oltre e mi unii a lei diverse volte nell'arco di un paio d'ore.
Quando finalmente (stanco ma soddisfatto) distolsi lo sguardo da lei e mi guardai intorno,  notai l'immobile presenza di Niya su di un terrazzino.
- Ti stai divertendo Francis?-
La magnifica femmina dorata aveva assistito tutto il tempo, probabilmente mi aveva seguito fin da quando ero uscito dal capanno.
La sua voce era incredibilmente dura e tagliente nei miei confronti..
-Beh… ammetto che la nostra giovane amica qui non abbia l'esperienza di altre gatte che ho conosciuto ma..-
Lo sguardo magnetico di Niya sembrò trapassare da parte a parte il cranio della giovane gatta nera, che si accucciò con un'espressione intimidita.
-Questo è poco ma sicuro.. un po' giovane la tua nuova amica Francis..-
Dude apparve da dietro le spalle di Niya, la sua espressione era indecifrabile.
Non aggressiva, non nei miei confronti almeno.. i suoi occhi incrociarono quelli della giovane femmina, che sembrò essere ancora più intimidita di prima.
Forse addirittura spaventata.
Dude fece spallucce e il suo tono di voce divenne più amichevole
- Non è l'ideale farsi trascinare dalla passione e rischiare di diventare bersagli facili Francis, anche questo zuccherino nero avrebbe dovuto starsene rinchiusa a casa sua dai suoi padroni come le era stato chiesto di fare. Comunque io me ne tiro fuori e me ne torno a casa, per la cronaca Francis se  ti andasse di passare a casa mia sarei più che lieto di ospitarti, abito in quella vecchia casa abbandonata di fronte al magazzino di vernici in fondo alla parallela a questo viottolo.-
Trovai le parole di Dude encomiabili, mi offriva una scappatoia per evitare di passare una nottata sotto lo stesso tetto di Niya.. gentile da parte di Dude ma non avevo intenzione di mollare su questo punto.
Quando Dude se ne era andato cercai di parlare con Niya..
-Sai.. non per essere troppo diretto Niya, ma credo che tu debba scusarti almeno con la ragazza qui.. mi sa tanto che era al suo primo calore e non si rendeva evidentemente conto di correre dei rischi.-
Gli occhi di Niya trapassarono i miei questa volta
E vi confesso che ebbi paura
-Francis.. vattene.-
Non alzò il pelo, non snudò gli artigli, ma il suo tono di voce mi gelò il sangue nelle vene.
Chiamatemi pure codardo se volete.
Ma me ne andai.
Lasciai sole le due gatte dentro le quali risiedeva il mio seme, e dal quale sarebbero nate delle nuove vite.
Non avevo nessun altro legame con entrambe.
Non conosceva quella piccola lolita dal pelo nero, e Niya beh.. non sapevo che pensare di lei.
Tornai al capanno. Mi sorbii il caos dei gatti inferociti per alcuni minuti, fino ad addormentarmi.
Non sognai nulla.
Strano.

Note
Ci risiamo... direte voi XD
No.. state tranquilli, la realizzazione di un secondo capitolo-scena erotica è stata solo parzialmente frutto della mia mente perversa XD
Ad esser sinceri il personaggio di questa gatta di mia invenzione e l'incontro con Francis e le sue conseguenze sono assolutamente vitali per lo sviluppo e la risoluzione del caso. Inizialmente non ci sarebbe dovuta essere la scena di sex nel loro incontro, ma nella prima bozza poi non tornavano dei moventi, e allora è stato abbastanza inevitabile inserire nuovamente una scena VM.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Il nemico rivelato ***


Capitolo 13 - Il nemico rivelato

Il giorno successivo erano tutti lì di fronte a quel tombino.
Un centinaio di gatti, forti e abili alla lotta, pronti ad entrare nelle fogne per l'ultimo atto della loro battaglia.
Non dissi nulla dei miei sospetti a Niya, non ci eravamo parlati dal giorno precedente.
Non sapevo se fosse in collera con me semplicemente per avermi visto con un'altra femmina, sarebbe stata una cosa stupida.. non da gatti. Certo.. è possibile che due gatti si innamorino e formino una coppia, ma non è una pratica molto diffusa nel mondo felino. Quando una femmina ha bisogno di un maschio ella accetta il primo gatto in salute che cerchi di unirsi a lei, a meno di eventuali concorrenti.
Vagai distrattamente nella neve, non mi interessavo alla possibilità di essere attaccato dal killer, avevo come la sensazione che l'intera vicenda stava per finire.
Senza rendermene conto oltrepassai il capanno, e raggiunsi lo stesso viottolo dove si era consumata l'unione carnale tra me e la lolita dal pelo nero.
All'improvviso la mia zampa urtò contro qualcosa sotto il nuovo strato di neve caduto nella notte.
La spazzai via e fissai con orrore lo spettacolo dinanzi a me.
La bella gattina nera giaceva lì, il corpo flagellato senza pietà e congelato in una posizione di sofferenza.
Chiusi gli occhi per un istante, non trattenendo una lacrima per il suo terribile destino, dopodichè la esaminai con più attenzione.
La giovane femmina era stata letteralmente sventrata, potevo vedere come le sue interiora erano state sparse attorno a lei benché oramai si fossero schiacciate e congelate a causa del ghiaccio.
Con un moto di disgusto osservai che il killer si era concentrato come una furia sul suo ventre, aprendolo in due ..
Addirittura notai come fosse stato squarciato il suo stesso utero, luogo sacro per ogni creatura vivente perché vera e propria culla della vita.
Potevo intravedere il mio stesso seme al suo interno, oramai congelato e morto.
Le cause della morte erano evidenti.. nessun segno al collo, e nessun taglio lungo il petto.
Doveva essere spirata rapidamente, ma non senza sofferenza.
I miei occhi si socchiusero per la rabbia.
Niya.
Il corpo era lì nella stessa posizione in cui l'avevo lasciata ieri, e la morte doveva essere sopraggiunta di lì a poco.
Dude si era già allontanato e io me ne ero appena andato.
Soltanto Niya era rimasta lì, e nessuno l'aveva vista per alcune ore.
Il desiderio di civilizzazione, il desiderio di costruire una sorta di società ideale.
Tutto questo era profondamente legato agli istinti umani, e la gelosia era uno di quegli istinti.
Tornai come un razzo dagli altri gatti che stavano per penetrare nel tombino.
E lì, davanti a tutti, denunciai la morte della giovane e accusai la gatta dorata del suo omicidio.
Ancora oggi faccio fatica a rammentare le mie parole, tanto erano intrise di desiderio di vendetta.
La accusai di ipocrisia, la accusai di essere diventata una mezza umana.
Ero fuori di me.
La logica mi portava a considerare Niya come l'assassina della giovane gatta nera.
Pallino e Dude cercarono di prendere in mano la situazione chiedendo a Niya di discolparsi.
-Non l'ho uccisa io.. –
Furono le sole parole che riuscirono a tirarle fuori in quel frangente.
Il suo sguardo rimase fermo, deciso, imperturbabile.
Dichiarava la sua innocenza senza fornire dettagli o cosa avesse detto e fatto con la giovane gatta.
Non potevo crederci.
Il suo mutismo, la sua mancanza di una qualsiasi argomentazione mi sconcertava e mi faceva infuriare.
Avrei desiderato sbagliarmi.
Avrei voluto che Niya con fare lungimirante dimostrasse la propria innocenza con un alibi di ferro, ma lei non lo fece.
Pallino concluse la questione in modo sbrigativo.
-Basta così, quello che è successo non ha precedenti da anni ad Amburgo, Niya era un'esterna benché nostra amica ed alleata ed ha commesso un omicidio passionale. La vittima si chiamava Cloe, era una giovane gatta a cui era stato detto di rimanere nella casa del suo padrone, ma trovandosi per la prima volta in calore ha avuto come partner il Compagno Francis, suscitando la gelosia di Niya. Il comportamento di Niya è stato terribile, degno dei più infimi comportamenti umani, pertanto ella non sarà più una nostra Compagna e non merita più tale appellativo. Dude e altri due Compagni la condurranno alla sede del Concilio e non le toglieranno gli occhi di dosso fintanto che la battaglia contro i ratti non sarà finita, in attesa del giudizio definitivo .. .-
Me ne andai.
Non potei sopportare oltre.
Non degnai nemmeno di uno sguardo Niya, mi sentivo tradito da lei.
Io avevo agito secondo natura e secondo la morale felina.
Lei aveva agito secondo un egoismo e una violenza proprie della razza umana, e non aveva fatto nulla per smentire le accuse. Nulla..
Decisi di andare a visitare ancora una volta il corpo della giovane gatta.. Cloe, così l'avevano chiamata. Era ancora là.. esattamente dove l'avevo lasciata, avevo sperato di essermi immaginato tutto quanto. Ma non è stato così..
Cercai di ripulire dalla neve e dal ghiaccio il suo corpo e nel farlo notai qualcosa che non avevo visto prima.
Sulla neve, in diversi punti, vi erano delle strane macchie gialle.
Per un attimo pensai si trattasse di qualche liquido fuoriuscito dal cadavere.. oppure emesso dai nostri corpi durante il nostro accoppiamento.
Ma il suo intenso colore giallo mi lasciava perplesso.. avvicinai il muso e notai come una di quelle macchie avesse in realtà uno spessore, una densità. Lo tastai con la zampa ma ... il liquido mi rimase appiccicato sopra.. cercai di ripulirmi con la lingua e.. dovetti ingoiare della neve per mandar via il sapore.
Il mio istinto di detective stava affiorando di nuovo..
Spazzai con le zampe alcuni metri di neve e scoprii altre tracce di quello strano liquido denso.
Formavano una scia..
Nei minuti successivi procedetti gradualmente.. spazzando parte della nave e rinvenendo altro di quel liquido raggrumato fino a che realizzai trattarsi di una sorta di traccia o percorso.
La traccia proseguiva oltre un cancello di legno che dava sulla parallela a quella piccola via.
Una volta trovata la direzione giusta, indicatami dalle macchie, proseguii.
Alla fine giunsi dinanzi al magazzino abbandonato..
Un magazzino di … vernice.
Entrai come una furia al suo interno attraverso una vetrata rotta, e rimasi per un attimo interdetto nell'osservare decine di bidoni di vernice abbandonati. Molti erano vuoti però..
Non tutti lo erano e dopo una breve ricerca scoprii un bidone parzialmente chiuso dal suo coperchio.
Un bidone ricolmo di vernice.. vernice gialla.
Nella mia mente iniziava a farsi strada un'ipotesi.
Guardai da una delle vecchie finestre che davano sulla strada.. e di fronte al magazzino vi era una casa. La casa di Dude..
Una volta entrato in casa sua agii rapidamente.. era chiaro che il gatto viveva senza padroni, ma non mancavano libri accatastati e un vecchio televisore funzionante..
Per un attimo rimasi affascinato nell'aver trovato un gatto che apprezzava la cultura come me..
E mi persi nell'osservare i suoi libri..
Molti di essi parlavano di gatti e altri animali, ma vi erano testi di storia, filosofia.
E anche di mitologia antica e storia.
Non potevo però perdere altro tempo.. dovevo trovare la verità.
Così diedi una spinta alla colonna di libri, facendoli cascare per terra.
Nascosti dietro ai libri trovai alcune vecchie videocassette.
Evidentemente Dude non si aspettava che ci fosse un gatto desideroso di ribaltare la sua casa da cima a fondo, quindi non li aveva nascosti con eccessiva accuratezza.
Nei minuti che seguirono riuscii con fatica ad afferrare tra i denti quelle videocassette e ad inserirle nel video-registratore.
Il primo video era sicuramente interessante.. parlava di una società segreta, la Società di Thule e le loro ricerche occulte. Ricordai con vago interesse che la Società era strettamente collegata alla nascita del Nazismo e secondo alcune tesi essa aveva avuto un ruolo fondamentale nelle operazioni segrete del Terzo Reich.
Il secondo e ultimo video, più antico e in bianco e nero, fu però quello decisivo.
Non dimenticherò mai le parole e il volto dell'uomo che lo incise…
-Il mio nome è Josef Mengele e lascio questo video ai posteri, per testimoniare come io fossi stato sul punto di realizzare il mio sogno.-
Era un umano dall'aspetto comune, con indosso un camice bianco dall'aria formale. Tuttavia all'improvviso qualcosa lo scosse.. un rumore di fondo, come un'esplosione l'uomo per un attimo guardò oltre la telecamera.
-Presto qui sarà tutto finito, il nostro sogno della Grande Germania sembra essere ormai perduto. Ma ciò che abbiamo mancato di realizzare oggi, verrà compiuto domani. Lascio questo documento a voi, come testimonianza delle mie ricerche. La Società di Thule ci è stata immensamente d'aiuto nel nostro sviluppo e anche se spero di imbarcarmi presto per l'Argentina, non sono sicuro della mia sopravvivenza in questi giorni terribili. Spero comunque che questo filmato raggiunga le mani sicure della Società e.. -
Un'altra esplosione, l'uomo si rannicchiò un istante, mentre polvere e calcinacci lo sfiorarono..
- Non ho molto tempo. Ma sappiate che i test e le sperimentazioni sono riusciti.
I test evidenziati su delle cavie hanno portato ad un successo insperato. I caratteri genetici X a noi interessati si sono rivelati DOMINANTI, trasmettendosi con una percentuale del cinquanta per cento alla generazione successiva se uno dei genitori era un individuo X. E cosa ancora più importante, siamo riusciti a forzare biologicamente la nascita di parti GEMELLARI. Questo ha fatto sì che indipendentemente dal genitore non X, i figli prodotti siano tutti identici tra loro. E nel cinquanta per cento dei casi essi ereditavano tratti estetici esteriori di tipo X, nei casi in cui non lo facevano, gli individui si manifestavano comunque in parti gemellari e questo ci permetteva di epurare facilmente le cucciolate senza i tratti genetici X e preservare la purezza dei portatori genetici..

L'uomo mise in mostra una cesta, il filmato era in bianco e nero, ma potevo vedere chiaramente come la femmina fosse nera come la pece, così come i suoi gattini.
Questa è stata l'ultima cucciolata, tutti i figli hanno ereditato gli stessi tratti genetici. Se solo riuscissimo a far sì che anche gli esseri umani potessero generare individui in questo modo, potremmo ottenere individui di pura razza ariana anche a partire da incroci mezzosangue e allora..
Il filmato si interruppe bruscamente..
Il resto della pellicola era evidentemente andata perduta, forse bruciata nelle vicissitudini del passato conflitto mondiale.

Note
Capitolo molto importante. Mi dispiace molto di aver fatto morire Cloe, ma era necessario per i fini della trama. Riguardo alle informazioni dei filmati, la Società di Thule, realmente esistita, era una società occulta semi-segreta cresciuta nell'ambito di una sotto-cultura pseudo-mistica tedesca con rituali e ricerche su civiltà perdute e poteri ultraterreni. Sono note ricerche svolte da membri o associati alla Società nel Polo nord e in estremo oriente, dal Tibet alla Cina. Diversi membri della Società avranno un ruolo chiave nel regime Hitleriano del Terzo Reich, tra cui lo stesso Hitler, il regime nazista durante gli anni '30 finanziò e aiutò le ricerche della Società . Molte delle attività della Società non sono ancora state chiarite, si presume che la Società sia decaduta con la fine della Seconda Guerra Mondiale, benché molti membri sopravvissero al conflitto.
Joseph Mengele era uno scienziato che operava nei campi di Sterminio delle SS, noto per la sua spietatezza e la sperimentazione su cavie umane prese dai campi, tra le sue ossessioni vi era il rendere ariane persone che non lo erano, colorando con varie tecniche occhi e capelli.
Difficilmente le persone sottoposte a trattamento sopravvivevano.
Joseph Mengele sopravvisse alla caduta di Hitler e scomparve misteriosamente. Di lui si seppe poco, venne segnalato in diversi paesi sudamericani dove ex-membri delle SS avevano fondato la ODESSA, un'organizzazione per permettere ad ex-SS e membri del partito Nazista di trovare rifugio presso dittature sudamericane. Mengele venne ritrovato morto solo anni dopo, in maniera misteriosa, presumibilmente annegato. Dopo alcuni decenni, delle ricerche rivelarono la presenza di alcuni villaggi centro-americani, dove Mengele aveva studiato e lavorato durante il suo esilio.
In questi villaggi è stata riscontrata un'incredibilmente alta frequenza di nascite di bambini biondi e con gli occhi azzurri, moltissimi nati da parti gemellari e pluri-gemellari.

Post Scriptum
Quando scrissi questa fanfiction parlai di Società di Thule, ma ad essere corretti la Società era stata già sciolta ai tempi della Seconda Guerra Mondiale, al suo posto operava la più famosa Aehnerbe, che aveva assorbito molti membri della Società.
All'inizio ero convinto che la società esistesse ancora ai tempi della guerra, poi in seguito decisi di mantere il nome perchè effettivamente suona più misterioso.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Rinascita e Morte ***


Capitolo 14 - Rinascita e morte

Correvo per le strade di quella città innevata con tutto il fiato che avevo in corpo, ma sapevo in cuor mio che sarei arrivato troppo tardi.
I miei timori si rivelarono fondati, e quando raggiunsi il capanno dove avrebbero dovuto trovarsi Dude e Niya, trovai solamente i corpi degli altri due gatti di guardia. Ad un rapido sguardo constatai come fossero stati uccisi rapidamente, le gole tagliate.
Non avevo tempo da perdere per pensare, non avevo tempo da perdere per ragionare.
Raggiunsi in poco tempo il tombino spalancato, i gatti di Amburgo erano già entrati nelle fognature, e una volta che mi calai nell'umida oscurità potei sentire le lontani grida di battaglia tra i gatti e i ratti delle fogne.
Chiusi gli occhi e cercai di concentrarmi sull'odore di Dude, non una cosa tanto facile.. ma nel mezzo di tutti gli odori che potevo avvertire in una fogna, riuscivo a percepire anche il suo.
Iniziai a districarmi con cautela in quel che si rivelò ben presto essere un labirinto, ma continuai a seguire quell'odore acuto, che rivelava ancora le tracce della vernice..
Ogni qual volta la sua traccia si faceva più forte, cercavo di fare una deviazione, infilarmi dentro un canale o un passaggio parallelo per evitare spiacevoli incontri.
Mentre attraversavo uno di questi, un guizzo nero attirò la mia attenzione.
Abbassai lo sguardo su di una grata arrugginita, sotto di me potevo vedere un corridoio più grande e dopo una manciata di secondi vidi una coppia di gatti neri muoversi rapidamente.
Li potei osservare per poco più che un istante, ma ero quasi sicuro che non si trattava dei gatti di Amburgo. Mi mossi con cautela un poco più avanti.. ma evidentemente non lo feci abbastanza silenziosamente.
Dopo pochi minuti sentii l'odore della vernice sul pelo di Dude svanire.. rimasi fermo un istante, incerto sul da farsi, quando avvertii un'ombra dietro di me. Fu una sensazione rapida, dopo di essa venne soltanto il dolore alla testa e la consapevolezza di essere quasi svenuto.
Rinvenni, anche se non del tutto.
-D…Dude…Dude…-
Ero vagamente consapevole del fatto di essere trascinato su di una superficie metallica ma non avvertivo né odori né suoni attorno a me.
Infine quando i miei occhi si aprirono nuovamente, il dolore alla testa mi trafisse come una pallottola sebbene la mia vista si fece sempre più chiara.
Dude era seduto esattamente di fronte a me, un'espressione un po' sorpresa e un po' soddisfatta sul volto, che non cercava di nascondere un sorriso.
-Ben svegliato Francis, devo dire che ti sei dimostrato ben oltre le mie aspettative.. non mi sarei aspettato che saresti venuto a farci visita così rapidamente, il tempo purtroppo non è dalla nostra.. ma muoio dalla voglia di sapere come sei giunto fin qui e perché facevi il mio nome un istante fa-
Raccogliendo le mie forze cercai di sollevarmi, ma immediatamente diverse zampe feline mi schiacciarono a terra, immobilizzandomi.. sentivo i loro artigli sfiorare la mia pelle ma fortunatamente i miei aguzzini li tenevano parzialmente retratti.
- Cloe… quella povera ragazza.. io.. io non avrei mai sospettato di te, ma ti sei tradito all'ultimo… nella tua fretta l'hai uccisa poco dopo esserti coperto di vernice, senza aspettare che si asciugasse o senza coprirne l'odore. E' stato trovando gocce di quella vernice che ho raggiunto la tua casa. ed è stato seguendo l'odore della vernice che ti ho trovato… anche se ora l'hai coperto in qualche modo-
Per un istante i freddi occhi di Dude fissarono i miei…
-Ti è piaciuto farti quella sgualdrina Francis? Cloe doveva pagare..-
Sollevai il capo, urlando la mia rabbia contro di lui - Pagare?? Era una gatta giovane, innocente e inesperta, ora capisco… tu usavi lei e altre come lei per adescare le vittime! Ognuno dei gatti uccisi poteva essere un formidabile avversario, e avrebbe ferito e lasciato tracce di sangue dei suoi assalitori… ma non se erano troppo impegnati a flirtare con delle femmine! Solo ora capisco.. avevi omesso di raccontarmi che tra le vittime non vi erano femmine, Pallino probabilmente credeva che tu me lo avessi detto.. –
Le mie parole vennero travolte da una furia ancora maggiore quando Dude parlò..
-Quella schifosa piccola troietta era andata oltre al suo compito.. accoppiarsi con un gatto di razza impura come te… mai avrei permesso che partorisse bastardi mezzosangue!! –
Dude abbassò il muso e si leccò una zampa, una smorfia di disgusto comparve sul suo volto..
- Ho sacrificato il mio splendido manto nero per infiltrarmi tra i gatti di Amburgo e diventare uno di loro, il contatto quotidiano con la vernice mi ha intossicato… ecco perché perdo pelo e sono magro e debole paragonato ad altri maschi della mia età. Mi resta molto poco da vivere e non posso nemmeno avere figli miei perché l'intossicazione mi a reso sterile… -
Il suo sguardo era velato da un'ombra di tristezza..
- Hai visto giusto Francis, io ho ucciso Cloe ma l'ho fatto per un bene, per un ideale superiore.. ho sacrificato la mia vita, il mio essere gatto per questo sogno.. se sei entrato in casa mia come hai detto, avrai scoperto di cosa si tratta … ed ora tu e Niya ne sarete muti spettatori..-
Sollevai debolmente il capo.. e vidi come non molto distante da me anche Niya era nella mia stessa identica situazione, prigioniera ma viva e cosciente..
Dude rise..
-Povera povera Niya.. credeva di essere furba.. pensavi fosse stata lei a uccidere Cloe, ma la nostra bellezza dorata qui si era semplicemente allontanata in preda alla gelosia. Sai.. credo che nonostante le apparenze si sia affezionata a te.. ma al contempo è sempre rimasta così ligia alla sua causa.
A tal punto da farsi catturare e farsi credere colpevole pur di potermi avere tra gli artigli.. peccato che un paio dei miei fossero pronti ad intervenire in una situazione come questa.. –
Guardai con sgomento i due gatti che trattenevano Niya, il loro lucido manto era bianco come la neve.. ma si vedeva chiaramente come anch'essi avessero tinto il loro pelo con della vernice.
Non da molto tempo però.. non a tal punto da subire il processo di intossicazione, e così erano rimasti sufficientemente forti per aiutare Dude e uccidere le guardie.
-Ma ora ammirate la nostra eredità !!! Ciò che la Società di Thule aveva mancato di realizzare, noi oggi lo porteremo a termine, Fratelli e Sorelle!!-
Volsi lo sguardo e contai dozzine di gatti tutt' intorno a noi..
Realizzai all'improvviso che dovevamo trovarci in uno snodo centrale della fognatura, ci trovavamo su di una piattaforma arrugginita e vi era spazio sufficiente per..
Per tre grosse strutture metalliche.. sembravano quasi uncini, erano chiaramente di costruzione umana, ma ne ignoravo la funzione..
Le tre braccia metalliche erano ricoperte di simboli, tuttavia potevo chiaramente notare come ognuna di esse fosse collegata a delle prese elettriche, evidentemente collegate alla rete elettrica cittadina.
Ma l'aspetto più inquietante di quell'affare era cosa si trovasse deposto in mezzo alla congiunzione esatta dei tre archi metallici.
Una montagnola di materiale organico, di natura indecifrabile….
Dude si mosse rapidamente di fronte al cumulo e volse lo sguardo di nuovo verso di me..
- Ci sei quasi Francis, guarda con attenzione…. mesi e mesi di fatiche e sangue. Cento cuori, Francis… cento cuori di nemici, palpitanti di vita e di passione. Ecco cosa necessitavamo, ecco cosa la Società di Thule non riuscì a realizzare. Essi erano umani dopotutto, e per questo imperfetti.. non avrebbero mai potuto realizzare il Grande Sogno ed erano destinati al fallimento fin da principio, ma oggi unendo la tecnologia umana, i Segreti di Thule e i cuori dei nostri nemici … -
I suoi occhi trafissero i miei….
- Cento cuori.. cento vite… per riportarne indietro una sola .. –
I gatti neri intorno a noi cominciarono a cantilenare una bassa litania.. e da un canale laterale altri gatti neri apparvero, scortandone al centro uno più piccolo.
Un giovane gattino, poco più che un cucciolo ma che doveva sfiorare la maturità... il suo volto era rapito in un'espressione trascendente e sognante..
Fu in quel frangente che all'improvviso, dal corridoio dal quale eravamo giunti, udimmo distintamente urla di gatti in battaglia.
Dude si voltò, il volto contratto dall'ira, e dal corridoio sbucò Pallino.. sanguinava leggermente da alcune ferite ma la sua espressione era trionfante e dietro di lui si accalcavano altri gatti di Amburgo..
-Tu!! Come diavolo ai fatto a trovarci !-
Pallino emise un leggera risata..
-Dovevi sceglierti meglio i tuoi alleati Dude.. mi è bastato arrivare al Grande Topo e minacciarlo di affilarmi gli artigli su di lui perché mi spifferasse tutto..-
Il suo sguardo calò sia su di me che su Niya..
-Ammetto che le sue indicazioni non erano molto precise… ma non c'è niente di più preciso e potente che l'odore di un maschio che cerca di salvare la sua femmina in pericolo di vita… -
Con un grido rabbioso Dude fece cenno ai suoi gatti di attaccare e la battaglia infuriò tutto intorno a noi… avvertii che i gatti che mi placcavano a terra stavano per calare le loro zanne su di me per finirmi, ma un lampo rosso-arancione urtò contro di loro, mandandoli a rotolare sulla grata.
Lo sguardo caldo di Pallino incontrò i miei occhi e mi slanciai con lui in battaglia.
Cercai di raggiungere Niya, ma la femmina si era già liberata di uno dei suoi aguzzini che giaceva morto con la pancia sventrata.. mi gettai addosso all'altro e rotolammo insieme per terra artigliandoci furiosamente..
Tuttavia ebbi il vantaggio della sorpresa e prima che potesse reagire affondai le zanne nel collo del gatto dal pelo dipinto di bianco. All'orribile sapore della vernice si aggiunse quello intenso del suo sangue. Un istante più tardi mi sollevai dal suo cadavere e Niya mi si avvicinò..
Stava per dirmi qualcosa quando di colpo l'oscurità della fognatura venne illuminata da una luce bluastra..
Tutti i gatti lì presenti si immobilizzarono, mentre un basso ronzio penetrò le nostre orecchie ..
Il macchinario era stato attivato e Dude era davanti ad esso, con lo sguardo raggiante..
All'improvviso le tre braccia metalliche emisero un raggio che polverizzò all'istante la montagnola dei cento cuori .. le ceneri si sparsero ovunque, ma nel punto dove prima c'era il cumulo, iniziò a generarsi un campo di raggi dai colori più disparati..
Senza che nessuno di noi ebbe la possibilità di intervenire, il giovane gatto con l'aria sognante si infilò sotto il raggio congiunto degli archi di metallo.
Per un istante il suo corpo venne sollevato da quelle energie misteriose e rimase sospeso a diversi centimetri da terra, quando improvvisamente l'energia degli archi venne meno.
La luce si spense, il ronzio cessò e il giovane gatto ricadde sulla grata.
Tutti noi, gatti neri e gatti di Amburgo, rimanemmo immobili e silenziosi.
L'unico a muoversi fu Dude..
Lentamente.. come un padre che si avvicini al suo gattino, Dude si accostò al giovane…
-Bentornato tra noi, mein Führer.. –
I miei occhi si aprirono dallo stupore e dallo sconcerto, mentre il volto di Pallino era contratto in una smorfia di rabbia e incredulità… Niya invece mantenne un'espressione concentrata..
- Ascoltatemi con attenzione, mein Führer, potreste non essere in grado di comprendere come far funzionare il vostro corpo… muovetevi con cautela e cercate di respirare lentamente…-
Il gattino parlò… la sua voce era acuta, esattamente come quella di un giovane gatto qualsiasi..
-D.. dove mi trovo? E..Eva dove sei? Non ti sento… io… Joseph.. cosa sta succedendo? I Russi stanno arrivando ma.. –
Dude mosse una zampa e accarezzò con tenerezza il gattino, cercando di scaldarlo e di mantenere un contatto fisico con lui…
-Mi ascolti attentamente mein Führer, sono passati molti anni dalla fine del conflitto e la vostra vita come quella della Signora Braun come quella del Ministro Goebbels era finita… tuttavia la Società di Thule, oramai scomparsa, aveva lasciato dietro di se la possibilità di riportarla tra noi e… -
Il giovane gatto improvvisamente sembrò discernere Dude con chiarezza, e lo sconcerto apparve sul suo volto…. –Un..un momento.. ma.. ma tu sei un gatto come ..come..-
Dude sorrise dolcemente..
- Credevate che fossimo solamente animali, ma non è così mein Führer, noi siamo i discendenti dei gatti di Josef Mengele, rammenta il suo sogno di creare individui in grado di mantenere i caratteri genetici dominanti? e trasmetterli tramite parti gemellari? Ebbene noi siamo quel sogno realizzato, la razza umana si è dimostrata incapace di realizzare l'Impero Millenario e la dottrina del Lebensraum si è dimostrata non realizzabile. Ma ora che lei è tornato a nuova vita come uno di noi, insieme potremo … -
Un'acuta risata risuonò nella sala…
Il giovane gatto si divincolò rapidamente tra le zampe di Dude, e zampettò allegramente tutto intorno a lui…
L'espressione di Dude era più che imbarazzata..
-Ma … mein Führer, questo non è il momento di …-
Colui che un tempo era stato un uomo di nome Adolf continuò imperterrito a gironzolare attorno a Dude con' espressione beata sul muso, ad un certo punto spiccò un balzo e rotolò sulla schiena..
-E'.. è fantastico! Odori, suoni… è indescrivibile !!! Posso sentire il battito dei cuore di un paio di topi sotto di noi, e posso dall'odore capire un sacco di cose su ognuno di voi…-
L'espressione di Dude si fece più seria..
-Mein Führer, mi ascolti attentamente, come noi siamo gli eredi del suo sogno, quegli altri gatti che stanno dinanzi a voi sono gli eredi dei vostri antichi nemici. Sono quanto più si avvicina a quei maledetti Bolscevichi che distrussero la nostra amata Berlino.. cento dei loro sono stati sacrificati per riportarla qui da noi, ed essi presto conosceranno la nostra furia, quando.. –
Il giovane gatto zampettò un po' più vicino a noi, pur mantenendosi a distanza di sicurezza egli ci adocchiò con uno sguardo curioso e cercò di annusarci da lontano..
-Pazzesco… gatti Rossi, chi l'avrebbe mai detto.. –
Poi mosse il capo lentamente verso Dude e per la prima volta parlò con un tono di voce leggermente arrogante e saccente..
-Conosco le procedure di reincarnazione della Società di Thule, poiché io stesso ne feci inizialmente parte, ti sono grato per avermi riportato in questa vita.. –
Il mio cuore si sentì pesante… cento vite erano state spente, spazzate via per riportarlo in vita, e non aveva fatto un minimo cenno o una minima manifestazione di emozione per esse…
Il giovane gatto parlò ancora..
- Tuttavia cosa ti fa credere che io voglia essere il tuo Führer, sei un gatto!! E inoltre… senza Eva al mio fianco, è come se se fossi ancora morto.. -
La sua voce era diventata improvvisamente triste.. sembrava che riuscisse a passare da un sentimento ad un altro in una manciata di secondi…
-Ma ...mio Führer, noi abbiamo fatto tutto questo per lei !! Insieme potremmo prendere il controllo di Amburgo, espandere la nostra razza, moltiplicarci e dominare sulle altre razze di gatti e…-
La voce del giovane gatto tornò allegra e squillante all'improvviso..
- E cosa ti fa credere che sia questo il mio desiderio ? Con un corpo come questo dovrei mettermi a parlare e a fare quello che feci nella mia vita passata ? Ma assolutamente no! Non voglio farlo ! Voglio chiudere gli occhi e annusare tutti gli odori di questo mondo! Voglio correre nei prati, libero di fare quel che mi pare, voglio dare la caccia e mangiarmi un bel topo ! Crudo, col sangue dolce a sporcarmi la bocca! Poi voglio dormire ore e ore senza preoccupazioni e poi magari mi troverò anche una bella femmina.. certo che voi gatti non nascondete mica certe cose con i vostri odori… -
Trottando con la coda ben alzata, il giovane gatto si mosse vicino a Niya…
-Tu per esempio… riesco a sentire che hai avuto un maschio poco tempo fa.. –
I suoi occhi scintillarono..
- Mi piacerebbe vedere i tuoi gattini quando nasceranno.. –
Pallino si mosse lentamente verso il giovane gatto, Dude era letteralmente paralizzato dallo shock causato dalle parole del giovane e gli altri gatti neri non sapevano cosa fare..
Pallino però sembrava avere qualcosa in mente.. il muso contratto dalla furia, la bella pelliccia striata di sangue non suo…
- Tu vuoi uccidermi, perchè?-
Il giovane sembrava più sorpreso che spaventato…
-Hai causato la morte di milioni di persone, hai spazzato via l'Europa, hai distrutto città, villaggi, hai fatto soffrire interi popoli.. credevi fosse un tuo diritto sterminare coloro che non ti andavano a genio, dopo tutti questi anni tu pagherai. –
Lo sguardo del giovane era triste, ma non rassegnato…
- Non rinnego nulla di quello che ho fatto, gatto dal pelo color del fuoco, ma ho intenzione di seppellire quel passato dietro di me. So bene che la vita di un gatto è breve rispetto a quella a cui ero abituato, mi è stato concesso di viverla e ho intenzione di farlo nel più naturale dei modi. Non sarò una minaccia per te e i tuoi gatti… ad essere sinceri, proprio non me ne importa un accidenti di chi siate o cosa vogliate -
La zampa di Niya si mosse lentamente e si posò su quella tesa di Pallino..
Gli occhi della gatta dorata raggiunsero quelli del leader senza paura ..
- Quell'uomo meritava di morire, meritava di soffrire… ma il gatto che hai dinanzi ha te è solo un'ombra dell'uomo che è stato. Cento Compagni sono morti per lui, ma egli non ne ha colpa diretta, lascia che viva, lascia che diventi un nuovo individuo.. non è più una minaccia per nessuno.-
L'urlo di Dude rimbombò nella sala, come una furia il gatto dal pelo tinto di giallo si scagliò sul giovane … - Traditore !!! Morirai per questo !!!!-
Dude cozzò direttamente contro il giovane gatto, scaraventandolo al di là della grata di metallo dove scorreva l'acqua delle fogne.
Agii d'istinto, e mi slanciai a mia volta contro Dude..
Vedevo ancora dinanzi a me il corpo squarciato di Cloe e degli altri gatti uccisi, vedevo i cento cuori che egli aveva strappato con la forza, vidi nella mia mente le immagini del Conflitto del secolo scorso, una guerra brutale che aveva flagellato la terra, gli uomini e anche il mondo animale. Dude voleva riportarci in quella barbarie per inseguire un sogno di purezza.
Rammentai il mio sogno.. cadaveri su cadaveri, umani ma con occhi da gatto, e in cima un gatto con occhi da umano. Che differenza c'era tra noi gatti e gli umani?
Vittime.. vittime e carnefici, a prescindere dalla nostra razza.
Quando mi avventai su di lui percepii immediatamente la debolezza fisica del mio avversario..
mesi di complotti e omicidi, la lenta intossicazione causata dalle vernici aveva distrutto quel corpo riducendolo ad un'ombra dello splendido gatto che avrebbe potuto essere..
I miei artigli scavarono dei solchi sui suoi fianchi ma la sua reazione fu estremamente debole, quasi come se non volesse battersi, come se avesse già perso tutto quello che sognava e desiderava.
L'urto del mio stesso attacco lo fece cadere oltre il bordo della piattaforma. Quando sporsi lo sguardo, vidi come il suo corpo trascinato dalla corrente fosse finito davanti all'imboccatura di un canale più stretto.. erano stati collocati degli spunzoni di metallo per raccogliere eventuali materiali galleggianti e impedire che entrassero nel canale..
Essi erano stati letali a Dude, e il suo corpo era lì… trafitto da quegli spunzoni, mentre il sangue tingeva di rosso l'acqua delle fogne.
Distolsi lo sguardo un instante… finchè sentii le parole di Niya …
-Lui… non c'è.. è sparito..-
Tornai a guardare… il giovane gatto non era lì, non era stato trafitto..
La voce affaticata di Pallino si fece strada nella mia mente ..
-Era più piccolo.. deve essere passato indenne tra due di quelle punte metalliche.. quella galleria è solo parzialmente piena d'acqua, se non sbaglio.. dovrebbe condurre direttamente ad uno scolo oltre la periferia della città.. in campagna… -
La sua voce si fermò un istante, ed acquisì maggior sicurezza…
- E' probabile che l'abbia scampata, se arriverà nella campagna e imparerà a cacciare.. ci sono buone possibilità che sopravviva. L'inverno è quasi finito e la primavera è alle porte.. –

Note.
Il capitolo con il climax finale conclusivo. I ratti e il Grande Topo sono ancora una citazione dalla Gabbianella e il Gatto.
Riguardo la procedura di re-incarnazione.. beh non c'è molto da spiegare nel dettaglio, in Felidae ne capitano di cose strane- semi-magiche -improbabili.
Il personaggio del giovane gattino nero è, come avrete immaginato, nientemeno che la reincarnazione di Adolf Hitler. Ho pensato a lungo alla sua reazione, ed ho deciso di basarmi per il suo carattere sull'Hitler degli ultimi giorni della sua vita, un pazzo sì.. ma un pazzo distrutto e spezzato, senza più desiderio o progetti. Le persone che cita nelle sue prime parole sono la sua amante-moglie Eva Braun, sposata poco prima che entrambi si tolgano la vita. L'altro è invece Joseph Goebbels, l'ultimo gerarca nazista al fianco di Hitler, nonché l'ultimo che gli fosse stato fedele durante la caduta. Ministro della Propaganda, egli si tolse la vita con la moglie, non prima di aver ucciso uno per uno tutti i loro sei figli, avvelenandoli con capsule di cianuro
Bisogna sottolineare che moltissimi dei più fidati uomini di Hitler, da Goering capo dell'aviazione, ad Albert Speer, fino al ferocissimo Himmler, probabilmente più nazista dello stesso Hitler lo avevano tutti abbandonato e tradito.
Hitler in questa storia è il mostro che ha perso se stesso e il desiderio di essere un mostro.
Ritrovandosi in un corpo come quello di gatto egli ci mostra tutto lo stupore e la meraviglia di un essere umano che all'improvviso dovesse ritrovarsi in un corpo da gatto.
Non c'è da stupirsi quindi che egli non desideri altro a questo punto, col disappunto di Dude.
Sono stato tremendamente combattuto sul suo destino in questa fanfiction.
Un finale prevedeva che sopravvisse e si integrasse coi Gatti di Amburgo, e anzi una delle scene finali prevedevano lui al fianco di Niya ma ho deciso categoricamente di scartarlo.
Un altro finale invece includeva la sua uccisione per mano di Dude, un altro ancora prevedeva la sua morte per mano di Francis, Niya o Pallino.
Alla fine ho optato per una scelta intermedia.

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Nuove vite ***



Epilogo - Nuove Vite

Stavo lasciando che il sole mi scaldasse il pelo, quando all'improvviso Pallino comparve dietro di me. Lentamente l'inverno stava scemando e la neve iniziava a sciogliersi, benché gran parte della città fosse ancora coperta dal suo manto bianco.
Non aprii gli occhi, mentre gli rivolsi la parola..
-Sono passati un paio di mesi almeno e di lui non è stata trovata traccia… se è sopravissuto come credo avrà lasciato la città per cercare una nuova vita nella campagna tedesca.-
La voce di Pallino era più fredda della mia, come se il rigore invernale avesse fatto breccia dentro di lui…
- Dude è morto.. i due gatti dal pelo bianco erano gli ultimi killer rimasti.. abbiamo scoperto che Dude ne utilizzava periodicamente di nuovi, sfruttando diverse colorazioni mimetiche per poi farli uccidere quando l'intossicazione da vernice li indeboliva... -
Annuii..
- Il caso è chiuso.. mi spiace solo di non averlo risolto in tempo per evitare le ultime vittime…-
Pallino mi sorrise ..
- E' stato il tuo acume e la tua capacità a permetterci di localizzare il loro rifugio.. senza di te Dude sarebbe sopravvissuto, avrebbe costretto ai suoi desideri quel giovane gatto e Niya sarebbe morta.-
Sospirò e abbassò lo sguardo…
-Ancora mi chiedo se abbiamo fatto la scelta giusta… le parole di Niya erano state coraggiose, ma qualcosa nel mio cuore mi fa rimpiangere di non aver ucciso quel quel…-
-E' un gatto ora.. – sollevai lo sguardo … - Ora è semplicemente un gatto, come me e come te.. dimenticherà chi era, dimenticherà il suo atroce passato… e semmai questo non dovesse succedere..-
I miei occhi incontrarono i suoi e i nostri sguardi si incrociarono scambiandoci una sensazione di calore..
-.. noi saremo qui, pronti a combattere-
Annuì.. all'improvviso giunse un giovane gatto nero, il suo volto era radioso..
Era uno dei gatti di Dude.. molti erano stati uccisi nella battaglia nelle fogne, ma alcuni dei sopravvissuti, senza più un leader e senza una vero desiderio di portare avanti il suo oscuro sogno si erano uniti ai gatti di Amburgo. Altri invece si erano allontanati dalla città per vivere nei campi o raggiungere altri paesi…
Sapevo perché quel gatto era venuto da noi..
Lentamente lo seguimmo e raggiungemmo il capanno abbandonato del Consiglio, in un angolo riparato, con vecchi stracci e abiti recuperati in giro era stato costruito un piccolo nido.
E Niya adesso giaceva lì, l'espressione stanca ma soddisfatta, allattando una cucciolata di cinque gattini appena nati..
I miei gattini.
Il mio muso toccò il suo in segno di saluto..
Poi la bella gatta dorata mi parlò…
-Sei stato gentile a restare fino ad oggi Francis.. ma tu adesso devi andare, io… io resterò in questa città coi gatti di Amburgo, almeno finchè i nostri piccoli non sapranno cavarsela per conto proprio.. e poi..-
Non aggiunse altro..
Sospettai in quel momento che quella bella gatta dorata volesse seguirmi.. ma sia io che lei sapevamo che questo non sarebbe mai successo..
Niya aveva i suoi sogni.. e sapevo che non sarebbe mai stata soddisfatta anche se li avesse visti realizzati.. i gatti di Amburgo potevano essere il futuro che lei desiderava, ma sapevo che il suo cuore non si sarebbe mai abituato ad una soluzione così semplice..
Era una sognatrice.. e chi insegue un sogno spesso è destinato a non vedere i propri sforzi realizzati, nè ad accorgersi di averli già ottenuti, ma piuttosto a spendere la sua vita nel tentativo.
Lei sapeva tutto questo e lo accettava.
Vorrei poter dire di avere tanto coraggio, o tanta stupidità, ma non è così..
Diedi un ultimo saluto a Niya, e uno sguardo di soddisfazione ai nostri figli, e le volsi le spalle abbandonando quel luogo..
Pallino e altri gatti di Amburgo mi salutarono, mi ringraziarono..
Risposi loro gentilmente, e nonostante le vane promesse di rivederci sapevo che non sarei mai più tornato in quella città..
Una voce diversa, proveniente dal tetto del capanno attirò la mia attenzione..
- Sapevo che ce l'avresti fatta Francis…-
Il sorriso di Fortunata esprimeva tante cose… gratitudine.. e rimpianto…
-Zorba sarebbe stato contento di sapere quanto hai fatto Fortunata, sei stata tu a trovarmi .. per quanto mi riguarda, tu sei un gatto molto più di tanti altri…-
La gabbianella dalle piume candide atterrò delicatamente davanti a me e il suo becco sfiorò il mio muso….
-Ti sono grata per queste tue parole Francis, sono sicura che ci rivedremo.. il mondo è piccolo quando hai un paio d'ali… so che non tornerai ad Amburgo ma ti farò avere notizie di Niya e dei tuoi piccoli….-
Il suo sguardo si scostò dal mio e vagò oltre.
L'espressione serena dei suoi occhi sembrava perdersi alla ricerca di nuovi confini.
- Devo andare adesso… è bello essere gatto.. ma il mare e il cielo mi chiamano-
Continuai a guardarla, finchè le sue bianche ali si confusero con l'azzurro del cielo, infine mi incamminai.
Non ci misi molto a ritrovare il poeta, quando hai un'intera città di gatti che può aiutarti a trovare una persona le cose non sono troppo difficili. Bastò un mio attento sguardo a quell' uomo gentile perché capisse che era giunto per me il momento di tornare a casa.
Non parlammo mai più.
Lasciai un ultimo tacito omaggio alla tomba di Zorba, e tornai nella mia città con l'aiuto e la scorta dei figli di quel gatto nero che mai ebbi l'occasione di conoscere.
Come prevedibile mio figlio alla fine si era stancato di recitare la mia parte e aveva preferito tornare a gironzolare per i giardini con Bluebeard: di conseguenza Gustav aveva passato diverse settimane in stato di lutto permanente, ma quando mi vide miagolare nel giardino fu l'uomo più felice del mondo.
Strane creature gli umani.
Si affannano a costruire regni e imperi, abbandonano il proprio cuore all'odio e alla violenza più inutile e in questo modo rinunciano alle vere piccole bellezze della vita, come riposare su una sedia con un gatto sulle ginocchia che ti fa le fusa.
Badate bene però di dargli una scatoletta al salmone ogni tanto..


Note
Capitolo conclusivo, spero abbiate apprezzato la conclusione dei vari personaggi e la fine della trama. Un errore in molte-fanfiction è l'eccessiva rapidità con cui si realizza la conclusione, spero di non esserci ricaduto anch'io, ma più di così non sapevo cosa altro scrivere.
Inoltre i finali di Felidae sono tutti molto rapidi.
Ho concluso inserendo qualche omaggio qua e là, alla Gabbianella e il Gatto.
Riguardo al rapporto Niya-Francis ho cercato di realizzarlo attenendomi ai personaggi.
Loro due non si amano, anche se forse Niya aveva provato quella fitta di gelosia quando Francis era andato con Cloe, tuttavia il loro rapporto si conclude pacificamente.
Sottolineo i pensieri di Francis su Niya, lei come molti idealisti, è DESTINATA a continuare a cercare di realizzare il proprio sogno anche se in effetti ce l'ha a portata di mano.
E' un omaggio sia a Niya come personaggio sia un po' a me stesso, sia anche a tutti quelli che la pensano come me.
Lo stesso tema, la felicità è qui davanti a noi, è rimarcata da Francis nelle ultime righe conclusive.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=709971