My Vampire

di Lilith82
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ...il mio ma ha gli occhi color del cielo! ***
Capitolo 2: *** ...la sola eccezione... ***
Capitolo 3: *** il peso della valigia ***
Capitolo 4: *** ...vampirizzazione... ***
Capitolo 5: *** la nostra chance ***
Capitolo 6: *** epilogo... provvisorio... ***



Capitolo 1
*** ...il mio ma ha gli occhi color del cielo! ***




bene bene...
questa storia è un regalo
un regalo che mi è venuto spontaneo fare!
e ...spontanea, semplice, pura... sono buoni aggettivi per questa storia e per i suoi protagonisti!
mi auguro che facciano felici voi, quanto hanno fatto felice me!
fatemi sapere
Lilla ;-)

ringrazio Krissi per la copertina e tutto il resto!

..il mio "ma" ha gli occhi color del cielo!

HALLOWEEN 2010
Los Angeles, California
http://www.youtube.com/watch?v=lJhNBqQXjLA

“Ciao, tesoro, sei arrivato?”
“Sì, mamma, sono già in macchina”

“Oh... Tay, mi dispiace tanto! Tu sei a casa e noi...”
“E voi siete in Nevada, per sostenere la mia sorellina, proprio come avete fatto con me, mamma, non ti preoccupare!”
“Oh... amore, tu stai da Carlo però, vero?”
“Mamma so badare a..”

“Oh.. lo so che sei grande e che sai badare a te stesso, ma mi sentirei meno in colpa se tu fossi a casa dei Silvestri per il week-end”
Sospiro “Tranquilla, mamma, ho già detto di sì a Carlo, quindi, ormai.. non posso tirarmi indietro..”
Non che il pensiero di trascorrere il fine settimana a casa del mio migliore amico possa mai sembrarmi una cattiva idea ma...
“Ma.. non fate tardi stanotte, Tay!”
“Mamma...”
“E... e... insomma... sta attento...”
“Mamma!” protesto, deciso.
“Beh... alla tua età, non è mai detto che non succeda...”
“Oddio mam...”

“Di sicuro t’imbatterai nelle tue ammiratrici anche a LA, no?!”
“Sì, mamma, ma...”
“Ma?”
“Ma non mi sembra il caso di parlarne con te!” concludo, serio ed imbronciato.
“Bah... per me c’è un altro “ma”... di cui non vuoi parlare con tua madre...”
“...”
Accidenti all’istinto materno!
“Devo andare, cucciolo, ci sentiamo dopo”
“Ok, saluta tutti e... mamma...”

“Dimmi, amore”
“Almeno tu... non chiamarmi cucciolo!”
Ride.. lei!
“Ciao Tay, ti voglio bene!”
“Anch’io mamma”
Ma.. sei veramente troppo perspicace, lo sai?!

Eccola qua!
La tipica villetta residenziale americana.
La tipica villetta residenziale americana a Los Angeles.

Intonaco perfetto, tendine perfette, temo che la padrona di casa tenga in riga anche le tegole del tetto.
Eppure.. sono italiani, caspita!
Sorrido.
Devono star sistemando il giardino perché ci sono un paio di sacchi colmi di terra sotto al grande albero.
Per il resto, è tutto come l’avevo lasciato.
Respiro e mi lascio riscaldare dai tiepidi raggi autunnali.
Sono fiducioso: sarà un gran fine sett..
Oh.. ma che c^..?!

Non ho nemmeno finito di formulare il mio “pensiero positivo” che una specie di onda anomala mi sorprende completamente, alle spalle.
Un’onda anomala ghiacciata!
“AH.. AH.. AH.. BENTORNATO M.T. !!”
La risata arriva dalla stessa direzione del getto freddo ed è.. inconfondibile!
“Oh... Tay, come sei secsy con la maglietta bagnata!!”
Carlo mi si para davanti mimando un attacco d’isteria degno di una tredicenne impazzita.
 “Oh... guarda che tartaruga... oddiomioooo!!”
Enfatizza passando un dito sul cotone fradicio.
“Sei sempre il solito cazz^ne,  lo sai?!”
Sorride sarcastico.
“Oh... sì che lo so! E tu, invece, tu sei diventato un ragazzo serio, vero TayTay?”
Stringo i pugni e lo punto accigliato.
Sta giocando col fuoco.
E lo sa!
“Tu ora devi essere un... esempio... per i tuoi giovani fans, giusto?”
“Sì, infatti, non credo che mi prenderò il disturbo di spezzarti un braccio, se è quello che intendi, M.C.” pronuncio velenoso.
“Proprio quello che intendevo” ghigna facendo spallucce “voglio dire: per lo scherzetto di un cazz^ne immaturo come me...” e si indica muovendo qualche passo in tondo verso destra “...non ti conviene sporcarti le mani per così poco, non è vero, cucciolo?!”
Solo sentire quel soprannome fa partire un ringhio in automatico.
Il corpo scatta verso l’idiota solo un istante dopo.
Ma Carlo è più veloce!
Più veloce del mio verso e del mio gesto.
E, senza nemmeno sapere come, mi ritrovo ricoperto di terriccio.
“AH.. AH.. AH.. AH.. te l’ho già detto: BENTORNATO M.T.?!”
Terriccio che si è attaccato alla pelle e ai vestiti bagnati.
“Ora sì che sembri una creatura dei boschi... AH AH AH!!”
Adesso basta!
Mentre è intento a godersi il suo “momento di gloria”, per un secondo, solo uno, lascia che la guardia si abbassi.
Tanto basta.. ad un campione mondiale di arti marziali!
Solo un momento e M.C. si ritrova con la faccia dritta dritta nel cumulo di terra.
“AH.. AH.. AH.. amico.. ride bene..”

“Chi ride ultimo!” grida assalendomi.
Carlo è un atleta, come me.
E’ stato in palestra che ci siamo conosciuti.
Lì è cominciata questa assurda amicizia che dura da dieci anni.
E’ in gamba, lo è sempre stato, e, nonostante non l’abbia scelto come carriera, ha continuato a tenersi in forma.
E si sente!
Cioè... lo sente la mia schiena mentre impatta violentemente sul prato tagliato di fresco!

Sfortunatamente per Carlo, io sono sempre stato più forte di lui!
“AH.. ahi! Amico, fa male!”
“Davvero?” mi schernisco tirando il suo braccio ancora un po’, verso di me.
Un piede sul tronco per immobilizzare lui, supino, col suo arto in trazione posteriore.
“Se fa male, allora... forse... potresti ammettere che hai perso”
“MAI!”
Tiro di più.
“Che sei un gigantesco idiota cazz^ne...”
“MA... aaaahiii!!”
Ancora di più.
“E che non avrai mai più il coraggio di chiamarmi “cucciolo”!”
“Scord.. AAAAAAAAAAAAAAHHHHHH ok... ok... io...”
“Oh... Tay, Carl, che succede?!”
Micaela Silvestri accorre verso di noi, trafelata.
Sono costretto a mollare il braccio di suo figlio che sogghigna soddisfatto.
“Mammina... Tay mi voleva spezzare un braccino!” mugola il cretino.
“Carlo, smettila di fare il ragazzino!” lo rimbrotta lei.
“Oh... Tay, come ti ha conciato!”
“Non si preoccupi, signora” la rassicuro.
“Oh... vieni dentro a darti una pulita” m’incita.
“Le imbratterò tutta la casa” provo a obiettare ma lo sguardo azzurro e deciso della signora Silvestri sancisce definitivamente che non ho scelta.
Io e Carlo la seguiamo, mansueti, fino all’uscio oltre il quale poggiamo i piedi su di un grosso tappeto.
“Toglietevi le scarpe, ragazzi, arrivo” ordina.
“Ma come ha fatto?!” bisbiglio a Carlo.
“Lo tiene qui per papà, quando torna dai lavori in giardino” sussurra lui.
“Oh... amore” il profumo di Cloe precede appena l’arrivo dei riccioli biondi e delle esili braccia che si avvolgono attorno al corpo del mio amico, assolutamente incuranti di quanto lui sia sporco...

“Patatina... hai visto cosa mi ha fatto questo cattivone?” si lagna l’impunito facendo sporgere il labbro inferiore.
Lei lo bacia, dolce e leggera come sempre.
“Patatone... guarda che ti ho visto progettare tutto quanto...” sorridono “...perciò non dare la colpa al povero Tay! Guarda come l’hai ridotto!”

“Oh... grazie, Cloe! Anch’io sono felice di rivederti!” la schernisco sorridendo.
“Mi sei mancato, TayTay” fa abbracciandomi.
“Ehi... ehi... fine delle smancerie, ok?” si acciglia il suo ragazzo.
“Il mio amore è geloso!” fa lei ri-agganciandosi alla sua vita.
“Non ci provare” s’imbroncia lui ma con un mezzo sorriso già sulle labbra.
“Eccomi qua! Oh... Cloe, anche tu!” Micaela è disperata.
“Mi perdoni, signora” l’addolcisce la bionda.
“Oh.. va bene! Prendete questi per togliere il primo strato, poi... voi vi laverete qui nella vasca e Taylor userà il tuo bagno, Carl”

“Mmm... agli ordini, mamma!” e le rivolge il saluto militare.
“Se ciò che vuoi è che io usi la vasca da bagno in compagnia di questa splendida ragazza, credo proprio che saremo molto... puliti... quando... finiremo...” ridacchia mentre la faccia di Cloe si fa paonazza.
“Carlo Umberto Silvestri” lo ammonisce subito la padrona di casa “i miei nipoti non verranno concepiti nel bagno del pianterreno di casa mia, intesi?!”
Il figlio deglutisce a vuoto, intimorito come tutti, dal tono e dall’aura della sua genitrice.
“Ok... mamma...”
“Perdonalo, Tay” aggiunge la signora Silvestri mentre restiamo da soli “e non pensare che io sia una madre sconsiderata, per favore...”

“No, che dice, sign...”

“Solo...” sospira “mi tocca fare i conti col fatto che è cresciuto anche lui” scuote la testa e sorride, poi porta su di me il suo sguardo dolce e serio “...col fatto che tutti voi siete cresciuti!”
M’imbarazzo.. e non so perché!
“Bene... qui ci sono gli asciugamani” e me li porge “ti ricordi qual’è la sua stanza, vero?”
“Certo, signora. A dopo”
“A dopo, Taylor”

Maledetto.. maledetto stupido idiota cazz^ne!!
Maledetto...
Ho terriccio ovunque!

Maledizione!
Quando mi sono tolto la maglietta è stato come aver lanciato in bagno una bomba al fango.
Accidenti!
E i jeans non erano certo messi meglio...
Cacchio!!
Ne ho persino nei boxer!
Merd^!!
Beh.. se non altro dopo li posso buttare.. che bianchi non mi sono mai piaciuti..

Infilo le dita tra la pelle dei glutei e il cotone, faccio per sfilarli via ma..
Ma...
Il mio “ma” ha gli occhi color del cielo!

E sono proprio davanti a me...
Gli occhi grandi, limpidi e cristallini che possono farti sentire in bilico.
In bilico su un cornicione, ondeggiante ed insicuro...
Gli occhi che mi hanno sempre fatto sentire... ad un passo dal cielo...
“Che... cioè...” prova a dire mentre quegli stessi fari celesti saettano dalla mia faccia al resto.
E poi al contrario.
Solo quando lo fanno ancora una volta realizzo che è il caso di rilasciare l’elastico del poco tessuto che ancora mi copre.
Che copre M.T. e nient’altro, in verità...
“Bene” chiude gli occhi e si concentra.
No! Non lo fare, ti prego!
Quasi mi sporgo verso di lei, ma il mio sguardo è più veloce.
Il suo corpo si materializza nel mio campo coscenziale.
E non solo lì, per l’esattezza...
Longilineo e morbido, piccolo e forte, esile ma non troppo.
Bello... quello sì... troppo!
E pure scoperto... decisamente troppo!!  
I pantaloncini sono piuttosto -ini e la canotta più che altro è una canottier-ina.
Rilascia le palpebre di scatto.
“Avevo bisogno di una doccia” pronuncia secca, scocciata.
“Ma vedo che il tuo... bisogno... è più impellente del mio, quindi...”
Fa saettare un’ultima volta lo sguardo su di me, poi si volta.
Quasi sparisce dietro l’uscio.
“Ah... ricordati, per favore, che questo bagno ha due porte” aggiunge senza guardarmi “e di chiuderle entrambe, per favore!” ribadisce, facendo scattare il pomello.
“Io... io...”
Che gran discorso, MT, l’hai proprio incantata!
Accidenti!
Ora mi odia, lo so!
Ca^^o!!

E guarda in che condizioni mi ha trovato, accidenti!

Con tutti questi muscoli addosso...
Maledetti! Non li sopporto più!
E poi... i boxer bianch...
Oh... oh... no! Ditemi di no!
Ditemi che NON mi ha visto!!
Qualcuno dall’alto mi assicuri che non ha visto ME... anzi M.T. in queste... CONDIZIONI!!

NOOOOOOOO!!!
Com’è potuto accadere?!

Cioè... lo so com’è accaduto...
I pantalonc-ini ini ini... e la magliett-ina ina ina...
Oddio! No!
M.T. non peggiorare la situazione!

NO! Ti prego!
Oddio!
Cuccia M.T.!!
CUCCIA!

Oh... meglio provare a entrare in doccia!

Forse, con un bel getto freddo...
Brrrrrrrrrrrr...
No! Di onde ghiacciate ne ho già prese due, oggi!
Quella di Carlo.
E quella di sua sorella!

...Cristina...

I suoi occhi... DIO!
NO! NO! M.T. per favore!

Oddio... lo so, amico, che sei a riposo da... vabbé... un po’, però...
Tu devi tornare giù, capito?! GIU’!
Oh... non possiamo, amico, no!

Serro le palpebre sperando di riuscire a smettere di parlare mentalmente al Maggiore Taylor ma..
Il mio “ma” ha gli occhi color del cielo!
E sono ancora davanti ai miei, anche mentre sono chiusi.
E sono qui da non so più quanto tempo.
E sono qui, ma non davanti a me.
Non lo sono stati mai davvero...
Oh...

E ci sono le sue mani: lunghe, bianche, sottili...
E la sua pelle: chiara come latte!
E il suo profumo: buono come lo zucchero a velo..
Ma che pizzica sotto il naso, come la cannella...

Oddio!!

NO! M.T. non possiamo!
E’ il suo bagno!
La sua doccia.
La doccia in cui..
Oh... no! NO!!

Realizzare che lei è stata chissà quante volte, qui dentro, ed immaginarcela davvero... è un istante!
E’ un istante... e lei è qui!

Davanti a me...
Sopra di me!

La sua bocca di fragola
Sopra di me!

No! Non posso!
Io non sono il tipo... insomma...
Sono un bravo ragazzo io!
...ma...
Il mio “ma” ha gli occhi color del cielo!

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Capitolo 2
*** ...la sola eccezione... ***


 ...la sola eccezione...

un’ora dopo

“Oh.. ce l’hai fatta!” un asciugamano umido mi finisce addosso non appena oltrepasso la porta del bagno.
“Certo che tu e M.T. ve la prendete comoda, eh?!” aggiunge subito, con sarcasmo... e con un gesto inequivocabile...
L’ho già detto che lo amo?!
“Te l’ho già detto che sei un idiota, Carlo?!” l’accuso.
“Qualche volta” replica con nonchalance.
“Bene! Perché, per colpa tua, ho dovuto pulire fango pure dalla plafoniera!” gli ringhio contro.
“Uhm... danni collaterali” sbuffa.
“Idiota”
“Femminuccia”
“Perdente”
“Cagnolino”
“Grrrrrrrrrrrrrrrrr.............................”
Siamo già quasi passati alle mani quando Cloe irrompe nella stanza.
“Dovreste trovarvi un altro passatempo, voi due” dice semplicemente, sistemandosi sul letto a gambe incrociate.
La sua tranquillità è talmente incondizionata che c’interrompiamo a metà di un nuovo attacco.
Immobili e in posa come un affresco di lotta greco-romana, la fissiamo.
“Sì... davvero!” conferma prendendo una patatina dalla ciotola verde che ha con sé.
Io e Carlo ci rimettiamo in piedi senza smettere di guardarla.
“Comunque... di sotto è tutto pronto, quando volete...” c’informa, poi Carlo le si avvicina per attingere nutrimento dalla scodella, ma lei glielo nega, con un piccolo schiaffo sulla mano.
“Ehi! Tua mamma ha detto che non si mangia in camera!” lo ammonisce, sorniona, mentre si allontana oltre l’uscio.
“E... tu... che cosa...?!” prova Carlo.
La bionda si stringe nelle spalle e poi si apre in un sorriso smagliante e malizioso.
“Io... sono la sola eccezione!” e gli fa l’occhiolino.
Carlo emette una specie di basso guaito e la insegue giù per le scale.
Quando la prende, si stampa sulle sue labbra e sul suo corpo.
Lei mugugna e si lascia scivolare dalle dita il recipiente colorato.
Fulmineo, mi abbasso per evitare che l’intero contenuto si rovesci sul tappeto dell’ingresso ma impatto...
“Ohi!”
Impatto col mio “ma”...

“Accidenti!”
Anche lei è “corsa in soccorso” delle patatine...
“Scusa... ti sei...” faccio per avvicinare la mano alla sua fronte ma si scosta.
Le iridi color del cielo sembrano ingrandirsi ancora di più mentre si soffermano nelle mie.
Gelide
Gelide e dolci
Gelide ed indifese...

“Tranquillo, Tay, non puoi aver fatto molti danni, lì dentro!” interviene subito il mio “amico”.
“Almeno... qui dentro, qualche danno si può ancora fare, fratellino!” ribatte Cristina.
Nell’affrontarlo ha scosso la testa e le punte bagnate dei capelli scuri mi sono arrivate sulla spalla.
Quanto siamo vicini?!
Si accorge che la sto fissando e ricambia.
Restiamo sospesi... noi due ...in un unico sguardo...
“Ma il...” mi esce, infine, mentre le indico la testa.
“E’ venuta a rompere da noi, per il bagno, visto che tu avevi taaaanto da pulire, TayTay...” spiega Carlo con un altro “raffinato” movimento della mano.
L’ho già detto che lo amo?!
E che vorrei seppellirmi?!
Perché, decisamente, lo vorrei!
Anzi... vorrei uccidere Carlo e poi seppellirmi!
Non vicino a lui, però!


Nel momento in cui Micaela ci richiama in cucina, suona il campanello.
Carlo spalanca la porta.
“Ciao” un ragazzo alto e pallido si affaccia all’interno.
“Alan” si ridesta Cristina.
Alan?!
“Ti ho portato...” comincia lui recuperando dei fogli dalla tracolla.
“Oh... grazie!” fa lei, accorrendo.
Nel momento in cui si passano la risma, le loro dita si sfiorano.
E il mio stomaco si contorce...
“Bene, grazie, Alan! Ora, perdonaci, ma abbiamo una riunione... di famiglia!”
Carlo conclude il tutto sbattendo la porta praticamente sul muso di Alan.
IL MIO AMICO!
L’ho già detto che lo amo?!


“Quindi, io mi occuperò degli addobbi e della musica...”
“Stai dicendo che dovrei lasciare la mia casa nelle tue mani?!” lo interrompe Micaela.
“Sì, mammina! Ma potrai pensare tu alle torte.”

“Oh... vuoi dire che... lascerò la mia casa nelle tue mani ma cucinerò per tutto il pomeriggio?!”
“Sì... ma, una volta che l’avrai fatto, potrai partire per il tuo week-end al centro benessere con papà!”
“Lasciando la casa nelle tue mani?!” ripete lei, minacciosa e terrorizzata.
“Oh... fidati, mammina!” la incita il figlio lasciandole un bacio sulla fronte.
L’espressione di Micaela non sembra affatto addolcita ma Carlo procede imperterrito.
“La mia piccola Cloe si occuperà dei costumi...”
“Non se ne parla!” sbotta Cristina.
“Cioè...” si corregge subito “non che io non...”
“Oh... fidati, cognatina!” prova la bionda.
“Ecco, appunto...” riflette la mora.
L’altra aspetta paziente che Cristina prosegua.
Lei sospira, poi lascia uscire:
“E’ che... ti stai... Carlizzando, ecco!”
In cucina ridiamo tutti.
Cristina ci squadra indispettita uno ad uno, ma i suoi occhi si fermano su di me.
I muscoli... tutti!... quelli della faccia, quelli delle braccia, quelli del petto... tutti!... s’immobilizzano all’istante.
Lei... mi ha incantato!
“Dai dai dai... ti farò contenta, vedrai, Cris!”
Cloe riporta l’aria nei miei polmoni distogliendo quello sguardo assassino dalla mia persona.
“Qualche problema, TayTay?” sussurra Carlo al mio orecchio.
“Di solito non ti capita così spesso... d’im-bambol-arti!” appunta subito con un ghigno.
“Certi giorni faccio un’eccezione” bisbiglio fra i denti.
Sorride, ancor più malizioso.
“Bene... a Taylor e Cristina tocca la spesa.”
“COSA?!” la sorella lo assale.
“Che c’è?! Mi sembra che entrambi abbiate... tanti bei ricordi... da evocare al centro commerciale.”
“Non se ne parla!”
“E perché, scusa?! Preferisci passare il pomeriggio sui libri con Alanino?!” suggerisce lui, tagliente.
Sua sorella abbassa gli occhi fino al pavimento, sulle guance compare un magnifico e terribile rossore.
Lei... preferisce... ?!
“Vado a cambiarmi” pronuncia precipitandosi fuori dalla cucina.
Lei... ?!
“Allora, TayTay, ti va di fare due tiri?!”
Cos... ?!

Le ragazze si scambiano confidenze facendo shopping.
Le ragazze si scambiano confidenze al telefono.
Le ragazze si scambiano confidenze mentre si preparano per un’uscita.
Le ragazze si scambiano continuamente confidenze!
Noi...
Noi ragazzi... no!


Noi facciamo entrare una palla di cuoio pesante in un cerchio di metallo a cui è attaccata una rete, agganciato alla porta del garage di casa Silvestri.
Noi... non ci scambiamo confidenze!
Quasi mai...

“Per me non è un problema”
“Cos...?!”

Si solleva, fa un saltello e, con un lancio leggero, va a segno.
“Non è un problema se ci provi con mia sorella”
Il pallone mi scivola dalle mani.
Lo fisso stordito.
Recupera il rotolante fuggitivo.
“Ehi! Guarda che lo so che le sbavi dietro da quando ti sono cresciuti i peli sul p^...”
Lo ammonisco con uno sguardo truce.
“Oh... scusa, da prima?!” chiede ghignando.
“Io...” sospiro poi gli rubo l’ovale dalle mani.
Vado a canestro “... e Alan?” domando.
Carlo fa una smorfia.
“Non mi piace, Alan. Troppo... precisino! Insomma... già lei si avvia a diventare una maniaca ossessivo-compulsiva come la mamma...” tocca a lui segnare il punto “le ci vuole qualcosa di più... hot!” sghignazza cercando di afferrarmi le p^lle..
Gli centro la nuca con la palla... quella di cuoio...
Lui si lamenta, poi me la rilancia.
“Ma a lei piace?!” chiedo infine.
“Ma chi?!”
“Chi è che piace a chi?!”
Cristina...
...dietro di noi!
Cristina..
E’ dietro di noi!

Mi giro verso di lei allo stesso tempo di un calciatore intrappolato in una moviola.
Cristina...
...e le immancabili converse...
Cristina...
...e le lunghe gambe avvolte nei jeans grigi...
Cristina...
...e il cardigan bianco e sottile...
Cristina...
...e il cardigan bianco e sottile che fa risaltare i suoi occhi e...
...il resto!
Cristina...
...e tutto il resto!

“Ma lo ha sempre fatto?!”
“mmm... veramente no. Sarà lo star system! Sai, assumono continuamente droghe!”
La sorella lo guarda scettica poi mi fa segno di seguirla.
Arriviamo alla sua macchina, si sistema nel posto del conducente, io la seguo sul sedile del passeggero.
Sono poco più che un automa... sono... ridicolo!
Nell’abitacolo c’è un silenzio imbarazzante che tento di colmare con la radio.
http://www.youtube.com/watch?v=-J7J_IWUhls

When I was younger
I saw my daddy cry
And cursed at the wind
He broke his own heart
And i watched
As he tried to re-assemble it

 

Cristina trattiene a stento una smorfia.
“Non ti piace?”
“Mmm... no, lascia...”
Arriviamo al centro commerciale.
Il nostro centro commerciale...
Nemmeno ricordo più quante volte sono stato qui dentro.
Nemmeno ricordo più quante volte sono stato qui dentro con lei!

I miei ed i suoi genitori sapevano che avrebbero sempre trovato me e Carlo in sala giochi, dopo gli allenamenti.
Ci venivano anche le ragazze.

Ma a noi non pesava...
Non pesava niente tra me e Cristina!

Non pesava la differenza d’età, non pesava la vista delle continue effusioni del fratello e di Cloe...
Nulla era più importante che passare del tempo insieme!
E poi è arrivato Twilight.
L’uragano Twilight!
E non ci siamo visti per mesi.
E quando ci siamo ritrovati, lei era... fredda, distante...
Proprio come adesso!


And my momma swore
that she would never let herself forget
And that was the day that I promised
I’d never sing of love
If it does not exist

 

Entriamo e cominciamo a girare tra gli scaffali.
Ogni tanto mi da qualche istruzione e mi manda a cercare qualcosa in un altro reparto.
Bene: lontani... siamo dannatamente lontani!
Mi ri-avvicino con i fusti di birra che ha “ordinato” Carlo.
“Aspetta, ti do una...”
“Ce la faccio” la tranquillizzo lasciandoli nel carrello.
Tutti e quattro!
Per un lunghissimo secondo le sue labbra spesse disegnano una piccola irresistibile “o”.
Buono M.T....
“Allora..” si schiarisce la voce mentre sceglie tra una moltitudine di snack salati “chi è che dovrebbe piacermi?”
Mer^a!
“Mi...” deglutisco “mi chiedevo... se ti piacesse Alan...”
“Oh..” si blocca per un secondo, poi abbassa gli occhi “Alan è a posto”
Una devastante ed improvvisa nausea mi inchioda a terra.
“Ma a me non interessa”
C...
“Cioé... a me non interessa...” arriccia il naso “l’amore... non è nei miei programmi!”
Mi sforzo di produrre una quantità anche minima di saliva.
“E... perché?”
Mi fissa per un secondo, poi sorride, amara.
“Perché è stupido correre dietro a qualcosa che non esiste”
“Che...”

“L’amore non esiste! Non esistono valentini e valentine non nella vita reale, Taylor!” mi schernisce.


Maybe i know, somewhere

Deep in my soul

That love never lasts

And we’ve got to find other ways

To make it alone

Or keep a straight face
And i’ve always lived like this

Keeping it comfortable,
distance, and up until now

I’d sworn to myself that I’m content

With loneliness

Because none of it
was ever worth the risk, but..

“Io non credo che sia come dici tu” m’impunto.
Sorride, stavolta quasi beffarda.
“Beh... se scendessi dalla tua nuvoletta hollywoodiana, vedresti che è proprio come dico io, cucciolo...”
“Grrr...” non riesco proprio a tenere dentro il ringhio.
S’immobilizza con lo sguardo su di me.
Stringo i pugni ed espiro di colpo.

“Se tu...” sibilo “scendessi dalla TUA nuvoletta... ti accorgeresti che c’è qualcuno che ci proverebbe volentieri.. ad essere il tuo valentino, che c’è qualcuno che non aspetta altro che tu gli dia l’occasione di provarci...” prendo fiato e riparto a ruota “ok... te lo concedo: i ragazzi, il più delle volte, sono de-cerebrati guidati unicamente dai loro ormoni, anche se le ragazze, certe volte, possono essere anche peggio ma...” sospiro “ma... potrebbe esserci un’eccezione.. potrebbe esserci qualcuno che non fa che guardarti... da anni... che non fa che osservare tutto quello che fai... da anni... che conosce la musica che ti piace, i libri che leggi, i vestiti che metti e quelli che non metteresti mai, gli alimenti a cui sei intollerante e quelli che mangi nonostante tu sia intollerante... qualcuno a cui basta guardarti... da anni... a cui basta ascoltare la tua voce... da anni...” chiudo gli occhi “a cui basta il ricordo.. il ricordo dell’iride... azzurra, limpida, trasparente... come il cielo...”
Mi si spezza il respiro.
E registro l’enormità, la mostruosa irragionevolezza, di ciò che ho appena fatto!
Non ho nemmeno il coraggio di guardarla!

 

I’ve got a tight grip on reality
But I can’t let go of what’s in front of me here
I know you’re leaving in the morning, when you wake up
Leave me with some kind of proof it’s not a dream


“L’unica eccezione” sento appena.
Ma...
Il mio “ma” ha gli occhi color del cielo...
Il mio “ma”...

All’inizio, tutto ciò che riesco a vedere sono i suoi occhi... le palpebre abbassate...
All’inizio, tutto ciò che riesco ad avvertire... è il calore delle sue labbra...
...Il suo calore che preme sul mio calore...

All’inizio, tutto ciò che riesco a sentire è il pulsare del sangue nelle mie vene.. nelle braccia... nella testa...
All’inizio, tutto ciò che riesco a toccare sono i suoi capelli... i suoi capelli dritti sulle spalle...
Poi arriva il suo sapore...
Il suo sapore sulla punta della lingua...
...il suo sapore mischiato al respiro...
Schiudiamo le labbra... insieme...
Ci scopriamo... l’una nei sospiri dell’altro.. .
Ci indaghiamo... l’uno nella bocca dell’altra...
Ci lasciamo andare... l’una nelle mani dell’altro...
Ci fondiamo... l’uno nelle braccia dell’altra...
Ci riconosciamo... l’una negli occhi dell’altro...
Io... nei suoi occhi.. finalmente...
Lei...
sul mio petto.. finalmente...
Taylor... l’unica eccezione...
Cristina... l’unica eccezione...

 

And I’m on my way to believing.

Oh, And I’m on my way to believing.

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Capitolo 3
*** il peso della valigia ***


Il peso della valigia (Cristina pov)
 http://www.youtube.com/watch?v=X0DkVn3IX60

Hai fatto tutta quella strada per arrivare fin qui
e ti è toccato partire bambina
con una piccola valigia di cartone
che hai cominciato a riempire

I Silvestri hanno uno strano senso dell’umorismo...
...lo sanno tutti!
Quello che non tutti sanno... e fino a venti minuti fa nemmeno io sapevo... è che è contagioso!
Prendiamo Cloe, ad esempio, era una ragazza normale.
Bella, bionda, di origini italiane, intelligente, simpatica, spiritosa.
Insomma... non le mancava niente!
Forse è per questo che ha deciso di incasinarsi con mio fratello, cioè... se uno i guai non ce l’ha, bisognerà che se li vada a cercare, no?!
Dicevo...

Cloe piomba in camera mia colla stessa violenza dell’uragano Katrina.
Causando in me le stesse reazioni del mondo all’uragano Katrina: incredulità, shock e terrore!
E poi mi mostra questo... questo... questo...
Oh... non c’è un nome... per questo!

In nessun vocabolario al mondo!
Ma, in-spiegabilmente, lei sembra entusiasta di... questo!
Lei è... in visibilio!
E del tutto in-sensibile al mio stato di catalessi alla vista di... questo...
Confermando così entrambe le mie tesi su di lei:
1°: Cloe è una ragazza bella, bionda, di origini italiane, intelligente, simpatica, spiritosa...
...e Carlizzata!
2°: il senso dell’umorismo Silvestri è contagioso!
Mi ha persino sventolato in faccia il ritaglio di una rivista.
“Guarda! L’ha messo anche Hermione!”

Il fatto che, a quel punto, mi si sia slogata la mandibola non le ha impedito di aggiungere, con tanto di spallucce: “solo che il tuo ha il mantello e i pantaloni!”
“E...” ho cominciato, schiarendomi la gola “di grazia... che tipo di... personaggio dovrei... impersonare... con... questo...?! A parte la batt^na?!”
E’ stato lì che, sul suo viso, si sono dispiegati appieno malizia e divertimento.
“Oh... Cris, sarai una vampira!” ha esclamato con finto disappunto.
E’ uno scherzo...
“Che c’è... non ti piace?!”
DEVE essere uno scherzo!
“Dai... con quella pelle pallida che hai, non potevi davvero passare per lupa!”
Per favore, ditemi che è uno scherzo!
“Lo so che sei team Jacob, ma...”
E’ così che Cloe è stata catapultata fuori dalla mia stanza, è stato proprio a quel punto che il suo “adorabile blaterare” si è infranto contro la superficie bianca della mia porta e a me non è rimasta che una domanda:

“E’ uno scherzo?!”

Hai fatto tutta quella strada per arrivare fin qui
e ad ogni sosta c'era sempre qualcuno
e quasi sempre tu hai provato a parlare
ma non sentiva nessuno

e ti sei data, ti sei presa qualche cosa chissà
ma le parole che ti sono avanzate
sono finite tutte nella valigia
e lì ci sono restate

“Posso?”
“NO!”
Ed è già dentro.
L’ho già detto che i Silvestri hanno uno strano senso dell’umorismo?!
“Oh.. bell’accappatoio!” commenta, squadrandomi.
Sotto ho ancora quel... quell’orribile... questo... che mi ha portato Cloe.
L’ho indossato.
Non so perché l’ho indossato ma...
Insomma, sono ridicola!

Stringo il nodo.
Non sia mai che voglia... “vedere come ti sta!”
Deglutisco.
Siamo in piedi e ci fronteggiamo.
Se davvero ho ereditato il suo “sguardo di ghiaccio”, come sostiene mio fratello, allora... ho un’arma al posto degli occhi e non lo sapevo!
“Io... io... vado a cambiarmi...” balbetto cercando di raggiungere il bagno.
Mi sbarra il passaggio, le mani ai fianchi e l’espressione inequivocabile.
“Noi dobbiamo parlare” e non sono ammesse alternative!
Altro che Generale Silvestri, in questo momento, mi sento un soldatino!

“Mamma... noi...”
“NOI DOBBIAMO PARLARE” scandisce.
“Non...”

“Non c’è niente di male, Cristina.”
“...”
“Anche se lui è più giovane, non c’è niente di male.”
Faccio un passo indietro.
Il silenzio è sceso su di noi ed ha la stessa consistenza della nebbia.
Della nebbia spessa e densa dell’inverno in pianura padana.
Una nebbia che non vedrò mai, qui a L.A.
E che pure è nella mia camera, proprio adesso.
Abbasso gli occhi, mi volto, raggiungo la finestra.
Sembra che io guardi fuori, all’esterno.
Ma non sto osservando il giardino.
Non lo vedo.
Io non vedo niente.
Con un’unica eccezione...

“Cristina...” le sue mani sulle spalle.
“NON C’E’ NIENTE DI MALE?!” sbotto, voltandomi e scrollandola.
“E’ questo che pensi?! Che non ci sia niente di male?!” ri-chiedo, re-tori-ca.
“Non c’è niente di male, se ho sei anni più di lui?! Non c’è niente di male, se è poco più che un bambino?!”  Sono furibonda!
“Beh...” si stringe nelle spalle “a me sembra... piuttosto... cresciuto, ultimamente...”

L’ho già detto che i Silvestri hanno uno strano senso dell’umorismo?!
“E nel fatto che lui, ora, ha una vita altrove, che non c’entra affatto con quella che aveva prima, non c’è niente di male, giusto?! E nelle... ORDE... di ragazzine e non-più-ragazzine-da-un-pezzo che vorrebbero strappargli ogni t-shirt che indossa non c’è niente di male, immagino...”
“Cristina...”

“Mamma...”
“Cristina...”
“Lo conosco il mio nome!”
Conosco il mio nome... e il nome delle gocce che ho sul viso.
Si chiamano lacrime.
“C’è tutto di male, mamma!”
Mi abbraccia alle spalle.
“Oh.. piccola, non pensavo tu ci stessi così... male!”
“Non ci stavo così male finché tu non mi ci hai fatto pensare!”
Ridacchia.
Sento che tenta di nasconderlo ma ridacchia.
“Oh... insomma!!” mi ribello, voltandomi.
Ma ora ridacchio anch’io.
“Devo togliermi questo... questo!” brontolo.
Mi abbraccia.
Poi si allontana per guardarmi in viso.
...azzurro nell’azzurro...

Hai fatto tutta quella strada per arrivare fin qui
ma adesso forse ti puoi riposare
un bagno caldo e qualcosa di fresco
da bere e da mangiare

ti apro io la valigia mentre tu resti lì
e piano piano ti faccio vedere
c'erano solo quattro farfalle
un po' più dure a morire


e sole pioggia neve tempesta
sulla valigia e nella tua testa
e gambe per andare
e bocca per baciare

“No” sussurra.
“Io...”

“Devi smetterla di nasconderti, Cristina.”
“Ma... fa male!”

Scoprirsi fa male!
Lasciarsi... vedere... fa male!

“Fa più male far finta di vivere, senza farlo davvero.”
...azzurro nell’azzurro...
Ci specchiamo.
...come solo madre e figlia sanno fare...
...come solo due generali sanno fare!

e gli occhi han preso il colore del cielo
a furia di guardarlo
e con quegli occhi ciò che vedevi
nessuno può saperlo


“E poi... così pallida, mica potevi passare per lupa!”
L’ho già detto che i Silvestri hanno uno strano senso dell’umorismo?!

sole pioggia neve tempesta
sui tuoi capelli su quello che hai visto
e braccia per tenere e fianchi per ballare
Luciano Ligabue

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Capitolo 4
*** ...vampirizzazione... ***


eccoci qua colla quarta parte ;-)
vi ricordo che MY VAMPIRE ha sei parti, indi, siamo praticamente a metà!
in tutta la storia, ed in particolare in questo capitolo, ho giocato molto col contrasto Taylor/vampiro...
perché mi divertiva, perché era ir-riverente nei confronti della protagonista (a cui è dedicata la storia) e che è una lupa sfegatata! <3
e perché, a mio parere, c'è in Taylor (come in Robert) molto più di un personaggio  <3 <3
e perché, un giorno, avranno una carriera talmente lunga e brillante alle spalle che quasi non ci ricorderemo che erano il lupo ed il vampiro! <3
Lillamipiacerebbesaperechenepensate... ;-)


...vampirizzazione...

“Fermo, Tay, ho quasi finito!”
“Basta.. Cloe, davvero!” mi allontano leggermente.
Senza poterlo evitare, incrocio la mia faccia nello specchio da tavolo che la mia amica ha posizionato sulla scrivania di Carlo.
Cosa ci faccia, poi, una scrivania, in camera di Carlo Umberto Silvestri, è uno dei misteri più insondabili della storia dell’uomo!
“Sono... ridicolo!” sbotto, indicandomi.
E sta diventando una sensazione persistente!
“Non è vero!” s’imbroncia lei.
“Cloe... io... io NON posso... vampirizzarmi, ok?! Nemmeno col cerone!”
“Non è vero! Sei un vampiro scuro... come Laurent!” commenta convinta.
Come se sapesse davvero di cosa sta parlando!
“No, seriamente non sono...”

“Oh, dai, fidati!” incalza riprendendo a spalmare “stucco” sul mio collo.
“No... io...”

“Ehi! Che le stai facendo?!”
“Carl, ma che..”
La vista del “costume” di Carlo mi zittisce.
Lui è... è... è...

“Oh... sei bellissimo, patatone!”
Sta scherzando?!
Visto l’abbigliamento di Cloe, avrei dovuto immaginarlo ma...
“Beh... la classe non è acqua, patatina!”

Ma...
“Ma che ti stava facendo questo cagnaccio?!”
“Ehi! Io...”
“Non vuole vampirizzarsi, amore!” si lamenta lei.
“mmm... non è un’impresa facile, con quella carnagione...” riflette lui.
Come se sapesse davvero di cosa sta parlando!
“Ve lo ripeto: io NON posso... e non potrò mai... essere un vampiro, ok?!”
Mi scrutano, silenziosi ed abbracciati.
Come se sapessero davvero di cosa sto parlando!
“Oh... insomma! Non saranno una camicia bianca ed un mantello che faranno di me una... sanguisuga...”
Sì, lo so: questa frase fa tanto Jacob Black ma...
“Ma certo!” esclama la bionda.
Con un saltello si libera la vita dalle mani di Carlo ed estrae una scatolina dalla borsa che ha appena recuperato.
“Hai ragione, TayTay, non puoi vampirizzarti... senza queste!”
Mi porge il contenitore.
“NO! QUESTE NO!”

Dannazione... perché mi trovo qui?!
E perché sono vestito come un damerino con una coperta sulle spalle?!
E perché... perché... perché non ho mai creduto a quello sbruffone di Inglese quando dice che le lenti a contatto sono... uno strumento di tortura... insopportabile?!

E perché... perché mai sto dando ragione a Robert Pattinson
?!
E perché quando un ragazzo... o, in questo caso, una ragazza... o, in questo caso, ogni ragazza che sia comparsa in casa Silvestri nell’arco degli ultimi 90 minuti... dicevo... perché quando una ragazza vede un ragazzo discretamente famoso e che, magari, ha interpretato un personaggio universalmente celebre, all’interno di una saga universalmente conosciuta... insomma... perché quando una ragazza ti vede, non pensa che, nonostante tutto, tu sei semplicemente una persona... proprio come lei... e che, per questo, vorresti solo trascorrere una bella serata... proprio come lei... e non passare il tempo a sfuggire alle risatine eccitate ed agli sguardi carichi d’aspettativa od alle, più o meno, recondite avances di giovani donne, più o meno, sconosciute... e perché non le viene in mente che tu, magari, non ci tieni proprio a sentirti “la principale attrazione del circo”?!
O che vorresti solo s.cacciare l’orribile persistente sensazione di essere... ridicolo!
Dannazione... perché mi trovo qui?!

http://www.youtube.com/watch?v=6ALJ34L8u-0
Quando DJ Carl attacca con Katy Perry, lei... l’unica ragazza che io abbia mai desiderato comparisse in casa Silvestri... e nella mia vita... s’affaccia in soggiorno.
Lei è... è... è...
Lei... si è...
Loro l’hanno...
...vampirizzata!

Non può averlo voluto lei!

Cloe deve averla obbligata come ha fatto con me, ma...
Ma...
Lei è...
Lei è il mio ma...
Ed è ma-gnifica!

I lunghi capelli sciolti sul mantello, le lunghe gambe fasciate nei pantaloni, i lunghi tacchi a disegnarne la figura.
Lei è... è... è...
Lei è il mio perché...
Ed è per-fetta!

Il motivo per cui il mio cuore impazzisce... è in quelle labbra rosso sangue...
Il motivo per cui le mie membra fremono... è in quella pelle scoperta...
...il collo, le spalle, il profilo del bustino...

Il motivo per cui il mio sangue sembra risalirmi tutto insieme alla testa... è in quella pelle... troppo... scoperta... e negli sguardi interessati di alcuni... troppi... dei presenti!
Lei è...
...il mio ma...
...e il mio perché...

E la sensazione che tutto ciò duri da tanto... troppo... tempo mi assale.
...la vertigine, il vuoto nella pancia...
E la sensazione che la sensazione che ogni cosa dipenda da lei da molto... troppo... tempo mi assale.
Mi assale e mi fa sentire... ridicolo!
Ridicolo...
perché, forse, per lei non significo niente!

Ridicolo... perché, forse, per lei quel bacio non ha significato niente!
Ridicolo... perché, forse, per lei è stato spontaneo... vampirizzarsi!
Ridicolo... perché, categoricamente, io NON posso... essere un vampiro!
E nemmeno... innamorarmene... di una succhiasang...
NO! Una vampira...
...la mia vampira...
ODDIO!
MA E’ ASSURDO!

NO... è ridicolo!

“E’ ridicolo, vero?!”
Praticamente salto sul posto.
Quando si è avvicinata?!
Ero così concentrato che...

“Se qualcuno te lo chiede, io non lo conosco!” sancisce accennando al fratello-tirolese alle consolle.
Sbuffa ed incrocia le braccia al petto.
In questo modo, però... la scollatura...
Mi schiarisco la voce, cioé... ci provo... ma dalla mia gola esce uno stridio degno di una polmonitico all’ultimo stadio.
“Stai bene?”
Annuisco.
Ridicolo!

I nostri occhi s’incrociano e...
“Oddio! Le hanno messe anche a te...” noto allungando le dita verso la sua faccia.
Ma non ho nemmeno sfiorato lo zigomo che si è ritratta.
Qualcosa affonda in profondità nella pancia.
Come la katana di un samurai nel suo harakiri.
Ed, in effetti, credo proprio che sarà quello che farò alla fine di questa festa... harakiri!
“Le ho messe io... per provare... non è male... color giada...” spiega, chinando il capo e fingendo che non sia successo niente.
Perché, forse, per lei, non significa davvero niente!
“E’ un colore ridicolo...” come me! “...se paragonato al tuo!”
Agli occhi color del cielo!
Sorride, ancora a sguardo basso.
“Ti va di ballare?” domanda poi.
Il battito s’arresta.
“Uhm... ok...”

Che discorso, M.T.!
Comincia a muoversi a tempo... non troppo vicina... non troppo lontana... sensuale... quello sì... troppo!
E quasi m’immobilizzo...
Tento di scuotermi un paio di volte ma...
Sono ipnotizzato!

E non sono io...

Non sono più il ragazzo spigliato, coordinato, spensierato.
Non sono più il ragazzo che sono sempre stato!
Sono solo un idiota im-mobile ed in-naturalmente pallido!
Sono... vampirizzato!


“Allora, vi state divertendo?!” irrompe Carl.
“Non a farmi vedere vicino a te... conciato così!” l’ammonisce la sorella.
“Mmm... sorellina, lo sai che i canini ti donano?”
“Questi sono i miei denti, idiota!”
“Oh... vuoi dire che le... zanne... sono naturali?! Non me n’ero mai accorto!”
“Io, invece, mi sono accorta, da anni, che quell’escrescenza sopra le tue spalle non è esattamente una testa... e che, soprattutto, non contiene nessun cervello!”
“Grrrrrr... mi stai veramente facendo pentire di...” comincia lui, mani ai fianchi.

“Di che?” lo incalza lei, mani ai fianchi.
“Ah...” sospira rumorosamente Carlo, prima di aggiungere “...le perle ai porci!”
“Che vorresti dire?”
“Andiamo! Ho bisogno di una mano...” ci fa cenno di seguirlo, provando così ad interrompere il bisticcio.
Ma Cristina non demorde.
“Dove dovremmo andare?”
“In cantina” risponde scocciato.

“E perché?”
“Ho delle scorte” dice imboccando la scala di legno.
“Scorte di cosa?” insiste lei seguendolo.
Carlo sbuffa di nuovo, apre la porta blindata con una grande chiave e la lascia nella serratura.
Fa cenno a sua sorella e a me di precederlo.
Nell’istante in cui gli sfilo di fianco, sussurra, alzando gli occhi al cielo: “Falla stare zitta tu!”
E ci chiude la porta alle spalle.

Il tonfo sordo è seguito dal rumore metallico delle mandate, tre, una dopo l’altra, con cui Carlo ci segrega in cantina.
Ci vuole un attimo perché io e la mia ormai “compagna di cella” registriamo la situazione.
Ci basta un’occhiata e una sola frase per riordinare le tessere, poche, di quel puzzle... assurdo, scontato ed irritante... che è il mio ormai “ex-amico”.
...le perle ai porci...
“Carlo! Carlo! Carlo apri!”
Cristina batte più volte il pugno sull’uscio bloccato.
Ma dall’altra parte arriva solo un ghigno.
“Carlo! Carlo! Carlo Umberto Silvestri, apri questa porta!”
Un ghigno... assurdo, scontato ed irritante...
“AH! AH! AH!”
“CARLOOOO!!”
La risata si allontana.
“Divertitevi, piccioncini! I preservativi sono sotto il cuscino...” dice prima che la sua voce sparisca insieme all’eco dell’altra porta che si serra, quella che separa la scala, e noi, dal resto della casa... e dal resto del mondo!

Non avevo mai realmente pensato al significato dell’espressione “un silenzio pesante” o “il peso del silenzio”.
Non l’avevo mai sentito... il silenzio pesare... fino ad ora.
Gli sguardi puntano, veloci, alle nostre spalle.
Proprio davanti alla piccola riserva di vini del signor Silvestri, sta un materasso da campeggio gommato blu, è spesso e alto come quello di un letto matrimoniale, sopra ad esso, un cuscino, anch’esso da campeggio, anch’esso blu, dall’angolo del quale sbucano due file di bustine argentate.
...ho delle scorte...
Dalle labbra di Cristina esce un sibilo inorridito.
Il letto e la parete di bottiglie sono agghindate con numerose file di luci al neon, probabilmente decorazioni natalizie... persino quelle sono blu!
I piccoli punti s’accendono e si spengono ad intervalli regolari, alternando quattro o cinque diversi effetti coreografici.
...i preservativi sono sotto al cuscino...
“AH!”
E’ a metà un verso secco e un lamento straziato quello che Cristina emette direttamente dai polmoni.
E qui... il silenzio... quel silenzio che gravita su di noi come un enorme lastra di piombo.
E poi... la lastra si rompe!
“Carlo!Carlo!Carlo apri!”
Di nuovo, il suono che viene da lei è un misto di severo comando e supplica accorata.
Come qualcuno le avesse appena pugnalato il petto... come qualcuno l’avesse appena costretta nella situazione peggiore del mondo!
“CARLO!CARLO!CARLO!”
Ed io qui, in-capace di emettere fiato.
“Cristina...”
“CARLO!”
In-capace di calmarla.
“Cristina...”
“NO! CARLOOOO!”
In-capace di toccarla.
Le ho solo sfiorato il braccio e si è ritratta... come fosse stata folgorata!
“Cristina...”
“CARLO!”
In-capace.
Incapace..
In-capace...
...e ridicolo!

“APRI!”
“ADESSO BASTA!”

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Capitolo 5
*** la nostra chance ***


 Eccomi qua.
Con la penultima parte...
Mi spiace che la storia non abbia avuto molto seguito.
Io pensavo che le Taylorine si sarebbero entusiasmate :-(
(o anche che mi avrebbero criticato ferocemente... ;-) )
ad ogni modo grazie a Laena e Rosaly per i loro commenti! <3 <3 ed a tutte/i coloro che l'hanno inserita tra le preferite/seguite/ricordate! <3
vi abbraccio <3
a venerdì per l'"epilogo provvisorio" :-P
ed ora al cap per il quale il raiting di MV è arancione! ^_^
Lilla ;-)

...la nostra chance...

“SMETTILA! Smettila di urlare, maledizione!”
Questa volta... sono mie le nocche che percuotono l’uscio blindato.
Cristina rabbrividisce, da capo a piedi, appiattendosi tra la superficie liscia a cui ha voltato le spalle ed il poco spazio che il mio corpo le concede.
“Non può sentirti! Non può sentirti nessuno, qui! Quindi, SMETTILA!”
Vorrei trattenermi, dovrei...
“COSA PENSI CHE SUCCEDA, EH?!”
Vorrei trattenermi, dovrei...
Ma, quando la trasformazione è innescata, non puoi più arrestarla.
“E’ questo che pensi di me?! Che approfitterò di questa... ridicola... situazione?! E’ questo?! Pensi che io non sia in grado di...”
...trattenermi, dovrei proprio...
Deglutisco.
Chiudo gli occhi e poggio i pugni serrati ai lati della sua testa.
Faccio entrare l’aria nei polmoni.
La faccio uscire.
Un’ altra volta... e un’altra ancora...
Quando sollevo le palpebre, lei è lì!
Vicinissima... ed ancora schiacciata alla porta.
Schiacciata...
 ...tra me e la porta!
Vicinissima...
col respiro ansante, le labbra schiuse per l’affanno che non riesce a s.cacciare.
...dovrei...
Vicinissima...
e in attesa.
In attesa di una mia mossa.
Vicinissima... spaventata ed in attesa.
In attesa...
In attesa di cosa?!

Mi riscuoto, allontanandomi.
Vorrei scusarmi, dovrei...
Chino il capo e mi volto.
E il silenzio torna ad incombere su di noi.
“Non succederà niente! Non ti farò niente...” mi esce più basso e cupo di quello che vorrei.
Un’altra espressione che non avevo mai preso in considerazione, qualcosa che non avevo mai sentito prima...
...l’anima in-cupi-rsi...
La mia anima nera!
...come quella di un vampiro!


“Non ti toccherò”
Anche se è tutto ciò che desidero.
“Non ti parlerò”
Anche se ne sento più bisogno che di respirare.
“Non ti guarderò nemmeno”
Anche se ti vedrò in ogni singolo attimo, che i miei occhi siano aperti o meno.
“Contenta?!”
Concludo... esausto... lasciandomi sedere su questo... assurdo, scontato, irritante... materasso blu.
Strattono il mantello e lo faccio cadere ai miei piedi.
...nero...
...ridicolo...
...calpestato...
...esausto...
...come me!


“Contenta?!”
La sua voce arriva d’improvviso, mandandomi il cuore dritto in gola.
“Contenta...” ripete scettica “Se qualcosa riguarda te, io sono sempre... contenta... e non posso mai esserlo!”
Rialzo di scatto la testa, puntandola.
Ma Cristina ha lo sguardo basso, verso i suoi piedi.
Non si è mossa; è ancora adagiata alla barriera che separa questa cantina dal resto del mondo... alla barriera che separa me e lei dal resto del mondo!
Ma cos’è che separa me da lei... o lei da me?!
Dov’è... la nostra barriera?!
Dov’è... la nostra chance?!

Giocherella nervosa, colle dita, quasi carezzando la superficie liscia... poi fa leva su di essa, muovendo un passo in avanti.
...nera...
“Sono contenta che tu faccia il lavoro che ti piace?” prosegue “Certo! E... no! Non lo sono... Non sono felice di non vederti per mesi... Sono contenta che tu possa fare tante esperienze stimolanti? Certo che lo sono! E... no! Non lo sono... perché le fai senza di me!”
Muove un altro passo nella mia direzione, quasi fosse casuale...
...ridicola...

“Sono contenta che tu stia riscuotendo tanto successo facendo ciò che ami fare?”  l’intonazione è leggera e regolare, quasi parlasse tra sé... “Certo! E... no! Non lo sono... Come faccio ad essere... entusiasta... dell’influenza collettiva da... addominalidiTaylorLautner?!”
Questa volta l’inclinazione della sua voce è lievemente isterica.
Non posso fare a meno di sorridere.
Poi mi accorgo che è praticamente davanti a me.
Si lascia cadere ai piedi il mantello.
...calpestata...
“Sono contenta che tu sia cresciuto?” fa un lungo sospiro, poi solleva le braccia e lascia uscire: “Certo! E no... non lo sono! Come... io... come faccio... ora... a...” biascica, finché non cade quasi, seduta accanto a me.
..esausta..

Lei è...
...nera...
...ridicola...
...calpestata...
...esausta...
...come me!


Gli occhi di giada si sollevano, specchiandosi nei miei.
Lei è...
...in attesa...
...come me!


http://www.youtube.com/watch?v=kN1TolrbwLk

Questa volta... non si ritrae, al tocco dei miei polpastrelli sul dorso della sua mano, ma... espira forte come se sciogliesse(ro) una tensione a lungo trattenuta.
Questa volta... non scappa via quando l’altra mano si allunga verso il suo viso, ma... sento le unghie grattare contro il materiale gommato come a voler stringere delle lenzuola che non ci sono.
Questa volta... non s’irrigidisce mentre mi avvicino, ma... lascia andare la testa sul mio palmo aperto socchiudendo gli occhi.
Questa volta...
“No...”
“Ma...”
Le apro una palpebra.
“Non posso lasciartele tenere... sono... sono un affronto!”
Sorride.
“Ma...”
Mi stringe i polsi nella piccola morsa delle sue mani.
...bianche, lunghe, sottili...
“Ehi... non ti fidi di me?!”
Delle mie mani...
...grandi, scure, pesanti...
“NO” risponde d’istinto.
E rido.
Rido del suo imbarazzo, del suo orgoglio... delle sue barriere e del mio entusiasmo.
Rido perché la amo...

“Dammi una chance!”
...la nostra chance...
“The kids don’t stand a chance” risponde citando la musica che arriva fino a noi, seppure attutita.
E ride.
Ride della nostra posizione, di questa specie di lotta... del mio entusiasmo e delle sue barriere.
Ride...

“Potrebbe esserci un’eccezione” incalzo.
“Una sola” soffio sulle sue labbra.
Si rilassa e ne approfitto.
Per sfilarle quella odiosa lente a contatto!
“Ecco!” acclamo vittorioso, gettandola via “Ora l’altra...”
“NO!”

“Ma l’abbiamo già fatto!” mi lamento.
Cristina scoppia a ridermi in faccia.
“Ok... il doppio senso ci stava tutto... lo ammetto!”
“Beh...” fa, riprendendosi “...magari la seconda volta non viene bene come la prima...”

La scruto di sbieco, mentre arrossisce anche sulla punta del naso.
Perché anche qui... il doppio senso ci sta tutto!
Distendo le dita attorno al suo collo e l’avvicino.
..lentamente..
Solletico le sue labbra colle mie.
..lentamente..
Premo.
Un’ altra volta.. e un’altra ancora..
E poi avverto il suo respiro sulla punta della lingua.
E poi... non c’è più niente che sia lento!
Le lingue... non sono lente... mentre... cercano, scavano, trovano...
Le mani... non sono lente... mentre... cercano, esplorano, trovano...
I corpi... non sono lenti... mentre... cercano, cadono, trovano...
I respiri... non sono lenti... nemmeno quando il bisogno d’aria ci costringe a separarci... schiacciati... l’uno sull’altra...
Scivolo
su un fianco.
Vorrei trattenermi, dovrei...
“Come...?!” domando.
Fa spallucce.
“Non ne ho idea! Non sono stata molto attenta...”
Sorrido compiaciuto ed avvicino le dita all’altro occhio.
Sta per bloccarmi ma la fisso truce.
Non ha più scuse... ora che sa che la seconda volta può essere solo meglio della prima!
“Finalmente!” esulto lasciando andare la lente e ri-accostandomi a lei.
“Ehi, no! Ora tocca a te!” comanda.
“Agli ordini, generale Silvestri!” la canzono.
“Mi chiamate ancora così?” chiede tranquilla.
“Perché avremmo dovuto smettere?!” le rispondo sollevando le spalle coll’espressione da “bambino-monello”.
Lei mi fa la linguaccia.
“mmm...” mi esce solo mentre spingo il suo petto contro al mio torace e mi lancio sulla suddetta... linguaccia...
“No...” mugugna mentre prova a s.cacciarmi... e mentre vuole farsi prendere...
“L’altra...” ri-prova tra un bacio e l’altro.
“Dopo...” scivola dalle mie labbra, mentre scivolo sul suo corpo, mentre le dita scivolano sul bustino, mentre i denti scivolano sul suo collo.
“Dopo...” esala mentre imprimo il mio passaggio sulla pelle... bianca, sottile, sensibile... dietro il suo orecchio.
“Dopo...” mi soffia sul lobo prima di prenderlo fra i denti.
...scuro, spesso, sensibile...
“Dopo...” ripeto roco mentre scivolo... scivolo, schiaccio, premo...
“Dopo, quando?!”
Allarmata, punta i palmi contro la mia camicia.
“Cristina...” ...non capisco!

“Cioé... dopo, quando?! IO... io...”
Un’altra barriera...
“Ok... aspetta...” mi ri-sollevo e mi sfilo la lente rimasta.
Espiro.
“Spiegami”
Stringe le braccia attorno al corpo, voltando il capo.
Le carezzo una spalla.
“Cristina, spiegami”
“Io... io... io...”
Lancia un’occhiata quasi impercettibile alle... scorte...

“Oh... no! Cioé... sì! Certo che sì! Ma... ok.. non ora... cioé... non c’è nessuna... urgenza...”
Sorride.
“A me sembrava che ci fosse... una grande... urgenza...”
“Oh... tu! Io... ehi! Sono un uomo, io!” mi giustifico.
“Certo, capisco...” s’incupisce.
Le sollevo il volto, carezzandole il mento.
“Cristina, sono io, Taylor, e tu sei, Cristina, sei la mia eccezione, la ragazza che è cresciuta con me... insieme a me... e questo...” deglutisco “...succederà...” deglutisco ancora “...al momento giusto...”
“Faremo anche questo, insieme!” sancisco.
Sembra rilassarsi, poi mi scruta, nuovamente preoccupata.
“Ma tu... voglio dire... oh... scusa! Non dovrei chiederlo!”

Mi ci vuole un secondo intero per capire.
“Oh... ehi! Certo che... Ehi! Ho quasi diciannove anni, io!”
“Oh... certo...” quasi delusa..
“Solo con una persona... e... temo di non essere stato un granché...”
E’ imbarazzante ma voglio essere sincero.
Basta barriere.
“Oh... Taylor...”

“Dimmi.”

“Quella... Taylor...” spiega.
“Oh... no! Quella è fredda come una cella frigorifera... no!”
Resta in silenzio, in attesa...
Basta barriere.

“Con Selena, lei è... così diversa da te... che ho pensato... che avrebbe funzionato... che ti avrei... dimenticato...”
Sussulta alla mia confessione.

“Invece?” riesce a chiedere.
“Te l’ho detto: non sono stato un granché...”
Sospira, quasi di sollievo...
Poi prende a risalire i bottoni della camicia colle dita, le insinua nel colletto, e poi c’insinua il naso e poi le labbra e poi...
“Ehi... adesso tocca a te!” protesto.
Basta barriere.
Nasconde il viso nella mia spalla.
“Solo due...”

“Solo due volte?”
Muove la testa da una parte all’altra.
Il mio cuore si ferma.

Se ne accorge.

“Ehi... ho quasi venticinque anni, io!” sdrammatizza.
“Ehi... ho quasi due omicidi sulla fedina penale, io invece...”
Provo a tenere un tono scherzoso, ma non sembra riuscirmi bene...
“Ehi... non sono stati un granché!”
“E questo dovrebbe costituire un’attenuante?!”

Sorride, rialzando il viso all’altezza del mio.
“No... volevo solo dissuaderti dallo sporcarti la fedina penale...”
“Non ci riusciresti mai!” decreto.
Inarca un sopracciglio.
“Davvero?”

Mi guarda con quei suoi grandi, immensi... occhi color del cielo...
Colle pupille che sanno..
...di luce e d’ombra...
...d’innocenza...
...e di peccato...

Rabbrividisco da capo a piedi.
“Io... cioé... Cris...”
Ed in una mossa mi ha sotto di sé.
Vorrei trattenermi, dovrei...
...ma è a cavalcioni su di me...
“Cris...”
Vorrei trattenermi, dovrei...
...colle lunghe gambe attorno ai miei fianchi...
“Cris...”
Vorrei trattenermi, dovrei...
...coi lunghi capelli che mi sfiorano la faccia ed il collo...
“Cris...tina...”
Vorrei trattenermi, dovrei..
...ma riesco appena a serrare le palpebre, inorridito ed, al tempo stesso, estasiato dalla visione che sta giusto in mezzo alle sue lunghe braccia...
...bianche, sottili, sensibili...
Vorrei trattenermi, dovrei...
...ma...

“Questo non sta aiutando per niente la mia... urgenza...
O altrimenti detta... Maggiore Taylor!

“Oh... no?” finge sbalordimento.
Ringhio.
Vorrei trattenermi, dovrei...
“E questo?”
...ma mi bacia la fronte...
“Cris...tina”
“E questo?”
Vorrei trattenermi, dovrei...
...ma mi pizzica coi denti la fossetta del mento..
“Cris...”
“E questo?”
Vorrei trattenermi, dovrei...
...ma lecca l’interno delle mie labbra...
“C...”
“E questo?”
Vorrei trattenermi, dovrei...
...ma insinua il viso, il naso, la bocca...  nella fossetta tra le clavicole...
“...”
“E questo?”
Vorrei trattenermi, dovrei...
...ma mi sbottona la camicia...
ODDIO! M.T. SE TORNI GIU’, SARO’ IL TUO SCHIAVO IN ETERNO, PROMESSO!
“mmm...” mormora, forse, constatando che sono già.. totalmente ed incondizionatamente... schiavo di M.T.... e di lei!
“E questo?”
Vorrei trattenermi, dovrei..
...ma soffia sulla cicatrice del mio ombelico...
NO!

Questo no!!
Vorrei trattenermi, dovrei...
...ma non ci riesco!

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Capitolo 6
*** epilogo... provvisorio... ***



eccomi qua!
non vi ho abbandonate...
Ho solo avuto una settimana terrificante! :-Z
dunque... che senso ha un epilogo... provvisorio...?!
Beh... intanto rispecchia la vita, e le storie d'amore, che non hanno mai un vero definitivo epilogo...
E poi, mi lascia la strada aperta per continuare a parlare di Cristina e Taylor e del loro amore così giovane e così burrascoso!
Navigheranno in un mare sereno per molto tempo, dopo questo chiarimento, e poi avranno nuove burrasche e nuove riap.pacificazioni! <3 Ops... ma questo non dovrei dirvelo!

Bene... ringrazio Tay e Cristina e Carlo e Cloe e Micaela perché è stato bellissimo stare in loro compagnia! <3
Ringrazio tutte/i voi. Quelle che hanno commentato! <3 Quelle che hanno semplicemente letto o sbirciato! <3 E, più di tutte, quelle che hanno anche ri.letto e ri.commentato! <3 <3
Spero di aver postato bene il link della canzone (ci tengo particolarmente alla colonna sonora!)
La traduzione del testo alla fine è ad opera della stessa protagonista, che ringrazio di nuovo! (e di tutto... <3)
Infine... tre cose:
1-giochino: come vorreste che continuasse la storia di Tay e Cristina?! Scrivetemelo... magari vi accontento ! ;-)
2-venerdì comincio a postare una mini longfiction su Robert Pattinson <3 e un personaggio originale.
Se vi va, restate sintonizzate! <3
3- sto postando anche su efp la prima FF che io abbia scritto, è sulla saga e si chiama Imprinting <3 !

infinite volte grazie
Lilla ;-)


Epilogo... provvisorio...
Back to Halloween

http://www.youtube.com/watch?v=jjar7np_wuE

29 Aprile 2011
E’ il suo compleanno...
E qui a LA non sembra nemmeno primavera.
Il vento sulla spiaggia è freddo.
E’ freddo...
E’ freddo su questa sabbia scura.
E’ freddo...
E’ freddo, ma cammino a piedi nudi.
E’ freddo...
E, qui, nessuno mi troverà!

“E’ inutile che continui a fissarlo, non telefonerà da solo!”
Inconfondibile, la voce del mio... scontato, irritante... ed indispensabile... migliore amico mi raggiunge.
“Come hai fatto a trovarmi?!”
Carlo sorride scuotendo la testa.
“Su, TayTay! Ci venivamo sempre, qui...”
Già... noi... ci venivamo sempre, qui!
“Beh... come sapevi che ero a LA?!”
“Sai... fine delle riprese equivale a “si torna tutti a casa”, no?!”
Già... tutti a casa...
“E, comunque...” continua, sospirando “mi è bastato chiamare tua madre. Non è una cosa complicata, da usare... il telefono!” conclude accennando al BlackBerry che ho ancora tra le mani.
Lo agito come a volerlo scagliare nell’Oceano... che è esattamente quello che avrei voglia di fare adesso... e lo lascio nella tasca posteriore dei jeans.
Nel frattempo, il mio amico mi ha raggiunto.
Camminiamo in silenzio per un po’.
“Allora, come ti va?” domanda, aggiungendoci una pacca sulla spalla.
“Carl... perché sei qui?”
La mia somiglia molto ad un’accusa.
“Ehi! Così mi offendi! Avevo voglia di vederti...” si difende “sono... mesi... che non ti fai vivo...”
Il suo tono s’abbassa, sul finale.
...mesi...
“Sei”
“Che...?”
“Sei mesi” scandisco, amaro.
Il mio sguardo saetta nel suo per un momento.
Ma quello con cui mi ricambia mi costringe a voltarmi dall’altra parte... verso l’Oceano...
C’è comprensione nei suoi occhi.
E compassione..
Ed è insopportabile!

“Non dovresti essere qui” lo riprendo, dopo qualche passo.
“E perché?”
Sbuffo e lo fermo.
“Perché è il suo compleanno!” gli soffio dritto in faccia.
E’ il suo compleanno...
Carlo, per tutta risposta, solleva le spalle con nonchalance.
“Non devo mica stargli attaccato!”
“CARLO, COSA CI FAI QUI?!”
E la mia rabbia non è affatto sottintesa...
“Oh... Taylor... ma quanto siete melodrammatici!”
“Ma che... SIAMO?!”
Ma che sta dicendo?!
“Già... amico mio... SIETE!” pronuncia, lettera per lettera...
“Vuoi che ti racconti quanto l’atteggiamento di mia sorella sia, e sia stato, ugualmente patetico e vittimista?”
“Carl...”

“Vuoi che ti spieghi che delizia sia, e sia stata, da Halloween ad oggi, condividere la stessa casa con Cristina Silv...?!”
“
TACI! CARLO, MALEDIZIONE, TACI!”
Non deve... non può... il suo nome...
“Ecco, appunto, in pieno melodramma!” fa lui allargando le braccia.
“Carlo... non...”
Quello che dice... non può... non può essere vero!
“Ascolta, amico...” mi blocca co.stringendomi un omero “io non so cosa sia successo fra voi...”

Quello che è successo...
“Insomma... quando vi ho tirato fuori da quella cantina eravate solo ormoneeamore...”
...la cantina...
...le luci blu...
...le luci blu...
...ed i suoi occhi color del cielo...

“E l’attimo prima che tu ripartissi... boh... per quanto mi riguarda, siete due idioti che si sono incartati sul niente, come al solito...”
“Sono d’accordo con te...”

...due idioti...
Od uno solo?!

“Infatti...” prosegue “...è per questo che dovreste parlarne...”
“CHE COSA?!”
“Taylor... guardami negli occhi e dimmi che tu te la sei scordata, mia sorella...”
Strizzo le palpebre.
Ma non posso nasconderglielo.
Non a Carlo.
Né a me stesso!
“Dimmi che c’è qualcosa di vero... in questa storia della Collins...”

...Lily...
“Lei è a posto”
Che ironia... è quello che..
“E’ la stessa cosa che ha detto Cristina!” esala il mio amico.
“COSA?!”
“Ha detto... che lei è a posto, che è quella giusta per te!” spiega.
“CHE COSA?!”
Io... io... vorrei strozzarla!
Io...

L’ira mi ha talmente accecato che devo fermarmi.
Non sento nient’altro che il sangue pulsare nelle vene...
...in testa...
...nel cuore...

“E’ stupida!” la liquida suo fratello “Però pure tu, portartela a quel party...”

“MA STAI SCHERZANDO?!”
Mi esce fra i denti.
“Lei... lei ci sta provando... a convincermi che... potrebbe funzionare... ma...”
“Non può funzionare...” conclude per me “non potrà mai finché tu l’am...”
“VATTENE! VOGLIO STARE DA SOLO!”
Carlo si gela sul posto.
Non è mai accaduto prima!
In più di dieci anni, non era mai accaduto niente di simile.
Io e Carlo siamo stati molesti l’un con l’altro fino all’inverosimile ma mai...
...mai ci siamo allontanati...
...mai ci siamo... s.cacciati...
...mai...

Ma adesso è successo.
E fa ancora più freddo!

Tiro su il cappuccio del maglione e faccio un passo a capo chino.
...lontano da lui...
“Io e Cloe le abbiamo organizzato una festa a sorpresa, in un posto qua vicino, si chiama... il locale si chiama First Beach...”
Che ironia...
“Ed io continuo a pensare che siete due idioti!” sputa fuori.
Guardo il mare.
Guardo il mare e mi allontano.
...lontano da lui...
...lontano da lei...
...lontano da me...
 E fa ancora più freddo!


Mi lascio andare sul bagnasciuga.
Mentre la schiuma della risacca mi bagna fino alle caviglie.
E’ freddo...
E sono un cretino!

Ho rovinato tutto.
Ho rovinato tutto con una sola frase...
“...te l’ho già detto che ti amo?!..”


Sospiro.
Un’ altra volta... e un’altra ancora...
Mi sdraio e fisso il cielo plumbeo sopra di me.
Ma non lo vedo.
Io non vedo niente.
Con una sola eccezione...
Un rivolo freddo scivola lungo il mio zigomo.
E’ freddo...
E’ una lacrima fredda.
E poi...
Un’ altra volta... e un’altra ancora...

Piango in silenzio.
E non è mai stato così freddo!

Quando mi rialzo, il mondo è già buio.
Intorno è illuminato, ma la spiaggia è quasi totalmente oscura.
Mi avvio in direzione della mia auto.
Non la vedo finché la sua figura non entra in un cono di luce.
Nella luce blu di un’insegna.
...le luci blu...
...ed i suoi...

Non vedo niente.
Con un’unica eccezione!
Non sento niente.
Eccetto il mio cuore che batte...
...pompa...
Come un pistone impazzito.

...pompa...
...Cristina...
...pompa...
...Cristina...

“Mi hanno organizzato una festa a sorpresa. Capisci?! Hanno pensato che fosse una buona idea... organizzarmi una festa a sorpresa!”
“Cristina...” riesco appena a farlo uscire.
Mi sono avvicinato di un passo, colle mani alzate.
Forse... per non spaventarla...
Forse... per difendermi...

“Oh... scusa! Magari non te ne frega niente...”

“Cristina” un po’ più forte, stavolta.
Perché sappia che m’importa eccome.
E perché rialzi gli occhi su di me.
...i suoi occhi...
Ne prenderò finché potrò, di quel cielo sempre limpido.
“Io... cioé...”
Stringe le dita mentre cerca di parlare.
Ma non ci riesce.
Non riesce a dire quello che vorrebbe.
Né a fermare lo sguardo su di me.
“Cristina”
Questa volta è fermo e serio.
E’ il mio modo di chiederle: perché?!
Perché è qui?!

Perché mi ha lasciato andar via, sei mesi fa, senza una parola?!

Perché, dopo una notte del genere ...di luci blu... e di occhi scivolati dentro occhi... è bastata una frase?!

Perché quella frase l’ha spaventata a morte?!
“...te l’ho già detto che ti amo?!...”

Vorrei che lei avesse la risposta per almeno una delle mie domande.
Mi basterebbe...
Ma lei china il capo, massaggiandosi un avambraccio.

Chiudo gli occhi.
Stringo i pugni.
Sbarro il cuore.
Mi volto e vado via.

“Taylor...”

“...te l’ho già detto che ti amo?!”

Alack, there lies more peril in thine eye than twenty of their swords: look thou but sweet, and I am proof against their enmity.
C’è più pericolo nei tuoi occhi che in venti delle loro spade: guardami con dolcezza e sarò prode contro il loro odio. -Romeo a Giulietta
William Shakespare


 

traduzione del testo by Krissi
Sono così contenta che tu sia riuscito a trovare il tempo per vedermi
Come va la vita, dimmi, come sta la tua famiglia?
Non li vedo da un po’.
Ti vedo bene, impegnato più che mai.
Abbiamo parlato poco, del lavoro e del tempo.
La tua guardia era alta e io so perché.
Perché l’ultima volta che mi hai vista
Sta ancora bruciando nella parte più remota della tua mente
Mi hai dato rose e io le ho lasciate lì a morire
Questo è il modo in cui cerco di cacciare via il mio orgoglio,
standoti in piedi di fronte, dicendoti quanto mi sia dispiaciuto per quella notte,
e torno a dicembre per tutto il tempo.
Scopro che la libertà è niente,
ma mi manchi,
desiderando di aver capito cosa avevo quando eri mio,
mi piacerebbe tornare a dicembre,voltarsi e fare tutto bene.
Torno a dicembre per tutto il tempo.
In questi giorni non ho dormito
Stando ferma, aspettando che me stessa ripartisse,
quando il tuo compleanno è passato e non ti ho chiamato.
E penso all’estate, e ai bei tempi.
Ti ho visto ridere dal lato del passeggero,
realizzando di averti amato in autunno.
Quando poi il freddo è arrivato,
i giorni bui hanno fatto capolino
nella mia mente,
tu mi hai dato tutto il tuo amore,
e ciò che io ho dato a te è stato solo un addio.
Questo è il modo in cui cerco di cacciare via il mio orgoglio,
standoti in piedi di fronte, dicendoti quanto mi sia dispiaciuto per quella notte,
e torno a dicembre per tutto il tempo.
Scopro che la libertà è niente, ma mi manchi,
desiderando di aver capito cosa avevo quando eri mio,
Mi piacerebbe tornare a dicembre, voltarsi e cambiare ciò che pensavo.
Torno a dicembre per tutto il tempo.
Mi manca la tua pelle abbronzata,
il tuo sorriso dolce,
così bello per me,
così giusto.
E come tu mi abbracciavi, quella notte di settembre,
la prima volta in cui mi hai vista piangere
forse questo è un desiderio forte, forse è stupido sognare,
se ci ameremo di nuovo, giuro che lo farò nel modo giusto.
Mi piacerebbe tornare indietro nel tempo e cambiare le cose, ma non posso.
Quindi se hai messo una catena alla tua porta ti capisco.

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