After her, with you

di Loony Evans
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Cap.2 ***
Capitolo 3: *** Cap.3 ***
Capitolo 4: *** Cap.4 ***
Capitolo 5: *** Cap.5 ***
Capitolo 6: *** Cap.6 ***
Capitolo 7: *** Cap.7 ***
Capitolo 8: *** Cap.8 ***
Capitolo 9: *** Cap.9 ***
Capitolo 10: *** Cap.9 ***
Capitolo 11: *** Cap.11 ***
Capitolo 12: *** Cap.12 ***
Capitolo 13: *** Cap.13 ***
Capitolo 14: *** Cap.14 ***
Capitolo 15: *** Cap.15 ***
Capitolo 16: *** Cap.16 ***
Capitolo 17: *** Cap.17 ***
Capitolo 18: *** Cap.18 ***
Capitolo 19: *** Cap.19 ***
Capitolo 20: *** Cap.20 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Erano passati tre anni dalla fine della Seconda Guerra Magica; Bill e Fleur avevano avuto una bambina che avevano chiamato Victoire perché era nata il 2 maggio 2000 esattamente due anni dopo la fine della guerra; Harry era diventato un Auror ed era andato a vivere a Grimmauld Place in compagnia di Ginny che era una giocatrice delle Holyhead Arpies; Ron e Hermione lavoravano entrambi al Ministero, lui come Auror e lei nell’Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia dove cercava di migliorare le condizioni degli Elfi domestici; George lavorava ancora al suo negozio e si stava riprendendo lentamente anche grazie ad Angelina; Percy invece era Segretario del Ministro ed era depresso.
Il motivo era semplice: Penelope lo aveva lasciato tre mesi dopo la fine del conflitto perché mal sopportava la famiglia Weasley e Percy non era disposto a perdere la famiglia dopo averla riconquistata con così tanta fatica, anche se significava perdere la donna dei suoi sogni.
Ci stava pensando proprio in quel momento, a casa sua; era stato proprio fortunato a trovare quella casa: era situata proprio davanti ad un bosco bellissimo ed era attorniata da un cancello bianco, davanti all’entrata c’era un portico beige e non era neanche tanto lontano da Diagon Alley.
In quel momento stava sfogliando i vecchi album di fotografie di Hogwarts: una foto a cui era particolarmente legato era quella in cui era ritratto con i suoi vecchi amici: Carl Price, biondissimo e con occhi azzurri, bellissimo, Matthew Savori, ricci scuri e occhi marrone tek, il suo migliore amico, a fianco la sua eterna fidanzata: Carol Andrews con i suoi capelli biondo rossicci, era davvero dolce, poi Percy, alla sua destra c’era Penelope con i suoi lunghissimi capelli ricci biondo dorato e gli occhi neri con la testa appoggiata alla spalla del rosso, era il quinto anno e stavano insieme; al suo fianco stava Lucy, la sorella di Matthew, con i lunghi capelli scuri lisci quanto quelli del fratello erano ricci, e occhi cannella; al suo fianco c’era lei, con un sorriso triste e lo sguardo continuava a saettare sul Percy della foto e quello reale, confusa: non aveva mai capito perché il ragazzo avesse creato una specie di barriera invisibile tra di loro dopo il suo fidanzamento con Penelope, lei non sapeva, non aveva idea di ciò che le aveva fatto…
Improvvisamente Percy si sentì male al pensiero di quella ragazza e decise di farsi quattro passi a Diagon Alley.
Si smaterializzò in un vicolo vicino al Paiolo Magico e si avviò per le strade della città senza badare a dove andasse; notò un bambino con i capelli rossi che osservava a occhi sgranati la sua nuova bacchetta, una bambina bionda con indosso la divisa di Hogwarts che osservava il suo riflesso nello specchio di Madama McClan, e due bambini con i capelli ricci, probabilmente fratello e sorella, che litigavano contendendosi una bacchetta di gomma che probabilmente avevano comprato da George.
Percy ridacchiò tra sé e continuò a camminare; mentre svoltava l’angolo era così concentrato a pensare al profumo della pelle lattea di Penelope che non si accorse della persona nascosta da un enorme carico di pacchi che gli andava addosso e lo atterrava.
E improvvisamente Percy sentì l’ultima voce che avrebbe voluto sentire: - Percy? Percy Weasley?-
- Audrey?!-

Angolo autrice
Riprovo a scrivere una storia su Percy e Audrey sperando di ricevere più recensioni della prima.
So che il capitolo è corto ma è il prologo quindi sono giustificata XD.
Un bacio.
Irishgirl.

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Capitolo 2
*** Cap.2 ***


- Non ci posso credere! Scusami tanto Percy!- disse Audrey imbarazzata aiutandolo a rialzarsi.
- N-niente, tranquilla: è anche colpa mia.- ribatté lui nervoso, non si sarebbe mai aspettato di ritrovarla, né avrebbe voluto- non agitarti Audy- aggiunse con un sorrisino.
- Uffa! E’ da quando eravamo ad Hogwarts che ti dico di non chiamarmi così!- ribatté lei con la buffa smorfia che, Percy ricordava benissimo, faceva quando era contrariata.
Si ritrovò ad osservarla con rimpianto: era cresciuta e si vedeva benissimo, ma era comunque molto simile ai tempi della scuola: era sempre minuta e bassa, e gli occhi erano tondi ed avevano mantenuto quella strana sfumatura blu notte, ma i capelli mossi color nocciola, prima lunghi solo fino al mento, ora erano lunghi fino alla vita.
- Sei sicuro di stare bene? Non è che ti ho rotto qualcosa vero?- gli chiese la ragazza imbarazzata.
- Calmati Audrey. Cosa ci fai qui?-
- Tornavo a casa, e tu?-
- Giravo un po’-
- Allora vuoi venire da me? Ti offro qualcosa e mi faccio perdonare.- propose lei con un sorriso.
- Ehm, veramente…- Percy non sapeva cosa dire: dal suo quinto anno ad Hogwarts aveva cercato di mantenere le distanze da lei, non perché non le volesse più bene, ma perché aveva paura che lei scoprisse ciò che le aveva fatto; e questa paura non gli era ancora passata.
- Oh, andiamo! Così potremo parlare dei tempi andati.- insisté lei sorridendo allegramente.
- Ok, va bene. Dove abiti?- le chiese arrendendosi.
- Proprio qui di fianco, guarda.- disse indicando un negozietto lì di fianco: l’insegna diceva “L’antiquario di Merlino” e dalle vetrine si vedeva una montagna di oggetti ammassati; quando entrarono Percy rischiò di svenire: il caos regnava sovrano, c’era così tanto disordine che non si accorse della piccola porta verde nel muro finché Audrey non l’aprì.
- Perce? Stai bene? Sei pallido.- chiese Audrey preoccupata; ma poi capì e sorrise: - Tranquillo: l’ho aperto da pochissimo e non sono ancora riuscita a sistemare, ma la casa ti sorprenderà.-
- S-spero.- disse lui a fiato corto.
Ma la ragazza non aveva mentito: l’appartamento era piccolo ma armonioso, sulle pareti erano appese molte foto e si intravedeva la camera da letto; le pareti erano tutte celesti.
- Come mai quel colore alle pareti?- chiese Percy.
- Ci rivediamo dopo sei anni e lui commenta il colore delle pareti.- sospirò Audrey con gli occhi al cielo.
- Scusa. Belle foto. Soprattutto questa.- aggiunse con un sorriso.
Ritraeva la loro vecchia compagnia al secondo anno; solo che Percy era all’estrema destra, di fianco aveva Audrey e Penelope era mano nella mano con Matthew, guardata da Carol con gelosia, lei è Matthew si sarebbero messi insieme solo tre mesi dopo.
- Tu sai che fine hanno fatto?- le chiese Percy.
- Bè, con tutti, a parte te e Penelope ovviamente.-
- Davvero? Che fanno ora?- chiese stupito.
- Matthew e Carol si sono sposati, lei fa la casalinga e Matthew è un Medimago; Lucy è commessa al negozio di tuo fratello…-
- Davvero? Da George? Non l’ho mai vista lì- ribatté stupito.
- Lavora di mattina.- spiegò lei con un sorriso- Carl invece è…disoccupato.- disse, troppo in fretta; e infatti Percy se ne accorse e con un ghigno le chiese: - Cosa mi nascondi Audy?-
- Non chiamarmi così Perce!- sbuffò lei.
- E tu non chiamarmi Perce!- ribatté Percy.
- D’accordo: tu non mi chiami Audy e io non ti chiamo Perce, va bene?- propose la ragazza.
- Affare fatto Audrey.- sorrise lui di rimando.
Aveva dimenticato quanto fosse facile parlare con Audrey: lei tirava fuori il Percy giocoso che era nascosto a tutti gli altri; ma, dopotutto, ci riuscivano anche Matthew, Carol e Lucy.
Con Carl, invece, non parlava molto: a scuola si frequentavano perché prima era il ragazzo di Lucy, poi perché si era legato molto a Penelope e Audrey.
Con Penelope era sempre serio e posato, perché a lei piaceva così.
Ma i suoi veri amici erano decisamente i primi quattro: Matthew era stato il suo migliore amico per tutti i sette anni, lo trovava simpatico ed erano d’accordo in tutto; Lucy era la sorella del primo e si punzecchiavano a vicenda, ma scherzosamente; Carol era la persona più dolce sulla faccia della terra, ma era Audrey quella che lo capiva meglio: non c’era bisogno di parole con lei, capiva tutto al volo: quando lasciarlo solo, quando abbracciarlo, quando ridere e quando no.
Se solo l’avesse fatto per pura amicizia…ma non era stato così: a Audrey piaceva Percy; le piaceva così tanto che accettava perfino di abbandonare le escursioni in cucina organizzate da Lucy, sulle quali lui chiudeva un occhio, per rimanere in Sala Comune a leggere noiosissimi libri e a fargli compagnia; infatti solo lei, Percy e Lucy erano Grifondoro, Matthew, Carl e Penelope erano Corvonero mentre Carol era Tassorosso, l’unico momento in cui si ritrovavano era negli intervalli, sempre sotto un tiglio del parco, anche quando era inverno.
All’improvviso si ricordò di cosa aveva chiesto prima ad Audrey e di come lei avesse cambiato rapidamente discorso, così le chiese di nuovo: - Audrey, cosa sai di Carl?-
- Oh, d’accordo: Carl è disoccupato ma gli ho promesso un lavoro nel mio negozio appena lo apro.-
- E…- la incoraggiò Percy.
- E ora è il mio fidanzato.- disse Audrey tutta d’un fiato.
Percy ammutolì: Carl con Audrey?
La piccola e tenera Audrey con il superficiale e dongiovanni Carl?
Non che fosse geloso, ma aveva sempre visto Audrey come Ginny: una sorellina da proteggere, e non poteva credere che fra tutti si fosse messa proprio con lui.
- Ah, come è successo?- chiese senza dissimulare al sorpresa.
- Questo lo sa solo Lu- ribatté lei.
- E Lu sa che la chiami così?- chiese sogghignando, un po’ rincuorato.
- No, come Matthew non sa che lo chiamo Mattie, Carol: Carrie, Carl: Charlie e Penelope: Penny.- rispose lei senza scomporsi.
Penelope.
Percy si accorse di non averci pensato durante tutto il tempo che era stato con Audrey che, si accorse al momento, durava da due ore.
- Oh santo cielo! Scusa Audrey ma ora devo andare: è tardissimo.-
- Sono solo le sette.- ribatté lei.
- Ho una cena di lavoro tra un’ora.-
- Oh, cosa fai tu?-
- Sono il Segretario del Ministro.-
- Uao! Senti, a proposito di cene: che ne dici di organizzarne una con tutti gli altri? A Carol e Lucy manchi molto.-
- Ma certo. Facciamo tra una settimana?-
- Certo!-
Percy se ne andò con il sorriso nel cuore, finalmente senza pensare a Penelope, ma solo ad Hogwarts.



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Capitolo 3
*** Cap.3 ***


Cap.3
Dove si scopre che Percy ha un lato scehrzoso.

 


La settimana passò in un lampo e improvvisamente arrivò il venerdì, il giorno della cena.
Percy era sia terrorizzato, perché temeva non l’avessero perdonato di non aver più avuto sue notizie, sia eccitato perché non vedeva l’ora di rivederli tutti.
Così si presentò da Audrey in anticipo di mezz’ora, per cercare di prepararsi psicologicamente alle loro reazioni; capirete quindi perché quasi gli venne un infarto quando ad aprirgli non fu Audrey, ma Carol.
- Percy!- esclamò la bionda, riconoscendolo,- che bello rivederti.-
- C-ciao Carol; come mai sei già qui?- chiese riprendendosi dallo spavento.
La ragazza ridacchiò: - Sai, Matthew ha immaginato che saresti arrivato prima, quindi siamo qui da venti minuti; ma stai tranquillo: ci siamo solo noi due e Audy, oltre a te, ovvio.-
- Non mi chiamare così!- disse una voce proveniente dalla cucina.
- Scusa.- disse in risposta Carol, poi rivolgendosi a Percy disse: - Senti, io vado ad aiutare Audrey in cucina, per parlare ci sarà tempo a tavola, Matthew è in soggiorno che ti aspetta.-
- E’ una minaccia?- chiese Percy; un po’ scherzoso e un po’ serio.
- Vedrai.- rispose Carol misteriosa.
In soggiorno tutte le luci erano spente; ma all’improvviso il centro della stanza venne illuminato e apparve un uomo seduto a gambe accavallate: aveva capelli ricci scuri e accarezzava un gatto.
- Percy Weasley…alla fine sei tornato…- disse con un vago accento siciliano.
- Divertente Matthew. Da cosa hai preso questa sceneggiata?- chiese lui di rimando.
- Da un film Babbano! Non per niente ho un padre Babbano nonché italoamericano!- rispose lui allegramente.
- Ci avrei giurato.- sospirò il rosso.
- Cosa?-
- Che anche dopo sei anni non rinunci alle tue buffonate.- spiegò Percy.
- Oh Perce! Sii un po’ più elastico una volta buona!- si intromise Carol portando una tovaglia e delle posate sospesi in aria per magia.
- Brava Carrie! Diglielo!- concordò Matthew.
- Non mi chiamare Carrie.- sospirò lei.
- E tu non mi chiamare Perce.- si intromise Percy infastidito.
- Perché non facciamo la serata dei soprannomi?- propose la ragazza.
- Ma sì, per tutta la sera potrete chiamarmi Mattie!-
- Non è una novità.- borbottò Audrey appena arrivata, provocando delle risatine da parte di Carol e Percy.
- Hahaha, quando arrivano Lu e Charlie?-
- Non è che si potrebbe cambiare soprannome? Mi ricorda troppo mio fratello.- pregò Percy.
- Hai ragione, non è originale. Io proporrei Carly, che ne dite?- sogghignò Matthew.
- Carly è perfetto.- affermò Percy e Carol annuì.
- Smettetela! Non è carino!- protestò Audrey.
- Santo cielo, perdonami Audy. Non volevo insultare il tuo purissimo fidanzatino.- sospirò Matthew.
Di nuovo Percy sentì uno strano gelo che proveniva dall’affermazione fatta da Matthew: Audrey stava con Carl e lui non riusciva ad abituarsi all’idea; non che fosse geloso, ma…
I suoi pensieri furono interrotti dall’arrivo di un turbine con i capelli lisci e un ragazzo biondissimo che stringeva Audrey in modo molto ambiguo, provocando in Percy un moto improvviso di irritazione.
- Ciao piccola.- mormorò il biondo.
- Carly, piantala di molestare Audy e vieni a salutare Perce.- ordinò Matthew.
- Carly?- chiese il biondo.
- Non chiedere.- suggerì Audrey.
- Perce!- chiamò la ragazza con i capelli lisci lunghi fino alla vita – Che scuse hai?-
- Come?-
- Alt! Prima cibo, poi interrogatorio.- si intromise Carol portando un enorme piatto di lasagne.
- Oggi cucina italiana! La preferita di Lu.- annunciò una sorridente Audrey – La prossima volta indiana, in onore di Perce!-
- Cosa? Devo sopportarlo un’altra sera? Non basta oggi?- si disperò scherzosamente Lucy, che amava gli scherzi almeno quanto il fratello: non per niente lavorava ai “Tiri Vispi Weasley”- E perché lo chiami col soprannome?-
Mentre gli altri spiegavano ai due nuovi arrivati il loro patto, Percy li guardava e pensava al fatto che era bellissimo stare con loro, che tutta l’ansia era sparita e che era stato un vero idiota a mollarli dopo Hogwarts; li benediva per il solo fatto che gli parlassero ancora: non avrebbe sopportato di perdere di nuovo una famiglia.
Perché loro erano la sua seconda famiglia: ora che li aveva ritrovati, anche se da meno di un’ora, non avrebbe sopportato di non rivedere più il sorriso di Carol, di non subire le solite battutine dai due fratelli Savori, di non ascoltare mai più le vanterie di Carl e, soprattutto, di non poter più parlare con Audrey, cosa che si era negato per due anni, col timore di ferirla.
- Allora…pronto a soccombere sotto l’enorme carico di domande?- chiese improvvisamente Lucy con fare cospiratorio.
- Ehm, le lasagne si freddano.-
- E noi le riscaldiamo dopo.- rispose Carl.
- Per questa degna risposta, la prima domanda la lascio a te.- disse Matthew con tono d’importanza.
- Grazie. Dove diavolo sei stato tutto questo tempo?-
- Capitan ovvio colpisce ancora…- borbottò Lucy scatenando una risata generale- Comunque devi rispondere Weasley.- aggiunse poi.
- D’accordo: ero in Inghilterra.-
- See, non credere che ci basti.- dissero in coro i Matthew e Lucy.
- Va bene, ho una casetta nei pressi di Diagon Alley, sono il Segretario del Ministro e sono single da due anni.-
- Single? E Penelope?- chiese Audrey stranita.
- Lei…è andata in Scandinavia.- così dicendo chiuse la faccenda e, vista la sua faccia, nessuno gli chiese altro; cominciarono invece a mangiare le lasagne che, come predetto da Percy, erano fredde.
La serata continuò tra le risate generali, soprattutto quando Audrey esagerò con l’incantesimo Flagrante e dovettero lasciare i piatti a raffreddare per quaranta minuti.
Quando tutti se ne furono andati, Audrey e Percy rimasero soli perché lui voleva aiutarla a sistemare tutto.
Mentre ripulivano le ultime cose, Percy rivolse alla ragazza una domanda alquanto imbarazzante: - Audrey, ma perché esci con Carl?-




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Capitolo 4
*** Cap.4 ***


Cap. 4
Dove si viene a conoscenza del piano di Lucy.
 


Prima di scoprire cosa ha risposto Audrey, dovete conoscere Lucy.
 

Lucy e Audrey erano migliori amiche fin dal primo viaggio in treno per Hogwarts e si sentivano come sorelle.
Essendo Audrey piccola e minutissima e Lucy alta e leggermente robusta, la seconda si considerava una sorella maggiore per la seconda; cosa che tutto il loro gruppo avrebbe sentito verso la piccola Wright.
Infatti negli anni avevano sviluppato una specie di “istinto”: quando una aveva un problema o era troppo imbarazzata, l’altra lo capiva e si precipitava ad aiutarla.
Così quando la più piccola cominciò a balbettare davanti alla strana domanda del rosso, Lucy si smaterializzò immediatamente in casa: - Cosa?!- esclamò.
- Cosa, cosa?- chiese Percy un po’ sconcertato- Che ci fai qui?-
- Ho…dimenticato la borsa.- si giustificò lei.
- Ma se ce l’hai sotto il braccio.- osservò il ragazzo.
- Ah, davvero? Audrey, ehm…posso parlarti un attimo? Perce, se vuoi puoi andare: la aiuto io.-
- Veramente…-obiettò Percy.
- Tranquillo Perce, parleremo domani.- si intromise Audrey con un sorriso, lo accompagnò alla porta e lo congedò.
A questo punto Lucy fece un velocissimo incantesimo e trascinò l’amica in salotto per capirci qualcosa, voleva capire se il suo sospetto era giusto e se il suo piano potesse ancora essere attuato.
- Allors, qual’era il tuo problema?-
- Vedi…mi ha chiesto perché stessi con Carl e…-
- Cosa? Oh idiota!-
- Lucy, fammi finire: io non sapevo cosa rispondergli!- si agitò.
L’entusiasmo della ragazza venne improvvisamente distrutto.
- Dunque?-
- Dunque quando voi mi avete chiesto perché stessi con lui, non ho avuto esitazioni a rispondervi che non ne avevo idea ma ero felice, no?-
- Ancora oggi, dopo un anno, mi chiedo che razza di incantesimo ti abbia fatto.- disse meditabonda.
- Smettila! Comunque a lui non sono riuscita a dirlo, perche?- chiese agitata.
Lucy rischiò di svenire: ma quanto era idiota?
- Cucciola, è semplice: Percy Weasley è stato il tuo primo grande amore, non è semplice spiegargli perché hai un nuovo ragazzo, no?- spiegò saccente.
- E il tuo quando arriva?- replicò Audrey con un ghigno malizioso.
- Domani. Ora vai a dormire che se no come fai per l’inaugurazione? Mi raccomando, ricorda: Percy arriva massimo mezz’ora prima, io venti minuti, Carl tre minuti, Carol puntuale e Matthew circa mezz’ora dopo.-
- Tranquilla: me lo ricorderò, notte.-
Arrivata a casa, Lucy prese una chiave, andò nel seminterrato, aprì una botola, prese un baule, lo aprì, prese una scatola rettangolare, la aprì e ne trasse un impolveratissimo quaderno marrone, risalì le scale e lo aprì.
Quel quaderno conservava un importantissimo documento: il piano A.W., Audrey Weasley.
Lo aveva scritto quando era al secondo anno di scuola, il giorno dopo che Audrey le aveva confessato la sua enorme cotta per il rosso, e lei da buona amica, nonché figlia di Walter Savori, noto paparazzo newyorkese, si era subito messa al lavoro per aiutarla.
Aveva così scritto il suo capolavoro, l’A.W.: il piano per far diventare Audrey la nuova signora Weasley; purtroppo l’idiota si era messo con Penelope poco prima che potesse attuare la sua geniale idea.
Ma ora…Penny aveva mollato il cretino, lui era distrutto e Audrey stava cedendo, lo capiva dal fatto che non fosse riuscita a rispondergli nulla: l’antica cotta stava tonando allo splendore.
Per questo ora stava lentamente sfogliando il suo album, superando il P. poster (collage fatto da Audrey che ritraeva Percy), il diario congiunto (suo e di Audrey) fino ad arrivare al minuscolo quaderno nascosto in una cavità del libro ricavata tagliando le pagine.
Il progetto era semplice, ma complicato:
1) Penelope si levava di torno;
2) L’idiota aveva bisogno di conforto;
3) Audrey lo consolava da buona amica;
4) Lucy gli diceva di quanto stesse bene con la sua amica;
5) L’idiota se ne rendeva conto;
6) Audrey capiva che la sua cotta era ancora presente e mollava Carl;
7) Si mettevano insieme;
8) Avevano una figlia e la chiamavano Lucy.
Naturalmente la regola più importante era che Audrey non ne doveva sapere nulla:non avrebbe approvato.
Comunque, dato che i primi due punti erano fatti, restavano gli ultimi sei, i più difficili.
Restò alzata tutta la notte a preparare i dettagli della sua colossale operazione poi dormì per tutta la mattina dato che aveva preso un giorno di ferie dal lavoro, poi si preparò e arrivò come al solito venti minuti prima dell’inizio della festa, e trovò l’idiota e Audrey che ridevano.
Forse avrebbe dovuto lasciarli stare, così forse non avrebbero avuto bisogno del suo aiuto, ma stiamo parlando di Lucy e lei si era intestardita col suo progetto; così, da brava cretina, si avvicinò e li interruppe facendoli diventare improvvisamente bordò.
- Salve a tutti! Non sono l prima a quanto vedo.- esclamò.
- No, hai perso il tuo recente primato, vero?- scherzò Audrey.
- Recentissimo. Rovini sempre tutto Perce!-
- Secondo i miei fratelli è una dote naturale.- ribatté il ragazzo.
- Immagino.-
Percy si allontanò e le due ragazze rimasero sole: - Allora? Che stavate facendo?- chiese Lucy maliziosa.
- Niente! Che cosa pensavi pervertita?-
- Hahaha, oh Audy. Tu mi devi far organizzare il tuo matrimonio, voglio vederti quando sarai super nervosa con un abito bianco addosso.- rise Lucy di rimando.
Audrey arrossì e se ne andò, poi si fermò davanti alla porta, aspettando l’arrivo di tutti.
La festa cominciò appena arrivò Carol trascinandosi dietro un riluttante Matthew che, si capiva benissimo, avrebbe voluto stare ancora un po’a casa; Audrey rimase tutto il tempo a parlare con delle persone interessate ai suoi articoli, mentre Percy, che voleva una risposta alla sua domanda, si rivolse a Lucy: - Allora…perché sta con Carl?-
- Perché ti interessa?- lo provocò lei.
- Sono curioso.-
- Te lo dirà lei, quando vorrà. Come mai è finita con Penny?-
- Non mi piace parlarne…-
- Oh, andiamo! Sono la tua vecchia amica Lucy! Puoi parlarmi di tutto.-
- Veramente di solito ne parlavo con Mattie.-
- Fa lo stesso.-
- Ok, dopotutto a qualcuno devo dirlo. Quando Harry ha cominciato a dire a tutti che Voldemort non era morto, la mia famiglia gli ha creduto ma io, che volevo solo fare carriera, ho seguito la politica del Ministero e me ne sono andato.
Mi sono accorto di essere stato un vero idiota solo quando hanno cominciato ha giustiziare i Nati Babbani senza un processo degno di questo nome; quindi, quando la Battaglia di Hogwarts è cominciata, mi sono precipitato ad aiutare i ribelli e dopo, miracolosamente, sono riuscito anche a riconquistare l’affetto della mia famiglia.
Ma purtroppo a Penelope la mia famiglia non è mai piaciuta e quando sono tornato da loro, mi ha mollato ed è andata in Scandinavia a studiare.-
Lucy rimase in silenzio per qualche istante osservando attentamente l’evidente dolore presente nell’espressione dell’amico, poi osservò: - Ti ha lasciato per quello? E’ stupido Perce, è un motivo stupido. Riflettici.-






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Capitolo 5
*** Cap.5 ***


Cap.5
 

Dove Ginny salva l’inaugurazione e viene a conoscenza del piano di Lucy.
 



 

- Da quanto dura questa festa?- chiese Carol.
- Da quattro ore circa. Percy, non è tua sorella quella?- rispose Lucy.
Esatto: era arrivata Ginny, accompagnata dal suo fidanzato/salvatore del mondo magico Harry Potter che stava attirando moltissima gente rendendo così Audrey incredibilmente radiosa dato che prima non c’era quasi nessuno.
- Ehi Perce! Cosa fai qui? Non sei a fare trattati sui calderoni?- esclamò Ginny allegramente.
- Primo: quel trattato è stato utilissimo. Secondo: quella vicina a Harry è la sorella di Fleur?- rispose velocemente lui.
- Cosa?!- ringhiò la ragazza voltandosi in direzione del fidanzato, ma vedendo che stava semplicemente rispondendo alle domande di un anziano signore, si voltò verso il fratello con un’occhiataccia.
- Mooolto divertente fratello. Comunque, sono qui perché la cara Carol, che a proposito ho conosciuto durante la guerra, mi ha avvisato che un’inaugurazione di una sua amica stava andando male; quindi ho pensato di venire e portare con me Harry. Bella idea no? L’ha seguito mezza Diagon Alley.-
- Brava.- rispose lui un po’ rigido: era un po’geloso della sorella, come gli altri suoi fratelli dopotutto, e non sopportava ancora bene la sua storia con Harry.
La sorella sorrise riconoscendo il tono e andò a parlare con una sua amica che aveva intravisto lì vicino, il fratello la seguì con lo sguardo e lanciò un’occhiataccia ad un ragazzo che la fissava in un modo eloquente: malediceva la bellezza della sorellina.
- Ciao Bill.- salutò Percy sentendo la voce del fratello alle sue spalle.
- Percy. Cosa fai qui?-
- Io ho un buon motivo, ma tu?-
- Ok, mamma mi ha mandato a cercarti: è da un po’ che non ti fai sentire.- spiegò Bill.
- E’ da ieri che non la vado a trovare, e tu lo sai. Sei venuto qui solo per portare in giro Victoire.-
- Già, Fleur le avrebbe fatto provare almeno centocinquanta vestitini e la dovevo salvare, non trovi?-
Percy annuì, da bravo zio adorava la nipotina; ma dopotutto era impossibile non farlo: la piccola era adorabile con le sue guanciotte rosse, le lentiggini sul naso e i capelli rossi di un tono più chiari di quelli marca Weasley.
Ormai aveva quasi un anno, mancavano esattamente due mesi, e sapeva già dire zia ma non zio, cosa di cui Ginny andava vantandosi continuamente, nonna e Teddy, il piccolo Matemorfomagus era il suo migliore amico.
Così il ragazzo si intrattenne per un po’con il fratello e la nipote, venendo poi interrotto da Audrey, che passava di lì e aveva riconosciuto Bill.
- Bill Weasley vero? Io sono Audrey Wright.-
- La vecchia amica di Percy, ma certo! Era da tanto che non ti si vedeva.-
- Già, sono stata un po’impegnata a ricostruire la mia vita dopo la guerra.- a quelle parole, un lampo di dolore le attraversò gli occhi ma di questo parleremo dopo- E a fondare il mio negozio; hai visto qualcosa che ti interessa?-
- Sì, quel mobile dell’epoca delle persecuzioni dei Babbani. Quanto costa?-
- Solo undici galeoni. Ci ho messo tre mesi a trovarlo, quindi è regalato.-
- Ok, dove lo pago?-
- Da quel ragazzo biondo, Carl. E’ il mio cassiere.-
- Va bene, Percy mi tieni Vic mentre pago?-
- Certo. Vieni dallo zio piccola.-
- Shììì- rispose la bambina allegra.
Bill si allontanò e Audrey e Percy rimasero soli con la bambina.
- Come ti chiami tesoro?- chiese Audrey.
- Visctoie.-
- Ma che bel nome, Victoire. Perché si chiama così?- chiese a Percy.
- E’ nata il 2 maggio 2000, esattamente due anni dopo la fine della guerra. Comunque sei molto brava con i bambini, di solito Vicky non parla con gli estranei.- spiegò il ragazzo.
- U e iù- ordinò la bambina.
- Vuoi il su e giù? Va bene ma non dirlo a papà.-
Detto questo, Percy prese in braccio la bambina e cominciò a farla saltare in aria tra le risate della piccola e lo sguardo divertito di Audrey.
- E adesso scendiamo che papà sta tornando.- disse Percy.
La depose a terra, ignorando lo sbuffo della piccola e attese l’arrivo di Bill; appena il padre arrivò, la bambina gli corse incontro ridendo e lui , dopo aver salutato il fratello e ringraziato Audrey per il mobile.
- Quanto la adori?- chiese Audrey al rosso quando il fratello se ne fu andato.
- E’ il tesoro di tutti alla Tana. Dovresti vedere Ron quando arriva, Hermione negherebbe persino di conoscerlo se ci fosse qualcun altro.-
- Hermione Granger, Ron Weasley, Harry Potter! Quante persone famose conosci tu? Se lo sapesse Carl ti minaccerebbe pur di conoscerli.-
- Conoscere chi?- si intromise Carl.
- I suoi amici.- rispose per lui Audrey.
- Quali amici? Tuo fratello forse? Fammelo conoscere!- minacciò il biondo.
- Certo: Charlie, Bill. George o Ron?-
Carl lo guardò stranito e Percy gli spiegò scherzoso: - Devi specificare: se mi dici “fratello” l’unica che posso scartare è Ginny; o almeno credo… Ahia! Ginny!- infatti la ragazza era appena arrivata e gli aveva tirato un pugno sulla schiena.
- Sono venuta perché dovevo dirti che devo andare. Ciao Audrey.-
- Ciao. Piacere di averti conosciuta.-
Ginny salutò e si avviò ma a metà strada si guardò intorno spaesata e tornò indietro: -Avete visto Harry? Non lo trovo.- chiese.
- E’ là con Carol, guarda.- le indicò il fratello.
- Harry James Potter, se non vieni qui immediatamente ti affatturo! Hermione mi uccide se arriviamo tardi!- chiamò lei e il ragazzo salutò Carol e raggiunse la fidanzata; quando arrivò, sia Carl che Audrey sgranarono gli occhi e fissarono la cicatrice.
- Salve, sono Harry Potter ma dai vostri sguardi credo che lo abbiate capito.- disse un po’amareggiato- Andiamo Ginny? Hermione ucciderà anche me se tardiamo.-
- Certo! Ciao Perce!-
Quando se ne andarono, i due amici guardarono strabiliati Percy che si limitò ad alzare le spalle:- E’ Ginny che comanda.-
- Si era capito.- disse Carl acido.
Audrey si allontanò e Percy, che stava morendo dalla curiosità chiese a Carl:- Senti, ma tu perché stai con Audy?-
- Non te l’ha detto? Allora non posso: mi ha impedito di dire alcunché. Con Alyssa non è così.- sospirò.
- Alyssa? Chi è?- chiese Percy sospettoso.
- Nessuno, nessuno. Cosa è successo con Penelope?-
- Spiacente, è una cosa personale.-
Non si fidava abbastanza di Carl per raccontargli tutto: a Hogwarts non riusciva proprio a sopportarlo e la cosa non era cambiata.
Odiava il suo modo di fare altezzoso e la sua considerazione di se stesso che era pari a quella che avrebbe avuto un dio greco; in effetti somigliava a lui prima della guerra.
- Bene, senti…mi presenteresti tua sorella?- chiese Carl.

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Capitolo 6
*** Cap.6 ***


Cap.6

Dove i fratelli Weasley dimostrano la loro incredibile propensione a farsi i fatti degli altri.

 

Erano passati cinque giorni da quell’inaugurazione e Percy si preparava per un’altra data importante: la cena mensile con la famiglia Weasley.
Mentre si preparava, pensava ancora alla giustificazione che Carl aveva fatto alla sua domanda: -E’ famosa, ha un ragazzo famoso, perché non dovrei volerla conoscere?-
Non ci credeva per niente ma in quel momento era arrivata Audrey e lui aveva preferito lasciare la discussione in sospeso; era peggio di un padre iperprotettivo per lei.
- Percy caro, ti aspettavo!- lo accolse mamma Weasley.
- Sono il terzo vero?-
- Come lo hai capito?-
- Se non arrivo almeno secondo, ti preoccupi che vi abbia di nuovo abbandonato. Comunque non ti biasimo: sono stato un vero idiota.-
Molly gli sorrise e lo portò in cucina dove trovò il signor Weasley, George e Charlie che ogni mese veniva costretto a lasciare la Romania.
- Perce! Mamma stava per chiamare gli Auror!- scherzò George.
- Divertente fratellino. Ron? Mi aveva detto che sarebbe arrivato presto.-
- Avrà litigato con Hermione…- si intromise il signor Weasley.
- Se continua così non riusciranno mai a sposarsi!- rifletté la signora Weasley.
In risposta, ricevette quattro occhiate esasperate: da quando era nata Victoire, Molly non la smetteva di parlare di matrimoni, anche se alcuni dei suoi figli non erano neanche fidanzati.
Dopo poco arrivarono Ginny e Hermione che annunciarono che Harry e Ron avrebbero fatto tardi perché gli avevano affidato del lavoro supplementare al Ministero.
Infine toccò a Bill, Fleur e Victoire che venne subito presa in braccio da George che cercò di farle dire “zio”
- Zio, zio…- diceva.
- Tia.- ribatteva la bambina facendo gioire Ginny.
- Zio George.-
- Iorg- disse Vic scatenando al gioia dello zio dato che il suo, dopo quello di Teddy, era il primo che pronunciava.
- Visto che preferisce me Gin?- stuzzicò la sorella George.
In risposta lei sbuffò, poi la signora Weasley servì la cena e tutte le discussioni furono messe ad parte davanti a quelle pietanze squisite.
Dopo la cena arrivarono Harry e Ron che, dopo aver rivelato di aver potuto mangiare solo un panino, vennero costretti dalla signora Weasley ad ingoiare cinque portate; poi andarono tutti in salotto dove Percy cominciò, insieme a Ginny, a far saltare la bambina sulle gambe, a turno.
- Allora Ron, Hermione, quando vi sposate?- chiese la signora Weasley.
Le reazioni dei due ragazzi furono diverse: Ron rischiò di strozzarsi con la fetta di dolce che stava mangiando, e Hermione rispose con una calma nervosa: -Non ci abbiamo ancora pensato Molly, e poi siamo giovani, e poi…-
- E poi lui non te lo chiede.- si intromise Ginny beccandosi un tovagliolo in faccia.
Verso le dieci, George si alzò e appellò il suo cappotto: -Devo andare: io e Angie andiamo a vedere uno spettacolo.-
- Angelina? Ormai uscite tutte le sere.- obiettò Percy.
- Dunque?- rispose George ostile.
- Guarda che se ti piace non ti devi sentire in colpa: non hai fatto apposta.- puntualizzò Charlie.
- Lui non se la prenderebbe.- aggiunse Ginny.
- State zitti, voi non capite nulla.- e se ne andò.
- Devo andare anch’io.- annunciò Percy.
- Fermo la, com’è che non ci hai detto che hai rivisto Audrey?- chiese Bill.
- Ha rivisto Audrey?- si intromise Ron- e com’è che nessuno me l’ha detto?-
- Non ho rivisto Audrey- protestò Percy- Li ho rivisti tutti.-
- Chi è Audrey?- chiese Harry curioso.
- Una del vecchio gruppo di Percy. Il gruppo di Hogwarts. Sì, aveva un gruppo.- aggiunse Ginny notando la sua espressione sconcertata.
- L’hai rivista? E io non lo sapevo?!- protestò Charlie.
- La piantereste?- provò Percy.
- Qual’era Audrey?-
- Quella con i capelli nocciola e gli occhi strani.-
- Non sono strani: sono blu!- protestò Percy.
Gli altri lo ignorarono e Ron disse: -Sì, me lo ricordo: un’estate è venuta qui con gli altri tuoi amici.-
- Mi ricordo Matthew: era simpaticissimo. Non capisco come potesse essere il tuo migliore amico.- rifletté Bill.
- Ehi!- protestò Percy.
- Sì, vi ricordate l’imitazione di quel flim Babbano? Come si chiamava?- chiese Charlie.
- “Il Pradino” credo.- rifletté Ginny.
- Si dice film- puntualizzò Hermione- E il titolo esatto è “Il Padrino”.-
- Esatto. Davvero divertente.- commentò Bill.
- Com’è questa Audrey di carattere?- chiese Harry.
- Perché ti interessa?- chiese Ginny gelosa.
- Sono curioso.- si giustificò lui- Percy?-
- Audrey è piccola, tenera, dolce, sincera, calma…- disse lui sognante.
Poi si interruppe guardando i suoi parenti che lo fissavano con l’aria di chi la sapeva lunga, mentre la signora Weasley era eccitatissima.
- Cosa? Oh no! No, no, no, no. No!-
- Andiamo. Sui vede lontano un miglio che ti piace!- obiettò Ginny.
- Non è vero! E comunque sta già con Carl.-
- Carl Price? Ma se ieri l’ho visto strusciarsi su una bionda.-
- Come?! No, è impossibile. Ora però devo andare.-
Il ragazzo si smaterializzò e arrivò a casa sua dove si stese sul divano con una mano sulle tempie: non era possibile, Carl non avrebbe mai tradito Audrey.
Erano amici da anni e si volevano bene; e poi lui non avrebbe mai fatto soffrire quell’esserino minuscolo e ingenuo della ragazza.
No, Bill si era sbagliato.
Qualcuno bussò alla porta e il ragazzo andò ad aprire e si trovò davanti una stanchissima Lucy con una valigia a fianco.
- Ehi. Mi ospiteresti per qualche tempo? Il mio appartamento è allagato.-
- Come? Certo, entra. Perché non sei da Audy?-
- C’è sempre Carl lì. Allora?-
- Certamente. Entra.-


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Capitolo 7
*** Cap.7 ***


Cap.7
 

Dove si parla solo e unicamente di Audrey(tranne una piccola eccezione)
 


 

Audrey Wright era una ragazza ingenua e semplice.
 

Sua madre le aveva insegnato a esserci sempre per gli amici, suo padre a fidarsi di loro, suo nonno ad amarli sempre e comunque, suo fratello a non chiedere mai nulla tranne l’affetto.
Nella sua famiglia, gli amici erano sacri e lei ne era convinta.
Perciò non fece storie quando Carol entrò nel suo appartamento come una furia alle sei del mattino di domenica farfugliando qualcosa: -Scusa Audy, non sapevo dove andare: a casa non ci posso stare. A Matthew non posso dirlo, ma devo dirglielo! Perché sono qui? Devo stare qui. E’ una cosa bella ma complicata, oh Audrey!-
- Carol prendi un respiro e stringi.- le intimò Audrey sbadigliando.
- Sono incinta.-
Audrey rischiò di svenire ma, fortunatamente, riuscì ad aggrapparsi al mobiletto lì di fianco e dire:-C-come l’hai capito?-
- Ho un ritardo, sono andata da un medimago che mi ha giurato di non dire nulla a Matt, ho fatto anche uno di quei test Babbani e il responso è sempre lo stesso: aspetto un bambino.-
- E p-perché non l’hai detto a Matthew?-
- Perché è troppo presto! Ho solo venticinque anni e sono sposata da due! E poi Matt non vuole bambini, o almeno non ne abbiamo mai parlato…-
- E diglielo!-
- Non lo so…è così complicato…-
- E’ un bambino, è una cosa meravigliosa!-
- Lo so, è da quando avevo tredici anni che sogno di essere mamma ma…-
- Ma niente! Chiaro?! Ora tu andrai a casa, aspetterai che Matthew si svegli, gli farai un caffè e glielo dirai, capito?!- la spronò Audrey.
- Dici? Hai ragione, grazie. Se sarà una bimba, le darò il tuo nome.-
- Davvero? Allora corri a casa!-
- Grazie Audy. Sei la migliore!-
Rimasta sola, Audrey si compiacque del suo gesto e andò a rimirare le vecchie foto di Hogwarts che teneva in bella mostra sulle pareti.
Le facevano sempre venire in mente dei bellissimi ricordi della scuola, soprattutto la sua fotografia preferita: erano tutti sotto l’ombra del platano nel parco di Hogwarts, Penelope era seduta vicino a Carol che aveva la testa di Matthew sulle gambe, i piedi del ragazzo, invece, erano tenuti a distanza dalla mano di Percy , tra le risate di Audrey, Carl e Lucy sedute lì a fianco.
Quanto le piaceva Perce a quell’epoca: non riusciva a stare senza di lui e aveva sofferto moltissimo quando si era messo con Penelope, ma era stata zitta per mantenere l’amicizia con entrambi.
Ora stava con Carl, non riusciva neanche lei a spiegarsi il perché, forse era il suo atteggiamento da spaccone o le attenzioni che le dava; fatto sta che stava con lui.
L’unica cosa che non sopportava, era il suo continuo insistere sul voler fare quella cosa; lei non era ancora pronta ma lui insisteva senza lasciarle tregua.
Imbronciata, prese della polvere e la lanciò sul camino: -Chris? Ci sei? Puoi venire?-
Suo fratello apparve immediatamente e la abbracciò di slancio: era da almeno un mese che non si vedevano.
- Oh sorellina, dovresti farti sentire più spesso.- protestò Christopher Wright.
- Ehi! Chi è che si è trasferito in Canada?- ribatté la sorella.
- Quello era per lavoro.-
Audrey scoppiò a ridere e si strinse al fratello: adorava stare con Chris, durante l’infanzia lui era il suo punto di riferimento; quando era andato ad Hogwarts lei era scoppiata a piangere, sorda al fatto che dopo tre anni ci sarebbe andata anche lei.
Fortunatamente era entrata nella stessa casa del fratello ma era stata costretta a dividersi tra lui e Lucy.
Durante la guerra, lui era scappato in Canada dove aveva incontrato una donna tedesca, Annika, con cui si era fidanzato e per la quale si era stabilito definitivamente in America.
- Sul serio, dovresti venire più spesso. Siamo l’ultima parte della famiglia Wright.- lo pregò Audrey.
Ed era così: Voldemort aveva ucciso i loro genitori durante il primo anno della guerra perché la loro madre era Babbana e il padre era un Auror; da quel maledetto giorno, i due fratelli si erano sentiti ancora più uniti nonostante la lontananza.
- Allora, perché mi hai chiamato?-
- Posso parlare di “quello” con mio fratello?-
- Quello cosa? Oh, quello!- intuì Chris dalla sua espressione- No, non credo. Se vuoi ti chiamo Annika.-
- Lascia stare. Come stai?-
- Bene, bene. Vorrei solo trovare il coraggio di chiedere alla mia fidanzata di sposarmi…-
- Come? E non me l’hai detto?-
- Be’, prima volevo dirlo a lei!- protestò il fratello.
- Giusto, giusto.-
- E tu come stai sorellina?-
- Ho aperto un negozio, ho un fidanzato…-
- E’ Percy Weasley? Ad Hogwarts ti piaceva tanto e io lo adoravo.-
- No, è Carl Price.-
Chris si accasciò sul divano lanciando delle occhiate sconcertate a Audrey che lo guardava un po’ preoccupata, ma prima che potessero dire alcunché, dal camino sbucò la sagoma bionda con occhi verdi di Annika che cercava Chris perché li aspettavano dei loro amici ad Ottawa ed essendo loro a Toronto ci sarebbe voluto un po’ di tempo: Annika non era una strega e, seppur Chris le avesse rivelato tutto, i loro amici non erano a conoscenza della magia, quindi dovevano andare in macchina.
- Ne riparliamo, chiaro?- minacciò Chris rivolto alla sorella.
- Tienilo impegnato Annika.- disse Audrey rivolta all’altra donna presente.
- Contaci ja? Non lo faccio fenire fia così presto. Tranquilla: lo tenco in Canada.-
Audrey ridacchiò per la strana pronuncia della ragazza e li salutò.
Cominciò a preparare la colazione, prima di rendersi conto che tra una cosa e l’altra si era fatto mezzogiorno e, non avendo voglia di preparare il pranzo, decise di recarsi a quel localino Babbano a Londra: “Rules”.
Però in quel ristorante non si poteva andare da soli, quindi aveva bisogno di un amico.
Cominciò a pensare: Carl era a Dublino per il weekend, Matthew e Carol stavano certamente parlando del bambino, Lucy era introvabile.
Rimaneva solo Percy, così andò di nuovo al camino e chiamò; il ragazzo rispose subito e corse dentro l’appartamento della ragazza.
- Audrey! E’ il cielo che ti manda! Non riuscivo più a sopportare Lucy!- ansimò Percy.
- Lucy? E’ da te?-
- Già, il suo appartamento si è allagato e ha deciso di stare da me.-
- Capisco, senti: ti andrebbe di venire a pranzo con me al “Rules”?-
Il ragazzo la guardò un po’ stranito e lei spiegò: - Non posso andarci da sola: sarebbe deprimente.-
- Mmmh, ok. Tanto non avevo niente ad fare.-
Si avviarono al “Paiolo Magico che era lì a fianco, poi a Londra presero un taxi che lì portò al ristorante dove, per miracolo, era libero un tavolo.
- Sul serio ti ha distrutto la cucina usando solo un guanto da forno? Oh Lucy!- rise Audrey dopo il racconto del ragazzo.
- E non poteva proprio andare da suo fratello vero? Quella ragazza è una piaga!- commentò Percy.
- A proposito, ti devo dire una cosa…-
- Cosa?-
- Carrie aspetta un bambino!-
- Uao! E sei sicura di potermelo dire?-
- No, ma ormai il danno è fatto.- constatò Audrey.
Percy rise di gusto e, dopo aver mangiato tutto, il ragazzo la riaccompagnò a casa.
- Grazie per avermi fatto compagnia Perce, non fosse stato per te avrei dovuto ordinare del cibo via gufo e mangiarmelo seduta sul divano con una tuta addosso.-
- Sai che ti ci vedo?- rivelò il ragazzo.
- Cretino.- e gli diede un pugno sul braccio, scherzosamente.
- Non fai male neanche un po’ Audrey.- sentenziò Percy.
- Lo so, lo so. Ora è meglio che torni a casa: chissà cos’ha combinato Lu.-
- Argh non farmici pensare! Devo passare dalla pace totale al casino più completo.-
- Ahahah! E’ vero. Ciao Percy.-
Gli diede un bacio sulla guancia, forse indugiando un po’ vicino alla bocca, poi salì senza poter vedere il rossore compiaciuto del ragazzo.


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Capitolo 8
*** Cap.8 ***


Cap.8

Dove si capisce quanto Lucy sia diabolica.

 

Mentre Audrey e Percy erano a mangiare al ristorante, Lucy se la rideva.
Dovete sapere che la ragazza aveva una mente davvero contorta e che per far funzionare il suo piano, sarebbe stata disposta a fare qualsiasi cosa.
Così, il giorno della cena a casa Weasley, si era alzata di buon ora e aveva cominciato a preparare tutto nei dettagli: per prima cosa, era scesa al piano sotterraneo del suo palazzo ed era andata alle tubature dell’acqua e aveva manomesso il tubo che passava per il suo appartamento.
Fortunatamente, abitava nella Londra Babbana, perciò l’amministratore aveva chiamato i tecnici Babbani che avevano avvisato che ci sarebbero voluti almeno otto giorni perché la casa fosse di nuovo abitabile.
Era andata al lavoro e aveva chiesto a George se quella sera avrebbe avuto impegni familiari e aveva scoperto della cena di famiglia, quindi era andata un po’ in giro per Diagon Alley fino alle dieci e mezzo di sera, poi, fortunatamente, aveva cominciato a piovere e lei si era fatta prendere in pieno per migliorare l’effetto.
Infine si era presentata a casa dell’idiota mentendo a tutto spiano per riuscire ad insediarsi in casa sua e controllare il ragazzo e la situazione.
Per farlo uscire e avere campo libero, aveva cominciato a distruggergli lentamente la casa e sabato ci era riuscita: una voce dal camino l’aveva chiamato e lui era corso via senza neanche salutarla.
Si era subito fiondata a cercare qualcosa che potesse spiegarle come stava in quel momento l’idiota, in campo sentimentale.
Dopo aver setacciato la casa in lungo e in largo, si stava per arrendere quando vide un baule nascosto nel sottoscala; lo aprì e vide di tutto: vecchie foto sistemate alla rinfusa, libri di scuola, un carillon, delle pergamene in disuso e una scatoletta chiusa ermeticamente.
- Troppo facile Perce…- commentò la ragazza- Alohomora!-
L’incantesimo agì immediatamente rivelando una foto dell’idiota e di una ragazza con capelli ricci e dorati: Penelope.
Dietro alla foto c’era una scritta: “Io e Penny al lago di Loch Ness 1 ottobre 1995”.
Sembravano così felici…era ovvio che ora Percy non riuscisse a dimenticarla, anche a Hogwarts l’amava tantissimo; perché diavolo l’aveva lasciato? Non era possibile che fosse per colpa della sua famiglia, Penelope era Corvonero ed era sempre stata logica fino allo stremo.
No, ci doveva essere un’altra ragione.
- Ti piace il mio baule Lucy?- la ragazza trasalì, non per la domanda ma per la voce che l’aveva posta: si girò e si trovò davanti Percy Weasley in persona.
- Molto…confuso.- disse non sapendo cos’altro dire.
- Ah. Ora puoi anche andartene.- continuò il ragazzo con freddezza.
- Come? Mi cacci?-
- Sono stato capace di ripudiare la mia famiglia, credi che non possa cacciare un’amica impicciona?- constatò Percy.
- Vuoi ripetere lo stesso errore?-
- No. Basta che tu mi dia quel baule e dimentichi di averlo mai visto.-
- Suvvia Percy, ti vergogni di una vecchia foto.-
- Come? T-tu non hai visto la nicchia?-
- Quale?- cominciò Lucy prima di vedere una leggera cavità in un fianco del baule e si arrischiò a prenderla prima che lui potesse fare alcunché.
Si smaterializzò immediatamente in una via di Diagon Alley; poi cominciò a leggere il foglio che aveva preso: era una vecchissima pagina di diario.

5 aprile 1991

Caro diario,
In realtà non ho un diario: ho solo bisogno di sfogarmi con qualcuno e nono posso farlo con i miei amici, mi odierebbero di sicuro.
Oggi ho fatto una cosa orribile che però, forse, mi farà finalmente avere Penelope: lei non lo ammette ma è gelosissima.
Comunque non avrei dovuto usare quel metodo, Audrey è troppo buona e credo che non riuscirò più a guardarla per la vergogna.
Ora credo dovrei spiegare cosa è successo e credo che in effetti mi farebbe bene.
Vedi, prima Penelope non mi considerava neanche come ragazzo, ma solo come amico; però ieri sera mi è venuta un’idea tanto brillante quanto ripugnante.
Così questa mattina ho chiamato Audrey in un’aula deserta, sapendo che Penelope passava sempre di lì da sola ogni mattina, e al momento giusto l’ho baciata.
Lei è rimasta ferma per un momento durante il quale ho sbirciato alla porta e ho visto Penny che si allontanava con espressione infastidita.
Per cavarmela con Audy, ho finto di risvegliarmi da un incantesimo e le ho chiesto cosa fosse successo, lei è rimasta un po’ delusa, ma si è subito ripresa e mi ha spiegato cosa fosse successo e io mi sono scusato.
Piccola dolce Audrey, mi dispiace da morire ma forse finalmente si libererà dalla sua stupida cotta; quindi, in fin dei conti, ho fatto un favore a tutti e due, no?


Lucy finì di leggere e rimase ferma a fissare il foglio, scioccata e tremante; improvvisamente apparve Percy che, a quanto pareva, l’aveva trovata e lei reagì d’istinto: gli diede un pugno nelle costole e gli urlò in faccia: - COME HAI OSATO?! HAI USATO AUDREY! T-TU SEI UN ESSERE REPELLENTE, NON RIESCO A CAPIRE COME LA TUA MENTE CONTORTA ABBIA POTUTO FAR USCIRE UNA CAZZATA DEL GENERE! TU SEI, SEI…NON SO NEANCHE COME DEFINIRTI TANTO È ORRIBILE CIÒ CHE HAI FATTO!-
- Lo so…-
- LO SAI?! LO SAI?!-
- Sì, lo so! Non mi voglio giustificare perché hai ragione da vendere; posso solo dirti che non riuscivo neanche a guardarla tanto mi faceva schifo ciò che avevo fatto. Solo ora che l’ho rivista felice con Carl riesco a fissarla negli occhi…- confessò Percy.
- Oh. Ti senti uno schifo?-
- Sì, so che non ti basta.-
- È già qualcosa. Non basta ma la rabbia mi passa in fretta. Non lo dirò ad Audrey ma mi aspetto che lo faccia tu, chiaro.-
- Un giorno lo farò, te lo giuro.-
- Ah no! Tu mi devi giurare solo una cosa in vita tua: devi chiamare vostra figlia Lucy.-
- Vostra?-
- Tua e di Audrey.- disse la ragazza distratta da un enorme cono gelato retto da una bimba con i capelli ricci.
- Come? Lucy, tu non stai cercando di far mettere insieme me e Audrey, vero?-
- Ehm…certo che no…- esitò la ragazza.
- Certo che la rabbia ti passa in fretta.- commentò il rosso.
- Sono una buona amica.- ribatté lei.
- Lo so.- sorrise Percy- Ma ora rispondi alla mia domanda.-

- Quale?-
- Stai cercando di farmi mettere con Audrey?-
La ragazza balbettò e divenne rossa: - Andiamo, non dirmi che Audy non ti piace proprio per niente!- ribatté Lucy.
- Be’, lei è carina e dolce, ma…-
- Sta con Carl?-
- Già.- ammise il ragazzo.
- Capisco, ma tu non ti devi arrendere e…- cominciò la mora, ma venne interrotta da Percy che le chiese: - Audrey si è per caso fatta bionda?-
- No, perché?-
- Perché se non è lei, contro chi diavolo si sta strusciando Carl?-

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Capitolo 9
*** Cap.9 ***


Cap.9

Dove Percy e Lucy vengono a conoscenza del segreto di Carl e lo odiano sempre di più.

 

- Carl Azure Future Horizon Price!- chiamò Lucy usando il nome completo di Carl.
Lui si voltò terrorizzato e sbiancò quando vide i due ragazzi che lo raggiungevano furenti.
- Che diavolo stai facendo?!- lo aggredì Percy.
- Io…niente, c-cioè…- tentò di dire lui, invano.
- Chi è lei?- chiese il rosso sempre più arrabbiato.
- Io s-sono Alyssa, la fidanzata di Carl.- balbettò la bionda.
I due amici la fissarono ad occhi sgranati e, prima che Lucy se ne potesse accorgere o potesse fare alcunché, Carl venne schiantato contro la parete di un negozio lì a fianco e le due ragazze fissarono allibite Percy che aveva ancora il braccio teso e, mentre Alyssa correva a soccorrere Carl, Lucy tolse la bacchetta di mano al rosso.
- Sei totalmente impazzito?!- chiese Carl.
- Non qui, andiamo.- si intromise Lucy smaterializzandoli immediatamente alla Tana, in territorio neutrale.
Quel giorno erano eccezionalmente presenti solo i signori Weasley che guardarono esterrefatti i quattro materializzarsi nel loro giardino, il figlio che era riuscito a rimpossessarsi della bacchetta e che la puntava contro un ragazzo biondo, e una ragazza bassa che cercava di trattenerlo.
- Percy!- esclamò Arthur- Ma che succede?-
- Niente signor Weasley, solo avrei bisogno di aiuto per togliere la bacchetta a suo figlio; può?- chiese Lucy affannata.
L’uomo annuì e lo trattenne mentre la mora gli prendeva il legnetto dalle mani.
- Come diavolo hai potuto?! Fare questo a Audrey!- ringhiò Percy cercando di togliersi dalla stretta del padre.
- Percy!- si intromise la signora Weasley dopo che il figlio riuscì a tirare un calcio in pancia a Carl, non l’aveva mai visto così furente- Ora tu vai con tuo padre a darti una calmata, Carl va a spalmarsi del Dittamo sulla pancia, e io e le ragazze andiamo a parlare di ciò che è successo. Tutto chiaro?!-
- Sì signora…- risposero in coro.
Così Percy andò con Arthur nella sua vecchia camera a calmarsi, Carl andò in bagno a spalmarsi il Dittamo e Lucy, Alyssa e Molly andarono in cucina a parlare.
La donna ascoltò tutto con calma ma la sua espressione tradiva del disgusto profondo: -Quindi, se ho capito bene, tu non sapevi nulla di questo Alyssa.- disse Molly.
- Esatto.- rispose la ragazza.
- E, Lucy, tu e mio figlio li avete visti mentre si davano un bacio.-
- Precisamente.- fu la rabbiosa risposta.
- Deduco che Audrey non sa nulla di questo.-
- Suppongo…- rispose Lucy.
- La colpa è quindi tutta di Carl.- concluse la signora Weasley.
- Ovvio.- asserì Lucy.
- Solo, non mi spiego come mai Percy si sia arrabbiato così tanto.-
- Perché gli piace Audrey ma non vuole ammetterlo.- rispose Lucy con un dito verso il cielo per darsi segno d’importanza.
Alyssa e la signora Weasley ridacchiarono soprattutto quando Percy uscì dalla cucina e cominciò a inveire a bassa voce contro Lucy.
- Cosa volete fare?- chiese Arthur- Lo direte ad Audrey?-
- Non lo so, forse dovrebbe farlo lui…- mormorò Percy riferendosi a Carl.
- Sì.-
- È giusto.- concordarono gli altri.
Alyssa si alzò e disse: - E’ ora che me ne vada. Vorrei mostrare a quel porco cosa penso di lui ma credo che voi glielo dimostrerete meglio. Arrivederci.-
- Ciao Alyssa.- salutarono.
- È uscito dal bagno Carl?- chiese Molly.
- No. In effetti è lì da molto tempo.- osservò Percy.
Il ragazzo si alzò e andò in bagno; lo trovò deserto con la sola presenza di un biglietto che diceva:
Per Percy e Lucy,
ora non posso affrontarvi: non ne ho la forza.
Però vi prometto che, al momento giusto, lo dirò a Audrey e affronterò le conseguenze.
Salutatemi i signori Weasley.
Carl

Percy lesse il biglietto con voce sprezzante e poi disse: -Codardo! Scommetto che non lo dirà mai ad Audrey.-
- Be’, non è detto: magari glielo dirà davvero.- obiettò la signora Weasley.
- Sì, e quando?- ribatté il figlio.
- Calmati Perce.- disse Lucy – Non possiamo dirlo a Audrey, Carl ha il diritto e il dovere di dirglielo e noi non possiamo intrometterci.-
- Ma…-
- Ma niente. Ora è meglio che andiate.- si intromise il signor Weasley.
I ragazzi annuirono e si smaterializzarono, mentre Lucy tornò a vedere come andava in suo appartamento, Percy andò da Matthew e Carol per un po’ di sostegno ma trovò una scena molto strana: Matthew era bloccato sul divano e la moglie era probabilmente in cucina per i rumori.
- Matt? Stai bene?- chiese.
Il ragazzo annuì con gli occhi spalancati e un sorriso radioso stampato in faccia: -Sono padre Perce!- esclamò.
Percy si diede una manata sulla fronte e si diede dell’idiota per non essersi ricordato di ciò che gli aveva detto Audrey; dalla cucina affiorò Carol con un barattolo di miele in mano.
- Ehi Percy! Il bimbo continua a reclamare dolci.- disse allegramente- Oh non fare quella faccia! So che Audy te l’ha detto. L’ho già punita.-
- Uao. Non credevo che l’avresti preso così bene Matthew.- osservò Percy.
- Bene? È lì da ieri pomeriggio. È felice, però è anche scioccato.- disse Carol.
Percy rimase lì per un po’, felice di essere tra amici allegri e gioiosi e di distrarsi, ma poi si sentì in dovere di dire tutto anche a loro.
Purtroppo causò una reazione esagerata, tanto che lui e Carol dovettero trattenere Matthew prima che andasse a cercare Carl per ucciderlo; alla fine concordarono tutti sul fatto che nessuno di loro dovesse dire nulla a Audrey.
- Ma se Carl non glielo dice entro un mese, io lo strozzo.- aggiunse Matthew e Percy concordò energicamente.
- Ragazzi…- mormorò Carol, ma prima che potesse dire nulla, corse in bagno a vomitare.
- È da ieri che continua a vomitare, spero sia normale…- disse Matthew.
- Fattelo dire da uno che ha sei…cinque fratelli: è più che normale.- rispose Percy esitando sul numero dei fratelli: ricordare Fred gli causava sempre una fitta di dolore acuto.
Matthew fece una strana smorfia e gli mise un braccio sulle spalle e lo strinse.
- Come lo chiamerete?- chiese Percy.
- Audrey se è una femmina, Colin se è un maschio.- rispose il ragazzo.
- Come mai?-
- Carol ha promesso ad Audrey che gli avrebbe dato il suo nome se fosse stata una bambina, io ho scelto Colin se è un maschio perché il mio padrino si chiamava così. È morto durante la guerra, ucciso da Dolhov, credo.-
- Ah.-
Rimasero in silenzio per qualche momento, quel silenzio consapevole in cui non c’è bisogno di parlare, il silenzio tra amici.
Finalmente Carol finì e tornò in soggiorno sempre tenendo in mano un enorme barattolo di miele e disse: -Percy, perché hai schiantato Carl?-
- Perché ha ingannato Audrey.- rispose il ragazzo semplicemente.
- Dunque? Mi sembra esagerato cercare di provocargli un trauma celebrale. O forse avevi già qualcosa contro di lui…- insinuò la donna.
Percy arrossì e non rispose.
Matthew sgranò gli occhi e disse: -Perce, non è che ti piace Audrey?-
- Come?! No! Io non…no.- rispose il ragazzo scandalizzato.
I due si guardarono con un’occhiata d’intesa e dissero: -Come no.-
Lui si smaterializzò a casa sua e inciampò nel baule aperto e si trovò a pancia in giù con in mano il foglio della sua “confessione” che a quanto pare Lucy aveva rimesso a posto e si sentì un verme, Audrey era così bella…

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Capitolo 10
*** Cap.9 ***


Cap.10

Dove Lucy viene a sapere che diventerà zia e Carl fa una proposta che gli costerà cara.

 

Due giorni dopo i ragazzi ricevettero un invito per una cena a casa di Audrey e accettarono tutti di volata per la medesima ragione: volevano vedere cosa avrebbe detto Carl.
Arrivarono tutti stranamente in orario e dovettero sfilare la bacchetta a Percy quando ad aprire fu Carl.
- Che diavolo…- disse Matthew.
- Non gliel’ho ancora detto. Per favore state zitti.- li pregò il biondo.
Entrarono guardandolo in cagnesco, ma cambiarono espressione quando una sorridente Audrey si affacciò dalla cucina reggendo un’enorme vassoio pieno di uno strano riso.
- Allora, andiamo a tavola? Prima di tutto un po’ di Kashmiri Pulao, riso indiano come avevo predetto la scorsa volta. Oh, tu no Carol: ci sono dei chiodi di garofano e tu sei allergica.-
- Come? E io che mangio?- protestò la donna.
- Del Bhat, altro riso ma senza garofani. Non possiamo permettere che ti ammali: farebbe male al bambino.- spiegò allegramente.
Matthew sputò il vino che stava bevendo in faccia a Percy che intanto aveva mandato la mano alla bacchetta e si era rannicchiato in posizione di difesa mentre Carol cercava di sgattaiolare sotto il tavolo e Audrey, che si stava rendendo conto dell’enorme sbaglio, stava per far cadere il vassoio a terra che venne fermato da Carl che li guardava straniti.
- Bambino?- chiese Lucy con una voce rotta dalla rabbia.
- S-sì, non t-te l’abbiamo detto?- balbettò Matthew, aveva un vero terrore della sorella minore.
- Cosa?- chiese Carl.
- Carrie è incinta.- rivelò Audrey tutto d’un fiato.
Lucy si alzò con calma e cominciò a lamentarsi: -Non è giusto! È successo a tutti ma non credevo potesse capitare anche a me!-
- Cosa?- chiese Carol che era tornata in superficie.
- Essere tenuti all’oscuro di qualcosa, prima è capitato a Matthew quando Carl non gli ha detto di essere stato lui a tingergli i capelli di fucsia che ha dovuto tenere per tutto l’anno…-
Volò un pugno; - Poi Carol che non sa che fu Percy a dire in giro che era stata vista pomiciare con il più bello della scuola scatenando l’ira delle sue fan…-
- Io ti ammazzo!-
- Poi Carl che si ritrova messo a testa in giù da Audrey per tutta la notte…-
- Devo riconsiderare la nostra storia.- rimuginò il ragazzo.
- Percy che non sa che sono stata io a mettere le pagine del suo diario nel dormitorio di Penelope…-
- Ci vediamo dopo…-
- Penelope che non immagina neanche che fu Matthew a dire al professor Vitious che era stata lei a far sparire tutte le sue rane…-
- Siamo un gruppo molto affiatato…- disse Audrey con sarcasamo.
- E ora io, io vengo tenuta all’oscuro del fatto di stare per diventare zia a soli ventiquattro anni! Tradita dal sangue del mio sangue! Quale fine è mai peggiore di questa?-
Il suo drammatico monologo venne interrotto dal piatto di riso che Percy le lanciò in faccia.
- Avrebbe continuato per tutto il tempo…- si giustificò il ragazzo scatenando le risa di tutti gli altri, anche di Lucy.
- Comunque, come la chiamate? Perché è una femmina, chiaro.- esclamò Lucy appena ebbe finito di ridere.
- Non la chiameremo Lucy se è questo che vuoi sorella.- avvertì Matthew.
- Ma sei fissata!- protestò Audrey.
- Pelché?- chiese Carl con in bocca una forchettata di riso.
- Perché l’ha chiesto anche a me!- fu la risposta.
- A me pure.- aggiunse Percy.
- E perché a me no?- si intromise Carl.
Ma quando la ragazza lo fissò così male da far scappare anche un gigante infuriato, comprese e riprese a mangiare tra gli sguardi spaesati di Audrey.
- Mi nascondete qualcosa?- chiese.
La guardarono tutti con un misto di tenerezza e tristezza: la cosa a cui più credeva Audrey era l’amicizia e nessuno di loro voleva rompere la sua convinzione; non che loro non avessero mai avuto quella convinzione, ma avevano tutti perso quest’idea per motivi diversi.
Percy quando si erano persi di vista dopo la scuola nonostante la promessa; Carol quando la sua amica d’infanzia Britney le aveva rubato il ragazzo; Carl perché di amici veri non ne aveva mai avuto; Lucy e Matthew avevano perso la madre durante la prima guerra per mano di un suo grandissimo amico che era entrato nei Mangiamorte: Yaxley.
Che la convinzione fosse durata tanto, come per Percy, o molto poco, come i due Savori, l’avevano avuta e a tutti mancava incredibilmente.
- Cosa?- ripeté Audrey sempre più infastidita.
- Non dobbiamo essere noi a dirtelo.- rispose Carol con voce triste.
- E chi allora?-
- Io.- si intromise Carl.
La condusse in un’altra stanza dove rimasero per molto tempo durante il quale Lucy e Carol andarono in cucina per cercare di salvare i resti della cena.
I due ragazzi rimasero invece a parlare tra loro.
- Perce?- chiamò Matthew.
- Mmmh?- rispose lui impegnato a guardare la porta della stanza dove erano entrati Audrey e Carl.
- Credi che ci riuscirò?-
- A fare che?-
- A fare il padre. Io non l’ho mai avuto…-
- Oh, già…-
Quando la madre di Lucy e Matthew era morta, il padre, scomparso da tempo dopo aver divorziato dalla madre, era riapparso e li aveva dovuti riprendere con sé seppur di malavoglia.
Ma se con la figlia dopo qualche tempo era diventato affettuoso e attento, con Matthew era freddo e scostante e non si parlavano almeno da quando il ragazzo aveva cominciato Hogwarts lasciando così Chicago, dove era sempre vissuto senza alcun rimpianto e dopo un anno anche la sorella l’aveva seguito.
- Se vuoi ti presto il mio.- tentò di smorzare la tensione Percy.
- Be’, dopo sei figli sarà esperto.- sogghignò Matthew.
- Già. Sul serio Matt, tu sarai bravissimo perché potrai fare ciò che tuo padre non ha mai fatto con te. Lo o la amerai più di ogni cosa esista al mondo e quando diventerai vecchio, lo vedrai incamminarsi per la sua strada con la pace nel cuore perché avrà trovato la felicità.-
- Vuoi un figlio Perce?- chiese Matthew incuriosito.
- Non sarebbe male in effetti ma sono un po’ giovane, non sono neanche sposato cosa che mia madre continua a ricordarmi…-
Matthew scoppiò a ridere attirando l’attenzione di Lucy e Carol, sempre con un barattolo di miele in mano, che si affacciarono dalla cucina appena in tempo per vedere una Audrey rossissima e imbarazzata che lasciò di corsa al stanza dove era prima e si precipitò in cucina trascinandosi dietro le due donne, lasciando Matthew e Percy con due espressioni ebeti dipinte in faccia.
- Audy! Che hai?- chiese Lucy.
- Io, io…è totalmente impazzito! Stiamo insieme solo da un anno! Non può averlo fatto, vero?- balbettò lei.
- Questa scena mi ricorda qualcosa…- mormorò Carol.
- Che è successo?-
- C-Carl mi ha chiesto di sposarlo…- fu la esitante risposta.
- Carrie…- disse Lucy con un filo di voce.
- Sssììì?- ringhiò la donna.
- Trattieni Percy.-

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Capitolo 11
*** Cap.11 ***


Cap.9

Nel quale Audrey scopre tutto e si dimostra più brutale di quanto si possa credere; mentre Percy capisce tutto quelo che prova per la ragazza.

 

Carol uscì per tenere fuori i due ragazzi.
- Cosa ha fatto quel malato di mente?- chiese Lucy sconcertata.
- Mi ha chiesto, quello ecco.-
- È totalmente uscito di testa, chiaro.- concluse la ragazza.
- Cosa devo fare Lucy?- chiese Audrey isterica.
- Digli di no!- rispose l’amica.
- Perché?-
- Perché, perché state insieme solo da un anno! Perché non vi siete neanche mai detti “ti amo”! Perché lui ti ha trad- si interruppe improvvisamente.
- Trad…?- chiese Audrey sospettosa.
- Niente, niente.- si affrettò a dire Lucy.
- No! Basta! Non mi dite mai niente! Trad cosa?- urlò Audrey furente attirando l’attenzione di tutti gli altri tra cui Carl, rosso e irritato.
- Che accade?- chiese Carol – Qual ragione ha indotto la gentil pulzella a sforzare la sua melodiosa voce?-
La fissarono.
- Non chiedetemi perché ho parlato così, non lo so.- disse lei rossissima.
- Quando mi aspettava, mia madre ha cominciato ha parlare in polinesiano.- osservò Percy – Comunque, cosa c’è Audrey?-
- Ditemelo voi! Carl mi ha trad…?- chiese lei con voce acuta.
- Lucy!- imprecarono loro in coro.
- Non ho fatto apposta…-
Audrey non resse più, ben sapendo quale fosse l’elemento debole, prese Percy per il colletto, lo scaraventò in camera e si chiuse dentro lasciando gli altri basiti.
- Allora, cosa succede?- ringhiò la donna.
- N-niente…- provò il rosso.
- Ma per favore! Ti conosco: tu ti torturi le mani quando menti!-
- Audrey, davvero non so niente!-
La ragazza si avvicinò a lui così tanto che Percy poté vedere le piccole lentiggini che aveva sul naso e ogni minima sfumatura dei suoi occhi blu più scuri della notte.
Si ritrovò incredibilmente a pensare a quanto sarebbe stato bello poterla baciare ma rifiutò il pensiero immediatamente e cercò di trovare una risposta plausibile; dalla faccia di Audrey, capì che stava facendo le sue solite smorfie.
- Non sforzarti di trovare una spiegazione falsa ma plausibile. Dimmi solo la verità per favore.- pregò la ragazza.
- Audrey non sta a me…- replicò dolcemente il ragazzo.
- Sta a Carl, lo so! Ma lui non mi dice nulla! E tu neppure! E Lucy neanche! Vuoi che continui?!- replicò Audrey.
- Calmati! Non posso farci nulla.-
La ragazza urlò di disperazione e si sedette di fianco al ragazzo appoggiandogli il viso sulla spalla e provocando una reazione nervosa nelle budella di Percy.
- Perché non mi dite mai niente?- singhiozzò.
- Ehm…-
- Ragazzi? Tutto bene?- chiese la voce di Carol da dietro la porta.
- Bah, almeno ha smesso di parlare come una dama di re Artù…- sospirò Percy.
Abbracciò la ragazza costringendosi ad ignorare che le sue budella stavano ballando il merengue e le sussurrò: -Apro?-
- Prima mi dici che succede.- borbottò la ragazza.
- Se te lo dico, prometti che non dirai a nessuno che te l’ho detto?-
- Certamente, non c’è problema.- sorrise Audrey sorridendo raggiante.
- Ti arrabbierai e tanto. Ti infurierai con me, Lucy, Carol e Matthew perché non te l’abbiamo detto subito. Ti chiedo solo di far finire questa giornata senza che nessuno sappia nulla.-
La ragazza annuì dubbiosa.
- Lo capirai da sola: puoi arrivarci facilmente. Carl ti ha trad…- disse Percy.
- Trad, trad…- si interruppe, lo guardò e cominciò a fare continui cenni negativi con la testa, per negare qualcosa.
L’amico annuì tristemente in risposta.
- No! No, no, no!- sussurrò lei cercando di convincere più se stessa che l’altro- Non può avermi trad…ita.- concluse.
Percy la strinse forte e lei gli promise che avrebbe mantenuto la promessa, ma lo disse freddamente, non col suo solito tono allegro.
- Audrey…-
- Zitto.-
Uscì dalla stanza sorridendo meccanicamente e li mandò via dicendo che doveva sistemare il negozio.
- Ci vediamo. Ora devo sistemare delle cose in negozio.-
Appena se ne andarono, cominciò a piangere.
Il giorno dopo, Percy tornò a casa della ragazza e trovò tutto aperto; salì fino al suo appartamento e trovò aperta anche quella aperta.
Entrò, preoccupato, e chiamò Audrey ma non gli rispose nessuno; improvvisamente sentì dei respiri tirati provenienti dalla camera da letto che aveva la porta totalmente aperta.
- Audrey?- provò.
Audrey stava semplicemente dormendo ma aveva gli occhi gonfi e la faccia completamente rossa e bagnata: aveva pianto e a lungo.
Percy si sedette accanto a lei e cominciò ad accarezzarle dolcemente i capelli; aveva finalmente capito perché gli importasse così tanto di Audrey, perché si sentiva così protettivo, geloso verso di lei e perché improvvisamente si sentisse così strano vicino a lei.
Non aveva mai amato una ragazza in quel modo, neanche Penelope, ma a lui non importava affatto della bionda: nella sua mente ora c’era solo l’immagine di una dolcissima donna con lunghi capelli nocciola mossi, anche se supponeva che li sistemasse lei perché ad Hogwarts erano dei ricci secondi solo a quelli di Hermione, e occhi più blu della notte stessa.
- Mmmm…- fece Audrey svegliandosi – Perce? Cosa?-
- Ti cercavo. È martedì mattina, sono le nove e tu sei stata fortunatissima perché Kingsley ha deciso di farmi andare in giro a cercare pezzi magici ebrei che, a quanto pare, hai solo tu.-
- Oh. Va bene; scendiamo.- disse lei meccanicamente.
Quando arrivarono nel negozio, Audrey chiese: - Cosa ti serve esattamente?-
- Come stai?- ribatté Percy.
- Devo parlare con Carl.-
- Come stai?-
- Perché me lo chiedi?-
- Perché hai gli stessi vestiti di ieri sera. Non cercare di mentirmi, Carol mi ha detto che non ti metti mai quella camicetta due volte di seguito.- aggiunse vedendo che Audrey stava per ribattere.
Lei prese due respiri profondi e non disse nulla.
- Gli farai del male?-
- Non lo so, Perce. Possiamo cambiare argomento?- disse lei rabbiosa.
- Certo, come vuoi.- disse ancora un po’ preoccupato – Mi servono due bacchette di legno di faggio appartenute a Benjamin Bemporad e Jacob Gallichi.-
- Accio bacchette.- disse Audrey utilizzando la sua bacchetta di salice.
I due legni uscirono dalla confusione e lei disse: - Sono quindici galeoni.-
Percy la pagò e uscì, esitando sulla porta perché quel giorno la ragazza gli sembrava davvero strana.
- Tutto bene?- chiese Kingsley Shacklebot, il Ministro della Magia rivolto a Percy che era appena tornato in Ministero.
- Certo, stia tranquillo Ministro.-
- Oh, su! Siamo soli chiamami Kingsley! Dopotutto siamo amici no?-
- Ok.-
- Cosa ti succede? Sembri distratto.-
- Un piccolo problema con una mia amica. Ecco le bacchette. A cosa ti servono?-
- Stanno per arrivare gli ambasciatori ebrei e dobbiamo negoziare il possesso delle bacchette perché i due eroi hanno sconfitto il mago Rower qui, ma sono nati nel loro stato.- spiegò il Ministro.
- Va bene.-
Finito il lavoro, Percy decise di tornare da Audrey per vedere come stava e trovò il negozio chiuso, cosa plausibile dato che l’orario pomeridiano era dalle due alle sette ed erano le sette e mezzo; ma Percy si preoccupò lo stesso e si smaterializzò in casa della ragazza.
- Audrey?- chiamò.
Sentì dei rumori in camera da letto e, a ragione, si affrettò a entrare dove trovò una scena raccapricciante: Audrey teneva la bacchetta in alto e Carl era sospeso in aria sotto l’effetto di un evidente Cruciatus.
Il rosso non ci pensò due volte e sollevò la ragazza da dietro: - Calmati Audrey!- tentò.
Lei lasciò cadere la bacchetta e si accucciò piangendo al suo petto.
Carl cadde e li fissò, smaterializzandosi subito dopo; Percy sperò di non doverlo vedere più.
- Calmati, calmati…- disse lui come se fosse una ninna nanna.
Lei si limitò a singhiozzare e a stringersi di più a lui.
- Perché l’hai fatto? È- è illegale Audrrey…- disse, senza sapere cos’altro dire.
Audrey affondò la faccia nel suo petto e continuò a piangere; rimasero così per un bel po’, senza dire nulla.
Nessuno seppe dire quanto.

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Capitolo 12
*** Cap.12 ***


Cap.12

Nel quale Audrey si sente molto lusingata e Carol comincia a soffrire sul serio.

 

- Ma come ti è venuto in mente?- borbottò Percy porgendo ad Audrey un bicchiere di Burrobirra fumante.
Lei non rispose e la bevve tutta d’un fiato, annaspando poi per il calore del liquido, risolvendo poi il tutto con un incantesimo Aguamenti.
- Audrey…- sospirò Percy – Rispondi.-
- Perché mi hai fermata?- fu la brusca risposta.
- Perché, perché te ne saresti pentita dopo, perché è illegale, perché sono già state fatte soffrire molte persone tre anni fa, perché neppure Carl si merita questo!- disse lui tutto d’un fiato.
La ragazza chinò la testa e strinse il bicchiere così forte che Percy temette che lo avrebbe rotto; la guardò e prese un grosso respiro.
- Allora, cosa è successo esattamente?- chiese.
- Quando sei arrivato stamattina, stavo cercando un modo per capire chi fosse la donna con cui Carl mi aveva tradita perché non avevo voglia di chiederlo a voi, perché sono sicura che lo sapete. L’ho trovata e ho parlato con lei, Alyssa Carver si chiama, è simpatica; le ho messo del Veritaserum nel the, solo per capire fino a quanto si fosse spinto Carl con lei e ho scoperto che neanche Alyssa sapeva della mia esistenza e, a quanto pare, lui ha cominciato a frequentarla prima di me. È stato questo a farmi infuriare. La stessa sera, l’ho invitato a casa mia come se tutto fosse stato normale, per non insospettirlo. Poi, piano, piano, gli ho fatto capire che sapevo tutto e ha cercato di negarlo. A quel punto, mi sono davvero infuriata e, beh, dopo poco sei arrivato tu.- spiegò la ragazza.
- Uao. Hai una mente diabolica. Capisco perché Lucy sia la tua migliore amica.- commentò Percy.
Audrey lo guardò stranita e lui si affrettò a spiegare: - Scusa. In realtà ti confesso che non ho mai sofferto Carl e non gli auguro niente come la maledizione Cruciatus certo, ma se si allontana da noi non ne soffro.-
Audrey scosse la testa facendo mulinare un’onda nocciola e stette zitta.
Dopo un po’, la ragazza si decise a parlare e disse: - Dormi qui, o…? No, fai come vuoi. Sei totalmente fuori di testa: assisti ad una maledizione senza perdono dopo ciò che è successo tre anni fa e non mi fai nulla. Anzi, sei tranquillissimo come se avessi appena congedato delle amiche e stessimo bevendo del the in allegria!-
Percy cominciò a ridacchiare.
- Percy Ignatius Weasley non osare ridere! Si può sapere perché un importante funzionario del Ministero come te non mi consegna immediatamente alla giustizia?-
Il ragazzo scosse la testa con un’espressione incredula: - Perché ti voglio bene. E poi non voglio più sofferenza tra le persone a cui tengo e a te tengo moltissimo.-
- Oh.- rispose lei lusingata.
- Meglio che vada: domani devo alzarmi presto e lavorare tutto il giorno. Che ore sono?-
- Le nove.-
- Ok. Ciao Audy.-
- Ci vediamo. Dico io tutto a Lucy.- disse lei sorridendo e salutandolo con un bacio sulla guancia.
- S-sì. Ciao.- balbettò lui un po’ scosso – Non fare pazzie, mi raccomando.- aggiunse poi.
Il giorno dopo fu, come predetto dal ragazzo, molto stancante ma passò, e così passarono i successivi sette mesi durante i quali, Audrey riuscì a calmarsi e Carol diventò sempre più grossa.
Stavano parlando proprio di questo, una sera a casa dei due quasi genitori il 31 dicembre, giorno del compleanno di Carol nonché Capodanno.
- Ragazzi, ventisei anni e già incinta. Non ho fatto le cose con calma eh?- commentò la festeggiata divorando un’enorme fetta di torta al miele.
- Non trovate che la pancia sia un po’ troppo grande?- chiese Lucy sorridendo.
- Ehi!- protestò Carol.
Si misero a ridere.
- Dai! Non fatela innervosire, se no sono io a subire le conseguenze; ha la forza di due persone in una, sapete?- disse Matthew con aria drammatica.
Erano stranamente più uniti da quando Carl se ne era andato, forse perché non avevano più segreti con Audrey, o perché Percy era molto più rilassato; fatto sta che stavano bene ed erano finalmente felici.
- Quanto devo stare ancora qui?- chiese Lucy sarcastica.
- Mmmh… fino al parto.- concluse Carol.
- Cosa?! Altri due mesi?! Ma tu mi vuoi morta!-
- Ovvio, non l’avevi ancora capito?- ribatté la donna scatenando le risate di tutti gli altri.
- Tranquilla Lu,- disse Audrey – la piccola Lucy te la do io.-
Lucy fece un verso di affetto e la andò ad abbracciare.
Percy scosse la testa, sorridendo, e disse: - Continuerà a lungo questo ritornello?-
- Finché Audrey non avrà dato il mio nome a sua figlia.- rispose Lucy.
- Non dovrebbe essere d’accordo anche il padre della bambina?- obiettò lui.
- Perché, a te non piace?- chiese l’amica con lo sguardo sospettoso.
- Beh, sì ma…-
- Allora non c’è problema.- concluse lei.
- Perché? Mica sarà Perce il padre.- si intromise Matthew.
- Certo, certo…- acconsentì lei misteriosamente beccandosi un’occhiata stranita di Audrey, e una cattiva da Percy.
- Lucy, esattamente cosa stai cercando di fare?- chiese Audrey.
- Io? Niente.- rispose lei con falsa voce innocente.
- Sul serio.-
- Cose private.-
- Bah. Vatti a capire.- commentò suo fratello – Piuttosto, chi mi aiuta a tirare fuori la cheesecake che ho promesso a mia moglie?- aggiunse.
Percy si offrì immediatamente volontario, più per dare un assaggino alla torta che per altro, lasciando le donne sole.
- Come va Audy?- chiese Carol un po’ preoccupata.
- Bene, perché?-
- No, è che ti sei ripresa in fretta da Carl e tu, dopo una rottura, cominci quasi subito un’altra storia e così via. L’hai sempre fatto.- le rispose la donna.
- Sì? Non me ne ero accorta.-
- Ma certo che te ne eri accorta, solo che non lo ammetti.- commentò Lucy.
- Già. Chi ti piace?- chiese Carol.
- Nessuno.-
- Per te chi è?- chiese Carola a Lucy senza badarle.
- Te lo devo dire o lo capisci da sola?-
- Lui dici?-
- Ovvio.- sentenziò Lucy.
- Potrei sapere di chi state parlando o è una cosa solo vostra?- si intromise Audrey sarcastica.
Lucy si limitò a darle un’occhiata esasperata e ad indicarle i due che stavano rientrando con un’enorme torta che fece gemere Carol; Audrey sospirò e diede un’occhiata al rosso intenerendosi e sorridendo a prima vista scatenando delle occhiate d’intesa tra le altre due.
- Ecco qua. Se avete visto dolci più grandi, avvisatemi.- disse Matthew.
La giornata continuò così, con lampi di consapevolezza da parte di Audrey e conati da Carol.
- Sicura di sentirti bene Carrie?- chiese Percy un po’ preoccupato.
- Certo; ma se osa nascere lo stesso giorno del mio compleanno avrà una vita molto difficile.- minacciò la donna.
- Ma dai! Ha quasi nove mesi, concediglielo!- obiettò Audrey.
- Da domani sì. Ma oggi non deve neanche provarci.-
Matthew fece una smorfia, mentre la sorella scuoteva la testa divertita.
- Oooh. Scusate, mi vado a stendere.- disse Carol.
- Ti accompagno.- disse Matthew.
Lucy si intromise dicendo: - Vengo anch’io, non si sa mai.-
Audrey e Percy rimasero soli, in silenzio.
- Dieci a uno che nasce massimo tra tre giorni.- commentò il ragazzo.
- Ci sto. Punto dieci falci che nasce tra più di tre giorni.- disse Audrey.
- Accetto.- acconsentì Percy.
Sorrisero insieme e arrossirono nello stesso istante.
- Allora,- provò a dire Audrey – come sta tua nipote?-
- Oh, benissimo. A maggio ha compiuto un anno e per dimenticare cos’altro ricorda quel giorno, Bill e Fleur hanno organizzato una festa grandiosa. L’unica pecca è stata che George è arrivato con un’ora di ritardo.- rispose Percy.
- Beh, per lui è più difficile no?- provò a giustificarlo la ragazza.
- Sì, ma lo è anche per noi. L’unica differenza è che noi abbiamo imparato a concentrarci solo sul sorriso di Victoire; è un metodo molto efficace.- spiegò il rosso.
Audrey annuì e tornò il silenzio, rotto solo dal rintocco dell’orologio che segnava la mezzanotte: la fine del 2001 e l’inizio del 2002.
- Buon anno Perce. Quali sono i tuoi propositi?-
Lui rifletté a lungo, poi le si avvicinò così tanto che i loro nasi si sfioravano e disse: - Non voglio nascondere più niente ad un amico, o amica.-
- Oh.-
Si avvicinarono sempre di più, Audrey piegò leggermente la testa mentre il rosso si avvicinò così tanto da poterle sfiorare le labbra con le sue.
- Ragazzi!- urlò Lucy precipitandosi nella stanza e facendoli sobbalzare – Sta arrivando! Matt ha portato Carrie al San Mungo, ora ci vado anch’io. Vi avvertiamo appena nascono!-
- Come?! Non possiamo venire?- chiese Audrey più che eccitata.
- Carol preferisce che prima assistano i genitori e la vera zia. Gli zii simbolici, dopo.-
- Ok. Mi raccomando.- si raccomandò Percy.
Si smaterializzarono, Lucy al San Mungo, Audrey e Percy a casa di lui.
- Perché sei qui anche tu?- chiese Percy ancora col sorriso sulle labbra.
- Volevo vedere casa tua. È grande per una persona sola.- commentò la ragazza.
- Prima non ero solo.- rispose lui.
- Oh. Non sembri triste.-
- Mi sono consolato; solo, temo di essermi innamorato di nuovo.-
- Davvero? Anch’io.- ammise Audrey.
- Sono geloso.- sorrise il ragazzo, allusivo.
- Davvero?- chiese Audrey sorridendo a sua volta.
E quello che era stato interrotto, fu ripreso.
Fino in fondo.

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Capitolo 13
*** Cap.13 ***


Cap.13
Nel quale si scopre che Carol e Matthew hanno leggermente mentito e Percy dimostra l’idiozia che ha in sé.

 


Era bello.
Non avrebbe saputo come altro definire le sensazioni che provava in quel momento.
Percy Weasley era felice.
Rimase fermo ad accarezzare lievemente la chioma nocciola di Audrey che ancora dormiva e osservò le palpebre chiuse che nascondevano le sue meravigliose iridi blu; notò le sue leggere lentiggini vicino al naso e la sua pelle leggermente abbronzata.
La ragazza fece una smorfia e lui rise; lentamente, si rese conto di dove fosse e, soprattutto, con chi fosse.
La gioia lo invase ed ebbe la tentazione di svegliare Audrey per poterla baciare, stringere e parlarle ancora.
Poi decise che non poteva stare fermo tutto il giorno a fissarla, nonostante fosse il suo più grande desiderio al momento, e si vestì in silenzio.
- Perce?- chiamò Audrey circa un’ora dopo.
- Ehi.- disse lui sorridendo e avvicinandosi a baciarla a lungo.
- Mmm. Ehi buono. Sai come sta Carol.-
Lui si interruppe controvoglia e disse: - No. Mi sto un po’ preoccupando. Vuoi che andiamo al San Mungo?-
- Ma sì. Chissà: magari nasce il primo giorno del 2001. Sarebbe un bel regalo di anno nuovo.- commentò la ragazza.
- Ok. Però vestiti: così sei troppo, ehm, provocante diciamo.-
Audrey si guardò e constatò che in effetti aveva addosso solo una maglietta trovata nell’armadio di Percy che le andava larga e le arrivava poco sotto la vita; poi ridacchiò notando il rossore sulle guance del ragazzo e il suo sguardo fisso.
Lo guardò maliziosa e disse: - E questo ti dispiace?-
- Percy!- disse la voce di Lucy dal camino facendo correre Audrey a cambiarsi.
- Lucy! Come sta?- esclamò Percy.
- Non è ancora nato. Matthew ha chiesto che veniste anche tu e Audrey, a proposito: sai dov’è? Non la trovo.-
- Ehi Lu. – disse Audrey affiorando in quel momento.
- Ciao, sei qui? Oh beh, andiamo.- disse Lucy alzando le spalle.
Si avviarono attraverso il camino e finirono nell’atrio del San Mungo dove Lucy li trascinò nella stanza di Carol dove trovarono la ragazza impegnata a giocare a carte con una Medimaga mentre il marito si dondolava sulla sedia, terrorizzato.
- Uhm, ciao. Come va?- chiese Percy.
- Oh, benissimo.- sorrise Carol – Siamo qui da nove ore ma non è arrivata una contrazione decente. Solo, potreste calmare Matthew?- aggiunse.
- Certo.- rispose Audrey.
Detto questo si avvicinò all’amico e cominciò a dirgli qualcosa, mentre Percy si unì a Carol e la Guaritrice e Lucy.
Le successive dodici ore, passarono lentamente; poi alle nove di sera, Carol gemette, infine cominciò ad urlare dal dolore.
- Stia calma!- le raccomandò la Guaritrice- Non è ancora abbastanza dilatato.-
- E fra quanto diavolo si dilaterà?!- urlò la bionda.
- Dobbiamo aspettare. Stia tranquilla: di solito a questo punto non dovrebbe mancare molto.- la rassicurò la donna.
Invece passarono altre tre ore di urli e gemiti, ma finalmente arrivò: Audrey, Percy e Lucy uscirono lasciando i due da soli.
All’una di notte del 2 gennaio 2001, Matthew e Carol diventarono genitori.
- Ehi…- disse Matthew uscendo dalla stanza con in braccio un fagottino rosa.
- È nata Audrey!- esclamò la Audrey grande entusiasta.
- Già, ehm… vi dobbiamo dire una cosa. - balbettò Matthew.
- Come? Cosa?- chiese Percy distratto e intento ad osservare la bambina.
- Dovete entrare per capire.-fu la risposta.
Entrarono e ci misero un attimo ad accorgersi che Carol dormiva vicino ad una culla nella quale dormiva un altro neonato.
- Avete fatto la spesa?- chiese Lucy facendo ridacchiare il neo-papà.
- Divertente. Scusate se non ve l’abbiamo detto ma volevamo farvi una sorpresa.- si giustificò.
- Sono bellissimi. Ma come facciamo a distinguere la Audrey grande da quella piccola?- chiese Percy.
- Audy.- rispose Matthew – La chiameremo Audy.-
- Mi piace.- fu la sentenza della zia Lucy – E lui?- aggiunse rivolta all’altro nipote.
- Colin.-
- Come lo zio.- disse.
- Già. Mi manca tanto: era un secondo padre.-
- Beh era un padrino.- commentò Lucy.
I due scoppiarono a ridere svegliando Carol che brontolò e si mise a sedere.
- Potreste piantarla? Capisco che voi non abbiate avuto un travaglio di venticinque ore, però portate rispetto!- protestò.
Alla sua voce, i due bambini cominciarono a piangere all’unisono.
Al commento di Percy sul fatto di quanto i suoi figli la adorassero, ritrovò la forza e fece volare vari oggetti contro di lui.
- Ahi, ahi! Calmati scherzavo.-
Carol fece la linguaccia mentre gli altri si misero a osservare i piccoli che erano identici, a parte per i diversi lineamenti femminili e maschili, la loro testa era ricoperta di alcuni peli castano scuro, il colore del padre.
Audrey prese in braccio il piccolo Colin e si mise a cullarlo, il piccolo le afferrò una ciocca di capelli nello stesso momento in cui la sorellina prendeva quella di Lucy che la teneva in braccio; il sincronismo perfetto dei gemelli creò un’atmosfera sorpresa e divertita allo stesso tempo.
- Godeteveli. Avete undici anni prima che comincino a crescere.- disse Audrey malinconica.
- Tu sei triste?- obiettò Carol – Non devi mica stare tutto il giorno su questo letto.- aggiunse.
Poi reclamò i suoi bambini e si addormentò con loro a fianco.
Gli altri uscirono in silenzio e si sedettero; Percy diede una lieve pacca sul ginocchio a Matthew che gli sorrise di gratitudine.
- I nonni?- chiese Audrey.
- I genitori di Carol arrivano domani e papà, beh… non lo sa.- rispose Matthew.
- Come?- si intromise Lucy sconcertata.
- Anche se tu sei stata la cocca di papà per tutto il periodo con lui, io non ero esattamente considerato. Non osare lamentarti.- fu la dura risposta del fratello.
Lucy chinò la testa e si arrese, almeno apparentemente.
- Perce, ehm, ti senti bene?- chiese Matthew.
- Certo. Perché?- rispose lui.
- Sei…raggiante.-
- Ah.-
- È successo qualcosa?- riprovò Matthew.
Lui guardò prima la faccia esitante ma sorridente di Audrey e vide la sua espressione preoccupata riflessa negli occhi di lei.
In quel momento, l’idiota si rivelò più cretino di quanto chiunque avesse mai potuto immaginare.
Ora, chi avesse voglia di tenersi stretta questa fine, per favore non legga; gli altri continuino pure.
L’idiozia del Prefetto Perfetto, si dimostrò in questa semplice frase: - No. Assolutamente nulla.-
E Audrey provò per la prima volta in vita sua, un violento istinto omicida.

 

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Capitolo 14
*** Cap.14 ***


Cap.14
 

Nel quale Audrey si infuria e Percy si becca uno schiaffo.
 


 

- Audrey ascoltami!-
 

- No. -
- Per favore fammi spiegare!-
- No. -
- Ti scongiuro! C’è un motivo!-
Audrey si fermò e girò su se stessa: - Dimmela allora.- disse duramente.
- Beh, per prima cosa quello era il momento dei gemelli e non volevo rubargli la scena, poi l’ultima volta che ho avuto una storia e gliel’ho detto subito, non è finita molto bene.-
La ragazza lo guardò adirata e gli mollò uno schiaffo.
- Credi che basti Weasley?-
- No, ma sono i miei motivi. Mi dispiace tantissimo.-
- Ora si va di là e tu troverai il modo di spiegargli perché me ne sono andata così.-
- Glielo devo dire?-
- No. È l’unica concessione che ti faccio.- rispose la ragazza con gli occhi ridotti a due fessure.
Percy annuì intimorito e tornarono dagli altri senza dire nulla e nessuno chiese niente.
Carol e i gemelli uscirono dall’ospedale due giorni dopo e si fece una gran festa.
Due giorni dopo Audrey non aveva cambiato idea e si dimostrava indifferente alle suppliche del nostro caro idiota.
- Senti – disse Percy in un giorno di febbraio in cui Audrey aveva acconsentito a farlo entrare nel negozio – mi dispiace da morire e questo lo sai, ma se vuoi che vada a dirgli ciò che è successo tra di noi, lo farò immediatamente!-
Audrey gli rivolse uno sguardo frettoloso e tornò a fare i conti.
- Insomma! Che cosa vuoi da me?!- chiese l’idiota al limite della disperazione.
- Cosa volevo da te. - ribatté la ragazza cupa.
- Audrey quel che ho fatto, ho fatto. Ora c’è il presente. Cosa devo fare?-
Lei ci rifletté un attimo, poi gli chiese: - Se non volevi una storia, perché diavolo sei venuto a letto con me?-
La domanda lo lasciò interdetto.
- Cosa volevi? Provare a non pensare a Penelope per una notte?- lo aggredì la donna.
- È da quando hai lasciato Carl che non penso più a Penelope.-
- Certo, come no. –
- Almeno prova a credermi!-
Regnò il silenzio per alcuni minuti scandito dal ticchettare di un orologio a muro uguale a quello di mamma Weasley.
- Dove l’hai trovato?- chiese Percy senza pensarci.
- Era di uno morto nella prima Guerra.- rispose lei tornando a sistemare il negozio.
Lui si mise ad osservarlo mentre un uomo anziano entrava a chiedere dei mobili per arredare la sua casa.
- Puoi andare Perce.- disse Audrey quando l’uomo se ne fu andato.
- Cos’hai? Audrey tutto bene?- chiese preoccupato dall’espressione della donna.
- Non riesco mai a fare i conti ok? Non mi tornano mai! E i miei amici si sono sposati e hanno avuto due bambini mentre io sono sola come un Lupo Mannaro con la rabbia! E ho scoperto di aver fatto da amante a uno per un anno! E il ragazzo che ho amato follemente ad Hogwarts ha passato la notte con me e poi ha negato tutto! Certo,va tutto benissimo!- gridò la ragazza.
Percy rimase paralizzato a fissare l’amica che piangeva silenziosamente guardandolo con rabbia repressa.
Seguendo uno strano istinto tese le braccia e la abbracciò: - Vuoi del the?- chiese.
Audrey annuì ancora tremante di rabbia e si sedette su una sedia che scricchiolò.
- N-non sono io, è che ha centotrent’anni: apparteneva a Nicolas Flamel.- si giustificò la ragazza andando su un divano che sembrava solido.
- Dove trovo del caffè di oggi?- chiese l’idiota tentando di essere spiritoso.
- È inutile Perce: tu le battute non le sai fare.-
- Vero.- ammise il nostro idiota.
Salì in casa e preparò un tè velocissimo, ma prima che potesse scendere, vide che Audrey si era spostata sul divano di casa sua.
- Non devi andare al lavoro tu?-
- Oggi è il mio giorno libero.- le rispose il ragazzo.
- Ah. –
Audrey bevve lentamente il tè, sempre con la mano tremante, poi tornò di sotto trascinandosi dietro Percy.
- Ecco, ora puoi andartene.-
- No. –
- Oh sì invece.-
- Oh no invece.-
- Che diavolo vuoi?!-
- Torniamo alla rabbia o si può parlare?-
- Rabbia.-
- Per favore Audrey! Vuoi che ti dica perché ho passato la notte con te? Bene: perché ti trovo bellissima, perché ero geloso marcio di Carl, perché ho scoperto che di Penelope non me ne frega più niente se ti sono vicino, e perché mi piaci da morire!-
Di nuovo ci fu silenzio nel quale Audrey continuò ad annuire mentre l’idiota rimase immobile a rendersi conto di aver rivelato ciò che sentiva per la prima volta in vita sua.
- Interessante.- commentò Audrey.
- G-già. Vado.-
- È meglio.-
- Posso fare una cosa prima?- chiese il nostro idiota.
- Prego.-
Prima le tolse di mano la bacchetta, poi le si avvicinò ignorando la sua aria sospettosa, posò le sue labbra su quelle di Audrey.
Si staccarono e il ragazzo fece per andarsene, quando Audrey gli disse: - Baci bene Perce.-
- Oh, ehm, grazie.- rispose lui imbarazzato.
- Figurati.- rispose lei con un sorriso – A proposito, ti perdono.-
- Grazie…-
- Tutto per i miei amici.-
- Vado?-
- Vedi tu. – rispose Audrey alzando le spalle.
- Se resto?-
- Vedi tu. - ripeté lei.
- Ti devo aiutare?-
- Ovvio.-
- Però mi devi pagare.- aggiunse l’idiota maliziosamente.
- Come?-
- Stando ferma.-
Audrey sorrise e gli si avvicinò, si mise in punta di piedi e ricambiò il bacio.
Lui le cinse la schiena, mentre lei gli metteva le mani tra i capelli.
- Ehm, ehm. – vennero interrotti da una voce divertita che proveniva da una figuretta con i capelli rossi e gli occhi color cacao.
- C-ciao Ginny.- la salutò Percy.
- Devo intuire che sono di nuovo la prima dei nostri fratelli ad essere venuta a conoscenza di questo?-
Il fratello annuì e arrossì allo stesso tempo mentre Audrey ridacchiava.
- Audrey vero?- aggiunse Ginny rivolgendosi alla ragazza.
- Esatto.-
- Stavo cercando dei mobili per camera mia, e visto che a me piace lo stile moderno, ma Harry lo odia, cercavo una via di mezzo. Oh santo cielo Perce! Ho vent’anni e vivo con lui da uno! Dovresti esserci abituato!- aggiunse notando la smorfia del fratello.
- Ti va bene l’inizio ‘900?-
- Certo, magari torno domani eh?-
- Magari…- rispose Percy ancora rosso come i suoi capelli.
Lei annuì e se ne andò, ma prima aggiunse: - Oh, giusto. George si chiedeva come mai sei stato così strano in questi mesi. Non vedo l’ora di dirglielo: era così preoccupato…-
Percy divenne più pallido del Barone Sanguinario all’anniversario della sua morte.

 Angolo autrice
So che Audrey forse vi potrà sembrare un po’ arrendevole (parlo di te Fra) ma è fatta così, è dolce e ama davvero l’idiota (non chiedetemi perché).
Vi va bene lo stesso?


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Capitolo 15
*** Cap.15 ***


15

Nel quale le zie cominciano a rompere.

- Audrey! Audrey apri!- una donna bussava alla porta, probabilmente era molto anziana.
- Mmm…- mugugnò la ragazza.
Poi si alzò barcollando e si mise il pigiama finito in qualche modo sotto l’armadio, poi si diresse verso la fonte del rumore sbadigliando e lasciando Percy a dormire.
Guardò l’orologio: erano appena le sei.
- Finalmente! Non ti eri ancora alzata?- brontolò una donna di circa settant’anni.
- Sono le sei zia Betty. Ieri era domenica e ho fatto tardi. Il negozio apre tra tre ore.-
- Pfui! Se tu lavorassi al Ministero, impiego che ti ho più volte consigliato, cominceresti alle sette. Un orario più che rispettabile.-
- Fra un’ora? Aspetta un attimo.- la interruppe Audrey.
Ciondolò fino alla stanza e svegliò Percy ricordandogli che fra pochissimo sarebbe dovuto andare al lavoro.
Ora, mentre Audrey è impegnata a svegliare un Weasley, cosa pressoché impossibile, noi ci spostiamo in salotto da zia Betty, per capire chi è.
Dovete sapere che questa donna era la sorella maggiore del padre di Audrey, Mortimer Wright, ed era molto attaccata ai nipoti essendo lei una “donna anziana non sposata e senza figli” altrimenti detta, vecchia zitella.
Quando suo fratello e sua cognata erano morti si era accollata tutte le spese di Chris, che aveva smesso di aiutare quando si era stabilito in America avendo lui trovato una stabilità totale, e di Audrey che continuava ad andare a trovare una volta al mese.
- Arrivo!- le urlò la nipote.
L’anziana donna stava curiosando in cucina e quasi le venne un colpo quando vide Audrey spingere un ragazzo con i capelli rossi fuori dalla sua camera.
- Vai! Ci hai messo tantissimo tempo a riconquistare una posizione e non perderai il posto per causa mia.-
Il ragazzo ridacchiò e , sotto gli occhi stupiti della donna, diede un bacio non esattamente casto alla ragazza che ricambiò e poi lo spinse fuori dalla porta.
Si girò verso Betty con un sorriso e cominciò a preparare un tè.
- Allora, come stai zia?-
- Bene, grazie. Chi era quel ragazzo?- chiese la donna interessata.
- Percy, il mio…ragazzo.-
- Percy? Weasley forse?-
- Sì, lo conosci?-
- Conosco sua zia Muriel, una donna meravigliosa a mio parere.- dichiarò la donna orgogliosa delle sue conoscenze altolocate.
- Sì?- fece Audrey dubbiosa: ciò che le aveva detto Percy sulla zia era che la donna era una vecchia insopportabile.
- Già. Però per te tra i fratelli avrei scelto il giovane Charles. È molto dinamico e attivo.- commentò l’anziana donna.
- Be’, in effetti a Hogwarts piacevo a Charlie ma…non è il mio tipo. - ammise Audrey arrossendo.
Betty sgranò gli occhi e contrasse le labbra in una smorfia di disappunto, probabilmente pensando alla nipote con l’allevatore di draghi.
- Bah,- mormorò poi – meglio così. Quello sarebbe stato tutto l’anno in Romania e avrebbe anteposto i draghi a te. Ho sentito invece che Percy ha un buon posto al Ministero, giusto?-
- Esatto.- rispose Audrey.
- Bene, molto bene.- approvò la zia.
Audrey si mise una mano davanti alla bocca per trattenere una risatina.
Per quanto volesse bene alla zia infatti, non poteva negare che la sua espressione che usava quando era soddisfatta era davvero comica.
- Oh ma guarda che ore sono! Devo andare!- provò Audrey.
- Non attacca nipote. Hai detto che il negozio apre alle nove.-
- Sia maledetta la mia boccaccia!- sussurrò Audrey.
Dopo un’ora di conversazione la ragazza non ce la faceva più; così decise di chiamare suo fratello per salvarsi.
- Che vuoi?- le chiese Chris uscendo dal caminetto.
- È meglio se porti anche Annika. C’è la zia.-
Neanche un fantasma sarebbe riuscito a diventare pallido quanto lo era Chris in quel momento. Corse a prendere la fidanzata che si presentò sorridente e curiosa.
- Un giorno mi spiegherete come fa Annika ad usare la Polvere Volante pur essendo una Babbana…- mormorò Audrey.
Trascinò i due in salotto per presentare la bionda alla zia.
- Salve, tu devi essere Annika.- la salutò la zia.
- Ja. È molto pello conoscerla.- sorrise lei di rimando.
- Sì, ehm…da quanto vivi in Canada, giusto?-
Annika annuì ancora sorridente, probabilmente non aveva colto l’espressione di disappunto sul volto dell’anziana: - Io vivo lì da cinqve anni. Da quando afevo 19 anni. -
- Ah, quindi sei più piccola di Audrey.-
- Esatto. È fantastico conoscerla.-
L’espressione contrita della donna faceva intendere che lei non era affatto contenta di conoscere la giovane e i due fratelli sapevano bene il perché.
Quando infatti nessuno dei due era ancora andato ad Hogwarts, Audrey aveva otto anni e Chris dieci, Betty era venuta in visita al fratello e con lui, aveva cominciato a parlare del loro futuro.
Secondo lei, Audrey avrebbe dovuto sposarsi con uno dei nipoti delle sue conoscenze, e fino a qui andava tutto bene, e vivere come casalinga; questa era una questione sulla quale discutevano da anni.
Per Christopher, l’anziana donna aveva in mente un lavoro stabile al Ministero e voleva vederlo sistemato con una donna inglese o, al massimo, italiana.
Così, quando il ragazzo si era trasferito in Canada, avevano avuto un terribile litigio che era giunto all’apice quando si era messo con Annika.
- Zia, posso parlarti?- le chiese Chris con una punta di fastidio nella voce.
- Ceto caro.-
- Andiamo di là. –
Annika guardò Audrey un po’ preoccupata e chiese: - Non le sono piacciuta forse?-
- Calmati Annika, andrà tutto bene.-
- No, perché se in non le piaccio, come facciamo a dirle che... non so come si tice in inglese.-
- Dillo in tedesco, qualcosa capisco.-
- Ok. Chris und ich wollen heiraten.-
- Sul serio?!- esclamò Audrey entusiasta.
- Ja, ja.- rispose Annika radiosa.
Dalla cucina si sentirono delle urla che preannunciavano un’altra rottura di almeno un anno; quindi Audrey suppose che Betty non sarebbe stata invitata al matrimonio.
- Annika! Andiamo!- urlò Chris uscendo dalla stanza e tendendo una mano verso la bionda.
- Fa bene, cosa è successo?- chiese Annika.
- Te lo spiego a casa. Oh sì, Audrey. È meglio se apri prima il negozio: la zia è su di giri.-
Audrey annuì e i due se ne andarono. Poi la ragazza controllò l’orario e scoprì che avrebbe dovuto aprire di lì a poco, così andò a chiamare la zia e la mandò via delicatamente.
Sospirò di sollievo mettendosi dietro il bancone dopo aver aperto la porta.
- Audrey!-
“Perché, perché? Cos’ho fatto di male?!” pensò Audrey vedendo l’uragano Lucy precipitarsi dentro.
- Audrey, Audrey, Audrey!-
- Cosa, Cosa, Cosa, Cosa?!-
- Ho incontrato, ma ti senti bene?- si interruppe Lucy guardando la faccia dell’amica.
- No! Ho passato tutta la settimana dopo che sono nati i gemelli a badare a loro perché Matthew e Carol dovevano fare “cose da sposati”, e ovviamente tu e Perce non potevate aiutarmi perché solo io avevo le ferie in quel periodo e per staccarmi da quei due mostriciattoli (che comunque adoro tranquilla) o dovuto aprire tre giorni prima! Quindi è il 20 gennaio e io sono qui a lavorare quando avrei dovuto aprire il 3 febbraio!-
Lucy la guardò e poi chiese: - Posso.-
- Prego.- sospirò Audrey sconsolata.
- Ho conosciuto un ragazzo! Si chiama Elliott ed è magnifico!-
- Yeeeh.- mormorò Audrey chiedendosi perché nessun cliente entrasse.
- Ciao ragazze!-
- Perce! Che ci fai qui?!-
- Ho scoperto che oggi cominciano le mie ferie.-
- E ci hai messo tre ore?- chiese Audrey sospettosa.
- Mi odiano tutti tranne papà e Kingsley.- dichiarò lui.
- Immagino.- dissero le due ragazze in coro.
- Grazie. Che dicevi Lucy?-
Non l’avesse mai detto! La ragazza cominciò a raccontare ogni particolare dell’incontro con questo Elliott Harrison che stando a lei, aveva occhi nocciola e capelli marroni.
Dopo un’ora Audrey e Percy non ce la facevano più, così decisero di usare un trucco che funzionava dai tempi della scuola.
Cominciò Audrey: - Ehi Lucy, sai cos’ho fatto ieri sera?-
- No, cosa?- chiese la ragazza ingenuamente.
- Ho fatto un po’ tardi…- disse Audrey con una risatina idiota avvicinandosi a Perce.
- Uao. Perché?-
- Prova a immaginare.- mormorò Percy che ora si trovava a circa due centimetri dalla faccia di Audrey.
La scena che seguì fu da Oscar: Lucy sgranò gli occhi, sbianco e fece un sorriso imbarazzato; poi indietreggiò e si smaterializzo all’istante.
Audrey e Percy scoppiarono a ridere così tanto che lui dovette appoggiarsi al muro per reggersi.
- Dobbiamo ringraziare Matt e Carrie per questo meraviglioso trucco.- esclamò Percy.
- Già! Ahahahaha! È stato magnifico!- concordò Audrey – Ma adesso devo lavorare.- aggiunse quando ebbe ripreso il pieno controllo di sé.
Il nostro caro idiota annuì e si sedette su un divano che Audrey aveva detto essere lì per far sedere i clienti.
Rimase seduto a fissarla mentre serviva i clienti e si alzò per andarle vicino un paio di volte, quando dei ragazzi la fissarono in maniera molto equivoca.
Audrey non disse nulla anche perché il fatto che fosse un po’ geloso le faceva molto piacere, le bastava che non esagerasse.
- Alleluia!- esclamò la ragazza entrando in casa alle otto di sera – Oh mamma! E ora cosa mangio?- aggiunse vedendo la dispensa vuota.
- Puoi venire da me. – propose Percy candidamente.
- A mangiare? Non sai cucinare.- protestò la ragazza.
Il nostro amato idiota fece un espressione leggermente cretina, ma che la diceva lunga; infatti Audrey spalancò gli occhi e disse: - Oh. Vuoi che rimanga lì più a lungo vero?-
Percy annuì.
- Non lo so Perce…-
- Dai…-
- Stiamo insieme da due mesi!-
- Sì ma in fondo dura da molto di più!-
- Il fatto che ci siamo innamorati prima è…-
- Sette mesi prima!-
- Ok ma…-
- Dai!-
- Non lo so! D’accordo che ti amo ma ve…- il discorso fu interrotto dalle labbra del suo ragazzo e per ora, lasciamoli in pace.

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Capitolo 16
*** Cap.16 ***


Cap.16

Nel quale viene spiegata una scelta importante.


- Allora Perce, ora che Audy dorme, spiega.- disse Matthew Savori.
L’amico, impegnato con l’altro bambino, alzò lo sguardo e chiese: - Ma Colin non dice mai niente? Non fa neanche un versetto.-
- Be’, in effetti ieri ci chiedevamo se fosse muto ma lui, come se ci avesse capito, ha fatto un versetto. Però di solito sta zitto. Lascia che sia Audy a…esprimere. Però tu non mi hai risposto!- rispose lui.
Percy Weasley sospirò e disse: - Niente, Audrey ha accettato la mia proposta ok?-
- Mi sembra abbastanza importante questo! Ha accettato di venire a vivere con te!-
- Sì. Ha già portato la sua roba da me. È brava negli incantesimi di spostamento.- disse Percy.
Matthew annuì e stava per dire qualcosa quando Colin fece una smorfia, si voltò verso la gemella e lei si svegliò e cominciò a piangere.
- O porco Merlino! – esclamò Matthew – Colin ha fame –
- Colin? Non Audy?- obiettò Percy.
- Non li conosci. Se Colin volta la guarda e lei si mette a piangere, vuole qualcosa lui. Se non la guarda e lei piange, vuole qualcosa lei.- spiegò.
- Cavolo. Non vorrò mai avere dei gemelli. – commentò Percy – Piuttosto, che gli dai da mangiare?-
- Hanno due mesi oggi Perce. Cosa vuoi che mangino? Latte di mamma.-
Percy lo fissò divertito e Matthew capì: - Non ci pensare neanche!-
- Non hai qualcosa?-.
- No!-
- E non potevate pensarci prima? Adesso cosa facciamo? La portiamo via dai suoi genitori dicendo: “Oh scusate, ma non sappiamo che dar da mangiare al piccolo. Come baby-sitter siamo un disastro”?-
- No…no! Ma certo! Aspetta.-
Matthew andò al camino e disse: - Audrey? Puoi venire?-
La ragazza sbucò dal camino e chiese: - Che c’è? Problemi?-
- Aiutaci!- implorarono in coro.
Lei alzò gli occhi al cielo, andò in cucina e tornò con un biberon. Poi lo diede al bambino.
Sembrava a suo agio ma era imbarazzata mentre teneva il bimbo in braccio.
- Dove l’hai trovato?- chiesero i due ammirati.
- In cucina. Appellandolo. Ora vado che ho da fare ok? Ciao Matt. Perce, a dopo.- salutò.
La guardarono andarsene. Matthew fissò il figlio che poppava lentamente con concentrazione.
- Che occhi avrà?- chiese improvvisamente.
- Boh. – rispose l’amico. – Perché te lo chiedi?-
Lui alzò le spalle e scosse la testa. Colin gli stava sorridendo e afferrò il suo mignolo facendo una risatina.
- Sarà saggio quel bimbo.- commentò Percy.
- Perché?-
- Non l’ho mai visto contestare sua madre o sua sorella. È bravo.-
Matthew scoppiò a ridere mentre il figlio lo guardava curioso e la bimba faceva una smorfia.
A Colin tremarono le labbra, e Audy cominciò a singhiozzare disperata.
- Oh Morgana! Sono da cambiare!- esclamò Percy – Sono tutti tuoi.-
- Va bene, ma sappi che non baderò mai ai tuoi figli!-
- Se mai ne avrò.- commentò l’altro.
- Vuoi che Audrey rinunci a fare la mamma? Non la conosci proprio.- ribatté Matthew scuotendo la testa.
Andò in bagno a cambiare i due e Percy tirò fuori dalla tasca il foglio della sua confessione che si portava sempre dietro per la paura che Audrey lo vedesse.
- Matthew.-
- Dimmi.-
- Se tu avessi un segreto che potrebbe rovinare la tua relazione, cosa faresti?-
Lui lo guardò con terrore: - Cosa ho fatto?-
- Ma non tu! Io!-
- Che hai fatto?- chiese Matthew più calmo.
Gli porse il foglio e gli tolse Audy dalle mani. Per fortuna perché cominciò a tremare pur mantenendo un’espressione apparentemente calma.
- Percy?-
- Sì?-
- Ti rendi conto che questa è la cosa più orrenda che potessi farle?-
- Sì. -
- E che se non glielo dico è solo perché ti voglio molto bene?-
- Sì. -
Matthew continuava ad annuire velocemente, segno che era molto nervoso e arrabbiato.
- Dunque, essendo io mentalmente diverso, non le dirò nulla. Devi farlo tu.-
- Sì, ehm, non ora.-
- Ma neanche poi Perce.-
- Non so quando.-
- Dove sono i miei bambini?- chiese Carol entrando.
Audy fece un versetto e la donna la arpionò. Percy salutò e si smaterializzò.
- Audrey?-
- Ciao!- disse al ragazza sorridente spuntando dalla camera da letto.
- Che fai?-
- Appendo…-
Incuriosito entrò in camera e sgranò gli occhi: Audrey aveva appeso moltissime foto.
- Oh, uao. – commentò Percy – Bello. –
- Che entusiasmo.- commentò la ragazza.
- Scusa. Sono belle, è solo che non sono abituato ad avere foto per casa. -
- Lo so, ne avevi solo tre di là. -
- E non ti sei chiesta perché?-
- Francamente non m’importa. Le avrei messe in qualunque caso. –
- È bello averti qui.-
- Lo so, lo so. -
La abbracciò ridacchiando e la cullò un po’. L’ultima cosa che voleva era deluderla o che si allontanasse da lui.
Audrey si staccò da lui, se ne andò velocemente e corse in bagno.
- Tutto bene?- chiese un po’ preoccupato.
- Sì, sì. Solo che oggi ho mangiato con Lucy e la cretina mi ha dato dei gamberi.-
- Ma tu sei allergica!-
- Peccato che le sia passato di mente. Quindi vomito a ripetizione.-
- Non sei andata al San Mungo?-
- Sì ma il Medimago mi ha detto che passerà.-
- Come “passerà”?-
- Oh Perce! È solo una leggera reazione allergica.-
Audrey alzò gli occhi al cielo e cominciò a ridere. Era bellissima quando rideva.
Percy scosse la testa e si sedette accanto a lei.
- Tu hai fame?-
- Percy, è da pranzo che vomito.-
- Pudding?- chiese sorridendo.
- Ovvio!- rise lei correndo in cucina.
La trovò con in mano una ciotola di pudding seduta al tavolo. Lui si unì. Fu una magra, ma divertente cena.

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Capitolo 17
*** Cap.17 ***


17
Nel quale Audrey scopre tutto e io vengo a sapere che l’idiota è ancora più cretino
di quanto pensassi. (Quindi giudicate voi).


 

Era il 5 marzo. Convivevano da tre mesi e tutto andava bene. I gemelli crescevano a vista d’occhio e a parte i lineamenti erano identici: capelli ricci scuri e occhi neri.
Victoire aveva cominciato ad esprimere la sua parte Weasley aiutando il piccolo Teddy, che avrebbe compiuto quattro anni ad aprile, a combinare una montagna di guai incitati da George che aveva bisogno di distrazioni perché si sentiva in colpa: si era innamorato di Angelina.
Charlie era tornato dalla Romania perché fra tutti era quello più affine a George e lo stava aiutando molto.
Con grande sorpresa di tutti, Ginny aveva annunciato che in novembre lei e Harry si sarebbero sposati. Fleur, Hermione, la signora Weasley e Audrey, che era stata invitata al pranzo domenicale della Tana, si erano subito congratulate e si erano messe a parlottare con lei. Harry, invece, avrebbe voluto scappare vedendo lo sguardo dei maschi Weasley.
Ma avevano superato anche quel momento e ora Harry era in missione con Ron per stanare qualche Mangiamorte ancora in libertà, così aveva poco tempo per stare con Ginny e questo aveva placato gli animi dei Weasley.
- Perce dove cavolo sei?-
- Qui Audrey, sto sistemando lo scantinato.-
La ragazza scese le scale e spalancò gli occhi: fino a due settimane prima, i suoi scatoloni occupavano anche l’accesso alle scale ma ora era tutto impilato e sistemato. Percy aveva addirittura diviso tutto in categorie: da una parte stavano le cose di lavoro della ragazza, poi c’erano le scatole del lavoro di Percy e molto altro; ma Audrey si era abituata alla sua mania dell’ordine.
In quel momento, il ragazzo stava sistemando delle scatole sotto la voce “Hogwarts”.
- Quelle sono mie o tue?- chiese Audrey.
- Di tutti e due. Dopotutto eravamo allo stesso anno no?- rispose lui.
- Mi sembra ragionevole.-
Lo abbracciò da dietro appoggiando il mento sulla sua spalla e gli diede un bacio sull’orecchio; lui non le badò e continuò il suo lavoro.
- Che c’è?- chiese Audrey interdetta.
- Niente, niente. Il tuo problema allo stomaco?-
- Quante volte ti devo dire che non ho nulla?-
- Audrey, ormai vomiti da un mese. – replicò Percy.
- Uffa! Sei una piaga! Comunque oggi vado al San Mungo da Matthew: è più paranoico di te. Comunque, ti do una mano?-
- No faccio io, tranquilla. Vai di sopra. –
Audrey lo fissò un’altra volta stranita e salì di corsa per andare in bagno: aveva avuto un altro conato.
Percy (Che da ora in poi chiameremo “l’idiota”. Il perché lo capirete dopo N.D.A.) la guardò salire con sollievo, poi scostò in fretta gli scatoloni e tornò al suo famoso baule. Lo stesso in cui aveva messo il biglietto della sua confessione.
Era da due giorni che cercava quel maledetto biglietto ma non riusciva a trovarlo. Aveva rovistato sotto le vecchie divise di scuola,i distintivi da Prefetto e Caposcuola, i vecchi disegni di quando aveva sei anni che gli erano stati rifilati da sua madre e tante altre cose contenute in quel baule ma il famigerato foglietto non era venuto fuori.
Il nostro idiota era terrorizzato: sotto l’aria dolce e tenera di Audrey, si nascondeva la persona più rancorosa e vendicativa che la storia conoscesse.
Una volta, ad Hogwarts, Carl le aveva inavvertitamente fatto cadere la sua pozione colorante addosso a Audrey.
Così per tre settimane la ragazza aveva avuto i capelli arcobaleno e per tre mesi Carl le aveva dovuto portare la borsa in cui Audrey aveva improvvisamente cominciato a mettere anche cose personali. Per esempio il cubo di marmo che sua madre le aveva dato quando aveva cominciato Hogwarts.
Inoltre non voleva assolutamente perdere la ragazza di cui era innamorato.
Così tornò a rovistare nel baule, quando arrivò il patronus a forma di delfino di Bill.
“George è in crisi e Charlie non c’è. Vieni ti prego.”
- Dove vai?-
- George sta male. Mi smaterializzo subito.-
Le diede un bacio e se ne andò.
- George? Ci sei?- chiamò quando arrivò nell’appartamento del fratello.
- Che vuoi?- George era seduto sul letto con la testa tra le mani.
- Come stai?-
- Oh, va tutto benissimo Percy. Mi sono solo innamorato della ragazza del mio gemello tradendolo.-
- George…- cominciò l’idiota.
- Alt! Non mi dire che Fred non lo vorrebbe, che vorrebbe che io fossi felice, che sarebbe entusiasta di vedere me e Angelina superare la tragedia insieme…- il fratello aveva parlato con una voce dura, non da George. Ma dopotutto lui non era più stato lo stesso dopo la morte di Fred.
- No, io credo che ti prenderebbe a calci.- sentenziò l’idiota.
- Ehi Perce non ti facevo un tipo da battute.-
- L’ultima volta che ne ho fatta una non è finita molto bene.-
- Mi ricordo.-
Rimasero seduti in silenzio, poi George gli offrì una caramella presa dal comodino ma l’idiota, memore degli scherzi dei gemelli, rifiutò con un sorriso.
- E bravo Perce! Ha imparato.- commentò il fratello.
Mentre i due Weasley cominciavano lentamente a scherzare allegramente, Audrey stava litigando con suo fratello venuto dal Canada proprio sotto richiesta di un’eccitatissima sorella.
- Che credevi?! Che sarei rimasta una casta verginella per l’eternità?!-
- Non pretendevo niente del genere ma pensavo aspettassi il matrimonio!-
- Certo, perché tu con Annika sei stato un rispettosissimo gentleman!-
- Cosa stai insinuando?-
- La stessa cosa che dici di me!-
- Ma sei pazza?!-
- Ragazzi siamo in un ospedale.-
- Zitto Matthew.-
- Chris non ti rivolgere così ai miei amici!-
- Giusto, torniamo al tuo problema.-
- Problema?! È la cosa più bella del mondo e volevo condividerla con mio fratello. Ma a quanto pare ho sbagliato!-
Si guardarono in cagnesco, poi Matthew si intromise: - Audrey, ehm, da quanto tempo vomiti?-
- Fai da metà febbraio.-
- Allora dovrebbe nascere circa in ottobre.-
Audrey fece una smorfia e si guardò la pancia.
- Peccato, dovrai aspettare un anno in più per andare a Hogwarts. Però tranquillo: io e papà ti ameremo lo stesso.-
- Oh per favore!- si lamentò Chris.
- Si può sapere che problema hai tu?-
- È che…tu sei la mia sorellina e mi sembra strano che tu sia, sia incinta ecco!-
- Oh, Christopher! Se ti faccio fare da padrino a lui, cioè lei, insomma all’Essere, ti calmerai.-
- Se mi spieghi anche perché lo chiami “l’Essere”, ci sto.-
- Non so come altro definirlo. Non voglio sapere se è un maschio o una femmina. Anche se con la pozione Determinante potrei scoprirlo. Allora va tutto bene?- aggiunse rivolta al fratello.
- Sì, sì. Ora però devo andare a casa. Ciao Audrey. Matthew mi saluti i gemelli? Sono teneri.-
- Certamente. Ciao. -
Poco dopo si smaterializzò anche Audrey. Arrivata a casa trovò che era deserta, quindi si sedette sul divano per rilassarsi un po’. Fu allora che lo vide.
Il foglietto era ripiegato su se stesso. Audrey lo aprì e sbiancò alla prima riga.
Tre ore dopo l’idiota tornò a casa tutto soddisfatto per aver aiutato George ma la scena che gli si parò davanti lo fece bloccare.
Audrey aveva un borsone in spalla e una valigia in mano.
- A-Audrey che stai facendo?- chiese.
- Chiedilo alla tua Penny.- e gli porse il foglio.
Come lo vide, l’idiota cominciò a tremare e balbettò: - N-No, ti prego. Avevo quindici anni, non pensavo. Io ero ambizioso e stupido, volevo solo il mio bene. Non te l’ho detto perché ti volevo bene. Non, non volevo turbarti. Te lo giuro.-
- Ti sei mai reso conto di parlare come quando avevi quindici anni? Ti accorgi di pensare solo al tuo bene? Non cambi mai Percy.-
E se ne andò.

 

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Capitolo 18
*** Cap.18 ***


18

Nel quale Percy si dà del cretino (e noi siamo d’accordo),

e io dedico questo capitolo a FloxWeasley, l’unica anima pia che recensisce.
 


- MA SEI FUORI? TU SEI UN IDIOTA!- urlò Carol.
- Che potevo fare scusa?!-
- DIRGLIELO RAZZA DI CRETINO! CI CREDO CHE SI È ARRABBIATA!-
- Ma Carol…-
- STAI ZITTO MATTHEW! COME HAI OSATO NON DIRMELO?! SONO D’ACCORDO CON AUDREY E NON HO LA MINIMA INTENZIONE DI AIUTARTI CHIARO PERCY?!-
- Sì. -
Percy, Matthew e Lucy avevano appena detto a Carol cosa aveva combinato il nostro caro idiota e lei si era leggermente alterata.
Il cretino continuava a fissare l’orologio perché di lì a poco sarebbe dovuto andare alla Tana per i preparativi del matrimonio.
Tremava al pensiero di ciò che avrebbero detto i suoi familiari quando avrebbero saputo la grande idiozia che aveva compiuto.
- Senti, se te ne devi andare fallo subito e non tormentarti tanto.- sbottò Lucy ad un certo punto.
- No, io…-
- Vattene.- disse semplicemente Carol.
- Car…-
- VAI VIA!-
Carol era sempre stata materna verso di loro. Li amava molto e a volte la soprannominavano “mammina”.
A Hogwarts li difendeva sempre in ogni caso, e la sua preferita era sicuramente Audrey dato il suo aspetto infantile.
Per questo aveva dato il nome di Audrey a sua figlia. Nessuno era affezionato a Audrey tanto quanto lo era Carol.
Era quindi giustificabile il comportamento che aveva avuto verso Percy.
Arrivato davanti alla Tana, venne portato di peso dietro il pollaio da Bill e Ron.
- Razza di deficiente! Ginny ha invitato anche Audrey al pranzo di mamma!- gli disse il maggiore.
- Audrey ha provato a spiegare che non le sembrava giusto, che vi siete lasciati.- aggiunse il minore. – Ma il risultato è stato quello di attirare le ire delle donne verso di te. Se entrerai di uccideranno.-
- Audrey è lì dentro?- chiese Percy con un filo di voce.
- Sì! te l’abbiamo detto! Nella Tana ci sono cinque donne che vogliono farti la pelle, io eviterei di entrare.- sbottò Ron.
- Voglio parlare con Audrey!- esclamò lui cercando di entrare. Venne però bloccato dai due fratelli con la forza.
- Preferiremmo non perdere un altro fratello se non ti spiace.- replicò Bill.
- Ma io…-
- Capisco che ti sia innamorato di lei Perce, ma è meglio avere cautela e…-
- Bill? Sei qui mon cherì?- chiese la voce di Fleur arrivando. Quando vide Percy divenne serissima. – Bonjour Percy. Audrì è in casa se scerchi lei. Ma è molto arabiata. – aggiunse.
- Lo so Fleur. Non c’è possibilità che esca?-
- Sei vigliacco fino a questo punto Percy?- chiese Ron improvvisamente freddo.
- No. -
Si avvicinò all’entrata della Tana ma venne di nuovo fermato, questa volta da Hermione che aprì la porta e si fermò a guardarlo con un’espressione strana che si trasformò poi in pietà quando lo fece entrare.
- Non fare stupidaggini.- gli sussurrò. Notò solo in quel momento che da quando aveva rincontrato Audrey tutti gli davano dello stupido almeno una volta al giorno.
- Dove sono?- rispose lui.
- In cucina.- disse la ragazza e uscì, probabilmente andando da Ron.
Si avviò verso la stanza e venne bloccato per la terza volta, da Charlie, Harry, George e il signor Weasley.
- Che…-
- Papà ti difendeva e a loro non è piaciuto. Poi noi non sapevamo con chi schierarci e l’hanno preso come un tradimento. Perciò…- spiegò Harry.
- Entra che è meglio.- si intromise George spingendolo dentro.
Le donne nella stanza si voltarono a guardarlo molto lentamente. Lo sguardo del ragazzo venne attirato da un paio di occhi blu che lo fissavano freddi come non mai.
- Audrey…- mormorò suscitando lo stupore di tutte le presenti perché in quel momento non sembrava il Percy Weasley che conoscevano. Aveva parlato con una voce debole, supplicante e sembrava rimanere in piedi a fatica.
- Che c’è?- gli chiese brusca.
- Possiamo parlare?- la supplicò.
- Vorrei tanto dirti di no, ma temo che la risposta debba essere affermativa.- sospirò Audrey sedendosi. Il ragazzo la raggiunse mentre le altre uscirono in silenzio. Ovviamente un Orecchio Oblungo passò dalla mano di Angelina a quella di Ginny.
- Dunque?- fece Audrey evitando di guardarlo.
- Ti prego perdonami.-
- Di cosa?-
- In realtà non lo so. - ammise Percy.
- Scusa?-
- Io non ho niente da farmi perdonare, l’unico colpevole è il Percy quindicenne che purtroppo non può venire a scusarsi. E non credo che lo farebbe.-
- Credimi, anche tu hai qualcosa da farti perdonare.-
- Sarebbe?-
- Perché non me lo hai detto?-
Ci fu un secondo di silenzio.
- Forse te lo posso dire io. - disse allora Audrey. – Devi chiedere scusa perché non me lo hai detto. Perché non l’hai fatto?-
- Io non volevo turbarti.-
- Turbarmi?- chiese Audrey con tono canzonatorio. – Non ho tre anni Percy. È da anni che ve lo ripeto. Anzi, rettifico: lo ripeto ai miei amici; a te non ti ho visto per anni giusto? Tu eri impegnato a conquistare il Ministero, la cosa più importante della tua vita. Oh non mi fraintendere: so benissimo che ora ti sei pentito e non lo metto in dubbio, ma non ti sei mai scusato con noi. Tu non hai visto Carol piangere pensando alla tua sorte. Sai che durante la Battaglia c’eravamo anche noi. Ti ho notato mentre inseguivi Rookwood, ho visto mentre ti mandava la Maledizione Cruciatus; non ti sei mai chiesto chi avesse mandato il Sortilegio Scudo che ti ha salvato? Oh, sì Perce: sono stata io, non fare quella faccia stupida! Ti sei mai reso conto che la mia cotta per te non è mai passata? No? Be’, lo sai ora. Hai tante cose di cui farti perdonare direi.-
Durante tutto questo ispirato discorso aveva mantenuto un tono e un sorriso malizioso, non suo, che metteva paura.
Percy rimase scioccato da quel discorso e l’unica cosa che avrebbe voluto fare era abbracciarla e non lasciarla mai più, ma sarebbe stato decisamente fuori luogo.
- Cosa posso fare?-
- Vattene. No, questa è casa tua. Me ne vado io. -
- No. Rimani pure qui: Fleur ti adora credimi, le spiacerebbe. Vado via io. -
- Ah. Come vuoi.-
Percy stava per smaterializzarsi quando: - Perce un attimo!- esclamò Audrey. – Io sono…-
- Cosa?-
- Niente.- sospirò la ragazza.
Il ragazzo scosse la testa confuso e se ne andò.
Fleur entrò in fretta e le mise un catino sotto la testa mentre Audrey vomitava.
- Dovevo…dir…glielo.- ansimò tra i conati.
- Lo farai.- le assicurò la signora Weasley facendo evanescere il vomito mentre le accarezzava la testa. – E io avrò un altro nipotino da coccolare.-
- Grazie signora Weasley.- mormorò Audrey riconoscente.
- Ma figurati cara.-

*


- Posso entrare?- chiese Percy alla porta di Lucy.
- Vieni. Ti avviso però che ci sono Carrie e Matthew.-
- VIENI PERCE!- urlò Carol dal salotto.
Si avvicinò con cautela.
- Ciao…-
- Volevo scusarmi per questa mattina.- lo accolse Carol. – E c’è Matthew che deve dirti qualcosa di importante.-
- A meno che Audrey non te l’abbia già detto.- si intromise Lucy entrando in quel momento.
- Che c’è?- sospirò lui buttandosi sul divano.
- Audrey ha dei disturbi in pancia giusto?- cominciò l’amico arrossendo.
- Sì, e allora?-
- Posso dirti con certezza che questi…disturbi dureranno nove mesi. –
L’idiota sbatté ripetutamente le palpebre, stupito e confuso; poi svenne.
- Percy!-


Angolo autrice
Vorrei scusarmi per il ritardo (anche se credo non importi a molto vista la quantità delle mie recensioni), vorrei farvi notare che la piccola Molly jr. si fa strada!

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Capitolo 19
*** Cap.19 ***


Avviso speciale! Capitolo che spinge a parteggiare per Percy! Maneggiare con cura!

19
Nel quale arriva la mitica Molly (sr.)


Percy Weasley stava consumando il pavimento della stanza a furia di camminare su e giù. Aveva scoperto il giorno prima che la sua (ex)ragazza era incinta. Il problema era che non l’aveva scoperto da lei, ma dal suo migliore amico.
Stava cercando di capire come comportarsi con lei. Era arrabbiato come non lo era da tanto tempo, per una volta la colpa non era tutta sua.
Avrebbe dovuto dirglielo insomma! D’accordo, Audrey ce l’aveva con lui per un buon motivo ma non così buono da non dirgli che stava per diventare…diventare pad…p-pa… insomma, quello!
Non riusciva ancora a capacitarsi del fatto che un bambino con il suo stesso sangue stesse per venire al mondo. Ok, aveva quattro fratelli minori ma non era la stessa cosa insomma!
Si calmò e cercò di riordinare i pensieri.
“Allora,” si disse “ci sono tre soluzioni: uno, fregarsene. Due, andare da lei e parlargliene. Tre, aspettare che sia lei a dirmelo.”
Decise immediatamente di scartare la prima perché non era così vigliacco da lasciare un bambino, il suo bambino, e Audrey da soli.
Così si concentrò sulle altre possibilità, ma non riusciva proprio a venirne a capo.
In fondo, però, era Audrey che avrebbe dovuto dirglielo. Anche se era arrabbiata.
“Io aspetto; se non ha intenzione di dirmelo, affari suoi.” concluse.
Si alzò e decise di andare a farsi un giro all’aria aperta, giusto per respirare dell’aria buona e distrarsi un po’.
Stava passeggiando per Diagon Alley, quando vide sua madre che usciva dal Ghirigoro con due libri in mano.
- Mamma!- esclamò sorpresa.
- Oh, ciao caro.- fece lei un po’ affannata.- Come mai sei qui?- gli chiese.
- Potrei farti la stessa domanda. Io sono uscito a fare un passeggiata.-
- Compravo un libro di cucina mediterranea. Sai, per il tuo compleanno vorrei fare qualcosa di diverso.-
- Il mio compleanno è ad agosto mamma.- replicò Percy.
- Davvero? Oh, ma il tempo vola! Non si è mai troppo in anticipo per un compleanno.-
- Non sarebbe stato meglio dire il compleanno di Victoire? Almeno lei è nata a maggio…- disse Percy sospettoso mentre la signora Weasley arrossiva.
- Oh e va bene! L’ho preso per Audrey.- ammise Molly sbuffando.- La poverina ha bisogno di molto aiuto!-
- Sì. E come mai?- insistette Percy.
- Non usare quel tono con me!-
- Ma mamma ho saputo che lei è, è…aspetta ecco!- sbottò Percy alla fine.
- E chi te lo ha detto?- chiese la signora Weasley interdetta.
- Matthew. È il suo Medimago.- confessò il figlio arrossendo di stizza.- Perché diavolo non si è ancora decisa a dirmelo eh?! Sto per diventare pa-p-p-pa…quello!- aggiunse quasi urlando.
La signora Weasley lo guardò e vedendolo così sconvolto decise di non arrabbiarsi e essere più calma.
- Vieni caro, andiamo in un luogo più tranquillo.- gli propose. Lui annuì e la portò a casa sua.
- Allora, - cominciò sua madre.- Come ti senti?-
- Confuso e leggermente alterato direi.-
- Comprensibile. In effetti la tua parte di ragione ce l’hai. Audrey avrebbe dovuto dirtelo, lo so.-
- Ma…- cominciò Percy.
- Cosa vuol dire “ma”?-
- C’è sempre un “ma”. C’è dall’inizio di questa assurda storia e di solito è in favore di Audrey. “Sì, tu soffri per Penelope, ma Audrey merita la tua attenzione perché l’hai ignorata. Sì, non vorresti vederla perché hai paura che scopra tutto, ma lei non ha colpa quindi non la devi far soffrire. Sì, ti sei innamorato di lei, ma è felice con Carl quindi non la devi toccare. Eccetera.- sbottò Percy sempre più rabbioso.
- Mi dispiace tesoro.- disse la signora Weasley sincera.
- Sai qual è il punto mamma? Che questi “ma” li ho aggiunti io, nessun altro. Sono io stesso l’autore della mia sofferenza. Come nella guerra; solo che non voglio perdere di nuovo la mia famiglia. Non voi mamma, chiaro, intendo quella nuova: io, Audrey, e il mio…bambino.-
- Bambina. A parte questo, hai ragione Percy caro. Hai ragione nel dire che sei il fautore del tuo destino. Ma a questo punto ho solo una cosa da dirti: parlale. Se c’è un modo per risolvere questa situazione, è andare da lei e dirle ciò che pensi. Altrimenti la storia si ripeterà e tu lo sai bene. Audrey è triste, le manchi, ma è molto cocciuta e non si scuserà mai. Me lo ricordo: anche quando la vedevo d’estate, quando andavate a scuola, faceva così. -
- Vero.-
- Ma prima di andare da lei, dimmi cosa pensi te ne prego.-
- Cosa penso mamma? Penso che, penso che…non lo so. Non so che pensare.-
- Bravo: se lo avessi saputo, non saresti più un essere umano.-
Percy la guardò sorpreso, al che lei spiegò: - Un po’ di ignoranza nella vita ci vuole mio caro. Insegnalo a tuo figlio.-
Il ragazzo sorrise a quella parola, e, preso da un impulso, le propose: - Se sarà una femmina le darò il tuo nome. Che ne dici mamma?-
- Grazie Percy caro, ma bisogna prima che facciate pace. - ribatté Molly con un sorriso furbo.

*

Audrey Wright era immersa nella lettura della Gazzetta del Profeta con a fianco il suo fidato secchio. Quel bambino le faceva passare le pene dell’inferno. Somigliava proprio al padre a parer suo.
L’unica cosa che le consentiva di ingerire era la cioccolata, peccato che fosse primavera e facesse già caldo.
Si stava appunto alzando per prepararsene una, quando bussarono alla porta. Sgranò gli occhi quando si ritrovò davanti nientemeno che Molly Weasley in persona.
- Buongiorno Audrey cara. Come sta mio nipote?-
- Ha…ha fame. - rispose l’altra.
- Davvero? Cioccolata calda allora. Nei primi tre mesi con Percy non potevo mangiare altro.-
- E come ha fatto a resistere?-
- L’ho costretto a mangiare altro. Alla fine l’ha capita.-
- Ah, quindi è stato fastidioso fin dall’inizio.- commentò Audrey.
- Non offendere mio figlio cara.-
La signora Weasley andò verso la cucina in fretta e cominciò ad armeggiare con un pentolino. Mentre la cioccolata cuoceva, Audrey chiese timidamente: - Come mai è qui signora Weasley.-
- Vedi mia cara, questa mattina ho incontrato Percy, e l’ho trovato semplicemente distrutto. Che tu lo voglia o no, è colpa tua. Non parlo così perché sono sua madre: te lo dico da donna a donna. È il padre di tuo figlio, e gli pesa essere lontano da te e da lui o lei. Oh, non lo sapevi?- aggiunse vedendo la faccia della ragazza.- Comunque, quello che stai facendo mi sembra più una ripicca che una vera rabbia.-
- E perché scusi?-
- Dimmi perché sei arrabbiata Audrey.-
La ragazza la guardò per un attimo, poi attaccò: - Perché mi ha usata, perché non mi ha parlato per anni, perché durante la guerra e anche prima è scomparso, perché non mi ha detto nulla di Carl, perché all’inizio ha negato che ci fosse qualcosa, perché non mi ha detto nulla di Penelope, perché non è ancora venuto qui a dirmi che vuole suo figlio.-
Prima di risponderle, Molly prese la cioccolata che ormai era pronta e vi versò dentro del miele. Poi lo porse alla ragazza e lasciò che la sorseggiasse per qualche secondo.
- Tu vuoi ciò che Percy non è. Lui ha bisogno di metabolizzare le cose prima di decidere alcunché.-
- Già. Se non pianifica tutta la giornata sta male.- sorrise Audrey.
- Esatto e la notizia che tu avresti dovuto dargli è una bomba. Ha bisogno di capire ciò che prova verso di lui. Stai aspettando il bambino di un uomo che non ha ancora superato il fatto di essere stato un figlio orribile, perché lo è stato. Ancora oggi colma di attenzioni me e suo padre per paura che non lo perdoniamo. Percy è più fragile di quanto sembri. Devi avere tanta pazienza e farlo tu il primo passo, perché lui non avrà il coraggio di farlo, e non ho voglia che mio nipote conosca suo padre solo alla pubertà!-
Audrey rimase senza parole davanti alla donna di cui da adolescente aveva tanto sperato di diventare nuora.
Ammirava davvero l’energia che Molly metteva in ogni cosa: avrebbe voluto riuscirci anche lei.
- Ma così non sarebbe…troppo facile?- disse alla fine la ragazza.
- Troppo facile?! Sarebbe anche ora! Fin da piccolo quel ragazzo ha dovuto sopportare il fatto di non essere brillante come Bill, spiritoso come Fred e George, bello come Ginny, forte come Charlie o famoso come Ron. Niente è stato facile per lui. In più, è stato lasciato dalla sua fidanzata perché ha scelto noi al posto suo. Inoltre quando ti ha rincontrata ha capito di essersi innamorato di te e ha dovuto tacerlo perché eri già fidanzata. Cosa è mai stato facile per lui?!- esclamò la signora Weasley con le mani sui fianchi, segno che si stava arrabbiando.
- Ma io…-
- Tu sei innamorata di mio figlio, e lui ti ricambia. Quindi, prima che mio nipote esca di lì, tu andrai da Percy e parlerai. D’accordo?-
Audrey si concesse un secondo e poi la abbracciò forte.
- Grazie signora Weasley.- disse poi staccandosi.
- Chiamami Molly, cara. Le mie nuore usano fare così, e anche Harry.- replicò la donna.
- Non posso signora. Se il bambino sarà una femmina la chiamerò Molly, e non vorrei confondermi.- rispose Audrey.
- Buffo: Percy mi ha promesso la stessa cosa. -
E scoppiarono a ridere insieme.

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Capitolo 20
*** Cap.20 ***


20

Nel quale Lucy ha una brutta sorpresa e si arrabbia. Ah, c’è un matrimonio e un piccolo problema con il bambino.

 
-         Allora è tutto ok. - disse Carol con un sorriso, tenendo in braccio Colin.
-         Già, per una volta non sono stato io a scusarmi.- annuì Percy.
-         Com’è stato scusarsi con Perce, Audrey?- chiese Matthew curioso.
-         Insolito direi.- rispose la ragazza.
Erano usciti a cenare tutti insieme, una cena offerta da Audrey. Questo poiché Percy, approfittando di avere ragione, aveva estorto alla ragazza la promessa di pagare le cene per un mese; in cambio, però, aveva dovuto parlare con Christopher, da solo. Ne era uscito sconvolto.
-         Non vedo l’ora che nasca la piccola Lucy!- esclamò la grande Lucy tutta contenta. Audrey e Percy si scambiarono un’occhiata imbarazzata, al che la ragazza chiese: - Che c’è? Ho detto qualcosa di sbagliato?-
-         Ehm…riguardo al nome della bimba…- cominciò Percy.
-         Cosa?- chiese Lucy sospettosa.
-         Dunque, noi non la chiameremo come te. - concluse l’idiota tutto d’un fiato.
-         Cosa?! E perché?!- esclamò Lucy, molto arrabbiata.
-         Be’, vedi, dobbiamo la nostra riconciliazione a mia madre e quindi…beh, quindi la chiameremo Molly.-
-         E se sarà un maschio?- si inserì Matthew per cercare di calmare la sorella.
-         Ah, boh! Non ci abbiamo pensato, vedremo quando nascerà. Giusto, Audrey?-
-         Giustissimo Perce.-
Audrey passò la sera a cercare di far tornare il buon umore all’amica, cosa resa quasi impossibile dalle battutine scherzose di Matthew, rivolte alla sorella.
A metà serata, Percy ricevette cinque gufi da Charlie per ricordargli del compleanno di mamma Weasley  che sarebbe caduto tre settimane dopo. Per cinque volte Percy dovette rassicurarlo.
- Perché Charlie è così preoccupato?- gli chiese Carol.
-         Dobbiamo farle una sorpresa, e, dato che ne è l’ideatore, Charlie ci tiene a non rovinarla in alcun modo. -
-         Capisco. Che gentile!-
-         No, è che l’anno scorso non è potuto venire e mamma si è arrabbiata così tanto che non l’ha ancora perdonato.- spiegò Percy.
-         Questo spiega tutto.- sogghignò Matthew.
-         Non essere così cinico!- lo rimbeccò la moglie.
La serata proseguì tranquillamente, poi, verso le undici, tutti tornarono a casa propria. Percy si era trasferito da Audrey perché almeno la ragazza sarebbe stata più comoda per il lavoro e il ragazzo era molto apprensivo.
-         Buongiorno Audrey! Perce è al Ministero?- fece un giorno di agosto un’allegra Ginny irrompendo nel negozio.
-         Ciao, Ginny. Sì, oggi aveva una riunione importante.-
-         Il solito. Sei a sette mesi, vero?-
-         Esatto. Come mai qui?-
-         Per il vestito da sposa che ho ordinato. È arrivato?-
-         Certo, è nel retro.-
La ragazza entrò nel piccolo magazzino che aveva nel locale sotterraneo e uscendone commentò: - Ti sposi tra tre giorni e prendi il vestito solo oggi. Non ho mai visto una sposa così noncurante sai Ginny?-
-         Che ti devo dire? A me basta stare con Harry.- replicò l’altra alzando le spalle.
-         Immagino. Come pensi che sarà la vita matrimoniale? Ho saputo che è ancora insediato dai giornalisti.-
-         Se è per questo, lo sono anch’io anche se in minor quantità. Dopotutto gioco nelle Holyhead. Semplicemente se ne aggiungeranno degli altri.-
-         Hai ragione, siete famosi voi due.-
-         Credimi a volte vorrei che non lo fossimo. Quanto ti devo?-
-         Trenta galeoni.-
-         Cosa?! Ma sono la tua futura cognata!-
-         Infatti: il prezzo era di trentasette.-
-         Sei un’ottima affarista tu. Va beh, ci vediamo al matrimonio. Salutami Perce, ciao nipote!-
Detto questo, se ne andò lasciando Audrey più allegra che mai. La ragazza adorava Ginny, era impossibile non farlo.
Sorrise sognando il suo abito da sposa, che probabilmente sarebbe stato simile a quello di Ginny: la ragazza aveva scelto un vestito con spalle di tulle, gonna di seta bianca che ricadeva leggera sulle gambe, il velo fermato poco sotto lo chignon che si sarebbe . Come aveva saggiamente spiegato la ragazza, sarebbe stato un matrimonio così affollato che un abito pomposo avrebbe solo creato più confusione.
-         Uffa, quanto ci mette?- si lamentò da sola qualche ora dopo, mentre preparava la cena. Percy l’aveva avvertita che avrebbe tardato e che probabilmente avrebbe cenato da sola.
Si rassegnò a sedersi a tavola da sola e a mangiucchiare del pasticcio di carne e patate con malavoglia. La giornata era stata normalissima, ordinaria e monotona. Non vedeva l’ora che il bimbo nascesse per portare qualcosa di nuovo.
Sbuffò, ma all’improvviso sentì una terribile fitta alla pancia. Si piegò in due e gemette; poi, tremando, alzò la bacchetta e mandò un patronus a Percy, poi cedette e cadde sul pavimento tenendo le braccia piegate sul grembo.
Urlò di dolore, e finalmente, dopo quelle che le sembrarono ore, una mano le accarezzò la fronte e la sensazione orribile della Smaterializzazione la avvolse.
Riconobbe le pareti celesti del San Mungo e l’uomo che la abbracciava la mise su una sedia a rotelle e la spinse in una stanza, dove un dottore dall’aria familiare la fece stendere su un lettino e le diede una bevanda che cancellò il dolore, e finalmente riuscì a rimettere tutto a fuoco.
-         Audrey? Ci sei?- le stava chiedendo Matthew.
-         Più o meno…- mormorò lei.- Cos’è successo?-
-         Nulla di grave, ma dovrai stare a riposo fino al parto. Il tuo bambino è un po’ fragile.- disse il ragazzo. Percy si accasciò su una sedia.
-         Ma sta bene, vero?- chiese allora ansiosa.
-         Certo, certo.-
-         Sentito Percy? Rilassati!- esclamò Audrey alzandosi.
Dopo aver rassicurato il ragazzo, tornarono a casa e l’idiota si sedette sul divano, facendo cenno alla ragazza di sedersi accanto a lui.
-         No, grazie. Ho un po’ di cose da fare.-
-         Assolutamente no! Ti devi riposare!- replicò il ragazzo.
-         Ti dico che sto bene, rilassati, vado in negozio.-
Ignorò lo sguardo scettico del rosso e scese a spostare delle scatole. Ne aveva sistemate due, quando un’altra fitta la colpì; fortunatamente, Percy era molto prudente e l’aveva seguita. Quindi la prese e le fece bere la pozione per il dolore.
-         Visto? Dovrai riguardarti, se vuoi andare al matrimonio di Harry e Ginny.- la avvertì.
-         Mi perdoni, signor Caposcuola, le prometto che non la contraddirò mai più.-
-         Brava, sono già agitato di mio; al Ministero c’è un pasticcio con dei rappresentanti del Ministero svedese.-
-         Mi dispiace.- sorrise la ragazza.
-         Nulla, nulla. Adesso vai a stenderti, va!-
La ragazza obbedì e salì le scale tenendosi la pancia, non perché le facesse male, piuttosto per protezione.
Tre giorni dopo erano al matrimonio. Faceva un caldo soffocante, ma per fortuna la cerimonia era all’aperto, anche per il sovraffollamento causato dai fotografi.
-         Come stoi Audrì?- le chiese Fleur, anche lei con una piccola pancia di tre mesi, tenendo in braccio un’agitatissima Victoire.
-         Bene, bene. A volte ho qualche doloretto ma nulla di grave.-
-         Bien. - sorrise la donna.
Harry era davanti al celebrante, al suo fianco Ron, ed era emozionatissimo. La musica cominciò e arrivarono Hermione e Luna, damigelle, splendide nei loro abiti rossi; dopo di loro arrivò Ginny.
Era splendida, aveva cambiato leggermente l’abito rendendolo più sontuoso. I giornalisti cominciarono a scattare fotografie, e le piante che Neville avevano sistemato attorno alla loro area fecero il loro dovere oscurandogli la visuale. Lo sposo gli fece l’occhiolino.
La cerimonia non fu perfetta, ma non importò a nessuno.
Poi si spostarono verso il tendone che era tutto decorato a rosso e oro, e cominciarono le danze. Audrey, costretta da Percy a non muoversi, osservava tutte le coppie che ballavano.
Luna aveva rinunciato ai consueti abiti gialli a favore di quello rosso da damigella e parlava tranquillamente con Rolf, il suo fidanzato. Hermione cercava di trattenere Ron che lanciava occhiate bramose ai pasticcini alla fragola sul tavolo del rinfresco, mentre Charlie e Bill parlavano con Viktor Krum, invitato da Hermione, dell’ultimo Torneo Mondiale di Quidditch, finito con la vittoria del Brasile; Percy discuteva con suo padre delle ultime riforme del Ministero.
Ginny ballava in mezzo alla pista con Dean Thomas, cui aveva concesso un ballo, scrutata torva da suo marito.
Non se ne sarebbe mai andata tanto era bella l’atmosfera, ma presto il sole tramontò e fu ora di tornare a casa, mentre i due sposi sarebbero andati in luna di miele a Berlino prima di stabilirsi a Grimmauld Place.
-         Come stai?- le chiese ansiosamente Percy mentre si sistemavano a letto.
-         Bene, Percy! Devi smetterla di essere così ansioso!-
-         Sono solo preoccupato per il bambino…-
-         Hai ragione scusami, è che…aaaah!- urlò contorcendosi dal dolore.
-         AUDREY! Che succede?!- urlò l’idiota. Poi, capendo che ovviamente non poteva rispondergli si smaterializzò al San Mungo con lei.
-         Che cosa…oh Merlino!- esclamò il Medimago che era di turno quando li vide arrivare.- A quanti mesi è?!-
-         Sette, perché?-
-         Mi dispiace dirvelo, ma a quanto pare avrete un parto prematuro.-
-         COSA?!- urlò Audrey in preda all’isteria.
Ci fu un po’di confusione, poi il Medimago riuscì a trascinare la ragazza sul letto.
-         CHE CAVOLO VUOL DIRE PREMATURO?!-
-         C-Calma Audrey, succede solo che il bambino vuole…uscire, ecco.-
-         COSA?!-
-         Signora, devi spingere.- la avvertì il Medimago.
-         SONO SIGNORINA!-
-         Audrey, spingi!-
-         MA STAI ZITTO TU!-
-         Scusa.-
-         SEI UN UOMO O COSA?!-
-         Vedo la testa!-
-         SOLO?!-
-         Deve spingere ancora un po’!-
-         MA NO!-
-         Il busto!-
-         NON È ANCORA USCITO E GIÀ ROMPE! SEMBRA SUO PADRE!-
-         Ehi!-
-         Ecco! È fuori.-
Le urla cessarono di botto mentre una Guaritrice lavava il bambino e lo avvolgeva in una copertina.
Poi lo porse ai genitori e Percy lo prese, notando che la coperta era rosa.
-         Be’, ciao Molly.-
 
Angolo autrice
E si finisce! Date le tantiiiiissime recensioni non sono sicura che ciò importi a qualcuno, tranne che alla meravigliosa Flox Weasley che non ne ha saltato uno! Grazie mille e alla prossima storia!

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