Il Rapimento di Amelia

di telesette
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo primo ***
Capitolo 2: *** capitolo secondo ***
Capitolo 3: *** capitolo terzo ***



Capitolo 1
*** capitolo primo ***


Dopo molti viaggi e peripezie, Zelgadis è finalmente riuscito a realizzare il suo desiderio. I Sommi Sacerdoti di Seillune, mettendo in pratica le formule da lui recuperate, sono riusciti a mettere a punto un rituale magico in grado di restituirgli la sua forma umana.

- State dicendo sul serio ?
- In base a queste formule, ciò dovrebbe essere possibile - spiegò il capo dei sacerdoti ad un incredulo Zelgadis. - Tuttavia c’è un dettaglio che abbiamo decifrato con chiarezza: che funzioni o meno, il rituale è unico e irripetibile… Possiamo eseguirlo solo una volta!

Una speranza finalmente, ora aveva una possibilità di recuperare il suo aspetto umano. Stando al suo fianco, Amelia percepì chiaramente la sua agitazione.

- Andrà tutto bene - esclamò la principessa. - Abbi fiducia!

Zelgadis annuì con un sorriso.

- Grazie Amelia - mormorò.

***

Un mese dopo

Il sole… Ora Zelgadis può sentire nuovamente il calore dei suoi raggi dorati e la sua pelle è liscia e rosea, non più una fredda corazza marmorea. In questa magnifica giornata, solamente una cosa può essere più bella dello spettacolo dei giardini reali di Seillune: il sorriso di Amelia e la mano soffice e delicata di lei.

Da quando aveva recuperato le sue vere sembianze, Zelgadis si sentiva come “rinato”, era come se il suo cuore si fosse riaperto a tutti quei sentimenti che finora aveva sepolto sotto uno strato di roccia. Accanto ad Amelia aveva compreso fin troppo chiaramente quello che provava per lei: la amava teneramente e sinceramente, e avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di restarle accanto. La principessa, dal canto suo, non poteva essere più contenta ( era innamorata di Zelgadis da molto tempo ormai ); vedere il volto sereno di Zelgadis e intrecciare le proprie dita tra le sue era una gioia immensa. Zelgadis non aveva più alcun motivo per riprendere il suo errare vagabondo, ora che aveva finalmente trovato tutto ciò che si potesse desiderare: era felice… per la prima volta, dopo tanto tempo, era finalmente felice.

- Zelgadis…
- Sì Amelia, dimmi ?

Per tutta risposta, la principessa lo abbracciò forte, poggiandogli la testa sul petto. Zelgadis avvertì il profumo dei suoi capelli e, stringendola a sé, sorrise.

- Ti amo - sussurrò Amelia.
- Anch’io!

Entrambi fecero per baciarsi quando, improvvisamente, si sollevò un forte vento e il cielo cominciò a rannuvolarsi.

- Strano - esclamò Amelia. - Sembrava una così bella giornata…
- Sta succedendo qualcosa - osservò Zelgadis, preoccupato. - Torniamo indietro!

Prima che potessero fare un solo passo però, davanti a loro si materializzò la nera sagoma di un demone ( di un rango piuttosto elevato per giunta, a giudicare dall’aspetto ). Zelgadis sguainò la spada e si parò coraggiosamente davanti ad Amelia, mentre quest’ultima si preparò a lanciare uno dei suoi incantesimi spirituali.

- Chi sei - domandò Zelgadis, rivolto al demone. - Come hai fatto a superare la barriera ? Nessun demone può entrare a Seillune!
- Oh, davvero - fece il demone con una smorfia. - Che peccato… si vede che le vostre “barriere” non sono più come una volta!

Rapido come un fulmine, Zelgadis attaccò il demone con la spada per distrarlo, in modo da permettere ad Amelia di colpirlo con un incantesimo.

- Raggio Paralizzante!

Il lampo di luce bianca mancò il bersaglio per un soffio. Il demone non subì alcun danno e, con un colpo ben assestato, spinse via Zelgadis scaraventandolo all’indietro.

- Zelgadis - urlò Amelia preoccupata.

Il giovane si rialzò immediatamente, la spada in pugno, tuttavia sul fianco aveva una brutta ferita; ora che non aveva più la sua pelle di pietra a proteggerlo dagli attacchi fisici, era vulnerabile come chiunque altro; oltre a ciò, senza la sua componente di demone, aveva perso anche la capacità di scagliare incantesimi… Per farla breve, era palesemente in svantaggio.

- Non ho tempo per giocare con te - disse il demone. - Ho un incarico molto più importante da assolvere: devo rapire la principessa di Seillune, perciò è meglio se ti fai da parte, giovane sciocco!
- Scordatelo - rispose Zelgadis con rabbia. - Prima dovrai passare sul mio cadavere!
- Zelgadis, no!

Troppo tardi… Non appena Zelgadis si lanciò all’attacco, il demone fermò la sua spada, quasi fosse meno pericolosa del giocattolo di un bambino, e lo ferì gravemente con gli artigli. Zelgadis sgranò gli occhi, incapace di reagire, la spada gli scivolò via e si portò le mani al petto. Subito dopo cadde in ginocchio, mentre un rivolo di sangue cominciò a colargli dalla bocca; il demone lo osservò con noncuranza, dopodiché spostò lo sguardo in direzione di Amelia. La principessa fece subito per correre in suo aiuto ma, prima che potesse raggiungerlo, il demone la imprigionò con delle robuste ombre avvolgenti.

- A… Amelia, no…

Zelgadis osservò la scena nella più completa impotenza, il sangue che sgorgava copioso dalla ferita, mentre il demone torreggiava sopra di lui, con la sua preda regale tra le grinfie.

- Molto bene - esclamò. - Ho assolto il mio compito… Addio!
- Ze… Zelgadis, aiutami…
- Amelia !!!

Accadde tutto in un attimo. Così com’era arrivato, il demone era scomparso portandosi via con sé anche Amelia. Zelgadis provò a rialzarsi, ma era troppo debole; in un attimo cadde lungo disteso, con la faccia rivolta nell’erba, e un istante più tardi il suo mondo divenne buio.

***

Quando riaprì gli occhi, Zelgadis si ritrovò disteso su un letto, con il torace completamente avvolto dalle bende. Accanto a lui riconobbe le facce preoccupate di Lina e Gourry.

- Cosa… Cosa è successo… dov’è Amelia ?!?
- Cerca di calmarti, adesso - provò a tranquillizzarlo la maga. - Hai perso molto sangue, è un miracolo che tu sia ancora vivo…
- Al diavolo - fece Zelgadis con rabbia, scostando via la coperta.

Purtroppo, non appena cercò di rimettersi in piedi, avvertì chiaramente il dolore della ferita ancora aperta.

- Andiamo, amico - intervenne Gourry. - Che cosa pensi di fare, conciato così ?
- Zel - esclamò Lina. - Sei l’unico che può raccontarci com’è andata! Mi rendo conto che per te sia difficile, ma anche Phil è preoccupato per sua figlia… Ti prego, dicci cos’è successo!

Cercando di contenere il dolore a denti stretti, sia per la ferita che per la scomparsa di Amelia, Zelgadis raccontò agli amici tutto ciò che era accaduto dal momento in cui il demone fece la propria comparsa.

- …Parlava di una “missione”, per conto di qualcuno - disse. - Ha evitato il Raggio Paralizzante di Amelia con una facilità impressionante, e anch’io non sono riuscito a fargli nemmeno il solletico… Alla fine è riuscito ad immobilizzarla e, dopo avermi messo in condizioni di non nuocere, l’ha portata via!
- Hmm - mormorò Lina tra sé. - E’ chiaro che c’è di mezzo lo zampino di qualcuno assai più pericoloso… Mi domando chi sia la “mente”, dietro a tutto questo ?
- Chiunque sia, dobbiamo scoprirlo - tagliò corto Gourry, incrociando le braccia. - Non possiamo lasciare Amelia nelle sue grinfie!
- No, infatti - fece eco Lina. - Per cominciare esamineremo il luogo in cui è apparso, dopodiché ci metteremo sulle sue tracce…
- Io vengo con voi - dichiarò Zelgadis deciso.

Lina scosse la testa.

- No, Zel - rispose. - Capisco come ti senti, ma in queste condizioni non puoi combattere, rischi solamente di farti ammazzare…
- Sciocchezze!

Ancora una volta le fitte lancinanti impedirono a Zelgadis di alzarsi dal letto.

- Andiamo, cerca di ragionare - gli ripeté lo spadaccino. - Non lo vedi che la tua ferita è ancora aperta ?
- Lascia che ce ne occupiamo noi - concluse Lina. - Chiunque abbia rapito Amelia dovrà vedersela con me, non preoccuparti, ti prometto che gliela faremo pagare cara!

Zelgadis maledì dentro di sé la propria impotenza, tuttavia dovette accettare la realtà: senza i suoi poteri da chimera, era solo un combattente mediocre come tanti; non era riuscito a proteggere Amelia e ora era costretto a giacere a letto, come un povero infermo. Ora Amelia era prigioniera chissà dove, e nelle mani di chissà chi, e lui non poteva fare nulla per aiutarla; se prima aveva gioito, per essere tornato in possesso del suo corpo, adesso si sentiva completamente inutile.

- Dannazione - gemette. - Perché… Perché ?!?

***

Quella notte Zelgadis non riuscì assolutamente a dormire. Troppi pensieri lo facevano star male: Amelia, il demone che l’aveva rapita, il terrore di ciò che potesse succederle… Ad un tratto si tirò su di scatto a sedere, respirando affannosamente.

- Non posso restare qui - esclamò, guardando le proprie mani. - Amelia ha bisogno di me, devo trovarla!

Così dicendo, cercò di ignorare il dolore e si avvicinò alla sedia per prendere i suoi vestiti e la spada. Tuttavia, fatti appena pochi passi, sentì un dolore lancinante attraversargli il petto; subito cadde a terra, con un urlo soffocato, e lì rimase immobile cercando invano di riprendere fiato.

- A quanto pare, sei ridotto piuttosto maluccio!

Sorpreso al suono di quella voce, Zelgadis alzò gli occhi: Davanti a lui, c’era il volto sorridente di Xellos.

- Che ci fai qui, maledetto ?!?
- Oh beh, mi piacerebbe dirti che si tratta di una semplice “visita di cortesia”…
- Non prendermi in giro - ruggì Zelgadis rabbiosamente.
- Andiamo, calmati - ribatté il demone tranquillo. - La verità è che, visto quanto è successo, i miei capi mi hanno incaricato di farti una piccola proposta, nient’altro!

Zelgadis strinse gli occhi con sospetto.

- Dimmi la verità, ci sei tu dietro a tutto questo ?
- Beh ecco, sinceramente il rapimento della principessa di Seillune non rientra nei piani dei miei superiori ma, riguardo al resto, beh…
- Parla!

Xellos si grattò la nuca imbarazzato, tuttavia si avvicinò a Zelgadis agitando il dito davanti a sé.

- Mi dispiace, è un segreto!

Subito Zelgadis fece per colpirlo ma, prima che potesse estrarre la spada, di nuovo il dolore lo inchiodò a terra con fitte terribili.

- Oh, poverino - sospirò Xellos. - E’ proprio una maledetta sfortuna che il tuo corpo umano non sia robusto quanto il tuo vecchio corpo da chimera… dico bene ?

Zelgadis sollevò uno sguardo carico di odio.

- Tzk! Tzk! Andiamo, non guardarmi così, ti assicuro che la mia è solo una semplicissima proposta di affari; sei libero di accettare o meno, dopo me ne andrò in ogni caso!
- Che intendi dire con questo ?
- D’accordo, veniamo subito al nocciolo della questione: ti interesserebbe riavere indietro il tuo vecchio corpo e i tuoi poteri magici ?

( continua )

NOTE:
"Autori per il Giappone" è un'iniziativa di sostegno organizzata dall'autrice Lara Manni
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"I Ragazzi di EFP hanno scritto i racconti di “Niente è come prima” con un atto esplicito di fiducia nella possibilità di raggiungere altri coetanei, offrendo loro un motivo di indagine interiore. Generosi e speciali, con un gesto inaspettato hanno deciso di devolvere una parte del ricavato della vendita ad ADSINT che rivolge una particolare attenzione alle nuove generazioni con le loro esigenze e i loro sogni. Complici di un dono: quello dei pensieri, quello del sangue."
Giovanna Ferrante
Direttore de “il Globulo” Veicolo di informazione di ADSINT – Associazione Donatori di Sangue Istituto Nazionale Tumori

 

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Capitolo 2
*** capitolo secondo ***


Sulle prime Zelgadis credette di non aver capito, tuttavia Xellos gli ripeté la domanda.

- Che cosa intendi dire ? Spiegati meglio!
- Beh, mio caro Zelgadis, tutto quello che posso dirti è che c’è di mezzo un piccolo “impiccio tra demoni”: cose che succedono naturalmente, non siamo famosi per andare d’amore e d’accordo, e qualcuno mi ha dato l’ordine di sistemare la faccenda prima possibile!
- E questo cosa c’entra ?

Gli occhi di Xellos mandarono un rapido lampo di astuzia.

- Vedi, chi ha organizzato il rapimento di Amelia è lo stesso che ha irritato i miei capi ( non posso dirti perché ovviamente, e non penso ti interessi saperlo! ); all’inizio pensavo di occuparmene di persona ma… vista la situazione, se te ne occupassi tu, mi risparmieresti una bella seccatura!
- E perché dovrei aiutarti ?!?
- Ma come - fece Xellos sorpreso. - Non volevi salvare Amelia ? Ah scusami, forse preferisci fare da solo, ti capisco…

Zelgadis strinse i denti con rabbia. Da che lo conosceva, aveva sempre odiato quel doppiogiochista di Xellos; quel suo modo di fare arrogante e insopportabile; ancora adesso non riusciva a nascondere il fastidio che provava nei suoi confronti. Tuttavia, per quanto odiasse ammetterlo, l’offerta del demone gli si presentava come l’unica speranza di poter salvare Amelia. Un tempo Zelgadis desiderava a tutti i costi recuperare il suo aspetto umano, ed era convinto che nient’altro avrebbe potuto renderlo felice… Ma la sconfitta subita e il rapimento di Amelia, senza che lui potesse impedirlo, gli riportarono alla mente le parole del Monaco Rosso: “Quel corpo che tu odi tanto ti ha reso forte!” All’inizio, vedendo come la gente reagiva al suo passaggio, fu ancora più difficile per lui accettare la sua triste condizione di chimera ( né uomo, né demone ); eppure quello stesso corpo orribile gli aveva dato forza e velocità fuori dal comune, compensando in qualche modo ciò che aveva perso nella trasformazione. Alcune volte lui stesso si ritrovò costretto ad ammettere che quel corpo mostruoso era assai utile in combattimento. Durante le loro avventure insieme poi, Lina, Gourry e Amelia fecero quello che pochi al loro posto avrebbero fatto; guardandolo con occhi amichevoli e dimostrandogli affetto e solidarietà ( soprattutto Amelia! ); per questo ogni delusione ricevuta, ogni speranza disillusa, veniva sempre in qualche modo alleviata dalla presenza e dalla sincerità di quegli amici eccezionali. Ora che aveva recuperato il suo aspetto, si sentiva completamente e tragicamente “inutile” contro qualsiasi avversario; il suo sogno si era trasformato in un incubo; in queste condizioni, non poteva sperare sconfiggere avversari tanto potenti come i demoni.

- Scusa se ti metto fretta - aggiunse Xellos, inforcando gli occhiali e mettendosi a consultare un libretto. - Ho un’agenda di appuntamenti da rispettare, e mi servirebbe subito la tua risposta…
- Puoi “veramente” restituirmi i poteri di chimera ?
- L’incantesimo che Rezo ha usato su di te era Magia Nera e, fino a prova contraria, quella materia è di nostra particolare competenza!
- E se io accetto, cosa vuoi in cambio ?
- Te l’ho detto: se sistemerai quei demoni birichini al posto mio, mi risparmierai un bel po’ di lavoro; tu riavrai i tuoi poteri e potrai salvare Amelia; mi sembra una proposta corretta, non trovi ?
- Un accidente! se io accetto la tua proposta, il rituale che mi ha permesso di ritornare umano non funzionerà una seconda volta!
- Eh già, è un bel problema in effetti - osservò Xellos, fingendosi addolorato. - Comunque nessuno ti obbliga ad accettare, la mia è semplicemente una proposta, te l’ho detto…
- Ipocrita - ribatté Zelgadis. - Sai benissimo come stanno le cose, e hai intenzione di “usarmi” per i tuoi scopi, sei un maledetto profittatore!
- Ti stupisce ? In fondo sono un demone anch’io, non pretenderai certo che vada in giro a fare beneficenza… Comunque, tagliando corto, hai deciso ?

Zelgadis fremette di collera, le dita strette nei pugni chiusi e le unghie conficcate nel palmo delle mani. Alla fine chinò il capo dolorosamente e rispose rassegnato.

- Accetto!
- Bene, allora - sorrise Xellos. - Per cominciare, dovremo fare un “giretto” nella dimensione infernale; non ci vorrà molto, dopodiché passeremo a prendere Lina e Gourry!
- Cosa ?!?
- Perché quella faccia ? Da quanto ne so, anche loro hanno interesse a liberare Amelia e, come ti ho già detto, un po’ d’aiuto in questa faccenda mi fa davvero comodo!
- Non mi riferivo a quello - puntualizzò Zelgadis. - Cosa c’entra la dimensione infernale ? Che hai in mente, brutto figlio di…
- Tzk! Tzk! Tzk! Un po’ di pazienza, vecchio mio, in fondo abbiamo appena stretto un accordo!

Così dicendo, Xellos tracciò un cerchio nell’aria con il suo bastone e, un attimo dopo, sia lui che Zelgadis scomparvero senza lasciare tracce.

***

Senza neanche rendersene conto, Zelgadis si ritrovò in un luogo completamente diverso: la dimensione infernale era come una sorta di gigantesco antro naturale, pieno di stalattiti e stalagmiti dall’aspetto minaccioso; l’ambiente era scarsamente illuminato, l’unica luce presente era quella del bastone magico di Xellos, e tutt’intorno si faceva fatica a distinguere qualcosa; l’aria era ferma e pesante, come se stesse bruciando un deposito di zolfo, Zelgadis tossì violentemente non appena quell’odore gli riempì la bocca e le narici.

- Eccoci qui - esclamò Xellos. - Niente di eccezionale, come vedi, ambiente piccolo, raccolto, confortevole…
- Falla finita, una buona volta!
- Okay, okay, non te la prendere, scherzavo!
- Si può sapere perché mi hai portato qui ?

Senza rispondere, Xellos indicò davanti a sé col bastone.

- Come ti ho già detto, non ho tutto questo tempo a disposizione… Puoi scegliere se venire con me oppure no, però ho come l’impressione che, senza poteri magici, ti troveresti in “leggera” difficoltà!

Ancora una volta Zelgadis masticò amaro, tuttavia si costrinse a seguire Xellos in silenzio. Il demone lo condusse attraverso quell’oscura galleria, finché non giunsero davanti a una porta con sopra incise delle strane iscrizioni runiche. Qui Xellos picchiò leggermente col bastone e la porta si aprì verso l’interno, con un rumore sinistro.

- Bherfy, sei in casa ?
- Bherfy ?!? - ripeté Zelgadis, perplesso.
- Oh sì, scusa! In realtà è il diminutivo di Bherfomet, non farci caso…

Improvvisamente dalla porta spalancata, in risposta alle parole di Xellos, giunse un lugubre suono gutturale, subito seguito da una voce chiara e profonda. Un attimo dopo, Zelgadis poté vedere chiaramente la sagoma di un vecchio rugoso, dall’aspetto assolutamente inquietante, venirgli incontro.

- Ma guarda un po’, che sorpresa - esclamò il vecchio, rivolto a Xellos. - Non capita spesso di vederti da queste parti, sei in vacanza per caso ?
- Eh, magari - sospirò Xellos, grattandosi la nuca. - Purtroppo per me, le ferie sono sempre troppo lontane…
- Certo, capisco!

Di colpo il vecchio si accorse di Zelgadis.

- Questo essere umano è con te ?
- Sì, naturalmente - rispose Xellos. - E’ un amico che ha bisogno di un favore!
- Io non sono tuo amico - protestò Zelgadis energicamente.

Il vecchio strinse gli occhi sospettoso, tuttavia Xellos cercò di salvare la situazione.

- Va bene, va bene, come preferisci… Allora mettiamola così: questo gentile signore qui con me ha bisogno di un favore, e tu Bherfy, sei l’unico al quale posso chiedere questo genere di cose!
- Di che si tratta, Xellos ?
- Oh, una cosuccia da niente, devi solamente ripetere su di lui un incantesimo per la chimerizzazione!
- Suppongo che tu abbia un valido motivo per chiedermi una cosa simile!
- Beh, effettivamente sì ma, come dire… è un segreto!
- D’accordo, ho capito - tagliò corto Bherfomet. - Fatti un po’ vedere, tu!

L’anziano demone osservò attentamente Zelgadis, cercando di capire come dovesse procedere in ciò che Xellos gli aveva chiesto.

- Questo corpo è stato “imbevuto” di magia nera per parecchio tempo - esclamò il vecchio. - “Pelle di golem” e “sangue di demone blu”, semplice ma efficace… Chi ha operato la trasformazione su di lui la prima volta ?
- Ti sembrerà strano, ma a volte anche gli umani sono capaci di certe cose verso i propri simili - fece Xellos ironico. - Allora, puoi ripetere lo stesso incantesimo ?
- Sì, non è una cosa complicata per noi demoni, saranno sufficienti pochi minuti!
- Molto bene, a proposito Zelgadis, stavo dimenticando un’altra cosa...
- E sarebbe ?
- Ecco, non prenderla a male ma, devo assicurarmi che rispetterai i termini dell’accordo; per questo motivo, una volta che Bherfy avrà finito il suo lavoro, io e te viaggeremo assieme per un po’!
- Stai scherzando ?!?

Ora Zelgadis era furibondo. Le sue mani afferrarono Xellos per il bavero, tuttavia il demone non si scompose, anzi sembrava persino dispiaciuto.

- A… Andiamo Zelgadis, vecchio mio… no… non c’è bisogno di arrabbiarsi: lo so di non esserti simpatico, ma non è un buon motivo per strangolarmi, no ?
- Questo è da vedersi - replicò Zelgadis tra i denti. - Conoscendoti, saresti capace di lasciarmi morire come un cane, pur di raggiungere il tuo scopo!
- Beh, certo non posso escludere l’eventualità… ma non mi sembra una cosa così grave, sono pur sempre un demone, per me è una cosa del tutto normale “tradire” qualcuno!

In quella Bherfomet, portandosi il pugno alla bocca, tossì per richiamare l’attenzione.

- Se avete finito di discutere, posso procedere ?
- Questo dipende dal nostro amico Zelgadis - fece notare Xellos, con un sorriso forzato. - A quanto ho capito, o ha dei ripensamenti oppure non si fida ( e in effetti non posso dargli torto ), lasciamolo decidere con calma!

Il momento era arrivato, oramai Zelgadis non poteva più tornare indietro. Sapeva a cosa andava incontro, tuttavia non aveva scelta: l’unico modo per salvare Amelia era tornare in possesso del suo corpo da chimera, e questa volta per sempre; così come aveva realizzato il suo antico sogno, vi stava rinunciando per il bene della persona a cui teneva di più al mondo.

- Procediamo!

Sia Xellos che Bherfomet sorrisero soddisfatti.

( continua )

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Capitolo 3
*** capitolo terzo ***


Quando Amelia riaprì finalmente gli occhi, si ritrovò imprigionata, la schiena contro una fredda parete di roccia e i polsi assicurati da un paio di catene di ferro.

- Dove… Dove mi trovo ?

Istintivamente cercò di liberarsi ma le manette che le serravano i polsi erano troppo solide e resistenti, oltretutto così legata non poteva fare ricorso ai suoi poteri magici, era praticamente in trappola. Non passò molto tempo prima che si facesse avanti colui che aveva ordito il suo rapimento.

- Ben svegliata, principessa!

Come lei alzò la testa, vide davanti a sé un individuo con l’aspetto di un giovane uomo, alto e affascinante, tuttavia riuscì chiaramente a percepire la malvagità nei suoi freddi occhi neri privi di pupilla.

- Chi siete voi, che cosa volete da me ?
- Non fraintendetemi, sarei ben lieto di spiegarvi il motivo del vostro rapimento ma… come dire, non vorrei rendere il vostro soggiorno ancor meno gradito, con la consapevolezza di ciò che vi aspetta!

Amelia rabbrividì. L’essere che aveva davanti non era umano, di questo ne era assolutamente certa, ciononostante non voleva dargli alcuna soddisfazione mostrandosi spaventata.

- Qualunque cosa intendiate farmi, non riuscirete a sfuggire al castigo della giustizia: “il bene trionferà sempre alla fine, anche se uno dei suoi paladini dovesse cadere, nessuno riuscirà a cancellare quello in cui crede!”
- Molto toccante, complimenti - rispose l’altro, applaudendo. - Vedo con piacere che la prigionia non ha affatto intaccato il vostro stato d’animo… Ah, ma dove ho la testa ? Non mi sono neanche presentato!

Così dicendo, costui chinò il capo con un lieve inchino e fissò Amelia con un crudele sorriso.

- Il mio nome è Ragorak - esclamò. - Non credo che tu possa averlo sentito ma, nel caso ti interessi saperlo, sono un demone che ha avuto l’ardire di ribellarsi alla Somma Bestia!

Gli occhi di Amelia divennero due ruote di carro, non appena comprese “chi” aveva davanti: la Somma Bestia altri non era che Zellas Metallium ( il diretto superiore di Xellos ), di conseguenza Ragorak non poteva che essere un Mazoku spaventosamente forte.

- Per caso non vi sentite bene, principessa ? Siete così pallida…
- Io… No, sto bene… benissimo!
- Meglio così - fece Ragorak con una smorfia. - Non potrei mai perdonarmelo se vi accadesse qualcosa, prima del tempo convenuto!
- Che… cosa volete farmi ?!?
- Dal momento che me lo chiedete, l’educazione mi impone di rispondervi - tagliò corto Ragorak. - Il vostro rapimento fa parte di un progetto che, sono sicuro, approverete: io e i miei subordinati abbiamo intenzione di eliminare Zellas; per questo abbiamo bisogno di voi… o per essere più precisi, del vostro sangue!

Com’era prevedibile, Amelia rimase sconvolta nell’apprendere cosa l’attendeva, tuttavia il terrore la paralizzò completamente.

- Mi dispiace - aggiunse Ragorak sarcastico. - Forse sono stato eccessivamente “brutale”, non era mia intenzione… Comunque c’è ancora tempo, avrò il piacere di avervi come ospite ancora per un po’, le auguro una buona permanenza!

Non appena sentì la porta chiudersi dietro le spalle di Ragorak, Amelia si riscosse dal suo torpore. Con la forza della disperazione, i polsi scorticati e sanguinanti, cercò in tutti i modi di liberarsi ma le catene erano troppo solide. Alla fine, stanca e provata da inutili sforzi, chinò il capo con rassegnazione.

- Zelgadis - mormorò appena tra le lacrime. - Vieni a salvarmi… Ti prego!

***

Lina e Gourry si erano messi a seguire una pista alquanto difficile: il rapitore di Amelia non aveva lasciato alcuna traccia dietro di sé eppure, da che si erano messi a indagare, la maga e lo spadaccino si ritrovarono alle prese con degli avversari di livello considerevole; seguendo l’istinto di Lina, una volta fuori dai confini di Seillune, lei e Gourry avvertirono chiaramente la presenza di nemici nelle vicinanze… Di lì a un attimo, un gruppo di demoni minori uscì dall’ombra per attaccarli.

- Spada di Luce!

Gourry falciò l’aria con la sua lama splendente, tagliando a metà un paio di avversari, mentre Lina attaccò a sua volta con una Palla di Fuoco. Per un attimo i nemici esitarono poi però si fecero avanti con maggior determinazione, cercando di colpirli con gli artigli affilati.

- Da dove vengono tutti questi mostri, Lina ?
- Non ne ho idea - rispose la maga, lanciando un incantesimo nella mischia. - Tuttavia cominciano ad essere un po’ troppi…

Non ebbe finito la frase che un demone le scivolò alle spalle. Nello stesso momento tuttavia, Gourry intervenne giusto in tempo per abbattere la creatura con un colpo ben assestato. Sia lui che Lina si scambiarono un sorriso d’intesa e continuarono a combattere. All’improvviso emerse una figura dall’aspetto più minaccioso degli altri, era chiaro che costui fosse di un livello superiore, per questo Lina ritenne opportuno avvertire Gourry di stare in guardia.

- Stai attento, Gourry - esclamò. - Questo qui mi sembra un osso duro!
- La vedremo - urlò lo spadaccino, lanciandosi all’attacco.

Il demone rimase fermo in attesa, senza battere ciglio, tuttavia quando Gourry gli fu addosso si spostò di lato e bloccò la sua lama con una facilità impressionante.

- Che cosa…

Gourry non riusciva a credere ai suoi occhi. Come aveva fatto quell’essere ad afferrare la sua spada, senza danno alcuno ? Purtroppo non fece in tempo a porsi questa domanda che si ritrovò scaraventato all’indietro da una forza micidiale.

- Gourry - urlò Lina. - Razza di stupido, te lo avevo detto di stare attento!
- Tornate indietro - esclamò il demone con voce bassa e profonda. - Il mio padrone e io abbiamo atteso pazientemente di mettere in atto il nostro progetto… Non possiamo permettervi di rovinare tutto!
- Dì un po’ - domandò Lina. - Per caso sei tu quello che ha rapito Amelia di Seillune ?

Il demone respirò fortemente, prima di annuire con un gesto appena percettibile.

- Quello era il mio compito - rispose. - Rapire la principessa faceva parte dei nostri piani… Ma è inutile che vi stia a spiegare il resto, tanto morirete qui adesso!
- Questo è da vedersi…

Subito Lina scagliò una pioggia di dardi infuocati, i quali si abbatterono sul corpo del demone senza danno. Costui per tutta risposta trasformò le proprie braccia in due lunghe lame affilatissime e si lanciò addosso a Lina con furia omicida. La maga sembrò preoccupata: la velocità dell’avversario non le consentiva di preparare incantesimi più efficaci cosicché, per evitare i suoi colpi, fu costretta a chiudersi in difesa; Gourry cercò di correre in suo aiuto ma si ritrovò subito alle prese con altri sei o sette avversari più deboli; ora Lina era sola, gli incantesimi normali sembravano non avere effetto e, prima di rendersene conto, si ritrovò con le spalle appoggiate al tronco di un albero e una punta minacciosa a un centimetro dalla gola.

- E’ ora di morire - sussurrò il demone.

Lina sentì una goccia di sudore freddo scenderle lungo la fronte, tuttavia non abbassò lo sguardo e cercò mentalmente una soluzione per cavarsi da quell’impiccio. Proprio nel momento in cui il demone fece per colpirla, quest’ultimo avvertì una minaccia incombente…

- Raggio Paralizzante!

Il lampo di luce bianca sfrecciò davanti agli occhi increduli di Lina, tuttavia il demone lo evitò per un soffio. Volgendo lo sguardo nella direzione da cui l’attacco era partito, Lina intravide due sagome: una era quella familiare di Xellos con in mano il suo inseparabile bastone, l’altra invece non si sarebbe mai aspettata di vederla.

- Non è possibile… Zel ?!?

Lo sguardo fermo e la spada stretta in pugno, Zelgadis si fece avanti. Solo quando riuscì a vederlo chiaramente in volto, Lina riconobbe le sue fattezze da chimera: il corpo di colore bluastro, ricoperto da scaglie di roccia, e l’espressione fredda e determinata che conosceva bene… Zelgadis sollevò la propria arma, mormorando le parole dell’incantesimo Astral Vine, e un attimo dopo la lama fu avvolta da una magica luce rossastra.

( continua )

NOTE:
"Autori per il Giappone" è un'iniziativa di sostegno organizzata dall'autrice Lara Manni
Per saperne di più, visitate questo link:

http://www.autoriperilgiappone.eu/

Un piccolo contributo per una grande opera a beneficio di molti...

"I Ragazzi di EFP hanno scritto i racconti di “Niente è come prima” con un atto esplicito di fiducia nella possibilità di raggiungere altri coetanei, offrendo loro un motivo di indagine interiore. Generosi e speciali, con un gesto inaspettato hanno deciso di devolvere una parte del ricavato della vendita ad ADSINT che rivolge una particolare attenzione alle nuove generazioni con le loro esigenze e i loro sogni. Complici di un dono: quello dei pensieri, quello del sangue."
Giovanna Ferrante
Direttore de “il Globulo” Veicolo di informazione di ADSINT – Associazione Donatori di Sangue Istituto Nazionale Tumori

 

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