Back to Lylie

di XxSoniaxX
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dentro di me ***
Capitolo 2: *** Rainbow fire ***
Capitolo 3: *** L.A. ***
Capitolo 4: *** Tutto, troppo, presto ***
Capitolo 5: *** 5 Stelle ***
Capitolo 6: *** Goodbye my love ***
Capitolo 7: *** Dannatamente fragile ***
Capitolo 8: *** Peace & Love ***
Capitolo 9: *** Dolci ricordi ***
Capitolo 10: *** Love ***
Capitolo 11: *** Sabina ( part 1 ) ***
Capitolo 12: *** Sabina ( part 2 ) ***
Capitolo 13: *** Back to Lylie ***
Capitolo 14: *** 7/6/2012 ***
Capitolo 15: *** Mi sfuggi via ***
Capitolo 16: *** Incubo ***
Capitolo 17: *** Tornerai a prendermi nel buio? ***
Capitolo 18: *** Dovrò dimenticarti ***
Capitolo 19: *** Matt ***
Capitolo 20: *** Married ***
Capitolo 21: *** Foto ***
Capitolo 22: *** Tutto è cambiato ***
Capitolo 23: *** Ti amo, come non ho amato mai ***
Capitolo 24: *** Con noi ***
Capitolo 25: *** Scusami ***
Capitolo 26: *** Viaggio ***
Capitolo 27: *** Normalità ***
Capitolo 28: *** Sei importante ***
Capitolo 29: *** Aria di tempesta ***
Capitolo 30: *** Si torna a casa ***
Capitolo 31: *** La nostra grande famiglia ***
Capitolo 32: *** Extra ***



Capitolo 1
*** Dentro di me ***


Se qualcuno di voi non lo sapesse questa storia è il continuo

di questa : http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=678048&i=1

quindi se volete sapere bene cosa è successo prima leggetela tutta ^^







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Ed eccomi qui *-*
vi avevo promesso un continuo ed è arrivato :)
spero vi piaccia!
ps: è un pò corto U.U il prossimo sarà più lungo!



 







BUM  BUM  BUM  BUM  BUM < lo senti? >
Si lo sento, sento il cuore del mio bambino........

< per essere al quinto mese è già bello grande >
sarà lungo come suo padre, forse anche intonato, chissà.....
 




 "Dov'è il mio raggio di sole?
chi l'ha rubato?
dillo che sei rimasto intrappolato anche tu
questo uragano caldo
mi ha sciolto il cuore
lo sento sotto la mia pelle
sta bruciando..."
  




Le cuffiette intrappolate nelle mie orecchie emanavano quelle nuove
note, canzoni stupende che speravo raggiungessero il resto del mio corpo,
volevo far sentire al mio bambino almeno la voce di suo padre, fargli capire
chi era l'uomo che l'aveva creato.


Tra i sedili della macchina vedevo il volto di mia madre parlarmi, fui costretta a mettere pausa,
< Sonya sai già le date del tour? >
< dovrebbero uscire tra qualche giorno >
< hai intenzione di vederlo prima Bill? ti conviene farlo ora che la pancia non si nota ancora >
< ci penserò > era lievitata poco la mia pancia, sembrava che fossi grassa, anche se da vicino
la rotondità si vedeva molto bene, insomma nascondendola con la giacca a malapensa si notava.
Erano passati 5 mesi dalla mia partenza da Lylie e dal salutare Bill e Tom, erano stati 5 mesi
duri e faticosi, pieni di scelte soprattutto per la scuola, ma dopo aver parlato con mia madre,
decisi di continuare a frequentare le lezioni, nascondendo la pancia fino a quando fosse stato possibile.
Per quanto riguarda i miei genitori, bè furono costretti ad accettare la cosa, e finalmente dopo qualche mese
mi accompagnarono a fare la mia prima visita, scoprendo così di aspettare un maschietto.
Il bimbo sarebbe nato per metà giugno, ma casa mia era già stracolma di pannolini e vestitini,
ci trasferimmo ad Amburgo esattamente un anno fa, mio padre aprì un ristorante Italiano,
mentre mia madre, fu contenta di essere tornata a casa sua.
Ebbene si, mezza italiana e mezza tedesca, fin da piccola abitai a Roma frequentando il liceo,
poi il quarto anno lo feci qui in Germania, ma non fu una cosa facile, a malapena sapevo la lingua,
anzi per niente, così mi bocciarono.
L'unico mio vero interesse nel trasferimento in Germania era il poter rivedere Tom anche in inverno,
ma quando decisi di andarlo a trovare, su intenet comparve la notizia del loro trasferimento a L.A.
A questo punto non mi interessava più il vedere Tom, ma il rivedere Bill e parlargli, in questi 5 mesi,
io e Bill ci sentivamo regolarmente, nell'ultima parte di tempo però le chiamate diminuirono,
per poi diventare una alla settimana.
Decisi di chiamarlo non appena giunta a casa, e così feci, il cantante mi rispose subito,
< ehi Bill ti disturbo? >, < no no tranquilla >, < come vanno le cose lì? >, < bene direi, stiamo organizzando
per il tour, ma è ancora abbastanza presto >, < quindi non tornate ancora? >, < per ora no >,
questa proprio non ci voleva, non potevo aspettare altro tempo, sarei dovuta partire io, a questo punto,
sarei dovuta andare a Los Angeles per dire a Bill, che sarebbe diventato papà.

 

 

 

 

 


 




 

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Capitolo 2
*** Rainbow fire ***








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Eccomi qui con il secondo capitolo ^^
recensite? :)

"I passeggieri del volo 356 diretto a Los Angeles sono attesi all'imbarco 25"

Rimasi seduta fino all'ultimo, giusto il tempo di far andare la lunga coda ,
restai seduta mentre mia madre mi portava un bicchiere d'acqua,
mi accompagnò lei all'aereoporto, e lei era stata a fare tutto, voleva che
io andassi a Los Angeles il prima possibile,  voleva far sapere
tutto a Bill, anzi forse era più agitata mia madre di me.
Non pensai molto alle parole che avrei detto a Bill, più che altro mi spaventava
la sua reazione, e la possibilità di dover crescere mio figlio da sola,
qualcosa voleva farmi credere che non mi avrebbe
abbandonato, lo speravo vivemente.
Salutai mia madre per avvicinarmi alle due ultime persone da far imbarcare,
mi sentivo osservata, gli sguardi delle persone erano puntati sulla mia pancia
che si intravedeva dalla  giacca mezza sbottonata, sentii anche diversi
commenti del tipo " guarda quella è una bambina ed è già incinta" che
dimostrassi meno degli anni che avevo lo sapevo molto bene,
ma il giudicare delle persone mi infastidiva, come potevano parlare di me?
neanche mi conoscevano, non potevano sapere cosa mi era successo,
eppure nonostante le mie occhiatacce loro continuavano a parlare di me.
Non avevo idea se la scelta ormai fatta era giusta, andare da Bill e Tom,
voleva significare paparazzi, ciò equivaleva ad un suicidio, sicuramente
li avrei fatti finire nei casini, ma come aveva detto mia madre,
sempre meglio parlare di queste cose serie, almeno provarci, anche se fosse
andato tutto male, almeno sapevo di averci provato.
Mi sedetti nell'unico posto singolo dell'aereo proprio nel fondo, la cosa non
mi dispiaceva, anzi potevo godermi lo spettacolo dal finestrino tutta da sola,
appena l'aereo si alzò in volo presi tranquillamente il mio ipoad e per la
seicentesima volta ascoltai " Dark life " ultimo cd dei tokio hotel.
Mi ricordo il giorno in cui il cd arrivò per posta a casa mia, Bill l'aveva spedito,
proprio per farmi un regalo, nessuno ancora aveva quel cd, la prima fui io,
ovviamente la cosa mi rese felice, ma ancora di più quando capii che la
canzone, " rainbow fire " era dedicata a me.
Bill l'aveva scritta esclusivamente per me, era una canzone bellissima,
mi ricordava molto la vecchia "in you shadow i can shine " solo che parlava,
della nostra estate a Lylie, lo capii dopo quando mi spiegò bene per telefono
il significato, diceva esattamente queste parole....

" dovresti essere qui con me
  invece senza te sono trasparente
  come il mare di un 'estate tutta rosa
  baby guardami sono come un fiore
  lasciato al sole

  vorrei poter colorare il cielo
  con un ponte ed attraversarlo
  per venire da te
  avvolgimi con le tue braccia
  e insime guardiamo quell'arcobaleno di fuoco
  sparire nel vuoto "

Sentii quella canzone una decina di volte circa,
dopodichè ancora in volo il telefono mi squillò, era Bill, ma decisi di non rispondere,
gli avrei fatto una bella sorpresa.
Mi appisolai per qualche istante, prima di essere svegliata da una vocina femminile,
< ciao scusa se ti disturbo, ma ho visto la tua maglia dei tokio hotel, anche io sono una loro fan >,
una ragazza magra con grandi occhi castani, mi fermai a guardarla mentre lei si era accucciata vicino a me,
< ehm davvero? wow > gli sorrisi, < si si, è davvero bella la maglietta >, si fermò dopo aver spostato lo sguardo
verso il basso, rimase in silenzio a fissare la mia pancia, < si sono incinta >, alzò lo sguardo dritto nei miei occhi,
< e chi è il padre? >, a quella domanda mi si fermò il cuore, sicuramente non mi avrebbe creduto, < Bill Kaulitz >,
mi guardò per poi scoppiare a ridere < ahahahaha, comunque piacere Sabina > mi strinse la mano, < piacere Sonya >,
rimase per un ora lì accanto a me a parlare, ovviamente si parlava dei tokio hotel, ma anche delle nostre vite,
lei abitava a Berlino e stava andando a Los Angeles per lavorare nell'hotel di suo padre, a primo impatto sembrava
una brava ragazza, bella, simpatica, educata, aveva dei buffi capelli biondi mossi che arrivavano fino al seno,
a renderla ancora più bizzarra era la ciocca verde situata in mezzo alla folta chioma.

 

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Capitolo 3
*** L.A. ***








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Eccomi qui mie care ^^
se riesco stasera metto anche il 4
ma non vi assicuro niente :3
buona lettura :D







Erano passate circa 10 ore dall'inizio del mio viaggio, la noia si faceva sentire, per
fortuna Sabina veniva da me ogni ora, e parlavamo, cantavamo, eravamo diventate amiche.
La giovane ragazza di un anno più piccola, accarezzava la mia pancia e continuava a domandarmi
chi fosse il padre, < tel'ho detto Sabina chi è il padre >, lei si mise a ridere < ahaha ma dai piantala davvero >,
a quel punto cedetti, non sopportavo più quella domanda, presi il cellulare e gli mostrai una foto,
rimase impassibile davanti a quella figura che mostrava me, Bill e Tom abbracciati per la via alberata di Lylie,
mi guardò in viso e ciò che vide erano lacrime, < tu tu tu? li conosci? >, < si > dissi asciugandomi quelle poche lacrime,
< li conosco da quando ero piccola, ma ci incontriamo solo in estate, hanno la casa vacanze di fronte alla mia >,
mi guardò stupita con la bocca mezza aperta, < aspe, mi stai dicendo che il padre del bambino è davvero Bill? >,
feci si con la testa, < ti prego non devi dire assolutamente niente >, anche se la conoscevo da quasi un giorno,
mi fidavo di Sabina, avevo capito fin da subito che era una brava ragazza, la pregai ancora una volta,
dopodichè mi abbracciò, < stai tranquilla, ti lascio il mio numero di cellulare, per qualsiasi cosa mi troverai all'hotel L.A. oceans >
benchè non avessi una minima idea di dove si trovasse quel posto, presi il cellulare e inziai a scrivere il numero.
Dopo ben 13 ore di volo, finalmente stavo per atterrare a Los Angeles, la città dall'alto era stratosferica, e terribilmente
piena di palazzi e grattacieli, quando uscii dal portellone, l'aria era molto più calda anzi per essere fine febbraio
faceva proprio caldo. Aspettai con trepidante attesa l'arrivo della mia valigia, era un peso bello grosso e facevo
molta fatica in quelle condizioni, ad un certo punto mi ridordai una cosa, ero arrivata a L.A., avevo un posto in cui dormire,
ma non avevo l'indirizzo dei gemelli, in quel preciso momento mi sentii davvero una stupida.
Decisi di chiamare mia madre, < mamma come faccio? non ho l'indirizzo >, < come? mi avevi detto che lo avevi? >,
< ehm invece no! >, per qualche secondo sentii dall'altra parte della cornetta un gran baccano, < ok, sulla busta del cd c'è scritto l'indirizzo >,
grande mamma pensai, ricordo anche io la scrittura di Bill sopra quella busta, e l'indirizzo della loro casa che vi era scritto sopra.
Senza neanche andare a cambiarmi, presi un taxi in direzione di quella casa, chissà se i gemelli erano felici di vedermi?
avevo mollato tutto per andare da loro, perfino la scuola, anche se sapevo che non l'avrei finita di certo.
Mi ritrovai davanti all'ingresso di un grosso parco, possibile che quei due abitassero davvero lì? il cancello davanti a me era chiuso,
provai a suonare, ma non ero del tutto sicura che qualcuno mi avesse risposto, anzi nessuno lo fece, a quanto pare in casa non c'erano,
che avrei fatto ora?, pensai a qualche soluzione, ma dal mezzo della stradina intravidi una ragazza raggiungermi, una donna direi,
bionda e magra, appena si avvicinò capii subito chi era, Natalie mi stava per parlare, < mi dispice ma non puoi entrare >,
< Natalie? mi chiamo Sonya e sono la fidanzata di Bill >, mi guardò per un secondo con gli occhi spalancati, dopodichè mi sorrise,
< Sonya? che sorpresa > mi aprì il cancello, stringendomi la mano, a quanto pare Bill gli aveva parlato di me, < che bello conoscerti, vieni seguimi pure >,
a primo impatto era  simpatica, era bello conoscere l'artefice del make up di Bill, la seguii per il viale in mezzo al parco, da lontano incominciava a vedersi
un'immensa casa bianca, non avevo idea di quante finestre avesse, di certo però, non capii a cosa servisse tutta quella grandezza
se dentro ci abitavano due persone, compresi i cani.
Arrivammo davanti l'enorme portone di legno bianco, salii pochi scalini seguendo sempre la truccatrice, < Bill e Tom in questo momento
non ci sono, dovrebbero arrivare tra poco >, < va bene >, gli dissi a voce bassa, quando la porta si aprì mi trovai davanti un salone immenso,
sulla mia destra c'erano diversi divani bianchi, mentre dritta di fronte l'ingresso la cucina, invece sempre sulla destra in fondo si trovavano le scale,
la casa era alquanto bianca, praticamente tutta, fatta eccezione per il marmo come pavimento.
Mi accomodai facendo molta attenzione a dove mettevo i piedi, non so come ma quella casa mi dava l'impressione di qualcosa di troppo bello
e troppo delicato, come un vaso di porcellana, avevo paura di rompere qualcosa, < siediti pure sul divano > feci come aveva detto Natalie,
ma anche quel divano era troppo bianco è immacolato, preferii però stare lì ferma e buona, almeno non avrei combinato casini.
Erano le 16:30 ed ero terrbibilmente stanca, < hai fatto un lungo viaggio? > mi disse Natalie, < si, sono un pochino stanca >, si avvicinò
portando con se un vassoio pieno di biscotti e acqua naturale, < intanto che aspetti mangia qualcosa, avrai fame >, in effetti era così
quel bambolotto nella pancia mi aveva fatto venire fame, < togliti pure la giacca > disse la donna, < mmm ho un pò freddo > mi guardò
stupita, in effetti in quella casa si stava bene  e al calduccio, ma non mi andava di scoprire la mia pancia, non con soltanto lei in casa.
Mangiucchiai qualche biscotto, infine presi il bicchiere per non morire di sete, l'orologio nella sala suonò le 17:00 in quel momento esatto
la porta di fianco a me si aprì.
Natalie era con me, non mi aveva lasciata sola, per quel poco che avevamo parlato, mi sorprese, non era così sgorbutica e antipatica
come la definivano le fan, tutt'altro era una donna forte ed in gamba, quando la porta si aprì sia io che lei ci alzammo in piedi,
il lungo braccio ricoperto da una felpa nera era ancora appoggiato sulla maniglia, quando mi girai del tutto, vidi Tom in silenzio
che mi fissava impassibile.
Dietro di lui la lunga sagoma sottile di Bill, ricoperto da un giaccone scuro, < Tom ti muovi >, riconobbi la voce di Bill, non si era accorto della
mia presenza, iniziai a ridere, la scena era troppo divertente, il chitarrista sul ciglio della porta che mi fissava, mentre il cantante da dietro lo spingeva in dentro,
< ciao > dissi ancora con il sorriso, vidi la testa di Bill spuntare da dietro le spalle del gemello, mi guardò per un secondo, dopodichè Tom
fu buttato con forza in casa, mentre Bill corse ad abbracciarmi.

 

 

 

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Capitolo 4
*** Tutto, troppo, presto ***








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Eccomi quiiiiii ....
questo capitolo è un pò corto U.U
ma credo ne pubblicherò un altro entro sera :)
quindi buona lettura!
kuss





Le mie braccia avvolgevano il suo collo e le sue invece mi stringevano dolcemente,
ci guardammo negli occhi per pochi secondi, giusto il tempo di anticipare un
bellissimo bacio, non ricordavo fosse così bello, < scema potevi dirmelo che venivi a trovarci >,
sentire la sua voce dal vivo dopo tanto tempo mi fece venire i brividi, < volevo farvi una sorpresa >,
< come hai fatto a trovarci ? > disse il chitarrista venendo ad abbracciarmi, < ehh sapessi >,
< così ora hai conosciuto anche Natalia >, io e la bionda ci guardammo sorridendo, < come mai questa visita tesoro? >,
già perchè Bill questa visita? forse era arrivato il momento, il momento giusto per dirgli che aspettavo un bambino,
no!, non ero ancora pronta.
Dopo aver parlato con i gemelli e aver salutato Natalie, Bill mi accompagnò al piano di sopra, facendomi sistemare
in una delle stanze, < direi che puoi stare qui >, disse per poi baciarmi nuovamente, < ma io ho una stanza d'albergo prenotata >,
in effetti era così, < tranquilla faccio disdire la prenotazione >, scese le scale lasciandomi nell'immensa stanza,
era una camera luminosissima grazie alle due finestre enormi, il letto era matrimoniale ed era situato a sinistra dell'ingresso,
aveva perfino un bagno privato con tanto di vasca idromassaggio, neanche l'albergo in cui sarei dovuta andare aveva questi confort.
Delicatamente mi sfilai la giacca, e molto velocemente mi cambiai, la maglia che avevo messo era troppo attillata,
ma forse era il caso di tenerla, dopo cena avrei mostrato il mio bel pancione, mi coprii con una giacchetta di lana bianca molto larga,
con quella addosso la pancia non si notava.
Bill non salì più per un bel pò, alle 19.30 la sua voce raggiunse le scale, < Sonya c'è la pizza >, cucina all'italiana,
meglio per me e il bimbo. Ero agitata, cercai di coprirmi il meglio possibile, e scesi in cucina.
La cucina non era molto grande, era quadrata e nel mezzo aveva una penisola dove si mangiava,
quando arrivai lì Bill e Tom stavano già assaporando le loro pizze con tanto di coca cola,
mi sedetti vicino al cantante, ed iniziai a mangiare.
La pizza era passabile, certo non aveva niente a che fare con la pizza italiana, ma era ugualmente mangiabile,
dopo aver aiutato i ragazzi a sistemare, andai con loro in uno dei divani della sala, mi coricai vicino a Bill
e appoggiai la testa sopra la sua spalla, avrei dovuto farlo ora, parlargli per davvero, l'avrei fatto se solo non mi fossi addormentata
dalla troppa stanchezza.
Mi svegliai per cinque minuti, il tempo di farmi accompagnare in letto da Bill, era lui a guidarmi nel buio della casa e nel mio
vagare rincoglionita, < ora dormi, sei stanca >, mi fece sdraiaire sul letto, lui rimase accanto a me, per tutta la notte.
L'indomani mattina, mi alzai verso le 9:00, era presto ma il cantante non era più nel letto con me, scesi velocemente anche io dal letto,
e raggiunsi i gemelli in sala, sentivo le loro voci tedesche, e per la prima volta capii qualche parola del discorso, stavano parlando del tour
e in effetti era l'ora, mi avvicinai salutandoli, pensavo di andare lì per parlargli, ma non mi sembrava il caso di cambiare discorso,
sapevo che il mio bambino era importante, ma anche il tour lo era, mi sbagliai però, il chitarrista notò qualcosa in me,
< ehi Sonya, ma stai bene? ti vedo strana >, < è ingrassata > disse Bill, eccolo, il momento era arrivato, < devo dirvi una cosa >
diventai seria, e loro con me, avevano capito che si trattava di qualcosa di importante, senza neanche dire una parola
mi sbottonai la giacchetta che avevo ancora addosso dalla sera prima, la feci scivolare per terra scoprendo così la mia rotonda pancia.
Guardai il pavimento, non volevo vedere le loro espressioni e tanto meno sentire il loro silenzio, ma per 20 minuti buoni fu così,
io impassibile davanti ai gemelli Kaulitz con il mio bel pancione, loro seduti sul divano con gli occhi puntati su di me,
Tom appoggio il viso tra le mani, e prese un bel respiro mentre Bill ancora incredulo portò una mano alla bocca,
 < uhhmm  sai almeno di chi è di noi due? > disse il chitarrista, stavo per mettermi a piangere, non riuscii più a parlare,
Bill si alzò dal divano e senza dire niente salì le scale molto velocemente, in quel preciso momento le lacrime incominciarono
a colarmi sul viso, avevo capito tutto, avevo capito fin troppo bene.

 


 

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Capitolo 5
*** 5 Stelle ***





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Eccomi qui U.U
questo capitolo mi piace assai XD
è diviso in due parti la prima è ciò che vive Sonya
mentre la seconda è quella di Tom ^^
buona lettura!



Asciugai le ultime lacrime tra le braccia di Tom, < è di Bill? > mi disse tremante < si > risposi io,
< non so perchè fa così, sappi però che per qualunque cosa io ci sono, vedi di risolvere con lui,
poi ci parlerò io > non ne avevo il coraggio non subito, < ti prego Tom parlaci prima tu >,
mi abbandonò in quella sala anche lui, corse subito dal fratello, io lentamente mi avviai dietro di loro.
Rimasi vicino alle scale mentre Tom era andato a parlare con Bill,
sentii molto bene il discorso di entrambi, per mia fortuna parlavano
in inglese, < ti sembra il caso di reagire così? > disse Tom, < è mio vero? >,
Bill non si degnava neanche di parlare a Tom guardandolo in faccia,
restava fermo appoggiato al davanzale della finestra, mentre fumava
la sua sigaretta, < si è tuo, ma a questo punto lo faccio diventare mio >,
Tom che voleva il figlio di Bill? qualcosa mi diceva che Tom non vedeva l'ora
di diventare padre, ma non fu quello il vero problema, non doveva essere lui
a prendersi cura del mio bambino, ma era Bill che doveva prendere una decisione,
ed arrivò quando sentii quelle parole < fai pure >, a quel punto arrivò la conferma,
Bill non voleva quel bambino, quella ne era la dimostrazione lampante,
non riuscii a rimanere lì ad ascoltare non sentivo più il dovere,
dentro di me il dolore più atroce, Bill mi aveva ferito profondamente,
corsi nella stanza prendendo il mio borsone non ancora svuotato per mia fortuna,
e velocemente uscii da quella casa. Non sentii altro di quel discorso, ciò
che Bill aveva appena detto mi era bastato, < fai pure > quella frase
continuava a rimbombarmi nella testa, presi un taxi, < mi dica dove vuole andare? >,
< all'hotel L.A. oceans grazie >, non ci pensai due volte, Sabina era l'unica amica che avevo
lì a Los Angeles, cercai in qualche modo di calmarmi ma non potevo credere
che Bill aveva rifiutato suo figlio, non poteva essere vero, non immaginavo fosse così.
Dopo meno di mezz'ora il taxi si fermò, l'albergo era vicino, era un hotel a 5 stelle situato
dentro un grattacielo, disinvolta entrai dentro ritrovandomi in una mega hole piena di
turisti e ricchi imprenditori, mi avvicinai alla reception, < mi dica >, < salve sto cercando Sabina >,
< si la chiamo subito >, osservai meglio il posto, era davvero bello e particolare, le pareti
erano colorate di rosso e in ogni angolo c'era qualche luce o qualche bella pianta,
all'ingresso vi erano una decina di divanetti con tanto di televisore, era un albergo lussuoso
non per niente a 5 stelle. Diedi un ultima occhiata alle persone, prima di sentire la stessa
vocina che sentii la prima volta sull'aereo, < Sonya sei tu? che bello sei venuta a salutarmi >,
abracciai Sabina, lei notò subito la mia tristezza, < ehi che succede? >, < ho bisogno di sfogarmi >,
< vieni con me >, mi accompagnò nella sua suite, come figlia del capo era ovvio si meritasse un
posto del genere, mi sedetti con lei sul letto e gli raccontai tutto, < non è possibile > mi guardò stupita,
< Bill è davvero capace di questo? >, < a quanto pare si >, parlammo per tutto il resto della serata,
fino a quando non squillò il mio cellulare.


Tom

Avanzai velocemente verso camera di Bill, conoscendolo non avrebbe mai fatto una cosa
del genere, cosa gli stava passando per la testa? aprii la porta della stanza, trovando Bill
affacciato alla finestra mentre fumava, < ti sembra il caso di reagire così? >, < è mio vero? >,
non si girò neanche, continuava a fumarsi la sua sigaretta, < si è tuo, ma a questo punto lo faccio
diventare mio >, < fai pure >, passarono 10 minuti da quella risposta, < guarda che però io prendo anche la madre >,
< finiscila Tom, credi veramente che ti affiderei mio figlio?, stavo scherzando, non farei mai una cosa del genere,
però ci sono rimasto male, perchè non mel'ha detto subito? > si girò mostrando il suo volto triste e sconsolato,
< non lo so Bill, magari aveva paura, è una ragazzina, siamo tutti giovani, è normale spaventarsi >, < e per di più siamo famosi >
intervenne Bill, < appunto, quindi mettiti nei suoi panni, un bambino da crescere sapendo di non avere la presenza di suo padre al 100% >,
< cosa dovrei fare Tom? diventare padre mi spaventa, ma è mio figlio sarebbe comunque arrivato prima o poi >, < infatti ed hai trovato
la persona più fantastica con cui farlo, vai da lei, digli che la ami e che ami anche vostro figlio > per la prima volta mi sentii saggio,
cavolo non parlavo più di sesso ma di bambini, forse perchè sarei voluto diventare zio al più presto, < hai ragione, la amo è questo ciò che conta >
Bill spense la sigaretta e velocemente raggiunse la camera di Sonya, < Tom dov'è Sonya? >, < in sala credo >,
scese le scale chiamandola senza ricevere alcuna risposta < Tom non c'è! >, < come non c'è era qui >,
mi avviai di sotto, la cucina e la sala erano vuote, Sonya era andata via.

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Goodbye my love ***


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Capitolo 6 la seconda parte scritta interamente da Sabina ^^
spero vi piaccia :)

 

Lasciai che la vibrazione del cellulare risuonasse per tutta la stanza, la scitta "Bill" compariva
e scompariva dai miei occhi, non avevo il coraggio di rispondergli, < ehi ti sta chiamando, forse dovresti...>,
< no > fermai il discorso di Sabina, < non deve dirmi più niente, quello che volevo da lui era una risposta
e infine mel'ha data, tornerò in Germania, domani >, avevo ormai preso quella decisione,
sarei tornata ad Amburgo, avrei partorito mio figlio e l'avrei cresciuto con l'aiuto dei miei genitori, niente di più.


 

Sabina

Mi ero innamorata di quella ragazza, amavo la sua semplicità, la sua determinazione, per me era diventata
come una sorella, e vederla in quello stato mi feriva profondamente, volevo fare qualcosa per aiutarla,
dovevo rivedere il suo sorriso a cui mi ero affezionata.
Non l'avrei fatta partire se prima non avesse chiarito con Bill, ma la sua determninazione era troppo forte per me,
se non potevo parlare con lei allora avrei dovuto parlare con Bill, ma in che modo? come avrei fatto ad incontrarlo?
Andai da mio padre, come direttore dell'albergo conosceva molte persone famose, sicuramente sapeva qualcosa
riguardo i Tokio Hotel, < papà posso parlarti? >, dietro la scrivania mostrò il suo tenero sorriso, dopo la morte
di mia madre, lui era la mia unica famiglia, volevo un bene dell'anima a mio padre, < dimmi tesoro >,
< senti sai per caso qualcosa sui tokio hotel? è urgente >, < mmm fammi pensare, ho letto da qualche parte
che per stasera i gemelli Kaulitz hanno programmato una festa >, < dici davvero? >, quella sarebbe stata
la mia occasione, < si tesoro, vedo se riesco a farti entrare va bene? >, adoravo mio padre, lui
mi accontentava sempre, cercava in tutti i modi di rendermi felice, anche perchè ci vedevamo raramente,
lui era sempre così impegnato.
Raggiunsi di nuovo la ragazza nella mia suite, si era addormentata accarezzando la sua tenera pancia,
amava quel bambino più della sua stessa vita, e la delusione che gli aveva lasciato Bill mi fece davvero
infastidire, Sonya aveva lasciato il cellulare acceso sul comodino, aveva ben 13 messaggi, diedi un'occhiata
non volevo intromettermi, ma ero troppo curiosa, i 3 messaggi erano di Tom, mentre gli altri 10 di Bill,
entrambi chiedevano dove fosse finita, poco dopo a ricevere un messaggio fui io, " tutto a posto tesoro,
stasera vai al nightclub qui vicino, basta dire il cognome e ti faranno entrare" sapevo che mio padre era
un grande, e che sarebbe riuscito nel suo intento.
Mi vestii il meglio possibile, indossai un abitino corto a quadretti rossi e neri, un paio di scarpe con i tacchi,
un piccolo berettino uguale al vestito e infine un cappotto con dei guanti neri, lasciai i capelli sciolti,
dopo aver cambiato colore dal marrone al nero erano diventati molto più belli, e dovevo ammetere che stavo molto bene.
Uscii di corsa senza dire niente alla mia amica, mi incamminai per le vie di Los Angeles piene di ragazzi e ragazze di tutte le età,
dopo una 20 di secondi mi trovai davanti l'ingresso del nightclub, mi avvicinai al bodyguard e all'orecchio gli dissi il mio cognome,
senza troppe pretese mi fece entrare, ora il problema più grande era trovare i gemelli.
La musica faceva altamente cagare, e le persone che ballavano erano tutte ammassate tra di loro, un ragazzo
moro si avvicinò a me, < ehi ciao, sei molto carina, ti va di ballare >, non avevo niente da perdere, anzi un ragazzo mi ci
voleva proprio, mi tuffai nella pista insieme a lui, non ero andata lì per divertirmi ma valeva la pena aproffittarne, quando mai
sarei ritornata in quel posto.
Danzammo per una trentina di minuti dopodichè tra la folla intravidi la sagoma di qualcuno che assomigliava a Tom,
non ero certa della cosa, non avevo mai incontrato i tokio hotel , anche se sapevo a memoria ogni lineamento del loro corpo,
< scusami ora devo andare >, lasciai il ragazzo che scoprii chiamarsi Mark, dopodichè incominciai a dirigermi sul fondo,
ci volle poco a capire dov'ero finita, la zona vip, li vi trovai seduti Bill e Tom che parlavano tra di loro, quando vidi sorridere
Bill non capii più niente, la mia amica stava soffrendo e lui si divertiva, scattai senza neanche accorgermene,
iniziai a chiamarlo come una scatenata, dire che ero incazzata era fin troppo poco, i gemelli si voltarono per osservarmi
mentre uno dei bodyguard mi prese per le braccia ed iniziò a trascinarmi via.
Urlavo, ma i gemelli non mi sentivano per colpa della musica, continuavano ad osservarmi impassibili, io cercavo di
resistere alla presa del tizio nero dietro di me, per un breve secondo la musica finì, a quel punto urlai con tutte le mie
forse, < Bill sei uno stronzo, Sonya sta per partire >, mi aveva sentito, i suoi occhi si accesero di un marrone intenso,
fece cadere il bicchiere sul tavolino e alzandosi di scatto insieme al fratello giunse da me, < lasciala > disse il cantante,
< conosci Sonya? > mi disse tutto ansioso, < si alloggia nel mio albergo per colpa tua >, < portaci lì > disse il chitarrista,
< per fare cosa? per dirgli "fai pure" >, senza vergogna gli sputai tutto in faccia, < non sono andate così le cose, ti prego
portaci da lei >, il mio orologio segnava le 2, a quel punto capii che era troppo tardi, probabilmente Sonya stava già andando
all'aereoporto, il suo volo sarebbe partito alle 4 di mattina, andai insieme ai gemelli in macchina verso l'aereoporto,
era una corsa contro il tempo.


qui trovate Sabina e il suo look :)
http://tinypic.com/view.php?pic=10pn2ib&s=7

 

 




 

 

 

 

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Capitolo 7
*** Dannatamente fragile ***


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Nuovo Capitolo ^^
ma dove la trovate una che pubblica
così velocemente come me U.U
sono la migliore XD



Avrei voluto salutare la mia cara amica, ma era come scomparsa nel nulla e il mio volo stava per partire,
provai a chiamarla ma il suo cellulare era irragiungibile. Perfetto, tutto stava andando peggio del previsto,
riuscii a farmi forza solo per il mio bambino, altrimenti mi sarei gettata da un ponte.
Il taxi arrivò puntuale all'aereoporto, a quell'ora per le strade non c'era nessuno, mi avvicinai per fare il
chekkin, dopodichè andai al bar per fare una bella colazione, io e il bimbo stavamo morendo di fame
e anche di nostalgia.
Presi un giornale di gossip ed aspettai la chiamata per l'imbarco, apena aprii la pagina vi trovai
davanti la foto di Tom, a quanto pare usciva con una modella americana di nome Louise,
dalla foto della ragazza si poteva dire che era un tantino rifatta, ricordava molto Brigitte
solo che questa era bionda.
In quel preciso momento una visione di Lylie si materializzò nella mia mente, sarei voluta
tornare lì il prima possibile, io e il mio bambino da soli, da quel preciso momento
sarei stata da sola, una ragazza di 19 anni  con un bambino al seguito, mi avrebbero presa per pazza,
la mia attenzione per Lylie svanì quando la radio dell'aereoporto fece esplodere nell'aria la canzone "rainbow fire ",
in quel preciso momento mi attappai le orecchie, non volevo sentire assolutamente la sua voce,
non volevo minimamente ascoltare quella canzone, tutto era andato a farsi fottere insieme a Bill.

" I passeggeri per il volo 483 diretto a Londra sono attesi all'imbarco 1 "

Il mio volo, l'unico che avevo trovato a disposizione aveva lo scalo a Londra,
ma poco mi importava passare un ora a Londra, l'importante era tornare a casa.
Il volo 483, tsè appena sentii quel numero mi venne da ridere, ma era possibile
che tutto doveva riguardare loro? il destino cel'aveva proprio con me.
Presi il mio bagaglio a mano e mi alzai, erano passati appena 3 giorni e già stavo per tornare
a casa, non chiamai neanche mia madre, decisi di partire punto e basta.
Mi avviai verso l'imbarco tirando fuori il mio passaporto, davanti a me 4 persone
stavano aspettando la prossima navetta che ci avrebbe portato all'aereo, quella
prima era già piena di gente.
Passarono 10 minuti e finalmente la navetta arrivò, a quel punto i signori davanti a me mostrarono
i biglietti alla ragazza e oltrepassarono la porta, lo feci anche io quando mi parve di sentire qualcuno chiamarmi,
mi girai per vedere se era stato un abbaglio, invece davanti a me Sabina correva con i gemelli al seguito.
Come in una scena dei film, solo che in questo caso io mi rigirai dall'altra parte pronta a partire,
lasciai i miei cari amici dietro le mie spalle < no lei non può passare si fermi >, mi girai per capire
che diamine stava succedendo, non feci in tempo, il mio braccio fu afferrato dal braccio di qualcun'altro,
< tu non vai da nessuna parte >, la sua voce era entrata di nuovo nelle mie orecchie, < lasciami andare Bill >,
< prima parliamo poi deciderai se partire o no >, non volevo caderci ancora, volevo andare via
da quel posto, immediatamente, cercai di togliere le braccia di Bill dal mio corpo, ma fu tutto inutile,
mi lasciai avvolgere dalle sue braccia e dal suo profumo, lasciai che le mie lacrime bagnassero
la sua maglia, mentre sentivo il suo viso avvicinarsi al mio, < saremo una bella famiglia, io, te, e il piccolo >,
qualcosa era cambiato, come poteva aver cambiato idea lui?, eppure era così, voleva prendersi cura
di noi, voleva la famiglia che volevo anche io.
Tornai indietro mano nella mano con Bill, quando da lontano Sabina muoveva le braccia in modo strano
e faceva di no con la testa, solo quando uscimmo dal tunnel capii immediatamente il perchè,
una 15 di fotografi avevano seguito la macchina dei Kaulitz ed ora erano tutti di fronte a noi.
Cercai di coprire la mia pancia con la giacca mentre Bill con passo sicuro mi portò via,
le luci dei flash erano alquanto forti, non riuscivo neanche a vedere la strada, per mia fortuna
io, Bill, Tom e Sabina uscimmo dall'aereoporto molto presto, ci avviammo verso la macchina
con i fotografi ancora dietro di noi, Tom abbracciava Sabina per non perderla nella folla
dei paparazzi, molto velocemente entrammo tutti quanti in macchina e ci allontanammo
il prima possibile.

 


 

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Capitolo 8
*** Peace & Love ***


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AHHH L'AMORE *_*
U.U riprenditi Sonia
troppa fantasia fa male, però Bill :Q___
va bè pausa sbavo a dopo...XD
buona lettura!


< Hai cambiato idea? > sussurrai al cantante, < di cosa ? > mi disse sorpreso,
< del bambino >, < ma io l'ho sempre voluto mio figlio, sei tu che sei scappata troppo presto >,
capii tutto, Bill mi spiegò brevemente cosa era successo, e per un istante mi sentii davvero sciocca.
Ringraziai Sabina che era nel sedile davanti al mio mentre Tom guidava, < grazie per tutto quello che hai fatto >,
lei si voltò sorridente, solo ora notai che aveva cambiato colore di capelli, wow lei si che poteva fare la modella,
era bellissima in tutto, io invece stavo ingrassando come un bufalo.
Per tutto il viaggio Bill mi abbracciò, accarezzando qualche volta anche la mia pancia, i suoi baci
mi rendevano felice, terribilmente felice, la macchina varcò l'immenso cancello del parco, fermandosi
di fronte la grande abitazione, anche Sabina rimase con noi, vedevo che il chitarrista aveva messo gli occhi su di lei.
Non so cosa avevano intenzione di fare quei due, poco mi interessava, io stavo morendo di sonno, erano le 5 di mattina
e avevo dormito poche ore, iniziai a salire le scale quando Sabina mi prese per mano, < ti devo parlare >,
salii le scale abbastanza velocemente, < ti prego dimmi che è tutto vero > mi disse la mora, < tutto vero cosa? >,
la guardai per un secondo, era davvero vestita in modo strano, quel vestito a quadretti rossi e neri mi
faceva capire ben poche cose belle, < ma dove sei stata conciata così >, < a trovare il tuo caro fidanzato >,
non avevo capito il senso, < scusa? > la guardai inferocita, < ma non hai capito, lascia perdere, piuttosto
sono stata così occupata da te che non mi sono neanche resa conto di essere in casa dei kaulitz >
fece segno di svenimento, io scoppiai a ridere, < ahah , bè Tom mi sa che ti sta aspettando >,
< oddiooooo, vado subito da lui, ciauuuu >, scese le scale di corsa per raggiungere il chitarrista
seduto sul divano, i due iniziarono a parlare, li lasciai lì, mentre davanti ai miei occhi spuntò la sagoma
di Bill, lui stava salendo le scale per arrivare da me, < andiamo a dormire va >, mi sorrise e prese la mia mano,
dopodichè ci intrufolammo nella mia ex camera.
Bill si sdraiò sul letto, mentre io di corsa andai in bagno, perchè alle donne incinte scappava così tanta pipì?
mi irritava andare in bagno così tante volte, quando tornai di là mi sedetti vicino a lui, era così bello,
il trucco sul suo viso era quasi andato via del tutto, il ciuffo di capelli era un pò spettinato, ma nessun
Dio era bello come Bill, mi incantai a fissarlo, lui se ne accorse < ti senti male? >, si mi sentivo male
al solo vederlo, mi faceva mancare il fiato e faceva venire i brividi sulla mia pelle, quel ragazzo
mi faceva una reazione alquanto strana, < mm? no no sto bene > lentamente si alzò per baciarmi,
le sue mani accarezzarono il mio collo, mi guardò fisso negli occhi, in quel momento sentii
il mio cuore uscire dal petto e la mia faccia prendere fuoco, lo guardai dritto anche io negli occhi,
< Sonya! >, mi ero incantata in quello sguardo intenso e profondo, < mm mm > quella fu la mia risposta,
dopodichè mi sorrise, < ti amo > sentii il cuore fermarsi, il mio volto si illuminò con un sorriso per
poi avvolgermi al suo collo, < ti amo anche io Bill, ti amo da morire >, il cantante mi prese fra le sue
braccia, facendomi lentamente scivolare sul letto.
I suoi baci erano delicati, come ogni suo gesto, la passione prese il sopravvento prima dell'arresto di Bil,
< forse non dovremo, potremo fare del male al bimbo >, < tranquillo Macky
il dottore mi ha detto che non posso fare sesso solo i primi tre mesi e gli ultimi due >,
feci una faccia strana alquanto buffa con le labbra in fuori, lui scoppiò in una splendida risata
e iniziò a spogliarmi lentamente, questa era la seconda volta che io e Bill ci lasciammo
andare, la seconda volta ed ero già incinta, fare l'amore con lui era stata l'esperienza più bella
della mia vita, non c'era cosa più bella di essere accarezzata, toccata, baciata da lui,
le sue braccia mi facevano da barriera mentre accarezzavo il suo esile corpo, i tatuaggi,
quelli lo rendevano ancora più unico.
Lasciai le sue labbra poggiarsi sulla mia pancia, per poi passare alla sua testa,
si era fermato ad ascoltare il pancione, era bellissimo e tenero, sarebbe stato
sicuramente un buon padre, < tel'ho detto che è maschio? >, < no! non mel'hai detto,
uhhh un Kaulitzino che bello >, < spero non sia scemo come il padre > mi guardò
male, < se è scemo allora non è mio, ma è di Tom > ci mettemmo a ridere insieme,
< sai già come chiamarlo? >, < mmm bè aspettavo te per farlo > sorrisi,
< comunque mi piace il nome Stefan >, < mmm Stefan Kaulitz, mi piaceeee >,
il vero bambino era Bill, la sua risata contagiosa, i suoi occhi che brillavano,
ero sicura che i giocattoli per Stefan avrebbero fatto impazzire anche lui.

 

 

.

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Capitolo 9
*** Dolci ricordi ***


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Questo capitolo è molto corto U.U

perchè è scritto da Sabina, spero vi piaccia comunque :)

 

 

Sabina

Probabilmente era stato uno sbaglio, un grosso e scemo errore che non si poteva più rimediare,
mi lasciai incantare dal suo sgauardo letale, da quel percing al labbro e da quei baci meravigliosi,
mi sveglia nel cuore della notte, ero ancora nuda affianco al chitarrista.
Pensai a quello che avevo appena fatto, che stupida ero stata, eppure l'avevo fatto
per semplice divertimento, per poter dire di aver fatto sesso con Tom Kaulitz, e che sesso pensai.
Ritornai a dormire, non avevo altra ipotesi, avrei aspettato che il chitarrista si fosse svegliato,
e mi avesse lasciato sola, purtroppo però non avenne così, fu lui a svegliarmi con un dolce sorriso,
forse avevo sbagliato persona? sicura fosse davvero Tom? a quanto mi avevano detto
con le ragazze era uno stronzo, perchè con me non lo era?
Mi lasciai accarezzare dalle sue grandi mani, toccava i miei fianchi, le braccia, la schiena,
era di una delicatezza unica, < grazie per questa notte >, Tom mi aveva appena ringraziata?
si c'era davvero qualcosa che non andava, < grazie a te > risposi imbarazzata, lui mi diede
un bacio prima di alzarsi e mostrare il suo corpo scolpito.
Per un secondo la mia mente ritornò alla sera prima, chissà cosa avevano combinato
Bill e Sonya, ero terribilmente curiosa di parlare con la mia amica, decisi così
di scendere di sotto, lasciando Tom nella stanza da solo, sapevo infondo che sarei stata
soltanto uno stupido giochino per lui.
Quando arrivai in cucina, i due neo-genitori stavano facendo colazione uno di fronte
all'altra, erano così carini insieme, loro si che erano felici, vederli così mi rendeva triste,
mi rendeva sconsolata perchè prima di incontrare Sonya io amavo alla follia Bill,
lui era il ragazzo ideale per me, ma ormai non aveva alcun senso stare dietro a lui,
anche se tutte le volte che lo vedevo il mio cuore batteva all'impazzata.
Entrai nella stanza raggiante più che mai, < buon giorno mami e papi > sorrisi,
< ehi Sabina passata bene la notte con mio fratello? > Bill parlò proprio a me, rimasi
quasi immobile a quello sguardo, a quella voce, poi mi ripresi per fortuna,
< ehm io no non ho fatto niente >, grande bugia, ovviamente non ci cascarono ne Sonya ne Bill,
mi sentivo però terribilmente a disagio davanti a loro, ora che Sonya aveva ritrovato Bill io potevo benissimo
andarmene, < ehi Sabina vieni in tour con noi? > la ragazza castana mi parlò, < ehhhhhh? >,
< la prossima settimana inizia proprio dalla Germania, dai vieni >, < si dai mio fratello sarà felice >,
parlavano sul serio? io andare in tour con i Tokio Hotel? ma questa non era fortuna, questa era una
proprio e vera botta di culo, < o bè non so, non credo, devo lavorare >, mi sarebbe piaciuto da morire
andare in tour con loro, ma non potevo assolutamente.
Decisi di accompagnare la mia cara amica all'aereoporto con Bill e Tom, ci saremmo sentite in qualche modo,
mi avrebbe raccontato tutto del tour, Tom mi costrinse a dargli il mio numero di telefono, ma gli
dissi chiaramente che tra me e lui non sarebbe più successo niente, lui mi sorrise malizioso, io feci finta
di niente e lasciai partire i gemelli insieme a Sonya e il bambino.
Mi resi conto dell'enorme cazzata che avevo fatto, l'andare a letto con Tom, il rinunciare al tour e al
vedere la mia cara amica, ma ora nella mia testa c'era qualcosa di più importante, avrei presto
fatto un provino per diventare modella, era l'unica consolazione che potevo avere.

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** Love ***


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Eccomi qui U.U

 oggi ho già pensato al finale di questa storia

e devo dire che sarà una bella sorpresa,

che probabilmente nessuno di voi si aspetta :D

comunque c'è ancora molta strada prima della fine....

buona lettura!

 

 

Ero appena entrata nel sesto mese, avevo abbandonato la scuola definitivamente,
i ragazzi avevano ultimato le date per il tour, avevo anche visto la piantina del nuovo
palco, inutile dire che era stratosferico. Per quanto potessi essere felice, mi mancava
terribilmente la presenza di Sabina, avrei preferito portarla con me per tutta la durata
del tour, ma a quanto pare aveva qualcosa di meglio da fare.
La cosa che mi infastidì più di tutte era stato il suo comportamento, non aveva minimamente
accennato il fatto accaduto quella sera, di cosa avesse fatto con Tom, credevo che sarebbe
subito corsa da me, invece mi lasciò partire come se nulla fosse.
Per la prima volta vidi Tom stranamente calmo, osservava il panorama dal finestrino
dell'aereo con aria malinconica, capii subito che il problema era Sabina, lasciai per un attimo
il posto vicino a Bill e mi sedetti al fianco di Tom, < ehi che hai? > domandai al chitarrista,
< io? niente perchè? >, < non mentire, non sei poi così tanto duro sai? ti conosco troppo bene >,
si girò a guardarmi, < ti piace così tanto Sabina? >, < chi? pf quella l'ho già dimenticata >,
mentiva ne ero sicura, < ah si? fai presto a dimenticare, beato te >, < si è carina lo ammetto >,
< ah ah > esclamai, < ciò non vuol dire che sia la ragazza adatta a me >, < e sentiamo chi sarebbe
la ragazza adatta a te? > girò la testa di nuovo verso il finestrino, passarono qualche decina di secondi,
< tu lo eri >, rimasi in silenzio, Tom non aveva ancora digerito la questione tra me e lui, ne ero consapevole,
ma ormai non potevo farci niente, < appunto lo ero, ora devi cercare qualcun'altra >, mi alzai e tornai al mio posto,
Tom era terribilmente testardo e mi dava  fastidio quando faceva così, tra meno di 3 mesi sarebbe diventato zio,
e nonostante tutto, lui pensava ancora a me.
Cercai di calmarmi appoggiando la testa sulle spalle di Bill, mancava poco all'atterraggio e Stefan si stava
divertendo a prendermi a pugni, ci mancava solo lui.
Ospitai i gemelli a casa mia, inutile dire che mia madre fece i salti di gioia appena vide Bill,
sapevo che voleva con tutta se stessa l'amore paterno per il bimbo, da una parte ringraziai mia madre
per essersi preoccupata così tanto, ma forse come madre avrei dovuto capirlo anche io.
Ne aprofittai per discutere con Bill riguardo il bambino, dove sarebbe nato? a questo punto Bill preferiva
la Germania, ma nel mio cuore c'era un'altro luogo, < ma scusa sia io che te abbiamo i genitori qui,
dove vorresti farlo nascere Stefan? >, < lo vuoi proprio sapere? > mi fece cenno di si con la testa,
< vorrei far nascere Stefan a Lylie >, spalancò gli occhi, < ma sei matta? non ci sono ospedali lì >,
< lo so, però c'è un pronto soccorso, e poi potremo affittare un dottore per quel giorno >,
< spero tu stia scherzando > a Bill non gli andava proprio giù, non voleva accadesse qualcosa a me
e a Stefan, ma io non mi arrendevo, inziai a fare il labbrino tremolante e gli occhioni dolci,
con lui quel trucco funzionava quasi sempre, < ahhhh no, non ci casco ho detto no >,
< eddai > di nuovo musetto dolce, < no no e no >, a quel punto prese il sopravvento
un altra tecnica infallibile, il saltargli addoso.
Iniziai a scondinzolargli dietro come un cane, più precisamente mi strusciai sopra di lui,
mordendogli le orecchie e il collo, < è inutileee > posai le sue mani sul mio fondoschiena,
mentre iniziai a giocare con le mie labbra sulle sue, lo spinsi indietro facendolo sdraiare sul letto,
la mia tecnica stava funzionando, peccato però che la passione stava accendendo anche  me,
a stento riuscivo a fermarmi, desideravo il suo corpo e ne ero dannatamente attratta,< così mi fai impazzire >, disse
diventando più serio, < ormai ti ho fatto impazzire, ammettilo ciuffetto >, mi sorrise dolcemente,
< quindi se mi farai partorire a Lylie finirò ciò che stavo facendo, altrimenti rimmarrai voglioso a vita >,
il mio ricatto funzionò, < mmmmmmmmmmmm ma come faccio? sei proprio cattiva però, uff va bene andremo a Lylie,
però chiamerò un dottore che ti starà vicino ok? >, < siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii > iniziai a saltare sul letto come un canguro,
avevo vinto, < ora però mi dai ciò che mi aspetta >, mi afferrò per le braccia e delicatamente iniziò a  spogliarmi,
bè il resto si sa, viene da se.
Tre giorni dopo il tour iniziò, salii sul tour bus dei gemelli con tanto di cani appresso, prima tappa Berlino,
non vedevo l'ora di fare un pò di shopping, ad interrompere i miei pensieri però ci pensò
il cellulare, < pronto > risposi alla chiamata, < ehiiii Sonyaaa, come va tutto bene? lo sai verrò
al concerto di Milano, ci sei vero, sei con Bill? > riuscii a stento a capire tutte le domande, ma riconobbi
subito quella voce, < Chiaraaaaaaaa, si certo che ci sono, sono in tour con loro, che bello allora ci vedremo >,
da quel momento iniziai a contare i giorni mancanti per la data di Milano.

 

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Capitolo 11
*** Sabina ( part 1 ) ***


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Eccomi ^^

capitolo molto corto

perchè è diviso in due parti :)

 

 

 

Mi svegliai tra le braccia di Bill, il suo tenero viso ancora addormentato mi si presentò davanti agli occhi,
un risveglio perfetto, non potevo chiedere di meglio.
Il tour bus si era fermato, senza neanche accorgermene eravamo arrivati a Berlino, mi alzai per andare in bagno,
per caso mi avvicinai al finestrino e subito notai sul fondo una decina di ragazze che salutavano verso di noi,
il piccolo Stefan non faceva altro che scalciare e di certo non era molto divertente per me, < oh scusami >,
mi girai verso la porta, Tom non si era accorto della mia presenza nel piccolo bagno, per fotuna mi stavo
lavando dolo le mani, < tranquillo ho finito >, lasciai il bagno al chitarrista mentre Bill ancora assonnato
si sedette al tavolo, < buon giorno amore, ansioso? >, < mmm abbastanza nervoso >, del resto lo capivo,
l'ansia per il tour si faceva sentire, me ne accorsi anche io che non dovevo ne cantare ne suonare,
eppure l'agitazione stava vagando liberamente per tutto il pullman.
Alle 10 finalmente incontrai anche Georg e Gustav, entrambi sapevano della mia gravidanza e
appena ci presentammo mi abbracciarono come una della famiglia, erano felici sia per me che per Bill,
< ci volevi proprio tu Sonya per rimettere insesto questo palo della luce > disse il bassista ricevendo
una brutta occhiata dal cantante, < visto? l'ho fatto accendere di nuovo > tutti si misero a ridere,
tutti tranne Tom, c'era qualcosa che turbava quel ragazzo, non capivo se il problema ero io o Sabina.
La sera arrivò molto presto tutti quanti si stavano preparando per il concerto, io rimasi sul tour fino
a qualche minuto prima dell'inizio, dopodichè raggiunsi il palazzetto e ammirai l'intero live.
Appena il concerto finì, ricevetti una chiamata, < devo dire che il tuo pancione cresce sempre di più >,
la voce di Sabina fece capolino nella mia testa, < Sabina? ma come? >, < girati babba >,
appena il mio viso si voltò di dietro, mi ritrovai davanti l'alta ragazza bruna, non riuscii neanche
a guardarla bene, lei mi stava già abbracciando, < oddioooo ma che ci fai qui? >, < sorpresa >,
mi disse Sabina, la presi per mano e la portai sul tour bus insieme a me.
I ragazzi non erano ancora arrivati ne aprofittai per parlare con lei, < avevo dimenticato delle cose
qui a Berlino, così ho deciso di venirle a recuperare, non sapevo però che la prima data del tour era
proprio qui, appena l'ho saputo ho comprato i biglietti >, non potevo crederci, Sabina era stata proprio una
bella sorpresa, < ascoltami Sabi, cos'è successo di preciso fra te e Tom >, la ragazza sbuffò
per poi iniziare a parlare, < abbiamo fatto sesso, forse tutti e due presi dalla passione >, < e quindi? >,
< quindi niente >, sicuramente c'era qualcosa tra i due, dovevo solo capire se era qualcosa di bello o di brutto.
Quando tra me e Sabina ci fu solo che silenzio, sentii la porta del bus aprirsi, i gemelli stavano entrando,
presi la mia amica per mano e la portai da loro, < guardate chi c'è >, i volti stanchi dei gemelli si illuminarono
alla presenza di Sabina, anche per loro era una sorpresa, soprattutto per Tom, < Ciao, ma che ci fai tu qui? >
disse Bill alla ragazza, < sono venuta a salutarvi, ma credo che ora me ne andrò >, < ma no scusa rimani a dormire
qui, domani siamo ad Amburgo puoi partire da lì > la ragazza rimase a riflettere, a costringerla ci pensai io,
< si si si tu dormi qui >, < ma non credo, non voglio essere di alcun disturbo >, < ma tu non lo sei > disse Bill,
< dormirai nel letto con Tom >, quando Bill finì di parlare i due ragazzi si guardarono per un secondo,
< perchè deve dormire con me? non può dormire con Sonya? >, < no Sonya è la mia ragazza e ci dormo io,
ma scusa tu vuoi sempre dormire con qualche ragazza perchè ora ti lamenti? >, quando i due gemelli finirono
di litigare la situazione si sistemò, Sabina sarebbe rimasta a dormire con noi, o meglio con Tom.

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Capitolo 12
*** Sabina ( part 2 ) ***


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Parte 2

Sabina

 

Sarei voluta scappare via, ma non mi andava di lasciare la mia amica, soprattutto perchè ci teneva,
dopo vari discorsi decisi di accettare, andai da Sonya che gentilmente mi imprestò un piagiama
che lei non indossava più per colpa del pancione, dopodichè raggiunsi Tom nella sua camera,
< mi dispiace causarti questi problemi >, < tranquilla, tanto abbiamo già dormito insieme >,
mi sentii scoppiare il cuore, quel ragazzo era terribilmente affascinante sentivo i miei ormoni
prepararsi per la lunga notte accanto a lui, mi vergognavo terribilmente, ma non ci pensai molto,
mi infilai dentro il letto, dando la schena al chitarrista, lo stesso stava facendo lui con me.
Erano passati per lo più 10 minuti, il mio cervello proprio non voleva prendere sonno, sentivo
Tom dietro di me respirare profondamente per poi girarsi, < sei sveglia >, < si > risposi piano,
< chè c'è non ti fa dormire la mia presenza? >, < è difficile dormire con Tom Kaulitz caro >,
sentivo il ragazzo avvicinarsi molto lentamente dietro di me, < non la senti? >, mi girai per capire meglio
ritrovandomi così negli occhi color nocciola di Tom, < cosa dovrei sentire? >, < la passione nell'aria >,
< di che passione parli scusa? >, non ricevetti risposta, mi ritrovai le sue morbide labbra incollate alle mie,
le sue grandi mani stavano accarezzando i miei fianchi, ero come un leone che aspettava la sua pedra,
non riuscivo più a staccarmi da lui e dal suo corpo, mi ritrovai seduta sopra di lui, le mie mani lo toccavano
in ogni singola parte, i miei baci lo stavano innondando, < ehi ehi ehi, siamo un pò scatenate eh? >,
mi accorsi subito diq uello che stavo facendo, ma non riuscivo più a smettere, < scusami hai ragione >,
cercai di allontanarmi, < ormai hai fatto venire voglia anche a me >, questa volta mi ritrovai sotto
il corpo scolpito di Tom, le sue mani mi stavano spogliando, mentre il suo corpo era già incastrato
fra le mie gambe, tra me e Tom non c'era amore, ma solamente una grande e immensa passione
che stava accecando entrambi. Dopo aver consumato tutte quelle emozioni ci ritrovammo a parlare,
< sei riuscita a diventare modella? >, < ho fatto un calendario ma nulla più >, < un calendario come ? >
< non nudo se è quello che pensi >, < meglio così, voglio essere solo io a guardarti > dannazione
quanto era sexi la sua voce, quanto era bello essere legata dalle sue braccia, < Sonya e Bill si sposeranno ? >,
domandai, < non lo so, non mi interessa >, lo guardai, la sua espressione si era fatta seria, < perchè scusa? >,
non mi rispose, < c'è qualcosa che ti infastidisce? >, mi guardò, < non sai niente tu? > cosa dovevo sapere io?
< mmm no > lo guardai stranita, < Sonya non tel'ha detto? >, < detto cosa? > incominciai ad incuriosisrmi
pesantemente, < della relazione che avevamo io e lei >, Tom e Sonya? non era possibile < ehh, tu e .... >,
< a quanto pare non tel'ha proprio detto, ebbene si, prima che incontrasse di nuovo Bill dopo parecchi anni,
tra me e lei c'era una storia, o meglio una lunga amicizia molto intima >, < poi le si è innamorata di Bill giusto? >,
< esatto ed è rimasta incinta >, ora inziai a capire meglio, Tom amava ancora Sonya, lo si vedeva nei suoi occhi,
e la su espressione me lo aveva confermato, < devi dimenticarla per il loro bene >, < credi sia facile? quel bambino
poteva essere anche mio, anzi ti dirò non sono sicuro sia di Bill >, < e quindi che vuoi fare? >, < non lo so, ormai credo
sia meglio lasciare le cose così >, < capisco che non è facile vedere tutti i giorni la ragazza che ami con tuo fratello ,
ma pensa che anche loro ora si amano e sono felici, devi pensare a quello >, < è quello che sto cercando di fare, ho bisogno
di una distrazione > Tom si girò di scatto verso di me, < che c'è ? > gli dissi, < perchè non rimani qui con noi? > < ehhh? >
< si, mi piacerebbe se tu fossi la mia distrazione >, una bambola con cui giocare insomma, era quello che voleva Tom,
ma chissà perchè come una scema io accettai.

 

 

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Capitolo 13
*** Back to Lylie ***


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Buona lettura :)

 

 

Passò un mese dall'inizio del tour, la mia pancia ormai era bella che lievitata, sembrava un palloncino pronto a scoppiare,
e la mia schiena ne risentiva le conseguenze, Sabina ormai faceva parte di noi, dormiva nel letto insieme a Tom,
ogni tanto si sentiva provenire qualche strano rumore ed io e Bill ci lasciavamo scappare qualche risata.
Il tour bus era in viaggio verso Milano, non vedevo l'ora di rivedere Chiara ma soprattutto di mangiare una bella pizza
italiana, < amo le fan italiane > disse Bill, < logico, io sono mezza italiana >, risposi al cantante, < ma va davvero sei mezza italiana? >
si girò a parlarmi la ragazza mora, < non tel'ho detto Sabi > a quanto pare mi ero dimenticata di dirlo nella lunga conversazione
sull'aereo.
Passarono in fretta le ore sul bus, per la maggior parte del tempo io dormivo, mentre gli altri giocavano a carte, fu Tom a svegliarmi,
avvertendomi dell'arrivo nella cittadina italiana, < sveglia botticella, siamo a Milano >, grazie al solito sarcasmo di Tom mi alzai
dal letto, < io e Stefan stasera vogliamo una pizza >, mi piazzai davanti ai ragazzi, compresi Gustav e Georg, < stasera voi due starete a digiuno >,
mi precipitai davanti al cantante che voleva farmi morire di fame a quanto pare, < vuol dire che mangerò te > gli risposi con il labbro all'infuori,
< c'è poco da mangiare lì > il chitarrista aveva ragione, Bill diventava sempre più magro, le uniche volte che aveva un pò di ciccia era a Lylie
dove si abbuffava quasi tutto il giorno. I due gemelli iniziarono a prendersi scherzosamente a botte, mentre io e Sabina ci stavamo vestendo
per andare a fare shopping, avrei passato la sera con lei e con Chiara per poi andare tutte insieme al concerto.
Passammo davanti a  diversi negozi, insieme a Sabina decisi di comprare qualche regalo per i ragazzi, < tu Sabi cosa compri a Tom? >,
< mmm non saprei, un fumetto porno che dici? >, scoppiai a ridere, < ahah per quanto gli interessi preferisce le cose reali, compra una fascia o un berretto,
quelli li adora >, < certo che lo conosci bene Tom >, < bè lo conosco da quando ero piccola >, mi girai verso la ragazza sorridendole, < ah capito >,
lo sguardo di Sabina si fermò dritto davanti a lei, < perchè quella ragazza mi sta salutando? >, mi girai anche io verso la strada, quella
ragazza che con entusiasmo salutava Sabina in realtà stava salutando me, Chiara attraversò la strada per venirmi incontro.
Per quanto fosse possibile abbracciai la mia amica, i capelli neri lisci erano cresciuti ma non più giù delle spalle, i suoi occhioni brillavano di gioia
e prababilmente anche i miei, presentai Chiara a Sabina, dopodichè tutte e tre ci accomodammo in un bar, < cavolo che bel pancione, così si chiama Stefan >,
< si, e sai partorirò a Lylie, ho convinto Bill >, mostrai uno dei miei sorrisi più splendenti, < cavolo si è fatto tardi, andiamo >, la voce di Sabina mi svegliò,
avevamo appena finito di mangiare una buonissima pizza, erano ormai le 20.30, tra meno di mezz'ora sarebbe iniziato il concerto.
Avevo promesso a Chiara che l'avrei fatta entrare anche senza biglietto, e infatti fu così, i nostri posti erano isolati, erano come dei balconcini che si affacciavano sopra
l'enorme parterre, la posizione era ottima, vedere lo spettacolo da lì fu una vera e propria meraviglia.
Il concerto era volato, ma ormai io sapevo a memoria tutta l'esibizione, era stato bello incontrare Chiara ma era giunta ormai l'ora di salutarsi,
< ehi, chiamami ok? ti verrò a trovare a Lylie >, ci abbracciammo un ultima volta, dopodichè io e Sabina ci avviammo verso il tour bus, dove Bill e Tom erano già saliti.
Feci entrare per primo il mio pancione, poi mi avvicinai ai gemelli sedendomi vicino a loro, < Sonya senti, tra poco il tour finisce, le ultime tappe sono in Francia lo sai? >,
< certo che lo so >, < bè visto che siamo già lì, potremmo fermarci subito a Lylie che ne dici? >, < davvero? siiiiii yuppiiii >, la mia gioia aveva varcato i limiti del possibile,
la mia felicità era fin sopra le stelle, non vedevo l'ora finisse il tour, certo non era bello da dire, ma per me era così.
Non ci pensai molto, avevamo ancora un mese prima della fine del tour, per lo più lo passai riposando, Bill mi aveva obbligata a stare tutto il giorno
seduta, non voleva neanche più farmi vedere un concerto, ma ovviamente io lo imbrogliai. L'ultimo concerto era ormai giunto, per la prima volta mi trovai a Parigi,
città dell'amore, dovevo ammettere che era assai bella, sarei voluta andare a visitare la torre Eiffel, ma Bill mi impedì anche quella.
Dopo la fine del concerto, finalmente il bus iniziò a dirigersi verso Lylie, io, i gemelli e Sabina avremmo passato il mese nella mia casa, aspettando anche
l'arrivo del piccolo Stefan, Bill fece portare tutto il necessario a Lylie, compreso il dottore che si trasferì momentaneamente nella villetta dei Kaulitz.
L'aria salmastra innondò il mio viso, dopo essere scesa dal tour bus, il cielo era nuvoloso ma poco mi importava, dopo tanto tempo ero tornata a Lylie,
il villaggio era deserto, la spiaggia completamente vuota e il mare era color grigio opaco, questo sarebbe stato l'ultimo mese con il mio pancione,
avrei presto avuto quel fagottino tra le mie braccia, ma cosa ancor più bella, l'avrei tenuto lì con me a Lylie.
Sabina rimase affascinata dal posto, passò del tempo in spiaggia con Tom, mentre io mi stavo facendo visitare dal dottore con la presenza di Bill,
< dunque, manca poco ormai, il bambino è già in posizione, potresti iniziare ad avere qualche contrazione >, ciò che più mi spaventava era il parto,
il dolore che ero sicura fosse lancinante e la paura che potesse accadere qualche cosa.
Finalmente i gemelli potevano riposarsi ed io con loro, la prima vera giornata a Lylie per fortuna portò un pò di sole, tanti ricordi mi venirono in mente
osservando il mare, belli ma anche brutti, tristi ma anche divertenti, come il giorno in cui rubai la vespetta dalla stazione per tornare a casa,
il tradimento di Bill per colpa di Brigitte, le indecisioni da parte mia per Tom e Bill, ma soprattutto il concepimento di Stefan, tutto sembrava ormai
passato così velocemente. Rimasi ancora un pò con il volto verso il mare, quando sentii dei passi dietro di me sprofondare nella sabbia,
< a che pensi? > mi disse Tom, < a tutto >, < tutto cosa? > si sedette vicino a me, < a l'estate scorsa, ai problemi, alle gionate belle, insomma a tutto >,
< quindi anche a me? >, sapevo che avrebbe tirato fuori quell'argomento, < si anche a te, e al bene che ti voglio >, il chitarrista si girò
guardandomi in modo buffo, < tu mi sei sempre stato vicino Tom, e so che continuerai a farlo, è per questo che ti ringrazio >,
< non devi ringraziarmi, non lo faccio per te >, < e allora per chi lo fai? >, < per me >, < per te? perchè ? >, Tom si alzò girandosi verso casa
e mostrando le spalle verso di me, < perchè, devo smettere di amarti >, lo guardai allontanarsi, senza dire alcuna parola.

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Capitolo 14
*** 7/6/2012 ***


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E' da poco che ho pubblicato

la seconda parte ed ha già avuto un clamoroso successo :)

sono felice che la mia storia piaccia...

se vi va lasciate un commentino Grazie ^^

 

Sabina

Lylie era un posto stupendo, me ne ero completamente innamorata, passai un mese bellissimo in compagnia
di Tom, Bill e Sonya, la loro amicizia per me era importante, loro mi facevano provare il vero significato
della parola famiglia, si con loro ero davvero felice.
Mi ritrovai per l'ennesima volta tra le braccia di Tom, questo essere usata da lui infondo mi piaceva,
forse ero un pò masochista a credere ciò, ma quello di cui avevo bisogno non era una storia seria,
ma un modo per svagarmi e divertirmi.
Avevo trovato in Tom quel gioco perverso che mai avrei creduto di trovare, sapevo che Tom
amava ancora Sonya e che quindi non poteva esserci altro, non ora.
Indossai una maglietta bianca leggera i dei pantaloncini, il sole splendeva e Tom mi avrebbe portata
a fare un giro in barca, < pronta Sabina? >, mi girai verso il chitarrista pronta a lasciarmi cullare
dalle onde del mare, < certo >, la piccola gita organizzata da Tom era un modo per distaccarsi
da Sonya e da Bill, lui soffriva nel vederli insieme, anche se Bill era suo fratello.
Per la durata del breve viaggio mi sdraiai in cerca di qualche raggio luminoso, essere avanti con
l'abbronzatura mi piaceva, così ne aprofittai, < sembri una lucertola > portai la testa indietro
guardando quel coso con le treccie ambiguamente, < e tu sembri una medusa >, < una medusa?
che razza di complimento è? >, < bè caro il tuo non era un complimento >, scoppiammo entrambi
a ridere. Dopo mezz'ora circa finalmente l'imbarcazione si fermò, mi ritrovai in mezzo al mare da sola
con Tom, l'acqua era cristallina e il mare era piatto, per non parlare del caldo afoso che si faceva già
sentire per essere i primi di Giugno. Ci ritrovammo a mangiare uno affianco all'altra, stare con
lui mi piaceva e mi divertiva, chiaccheravamo come se fossimo amici ormai da anni, e bastava
poco per cadere nella trappola della passione. La mia schiena sdraiata sul pavimento della barca
sopportava il peso del ragazzo, venivo spinta via dalla sua forza brutale, < dimmi la verità Tom >,
ansimai per un attimo prima di parlare, < ma ora che stai facendo sesso con me, ti immagini
che al mio posto ci sia Sonya, vero? > alzò la testa guardandomi dritto negli occhi, < mi dispiace >,
disse abbassando il volto, avevo capito perfettamente ciò che provava, < tranquillo, da me avrai tutto il tempo che vuoi,
chissà magari ti farò innamorare di me > dissi facendogli l'occhiolino, lui mostrò un leggero sorriso.
Non ero sicura al 100% del mio comportamento, forse sia io che lui stavamo sbagliando qualcosa,
ma le braccia di entrambi sia per me che per lui, erano l'unica vera distrazione, Tom voleva dimenticare Sonya,
ed io l'amore platonico che provavo per Bill.
Ci lasciammo l'imbarcazione alle spalle quando insieme ci avviammo verso la villetta gialla, sulla spiaggia
c'era qualche persona a prendere il sole, o qualche cane che faceva il bagno, mi fissai a guardare una coppia di
fidanzati prima di essere distratta da un grido doloroso provenire dalla casa.
Io e Tom ci guardammo dritti negli occhi, il chitarrista prese la mia mano ed insieme iniziammo a correre
verso l'abitazione, Tom spalancò la porta di casa facendola rimbalzare bruscamente contro il muro,
l'urlo proveniva dalla stanzetta matrioniale al piano inferiore, ci bastò girare l'angolo per vedere Sonya sdraiata sul letto.
Il dottore aveva aperto tutto il suo arsenale, con lui l'assistente stava facendo respirare la ragazza, < Bill? >, il cantante
era seduto vicino alla ragazza e stringeva forte la sua mano, < Tom! sta nascendo >, lasciò andare la mia mano
per avvicinarsi al lettino, feci altrettanto andando ad accarezzare la fronte di Sonya, < dai Sonya stai per diventare mamma >,
< uhf uhf uhf, non è facileeeeahhhh > il dottore aveva detto a Sonya di spingere con tutte le sue forze, alle 16:38 del 7/6/2012 Stefan uscì alla luce.
Le urla del bambino rimbombavano per la casa, il dottore fece tagliare a Bill il cordone ombelicale che per poco non svenì,
Stefan fu portato subito tra le braccia della madre ormai esausta, i suoi capelli castani ero uguali a quelli di Sonya,
la somiglianza era spaventosa, ma i sorrisi di Bill e Sonya erano qualcosa di spettacolare.
Vidi sorridere anche Tom, era felice di essere diventato zio, per un momento mi sentii in completo imbarazzo, mi accorsi
che nel quadretto famigliare, la mia presenza risultava di troppo, mi avvicinai lo stesso al bambino e lo salutai per bene.
Il dottore avrebbe fatto visita a Stefan l'indomani mattina, ovviamente prima spiegò a Sonya il modo giusto di allattarlo,
di tenerlo in braccio e di cambiargli il pannolino, anche Bill prese spunto, vederlo coccolare il suo bambino era qualcosa
di strano, non lo avevo mai visto così dolce e tenero, io e Tom lasciammo la famigliola riposarsi mentre esausti anche
noi ci lasciammo cullare dal sonno, abbracciati.

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Capitolo 15
*** Mi sfuggi via ***


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Nuovo capitolo :)

a breve il prossimo ^^

 

Allattai il piccolo Stefan ancora un pò, mentre Bill preparava qualcosa da mangiare, speravo in qualcosa
di salutare e possibilmente digeribile, per fortuna mi trovai davanti un bel piatto di spaghetti al pomodoro,
cosa ancora più bella era la salsa veramente di pomodoro e non di ketchup.
Inutile dire quanto fosse bello il mio bambino, Bill continuava a insistere che gli assomigliava
ma tutti dicevano che Stefan era uguale a me, a volte litigavamo per quello, anche se era una stupidaggine.
Dopo molta sofferenza finalmente mi alzai dal letto, la prima cosa che feci fu uscire e andare sulla spiaggia,
avevo voglia di godermi quel bel sole di inizio estate, camminai avanti e indietro per sentire la soffice
sabbia sotto i miei piedi, rimasi ad osservare il piccolo villaggio che giorno dopo giorno stava riempendosi.
Notai diverse persone, molte erano già state a Lylie e in qualche modo me ne ricordavo, mi fissai su un punto preciso,
sullo sfondo le sagome di Tom e Sabina sembravano combaciare, i due a quanto pare stavano giocando,
erano perfetti insieme, forse Tom con Sabina aveva ritrovato la pace, pregai per quello.
I primi giorni con Stefan furono un vero e proprio massacro, non dormiva e voleva sempre stare in braccio,
non mi ero ancora abituata all'essere mamma, fu in quel preciso momento che decisi di chiamare
mia madre e farmi dare qualche bel consiglio.
Non avevano ancora visto il loro nipotino, ma la felicità dei miei genitori passava attraverso la cornetta,
sentirli così felici, rendeva felice anche me.
Rientrai a casa dopo aver fatto la spesa, Bill teneva in braccio suo figlio e lo cullava per farlo smettere di piagere,
era giunto il momento del mal di pancia per Stefan, le sue urla mi rendevano ancora più isterica, < Bill hai fatto il latte? >,
< come diavolo posso fare il latte se ho in braccio lui >, < vuoi farlo morire di fame? >, < invece di parlare prepara il biberon >.
La situazione era ormai diventata tragica, tra me e Bill non c'era più passione, eravamo troppo distratti a fare i genitori,
i pianti di Stefan facevano innervosire sia me che Bill, causando non pochi litigi fra di noi, anche Tom non ci sopportava più,
 < sentite ora basta! stasera io e Sabina usciremo con Stefan così voi due potete restare un pò insieme >, ci guirdammo per un secondo,
< io mio figlio non te lo lascio > prese parola il cantante rivolgendosi al fratello che ormai aveva già preso il bambino, < o daiii sono suo zio, non ti fidi? >,
< sai com'è vorrei evitare di vedere mio figlio in qualche pub con ancora pochi mesi di vita >, < ma sei scemo? secondo te io lo porto in un pub? >,
i gemelli si guardarono, < non rompere le scatole cercate di risolvere voi due piuttosto >, mi dispiaceva ammetterlo ma Tom aveva ragione,
forse la breve assenza di Stefan avrebbe fatto bene sia a me che a Bill.
Lasciai il bimbo nel passeggino trainato da Tom, Sabina ci salutò con la mano per poi inseguire i due, appena la porta si chiuse, in casa regnò finalmente il silenzio,
< pace e silenzio, ahh mi mancavano >, < a te mancavano? cosa dovrei dire io? sono sempre dietro a tuo figlio >, < oh come se io non facessi niente vero? >,
lo fissai inferocita, decisi di alzarmi ed andare a dormire ne avevo davvero bisogno, < dove vai ora? > mi disse il cantante, < a dormire se permetti >, Bill si alzò
 raggiungendomi sul fondo della scalinata che portava di sopra, < ti prego smettiamola, ci amiamo, abbiamo un bellissimo bambino, perchè litigare? >,
< perchè sei veramente una testa di cazzo Bill >, mi rivolsi a lui con tono spregievole, < anche tu lo sei, eppure ti amo lo stesso >, il cantante
salì pochi scalini, giusto per raggiungermi nel bel mezzo della scala, rimanendo però poco più sotto di me.
Essendo bassa grazie alle scale arrivai alla pari di Bill, rendendo così le cose più facili, il suo viso per la prima volta era dritto davanti al mio e non inchinato
verso il basso, le nostre labbra si appoggiarono delicatamente alla perfezione, < lo sai che ti amo? > mi disse guardandomi dritta negli occhi, < si lo so >,
< è tutto ciò che riesci a dirmi? >, sbuffai, < anche io ti amo tesoro > lo dissi in modo scherzoso, con la solita vocina da deficente, ma lui
riuscì benissimo a capire che quelle parole erano vere e provenivano dal cuore, < senti devo parlarti >, lo guardai per un momento dopodichè
iniziai a salire gli scalini raggiungendo la stanza matrimoniale.
Mi lasciai scivolare sul morbido materasso, fece la stessa cosa anche Bill, rimanendo però seduto, < domani devo partire >, < come devi partire? >
i miei occhi si legarono nei suoi, < si, ho una sfilata a Roma e non posso mancare >, < e vai da solo? >, < bè si non voglio che tu rimanga sola con Sabina
e Stefan, preferisco far rimanere anche Tom >, dispiaciuta mi avvicinai a lui, < però torni subito vero? >, < certo amore, la sera stessa >, mi lasciai abbracciare
dalle sue braccia striminzite e poi cedetti a quei baci meravigliosi.
Dopo tanto tempo finalmente mi ritrovai sotto il corpo esile del cantante, mi mancava terribilmente il tatto con la sua pelle, mi mancavano terribilmente
i respiri sul mio collo ed i baci teneri sul mio petto, era come cadere in trans, fare l'amore con lui era meglio di qualsiasi favola.


 

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Capitolo 16
*** Incubo ***


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Vi avevo promesso un colpo di scena ed eccolo qui  U.U

non chiedetemi come e perchè, non sono io che ho scelto così XD

è colpa del mio sogno e così voglio che sia -.^ baci

 

La giornata era inziata benissimo, svegliarmi nel lettone abbracciata a Bill mi rendeva di buon umore,
decisi di organizzare una grigliata prima che il cantante mi abbandonasse.
Sabina sorreggeva il piccolo Stefan mentre Bill e Tom si stavano occupando della carne sul fuoco,
io iniziai ad apparecchiare la tavola in giardino.
Il tempo era splendido, Lylie finalmente aveva preso vita, le persone sui terrazzi prendevano il sole,
ascoltavano la musica o semplicemente come noi mangiavano, < a che ora è il volo Bill? >, disse
la mora, < alle 5 però mi ha chiamato urgentemente David, ha detto che dopo Roma dovrò andare a Los Angeles >,
< stai scherzando? avevi detto che era una cosa breve >, < lo so amore, infatti parto in anticipo, durerà qualche giorno
stai tranquilla >, l'idea che Bill volasse da una parte all'altra non mi piaceva, avrei voluto mille volte la sua presenza
ancora accanto a me e al bimbo, ma sapevo che i Tokio Hotel sarebbero presto tornati alla normalità, e per loro
normalità significava, tour, interviste, nuovi cd e quant'altro.
L'idea di rimanere sola non mi piaceva, certo potevo contare sull'aiuto dei miei genitori, ma il supporto di Bill
per me era più importante di qualsiasi altra persona.
Le borse di Bill alloggiavano all'ingresso, pronte per essere caricate sul taxi, coccolavo Stefan fra le braccia
prima che Bill me lo portasse via dalle mani, lo strinse forte a se, dandogli piccoli bacini, < miraccomando fai il bravo >,
mi veniva da piangere, ma sapevo che presto l'avrei rivisto, < di lui si prenderà cura zio Tom >, vedevo gli occhi di Bill
luccicare, ero sicura dispiacesse anche a lui lasciarci così, ma del resto non c'era altra soluzione.
Mi avvinghiai al suo collo per salutarlo e riempirlo di baci, lui fece altrettanto con me, presi Stefan in braccio e guardai
l'esile figura di Bill entrare nel taxi.
La casa senza Bill sembrava vuota, l'accudire Stefan da sola mi spaventava, per fortuna Tom rimase vicino a me,
scatenando l'ira di Sabina che decise di uscire. Non so cosa ci fosse tra quei due, l'idea di una storia rimantica
tra di loro non mi dispiaceva, < senti Tom, ma tra te Sabina che c'è? >, < cosa vuoi che ci sia? >, < boh vitrovate bene insieme no? >,
< pf è solo una questione di sesso, niente di più >, < ma piantala si vede che c'è qualcosa di più >, mi guardò innarcando una
sopracciglia, < se lo dici tu >, mostrai un piccolo sorriso.
Non sentii Bill per tutto il giorno, la sera stessa avrebbe avuto la sfilata per poi partire subito verso Los Angeles,
solo alle 9:00 quando ero intenta a far dormire Stefan, allora il mio telefono squillò "
Ciao amore, tutto bene, la sfilata
è andata benissimo, sono già in viaggio per L.A. dai un bacione a Stefan
"  ero felice di quel messaggio, la sensazione
era alquanto strana, "
ok amore, Stefan sta per dormire, ti manda un grosso bacio, buona notte amore mio ti amo ",
mandai il mio messaggio, < vai a dormire > la voce di Tom mi causò un bel spavento, < si ora vado >, era premuroso
Tom, forse fin troppo, oltre che per Stefan si stava preoccupando anche per me.
Alla fine mi addormentai con Stefan di fianco a me, era così piccolo che il letto mi sembrava terribilmente vuoto
senza la presenza di Bill, l'unico che riusciva a consolarmi era Stefan, i suoi occhioni nocciola mi ricordavano quelli di suo padre.
Mi alzai di scatto appena il bimbo iniziò a piangere, erano le 4 di mattina e in effetti non aveva tutti i torti a lamentarsi, presi il
biberon e gli diedi da mangiare, mi lasciò alquanto stupita quando la sua boccuccia rifiutò il latte, piangeva disperato senza alcun
motivo, perfino Tom si spaventò e corse immediatamente da me, < che ha il piccolo? >, < non lo so, non vuole mangiare, non capisco >,
il chitarrista si avvicinò a me sedendosi sul letto e delicatamente prese Stefan.
Il silenzio più totale invase l'aria, Stefan si era calmato appena Tom lo aveva appoggiato delicatamente sopra di se, < maaaa sei un mago >,
< sai io credo che mi scambi per suo padre, del resto siamo gemelli > sorrise < forse hai ragione >, entrambi ci sdraiammo sul letto,
Tom appoggiava Stefan sul suo petto, bastarono 5 minuti per vederlo crollare, e ne bastarono altri 5 per vedere il mio volto appoggiato
sulle spalle di Tom e la testa di Tom appoggiata sulla mia.
Aspettai per tutta la mattinata la chiamata di Bill, che sfortunatamente non arrivò, iniziai a preoccuparmi sul perchè non mi aveva ancora scritto,
a distrarmi ci pensò Tom e il suo buffo modo di giocare con Stefan, rimasi ad osservarli, entrambi ridevano, entrambi sembravano dei neonati.
Dopo qualche ora a ridere con loro c'ero anche io, le battute di Tom erano da veri scemi ciononostante mi persi ad ascoltarle, ma fu una cosa
breve, il mio telefono squillò, sperando nella chiamata di Bill risposi subito, < Signora Kaulitz? > una voce pesante risuonò nelle mie orecchie,
< si mi dica > risposi di si anche se non ero ancora la moglie di Bill, < si sieda > non capii il motivo, < ma con chi parlo? >, < sono il colonello Weber e vi devo dare
una brutta notizia >, rimasi in silenzio ad ascoltare, dentro di me i brividi iniziarono ad espandersi, Tom mi fissava mentre io impassibile
attendevo il colonello, < questa mattina alle ore 4.00 l'aereo privato con sopra il vostro compagno è scomparso dai radar, temiamo sia avvenuto
un atterraggio d'emergenza, il problema è......  è come scomparso nel nulla > .

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Capitolo 17
*** Tornerai a prendermi nel buio? ***


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Nuovo capitolo :)

state tranquilli U.U

se la storia avrà successo forse potrebbe

nascere una terza serie XD

 

 

Tom

Notai quel volto diventare tutto ad un tratto pallido, ciò che era rimasto di quell'istante era un
silenzio agonizzante, non capii subito cosa fosse successo.
Mi ritrovai il telefono in mano, Sonya di scatto lo aveva passato a me sedendosi poi sulla poltrona,
mi incantai a guardare la ragazza, i suoi occhi erano persi nel nulla, qualcosa di brutto era appena successo,
< pronto? > dissi con voce tremolante, < con chi parlo? >, < io piuttosto con chi parlo, sono Tom Kaulitz >,
< mi scusi signor Kaulitz >, mi bastarono 3 semplici parole, " Bill era scomparso ", interrogai il tizio
dall'altra parte del telefono , volevo sapere cosa era accaduto a Bill, ma non riuscì a darmi risposta.
Riattaccai, sperando di riceve al più presto qualche altra notizia, non potevo credere che ciò fosse
realmente accaduto, mio fratello disperso da qualche parte, se non addirittura morto.
Mi avvicinai lentamente a Sonya con Stefan ancora in braccio, abbracciai la ragazza ed entrambi
scoppiammo a piangere, non ci furono parole tra me e Sonya, le lacrime bastavano per dire tutto,
anche Stefan iniziò a piangere, proprio come aveva fatto la notte scorsa esattamente alle 4:00,
ora in cui suo padre scomparve.
Le ore interminabili passarono, Sonya stava seduta sulla poltrono, cullava Stefan come se stesse ancora piangendo,
ma in realtà si era addormentato, non uscirono più lacrime dal suo volto, quelle aveva versato erano le ultime.
Il rumore assordante di passi si fece sentire lungo la scala, Sabina stava scendendo di corsa, < Tom cos'è successo? >,
guardai la ragazza ma non riuscii a dire parola, lei accese il televisore in sala, proprio davanti a Sonya.
Le immagini di Bill vagavano sullo schermo, tutti i telegiornali ne parlavano, ma tutti i telegiornali dicevano la stessa cosa,
 " L'aereo con a bordo il cantante dei Tokio Hotel, Bill Kaulitz, è precipitato la scorsa notte in mare, vani i tentativi di ritrovare il corpo >,
l'aereo di mio fratello caduto in mare? come poteva essere successo?
La ragazza continuava a fissare dritto quel televisore, non una parola, non un movimento, una statua di cera esposta in un museo,
poco dopo ricevetti la chiamata di Gustav e successivamente quella di Georg, entrambi stavano venendo a Lylie per stare tutti
insieme, tutti tranne che Bill.
Sabina accarezzava dolcemente i capelli di Sonya e abbracciandola le fece coraggio, ma il corpo di Sonya sembrava
davvero fossilizzato, come il mio del resto, spensi il televisore, < forse è il caso che tu dorma un pò >, mi voltai verso
la neo-mamma, ma inutile furono i miei sforzi, < Sabina prendi Stefan ed occupatene, io porto Sonya in letto >,
Sabina fece come le avevo appena detto, strappò Stefan alla madre con molta facilità, come se le braccia di
Sonya tenevano quel bambino solo perchè vi era appoggiato, molto lentamente recuperai la ragazza, la presi in braccio
e la portai nel letto matrimoniale.
La feci sdraiare e la coprii con una piccola coperta leggera, mi avvicinai a lei e la strinsi in un abbraccio, i suoi occhi
iniziarono di nuovo a gocciolare, io riuscii a trattenermi, ma il dolore al petto era lancinante.
Passarono 2 ore, sia io che Sonya c'eravamo addormentati, lasciai la ragazza ancora dormire, scesi le scale
e raggiunsi Sabina, < tutto bene? >, < si si, Stefan sta bene, forse Tom dovresti pensare un attimo a te stesso,
guardati non ti reggi in piedi >, < è che non me la sento di stare troppo staccato da lei, ha bisogno di me, ed io di lei >,
presi il bimbo, < Bill è vivo, ne sono sicuro >, < Tom, io non voglio allarmarti, e soprattutto illuderti, tu e Sonya starete bene
insieme, vi farete da supporto, io credo me ne andrò >, < forse è meglio così, ora come ora non potrei darti ciò che vuoi >.
Lasciai la ragazza prepararsi le sue cose, non potevo badare anche a lei, Sonya era molto più importante,
Stefan era la mia ragione di vivere, senza Bill io non ero niente.
Mi avviai verso la porta, il campanello era suonato da poco ed immaginavo chi fossero, < ehi Tom > Georg mi abbracciò
e così fece anche Gustav, avere loro lì era come tornare ai vecchi tempi, la presenza di Bill mancava, si sentiva terribilmente
la nostalgia della sua parlantina, < ti hanno più detto niente? >, < no, niente è disperso >, < non posso crederci > la voce
di Gustav era triste come la mia e quella di Georg, tutti eravamo scioccati, < ed ora che vuoi fare? intendo con Sonya e il bimbo >,
< starò vicino a loro, adesso sono loro la mia famiglia, Bill vorrebbe così >.
Mi lasciai accudire dai miei amici, < le fan di tutto il  mondo sono inpazzite, c'è chi addirittura si è suicidato >, < forse dovremmo scrivere una lettera >
< e cosa ci scrivi? >, disse Gustav al bassista, < che questa mancanza non deve essere affrontata così, ma che il supporto delle nostre fan
deve rimanere tale, soprattutto per Bill >, < Ok ci sto >, non mi andava di rinunciare anche alle nostre fan, < che ne sarà dei Tokio Hotel? >,
< non lo so, ma ho paura >, continuai a parlare, < ho paura che ormai tutto senza Bill perda significato, la mia stessa vita senza di lui non ha più un motivo >,
cosa avremmo fatto? io cosa avrei fatto? era così che doveva andare? il nostro sogno distrutto dal destino, il nostro legame spezzato, sentivo ancora
la presenza di mio fratello addosso a me, sentivo la sua voce, le sue risate, lui era ancora con me, ne ero certo.

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Capitolo 18
*** Dovrò dimenticarti ***


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Eccomi qui con il nuovo capitolo :)

pubblicherò un capitolo al giorno

altrimenti sarebbe già finita la storia XD

 

 

 

"Come ci si sente ad essere sola?"

"Io che amavo la solitudine, il pensare per conto mio,
non avrei mai creduto che da quel momento la parola "solitudine" significasse morire...
Morta, come un fiore calpestato od una farfalla senza ali....
la mia parte essenziale non c'era più, la mia voglia di continuare era andata via con lui...."

Ero passati tre mesi dalla scomparsa di Bill, nessuna notizia, nessun risultato, solo la speranza
di ritrovarlo vivo, ma anche quella stava scomparendo.
Mi trasferii nell'immensa casa di Los Angeles insieme a Tom e a Stefan, ora quella casa enorme
era ancora più vuota, mi sistemai nella camera di Bill, lì riuscivo a stare tranquilla, passavo le notti
ad annusare le sue maglie, il suo odore era rimasto imprigionato nell'armadio e le sue cose
erano lì dove lui le aveva lasciate.
Lasciai per la millesima volta suonare invano il mio cellulare, sentire Chiara o Sabina non mi interessava,
ciò che realmente volevo era disperso da qualche parte. Stefan cresceva a vista d'occhio, più
diventava grande, più assomigliava a me, nonostante però, i suoi occhi mi ricordavano quelli di Bill,
e anche il suo naso era lo stesso, amavo stringerlo a me, sapere che lui era l'unico legame rimasto
fra me e Bill mi rendeva felice, per quanto fosse possibile.
I Tokio Hotel avevano deciso di ritirarsi momentaneamente dalle scene, tutte le fan furono d'accordo,
senza di Bill, la band non poteva andare avanti. Il vivere da sola con Tom mi tranquillizzava, entrambi
ci facevamo forza, ora più che mai eravamo legati, < Sonya? >, < sono in cucina Tom >, il ragazzo
vestito ancora in tuta fece il suo ingresso nella stanza, < hai visto la mia fascia? non la trovo più >,
< mmm dici quella sul divano? >, < vado a vedere >, sembravamo quasi una famiglia,
io che cucinavo, lui che badava a Stefan, le nostre giornate passavano così, andavamo avanti
solo perchè era l'unica cosa da fare.
Il telefono di casa Kaulitz squillava continuamente insieme al citofono, la maggior parte erano tutti
giornalisti che ovviamente noi non volevamo incontrare, a volte invece arrivava qualche fan,
e lasciava davanti al cancello un mazzo di fiori, una lettera o qualche pupazzo per Stefan,
in una settimana ci ritrovammo il cancello sommerso, ma tutto ciò ci faceva capire di non essere soli.
 
" Driiiin driiiin "  < rispondi tu Tom? >, < si vado >, immaginando l'ennesima chiamata di qualche
giornalista, continuai a cucinare, poi girando lo sguardo vidi Tom arrivare verso di me più che serio,
< cosa c'è? > dissi spaventata, < hanno trovato una valigia di Bill ed un suo cappello,  li manderanno qui >,
< e nient'altro? > mi girai verso il chitarrista, < no nient'altro >, l'idea che non avessero ancora trovato il corpo
da una parte mi sollevava, c'era quella speranza che Bill fosse ancora vivo.
Ho preso in considerazione il fatto di non rivedere più il volto del cantante, e l'unica consolazione
che vagava per la mia testa era Tom, lo stesso valeva per lui, soprattutto quando mi chiese di sposarlo,
< hai pensato a quello che ti ho detto la volta scorsa? sul fatto che se Bill non dovesse tornare,io vorrei
occuparmi di te e del bimbo >, < si ci ho pensato, e ti chiedo solo di aspettare >, < si lo so perfettamente,
entrambi vogliavo il ritorno di Bill, ma anche il colonello ci ha detto che le speranze di trovarlo vivo sono invane >,
< e quindi? non ti frega più niente di tuo fratello? > iniziai ad alzare la voce, < certo che mi importa di Bill, cosa credi?
ma lo sai che se lui fosse qui vorrebbe che io mi prendessi cura di te >, < se Bill fosse qui questi problemi non ci sarebbero >,
scoppiai a piangere dirigendomi verso il piano di sopra, entrai nella stanza e buttandomi sul letto abbracciai il cuscino.

Tom

Ciò che avevo fatto per me era la cosa più giusta da fare, volevo semplicemente passare
il resto della mia vita con le persone più vicine a mio fratello, stare con Sonya e Stefan
per me era come riavere Bill.
Non mi ero pentito della domanda che avevo fatto alla ragazza, del resto la amavo ancora
e amavo anche Stefan. Presi Stefan e lo portai nella cameretta di sopra, poi mi avviai
verso la stanza matrimoniale, i pianti di Sonya si sentivano fino al corridoio, mi avvicinai
dolcemente e sdraiandomi di fianco a lei, la strinsi forte a me, < non voglio farti dimenticare Bill >
dissi nell'orecchio della ragazza, < voglio semplicemente farti sorridere di nuovo, te lo meriti >,
< e tu? come pensi di tornare a sorridere? >, < con te e Stefan io sono felice >,
< mi sento troppo legata a Bill, non credo di riuscire a sposarti, non ora >,
< ehi! c'è tutto il tempo che vuoi, quando staremo meglio penseremo a quello, ora pensiamo
a ritrovare mio fratello ok? >, Sonya girò il suo meraviglioso viso verso di me,
gli asciugai quelle lacrime rimaste sotto gli occhi, e mostrai un piccolo sorriso, venendo
ricambiato dal suo.

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Capitolo 19
*** Matt ***


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Vediamo un pò cosa combina Sabina

mentre quei due decidono sul da farsi U.U

 

Sabina

"Credevo di essere almeno una buona amica per te, invece mi hai lasciata così....
sai avrei voluto starti vicino, consolarti, ma a quanto pare l'unica a cui pensi è Sonya...
mi dispiace per Bill...mi dispiace di non essere accanto a te..."

Mandai quel messaggio a Tom, e dopo me ne pentii, ma ormai l'avevo fatto,
lui mi aveva deluso, sapevo di non essere una fidanzata, ma speravo in una
amicizia duratura, neanche quella invece.
Sia Tom che Sonya erano scomparsi, non un messaggio, non una chiamata,
e pensare che mi ero fatta in due per loro, avevo lasciato anche il lavoro e
quando potevo mi prendevo cura di Stefan.
Ormai avevo chiuso con loro, mi dispiaceva soltanto il fatto di Bill,
e probabilmente se sapesse che la sua fidanzata e il caro fratellino stavano
organizzando il matrimonio, se ne sarebbe andato per conto suo.
La questione mi irritava, ma non potevo distrarmi dal lavoro, mio padre
aveva bisogno di me, ed io di pensare ad altro.
Schiacciai il tasto di quella dannata sveglia, alzarsi alle 6 di mattina
era davvero fastidioso, presi il mio solito vestito nero elegante e
scesi nella hole.
L'albergo era pieno di turisti, alcuni di loro anche bei ragazzi, soprattutto
uno, rimasi a guardarlo per una ventina di secondi, i suoi capelli biondi
erano tirati all'indietro, gli occhi color verde spiccavano dalla
sua carnagione rosastra, l'altezza era qualcosa di spaventoso e il corpo
terribilmente scolpito, subito dopo mi accorsi che quel ragazzo faceva
parte di un gruppo di calciatori inglesi.
Ripresi il controllo di me, mi appostai dietro il bancone, il ragazzo biondo
si avvicinò a me, le spalle possenti coprivano tutta la mia visuale, < mi dica >
presi parola, < ciao, senti io vorrei un altra camera se possibile >,
< come mai, non le piace? >, < no per carità è bella, ma è troppo calda >,
< capisco vedo cosa posso fare > sorrisi dolcemente, < io l'ho già vista da qualche parte sa? >,
< davvero? > risposi al ragazzo mentre controllavo al pc quale stanza potesse andare bene,
< si l'ho vista su una rivista, è una modella? >, < può darsi, si ho fatto delle foto >,
< ah ecco, complimenti, però mi sembra di averla vista vicino ad un musicista può essere? >,
< mmm non saprei > feci finta di niente, in realtà avevo capito di cosa parlava,
il giorno in cui io, Bill e Tom andammo a prendere Sonya all'aereoporto e nell'uscire
una mandria di fotografi ci investì, quel giorno le nostre foto erano su tutti i giornali di gossip,
addirittura avevano capito della gravidanza di Sonya, scatenando così il putiferio.
Quella non fu il vero problema, con il tempo le fan lasciarono da parte Bill e il suo figlioletto,
mettendo però gli occhi solo sul chitarrista, inutile dire che dopo quelle foto, io stessa
ricevetti lettere non poco carine, ma smentii subito la storia con Tom, < bene, ho trovato questa stanza
libera, è compresa di area condizionata se vuole >, < meraviglioso grazie, posso chiederle un'altra cosa? >,
guardai il ragazzo dritto negli occhi, mi persi in quel riflesso color mare, < certo mi dica >, < prima di tutto
puoi chiamarmi Matt, e poi volevo chiederti, se ti va di uscire con me stasera >, rimasi sorpresa dalla
domanda di Matt, il suo comportamento mi piaceva, aveva quel non so chè di romantico, decisi
di svagarmi e pensare ad altro e quell'altro poteva essere proprio lui, < va bene > risposi al ragazzo
che mostrò un sorriso amaliante, < perfetto allora ci vediamo qui alle 9 ok? >, < si > risposi imbarazzata.
Quel ragazzo mi piaceva, certo non era come Tom e forse era un bene, l'idea di uscire con il calciatore
mi piaceva, finito di lavorare tornai in camera per farmi una bella doccia fredda e iniziare così a prepararmi.
Scelsi una gonna di jeans non troppo corta, delle calze a rete ed una maglietta rossa attillata, tirai i capelli
all'indietro in una coda abbastanza alta, presi la mia borsetta e alle 9 scesi nella hole.
Le porte dell'ascensore si aprirono, davanti a me Matt mi stava aspettando, era vestito divinamente,
camicetta bianca e jeans stretti, veniva voglia di saltargli adosso, < buona sera > dissi sorridendo,
< ma lo sai che non so neanche il tuo nome > si mise a ridere, < mmm giusto, piacere Sabina >
strinsi la mano al ragazzo, anche lui contraccambiò, per poi uscire dall'hotel.
Entrammo in una discoteca che aveva aperto da poco, ci dirigemmo verso un tavolino e passammo
il tempo a parlare e a bere, fu in quel preciso momento che il mio cellulare vibrò, presi in telefono
in mano e iniziai a leggere il messaggio " Sabina io e te dobbiamo parlare e risolvere le cose, ti aspetto qui ".
Il messaggio di Tom era stato abbastanza chiaro, ma non volevo andare lì da sola, avevo bisogno di
un supporto per quando Tom mi avrebbe detto addio, < senti Matt >, < dimmi >, < ti va domani di venire in un posto con me? >,
< certo dove? >, < a casa di un mio amico, devo risolvere una cosa, poi possiamo andare a cena fuori, io e te da soli >,
gli feci un sorrisetto alquanto biricchino, < mmm allora mi va più che bene >, < ottimo direi >.
Lasciai Matt accompagnarmi in camera, < allora buona notte >, mi guardò negli occhi per poi allontanarsi lentamente,
< aspetta >, mi avvicinai a lui e posando le mie mani dietro il suo collo lo baciai, < buona notte Matt > mi staccai ed entrai in camera.

 

 

 

 

 

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Capitolo 20
*** Married ***


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Eccomi scusate il ritardo

ma ultimamente non sono in vena

per scrivere U.U

comuqnue ecco a voi....

ps è un pò cortino ma l'ho dovuto dividere in due sorry ç.ç

 

 

Cullai Stefan ancora un pò, giusto il tempo di farlo dormire, mi sentivo terribilmente
indecisa, la situazione che si era creata non era alquanto facile.
Entrai per l'ennesima volta nella stanza di Bill, sdraiandomi sul morbido letto ed
accarezzando il suo cuscino, mi mancava, la sua non presenza mi toglieva il respiro.
Sapevo che per il bene di Stefan sposare Tom era l'unica soluzione, ma tutto
ciò cosa mi poteva dare? una nuova famiglia ma non il mio unico e vero amore.
Eppure ormai l'assenza di Bill era diventata quasi regolare, mettersi il cuore
in pace non era una cosa facile, ma era l'unica cosa da poter fare.
Nonostante tutto ogni notte io sognavo Bill, ascoltavo la sua voce nell'mp3 e come
una scema gli parlavo pure, tutto mi faceva sentire meno vuota.
Tom voleva prendere la paternità di Stefan ma glielo impedii, l'unica cosa che mi
era rimasta di Bill era quella, Tom poteva sposarmi ma per Stefan sarebbe rimasto
solo uno zio.
Scesi le scale raggiungendo velocemente il piano inferiore, il campanello appena
suonato si era sentito fino in camera, tolsi velocemente i giri nella serratura ed
aprii la porta.
Davanti ai miei occhi si meterializzò la figura di Sabina, accompagnata da un ragazzo
alto e biondo, < Sabina? >, < ciao Sonya c'è Tom? >, < ehm si aspetta >, < lui è Matt comunque >,
< ah piacere >, mi presentai al ragazzo stringedo la mano, feci entrare i due per poi
farli accomodare il sala.
Mi fiondai verso la cucina dove Tom stava riordinando il tavolo, < Tom, che ci fa Sabina qui? >,
< ah è arrivata? >, < si con un bel tizio biondo >, feci l'occhiolino a Tom per poi vederlo
dirigersi nella stanza.
Non sentii molto della conversazione, avevo deciso di rimanere in disparte, a quanto pare
però non ero l'unica che la pensava così, vidi Matt avvicinarsi alla porta, < meglio lasciarli parlare da soli >,
mi disse per poi sorridermi, < mmm si credo di si >, il suo volto mi era noto, < Sabina mi ha detto della situazione
che si è creata, mi dispiace >, < ah, così te ne ha parlato >, fece cenno con la testa, < purtroppo non si possono
cambiare le cose, quando succedono, succedono e basta > parlare di Bill mi faceva soffrire molto, ma non
volevo che la gente lo dimenticasse, anzi lui doveva continuare a far parlare di se, anche se non c'era.
Rimasi in cucina con il ragazzo biondo fino a quando Sabina non lo chiamò dalla sala, < andiamo Matt >,
il ragazzo mi salutò per poi uscire dalla porta insieme a Sabina, che non mi degnò neanche di un saluto.
Andai verso Tom, < cos'è successo? >, < niente >, < avete risolto? >, Tom si girò a guardarmi, < con quella non
c'è proprio niente da risolvere >, il chitarrista corse subito al piano di sopra.
Non riuscivo a capire le vere intenzioni di Tom  e sinceramente neanche le mie, fino a qualche tempo fa ero felice
della sua mini storia con Sabina, invece ora, l'idea di veder andare via anche lui mi spaventava, mi sentivo terribilmente egoista.
Lasciai sbollire la situazione, quando arrivai nella stanza Tom stava giocando con Stefan, mi avvicinai a loro,
< il prossimo mese >, guardai Tom cercando di capire, < che? >, continuava a fissare Stefan, < dico il prossimo mese possiamo sposarci >,
< senti Tom, io non ho bisogno essere mantenuta, posso farcela da sola >, < tse, come pensi di farcela se appena esce una foto
di Bill scoppi a piangere >, < con il tempo passerà >, < appunto, ma quel tempo lo passerai con me >, < tu mi stai obbligando? >,
< no io non ti sto obbligando, io ti amo >, non so come ma quelle parole mi scoppiarono il cuore, per  un attimo mi sembrava di parlare
con Bill, e forse fu quella la causa che mi spinse tra le braccia di Tom.
Il mese passò in fretta, Stefan cresceva a vista d'occhio, era bellissimo come suo padre, mi ritrovai a vestirlo elegante,
la stessa cosa feci anchio, indossai un vestito bianco corto con sopra un coprispalle trasparente.
Gustav e Georg ci raggiunsero per fare i testimoni, presto io e Tom ci saremmo sposati, ovviamente non era
un matrimonio in chiesa, richiedeva troppo tempo, ci accontentammo di farci sposare in comune.
Le nozze valevano sia a Los Angeles che in Germania avevamo fatto una cosa unica, le fedi d'oro giallo circondate
da una striscia di oro bianco, brillavano tra le mie dita e quelle di Tom.
Non potevo ancora crederci, mi bastava però guardare mio figlio per pensare che quella era la scelta migliore
per il suo e il mio futuro.

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Capitolo 21
*** Foto ***


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Eccomi :D

 

Due anni dopo. 

 

Il mio ventunesimo compleanno era un bel traguardo, e pensare che non
mi sentivo neanche così grande, se non fosse che ero già mamma.
Tom aveva organizzato una bella festa in casa, ovviamente furono invitati
tutti i produttori dei Tokio Hotel e non solo.
La casa era strapiena di cose da mangiare, da bere e regali,
inoltre la sala si era trasformata in una pista da ballo, e come
se non bastasse Stefan veniva scarrozzato da tutti.
Decisi di prenderlo e portarlo nella sua cameretta piena di giochi,
Tom lo viziava sempre e questa cosa non mi andava proprio giù.
Stefan aveva ancora due anni ma iniziava già a strimpellare la
chitarra proprio come Tom, e dovevo ammettere che aveva anche
del talento. Le cose tra me e Tom andavano più che bene,
fino ad ora non era giunta più alcuna notizia su Bill, ma ormai
quasi tutti credevano nella sua morte.
Nonostante tutto però, sia io che Tom sentivamo ancora la sua
presenza, e forse era quella che ci univa ancora di più.
I Tokio Hotel avevano incominciato di nuovo a scrivere canzoni,
ma il problema era su chi le avrebbe cantate, probabilmente nessuno,
i tokio hotel erano ormai dimenticati, non dalle loro fan ma dal fatto
che la band senza Bill non poteva ritornare in scena.
Lasciai per un secondo da parte tutti i problemi, ritrovandomi così
ad aprire i miei regali, Gustav e Georg mi avevano regalato una
mega trousse, sapendo della mia passione per il trucco.
Il regalo che più mi rimase in presso ovviamente era quello di Tom,
mi aveva regalato una collana di diamanti bellissima con un piccolo
cuore al centro, dentro al cuore vi era la foto di Bill, < cosa significa? >
domandai al chitarrista, < volevo che in qualche modo Bill fosse sempre con te >,
< non capisco, dopo due anni ti viene in mente una cosa del genere >,
< e bè saranno passati due anni, ma Bill c'è sempre e comunque >,
la verità era che da quel momento avrei stretto sempre  quella collana
per paura di perdere anche una sua foto.
Feci finta di niente, lasciandomi avvolgere da un suo abbraccio, < bene gente la festa è finita >,
la voce di Georg era tremendamente calda in quella casa, ma non come quella di Bill,
ammirai le persone uscire dalla porta, Gustav e Georg alloggiavano da noi,
ancora non sapevo per quanto, ma la loro presenza mi rendeva felice.
Mi ricordai di Stefan ancora nella cameretta, il bimbo giocava tranquillo sul tappeto,
lo presi in braccio portando all'indietro i suoi capelli castani, fu in quel preciso momento
che il campanello della porta suonò.
Chi poteva essere a quell'ora, forse qualcuno che si era dimenticato qualcosa,
in realtà andai io ad aprire, i tre amichetti erano troppo distratti a giocare
alla play. Aprii lentamente la porta ritrovandomi davanti un signore alto e in divisa,
lo guardai per un istante, < colonello? > il colonello Weber mi fece cenno con la testa,
era ormai parecchio tempo che non si era più visto, ma bastò farlo entrare
in casa per venire assalita dai brividi.
Appena Tom si accorse del colonello spense il televisore, < colonello > era sorpreso anche lui,
< vi chiedo gentilmente di sederci tutti >, andammo in cucina dove intorno al tavolo
c'eravamo proprio tutti compresi Gustav e Georg, il colonello posò una busta gialla
sul tavolo, la tensione mi preoccupava, < avete ritrovato il corpo di Bill? > disse Tom allarmato,
< dunque, ciò che ho da mostrarvi forse vi renderà felici >, iniziai seriemente a sentirmi male,
< queste foto sono state scattate la settimana scorsa in un piccolo paesino sulle coste africane, osservate pure >,
ciò che mi si mostrò davanti agli occhi era qualcosa di incredibile.
I miei occhi osservarono attentamente quelle foto, mostravano un villaggio africano o meglio qualcosa che assomigliava ad un mercato,
tra i volti scuri delle persone uno spiccava più di tutti, era un viso bianco circondato da un pò di barba nera,
i capelli anchessi neri erano spettinati, mi bastò osservare quegli occhi molto attentamente, iniziai a tremare
mi sentivo come svenire, ne ero certa, era lui, era Bill.

 

 

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Capitolo 22
*** Tutto è cambiato ***


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Eccomi! scusate la mia assenza

ma sono gli ultimi giorni di scuola e devo darci dentro >.<

comunque ecco a voi :) 

 

 

Inchiodai i miei occhi su quelle dannate fotografie, anche quando Tom le strappò dalle mie mani,
il mio sguardo continuava a fissarle. Il silenzio ci stava soffocando, nessuno riusciva ancora
a crederci, eppure quello era lui, < stiamo cercando di riportarlo qui, alcuni informatori hanno
confermato l'ipotesi della caduta dell'aereo, a quanto pare Bill è l'unico sopravvissuto >,
< ma perchè in due anni non si è fatto vivo? >, < purtroppo non c'è nessun collegamento
con quel paese, se non fosse per quel turista che ha scattato la foto, forse non lo avremmo mai trovato >.
Il mio cuore l'aveva capito, in qualche modo sapeva che Bill non era morto, questa però finalmente era
la prova, < vi diremo quando sarà riportato a casa >, < vi prego colonello > dissi fermando l'uomo
sul ciglio della porta, < lo riporti il più presto possibile >, < va bene signorina >, l'unica cosa che volevo
realmente era il suo ritorno, il vederlo di nuovo qui, sentire la sua voce, annusare il suo profumo, volevo
Bill di nuovo accanto a me, tutto il resto non mi importava.
Passai due giorni infernali, non avevo ricevuto più notizie, l'ansia continuava a farmi camminare
per tutta la casa, anche mio figlio mi guardava male quando passavo di continuo davanti camera sua.
Il mio umore era alle stelle tanto da litigare continuamente con Tom, < vuoi stare un pò ferma >,
il mio stress stava innervosendo anche lui, non riuscivo a stare seduta ed aspettare, < tu non vedi
l'ora di riabracciare tuo fratello? >, < ma certo che si, però tu, tu mi stressi >, avevo come l'impressione
di dargli fastidio, di renderlo geloso.
Riuscii a fermarmi appena il cellulare di Tom iniziò a suonare, < rispondi!! >, < si si stai zitta, pronto? >,
Tom rimase in silenzio per qualche minuto, < domani? a che ora? ok perfetto >, chiuse il cellulare per
poi gettarlo sul divano, < allora? > lo guardai ansiosa negli occhi, < domani alle 16 all'aereoporto > il
sorriso di Tom aveva fatto capire benissimo tutto, < Bill!, non ci posso credere > scoppiai in un urlo
che fece vibrare la casa, corsi avanti e indietro per il salone, saltando come una molla, a dire la
verità sembravo tanto una bambina di 5 anni.
Presi subito l'iniziativa di scegliere i vestiti da mettere a Stefan, finalmente dopo due anni avrebbe rivisto
suo padre, e finalmente anche io dopo tutto quel tempo, potevo abbracciare Bill.
Il problema del matrimonio con Tom in quel momento non mi interessava, c'era tutto il tempo per chiarire,
anche perchè il mio cuore non aveva dimenticato Bill, l'aveva semplicemente messo da parte.
L'indomani mattina mi alzai molto presto, l'agitazione per l'ennesima volta non riusciva a farmi stare ferma, nel giro di 1 ora
preparai 2 torte, 1 testo di pasta al forno e  verdure grigliate, cucinare mi piaceva, ma forse avevo decisamente
esagerato. Lasciai la cucina per andare a vestire Stefan, gli feci indossare un paio di jeans  estivi visto che
era ancora Settembre, ed una maglietta nera con il simbolo dei tokio hotel, la mia preferita. Raggiunsi Tom
in macchina con il piccolo Stefan in braccio, per tutto il viaggio rimasi in silenzio, qualcosa dentro di me
stava per scoppiare, forse era quella strana agitazione nel pensare di rivedere Bill, anzi il motivo era solo
quello, la cosa mi rendeva terribilmente felice, ma nello stesso tempo mi spaventava, come avrei reagito?
ma soprattutto lui che avrebbe pensato di me dopo quello che era successo? forse si era dimenticato tutto.
L'orologio dell'Audi segnava le 16:00 esatte, l'aereo era già atterrato, presi la mano del mio bambino che molto
lentamente camminava di fianco a me, Tom prese l'altra mia mano, era agitato anche lui, sembrava quasi che sudasse,
sentivo il suo cuore andare a tempo con il mio, più veloce della luce.
Ci fermammo davanti l'enorme porta di vetro, da lì iniziarono ad uscire una ventina di persone, fu in quel preciso momento
che dal fondo notai una sagoma, alta e magra, fin troppo magra, la camicia bianca e trasparente mostrava quel busto
pallido e asciutto, i jeans strappati erano decisamente troppo piccoli, riconobbi i suoi capelli neri tirati all'indietro,
la barba della foto era scomparsa, il viso struccato spiccava tra la folla.
Il mio cuore scoppiò e il mio viso fu innondato di lacrime, mi persi in quegli occhi color nocciola che impassibili mi stavano
osservando, Bill si fermò rimanendo fossilizzato dalla mia presenza, non ci pensai  due volte, andai ad abbracciarlo.
Mi attaccai al suo collo chiamandolo per nome, le sue braccia strinsero la mia schiena, lo sentivo freddo quasi distaccato,
non ci volle molto a capire il motivo, dietro le sue spalle spuntò una ragazza di carnagione marroncina, i suoi occhi a mandorla
mostravano la sua nazionalità, sembrava tanto una ragazza cilena, era avvolta da lunghi capelli neri e lisci, mi fissai a guardarla,
< chi è? > dissi continuando a fissare la ragazza che subito prese parola, < sono la moglie di Bill, piacere Layra >, in quel preciso
momento capii tutto.
La freddezza di Bill di fronte a me, mi fece sprofondare in un baratro, ero come un fantasma perso nel nulla, quando ripresi i sensi,
vidi l'abbraccio dei due gemelli, era qualcosa di stupendo, entrambi stavano piangendo.
Presi per mano Stefan e mi avvicinai ai due, appena le braccia di Tom si staccarono dal fratello, l'espressione di Bill cambiò,
lo sguardo ricadeva sul bimbo che timidamente lo guardava chiedendosi chi fosse. Le gambe di Bill iniziarono a muoversi verso
Stefan, si accucciò delicatamente osservando il bimbo negli occhi, < Stefan >, la voce del cantante mi fece tremare, la mia pelle
era ricoperta dai brividi, Stefan si girò verso di me, < è tuo papà Stefan > dissi al piccolo sorridendo, lui fece di no con la testa
dopodichè la sua mano indicò un altra persona, Tom, < papà > disse il piccolo, guardai il volto di Bill girarsi verso il fratello per poi alzarsi a
rallentatore, anche se era brutto da dire, purtroppo il gesto di Stefan era più che comprensibile.

 

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Capitolo 23
*** Ti amo, come non ho amato mai ***


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Ecco il nuovo capitolo :)

prima Bill e poi Sonya ^^

spero vi piaccia!

<3<3<3<3<3

 

Bill

Finalmente ero tornato a  casa, quasi non ci speravo più, i giorni passati su quella dannata isola mi avevano
decisamente sconvolto tutto. Non credevo di tornare in Europa, di rivedere Tom, Sonya e Stefan, dopo due
anni avevo incominciato ad arrendermi, tanto da sposare la ragazza che mi aveva salvato.
Era uno strano matrimonio, uno di quelli africani con tanto di danze tribali, speravo seriamente non fosse
valido anche in Europa, ma fui costretto ugualmente a portare la ragazza via con me.
Stefan era cresciuto, un bambino bellissimo, come sua madre, la cosa che mi infastidiva più di tutto
era il vederlo crescere senza la mia presenza, avevo capito che Tom per lui non era uno zio, ma un padre,
non mi dava fastidio, anzi ero in debito con mio fratello, si era preso cura del mio bambino e di Sonya.
Osservai attentamente la figura di Tom, notai fin da subito una fede nuziale al dito, non potevo
credere che mio fratello si era sposato, ma soprattutto con chi?, < Tom, da quando sei sposato? >,
mi accorsi velocemente del suo sguardo serio, qualcosa non andava, gli occhi di Tom si voltaro dietro di me,
mi girai per guardare meglio, Sonya portava lo stesso anello.
Non poteva essere vero, Tom e Sonya si erano sposati, mi sentii decisamente troppo male, la donna che amavo
era diventata mia cognata, e il nostro bambino, mio nipote.
Ci incamminammo tutti e 5 verso la macchina di Tom posteggiata davanti all'aereoporto, per fortuna nessuno era
venuto a conoscenza del mio ritorno, solo quando sarei stato al sicuro chiuso in casa, allora si sarebbe sparsa la notizia.
Non ci volle molto, giusto il tempo di rientrare nella gigantesca villa, non me la ricordavo così bella, ad aspettarmi all'ingresso
c'erano anche Gustav e Georg, inutile dire la felicità che ci avvolse in quel momento.
Mi lasciai cadere sul divano, mentre i miei due amici facevano la conoscenza di Layra, anche loro rimasero stupiti,
come del resto io lo ero per Tom e Sonya.
Dopo cena trovai un pò di tempo per parlare con Sonya, lei era la cosa che più mi mancava, l'unica ragione per cui mi salvai,
aspettai di vederla uscire dalla stanza dopo aver fatto addormetare Stefan, in  quel momento la afferrai per un braccio senza
dirgli niente e la portai nell'altra camera.

Sonya

Sicura che il bimbo dormisse, chiusi delicatamente la porta, ma il mio braccio fu afferrato da qualcuno, il corridoio era
buio, il mio corpo fu trascinato all'interno di una stanza, appena la luce si accese mi trovai di fronte a Bill.
Rimasi con le spalle contro il muro, mentre Bill mi imprigionava con le sue braccia, era dannatamente perfetto, più
bello di quanto mi ricordassi, < ami Tom?, dimmelo così posso dimenticarti >, avevo capito fin da subito che quello
era il momento per chiarire, semplicemente non pensai fosse arrivato così presto, < tu ami Layra? dimmelo così anche io
posso dimenticarti >, < cosa c'entra Layra? >, < cosa c'entra Tom? > < Tom è mio fratello > < e Layra è tua moglie >,
sembravamo decisamente una coppietta di 15 anni, < uhm senti cerchiamo di risolvere questa situazione > per lui era facile
incolpare me, la verità è che prima di sposare Tom io ci pensai mille e mille volte ancora, < l'abbiamo fatto per il bene di Stefan >,
< certo, dicendogli che ero morto >, < non gli ho detto che eri morto > lo guardai stupita, come poteva pensare una cosa del genere?
< annulla il matrimonio ti prego >, disse lentamente quelle parole avvicinandosi con il viso al mio, lo guardai, o meglio mi inchiodai
a fissare quello sguardo, < io ti amo da morire Sonya, amo solo te, non hai idea di come mi sono sentito senza il tuo corpo vicino al mio,
senza il tuo profumo, Layra io non la amo, Sonya sposiamoci io e te, tu sei solo mia >, sentii il cuore sciogliersi dentro di me,
tutte quelle parole avevano risvegliato la passione, il sentimento, l'amore che avevo per Bill, Dio come lo amavo, come mi era
terribilmente mancato, la sua voce, il suo odore, i suoi tatuaggi.
Mi lasciai toccare pesantemente dalle sue labbra, la forza con cui si appoggiarono alle mie era qualcosa di indescrivibile
che non conoscevo più da tempo, le sue braccia invasero il mio corpo, toccandomi dalle gambe al petto, bastò poco
per finire sul letto, quella passione non cessava, diventava sempre più forte, sempre più bella, quella passione era ritornata
ad essere amore, per me e per Bill, insieme.

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Capitolo 24
*** Con noi ***


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Per prima cosa voglio ringraziare tutti i vostri commenti

mi fa davvero piacere tutto questo successo *.*

seconda cosa continuate a recensire e magari date un occhiata alle altre mie FF U.U

dopo questo ecco a voi il capitolo :D baciii

 

 

La casa era vuota, silenziosa, troppo tranquilla, Stefan dormiva, Layra era chiusa in qualche stanza
chissà dove, poco mi importava, ed io mi catapultai sul divano a leggere una bella rivista.
Finalmente dopo molto tempo i Tokio Hotel stavano tornando, i gemelli uscirono presto per andare
ad incidere, il nuovo album era alle porte e le loro fan, più accanite di prima.
Decisi di cambiare aria anche io, l'amore di Bill mi aveva decisamente cambiata, decisa a risolvere
la situazione il prima possibile, parlare con Tom e dirgli semplicemente la verità.
Tutto ora doveva cambiare, sapevo chi dei due volevo realmente, sapevo chi avrei voluto al posto
di quella Pocahontas senza cervello, presi il cellulare, composi il numero e schiacciai la cornetta,
< Sonya? > una voce sensuale e delicata mi rispose dall'altra parte, < si Sabina, sono io >.
Chiedere scusa a Sabina era la soluzione migliore, con la scomparsa di Bill non volevo più
vedere e ne sentire nessuno, ma non avevo capito realmente che l'amicizia di Sabina era l'unica
cosa buona che avevo, < senti, mi dispiace per tutto, davvero, mi sono comportata malissimo con te >,
< oh bè sei semplicemente scomparsa anche tu > disse la mora al telefono, < si hai ragione è che la questione
di Bill mi ha frastornata, ero disperata >, < lo sai che io volevo starti vicino eppure te ne sei fregata >,
< già, forse hai ragione, ho sbagliato a chiamarti, sappi comunque che ti volevo chiedere scusa, ciao >,
non mi meritavo il perdono di Sabina, era giusto così lasciar perdere tutto, < no! aspetta > la ragazza
mi interruppe prima del riataccare, < accetto le tue scuse, ma non è solo colpa tua > sentii la voce
di Sabina farsi più dolce, < la verità è che ne ho aprofittato anche io, per dimenticare Tom >, < quindi lo amavi? >
< si terribilmente, ma ho dovuto dimenticarlo perchè era giusto così, lui doveva stare con voi >,
< senti ti va di venire qui da noi? ci sono un pò di casini e tu mi serviresti > dissi ridendo, < ma certo, posso fermarmi? >,
< e me lo domandi pure? certo Sabina quanto vuoi >, < allora preparo subito le valigie e domani sarò lì >.
Felice riataccai la cornetta, ora che la situazione con Sabina si era risolta, un altro piano mi era giunto nella mente,
l'operazione Sabina&Tom.
Se io e Bill eravamo destinati a tornare insieme anche per gli altri due si poteva fare qualcosa, l'unica pecca
era Layra, quella ragazza per quanto fosse carina, simpatica e dolce, doveva andarsene.
Non avrei detto niente ai ragazzi dell'arrivo di Sabina, una bella sorpresa per Tom era proprio quello che serviva,
iniziai a preparare la stanza della ragazza, ma terminai appena sentii aprirsi la porta.
I gemelli erano tornati, insieme e felici, era bello rivederli così dopo tutto quel tempo, Stefan iniziò anche a capire
realmente chi era suo padre, anche se per due anni non gli era stato accanto, Stefan aveva capito di essere uguale
a Bill e di avere gli stessi gusti di suo padre, < amoreee sei tornato > vidi uscire la ragazza della jungla dalla stanza
e fiondarsi subito tra le braccia di Bill, il fumo che usciva dalle mie orecchie stava per evaporare in tutta la casa,
ma riuscii a trattenermi visto che Tom non sapeva ancora della mia decisione.
Il chitarrista arrivò da me baciandomi delicatamente, notai lo sguardo di Bill fissare pesantemente la piccola scena,
mi piaceva terribilmente farlo ingelosire, vedere quanto lui tenesse a me era meraviglioso, < stasera pizza ragazze >,
sorrisi euforica alla frase che Bill aveva appena detto, < cos'è? pizza? > iniziai veramente a pensare che quella
ragazza non poteva più stare tra i piedi, sentir dire anche che la pizza faceva schifo innestò in me un istinto omicida.
Lasciai perdere le scenate di Layra concentrandomi sulla lavatrice che dovevo fare, i vestiti di Stefan erano più
sporchi del giardino stesso, li infilai dentro l'oblò ma a bloccarmi ci pensò Bill.
Il suo caldo corpo era apoggiato dietro il mio, le sue mani accarezzavano le mie braccia, < Bill ma sei scemo >,
< shhh, tanto sono tutti a dormire >, < non è una buona scusa, ti ricodo che siamo entrambi sposati >,
< ti ricordo che quelli sposati dovremmo essere io e te >, < prima parliamo con Tom e Layra, prima potremo sposarci >,
la discussione non riuscì a fermare Bill e il suo maledetto amore, mi prese sbattendomi sulla lavatrice, era una cosa
alquanto strana per me, ma poco mi importava, l'unica cosa che volevo era di nuovo l'amore del cantante, che ogni
notte diventava sempre più intensa.
La mattina successiva mi svegliai al fianco di Tom, anche se sapevo di aver fatto l'amore con l'altro gemello,
questa situazione non mi piaceva più , dovevamo risolvere le cose e subito.
Dopo pranzo tutti ci sdraiammo sul divano in sala, mentre Stefan portava i suoi disegni a Bill, era felice anche lui,
iniziare un rapporto con suo figlio lo rendeva entusiasto, voleva recuperare tutto il tempo perduto, e ci stava anche riuscendo.
Tra una parola e l'altra le chiacchere diminuirono, iniziai a chiedermi che Sabina si fosse persa per strada, poteva
anche non ricordarsi la strada, ma per fortuna non fu così, poco dopo il citofono suonò, < chi è a quest'ora? > disse
il cantante < qualche nostra fan > rispose il gemello, a parlare ci pensai io, < mmm qualcuno di meglio >, aprii la porta
mostrando alla famigliola l'arrivo della giovane ragazza.
Sempre alta e magra, ma questa volta i capelli di Sabina erano leggermente ondulati con delle meches rosse sulle punte,
il viso era struccato tranne per il rossetto rosso sangue, portava una camicetta a quadretti e un paio di jeans scuri, ad
accompagnarla 3 valigie arancioni. Senza dire niente Sabina si appese al mio collo riempiendomi di baci, non era
cambiata molto fatta eccezione per il look, Tom rimase a fissarla anche quando la ragazza iniziò a spupazzare Stefan,
< cavolo ma guarda come sei grande, anche tu Sonya sei dimagrita >, < tutto merito di mio figlio, te lo affido se vuoi >,
la ragazza iniziò a salutare anche Bill conoscendo Layra, < è la moglie di Bill > disse alzandosi in piedi il chitarrista,
< tua moglie? > si girò per guardare Bill , < lunga storia Sabina, lunga storia > guardai anche il saluto tra la ragazza
 e il chitarrista, un bacio normalissimo sulla guancia, mi accorsi però delle gambe tremolanti di Sabina e del suo colorito
rosso accentuato sulle guance. 

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Capitolo 25
*** Scusami ***


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Eccomi :)

scusate ma ultimamente sono

un pò impegnata >.<

 

 

Sabina

Scesi le scale cercando di fare meno rumore possibile, tutti stavano dormendo ed era anche
comprensibile vista l'ora. L'orologio della cucina segnava le 2 esatte, furtivamente mi avvicinai
al frigo per prendere un bicchiere d'acqua fresca. Ero felice di aver rivisto Sonya e gli altri,
di tempo ne era passato, ricordavo ancora il giorno dell'incontro con Sonya sull'aereo, il tour,
il viaggio a Lylie, tutto era passato così velocemente, anche la mia storia con Tom era volata via,
in effetti non era mai stata una storia, ma non potevo negare, alla fine di tutto quel ragazzo
così speciale, mi aveva rubato il cuore. Me ne accorsi qualche tempo fa, dopo il mio viaggio
in casa Kaulitz con Matt, l'andarmene senza neanche aver salutato la mia amica, la disperazione
per la scelta che Tom ormai aveva preso, decisamente fu una batosta.
Cercavo di consolarmi tra le braccia di Matt, per due anni ero stata la sua ragazza, ma fare
l'amore con lui non era la stessa cosa, non sentivo quella passione che mi divorava dentro quando
andavo a letto con Tom, probabilmente lui lo faceva per gioco, ma quel gioco mi aveva portato in un baratro,
ora avevo capito, non potevo fingere ancora di stare con Matt, l'unica persona che volevo era il chitarrista.
Avevo promesso a me stessa che quando l'avrei rincontrato, mi sarei buttata nel fuoco pur di farlo
innamorare di me, ed ora che Bill poteva riprendersi Sonya, io forse avevo quella piccola speranza in più.
Ripresi il controllo della mia testa, dopo che mi persi a pensare dentro il frigorifero, la mia pelle si era congelata
fino in fondo alle gambe per metà scoperte, chiusi il portellone gigantesco del frigo notando una figura sulla mia destra.
Stentai ad urlare, ma il salto di spavento aveva rimbombato per tutto il pavimento, < no ma dico sei pazzo >, mi girai
verso il chitarrista che assonnato mi stava scrutando. Quando faceva così lo odiavo con tutte le mie forze, mi sarei
dovuta legare al tavolo per resistergli, l'idea iniziò seriamente a frullarmi in testa, < scusa ti ho spaventata >,
< oh no, tranquillo vado a dormire, ciao >, inizia a muovermi prima che il mio istinto sessuale prevalse su di me,
< cos'è hai paura che ti mangio? >, la sua voce era ancora più sexi e profonda, < non sei tu che mi spaventi Kaulitz >,
mi girai verso di lui, < ho paura di me stessa >, per un momento mi guardò scettico, poi a quanto pare capì, < ah ok,
allora buona notte >, si voltò dall'altra parte, e capii decisamente che dovevo andarmene, girai l'angolo della porta
ed iniziai a salire le scale.
I scalini erano freddi con il tatto dei miei piedi, ed il mio cuore si era appena congelato del tutto, parlare con lui
non era facile, forse dovevo dimenticarmi di lui e del suo terribile dannato corpo, si forse dovevo proprio scordarmi
tutto, compreso questo amore platonico, avevo capito, lui non mi amava.
L'indomani mattina il sole splendeva per tutta l'abitazione, era quasi inverno ma si moriva ancora di caldo,
decisi di raggiungere la mia amica nella sua stanza, mentre impegnata cambiava Stefan, < ehila buon giorno >,
dissi entusiasta, < Sabina eccoti > lei mi sorrise dolcemente, il suo viso aveva un espressione tranquilla e serena,
< stai bene Sonya? >, < l'hai notato? >, < mmm non so cosa, ma si l'ho notato >, mi sedetti sul letto insieme
alla ragazza, Stefan giocava di fianco a noi, < cos'è successo? > lei rivolse lo sguardo verso il basso per poi
tirarlo su con un tenero sorriso, < sono incinta > la guardai negli occhi < oddioooooooooooooooo > iniziai ad urlare,
per fortuna Sonya mi attappò la bocca, subito dopo mi arrivò una fitta al cuore, < aspetta > dissi impaurita fissando
la ragazza, < no Sabina, non è di Tom se è quello che pensi >, < cccc come? ma? >, < io e Bill ci amiamo ancora
e questo è il risultato, c'è un piccolo problema devo dirlo a Tom >.
La nuova gravidanza di Sonya mi metteva gioia, vederla così felice per il ritrovamento di Bill non aveva prezzo,
il suo sorriso era tornato ad illuminare il mio, < stasera >, < stasera cosa? > mi rispose la bruna, < stasera annuncerai
la tua nuova gravidanza >, < oh no ma sei pazza, devo prima risolvere le cose >, < senti Sonya, se questo bambino è
arrivato ora, vuol dire che è un aiuto per mettere a posto tutte le cose, fidati di me >, < ho paura, ma farò come hai detto >,
ci lasciammo andare in un lungo abbraccio.
La sera stessa per casa girava una marea di ansia e agitazione, o meglio lo era per me e Sonya, forse l'arrivo di questo
bambino avrebbe finalmente chiarito tutto, ma soprattutto avrebbe mandato via Layra. Mi ritrovai nel salone insieme
ai due gemelli ed a Layra, l'idea era quella di guardare un film, Sonya doveva intervenire ora e subito.

Sonya

Guardai dall'alto la scenetta al piano inferiore, tutti aspettavano l'inizio del film, mentre Bill cercava di inserire il dvd,
in quel momento capii che dovevo fare ciò che era più giusto, iniziai a scendere gli scalini, arrivata quasi
alla fine mi girai verso Sabina che decisa mi fece cenno con la testa, fu in quel momento che presi parola, < ragazzi
scusatemi ma devo parlarvi >, < parla ti ascoltiamo > mi rispose il chitarrista, < è una cosa seria potete almeno
fermarvi un secondo > nessuno mi dava retta, erano troppo impegnati a smanettare per quel dannato dvd, in quell'istante
preciso Sabina si alzò in piedi < Sonya è incintaaaaaaa >.
Le urla della ragazza finalmente fecero fermare i ragazzi che si voltarono entrambi a guardarmi, < grazie Sabina >,
< oh figurati > la ragazza si avvicinò a me prendendomi per mano, < tu sei cosa? >,< ah dai Tom hai capito benissimo >
poteva benissimo far finta di non capire ma lo sguardo di Bill si notava, era preoccupato e stupito, < ma come fai ad
essere incinta se io e te non scopiamo da una sett.....> a quel punto Tom si fermò sgranando gli occhi in un punto fisso,
io guardai gli occhi di Bill che mi stavano fissando, il chitarrista si girò per guardare il fratello, dopodichè si alzò e corse di sopra.
Il piano di Sabina aveva fatto cilecca, ma almeno ora la verità era uscita a galla, < mi dispiace Bill >, < shhhh, non preoccuparti >,
si avvicinò a me accarezzandomi dolcemente il viso, < di nuovo papà, non posso crederci >, < ehi Kaulitz ti dai da fare eh? > disse
la mora, < ehhh l'amore cosa vuoi che ti dica > il sorriso euforico di Bill mi aprì letteralmente il cuore, ma il vero problema erano
Tom e Layra che avevano capito tutto, e che in quel momento ci stavano odiando.

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Capitolo 26
*** Viaggio ***


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Chiedo umilmente scusa T.T

ma tra la fine della scuola e le prove

del saggio di canto sono KO >.<

Finalmente ecco il nuovo capitolo ;) a voi!

 

Sabina

Mancava poco all'uscita del nuovo cd, e tra una cosa e l'altra Bill era già in ansia, affrontare dopo tanto tempo un tour con molti impegni
ma soprattutto una nuova gravidanza, mi chiedevo come potesse riuscirci.
Sapevo in qualche modo che il cantante avrebbe avuto al suo fianco Sonya e Stefan, e mi chiedevo se era giunta l'ora anche
per me di parlare con Tom. Il chitarrista da giorni ormai non rivolgeva più la parola a nessuno, compresa  Sonya che aveva cercato
di iniziare vari discorsi con lui, ma senza alcun risultato. Decisi di prendere la situazione in mano, bloccai Tom all'uscita della camera,
ma con un colpo al petto lo riportai dentro, < Sabina che diavolo..> < ora tu ti siedi e mi ascolti > la mia espressione era da vera incazzata,
lui l'aveva capito così si sedette, < ascoltami bene, vuoi piantarla di fare il bambinone? lo sapevi Tom > mi guardò con sguardo insucuro,
< sto parlando della storia con Sonya, sapevi che se Bill sarebbe tornato lei ti avrebbe lasciato >, < non in questo modo speravo >,
< ok magari doveva dirtelo subito, ma diavolo Tom lei ti vuole bene e voleva trovare il modo per non ferirti >, < bel modo di merda >,
conoscevo il suo carattere ormai alla perfezione e in qualche modo anche i suoi pensieri, < ho capito, tu credevi che il bambino fosse tuo >,
i suoi occhi non mi guardavano, erano troppo concentrati a stare rivolti verso il basso, < si, pensavo di diventare padre finalmente >, in
quel caso nella mia mente passò un pensiero alquanto stralunato, vedevo l'immagine di me e Tom insieme con un bambino, era meglio
fare finta di niente. Mi avvicinai al ragazzo prendendogli una mano, < tu vuoi bene ad entrambi Tom, e so che vederli insieme ti rende felice >,
< io mi ero già messo questa cosa in testa dall'estate in cui l'ho persa a Lylie, eppure c'è qualcosa che mi spinge a volerla >, < bè è normale,
le vuoi bene ed hai paura di rimanere solo, ma non è così, ora ci sono io > quelle parole uscirono dalla mia bocca senza neanche averle pensate,
rimasi scioccata per quello che avevo detto ed anche il chitarrista si girò per guardarmi negli occhi. Cinque minuti di sguardi uno tra l'altra,
bastarono per far esplodere il mio cuore, < tu? >, < si Tom ci sono io, per qualsiasi cosa, se hai voglia di piangere, divertirti ecc >, fece una piccola
risatina, < non mi credi? >, < tu mi ami è così? > mi bloccai fisicamente, come l'aveva capito? come era arrivato a quella conclusione, eppure
io ero difficile da capire, non mostravo mai i miei veri sentimenti, ma lui c'era arrivato, < io ti voglio bene Tom e non voglio vederti triste, tutto qui >,
indecisa sul da farsi iniziai ad avvicinarmi alla porta, quando fu lui a fermarmi, < fammi innamorare di te > le parole raggiunsero le mie orecchie, il suo
caldo respiro si avvicinava dietro di me sfiorandomi il collo, < io non posso costringerti ad amarmi >, < lo sai, ero terribilmente geloso di Matt > lo era
davvero? od era il suo stupido trucchetto per portarmi a letto, < non ci credo Kaulitz > le sue braccia iniziarono a stringermi, < non voglio portarti a letto,
voglio solo sentirmi amato > finalmente capii di cosa aveva bisogno Tom, mi fidai di lui, ci sdraiammo entrambi sul letto, lo abbracciavo forte a me mentre
la sua testa era vicina al mio petto, ci lasciammo cullare da entrambi fino ad addormentarci.
Il giorno dopo sentii un gran baccano dal piano inferiore, decisi di lasciare il chitarrista ancora sul letto a dormire, mi avviai lentamente verso la porta
per poi scendere le scale. Il salone era invaso di valigie, a quanto pare qualcuno se ne stava andando, mi avviai verso la cucina dove vi trovai
Sonya, Bill e Layra, < che state combinando? > < oh Sabina, Bill ha annullato il matrimonio con Layra > < davvero? > il cantante mostrò un sorriso
galattico, in cambio però ricevetti una brutta occhiata da Layra, < c'è mi dispiace per te ovviamente ma addio, bon voyage, Auf Wiedersehen, da svidanija,
sayonaraaaa > spinsi la ragazza fuori dalla porta buttandogli addosso le valigie, mi voltai ritrovandomi la coppia di fidanzatini ad osservarmi male, < che c'è? >,
< bè Sabina non hai un pò esagerato? > risposi alla ragazza con un finto sorrisino, < ma se volevate cacciarla anche voi > sbuffai per poi andarmene sentendo
le risate di entrambi. Corsi subito da Tom per dargli la buona notizia, quando entrai nella stanza mi ritrovai il chitarrista a petto nudo che cercava di infilarsi la maglietta,
rimasi letteralmente folgorata, un fulmine mi avrebbe fatto meno male, < notizia bomba > spaventai il ragazzo ancora mezzo assonnato, < che notizia? >, < pocahontas
è tornata nella jungla >, < Layra? > feci cenno con la testa, < senti Sabina ti va di venire in vacanza con me? > per un momento cercai di connettere il cervello, forse avevo
capito male, < dove scusa? >, < bè ecco, visto che il cd sta per uscire vorrei svagarmi prima dell'inizio del tour, ho bisogno di stare per i fatti miei > non che l'idea mi dispiacesse
< ma se vuoi stare da solo perchè vuoi che venga anche io > < perchè ti do l'opportunità di passare due settimane con il ragazzo più bello del mondo > il sorriso accecante
uscito da quel viso mi abbagliò, non potevo credere a quella creatura sadica ma dannatamente divina, eppure accettai.
Più tardi scoprii che il luogo delle nostre vacanze erano le Maldive, un posticino da niente insomma, Tom aveva già prenotato una camera matrimoniale in un super albergo di lusso
con tanto di spiaggia privata, iniziai a scegliere qualche vestitino estivo, mi accorsi però di non averne neanche mezzo.
Costrinsi la mia amica ad uscire con me, se dovevo realmente partire mi servivano vestiti nuovi ma soprattutto sexy, < che ne dici di questo? > mostrai a Sonya un vestito rosso
attillato, la parte anteriore bassa era coperta da una retina che mostrava la pancia, < mmmm non è un pò troppo? > < si forse hai ragione >, < Sonya ma perchè non venite anche tu
Bill e Stefan > < ahah ma sei pazza? non vuoi rimanere sola con Tom? > sentii le mie guance diventar rosse, < un pochino in effetti > scoppiammo a ridere come due adolescenti
in preda ad una crisi di scemenza, la sera tornate a casa iniziai a preparare qualche valigia, preparando anche mentalmente la mia povera testa.
Passare due settimane con Tom mi metteva ansia e paura, questa era l'ultima shance per sistemare la situazione, ormai lui aveva capito cosa provavo nei suoi confronti,
toccava a lui ora capire i suoi sentimenti per me.
Due giorni dopo finalmente io e il chitarrista ci dirigemmo verso l'aereoporto, l'idea di volare dopo il fatto accaduto a Bill mi spaventava terribilmente, ma almeno se fossi morta,
ero accanto a l'uomo che amavo. Mi sedetti vicino al finestrino aspettando che Tom si affiancasse a me, mi voltai nella speranza di vederlo arrivare e presto fu così, il suo passo
alquanto goffo si notava da chilometri di distanza. Si sedette di fianco a me, iniziammo a dialogare, ovviamente io cercavo di distrarlo e di non fargli ricordare Sonya, questa vacanza
serviva sia a lui che a me, doveva essere una vacanza da sogno.
Finii per addormentarmi sulla spalla del chitarrista, anche se dormivo il suo profumo entrava nelle mie narici e riempiva il mio corpo di calore e dolcezza, fu lui a svegliarmi quando l'aereo
finalmente giunse a destinazione. Ovviamente dall'aereoporto poi prendemmo una barca che in pochi minuti ci lasciò definitivamente sull'isolotto, inutile dire quanto fosse meravigliosa
l'acqua ma anche la sabbia e l'hotel. Un albergo molto semplice con un piccolo particolare in più, avevamo un intero pezzo di isola tutto per noi compreso di piscina e vasca idromassaggio,
la camera era sublime, con una veranda che dava sulla spiaggia, mi lasciai inebriare dall'odore salmastro dell'aria per poi perdermi in un odore molto più familiare.
Tom arrivò alle mie spalle mentre io intenta osservavo il luogo dalla finestra, < ti piace? >, < scherzi! è un paradiso > mi girai da lui mostrandogli un gigantesco sorriso venendo ricambiata,
dopodichè l'espressione di entrambi si fece più seria, il viso di Tom si avvicinava veloce al mio, cadendo sempre di più sulle mie labbra.
Mi lasciai intrappolare dal sapore di quei baci, delicati ma nello stesso tempo colmi di passione e sentimento, iniziai a togliere la maglia che Tom indossava, era quasi un impulso del mio corpo
che si muoveva per i fatti suoi, le verità è che non resistevo a lui, < ehi calmati > la voce del chitarrista mi fermò, che diavolo stavo combinando? < scusami > tutto d'un tratto mi sentii
sprofondare nella vergogna, la vacanza era appena inziata e già mi sembrava difficile continuare.

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Capitolo 27
*** Normalità ***


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Eccomi :) ho cercato di fare il prima possibile

Grazie a tutte coloro che recensiscono

ma anche a quelle persone che leggono semplicemente ^^

ecco a voi

 

 

Sabina

Lasciai la porta della camera sbattere, e velocemente mi fiondai a fare colazione,
ero tremendamente in ritardo, il chitarrista non aveva minimamente pensato di svegliarmi.
Quando finalmente giunsi nel piccolo ristorante capii di essere rimasta l'unica, anche Tom
non si vedeva, forse era già andato in spiaggia pensai.
Inghiottii la mia brioche dopodichè iniziai a dirigermi verso la spiaggia, come immaginavo Tom
era già seduto sulla sdraio a prendere il sole, sembrava un Dio sceso sulla terra, nessuna creatura
era più bella di lui, < grazie per avermi svegliato > interruppi il sonnellino del ragazzo, sistemandomi
su una sdraio lì vicino, < non sono mica la tua balia > disse spostandosi gli occhiali da sole sulla testa,
< simpatico > feci una smorfia per poi sistemarmi sotto i caldi raggi di sole. Dopo qualche minuto
decisi di andare a fare un bel bagno, notai di aver attirato l'attenzione di Tom mentre delicatamente
mi ero alzata. L'acqua era di un verde smeraldo trasparente, ed era piena di pesci colorati,
la spiaggia era poco affollato, non c'era praticamente nessuno.
Quando mi girai per tornare sotto il mio ombrellone, notai una cerchia di ragazze tutte intorno
al chitarrista, sapevo che la sera stessa del nostro arrivo, Tom era andato a divertirsi in discoteca,
ma non pensavo avesse attirato così tanto l'attenzione. Per cercare di non far vedere la mia arrabbiatura,
presi la borsa e me ne andai nella stanza, non so che intenzioni Tom aveva, ma ciò non mi piaceva affatto.
Passò un ora bella e buona, nel frattempo mi ero fatta un bel bagno rilassante e mi ero anche preparata per la
serata, indossai un vestitino a fiorellini azzurro con intorno alla vita una piccola cintura marrone, un bel paio
di sandali con il tacco e un trucco molto leggero. Finalmente il chitarrista mi raggiunse in camera notando
il mio essermi vestita, < wow sei già pronta, allora stasera ceniamo insieme > la sera del nostro arrivo
mi ero addormentata dalla stanchezza saltando anche il pasto, questa volta però ero pronta a conquistare Tom,
< si, datti una mossa però eh >. Per fortuna ci impiegò la metà del tempo a vestirsi, indossava una maglia a mezze
maniche nera ed un paio di pantaloncini corti, inutile esprimere quanto fosse meraviglioso. Entrambi ci ritrovammo
a mangiare insieme, il trovarmelo davanti agli occhio, io e lui soltanto, era qualcosa di indescrivibile, un senso quasi di
svenimento, < senti Sabina dopo ti va di fare un giro in spiaggia? > presi coscenza di quello che aveva appena detto, < certo >,
per la prima volta mi sentii in imbarazzo. Dopo un infinità di cibo ingurgitato nel mio stomaco, mi alzai dal tavolo di fianco al
chitarrista, bastarono pochi passi per ritrovarci sulla spiaggia a parlare, < in realtà io e te non ci conosciamo molto > disse con
voce roca, < se mai sei tu che non mi conosci > sorrise timidamente, < si hai ragione, dai allora, raccontami di te > < non saprei
da dove iniziare > riuscii a prendere parola, e tra una battuta e l'altra la serata iniziò a passare velocemente, eravamo ancora
lì seduti sulla spiaggia a parlare, ridere, ero riuscita a farlo distrarre, ne fui orgogliosa, < incomincio ad avere freddo, andiamo? >
< ah e io che ti credevo un maschiacco > < io qui sinceramente non vedo maschiacci > scoppiammo a ridere dandoci anche
qualche piccola spinta per cercare di far cadere uno e l'altro, poco dopo mi ritrovai sdraiata sul letto della stanza, assonnata e infreddolita,
mentre Tom perdeva tempo in bagno.
Riaprii gli occhi non appena la porta del bagno si aprì, < ma hai sempre sonno tu? > aveva indovinato il mio punto debole, se fosse stato per me,
sarei rimasta giorno e notte a dormire. Il ragazzo si draiò di fianco a me e finì per abbracciarmi dolcemente, il freddo era passato, ora sentivo il suo calore,
il suo respiro profondo attraversarmi la pelle, le sue grandi mani si avvinghiavano al mio corpo, mentre io piano piano mi avvicinai e mi lasciai abbracciare
dal suo petto.
 
Sonya

Chissà se Sabina era riuscita a sistemare le cose? se la vacanza con Tom andava bene, di certo si sarebbe goduta
una bella vacanza alle Maldive, cosa che avrebbe fatto piacere anche a me. Tralasciai i pensieri sulla coppietta in luna di miele,
piuttosto pensai ai miei problemi, le pratiche per annullare il matrimonio fra me e Tom erano andate in porto, presto avrei avuto
una risposta. Ora che Layra era andata via, tra me e Bill andava tutto alla perfezione, anche Stefan era contento della
nuova famiglia che si era creata e che si stava per allargare, < papà andiamo a giocare? > < certo tesoro, dove vuoi andare? >,
< al parco > l'essere dei genitori giovani aveva i suoi pro e i suoi contro, ma l'avere un padre famoso non era alquanto facile,
< Sonya mi è venuta un idea > disse Bill salutandomi da dietro con un tenero abbraccio, < dimmi > < un picnik al parco noi tre, ehm 4 >
< ma sei fuori come un pogiolo? > non mi sembrava una buona idea vagare per il parco di Los Angeles, < eddaiiii faccio tutto io vedrai >,
non resistetti al suo sguardo da cucciolo indifeso, normalmente ero io a farlo, ma a quanto pare Bill aveva capito il trucco.
Non mi rimase altro che accettare, preparai in fretta e furia un cestino con del cibo, quello che il frigo offriva per fortuna era abbastanza,
vestii Stefan e insieme a lui raggiunsi la macchina dove Bill ci aspettava, < ho prenotato un pezzo di parco va bene? > rimasi scettica a
quelle parole, ma non mi stupii più di tanto, lui poteva permetterselo. Quando finalmente arrivammo a destinazione, sistemai una coperta
sotto un grosso albero e vi appoggiai sopra il cibo ed i giochi di Stefan, < ah ah fermi lì, prima mangiate e poi giocate > i due ometti si sedettero
di fianco a me per mangire, sia al padre che al figlio non mancava l'appetito, ma la voglia di giocare a pallone a quanto pare era più importante.
Bill con la palla era bravo soltanto a combinare casini, ma vederlo giocare in qualche  modo con Stefan mi tirava su di morale, finalmente
dopo tanto sembravamo una famiglia felice. Ne aprofittai per chiamare la mia amica e chiederle come andava la situazione, < pronto! > < Sabina come va? >
< ehi ciao Sonya, tutto bene voi? > < tutto ok, siamo al parco > < al parco? con Bill? > < si, ahaha > anche la ragazza dall'altro lato della cornetta rimase
pietrificata dalla notizia, più che altro preocupata da cosa poteva succedere, < stai tranquilla, piuttosto con Tom? > < tutto bene , da qualche giorno stiamo sempre
insieme come due buoni amici, è bello parlare con lui, non sapevo tutte queste cose > < e non avete fatto altro? > < non ci crederai, ma no, per ora solo discorsi
e qualche abbraccio niente più > < è giusto così Sabina, deve superare tutto molto delicatamente, senti per favore non dirgli ancora che ho annullato il matrimonio,
quello devo farlo io > < ok ok stai tranquilla, prometto >.
La chiamata finì molto presto, ero felice che le cose tra i due stavano andando bene, ero anche felice che vicino a Tom ci fosse Sabina, lui aveva sofferto fin troppo,
non si meritava altra sofferenza, con me sarebbe soltanto andata peggio, continuai a pensare mentre nell'aria si udivano le risate di Bill e Stefan.

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Capitolo 28
*** Sei importante ***


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Mi scuso per il ritardo >.< ma ho avuto vari problemi tra cui quelli di cuore,

 comunque sono riuscita a scrivere il continuo e ora ve lo lascio leggere.

Grazie a tutte le persone che seguono la storia e a quelle che si sforzano un pò di più per lasciare un commento -.^ a prestoooooo.

 

 

 

Sabina

Mancavano tre giorni alla fine delle nostre vacanze, non mi ero neanche resa conto del tempo che era trascorso,
le giornate al mare erano splendide, i giochi in acqua con Tom mi rendevano sempre felice e gioiosa, anche le sere
erano alquanto belle, sempre accompagnate da cenette romantiche tra me e il chitarrista, non potevo chiedere di meglio.
Non era successo niente di niente, avevo lasciato da parte le speranze di poterlo fare innamorare di me, quella che
si era creata era una bella amicizia, ma poteva diventare qualcosa di più? no non ci credevo ormai.
La notizia della mia vacanza con Tom aveva fatto il giro del mondo, non so quando, ne dove ma qualcuno ci aveva visti
e fotografati, a Tom la cosa non interessava e sinceramente neanche a me, speravo soltanto di non dover avere alle
calcagna qualche fan impazzita.
Avevo iniziato la giornata chiamando la mia cara amica, chiedendogli come stavano andando le cose, a quanto pare
molto bene, < senti un pò Sonya, la pancina cresce? > < oh si guarda sono già lievitata come un palloncino >
< davverooo? > < ma figuratiii, Sabina aspetto da solo tre settimane > < e bè? > < lascia perdere, però ora che mi ci
fai pensare, rispetto alla prima gravidanza sono già più dura > < vuol dire che cresce bene > mi interruppi, la porta della
stanza si era aperta lasciando entrare l'esile figura di Tom, < Sonya ci sentiamo salutami Stefan ciaoooo > lanciai il cellulare
sul letto potendo così concentrarmi ad osservare Tom, < potevi continuare a parlare con lei > < si potevo, ma non era rispettoso
nei tuoi confronti > mi alzai dal letto con un piccolo sorriso malizioso sulle mie labbra, bastò quel gesto o forse quelle parole
per essere afferrata dal ragazzo. La sua presa era diventata più potente, mi faceva quasi male, il suo sguardo era inchiodato
al mio con un piccolo particolare in più, era capace di provocarmi un senso di svenimento e calore in tutto il corpo.
Rimasi con il viso rivolto verso il suo, aspettando che iniziasse a parlare, ma non lo fece, l'unica cosa che riuscì a fare,
fu appoggiare le sue labbra sulle mie. Dopo molto tempo sentii di nuovo quella sensazione sulla pelle, come se lui
fosse una bellissima rosa che con le sue spine mi aveva graffiato, e io gocciolavo di rosso, ma non sentivo male e neanche
bruciare, ma provavo il piacere nell'infliggermi ancora di più quelle spine nella pelle. Non ricordai più nulla, forse l'ebrezza della
passione nell'aria e le prese di Tom al mio corpo, baci, carezze, queste erano le poche cose che quella sera rimasero nella mia mente.
A svegliarmi fu il suo profumo e la sensazione di essere osservata, i miei occhi si spalancarono nei suoi, un mare di cioccolato colmo
di emozioni e di brillare, ecco com'era guardare i suoi occhi, svegliarsi e perdersi fin da subito nel suo sguardo, < hai finito di russare >,
sul viso del chitarrista comparve un sorriso che lasciava intravedere la sfilza di denti bianchi e drittissimi, < io non russo >, < lo so,
era per non dirti che mi sei letteralmente saltata addosso > < Kaulitz ti ricordo che sei stato tu a fare tutto > < ah ah ah no mia cara,
io ho fatto l'inizio, tu il continuo e la fine > supponendo che fosse stato vero, come poteva non capire l'amore che avevo provato
nel farlo, la passione che aveva invaso il mio corpo, < l'ho sentito anchio! > < che? > balzai per un secondo, di certo non leggeva
la mente altrui, < ho sentito quello che provi per me e.... > < e? > < l'ho trovato meraviglioso, non mi sono mai sentito così > lo fissai,
non era il suo solito modo di dire le cose, era serio, sembrava quasi dispiaciuto < non mi sembri però contento > < infatti non lo sono >,
si alzò dal letto dirigendosi verso il bagno.
Non capivo dove voleva arrivare, se non desiderava tutto ciò poteva benissimo fermarsi, o fermarmi, < e quindi? > mi arrabbiai, iniziai
a mettermi le prime cose sottomano, una gonna e una canottiera, < dove vai? >, < da qualcuno che non mi prenda per il culo > mi
osservava ma questa volta io non osservavo lui, mi avviai verso la porta < Sabina aspetta > non lo ascoltai, mi precipitai sulla maniglia,
< questa notte, ho sentito di amarti > mi pietrificai, la mia mano rimase afferrata sul manico della porta, < se non sentivo ciò, non l'avrei mai fatto,
proprio perchè so cosa provi nei miei confronti >, < mi stai dicendo che mi hai amato solo per una notte? > che cosa assurda, < sto dicendo
che da questa notte io ho capito di amarti >.
Con lo sguardo rivolto verso il pavimento, le gambe che tremavano e la voce che stava scomparendo, non avevo più il coraggio
di guardarlo, ora che mi amava anche lui, ora che tutto era diventato come volevo, perchè  questo mi faceva paura?
Lasciai avvicinarsi a me il ragazzo che molto dolcemente afferrò le miei mani, < ti chiedo solo di respirare la stessa aria che
respiro io, ti chiedo di camminare sulle stesse impronte che io ho lasciato, Sabina io ti chiedo di vivere, vivere al mio fianco >, quelle parole
mi fecero scoppiare il cuore e non solo, le nostre mani vennero benedette dalle mie lacrime, mentre i nostri volti si sfiorarono come il sole
faceva con la luna, creando una bellissima eclissi.
Dopo due giorni eravamo pronti per tornare a casa, mano nella mano, battito su battito, respiro con respiro, ci avviammo all'aereo
come due piccioncini dopo un viaggio di nozze, volevo la conferma di ciò che stava succedendo, decisi così di dire al chitarrista
che da qualche tempo il suo matrimonio era stato annullato, < pf chissà perchè ma lo sapevo > < e non mi hai detto niente? >
< sei tu che butti subito giù il telefono quando parli con Sonya > < bè ma perchè pensavo ti desse fastidio > < ormai ci sono abituato >,
guardai il suo volto perdersi nella luce mattiniera che entrava dal finestrino, presto saremmo tornati a casa, < ti vibra il cellulare > < oh grazie >,
forse avevo esagerato ad osservarlo, presi in mano il cellulare e guardai la scritta Sonya lampeggiare sullo schermo, < rispondiiii >,
< sicuro? > < meglio del tormento della vibrazione >.
Tirai su lo shermo e risposi, < Sonyaaaa dimmi >, < ehy Sabina siete in aereo? > < si, si , tutto apposto > < buon per te > sentivo la voce
della mia amica preoccupata, < perchè cos'è successo? > a quella domanda anche Tom si girò, < oh niente di che, sono soltanto due >,
< due cosa? > dissi non capendo il discorso, < due gemelli > la gomma da masticare che qualche minuto prima era nella mia bocca, si ritrovò
attaccata al vestito di una vecchietta, < due gemelliiii? > Tom spalancò gli occhi, e subito dopo scoppiò a ridere, di gioia.

 

 

 


 

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Capitolo 29
*** Aria di tempesta ***


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Eccomi :) capitolo un pò corto

ma presto arriverà l'altro ^^

RECENSITE????? *-*

 

 

 

 

Sonya

Non c'era cosa più bella del svegliarsi con i due miei ometti, il letto era abbastanza grande per tutti e tre,
o forse dovevo dire per tutti e cinque. Se la mia vita con la nascita di Stefan era decisamente cambiata, non
immaginavo come poteva esserlo con un parto gemellare. La notizia sconvolse Bill tanto da farlo svenire
nella sala dell'ecografia, due piccole noci nascoste nella mia pancia, ricordo con precisione le parole
della dottoressa, < oh forse dovrei farvi doppi auguri >, la mia reazione a quelle parole fu troppo tranquilla,
< cosa intende mi scusi? non saranno mica.... > avevo decisamente capito, < due, si aspettate due gemellini >.
Ancora adesso io e Bill non ce ne rendiamo conto, nonostante tutto eravamo felici, ora la famiglia si stava
allargando, o meglio i Kaulitz  stavano per estendersi.
Decisi di alzarmi dal letto e lasciare padre e figlio ancora abbracciati, erano appena le 9 di mattina, ma l'arrivo
di Sabina e Tom mi metteva una certa ansia, iniziai a preparare una bella colazione all'italiana, i gemelli la
adoravano. Dovevo ammettere che in cucina ero migliorata, del resto come non potevo con una mandria
di bufali affamati, anche mia madre si era meravigliata dei miei cambiamenti, avrebbe dato per scontato
una cosa del genere. Ovviamente la notizia della mia nuova gravidanza sconvolse anche la mia famiglia,
ma ancora di più sapendo di avere due gemelli, decisamente mia madre si stava preoccupando,
sapendo anche che insieme a Bill, tutto poteva andare benissimo.
Alle 10 e mezza precise la porta del salone si aprì, le risate dei due echeggiavano per la casa, Tom e Sabina
erano finalmente tornati, mi avviai velocemente dai due, che notai molto più felici ma soprattutto mano nella mano,
< ehyyy ragazzi >, < Sonyaaaa eccoci come state voi tre? > < benissimo gli altri due stanno ancora dormendo >,
< ma io non intendevo loro, intendevo te e i gemelli > scoppiò a ridere, < ahhh, bè direi benone, però mi fanno mangiare
come un cinghiale >, Tom mi guardava sorridente, lo vedevo più sereno, < Tom io volevo dirti che... > < lo so, mel'ha
detto Sabi > < ok, allora bene, c'è la colazione di là! >, < senti Sonya > mi interruppe il chitarrista < vuoi farmi diventare
uno zio a tempo pieno? addirittura due ne sforni questa volta > non riuscii a trattenere la risata, finalmente le cose
stavano andando per il verso giusto.

Sabina

A quanto pare Tom finalmente si era dimenticato di Sonya, o quantomeno non l'amava più, ora lui amava me,
solo a pensarci venivo ricoperta di brividi. Le cose stavano andando per il meglio, fin troppo in effetti,
e si sa quando le cose vanno liscie arriva sempre qualcosa a guastarle. La mattina dopo il nostro arrivo,
mi svegliai dalla vibrazione del cellulare, ma a vibrare non era il mio bensì quello del chitarrista che ancora
dormiva. Non so cosa mi prese, non avevo il diritto ma qualcosa dentro me aveva paura di perdere Tom,
così afferrai il cellulare e notai un nuovo messaggio. Lo aprii senza troppe pretese, ogni tanto giravo lo sguardo
sul chitarrista sperando non si svegliasse, " Ciao cucciolo, oggi sono arrivata a Los Angeles da mia nonna,
ci vediamo vero? dopo così tanto tempo ho voglia di te " il mio viso diventò rosso dalla gelosia, i capelli
iniziarono a diventare elettrici, iniziai pure ad odiare il nome Monica con tutta me stessa.
Chi era questa? qualche vecchia fiamma forse? c'è di fatto che mi alzai dal letto molto velocemente e mi
fiondai al piano di sotto, arrivai in sala con passo da orso perennemente incazzato, mi sedetti a peso
morto sul divano dove la mia amica con aria sorpresa mi squadrò male, < tutto bene Sabina? > < una meraviglia >
< cosa avete combinato? > < io niente > mi guardò incuriosita, < e lui? > con muso lungo e furioso mi voltai verso la ragazza,
 < chi è Monica? > per un istante gli occhi di Sonya si guardarono in giro, < Monica mmm >
passarono pochi secondi, < ahhh si Monica, quella di Lylie? > feci cenno di non sapere niente, < si si deve essere lei,
pf è un oca lascia stare > < e cosa vuole ancora da Tom? > < bè dovresti arrivarci, ma vedrai Tom la manderà a spigolare,
ma come fai a sapere di Monica? > < mmm bè ecco > < Sabina, non si leggono i messaggi > < ohhh Sonya perchè
tu non l'hai mai fatto con Bill > < certo che no > la guardai bene dritta negli occhi, < bè magari giusto due volte, e per questo
ti consiglio di dirglielo e di chidere a lui > < lo sapevo, farò così >.
Parlare con Sonya mi rendeva già più felice, ma appena la figura del chitarrista mi si piazzo davanti non riuscii a trattenermi,
< Tom ti devo parlare > il volto ancora assonnato ma sempre bello come il sole, lo presi per mano e lo portai in camera,
< sarò chiara e precisa, chi è Monica? > si strofinò gli occhi con le mani per poi guardarmi, < Monica? > feci si con la testa,
< hai sbirciato il mio cellulare? > < non ho sbirciato, mi ha svegliata questa mattina > < e quindi mi sembra giusto leggere i
miei messaggi vero? > < ohhh senti mi vuoi spiegare? > < ma non è nessuno, potresti evitare di essere così gelosa? >
< io non sono gelosa > mentivo, lo ero da morire ma ero anche cocciuta e non volevo mostrare a lui quanto ci stessi male
veramente, < senti lascia perdere ok? > < no Tom non lascio perdere > < e allora se devi fare così lo faccio io >,
uscii dalla stanza sbattendo la porta, si era arrabbiato e ne aveva tutti i motivi, ero stata davvero una stupida,
sprofondai nel letto ricoprendo il cuscino con calde lacrime intrise di mascara.


 PS: l'altra giorno giocando su The sims 3 mi è venuta la

pazzia di creare i personaggi di Back to Lylie *_*

lo so scemenza assurda ma questo è il risultato

ecco una foto, partendo da sinistra: Layra, Stefan con Bill, Tom, Sonya e Sabina

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Capitolo 30
*** Si torna a casa ***


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Scusate il mio ritardo ç.ç sono una ingrata lo so >.<

ma ho avuto un pò di problemini sorryyyyyy...

 

 

 

 

Sabina

Mi svegliai al tocco di una coperta, aprii piano gli occhi, a coprirmi era stato proprio lui,
sentivo gli occhi ancora gonfi di lacrime, che tornarono a gocciolare con il vedere Tom,
< smettila di piangere stupida > ero sempre stata una ragazza dura, difficilmente mi
mettevo a frignare, ma la paura di perdere Tom era tanta, troppa.
Osservai il suo corpo avvicinarsi al mio, di fianco, sull'immenso letto, si appoggiò
al cuscino guardando dritto davanti a se, < è acqua passata > mi riadrizzai per capire
meglio, < dipende da cosa intendi con passata >, < intendo dire che è stata una cosa
estiva, dai una delle tante >, < ma se è stata una delle tante perchè ti cerca ancora >,
lo guardai dritto negli occhi, < bè perchè ogni tanto veniva a trovarmi, poi c'è stata Sonya,
ma quando ha saputo del ritorno di Bill ha iniziato di nuovo a cercarmi >, < e non puoi dirgli
che ci sono io ora > fece una smorfia, una di quelle che mi fece innervosire, < ho capito >.
Mi alzai dal letto, cercando sul pavimento le mie ciabatte, < ahhh Sabina aspetta >.
< cosa devo aspettare? preferisci scoparti lei >, anche lui si alzò molto velocemente e
mi raggiunse, < non mi interessa più niente di lei >, < allora diglielo > mi guardò e poi
sbuffò, riuscii a tirare un respiro di sollievo, < e va bene ora la chiamo ok? > feci
si con la testa aspettando che il chitarrista afferrasse il cellulare, < devi stare qui? >
< certo voglio sentire cosa gli dici >.
Finalmente Tom si decise, afferrò il cellulare e avvicinò la cornetta all'orecchio,
passarono pochi secondi, dopodichè il chitarrista inizio a parlare,
" Ciao Monica, senti volevo dirti che non vale la pena sentirci, ora sono fidanzato,
quindi niente più roba del genere.......ok? va bene ciao ".
Una cosa rapida, senza troppi fronzoli, il sentir dire a Tom " ora sono fidanzato"
mi rese alquanto entusiasta, < ok adesso siamo solo io e te > mi disse
avvicinandosi al mio viso, < e dovrà essere sempre così >, mi avvinghiai
al suo collo e ci lasciammo trascinare dai baci.

Sonya

Passarono tre mesi ormai, Ottobre era arrivato, la mia pancina finalmente si era
gonfiata, non molto, ma il peso di due Kaulitz si faceva sentire.
Il cd dei Tokio Hotel presto arrivo primo in classifica, la loro mancanza si era
fatta sentire, finalmente le fan potevano rivederli.
Fu proprio il tour la causa principale percui Bill si decise a parlarmi,
voleva tornare in Germania e la cosa non mi dispiaceva affatto,
< almeno lì non starai sola, e poi ci sono i tuoi genitori che possono starti dietro >,
< bè si, poi saresti anche più vicino tu > < Si, vado a chiamare David, gli dico subito
che torniamo a casa > l'espressione di Bill era solare e finalmente felice, < ah amore >,
tornò indietro facendo spuntare la magra testa dal lato della porta, < compriamo anche una casa nuova,
grande grande per tutti e 5 > sorrise e saltellando si fiondò nel corridoio, non resistetti a quella visione,
iniziai a sorridere come una bambina.
Mi ero decisamente ambientata a L.A. ma l'aria Europea mi mancava più di qualsiasi altra cosa,
mi erano mancati i miei genitori e i miei amici tedeschi.
Sentii i passi veloci del cantante, stava già tornando da me, < tutto perfetto, dopodomani si parte >,
rimasi un attimo in silenzio, < come dopodomani? ma io devo fare le valigie > mi disperai in un pianto
alquanto veloce, non c'era tempo per frignare, dovevo preparare le valigie mie e di Stefan.
Passarono le ore, i giorni, sia io che Sabina eravamo immerse nei bagagli e nei vestiti ancora
strapazzari sul letto, < aaaaspettaaaaa, questi sono ancora da stirare >, < o suvvia Sonya che te ne frega,
metti dentro tutto e via >, Sabina iniziò a lanciare gli abiti dentro le borse, sembrava tanto un tiro a segno,
il vero problema era riuscire a chiudere le valigie.
La sala era colma, oggetti in ogni angolo, le cose più importanti erano già partite, eravamo tutti lì, io con in
bel pancione, Stefan tra le braccia del padre e i due piccioncini che si tenevano mano nella mano, ci girammo
tutti all'indietro, giusto per dare un ultima occhiata, giusto per salutare quella bellissima casa che fino ad ora
ci aveva accudito.
La porta si chiuse, i bagagli erano tutti nel furgone, ammirai per l'ultima volta quel parco immenso che circondava
l'abitazione, poi mi girai verso Bill, ritrovandomi nei suoi colorati occhi, mi sorrise e prese la mia mano, < appena
arriviamo in Germania, ci sposiamo >, strinsi più forte la presa, lasciai coprire il mio sorriso dal rombo ruggente
della macchina, dietro di noi la villa piano piano scompariva, davanti invece una strada ancora lunga da percorrere.

 

 

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Capitolo 31
*** La nostra grande famiglia ***


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LO SO, LO SO sono una cretina ç.ç perdonatemi ma non ho più avuto tempo per scrivere

cmq questo è il nuovo capitolo spero vi piaccia u.u chiedo ancora

umilmente scusa...ma la nuova chioma di Bill mi ha distratta troppo >.<

 

 

 

Mancava ormai poco, presto avrei visto le mie bambine.....
Il tempo era volato via in un batter di ciglio, mi sembrava ieri, quando
nella casa di Lylie, Stefan aveva visto la luce per la prima volta.
Questa volta, dopo 3 anni di sofferenza e gioia per la scomparsa e il
ritrovamento di Bill, mi ritrovai sul letto di un comodo ospedale tedesco,
pronta a sfornare due Kaulitz, < respira Sonia, respira! >.
Tutti quanti erano corsi da me, ovviamente Tom e Sabina con i miei genitori,
ma anche Georg, Gustav e perfino mia suocera.
Un dolore atroce che questa volta si era radoppiato; alle 17:00 del 5 marzo arrivò
per prima Virginia, pochi minuti dopo, per l'esattezza 9 uscì anche Lucrezia.
Un emozione unica, che vidi scendere nelle lacrime di Bill, i loro pianti si erano
sentiti perfino fuori dalla sala parto, poi le posarono su di me, una sul braccio destro
e l'altra sul braccio sinistro, da quel momento capii che mi sarei dovuta fare un bel mazzo ma
che ne valeva la pena.
Il giorno dopo, il mondo intero sapeva della nascita delle due figlie di Bill, ormai mi ero arresa
come si era arreso lui, tanto da voler far subito pubbliccare una foto delle sue bimbe.
Anche Stefan era felice, voleva già giocare con le sue due sorelline, cosa alquanto impossibile
per ora, sia Virginia che Lucrezia al contrario di Stefan assomigliavano di più a Bill, capelli
chiari, aimè orecchie a sventola come il padre e mani spiaccicate a quelle del cantante.
Tornati tutti a casa finalmente potevo godermi i miei bimbi, cosa che si rivelò difficile,
le bambine non dormivano e dopo qualche giorno io iniziai a delirare, Bill decise così di
pagare Sabina come babysitter, visto che la band era impegnata nel nuovo tour.
Con l'aiuto della mia amica le cose per fortuna migliorarono, e anche grazie alle visite continue
di mia madre e di Simone mi sentii più sicura.
Un mese dopo riuscii a lasciare le bambine a Sabina e Simone, così quella sera portai Stefan all'ultimo
concerto del tour che si sarebbe svolto proprio in Germania.
L'arena era strapiena, mai come ora i Tokio Hotel avevano così tante fan, per la prima volta Stefan
poteva assistere ad uno spettacolo di suo padre e suo zio, saltava dalla gioia mentre io con un occhio
lo osservavo e con l'altro guardai le fan  per ricambiarle dei saluti.
Lo spettacolo finalmente iniziò, Stefan ballava ogni canzone, a metà concerto uno dei manager mi
disse che Bill voleva portare il piccolo sul palco per qualche istante, < ehy Stefan, vieni qui! vuoi andare
sul palco con papà? > se ce'era una cosa che aveva ereditato da suo padre di certo non era la timidezza
di salire su un palco.
Mi ritrovai così sotto al palco, aspettando che Bill chiamasse il piccolo da lui, < per ringraziravi di questa bellissima
serata voglio presentarvi una persona > Bill si voltò dalla mia parte, così il personale prese in braccio Stefan e lo posò sul palco,
< mio figlio Stefan > a quelle parole il pubblico impazzì, mentre Stefan corse tra le braccia del padre che lo prese
dolcemente in braccio, gli sussurrò qualcosa all'orecchio, probabilmente un  "saluta" che Stefan fece qualche secondo dopo,
dal mezzo un onda di braccia si rivolse al cielo e iniziò a dondolare a destra e a sinistra, ogni fan stava salutando il nostro bambino.
In quel preciso momento, i miei occhi iniziarono a gocciolare, per me non c'era gioia più bella di vedere l'amore delle fan per i miei due uomini.

Sabina

Se c'era una cosa che amavo erano proprio i bambini, prendermi cura di loro non mi pesava affatto, anzi,
avrei presto voluto averne uno anche io.
Iniziai a farmi castelli mentali su come fosse stato un figlio con Tom, me lo vedevo già a quattro mesi con pantaloncini
larghi, maglia altrettanto grossa e capellino da repper, ma quella era solo fantasia.
Ora che il tour era finito, potevo godermi ogni giorno al fianco di Tom e ad aiutare la mia amica con pappette e pannoloni,
< Senti Sabina, ormai è passato molto tempo da quando tu e Tom state insieme, non sarebbe l'ora di pensare in grande? >,
< ma figurati Sonia, non credo affatto che Tom ora come ora vorrebbe fare un grosso passo >, < tel'ha detto lui? >,
< no, ma insomma se lo voleva lo faceva non credi? >, non ottenni risposta, solo un espressione molto ingannevole.

" < Ciao Tom posso parlarti? >.... < dimmi Sonia! > ... < vorrei sapere cosa pensi di Sabina? ecco.... >.... < intendi cosa
voglio fare con lei? > ...  < esatto > .... < bè è da un pò che ci penso, è un pò presto però del resto è l'unica con cui io
mi sia davvero trovato bene, e non solo per il sesso ovviamente > ... < non credi che forse dovresti fare il primo passo,
infondo se non lo fai tu chi lo può fare? > .... < mmmm la sorprenderò > ... < ahahah ok mi fido Tom, non deludermi >..
< tranquilla! >. "

Dopo un bel bagno caldo ero pronta e rilassarmi, da qualche sera Tom dormiva nella stanza con le bambine,
voleva far riposare Sonia e suo fratello, probabilmente anche stasera dovevo affrontare l'enorme letto da sola,
la cosa un pò mi infastidiva. Presi il piagiama e mi avviai sotto le coperte, notando però un piccolo biglietto bianco
sul comodino: " Domani andrai a fare shopping con Sonia e Natalie, scegli bene perchè domani sera ti porta a cena fuori,
baci il chitarrista più bello del mondo ", scoppiai in una mega risata, amavo il suo sarcasmo.
Come ben aveva scritto, il pomeriggio seguente mi ritrovai per negozi in dolce compagnia, tutte e tre ne approfittammo
per fare compere, non solo vestiti e accessori ma anche trucchi e gioielli, insomma un vero spasso.
Riuscii a trovare un bel vestito rosso molto romantico e sexi, le mie care amiche mi avevano definito una bomba
con quel vestito addosso, non ero molto convinta, ma alla fine cedetti.
La sera stessa fu Natalie a truccarmi e pettinarmi, aveva tirato su i miei capelli legandoli con una pinza e facendo cadere
giù qualche boccolo, sulla mia bocca invece un rossetto rosso contornava il tutto.
Ero decisamente pronta, mi intrufolai nell'audi dove Tom alla guida mi stava aspettando, < fiuuuuu porca vacca che schianto >,
< decisamente troppo volgare, puoi essere più carino? >, mi guardò sorridendo avvicinandosi al mio volto < sei bellissima tesoro >
disse stampandomi un bacio sulla guancia. Qualche minuto dopo arrivammo a cena in uno dei ristoranti più lussuosi della Germania,
mi faceva un certo effetto trovarmi davanti a Tom in un posto del genere, lo credevo più un tipo da mc'donalds, fu così che mi trovai
a mangiare caviale e bere champagne, roba da poco insomma il tutto finito con un dolce mega super delizioso.
Finita la nostra cenetta, Tom mi prese per mano, < non è finita qui la serata >, ci avviammo verso l'ascensore credendo di scendere
nei box e salire sulla macchina, ma non fu così, invece del tasto 0 Tom schiacciò il 5, < chiudi gli occhi! >.
Furono quelle le ultme parole che sentii, dopodichè udii il rumore delle porte dell'ascensore che lentamente si aprivono, le mani di Tom
tenevano nascosto il mio sguardo, ero terribilmente curiosa e in ansia, passarono 5 minuti dopodichè le sue robuste mani si spostarono
scendendo giù per le spalle e infine nelle mani, < apri! >.
Un gazebo circondato da candele e fiori, sul pavimento un tappeto rosso portava al centro, dove la scritta " vuoi sposarmi? " svolazzava
su dei palloncini rossi; rimasi immobile, con le gambe che tremavano e le mani che sudavano in quelle di Tom, < allora? > mi disse sorridendo
il chitarrista, io mi voltai e scoppiai a piangere, < si > dissi in lacrime abbracciandolo, subito dopo partì la musica.
Rientrammo a casa qualche ora dopo, a stento riuscivo a crederci, ma tutto stava diventando realtà, una bellissima realtà, < eccoci >,
sul divano di casa Sonia e Bill erano intenti a cullare Virginia e Lucrezia, mi accorsi subito che c'era qualcosa di diverso... Natalie era
tornata alla riscossa...< Bill che hai fatto? > la chioma del cantante aveva preso luce, di un color biondo oro ed i capelli si erano dimezzati,
< come sto? > ... < uno schifo come al solito! > disse Tom, facendo sbuffare il fratello, < ma Sonia digli qualcosa? > ... < perchè? a me
biondo piace > esclamò sorridente la ragazza. Il discorso si spostò subito da un altra parte, < e quell'anello? non dirmelo Tom l'hai fatto davvero? >,
< e cosa credevi Sonia? che scherzassi? > a quanto pare i due si erano messi d'accordo, ma poco importava ora tutti eravamo felici,
pronti a vivere il nostro futuro insieme....pronti ad essere una grande famiglia.

 

E SE VI DICESSI CHE QUESTO E' L'ULTIMO CAPITOLO?

EBBENE SI U.U

SONO STATA CATTIVA MA NON MI INTERESSA XD

COMUNQUE NON PREOCCUPATEVI PRESTO E GIURO PRESTO

METTERO' UN CAPITOLO EXTRA.... :)

BACIIIIIIIII SONIA

PS: COMMENTATE O NON VI METTO IL CAPITOLO EXTRA XD

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Capitolo 32
*** Extra ***


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Per prima cosa vorrei ringraziare tutti coloro che hanno seguito questa storia fino all'ultimo e anche chi dall'inizio/ Lylie ç.ç ( me commossa ), poi ringrazio le mie due socie Erika e Chiara che mi sono state di conforto per il continuare a scrivere ** infine ringrazio tutte coloro che hanno commentato: memy881, SchwarzeMeer483, IchigoFricke, SmileShineLove, _MarTHina, Aquariusff e la mia best Giulia *_* bene u.u ora vi lascio leggere il capitolo extra spero vi piaccia, ammetto che all'ultimo quando stavo finendo di scriverlo e quando poi l'ho riletto...mi sono messa a piangere ç.ç ma cmq presto ne arriverà uno nuovo :) miraccomando continuate a seguirmi e leggete le altre mie ff ^^ kuss

 

*************

 

 

"Laggiù sotto quell'albero che faceva da ombra sulla spiaggia bianca, un giglio bianco piano piano stava sbocciando sulla fredda pietra di marmo, ma non era l'unico fiore che veniva cullato dal vento....tutto intorno ad esso, un immenso tappeto colorato accompagnava quelle fredde mura che giacevano ormai da un anno"

 

 

 

" Du wirst für mich - immer heilig sein
Ich sterb - für unsere Unsterblichkeit
Meine Hand - von Anfang an
über Dir - Ich glaub an Dich
Du wirst für mich - immer heilig sein "


 

 

Poche erano le parole che si udivano nella sala, per lo più erano le stesse di quella canzone....
Una ragazza dai lunghi capelli ondulati color oro stava seduta su uno sgabello incima al palco, di fianco a lei soltanto un chitarrista, ma non uno qualsiasi...
I capelli erano di un color nero spento legati in un codino, si intravedeva a malapena la ricrescita grigia, la barba era corta ma per essere un uomo di quell'età
era fin troppo vestito bene.
Finita la canzone i due si alzarono nel lungo applauso della sala, la giovane avvicinò di nuovo il microfono alle sue labbra, iniziò a parlare melodiosamente < Se oggi mio padre fosse qui probabilmente si sarebbe messo a piangere, ma è ciò che noi non dobbiamo fare, perchè questa festa è per lui, per ricordarlo com'era sempre sorridente > tra il pubblico ormai maturo si vedevano comunque lacrime, lacrime di chi aveva passato la giovinezza con quell'amore immenso nei suoi confronti. Poco dopo l'uomo prese il microfono, < Virginia, se tuo padre e tua madre fossero qui, sarebbero orgogliosi di te, te lo confermo io che sono tuo zio >, i due si abbracciarono davanti a quelle persone per lo più imparentate con la famiglia Kaulitz,
< grazie zio Tom >, < grazie a te Virginia, preparati per il grande concerto >, < ci puoi contare! >.
Virginia aveva seguito le orme di suo padre, per lei il canto era tutto, non era come sua sorella Lucrezia che di musica poco le importava, o come suo fratello Stefan sempre immerso nello studio per diventare attore, lei amava davvero quel lavoro, quella passione che suo padre le aveva lasciato prima di morire.
Quanto le mancassero i suoi genitori solo lei poteva saperlo, lei e suo zio Tom che aveva perso la metà più importante della sua vita, troppe volte Virginia si era immedesimata in lui, alla sofferenza che avrebbe provato se anche lei avesse perso la sua gemella, così tanto dolore da trafiggere miloni di cuori.
Era l'inverno scorso quando ciò accadde, poche parole, lanciate come una bomba nucleare sulla propria vita " mamma e papà hanno avuto un incidente, non cel'hanno fatta..mi dispiace " e il dolore che si raddoppiava ogni volta che nella sua mente vagava l'immagine dei genitori che mano nella mano andavano, insieme, incontro al loro destino. L'unica che riusciva ad asciugare le lacrime di Virginia era sempre la solita ragazza, quella ragazza dai capelli a caschetto neri con due grossi occhioni color nocciola, sua cugina Megan, più piccola di due anni, ma la più grande di cuore. Le due si erano fatte forza a vicenda, la più piccola aveva fatto ormai da mesi di supporto alla madre, che gonfia di lacrime pensava alla sua amica di una vita.
Quella sera dopo un anno tutti si erano radunati, gli amici, i parenti, i colleghi, ogni singola persona era lì per ricordare Sonia e Bill, il loro amore, la loro storia, ma se c'era una cosa che suo padre amava, erano i concerti; non si poteva deluderlo da lassù, c'erano ancora molte persone sparse per il mondo che avrebbero voluto salutarlo.
I tokio hotel non erano stati quella moda che si pensava finisse, i loro fan erano rimasti fedeli fino all'ultimo, a loro e a chi aveva preso il loro posto, infatti era così Virginia acclamata dai giovani ma anche dai più vecchi e leali, era quella figlia che Bill tanto amava, non più degli altri due, ma che l'aveva reso felice portando avanti il suo nome.

 

 

"Si aprirono i cancelli e tutto si accese, c'era chi ancora giovane riusciva a correre, ma chi più vecchio di età camminava piano piano verso il centro del mondo, non importava l'età, tutti con se portavano una maglietta, qualche fascia, qualche fiore e perfino delle bandiere giganti......quello era il giorno del ricordo....proprio al centro della Germania si erano radunati milioni e milioni di fan....da tutto il mondo"

 

 

Ad aprire lo spettacolo fu un video con delle foto e dei filmati, i più vecchi e i più recenti, dalla nascita di Durch den monsun, ai cambiamenti di humanoid e dei cd successivi, le foto della nascita di Stefan, delle gemelle e addirittura l'ultimo compleanno del cantante.....fu allora che ogni persona che veniva inquadrata dalle telecamere aveva gli occhi rossi gocciolanti di tristezza e dolore...poi partì la musica....fu In die nacht la prima, cantata divinamente da Virginia, dietro di lei ormai i non più giovani tokio hotel, ma il Georg dai capelli grigi e mossi, il Gustav dall'aspetto sempre uguale ma con i sui 4 figli nel parterre e il solito Tom dai vestiti non più larghi ma semplicemente comodi che da su sorrideva alla moglie Sabina e alla figlia Megan.
Una canzone dopo l'altra, scream, automatic, live every second e molte altre, il tutto accompagnato dalle foto del cantante, c'erano anche vecchi colleghi che avevano avuto modo di conoscerlo come Kerli o anche Miley e molti altri ancora.....fino ad arrivare alla fine, quando le note di durch den monsun coprirono la pelle di brividi, era la sua preferita, quella che più amava cantare, nella base che Virginia cantava c'era anche la sua voce, quella voce che per anni aveva fatto emozionare....poi dal basso una nuvola di palloncini bianchi intraprese il viaggio verso quel cielo...fu allora che tutti sperarono " chissà se così potrai ricevere il nostro amore".

 

< Ottimo lavoro Virginia, hai fatto piangere tutti! > disse Tom,
< sai zio, spero di aver fatto emozionare anche loro lassù >
< sarà sicuramente così >
< sai zio, non so come sarà ora il futuro senza di loro, ma voglio continuare a descriverli nelle mie canzoni, così da poterli ricordare per sempre >
< allora preparati a diventare una grande star > sorrise l'uomo
< è ciò che voglio....è ciò che mio padre vuole....e così sarà >.

 

 

" Li lasciai dormire lì, vicino all'immensa spiaggia di Lylie, del resto lì era nato il loro amore e solo lì poteva continuare.......sapevo che anche se lontano da tutti noi, la visita continua dei fan, i regali, i fiori che oni giorno venivao posati sulle loro bare.....in qualche modo, avrebbero continuato a fargli sentire il nostro immenso amore. "

 

 

GRAZIE DI CUORE A TUTTI

                                                  Sonia

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