Magnetizing Black Eyes:.

di Mala Zeta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La mattina in cui successero tante cose... ***
Capitolo 2: *** Novità e guai in arrivo! ***
Capitolo 3: *** Il corso d'inglese e una grossa sbandata... ***
Capitolo 4: *** Non me ne frega niente. ***
Capitolo 5: *** Imprevisti disastrosi! ***
Capitolo 6: *** Di tutto per negare l'evidenza, lo stai facendo sbagliato. ***
Capitolo 7: *** Intermezzo tra capitoli, con link e altro. ***
Capitolo 8: *** Cosa credevi che fossi, un budino?! ***
Capitolo 9: *** Il ritorno di una compagna e una festa all'improvviso! ***
Capitolo 10: *** Il ripostiglio sotto il tettuccio... ***
Capitolo 11: *** Perchè i casini vari non finiscono mai! ***
Capitolo 12: *** Alzare il volume non è molto utile... ***
Capitolo 13: *** Solamente onnipresente (e in questo caso meno male)! ***
Capitolo 14: *** E' questo quello che vuoi, Chiyomi. ***
Capitolo 15: *** E adesso cosa dovremmo fare? ***
Capitolo 16: *** Putiferio totale!!! ***
Capitolo 17: *** L'altra versione dei fatti...! ***
Capitolo 18: *** Prepariamoci alla Fiesta! ***
Capitolo 19: *** Non solo maniaci (si salvi chi può)! ***
Capitolo 20: *** Because we party hard! ***



Capitolo 1
*** La mattina in cui successero tante cose... ***


Cap.1_La mattina in cui successero tante cose... Salve a tutti! Io sono Mala Zeta, sono nuova, e questa è la mia prima FF!
Chiyomi Shiroga è una mia Original Chara, creata dopo aver letto i primi due volumi di Naruto, saltando quasi fuori da sola.
Io, devo anche ammetterlo, non ho mai provato molta simpatia per gli Uchiha, ma da quando ho iniziato a ruolare... Mi si sono stravolte le idee xD
Spero tanto vi piaccia la mia storia! ^-^
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Era mattina presto e faceva freddo. Uscii di casa tutta imbacuccata, con la sciarpa indaco che mi copriva fin sopra il naso.
-Accidentaccio, proprio oggi mi si doveva rompere la cartella!- Sbuffai, cercando di "abbracciare" meglio i libri che portavo a mano:
-Meno male che la scuola è vicina...-

Mala Zeta presents:
LA MATTINA IN CUI SUCCESSERO TANTE COSE...

Percorsi il viale alberato, il quale non aveva un albero con delle foglie che non fossero arancioni.
-Si vede che è arrivato l'autunno...-
Continuai a camminare con andatura lenta come mio solito, per poi arrivare al cancello in ferro della mia scuola, la Tokyo Shippuuden Accademy.
Nonostante fossi in anticipo, il cortile già brulicava di studenti assonnati e stanchi quanto me...
Mi stavo dirigendo all'entrata principale quando sentii qualcuno chiamarmi da dietro:
-Chiyomi!-
Mi voltai e vidi la mia amica Akira correre verso di me:
-Chiyo! Sono passata davanti a casa tua ma ti eri già volatilizzata!-
-Scusami, Aki, ma avevo fretta di poggiare questi sul banco...- Dissi alludendo ai libri che portavo in braccio, i quali cominciavano a farsi più pesanti.
-Ti do una mano!- si offrì lei,-E poi ti devo parlare-
-Va bene, puoi già dirmi di cosa si tratta?- ero curiosa.
-Meglio andare in classe a sistemare questa roba-
Camminammo una di fianco all'altra, dirigendoci verso la nostra classe, la 1° A, fermandoci un paio di volte per la cartella di Akira, che continuava a scivolarle giù dalla spalla.
Eravamo quasi arrivate, quando io, con la testa da un'altra parte, sono andata a sbattere contro qualcosa. Anzi,  qualcuno.
-Stai più attenta!- mi fece quello.
-Scusami! Non ti avevo visto...- Anche se quella sembrò una scusa, perchè quel tipo era VERAMENTE alto. In confronto ai miei 1.62 metri, lui era un gigante.
Quando alzai la faccia per vederlo meglio, ne rimasi colpita.
Avevo uratato Madara Uchiha.
Noi in classe avevamo suo cugino, Sasuke Uchiha, e quindi eravamo a conoscenza del fatto che anche Madara frequentasse la Shippuuden...
Ma nessuno di noi l'aveva mai visto, anche se sapevamo com'era fatto fisicamente dalle descrizioni di Sasuke. Lui stava al trezo anno, di non so quale sezione, ed era conosciuto come "l'Egocentrico Narcisista", abbreviato "EN", anche se solo quelli della sua classe riuscivano a chiamarlo così.
Solo allora capii il motivo di quel suo soprannome: era davvero un bel ragazzo.
I capelli lunghi gli scendevano sulle spalle larghe, e gli occhi corvini sembravano come perforanti.
E, per l'appunto, quei suoi occhi in quel momento mi perforarono.
-Tu hai una vaga idea di chi io sia?- "Vuoi fare lo spaccone, eh?" pensai. Aveva voglia di mostrarsi superiore già di prima mattina.
-Madara Uchiha...?- Feci finta di azzardare. Intanto Akira , sempre di fianco a me, stava in silenzio, attenta ad ogni mossa che avremmo potuto fare io e l'Uchiha.
-Esattamente. Dovresti chied-- lo interruppi prima che potesse finire la frase.
-Ti ho già chiesto scusa, non mi hai sentito?-
Lui mi guardò un attimo, prima di riprendere:
-Mhpf. D'accordo.- Sembrava scocciato dal mio intervento di pochi secondi prima, evidentemente non era abituato ad essere interrotto.
Mi scrutò ancora due secondi, poi girò i tacchi e si diresse verso un gruppo di suoi coetanei.
Non me ne ero accorta, ma una piccola folla si era radunata intorno a noi. Sentii dei commenti:
-Ma hai visto quella? Come ha fatto a parlare ad Uchiha in quel modo?-
-Io sarei rimasta muta, non avrei avuto il coraggio di interromperlo...-
-Chissà in che classe sta?-
-In 1° A, con mia sorella-
 E poi altri brusii incomprensibili perchè bisbigliati troppo piano.
Avevo fatto una cosa così incredibile? Allora io, Chiyomi Shiroga, non me ne ero resa conto.
-Chiyo, entriamo in classe, non mi piace questa atmosfera-
-Sì, nemmeno a me-, risposi. Era la prima volta che ero effettivamente al centro dell'attenzione.
Entrammo in classe e poggiammo finalmente i libri sul mio banco:
-Aaaah, mi sento di nuovo le braccia- mi stirchhiai.
-Ma quanta roba ti sei portata dietro?-
-Un po'...-
*suono della campanella*

---

Durante la pausa pranzo Akira si sedette di fronte a me.
-Scommetto che tra i libri e il resto c'era anche il tuo bento-box-
-Infatti,- risposi,-ma dato che non è alto, non si vedeva bene, hahahahaha-
Mi misi a mangiare il mio bento guardando fuori dalla finestra. I professori avevano appena cambiato i posti a sedere e io ero finita vicino alla finestra, al penultimo banco. Da lì potevo osservare tutta l'area del cortile e del campo da basket, incluso il baretto delle merendine.
Scandagliai il cortile senza un preciso scopo, e scorsi Naruto e i suoi che se ne stavano a fare i pirla sulle panche addossate al muro. Il mio sguardo si posò in seguito sulla terrazza, apparentemente vuota. Mi piaceva andare in terrazza durante la pausa pranzo, per starmene in tranquillità con qualche amico o da sola.
Finito il mio bento, feci stridere la sedia spostandola:
-Aki, io vado in terrazza, vieni con me?-
-No, devo andare da Itachi- Ci rimasi di stucco.
-Come "devo andare da Itachi"?-
-Le parole "recupero di matematica" non ti dicono nulla?- Ah, già. Akira si faceva dare ripetizioni di matematica da Itachi, durante la pausa pranzo.
-Scusa, non me lo ricordavo... Allora vado, ok?-
La salutai e cominciai a salire le scale per godermi in santa pace l'ultima mezz'ora di pausa. Non c'era quasi mai nessuno, sulla terrazza, tantomeno nel mio posticino preferito, praticamente di fianco alla cisterna, sul tettuccio dello sgabuzzino degli attrezzi.
Spinsi il maniglione della porta ed uscii. Mi ero portata dietro la sciarpa, che ora mi svolazzava di tanto in tanto in faccia, a causa della brezzolina autunnale.
Come mio solito mi arrampicai senza troppa fatica sul tettuccio e mi misi comoda. Mi ero portata addietro un manga, per potermi rilassare del tutto.
Passati dieci minuti, sentii il rumore del maniglione della porta scattare. Tesi l'orecchio e cercai di "nascondermi" alla meno peggio, non volevo che qualcuno mi vedesse lì.
Ad un certo punto tentai di sporgermi per vedere chi fosse il rompipalle che aveva interrotto la mia lettura, ma con scarso successo, perchè se mi fossi sporta di più sarei caduta. Allora cambiai tattica: gattonai fino a dietro alla cisterna, e sporgendomi di pochissimo riuscii a vedere chi se ne stava bellamente appoggiato al bordo della terrazza.
ovvero, l'idiota pieno di sè che avevo urtato quella mattina.
-Acc...- "Oddio, che faccio adesso? Non ho voglia di sorbirmi anche solo una sua parola", pensai, mentre la mia faccia assumeva questa espressione -> -_-
Rimasi ad osservarlo e a pregare che se ne andasse presto.
"Da dietro sembra ancora più alto... Ma... sta fumando? No, non c'è fumo..." Fermai un attimo i miei pensieri:
"E che te ne frega? Cacchio, è meglio andare, prima che succeda qualcosa."
Zampettai silenziosamente giù per il tettuccio, ma non avevo tenuto in considerazione il rumore sordo dello scatto del maniglione.
Come un'ebete, spinsi il maniglione, che fece un rumoraccio, ma mi dileguai così in fretta che non riuscì a vedermi.

---

Non raccontai nulla ad Akira fino alla fine delle lezioni.
-Cosa?!- era incredula. -Ma tu ci vai dall'inizio dell'anno lì! Non c'era mai venuto prima, allora...-
-Già, strano. Ma non importa, adesso devo tornare a casa, prepararmi da mangiare e fare le mie cose.-
-Anche io devo muovermi, i miei devono andare in ufficio prima e devo badare a mio fratello-
-Allora a domani!-
-Ciao!-
Ripercorsi il viale alberato nella direzione opposta a quella della mattina. Con i libri in braccio me ne stavo andando tranquillamente a casa quando sentii qualcuno che mi chiamava, ma non era la voce di Akira. Era di un ragazzo.
Mi voltai e vidi Sasuke Uchiha venire verso di me. Mi presi un colpo così grosso che quasi mi caddero i libri dall braccia.
Non mi aveva quasi mai rivolto la parola, perchè farlo adesso?
La cosa che mi stupì di più è che non era solo: Itachi e Madara camminavano poco più indietro.

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Ecco qui il frutto della mia mente bakata!
Spero che mi venga una valanga di ispirazione per il prossimo capitolo xD
Anche se qualche ideuzza ce l'avrei già! :D
Se volete, lasciatemi delle critiche e dei commenti, li accetterò tutti molto volentieri! ^-^

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Capitolo 2
*** Novità e guai in arrivo! ***


Cap.2_Il corso d'inglese! Eccomi qui per il secondo capitolo!
Spero vi piaccia ^-^
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-Shiroga, aspetta.- mi disse Sasuke, dopo avermi raggiunta.
-Ehm... Sì?- Che cavolaccio sta succedendo? Ho la testa che va a fuoco per capire perchè mi abbia fermata. E poi lui non fa nemmeno questa strada!

Mala Zeta presents:
NOVITA' E GUAI IN ARRIVO!

-Ti ricordi di quel corso specializzato d'inglese che la Mitarashi ci aveva accennato?-
-Ehm, sì, me lo ricordo... Quindi?-
-Quindi, dato che in inglese sei brava quanto me, il corso dovremo farlo noi due soli della classe.- Mh...
-Ma è proprio obbligatorio?-
-Sì,- intervenì Itachi, -è obbligatorio per i migliori studenti in tutte le classi della scuola. Il corso è misto.- Ah. Vabbè, io vado molto bene solo in inglese...
Aspetta un momento...
-Misto? Misto nel senso maschi e femmine o misto classi miste?-
-La seconda opzione.- Stavolta era stato Madara a parlare. -Non credevo che una mocciosetta come te con la testa fra le nuvole fosse discreta in una qualsiasi materia.- Sembrava non essersi proprio accorto della mia presenza sulla terrazza, se non aggiungeva altro...
Però poi pensai: "Ma chi si crede di essere? Devo pensare a qualcosa da ribattere, non posso farmi mettere K.O. da un tipo come lui!"
Così cercai in tutti i modi una risposta veloce da dire, e alla fine, dopo qualche secondo, lo guardai:
-Nemmeno io pensavo che uno spaccone pieno di sè fosse così bravo in una qualsivoglia materia.-
Lui ci rimase di sasso. E come lui, anche Sasuke e Itachi.
-Shiroga, non ti facevo così sveglia!- mi bisbigliò Sasuke.
Io gli tirai una finta gomitata:
-E come credevi che fossi, baka? Un'ochetta che non fa altro che... ehm... "ocheggiare"-mossi le dita nell'aria per mimare le virgolette- dalla mattina alla sera?- E mi misi a ridere.
Con mia sorpresa, rise anche lui.
Ma che razza di giornata mi era capitata? La mia faccia era così -> O_O
-Sei proprio come mi ha detto Akira, impulsiva e sveglia.- Akira aveva parlato di me a Itachi?!
-Ehm, grazie... Hehe...- Mi grattai un pochino la testa. Non riuscivo a credere di stare parlando, e persino ridendo, con degli Uchiha.
-Màh, a me sveglia non sembri proprio. Secondo me sei solo una sciocca ragazzina con desideri e speranze impossibili.-
Lo guardai stranita:
-Ma che diavolo vai a vanverare? Secondo me oggi non sei normale. O forse sei sempre così rintontito.-
Altra sua espressione stupita.
"Per caso a colazione ho bevuto una pozione magica capace di movimentare la mia noiosa vita di sempre?", fu questo il mio pensiero.
-Mhpf. Comunque, io ho fame. Itachi, Sasuke, andiamo, devo preparare da mangiare.- Prima di andare, però, si voltò verso di me:
-Scommetto che tu non sai cucinare.-
-E chi te lo dice?-
-Allora invitaci tutti e tre a mangiare.-
"Che cooooooooooosa?! Non è possibile. Adesso mi sveglio e scopro che è stato tutto un sogno."
-Auto invitarsi a casa di persone che non si conosce non è buona educazione. E poi, secondo me, è solo una scusa per non cucinare TU il pranzo.-
-Madara, non mi sembra il caso. Andiamo e non fare il bambino.- Itachi, in quel momento, mi sembrò il più maturo tra tutti.
-Allora ci vediamo domani, Shiroga.- Si congedò Sasuke.
-Sì, a domani.-
Salutai anche Itachi e (svogliatamente) Madara, per poi continuare a camminare fino alla porta di casa.

---

I miei genitori erano via per lavoro, ed ero costretta a prepararmi da mangiare da sola, farmi il bucato da sola, e pulire da sola. Ergo = da sola elevata alla terza. Che palle.
Dopo essermi mangiata degli spaghetti di soia e del mochi, mi sdraiai sul divano a pensare agli avvenimenti di quella strana mattinata scolastica.
Poi mi venne in mente la frase che Akira mi aveva detto prima di entrare in classe, ciè che aveva qualcosa da dirmi.
Presi il cordless e digitai il numero di casa sua. Dopo poco mi rispose suo fratello:
-Pronto?-
-Ciao, Tora-Chan, sono Chiyo. C'è Aki?-
-Sì, 'spetta che te la chiamo.-
Aspettai un paio di secondi e poi mi rispose:
-Chiyo! Hai bisogno?-
-Ti ricordi che stamane mi hai detto che mi dovevi dire una cosa?-
-Ah, già! Ho parlato di te a Itachi-Kun.-
-Da quando lo chiami Itachi-Kun?-
-Da poco, adesso parliamo un po' di più.-
-Eh, me ne sono accorta!-
-Che vuoi dire?-
E le raccontai tutto, non tralasciando nemmeno una virgola.
-Caspita!- e si mise a ridere.
-Non c'è nulla di divertente, mi sono presa un colp--
-WAAAAAAAARRRGGGH!!!!!-
-ODDIO, CHE E' SUCCESSO???-
-Mio fratello è caduto giù dalle scale con lo stendipanni, è meglio se vado ad aiutarlo.- Era normale che Tora cadesse dalle scale. Quindi io e Akira ci avevamo fatto l'abitudine; l'unica cosa era che gli urli agghiaccianti di Tora mi preoccupavano sempre e comunque.
-Ok, a domani.-
-A domani.-
Rimisi a posto il cordless e tornai sul divano per accendere la TV. Davano per l'ennesima volta Titanic!
-Eh no eh! Grazie, ma preferirei risparmiarmelo.-
Carrellai annoiata per mezz'ora, poi me ne andai a fare i compiti.

---

Passata una manciata d'ore a fare i compiti, uscii di casa per andare a fare la spesa. Entrai nel piccolo supermercato del mio quartiere con una lista abbastanza lunga in mano, guardandomi attorno per scorgere le cose che mi servivano.
Mentre stavo prendendo il latte, vidi Hinata e Neji.
-Oh, ciao!-
-Ciao Shiroga, anche tu a fare la spesa?-
-Ciao Hyuuga, ebbene sì. Non ho scampo... nessuno può scappare dal fare la spesa!- dissi tra il divertito e lo sconsolato.
-Chiyo,- si inserì nel discorso Hinata, continuando a pigiare un indice con l'altro, -per caso hai parlato con Naruto-Kun, di recente?-
-No, mi spiace, l'ho visto solo oggi in cortile...- poveretta, ci muore, dietro a quel dobe.
-Ah, ok... Non importa...-
Alla fine feci gran parte della spesa con loro. Hinata e io parlavamo abbastanza spesso, nonostante fossimo in sezioni separate.
Finita la spesa, feci la strada con loro.
Ero quasi arrivata al cancelletto quando tutti e tre sentimmo degli schiamazzi assurdi. Hinata cominciò a diventare paonazza.
-Hei! Neji! Hinata!- Naruto non si era accorto di me... Al contrario di Shino.
-Ciao Shiroga.-
-Ciao, Aburame. Sempre a fare casino, eh?- dissi ironica.
-Già, pensa che una nonnetta ha dato una bastonata in testa a Kiba, poco fa.-
-Oi Shino! Non puoi raccontare cose del genere in giro!-
Scoppiai a ridere. C'era sempre tanto movimento con il gruppetto di Naruto.
-Shiroga, anche tu farai il corso d'inglese?-
-Sì Nara, anche io. Ma tu... non andavi piuttosto male in inglese?-
-Nonna Tsunade l'ha costretto a fare il corso!- urlò Naruto.
-Ah, ti hanno fregato.-
-Già. Solo per il fatto che io sono svogliato ma capace. Che grossa rottura.- Annuii. "Nemmeno io volevo farlo, 'sto corso!"

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Alla fine, chiacchierando, scherzando e ridendo, passammo gran parte del pomeriggio a casa mia, a giocare alla wii e altre cose.
L'ultimo ad andarsene fu Neji; Hinata, quasi per miracolo, era stata invitata a cena da Naruto.
Io e lui parlammo molto. Nonostante ci chiamassimo per cognome, lui era il mio migliore amico.
Poco prima di andarsene, si rivolse a me con aria pensosa:
-Ma... Quel tipo... Madara Uchiha...- io fui meravigliata dalle sue parole.
-Madara Uchiha?! A che cosa stai pensando?- quando mi guardava in quel modo, Neji scopriva sempre qualcosa di me che io ancora non sapevo. E stavolta avevo DAVVERO un BRUTTISSIMO presentimento.
-A nulla. Ti dico solo che, una volta, quando sono andato da Itachi a studiare, quello non faceva altro che parlare al telefono con delle ragazze. TANTE ragazze.-
-E quindi?- mi chiesi dove voleva arrivare.
-Evita di innamorartene. Ci rimani sempre male per i ragazzi che non ti corrispondono.-
-Ah, IO?!- e scoppiai in una fragorosa risata.
-HAHAHAHAHAHAHAHAHA!!!!! Io, innamorata di... HAHAHAHAHAHAHAHAHA!!!!! Questa è buona!!!-
-Sono serio.- lo guardai un attimo.
-Ma scusa, come potrebbe mai piacermi un tipo così egocentrico-narcisista-strafottente-sborone-eccetera? Che se ne stia incollato con la Vinavil a quelle oche, finchè lo vogliono! Poi vedremo, quando sarà più grande...-
Neji mi guardò poco convinto. Lui era a conoscenza dei miei gusti in fatto di ragazzi: i "belli e dannati" con la pelle chiara, con lo sguardo penetrante. E Madara rientrava in quei parametri. La cosa che non quadrava era parte del suo carattere: era troppo gonfio di orgoglio, e si credeva dannatamente superiore ad un qualsiasi altro essere umano presente sulla faccia della Terra. Ma... il resto del suo essere?
-Anche se... mi piacerebbe conoscerlo meglio, lo ammetto. Ma solo per vedere se è completamente andato o meno.-
Neji mi guardò ancora meno convinto.
-Shiroga, niente passi falsi. Te l'ho detto, a me quel tipo non convince troppo. Secondo me, per lui le ragazze sono usa e getta.-
-Tranquillo, come potrebbe mai Madara Uchiha interessarsi ad una come me?-
-Non ti devi sempre sottovalutare, tu sei comunque fuori dal comune.-
-Perchè sono una mezza pazza ambulante, ogni tanto pure fin troppo esuberante?-
-Almeno non sei noiosa.- E rise. Le risate di Neji erano sempre in grado di dare il buon umore a chiunque. Anche a me.
Gli sorrisi.
Dopo che se ne fu andato, rimisi a posto il leggero casino in salotto per poi accendere il pc. Ascoltai un po' di musica, cazzeggiai su facebook e me ne andai a dormire, senza mangiare.

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La mattina dopo mi svegliai rincretinita a causa di un sogno. "E non me lo ricordo nemmeno!" pensai scocciata. Cos'era stato tanto bello o brutto da non avermi fatto dormire bene?
La sciarpa indaco mi svolazzava di tanto in tanto in faccia, mentre attraversavo il solito viale alberato. Avevo sostituito la vecchia cartella di cuoio beige con una tracolla nera e azzurra della Eastpak, trovata in un armadio in camera mia.
Mi infilai le cuffiette dell'MP3 nelle orecchie, e la prima canzone che partì fu Energize di Dj Splash.
"E' ottima per iniziare la giornata."
Arrivata all'entrata principale, aspettai qualche minuto, in attesa di Akira. Dato che non si fece viva, salii in classe.
Sistemai le mie cose sul banco e mi misi a guardare fuori dalla  finestra, cercando di afferrare il sogno della sera prima. Ero talmente assorta che quando Choji e Akira mi misero ciascuno una mano sulle spalle, sobbalzai e a momenti non caddi.
-Mi avete fatto prendere un colpo!-
-Non è colpa nostra *munch munch* se sei sempre assorta *munch munch*.- bofonchiò Choji sgranocchiando dei biscotti.
-Ti vedo abbastanza stanca, che hai?-
-Nulla, ho fatto uno stupidissimo sogno che m'ha fatto dormire malaccio.-
-E che sogno era *munch munch*?-
-Non me lo ricordo! E' questo che mi fa incavolare! Uffa.-
Il nostro discorso venne interrotto dal *driiiin* scassacavolo della campanella e dell'arrivo a tutta birra della Mitarashi.
-BUONGIORNO!- disse con entusiasmo.
-Vi ricordate del corso d'inglese che vi avevo accennato? BENE! Esso si terrà domani alle 16 e 30 in 3° F al secondo piano! Quelli di questa classe che seguiranno il corso sono Shiroga Chiyomi e Uchiha Sasuke. Ragazzi, venite con me!- e detto ciò, partì in quarta fuori dalla porta.
Sasuke si voltò verso di me e mi fece cenno di sbrigarmi, mentre io mi alzavo facendo stridere come al solito la mia sedia.
-Tornami viva!- mi disse Akira mentre camminavo velocemente per non perdermi la Mitarashi.
Camminando di fianco a Sasuke, borbottai:
-Ma che dobbiamo fare? La "Mitarashi Cup"? Se non va più piano arrivo lì mezza morta...-
-Tsk. Non sei allenata a tenere il passo veloce, eh?- disse ironico.
Per rispondergli gli tirai una piccola gomitata, che procurò una risatina sia a me che a lui.
Arrivati davanti ad una porta bianca, la Mitarashi la spalancò senza troppe cerimonie e a momenti ci spinse dentro.
-Farete un piccolo test prima di cominciare il corso di domani! Andate a sedervi nei banchi vuoti!- disse lei trapanandoci i timpani.
Timidamente lanciai un'occhiata per l'aula, e scorsi la testa d'ananas di Shikamaru, il quale mi faceva cenno di sedermi accanto a lui.
"Menomale," pensai, "almeno non me ne starò in un angolino sola soletta!"

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Il resto della giornata era passato normalmente.
Me ne stavo seduta a guardare Iron Man annoiata, a mangiare del riso per cena. Avevo appena parlato con Akira al telefono, con un immancabile "AAAARRGGGHH!!!" di suo fratello che cadeva per l'ennesima volta. Il test mi era andato bene, per fortuna. Mi ero messa d'accordo con Shikamaru per incontrarci alle 16 per cercare l'aula della 3° F al secondo piano.
"Chissà poi qual' era quello stupido sogno che non m'ha fatto dormire?"
Andai a letto con questa domanda.

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Mi scuso per la probabile discontinuità tra scene. Ci sto lavorando ^-^"
Lasciate una critica o un commento, li accetto volentieri! :D

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Capitolo 3
*** Il corso d'inglese e una grossa sbandata... ***


Cap.3_Il corso d'inglese e una grossa sbandata...
Terzo capitolo, rielaborato un paio di volte!
Ne vedrete delle belle... xD
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Pain, without love

Pain, I can't get enough
Pain, I like it rough
'Cause I'd rather feel pain than nothing at all

You're sick of feeling numb
You're not the only one
I'll take you by the hand
And I'll show you a world that you can understand
This life is filled with hurt
When happiness doesn't work
Trust me and take my hand
When the lights go out you will understand

Pain, without love
Pain, I can't get enough
Pain, I like it rough
'Cause I'd rather feel pain than nothing at all
Pain, without love
Pain, I can't get enough
Pain, I like it rough
'Cause I'd rather feel pain than nothing at all

Anger and agony
Are better than misery
Trust me I've got a plan
When the lights go off you will understand

Pain, without love
Pain, I can't get enough
Pain, I like it rough
'Cause I'd rather feel pain than nothing at all
Pain, without love
Pain, I can't get enough
Pain, I like it rough
'Cause I'd rather feel pain than nothing
Rather feel pain

I know (I know I know I know I know)
That you're wounded
You know (You know you know you know)
That I'm here to save you
You know (You know you know you know )
I'm always here for you
I know (I know I know I know)
That you'll thank me later

Pain, without love
Pain, can't get enough
Pain, I like it rough
'Cause I'd rather feel pain than nothing at all
Pain, without love
Pain, I can't get enough
Pain, I like it rough
'Cause I'd rather feel pain than nothing at all
Pain, without love
Pain, I can't get enough
Pain, I like it rough
'Cause I'd rather feel pain than nothing at all
Rather feel pain than nothing at all
Rather feel pain

Mala Zeta presents:
IL CORSO D'INGLESE E UNA GROSSA SBANDATA...

La mattina era scorsa noiosamente come tutti i giorni, a parte un piccolo particolare: ero sicura di aver fatto di nuovo il sogno del giorno prima, pur non ricordandomelo. Anche se mi aveva lasciato nella mente un indizio: la canzone Pain dei Three Days Greace.
Non riuscivo a capirne il significato. Quella canzone era una delle mie preferite, ma non capivo quale influsso dell'accidenti mi avesse iniettato durante quella notte.
Mentre smangiucchiavo i miei sushi california, guardai per l'ennesima volta fuori dalla finestra, a scandagliare di nuovo il territorio del cortile.
"Sarà una giornata lunga e pallosa, non c'è Akira e per domani avrò da fare pure i compiti per il corso. Che pena."
-Shiroga.-
Mi girai verso Sauke, che sembrava volermi dire qualcosa.
-Sì?-
-Io so dov'è la 3° F, se tu e Nara volete vi accompagno io.-
-Ah, g-grazie...- sembrava molto disponibile. -Ma come mai tutta questa premura?-
-Non è nulla, io ci volevo andare da solo, ma che Hyuuga mi ha chiesto di accompagnarti al posto suo. Mi ha telefonato ieri sera dicendomi che oggi non sarebbe potuto venire. E poi mi ha detto che avrebbe voluto accompagnarti insieme a Nara in 3° F, ma che non avrebbe potuto farlo. Dato che anche io so dov'è, mi ha chiesto questo favore.-
Sorrisi.
-Ah, allora grazie tante! Ma... come mai sai dov'è la 3° F?-
-E' la classe di...-
-Di?-
-Mhf, lo scoprirai da sola.-
La mia faccia dubbiosa assunse questa espressione -> o_ò
-Ok... comunque ancora grazie.-
Lui si congedò e io decisi di andarmene in terrazza, sperando di non incontrare quel demente di Madara.
Dopo aver salito le scale, spinto il maniglione ed essermi arrampicata fino al mio posticino, finii di mangiare il sushi e ascoltai per la decima volta da quella mattina Pain. Volevo riuscire a ricordare il sogno a tutti i costi, perchè ero SICURA che quello fosse lo stesso sogno della notte prima; solo per il semplice fatto che mi aveva lasciato la stessa sensazione addosso, quando mi ero svegliata la mattina.
"Mancano ancora venti minuti alla fine della pausa... Mi sa che andrò a chiacchierare con Hinata, sono troppo annoiata."
Scesi dal mio giaciglio prendendo il bento-box e l'MP3, e stavo per aprire il maniglione quando sentii dei passi al di là della porta. Mi presi un colpo e decisi di tornare sul tettuccio per nascondermi. Alla velocità della luce risalii fino al mio nascondiglio ed attesi.
-Sì, sì! Ho capito, cazzo!- urlò il ragazzo al cellulare.
"MADARA?! ANCORAAA???!!!"
-No, ho detto che non va bene! Ma mi senti quando parlo, coglione?!- andò ad appoggiarsi al bordo della terrazza.
-Mh.... Ok, d'accordo, ma nente scherzi, ok? Altrimenti sono cazzi amari per voi!- e chiuse di scatto la conversazione.
-Sempre a fare tutto per i comodi loro...- borbottò fissando un punto vuoto.
Mi sporsi un pochino e vidi il sole autunnale carezzargli il volto. Rimansi quasi incantata da quella sua versione eterea...
Poi mi squillò il telefono.
"OHCAZZOHCAZZOHCAZZO!!!!"
Mi rannicchiai in fondo fino all'attaccatura della rete con il tettuccio e risposi piano:
-P-pronto?-
-CHIYOOO!!!!- Akira mi trapanò i timpani.
-Dove sei adesso? Scommetto in terrazza!-
Urlai.
-PERCHE' OGGI NON SEI VENUTA, PORCA PALETTA?!?! Mi sarei risparmiata una--
-Cos'è che ti saresti risparmiata?-
Girai lentamente la testa e vidi metà busto di Madara Uchiha, che mi fissava incuriosito.
-IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIHHHHH!!!!!- strepitai lanciando in aria il telefono, che finì, per forutna, non molto lontano da me.
-Calmati, mocciosetta! Così mi fai venire il mal di testa!-
-ECCHISSENEFREGA!!!! NON PUOI SPUNTARMI FUORI COSI'!!!!!-
Mi fulminò con lo sguardo con l'intento di zittirmi, ma sostenni quei suoi occhi sprezzanti finchè non si spostò. Presi il telefono e balzai giù, non curandomi di lui.
Poi mi girai:
-Idiota.-
-Mocciosa.- mi rispose.
-IDIOTA.-
-MOCCIOSA.-
-IDIOTA!-
-MOCCIOSA!- mi guardò storto:
-Sei ridicola.-
-Senti chi parla!- detto questo mi voltai e mi diressi spedita verso la porta, spinsi il maniglione, e come una furia scesi in classe.
Sentii a malapena Madara imprecare contro di me, ma me ne feci un baffo.
Vedendomi tornare incazzata nera, Choji si preoccupò un pochino.
-Shiroga *crunch crunch*! Ma che hai *crunch crunch*?-
-*sgrunt* Nulla.-
-Mh... *crunch crunch* Se hai problemi, io ci sono *crunch crunch*.-
Gli accennai un sorriso e lo ringraziai. Lui sembrò preoccuparsi un po' meno e se ne tornò al suo banco.
*driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin*

---

Durante matematica, sentii vibrare il cellulare. Era Shikamaru.
"Rimani a scuola fino alle 16 o vai a casa?"
Ticchettai sulla tastiera per rispondergli:
"Non lo so, perchè?"
Una decina di secondi dopo il telefono vibrò ancora:
"Perchè io sarei uscito con Choji e Ino, se ti va puoi venire con noi. E porta anche Uchiha, se vuole."
Appena letto l'sms, scrissi su un fogliettino:
"Io, Nara, Akamichi e Yamanaka usciamo, prima del corso. Vuoi venire anche tu? Shiroga"
Lo accartocciai e lo lanciai per terra vicino ai piedi dell'Uchiha, il quale se ne accorse subito e lo raccolse. Si mise a leggerlo e poi si girò di poco verso di me facendomi sì con la testa.
Gli feci un ok con la mano mentre rispondevo a Shikamaru:
"Veniamo tutti e due e ti ringraziamo! ^-^"
Tre secondi dopo:
"Figurati :)"
Mancava ancora un'ora e mezza prima di uscire, ma dato che ero annoiata a morte, mi rimisi a fissare fuori dalla finestra. C'era una classe che faceva ginnastica...
"ODDIO! MA QUELLO E' MADARA!" e la mia reazione fu immediata: voltai la testa di scatto e mi misi a scarabocchiare la parola "idiota" su un altro foglietto.

---

-Alla fine ho scritto almeno duecento volte idiota in duecento modi diversi!- dissi a Ino, mentre mangiavamo un gelato poco fuori da scuola.
-Mmmh... Bhè, la noia è una brutta canaglia, a volte.- e ridacchiò.
Mentre noi ragazze discutevamo del nuovo negozio della Tokidoki a Shibuya, i maschi se ne stavano a non fare nulla su una panchina.

---

Passata una mezz'ora, io Shika e Sasuke avevamo salutato Ino e Choji, per andare a quello stupido corso d'inglese.
Eravamo nel corridoio del secondo piano, quando chiesi a Sasuke:
-Ma alla fine, la 3° F, è la classe di chi?-
-E' la mia classe, cretinetta.-Madara ci era comparso davanti.
-EH NO EH!- mi dava fastidio l'idea di fare il corso d'inglese nella sua classe.
-E' per questo che ho evitato di dirti di chi era la classe...- si scusò Sasuke.
-Non fa niente, ormai...-
-Ormai?- mi sfottè l'Uchiha più grande, sorridendomi bastardamente.
-ORMAI la frittata è fatta.-
Non lo guardai ed entrai. Mi sentii subito a disagio: gli unici di prima eravamo solo io, Shika e Sasuke.
-Posso sedermi vicino a te? Questo posto mi mette angoscia...- sussurrai a Shikamaru.
-Certo, basra che non diventi paranoica.-
Trovammo posto in mezzo alla fila centrale. I banchi erano stati messi a coppie.
Cinque minuti dopo entrò l'insegnante del corso:
-Hi everyone, I'm Shitsune, your course teacher.-
-Signorina Shitsune?!- disse tutta la classe in coro, meravigliata.
-Sì, ragazzi, sì.- esordì lei ridendo.
-But I'm going to speak ONLY in English, allright?-
Calò il silenzio.
-Very well. Now, I'm going to make groups composed by two students. Each group will work for the final test.-
Si sollevò un coro di "cooooooooooooooosa?!" e di "ma che cazzo sta dicendo?!"...
La signorina Shitsune si mise ad elecare alcuni nomi; poi, quando io sentii il mio...
-Shiroga and Uchiha.-
Dato che nessun Uchiha era ancora stato chiamato, io e loro andammo in palla, chiedendo all'unisono:
-Which one?!-
"Non Madara ti prego ti prego tipreeeeegooo!!!"
-Oh, well... Uchiha Madara.-
-Teacher!- urlai alzandomi in piedi.
-Please, NOT with HIM! He's only an egocentric narcisus!-
TUTTI si misero a ridere, e mi sentii piccola come non mi ero mai sentita.
-I'm so sorry, Shiroga, but the couples were made by Tsunade-Sama...-
Mi sedetti accettando la sconfitta. "MA PERCHE' SEMPRE A ME????"
Mi misi le mani tra i capelli.
Quando Shitsune finì di elencare i nomi...
-Now, each student must take a seat near his or her mate.-
-Shiroga, muovi il culo e vieni qua!-
-NON CI TENGO!- "Ecco, ho fatto la figura della bambina isterica. FANTASTICO."
Madara, di malavoglia, prese il posto di Shikamaru.
-Ma che problemi hai?-
-Poniti la stessa domanda.- dissi mentre lo fulminavo.

---

Dopo aver finito il corso, ero andata ad aiutare la vecchia nonnina che stava vicino a casa mia, ed ero tornata per l'ora di cena. Ero SFINITA.
Avevo appena aperto la porta di casa mia.
Mentre la richiudevo dietro di me, lanciai svogliatamente la borsa sul divano e andai in bagno a sciaqcuarmi la faccia.
-Ci mancava solo questa...-
Madara saerbbe dovuto venire a casa mia tra due giorni.
Shitsune aveva detto che uno dei due sarebbe dovuto andare a casa dell'altro per svolgere i compiti del gruppo.
-Io non ti ci porto a casa mia.- aveva detto senza troppi problemi Madara.
E così mi ritrovai ad "accettarlo" in casa mia.
Mi asciugai la faccia e mi preparai del latte caldo. Non avevo fame...
Mi misi il pigiama e andai a letto stremata, sperando di non fare lo stesso sogno delle sere precedenti.
 
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La "sbandata" è stata proprio "sbandante"! Povera Chiyomi... xD
Adesso devo spremermi le meningi per il quarto capitolo!
Lasciate un commento, se volete! ^-^

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Capitolo 4
*** Non me ne frega niente. ***


Non me ne frega niente. Ommioddio, ce l'ho fatta! Sono riuscita a scriverlo tutto!
Mi sono dovuta obbligare per riuscire a finirlo xD
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Mi svegliai di colpo ansimando, con Pain che mi risuonava nel cervello.
Mentre il mio respiro si regolarizzava, guardai la sveglia sul mio comodino:
-Le 6 e 17?! Ma porca paletta...-

Mala Zeta presents:
NON ME NE FREGA NIENTE.

Avevo fatto di nuovo quello stramaledettissimo sogno. Stesse sensazioni, stessa angoscia e stessa canzone. Si era aggiunto però un nuovo elemento: la scuola. Tutto vorticava all'interno della Shippuuden. E non capivo il perchè!
Mentre facevo la solita strada, un paio di ragazzi spacconi quasi quanto Madara vennero verso di me. Erano Deidara e Hidan. Avevo avuto il "piacere immenso" di conoscerli il giorno prima, dopo essere uscita dall'aula.

*il giorno prima*
-E chi sarebbe questa piccoletta?- chiese Hidan, che se ne stava appoggiato allo stipite della porta.
-Una rompipalle in miniatura!- aveva risposto Madara, canzonandomi.
-E tu sei un ropipalle all'ennesima potenza!- sbottai io, procurando le risate di Hidan e di Deidara, che si era avvicinato.
Deidara rise beffardo:
-Allora è una rompipalle quanto Sasori?-
-Questa è buona!-
Mentre schiamazzavano non si erano accorti della mia cosiddetta "fuga" verso le scale.
-Ma come, te ne vai già?- mi urlò dietro Madara.
Mi voltai di scatto e con le fiamme negli occhi inveii contro di lui e gli altri due:
-Ho di meglio da fare che stare con un gruppo di rincoglioniti dementi come voi!-
*flashback: off*

-Macciao, piccoletta!- disse Hidan ridacchiando, -Hai ancora voglia di urlarci contro?-
-Se non me ne date motivo, no.-
Deidara, fulmineo, mi fregò la tracolla e cominciò a correre.
-Hid, preparati ad un urlo da cento decibel!- sghignazzò il biondo mentre correva.
Hidan rise di gusto e cominciò a correre anche lui, mentre Deidara gli passava la mia borsa in volo.
Al contrario di quanto si sarebbero aspettati i due fuggitivi, rimasi calma.
Avevo gli auricolari a volume basso.
Mi chinai leggermente e poi partii in quarta, alzando ad ogni passo il volume di J'adore Hardcore di Scooter.
-Ustia! E' veloce!- si sorprese Deidara, mentre lanciava la borsa a Hidan.
-Hidan! Passa qua!-
Madara era comparso alla destra di Hidan.
-Tieni!- urlò sghignazzando quello.
"E adesso?" pensai ansimando, "Sto per crollare!"
Madara era abbastanza lotano, e io stavo decelerando...
Poi si stoppò di colpo, e tese il braccio sinistro, facendo dondolare la mia borsa.
Deidara ed Hidan imprecarono contro di lui mentre rallentavano e andavano verso la Shippuuden, ma Madara sembrò non darci peso.
Quando finalmente lo raggiunsi, il mio respiro si era fatto velocissimo e stavo per crollare.
Lo scrutai un attimo di profilo, ma lui non si voltò.
-E'... è una tra... trappola?- Domandai ansimando.
-Se non ti muovi a pigliarti questa, potrebbe diventarlo.-
Afferrai la tracolla, incerta.
-Ehm... gra... grazie...?-
Lui non disse nulla e camminò in silenzio distanziandomi di una decina di metri.

---

Durante la pausa ero andata in terrazza con Akira, che era tornata a scuola.
-E perchè si è fermato, secondo te?-
-E che vuoi che ne sappia?! Mica sto dentro la sua testa...-
-Mmmh...-
Di colpo sentimmo lo scatto del maniglione.
-Se è ancora Madara, giuro che me ne vado.- sussurrai ad Akira.
-Shiroga! Shirosuna!- era la voce di Neji.
-Menomale, sei tu, Hyuuga!- dissi scendendo dal tettuccio, -Se fosse entrato Madara non avrei saputo cosa fare.- mi pentii subito di aver pronunciato duelle parole.
-Ah sì? E come mai?- "Ahia, forse è meglio raccontargli tutto."
E infatti gli "narrai con enfasi" le mie "gesta" di quella mattina.
Per un attimo il suo sguardo si fece vuoto, colto dal dubbio.
-Tu che ne pensi? Le ho già chiesto se sapeva il motivo delle azioni di Madara.- Akira ruppe il silenzio.
-Non ne ho la più pallida idea, ma di una cosa sono certo: sta tramando qualcosa.-
-E perchè mai dovrebbe tramare qualcosa, accidenti?- ero stizzita.
-Che diamine dovrebbe combinare?! EH?! MA CHE VADA A QUEL PAESE!! E SOPRATTUTTO, PERCHE'?! CHE GLIENE FREGA DI ME, CHE SONO SOLO UNA POVERA SFIGATA CHE OGNI TANTO ESCE CON QUEI QUATTRO GATTI DI AMICI CHE SI RITROVA?! EH?!?!-
Mentre strepitavo non mi accosri dello scatto del maniglione, e nemmeno Akira e Neji.
-Ma io non tramo un bel niente, piccola mocciosetta. Infatti, concordo sul fatto che tu sia una sfigata, e che non me ne frega assolutamente nulla di te.- in un certo senso l'ultima frase che pronunciò mi diede fastidio al petto...
-Allora perchè stamane ti sei fermato?!- intervenì leggermente irritata Akira, -E soprattutto, non ti permettere di chiamarla "piccola mocciosetta"!-
-Hohoho, e chi abbiamo qui? L'amichetta di Shiroga?- poi si voltò verso di me, -Adesso ti fai difendere dalle mocciose coetanee?-
La rabbia mi montava dentro come un animale inferocito.
-Uchiha, smettila.-
-E c'è anche uno Hyuuga!- disse divertito, sempre rivolto a me, -Ma che bel quadretto!-
Appena finì di parlare, gli sparai un cartone dritto in faccia, a quanto pare abbastanza potente da farlo barcollare un istante.
-MA SEI SCEMA?! CAZZO, CHE MALE!-
Camminai fino alla porta e spinsi il maniglione.
-Cretino.- dissi, senza voltarmi.
Akira e Neji erano rimasti vagamente stupiti, e mi seguirono senza parlare.
Madara era sbigottito, e continuava a massaggiarsi la parte del viso lesa.
-Ma guarda te che razza di ragazzetta mi doveva colpire a quel modo...- disse sospirando.
E anche se ero già abbastanza lontana, lo sentii comunque. Aveva un tono come rassegnato...
Cedetti alla forte tentazione di voltarmi, e lo guardai.
Con mia estrema sorpresa, vidi che mi stava guardando anche lui, dritto negli occhi.
Quei bastardissimi occhi neri, che sembravano volermi attirare a lui per chiedergli perdono.
Mi girai, rompendo il contatto visivo.
-Non ho alcun motivo per chiederti scusa.- dissi piano, quasi sussurrando.

---

Mi sentivo malissimo. Mentre camminavo attraverso il viale per tornare a casa, non smettevo di pensare a quegli occhi neri.
"Ma che palle!"
Quello sguardo mi stava facendo sentire in colpa. E il bello era che non ero IO a dovermi sentire in colpa!
Presi le chiavi e aprii la porta di casa sbattendola.
-Basta! Non me ne frega niente!- cercai di convincermi, buttandomi sul divano.

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Ecco qua... *sviene stremata*
E Chiyomi è riuscita a reagire! xD
Ma tra non molto tempo reagirà in modo un pochetto diverso.... Hahahahahaha xD
Lasciatemi una recensione se avete voglia! ^-^

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Capitolo 5
*** Imprevisti disastrosi! ***


Cap.5_Imprevisti disastrosi! Questo capitolo è rimasto in ballo per tre giorni, con scleri per la mancanza di ispirazione...
E pensare che il 5 è il mio numero fortunato... xD
Ma alla fine ce l'ho fatta!
Hope you'll enjoy the fifth chapter! ^-^
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Erano tre ore buone che stavo sul divano a non fare niente.
Quando il cordless squillò, a momenti caddi per terra.
-P-pronto?-
-Chiyo! Mi stavo chiedendo, dato che domani viene Madara a casa tu--
Non lasciai finire la frase ad Akira che lanciai un urlo disperato e caddi nella depressione più totale.
-Te ne eri dimenticata?!- disse il cordless, che era stato lanciato sulla poltrona.

Mala Zeta presents:
IMPREVISTI DISASTROSI!

-Sììììììììììììì che diamineeeeeeee!!!!- dissi sbattendo i pugni sul pavimento, dove ora ero accasciata.
Ripresi il cordless.
-Vabbè,- fece lei, -io volevo solo dirti che se avevi bisogno di una mano per sistemare casa, potevo venire lì un'ora prima del deficiente!-
M'illuminai.
-GRAZIEEEEE TI ADOROOO COSA FAREI SENZA DI TEEEEEEH!!!!!-
-Chiyo, calmati, perchè potrò rimanere lì solo mezz'ora, mio padre vuole che torni a casa senza cincischiare.-
In pratica: Madara mi aveva mandato in panne il cervello, e continuava a causarmi sbalzi d'umore pazzeschi e altre cose demenziali.
Fantastico.
-Ok, allora grazie mille! Ti aspetto qui per le 15!-
-Benissimo! Per le 15 e 30 avremo messo a posto tutto!-
-A domani, e non mi sclerare di nuovo...-
-Sìsì, a domani!-
Posai il cordless sulla sua base e mi guardai intorno: le stanze maggiormente incasinate erano il salotto e lo stanzino della lavatrice, più il tavolo in cucina.
-Bene, mi porto avanti. Cominciamo dalla sala...-

---

Adesso anche lo stanzino della lavatrice era decente.
-Uff, al tavolo in cucina ci penserò domani. Adesso ho fame!-
Avevo passato tutto il pomeriggio e parte della sera a semplificare le cose per il giorno dopo, con risultati accettabili.
Mi preparai una cotolettina e presi del budino dal frigo, per cena.
Mangiai di gusto, a causa di una voracità che si era impossessata del mio corpo, poi feci una partitina alla Wii.
Mi misi il pigiama, andai in bagno e poi a letto, dopo aver fatto la "cartella".

---

Camminavo svelta verso la scuola, lievemente irritata. Avevo fatto di nuovo quel sogno.
"Grande Demone Celeste, che t'avrò mai fatto???"
Anche quella sera era affiorato un altro particolare: la mia figura, mentre camminavo per i corridoi della Shippuuden, con Pain come sottofondo.
E, naturalmente, quando mi ero svegliata, avevo provato le stesse sensazioni delle notti prima.
-T'oh guarda, la mocciosetta!-
-Eh no eh, ancora tu no!-
Deidara camminava accompagnato da un ragazzo con i capelli rossi.
-A me non sembra così tanto pidocchia!- disse quello.
-Infatti non lo sono, se qui c'è un pidocchio, -mi voltai verso Deidara, -quello sei tu.-
-Sasori, cuciti la ciabatta.-
-Coglione.- disse Sasori,
-Cretino.- rispose Deidara.
E mentre si scannavano a parole, me ne andai verso l'entrata.
Sentii in lontananza un sonoro "Vaffanculo!" urlato da tutti e due nello stesso momento, e mi venne da ridere.
Salii al primo piano fino alla mia classe, e aspettai Akira mentre parlavo con Choji.
-Ohayo* *gnam gnam*!- mi salutò masticando una gomma.
-Ohayo*, Akamichi. Hai una gomma anche per me?- dovevo scaricare la tensione, o qualsiasi altra cosa che mi stava corrodendo lo stomaco.
-Sicuro *gnam gnam*!- frugò dentro il suo astuccio e mi lanciò una BigBabol.
-Grazie!- e scartai la gomma.
-Chiyo! C'è un tipo che ti cerca qui fuori!- Akira aveva finalmente fatto la sua comparsa.
-E chi è?!-
-E' un tipo coi capelli rossi...-
"Che sia Sasori?" pensai, mentre mi avvicinavo alla porta della classe.
-Scusa, per caso sei te Kiyomi Shiroga?- essì, era Sasori.
-Ehm... io sarei Chiyomi Shiroga... Comunque... sì?-
-Ah, scusa. Comunque, volevo darti il numero di Deidara...-
-Che coooosa?! Scusa, forse non ho sentito bene.- "Non POSSO aver sentito bene."
-Ho detto che sono venuto qui per darti il numero di Deidara!-
-... Mi stai prendendo in giro?! Cos'è, uno scherzo? Una scommessa?!-
-Niente del genere.- non era serio, e questo mi aiutò ad elaborare un'idea.
-Dammi quel fogliettino,- gli indicai il pezzo di carta con il cellulare di Deidara, -devo scriverci qualcosa.-
Me lo dette e ci scarabocchiai sopra "baka, che scherzo penoso", e lo porsi di nuovo a Sasori.
Prima di andarsene, si girò:
-Mi dispiace che tu debba patire queste baggianate... Ma sai, quando si è stupidi si è stupidi.-
Rimasi abbastanza meravigliata. Che ci fosse qualcuno di intelligente nella combriccola degli idioti?
Mi "nascosi" dietro lo stipite per seguire Sasori con lo sguardo.
Il suo viaggio finì a qualche metro dalla porta della nostra classe... Riuscii a sentire Deidara che si disperava:
-Nooooo e adesso come facciooooo??!!-
-Sei tu il cretino che ha scommesso. Come hai potuto ben vedere, non è stupida. Adesso tira fuori i soldi e niente scuse.-
"Allora era proprio una scommessa! Che idiota, crede che sia così tonta?!"
Me ne tornai al mio banco.
-Che voleva?- Akira appoggiò una mano vicino al mio astuccio.
-Oh, nulla...- e intanto dentro di me ridevo come una pazza.

---

Ero sul tettuccio a parlare con Neji, mentre sgranocchiavo della focaccia croccante.
-Allora oggi dovrai sorbirti il gran coglione, eh?-
-Già, già. Almeno Akira viene un'ora prima a darmi una mano per riordinare meglio, soprattutto il tavolo della cucina...-
-Hahahaha, in difficoltà come queste è sempre meglio essere in due... Bene, allora non dovresti avere problemi.-
-E chi te lo dice? Magari viene fuori un putiferio...-
-Io ho usato il condizionale...-
Mentre andavamo avanti così a parlare, mi squillò il telefono. *piripiripiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii*
-Pronto?-
-Chiyomi, sono la mamma!-
-Mamma?! Ciao! Come mai mi chiami adesso? E' successo qualcosa?-
-No, tranquilla, è tutto a posto. Tuo padre adesso è ad un raduno di bibliofili... Io sono appena uscita dalla loro sala conferenze, si moriva dal caldo!-
-Scommetto che avevano sparato i caloriferi a mille!-
-Sì, infatti! E mi raccomando, mancano ancora due settimane e poi torniamo!-
-Sìsì, lo so. Ti voglio bene, e salutami anche papà.-
-Anche io. E riguardati!-
-Ciao!-
Schiacciai il tastino rosso del cellulare e mi accorsi che Neji mi guardava divertito.
-Che hai da ridere?- gli chiesi sorridendo.
-Niente, è che non sembra darti fastidio stare da sola...-
-No, infatti, mi sento molto libera.-
*driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin*
-Andiamo, io ho una verifica di giapponese che mi aspetta!- fece lui.
-Ah! Ok, allora andiamo.-
E scendemmo in fretta le scale.

---

Me ne stavo in cucina a sistemare meglio il mucchio di roba sopra il tavolo, con i caloriferi spenti, perchè quel giorno faceva caldo, per essere una giornata autunnale. Indossavo il mio pigiama corto estivo, che si era rilevato piuttosto comodo per il lavoro che stavo facendo: la parte sotto erano degli shorts a righe sottili, grige e verde acqua, mentre il sopra era una cannottiera con lo stesso motivo dei pantaloni.
Alle 14 e 59 il campanello suonò.
-Oh, è già qui!-
Aprii, senza pensarci troppo,  la porta.
-Ciao Aki--
Non riuscii a finire la frase, perchè davanti a me non c'era Akira, bensì Madara Uchiha.
Senza pensarci un secondo di più, gli sbattei la porta in faccia e ci incollai la schiena.
"OMMIODDIOMIHAVISTAINPIGIAMAMIHAVISTAMIHAVISTAAAA!!!!"
Diventai praticamente paonazza e cercai di respirare lentamente...
Mi misi di fronte alla porta:
-CHE COSA CI FAI QUI UN'ORA PRIMA DELL'ORARIO PREVISTO?!-
-Volevo avvisarti, cretinetta. Il problema è stato non avere il numero di casa tua.-
Aspettò qualche secondo, poi:
-Mi apri la porta, porca troia?!-
-MI VADO A CAMBIARE!-
Fulminea, schizzai in camera mia e mi misi dei jeans lunghi con una maglietta grigia.
Tornai di malavoglia alla porta ed aprii, con uno sguardo torvo negli occhi.
-Finalmente! Ci hai messo secoli!-
-Stai zitto ed entra.- dissi guardandolo malissimo.
-Tsk.- entrò.
Appena vide il divano, vi si buttò di schiena senza guardarmi nemmeno.
-Se ti fossi accomodato meno sborosamente, ti avrei offerto il thè.-
-Oh, bene, allora vai a prepararlo.-
-Ma hai sentito quello che ho detto?!-
-Sese, va bene, ma io voglio il thè.-
"Non devo tirargli la teiera in testa, non sevo dirargli la teiera in testa, non devo..." pensai mentre facevo scaldare l'acqua.
Mi sedetti sul bancone e aspettai che la teiera fischiasse.
Balzai giù e presi un paio di tazze da thè, con un vassoietto.
Poco dopo la teiera fece il suo fischio: *fiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii*
-Ma quanto casino per una teiera del cazzo...-
-Zitto tu!-
Dalla dove ero io vidi che si era alzato in piedi a guardare i libri negli scaffali della libreria, dove era incastrata la televisione.
Versai il thè nelle tazze, che avevo messo sul vassoio.
Poggiai tutto sul tavolino, e mi girai verso di lui, che mi dava di spalle. Quando anche lui si voltò, fece per avviarsi verso il divano, ma...
Avvenne un incidente di percorso vero e proprio.
Inciampò in una piega del tappeto.
E mi finì addosso.
Mentre cadevamo, il tempo sembrava andare a rallentatore, finchè non sbattei piano la testa su un cuscino caduto per terra.
All'inizio non capii benissimo cosa fosse successo, e strizzai gli occhi.
E poi...
Ebbi come l'impressione di sentire del sapore agrodolce.
Schiusi lentamente gli occhi e mi accorsi che Madara si era appena sciolto da un bacio accidentale.
Già.
Un bacio...
Incrociai il suo sguardo. E trattenni l'impulso di abbracciarlo e di stampargli un bacio non accidentale sulle labbra.
Lo sollevai da me spingendo forte con tutte e due le mani sul suo petto.
-To-togliti!!!-
Evidentemente era sbigottito quanto me, perchè ci vollero un paio di secondi prima che cogliesse la mia frase e si ricomponesse da quella scomoda posizione.
Scappai in bagno, chiusi la porta, spalancai la finestra e aprii il rubinetto dell'acqua fredda.
Stavo per schiaffarmi una manata d'acqua in faccia quando mi fermai a pensare.
Volevo davvero lavare via quello che era successo? O almeno, solo simbolicamente?
-No... Porca paletta!-
Detti un colpo al porta sapone, che schizzò via.
Possibile che qualcuno come lui fosse capace di farmi quell'effetto?
Con le mani umide mi sciacquai solo le guance e la fronte, stando ben attenta a non passare sulle labbra.
Mi asciugai la faccia e riaprii la porta.
Mi guardai intorno e lo vidi in piedi dove lo avevo lasciato.
Andai verso di lui a passo spedito, e gli mollai un cazzotto della madonna, come quello del giorno prima.
-CAZZO, ANCORA?!-
-SI!-
-MA PERCHE'?!-
Lo guardai torva e gli scaraventai addosso un altro pugno.
-E TI CHIEDI ANCHE PERCHE'?!-
Ormai la rabbia mi aveva pervasa. Come poteva permettersi di sfondare le porte della mia monotonia in tal modo?! Chi era lui per poterlo fare?!?!
-MICA L'HO FATTO APPOSTA!-
Mentre lo guardavo male, pensai che molto probabilmente aveva ragione lui.
-Senti, ok. Hai ragione. Adesso mettiamoci a lavorare... Va bene?-
Mi squadrò dalla testa ai piedi:
-Mhpf, d'accordo.-

---

Avevo appena congedato Madara, e stavo chiudendo la porta.
-Alla fine non è andata pio così male...-
Mi buttai sul divano, e accesi lo stereo con il telecomando.
-Pain... Sì. Mi ci vuole proprio.-
Alzai il volume quasi al massimo, e quasi non mi accorsi che avevano suonato il campanello.
Senza spegnere la musica, schiusi la porta:
-Hai dimenticato qualcosa?-
-Sì.- Madara si diresse verso il tavolo, e sembrava non curarsi dello stereo a palla.
Si chinò, raccolse un quaderno, e si rialzò.
Quando, però, si stava per riavviare alla porta di casa, partì il ritornello...

Pain, without love

Pain, I can't get enough
Pain, I like it rough
'Cause I'd rather feel pain that nothing at all...

Si fermò e voltò la faccia dalla mia parte. Sembrava che avesse risolto un enigma, con quell'espressione.
Mi si avvicinò in silenzio, mi prese il mento con l'indice sotto e il pollice sopra, per poi avvicinare la faccia alla mia guancia e darmi un bacio che sembrva un petalo.
Mi guardò neglio occhi e poi, sempre senza dire nulla, si avviò alla porta, e la chiuse dietro di lui.
Penso di essere rimasta lì impiedi imbambolata fino alla fine della canzone.
Dato che il CD era uno di quelli con le canzoni differenti una dall'altra, quella che partì dopo era totalmente diversa, e mi svegliò da quel mio stato di trance idiota.
Sul display lampeggiava il titolo: PK Hardstyle - Nostalgia [Come Back Sexy].
Era straordinariamente energizzante e grintosa, che mi misi a girare quasi sulle punte, come mi avevano insegnato quasi tre anni prima, al corso di danza classica che avevo abbandonato dopo solo un mese, per dedicarmi al Karate.
Immaginai me stessa volteggiare, vestita di nero, precisamente un lungo vestito nero, e con i capelli lunghissimi, che seguivano il moto del mio giro, in una foresta notturna, con lupi e civette...
Smisi di volteggiare:
-Chiyomi, torna in te. Sei stanca... Vai a mangiare e poi a letto.-
In quel periodo mi ero abituata ad andare a letto relativamente presto. Per ovvi motivi... Ergo, le giornate pazzesche degli ultimi tempi.
Ma c'era ancora una cosa che dovevo fare...
Presi il cordless, e digitai un numero.
-Pronto, sono Aki--
-PERCHE' DIAMINE NON SEI VENUTA OGGI?!?!?!?!?!?!?!?!-
____________________________________________________________________________________________

*Ohayo = per chi non lo sapesse, significa "buongiorno".

Ecco. Forse questo è il capitolo più lungo che abbia scritto, finora...
Comunque, spero tanto vi sia piaciuto; per chi mi segue, continuate a farlo, grazie! ^-^
E per chi non lo fa ancora, aspetto solo voi! xD
Accetto recensioni di ogni tipo da parte vostra, sono gradite anche critiche, così se c'è ancora qualcosa che non va, posso migliorare!
A presto, al sesto capitolo! :D

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Capitolo 6
*** Di tutto per negare l'evidenza, lo stai facendo sbagliato. ***


Cap.6_Di tutto per negare l'evidenza, lo stai facendo sbagliato. Evviva! Mi sono incagliata per un giorno e mezzo su questo capitolo!
More infos sotto! xD
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-Devo alzarmi, devo alzarmi, devo alzarmi! DEVO andare a scuola... Non posso evitare!-
La sveglia stava suonando, e io cercavo di autoconvincermi ad andare a scuola.
-NON POSSO DARGLIELA VINTA!-

Mala Zeta presents:
DI TUTTO PER NEGARE L'EVIDENZA, LO STAI FACENDO SBAGLIATO.

Stavo camminando veloce come un missile attraverso il viale, con PK Hardstyle - Right Down There sparata a tutto volume.
Ero conscia del doppiosenso assurdo di quella canzone, ma più camminavo veloce, meno me ne importava. Non ero ancora arrivata a scuola, che partì
PK Hardstyle - Nostalgia [Come Back Sexy]. Il mio passo si stoppò di colpo, e mi venne in mente il sogno di quella notte.
L'immagine di me stessa, con i capelli lunghi e il vestito nero che avevo immaginato prima di andare a dormire il giorno prima, riapparsero nella mia mente, non permettendomi di vedere il mondo reale.

Volteggiavo.
La notte pervadeva ogni singolo angolo della foresta, che brulicava di lupi, gufi e altri animali selvatici.
Un lupo più grande degli altri veniva verso di me, e mutava aspetto...
Madara si stagliava davanti a me, vestito di pellicce grige.
Si metteva a ballare con me...
Poi cambiava tutto, col mutare della canzone.
Madara era sparito.
Io ero esattamente come nella realtà, con i capelli corti.
Il vestito lungo era stato strappato via dai rami, al suo posto c'erano dei pantaloncini di stoffa, cortissimi, e una maglia a maniche corte e lo scollo a barchetta che lasciava soperte le spalle. Tutto nero.
Saltavo sempre più in alto sugli alberi, fino a raggiungere la luna. Enorme.
L'ultimo salto fu quello più alto, e quando raggiunsi il culmine, il mio corpo rimase a mezz'aria, accarezzato dal vento e dai raggi della luna.
Poi mi ero svegliata di colpo, col batticuore e ansante.

Venni riportata alla realtà dallo schiamazzare dei ragazzini che frequentavano le medie della Shippuuden.
"Devo andare..."
E ancora scossa ripresi il mio cammino, facendo ripartire quella musica da sogno.
Giunta all'entrata della Shippuuden, mi fermai.
Davanti a me c'era uno dei soliti idioti: Hidan.
Il bello era che dietro di lui c'era anche Madara.
"E io che oggi avrei voluto evitarlo per bene..."
-Tòh guarda, la piccoletta che non sa nemmeno reggere un bacetto!- disse Hidan.
Io ci rimasi di sasso. Anzi, è dire poco.
-Cretino!- urlai, mentre gli tiravo un mawashigeri*.
Lui cadde in ginocchio e urlò compiaciuto:
-Che sensazione stupenda! Il dolore che scaturisce dalla gamba mi sta pervadendo il corpo!! MI FA VIBRARE L'ANIMA!!!-
Io abbastanza preoccupata mi allontanai da lui.
Poi guardai in cagnesco Madara.
-Sei solo un idiota che si compiace vedendo gli altri confusi! Vai a quel paese!!-
-Non è colpa mia se tu ti imbamboli per così poco!!-
-Anche tu ti sei imbambolato! PORCA PALETTA!-
-Io mi ero solo preoccupato per il thè!-
-ALLORA PREOCCUPATI DI PIU' PER LA TUA FACCIA ADESSO!!!-
E gli mollai l'ennesimo cartone.
-Dai un pugno anche a meeeee!!!- sentii Hidan supplicarmi mentre avevo cominciato ad allontanarmi.
Però voltai subito l'angolo e attesi. Volevo sentire che avrebbe ribattutto Madara.
-TI PICCHIO IO ADESSO! CHE VAI A STREPITARE COSE SERIE!! E' PIU' SERIO DI QUANTO IL TUO MISERO CERVELLINO POSSA COMPRENDERE!!!!!-
-AAAH SIIII PICCHIAMI PIU' FORTE!-
-BRUTTO FROCIO MASOCHISTA DEL CAZZO!-
Corsi via ancora più confusa.
Perchè aveva detto quelle parole?
Come poteva essere per lui una cosa tanto seria?
Nella foga buttai a terra Deidara.
-Cazzo fai, pidocchia?!-
-Vai a farti fottere da Hidan!- gli gridai mentre correvo.
La sua faccia era così -> D:
Entrai in classe e sbattei la bosra per terra con un tonfo sonoro.
Ero l'unica dentro l'aula, e quindi nessuno (per fortuna) mi fece domande.
Poi entrò Akira.
-Buong-- stoppò la frase, vedendomi completamente a pezzi.
-Oddio, che è successo?! Ieri per colpa del tuo dannato cordless fuori uso non ho potuto avvisarti, te l'ho detto!- disse lei, convinta che io fossi arrabbiata per la sua buca colossale.
-Non è per quello,- risposi con una voce da funerale, -non puoi immaginare che razza di situazione mi sia appena capitata!-
Le raccontai tutto...
-Non sapevo che Hidan fosse gay!- disse cercando di sdrammatizzare.
Ormai la classe cominciava a riempirsi, così presi il cellulare e scrissi un sms a Neji:
"Per favore, durante la pausa vieni in terrazza..."
Dopo poco mi arrivò un ok suo e riappoggiai la testa sul banco con un sonoro *sbonk*.

---

Stavo salendo le scale per andare in terrazza, con una flemma inimmaginabile. Attorno a me aleggiava l'aura dell'umore nero...
Spinsi il maniglione e vidi Neji che mi stava aspettando, con la schiena appoggiata alla rete.
-Shiroga!- mi corse incontro, vedendo la mia espressione crucciata.
-Hyuuga, non mi sento più l'anima in corpo talmente mi sento confusa!-
Lui senza esitare mi abbracciò fraternamente, visibilmente preoccupato.
-Che è successo?!-
E cominciai a piangere. Lui sgranò gli occhi:
-Chiyomi! Che è successo?!- era la prima volta che mi chiamava per nome.
-E' tutta colpa sua e dei suoi stupidi amici! Avevi ragione tu! Mi sta mandando il cervello a farsi friggere!-
-Lui Madara?-
In risposta singhiozzai più forte.
-Su, su, adesso calmati e soffiati il naso, disse porgendomi un fazzoletto di carta.
Nonostante fosse maleducazione** mi soffiai il naso molto rumorosamente e mi asciugai le lacrime.
-Adesso calmati, eh? Si sistemerà tutto, non ti devi crucciare. Adesso è solo inutile.-
Andai con lui verso il lavandino della terrazza per sciaqcuarmi la faccia.
-Ecco, non sembra nemmeno che tu abbia pianto. Andiamo giù?-
-No, ho voglia di stare qua...-
-Ok.- disse lui abbracciandomi nuovamente.
Gli volevo davvero un mucchio di bene.
Ma il tempo tranquillo finì.
Sentii lo scatto del maniglione e la voce sclerosa di Deidara, che urlava:
-PROPRIO TE CERCAVO PIDOCCHIA! NON CI SCONTRA CON LA GENTE E POI LA SI INSULTA INVECE DI SCUSARSI!-
Mi sciolsi dall'abbraccio e gli andai vicino.
-E per precisare,- disse sbucando da dietro Hidan, -io non sono gay, sono bisessuale. E sempre pronto a fare nuove esperienze...- disse facendo uno sguardo ammiccante a me e a Neji. Quest'ultimo ne rimase disgustato, mentre io gli dicevo:
-Fai esperienza con questo!- e gli tirai un pugno sul naso.
-E' un'ottimo approccio!- schiamazzò lui sognante.
Poi gli arrivò un pugno alle costole, non mio.
Lui, caduto a pancia a terra, con un'espressione di goduria:
-Anche questo era un ottimo approccio!- e guardò in faccia il mittente del colpo.
Io rimasi a bocca praticamente aperta.
Madara.
-Tu!- urlò Neji indicandolo.
-Che diritto hai a trattare così una ragazzina?! Pensi che io non sappia che fai così con tutte?!-
-Io sono un Uchiha e i miei affari non ti riguardano minimamente, Hyuuga! Vai a pulire il moccio alla tua cuginetta!-
Si fermò un attimo e interruppe il nascere di una risposta di Neji, visibilmente irato.
-Io e Shiroga dobbiamo parlare.- e si voltò verso di me.
Io mi sentii il cemento cedere sotto i piedi.
-E DI COSA?!- sbottai.
-Prima levate le tende tutti quanti.- disse rivolto a Neji e agli altri due.
Deidara cercò di protestare:
-Ma io--
-ZITTO!- urlò lui.
Deidara si voltò offeso e se ne andò, come aveva fatto Hidan.
Neji esitò un attimo, ma poi se ne andò anche lui. Prima di chiudere la porta, mi guardò, poi sparì dietro ad essa.
-Hidan ha sbagliato, non avrebbe dovuto dire quelle cose. Ma tu di certo non sei nella posizione adatta per ribattere.-
-AH, IO?! E ALLORA SONO SOLO UNA STUPIDA COGLIONA CHE SI FA ABBINDOLARE DAL PRIMO CHE CAPITA?!-
-Esattamente.-
A passo furioso mi avviai verso la porta per spingere il maniglione e fuggire da quella situazione, quando sentii afferrarmi il braccio.
-E comunque, a più tardi per il corso d'inglese, mocciosetta scorbutica.-
In risposta scossi il braccio per liberarmi dalla sua presa.
Spinsi il maniglione e corsi giù dalle scale, tentando disperatamente di non piangere.
Con mia sorpresa incontrai Neji.
Mi aveva aspettata.
Senza dire nulla lo abbracciai forte in cerca di conforto.
Lui stette in silenzio e mi abbracciò a sua volta.

---

Ero fuori, su una panchina, a parlare con Sasori. Mi ispirava fiducia, ed evidentemente la cosa era reciproca. Lui mi aveva detto che Hidan aveva "blaterato" a proposito di me e di uno scontro causato da un incidente.
Mi dissi che, dopo lui, non avrei detto più nulla a nessuno. E gli raccontai le mie vicende.
"Poi basta, altrimenti appendono i cartelli."
-Ah.- fu il suo primo commento.
-Che situazione critica. Ma...- mi fissò, -A te...-
-Sì?-
-T'interessa?-
-Chi?-
-Ma come chi?! Madara!-
Abbassai la testa.
-N-no.-
-Stai negando l'evidenza, e anche malamente.-
-Ma non è giusto! Io a lui non interesso minimamaente! Eccheccavolo!- strepitai mettendomi le mani tra i capelli.
-A lui interessano tutte le donne.-
-Capitan Ovvio!... Aspetta un momento. Tutte tutte? Naaaa, io no.- e cominciai a deprimermi.
-Su, su.- disse lui, patpattandomi sulla testa.
Guardai l'orologio di sfuggita: le 15 e 50.
-Devo andare, questa tortura non me la toglie nessuno.-
-Ok, io vengo all'uscita, quando avete finito. A dopo!-
Mi avviai all'entrata, ma mi fermai di colpo subito dopo.
Sasori vide i miei movimenti e mi venne dietro.
-Che c'è?-
-Shhhh, zitto!-
Mi nascosi dietro un muretto e trascinai anche lui.
Madara stava camminando con una tipa di fianco.
Aveva i capelli neri e lunghi, una faccia cordiale e una risata squillante.
Lo lasciò all'entrata principale dandogli un bacio sulla guancia.
Mi girai di scatto verso Sasori:
-Chi è quella?!-
-Ah, e non t'interessa, eh?- disse lui quasi ridendo.
-Stai zitto, così non aiuti!- dissi urlando piano.
-Bhè, allora ti lascio con questo dubbio, hehehe...-
-Aspetta! Sai chi è?!-
-Sì, ma te lo dico dopo inglese.- e scoppiò in una risatina sommessa, prima di andarsene.
Mentre me ne andavo verso l'entrata la curiosità mi corrodeva le viscere.
"Oddio Sasori, una cosa così non potevi farmela... Avresti dovuto dirmi chi era! E adesso mi tocca pure starmene in banco con quel... quel..." non trovai la parola giusta.
"Oh bhè, che vada a quel paese."
Mentre stavo salendo la scala del primo piano, incontrai Shika e Sasuke.
-Salve...-
-Ciao Shiroga.- mi dissero entrambi.
Ci avviammo tutti e tre verso la classe.
Entrai e presi posto vicino a Madara, senza guardarlo.
Mi fissò qualche secondo, poi voltò la testa in avanti:
-Shitsune è in ritardo.-
-Strano.- risposi io, mentre frugavo nella borsa per prendere l'MP3.
Ero tesissima, il solo stargli vicina a sedere mi rendeva rigida come una tavoletta di legno.
Alla fine trovai l'MP3 e lo accesi. Partì PK Hardstyle - Nostalgia [Come Back Sexy], e questo non aiutò la mia tensione.
Madara vide la mia espressione e allungò una mano verso di me, poi rigirando la faccia.
-Cosa c'è?-
Sempre senza guardarmi mi rispose:
-Passami un auricolare.-
Ne rimasi abbastanza meravigliata, ma non ribattei e gli passai la cuffietta destra. Feci ripartire la canzone dall'inizio e stetti in silenzio, al massimo muovendo un po' un piede a ritmo.
Le immagini del sogno riapparvero nella mia mente e alzai di poco la testa.
Madara se ne accorse e mi osservò. Io ero troppo assorta per percepire il suo sguardo interessato.
Quando partì il ritmo più veloce, Madara sgranò di poco gli occhi e guardò in avanti di scatto.
Mi girai io, che mi ero accorta della leggera tensione del filo, e lo osservai a mia volta.
Nel suo sguardo c'era meraviglia, stupore e domande a cui non aveva trovato risposta.
Girò gli occhi dalla mia parte e incrociò il mio sguardo.
Volevo guardare da un'altra parte, ma qualcosa me lo impediva.
Quegli occhi non avevano vie di fuga.
Solo quando io sbattei le palpebre riuscii a scantarmi da quel magnetismo pazzesco.
Passarono altri minuti e altre canzoni, ma lui non si tolse mai l'auricolare, nè fece cenni di volerselo togliere...
Mezz'ora dopo entrò un tipo strano, con i capelli grigi ma con un viso giovane.
-Ehm, scusate il ritardo, ragazzi! Mi chiamo Kakashi Hatake, sono il supplente della signorina Shitsune!-
Madara si voltò verso di me:
-E chissenefrega.-
-Ma come, ha fatto solo una lezione con noi e c'è già il supplente!- sbuffò qualcuno dal fondo dell'aula.
-I'm sorry, guys, but for today Tsunade-Sama asked me to be there for the English cours.-
-Eh, ma che palle!- disse gran parte degli studenti.
Sasuke si alzò in piedi e tutti si zittirono. Era conosciuto da tutti, praticamente, e riceveva lo stesso rispetto degli altri due Uchiha.
-Sorry, Mr. Hatake, but... Why Miss Shitsune isn't here? What kind of problem did she have?-
Il supplente fece una risatina imbarazzata e si grattò dietro la testa.
-Oh, well... She has got a car axident...-
Cori di "Ohmioddio chissà come starà?!" si levarono dai banchi.
-E per la precisione, è stato lui ad investirla!- strepitò la Mitarashi spalancando la porta.
-Non le ha fatto preaticamnete nulla, dato che è stato un tamponamento relativamente leggero, ma adesso è all'ospedale per dei controlli.-
La classe rimase muta, per la troppa sorpresa.
-Ehm... Che ne dite di fare lezione, adesso?-
Ci fu un po' di casino e di movimento, ma alla fine la lezione cominciò.
Madara mi ripassò la cuffietta, io rimisi via l'MP3 e presi il quaderno.

---

Mancavano circa venti minuti alla fine del corso, e avevo appoggiato la testa sul banco.
Ero morta. Era di una noia pazzesca... Non che Shitsune fosse da meno...
Era già da un bel po' che nella mia testa si era formulata la domanda "Ma perchè il bacio sulla guancia?".
Voltai la testa dalla parte di Madara e sbuffai, spostandomi la frangetta dagli occhi.
Lui mi guardò abbastanza divertito e si appoggiò sullo schienale, stiracchiandosi.
"Chissà perchè? Vorrei tanto coglierne il significato. Lui è molto bello, io invece... Non sono un granchè..."
Mi misi dritta e cominciai a scarabocchiare.
Senza accorgermene, venne fuori la figura della ragazza che aveva accompagnato Madara davanti all'entrata. Era venuta discretamente somigliante.
Di fianco ci disegnai un grosso punto di domanda.
Poggiai la matita e stavo per prendere il foglio, ma...
Mi slittò davanti agli occhi, Madara me lo aveva sfilato sotto al naso.
-Ma lo sai che assomiglia a mia cugina?- mi disse piano.
-Tua cugina?-
-Sì, mi ha fatto compagnia per la strada, oggi.-
Strabuzzai gli occhi per la sorpresa.
Sua cugina?!
"E' solo sua cugina! E io che mi ero preoccupata tanto!!!"

---

I venti minuti passarono relativamente in fretta, infatti quando suonò la capmanella sobbalzai leggermente.
Uscii dall'aula con Sasuke e Shikamaru, mentre Madara, Deidara e Hidan ci camminavano davanti.
Poi saltò fuori Sasori.
-Hei!- mi fece.
-Ancora crucciata?-
Gli tappai la bocca con una mano.
-Zitto tu.-
-Danna, che pirla che sei.- commentò Deidara.
-Ho scoperto chi era, era sua cugina!- gli dissi sussurrando.
-Come hai fatto a scoprirlo?-
-Con questo.- tirai fuori il disegno dalla borsa e gli illustrai le vicende, senza dare troppo nell'occhio.
-Aaaaaaaaaaah, hai avuto culo.-
-Eh, è dire poco! Quasi quasi mi mettevo a sclerare...-
Lui per tutta risposta si mise a ridere beatamente.
-Che hai da ridere, Akasuna?- gli fece Hidan.
-Nulla, nulla...- disse mentre continuava a ridacchiare.
Shika e Sasuke se ne andarono per conto loro, dopo cinque minuti.
-A proposito, ero venuto a prendervi per fare una proposta.-
Ci andammo a sedere sulle panchine fuori da scuola e ascoltammo Sasori.
Dato che domani è domenica, perchè non usciamo tutti insieme?-
Silenzio.
-Che voglia che avete... Comunque, intendo tutti tutti. Cioè anche Pain, Konan, Kakuzu, Zetsu e Kisame.-
-Che fai, la rimpatriata?- Chiese Itachi, spuntando da dietro.
-Era quella la mia intenzione.-
Mi sentii estraniata dal discorso, ma dato che non avevano detto nulla riguardo la mia presenza, me ne stavo sempre seduta sull'angoletto della panchina.
-E...- continuò Sasori, -verrà anche Chiyomi.-
Voltai la testa di scatto. Non solo mi aveva chiamata per nome, ma mi aveva pure invitato all'uscita di gruppo!
-Ehm, co-cosa?!-
Sentii lo sguardo di tutti i presenti su di me. "Aiutooooo!!!!"
-La pidocchia? E perchè?!- cominciò Deidara.
-Perchè ha bisogno di svagarsi anche lei!-
-Ma che c'entra?!- intervenì Hidan.
Io mi sentivo assolutamente in imbarazzo. Ma che cavolo stava combinando Sasori?!
-Sentiamo che ne pensa lei.-
"Ma-madara?! Oddiiiiiiiiio il mio cervello sta andando in fumoooooo!!!!"
-Eh-ehm...- balbettai io, incerta.
-Non sarebbe m... male...- dissi timidamente abbassando la testa.
Silenzio.
-Ma se a voi da fastidio allora non vengo!- intervenii nuovamente alzando la testa, molto probabilmente con le guance arrossate.
Riabbassai il capo, colta dalla vergogna. Che razza di situazione mi stava capitando...
-Bene, allora è deciso, domani alle 14 e 15 sotto casa di Shiroga.- si alzò di scatto Madara.
Per la seconda volta alzai la testa, sgranando gli occhi. "Non ci capisco più nulla..."

---

Mentre stavo camminando per il viale, ero piena di pensieri.
Cose tipo "Che sarebbe successo domani? Che cosa avrei indossato? Come mi sarei comportata?".
Una folata di vento mi sfilò la sciarpa e la fece andare nella direzione opposta a quella in cui camminavo io.
Mi girai per rincorrere lo svolazzante pezzo di tessuto indaco, quando mi accorsi che c'era già stato qualcuno che lo aveva afferrato.
Madara venne verso di me e mi porse la sciarpa.
Lo guardai e poi presi la sciarpa.
-G-grazie...-
Mi patpattò la testa con fare amichevole.
-Riguardo a quello che stavi pensando oggi... Ho capito, sai?-
Strabuzzai gli occhi per l'ennesima volta in quella giornata.
-Stavi pensando a questo.- mi diede un buffetto sulla guancia.
Il cuore cominciò ad andare a mille.
-Mi sono reso conto che forse non sei proprio una mocciosetta stupida. Sei come le canzoni che ascolti.-
Avrei voluto abbracciarlo, abbracciarlo forte. In quel momento sembrava così mieloso...
Un momento, MIELOSO?!
"Ok, non sto bene..."
-Domani evita scleri e robe varie, ok?- disse, mentre si girava e camminava per la sua strada.
Avrei voluto fermarlo.
Dirgli qualcosa.
Ma cosa?
Rimasi a guardarlo in silenzio, mentre se ne andava.
_____________________________________________________________________________________________________________________

*Mawashigeri = calcio laterale di Karate.
**Soffiarsi il naso rumorosamente = in Giappone è maleducazione soffiarsi il naso in modo rumoroso, e i Giapponesi tendono a tirare sempre su col naso.

Ok, QUESTO CAPITOLO è lungo.
Ma è grazie a qualcuno di ESTREMAMENTE PAZZO se questo capitolo è andato in porto:
Il mio compagno di role! Mi ha aiutato tantissimo, siamo rimasti tipo tre ore al telefono xD
E dato che gli voglio tanto BBBene xD ecco che scrivo qualcosetta che gli piacerà molto:

MADARA UCHIHA RULEZ! I'M THE FUCKING BEST UCHIHA!

Lol. Bene, direi che qui ho finito. Lasciate recensioni se vi va!
Al settimo capitolo!! ^-^

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Capitolo 7
*** Intermezzo tra capitoli, con link e altro. ***


Cap.7_Intermezzo tra capitoli, con link e altro.

Salve a tutti, sono Mala Zeta!

Questo è un piccolo intermezzo tra il sesto e il settimo capitolo (che sarà l'ottavo, di conseguenza), il quale è in fase di costruzione.
Qui inserirò i link e le url di tutte le canzoni comparse finora, e alla fine darò spazio alle descrizioni di Chiyomi Shiroga e di Akira Shirosuna (scusate se non le ho inserite prima! ^-^"), con in più quella di unA nuovA personaggiA (xD) che comparirà nell'ottavo capitolo (che sarà il nono), Ann Aoi Mizukishi.


PK Hardstyle - Nostalgia [Come Back Sexy]
http://www.youtube.com/watch?v=SF2SF5etPQM

PK Hardstyle - Right Down There [Naughtyness Reminds me of my ex n.n]
http://www.youtube.com/watch?v=bsFuH4hyzoc&feature=related

Three Days Grace - Pain
http://www.youtube.com/watch?v=Ud4HuAzHEUc

Scooter - J'adore Hardcore (EXTENDED VIDEO MIX)(Official Video HD)
http://www.youtube.com/watch?v=_eNxZN3oquw

Vi consiglio vivamente di ascoltare le canzoni quando ne vedete il titolo nei capitoli, potreste immedesimarvi ancora di più!

Qui sotto le descrizioni. Chissà come ve le eravate immaginate! xD

Chiyomi Shiroga:
Altezza:
162 cm
Peso: 48,5 kg
Capelli: castano chiaro, corti, a caschetto, con la frangetta
Occhi: verdi e grigi, a seconda della luce assumono anche tinte azzurre
Dati: è un maschiaccio. Ha una discreta forza fisica ed è abbastanza manesca. Odia il rosa e adora l'abbigliamento da skate maschile, nonostante non sappia usare uno skate (lol). Ha comunque dei lati femminili, ad esempio la smielosità diabetica per le cose pucciose. E' anche esuberante ed eccentrica, e quando la prendono per i fondelli reagisce in tre modi diversi: ingora, risponde a tono, o scazzotta il suddetto offensore. Ha una fantasia enorme, è creativa e adora disegnare. A volte può risultare isterica o infantile, se si fa prendere dalla foga. Quando si tratta di ragazzi, va in palla.

Akira Shirosuna:
Altezza: 162 cm
Peso: 51 kg
Capelli: castani, mediamente lunghi, raccolti dietro la nuca con due bacchette, con la frangetta e due ciocche che scendono sulle spalle.
Occhi: azzurri
Dati: è la ragazza più fredda e impassibile del mondo, solo che quando si arrabbia, si arrabbia di brutto. Nessuno riesce a decifrarla. Solo quando sta con Chiyomi riesce ad essere sè stessa, cioè una pazza diabolica. Si trasforma completamente! Ha un fratellino che va in sesta elementare, Tora. Adora i gatti, e ODIA Madara Uchiha.

Ann Aoi Mizukishi:
Altezza: 173 cm
Peso: 59 kg
Capelli: castani, lunghi, con il ciuffo a destra (ne va molto orgogliosa)
Occhi: verdi e marroni
Dati: è altissima rispetto alle sue coetanee, masochista, a volte anche calcolatrice. Ha frequentato le elementari e le medie con Chiyomi, ma poi si è trasferita a causa del lavoro del padre.
Ha un fratellino più piccolo che si chiama Kyo e va in quinta elementare. Le piace cucinare, fare shopping, disegnare e leggere. Quando si annoia si sdraia sul letto e scarabocchia.
(Questa descrizione è più o meno provvisoria, verrà aggiornata in seguito.)


BENE! Dovrei aver finito. Per qualsiasi cosa, potete contattarmi qui su Facebook: http://www.facebook.com/profile.php?id=100002181457902
Ora vi lascio, andate e trolleggiate 8D xD
A presto per il prossimo capitolo!

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Capitolo 8
*** Cosa credevi che fossi, un budino?! ***


Cap.8_Cosa credevi che fossi, un budino?! AVVISO IMPORTANTE: QUESTO CAPITOLO E' MOLTO LUNGO. PIU' LUNGO ANCHE DEL SESTO.
QUINDI, VI CONSIGLIO DI LEGGERLO QUANDO AVETE TEMPO.

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Dopo aver passato circa un quarto d'ora in piedi, imbambolata come una fessa, mi resi conto di avere una discreta fame; camminai ancora e invece di svoltare verso casa mia mi diressi al supermarket del quartiere, con trlioni di pensieri campati per aria.

Mala Zeta presents:
COSA CREDEVI CHE FOSSI, UN BUDINO?!

La campanella della porta a vetri tintinnò dopo che l'ebbi aperta e richiusa dietro di me.
La cosa che notai subito fu l'insolito casino all'altezza delle casse: un tipo MOLTO alto stava litigando col povero cassiere, che era pure mio amico.
Data la mia risolutezza, andai alle casse, e me ntre mi avvicinavo sentii il loro discorso:
-Ti dico che il resto è sbagliato! Incompetente!- stava sbraitando il tipo, mentre scuoteva per il bavero il povero malcapitato.
-Lo-lo so! Ho sba-sbagliato io! Pe-per favore me-me-mettimi giù!-
-Lo sai che senza soldi il mondo non sarebbe niente?! Sai che razza di valore hanno?! TU BRUTTO INETTO, NON SEI ADATTO NEMMENO A FARE IL CASSIERE IN UN MISERO SUPERMERCATINO COME QUESTO!-
Quando arrivai al cospetto di quella scena assurda e discretamente comica, il cassiere s'illuminò.
-Oh, meno male che ci sei almeno tu! Fai ragionare questo troll!!- mi supplicò.
-COME MI HAI CHIAMATO?!- strepitò questo.
E prima che il gigante potesse malmenare il povero ragazzo, gli stoppai il braccio, già caricato a mezz'aria.
Questo si voltò di scatto:
-Cerchi rogne, ragazzina?-
-No,- risposi pacatamente, -cerco di capire perchè tu stia sbraitando come un vecchio senza dentiera.-
-COME SCUSA?!-
-Hai sentito benissimo. E adesso, prima metti giù lui,- dissi indicando il cassiere, -poi mi spieghi il motivo delle tue urla barbariche.-
Quello mise giù il povero ragazzo mezzo traumatizzato, poi mi guardò malissimo.
Io quasi rabbrividii, metteva ansia...
-Dimmi qual'è il problema.-
Lui mi guardò di nuovo male da far paura, poi si decise a rispondermi:
-Questo IDIOTA- disse indicando il poveretto, che si era nascosto sotto la cassa, -ha sbagliato a darmi il resto.-
-Di quanto, scusa?- chiesi, perplessa. Di solito non dava mai il resto sbagliato.
-100 ¥*.-
-Cosa?! Ma è pochissimo! E tu ti arrabbi per una cosa del genere?-
Mi guardò ancora più male.
"Aiuto."
-Comunque, hai sbagliato approccio. Se qualcuno sbaglia a darti il resto, devi dire gen-til-men-te- dissi scandendo in sillabe, -che ha sbagliato. Se fai così, passi automaticamente dalla parte del torto.-
-Non mi interessa avere ragione, ma avere i miei soldi.-
Stavo per rispondergli a tono, quando il cassiere mi passò davanti con delle monete in mano.
-Bhè, qui ci sono 100 ¥ in più, mi scuso per il disturbo...- disse inchinandosi.
Mentre il tipo si intascava i soldi, il cassiere si girò verso di me:
-Comunque, grazie lo stesso, Chiyomi-San.-
-Ehm, figurati...?-
Il tipo sembrò un attimo perplesso.
-C'è ancora qualcosa che non va?- chiesi io, dato che il cassiere se l'era svignata per paura di un'altro sclero.
-Questo caratterino instabile e questo nome mi dicono qualcosa...-
Io lo guardai abbastanza allarmata.
-Come scusa?-
-Non è che percaso te sei Chiyomi... Shiro... Shiro-qualcosa? Della 1°A?-
Mi allarmai così tanto che mi sebrò avere i capelli ritti in testa.
-Co-come fai a co-conoscermi?!- chiesi spiaccicandomi allo scaffale più vicino.
-Uchiha mi ha parlato di te.-
-Quale Uchiha?-
-Madara, Uchiha.-
Stavo per svenire. Com'era possibile che Madara avesse parlato di me in giro?!
-Mamamamamamamamama MA TU chi sei, piuttosto...?-
-Kakuzu, mi chiamo Kakuzu.-
Mi suonò familiare, molto probabilmente era uno dei nomi che aveva elencato Sasori quel pomeriggio.
-Ah, allora... piacere?- cominciai io.
-Mh.- mugugnò lui. -Madara mi ha telefonato poco fa, e mi ha detto che domani si andrà fuori tutti assieme, e che saresti venuta anche tu. Ma sinceramente, non è stata la prima volta che ho sentito pronunciare il tuo nome da lui.-
"Un momento, WFT?!"
-Bhè, allora a domani. Però il problema è che non so dove sia casa tua.-
Uscii dalla porta vetrata e gli indicai l'edificio.
-Lì.-
-Ah. Allora a domani.-
-Sì, a domani.-
Mentre camminavo dalla parte opposta di Kakuzu per tornare a casa, pensavo al motivo per il quale Madara avesse citato il mio nome più volte.
"Solo per criticare, molto probabilmente..."
E mi accorsi anche di non aver comprato nulla.
"Vabbè, non era urgente."
Quando arrivai a casa lasciai cadere la borsa sul pavimento e andai a lavarmi le mani.
Mi tolsi le scarpe e andai sul tavolo dove c'era il pc. Accesi e trovai sul desktop un file mp3: PK Hardstyle - Nostalgia [Come Back Sexy].
Sotto a quello, altri due file mp3: Pain - Three Days Grace e PK Hardstyle - MuzyK [BRS Enjoying A Chocolate Donut xDD].
Vedendo la canzone Pain mi resi conto, solo allora, che quella notte avevo fatto un sogno diverso dalle ultime volte.
Che fosse una svolta? Non lo sapevo.

---

Mi svegliai alle 10, dopo aver fatto uno sbadiglio da leoni. Lì per lì ero calma e rilassata, fino a quando non scorsi un foglio sopra il mio comodino, che avevo scritto la sera prima.
"Ricordati che devi uscire con loro. Te stessa."
E fu così che cominciai a panicare.
-Oddio, che mi metto? Che succederà? Dove andremo? Saranno simpatici gli altri? Ce la farò a sopravvivere fino a fine giornata?- mi misi le mani tra i capelli.
Avevo ancora due ore e un quarto.
Mi preparai una colazione veloce dopo essermi fatta la doccia, poi, in accappatoio, mi misi davanti al cassettone e all'armadio in camera mia.
-Forza, ce la posso fare.-
Quanto mi sbagliavo...

---

Alla fine ci avevo messo un'ora e mezza a prepararmi. Avevo scaraventato TUTTI i vestiti che avevo per la stanza, che adesso sembrava un campo minato.
-Chissà quanto manca... Devo pure mangiare...- dissi guardando l'orologio.
-LE 14?! OMMIODDIO HO SOLO UN QUARTO D'ORA PER MANGIARE!!!-
Schizzai in cucina e mi scaldai a microonde delle tartine di verdura.
-Dài dài dài!!!-
Quando il microonde fece *ding* tirai fuori il piatto in velocità che quasi non mi rovesciai le tartine sulla maglietta.
Mangiai in cinque minuti, poi misi tutto nella lavastoviglie e schizzai a lavarmi i denti.
-Uffa! Mi prendo un po' di Citrosodina**, così non mi rimane nulla sullo stomaco.-
E infatti mi presi un bicchiere di Citrosodina con dell'acqua.
Mentre bevevo, andai ad accendere lo sereo sotto la tv. Il disco partì e lessi sul display PK Hardstyle - MuzyK [BRS Enjoying A Chocolate Donut xDD].
Mi piaceva molto quella canzone... Impostai il disco su "replay automatico" e aspettai che passassero dieci minuti.
Dopo dieci minuti esatti, sentii suonare alla porta ed aprii.
Nello stesso identico istante in cui vidi l'intera figura di Madara, la canzone partì dall'inizio.

Lui tese le orecchie e voltò la faccia dalla parte dello stereo, alla sua destra.
-Hei, Kakuzu! Alla mocciosa piace il tuo stesso tipo di musica!-
Lo guardai male mentre Kakuzu si avvicinava.
-Mh, non l'avrei detto. Davvero ti piace l'Hardstyle?-
-Certo.- gli dissi con questa faccia -> -_-"
Intanto anche il resto del gruppo si era avvicinato. Ma non vedevo nessuna faccia nuova.
-E gli altri?- feci incuriosita.
-Dobbiamo andarli a prendere, hanno detto che avrebbero potuto perdersi.- si fece avanti Sasori, sorridendo rassegnato.
-Ma se casa mia è a due passi dalla Shippuuden!- ribattei io.
-Vabbè, loro non sono della Shippuuden.- continuò Sasori.
-Ok, ma non sono mai venuti a trovarvi?-
Nessuno ebbe tempo di rispondermi perchè Akira stava correndo verso casa mia urlando.
-CHIYOOOOO!!!!-
Io mi presi un colpo. Ogni tanto non sembrava la ragazza seria e impassibile che era. In fondo, la sua vera personalità la faceva vedere di rado, e solo con me e pochi altri.
-Akira, quante volte ti ho dett-- non riuscii a finire la frase che Madara si stagliò di nuovo davanti a me, quasi minaccioso.
-Chi è che l'ha invitata?-
-Le ho solo telefonato per dirle che oggi sarei uscita, nulla di più...- dissi, quasi intimorita.
-Tsk. Mocciosa.-
-Cretino.-
-Non cominciate, voi due!- dissero Akira e Sasori all'unisono, per poi scoppiare a ridere.
Madara li fulminò, mentre io gli passavo davanti andando da Akira.
-Cosa ci fai qui?- le chiesi sorpresa.
-Ho pensato di venire per evitare casini.- disse alludendo a quel-qualcuno-che-ci-stava-fulminando.
-Dài, muoviamoci, altrimenti Kisame si lamenta.- suggerì Itachi.
-Va bene, spengo lo stereo e vengo.-
Infatti lo stereo stava ancora andando, e anche abbastanza alto.
Entrai e lo spensi, per poi spegnere le luci e tirare giù le tapparelle.
Presi il telefono, le chiavi di casa e l'MP3, per poi chiudere la porta.
-Prima dobbiamo passare al negozio metallaro.- cominciò Sasori.
-Metallaro?-
-Sì, metallaro. Pain è un metallaro, a cui piace musica metallara, magliette metallare, pearcing metallari e ragazze metallare. Infatti anche Konan è una metallara.-
-Ah. Ineressante.-
Ci avviammo verso il treno che portava a Shibuya e salimmo tutti quanti.
Stranamente era quasi vuoto e riuscimmo a sederci tutti.
-Sasori,- mi girai verso di lui, -ma dopo che si fa?-
-Bhè, non c'è un piano preciso, andiamo a fare qualcosa tutti assieme, tipo andare in sala giochi, o al caffè... Non c'era un piano preciso.-
-Ah!- dissi sorpresa.
Lui mi sorrise.
Non molto dopo scendemmo dal treno.
-Deidara, sei tu che sai dov'è il loro negozio preferito, portaci lì.- gli ordinò Madara.
-Se se, va bene.-
Mentre mi mettevo le cuffiette, guardai Akira contenta.
-Sono felice che ci sia anche tu, mi sarei sentita troppo a disagio...-
-Figurati!- disse lei, sorridendo.
Poco dopo entrammo in un negozio con l'insegna borchiata.
-Bella, Pain!- disse Deidara, rivolto a un ragazzo con i capelli arancioni, girato di spalle.
Appena quello sentì la voce di Deidara, si girò e gli venne incontro.
Dato che Deidara era più alto di me di pochi centimetri, la differenza di altezza era lievemente consistente.
Era PIENO ZEPPO di pearcing: naso, orecchie e labbro inferiore. Se fosse andato in aeroporto, il metal-detector sarebbe suonato ancora prima che lui ci fosse passato sotto. In più, aveva bracciali borchiati enormi, con stivaloni e pantaloni neri, sempre borchiati, che avrebbero contribuito al suono del metal-detector. La maglietta, nera anche quella (ma guarda un po'...) con strisce e macchie di colore, rosse e bianche, aveva la scritta "MetallicA" che spiccava.
Dietro di lui comparve una ragazza con i capelli blu e una rosa in testa. Anche lei aveva un pearcing sul labbro inferiore... Doveva essere Konan.
Anche lei aveva un abbigliamento abbastanza metallaro, anche se minore. Le borchie abbondavano comunque...
Si avvicinò a me e ad Akira:
-Oh, e voi chi siete? Io mi chiamo Konan, piacere!- disse sorridendoci.
Dentro di me esultai, perchè l'unica ragazza del gruppo aveva dato l'idea di essere simpatica.
-Io sono Chiyomi, piacere mio!- ricambiai il sorriso, mentre anche Akira si presentava.
Evidentemente la stessa domanda che ci aveva posto Konan, l'aveva fatta anche Pain, che desso stava parlando con Hidan e Kakuzu.
-Una l'ha invitata Sasori, l'altra è spuntata fuori come un fungo.- stava rispondendo Kakuzu.
-E quella con i capelli corti tira dei pugni da favola!- aggiunse Hidan.
Dato che lo avevo sentito, gli venni incontro e lo presi per il bavero:
-Piantala. Sei assolutamente ridicolo! Almeno sentiti, quando parli!-
Pain mi guardò sorpreso.
-Però, che grinta!- mi disse, -E tu saresti?-
-Chiyomi Shiroga.- gi risposi, mentre mollavo Hidan.
-Mh. Pain, piacere.- disse allungndo una mano.
Mentre la stringevo pensai:
"Uau, è più facile del previsto..."
-Bene, allora adesso andiamo a prendere Zetsu e Kisame!- ci spronò Sasori.
Mentre uscivamo dal negozio, Sasori mi guardò e mi disse:
-Ho notato che Akira ti chiama sempre Chiyo...-
-Bhè, sì... Quindi?-
-Mia nonna si chiama Chiyo, e ogni volta che sento quel nome mi viene da pensare a lei!- rise.
-Ah! Mi piacerebbe conoscerla, tua nonna.- ero curiosa di vedere come fosse...
-Un giorno te la presenterò. Ma... senti, posso chiamarti Mi-Chan? Sarebbe molto più facile per me.- disse grattandosi dietro la testa.
-Ah... Ehm, ok!- gli sorrisi e mi aggrappai al suo braccio ridendo, mentre Akira ci guardava divertita, camminandomi a sinistra.
Non notai lo sguardo di Madara, che si era posato su di me e il braccio di Sasori.
-Adesso dove si va?- chiese Hidan.
-Ai treni, dobbiamo andare al mercato per prelevare il pescivendolo e l'ortolano.- rispose prontamnete Sasori, con tono scherzoso.
Salimmo su un treno, e dopo essere scesi ci ritrovammo davanti a un enorme mercato alimentare.
-Dovrebbero avere i banchi vicini, se non ricordo male...- iniziò Pain.
-Sì, sì, sono attaccati.- annuì Sasori.
Camminammo per un paio di minuti, quando sentimmo urlare:
-Itachi! Siamo qui!-
Ad urlare era stato un ragazzo appoggiato ad un bancone, che indossava un grembiule con su scritto "Hoshigaki's Fish"; aveva i capelli blu e gli occhi piccoli.
Itachi corse incontro al suo amico, mentre un altro ragazzo lo salutava a sua volta. Anche questo qui aveva un grembiule, verde, con la scritta "Il Verduraio"; aveva dei capelli verdi e una faccia un po' strana...
Si presentarono come Kisme e Zetsu, rispettivamente il pescivendolo e l'ortolano.
Lasciarono il grembiule sui banconi, salutarono i loro genitori e vennero con noi fuori dall'area del mercato.
-Bene, adesso che ci siamo tutti, cosa avete voglia di fare?-
-Andiamo in sala giochi!- propose qualcuno.
-Io non vengo, si spende troppo.- ribattè Kakuzu.
-Io sono daccordo con lui,- fece Akira, -ormai hanno fatto salire i prezzi alle stelle! Ci tengo al mio portafoglio!-
Kakuzu la guardò annuendo, mentre io intervenivo:
-Lo so che i prezzi sono aumentati, ma almeno è divertente!-
-Mh, ho sentito parlare di un nuovo war-game... Ero curioso di cimentarmici...- disse poi Zetsu.
-Ok, allora vada per la sala giochi!- disse garrulo Sasori.

---

Alla fine passammo più di tre ore là dentro. Quando uscimmo, tutti soddisfatti (anche Kakuzu e Akira), Pain, Konan, Zetsu e Kisame se ne andarono.
Noialtri prendemmo il treno per tornare nelle vicinanze della Shippuuden.
Mentre camminavamo verso un bar, tra la scuola la stazione, il telefonino di Akira suonò come un dannato.
-Pronto?-
-Akira, devi venire a casAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARRRGGGHHH!!!!-
-Mh, capito, vengo subito.- disse lei impassibile.
L'urlo era stato udito anche dagli altri, che si preoccuparono un po'.
-Ma che era quello strillo?!- si lamentò Hidan.
-Oh, è Tora.- rispondemmo in coro io e Akira.
-Devo andare a casa, si vede che Tora ha avuto qualche problema...- fece lei impassibile.
-Oh, ok, allora ci vediamo domani! Ciao!- la abbracciai.
-Ciao Akira!- la salutò allegramente Sasori, per poi fare una cosa che sorprese TUTTI.
Le dette un bacetto sulle labbra.
Lei ci rimase un attimo, assumendo un'espressione buffa, e corrugando le sopracciglia.
Sasori pareva tranquillissimo, come se quella fosse una cosa normalissima.
-Ehm, ok, non ho capito... Perchè l'hai fatto?-
Sasori si stupì della sua domanda:
-Ma io faccio così con tutte le mie amiche, quando ci salutiamo!-
-Ah. Ehm, va bene. Allora a domani.- e si allontanò.
Ci rimasero tutti abbastanza di stucco, compresa la sottoscritta.
-Danna, da quando fai così????- volle informarsi Deidara.
-Ma dormi quando stai con me? E pensare che passiamo pure le vacanze insieme...- rispose lui passandosi una mano sulla faccia stile :faceplam:.
-Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah, adesso ricordo... praticamente, da... quasi sempre.-
E dopo questa "folgorante scoperta" ci avviammo di nuovo verso il bar.
Ci sedemmo ad un tavolo a parete, con i puff vicino a quella e le sedie dall'altra parte.
La disposizione era questa:
Madara a capotavola, con a destra Sasori, poi io e Itachi; alla sinistra dell'Uchiha maggiore ci stava Hidan, e vicino a lui Kakuzu, poi Deidara.
Ordinammo varie cose, tra cui thè tiepido e mochi***.
Parlammo del più e del meno, comodamente spaparanzati, fino a quando...
-Shiroga...- cominciò Hidan, con fare malizioso.
-Sì?- dissi guardandolo prepandomi a una domanda poco decente.
-Ma tu...- si fermò, mentre io mi misi a bere il thè.
-Tu hai già fatto sesso?-
Un getto tipo irrigatore partì dalla mia bocca per andare a inzuppare Kakuzu, che mi stava di fronte.
-Ehm, grazie per la doccia, eh.-
-Scusamiscusamioddioscusami!!!!-
Sasori e Deidara risero come degli scemi...
Cominciai ad agitarmi finchè non mi misi a correre per il locale chiedendo a tutti se avessero un panno umido.
Alla fine lo trovai e lo lanciai a Kakuzu, per poi tornare a sedermi, tesa, mentre Sasori e Itachi si spanciavano.
-Non hai risposto alla mia domanda.- continuò Hidan.
-No, ma c'è, ma ti PARE?! Vado in prima liceo, che vuoi che faccia?-
-E poi, insomma, non avrei nessuno con cui farlo.- affermai.
Sentii lo sguardo nero e prepotente di Madara su di me...
-Oooh, che carina, io l'ho fatto proprio in prima liceo, la prima volta! Ero con la mia ragazza, poi è arrivato il suo ex, e abbiamo fatto una cosa a tre! Io sono finito in mezzo!- disse lui con tono perverso e estasiato allo tresso tempo.
Io lo guardai leggermente disgustata.
-Ma...- riprese il filo del discorso, -Quindi il primo con qui lo farai sarà Madara...?-
Sasori mi guardò preoccupatissimo.
Diventai paonazza all'istante, ma decisi di non perdere il controllo.
Presi la tazza con il thè rimasto, ancora ben caldo, poi mi alzai in piedi, andai verso di lui, e ne rovesciai il contenuto sulla sua testa.
-Aaaaah, ustione di terzo grado!!! SIIIII!!!! Sei proprio brava a farmi impazzire!!! Mmmh!!!-
Trattenni il braccio, che sarebbe andato di sua volontà a frantumargli la tazza sulla testa, e poi me ne tronai a sedere, con lo sguardo vuoto e le guance arrossate.
Sasori continuò a guardarmi preoccupato per un'altro po' di tempo, per poi girarsi verso Madara.
Mentre mangiavo il mio mochi, sentii la stretta del rosso sul mio polso sinistro, che era abbandonato sul puff.
Forse voleva dire che Madara mi stava osservando.

---

Quando uscimmo dal bar, ci avviammo per il viale.
Stavamo per arrivare nei paraggi di casa mia, quando vedemmo un gruppo di ragazzi tutti scapestrati, che camminavano assieme... Qualcuno di loro barcollava.
Successe tutto così infretta...
Ci siamo ritrovati a scazzottarci con quelli.
Avevo appena finito di assestatre un calcio all'altezza delle costole a uno, che quando mi girai, vidi qualcosa che mi fece raggelare il sangue.
Mentre Madara era girato di spalle, uno aveva tirato fuori un coltellino svizzero e stava per avventarsi contro di lui.
-MADARA!- urlai, con quanto fiato avevo in corpo.
Tutto scomparve, attorno a me.
C'erano solo l'istinto, l'impulso, e il ragazzo col coltello.
Partii di scatto.
Mentre prendevo il collo della maglia di quello, da dietro, il tempo cominciò a rallentare, e l'unico suono che riuscivo a sentire era il mio battito cardiaco, lento anch'esso.
Dopo averlo afferrato, con tutte le mie forze lo tirai all'indietro, aiutata dal fatto dell'effetto sorpresa.
Quando cadde di schiena, il tempo prese velocità, come il mio cuore, mentre con foga scagliavo un piede sul suo petto, per poi spaccargli il naso con lo stesso metodo. Detti un calcio al coltellino che aveva ancora in mano, scagliandolo via.
Dopo questi gesti, mi allontanai dal ragazzo per terra, inorridita dalle mie stesse azioni.
La paura adesso si insinuava in me, ora che era tutto finito, ora che la ragione cominciava a farsi risentire.
Tutti avevano assistito a quella scena, sia il mio gruppo, sia l'altro.
Gli aggressori scapparono, portandosi dietro il ferito più grave, lasciandoci lì.
Caddi a terra.
Mi sentivo come svenire, ero allibita e terrorizzata dai fatti appena accaduti.
In un secondo scoppiai a piangere, e caddi in ginocchio, sull'asfalto.
Sasori mi corse incontro, inginocchiandosi accanto a me e abbracciandomi preoccupato.
Appoggiai la mia testa sul suo petto e continuai a singhiozzare, mentre anche gli altri si avvicinavano.
Poi sentii la stretta di Sasori più debole, e lui si alzò la sciando il posto a qualcun altro.
Madara mi strinse forte, e io mi aggrappai alla sua maglia, con i singulti sempre più forti; sentii poi che mi metteva una mano in tasca e prendendomi le chiavi di casa, porgendole a Sasori:
-Vai ad aprire la porta,- gli disse, -dobbiamo portarla dentro.-
Detto fatto Sasori camminò finchè non arrivò alla mia porta e la aprii, azzeccando le chiavi al primo colpo, facendo attenzione all'antifurto.
Mi sentii sollevare da terra: Madara mi aveva presa in braccio, e mi stava portando a casa, mentre le lacrime scorrevano sempre di meno, anche se i tremiti non accennavano a diminuire.
Arrivando dentro, mi mise mezza seduta sul divano, andandosi a sedere sulla poltrona, nel momento in cui anche gli altri entravano.
Sasori si era seduto di fianco a me, e il gruppo aveva preso posto dove si poteva: sul tappeto, sul tavolo e sull'altro divano...

---

Rimasero con me per un'oretta con lo scopo di farmi parrare quelle assurde sensazioni, e diciamo che ci riuscirono in dieci minuti. Ormai avevamo preso a scherzarci su!
-Non pensavo avresti reagito così istintivamente! Poco ma sicuro, a quello hai rotto anche un paio di costole...- aveva appena finito di dire Kakuzu.
-Perchè, cosa credevi che fossi, un budino?- dissi io scherzando.
-Però poi sei crollata.- mi sfottè Deidara.
-Sì, ma almeno ho evitato di farmi tirare per i capelli come hanno fatto con te.- ribattei, sorridendogli ironica.
-Ah sì?! Ti faccio vedere io!- disse lui irritato, cercando di alzarsi dall'altro divano, senza riuscirci grazie a Sasori, che lo aveva ributtato giù.
-Caspita, è tardi, devo andare!- esclamò Hidan, e come una reazione a catena, anche tutti gli altri guardarono l'orologio e si stupirono dell'ora.
Uscirono con dieci minuti di tempo l'uno dall'altro, fino al penultimo.
Il quale fu Sasori:
-Allora ci vediamo a scuola, non-budino.- disse sorridendomi.
Poi mi stampò un bacio sulle labbra.
Ci rimasi un attimo, perchè non ricordavo le sue spiegazioni di quel pomeriggio; nel giro di pochi secondi ricordai e mi ripresi, salutandolo con la mano.
Mi girai, chiudendo la porta.
Madara era ancora seduto sulla poltrona.
Ci guardammo un attimo, poi mi andai a sedere sul divano.
-Ho un paio di cosette da dirti.- mi sorprese.
-Sì?- appoggiai un gomito sul bracciolo, e poi la faccia sulla mano.
-Hai avuto un bel coraggio a reagire a quella maniera, davvero. Avrebbe potuto farmi molto male, quel tipo.- era forse un ringraziamento?
-E poi...- mi fece segno con una mano, -Vieni qui.-
Poco convinta andai in piedi davanti a lui.
-Poi?-
-Non penso proprio che quello che ti ha dato Sasori fosse un bacio decente.-
Non ebbi tempo nè di arrossire nè di reagire, che si allungò, mi prese un polso, e in cinque secondi gli finii in braccio.
Lo guardai con gli occhi sgranati, sorpresa e preoccupata allo stesso tempo.
Laciò andare una mano sulla mia pancia e l'alra dietro la mia nuca, poi la mandò in avanti e mi baciò.
Non chiuse completamente gli occhi, continuando a guardarmi, mentre i miei, di occhi, erano ancora spalancati, e le guance cominciavano ad andare in fiamme.
Riuscì a far breccia nelle mie labbra, e mi infilò la lingua in bocca, per poi chiudere gli occhi.
Io invece li spalancai ancora di più, umanamente possibile.
"C-cosa diamine...? Eppure non sto dormendo...!"
Staccò le labbra, ma non la lingua, che continuava a muoversi sulla mia, facendo colare un filo di saliva sul mento di entrambi.
Ero lìlì per andare in tilt e perdere la ragione, abbandonare la razionalità e gettargli le braccia al collo, che adesso stavano a fatica inermi... Già il resto del mondo si faceva ovattato, i miei sensi erano come inebriati da lui...
Poi...
Poi cedetti.
Chiusi gli occhi e gli passai le braccia dietro la testa, artigliandogli la maglia.
Non ce la facevo davvero più.
Nulla poteva farmi tornare indietro.
Poi lui si sciolse da quel legame afrodisiaco, mi guardò, poi, pianissimo, disse:
-Vieni a letto con me.-
Nulla poteva farmi tornare indietro a parte una cosa del genere.
Come se mi avesse morso una vipera, mi liberai dalla sua "stretta" e scattai a terra, quasi rotolando.
Mi alzai in piedi e lo guardai sprezzante.
Voleva solo approfittare di me.
Perchè non me ne ero resa conto prima? Anzi, me ne ero accorta. Solo che non volevo ammetterlo.
La sua dolcezza in fondo era solo veleno.
I suoi baci solo colpi bassi.
Anche lui, in silenzio, sosteneva il mio sguardo sprezzante. Ma non avrei ceduto una seconda volta.
Allora lui si alzò, si rimise le scarpe, e poi usì dalla porta, con la pioggia, appena arrivata.
Prima di chiudere mi aveva lanciato un ultimo sguardo, che non avevo saputo decifrare.
Andai alla finestra e vidi che camminava sotto la pioggia, senza obrello, guardando gli alberi.
__________________________________________________________

*100 Yen = 0,872 Euro
**Citrosodina = non penso nemmeno che sia in vendita, in Giappone... XD
***Mochi = dolce gommoso Giapponese.

Waaaaa oddio, ce l'ho fatta! Avevo tutto nella mia testa, ma non riuscivo a buttarlo giù!
Già dal sesto capitolo sapevo cosa scrivere, ma... Cavoli ^-^""""""
Anche qui ho avuto qualche spunto dal mio compagno di role, nel punto dove compare per la prima volta Kakuzu.
Grazie tante, geniaccio! .w.
Mi scuso tanto se il capitolo è molto lungo... Ma non sono riuscita a spezzarlo ^-^"""""""""""""""

Per il resto, spero tanto vi piaccia.
Lasciate recensioni, ve ne prego! ^-^

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Capitolo 9
*** Il ritorno di una compagna e una festa all'improvviso! ***


Cap.9_Il ritorno di una compagna e una festa all'improvviso! Anche questo è lunghetto! ^-^"""
Lo so, ci ho messo un secolo, ma mi mancava il tempo, e la voglia xD
Il prossimo capitolo è già in formazione, e sarà un po' più corto!
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-N-no, devo andare... DEVO ANDARE!- urlai, mettendomi le mani tra i capelli.
Ero seduta sul letto nella penombra, dalle tapparelle filtrava un po' di luce, sufficiente per farmi vedere i dettagli della mia stanza.
-Alzati, alzati,- continuavo a ripetremi, -alzatialzatiALZATIIII!!! Se fai così la dai vinta a lui!-

Mala Zeta presents:
IL RITORNO DI UNA COMPAGNA E UNA FESTA ALL'IMPROVVISO!

Mentre facevo colazione con i cereali, continuai a pensare alle vicende del giorno prima. A tappe, praticamente:
_Svegliata in orario ma a momenti facevo tardi;
_Entrata in scena di Akira;
_Prelevo degli altri componenti del gruppo;
_Passato un sacco di tempo in sala giochi;
_Bar con domandina imbarazzante di Hidan più mia vendetta;
_Scazzottata EPICA;
_Ehm.............................................. Quella cosa mozzafiato di fine giornata.
Il bello era che soprattutto l'ultimo punto mi  pervase la testa, facendomi provare quasi le stesse sensazioni.
Con il risultato di farmi andare di traverso il latte e a momenti soffocarmi.
-Non posso balzarmela oggi, dopo la pausa pranzo ho la verifica di Giapponese...- eh già, non avevo vie di fuga.

---

Ero quasi arrivata a scuola, quando cominciò a fare un caldo tremendo che pareva estate.
Mi appoggiai a un albero e mi tolsi il maglione, borbottando:
-Ieri pioggia torrenziale e oggi caldo afoso... ma è AUTUNNO! *sgrunt*-
Fognai il maglione nella cartella e mi riavviai all'entrata.
Era abbastanza presto, non c'erano molti studenti; ciò mi permise di prendermela con calma e andare in classe strisciando coi piedi.
Entrai e aspettai Akira.
Quasi cinque minuti dopo, la porta scorrevole si aprì ed entrò Akira, anche lei senza maglione.
-Che caldo balordo! Ma mica siamo in estate!!- si lamentò.
-Sì... Piuttosto, per la verifica?-
-Pronta.-
-Idem.-

---

Stavamo facendo economia domestica, quando sentimmo bussare alla porta.
-Permesso?- il custode fece capolino.
-Avanti, prego.- disse la prof Yuhi.
-Cerco Chiyomi Shiroga.-
Mi alzai in piedi e con sguardo curioso guardai il custode.
-Sì, signor Ebisu?-
-Vieni fuori, c'è una persona che è venuta per te.-
Meravigliata, andai verso la porta scorrevole congedandomi dalla Yuhi.
Appena fui fuori non vidi più il signor Ebisu nè nessun altro.
Allora mi girai e venni travolta da una furia d'affetto!
-CHIYOOO MI SEI MANCATA TANTOOO!!!-
-ANN!!! MA CHE CI FAI QUI?!- dissi abbracciandola salendo in punta di piedi.
-Ho traslocato di nuovo, e molto probabilmente da settimana prossima starò in classe con te!- mi urlacchiò tutta eccitata.
-Evvivaaaa!! La mia Toma-Chaaan!!!- e continuai a stringerla.
-C-chiyo... n-non respiro...!-
-Ah! Scusa! Sai che non mi trattengo mai con gli abbracci!- mi scusai io.
Ann, nome completo Ann Aoi Mizukishi, era la mia migliore amica dalla quinta elementare. Avevamo frequentato le medie insieme, poi lei se ne era andata per il lavoro di suo padre...
Ann era molto alta, almeno una dozzina di centimetri più di me, aveva i capelli lunghi castani e un ciuffo di lato di cui ne andava molto fiera; gli occhi erano similissimi ai miei, verde scuro tendente al marrone.
Alla fine la Yuhi uscì dall'aula:
-Ragazze, potreste fare un po' meno chiasso? E, Shiroga, puoi rimanere fuori ancora per cinque minuti, ok?-
-Sì! Grazie prof!-
Mi rigirai verso Ann:
-Ma non avevi appena traslocato? In fondo, non hai cominciato l'anno qui proprio per quello...-
-Sì, ma hanno trasferito di nuovo mio padre, e dato che la casa è a tre isolati da qui, ho voluto tornare. Non sei contenta?-
-Certo, scema!- le urlai abbracciandola di nuovo, con lo stesso risultato:
-Chiyo... n-non respiro...-
Mi misi a ridere e la lasciai.
Parlammo per un altro paio di minuti, poi lei andò e io tornai in classe.
Mi accolse lo sguardo azzurro di Akira:
-Allora?-
-Te la presenterò oggi all'uscita da scuola: è una mia vecchia amica, si chama Ann e si è trasferita di nuovo qua...- le sorrisi.

---

All'inizio della pausa la Mitarashi a momenti spaccò la porta:
-Voglio avvisare Shiroga e Uchiha che il corso d'inglese è spostato! Invece che giovedì e sabato, sarà martedì e sabato! Arrivederci!- e di nuovo a momenti ruppe la povera porta scorrevole.
Io e Sasuke ci scambiammo uno sguardo d'intesa, poi io abbandonai l'aula per salire sulla terrazza: avevo bisogno di riflettere.
Per le scale incontrai Neji, e con sorpresa anche Sasori, così decisi di salire con loro.
"Bene, così posso dire loro cos'è successo, avranno sicuramente dei buoni consigli."
Quando raccontai loro i fatti, più che consigli mi dettero l'impressione di essere sbalorditi.
-Ma... ma... ma...- biascicò Neji.
-E' colpa mia! Non dovevo darti un bacio!- disse Sasori mettendosi le mani tra i capelli.
-Eieieiei, Sasori, non è colpa tua, anzi! Fo-forse è stato merito tuo...- abbassai la testa diventando paonazza.
-E che mi dici di quello che ti ha detto dopo?! EH?!-
-N-neji, stai calmo... Ta-tanto, non è successo niente...-
-Sì, ma che cavolo!-
Mentre Sasori e Neji parlavano tra di loro, mi accorsi di una cosa: Madara non era venuto in terrazza.
"Che sia a casa?"
I miei pensieri e la chiacchierata fra i due vennero interrotte dalla campanella scassacavolo... *driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin*
-Io devo andare, ho un compito di Giapponese che mi aspetta!-
-Ah, allora buona fortuna!- mi disse Neji.
-Sì, buona fortuna!- si accodò allegro Sasori, stampandomi un bacio.
E corsi giù in classe.

---

All'uscita da scuola trovai Ann che mi aspettava. Dato che camminavo di fianco ad Akira, feci le dovute presentazioni.
-Akira, Ann. Ann, Akira.-
-Piacere!- si dissero entrambe, con la differenza che Ann sorrideva un sacco e Akira accennava un sorrisino.
-Mi-Chan! Aki-Chan!- Sasori stava venendo dalla nostra parte.
Presentai Ann anche a lui, poi, esuberante, ci condusse ai cancelli.
-Che è tutta 'sta contentezza?- chiesi io curiosa.
-Loro!- alzò una mano e la agitò, -Pain, Konan!-
"Sono venuti a trovarci!"
Arrivati lì, di nuovo presentazioni, e poi...
-Adesso dovrebbero arrivare anche tutti gli altri.- disse Pain sorridendo un po'.
Infatti arrivò anche il resto del gruppo.
E col gruppo c'era anche Madara.
Il sorriso si tolse lentamente dalla mia bocca, e schiusi le labbra, pensosa.
"E' venuto a scuola, ma non in terrazza?"
Incrociai il suo sguardo.
La mia salvatrice fu Ann, che mi sgomitò:
-Chiyo...- fece una pausa, -Chi è quel tipo con i capelli tirati indietro?-
Spalancai gli occhi il più umanamente possibile: Hidan?!
-Ehm, ho delle brutte notizie da darti...- le dissi metre il gruppo era arrivato.
-Perchè, è gay?!- disse lei a voce un po' troppo alta.
Hidan si sentì chiamato in causa, e guardò Ann in modo parecchio interessato:
-Non sono gay, sono bisessuale.- puntualizzò.
Ann arrossì violentemente e distolse lo sguardo...
"Ahia, colpo basso..."
La loro "conversazione" finì lì, perchè Konan cominciò a parlare e tutti si zittirono.
-Stasera c'è una festa speciale, per celebrare il nostro anniversario!- sorrise raggiante, per poi stampare un bacio affettuoso sulle labbra di Pain.
-Vogliamo invitare anche tutti voi alla festa, è alle otto in un nuovo locale vicino a casa sua,- continuò Pain, -è prenotato interamente per noi. Non saremo nemmeno tantissimi, e il locale è piccolino. Vestitevi da disco, dopo il buffet si balla!-
"Si balla?! ODDIO IO SONO UNA CAPRA! Sembro l'incrocio tra un pinguino e una scopa!!!"
-Chiyomi, può venire anche la tua amica Ann, se ne a voglia! Così si ambienterà con il tuo aiuto e quello di Akira.- disse Konan contenta.
"Mamamamama... Sia io che loro due siamo dei disastri! Oddio, qui ci scappa una figuraccia colossale... Ma non posso non andare! Mi dispiacerebbe troppo... Al massimo me ne starò al buio su un puff a fare nulla fino a mezzanotte..."
-Konan, c'è un problemino.- intervenì Akira.
-Io faccio PENA a ballare.-
-Anche io!- disse arrossendo un po' Ann.
-I-idem.- balbettai io sommessamente.
"E di sicuro ci sarà pure Madara... Non voglio fare una figuraccia colossale! E non ho nemmeno il vestito!!"
Lei scoppiò a ridere:
-Ma non è un problema! Di solito in disco si saltella a ritmo e basta!- ci patpattò la testa.
-Io non ho nemmeno un vestito adatto...- intervenii di nuovo io, pigiando gli indici l'uno con l'altro.
-Ma non c'è problema! Puoi comprarlo oggi pomeriggio, no?-
"Ok, ci tiene che io venga. Allora verrò..."
-Va bene...-
Acconsentirono anche Ann e Akira, mentre gli altri discutevano su cosa si sarebbero messi.
Ann si offrì di accompagniare Akira a fare un giretto per negozi, così avrebbero fatto conoscenza, scaricandomi completamente.
-Fantastico.- borbottai, a testa bassa, mentre mi infilavo gli auricolari nelle orecchie.
Cominciai ad avviarmi verso casa, quando andai a sbattere contro qualcuno.
-Mi vieni sempre addosso, eh, mocciosetta?-
"Ma-Ma-Ma-Ma-Madara?!?!?!"
-Non è colpa mia! Sei tu che ti sei piazzato davanti a me!-
-Se se, come no.-
-Allora che vuoi? Se stai a rispondermi a tono, vuol dire che c'è sotto qualcosa!-
"A-I-U-T-O. H-E-L-P!!!!"
-Bhè, non proprio come intendi tu.- mi rispose alzando un sopracciglio.
"Non morire, nonmorirenonmorirenonmorireeeeeeeeeeee!!!!!"
-So?- ogni tanto mi scappava questa parolina inglese.
-Volevo fare un regalo a Pain e Konan. Sapevo del loro anniversario, e sono riuscito a comprare già il regalo per Pain. Mi manca quello per Konan.-
Fece una pausa, guardando i cancelli della Shippuden.
Poi mi guardò di nuovo dritto negli occhi e riprese:
-Ho bisogno di un parere femminile, non so proprio cosa prenderle.-
"Oh Jashin. Un invito indiretto?! E perchè lo chiede a me?!?! CHE HA IN QUELLA TESTACCIA?!?!?! Non ci credo che non ha idea di cosa comprare!!!"
-E dato che tu hai bisogno di un vestito, adesso fili a casa e poi alle quattro passo a prenderti, che andiamo a Shibuya.-
"Oh mammina."
-Chi sei tu per darmi ordini?!-
-Sono Madara Uchiha, dovresti saperlo, mocciosetta.-
-Hahaha, spiritoso.- risposi ironica.
-Se non sei pronta entro le quattro suono il campanello senza sosta finchè non esci.-
-Senti senti. Vabbè, dato che mi costringi, ok.-
Lo guardai male e poi mi girai, andando al passo con PK Hardstyle - Thunderstyle [Teh original Railgun].
Non sapevo se essere al settimo cielo o preoccupatissima.
Che cosa mi aspettava?

---

Puntuale come se fosse un prologio svizzero, alle quattro in punto suonò il campanello.
-Arrivo!- urlacchiai mentre mi infilavo le scarpe e acciuffavo la tracolla azzurra.
Prima di aprire la porta, mi guardai un attimino allo specchio: mi ero fatta la doccia, avevo i capelli a posto, una maglietta azzurra con le maniche corte e una felpa grigia, da skate, che mi andava larga. I jeans scendevano fino a fare delle pieghe al livello delle scarpe, grige, anche quelle da skate.
Forse mi ero curata troppo... Ma ero ancora vestita da maschiaccio, quindi andava bene.
Girai le chiavi nella toppa, le presi e aprii la porta.
-Stavo per mettermi a suonare di nuovo. Sei lenta.-
-Piantala, costrittore di uscite. Domani c'è pure il corso, lo hanno spostato.-
-Se, lo sapevo. Muoviti.-
-Che palle che sei!-
"Parla come se ieri non fosse successo niente... Anche io, però... Mh, vabbè, spero di trovare un vestito a portata del mio budget. Le scarpe le ho, quindi per quelle sono a posto."
Prendemmo il treno per Shibuya, scendemmo e andammo verso il negozio più vicino.

---

Erano le sei meno un quarto, e ancora nè io nè lui avevamo trovato nulla, così decidemmo di provare in un ultimo negozio, prima di arrenderci.
Entrammo, e la musica ad alto volume coprì quella del mio MP3. Quindi me lo tolsi dalle orecchie.
Quel negozio aveva di tutto...
-Mh, che ne dici di quella borsa?-
-L'avevo vista anche io, non mi sembra mal-- non riuscii a finire la frase, perchè la mia attenzione era stata catturata da un vestito stupendo.
Mollai Madara dov'era, e andai a prenderlo.
-Il prezzo lo guardo dopo, è troppo bello!- parlai tra me e me, mentre cercavo la taglia guista.
Madara mi vide ma non gli detti il tempo di ribattere che schizzai in camerino a provarlo.
Quando lo indossai, mi guardai un attimo allo specchio: era azzuro, a corpetto, liscio, e dalla vita fino alle ginocchia era a plissè. Notai che si poteva anche legare dietro al collo con delle strisce di tessuto, e me lo allacciai.
Volevo vedermi meglio, così uscii dal camerino e mi guardai allo specchio più grande.
Cavolo, se era bello! Faceva graziosa persino un maschiaccio come me...
Anche una commessa mi fece i complimenti!
Poi girai l'occhio, dove c'era la borsa che molto probabilmente era stata scelta da Madara come regalo per Konan.
Lui era lì, in piedi, e mi guardava.
Schiuse le labbra, forse come meravigliato...
E poi distolse lo sguardo.
Forse avevo destato la sua attenzione con quel vestito...?
Decisi di non rimanere imbambolata, e tornai dentro al camerino a cambiarmi.
Quando uscii feci per andare al bancone, quando mi fermai a metà strada.
Il cartellino del prezzo mi aveva lasciata di sasso: quel vestito costava almeno il doppio di quello che mi ero portata dietro!
-Oh. Ok...- rassegnata, andai ad appendere il vestito dove lo avevo trovato.
"No... cavolo, dopo un'ora e tre quarti di vagabondaggio... Vabbè... Vedrò di trovarmi qualcosa nell'armadio..."
Dire che ero delusa era poco.
Mentre sfioravo il vestito con le dita per dirgli addio, andai in giro per il negozio a cercare l'Uchiha.
Lo trovai dopo aver fatto due volte il giro dell'intero negozio:
-Ma dov'eri finito?- non riuscivo nemmeno a sgridarlo decentemente...
-Piuttosto tu, dov'eri finita. Comunuqe, ho fatto, ti riacompagno a casa.-
E così ci avviammo alla stazione.
Mentre eravamo sul treno, seduti vicini, si mise a fissarmi a tratti.
Poi si decise a parlare:
-Che hai? Ti è morto il gatto?-
-Non ho un gatto, per la cronaca.- risposi, mesta.

---

Arrivati a casa, quando aprii la porta, lui entrò come aveva fatto la prima volta, buttandosi sul divano.
-Non fare complimenti, eh.- lo guardai seccata.
-Che palle, che sei.-
"Idiota, scemo, barbone, balordo, cretino, coglione..." avrei potuto andare avanti all'infinito.
Scaraventai la borsa sul ripiano della cucina, poi tornai in sala.
Lui era in piedi, con il sacchetto di carta del negozio.
-Guarda un po' qui, mocciosetta.-
Infilò una mano nella busta e...
Bhè, tirò fuori quel vestito.
Me lo aveva comprato lui.
Rimasi sbalordita. Schiusi la bocca per lo stupore, e mi avvicinai piano, per poi sfiorare il vestito con la punta delle dita.
-Guarda che non è mica una reliquia.-
-Zitto...- sussurrai, continuando a fissare il vestito.
"Ecco perchè lo cercavo e non lo trovavo... Ma... perchè? Perchè me l'ha preso?"
-Perchè me l'hai comprato?-
Non mi rispose.
"Non vorrai dire che..."
-Per caso è uno stupido trucco per... Per portarmi a letto?-
Mi perforò con lo sguardo.
-Pensi veramente di essere così bella da dover tentare di portarti a letto a tutti i costi?-
Rimasi in silenzio.
Aveva ragione... Mi ero montanta la testa...
Continuò.
-L'altra sera l'ho detto solo per...- si fermò, guardando da un'altra parte.
Che gli prendeva?
Poi mi guardò di nuovo.
-Mi andava, tutto qui.-
Silenzio.
-E non mi sembrava che tu fossi contraria.-
Arrossii violentemente, e stavo per tirargli uno schiaffo, quando mi fermai a mezz'aria.
Il vestito.
Lo indicai:
-Allora perchè l'hai preso? Eh?!-
Non mi rispose.
Mi scrutò solo per un attimo, poi prese la pota di casa, e uscì, lasciandomi con quella domanda senza risposta.

---

Adesso sì che mi ero preparata per bene.
Le scarpe in tinta col vestito, smalto trasparente, capelli pettinatissimi e trucco leggero...
-Forse ho esagerato, non mi riconosco nemmeno! Mi tolgo il trucco.-
Mentre mi stavo asciugando la faccia con la salvietta, il campanello trillò.
Akira e Ann erano passate a prendermi!
Chiusi casa, tirai su la borsa e camminai con loro fino al locale della festa.
Arrivammo e ci "accolse" un freddo Sasuke.
-Oi ragazze.-
Entrammo tutti e quattro.
La musica ad alto volume ci investì in pieno; ci guardammo, poi seguimmo Sasuke, che aveva individuato il gruppo.
-Mi sento un po' in imbarazzo con questo vestito...- dissi abbastanza forte perchè mi potessero capire le due.
-Anche io! Non sono abituata ai vestiti.- concordò Akira.
Anche Ann annuì, praticamente eravamo tre pulcini tra un branco di leoni...
-Ragazze!- Konan ci venne incontro.
-Ma come siete carine... Siete proprio spupazzose!- ci disse sorridendo.
Noi tre eravamo tese come cavi d'acciaio in tensione.
Bella roba.
Akira venne portata via da Itachi, mentre Sasori e Hidan si avvicinavano alla sottoscritta e ad Ann.
-Ma salve, bellezza!- attàccò bottone Hidan, mangiando con gli occhi Ann.
Lei, dal canto suo, non poteva non arrossire, e mi stritolò il braccio.
-Sasori, fa qualcosa.- lo implorai.
-Ma come, ora che Hiddy si interessa a qualcuna...- fece lui scherzoso.
-Sai, se tu e il tuo eventuale fidanzato avete voglia di fare nuove esperienze... Sono disponibilissimo!- continuò l'insistente Hidan, facendo l'occhiolino ad una traumatizzata Ann.
-Senti,- cominciò lei, paonazza, -se cerchi occhi neri e guance gonfie, sei sulla giusta strada.-
"Questa è l'Ann che conosco!"
-Mmmh, la proposta mi alletta.- si avvicinò a lei, con fare "provocante".
Avrebbe anche potuto funzionare, dato che era con la camicia slacciata fino al terzo bottone, ma... Non funzionò proprio perchè Ann collassò al suo avanzare.
"Oddio, quando fa così è cotta! A pensarci bene, lei sarebbe in grado di mettergli la testa a posto." pensai, mentre cercavo di sostenerla.
-Hoho, sono riuscito nel mio intento, a quanto pare!- disse Hidan sgomitando Kakuzu.
-Secondo me è quasi svenuta perchè non ti lavi.-
-Hahaha! Buona questa! Grande Kakuzu!- aveva riso Sasori, dando il cinque al compagno di Hidan.
Hidan sembrò mettere il broncio, mentre facevo sedere Ann su un puff.
-Oh mamma, oh mamma oh mamma! Se si fosse avvicinato di più sarei morta per avvero!- biascicò la mezza svenuta, seduta di fianco a me.
-Non so come dire, è strano e anche MOLTO perverso, ma... è... è...- continuò lei.
-Sìsì, abbiamo capito che sei cotta.-
-Abbiamo?! OMMIODDIOELUICHEC'ENTRA?!-
-Hahaha, stai calma! Era per dire!-
Tirò un sospiro di sollievo, e mi chiese di prenderle da bere.
-Sì, così prendo qualcosa anche per me.-
Mi avvicinai al tavolo delle bibite, ne versai due bicchieri, e poi tornai indietro.
Quando stavo per consegnare un bicchiere ad Ann, scorsi qualcuno di alto venire dove noi eravamo sedute.
-Puoi tenermi un attimo il mio? Devo andare a prendere una cosa, ok?-
-Va bene.-
Mi feci un varco tra la musica e la marea di ragazzi, preoccupata.
"Se non è lui, non avrà notato il mio spostamento, e ok. Ma se è lui..."
Le luci stroboscopice ad intermittenza mi colsero alla sprovvista.
Quell'effetto mi piaceva da matti, ma non era una buona cosa se si era già confusi.
Era come essere catapultati in un'altra dimensione...
Le mie orecchie vennero assalite da un Hose Remix di E.T., la nuava canzone di Katy Perry.
E... BAM, mi sentii persa.
Cercai di andare verso un muro, per seguirlo e tornare da Ann, non ce la facevo...
"Che mi succede?!"
Stavo facendo una breccia per avvicinarmi ad un muro, quando mi sentii prendere un polso.
Mi girai, anche se non molto in fretta, rendendomi conto che era proprio lui, quello che avevo visto.
-Come mai tanta fretta?- disse Madara, vicino al mio orecchio, per farsi sentire meglio.
-Che t'importa?- cominciava a girarmi la testa...
-Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda. Su, dimmi, mocciosetta.-
-Non ho intenzione di dirti un bel niente.-
-Sai, non mi sembri in gran forma.-
-Sto benissimo.- sbuffai, rendendomi conto che quella frase aveva avuto poca convinzione anche per me.
-Sssh, stai buona...-
Mi prese tra le sue braccia, aiutato dal fatto del mio rimbambimento parziale.
Mi aggrappai alla sua camicia, mi sentivo cedere il pavimento sotto le ballerine...
"Ma... che buon profumo..."
Evidentemente si era messo un litro di pofumo.
O forse solo una goccia.
I miei sensi erano più rintronati di una vecchietta novantanovenne, e la quantità non era percepibile.
Fatto stà che mi ritrovai con la faccia sul suo petto.
Mi condusse fuori dalla calca e mi fece sedere, porgendomi dell'acqua.
-No, chissà che c'è dentro.- rifiutai mettendo le mani avanti.
-Sciocca, non c'è nulla. E' incolore.- ne bevve un sorso, -E insapore.-
Presi il bicciere in silenzio e lo buttai giù tutto d'un fiato.
Mi appoggiai con la schiena al muro, respirando lentamente.
-Ho mal di testa...-
A momenti gli caddi addosso.
Lui prontamente mi riprese tra le sue braccia.
-Il tuo profumo è fortissimo, contribuisce al fastidio...-
-Ne ho messo solo una goccia.- mi sfiorò il collo e l'incavo tra quello e la spalla, con il naso...
-A quanto pare, anche tu. Ed è molto buono...-
La testa cominciò a vorticarmi, la musica era troppo alta, la sua presenza troppo opprimente, mi stava schiacciando...
Parve accorgersene, e mi lasciò.
-Mi-Chan!- Sasori si stava facendo largo tra la gente.
-Ann s'è preoccupata e-- si accorse di Madara, e si zittì.
-Vai.- mi sollecitò quello, e mi aggrappai alla manica di Sasori, sparendo tra la folla.
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E questo è tutto, per oggi! Grazie per avermi seguita e per aver lasciato recensioni, davvero! Mi fate molto felice ^-^
Al decimo capitolo! -.^

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Capitolo 10
*** Il ripostiglio sotto il tettuccio... ***


Cap.10_Il ripostiglio sotto il tettuccio... Ed ecco qui il capitolo number ten! E' più corto degli appena precedenti, sarà più rilassante per i vostri occhi xD
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Ero tornata a casa tardi, verso mezzanotte e mezza, con il malditesta mezzo andato e mezzo persistente.
In quel momento mi stavo lavando la faccia, ancora mezza intontita dalla festa e da quello che era successo sia il giorno prima, sia quello ancora prima.
"Non ho nemmeno fatto uno straccio di sogno in questi ultimi giorni, devo essere messa proprio male..."
Mentre andavo in camera mia a vestirmi, ripensai anche al mio malditesta.
"Perchè mi è venuto?" pensai, non trovando risposta.
Anzi, la trovai:
"Forse mi è venuto perchè non sono abituata ad andare in discoteca... Màh, non importa."
Mentre mi infilavo la maglia della divisa, la mia mano sinistra mi passò sul collo, e si bloccò.
"Ed è molto buono..." erano state quelle le sue parole, riferendosi al mio profumo.
Ma io... io non avevo messo il prfumo...
A che cosa alludeva? Magari al bagnoschiuma? No...
E allora perchè quel gesto?
Più ci pensavo e più lui mi sembrava...
Un animale feroce, che annusa la preda, prima di sbranarla, senza pietà.
E molto probabilmente la sottoscritta voleva farsi sbranare, anche se non volevo ammetterlo.

Mala Zeta presents:
IL RIPOSTIGLIO SOTTO IL TETTUCCIO...

Mentre camminavo nel viale alberato, mi accorsi che il tempo era tornato normale.
-E meno male! Adesso hai capito che è autunno, eh?- dissi riferendomi al cielo, guardandolo.
C'erano poche nuvole, e l'azzurro era tendente al grigio: se avesse piovuto, non ci sarebbero stati problemi, perchè avevo l'ombrello.
-E oggi anche il corso d'inglese! Bella roba!-

---

-Alla fine ieri sera sei sparita con Itachi, eh?-
-Zitta!- mi gridò Akira, paonazza.
-Hoho, qui c'è qualcuno che-- mi piazzò una mano davanti alla bocca.
-Mi sa che tu non sai cosa significhi la parola "zitta".-
Mugugnai e lei mi lasciò andare.
-Vabbè, ma per il compito di ieri? Come pensi che ti sia andato?- cercai di riattaccare io.
-Màh, penso che non sia andato da schifo. A te?-
-Non ne ho la più pallida idea, spero bene.-
Suonò la campanella, e ci ritrovammo un Sasuke trafelato che veniva verso di noi.
-Shiroga, Shirosuna, ho bisogno di voi, dovete aiutarmi!-
Un SOS da parte sua?!
-Sakura non mi vuole più parlare! Ho chiesto aiuto a mezzo mondo, compresa la Hyuuga, ma niente da fare!-
Nè io nè Akira l'avevamo mai visto così scombussolato.
-Perchè?- chedemmo in coro.
-Non lo so! E' questo il problema!- si mise le mani fra i capelli.
Ok che Sakura era la sua ragazza e che era mezza sclerotica, ma... Che cappero stava succedendo?
-Ti consiglierei di farle un regalo.- dissi io.
-Oppure portala fuori a cena, o nel weekend.-
Lui sembrò illuminarsi, ci ringraziò e tornò al posto, mentre il prof Asuma Sarutobi entrava per cominciare una pallosissima lezione di storia.

---

Durante la pausa pranzo, decisi di andare sulla terrazza a cercare Madara: non me l'aveva detta giusta, quello lì.
Quando arrivai alla porta col maniglione, sentii delle voci al di là di essa. Anzi, una voce, che conoscevo, e che in quel momento temetti.
Ma mi feci coraggio, spinsi il rumoroso maniglione e lo feci sbattere dietro di me.
Madara mi dava di spalle, era aggrappato alla rete della terrazza con un ginocchio sul muretto.
-Proprio te cercavo, mi devi spiegare un po' di cosette.- dissi spedita.
"Ok, pessima idea, pessima idea! Adesso comincerà a prendermi per il culo, e io ci starò da cani!"
Si girò e inclinò la testa di lato, facendosi scivolare delle ciocche dalle spalle.
-Sì? Forza allora, sono curioso.-
Senza dire nulla salii sul tettuccio e aspettai che mi seguisse, mettendomi comoda.
Salì anche lui, avvicinandosi.
Si fermò e si sedette in una posa molto da "oddio che fAigo", scrutandomi.
-Tu non me la dai a bere, baka. Non ci credo che "l'ho fatto solo perchè mi andava". Primo, perchè mentre lo dicevi eri titubante, secondo, perchè sei già cretino di tuo. Poi,- continuai, decisa ad avere una risposta alle domande che mi frullafano in testa, -perchè mi hai comprato quel vestito? Perchè mi hai baciata in quel modo? Perchè praticamente mi hai annusato il collo? E PERCHE' DIAMINE MI HAI CHIESTO DI VENIRE A LETTO CON TE, BALORDO?-
-Shh, calma, mocciosetta. Quante domande...- Mi premette l'indice e il medio sulle labbra per farmi zittire.
-Penso che potresti trovare la risposta da sola, dopo quello che ti dirò. Ma se sei proprio così tonta, te lo farò capire in un altro modo.-
Mi guardò negli occhi, praticamente prosciugando metà della mia decisione, della mia ragione e della mia lucidità.
"Che occhi balordi..."
-A proposito di domenica, ti ho detto quelle parole per farti tornare un po' di sale in zucca.-
"Eh?!"
-In realtà, a me sarebbe piaciuto molto continuare quello che stavamo facendo, ma non sarebbe stato salutare per quel cervellino che ti ritrovi.-
Parlava in modo sia superficiale, sia serio.
Mi stava mandando in palla.
Ma sporattutto era vero quello che mi stava dicendo?
-Per quanto riguarda il vestito, sarebbe stato un peccato non fartelo mettere, non si vede un corpicino del genere tutti i giorni...-
Adesso il suo sguardo era famelico.
"Non può essere serio..."
Le mie guance presero colore in un batter d'occhio.
Levò le dita dalle mie labbra e si sedette più vicino a me, continuando:
-Per, come dici tu, averti "annusato" il collo, bhè... Avevi solo un buon profumo, tutto qui. Molto buono. E dato che avevi la pelle scoperta lì, ho voluto sentirlo più forte.-
Il cuore prese a battermi all'mpazzata, sembrava che mi uscisse dal petto.
-E poi,- riprese, sogghignando, -le prede vanno annusate, prima di essere catturate e sbranate.-
Era ESATTAMENTE quello che avevo pensato IO. Animale feroce, preda, odore... Le stesse cose.
E poi, quel suo tono, quasi sensuale... Stava consumando anche la poca lucidità rimastami.
Stava per darmi uno dei suoi baci magnetici, quando sentimmo delle urla a dir poco barbariche provenire dalla scala.
-Oh cazzo, questa non ci voleva.-
-Che c'è?-
-Sono quelli del club di basket e di calcio. Dato che non ho avuto la minima voglia di andare agli ultimi due allenamenti, si sono incazzati di brutto. Dobbiamo nasconderci.-
-Perchè dobbiamo?!-
-Perchè tu potresti parlare.-
-Cretino.-
-Muoviti, mocciosetta, se mi prendono non c'ho sbatti di sorbirmi le loro ramanzine.-
Balzai giù dal tettuccio, e lui mi imitò.
Guardai il cielo, stava diventando completamente grigio...
-Qui, muoviti!-
Il tettuccio apparteneva allo sgabuzzino del signor Ebisu. Aveva due porte, una bloccata, che si apriva su una stanzina abbastanza spaziosa, e una aperta, che dava su un'altra stanzetta parecchio più stretta, vuota. Poteva essere chiusa dall'interno.
Entrammo nella porta di metallo a sinistra, ma facemmo così tanto i n fretta che ci ritrovammo in una posizione... come dire... equivoca.
Non persi sveltezza e bloccai la porta proprio quando il maniglione scattava e i barbari dei due club uscivano sulla terrazza.
Quando mi accorsi effettivamente di come gli ero caduta addosso, mi morsi le labbra.
Lui era sotto, mezzo sdraiato e mezzo seduto, con la schiena appoggiata al muro, praticamente con le mani sulle mie natiche; io ero finita a cavalcioni sopra di lui, vicinissima al suo ventre, con le mani che cercavano di allontanarmi dalla sua figura, le braccia tese.
Il mio respiro accellerò, ebbi un tremito, e lo guardai trepidante.
Lui invece era come soddisfatto di quella situazione, e mi guardava febbrile.
Senza proferire parola, una sua mano salì fino all'elastico della gonna della divisa, mi scostò la maglia e cominciò a sfiorare con i polpastrelli quella striscia di pelle.
Ciò mi fece respirare forte, e la mia schiena automaticamente si abbassò a sufficienza per distare dalla sua bocca di una decina di centimetri.
-Vuoi farmi morire...- dissi piano, in un sussurro.
-Al contario, vogli farti sentire viva...- mi rispose, passandomi le dita dell'altra mano sulle labbra.
In quel preciso momento, mi resi conto di essere definitivamente persa, con gli strilli e le grida dei ragazzi fuori ovattate, sempre più fievoli.
Alzò la testa e mi catturò con un bacio che mi parve tentatore.
Infatti si staccò subito e attese una mia reazione, che non si fece aspettare troppo: mi abbassai su di lui e lo baciai come se fosse una necessità.
Anzi.
Era una necessità.
Mi mise una mano dietro la nuca, e poi la sua lingua fece contatto con la mia.
Rabbrividii e gli accarezzai i capelli, volendo premere sempre di più sulla sua bocca.
Riuscii a sentire le grida provenienti da fuori attenuarsi, e lo scatto del maniglione fare rumore un'altra volta.
Eravamo soli.
Anche lui parve accorgersene, e si staccò lentamente.
-Che diresti se restassimo qui ancora un po', mh?- sorrise biecamente, scostandomi la frangetta.
-Non direi nulla.- eh già, ormai ero andata, e volevo stare lì, per quanto fosse possibile.
-Bene...- la sua mano mi portò di nuovo al suo viso, facendo aderire nuovamente le labbra.
Poi quella mi scivolò fino al collo, interruppe il contatto, e poi si posò sulla mia pancia, per poi salire sotto la maglia.
Arrivò fino al reggiseno.
-Sei piatta.- disse sempre con quel sorriso bieco stampato in faccia, di nuovo a pochi millimetri dalla mia.
Con una personalità completamente diversa, lo guardai.
Aveva ragione, mi sentivo viva.
Viva in una maniera diversa e fantastica.
-Allora cos'hai sotto la mano?-
-Un qualcosa di inconsistente, mocciosetta.- fece un po' più di pressione e mi baciò sul collo, andando lentamente sù e giù.
E poi suonò la campanella.
Alzò la testa di scatto e per l'ennesima volta si avventò su di me.
-Mmmh... Tu rimani qui con me, adesso.-
-No... devo andare...-
-Non vuoi.-
-Devo.-
Cercai di scrollarmelo di dosso, ma niente.
-Sù, dài, resta qui...- riprese lui, fingendosi un bambino.
-No, vado, non mi puoi trattenere.-
-Sicura...?- si avvicinò al mio orecchio ed emise come una specie di fusa, ma mooooooolto più... più... più da "OMMIODDIO!!!!!!ONEONE!!!ELEVEN!!!!", come una vera belva feroce pronta a sbranarti.
Mi guardava con occhi sensuali, quasi supplichevoli.
Supplichevoli?!
-Devo andare...-
-Ma dopo non la passi liscia.- mi dette una pacca sul culo.
Mi girai e gli tirai una gomitata:
-NO, non si fa.-
Sbloccai la porta e corsi via, scendendo per le scale.
Ero paonazza...
Cercai di ricompormi il più possibile, e questo mi occupò per una decina di minuti in bagno.
Il prof Gai era in ritardo, ma Akira no.
Mi vide e i suoi occhi diventarono fessure:
-PERCHE' sei così rossa? Madara ti ha fatto arrabbiare...?-
Sapeva che ero andata a parlarci.
E sapeva che non mi aveva fatto arrabbiare...
-N-no, mi ha dato fastidio, tutto qui.-
-Mh...- mi scrutò ancora.
-Ti tengo d'occhio.- e detto questo si sedette e si girò.

---

Avevo deciso di restare a scuola, nel pomeriggio, in attesa del corso.
Andai a prendermi una merendina al distributore automatico in corridoio e mi appostai ai vetri della palestra di Kendo.
Sasori mi aveva chiesto di andare a vederlo, e così fu.
-MEN!*- continuava a gridare, mentre, colpo su colpo, vinceva sull'avversario.
Assisstii per una mezz'ora, e poi Sasori mi venne incontro:
-Oh, alla fine sei venuta!-
-Visto?- gli sorrisi.
-Mi ha fatto piacere. Ma la tua faccia non mi convince troppo.-
-Sono proprio un libro aperto?-
-Sì. Forza, raccontami tutto. E mi raccomando, informa anche Neji, si preoccupa molto per te.-
-Lo so...-
Si sedette di fianco a me e cominciai a parlare.
Dopo dieci minuti, la sua faccia impassibile diventò quasi più rossa dei suoi capelli.
E anche la mia lo era, ma da molto più tempo.
-Non ci credo. No, mi rifiuto di crederci! Non pensavo che...-
-Che io fossi una tipa facile che appena si invaghisce di qualcuno gli permette di fare di tutto e di più e lei collabora? Nemmeno io.- sospirai.
-Non è vero che sei una tipa facile.-
-E allora cosa sono? Un furetto isterico???-
-Bhè, no, quello no.-
Guardai l'orologio, e sospirai nuovamente.
-Devo andare... L'inferno mi aspetta.-
Mi salutò col consueto bacio, anche se quello mi sembrò strano.
Mentre salivo le scale, mi guardò dispiaciuto, e poi tornò ai suoi allenamenti.

---

Senza degnarlo di uno sguardo, presi posto di fianco a lui, come al solito.
-Che hai, mocciosetta?- cominciò Madara.
-Niente che ti riguardi.-
-Sicura...?- mi guardò come aveva fatto sulla terrazza.
-Non provarci di nuovo! Sennò t'arriva 'na sleppa che ti ricordi per il resto dei tuoi giorni!-
-Uuuuh, ci stiamo scaldando, eh?-
-Finiscila.-
-Ma come, è così divertente...-
-No. E adesso zitto.-
-Sei sicura di essere in grado di darmi ordini?- allungò una mano verso la mia gonna, ma io con uno shuto** gliela allontanai con forza.
-Ahio... E io che ero convinto che mi avresti lasciato far--
E fu così che Madara Uchiha ricevette la fatidica sleppa della madonna dalla sottoscritta.
Rimase ammutolito, con la guancia viola, che si teneva tra le mani.
-Vado fuori, quando quel ritardatario di Kakashi si farà vedere, mi farò vedere anch'io. Se mi segui sarà peggio per te.-
Detto questo, mi alzai sotto gli occhi di tutti e me ne andai fuori dall'aula.

---

Era stato proprio un inferno. Quel demente di Madara aveva continuato a fare il cretino, riuscendo a sopportare persino i miei pizzicotti.
Appena era suonata la campanella, ero schizzata fuori senza nemmeno guardarlo in faccia.
"Anche Chiyomi Shiroga ha un orgoglio e una reputazione! Seppur piccola, anche una reputazione!" avevo pensato, mentre scendevo a razzo le scale, iraconda.
Sasori, che mi aspettava ai cancelli, capì il mio stato d'animo e non disse nulla, accompagnandomi a casa.
_________________________________________________________________________________________________________

*Men = nel Kendo, quando si colpisce l'avversario, si urla la parte del corpo che si vuole colpire. Men viene pronunciato quando si colpisce la parte alta del corpo, dalle spalle in su.
**Shuto = E' la mano a coltello. Si usa il taglio della mano. Nel Karate si usa spesso quando si deve colpire il collo dell'avversario.

E finalmente ho scritto pure questo!
Bhè... Ecco... >////////>
Non so come io sia riuscita a scrivere la scena nello sgabuzzino...!!!
OddEoooo x°D
Comunque, grazie mille a tutti voi che recensite, seguite e leggete la mia storia! (Fateci un po' di pubblicità e sarà il massimo... ^-^"""" xD)
Al prossimo capitolo!!! ^7^/

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Capitolo 11
*** Perchè i casini vari non finiscono mai! ***


Cap.11_Perchè i casini vari non finiscono mai! Salve salvino! Sono tornata l'altro ieri dalle mie piccole vacanzucce in Puglia, mi sono pure scottata! xD
Mi sono accorta (in realtà me lo ha fatto notare il mio compagno di role xD) che nel capitolo 9 ho scritto che Hiddy è etero. Ops! xD
Ho già corretto, e adesso tuffatevi in questo nuovo capitolo come se fosse una piscina! :D
____________________________________________________________________________________________________________

Avevo dormito malissimo.
Anzi, non avevo proprio dormito.
Dentro la mia testa c'erano due cose che s'insinuavano infide per non farmi dormire.
La prima era la scena nello sgabuzzino, dove a momenti quel dannato Uchiha mi aveva completamente rimbambita, mentre la seconda era la scena del corso, quando gli avevo deviato la mano che stava per finire sulla mia gamba.

Mala Zeta presents:
PERCHE' I CASINI VARI NON FINISCONO MAI!

Mentre me ne stavo seduta ad aspettare Akira, Sasuke si avvicinò:
-Ohayo, Shiroga.-
-Oh, ohayo Uchiha.- mi voltai verso di lui, -Qual buon vento?-
-Madara.-
Quasi quasi cadevo a faccia a terra.
-E-eh?-
-Sì, Madara. Mi ha chiesto di dirt--
-BUONGIORNO!!!!-
Come al solito la Mitarashi si avventò sulla porta. Poi, con il suo passo da carrarrmato, si diresse alla lavagna e cominciò a scrivere qualcosa, facendo stridere il gesso.
-ARRIVEDERCI!!!!- e col suo passo da elefante levò le tende.
Io e Sasuke voltammo la testa dalla parte della lavagna.
A caratteri cubitali c'era il seguente avviso:

Si avvisano tutti gli studenti che questo sabato non ci saranno le lezioni, quindi non dovranno presentarsi a scuola.
Di conseguenza anche tutte le attività presenti in quel giorno non saranno svolte.
Le attività sono le seguenti:
-Corso d'inglese;
-Allenamenti di baseball;
-Allenamenti di Kendo;
-Allenamenti di basket;
-Riunione del club di cucina.

Grazie per l'attenzione, la Prof Mitarashi Anko

-Oooh, questa si che è una bella notizia.- dissi passandomi le mani dietro la testa.
-Ti volevo parlare proprio di questo.- riprese Sasuke, appoggiando un gomito al banco vicino.
-Eh?!-
-Madara sapeva già da ieri che non saremmo dovuti andare a scuola sabato. Mi ha chiesto di dirti che è intenzionato a trascinarti fuori di casa per andare in giro.-
Rimasi lì come una babbiona.
A ogni sua parola mi ero sentita sempre più allarmata, ma quando aveva finito la frase dentro di me scoppiò la Terza Guerra Mondiale.
-Co-come scusa?!- no, non potevo crederci.
Sasuke non mi rispose, perchè qualcuno battè le nocche allo stipite della porta:
-Oh, bravo Sas'ke, vedo che l'hai già avvisata.-
Il mio sguardo divenne più freddo di un freezer industriale e marciai verso di lui.
-Chi ti credi di essere, per tirarmi fuori di casa, portarmi in giro e fare altre cose contro la mia volontà?!-
Si appoggiò allo stipide con la spalla, assumendo una posizione che voleva dire "sono superiore".
-Bhè, per le "altre cose"- mosse nell'aria le dita per tracciare le virgolette, -non mi sembrava essere andato contro la tua volontà.-
Un ghigno coronò il suo discorsetto.
-Bada a te, Madara Uchiha, bada bene a come parli...- altro che Terza Guerra Mondiale. La Guerra Universale!
-Perchè, sennò che mi fai? La bua?- il suo tono ironico fu la goccia che fece traboccare il vaso.
-TE LA DO IO LA BUA!- e detto ciò il mio destro partì per andare a fare centro col suo naso.
Quello che successe dopo per me fu uno shock col rallentatore.
Il mio pugno non arrivò a destinazione, lui lo aveva bloccato serrandolo nella sua mano.
In un lampo, aveva spostato quella e mi aveva tirato così vicino alla sua faccia che potevo sentire il suo respiro.
Fece schioccare la lingua per un po' di volte in segno di dissenso.
-Stai attenta, Shiroga. Già ieri ti ho permesso di mollarmi quei due ceffoni, ma oggi potrei non essere così clemente.-
Quel suo tono basso e sensuale, quella sua vicinanza e quelle stesse sue parole mi stavano facendo girare la testa...
-E allora perchè tu puoi farmi tutto ciò che vuoi? Se pensi che io sia solo qualcosa da prendere, usare e poi gettare, ti sbagli di grosso.-
Lui sembrò pensoso mentre ascoltava la mia opinione e, non so perchè, la cosa non mi piacque affatto.
Dato che non rispondeva continuai, sempre a un millimetro dal suo volto.
-Forse è per questo che di tanto in tanto fai il tenero e il gentile?-
Il suo sguardo, che prima era vano e non rivolto a me, divenne vivo e cominciò a percorrere il mio viso.
Sempre fulmineo, come mi aveva presa, mi schioccò un bacio sulle labbra e mi allontanò da lui.
Indietreggiai confusa, mentre lui si leccava un angolo della bocca.
-Ti trovo confusa, Shiroga. Ma non ti devi preoccupare. Oggi penso di poterti dare qualche spiegazione.- quel suo tono strafottente non mi piacque proprio.
-Non m'importa cosa tu mi permetta o meno di fare. Questo non te lo leva nessuno!- riuscii a dargli uno schiaffo e mi allontanai un po'.
Ma poi me ne pentii.
Avevo giocato troppo col fuoco.
Mi guardò intensamente, poi ghignò:
-Sempre combattiva, anche se sotto pressione. Ammirevole.-
Si avvicinò mettendomi una mano sulla spalla e sussurrò all'orecchio, piano, con voce bassa e invitante:
-Penso che con te le cose non sarebbero mai troppo facili e noiose... Questa cosa mi attira parecchio, piccola preda.-
Detto ciò si girò e scomparve dietro la porta.
Sasuke se ne era andato da un pezzo, così non ebbi problemi a deprimermi sul banco.
"Piccola preda... piccola preda... Ma a che razza di gioco sta giocando? Io ci sto malissimo, e lui sembra goderne..."

---

Mentre mangiavo sconsolata il mio bento, Akira continuava a guardarmi storto. Era arrivata in ritardo e le avevo raccontato tutto prima di toccare cibo.
-Bene. Allora io e te andiamo a giocare a golf.-
La guardai stranita. Era serissima, ma non capivo dove volesse arrivare...
-Eh?- la mia faccia assunse una strana espressione.
-Andiamo domani, ti porto al campo da golf virtuale. Ho degli esercizi che ti disintossicheranno.-
-E da cosa?- "Ma che cappero...?"
-Non da cosa, ma da chi.-
Il bento mi andò di traverso.
-Bevi! Muoviti!- si allarmò Akira, allungandomi la bottiglietta.
-Coff coff... grazie... coff coff...-
-Comunque... Io oggi non devo andare da Ita-Chan, quindi...-
-Feeeerma ferma ferma... coff coff!-
-Sì?-
-Ita-Chan?-
Lei arrossì violentemente e bofonchiò un "dettagli".
-Comunque... oggi non vai in terrazza?- più che una domanda mi sembrava un'mposizione.
Appoggiò i gomiti sul banco aspettando la mia risposta.
-Non penso, anche se avrei voluto. Mi piace un sacco il mio tettuccio. Ma se vado, sembra che io me le cerchi, le rogne. Quindi... no.-
Lei sembrò felice della mia risposta e si appoggiò allo schienale della sedia.
Io invece ero ancora più mesta.
"Oggi penso di poterti dare qualche spiegazione", aveva detto. Ma non avrei ottenuto nulla se non fossi salita...!
-Vado in bagno, torno subito.-
Mi alzai e camminai fino ai bagni femminili.
Aprii il primo rubinetto e mi schiaffai un sacco d'acqua sulla faccia.
"Sii razionale, Chiyomi. Cosa vuole ottenere davvero?"
Con la faccia ancora umida uscii per ritornare in classe, a testa bassa, e piena di pensieri tremendi.
"Già mi fa crucciare adesso, se poi mi getta via come un giocattolo usato non avrò più la forza di--"
Mi fermai in mezzo al corridoio.
"Chi è lui per darmi ordini? Chi è lui per farmi sentire così?! Glielo do io il suo "sono Madara Uchiha" e bla bla bla... Sono una persona, con sentimenti e sensazioni. Non posso farmi calpestare da uno come lui."
Ripresi a camminare, stavolta più lentamente, per pensare bene.
"Pensavo di aver destato le sue attenzioni per altri motivi, innamorandome-... Sì, innamorandomene. Lo ammetto. Ma io per lui non sono niente, e non voglio soffrire per questo."
Sospirai:
"Spero solo che queste non siano parole vuote."
Ero a qualche metro dalla porta, quando lui si stagliò di fronte a me.
All'inizio non ci diedi peso, e cercai di oltrepassarlo, ma Madara si spostò per impedirmi di tornare da Akira.
-Pensavo saresti salita.-
-Pensavi male.- non lo guardavo in faccia, per paura che i miei pensieri si infrangessero come fragili cristalli.
-Peccato, ci avresti guadagnato. Credevo tu fossi più furba...-
Mi guardava ironicamente deluso.
-Non importa. Non ho più bisogno di risposte. Ho cancellato tutte le domande.- non credetti io stessa all'ultima frase...
Quelle domande erano ancora troppo spinose e infide per non avere una risposta.
Riuscii a guardarlo in faccia e a passare, e prima di entrare in classe, continuai.
-Ah, a proposito. Sabato ti scordi anche di presentarti a casa mia.- ogni mia parola, più che sembrare una coltellata per lui, lo era per me.
Mi fissò sbalordito per qualche secondo.
Pensavo che mi avrebbe mandata a quel paese, e invece...
-Se cambi idea, avvisami.- sospirò, stavolta davvero deluso.
"Deluso perchè sono la prima ragazza che lo rifiuta o deluso perchè c'è rimasto male davvero? ... Non so come decifrarlo."
Mi guardò ancora, col suo sguardo nero e magnetico, per poi voltarsi e tornare nella sua aula.
Rimasi sulla porta per qualche minuto, poi entrai.
-Ma quanto ci hai messo?- Akira era appogiata alla sedia e al banco.
-Era pieno.- mi sedetti e volsi lo sguardo sul cortile.

---

L'ultima ora era occupata dal Prof Gai Maito.
L'incubo della ginnastica.
E Rock Lee non aiutava la situazione.
Quel giorno il Prof era seriamente convinto che la cavallina fosse qualcosa di estremamente semplice e divertente per ogni povero studente presente nel cortile.
Io ODIAVO andare in cortile a fare ginnastica, perchè da qualsiasi finestra di qualsiasi classe, ogni singolo alunno avrebbe potuto assistere.
Mi sentivo... osservata.
E sottopressione.
Gh.
-Benissimo, cari allievi! Oggi ci cimenteremo nella splendida attività della cavallina!-
-Evviva!- esultò Rock Lee, saltellando.
-Prof, ce l'ha già detto...- intervenì Sasuke, mezzo sdraiato a terra.
-Oh, non importa!- continuò il Prof, solare.
-E ora, chi vuole farlo per primo?-
-Io io io io io per favore maestro io io io io io!!!!!- Rock Lee si mise a saltellare a destra e a manca più di prima.
-Hoho, allievo prediletto, in questi giorni hai già fatto troppo! Chiamiamo qualcon altro!-
Rock Lee andò a sedersi scondolato vicino a Choji, che si stava smangiucchiando delle patatine.
-Non riesco a capacitarmi della tua sproporzionata voglia di fare ginnastica, Lee *chomp chomp*. Sei pure più grande di noi, *chomp chomp* in più il Prof ti porta sempre addietro... non ho ancora capito il vostro *chomp chomp* modo di fare.-
Rock Lee cominciò a raccontare la sua solita remenata, mentre il Prof prendeva una penna e la lanciava alla cieca sul registro.
-Vediamo un po'...- si scoprì gli occhi, -Oooooh, benissimo! Shiroga Chiyomi!!-
-No prof no! Per favore no no no! Sono ne-ga-ta! Se salto cado!- ero terrorizzata.
-Su su, Shiroga, tra poco sarà tutto finito! Lascia scorrere il potere della giovinezza dentro di te!- gli brillavano gli occhi. Gh.
-Se muoio, voglio una bara di quercia ed ebano.- dissi camminando mesta.
Al mio passaggio, Akira, con aria seria ma ironica, giunse le mani e cominciò a pregare sommessamente.
Mi misi a qualche metro di distanza dalla cavallina, in piedi, con il vento che mi prendeva in pieno.
Mi venne pure da tremare, i pantaloncini corti non erano il massimo col vento autunnale, in cortile...
"Tanto lo sanno tutti che faccio schifo, se sbaglio non rideranno. Al massimo finisco di pancia sull'attrezzo! Cappero."
Stavo per scattare, quando un'altra classe scese in cortile per fare ginnastica.
"Strano, dev'esserci supplenza. Il Prof Gai è l'unico "vero" insegnante di ginnastica..."
All'inizio non vidi bene la classe, quindi decisi di correre e saltare mentre quella si avvicinava.
La corsa fu discreta, ma il salto...
Pensai di schiantare a faccia a terra, ma mi ritrovai sopra qualcosa di "morbido".
Aprii gli occhi e...
-Mi-Chan! Non pensavo fossi così impedita nella cavallina! E ciao Aki!-
Sasori si era buttato prendendomi al volo, e stava sorridendo.
-Grazie! Senza di te mi sarei spaccata la faccia.- gli dissi, mentre ci alzavamo.
-Ooooooooh Akasuna! Ottima prestazione! Ti darò un dieci per il tuo spirito carico di ardente giovinezza!- urlacchiò il Prof, sfoderando un sorriso alla Mentadent White Now.
-Ah, grazie Prof...- rise un pochino Sasori, grattandosi dietro la testa.
Prima di allontanarsi, si avvicinò al mio orecchio:
-Ti avviso che Madara sta guardando verso di te.-
Mi venne un colpo!
All'inizio non avevo connesso che Sasori e Madara erano compagni di classe...
Mentre Sasori raggiungeva la sua classe, il Prof Gai mi invitò a fare un altro tentativo.
Quando si spostò, ormai costrettami a saltare, mi lasciò libera la visuale.
Madara stava davvero guardando dalla mia parte.
Sasori era di fianco a lui, e mi lanciava occhiate per infondermi coraggio.
"Non posso non posso non posso cadrò un'altra volta non possoooooooooo!!!!!"
Mi decisi a correre e a cercare di saltare, dovevo provare.
Ma il risultato fu come quello precedente.
E il mio salvatore prontamente mi soccorse di nuovo.
-Non fa proprio per te, mi sa!- cominciò a ridacchiare Sasori.
-Gliel'ho detto anche io...- confermò Akira
"Dio, che tempismo. Ma ho fatto una figuraccia! E... Sono LETTERALMENTE sopra a Sasori."
-Ci alziamo? Stare così mi sembra lievemente equivoco.- infatti il suo volto era diventato leggermente rosso.
-Ah! S-sì, scusa.- anche le mie guance presero un po' di colore.
Mi alzai e incrociai un'altra volta lo sguardo di Madara.
Freddo.
Distaccato.
Ma... anche interessato.
Forse addirittura geloso riguardo alla situazione appena avvenuta.
Mi distolsi da quello che reputavo qualcosa di troppo pericoloso per la  mia sanità mentale e sentii che il Prof mi aveva chamato parecchie volte.
Mi girai ed accennai ad uno "scusi" e poi andai a sedermi vicino ad Akira.
-Beeeeene, ed ora... Akamichi Choji!- squillò con tono esaltato il Prof.
-Posso mangiare *chomp chomp* mentre salto?- domandò lui ingenuamente.
-Non sarebbe umanamente possibile, ma se ci riuscirai ti darò un bel voto per la tua grinta dàtati dal potere della giovinezza!!- cominciavo a preoccuparmi.
Choji, in tutta tranquillità, si mise in posizione con le patatine in mano, e fece uno scatto felino.
Al momento di superare l'odioso attrezzo, ci lasciò tutti a bocca aperta.
Superato correttamente e con eleganza, seppur mangiando delle patatine durante il volo, quasi fosse una farfalla.
Il Prof Gai rimase rimbambito per un minuto buono, idem Lee.

---

Mentre tornavo a casa, una voce squillante mi trapanò le orecchie:
-CHIYOOOOOOOO!!!!!- una ragazza lampione mi stava correndo incontro.
-ANN!!!!!!!!!!!- le corsi incontro a mia volta e la strangolai con un abbraccio come mio solito.
-Ho una novità stratosferica!!!!!- era tutta esaltata!
-Dimmi dimmi dimmi non tenermi sulle spine!- la sua agitazione contagiò anche me.
-Da domani saremo compagne di classe!!!!!!- mi abbracciò di nuovo.
-Cosa?! Ma non dovevi esserlo a partire da settimana prossima?!- la strinsi più forte, cominciando a saltellare come una pirla.
-Lo sooooo!!! Non è fantastic--
Si bloccò completamente.
-Che hai?- le chiesi, preoccupata per quel totale spegnimento di ogni allegria.
-G-g-g-g-girati!!!- era diventata paonazza, e si era schiaffata le mani sulla faccia per coprirsi.
Mi girai come mi aveva chiesto e sollevai un sopracciglio.
"Hiddy l'impavido bisex" e "Kakuzu il re dei tirchi" stavano andando al minimarket vicino a casa mia!!!
-Kuzu!- corsi incontro a questo, sorpreso.
-Non mi chiamare "Kuzu".- fece una smorfia.
-Ooooh, e a me non saluti?- sprizzò Hidan.
-Nuo, hahahaha.-
Ann mi era venuta addietro, non senza farsi notare da Hidan.
-Ciao, bellissima! Lo sai che oggi sei molto carina?- tentò di fare colpo lui.
Ann arrossì ulteriormente, praticamente diventando viola.
-Hidan, con lei ci proverai un altro giorno. Adesso dobbiamo andare.- disse Kakuzu, serio.
-Mamamamamama io...- Hidan provò a smuovere il suo amico, ma niente storie.
Lui se ne andò mesto mesto, mentre il tirchio si metteva le mani in tasca e lo precedeva.

---

Dopo che i due se ne furono andati, ad Ann era squillato il cellulare ed era dovuta tornare a casa.
Mi ero ritrovata sola ed avevo deciso di tornare anche io a casa.
Appena arrivata, mi ero tolta le scarpe, scaraventato la borsa per terra e sdraiata sul divano.
La prima cosa che mi venne in mente fu quello sguardo all'ultima ora.
Quel suo sguardo nero, indecifrabile perchè troppo complesso, mi fece sospirare.
"Che mi hai fatto, brutto cretino?"
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AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!!!!!
Cappero!!!!
Non mi soddisfa appieno questo capitolo X_X
Penso che però il prossimo sarà molto meglio, ho già spunti scritti!
Per il prossimo capitolo dovrò fare un sacco di ringraziamenti al mio compagno di role... Awwwww xD

Grazie a tutti voi che leggete, recensite e seguite questo mio lavoro!
Al capitolo dodici! ^-^

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Capitolo 12
*** Alzare il volume non è molto utile... ***


Cap.12_Alzare il volume non è molto utile... Ed eccomi qua!
Avviso che il capitolo è un po' lungo... ^-^"
Buona lettura! :D
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Avevo sognato, dopo tanto tempo.
Era quel vecchio sogno, quello che mi aveva fatta "preoccupare" per tre giorni, la settimana prima.
Ero sempre a scuola, e camminavo ancora nei corridoi.
Poi ad un tratto mi ritrovavo in cortile, e correvo sfrenatamente.
Scappavo da qualcosa.
Era nero.
Ed ero certa che fosse un animale.
Poi non vedevo più nulla, perchè l'animale mi raggiungeva e poi riusciva a prendermi.
La canzone di sottofondo non era più Pain, ma...
Vittima dei Modà.
"Ma nemmeno mi piacciono, i Modà! Che razza di casini mi succedono?!" pensai, appena sveglia.
Ma capivo che c'era un nesso logico tra quella canzone e il sogno.

Mala Zeta presents:
ALZARE IL VOLUME NON E' MOLTO UTILE...

Stavo camminando per andare alla Shippuuden, con quel sogno sempre in testa.
Sapevo che la bestia fosse lui, era troppo ovvio.
"E poi era nera! Fosse stata fuxia... Ma era nera!!!!"
Alzai lo sguardo dal viale lastricato di pietre grige, e mi venne da sobbalzare.
Madara, Deidara e Hidan avevano appena voltato l'angolo e stavano venendo nella mia direzione.
Affrettai il passo senza pensarci due volte.
"Capperocapperocappero..."
La voce di Deidara mi trapanò da dietro.
-Hei pidocchia! Che fai, non saluti?- come era odioso...
-'Giorno.- gli risposi seccamente, non fermandomi.
-Hai un appuntamento romantico?? Posso venire anch'io??- urlacchiò Hidan, con un tono da schifo.
Non fui io a rispondergli, ma Madara, che gli tirò un pugnetto sulla spalla.
Ero ad una ventina di metri dai cancelli, quando fui fermata dal nostro strafottente Madara.
-Ma preda, che ti prende oggi?- la sua voce era bassa e aveva bisbigliato. Cavolo, se era invitante...
"NO! ANCHE LA MATTINA NO!"
-Chiamami preda ancora una volta e ti ritrovi la faccia scartavetrata, ok?- gli ringhiai, facendo fuoriuscire le parole tra i denti.
-Hoho, qualcuno si è alzato col piede sbagliato...- ridacchiò in una maniera odiosa, -Anzi, è il corpo ad essere sbagliato!-
Si girò e rise come un demente insieme agli altri due.
Li guardai storto e risposi malamente:
-Se, ok, ciao ciao.- cercai di nuovo di andarmene.
Lui si voltò, ma prima che lo facesse riuscii a scorgere un suo sorriso deluso.
-Non sai che ti perdi, mocciosetta...- disse, infilando le mani in tasca.
Dopo un po' sentii la voce di Hidan:
-Ragazzi, se vi annoiate dopo la scuola non c'è problema, mi è appena arrivato a casa il kit sadomaso!- il suo tono era disgustosamente esaltato.
Deidara gli lanciò un'occhiata scioccata, mentre gli chiedeva se fosse diventato idiota:
-Non ci provare con noi, che schifo!-
Io feci un "bleah" sonoro.
Hidan si mise a ridere, poi ad un certo punto sentii Madara urlare:
-Mi dispiace Hidan ma al momento sono occupato da una preda!- e si mise a ridere forte.
"Grrrr... Oggi disintossicazione, coglione, oggi disintossicazione..." accellerai il passo e filai in classe.

---

Era l'ora di economia domestica, e noi ragazze eravamo andate nel laboratorio.
La prof Yuhi ci aveva dato istruzioni precise, e in quel momento ero intenta a maneggiare un taglierino.
Dopo un po' che lo usavo mi scivolò di mano e mi tagliai l'anulare.
-Prof, mi sono fatta un taglio, posso chiedere a Kabuto-San un cerotto?- le chiesi, dopo essermi avvicinata.
-Oh, certo Shiroga, vai pure. E ricorda di sciacquarti il dito prima di mettertelo.- mi rispose.
Lasciai ad Ann il taglierino: da quella mattina si era già ambientata molto bene, ed era seduta di fianco a me in classe.
-Muoviti Chiyo.- mi sorrise Akira.
Uscii dal laboratorio e mi avviai in infermeria.
Kabuto-San doveva essere lì per forza.
Stavo per aprire, ma notai che la porta era già socchiusa, e così, stando molto attenta, detti una sbirciata.
Kabuto-San non c'era.
C'erano invece un ragazzo e una ragazza.
E lui lo conoscevo bene.
Tesi l'orecchio e mi appostai vicina alla porta, riuscendo a vedere qualcosa...
"Stalker. Vergognati."
-Ma allora, Mady... Cos'è che ti rende così sfuggevole, ultimamente?- la voce milleflua della ragazza mi scosse dai miei pensieri.
Era distesa su Madara.
I capelli molto lunghi, di un colore simile al mio, scendevano a ciocche lisce sulla sua schiena e sul petto dello "sfortunato".
Gli occhi erano di un marrone così chiaro da essere gialli, e mandavano guizzi dorati.
In tinta con lo smalto.
-Te l'ho detto. A meno che io non sia libero, non vengo a divertirmi con te.- Madara che rifiutava un'avance così diretta?! E poi... Divertirsi? Non era forse che...
-Ma come, non c'è mai stata nessuna che ti ha occupato per così tanto tempo... Di solito dopo un giorno scarso le finisci.- sembrava sorpresa.
-Chi ti dice che sia solo una, Chizu?- nonostante il suo tono fosse beffardo, la ragazza sembrò poco convinta.
-Nàh, non è nel tuo stile. Ti conosco bene... Sono quella che ti conosce meglio di chiunque altro.- fece una pausa.
-Chi è lei?- chiese, curiosa.
-Ah, una qualunque.- continuò Madara, con un ghigno provocatorio.
-E TU mi staresti trascurando per una qualunque?!- "Ahi ahi, ha accusato il colpo..."
Madara sembrò preoccuparsi un pochino, infatti la ragazza scattò in piedi e ruppe dei bicchieri, scagliandoli sul muro di fianco a lui.
-Chizuru! Ma sei impazzita?! Perchè quando scherzo te la prendi sempre?!- adesso era spaventato.
Io ero abbastanza dubbiosa riguardo al suo (di lei) modo di fare, ma pareva efficace.
Mi scansai dalla mia postazione e mi nascosi, capendo che Chizuru sarebbe uscita di gran carriera.
Quando fu lontana, sbirciai di nuovo dentro all'infermeria.
Madara si stava passando una mano tra i capelli, e gli scappò un sospiro.
Mi dileguai prima che uscisse anche lui.

---

Non avevo messo piede in terrazza durante la pausa pranzo.
E Akira ne sembrava compiaciuta.
-Ooooooh, che grossi progressi che fai, Chiyo! Quasi quasi ti pago io il prezzo del golf, oggi!- cappero, era TROPPO contenta.
-Ann, vuoi venire anche tu?- chesi alla lampionessa, che camminava di fianco a noi per uscire dall'edificio scolastico.
-Non posso... Devo, ehm... Fare una cosa!- era abbastanza sospetto, come comportamento.
-Ok...- la salutammo e la vedemmo correre via.
-Ma che ha?- alla domanda di Akira, scrollai le spalle.

---

Eravamo dentro ad una stanza con tre pareti rosse e una a vetri, dove c'era la porta.
Il posto era nuovo, e aveva tutti i tipi di giochi virtuali sul mercato.
-Bello, eh?- chiese Akira, con un tono da "è una domanda retorica", mentre si buttava sul divanetto bordeaux alla parete di destra.
La tv enorme a schermo piatto era proprio di fronte alla parete a vetri, con la porta, con una X-box, una PS3, una Wii e un'altra cosa strana.
Molto probabilmente il programma del campo da golf.
Akira si era fatta spiegare come acendere e far funzionare quest'ultimo, così ci ritrovammo con una sottospece di mazza bianca e blu fluorescente in mano.
-Bene! Guarda lo schermo. La vedi la pallina?- cominciò lei, indicando la pallina nello schermo.
Annuii.
-Bene. Adesso ti faccio vedere che devi fare.-
Si mise in posizione come indicava lo schermo e prima di muovere la mazza mi fece spostare davanti a lei, così che potessi capire bene.
C'era un dischetto a terra, molto probabilmente dove doveva essere la pallina nel gioco.
Indicò il dischetto:
-"Pallina".-
-Ehm, sì, credo di aver afferrato il conc--
-Madara!-
-Eh?!- la guardai con due occhi così.
-La "pallina" è Madara!- e detto questo, fece un tiro della madonna.

WOW! EXELLENT!
1000 POINTS

Questa era la scritta che lampeggiò sullo schermo.
-Visto? Facile!- fece un sorrisone che mi preoccupò parecchio.
Avevo l'impressione che se non avessi fatto di meglio, si sarebbe incavolata di brutto.
Mi misi al suo posto.
-Concentrata!- mi fece, convintissima.
-Sì, sono concentrata, sì, cono concentrata, sì, sono concentrata!- continuavo a ripetermi, per cercare di non fare schifo.
-Sì! Sono concentrat-- ...
L'ultima lettera mi morì in bocca, perchè avevo già colpito la pallina.
Ma così piano che...
Che aveva fatto un lievissimo *pof*.
Perchè mi ero fermata?! Non poteva essere così influente su di me!!

HOW TERRIBLE!
-500 POINTS

La scritta sullo schermo e il mio comportamento fecero imbestialire Akira.
-Com'è possibile che tu non ci riesca?! Come fai a non colpirlo con tutte le tue forze?!?!- furente, prese il mio posto e fece almeno una decina di tiri di fila.
TUTTI da 1000 punti. Cioè...
Il massimo.
Mi fece riprovare, e il mio risultato fu come quello precedente.
-MA CHE HAI IN QUELLA TESTA?!- si mise ad "urlacchiare" e a darmi pacche sulla testa.
"Già! Che ho in questa testa?! LUI! MISERIA!! PORCO TENSING!!!*"
Continuammo così per mezz'ora, ma poi...
Vedemmo entrambe una testa rossa fiammante appiccicata al vetro della nostra stanza.
-Sasor-- mi fermai.
Non era solo.
-Itacchaaaaaaaaan!- strillò Akira, correndo ad abbracciare Itachi, contento di verederla.
Ma subito dopo entrò quello che non avrebbe MAI dovuto entrare. Soprattutto in quel momento.
-Mi-Chan! Aki-Chan!- Sasori stava per venirci incontro, quando Madara gli prese un braccio e bisbigliò qualcosa.
Sasori fece un gesto di assenso nello stesso momento in cui io ed Akira dicevamo in coro:
-E' maleducazione bisbigliare!-
Solo che dopo questo Akira rise, mentre io rimasi incerta se farlo o meno.
-Tsk.- fu la risposta secca di Madara.
Sasori venne verso di noi, dette un bacio ad Akira e a me...
Un abbraccio.
E basta.
"Qui c'è qualcosa che non quadra."
Prima che si andasse a sdraiare sul divanetto dall'altra parete, gli strinsi un pochino il polso e chiesi a Sasori:
-Non si può proprio sapere nulla?- ero un po' imbarazzata. Non mi piaceva quella situazione. E non sapevo il perchè.
Madara ci fece la linguaccia e accennò ad un "non era maleducazione bisbigliare?", per poi voltarsi.
-Bhè, mi ha detto che, se avessi provato a darti un bacio, mi avrebbe prima trafitto con un paletto per poi regalare il mio corpo alla mente perversa di Hidan.- fece un sorriso imbarazzato e io diventai paonazza.
Non so se per la rabbia o per lo stupore.
"Non sono una sua proprietà! ... Oh, bhè, non ancora. ... IiiiiiiiiiiiH no no no no no no no!!!!"
-TU!- puntai il dito contro Madara, forse un po' irritata.
-Sì?- si voltò lui con noncuranza.
Indicai la pallina sullo schermo.
-Pallina.- continauvo a fissarlo sprezzante.
-Oh, Capitan Ovv-- non lo lasciai finire:
-Madara!- A momenti lo strillai.
Nella stanza c'era una spece di atmosfera pesante...
Mi guardò poco convinto, mentre lo sguardo di Akira cominciava a brillare.
-Madara-pallina!-
Tirai forte.
Molto forte.

WOW! EXELLENT!
1000 POINTS

-FINALMENTE!!!!- gridò gioiosa Akira, spaventando parecchio anche il povero Itachi.
Sgranai gli occhi io stessa.
"Ce l'ho fattaaaaaaaaaaa!!!!! YEEEEEEEEEEEEEEE!!!!"
Madara mi guardò abbastanza preoccupato.
Anzi.
Mi guardò come aveva guardato Chizuru quella mattina.
E quello mi fece arrabbiare per davvero.
Molto probabilmente perchè mi dava fastidio che mi guardasse nella stessa maniera di come aveva guardato lei.
Continuai a tirare per altre cinque volte, facendo sempre il punteggio massimo.
Poi mi calmai, finalmente.
Lo guardai sprezzante, come per dire "capito? Posso romperti l'osso del collo, baci baci >:D"
Sembrò capire, molto probabilmente perchè cambiò discorso immediatamente.
-Allora adesso che si fa, banda?- chiese, mettendosi in posa da superiore.
-Un bel niente se ti comporti come un demente.- ribadii io, seria.
-E soprattutto non paragonarmi ad un membro della tua combriccola.- aggiunse Itachi, con la sua voce pacata e seria.
Sasori saltò giù dal divanetto e, ridendo, disse a Itachi:
-Hei, non giudicarci solo perchè lo sopportiamo!- si portò le mani dietro alla testa e aspettò l'intervento di qualun altro.
Intanto Akira stava stretta stretta ad Itachi, e questo provocò una reazione strana di Madara, che si mise a fissarmi.
Alzai un sopracciglio e gli chesi un "che vuoi?".
Si avvicinò senza catturare l'attenzione altrui, a parte quella di Akira.
-Dato che sei la mia preda, non potresti mai essere così... così... gnè gnè gnè.- disse con tono beffardo nei confronti di Akira.
-Ah sì?- si stava scaldando.
Itachi tentò di calmarla, mentre io intervenivo.
-Guarda che  fa così solo con le persone a cui vuole bene.-
-Come no.- rispose ironico.
Poi Sasori, per sviare, saltò fuori con un discorso che non c'entrava nulla:
-Che giorno è oggi?- lo guardammo tutti strano.
-In che senso?- gli chiese Akira.
-Perchè l'otto di questo mese è il mio compleanno!-
Io ci rimasi di sasso.
Il cinque era il mio compleanno.
E me ne ero scordata.
Tutto per colpa dei giorni stravolti da Madara.
Esplosi, urlando:
-O PORCACCIA IL MIO COMPLEANNO E' IL CINQUE!!!!!!- si girarono tutti, e Akira si battè una pacca sulla fronte.
-Mio dio! Me ne ero dimenticata anche io!!!!- mi abbracciò per scusarsi.
Quando ci slacciammo, notai uno sguardo interessato da parte di Madara.
-Oooooh! Mi-Chan, non lo sapevo!!!! Allora facciamo la festa insieme! Dovremo invitare gente!-
-Io proporrei di uscire di qui, così se ne può parlare con più calma.- propose Itachi, prendendo a braccetto Akira.

---

Appena fuori dal posto, mentre camminavamo, a Madara suonò il cellulare.
Guardò il numero in arrivo e fece una smorfia:
-Scusate un momento, torno subito.- e sorridendo falsamente si allontanò un po' dal gruppo.
Sasori e Itachi assunsero delle espressioni preoccupate, e non potei fare a meno di notarle.
-Ma che succede?- chiesi, preoccupata anch'io.
Itachi, guardando avanti, in un punto impreciso, mi rispose con queste parole:
-Fa il cretino con tutte e... ora che ha momentaneamente smesso le sue attenzioni mancano. E le ragazze possono essere davvero pericolose a volte.-
Sasori lo fulminò con lo sguardo.
-Itachi, stai dicendo un po' troppo.- le sue parole erano serie e quasi taglienti.
Ma Itachi sembrò non curarsene.
-Si raccoglie ciò che si semina!- riprese con aria filosofica.
La frase fece colpo su Akira, che si squagliò.
"Troppe smancerie, Aki... Svegliati!"
Ad un certo punto sentimmo Madara, che, molto probabilmente, era stufo marcio di quella telefonata.
-Basta! Cosa sono tutte queste scenate?! Non posso uscire con te, non ho nè tempo nè voglia!-
Ci fu una pausa da parte di Madara, che però concluse la chiamata.
-Non mi chiamare più dannazione!- si sentì il *clack* del cellulare mentre veniva chiuso con nervosismo.
Dopo poco ci raggiunse, con un'espressione assolutamente neutra.
-Tutto a posto?- gli chiese Sasori.
-Sì, solo alcune incomprensioni, grazie.- era pacatissimo.
Ma io ero comunque in pensiero.
Poi, dopo esserci seduti su un paio di panchine, ci mettemmo d'accordo sulla festa e su chi invitare.
Ovviamente tutti i presenti erano invitati.

Il giorno dieci Novembre sei invitato/a alla festa di compleanno di Sasori e Chiyomi,
Al locale YYYYYY, in via XXXXX al numero QQ, alle ore 20 e 30.
Ricordati di portare questo bigliettino!
Sasori e Chiyomi

Questa era la frase scritta su un foglietto, che mi ero infilata in borsa per poi riscriverla al pc.
-Oh, io devo andare!- disse Akira dopo un po'.
-Ti accompagno io.- si offrì Itachi, sorridendole.
Mentre si allontanavano, si congedò anche Sasori:
-A scuola decidiamo bene anche tutto il resto! Ciao!- e dopo avermi abbracciato se ne andò.
Stavo per andarmene senza neanche salutare il Madara-pallina, ma quello mi fermò.
-Allora andiamo a casa, mocciosetta?-
Lo guardai un attimo, perplessa.
-Che? ... Tu? ... A casa mia? Te lo scordi.- rimasi a guardarlo accigliata.
Lui continuò, irremovibile:
-Akira va con Itachi, ma tu rimani da sola. Si sta facendo tardi, e te lo scordi che io ti lasci andare da sola.-
-Come mai tutta questa premura?- gli chiesi, poco convinta.
-Bhè, semplice...- mi guardò  in un modo...
-Io sono sempre premuroso con  le mie prede, e non posso certo permettere che ti succeda qualcosa  prima della cattura.-
Stavo per svenire.
Altro che disintossicazione.
Ero messa davvero molto male.
-Al massimo quando siamo arrivati, mi puoi chiudere la porta in faccia...- cominciò a camminarmi davanti, -Sempre che tu ci riesca, ovviamente.-
E ridacchiò.
-Ti ricordo che i miei pugni lasciano discretamente rimbambito anche te. E potrebbero farlo adesso.- Gli fulminai la schiena.
-Eddai, andiamo!- rispose, ignorando la mia minaccia.
-Co-cosa andiamo?- e mi ritrovai a seguirlo con una faccia rassegnata.
-Certo che sei proprio testardo te.- gli dissi.
-Parla quella con la testa più dura di una pigna.- rise lui.
Allora mi misi gli auricolari e schiacciai PLAY sulla canzone PK Hardstyle - Reaching Out [Kiss Kiss BANG! BANG!] per camminare a ritmo, sorpassandolo.
-So che mi puoi sentire.- disse seguendomi.
E io alzai il volume.
-Mocciosaaaaa! Non mi ignorare!- disse più forte.
E io alzai il volume.
Poi, improvvisamente, mi bloccò, allacciandomi a lui con un abbraccio da dietro, appoggiando il mento sulla mia testa.
Gli auricolari mi scivolarono da entrambe le orecchie.
-Co-cosa fai?!- arrossii voilentemente.
Non mi sarei mai aspettata una cosa così improvvisa...
-Ti avevo promesso delle risposte serie, no?- la sua presa non era soffocante, ma abbastanza forte per non farmi scappare.
Io stetti in silenzio.
-Oggi... Ti dirò la prima.- non accennò a volermi lasciare.
Rimasi sempre immobile.
-Se vuoi...- continuò, stringendomi più forte.
Mi sentivo bene, la sensazione che provavo in quel momento era così piacevole...
Ma non andava bene.
Soprattutto lì.
Quindi, riuscii a sfuggire alla sua stretta, balbettando imbarazzata.
-I-i-in me-mezzo alla st-str-stra-strada?!-
Mi guardò con un sorriso trionfale, compiaciuto.
Di quello che avevo detto.
-Questo è per caso... Mhpf...- gli veniva da ridacchiare.
-Un invito a casa tua?- e poi sorrise in una maniera spropositata.
Sgranai gli occhi.
"Opporca paletta. Non me ne ero accorta!!!!!!!"
-Ok, allora lo accetto volentieri...- e gongolante mi superò.
-Tu... Brutto...- digrignai i denti.
Me l'aveva fatta un'altra volta. -_-"

---

Arrivati a casa, appena aperta la porta lui si lanciò sul divano.
-Senza complimenti come al solito, vedo.- mi sedetti lontano da lui, dopo essermi tolta le scarpe e levato la borsa.
-Sempre diffidente, vedo.- ghignò lui.
-Allora...- riprese, sospirando, -Vuoi sapere chi era?-
-Perchè dovrei?- girai la testa dall'altra parte, cercando di essere diffidente.
-Perchè me lo hai chiesto prima.- rispose con un tono da capitan Ovvio.
-Vabbè... dimmi.- mi convinsi infine, rigirandomi.
-Era... La mia ex.- sapevo che avrebbe dato una risposta del genere.
Ma mi sorpresi comunque.
Che fosse...
Chizuru?
-Ci siamo lasciati quasi un anno fa... Siamo sempre rimasti in contatto... Sai cosa intendo...- sorrise malizioso.
Sì.
Era Chizuru.
-Ehm, se, va bene. E allora?- cercavo di scacciare dalla mente l'immagine dell'infermeria, invano.
Lui sorrise amaramente, e il suo sguardo si fece vuoto. Quasi spento.
Sembrava non avermi nemmeno dato ascolto, avvolto nei suoi pensieri.
-E' tutta colpa mia. L'ho illusa...- sembrava triste.
E io ne rimasi sorpresa.
-Sono stato uno stronzo e un viscido... soprattutto per come le ho detto che doveva finire anche quella fugace relazione... E lei che mi ha sopportato per due anni...- il suo sguardo tremolava, ora.
Rimasi in silenzio, stupita da ciò che stava accadendo.
Non lo avevo mai visto così vulnerabile, non me lo sarei nemmeno immaginata...
-Ma so che se torno indietro, la farei solo soffrire... Io... io non la amo...-
Mi sentivo triste.
Per lui.
Ma soprattutto per me.
"Non voglio finire come lei... NO! NON VOGLIO!" mi stava per venire da piangere...
Poi lui mi scosse dal mio triste pensiero.
-Scusa... Non lo avevo mai detto in questo modo a nessuno.- si alzò e si avvicinò alla porta.
-A-aspetta!- abbassai la testa.
-Sì?- si fermò, non girandosi.
Sempre a testa bassa, continuai:
-Perchè me lo hai detto?-
-Perchè sei così anto maschiaccio da sembrare un amico, per me.- disse, con tono falsissimo.
-E ti chiederei di non parlarne con nessuno.- continuò, freddo.
-E a chi potrei dirlo?- non volevo demordere.
-A Sasori, ad Akira, Neji... loro sanno solo parte delle cose, se non nulla.-
-Non gli interesserebbe... non sei poi così importante, per loro!- gli urlai dietro.
-Già, forse... Ma nemmeno tu non sai tutto però. Bye bye!- chiuse la porta e andò via.
E io urlai.
-CRETINO! CHI TI CREDI DI ESSERE?!-
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*Poeco Tensing = vi consiglio di guardare il video "Pingu sottotitolato (di nuovo)"

Ho finitoooooooo!!!!!
Adesso vado a letto, perchè è mezzanotte e mezza! xD

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Capitolo 13
*** Solamente onnipresente (e in questo caso meno male)! ***


Cap.13_Solamente onnipresente (e in questo caso meno male)! Salve salvino!
Finalmente, dopo estremi sforzi, sono riuscita a scriverlo.
Mi scuso se è troppo lungo, ma non ci posso fare niente! ^-^"""
Mi auguro che vi piaccia! ^o^
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-Che palle. Che palle che palle che palle. Che palle!-
Ero davanti allo specchio da almeno mezz'ora, a cercare di pettinarmi. I miei capelli sembravano avere vita propria.
-UFFAAAAAAAA!!!!!!- scagliai la spazzola di legno nel corridoio, cercando di "mantenere" la calma.

Mala Zeta presents:
SOLTAMENTE ONNIPRESENTE (E IN QUESTO CASO MENO MALE)!

Mentre mi lavavo i denti, mi guardai allo specchio.
-He feffo. Fopattutto hon il hentifriho hulla occa.- sputai e mi scacquai la bocca e la faccia.
Quella mattina era cominciada decisamente con il piede sbagliato.
Capelli in disordine e impettinabili, tipo una gorgone; occhiaie da far paura nonostante un buon sonno; faccia da pirla cronica anche dopo due sciacquate energiche; testa COMPLETAMENTE rintronata causa ennesimo sogno e... la spiacevolissima sensazione di sentirmi la persona più orrenda sulla faccia della Terra.
Mh, mica male.
Mi diedi una pacca sulla fronte tipo *faceplam*, per poi andarmi ad infilare la divisa.
Per la seconda volta in tutto l'anno scolastico, mi ero soffermata a guardare i colori degli indumenti.
La prima volta era stato il primo giorno di scuola, quando l'avevo indossata per la prima volta, e i miei non erano ancora partiti.
-Ma che colori carini che ha, questa divisa! Ti sta molto bene, Chiyomi!- mi aveva sorriso la mamma.
Era composta da una gonna blu e azzurra a motivo scozzese, plissettata, di tessuto nè troppo pesante nè troppo leggero. La t-shirt bianca di cotone leggero, con le maniche corte e poco accollata, stava sotto al maglione di tessuto morbido, non ero mai riuscita a capire se fosse stata lana o meno, perchè era molto liscia e compatta... I colori dell'indumento erano glicine chiaro o bianco, con la bordatura delle maniche, del fondo e del collo che richiamavano i colori della gonna: infatti c'erano due tipi di maglioni, e io li indossavo a rotazione.
In alternativa, sia per le ragazze che per i ragazzi, c'era la giacchetta, che però era nera e blu.
Sia sul maglione che sulla giacchetta, a sinistra, c'era il logo della Shuppuuden, uno scudetto blu con stampate sopra e non necessariamente all'interno di questo, le lettere TSA.
Mentre mi infilavo la gonna, pensai che quella fosse l'unica gonna che avesse mai messo piede nel mio armadio.
Infatti lì regnavano sovrani i pantaloni, di ogni genere.
Dopo aver indossato la t-shirt bianca, mi soffermai sulla scelta dei maglioni.
-Mh, oggi... Bianco!- me lo misi sopra la t-shirt e mi preparai ad uscire.

---

Mi mancavano due minuti per arrivare a scuola, quando l'opzione SHUFFLE dell'MP3 mi fece riapparire davanti agli occhi il sogno della sera prima.
Sempre la Shippuuden.
Ma stavolta non scappavo.
Nel laboratorio di scienze, dove avrebbero dovuto esserci gli armadi e la lavagna non c'era nulla, e la stanza sembrava ancora più grande di quanto non fosse già.
E poi...
Lui.
Più attraente di una calamita. Più invitante di un frutto succoso.
E la canzone era What dreams are made of dei Blood on the dancefloor.
Cioè, più lampante di così!
Entrai nell'edificio, sguisciando tra gli studenti, con un'altro pensiero in testa.
"Il mio compleanno... L'ho scordato... IL MIO FOTTUTISSIMO COMPLEANNO! COM'E' POSSIBILE SCORDARSI IL PROPRIO COMPLEANNO?!"
Digrignai i denti ed entrai in classe col passo da soldatessa.
Gli occhi azzurri di Akira quella mattina erano in orario.
-Buongiorno. Anche se non mi sembra molto buono.-
-*Sgrunt*.- le risposi secca.
-Lo so, se hai dimenticato addirittura il tuo compleanno, allora la faccenda è seria. Non che non me ne fossi accorta prima...- appoggiò i gomiti sul mio banco, e poi la faccia alle mani, aspettando una mia risposta.
-Poi mi sembra strano, quest'anno nessuno ha festeggiato Halloween.- anche quella era una cosa strana.
-Già. Ma...- si fermò, per poi scattare in piedi come una molla, facendomi spaventare:
-E se facessimo la vostra festa di compleanno in stile Halloween????- era un'idea geniale.
-Ho sentito bene? Nella stessa frase c'erano le parole "festa", "compleanno" e "Halloween"?- disse Ann, appena entrata.
-Akira, sei geniale!- la abbracciai forte.
Mentre la classe si affollava poco alla volta, io e le mie due amiche esaltate ci mettemmo a discutere su cosa dire di preciso a Sasori e come dirglielo, fino al suono della campanella.

---

Durante matematica, cercavo di scarabocchiare il mio nome in modo artistico su un pezzetto di carta.
La lettera "C" era venuta bene, come la "H", ma la "I"...
Avevo cancellato almeno un milione di volte, fino a quando non mi venne bene.
Prima di dedicarmi alla "Y", mi soffermai a guardare quelle tre lettere.
"Chi".
"Chi"-"yomi".
Ma anche...
"Chi"-"zuru".
Uno scatto di frustrazione mi fece scagliare la matita per terra, mentre, per fortuna, il prof era girato.
Di soppiatto la recuperai, mi rimisi a posto e fissai il foglio insistentemente.
Cancellai con foga quelle tre lettere, cercando di non pensare alla scena in infermeria.
"E' inutile che mi chieda il perchè di queste sensazioni... Sono solo... Gelosa."
Ann e Akira si accorsero dei miei gesti, e si scambiarono uno sguardo d'intesa.
-Stai bene?- mi chiesero, entrambe, sottovoce.
-S-sì, tutto a posto...- risposi, anche io a bassa voce, non del tutto convinta delle mie parole.
-Shiroga.- il prof stava distribuendo le verifiche di giapponese, finalmente.
-Mh, un 7 e mezzo. Soddisfatta.- sorrisi alle mie amiche.

---

Quel giorno, dopo le lezioni, sarebbe stato il mio turno per pulire l'aula.
Dopo aver salutato Ann e Akira, mi ero accinta a sistemare il mio consistente casino sul banco, ancora lì nonostante la fine della giornata scolastica.
Sbuffando, per un motivo o per l'altro, ficcai tutto nella tracolla azzurra e tirai su la zip.
-Forza, adesso vado a prendere lo scopetto, che ho voglia di finire presto!- mi dissi, con tono ilarico, portandomi addietro la tracolla.
Non mi fidavo molto a lasciarla incustodita.
Su quel piano non c'erano sgabuzzini, stranamente, così scesi per andare verso quello del cortile.
Si trovava in un angolo dello spiazzo, più precisamente in una sottospecie di cunicoletto corto e stretto, vicino al cassonetto della carta.
Mentre mi avvicinavo, sentii dei rumori strani, come metallici.
"Màh, saranno caduti degli attrezzi..." dubbiosa, e con le mani avvinghiate alla tracolla, mi avvicinai piano.
La porta era socchiusa, così sbirciai, e vidi due ragazzi che si stavano scannando vivi a furia di cazzotti e ginocchiate.
In quel momento cominciò a piovere così forte che sembrava venir giù l'ira di dio.
Cercando riparo da qualche parte, provando a non scivolare, urtai con forza la porta di ferro leggero dove i due si stavano dando mazzate su mazzate.
Il mio gesto fu notato eccome, la porta si spalancò facendo rumore, con lo scroscio del temporale che l'accentuava.
Mi ritrovai davanti un ragazzo incappucciato, senza divisa, con le mani e il petto macchiati di sangue.
Rimasi shokkata da quello che vidi un secondo dopo.
Il ragazzo contro cui si era accanito era Hidan, che adesso era accasciato al muro, conciato malissimo, anche lui sozzo di sangue.
In quel momento mi preoccupai in una maniera allucinante per la mia incolumità, e mi ritrovai a fissare di nuovo quel pericoloso ragazzo incappucciato.
Sorrideva.
In maniera inquietante.
Per aver fatto a pezzi Hidan, non si sarebbe mai fatto mettere a tappeto da una come me.
Ormai ero fradicia, i capelli mi si appiccicavano alla faccia, offuscandomi la vista insieme alla pioggia.
Cercai di indietreggiare, ma non fu un'idea intelligente.
Scivolai all'indietro, sbattendo con forza la testa e la spina dorsale contro il muro freddo e bagnato alle mie spalle.
Scivolai ancora, giù, giù, fino a che il mio fondoschiena non toccò terra...
Il ragazzo stava per avventarsi su di me, ormai inerme, con la vista e i sensi che si offuscavano sempre di più, diventando mano a mano più ovattati, quando...
Qualcuno lo buttò giù di peso.
Il ragazzo e l'altro rotolarono rovinosamente a terra, inzaccherandosi ancora di più, picchiandosi a sangue, e continuando a farlo finchè uno dei due non cedette.
Ci vedevo sempre meno, ci sentivo sempre meno, ma riuscii a capire che chi aveva vinto la lotta non era il ragazzo col cappuccio.
Il vincitore si alzò in piedi, abbandonando per qualche secondo il corpo semi inerme dell'avversario, dirigendosi verso Hidan e tirandolo fuori.
Capii che stava tirando fuori il telefonino, ma a stento, perchè i miei occhi erano uguali a due fessure.
-Kakuzu, muovi il culo e porta via da qui la tua principessina gay.-
Quella voce...
Riattaccò, sistemò meglio Hidan appoggiandolo decorosamente al muro, e poi si avvicinò a me.
Si mise sulle ginocchia e mi tirò su a sedere, dato che prima ero lentamente scivolata lateralmente, accasciandomi all'asfalto inondato dall'acqua.
Appoggiò una mano sulla mia fronte, poi mi prese il viso anche con l'altra.
-Non preoccuparti, mocciosetta, adesso ce ne andiamo via da qui...-
Con la minima forza che mi rimaneva, sollevai poco un braccio per posarlo sul suo.
Per pochi minuti aspettammo Kakuzu, rimanendo così, sotto quel temporale scrosciante e tremendamente potente.
Quando arrivò il nostro amico, Madara si alzò, prese di peso il ragazzo a terra insieme a Kakuzu e lo buttarono in malo modo nello sgabuzzino.
-Volevi lo sgabuzzino? Eccoltelo servito!- gli avevano gridato i due mentre lo avevano lanciato dentro.
Poi Kakuzu si era caricato sulle spalle il povero Hidan, e si era allontanato nella pioggia.
Madara, lentamente, mi passò una mano dietro la nuca e una tra le ginocchia e il fondoschiena, per tirarmi su, in braccio.
Mi accucciai il più possibile sulle sue braccia, appoggiandomi al suo petto.
Il suo cuore era lì, proprio lì...
Lo sentivo pulsare a battiti regolari, lo sentivo nonostante il rumore della pioggia.
Aveva tirato su anche la mia borsa e se l'era messa su una spalla, e con le mani leggermente tremanti mi aggrappai alla tracolla.
Camminammo fino a casa mia, sotto quel temporale che non sembrava avere una fine, sotto quelle nubi grige e malinconiche, con nel mio cuore una sensazione di calore nonostante il freddo...
Arrivati davanti alla porta, lo sentii frugare nella borsa, tirando fuori le chiavi a fatica.
Dopo quasi cinque tentativi azzeccò la chiave giusta, e da lì persi completamente i sensi.

---

Ripresi il controllo del mio corpo distesa sul divano, a casa mia, ancora bagnata fradicia.
Girai di poco la testa e lo vidi sulla poltrona.
Lo fissai un attimo, ero ancora un po' debole, poi gli chiesi:
-Da quanto tempo sei qui...?-
-Tre quarti d'ora scarsi.- mi rispose lui, freddo.
Notai che era ancora bagnato fino all'osso, e cercai di tirarmi a sedere, riuscendoci.
-Ma così ti prenderai un malanno! Devi...- "... farti una doccia e toglierti quei vestiti bagnati.", continuai mentalmente.
Oooh, come suonava male...
-Devo?- alzò un sopracciglio, mentre si sistemava meglio anche lui.
-Dovresti farti una doccia calda e cambiarti.- abbassai un filo la testa, arrossendo.
-Ma non avrei altri vestiti.- il suo sguardo non mutava, ma il mio colorito rosso sì...
-I-in realtà avrei dei ve-vestiti da maschio... M-ma sono s-solo tute. L-le uso co-come pigiami...- "Oddio oddio oddio oddio..."
-E per la biancheria? Non posso certo usare quella di tuo padre.- la conversazione sembrava piacergli. Era così diverso da prima, mentre mi teneva in braccio sotto la pioggia...
Inspirai a fondo.
Solo i miei, Ann e Akira erano a conoscenza di ciò che stavo per dire.
Eppure...
Mi alzai, gli andai davanti, in piedi, marmorea e con una faccia ridicola e imbarazzata.
-Adesso n-non voglio domande, o-ok? Io in realtà a-avreideiboxermaliusosolocomepantalonidelpigiamaconqualchemagliettalargaok???- sputai fuori le parole convintissima che avesse capito.
Invece...
-Che hai detto? Non ho sentito bene, ti sei mangiata le parole.- non aveva capito per davvero.
Stavolta non stava facendo il finto tonto.
Inspirai profondamente, per poi alzare la testa.
-Ho detto che io, in realtà, avrei dei boxer, ma li uso solo come pantaloni del pigiama con qualche maglietta larga, ok?!- mi stupii di non aver balbettato.
Mi guardò stranito, come se fossi un orso polare in tutù...
Poi si alzò in piedi e io mi scostai.
-Hai degli asciugamani puliti?- si diresse verso il bagno, dopo avermi lanciato un'occhiata indecifrabile.
Gli lasciai sul mobiletto del bagno i vestiti puliti, le salviette con un accappatoio e schizzai in camera mia serrandomici dentro.
Mi rannicchiai sul letto, dondolandomi avanti e indietro con le braccia attorno alle ginocchia.
"Sta facendo la doccia in casa mia Madara sta facendo la doccia in casa mia non devo avere pensieri perversi non devo non devo è sbagliato oddio oddio"
Strizzai gli occhi cercando di scacciare qualsiasi cosa che mi arebbe causato un *nosebleed* pazzesco.
Qualche minuto dopo bussò alla mia porta.
Cascai dal letto, letteralmente.
Gattonai fino alla porta:
-S-sì? C-Che c'è???-
-Ho finito, comincia a spogliarti che ora tocca a te.-
"..."
-Scusa, come hai detto...?-
-Ho detto che ho finito, e che dovresti cominciare a spogliarti.-
Spalancai la porta con tale forza quasi da buttarla giù:
-EEEEEH?! MA TI SENTI QUANDO PARLI?!- gli piombai quasi addosso, urlando, con una faccia idiota.
-Certo. Ho detto esattamente quello che volevo dire e intendere.- teneva le braccia incrociate sul petto, con una mia maglietta viola e dei pantaloni grigi che andavano larghi anche a lui.
Senza parlare rientrai in camera mia, mi presi degli altri vestiti da maschio, uscii e lo fissai.
Poi, fulminea, lo spinsi dentro la mia stanza e lo chiusi dentro.
-Ma che fai?!- mi urlacchiò.
-TI SERRO DENTRO ECCO CHE FACCIO!- le parole tutte d'un fiato si spiaccicarono sulla porta.
-E poi?!- ribattè.
-E poi ti lascio lì a marcire se continui così, ok?!- strillai io, stizzita e con le mani davanti alla porta.
-Oooh, hai intenzione di lasciarmi qui dentro in astinenza da quella cosa per poi aprire la porta e ritrovarmi praticamente nudo soprta il tuo letto, eh? Non ti pensavo così furba!- sghignazzò lui.
In risposta sbattei i pugni sulla porta, con la faccia più rossa dei capelli di Sasori.
Scizzai in bagno e mi feci la doccia li più veloce possibile, mi rivestii e uscii dal bagno con una salvietta al collo e i capelli ancora umidi.
Feci scattare la porta e Madara uscì, squadrandomi da capo a piedi.
Anche lui aveva ancora i capelli umidi...
Lo guardai un attimo strano, sedendomi sul divano.
Lui prese posto vicino a me, non più sulla poltrona.
Dopo altri attimi di silenzio...
-Sicura di non essere un maschio?-
-Sicuro di non essere gay?-
La mia domanda ci spiazzò entrambi.
Sorprese me perchè non mi sarei aspettata di rispondere nè così velocemente, nè a quel modo.
Sorprese lui perchè non se lo aspettava nemmeno.
Ma...
La sua espressione stupita mutò in un attimo, e divenne intensa.
Mi si buttò addosso, facendomi quasi sprofondare nel divano.
-Forse per te potrei esserlo...- in un secondo si avventò su si me.
Il suo abbraccio era morbido, diverso da quello che era stato nello sgabuzzino...
D'istinto chiusi gli occhi, preparandomi a precipitare in quelle sensazioni bellissime.
Piano piano la sua lingua si fece strada, baciandomi con un trasporto tale che temetti di non riuscire più a staccarmi da lui.
Sentivo le sue mani, sentivo il suo petto, sentivo le sue labbra...
Sentivo lui.
Mi aggrappai alla sua schiena, sentendo il suo respiro intenso.
Staccò le labbra, ma non la lingua, provocnado un sottilissimo filo di saliva sul viso di entrambi.
Gli accarezzai i capelli, poi tirandoglieli un pochino.
Cominciò a infilare le mani sotto la mia magliettona, soffermandosi per un po' sulla pancia.
Dei fremiti mi percossero leggermente, mentre riprendevo il contatto con le labbra.
Saremmo andati avanti così per tutta la sera, se il cordless non avesse letteralmente scassato le scatole.
Ci staccammo incerti, sempre abbracciati, non sapendo se ignorare la chiamata oppure no.
Voltai la faccia dalla parte di quel coso elettronico, e vidi sul display chi ci aveva interrotti: mia madre.
Lo guardai, anche lui aveva capito.
Mi lasciò dolcemente e io andai a rispondere.
-P-pronto, mamma?- avevo un pochino di fiatone, chissà come mai.
-Chiyomi! Come sta la mia bambina?- era abbastanza allegra.
-Mamma... Comunque sì, sto bene...-
-Hai il fiatone... Che stavi facendo?- "Oddio, sgamata!"
-Ah, nulla, ho giocato un po' troppo a Wii Sports Resort, tutto qui!- le risposi, titubante.
-Oh, mi raccomando, poi fatti la doccia.-
-Sì sì, lo s--
-ETCIU'!!-
Mi freddai.
Madara aveva starnutito.
Lo guardai preoccupatissima.
"Oddio e adesso che faccio che faccio che faccio???"
-C'è qualcuno lì con te?-
Mi venne un lampo di genio.
-Sì, c'è Ann, non ha una bella cera. Adesso stava per tornare a casa sua, mi hai beccato sulla porta!-
-Ok, allora salutamela!-
-Sì, va bene... Ann! Ti saluta mia mamma!- dissi in direzione della porta.
Madara mi guardava divertito.
-Ti saluta anche lei, Ma.-
-Oh, giusto. Ti ricordi quando dovremmo tornare?- la domanda mi incuriosì.
-Sì, tra una settimana abbondante... Perchè?- "Non dirmi che..."
-Ecco, appunto. Dobbiamo restare qui un'altro po'... Il capo di papà si è sentito male... Adesso stanno venendo fuori un sacco di problemi...-
Mi sentii svenire.
Ancora più tempo?!
-Ma non siete mai stati via così tanto! E poi sto pure finendo i soldi...- sospirai.
-Non ti preoccupare. Nell'evenienza io e tuo padre ti abbamo lasciato dei soldi in più che ti dovrebbero bastare. Sono in camera nostra, nel cassetto blu.-
-Ma mamma, io... Volevo che festeggiaste con me il compleanno, ma avevo già capito che non sarebbe stato possibile... Uffa, vabbè.-
Mia mamma rise, per poi rispondermi:
-Non ti preoccupare, pensa che ti abbamo lasciato anche il regalo... Aprilo domani, però! Sai che non si aprono i regali il giorno prima del compleanno...-
-Oh, va bene... Fra quanto tornerete?-
-Se tutto va bene, per il 20 di Novembre.- sorrisi.
In fondo non era poi così tanto tempo.
Ero solo abituata ai loro viaggi cortissimi, di minimo due giorni o massimo una settimana.
I miei erano genitori premurosi, buoni e soprattutto mi volevano bene.
"Devo sfruttare questo tempo in più per crescere e cominciare a diventare autonoma."
-Ok, non è poi così tanto! Saluta il papà!-
-Va bene! E divertiti...- mi mandò un bacio via telefono e io feci lo stesso, poi riattaccai il cordless.
-Il volume di quel coso è un po' troppo alto. Ho sentito tutto sai?- Madara era seduto, con un braccio piegato sopra la sponda.
-Quindi?- gli chiesi, sollevando le sopracciglia.
-Mi è piaciuta soprattutto la parte "divertiti"...- mi fece segno di sedermi vicino a lui.
Lo guardai storto e mi sedetti.
-Ma lo sai che sei davvero equivoco, tu?-
-Certo.- disse con tono di superiorità ironica.
Lo guardai un attimo, poi scoppiare a ridere.
-Sei gay!!!! Hahahahahahahahahaha!!!!!!- mi stavo spanciando dalle risate.
-Allora ammetti di essere mu maschio.- ...
Lo guardai malissimo, così scoppò a ridere lui.
Quando l'attaco di ridarola lo lasciò, fece una faccia pucciosa da bambinone:
-Coccole.- lo guardai con due occhi così.
-Eh?-
-Coccole.- ripetè lui, abbracciandomi come se fossi un peluches.
Quella scena era così inverosimile...
Ma mi rassegnai, e gli accarezzai i capelli con calma.
-Miao.-
-Adesso sei diventato un gatto?- gli chiesi divertita.
In risposta mi arrivarono delle fusa abbastanza realistiche.

---

Avevo appena chiuso la porta di casa, se n'era appena andato.
Mi sedetti sul divano, a pensare a ciò che mi aveva detto.
-Il tuo compleanno è domani, no? Allora so già cosa regalarti.-
-Ah sì?-
gli avevo chiesto, coriosa.
-Sì, ma non te lo dico,-
aveva fatto un sorriso bieco, -ti dico solo che... Non vedo l'ora di fartelo, questo regalo...-
"Che avrà mai voluto dire?"
Erano le cinque, così cominciai a fare un po' di compiti per il lunedì.
-Domani mi aspetta una giornata esuberante, meglio portarmi avanti...-
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Evviva ho finito anche questoooo yuppiiiiii xD
Oh god, si sono baciati di nuovo BWAHAHAHAHAHA!!!!!
Penso di essere soddisfatta di questo chappy =w=
Adesso vado di frettissima, ci vediamo al quattordicesimo capitolo! ^-^

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Capitolo 14
*** E' questo quello che vuoi, Chiyomi. ***


Cap.14_E' questo quello che vuoi, Chiyomi. Scusate la lentezza! >_<
E soprattutto la lunghezza O_O
Questa domenica parto (domani çAç), starò via due settimane...
Spero di vedere le visualizzazioni aumentate per il mio rientro u.ù
Buona lettura e scusate ancora per il cilometriiiii >_<
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Quella mattina sarebbe stata LA mattina.
Sabato cinque Novembre.
Il giorno in cui avrei compiuto quindici anni.
Il giorno in cui avrei creduto davvero in qualcuno.

Mala Zeta presents:
E' QUESTO QUELLO CHE VUOI, CHIYOMI.

Mi svegliai alle sei e mezza.
Plausibile, dato che ero andata a letto alle nove e mezza.
Tra le otto-nove ore di sonno.
Mi stiracchiai nel letto come fanno i cuccioli, facendo uno sbadiglio da paura.
"Il cinque Novembre."
Avrei compiuto effettivamente quindici anni alle otto di sera, ma mi sentivo già più grande in quel momento.
Non sarei più tornata indietro, non avrei potuto più avere quattordici anni.
La cosa mi rendeva sia triste, sia spaventata e sia contenta.
Un miscuglio davvero insolito...
Mi alzai lentamente e tirai su la tapparella e la persiana in camera mia, coprendomi un po' gli occhi appena la luce mi arrivò in faccia.
-Le sei e mezza e c'è già luce... Che strano.-
Andai in bagno a lavarmi e a mettermi qualcosa di comodo, dato che alla fine Madara mi avrebbe comunque portato fuori.
Mi sfiorai le labbra con le dita, ricordando gli avvenimenti del giorno prima.
-Non ci capisco più niente.- sospirai, -Eppure... Non c'è niente da capire. Lui non mi piace soltanto, c'è qualcosa di più. Molto di più. Ma probabilmente per quel dannato cretino è solo un gioco.-
Mi appoggiai ai bordi del lavabo, guardandomi allo specchio.
-Ma ieri... Aaaah, che palle. Quanti "ma", quante pippe mentali eccetera eccetera.- sbottai.
-Comunque, ieri mi è sembrato diverso! Vero che era diverso?- mi rivolsi alla mia immagine riflessa, convinta che potesse rispondermi.
Sospirai nuovamente, abbassando il capo.
-Uffa. Basta. Ho fame.- detto questo andai in cucina a prepararmi delle crepes con la nutella.

---

Alle otto ero a trafficare nell'armadio.
-Che diamine posso mettermi?- continuavo a ripetere, lanciando i vestiti per aria.
Dopo un quarto d'ora abbondante, trovai dei vestiti adatti: una canotta azzurro ceruleo con le spalline spesse, una felpona grigia enorme con cappuccio che lasciava scoperte le spalle, dei jeans a vita bassa (purtroppo), abbastanza chiari, un po' più stretti di tutti gli altri jeans che riempivano il mio armadio.
Le calze ovviamente bianche, con l'intimo abbinato alla canotta.
-A volte sono proprio maniacale.- sorrisi, vedendo sul letto il reggiseno azzurro ceruleo scuro e gli slip dello stesso colore.
Pensai a cosa fare, dato che "l'appuntamento" era alle dieci.
Così mi dedicai ad un po' di cure per la faccia: sarebbe stato meglio avere la pelle un po' più pulita almeno il giorno del mio compleanno.

---

Alle nove la mia "beauty farm" aveva avuto fine.
E io mi ero ritrovata nel vuoto più totale.
Decisi di mangiare una barretta al cioccolato, sentivo un po' di fame...
Cazzeggiai su dei siti di giochi e altro fino alle dieci meno venti, poi adai a vestirmi e a sistemarmi per bene.
Mi vestii lentamente, come se fosse una cerimonia.
Quel giorno mi sentivo un po' diversa...
Restavano ancora dieci minuti, così andai a sedermi sul divano.
La pancia cominciò a fare i capricci: ero agitatissima.
Eppure non era la prima volta che uscivo con Madara!
I dieci minuti volarono e, con precisione svizzera, alle dieci in punto il campanello trillò.
Inspirai profondamente mentre andavo verso la porta, poi aprii.
Madara aveva in mano un sacchetto rigido nero, che teneva al petto.
-'Giorno. Ti ho riportato i vestiti.- disse, porgendomi il pacco.
-Ho lavato tutto,- continuò, -tranne la maglietta.-
Lo guardai un attimo.
-Perchè?-
-Sono sicuro che lo scoprirai a momenti.- sorrise alzando di più un angolo della bocca.
Io in risposta alzai un sopracciglio e portai il pacco in camera mia.
D'istinto tirai fuori la maglietta.
La guardai, poi me la portai alla faccia per...
Bhè, per sentire il suo profumo.
"..."
Spalancai gli occhi e lanciai la maglietta sul letto:
"Ecco a che cosa alludeva!!! Ommioddio sto diventando una maniaca!!!!"
Mollai anche il sacchetto sul pavimento e di gran carriera andai alla porta.
-Allora?- mi accolse il sorriso bieco del furbacchione.
-Allora cosa?- lo guardai male mentre mi infilavo le scarpe.
Presi in silenzio la tracolla con dentro il necessario, tirai fuori le chiavi e chiusi la porta.
Solo allora notai  la maglietta che aveva addosso: viola, con il disegno nero del coniglio di Playboy, in mezzo.
La cosa mi dette PARECCHIO fastidio.
-Che è quella maglietta?- gli chiesi, lievemente irritata.
-Oh, questa?- sorrise di nuovo, beffardo.
Molto probabilmente aveva pianificato tutto.
-Sì, quella.- continuai.
-C'è per caso qualche problema?- mi ghignò di rimando.
-Eccome.- ripresi seccamente, incrociando le braccia.
Lui si mise a sghignazzare, rivolgendosi nuovamente a me con uno sguardo "e allora che dovrei fare?".
-Non potresti metterti un'altra maglietta?-
-Le tue vanno larghe persino a me.- non aveva intenzione di togliersi quel sorrisetto demente dalla faccia.
-Allora toglitela.- avevo tanta voglia di picchiarlo...
-E rimanere a torso nudo?- il sorriso diventò malizioso.
Io arossii di botto e gli gridai contro:
-Certo che no!!!!!-
-Come se la cosa ti desse fastidio... Certo certo, e io dovrei crederci.- "Grrrrr....."
-Devo spaccarti la faccia o ne posso fare a meno?- intanto chiusi la porta di casa.
-Non puoi fare a meno del sottoscritto, preda.- ancora quel ghigno.
-Dio, quanto odio quando fai così!- sbottai ancora, cominciando a camminare spedita.
-Ma dove vai?- ridacchiò ancora lui.
-Non dove vado, ma dove andiamo.- lo corressi, non voltandomi, -A prenderti una maglietta decente, pagliaccio sghignazzante!-
"Anche la mia pazienza ha un limite!"

---

Alle undici, dopo estenuanti ricerche e altri scleri (sebbene parecchio contenuti), ci ritrovammo nell'ultimo negozio che avevamo scelto.
-Adesso però non fai più tante storie. Le altre ok, non c'erano della tua taglia, ma stavolta, per favore, evita di lamentarti come un coyote, ok?- gli chiesi, sull'orlo di un altro esaurimento.
-Va bene, va bene. Fuori di qui ti porto a un bar, ok??- certo, come se la cosa bastasse.
Lo guardai male, pensando a che razza di giornata fosse quella.
Salimmo al secondo piano con le scale mobili, per poi ritrovarci in un posto pieno zeppo di magliette per ragazzi di tutte le taglie.
Non riuscii a trattenermi e mi gettai su un tavolo dove cerano le taglie dalla L alla XXL, senza persone attorno.
-Certo che sei proprio strana... Manco fossimo in un negozio per ragazze...- si lamentò lui appena mi fu vicino.
Lo ignorai, mentre scandagliavo il tavolo per cercare delle magliette nuove per me.
Anche lui si mise a frugare, seppur con molta meno foga di me.
Finalmente trovai qualcosa per me, due magliette uguali, differenti solo nel colore.
Dopo essermele messe accanto, ripresi a cercare, stavolta per Madara.
Nello stesso identico momento alzammo una maglietta a testa, uno verso l'altra:
-Trovato!- ci dicemmo all'unisono, per poi sorridere.
Erano abbastanza simili, tutte e due viola, la mia più chiara, la sua più scura.
I disegni erano ghirigori gotici, differenti, i miei bianchi e i suoi neri.
Gli presi la maglietta e il cartellino, facendo la tessa cosa con la mia maglietta.
Nonostante fossero uguali, la differenza di prezzo era alta.
Quella che aveva scelto lui costava di più.
Anche Madara vide i cartellini, così fui sul punto di scartare la sua e comprare la mia, dicendogli che costava troppo, ma...
"Il vestito... Non ha proferito parola e non s'è nemmeno lamentato del prezzo. E ieri... Mi ha praticamente salvata..."
In silenzio, ripiegai la mia scelta, presi le due che avevo deciso di comprare per me, e quella optata da Madara.
"Non ho mai avuto modo si ringraziarlo come si deve."
Sempre in silenzio, andammo entrambi alla cassa.
Lui fece per tirare fuori il portafoglio, ma lo fermai, tirandolo fuori io.
Mi guardò stranito, mentre pagavo.
Appena fuori dal negozio, tesi il braccio con il pacchetto verso di lui:
-Adesso ti trovi un bagno e vai a cambiarti.-
Mi prese il pacchetto, ma tirò verso di sè anche la mia mano, abbracciandomi.
-Ma come siamo gentili, oggi... Vorrei tanto farci l'abitudine.- mi sussurrò all'orecchio, accarezzandomi il capo.
In risposta arrossii come un peperone.
Si slacciò come se non mi avesse nemmeno abbracciato, ed entrò in un locale per cambiarsi, uscendo poco dopo.
Come stava bene...

---

Si era fatto mezzogiorno, e cominciavo ad avere una certa fame.
-Andiamo a mangiare?-
-Va bene, vieni con me, qui vicino c'è un bel posto.-
Camminammo per un minuto, per poi entrare in un locale tavola fredda poco illuminato.
Ebbi un attimo di insicurezza, che sparì subito: le luci si accesero di botto, coriandoli volarono e delle trombette fecero il loro suono stridulo.
In fondo al locale c'era un tavolo enorme, e sopra quello uno striscione colorato con scritto "Tanti Auguri Chiyomi"!
-Buon compleanno Mi-Chan!- Sasori saltò via dalla sua sedia e corse ad abbracciarmi.
-Sa-sasori!- risposi all'abbraccio, sorpresa.
Akira e Ann lo seguirono a ruota:
-Chiyooooo!!!!- mi trapanarono i timpani.
-Adesso che ci penso, tu non me li hai ancora fatti gli auguri!- mi rivolsi a Madara, mentre io e le altre ci strangolavamo a vicenda con un abbraccio.
-Aaaah, va bene, va bene...- cominciò, con tono di insufficienza, -Tanti auguri e bla bla bla.-
Nonostante me lo avesse detto in quel modo, non riuscii a non sorridergli con tutta me stessa.
Ero felice, felicissima!
Una mattinata intensa, sì, ma un incontro inaspettato per festeggiarmi, tutti i miei amici... e lui.
Non riuscivo a smettere di essere felice.
Dopo che anche tutti gli altri mi ebbero fatto gli auguri, Sasori si mise davanti a me:
-Guarda che mica è finita qui! Adesso vieni. Deidara, Kisame, Zetsu e Konan devono ancora arrivare, ma sanno dove siamo diretti.- mi prese per un polso con gentilezza.
Cominciò a camminarmi davanti, "trascinandomi" fino ad una porta sul lato del posto.
L'aprì e ci ritrovammo in un grande giardino interno, con le arcate in ferro che erano ricoperte dall'edera.
-Ma è... un posto stupendo...- pissi a bassa voce, quasi per non rompere quell'incantesimo di bellezza.
Le pareti, come le arcate di ferro, erano anche loro ricoperte di verde, rose rampicanti, più precisamente.
Variavano di colore ogni due metri.
-Sono contento che ti piaccia, dato che ci ho messo un secolo per trovare un posto del genere, mocciosetta.- Madara si teneva le mani in tasca, guardandomi con la testa inclinata di lato.
Schiusi la bocca, stupita.
Opera sua.
Ero senza parole.
Intanto anche gli altri stavano entrando in quel luogo fantastico, rompendo quel lieve silenzio che c'era prima.
Prima di sederci a un tavolo enorme in stile liberty, tirai una manica a Madara:
-Grazie.-
Avrei voluto dirgli di più, avrei voluto dirgli che mi stava facendo passare una giornata stupenda, che mi stava facendo sentire bene, che mi trovavo persa in quelle due pietre d'onice che aveva lui, al posto di un paio di comunissimi occhi neri...
Quel suo sguardo che tanto mi piaceva sembrò avere un guizzo di contentezza, mentre i suoi lineamenti non mutarono.
Ci sedemmo, io tra Akira e Ann, Madara tra Sasori e Itachi.
Stavamo per mandare Kakuzu a chiedere cosa ci fosse di buono in quella tavola fredda, quando un biondo esagitato, un muscoloso pescivendolo, uno strambo ortolano e una bella ragazza dalla chioma blu fecero il loro ingresso.
La prima a farmi gli auguri fu Konan, abbracciandomi, per poi andare a sedersi sulle ginocchia del suo affettuoso Pain.
Seguì l'irruente Deidara, con una stretta di mano.
Stava per andare a sedersi quando...
-Ma, Chiyo, lei non era una ragazza??- mi domandò ingenuamente Ann.
Io strabuzzai gli occhi, e cominciai a ridere come una dannata, seguita dagli altri.
Deidara si girò di scatto, incredulo.
-Ma come, non mi avevi già visto in disco, testaccia dura?!- poverino, c'era rimasto malissimo.
-Scu-scusa!!!- Ann abbassò il capo, imbarazzatissima, per poi sentire una mano sulla sua spalla.
-Su, principessa, non è successo nulla...-
-Hidan...- lo guardò lei, ammaliata dai suoi occhi viola.
-NON E' SUCCESSO NULLA?!- si infuriò Deidara, provocando un altra scorpacciata di risate.
Quando si fu seduto, Kisame e Zetsu ebbero la loro occasione per farmi gli auguri.
Zetsu si sistemò vicino a Kakuzu, mentre Kisame vicino ad Itachi.
Quest'ultimo vide una specie di rivalità negli sguardi della sua amata e del suo amico.
Infatti Kisame era GELOSISSIMO di Itachi.
-Chi è che va a chiedere cosa c'è da mangiare?- chiese Zetsu, aspettandosi già la risposta, che non tardò ad arrivare.
-Tu!- questa parola si levò in un'unica voce dal tavolo.
Sospirò divertito, e si alzò per chiedere il "menù dei panini".

---

Dopo un'ora di "paninata", vari scambi di posto e spostamenti vari, i guai non avevano fatto tardi ad arrivare.
Tra Akira e Kisame s'era accesa una discussione molto forte a proprsito di chi conoscesse meglio Itachi, e quest'ultimo si stava preoccupando parecchio; poi, mentre Sasori e Deidara stavano parlando, a Deidara era scappata una gomitata verso Hidan, il quale aveva fatto un ferso molto ambiguo, suscitando l'iperpreoccupazione di Ann, che si era messa a chiedergli se stesse bene: a questo punto Kakuzu si era visto i due piccioncini tubare sotto il suo naso ed era scattato in piedi e allontanandosi, giustificandosi con un "preferirei pagare una pizza piuttosto che vedere questi due fare così."
Intanto io, Konan e Pain ci eravamo messi a parlare del più e del meno, tipo perchè Pain avesse così tanti pearcing e altre robe.
-In realtà lui si fa un pearcing ogni volta che uccide qualcuno...- scerzò Konan con fare lugubre.
Io la guardai un attimo stranita, poi scoppiai a ridere.
-In realtà,- prese parola Pain, -ne ho così tanti solo perchè penso che mi rendano più...- si mise in posa da pensatore.
-Figo!- lo abbracciò Konan, dandogli un caloroso bacio sulle labbra.
-Grazie, stella.- le sorrise Pain, con fare cordiale.
Sorrisi nel vedere quella scena.
Erano così carini insieme, si volevano un mucchio di bene...
D'un tratto mi sentii sollevare dalla panca di ferro.
Sasori mi stava abbracciando facendomi alzare di peso, scoppiando in una fragorosa risata.
-Su! Andiamo a fare un giro fuori!- disse allegramente ad alta voce.

---

Alla fine ci ritrovammo a camminare verso il parco.
Durante il tragitto, Sasori mi scompigliò i capelli.
-Sei contenta di essere più grande?- mi sorrise.
-A dire la verità, non lo so...- risposi, aggrappandomi al suo braccio.
Lui mi sorrise ancora, poi fece cenno dietro di sè con il capo, quasi impercettibilmente.
Con la coda dell'occhio vidi Madara.
Stava fissando con insistenza il braccio di Sasori al quale ero allacciata.
-Hidan, hai voglia di godere?- si rivolse poi al nostro prode, senza distogliere lo sguardo.
-Certamente!- rispose esaltato l'interpellato.
Madara lo colpì forte nello stomaco, e Ann arrivò alla velocità della luce:
-Hidan! Non esagerare! Sei ancora in convalescenza!- era allarmata, la poveretta.
Lui non disse nulla, la guardò un attimo sorridente e poi l'abbracciò.
Peccato che le cose non andassero così bene anche ad Akira e Itachi.
Lei e Kisame continuavano a bisticciare, costringendo il povero Itacchan ad ascoltare i loro battibecchi.
-Sei solamente un tipo bizzarro!- aveva urlato lei.
-Oh, senti chi parla!- aveva gridato di rimando lui.
-Oh mio dio...- povero Itachi...
Dopo un pochino arrivammo finalmente al parco.
Arrivati lì, successe il putiferio.
Madara mi si avvicinò come un'ombra, mentre parlavo con Deidara e Sasori.
-Ma come, a lui ti aggrappi e a me no?- disse, con tono di scherno.
Mi presi un colpo e a momenti non cascai su Deidara.
-E-eh?-
-Ragazzi, bloccatelo.- ordinò Madara al biondo e a Zetsu, che bloccarono il povero Sasori facendogli un solletico della madonna.
Cominciò a ridere e a dire malamente dei "basta" o "smettetela", con le lacrime agli occhi per il ridere.
-Sca-scappa... M-micchan!- mi farfugliò ancora "sottopressione".
Senza pensarci due volte, guardai Madara e poi mi misi a correre.
Ero la ragazza più veloce della mia classe, ma non la più attenta...
Infatti, dopo una ventina di metri, inciampai in un sassone, capitato in mezzo al sentiero.
-Oh porcacc-- furono le mie ultime parole, prima di cascare.
Cioè, prima di atterrare su di lui.
Si era buttato come Sasori, giovedì, con la schiena a terra.
Il contatto con gli occhi fu inevitabile.
E, inevitabilmente, provai il fortissimo desiderio di incollare le mie labbra alle sue.
La cosa era reciproca.
Mancava così poco ad un bacio...
Ma prontamente Hidan si parò di fianco a noi:
-Ooooh, che fate, vi divertite?-
Imbarazzata, e con un colpo di tosse, mi alzai in piedi.
-Hidan, ti va di godere?- gli chiesi, con uno sguardo assassino, scrocchiandomi le nocche.
-Ovviamente!- di nuovo il tono esaltato.
-Ti do cinque secondi bonus per scappare... Uno...- e lui schizzò.
Ann corse a perdifiato dietro di me appena io partii in quarta, urlando:
-Nooooo di nuovo nooooo!!!!-


---

Dopo il parco, eravamo stati in tanti altri posti, e io, Ann e Akira eravamo riuscite a parlare con Sasori a proposito della festa a tema, ottenendo un "è un'ottima idea! Ne parleremo meglio a scuola, lunedì.".
Ormai erano le sei, e il gruppo si cominciava a sciogliere.
Finchè non rimanemmo soli io e Madara.
-Forza, andiamo a casa.- disse mentre si infilava le mani in tasca.
-Mh?- lo guardai dubbiodamente.
-Il tuo regalo non può attendere fino all'otto.- e cominciò a camminare.
-Perchè hai organizzato tutto questo?- presi il suo passo, andandogli a fianco.
-Hai apprezzato, vero?- mi lanciò un'occhiata... mh... Soddisfatta.
-Guarda che mica si risponde ad una domanda con un'altra domanda...- sospirai.
Però aveva ragione.
-Direi proprio di sì.- si rispose da solo, ridendo sotto i baffi.
Camminammo fino alla stazione del treno, e riuscimmo a pigliarne uno per un pelo.
Mentre eravamo seduti vicini, voltò il capo dalla mia parte:
-Stasera mi fermo a cena da te.-
-Eh?!- lo guardai sorpresa.
"Ma che..."
-Tsk.- sorrise.
"Ma che hai da sorridere, scrocca-cena?"

---

Arrivati a casa, alle sette, si era già spaparanzato sul divano.
Lo guardai storto e andai in cucina a cercare di preparare qualcosa.
Mentre aprivo il frigo...
-Mmmh, che c'è di buono?- mi cinse la vita con le braccia e appoggiò il mento sulla mia spalla.
-Che ca-cappero fai?!- gli chiesi allarmata, spostando leggermente la testa dalla sua parte.
Lui ne approfittò e mi passò la punta della lingua su un angolo della bocca.
Inutile dire che schizzai via come il coperchio di una pentola a pressione.
-IiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiH porca paletta ma che cazzo ti viene in mente?!-
-Su su, come siamo volgari...- si appoggiò al pianoro di fronte al lavandino.
Fulminea, presi in mano una padella che c'era sui fornelli e la brandii come se fosse un'arma:
-Guarda che ho una padella e non ho paura di usarla!- ero assolutamente bordò.
-Sai, sei la prima che mi minaccia con una padella!- si mise a ridere lui, passandosi una mano tra i capelli.
-E potrei essere anche l'ultima.- un sorriso da psicopatica mi pervase la faccia.
Lui sembrò spaventarsi per qualche secondo, poi rise di nuovo e si voltò di spalle.
-Mangiamo sul divano.-
-Ma mica sei il padrone di casa te!- mi stava dando sui nervi quel suo comportamento.
Ormai rassegnata, mi misi a preparare dei sushi philadelphia, senza contare sull'aiuto di Madara.
Finiti quelli, lavai le ciliegie e le misi in una ciotola.
Prima di andare in salotto, mi allungai un attimo e presi due paia di bacchette, cercando di non far cadere nulla.
Poggiai tutto sul tavolino e mi accinsi a mangiare.
-Aspetta, mica si fa così.- mi fermò, mettendomi una mano sul braccio.
-Ah sì? E allora come?- poggiai le bacchette sul piatto.
Lui afferrò le sue in silenzio, prese un rotolino dal mio piatto e me lo poggiò sulle labbra:
-Fai "aaaaaah".-
-Ma mica sono una ba-- e mi ritrovai il sushi in bocca.
-Mh, buono però.- mugugnai mentre masticavo.
-Aaaaaah.- aprì la bocca lui.
-No, caro mio, te lo scordi.- lo guardai storto.
-Ma mica puoi mangiare solo tu...- assunse un'espressione da cucciolo bastonato.
-Cribbio, ma che ho fatto di male?- mi spiaccicai una mano in faccia, mentre gli facevo mangiare il sushi.
-Direi che è accettabile.- disse dopo aver mandato giù.
-Ti pareva... "Accettabile".- dissi tra me e me, con una faccina scocciata. -> -3-
Andammo avanti così finchè non ci fu più un chicco di riso.
-Oooh, e quelle?- indicò le ciliegie con fare goloso.
-Si mangiano.- risposi sarcasticamente mentre andavo a prendere dell'acqua.
Dopo aver bevuto, tornai sul divano, venendo però tirata "a forza" sotto "l'ospite"...
Tenendo il peso di tutto il suo corpo su un solo braccio, mi appoggiò alle labbra uno di quei piccoli frutti, in modo che potessi morderlo.
Aspettai un attimo, continuando a guardarlo.
Morsi, e nel contempo lui si abbassò a sufficienza per poter mangiarne a sua volta.
Poi strappò via quella sferetta dolce e mi baciò con foga, quasi volesse mangiare me.
Senza sforzi mi prese in braccio, iniziando ad insinuare la lingua tra le mie labbra; io mi tenevo stretta a lui.
Non l'avrei lasciato andare.
Aprì la porta della mia stanza e mi fece sdraiare sul letto da una piazza emmezza, salendomi sopra e interrompendo il bacio.
-So che è questo quello che vuoi...- sussurrò, vicino al mio viso.
-Buon compleanno, Chiyomi...- disse fievolmente vicino al mio orecchio, passando la lingua da lì per tutto il collo.
Aveva ragione.
Mi resi conto che non ci sarebbe stato nessuno, tantomeno me stessa, che mi avrebbe fermato.
Avevo scacciato completamente le conseguenze dalla mia mente.
Cominciò a spogliarmi, per poi spogliarsi anche lui, a tratti con foga, a tratti con calma.
Mi tirò su, seduta sopra di lui, sempre seduto.
Il suo petto aderì al mio e riprese a baciarmi febbrile, le mie mani passavano sulla sua schiena ampia e pallida...
Era quello che volevo.
Sì.
Era quello che volevo.
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Finalmente.
E' troppo lungo! >_< *mani nei capelli*
Comunque, visto che bello il regalo di Madara eh? *o*
*si schiaffeggia* Ok, ci sono, ci sono xD
Grazie come sempre a chi legge, segue e recensisce, ci vediamo! ^-^

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Capitolo 15
*** E adesso cosa dovremmo fare? ***


Cap.15_E adesso cosa dovremmo fare? SCUSATEMI SCUSATEMI SCUSATEMIIIIIII >_<
E' più di un mese che non pubblico, ma non ho avuto internet per un luuuuuuuuuungo periodo di tempo.
Mi sono dedicata, oltre che a Magnetizing Black Eyes:. anche ad una nuova fic!
Si intitola Guarda Verso Il Cielo:. e racconta la vera storia di Chiyomi Shiroga: non è un AU.
Ho anche partecipato miracolosamente ad una Roundrobin, idetta da Cocol_Sasso_97. Mi sono divertita un sacco a scrivere la mia parte! Anche se penso che non sia comunque il massimo della vita xD
E ora... Godetevi questo nuovo capitolo, che è un po' più corto del solito!
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Mi svegliai a fatica, con la luce del sole che filtrava dalle persiane abbassate male la sera prima.
"Mmmh... non ricordo più nulla... Ma che avrò mai fatto ieri sera?" pensai, ingenuamente.
Abbassai un attimo lo sguardo, accorgendomi di essere avvoltolata tra le lenzuola bianche del mio letto, e non solo...
Sotto quelle lenzuola c'ero io, sì.
Ma non il mio pigiama.
Tantomeno la biancheria.
Un TERRIBILE presentimento mi attraversò come un lampo la testa e abbassai il capo.
Un braccio era appoggiato al mio fianco sinistro.
Un braccio di un ragazzo.
Cercai lentamente di girare la testa, e lo vidi.
Madara era nel mio letto, con il torso nudo, e il braccio sul mio fianco.

Mala Zeta presents:
E ADESSO COSA DOVREMMO FARE?

Girai la testa nuovamente, nel tentativo di non svegliarlo.
Sentii la faccia avvampare, strizzai gli occhi e cercai di non perdere la calma.
"Oddionononpuòesserepossibile!!!!!!"
-Buongiorno...- Madara si stiracchiò, poi mi cinse la vita con entrambe le braccia.
-Guarda che ero sveglio.- mi strinse, procurandomi un ulteriore avvampo sulla faccia.
Mi girai di scatto e lo guardai con due occhi così.
-Non dirmi che...- non finii la frase di proposito.
Il suo sguardo sornione assunse una tonalità maliziosa.
-Bhè, direi di sì.- mi sfiorò il collo con le dita, poi mi baciò, leggero come una piuma...
Immagini di quella notte mi piombarono in testa e solo allora schizzai fuori dal letto, trascinandomi addietro anche uno dei due lenzuoli, per coprirmi.
-NON VORRAI DIRMI CHE L'ABBIAMO FATTO DAVVERO?! NO SCUSA MA IO HO SOLO QUINDICI ANNI APPENA COMPIUTI!!! TUTTO CIO' VA CONTRO OGNI MIO FERREO PRINCIPIO!!!!!- diedi letteralmente di matto, per poi "calmarmi" e mettermi le mani sulla testa.
Intanto quello mi guardava parecchio divertito.
-Ma a me non sembra ti sia dispiaciuto più di tanto quello che abbiamo fatto... Io mi sarei fermato se tu me lo avessi chiesto.- fece una pausa.
"No, non dirlo, così mi colpevolizzerò del tutto!"
Si mise con il gomito appoggiato al cuscino, e il palmo della mano che sorreggeva il viso.
-Ma non l'hai fatto.- assunse un'espressione trionfante, mentre io, sconsolata, raccoglievo i vestiti in terra.
-Che fai? Non vorrai rivestirti?- si guadagnò un'occhiataccia.
-Certo.- non finii di parlare che mi ritrovai di nuovo sul letto, i vestiti lanciati in aria.
-Dài- rise lui, -aspetta un attimo. Abbiamo un po' di cose di cui parlare, no?- mi guardò in maniera tanto dolce che non riuscii a ribattere.
Quello sguardo, così inusuale per lui, lo stava dedicando tutto a me.
-Allora, direi che l'argomento che ha la priorità su tutti gli altri, è questo.- si sistemò, si schiarì la voce con fare importante, poi mi guardò serio.
-Penso di essermi innamorato.- lo guardai meravigliata.
"C'è anche la possibilità che non sia io, in fondo. Infatti sono solo una bambina cretina che è stata al suo gioco." quel pensiero mi rattristò.
-Di chi?- cercai di far risultare la mia voce il più neutrale possibile.
Lo guardai ancora, e lui mi sorrise.
Un sorriso che non mi aveva mai mostrato, proprio come lo sguardo di poco prima.
-Di te, sciocca.- un altro abbraccio, un'altro bacio.
Non avrei mai pensato di sentirgli pronunciare delle parole simili, mai e poi mai!
Il cuore mi scoppiava nel petto, le sensazioni che provavo non potrebbero essere descritte, talmente erano belle.
-Riguardo al resto... penso che dovremmo dire... bhè, quello che abbiamo fatto- colpo di tosse, -a qualcuno, perchè...- mi guardò per un attimo, -Penso che se te lo tenessi dentro non ti troveresti a tuo agio.-
-Ma quanta premura!- il mio volto si illiminò, sembravo una scema!
Gli scompigliai i capelli, poi ripresi:
-Comunque, è una buona idea. Direi di dirlo a Sasori.- lui annuì.
-Allora glielo dirò io. E sarebbe meglio per me avvisare anche Itachi. Per quanto a te...-
-Penso che se non lo dicessi a Neji sarebbe una cosa orribile. Dopotutto anche lui mi è molto affezionato.- assunsi un'espressione pensosa, mentre Madara continuava.
-Non penso che riusciresti a trattenerti per troppo tempo con le tue amichette, poi.- tirò fuori la lingua, nonostante l'espressione tesa che l'aveva colto.
-Ah bhè, Akira si insospettirebbe e potrebbe ammazzarmi se non glielo dicessi io. Detesta che io le nasconda le cose. Riguardo Ann...- feci una pausa.
-Lei è abbastanza... sensibile, a quanto ho capito. In questo caso è meglio se lo scopra da sola.- disse Madara e accennò a una sghignazzata, ma si trattenne.
-Anche lei si arrabbierebbe se lo venisse a scoprire da sola. Aaaaah! Non posso mica dirlo a mezzo mondo!- dissi sconsolata.
-Su, su, basta che il giro non si allarghi più di così. Alla fine lo saprà l'intero gruppo, persino Sasuke potrebbe venirne a conoscenza!- lo guardai malissimo.
"Anche Sas'ke no, eh!"
-Nel senso, questo non uscirà dal gruppo. Che effettivamente è un gruppone.- fece una risatina imbarazzata.
-L'abbiamo combinata grossa.- sospirai, stringendomi al suo abbraccio.
Lui sorrise ancora, poi mi lasciò e si mise a sedere, poi si alzò dal letto.
Ma senza coprirsi.
-Ehm, non sarebbe meglio se ti mettessi addosso almeno un lenzuolo?- gli accennai, imbarazzata.
-Ma come,- mi fece lui, stupito, -hai fatto sesso col sottoscritto e ti vergogni di vederlo per casa senza uno straccio addosso?-
-SI!!!!!- affondai la faccia nel cuscino per evitare di guardare più in basso della sua pancia, ritrovandomi quasi a soffocarmi da sola per l'imbarazzo.
-E va bene, bambinetta pudica! Quante storie...- lo fulminai attraverso il cuscino mentre sentivo il fruscio della stoffa di non so quale indumento.
Era tornato il "caro" vecchio "buon" Madara.
-Puoi toglierti quel coscino dalla faccia, ora.- piano piano lo tolsi e potei ammirarlo in boxer.
-Ehm...- lo guardai un attimo.
-Bhè, per adesso accontentati.- fece una faccina offesa (-3-) e poi rise.
-Bene... Adesso me ne vado in bagno,- accennai ad alzarmi sempre col lenzuolo sul corpo, -ma tu non mi segui.- lui ghignò e io scivolai con la biancheria e la sua maglietta del giorno prima (bella larga *scuoriciniamo*) in bagno.
Uscii poco dopo e me lo ritrovai in cucina immerso nel frigorifero con addosso i pantaloni e le calze, ma sempre a torso nudo.
-Alla fine mi hai dato retta, vedo.- gli accennai, indicando i pantaloni.
Lui annuì e poi si rituffò nel frigo.
-Il latte è qui.- mi infilai anche io e tirai fuori il cartone del latte dall'anta del coso in cui eravamo metà fuori e metà dentro.
-Ah.- aprì un po' di più le palpebre e poi tornò normale, andando a sedersi su uno sgabello vicino al pianoro in marmo.
Chiusi il frigo e avanzai a piedi nudi fino alle ante dove stavano le tazze, mi allungai e ne presi due a caso, poi aprii il cassetto e sfilai due cucchiai.
Portai tutto sul pianoro:
-Cereali, crepes o biscotti?- gli chiesi, mentre lui osservava la maglietta che avevo addosso.
-A quanto pare ti piace indossare quello che metto io, eh?- mi guardò sornione, appoggiato al pianoro.
-Ho capito, faccio io.- sospirai e mi voltai per prendere i cereali dietro di me, e mi scappò un sorriso.
"Aaaah, vabbè, è andata com'è andata, ma almeno non dà accenni di disinteresse. >w<"
Poggiai la scatola verde con i cereali al cioccolato vicino al resto della roba e feci il giro del pianoro per andare a sedermi vicino a Madara.
-Sai, ci hai azeccato.- prese la scatola e si versò una generosa quantità di cereali, poi fece lo stesso col latte.
Lo imitai e cominciai a mangiare.
Finita la colazione, sparecchiai, mi andai a lavare i denti (dando uno spazzolino nuovo a Madara così che non rompesse le scatole) e poi ci sedemo entrambi sul divano a guardare la tv.
Davano in onda L'ultimo dominatore dell'Aria, lo guardammo fino alla fine e poi spensi l'apparecchio.
Senza aspettarmelo Madara mi abbracciò e mi tirò giù accanto a sè.
Mi accoccolai sul suo petto e mi lasciai accarezzare la testa.
-Andrà tutto bene, se sarà necessario, parlerò anch'io coi tuoi amici.- esitò, ma continuò ad accarezzarmi.
-Mi stai occupando molto più tempo di quanto mi sarei mai immaginato.- un'altra esitazione, un'altra pausa, un'altra ripresa, -Ma la cosa mi rende... non so... Felice...- sembrò scrutare ogni centimetro del mio volto.
Meravigliata, gli posai una mano sulla fronte.
-O sei gravemente malato, o gli alieni ti hanno rapito e sostituito.- gli sorrisi, mentre lui rispondeva:
-Bhè, hai ragione, mi sto ritrovando parecchio smieloso, oggi. Però anche tu dovresti dirmi qualcosa.- sollevò entrambe le sopracciglia e si improvvisò come un cucciolo che non riceveva attenzioni.
Sospirai, sorrisi di nuovo e il suo viso finì tra le mie mani.
-Senti un po', zuccone. Per più di una settimana emmezza mi sono fatta idee, supposizzioni, struggimenti e altre cretinate varie che non ho MAI fatto per nessun'altro essere vivente sulla faccia della terra. TU sei la persona che mi ha fatto dare di matto più di chiunque altro, che mi ha fatto disperare più di chiunque altro, ma che mi ha fatto innamorare. Non hai idea di quanto io mi sia distrutta psicologicamente per te!- mi rannicchiai di nuovo al suo petto, con gli occhi stretti e tesa come una corda.
-Uau, non so se preoccuparmi o essere euforico.- riprese a coccolarmi, finchè non alzai nuovamente lo sguardo.
Ne approfittò e mi dette un bacio, che ben presto si evolse in altre carezze più intense e altri baci con più trasporto.

"Finalmente mi sento bene..." anche se questo pensiero non sarebbe durato a lungo.
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Ok, è PARECCHIO più corto del solito ^-^"
Ma il prossimo tornerà alle solite lunghezze chilometriche xD
Alla prossima! Spero presto :P

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Capitolo 16
*** Putiferio totale!!! ***


Cap.16_Putiferio totale!!! Sono un disastro, perdonatemi.
Io, dalla sera dell'11 settembre (ovvero domani sera) non potrò più usare il pc per tutto il mese corrente e tutto ottobre (salvo eccezzioni)...
Causa? Scuola... -_-"
Il capitolo seguente è tornato più o meno alle lunghezze chilometriche xD Anche se non del tutto! ^-^"""
Buona letturaH .w.
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Domenica Madara se n'era andato verso le quattro del pomeriggio, lasciandomi con un peso in meno sul cuore.
La mattina dopo, ovvero lunedì, non sarebbe stato un comune giorno di scuola.
Sarebbe stato il putiferio.

Mala Zeta presents:
PUTIFERIO TOTALE!!!

Sebbene ci fossimo messi d'accordo che avremmo spiattellato tutto ai prescelti SOLO durante la pausa pranzo, mentre camminavo per il viale non potevo fare a meno di sentirmi agitatissima.
Anzi no, è dire poco.
Ero nel panico più totale!!!!
"Come reagiranno? Neji rimarrà indignato?? Akira non mi parlerà più??? E Ann sverrà????" non facevo altro che crogiolarmi quel povero cricetino con la ruota dentro la mia scatola cranica.
Appena arrivai davanti ai cancelli, cominciai a sudare freddo.
"Posso farcela, in fondo ho rotto il naso a un tizio, che vuoi che sia dire che ho fatto... IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIH!!!!!! >_<"
Inspirai a pieni polmoni e mi lanciai nel corridoio, cercando di essere naturale il più possibile.
Entrai in classe, e...
Akira era in orario.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!- urlai come una forsennata e schizzai via dall'aula, lasciando Akira con un'espressione stranita.
Mentre correvo, urtai Sasori.
-Micchan! Ma dove-- non gli lasciai finire la frase:
-IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!- e schizzai di nuovo in classe come uno shuttle.
Ansante, andai a sedermi malamente sulla mia sedia, non guardando Akira.
-Ma si può sapere che hai stamattina? T'ha morso una tarantola?!- non alzai la testa, sentendo comunque le sue lamentele.
-Chiyo, ma che è successo? Prima sei andata addosso a Sasori e hai urlato come non so cosa!- Ann entrò in scena così.
Preoccupata.
"Se lo è adesso, chissà come lo sarà quando le avrò detto cos'è successo!!!"
Feci cadere la testa sul banco producendo un sonoro *sbonk* e mugugnai.
-Non parlatemi fino alla pausa pranzo...-
-Ok, hai la voce di una che ha visto un fantasma.- commentò Akira.
-No, non è che ha visto un fantasma. Ha visto solo Sasori. Se le fa quest'effetto...- Ann era serissima.
-Non parlatemi fino alla pausa pranzo...- ripetei, sull'orlo di una crisi.
"Sto per esplodere!"

---

Fortunatamente mi dettero retta e fino alla pausa pranzo non mi dissero neanche "a".
Appena la campanella suonò, si voltarono entrambe verso di me e io mi avviai alla porta.
Camminammo per il corridono finchè non feci capolino nella classe di Neji e gli feci cenno di venire con noi.
Ci dirigemmo nell'aula di scienze, che fortunatamente era deserta, poi spinsi tutti dentro e chiusi la porta.
-Ho... delle notizie da... Ehm... esporvi...- dissi tremolante mentre mi sedevo su uno degli sgabelli.
-Bhè, direi, stamattina sei stata abbastanza enigmatica.- Akira alzò un sopracciglio.
Ann e Neji mi guardavano incuriositi, in silenzio.
-E' parecchio difficile, per me, dirvi questo. Sono tesa, sudo freddo e poi ho paura della vostra reazione.- i miei respiri cominciarono a diventare più frequenti.
Manco fossi dovuta andare al patibolo!
-Perchè? E' una cosa irrimediabile?- chiese Ann, sempre più curiosa, non certa di afferrare il concetto che le avrei spiegato.
-Sì. Irrimediabile.- sospirai, il cuore in gola.
-C'entra qualcuno?- Neji era diventato improvvisamente cupo.
-Sì.- una coltellata mi trafisse lo stomaco.
"Ha capito."
-Madara?- il suo volto venne nascosto da ciocche di capelli che gli erano scivolate, causa la testa bassa.
Inspirai come prima di varcare i cancelli, qualche ora prima.
-Sì.- un'altra coltellata, più violenta.
Il silenzio piombò nell'aula, anche il respiro di ognuno si era apparentemente fermato.
Ann ruppe quella calma spettrale e terribile:
-Aspetta. E' una cosa irrimediabile, c'entra Madara... Non capisco!- si grattò un secondo la testa, mentre le nocche di Neji diventavano bianche per la forte stretta del pugno.
Akira lanciò uno sguardo a Neji, e sbiancò.
-Irrimediabile. C'entra Madara.- ripetè lei, avvilita.
Neji alzò lo sguardo e mi trafisse come un centinaio di coltelli.
-Non ci posso credere. Non ci posso credere!- si alzò di scatto in piedi e la sedia cadde facendo fracasso.
-NON CI VOGLIO CREDERE!- mi prese le spalle con entrambe le mani, furioso in una maniera indescrivibile.
Rimanemmo lì così un bel po' di tempo, mentre Akira e Ann rimanevano ferme come statue di marmo.
Il suo sguardo mutò col passare dei secondi... Da irato a triste.
Triste.
-Scusa...- finii in un lampo in un abbraccio teso, preoccupato, dolce.
Mi strinsi a lui, mentre altri pensieri mi pervadevano la testa.
"Loro avranno capito loro due? E come starà andando a Madara?" mi soffermai sui volti di Ann e Akira.
Ad un tratto Akira esplose.
-IO QUELLO LO FACCIO NERO! SAI CHE LO ODIO! NON PUOI FIDARTI DI UNO COSI'!- ok, aveva capito.
-Ma si può sapere che sta succedendo?! Io non ho capito un tubo!!- Ann si dimenò sul suo sgabello, sull'orlo di cascare.
-HANNO FATTO SESSO, ANN!!! POSSIBILE CHE TU NON L'ABBIA ANCORA CAPITO?!?!- Akira le sbraitò contro e Ann impallidì peggio di un lenzuolo.
Sgranai gli occhi davanti a quella scena tremendamente assurda.
-FAMMI USCIRE DI QUI COSI' VADO A CERCARLO E GLI SPACCO LA FACCIA!!!- persino Neji era impaurito dalla furia di Akira.
-L'importante è che non ti abbia costretta.- il mio amico era carico di fermezza.
-No, ero cosciente delle mie... ehm... azioni...- dovevo avere una faccia abbastanza buffa, perchè a Neji scappò un sorriso.
-COSCIENTE?! MA STAI BENE?!- Akira sbottò di nuovo, apparentemente troppo arrabbiata per riuscire a calmarsi.
Ann la tenne ferma per un braccio.
-Allora, già non sono svenuta, quindi fammi dire la mia, prima di partire a razzo e andare a menarlo.- la guardai riconoscente mentre lei continuava, rivolgendosi a me.
-Secondo me non è una cosa completamente giusta. In fondo, anche secondo te non lo è, no? Tu dici sempre che farlo a quest'età è una cosa sbagliata. Ma a come dici adesso, la cosa non è che ti sia scappata di mano. Quindi...- sospirò.
Non era la Ann di sempre, era più adulta, più razionale.
-Devi essere andata ben'oltre all'infatuazione. Lo ami?- la mia risposta arrivò in un soffio.
-Sì.- un'altro peso si sciolse, lasciandomi il cuore ancora più leggero di prima, come se il dirlo fosse come una medicina.
-Ma...- Akira non aveva parole.
-Akira, riprenditi. Sei sempre la più seria, prorpio quando ti dico una cosa seria, evita di darmi di matto!- sospirai e la abbracciai, poi anche Ann insieme a lei.
Decidemmo di uscire dall'aula, accompagnate da Neji.
Andammo nella nostra classe e (finalmente) mangiammo tutti e quattro.

---

Non incontrai nè Madara, nè Sasori, nè nessun'altro della combriccola fino all'uscita da scuola.
C'era una zuffa colossale in cortile.
E il peggio era che gli schieramenti ci pungevano nel vivo.
Madara, Sasori, Hidan, Kakuzu e Deidara contro Neji, Shikamaru, Kiba e Lee.
Itachi cercava di farli smettere, ma con scarsi risultati.
Akira si fiondò da lui, chiedendogli il perchè di quella guerra improvvisata.
-Allora, solo Madara, Sasori e Neji si azzuffano per... bhè... quello che mi ha detto mio cugino.- la spiegazione di Itachi giunse anche alle mie orecchie.
-E gli altri?!- stavolta la domanda era mia.
-Nara e Hidan avevano un conto in sospeso, Inuzuka continuava a dire a Deidara che era una ragazza (sai com'è suscettibile), e il signor cocco di Gai è stato criticato da Kakuzu.-
-Ah.- dicemmo in coro io, Ann e Akira.
Poi, in una frazione di secondo, mi precipitai in mezzo alla zuffa:
-FINITELAAAAA!!!!!!!-
Tutti si fermarono, chi con un pugno alzato a mezz'aria, chi con il collo della maglietta stretto dall'altro, chi con il ginocchio vicino al bersaglio.
Li squadrai uno a uno, con sguardo carico di rimprovero.
Poi rimisero a picchiarsi.
-SMETTETELA IMMEDIATAMENTE!- "Tsunade-Sama?!"
La preside stava marciando nella direzione della baruffa e tutto si fermò come quando avevo gridato io.
-Se volete picchiarvi come animali, almeno fatelo fuori da scuola!- era visibilmente irritata dal comportamento dei miei amici.
Loro smisero subito e camminarono in apparenza pacatamente verso i cancelli.
Itachi prese a braccetto Akira e si avviarono fuori dall'edificio anche loro, così io e Ann li seguimmo.
Cioè, io più che altro correvo, e mi trascinavo dietro Ann, superando anche la coppietta.
-Non vorrete ricominciare?!- urlai io, ma fortunatamente Shika, Kiba e Lee erano già lontani, mentre Deidara, Kakuzu e Hidan erano poco più vicini di loro.
-Io ho solo bisogno di parlare con lui.- Neji mi si avvicinò, affiancato da Madara.
Sasori si accostò a me e tirò un sospirone che avrebbe potuto tirar giù un'albero.
-Vieni, Micchan. Io vorrei parlare con te.- fece un cenno a Madara e quello annuì, cominciando a camminare verso un bar.
Neji gli andò dietro.
Itachi e Akira strattonarono Ann per una manica per farla andare con loro e lei non oppose resistenza, capendo la situazione.
Seguii Sasori, che si sedette su un a panchina poco fuori dal muro della Shippuuden. Presi posto di fianco a lui.
Guardammo, entrambi in silenzio, Neji e Madara allontanarsi.
-Allora...- cominciò lui con un sosipro, -Ho saputo del "fatto"...-
-Non te lo aspettavi, vero?- cercai di guardarlo in faccia, con scarsi risultati.
-No...- abbozzò un sorriso, poi riprese, mutando completamente espressione, -Ma ora, grazie anche all'aiuto di Hyuuga, potremo sapere cosa dirà il caro Madara!- lo squadrai.
-Come, scusa? Ma se ne sono appena andati!- lui sembrò non ascoltarmi e si mise a frugare nella sua cartella.
-Ta-daaa!- mi mostrò un piccolo paio di auricolari, collegati a una specie di...
-Una ricetrasmittente?! State facendo tipo walkie-talkie?- i miei occhi erano spalancati, continuavo a fissare quello che aveva in mano.
-Esatto! Io e il tuo amico Hyuuga ci siamo messi d'accordo per farti sentire quello che avrebbe detto Madara.- aveva sul volto un'espressione più che soddisfatta.
-Ma tu... non hai niente da dirmi?- mi sembrava parecchio strana, questa cosa.
-Ho solo da dirti che se siete stati bene entrambi e che se quello che ha detto a me Madara è vero, sono felice per te. Anche se all'inizio ero un po' preoccupato, quando mi ha detto tutto...- un sorrio imbarazzato fece capolino sulla sua faccia.
-Grazie! Non saprei cosa fare senza di te, Neji e quelle due scapestrate delle mie amiche!- lo abbracciai forte, cercando di trasmettergli ogni particella di gratitudine dentro di me.
Poi dagli auricolari arrivò un ronzio, quindi Sasori si sciolse dall'abbraccio e me ne porse uno.
-Si va in scena!- aggiunse, tutto esaltato.
Infilai l'auricolare nell'orecchio e lui fece lo stesso.
A quanto pare sembrava a entrambi di stare dentro ad un film di spionaggio...
|Bzzz bzzz... Grazie per bzzz accettato di bzz bzz con me, Mad-bzzz| la voce di Neji si sentiva a scatti, e Sasori armeggiò con una rotellina attaccata agli auricolari finchè il suono non si udì pulito.
|Figurati, Hyuuga.| Madara sembrava tutt'altro che sicuro di sè. Diamine, in quei giorni non sembrava più lui! O_O
|Io voglio sapere solo poche cose, ovvero se non l'hai fatto con intenzioni "nocive" per Chiyomi, e se... bhè...| la voce di Neji esitò, molto probabilmente imbarazzato.
|Se avete usato precauzioni...| A quella domanda impallidii, cadendo nel dubbio.
"Accidenti!!!! Come posso aver dimenticato di averle prese o no?! Stupida! >_<"
|HAHAHAHAHAHAHAHAHA!!!!! Mio dio!!! Ti vergogni di chiedermelo?!| raggelai al suono di quella risata di scherno così sguaiata...
"MA SEI SCEMO?! NON PUOI MICA PARLARGLI COSI'!!!" gli mandai addietro mille imprecazioni.
|Evidentemente perchè è un'argomento delicato, TESTACCIA DURA!| si sentì un sospiro, molto probabilmente di Neji.
|Scusami, Hyuuga...| il suo risolino si spense.
|Lo so, non dovrei scerzare su queste cose. Comunque, sì, puoi tranquillizzarti ora.| il suo tono era pacato, quasi rassicurante.
|E riguardo la domanda precedente?| riprese Neji, deciso.
|Non avrei mai creduto di dirlo, tantomeno a te, ma io sono davvero innamorato di lei. E' come se la mia parte da cacciatore mi sia stata in parte tolta, come se sia stata lei a sfilarla pian piano dalle mie mani... E' una sensazione strana, non ho mai legato troppo con le ragazze che frequentavo. A parte...| pausa.
Il mio respiro si fermò.
Sapevo che se avesse continuato la frase, sarebbe venuto fuori quel nome.
Chizuru.
E invece Madara riprese senza neanche accennarla.
|Fa come se non avessi detto "a parte". Comunque. Per me lei è diversa, è una mocciosetta, la mia mocciosetta!| c'era una punta di tenerezza e orgoglio in quelle parole e mi arrivò tutta, facendomi scacciare il brutto pensiero di Chizuru dalla testa.
|Non ne sono sicuro, ma per il momento mi basta questo. Ah, e devo avvisarti di una cosa.| Neji tratteneva a stento le risate.
|Che hai da ridere?|
|Chiyomi e Akasuna hanno ascoltato tutta la nostra conversazione!| a quelle parole rise e Sasori in quel momento spense le cuffiette.
Rise di gusto anche lui.
-Voglio vedere la faccia di Madara!!! Buahahaha!!!- ridemmo entrambi per un minuto abbondante, poi finalmente riuscii a fare una domanda che avevo nella testa da quando Sasori aveva tirato fuori gli auricolari.
-Ma questi... Dove li hai trovati?- li indicai, con una faccia curiosa.
-Me li ha dati mia nonna Chiyo!- e ricominciò a ridere.
-E' un vero portento, tua nonna!- "Cappero! Voglio conoscerla davvero, questa nonna!"

--

Quando noi quattro tornammo tutti insieme, dopo aver riso, gridato, disperato eccetera, decidemmo di andare a trovare la nonna Chiyo.
-Io proporrei di portarle qualcosa, tipo, non so... Dango? Così per cortesia.- era usanza della mia famiglia portare una cosina in una casa in cui si viene ospitati.
-Che pensiero gentile, Micchan. Le farà di sicuro piacere!- Sasori era tornato il Sasori di sempre: sorridente, pacato e gentile.
Forse non potevo dire lo stesso di Madara e Neji, anche se da poco prima avevano fatto grossi progressi.
-Così la tua ragazza si chiama TenTen...- Madara era dietro di noi, con Neji.
E, non so perchè, si erano messi a parlare di Ten.
Entrammo in una pasticceria e prendemmo un bel po' di dango e tornammo in strada.
Madara si affiancò a me.
-Vedo che ti è tornato il buon umore, mocciosetta.- mi disse scherzoso, mettendomi un braccio sulle spalle.
-Anche a te, a quanto pare.- gli sorrisi, poi controllai che Neji e Sasori non guardassero dalla nostra parte.
Mi misi in punta di piedi, gli presi il viso con una mano e gli stampai un bacino sulle labbra, per poi correre verso i due amici ignari, lasciando Madara sorpreso per un paio di secondi.
"Non se l'aspettava! Hehehe..."
Dopo un quarto d'ora arrivammo davanti ad una casa con solo il pianterreno, come la mia, ma un pochino più grande e con il giardino.
Le pareti erano bianche, ma agli angoli vi erano dipinte delle piccole rose rampicanti, che sembravano vere per via di un piccolo cespuglio sotto di esse.
Sasori aprì il cancelletto e fece un paio di passi sulla ghiaia prima di suonare il campanello.
Una signora anziana coi capelli grigi e un viso cordiale aprì la porta proprio mentre noialtri camminavamo per il corto percorso di ghiaia.
-Ciao Sasori. Oh,- si sporse oltre la spalla del nipote, -vedo che hai portato ospiti. Entrate pure, vi preparo del thè.-
Sorrise e aprì un po' di più la porta, rivelando l'interno.
Era un misto tra stile occidentale e tradizionale giapponese.
Le sfumature di azzurri, crema, verdi e rosa rendevano la casa come delicata, e l'effetto aumentava per via della luce del sole autunnale, che entrava dalle ampie finestre del salotto.
-Signora Chiyo, ho portato dei dango per lei.- le dissi, sorridendole.
-Oh,- ripetè lei, -grazie mille.- mi scrutò un attimo, poi riprese.
-Qual'è il tuo nome?-
-Mi chiamo Chiyomi, sono un'amica di suo nipote. Molto piacere!- lei sorrise e basta, prendendomi il sacchetto di carta dalle mani con delicatezza.
Quando ci sedemmo tutti sul divano, davanti al tavolino colmato di dango e thè, la nonna Chiyo riprese.
-Madara, era da un po' che non ti vedevo... E tu, giovanotto,- guardò Neji, -è la prima volta che ti vedo. Anche tu sei un amico di Sasori?-
-Sono Neji Hyuuga, signora. Più che essere amico di suo nipote, sono un conoscente. La tramite è Chiyomi.- sorrise.
Parlammo a lungo, del più e del meno, sorseggiando il thè e mangiando dango.
Scoprii che io e la nonna Chiyo avevamo molto in comune, ad esempio piaceva ad entrambe stare avvolte tra le coperte, in casa, durante i giorni di pioggia per rilassarci.
Alla fine quella giornata si era trasformata.
E io avevo trovato nuovamente e momentaneamente la mia armonia.
___________________________________________________________________________

E il mio ultimo aggiornamento (fino a nuovo ordine) è tutto qua.
Se non muoio prima, ci rivedremo dopo il periodo di astinenza! (^o^)/
Baci e Hugs çwç

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Capitolo 17
*** L'altra versione dei fatti...! ***


Cap.17_L'altra versione dei fatti...! Massalve!
Eccoci, io e Madara Tobi Uchiha (il mio compagnuzzo di role ha finalmente deciso di iscriversi qui xD)!
Io ho accuratamente evitato la mia punizione andando avanti a scrivere -3-
Da ora in poi, oltre a scrivere ufficialmente la storia insieme, anche lui scriverà un commento a fine capitolo! ^-^
Ora leggete e diffondete il nostro verbo u_u
__________________________________________________________________________________________

Eravamo ormai a casa mia, dopo essere tornati dalla piccola visita alla nonna di Sasori.
Ovviamente, il nostro prode si era autoinvitato come faceva ultimamente.
Eravamo seduti sul divano, a non far nulla. Poi si decise a spiccicare parola.
-Ti racconto come è andata a me, oggi?-

Mala Zeta presents:
L'ALTRA VERSIONE DEI FATTI...!

In pratica, a lui era andata così.
Quella mattina, mentre io penavo per confessare la verità ai miei amici, lui non era per nulla preoccupato.
Infatti, a lui era andata splendidamente.
Ma perchè a me no?! Mannaggia.
Comunque, a parole sue, ecco a voi.
Come tutte le mattine si era alzato in ritardo, e dopo essersi preparato velocemente era uscito di casa con i suoi amici che lo stavano aspettando.
Appena arrivati a scuola, aveva preso in disparte Itachi prima di entrare in classe con uno svelto "devo parlarti".
Itachi non sapeva cosa aspettarsi, ovviamente.
Quando Madara e Itachi si trovarono completamente soli, il più grande non usò giri di parole.
Si fa per dire.
-Itachi, dato che purtroppo sei mio cugino,- a questo 'purtroppo' Itachi aveva alzato un sopracciglio, ma senza dire nulla, -sei in buoni rapporti con Akira, che è amica di Chiyomi e soprattutto perchè non voglio che si vociferi in giro, devo dirti una cosa.-
Itachi lo aveva guardato stranito, sempre senza dire nulla, così Madara aveva continuato.
-Sono stato a letto con Chiyomi.- solo questo.
Finalmente Itachi ebbe una reazione più consistente, diventando color pomodoro maturo.
-TU MA CHE DIAMINE HAI FATTO ADESSO VAI ANCHE CON QUELLE PIU' PICCOLE IO TI AMMAZZO CHISSA' COSA PENSERA' ORA LA GENTE?!?!?!- aveva sbraitato tutto d'un colpo.
-E POI.... E POI.... TU PENSI SOLO A QUELLO!!!!!- quasi quasi sembrava una locomotiva a vapore, per il fumo che fuoriusciva dalle orecchie.
Madara lo aveva fissato impassibile per tutta la durata dello sclero, poi con tranquillità aveva ribattuto.
-Ma come, giudichi me per essere andato a letto con Chiyomi, quando anche tu, a quanto ho capito, vuoi darti da fare con la sua amichetta?-
Ormai il povero Itachi era diventato color melanzana e non aveva il coraggio di ribattere, stando muto con una faccia incazzata/indignata/buffa.
Madara era avvicinato a lui, sussurrando qualcosa di pericoloso.
-... Infilarti nelle sue mutandine?- a quelle parole, Itachi non ci vide più.
-TU MA BRUTTO MACCHECCAZZO STAI CERCANDO DI INSINUARE NON SONO COSI' FISSATO E/O VOLGARE COME TE!!!!!!- a momenti non scionfava per terra.
Madara lo tenne per le spalle, e dopo qualche secondo erano già scoppiati a ridere entrambi.
E Itachi era fatto.
Ora mancava Sasori.
Il suo turno venne durante l'intervallo, nel cortile sotto la terrazza, dopo dei "ei stecchino, ti devo parlare." "-_-"
-So già che ne sarai scioccato e che vorrai sottolineare la tua disapprovazione.- aveva cominciato Madara.
Sasori apparentemente sembrava non aver capito.
-Oh, cos'è successo? Hai fatto rissa un'altra volta con quelli del club di calcio?- azzardò il rosso.
-No, l'ho fatto con Chiyomi.- così, alla leggera.
-Hai fatto una rissa con Chiyomi?!- un'alra ipotesi con due occhi enormi tipo O_O.
-No cretino, ci ho fatto sesso.- rispose lui, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
E da lì Sasori aveva cominciato a balbettare come un mitra, sudare ed agitarsi senza guardare in faccia Madara.
-T-t-tu tu-t-tu tu t-t-tu t-tu e Ch-Chiyo-Chi-Chiyomi--- si appoggiò alla parete per poi scivolare fino a rannicchiarsi come un guscio chiuso.
Dopo due minuti buoni di pseudo-imprecazioni, guardò in faccia Madara dal basso.
Con due occhi da psicopatico.
-Tu... Brutto depravato... Hai dissacrato una bambina innocente come Chiyomi...- con voce spettrale disse queste parole, per poi alzarsi e prenderlo per il bavero.
-Dì qualcosa, brutto pervertito! Dì che è uno scherzo! Dì che ti dispiace, dì qualcosa bastardo!- aveva preso a scuoterlo, quando finalmente venne fermato dal diretto interessato.
Questo si allontanò e finì all'inizio del corridoio vicino al portico del cortile.
-Bhè, da quello ha fatto, non mi è sembrata tanto "bambina innocente".- detto ciò, inizia a correre come un forsennato, capendo che Sasori l'avrebbe inseguito fino alla morte.
-BRUTTO BASTARDO SE TI ACCHIAPPO TI FACCIO BIANCO NERO E ARCOBALENO!!!!!!- come uno shuttle si mise a rincorrerlo.
Madara con agilità aveva svoltato l'angolo rifugiandosi in bagno e chiudendo la porta da dentro, tenendo la maniglia in caso di scassamento.
Fortunatamente nel corridoio non c'era nessuno, perchè Sasori, ancora scioccato si era messo ad urlare ancora.
-BASTARDO APRI QUESTA PORTA! TI INSEGNO IO AD ANDARE A LETTO CON QUELLE DI PRIMA! HAI DISSACRATO CHIYOMI BRUTTO MANIACO SESSUALE!!!- (altre urla e altri colpi sulla porta)
Madara con un sorrisetto, capendo di essere momentaneamente al sicuro, si era girato.
Vide Deidara, che con una faccia iper-scioccata lo stava guardando a sua volta.
Con un dito tremolante cercava di indicare Madara.
-T-tu... Sesso... Chiyomi...- e rimase paralizzato lì così com'era, con la bocca spalancata quasi disumanamente.
-Sì, te lo stavo venendo a dir-- si bloccò, poi riprese, -Deidara? Deidara?! Deidara, sta bene? Mi senti?- ovviamente l'interlocutore non aveva cambiato posizione.
Intanto, dopo altre urla, imprecazioni e colpi Sasori era riuscito finalmente a sfondare la porta.
-AH-HA! ADESSO SEI IN TRAPPOLA!!!!- gridò trionfante.
Madara, fermo come una statua, aveva indicato Deidara.
-NON ME LA FAI, CRETINO! GUARDA CHE NON CI CASCO!- e nonostante queste sue parole, si stava già sporgendo per vedere il soggetto indicato.
Appena visto Deidara con quella faccia, si era preoccupato subito, andandogli davanti.
-Deidara?- gli toccò la fronte con un dito e il biondo cascò a terra sonoramente come un sacco di patate.
A terra,continuò a ripetere le tre parole di prima.
-Tu... Sesso... Chiyomi...-
Dopo qualche secondo di silenzio guardando Deidara, Sasori e Madara si fissarono a loro volta e scoppiarono a ridere.
Sentendo le risate, Deidara parve riscuotersi e si alzò a sedere di scatto.
-Non pensavo che saresti caduto così in basso! Andare a letto con le pidocchie! Ma tu non stai bene!- e, alzatosi dal pavimento continuando a imprecare, si era avviato alla porta ormai sbloccata.
Madara lo tenne fermo per una spalla.
-Ma guarda che non lo devi dire in giro, è un segreto.-
-Ma ti pare che vado in giro a dire che io esco con uno che va a farsi le pidocchie?!- e se ne andò di gran carriera.
Erano così rimasti da soli Madara e Sasori.
Che scoppiarono nuovamente a ridere.
Ma Sasori si fermò bruscamente e mettendo una mano sulla spalla a Madara gli parlò con voce ferrea.
-Io e te dobbiamo parlare.- così lo spinse in bagno e chiuse la porta.

Per farmi raccontare questo pezzo ci sono volute suppliche dell'altro mondo, ma alla fine ho trionfato ed ecco il risultato. -w-

Sasori prese in mano il discorso.
-Voglio sperare che con Chiyomi non sia stato come tutte le altre, perchè sennò c'è il rischio che mi incazzi peggio di prima e che non ti parli più, perchè a lei ci tengo.- fece una pausa, poi guardò Madara con fermezza.
-Conoscendoti però stavolta non può essere così, quindi rassicurami, su.-
-Bene,- iniziò Madara, -non ti si può nascondere proprio nulla.- pausa.
-Lei non è come le altre, e questo l'ho capito subito. Ma non pensavo che avrei cominciato a tenere così tanto a lei. Quello che è successo sabato sera non è stato uno dei miei soliti giochi. E' stata una cosa seria, anche per me.- Madara pareva aver fatto fatica ad esprimersi veramente.
-Non so come definire il nostro rapporto, ma finalmente non sento più il bisogno di cambiare ragazza ogni tre per due. Perciò continua pure a fidarti di me come hai sempre fatto e a stare bene con Chiyomi.- finita la sua dichiarazione, Madara si era avviato in silenzio verso la porta, l'aveva aperta ed era uscito senza far rumore in corridoio.
Ad un certo punto, alle sue spalle alla porta del bagno Sasori gli stava urlando dietro sorridendo.
-Uau, sembra che anche tu alla fine stia crescendo!-

Potete bene immaginarvi la mia reazione a tali parole e fatti.
Rimasi incantata con gli occhi che brillavano, per poi abbracciarlo stretto.
Lui cominciò ad accarezzarmi la testa, molto probabilmente sorridendo, e riprese il suo racconto.

Mentre era fermo in corridoio, addossato al muro, sentì urlare una sottospece di cervello fuso.
-Cugiiiiiiiiiiiiinoooooo!!!!!!- Sasuke aveva rotto la pseudo-quiete presente nel corridoio deserto, fiondandosi saltellando addosso a Madara.
-So cosa'hai fatto l'altra seraaa...- continuò il più piccolo, cantilenando mentre si dondolava spostando il peso da un piede all'altro, con le braccia dietro la schiena e con questa faccina.
-Ma che cos'è questo, un film horror?- chiese Madara, molto probabilmente solo a sè stesso più che a Sasuke.
-Itachi mi ha detto che sei andato con una di prima... Ti sei abbassato! Gnè gnè!- continuò a sfotterlo il cuginetto.
-Ma tu non hai da andare a sbaciucchiarti con Uzumaki?- riprese l'altro, con una faccia lievemente schifata.
-Non cambiare discorso... Madara va con quelle di prima!!!!- e si rimise a saltellare.
-Ma almeno sai con chi sono stato, idiota?-
Sasuke smise immediatamente di saltellare.
-No, è stata l'unica cosa che Itachi non mi ha voluto dire!- si picchiettò un dito sul mento in segno di concentrazione.
Madara si era guardato intorno, per assicurarsi che non ci fosse nessuno, poi pronunciò due semplici paroline.
-Chiyomi Shiroga.- glielo aveva detto fissandolo negli occhi, serio da far paura, scandendo per bene il nome.
-Eeeehm... Chi-Chiyomi?...- dopo un lungo lasso di tempo passato in silenzio, imbambolato a guardare Madara incredulo, si sbloccò.
-Devo andare a sbaciucchiarmi con Narut--ehm, Sakura.- e si dileguò.
Appena non vide più Sasuke, decise di avviarsi nella classe di Hidan, dove sapeva avrebbe trovato anche Kakuzu e gli altri.
Varcata la porta, aveva visto Deidara fissarlo, poi il biondo aveva distolto lo sguardo scambiandolo con Itachi in segno di intesa.
Il prode si era avvicinato al baco di Hidan, dove erano seduti lui e Kakuzu.
-Vi devo parlare.- disse, semplicemente.
Poi li acchiappò per le maniche e li trascinò fuori dall'aula.
-Allora?- aveva chiesto Kakuzu, -Spero si tratti di soldi.-
Hidan sembrò illuminarsi.
-Non dirmi che finalmente ti sei deciso a fare una cosa a tre? Sono giorni che sogno una cosa del genere!- e prontamente gli arrivò un pugno nello stomaco da Kakuzu.
In quel momento Deidara stava uscendo dalla classe, avviandosi non si sa dove.
Ma Madara non se ne curò e guardò Hidan.
-Ehm, farò finta di non averti sentito...- sempre schifato, si fermò poi li guardò entrambi.
-Anche se non riguarda i soldi- fissò male Kakuzu, -e non è una cosa a tre,- e lanciò un'occhiataccia a Hidan, - ve la devo dire lo stesso.-
Creò un momento di suspance, poi espose.
-Io e Chiyomi lo abbiamo fatto.-
-Non vedo perchè mi debba interessar-- Kakuzu non finì di parlare che Hidan l'aveva fatto volare a terra saltando addosso a Madara iniziando a scuoterlo per la maglia e ad arrampicarcisi sopra.
-Tu avresti fatto una cosa del genere senza invitarmi?! Bell'amico che sei! Bell'amico che sei!!! Io ti avrei chiamato! Anzi! La prossima volta lo faccio!!!!- e mentre Madara lo guardava assolutamente traumatizzato il nostro arrampicatore venne preso per il coppino da Kakuzu.
-Come hai osato buttarmi a terra...?- e mentre diceva questo lo scaraventava a sua volta sul pavimento.
-Non ci pensare neacnche, brutto maniaco! Magari il terzo è pure un uomo!- poi guardò Kakuzu e gli scappò da ridere.
-Magari è proprio Kakuzu!- e si mise a ridere come un forsennato, seguito da Hidan che era rimasto a terra.
Kakuzu li fulminò entrambi, per poi sospirare.
-Conoscendolo, molto probabilmente cercerebbe di farlo.- e nonostante tutto, si misero a ridere.
Dopo un po', Madara aveva proposto di ritornare in classe, così stavano per separarsi.
Prima però entrò in scena Deidara, con una faccia scocciatissima.
Sasori, che stava per rientrare in classe anche lui in quel momento, si fermò nei pressi del gruppo e stava per interrogare Deidara, ma venne preceduto proprio da lui.
-Ma lo sa pete che è successo?!- emise un sonoro sbuffo.
-No. Sennò mica stavo per chiedertelo.- accennò Sasori.
-Quel dannato cagnaccio dell'Inuzuka mi ha detto di nuovo che sono un travestito! Una FEMMINA!- e grugnì, infastidito.
-Eddài, che ti frega, sono solo mocciosi.- provò a dire Sasori.
-Sì, ok, ma non si possono permettere!- si lagnò ancora Deidara.
-Ha ragione lui, Sasori. Ultimamente si stanno facendo parecchio insopportabili.- entrò nel discorso Kakuzu, con voce profonda.
-Già, è vero! Sono maledettamente strafottenti! Ma chi si credono di essere?!- sbottò anche Hidan.
Madara dopo qualche secondo di riflessione, prendendo una sedia lì in corridoio e salendoci sopra, dichiarò le sue intenzioni.
-Ragazzi, è giunto il momento di insegnare a questi poppanti come ci si comporta.-
Prima che i suoi amici potessero esultare (a parte Sasori, visibilmente contrariato), il prof Asuma spuntò fuori dall'aula di informatica e lo ammonì.
-Uchiha! Scendi subito da quella sedia!-
Madara lo guardò per un secondo.
-Scendo solo perchè sto scomodo.- e scese.
Il prof Asuma non gli dette peso e riprese a farsi i cavoli suoi.

-E il resto lo sai.- concluse lui.
-Ma come, tutto qui? Avete davvero fatto a botte per quello?- non mi sembrava che la storia fosse finita lì.
-Bhè, in realtà Sasori non è che abbia fatto più di tanto. Sì, magari qualche pugnetto ma...- e ridacchiò.
-Pacifista com'è! Ci credo! E ha fatto pure bene.- ribattei.
-Tsè, e che divertimento c'era, altrimenti?- alzò un sopracciglio.
-Fare a botte è un divertimento?- ciò mi lasciò perplessa.
-Per i maschi sì.- si fermò un attimo, mi guardò, poi ghignò.
-E mi sembra anche per te, visto il tipo a cui hai rotto il naso l'altra volta.- assunse un'aria saccente.
-Ma quello non vale!- gli dissi io, lamentandomi leggermente.
-Shhh, le bambine grandi non dovrebbero lagnare.- sghignazzò, prima di venire travolto dalla mia furia pucciosa.
-Stupido!- le nostre risate riempirono la casa, mentre l'una sull'altro ci stuzzicavamo.
Dopo che le risate si furono calmate Madara si mise a sedere in malo modo, sempre con me sopra di lui.
-Allora, per questa festa? E poi, Sasori non compie mica gli anni, domani?- chiese, perplesso.
-Per la festa mi sa che la sposteremo, poi... ODDIO!!! DEVO COMPRARE UN REGALO A SASORI!!!- mi disperai.
Avevo dimenticato questo particolare...
-Ah bho, vedi te. Comunque, ti consiglio di fare una bella festa, perchè più sarà bella, più il mio secondo regalo farà colpo.- gli scappò una risatina.
-Ma cosa... Mi devo preoccupare?- non mi convinceva del tutto...
-Su, su, rilassati.- sorrise sghembo, per poi strofinare il suo naso contro il mio.
Dopo un po' mi misi a sedere di fianco a lui e gli domandai cosa avrebbe potuto essere un regalo adatto a Sasori.
-Qualcosa di attinente alla falegnameria.- mi rispose senza mezzi termini.
-Ah. E dove trovo un negozio di falegnameria nei paraggi? Dentro al combini*?- scherzai io, nonostante fossi leggermente nel panico.
-Ah bho.-
-Bella risposta eh!- e giù a ridere ancora.
-Guarda che scherzo.- riprese, dopo.
-Oh, bene. Dimmi dov'è, allora!- mi alzai in piedi e lui fece lo stesso.
-Si chiama Hanai Daiku, è a un paio di fermate di treno da qui.- si avviò alla porta e si infilò le scarpe.
-Vuoi andare ora?- mi avvicinai, già preparandomi ad uscire.
-Certo, così evitiamo di annoiarci, no? Tanto chiude alle otto e mezza.- detto ciò aprì la porta e aspettò che mi preparassi ad uscire.

---

Con nostra sorpresa, appena entrati da Hanai Daiku, trovammo tutto il resto del gruppo.
Ma proprio tutto.
Itachi, Kisame, Kakuzu, Hidan, Deidara, Pain, Konan, Zetsu, Ann, Akira e Neji.
-Guarda chi si vede, il lolicon**!- bofonchiò Deidara, causando le risate di tutti.
-Ma è vero!!- si incazzò lui, ma alla fine si unì al gruppo.
Itachi e Akira si tenevano per mano, molto probabilmente c'era stata una svolta a mia insaputa.
Ann e Hidan sembravano invece una coppia normale.
Lui non era il pervertito di sempre!
E Kakuzu cercava di tenerseli entrambi fuori visuale perchè sennò avrebbe sclerato.
Kisame si era ormai arreso all'idea di Itachi e Akira insieme, e non stava facendo storie.
Zetsu stava confabulando col falegname, un ometto similissimo a geppetto, solo con meno capelli e questi di tonalità scura.
-Quindi cercate il modello più recente?-
-No, il più economico.- si intromise Kakuzu, e tutti gli altri lo guardarono malissimo, così lui non spiccicò più parola.
-Sì signore, il più nuovo. Il nostro amico è un patito di queste cose.- aveva detto Zetsu, prima che l'uomo sparisse nel retrobottega.
Parlottammo tutti assieme per un po', fichè l'ometto non tornò alla luce.
Aveva portato da noi su un carrello scorrevole uno strano affare che pareva servire alla levigatura e all'intagliatura del legno.
Era perfetto!
-Vi lascio un attimo, il mio telefono sta squillando.- si congedò il falegname, prima di sparire di nuovo.
Ci guardammo tutti e apportammo che era prorpio il regalo adatto.
Qualcuno fece la domanda cruciale.
-Chi è che glielo regala, allora?-
Venne fuori un casino totale, nel quale Hidan sbottò.
-Basta! Io lo sapevo che questo era un regalo troppo comune! Non ha classe! Non ha stile! Non è personale!- ci zittimmo tutti.
-Io l'avevo detto, dovevamo andare al sexy shop! Ma tutti "Nooo Hidan! Sei un maniaco!" io l'avevo detto che dovevamo regalargli una bambola gonfiabile o qualcos'altro per farlo divertire! Ma tutti "No Hidan, sei un maiale!" e ora siamo tutti qui imbarazzati perchè non sappiamo chi glielo farà 'sto fottutissimo regalo!-
Calò il silenzio.
Poi due ombre, entrambe alte e scure, con delle faccie che erano inquietanti, calarono su Hidan.
-Oh, i miei più cari amici!- sentenziò lui, mentre Ann e Kakuzu lo legnavano a più non posso.
-Deficiente!- gli urlava dietro Kakuzu.
-DEPRAVATO!- gli strillava Ann.
Dopo dieci minuti buoni di mazzate con Ann e Kakuzu incazzati neri e Hidan tutto contento, quest'ultimo proferì una strana perla di saggezza.
-Tanto vale che glielo facciamo tutti insieme il regalo, scontato per scontato...-
Stava per essere assalito di nuovo da entrambi i due, con Kakuzu che lo teneva per il bavero, quando proprio il tichione fermò il pugno a mezz'aria.
-Hei, un momento. Non fa così schifo come idea, risparmierei un sacco di soldi!- e mollò Hidan, facendolo cascare a terra come un sacco di patate.
Noi tutti ci ritrovammo d'accordo e alla fine quando l'omino rispuntò dal retro bottega pagammo la nostra parte.
-Per stavolta l'hai scampata.- disse Ann al masochista, mentre uscivamo lasciando il macchinario parecchio grande nel negozio; saremmo passati a prenderlo il giorno della festa.
-Com'è buona, lei...- le rispose lui, prendendola per un fianco.
E stavolta non la scampò, perchè Ann gli tirò un pugno spaziale.
Io camminavo di fianco a Madara, mentre con gli altri vagavamo senza meta.
-A me un po' dispiace non avergli fatto un regalo solo da parte mia...- mi confessò, forse un po' deluso.
-Dai, secondo me gli farà piacere anche questo regalo "by all".- gli risposi.
Poi Hidan, da gran rompipalle tornato dallo spazio, si avvicinò a Madara avendo inteso lo scontento.
-Hei Madara, ti va di fare un regalo supplementare veramente unico a Sasori? Insieme a me, inteso.-
Madara, guardingo, lo fissò un secondo.
-Spara, ti ascolto.- io già mi aspettavo qualcosa di improponibile.
-Qualcosa come un calendario io e te insieme nudi mentre facciamo cosucce sconce!- *Hidan faccina perversa version*
Madara si fermò di scatto, irrigidendosi.
Io e Ann, aggiuntasi poco prima, lo imitammo, avendo avuto una reazione simile.
-Hidan, corri.- lo intimò Madara, con voce bassa e spettrale.
Io e la mia amica diventammo paonazze e cominciammo a tossire come delle sceme, per poi urlare all'unisono.
-HIDAAAAAAN!!!!-
-Huhuhuhu...- riprese quello, per poi schizzare via come il coperchio di una pentola a pressione.
Io e Ann seguimmo a ruota Madara, che era volato anche lui, passando intorno a tutti gli altri, un pochino straniti.
-Ann, Chiyo, cos'è successo?- ci chiese Akira, un secondo dopo.
-HIDAAAAAAAAAAAAAAAAN!!!!- fu la nostra risposta.
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*combini = supermercatino tipico giapponese dove si trova (quasi) di tutto.
**lolicon = abbreviazione di "lolita complex", indica l'attrazione verso un'individuo femminile di giovane età.

Mala Zeta:
Commento prima io u_u
Bene, direi che il capitolo è carino, per il fatto che il genialloid qui presente abbia proposto la giornata raccontata da Madara.
Anche se ogni tanto ci scanniamo, per certe cose andiamo d'accordo xD
Il resto da commentare lo passo a lui e a voi che leggete.
Ringrazio con tutta me stessa chi ci segue! <3

Madara Tobi Uchiha:
Non trovate che Hidan e Madara siano una bella coppia? xD
Lol, apparte gli scherzi, grazie a tutti quelli che seguono!
Se andate sul mio profilo troverete le perle di saggezza del sottscritto nelle veci di Madara Uchiha.

Mala Zeta:
Oddeo, io lo so! xD
Leggete, mi raccomando! u.u

Madara Tobi Uchiha:
Grazie u_u
Al prossimo capitolo!

Mala Zeta:
Si! Alla prossima! ^7^/

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Capitolo 18
*** Prepariamoci alla Fiesta! ***


Cap.18_Prepariamoci alla fiesta! Buonsalve, e scusate l'infinito periodo d'assenza. *inchin*
La scuola mi ha risucchiato.
MA HO VINTO IO ewe
Sono qui apposta per rimediare! °D°
Questo capitolo, dato che Mady è occupato, penso lo scriverò in gran parte io.
Poi lui mi dirà cosa correggere e voi troverete il tutto bell'eppronto! :D
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Dopo aver sistemato adeguatamente Hiddy (e ovviamente lasciato alle cure di pentimento di Ann), io e Akira salutammo tutti.
Avevo intenzione di parlarle a proposito di lei e Itachi, ovviamente; poi sarebbe venuto il turno di Ann e le sue spiegazioni riguardo al "rapporto" con l'albino.
Dovevamo discutere anche di un'altro fatto parecchio importante, così ci dirigemmo a casa mia.
Sasori e Ann ci avrebbero raggiunte dopo, perchè centravano anche loro.
La festa di compleanno!

Mala Zeta presents:
PREPARIAMOCI ALLA FIESTA!

Prima che arrivassero Sasori e Ann, mi misi a parlare a quattr'occhi con Akira.
-Aki... E' da un po' di tempo che vorrei parlarti.- cominciai.
-Ah sì? Di cosa, precisamente?-
Saltai i convenevoli.
-Da quando tu e Itachi state insieme?-
Lei sembrò avere un attacco di cuore e diventò paonazza.
-I-io e Itachi??? Mamamamamama che vai a dire!- cominciò a ridere forzatamente, era nervosissima.
-Piantala di metire e raccontami, dài! Avresti potuto almeno farmi la cortesia di dirmelo!- risi e la abbracciai.
Fu come una medicina per lei, che si lasciò andare e prese a ridere.
-Ah, bèh, era logico che l'avresti scoperto...- mi sciolsi dall'abbraccio e mi sedetti accanto a lei.
-Guarda che si vede lontano un chilomentro che fate i teneri, eh.- ci rimase con un palmo di naso.
-Ehm... Hehehehe...-
-Comunque, ora mi racconti come avete fatto ad arrivare al tenero.- la guardai con la mia faccia più convincente.
-E va beeeeeeeeeene... Allora, praticamente è cominciato tutto da quando tu e Madara- tossì, non le andava ancora giù quel ragazzo. Però sapevo che in fondo gli era grata per quello che mi stava per dire. -avete cominciato a frequentarvi. Itacchan era preoccupato per te e io pure.- sgranai gli occhi, e lei riprese.
-Non fare quella faccia! Era preoccupato per te perchè lo ero anch'io! E' stata una conseguenza ai miei sfoghi durante le ripetizioni. Alla fine ci siamo incontrati più volte anche in biblioteca per matematica, quando non stavo con te, ma alla fine veniva sempre fuori quel discorso...-
-Uhuuuuu-- no aspetta, che tipo di "sfoghi"?- le chiesi, perplessa.
-Sfoghi di preoccupazione. E' stato tenerissimo da parte sua!- fece una faccia pucciosissima e si mise a strapazzare un cuscino.
Risi a quell'azione.
Erano cotti l'uno dell'altra, a quanto diceva. E io ero felice per lei!
-Abbiamo cominciato ad uscire insieme, sempre quando non ero con te. Alla fine... Bèh...- ridiventò rossa.
-Ok, ok,- risposi, tra le risatine, -mi hai convinta!- le risate ci colsero di nuovo, e finalmente sapevo un po' di più sul conto dei piccioncini...
-E poi, in così poco tempo...- la guardai sorridente.
-Anche tu e Madara...-
-*coff coff*...-
Adesso mancava Ann.

---

Dopo un quarto d'ora i due che stavamo aspettando suonarono alla mia porta.
-Ho qualche idea da esporre!- fece allegro Sasori appena aprii.
-Iiiiiih...- sospirò beata Ann. La compagnia di Hidan la rendeva così tanto tenera? Tanto meglio per lei...
-Ok, entrate che vi preparo il thè.-
-Grazie mille.- entrarono e si sedettero sul divano insieme ad Aki.
Dopo aver preparato e servito il thè a tutti, la disucssione cominciò: "come facciamo ad organizzarci?"
-Io direi di posticipare la data.- disse Sasori.
Annuii, per poi parlare a mia volta.
-Direi che potrebbe andare bene il... 15? In otto giorni, se ci impegnamo, potremmo preparare tutto per bene.-
-E il tema di Halloween?- domandò Ann, speranzosa.
-Prima di parlare di questo, non sarebbe meglio parlare del luogo?- aggiunsi.
-Io per il luogo ho un'idea.- Akira fece voltare tutti noi verso di lei.
-Mio zio gestisce un locale con la moglie, potrei persino farvelo "affittare" gratis!- le zompai addosso felicissima!
-AWWWW SEI LA MIGLIORE!!!- le urlacchiai tutta contenta, tra le risate degli altri due.
-Ora che per il posto siamo... a posto...- cominciò Ann, -possiamo parlare del tema!-
-Dobbiamo organizzarci per gli addobbi, i costumi e la torta.- dissi, pensierosa.
-Per il tuo costume ci pensiamo noi!!!- strillarono in coro Ann e Akira, alzatesi in piedi, mani nelle mani e saltellanti.
-Mi state preoccupando.- mi spiaccicai a Sasori, che tratteneva a stento le risate.
-Ovviamente anche ai nostri.- aggiunse Akira, ricomponendosi.
Avevamo una caterva di cose da fare, alla fine: biglietti, musica, atmosfera e, come già detto, costumi, addobbi eccetera.
Discutemmo a lungo, fino a quando non venne il momento di separarci.
Prima che potesse scappare, bloccai Ann.
-Voi andate avanti, io e lei dobbiamo parlare!- dissi tutta sorridente.
Ann sapeva che quel sorriso era una trappola. Hohoho.
Appena quei due furono usciti, dopo altri saluti e raccomandazioni, mi chiusi la porta alle spalle e gettai Ann sul divano.
-Allooooooooora. Non pensi che dobbiamo dirci quattro cosine, giusto giusto per correttezza?- la mia faccina angelica nascondeva un paio di corna e una codina a punta.
-Non capisco di cosa tu stia parlando...- faccina imbarazzata. "Hoho, ti ho in pugno."
-Massì, non fare la tontolona!- mi sedetti vicino a lei e le tirai le guance, come fanno le nonne ai nipotini.
-Sto parlando di te e HIDDY!- alzai la voce per pronunciare il suo nome, e Ann (come previsto) avvampò senza ritegno.
-Ah, ma io, no, cioè, cosa io e lui... ma che vai a dire... no, bèh, forse sì ma non troppo... uffa, ecco...- sembrava una locomotiva, dal fumo che le usciva dalle orecchie.
La zittii tappandole la bocca con la mano, poi la guardai.
-Niente mezzi termini. Vi siete già scambiati un bel bacino? Muàh muàh!- feci finta di dare dei baci all'aria con aria parecchio stupida, mentre le toglievo la mano dalla bocca.
Lei si mise a ridere e il rossore accennò a diminuire.
-A-a dire la verità, no... Mi vergogno tanto e... non lo so... Lui mi piace, ma mi intimorisce allo stesso tempo...- aveva una faccia così tenera che se l'avesse vista Hidan, sarebbe svenuto per troppa pucciosità.
-Ma ogni tanto mi repelle pure. Gh.- la sua espressione mutò di colpo, schifatissima.
A quel cambiamento caddi dal divano e cominciai a ridere come una demente, poi mi fermai di colpo, diventando serissima.
-Fatto sta che sei cotta. Come uno strudel.- appuntai. -In fondo, non ti importa del suo essere schifoso, lo vedi sempre e comunque come un ragazzo "perfetto."-
-Freeeena frena frena. "Perfetto" mica tanto.- alzò l'indice al cielo con fare critico.
-Sarà anche MOLTO bello, pure carino con me a volte, ma... Il problema è che lui non solo è un pervertito ai livelli del vicepreside Jiraya. E'...- si interruppe.
Sapevo cosa stava per dire! "No! Non può importarti! Non deve importarti se ti piace!"
-E' BISEX!- ricadde con la schiena sul divano, mentre io scattavo in piedi.
-Aehm. Non dovrebbe importarti.- la guardai seria.
-Ma io... GH!- si mise un cuscino in faccia e a momenti tentò di soffocarsi, poi lo gettò sulla poltrona vicina e si mise a sospirare.
Rimasi in silenzio per un paio di minuti, rimbambita da tutti quei sospiri.
Poi mi venne un'idea grandiosa. Che poi non era nemmeno tanto grandiosa, era più una cosa ovvia.
-Senti, perchè non esci con lui?- la sua reazione fu rotolare giù dal divano.
-MAMAMAMAMAMAMAMAMA MA TI PARE?! N-non mi fido!- si mise le mani tra i capelli.
Sospirai io, stavolta.
Poi un'altra idea mi balenò per la testa.
-Senti, forse è meglio se ora vai a casa. Mi sembri un tantino scossa.-
-UN TANTINO?!- faccina turbatissima.
-Sì, vabbè, quello che è. Dài, parliamo domani.- sconsolata annuì e la accompagnai alla porta.
Mi addossai ad essa e scivolai piano fino a sedermi.
Il piano consisteva nel parlare a Hidan e di "istruirlo" un minimo sui comportamenti di Ann.
Alla festa poi l'avrebbe invitata ad uscire ufficialmente.
-Che stress. Devo fare sempre tutto io!- mi scappoò una mezza risata, poi mi alzai e andai in camera mia, a prendere la tracolla per fare i compiti.

---

La mattina dopo rischiai di arrivare in ritardo per le lezioni.
Il fatto era che durante la notte avevo dormito sì, e anche parecchio, ma un sogno turbolento mi aveva letteralmente sconquassato, tanto da rimbecillirmi l'orologio biologico.
Era tutto scuro, uno scenario bizzarro... Sembrava la città di Halloween nel film Nightmare before Christmas.
C'erano mele caramellate con un ghigno nero che pendevano dai rami neri di alberi rinsecchiti, bastoncini di zucchero alti quanto un uomo nero e arancio, spaventapasseri rpieni di caramelle e vermi, casupole diroccate con pezzi di tetto crollati, dai quali usciva un fumo verdognolo...
Era tutto inquietante e attraente allo stesso tempo.
Mi addentravo nella città, e dalle case provenivano risate cupe, sprezzanti o di scherno; più mi avvicinavo al centro, più aumentavano di volume.
Si aggiungevano gradualmente sguardi dai colori fluo e individui coerenti alla città: bambole gotiche senza braccia o tagliate in due, lupi mannari spelacchiati e ricoperti di sangue, streghe dallo sguardo schizzato e vampiri con un occhio solo ricoperti di ferite.
Mi sentivo confusa, mi girava la testa, ma sentivo il bisogno di andare avanti come se qualcuno mi stesse tirando con una fune invisibile.
Arrivata nella piazza centrale, tutti i personaggi comparsi fino a quel momento si erano radunati e mi osservavano impassibili.
In mezzo allo spiazzo si trovava una fontana dalla quale fuoriusciva e gorgogliava un luquido denso verde e nero melma, decorata con gargoyle di ardesia e pietra nera.
Seduta sul bordo della fontana c'era una figura femminile dai lunghi capelli castani, che si spazzolava con cura.
Era piena di cuciture, come se il suo corpo dovesse dividersi in pezzi senza di esse.
D'un tratto si girò di scatto colpendomi con uno sguardo maligno e un sorriso altrettanto maligno.
Occhi gialli, smalto giallo.
-No...- dicevo.
"Non l'ho più rivista... Cosa significa?"
E lei si alzava, camminava verso di me.
Al suo avanzare, a ogni lento passo che faceva, nasceva e aumentava di volume Sick Of It All, buttandomi completamente nel caos.
La testa mi scoppiava, mi sentivo svenire, finchè...
Arrivata davanti a me, partiva il ritornello.
Venivo avvolta dalla stessa sostanza che schiumava dalla fontana, quasi soffocata dal vischiume.
Poi esplodevo davvero, attorno a me aleggiava una strana aura rossa, che a contatto con il vischiume, lo faceva sfrigolare, bruciandolo.
Ci buttavamo l'una sull'altra, con i nostri attacchi: io con l'aura e le sue varie forme, e i pugni; lei con il liquido, la spazzola e i capelli, allungatisi di molto e mutando le punte in serpentelli velenosi.
Il sogno finiva di colpo dopo un'esplosione tra l'aura e la sostanza liquida.
-Vedi te, una cosa più traumatica di questa...- borbottai, mentre entravo in classe.
-Hei!- sbucò Ann, sorridendomi.
-Oggi Aki non viene, mi ha avvisato. Hai il cellulare spento, lo sai? Ha chiamato prima te ma non le hai risposto...-
-Oh, gomen*...- avevo una faccia da paura.
-Oddio! Che hai??- si preoccupò subito lei, mi prese per le spalle e mi scosse con forza.
-Eeeeeeeh....- emisi un suono simile a questo, e lei mi lasciò andare spaventata.
Caddi con la testa sul banco.
-Chiyo! CHIYO!- riprese a scuotermi, ancora più preoccupata.
Mi ripresi lentamente e la guardai.
-Sto benissimo, benissimissimo... Mai stata meglio...- il mio sorriso venuto male (malissimo) la fece correre fuori dalla porta.
Quasi non mi domandai nemmeno il perchè di quell'azione.
Tornò dopo pochissimo, col fiatone, con Kakuzu e con l'mp3 di lui.
-Muoviti, Kaku!-
-Anche se è un'emergenza, lo sai che non mi devi chamare Kak-- spalancò gli occhi appena mi vide.
-Oh, cazzo.- raggiunse Ann, che era tornata al mio banco.
-L'mp3! Dammi!- prese il lettore che aveva in mano Kakuzu e mi infilò gli auricolari nelle orecchie.
Cominciò a cercare una canzone qualsiasi e poi la fece partire.
Sentii il flusso benevolo di Equipement insinuarsi nel mio cervello e ridonarmi vita come una linfa.
-Che avevi?- mi chiese lui.
-Grazie dell'mp3, il mio l'ho lasciato a casa... Comunque, ho fatto un sogno tremendo.- ^-^"
-Il fattore "ho dimenticato l'mp3" indica una cosa preoccupante. Com'era il sogno?- chiese Ann.
"Oh-o."
Non potevo raccontare loro nulla, non sapevano di Chizuru.
-Aaaah, màh, una cosa molto bizzarra.... Mele caramellate dalla faccia truce che mi riducevano a brandelli...- raccontai lì per lì la prima cosa che mi venne in mente. Risatina tesa.

---

Grazie al cielo la pausa arrivò in fretta.
Presi in mano il mio bento e andai con Ann nella classe di Sasori.
Lo trovammo seduto al suo posto che parlava con Deidara; alla lavagna c'era scritto Buon Compleanno Sasori.
-Ciao!- Ann si diresse verso di loro, io rimasi intontita alla porta.
Rispetto a quella mattina mi sentivo davvero meglio, ma purtroppo un po' di rintontaggine mi era rimasta.
Madara stava frugando nella sua borsa, quando si accorse di me e mi venne incontro.
-Hei.- si appoggiò allo stipite e incrociò le braccia, sorridendomi.
-Non corri e non salti da Sasori per fargli gli auguri?- mi domandò.
-Sì, certo, ora vado. E' solo che mi sento un po' stordita...- non avevo fatto i conti con la sua presenza.
Era la cosa più vicina a "Occhi Gialli"...
Mi feci strada tra i banchi e arrivai da Sasori.
-Happy birthday dear friend!- cercai di sembrare il più allegra possibile, in fondo ero felice per lui.
-Ah, grazie Micchan!- sorrise, togliendomi un po' di nebbia dalla mente.
Andai ad abbracciarlo stretto con un sorriso, nella tranquillità dell'atmosfera intorno.
Poi entrò Hidan.
-CIAO PINOCCHIO! BUON COMPLEANNO!- mi spostai in tempo per evitare che lui mi spiaccicasse su Sasori.
Mentre lo strangolava, Ann si nascose dietro di me.
-Mannaggia mannaggia mannaggia- continuava a ripetere sottovoce.
Mentre Hidan si strusciava amorevolmente su Sasori, con una faccina quasi floreale (e intanto Sasori periva, con gli occhi a forma di X), mi guardai intorno.
Prima Ann.
Poi Hidan.
Con la faccia più neutrale del mondo mi spostai, presi per le spalle Ann, la posizionai poprio di fianco a Sasori.
Poi con uno scatto assurdo tirai giù Sasori dalla sedia e spinsi Ann al suo posto.
Sasori stava per imprecare, ma poi si accorse di ciò che avevo atuato.
Hidan si era incollato ad Ann come (e anche peggio di) una cozza.
Lei, nell'agitarsi, peggiorò la situazione: Hidan cadde con la faccia nel suo petto.
-AAAAAAAAAAAAAAAAH!!!!!!- lei.
-SIIIIIIIIIIII!!!!!- lui.
Ehm. Forse avevo esagerato.
Indietreggiai silenziosamente e me la diedi a gambe levate.
Cioè, tentai.
Perchè Madara mi acciuffò al volo.
-Ho preso il colpevole! Ora linciamolo!- si mise a ridacchiare.
-Mollamiiiiiiii non l'ho fatto appostaaaaa!!!- *agit agit*
-Tuuuuuu...- Ann mi venne incontro con una faccia spettrale. Si stava portando addietro Hidan, tirandolo per i capelli.
Aveva ancora la faccian floreale, con l'aggiunta di un litro di sangue dal naso e un bernoccolo gigantesco.
-Madara ti supplico mollamiiiiiiiiiii- *agit agit AGIIIT*
-Al volo!- mi spinse tra le braccia della furia.
-Oooops...- sghignazzò senza ritegno.
Ann però si scansò (con mia grande sorpresa) e puntò il dito contro Madara.
-Madara! Questa me la paghi!-
-Come Madara?- disse lui.
-Come Madara?- gli feci eco io.
Poi però ci pensai un attimo e sfruttai la situazione a mio favore.
-Ah sisisisi!!! Si! E' lui è lui! E' stato lui!- cominciai a saltellare.
Sasori tra le risate mi diede corda.
-Sì sì è vero! E' lui che mi ha buttato giù!-
-No aspettate! Qui c'è un malinteso!- indietreggiò spaventato mentre Ann gli andava incontro minacciosa.
-Tòh guarda! Mi chiamano in presidenza, che peccato!- e con voce in falsetto:
-Madara Uchiha in presidenzaaa! Ecco sentite? Addiiiiooooo!!- e corse via con una nuvola di fumo.

---

Finita la giornata scolastica uscii con Ann dai cancelli.
-In realtà ho buttato giù io Sasori...-
-AAAAAAAAAAAAAHHH CHIYOMIIIIIIII!!!- prese a "picchiarmi" tutta rossa.
-Ecco vedi?! Hai condannato un Madara innocente!- spuntò da dietro l'Uchiha.
Lo guardai un attimo, poi...
-Tu non sei mai innocente.- e ghignai.
Fece una faccina stupidissima.
-Senti chi parla...- e sghignazzò pure lui.
-STAI ZITTOOOOOO!!!- gli zompai addosso e cominciai a "menarlo".
Dopo che la mia simil-furia si fu calmata, riprese.
-Almeno nessuno c'ha rimesso.- Ann lo guardò malissimo.
-Sicuro?- spuntò fuori Kakuzu, trascinando per i capelli quella massa informe che doveva essere Hidan.
Aveva la stessa espressione dalla pausa pranzo...
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*Gomen = scusa.

Mala Zeta: Beneeee eccosi qui finalmenteH! o7o/
Sono DISPIACIUTISSIMA dell'infinito periodo di inattività...
Meno male che abbiamo rimediatoooo! *spara coriandoli*

Madara: *clap clap* E io purtroppo ho ancora dei problemi... di comunicazione. -.-"
A causa dell'account qui su EFP e di una certa inquisizione che mi ha privato di tutti i miei averi (mia madre) tranne del cellulare, con qui riesco a stento a sentire la qui presente Chiyomi. B|

Mala Zeta: Ancora scusa per gli inconvenienti e al prossimo capitolo, che mi auguro venga realizzato in tempi più stretti! ^-^"
Grazie anche per chi non ci abbandona nonostante la scostanza! ^-^""""""

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Capitolo 19
*** Non solo maniaci (si salvi chi può)! ***


Cap.19_Non solo maniaci (si salvi chi può)! SCUSATE scusate scusate, alla fine sono passati due mesi dall'ultima pubblicazione.
Speriamo di riuscire a farci perdonare con questo capitolo! :D
Buoooooona lettura! :3
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Ormai mancava un solo giorno alla festa.
In quel momento, però, la mia bontà mi aveva trascinata a subire le assurdità di Hidan e le sue motivazioni per rimanere così... Hidan.
-Come posso essere più dolce di così? Cosa può essere più dolce di un invito ad una sana scopata?!- aveva appunto finito di dire il suddetto.
-E magari a più persone, così per aumentare il divertimento!- la mia faccia schifata non lo aveva fermato, -A proposito... Non è che statsera, dopo la cena, tu e Madara siete liberi?-
Il mio pugno non si era fatto aspettare, e nemmeno il mio colorito rosso pomodoro.
-TI PARE IL MOMENTO DI CERTI DISCORSI?!- gli avevo urlato in faccia, dopo averlo acciuffato per il bavero.
-Si.- aveva risposto, con la solita faccina floreale.

Mala Zeta presents:
NON SOLO MANIACI (SI SALVI CHI PUO')!

Mi ero svegliata, come tutte le mattine, per andare a scuola.
Non sapevo ancora che quella sarebbe stata una giornata a dir poco bizzarra.
Mi lavai, vestii e feci colazione, poi uscii come di consuetudine.
Akira mi aspettava davanti alla porta, così andai a scuola con lei, per poi incrociare anche Ann.
E fin lì, tutto ok.
Dopo le solite lezioni, arrivò il momento della pausa pranzo: Itachi venne a far visita ad Akira, anche se non nel pieno delle sue forze.
-Mi sa che mi sono preso l'isfluenza...- aveva detto, soffiandosi il naso; poi era uscito con la mia amica.
Ann era scappata da Hinata per non so che motivo, mentre io mi ero diretta ai bagni per sciacquarmi la faccia e bere un po', per poi andare da Madara e Sasori.
Dopo il bagno mi ero diretta verso la 3°F, e prima di voltare l'angolo, sentivo già la voce di Madara chiacchierare con dei suoi compagni.
-Questo compito va assolutamente rifatto! Così non va bene, per me è inaccettabile!- stava dicendo, quando uno dei suoi lo interruppe:
-Ma tu hai studiato?-
-No! Ma che c'entra! Il compito non va bene compunque!- la risposta mi aveva fatto sorridere.
Poi, qualche metro prima dell'angolo, vidi schizzare Chizuru davanti a me, e il mio sorriso sparì. Raggelai.
Mi acquattai alla parete e sbirciai nella sua direzione.
Come avevo previsto si diresse verso Madara, scostandolo dagli altri e piantandolo al muro, praticamente stringendo le proprie braccia-tentacolo attorno ai suoi fianchi.
-Ciao tesoruccio, come stai?- cominciò, nel modo più tranquillo possibile.
Lui rimase frastornato qualche secondo.
-Chi... Chi...- poi si riprese di colpo, per mantenere il suo contegno, -*coff coff* Chizuru, cosa ci fai qui? E poi ti ho detto mille volte di non chiamarmi tesoruccio.- cercò apparentemente di mantenere la calma, mentre io, dentro di me, friggevo.
Cercò di liberarsi dalla stretta, quasi senza successo.
Poi, sorprendendo sia me che lui, fu Chizuru a staccarsi, spingendolo di nuovo contro il muro.
Squittì seccata.
-Dio, quanto sei diventato noioso! Non fare tanto il santarellino, pensi che non lo senta che ti attraggo ancora?- e detto questo, si appoggiò con il suo prominente petto su quello di Madara, provocandogli un leggero nosebleed.
Io, dal canto mio, ero incazzata come una biscia... Non poteva fare così.
Poi lei lo guardò maliziosamente, tenendogli le mani ferme.
-Ti va di accompagnarmi al bagno?- i suoi occhi gialli ebbero un guizzo di malizia, appunto, indescrivibile.
Madara lì per lì rimase imbambolato per un attimo, poi parlò con fare disperato, voltando la testa dall'altra parte.
-Ma tu non sei mai a scuola?!- e lei, permalosa, gli rispose, agganciandosi anche al discorso di prima:
-Una come me che prende tutti ottimi voti non ha bisogno di andare a scuola tutti i giorni, mi annoia! Proprio come stai facendo tu in questo momento!- e detto questo, sparì com'era arrivata, lasciando Madara con un palmo di naso; quasi cercò di fermarla, ma la subito quell'idea gli morì, ed emise un lungo sospiro.
-Salvo...- e scivolò lungo la parete.
Io rimasi ancora nel mio "nascondiglio", non sapendo cosa fare.
Ero arrabbiata e trionfante allo stesso tempo: Chizuru era una bastarda, e cominciavo ad odiarla seriamente per quello che stava facendo; dall'altro canto ero felice come una pasqua perchè Madara ne aveva fatte di ogni per evitare qualsiasi altro approccio con lei.
In seguito, con mia sorpresa, vidi sbucare Sasori da dietro una porta, che con faccia sorridente si rivolse a Madara:
-Tutto a posto? Se n'è andata?- Madara lo guardò con due occhioni così, allibito.
-No, cioè, tu hai visto tutto? E non sei intervenuto? E non mi hai neanche minimamente aiutato?!- Sasori gli rispose con lo stesso tono:
-Aiutarti? Io?! Ma quella è matta! Se avessi provato ad interromperla mi avrebbe fatto fuori!-
-Già, è proprio un demone...- ammise lui, sconfitto.
Dopo un paio di riflessioni tipo "anche Sasori conosce la stronza" mi feci coraggio e sbucai fuori anche io, con un piano in mente.
-Madara! Ciao! Che fai di bello? Oh, ciao Sasori!- dissi io, raggiante; le corna da diavoletto vennero nascoste dall'aura angelica.
-CHIYOMI!- Madara mi abbracciò sorridente, -stamattina sei proprio il raggio di sole che illumina la mia giornata!- oddio.
Per essere così dolce doveva essersi proprio rincoglionito, poverino.
-Ehm... Mi son persa qualcosa?- e sia lui che Sasori, allarmati, cominciarono a balbettare dei "no no no no, figurati".
-La solita routine...- azzardò Sasori, mentre Madara mi stringeva ancora, strusciando la sua guancia contro la mia.
Sasori alzò un sopracciglio.
Poi così, di colpo, Madara mi fece girare di 180 gradi per abbracciarmi da dietro, praticamente asfissiandomi, per poi prendere ad accarezzarmi l'addome, sussurrandomi:
-Ah, Chiyomi, lo sai che oggi sei davvero attraente?- e lì mi spaventai sul serio.
Ma come diamine faceva quella lì a rimbambirlo così tanto?
Venni salvata per miracolo da Sasori, che ridendo, abbastanza imbarazzato, dette un pugno sulla testa di Madara, staccandomi da lui.
-Non vorrai stuprarla qui davanti a tutti, vero?- secondo me avrebbe stuprato anche una sedia, in quel momento.
Madara scosse la testa, riprendendosi un attimo.
-Scusatemi, avete ragione, davanti a tutti non si può!- così mi prese per mano e mi trascinò a tutta birra verso la terrazza.
-MA IO NON INTENDEVO QUESTO!- fu l'ultima cosa che udii da sasori, rimasto scandalizzato lì dov'era.

---

Mi ritrovai così sulla terrazza, seduta sul mio tettuccio, con Madara affianco che mi guardava negli occhi; ogni tanto diceva paroline dolci, e la cosa non è che mi dispiacesse del tutto. Anzi.
La cosa che però ODIAVO era che il fattore scatenante fosse stata Chizuru.
Ad un tratto Madara si avvicinò per baciarmi.
Andai nel panico.
Cioè, più che panico, ragionai meccanicamente: "No, non permetterò che ci baciamo grazie a Chizuru!"
Così gli presi la testa e lo deviai.
Lui ci rimase di sasso.
"Ma no, aspetta! Così faccio il gioco di quell'arpia!" e allora gli afferrai la faccia e mi buttai su di lui, baciandolo.
Il risultato fu più o meno un Madara confuso elevato alla terza.
-Sei un demone anche tu!- mi disse poi.
-Come "anche"?- dentro di me ridevo come una pazza.
-Tu-tu sei un demone!- rispose lui muovendo la mano come per scacciare via un pensiero.
Praticamente la pausa fini così: noi due che ci baciavamo, io che sghignazzavo alla faccia di Chizuru, lui rimbambito come non l'avevo mai visto prima (ma anche abbastanza contento, mi sembra).
Alla fine ce ne tornammo in classe, ognuno con la sua gatta da pelare.

---

La fine della tortura (come diceva sempre Madara) arrivò con una certa velocità.
Forse perchè ero immersa nei miei pensieri o per qualcos'altro.
Ma, a quanto pare, non ero stata l'unica ad aver passato la giornata con la testa tra le nuvole.
Apparve un Sasori dall'aria dubbiosissima, che, appena arrivato da me, espose la sua perplessità.
-Ma che hai fatto a Madara nella pausa? Se n'è andato conciato male ed è tornato peggio!-
Elaborai un attimo la mia risposta.
-Lascio tutto alla tua immaginazione!- dissi poi, sorridendo.
-Potrei pensare male.- feci soltanto una risatina e un *pat pat* affettuoso sulla sua spalla.
-A proposito,- riprese ad un tratto, -parli del diavolo... Ecco che arriva Madara.- lo indicò, veniva nella nostra direzione, ovvero dal cancello all'entrata della scuola.
-Ma che ci fa lì?- chiesi io, perplessa.
-E' uscito prima.- asserì Sasori, mentre Madara era arrivato.
-E perchè?- chiesi all'interessato, che rispose con un filo di voce, spettrale.
-Sto poco bene...-
-E c'era la verifica di geografia...- aggiunse il rosso.
-E io avevo avvertito il prof che non l'avrei mai fatta! BUAHAHAHAHAHAHA!!!!!- lo guardai stupita, scioccata e sollevata allo stesso tempo, quando quando un filo di fumo si levò dietro di noi.
-Ah, Uchiha, vedo che ti sei ripreso...- intervenì gaiamente il prof Asuma. -Mi fa piacere...- dette una boccata, poi continuò, -Lo sai che domani mattina alle prime due ore ci sono io?-
L'entusiasmo di Madara sfumò come il fumo della sigaretta del prof, mentre pronuciava le parole di sconfitta.
-Stavolta, professore, ha vinto lei.- Asuma ridacchiò, buttò la sigaretta a terra e dopo averla spenta pestandola se ne andò.
Io e Sasori quindi ci incamminammo, poi però ci girammo perchè Madara non ci seguiva.
Lo trovammo con un sorriso da psicopatico che gli andava da un orecchio all'altro.
-Qualcosa mi dice che io domani entrerò più tardi...- io mi avvicinai a lui e gli parlai a quattr'occhi.
-Tu non è che stai male fisicamente, tu stai male qui...- con un dito gli toccai più volte la tempia, in segno della sua follia.
In tutta risposta mi agguantò per i fianchi e mi baciò.
"Ah bèh, finchè fa così..." pensai.
Però.
Però.
Però.
Fummo staccati bruscamente da Hidan, che urlava:
-MADARA CHIYOMI AIUTATEMI OMMIODDIO SONO NELLA MERDA!!!!-
Madara, al contrario di me, non aveva ritirato la lingua, e si ritrovò ad averla ancora di fuori; quando se l'ebbe "rimangiata", con sguardo omicida fulminò Hidan.
-Lo sai che in questo preciso momento potrei anche ucciderti?!- dopo qualche secondo di silenzio, Hiddy si mise a scuotermi.
-CHIYOMI TI PREGO AIUTAMI SONO NELLA MERDA!!!- gli detti corda.
-Cosa c'è? Che hai fatto di così terribile?- lo guardai alzando le sopracciglia.
-Io... Io... IO HO INVITATO A CENA ANN STASERA!!!-
-COOOOOOOSA?!?!- sgranai gli occhi e lo guardai incredula.
-Dimmi cosa devo fare! Come mi devo vestire! Come mi devo comportare! Come la devo baciare! Quali sono le sue posizioni preferite a letto!- all'ultima frase gli tappai la bocca con la mano.
-ALLORA. Punto primo, se le torci anche solo un capello contro la sua volontà, giuro che vengo lì  e TI UCCIDO, ok?!- l'avrei fatto davvero.
Cercai con lo sguardo Ann, o Akira, perchè sicuramente erano insieme, scandagliando il cortile come un radar, non vedendola.
"Forse se n'è già andata... Chissà che colpo..."
-Senti...- mi girai verso Madara, che aveva uno sguardo subdolissimo, -non sarebbe meglio fare un uscita di gruppo?- suggerì.
Capendo che voleva solo rompergli le uova nel paniere, lo afferrai per il bavero e sibilai:
-Lo so che vuoi fare, ma ti ricordo che c'è anche Ann. Se le succede qualcosa, a pagarla non sarà solo Hidan...- lui in risposta mi toccò il naso con un dito.
-Come se tu potessi farmi qualcosa...- pensai in fretta a qualcosa per ricattarlo, poi lo rimbeccai.
-Hai voglia di scaricare quella smania che hai oggi?- lui annuì stupito, sia per l'insolita risposta da parte mia, che per la mia proposta.
Mi rivolsi ad Hidan in tono di portavoce.
-Va bene Hidan. Stasera è deciso, cena di gruppo. Ti voglio al parco qui vicino, alle quattro in punto. Hai bisogno di un allenamento intensivo per stasera.-

---

Ed eccoci al parco, dopo le varie vicende.
Ormai però la speranza mi aveva abbandonato: Hidan era un caso perso.
No, peggio.
Un caso DI-SPE-RA-TO.
Gli avevo infuso tutta la mia conoscenza riguardo casi del genere, ma sembrava che gli fosse entrata da un orecchio e uscita dall'altro.
L'unico barlume di speranza che mi diede fu proprio all'ultimo stremo delle mie forze.
-Ah, forse ho capito. Non devo parlare nè di sesso nè di cose sconce, giusto?-
-FINALMENTE!- la mia voce sembrò un coro di incitazione.
Ero così felice che lo abbracciai, ma poi mi staccai subito.
-Ok, può bastare.- dissi.
Era tardi ormai, ed era giunto il momento di andare casa per prepararsi.
Salutai Hidan e anche Kakuzu, che si era "offerto" di aiutarci sotto un lieve compenso.
Così mi incamminai fino a casa.
Non ci misi tanto, anche se volevo prendermela comoda.
Appena la mia porta di casa fu visibile, notai un ospite inaspettato che mi attendeva, accanto a lui un enorme borsone nero che riportava la scritta Uchiha Corporation.
Madara era concentrato a scrivere un sms sul suo telefonino.
Pensai subito al peggio, ovvero all'arpia.
Così mi affrettai e appena gli spuntai (letteralmente) nel campo visivo gli feci la domandina.
-Con chi stai messaggiando?- lui alzò lo sguardo, forse nemmeno sorpreso, e mi rispose con banalità.
-Con una persona.- feci una risata scetticissima me tre dentro di me pensavo: "LO SAPEVO E' CON QUELL'ARPIA!!!" (Chiyomi Super Sayan, N.d.A.)
-Hahahahahaha!!!- rimasi un secondo in silenzio, -No, ma dai?- avevo un'espressione lievemente seccata.
-E chi sarebbe?- cercai di farmelo dire.
Lui premette l'ultimo tasto, poi alzò la faccia e mi guardò sornione.
-Con la mia futura fidanzata.- e lì mi venne il cosiddetto iper fottone.
"IO L'AMMAZZO QUELLA GALLLINA! ALTRO CHE BASTONCINI DI POLLO!! GRRRRRR!!!" (Chiyomi Super Sayan 2, N.d.A.)
Il mio sclero interiore venne interrotto dalla vibrazione del mio, di cellulare.
-Merda.- sussurrai.

C'è un nuovo messaggio da: Madacchan

-Merda merda.- sussurrai ancora.

Madacchan: Sono davanti a casa tua, tu dove sei?
                      Ah eccoti... MADARA DOMINA!


-Merda merda merda.- dentro di me si scatenò il finimondo.
"Questo bastardo... 'Madara domina'?! Ma chi si crede di essere?! ... Però ha detto 'la sua futura fidanzata'! O FORSE E' QUELLO CHE VUOLE FARMI CREDERE?! GRRRR!!!" alla fine mi uscì solo un frustrato urlo.
-CHE CI FAI QUI?!- lui, sempre sorridente, rispose gaio.
-Bhè, per il nostro patto.- dopo aver avuto l'effetto desiderato su di me, non si levava quel sorrisetto dalla faccia.
-Ho portato la roba "elegante" per la cena e...- sorrise di più, crogiolandosi, -della roba più comoda per dopo.-
Stavolta sorrisi anche io.
-Uff, e va bene, ma ti devi cambiare PER FORZA qui?- mi fissò un attimo.
-Puoi anche guardare, se ti garba.- avrei avuto voglia di picchiarlo e poi dire si, però mi limitai ad aprire la porta.
Appena lui richiuse la porta alle sue spalle, mi cinse lentamente i fianchi con le braccia e iniziò a baciarmi il collo.
Lì per lì non mi opposi, quando ero tra le sue braccia mi sentivo così bene...
Poi però mi ripresi e ricordai del patto, così lo scansai piano.
-No no, dài. Stasera. Dopo che ti sarai comportato bene.- mi venne di nuovo vicino con il suo faccino versione innocente.
-Ma nemmeno un assaggino?- cercò di tornare alla carica, ma non glielo permisi.
-Eh no furbetto, te l'ho detto.- sorrisi, tenendogli letteralmente in mano il muso. (lol la rima. N.d.A.)
Sconsolato si spostò prendendo la borsa che aveva abbandonato precedentemente sul divano, poi si avviò in bagno a cambiarsi.
Mentre io mi facevo un frullato con i kiwi e le fragole, prima di prepararmi, sentii la sua voce chiamarmi.
-Chiyomi? Come sto?- mi girai.
-Ma come, hai già fatt-- mi bloccai.
Lui era in piedi, davanti a me, con addosso solo i boxer. Lo stemma degli Uchiha campeggiava proprio .
-Me li sono fatti fare su misura, ci sto bene?- continuò lui con un'espressione soddisfatta.
Io mi girai di scatto, coprendomi il naso perchè cominciava a scanguinare.
-C-carini...- sussurrai, mentre pensavo: "Sei un maniaco ! Maniaco!! MANIACO!!!"
Però mentre lui tornava in bagno ridacchiando, mi girai scuotendo la testa, senza togliermi le mani dal viso.
"Sei una maniaca! Maniaca!! MANIACA!!!"
Mi calmai bevendo il mio frappè e andai a mia volta in camera a cambiarmi.

---

Mi stavo per infilare il vestito, quando la porta si spalancò.
-Eccomi qua, pronto!- irruppe lui.
Io rimasi ammutolita, poi arrossii e urlai, coprendomi col vestito.
-E IO NO!!- lui si appoggiò allo stipite.
-Ti rendi conto che ti ho già vista nuda, vero?- ... (Chiyomi Super Sayan 3, N.d.A.)
-TI DICO FUORIIIII!!!!- di gran carriera gli sbattei la porta in faccia.

---

Così, alla fine, dopo urli, risate e preparatvi completati eravamo riusciti ad uscire.
In quel momento stavamo uscendo proprio dal ristorante.
Hidan, sorprendentemente, si era comportato benissimo: non aveva parlato di cose sconce, delle sue idee maniache... in pratica, non aveva proprio spiccicato parola.
Questo però non sapevo quanto fosse stato un bene. Tra lui e Ann sie era formato un comportamento glaciale.
Stavamo appunto passeggiando per tornare a casa, quando Madara, dopo l'ennesima occhiata attenta ai due, parve pensare un attimo, per poi spezzare il silenzio della similcoppietta.
-Allora Hidan, che ne dici se se andiamo tutti insieme a fare quattro salti alla mia villa?-
La reazione di Hiddy fu praticamente immediata: si fermò di colpo; i suoi occhi viola, che avevano assunto una tonalità che sfiorava il cenere, si rianimarono con un guizzo; persino la schiena gli tornò dritta.
-SIIII FINALMENTE!!! ANDIAMO TUTTI A SCOPARE!!!- urlò raggiante.
Io guardai avvilita prima Madara, poi Hidan.
La scena a cui assisstii fu estremamente bizzarra.
Ann lo guardò schifata e livida in volto, colpendolo con un sonoro schiaffo.
Ma in seguito si mise a ridere sommessamente, poi sempre più forte; si gettò su di lui abbracciandolo forte, lasciandolo abbastanza sbigottito.
-Temevo che non ti interessassi più! Mi hai fatta preoccupare!- il sorriso di Hidan si fece più largo.
Come se fosse la cosa più naturale del mondo, Hidan la baciò con delicatezza, donandole l'esperienza per la prima volta.
Io, per quanto contenta/strafelice/awwosa scoccai un'occhiata glaciale a Madara.
"Ma perchè diamine gli ha detto una cosa del genere?! Sapeva che avrebbe reagito a quel modo?! ...  Ha mandato in frantumi l'allenamento che gli ho fatto fare questo pomeriggio! ... ... ... Alla fine non è servito. A nulla. Ho buttato nel water le mie fatiche. Ha vinto lui!" Mi passai una mano sulla faccia, frustrata, poi tornai a guardare Madara.
Non aveva ancor afinito di ghignare.
Sbottai con un sentimento di stizza.
-Ma...? Io... Ah... Tu... Hai violato il patto!- mi guardò inclinando la testa.
-Eh no, io non ho mica rovinato la serata. Anzi,- mi punzecchiò, -l'ho salvata su tutta la linea!- più o meno ringhiai, ma poi mi accorsi della felicità che era nata tra Ann e Hidan, così sorrisi.
-Hai ragione... Allora ok. Sei stato bravo...- gli pattai la testa.
Lui si chinò di poco, con l'indice mi sollevò il mento.
-Non te la prendere.- disse schiudendo la bocca stavolta per un sorriso.
Anche lui sfiorò le mie labbra con le proprie, e mi strinse forte a sè; poi si staccò lentamente e mi guardò negli occhi con tenerezza.
-Le persone vanno amate per come sono, difetti compresi.- felicissima, lo baciai a mia volta, godendomi il momento per un bel po', ma quando ci staccammo...
-Vedi, è per questo che mi amo così tanto. Sono difettosamente perfetto!- e scoppiò a ridere.
-Maddài!!- abbastanza offesa cercai di allontanarlo da me, ma lui mi teneva stretta, così mi misi a fare la mia faccina pucciosa-offesa.
Alla fin fine io e Madara andammo per la nostra strada, lasciando (incredibilmente) Ann alle cure di Hidan, quasi fidandoci.

---

Ci eravamo appena messi i rispettivi pigiami e io mi ero infilata sotto le coperte, quando lui, piano piano, si infilò a sua volta mettendosi sopra di me.
Dopo qualche sguardo, decise che era arrivato il momento di riscquotere la sua ricompensa.
La sua bocca scese sulla mia, poi sul mio collo, lentamente.
Qualche brivido mi percorse la schiena, quasi quasi gli avrei lasciato fare...
Poi mi ricordai del piano che avevo in atto da quella mattina.
Quando stava per sollevarmi la maglia del pigiama, con aria innocente lo fermai.
-Che stai facendo?- lui mi guardò sbigottito.
-Ma... Il patto...- sfoderò il suo sguardo da cucciolo.
-Sì, il patto. Ovvero che potevi stare qui a dormire.- gli sorrisi sbattendo le palpebre, -Non ne avevi tanto bisogno, oggi? Stamattina avevi una così brutta cera...-
-Ma... nemmeno qualcosina?-
-Notte notte!- mi girai senza cancellare il mio sorrisetto dalla faccia.
Lo sentii mugugnare prima di addormantarsi.
-Domani mattina me ne trovo un'altra...-
Appena sentii il suo respiro farsi più pesante, presa in pieno dalla frustrazione per le sue ultime parole (sebbene scherzose) mi misi a ringhiare come una iena.
A bassa voce cominciai a dare di matto.
-Un'altra, eh?! Bene, allora vai dalla tua Chizuru! Vai, vai da quella troia! Tanto male che vada vi scuoio entrambi vivi! Siii, magari vi butto anche nell'acido! Sei un bastardo! Io però non posso più separarmi da te, lo capisci?! ... Voglio che tu mi racconti la verità... Sono felice con te, ma vorrei che tu fossi più sincero. ... MANNAGGIA A TE! E A QUELLA PUTT-- no Chiyomi, respira. Calma.- sospirai e mi acquattai molto vicino a lui, cercando di addormentarmi per far riposare anche il mio cervellino, dopo quella giornata pazzesca.

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Mala Zeta:
BEEEEEEENE eccoci qua.
Tantissime scuse ancora per il ritardo di due mesi esatti...
Abbiamo avuto un bel po' di casini entrambi! ^^"
Ma... L'annuncio di oggi è... CHE HO PREVALSO SU DI LUIIII SIIII xD

Madara:
Io sono superbo, mica stupido.
Mai mettersi contro una ragazza incazzata. u_u

Mala Zeta:
Puahahahaha LOL
Ebbravo il nostro prode.
Detto ciò, vi salutiamo e ci auguriamo di vedervi anche al prossimo capitolo!

Madara:
Come sempre, grazie a chi ci segue, legge e recensisce! ^^
Noi lo facciamo soprattutto per divertimento!
Alla prossima!

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Capitolo 20
*** Because we party hard! ***


Cap.20_Because we party hard! Ed eccomi di nuovo, dopo, diciamo, una decina di mesi xD
Eccomi, al singolare, perchè purtroppo Madi deve lavorare un sacco  ^_^"
Non so quanto questo possa giovare al capitolo >____>"
Perdono. *inchin*
Penso che però farà bene alla mia individualità(?) x°
Mi dispiace davvero tanto di non essere riuscita più a scrivere, ma mi mancavano tempo e ispirazione (potrete notare nella mia homepage le altre due ff).
Spero mi perdoniate dopo aver letto il tanto atteso 20esimo capitolo! Buona lettura! ^_^
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L'indomani, ognuno di noi era in subbuglio: avevamo organizzato tutto così bene che nessuno stava più nella pelle.
L'attesa della fine delle lezioni fu interminabile, ma finalmente, quando la campanella trillò, ci affrettammo a scendere e andare ai cancelli di ferro, luogo predisposto per un incontro collettivo.
-Bene, ragazzuoli,- iniziò Sasori, -sapete tutti cosa, come, dove e quando. Ma per sicurezza, facciamo un breve riepilogo.- con uno sguardo mi cedette la parola.
-Sì. Allora, alle sei e mezza, mi raccomando PUN-TU-A-LI,- accennai ad Ann la sillabazione, -vi vogliamo al Mysterious Dungeon, il locale dello zio di Akira. La festa durerà all'incirca fino a mezzanotte, se avete problemi di qualsiasi genere non preoccupatevi, potete andarvene via un po' prima.-
-E ricordatevi... Tutti dovrete venire in costume, come se fosse Halloween!- terminò l'Akasuna.
Dopo un brusio generale, ci separammo in gruppetti per dirigerci ognuno nel luogo dei propri preparativi.

Mala Zeta presents:
BECAUSE WE PARTY HARD!

Io mi ero messa d'accordo con Akira e Ann: a detta loro, io avevo bisogno di un costume pazzesco. Il risultato? Me lo avrebbero preso loro, ma io non l'avrei visto fino al giorno della festa.
Passammo tutte e tre davanti ad una lavanderia a secco, e le due mi ordinarono di restare fuori: neanche il tempo di fiatare, ed eccole già di ritorno con in braccio tre buste nere, da cui sporgeva una stampella.
-Non ci saranno dentro dei cadaveri, spero. Sembrano le buste che usano nei telefilm gialli.- commentai, ridendoci su.
Arrivammo a casa mia e preparai un pancake a testa, mentre loro confabulavano alle mie spalle.
-Ditemi la verità, state congiurando contro di me!- sbucai fuori dalla cucina, con in mano i piatti.
-Non scherziamo, anzi...- Akira mi fece l'occhiolino.
-Esatto,- si aggiunse Ann, -vedrai che bella sorpresa.- applaudì eccitata, mentre adocchiava il suo pancake.
Dopo esserselo pappato in tre nanosecondi, mettendomi le mani sulle spalle mi guardò dritto negli occhi e asserì:
-Guarda che per il trucco non mi scappi.- io mi allontanai sbarrandoli.
-Per carità! Va bene, sei una maga con i cosmetici, ma io non voglio nulla di appariscente! Anche se sono la festeggiata!-
Akira borbottò un "ma quante storie", beccandosi una mia occhiataccia.
-Vorrei ricordarti,- la indicai, -che anche a te non piace truccarti troppo. Quindi, non romper-- non finii la frase che mi ficcò la mia merenda in bocca.
-Shhh, shhh, non si parla con la bocca piena.- dopo una faccia seria, scoppiò a ridere.
Dopo qualche altro teatrino e divorati i pancakes, entrambe balzarono in piedi e aprirono teatralmente le rispettive buste nere.
Akira aveva un completo da strega, corto poco sopra le ginocchia, in finto raso e velluto, nero e viola. Lo stile era simile a quello gotico, con corpetto e tulle a gogo; le collant erano a righe, in tinta col vestito, e cappello, mezziguanti a rete lunghi fino al gomito e mantella erano neri.
Ann invece aveva preferito la parte della vampira. Il suo abitino era sempre in stile gotico, solo con più fronzoli, e le spalline che ricadevano poco sotto l'attaccatura delle ascelle; al posto del viola, vi era un rosso cupo, con dei filamenti e ghirigori bianchi. Come accessori, sfoggiava un nastro rosso per il collo e dei bracciali neri e rossi.
Ann aveva delle scarpette lucide con tacco, che si allacciavano con dei lacci attorno alla caviglia, e Akira degli stivali di pelle perfettamente abbinati al proprio abito.
-Ragazze... Ma...- cercai di dire qualcosa, ma non ne ebbi il tempo, che tirarono fuori il mio costume.
-U... un GATTO?!- ebbene sì.
Diciamo che, più che un costume, era uno "scostume".
Shorts neri, di quelli proprio short short, top che mi arrivava all'ombelico con spalline finissime, maglia a rete da mettere sotto il top e collant, sempre a rete, da mettere sotto ai pantaloncini. Le cose che mi avrebbero coperto di più, in pratica sarebbero state le "zampone": al posto di scarpe e braccialetti, avrei avuto delle vere e proprie, nere, pelose, morbide zampe da gatto. Per le braccia, mi avrebbero coperta per tutto l'avambraccio, più strette al gomito e più grandi verso la mano, mentre per le gambe, la stessa cosa, solo fino al ginocchio. In più, collare nero con campanello, orecchie e coda.
-Ma voi siete impazzite.- commentai traumatizzata, -Come faccio ad andare in giro così?! Cioè, fatemi capire bene. Dovrei andare alla mia festa di compleanno mezza nuda, così che mi prenda un raffreddore, e che un famelico Uchiha mi salti addosso?-
Le due si guardarono e mi risposero spazientite: -Primo: alla festa farà un caldo infernale, e anche noi siamo vestite poco. Secondo, non devi preoccuparti. In fondo, hai già consum-- cacciai un urlo immenso, zittendole.
-I-Io non posso farlo! Se... sembrerei una troietta. Voi non avete l'ombelico scoperto, e in qualche modo le spalle un po' ve le coprite.- più che per il vestito, mi preoccupavo per Madara stesso. Se mi avesse visto così...
-Forse abbiamo esagerato un po'- ammise Akira.
-Se vuoi, vado a prenderti un'altro costume...- propose Ann, ma io rifiutai.
-No, ormai siamo qui.- sospirai, -Al massimo, vorrei dei pantaloni pun po' più lunghi e una canotta più coprente.-
-Vado e torno!- esclamò Akira, fiondandosi fuori dalla porta dopo aver acciuffato i vestiti da cambiare e la propria borsa.

---

Erano le cinque e trenta ormai, e tutto sembrava essersi sistemato: ora avevo i miei bei pantaloncini skinny a mezza coscia e una canotta più lunga con doppie spalline, ed entrambi gli indumenti riportavano sulle bordature del pelo finto.
-Con questo trucco li stenderai tutti!- mi assicurò Ann, mentre mi passava un velo di brillantini sulle palpebre. -Ora puoi guardarti- sorrise e mi specchiai, alzandomi dalla sedia portata in bagno: rimasi a bocca aperta.
Ero io, ma molto, molto più bella. Mi sembrava di essere diventata una star di Hollywood, talmente mi piacevo.
-Fossì così tutti i giorni, altro che cadermi ai piedi.- risi e abbracciai la truccatrice.
Lei poco dopo si staccò e corse dalla streghetta.
-Akiruzzaaa, ora tocca a te!- canticchiò raggiante.

---

Incredibile come la temperatura possa variare da fuori a dentro un luogo.
Arrivammo cinque minuti prima al Mysterious Dungeon, avvolte in lunghi cappotti neri (io mi ero tolta tutte le zampe, mettendole in un borsone).
Dopo essere entrate, una piacevolissima folata di calore ci fece togliere i cappotti, sembrava estate talmente faceva caldo.
Tutto quanto era nero, o foderato di tessuto nero, e delle luci soffuse spargevano un'intrigante penombra.
Incontrammo l'altro festeggiato appena dentro il locale, e ci salutò con un inchino.
-Dov'è il tuo costume?- domandò Ann.
-Stavo giusto andando a cambiarmi, andare in giro mascherato da... si beh, vedrete.- si dileguò come un'ombra, e noi scendemmo le scale che portavano alla stanza da noi prenotata.
Il locale si chiamava "dungeon" per un motivo ben preciso: era un dedalo intricato, irto di corridoi e di stanze enormi, tutte estremamente curate; il bello, era che non ti saresti mai potuto perdere, perchè per ogni stanza, affisso al muro, c'era un lungo tubo fluorescente di colore diverso, e una piccola insegna al neon sotto di questo, sempre dello stesso colore, con il nome della stanza, ogni sei metri.
-Questo posto è davvero formidabile.- commentai, -Akira, non sapevo che tuo zio avesse un posto così spettacolare!- lei sorrise di rimando, e ci guidò seguendo il tubo al neon azzurro.
Dopo un minuto scarso, davanti a noi si aprì la porta che dava sulla stanza più fantastica che avessi mai visto.
Soffitto altissimo, pareti adornate da mezze colonne, bancone da bar, pista da ballo, postazione per dj, luci stroboscopiche, un mini palco e persino i bagni!
Tutto quanto era nero: il pavimento era di marmo, liscio e lucidissimo, e i muri avevano una carta da parati stile ottocentesco, con ornamenti stupendi. Ogni mobile, accessorio eccetera, tutto di varie tonalità del colore della notte.
Le uniche cose che catturavano subito l'occhio, erano la pista da ballo, tappezzata di blocchi al neon, le varie porte adornate da altri tubi al neon, e il palco, insieme al bancone, i suoi scaffali con specchio e sedie, pieni di decorazioni fluorescenti di tutti i colori.
Rimasi abbacinata da tanto "splendore".
Tornai in me quando vidi una testa rossa sbucare dal bagno degli uomini.
-Chiyomi!- lasciai le mie amiche alle loro faccende (qualsiasi fossero), e mi diressi verso Sasori.
-Ti sei cambiato?- gli chiesi raggiante. -Adesso vado anche io, devo aggiungere dei "pezzi".- risi e lui mi accennò uno "sbrigati, devi vedere come mi sono conciato".
Aperta la porta del bagno, mi ritrovai in un'abbagliante stanza con faretti, specchio chilometrico e quattro lavandini, davanti a quattro porte dei gabinetti.
Il bango era in netto contrasto con la stanza accanto: piastrellato ai muri di un color crema che acciecava, e i faretti aiutavano notevolmente l'effetto.
Posai sul pianoro il mio borsone e mi sfilai le scarpe da ginnastica, per fare a cambio con le zampe posteriori: erano piacevolmente morbide, calde e comode.
Di buona volontà mi concentrai per riuscire ad infilarmi propriamente le zampone anteriori; con mia sorpresa, scoprii che potevano "aprirsi" con una zip nascosta, poco sotto i cuscinetti.
-Perfetto, così non dovrò tirar giù tutti i santi ogni volta che voglio prendere qualcosa. Basterà chiedere a qualcuno di... diszipparmi?- riracchiai e abbassai entrambe le zip, infilandomi i guantoni da gatto.
Con coda e orecchie già al loro posto, presi il borsone e lanciai un'occhiata all'orologio a muro: le sei e mezza.
Bene, si comincia!
Aprii la porta del bagno e andai a posare in uno stanzino apposito sia il borsone che la giacca, che avevo preso in precedenza.
-TA-DA!- appena uscita, Sasori mi saltò davanti al naso in una mise buffissima.
Indossava una camicia da boscaiolo sgualcita e dei jeans strappati qua e là, scarpe consunte e un trucco che gli rendeva il viso spento. Sulla bocca si era disegnato delle cuciture; e, da ogni parte del vestiario, spuntavano dei ciuffi di paglia. Tutto veniva coronato da un cappello alla contadina.
-Salve, signor spaventapasseri!- gli posai una mano sulla spalla, osservando la sua espressione soddisfatta.
-Potrei vincere il premio per il "Miglior Uomo di Paglia"- annuì convinto.
Non ebbi il tempo di commentare che un uragano vermiglio fece il suo ingresso spalancando le porte della sala, seguito da un tristo zombie.
-Allora? Dov'è la mia dolce principessa?- dimandò squillante Hidan, con una punta di malizia.
Durante l'entrata in scena si era tolto il cappotto, e ora sfoggiava quella che avrebbe dovuto essere la personificazione di un demonietto: camicia da flamenco rossa fiammante, leggermente sbottonata, con sbuffi sul petto e maniche a palloncino; pantaloni di pelle strettissimi, quasi immobilizzanti; mezzi stivali buttati un po' lì a caso, seppur abbastanza intonati col resto; infine, baffetti e pizzetto ispanici pitturati con la matita per gli occhi, un cerchietto con le corna, una coda lunga e sottile attaccata alla cintura dei pantaloni e tridente da Lucifero.
Una raggiante Ann Aoi gli saltellò incontro: -Sono una vampira, per l'appunto...- alzò un dito, dopo aver schioccato un bacio sulle labbra del ragazzo.
-Me gusta!- applaudì e fece fare un casquet all'invaghita.
L'accompagnatore del diavolo spagnolo, Kakuzu, si era limitato ad un vecchio abito da uomo sul grigio-verde (molto probabilmente di qualche parente in là con gli anni) tutto sgualcito ed una papalina di plastica modellata a mo' di cervella umane, così che la sua testa sembrasse mezza aperta.
Non potei nemmeno dirgli "ciao", che mi spiattellò un "ho speso ben 1.000 yen per questo coso che ho in testa, il vestito è quello che è".
Mh, il solito tirchione.
Annuii e gli diedi dei colpetti su una spalla: -Va bene, va benissimo.-
I seguenti ospiti furono Deidara, Pain e Konan.
-ECCO A VOI IL PIRATA ESPLOSIVO!!- il biondo saltò al centro della stanza brandendo un fioretto in plastica, facendo fluttuare le piume che aveva legate al largo cappellone da capitano. La sua camicia era simile a quella di Hiddy, solo che la sua era bianca; sopra indossava un gilet marrone di finto camoscio, e alla vita portava un cinturone di cuoio con fibbia, a cui erano appese due pistole ad acqua e la fodera dello spadino; le brache erano strette in alto e larghe alle ginocchia, rese ancor di più "effetto cipolla" dagli stivaloni neri. Il tocco finale era la benda all'occhio sinistro.
-Yar harrr!- andò a sbattere bellamente contro il nostro povero spaventapasseri, che ruzzolò a terra sbigottito.
-Corsaro dei miei stivali!- gli disse, mentre il signor pirata lo aiutava ad alzarsi.
La tranquilla coppietta si era invece seduta a chiacchierare con Akira: Pain indossava una lunghissima tunica nera con un cappuccio a punta, anch'esso molto lungo, e una maschera a forma di teschio, mentre il suo unico accessorio era una falce in plexiglass.
La compagna del cupo mietitore era in netto contrasto con lui. Portava una bellissima tunica bianca senza maniche, lunga fino ai piedi, come una divinità greca, e dalle spalle le scendevano delicate delle ali carta che sembravano vere. Il trucco, come sempre, impeccabile.
Angelo redentore? Potrebbe essere anche la santità fatta persona...
Evidentemente fissavo le sue ali da un bel po', così lei mi sorrise.
-Ti piacciono? Le ho fatte io.- le sorrisi di rimando annuendo con foga, quasi fossi una bambina che vede un angelo vero.
Neanche un minuto dopo, anche Neji entrò in scena: vestito normalmente, con a tracolla un borsone simile al mio.
-Ciao! Bella borsa!- gli andai incontro io.
-Visto?- mi rispose, -Ora dovrei trovare un posto dove cambiarmi... Oh, ecco il bagno- volse lo sguardo alle porte colorate e con un cenno si congedò, dirigendosi lì, e uscendo poco dopo ricoperto di garze. Una mummia!
Mi riscossi e feci mente locale; mi guardai attorno facendo mentalmente l'appello dei presenti: Sasori, Deidara, Hidan, Kakuzu, Pain, Konan, Neji, Ann, Akira, io...
Proprio mentre mi voltavo verso la porta, entrarono Kisame e Zetsu: il pescivendolo impersonava un surfista sbranato dagli squali, con una tuta da sub tutta strappata e con del sangue finto addosso, pure sulla tavola; l'uomo verdura, beh... dico solo che sembrava il cosplay di un tubo con pianta carnivora in Super Mario Bros.
-Se solo mi avessi lasciato fare il pirata! Ero più indicato io.- Kisame salutò Dei con cinque seguito da un pugno, mentre mister Zucchino si diresse verso Sasori.
Avendo contato tutti... All'appello mancano solo gli Uchiha.
Parli, o meglio, pensi al diavolo, e spuntano le corna... (no, non Hiddy xD n.d.A)
Sasuke, Itachi e Madara Uchiha aprirono la porta, interrompendo ogni nostra azione.
-Date il benvenuto... Ai nobili Uchiha.- si pavoneggiò il più grande, con gesti teatrali e un tono da attore.
Sasuke era nei panni di un anatroccolo, e pareva non gli piacesse per nulla la situazione.
Itachi era vestito da conte dell'Ottocento, con una lunga casacca bordeaux arabescata, pantaloni a vita alta, camicia bianca e scarpe a tema.
E Madara... Madara era la belva.
Jeans neri, stivali bassi di pelle nera e camicia nera sbottonata a metà, i suoi lunghi capelli corvini che gli scendevano lungo le spalle rendendolo incredibilmente attraente...
In pratica il suo costume consisteva in un paio di orecchie ritte pelose e una coda lunga e altrettanto pelosa.
Un lupo.
Itachi andò incontro ad Akira, e appena fu da lei la sollevò da terra:
-Ciao, streghetta.- si abbracciarono stretti e si appartarono a chiacchierare.
-Quack.- ridacchiò Deidara, e Sasuke, sentitosi chiamare in causa, lo guardò in cagnesco.
-Guardate che io rimango qui solo mezz'oretta.- disse ai due familiari, e si diresse a passo spedito verso di me.
-Happy birthday, scusami, ma è colpa loro se mi sono conciato così.- io gli feci segno che era tutto ok, mentre lui continuava, -Fortuna che ho visto i bagni, così quando Sakura passerà a prendermi mi sarò già cambiato.- detto ciò, si dileguò in qualche angolo della sala.
Mi voltai un momento e mi ritrovai davanti a quello che doveva essere il cacciatore.
-Un gatto? Non male, come opzione.- mi passò un braccio dietro la vita, tirandomi a sè. -Anche se penso che qualcosa come un coniglio o un cerbiatto avrebbero reso di più l'idea...- mi sentii rapita in una dimensione parallela, dove lui riempiva completamente tutto ciò che stava intorno a me.
Avvicinò il viso al mio orecchio, sussurrando.
-La prossima volta vestiti da coniglietta.- la mia reazione fu immediata: diventai paonazza e gli tirai un pungo nello stomaco.
Inutile dire che lui si piegò in due dal dolore facendo una smorfia per la quale, se non mi fossi arrabbiata, avrei riso come una pazza.
-Tsk, e io che pensavo che così sarebbe bastato e avanzato.- addio dimensione parallela...

---

Eravamo seduti, sparpagliati per il lungo tavolo vicino ad una delle pareti, poco lontano dal bancone del "bar".
-Cosa facciamo?- chiese Hidan, mezzo sdraiato sulla superficie nera e liscia.
Il chiacchiericcio formatosi nel frattempo si interruppe, per poi rianimarsi con nuovi argomenti.
D'improvviso Konan si alzò in piedi, con le sue ali fluttuanti: -Ci sono! Ormai è ora, accendiamo la musica! Facciamo una gara di ballo!-
Tutti si voltarono verso di lei, e un secondo dopo si erano riversati sulla pista di neon, spedendo Akira a chiamare il dj mancante.
Tutti, tranne io, che rimasi per qualche momento sbigottita, finchè non mi sentii tirare per la zampa dal lupo, che sorrideva.
-Avanti festeggiata, non hai voglia di farmi vedere che sai fare?- mi chiese semplicemente.
-Veramente io non-- non mi diede neanche il tempo di ribattere che mi aveva già lanciato tra le braccia dell'angelo bianco.
Lei rise e mi sorresse, prendendomi poi entrambe le zampe, aprendo accuratamente le cerniere per tenermi le mani.
-Dai, non credo che tu non sappia ballare. E poi, con la musica da discoteca, alla fine si salta e basta! Non è vero?- dolcemente cercò conferma nello sguardo di Pain, che le stava accanto, e lui annuì.
-Con lei, persino io sono riuscito a passare da così- si irrigidì a mo' di mandico di scopa facendo ridere tutti quanti, -a così.- con uno slancio felino appoggiò una mano sul pavimento e sollevò tutto il corpo per tre secondi netti, con una mossa di breakdance, facendo rimanere tutti a bocca aperta.
-Basta solo avere fiducia in sè stessi.- si mise una mano a lato della bocca per non farsi vedere: -E tu devi averne molta, per stare con uno tronfio come Madi.- concluse.
Io ero indecisa se ridere o disperarmi. Optai per il ridere, e in quel momento Akira tornò trascinandosi addietro un ragazzo che pareva sui vent'anni, con una mise arcobaleno fluorescente, e una scritta nera dietro la felpa: Mysterious Dungeon.
-Ecco mio cugino, il dj!- lui con un piccolo inchino e un sorriso a trentadue denti si presentò, dicendo di chiamarsi Hiroshi.
Dietro di lui spuntò un altro ragazzo, con un viso identico a quello di Hiroshi, solo con le vesti nere e la scritta dietro la felpa era fluorescente.
-Lui invece è suo fratello, il barman.- lui salutò solo con un cenno e biascicò il proprio nome, Kai; con fare molto da "sono figo e faccio il barman" si avviò al bancone, mentre il fratello scattava alla propria postazione.
Le luci già rade diventarono soffuse, e dagli angoli della stanza partirono raggi colorati ad intermittenza, dando alla sottoscritta l'idea di essere cone in trance o in un sogno molto coinvolgente.
L'ultima volta che sono stata in discoteca, Madara ha sfoggiato il suo appeal. Chissà adesso che stiamo insieme...
Cercai di non curarmene, e tornai anche con la mente a Konan, che mi aveva tirata vicino a sè.
La musica partì, portando un'ondata di energia; Fantastic Baby dei Big Bang mi entrò nelle orecchie senza più uscirne.
Saltare divenne come respirare e con Konan al mio fianco mi sentivo più pronta.
Per tutta la durata di quella canzone mi sentii libera da ogni vincolo, dicono che il k-pop faccia miracoli ed è vero!
Alla canzone dopo però mi fermai. Era bella, bellissima, ma non riuscivo a trovare dei "passi" da abbinarci, dato che volevo provare a fare qualcosa di diverso dal saltellare.
Il titolo poi avrebbe dovuto aiutarmi, Unstoppable, di Kat Deluna.
Sentii lo sguardo di Madara su di me, e pregare che quella canzone finisse in fretta...
Ripresi a saltellare con meno foga, guardandomi intorno: la situazione era ok, quasi perfetta, tutti si stavano diertendo ed era il meglio che avessi potuto sperare.
Qualcuno lassù mi ascoltò, e il cugino di Akira cambiò di nuovo.
Lentamente Let It Rock di Kevin Rudolf  si fece strada nella sala, e mi portò qualcosa.
Avevo tolto i guanti per evitare di farmi sudare le mani e per muovere senza problemi le dita; le mie braccia cominciarono a muoversi da sole, come il resto del mio corpo, e lentamente i ragazzi mi avevano fatto spazio.
Quasi non me ne accorsi, perchè in quel momento, per me, la sala era vuota. C'ero solo io.
Non so se passarono ore o minuti, semplicemente non me ne resi conto, i passi venivano spontanei e a stento sentivo che il mondo aveva ricominciato a scatenarsi come prima.
Quando arrivò Stupeficium - Frist Step, tra le luci e il fumo spruzzato qua e là, un braccio mi passò dietro la schiena e la mano aperta mi avvicinò a quel corpo tinto di petrolio.
Madara si muoveva con me, aderente a me, guardando me e solo me.
Quanto bastava per perdermi in quegli occhi di onice.

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Presici una pausa al bancone bar, chi con qualcosa da bere chi sono seduto, volevamo di nuovo decidere qualcosa di divertente da fare.
Io ero seduta fra Madara e Mummia-Neji, intenta a risistemarmi le mie zampotte dopo aver finito una cola; il lupo se ne stava bellamente spaparanzato sulla sedia e con non chalance ogni tanto si metteva a farmi il solletico, mentre Neji cercava di fermarlo.
Dopo che Pain ebbe finito di bere la sua birra, la piantò davanti a sè osservando l'etichetta.
Hidan notò i suoi movimenti e, con la faccia di uno che ha appena avuto un'idea geniale, l'afferrò e si diresse al tavolone di prima.
-Hei!- prostestò Mr. Metallo, ma nulla da fare; Hiddy era già elettrizzato e nessuno lo avrebbe più potuto fermare.
-Gente bellaaaa! Facciamo il gioco della bottigliaaa!- esordì tutto contento.
Neanche il tempo di accorgerci delle sue parole, che ci aveva già trascinati tutti in cerchio dove stava lui.
A quel punto Madara lo guardò in cagnesco, così mi prese per un braccio e mi portò via, in un angolo ormai buio del luogo.
Mentre ci allontanavamo, vidi che pure Ann trascinava via Hiddy, mentre Itachi, Akira, Pain e Konan si spostavano in un altro tavolo.
Quando ci fermammo mi ritrovai tra le braccia di Madara, schiacciata contro il muro, col fiato corto per il presentimento che avevo.
-P... Perchè siamo andati via?- tentai, ma lui alzò le braccia alla parete all'altezza della mia testa, avvicinando il suo volto al mio.
Con qualcosa che sembrò una smorfia di stizza, mi rispose secco: -Non puoi baciare gli altri, anche per gioco.-
Si avvicinò ancora, -Nessuno può toccarti.- e ancora, -Nessuno.- e ancora... -Tu sei mia.-
Mi catturò la bocca e, prese le mie spalle, mi diede il bacio più passionale del mondo.
Tanti sentimenti si celavano dietro quel gesto, e in quel modo potei capirlo: più che gelosia, possessività, una strana rabbia, un amore tortuoso e... un pizzico di senso di colpa.
Non ebbi nemmeno il tempo di pensare alla strega dagli occhi di miele che lui si staccò e ripartì all'attacco, cercando la mia collaborazione che fino ad allora era stata quasi inesistente; posai le mani dietro la sua schiena, afferrandogli la camicia, e chiusi gli occhi.
Il tortuoso amore che dettava le regole seguiva il filo rosso del destino che ci legava, lacerandomi in cuore in una morsa di sentimenti che ardevano, come falene che stanno troppo vicino al fuoco.
Non capivo.
Forse c'era sotto qualcosa, sentimenti del genere da parte sua non potevano essere ingiustificati.
Ma era così bello... Così travolgente...
Avrei potuto avere 10, 18, 25 anni per come mi sentivo, perchè la mia mente non aveva più età. C'era solo lui, ciò che avrei costruito con lui e la sperazna della fiducia reciproca. Perchè c'era ancora qualcosa che non andava.

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Dopo la tanto attesa torta, che riportava una foto mia e di Sasori che ci facevamo la linguaccia, venne il momento dei regali.
Sasori fu il primo a scartare il suo unico, enorme e perfetto regalo, che era costato una fatica enorme ai cugini di Akira per andare a prenderlo.
-OMMIODDIO NON MI CREDO RAGAZZI MA COSA-- rimase appiccicato a quell'arnese tutta la sera.
A me diedero un sacco di regali! Akira, Ann e Sasori mi portarono una scatola da scarpe con dentro un paio di rollerblade, che volevo tanto.
-Io li so usare, possiamo andare fuori qualche volta anche coi miei, così ti insegno!- mi aveva detto il rosso.
Pain e l'angelo mi diedero una caterva di cd di "vera musica", a sentir loro, e una trousse di trucchi che avrebbe fatto invida ad un negozio; Itachi e l'ormai assente Sasuke mi avevano portato un gioco per la Wii dei Pokèmon; Hidan e Kakuzu (in pratica solo Hidan) mi regalarono un calendario di bei ragazzi mezzi ignudi, il quale Madara tentò di confiscarmi (con scarso successo), mentre Kisame e Zetsu un costume da bagno e una bellissima pianta di ciclamini.
Deidara mi sfoderò dei petardi che secondo lui erano di ottima qualità, ed infine Neji, il buon caro vecchio Neji, mi regalò un libro di Banana Yoshimoto.
Il regalo di Madara, però, lasciò tutti di stucco, soprattutto la sottoscritta.
Mentre sfogliavo il libro, seduta su uno dei pouff, lui da dietro mi allacciò qualcosa al collo, sussurrandomi all'orecchio "ecco il tuo collare, preda, vedi di non togliertelo mai".
Cercai freneticamente lo specchietto della trousse di Konan e osservai la mia immagine riflessa: al collo portavo una catenina molto spessa, dove si vedevano chiaramente gli anelli, stretta al collo quanto bastava per sembrare un vero collare, e un ciondolo di media grandezza a forma di stella con le punte un po' arrotondate.
Osservai più accuratamente e, basita, vidi che nella stella c'era incisa finemente una C.
Ann, che chissà come aveva in mano la scatola, esclamò: -Ma è oro bianco!-
Mi voltai di scatto prima dalla parte di Ann, poi dalla parte di Madara.
-Tu sei pazzo!- dissi tra le risate e gli gettai le braccia al collo.
La serata finì così, tra risate, schiamazzi e divertimento.
Uscimmo tutti un po' di malavoglia, ma comunque felici e appagati.
Salutati tutti, ero pronta a tornarmene a casa, con il mio borsone ripieno di zampe di gatto, quando Madara mi fermò:
-Dove credi di andare, stellina caduta?- con le mani in tasca si era piazzato davanti a me, con la testa inclinata.
-Caduta?- gli feci eco, non capendo il perchè dell'aggettivo.
-Perchè le stelle stanno in cielo.- fece in modo che lo prendessi sottobraccio e si incamminò dalla parte opposta alla strada per casa mia.
-Guarda che io sto dall'altra parte-- mi zittì mettendomi un dito sulle labbra.
-Stasera tu vieni a casa mia.- sgranai gli occhi.
-CA-CASA TUA?! Oddio no, cioè, veramente, disturbo, e... e...- stavolta mi zittii da sola.
Mentre camminavamo lentamente, prese la mia mano e la baciò: -Vengo sempre io a casa tua, stasera fammi ripagare.-
Ma sapevamo entrambi molto bene che non era solo per quello.
Prendemmo il treno e dopo un paio di fermate arrivammo nella stessa zona della scuola, per poi dirigerci da tutt'altra parte.
Nel giro di venti, trenta minuti arrivammo davanti a quella che io avrei chiamato reggia.
Un enorme proprietà composta da tre edifici alla occidentale, bianchi, ognuno di quattro piani; un giardino curatissimo stava negli spazi tra le residenze.
-Piccola, mi dicono.- ironizzai, in preda a un'ansia crescente.
-Sei tu che sei piccola...- con un mezzo sorriso schiacciò un pulsante a lato del portone bianco, decorato con finimenti oro e un baracchio dell stesso colore, dove stava il citofono.
La porta venne aperta da una donna di servizio vestita di nero, con i capelli raccolti in una crocchia strettissima e qualche capello bianco in contrasto con quelli mori.
-Buonasera, signore. Oh,- volse lo sguardo verso di me, nascondendo lo stupore, -un'ospite? Vuole che le prepari una camera?- con un cenno lui declinò.
-Non ce n'è bisogno, Mayu.- le sorrise, e lei fece lo stesso, lasciandoci entrare.
Mi ritrovai nel luogo più bello che avessi mai visto in vita mia.
Un grande androne illuminato da lampade a pareti, iniziava con una scala, che si diramava al primo piano sulle due pareti, partendo alla porta principale; sull'enorme tappeto arabescato, blu scuro e verde, stava un candido tavolo con un vaso di cristallo ricolmo di garofani screziati, che riempivano l'aria con il loro dolce profumo.
Le porte ai lati della stanza erano chiuse, come quella opposta all'entrata, le maniglie dorate che brillavano scintillanti.
I muri bianchi accecavano, in netto contrasto col cielo là fuori, nel mondo reale.
Sì, reale, perchè ormai enro entrata nei sogni.
Madara mi prese delicatamente la mano e mi condusse su per le scale, andando a sinistra.
Delle tre porte che vidi, lui si fermò davanti alla seconda.
-Questa- disse, aprendola piano e mostrandomi la stanza, -e' la camera dove di solito porto le mie ospiti.-
Un posticino che avrebbe riscosso i bassi istinti di Hidan.
Pareti foderate di velluto bordeaux, un enorme letto a baldacchino con lenzuola di seta dello stesso colore, e poltrone scure sulle quali giacevano abbandonati strass di piume, manette, e molte altre cose che preferisco non nominare.
A quella vista mi spaventai, e indietreggiai di un passo, intimorita, con uno sguardo atterrito.
Ma lui non entrò: chiuse la porta, e sempre mano nella mano, mi portò davanti alla porta successiva.
-Questa, invece- aprì, mostrando una camera sobria, tutta sul marrone scuro, ma molto elegante e moderna, -è la mia camera.-
-Qui dentro ho portato solo due ragazze.- Fece un passo, e fu dentro, insieme a me; chiuse la porta, senza interrompere il contatto visivo.
Di nuovo il pensiero dell'arpia milleflua, di nuovo il salvataggio di quello sguardo di onice.
-Una di queste sei tu.- le sue dita scivolarono sul mio cappotto, sui bottoni, slacciandoli uno a uno.
Mi sfilò l'indumento e lo appese distrattamente sulla maniglia della porta, poi mi prese tra le sue braccia affondando il viso nell'incavo del mio collo.
-Mi prenderò io cura di te. In ogni modo possibile.-
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Ecco qua! Visto, sono stata brava eh?
E' più lungo dell'ottavo! :D
Ok, sono le 23:51 e io ho mantenuto la promessa di aggiornare prima della fine del 2012.
Auguro a tutti un sereno anno pieno di beeeeelle cose!
E mi raccomando, non fate come me, fate dei propositi che potete mantenere çvç xD
Grazie mille a tutti quanti, ci vediamo nel 2013!

Mala & Madi

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