Attraversami il cuore

di Cee4
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A due lati opposti ***
Capitolo 2: *** Attese ***
Capitolo 3: *** Ricordi passati e incontri presenti ***
Capitolo 4: *** Never trick me with a kiss part 1 ***
Capitolo 5: *** Never trick me with a kiss part 2 ***
Capitolo 6: *** Avrei dovuto perderti e invece...buon compleanno ***
Capitolo 7: *** Mia nonna aveva le lettere, io ho la webcam per fortuna ***
Capitolo 8: *** Dom in my life ***
Capitolo 9: *** Alice in Dom's land ***
Capitolo 10: *** You're trouble, boy just because you like to destroy ***
Capitolo 11: *** Noi bambine non abbiamo scelta ***
Capitolo 12: *** Blackout ***
Capitolo 13: *** Hiding to... ***
Capitolo 14: *** Go easy on me ***
Capitolo 15: *** Are you mine? ***
Capitolo 16: *** The winner takes it all ***
Capitolo 17: *** Somehow someday somewhere ***



Capitolo 1
*** A due lati opposti ***


“ Ciao malata ”.                                                                                                                                                                                   

“ Ehilà psicopatica. Davvero un bel modo di salutare la tua migliore amica che fa i salti mortali per potersi connettere e parlare con te, anche se solo attraverso la webcam ” .                                                                                                

“ Ma quali salti mortali se usi internet a scrocco, all’insaputa dei tuoi vicini tra l’altro”.                                                                                 

“ Da un certo punto di vista potresti anche avere ragione cara la mia Bea, ma, essendo una povera studentessa fuori sede, devo risparmiare  per l’affitto, le bollette, i libri e … il prossimo concerto ”,  le rispondo,  guardandola con sguardo innocente.                                                                                                                    

“ Non guardarmi così, sai che con me non funziona ”.

Già con lei non ha mai funzionato quella espressione che ho imparato ad adottare in alcune situazioni di estrema necessità.  Testa appena appena inclinata da un lato, un accennato sorriso racchiuso da labbra leggermente umide e ,alla fine, occhi che chiedono  velatamente comprensione.                                                                     Una tecnica affinata col passare degli anni, dal chiedere perdono a mia madre perché a 5 anni e mezzo le avevo colorato la parete del salotto con i colori a cera a quando fingevo mi importasse davvero il parere dei professori del liceo. Quell’espressione dietro cui ho saputo nascondermi fin troppo bene, quell’espressione dietro cui solo pochi hanno saputo osservare.

“ Comunque quale concerto di grazia ” risponde Beatrice con tono ironico.

“ Lo sai quale, non fare la finta tonta ”.

“ Non so dico stai parlando Ali ”.

“ Ma  il prossimo di quelli. Si insomma, di quei tre  poveretti del Devon o giù di lì ”.

“ Per il prossimo credo dovremo aspettare  un bel po’ ” , mi risponde seriosamente.

“ E’ qui che ti sbagli. Sono sicura che entro l’anno faranno un concerto in Inghilterra al quale noi andremo ”.

“ Con quali soldi? ”.

“ Ho già pensato a tutto, non preoccuparti ”.

“ E’ proprio di questo che mi preoccupo. Conoscendoti…”

“ Per tua informazione non sono stata io quella che si è sentita male il giorno prima del concerto a Milano”, le dico sapendo di smuovere il suo orgoglio

“ Potevi andarci benissimo da sola. Vogliamo parlare della possibilità di avere biglietti gratis a Bologna. Chi ha declinato l’invito per colpa di quella specie di cretino che si portava appresso come boyfriend o quasi?”, mi secca lei.

“ Per Bologna hai ragione, ma per Milano dovevamo essere noi due insieme al concerto”.

“Alice ti rendi conto che stiamo discutendo su un concerto che molto probabilmente avverrà solo nella tua testa contorta”.

“ Si lo so, mamma Bea ”.

“ Brava bambina. Non fare i capricci”.

“ Va bene. Senti devo andare a comprare i libri. Ci sentiamo domani , ok? A proposito, scusami se ogni tanto dò di matto”

“ Ogni tanto? Ormai c’ho fatto l’abitudine. Ciao. A domani”

 

 

 

Dall’altro lato del pianeta , in una altro emisfero, in un posto  imprecisato del Sud America…

“ Muovetevi. Tra dieci minuti dobbiamo stare allo stadio per le prove” prorompe Chris spalancando la porta della stanza d’albergo. Matthew e Dominic sono seduti l’uno di fronte all’altro su delle poltrone di color rosso porpora.

Matthew ha la schiena piegata  in avanti, gomiti poggiati sulle ginocchia e ha tra le mani un nuovo giocattolo tecnologico.

Dominic, invece, è seduto sul bracciolo della poltrona con le gambe penzoloni e la testa rivolta verso il soffitto proprio come un bambino che attende che smetta di piovere per andare fuori a giocare.

Il moro e il biondo si girano distrattamente verso Chris  e continuano come se lui non fosse mai entrato.

Dopo 5 secondi esatti, Matt scoppia a ridere.  

Dom si alza di scatto e proclama a gran voce: “ Ho vinto caro mio, stasera ti tocca”. Chris, esterrefatto di come non sia cambiato niente rispetto a quando è iniziato tutto, dice seriosamente : “ Ma che cavolo combinate? Mi avete sentito? Non vi posso lasciare un attimo soli che perdete quel poco di maturità acquisita”.

Dom va incontro a Chris, lo abbraccia e, tirandogli un pizzicotto alla guancia, gli dice:“ Eh bravo, Chris con l’età stai diventando pure saggio”.

Chris si allontana, incrocia le braccia, guarda prima Dom e poi Matt: “ Per forza, voi due siete i soliti cretini. L’ultima vostra trovata è il gioco del silenzio!”.

Matt ride e si alza,  prende dal tavolino di vetro lì vicino  una bottiglietta d’acqua , fa per bere.

“Resta il fatto che io ho vinto” dichiara Dom e, indicando con il dito Matt, “ e ora tu paghi la scommessa”.

“Ovvero?” pronuncia il cantante preparandosi per uscire.

“Ovvero mangerai quel coso dal nome impronunciabile che ci voleva offrire ieri il proprietario del ristorante. Tutto questo senza lamentarti”.

“Sono un uomo di parola io. Con chi credi di parlare Howard? Da domani, però, niente scommesse cretine perché arriva Kate. Perciò, caro mio, cercati qualcun altro da torturare”.

Dom, mentre Matt pronuncia queste parole, scosta le tende velate della  finestra e vede un gruppo di ragazze che non aspettano altro che poter avere un autografo o, magari, una fotografia con i propri idoli.

“Non preoccuparti Bells. Troverò un altro passatempo”.

Il povero Chris spazientito prende entrambi per il collo. “ Devo proprio usare le maniere forti con voi due. Andiamo che ci aspettano. Dom, mi raccomando non combinare casini ormai hai una certa età”.

Il batterista esce per primo dalla stanza e dice acidamente: “Senti chi parla. Io almeno mi tengo in forma”.

Nella stanza non c’è più nessuno e, intanto, si sentono delle voci urlare da fuori albergo una sola parola…Muse.

Precisazioni: alcuni personaggi  e alcune circostanze sono veri. Ciò che c’è scritto non è reale, ma assolutamente frutto di un patto sconsiderato e di una mente contorta.  È la mia prima fanfiction, quindi, sono ben accette le critiche.

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Attese ***


“ Thank you very much guys. You’re amazing. Cheers ! ”.  Così il  batterista conclude l’esibizione della band prima dell’arrivo degli U2.
 
 
Chris è già andato nel backstage, seguito a passo lento da un sorridente Matt. Dom, intanto, si avvia con il microfono in mano agitando le braccia in aria, mentre sul palco c’è il cambio degli strumenti e la folla riprende fiato .
 
 
“ Mamma mia ragazzi siete proprio sbattuti. Matt tu sei il più allucinato di tutti.”, esclama Tom  Kirk che tiene in mano una telecamera, oggetto venerato dai fans perché non solo regala la possibilità di vedere le esibizioni della band, ma anche i retroscena.
 
 
“ Grazie tante Tom. Era proprio quello che volevo sentirmi dire”, risponde seccato Matt mentre con un asciugamano elimina  dal viso  il risultato di circa un’ora di frenetiche chitarre vibranti e corde vocali stirate al massimo per portare il pubblico in un’altra dimensione.
 
 
Chris, divertito, interviene: “ Tom lascia stare  la  nostra prima donna, le sono venute le  sue cose oggi. Bisogna capirla”.
 
 
“ Cosa? Io? Dimenticate che la prima donna è Dom… ”.
 
 
Il biondino spalanca la porta del bagno e con fare disinvolto si alza la zip dei suoi pantaloni giallo limoncello, per cui molte fans stravedono, ridacchia dicendo:  “ Allora chi sarebbe la prima donna Bells ? ”.
 
 
Tom cerca di pacificare gli animi : “ Stavamo solo scherzando! Scusate, ma stasera che si fa? ”.
 
 
Chris : “ Prima mando un messaggio alla mia signora e vi accompagno a cena. Poi torno in albergo e vado a dormire. Domani partita di football ”.
 
 
Matt: “ Domani arriva Kate per cui la devo andare a prendere all’aeroporto. Dom viene con me”.
 
 
Dom, indicandosi con il dito : “ Perché io? È la tua fidanzata ufficiale mica la mia ”.
 
 
Matt: “ Qualcuno mi deve accompagnare e l’unico disponibile sei tu!”.
 
 
Dom : “ D’accordo. Lo so che senza di me ti senti perso, my dear. Però niente piagnistei del tipo come essere un bravo padre in 10 mosse perché stasera si fa baldoria”.
 
 
Matt e Tom in coro: “ Io ci sto”.
 
 
 
 
La mattina dopo
 
 
Wake up, wake up, wake up…
 
 
Ma chi cavolo ha  messo la sveglia? Deve essere stato quell’ intelligentone di Matt. Ecco perché ieri sera armeggiava tutto contento con il mio cellulare e quando l’ho lasciato al ristorante per andare ad accompagnare quella ragazza non mi ha scocciato, come suo solito, sull’essere puntuale per andare all’aeroporto da Kate. Quell’uomo è tremendo.
 
 
Allungo le mani per far smettere questa sveglia infernale. Cade qualcosa dal comodino.
 
 
Un foglietto… “ Dom è stato fantastico. Chiamami o mandami una mail. Ci conto… un bacio. Mariana”.
 
 
Deve essere la ragazza di ieri sera, quella che era fuori lo stadio e poi ci ha seguiti al ristorante. Mariana… e io che l’ho chiamata tutta la notte Lisa. Non mi avrà voluto contrariare pensando che fossi ubriaco. Di bella era bella… lunghi capelli biondi, alta, pelle liscia e abbronzata, gambe chilometriche e occhi verdi cervoni. Un po’ tonta forse: se ne è andata per disperazione stamattina presto. Io fingevo di dormire e lei ha fatto un grande baccano pensando che mi svegliassi e le dicessi qualcosa…la invitassi a rimanere con me…le dichiarassi il mio improvviso amore. Fortunatamente alla fine ha capito che non  c’era da aspettarsi niente se non un paio di sorrisi, un autografo, qualche complimento e del sesso in una camera d’albergo. Io l’avevo già capito notandola allo stadio. Succede sempre così. Mi piace una ragazza, spero che mi capiti la fortuna che hanno avuto Chris e Matt e poi… sento “I love you Dom. You’re so sexy, beautiful… I want you so much” e capisco che ciò che cercano è solo Dom dei Muse e non Dominic James Howard di Teignmouth. Vabbè…alziamoci altrimenti chi lo sente Matt.
 
 
Faccio una doccia, mi infilo velocemente un paio di jeans e una camicia, allaccio le scarpe e…
 
 
“ Dom sei pronto…”.  È Matt., come volevasi dimostrare. Gli apro la porta.
 
 
“ Pensavo non ti svegliassi”.
 
 
“ Per qualche bicchierino...”.
 
 
“Non parlavo di quello ma della bionda”.
 
 
“ Già liquidata! ”.
 
 
“ Dom, non dire così. È pur sempre una fan”.
 
 
“ Non ti preoccupare. Rimarrà tale per molto tempo dopo stanotte”.
 
 
“  Non voglio sapere niente. Sbrigati ”.
 
 
Gli squilla il cellulare.
 
 
“ Kate, sto andando adesso all’aeroporto. Tutto bene? Dom ti aspetto nella hall”.
 
 
“ Ok. Faccio in un attimo”
 
 
Portafoglio, cellulare, occhiali da sole ce li ho…
Getto il biglietto nel cestino e raggiungo Matt. Non vedo l’ora di vedere Bells e Katie riabbracciarsi come in un vecchio film in bianco e nero.
Sono un vero e proprio romanticone…o quasi.
 
 
 
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Italia
 
 
Dopo un’intera giornata passata all’università tra esercitazioni e lezioni al limite della follia suicida meritato riposo finalmente.
 
 
Getto la borsa sul letto e vado in cucina.
 
Ma che cavolo è quello?
 
 
Un nuovo poster campeggia sulla parete della cucina, messo lì appositamente dalle mie coinquiline.
 
 
Perché proprio a me dovevano capitare una fan di Fabri Fibra e un’altra di Tiziano Ferro. Certo i gusti son gusti…però i vicini devono impazzire quando io ascolto Hysteria e quelle due ascoltano a tutto volume le canzoni dei loro idoli. Andiamo oltre…
 
 
Metto un po’ di ordine nella stanza perché fra poco morirò sepolta tra fotocopie e dispense impolverate con sottofondo di Falling Down.
 
 
 Cavolo, credevo di essermene sbarazzata. È una foto di me con il mio ex di circa quattro mesi fa. Già vedendomi allora qualcuno avrebbe notato alcuni segni rivelatori. Leo mi abbraccia, mi tiene stretta a sé e io sto lì immobile, gli tengo debolmente la mano e sorrido pensando che eravamo giunti alla fine. Credevo che mi sarei potuta innamorare di lui con il tempo. In fondo è alto, simpatico, bello, ha i capelli scuri e occhi neri in cui perdersi volentieri. Però, io non sono riuscita a perdermi. Bea dice che non ha funzionato per la distanza, perché era un cretino e che arriverà presto un ragazzo capace di farmi perdere.  Detto da lei che si innamora facilmente… Io semplicemente non riesci a scollegare il cervello dal resto del corpo. Credo nell’amicizia, per cui sono disposta a tutto,  ma non riesco a comprendere l’amore.  Se non altro  non credo in quello capace di cambiarti la vita.
 
 
È arrivato un messaggio, lo leggo… “ Ali, se ti va vuoi venire con me, Antonio e Michela a prendere un aperitivo più tardi? ”.
 
 
“ Scusa ma deve venire fra poco una mia amica con cui avevo già altri impegni. Ci vediamo all’università lunedì ”.
 
 
“ Ok. Non ti preoccupare. 1 bacio e passa una buona serata ”.
 
 
Il mio è proprio un destino triste…più sono diretta e scostante e più le persone si mostrano gentili e premurose con me.
 
 
Simone è carino, mi viene dietro dall’anno scorso e da quando ha saputo, grazie a quella pettegola di Stefania, che sono ritornata libera non riesco più a fermarlo.
 
Suona il citofono.
 
 
“ Chi è?”.
 
 
“ Siamo del centro di sanità mentale. Mi apri…”.
 
 
“ Veramente…Sali Bea ”.
 
 
Arriva con il fiatone.
 
 
“ Alice sei una maledetta. Non potevi scegliere una casa con ascensore o almeno primo piano? ”.
 
 
“ Bea siamo solo al quinto piano”, rispondo, “ e tu sei giovane. Hai quasi ventun anni e ti lamenti per un po’ di scale. Ho capito: hai già bisogno di una carrozzella e una badante ”.
 
 
“ Cerca di fare meno la spiritosa. Tra le due la meno atletica non sono di certo io”.
 
 
“ Piccoli dettagli… io, però, non mi lamento. Sbrigati, entra perché dobbiamo iniziare la fase Reading-comincia-a-tremare”.
 
 
“ Come no! Alice la terribile, flagello dei concerti e invasata cronica sta arrivando”.
 
 
“Smettila ed entra. Abbiamo un sacco di cose da fare”.
 
 
 
 
Dopo un’ora e mezzo di estenuanti e frenetici click…
 
 
“Ecco fatto!”, dico io tutta soddisfatta come se avessi avuto un bel voto a scuola.
 
 
“ Ali sei sicura vero?”.
 
 
“ Beatrice non iniziamo. I ripensamenti sono banditi, anche perché ormai abbiamo già fatto tutto. Sono contenta di aver anticipato i soldi anche per te. Parte della mia borsa di studio, frutto di un apprendimento matto e disperato, è servita a un fine più alto, a qualcosa di epocale. E poi vuoi mettere il fatto che mi sarai debitrice per tutta la vita, la soddisfazione di essere la tua padrona assoluta…”, la rassicuro.
 
 
“Ok. Non ne parliamo più”, mi abbraccia alle spalle.
 
 
“ Molestatrice che non sei altro! Bea non dovevi andare in centro con tuo fratello?”.
 
 
“ Me ne ero dimenticata”.
 
 
“ Demenza senile precoce”, le dico accompagnandola alla porta.
 
 
“ Che ci vuoi fare. Ci sentiamo, ok?”.
 
 
“Va bene. Mi raccomando a te e… fai attenzione ai giovanotti”.
 
 
Chiudo la porta e vado in camera  mia. Sono ancora lì, sulla scrivania, tra il pc e la stampante quei fogli.
 
 
Conferme di prenotazioni volo andata-ritorno per Londra, ostello a Reading e, specialmente, dei biglietti per il concerto 28 agosto dei Muse. Tutto per due persone.
 
 
Non vedo l’ora di essere schiacciata dalla folla sulle note di New Born…capire che nello stesso momento centinaia di persone provano ciò che sento io…urlare, danzare, osservare, ascoltare il gruppo la cui musica è da dieci anni a questa parte una delle mie poche certezze nonostante la mia ben nota incostanza in molti campi della vita.
 
 
Cosa posso volere di più che andare in Inghilterra con la mia migliore amica a ascoltarli…e forse incontrare tre, due, uno dei musicisti che ha il potere di inibire ogni mia difesa e autocontrollo.
 
 
Ma che vado a pensare…sto diventando proprio come una di quelle ragazzine che si sbaciucchiano la TV e hanno crisi compulsive quando vedono il loro idolo…l’unica cosa importante è arrivare vicino al palco per riuscire a mantenere una promessa fatta a una bambina di quasi undici anni rapita da un’improvvisa melodia.
 
 
 
Fine del secondo capitolo: ringrazio ancora una volta theresistance per aver espresso il suo parere  e chi è arrivato a leggere la fine di questo capitolo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** Ricordi passati e incontri presenti ***


Grazie a chi ha messo questa storia tra le seguite e le preferite, a chi avrà voglia di recensire questo capitolo ( cosa alquanto gradita ), a chi semplicemente  continua a leggere questa fanfiction.
 
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Alla mia Chibi-chan….poter essere tua amica e condividere attimi di ozio,  di discorsi o assurdi o illuminati, di noia, di eternità, che sono i più felici, è per me un privilegio straordinario.
 
 
 
 
Primo giorno di liceo. Dopo un estenuante discorso del preside alle matricole, mi avvio verso quella che sarà d’ora in poi la mia classe. Ci sono già un po’ di persone.  Vado verso la terza fila, posto centrale. Lì  è già seduta una ragazza. Ha i capelli scuri legati in una coda, indossa un paio di jeans e una maglietta nera. Siede con le gambe accavallate, la sinistra sulla destra oscilla nervosamente. Sta ascoltando della musica con il suo mp3.
 
 
“ Ciao. Èlibero questo posto? ”.
 
 
“ Si ”, mi risponde con tono gentile.
 
 
“Io sono Alice ”.
 
 
“Beatrice, piacere”.
 
 
La professoressa non è ancora arrivata.
 
 
“ Posso? ”, le indico le cuffie. Se fossi in lei mi sarei mandata direttamente a quel paese.
 
 
“ Tieni ”, mi porge l’auricolare.
 
 
Avvicino la cuffia all’ orecchio sinistro.
 
 
Parte improvvisamente “and you use this chance to be heard…your time is now”.
 
 
Mi volto di scatto verso Beatrice: “ Ascolti i Muse?”.
 
 
“ Si, sono uno dei miei gruppi preferiti. Anche tu? ”.
 
 
“ Si...”.
 
 
 
 
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“  Bea chiama Alice-l ’imbambolata. Pronto, qualcuno mi sente? ”, Bea mi agita la mano davanti agli occhi e mi dà una delle sue gomitate terribili. A volte sa essere proprio una teppista.
 
 
Io afferro il suo polso e mi volto fissandola con uno sguardo che gelerebbe perfino il deserto del Sahara, “  Messaggio per la signorina Bea: perché non riesci a stare calma durante  un semplice viaggio in aereo? E perché mi sventoli la mano in faccia? ”.
 
 
“ Bisogna beneficiare di ogni istante di questo viaggio, lo capisci? Comunque…credevo che stessi dormendo”.
 
 
“ Si, con gli occhi spalancati! In realtà,  stavo pensando ”.
 
 
“ Stavi pensando a tutti gli inglesi carini che avrai l’opportunità di conoscere? All’ incontro strappalacrime con un uomo che si innamori all’istante di te? E fu così che Alice incontrò  in terra straniera l’uomo della sua vita, capace di scaldare il suo glaciale cuore…”.
 
 
“ Sei la solita stupida. Questi sono i risultati lampanti e incontrovertibili di un’esposizione sopraelevata a Piccoli problemi di cuore e roba del genere…”, le dò  un colpo sulla testa.
 
 
“ Insensibile! Posso conoscere di grazia quali importanti pensieri albergavano nella tua mente sottile poco fa?”.
 
 
Arrossisco e tutto d’un fiato: “ Stavo pensando a quando ci siamo incontrate la prima volta sei anni e mezzo fa!”.
 
 
“ L’ho sempre saputo che in fondo sei una gran tenerona ”.
 
 
“ Ferma Bea, mi stai stritolando…”.
 
 
L’hostess si avvicina a noi e ci zittisce con un’occhiata malevola.
 
 
“ Brava Bea, facciamoci riconoscere subito. Siamo in volo da nemmeno venti minuti e già bisogna metterti la camicia di forza. Un po’ di contegno per favore ”.
 
 
Beatrice mi acchiappa la mano e dice: “ Ali posso dirti una cosa? ”.
 
 
“ Purché non sia un’altra delle tue uscite formidabili! ”.
 
 
“ Grazie per esserti seduta vicino a me quel giorno ”.
 
 
“ Grazie B per avere condiviso il tuo mp3 con un’estranea schizzata e, da quel momento in poi,  tante altre cose”, le sussurro. “ Ora, però, basta con le smancerie perché…”.
 
 
“ Reading-comincia-a tremare! ”, continua lei ridendo.
 
 
“ Esatto! ”.
 
 
 
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Apro gli occhi,  allungo le mani e sento la sua pelle levigata, su cui scorrono velocemente i polpastrelli.
 
 
 Si volta.
 
 
“ Buongiorno bellissima ”.
 
 
“ Buongiorno ”.
 
 
Mi alzo, raccolgo i vestiti e vado a farmi una doccia.
 
 
Non c’è niente di meglio che svegliarsi a fianco di una bella donna prima di un concerto. È un rito propiziatorio, un rituale collaudato da anni.
 
 
Esco dal bagno e sento fragranza di caffè, nero e forte, proprio come piace a me.
 
 
“ Ho preparato la colazione. Resti?”.
 
 
“ Mi dispiace deluderti anche stavolta ma devo proprio andare. Ci si vede”.
 
 
Prendo le chiavi dell’auto e me ne vado.
 
 
Ecco sono arrivato al mio appartamento.
 
 
In realtà questa casa l’avevamo comprata io, Tom e Bells  alcuni anni fa. Ora Bells si è accasato definitivamente, o almeno così lascia intendere, e Tom fa il pendolare tra qui e casa della sua nuova ragazza. Qui  vivo stabilmente solo io. Dimenticavo: io e i ricordi di cui queste pareti sono impregnate.
 
 
Apro il portoncino. Mi dirigo in camera mia.
 
 
Sul letto  c’è la valigia aperta. Devo infilare solo un altro paio di scarpe ed è fatta.
 
 
Quali prendo? Queste, decisamente!
 
 
Opto per delle scarpe maculate, fondo rosso e chiazze nere…quando metto qualcosa di leopardato i fans vanno sempre in visibilio.
 
 
Se fosse un ragazzo, anzi un uomo normale a metterle sarebbe subito considerato un tamarro o peggio, ma dato che si tratta di una rockstar somma ammirazione.
 
 
Sento la porta sbattere.
 
 
“ Dommeh ci sei?”, cinguetta Bells.
 
 
Ha ancora le chiavi dell’appartamento. Le tiene come un talismano. Bells è la tipica persona che conserva tutto. Quando la madre buttò  una sua vecchia tuta arancio in acetilato, una di quelle che usava quando ci siamo conosciuti, tenne il broncio per giorni. 
 
 
“ Non si usa più suonare? ”.
 
 
“ Perché dovrei farlo se ho le chiavi. Risparmio di tempo per me che devo entrare e per te che devi  aprire!”.
 
 
“ E se non fossi stato solo? ”.
 
 
“ Come se fosse la prima volta. Mi ricordo ancora quando stavo per entrare in camerino e tu eri…”, fa per pensarci un attimo, “diciamo molto occupato con una fan”.
 
 
“ E tu corresti a prendere la videocamera per documentare il tutto”.
 
 
“ Certo un pezzo di storia da lasciare alle future generazioni. Piuttosto posso avere un po’ di acqua per favore?”.
 
 
“ Entri in casa senza bussare e poi fai tante cerimonie per un bicchiere d’acqua?”.
 
 
“Ecco tieni”, gli porgo il bicchiere velocemente.
 
 
“ Grazie”.
 
 
“ Che sei venuto a fare invece? ”.
 
 
“ Ero venuto ieri sera per dirti di alcuni cambiamenti nella setlist ma non c’eri….”
 
 
“ Ero da Lands”, rispondo non curante.
 
 
Mentre sorseggia l’acqua “ Comprendo! Sta diventando una cosa seria…allora”.
 
 
“Per niente. Ci teniamo un po’ di compagnia, tutto qua. Lei è una che non si crea problemi se non la richiamo e sparisco per un po’ ”.
 
 
“ Capisco”, mi dà una gomitata.
 
 
“ E’ solo che non cerco legami al momento”, secco io.
 
 
“ Se lo dici tu”, taglia corto, “ Ho deciso di eseguire la nuova canzone, ma senza testo, solo suono”.
 
 
“ Per me va bene. Chris che dice?”.
 
 
“ E’ assolutamente d’accordo”, sorride lui tutto soddisfatto.
 
 
“ C’è nient’altro?”.
 
 
“ Fammici pensare. Direi di no”.
 
 
“ Ecco. Se permetti io devo andare”, prendo la valigia e spingo Matt verso l’entrata.
 
 
“ Non spingere”, si ferma.
 
 
“ Ricapitoliamo il programma”, fa lui tutto serio.
 
 
“ Si Bells, cammina”. Lo spintono. “ Sto in hotel a Reading, parlo con i tecnici per definire gli ultimi dettagli e ci vediamo domani mattina verso le dodici”.
 
 
“ Sarà uno spettacolo grandioso…”.
 
 
“ Degno di quel patto, vero Bells”, lo guardo sorridendo.
 
 
“ Ovviamente. Ti ricordi quando andammo a Reading e tu e Christopher mi issaste perché non vedevo niente?”.
 
 
“ Anche allora eri un fottuto nano microscopico”, gli dico provocandolo.
 
 
“ Ma vai…io cerco di essere serio. Bè allora ciao e buon viaggio. Attento a te. Fammi uno squillo quando arrivi”.
 
 
“ D’accordo”.
 
 
Lo saluto e sistemo la valigia in auto.
 
 
Si parte!
 
 
Sì Bells, ricordo quel giuramento fatto da tre adolescenti euforici: “ Guardare il Reading Festival dall’alto del main stage  e inebriarci dell’abbraccio immenso del suo pubblico ”.
 
 
 
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Dopo un’ interminabile serie di sfortunati eventi, eccoci qui alla Stazione di Reading.
 
 
“ Ali dove dovremmo andare ora?”.
 
 
“ Bea ti rendi conto che è da quando siamo atterrate che continui a ripetere questa frase? Mi hai preso per un navigatore satellitare? ”.
 
 
“ In un certo senso ”.
 
 
“ Bea non puoi immaginare quanto ti stia odiando in questo momento ”.
 
 
“ Non è colpa mia…”, fa spallucce.
 
 
“ Se hai uno scarso senso dell’orientamento e poca memoria, vero? ”.
 
 
Bea, leggermente arrabbiata, prende il suo cellulare di ultima generazione e tenendolo sospeso in aria: “ Va bene allora seguimi, ti ci porto io in hotel così non mi sentirò assolutamente inutile ”.
 
 
Terrorizzata io: “ Beatrice ho capito”. Le prendo il cellulare, “ Seguimi! ”.
 
 
“ Si, mio capitano ”.
 
 
 
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“ Matt sono arrivato. Ho parlato con i tecnici e hanno detto che è tutto a posto per domani. Gli organizzatori mi hanno riferito che ci sarà ancora più gente che a Leeds…”.
 
 
“ Va bene, glielo faccio sapere io a Chris. Tom ti raggiunge più tardi? ”.
 
 
“Forse. Ha detto che l’apparecchiatura  non era ancora completa”.
 
 
“ Ok. Allora ci si vede domani in albergo.”
 
 
“Bien”.
 
 
 
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“ Ali ma dove cavolo siamo finite ”, esclama Beatrice sbalordita all’entrata dell’albergo.
 
 
“ Non è propriamente quello che si definisce ostello! ”.
 
 
“ Direi proprio di no Ali ”.
 
 
“ Bè siccome il concerto è un modo per festeggiare i miei ventun anni in anticipo di una settimana ho pensato di trascorrere due giorni in un posto decente”, dichiaro io cercando di convincerla.
 
 
“ Un bed and breakfast è ciò che io definirei decente, non un hotel a 5 stelle  ”.
 
 
“ Piccoli dettagli ”, le sorrido e le faccio cenno di entrare.
 
 
 
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“ Ehi mezza sega,  ti volevo avvisare che le apparecchiature sono arrivate, devo solo…”.
 
 
“ Tom è sempre un piacere sentirti, mi chiedevo giustappunto ora …che cazzo di fine avessi fatto”.
 
 
“Chiedo umilmente perdono”, fa lui tutto sconsolato, “ma sto lavorando affinché tutto sia perfetto proprio perché so il significato che avrà domani il concerto ”.
 
 
“ Eh già…vabbè, che hai deciso? ”.
 
 
“ Vengo da te verso le 22 ”.
 
 
“ Sinceramente non so se mi troverai ad aspettarti…”.
 
 
“Afferrato! Stasera sei di cattivo umore. Mi toccherà offrire da bere, vero? ”.
 
 
“  Se insisti accetto molto volentieri ”, ridendo.
 
 
“Ok, a dopo Dom ”.
 
 
“ Ci vediamo Tom-perspicacia-fatta-persona ”.
 
 
 
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“ Bea non trovi che la stanza sia bellissima? ”, le dico io facendo una piroetta su me stessa
 
 
“ Ripeto Alice: dove cavolo siamo finite? ”.
 
 
“ Sempre a rompere…”
 
 
“ A volte penso che tu soffra di un forte sdoppiamento della personalità: prima  risparmi fino all’osso per mesi e poi spandi come se non fosse nulla ”.
 
 
“ Bea, non ho  nessuna malattia mentale. Semplicemente ho calcolato tutto nei minimi dettagli e questo me lo potevo permettere. Almeno per due notti…”, le dico io.
 
 
“ Quando fai così, comportandoti come una bambina di dieci anni, non c’è verso:  con te è inutile ragionare ”.
 
 
“ Esatto. Visto che mi conosci ormai così bene…”, prendo velocemente un cuscino e lo sbatto violentemente in faccia a Bea, “prendi questo!”.
 
 
“ Sei proprio una cretina,  lo sai? ”.
 
 
“Detto da te…”
 
 
“Bè dato che ormai è troppo tardi per tentare di discutere…qual è il piano di bordo previsto dal capitano Alice? ”.
 
 
“ Ta-dà”, le presento un foglio sorridendo, “ doccia veloce, visita della ridente cittadina di Reading, sauna, biliardo e breve giro nella sala videogames così potrò umiliarti anche qui, si va a letto presto perché domani sveglia alle cinque ”.
 
 
Bea, rimasta alquanto basita: “ Fai davvero paura! ”.
 
 
“ Osi disobbedirmi? ”.
 
 
“No, no. Stavo solo constatando che il mio capitano è una  perfezionista maniacale”.
 
 
Ride:“ E poi stavo notando una leggera somiglianza tra te e quel personaggio dei cartoni animati, quel topo che voleva conquistare il mondo ogni sera, ah ecco: il Prof”.
 
 
“Lo prendo come un complimento perché in tal caso tu stessa, non io bada bene, ti sei autodefinita l’aiutante scema del prof”.
 
 
 
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Maledetto Kirk. Sempre in ritardo.
 
 
Si sarà fermato sicuramente da Catelynn, la sua ragazza.
 
 
Vedere un film in attesa è un po’ scocciante, con l’iphone ci ho già giocato abbastanza, la setlist l’ho rivista, per ubriacarmi devo aspettare i comodi del Kirk…. Che palle!
 
 
Ho capito: mi faccio un giro per l’albergo.
 
 
La receptonist, tra l’altro molto carina, mi ha detto che c’è la palestra e una sala giochi che rimane aperta fino alla stessa ora del bar.
 
 
Diamoci un’occhiata.
 
 
 
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“ I’m the best”, proclamo io.
 
 
“ Certo come no!”, Beatrice mi guarda con le braccia incrociate e con la tipica espressione che usa per assecondare i miei momenti di lieve follia.
 
 
“ Mi stai prendendo per il culo, vero Bea?”.
 
 
“Io? Comunque sempre fine tu!”.
 
 
“ Vabbè ti concedo la rivincita. Che si scommette ora?”.
 
 
“ Alice, tu e la tua insana mania di scommettere per qualsiasi cosa…”
 
 
“ Ammetti la sconfitta allora…”.
 
 
“ Questo mai. Devo difendere il mio onore ”.
 
 
“ Se è per questo, l’hai già perso da tempo ”, le rispondo bloccandola.
 
 
“ Vedremo chi vincerà questa volta, cara la mia Alice ”.
 
 
“ Ecco appunto… ma se perdi ti tocca gridare domani al concerto che sei una cretina e che io ho sempre ragione. Tutto ciò in inglese, non in Italian language perché devono capire bene tutti i convenuti. Chiaro? ”.
 
 
“ Dicevo: tu e le tue scommesse del cavolo ”.
 
 
 
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Sono caduto veramente in basso… Dominic James Howard che non ha niente di meglio da fare che spiare ciò che fanno due ragazzine.
 
 
Ero comodamente seduto su questa poltrona a leggere ripetutamente il dépliant dell’hotel   e ho sentito dalla sala a fianco le loro voci.
 
 
Fanno un gran casino queste qua!  Devono essere straniere, forse francesi o italiane.
 
 
Sono probabilmente qui per il concerto.
 
 
Da qui non capisco cosa esattamente dicano ma danno l’idea di divertirsi molto.
 
 
Un addetto sta per troncare questa piacevole scenetta.
 
 
Lo fermo e gli dico di farsi un giro allungandogli una banconota: nessuno può interrompere il mio spettacolo personale.
 
 
Da un certo punto di vista potrei sembrare un guardone maniaco, ma d’altra parte non posso far finta di leggere in eterno i giornali che sono su questo tavolino davanti a me.
 
 
Almeno fin quando arriva quel ritardatario di Kirk ho qualcosa da fare.
 
 
Quella a sinistra è abbastanza alta, magra, doti che risaltano grazie a un paio di shorts in jeans e una canotta gialla. Capelli lunghi castani e pelle piuttosto chiara.  Ha degli occhiali da vista molto sottili e un paio di sneakers ai piedi.
 
 
L’altra, quella a destra, è piccolina e formosa. Capelli neri corti lisci. Solo sulla parte destra un piccolo riccio che proprio non vuole stare al suo posto.  Pelle abbronzata. Tacchi alti e un vestito blu che le scende fin al ginocchio. 
 
 
Però, la piccolina è in gamba! Non c’ avrei scommesso all’inizio, ma ha vinto anche questa partita . L’altra   si dispera intanto.
 
 
Se Bells fosse qui, proprio come ai  tempi del nostro primo concerto a Reading le interromperei con una scusa stupida dicendo: “ Facciamo parte di un gruppo, i Muse, domani suoniamo. Se vi va venite ad ascoltarci e poi beviamo insieme qualcosa”.
 
 
Matt però non c’è, Muse è il nome che compare come ospite d’onore e non come spalla di gruppi stranieri più famosi e io sono cambiato.
 
 
Non faccio altro che aspettare non sapendo neanche cosa esattamente.
 
 
Una patina frivola e cinica ha coperto quel sorriso spensierato, diciamolo pure, a volte da imbranato cronico, che ora è stampato sui visi di quelle ragazze.
 
 
Le risate di quella ragazzina dal vestito blu così aperte, sincere,  volutamente incontrollate, sarebbero un buon attacco per il concerto… in degno spirito Origin.
 
 
 
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Sullo schermo compare una scritta chiarissima : “ YOU WIN! ”.
 
 
Mi giro verso la mia socia, la guardo dritta  e puntandole il dito contro: “ And my plug in baby…crucifies my enemies… when I’m tired of giving….uoohohoh ”.
 
 
“ Sei una persona impossibile Alice… soprattutto quando canti….”, risponde ormai rassegnata ed esausta Beatrice.
 
 
“ Non apprezzi forse la mia voce melodiosa? ”. Scoppio a ridere.
 
 
“ E diventi ancora più impossibile quando ridi ”.
 
 
“ Almeno la mia risata è autentica… un segno inconfondibile! ”.
 
 
“ Questo è sicuro”.
 
 
“ Un’altra partita? ”, ammicco io.
 
 
“ Basta. A tutto c’è un limite. Mi ritiro in camera a farmi una bella doccia. Sto sudando come una capra e ho sprecato già tutte le energie risparmiate per il concerto nel misero tentativo di batterti ”.
 
 
“ Non c’è sfida Bea…lo sapevi benissimo ”.
 
 
“ Che fai vieni? ”
 
 
“ Rimango un altro po’ e cerco di chiamare i miei per assicurarli che ci siamo sistemate ”.
 
 
 
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La ragazza con i pantaloncini se ne è andata.
 
 
Blu dress è rimasta tutta sola… Si guarda intorno e poi prende in mano il cellulare. Lo sta appoggiando vicino all’orecchio destro e sta aspettando.  Sbuffa leggermente.
 
 
È davvero buffa.
 
 
Quando era in compagnia dell’amica era rilassata, concentrata sul gioco e sicura di sé.
 
 
Ora sembra un po’ spaesata anche se non lo mostra, sbatte il piede sinistro nervosamente al suolo.
 
 
Deve essere una precisina…e poi è una muser.
 
 
Ha canticchiato dopo l’ultima vittoria Plug in Baby e ho sentito che l’amica ha pronunciato il nome di Bells.
 
 
Quasi quasi mi avvicino per giocherellare un po’…
 
 
Guardo l’orologio… Kirk non arriverà che fra ben tre quarti d’ora.
 
 
Ok, Dom alzati e cammina verso di lei!
 
 
Si dia inizio ai giochi!
 
 
 
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“ Ma’ tutto a posto. Siamo in hotel, ci siamo già sistemate. L’albergo è molto bello e il personale è abbastanza gentile. Abbiamo fatto tutto con facilità nonostante Bea non abbia spiccicato una parola e abbia assunto io il ruolo di mediatrice culturale nonché di traduttore simultaneo tascabile. Domani non posso chiamarti perché siamo al concerto ventiquattr’ore su ventiquattro. Ci sentiamo dopo domani quando andiamo a Londra, ok?...”
 
 
Alle mie spalle sento che c’è qualcuno che si sta avvicinando…mi volto a destra…
 
 
“Oh cazzo!” … quello è Howard… “ Scusami mamma ma non ti sentivo tanto bene, dicevi? Allora ciao e buona notte ”.
 
 
Chiudo il telefono, faccio uno squillo veloce a Bea, altrimenti mi ammazza,  e lo metto nella borsa appoggiata sulla poltrona.
 
 
Sta sorridendo… mi avrà sentito? No e, poi, non capisce l’italiano anche se Bea sostiene che il turpiloquio sia la prima cosa che si impara di una lingua straniera.
 
 
Le mie sinapsi nervose sono ormai sovraccariche di informazioni.
 
 
Alice calmati, prendi un bel respiro profondo quanto più puoi e, soprattutto, non fissarlo.
 
 
Bea non risponde, ma quando mai…
 
 
Adesso aspetto altri  due minuti e poi gli parlo…
 
 
Ali take it easy!
 
 
 
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Ha smesso di parlare al telefono.
 
 
Almeno una conferma: è italiana.
 
 
Sulle unghie ha uno smalto rosso che risalta le mani minute e i polsi stretti, su cui campeggiano dei braccialetti di stoffa colorati.
 
 
Intorno al collo porta una catenina d’argento che le dona un’aria rock. La scollatura dell’abito mi permette di vedere un piccolo neo, proprio perfettamente al centro, sopra i suoi seni.
 
 
Blu dress mi sembra un po’ tesa , si scrocchia le dita nervosamente.
 
 
Mi aspettavo che mi saltasse addosso chiedendomi un autografo o una foto come ricordo e, invece, no! Sta lì, affianco alla mia postazione, continuando a giocare.
 
 
Credo che non mi abbia riconosciuto.
 
 
Ok … Dom tocca a te.
 
 
 
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“ Scusami sai come funziona questa cosa?”, le indico la mia console sorridendo.
 
 
C’è l’ha con me? Muoviti Alice rispondigli… “ Guarda, devi accenderlo da qui e poi fai invio. Ecco fatto! ”. Che combino? Sembravo proprio la mia coinquilina Daniela, la gemella riccia, quando mi spiega come riavviare  esattamente la caldaia con i suoi modi da  so-tutto-io.
 
 
Grazie tante, non l’avevo capito ”.Metto le mani tra i capelli e faccio un’aria sconsolata…tattica che funziona sempre.
 
 
“ Di niente. Non preoccuparti. Anche io ci ho messo un po’ a capire come funzionava il meccanismo ”. Eh già Alice, tu sei una tonta incurabile.
 
 
Si è voltata delicatamente dall’altro lato, è proprio un osso duro. “ Comunque io sono Dominic ”. Le tendo la mano e le sorrido come un emerito fesso.
 
 
“ Alice, piacere ”. Gli stringo la mano. È leggermente ruvida, ma dona una sensazione piacevole al contatto.
 
 
“ Sei italiana per caso? ”.
 
 
“Si, si sente vero? ”.
 
 
“ No, assolutamente. Il tuo accento è molto buono. Solo che ho sentito la tua telefonata di prima e…”. Ma perché le ho detto la verità? Bastava dirle, come al solito, che rispecchia la tipica bellezza mediterranea e Blu-dress, allo stesso modo delle altre, avrebbe gradito il complimento e sarebbe abboccata.
 
 
Allora ha sentito pure il mio exploit… “ E hai dedotto che vengo da lì ”.
 
 
Vai dritto al punto Howard...“Sei venuta per il concerto? ”.
 
 
“ Sono qui con una mia amica per sentire un gruppo chiamato Muse, li conosci? ”.  Ali, pronto? Adesso ti metti a fare anche la spiritosa con uno dei musicisti più importanti di tutta la tua esistenza?
 
 
“ Cavoli, allora mi hai riconosciuto? ”. Non è più nervosa. Le sue guance sono diventate rosso ciliegia. Sul suo viso è ritornata quella espressione che mi aveva colpito prima.
 
 
Visto che ormai il danno è fatto… Vai Alice...anche perché, in questo momento,  è solo un ragazzo carino con cui parlare e non lui, quel batterista che scuote il tuo mondo a ogni suono da ben dieci anni… “Bè effettivamente è difficile riconoscerti quando non indossi qualche costume, magliette scandalosamente scollate e occhiali scuri schermanti ”.
 
 
E brava Alice-Blu-dress…è bastato un attimo ed è entrata in gioco anche lei. “ Molte fan sembrano apprezzare invece ”, le faccio scuotendo la testa.
 
 
“ Appunto! Sul palco è un’altra cosa…lì c’è Dom il batterista, ma Dominic James Howard con il quale sto parlando lo preferisco vestito così ”.  Ecco l’ho detto.
 
 
Questo proprio non me l’aspettavo…Temporaneo blackout… Ciò che ha detto e, soprattutto, il modo schietto, senza giochetti e secondi fini,  mi ha trapassato le costole da parte a parte…“ Allora lo terrò a mente ”.
 
 
Caro Howard il gioco ormai lo conduce lei! Riprendi in mano le rediniLe indico la postazione. “ Allora signorina le va di fare una partita a just wanna dance con me?  ”.
 
 
“ D’accordo ”, rispondo io in maniera sicura.
 
 
“ Non sia troppo affrettata. Prima deve conoscere le condizioni di un’eventuale vincita o perdita ”.
 
 
“ Mi dica ”.
 
 
“ Chi perde è obbligato a parlare di una cosa che pochi conoscono, a rispondere a una domanda o a compiere un’azione che il vincitore deciderà ”.
 
 
Punto le braccia verso di lui, incrociando le dita alla maniera di una pistola…“ Accetto la tua sfida straniero. Ci sto”.
 
 
Le metto una mano sulla testa…“Ok, let’s start! ”
 
 
 
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“ Ho vinto io!”, esclamo tutto fiero, “ allora… vediamo… parlami un po’ di te”. Fregata!
 
 
“ Anche se questa è una domanda da tutto e niente risponderò perché sono una che mantiene fede alla parola data. Il mio nome già lo sai… sono Alice detta Ali, odio chi fa riferimento al libro di Carroll quando mi presento e chi pensa che essendo figlia unica sia viziata, ho quasi ventun’ anni ”.
 
 
Le faccio cenno di continuare.
 
 
“ Mi piace il cioccolato al peperoncino, la parmigiana e i Muse. Ho un gatto e fra due settimane e mezzo ho l’esame di Anatomia”.
 
 
“ Aspetta, cos’è la parmigiana?”.
 
 
“ Lascia perdere Dominic. È troppo complicato da spiegare. Sappi che un piatto tipico del Sud Italia, da dove vengo io. Comunque, può bastare questa introduzione o devo proseguire? ”, rispondo scocciata.
 
 
“ Per ora è soddisfacente la tua presentazione! ”, le dico dandole un colpetto alla spalla.
 
 
Mi giro verso di lui.“ Cos’è tutta questa confidenza? Pensa a giocare Dominic ”.
 
 
“ D’accordo, d’accordo ”. È arrossita un’altra volta. Sono proprio perfido, ma è carina quando ha il viso imbronciato, quando arriccia il naso e si morde il labbro.
 
 
 
 
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“Dominic tocca a te… perché ti sei avvicinato? Sincero, eh ”.
 
 
“ Mano sul cuore e croce sul petto…ero da solo e ti ho vista con la tua amica. Mi sono incuriosito e sono venuto. Per la cronaca la tua espressione, quando ti sei accorta che io ero vicino a te mentre parlavi al telefono,  l’ho capita ”.
 
 
“ Che brutto spione, maniaco, pervertito!”. L’ho fatto sorridere veramente…certo che è proprio carino… Ali non fare pensieri vietati ai minori di ventun’anni anche perché non li hai ancora compiuti.
 
 
“ Va bene, mea culpa! ”.  Ho fatto proprio bene a parlarle. Una delle poche cose di cuore che ho fatto da due anni a questa parte.
 
 
 
 
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“Una cosa imbarazzante”.
 
 
Ok, respira Alice…“ Bè vediamo … ecco… io sono la regina delle figuracce…la più recente ….cadere dalle scale dell’università,  piombare sull’assistente carino del corso di Fisiologia, che aveva appena ritirato il mio test, cingergli  le braccia intorno  al collo per evitare di sbattere a terra le ginocchia… dopo di che dirgli in faccia oh cazzo”.
 
 
“ E lui? ”.
 
 
“ Mi chiede se mi fossi fatta male continuandomi a palpare. Almeno mi è passata la sbandata per lui dato che ho capito che era un cretino ”.
 
 
“Vedi: c’è sempre il lato positivo in ogni cosa ”.
 
 
“ Dopo questo posso anche andarmene”, faccio per lasciarlo.
 
 
“ Altre e due partite!”, esclamo io per trattenerla.
 
 
“Ok, ma devo togliermi questi tacchi altrimenti non posso batterti ”.
 
 
Si è tolta le scarpe, ora mi arriva al torace. Sento uno strano senso di protezione nei suoi confronti.
 
 
 
 
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“Ti obbligo a fare un autografo con dedica! ”
 
 
“ Ok.  Ad Alice…”. Lo sapevo che si dimostrava la solita fan alla fine.
 
 
“ No, è per la mia amica Bea. Scrivi A Beatrice la smemorata da Dom Howard con imperituro affetto. P.S. Datti una svegliata e impara l’inglese senza ricorrere alla povera Alice ”.
 
 
“ Per te niente? ”, la provoco io. Vediamo che mi risponde.
 
 
“ No, quello è un regalo per la mia amica che mi sopporta e supporta sempre, in ogni occasione. Io il mio dono lo riceverò domani sotto il palco, vedendoti suonare la batteria ”.
 
 
“ Davvero generosa! ”, esclamo io.
 
 
Lo guardo e dico: “ Alle persone a cui tengo sono pronta a dare tutta me stessa. Una volta che sbagliano, però,  mi perdono per sempre”.
 
 
Cavolo,  un tipetto deciso e intelligente. Dom devi rimangiarti ciò che pensavi di lei poco fa… Questa volta hai preso una cantonata assurda.
 
 
 
 
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“ Dominic sei pronto! 1, 2 e via! ”.
 
 
Cosa? Undisclosed desires? Bè con questa vinco di sicuro… io Alice Galatti non posso perdere proprio con questa canzone.
 
 
Dominic concentrati, non guardarla… su, forza. Dai che c’è il premio finale…e stavolta sarà una penitenza con i fiocchi per lei, da farle girare la testa e perdere l’autocontrollo che ha mostrato sinora…però intanto Howard sei tu che sembri un po’ confuso… La guardo, si muove in maniera leggera, ogni movimento è impercettibile e allo stesso tempo sembra lasciare una forte traccia nell’aria. Devo raccogliere tutte le mie energie per sconfiggerla.
 
 
Ma guarda come balla Dom…e ancheggia pure…mi scappa una risata…Mi distraggo un attimo ed è la mia fine.
 
 
“ No! ”.
 
 
“ Si,  cara la mia italiana, Italia-Inghilterra 2 a 3. Non c’è storia! ”.
 
 
“ Non è affatto valido, ballavi in quel modo, facendo quelle facce buffe solo per distrarmi ”, ribatto io.
 
 
“ Se mai ero io che ero distratto dalle tue movenze sensuali! ”
 
 
Cosa? Cosa ha detto? “  Vabbè che mi tocca ora ”.
 
 
“ Obbligo! ”, le rispondo io tutto contento, gustandomi il momento.
 
 
“ Di cosa? Su, la mia amica si starà chiedendo che fine ho fatto e domani mi aspetta una lunga giornata sotto il sole cocente ”, gli dico con voce sconfortata.
 
 
“ Non credere di muovermi a compassione. Anche per me domani la giornata sarà faticosa…ma un patto è un patto e va rispettato fino in fondo ”.Dom è la tua occasione, quella che aspettavi da tutta la serata… Allungo le mani, le afferro il polso destro improvvisamente. Ha un fremito… Le sussuro all’orecchio destro dolcemente: “ Voglio un tuo bacio! ”.
 
 
Sento il suo fiato su di me, che faccio adesso? Non mi sono mai sentita così con un ragazzo. Ciò che avverto non è da me. Si sta avvicinando… deglutisco…mai tirarsi indietro…lo voglio anch’io d’altronde.
 
 
Squilla il telefono.
 
 
Non le lascio la mano. “ E’ il mio ”, rispondo. Un messaggio da Kirk, dice che è arrivato, cavolo proprio adesso. Sempre il solito rompiscatole! Mi volto verso di lei. Che? Si avvicina a me, mettendosi in punta di piedi e mi dà un bacio sulla guancia, un bacio lieve vicino all’angolo della bocca.
 
 
“ Alice Galatti paga ogni suo debito!”, gli dico a fil di voce tenendogli la mano con entrambe le mie.Trovata geniale Alice! C’è rimasto di stucco.  Mi infilo velocemente le scarpe, prendo la borsa e faccio per allontanarmi.
 
 
La riacchiappo per un soffio.“ Domani sotto al palco. Mi raccomando! Ti tengo d’occhio ”.
 
 
“ Va bene. Tu datti da fare ”. Me ne vado e ritorno in camera.
 
 
 
 
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“ Kirk, eri qui dietro? L’hai fatto di proposito! Carogna! ”.
 
 
“ Non ti si può lasciare solo che combini guai Dommeh”.
 
 
“ Ma che dici? Non è come pensi ”. Forse all’inizio, ma poi lei…
 
 
“ Si come no, sei proprio un angioletto. Andiamo a bere va”.
 
 
“ Dovrei essere arrabbiato con te, ma visto che sono magnanimo ti concedo di continuare a farmi da cavalier servente almeno per stanotte ”.
 
 
“ Grazie per avermi risparmiato ”.
 
 
Mi spinge verso il bar. Sento ancora il suo profumo di gelsomino avvolgermi. Forse è stato meglio così…ciò che ho sentito quando le sue labbra hanno sfiorato il mio viso è stato sufficiente, almeno fino a domani.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 4
*** Never trick me with a kiss part 1 ***


Grazie di cuore  a chi gentilmente spende tempo per recensire e/ o leggere queste righe. Stavolta il capitolo è un po’ lungo ma Alice aveva  troppo da dire. Chissà come finirà?

Grazie a C. che assomiglia sempre di più a mio padre quando va a correre, grazie a Mr. B  a cui fischiano periodicamente le orecchie, grazie al mio bel biondino che si diverte  a scorrazzare con la sua Ferrari.

Grazie agli ignari mitici tre del Devon, la cui musica mi ha aiutato a sopportare interminabili viaggi.

Grazie alla mia psicanalista personale nonché ufficiale interpretatrice di sogni…altro che Freud! Devi ancora scegliere se Costa Azzurra o Londra!

 

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Busso alla porta…non risponde nessuno…ribusso…non penso che Bea si sia addormentata…no, dai…su aprimi…sento lo scatto della serratura…

 

 

“ Ali ma dove sei finita? ”, mi accoglie lei infuriata, “ ti stavo per dare dispersa e chiamare i soccorsi ”.

 

 

  Bea, i cani con gli slittini li possiamo lasciare anche  al Polo Nord ”.

 

 

 “ Non esageriamo adesso. A questo non ci sarei arrivata. Sapevo che, comunque,  eri qui in albergo. Che cosa mai ti sarebbe potuto accadere? ”.

 

 

Appoggio la borsa sul letto. “ Già, niente di niente. Vado a farmi una doccia lampo ”.

 

 

“ Ok.  Io, intanto, guardo un po’ di TV ”.

 

 

 

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L’acqua attraversa la mia pelle lentamente…una goccia dopo l’altra... potrei stare così sospesa in eterno , lasciando scorrerci insieme i ricordi, i pensieri, le emozioni, i sentimenti, trattenendoli nei meccanismi contorti della mia mente solo per un breve battito di ciglia.

 

Che cosa è successo cinque minuti fa? Una cosa così assurda. Come faccio a dirlo a Beatrice? Glielo dico o non glielo dico? Non posso non dirglielo… deciso: appena uscita dalla doccia le racconto tutto perché non riesco proprio a tenerle una cosa segreta. È più forte di me, ogni minimo dettaglio della mia esistenza le va riferito.

 

 

“ Ah, Ah, Ah, Aliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii ”, la sento urlare.

 

 

Mi infilo l’accappatoio e esco di corsa dal bagno.

 

 

 Bea, ti senti be….”.  Eccomi lì, scivolata sul pavimento, caduta per sedere a terra, proprio nel mio stile…

 

 

 Ali ti dovevi infilare le ciabatte ”.

 

 

“ Non preoccuparti se mi sono rotta qualcosa ma continua a farmi la predica. E poi ti ho sentito urlare e, sai, le ciabatte sono l’ultima cosa a cui ho pensato  ”.

 “ Sono due le cose o sei stata posseduta da Robert Plant dei Led Zeppelin  o ti è successo qualcosa ”.

 

 

“ A me niente, è a te che forse….e dico forse…è capitato qualcosa”, mi sventola a meno di un millimetro dal naso un foglio.

 

L’autografo di Dominic…l ’ho appoggiato lì come se nulla fosse…

 

 

“ Che cos’è questo, Alice? ”.

 

 

“ Dunque…vediamo…mi sembra…ecco, ci sono! È un foglio di carta su cui sono poste delle parole con inchiostro nero ”.

 

 

“ Sei un vero genio, complimenti! Mi riferisco a quello che sta scritto sopra ”.

 

 

“Sapevo che il tuo inglese lascia poco a desiderare, ma non capire ciò che c’è scritto sopra…Ti avevo sopravvalutato, allora ”, concludo io punzecchiandola.

 

 

“ Si è capito che non sono una madre lingua come te. Di certo non ho avuto la tua pazienza di sciropparmi tutte le interviste dei  Muse alla disperata ricerca di una minima comprensione di ciò che Mr. Bellamy intendesse dire.  Comunque, nonostante questo, ho capito ciò che c’è scritto ”.

 

 

“ Allora…qual è il problema? ”.

 

 

Mi indica la firma che sta in fondo.

 

 

“ Ah, quello…”.

 

 

Guardandomi fissa, direttamente nelle orbite degli occhi: “ Alice Galatti…rispondi non distogliendo lo sguardo ”.

“ Dicevo…bastava essere chiari fin dall’inizio. La firma è di Dominic Howard, batterista dei Muse, che al momento è ospite di questo stesso albergo ”.

 

 

Lascia cadere il foglio.  “ Come? Dov’è? Andiamo…”, rimettendosi le scarpe.

 

 

Fa per sistemarsi i capelli…    Aspetta un attimo… ”

 

 

Credevo di avere aggirato il problema spiegazioni puntando sul potere di essere una muser, invece il richiamo dell’amicizia rimane più forte.

 

 

“ Tu hai incontrato Howard?”.

 

 

“ Si ”.

 

 

“ E non mi hai avvisato? ”.

 

 

“ Se hai la bontà di controllare il tuo cellulare un attimo, ci sono tre mie chiamate cadute nel silenzio totale ”.

 

 

Si muove velocemente verso il comodino, apre il cassetto e, con fare sospettoso, passa in rassegna meticolosa l’elenco delle chiamate perse.

 

 

Finito, mi si avvicina con il cellulare tra le mani, testa abbassata e capelli davanti alla faccia.

 

 

Con un filo di voce: “ Scusami, avevo messo il silenzioso….”

 

 

“ Bea, please rianimati! Non mi sono mai piaciuti i film horror e, in questo momento, assomigli a Sanako di The ring. Se vuoi ci penso io, tanto il corso di rianimazione l’ho fatto.  Certo su un manichino, ma credo vada bene lo stesso ”.

 

Si riprende d’un tratto, mette una sedia al centro della stanza, mi indica di sedermi.

 

 

Spegne tutte le luci, eccetto quella della piantana che si trova in un angolo della camera.

 

 

Mi sorride maleficamente. Ecco ho già capito dove vuole andare a parare.

 

 

“ Beatrice Renzi, so che sei un’appassionata di Sherlock Holmes, ma la scena da interrogatorio si può anche evitare, non credi?”.

 

 

Tutta seria: “ Il sospetto parla solo se interrogato”.

 

  Voglio sapere tutto. L’ora, il posto, tutto…non tralasciare neanche il minimo particolare”.

 

 

Prendo fiato profondamente.

 

“ Il drummer  ha degli strani passatempi.  Ci stava spiando mentre giocavamo ai videogames  e, quando te ne sei andata per salire su in camera, si è avvicinato e abbiamo iniziato a parlare. Mi ha chiesto se ero italiana e se ero qui per il concerto”.

 

 

“ E poi? ”

 

 

“ Ci siamo fatti qualche partitina insieme ”.

 

“ E poi? ”.

 

Rullo di tamburi, squilli di trombe, sali per Bea…

 

“ L’ho baciato”. Ecco l’ho detto, ora è una cosa reale, non me la sono sognata…oh porca…

 

 

“ Cosa? Non è da te”.

 

 

 Ci pensa un attimo e poi sfottendomi:  “ L’alito sapeva di sigaretta o profuma di menta piperita? A me puoi dirlo…com’è stato? ”.

 

 

“ Bea. Mica gli ho fatto un esame completo della cavità orale. Si è trattato di un semplice bacio sulla guancia ”.

 

 

Mi dà una pacca sulla spalla: “ La mia pura e casta Alice….certo che invece di sbaciucchiartelo,  un semplice bacio della buona notte…comunque grazie per l’autografo ”.

 

“ Prego, posso tornare a farmi la doccia? ”.

 

 

“ Si, però, dopo i dettagli eh? ”.

 

 

“ Assolutamente”.

 

 

 

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“ Suite di lusso come al solito Dommeh! ”.

 

 

“ Ovviamente…tu, Kirk, puoi arrangiarti sul divano ”.

 

 

“ A me starebbe anche bene, sarebbe come ritornare ai vecchi tempi, ma credo che la mia schiena non la pensi alla medesima maniera ”.

 

 

“ Ok. Data la mia profonda generosità, ti lascerò riposare nell’altra stanza, su un bel letto soffice che concilii i frutti di una sbornia colossale ”.

 

 

“ Veramente questa è niente in confronto a quella della festa in maschera. Ti ricordi? Tu avevi una giacca grigio metalizzata e…”

 

 

“ …e il caro Matt ci vomitò sopra pure l’anima ”, continuo io, “ Comunque a nanna, domani sarà una giornata faticosa ”.

 

 

“ Se vuoi ti faccio un po’ di compagnia! ”, si offre ammiccando lui

 

 

Non rispondo. Lo adagio sul letto e faccio per andarmene.

 

 

“ Che c’è?  Avresti preferito la compagnia di quella ragazza? ”.

 

 

“ Buona notte Tom ”.

 

 

 Chiudo la porta.

 

 

 

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  Basta controllare, fra un po’ il domani diventerà oggi e addio beata dormita!”

 

 

“ Hai ragione Bea! ”, mi infilo nel letto.

 

“ Oh finalmente…ma non è che l’incontro con Howard ha sistemato gli ingranaggi del tuo delicato cervello? ”.

 

 

“ Ah, ah…questa non faceva proprio ridere. Buona notte Bea”.

 

 

“ A dopo Ali ”.

 

 

Spengo le luci.

 

 

“ Bea stai dormendo? ”.

 

 

“ Si! ”.

 

 

“ Come si? Se mi rispondi allora non puoi dormire”.

 

 

  Evidentemente ”.

 

 

“ Domani spiaccicate contro le transenne, vicino al palco, indovina chi ci sarà? ”.

 

 

“ Chi? ”.

 

 

“ Noi ”.

 

 

“ Programma allettante. Non è che hai dato appuntamento al biondino alcolizzato? ”.

 

 

“ In un certo senso…”.

 

 

Un tonfo secco. Addio occhiali di Beatrice…

 

 

 Luci accese.

 

 

“ Cosa? ”.

 

 

“ Gli ho promesso che sarei stata in prima fila, ma tanto si sarà già dimenticato”.

 

 

“ Che dici? Allora domani assolutissimamente appiccicate al palco…”

 

 

“ Questo è lo spirito giusto! Buona notte socia”.

 

 

“ Buona notte”.

 

 

 

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Guardo il soffitto. Certo che questa è stata una serata veramente strana.

 

 

Una pecorella, due pecorelle, tre pecorelle…

 

 

È inutile, non funziona…proviamo così…

 

 

Un bicchiere di whisky, un quarto di vino, una bottiglia di scotch…

 

 

No, neanche questo sembra funzionare.

 

 

Lei nel suo vestito blu svolazzante,  il suo modo di pronunciare il mio nome, il suo profumo, il suo bacio a fior di pelle, vicino l’angolo destro della mia bocca… Dominic, rilassati!  E poi ha vent’anni: praticamente quando lei pettinava ancora le bambole, tu con le bambole già facevi ben altri giochi.

 

 

 Domani sarà davanti a me, pronta a muoversi a ogni colpo  delle mie bacchette contro la batteria.

 

 

 

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Avvicino le cuffie del mio mp3 alle sue orecchie, massimo volume.

 

 

Micro Cuts versione live… acuti di Bellamy che si sprecano…

 

 

“ Alice sei una morta che cammina. Tu al concerto non ci arrivi ”, mi informa Bea.

 

 

“ Pensavo stessi dormendo…dato che avevi i tuoi bei occhietti nocciola chiusi”.

 

 

“ Era un momento di raccoglimento, di riflessione…”.

 

 

“ Capisco, tu e la meditazione zen di prima mattina ”.

 

 

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“ Alice non mi dirai che vuoi metterti quei sandali? ”, dice indicando le scarpe che ho in mano.

 

 

“ Perché non sono carine le mie scarpette nuove, comprate giusto giusto per l’occasione? ”, le faccio io con un faccino da bambina sorridente , proprio come quelle sempre buone e allegre della pubblicità.

 

 

“ Nulla da dire dal punto di vista estetico. È il lato funzionale che mi sfugge: avere quei cosi ai piedi per tutta una giornata, soprattutto a un concerto in cui ti sbragherai come non hai mai fatto in vita tua…non so sinceramente ”.

 

 

“ Perché tu i problemi di statura non li hai ”.

 

 

“ Che vai dicendo? Si e no, tra noi la differenza è di sette centimetri ”, fa Beatrice minimizzando.

 

 

“ Sono proprio quei centimetri che mi permetteranno di elevarmi al di sopra della folla di spilungoni e spilungone inglesi qui riuniti. Queste, poi, sono scarpe d’attacco…pronte a pestare le estremità inferiori di chi mi si para davanti! ”.

 

 

“ Sadica e violenta! Fa come vuoi, comunque. Niente lamentele dopo però ”.

 

 

Infilo i sandali nonostante i suoi avvertimenti.

 

 

Ecco fatto.

 

 

Ci guardiamo entrambe allo specchio.

 

 

Lì riflesse le immagini di due pazze che hanno deciso di farsi un viaggio in Inghilterra per assistere a una performance di un gruppo.

 

 

Pochi riuscirebbero a capire che c’è di più…molto di più…tra quei ponti di note che si perdono nell’aria e  fili di amplificatori sospesi.

 

 

Bea ha optato per un vestito di lino a bretelle…un azzurro tenue e delicato come il ciondolo di vetro colorato che le pende al collo. Scarpe basse e capelli raccolti in una coda. In mano ha un cappellino in caso di insolazione… santa donna.

 

 

Io ho i miei sandali tacco dodici color grano e un vestito dritto che stringe in vita.

 

 

 Guardo  la mia catenina d’argento e la tocco tre volte, scaramanzia che mi accompagna sin dalla seconda media.

 

 Al polso sinistro due braccialetti di stoffa colorati, uno della speranza e uno dell’amicizia, gli stessi che compaiono sul braccio destro di Beatrice, dono di un ambulante mesi primi proprio mentre fantasticavamo su questo giorno.

 

 

Mi volto verso Bea… è ora di andare.

 

 

 

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Apro gli occhi…piano piano sollevo una alla volta le palpebre.

 

 

Ho dormito proprio bene stanotte, non mi capitava da parecchio…non ho dovuto prendere neanche quelle pillole di melatonina che avevo chiesto a Bells.

 

 

Mi alzo.  Con sopra solo i boxer e una T-shirt slavata vado nell’anticamera.

 

 

Apro la porta….

 

 

“ Buon giorno bell’addormentato! ”.

 

 

Tom è seduto sulla poltrona, mentre Matt, disteso sul divano, mettendo in bella vista dei calzini blu elettrico,  sorseggia del tè.

 

 

Stropicciandomi gli occhi: “ C’è un po’ di caffè? ”.

 

 

“ Eccolo qui. Già ordinato ”, risponde Bells sornione.

 

 

Porto la tazza alla bocca. “ Grazie mille tata Matt ”.

 

 

Bussano alla porta.  Vado io.

 

 

“ Scemo,  vieni conciato così ad aprire la porta? Un po’ di senso del pudore…”

 

 

“Christopher, quanto mi sei mancato! ”, lo abbraccio, “ Come farei senza di te ”.

 

 

“ Mi fai entrare o no? ”, dice Christopher scansandomi.

 

 

Bells si alza dal divano, appoggia la tazza sul tavolino e mi si avvicina.

 

 

“ E io ti sono mancato, DomDom?”, appiccicandosi a me come una chewingum alla suola di una scarpa.

 

 

Tom: “ Direi che non gli è mancato proprio nessuno ieri sera ”.

 

 

Mi fiondo su Kirk e gli porto la mano alla bocca. “ Tommy,  quella boccaccia ”.

 

 

Tom la pettegola della compagnia. Fatti suoi mai…

 

 

Chris: “ Dominic lascialo! Sta soffocando”. Lo divincola dalla mia potentissima stretta assassina.

 

 

“ Chris, il mio salvatore ” esclama lo spione tutto contento.

 

 

Matt è dietro di me e con sguardo da esperto investigatore  mi dice: “ Cosa è successo ieri sera? ”.

 

 

Tom sta per parlare. Lo interrompo .

 

 

Se i fatti miei devono essere spiattellati al gruppo di sostegno al gran completo tanto vale che sia io a raccontarli.

 

 

Anche perché Tom finirebbe per darne una versione completamente distorta.

 

 

“ Ieri sera ero tutto solo…”.

 

 

“ Si ”, mi incalza Matt, “ Vai avanti ”.

 

 

“ e ho conosciuto una ragazza…”.

 

 

Chris: “ Sai che novità! Ne conosci due o tre al giorno! ”.

 

 

Lo fulmino… “ una ragazza ventenne”.

 

 

“ Pervertito. Te le scegli sempre più giovani, eh? ”, ridacchia Chris.

 

 

“ …italiana…”. Ecco l’ho detto.

 

 

Matt mi guarda e finendo l’ultimo goccio di tè: “  Bè, tutto qui? Pensavo quale evento catastrofico fosse avvenuto. Non è mica pure lei del lago di Como? ”.

 

 

Matt, ormai, ci scherza su questa cosa, ma quando ha rotto con Gaia…lui è uno da legami duraturi e ogni fine di una storia l’ha vissuta in maniera devastante da quanto io possa ricordare.

 

 

Kirk: “ Parlate così perché non avete visto lo sguardo da pesce palla di Dommeh ieri sera ”.

 

 

“ Smettila Kirk ”, gli tiro una gomitata.

 

 

“ Com’era questa qui? ”, domanda Chris mentre trangugia biscotti.

 

 

  Capelli neri lucidi, bassina come Matt, formosa e aveva anche una bella bocca, vero Dommeh? ”.

 

 

“ Dom, non te la sarai portata a letto, vero? ”, fa Chris scuotendo la testa.

 

 

“ Ma no. Mi ha dato solo un bacio della buona notte ”.

 

 

“Posso  confermarlo”.

 

 

Bravo Kirk…almeno la verità…una volta ogni tanto!

 

 

“ Ma un bacio che ha steso il qui presente ”, mi indica, “ più di tutti gli alcolici che abbiamo tracannato insieme ”.

 

 

“ Lo ammetto, lo ammetto  ”, alzo le mani. È inutile negare… e poi perché dovrei farlo?

 

 

Matt: “ Era una fan? ”.

 

 

“ Si e sarà in prima linea, vicino al palco oggi ”, dico io un po’ troppo euforico.

 

 

“ Vuoi davvero fare colpo, eh? Bravo il mio ometto! ”, dice Bells.

 

 

 

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“ Devono essere loro! ”.

 

 

“ Loro chi, Alice? ”.

 

 

In fila, proprio davanti all’ingresso, c’è un gruppo di sei ragazzi e tre ragazze, i cui visi sono devastati da una lunga notte  insonne.

 

 

“ Ciao, tu sei Luca? ”.

 

 

“ Si. Tu devi essere Alice ”.

 

 

“ Esatto. Lei è Beatrice ”.

 

 

“ Le sciarpe? ”.

 

 

“ Ho tutto ”.

 

 

“ Ok, unitevi al gruppo così aspettiamo insieme l’apertura dei cancelli. Loro sono Marco, Mauro, Nicoletta, Iacopo, Serena, Barbara, Antonio e Francesco”.

 

 

Beatrice, dopo aver seguito questo colloquio in religioso silenzio, mi tira il vestito.

 

 

Mi volto.

 

 

“ Alice, mi spieghi? ”.

 

 

“ Ho conosciuto Luca quando sono andata a far stampare le magliette. Abbiamo parlato del concerto . Ha detto che non c’erano problemi se ci aggregavamo a loro e c’hanno tenuto gentilmente il posto. Così siamo tutti insieme…”.

 

 

 …noi muser italiani”, continua Luca avvicinandosi.

 

 

Bea, allibita, non troppo convintamente: “ Se lo dici tu! ”.

 

 

“ Fidati ”, le rispondo io.

 

 

 

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“ Perché non metti queste qui? ”, fa Matt agitando le scarpe leopardate che avevo portato appositamente da Londra.

 

 

“ Opto per qualcosa di più sobrio questa volta”, faccio io.

 

 

“ Come vuoi tu. Anche se queste le preferisco a quelle”, indicando le scarpe che stavo allacciando.

 

 

Le preferisci tu, caro Bells, ma non è su te che intendo fare colpo…

 

 

“ Si va? ”, chiede Chris, tutto contento dopo una telefonata con Kelly.

 

 

“ Si, si”, cinguetta Bells trascinandomi per un braccio.

 

 

 

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Sotto al palco, ormai, si è creata una piccola comunità italiana, con una buona rappresentanza di ogni angolo della penisola.

 

 

Piccole sciarpe tricolori sventolano già in attesa del loro arrivo.

 

 

Pezzi di vita condivisi per una sola giornata.

 

 

Mi ritrovo a parlare con persone che probabilmente non avrei mai incontrato…

 

 

Ho ringraziato tante volte i Muse  per la loro musica, per dare il meglio soprattutto nei live, per le loro interviste stralunate… ma oggi voglio ringraziare quei tre per la magia che hanno creato inconsapevolmente, quell’ incantesimo che ha portato me, Bea, tutti i ragazzi intorno a dividere se stessi con sincerità.

 

 

È ora…

 

 

Io e Beatrice cerchiamo di parlare ma il silenzio è pieno di parole che hanno un unico significato: ne è valsa la pena.

 

 

Io le stringo forte la mano e le sorrido, piango e rido come una cretina…

 

 

Eccolo … è il batterista, come al solito, a farsi  avanti per primo sul palco.

 

 

Si comincia!

 

 

Bea mi spinge davanti e mi fa l’occhiolino.

 

 

Che stupida sentimentale!  Vuole a tutti i costi che Dominic mi veda… bè questo è anche il mio proposito, se non altro gli ho dato la mia parola.

 

Ma chi voglio prendere in giro…sì, voglio che lui mi veda, penso a questo momento da ieri sera quando l’ho lasciato per andare in camera.

 

 

Alzo le braccia in aria e urlo di felicità…

 

 

È impossibile che ti noti Ali…

 

 

Abbraccio Bea e saltiamo, cantiamo… dopotutto, questo è il nostro momento.

 

 

Su un’  indimenticabile accoppiata chitarra e batteria è la tempesta…il mio corpo e tutto ciò che mi circonda sono  ormai solo suono.

 

 

Ogni nota è sciolta, piena, nervosa, libera, ruvida, possente.

 

 

Il ritmo è tagliente e incalzante.

 

 

Eccolo lì  l’istante imperituro: mentre tutti riprendono fiato , i nostri sguardi, il mio e quello di Dominic,  si incrociano…è una mia suggestione forse…ma questo è l’attimo  in cui la musica non è più solo percezione acustica, ma un prodigio meraviglioso, un sogno che illude prima di cessare, l’occasione di vedere ciò che si potrebbe essere,  il raggiungimento di qualcosa di più dolce.

 

 

 

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“ Tieni!”, Chris mi porge una bottiglietta.

 

 

Tom : “ Non mi sarei mai immaginato una cosa così…è stato veramente…veramente…senza parole ”.

 

 

“ Bravo Tommy…perfetta descrizione ”, faccio io sfottendolo.

 

 

Bells mi mette una mano sulla spalla: “ Che c’è Dommy, hai una faccia da funerale  quando dovresti essere pronto a festeggiare per questa esibizione grandiosa  ”.

 

 

Tom: “ Forse non è riuscito a vedere la sua nuova bella… ”.

 

“ Ah Kirky, Kirky…ti sei fissato con questa storia. Non è che adesso sto a pensare sempre a questa qui ”.

 

Eppure l’ho vista…quando ho incontrato il suo sguardo è stato come…come se… il ritmo del mio cuore è cambiato così da trasmettere un nuovo impulso alle bacchette che hanno iniziato a vibrare più prepotentemente sulla batteria.

 

 

“ Dom pensava solo a quando lo straccerò domani  durante la partita, vero? ”, prorompe Chris.

 

 

“ Certo. Ti piacerebbe, eh? ”.

 

 

 

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“ Chissà quando vengono! ”, sbuffa Bea.

 

 

“ B ti ricordo che sei stata tu a voler aspettare qui all’ingresso dell’hotel . Per me possiamo anche andare in camera…”.

 

 

  Si, si. Come no! Lo so che vuoi rivedere il biondino  ”, ammicca lei.

 

 

“ Va bene…lo confesso. Rivedere Dominic non mi dispiacerebbe…”. Parli del diavolo…

 

 

Sono arrivati al gran completo:  Chris, Matt, Tom, Morgan e Dominic.

 

 

Prima di poterli avvicinare,  sono già attorniati da uno stuolo di fans che erano in attesa insieme a noi . Ci tocca fare la fila pazientemente…

 

 

Beatrice, che ormai ha preso seriamente il mestiere di cupido, mi spinge nella calca.

 

 

Oddio…sono di fronte a lui, proprio come ieri sera.

 

 

Su Alice esprimiti a parole tue… “ Dominic faresti un autografo a una tua fan italiana? ”.

 

 

Me la ritrovo davanti…con un timido sorriso e un foglio in mano.   Mi guarda con l’espressione di una bambina cresciuta  e mi tende la mano parlandomi con una voce sottile.  Non posso parlarle di fronte a tutti, ai fan e a Matt…preferisco evitare i loro commenti insieme a quelli di Tom. Dovrà aspettare un po’, la cercherò più tardi…

 

 

  Il tuo nome? ”, le chiedo distaccatamente. Dominic James Howard sei un bastardo…il suo nome te lo ricordi…eccome…ricordi tutto di lei, di quello che vi siete detti…

 

 

“ Alice. Grazie ”.  Prendo in mano il foglio  e afferro Bea.

Voglio sparire… Howard sei proprio un cretino, deficiente, ebete, che non capisce niente.

No, forse non è sua la colpa.  È tua, Alice Galatti, solo tua…Come volevasi dimostrare…ogni volta che credo davvero in una cosa, alla fine rimango scottata.

 

 

 

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“ Non era quella la ragazza che andavi cercando oggi per tutta la durata del concerto? ”, dice innocentemente Tom.

 

 

“ Si. E allora? ”, mi accendo la sigaretta.

 

 

“ Allora? Mah,  fai tu…comunque aveva una espressione incavolata che non faceva presagire nulla di buono ”.

 

 

“ Già, l’ho vista anch’io.  Aveva lo stesso sguardo di Kelly quando appena nato Alfie presi il treno per andare a suonare con voi ”.

 

 

Matt non dice nulla.

 

 

“ Incavolata con me? E anche se fosse? Adesso vado e la riprendo. Sarà un giochetto da ragazzi ”.

 

 

Faccio per andare. Matt mi ferma: “ Dominic fai attenzione! ”.

 

 

 

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“ Questa matita non si vuole proprio togliere ”, dico io avendo nelle mani una salvietta per struccarmi.

 

 


Mi giro verso Bea e scoppia a ridere.

 

 

“ Che c’è ora? ”.

 

 

“ Niente, niente. È solo che penso tu abbia trovato il tuo look…stai proprio bene con questo stile da tossica, ti si addice ”.

 

 

Bussano alla porta.

 

 

  Beaaaaaaaaaaaa! ”.

 

 

 Ali vai tu, io sono impegnata  ”.

 

 

 Si come no! Sempre comoda lei ”.

 

 

“ Chi è? ”.

 

 

 Sono io ”.

 

 

È  Dominic…Dio quanto lo odio in questo momento.

 

 

Senza pensarci un secondo gli apro la porta e lo guardo ferocemente.

 

 

 Ciao Alice ”. Così credo che vada bene… sembra che voglia azzannarmi dalla sua espressione.

 

 

 Il mio nome adesso te lo ricordi allora? ”.  Crepa Howard!

 

 

  E’ che prima ero occupato ”.

 

 

  Capisco.  Non ti devi mica giustificare con me. E poi tante grazie per l’autografo. Lo custodirò gelosamente, qui sul mio petto”.

 

 

Dominic-Alice 0-1…eh no signorina, avrai anche il diritto di essere arrabbiata con me, ma non mi puoi prendere in giro.

 

 

 Appoggio il braccio allo stipite della porta e mi allungo verso di lei… “ Mi fa piacere saperti così affezionata al sottoscritto. Sono venuto per invitarti a bere qualcosa”. Non puoi dire di no al mio fascino… o no?

 

 

 Mi dispiace, ma sono stanca e poi domani dobbiamo partire presto per andare a Londra. Sai ho i miei impegni io, nonostante non sia una rockstar!  ”. Eh no bello mio, non guardarmi così.  Non m’importa più niente…essere sfacciata, disinvolta, crudele con lui mi viene naturale. Di certo, non sono disposta a scendere al bar con te. L’orgoglio è più importante in questo momento.

 

 

Ok, ho capito. Devo fare attenzione…posso fare il galletto con gli amici e il buffone con le altre ma con lei non funziona niente di tutto questo…vuoi che sia sincero Ali? Allora sarà sincerità che otterrai.

 

 

 Le prendo la mano e la stringo. Tregua? ”.

 

 

Mi è scappato un sorriso…sii seria Alice…non scomporti di fronte al nemico anche se ha issato la bandiera della pace. “ Ok. Ora puoi andare a dormire Dominic. Resterò tua ammiratrice nonostante tutto. Hai la coscienza pulita! Non preoccuparti ”.  Mi alzo verso di lui e gli mollo un bacio sulla fronte.

 

 

“ Non ingannarmi con un bacio Alice ”. No, non farlo. Anche se siamo due giocatori in una partita che non voglio perdere.

 

 

Non me l’aspettavo questo…è sincero in questo momento, lo sento. Va bene ”, acconsento  dolcemente.

 

 

“ Ci vediamo domani ”, prendo l’iniziativa.

 

 

“ Ti ho detto che domani vado a Londra”.  Che cos’altro avrà in mente? Non m’interessa.  Signore aiutami tu, ti prego! Mi sembra di essere una di quelle eroine della Austen…

 

 

  Appunto!  Domani vai a Londra e ci incontriamo a Rocket Street dove Chris ha organizzato una partita di calcio con i fans ”.  Accetta, accetta, accetta….

 

 

“ Ok. Accetto il tuo invito. Mi sembra del tutto innocente”.  O quasi…sta di fatto che ci penserò domani a mente più lucida.

 

 

Non c’è niente di innocente, Blu Dress… “ Allora… di nuovo a domani. Conterò i minuti, i secondi fino a quel momento ”.  Mi avvio, camminando al contrario. Non voglio smettere di guardarla per ora.

 

 

“ Che scemo! ”.  Uno scemo che sa farmi sorridere però.

 

 

 

   

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Capitolo 5
*** Never trick me with a kiss part 2 ***


Grazie ai lettori di questa pazza e inconcludente storia…scuse vivissime  fin da ora se il capitolo sarà in alcune parti stupido, sdolcinato, noioso, lungo, ma è tutta colpa della fretta.
Grazie a theresistance , la prima a recensire questa fanfiction e sorprendentemente puntuale e paziente nel continuare  ad apprezzarla.
Grazie a aleale00 con cui condivido un rapporto di amore-odio nei confronti delle nostre protagoniste tanto sfacciatamente fortunate quanto maledettamente indecise.
A mio padre, che, del tutto ignaro, mi parlava l’altro giorno del concetto di simmetria e io tutta contenta: “ Il cantante del gruppo che stavo ascoltando tre minuti fa…”.
A te che ultimamente sei irraggiungibile: quel giorno, in cui si mischiano strane coincidenze, ti terrò per mano, piangerò e riderò. Tutto ciò non per ciò che c'è intorno, ma perché ci sei tu al mio fianco. Se saprai leggere tra le righe di queste pagine troverai il mio regalo per il tuo compleanno. ( Se ti piace è bene, se no…fattelo piacere! ).
In ultima istanza nella lista dei ringraziamenti, ma non nel mio cuore…grazie a te bellezza esistenziale, per cui ho elaborato anche un complesso concetto filosofico degno di Kant .
 
 
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“  Madonna mia! ”, esclama Beatrice non appena svoltiamo l’angolo, “ ma quanta gente! ”.
 
 
Ai lati del campo, a dispetto del sole che stranamente non dà tregua oggi a Londra,  c’è già minimo una cinquantina di persone.
Ragazzi in tenuta sportiva pronti per la partita,  alcune ragazze con delle divertenti  bandierine e pon pon improvvisati.   La maggior parte indossa qualche cimelio dedicato ai Muse.
Un vero e proprio spettacolo!
 
 
“  C’era da aspettarselo B. Comunque tutto ciò mi conforta ”.
 
 
“  In che senso? ”.
 
 
“  Almeno non siamo le uniche pazze a soffrire  di Muse-psico-dipendenza ”, le dico ridendo.
 
 
“  Bè questo è vero, anche se i tuoi livelli sono alquanto difficili da raggiungere. E poi c’è solo una persona che ha avuto un invito ufficiale o sbaglio? ”, fa lei dandomi una gomitata.
 
 
“ Ma quale invito ufficiale?!  ”.
 
 
“  Chiamalo come vuoi …ma sono due le cose: o ieri sera la stanchezza mista all’euforia mi ha fatto brutti scherzi o i miei occhi l’hanno visto e le mie orecchie  l’hanno sentito! ”.
 
 
“  Cosa esattamente? ”, le chiedo ingenuamente.
 
 
“ Un uomo sulla trentina, biondo, alto,  dagli occhi verdi,  che ti pregava di essere qui, in questo posto, oggi. Tra l’altro tutto ciò standoti vicino in una maniera alquanto imbarazzante, almeno tanto da farti arrossire ”.
 
 
Beatrice ha ragione.  Quando  se ne è andato  sono rimasta lì impettita, completamente  rigida, perdendo tutta la spavalderia che avevo dimostrato.  Sul mio viso si sono alternate tutte le declinazioni di rosso possibili per l’intera  notte.
 
“  Vabbè sediamoci qui sul prato. Èancora presto”.
 
 
“ Sei tu , Alice,  che sei una  fissata con gli orari e la puntualità”.
 
 
“ Meglio arrivare prima che dopo. E poi… io sono una persona seria, sai? ”.
 
 
“ Si, si , come no! Questo lo direbbe chi non ti conosce ben…”.
 
 
“ Bea mi prometti una cosa? ”, la interrompo io.
 
 
“ Dipende…”.
 
 
“  Ho bisogno del tuo appoggio oggi. Stammi vicino ok? ”
 
 
“ Se proprio ci tieni…ma certo scema ”.
 
 
 
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Mi avvio verso il campo velocemente dopo aver parcheggiato l’auto non troppo lontano.
Eccoli lì quei tre: Morgan, Chris e Tom.
 Gli accenno un mezzo sorriso e un saluto con la mano.
All’appello manca Matt ,ma a lui il football non è mai piaciuto tanto.
 
 
“ Mamma mia che spettacolo di uomo...”, esclama Chris sogghignando.
 
 
“  Puoi dirlo forte Christopher ”, acconsente Tom indicando il mio abbigliamento.
 
 
“  Ci tenevo a essere all’altezza della situazione. Quando si scende in campo o lo si fa per bene o niente ”.
 
 
Tutti e tre scoppiano in un’ unica assordante risata.
 
 
“ Questa perla di saggezza  me la devo proprio segnare,  Dommeh.  Non vedo l’ora di raccontarla a Matthew  ”.
 
 
“ Per una volta che sono serio voi vi mettete pure a ridere?  ”.  Che scocciatura…  Però è inevitabile…ormai sono la barzelletta di questa pazza compagnia da quasi vent’ anni.
 
 
“ Bè andiamo sfaticati, c’è la partita che vi aspetta ”, dice Chris impaziente andando avanti con Morgan.
 
 
“ Arriviamo…Tom mi passi quella bottiglietta?  Sto morendo di sete! ”.
 
 
“ Ecco, prendi…”.
 
 
Kirk si è allontanato…speriamo che mi lasci in pace oggi.
 
 
Faccio per aprire la bottiglietta . 
Dò un’occhiata intorno.
Non la vedo ancora…niente….eccola lì finalmente.
Èdistesa sul prato insieme con la sua amica…un po’ distante  dal resto del gruppo.
Ma quanto è ridicola…sta seduta lì, con le gambe incrociate in maniera molto strana….quella di destra sotto la sinistra, che è incredibilmente tenuta vicina al petto…un misto tra pilates, yoga e tradizione tantrica.
Una vera contorsionista… qualità molto utile e  apprezzata dal sottoscritto.
 
 
 
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“ Domani si torna a casa ”,  esclamo non troppo convintamente.
 
 
“ Eh già, anche questa follia sta per terminare ”, concorda Bea.
 
 
“ Certo che se penso che poco tempo fa facevamo il conto alla rovescia…”.
 
 
“ Non me lo ricordare Alice. Tu e le tue acrobazie mentali, io e i miei tentativi richiedenti il 90% delle energie vitali per poter seguire i tuoi discorsi allucinati ”.
 
 
“ Ah, ah…ma quanto sei simpatica Bea ”, le faccio il solletico all’ addome.
 
 
“ Ferma, ferma.  Lo sai che se mi metto a ridere non  finisco più . Alice… ”.
 
 
“ Mmm…Che c’è?  ”.
 
 
“  E Dom? ”,  balbetta, “ No, perché,  sai, non ti ho mai vista così. Sì, insomma…di stramba sei continuamente  stramba, spesso  in maniera insopportabile, a dire il vero.  Certo di solito persa nei tuoi ragionamenti  lunatici, ma, quando ti ho vista ,  quando vi ho visti ieri sera, eri… ”.
 
 
“  Incavolata come non  mai? ”, faccio finta di non capire cosa stia cercando di dirmi.
 
 
“ Bella ”.
 
 
“  Che significa tutto ciò? Non è un complimento ben riuscito, sai? ”, la sfotto io.
 
Alzo lo sguardo al cielo e tiro un sospiro per mettere in fila i miei pensieri.
 
“Comunque… lui è trascinante in maniera totale,  testardo e viziato, abituato  a comandare  tanto  che ho fatto fatica a non esserne  travolta completamente, ma…”.
 
Non faccio in tempo a finire che mi arriva un getto  di acqua  gelata dietro la schiena…  certo, piacevole data la calura della giornata ….però …porca miseria…
 
 
Mi giro di scatto: “ Ma chi è quello str….”.  Oh cavolo…
 
“ Dominic, che ci fai tu qui? ”, gli dico con un tono sorprendentemente acuto, “ Non dovresti essere a giocare ? ”.
 
 
“ Ora ci vado, ma volevo passare a porgere i miei omaggi a sua Altezza…  ”.
 
 
“   …e a farmi un bel gavettone,  vero messere Dominic?  ”, sbuffo smuovendo una ciocca umida che si è stagliata sui miei occhi.
 
 
“ Sei più carina così, sai? Assomigli a un tenero pulcino bagnato ”, le dico asciugandomi le labbra con il pollice destro.
 
“ Questa è la tua amica? ”.
 
 
“ Sì…Beatrice ti presento Dominic il maniaco-pervertito ”.
 
 
“ Bè non esageriamo adesso…Comunque  tieni d’occhio questa qui mentre gioco…”, me ne vado lasciando a Blu-dress la bottiglietta in mano. Grande Dom!  Grande uscita di scena…
 
 
“ Ma che bastardo che sei!”, gli grido io dietro. Ma quanto è pazzo…venire a salutarmi e poi andarsene così…è nato per farmi impazzire praticamente.
 
 
 
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“ Alice pronto! Mi hai visto? ”, mi tira un pizzicotto sul braccio Bea in preda a scompensi ormonali e  ipertensione cronica.
 
 
“ Qual è il problema? ”.
 
 
“ Niente, niente, ma ….sembravate tutti e due dei cretini ”, mi riferisce con lo sguardo incredulo.
 
 
“ Cioè? Non ti seguo B! ”.
 
 
 
“   Non  ti rendi conto che vi siete trovati? Finalmente la mia Ali si è persa per qualcuno ”, mi abbraccia forte forte quasi fino al soffocamento.
 
 
“ Lasciami che mi strozzi così. Devo cercare di arrivare fino alla fine del match almeno”. Almeno per mettere un punto a questa situazione.
 
 
 
 
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“ Passami quella cavolo di palla Tom. Sono qui! Sei cieco o cosa? ”.
 
Kirk finalmente mi passa la palla, la stoppo e guardo dritto il portiere per un secondo netto…intensamente. Tiro con tutta la forza che ho in corpo in quel momento e ….Signore, ti prego, ti prego, tutto ciò è per una buona causa….
 
 
“ Rete! ”, esulta Chris esterrefatto.
 
 
Morgan mi si avvicina: “ Fantastico Dom, fantastico! ”.
 
 
Mi volto verso lei.  Immagino il suo sguardo trasognato mentre mi vede trionfante…Cosa vuole di più?  Carino, simpatico, musicista e, persino, uno sportivo…
 
What?
 
Chi sono quei tre lì? Quei tre sbarbatelli che si sono permessi di entrare nel mio giardino personale? Eh no… carina…non si fa così….
 
 
 
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Vedo Dominic che, del tutto incurante del successo appena ottenuto, mi si avvicina.
Oh miseriaccia ladra…ha uno sguardo cupo e incattivito, perché poi? Mah… E’ sempre più vicino, più vicino…
 
 
Da  uomo di gran classe quale sono devo fare assolutissimamente finta di niente… “ Ragazzi volete giocare anche voi? Facciamo un cambio squadra”, le tendo la mano invitandola ad accettare la mia proposta. Ma quale proposta…o accetta o accetta…ora sono io l’offeso.
 
 
I ragazzi con i quali stavamo parlando non se lo fanno ripetere due volte…Sono già al centro campo quei disgraziati!
Bea mi guarda e, intanto, si alza…sta per mettersi a ridere, che traditrice!
Non posso tirarmene fuori, anche perché Dominic è stato chiaramente esplicito…altro che temperamento latino… a quanto pare gli inglesi quando si arrabbiano…
Come faccio? Io per gli sport di squadra non sono solo imbranata, ma proprio negata fino al midollo…
Gli tendo la mano.
Lui la afferra.
E’ fatta!
 
 
Finalmente si è decisa…è fatta! Me la ritrovo a tre centimetri di distanza…è visibilmente in imbarazzo…“ Decidi…giochi con me o contro di me? ”.
 
 
“ Ovviamente contro di te caro! ”, gli rispondo con un atteggiamento degno di una diva degli anni Venti. D’altronde se ci giocassi insieme, nella stessa squadra, sarebbe peggio…confido in Bea, nella sua atleticità e nel fatto che lei è da sempre consapevole delle mie figuracce in ambito sportivo.
 
 
“ Ok! ”, le sorrido… ma stavolta ci andrò pesante.
 
 
 
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Fortunatamente il pallone non me l’ha passato nessuno…sono salva fino ad ora, salva da gaffes colossali, ma non dal pressante placcaggio di Dominic… L’ho detto e lo ripeto: questo qui vuole farmi impazzire!
Eccolo qui…mi si avvicina un’altra volta…
 
 
“ Stanca? ”, la prendo in giro.
 
 
“ Forse tu? ”.
 
 
“ Ti sbagli Alice ”.
 
 
“ Perché non bracchi qualcun altro? ”, gli dico io in maniera acida.
 
 
“ Perché mi piace vedere le tue guance rosse per la rabbia e la tua espressione impacciata quando ti sono vicino”, le ribatto  in maniera schietta.
 
 
Siamo arrivati al punto che si prende gioco di me, eh? Keep calm Ali!“ Io impacciata?  Per te? Ma quando mai! Pensa al gioco, va! ”.
 
 
“ Ah si ”, le sussurro io…ora vediamo un po’ come reagisci Blu-dress.
 
 
Ma quanto è meravigliosamente uno…uno…meglio non trascendere.  Il suo fiato sul mio orecchio e il mio braccio che sfiora il suo…
Èun attimo
 
“ Vai Ali! ”, mi urla Bea.
 
Oh cavolo…la palla è finita vicino ai miei piedi…che tempismo! Forza Alice Galatti, concentrati, punta la porta e tira.
Scarica adrenalinica…non voglio guardare, non guardo…
 
 
“ Ali! ”, esclama Bea.
 
 
Lo sapevo non ho segnato…apro gli occhi…Cosa? Ho fatto centro? Io?
Si avvicinano tutti per farmi i complimenti! Cerco Dominic con lo sguardo, dove è finito?
 
 
“ Vieni con me? ”.
 
 
“ Eh? ”. Lo seguo non capendo più niente, mi trascina via… Bea…Bea…qualcuno mi salvi da me stessa.
 
 
 
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Mi volto di scatto dopo esserci allontanati un po’ dal campo.“ Oggi sarò la tua guida turistica! ”.
La guardo intensamente per assicurarmi che quell’espressione, quel faccino sorridente e soddisfatto che ho avuto il privilegio di vedere prima, sia ancora lì.
 
 
Mi fermo di colpo…ma che sto facendo? Lo sto seguendo e basta? E la partita? E il mio gol? E Bea?
 Che sta succedendo? No, non può succedere! Assolutissimamente, no! Ma…va bene, è accaduto…mi sono completamente e irrimediabilmente persa per quest’uomo che sta di fronte a me in attesa di un mio minimo cenno di esistenza cerebrale.
 
“ Cosa? Mi vuoi scarrozzare in giro per Londra? E gli altri? Che penseranno?”.  
Dal tono serio e preoccupato passo a uno più sarcastico: “ Già mi immagino i vari blog… Dominic Howard visto allontanarsi in compagnia di una giovane universitaria ”.
 
 
“ Che ci sarebbe di male? ”, le chiedo abbozzando un sorriso e accostandomi a lei.
 
 
“ No, niente. Però  avvisare prima la gente dei tuoi piani fantasiosi sarebbe cosa assai gradita…”.
 
 
“ Mi è venuto di getto…tanto ti riaccompagno io…non preoccuparti sei in buone mani”.
 
 
“ Mmm…eccome ”.  Vabbè non si torna più indietro.
 
 
 
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“ Una Porsche anni ‘60 con telaio in alluminio…ti stimo ancora di pìù Dominic ”, esclamo io tutta contenta, scodinzolando  felice intorno all’auto dei miei sogni.
 
 
La guardo basito.“ Ti intendi anche di motori, ora? ”.
 
 
“  Certo io sono un’enciclopedia vivente!”, lo sfotto accomodandomi in macchina.
“ Scherzavo…mio padre è fissato con Formula 1, macchine da corsa, Ferrari, Porsche…inevitabilmente ha contagiato anche la sottoscritta! ”.
 
 
“ Allora tieniti forte! ”.
 
 
“ Dominic, non fare pazzie per favore…già è grave che salga su un’auto con uno sconosciuto…”.
 
 
“ Sconosciuto? ”, mi indico con il dito.
 
 
“ Vabbè…comunque vai piano…piano…”.
 
 
 
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“ Due biglietti, grazie ”.
 
 
Mi prende per la vita e saliamo su una cabina del London Eye… Ok, Dominic ha dei poteri paranormali! E’ ufficialmente assodato.
 
 
Le sposto involontariamente una ciocca dei capelli: “ Perché sorridi? ”.
 
 
“ Tu leggi nel pensiero caro Dominic. Dovevo venirci con la mia amica Bea… A proposito la devo chiamare per assicurarmi che non l’abbiano portata  al pronto soccorso per un attacco cardiaco dopo che l’ho lasciata per  venire qui con te ”.
 
 
Parla con la sua amica al telefono…la tensione tra noi sembra essersi allentata…cammina avanti e indietro per la cabina…vabbè io mi siedo. Ha finito. Le faccio cenno di sedersi accanto a me.
 
 
Bea, dopo avermi detto che mi ucciderà non appena torno in albergo, mi ha  stranamente rassicurata dicendomi di vivere il momento e di infischiarmene di tutti i ragionamenti mentali che, come al solito,  si affollano prepotentemente nella mia testa.
 
 
“ Siete da tanto tempo amiche? ”,le chiedo.
 
 
“ Sì, ci conosciamo da sette anni ”.
 
 
Appoggio il mento sulla mano e ascolto incuriosito.
 
 
Mi ritraggo.“ Perché fai così adesso? ”.
 
 
“ Ti si è illuminato il viso quando hai parlato della tua amica…è una cosa molto bella. Parlamene ancora, se non ti scoccia ”.  Quei suoi occhi sgranati e pieni di tutto ciò che ti può regalare un’amicizia…la limpidezza con cui ne parla, mi parla…
 
 
“ Bè, se insisti…bada che quando parlo seriamente le cose tendono ad assumere uno strano valore.  Che dire?  Bea è un’ irrimediabile ritardataria, magnificamente cocciuta,  irreperibile sempre e comunque. L’incomunicabilità con lei è una costante fissa. Mangia lentamente, così lentamente che mentre lei sta ancora a metà piatto io sto già lavando il mio. Soffre di precoce perdita della memoria… ma gioisce prima di me per un mio risultato importante e mi sta a sentire quando le parlo del catabolismo degli acidi grassi. Èl’unica ad aver visto le mie lacrime di rabbia, sola spettatrice del dissolversi delle mie illusioni adolescenziali, sopportatrice ufficiale di ogni mio sfogo esistenziale, capace di affrontare una folla inferocita e urlante pur di trarmi in salvo…”.
 
 
Mi guarda in maniera cristallina. Sembra me quando mi intervistano insieme a Matt chiedendoci di spiegare ciò che c’è tra noi…le stringo la mano. La cabina, intanto, si è fermata insieme al mio cuore: “ Sei incredibile! ”.
 
 
Cosa? Cosa ho fatto? Niente di sbagliato spero! Il suo sguardo è così dolce ora...scuoto la testa e mi alzo guardando al di là del vetro: “ Le porti tutte qui le tue fans?”. Che uscita del cavolo Ali!
 
 
“ Alcune...”, le rispondo mentendo. In realtà è la prima volta che ci salgo con una donna. “ E tu? C’eri già venuta? ”.
 
 
“ Si, in vacanza studio, quattro anni fa. Nella cabina affianco mi ricordo che c’era un ragazzo che si era inginocchiato per fare la proposta di matrimonio alla fidanzata ”.
 
 
“ Sei un tipino romantico allora, eh? ”, le faccio il solletico dietro l’orecchio.
 
 
“ Io? Proprio no! Ma…comunque è stato bello da vedere…uno splendido ricordo ”.
 
Le afferro il braccio e scendiamo dalla ruota.“ Facciamo una passeggiata lungo il fiume, ok?”
 
 
“ Ok!”
Sento il borbottio del suo stomaco…“Dominic! ”.
 
 
“ Scusami. Un riflesso involontario”.
 
 
“ Aspetta…dovrei avere qualcosa per calmare la tua fame”.
“ Ta-dà”, faccio io tutta contenta.
 
 
 
 
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“ Buoni! Li hai fatti tu? ”, le chiedo con la bocca semipiena.
 
 
“ No, mia madre . Sono al cioccolato con la cannella, prelibatezze che io non potrei mai cucinare ”.
 
 
“ Capisco…non ci sono più le brave massaie di una volta…addio cucina italiana”, le do una pacca sulla spalla.
 
 
“ Non ho detto che non so cucinare…il mio Tiramisù me lo invidiano tutti”.
 
 
Siamo arrivati all’auto. La vedo pensierosa.  “ Ehi…Alice ci sei?  A cosa stavi pensando?”
 
 
“ A una cosa stupida! ”.
 
 
“ Un pensiero indecente sul sottoscritto? ”.
 
 
“ Ma va…i miei pensieri non sono bassi e depravati come i suoi, Mr. Howard ”.
 
 
“ E allora? ”.
 
 
“  Pensavo a uno scrittore francese che ha detto che alcuni odori o sapori hanno il magico potere di far riaffiorare ricordi, sensazioni  che la nostra mente ha ormai dimenticato”, gli rispondo salendo in macchina.
 
 
“ Allora vorrà dire che i biscotti al cioccolato mi faranno pensare per sempre a te”. 
 
 
“ Scemo!”.
 
 
 
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L’auto si arresta di colpo. Èarrivato il momento di mettere un punto a questa situazione
 
 
“ Questa è la mia casa! Vuoi vederla? ”.  Che accento falso che hai utilizzato Howard! Sembra che fingere con questa ragazzina ti venga più difficile del previsto.
 
 
“ Va bene ”. Sapevo dall’inizio che questo momento sarebbe arrivato…Mettere un punto a questa situazione: imperativo categorico.
“ Bella casa…un po’ poco vissuta forse, troppo da catalogo per i miei gusti ”.
Mi bacia dolcemente, lentamente, quasi a domandare un permesso che sembra non essere abituato a chiedere. Poi mi mette le mani al collo violentemente…
Se allungo le braccia, posso raggiungerlo…
 
 
La guardo fisso negli occhi… mi manca il coraggio di fare ciò che avevo in mente da sempre. Prima di ottenerla comincio a tremare,  ma è lei ad afferrarmi e ad invitarmi a continuare.
 
 
Mi tira verso la stanza da letto…non ho il tempo di respirare…mente e corpo non rispondono più alla mia volontà ma alla sua…
 
 
Parto dalla guancia e poi scendo fino al petto, fino a quel suo piccolo neo, che fin dall’inizio mi aveva colpito. Arrivo fino ai suoi seni.
 
 
Mi sento sotto pressione, cerco di galleggiare ma affondo  sotto il peso della legge gravitazionale.
Èun istante eternoi nostri corpi soffocano, stramazzano per poi ergersi dai meandri piùbui della vita.
 
 
Possibile che questa ragazzina…ecco come funziona questo meccanismo…
Tutti e due felici e …
 
 
E…e poi un silenzio terribile…agghiacciante possibilità dell’esistere  nell’estasi del nulla.
 
 
 
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 Dominic  stende un braccio sulla mia schiena. Mi guardo intorno cercando di fissare quest’immagine nella mia mente…non vorrei pensarci. E’ ora di mettere un punto.
 
 
Ètra le mie braccia: raccolta, sensuale, minuta, invincibile nel suo volto rigoroso, nelle sue labbra piene e rosate, nel suo nasino cosparso di adorabili efelidi.
 
 
Allungo la mano, lo afferro decisa e faccio per alzarmi in una goffa torsione muscolare che fa tremare il materasso.“ Vado”.
 
 
“ Aspetta un po’.  Ti accompagno io”. Ora  non sento il bisogno di scappare, ma forse tento di fingere con me stesso perché anche con lei…
 
 
“ Bea mi aspetta e domani partiamo.  La vacanza è finita e questa parentesi per tutti e due anche, Dominic ”.
 
 
 
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Ci siamo vestiti frettolosamente.  Dominic ha chiamato su mio esplicito ordine il taxi…meglio così.
Suonano al campanello, faccio per andarmene lasciandolo mentre sgranocchia gli ultimi biscotti in cucina così come ogni mio ricordo.
 
 
“ Lasciami un tuo contatto, numero di telefono o e-mail”, la bacio con insistenza, prepotentemente questa volta, con un’insana paura del distacco.
 
 
“ Dominic, never try to trick me with a kiss ”, gli dico.
“ So già che non ci sentiremo più, che tu getterai questo pezzo di carta fra un’ora se non meno…sarebbe troppo da sopportare per la stupida Alice italiana, capisci?”, gli accarezzo dolcemente le guancia destra.
 
 
“ Tu lasciami il tuo numero…altrimenti non ti lascio andare”.
 
 
“ Sei troppo poco convincente. Comunque… tieni se per ora questo ci fa stare meglio ”.
 
 
La accompagno alla porta.
La saluto sfiorandole la mano.
 
 
Gli sussurro prima di salire sul taxi: “ Grazie per la visita della città Dominic Howard di Teignmouth”.
Sono salita e sento un brivido.
 
 
Rientro in casa…le sue ultime parole hanno scalfito la mia variabile solitudine.
 
 
 
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“ Ciao Dom!”.
 
 
“ Hey Lands! ”.
 
 
“ Ero venuta a vederti a fine partita ma Tom mi ha detto che te ne eri andato ”.
 
 
“ Si, ero stanco ”.
 
 
“ E saresti stanco per una cena stasera ? ”.
 
“ Per la cena? ”.
 
 
“  Vabbè niente cena…che ne dici di passare da casa mia direttamente?  ”.
 
 
“ Ok. Così si può fare ”.
 
 
Spengo le luci, prendo le chiavi. 
Prima di andarmene metto il suo biglietto nel cassetto e… tremo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   

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Capitolo 6
*** Avrei dovuto perderti e invece...buon compleanno ***


Mi solletica il petto.
 
 
 
Io guardo il soffitto.
 
 
 
La mia testa non riesce a soffermarsi su un unico pensiero.
 
 
 
La blocco automaticamente e, alzandomi dal suo letto fatto di lenzuola verdi che profumano di rose, riprendo i vestiti.
 
 
 
 
“ Te ne vai subito dopo aver finito  anche oggi, eh Dommeh? ”, mi stuzzica Lands.
 
 
 
 
“ Lo sai che preferisco dormire nel mio letto se posso…”, le rispondo sistemandomi il colletto della camicia, incurante di ciò che continua a dirmi.
 
 
 
Non riesco a restarla a sentire in questo momento. Sono troppo stanco per collegare il cervello al resto del corpo, soprattutto se si tratta di assistere alle sue moine esercitate nel misero tentativo di trattenermi.
 
 
 
 
“ …è vero allora ciò che Tom mi ha raccontato. Dom ti fa male stare dietro alle groupies! ”.
 
 
 
 
Mi volto verso di lei: “ Ciao Lands ”.
 
 
 
 
Esco e lascio che la porta sbatta alle mie spalle.
 
 
 
Accendo una sigaretta e salgo in auto.
 
 
 
No, Alice non è una groupie e non è come le altre.
 
 
 
Ripenso a quando, mentre la  portavo al mio appartamento, l’ho scrutata con la coda dell’occhio.
 
 
 
Era rannicchiata nel suo angolino, rivolta verso l’altro lato della strada, intenta a catturare  avidamente con i suoi occhi e con la fotocamera ogni dettaglio di Londra.
 
 
 
Ho pensato di aver sbagliato a trascinarla via dal campo, ma l’egoismo ha prevalso sul buon senso questa volta più che in passato.
 
 
 
Mi sono voltato verso Blu-dress e, abbassando gli occhiali da sole così da assumere l’espressione di un consumato seduttore,  le ho detto: “ Perché sta zitta la mia piccola groupie? ”.
 
 
 
 
“ Groupie? ”.
 
 
 
 
“ Ho detto qualcosa di sbagliato? Che c’è che non va? ”.
 
 
 
 
“ Nel termine niente, è il tuo tono che…”.
 
 
 
 
“ Quale tono? ”.
 
 
 
 
“ Il tono che allude a groupie uguale  puttanella del musicista, chiaro o no?  E poi cosa ne puoi sapere tu che, quando sei sul palco insieme con i tuoi amici, ti senti invincibile? Non puoi comprendere ciò che ho provato la prima volta che ho ascoltato i Muse. Quell’emozione provata quella volta, quell’emozione che mi ha spinto a prendere un aereo e a essere schiacciata dalla folla, me la sono fatta bastare. Ci sono cresciuta intorno. L’ho difesa da quanti mi dicono” ma chi te la fa fare”, capisci? L’ho custodita gelosamente portandomela dietro ogni giorno fino a farla diventare parte di me.  Non nego di essermi lasciata andare ogni tanto a manie idolatriche adolescenziali. Se groupie implica fare non uno ma mille salti di gioia avendo sentito il campanello di casa e sapendo che è il corriere che porta i biglietti per il concerto, allora lo sono fino ad ogni fibra del mio essere. E no, no e no .  Ciò che io provo per i Muse non lo sento per nessun altro e tutto questo non ha a che vedere con te. Di certo non ti ho seguito così sconsideratamente per vantarmi di essere stata con il batterista del mio gruppo preferito. Quell’uomo lo conosco fin troppo bene ormai. Mi trovo su quest’auto perché ho scoperto che mi piace un biondino conosciuto a Reading due giorni fa e voglio imparare a conoscerlo anche se per poco ”.
 
 
 
 
 
…………………………………………………………………………………………………………
 
 
 
 
 
“ Buonasera signorina ”, mi dice il proprietario dell’ostello.
 
 
 
 
“ Buonasera ”, ricambio gentilmente.
 
 
 
 
“ La sua amica è già arrivata ”, continua lui.
 
 
 
 
“ Ah…Grazie ”, gli rispondo mentre salgo velocemente le scale.
 
 
 
 
Busso un’unica volta.
 
 
 
Beatrice mi apre la porta immediatamente.
 
 
 
Non dice niente…che abbia perso nel frattempo l’uso della parola?
 
 
 
Mi getto sul letto a peso morto, scaraventando da una parte all’altra della stanza le mie cose.
 
 
 
 
“ Aliceeee ”.
 
 
 
 
Ecco mi sembrava strano.
 
 
 
Tento di camuffare quanto mi faccia male il petto a causa del ticchettio spasmodico del cuore.
 
 
 
 In maniera tranquilla le dico: “ Bea se devi rompere, sii precisa te ne prego: punto uno puoi accusarmi di averti  abbandonata così indegnamente,  punto due puoi picchiarmi per non averti più chiamata e essere ritornata solo ora, punto tre puoi lamentarti e insultarmi per essere andata a spasso con Dominic mandando all’aria i nostri programmi. Prego, a te la scelta! ”.
 
 
 
 
“ Bella lista, c’è l’imbarazzo delle opzioni. Vediamo….ma Ali, tu…”.
 
 
 
 
Ecco, è successo prima del previsto…
 
 
 
 
Credevo di riuscire a trattenermi ma no…getto le braccia al collo di Bea e piango.
 
 
 
 
Lascio che le lacrime attraversino debolmente il mio viso portando all’esterno ciò che si agita all’interno.
 
 
 
 
Bea si zittisce, non si sposta.  Accetta ciò che sto provando accogliendolo dolcemente.
 
 
 
 
Mi calmo e mi stacco da lei, tirandomi indietro.
 
 
 
 
È  Bea adesso che si accosta a me, prendendomi il viso tra le mani: “ Ali, tu…”.
 
 
 
 
Si apre il cofanetto che ho cercato di chiudere per tutta la giornata. “ Si,  sono innamorata di lui. Lo sapevo fin da ieri sera ma come al solito sono…”.
 
 
 
 
“ Come al tuo solito sei una stupida autolesionista che passa da un eccesso all’altro. Prima l’iceberg che ha fatto affondare il Titanic a tuo confronto è un ghiacciolo e poi hai questa reazione apocalittica per uno che…”.
 
 
“ Vabbè…”. Prende dalla mia borsa l’mp3. “ Visto che si tratta di un’emergenza, tieni. Sai quello che devi fare: su, sfogati!  Io, intanto, mi tappo le orecchie perché non sono in grado di sostenere le tue emissioni acustiche ”.
 
 
 
 
Sul display appare Bliss.
 
 
 
 
Guardo Bea e vedo tutto il bene che ci lega, tutta la pazienza e la comprensione di cui ho bisogno.
 
 
 
 
Parte la musica… Bliss, la mia ancora di salvezza da sempre, la mia cura antidepressiva usata in occasioni speciali, lo scudo che mi protegge ogni giorno che sono spaventata.
 
 
 
 
Chissà quali strane sostanze aveva assunto Bellamy quando ha composto questa canzone che ha il potere di farmi sentire tutta l’energia dell’universo e di mandare via ogni frammento di negatività.
 
 
 
 
Piano piano il cuore fa meno male.
 
 
 
 
Canto a squarciagola cercando di non pensarlo.
 
 
 
 
 
 
………………………………………………………………………………………………………....
 
 
 
 
 
 
“ Ora che è finita Bliss, ho esaurito la mia dose di faccio-la-cosa-giusta-al-momento-giusto-perché-sono-ormai-adulta-e responsabile. Pertanto tocca a te Ali ”.
 
 
 
 
Le racconto tutto: “…e, dopo essere stati insieme, io gli ho chiesto di chiamarmi un taxi. Lui ha insistito un po’ per riaccompagnarmi, mi ha detto di volere il mio numero di telefono, ma credo l’abbia fatto perché  faceva parte di un copione ben rodato.  Il resto lo sai ”.
 
 
 
 
“ Aspetta un attimo. E lui ti ha lasciata andare così? Allora è proprio uno scemo…”, esclama Bea incrociando le braccia.
 
 
 
 
“ Bea no, non dire così. Cosa pretendevi che facesse? Sono io che ho creduto che non me ne sarebbe importato niente, ignorando il semplice fatto che non sono una che coglie le occasioni e poi chi se ne frega…”.
 
 
 
 
“ A ogni modo… io quello lì non lo capisco. Un attimo prima, bada che l’ho osservato attentamente, sembra che tu gli piaccia e non dico solo per andare a letto, e poco dopo è un cretino colossale. Vabbè che a furia di prendere chitarrate e non solo da Bellamy qualche rotella…Comunque meglio perderlo che trovarlo uno così, così….”.
 
 
 
 
La guardo e le prendo la mano: “ Grazie Beatrice ”.
 
 
 
 
“ Su, su Alice Galatti. Come insegnano le serie tv strappalacrime americane per affrontare una pena d’amore non c’è di meglio che vedere un film con la propria migliore amica e ingozzarsi fino allo sfinimento con  una vaschetta di gelato o dei biscotti. Siccome non abbiamo il gelato, non ci restano che i favolosi biscotti di tua madre…”.
 
 
 
Bea cerca nella mia borsa. “ Ali, ma i biscotti non li avevamo messi qui? ”.
 
 
 
 
 
“ Si ”, le rispondo io titubante, preparandomi alla sua furia omicida.
 
 
 
 
“ E com’è che non li trovo? ”.
 
 
 
 
 
“ Dominic aveva fame e così glieli ho offerti. Prima di andarmene,visto che aveva apprezzato, ho lasciato a lui tutta la busta ”, ribatto allontanandomi.
 
 
 
 
 
“ Cosa? Allora non solo è un cretino, ma anche un bastardo. Come ha osato privarmi dei miei biscotti preferiti, del mio tesorooo prezioso! ”.
 
 
 
 
 
“ Che film abbiamo sul PC ? ”, le chiedo tentando di far dimenticare a Bea l’attacco ipoglicemico incombente.
 
 
 
 
 
“ Vediamo…C’ho Shining…”
 
 
 
 
 
“ No”.
 
 
 
 
 
“ V per Vendetta”
 
 
 
 
“ Non è il caso”.
 
 
 
 
“ La vera storia di Jack lo squartatore ”.
 
 
 
 
 
“ Neanche ”.
 
 
 
 
“ HAARP è da escludere! ”.
 
 
 
 
“ Ecco brava. Ferma…Espiazione ”.
 
 
 
 
 
“ No, Ali. Tu stai così e vuoi vedere Espiazione? Stai proprio male allora. Già normalmente piangi come una fontana, figuriamoci adesso. E poi sai quale effetto provoca nella sottoscritta. Qualcuno deve rimanere pur lucido in questa situazione paradossale, non credi? ”.
 
 
 
 
 
“ Dai su, non fare la tragica. Ora mi sento meglio. Lo sai che è uno dei miei preferiti. E poi almeno se vedo James McAvoy…”
 
 
 
 
 
“ Va bene,  anche se quando dici che stai bene c’è da preoccuparsi seriamente ”.
 
 
 
 
 
 
…………………………………………………………………………………………………………
 
 
 
 
 
 
Sento il campanello.
 
 
 
 
Fiaccamente e con una ben misera forza di volontà, mi  alzo dal mio comodissimo e amato divano e  mi avvio alla porta.
 
 
 
 
“ Ciao Dom ! ”.
 
 
 
 
“ Ecco, lo sapevo che eri tu. Sempre a presentarti nei momenti meno appropriati ”.
 
 
 
 
“  Perché?  Ho interrotto qualcosa? Non mi dire che stavi facendo ancora il riposino pomeridiano ”,  dice sarcasticamente Bells tirandomi la guancia, cosa che odio profondamente.
 
 
 
 
“ Ah, ah, ah. Scusa ma non avevi le chiavi? ”.
 
 
 
 
“ Si, ma siccome l’ultima volta c’è stata tutta un’ estenuante discussione sulla privacy del qui presente…”, risponde Bells, “ Posso entrare o devo aspettare di essere annunciato? ”.
 
 
 
 
“ Ma no, prego si accomodi signor Bellamy ”, gli dico io indicandogli il soggiorno.
 
 
 
Gli faccio strada e mi rifiondo sul divano, occupandolo tutto e costringendo Matt a sedersi sulla poltrona.
 
 
 
Matt  mi guarda basito. Prima si porta una mano al mento e poi punta il dito verso di me.
 
 
 
 
“ Che c’è? ”.
 
 
 
 
“ Stavi suonando quella? ”.
 
 
 
 
Allora non puntava  me, ma la chitarra.
 
 
 
 
“ Suonando non proprio, però…”
 
 
 
 
“ Dom non toccavi una chitarra da…”.
 
 
 
 
Si interrompe, non sa se continuare o fermarsi.
 
 
 
Va bene, ti aiuto io Matt. “ Da un bel po’, saranno si e no sette anni. Giusto Bells? ”.
 
 
 
 
“ Mmm ”, acconsente con la testa.
 
 
 
 
“ Mi era venuta in mente ieri sera e mi sono domandato se ce l’avessi ancora. Stamattina ho setacciato l’intera casa e me la sono ritrovata nella tua vecchia stanza. Così mi è venuta voglia di suonare qualche fesseria ”.
 
 
 
 
“ Dominic, te l’avevo detto di fare attenzione ma tu non mi ascolti mai ”, dice  avvicinandosi e distendendosi sul sofà anche lui, mettendo la testa sul lato opposto il mio.
 
 
 
 
“ Ci risiamo! Non capisco di cosa tu stia parlando ”.
 
 
 
“ Ti do un indizio…chi mi ha fatto fin dagli inizi tutta una predica sul fatto che non ci si debba mai far coinvolgere da una fan? Mmmm…chi è stato? ”.
 
 
 
 
“  Sono stato io. E allora? Ma che c’entra questo con la chitarra? ”.
 
 
 
 
“ Se non c’arrivi da solo non è colpa mia ”, dice Bells mettendomi pericolosamente i piedi davanti la faccia.
 
 
 
 
“ Così parlò Matthew James Bellamy il saggio. Da quando sei diventato padre te ne esci un po’ troppo spesso con queste mezze sentenze. E poi…potresti togliere cortesemente questi piedi che di certo  non hanno un buon odore ”, gli dico mollandogli un calcio.
 
 
 
 
“ Ah siii….senti chi parla ”, agita dispettosamente  i piedi vicino al mio naso.
 
 
 
 
“ L’hai voluto tu…”, gli tiro il cuscino che avevo sotto la nuca.
 
 
 
 
 
 
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“ Alice perché non metti questo? ”, proferisce mia madre entrando nella mia stanza.
 
 
 
 
Oggi compio ventun anni e lei continua a trattarmi come una bambina, cosa che non ho mai accettato persino quando ero piccola davvero.
 
 
 
Vabbè vediamo cosa mi suggerisce.
 
 
 
Mi volto dolcemente  e lo vedo tra le sue mani appena stirato.
 
 
 
Quel pezzo di stoffa blu, quel vestito che ho lasciato nella valigia sperando di non rivederlo per un bel po’.
 
 
 
Sono passati sei giorni da quando…si insomma…da quando ci siamo lasciati sulla soglia del suo appartamento.
 
 
 
 
 
“ D’accordo mamma ti accontento! ”, la congedo frettolosamente spingendola fuori dalla mia camera.
 
 
 
Stringo tra le mani l’ indumento in questione, consapevole del fatto che è iniziato tutto da questo.
 
 
Il mio stato d’animo non è per niente cambiato, neanche una leggera flessione, una lieve inclinatura dei miei sentimenti, anzi…
 
 
 
Sorrido.
 
 
 
È  proprio dal modo di Dominic di pronunciare “ Blu-dress ” che mi si è smosso qualcosa che non sono in grado di riaggiustare per il momento.
 
 
 
Infilo il vestito.
 
 
 
Le scarpe….eccole.
 
 
 
Do un bacio ai miei.
 
 
 
Mia madre mi porge la borsa ed esco frettolosamente.
 
 
 
Ho paura di aver dimenticato qualcosa…controllo come al solito…tutto è al suo posto.
 
 
 
Pronta a festeggiare…si, ok…festeggiare è una parola grossa.
 
 
 
Ogni anno nel mio paese,  lo stesso giorno della mia nascita, sventuratamente si prepara una sorta di sagra con un cantante neomelodico assoldato apposta per l’occasione…maledetti organizzatori!
 
 
 
E che divertimento poi!
 
 
 
Vabbè un’uscita con gli amici giusto per stare un po’ insieme prima di ripartire per l’università.
 
 
 
Eccole lì, che mi aspettano all’angolo della strada.
 
 
 
Greta e Silvia, mie amiche d’infanzia, Chiara, che conosco fin dalle elementari, e Marta, sua sorella.
 
 
 
Bea ci raggiunge dopo.
 
 
 
Speriamo bene e speriamo soprattutto di non incontrare vecchie conoscenze, tipo ex ed affini, altrimenti sarà la fine per il mio equilibrio mentale.
 
 
 
 
“ Andiamo? ”, faccio io alle quattro fantastiche ragazze che si trovano di fronte a me.
 
 
 
 
“ Non aspettavamo altro ”, sbuffa Greta.
 
 
 
 
“ Ok. Let’s go”, incito io
 
 
 
 
“ Ma guarda come è diventata internazionale la nostra Ali…”, enfatizza Silvia.
 
 
 
 
 
 
 
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“ Dom che ne pensi di una cosa così? ”, esclama Bells esausto provando un riff alla chitarra.
 
 
 
 
“  Mmm…si, è interessante ”, faccio io prendendolo un po’ in giro.
 
 
 
 
“ E tu? ”, Matt dice rivolgendosi a Chris, che gli risponde con un “ Si, si può fare ”.
 
 
 
 
“ Eccomi con i viveri ragazzi ”, irrompe Kirk.
 
 
 
 
“ Finalmente ”, gli dico io.
 
 
 
 
“ Calma, calma, capitan Kirk ha tutto ciò che vi occorre: tè al limone per Matthew, una Red Bull per Christopher,  per te un frappuccino e per il sottoscritto una cioccolata allo zenzero”, esclama Tom estraendo accuratamente dal sacchetto ogni cosa.
 
 
 
 
“ Eh questi? ”, chiede Bells agitando un pacchetto trasparente, tutto infiocchettato per bene.
 
 
 
 
“ Sono biscotti al cioccolato, gentile omaggio della commessa ”, risponde Kirk.
 
 
 
 
Chris: “ Il solito fotunato! ”.
 
 
 
 
Matt apre il sacchetto, dando qualche biscotto a Chris e a Tom e tenendosi gli altri tutti per sé.
 
 
 
“ E a me? ”, chiedo io.
 
 
 
 
Matt: “ Niente: sei in castigo ”.
 
 
 
 
Io: “ Cos’è questa novità? ”.
 
 
 
 
Bells: “ L’ho deciso adesso  ”.
 
 
 
 
“ Ah, capisco ”, gli rispondo facendo l’offeso, “ tanto non saranno mai buoni come quelli che…”.
 
 
 
 
Mi blocco.
 
 
 
I biscotti al cioccolato che ho mangiato lunedì, lei che me li offriva con un sorriso aperto e sincero.
 
 
 
Alice.
 
 
 
 
Chris: “ Quali biscotti? ”.
 
 
 
 
Io: “ No, niente…dei dolcetti che avevo comprato in centro. Continuiamo? Sbrigatevi che fra due ore dobbiamo almeno finire questa canzone! ”.
 
 
 
 
 
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“ Alice hai portato la fotocamera? ”, mi chiede insistentemente Greta.
 
 
 
 
“ Si, ce l’ho qui in borsa, perché? ”, ribatto io.
 
 
 
 
Tutte  in coro, in mezzo alla piazza assediata dai miei concittadini intervenuti per la sagra: “ Vogliamo vedere le foto che hai scattato a Londra. Non ci hai raccontato ancora niente ”.
 
 
 
 
“ Già, le foto. Non le ho ancora viste neanche io a dir la verità. Tenete ma sbrigatevi ”, ordino perentoriamente alle quattro fornendo la mia macchina fotografica argentata.
 
 
 
 
 
“Mmm…questa è bella”, esclama Marta.
 
 
 
 
“ Guarda qui che faccia ha Ali”, fa Silvia ridendo.
 
 
 
 
“ Questa è la mia preferita! ”, dice Greta mostrandomi il display.
 
 
 
 
Sono io, che, sospesa all’ interno della cabina del London  Eye, guardo le acque del Tamigi.
 
 
 
Un momento…non può essere…me l’ha scattata Dominic segretamente. Ma che tipo!
 
 
 
Le mie guance avvampano di calore.
 
 
 
Passo alla successiva…
 
 
 
 
“ E questo, che ti mette il braccio attorno al collo,  chi è? ”, mi dà una gomitata Silvia.
 
 
 
 
Me ne ero dimenticata…l’unica foto insieme, scattata appena  prima di andare al suo appartamento.
 
 
 
Dominic è inguardabile…avrà avuto tre biscotti per guancia come minimo !
 
 
 
Scusa plausibile, scusa plausibile…ecco, trovata!
 
 
 
 
“ E’ il ragazzo che mi ha fatto la foto che è piaciuta tanto a Greta. Ci ha dato delle indicazioni su come raggiungere Hyde Park e così è entrato anche lui nelle foto-ricordo ”, mento io.
 
 
 
Fortunatamente  le mie amiche, tranne ovviamente Bea, conoscono i Muse solo attraverso i miei resoconti verbali.
 
 
 
 
“ Sarà ”, dice Chiara, “ Ma ancora non ci hai detto se questi Muse li hai incontrati oppure no ”.
 
 
 
 
Chiara non puoi pronunciare queste cose  così all’improvviso.
 
 
 
 
“  Li abbiamo incrociati e ho avuto i miei bei autografi! ”, esclamo soddisfatta
 
 
 
 
 
Greta, interpretando il pensiero delle altre: “Oh, finalmente. Così per un po’ non ti dovremo sopportare! ”.
 
 
 
 
“ Già ” taglio corto.
 
 
 
 
Marta: “ Insomma, volete muovervi ? Se no la gente qui ci calpesta”.
 
 
 
 
Ci incamminiamo verso il palco posto al centro della piazza, da cui intanto si irradia della musica latina.
 
 
 
Io mi fermo in un angolino sgranchendomi  le gambe, che mi fanno male a causa dell’altezza esasperata delle zeppe e delle condizioni disastrose del suolo del centro storico.
 
 
 
Chiudo per un istante gli occhi, ma Silvia: “ Ali, quello insieme a Desireè Mannani non è Leo? ”.
 
 
 
Si, è Leo e si sta avvicinando.
 
 
 
Ti prego, ti prego, no, non venire qui, ti prego…
 
 
 
Come al solito…lassù qualcuno non mi ama.
 
 
 
Sospiro.
 
 
 
Leo si accosta insieme ad altri due ragazzi e alla suddetta Desireè.
 
 
 
 
 
“ Ciao Alice ”.
 
 
 
 
“ Ciao Leo.”
 
 
 
 
Che situazione scomodamente scocciante!
 
 
 
 
 
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Entro speditamente in casa.
 
 
 
Ma dove l’ho messo!
 
 
 
 Dove?
 
 
 
Cavolo, qui c’è un casino per cui  ci vorrebbe un’impresa di pulizie per una settimana almeno.
 
 
 
Ripensa Howard…ripensa…ripensa…ecco, ci sono! Nel comodino.
 
 
 
Apro il cassetto  e trovo ancora lì, un po’ stropicciato forse, ma intatto il biglietto col numero di Blu-Dress.
 
 
 
Lo prendo in mano e mi avvio in cucina.
 
 
 
Vedo avanti e indietro, non riesco a decidermi.
 
 
 
 Guardo i numeri che si susseguono e prendo il cellulare in mano. Poi lo lascio nuovamente mentre mi riguardo attentamente il biglietto.
 
 
 
Le cifre sono scritte tutte in modo chiaro, non posso sbagliare.
 
 
 
Ma che le dico?  E poi non è da me richiamare, specialmente una con cui ci sono stato una volta e via.
 
 
 
Matthew  mi ha avvertito di fare attenzione e solo ora capisco fino in fondo ciò che voleva dire.
 
 
 
Respiro profondamente.
 
 
 
Cazzo, mi sudano le mani.
 
 
 
Howard concentrati: o adesso o mai più.
 
 
 
Penso ancora a come mi sono sentito la prima volte che ci ho parlato.
 
 
 
È la cosa giusta da fare.
 
 
 
Ok, però, non fare cavolate stavolta Dom.
 
 
 
Bene.
 
 
 
 
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“ Ho saputo che sei appena tornata dall’Inghilterra”, mi incalza Leo.
 
 
 
 
Ma che vuole? Insomma…ci siamo lasciati da un bel po’, basta, finito, chiuso.
 
 
“ Si, ma dopodomani riparto. Sai devo dare Anatomia, poi iniziano le lezioni…”.
 
 
 
 
 “ Si, lo so. Lo studio prima di tutto…”
 
 
 
 
Desireè lo interrompe: “ E che hai fatto a Londra di bello? ”
 
 
 
 
Che cosa ho mai potuto fare? Mi sono vestita da poliziotta e mi sono messa a dirigere il traffico!
 
 
“  Ci sono andata con una mia amica per un concerto ”, esclamo io zittendola.
 
 
 
 
“ Dei Miuz, scommetto? ”, prevede Leo acidamente, pronunciando appositamente male il nome.
 
 
 
 
“ Esatto ”.
 
 
 
 
“ Nella tua vita ci sono sempre stati loro d’altronde ”, ribatte il mio ex seccamente.
 
 
 
 
“ E sempre ci saranno…scusami un attimo ”.
 
 
 
Sento il cellulare che vibra in borsa.
 
 
 
 Un messaggio. Chi me lo manda?
 
 
 
È  un’immagine del London Eye.
 
 
 
Deve essere Bea, che ancora non è arrivata e già mi fa incavolare.
 
 
 
Le rispondo con un “ Cretina…non sei affatto spiritosa. Sbrigati a venire, altrimenti non sei più invitata alle celebrazioni solenni del mio B-Day non tanto Happy per ora ”.
 
 
 
 
 
 
……………………………………………………………………………………………………….
 
 
 
 
Mi ha risposto.
 
 
 
Non ci capisco niente.
 
 
 
Forse mi ha confuso con qualcun altro…non è che esisti solo tu Dom!
 
 
 
Happy B-day sta per compleanno?
 
 
Allora oggi  è nata Blu-Dress.
 
 
 
Troppe coincidenze…mi faccio paura da solo.
 
 
 
Su, Howard è un segno dell’universo come sosterrebbe Bells…ho deciso niente mezzi trucchetti, la chiamo.
 
 
 
 
………………………………………………………………………………………………
 
 
 
 
 
“ Dicevamo…”, mi rivolgo a Leo e la sua accompagnatrice ossigenata, “ scusate…”
 
 
 
Il cellulare vibra un’altra volta…Bea sta esagerando.
 
 
 
 
“ Renzi you are a stupid girl! ”.
 
 
 
 
“ Ciao ”.
 
 
 
 
La voce non è quella di Beatrice…no, decisamente no.
 
 
 
“ Sei tu?  ”, chiedo all’uomo che sta dall’altra parte del telefono.  Complimenti, Alice…le tue uscite sono sempre molto ingegnose.
 
 
 
 
“ Buon compleanno Blu –dress ”, le dico. Howard sei sempre un uomo di poche parole, eh?
 
 
 
 
“ Ehm…grazie ”.
 
 
 
Leo e gli altri mi guardano straniti. “ Scusate ma devo andare. Ragazze, mi allontano per un po’. Rimanete qui, ok? ”.
 
 
 
Mi vado a ficcare in una stradina deserta, vicino alla debole luce di un lampione che non riesce a competere con la splendida luminosità della luna che accompagna questa serata.
 
 
 
 
“ Ci sei ancora Dominic? ”. Fa che non abbia riagganciato…
 
 
 
 
La maniera in cui scandisce il mio nome…sembra che queste tre sillabe pronunciate da lei acquistino un significato diverso, inaspettatamente nuovo… “ Si, Alice ”.
 
 
 
 
“ Scusami ma non ti sentivo bene. C’è una festa in corso e non potevo mettermi a discutere in inglese in quella bolgia ”. What? Ma che dico?
 
 
 
 
“ Come vedi non l’ho buttato il tuo biglietto ”, esordisco molto infelicemente io.
 
 
 
 
“ Mmm…come mai mi hai chiamato? ”.  Credevo…per una volta mi ritrovo felicemente in torto, o almeno lo spero.
 
 
 
 
Non dire bugie Dominic James Howard. “ Ho ripensato a quei biscotti e…”. Non era così che glielo dovevi dire, scemooooooooo!
 
 
 
 
“ Comprendo. Allora se ti serve una scorta a vita di dolci, basta farmelo sapere prima. Le spedizioni ovviamente sono a tuo carico ”.
 
 
 
 
“ Non volevo dire quello. Bè forse sì, ma… perché tra noi c’è sempre qualche equivoco? ”.
 
 
 
 
“ E’ il limite della lingua, forse ”. Ma perché non la smetto? Ci sono stata male a furia di pensarlo e ora faccio pure la stronza…povero Dominic.
 
 
 
 
“ Alice ”.
 
 
 
 
“ Si ”, gli dico più dolcemente.
 
 
 
 
“ Ti ho chiamata perché volevo dirti una cosa che ti avrei dovuto dire cinque giorni fa…”
 
 
 
 
No, non mi dire che avevi qualche malattia sessualmente trasmissibile. Sarebbe il colmo…Ma come mi vengono in mente certe cose! Shhh…testolina mia, devo ascoltare Dominic.
 
 
 
 
Chiudendo gli occhi e facendomi coraggio: “  Il giorno del concerto ti ho vista…e non perché stessi in prima fila, ma perché ti ho cercata per tutto il tempo. C’è stato un momento in cui ti ho trovata.  Eri lì…io…”.
 
 
 
 
Riesco a sentire il battito del mio cuore in ogni infinitesima parte del mio organismo. Dominic perché mi fai questo.
 
 
 
 
“ Io…io non sono di certo un santo e  in questo ultimo periodo ho combinato un mucchio di cretinate, ma penso a te e…Scusami non sono bravo con le parole e odio parlare al telefono senza guardarti ”.
 
 
 
 
Qualcosa nel petto,  lì, proprio al centro, si mette a correre. Sto tremando così freneticamente…non riesco a respirare. “ Dominic...”
 
 
 
 
“ Io…voglio conoscerti Alice ”.
 
 
 
 
“ Mi sta bene”. Alice, sei una bacata, bacata, bacata!  Non hai nient’altro da dire? Appena torni a casa duecento frustate come minimo e con le ginocchia a terra.
 
 
 
 
“ Se mi invii il tuo indirizzo mail, magari ci vediamo anche tramite webcam e…”
 
 
 
 
“ Ok, te lo invio ”.
 
 
 
 
“ Perfetto ”.
 
 
 
 
“ Solo che non so…”.
 
 
 
 
“ Non so neanch’io come faremo, ma non voglio che tu possa scappare o che io possa perderti ”.
 
 
 
 
“ Afferrato!  Dominic…”.
 
 
 
 
“ Mmm ”.
 
 
 
 
“ Non mi ero sbagliata ”.
 
 
 
 
“ Perché? ”.
 
 
 
 
“ Te lo dirò la prossima volta ”.
 
 
 
 
“ Ok ”.
 
 
 
 
“ Buonanotte ”.
 
 
 
 
“ Buonanotte”.
 
 
 
 
 
…………………………………………………………………………………………………………
 
 
 
 
 
Dalla stradina mi muovo verso la piazza.
 
 
 
Ogni passo destro è leggero e quello sinistro diventa pesante.
 
 
 
Come possono delle successioni di lettere un po’  farfugliate generare questo blackout totale?
 
 
 
Da lontano vedo le mie amiche che mi aspettano.
 
 
 
Fortunatamente Leo se ne è andato.
 
 
 
Ops…è arrivata Beatrice.
 
 
 
 
“ Finalmente…ma che stavi facendo? ”, mi chiede Greta.
 
 
 
 
“ Mi ha chiamata un’amica dell’università, Stefania, per farmi gli auguri ”.
 
 
 
Grazie al cielo ho sempre la scusa bella e pronta.
 
 
 
 
“ Bè, andiamoci a prendere un gelato. Offro io ”.
 
 
Andiamo tutte e sei verso il bar vicino.
 
 
Prendo sottobraccio Beatrice.
 
 
 
 
B. allarmata: “ Ma che ti è successo? Mi hanno detto che hai visto Leo…se ti ha detto qualcosa di male lo uccido! ”.
 
 
 
 
Sotto voce le sussurro: “ Ho parlato con Dominic. Ci siamo scambiati mail e telefono e ha detto di volermi conoscere. E… ”.
 
 
 
 
Bea si ferma di colpo: “ Se ti farà soffrire, però, giuro solennemente che diventerò il suo peggior incubo ”.
 
 
 
“ Si, ti ci vedo proprio. Kill Dom Vol.2 ”.
 
 
 
Scoppiamo a ridere insieme.
 
 
 
 
 
…………………………………………………………………………………………………………
 
 
 
 
Leggo il suo indirizzo mail.
 
 
 
Vado alla batteria e suono fino ad essere esausto.
 
 
 
Non sarà facile Alice,  ma desidero provarci.
 
 
 
 
………………………………………………………………………………………………………
 
 
 
 
Entro senza far rumore nel soggiorno.
 
 
I miei stanno già dormendo.
 
 
 
Mi dirigo verso il balcone e guardo il cielo che ora mi sembra così piccolo al confronto dell’universo che sussulta all’interno del mio corpo.
 
 
Tutto inizia adesso.
 
 
 
…………………………………………………………………………………………………………
 
 
 
Eccoci qui.
 
 
Spero vi sia piaciuto questo capitolo, dedicato a coloro che il 28 agosto saranno a Reading con il corpo o, solamente, con l’anima.
 
 
Grazie a chi è arrivato fin qui leggendo ogni parola di questa storia.
 
 
Grazie alle mie instancabili e troppo buone  aleale00 e theresistance.
Non vorrei sembrare noiosa ma il vostro supporto è molto importante.
 
 
Grazie al postino che mi ha consegnato una gioia immensa del peso di pochi grammi l’11 luglio alle ore 14:46.
 
 
A te, S., posso dire solo che no, non me ne rendo conto e credo che non me ne renderò conto neanche dopo di ciò che sta succedendo alle nostre esistenze. Non preoccuparti, però, la mia pazzia la lascio a casa.
 
 
 
Buone vacanze a tutti.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 7
*** Mia nonna aveva le lettere, io ho la webcam per fortuna ***


 “ Liceeeeeeeeeeeeee!  ”, esclama Michela, una mia compagna di università e amica da ormai due anni.
 
 
 
“ Michi ”, le rispondo avvicinandomi.
 
 
 
“ Si inizia un altro semestre”, sbuca  Simone  all’improvviso .
 
 
 
Maledetto! Mi ha fatto prendere un colpo.
 
“ Ciao ”, ricambio  io.
 
 
 
Michela: “ Ogni anno l’estate mi sembra sempre più  corta”.
 
 
 
“ Già, a chi lo dici. A proposito ho portato direttamente dal Regno Unito il tè  che volevi. Earl Grey da Londra per te”, le dico presentandole uno scatolino di latta decorato.
 
 
 
Michela mi guarda commossa: “ Ti sei ricordata, grazie Ali . Grazie, grazie, grazie ”.
 
 
 
Simone: “ Allora sei partita davvero per Londra .”
 
 
 
No, sai… era solo uno scherzo. Ma va….
 
 
 
“  Come è andata? ”.
 
 
 
“ Stranamente tutto bene”, rispondo con il mio tipico sorriso adottato nei confronti di tutti quelli che mi chiedono delle mie vacanze,” e la vostra estate? ”.
 
 
 
Michi, tutta eccitata, mi prende il braccio agitandolo freneticamente : “ Ho fatto pace con Francesco e ci siamo rimessi insieme”
 
 
 
“ Finalmenteeeeeeeeeee ”, dico io.
 
 
 
Simone allunga la mano poggiandola sul mio fianco e mi sfiora la guancia con le labbra, pericolosamente  vicino alla bocca: “  Dai su ragazze, andiamo a prendere un caffe ! ”.
 
 
 
Lo scosto in maniera forse un po’ troppo violenta: “ Simone il sole che hai preso quest’estate ti ha dato troppo alla testa. Cerca di calmare i tuoi bollori altrimenti mi costringi a farteli raffreddare con un volo diretto nel laghetto radioattivo dell’ala est, intesi? ”.
 
 
 
Simone risponde imbarazzato: “ Scusa Alice…”.
 
 
 
Lo so che ho esagerato, ma non voglio che si faccia un’idea sbagliata, soprattutto adesso. Già sono problematica di mio, poi moltiplichiamo tutto per il fattore D…se si aggiunge Simone, i  conti non tornano proprio.
 
 “ Fa niente.  È solo che sono un po’ irritabile in questo periodo e se a volte rispondo un po’ male sappi che è colpa di una mia gemella cattiva, ok? ”.
 
 
 
Michi: “ Su, su. Caro mio, non puoi pretendere di ritornare a inizio lezioni così  spavaldo altrimenti me la fai spaventare e poi, magari, lei ha già  un nuovo amore, dico bene Alice?  ”.
 
 
 
Ok, è una congiura nei miei confronti da parte di un’indefinita forza suprema.  Perché ora tutti vogliono avere aggiornamenti sulla mia vita sentimentale costringendomi a mentire?
 
“ Dici male  Michi. Non dovevamo prendere un caffè…offro io”.  Si, ho bisogno proprio di un bel caffè  forte.
 
 
 
 
………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
 
 
 
 
Sono stanchissima…dove cavolo sono finite le chiavi?
 
Tipico! Si trovano dispettosamente in fondo.
 
Adesso, proprio in mezzo alla strada,  devo svuotare il contenuto  della borsa cercando di non concludere la mia ricerca in maniera disastrosa.
 
Ci sono…ci sono quasi…si un altro po’…trovate!
 
 
 
“ Ciao ”, dice l’inquilino del secondo piano.
 
 
 
“ Buonasera ”.
 
 
 
“ Prego…”, continua lui mantenendo il portoncino aperto e indicandomi di entrare per prima
 
 
 
Lo sapevo, lo sapevo che, una volta trovate le chiavi,  mi apriva qualcuno mandando in fumo la mia gioia nell’aver recuperato a tempo record le chiavi di casa.
 
“ Grazie ”.
 
 
 
“ Tutto bene? Come va con l’università? ”.
 
 
 
“ Ehm...bene bene, scusami ma ho fretta”, lo liquido forzatamente mettendomi a correre per le scale.
 
Apro la porta di casa e mi fiondo come un razzo in camera dopo aver gridato un ciao generale alle mie due coinquiline, che stranamente da quando sono tornata si sono date una calmata.
 
Accendo frettolosamente il PC.
 
Su, su… sbrigati….devo collegarmi prima io, altrimenti come faccio a rimproverarlo per essere il solito ritardatario.
 
Cazzo … lui c’ègià. 
 
 
 
D scrive:  - Fregata!  -.
 
Io:-  Per una sola volta! Accendi la webcam piuttosto  -.
 
D:-  Fatto -.
 
 
 
“ Ali mi vedi? ”.
 
 
 
“  Sento la tua voce e basta. Tu? ”, gli chiedo dandomi una sistemata veloce ai capelli tutti scompigliati per la corsa.
 
 
 
“ E’ lo stesso per me ”.
 
 
 
“  Perché è sempre la stessa storia? ”, sbuffo io.
 
 
 
“ Alice, non  è che hai messo la modalità  sbagliata? ”.
 
 
 
“ No, non mi pare”. 
 
Controllo velocemente. “  Ah ecco…ora ti vedo ”, esclamo felice  osservando il suo volto su cui fanno capolino  delle leggere occhiaie.
 
 
 
 
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“ Dicevo io…sei la solita sbadata ”, la rimprovero dolcemente.
 
 
 
“ Mi sembrava di avertelo detto che io e la tecnologia non andiamo molto d’accordo ”, gli rispondo  sbrigativamente.
 
 
 
“ Non andare d’accordo è una cosa, ma tu sei proprio impedita ”, ribatto io . Guarda come si arriccia il naso…lo fa sempre quando la prendo in giro.
 
 
 
“ Purtroppo stavolta temo di doverti dare ragione. Piuttosto, perché hai un fermaglio a forma di fiore tra la tua folta chioma? ”, esclamo inorridita. Passi per il leopardato, ma questo…
 
 
 
“  Cosa?  Questo?  Ehm… Il ciuffo  ètroppo lungo e cosìaffinché  tu  potessi  contemplarmi meglio …”.
 
 
 
“ Capisco”.  No, non lo fare Ali ,altrimenti, per quanto èpermaloso,  stacca la connessione…non lo fare... fatto.
 
Gli rido bellamente in faccia. “ Scusami ma questa qui proprio non regge. Non  è che  è  un cimelio delle tue conquiste, eh? Mentre gli Indiani d’America si portavano gli scalpi delle loro prede, tu ti porti a casa le forcine per capelli!”. Ali, questa fa proprio piangere!
 
 
 
“ No, ma che pensi?  Di certo se facessi sesso con una non terrei ‘sto coso…specialmente, poi,  mentre parlo con te.  Non sono cosìsprovveduto  ”, le riferisco innocentemente.
 
Mi tolgo velocemente la forcina dai capelli. “ Ok, se vuoi proprio saperlo ”.
 
 
 
“  Si, si,  si”, lo incalzo io.
 
 
 
“  Eravamo in sala registrazione per l’ album. Occorrevano delle forcine per provare nuovi suoni. Kirky ha trovato solo quelle. Successivamente  Bells mi si avvicina furtivamente  e mi mette la suddetta cosa tra i capelli  esclamando che così ero perfetto. Poi ho fatto in fretta per tornare a casa e parlare con te …  così me ne sono dimenticato ”.  Maledetto nano microscopico dagli occhi blu.
 
 
 
“  Mmm … Ahahahahahahahahahhahah ”.  E io che aspetto con devota venerazione l’uscita di un album in cui si sente il rumore metallico di fermacapelli  a forma di fiori. D’altronde dopo le ossa e lo sciacquone del cesso… Signore!
 
 
 
“ Se vuoi ti faccio sentire in anteprima il ritmo di una nuova canzone”, le dico ammiccando e consapevole di zittire in questa maniera la sua risata.
 
 
 
“ Cosa?  Non ti permettere.  Lo sai che uno dei peccati più gravi che qualcuno possa commettere è     lo spoiler?  Non ètanto per me quanto per Bea perché, se mi fai ascoltare qualcosa in anteprima, io  non riesco a non riferirglielo ”.
 
 
 
“ E quindi? ”.
 
 
 
“  Vedrai la mia foto sull’elenco delle persone scomparse e tra dieci anni gireràla notizia del ritrovamento del mio cadavere, chiaro? ”.
 
 
 
“ Recepito.  Non voglio averti sulla coscienza! ”, rido soddisfatto dell’espressione seria e un po’ imbronciata che ha assunto la ragazzina dai capelli neri. Quanto la desidero quando fa così.
 
 
 
“ Ecco bravo ”.
 
 
 
“ Piuttosto cosa hai fatto di bello oggi? ”, le chiedo curioso.
 
 
 
“ Sono iniziate le lezioni, ho rivisto alcuni miei compagni di corso e uno di questi ha tentato di baciarmi”.
 
Ops, mi  èscappato!  Non, non  èvero. Sei perfida Alice, perfida e subdola.  Bè, è da  piùdi  un mese che  mi racconta delle ragazze che incontra per i locali, che attentano promiscuamente alla sua persona e di come lui le eviti con enorme fatica. Quindi…
 
 
 
“  Cosa? Èuno scherzo, vero? ”.  E tu glielo lasci fare e hai il coraggio anche di spiattellarmelo come se nulla fosse?  Ma questo da dove sbuca?
 
 
 
“ No, non  èuno scherzo. Ci prova  già  da sei mesi con me, molto prima che ci conoscessimo. Comunque non ti preoccupare, la mia  lealtà  a Dominic James Howard è  ancora integra ”.
 
 
 
“  Mi fa piacere ”.  Non tanto.  Comunque, una delle poche cose su cui posso essere certo è la sua onestà…o no? In fin dei conti mi sembra ovvia la scelta. Non c’ è storia tra un imberbe studentello e un uomo come me, no?
 
 
 
Squilla il cellulare.
 
 
 
“  Dominic, aspetta un attimo …Pronto mamma, si sono  a casa. Tutto bene. ..Fisiologia e Immunologia…No, ho mangiato a mensa con Michela, Stefania, Antonio, Simone e Laura...Ho preso  pasta col sugo e un’insalata… No, ci sono anche loro a casa…ah, ehm…sono in camera…il rumore che senti è la televisione…Ok, ci sentiamo piùtardi”.
 
 
 
Mi volto verso il biondino e lo fisso con uno sguardo truce che lascia pochi dubbi.
 
 
 
Mi fermo d’un tratto. “  Scusami…lo sai che sei proprio carina quando parli in italiano e…”.
 
 
 
“ E tu no capisci una singola parola…Sei proprio un bambino Dominic, non riesci a stare un minuto fermo.  Il tuo tamburellare nervoso sul tavolo l’ha sentito anche mia madre dall’altro lato del telefono, sai? ”.
 
 
 
“ Ah…era tua madre allora ”.
 
 
 
“ Si e  le ho detto che era la televisione. Già è imbarazzante  avere una pluriquotidiana conversazione in inglese che risuona per tutta la casa. Chissà le mie coinquiline che pensano…”.
 
 
 
“ Che hai conosciuto un  bel gentiluomo britannico di cui ormai non puoi più  fare a meno”, enfatizzo io.
 
 
 
“ Sbagliato: che questa estate ho dato l’estrema unzione al mio cervello. Per fortuna non capiscono tutto quello che dici se no…”.
 
 
 
“ Sinceramente pensavo che almeno dicessi alle tue amiche che hai una relazione col sottoscritto, che stiamo insieme ”.  Detto: non si torna più indietro.
 
 
 
Rimango imbambolata…come? Repeat please! Sai repetita iuvant… quindi…
 
La mia bocca è secca, le ghiandole salivari si sono atrofizzate, non riesco a spiccicare una parola.
 
 
 
“ Perché questa strana cosa che facciamo da un mese a questa parte come la chiameresti tu? ”. Forse sono stato troppo brusco nell’esprimere il concetto.
 
 
 
“ Ehm…sulla strana cosa siamo d’accordo. È solo che credevo…ma ne sei sicuro? ”.
 
 
 
“ Adesso che mi ci fai pensare ”.
 
 
 
“ No, come non detto. Comunque solo Bea sa tutto. E tu a chi l’avresti detto? ”.
 
 
 
“ Bè Chris e mia sorella lo sanno…Kirk forse…Bells non proprio ”.
 
 “ Certo se tu venissi per un fine settimana  a Londra….”.
 
 
 
“  Dominic per ora non posso. Lo sai. Ne abbiamo giàparlato ”.
 
 
 
“ Se  è  per i soldi ”.
 
 
 
“ No, i soldi ce li avrei e poi non voglio debiti, soprattutto con te.  Ho le lezioni. A fine mese forse… ”.
 
 
 
“ Sono a Los Angeles”.
 
La vedo un po’ pensierosa. “ Dai, ne parliamo un’altra volta.  Tu puoi continuare a sbaciucchiare la mia foto sul computer e io ad amoreggiare con la mia bambola gonfiabile”.  Pessima battuta Dom. Se cercavo di farla ridere non ci sono riuscito.
 
 
 
“ Perfetto ”,  rispondo amaramente incrociando le braccia, “ ma davvero hai una bambola gonfiabile? ”.
 
 
 
“ Me l’ha regalata Bells  l’anno scorso ”.
 
 
 
“ Ottima scelta direi! ”. No comment!
 
 
 
“ A proposito ho visto le foto sul tuo profilo twitter.  Sono venute bene , soprattutto quella che ti ho scattato io ”.
 
 
 
“ Ma tu non hai niente da fare tutto il giorno eh? ”.
 
 
 
“A parte che sto lavorando sodo sull’album ”.
 
 
 
“ Ovvero cazzeggio al 70% ”.
 
 
 
“ Ma guardala! Non eri tu che, facendoti carico, una settimana fa, delle richieste dei fan in trepidazione per il nuovo tour, hai presentato un reclamo formale e un’esortazione minacciosa  al suddetto batterista? ”.
 
 
 
“ Bè, sì ”.
 
 
 
“ A ogni modo,  mentre ti aspettavo,  leggevo qualche cosa dei fan su twitter cosìho visto anche il tuo profilo ”. In realtà sono andato direttamente a cercare il suo account, ma non posso dirglielo.
 
“  Pensa che una volta ti ho anche scritto su twitter! ”.
 
 
 
“ Veramente? ”.
 
 
 
“ Si ”.
 
 
 
“E cosa? ”.
 
 
 
“ Testuali parole: muovi il tuo bel sederino e iscriviti anche tu a twitter così  potrò  leggere nei muserblogs notizie serie e non le preghiere supplicanti delle fan nei tuoi riguardi ”.
 
 
 
“ Ah…sei sempre così gentile ”.
 
 
 
“ E tu così amabile ”.
 
 
 
Scoppiamo tutti e due a ridere
 
 
 
“ Cavolo è  tardissimo ”.
 
 
 
“ Che devi fare? ”.
 
 
 
“Devo andare ad uno spettacolo teatrale. Te ne avevo pure parlato ”.
 
 
 
“ Ah si ”.
 
 
 
“ Devo ancora scegliere che mettermi? ”.
 
 
 
“ Ti aiuto? ”.
 
 
 
“ Ah no, dei tuoi gusti non mi fido ”.
 
 
 
“  Vabbè allora vediamo come ti conci e poi valuto…magari ti puoi spogliare e rivestire davanti alla webcam ”, le suggerisco esplicitamente.
 
 
 
Tiro un cuscino alla webcam offuscandola e  facendo tentennare il computer: “ Depravato! ”.
 
 
 
 
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“ Eccomi qui. Che ne dici? ”.
 
 
 
“ Si, passabile ”, fingo io facendo l’indifferente.
 
 
 
“ Grazie tante…e io che mi ero decisa a fare lo striptease la prossima volta ”.
 
 
 
“ No no no ”.
 
 
 
“ Dominic, ci sentiamo domani? ”.
 
 
 
“ Mmm … si, però  con lo striptease ”.
 
 
 
“ Vedremo. Ciao pervertito ”.
 
 
 
“ Ciao Blu-dress ”, le dico.
 
 
 
 
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“ Ecco cosa avevi di tanto urgente da fare ”.
 
 
 
“ Cristo, Tom. Ci rimanevo secco. E tu da dove sbuchi? ”.
 
 
 
“  Ti ricordi che quest’appartamento è anche mio, vero? ”.
 
 
 
“ Veramente sei tu ad essertene dimenticato passando la maggior parte del tempo dalla tua ragazza ”.
 
 
 
“E che mi dici della tua di ragazza? ”.
 
 
 
“ Che nonostante la distanza e i battibecchi vorrei  fosse qui ”, rispondo sfacciatamente sincero.
 
 
 
“Non ti basto io? Sospettavo qualcosa, ma Christopher non voleva dirmi niente.  Si tratta della ragazza di Reading, vero? L’Italiana. Allora sei tremendamente  serio…”.
 
 
 
“ Si ”.
 
 
 
“ Mamma quanto sei tenero . Più tenero di Charlie direi…”.
 
 
 
 
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“ Finalmente! ”.
 
 
 
“ Scusami Bea. Parlavo con…”.
 
 
 
“Con il biondo alcolizzato, per caso? ”.
 
 
 
“ Non iniziare a sfotterlo . Se ti dico le cose che fa il tuo idolo Bellamy…”.
 
 
 
“ Non è permesso. Non puoi farmi questo ”.
 
 
 
“Appunto. Entriamo!  Lo spettacolo inizia ”.
 
“ A proposito stasera mi ha comunicato, senza chiedere il mio parere, che stiamo insieme ”, cinguetto io.
 
 
 
“ Cosa? ”.
 
 
 
“ Bea ti voglio bene ”.
 
 
 
“ Anch’io, ma non farmi preoccupare ”.
 
 
 
 
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Due settimane dopo…
 
 
 
Trovo una chiamata di Dominic. Avevo messo il silenzioso. Strano però? Forse è arrivato a Los Angeles.
 
 
 
“ Alice, vieni a mensa? ”, mi chiedono Stefania e Michela.
 
 
 
“ Arrivo…un attimo ”.
 
Mi sta chiamando Dominic.
 
“ Avviatevi…io vado un momento in bagno ”.
 
 
 
“ Ok ”, risponde Michi.
 
 
 
“ Dominic, scusa ma ero a lezione. Come è  andato il viaggio? Sei già arrivato a casa? ”.
 
 
CONTINUA…
 
 
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Capitolo di transizione e con finale aperto. Vi prego non linciatemi. Già all’ inizio avevo detto che la mia era una mente malata e la malattia si aggrava sempre di più  come potete constatare.
Pertanto sono ben accetti commenti  di qualsiasi tipo, anche se solo per dirmi che fa cagare.
Grazie ai lettori, a chi segue questa storia, a theresistance e aleale00. Spero vi sia piaciuto.
La storia delle forcine a forma di fiore non so  da dove sia uscita, quindi…
Un ringraziamento speciale a S. che, dopo aver letto questo, rinnegherà la nostra amicizia. Già, lo so, ma che ci vuoi fare.
Grazie alle tue battute al festival che rimarranno nella storia.
Grazie alla persona che è stata capace di dirmi a fine concerto: “ Ti rendi conto? Questa borsa èstata  più vicina di me a Matt Bellamy, cazzo! ”, alla persona che mi ha fatto prendere un colpo quando è  sparita dalla mia vista (altrimenti come ci tornavi in hotel ),  a colei che ha proferito, commuovendomi in una maniera inimmaginabile, : “Noi siamo fortunate. Lo sai quante persone passano la loro esistenza senza trovare la band della vita? Noi, invece, l’abbiamo trovata e  l’abbiamo trovata insieme ”.
Alla prossima.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   

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Capitolo 8
*** Dom in my life ***


“  Tutto bene , anche se l’atterraggio è stato un po’ brusco. Comunque…”.
 
 
 
 
“  Dovresti riposarti  invece di chiamarmi ”, lo rimprovero , “ Se qui sono le 2 del pomeriggio, lì dovrebbero essere…nove ore di differenza, quindi…  ”.
 
 
 
 
Colgo l’occasione: “  Veramente anche dove mi trovo io sono le 2 del pomeriggio”.
 
 
 
 
“  Come?  Dominic stai bene?  So che il jet lag può fare brutti scherzi a volte,  ma non credo…”.
 
 
 
 
“ Ma quale jet lag? Per più o meno 3 ore di volo...esagerata”.  Credo che in questa maniera capisca che non sono a L.A..
 
 
 
 
Un momento. Non mi dire… No! No? Forse… Allora …Si! Oh porca miseria…
 
 
 
 
“  Sono all’entrata della tua università o almeno così credo.  Il tassista mi ha fatto fare tutto un giro panoramico credendo fossi un turista. Davanti a me c’è una specie di arco  e una grande scalinata ”.
 
 
 
 
 “ Non ti muovere ”, gli ordino in maniera categorica.
 
O Dio buono,  quell’uomo è  davvero nato per farmi ammattire.
 
Corro verso l’entrata all'impazzata.
 
Urto una, forse due persone.  Tutto di me è in frenetica agitazione.  Oddio  adesso cado:   Alice un passo alla volta  altrimenti ti sfracelli al suolo.
 
 È  pur vero che sono vicina al Policlinico: se mi deve capitare qualcosa quale luogo migliore!  
 
Eccolo lì, girato di spalle. Giubbotto di pelle, jeans scuri strettissimi, converse verdi, borsone nero.
 
Contegno! Adesso quella peste la colgo io di sorpresa.
 
 Passo lievemente cadenzato dal movimento impercettibile dei fianchi, lentamente, lentamente.
 
“ Ouch!”. Una storta alla caviglia destra … Tanti saluti al mio piano super ingegnoso!
 
 
 
 
“ Attenta ! ”, la afferro tenendole stretto  il braccio.  La sua testa colpisce debolmente il mio petto, dove vi rimane appoggiata.
 
 
 
 
Avverto il suo calore.  Un momento: sono io che  sto  prendendo fuoco dalla vergogna. Mi rialzo di scatto, frapponendo  tra me e lui le dispense dell’ultima lezione: “  Ciao ”.
 
 
 
 
“ Ciao ”.
 
 
 
 
“ Domi-mi-ni-ni-c… ”, gli ribatto, abbassando lo sguardo. È tutto ciò che posso fare in questo momento perché le gambe si sono irrigidite.
 
 
 
 
È Alice, è di fronte a me.  L’abbraccio forte senza lasciare che finisca di parlare. Riconosco il suo profumo.
 
 
 
 
Ok, ragazza, goditi questo istante.
 
Quanto mi è mancato.  Mi è mancato irragionevolmente,  come se  ci fosse stato sempre lui in qualche angolino della mia vita.  Mi è mancato così tanto da pensare che la mia immaginazione avesse alterato la realtà delle cose. 
 
Bien!  Riprendiamoci.
“  O il volo Londra-Los Angeles fa scali inverosimili in Italia o… ”.
 
 
 
 
“  O semplicemente ho detto una piccola bugia per sbalordire la mia Blu-dress ”,  continuo  sfilandomi gli occhiali da sole, “ Contenta di rivedermi in 3D? ”.
 
 
 
 
“ Secondo te?!  ”.  Guardo sfacciatamente i suoi occhi e lo bacio delicatamente.
 
 
 
 
Le rispondo con un altro bacio, pieno di irruenza .  Mi fermo, le prendo il viso e le accarezzo i capelli, neri e  un po’ spettinati.
“ Ho una fame. Che si mangia?  ”.
 
 
 
 
“ Dominic … Ma come ti viene? E poi io stavo andando già a pranzare a mensa con le mie amiche quando ho ricevuto la tua inaspettata chiamata ”.
 
 
 
 
“ Allora, andiamo … ”.
 
 
 
 
“ Sei incredibile. Ti presenti qui , tenendo in una mano la valigia e carico di pretese , pronto a scombinarmi e …  Fortuna che casa mia è vicina … dai che ti do la pappa ”, gli dico mentre invio un messaggio di scuse a Stefania e Michi perché non posso raggiungerle.
 
 
 
 
“ Ora sono diventato  il tuo  animaletto domestico ? ”.
 
 
 
 
“ Già, è vero.  Più che un cagnolino dovrei paragonarti a un fiero leopardo o ad una poltrona kitsch ”, gli ribadisco indicando la sua cintura leopardata.
 
 
 
 
“ Spiritosa ”, le rispondo scompigliandole maggiormente i capelli per ripicca.
 
 
 
 
“ Di qua. Stavolta sono io che faccio da guida ”, gli faccio l’occhiolino.
 
 
 
 
“ Sono nelle sue mani, signorina ”.
 
 
 
 
 
 
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“ Carino il condominio, davvero carino. Allora era proprio vicina casa tua ”, esclamo sbalordito.
 
 
 
 
 
“ Non sono abituata a mentire. Ti avevo detto dieci minuti a passo lento e così è stato”.
Infilo la chiave nella serratura della porta di casa.  Dal fatto che debba aspettare dieci giri, come minimo, capisco che le mie coinquiline non ci sono.  Che fortuna!
“ Questa è casa. La cucina, il bagno, il ripostiglio, la stanza delle due gemelle e dulcis in fundo la mia camera ”, gli dico spalancando la porta.
 
 
 
 
La camera è più luminosa di come m’era sembrata attraverso la webcam. Di fronte a me c’è la scrivania su cui sono poggiati quaderni, penne, libri e il PC, a sinistra un bell’armadio a due ante, a destra la libreria strapiena di altri volumi e poi un letto matrimoniale con lenzuola azzurre.
 
 
 
 
“ Puoi poggiare qui il borsone. Dai a me. Che c’è? Qualcosa non va? ”.
 
 
 
 
“ Mi aspettavo i muri pieni di posters  insieme a CD e DVD, che mi avevi nascosto.  Si , insomma,  mi aspettavo cimeli da fan incallita ”.
 
 
 
 
“ Mai avute cose del genere. Però se ci sei rimasto male qui ho una copia dell’NME di Agosto e qui ci dovrebbe essere…aspetta…qui c’è il libro  - Fuori dal mondo. La storia dei Muse  - in lingua originale, libro per cui mi sono sbellicata dalle risate tra l’altro ”.
 
 
 
 
“ Perché? ”,  le chiedo  sfilandomi il giubbotto e sedendomi sulla poltrona vicino alla scrivania.
 
 
 
 
“  Se ci tieni. .. è molto, diciamo, romanzato e romanzesco. Poi in alcune pagine lo scrittore ha una visione un po’ distorta dell’Italia ”.
 
 
 
 
“ Tipo? ”.
 
 
 
 
“  Stereotipi comuni, sentiti e risentiti mille volte, eccetera eccet …  ”.
 
 
 
 
La tiro a me,  la faccio sedere sulle mie ginocchia e le bacio il collo.
 
 
 
 
“ Dominic se continui così scivoliamo e finiamo stesi sul pavimento. Fermati! ”, gli chiedo pur continuando ad assecondare i suoi gesti.
 
 
 
 
Le lascio dispettosamente un marchio del mio passaggio  sulla nuca.“ Mi sei mancata e adesso…andiamo a cucinare così mangiamo ”.
 
 
 
 
“ Opportunista.  A proposito per quanto rimani e soprattutto dove alloggi? ”.
 
 
 
 
“ Tre giorni compreso oggi e per quanto riguarda la sistemazione …  ”,  le indico il letto a due piazze.
 
 
 
 
“ Intendi...”. Nodo alla gola. “ Intendi stare qui? ”.
 
 
 
 
Annuisco col capo.
 
 
 
 
“ Certo che con quello sguardo le circuisci bene le donne. Va bene, mi prenderò io cura di te ”,  gli propongo sfottendolo.
Lampo.
 I neuroni della memoria inviano un messaggio ad Alice Galatti.
 “ Oddio. Oggi vengono i genitori delle due gemelle, mie inquietanti coinquiline, e rimangono a dormire qua per due giorni. Non sono pronta, che si fa? ”.
 
 
 
 
“ Scusami. Dovevo avvisarti. Se ti crea problemi prenoto un albergo e tu vieni lì da me”,le prendo la mano rassicurandola sinceramente.
 
 
 
 
“ No, rimani. L’idea dell’hotel mi sembra un po’ squallida e poi stare qui in casa … Certo, ti devi adattare un po’. Sei persone in casa è un po’ troppo, ma d’altronde non posso mandare via un amico inglese venuto apposta per farmi visita, no? ”, ammicco io.
 
 
 
 
“  Amico?  Te lo ribadisco: tu sei la mia ragazza ”, la afferro duramente  per un fianco.
 
 
 
 
“  L’ho detto di proposito.  Mi piace sentirtelo dire ”.
 
 
 
 
“ Piccola maliziosa che non sei altro. Speriamo almeno di non dover  firmare autografi o rispondere a domande imbarazzanti  ”.
 
 
 
 
“ Tranquillo. Dei Muse conoscono qualche canzone come Time is running out e Starlight perché le hanno passate in radio, perciò non credo ti riconosceranno.  Vieni con me ”,  lo trascino in cucina.
 
 
 
 
 
 
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“ Ti aiuto se vuoi? ”.
 
 
 
 
“ Tu ai fornellli? Ahahhhahahahh ”.
 
 
 
 
“ Qualche cosa la so fare ”, ribatto orgoglioso.
 
 
 
 
“ Si. Ti metto alla prova:  tu come cucineresti questa carne? ”.
 
 
 
 
“ La farei in padella con burro e uova ”.
 
 
 
 
“ Dominic , già la fettina in padella è una delle cose più tristi che esistano. Poi la tua variante non è per niente entusiasmante.  Siediti lì e aspetta ”.
 
 
 
 
La vedo armeggiare in cucina.
 Una volta, anzi  fu proprio quando comunicò alla comitiva di volersi sposare con Kelly, Christopher dichiarò che la maggior parte del carattere di una donna lo si capisce in cucina.
Disse:  “ Non è ciò che cucina, ma  il come. Se guardi una donna mentre è ai fornelli conosci la sua anima ”. Io e Bells gli rispondemmo prendendolo in giro,  ma ora mi accorgo che ho sottovalutato alla grande  questa cosa, una  delle tante perle di saggezza che a volte il nostro bassista elargisce a noi scapestrati.
Alice si muove delicatamente. Ogni gesto è pesato.  Sorride, scherza,  parla, ma rimane concentrata su quello che sta facendo.  Non sbatte i cassetti, ma li chiude lievemente. Sembra a volte un chimico pazzo che miscela ingredienti a caso, a volte un equilibrista che si dimena tra le pentole, altre, invece,  una graziosa fatina che prepara i suoi incantesimi.
 
 
 
 
Dominic è stranamente silenzioso.  Mi volto.“ Temi che ti avveleni il piatto?  ”.
 
 
 
 
“ No, mi fido. Stavo ammirando il tuo look ”.
 
 
 
 
“ Cosa c’è di strabiliante? Camicia, jeans e scarpe basse”.
 
“  Veramente ammiravo il tuo reggiseno.  Trovo molto sexy quel rosa pesca contornato da del pizzo. A proposito sbaglio o ti si sono ingrossate le tette? ”, le chiedo consapevole di farla arrabbiare.
 
 
 
 
“ Howard non ti smentisci mai”, gli dico abbottonandomi velocemente la camicia e agitando con aria minacciosa il mestolo in legno, “ Nel giro di due secondi  sei riuscito a semi denudarmi e a fare un esame accurato del mio petto! Notevole ”.
 
 
 
 
“ Modestamente ”.
 
 
 
 
“ Notevolmente vizioso ”, aggiungo dandogli un bacio sulla guancia.
 
Sento dei rumori,  voci che si sovrappongono.
 È arrivata la famigliola felice al gran completo. 
La porta della cucina si spalanca. Dominic tenta di fare la faccia seria, ma proprio non gli riesce.
 
Entra una delle mie coinquiline, Angelica,  con due buste abbastanza piene. Mi saluta e probabilmente non si accorge del fusto britannico sorridente alla sua destra.
Ripone con cura la spesa nel frigo, si gira, fa per andarsene e sobbalza  rimanendo come uno stoccafisso.
“ Angelica, lui è Dominic. È venuto oggi a sorpresa  da Londra per  passare un po’ d tempo con me  e visitare la città. Rimane qui fino a domenica se per voi va bene. Vi assicuro che non darà disturbo, è un bravo ragazzo”. In fondo, molto in fondo aggiungerei.
 
Angelica è ancora imbambolata.
Entrano a uno a uno, in fila indiana, anche la sorella Daniela, il fidanzato di quest’ultima , Piero, e i genitori. 
 
Signore fa che Dominic non si metta a ridere altrimenti il mio tentativo di farlo passare come una persona posata va a farsi benedire.
 
 
 
 
Sembra di essere in una di quelle sitcom demenziali e di bassa qualità che davano in TV quando avevo quattordici anni.  Mi trattengo per te Alice, sappilo.“ Hi, I’m  Dom. I’m … je suis … io sono Ali fianceè”. Vabbè ho fatto un pastrocchio di lingue ma credo abbiano capito lo stesso.
 
 
 
 
“  Scusatelo, è inglese ( anche un po’ deficiente in realtà  ma non diciamolo) e non parla bene l’italiano. Non ha altro posto dove andare ( a parte suite di alberghi di lusso.  Abbondiamo con il patetico, dovrebbe funzionare) per cui … ”.
 
 
 
 
La casata dei  Chelini si ammutolisce, poi Daniela dice: “  Ah, ok . Non ci sono problemi.  Allora è lui il ragazzo con cui parlavi  la sera.  I’m Daniela. Nice to meet  you Dom”.
 
 
 
 
“ Dovete mangiare?”, mi chiede Chelini padre.
 
 
 
 
“ Si, ho quasi finito. Se voi dovete cucinare ci spostiamo in camera.”
 
 
 
 
“ No Alice. Non preoccuparti, abbiamo già pranzato a casa di Piero”.
 
 
 
 
“ Ok ”.
 
Non accennano ad andarsene. Cosa? Si siedono tutti a tavola. È un incubo.
Le sorelle Chelini sono sedute a ciascun lato di Dominic .
 
 
 
 
Angelica: “ How old are you? ”.
 
 
 
 
“ I’m 34 ”.
 
 
 
 
Angelica: “ Dom what’s your job? ”.
 
 
 
 
“ Ehm … I’m a drummer ”.
 
 
 
 
Daniela: “ Cosa ha detto, Alice? ”.
 
 
 
 
“ Forse guida tram ”, ipotizza Chelini madre.
 
 
 
 
“ No. Lavora nel campo della musica. Fa il batterista ”.
 
 
 
Daniela: “ Per caso vi siete conosciuti al concerto di questa estate? ”.
 
 
 
 
Ma che te ne frega? Adesso sbotto di brutto. Tranquilla Alice, tranquilla.“ Veramente ci siamo conosciuti in hotel ”.
 
 
 
“ Molto romantico. I tuoi  già lo conoscono? ”, chiede con un ghigno malefico Chelini madre.
 
 
 
 
“  Oggi è la prima volta che ci vediamo da mesi, quindi…”. Quindi sloggiate please!
 
 
 
“ Bè noi andiamo in camera. Gud appetait ”, bofonchia Chelini padre.
 
 
 
 
La porta  si chiude e finalmente…
 
 
 
Finalmente resto solo con lei.
 
 
 
 
 
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“ Sono stanco morto! ”, dico  buttandomi sul suo letto.
 
 
 
“ Chiariamo:  ti sei  abbuffato con i miei arancini a pranzo. Ti avevo detto di non esagerare. Inoltre, sei stato tu a farmi girare di qua e di là per tutto il pomeriggio ”.
 
 
 
“  Di quei cosi uno tirava l’altro ed era tuo compito farmi visitare la città.  In fondo sono venuto anche per quello, no? ”, la prendo in giro.
 
 
 
“ Stupido ”, gli mollo un lieve pugno sulla guancia e mi stendo accanto a lui.
 
 
Squilla il cellulare. Deve essere mia madre.
 
 
“ Mamma! Ho fatto un giro in centro e sono tornata ora. Ciao papà! Tutto bene. Si, sono arrivati i genitori delle gemelle. Ora non ci sono. Stasera mangio una pizza. Ok, ci sentiamo domani. Ciao”.
 
Il biondino ha gli occhi chiusi.“ Dominic, stai dormendo? ”
 
 
 
 
Faccio finta di niente. Vediamo che fa.
 
 
 
 
“ In tal caso, questa pizza buonissima e gigante me la mangio tutta io e il signorino va a letto senza cena ”.
 
 
 
Apro gli occhi e vedo la sua bocca protesa verso il trancio.“ Ok, sono sveglio ”.
 
 
 
 
 
 
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“ Sai, mi piace stare così, soli, a mangiare sul letto, a farci le coccole e… ”, mi avvicino a lei pronto a saltarle addosso.
 
 
 
 
“ Mi pare di essere stata chiara. Niente giochini sporcaccioni.  Non mi sembra il caso date le circostanze. Sentirebbero tutto ”.
 
 
 
 
“ Questo dipende da te ”, ammicco io, preparandomi i a mettermi sopra di lei.
 
 
 
 
“ Dominic! Domani mattina quando se ne sono andati se ne può riparlare ”.
 
 
 
 
“ Uff-fff-fff. Disumana! ”, sbuffo io allontanandomi di colpo.
 
 
 
 
È vero sono disumana a metterlo sempre alla prova, ogni volta su tutto, ma nell’appartamento non ci siamo unicamente noi, pertanto….
 
 
 
 
Mi alzo dal letto e vado verso la libreria.
 
 
 
 
Prende in mano il volume di Fisiologia.
 
 
 
 
“ Ma questo volume c’entra in quella testolina, Alice? ”.
 
 
 
 
“ Con tanto impegno e buona volontà quello e tanti altri ”, gli rispondo sarcasticamente io.
 
 
 
 
“ Sei proprio una secchiona, eh? ”.
 
 
 
 
“ Non sono una secchiona. Il fatto è che questo è uno dei miei sogni, uno di quelli più vecchi e importanti ”, gli rispondo guardandolo negli occhi.
 
 
 
 
A volte dice certe cose in una maniera tale da riuscire a spiazzarmi e a farmi sentire un completo idiota. Mi risiedo sul letto e l’abbraccio teneramente.“  Un sogno già lo so, gli altri quali sono ? ”.
 
 
 
 
“ Veramente ne conosci due”, preciso io, “ L’altro, che  risale stranamente  alla stessa età, dieci o undici anni fa, si è avverato già una volta e si avvererà ancora .  In  poche parole si tratta di  assistere a un concerto dei Muse ”.
 
 
 
 
Disorientato per la seconda volta in  meno di due minuti. “ Hai ragione. Notevole per una bambina di dieci anni ”.
 
 
 
 
“ Già, è stato amore a prima vista, anzi a primo suono ”.
 
 
 
 
“ E come è iniziato tutto? ”, le chiedo interessato, interessato a scoprire tutto ciò che ha avuto dentro fino al nostro incontro, tutto ciò che l’ha portata fino al nostro incontro.
 
 
                                                 
 
“ Ti avviso: è un po’ imbarazzante e incredibilmente fuori dal normale, proprio da me. Immagina una bambina di dieci anni a casa di un’amichetta, impegnata a disegnare e a leggere fumetti. Entra in camera il fratello maggiore dell’ amica. All’improvviso fratello e sorella le propongono di vedere una videocassetta delle loro vacanze estive appena trascorse. Lei, ignara, accetta. Dopo una mezz’oretta arriva la rivelazione. Erano stati in Francia e il fratello era andato anche a un concerto per sentire la sua band preferita: gli Oasis. Si trattava dell’ Eurockeennes e il ragazzo si era ritrovato vicino ad un palco a filmare una giovane band emergente. Ad un tratto sullo schermo del televisore appaiono un bassista riccioluto, un batterista dai capelli  corti e rossi e un cantante con camicia e occhialini rossi e capelli gialli sparati in aria. Il contagio è iniziato con Muscle Museum, poi Cave, Unintended, Showbiz e infine con  i saluti incomprensibilmente deliranti del cantante,  che lascia il palco per ultimo e del cui improbabile discorso la piccola capisce  solo MUSE. Tornata a casa, quella bimba, che fino al pomeriggio prima vedeva in televisione Rossana e altri cartoni animati, ha deciso di seguire per sempre quella musica. Il resto è stata  solo una lunga discesa verso la muserizzazione, credo  ”.
 
 
 
 
La circondo volutamente con il mio corpo e le sussurro con una voglia impazientemente in aumento:  “ La mia Blu-dress  … ”.
“ Ma chi diamine è? ”, dico rabbioso e insoddisfatto.  È lui, quell’ intollerabile rompiscatole. Avrei dovuto prevederlo e spegnere il telefono. “  Che c’è?...Non ti preoccupare, torno domenica sera…secondo te?! No, ma quale disturbo. Mi fa piacere sapere che hai appena trovato su internet la locandina originale di Twin Peak, soprattutto a quest’ora … Ok, va bene. Un attimo soltanto, però, eh? Poi mi lasci in pace per le prossime 48 ore. Aspetta ” . Poggio il telefono sul comodino. “ Ali, posso usare il PC? Devo collegarmi per poco  ”.
 
 
 
 
“ Si. Io vado un attimo in bagno così mi cambio anche ”, gli dico con malizia.
 
 
 
 
 
 
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Per fortuna  avevo questo baby-doll blu, regalo di Michi, altrimenti Dominic si sarebbe dovuto accontentare dei miei pigiami domestici.
Apro la porta.“ Bè, che te ne pare? ”.
Guardo Dominic che si volta, poi guardo dietro di lui e vedo , incorniciato dallo schermo del computer, un uomo dai capelli scuri, un maglioncino grigio, occhi blu.
“ Cazzo! ”, esclamo lapidariamente.
Apro l’armadio, prendo una delle mie magliette extralarge, esco sbattendo la porta, mi infilo la maglietta, faccio un respiro a pieni polmoni. Aria, aria, aria. Rientro furtivamente.
 
 
 
 
Matthew: “ E’ lei? ”.
 
 
 
 
 “ Si, è lei Alice ”.
 
 
 
 
Qualcuno mi ha chiamato? Mi giro e Dominic fa cenno di andare accanto a lui.
 
 
 
 
Matthew: “ Ciao ”.
 
 
 
 
Bene.  Pensavo che la situazione di oggi a pranzo fosse l’ abituale parte imbarazzante del giorno e ovviamente mi sbagliavo.“ Ciao, sono Alice. Ora vado di là, vi lascio discutere tra di voi ”. Scappa Alice, scappa!
 
 
 
 
“ Non andare. Abbiamo finito e, poi, Bells ha organizzato questa manfrina solo per vederti ”, le dico sorridendo.
 
 
 
 
Matthew : “ Bè si anche. Allora buonanotte e scusa  per il fastidio Alice”
 
 
 
 
“ Ah ”, ribatto io ancora più sconvolta.
 
La faccia di Bellamy finalmente scompare dalla mia vista. Tiro uno scappellotto a Dominic: “ Potevi avvisarmi evitandomi una delle figure più assurde che abbia mai fatto e mai farò, da guinness dei primati decisamente ”.
 
 
 
 
“  Pensavo che ti metessi una casta tuta o cose simili visto che stanotte non si può combinare nulla. Invece tu ti presenti così … ”.
 
 
 
 
“ Così come? ”.
 
 
 
 
“ Diciamo in un modo che neanche pensare alla regina Elisabetta aiuta molto … ”.
 
 
 
 
“ Vado a cambiarmi allora ”.
 
 
 
 
“ No! ”, la afferro, “  Ti prometto che riuscirò a resistere ”.
 
 
 
 
“ E  tu?  Quale sarà la tua tenuta da dormita ”.
 
 
 
 
Mi levo i jeans, lasciando vedere gli slip grigi, che indico“ Questi con questa maglietta ”.
 
 
 
 
Tira fuori dal dalla borsone una T-shirt   bianca con sopra stampato un marinaretto e una barca. Anche conciato così è da … da …
“ Interessante ”,  gli dico infilandomi nel letto.
 
 
 
 
Mi metto la maglia e mi stendo accanto a lei.
 
 
 
 
 
 
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È qui vicino a me, i nostri visi sono rischiosamente vicini.  Mi tiene la mano.  Buonanotte, Dominic!
 
 
 
 
                                                                                                    
Apro gli occhi. Dorme abbracciata a me.  La testa è posta vicino alla mia spalla destra e con il suo braccio sinistro è avvinghiata all’altra mia spalla.  La guardo e richiudo gli occhi.
 Il desiderio sentito la prima volta che ci siamo incontrati moltiplicato a quello  avvertito  durante le nostre chiacchierate virtuali non è lontanamente paragonabile a questo momento.
 
 
 
 
 
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Eccoci qui.
Grazie, grazie, grazie a chi segue silenziosamente, ma immancabilmente la storia, e alle mie commentatrici instancabili, theresistance , Roby e Sarsi.
S. :  Il tuo peggiore incubo si sta avverando. Bells fa piano piano la sua comparsa e sono ben consapevole di rischiare la mia vita mettendolo in mezzo( perché lo so che tu mi pesterai a sangue ), ma era inevitabile.
 
 
 
 
 

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Capitolo 9
*** Alice in Dom's land ***


Tin, tin, tin.
 
Piccole gocce di pioggia percuotono il vetro del  finestrino, su cui si riflette il mio sguardo perso tra le nuvole sfatte e color cenere che riempiono il cielo.
 
 “ Tu sei pazza”. Così mi ha detto Bea quando ho preso la decisione di andare da lui sfruttando il fortuito ponte dell’8 e senza dire niente ai miei.
 
Beatrice la fa facile.  A suo parere dovrei dire a mia madre  “  Vado a Londra  dal 4 all’11 dicembre per stare con il mio ragazzo  ” ,  ma  alla domanda  “ Chi è questo tizio? ” come rispondere? 
 
Meglio evitare per ora. Si, assolutamente.
 
Nonostante i suoi rimproveri,   Bea mi ha accompagnata all’aeroporto e mi ha spinto verso il gate dicendomi semplicemente “  Vai su”.
 
Stiamo per atterrare…
 
 
 
 
 
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“  Tom sono in aeroporto … Si, sto aspettando che lei esca … Ti prego solo di una cosa: almeno per i prossimi giorni  non rompete le scatole … Chi?  Tu e Mr. Bellamy …  Si, proprio il fatto che  siete stati così tranquilli  fa prospettare un’ imminente tempesta … Fai come ti pare, ma ora devo andare ”, interrompo bruscamente la conversazione.
 
Il display indica che il volo è arrivato ma ancora nessuno è uscito.
 
E se c’avesse ripensato? Se le fosse successo qualcosa? 
 
Howard, rilassati!
 
 E se avesse perso qualche bagaglio o semplicemente, piccolina com’è, non riuscisse a trasportare da sola la valigia?
 
Ora la chiamo: 1, 2 e …
 
Si  stanno aprendo le porte.
 
 
 
 
 
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Perché vederlo mi fa ancora quell’effetto?  È come camminare sull’aria.
 
 
 
 
Procede verso di me con quel sorriso un po’ imbarazzato che  tenta regolarmente di nascondermi con la mano.  Aspetta Howard, aspetta.  Ok, valle incontro. Su, forza!
 
 
 
 
La valigia rimbalza pesantemente a terra e il biondino mi tiene sollevata per aria.“ Dominic fermo. Non mi pare il posto giusto per certe cose ”.
 
 
 
 
“ Se lo dici tu ”,  le dico liberandola svogliatamente.  “ Ouch!  Ttttt… ”.
 
 
 
 
La mia goffaggine ha fatto centro ancora una volta: una borsettata contro il suo faccino mentre mi lasciava andare.“ Scusa ”, gli dico preoccupata , “ Ti ho fatto male? ”.
 
 
 
 
“ Mmmm … in verità si ”.
 
 
 
 
“ Poverino ”, gli accarezzo  il viso come  fosse un cucciolo bisognoso di cure.
 
 
 
 
 “ Ma sei ghiacciata ”, le afferro entrambe le mani, “  Aspetta , te le riscaldo ”.
 
 
 
 
Nelle tasche del suo cappotto si trovano le nostre mani strette e ben adese palmo contro palmo .
 
I  suoi occhi mi fanno dono ora di una rara dolcezza che mai mi sarei aspettata.
 
In punta di piedi arrivo alla sua bocca, sfiorandogli le labbra.
 
 Gli sussurro:  “ Grazie per il benvenuto ”.
 
 
 
 
È sempre capace di farmi sentire così, così confuso. Dice una cosa mentre sembra voglia dirmi altro, mentre io vorrei sentirmi dire molto altro.
 
 
 
 
Abbandona  in un attimo  le mie mani così da permettermi di staccarmi dal suo corpo.  Dominic …
 
 
 
 
“ Andiamo? ”, le chiedo un po’ nervoso.
 
 
 
 
Annuisco  con la testa  e, mentre lui prende la valigia da terra, cerco con sicurezza il suo braccio.
 
 
 
 
E poi Alice è capace di ribaltare la situazione con piccoli gesti.  Fffff… non ci capisco più niente.
 
 
 
 
“ Dov’è l’auto? ”, gli chiedo sdrammatizzando.
 
 
 
 
 
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Sento il suo odore.  Il mio respiro si confonde col suo.
 
Dischiudo gli occhi e … ma dorme?  Pare proprio essere ancora nella fase di sonno profondo.
 
La faccia di Dominic  è  affondata nel cuscino con le narici ben dilatate, la  bocca spalancata e un ciuffo che spunta quasi fosse stato fissato con del gel.
 
Alice … pronto Galatti … Galatti  smettila di rimirartelo come un’  ebete e alzati. Su, forza!
 
Mi sollevo dal letto coprendomi con il plaid  patchwork riversato quasi del tutto sul pavimento.
 
 Punto come un radar i miei bagagli.
 
 
 
 
“ Ma che stai facendo? ”, le chiedo mezzo assonnato, sbadigliando e stropicciandomi gli occhi.
 
 
 
 
“  Dominic mi hai fatto prendere uno spavento ”.  Dato che fino a un nanosecondo fa sonnecchiavi beato.
“ Devo sistemare le mie cose visto che qualcuno me l’ha impedito categoricamente ieri sera ”, gli rispondo tentando di sistemarmi il plaid intorno  in maniera un po’ più decente.
 
 
 
 
I miei occhi storditi dal sonno ora si sono completamente aperti.
Blu-dress con i capelli scarmigliati che tenta di coprire senza successo quel corpo che stanotte è stato mio.
Mi alzo dal letto e l’abbraccio.“ Non mi sembra che tu abbia opposto resistenza ”,  dico con il preciso scopo di provocarla.
 
 
 
 
“ Bè,  visto che entrambi siamo colpevoli ”,  dico non volendogli dare soddisfazione, “  mi aiuti o devo fare tutto da sola? ”.
 
 
 
 
“  Ok ”,  le rispondo rubandole il bacio del buongiorno.
 
 
 
 
 
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“  Ma sei assurda ”, esclamo tirando fuori dalla sua borsa rossa un volume di almeno ottocento pagine.
 
 
 
 
 “ Prima di tutto io non sono una scansafatiche che si sveglia quotidianamente a mezzogiorno”, gli sfilo il libro di Patologia dalle mani.
“ E secondo sei stato tu a dirmi che durante la settimana  avrai del lavoro da sbrigare ”.
“ Dominic mi stai ascoltando? ”, gli chiedo mentre ispeziona la mia valigia.
 
 
 
 
Tiro fuori dal suo bagaglio un sacchetto di stoffa leopardato.
 
 
 
 
“ Dammi qua ” , gli dico paonazza.
 
 
 
“ Che cos’è?  ”.
 
 
 
“ Ehm … sei tu l’assurdo:  è il regalo per il tuo compleanno. Guarda che per trovare quel sacchetto quasi morivo e insieme a me anche Bea tra l’altro ”, gli faccio notare imbarazzata.
 
 
 
 
“ Per me?!  ”.
 
Alice annuisce diventando piano piano più rossa e guardando in basso quasi l’avessi rimproverata.
 
 
 
 
“ Lo vuoi aprire adesso? Porta sfortuna, manca ancora un giorno al tuo compl… ”. Ok, l’ha già scartato. Come non detto … peggio di un bambino, anzi con lo stesso sguardo di un bambino.
 
 
 
 
Si tratta di due drumsticks .  Momento : c’è inciso qualcosa …
 
 
 
 
Mi indica le lettere stampate …  No, non leggere adesso davanti a me … ti prego … oddio, che vergogna.
“ Io vado un attimo di là ”, gli dico volatilizzandomi.
 
 
 
 
“ 27 August 2011 IT 2- ENG 3 ”, leggo ad alta voce.
 
 
 
 
Sento un battito e poi un altro, mi affaccio…
 
 
 
 
Finalmente è uscita.
 
 
 
 
Mi avvicino a Dominic mentre suona la batteria adoperando le bacchette nuove.
 
 
 
 
“ Questo significa che vuoi la rivincita? ”. Ecco  ho rovinato tutto. Bravo, complimenti!
 
 
 
 
“ Se pensi  che l’incisione stia per quello … ”, lo incalzo un po’ contrariata
 
 
 
 
Mi alzo e la stringo a me.  “ Grazie ”. 
 
 
 
 
Se me lo ripete un’altra volta,  guardandomi così come sta facendo ora,  avrà completamente in pugno ogni infinitesima particella del mio corpo, della mia testa e del mio cuore.
 
 
 
 
Sento il suo respiro più allungato.  Ali …“ Ti posso lasciare da sola per un paio d’ore? ”, le dico all’improvviso.
 
 
 
 
Proprio uno specialista nel  troncare nettamente qualsiasi  parvenza di romanticismo tra noi.“ Sai non c’è possibilità  di perdersi  tra queste quattro mura.  Ma che cos’è quest’ aria di mistero? ”.
 
 
 
 
“  Oggi  devo andare a ritirare una cosa che avevo ordinato. Tutto qui ”. Non  aggiungo  spiegazioni.
 
 
 
 
“ Va bene, allora buona giornata ”, gli mollo un bacetto sulla guancia e mi volto .
 
 
 
 
“ Ok ”.
 Esco.
 
 
 
 
Un messaggio … Dominic … - Mi manchi già-.
Apro la porta e …  ok, mi ha fregata!
Lo trovo lì ad aspettare con uno dei suoi sorrisetti da incorreggibile  furfante.
 
 
 
 
La afferro:  “  Perché in fondo sei una tenera bambina ”.
 
 
 
 
“ Ah siiii….”.  La mia bocca raggiunge  la sua. Gli mordo le labbra e poi gli lascio un segno del mio passaggio sul collo .  “ Torna presto ”.
 
 
 
 
 
 
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Il campanello rimbomba per tutta la casa.
 
Vado verso il citofono che è caratterizzato da un’invidiabile quantità di pulsanti colorati e  corredato di una telecamera che sorveglia buona parte della strada.
 
Come cavolo si usa questo affare ?  Più semplice no, eh?
 
Premo tutti i bottoni a caso sperando di beccare  quello giusto.
 
Ad un tratto si avvia lo schermo .
 
Sento un  “  Dom ”  e  …  miseriaccia!
Prendo fiato.
 
Vedo nella fotocamera un uomo, quell’uomo  dagli occhi blu che si passa la mano sulla faccia ripetutamente.
 
 Non so se è più scocciato per l’attesa o stanco di suo.
 
Qui cara la mia Alice hai due  opportunità: o non rispondi e aspetti che se ne vada così com’è venuto o gli apri e ci conversi amabilmente.
 
Tanto questa cosa doveva pur succedere.
 
È inutile rimandare.
 
E se non lo capisco quando parla?
 
 Su, su datti una mossa.
 
Il mio dito si avvicina al pulsante.
 
Sobbalzo a causa di un’altra scampanellata prolungata  del moretto.
 
 
 
 
 
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Sento lo scatto secco del portoncino.
Oh finalmente Dom si è deciso ad aprire.
Passo oltre la soglia e sulle scale, immediatamente di fronte all’ingresso,  vedo una ragazza.
Deve essere lei  l’italiana.
 
 
 
 
Me lo ritrovo davanti, fermo e immobile mentre mantiene ancora la porta.
Che devo fare?
 
 
 
 
Indossa un paio di leggins neri e una maglia rossa larghissima attraverso cui posso notare, anche se a stento, le sue forme delicate e morbide.
Occhi scuri  fanno capolino dietro un paio di occhiali, capelli di un nero carico e deciso, leggermente più bassa di me e con mani piccole.
Incantevole, ma non esattamente il tipo di Dom.
 
 
 
 
Mi avvicino e gli arrivo a circa trenta centimetri di distanza.
Ma che fa? Lascia la porta e si mette a ridere?  La situazione è alquanto comicamente imbarazzante.
 
 
 
 
Sorride anche lei e fa per tendermi la mano.
 
 
 
 
“  Ciao, sono Alice Galatti  ”.  Ok, la presentazione che fa tanto colloquio di lavoro potevo risparmiarmela.
 
 
 
 
Ha una buona stretta la ragazza.“ Io sono Matt, Matt Bellamy  ”, le rispondo imitandola.
 
 
 
 
Già, lo so.“ Scusa ma qui il sistema di apertura è un po’ complicato e Dominic non c’è e …  ”.  Io sono cronicamente maldestra.
 
 
 
 
“ Ehm … posso aspettarlo? ”, le chiedo indicando il piano di sopra.
 
 
 
 
“ Si, certo, riscusami. È che non mi aspettavo, si insomma, prego ”. Gli faccio cenno di salire  prima di me.
 
 
 
 
 
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Siamo seduti sul divano.
 Il silenzio  echeggia per tutto l’appartamento.
Sono ormai dieci minuti che io sto qui rigida a fissare il pavimento e lui a guardarsi intorno e a scrollare di tanto in tanto la testa.
Matt fa una faccia buffa: Ali stoppati ,stoppati, stoppati.
 
 
 
 
La seguo anch’io nella sua risata.
 
 
 
 
Io che mi ritrovo a spanciarmi dalle risate con Bellamy:  anche questo va segnalato nelle memorie della mia vita.
 
 
 
 
“ Bene. Siamo partiti col piede giusto, eh? ”, le dico scherzando.
 
 
 
 
“ Direi … ”.
 
 
 
 
“ Tra l’incontro tramite web e questo … ”.
 
 
 
 
“  Già, quella volta è stato molto imbarazzante ”, continuo io secca.
 
 
 
 
“ E Dom mi ha tenuto il broncio per tutta la settimana dopo il suo ritorno ”.
 
 
 
 
“ Ne so qualcosa ”.
 
 
 
 
“ Allora tu sei un’universitaria o sbaglio? ”, faccio io con l’intento di socializzare.
 
 
 
 
“ Studio Medicina. Ti prego, però, di non fare il tipico errore di chiedermi cosa voglio fare dopo perché è una cosa che non sopporto ”.
 
 
 
 
“ Quindi … che vuoi fare dopo? ”, le chiedo stuzzicandola.
 
 
 

Lo fulmino. “ Qualcosa legato alle neuroscienze e ti dico questo solo perché lì dentro, in qualche spigolo del tuo corpo,  c’è una persona con cui avrei voluto parlare da molto tempo ”.
 
 
 
 
È sfrontata e insolente.  Mi ero sbagliato: proprio il tipo adatto a Dom. “  E chi sarebbe questa persona? ”, la incalzo divertito.
 
 
 
 
Ok,  se proprio vuoi giocare … “  Un uomo che con un microfono e una chitarra in mano, a volte anche seduto vicino a un pianoforte,  è capace di cose talmente meravigliose da farmi desiderare intensamente di prenderlo a schiaffi  ”.
 
 
 
 
Rimango bloccato. “ Così mi vorresti prendere a schiaffi … la causa? ”.
 
 
 
 
“ Per dimostrare il mio più puro e sincero affetto ”.
 
 
 
 
“  Ah capisco … ”.
 
 
 
 
 “ Affetto per tutto quello che mi hai regalato insieme agli altri due tuoi amici. Perché, sappilo ”, gli dico alzandomi in piedi e mettendomi davanti a lui che sta seduto con le gambe incrociate, “ la musica che create non è solo musica, come un libro non è solo un libro ”.
 
 
 
 
Prendere nota: violenta e anche intelligente.  “  E allora cos’è?  ”.
 
 
 
 
“ Un lasciapassare  per nuovi  mondi. E ci sono delle poche volte in cui oltre ad essere una lente d’ingrandimento per svariati universi  è anche un passe-partout  per capire di più se stessi. Perlomeno per quanto mi riguarda la musica in generale e la vostra in un modo assolutamente particolare è stata un ottimo adiuvante per il mio personale manuale di vita ”.
Pausa.“ E se pensi che tutto ciò sia melodrammatico, bè lo è perché proviene da me che ho il melodramma nelle viscere, come ti potrà confermare il  tuo amico, e perché è un discorso che mi porto appresso da circa dieci anni  ”.
“ Allora … dicevamo? ”, concludo io fingendo di non aver detto niente.
 
 
 
 
E ci sa fare anche con le parole.  “  E poi circola voce che sono io quello mentalmente strano ”.
 
 
 
 
“ Vedi! Hai trovato una che ti supera ”.
 
 
 
 
“ Alla grande direi ”. Scoppio a ridere.
 
 
 
 
 
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Apro la porta.
Salgo le scale: o Alice parla con qualche amico immaginario o … o sta parlando con un cretino-inopportuno-rompiscatole che conosco da vent’anni.
 
“ Ohilà ”, mi fa Bells agitando la mano.
 
 
 
 
Mi avvicino a Dominic. “  Finalmente, mi sei mancato  ”.
 
 
 
 
Matt: “ Cosa? Mi sembrava di aver colmato la sua assenza o no? ”.
 
 
 
 
Con il preciso intento di sbatacchiare  l’ego del moro e del biondo: “ Mi dispiace ma Dominic è Dominic. Anche se una volta mi ero presa una sana cotta per te ,  te con i capelli blu per la precisione ”.
 
 
 
 
Stop! La lascio per neanche centoventi minuti sola e già è a suo agio con Bells, che di solito, a parte sorrisini e strette di mano, è chiuso come un’ostrica senza perla?
“ Che ci fai tu qui ? ”.
 
 
 
 
“ Come sai sono rimasto tutto solo e dovevamo accordarci per la festa di domani sera  e, tra l’altro, dovevo conoscere assolutamente Alice visto che ho  il cervello ripieno e farcito delle tue chiacchiere ”.
 
 
 
 
Tento di zittirlo con le mie occhiatacce malevole.“ Si come no ”. La verità è che si diverte a torturarmi.
Mi siedo sul bracciolo del divano trascinando con me anche Alice. Le accarezzo i capelli marcando il territorio dispoticamente  affinché Matt capisca che non deve scherzare troppo.
 
 
 
 
Vedo lo sguardo di entrambi.
Io non sono un giocattolo da reclamare.
 Mi schiarisco la voce:  “ Signori, scusate, ma io ho urgente bisogno di cibarmi. Pertanto mi congedo per preparare il pranzo ”.
 
 
 
 
M. : “ Si ,si anch’io ho fame ”.
 
 
 
 
“ Non mi dire che ti stai autoinvitando? Sei proprio una pessima persona ”.
 
 
 
 
M. : “ Veramente è stata Alice ad avanzarmi l’offerta di assaggiare le sue prelibatezze ”.
 
 
 
 
La guardo cercando la conferma alle parole di Bells.
 
 
 
 
“ Bè che potevo fare?  Mi ha quasi supplicata con lo sguardo.  Inoltre il mio incontenibile istinto da fangirl/medico mi spinge a preoccuparmi della dieta alimentare di entrambi  visto che,  a quanto pare,  mangiate solo schifezze ”.
 
 
 
 
“ Tu chiami il caviale o il sushi schifezze? ”, le chiedo.
“ Già … passi per hamburger  e salsine ma il sushi?! ”, rincara la dose Bells dandomi ragione.
 
 
 
 
“ Vabbè non sono proprio delle porcherie ma neanche cibo da ingurgitare quasi quotidianamente. Contenti? ”.


Sorridono entrambi soddisfatti  di aver ottenuto una parziale vittoria sulla sottoscritta.
 
 
 
 
 
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D. : “ Alice ti sta squillando il cellulare ”
 
 
 
 
“ Arrivo solo un attimo … ouch ” .
Porto alla bocca  l’indice della mano destra, semi ustionato dal contatto con la padella bollente, e vedo quei due intenti a sorvegliare il tavolino del salotto, più precisamente  a piantonare il mio cellulare che  continua ad agitarsi.
 
 
 
 
 
D. : “ Fammi vedere che ti sei fatta. Sei proprio una pasticciona!  ”.
 
 
 
 
“ Dai che rispondo io ”, mi dice con voce gentile e sguardo cristallino  Matt.
 
 
“ No, no, no ”.  Mi getto disperatamente nel tentativo di impedirgli di pigiare quel benedettissimo tasto verde.
 
 
 
 
“ He-e-llo … Here is Matt Bellamy ”.
 
 
 
 
 Cazzo, troppo tardi!
 
Gli tolgo dalle mani  l’aggeggio elettronico in questione:  “ Maaaaaaaaa B. finalmente! Già, ti avevo chiamato ma tu non rispondevi. Tutto ok o quasi visto che per venire a rispondere mi sono bruciata l’estremità dell’arto superiore, l’estremità buona per di più. No, non sono nervosa più del solito. È che … è un miracolo che conservi ancora  parte della mia integrità mentale.  No … ma va … ero io che imitavo una voce maschile, era uno scherzo! Ma Bea che accidenti vai a pensare. Si, era quello vero in carne, più del solito, e ossa. Non mi svenire … Lo so che questo va direttamente sul conto delle cose che ti devo pagare e che mi stai odiando profondamente. Ciao B.  Ci sentiamo dopo…ciao…ciao… ”.
 
Chiudo la chiamata e mi giro.
Si stanno azzuffando, non so bene per cosa poi.
Dopo aver esclamato con tutto il cuore,  puntandogli il dito contro,  un“ Bellamy tu non sai quello che fai! ”  faccio finta di niente e spontaneamente come una brava mammina: “ Vado di là. Quando è pronto vi chiamo ”.
Fanno cenno di si con il capo ma sono comunque presi dalle loro discussioni.
Li continuo ad osservare:  il fisico è quello di due uomini belli che maturi ma il modo di porsi, di parlare tra di loro…
 Mi sembrano dei ragazzini che si ritrovano a  fantasticare e discorrere  semi giudiziosamente  sulla vita, futuro e altre cose  di cui ancora non hanno avuto che un insignificante assaggio.
Lo percepisco, lo posso vedere, posso vedere quanto importante siano l’uno per l’altro.
Un  richiamo più forte anche dei vincoli di sangue, anzi un vincolo che va al di là  proprio perché  scelto naturalmente.
“ Forza! Lavatevi le mani e venite subito qui ”, li richiamo all’ordine.
Ma vedi che mi doveva capitare.
 
 
 
 
 
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Premettendo che il capitolo era iniziato in un modo nella mia testa e poi è finito invece in tutt’altra maniera dato che ciò che doveva succedere non è successo lasciando spazio a elucubrazioni impreviste, ringrazio chi continua a seguire questa storia sia in maniera silenziosa che recensendo.
Alla prossima (Salvo impedimenti esterni e interni, spero  di aggiornare presto visto che il capitolo,   in cui succederanno un po’ di cose tra l’altro,  già c’è ).
Grazie ancora.
 
 
   

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Capitolo 10
*** You're trouble, boy just because you like to destroy ***


“ Dominic non avevi un impegno? ”.     

 
 
 
 
“ C’ è ancora tempo ”, le rispondo scrollando il polso in modo tale da vedere il quadrante dell’orologio.
“  Oddio praticamente ho sette minuti e undici secondi  ”, realizzo.
“ E’  tutta colpa tua! ”.
 
 
 
 
“ Colpa mia? Se sei tu che  te ne stai spanciato  da un paio d’ore sul divano a tenermi d’occhio  mentre scrivo la mia relazione ”.
 
 
 
 
 “ Ma come faccio a resisterti se sei seduta  sul tappeto con le gambe incrociate, con tutti  i fogli di appunti sparsi intorno e, soprattutto,  mentre indossi  solo un maxi maglione e dei calzettoni? ”.
 
Sposto il suo PC da un’altra parte e la bacio e…
 
 
 
 
… Lo ribacio.  Ad un tratto lo ritrovo sopra di me.
 
 
 
 
Infilo le mani sotto la sua maglia per toccarle la pelle, la sua pelle calda e dal sapore di mandorle.
 
 
 
 
Il rumore della carta dovuto ai nostri movimenti.
Lo stringo più forte a me.
 
E se…  
Lo scosto: “ Devi sbrigarti o farai tardi ”.
 
 
 
 
Frenato, mi rialzo:  “ Sempre pronta a ricordarmi i miei doveri ”.
 
 
 
 
“ E tu sempre un lavativo. Un proverbio italiano afferma    - Prima il dovere e poi il piacere-  ,   o almeno cosi mi pare di ricordare  ”.
 
 
 
 
“ Io lavativo? Devi ammettere che un’intervista proprio il giorno in cui compio gli anni non è il massimo”.
“ Vabbè concludo solo perché deve passare Chris  e lui odia aspettare quasi quanto te”. 
Faccio per andare verso il bagno.
 
 
 
 
Lo trattengo e gli dico: “ Buon compleanno Dominic! ”.
 
 
 
 
 
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C. :  “ Cavolo!  Già pronto?   Vedo che con l’età metti giudizio ”.
 
 
 
 
“ Ahahahah ”,  stringo la mano di Chris  e lo abbraccio.
 “ Grazie tante  ma è che la signorina qui presente mi richiama continuamente all’ordine .  Lei è Alice ”.
 
 
 
 
“ Ciao ”, stendo il braccio verso il bassista  mentre Dominic mi continua a tenere per un fianco.
 
 
 
 
C. :  “ Ciao.  Mi ricordo di te e del tuo gol micidiale. Notevole per una donna ”.
 
 
 
 
K. :  “ Non fare il finto maschilista, Wolst!  Ciao Alice io sono Kelly.  Dommeh buon compleanno. Tieni questo è da parte mia ”.
 
 
 
 
C. :  “ Nostra ”.
 
 
 
 
K. :  “ Ah,  si nostra ”.
 
 
 
 
“ Ly, vieni anche tu all’intervista con noi? ”, le chiedo.
 
 
 
 
K. : “  Assolutamente no, Dommeh! Voi andate pure.  Io sono impegnata nella ricerca dei regali di Natale e di qualche cosa per il piccolo ”.
 
 
 
 
C. : “ O piccola ”.
 
 
 
 
K. :  “ Già, ora anche lui  è fissato con la cosa della sorpresa riguardo al sesso del nascituro”.
“ E tu Alice che fai ? ”, mi chiede  facendomi  l’occhiolino.
 
 
 
 
“  Aspetto il ritorno dell’uomo di casa ”, ironizzo.
 
 
 
 
K. : “  Allora  perché non vieni con me?  Mi serve un secondo parere femminile e, poi, ho saputo  cose superlative su di te. Visto che al party di stasera  io e Wolst  saremo assenti  meglio approfittare di questo pomeriggio  ”.
 
 
 
 
“  Veramente… ”, le rispondo intimidita da tanta disponibilità nei confronti di una vera e propria estranea.
 
 
 
 
K. : “ Allora è deciso.  Wolst, tu e Dommeh prendete la sua auto  e io e Alice ci teniamo la nostra. Su, su andate ” .
 
 
 
 
Praticamente Kelly ha sbattuto quei due fuori di casa entro meno di un minuto. Il tempo di salutare Dominic mentre prendeva le chiavi e… straordinaria!
 
 
 
 
 
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“ Che precisione!  Avete spaccato il secondo ”, fa Bells  dubbioso a me e a Chris.
 
 
 
 
C.,come se io non ci fossi:  “ Già, mi sono stupito anch’io. Ma a quanto pare è merito di  A…  ”.
 
 
 
 
Lo blocco.
 
“ Fatemi capire: entrambi insinuate che io non sia mai stato puntuale? ”.
 
 
 
 
“ La maggior parte delle volte… no ”, mi risponde Bells sogghignando.
 
 
 
 
“ Detto da uno che mi sembra non sia mai stato preciso all’infuori  dei periodi di registrazione ”, lo sfotto.
 
 
 
 
“ Tipo? In quale altra situazione non sarei stato preciso? ”, mi chiede Matt mettendo  il broncio.
 
 
 
 
Lo sa bene anche  lui che,  a parte la  sua scrupolosità maniacale e ossessiva  in studio, la puntualità non è mai stata il suo forte.
“  Tipo quella volta in cui dovevi incontrare Emma Fair e, alla fine, sono stato costretto ad intrattenerla  io mentre tu ti eri fermato non so in quale posto perché avevi trovato uno dei tuoi dannati libri sull’ origine dell’ Universo.  E ti potrei fornire altri esempi, vero Chris? ”.
 
 
 
C. : “ Dom non è per contraddirti ma siete entrambi stati sempre un po’ scapestrati mentre io ho senza sosta dovuto raccogliervi da non si sa dove per riportarvi sulla retta via ”.
 
 
 
 
Io e Bells scoppiamo a ridere ed esclamiamo all’unisono mettendogli una mano sulla spalla: “ Povero Chris! ”.
 
 
 
 
C. ci fa una faccia assai eloquente. 
Il suo viso sembra dire: “ Ma chi me l’ha fatto fare a mettermi con certa gente, chi? ”.
 
 
 
 
M. : “ Dom vuoi qualche esclusiva sul party di stasera? ”.
 
 
 
 
“ No, grazie. Spero soltanto che Tom non abbia esagerato come suo solito visto che adesso la situazione è un po’ diversa ”, gli rispondo presagendo gravi sventure.
 
 
 
 
“ Ohohohoh  Dom che si sbilancia e di tanto ”, mi dice Chris dandomi delle leggere gomitate al fianco sinistro.
 
 
 
 
Bells mi fissa in maniera seria, quasi paterna, stile raccomandazione e poi ritorna a ridere.
“ Non preoccuparti, non sarà  di certo Kirk a spaventarla ”.
 
 
 
 
 
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“ Oh finalmente! ”, esclama Kelly in manifesto giubilo sedendosi sul divano.
 
 
 
 
“ Vuoi anche tu del succo? ”, le chiedo versandomene un po’ nel bicchiere.
 
 
 
 
“ Si, grazie. Mamma mia! Non facevo una spesa all’ingrosso così da un sacco di tempo! Spero che Wolst non si arrabbi troppo  ”.
 
 
 
 
Già,  lei e Chris: una coppia imperfettamente perfetta.  Non la classica perfezione fatta di cartone, ma un equilibrio lavorato nel tempo che traspare da ogni gesto o parola di entrambi.
Le porgo il bicchiere.
 
 
 
 
K. : “  Grazie. Alice, lo sai che mi sei proprio simpatica? Eppure ti immaginavo diversa!  ”.
 
 
 
 
“ Diversa? ”.
 
 
 
 
“ Si.  Non offenderti, ma ti pensavo come una bambolina carina e a modo ma niente di più. E, invece, questo pomeriggio è stato piacevole. Tra l’altro hai a tuo favore due altri aspetti:  buon gusto in fatto di vestiti e non mi hai trattato come se fossi un vaso di porcellana pronto a rompersi in mille pezzi  data la situazione ”.  Kelly mette la mano sinistra sul ventre in corrispondenza del cuore di quell’esserino che si nasconde da mesi  nella sua pancia.
 
 
 
 
Le afferro la mano.“ Grazie, vabbè che  si avvicina Natale e si diventa più buoni, ma non eri tenuta ad accogliermi così naturalmente bene ”.
 
 
 
 
 K. :  “  All’inizio volevo conoscerti  esclusivamente per curiosità ma,  poi, mi sei piaciuta a pelle. E sappi che è molto raro! ”.
 
 
 
 
 
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“ Siamo tornati! ”, esclamo io.

Alice e Kelly, girandosi per constatare l’accaduto, riprendono  a parlare. Questa poi!

 
 
 
 
Chris, che è dietro di me, avanza verso loro due:“ Moglie andiamo? ”.
 
 
 
 
 “ Certo marito! La nostra banda ci aspetta a casa. Bè Dommeh ancora tanti auguri e mi raccomando”, mi dice con uno sguardo perentorio, degno di una dittatrice.
 
 
Ma perché tutti pensano che sia un combina guai ambulante?“ Non ti preoccupare Ly ”, la rassicuro.
 
 
 
 
Abbraccio Chris e poi Kelly.
 
“ Ciao K. quando vuoi sempre pronta per un po’ di shopping e qualche chiacchiera ”.
 
 
 
 
K. :  “ Ciao Ali.  La prossima volta vieni a casa nostra ”.
 
 
 
 
Dopo i saluti, chiudo la porta.
 
Sono sorpreso, non mi aspettavo minimamente che Kelly e Alice entrassero subito in confidenza.
 
“ Bè che avete combinato di bello, tu e Ly? ”.
 
 
 
 
“ Niente di particolare. Chris di certo si ritroverà con una bella montagna di pacchi e un po’ di soldi in meno nella carta di credito, poi abbiamo parlato e … segreti fra donne ”, gli rispondo un po’ vaga e facendogli la linguaccia.
 
 
 
 
 
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“ Allora come sto? ”, gli chiedo uscendo dalla cabina-armadio o, più esattamente,   stanza enorme-armadio -con –un- sacco- di- roba- e –specchi- all’-interno.
Mi piazzo davanti a lui e innocentemente faccio una piroetta su me stessa.
 
 
 
 
Alice ogni volta si schiude in maniera differente.
 Eppure quell’ insostenibile sorriso è sempre lì, capace di  spiaccicarmi contro il muro.
Vestito corto, di seta , verde.
Verde come l’edera selvatica che cresceva dietro casa, quell’edera da cui ogni primavera spuntavano dei fiorellini rossi.
Con quei  fiori  ho tentato alcune volte di addolcire mia madre in collera  perché avevo fatto tardi o mi ero cacciato in qualche casino.
 
Anche quella volta glieli  diedi  facendone un piccolo mazzo.  Quella volta in cui  Bells mi convinse a salire con lui sull’autobus diretto a  Luton   per provare la sensazione di “non avere una meta”, così almeno diceva.
Alla fine scendemmo dopo due fermate perché  si era già scocciato.
 
Le vado vicino e la bacio sulla schiena, in mezzo alle scapole,  zona del suo corpo non celata dal tessuto.
“ Stasera non sparire dalla mia vista ”.
 
 
 
Mi sento pungere da tanti piccoli aghi. Dominic…
 
 
 
 
“ E io come sto? ”,  chiedo facendole il verso.
 
 
 
 
“ Mah… accettabile ”, gli rispondo portando le sue mani intorno alla mia vita.
 
 In realtà mi sento pungere  maggiormente.  
Dominic con lo smoking …ttttttttttt!
E se…
 
 
 
 
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“ DomDom tanti auguri ”,  mi salta addosso Tom non appena  varco la soglia del locale.
 
 
 
 
“ E tu devi essere Alice”, mi dice con tono euforico e baciandomi la mano.
 
 
 
 
“ Vacci piano Kirk  ”.
 
 
 
 
T. : “  Dommeh, stavo solo cercando di fare amicizia.  E poi Alice non ti sei mica impaurita? ”.
 
 
 
 
Un po’ si in realtà, ma…“ Figurati. Dominic esagera sempre ”, rispondo.
 
 
 
 
T. :  “A proposito mi sono perso Matt da qualche parte. Ah, eccolo!  ”.
 
 
 
 
Matt avanza verso di noi, fa un cenno col capo.
 Dominic lo saluta scuotendo la mano.
Mi sfilo il cappotto e lo tengo stretto a me.
 
 
 
 
M. : “ Benvenuto festeggiato, finalmente ! Ciao Alice”.
“Dom,  Kate mi ha detto di chiederti se hai ricevuto il suo messaggio ”.
 
 
 
 
“ Si, si . L’ho ringraziata degli auguri d’oltreoceano, contento? ”.
 
Matt annuisce divertito.“ E le ho detto che ti avrei tenuto d’occhio ”.
 
Matt non annuisce più tanto divertito.
 
 
 
 
M. :  “ Me?  Se mi comporto sempre bene ”
 
 
 
 
 “ Guarda un angioletto  ” .  Si, un angelo con nella mano destra il forcone di un diavolo.
 
 
 
 
M. :  “ Tom non ridere!  Sfotti Howard?!  E io che cercavo di fare una buona impressione su Alice. Rovinate sempre tutto ”.
 
 
 
 
T. : “ Ma no.  Guarda Alice non farti cattive idee: sono entrambi dei bugiardi patentati. L’unico di cui ti puoi fidare sono io casomai ”.
 
 
 
 
“  Scusate ma ”, dico a tutti e tre che mi stanno intorno  in circolo come se fossero dei cavalieri e io la tavola rotonda,  “ dato che le vostre facce non mi ispirano preferisco affidarmi a me stessa  ”.
 
 
 
 
T. divertito : “ Ci ha ormai inquadrati! ”.
 
 
 
 
M. : “ Già . Tipo sveglio, eh Dom?  ”.
 
 
 
 
“ Lo puoi ben dire ”, rispondo.
 
 
 
 
Dominic mi dà un bacio sulla guancia.
Grande soddisfazione tenere testa a questi tre e contemporaneamente!
Speriamo bene.
 
 
 
 
 
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Fino ad ora la serata trascorre tranquilla.
Tom è simpatico, estroverso,  il classico tipo  dalla battuta pronta. Anche la sua compagna, Catelynn, è affabile.
Matt e Dominic ogni tanto confabulano fittamente tra di loro.
Sembro essere io la vittima preferita delle loro battutine.
Se non fosse per queste due  che mi squadrano da circa tre quarti d’ora con sguardo da Hannibal Lecter e fissano il mio biondino come delle assatanate…
Sussurro a Dominic: “ Ora torno.  Vado a prendere una boccata d’aria ”.
 
 
 
 
“ Va bene. Fai presto ”
 
 
 
Mi avvio verso il terrazzo.
Il silenzio, Londra e le sue luci, le mie bugie e  gli stratagemmi per essere qui, ora, con lui.
Beatrice se la sarà presa per ieri sera?
Conoscendola sì.
Mi viene da sorridere.
Direbbe sicuramente: “ Ti prego, Alice, tienimi fuori da questa storia ”.
Si, direbbe così.
Fa freddino qui fuori,  forse è ora di rientrare.
 
 
 
 
Si volta.  
Sta sorridendo.
 
 
 
 
Ma tu sei…
Mi schianto contro i suoi occhi. Occhi che sanno di acqua profonda.
 
 
 
 
“ Cavolo, non stai congelando? ”, le dico scaldandomi le mani con il calore del mio fiato.
 
 
 
 
“ Un pò.  Dentro, però,  il volume della musica mi stava rendendo sorda dall’ orecchio destro e qui il panorama è proprio bello ”.
 
 
 
 
“ Mmm … la devono pensare così anche quei due li ”.
 
 
 
 
Indica una coppia che si sta sbaciucchiando.“ Matt, credo che non stiano apprezzando il panorama  ”.
 
 
 
 
“ Credo anch’io ”, confermo.
 
 
 
 
Il risolino pseudo controllato di Bellamy.
 
 
 
 
“ Allora… ”.
Per un attimo non so cosa dirle.
 
 
 
 
Si passa le mani nervosamente tra i capelli.
Ecco come passare da un taglio perfetto e ordinato degno di un modello d’alta moda a una massa informe degna di uno scienziato pazzo e  visionario!
 “ Allora… ”.
 
 
 
 
“ Allora… che tipo è di verde è quello del vestito che indossi? Mi piace molto la tonalità ”.
 Non era esattamente questo che volevo dirle.
Certo che è molto bella stasera.
 
 
 
 
“ Veramente non lo so. Mi pare…Lo definirei un verde edera, ma non ne sono sicura ”.
 
 
 
 
“ No, è che ti dona molto questo colore ”.
 
 
 
 
“ Grazie, ma i complimenti non sono il tuo forte! ”
 
 
 
 
“ Effettivamente. Però quelli per la tua cucina di ieri sera mi sono venuti abbastanza bene, vero?  ”.
 
 
 
 
Eccolo.
Lo aspettavo al varco: aspettavo che lo sguardo del  bambino  riempisse  gli occhi  dell’uomo.
“ Si, praticamente non c’era bisogno di lavare i piatti per  come ve li siete spazzolati ”.
 
 
 
 
Mi volto. Quella coppia che stava amoreggiando non c’è più.
 
 “ I due piccioncini mi sa che hanno capito che è meglio andare in una stanza da letto  ”.  
Così è un po’ squallido Matt, però!
 
 
 
 
“ Non ti facevo così cinico ”.
 
 
 
 
“ Ah no? E come allora? ”. Alice e le sue rivelazioni: se mi spiazza pure questa volta.
 
 
 
 
Adesso vuoi troppo Matt! “ Uno che crede in molte cose, che ci crede così tanto da mettersi in gioco e di questo sono un po’ invidiosa ”.
 
 
 
 
“ Perché? ”.
 
 
 
 
“ Perché io sono l’opposto. Credo solo in ciò che ho davanti, in ciò che posso toccare ”. Ma Alice questi discorsi!
 
 
 
 
Ancora una volta disorientato da tanta calma e schiettezza.
“ Dominic ti ha scelto proprio bene! ”.
 
 
 
 
“ Uhm. Non credo”.  Faccio una pausa.
 
 
 
 
Il suo volto si è fatto più serio e la sua voce più ferma ma dolce.
 
 
 
 
“ Tra i due sono io la più egoista perché mi va bene questa situazione di netta separazione tra lui e la mia vita. Mi trastullo credendo di poter andare avanti all’infinito così :  facendolo avvicinare a tentoni e parzialmente. E so che questa cosa lo fa impazzire a volte ”.
Ok, ciò che dovevo dire a lui l’ho detto al suo migliore amico. Ben fatto, Alice! Sempre chiara tu, eh ?
Lo fulmino.“ Non osare dirglielo però  ”.
 
 
 
 
Le poggio istintivamente un braccio dietro al collo.
Gli vuole proprio bene.“ Andiamo va o si chiederà che fine hai fatto ”.
 
Si ferma. Guarda fisso verso un’unica direzione.
Oh cavolo! Dominic si sta approcciando con una biondona.
Cristo, a volte quell’uomo ha una prontezza per combinare casini.
Guardo lui che ha una mano sul culo della ragazza e l’altra:  ok, meglio non saperlo.
Guardo lei,  Alice, che guarda lui il cui collo è impiastricciato di rossetto e saliva.
Alice si morde le labbra e si stringe in se stessa.
 
 
 
 
 
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Bum…bum….bumbum….bumbumbum: il cuore accelera e decelera a fasi alterne.
Rottura, crisi.
Non sento più il calore della mano di Matt sulla mia spalla.
Dominic e la tizia si distaccano .
Si sono forse fatti prendere dalla musica.
Dai Ali, stava solo scherzando.
Ma fa male.
Come si distingue se un rumore è più forte di un altro?
 Come  si distingue una carezza da uno schiaffo?
Scosto il braccio di Matt.
Vado avanti.
Dominic è seduto e io vado tra la tizia che un attimo prima … e l’amica.
Mi faccio trasportare anch’io dalla musica.
 
 
 
 
Alice è tornata e balla.
Matt è dietro di lei, mi fa un’occhiataccia.
Non può essere che mi abbia visto prima mentre quella cercava di infilarmi la sua lingua nella  bocca.
No, proprio no. Altrimenti non sarebbe così tranquilla.
 
 
 
 
Parte un’altra canzone.
La riconosco: è di Janis.
Cazzo, queste coincidenze.
Non piangere, non piangere.
Niente lacrime colorate dal mascara, eh? Per cortesia.
Pugni chiusi.
Dio quanto amo questa canzone e quanto amo…
 
 
 
 
I suoi fianchi si muovono.
Prima bambina e adesso donna.
E io la…
Mi…
 
 
 
 
Lo attiro a me.
Prendo Dominic e gli ballo attorno senza freno.
Lo guardo e gli canticchio la canzone il cui ritmo inonda la stanza intera.
 
 
 
 
Mi sta facendo perdere la testa.
Perdo la testa. 
Io la voglio.
Incontro l’angolo della sua bocca.
 
 
 
 
“ …But when you hold me in your arms, I’ll sing it once again.
I’ll say come on, come on, come on, come on and take it!
Take it!
Take another little piece of my heart now, baby.
Oh, oh, break it!
Break another little bit of my heart now, darling, yeah,
Oh, oh, have a!
Have another little piece of my heart now, baby,
You know you got it, child, if it makes you feel good..”, gli sussurro mettendogli le braccia intorno al collo, mettendogli davanti tutto ciò che ho.
 
 
 
 
 
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Finalmente soli.
 
 
 
 
Appena la porta di casa si chiude alle nostre spalle Dominic mi afferra per i polsi e mi bacia.
 
 
 
 
Lei  mi risponde con un abbraccio. Ha ancora quel profumo sulla pelle.
 
 
 
 
Il  cervello dice al mio corpo di fermarsi, ma il sangue scorre.
 
 
 
 
Alice mi guarda. La ribacio.
 
 
 
 
“ Dominic…”.
 
 
 
 
“ Alice ”.
 
 
 
 
Primo bottone, secondo bottone…via la camicia.
 
 
 
 
Le sfilo il vestito facendo piano.
 
Noi, i nostri corpi.
Non rimane che la pelle a contenere la mia voglia di lei.
 
 
 
 
Lo sento.
Gli dò tutto quello che mi rimane in questo momento.
 
 
 
 
 
 
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Ma che ore sono?
Riapro gli occhi.
Non c’è.
Starà finendo la relazione.
… … …
Ok. Mi alzo.
La testa è un po’ pesante: che male!
Ora la prendo alla sprovvista.
 
Non c’è neanche qui.
“  Aliceeee,   Aliiiiiiii  ”.
 
Trovo cinque chiamate di Tom e tredici di Matt.
Toh!  Anche un messaggio di Bells e dire che lui odia scrivere i messaggi perchè va a finire che inverte le lettere e scrive cose incomprensibili.
 
-        Dom Alice ti ha visto ieri sera con la bionda   - .
 
 
Cosa? La cronologia risale a ieri sera.
Cazzo.
Corro a controllare.
Nella stanza non c’è più la sua valigia,  il PC e i suoi quaderni sono svaniti.
Non può essere.
Sei un cretino, Howard!
Bum…bum…bumbum…bumbumbum: no!
Provo a chiamarla.
Cellulare staccato.
 
 
 
 
 
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Freddo. Tanto freddo.
Piove.
Il vento.
Le punta delle mie dita sono gelate.
Il calore del suo corpo non lo riesco a sentire più.
Mi sentivo soffocare e così me ne sono andata.
Sono scappata, ancora una volta, da tutto ciò che si accalcava contro il mio petto.
Non ce la facevo a pensare vicino a lui.
Ieri sera ho avuto coraggio, ho fatto finta di avere coraggio.
Persino  il suo amico, persino Matt (perché Matt sa benissimo che l’ho visto) è rimasto sorpreso: niente scenate, niente rabbia, neanche una lacrima.
Eppure adesso non è la pioggia, spinta dalla forza di gravità, a scendermi dagli occhi dritta giù!
Non può essere la pioggia:  ho l’ombrello a proteggermi.
L’ombrello blu e dorato di Dominic: gliel’ho  preso!
Almeno  sono riuscita a prendergli quello.
 
 
 
 
 
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Me lo ritrovo davanti  non appena apro la porta.
Il cappuccio  stropicciato della  felpa  gli copre la testa. È tutto inzuppato.
 
“ Dom ! Cavolo, entra. Ma un ombrello no, eh? Rischi di prendere il raffreddore e poi come si fa ”.
 
 
 
 
“ Non ho trovato l’ombrello  e  non avevo tempo  ”.
 
Matt mi tira dentro prendendomi per mano .
Entro dietro di lui chiudendo la porta.
 
Alzo il viso e vedo i suoi occhi.
 “ Si può sapere che ha visto Alice ieri sera? ”, gli dico piazzandogli in faccia il display del cellulare su cui campeggia il suo messaggio.
 
 
 
 
“ Non l’hai letto? Ti ha visto che flirtavi con Lands. Credevo che avessi archiviato con quella lì… ”.
 
 
 
 
“ L’ho fatto. È Lands che…  Alice se ne è andata ”.
 
 
 
 
“ Come andata? ”.
 
 
 
 
“ Nel senso che è sparita senza dire niente e il cellulare è spento. Matt credo di aver combinato un disastro anche stavolta ”.
 
 
 
 
“ Lo credo bene ”. 
Penso che se gli raccontassi ora  quello che mi ha detto Alice su ciò che prova  prima di vederlo con la bionda andrebbe in frantumi.
“ Ora calmati. Niente colpi di testa: pensa a ciò che vuoi veramente ”.
 
 
 
“ Fatto: voglio lei ”.
 
 
 
 
“ Bene  e adesso …  aiutami a montare questo box per Bing perché  non ti resta che aspettare per sapere ciò che vuole lei e perché sto perdendo la testa dietro a questa sottospecie di istruzioni ”.
 
 
 
 
Matt e il suo impareggiabile senso dell’umorismo.
 
“ Ok, ma poi provo a richiamarla ”.
 
Non può lasciarmi così senza una spiegazione.
Prima o poi dovrà accendere il cellulare.
 
 
 
 
So please call me, baby
Wherever you are
It's too cold to be out walkin' in the
Streets
We do crazy things when were
Wounded
Everyone’s a bit insane
But I don’t want you
Catchin’ your death of cold
Out walkin’ in the rain
Tom Waits
 
 
 
 
 
.............................................................................................................................................................................
 
 
 
 
 
Lo so: avevo  promesso  di aggiornare presto e non l’ho fatto.  Scusate (shame on me).
Precisazioni: la breve scampagnata a Luton è frutto della mia inventiva, come d’altronde tutto il resto , e la canzone che Alice canta a Dom è “ Piece of my heart” di Janis Joplin (mio ricordo d’adolescenza).
Avviso  che, a causa di impegni universitari (eh si perché mi hanno anticipato gli esami di tre settimane all’improvviso), probabilmente posterò il prossimo capitolo a gennaio 2012.
Si intende salvo congiungimenti astrali, fine prossima del mondo e manie fantaletterarie della sottoscritta!
Grazie a voi che, nonostante tutto, non demordete e continuate a leggere questa storia.
Grazie a HeySoulSister__ : scusami  per l’attesa.
Grazie alla mia coinquilina che ha da poco scoperto il mondo dei Muse e quello della fanfiction e ha paragonato il mio nickname  a un marker tumorale (povera!).
Grazie a Roby per leggere, recensire, chiacchierare e fangirlare.
Grazie a S. che si è ormai fatta una ragione dello stato delle cose e, soprattutto, delle discussioni su certe palestre e su certi frequentatori di certe palestre.
Alla prossima.
 
 
 

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Capitolo 11
*** Noi bambine non abbiamo scelta ***


“ Bè, caro mio, io ci rinuncio. Montati da solo questo coso  multicolore e  corredato di funzioni che neanche io so usare, figuriamoci un bambino!  Me ne torno a casa e tento di rintracciare Ali ”, gli dico sfinito da tre ore di finissimo lavoro intellettuale atto a decifrare le istruzioni di quello che doveva essere, a detta di Bells, un semplice box per il piccolo.
 
 
 
 
“ Te ne vai così? Lasciandomi con un cacciavite in mano e un pezzo di plastica con imbottitura nell’altra? ”, gli chiedo un po’ deluso e un po’ con la voglia di fargli ritornare il sorriso.
 
 
 
 
Vado verso l’uscita dando un’occhiata veloce ai nuovi pezzi d’arredamento della casa.
Scelto da Kate, scelto da Kate.  Questo l’ha sicuramente preteso Matt.
Oddio:  spero  che questa lampada sia un regalo e che non l’abbia scelta nessuno dei due.  
È troppo persino per me.
 
 
“ Proprio così. Matt, rinunciaci pure tu  e chiama qualcuno ”, gli rispondo freddamente.
 
 
 
 
“ Stai scherzando?!  È un mio preciso compito: lo devo fare, lo voglio fare io ”.
 
 
 
 
Ho pungolato troppo il suo orgoglio misto all’istinto di responsabilità  nuovo di zecca e a problemi irrisolti con la paternità.
 
 
“ Va bene, ma non farti male.  Ciao Matt ”.
 
 
 
 
“ Chiamami dopo. Se Alice si dovesse fare viva … non farle del male ”, gli dico sorridendo.
 
 
 Soprattutto, Dom, non fare del male a te stesso.
 
 
 
 
 
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….
 
 
 
 
 
Gli autobus rossi a due piani continuano a sfrecciare assiduamente.
 
 
Canticchio tra me e me perché quando sono nervosa o felice,  insomma,  in ogni marginale istante della mia esistenza , nel mio cervello,  girano melodie,  talvolta imbarazzanti persino da conoscere.
Una di queste  mi frulla nella scatola cranica proprio in questo  momento.
Com’è che faceva… Ah si: ‘ …  per uno che ci riesce, mille ci provano all'infinito e troppi sono bagnati di lacrime… ’.
Il titolo … era…era… Attraversami il cuore. 
Si, è stato quel periodo in cui Bea era andata in fissa con Paola Turci.
Azzeccatissima per questo triste frangente in cui sono incappata. 
 
 
Ok, tredicesima persona che mi guarda male!
 
Andiamo bene.
 
Devo sembrare proprio una spostata alla gente che passa e mi vede tutta rannicchiata, intenta  ad aspettare che arrivi, seduta su dei gradini con un foglio di giornale sotto il culo, con le gambe intersecate in una non meglio identificata posa  e gli occhi pieni di…
 
Tralasciamo gli occhi.
 
Cavolo … Dio… Cavolo… Perché?... Signore!
Perché mi sono andata a schiantare in questa situazione?
 
Avrei dovuto rimanere a casa, non avrei dovuto fare l’amore con lui la prima e tutte le altre volte , mi sarei dovuta limitare ad un autografo e una foto, non sarei dovuta andare a quel maledetto concerto!
 No, quella è stata una cosa sensata.
 
Non  l’avrei dovuto fare arrivare così vicino.
 
 Avrei dovuto fermarmi e fermarlo quando nella mia testa risuonava l’allarme poiché la soglia di sicurezza era stata ormai oltrepassata.
 
Ma perché ci devo stare così male?
Eppure…
 
 
 
 
 
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Mentre digito il suo numero  ancora una volta, prendo le chiavi di casa.
Rumore metallico.
Cerco di prendere le chiavi da terra e alzo lo sguardo.
Interrompo il tentativo  di chiamata.
 
 
 
 
“  Dominic ti rendi conto che ti aspetto qui da due ore?  ”.
 
Non  risponde. Viene verso di me ma non mi guarda.
Si limita a prendere la mia mano e ad aprire la porta.
Mi tira dentro per il polso.
 Fa male.
 
 
 
 
Mi giro verso di lei.  “ Sei una stronza! Credevo te ne fossi andata via per sempr…”.
 
La abbraccio fino a ricoprirla tutta con il mio corpo, fino a sentire nel mio torace  il suo cuore impegnato a  pompare  affannosamente il sangue.
 
 
 
 
Rimaniamo così per un attimo. Non so che dirgli.
 
Lo colpisco con una manata nel bel mezzo della fronte ricoperta dai capelli  soffici, ma in disordine.
 
 
“ Come ti viene? Sono andata a fare una passeggiata per pensare un po’ e comprare qualche addobbo natalizio dal momento che tu non sei propenso a questo genere di cose. E poi sarei io la stronza? Io? Tra noi due? ”.
 
 
 
 
“ Non mi avevi detto niente.  Mancava la valigia,  il cellulare era irraggiungibile,  Matt mi ha detto che ieri sera hai visto quella cosa: che altro c’era da pensare? ”, le dico mentre i suoi occhi seguono attentamente ogni minimo mutamento delle mie espressioni.
 
 
 
 
“ Primo: io non sono una  maleducata e non me ne sarei andata di certo così senza avvertire. Evidentemente sei abituato a tutt’altro genere di persone. Secondo:  scemo!  Ti ho lasciato un bigliettino vicino al cuscino.  Terzo:  la valigia l’ho spostata nell’altra stanza come mi avevi detto tu. Quarto: non è colpa mia se sono  tanto sfigata che il mio cellulare è defunto ufficialmente causa batteria scarica. Quinto:  sono uscita proprio per riflettere su ieri sera con massima lucidità… ”.
 
 
 
 
Ha gli occhi gonfi e le labbra viola. Sono, allora,  proprio io lo stronzo.
Cerco di baciarla ma lei si allontana.
 
 
 
 
“ Dominic non si può risolvere tutto così! Dobbiamo parlare ”.
 
 
 
 
“ Ali, per ieri sera io… ”.
 
 
 
 
Lo blocco.“ Dominic non si tratta di quello o, perlomeno, quello è una minima parte. Tutto è iniziato in maniera così inconcepibile e questo ci può stare, ma poi la cosa è accelerata. Tu che ti definisci “il mio ragazzo” e il fatto di chiedermi di venire qui, di stare con te, di conoscere i tuoi amici. Per me è stato tanto, troppo. Tu che mi getti in pieno viso la tua vita e io che ti tengo lontano dalla mia come una scema. Tu rendi e vedi le cose in maniera così semplice mentre io le carico di un peso fin troppo eccessivo a volte.  Prima mi tieni stretta in maniera morbosa e poi stai con un’altra.  Non sono gelosa.  È  che a volte non capisco cosa voglia tu da me ”.
 
 
 
 
Mi avvicino e le prendo il viso tra le mani.
 
 
 
 
“ Io ho finalmente dato un posto stabile, tendenzialmente stabile, a me con te, a noi, ma tu cosa vuoi? ”.
 
 
 
 
La stessa domanda di Matt.
 
“ Lo sai ”.
 
 
 
 
“ No, non lo so. La telepatia è una dote di cui sono sprovvista sfortunatamente  ”.
 
 
 
 
“ Lo sai che ho bisogno di te. Al momento voglio te, voglio ogni cosa di te. Ma…”
 
 
 
 
“ Ma? ”.
 
 
 
 
“ Ma quello è il mio ombrello? ”.
 
 
 
 
“ Si, è il tuo ombrello. L’avevo preso perché quando sono uscita pioveva ma non ha retto. Tutta apparenza e poca sostanza. Proprio come te in questo preciso istante. Cavolo Dominic sei un…”.
 
 
 
 
“ E’ che le dichiarazioni non sono il mio forte soprattutto se mi metti con le spalle al muro mentre ti vedo pronta ad andartene  ”.
 
 
 
 
“  Ci si deve proprio accontentare, eh?  Suppongo che  questo sia il massimo che posso sperare mai da un tipo come te! ”.
 
 
 
 
La bacio.“ Lo sai che io sono più un tipo fisico ”.
 
 
 
 
“ Già ”.
 
Ti amo Dominic.
Un punto per me! Almeno sono in grado di elaborare e ammettere questo concetto nella mia testolina vuota e sciocca.
 
 
 
 
 
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“ Alice ”, cinguetto aprendo la porta.
 
 
 
 
“  Sto facendo il bagno!”, squittisco distesa nella sua bella vasca da bagno tutta ricoperta da una leggerissima spuma, “ Non entrare ”.
 
 
 
 
“ Ops! Sono già entrato. Devo solo lasciare questa cosa e… ma perché ti stai coprendo con le bolle? ”, le chiedo malizioso.
 
 
 
 
“ Dominic James Howard non avvicinarti, ti avverto! ”.
 
 
 
 
“ Non avevo nessuna intenzione di…”.
 
 
 
 
“ Ah ecco ”.
 
 
 
 
“ Ma visto che me lo hai fatto notare ”, aggiungo.
 
 
 
 
“ No, fermo ”. 
 
Si toglie indecentemente  ogni indumento e entra nella vasca. 
Un pervertito,  mi sono innamorata di un pervertito.
 
“ Non ti azzardare a… venire qui…nudo come…nudo come un verme ”.
 
 
 
 
“ Sei truce nelle tue descrizioni, lo sai? Come se fosse la prima volta che mi vedi ‘ nudo come un verme’. Anzi, mi sembra  che la prima volta fossi stata  più disinibita ”.
 
 
 
 
“  Non è elegante sottolineare certi  ricordi ”, sbuffo.
“  Comunque  mantieniti a debita distanza ”, gli dico con la gamba stesa  e  con la punta del mio alluce fissa all’  altezza dei suoi occhi.
 
 
 
 
“  Non angosciarti. Ognuno nel suo angolino. Non ho cattive intenzioni e poi lo so che non usi la pillola ”.
 
 
 
 
Con un gesto netto e deciso gli getto dell’acqua sul suo bel visino.
 
 
 
 
“ Aliceee ma che fai? ”.
 
 
 
 
“Accuccia. Te lo meritavi e basta ”.
 
 
 
 
“ Vieni qui ”.
 
 
 
 
“ Non so se posso fidarmi ”.
 
 
 
 
La stringo contro il mio petto mentre sento la sua mano scorrere dietro il mio collo e i suoi occhi scuri diventare più grandi.
 
 
 
 
Gli sussurro:“ Lo sapevo di non poter avere possibilità di scelta con te ”.
 
 
 
 
“  Io adoro la mia bambina che si comporta da donna giudiziosa ”, le dico giocando con una ciocca dei suoi capelli mentre l’altra  mano scende verso i suoi fianchi.
 
 
 
 
“  Non sono per niente giudiziosa. M’importa poco di eventuali altre. Voglio solo che tu sia sincero con me ”.
 
 
 
 
Annuisco.
 
 
 
 
“ Sono seria. Altrimenti sarà finita ”.
 
 
 
 
“ Ti amo Alice ”.
 
 
 
 
Cosa?
 
Mi zittisce premendo le sue labbra contro le mie.
 
 
 
 
 
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Li vedo avanzare ciondolando.
Le  tasche dei cappotti ripiene delle loro mani.
Fa freddo oggi.
Ridono tra loro e, poi, Dominic mi guarda  e sventola la mano sinistra perché con l’altra è impegnato a mantenere il suo nuovo portatile.
 
Attraverso la strada per raggiungere gli scapestrati appena usciti dagli studi.
 
Quell’uomo, ieri sera, a tradimento  ha detto di amarmi.
Ha pronunciato con normalità questa cosa e, allo stesso tempo,  la situazione stessa è stata fuori dall’ordinario.
Non era obbligato a dirmelo.
 Eppure  le sue corde vocali solleticate dal respiro hanno emesso quelle tre parole.
 
 
 
 
“ Alice ”.
 
 
 
 
“ Ciao Matt.  Chris?  ”.
 
 
 
 
M. :  “ Se ne è andato prima del previsto. Credo dovesse portare dal dentista  la ciurma al gran completo ”.
 
 
 
 
Mi avvicino a lei e battendo tre colpi sulla sua spalla:“ Ti saluta e ringrazia per  il pacchetto  ”.
 
 
 
 
Entrambi mi guardano curiosi.
 
“  A Kelly piaceva tanto una mia sciarpa che ho deciso di regalargliela. Tutto qua. “.
 
 
 
 
“ Ah. La mia Blu-dress è anche generosa sai Matt? E c’ha portato pure la merenda ”.
 
 
 
 
“ Smettila di fare il cretino Dominic. Tieni Matt ! E questo è tuo,  piccolo infingardo.  Il cappuccino allo zenzero di Chris lo bevo  io ”.
 
 
 
 
“ Grazie ”, le schiocco due baci sulla guancia.
 
 
 
 
M. : “ Saresti potuta entrare anche nello studio. Non è zona militare off-limits ”.
 
 
 
 
“ Me l’ha detto anche Dominic, ma ciò che combinate in quella sottospecie di ‘sacro tempio-mezzo bordello’ non lo voglio proprio sapere  ”.
 
 
 
 
M. : “ Definizione impareggiabile ”.
 
 
 
 
Scoppiamo  entrambi a ridere.
Matt quasi si affoga con la cioccolata calda che gli  esce persino dal naso.
Non esattamente una bella visione.
 
“ Che hai fatto tutto il giorno, signorina? ”, le chiedo fiscale mentre aiuta Bells a ripulirsi con dei fazzoletti di carta.
 
 
 
 
“ Ne ho approfittato per visitare la zona. C’è una pasticceria deliziosa con il soffitto rosa e le pareti blu. Sembra la casa di marzapane di Hansel e Gretel ”.
Lo guardo con occhi da cerbiatta.
 
 
 
 
“ Ho capito. Andiamoci. Matt tu vieni con noi? ”.
 
 
 
 
“ Va bene, anche se il fatto della casa di marzapane non l’ho capito ”.
 
 
 
 
“ Alice è un’esperta di fiabe, favole e cose varie. Ricorda, persino, come si chiama il cane di Peter Pan ”.
 
 
 
 
“  Il cane non è di Peter ma di Wendy  ”.
 
 
 
 
M. “ Ah bè allora… ”.
 
 
 
 
“ Ho fatto per anni la baby-sitter e semplicemente  sono attrezzata ad avere a che fare con i bambini ”.
 
 
 
 
“ Adesso ha smesso ”, dico a Matt a bassa voce.
 
 
 
 
“ No, adesso sono la tata a tempo pieno di questo monello ”, indico il suo amico al moro.
 
 
 
 
 
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“ Due pezzi di torta al cioccolato e una tortina alla crema, contenta? ”.
 
 
 
 
“ Grazie,  grazie, grazie ”,gli rispondo.
 
 
 
 
“ Basta poco per farla felice ”, dico a Bells.
 
 
Ha lo sguardo incupito.
Si mette gli occhiali da sole e non dice più niente.
Ci deve essere un … 
 Un fotografo  appostato dall’altro lato della strada con un cannone camuffato da  macchina fotografica.
 
 
 
 
M. :  “ Andiamo  ”.
 
 
 
Non capisco cosa stia succedendo.“ Dominic? ”.
 
 
 
 
“ Ti fidi di me? ”.
 
 
 
 
Non mi lascia neanche il tempo di rispondere.
Mi bacia così brutalmente che i miei dolci finiscono sul selciato della strada.
I miei  poveri dolci!
 
 
 
 
La lascio andare.
Scusami Alice.
Era l’unico modo per distogliere l’attenzione di quel tizio da Bells.
Bells,  che prima era quasi  ammaliato dalla lente quadrangolare, ora  cerca  solo di mascherare le sue crescenti  fobie.
 
 
 
 
Dietro la sua spalla scorgo un paparazzo mentre Matt è a circa venti metri più avanti.
Un paparazzo?
 
 
 
 
Raggiungiamo Matt.
 
 
 
 
M: “ Non sono mai contenti. Cristo!  Le ho provate tutte. Ed ora…”.
 
 
 
 
Sdrammatizzando: “ Ed ora il tuo amichetto mi ha usata da scudo. Io, però,  avrei preferito le buste in testa Quella è stata  un’i dea geniale, sai Bellamy? ”.
 
 
 
 
“ Già, è vero.”
 
 
 
 
“ Tu zitto. Mi hai coinvolta e adesso… ”.
 
 
 
 
“ Non era questo quello che volevi? Una mia posizione netta? ”.
 
 
 
 
“ Discrezione, Dominic, discrezione ”.
 
 
 
 
“ Capito. Matt togliti quegli occhiali scuri. Mi sembri Keanu Reeves in Matrix ”.
 
 
 
 
M. : “ Certo, certo.  Comunque, Alice devi essere contenta. Ora si saprà che Dominic non è single e nessuno proverà a baciarlo più, neanche per il conto alla rovescia del Nuovo Anno ”.
 
 
 
 
“ Ma il bacio di Capodanno è una tradizione! Non lo passiamo insieme:  io chi bacio? ”, chiedo astutamente ad Alice.
 
 
 
 
“ Ti permetto…con il vischio in mano…di baciare…Matt. Giusto per non rompere le tradizioni. Va bene? ”
 
 
 
 
M.  sbellicandosi dalle risate: “ A me va bene ”
 
 
 
 
“ A me no. Al massimo si deve radere la barba per benino perché da un po’ di tempo a questa parte il suo mento è troppo pungente ”.
 
 
 
 
 
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“ Lo sai che i capelli ti si sono cresciuti  un sacco? ”, chiedo tatticamente  a Beatrice, che non vedo da almeno due settimane e mezzo,  un tempo decisamente  lungo perché la mia mente possa sopravviverne senza.
 
 
 
 
“  Non cambiare discorso Galatti. Non ho capito bene:  tu l’hai mezzo sorpreso con una e l’hai pure perdonato? Così senza ripercussioni fisiche o mentali o fisicomentali sul suddetto tizio? ”.
Bea è palesemente scioccata.
 
 
 
 
Annuisco.
 
 
 
 
“ O lui ti ha intortato-tu ti sei auto intortata per benino o stai progettando una seria e distruttiva vendetta. Io preferisco la seconda ”.
 
 
 
 
“ Mi sa che si tratta della prima. Comunque questi auguri  di Natale te li posso fare si o no? ”.
 
 
 
 
“ No.  Ok, fammeli se ci tieni ”.
 
 
 
 
“ Mazel tov ”.
 
 
 
 
“  Devi essere proprio alternativa? Già ti odio per quella conversazione nanosecondica  avuta con quel coso, collega a tempo perso di quel fedifrago del tuo uomo , se aggiungi le prese per i fondelli anche natalizie …  ”.
 
 
 
 
“  Ti ho spiegato come si sono succeduti gli eventi e mi pareva che avessimo messo un macigno su tutta la questione. E quel fedifrago del mio uomo potresti rivederlo molto presto ”, le accenno dandole una spallata mentre passeggiamo per il corso della sua cittadina,  addobbata fino all’inverosimile per Natale.
 
 
 
 
“ Cioè? ”.
 
 
 
 
“ Viene qui dopo Capodanno per un paio di giorni ”.
 
 
 
 
“ Qui dove? ”.
 
 
 
 
“ Se dico qui è qui ”.
 
 
 
 
“ Qui  su da te, come l’altra volta,  o qui giù dai …  ”.
 
 
 
“ Dai miei? Si ”.
 
 
 
 
“ Oddio. Questo è troppo. Ma i tuoi lo sanno o saranno momentaneamente assenti per il bene di tutto il creato? ”.
 
 
 
 
“ Lo sanno ”, aggiungo consapevole della portata devastante di ciò che implicano queste tre sillabe.
 
 
 
 
“ E lui lo sa? ”.
 
 
 
 
“ Si. Era l’unico buco disponibile per me e per lui. Ergo ce ne siamo fatti entrambi una ragione ”.
 
 
 
 
“ Oddio ”.
 
 
 
 
“ L’hai già detto ”.
 
 
 
 
“ Non è mai abbastanza ”.
 
 
 
 
“ Nel tuo caso è vero! ”.
 
 
 
 
“ Nel mio? Nel tuo disgraziato caso semmai ”.
 
 
 
 
“ A parte che è stato Dominic a far finire le nostre facce per tutte l’intero mondo virtuale e poi non sarà traumatico ”.
 
 
 
 
“ Dominic e tuo padre. Quello sì che è traumatico ”, esclama solennemente Beatrice aprendo lo sportello della sua auto.
 
 
 
 
“ Grazie per il sostegno nell’affrontare l’intera vicenda ”.
 
 
 
 
“ Ali, dai. È solo per ridere ”.
 
 
 
 
“ Si, tu ridi delle mie disgrazie però ”.
 
 
 
 
“ Dettagli. Comunque, giusto per farmi un’altra risata com’è che hai sottoposto la cosa ai tuoi? ”.
 
 
 
 
“ Ahahahah ”, mi infilo in macchina velocemente, altrimenti c’è il rischio che mi lasci qui in mezzo alla strada, “  Ho  detto semplicemente che ho conosciuto Dominic a Reading e che, poi, ci siamo ritrovati e che voleva venirmi a trovare ”.
 
 
 
 
“ Glissi sempre sulle parti migliori, eh? ”.
 
 
 
 
“ Sempre ” .
 
 
 
 
“  Vabbè tanti auguri mia cara Alice e buona fortuna  ”.
 
 
 
 
“  Ricordati di dare i  miei auguri anche alla tua family ”.
 
 
 
 
“ Sei orribile ”.
 
 
 
 
“ Sono educata ”.
 
 
 
 
“  Si.  Educata ”.
 
 
 
 
“ Dov’è che si sistemerà il tipo? Io presuppongo in veranda  ”.
 
 
 
 
“ Secondo te avveranderei  Dominic? ”.
 
 
 
 
“ Tu no, ma tua madre si, soprattutto sapendo che si tratta di uno dei componenti della band che ha segnato un radicale cambiamento della tua personalità labile e che, citando la tua progenitrice,  ‘ ti ha rovinato tanto che da una bambina garbata sei diventata…’ ”.
 
 
 
 
“ ‘una sociopatica iperattiva’. Ed è per questo che i miei sanno solo che fa il musicista omettendo la parte direttamente riguardante i Muse ”.
 
 
 
 
“ Ah. Però  il resto, ossia circa 10 anni di differenza, straniero, girovago, alcolizzato, dubbi gusti stilistici e ragionevoli  corna a destra a manca, glielo avrai pur detto ”.
 
 
 
 
“ Certo. Per chi mi hai preso? ”.
 
 
 
 
“ Una recidiva mentitrice ”, mugola Beatrice indicandomi di scendere visto che sono arrivata a casa.
 
 
 
 
 
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La vedo aspettarmi con un  sorriso  e un cartello su cui  c’è scritto  ‘ Mr. Howard’  a caratteri cubitali  fucsia … fucsia? Si, fucsia.
 
 
 
 
“ Buongiorno, lei è il signor Howard  per caso? ”, dico andandogli incontro.
 
 
 
 
“  Pare di sì ”, le rispondo estraendo il passaporto.
 
 
 
 
Gli salto addosso e lo bacio.
 
 
 
 
“  Sono tutti come te i soggetti  femminili da queste parti? ”.
 
 
 
 
Lo tiro per il giubbotto di pelle, immancabile anche quando c’è il gelo totale, per cui prima o poi gli verrà un raffreddore con complicanze ad oltranza suppongo.
 
“  Anche se fosse, non è cosa che ti riguarda! ”.
 
 
 
 
 
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Saliamo in auto  dopo aver sistemato le valige.
Alice è al volante, tutta seria e rigida.
 
 
“  Bene  ”.
 
 
 
 
“  Bene ”, aggiungo io, “ Sei stranamente silenzioso. Non sarà che ti imbarazza conoscere i miei? Oppure hai paura di me alla guida? Guarda che non ti lascio il volante: è inutile mettere il broncio ”.
 
 
 
 
“ Veramente … Tieni.  Ce l’ho da quando sei venuta a Londra e non ho trovato mai il momento giusto ”.
 No, le orecchie che mi diventano rosse no eh? Non facciamo scherzi.
 
 
 
 
“ E ti sembra questo il momento giusto?! Mentre do gas all’auto? ”.
 
Tento di camuffare la voglia irrefrenabile di prendere quel pacchettino e scartarlo facendo a pezzi la carta regalo.
 
 
 
 
“  Si  ”.
 
 
 
 
Prendo l’oggetto misterioso dalle sue mani e … Ma, ma, ma! È bellissimo.
Howard, almeno in questo caso,  hai avuto buon gusto.
 
 
 
 
“  L’ho trovato a Camden . Ricordavo la tua catenina semplice e il blu   è identico a quello del tuo vestito.   Ho dovuto aspettare una settimana perché lo restaurassero. Quella volta ti ho lasciata sola per ritirarlo e tu, invece, civettavi con Matt ”, concludo  in maniera divertita.
 
 
 
 
Guardo nuovamente il ciondolo, il suo ciondolo, dal gusto retrò, a forma di infinito e con al centro una pietra blu.
Gli mostro il collo.“ Mi aiuti a metterlo? ”.
 
 
 
 
Infilo il pendaglio nella catenina e poso le mie labbra sul suo collo.
 
 
 
 
Mi giro e dritto nei suoi occhi: “ Cos’è quel libro che hai nella tasca del giubbotto? ”.
Avvio l’auto.
 
 
 
 
Beccato.“ Una specie di guida alla lingua italiana su cui ci sono le frasi più comuni. Di Matt non mi fidavo tanto,  così …  Giusto per mettere due parole in croce e  non sembrare un…”.
 
 
 
 
Sei adorabile quando tenti di giustificarti Mr. Howard. “ Grazie Dominic ”.
 
 
 
 
 
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“ Bè non ci racconti niente del tuo soggiorno in Italia? ”, mi chiede  sarcastico Tom.
 
 
 
 
Bells posa sul tavolo  la sua birra:“  Non essere invadente! ”.
Poi il complessato  a bassa voce, come se non lo sentissi:  “ Credo che l’abbiano sbattuto fuori di casa non appena hanno constatato il soggetto ”.
 
 
 
 
Smetto di tamburellare nervosamente e con una punta di soddisfazione, tanta soddisfazione: “ Adesso basta. Al contrario, i genitori di Alice mi hanno accolto benissimo. La madre non faceva che offrirmi cibo di continuo e… ”.
 
 
 
 
Matt: “ Si, per affogarti o farti venire qualche indigestione ”.
 
 
 
 
Ok.
L’ho già detto quanto odio quest’uomo? 
 
“  Io sono il classico tipo che piace alle famiglie, sai? ”.
 
 
 
 
Tom: “  Il cucciolo di casa. E da quando? A mia memoria non hai mai compiuto un passo del genere ”.
 
 
 
 
“ Il fatto è che Alice si trovava dai genitori  e quindi l’ho raggiunta lì. Fine della storia. La cosa tra di noi va bene.  Punto! Vogliamo avere un po’ di normalità per quanto possibile ”.
 
 
 
 
Matt dà un altro sorso.
Sogghigna agitatamente .
“ Nor-ma-li-tà ”, esclama a gran voce, “ una parola che non ti si addice  Dommeh ”.
 
 
 
 
Tom: “ Approvo ”.
 
 
 
 
“ D’accordo, ma  voglio fare le cose come si deve almeno una volta ”.
 
 
 
Tom ha smesso di ridere.
 
 
 
 
Matt ha  l’occhio leggermente lucido: è partito per il dolce paese della sbornia.
Katie mi farà una strapazzata ad arte.
 
 
“ Sta diventando noioso il batterista! Spiegami: com’è che vanno fatte le cose? ”.
 
 
 
 
‘Di certo non mettendo incinta una che conosci da pochi mesi’  gli vorrei dire  solo per il gusto di avere l’ultima parola.
Ma io non sono come Bells. Lui sì che è capace di dirti di tutto e ,dopo tre minuti,  venirti vicino e  abbracciarti resettando ciò che è avvenuto prima.
So che non la prenderebbe bene visto l’ultima discussione sull’argomento.
È stato proprio in questo periodo, un anno fa,  che ebbe la conferma:  Kate ospitava nella sua pancia Bing.
Dio, è già passato un anno!
 
 
“ Le cose vanno fatte con …”, vedo Chris entrare nel bar, “ con amore, vero Christopher Anthony ? ”.
 
 
 
 
Il povero bassista guarda stranito Kirk e Bells.
 
 
 
 
Tom: “ A quanto pare l’Italia ha colpito ancora! ”.
 
 
 
 
Io e Chris lo guardiamo male mentre è intento a maledirsi e mordersi la lingua.
 
 
 
 
Matt, lasciata per un attimo la personalità da ubriacatura in fondo al boccale, si alza.
“  E’  la ragazza che fa miracoli! Lo stronzo ha cambiato persino acqua di colonia finalmente. Chris mi sveniva in studio per quanto se ne metteva.  La prossima volta, comunque, avvisami per tempo che voglio fare visita pure io ad Alice. E adesso bel biondone”, mi tira un pizzicotto alla guancia, “ portami a casa dalla mia famiglia! ”.
 
 
 
 
 
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Innanzitutto buon anno anche se in ritardo.
La quantità di cibo ingurgitata durante le feste non solo mi ha regalato qualche chilo ma sembra avere avuto effetti collaterali sul sistema nervoso.
Ergo, chi è arrivato fin a questo punto ha la possibilità di picchiarmi o di commentare in maniera malvagia.
Svelato l’arcano del titolo di tutta questa mia produzione, troppo smielato persino per me e che ho deciso di mantenere anche se qualcuno mi ha chiesto espressamente di cambiarlo.
Ringraziamenti dovuti a chi ha seguito e preferito questa  storia e ancora lo fa, grazie a HeySoulSister__ , alla mia Sari (e quando ti chiamo così sai a cosa alludo)  e Roby.
Congratulazioni a  Chris e Kelly per la loro bambina: non c’entra niente adesso ma mi viene così.
Alla prossima (spero).
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 12
*** Blackout ***


“ Alice, spiegami, com’è che mi ritrovo un’altra volta qui affianco a te? Mi sembra un dejà vu! ”, esclama Bea scorgendo delle nuvole bianche e morbide al di là del finestrino.




“ Semplice! Ti ho drogata, imbavagliata e portata al gate dell’aeroporto ”.




“ Mente criminale ”.




“ Già, ma  purtroppo non è così. Ci sei venuta di tua spontanea volontà  ”, le sorrido.




“ Spontanea non direi. A furia di ripetermi  di venire con te a Londra mi hai fatto il lavaggio del cervello. Un’altra volta ”.




“ Un volo andata-ritorno a venti euro era imperdibile. Inoltre mi devi aiutare nella ricerca di un appartamento  ”.




“ Hai deciso allora ”, si gira verso di me.




“  Provvisoriamente sono la prima della lista. A meno che non cambino le cose entro una settimana, lo scambio diventa definitivo  ”.




“ Lui lo sa? ”.




“  Accennato. Comunque la cosa non è ancora sicura e fondamentalmente non ha a che vedere con lui ”.




“ Come no?! ”.




“ Bea, ti stai sbagliando. Lo sai che ho sempre voluto fare uno scambio con un’università straniera e adesso c’è questa possibilità e io non voglio perderla ”.


Respiro.


“ E poi a quanto ne so  la macchina della promozione del nuovo album presto si metterà in moto. Di conseguenza va e vieni da non so dove, tour, etc … È  tutto a prescindere da lui, da noi ”.




“ E io? Come farai a stare senza di me per  nove  lunghi mesi? ”.




“ Che è? Un parto? Ho fatto i giusti calcoli da ragioniera: c’è skype! ”.




“ Ah già ”, mi risponde, “ ma non basterà ”.




Si volta dandomi le spalle.

Beatrice, tenera B., dolce pezzo della mia mela a sua insaputa.

La teoria delle anime gemelle paragonabili a due perfette metà di uno stesso pomo succoso.

Passammo un intero pomeriggio a filosofeggiare sull’argomento.

Io ero distesa a pancia in giù sul tappeto  della mia stanza accostando sprazzi  canterini di ‘Come as  you are’   a morsi  alla buccia di una mela rossa.
 
Lei, invece,  mi ripeteva di non cazzeggiare puntandomi  Platone in tutto il suo splendore.

Alla fine le dissi che se la mia vita fosse stata veramente una mela, sarebbe stata sicuramente divisa in tre.

Un pezzo per me,  uno per lei e uno per chi non avevo ancora incontrato.




“ Dunque,  visto che alloggeremo in un B&B, meno vedo il tuo uomo meglio è per me, te e  per lui soprattutto dato che è passibile di evirazione chimica nonché chirurgica! ”, prorompe con un gran sorriso e occhi nocciola sicuri.




“ Ancora con questa storia. Sei pesante!  Non mi fare arrabbiare ”.




“ Sei tu che mi fai arrabbiare, Ali!  Premettendo che io non discuto le sue abilità di batterista, non so come tu l’abbia perdonato. T’avesse chiesto scusa ma non ha fatto neanche quello, non ti ha dato nessuna spiegazione.  Sei sempre stata decisa, implacabile, una gran stronza, la principessa delle meduse ”.




“ Come prego? ”.




“ Lo so che te ne ricordi. Si tratta di ciò che ti disse il tuo ex, l’unica cosa di senso compiuto che abbia elaborato a dire il vero:  bella e pura, scintillante e quasi impalpabile, che fa finta di farsi trasportare, ma, al momento giusto, colpisce e può lasciare il segno ”.




“ Cavolo Renzi, te lo ripeto per l’ultima volta. Non so come comportarmi . Credo  sia lui quello che ancora non avevo incontrato, l’altro terzo della mia mela, ma non so se  vuole esserlo.  Ho paura,  una fottuta paura perché se lo perdessi perderei me stessa. Ogni minimo respiro di questo strambo rapporto io lo razionalizzo e non vedo via d’uscita alle volte. E se soffrissi … ”.




Mi abbraccia.

“ Galatti, io non dico di dover soffrire ma da qui a comportarti da sciacquetta che si fa e  si fa fare da Dom … ”.




“ Riassunto perfetto. Mi stupisci per la tua delicatezza. E tu vuoi essere amica di una persona così? ”.




“ Certo aspettando che rinsavisca. Altrimenti chi la difende dalle fan assatanate per avergli portato via lo sposo dei sogni? ”, mi fa una linguaccia e appoggia la testa sulla mia spalla.





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La vedo avanzare sinuosa e brillante tra i tavoli.

Dietro c’è la sua amica.

Mi alzo e allungo il braccio.




“  Finalmente … ”,  mi sussurra piano scostandomi una ciocca di capelli  fuori posto.




“ Scusa se non sono venuto all’aeroporto ma c’era un servizio fotografico da fare. Vi siete sistemate? Tutto a posto? ”.




“ Noi donne non abbiamo sempre bisogno di voi maschietti ”, rido e ammicco a Bea che è rimasta un passo dietro di me.




“ Ciao Beatrice. Prego accomodatevi ”, dico da perfetto gentiluomo.  




B. gli ha appena lanciato una delle sue proverbiali occhiate assassine.
Lo scoppio del quarto conflitto mondiale is on the way!


Una grande vetrata che permette di scorgere  i colori di Londra.
 Una splendida tavolozza di grigio, celeste, verde, bianco, marrone, rosso.

“ Ci deve essere un coperto in più! ”.




“ No, c’è anche Matt. Solo che si è dileguato.  S’è perso nella toilette a quanto pare ”.




Che male!
Bea mi  ha tirato un calcio nello stinco.
So che sta pensando ‘Non sono preparata psicologicamente. Ti ucciderò sappilo’.
Le prendo la mano, un po’ sudaticcia, molto sudaticcia.




“ Eccoti qua! Come stai? ”, chiede Matt  apparso alle mie spalle  all’improvviso  come  un coniglietto da un cilindro durante uno spettacolo di magia vecchia maniera.




“ Bene anche se la pioggia c’ha colto alla sprovvista ”, gli rispondo indicando Bea.




“ Ciao sono Matt ”.




Le tiro una gomitata.
Il silenzio di B. è imbarazzante.
Sento che sta per alzarsi e scappare.

“ Be-a-tr-tri-ce ”.

Ce l’ha fatta si è sbloccata.




M. :  “ Biatwisch ...  Sono un disastro con la pronuncia dei nomi ”.
“ Già ordinato? ”.




“ Si come vedi ”, gli indico la tavola tutta apparecchiata, “ Non dovevi passare a prendere Kate dalla palestra? ”.




“ C’è ancora mezz’ora e questo posto mi piace un sacco. Ho intravisto certi tramezzini ”.




Tutto gasato ed entusiasta abbraccio Alice. “ È stata lei a farmelo conoscere ”.




“ Già. Ho letto  su un blog di questa caffetteria . Davvero bella e semplice. Caffè buonissimo a tal punto che Bea, grande estimatrice della bevanda, lo sta apprezzando ”.




B. :   “  Effettivamente  quasi non rimpiango la mia macchinetta napoletana ”.




M. :  “ Io e quella cosa veramente non siamo mai andati molto d’accordo ”.




“ Una volta ne fece scoppiare una e scattò  l’allarme antincendio ”, aggiungo con l’intento inequivocabile e malevolo di fargli fare la figura del cretino.




M. :   “ È successo solo una volta e ancora non avevo dimestichezza con l’affare in questione ”.




Questo è veramente troppo.
Impossibile rimanere serie di fronte a certe  candide confessioni.
Beatrice mi guarda e non ci tratteniamo.


“ Pensare che c’è gente che  crede che quelle mani siano qualcosa di divino e invece non sanno manovrare cautamente neanche una caffettiera ”, esterno ad alta voce.
Ops, l’ho detto?  Si, decisamente l’ho detto.  Troppa confidenza, si troppa.




M. :  “ Il problema fu la caffettiera . Le mie mani, credimi, in azione sanno essere molto caute e precise ”.




Il suo sguardo e il modo in cui dice quello che dice.
Sgrano gli occhi.
Bells, non scherzare con la mia Blu-Dress.




M. :  “Ok,  per me è arrivato il momento di sloggiare. Allora ci vediamo  domani alla festa. Betwisch è stato un piacere. Alice ”.




Prima di andarsene  si avvicina a me dicendo ‘Non essere geloso’.




Entrambi sorridono tra loro dopo avermi guardato.
Le guance ritornano rosse.

Mentre Matt  va verso l’uscita,  Beatrice mi bisbiglia: “ Festa? Wait, what? ”.





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“ Bea l’ho trovato! ”, le dico mostrandole il frutto di accurate perlustrazioni di  adorabili negozietti vintage e coloratissime bancarelle.
Tutto all’insegna del motto: lo shopping aiuta sempre.




“ Di bene ti sta bene, anzi chi ti vedrà d’amor sverrà.  Apprezza: t’ho fatto anche la rima. Ciò che mi sfugge è la questione della festa. Sospetto che abbia a che spartire  con l’avermi indotta a mettere in valigia qualcosa di elegante ‘giusto per il piacere di metterlo nella capitale dell’Union Jack’  ”.




“  Se avessi accennato alla ‘FESTA’,  non saresti stata più  la mia chaperonina  ”.




“ Ora Galatti sei diventata una proteina che ha bisogno dello chaperone per ripiegarsi meglio?! ”.




“ Il paragone mi sembra abbastanza azzeccato. Non è niente di impegnativo:  una festa organizzata da un ente benefico a cui Dominic e i suoi amici, ossia Matt e Christopher,  hanno fatto una donazione ”.




“ Continua …”.




Quando fa quel sorrisino e agita la mano non è un buon segno.

“ Prima ci sarà una premiazione, a cui ho deciso di assistere da lontano  ”.




“ Tu assisterai, tu ”, sottolinea B.




“ E poi un party.  Una cosa del tipo che gli invitati mettono una  maschera, ballano, mangiano, bevono, conversano … ”.




“ A cui converrai solo tu! ”.




“ Dai Bea! Ricordati che ‘if we go,  we go together’ ”.




“ No.  You go alone! Ali non lo voglio rivedere.  Mi è già bastato stamattina ”.




“ Ma chi? ”, le chiedo conoscendo troppo bene la risposta.




“ M. J. Bellamy. Incontrarlo è stato come essere travolti da un tir, fare qualche salto mortale in aria per poi finire sonoramente con il muso spiaccicato contro l’asfalto ”.




“ Significa che sei felice in qualche modo contorto? ”.




“ Si, ma è meglio se lui rimane sul palco e io dietro una transenna con il torace perforato da una costola ”.




“ Tenera. Comunque tu vieni con me e non valgono scuse tipo ‘Che faccio? Mantengo a te e al tuo uomo la candela?’  Almeno prova perché se non lo provi non lo sai ”, rido mentre entro nel camerino a sfilarmi l’abito di dosso.




“  Quello che non sai è quanto posso opportunamente avercela con te e basta con queste citazioni. Mi gira la testa ”.




“ Ok,  dolce socia ”.




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“ Questa festa mi  fa tornare in mente tante di quelle cose ”, esterno  a Dom mentre Chris sta parlando con l’organizzatore  dell’evento e Kate si concede a qualche flash.




“ Ho ancora stampata nella mente l’immagine di te su di giri con una mascherina simile a quella che stai portando adesso e un boa nero intorno al collo ”, gli rispondo in tono provocatoriamente nostalgico.




“ Se io ero su di giri, tu eri proprio fuori dallo spazio  con tutte quelle ragazze che ti mettevano in faccia sedere o seno su cui volevano avere il tuo nome scritto … e non solo quello ”, gli dico prendendo un bicchiere di vino rosso e sorridendo a Kate.




“ Si, si. Ora mi importa di una sola ragazza. Dov’è finita? Ho intravisto Beatrice quando siamo saliti sul palco a ritirare la targa ma Alice … ”




“ Eccotela qui la tua Alice ”, dice  Chris avvicinandosi.

Diavolo di un Wolstenholme, spostati che mi togli la visuale!




“ Ciao ”, con un timido sorriso al moro e al biondo, “ Complimenti ”.
Quanto mi fanno male i piedi! Maledetti tacchi.




Tutte quelle  che ho sempre pensato fossero  smancerie , tipo le campane a festa e le farfalle nello stomaco, mi si rivoltano contro in un solo ed effimero secondo.

L’ho lasciata per qualche ora con le gambe strette in jeans larghi e coperta  da un maxi cappotto … eh già così era deliziosa…ma adesso …

Pelle chiara incorniciata da ricci tenebrosi,  dai fori della mascherina fanno capolino occhi scuri come l’antro di una caverna , il suo corpo avvolto in un vestito rosso  asimmetrico abbastanza corto,  la sua vita cinta da un fiocco che cade sul suo prezioso fianco destro, le scapole invitanti e la sua collana che scende verso il petto, nel mezzo del quale  è nascosto il ciondolo che le ho regalato.

Credevo fosse impossibile partorire tanti  pensieri indecenti in così poco tempo.


La tiro verso di me sottraendola da Chris e Beatrice, in mezzo ai quali stava.

“ Non è bellissima?! ”.




“ Certo che lo sono. Per un evento così importante … ”.
Frecciatina.
“ Piuttosto parlavo della piccola. Chris, dalle foto è veramente adorabile.  Dillo anche a Kelly ”.





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Mi avvicino a Dominic  impegnato in conversazioni musicali e non con alcuni musicisti o almeno credo.




Le stringo la mano. “ Scusatemi ”.
La accompagno a fare un giro esplorativo della sala.
“ Allora Beatrice? ”.




“ Tutto a posto. Ho aspettato fino al momento in cui è salita sul taxi. Era abbastanza stanca e ha resistito per  tutta la premiazione unicamente  per non lasciarmi sola ”.




“ Potevi stare con me ”, le dico io pizzicandole la punta del naso.




“ Per stare al centro dell’ attenzione?! Comunque lo sai che sei passabilmente sexy con questa mascherina leopardata? ”.




“ Invece tu lo sei dannatamente con questo rosso  … Katieeee ”.




“ Dom, tesoro, sei un figurino! ”.




Vedo a braccetto Matthew e la sua compagna, fasciata da un lungo vestito dorato,  che si avvicinano a me e a Dominic.




Da bravo cavaliere : “ Kate lei è Alice, Alice Kate ”.




Non ho neanche il tempo di dire un ciao o un piacere che Kate mi abbraccia dandomi  espansivamente due baci, uno per guancia.




Kate:  “ E’ un piacere. Ho visto le fotografie di te al compleanno di Dom. Mi sono innamorata di quel vestito verde anche se come tonalità non si addice ai miei colori  ”.




Raccolta informazioni in corso. Ok.  
Le sue parole sanno di miele e zucchero proprio come il suo profumo.
“ Grazie, sei molto gentile ”.




Kate:  “ Di nulla, tesoro. So che sei italiana. Adoro l’Italia.  Il suo sole mi ricorda tanto quello di LA ”.
“ Carol … Scusate, devo salutare ancora un paio di persone. Ci vediamo dopo. Mat vieni? ”.




M. :  “  Eccomi ”.




 Bells si allontana con Katie. È un po’ infastidito, nervoso, quasi insofferente.

“ Allora cosa scegli:  un ripostiglio, una stanza di questo edificio o un bagno? ”, le chiedo sfiorandole lo zigomo con le mie labbra.




“ Scegliere cosa? ”. Gli sistemo la giacca.




“ Il posto per sfilarti questo vestito e …  ”.




“ Rinuncio a  tutte e tre le proposte. Semmai più tardi … a casa tua … ”, gli rispondo trascinandolo a ballare.





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Faccio scendere la zip del vestito .

Dio, com’è difficile.

Uno, due, tre!

Fatto.

 Fiuuuuuu!


Sento entrare qualcuno.


“ Dom ti ho detto che al momento non voglio fare sesso selvaggio con te ”.


Figura di composto biodegradabile prodotto dall’appropriato assorbimento e l’equilibrata filtrazione renale!




“ Scusami, credevo non ci fosse nessuno ”.   Mi  allento  il nodo della cravatta.




“ Matt! Scusami! È che … Entra. Devo solo sistemare qui e poi me ne vado ”.

Le avventure di Alice: Alice alla prese con il reggiseno  il cui gancetto è indecentemente capitolato .
Tutta colpa di Dominic e delle sue effusioni.




Agita frettolosamente e vanamente le dita della mano.
 
“ Aspetta.  Ti aiuto ”.




Le sue mani sono fredde.
Mi sistema delicatamente il reggiseno e poi accompagna piano piano in su la cerniera.
Mi giro.

“ Grazie ”.




“ Stavi intonando Starlight prima, vero? ”.




Colpita. “ Ehm.. si. Ogni tanto mi capita. Nel senso… non solo Starlight. Che poi Starlight mi è particolarmente ostica ”.




“ Come? ”.



“ Non sono riuscita mai a  battere a tempo le mani. Cosa davvero deprimente ”.




“ Dai, ti insegno ”.




What?




“ Prendilo come un regalo, una  ricompensa per tenere il mio batterista fuori dai guai ”.  E perché  sei bella come i tulipani del vaso posto su quel tavolino dietro di te e fresca tanto da riportarmi indietro.

I nostri visi che si affrontano.
Prendo le sue mani.
 Le mie avvolgono le sue e…




I suoi occhi, le sue iridi innaturalmente magnetiche pronte a ingoiare qualsiasi cosa.


Versione a cappella di Starlight.
Le sue mani lasciano le mie.


I miei palmi continuano a lottare l’uno contro l’altro fornendo una base ritmica alla voce di Matthew.




Smetto di cantare. “ Visto com’è semplice?!  Io vado ”.




“ Ok, se vedi Dominic digli che sto arrivando ”.

 La precedente concentrazione  ha lasciato spazio a un sorriso completato da quel dentino  curvo.




Chiudo la porta e mi incammino verso la sala.
Mi rinfilo la maschera.
Dommeh ha visto giusto con Alice.  
Se in quel pezzo  mettessi qualche violino, no!
Pizzicata di arpa e poi chitarra e batteria.

Si, mi piace.
Mi piace davvero.





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Cerco Dominic.
Vedo Chris dalla parte opposta.
Vado verso di lui.

Si spengono inaspettatamente  tutte le luci.
C’è un po’ di agitazione e fermento.
Sarà un blackout o cosa?



-    Signori e signore, un attimo di attenzione. Pochi minuti ancora nell’oscurità e poi inizierà un piccolo spettacolo di danza. Si tratta di  una compagnia appena fondata da una coppia di giovani ballerini che la nostra fondazione ha supportato nel loro percorso artistico -




Ouch! Qualcuno mi ha pestato il piede destro.

Mi sbilancio leggermente.

Mi aggrappo a qualcosa.

Una tenda? No, è una giacca.

Una giacca di un uomo.

Lo sconosciuto mi afferra cercando di sostenermi ma perdo l’equilibrio.

È un istante.
Alzo istintivamente il viso.
Nell’oscurità le aperture dei nostri cavi orali sbattono l’una contro l’altra.

Un momento … la sua bocca continua a giocare, a esplorare la mia mentre le sue mani sono scese ai fianchi.
Nonostante la seta rossa avverto il calore delle sue mani  sul mio corpo.

Mi stacco.
Si stacca.




-    … ed ecco a voi  ‘ I Blackout ’  che portano in scena il loro ultimo spettacolo ‘ Magiche illusioni ’-.




La luce ritorna così come era scomparsa.
Ruoto facendo un completo giro di 360 gradi ma non c’è nessuno.


Dominic adesso è accanto al bassista con il loro produttore e Kate.

Mi avvicino tentando di camuffare la mia agitazione.

Che è accaduto? Cosa? Perché? Chi?





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Ta-dà!
A quanto pare I’ve lost the plot.
Non doveva andare così ma  troppi replay di Starlight,  che è ‘una delle canzoni d’amore più belle di sempre’ come qualcuno mi ha fatto notare, e ascolti costanti di Blackout per sconfiggere l’insonnia e addormentarsi hanno prodotto ciò.
Grazie come al solito, anzi più del solito,  se avete letto fin qui e se perderete un po’ di tempo per farmi sapere che ne pensate.

Ange

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Capitolo 13
*** Hiding to... ***


Mi infilo in un corridoio color panna acida.

Saluto in ordine di apparizione un uomo bello pienotto  che mi pare di non conoscere, due giornalisti e  tre ragazze abbastanza carine ma vestite inquietantemente  in pendant .

Arrivato!

Apro la porta della toilette dei signori.


“ Bells sei qui? ”, sbraito.
    

Uno, due, tre.


“ Bellsssss ”.




“ Eccomi, eccomi ”, gli rispondo  uscendo.




“ Rispondere prima di farmi consumare il fiato no, eh? ”.  E sghignazza  pure.




“  Dai, su! Ti fa bene ai polmoni ”.




“ Si, come no?!  Katie mi ha mandato alla ricerca del suo tesoruccio perduto ”. Adesso sghignazzo io.




“  E subito sei venuto al cesso ”, sottolineo sarcasticamente.




“ Già ”.




Metto le mani perfettamente allineate  appena sotto il rubinetto.

Mi sciacquo anche il viso.




“ Ti vuoi sbrigare? ”.
Si asciuga con estrema lentezza le mani mentre sul mento scorre ancora una goccia d’acqua.




“ Dommeh un attimo, cavolo ”.




“ Alice è  sola e … ”.




“ … e  il fatto che io ci metta due secondi in più per rinfrescarmi non influenza minimamente le intenzioni di eventuali molestatori . Non preoccuparti: nessuno te la porta via ”.




“ Bells ti rendi conto? Hai appena detto ‘rinfrescarmi’  ”, sottolineo.
“ Già per passare del tempo con Alice ci vuole un’ impegnativa organizzazione logistica, poi ti ci metti pure tu con crisi esistenziali  varie e disparate ”.




“ Quali crisi esistenziali?  Ti ricordo che siamo in un bagno. Che si fa in un bagno? Io che sono venuto a fare in questo bagno? Ho espletato  delle semplici operazioni fisiologiche ”.




Ecco che inizia a gesticolare e sbiascicare in maniera meno comprensibile del solito.  

“ Si, si, ma  è tutta la serata che sei nervoso, sulle spine, insofferente  ”.




“ Sono solo un po’ preoccupato e stanco. Ieri non ho chiuso occhio ”.




“ Tu e le tue preoccupazioni che non si sa bene da dove arrivino e dove vadano a finire! Se è per l’album,  ricordati che se si rivelerà una cagata immensa  puoi sempre ripiegare su … che ne so … su … tipo …  un allevamento di polli ”, sdrammatizzo.

“ Andiamo ”,  lo prendo per il braccio trascinandolo fuori dal bagno.




 “ Do-o-mm ”, lo afferro per un lembo della giacca, “ C’ è una cosa, una cosa che mi è successa.  Non se posso dirtela o … ”.




Mi giro verso di lui, fermandomi al centro del corridoio, proprio un paio di metri prima di arrivare in sala.
“ Sappiamo entrambi che me la dirai lo stesso.  Taglia corto ”.




“  Prima, quando … quando hanno spento le luci … ”.




“ Ho presente.  Allora? ”.




“ Mi sono scontrato con una persona, una donna. Veramente è lei che mi è venuta addosso. Comunque … l’ho baciata ”.




“ Asp… Scusa?  Ripeti ”.




“ Questa tizia mi è venuta addosso e ha appoggiato il suo viso contro il mio ”.




“ E tu le hai infilato la lingua in bocca per sbaglio ”.




“ Prima abbiamo parlato dei vecchi tempi e … ”.




“ Scommetto che,  alla fine,  si scopre che ti ho indotto io a fare certe cose.  Almeno sei sicuro fosse una donna? Sai al buio! E se fosse stata una come quella cinquantenne ampiamente rifatta che ci stava parlando del suo atelier prima della premiazione? Oddio: alquanto comico ”.




“ Non trovo niente di comico nelle tue fantasiose ipotesi sull’identità che sono assolutamente inesatte e non compatibili con la realtà dei fatti ”.




“ Ma l’hai anche palpata allora? ”.

Vorrei guardarlo con aria di forte disapprovazione, ma non ci riesco.




“ Un po’,  ma, appena è successo tutto questo casino,  sono scappato nel cesso ”.




“ Afferrato.  Ti copro io con la tua signora.  Questo bacio con la sconosciuta finisce direttamente  nella vasta gamma di ‘ incidenti non previsti causa ubriachezza’  ”.
 
Matt guarda in basso e scuote la testa.

“  Non dirmi che ti è piaciuto? ”.




“  Bè, ehm  ”, sminuisco, “ Senza vedere la sua faccia, senza sentire la sua voce mi ha scosso. È stato un attimo nulla più ”.




“ Quello che si è scosso o è il tuo stomaco visto che hai bevuto tanto e mangiato poco o qualcosa che si trova lì dentro nei tuoi pantaloni nuovi  ”, gli dico assestandogli due gomitate al fianco destro.




“ Con te non si può parlare. Mi stupisco ancora del perchè continui a raccontarti le cose ”.




“ E a chi le diresti se no? ”.




“ Dire cosa? ”, prorompe Kate accostata ad Alice.




“ Che tra poco si torna a casa ”, le rispondo  dandole un bacio sulla guancia.





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Dominic mi  mostra il braccio invitandomi ad afferrarlo.

Quel bacio perso nella mancanza di corrente elettrica può essere considerato una delle conseguenze inequivocabili  della mia sbadataggine genomica.
Si,  deve essere così, è così.
Punto.
Pertanto nessun racconto a Bea né a Dominic, neanche una parziale verità.
Capito, Alice?




“ È ora di andare mia dolce lady ”, le sussurro impazientemente .

“ Matt, Katie voi che fate? ”.




K. :  “ Tesoro vogliamo andare pure noi? ”.




M. :  “ Va bene ”.




K. : “ Perché non prendiamo la stessa macchina? Tanto Alice stanotte rimane da Dommeh vero? ”.




Questo sorriso ammiccante  mi mette leggermente a disagio.
Tenta di fare comunella anche se  ci conosciamo da appena un paio d’ore.

In fondo un po’ tutti mi hanno accolto in maniera gentile e disponibile.
 Quindi niente pregiudizi verso Kate. Certo  la discrezione non sembra essere il suo forte.




“ Sicuro. Alice  viene da me! ”.  È tutta la sera che aspetto.




M. : “ Ok, allora andiamo ”.




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Dispongo in perfetto ordine sul comodino accanto al letto tachipirina, una bottiglia d’acqua con un bicchiere e un bel piatto di frutta fresca.

Mi siedo sul letto accanto a lui porgendogli  il termometro.


“ Su, misurati la febbre e non fare capricci ”, dico perentoriamente posando le mie labbra sulla sua fronte abbastanza calda.




“ Ti ho detto che sto bene ”, la rassicuro per la milionesima volta.




“ Dominic vuoi farmi arrabbiare?!  Ti devi riposare punto e  basta ”.




“ Avrei voluto fare quella bella passeggiata che avevamo progettato ad Hyde Park ”, prendo spazientito il termometro dalle sue mani.




“ E se poi mi svieni? ”.




“ Per una semplice febbricola?  Basta  il pieno di integratori e altri farmaci per risolvere il problema. Come credi abbia fatto durante i tour? ”.




“ Appunto. Non sei ancora in tour e fra qualche settimana iniziano interviste e cose simili, giusto? Quindi massimo riposo. E, poi,  fino ad ora,  non hai avuto a che fare con me ”, declamo piena di soddisfazione.




La prendo per la vita tirandola a me.

“ Forse hai ragione tu ”.

Strofino la guancia contro il suo viso in cerca di coccole.

“ Mi piace questo tuo gioco del paziente-dottoressa ”.




Il suo  fiato vicino al collo e le mani che iniziano a esplorare  i centimetri  della mia pelle.

“ Sei un diavoletto ”.  

Lo bacio.  
Questa volta sulla bocca, lievemente.

“Tieni, bevi un po’ di succo d’arancia ”, mi distacco  alzandomi rapidamente.




Sorseggio poco a poco.

Alice è seduta sul pouf cremisi comprato in Giappone un paio di anni fa insieme a una lampada fatta di conchiglie che ho lasciato a LA .

Mi guarda e sorride.

“ Che c’è? ”.




“  I tuoi occhi ”.




Si morde le labbra rosso ciliegia.




“ Quando penso di averne capito il colore, scopro di aver sbagliato. Prima o poi lo capirò, credo ”.




Cavolo!

Se non mi ricordo male...

Bells , intento ad accordare una chitarra, proprio prima di una delle nostre prime volte su un palco, mi disse una cosa del genere


“ Io, invece, la prima volta che abbiamo parlato ho pensato  quanto fossero scuri i tuoi occhi, non solo nel colore ma proprio profondi e… ”.




“ Dominic, stai iniziando a sragionare per la febbre ”.

Mi avvicino e gli prendo il termometro controllando la temperatura:  38, 1 ° C.

“  Dominic, sappiamo entrambi che la prima cosa che hai fissato di me non sono stati esattamente gli occhi ”.




“  Forse ho guardato un po’ più giù ”, le indico il petto, “ e poi il tuo lato B, ma giusto un pochino  ”.




“ Mi piaci di più quando sei sincero ”.


Il citofono.

 Vado e clicco il pulsante d’apertura per poi tornare da Dominic.




“ Alice, chi è? ”.  Domanda retorica dal momento  che c’è un ampio margine di probabilità che si tratti di lui.





…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………..





“ Ciao moribondo ”, esclamo entrando nella stanza.




“ Bellamy sei un idiota ”, gli rispondo sbrigativamente con aria offesa.




“  Come sei gentile. Ciao Alice. Non ci vediamo da un bel po’ ”.




Annuisco.  “ Da un paio di mesi  ”.




“ Ah già. Da quella serata ”. Già quella sera.




“ Si ”, concludo velocemente  al pensiero del blackout.

Uno degli istanti più bui della mia vita, letteralmente e metaforicamente parlando.




“ Si, si dacci un taglio Bells. Ora che hai visto come sto, puoi anche girare i tacchi e andartene ”.




Gli do tre o quattro colpetti. “ Bel modo di trattare  gli amici ”.




“ Va bene, va bene ”, mi sistemo il cuscino dietro la schiena, “ Su, Matt,  fammi vedere  che hai in mano ”.




“ Questi?! Si tratta di un progetto per un palco. Pensando che ti sarebbe piaciuto… ”, apro i fogli che ho nella cartellina, “ Ali  mi serve anche un tuo parere ”.




Mi avvicino a quello che da capezzale di Dominic è diventato il tavolo dei progetti folli di Matt.

Sbircio un po’ tutto.

Con gli occhi traslucidi di commozione e gioia: “ Ma è … è… ”.




“ Eclettico, bizzarro? ”, mi suggerisce il moretto mentre Dominic lo asseconda  con un mezzo sorriso.




“ Molto da Muse ”, proclamo io ponendo fine a un estenuante catalogo di attributi.




“ Comunque ”, mi rivolgo a Dom e Alice riponendo i fogli, “ ora devi rimetterti e da quanto io possa vedere hai un’ eccellente assistenza ”.




“ Forse anche fin troppo puntigliosa! ”, gli rispondo indicando la mia Blu-dress.




“ Se lo vuoi proprio sapere non lo faccio solo per te, ma anche perché non aspetto altro che ascoltare le nuove canzoni ”.

Faccio una linguaccia a Dominic che sbuffa.




“ Lo vedi Matt con che esigente calcolatrice opportunista  ho a che fare?! ”.




“ Veramente mi hai cercato tu caro ”.
“ Io vi lascio. Esco a fare la spesa visto che quando il signorino Howard  è  malato invece di mancare d’appetito, mangia  a dismisura ”.




“ Vado anch’io. Se vuoi ti accompagno per un pezzo di strada. Sono a piedi ”, le propongo.




“ Matt non ti disturbare ”.




“ Alice, non preoccuparti . Tanto deve farsi un po’ i muscoli e smaltire la ciccia in eccesso ”, esclamo spietato.




“ Va bene ”.

Do  un bacio a Dominic e mi incammino con Matt verso la porta.

“ Torno presto e mi raccomando non guardare troppa televisione ”.




“ Signorsì ”.

Li saluto entrambi sventolando la mano profusamente.





………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………





“ Ok, credo di aver preso tutto ”, affermo appagata  uscendo dal market.




“ Direi ”, le indico le due grosse buste che si ostina a portare da sola.




“ Il tuo amico  deve mangiare  in modo sano ed equilibrato con il giusto apporto di vitamine ”, sentenzio mentre i manici di una busta si attorcigliano attorno alle dita stringendole.
Odio quando mi succede.




Colpisco tre volte la sua testa e le sorrido. “ Lo so, lo so che ti preoccupi per lui e per questo … si, insomma te ne siamo tutti grati ”.




Guarda per terra e arriccia le labbra sottili come per fischiare.




“Allora”, cambio discorso, “ ti trasferisci a Londra, eh? ”.




“ Tra un mese per uno scambio di quasi un anno ”, sospiro, “ Fortunatamente ho trovato un appartamento piccolino ma ben collegato con l’università e, soprattutto, che non sa di umido e muffa ”.




“ Ti rendi conto che così ferisci il mio amor di patria? ”.




“ Bè, visto che voi Inglesi snobbate le italiche genti,  direi che questo mi è altamente concesso ”.




“ Non generalizzare: io sono particolarmente affezionato all’ Italia ”, le rispondo serio e un po’ indispettito.




“ Sarà, ma questo straordinario affetto  non lo dai a vedere . Ad esempio, quando  bisbigli con quell’altro, il biondino per intenderci, beffandovi visibilmente di me ”.




“ Il fatto è che sei tremendamente buffa quando ti esce spontaneamente dalla bocca un’espressione in italiano e poi ti correggi immediatamente con un perfetto accento  British ”.




“ Capisco, capisco ”.




“ A proposito ”, stringo la cartellina, “ per il tour … ”.




“ Non ti preoccupare questa persona buffa non ha intenzione di seguirvi stile palla al piede ”.




“ Perché no? Davvero farebbe piacere a tutti che tu … ”.




“ Dovrei essere il buffone di corte o la nuova attrazione con la quale divertirsi?!  Ci sono il trasloco, le lezioni,  il tirocinio. Non sono portata per gli spostamenti continui e, soprattutto, le cose con Dominic devono funzionare bene anche quando io non ci sono. Il tour è una realtà alternativa, un caos in cui bisogna faticare per mantenere la stabilità quotidiana ”.




“ Allora sarà una prova d’amore? ”.




“ Mettiamola pure così ”.

Prendo un pacchetto blu  da una delle due buste e lo apro.

“ Vuoi? ”.




Prende un biscotto con al centro della crema al cioccolato, staccandone i lati.

“ Lo mangi così? ”.




“ Lo so che è una cosa spudoratamente  da bambini, ma mi piace lasciare la parte della crema per ultima, la mia preferita, invece di mordere entrambe le parti contemporaneamente ”.




Prendo un biscotto e provo anch’io.
Non si stacca.




Lo vedo armeggiare con quel povero biscotto.
Tenero nel suo modo di essere incapace e maldestro.

“ Dammi qua. Ma è mai possibile che siate degli imbranati colossali! Prima Dominic, poi tu. Chris è l’unico che si salva. Beata Kelly! ”.

“ Ecco fatto, tieni ”.




“  Guarda che mi sono perfezionato molto con il tempo, specialmente nell’ultimo periodo, tra avvitamenti di biberon e cambio pannolini …  Dommeh un po’ meno, ma un miglioramento c’è stato ”, le dico leccando la crema.




“ L’avrei voluto conoscere il Dominic di una decina d’anni fa: ‘uno scricciolo timido e ingenuo a cui si infuocavano le guance perennemente’ a detta di Kelly ”.




“ Ti ha raccontato tutto allora ”.




“ Quasi. Ha omesso volentieri le parti deprecabili ”.




“ Allora le parti migliori non le conosci ”.




Scuoto la testa.

“ So di non sapere e mi va bene così ”.




Chiara e diretta come al solito.

“ Bene,  anche perché una volta mi hanno detto che la conoscenza… ”.




“ Porta sofferenza ”, continuo io, “  Vecchio aneddoto ”.



 
“ Brava fangirl! ”, addento l’ultimo pezzo di biscotto.




“ Che fai? Sfotti? ”. Gli metto appositamente il broncio.





“ No, no, ma all’inizio è stato un po’ imbarazzante  parlare con te di certe cose.  Cioè, nel senso che  tu hai la tua visione della nostra musica e del resto ”.  





Visto che sembra essere il pomeriggio delle confessioni.  “ Di sicuro ad essere imbarazzati siamo stati in due ”.




“ Mi conforta ”.

Rido prendendo il telefono in mano.




“ Inoltre, sorvolando sul comprensibile shock dei miei nel conoscere Dominic, la persona più imbarazzata di tutta questa situazione, a rigor di logica, è stata Bea. L’hai indubbiamente sconvolta ”.




“ Già, ricordo. Ricordo anche come guardava storto Dommeh ”.




“ Ma no,  è solo uno scudo di difesa iniziale, la solita protezione nei miei confronti,  dotazione accessoria dell’amicizia ”, gli rispondo.
 B. : la fortuna di avere aiuto e rimprovero sempre a portata di mano.




Faccio cenno di sì con il capo comprendendo a pieno, forse fin troppo, cosa voglia dire.

Il  suo viso.
La coda morbida in cui sono raccolti i capelli mi lascia intravedere sprazzi  del suo collo circondato da una collana.
Occhi ordinariamente scuri, ma che di ordinario nell’intensità con cui mi mettono a fuoco non hanno niente.
Il labbro inferiore leggermente macchiato di crema.

“ Attenta…”.




Evito una donna che fa jogging e piego il piede in dentro prendendo una storta epocale.

Afferro  la felpa di Matt per non finire con le ginocchia sbucciate contro l’asfalto.




La tengo ferma  tirandola su.




È come… come … No, no, non può essere.




La stessa sensazione di quella serata.
Alice risale lentamente scorrendo tra le mie mani.


 

Mi afferra il volto e avvicina la sua bocca.
Non può essere stato lui quella volta.
No, no, no.
 
Perché mai avrebbe fatto una cosa del genere.




E se fosse stata lei nel buio di quella sera.

Le passo la mano sulla bocca.


“ Avevi dei rimasugli del biscotto di prima. Salva e pulita! ”.




Cosa?
Mi stacco immediatamente.

“ Grazie Matt. Ehm… Ci vediamo presto. Vado. Devo mettere queste cose in frigo. Dominic è solo. Ciao. Grazie per la compagnia ”.




Attraversa in un lampo la strada complice la luce verde del semaforo.  

Si gira lievemente.  

E se fosse lei.  




La coda dell’occhio incrocia la figura ferma di Matt, ancora  sorpreso dalla mia istintiva uscita di scena.

E se fosse lui.





Oh, blackout, now this glow has come
what are you trying to tell me I don’t  know  

Blackout, Anna Calvi





……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….





È passato un po’ di tempo, un po’ tanto forse, e questo capitolo è un incrocio tra una cagata pazzesca e un orribile pastrocchio.

Ringrazio tutti/e quelli/e che inaspettatamente reggono tale mia produzione.

Ringrazio  GiulyParawhore ,BlackHolesAndRevelations, HeySoulSister__.

Una nota speciale per  Roby e un saluto generale alla pianta del piede destro di S. che mi maledisse, mi maledice, mi maledirà.

A tutte quelle strane notti in cui si mescolano discorsi inverosimili e sonnolenza acuta.

Alla prossima.
Ange














 
Mi infilo in un corridoio color panna acida.

Saluto in ordine di apparizione un uomo bello pienotto  che mi pare di non conoscere, due giornalisti e  tre ragazze abbastanza carine ma vestite inquietantemente  in pendant .

Arrivato!

Apro la porta della toilette dei signori.


“ Bells sei qui? ”, sbraito.
   

Uno, due, tre.


“ Bellsssss ”.




“ Eccomi, eccomi ”, gli rispondo  uscendo.




“ Rispondere prima di farmi consumare il fiato no, eh? ”.  E sghignazza  pure.




“  Dai, su! Ti fa bene ai polmoni ”.




“ Si, come no?!  Katie mi ha mandato alla ricerca del suo tesoruccio perduto ”. Adesso sghignazzo io.




“  E subito sei venuto al cesso ”, sottolineo sarcasticamente.




“ Già ”.




Metto le mani perfettamente allineate  appena sotto il rubinetto.

Mi sciacquo anche il viso.




“ Ti vuoi sbrigare? ”.
Si asciuga con estrema lentezza le mani mentre sul mento scorre ancora una goccia d’acqua.




“ Dommeh un attimo, cavolo ”.




“ Alice è  sola e … ”.




“ … e  il fatto che io ci metta due secondi in più per rinfrescarmi non influenza minimamente le intenzioni di eventuali molestatori . Non preoccuparti: nessuno te la porta via ”.




“ Bells ti rendi conto? Hai appena detto ‘rinfrescarmi’  ”, sottolineo.
“ Già per passare del tempo con Alice ci vuole un’ impegnativa organizzazione logistica, poi ti ci metti pure tu con crisi esistenziali  varie e disparate ”.




“ Quali crisi esistenziali?  Ti ricordo che siamo in un bagno. Che si fa in un bagno? Io che sono venuto a fare in questo bagno? Ho espletato  delle semplici operazioni fisiologiche ”.




Ecco che inizia a gesticolare e sbiascicare in maniera meno comprensibile del solito. 

“ Si, si, ma  è tutta la serata che sei nervoso, sulle spine, insofferente  ”.




“ Sono solo un po’ preoccupato e stanco. Ieri non ho chiuso occhio ”.




“ Tu e le tue preoccupazioni che non si sa bene da dove arrivino e dove vadano a finire! Se è per l’album,  ricordati che se si rivelerà una cagata immensa  puoi sempre ripiegare su … che ne so … su … tipo …  un allevamento di polli ”, sdrammatizzo.

“ Andiamo ”,  lo prendo per il braccio trascinandolo fuori dal bagno.




 “ Do-o-mm ”, lo afferro per un lembo della giacca, “ C’ è una cosa, una cosa che mi è successa.  Non se posso dirtela o … ”.




Mi giro verso di lui, fermandomi al centro del corridoio, proprio un paio di metri prima di arrivare in sala.
“ Sappiamo entrambi che me la dirai lo stesso.  Taglia corto ”.




“  Prima, quando … quando hanno spento le luci … ”.




“ Ho presente.  Allora? ”.




“ Mi sono scontrato con una persona, una donna. Veramente è lei che mi è venuta addosso. Comunque … l’ho baciata ”.




“ Asp… Scusa?  Ripeti ”.




“ Questa tizia mi è venuta addosso e ha appoggiato il suo viso contro il mio ”.




“ E tu le hai infilato la lingua in bocca per sbaglio ”.




“ Prima abbiamo parlato dei vecchi tempi e … ”.




“ Scommetto che,  alla fine,  si scopre che ti ho indotto io a fare certe cose.  Almeno sei sicuro fosse una donna? Sai al buio! E se fosse stata una come quella cinquantenne ampiamente rifatta che ci stava parlando del suo atelier prima della premiazione? Oddio: alquanto comico ”.




“ Non trovo niente di comico nelle tue fantasiose ipotesi sull’identità che sono assolutamente inesatte e non compatibili con la realtà dei fatti ”.




“ Ma l’hai anche palpata allora? ”.

Vorrei guardarlo con aria di forte disapprovazione, ma non ci riesco.




“ Un po’,  ma, appena è successo tutto questo casino,  sono scappato nel cesso ”.




“ Afferrato.  Ti copro io con la tua signora.  Questo bacio con la sconosciuta finisce direttamente  nella vasta gamma di ‘ incidenti non previsti causa ubriachezza’  ”.
 
Matt guarda in basso e scuote la testa.

“  Non dirmi che ti è piaciuto? ”.




“  Bè, ehm  ”, sminuisco, “ Senza vedere la sua faccia, senza sentire la sua voce mi ha scosso. È stato un attimo nulla più ”.




“ Quello che si è scosso o è il tuo stomaco visto che hai bevuto tanto e mangiato poco o qualcosa che si trova lì dentro nei tuoi pantaloni nuovi  ”, gli dico assestandogli due gomitate al fianco destro.




“ Con te non si può parlare. Mi stupisco ancora del perchè continui a raccontarti le cose ”.




“ E a chi le diresti se no? ”.




“ Dire cosa? ”, prorompe Kate accostata ad Alice.




“ Che tra poco si torna a casa ”, le rispondo  dandole un bacio sulla guancia.





……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………..





Dominic mi  mostra il braccio invitandomi ad afferrarlo.

Quel bacio perso nella mancanza di corrente elettrica può essere considerato una delle conseguenze inequivocabili  della mia sbadataggine genomica.
Si,  deve essere così, è così.
Punto.
Pertanto nessun racconto a Bea né a Dominic, neanche una parziale verità.
Capito, Alice?




“ È ora di andare mia dolce lady ”, le sussurro impazientemente .

“ Matt, Katie voi che fate? ”.




K. :  “ Tesoro vogliamo andare pure noi? ”.




M. :  “ Va bene ”.




K. : “ Perché non prendiamo la stessa macchina? Tanto Alice stanotte rimane da Dommeh vero? ”.




Questo sorriso ammiccante  mi mette leggermente a disagio.
Tenta di fare comunella anche se  ci conosciamo da appena un paio d’ore.

In fondo un po’ tutti mi hanno accolto in maniera gentile e disponibile.
 Quindi niente pregiudizi verso Kate. Certo  la discrezione non sembra essere il suo forte.




“ Sicuro. Alice  viene da me! ”.  È tutta la sera che aspetto.




M. : “ Ok, allora andiamo ”.




………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………





Dispongo in perfetto ordine sul comodino accanto al letto tachipirina, una bottiglia d’acqua con un bicchiere e un bel piatto di frutta fresca.

Mi siedo sul letto accanto a lui porgendogli  il termometro.


“ Su, misurati la febbre e non fare capricci ”, dico perentoriamente posando le mie labbra sulla sua fronte abbastanza calda.




“ Ti ho detto che sto bene ”, la rassicuro per la milionesima volta.




“ Dominic vuoi farmi arrabbiare?!  Ti devi riposare punto e  basta ”.




“ Avrei voluto fare quella bella passeggiata che avevamo progettato ad Hyde Park ”, prendo spazientito il termometro dalle sue mani.




“ E se poi mi svieni? ”.




“ Per una semplice febbricola?  Basta  il pieno di integratori e altri farmaci per risolvere il problema. Come credi abbia fatto durante i tour? ”.




“ Appunto. Non sei ancora in tour e fra qualche settimana iniziano interviste e cose simili, giusto? Quindi massimo riposo. E, poi,  fino ad ora,  non hai avuto a che fare con me ”, declamo piena di soddisfazione.




La prendo per la vita tirandola a me.

“ Forse hai ragione tu ”.

Strofino la guancia contro il suo viso in cerca di coccole.

“ Mi piace questo tuo gioco del paziente-dottoressa ”.




Il suo  fiato vicino al collo e le mani che iniziano a esplorare  i centimetri  della mia pelle.

“ Sei un diavoletto ”. 

Lo bacio. 
Questa volta sulla bocca, lievemente.

“Tieni, bevi un po’ di succo d’arancia ”, mi distacco  alzandomi rapidamente.




Sorseggio poco a poco.

Alice è seduta sul pouf cremisi comprato in Giappone un paio di anni fa insieme a una lampada fatta di conchiglie che ho lasciato a LA .

Mi guarda e sorride.

“ Che c’è? ”.




“  I tuoi occhi ”.




Si morde le labbra rosso ciliegia.




“ Quando penso di averne capito il colore, scopro di aver sbagliato. Prima o poi lo capirò, credo ”.




Cavolo!

Se non mi ricordo male...

Bells , intento ad accordare una chitarra, proprio prima di una delle nostre prime volte su un palco, mi disse una cosa del genere


“ Io, invece, la prima volta che abbiamo parlato ho pensato  quanto fossero scuri i tuoi occhi, non solo nel colore ma proprio profondi e… ”.




“ Dominic, stai iniziando a sragionare per la febbre ”.

Mi avvicino e gli prendo il termometro controllando la temperatura:  38, 1 ° C.

“  Dominic, sappiamo entrambi che la prima cosa che hai fissato di me non sono stati esattamente gli occhi ”.




“  Forse ho guardato un po’ più giù ”, le indico il petto, “ e poi il tuo lato B, ma giusto un pochino  ”.




“ Mi piaci di più quando sei sincero ”.


Il citofono.

 Vado e clicco il pulsante d’apertura per poi tornare da Dominic.




“ Alice, chi è? ”.  Domanda retorica dal momento  che c’è un ampio margine di probabilità che si tratti di lui.





…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………..





“ Ciao moribondo ”, esclamo entrando nella stanza.




“ Bellamy sei un idiota ”, gli rispondo sbrigativamente con aria offesa.




“  Come sei gentile. Ciao Alice. Non ci vediamo da un bel po’ ”.




Annuisco.  “ Da un paio di mesi  ”.




“ Ah già. Da quella serata ”. Già quella sera.




“ Si ”, concludo velocemente  al pensiero del blackout.

Uno degli istanti più bui della mia vita, letteralmente e metaforicamente parlando.




“ Si, si dacci un taglio Bells. Ora che hai visto come sto, puoi anche girare i tacchi e andartene ”.




Gli do tre o quattro colpetti. “ Bel modo di trattare  gli amici ”.




“ Va bene, va bene ”, mi sistemo il cuscino dietro la schiena, “ Su, Matt,  fammi vedere  che hai in mano ”.




“ Questi?! Si tratta di un progetto per un palco. Pensando che ti sarebbe piaciuto… ”, apro i fogli che ho nella cartellina, “ Ali  mi serve anche un tuo parere ”.




Mi avvicino a quello che da capezzale di Dominic è diventato il tavolo dei progetti folli di Matt.

Sbircio un po’ tutto.

Con gli occhi traslucidi di commozione e gioia: “ Ma è … è… ”.




“ Eclettico, bizzarro? ”, mi suggerisce il moretto mentre Dominic lo asseconda  con un mezzo sorriso.




“ Molto da Muse ”, proclamo io ponendo fine a un estenuante catalogo di attributi.




“ Comunque ”, mi rivolgo a Dom e Alice riponendo i fogli, “ ora devi rimetterti e da quanto io possa vedere hai un’ eccellente assistenza ”.




“ Forse anche fin troppo puntigliosa! ”, gli rispondo indicando la mia Blu-dress.




“ Se lo vuoi proprio sapere non lo faccio solo per te, ma anche perché non aspetto altro che ascoltare le nuove canzoni ”.

Faccio una linguaccia a Dominic che sbuffa.




“ Lo vedi Matt con che esigente calcolatrice opportunista  ho a che fare?! ”.




“ Veramente mi hai cercato tu caro ”.
“ Io vi lascio. Esco a fare la spesa visto che quando il signorino Howard  è  malato invece di mancare d’appetito, mangia  a dismisura ”.




“ Vado anch’io. Se vuoi ti accompagno per un pezzo di strada. Sono a piedi ”, le propongo.




“ Matt non ti disturbare ”.




“ Alice, non preoccuparti . Tanto deve farsi un po’ i muscoli e smaltire la ciccia in eccesso ”, esclamo spietato.




“ Va bene ”.

Do  un bacio a Dominic e mi incammino con Matt verso la porta.

“ Torno presto e mi raccomando non guardare troppa televisione ”.




“ Signorsì ”.

Li saluto entrambi sventolando la mano profusamente.





………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………





“ Ok, credo di aver preso tutto ”, affermo appagata  uscendo dal market.




“ Direi ”, le indico le due grosse buste che si ostina a portare da sola.




“ Il tuo amico  deve mangiare  in modo sano ed equilibrato con il giusto apporto di vitamine ”, sentenzio mentre i manici di una busta si attorcigliano attorno alle dita stringendole.
Odio quando mi succede.




Colpisco tre volte la sua testa e le sorrido. “ Lo so, lo so che ti preoccupi per lui e per questo … si, insomma te ne siamo tutti grati ”.




Guarda per terra e arriccia le labbra sottili come per fischiare.




“Allora”, cambio discorso, “ ti trasferisci a Londra, eh? ”.




“ Tra un mese per uno scambio di quasi un anno ”, sospiro, “ Fortunatamente ho trovato un appartamento piccolino ma ben collegato con l’università e, soprattutto, che non sa di umido e muffa ”.




“ Ti rendi conto che così ferisci il mio amor di patria? ”.




“ Bè, visto che voi Inglesi snobbate le italiche genti,  direi che questo mi è altamente concesso ”.




“ Non generalizzare: io sono particolarmente affezionato all’ Italia ”, le rispondo serio e un po’ indispettito.




“ Sarà, ma questo straordinario affetto  non lo dai a vedere . Ad esempio, quando  bisbigli con quell’altro, il biondino per intenderci, beffandovi visibilmente di me ”.




“ Il fatto è che sei tremendamente buffa quando ti esce spontaneamente dalla bocca un’espressione in italiano e poi ti correggi immediatamente con un perfetto accento  British ”.




“ Capisco, capisco ”.




“ A proposito ”, stringo la cartellina, “ per il tour … ”.




“ Non ti preoccupare questa persona buffa non ha intenzione di seguirvi stile palla al piede ”.




“ Perché no? Davvero farebbe piacere a tutti che tu … ”.




“ Dovrei essere il buffone di corte o la nuova attrazione con la quale divertirsi?!  Ci sono il trasloco, le lezioni,  il tirocinio. Non sono portata per gli spostamenti continui e, soprattutto, le cose con Dominic devono funzionare bene anche quando io non ci sono. Il tour è una realtà alternativa, un caos in cui bisogna faticare per mantenere la stabilità quotidiana ”.




“ Allora sarà una prova d’amore? ”.




“ Mettiamola pure così ”.

Prendo un pacchetto blu  da una delle due buste e lo apro.

“ Vuoi? ”.




Prende un biscotto con al centro della crema al cioccolato, staccandone i lati.

“ Lo mangi così? ”.




“ Lo so che è una cosa spudoratamente  da bambini, ma mi piace lasciare la parte della crema per ultima, la mia preferita, invece di mordere entrambe le parti contemporaneamente ”.




Prendo un biscotto e provo anch’io.
Non si stacca.




Lo vedo armeggiare con quel povero biscotto.
Tenero nel suo modo di essere incapace e maldestro.

“ Dammi qua. Ma è mai possibile che siate degli imbranati colossali! Prima Dominic, poi tu. Chris è l’unico che si salva. Beata Kelly! ”.

“ Ecco fatto, tieni ”.




“  Guarda che mi sono perfezionato molto con il tempo, specialmente nell’ultimo periodo, tra avvitamenti di biberon e cambio pannolini …  Dommeh un po’ meno, ma un miglioramento c’è stato ”, le dico leccando la crema.




“ L’avrei voluto conoscere il Dominic di una decina d’anni fa: ‘uno scricciolo timido e ingenuo a cui si infuocavano le guance perennemente’ a detta di Kelly ”.




“ Ti ha raccontato tutto allora ”.




“ Quasi. Ha omesso volentieri le parti deprecabili ”.




“ Allora le parti migliori non le conosci ”.




Scuoto la testa.

“ So di non sapere e mi va bene così ”.




Chiara e diretta come al solito.

“ Bene,  anche perché una volta mi hanno detto che la conoscenza… ”.




“ Porta sofferenza ”, continuo io, “  Vecchio aneddoto ”.



 
“ Brava fangirl! ”, addento l’ultimo pezzo di biscotto.




“ Che fai? Sfotti? ”. Gli metto appositamente il broncio.





“ No, no, ma all’inizio è stato un po’ imbarazzante  parlare con te di certe cose.  Cioè, nel senso che  tu hai la tua visione della nostra musica e del resto ”. 





Visto che sembra essere il pomeriggio delle confessioni.  “ Di sicuro ad essere imbarazzati siamo stati in due ”.




“ Mi conforta ”.

Rido prendendo il telefono in mano.




“ Inoltre, sorvolando sul comprensibile shock dei miei nel conoscere Dominic, la persona più imbarazzata di tutta questa situazione, a rigor di logica, è stata Bea. L’hai indubbiamente sconvolta ”.




“ Già, ricordo. Ricordo anche come guardava storto Dommeh ”.




“ Ma no,  è solo uno scudo di difesa iniziale, la solita protezione nei miei confronti,  dotazione accessoria dell’amicizia ”, gli rispondo.
 B. : la fortuna di avere aiuto e rimprovero sempre a portata di mano.




Faccio cenno di sì con il capo comprendendo a pieno, forse fin troppo, cosa voglia dire.

Il  suo viso.
La coda morbida in cui sono raccolti i capelli mi lascia intravedere sprazzi  del suo collo circondato da una collana.
Occhi ordinariamente scuri, ma che di ordinario nell’intensità con cui mi mettono a fuoco non hanno niente.
Il labbro inferiore leggermente macchiato di crema.

“ Attenta…”.




Evito una donna che fa jogging e piego il piede in dentro prendendo una storta epocale.

Afferro  la felpa di Matt per non finire con le ginocchia sbucciate contro l’asfalto.




La tengo ferma  tirandola su.




È come… come … No, no, non può essere.




La stessa sensazione di quella serata.
Alice risale lentamente scorrendo tra le mie mani.


 

Mi afferra il volto e avvicina la sua bocca.
Non può essere stato lui quella volta.
No, no, no.
 
Perché mai avrebbe fatto una cosa del genere.




E se fosse stata lei nel buio di quella sera.

Le passo la mano sulla bocca.


“ Avevi dei rimasugli del biscotto di prima. Salva e pulita! ”.




Cosa?
Mi stacco immediatamente.

“ Grazie Matt. Ehm… Ci vediamo presto. Vado. Devo mettere queste cose in frigo. Dominic è solo. Ciao. Grazie per la compagnia ”.




Attraversa in un lampo la strada complice la luce verde del semaforo. 

Si gira lievemente. 

E se fosse lei. 




La coda dell’occhio incrocia la figura ferma di Matt, ancora  sorpreso dalla mia istintiva uscita di scena.

E se fosse lui.





Oh, blackout, now this glow has come
what are you trying to tell me I don’t  know 

Blackout, Anna Calvi





……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….





È passato un po’ di tempo, un po’ tanto forse, e questo capitolo è un incrocio tra una cagata pazzesca e un orribile pastrocchio.

Ringrazio tutti/e quelli/e che inaspettatamente reggono tale mia produzione.

Ringrazio  GiulyParawhore ,BlackHolesAndRevelations, HeySoulSister__.

Una nota speciale per  Roby e un saluto generale alla pianta del piede destro di S. che mi maledisse, mi maledice, mi maledirà.

A tutte quelle strane notti in cui si mescolano discorsi inverosimili e sonnolenza acuta.

Alla prossima.
Ange














 

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Capitolo 14
*** Go easy on me ***


Holborn.

 

Fiu!

Ringraziamento generale per essere arrivata, infine.

 

Dominic si trova lì, in un ufficio di quel palazzo  con le vetrate oscurate.

Quella sensazione mattiniera, riflessa allo specchio, di essere in perfetto equilibrio con se stessi e l’intero universo o , più terra terra, di essere, in qualche modo, ordinatamente bella  è deceduta.

Il cambio di tre linee di Tube l’hanno decimata senza timori.

Ora nell’ascensore ci sono solo capelli osceni  e guance accaldate.

 

 

 

 

“ Alice, ciao. I ragazzi stanno per terminare.  Puoi accomodarti lì dentro . Vuoi qualcosa da bere o da mangiare? Tanto paga la produzione ”, mi dice James, un uomo della crew facente parte della ‘vecchia guardia’.

 

 

 

 

“ Non ti preoccupare,  devo fare alcune telefonate. Vado lì e aspetto ”, mi congedo entrando in una stanza immensa.

 

 

 

 

Arredamento moderno, divani bianchi, tavolini di  vetro e tappeti color vinaccio .

 

Mi siedo e tiro fuori dalla maxi-bag moduli vari che  la segretaria dell’università mi ha appena fornito.

L’elenco dei turni di tirocinio, i recapiti del mio tutor, il numero dell’accoglienza studenti stranieri.

 

Alzo lo sguardo.

 

Dall’altra parte della stanza ci sono un paio di chitarre.

Non saranno…

Ok, sono Manson e con una probabilità abbastanza lampante sono di Matt.

 

 

Alice, fermati.

 

 

Il richiamo di quelle corde è forte, fortissimo.

Che male c’è ad accostare le dita a quelle corde?!

Giusto per provare che effetto fa.

 

 

La mia mano a contatto con quelle corde.

 

Ma non hanno fatto puff, cioè non hanno emesso nessun suono.

 

Galatti, che cretina che sei!  Non basta che ti avvicini, quelle corde le devi anche toccare.

 

Ritiro la mano per contemplare ancora un po’ i  già menzionati strumenti musicali.

 

La porta si apre.

 

 

Entra irruentemente senza badare a me e sospira per ben due volte .

Si stiracchia tutto come un gatto che appena sveglio si appropinqua verso la ciotola del cibo.

 

Si volta.

Ecco,  mi ha vista.

 

 

 

 

 Una borsa buttata sul divano alla rinfusa .

 

Alice vicina alle mie chitarre.

 

 

 

 

“ Ciao Matt … non le ho toc … stavo solo … ciao ”.

 

 

 

 

 “ Vuoi rimanere lì a contemplarle o ti decidi ad imbracciarne una? ”.

 

 

 

 

Non so per quale motivo ma ho sempre pensato a Matt come un sociopatico fortemente possessivo verso le sue chitarre.

Mah.

 

“ No, no. Non so neanche fare un accordo ”. Ci stavo solo sbavando sopra, non preoccuparti .

 

 

 

 

“ Matt sei qui? ”, esclamo entrando con Chris e Andie al seguito.

 

“ Alice ce l’hai fatta. Come è andata? Hai risolto tutto? ”.

 

 

 

 

 Mi dirigo verso Dominic e gli altri due.

 

“Si, si pasticcino ”.

 

 

 

 

Si diverte a prendermi in giro mentre gli altri se la ridono.

Imperdonabile.

 

“Quando ti ho mandato il messaggio credevo di farcela, ma ancora non ho finito qui. Scusami, mangiona ”.

 

 

 

 

Lo guardo irritata.

 

Mi ha fatto venire fino a qui in fretta attirandomi con profferte allettanti.

 

Finalmente aveva accettato di venire con me alla Tate.

Lasciamo perdere.

 

Mi armo di tanta cortese pazienza:  “ Va bene, io vado a casa mia. Ti aspetto per pranzo ”.

 

“ Qualcuno vuole essere dei nostri? ”. 

Niente pranzetto intimo, ben ti sta!

 

 

 

 

Chris: “ Grazie, ma passo ”.

 

 

 

 

Andie:  “ Sicuro. Vengo più tardi con Dom ”.

“ Bells, tu che fai? Accetti l’invito oppure no? ”.

 

 

 

 

“ Ehm … Si può fare…ecco… ”.

 

 

 

 

Andie:  “Matt, non fare tante storie. Piuttosto, tu ed Alice iniziate ad andare che poi vi raggiungiamo ”.

 

 

 

 

“Si, così dai un passaggio ad Ali e ti levi dalle scatole visto che oggi non ti si può reggere ”.

 

 

 

 

“ Howard … Ok, ok. Avete vinto. Alice andiamo? ”.

 

 

 

 

Non ho capito che è successo negli ultimi minuti ma seguo a braccio Matt verso l’uscita pronunciando un debole “ Vieni presto ” diretto a Dom.

 

 

 

 

 

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Condominio bianco, quattro scalini.

Appartamento al secondo piano.

Alice infila le chiavi nella serratura.

 

 

 

 

“ Prego, prima gli ospiti ”, gli dico.

 

 

 

 

Entro.

A sinistra dell’ingresso un  divanetto e due poltrone.

Una piccola  stufa.

Mensole in legno scuro piene di libri.

Davanti a me,  dall’altro lato della stanza, una grande porta finestra da cui si intravede una veranda chiusa piena  di piante.

Nell’angolo a destra piano cottura,  tavolo rotondo e una piccola TV appoggiata sul frigo, poi un lungo corridoio.

 

 

“ Carino ”, le dico rompendo quel silenzio  ridicolo di cui è stata fatta fino ad ora la nostra conversazione, indicazioni stradali a parte.

 

“Posso usare il bagno? ”.

Inizio a pensare di soffrire di disturbi vescicali, incontinenza o simili.

 

 

 

 

“ E’ a sinistra! ”, gli spiego indicando il corridoio.

 

 

 

 

 

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Odio le giornate umide, odio questo giorno, odio avere le mani sudate e le occhiaie ben scavate sotto gli occhi.

 

Sento uno scricchiolio.

Oddio, sta crollando la parete.

Ah, no. È una porta a muro la cui maniglia era nascosta da un accappatoio azzurro.

 

Quest’altra stanza è … la camera da letto di Alice.

Letto alto, una piazza e mezza.

Armadio a tre ante.

 Un vecchio comò e una grande scrivania.

Ma….

 

 

 

 

“Matt, Matt ”, lo chiamo. Ma è caduto nel cesso quell’uomo? Magari è svenuto.

 

 

 

 

Cavolo.

Non potendo ritornare sui miei passi: “ Sono qui ”.

 

 

 

 

Ha  gli occhi cerulei appiccicati alla parete, quella di fronte lo scrittoio.

Con la mano si tocca il mento.

Anzi  con l’indice e il pollice tira la pelle a livello del giugulo, cosa che fa quando è sovrappensiero a detta di Dominic.

 

 

 

 

Una grande board piena di post-it, ritagli di giornale, adesivi colorati e foto, soprattutto foto.

 

“ Ecco dove si nascondeva la versione femminile di Tom! ”.

 

 

 

 

Umorismo soavemente malevolo Bellamy version.   Ma come ti sei ficcato qui dentro? ”.

 

 

 

 

“ Scusami, si è aperta la porta e mi sono ritrovato… ”.

 

 

 

 

 Lo so che sei un tipo educato . Non entreresti  mai nella stanza da letto di una donna senza essere stato invitato ”.  Alice, non esagerare.

 

 

 

 

“ Oh, grazie per l’apprezzamento. Piuttosto niente presentazioni?  ”,  punto le istantanee di fronte a noi.

Just curious!

 

 

 

 

“ Certo, perdonami. Allora … due estati fa con alcune mie amiche a giocare a hockey sul cemento.  Non chiedere, sarebbe un tantino complicato da spiegare. La mia famiglia il Natale scorso. Firenze, Venezia, Londra, Roma, Messina, Verona. Io e Bea insieme a mangiarci un panino enorme su una panchina. Quella volta un autista mi ha anche importunato. Ma, vabbè. No, questa non la puoi vedere ”.

 

 

 

 

“ È inutile che la copri con le mani: già vista ”.

 

 

 

 

“ Non lo dire a Dominic. Mi ha chiesto di tenerla per me se non addirittura distruggerla ”.

Effettivamente qui lui è un po’ sbronzo, con gli occhi strabici mentre gli tiro un pizzico, seduta sulle sue ginocchia.

 

 

 

 

“ Capisco perché ”.

 

Mi fermo a fissare un’altra foto.

Lo sfondo dell’ iPad di Dommeh.

 

Lei che mangia un gelato mentre i suoi occhi sorridono maliziosamente.

 

 

 

 

“ Dato che abbiamo terminato questo breve ma intenso giro fotografico, dammi una mano a preparare. Su, forza!”,  lo tiro via dalla camera portandolo in cucina.

 

 

 

 

 

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“ Bellamy, guarda che ti vedo con la coda dell’occhio. Perché ora ridi? ”, gli chiedo tagliando i pomodorini alla meno peggio.

 

 

 

Rientro dalla veranda portandomi verso i fornelli. “Stavo pensando che sei proprio una brava ragazza ”.

 

 

 

 

“ Ci sono delle parti di me che non conosci ”.

 

 

 

 

Con la schiena contro il frigo: “ Conoscendo alcune particolari abitudini di una certa persona mia amica  posso immaginarle ”.

 

 

 

 

Gli tiro un pugno dritto contro il petto. 

 

“ Non essere sconcio ”.

 

 

 

 

“ Allora hai dei seri scheletri nell’armadio? ”.

 

 Mi sposto verso il tavolo.

 

 

 

Mi gironzola intorno.

Statti fermo.

 

 “ No, ma alcune cose mi piace tenerle per me ”.

 

 

 

 

“ Come  quello che è successo quella sera? ”.

 

Abbiamo cantato Starlight mentre ti aiutavo a rivestirti, ricordi?

 

 

 

 

Per tutti i cinquecento grammi di ravioli che  mi sono caduti sul pavimento.

Ravioli che avrebbero dovuto essere parte del pranzo.

 

Odio avere delle intuizioni così complicatamente esatte.

 

“ Matt, mi hanno spinto. Stavo per cascare. Non sapevo fossi tu. Quel bacio, credimi … non avevo bevuto, ma … ”.

 

 

 

 

Ha frainteso. Che ho fatto!

 

“ Non intendevo quello. Allora eri tu la tizia, lì, nel buio ”.

 

 

 

 

Datemi tregua.

Non può essere.

 

“ Ok, fortunatamente abbiamo chiarito anche questa questione. Puoi togliere quelle scartoffie dal tavolo e mettere questa?”, gli dico dandogli la tovaglia.

 

 

 

 

“Alice ”.

 

Lascio cadere la tovaglia e le metto le mani sulle spalle.

 

 

 

 

“ Matt, non c’è niente da chiarire. In futuro prometto di non mettermi più tacchi alti. In fondo, è stato un malinteso. Non eri, non sei attratto da me minimamente ”.  Ma che sto dicendo?

 

 

 

 

La sfioro.

Premo le mie labbra contro le sue in un bacio a stampo.

 

 

 

 

Un sorriso.

 

 

 

 

Ridiamo.

 

“ Hai fatto davvero una cosa stupida. Lo sai, vero Matt? ”.

 

 

 

 

La lascio andare. “ Se ti avessi incontrata io invece di … Quella sera ho sentito qualcosa, ma adesso niente ”.

 

 

 

 

“ Se è stata attrazione, perché si è trattata solo di attrazione nell’oscurità, è normale, ma ora che sappiamo … C’è questa complicità paradossale ma anche la consapevolezza che … nel senso … in modo differente …  io amo Dominic, tu ami Dominic. Questo permette a te di non fare il marpione e a me di non cedere al tuo sguardo seducente ”.

 

 

 

 

“Seducente, eh?  Fa paura la tua saggezza zen, la tua calma ”.

 

 Mi siedo su una poltrona di stoffa a righe bianche e blu.

 

 

 

 

“ Si, sorprende anche me. Kate come sta? I bambini? ”.

 

È libero di mandarmi a quel paese.

Sono fortemente inopportuna.

 

 

 

 

Ha davvero un cervello disarmante e abbastanza problematico.

 

“ Domani pomeriggio li raggiungo. Siamo sempre partiti insieme, ma per la riunione di oggi ho rimandato. Che ne pensi di Kate? ”.

 

 

 

 

Psiche gravemente bizzarra e intricata quella di Bellamy.

 

“ Ci tiene  ”.

 

 

 

 

“ Credevo di aver chiuso. Reading doveva servire a quello. A volte  i ricordi vanno e vengono. Forse anche per questo sono attratto da te, nel senso buono adesso, non fraintendere. Tu e Dom siete così spensierati che ogni tanto le mie domande mi portano ad andare indietro ”.

 

 

 

 

“ Per questo ti metti a baciare a destra e sinistra? ”.

 

So di essere un’estranea  ma, miseria, se non parli, veramente non ti reggerà più nessuno, neanche Chris o Tom, neanche Dominic.

 

 

 

 

“ Può darsi.  Poi, guardo Kate. La amo. Su questo non ho dubbi. Forse è tutta colpa di questa pressione intorno a noi. Mi dicono in certe circostanze che sono diverso da prima, il che non significa niente di per sé. Non ho mai pensato  a ‘Voglio tornare a come erano prima le cose’.  Riconosco come sono adesso e voglio continuare così, ma …  ”.

 

 

 

 

“ Sei proprio scemo”.

 

“ Non si può pretendere  di amare nello stesso modo una persona diversa. Trovare nuove cose, tenere le passate, lasciare da parte quelle meno importanti: è unicamente questo. E non è un male ”.

 

 

 

 

Sono proprio un cretino pazzoide, ma vacci piano.

 

Tuttavia avevo bisogno di sentirmelo dire così chiaramente stavolta.

 

 

 

 

“ Anche se per quanto mi è dato sapere un po’ sei cambiato. Accrescimento massa grassa e modo di vestire un poco diverso mi pare ”.

 

 

 

 

“ Sei  un tantino acida adesso ”.

 

 

 

 

 “ Si.  Vieni qui e assaggia il mio sugo. Vedi se è acido anche questo va! ”.

 

 

 

 

 

 

 

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Due colpi alla porta ben assestati.

 

“ Si può? Permesso ? ”.

 

 

 

 

Il suo volto fa capolino piano piano.

È raggiante.

 

 

 

 

È spaparanzato sul divano.

Le sue dita scorrono sull’iPad.

 

 

 

 

Mi viene incontro.

 

“ Sei arrivata ”.

 

 

 

 

Annuisco.

Gli faccio segno di non muoversi.

Mi siedo accanto a lui.

 

 

 

 

La testa poggiata sulla mano.

Occhi che aspettano mentre due trecce le tengono stretti i capelli.

 

 

 

 

“ Allora, dimmi Dominic, come funziona tutta questa fase preconcerto? ”.

 

 

 

 

“ Fra poco passano Matt e Chris per il soundcheck. Tu vuoi venire adesso o dopo? ”.

Le chiedo fingendo abitudinaria trascuratezza.

 

 

 

 

“ Mi sono messa d’accordo con Kelly. Forse anche Kate sarà parte del gruppo ”.

 

 

 

 

“ Bene ”. 

Mi giro amareggiato dalla sua freddezza.

 

 

 

 

Gli salto addosso.

 

 

 

 

Si accovaccia su di me imprigionandomi le gambe tra le ginocchia.

 

 

 

 

Poso l’ iPad a terra.

 

 

 

 

Mi abbraccia e sfrega il viso contro il mio.

La  tenerezza improvvisa con cui il suo corpo mi cerca la adoro.

 

 

 

 

“ Pronto al primo concerto, all’inizio del nuovo tour? ”.

 

 

Nuovamente avremo il nostro triangolo.

 

Io, tu e la tecnologia a conciliare la lontananza.

 

 

 

 

Ormai conosco l’aroma aspro della tua allegria.

 

“ Alice ti amo ”.

 

 

 

 

Poggio il mio petto contro il suo, la mia guancia sinistra contro la sua destra.

Grazie.

 

 

 

 

“ Questa nuova posizione non è un po’ scomoda per te? ”.

 

 

 

 

“ No, però se vuoi mi sposto”.

Lo guardo e gli passo le dita sulle labbra.

 

 

 

 

La inizio a baciare.

 

Mi risponde sfacciatamente inarcando la schiena e iniziando a muoversi contro di me, con me.

 

Vacci piano con me, Blu-dress.

 

 

 

 

‘ Fermati, adesso vengono a prenderti per andare a provare gli strumenti. Hai un concerto dopo poco più di un anno. Sii professionale ’ vorrei dirgli ma ha già iniziato a mettermi le mani sotto la maglietta.

 

 

 

 

Il tessuto denim dei suoi shorts si stropiccia contro quello dei miei pantaloni fino a che bussano.

 

 

 

 

Dominic si ferma.

 

Un piccolo bacio sulla sua fronte e mi risiedo, in maniera più composta ora, accanto a lui.

 

 

 

 

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Arrivo nel backstage.

 

La vedo, mi vede.

 

Da lontano si affanna a elargirmi sorrisi e saluti.

 

 

 

 

K. :  “ Alice tesoro come stai? ”.

 

 

 

 

“ Bene, bene. Un po’ agitata, ma tutto bene.  Grazie Kate. Tu? So che sei qui ad aspettare da un po’ ”.

 

 

 

 

K. : “ Si, volevo accompagnare Matt. Mi sono cambiata in una delle sale qui affianco. Kelly? L’hai vista ”.

 

 

 

 

“ Si, siamo venute dall’albergo insieme. Adesso arriva. È andata a prendere dell’acqua e delle caramelle alla menta ”.

 

 

 

 

K. : “ Neanche tu vai nei camerini da loro, vero? ”.

 

 

 

 

Allora siamo dello stesso parere. “ Non mi azzardo a osare tanto ”.

 

 

 

 

“ Ahahahah. Tanto non ci metteranno molto. Sono già pronti  ”.

 “ Ho corrotto uno della crew ”, mi dice ammiccando.

 

 

 

 

 

 

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Sta per iniziare.

 

 

Vado sulla rubrica.

 

Digito la lettera e trovo il suo nome.

 

Mi costerà caro.

Sicuro esaurimento della promozione mensile.

 

 

Kate e Kelly stanno parlando con Andie, Tom e la sua ragazza.

 

 

Le luci si sono abbassate e la folle folla si è quietata consapevole che adesso sul palco stanno per arrivare loro.

Una folle folla pronta ad esplodere.

 

Premo il tasto di chiamata perché una promessa è una promessa.

Fondamentalmente sono di parola io.

 

 

Smette di squillare a vuoto.

 

“ Bea zitta e ascolta ”.

 

 

Le luci fisse su una chitarra, una batteria e un basso.

 

Le urla e la musica.

 

Le lacrime, accantonate all’interno,  allestite in un ‘Finalmente’.

 

 

 

 

 

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Dorme.

Faccio attenzione a non svegliarla.

 

Alice è distesa a pelle di leone al centro del letto abbracciando il cuscino.

 

Poso sul comodino telefono, portafoglio, key-card dell’albergo, vari monili e le bacchette portafortuna, le sue.

 

Abbandono qua e là i vestiti.

 

Mi ci sdraio accanto fino a sentire limpidamente il suo respiro.

 

 

 

 

Avverto il tocco della sua mano che tiene la mia.

Apro gli occhi.

Mi sta guardando.

 

“ Che ore sono? ”, gli chiedo con la voce bassa e roca.

 

 

 

 

“ Quasi le quattro”, le rispondo, “ Siamo andati in un locale quasi subito dopo che te ne sei andata dal ristorante ”.

 

 

 

 

“ Capisco ”.

 

Faccio una pausa ripensando alla lunga tavolata piena di risate di poche ore fa.

 

“ Sei gelato. Vieni qui ”, lo invito muovendo le lenzuola.

 

 

 

Mi infilo sotto le coperte.

 

“ Stai meglio? ”.

 

 

 

 

“ Si. Era solo un po’ di stanchezza ”.

 

 

 

 

Ci guardiamo in silenzio.

 

 

 

 

“ Ah, lo sai che ho incontrato degli italiani? ”.

 

 

 

 

“ Dove? ”.

 

 

 

 

“ Quasi all’entrata dell’albergo. Uno  mi ha chiesto delle informazioni e una ragazza del gruppo, aveva tipo capelli color caramello, strani ma molto belli, mi ha ‘riconosciuta’ dicendo agli altri che assomigliavo a ‘quella che esce con Dom’ ”.

 

 

 

 

Tanto timida da vergognarsi. Già me la immagino.

 

 

 

 

“ Guarda vi mandano un cartellone, no, uno striscione.  È lì nell’armadio ”.

 

 

 

 

“ Più tardi poi ...”, le dico.

 

 

 

 

“ Alzati, prendilo e guardalo brutto ingrato! ”. Quando ci vuole ci vuole.

 

 

 

 

“ Vado, Vado ”.

 

Lo tiro fuori tendendolo per tutta la sua larghezza.

 

“ Vuaaaaa! Che bello! ”.

 

 

 

 

“ Ecco. Vedete di ringraziarli in maniera adeguata. Non so come ma fatelo, capito? ”.

 

 

 

 

“ Ti sei presa a cuore la causa? ”.

 

 

 

“ Certo. Volevano aspettarvi, ma dovevano ripartire. Mi hanno fatto un sacco di domande a cui non sapevo come rispondere. Abbiamo fatto un po’ di chiacchiere sul nuovo album, su come è andato il concerto, sul tour. Cose così insomma ”.

 

 

 

 

“ Già, dimenticavo che un tempo eri una fan malata ”.

 

 

 

 

“ Mmm … Domani vi tocca la Francia? ”.

 

 

 

 

“ Si, un paio di programmi e poi Italia. Potresti ancora venire con me ”.

 

 

 

 

“ Uhm ”.

 

 

 

 

“ Mi sono abbastanza abituato a te. Mi piace trovarti ad aspettarmi ”.  

 

 

 

 

“ Si, pronta all’uso. Sei il solito egoista ”. Eppure sarebbe stupendo.

 

 

 

 

“ Questo tuo vizio di deridermi continuamente non lo perderai mai? ”.

 

 

 

 

“ Mai ”.

 

 

 

 

“ Buon anniversario ”, le dico sedendomi all’angolo del letto.

 

 

 

 

Lo guardo stupita.

 

 

 

 

“ È  un anno che ti ho detto che stiamo insieme”.  Che sei mia, solo mia.

 

 

 

 

La gentile sicurezza delle sue parole .

 

 

Dominic, vacci piano con me.

 

Queste  tue  impreviste uscite romantiche  mi  fanno sempre facilmente impressione.

 

 

 

 

Stende le braccia verso di me.

 

La raggiungo con una gattonata sulle coperte del letto.

 

Delicatamente la aiuto a levarsi la t-shirt extra large che ormai usa come pigiama.

 

 

 

 

Un piacere senza margini si insinua tra di noi e  la coltre di lenzuola di seta, lenzuola indubbiamente troppo scivolose.

 

 

 

 

 

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Salve gente.

 

Pomodori, carciofi, banane: su, lanciate! Sono psicologicamente preparata a tutto.

 

Anticipazioni:  questo è il quart’ultimo capitolo.

 

La fine è vicina insomma  *segue espressione tragicomica, molto tragicomica*

 

Thanks  as usual.

 

Ciao, arrivederci, addio .

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 15
*** Are you mine? ***


Are you mine?

Il rumore  dell’ acqua del bagno misto al ronzio fastidioso di uno stupido moscerino mi sveglia.

Con un goffo movimento poggio i piedi per terra alzandomi dall’amaca.

Mi ero addormentata  in veranda con la musica filtrata dalle cuffie dell’ Ipod, ormai scarico.

In questo brevissimo lasso di tempo ho fatto un sogno incredibile.

 

Eravamo in un’isoletta greca tutti quanti.

Io, Dominic, Bea, Matt, Chris, Kelly, Tom e la sua ragazza, Kate, persino Morgan.

Ci trovavamo in un ristorantino dalle pareti bianche e tovaglie azzurre.

Ad un certo punto Tom ha convinto Matthew  a ballare con lui il sirtaki.

Dom si è alzato e mi ha invitato a unirmi a loro.

Io, però,  non riuscivo a eseguire i passi ed ho rifiutato.
 

Ma come ho fatto ad immaginare una cosa simile? Come?

 

Sento la porta scorrere  e il suono dei suoi passi lenti farsi sempre più intenso.

“ Salve dormigliona ”, la anticipo.

 

Ha i  capelli ancora un  po’ umidi e una gamba infilata nei pantaloni mentre l’altra è coperta solo da un calzino giallo pallido.

Anche se mi mettessi a rintracciare qualcosa che non va in lui, Beatrice ne ha la lista colma, troverei un motivo valido per dimenticarmene e  riprenderei ad amarlo come ora, forse anche un po’ di più se possibile.

Nonostante le liti più o meno serie ... Dio, alle volte sono stata tentata di chiuderlo fuori casa, lasciarlo sul balcone o, che so io, tirargli dietro oggetti parecchio pesanti ... nonostante questo io...

Affondo il viso nel suo petto.

“ Potevi avvisarmi. Ora dovrò fare ricorso a tutta la mia concisa concretezza per non fare tardi alla festa di Tom e Lynn ”.  

Si perché Tom o dà feste o fa foto imbarazzanti a bestie ed essere umani.
Persona alquanto strana quel Tom!
 

 
L’ho fissata con insistenza e anche baciata più di una volta, ma dormiva così profondamente che mi sono messo a usare il pc e ad aspettarla.

“ Stavo per venire infatti. Comunque devi telefonare ai tuoi o no? ”.

“ Tutto fatto. Li ho sentiti oggi a pranzo quando tu e Chris vi siete allontanati per scegliere il dessert.  Sanno che sto qui a LA per tre giorni finché non riprendete il tour ”.

“ Uhm. Dobbiamo andare prima per aiutare Kirk con la cena ”.



“ Lynn me l’aveva già detto. Faccio una doccia veloce, mi vesto e andiamo ”.

 Ha una piccola macchia sul collo immediatamente sotto l’orecchio destro.

“ Fermo. Aspetta ”.

 

“ Non toccare certe zone ”, le dico mentre allunga la mano.

“Sono molto sensibile in alcuni punti ", le metto le mani sui fianchi, " proprio come te ".

“ You, old creepy man ”.

Tolta la macchia, scappo verso il piano di sopra sottraendomi ai suoi giochetti.

Una donna ha bisogno  dei suoi tempi. 

Non posso sempre improvvisare .




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Mi guardo intorno cercando Dominic.

' Vado un attimo al buffet. Aspettami qui '  mi ha detto ma di lui nessuna traccia.

Conoscendolo si starà fumando una sigaretta in compagnia lontano dalle mie pressanti raccomandazioni salutistiche.

Oh, ecco Chris!



" Ali,  perché  Dom si  è conciato così? ", mi  chiede portandosi la pinta di birra dalla mano verso la bocca.



Stendiamo un velo pietoso, vuoi ?

" Dieci minuti prima di  uscire di casa era abbastanza normale, poi ad un tratto è andato in camera a cambiarsi e a mettersi addosso quella sottospecie di bermuda floreali. Credo abbia in corso una scommessa con Matt. Una cretina prova di coraggio".



Chris: " E che coraggio!".



" Io ormai non mi oppongo a nulla. Ho ceduto su tutta linea ".

" Piuttosto sai che fine ha fatto? ".



" Era con Tom e due amici di Lynn. Mi ha chiesto di dirti che ti aspetta lì in fondo, vicino la fontana".



" Ah, ok. Grazie ".





............................................................................................................................................................................................





Sta arrivando.
Avanza tra il viale fatto di siepi.
Eccola.



Un giardino pieno di essenze del Mediterraneo.
Quelle di zagare, magnolie e di gelsomini viola  spiccano su tutte. 
Devo dire che il giardiniere di Tom qui ha fatto un bel lavoro.

" Che c'è? ", gli chiedo in modo molto rude.



" Nulla ".



Faccio per ritornare sui miei passi:  " Ritorniamo. Ancora devo salutare Andie, Marc e in aggiunta Matt ".



" Aspetta, rimaniamo un po' qui ", le dico mettendole un braccio intorno al collo e tirandola verso di me.



" Posso? ", gli indico il drink che ha in mano.



Svuota il contenuto del mio bicchiere sorso dopo sorso sfidando ogni mio autocontrollabile comportamento.

" Non strafare! ".



" Veramente buono ".



" Ti sono mancato a Londra? ".



Mi avvinghio al suo corpo. 

Il mio profumo fruttato si mischia alla sua soffocante acqua di colonia e all'odore della sua ultima sigaretta.



" Tu mi sei mancata ",  le dico incrociando le mie braccia intorno alla  nuca.


La bocca di Dominic è  impegnata a offrirmi la rassicurante certezza di un mezzo sorriso.
Io mi godo tutti questi sette secondi per intero.

Gli tiro entrambe le guance a chiazze rosse.



Mi chino verso il suo viso sprofondando in un bacio intenso.



" Dommeh! ".



Voilà.
La puntualità di Bells nei momenti topici non si smentisce mai.

" Sono qui con Alice ".



M. : " Ok, la partita di poker sta per iniziare ".



" Vengo, vengo. Prepara la moneta ".



Dominic mi prende per mano.
Ci avviciniamo a Matt al quale rivolgo un saluto con la mano.

" Ragazzi mi sa che gioco anch'io stasera!".



Io e Bells ci guardiamo in faccia e in perfetta sincronizzazione scuotiamo la testa.

L'ultima volta Alice ha stramazzato al suolo tutti quanti cogliendoci di sorpresa.



Mi metto in mezzo prendendo entrambi sotto braccio.

" Dai, solo una partitella e prometto di non sbatacchiarvi troppo. Giusto per divertirci". E per racimolare i soldi per qualche acquisto.





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Percorro per circa venti volte il corridoio di casa in attesa che si attivi la videochat.

Renzi ti prego rispondi!

Un messaggio: -Cinque minuti e sono da te. Mi si è impallato il sistema.  Sorry. Non odiarmi!-.


Mi siedo sul letto.

Di fronte a me ci sono  nove confezioni differenti per marca, colore e modalità d'uso.


Mi sta mancando l'aria.

Se provo a  far entrare l'ossigeno, invece, mi brucia il petto.


Ba-dum-tss!


C'ho l'ansia  da tre giorni.


Si attiva la webcam.



" Ola chica! Che succede? ".



Groppo in gola.

1, 2 e ... " Potrei essere madre ".



" Si, effettivamente in quanto dotata di tutto l'apparato necessario, si, potresti essere madre in futuro".



" Potrei essere madre adesso. Cretina ".



Bea cambia colore.
Emette un  " Eeeee??? " strozzato.
La saliva le va di traverso e ha la faccia viola.

" Galatti non scherzare. Dai su! ".



Rido come una scema. Sono disperata.

" Beatrice Renzi,  potresti abbandonare questa fase di rifiuto e concentrarti su di me e su questa vasta gamma di stick? ".

Posiziono la webcam in modo che possa vedere l'intero assortimento di test di gravidanza.



" E Dom? Che dice Dom? ".



" Bea voglio rassicurazioni e non battute sarcastiche! Ok? Comunque, ci siamo sentiti un paio di ore fa. Non sa niente. Che dovrei dirgli poi? Ancora non so se ... ".
" Ho bisogno di te. Non ce la faccio da sola ".



" Ok, scusami. Ecco ... ".



" Se lo fossi? ".



" No, no, no. Non iniziare ad arrovellarti con ogni possibile ed eventuale derivazione. Ti fa male. Prima vediamo come va e poi si pensa ".



" Va bene ".



" Ali calmati. Allora beviti un litro d'acqua, vai in bagno e, bè, sei quasi un medico quindi sai come continuare ".



"  D'accordo", arriccio il naso," Con quale inizio? ".



" Uno vale l'altro ".



" Ambarabaciccicoccò ".



" Niente conta per piacere! Prova quello con il cartoncino rosso ".





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Sul pavimento sono gettati  la confezione, il foglietto illustrativo, la carta che avvolgeva lo stick.

Sono seduta sul cesso e guardo le mie pantofole con sopra disegnate delle margherite.

Hanno un non so che di rilassante le margherite.


Nella mano sinistra  ho il test.

Sto tremando piegata in due da una brodaglia di emozioni primordiali.


Oddio.



" Bea, Bea, guarda ", urlo rientrando in camera da letto.



" Ecco devi solo alimentarti meglio e stressarti meno. E dovresti essere più attenta ".



" E' solo che l'ultima volta Dominic è stato così ... ".



" Buono quello ".



" Bea! ".



" Non continuo solo per non farti stare male inutilmente ma se il test fosse stato realmente positivo ... ".



" Saresti diventata una zietta prima del previsto ".



" Ali! ".



" Ero spaventata. Sono spaventata perché  non è proprio cosa, non sono pronta ".



" Sappiamo entrambe che tu sei pronta sempre a tutto ciò che ti accade, dalla peggiore delle catastrofi a una piccola creatura, povera creatura, avente parte del tuo codice genetico ".

" Hai solo il terrore di. fare la fine della pluricornuta, gravida per giunta ".



Scoppio a ridere. " Dici delle cose terribili B.".
" Piuttosto che faccio con gli altri otto test? ".



" Regalaglieli alla tua amica Kelly. Non si sa mai ".



" Mmm. B sai che una volta abbiamo parlato di quest'argomento? ".



" Chi? Cosa? Quale argomento? ".



" Dom giocava con Bing mentre Matt accordava una chitarra e io e Kate eravamo alle prese con il ping pong ".



" Ping pong? Seriamente? ".



" Cioè, non proprio parlato ma mi ha detto, ritornando a casa, che sarebbe stato contento di provare quel tipo di serenità più spesso, di provare quel tipo di serenità con me ".



" O Gesù! Aveva bevuto o si era fatto qualche canna, lo sai vero? ".



" Bea, lo amo e se hai fiducia  nella mia capacità di capire le persone in un battito di ciglia e un furtivo gesto di mano allora ti assicuro che era seriamente sincero, sincero in maniera disarmante ".


 
" Va bene, ti credo. Sappi che oltre a gruppo di sostegno di massima urgenza posso fare anche da zietta  ".



" Bea grazie per queste risate rilassanti alla fine di una scarica adrenalinica pessima ".



" Non c'è di che anche se mi hai fatto perdere anni di vita, preziosi anni di vita. Piuttosto come va l'internato con quel professor Dumber? ".





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" Dom, vecchia bagascia, muoviti. Ho fame, tanta fame, rotolo dalla fame ", gli dico spintonandolo.



" E rotola, ma lontano da me Matt. Vai, vai! ", gli rispondo.



" Tsk, acido! Mi preoccupavo solo per te. Ti devi nutrire dopo queste due ore di intensa attività musicale ".



" Scusa ma sto mandando una mail ad Ali ". Quindi smamma Bells.



" Ok, fai. Io ti aspetto. Chris, Tom, Morgan e Andie si sono già avviati. Non preoccuparti rimango io a difenderti dalle orde di ragazzine che ti salteranno addosso non appena uscirai di qui ".
Non lo faccio  per te, ma essenzialmente per la tua ragazza.



" Semmai è il contrario. Comunque ... ".



" Manda ad Ali anche i miei saluti. Dille che manca tanto a tutti ".



" Non ci allarghiamo, eh? ".



" Non ti preoccupare. E' tutta tua ".





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Perché sono disordinata? Perché?

Ho già chiamato il taxi per  andare in aeroporto e non ho fatto ancora la valigia.
In realtà non ho trovato neanche la valigia.

Don't panic, ok?

Prendo una di quelle maxi-bag nere plastificate di Harrods e ci infilo l'occorrente alla rinfusa.
Spiaccicare tutto in un sol colpo è la risoluzione al problema.


Se il tizio della security mi dovesse fare un'altra volta il check up completo, giuro che lo fulmino con gli occhi.
Neanche fossi una conclamata terrorista.

Chiudo l'appartamento con tre giri di chiave e corro velocemente giù.
Sopravvivo alle quattro rampe di scale per miracolo.

Mi infilo in macchina salutando sbrigativamente il tassista e dicendogli la destinazione.

Grazie al riflesso del finestrino mi attorciglio i capelli in un ibrido chignon-coda.

Dalla tasca dei jeans estraggo il cellulare fregandomene del conto esatto delle ore che mi separano da lui.

In culo al fuso orario!


Ho un'avversione profonda per il ticchettio vuoto e inconcludente del tentativo di chiamata .
Mi si stringe lo stomaco fino a quando si avvia automaticamente la deviazione chiamate.

Dominic rispondimi.

Ti prego.





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Ondeggia i capelli mentre si strofina contro di me.

Lunghi capelli biondi con qualche ciuffo più scuro, profumo di pesche e cinque strati di lucidalabbra sulla bocca.


Matt e Tom stavano parlando con le sue amiche, una è  giornalista e l 'altra  fotografa, e lei mi ha seguito infilandosi nella mia camera.


Avrà la mia età, al massimo un paio di anni in meno.

Cosa vuoi da me?

Ah, si. Ha bisogno di spicci per pagare il taxi e io le ho offerto il cambio.

Ecco la banconota da cinquanta ed ecco quello che ti devo.
Due da venti e una da dieci.

Mi pare si chiami Amy.

Amy cosa vuoi da me?
Un'altra foto?

Cristo, mi sta scoppiando la testa.

'Ben ti sta' mi direbbe Blu-dress adesso.

Si, me lo merito.

                                                 
 *Sometimes a man gets carried away, when he feels like he should be having his fun *
                                                                                                                                                                     

I soldi cadono e lei si abbassa.

Amy dai capelli gialli mi sorride.

Non afferra i soldi, non si rialza, mi stacca gli ultimi tre bottoni della camicia, slaccia la mia cintura, fa scendere la zip dei miei pantaloni.
Si toglie il top e appoggia la mia mano sul suo seno.


*And much too blind to see the damage he's done *


Il suo sguardo preme perchè la mia bocca passi sul suo collo.



" Dom, cazzo, apri. Dom apri! ".



Proviene  dall'esterno della stanza.

I pugni contro la porta.
La voce cupa, agitata, storta e incalzante.


Mi scosto da Amy e gli apro.

" Un attimo e venivo a riportarti la chiave brutto stronzo impaziente ".



" Che stai facendo? Il telefono? ", balbetta nervosamente.



" Non c'è campo forse? ".



" Alice ha chiamato Kelly. Ha chiamato Chris. Ha chiamato me. Dice che non ti ha trovato ".



Gli occhi di Matt sono torbidi. Che cavolo è successo?


*Sometimes a man must awake to find that really, he has no-one*


" Ha bisogno di te Dommeh ".



Alice ...

Ba-dum-tss!

Esco dalla stanza e vado in corridoio prendendo il mio telefono e quello di Matt.

Ho paura.
Ti prego rispondi Ali.





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Salve!!!  Ormai siamo alla fine, le mie idee sono abbastanza (?) chiare* e la pioggia concilia la scrittura pomeridiana.

Tra gli asterischi trovate parte di  'Lover, You Should've Come Over' di Jeff Buckley.

Siamo in dirittura d'arrivo pertanto controllate che la vostra cintura di sicurezza sia correttamente agganciata, che il tavolino sia sollevato e bloccato e che il vostro sedile sia in posizione verticale.
Si, sono una mancata hostess.

Mi sono appena accorta che è passato quasi un anno *segue Deborah's theme di Morricone con lacrime* e siccome sono una terribile nostalgica ci tenevo a farlo presente.

Gli eventuali commenti sul capitolo li lascio a voi. Preciso solo che non capisco perché  Dom debba essere in questa storia necessariamente  o un 'uomo di facili costumi' o un libertino, ma cosi è.

Grazie come sempre e un abbraccio forte.

Ange


*
Mi correggo: la storia è appena stata completata e salvata automaticamente sul mio pc. Quindi potrei postare prima del previsto gli ultimi due capitoli.

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Capitolo 16
*** The winner takes it all ***


The winner takes it all Un momento fa ero a Londra tra chicchi di riso, funghi affettati e il violoncello di Bach.

Ora, invece, sono in Italia, su un autobus, a pochi chilometri da casa.


Non può essere.


Perché?


Questa bolla irreale sta per implodere e credo di non riuscire a reggere lo scoppio.


Appena mia madre ha pronunciato quella parola  mi si è rappreso il sangue in tanti grumi.


' Incidente ' ovvero accadimento inatteso che procura un danno, intralcia o impedisce lo svolgimento di qualcosa.


In questo caso lo svolgimento di qualcosa è un'esistenza, una vita.

Una vita che si è intersecata nel ticchettio degli anni con la mia in quella cosa che il dizionario riporta come ' Amicizia '.


Perché?





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Alice, Alice, Alice.

Il telefono smette di squillare.

La mia voce vibra in un " Amore stai bene? ".



Recupero le parole sparse nella mia mente. " Sono tornata ... a ... cas ... ha avuto ... stava ... una crisi respiratoria. Ho bisogno di te ".



Ascolto la sua confusione.

" Ali sono qui  ".

Mi accovaccio a terra.

Che cosa stavo facendo? Che cosa ti stavo facendo?




" Non riesco a ... Greta è in terapia intensiva e io non so che fare. Torna da me  ".



" Calmati. Dove sei ora? ".



" Sul bus a venti minuti  da casa dei miei. Appena arrivo vado in ospedale a vederla ".



" Ecco soffiati il naso e pensa alla tua amica. Devi essere lucida, ok? Andrà tutto per il meglio ", la rassicuro rifacendo il corridoio a ritroso. 

Sulla porta della mia stanza c'è ancora Matt.
Mi fa passare aspettando un mio cenno.
Apro la cartella e accendo il pc.

" Ali io posso partire domani sera. Arriverei lì il giorno dopo ".



" Ti amo ", gli dico con quell'unico filo di voce che mi è rimasta.



" Ti amo Ali ", le rispondo con la vergogna in gola, " Non voglio vedere quelli occhi arrossati quando ti raggiungo, mi hai capito? ".



" Mmm ...".



"  Lo sai che oggi pomeriggio io e Matt abbiamo nascosto tutti i pantaloni di Chris costringendolo a girare in mutande per mezzo albergo? Che ti sei persa! ".

" Ah, Matt è anche inciampato un paio di volte sul palco. Rischiava di fare una bella spaccata ".

Mi fermo un attimo.



" Dom? ".



" Sono qui ". 



" Hai sonno? ", gli chiedo all'improvviso accorgendomi del gap temporale che ci separa.



" No. Posso tenere aperta la chiamata fin quando vuoi. Anche senza parlare ".
Fammi sentire il tuo respiro che diventa più calmo.
Lasciami prendere cura di te.



" Grazie. Solo fino a quando arrivo però. Hai bisogno di  riposare anche tu ".





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La casa londinese di Dominic ospita un' altra festa.

Uno di quei party per cui non c'è un necessario motivo ma in cui fondamentalmente si celebra tutto.

Il successo, la musica, i legami.


Tiene la mia mano.
Se non ci fosse stato lui due mesi fa, in quel pomeriggio dall'altro lato del telefono e nei giorni seguenti, sarei crollata.


Beatrice dovrebbe essere al piano di sopra intenta a sistemare cappotto e borsa.
Lei e il batterista sono giunti ad una tacita e duratura tregua.


Abbandono Kate e Dom alla loro conversazione fatta di enchiladas, wonton e sushi per andare a chiamare Matt.


 Si trova di spalle e sfiora la tastiera di un piano a muro antico, uno degli ultimi acquisti di Dominic in qualche asta olandese.


" Vieni? ". E' la prima volta che lo rivedo da sola dopo la fine del tour negli States e il ritorno in Europa.



Mi giro.
Poso gli occhi sulla sua figura.
" Come stai? ".



" Bene ".



" Quando ho saputo della tua amica avrei voluto parlarti personalmente ".



" Dom si è preso cura di tutto, non ti preoccupare ".



" Mi dispiace per la tua amica ".



" Già ".



Abbasso lo sguardo verso i tasti bianchi e neri del piano.

Mi scappa un sorriso. " Non pensavo che Dom sarebbe stato in grado di affrontare una cosa del genere, ma tu l'hai cambiato ".



Rimango perplessa, sospesa nel  peso dei suoi pensieri.



" Ha avuto sempre paura delle lacrime, delle sue quanto quelle degli altri. Ha sempre giocato la carta della sdrammatizzazione. E non perché non soffrisse, perché soffre forse più di tutti noi. Non è mai riuscito a vedere qualcuno piangere, non sapeva come accostarsi al dolore senza sentirsi inadeguato ".



Lo avvolgo in un abbraccio.

La voce di Matt a volte consapevolmente e altre istintivamente mi ha sempre aiutato.

E ... " Questa è la cosa più bella che potessi dire ".





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La maggior parte della gente se ne è andata.
Ali è con Beatrice in cucina.

Ah, sono tornate!


" Che ne dici se domani andiamo a Brighton? Fish & chips sulla spiaggia con al seguito un bel gelato ".



Svio il suo sguardo e le sue parole.
Do un bacio veloce a Kate, Tom e Matthew.
Bea mi stringe verso l'uscita,  mettendomi un braccio sulla spalla.



" Ali dove stai andando? Fermati ".
Sono solo dieci minuti che si è allontanata da me e la ritrovo con le guance rosse e gli occhi gonfi.



"Ti prego, fammi andare via.  Ho aspettato fino ad ora solo per rispetto verso i tuoi ospiti e verso me stessa ".



" Aspetta, ma che ti prende? Va tutto bene? ".



Mi giro dall'altra parte.
Riesco a guardare solo le sue scarpe.

Mi hai detto che qualora avessi avuto dei problemi o fossi stata delusa sarei dovuta venire da te e lasciarmi abbracciare.
Come faccio, però, a chiedere un tuo abbraccio se sei tu a farmi sentire triste?


Bea si discosta da me.
Con  tempesta e fuoco nelle cornee gli chiede: " Che diavolo hai fatto? E chi accidenti sarebbe questa qua? ".



L'amica di Ali mi mostra il telefono.

Una foto.

Una donna  bionda con in mano.... tiene in  mano una delle drumsticks portafortuna.

Dannazione, credevo di averle perse in viaggio!


" Non è niente. Ci deve essere un errore. Blu-dress, io ... ".



Galatti, Dominic non ti farebbe mai una cosa del genere!

Perché  questa cosa viene fuori adesso?
Ora che tutto sembrava così perfetto al punto tale che ...

Le parole di Matt erano tutte false
Persino quando scherzando gli ho chiesto se il suo batterista avesse combinato qualche casino in mia assenza ...
L'ha coperto, tutti lo hanno coperto e questa donna non è che l'ultima complicazione di  un' enorme bugia.

Mi giro stringendo i pugni in modo da non lasciare andar via niente.
Vedo Bea tirare per il colletto della camicia Dom.



Matt e Tom cercano di trattenerla mentre la ragazza mi ripete " Sei uno stronzo che non la merita ".



" Bea non sono affari tuoi. Andiamo ", intervengo tirandola per l'orlo della manica, " Io non lo voglio più ".



L' acidità delle sue tante lacrime mi corrode.

Non so che fare.

Alice viene spinta verso la porta.

La sua amica, tenendola stretta in modo da poterla proteggere da questa situazione disastrosa e surreale, si volta verso di me.



" In effetti non sono affari miei, ma tu non la meriti davvero. Io ci ho messo anni a capirla, ma se ti fossi sforzato di capirla ... Se ti fossi sforzato anche solo un po' ora non saremmo a questo punto, non la lasceresti andare così. Dio, Ali è così spossante, complicata e irregolarmente storta. Piange e si dispera per cose talmente stupide e imbarazzanti ... Il re Leone, melodrammi cinematografici, un libro, una canzone ... Piange persino quando è felice e non riesce a trattenere le risate tanto è strana ... ma per quello che realmente la fa star male, che la affligge, non una goccia.  E' orgogliosa e insicura. E' una cretina che sviene un paio di volte a settimana perché, si, si è fatta venire anche l'anemia per starti dietro. E, che ci vuoi fare, non ti dirà mai direttamente quanto grande sia il terrore di perderti eccetto mettersi ad affrontare le proprie paure nella solitudine di una notte. Dom sappi che sei un gran coglione e che, se non ci fosse Ali vicina a me, ti picchierei selvaggiamente".



La porta sbatte dietro al suono delle sue parole mentre Kate e Kirk sono impegnati in opera di conforto comune conosciuta come pacca sulla spalla.

Matt è dall'altro lato della stanza.

Sta lì a fissarmi e non riesco a carpirgli neanche un pensiero.



Il calore della mano di Bea mi continua a trascinare via per le strade.

Secondo me non sa dove mi sta portando.

Mi lascio trasportare dalla sua dolce mancanza d' orientamento.





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Tom se ne è andato.

Kate è tornata a casa, più tardi la chiamo, e Dom è da più di un'ora che  fissa come una talpa demente quella cavolo di foto pubblicata su una delle tante nostre fanpage.


La velocità istantanea degli eventi di questa serata mi ha spiazzato.

A un certo punto avrei voluto interrompere quella rovinosa discussione e dire "Scusate, sedetevi e ricapitolate perché ho perso qualche pezzo".
Non l'ho fatto.

Sono qui a raccogliere i cocci di uno dei suoi tanti casini, il peggiore in ogni senso umanamente comprensibile.



Matt mi dà un bicchiere d'acqua non chiesto e io non so fare altro che allungare la mano.

" E' orribile ", dico con una voce così bassa e distrutta che non riesco a distinguere se l'ho pensato e basta.

Forse lui mi ha sentito.



" Biatwisch ha proprio ragione Dommeh ", esclamo, " Sei proprio un gran coglione ".



" Alice è scoppiata senza che io me ne accorgessi e non sono stato in grado di dirle niente. Non l'ho mai vista con quell'espressione e sono stato io. E' orribile ".



Mi appoggio su uno dei due braccioli  accanto a lui.
Ha il respiro affannato e gli occhi vuoti.

" E' solo una brutta litigata. Vedrai che se le spieghi tutto ti perdonerà. Non ti sembra così semplice in questo momento ma ogni cosa andrà al suo posto. Se vuoi posso anche autopropormi per una serenata sotto il balcone ".



" Matt ".



" Si? ".



" Ti sei mai pentito di qualcosa? ".



" Dici a parte la nostra discografia iniziale? ".



" Non sviare le mie domande con appigli e richiami che non hanno niente a che fare con questo. Con me non funziona ".



Mi alzo e mi allontano.

" Howard, quella ragazza è incredibile e ancora più incredibile è il fatto che  lei brilli letteralmente per te pur avendo notato come sei oltre il seggiolino e qualche tamburello ".


 
Abbandono la poltrona e lo seguo nell'altra stanza spegnendo l'iPhone.

Il suo inattaccabile affetto miscelato ad una sviscerata schiettezza e un'ispirata cattiveria mi arriva tutto in un solo freddo proiettile.

Non avevo considerato la mia incoscienza rugginosa  e il suo prezzo.





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Mi apre.
Si nasconde dietro la porta del suo appartamento.
Scorgo unicamente unghie mangiucchiate e pupille stanche.



Sono passati due giorni .

" Entra ".

Vado verso la cucina.



Mi avvicino piano.



Mi volto." Bea è partita. Puoi stare tranquillo ".



" Ali lo so che ti ho fatto del male ma ... ".



" Una sutura di tre punti e la ceretta all'inguine fanno male. Dominic, tu mi hai aperto il petto con un taglierino solo per il piacere di vedere che ci fosse dentro. Mi hai spezzato il cuore e io non sapevo che il cuore potesse spezzarsi in questo modo. Mi brucia qui in mezzo e non riesco a farlo smettere ".



" Ti assicuro che con quella non c'ho fatto niente ".



" Tu proprio non l'hai capito ancora vero? ".



" Capire cosa? ".



" Ci puoi fare tutto quello che vuoi con chi ti pare. A questo punto non me ne frega niente con chi scegli di condividere il letto ".

" Tu l' hai fatta avvicinare a una cosa nostra, una cosa così importante. E  per solo una scopata poi. Quella stupida bacchetta era la condivisione di un sogno, di una scelta, e tu l'hai buttata dritta nell'inceneritore ".



" Ali, credevo veramente di aver perso il tuo regalo e quella era solo una fan ".



" Lo sono anch'io, lo sono sempre stata per te ".



" Non è vero ".



" Invece si. Sono stata un diversivo nel tempo libero. Ho riempito i buchi che lasciavano i tuoi amici, che lasciava Matt. Anzi, essendo di genere femminile e quindi dotata di un altro tipo di buco, hai risparmiato energie e avuto tutto in unico momento. Comodo, no? ".



" Fermati, sei cattiva. Non è così ".



" E come è allora? Se mi avessi considerata diversamente non saremmo qui ".



" Tu, però,  mi hai diviso in compartimenti stagni. Hai voluto tenerti sempre un po' in disparte ".



" Lo ammetto. Ho sbagliato ma l'ho fatto solo perché volevo che ti sentissi libero con me. Credevo che ci saremmo potuti amare unicamente in questo modo ".



" Adesso sei soltanto arrabbiata e gelosa. Ti prego, vieni da me ".  Apro le braccia.



" Gelosa? Io? Se io avessi un altro? Dovresti essere tu geloso ".



Le tengo i polsi stretti contro il frigo.



Le sue labbra tappano la mia bocca con un bacio segnato dalla violenza e dal dolore.



L'esplosione dei miei sentimenti è riflessa nei suoi occhi.
Non preoccuparti Ali.
Basta che tu assecondi il mio umore per un po' e questa rabbia se ne andrà.

" Tu sei mia, solo mia. Non ho intenzione di cederti a nessuno ".



" Perché? Perché tu sei una rockstar? E io dovrei essere una povera miracolata? Howard informati:: ti stai stempiando, hai un corpo rachitico con un bacino stretto come un chiodo e poco fascino ".



" Perché io ti amo ".



" Non basta ".



" Io ti amo ".



Mi divincolo e gli tiro delle sberle forti e risonanti.

" Io ti amo ".

Mi viene il singhiozzo, respiro a fatica e le lacrime mi si strozzano nella trachea.



" Ali che hai? ".



"  Mi viene ogni volta che entro in panico. Devo solo stendermi ".

Vado nella mia camera e mi rannicchio.

" Vieni accanto a me ".



Eseguo le sue parole.

La sua schiena è perfettamente contenuta nel mio torace.





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Dopo mezz'ora la crisi è passata e i suoi piedi non sono più così freddi.



" Dominic è finita ".



" Cosa? ".



" E' finita ".



" Ali, se hai bisogno di tempo io sono disposto a  ... ".



" Non voglio una pausa, non voglio rifletterci ", mi giro verso di lui, " Io ti amo, ma è finita ".



" Ali ".



" Hai un concerto tra due giorni e Matt mi odierà a morte se ti trattengo ancora ".



" Risolvi sempre tutto con una battuta ".



" Io non ce la faccio. Già una volta sono andata oltre. Anche stavolta potrei farlo, ma non è una questione di tradimento o fiducia. Siamo semplicemente due incapaci con le parole e i sentimenti  e la complicità fisica non può soddisfare questo amore, non nel modo di cui abbiamo bisogno ". 



Mi sono illuso di poterti avere accanto pur continuando le vecchie abitudini.

Avrei dovuto abbandonare questo gioco che ti ferisce fin dall'inizio, ma invece ho aspettato.

Ho aspettato che mi vomitassi dentro tutta la tua gioia e tutta la tua tristezza per capire che non riesco a stare senza di te.

Ho aspettato troppo.

" Insieme siamo proprio così penosi e mal assortiti?! ".

Mi alzo dal letto.

Le bacio la fronte.



" Non dobbiamo sentirci più ".



Le accarezzo i capelli.



" Devi andare ".



" Se è questo che può aiutare entrambi, allora è finita ".

Mi infilo il giubbotto ed esco imboccando il corridoio, poi la porta d'ingresso, le scale e infine il portone del palazzo.

Questi due anni ...



... Grazie.

Prendo il cuscino e lo premo sul viso.
Dominic, io ...






                                                                                                                                  She loves him more than he will ever know
                                                                                                                                   He loves her more than he will ever show

                                                                                                                                      Keeps his cigarettes close to his heart
                                                                                                                                   Keeps her photographs close to her heart
                                                                                                                                     Keeps the bitterness close to the heart



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Swap Meet dei Nirvana conclude questo penultimo capitolo.

Alla prossima *maybe the next week*

Ange


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Capitolo 17
*** Somehow someday somewhere ***


Come back to me Suono il campanello di casa Wolstenholme.
Mi apre Ernie mentre dà la mano al suo papà.


" Dom sei venuto alla fine ", mi dice Chris sottolineando il mio pessimo comportamento.


Negli ultimi giorni sono sparito.
Tra pesca subacquea californiana e training nizzardo di volo in elicottero mi sono fatto desiderare.


" Sono ancora in tempo per quell'invito a pranzo? ".



" Veramente ... Dai, entra ".



" Ly? ".



" Di sopra . Vuoi farti una partita? ".



" Vado a salutare la tua signora e sono subito da te ", gli rispondo lasciandolo alle prese con metà della sua ciurma di bambini sparpagliati in giro per il salotto grande.

Salgo.
Destra, sempre dritto, sinistra.

" Ly? ".

Apro la grande porta scorrevole in vetro decorato.

La vedo.


E' Ali e culla una bambina.


La tachicardia graffia contro le costole.




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Kelly, dopo aver messo Jamie nella carrozzina e fatto lo stesso con Celia, sottraendola al suo abbraccio, ci lascia soli.

" Alice ", le dico, " non sapevo fossi qui ".

Pronunciare il suo nome mi stringe il cuore portandomi a volerla abbracciare e a dire ' Si, si, si '.



I miei occhi sono attratti dai suoi.

Un piccolo dolore.

" Sono arrivata giovedì. Solo una breve visita per conoscere i nuovi arrivati ".

Pausa.

" I gemelli sono adorabili, la fine del mondo ".



Guardare questa piccola e meravigliosa creatura mi toglie il fiato.

Un vestito in pizzo, bianco e dritto, la contiene.

E' dimagrita spaventosamente.

" I capelli sono cresciuti ".  Le indico le onde nere che le scendono sulle spalle.



" Sono passati sette mesi ".

 Bel modo di superare questo strano disagio che ci fa parlare da due lati opposti di una stanza grande quanto un monolocale!
 


Mi sorride senza distogliere lo sguardo, provando a mitigare la tensione.

Domande inespresse e inesprimibili riempiono le sue labbra e il mio petto.

" Stai bene? ".



Annuisco.

" Lo so che hai chiesto a Kelly di tenermi d'occhio ".

Le hai chiesto di starmi vicina quando ci siamo lasciati, quando tu non potevi perché io cercavo di voltare pagina.

E così la signora Wolstenholme  è diventata una buona amica.

" Grazie ".



Ho fame d'aria.

" Sei ancora a Londra? ".



" No, no. Il periodo di scambio è finito da due mesi e mezzo. Sono ritornata in patria ".
" Però, visto che ho collaborato a quello studio, sono rimasta in contatto con l'Istituto. Mi hanno proposto di ritornare per la specializzazione. Voi siete in pausa per poco, vero? ".



"  Avremo un concerto in Italia ".



" Biglietti già presi. Mi raccomando, trattateci bene con la setlist ".



Ride e ammicca come quando ci siamo conosciuti.
Mi ha fregato ancora una volta.
Perché va sempre a finire nello stesso modo?



Lo oltrepasso per sfuggirgli.
Se avvicino i miei piedi al suo corpo sento la mia pelle arrendersi.



La rincorro prima che arrivi alle scale.
La blocco sfilandole la sciarpa che porta al collo.

" C'è qualcuno? "



Non gli rispondo.
Si avvicina rimettendo il nastro al suo posto.

" C'è qualcuna? ".



Non  le rispondo.



" Devo tornare a Londra per incontrare un paio di amici . Dominic, salutami tutti. Ci vediamo tra due settimane ". Tra le note di un ennesimo live.





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Prove terminate.
Tra poco il palco.

Ali sarà tra il pubblico.

Apro il pacchetto di gomme.
Ne prendo tre e le ficco dritte tra i denti.

Fra qualche ora finirà tutto.

Il sapore salato della pelle, il broncio sulle labbra quando andavamo a dormire tardi e ci svegliavamo presto, le mani che danzavano nell'aria quando parlavamo delle nostre cose e facevamo l'amore, le pretese che aveva nei confronti dell'estremità del mio cono gelato anche se aveva appena finito di mangiare il suo,  la  voce sussurata che chiamava il mio nome.

E' illogico volersi appropriare di qualcuno, ma se mi avesse  lasciato almeno una sola di questa cose probabilmente potrebbe essere finita.



" Dom ". Chris mi si siede vicino.



" Tu lo sapevi non è vero? Mi spieghi perché non mi avevi avvertito che c'era Alice a casa tua? ". Finalmente gliel'ho detto



" Ti volevamo fare una sorpresa. La volevamo fare a entrambi ".



" Bè, ce l'hai fatta ".

Ora  io mi sento fuori posto, fuori tempo, fuori tutto.

" Wolstenholme non c'è niente da ridire. Non riesco a comprendere.  Perché tu, Kelly e chissà chi altro l'avete  fatto? ".



C. :  "  Abbiamo pensato che fosse il momento giusto ".



" La fai facile tu ".



" Dom datti una mossa ", irrompe Matt.

 L'infame nano, dopo aver ascoltato tutto di nascosto, torna alla riscossa.



" Già. Mesi fa avrei dovuto, avrei potuto forse dedicarle una canzone o dichiarare il mio amore eterno a metà stampa, no? " gli chiedo sarcastico.



M. : " Chiamala e dille che non ti va bene come sono andate le cose, che la vuoi sentire, che sei fondamentalmente un essere ignobile che ha bisogno di lei ".



" Matt con che faccia potrei chiederle di vedermi adesso? ".



M. :  " Mi sono scocciato di sentire queste scuse. Basta. Se non hai nessuna intenzione, accetta di incontrarla casualmente e di stringerle la mano, accetta che se la prenda qualcun altro ".



Un soffio di terrore mi passa  nei polmoni.

Matt e Chris mi lasciano da solo con il cellulare nelle mani.





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Guadagnata la prima fila, si è  accorto di me.

Ci siamo squadrati in silenzio.

I miei occhi hanno inizato ad essere impiastricciati di lacrime nere.

Lui non ha resistito, si è fiondato a fine concerto verso il limite del palco e...


E questo non è successo.

Solo la parte della prima fila e di quella meschina matita spacciata per waterproof è invariata.

Trasferta, chiacchiere con la gente in fila, concerto, saluti conclusisi con un " Grazie a tutti " e la strada del ritorno piena di 'Perchè non hanno suonato un'altra canzone, solo un'altra'.

Fin qui tutta normale abitudinaria routine.

Quel che manca è il fatto che ho seguito quasi esclusivamente ogni suo gesto, come fosse una performance da solista.

E quella musica, quella musica ...

La mia pesante disperazione ha iniziato a strisciare tra lo spazio lasciato da quelle note  e mi sono sentita sollevata.

Quel che rimane è la paradossale sensazione di volerlo stringere ancora, di dirgli che tutto può ricominciare.


Sputato l'ultimo residuo di dentifricio insieme all' acqua, mi pulisco con un asciugamano bianco sporco ed esco dal bagno dell'ostello.



 " Ali ", Bea mi si  avvicina, " Ti ha mandato un messaggio.Vuole parlarti. Ti aspetta nel  suo albergo o ...  ".



" Non ho niente da dirgli ", rispondo secca tirando fuori dal borsone biancheria e vestiti puliti, ritrovandomi in mano le mutande con le fragole e il pizzo, quelle che lui definiva da ' accattivante sgualdrina '.



" Se tu non vuoi avere a che fare più niente con lui vai direttamente al sodo. Quella collana che porti ancora al collo la devi semplicemente buttare e sarà finita ".



" Bea sei impazzita? Ora pretendi che lo incontri? ".
 
Pazza donna deciditi!



" All'inizo temevo che fosse la realizzazione di una nostalgica e adolescenziale fantasia. Poi ho temuto che soffrissi perchè ti stavi legando troppo. Adesso ti fai del male anche senza di lui. Devi prendere una posizione. Conoscendoti e apprezzandoti il minimo indispensabile, so che l'unica cosa da fare decentemente è questa ".



" Ok. Allora metterò fine a tutto questo ".





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Il marciapiede  è pieno fino all'orlo di persone che aspettano.

Fortunatamente l'ho raggiunto io, altrimenti quel cretino come avrebbe fatto ad uscire dall'hotel?

Gli faccio uno squillo.

Prendo l'ascensore tenendo stretto in mano il ciondolo che mi ha regalato una volta.

Diciassettesimo piano.



Appena appare la afferro per il polso destro trascinandola con me in una veloce corsa verso la suite.

Dalla tasca dei pantaloni estraggo la key-card. e la infilo nel sensore.

Segnale verde.



Mi spinge dentro e poi dà tre scatti alla porta.

" C'è la ressa giù. Forse non ci saremmo dovuti incontrare qui stasera da te ".

Dominic si volta con gli occhi lucidi.



La stringo tra le mie braccia con tanta forza che sbattiamo contro una piantana.

Mi cedono le gambe.

Mi accascio sul pavimento facendola sprofondare con me.



" Dominic ", urlo, " Lasciami stare. Non sono venuta per ... ".



" Mi sei mancata così tanto ".



A cosa sono servite tutte queste difese quando così facilmente tu entri dentro me e metti tutto quanto in disordine?



" Non ti darò più cose che si rompono. Io ti amo ". Anche se a volte non riesco a voler bene neanche a me stesso.



Uhm.

Lo stringo forte lasciando che appoggi la sua testa contro il mio seno.

Piango e il mio cuore si riavvolge intorno al suo.

Io non riesco a smettere di amarti.





                                                                                                                                                   And so a secret kiss
                                                                                                                                             Brings madness with the bliss                                                                                                                                                                                                                                                                                             (Alice, Tom Waits)






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Bene, il ciclo si è concluso.

Visto che non l'ho fatto prima e che questo è l'ultimo capitolo (meglio tardi che mai direbbe qualcuno):  i Muse e il loro 'entourage' non hanno nulla a che fare con i fatti esposti in questa storia.

Non intendevo offendere nessuno ed essenzialmente non ho ricavato nemmeno una monetina da questa narrazione anche se mi avrebbe fatto comodo.

Alice Galatti non esiste. E' nata  per scherzo e ha preso forma da un collage di ricordi e fantasie random che non hanno alcuna logica.

Beatrice Renzi è probabilmente in vita sotto altre spoglie  e senza alcuna logica pure lei .

Per l'ennesima volta grazie a voi che avete letto,  preferito, seguito e recensito.

Era iniziato come un gioco momentaneo, poi si è trasformato in uno dei più classici e interminabili drama amorosi ma  spero che il tempo speso sia stato ben ripagato o, almeno,  in parte.

Per me è stata un'esperienza bellissima  e questa è veramente la fine.

Chapeau *si defila cercando di non essere goffa*

Ange

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