cap 4
Okay,
okay.. Chiedo davvero umilmente perdono. Questa storia non è
assolutamente conclusa, anzi! Il mio problema principale è che,
avendo un computer fisso e condiviso, ogni volta che ho l'ispirazione
scrivo su carta piuttosto che in digitale. Il guaio è che mi
ritrovo sempre impegnata e non riesco a trascrivere.
Ammetto
anche che avevo perso l'ispirazione ma nulla è perduto! La
storia è già stata conclusa su carta e ne sto già
scrivendo un piccolo seguito!
A breve pubblicherò il seguente capitolo!
Chiedo ancora perdono!
Un bacio, Kat.
CAPITOLO 4
L’uomo la accompagno al piano di
sopra nel bagno dove la ragazza la stava aspettando. Le fece fare una doccia e
le diede un cambio pulito.
Alexandra s’infilò il tubino
nero che le era stato prestato dalla mora e la seguì al piano inferiore.
“Il tutto senza costrizione!
Brava Alex, fai il cagnolino docile e abbasseranno la guardia” pensò.
Aveva passato anni a scappare
dalla mafia russa. Scappare da una banda di ladri sarebbe stato molto più
facile.
Scese le scale e trovò davanti a
sé i componenti della Banda. L’uomo dagli occhi glaciali le porse il braccio e
tutti insieme si diressero verso la limousine nera parcheggiata di fronte a
loro.
L’uomo le rivolgeva un sorriso
amichevole. Così amichevole da essere falso.
Alexandra lo fissò intensamente.
Ora la rabbia nei confronti di quell’uomo cresceva a dismisura ma si finse
indifferente.
La vendetta è un piatto che va
servito freddo.
Quando furono seduti al tavolo
dell’Happylife, uno dei più esclusivi circoli per ricconi con lo yacht, l’uomo
dagli occhi azzurri finalmente parlò.
“Alexandra” disse rivolgendosi
alla bionda. “Penso sia ora delle presentazioni. Questi sono i miei compagni:
Stinco o Scimmia” l’uomo magro. “Giordana o Coniglio.” La moretta. “Ninni o
Maiale.” L’uomo dal fisico pesante. “E Gerry, mio fratello, o Tigre.”
L’uomo dalla barba incolta.
Alexandra non parlò. Si
concentrò principalmente sul cibo che era nel suo piatto.
Quando ebbe finito domandò in
tono di sfida. “ Molto bene, perche tu non ti sei presentato?”
“Perdona la mia scortesia, io
sono Mario. Il Lupo. Il capobranco.” Rispose in tono quasi canzonatorio.
Alexandra afferrò la sottile
sfumatura di sarcasmo e rispose per le rime. “Bene, Mario, ora che abbiamo
finito con questa pagliacciata si può sapere che cazzo vuoi da me?”
Ninni emesse una leggera risata
che terminò in un battibaleno dallo sguardo minaccioso di Gerry.
Alexandra guardò dritto negli
occhi il Lupo, sfidandolo.
Mario rispose quasi
scherzosamente. “ Ragazzina, hai riposto la fiducia nella persona sbagliata, De
Luigi era uno sfruttatore.”
“Anche se fosse così, questo ti
dà il diritto di aggredire me e uccidere lui? Il tuo atteggiamento da
giustiziere è veramente patetico.”
“ Sappi che il signor De Luigi
utilizzava i soldi del tuo..come dire?..guadagno, per fare la bella vita e
sperperarli nel gioco d’azzardo.”
“Ma che cazzo stai dicendo? Come
ti permetti di insinuare queste cose?”
“Mi permetto perché lo so. De
Luigi giocava con noi. Indovina in quali tasche sono finiti i tuoi soldi?”
“Brutto Bast..” Alexandra si
bloccò.
Gerry da sotto il tavolo le
aveva puntato una pistola provvista di silenziatore contro la coscia.
“Shhh! Ragazzina, stai calma!”
le sussurrò all’orecchio.
Alexandra, stizzita, si
ricompose appena arrivò il cameriere.
“Ora scusatemi, dovrei andare in
bagno.”
“Giordana, accompagnala.” Ordinò
Mario.
Le sue ragazze si diressero
verso il bagno.
A metà strada Giordana le
afferrò il braccio, trascinandola dietro ad un cespuglio.
“Stai attenta.”
“Ma dai? E a cosa di preciso?”
rispose sarcasticamente la bionda.
“Smettila. Stinco m’ha detto che
durante la tua prigionia sei stata filmata e il video è stato trasmesso ad
un’asta in rete. Sei uscita perché ti hanno comprata.”
“Sono sopravvissuta alle orde
sella mafia russa, Giordana. Peggio non ce n’è.”
“Si invece. Sei stata comprata
da loro. E’ stata un’idea di Lupo.”
“E tu perché mi stai dicendo
questo?”
“Chiamala solidarietà femminile.”
Sussurrò lei prima che qualcuno mi trascinasse via.
NEL FRATTEMPO AI RIS DI ROMA…
“Capitano, sono le dieci
passate, vada a casa a riposare.” Consigliò il tenente Serra.
“Tenente, non so se ha capito,
ma qui c’è in gioco la vita di una ragazza.” Rispose la Brancato.
“Non sto sminuendo il caso.
Semplicemente sto cercando di farle un piacere.”
“Bravo Serra, questo è l’ultimo
piacere che può farmi questa sera: porti questo CD a Ghiro e poi se ne vada a
casa.”
“Ma..”
“Vada, Serra!”
Il tenente, riluttante, uscì dal
laboratorio per raggiungere la postazione dell’informatico Daniele Ghirelli.
“Ghiro, la Brancato vuole che tu
esamini questo disco.”
“Ti ha dato buca pure questa
volta?” chiese l’informatico riccioluto.
“non proprio. Non le avevo
chiesto ancora nulla.”
“Orlando, devi capire che la Brancato meno la cerchi,
meglio è.” Disse Ghirelli inserendo il CD.
Serra alzò gli occhi al cielo e
guardò nel monitor.
“Ecco una cosa che non fa
piacere vedere.” Disse Ghiro.
Sullo schermo venivano
riprodotte le immagini della prigionia di Alexandra.
“Provengono da una pagina WEB.
Guarda qui, Serra: ASTA CONCLUSA. Vuol dire che la ragazza verrà venduta al più
presto.”
“Cazzo Ghiro dobbiamo trovarla!”
“Provo ad analizzare il video..”
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