Con tutto l'amore che posso

di kikka15
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un anno dopo... ***
Capitolo 2: *** Ricordi ***



Capitolo 1
*** Un anno dopo... ***


Lily Evans si lasciò cadere sul divano massaggiandosi le tempie. Era stanca. Stanca di avere costantemente paura, stanca di quella guerra. C’era troppo da sopportare.
E non aiutava certo il fatto che fosse stracolma di lavoro…tra il suo incarico al Ministero e i preparativi per il matrimonio non aveva più un attimo.
Guardò il calendario appeso al muro e istintivamente sorrise.
Il 30 gennaio. Il suo compleanno. Il suo pensiero vagò ad un anno prima…i fiori di James, il suo regalo…quella collana che aveva sempre al collo, la prima volta che gli aveva detto “ti amo”… Hogwarts…Solo un anno prima sembrava tutto così facile… sospirò.
Sentii un leggero ticchettio e si voltò verso la finestra. La civetta di James era lì. Sorrise, si alzò e aprì la finestra. Il gufo le si poggiò sulla spalla e tese la zampa. Lily prese la lettera.
 
Oggi è un grande giorno. Quindi basta musi lunghi e brutti pensieri.
Oggi ce la metteremo tutta per divertirci, e se proverai a protestare giuro che ti costringerò con la forza. Preparati e fatti bella!! Io passo a prenderti quando finisco di lavorare…Malocchio ci sta sfruttando..
Ti amo futura signora Potter, e non permetterò a nessuno di rovinare il tuo compleanno.
James
 

Lily non poté fare a meno di ridere. James aveva sempre questo effetto su di lei…la faceva stare bene…riusciva a capirla, a consolarla quando serviva…ma anche a costringerla a fare cose che non voleva per poi uscirsene con un “te l’avevo detto” soddisfatto quando vedeva che lei si divertiva.
Come quel giorno…
Il sorriso di Lily si fece più ampio mentre si spogliava e si infilava sotto la doccia.
 
Il 30 Giugno 1978…il loro ultimissimo giorno di scuola.
Lily era ancora distrutta per la morte dei suoi genitori, e non chiedeva di meglio che starsene seduta in poltrona a guardare fuori dalla finestra. James le era stato più vicino di chiunque altro, e aveva sempre rispettato i suoi desideri, ma quel giorno aveva deciso che era indispensabile uscire. E non aveva voluto sentire ragioni. Così, di malumore e piuttosto irritata, Lily si era ritrovata a passeggiare nel parco con il suo ragazzo, quando questi, improvvisamente aveva detto di doverle mostrare una cosa e l’aveva trascinata sulla torre di astronomia…quello che era diventato il loro posto preferito per stare insieme.
Subito l’attenzione di Lily era stata attratta da un biglietto che levitava davanti a lei.
Aveva lanciato uno sguardo interrogativo a James che l’aveva esortata ad aprirlo con un cenno.
E lei l’aveva fatto. Nella bustina c’erano un biglietto e un anello.
Lily aveva fissato per un attimo l’anello e poi aveva letto il biglietto. Due semplici parole che l’avevano lasciata a bocca aperta.
 
Vuoi sposarmi?
 
Si era immobilizzata.
“Allora Lily?” aveva detto James “Vuoi sposarmi?”
Lei lo aveva fissato a bocca aperta. Ancora troppo incredula per proferir parola.
Lui l’aveva guardata dritta negli occhi.
“So che non te l’aspettavi.” aveva detto “E so che non stiamo insieme da tanto. Ma io ti amo più della mia stessa vita. E ormai non riesco più a immaginarmi lontano da te, quindi…”
Le sue parole erano state troncate da Lily che gli aveva buttato improvvisamente le braccia al collo e lo aveva stretto forte.
“Si,si,si!!” aveva esclamato
James l’aveva allontanata da sé per poterla guardare. Aveva un’espressione raggiante.
“Davvero?”
Lei aveva annuito con le lacrime agli occhi. “Ti amo” aveva detto prima di baciarlo.
Lui l’aveva stretta forte “Anch’io” aveva mormorato.
 
Lily si rilasso sotto il getto di acqua calda. Ormai mancava poco alle nozze. E non c’era stato neanche un singolo giorno in cui aveva rimpianto quella scelta. Amava James. Lo amava con tutta se stessa. Era la persona che voleva accanto per il resto della sua vita. E sapeva che anche lui l’amava, anche con i suoi sbalzi di umore e le crisi di nervi dell’ultimo periodo.
Quante cose erano successe quell’anno…
Subito dopo la fine della scuola Mary era partita per l’America, e nonostante si scrivessero spesso a Lily mancava la sua amica. Alice si era sposata con Frank Paciock un mese prima. Margaret viveva a casa dei suoi genitori in teoria, a casa di Sirius in pratica. Mentre lei…lei abitava nella casa dei suoi genitori, ma lei e James avevano comprato una casa a Godric’s Hollow dove sarebbero andati dopo le nozze. Peter e Remus cambiavano continuamente lavoro, il primo per la sua goffaggine, il secondo per la sua natura di lupo. Gli altri ragazzi si erano tutti iscritti al corso per Auror, le lezioni erano dure, ma si impegnavano tutti al massimo, spronati dalla guerra che procedeva implacabile.
Non era stato un periodo tutto rose e fiori…i bei momenti non erano mancati, quelli in cui Lily poteva far finta di niente e passare le giornate stretta fra le braccia di James o in compagnia di tutti i loro amici…ma c’erano stati anche giorni di paura, dolore e tensione.
Come la morte dei suoi genitori…nonostante fossero passati molti mesi Lily sentiva ancora una stretta al cuore ogni volta che riviveva quei momenti...
 
Era un caldo giorno di maggio, James si stava allenando a Quidditch e Lily si era messa a studiare sotto un albero nel parco.
Stava leggendo un libro di Incantesimi quando la McGranitt le si era avvicinata, agitata.
“Signorina Evans” aveva detto “Il professor Silente vorrebbe parlare con lei…la aspetta nel suo ufficio”
Incuriosita, Lily si era avviata con la professoressa nello studio del Preside.
Lì Silente le aveva dato la notizia, giunta da una lettera di Petunia…la lettera in questione informava il mago dell’accaduto con la massima freddezza, senza fornire dettagli sul funerale. I suoi genitori erano morti in un incidente d’auto mentre tornavano a casa una sera.
Lily aveva sentito il mondo crollarle addosso. Voleva piangere ma non ci riusciva. Era troppo sconvolta, sorpresa, disperata. Il professore l’aveva consolata come poteva, dicendole inoltre di essere riuscito a scoprire che il funerale avrebbe avuto luogo il giorno dopo, alle 11, e che ovviamente l’avrebbe esonerata dalle lezioni per darle la possibilità di andarci.
Lily non ricordava come, ma era riuscita ad arrivare in dormitorio. Si era lasciata cadere sul letto e si era rannicchiata su se stessa. Le sue amiche erano entrate, avevano provato a scuoterla, ma lei non dava segni di voler reagire. Sebbene lontani i suoi genitori erano stati tutto per lei…e la consapevolezza che sua madre  non l’avrebbe più abbracciata, che suo padre non l’avrebbe più presa in giro affettuosamente…era troppo da sopportare.
Poi era arrivato lui. Seriamente preoccupate, le sue amiche erano andate a chiamare James, sperando che almeno lui sarebbe riuscito a fare qualcosa. Chissà come era riuscito a salire nella sua stanza. Si era accovacciato in modo da poterla guardare dritta in faccia.
Era preoccupato, glielo si leggeva in faccia. Le aveva accarezzato leggermente i capelli.
“Ci stai facendo preoccupare tutti sai?” aveva detto “Mi vuoi dire cosa è successo?”
Senza dire niente Lily gli aveva teso il la lettera della sorella che ancora teneva stretta in mano.
James l’aveva letta. Il suo viso era passato dalla sorpresa, alla rabbia, quando si era reso conto della freddezza nei confronti di Lily da parte della donna che l’aveva scritta, alla tristezza, quando aveva capito perché la ragazza stava così male.
Si era messo a sedere e l’aveva stretta a sé. Le aveva mormorato parole di conforto, e stretta fra le sue braccia, finalmente Lily era riuscita a piangere. Aveva versato tutte le lacrime che aveva, singhiozzato, urlato… e poi, sfinita dalla sofferenza, si era addormentata.
James le era stato vicino più che poteva, l’aveva accompagnata al funerale, aveva cercato di proteggerla dalle occhiate della sorella (chissà come si era trattenuto dal lanciarle una fattura), le aveva dimostrato di esserle vicino. Sempre.
 
Ed era ancora lì…vicino a lei…Lily lo sapeva bene…ed anche i Potter gli erano stati molto vicini. Erano diventati come una seconda famiglia per lei…
Lily si scosse..chiuse l’acqua, si avvolse in un accappatoio e si guardò allo specchio.
Sorrise. Avrebbe fatto come diceva James. per quel giorno basta brutti pensieri.


Sono tornata!!!
Spero che ci sia ancora qualcuno...!!!
Scusate per la lunga assenza, ma è stato davvero un brutto periodo...solo ora ho ricominciato a scrivere, e spero davvero che questo seguito vi piaccia!!!
Un bacio enorme!!
Kikka

Aveva sempre desiderato fare l’Auror, come suo padre, ma da quando aveva cominciato il corso al Ministero era sempre sfinito. Il suo insegnate, Alastor “Malocchio” Moody, uno degli Auror migliori di tutti i tempo, era un tiranno. Li sfruttava fino all’ultimo. Vigilanza costante!!
James alzò gli occhi al cielo, va bene che erano tempi difficili, ma a star a sentire lui avrebbe dovuto guardarsi le spalle anche da sua madre.

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Capitolo 2
*** Ricordi ***


James Potter camminava velocemente per i corridoi infilandosi una giacca.
Aveva sempre desiderato fare l’Auror, come suo padre, ma da quando aveva cominciato il corso al Ministero era sempre sfinito. Il suo insegnate, Alastor “Malocchio” Moody, uno degli Auror migliori di tutti i tempo, era un tiranno. Li sfruttava fino all’ultimo. Vigilanza costante!!
James alzò gli occhi al cielo, va bene che erano tempi difficili, ma a star a sentire lui avrebbe dovuto guardarsi le spalle anche da sua madre.
Quel giorno aveva finito ad un orario decente però, così si stava affrettando per i corridoi del Ministero. Sarebbe andato a casa, una doccia veloce e poi sarebbe andato da Lily. La sua ragazza aveva bisogno di svagarsi un po’, specialmente quel giorno.
James si fermò nel grande atrio, girò su se stesso e sparì.
Si Materializzò fuori la porta della casa dei genitori, abitava ancora lì, poiché avevano da poco apportato le ultime modifiche alla casa di Godric’s Hollow.
Sospirò chiudendosi dietro la porta.
“James?” chiese sua madre dal salotto
“Sì!” rispose lui “Sono tornato!”
“E’ arrivata una lettera per te” disse Dorea comparendo sulla porta con una pergamena in mano.
James la prese dicendo “Vado di sopra a cambiarmi”, dopodiché scomparve sulle scale.
Dorea sospirò. A volte pensava che James stesse facendo troppo…tra il lavoro, il matrimonio, le missioni…era fiera di lui, ovvio…ma era pur sempre una madre, e come tale si preoccupava.
 
Dopo essersi chiuso la porta di camera sua dietro le spalle, James aprì la lettera, riconoscendo la grafia di Silente. La lesse.
 
James, dobbiamo parlare di una faccenda. Non è mia intenzione rovinare il compleanno di Lily, possiamo vederci domattina. Tutti. Augura buon compleanno a Lily da parte mia.
Albus

 
James sospirò. Un’altra riunione. Perfetto.
Era fiero di far parte dell’Ordine della Fenice. E sapeva che era stata una sua scelta. Ma era davvero esausto in quel periodo.
Ricordava ancora il giorno in cui era entrato a far parte dell’Ordine.
Era il primo settembre. Il primo dopo sette anni che non trascorreva sull’Espresso per Hogwarts.
Si erano tutti riuniti a casa di Sirius…lui, Lily, Margaret, Remus, Peter, Alice e anche Frank, che ormai era diventato parte del gruppo. Stavano chiacchierando tranquillamente quando era arrivato  un gufo di Silente che gli chiedeva di incontrarsi al più presto.
Si erano smaterializzati tutti fuori i cancelli di Hogwarts. Era primo pomeriggio, gli studenti erano ancora in viaggio, così il castello era stranamente silenzioso…il Preside li aveva accolti e li aveva portati nel suo studio.
Senza troppi giri di parole aveva spiegato a tutti loro l’esistenza dell’Ordine della Fenice e la sua funzione.
“La guerra si fa sempre più dura” aveva detto “I seguaci di Voldemort continuano a fare stragi ovunque…temo che presto il suo potere crescerà ancora di più….è per questo che vi ho chiamati. Abbiamo bisogno di persone dalla nostra parte. Voi siete tra gli studenti più capaci passati da Hogwarts…siete giovani è vero, ma io non dubito del vostro coraggio e delle vostre capacità. Ovviamente questa è solo una proposta, non è mia intenzione costringervi a fare alcunché… se non vi sentite pronti capisco perfettamente…se invece lo siete…volete entrare a far parte dell’Ordine della Fenice?”
Dopo il lungo discorso Silente si era appoggiato allo schienale della sua sedia e li aveva guardati  intensamente attraverso gli occhiali a mezzaluna.
I ragazzi si erano guardati: sorpresi, sconcertati, eccitati…
“Io ci sto” aveva detto Sirius “Non chiedo di meglio che dare una lezione a quella gente” poi aveva guardato  James, che aveva sorriso:
“Non ti lascerei mai solo amico” aveva detto  “Ci sto anch’io”
“Anch’io” aveva affermato Remus
Ad uno ad uno tutti i ragazzi avevano acconsentito. Anche Peter, seppur con qualche titubanza.
Silente aveva battuto le mani e sorriso. “Perfetto!” aveva detto “Sono davvero orgoglioso di voi”
 
Due ore dopo, a casa Evans James e Lily stavano litigando furiosamente
“Cosa vuol dire che non vuoi che entri a far parte dell’Ordine?” aveva chiesto Lily, furiosa.
James aveva alzato gli occhi al cielo “Per l’amor del cielo Lily!” aveva esclamato, altrettanto arrabbiato “Non ho detto questo!”
“Ah no? A me era sembrato proprio così invece! Non puoi tenermi fuori James!”
“Diamine Lil, io non voglio tenerti fuori! Voglio proteggerti!”
“Che tu ci creda o no non puoi proteggermi da tutto e sempre! Per quello che ne sappiamo potrei anche cadere dalle scale domani e rompermi l’osso del collo.”
A James era scappato un mezzo sorriso “E questo cosa c’entra?”
Lily sospirò leggermente più calma “Il fatto è James, che non sappiamo cosa succederà. Capisco che vuoi proteggermi, ma non puoi farlo sempre. Là fuori uccidono i Mezzosangue. Io sono in pericolo anche quando vado a fare la spesa”
James aveva scosso la testa “E’ diverso…”
“Forse, ma tu non mi impedirai di combattere”
Lily aveva una scintilla negli occhi, e vedendola James aveva capito che continuare a parlare era perfettamente inutile.
“Ho paura Lil” aveva detto, ora calmo “Ho paura di quello che potrebbe succedere…ho paura di perderti…io non ho intenzione di impedirti di fare ciò che vuoi…ma sapere che rischi la vita ogni giorno…” James fu scosso da un brivido.
Lily aveva sorriso e lo aveva abbracciato. Lui l’aveva strinta forte, aggrappandosi a lei.
“Non mi perderai” aveva detto lei stretta contro il suo petto “Ti prometto che farò di tutto per tornare da te ogni volta…credi  che non abbia paura anche io? Di perdere te?” Lily aveva alzato lo sguardo e lo aveva fissato negli occhi “Ma non possiamo vivere nella paura James. Qualsiasi cosa succederà noi l’affronteremo. Al momento. Combatteremo insieme per un futuro sereno. Per noi”
 
James sorrise e iniziò a cambiarsi. La sua Lily. Trovava sempre le parole giuste. Sapeva capirlo, farlo ridere. Da quella volta avevano affrontato diverse missioni per conto dell’Ordine. Non avevano mai fallito. Si erano sostenuti a vicenda, avevano combattuto, insieme.
 
James scoppiò improvvisamente a ridere ricordando la volta che, quando erano ancora ad Hogwarts, lui e Sirius avevano confessato a Lily e Margaret di essere Animagus.
Conoscendo bene Remus, entrambe sapevano che era un lupo mannaro, lo avevano capito parecchio tempo prima…ma quella notizia le aveva lasciate a bocca aperta.
Margaret si era ripresa subito, chiedendo a Sirius di farle vedere in cosa si trasformava, e quando il grosso cane nero le era saltato addosso leccandole la faccia, era scoppiata a ridere e aveva iniziato a giocare con lui.
Lily invece aveva cominciato a blaterare frasi sconnesse, chiaramente stupefatta.
“Ma…ma…come…insomma….tu….voi….è illegale….potreste finire ad Azkaban!”
James aveva alzato gli occhi al cielo “Non fare la guastafeste Lil…non ci ha mai scoperto nessuno, ed è molto più divertente così!!”
Lily aveva ancora un espressione accigliata, chiaramente divisa tra la voglia di riderci su e la sua fissazione per le regole, quando Sirius aveva cominciato a rincorrere anche lei.
Lily aveva corso per tutta la stanza gridando “Sirius….Sirius basta dai!!! Insomma fermati!!”
Alla fine era scoppiata a ridere anche lei e si era rifugiata sul letto accanto a James. Risero per ore tutti insieme, mentre i ragazzi raccontavano le loro avventure da animali…
 
James guardò l’orologio. Doveva sbrigarsi. Doveva passare da Lily e portarla da Sirius dove avevano organizzato una piccola festicciola per lei.
Si mise la giacca e si Smaterializzò.

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