Memorie di una vita passata ad inseguire le stelle

di ghirigoro
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il concerto ***
Capitolo 2: *** The lake ***



Capitolo 1
*** Il concerto ***


Memorie di una vita passata ad inseguire le stelle

Scrivo queste memorie perchè possa dire, un giorno, di non aver dimenticato niente.

Ti ricordi come ci siamo conosciuti?
Io sì.
La mia amica Mary aveva una cotta per Jimmy Page, e in qualche modo era riuscita ad avere i pass per il backstage, e mi aveva costretta ad andare con lei al vostro concerto.
Lei continuava ad urlare e a piangere, aveva cominciato già in macchina, mentre guidava (non so come abbiamo fatto ad arrivare tutte intere allo stadio), e a metà concerto non aveva ancora finito.
Eravate fantastici.
All'epoca non avevo ancora trovato una band che mi piacesse veramente, e in un attimo mi ero innamorata di voi.
Mary si era già scolata tre birre per l'ansia e strillava le parole delle canzoni, sempre piangendo, così mi ero allontanata per sentire meglio.
La tua voce... ero come ipnotizzata, non riuscivo nemmeno a pensare ad altro, ma le quinte erano così affollate che non riuscivo a vedere nemmeno il pubblico, figuriamoci voi.
Passai il concerto più bello della mia vita a chiedermi quale dio avesse una voce così stupenda.
In un attimo lo show era finito, e voi stavate salutando il pubblico.
Non so come fece, ma Mary mi trovò e mi trascinò nei camerini (come se potessi esserle d'aiuto per rimorchiare Jimmy) e mentre entravo mi sbatté contro il vostro batterista, e mi pietrificai per l'imbarazzo.
Dentro quello che sembrava essere un salotto c'erano solo lui e Jimmy, quindi mentre la mia amica si attaccava come una sanguisuga al vostro chitarrista cominciai a parlare con Bonzo. Scoprii subito quanto quel tipo fosse fulminato: dopo nemmeno due minuti stavo ridendo fino alle lacrime ed inciampai all'indietro.
Su di te, che stavi entrando.
Eri a petto nudo ed eri sudato, e avevi sorriso dicendomi di stare attenta. Avevi dei pantaloni di pelle attillati e dovetti fare un grande sforzo per distogliervi lo sguardo.
Spiccicai qualche scusa, incapace di articolare un pensiero diverso da "Oh mio Dio, quanto è bello!", e tornai a parlare con Bonzo, spiandoti con la coda dell'occhio e sperando di evaporare.
John era piuttosto scocciato: credo che ci avrebbe volentieri provato con me se non fosse stato per la mia improvvisa botta di ormoni nei tuoi confronti.
In ogni caso il buon Bonzo non avrebbe fatto centro lo stesso: avevo un ragazzo, Nick, un completo idiota molto bravo a letto.
Vedendomi distratta, comunque, Bonzo se ne andò, e così rimasi impalata a fissare Mary che pomiciava con Jimmy, supplicandola telepaticamente di portarmi via. Ma chiaramente niente, niente, l'avrebbe convinta ad alzarsi da quel divanetto.
Poi, per chissà quale motivo, ti avvicinasti e mi chiedesti se volevo qualcosa da bere, e per poco non mi misi ad urlare.
Ti risposi che mi andava bene qualsiasi cosa, e che il concerto mi era piaciuto da morire, sebbene le due cose non c'entrassero niente tra loro: ero troppo agitata per riuscire a fare un discorso che filasse.
Mi porgesti una lattina e ringraziai il cielo per non aver rovesciato la birra, visto come mi tremavano le mani.
Ci sedemmo sul divanetto, abbastanza lontani da Mary e Jimmy, vicini. Sentivo la tua gamba strusciare contro la mia, pelle nera contro jeans, ed avevi un buon odore.
Cominciammo a parlare, saltavi da un argomento all'altro e io ti seguivo a ruota, perchè tutto ciò che volevo era essere lì a parlare con te.
Forse non avevi idea di quanto fossi eccitante, e tra una parola e l'altra mi sfioravi le braccia e i fianchi, facendomi morire.
Stavo andando in fibrillazione e mi sforzavo di non sorridere come un'ebete ogni volta che aprivi bocca, e fu davvero difficile non saltarti addosso.
Non sapevo neanche il tuo nome.
-Robert, io e Maddy andiamo di là.-
Era stato Jimmy ad interromperti, mentre mi parlavi delle tue canzoni, ed ammutolii.
Quando sparì in una stanza con la mia amica, sbuffai scioccata.
-Si chiama Mary.- sibilai, e tu ti mettesti a ridere.
Mi dicesti di lasciar perdere il tuo amico e mi chiedesti quale fosse il mio, di nome.
-Judith.-
Lo ripetesti, scandendone le lettere, per un attimo che durò tantissimo, e mi innamorai del modo in cui lo pronunciavi, con quella voce magnifica.
D'improvviso la stanza si fece calda, e la tua gamba contro la mia bollente.
Non so nemmeno come ci finimmo, nella tua stanza all'hotel, ricordo solo le tue mani sulla mia pelle, i tuoi capelli che mi sfioravano il petto e la tua voce, così calda e suadente, che si insinuava nella mia mente.
E quella era la prima volta che ti vedevo.

Non so te, ma quando mi svegliai ero completamente sconvolta.
Quella mattina sarei dovuta essere a casa mia, con quell'idiota di Nick, con Mary ubriaca addormentata sul divano.
Invece ero nel tuo letto, con te... beh, Mary ubriaca sul divano c'era, ma il divano era di Jimmy.
Non riuscivo a crederci. Era veramente tuo quel braccio che mi cingeva le spalle, era tua la cascata di ricci biondi sul cuscino?
Sì.
Dio benedica Mary Stuart e le sue cotte.
Rimasi un bel po' a guardarti, finché non ti svegliasti.
Ricordo che entrava poca luce dalle finestre e ti colpiva in pieno viso, tanto che non riuscivi ad aprire bene gli occhi.
Cominciasti a parlare di un sogno che avevi fatto, e dicesti che quella situazione (io e te a letto, accecati dalla luce) te lo ricordava terribilmente.
Non feci in tempo a rivestirmi che già mi stavi offrendo una pasticca.
Ti dirò la verità, la presi solo perchè volevo fare la grande, non volevo sembrarti una bambina, e poi mi fidavo di te, altrimenti non l'avrei mai, mai nemmeno toccata.
Appena due secondi dopo averla mandata giù cominciai a stare male: ti chiedo ancora scusa per averti vomitato sulle lenzuola pulite.
E quella era la mia prima esperienza con la droga.
Mi portasti a casa mia quella sera, dopo esserti preso cura di me perchè ti dispiaceva che stessi male per colpa tua.
Passai due giorni interi a vomitare e a stare male, Nick credeva fossi incinta e coninuava a rompermi.
Ero arrivata ad un punto di non-sopportazione così critico che lo mandai al diavolo e lo sbattei fuori di casa: probabilmente fu la cosa più intelligente che avessi fatto durante quel mese, dopo essere venuta al vostro concerto, chiaramente.
Quando finalmente cominciai a stare meglio Mary mi piombò in casa dicendo che i Led Zeppelin ci avevano invitate di nuovo da loro.

Il fato mi sorrideva così spesso, in quei giorni, che doveva avere una paralisi facciale.

Quella sera arrivammo alla villa che avevate affittato leggermente in ritardo: avevo passato venti minuti buoni a urlare a Mary di uscire dal mio bagno e di muoversi, ma lei doveva truccarsi! Come al solito si era ridotta a fare le cose all'ultimo.
Eravamo eccitate, lei perchè poteva rivedere il suo adorato Jimmy (che se l'era fatta e poi l'aveva mandata via) e io perchè potevo vedere te.
Avevo messo uno dei miei vestiti migliori, ti ricordi? Verde scuro, corto e scollato.
Quando entrammo Mary ebbe una crisi isterica: e se Jimmy non ci fosse stato? E se non l'avesse guardata nemmeno? E se avesse preferito stare con tutte quelle altre ragazze che c'erano?
Cercai di confortarla, anche se anche io ero preoccupata per le stesse ragioni.
Ricordo che il vedere tutte quelle ragazze intorno ai tuoi amici mi fece arrabbiare molto.
Avevo una visione molto egoistica di quello che desideravo: volevo te, mio e basta.
Pggi penso che fosse un concetto abbastanza infantile, scontato e anche poco realistico: tu eri una rockstar. dannazione, era ovvio che le groupies ti sciamassero intorno come api.
Insomma, ero io contro mezzo miliardo di puttane.
Beh, questo almeno era il modo in cui le vedevo, specialmente in quell'occasione, dopotutto presto imparai che non erano proprio tutte puttane. Anche se la maggior parte... Ma ci arriveremo.
Una di queste... signorine si avvicinò a me e a Mary e ci chiese chi ci avesse invitate.
Mary diventò rossa, ed assunse una posizione da guerriera: petto in fuori, mento alto, pugni serrati.
Cavolo, credevo che l'avrebbe picchiata.
E invece, con una calma quasi incredibile, rispose fieramente che era stato Robert Plant.
Ero certa che fosse stato Jimmy, e invece... Stavo per mettermi a gridare per la felicità.
Tu volevi rivedermi, allora!
C'era solo un problema: dove diavolo eri?
La ragazza ci portò in giardino, non era molto illuminato (suppongo fosse per aumentare l'atmosfera "sesso-ovunque") e lì c'erano altre ragazze, sedute intorno ad un falò, a cantare qualcosa di abbastanza stonato accompagante dalla chitarra di Jimmy.
Inutile dire che Mary si fiondò a cantare a squarciagola praticamente addosso a lui.
Page sembrava abbastanza divertito: anche lui aveva colto quella vena di ridicolo nell'adorazione senza freni della mia amica.
Non riuscendo a concentrarmi sul coro di voci (ognuna sembrava cantare una canzone diversa), mi misi a fissare gli alberi, mentre chiaccheravo con due o tre ragazze sul concerto di qualche giorno prima, quello a cui ero venuta.
All'improvviso ti vidi spuntare dagli alberi, ctretto tra tre ragazze, e, mio Dio, mi incazzai da morire.
Avrei voluto strappar via Mary dal braccio di Jimmy, ma visto che al chitarrista quell'arto serviva per guadagnarsi da vivere me ne andai da sola.
Sono sicura di aver spaventato quelle poverette che fino ad un secondo prima mi stavano parlando.
Mentre camminavo furiosa attraverso il salotto urtai un ragazzo con i capelli a caschetto: gli feci rovesciare mezzo bicchiere per terra.
A quanto pare sbattere contro i componenti dei Led Zeppelin era la cosa che mi riusciva meglio.
Così, mentre mi scusavo mortificata con John Paul Jones qualcuno mi passò una mano sulla schiena.
Mi girai ed eri tu, con un sorriso che ti andava da un orecchio all'altro.
-Sei venuta!-
Se prima volevo prenderti a schiaffi, adesso non vedevo l'ora di stare con te.

Ok sono abbastanza sconvolta da ciò che il mio cervello ha partorito.
Spero che nessuno mi manderà squadre di assassini a casa Q _ Q
Se vorrete insultarmi a morte o farmi sapere che ne pensate, sappiate che non aspetto altro che qualche commentino!
Arrivederci!

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Capitolo 2
*** The lake ***


Quella situazione sfiorava i limiti del ridicolo. Dio, lo squalo?! Mi stavano prendendo per il culo?!

Ho un ricordo nitido di quel che successe dopo che venisti da me.
Mi portasti in giardino,dove le altre ragazze mi lanciavano occhiatacce inviperite, e cominciasti a parlare di quello che avevi fatto in quei giorni, delle canzoni che avevate modificato, di quello che Jimmy e Bonzo avevano detto e fatto.
Quando ti chiesi di Jones mi sorridesti, dicendo che di lui non c'era mai niente da dire, perchè era così assorbito dai suoi complicati ragionamenti da sparire senza rendersene conto.
A me invece era sembrato solo timido: era arrossito e mi aveva chiesto se mi ero bagnata, senza mai guardarmi in faccia.
In ogni caso, non rimasi troppo tempo a riflettere su John, perchè ciò che mi raccontavi era molto più interessante.
Era buio pesto e mi aggrappavo al tuo braccio per non andare a sbattere contro gli alberi, e tu ridevi quando inciampavo nelle radici sporgenti.
Non so per quanto camminammo, forse un quarto d'ora, finché non mi fermasti.
Le luci della villa erano sparite, e non avevo la più pallida idea di dove fossimo.
-Qua vicino c'è un lago, ti va di fare il bagno?- mi chiedesti.
Certo che mi andava, così mi portasti sulla riva oltre gli alberi e ci spogliammo.
Mio Dio, certo che ero proprio incosciente da giovane! Non mi facevo alcun tipo di problemi a togliermi i vestiti... o almeno non per te.
L'acqua era abbastanza fredda, sebbene avesse fatto caldo per tutto il mese, e, immersa fino alle spalle, non riuscivo a vedere oltre il reggiseno.
Ti tuffasti come un bambino, e vidi sparire in quelle acque scure i tuoi capelli biondi.
Mi chiesi quante altre avessero visto la stessa scena, lì al lago.
Stranamente la cosa non mi diede molto fastidio, insomma, ero già fortunata ad essere lì.
Decisi che invece di tormentarmi mi sarei goduta ogni momento con te, senza mai fare scenate patetiche.
Però i secondi passavano, e tu non riaffioravi.
Cominciavo a preoccuparmi, finché non sentii l'acqua muoversi dietro di me.
Ritornai a riva per raggiungerti, e ti trovai con Jimmy, che se ne stava sdraiato sulla sabbia con un braccio a coprirsi gli occhi.
Ti stava dicendo che "quella Mary" lo stava spaventando.
Appena si accorse di me si zittì e si tirò su, ma avevo sentito tutto.
Jimmy mi ha sempre rinfacciato quello che dissi in quel momento.
-Sei il suo idolo, non puoi pretendere che stia calma quando sei a pochi centimetri da lei!-
Se avessi saputo tutta la storia, e cioè che Mary lo aveva chiamato circa venticinque volte per farsi invitare quella sera e che aveva appena spintonato una ragazza perchè gli stava troppo vicina... beh sarei stata zitta.
Ma non lo sapevo, e la difesi strenuamente.
Mary, in fondo, era una delle mie migliori amiche, e sebbene avessi intuito un qualcosa di esagerato nel suo interesse per mr. Page non mi era mai passata per la mente l'idea che potesse essere... soffocante?
Ci fu una lunga pausa, e cominciai a credere che il mio ardore stesse diventando oltremodo imbarazzante, e tu di punto in bianco invitasti Jimmy a nuotare con noi, e lui accettò.
A ripensarci la presi molto bene, direi proprio che ne fui entusiasta... diciamo che lo vidi come un'occasione per conoscere meglio sia te che Jimmy.
Quel ragazzo mi incuriosiva, aveva qualcosa... non so come definirlo. Come qualcosa di familiare.
Avevo comunque quella strana sensazione allo stomaco di quando si sa di aver perso un'occasione unica, ma la scacciai subito e vi raggiunsi al largo.
Jimmy era abbastanza cinico: criticava le groupies, il loro comportamento, e non risparmiava frecciatine dirette a Mary e a me.
Tu mi facevi l'occhiolino e ridevi, invitandomi a non accogliere la provocazione.
Ad aggravare la situazione, arrivò subito un gruppetto di ragazze, che cominciarono a strillare, si spogliarono -almeno io l'intimo ce l'avevo addosso- e si gettarono in acqua.
Mentre ti circondavano, spruzzando acqua tra risate squillanti, non sembrarono notare granché Jimmy, anche perchè si era subito allontanato.
Osservavo il vostro gruppetto con un sopracciglio alzato.
Alcune di loro facevano finta di scappare, e tu le inseguivi e le afferravi.
Strillavano "Aah lo squalo!" e si dimenavano nell'acqua come se fossero fuori di testa.
Quella situazione sfiorava i limiti del ridicolo. Dio, lo squalo?! Mi stavano prendendo per il culo?!


So solo che è una vera fortuna che nessuno di noi tre sia annegato.

Alla fine decisi di seguire Jimmy: ero contrariata e volevo chiedergli che diamine avesse contro di me.
Lo ritrovai a galleggiare a pancia in su, ad occhi chiusi.
Gli chiesi se avessi fatto qualcosa di male, ma nemmeno si voltò: rimase lì, a fare il morto nell'acqua scura.
Decisi di non muovermi e di aspettare. Non avrebbe di certo potuto ignorarmi per sempre, no?
-Voglio che la tua amica non si faccia più vedere. Devi dirglielo tu.- disse improvvisamente.
-Come devo dirglielo io?! Hai idea di com'è isterica?!-
-Sì, mi ha chiamato venticinque volte per convincermi ad invitarla, una volta si è presentata a casa di Bonzo e poco fa,- si voltò a guardarmi, tornando in piedi nell'acqua; -poco fa ha spinto via Grace perchè mi stava troppo vicina. Quella è pazza!-
Scoppiai a ridere: aveva un'espressione esilarante, ed aveva gesticolato per tutto il tempo!
Va bene, ci avrei parlato io, addolcendo la pillola chiaramente.
Tu eri venuto a cercarmi, ti ricordi?
Ecco, arrivasti proprio in quel momento, quando gli stavo promettendo che ci avrei pensato io a Mary.
Avevi una ragazza allacciata al collo, e me la presentasti: era Maureen, ed aveva origini indiane. Era bellissima, e sembravi entusiasta di lei.
Mi sorrise, in fondo non era come le altre, che si sarebbero di certo vantate.
Ma già dal primo momento che la vidi capii che aveva qualcosa che io non avrei avuto mai, solo che non sapevo ancora cosa.
Jimmy ti osservava silenzioso, con un sorriso rassegnato nascosto nell'acqua: mi disse più tardi che era come se tu vivessi in simbiosi, con le groupie. Come un tronco con il muschio, o un anemone con i pesci.
Eri fatto per amare, con il corpo e con il cuore.
Diamine, come era poetico quel ragazzo! Peccato che fosse così stronzo.
Ma torniamo al lago: tu e Maureen vi metteste a parlare di magia e rituali, ed io ascoltavo in silenzio mentre Jimmy mi intrecciava le ciocche.
Non sapevo se mi desse più fastidio il fatto che stessi parlando con lei di cose che io non conoscevo o il fatto che il tuo amico mi tirasse apposta i capelli, ridendosela sotto i baffi.
All'improvviso avesti uno dei tuoi attacchi di amore incondizionato, ti girasti e rimanesti a lungo a guardarmi, sorridendo. Maureen tacque e mi guardò male, intuendo di non essere più degna di attenzione.
Non ricordo neanche di averla vista andare via, so solo che dopo un po' non c'era più.
-Sei bellissima, Jude!-
Mi baciasti, trascinandomi sott'acqua per l'impeto.
Jimmy scoppiò a ridere, con i suo modi pacati e silenziosi.
Ti propose qualcosa all'orecchio, e ti vidi fare un largo sorriso, mentre lui scivolava dietro di me e mi accarezzava la schiena.
Non so come fosse potuto succedere quello che accadde dopo.
So solo che è una vera fortuna che nessuno di noi tre sia annegato.


Hello, miei cari lettori!

Non mi avete ancora mandata a quel paese, meno male!
Mi aspettavo una folla inferocita sotto casa, davvero!
Ringrazio di cuore tutti quelli che hanno letto, seriously, mi avete fatta felice * *
E grazissimo anche a chi non mi ha insultato nelle recensioni, nel capitolo precedente!
Thaaank you all!

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