Cantarella e Belladonna (Frammenti di due assassini)

di Persychan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primordi di un assassino (Nove - Sedici) ***
Capitolo 2: *** Evoluzione di un assassino (Diciotto - Fino alla Fine) ***
Capitolo 3: *** Il luogo di un assassino (Qualunque) ***



Capitolo 1
*** Primordi di un assassino (Nove - Sedici) ***


Titolo:Cantarella e Belladonna
Fandom:Originale
Personaggi:Enea/ Isaia. Personaggi della Famiglia Rivolta
Set di temi:Delta
Parte: 1/??
Note: - non betata
- L’ambientazione è quella di Katekyo Hitman Reborn e in storie successive potranno comparire, sia nominati che in persona, vari personaggi della serie. Per il momento si tratta di una sorta di storia parallela ambientata nello stesso universo in contemporanea con gli avvenimenti che hanno come protagonisti Tsuna e guardiani. In fondo la famiglia Vongola è una della tante famiglie mafiose italiane.
[Per altre storie della stessa ambientazione andate qui]
- Sangue/sesso/violenza e assassini psicopatici
- Allora queste 50 frasi sono state scritte parecchio tempo fa, in concomitanza con un contest, ma sono state ora in parte sistemate e rimodernate,  oltre ad essere divise in sezioni a seconda dell'argomento o dell'anno di ambientazione. Riprendono molti punti della vita, fino circa ai diciotto anni di Isaia, dei due assassini.
 

Cantarella e Belladonna
 
Primordi di un assassino
(Nove - Diciassette)

 

(Isaia Monforte, detto Il Borgia. Il bambino dagli occhi di Belladonna.)

#02 - Treno: Era l'unico bambino sul vagone - e probabilmente sull'intero treno vista la sua destinazione - ma non ci fece molto caso, non erano rare situazioni simili per lui, nonostante questo fu felice di vedere la massiccia figura di Enea qualche posto più avanti.
 
#01 - Sonno: Celeste non gli aveva mai letto favole quindi la competenza di Isaia sull'argomento era assai scarsa - lacuna che era intenzionato a colmare il prima possibile - ma aveva capito che l'attimo successivo al bacio di Enea era, senza alcuna ombra di dubbio, il migliore per svegliarsi.
 
#14 - Favola: Solitamente i tomi che Isaia leggeva erano spessi, minimo, 5 o 6 centimetri e avevano l'aria consunta e arcana perciò quando lo vide con in mano un libro sottile dalla copertina ricoperta di romantici arabeschi e un titolo incofondibile - Biancaneve - Enea si ritrovò a fissarlo decisamente stupito, ma la replica di Isaia fu solo un alquanto laconico "Interessi scientifici" su cui preferì lui non indagare, si appuntò, però, di non mangiare mele per qualche tempo.

#35 - Bambini: Per quanto desiderasse diventare grande - l'aspetto infantile gli rendeva difficile svolgere molte delle sue mansioni - era anche abbastanza oggettivo da notare i vantaggi che questa situazione comportava, ad esempio poteva stringere la mano di Enea anche in mezzo alla strada senza che nessuno - sua sorella esclusa - rivolgesse loro più di uno sguardo.

#48 - Linea: Il mondo di Isaia era delimitato da una linea che tuttavia non aveva nulla a che vedere con quelle sciocchezze parapsicologiche, come muri emotivi/postraumatici/protettivi/vattelappesca, che chiunque avrebbe tirato fuori in presenza di personalità come la sua - era consapevole che avere dodici anni e una spiccata propensione per i veleni e i cadaveri non era la normalità - si trattava, in verità, di una questione molto più frivola: lui semplicemente divideva il mondo tra le cose rare a cui dava importanza e quelle che, per quel che lo riguardava, potevano benissimo smettere di esistere ed Enea faceva, senza alcuna ombra di dubbio, parte del primo insieme.
 
#12 - Desiderio: Stava per compiere sedici anni quando per la prima volta contò i giorni - per bene, senza mancare di controllare i bisestili e qualche altro calendario - che mancavano al suo diciottesimo compleanno poichè era allora che quello stupido giuramento sarebbe stato sciolto e tutto ciò che desiderava era mostrargli che lo amava - completamente e a suo modo - e che, cazzo, i quasi sedicenni avevano le loro necessità e che soprattutto avevano degli ormoni piuttosto impazienti.
 
#11 - Strappo: Prima dei diciotto anni c'era stato un solo strappo alla regola ed erano i baci: migliaia di baci e di mani distanti sopra lo strato dei vestiti con la sua voce che mormorava come un mantra "Ho giurato, ho giurato" mentre lui impazziva poco a poco.
 
#34 - Meraviglia: Enea non era una persona facile da sorprendere e lo stesso Isaia poteva contare sulle dita di una mano le volte in cui ci era riuscito, ma tra i suoi record personali c'era stato quello di vederlo con il volto pieno di meraviglia quando, intorno ai sedici anni, di ritorno da una missione omicida aveva affermato "Ah, ovviamente io ricambio i tuoi sentimenti."
 

 

(Enea, che nessuno ha mai chiamato in alcun modo perché nessuno è mai sopravvissuto. Colui che fa dell'Arte fumo.)

 
#36 - Eclissi: Prima il suo mondo era stato scuro come immerso in una notte perenne, dopo era comparso Isaia, ma non c'era stata alcuna luce perchè lui non era affatto qualcosa di luminoso, semplicemente quella notte sempieterna si era trasformata nella meravigliosa oscurità di un'eclissi.
 
#21 - Essere: Aveva vissuto a lungo, senza assaporare niente che non fosse nicotina mista a catrame , ma esisteva da poco perché non era trascorsi che brevissimi anni da quando aveva un motivo per esistere e lo aveva incontrato per caso portando lo sguardo su un, allora, bambino dagli occhi troppo grandi e troppo scuri che profumava di sangue.
 
#06 - Cambiare: Enea era un illusionista, il manipolatore per eccellenza della mente umana, forse non il più bravo sulla piazza a livello artistico - le voci su il Guardiano della Nebbia delle famiglia Vongola si sprecavano - ma di certo erano pochi quelli in grado di manipolare non solo gli altri, ma anche se stessi e il proprio comportamento - e abitudini - come lui aveva fatto, e tutto solo per Isaia.
 
#15 - Premio: Enea si chiedeva talvolta per quale motivo avesse accettato di fare quel giuramento invece di prendersi subito ciò che voleva eliminando, se necessario, gli ostacoli - uno in particolare che aveva il nome di Celeste - poi però ne osservava i tratti netti, ormai quasi adulti, gli occhi grandi e scuri, ancora infantili, il corpo slanciato, perso in abiti morbidi che avrebbe tanto voluto sfilare, e le gambe snelle da cerbiatto che riempivano i suoi sogni e si diceva che, alla fine, la sua pazienza sarebbe stata ricompensata.
 
#23 - Garanzia: "Lo giuro, Celeste, sulla mia vita, anzi sulla sua, perchè non esiste nulla di più importante di lui: fino a quando non compirà diciotto anni io non lo toccherò neppure con un dito, neppure se fosse lui a chiedermelo, lo giuro."
 
#26 - Amanti: C'erano voluti undici anni - da quando l'aveva incontrato per la prima volta a nove intento a cercare chissà quale pianta velenosa - ma finalmente il suo giuramento era sciolto.


      

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Capitolo 2
*** Evoluzione di un assassino (Diciotto - Fino alla Fine) ***


Titolo: Cantarella e Belladonna
Personaggi: Enea/ Isaia. Personaggi della Famiglia Rivolta
Set di temi: Delta
Note: - non betata
- L’ambientazione è quella di Katekyo Hitman Reborn e in storie successive potranno comparire, sia nominati che in persona, vari personaggi della serie. Per il momento si tratta di una sorta di storia parallela ambientata nello stesso universo in contemporanea con gli avvenimenti che hanno come protagonisti Tsuna e guardiani. In fondo la famiglia Vongola è una della tante famiglie mafiose italiane.
[Per altre storie della stessa ambientazione andate qui]
- Sangue/sesso/violenza e assassini psicopatici
- Allora queste 50 frasi sono state scritte parecchio tempo fa, in concomitanza con un contest, ma sono state ora in parte sistemate e rimodernate,  oltre ad essere divise in sezioni a seconda dell'argomento o dell'anno di ambientazione.
In questo capitolo quelle dal diciottesimo anno in avanti.
 

Cantarella e Belladonna
 
Evoluzione di un assassino
(Diciotto - Fino alla Fine)
 

{Celeste, colei che fu vita. E che lo sarà sempre.}


#19 - Fratello: Isaia era per molti aspetti un fratello perfetto: era tranquillo, non urlava, faceva quello che gli si diceva di fare e soprattutto ricambiava con altrettanto affetto la sorella, ma aveva un piccolo difetto:l'aver attirato un assassino dalle dimensioni di un armadio con il nome di Enea

#10 - Sentimento: Alla fine anche Celeste - la stoica e ostile sorella - si era dovuta arrendere e ammettere che non si trattava solo di un perverso pedofilo che voleva portarle via il fratello o che, anche se fosse se stato così, il suddetto fratello ricambiava il perverso pedofilo.
 

{Isaia,  colui che è amato dalla Morte. Sarà il veleno sulle tue labbra.}

#18 - Rana: Anche se in ritardo di tre giorni - giorni di cui però non poté mai lamentarsi - alla fine Isaia riuscì ad aprire i suoi regali del suo diciottesimo compleanno e tra i vari capi di vestiario e libri trovò una rana - finta ovviamente - a cui non vi era attaccato nessun bigliettino, però quando questa prese a vibrargli in mano non ci volle molto a capire il mittente e un "Lucio" pronunciato in tono neutro fu l'unica reazione da parte di Enea, beh, questo ovviamente prima di omaggiare - e provare - il regalo.

#46 - Specchio: "So cosa voglio per Natale: uno specchio, uno specchio gigante da attaccare davanti al letto, non credi sia un'ottima idea?" ed Enea concordò.

#28 - Bandiera: Contro la parete uno stendardo, la bandiera di cui l'uomo che aveva appena smesso di contorcersi sul pavimento in preda al dolore era stato tanto fiero, bruciava insieme ai cadaveri e a tutto resto, ma ciò che Isaia notò fu solo che l'azzurro del tessuto, con la luce delle fiamme a tingerlo di rossastro, aveva esattamente lo stesso colore degli occhi di Enea.

#42 - Illuminare: Isaia aveva come la sensazione di essere ad un passo dal trono di Dio, quasi a sfiorarne le vesti, ma non gli era prostrato ai piedi, come gli aveva insegnato la dottrina, era in piedi, invece, e lo sfidava con lo sguardo simile ad un novello Lucifero e ciò accadeva mentre Enea si ergeva magnifico illuminato dagli incendi lontani, simile ad un angelo vendicatore, sulla montagna di cadaveri che lui stesso aveva innalzato.
 
#32 - Velocità: Isaia sapeva essere un torturatore lento e straziante, capace di portare ad un passo dalla morte e di trascinarti indietro migliaia di volte prima di lasciarti cadere nel baratro, ma fortunatamente - anche per i suoi collaboratori - da quando la sua vita sentimentale non era più ostacolata dall'età i suoi tempi si erano alquanto accorciati sostituiti da altri dedicati a piaceri assai meno pericolosi.

#33 - Collo: Strinse per un attimo le mani intorno al collo di Enea consapevole che avrebbe potuto ucciderlo in meno di quattro secondi per poi scendere con le labbra lungo la linea dello sterno e oltre, consapevole che così facendo avrebbe potuto ucciderlo in molto meno.

#41 - Fine: Forse perchè  era sempre stato circondato dalla morte, ma Isaia non faceva alcuna fatica ad immaginare la propria: stretto tra le braccia di Enea con  il gelo a sfiorargli i piedi e il veleno a bruciarli nelle vene con il solo rimpianto di non poter vedere il suo viso nell'attimo prima della fine.
 

  
{Enea colui che amò la Morte e costruì per lei castelli di illusioni.}

#24 - Proiettile: Tra le sue mani quella di Isaia era piccola e - dirlo parve quasi una bestemmia - fragile e i suoi occhi vacui, a cui lui stesso, con la sua Arte, ne aveva cancellato la luce, gli parevano un presagio sinistro - lui che mai aveva creduto nelle superstizioni - ma poi ogni impressione perse di importanza mentre i frammenti di quel maledetto proiettile venivano estratti e tutto si confondeva nel dolore, nel suo di dolore.


#31 - Accendere: Tra le mani di Isaia la fiamma dell'accendino baluginava simile ad un piccolo fuoco fatuo portatore di morte a cui lui avrebbe attinto senza paura.

#39 - Miseria: Solo miseri resti e nulla più, giacevano dietro di loro.

#40 - Luce: Centinaia di cadaveri giacevano al suolo attorno a loro simili ad una oscena cornice, mentre il terreno, istoriato da centinaia di arabeschi di colore scarlatto, faceva da sfondo all'unico personaggio delle sua composizione: un delicato efebo scolpito nella luce e nel carne palpitante dagli occhi scuri come i frutti della belladonna.

#20 - Profumo: L'odore dei mughetti tardivi riempiva l'aria, mentre i fiori bianchi delle dature si protendevano timidi oltre la bassa recinzione dell'aiuola, poco distante i frutti scuri e lucidi della belladonna si mostravano con fare audace nella loro pericolosa magnificenza e ai piedi della pianta, tra quelle radici sottili che d'inverno accoglievano i semi di una nuova subdola assassina, lui dormiva come il più bello e velenoso fiore di quella serra.
 
#43 - Richiesta: "No, non posso accettare, mi dispiace ma non intendo fare da cavia ai tuoi collaboratori, solo tu puoi tagliare la mia pelle e bagnarti le dita nel mio sangue, solo tu e nessun'altro."

 




E con questo anche la seconda parte è stata pubblicata, ma non credere che sia finita qui, mancano ancora parecchie frasi ~ Perchè voi volete bene a questi due psicopatici, no?
Commentate! Non vorrete far venire il cattivo umore a uno dei due, vero?

Bonus: Chiunque commenti tutti i capitoli avrà diritto a scegliere una delle cinquanta frasi e farsi scrivere una shot su tale argomento con protagonisti Isaia ed Enea. ♥

 

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Capitolo 3
*** Il luogo di un assassino (Qualunque) ***


Titolo: Cantarella e Belladonna
Fandom:Originale
Personaggi:Enea/ Isaia. Personaggi della Famiglia Rivolta
Set di temi:Delta
Note: - non betata
- L’ambientazione è quella di Katekyo Hitman Reborn e in storie successive potranno comparire, sia nominati che in persona, vari personaggi della serie. Per il momento si tratta di una sorta di storia parallela ambientata nello stesso universo in contemporanea con gli avvenimenti che hanno come protagonisti Tsuna e guardiani. In fondo la famiglia Vongola è una della tante famiglie mafiose italiane.
[Per altre storie della stessa ambientazione andate qui]
- Sangue/sesso/violenza e assassini psicopatici
- Allora queste 50 frasi sono state scritte parecchio tempo fa, in concomitanza con un contest, ma sono state ora in parte sistemate e rimodernate,  oltre ad essere divise in sezioni a seconda dell'argomento o dell'anno di ambientazione.
In questo capitolo (l'ultimo della serie) ci sono le storie di ambientazione fissa, alias il laboratorio, e le tre storie brevi cioè delle minific sempre raccontate attraverso le frasi.
 



Cantarella e Belladonna
Il luogo di un assassino
(Qualunque)



{Laboratorio. C'era un solo luogo dove Isaia poteva essere sempre se stesso ed era l'unico dove Enea  non aveva mai paura di baciarlo. }


 
#04 - Ora: TicTacTicTac l'orologio scandiva i secondi senza sosta, perfetto e puntuale, ma ad Isaia non interessava particolarmente: ora c'erano le labbra e le mani di Enea - finalmente - a toccare la sua pelle ed ogni angolo nel suo corpo e anche se oltre quelle mura spesse qualche prigioniero moriva - per merito o colpa sua - se voleva avere la sua attenzione avrebbe dovuto fare di meglio, tipo, chessò, esplodere.
 
#05 - Ritornello: Era una routine ormai collaudata, accompagnata da una colonna sonora altrettanto familiare: si svegliava, si lavava, si vestiva, salutava sua sorella e scendeva in laboratorio dove lavorava  su fitti calcoli o, se voleva svagarsi, su qualche nuova formula chimica fino a quando Enea non lo raggiungeva e allora si trattava solo di aspettare che l'ultimo dei suoi collaboratori se ne andasse appropriandosi, infine, di uno dei tavoli di metallo della morgue per coprire con le loro urla e gemiti il ripetitivo vociare e supplicare delle cavie.

#17 - Delirio: Con l'esperienza Isaia aveva ben presto imparato a riconoscere i carnefici dei corpi che arrivavano sui tavoli dell'obitorio: c'erano quelli di Samuele con il collo segnato e il sangue che riempiva la gola, quelli rari, anzi rarissimi di Lucio - perchè lui doveva essere il più invisibile possibile e, sfortunatamente, i morti tendevano a farsi notare più dei vivi - dai visi irriconoscibili e le ossa fratturate, scomposte quasi fino  a far baluginare il loro biancore sotto la pelle, oppure quelli di Alessandro bluastri e sanguinolenti, ma dai tagli netti privi di alcuna esitazione che erano così facili da aprire - la gran parte del lavoro era già fatta - e poi c'erano quelli di Enea che giungevano da lui ancora vivi, almeno fisicamente, con le orbite opache e il mento sporco della propria bava e la cui ultima frase, un attimo prima che la mente ormai spezzata dall'Arte  si spegnesse del tutto, era sempre la stessa: "Buona giornata, amore."

#22 - Ritmo: Il grammofono girava a vuoto, come sempre, e la sedia cigolava vecchia e malandata sotto il suo peso, come sempre, poi ci fu una nota dissonante e lo stridio dello sgabello contro il pavimento di cemento, Isaia si alzò, lo raggiunse e lo baciò e, come sempre, le sue labbra sapevano di sangue, mandorle e arsenico e morte.

#44 - Cristallo: Le boccette caddero a terra infrangendosi al suolo in una miriade di frammenti scintillanti, ma nessuno se ne accorse mentre la felpa di Enea veniva sfilata e i pantaloni di Isaia scendevano lungo le cosce magre.

#47 - Muro: Le pareti del laboratorio erano spesse affinchè i prigionieri - le cavie - non potessero fuggire e pure le loro urla rimanevano rinchiuse tra quelle mura, nonostante questo mentre vi si aggrappava e Enea spingeva dentro di lui artigliandogli i fianchi e mordendogli il collo fino a sentire il sangue colore lungo la clavicola, gli parvero fin troppo fragili per sostenerlo.
 
 
 

{Storie brevi}
 

Il ballo dell'ultima notte
 
#09 - Vento: C'era una brezza gelida quella notte, ma in fondo non sarebbero rimasti all'aperto per molto: avevano una festa a cui partecipare.

#38 - Orrore: Non servì loro presentarsi, bastarono i primi due cadaveri uccisi in pochi secondi a far comprendere che non erano sulla lista VIP e ne furono sufficienti pochi di più per fermare in eterno espressioni d'orrore su i visi degli invitati.

#45 - Incubo: Quando sorse il giorno, loro erano già lontani eppure l'incubo di quella notte non avrebbe abbandonato mai quelle sale e la mente di quei pochi lasciati vivi per non far cadere nell'oblio quella notte solenne, la loro notte.
 
 
Prega per noi, poveri peccatori, dall'alto dei cieli.
 
#25 - Tentativo: Ci aveva provato all'inizio ad andarsene, ma era stato più forte di lui: voleva vedere all'opera il suo veleno, quello che aveva versato sull'ostia alcune ore prima e che presto avrebbe ucciso lo sciocco parroco che aveva osato portare avanti traffici contrari al volere della Boss, lo desiderava ardentemente e per questo motivo, contando con attenzione il tempo rimasto, si diresse verso il confessionale sperando che Enea non si arrabbiasse troppo per il suo ritardo.

#29 - Stupidità: "Perdonami Padre perchè ho peccato, perdonami Padre perchè ho ucciso, perdonami Padre perchè continuerò ad uccidere, perdonami Padre perchè amo un uomo che è un assassino e continuerò ad amarlo, perdonami Padre perchè non intendo pentirmi, perdonami Padre perchè nel tuo essere uno stupido agnello finirai sgozzato dal lupo e avvelenato dall'acconito."

#16 - Regno: "Nel sermone di oggi, Padre, avete detto: se non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli, ma credo, Padre, che nessun omicida possa puntare al paradiso, se non si pente, neppure se è un bambino come me e di certo io sono un omicida, non credo che lei che sta morendo per mano mia ne possa avere dubbi e altrettanto sicuramente non intendo pentirmi; non si preoccupi però, Padre, il mio Paradiso l'ho già guadagnato ed è stato proprio grazie ai miei peccati."

#37 - Stranezza: Se qualcuno intorno a mezzogiorno - poco dopo la fine della messa - avesse guardato verso la piccola porta della sacrestia, avrebbe potuto osservare una scena alquanto strana: un ragazzino con una stola liturgica al collo che parlava con fare serio di stupide pecore, di souvenir e di Paradisi sopravvalutati con un uomo alto con la sigaretta all'angolo della bocca e, se qualcuno avesse veramente guardato in quella direzione, ora ci sarebbe un qualcuno di meno al mondo.
 
 
 
 
#13 - Acqua: La mente altrui sotto le sue dita e tra le spire della sua Arte era liquida, priva di forma, pronta a farsi plasmare ad ogni suo gesto e allo stesso tempo era solida in modo da spezzarsi meglio ed eterea nel suo svanire così facilmente, ma, inaspettatamente, c'erano delle eccezioni e quella di Isaia era un labirinto cupo e familiare che visitava con piacere accarezzandone gli anfratti e spingendosi in profondità fino, quasi, a rivelarne i misteri.
 
Giochi di mente
 
#50 - Particolare: "So che è una richiesta... strana, ma permettimelo, permettimi di entrare nella tua mente" e Isaia glielo lasciò fare.

#07 - Pietra: Percepì il freddo delle sue mani contro la nuca e poi lui fu lì, pronto ad oltrepassare il limite dei suoi pensieri e poi a sprofondare oltre, come una pietra che lanciata in uno stagno muove l'acqua in ampi cerchi scomparendo sotto la superficie,  e si ritrovò a fare appello ad ogni grammo del suo autocontrollo per non mettersi a piangere - a urlare, scappare - nel sentire la propria ultima difesa che crollava miseramente ai suoi piedi.

#03 - Fermata: Enea lo sentì tremare sotto di sé, ma per un attimo - dimentico della realtà e ammaliato dal desiderio di conoscere, possedere, completamente quella creatura tanto agognata - non se accorse e fu solo nel vedere le lacrime - Isaia che non aveva mai pianto neppure quando il dolore di una pallottola gli perforava le carni - che si rese conto di ciò che stava accadendo e si fermò.

#08 - Rugiada: Le lacrime di Isaia erano piccole stille salate che bagnavano in disperato silenzio le ciglia scure e lui non le aveva mai visto eppure nel suo negligente comportamento ne era stato il responsabile.

#27 - Segnale: Gli baciò la fronte, sentendola calda e umida di sudore sotto le sue labbra, asciugandogli le lacrime che traditrici scivolarono lungo le guancie e  gli accarezzò i capelli sistemandone le ciocche dietro le orecchie come a ricordargli che era ancora lì, come segno della sua presenza - viva e reale.

#49 - Impressione: Un "mi dispiace" scivolò fuori dalle labbra, mentre con delicatezza tentava porre fine a quel tentativo mal riuscito, ma si bloccò, subito dopo, ad un sussulto di Isaia, preoccupato di avergli provocato ulteriore dolore eppure aveva l'impressione che la sua mente lo trattenesse.

#30 - Schiaffo: Poi, impreviste e dolorose come uno schiaffo, arrivarono le immagini - lui sdraiato sul tavolo dell'obitorio con Isaia a cavalcioni e il petto grondante di sangue, lui che lo bacia mentre la sua bocca sa ancora di arsenico e la morte è ad un passo, lui che accetta i suoi piccoli capricci e manie - e Enea comprese: dente per dente, occhio per occhio, dolore per dolore fino alla fine.
 
 



E con questo ho finito. Fiuuu ~
Come da precedente capitolo ricordo che chi commenta tutti i capitoli ha diritto a chiedermi una shot con la frase da lui/lei preferita ♥ Detto questo saluto tutti e spero in ta~anti commenti. 
Perchè la Boss vi osserva ù_ù

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